Soul Phase

di LostHope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutta colpa di una bistecca ***
Capitolo 2: *** Salve, anche lei disperso qui ? ***
Capitolo 3: *** Exorcist Twins ***
Capitolo 4: *** Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo ... non precisamente in quest'ordine. ***
Capitolo 5: *** Cose da ragazze: tea, cucito e botte ***
Capitolo 6: *** 6. Play with a puppet ***



Capitolo 1
*** Tutta colpa di una bistecca ***


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Rin Okumura uscì fuori dal super market boccheggiando,con due sacchetti della spesa e rimpiangendo il condizionatore.
Anche se era primavera, faceva un caldo anormale.
“Anche i demoni soffrono il caldo adesso ?!”
Non che il caldo fosse il vero problema, di questi tempi.
Era da tre settimane che nell’Accademia della Vera Croce, la gente spariva.
Ma non una alla volta, alcune volte erano veri e propri gruppi di persone a sparire.
Rin non riusciva a credere che Mephisto non si stesse muovendo, eppure sapeva benissimo che la cosa era pericolosa; quando ne aveva parlato in classe, con i suoi sorrisi e i suoi trucchetti da prestigiatore fallito, aveva detto di non preoccuparsi affatto e di lasciare le cose come stavano.
Pure Yukio, suo fratello gemello e professore di farmacologia, era rimasto basito davanti a questa assurda notizia.
Come si poteva lasciare le cose come stavano ?! Quell’uomo è un pazzo …
Kuro scese dal muretto vicino e gli si avvicinò, cercando di sbirciare nei sacchetti.
“Hai comprato da mangiare ? Ho fameeeee !”
“Ma abbiamo mangiato dei takoyaki solo due minuti fa !”
“Hai comprato qualcosa di buono, lo sento ! Lasciamene un pezzetto !”
Il cat sith cercò di far cadere le buste al ragazzo che cominciò a scappare, divertito.
“EHI, TORNA QUI !”
Rin scansò agilmente dei pedoni e si infilò in un vicolo.
Questa scorciatoia mi permetterà di arrivare a casa in un batter d’occhio ! Hehehe, nessuno toccherà la mia bistecc… MERDA !
Il ragazzo inciampò in un bidone della spazzatura e rotolò. Batté una testata contro il muro e rimase a gambe all’aria, perdendo di vista i sacchetti.
Si alzò e si ripulì. Sembrava non si fosse rotto nulla.
Si girò e si maledì: anche se lui stava bene, la bistecca stava facendo un bel bagnetto nella spazzatura ed era ormai perduta.
“AAAAH, e adesso ?! Cosa diavolo cucino stasera ?!”
Tirò un calciò al bidone e uscì dal vicolo con le mani in tasca e i nervi a fior di pelle.
Poi, lo vide.
Ne rimase stupefatto.
Non aveva mai visto una cosa del genere: un gigantesco varco nero, grande quanto lui, sul muro del vicoletto.
Non sapeva perché, ma quel varco emanava una strana aura.
Sembrava quasi … che lo invitasse ad entrare.
Un momento … forse questo è un altro portale per Ghenna … che ci sia Satana, dietro a tutto questo ?
“EEEEEHI RIN ! CI HAI PROVATO, MA TI HO BECCAT…”

Kuro si bloccò proprio come Rin, davanti al portale.
E comincio a soffiare. “Rin, stai lontano … è pericoloso !”
“Suvvia Kuro, questa è una scoperta sensazionale !” il giovane si avvicinò al varco, con una mano tesa e sfiorandolo “Visto ? Non è mica pericolos…”
Uno strano formicolio lo colpì al braccio e una strana sensazione lo invase.
Allontanò la mano e fece un passo indietro.
“MA CHE CAZZO È STATO?”
Il varco cominciò a piegarsi su se stesso, rimpicciolendo e ingrandendo, poi tornò normale.
Come se non fosse successo nulla.
“Rin, andiamocene. Sento che questa non è una buona cosa !”
“Hai ragione, andiamocene !”
Si allontanarono dal vicolo e decisero di lasciarsi tutto alle spalle … se il varco non avesse cominciato a seguirlo.
Quella cosa … era viva ?!
E pure veloce !
“DIAVOLO, QUESTO CI SEGUE !”
“Che facciamo ?!”
“CORRIAMO ! FORSE RIUSCIAMO A SEMINARLO !”
---
“Okumura, mi stai dicendo che, mentre cercavi di scappare dal tuo demone servitore, mentre buttavi la nostra cena nella pattumiera e mentre facevi l’idiota come tuo solito, hai trovato questo varco, che potrebbe essere la causa della sparizione di tutte quelle persone. E, fregandone altamente delle raccomandazioni del preside Pheles, l’hai toccato ed ora, cercando di fare finta di nulla, ti stai portando dietro il suddetto varco che non ti molla da ore in classe, pretendendo che creda alla tua storia che oggi la tua ombra è più strana del solito ?”
“Bhè .. sì ?”
“…. Ti prego, dimmi che almeno sapevi che non avrebbe mai funzionato !”
Rin si portò una mano alla testa, imbarazzando, con dietro il varco, che si muoveva gongolando come se sapesse che si stava parlando di lui.
Il resto della classe era rimasto a bocca aperta. Le sopracciglia di Izumi sfioravano l’attaccatura dei capelli da quanto le aveva inarcate.
“M-Ma è pericoloso ?” Konekomaru tirò la manica della camicia di Suguro, la cui bocca era un gigantesco tunnel per le mosche.
“Bhè, all’inizio … ma ora si comporta come un cucciolone …”
“CUCCIOLONE ?!”
“Già, gli ho dato pure un nome ! Si chiama Tabi, ti piace Bon ?”
“OKUMURA, HAI UNA MINIMA IDEA DEL CASINO IN CUI CI HAI MESSO ?!”
“Bon, non urlare, ti si vedono le vene sul collo …”
“SHIMA, VEDI DI STARE ZITTO O GIURO CHE … !”
“Ha ragione Shima, Suguro datti una calmata o ti verrà un ictus” Shura Kirigakure entrò con la grazia di orso baribal e sventolò dei fogli in modo annoiato “Ehi, merdina occhialuta, ho fatto le ricerche che mi hai chiesto, ma non ho trovato nulla su questa cosa ! Zero, nada, nisba ! Ci troviamo in un vicolo cieco !”
“Impossibile … non può, cioè, non essere mai apparsa una cosa del genere …”
Izumo ritornò in sé e tornò al suo sguardo serio da sapientona “Non potremmo dirlo al preside ? Di sicuro sa cosa fare …”
“Scherzi, vero ? Lui voleva che lasciassimo perdere le sparizioni. Più probabilmente lo farà sparire e lascerà che altre persone spariscano !” Rin si sentiva dispiaciuto per quella cosa, che sembrava del tutto inoffensiva ora.
Il varco, non curante della discussione, allegro e spensierato ,si muoveva per le pareti della classe, incuriosito della nuova sistemazione.
“Bhè … c’è solo una cosa da fare allora …” Shura sorrise divertita, guardando il varco “… entriamoci e vediamo dove porta, no ?”
Silenzio.
“Shura …. MA COSA DIAVOLO STAI DICENDO ?”
“Oh, dai scemino con gli occhiali, si vede che questo portale non ci farà del male ! Non è vero piccolo ? Sì, sto parlando con te, piccolino ! Guarda come sei carino, piccolo varchino …”
“MA STAI PARLANDO CON UN VARCO ADESSO ?!”
“E sembra che gli piaccia … evidentemente, caro fratello, il nostro Tabi qui non disprezza le tettone …”
Yukio si trattenne dal tirare un pugno in faccia al fratello.
Era l’ultima cosa da fare.
I pochi studenti del corso speciale cominciarono a borbottare, tra loro.
L’idea di partire per un nuovo viaggio non era affatto male, per nulla !
“Chissà , forse troveremo un luogo pieno di conoscenze sui demoni !”
“O belle donne !”
“Creature carine e interessanti !”
“O belle donne !”
“Oppure andremo tutti all’inferno, ad abbrustolire vivi !”
“O belle donne !”
“Sì Shima, abbiamo capito qual è il tuo unico interesse !”
Alla fine tutti si erano convinti che fosse una buona idea.
“Gli Esquire della Vera Croce in un nuovo viaggio !”
“Ehm … scusate …”
La mano candida e la vocina di Shiemi, tutta rossa in volto, si alzò titubante.
“Dicci Shiemi, cosa ti preoccupa.”
“Ecco … anch’io credo vada scoperto dove porta questo varco ma … insomma … se questo è il varco che ha fatto sparire tutta quella gente … vuol dire che … che se ci entriamo, non torneremo più qui, come gli altri.”
Calò il silenzio.
Nessun ci aveva pensato fino a quel momento.
“In effetti sì, per questo penso che non dovremmo …” Yukio cominciò, mettendosi meglio gli occhiali, ma suo fratello lo precedette “Non ti preoccupare Shiemi, ho avuto un idea geniale !
---
Due ore dopo, tutta la classe si era preparata a dovere, con gli zaini, le armi e l’occorrente per tre giorni.
Ed ora si trovavano davanti al varco … con delle corde legate alla vita.
“E questo sarebbe il metodo di cui parlavi?!”
“Fratellino, questo metodo lo usano nei manga, nei videogiochi e persino nei film !”
Suguro digrignò i denti “Ma funzionerà ?!”
“Mooolto bene” Rin sviò la domanda e legò i capi delle corde ad una colonna “Se vogliamo tornare indietro, ci basterà seguire la corda come Teseo nel labirinto !”
“Wow, ora si che mi sento sicura !” disse Shura, giocando con il suo foulard con i teschi rossi.
“E con il preside ?”
“Non ti preoccupare Shiemi, andiamo e torniamo velocissimi ! Non si accorgerà nemmeno della nostra assenza !”
“Sicuro di voler portare con noi Kuro ?” chiese Yukio a Rin, che alzò le spalle “Dice che vuole assolutamente venire … quindi …”
Si misero tutti davanti al varco, che continuava a muoversi, allegro.
“Bene ragazzi” cominciò Yukio, legandosi la corda più stretta alla vita “al mio tre, entriamo !”
Tabi, che aveva gongolato fino adesso, divenne serio e tornò un normale portale.
“Uno”
Rin, Yukio, Kuro, Izumo, Shiemi, Shura e il terzetto di Kyoto fecero un passo indietro, per prendere la rincorsa.
“Due”
Rin deglutì.
“TRE !”
Partiti.
Entrarono tutti dentro, nessuno rimase fuori.
Il varco rimase immobile.
La classe rimase vuota, finché non si aprì una botola dal soffitto.
Scese giù il preside dell’Accademia, Mephisto Pheles, che si ripulì l’abito e si sistemò il capello.
“Devo ripulire questi passaggi segreti, sono un vero macello !” si girò verso il varco e sogghignò, compiaciuto “E quelli credevano di nascondermi una cosa del genere ? Poveri sciocchi …”
Si girò verso la finestra e disse, con un tono annoiato “Vieni Amaimon, se ne sono andati”
Amaimon, il fratello minore di Mephisto, entrò dalla finestra e fissò il varco, piegando la testa.
“E di questo che mi parlavi ? Vuoi veramente mettere in pratica la cosa anche se quelli sono dentro ?”
“Non ti preoccupare, sarà ancora più divertente, non trovi ? Ora io ti lego questa bella corda alla vita e vai a fare il lavoro che devi fare, va bene ?”
“Ma se si slega ?”
“Non ti preoccupare, non ti preoccupare, andrà tutto liscio ! Tu devi solo …”
“Sì, ho capito, non è mica la prima volta che lo faccio …”
“Lascio tutto nelle tue abili mani, allora.”
Il demone dai capelli verdi tirò fuori un lecca lecca e se lo infilò in bocca, mentre entrava nel varco.
Tabi rimase fermo, poi cominciò a tremare.
“Oooooh poverino” Mephisto guardò il varco e si portò una mano alla fronte, fingendosi disperato “Mi dispiace, non puoi fare il tuo lavoro con questo impiccio in mezzo, non è vero ? Che crudeltà …”
Mephisto si avvicinò alle corde e le slegò, lasciando che le corde venissero trascinate e che il portale si chiudesse.
“Ecco, così è molto meglio !”
Tornò nel suo ufficio e si sedette alla sua scrivania, rilassato.
Tirò fuori poi quello che da tre settimane lo teneva impegnato.
Un televisore grigio e bianco, con uno strano simbolo su un fianco.
Lui sapeva benissimo che fine avevano fatto i dispersi.
E sapeva che non sarebbero mai tornati.
Vivi, per lo meno.
Lo accese e si prese dei noodles da mangiare.
Uno show non era uno show, senza qualcosa da sgranocchiare.
---
Oscurità, buio, tenebre.
Non si vede nulla, non si percepisce nulla.
Fa paura, ma allo stesso tempo rilassa.
Chiudi gli occhi, ti lasci cullare.
Ti rilassi.
E ti lasci cullare
.
---
“Ho detto ,e ripeto, che questa è UNA DIAVOLO DI EMERGENZA !”
“Mi scuso se in questo momento il capo ha di meglio a cui pensare ! Abbiamo più della metà del gruppo dispersa da giorni!”
“Ma è per questo che è un emergenza: so qual’è la causa del disguido ! ASCOLTAMI BRUTTO STUPIDO, FOLLE, IMBECCILE LECCACULO DEI MIEI STIVALI !”
“Vecchio, per l’amor di Dio, STAI ZITTO !”
---
Rin aprì gli occhi, terrorizzato.
Aveva sognato di buttarsi in un varco e di essere cullato dall’oscurità.
“Hahaha … devo smettere di guardare anime fino a notte fonda …”
Chiuse gli occhi, si distese … e batte la testa.
Il suo letto era legnoso.
…legnoso.
Aprì gli occhi e si trovò davanti un ramo.
Era su un albero.
A dieci metri d’altezza.
Si aggrappò al ramo e si guardò intorno.
Migliaia di alberi attorno a lui.
Dall’aspetto, sembrava di essere in una giungla.
Ed era da solo.
“Yukio ? Kuro ? Shiemi ?” urlò, terrorizzato “Ragazzi ? Tabi ?”
Con la coda nell’occhio, si accorse che il suo zaino e la sua spada Kurikara erano caduti tre rami più sotto.
E Shura mi aveva persino permessa di portarla !
Con calma, Rin riuscì a scendere lentamente dal ramo ed arrivare alla sua roba.
“Bhè, non è stato difficile !”
Il ramo si spezzò sotto i suoi piedi.
Fece un volo di dieci metri e cadde di schiena.
Sarebbe sicuramente morto, se non fosse stato un demone.
Si alzò tutto dolorante, imprecando a bassa voce e massaggiandosi la schiena.
La sua coda, che era rimasta nascosta sotto la camicia fino adesso, uscì allo scoperto e si mosse anche lei, dolorante.
“Mamma mia, domani questi lividi faranno un male boia !”
Si mise lo zaino in spalla, la spada in mano e cominciò a camminare.
Doveva ritrovarsi gli altri e fare il punto della situazione.
Mentre camminava, si guardò attorno: era veramente in una giungla, liane e alberi ovunque, il rumore di uccelli esotici e scimmie.
Camminava, camminava , camminava.
Camminò per una buona oretta e quella giungla gli sembrava interminabile.
E il caldo lì era peggio che a casa sua.
“Diooooooooooooooooooooooo che caldo che faaaaaaaaaaaaaaaaa”
Tirò fuori una bottiglietta d’acqua e se la portò alla bocca.
All’improvviso, un rumore tra i cespugli lo bloccò.
Ma che diavolo … ?
Portò una mano all’elsa della spada e cominciò ad avvicinarsi ai cespugli.
Quelli continuarono a muoversi, poi si fermarono.
Il rumore si spostò dietro di lui.
COSA DIAVOLO C’È IN UNA GIUNGLA ?! Un serpente ? Una scimmia ?
Si girò e corse verso il rumore, pronto a sguainare la spada.
Senti il rumore di qualcosa che scattava e si ritrovo a testa in giù, con la caviglia destra intrappolata.
Da quando le scimmie costruiscono trappole ?!
Così il povero Rin, con la faccia coperta dalla maglietta, le provviste e Kurikara sotto di lui e rivoltato come un pollo, si mostrò indifeso, davanti al creatore della trappola, che uscì fuori dal cespuglio, esultando.
“Evviva, stasera bistecca !” rideva soddisfatto.
Una voce maschile, non troppo adulta.
“Ehi … aspetta un secondo ..”
La faccia del demone venne scoperta e il ragazzo si trovò davanti due occhioni blu e una scompigliata pettinatura biondo oro. Un ragazzo della sua età, vestito con un cappotto nero sporco di fango e foglie, lo guardava distrutto.
“Merda, tu non sei una scimmia !”
“Merda … tu non sei una bistecca !”

Salve a tutti ...
Avete presente quando le vostre storie ottengono una voce e cominciano a sussurrare "Finiscimiiii, finiscimiiii ..." e tu, con tutta la calma del mondo, le prendi e le rinchiudi, buttando via la chiave e mettendovi a scrivere roba nuova ?
Ecco, io sì -.-"""
Cominciata questa storia ascoltando How we kill star e dopo aver visto l'immagine qui sopra ... Axel vs Rin XD
Non so se poi riuscirò a gestire tutto ciò ... ma bisogna pur provare no ?
Grazie alla mia sempai, che anche lei ha rinchiuso da una vita le sue storie e alle mie amcihe su efp che mi scartavetrano le palle coi grattini. Grazie, ovviamente, a chi ha letto ed a chi lascia recensioni positive TT^TT
Un bacio a tutti, hoooonk ;O)

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Capitolo 2
*** Salve, anche lei disperso qui ? ***


Yukio uscì dal varco a passo svelto, ancora più nervoso.
Rilassarsi nell’oscurità ? Ma fatemi il piacere !
Si guardò attorno.
Non solo il posto in cui si trovava era cupo e inquietante, pieno di lanterne arancioni e cancelli in ferro battuto, ma era evidente che ci era arrivato da solo.
Si girò e tirò la corda.
Era molle.
Comincio a tirarla, finché il suo capo non arrivò dopo due minuti.
“.. Vatti a fidare di quell’ imbecille di Rin !”
Tabi si voltò, come se cercasse anche lui gli altri, disperato.
Pure lui non si aspettava una cosa del genere.
“Sai cos’è successo ?”
In risposta, la cosa cominciò a rimuginare e a formare delle piccole creste.
“… Santo cielo, pure io parlo con il varco …” il ragazzo si stropicciò gli occhi e si sistemò gli occhiali, spazientito “ Bene, ora che hai fatto il tuo lavoro, puoi benissimo andartene ! Su, sciò, via !”
Yukio si voltò e cominciò a camminare, notando benissimo che la cosa non lo ascoltava e che lo seguiva.
“Ti ho detto di andartene !”
Il varco si stoppò e si accucciò, triste.
Mamma mia, cos’è, un cane ?!
Rimase in silenzio per qualche minuto, poi sospirò e roteò gli occhi “ Ok, puoi venire, ma non devi farti notare !”
Tabi saltellò, o almeno, così sembrava, e scivolo nell’ombra di Yukio.
Il ragazzo rimase sorpreso, quando la sua ombra lo salutò allegramente.
“… Inquietante … ma lasciamo perdere, non è il momento di fare il pignolo !”
La strada per cui il professore si incamminò lo portò in una piazza ancora più inquietante. Una fontana che buttava acqua verde, edifici da film dell’orrore e persino una ghigliottina !
Un cartello sopra di lui.
“Benvenuti nella Città di Halloween … che razza di posto è ?!”
Da dietro un muretto , Yukio spiò quella strana piazza e gli abitanti, che erano arrivati, carichi di scatole e scatoloni.
In effetti, l’aspetto si addiceva alla città: mostri vari, streghe, un albero con degli scheletri impiccati.
Persino un cane fantasma che giocherellava con tutti.
Ma dove diavolo sono finito ?!
“Ehi, tu !”
Yukio si alzò dalla sua posizione scomoda da spionaggio e si girò.
“Dolcetto o scherzetto ?!”
Una zucca piena di liquido verde gli esplose in faccia, trasformando il suo vestito da professore in un grumo verde fosforescente.
L’aveva lanciata un bambino vestito da diavolo, che rideva con una strega e uno scheletro.
“Presto, SCAPPIAMO !!”
“Piccoli demonietti, se vi prendo !”
I tre se la diedero a gambe, lasciando Yukio annaspare nel liquido, che probabilmente era della fontana, con un’ombra che se la sghignazzava alla grande.
“Tobi, Lobi, Tani, come diavolo ti chiami, smettila, per il tuo bene.”
Tabi, sentendosi una minaccia nelle sue parole, fece il gesto di cucirsi la bocca e tornò a fare l’ombra.
Mentre cercava di ripulirsi, Yukio si rimise accovacciato, a spiare il via vai degli abitanti.
Erano tutti impegnati a mettere addobbi, scheletri, zucche e ragni ovunque.
Un ricordo gli tornò alla mente: lui e suo fratello che si travestivano, da bambini, per la sera di Halloween. Gli tornò in mente Rin che lo avvolgeva nella carta igienica per fargli le bende da mummia, mentre lui si era vestito da lupo mannaro. Gli scherzetti al vicinato, i bambini vestiti tutti dai loro mostri preferiti, i dolcetti. E suo padre, che si complimentava per i costumi e per la loro “caccia” ben riuscita.
“Suvvia figliolo” una mano calorosa gli si posò sulla spalla e una voce conosciuta rise, facendolo sobbalzare “Adesso sei grande, devi smetterla di piangere un vecchio come me”
Si voltò di scatto, puntando la pistola contro l’uomo.
Tremò.
Il buio li circondò.
Lui e l’uomo.
Shiro Fujimoto, suo padre.
“Che hai? Hai visto un fantasma ?”
Suo padre sorrise amichevole, ma lui non abbassò la pistola.
“Chi sei tu ?”
“Tuo padre”
“BALLE !”
“Uff, come sei antipatico ! Io provo ad essere gentile e tu … cough …!”
Suo padre si portò una mano alla bocca e sputò sangue.
“Merda, non ce la faccio più” l’uomo cominciò a disintegrarsi davanti a lui.
C-Cosa sta ….
“… pensavo di farcela …”
“Ma che stai facendo ?!
“ … ma evidentemente è inutile continuare.”
Davanti a lui, comparve un uomo piegato in due,inginocchiato davanti a lui, vestito con un capotto nero.
Nero come il buio che circondava i due.
---
Ryuji Suguro, detto anche Bon, si trovava nell’oscurità, in una posizione non poco scomoda.
Si sentiva come rinchiuso in una scatola e non riusciva a respirare.
Non ci credo, sto diventando claustrofobico !
Cominciò a battere contro la scatola, cercando una via di uscita.
“… Yaaaaaaaamn … ehi … c’è qualcuno ?”
“Oh finalmente ! Ehi, sono qua dentro, vi prego, fammi uscire !”
“ … SANTO CIELO, ESCI DI QUIIIIIIIIIIII !!!”
Qualcosa lo spinse fuori e Bon si ritrovò disteso per terra.
Si trovava su un pavimento di mattonelle nere.
Una camera da letto molto lussuosa
“Ehi, ma che cavolo fai ?!”si voltò arrabbiato, ma dietro di lui non c’era nulla.
Solo un gigantesco armadio.
Che si piegò sopra di lui, con una faccia femminile e arrabbiata.
… UN ARMADIO CON LA FACCIAAAAAAAAAAAAA ?!
“TU ! VOLEVI ATTENTARE ALLA VITA DELLA NOSTRA OSPITE, VERO !? MA IO NON TI LASCERIO MICA SCAPPARE ! INTRUSO, INTRUSOOOOOOOOOOOO !”
“MA SMETTILA DI URLARE, BRUTTA CORNACCHIA !” il ragazzo si tappò le orecchie e corse fuori, in preda al panico.
Saltò le scale, ma si trovò bloccato da un’armata di scope e armature.
“MA STIAMO SCHERZANDO !?” scansò una scopa e superò un armatura con agilità, ma un poggiapiedi lo rincorse e gli si aggrappò alla gamba, facendolo inciampare.
“OKUMURAAAAAAA, SE TI TROVO, IO TI AMMAZZO !”
Continuò a correre, maledicendo il suo compagno di classe, inseguito da dei mobili, per un corridoio inquietante tanto quanto lo era la situazione.
Girò un angolo e qualcuno l’afferrò, tappandogli la bocca e stringendolo in una morsa di ferro.
L’armata di oggetti continuò a cercarlo, passandogli davanti senza notarlo.
“Bamboccio” sibilò la figura che l’aveva afferrato, con voce cattiva “Vedi di fare poco casino, stai rovinando il duro lavoro di una settimana, sai ?”
Okumura, se ti prendo, ti faccio fuori !
---
“Nondevofarmiprenderenondevofarmiprenderenondevofarmiprendereeeeeeeeeeee !”
Konekomaru si era svegliato da solo dieci minuti e già una creatura del posto lo inseguiva.
Non era un demone, ma nemmeno animale: una creatura blu, vestita da spirito e con il volto coperto da un foglio.
Quel viaggio lo aveva reso fiacco, ma anche la neve della montagna dove si era risvegliato gli impediva la corsa, facendolo scivolare.
“Lasciami in pace !” prese della neve e cercò di colpirlo, ma lo spirito si scansò, continuando a pedinarlo.
Fa anche freddo … maledizione, io odio il freddo! Bon, Shima, dove diavolo siete ?!
Il giovane occhialuto inciampò e cercò di strisciare via.
La creatura stava guadagnando terreno.
All’improvviso un rumore.
Forse uno sparo.
E un rombo riempì il silenzio della montagna.
Si voltò verso l’alto e impallidì: lo sparo aveva fatto partire una valanga.
Persino la creatura si bloccò e girò i tacchi, terrorizzata.
Non riusciva ad alzarsi.
L’ultima cosa che vide fu una figura vestita di nero, a braccia aperte sulla cima della valanga.
L’angelo della morte …
E fu inghiottito.
---
La tempesta di sabbia inghiotte tutto quello che si trova sul suo cammino.
Non lascia scampo e non perdona.
Uno spettacolo che, per Shima Renzo, mostrava la vera potenza di madre natura quando ci dava dentro.
Incredibile.
Meno incredibile era trovarsi DENTRO alla tempesta, con un demone gatto svenuto tra le braccia e la sabbia in bocca.
Una folata fece volare via l’animale, ma lui l’afferrò per la coda e lo strinse ancora più forte al petto.
Gli occhi non vedevano bene e i passi erano incerti, non capiva nemmeno dove andava.
Ho paura di cosa mi aspetta, dopo un inizio del genere, da solo e sperduto !
Pensato questo, inciampò su un sasso e imprecò, quando la sua testa si ritrovò immersa nella sabbia come uno struzzo.
MA QUANDO MAI PARLO, IO ?! MALEDETTI SASSI !
Si alzò e diede uno sguardo dietro di se.
E sobbalzò, quando comprese che era inciampato sopra una persona.
Pochi secondi dopo aveva un gatto tra le braccia, un ragazzo vestito con un capotto nero sulle spalle e la bocca piena di sabbia.
Il ragazzo in questione, poi, era più alto di lui e più pesante.
Il peso lo faceva sbandare spesso e doveva fermarsi, per riprendere l’equilibrio, ormai con la gola piena di sabbia.
Ancora un po’ e questa maledetta sabbia mi soffocherà !
Continuò a camminare, distrutto, finché la luce della salvezza non illuminò il traguardo: un portone.
Siamo salviiiii !
Comincio a tirare calci, dato che era l’unica parte del corpo libera, al portone, cercando di fare più rumore possibile.
Quando poi il portone si aprì, lasciando uno spiraglio aperto, il ragazzo coi capelli rosa entrò di straforo.
Appena comprese di essere dentro e al sicuro, mollò i due svenuti per terra.
“Ma sei impazzito ?!” un uomo dai vestiti strani e la pelle abbronzata gli urlò contro “CHE DIAVOLO CI FACEVI IN UNA TEMPESTA DEL GENERE !?”
Era troppo stanco per rispondere e annaspò alla ricerca d’aria.
Non avrebbe mai augurato a nessuno di trovarsi nel mezzo di una sfuriata di madre natura.
---
Izumo era infuriata, come una leonessa a cui a cui hanno offeso i cuccioli.
Come ci si può fidare di quello scemo di Rin Okumura ?!
Non c’era nessuno dei suoi compagni e nemmeno i professori.
Si slegò la corda dal fianco e la buttò via: ormai aveva capito che era inutilizzabile.
Si lisciò la gonna e uscì dal vicolo dove si era svegliata.
E spalancò gli occhi: una città completamente buia, illuminata solo dalle luci al neon, che davano una sfumature inquietante.
A pensarci bene, il vicolo era molto più accogliente e gli balenò l’idea di tornare indietro e di riaddormentarsi lì.
Poi scosse la testa e si riprese.
Ma cosa sto pensando ? continuò a camminare, spavalda.
Quando, all’improvviso, un coltello gli sfiorò una guancia e la bloccò.
“I bambini dovrebbero stare a casa, a farsi allattare dalla mammina, mica a girare in posti del genere.”
La ragazza prese il foglietto per richiamare i suoi demoni servitore e si preparò.
Si, decisamente non era un tipo che dormiva sugli allori.
---
Che cosa strana … ma sono morta ? Come posso vedere come mi succede in torno, se ho gli occhi chiusi ? Interessante … il sogno più realistico che abbia mai fatto da sobria !
Shura stava dormendo e si sentiva indolenzita.
Eppure vedeva dov’era e cosa succedeva intorno a lei: era seduta per terra, appoggiata ad un muro dai mattoni arancioni e davanti a se aveva qualcosa che sembrava un ring.
Non riesco … ad alzarmi … perché ho questo senso di pesantezza ?! VOGLIO ALZARMI ! EHI CORPO, SMETTILA DI DORMIRE, ALZATI ADESSO !
Nulla, continuava a dormire.
Sentì il rumore di passi che si avvicinavano.
Due ragazzi si erano avvicinati a lei e la fissavano incuriositi “Ma hai visto questa ? Che bomba !”
“Che ti dicevo Rai ? Saltare la scuola ha i suoi vantaggi ! Ehi Fuu, vieni a vedere cosa abbiamo trovato qui !”
“… Barbona …”
“Sei solo gelosa ! Ehi, capo, hai visto che tette ?”
“In effetti, è molto carina !”
“Pervertiti.”
“Senti Fuu, se vuoi stare qui a rovinarci la festa puoi pure andartene !”
“… Andiamo, Vivi ..”
“Ecco, brava ! Vattene !”
“E ora, caro Rai, c’è solo una cosa da fare …”
EHI, STATE LONTANI DA ME E LE MIE TETTE ! CORPO ! ALZATI, CAVOLO ALZATI E TIRA UN PAIO DI CALCI NEI LORO CULI DA MARMOCCHI! STATE LONTANI, MOCCIOSI !
“Ehi, ragazzini ! Non dovreste essere a scuola ?”
I due si girarono. Shura non vedeva chi parlava, gli coprivano la visuale.
“E TU CHE VUOI, IDIOTA ?”
“Voglio solo impedirvi di fare l’errore più grande della vostra vita, tutto qui .”
“SILENZIO, VECCHIO !”
“Vecchio a me … questo non vi aiuta a uscire dal guaio dove state per infilarvi …”
Ci fu silenzio per due minuti. Poi Rai diede dei colpetti al ragazzo biondo e bisbigliò un “Boss, andiamocene … questo qui mi fa paura …”
“Sì … forse è meglio … si vede che il vecchiaccio se la vuole scopare da solo, eh ?”
I due se ne andarono e la figura si avvicinò.
Ora vedeva sfocato.
No … NO ! NON POSSO ADDORMENTARMI ! NON ADESSO, NON ADESSO !
“Anche tu però …” sentì la voce della figura così lontana, mentre veniva presa in braccio braccia e si addormentava “una ragazza così carina non dovrebbe addormentarsi in un posto del genere, sai ?”
---
Shiemi non aveva mai dormito così bene.
Si svegliò sbadigliando e si guardò intorno: un tavolo pieno di teiere e tazze di tè, circondato da poltrone e sedie.
“Dove sono ? Ragazzi ?”
“Alice …”
Sobbalzò e un topo uscì da una teiera “Alice, ancora la festa non è pronta … vai a fare un giro intanto … divertiti, divertiti …”
“Alice ? Io non mi chiamo mica Alice ..”
Nulla da fare, il topino era tornato nella teiera.
Scese giù dalla poltrona con la corda a strasciconi e passò un cancello.
Una foresta strana fatta d’erba e ninfee si mostrò a lei in tutto il suo splendore, facendola avvampare.
“Non ho mai visto delle piante così !”
Persino i fiori erano giganteschi !
“Ohi ohiiii”
Si girò e un tulipano rosso e gigantesco si mostrò a lei, mentre ondeggiava lento e sconsolato.
“T-Tu parli ?”
“Certo che parlo … ohi ohiii … sto maleeeeee …”
“Cos’hai ?” Shiemi gli si avvicinò, diffidente. L’ultima volta che aveva parlato con un fiore per poco non ci aveva rimesso le gambe.
“Sono … qua dentro … che dolooooore … non resistooo”
Il fiore si aprì e sentì una voce li vicino “ ALLONTANATI !”
Troppo tardi: uno sciame di creature attaccò la ragazzina, che urlò.
Cadde indietro e sentì una fitta alla gamba.
Petali rosa apparvero davanti ai suoi occhi e le creature sparirono, davanti alla falce di un uomo con un capotto nero. “Ehi, ti sei ferita ?!”
Non rispose.
Fissò solo il cielo.
Che blu …
---
Amaimon aspettava, fissando il cielo.
Rocce ovunque. Un caverna fatta a forma di teschio.
Molto carina …
Leccò il suo lecca lecca e sentì una voce dietro di lui.
“Sei tu … l’uomo che dovevo incontrare ? Mi sembri … diverso …”
Si girò e il demone sbuffò, annoiato “ Se hai problemi con il mio aspetto, sei libero di andartene ! Mi sto annoiando e non abbiamo tempo.”
Il suo interlocutore balbettò qualcosa, ma lui non lo ascoltò e continuò.
“È l’ora di un po’ di movimento, in questo mortorio !”

 
EEEeeeeEeeeEeeEeeEeeEEeh perchè ho messo di già il 2 ? Domande che fanno pensare ...
A parte questo sì, ormai si è capito dove sono e chi hanno incontrato, anche il mio cane l' ha già capito ... 'sto botolo peloso >_>
Allora, diciamo che ho deciso sul momento che metterò pure Xion, perchè mi fa tenerezza ... e sopratutto perchè questa cosa che lei non c'è quasi mai nelle ff con la nostra Orgy mi rattristisce: va bene che è una mary sue (che mi uccide gli heartless con mosse da figa, bastarda !), ma va amesso che è carina ... quando vuole U_U
Quindi aspettatevi una sua entrata ... da qualche parte *Xion entrà aggrappata ad una liana e si getta nel muio pc*
.... Ovvio, ok ...
Un bacio alla sempai, che alla parola Xion sarà già in una valle di lacrime, alle mie amichette bastarde e a te che hai letto e recensito !
Ti meriti un keyblade (tanto ormai ce l'hanno tutti, perchè non possiamo averlo anche noi XD ?)
Un bacione, ;O)

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Capitolo 3
*** Exorcist Twins ***


Roxas correva.
Correva come non aveva mai corso in vita sua.
Si era fatto beccare.
Era una delle regole principali.
Mai farsi scoprire.
Eppure si era fatto beccare.
“Ehi aspetta !”
Quella scimmia continuava ad inseguirlo.
… Bhè, non era una vera e propria scimmia …
Ma lo inseguiva.
Ed era veloce, cavolo se era veloce !
Cercò di fare delle curve strette tra gli alberi, per cercare di allontanarselo.
Ma quello non mollava, anzi, riuscì ad afferrarlo per il cappotto.
“Aspetta un secondo, diavolo !”
Il biondo aprì la cerniera del capotto e sgusciò via, puntando il Keyblade contro quella cosa, a petto nudo.
“Stammi lontano !”
“Ohi, ohi, diamoci una calmata !” il ragazzo alzò le mani e sorrise, benevolo “Guarda, io non ti sto puntando nulla contro ! Voglio solo parlarti …”
“Parlarmi ?!”
“Si, voglio solo chiederti se hai visto i miei amici …”
“Bhè …” Roxas continuò a puntargli il Keyblade contro, fulminandolo con i suoi occhi blu, quando lasciò cadere il giubbotto “Se per amici non intendi serpenti, pappagalli e coccodrilli, allora no, non li ho visti !”
Il ragazzo rimase bloccato e mormorò un “Dio … cosa hai fatto al petto …?”
Roxas distolse un secondo lo sguardo sul suo petto, ma poi tornò a fissare il nemico.
“Diciamo che ho avuto da ridire con un paio di coccodrilli.”
“Che forza !” il ragazzo lo guardò con gli occhi luccicanti “Ma non ti fa male …?”
“Non sono affari tuoi.”
Il biondo raccolse velocemente il capotto e lo indossò, ricominciando a camminare.
Il ragazzo rimase sbigottito, ma si alzò e lo bloccò.
“Cosa diavolo fai ?! LASCIAMI !!”
Mentre lo bloccava con una mano, il moro prese una pomata dallo zaino e si mise a spargerla sulla ferita.
Roxas sentì una fitta bruciante e si trattene dall’urlare.
“Spero di ricordarmi cosa mi ha insegnato Yukio …”
Afferrò delle bende e velocemente coprì la ferita sul petto.
Il biondo lo spinse via con un calcio e si alzò, con il petto che bruciava come l’inferno.
“Se speri un ringraziamento, caschi male !”
Cominciò a camminare, ma stavolta il ragazzo scimmia non lo seguì.
Rimase seduto, con il volto tra le mani.
“Merda … io voglio solo ritrovare i miei amici !”
Roxas si fermò.
Non si girò, ma si mordicchiò il labbro.
Anche io …
Per un attimo, la vista dal campanile di Crepuscoli apparve davanti a lui.
Il rumore delle risate e il gelato al sale marino.
Axel … Xion …
Sospirò e continuò a camminare.
“Rimanere lì e disperarsi non serve a nulla … non mi fermerò a consolarti, alzati e vai a cercarti i tuoi amici” disse il biondo, mentre cercava di salire su un albero “che io devo trovare i miei …”
“Ma scusa, se ci aiutiamo ,forse …”
“Mi dispiace, scimmia, ma io lavoro da solo ! Ed ora, se non ti dispiace, si sta facendo notte.”
Roxas si mise comodo sull’albero e osservò il sole, che ormai stava lentamente sparendo.
Il dolore al petto diminuiva grazie alle cure della scimmia e sentiva la pancia che reclamava qualcosa di sostanzioso.
Sentì la scimmia sotto che borbottava e il rumore di qualcosa che veniva impilato.
Una luce blu e la scimmia aveva acceso un fuoco.
Roxas sgranò gli occhi e se li stropicciò.
Come diavolo ha fatto ?!
“MA SEI IMPAZZITO ?! COSI ATTIRI GLI ANIMALI SELVATICI !!”
“Ma cosa dici, semmai tu li attiri, gridando così ! Il fuoco spaventa gli animali. E non ho nessuna intenzione di morire di freddo e fame … a proposito di fame …”
La scimmia tirò poi fuori qualcosa dallo zaino ed un odore di carne e pane stuzzicò il naso del Nessuno.
La sua pancia cominciò a ruggire.
Non mangiava qualcosa che fossero foglie o frutta da giorni.
Non gli riempivano la pancia, era come mangiare l’aria per lui.
Si poteva dire di tutto di casa sua, ma la cucina non era male.
E gli mancava avere la pancia piena.
“C-Che cos’è quello ?” Roxas ormai sbavava. L’odore era delizioso.
“Un panino “ la scimmia lo guardò e rise, divertito “Pollo e pomodori !”
Roxas per poco non cadde giù dall’albero.
“Cosa fai, cerchi di tentarmi ?!”
“No, ma a differenza tua, io ho cibo e acqua … ed ho fame !”
Sentì la scimmia gustarsi il panino e si sentì svenire.
No … non cederò ! Non permetterò ad una scimmia di farmi cedere così !
---
“Allora ?”
“Allora che ?”
“Perché sei sceso qui ?”
Il biondo si strinse la pancia e si guardò intorno.
Rin diede un altro morso al panino, ridendo.
“Se hai fame puoi prenderne uno … li ho fatti io, non fare complimenti !”
Gliene porse uno, sorridendo.
Il biondo guardò prima il ragazzo, poi il panino che gli veniva offerto, e poi di nuovo il ragazzo.
Afferrò il panino e aprì la carta stagnola che lo ricopriva.
Si bloccò.
“… Prima mangialo te …”
Rin diede un morso al panino che gli aveva offerto e fece un gran sorriso.
Il biondo lo divorò e prese la bottiglia d’acqua del demone, bevendone un lungo sorso.
Rubò un altro panino dal suo zaino e lo divorò, assaporando ogni morso.
“Buono ?”
“Mpsì !”
Si lecco le dita e si distese per terra, con la pancia finalmente piena e il calore del fuoco.
“Allora, ora che hai assaggiato il mio cibo … vuoi dirmi come ti chiami ?”
Sarà stato il torpore dato dallo stomaco sazio o il calore del fuoco, fatto sta che Roxas rispose alla domanda, anche in modo amichevole “Sono Roxas …”
“Io mi chiamo Rin, piacere !”
“Che nome buffo, per una scimmia …”
“Non sono una scimmia !”
“E allora perché hai una fottuta coda …?”
“Ah …” Rin si mise una mano tra i capelli, ridendo nervoso “Una storia lunga …”
Roxas fece un cenno con la testa e si girò dall’altro lato, stanco.
“Te, invece ? Perché sei qui ?”
Come risposta, sentì il biondo russare come un orso.
“Ha ha ha … sarà per un'altra volta, eh ?”
Si distese anche lui.
C’era un cielo troppo bello per mettere una tenda.
Ragazzi … spero stiate tutti bene …
Chiuse gli occhi e con questo pensiero si addormentò.
---
“Allora, numero IV, spero tu abbia delle risposte, su quello che sta succedendo !”
Il Freddo Accademico tirò fuori dei fogli e ci batté sopra la mano.
“Come vi ho già detto in precedenza, Superiore, il disguido è causato da un interferenza. Si ricorda quello che mi aveva chiesto di costruire, no ?”
L’uomo dagli occhi dorati fece un segno d’assenso e lo scienziato continuò “Il Sungan è sparito dopo essere stato testato, mancavano alcuni pezzi. Ora si trova in un’altra dimensione.”
“Un’altra dimensione ?”
Il numero VII, Saix, lo guardava come si guardava un folle.
“Sembra incredibile, ma il Sungan ha le capacità di mostrare immagini di una realtà completamente diversa dalla nostra e pure trasportare le cose e le persone. Un Corridoio Oscuro, solo a forma di televisore. Ma, come ho detto, mancavano dei pezzi e l’esperimento è stato un fallimento …”
“PUOI DIRLO FORTE !”
Un corridoio oscuro si aprì e un uomo biondo platinato apparve su una delle poltrone.
“Sfidante del Destino !”
“Allora sei vivo.”
L’uomo si guardò attorno e si accasciò sul trono, annaspando.
“CERTO CHE SONO VIVO ! Ho viaggiato per due settimane,saltando da un Corridoio Oscuro all’altro per colpa tua, Vexen ! SONO DIVENTATI UN VERO E PROPRIO MACELLO !”
Vexen si nascose la bocca con la manica e chiuse gli occhi, pensoso.
“Come temevo …”
Lexeaus aprì finalmente bocca “Di cosa parli ?”
“Il motivo per cui i nostri membri non tornano! Da due settimane, i nostri corridoi sono sfuggiti al nostro controllo, proprio per l’influenza del Sungan. Gli abitanti dell’altra realtà hanno trovato la nostra, sono entrati e hanno rovinato l’equilibrio. In poche parole, il Sungan non permette di utilizzare i Corridoi Oscuri. I nostri membri sono condannati a rimanere per sempre confinati nel mondo in cui sono stati mandati. E la situazione potrebbe peggiorare …”
“Peggiorare ?”
“… Non vi preoccupate, è una possibilità remota … ma prima di tutto dobbiamo trovare i membri dispersi !”
“Avete mandato altri membri !?” Luxord era esaurito: quella discussione peggiorava la sua salute.
“A meno che non trovino i pezzi mancanti del Sungan … quelli resteranno esiliati … quanto vorrei che ci fosse Zexion, almeno avrei qualcuno con cui discutere …”
“E come faranno a trovare i pezzi se non li hanno mai visti ?” Saix alzò un sopracciglio e il vecchio rispose, acido “C’è un motivo se ti ho dato da consegnare quei fogli, numero VII ! Sarò vecchio, ma mica scemo !” 
 “Quindi …”Xemnas, il Superiore , si mise comodo sul suo trono “Dobbiamo solo aspettare che trovino i meccanismi , no?”
“Esatto … I Soul’s Phase sono la nostra ultima speranza …”
---

Non ho più speranze di farcela … hahaha, un Nessuno con delle speranze ? Mamma mia, evidentemente sto delirando.
Il numero VI, Zexion, malediva Vexen e i suoi esperimenti.
Per colpa sua, non riusciva ad andarsene.
Per colpa sua, aveva dovuto vivere per due settimane a digiuno.
Per colpa sua, aveva combattuto tutti giorni contro Heartless su Heartless, ancora più agitati del solito.
E per colpa sua, stava morendo.
Aveva combattuto contro una creatura che non sembrava un Heartless.
Era rimasto ferito e la ferita non era una normale ferita.
Bruciava come l’inferno.
Era riuscito a salvarsi con le sue illusioni, ma con l’ultima aveva esaurito le sue energie.
Ed ora, alla mercé di un nemico, stava morendo come un cane.
Il ragazzo davanti a lui gli puntava ancora contro l’arma, ansimando.
La visione lo aveva terrorizzato per benino.
“Che diavolo …”
Zexion respirava affannato e il giovane si accovacciò davanti a lui.
Osservò la ferita alla spalla e imprecò a denti stretti.
Tirò fuori dallo zaino alcune fiale e cominciò a lavorarci sopra.
Ha ha ha ha ha … come sono caduto in basso … aiutato da un marmocchio …







Mmh ?
Il Nessuno dal ciuffo blu aprì gli occhi e si guardò attorno.
Si trova vicino alla Collina Ricciuta.
Il ragazzo di prima era piegato su delle tombe, con delle piante secche in mano.
“Mmm … Belladonna … potrebbe servirmi …”
Zexion, approfittando del fatto che fosse girato, si alzò e fece qualche passo per allontanarsi.
“Sei sveglio, allora …”
Il ragazzo non si era nemmeno girato e Zexion deglutì.
Odiava essere preso alla sprovvista.
L’odore di questo … è … terrificante !
L’ombra del ragazzo si mosse e prese il Nessuno per la caviglia, facendolo cascare per terra.
“MA CHE DIAVOLO …?!?”
“Questa non me l’aspettavo nemmeno io…Tabi, lascialo !”
L’ombra tornò strisciando dal suo padrone e Zexion fece apparire il suo fidato Lexicon.
“Sei … TU SEI UN MALEDETTISO HEARTLESS ! MA STAVOLTA …”
“NON SONO UN …. Quel che è ! Cos’è, fai così tutte le volte che ti salvano ? Dopo lo scherzetto che mi hai fatto, avrei dovuto lasciarti morire lì …”
Zexion rimase incerto sul da farsi, mentre il ragazzo infilò le piante dai bulbi viola nel suo zaino.
“Comunque, non mi aspettavo una ripresa del genere … il tocco di un Ghoul può provocare la morte e febbre altissima … te invece sembri in forma …”
Il ragazzo porse una mano a Zexion e sorrise “Io sono Yukio Okumura, molto piacere.”
Zexion scansò la mano e si alzò da solo, togliendo la polvere dal suo mantello nero.
“Non faccio amicizia con i ragazzini con l’ombra posseduta !”
“Sì, lo so, lo trovo strano anch’io … è solo il mezzo di trasporto con cui sono arrivato qui …”
Dall’ombra, un Corridoio Oscuro uscì, scodinzolando come un cane.
… Scodinzolando ?
“Questo è un Corridoio Oscuro …”
“Oooh, allora sai cos’è !”
“Bhè …” Zexion distese un braccio e un altro corridoio si aprì davanti ai due.
Il ragazzo rimase a bocca aperta, mentre il suo varco girò attorno al suo simile, sorpreso che rimanesse immobile e apatico.
“Quindi …” Yukio tornò in sé, mettendosi a posto gli occhiali “In pratica … questi … Corridoi Oscuri … sono la causa delle sparizioni nel mio universo …e te sai controllarli ?”
“Senti, ritieniti fortunato: chi attraversa un Corridoio Oscuro senza questo mantello, si trasforma in un Heartless, una creatura creata dall’oscurità che si cela nel cuore delle persone.”
Il giovane rimase paralizzato “Mio fratello … e gli altri … non mi vorrai dire che”
“Se sono passati per quel ‘coso’ come te” Zexion indicò Tabi, che continuò a girare attorno al suo simile “Stai sicuro che sono ancora vivi …”
“… Scusa … ma allora perché sai usarlo ?”
Merda.
Aveva detto troppo.
Si mise a camminare.
“Dove vai ?!”
“Ho un lavoro da sbrigare …”
“Aspetta” Yukio gli arrivò accanto, con l’ombra che era tornata viva “Vengo con te !”
“Cosa ?!”
“Il mio lavoro è ritrovare i miei studenti e le persone scomparse, posso darti una mano …” il ragazzo posò i suoi occhi azzurri sulla figura, freddi “Sei un sospettato per le sparizioni, sei da seguire … costantemente !”
“Ma neanche per s…” Il numero VI si bloccò.
In effetti … in giro appaiono mostri molto diversi dagli Heartless … e questo moccioso li conosce e sa come contrastarli …
Inoltre, il Corridoio Oscuro che l’ha portato qui … è come se avesse un’anima. Forse, se scopro come l’ha ottenuta, troverei non solo il perché i nostri Corridoi sono mal funzionanti, ma forse un modo per potenziare e migliorare i Kingdom Hearts.
E poi, in un mondo del genere, un alleato mi farebbe comodo. E, dopo aver visto i suoi ricordi … potrei creare un Heartless e un Nessuno molto potenti, dalla oscurità che giace nel suo cuore …

“Potresti aiutarmi a trovare quello che cerco … in cambio potrei aiutarti a trovare i tuoi compagni … ed a salvare gli sprovveduti caduti nei corridoi … e potrai controllarmi quanto ti pare !”
“Mi sembra equo. Allora, abbiamo un patto … ehm …”
“Zexion”
“Ok … Zexion, ora siamo compagni, fino a nuovo ordine.”
“Cerca solo di non intralciarmi, ok ?”
Yukio fece segno di sì con la testa e il Nessuno sorrise, impercettibile.
Un'altra preda caduta in un illusione.
Lui era un maestro in queste cose.
Dopotutto, era il Burattinaio Mascherato.
Mentire era il suo lavoro.


Il.Capitolo.Più.Corto.Della.Mia.Vita.
Sarà l'anno nuovo ? Sarà Gennaio ? BHO.
So solo che tutto ciò è inquietante ... più inquietante di ROXAS ?! 
Come è diventato serio ... eeeeeh, la pubertà -.-
Un bacio alla sempai che corregge, alle mie amiche che mi sostengono e a te, che hai letto e, forse, recensito.
Grazie ... e AUGURI !
Un bacio, hooooonk :O)

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Capitolo 4
*** Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo ... non precisamente in quest'ordine. ***


Xaldin,il Feroce Lanciere, era un tipo serio.
Quando gli davano un lavoro, lo svolgeva in modo impeccabile.
Odiava i contrattempi, le persone inutili e i bambocci.
Per questo, il ragazzino dai capelli colorati era un insieme di tutto quello che più odiava.
Avrebbe dovuto lasciare che i servitori del castello lo maciullassero per bene.
Ma creava solo casino e avrebbe rovinato il lavoro di una settimana e due giorni.
E il ragazzo era una copia sputata del Prescelto della Keyblade, non nell’aspetto, certo, ma nel fastidioso comportamento: lo seguiva e gli faceva delle stupide domande, con un tono che vacillava tra il lamentoso e l’incazzato nero.
Alla fine, la pazienza del numero III cedette.
“Senti, galletto” l’uomo dai lunghi rasta si girò e ringhiò al bamboccio, facendolo arretrare “Solo perché ti ho salvato, non vuol dire che volevo una zecca attaccata al culo che mi pone domande inutili e rincoglionite !”
“OHI, ma chi ti ha chiesto di salvarmi ?! Avevo la situazione sotto controllo !”
“Certo, non stavi per essere sopraffatto da dei mobili animati !”
“Che c’entra, ero solo sorp …”
Xaldin bloccò di nuovo il ragazzo e gli tappò la bocca, nascondendosi.
“Sta zitto ! E non provare a mordermi la mano, o ti trasformo in un puntaspilli, galletto !”
Erano tre Cagnaccio, impegnati ad affrontare un nemico e, a giudicare da come tremavano, era un nemico che emanava un aura minacciosa.
La Bestia è impegnata nella sua stanza … quindi … chi diavolo sta terrorizzando questi Heartless Emblema ?!
Uno strano odore di putrefazione gli colpì il naso e un verso raggelante fece tremare ancora di più i Cagnacci.
Si sentiva uno strano rumore, erano tutti puntati verso l’entrata del corridoio, vuota.
Uno dei Cagnacci si mosse, minaccioso.
Ma qualcosa l’afferrò e, ringhiando e sbavando, morse l’Heartless.
Il suo grido di dolore fu terrificante, ma qualcosa continuò a divorare il suo pasto.
Il Cagnaccio continuò a dimenarsi per alcuni secondi, poi si accasciò e si lasciò mangiare.
Non rilasciò nemmeno il cuore.
Appena il pasto fu finito,  Xaldin spalancò gli occhi: apparve una creatura marcia, piena di puss e rattoppi, verde e con il muso canino. Il simbolo degli Heartless Emblema sul volto, diverso e distorto.
Ringhiò contro i due rimasi, che tremavano come foglie al vento.
Poi, la creatura prese la strada opposta, seguita dai due Heartless.
“Che diavolo è successo ?!”
Xaldin lasciò andare il ragazzo, esterrefatto.
Come poteva esistere una creatura del genere ?!
“Un Naberius  …”
“Cosa ?”
“Ho detto …” il ragazzo guardò il puntò dove il Cagnaccio, che era sparito, divorato, non lasciando tracce “Che quella cosa era un Naberius… un demone formato dal fondersi di più cadaveri … non avevo mai visto una cosa del genere … un demone che si comporta in quel modo … !”
Il ragazzo cercò di muoversi, ma le lance di Xaldin gli bloccarono la strada.
“Allora, tu conosci quella …cosa.”
“Da noi, si chiama demone” rispose quello con calma, non curante delle lance, troppo vicine alla sua faccia “Non so bene cosa succede, ma vedo che anche qui ci sono dei problemi …”
“E tu hai la soluzione, a questi problemi ?”
“Sicuramente te non sai come comportarti con loro, no ?”
Xaldin rimase in silenzio per un po’, poi abbassò le lance.
“… Vieni con me.”
 ---
Bon era stato trascinato dal tizio rasta in un passaggio segreto.
Ora, intimato da quest’ultimo, stava in silenzio, nascosto su un impalcatura sopra una gigantesca libreria, a spiare una ragazza dai capelli bruni, intenta a leggere un libro.
“Ehm … si può sapere perché mi hai portato qui ?”
“SSSSSH ! Sta arrivando …”
La porta si aprì e una bestia dal pelo bruno entrò nella stanza.
La ragazza si spaventò un poco, ma si avvicinò a lei, preoccupata.
“Belle, torna nelle tue stanze !”
“Cosa è successo ?!”
“Un intruso gira per il castello, tieni chiuso a chiave e non aprire a nessuno !”
La ragazza fece segno di sì con la testa e seguì la Bestia fuori dalla biblioteca.
L’uomo col capotto, appena i due uscirono, scese giù dall’impalcatura e sghignazzò “Hai creato non poco scompiglio te, eh ?”
“Ma silenzio !” Suguro scese con meno agilità e meno prontezza, attento a non capitombolare giù “Chi ti dice che non sta parlando di te ?!”
“Il fatto che io non urlavo, correndo per il castello, inseguito da un’orda attaccapanni e poggiapiedi.”
Il ragazzo sbuffò: quel tipo continuava a sfotterlo, mantenendo quel sorriso gelido che gli faceva venire i brividi tutte le volte.
Si intonava con i suoi occhi blu scuro, pungenti come spilli.
“A parte lo sfottere, cosa vuoi, più precisamente, da me ?”
“Sto cercando … un libro.”
“Un libro …?”
“Bhè … non proprio un libro … ma capirai, appena lo avrai trovato. Comincia pure a cercare.”
“E chi ti dice che ti aiuterò ?”
Non fini la frase, che una lancia gli passò vicino, sfiorandogli un orecchio e conficcandosi dietro di lui.
“Il mio non era un invito” il sorriso dell’uomo si fece ancora più gelido e cattivo “Il mio era un ordine !”
Suguro deglutì e prese una pila di libri.
Per il momento era meglio fare come diceva lui, anche se il lavoro che lo aspettava era un lavoro titanico.
Spero almeno che Koneko e Shima abbiano avuto più fortuna di me …
 ---
Xigbar era il tipo che, se stava troppo tempo in un posto, prendeva delle brutte abitudini.
Da quando era rimasto confinato sulla vetta, aveva preso l’abitudine di scendere a valle scatenando una valanga. Un mezzo di trasporto efficace, pulito e divertente.
Poi, con il potere dello spazio, poteva scendere tranquillamente, senza farsi male.
E anche quella mattina, sparando in aria un colpo, fece surf su una valanga spettacolare.
“Anche oggi, senza un minimo graffio !”
Si mise a camminare sulla neve fresca come un equilibrista, attento a non scivolare.
Accanto a lui, all’improvviso, un esplosione di neve.
Si buttò di lato e un Seguace Tenace si librò in aria, scuotendosi via il ghiaccio di dosso.
Il bastardo non fece nemmeno in tempo ad attaccare o a fuggire, che una delle pallottole del Tiratore Libero lo trapassò e liberò il suo cuore.
“Ma tu guarda ‘sti Heartless; spuntano come funghi anche nella neve ! Eppure, qui, non c’è nessuno che abbia un cuore per …” l’uomo dai capelli zebrati si bloccò e un’ipotesi  gli sfiorò la mente.
Oddio … e se … no, non è possibile …
Si mosse, cercando il punto più vicino dove l’Heartless era stato investito.
Poi, trovando il punto, si mise a scavare nella neve fresca.
Scavò finche non trovò un braccio.
Dopo poco, tirò fuori un ragazzino pelato, vestito con una divisa scolastica e uno zaino in braccio.
Aveva gli occhiali storti e la testa piena di brina.
Santo cielo … HO INVESTITO UN BUDDAH !
Lasciò li il corpo e si allontanò, lentamente.
Il corpo però, si mosse e un gemito fece bloccare il Nessuno.
… Non esiste ! Non salverò un buddah !Sono un Nessuno, non ho un cuore, non salvo proprio nessuno !
---
Konekomaru aprì gli occhi e si guardò attorno.
Era in una caverna.
Come sono finito qui ?!E la valanga ?!
Sentì qualcuno fischiettare e un uomo con un capotto nero entrò, con un sacco in spalla.
“Ohi, Buddah, sei sveglio ?!”
“Mmmpsìììì …”
L’uomo buttò il sacco e si tolse il cappuccio.
Ma cos’è ?! Un pirata zebrato …sto sicuramente dormendo e questo è un sogno, di sicuro …
“Allora … volpe o anatra ?”
“… Cosa ?!”
“Parlo di cibo … spero tu non sia schizzinoso Buddah, la caccia non è andata come speravo.”
“Io non sono Buddah, io mi chiamo Konekomaru …”
“Gattino ? Nome buffo, non c’è che dire !”
“Io non ho un nome buffo !”
“Certo, dillo a uno che si chiama Xigbar ! Comunque, piacere … allora ? Volpe o anatra ?”
Il ragazzo guardò disgustato il sacco e fece segno di no con la testa.
“Va bene, va bene  … non sei tipo da selvaggina fresca …oh !”
L’uomo si alzò e uscì dalla caverna “Vieni a vedere, gattino, c’è una marcia !”
Il ragazzo si alzò barcollando e tirò la testa fuori dalla caverna.
Un gruppo di uomini in armatura stava facendo una marcia sulla neve.
Sembravano tutti distrutti.
“Chi sono ?”
“L’armata cinese per fronteggiare gli Unni, mio caro micio e … uhm … il loro capo …”
“Cosa ? Io non vedo nulla … e siamo in Cina ?!”
“Una domanda alla volta, micio … ma prima …” Xigbar si mise il cappuccio e porse una mano al giovane “Sei pronto a buttarti a capofitto nell’avventura ?”
“… Preferisco tornare a dormire …”
---
Demyx, il Notturno Melodico, sbadigliò e allungando i suoi arti, per stiracchiarsi.
Aveva dormito come un ghiro e si sentiva riposato come non mai.
Si mise seduto e si grattò la testa pensoso.
Che stavo facendo ?
Dove mi trovo ?
E … soprattutto … PERCHÉSONO NUDO ?!
In effetti, il biondo era praticamente in boxer blu e seduto su un tappeto.
Si guardò attorno e sentì un miagolio.
Abbassò lo sguardo e si trovo davanti due occhioni gialli: uno strano gatto lo fissava curioso e miagolava.
Demyx lo fissò.
Poi si guardò a destra.
Poi a sinistra.
Non c’era nessuno.
Prese il gatto in braccio … e sorrise.
“MICIOOOOOOOOOOOOOOO !”
Lo abbracciò, divertito.
Il gatto lo era un po’ meno.
“COME SEI CARINO ! MACHEBELMICIOOOOOOOOOOOOOOO ! Sei tu che mi hai salvato dalla tempesta ?! MA CHE CARINOOOOOOOO, IL MIO SALVATOREEEE!”
Il gatto cercava di svignarsela e Demyx lo strinse ancora più forte.
Com’è morbido …Saix non me lo farebbe mai tenere, un cosino così carino !
“Oooh, allora sei sveglio ! E hai incontrato Kuro !”
Il gatto se la svignò e si riparò dietro le gambe di chi aveva parlato: un ragazzo dai capelli tendenti al rosa, con un volto simpatico e i vestiti stropicciati.
“C-Chi … ?”
“Io sono Renzo ! Ti ho trovato svenuto nel deserto … se cerchi il tuo capotto è lì, te l’ho tolto perché puzzava e sembrava che ci fosse morto dentro un cadavere !”
Demyx si alzò in piedi e saltellò verso il suo capotto con le spalle imbottite … e si tappò il naso.
In effetti, puzzava, ma cosa ci si poteva fare: era stato una settimana a sudare sotto il sole di Agrabah , senza cibo nè acqua (senza acqua lui, sembrava una barzelletta).
Tutta colpa del mio intuito: pensavo di prendere una scorciatoia, invece….
“Ti ringrazio … Renzo … non hai vero, ecco, messo le mani dentro, no ?”
“Ma secondo te, mi metto a frugare nella roba degli sconosciuti ?” il ragazzo rise, sinceramente divertito, e scese giù le scale della stanza “Io vado a vedere se c’è qualcosa da mangiare, tu riposati pure !”
Il gatto rimase a distanza di sicurezza, mentre il ragazzo dalla pettinatura anni ’80 frugò nelle tasche del cappotto.
Tirò fuori i fogli della missione e sospirò, sollevato di non averli persi.
Non solo c’erano le direttive di Saix, ma anche quelle di Vexen sui Soul … Saul … Stein … quel che erano.
Il problema … come faccio a trovarli, se non so né come trovarli né come sono fatti … e soprattutto come fare a non farmi notare, senza il cappotto ?!
“Micio, mi sa tanto che rimettermi ‘sto cadavere nero ambulante è fuori discussion, vero ?”
Il gatto piegò la testa e fece una specie di sorriso.
Gli piaceva, quel gatto.
Sentì il rumore di passi sulle scale e nascose i fogli nel cappotto.
Il ragazzo di prima ricomparve, con dei panni sottobraccio e una cesta con qualche frutto.
 “Ho barattato solo poca roba … ti ho preso dei vestiti e del cibo …”
Demyx accettò e addentò una mela.
Si sentì male: era ammaccata e parecchio.
Il sapore era anche un po’ fangoso.
“Non ti aspettare granché: non ricevono mercanti da una vita e niente acqua ! Siamo capitati in un momento di crisi …”
“Demyx .”
“Demyx, siamo concreti: bel posto, belle donne, ma nulla da mangiare e bere. E i vestiti che ti ho preso sono di quinta mano …”
Il Nessuno fece gesto di non preoccuparsi e sorrise, impacciato “Ma no, ti devo ringraziare invece, se non fosse stato per te …e poi anche i vestiti, non ci conosciamo nemmeno e mi hai aiutato !”
“Bhè, prego !” il ragazzo si stiracchiò e sorrise “Che ne dici, facciamo un giro con gli abiti nuovi ?”
---
“Sembro cretino …”
“Ma no, dai, ti danno un’aria da …”
“Da cretino !”
“Stavo per dire da Demyx D’arabia !”
“Senti, Renzo, ora che abbiamo confidenza, posso dirtelo: sei una merda a consolare le persone !”
Il ragazzo che aveva stretto Kuro in una morsa da wrestling era vestito con dei pantaloni larghi e una casacca gialla, piena di toppe scucite.
Il gatto trovava strano quel ragazzo dai capelli biondi.
In effetti, non gli piaceva per nulla.
Prima di tutto, lo aveva trattato come un cucciolo … e lui aveva centoventun’anni !
Secondo, il suo odore. Era strano.
“Non è umano, l’odore non è quello … ma allora cos’è ?!”
“Davvero” il ragazzo si guardò attorno, spaesato “… ero già stato qui, ma una desolazione simile …”
La città non era ridotta molto bene: le tempeste di sabbia erano aumentate, mettendo i cittadini e le case in pericolo. Ovunque, segni di lavori in corso e uomini che lavoravano.
Poche bancarelle, molte donne e bambini.
“Aaaaaah … non puoi immaginare la sete che ho, Dem !”
Il compagno di Rin si sedette sopra un barile e continuò, facendosi aria con la mano “Fa un caldo mortale, ho dovuto correre per trovare un posto dove stare e avevo le guardie che mi avevano rotto le palle …”
“Guardie ?”
“Quelle del palazzo reale qui vicino: mi hanno chiesto chi ero, cosa facevo nel deserto, chi eri tu … rispondevo in modo vago e non mi hanno lasciato andare ! Ho seteeeeeee !”
“Non c’è un posto dove comprare un po’ d’acqua ?”
“In verità, sì, ma viene consegnata a un certo orario e viene data col contagocce …”
Kuro, in effetti, notò che Shima non aveva una bella cera.
“Chissà da quanto non beve … ha pure affrontato la tempesta per trarci in salvo …”
Il ragazzo dai capelli biondi si guardò attorno e sbuffò.
Prese Shima per la collottola e lo strattonò, portandolo via con sé.
Il gatto demone rimase sorpreso.
“… LO SAPEVO ! NON C’ERA DA FIDARSI !!”
Il cat sith inseguì i due per la strada del mercato.
Si erano fermati in un vicolo e il ragazzo biondo si guardò di nuovo attorno, circospetto.
“Ascolta bene, Renzo, questa cosa non deve uscire da questo vicolo !”
“Uhm … va bene, va bene …”
Il ragazzo biondo fece apparire un sitar dal nulla e sospirò “Saix mi ucciderà, ma ormai …”
Suono poche note e apparve una fontana d’acqua.
A Renzo brillavano gli occhi.
“ACQUA ?!”
“Si, per avermi salvato, però zitto …”
Renzo si gettò sulla fontana e cominciò a bere come un cammello.
“Mmm …” il gatto rimase seduto sul muretto, osservando i due.
Di sicuro non era cattivo.
Ma non c’era da fidarsi.
Appena il ragazzo finì di bere e si asciugò la bocca, chiese al biondo “Perché vuoi tenerlo nascosto ?! Una cosa del genere può aiutare questa gente !”
“Lo so … ma …fidati, Renzo. È meglio così.”
“Ma stai scherzando ? Che ti passa per la…”
“Amico … fidati: ci sono cose che non posso fare e che non sono tenuto a fare. Farmi coinvolgere in cose del genere non è nel mio stile né il mio lavoro.”
“Ecco la fregatura …”
Quello sguardo freddo, quelle parole vuote.
“Shima … te ne sarai accorto anche tu, questo tizio è sospetto !”
Renzo fissò per qualche secondo Demyx, serio.
Poi si alzò e gli diede una pacca sulla spalla.
“Non fa niente, evidentemente hai le tue ragioni, no ?”
Rise, divertito, facendo cadere la mascella al gatto.
“… Shima, te non sai il significato della parola sospetto, vero ?”
---
“Scala reale, dammi le tue patatine.”
“Mi dispiace, ma ho vinto io: scala di colore.”
“Ah, mi prendi in giro ?!”
Renzo consegnò le sue ultime patatine, mentre il suo nuovo amico se la rideva della grossa.
“Dì la verità, sei un giocatore professionista !”
“Nah, diciamo che a casa mia c’è un accanito giocatore che mi ha insegnato  qualche trucco …”
Il demone servitore di Rin stava alla finestra, guardando male i due.
“Che ha il tuo gatto ?”
“Kuro ? Credo sia preoccupato per gli altri …”
“Te invece no …?”
“Io … bhè, io provo solo a non pensarci, o mi farei prendere dal panico … e so che i nostri amici sono forti, quindi non c’è da preoccuparsi ! Mi fido di loro.”
Demyx spostò il suo sguardo sul ragazzo, poi tornò alle sue carte, mogio.
“… Deve essere bello …”
“Cosa ?”
“… Nulla ... Rivincita ?"
Un rumore e il gatto scese giù dalla finestra, veloce come una lepre e soffiando, incazzato.
"Che succede Kuro ?"
Si sporsero dalla finestra e notarono delle figure per le strade deserte, trascinando delle anfore piene d’acqua.
“ … Ora capisco perché hanno sempre meno acqua ! Forza, andiamo !”
“M-Ma stai scherzando ?! Io non voglio averne  a che fare ! Quelli erano Heartless e pure pericolosi !”
“Senti, non so che tipo di mostri o demoni siano, ma il dovere di un esorcista è …” non finì la frase che Renzo si bloccò, pallido. Attorno ai ladri, sciami di Chuchi, i demoni falena.
E gli insetti lo facevano impazzire … di paura.
“… Rivincita ?”
“Nessun problema, Bro …”
La partita di rivincita fu poi rimandata, a causa di un gatto demone non poco incazzato, che li costrinse a seguire i ladri.
Ma perché siamo finiti quiiiiii ?!
---
“Pronto ?”
“…”
“Si, mi sto occupando della situazione. Non vi preoccupate.”
“…”
“No, no, la classe sta bene !”
“…”
“Sono in gita, li hanno accompagnati Okumura e Kirigakure.”
“…”
“Allora non si preoccupi e lasci fare a me. Arrivederci !”
Sbattè il telefono sul tavolo e si alzò a prendere da bere.
Sempre così: stai guardando un film e c’è sempre qualcuno che ti disturba, proprio durante la parte più bella.
Amaimon sta andando bene, meglio di come avrei mai aspettato.
Non vedo l’ora di vedere il finale !
Però … mi preoccupa il fatto che i miei Esquire abbiano rapporti con questa Organizzazione XIII.
Potrebbero mettermi i bastoni tra le ruote…

Prese un lungo sorso di tè e sorrise, pigiando alcuni tasti.
Chissà se le ragazze hanno avuto più fortuna …



Et- voilà, ho fatto anche il quarto, lalalala !
Spero vi piaccia e commentate, eh !
Adesso mi devo impegnare con le ragazze ! Baci a tutti, anche alla mia sempai che ritarda con le correzioni e i consigli !
Ciao ciao :o)

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Capitolo 5
*** Cose da ragazze: tea, cucito e botte ***


“Tutto bene ? Ti sei fatta male ?”
Shiemi si riprese e si alzò sugli avambracci.
La figura in nero si avvicinò e si accovacciò davanti a lei, veloce.
“M-Mi fa male una gamba…”
“Fa vedere.”
La ragazza in kimono alzò la gamba sinistra, trattenendo un gemito.
Con mano delicata, la figura tastò la gamba e scosse la testa, mormorando un “Hai la caviglia gonfia, devi aver preso una storta nella caduta … andrai poco lontano, con una gamba del genere !”
“E adesso come faccio ?! Devo trovare gli altri !”
Gli scappò da piangere.
Aveva perso Rin, Yuki e gli altri ed ora questo.
Forse era veramente inutile …
La figura rimase sorpresa al pianto della ragazza e, incerto, le accarezzò la testa.
“Su, su, non fa nulla … li ritroverai i tuoi amici !”
La ragazza continuò a piangere, finché una voce allegra canticchiò “I tuoi amici non sono qui, né lì, né su, né giù !”
Alzò gli occhi gonfi e vide un gatto a strisce rosa e viola sorriderle da sopra la testa.
L’uomo con il capotto si alzò, terrorizzato “ANCORA TU, MALEDETTO GATTO !”
“N-Non sono qui ?”
“Già, già, come le ombre, ma loro non sono né qua né là, ma torneranno più numerose !”
Il gatto sorrideva in modo inquietante, ma Shiemi non era spaventata.
“Stai scherzando, vero ?!” la figura con il capotto cercò di afferrare il gatto, ma lui era già su un albero, sempre sorridendo.
“Andate, sentono il vostro odore … e hanno fame !”
“Maledetto gattaccio …” l’uomo prese sulle spalle la ragazza e osservò il gatto “Uno di questi giorni, ti acchiappo e ti faccio vedere i sorci verdi …”
Il gatto, lentamente, sparì, lasciando solo il suo sorriso bianco.
“D-Dov’è andato ?”
“Non lo so, ma so dove andremo noi !”
---
“Qui è dove mi sono svegliata …”
“Già, la casa del Cappellaio Matto, è da un po’ che lui e il suo amichetto sono spariti. Ora ci riposiamo, ma tra un po’ noi si riparte !”
“M-Ma, devo venire anch’io ?”
“Se dico la parola noi, ci sarà un motivo !”
“Ma … i miei amici …”
Stava per rimettersi a piangere.
Non sono abituato a tutti questi sentimentalismi.
“Hai sentito la zebra a forma di gatto, i tuoi amici non sono qui.”
“E dove sono ?”
“Ci sono migliaia di mondi, qua fuori. Di sicuro sono vivi e ti straranno cercando !”
“Allora devo muovermi a-anch’io …”
La bionda si alzò dalla poltrona, ma inciampò e si portò le mani alla caviglia, dolorante.
“Mi sa che andrai poco lontano” l’uomo rise e prese lo zainetto che la giovane aveva sulle spalle, mettendoci le mani dentro. Trovò delle bende.
Si mise a bendare la caviglia della ragazza, che aveva il volto contratto.
Aveva un’espressione … ridicola.
Si trattenne dal ridere e tossì un “Che stai facendo ?”
“Cerco di non piangere, devo smetterla di comportarmi così !”
“Si, ma così sei ridicola … ecco fatto.”
La ragazza fissò la fasciatura e sorrise “Grazie !”
Cercò di alzarsi e fare qualche passo, ma ricadde a terra.
“Testarda, eh ? Ricordi molto una persona che conosco.” rise di nuovo l’uomo, aiutandola ad alzarsi “Invece di fare amicizia con il terreno, riposati un po’. Dobbiamo cambiare posto …”
La fece sedere su una delle poltrone e cercò una teiera che avesse del tè dentro.
La trovò e ne versò qualche goccia in due tazze, porgendone una alla bionda.
“S-Se devo venire con t-te … devi rispettare una condizione !”
“Sarebbe ?”
“Togliti il cappuccio … non posso fidarmi di qualcuno … che mi tiene nascosto volto e nome !”
L’uomo  prese un sorso di tè e rimase in silenzio.
Poi, si scoprì il volto e rilasciò dei petali rosa.
Volto dai lineamenti perfetti, occhi azzurri e capelli mossi, rosa.
Non si sorprese, davanti allo sguardo sbigottito della ragazza.
“Sono Marluxia, molto piacere. Sta attenta, il mio tè era con la maionese … ed era bollente.”
“O-Ok … io sono, Shiemi … comunque …” la ragazza prese un sorsino di tè e si pentì.
Al sapore di formaggio e bollente.
Gli sembrava di aver appena bevuto l’inferno liquido.
---
Un appartamento semivuoto, con un divano, un televisore pieno di polvere, dei vestiti e un cappotto nero gettati per terra alla rinfusa. Un piccolo bagno e una camera da letto ammuffita.
Sembrava un appartamento tranquillo, normale.
Finché il suo proprietario non aprì la porta con un calcio, non potendo prendere le chiavi dalla tasca posteriore dei suoi jeans logori.
La porta piombò sul pavimento, alzando della polvere, segno che le pulizie erano state rimandate una ventina di volte.
Il proprietario superò la porta, tranquillo, e fece distendere la ragazza che aveva tra le braccia.
Non era sorpreso, se aveva attratto l’attenzione di quei ragazzini: indossava solo la parte superiore di un bikini e degli shorts,  con un tatuaggio che le copriva la pancia bianca e finiva tra le tette.
Sbuffò e andò a rimettere a posto la porta, con un colpo secco.
Con la coda nell’occhio, si diede uno sguardo veloce allo specchio.
Capelli rossi appuntiti come le spine di un riccio, occhi verdi da gatto e due lacrime tatuate sotto gli occhi.
… Perché mi hanno dato del vecchio ?!
Va bene, indossava una camicia a quadri e dei jeans larghi, aveva le occhiaie e mal di schiena perché dormiva sul divano da giorni, ma dargli del vecchio era veramente offensivo.
“Ed ora, vediamo di svegliare la bella addormentata !”
Si avvicinò alla ragazza, in ginocchioni, e cominciò a scuoterla delicatamente per una spalla.
Poi, meno delicatamente.
Dieci minuti dopo, le tirava i pizzicotti ai fianchi.
Nulla, dormiva ancora come un sasso.
Le tocco la fronte e sbuffò.
Era calda, doveva avere un po’ di febbre.
Fece a gran passi il soggiorno ed entrò nel mini bagno, prendendo una bacinella.
La riempì d’acqua gelida e cercò uno straccio pulito.
Per fortuna aveva ancora quell’appartamento.
Prima di Xion e Roxas, Axel usciva spesso e, non volendo tornare al castello e prendersi una strigliata da Saix, passava la serata in quel loculo a smaltire la sbornia o con qualche ragazza.
Trovato tutto, si sedette vicino alla rossa e bagnò una pezza bianca, alzandosi sopra di lei per mettergliela sulla fronte.
Non si accorse che la ragazza aveva aperto gli occhi.
Se ne accorse quando uno dei suoi stivali si ficcò nel suo stomaco e lo spinse via, facendogli sbattere la testa contro il muro.
La botta bruciava e lo stomaco pure, Axel imprecò e si ritrovò la ragazza davanti, incazzata nera.
“VOLEVI DIVERTIERTI CON UNA RAGAZZA INDIFESA, EH ? MANIACO PERVERSO”
“Ma che c… ma di che stai parlando ?! Uno ti salva e riceve un calcio in pancia … indifesa non sei di sicuro !!”
Lo stivale della ragazza premette la spalla di Axel contro il muro e il suo sguardo viola lo fulminava, disgustato.
“Non mi faccio battere da un maniaco come te …”
Poi, cominciò a barcollare, con il volto rosso.
Cadde seduta e si portò una mano alla fronte.
“Il … il mio zaino …”
“Di cosa parli ?”
Si alzò barcollando e si diresse verso la porta, lasciando che Axel si alzasse e, veloce, l’afferrò per un polso.
“Ma dove vuoi andare, conciata così ?!”
Un secondo calcio, stavolta alla testa. Axel riuscì a scansarlo e il tacco gli graffiò solo la tempia.
“Ecco il tuo ‘ringraziamento’ !”
La rossa uscì e sbatté la porta, lasciando il ragazzo con un paio di lividi e un graffio alla porta.
“ … MA TU GUARDA QUESTA !” sbraitò poi, sedendosi sul divano e cercando il telecomando “Uno cerca di aiutare e poi si ritrova pestato ed etichettato come vecchio !”.
Trovò, invece, un foulard nero con i teschi rossi.
Lo tenne in mano per qualche secondo.
… In quelle condizioni, non credo che riuscirò a recuperarla se sviene di nuovo per strada …
A quel pensiero, il ragazzo dai capelli rossi scosse la testa e si rimise a cercare il telecomando.
Quella ragazza poteva benissimo andare al diavolo, per lui.
E allora perché, appena il suo sguardo si posò di nuovo sul foulard, una strana sensazione lo pervase.
“ … Vuoi vedere che …”
Afferrò il cappotto per terra e prese i fogli del vecchio Vexen.
Li lesse due volte, per vedere di aver letto bene.
Poi, sogghignò.
Se fossi una tettona idiota di un altro universo, dove andrei a nascondermi?
---
 Shura riuscì a tornare al Ring Di Sabbia, il posto dove si era addormentata.
Trovò lo zaino dove lo aveva lasciato e cercò le aspirine di Paurosetto.
Ne ingoiò due, senza bere neanche un goccio d’acqua, e respirò, profondamente.
Forse quel ragazzo l’aveva solo salvata, senza altri fini, ma era sempre meglio non fidarsi.
Si sedette su una panchina e osservò il luogo dove si trovava.
Si avvicinava il tramonto e tutto era avvolto da una luce calda.
Non si sta così male, dopotutto.
Sentì dei passi e si mise di nuovo all’erta.
Ma apparve solo una ragazzina dai capelli bruni e dagli occhi verdi, con il volto contratto dalla preoccupazione.
Guardava da tutte le parti, come se fosse alla ricerca di qualcosa.
“S-Scusi …” cinguettò, arrossendo “Ha per caso visto uno zaino qui ?”
Shura alzò un sopracciglio e mostrò il suo zainetto.
“Ah, allora è suo ! L’avevo trovato e pensavo lo avesse perso qualcuno della mia scuola, ma non è così, meglio …” sorrise e si sedette accanto alla rossa “Tu chi sei ? Non ti ho mai vista qui in giro …”
“Shura, piacere.”
“Olette … senti, per caso in quello zaino …” la ragazza arrossì “hai ago e filo ?”
Shura fissò la ragazza, poi cercò nello zaino e porse un ago e del filo rosso.
Se lo portava sempre appresso, tante volte il bikini si rovinasse.
“Oh, grazie mille !”
“Prego, se ti serve una fotocopiatrice …”
“Ah no … è che devo finire un regalo …” Olette rise e tirò fuori un sacchetto arancione, cominciando a cucire.
“Senti … come si chiama questo posto ?”
“La città, intendi ? Siamo a Crepuscoli …”
“Mmm … capisco … per caso, conosci un certo Rai ?”
Era l’unico nome che si ricordava. Aveva ancora il cervello che navigava nella nebbia.
“Intendi Rai della banda di Seifer ?” la ragazza si era punta e si ciucciava il dito, pensierosa “Certo, creano problemi in continuazione … Perché ? Cosa ti hanno fatto ?”
“Niente, per fortuna, ma ho voglia di vendicarmi !”
“La violenza non serve a nulla !”
Shura sbuffò e fece il broncio, contrariata “Cos’è, vuoi fare la grande con una tua sempai ?”
“Hehehe, sì …”
“E un gruppo di ragazzini strani ? Due ragazzine ? Un marmocchio pieno di nei ?”
“Mmmm no, mi dispiace, nulla di nuovo ! Sono tuoi amici ?”
“Uff … grazie lo stesso, vedrò di risolvere la cosa da sola …”
La ragazza sorrise e continuò a cucire, quando il rumore delle campane riempì l’aria.
“Cavolo, sono in ritardo !” Olette scattò in piedi e le porse l’ago e il filo, ringraziandola con un sorriso“Grazie, Shura ! Ora devo andare, i miei amici mi aspettano. Si rimetta, eh !”
La ragazza scappò veloce, come una lepre, e la rossa rimase con il filo in mano, esterrefatta.
Ho una faccia così distrutta ?
“Sì, in effetti hai una faccia spaventosa.”
La ragazza si girò e sbuffò, spazientita.
Il tipo di prima, quello con i capelli rossi, era dietro di lei e la fissava, cordiale.
“Che c’è, vuoi un altro calcio ?”
Il ragazzo roteò gli occhi e tirò fuori un foulard da una delle tasche dei jeans, stanco.
“Questo lo hai lasciato nel mio appartamento.”
“Potevi anche dargli fuoco, ora che l’hai toccato tu …”
“Non tentarmi ….”
Glielo porse e rimase qualche secondo, poi si voltò, annoiato. “Forza, andiamo.”
“Andare dove, con te ?!”
“Dobbiamo discutere un paio di cose io e te, cose serie. Memorizzalo, per favore.”
Shura si mise accanto a lui e lo fissò, incuriosita.
“Sei uno strano, tu.”
“… eh ?”
“Di solito, quando un ragazzo mi vede sbava come una lumaca. Tu, invece, non fai una grinza …”
“Una che conosco è uguale e spiccicata a te. E poi, le tette non nascondono la bastarda che tira calci alla gente che c’è in t …”
Gli arrivò un pugno tra le costole.
Il rosso si piegò e cercò di respirare, mentre Shura gli fece la linguaccia. “Dovrai farti perdonare, dopo avermi detto una cosa del genere !”
---
“Cos’è, petardo?”
Axel alzò un sopracciglio.
“A te che sembra ?”
La ragazza prese il gelato che gli offriva e rimase delusa “Mi aspettavo una birra …”
“Non ho abbastanza soldi per quella” tirò un morso al suo “Ed è una vita che non lo mangio, quindi vedi di fartelo piacere, Shura.”
La rossa ne prese un gran morso e rimase di sasso.
“Che c’è ?”
“Salato …. Ma dolce … come hai detto che si chiama ‘sta roba ?”
“Gelato al sale marino …”
Shura lo divorò e si lecco le labbra, soddisfatta.
“Ed ora ?”
Seduta sul cornicione della stazione,Shura si mise ad osservare il campanile ed Axel, con il bastoncino in bocca, la guardò pensieroso “Te l’ho detto, adesso dobbiamo trovare un Soul Phase, ho dei fogli di un mio superiore. Adesso andiamo e li studiamo per bene …”
“E secondo te, mi fido a venire a casa di uno che ha tentato di scoparmi ?”
“Che bastarda … ti ho detto che volevo solo aiutarti !”
“Mmm … forse, se mi compri un altro gelato, potrei tralasciare il fatto che sei un maniaco ed aiutarti …”
“Carina.”
“Parla il vecchietto solo e senza amici.”
“Ma cos’è ‘sta storia del vecchio ?! E poi, io gli amici ce li ho, befana. Sarai tu quella che non ce li ha, con il caratterino che ti ritrovi !”
“Molto bene Axel, ti sei appena comprato un biglietto per un volo di sola andata giù per questo cornicione !”
Più parlo con lei, più mi sembra di avere accanto la copia in rosso di Larxene … grazie a dio, appena trovo il Soul Phase, la mollo al suo destino e festa finita.
---
“Che vuol dire che lasciate Marluxia al suo destino ?”
Saix si era portato una mano alla fronte e aveva cercato di rimanere calmo, ma non si trattene dal ringhiare.
“Numero XII, è inutile. Abbiamo deciso di non mandare più membri per i Corridoi Oscuri. Quindi, aspetteremo.”
“Aspettare, aspettare, aspettare ! Non me ne frega un cazzo, adesso io vado e …”
“E cosa, ti perderai per un mondo come gli altri ? Molto furbo. Perché non ti trovi qualcosa da fare, invece di creare fastidio.”
La bionda con gli occhi di giada aveva fulminato con gli occhi quel bastardo, ma rimase zitta.
Non gli piaceva rimanere con le mani in mano, quando il suo unico alleato in quel castello era disperso.
Non ho intenzione di ricominciare il piano di conquista da capo, cazzo !
Ma era solo un insignificante numero dodici, così era rimasta zitta e buona, finche Saix non gli aveva detto di andare, a piedi, al centro della Città che non esiste: un intruso era arrivato in pieno centro utilizzando un trasporto anomalo.
Pure a piedi ?! Spero che sia un Heartless potente o un nemico in grado di calmare la mia furia !
E cosa aveva trovato ? Una ragazzina con i codini e le sopracciglia troppe corte, che bighellonava per la città vestita da studentessa.
Lanciò uno dei suoi coltelli, che sfiorò di poco il volto della ragazzina e la fece voltare, ridendo.
“I bambini dovrebbero stare a casa, a farsi allattare dalla mammina, mica a girare in posti del genere.”
La ragazza era veloce, tirò fuori un foglietto e recitò delle parole “Inari, dea delle messi, ti invoco con rispetto.”
“Ma cosa fai, preghi ?” Larxene rise sguaiata e lanciò altri tre coltelli.
“Tu che hai il potere di esaudire ogni preghiera !”
I suoi coltelli vennero bloccati da qualcosa di invisibile.
Che diavolo …?!
“Che nemico aggressivo !”
“AGGRESSIVI TRE COLTELLINI ?” la bionda sentì la rabbia crescere “Non hai visto nulla, allora !”
Veloce, scese giù dal palazzo e in tre passi era davanti alla moretta, e le tirò un pugno.
Ma la sua avversaria, veloce, lo scansò e si buttò a terra.
“ATTACCATE !”
Qualcosa la morse e la bionda vide due volpi biche, una di loro che le mordeva una gamba.
Larxene la calciò via e lanciò altri coltelli, stavolta decorati con alcune scariche elettriche.
Anche se li scansava, la ragazzina si trovò circondata da uno dei trucchetti preferiti della Ninfa Selvaggia: un cerchio elettrico che ,dovunque andava, le rilasciava una bella scarica nelle ossa.
Friggiamo la pollastra !
E le volpi non erano più fortunate della loro padrona: non riuscivano a bloccare la donna, che li scansava, veloce come una saetta.
Riuscì ad avvicinarsi alla ragazza e stavolta, il suo pugno andò a segno, facendola piegare in due.
Prima che potesse di nuovo colpirla con una gomitata dall’alto, una delle volpi le azzannò un braccio.
Mentre la bionda era occupata a staccarsi la bestia di dosso, la moretta riuscì ad uscire dal cerchio e a scappare per i vicoli.
“Inutile fuggire.” Larxene lanciò la volpe contro un muro, furiosa “Appena ti prendo, ti riduco in carbone !”
La inseguì per quella città fatta di luci al neon e buio. Veloce la puttanella.
Alla fine, riuscì a bloccarla in un vicolo cieco.
“Ehilà, le tue volpi ti hanno abbandonato ?”
“Non sono affari tuoi.”
I coltelli della Ninfa Selvaggia si riempirono di elettricità e si preparò a lanciarli, quando sentì la ragazza borbottare qualcosa.
“… prepara otto sorsi di sakè sacro, con il suono dolce del palmo delle tue mani …”
“Che c’è ? Da te è così che si chiede pietà ?”
“Dea, io ti invoco, donami il sakè sacro del cielo !”
Uno strano rumore sopra le loro teste e Larxene si ritrovò bagnata fradicia.
Una delle volpi era sopra di loro e aveva versato qualcosa di liquido e dolciastro da una scodella.
“Che diavolo …!”
La sua elettricità …
Non riesco ad usare l'elettricità ! DIAVOLO !
"ADESSO !"
La volpe che aveva colpito prima riapparve con una corda in bocca.
la legò come un slame bagnato.
La ragazza si avvicinò, timorosa “Perché diavolo mi hai attaccato ?!”
“A-Affari miei !”
“Ohi, perché sei così scontrosa ?! Ti riesce fare una discussione normale ?!”
“Con u-una che m-mi ha fatto un b-bagno con il sakè ? MAI !”
Cerco di strisciare lontano.
E poi … scoppiò a piangere.
“Ma perché …. Mi va tutto storto, prima Marluxia, poi questo ...”
La ragazzina si avvicina, sorpresa. “Scusa … evidentemente siamo nella stessa situazione …”
Aiutò la bionda ad alzarsi e sorrise “Sai, sei forte, non puoi piagnucolare così !”
“Già” la ragazza si avvicinò a lei, naso a naso, facendola arrossire. “E te sei stupida quanto sembra !”
In pochi secondi aprì un Corridoio Oscuro e la calciò dentro.
Sparì in pochi secondi.
Le volpi la inseguirono, terrorizzate dal perdere la loro padrona.
“HAHAHAHAHA” si asciugò le lacrime di coccodrillo e rise sguaiata “CHE IMBECILLE ! E adesso, torniamo al castello …”
Cercò di fare due passi, ma si sentì tirare.
Faceva forza, eppure veniva trascinata.
Le vennero i sudori freddi, quando si girò e vide il Corridoio, ancora aperto, con la corda di fuori.
Doveva aver afferrato il lembo della corda … e ora la trascinava.
Oh merda…
Continuò a far forza, per liberarsi.
Poi si arrese.
“… ‘Fanculo !”
E si lascio trascinare ed inghiottire, mandando a quel paese Saix.
---
“La numero XII …”
“Cosa, Saix ?”
“Lord Xemnas … abbiamo perso anche lei …”
“…”
“…”
“… Non so se dispiacermi o fare i salti di gioia …”
---
Izumo aveva visto una volta due gatti che litigavano.
Furiosi, cattivi ed agguerriti.
In quel momento, sentiva così bene la loro adrenalina.
Mentre tirava i ciuffi di quella stronza e le graffiava le faccia.
Di sicuro Shima farebbe qualche battutina su tutto questo.
Ma dove siamo ?
Sento …. Come se la terra fosse fatta di carta !

Rotolarono, tirandosi calci e pugni.
Poi, si diede un’occhiata attorno: una terra bianca, cartacea, piena di scritte e figure.
Siamo … in un libro ? Pensò l’esquire, mentre mordeva una delle mani guantate della bionda.
Stavano rotolando verso l’immagine di un grande albero.
“F-Ferma !” Izumo l’allontanò, preoccupata “Hai visto dove siamo ?!”
La bionda si guardò in torno, stupita.
Erano in un libro pieno di immagini.
“Merda !”
La donna si guardò attorno, massaggiandosi la guancia rossa e gonfia, ed avvicinandosi alla figura dell’albero “Non ci posso credere … non pensavo esistesse una cosa del g…”
Non fece in tempo a continuare, che Izumo le tirò un calcio nel sedere e la fece risucchiare nell’immagine.
Non aveva resisto.
Ridacchiò e lesse la didascalia sotto l’immagine “Un grande albero pieno di miele …”
Sorrise, si tappò il naso e si tuffò a bomba.
È questo che vuol dire immergersi nella lettura ? … Figo …


BENEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE ! Eccoci qui, con un altro capitolo XD ! Finalmente la sempai ha corretto, grazie a Dio ! Molto bene, spero vi sia piaciuto, che commentiate e datemi qualche consiglio ! Accetto tutto molto volentieri !
Un bacio a tutti !

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Capitolo 6
*** 6. Play with a puppet ***


Il rumore della foresta al mattino dava la carica.
Xion, il XIV membro, si stiracchiò e scese giù dall’albero su cui aveva dormito.
Prese uno dei frutti che aveva trovato e gli diede un bel morso, dirigendosi verso la fine della foresta.
Si trovava su un arcipelago di isole piene di vegetazione fittissima.
Buttò il nocciolo nell’acqua e cominciò a camminare sul ciglio dell’isola.
Si annoiava.
Le mancava mangiare il gelato al sale marino con Roxas e Axel, non ne poteva più di stare lì.
Soprattutto ad inseguire un gigantesco gatto umanoide.
Lo aveva visto aggirarsi per l’isola circondato da Heartless di tutti tipi.
Forse era lui la causa del disguido.
Decise di tornare nell’ultimo posto dove lo aveva incontrato, vicino al posto dove si era addormentata.
Tornò indietro, vicino all’albero.
Riusciva a percepire ancora gli Heartless lì vicino, ma era meglio non attivare il Keyblade: era troppo stanca.
Cosa fare, adesso ? Di Pietro non vedo le tracce …
L’odore del suo mantello le faceva venire il mal di stomaco.
Se non sbaglio, ho visto una fonte qui vicino …
Prese la strada dell’altro giorno e seguì il rumore dell’acqua, sempre più vicino.
Un laghetto non troppo profondo, nato da una diga di castori.
Scese nell’acqua gelida tutta vestita e cercò di togliere il fango e le foglie tal tessuto nero.
Per l’odore … c’è ancora da lavorare …
“A me piace il tuo odore …”
Sobbalzò e si voltò.
C’era qualcuno che la osservava !
Uscì dall’acqua, completamente zuppa e si guardò attorno.
Un fruscio e il volto sottosopra di un ragazzo con un sacchetto in mano le si parò davanti.
Xion cadde a terra spaventata e balbettò un “Chi … chi diavolo sei tu ?”
Il ragazzo dall’acconciatura strana e verde scese giù dall’albero su cui era aggrappato.
Sgranocchiava dei dolcetti dal sacchetto e la fissava, interessato.
“R-Rispondi alla domanda ! Chi sei tu ?”
“Vuoi un dolcetto ?”
Ma questo mi ascolta o no ?
Si alzò, con il cappuccio su, e porse una mano.
Il ragazzo rimase a fissarla e gli porse una caramella rosa “Questa è la mia riserva privata …”
La mise in bocca e sorrise: deliziosa fragola.
“Stai cercando quel gattaccio, vero ?” con i suoi occhi verde acido, la squadrava “Tu … fai parte dell’Organizzazione, vero ?”
“I-Io …” La sensazione dolce nella bocca sparì.
Il suo sguardo era gelido.
“Che peccato …” il ragazzo sospirò, avvicinando l’indice al suo petto “Non prenderla a male … ma devo eliminarti …”
Il tocco del suo dito provocò un’onda d’urto spaventosa, che scaraventò Xion contro un albero, spezzandolo.
Il dolore era allucinante, non riusciva a respirare.
“Mmm … sei ancora viva.” Il ragazzo mise via il sacchetto, scrocchiandosi le dita “Non me l’aspettavo …”
La numero XIV si alzò a fatica e zoppicò via, il più velocemente possibile.
Ma che diavolo vuole ‘sto tizio ?!
“Non puoi mica scappare.”
Si sentì prendere dall’alto e fu trascinata su un albero.
Il ragazzo la prese per il cappuccio e cominciò a sbatterle la testa contro l’albero.
Il sangue aveva un gusto strano, mischiato con il dolce nella bocca.
Il Keyblade … Devo …
“Respiri ancora ?”
Una altra botta.
La scaraventò ancora, stavolta per terra.
Rotolò, alzando un nuvolone di terra e polvere.
… BASTA !
Impugnò il Keyblade e si mise in posizione di difesa.
“Interessante … sei dura a morire !” il mostro sorrise, mostrando dei canini appuntiti “Io sono Amaimon, Re della Terra … è divertente pestarti, sei esattamente come mio fratello !”
Xion tirò un fendente e lo mancò di poco, strappandogli il vestito.
Si rimise in posizione per proteggersi da un suo calcio e scagliarlo indietro, usando la lama del Keyblade.
“Ma allora sai combattere …”
“Non mi hai dato la possibilità di dartele !”
Si scagliò contro di lui, ma Amaimon la bloccò con un mano.
Faccia a faccia, Xion sentiva il respiro dolciastro del ragazzo farsi pesante.
“Divertente …”
Il rumore del gomito del Re della Terra fece un rumore metallico, quando fu bloccato dall’arma di Xion.
La ragazza fece un giro su se stessa per provare a colpirlo in faccia, per vendicarsi, ma l’altro gomito bloccò il colpo e il suo volto si scoprì dal cappuccio.
Oh … ACCIDENTI !
Fece un salto indietro e si coprì il volto.
Avrà visto qualcosa ? Ti prego, fai che non abbia visto !
Alzò lo sguardo e vide il volto del ragazzo, sorpreso.
Oh no, no, no !
In pochi secondi era davanti a lei e l’afferrò per la gola.
Gli mancò il respiro.
Le tolse il cappuccio e disse, veramente sorpreso “ … Sei per caso un demone ?”
Non riusciva a rispondere: gli stava spaccando la gola.
“Mi sembrava di aver visto il volto di un ragazzo … invece sei normale: occhi blu, capelli neri … sembri normale, eppure mi piaci parecchio …”
La vista di Xion si stava appannando.
Sto … sto perdendo … i sensi …
Il ragazzo continuava a parlare, ma lei non sentiva più nulla.
Alla fine, svenne.
---
Aprì gli occhi.
Un Pirata, L’Heartless che infestava l’Isola che non c’è, la fissava, con la testa inclinata.
Fece un balzo indietro e il Pirata pure, inciampando all’indietro, rotolando per un po’ e incastrando la testa in un secchio.
Si alzò e cominciò a sbattere dappertutto, con un secchio puzzolente in testa e la spada che fendeva l’aria da tutte le parti.
“Ma che cavolo …” Xion si guardò attorno, mentre l’Heartless continuava a fare una figura di merda imbarazzante, e si accorse che non era più nella foresta : una cabina spoglia, con un oblò scuro.
Era seduta su un’amaca che dondolava piano.
“Ma … dove diavolo sono ?!”
L’Heartless si tolse il secchio e scosse la testa, stizzito.
Era strano per essere un Heartless: la bandana era blu invece che rossa e il simbolo sul petto era distorto, come se si fosse sciolto.
Xion cercò di chiamare il Keyblade, ma era troppo stanca per farlo: gli doleva tutto il corpo e la gola bruciava.
Il Pirata tirò fuori un foglio e una penna e cominciò a scrivere.
Usciva una scrittura tremante, come quella di un bimbo che impara a scrivere l’alfabeto.
Mostrò il suo capolavoro.
“Io … so-sono … Crrr ... Crew !” tradusse la Nessuno, sorpresa “Tu sai scrivere ?!”
Altra scritta, stavolta scritta più lentamente.
“So … sono un … de … demone … oh … ok … ehm, piacere sono Xion.”
Si ricordò che, in effetti, strane creature si univano agli Heartless, non era la prima volta che aveva visto il simbolo disciolto del suo amico.
Ma quella creatura era interessante: un Heartless con capacità intellettive sopra la norma per quel tipo di creature e che sapeva scrivere, anche se le sue capacità erano pari a quelle di un bambino.
Poi Crew si bloccò e corse fuori velocemente, tornando con qualche vestito e gettandomeli addosso.
“Ehi, ehi ! Che ti prende ?”
Le indicò i vestiti e poi il tubo che stava di fronte a loro: rumore di passi.
Xion capì e si vestì velocemente.
In due minuti indossava una maglietta a righe rosse e bianche, un paio di pinocchietti strappati tenuti su da una sciarpa rossa, una bandana bianca e una benda sull’occhio sinistro.
“ Sembro uscita da un cartone animato …”
Crew, infilando per sbaglio un piede nel secchio di prima, si mise accanto alla porta sull’attenti.
La porta si spalancò di colpo e finì schiacciato dietro alla porta, facendo scappare un risolino alla mora.
Un uomo dai cappelli neri e il pizzetto, vestito di rosso e con un uncino al posto della mano entrò, seguito da un uomo dai capelli canuti e basso entrano nella stanza.
“C-C-Capitano, questo è i-i-il mozzo che ci h-h-ha portato quel demone !”
“Grazie, Spugna !” l’uomo si voltò verso Xion, alzandogli il mento con l’uncino “Uhm … mi sembra un ragazzo un po’ troppo magro … ma è stato un buon affare per la mappa !”
Aspetta … credono che io sia un maschio ?!
Mentre la osservavano, Xion si era depressa: perché non aveva un davanzale come quello di Larxene ? Cosa aveva fatto di male per avere una prima scarsa ?
“Molto bene, Spugna, manda questo mozzo a lavare il ponte … e chiama quell’Heartless: c’è da riunire la ciurma !”
“S-S-Subito, capitano !”
I due se ne andarono chiudendosi la porta alle spalle e Crew uscì, tutto rincoglionito.
“Mmm … mi sa che mi dovrò mettere a lavorare, eh ?”
L’Heartless gli porse una scopa e fece uno strana smorfia.
…Ok, pensavo di averle viste tutte, ma l’Heartless che mi sorride è un nuovo record !
---
Sospirò e si mise a lucidare la poppa della nave.
Stava sudando sette camice e non aveva finito di pulire da cima a fondo la nave.
Crew, invece, era con un altro gruppo di Heartless, ad ascoltare i discorsi folli del Capitano Uncino, su un certo Peter Pan e una mappa per un fantastico tesoro.
Aveva notato che lì, l’unico Heartless Posseduto era il suo amico dalla bandana blu, tutti gli altri erano Heartless Emblema normalissimi. Ma essi prendevano ordini da lui.
“AVETE CAPITO, INUTILE CIURMA ?! IL VOSTRO CAPO VI HA ORDINATO DI AIUTARMI CON QUESTO TESORO ! E SE NON LO TROVO, FARETE UN BEL BAGNO CON I PESCECANI, SONO STATO CHIARO ?!”
Gli Heartless sull’attenti erano buffi, soprattutto Crew che ogni tanto inciampava e cadeva di faccia.
Il pazzo vestito di rosso continuò a parlare, finché non li congedò e li mandò a perlustrare l’isola.
Bene … ora so che Amaimon e Pietro stanno sicuramente collaborando … in qualche modo cercano di mettere in mezzo Uncino … ma che accidenti c’entra il tesoro e i demoni ?! Santo cielo, perché non ho l’acume di Zexion ? … o le tette di Larxene ? Se avessi avuto le tette, forse quel ragazzo non mi avrebbe pestato a sangue …
Si tirò un ceffone e continuò a muovere la scopa, togliendosi quel pensiero di testa.
Come poteva pensare una cosa del genere ? Era un demone bastardo che probabilmente aveva a che fare con i Corridoi Oscuri e quei nuovi Heartless che giravano.
La sera avvolse la nave, regalando alla giovane le prime stelle che cominciavano a splendere, radiose.
Uno strano ticchettio riempì il silenzio e sentì un urlo femminile.
“C-C-Capitano, s-s-si contenga !”
“SPUGNA, LO SENTI ?! Quel maledetto coccodrillo sta arrivando !”
“S-S-Su, andiamo a stenderci e a farci u-u-una tisana !”
I due si ritirarono in cabina e Xion fece un sospiro di sollievo, lasciando cadere la scopa e sedendosi sul parapetto della nave.
Crew le apparve accanto, dondolando le gambe.
“Sei stato tu a curarmi le ferite ?”
L’Heartless fece segno di sì con la testa.
“Ti ringrazio …”
La creatura fece un gesto con la mano, per indicare che l’aveva fatto con piacere.
Xion sorrise, osservando le stelle.
Una scia, all’improvviso.
“Oooooh ! L’hai vista ?!” gridò al suo nuovo amico e mise le mani in preghiera, respirando lentamente.
Vorrei … vorrei ritornare da i miei amici tutta intera … e un po’ di tette non sarebbero male, eh  !
Il ticchettio di prima tornò e Crew scese giù dal parapetto, terrorizzato.
“Oh, dai, non mi dirai che hai paura di un coccodril…”
“Di un animale da quattro soldi no, ma di un pezzo grosso si …”
Le si gelò il sangue e puntò i suoi occhi blu alla sua destra.
Amaimon era lì, con una sveglia in mano e un lecca lecca in bocca.
Non riusciva a muoversi. Il Keyblade non voleva apparire.
Il ragazzo rigirò la sveglia e la buttò in acqua.
“P-Perché avevi una sveglia ?”
“Per allontanare quel barbagianni … ti vedo in forma, ti fanno ancora male le botte ?”
“N-No … ma perché mi hai salvato ?”
“Diciamo … che in questo modo posso tenerti d’occhio” tirò fuori dalla bocca il dolciume e posò il suo sguardo verde su di lei “E non mi andava di ucciderti … sarebbe uno spreco. Sei molto carina, anche con quella benda orrenda sull’occhio …”
Quel complimento la fece arrossire vistosamente.
Nemmeno Axel e Roxas le avevano mai fatto un complimento.
“Si … molto carina … di solito non sono un appassionato di pupazzi, ma tu sei fatta veramente bene.”
… Pupazzo ?
“Io … Io … Io non sono un pupazzo !”
“Suvvia, non sono mica scemo. Non hai un cuore come i tuoi simili, ma sei inferiore a loro. Una copia venuta male, vero ? Ma non ti preoccupare, mi piaci anche se sei finta.”
Xion si morse il labbro “Io non sono finta !”
Amaimon si rimise in bocca il dolce e sospirò annoiato “Credi a quello che ti pare …”
La frustrazione prevalse e lo spinse giù dalla nave.
Il ragazzo cadde giù, ma rimase a mezz’aria.
Ma che cavolo …?!
“Allora è a questo che serviva quella polvere … chissà cosa sarebbe successo, se non ci avessi creduto …”
“V-VATTENE !”
“Nah, mi diverto troppo a darti fastidio” si avvicinò al suo volto e il suo odore dolciastro le stuzzicò il naso “Domani ti verrò a visitare di nuovo, piccolo pupazzo …”
Se ne volò via, lasciandola da sola.
Dopo qualche minuto, si alzò e tornò nella sua cabina.
Crew l’aspettava lì, seduto sull’amaca.
Xion si distese lì, raggomitolandosi “Io non sono un pupazzo …”.
L’Heartless le rimase accanto, accarezzandogli i capelli.
“Come sei gentile …”
Quel gesto era così affettuoso, la tranquillizzò e la cullava, piano.
Quel gesto le ricordava qualcosa.
Un altro di quei sogni le apparve, mentre si addormentava.
Sto piangendo, sono da sola e mi sento uno schifo.
Sono su un isola e ho una spada di legno vicino.
Una ragazza le si avvicinò e le accarezzò i capelli.
Aveva gli occhi blu pieni di tenerezza e sorrideva, allegra.
“Piccolo Sora, devi smetterla di piangere tutte le volte che Riku ti batte !”
… Sora ?

Il sogno svanì, quando Xion cadde addormentata, cullata da quella carezza leggera.

Santo cielo ! Spero di non aver fatto spoiler ... lo spero davvero !
Comunque finalmente ho scritto di Xion (la mia sempai mi ucciderà ... hahaha !).
Vediamo di fare anche questa storia, ora che abbiamo le idee chiare di dove si trovino tutti ^^ ! Alla prossima, con Roxas e Rin nella giungla ! Un bacio a chi legge e a chi commenta ^^

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