Roulette Russa

di meandme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo... ***
Capitolo 2: *** capitolo primo ***
Capitolo 3: *** capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** capitolo tre ***
Capitolo 5: *** capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo... ***


ROULETTE RUSSA

NARUTO

 

Prologo

 

La rivoltella gira velocemente. Un colpo secco e si chiude.

Click…

E il gioco ha inizio

Click…

La strada verso l’inferno è ancora lunga

Click…

Ancora sofferenza…e la tensione aumenta

Click…

Chiudo gli occhi e premo il grilletto

Click…

Quanti colpi ancora, prima della fine?

Click

Tocca ancora a me. Tremo. Deglutisco

…click…

Respiro. Inizio a sudare.

...

Silenzio. Lungo e interminabile.

BANG!

Il corpo esanime della persona al mio fianco cade sotto il suo peso. Alzo la benda e guardo la gente sopra la mia testa, osservare la scena, bisbigliando con disappunto. Mi pietrifico. Il corpo vicino a me sussulta in preda a spasmi orridi. Sento il vomito salirmi in gola e le gambe abbandonarmi.

Se ora scappo, sarò braccato per la vita. Ma non ce la faccio.

Chiudo gli occhi e mi spingo in avanti, uscendo di corsa.

Delle grida dietro di me, ordinano di catturarmi, ma io sono più veloce e mi rituffo nel caos della città e mi mischio tra la folla.

Nessuno mi potrà trovare, finché vivrò tra le strade di New York. Cambierò nome e aspetto e nessuno saprà chi sono.

È questa, la dura vita delle vittime della roulette russa.



Un pò corto...però spero di avervi acceso almeno un poco la curiosità!!

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Capitolo 2
*** capitolo primo ***


Capitolo uno

 

Abbassò il New York Times, chiudendolo sopra la scrivania e riponendolo in ordine nel cassetto. Si accese una sigaretta e aprì la finestra, sedendosi sul davanzale e osservando le macchine sfrecciare 100 metri più in basso.

-signore…- disse una ragazza entrando rapida nell’ufficio e sedendosi alla scrivania accanto a quella del suo capo

-…si? Che c’è, Sakura…- rispose l’uomo, spegnendo la sigaretta e ritornando all’interno dell’ufficio

-…Shino ha scoperto che c’è stata una nuova riunione di scommettitori…pare che facessero le loro puntate da internet, con l’uso di codici segreti!- sorrise -…chiaramente il nostro caro acker è riuscito a codificarli…- portò un fascicolo alla scrivania del capo -…Shino è davvero il migliore, quando si tratta di computer!- rise Sakura contenta. Proprio in quel momento entrò un altro componente della squadra

-…peccato che fuori dalla centrale, sia un fiasco, vero Sakura?- disse lasciandosi cadere sulla sedia, dietro la sua scrivania

-…è acqua passata, Sasuke!!- sbraitò Sakura, diventando completamente rossa

-piantatela di litigare, voi due!- disse il loro capo, concentrato a leggere il rapporto.

Il telefono cellulare squillò. Sasuke lo raggiunse di corsa

-…pronto? Si? Chi parla?? Oh ciao! Ti passo subito Kakashi!- posò la cornetta, -…capo! È per lei, è l’agente Inuzuka… la desidera..-

Kakashi alzò lo sguardo sorpreso e aggrottò le sopracciglia. Allungò la mano e si fece passare il ricevitore

-…pronto? Kiba?-

/signore…ne abbiamo trovato un altro!/

-…accidenti…lasciate a Sakura l’indirizzo…io avviso Tsunade….arriviamo appena possibile…-

/molto bene, signore…/

Kakashi passò il telefono cellulare a Sakura e si precipitò nell’ufficio accanto

-ne hanno trovato un altro…- disse di tutta fretta alla donna seduta a sorseggiare caffè, dietro la scrivania

-…ancora!...bene…prenditi un uomo e vai immediatamente…che questa storia finisca una volta per tutte!-

-…molto bene…porterò con me Sasuke…- uscì e si precipitò nuovamente nel suo ufficio. Prese con sé Sasuke e l’indirizzo dalle mani di Sakura e corse a sirene spianate verso il luogo del delitto…alzò il bigliettino giallo verso il volante. Lo lesse. Lasciò uscire un’imprecazione di rabbia. Sasuke lo osservò accigliato. Non serviva porre nemmeno la domanda

-…è lo stesso posto in cui Shino ha localizzato le riunioni dei giocatori della roulette russa…anche questo omicidio si collega a quelle stupide scommesse clandestine…- disse in un sussurro Kakashi -…quanti! Quanti ancora ne dovranno morire, per far piacere a qualche stupido riccone di merda!!!!-

 

-ha visto? Oggi è su tutte le prime pagine dei giornali! Quelle azioni che ha comprato sono fruttate molto!! Complimenti!- disse un’ombra nella penombra della stanza

-…taci!- sibilò una voce dietro la poltrona in pelle, volta verso le finestre serrate

-…mi scusi-

-…piuttosto…si è più saputo nulla di ieri sera?-

-…non abbiamo lasciato tracce, signore…ora la polizia è lì…ma non troverà nulla-

-…stupido!- la voce era così fredda che fece sussultare la seconda ombra nella stanza – intendevo dell’incidente con il sopravvissuto…-

-…oh!- esitò l’altro

-…beh! allora Kabuto!?-

-…signor Orochimaru…beh! il sopravvissuto è riuscito a scappare…ed è tutt’ora un fuggitivo…ma lo rintracceremo presto!- Kabuto sentì un ringhio di rabbia. Il padrone si era arrabbiato e ora stava rischiando la vita…chiuse gli occhi e abbassò il capo…-non si preoccupi! Lo prenderemo e lo toglieremo di mezzo molto presto…-

-…inizia a pregare…- sussurrò Orochimaru -…perché se entro 24 ore quel ragazzo non sarà rinchiuso all’inferno, tu sarai il prossimo a gustare il brivido del mio gioco!-

Kabuto deglutì, mentre un brivido lo percosse. Si ritirò in silenzio e si posò sul muro appena fuori, nel corridoio…cercò di riprendere fiato. Il suo capo non aveva pietà per chi non manteneva i suoi contratti…e lui lo sapeva bene.

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Capitolo 3
*** capitolo secondo ***


Capitolo due

 

Si mosse rapidamente tra la folla. Ormai aveva imparato a guardarsi le spalle con un occhio e avanti con l’altro. Non poteva fidarsi di nessuno, parlare con nessuno e, se possibile, non sprecarsi nemmeno di procurarsi il cibo in luoghi pubblici…c’era sempre il rischio che qualcuno lo riconoscesse. E allora per lui sarebbe stata la fine.

Da due giorni vagava senza casa, per le vie di New York, ancora con la benda infilata in tasca…in fondo, stando come i barboni, aveva una buona percentuale di riuscire a scampare a morte certa…infatti, ormai aveva abbandonato l’idea di poter cambiare la sua vita e nascondersi dietro falso nome…con quel poco e niente che gli era rimasto di denaro, avrebbe potuto a malapena pagarsi il taxi per arrivare all’aeroporto o anche solo alla stazione dei treni.

Sapeva di essere seguito. E presto l’avrebbero preso e fatto a pezzi…era solo questione di tempo…stava solo allungando la sua fine…al Grande Boss…nessuno era mai stato in grado di sfuggire.

 

Girò un paio di volte attorno al cadavere, disteso in terra, nella classica posa innaturale. Alzò lo sguardo verso Kakashi, che parlava ancora con Neji Hyuga, il membro migliore della scientifica di tutta New York…e a ben vederlo, faceva davvero paura: il suo sguardo non traspariva nemmeno un’emozione. Vedeva tutti i giorni, corpi straziati e dilaniati da ogni sorte di tortura…ma non faceva nemmeno una piega, nemmeno un accenno di disgusto…era nato, lui, per il suo lavoro.

Sospirò e tornò al pavimento dove era stato trovato il corpo.  Analizzò ogni singolo centimetro ma non riuscì a trovare nulla…come sempre…il killer riusciva a nascondere tutte le tracce… o i killer, chiaro. Tuttavia si chiedeva, dove le altre vittime della roulette russa, finissero…in fondo, a quel gioco non si poteva giocare in meno di due…e allora? Quale patto diabolico stava dietro a tutti quei delitti?

Aveva supposto che probabilmente il capo dietro tutto questo, era un pezzo grosso, qualcuno che poteva permettersi di dare ordini…forse uno strozzino o qualcosa di simile…una cosa era certa, però: i suoi collaboratori erano davvero molto bravi!

Vide arrivare da lontano Rock Lee…lo salutò.

-…Sasuke! La scientifica ha finito…- disse il sopraciglione dando una pacca sulla spalla all’amico

-…bene…-

-…ehm…tu?- interdetto, aspettò una risposta. Sasuke si alzò di scatto e andò verso Kakashi

-…portate via il corpo…poveraccio…- poi si fermò e si voltò -…e mandate via i giornalisti e i curiosi, per cortesia…non voglio ostacoli all’indagine…se necessario…usate anche la forza!- disse freddo tornando sui suoi passi. Lee ebbe un brivido, poi portò la mano alla fronte in segno di saluto militare

-…sissignore! Voi due…portate via sto’ disgraziato e voi altri! Mandate via più persone possibili, presto!!!- urlò menando le braccia a destra e a manca. Poi si soffermò sul sorriso maligno di un passante, fermo sul ciglio della strada. Fissava il cadavere in terra, quasi divertito. Rabbrividì davanti a quello sguardo così terribile e decise che quello era decisamente un personaggio sospetto e lo seguì.

 

-…Capo!- chiamò Sasuke

-…trovato niente?- chiese Kakashi allontanando Neji. Sasuke negò

-…è sempre la stessa storia…ti ripeto che sotto a tutto questo c’è qualcuno di grosso, e il perché te l’ho già spiegato…-

-…io ti credo, Sasuke ma…convinci tu i maggiori! Quando si tratta di supposizioni così vaghe…-

-…vaghe un corno!- sibilò Sasuke, leggermente alterato

-…Sasuke!- lo richiamò Kakashi -…sarai anche un genio nell’analisi, ma questo non ti da diritto di offendere chi ti sta sopra!-

-…mi scusi signore…novità da Neji?- chiese indicando con il mento, l’uomo di spalle, in fondo alla stanza

-…ha trovato la ragazza…- rispose ridendo Kakashi, ma poi, notando la faccia perplessa di Sasuke, tornò subito serio -…no…a parte che deve essere morto tra mezzanotte e l’una, no…-

-…sempre il solito colpo alla tempia…-

-…si…e il proiettile è sempre lo stesso…-

-…capisco…- Sasuke sospirò, cacciò le mani in tasca e osservò l’orologio sul muro di quella stanza…-…beh…io vado...ho promesso a Sakura che l’avrei accompagnata al congresso…-

-…come vuoi…- Kakashi lo osservò andarsene. Poi si protese in avanti e lo raggiunse come in preda ad un’illuminazione…- senti…secondo te, dietro a tutto questo…beh! ecco… potrebbe esserci…-

-…no…Itachi non si abbassa ad uccidere con una pistola, dopo una scommessa sfortunata…mio fratello ama uccidere, ed è nato per farlo…perciò…non nominarlo nemmeno…- lo sguardo di Sasuke si fece ancora più duro e freddo. Kakashi si fermò e lo lasciò avanzare

-…beh! forse hai ragione…- borbottò fra sé

 

-entro stanotte lo voglio morto! Voglio che per la serata sia tutto sistemato…-

-…ma signore…ci sfugge con facilità…è furbo!-

-…TACI! Non voglio scuse!! Ne tanto meno che vada a raccontare qualcosa in giro…-

-…si signore…faremo il possibile…-

-…no! Voi farete l’impossibile, se necessario…vi pago per questo…Kabuto…-

 

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Capitolo 4
*** capitolo tre ***



Capitolo tre

Il cellulare sul comodino s’illuminò, iniziando a vibrare. Si svegliò senza nemmeno la forza di aprire gli occhi e iniziò a cercare a tastoni il telefono. Lo afferrò e se lo portò all’orecchio…
-…pronto?- sussurrò con un filo di voce appena, ancora rotta dal sonno
//sono Rock Lee, signore…mi scusi per l’ora…// si giustificò il poliziotto dall’altra parte. Sasuke alzò svogliato lo sguardo verso la sveglia…le 2.30 della notte
-…spero sia importante, o giuro che ti faccio sospendere!-
//si…abbastanza…abbiamo fermato un sospetto per il caso degli omicidi della roulette//
-…come?! E chi sarebbe??-
//è Sabaku no Gaara, uno dei pezzi grossi della mafia americana…oggi era sul luogo del delitto e l’ho seguito…lui è uno dei scommettitori…forse…//
-molto bene Rock Lee…arrivo subito…il tempo di vestirmi!-
//bene, signore…a dopo allora…//

Restò disteso, immerso tra i cartoni a fissare la pioggia cadere…era affascinante…era bella. Un rumore scosse quel meraviglioso momento e lui si tirò a sedere. Con uno scatto felino, si arrampicò sul piccolo muretto alle sue spalle e osservò lo stretto vicolo, sotto di lui…nessuno.
Un altro rumore lo fece scivolare di sotto, finendo dentro un bidone dell’immondizia. Uscì rapidamente e vi si nascose dietro. Osservò otto uomini entrare nel vicolo e altri tre apparire dal nulla. Il cuore gli finì immancabilmente in gola e il suo corpo si paralizzò.
Uno di questi, con gli occhiali e i capelli lunghi, raccolti in una coda, si avvicinò al bidone e annusò l’aria. Sospirò. E infine si allontanò
-…niente…falso allarme…è sfuggito ancora…- disse con lo sguardo basso e la voce rassegnata
-…muoviamoci! Abbiamo poco tempo!- urlò un altro e detto questo sparirono velocemente, tanto quanto erano arrivati.
Lui si rilassò appoggiandosi al muro e cercò di riprendere fiato. Poi si addormentò e decise che da dietro quel bidone, non si sarebbe più mosso.

Entrò di corsa nella centrale e salì al quarto piano. Scavalcò i poliziotti grassocci lungo il corridoio e si affrettò a grandi passi verso l’aula dove in genere portavano i criminali più tosti, per la deposizione. Adorava quella stanza: la sua mansione preferita all’interno della centrale, era proprio quella di stritolare i criminali fino all’ultima parola e vederli cadere in terra a implorare pietà…e questa, lo doveva ammettere, era una caratteristica tipica della sua famiglia, anche se in realtà non la poteva sopportare!
Entrò silenzioso e si portò dietro Kakashi
-…sono qui…cos’è successo?- sussurrò con lo sguardo fisso dalla parte opposta del vetro. Kakashi emise uno strano verso e portò alla bocca la tazza colma di caffè
-ciao Sasuke…- iniziò poi -…Rock Lee non è riuscito a tirare fuori niente…-
-…bene…di che venga di qua…ora tocca a me!- poggiò il cappotto nero sulla sedia, prese una tazza di caffè e uscì dallo stanzino, per riapparire subito dopo, nell’aula adiacente. Kakashi osservò Rock Lee uscire sbuffando e entrare affianco a lui nemmeno due secondi dopo.
-…qual è il tuo nome?- iniziò a dire Sasuke, fissando l’accusato dritto negli occhi. L’altro non rispose. Il moro si sedette in silenziosa attesa e si portò calmo, il caffè alla bocca. Poi, in uno scatto felino, sbatté la tazza sul tavolo e schizzò in piedi, finendo a pochi centimetri dal volto del criminale
-…ho chiesto…qual è il tuo nome…- scandì chiaramente spazientito. L’altro distolse lo sguardo
-…Gaara…non te l’hanno detto?!-
-…senti Gaara…patti chiari e amicizia lunga! Mi sono svegliato presto e quando succede sono sempre piuttosto suscettibile…perciò…o mi dai retta e rispondi senza fare rogne, o giuro che ti sbatto in prigione ancora prima che tu possa dire “innocente”…- il suo sguardo si trasformò nel più duro che conoscesse. Gaara deglutì e annuì.
-…allora…come mai eri lì, stamattina?-
-…ero un passante…-
-…NON MENTIRE!- urlò spazientito Sasuke
-…non sto mentendo…-
-… si certo! E io sono Biancaneve!- Sasuke si girò verso il vetro nero e alzò la mano -…Rock Lee…- iniziò a dire, facendo segno di raggiungerlo
-…no no…- si affrettò a dire Gaara, alzandosi dalla sedia…- ero lì per la notte…-
-…ti riferisci alle scommesse?- Sasuke restò di spalle ma s’immaginava l’espressione sorpresa dell’interrogato, come se lo stesse guardando
-…si…la Roulette…-
-che ruolo hai?-
-io raccolgo le scommesse…ci saranno almeno un centinaio di persone che fanno scommesse di qualsiasi misura…da 10, fino anche a 1000 dollari…dipende…partecipa la gente più diversa…-
-…interessante…- Sasuke si voltò, tornando su Gaara. Sorrise
-…sai dare qualche descrizione delle persone a cui prendi i soldi?-
Gaara negò -…sono tutti coperti da una maschera o da un cappello, così che nessuno possa essere riconosciuto…-
-…una specie di setta…-
-…si…una specie…-
-e chi c’è, dietro tutto questo?-
-…non ne ho idea…io faccio questo lavoro perché mi prendo il 20% del ricavato delle scommesse e perché sono io che metto a disposizione i luoghi…-
-…immaginavo…- borbottò Sasuke -…ma spiegami meglio…-
-…la mattina mi chiama un uomo e io nel giro di due ore gli trovo un luogo dove può fare i suoi giochetti indisturbato…non so chi sia ne se sia proprio lui il capo…ad ogni modo alle 12 mi richiama con il solito numero privato e io gli do l’indirizzo…poi lo raggiungo la sera…raccogliendo le scommesse, so di certo quanto mi spetta…-
-…capisco…e immagino che tu conteggi anche le ricevute via internet…- Sasuke sorrise vittorioso, mentre Gaara lo guardò spiazzato
-…internet?-
-…esattamente…è così che abbiamo capito cosa c’era dietro quegli omicidi…ed è per questo che sappiamo chi sei tu…anche se come gangster non vali poi un granché…-
 -…come hai fatto a…-
- il vantaggio di avere l’acker più bravo di tutta New York…Sabaku no Gaara…- si voltò verso Rock Lee che nel frattempo era entrato nell’aula
-…un’ultima cosa…ho bisogno di sapere se ricordi altro…- disse Sasuke tornando sul mafioso
-…no…- rispose secco il rosso
-…sicuro?- ci fu un momento di silenzio in cui Gaara cercò di resistere alla forte persuasione di Sasuke, ma poi crollò
-…beh! in genere quelli che sopravvivono li lasciano liberi…mettono loro una benda, così da non poter far vedere loro l’ambiente circostante e disorientarli…con gli occhi chiusi entrano e con gli occhi chiusi escono…ma l’altra sera, uno è uscito di corsa senza nulla…- Gaara iniziò a tremare, rendendosi conto del fatto che stava parlando troppo. Sasuke, incuriosito, si avvicinò al rosso…
-…molto interessante…sai descriverlo?-
-…biondo…maschio…bianco…nient’altro…-
-…ottimo…- rispose soddisfatto Sasuke. Poi si rivolse a Rock Lee -…portatelo dentro…-
-…MA MI AVEVI DETTO CHE…-
-…che se parlavi non finivi in prigione? Non mi pare proprio…e comunque, con tutto quello che hai cantato, io, se fossi in te, preferirei l’ergastolo, che uscire ancora all’aria aperta!-
Gaara osservò Sasuke uscire. Vero. Bastava un piede fuori e Lui, l’avrebbe saputo in un colpo di spazzola! Aveva detto fin troppe cose…ma almeno si era risparmiato il nome del suo boss…avrebbe preferito morire, piuttosto.

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Capitolo 5
*** capitolo quattro ***


Capitolo quattro

 

-signore…non ce l’abbiamo fatta…è impossibile trovarlo!-

-…non ci sono problemi, Kabuto…-

-…ne è sicuro?-

-…sicurissimo…-

-…allora le prometto che farò del mio meglio per cercarlo, nei prossimi giorni…non avrò pietà di lui…appena lo troverò…-

-…no…non ti sprecare…-

-…ma…-

-…Kabuto…fa silenzio…- Orochimaru fece ruotare la sedia verso l’ombra di Kabuto, all’entrata dello studio. Il suo sorriso non prometteva di certo nulla di buono. Alzò due dita e fece cenno al ragazzo di avvicinarsi. Kabuto ebbe un brivido e iniziò la sua camminata verso la scrivania, a testa bassa. Presentimento, orribile presentimento…

In un secondo, due uomini vestiti di nero, gli furono addosso e con un colpo ben assestato alla nuca, il ragazzo fu costretto a cadere a terra dolorante…la testa che gli scoppiava e la saliva, gli usciva insieme ad un rivolo di sangue. Si sentì trascinare via e di sottofondo, la voce di Orochimaru

-…così impari a cercare meglio…a stanotte…Kabuto…-

 

Uscì di corsa dal suo ufficio, il caso ora era suo, e avrebbe potuto dare ordini, quanti più ne desiderasse.

Sasuke, trionfante, si avvicinò a Shino

-…una cosa semplice…dammi un elenco di tutti i giovani che sono biondi, bianchi che probabilmente sono al verde…- disse appuntando qualcosa su un pezzettino di carta

-…tempo?-

-…ti basta un’ora?-

-…e avanza…-

-…ottimo…- Sasuke si allontanò e fece cenno a Kiba di avvicinarsi

-…Inuzuka…vieni…prendi la lista dei numeri di carta di credito di questa lista…- gli porse l’elenco dei nomi delle persone che avevano aderito alle scommesse di una notte prima -…e voglio che le fermiate tutte per concorso a delinquere…chiedete loro qualcosa a proposito del fuggitivo biondo…se possono dare informazioni sull’accaduto, ben vengano!-

-…bene, subito!-

-…e ora…mettiamoci a fare rapporto e riorganizzare le idee…ah!- si voltò pochi passi prima della porta del suo ufficio

-…INO!- urlò per farsi sentire dalla donna dalla parte opposta del corridoio. La ragazza bionda alzò lo sguardo dalle mille scartoffie

-…si?...cosa c’è Sasuke!-

-…ho bisogno di Shika! Chiamalo e digli che mi serve qualcuno dei suoi favolosi contatti…-

-…di quale sfera criminale, questa volta!?-

-…strozzini, spacciatori o chiunque possa avere a che fare con debiti e con soldi…tanti soldi!-

-…appena si sveglia lo mando subito! Sarà felice di fare l’infiltrato, ancora! Da un po’ si annoiava in centrale…cosa vuoi sapere?- disse Ino con il sorriso più bello che aveva

-…il fascicolo è il numero A458…dagli quello e lui capirà! Aggiungi anche che ha molto poco tempo! Grazie!- disse entrando in ufficio

-…ok…bene…ciao…-

 

Si svegliò di soprassalto, con i vestiti asciutti e l’odore orribile di immondizia marcia.

Il frastuono dalla strada era così forte e insopportabile, che fu costretto a tapparsi le orecchie…odiava New York, quando c’era un incidente! La gente iniziava ad urlare, ad innervosirsi e i clacson suonavano insopportabilmente forte.

Si domandava per quanto, in quelle condizioni, avrebbe resistito. Se non l’avrebbero ucciso, probabilmente sarebbe presto morto di stenti. Sentì una vecchina brontolante avvicinarsi al bidone e si compresse ancora più in basso, per evitare, in ogni caso, di essere notato. Sentì la borsa appena gettata dall’anziana, cozzargli la testa e, successivamente, un dolce profumo di pollo, passargli sotto il naso. Tra i mille farfugli della donna, capì che doveva essere un pranzo andato a male o forse bruciato da un forno fin troppo caldo. Aspettò che la vecchina se ne andasse e si tuffò nel ricco pasto. Sentì lo stomaco gioire. Forse, la vita tra i bidoni, non faceva poi così schifo, pensò.

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Capitolo 6
*** capitolo cinque ***


Capitolo cinque

 

Un colpo alla nuca. Una revolver. Nessuna traccia. Niente.

Tutto come sempre.

Sasuke passò oltre i nastri gialli e si addentrò insieme a Kakashi nella scena del delitto.

Girò intorno al cadavere più volte, si abbassò e osservò ogni singolo centimetro.

-…cosa avete trovato, a parte niente?- chiese a Rock Lee vedendolo avvicinarsi

-…una benda, signore …-

Sasuke osservò le tempie del cadavere…non erano sporchi di sangue…e così come tutta la fronte…tuttavia, la benda ritrovata, non aveva buchi, perciò non poteva essere stata usata sul morto.

Fece portare via il corpo e si avvicinò a Kakashi

-…ho il dubbio che questo gioco, questa volta, abbia avuto un’ospite d’onore…che ci ha lasciato gentilmente la sua benda!- disse il moro

-…la vittima è un uomo nero di 45 anni…ha 2 debiti con due diverse banche. Senzatetto e qualche precedente per furto…-

-…questa volta il lavoro di pulizia è stato fatto con meno cura…cosa ne dici?-

-…il caso è tuo…gestiscilo come meglio credi…- concluse Kakashi, raggiungendo una donna mora, in divisa che entrava nella scena del crimine tutta trafelata. Sasuke li vide parlare. Subito dopo Kakashi sbiancò, si voltò verso Sasuke e gli fece cenno di seguirlo.

Nel vicolo accanto, altre strisce gialle accerchiavano e chiudevano il già stretto vicolo. A terra, un corpo giaceva esanime. Era un ragazzo, bianco, messo nella posizione più oscena che avesse mai visto. Al contrario di tutte le altre vittime esaminate in precedenza, il sangue era presente in punti dove prima, presumibilmente, si doveva trovare la benda. Questa volta a provocare la morte, non era stata una pallottola, ma una lama. La testa era inclinata leggermente all’indietro e la bocca aperta. Sasuke si avvicinò ancora di più e cercò di sostenere Kakashi, che chiaramente avrebbe vomitato da un momento all’altro. Lo mandò via. Passò lo sguardo sulla vittima. Il pomo d’Adamo era nettamente rotto in due, segno che l’incisione era stata fatta con estrema precisione e grande forza. Anche la lingua non c’era, era stata tagliata via di netto. Le gambe erano leggermente piegate di lato, rispetto al resto del busto: segno che l’assassino si trovava alle sue spalle, assassino che per altro, era pure mancino. I segni e i graffi lungo il corpo erano segno che la vittima conosceva, non solo il suo carnefice, ma anche il suo destino.

Fece coprire il corpo e raggiunse Kakashi.

-…questa ne è la prova…- esordì soddisfatto

-…e di cosa, di grazia!- rispose Kakashi

-…il primo portava la benda…lui era uno dei debitori e per sua sfortuna, la pallottola lo ha trovato…il secondo, invece, non aveva la benda, lui era il famoso ospite d’onore, e sapeva cosa gli aspettava… sarebbe morto comunque…qualsiasi fosse stato l’esito della scommessa…-

-…ad ogni modo il ragazzo era conosciuto come Kabuto…aveva vinto una borsa di studio ed era all’ultimo anno…incensurato…-

-…sarà…ma i suoi sotterfugi li ha fatti…ad ogni modo doveva essere collegato direttamente con la mente di tutto questo, e deve avergli fatto uno sgarro bello grosso…e penso sia collegato con la fuga di qualche notte fa…-

-…si…potrebbe essere…ah! A proposito! Kiba partirà per l’Italia…è entrato nella Cinofila!-

-…wow! Fantastico!-

 

L’atmosfera buia imperversa ancora nella stanza. L’aria era tesa e irrespirabile

-…cosa vuole?-

-…ho bisogno di un favore urgente…-

-…Orochimaru! Ho poco tempo da perdere…perciò dimmi cosa vuoi…-

-…ho avuto un intoppo con una delle mie serate…uno è scappato…-

-…e allora?-

-…due parole…Fallo fuori…-

-…non andrà da nessuna parte! Perché dovrei farlo? Starà tremando di paura! E poi lo sai che a me piace uccidere…non sono un mecenate!-

-…prevenire è meglio che curare…-

-…che spreco!-

-…FALLO E BASTA!!-

-…cambia tono con me…-

-…si, scusami…-

-…dammi nome e cognome e fisico,e io te lo troverò…-

-…è biondo, bianco e occhi azzurri…-

-…ottimo…-

-…il suo nome è…Naruto Uzumaki…-

-…due giorni e non sarà altro che un mero ricordo…-

-…molto bene…a presto…Itachi…-

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Capitolo 7
*** capitolo sei ***


Capitolo sei

 

Il caldo lo soffocava. Decise di uscire solo per qualche minuto e di riprendere il respiro, soprattutto per la puzza insopportabilmente acre. Si lasciò cadere sui cartoni affianco al bidone e lì prese sonno.

Quando riaprì gli occhi notò che il sole, che generalmente a quell’ora batteva proprio sul vicolo, era improvvisamente sparito. Bastò portare lo sguardo poco più in alto, per notare che davanti a lui vi era una persona. Rabbrividì e si aggrappò al muro, scattando in piedi terrorizzato.

-…ciao!- disse la figura davanti a lui

-…c…chi sei? Cosa vuoi??- chiese Naruto balbettando

-…io mi chiamo Ten Ten…aiuto i senza tetto come te…- la ragazza gli porse la mano come per invitarlo a seguirla -…vieni…hai bisogno di un bagno…- disse sorridendo. Naruto la squadrò non convinto

-…provamelo!- disse ritraendosi. Ten Ten restò sorpresa dalla reazione del ragazzo. Era abituata ad essere seguita subito, non appena spiegava chi era e cosa faceva…era nuova tutta quella ostilità…

-…come posso dimostrartelo!! Io sono una volontaria di un centro a qualche isolato da qui…mi occupo dei senza tetto di questa strada…abito qualche metro più in là…-

-…capisco…- Naruto decise di fidarsi, in fondo sembrava dicesse la verità…le prese la mano e la seguì…immaginandosi già la sensazione di un bel bagno.

 

Scorse rapidamente la lista. Nessun nome gli ispirava un qualche potenziale fuggitivo. Shino gli aveva spiegato che per New York ce n’erano a miliardi di ragazzi biondi e praticamente senza soldi…era pressoché impossibile trovare il nome del ricercato…così aveva diviso coloro che erano senza tetto e con debiti a non finire.

Sasuke prese la seconda lista, quella delle persone senza casa, e notò che tra di essi vi era anche il nome di una vittima, trovata qualche mese prima, proprio della roulette russa.

Scese ancora un poco, prestando ancora più attenzione…ne trovò un altro, e subito dopo un altro ancora. Fremette. Abbassò ancora la matita e si fermò su di un nome che gli parve interessante: Naruto Uzumaki, bianco, biondo, occhi azzurri, 3 debiti in tre banche diverse, lavoro perso tre mesi prima…insomma, un curriculum niente male.

Accese il computer e lo archiviò come sospetto, insieme ad altri due soggetti poco raccomandabili.

Qualcuno bussò alla porta. Sakura si alzò e andò ad aprire. Da sopra la lista, Sasuke la vide sorridere e fare segno a qualcuno di accomodarsi.

Kiba spuntò da dietro la porta e si portò affianco a Sasuke, trascinando la sedia di Kakashi, che quella mattina si trovava fuori per un’indagine esterna al suo distretto.

-…ciao…complimenti per l’esito dell’esame…- farfugliò Sakura, tornando dietro il suo computer. Kiba arrossì

-…grazie…però mi mancherete…-

-…l’Italia è più tranquilla di New York…- disse Sasuke portandosi faccia a faccia con il collega

-…già…io e Akamaru ci troveremo bene…- sorrise…Sasuke sbuffò e ritornò al computer

-…quando parti?-

-…domani…infatti ero venuto a salutarvi…- si alzò di scatto e tirò fuori un blocchetto per gli appunti

-…non dirmi che ti sei scritto un discorso…- borbottò Sasuke senza degnare Kiba di uno sguardo

-…in realtà…ho il rapporto degli interrogatori…una faticaccia!!- disse l’altro…improvvisamente il capitano fu preso da interesse

-…parla…-

-…dunque…con un po’ di minacce, siamo riusciti ad avere una sorta di identikit del fuggitivo…sembra che dopo la conclusione del gioco, il ragazzo sia scappato…tuttavia, al contrario del solito, ha visto tutto…-

-…la benda…-

-…esatto…secondo un certo Donnoval, lo stanno cercando…-

-…nome?-

-…niente, signore…nessuno conosce i nomi delle vittime…ne chi organizza le scommesse…ad ogni modo, questo è l’identikit…- Kiba gli porse un foglio. Sasuke annuì soddisfatto…

-…molto bene! Passalo a tutti i distretti…credo che ti sia meritato una festa di addio…-

-…grazie, signore…ma devo scappare…-

-…peccato…allora buona fortuna!-

-…grazie…sarò il migliore!- e detto questo se ne trotterellò fuori dall’ufficio.

 

Entrò in casa e chiuse la porta alla sue spalle

-tesoro! Sono a casa!!-

-…oh! Meraviglioso! Oggi abbiamo un’ospite!- la voce proveniva dalla cucina

-…no…ti prego…non un altro di quelli…- attraversò il salotto e passò davanti il bagno

-si…e non ti lamentare!-

-…uf!- girò l’angolo ed entrò in cucina, ancora con il cappotto e la valigetta in mano.

Diede un bacio all’amata e pose lo sguardo verso il tavolo, dove sedeva un ragazzo…

Biondo…bianco…occhi azzurri…

Ebbe un tuffo al cuore. Sbancò e fece scivolare a terra valigetta

-…Neji?? Tutto bene??- chiese la ragazza preoccupata

-…do…dove…dove l’hai trovato, Ten Ten?-

-…qui vicino…in un vicolo…- rispose la ragazza. Neji fece qualche passo indietro e si precipitò nel salotto afferrando il telefono…Ten Ten lo raggiunse poco dopo

-…ma che ti prende!-

-…è un ricercato…è un potenziale testimone di molteplici omicidi, Ten…chiamo Sasuke Uchiha…della centrale…- disse portandosi il telefono all’orecchio. La ragazza squittì -…non farlo uscire per nessun motivo…e comportati come niente fosse!-

-…s…si…- e tornò in cucina. Neji ascoltò il messaggio della segreteria…occupato

-…maledizione!-

 

 

-ottimo…ottimo…saputo altro??-

-…beh…nell’ambiente si parla di…beh ecco…-

-…finisci la frase!-

-…di tuo fratello…-

-…cosa?!?!?! Shika, io spero caldamente che tu stia scherzando!-

-…no Sasuke…sembra che questo famigerato Boss, lo abbia ingaggiato per trovare il fuggitivo…-

-…si chiama Naruto…ho confrontato l’identikit con il nome nella lista di Shino…è lui..-

-…si si…lo chiamano proprio così…-

-…è strano che mio fratello accetti un lavoro simile…lo sai qual è la sua etica!-

-…si…infatti…-

-…stiamo parlando di titani, quindi!- Sasuke sogghignò soddisfatto -…bene Shika…cos’hai intenzione di fare?-

-…io continuo a cercare…- un bip continuo iniziò a disturbare la conversazione…

-…una chiamata…allora fammi sapere…-

-…si…a presto!- Shikamaru chiuse la chiamata e Sasuke abbassò il telefono cellulare per visualizzare il numero della chiamata persa. Ebbe un brivido.

-…cosa vorrà questo adesso…-

 

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Capitolo 8
*** Capitolo Sette ***


Capitolo sette

 

-...desideri qualcos’altro…non lo so…un’aranciata, o un bicchier d’acqua!- era agitata…e le era impossibile nasconderlo

-…no grazie…forse ora è meglio che vada…- rispose lui notando l’imbarazzo della donna

-…ma no! Dai resta!-

-…no Ten Ten…devo proprio andare…grazie di tutto…- si alzò per uscire ma la ragazza lo afferrò per le spalle e lo costrinse a sedersi

-…no!- esclamò -…no! Naruto! Non te ne puoi andare adesso, sul più bello…ora che è a casa anche Neji-

-…oh! Beh! almeno…posso andare in bagno?- disse cercando di non incrociare lo sguardo con Ten Ten…lei parve ancor più imbarazzata, tanto che si accorse di star arrossendo

-…s…si…si certo…-

Naruto si alzò e passò affianco alla porta del bagno. Allungò un orecchio per sentire le parole di Neji, che diceva qualcosa, probabilmente al telefono

-…si si…è lui! Ne sono certo!...Muoviti a venire!!...Si si…Ten Ten lo terrà qui, ma tu fai il più presto possibile!...ok…si, si…certo….ok…cosa?! Itachi?! Oh mio Dio!...allora a dopo…- Naruto sentì lo scatto della cornetta che si appoggiava al ricevitore. Il sangue gli si congelò nelle vene…non poteva credere che Orochimaru avesse addirittura ingaggiato Itachi per trovarlo. Entrò rapidamente in bagno e uscì dalla finestra…fortunatamente, erano solo al quarto piano…stando molto attento, sarebbe presto riuscito a raggiungere terra, attraverso la grondaia. Si mise diritto sul balcone e guardò il cielo. Chiuse gli occhi e inspirò. Allungò le mani e si avvinghiò alla grondaia…iniziò a discendere. Stupido…stupido credere di poter fuggire così facilmente a Sasuke, e ancor più stupido, pensare di poter nascondersi dal fratello, Itachi Uchiha.

 

Scivolò nella macchina e ancora prima di chiudere lo sportello, accese il motore e pigiò l’acceleratore. Accese le sirene, e il traffico gli si aprì come le Acque a Mosè…sapeva che la casa di Neji non si trovava proprio dietro l’angolo e che, se Naruto era riuscito a resistere così a lungo, di certo non doveva essere così sciocco da non capire cosa stava succedendo.

Accelerò oltre il limite. Passò un semaforo rosso. Solo due isolati, lo dividevano da una grande vittoria o una totale sconfitta. Sasuke sapeva che suo fratello, quando aveva un obiettivo, non ci metteva più di qualche giorno, se non di qualche ora, per raggiungerlo…era già una buona cosa, che Naruto fosse ancora in grado di intendere e volere.

 

Posò anche il secondo piede a terra. Inspirò. Ce l’aveva fatta! Era riuscito a scendere e ora doveva solo trovare un buon posto dove nascondersi.

Si voltò di scatto e cozzò contro qualcosa di morbido. Fu respinto indietro, tanto da cadere in terra. Brontolando alzò lo sguardo per capire cos’era successo.

La bocca gli si aprì senza nemmeno avere la forza di richiuderla. Oltre a un freddo congelante, non provò nessun altra emozione…troppa paura per riuscirci.

-…non ti sforzare di alzarti…ti aiuto io…- disse l’ombra davanti a Naruto, con una voce così fredda da poter far nevicare nel deserto. L’ombra si mosse troppo velocemente. Afferrò Naruto per il collo e lo sbatté contro il muro, portandolo occhi negli occhi. strinse la morsa.

-…n…no…- disse il biondo, incapace di muovere nemmeno un muscolo

-…cosa c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- un sogghigno agghiacciante distorse la sua bocca.

Naruto sentì la mano attorno al suo collo muoversi e portare un dito tra la trachea e la giugulare

-…n…no…Ita…chi…-

-…sogno d’oro…Naruto…- Itachi premette proprio nello stesso istante in cui percepì in lontananza il rumore delle sirene della polizia…abbandonò rapidamente il corpo a terra, ancora animato…sapeva che la pressione che aveva usato non avrebbe bastato…ma forse, se non si fossero accorti in tempo, sarebbe riuscito a portare a termine quell’incarico che tanto odiava. L’importante ora, era sparire. Così se ne andò tanto velocemente di come arrivò…proprio come un’ombra.

 

-…dov’è??-

-…è scappato…-

-cosa?!-

-ha voluto il bagno e se n’è andato dalla finestra…-

-regola numero uno nel manuale del fuggitivo: scappare dalla finestra del bagno…questo lo dovevi sapere, Neji…-

-…mi dispiace Sasuke!-

-…mi dispiace? Mi…dis…pia…ce!? E tu mi dici…MI DISPIACE!- Sasuke gli lanciò uno sguardo così cattivo, che pareva lo volesse trapassare…Neji fece spallucce e si voltò dalla parte opposta -…ti ricordo…- disse Sasuke cercando un po’ di calma -…che Itachi lo sta seguendo…e che…se non lo troviamo in tempo…per lui sarà la fine…e anche per il mio caso…-

-…non so che dire…-

-…allora fammi un favore…stai zitto!- Sasuke uscì sbattendo la porta…no! Quel tipo, proprio non lo poteva sopportare!

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Capitolo 9
*** Capitolo Otto ***


Capitolo otto

 

Non poteva essere andato lontano. Corse giù per le scale, saltando il più degli scalini, troppo impaziente per aspettare l’ascensore.

Si precipitò in strada e iniziò a correre intorno al palazzo…nel mentre, estrasse il cellulare dalla tasca e digitò rapidamente un numero

-pronto? Sakura?-

//si? Che c’è Sasuke?// chiese la voce dall’altra parte

-Kakashi è tornato?-

//si…te lo passo? Ma stai correndo?//

-…si…digli di chiamare soccorsi e di raggiungermi davanti al palazzo in cui abita Neji…- ansimò Sasuke

//cos’è successo?// chiese Sakura preoccupata

-ti dirò…ora sbrigati…- e riagganciò

 

Lo vide passare tutto trafelato e non poté fare altro che farsi sfuggire un sorrisino maligno. Erano almeno 10 anni che non lo vedeva e trovarlo in quelle condizioni, era l’unica cosa che non si sarebbe aspettato…mercenario magari no, ma poliziotto…

“fino a che punto può portare la vendetta” pensò.

Rise ancora ricordando il passato

-…corri fratellino…scappa…tanto prima o poi prenderò anche te…- disse, e poi sparì di nuovo nell’ombra.

 

Si fermò affannato e posò le mani sulle ginocchia, per riprendere fiato. Alzò lo sguardo sopra, al quarto piano…

-ma perché tutte le finestre dei bagni hanno le grondaie che passano affianco!- brontolò. Seguì rassegnato il tubo nero scendere lungo il muro, fino al tombino…gocce di sangue…fresche…e accumulate tutte su un piccolo punto, come se qualcuno le avesse sputate. Proseguì verso un vicolo. Un rantolo attirò la sua attenzione. Un’ombra si nascondeva tra la sporcizia. Corse.

Biondo, sporco e occhi azzurri, ormai distrutti dal dolore: Naruto Uzumaki. Lo sollevò rapidamente e lo portò fuori dal vicolo. Il respiro era poco più che un rantolo e il battito non c’era praticamente nemmeno. La bocca era impastata di sangue, che continuava ad uscire…emorragia…e nessun segno di aggressione. Lo lasciò cadere a terra e scattò in piedi… si guardò intorno allarmato: suo fratello era stato lì!

Sentì le sirene sopraggiungere. Tolse la maglietta a Naruto e osservò il collo…trovò una specie di botta nera, proprio sopra la carotide. Lo prese in braccio e lo trascinò nel davanti del palazzo…lì i soccorsi lo presero e lo trasportarono d’urgenza all’ospedale.

-allora?- chiese Kakashi

-allora Shika aveva ragione…c’è un pezzo grosso dietro questa storia…e Itachi ne è il sicario…- rispose Sasuke preoccupato

-…sicario? Ma Itachi non uccide “per piacere”?-

-infatti…ma non esiste nessuno in grado di conoscere la tecnica…-

-…a parte tu…- ribattè Kakashi pungente. Sasuke lo fulminò con lo sguardo

-…io la so solo riconoscere….comunque…non occorreva che mi ricordassi che anche io appartengo a quella famiglia di assassini…-

-…scusa…Uchiha…- ripeté malizioso Kakashi. Sasuke strinse i pugni e fissò il collega dritto negli occhi con QUELLO sguardo…lo stesso di cui la leggenda Uchiha parlava…quello che non lasciava respiro e che faceva riaffiorare tutte le paure inconsce.

Kakashi si voltò dalla parte opposta, rapido, ripromettendosi di non sfidarlo mai più

-scusa…- ripeté entrando in macchina -…non lo farò mai più…- concluse tentando di contenere il tremito che lo attanagliava -…ci vediamo in centrale…- e partì.

Sasuke restò lì, sul ciglio della strada, ad osservare New York nella sua folle orsa contro il tempo…tempo che ora anche per lui scorreva inesorabile: Itachi era tornato…poteva essere ovunque…e aveva un obiettivo.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Nove ***


Capitolo nove

 

-…ha chiamato Shikamaru…- disse Ino, vedendo entrare Sasuke – ha detto che da noi non può più accettare chiamate…-

-…cos’è successo?-

-non ne ho idea…ha solo detto che ci è riuscito…-

-…capisco…molto bene…- e se ne andò in ufficio

Kakashi ebbe un brivido nel vederlo entrare. Sasuke poggiò un elenco sulla scrivania di Sakura e andò dietro la sua.

-…Kakashi…- iniziò a dire –…ho bisogno che assisti Shika…credo sia nel punto in cui se lo beccano è un uomo morto…- Sasuke iniziò a scrivere a computer

-ok…ma dimmi…cos’ha scoperto di così pericoloso?-

Sasuke restò in silenzio con gli occhi fissi sullo schermo. Ad un tratto si buttò sullo schienale e sorrise sornione

-…Shika è sempre il migliore…- disse poi. Kakashi si avvicinò al computer e lesse. Il suo volto si impegnò in un’espressione di sorpresa e di incomprensione

-cosa vorrebbe dire??-

-…appena Shika si fa sentire, tu vai a questo indirizzo…- gli sottolineò una riga -…armato fino ai denti…- Sasuke inclinò la bocca in un ghigno di soddisfazione. Kakashi, invece, non del tutto convinto, lo assecondò

-.. ok…-

-…troverai…- continuò poi l’altro come se avesse compreso la perplessità del collega -…chi sta dietro a questo orribile gioco della Roulette Russa…-

-ci siamo quasi…- ribatté Kakashi illuminandosi

-…si…- concluse cupo Sasuke…si voltò verso le finestre -…quanto a me…io e mio fratello abbiamo un conto in sospeso chiamato famiglia…- sussurrò appena

 

-dunque…il tuo nome…-

- io mi chiamo…Jason…-

-…bene…spero per te che tu un buon assistente…-

-certo, signore…-

-…sai…a me piacciono le persone che lavorano e parlano poco…-

-…io, signore, parlo solo se interpellato e con le persone di cui so di potermi fidare…-

Il capo sorrise e si voltò

-…molto bene…allora inizia pure da questi fascicoli e…siccome penso di potermi fidare…prendi questi numeri e chiamali avvisandoli del prossimo incontro…-

-…si signore…- deglutì avvicinandosi, prese i fascicoli e si avviò verso l’uscita

-…comunque non occorre che lavori sotto falso nome…Shikamaru Nara…-

Shikamaru si irrigidì a quelle parole…poi si voltò con il sorriso malizioso

-…allora ha visto il mio curriculum vitae…beh…sappia che della polizia ormai non mi interessa più nulla…è noiosa e poi mi sono sempre chiesto come fosse essere dall’altra parte…e devo dire che mi piace molto…Orochimaru- guardò il capo negli occhi…anch’egli sorrise

-…si si…capisco…ma fai anche solo un passo falso e finisci come il tuo predecessore…sono stato abbastanza chiaro?!- concluse Orochimaru. Shikamaru non rispose...si limitò semplicemente a girare i tacchi ed andarsene.

Chiuse la porta alle sue spalle e buttò fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni

“scampata…” pensò…ora doveva essere cauto…aspettare che si fidassero di lui e poi affondarli non appena Sasuke fosse stato in grado di bloccare Naruto Uzumaki e suo fratello.

 

Odiava ammetterlo…Odiava nominarlo…Odiava tutto di loro…tuttavia…erano la sua famiglia…e avrebbe dovuto difenderli.

Le immagini della sua infanzia erano sangue e morte…erano solitudine e tristezza

Le immagini della sua adolescenza erano severità e disciplina…le sole cose che lo avevano portato fuori dalla monotonia della sua vita e gli avevano dato la possibilità di reagire…la sola strada per diventare qualcuno in grado di portare giustizia…e in questo caso, anche vendetta…

Conosceva bene i trucchetti di suo fratello, li aveva studiati per anni e ora si sentiva pronto ad affrontarlo…finalmente, avrebbe pagato per tutti i crimini commessi…

Si alzò dalla scrivania e uscì dall’ufficio. Passò oltre il caos del corridoio e scese al sottopiano: le gattabuie.

Entrò e camminò celermente attraverso le celle di prigionieri scalpitanti.

Ad un tratto gli arrivò uno sputò su una guancia. Si fermò e se la ripulì. Senza guardare il colpevole si avvicinò alla cella. Appena gli fu davanti, questo gli prese il colletto e lo trasse a sé con tutta la sua forza.

-che c’è? Hai troppa paura??- disse l’energumeno che lo teneva…Sasuke non parlò…l’altro rise…-…guardami idiota!!!!- sbraitò…Sasuke gli rivolse lo sguardo più sprezzante che avesse…lo sguardo tipico della sua famiglia. L’uomo lo lasciò andare e si ritrasse indietro, tremante. Sasuke invece restò lì, a guardarlo dritto negli occhi, quasi disgustato…pareva quasi che da un momento all’altro estraesse la pistola e facesse strage

-…tu…- cominciò ancor più sprezzante nella voce -…tu e tutti i tuoi miserabili compagni…- in tutte le celle regnò improvvisamente il silenzio -…non siete altro che inutili scimmie senza cervello…- Sasuke ebbe tutti gli sguardi fissi e silenziosi su di lui…a quelle parole e a quello sguardo nessuno ebbe il coraggio di fiatare…tutti lo riconobbero come…

-…chi sei tu? Non puoi essere uno sbirro…- disse un uomo, spuntando dal buio di una cella…Sasuke si voltò

-…si…mi spiace deluderti…-

-…tu sei un Uchiha…io sono un killer…e ho visto lo sguardo di un Uchiha…proprio come il tuo…voi avete il male che scorre nelle vene e la vostra sete e quella della morte…tu…-

-…taci!- interruppe Sasuke. Estrasse la pistola e la puntò contro il detenuto. Sorrise soddisfatto mentre lo vide iniziare a sudare, mentre cercava invano di nascondere la sua paura -…taci…! Tu parli troppo e per niente per i miei gusti…- abbassò la pistola. Lo vide rilassarsi e tirare il respiro…non gli piacque vederlo così -…per uccidere non mi occorre una pistola…mi bastano due dita e la giusta pressione nei punti vitali…- disse allora e l’uomo drizzò subito ancora tremante

-…cosa vuoi Uchiha…- disse quasi disgustato

-…tu devi essere Kisame Hoshigaki…- sorrise ancor più divertito, leggendo la sorpresa sul volto dell’uomo -…vieni…abbiamo un paio di cose di cui discutere a proposito di mio fratello…-

-…tuo fratello?-

-…già…mai sentito parlare di…Itachi?- disse Sasuke avendo un brivido a pronunciare quel nome. Kisame sussultò e sgranò gli occhi più di quanto fosse umanamente possibile…non poteva credere alle sue orecchie…

-…I…Itachi?!-

 

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Capitolo 11
*** Capitolo Dieci ***


Capitolo dieci

 

- mi deludi, Itachi…-

-…non so che farci…in fondo ti sto facendo un favore…perciò…non lamentarti…intanto è in ospedale…-

-…io lo voglio morto!!!!- urlò spazientito

-…ora mi sembra tu stia esagerando un po’, Orochimaru!!!- sbottò spazientito Itachi, con la sua solita, fastidiosissima calma -…il tuo sta diventando un capriccio, più che una costrizione…-

-…non mi interessa…ti pagherò fior di dollari se lo finirai per benino!-

-…come vuoi…- disse guardando in direzione della porta, dietro la quale avvertiva una presenza -…ma questa volta farò a modo mio…se devo fare una cosa insensata…almeno voglio divertirmi…-

-…fa come ti pare…basta che lo fai per bene…- concluse Orochimaru

-…certo…-

 

Attese silenzioso…questa era l’ultima delle sue occasioni…l’ultima delle sue scommesse…

-…hei tu! Vuoi puntare o no?- la voce pastosa alle sue spalle lo distolse dai suoi pensieri

-…s…si…ecco i soldi…- inavvertitamente lasciò cadere anche il telefono cellulare…non gli era mai successo di essere così nervoso…eppure di lavori ne aveva fatti tanti!

L’uomo davanti a lui, lo guardò bieco

-…tutto a posto??- poi la sua bocca si aprì in un penoso sorriso -…ah capisco! È la tua prima scommessa?! Tranquillo…se andrà bene ci rivedremo presto…-

-…no…- rispose lui…-non è la prima…ma l’ultima…- disse riprendendosi il cellulare.

Non poteva permettersi distrazioni e sentimenti in un momento come quello! Accidenti! Era riuscito ad arrivare fino al boss e ora aveva paura di portare a termine l’operazione??

Suvvia!! Lui era il mitico Shikamaru Nara, in grado di svincolarsi da ogni situazione. Aggrottò le sopracciglia e aprì il cellulare…compose il numero in memoria…ora era il momento.

Si accomodò tra gli spalti come gli era stato ordinato dal suo capo…prese la tazza di caffè e se la portò alla bocca. Ne bevve un lungo sorso e poi attese…

//…pronto?//

-…ci siamo tutti…- e riagganciò. Si guardò attorno…sperava solo che Kakashi arrivasse prima che lo spettacolo avesse inizio…non era una cosa a cui amava molto assistere…

 

La stanza buia, illuminata appena da una piccola lampadina che ondeggiava rumorosamente attaccata al soffitto.

Restò in silenziosa attesa…la risposta doveva essere lì, pronta ad uscire…si trattava solo di attendere con gli occhi fissi sul suo bersaglio…quella che lui amava definire, la sua vittima

-…E così tu sei il fratello…interessante…-

-…rispondi…- disse atono

-…calma calma…non ho intenzione di dirti nulla…è un mio fidato amico…-

-….quindi preferisci morire che parlare…-

-…esattamente…- rispose il delinquente con tono di sfida.

-…come vuoi…- Sasuke si alzò come nulla fosse e si diresse verso la porta…sapeva che quella era una tortura psicologica

-…a te non te ne sbatte una minchia, vero…di ciò che ne sarà di me per causa tua…??-

-…dovrei?-

-non rispondere con un’altra domanda…- disse Kisame, rimanendo impassibile. Sasuke si fermò con la mano sulla maniglia gelida -…sai, sei proprio come tuo fratello…-sorrise beffardo l’uomo - …d’altronde buon sangue non mente…a voi Uchiha non ve ne frega niente ne della vita vostra ne e ancor meno, di quella degli altri…-

Sasuke strinse più forte la maniglia, digrignò i denti e inizio a tremare dalla rabbia. La tortura psicologica si poneva da entrambi i fronti e si era trasformata in una guerra fredda.

Si voltò e fissò Kisame con lo sguardo più carico di odio che si sarebbe mai sognato di avere…in poco meno di un secondo si ritrovò a prenderlo per il colletto e sbatterlo al muro…Kisame continuò a sorridere

-…no…non mi ucciderai…voi non uccidete mai per nulla…-

-ah davvero?!? Allora spiegami perché mio fratello è diventato il sicario di qualcun altro…-

-…beh! Itachi lo fa per divertimento…ecco il suo motivo…-

-…e se fosse per ordine?-

-impossibile…-

-…io non ci metterei la mano sul fuoco…mio caro…- disse Sasuke sprezzante. Il sorrisino beffardo di Kisame sparì…il poliziotto lo lasciò andare e lui scivolò lentamente a terra.

Questa volta fu Sasuke a sorridere soddisfatto

-…ora mi dirai quello che sai su mio fratello?-

Kisame si limitò ad annuire. Si sedette e iniziò a raccontare.

Passarono due ore prima che il criminale terminasse.

Improvvisamente un poliziotto entrò trafelato con un cordless in mano

-signore…- disse rivolgendosi a Sasuke -…credo sia per lei…è…è urgente…-

Sasuke si alzò e prese la cornetta, lasciandosi il poliziotto alle spalle

-…pronto?-

//ciao…// rispose una voce atona…tremendamente familiare

-e tu cosa vuoi??-

//New York Medical Centre, giusto?//

-cos…- l’ospedale dov’era ricoverato Naruto, pensò

//sai, lì c’è un amico di vecchia data…pensò che andrò a salutarlo…//

-no! Non ti azzardare a…-

//che paura! E tu cosa mi fai??//

-…non ci metto poi tanto a raggiungerlo…!!- esclamò Sasuke…dall’altra parte sentì un risatina

//…e allora raggiungimi, Sasuke…// riagganciò…

-….no!!Shit!- imprecò il ragazzo. Guardò Kisame che lo osservava misto tra il perplesso e il soddisfatto -che c’è?!- sbuffò seccato, mentre dava cenno di portarlo via e prendeva la giacca per precipitarsi fuori…la sua cera non doveva essere delle migliori

-…era Itachi, non è vero?- disse Kisame a bruciapelo. Sasuke sussultò nell’udire quel nome…lo guardò mentre veniva portato fuori

-…si…era proprio lui…- disse uscendo e precipitandosi verso l’uscita.

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Capitolo 12
*** Capitolo undici ***


Capitolo undici

 

Un uomo alto, grassoccio e calvo, si precipitò verso l’entrata e fermò il gioco

-…c’è stata un soffiata!! La polizia sta arrivando!!!!- urlò toccandosi la fronte madida di sudore.

Orochimaru scattò in piedi, irato.

-come sarebbe a dire??-

-la polizia ci è alle calcagna!!! Sono ai cancelli!-

Orochimaru scrutò attentamente tutti…d’un tratto il suo sguardo si immobilizzò…

In poco tempo vi fu il panico generale e tutti iniziarono a scappare a destra e manca come un formicaio impazzito sotto la minaccia del fuoco.

Orochimaru rimase imperturbati nella sua posa quasi statuaria, a testa alta e lo sguardo immobile ancora sullo stesso punto.

D’un tratto prese a camminare a grandi passi verso il centro della grande stanza ovale…sempre più a falcate, iniziò a correre in quella sua posa quasi irreale, l’eleganza in grado di non far notare che aveva iniziato a correre saltando i gradini a due a due…

La stanza era ormai quasi vuota quando, con uno scatto felino si ritrovò con la pistola in mano, pronta a sparare un colpo mortale.

Fu questione di un istante…che avrebbe deciso vita o morte.

-…fermati, lì, dove sei…- disse con fermezza Orochimaru.

Lui si voltò lentamente…il suo volto era terreo e il polso quasi non c’era più…il cuore stesso, perse un colpo

-…che fai?!- urlò cercando un sorriso…ma per un qualche motivo, aveva perso la sua solita calma, e ora, odiava ammetterlo, era nel panico più estremo…

-…maledetto…- sibilò il boss con occhi a fessura -…come hai osato…- la voce gli tremò per qualche istante, forse per la troppa collera, o forse perché di persona, non era mai stato costretto ad usare un’arma…

-…fare cosa??- fece finta di nulla

-…Shikamaru!!- urlò Orochimaru, lasciando da parte quella dignità, e deformando il viso in una smorfia truce…caricò la pistola -…ora tu, qui…morirai…!!- disse con estrema lentezza.

Shikamaru tremò…non ebbe nemmeno il tempo di ribattere…cadde seduto, in preda ai sudori freddi e iniziò a carponare all’indietro…il muro lo bloccò, facendolo risalire in piedi…si appiattì contro e vide il dita di Orochimaru fare pressione sul grilletto… più essa aumentava più la sua vita si avvicinava alla fine…di più…ancora un attimo e poi…

BANG!

Il cuore perse un altro colpo…cadde a terra e restò con gli occhi spalancati…ebbe qualche secondo di convulsioni, e poi rimase definitivamente inerme.

-...grazie…- disse senza fiato

-…appena in tempo…- sospirò puntando verso il bossolo conficcato nella parete opposta a lui -…tutto bene Shika??-

-…credo di si…- la spia prese un lungo respiro e si sedette…-…grazie infinite Kakashi…-

Il compagno lo raggiunse

-…ormai sei diventato vecchio per queste cose…-

-…già…- si prese la faccia tra le mani…ebbe un ultimo brivido -…e dopo questa…non penso ce ne saranno ancora di così! È stato terrificante e tremendamente difficile!-

Kakashi rise

-…detto da te è grave…- si sedette e osservò i suoi uomini entrare insieme ad alcuni medici e portare via Orochimaru di corsa…

-…ce la farà, il tuo boss??- chiese Kakashi…Shikamaru lo guardò storto

-…spero possa marcire in prigione per il resto della sua miserabile vita!-

-…degna risposta di un Nara- sorrise l’altro soddisfatto…si alzò e si avviò verso l’uscita, dove i suoi uomini lo attendevano per fare rapporto

-…anche questa storia si è conclusa…- disse Kakashi fermandosi al centro della stanza

-…hai saputo novità per quel ragazzo che orochimaru vuole far uccidere a Itachi?-

Il collega negò

-…Sasuke è sparito…dopo aver saputo del fratello, è cambiato improvvisamente…-

-…capisco…e…Ino?-

-…Ino sta bene…però io andrei a trovarla all’ospedale se fossi in te appena ti riprendi…-

Shikamaru scattò in piedi e Kakashi si voltò divertito

-…è un bel maschietto!!! Ti assomiglia un sacco!!-

Gli occhi della spia si illuminarono di una luce meravigliosa…una buona notizia, finalmente!

-…sveglia, man! Sei padre!- e detto questo Kakashi lo lasciò bollire nel suo brodo di giuggiole

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Capitolo 13
*** Capitolo Dodici ***


Capitolo Dodici
 
L’odore di disinfettante era il più terrificante che conoscesse. Entrava nei polmoni e li faceva bruciare, a volte fino quasi al vomito.
Imprecò un paio di volte, quando, con il fiato corto, inciampò sugli scalini che portavano al quinto piano…alzò lo sguardo verso la porta e si accorse improvvisamente di quanto ancora essa fosse lontana…accelerò e piombò con un kamikaze nel reparto in cui era ricoverato Naruto. Fece saltare al muro un paio di dottori e scavalcò con un salto un paio di carrelli…pensò che, probabilmente, la gente l’avrebbe visto come un pazzo maniaco…ma in quella situazione non c’era tempo per tirare fuori il distintivo.
Sentì il cellulare vibrare nella tasca del giubbotto…doveva di certo essere Kakashi, con buone o cattiva notizie…chissà se era finito tutto per il meglio…se così fosse stato, tutta quella fatica era uno spreco di tempo, nonché di energie. Per un momento ebbe quasi la tentazione di fermarsi a rispondere….ma poi l’orgoglio lo frenò e lo costrinse a correre ancora più forte…non era più una questione di vita o di morte per un potenziale testimone oculare…lì, dietro la porta davanti cui ora era fermo, in trepidazione, c’era il fratello…l’essere più infimo, crudele, bastardo e insensibile, che avesse mai conosciuto.
Inspirò profondamente e deglutì…fece roteare la maniglia, ed entrò con convinzione.
Si guardò intorno non badando a chiudere la porta. Naruto era disteso sul letto e lo fissava terreo
-…scusa non volevo disturbarti…io sono della polizia…- disse Sasuke cercando di tranquillizzarlo…per tutta risposta Naruto si ritrasse nervosamente sul letto e sbiancò ancora, se possibile.
Con uno scatto, la porta si chiuse rumorosamente. Sasuke sussultò e restò immobile, come appena svegliatosi da un incubo terrificante. Si girò lentamente, quanto più umanamente possibile e il cuore si fermò di colpo
-…alla buon ora…- sussurrò la figura snella e un po’ patita di fianco alla porta, con il braccio disteso verso la maniglia.
Sasuke deglutì e con uno sforzo enorme riuscì a riprendere un po’ di controllo di sé stesso…dietro di lui sentì Naruto pigolare come un cucciolo…
-…sei già qui…Itachi- disse il poliziotto in un sussurro di disprezzo…fece per prendere la pistola ma il fratello fu più veloce
-…io se fossi in te non lo farei, fratellino…- sibilò estraendo un piccolo aggeggio dalla tasca del suo cappotto nero.
Sasuke sbiancò
-…una bomba!? Non oserai! –
-…e questo chi te lo fa pensare…ho passato la vita ad aspettare il momento in cui, finalmente avrei fatto fuori anche te, Sasuke caro, una volta esaudito anche questo mio capriccio…e accontentato Orochimaru….chi se ne frega di ciò che farò!- rise itachi sadicamente, prendendo la pistola, lasciata cadere a terra da Sasuke…
-….mi fai schifo…sei patetico!- Sasuke s’impegnò in una smorfia di vero disgusto…Itachi, da parte sua, si limitò a fare spallucce e a portarsi vicino al letto di Naruto…
-…di questo ragazzino non me ne importa un granché…- disse osservandolo con disprezzo -…il mio obiettivo è sempre stato uno, dopo l’assassinio dei nostri genitori…- il suo viso si deformò in un’espressione di pura pazzia…Sasuke si ritrasse
-…ora sono io il tuo obiettivo…vero??- sussurrò ansimante, spostandosi per cercare le distanze dal fratello, ora più che mai, fuori di sé
-…certo…- Itachi prese Naruto per il collo che pigolando parole incomprensibili, chiuse gli occhi e portò le mani sulla gola per tentare invano di liberarsi dalla morsa...Itachi lo sollevò e il biondo iniziò a dimenar le gambe all’aria, in cerca di un po’ di sollievo.
Sasuke fece per scattare in avanti, ma qualcosa di più forte lo costrinse a rimanere immobile…come se ogni parte del suo corpo avesse improvvisamente deciso di fare sciopero.
-…perché lo fai…?- chiese poi, raccogliendo un po’ di ordine tra le sue idee. Itachi rise così forte che fu costretto a piegarsi un momento. Proprio in quell’istante, Sasuke, con un movimento felino, afferrò il telefono cellulare nella tasca e premette il numero di chiamata automatica…ora aveva la speranza che Kakashi potesse capire la sua situazione…
Itachi respirò a fondo e tornò ad osservare il fratello con il suo solito sguardo vacuo
-…perché lo faccio?? Intendi perché, anche se non centra niente, voglio uccidere questo pappamolle?? Beh! Per il semplice motivo che lui è un soggetto interessante…mi piacciono le vittime che sono dure a morire…ah! Fratellino, caro…quanto ho aspettato questo momento! Tu, io…una sola morte! Tutto come ho sempre sognato…- rise ancora
-…tu sei pazzo…- Sasuke indietreggiò di qualche passo e si poggiò al muro
Itachi osservò soddisfatto Naruto…restò imbambolato a contemplarlo per qualche secondo, poi, come preso da uno scatto d’ira, lo scagliò a terra come un oggetto e si diresse a grandi passi verso il fratello.
Naruto si riprese e osservò la scena quasi inorridito…poi si voltò e puntò lo sguardo oltre la finestra aperta…scivolò silenziosamente oltre il letto e si aggrappò alla scala antincendio di qualche metro più in là…lanciò un’occhiata ancora, all’interno della stanza…ebbe un tuffo al cuore nel pensiero di dover abbandonare così colui che gli aveva salvato la vita più d’una volta, ma alla fine, scivolò giù per le scale.
Sasuke si appiattì ancora di più alla parete, quando Itachi, con estrema foga, gli strinse il collo e tentò di rompergli in due la trachea. Il respiro gli si mozzò d’istante e sentì il sangue bollirgli nel cervello, come se la testa stesse per esplodere da un momento all’altro
-…tu…- iniziò Itachi, ormai completamente fuori da ogni sua capacità mentale -…tu non puoi capire il brivido che si prova nel veder morire una persona, mentre tu hai il suo cuore, ancora pulsante in mano….non puoi sapere quanto si può godere, nell’osservare gli investigatori, cercare di raccapezzarsi in un caso irrisolvibile, grazie ad un tuo solo dito…no…tu non puoi capire…perché sebbene proveniamo dalla stessa famiglia londinese….tu…tu non hai il sangue di Jack lo Squartatore nelle tue miserabili vene!- Itachi strinse ancora più forte, più di quanto fosse umanamente possibile.
A quelle parole e a quel nome, Sasuke ebbe un conato…gli si fermò in gola, impedendogli ancora di più a respirare…cercò sollievo, tentando di allentare la presa del fratello, che però pareva di acciaio…non poteva parlare, ne poteva fare alcun che gli permettesse di liberarsi….forse, allora…era quella la sua fine??
Poi, d’improvviso, notò il telecomando a distanza che pendeva pericolosamente, fuori dalla tasca di Itachi…chiuse gli occhi, che ormai sembrava volessero uscire, e allungò la mano.
 
-…ho urgentissimo bisogno di parlare con un certo signor Hatake…- urlò un ragazzo entrando trafelato e rosso in volto, dentro l’ufficio di Sakura
-…mi dispiace….ma al momento è fuori per un’emergenza…- disse lai
-…la prego!! È molto urgente!! Si tratta del suo collega!! Dovrebbe essere un Uchiha, da quel che ho potuto intendere!- insistette il ragazzo…Sakura ebbe un tuffo al cuore e si mise a trabattare con il computer…dopo qualche minuto, si fermò…passò lo sguardo dallo schermo al ragazzo e dal ragazzo allo schermo
-e tu cosa ci fai qui!?!?!?- urlò in un grido stridulo -…dovresti essere all’ospedale!!-
-…sono scappato!! È successa una catastrofe!! La prego! Mi faccia parlare con quell’uomo…- ma intanto che lui diceva così, sakura aveva già preso in mano il telefono…i primi due numeri che compose li trovò spenti, l’ultimo occupato…preoccupata si diresse verso Naruto
-…mi dispiace ma non può rispondere…-
Il giovane, prese a camminare avanti e indietro come uno spiritato
-…L’Uchiha è in grave pericolo!- urlò poi, quasi con le lacrime agli occhi…d’un tratto, tutto il distretto si zittì e si voltò a fissarlo…dal suo ufficio uscì Tsunade all’armata e lo chiamò dentro…lì, Naruto, raccontò tutta la storia nel minor tempo possibile
-…RECUPERATE KAKASHI E I SUOI UOMINI!!!- ringhiò Tsunade dopo circa dieci minuti -…E POI VOGLIO SUL POSTO I MIGLIORI ARTIFICIERI DEL DISTRETTO!!!...MUOVETEVI, INCAPACI!!!!-
 
Fu in un secondo, che riuscì ad afferrarlo e a portarlo con soddisfazione, davanti agli occhi del fratello, che immediatamente, mollò la presa e si allontanò di qualche passo, cercando nervosamente qualcosa nelle sue tasche.
Si rivoltò su se stesso per qualche secondo, prima di realizzare quello che era appena accaduto
-…e ora?? Come la mettiamo??- chiese sarcastico Sasuke
 

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Capitolo 14
*** Capitolo Tredici ***


Capitolo Tredici
 
-…maledizione…!!!- sibilò Itachi…solo in quell’istante si accorse che anche la sua seconda preda era scappata…la sete di vendetta, si aprì in uno stato d’ansia, di cui non aveva mai sentito nemmeno l’eco…quasi si odiò per questo.
Sasuke continuava a sorridere soddisfatto sventolando il telecomando a destra e a manca, ma in realtà non aveva la minima idea di come poter far finire quell’incubo…non aveva nessuna intenzione di ucciderlo, anche se l’avrebbe potuto fare con grande facilità in quella situazione…eppure pareva non esserci altra scelta.
Rimasero a scrutarsi per alcuni minuti, senza che alcuno parlasse. Poi, ad un tratto, Itachi sorrise di un sorriso distorto
-…che c’è?!- esclamò Sasuke infastidito
Itachi continuò in una risatina sottomessa…allungò il braccio e lo infilò nella tasca interna del cappotto…qualcosa brillò…qualcosa che fece sussultare Sasuke di terrore
-…ti sei dimenticato…di questa!- estrasse soddisfatto la revolver, confiscata al fratello poco prima e gliela puntò contro.
-…metti giù quel telecomando o ti faccio fuori…- disse sprezzante Itachi -…lo sai che non è questa la fine che voglio per te…perciò fai da bravo…riconsegnamelo…-
Per tutta risposta Sasuke fece spallucce…ora come ora…non gliene fregava più di tanto
-…e chi mi dice che mi stai dicendo la verità??- disse poi
-…fidati…- rispose itachi caricando il tamburo…-…non dico mai bugie al mio fratellino adorato…-
Sasuke spostò di colpo, la sua attenzione dal fratello alla finestra…notò un’ombra furtiva muoversi dietro le tende…una figura inconfondibile che era pronta a scattare…
Decise di fare il gioco di Itachi in modo di attirare ogni attenzione su di sé…si abbassò lentamente e lasciò cadere a terra il telecomando…si rialzò e con un calcio lo spinse via.
Itachi ripeté a specchio le stesse azioni…
Si abbassò e si allungò verso il telecomando.
Sasuke sorrise quasi impercettibilmente…Itachi lo avvertì e alzò lo sguardo…fu solo allora che si accorse di qualcuno alle spalle…
Scattò in piedi e si girò…dietro di lui Kakashi rimase in piedi…paralizzato…
-….nooooooo!!!- gridò a squarcia gola Sasuke, tuffandosi verso il fratello.
Troppo tardi…il colpo partì.
Sasuke vide Kakashi scivolare a terra senza sensi e fu allora che, come d’istinto, si scagliò su Itachi.
Iniziò una battaglia cruenta…iniziarono  a volare potenti pugni e calci a non finire.
Ben presto si ritrovarono sull’orlo del piccolo terrazzino a ringhiera.
Itachi teneva ancora stretto in mano il telecomando…Sasuke lo prese al collo e lo distese parallelo al suolo…lasciandogli cadere il busto nel vuoto…Itachi cercò, in un ultimo atto di disperazione di premere il pulsante e far esplodere la stanza, ma nel tentativo, il telecomando gli scivolò via dalle mani…
Ora era solo, contro la morte che lui si era fatto tanto amica.
Sasuke lo spinse ancora più giù, facendolo rimanere in bilico tra la ringhiera e l’infinito vuoto di almeno 20 metri.
-…ma tu verrai con me…- disse mentre con un colpo di reni, si aggrappò al fratello e si lasciò cadere…
Sasuke sbiancò…si sentì trascinare e si trovò incapace di appigliarsi ad un qualunque oggetto…la ringhiera gli scivolò via dalle mani come sapone…chiuse gli occhi, sentendo il peso del fratello lentamente abbandonarlo.
D’improvviso, una mano afferrò il suo braccio e lui si bloccò a mezz’aria…aprì gli occhi increduli e li volse verso l’alto…
-…e no…tu non puoi morire ora…- disse Kakashi sorridendo e cercando di tirarlo su con l’unico braccio buono che gli era rimasto.
Sasuke si attaccò alla recinzione e si spinse al sicuro…lasciandosi un momento, disteso sul pavimento a riprendere fiato…
Kakashi si lasciò cadere disteso sul letto, mentre un’infermiera era entrata allarmata per il baccano e aveva iniziato a chiamare i soccorsi.
Sasuke si alzò e si osservò le ferite un po’ ovunque…raccolse il telecomando e si avvicinò alla ringhiera…gli bastò sporsi appena un poco, per riuscire a vedere alcune persone correre verso qualcosa nel bel mezzo della strada…alcuni taxi e alcune macchine si erano innaturalmente parcheggiate e casaccio nel bel mezzo della via principale e avevano creato un ingorgo, proprio davanti all’ospedale…
Due o tre medici raggiunsero il corpo in mezzo alla strada, che ora, si poteva vedere chiaramente…Sasuke sorrise amaramente e rientrò.
Si accorse che erano giunti anche gli artificieri…ne riconobbe uno in particolare…lo aveva conosciuto durante un corso di aggiornamento…lo sentiva borbottare mentre era disteso sotto al letto in una posizione a dir poco scomoda
-…è un peccato disattivare una bomba così complessa…- bofonchiò uscendo
-…che strano! Hanno mandato un’incapace come te? Deidara?- sbottò Sasuke a bruciapelo, poco prima di uscire dalla stanza.
Finalmente il caso era risolto…e da quella notte avrebbe potuto dormire sogni tranquilli.
 
 

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Epilogo
 
Click
E il tamburo si apre tra le mani tremanti
Dlink
E il bossolo esce, cadendo sul pavento freddo…
E il tamburo si richiude
Ancora nelle stesse mani tremanti
Nuove di fronte al freddo di un metallo assassino…
E abbandona la presa…
Scivola inesorabilmente verso il basso
E cade in terra in un sonoro tonfo…
E le mani tremanti si allontanano…
Chiudono a chiave quel lontano ricordo…
Lasciando il gelido metallo,
silenzioso e immobile…
 
 

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