Roulette Russa di meandme (/viewuser.php?uid=20001)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo... ***
Capitolo 2: *** capitolo primo ***
Capitolo 3: *** capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** capitolo tre ***
Capitolo 5: *** capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** prologo... ***
ROULETTE
RUSSA
NARUTO
Prologo
La
rivoltella gira
velocemente. Un colpo secco e si chiude.
Click…
E
il gioco ha inizio
Click…
La
strada verso l’inferno è
ancora lunga
Click…
Ancora
sofferenza…e la
tensione aumenta
Click…
Chiudo
gli occhi e premo il
grilletto
Click…
Quanti
colpi ancora, prima
della fine?
Click
Tocca
ancora a me. Tremo.
Deglutisco
…click…
Respiro.
Inizio a sudare.
...
Silenzio.
Lungo e
interminabile.
BANG!
Il
corpo esanime della
persona al mio fianco cade sotto il suo peso. Alzo la benda e guardo la
gente
sopra la mia testa, osservare la scena, bisbigliando con disappunto. Mi
pietrifico. Il corpo vicino a me sussulta in preda a spasmi orridi.
Sento il
vomito salirmi in gola e le gambe abbandonarmi.
Se
ora scappo, sarò braccato
per la vita. Ma non ce la faccio.
Chiudo
gli occhi e mi spingo
in avanti, uscendo di corsa.
Delle
grida dietro di me,
ordinano di catturarmi, ma io sono più veloce e mi rituffo
nel caos della città
e mi mischio tra la folla.
Nessuno
mi potrà trovare,
finché vivrò tra le strade di New York.
Cambierò nome e aspetto e nessuno saprà
chi sono.
È
questa la dura vita per
chi chiede soldi alla gente sbagliata, e non riesce a sanare il debito.
È
questa, la dura vita delle
vittime della roulette russa.
Un pò corto...però spero di avervi acceso almeno
un poco la curiosità!!
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Capitolo 2 *** capitolo primo ***
Capitolo uno
Abbassò
il New York Times,
chiudendolo sopra la scrivania e riponendolo in ordine nel cassetto. Si
accese
una sigaretta e aprì la finestra, sedendosi sul davanzale e
osservando le
macchine sfrecciare 100 metri
più in basso.
-signore…-
disse una ragazza
entrando rapida nell’ufficio e sedendosi alla scrivania
accanto a quella del
suo capo
-…si?
Che c’è, Sakura…-
rispose l’uomo, spegnendo la sigaretta e ritornando
all’interno dell’ufficio
-…Shino
ha scoperto che c’è
stata una nuova riunione di scommettitori…pare che facessero
le loro puntate da
internet, con l’uso di codici segreti!- sorrise
-…chiaramente il nostro caro
acker è riuscito a codificarli…- portò
un fascicolo alla scrivania del capo
-…Shino è davvero il migliore, quando si tratta
di computer!- rise Sakura contenta.
Proprio in quel momento entrò un altro componente della
squadra
-…peccato
che fuori dalla
centrale, sia un fiasco, vero Sakura?- disse lasciandosi cadere sulla
sedia,
dietro la sua scrivania
-…è
acqua passata, Sasuke!!-
sbraitò Sakura, diventando completamente rossa
-piantatela
di litigare, voi
due!- disse il loro capo, concentrato a leggere il rapporto.
Il
telefono cellulare
squillò. Sasuke lo raggiunse di corsa
-…pronto?
Si? Chi parla?? Oh
ciao! Ti passo subito Kakashi!- posò la cornetta,
-…capo! È per lei, è
l’agente
Inuzuka… la desidera..-
Kakashi
alzò lo sguardo
sorpreso e aggrottò le sopracciglia. Allungò la
mano e si fece passare il
ricevitore
-…pronto?
Kiba?-
/signore…ne
abbiamo trovato
un altro!/
-…accidenti…lasciate
a
Sakura l’indirizzo…io avviso
Tsunade….arriviamo appena possibile…-
/molto
bene, signore…/
Kakashi
passò il telefono
cellulare a Sakura e si precipitò nell’ufficio
accanto
-ne
hanno trovato un altro…-
disse di tutta fretta alla donna seduta a sorseggiare caffè,
dietro la
scrivania
-…ancora!...bene…prenditi
un
uomo e vai immediatamente…che questa storia finisca una
volta per tutte!-
-…molto
bene…porterò con me
Sasuke…- uscì e si precipitò
nuovamente nel suo ufficio. Prese con sé Sasuke e
l’indirizzo dalle mani di Sakura e corse a sirene spianate
verso il luogo del
delitto…alzò il bigliettino giallo verso il
volante. Lo lesse. Lasciò uscire
un’imprecazione di rabbia. Sasuke lo osservò
accigliato. Non serviva porre
nemmeno la domanda
-…è
lo stesso posto in cui
Shino ha localizzato le riunioni dei giocatori della roulette
russa…anche
questo omicidio si collega a quelle stupide scommesse
clandestine…- disse in un
sussurro Kakashi -…quanti! Quanti ancora ne dovranno morire,
per far piacere a
qualche stupido riccone di merda!!!!-
-ha
visto? Oggi è su tutte
le prime pagine dei giornali! Quelle azioni che ha comprato sono
fruttate
molto!! Complimenti!- disse un’ombra nella penombra della
stanza
-…taci!-
sibilò una voce
dietro la poltrona in pelle, volta verso le finestre serrate
-…mi
scusi-
-…piuttosto…si
è più saputo
nulla di ieri sera?-
-…non
abbiamo lasciato
tracce, signore…ora la polizia è
lì…ma non troverà nulla-
-…stupido!-
la voce era così
fredda che fece sussultare la seconda ombra nella stanza –
intendevo
dell’incidente con il sopravvissuto…-
-…oh!-
esitò l’altro
-…beh!
allora Kabuto!?-
-…signor
Orochimaru…beh! il
sopravvissuto è riuscito a scappare…ed
è tutt’ora un fuggitivo…ma lo
rintracceremo presto!- Kabuto sentì un ringhio di rabbia. Il
padrone si era
arrabbiato e ora stava rischiando la vita…chiuse gli occhi e
abbassò il
capo…-non si preoccupi! Lo prenderemo e lo toglieremo di
mezzo molto presto…-
-…inizia
a pregare…-
sussurrò Orochimaru -…perché se entro
24 ore quel ragazzo non sarà rinchiuso
all’inferno, tu sarai il prossimo a gustare il brivido del
mio gioco!-
Kabuto
deglutì, mentre un brivido lo percosse. Si ritirò
in silenzio e si posò sul
muro appena fuori, nel corridoio…cercò di
riprendere fiato. Il suo capo non
aveva pietà per chi non manteneva i suoi
contratti…e lui lo sapeva bene.
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Capitolo 3 *** capitolo secondo ***
Capitolo due
Si
mosse rapidamente tra la
folla. Ormai aveva imparato a guardarsi le spalle con un occhio e
avanti con
l’altro. Non poteva fidarsi di nessuno, parlare con nessuno
e, se possibile,
non sprecarsi nemmeno di procurarsi il cibo in luoghi
pubblici…c’era sempre il
rischio che qualcuno lo riconoscesse. E allora per lui sarebbe stata la
fine.
Da
due giorni vagava senza
casa, per le vie di New York, ancora con la benda infilata in
tasca…in fondo,
stando come i barboni, aveva una buona percentuale di riuscire a
scampare a
morte certa…infatti, ormai aveva abbandonato
l’idea di poter cambiare la sua
vita e nascondersi dietro falso nome…con quel poco e niente
che gli era rimasto
di denaro, avrebbe potuto a malapena pagarsi il taxi per arrivare
all’aeroporto
o anche solo alla stazione dei treni.
Sapeva
di essere seguito. E
presto l’avrebbero preso e fatto a pezzi…era solo
questione di tempo…stava solo
allungando la sua fine…al Grande Boss…nessuno era
mai stato in grado di
sfuggire.
Girò
un paio di volte
attorno al cadavere, disteso in terra, nella classica posa innaturale.
Alzò lo
sguardo verso Kakashi, che parlava ancora con Neji Hyuga, il membro
migliore
della scientifica di tutta New York…e a ben vederlo, faceva
davvero paura: il
suo sguardo non traspariva nemmeno un’emozione. Vedeva tutti
i giorni, corpi
straziati e dilaniati da ogni sorte di tortura…ma non faceva
nemmeno una piega,
nemmeno un accenno di disgusto…era nato, lui, per il suo
lavoro.
Sospirò
e tornò al pavimento
dove era stato trovato il corpo.
Analizzò ogni singolo centimetro ma non
riuscì a trovare nulla…come
sempre…il killer riusciva a nascondere tutte le
tracce… o i killer, chiaro.
Tuttavia si chiedeva, dove le altre vittime della roulette russa,
finissero…in
fondo, a quel gioco non si poteva giocare in meno di due…e
allora? Quale patto
diabolico stava dietro a tutti quei delitti?
Aveva
supposto che
probabilmente il capo dietro tutto questo, era un pezzo grosso,
qualcuno che
poteva permettersi di dare ordini…forse uno strozzino o
qualcosa di simile…una
cosa era certa, però: i suoi collaboratori erano davvero
molto bravi!
Vide
arrivare da lontano
Rock Lee…lo salutò.
-…Sasuke!
La scientifica ha
finito…- disse il sopraciglione dando una pacca sulla spalla
all’amico
-…bene…-
-…ehm…tu?-
interdetto,
aspettò una risposta. Sasuke si alzò di scatto e
andò verso Kakashi
-…portate
via il
corpo…poveraccio…- poi si fermò e si
voltò -…e mandate via i giornalisti e i
curiosi, per cortesia…non voglio ostacoli
all’indagine…se necessario…usate anche
la forza!- disse freddo tornando sui suoi passi. Lee ebbe un brivido,
poi portò
la mano alla fronte in segno di saluto militare
-…sissignore!
Voi
due…portate via sto’ disgraziato e voi altri!
Mandate via più persone
possibili, presto!!!- urlò menando le braccia a destra e a
manca. Poi si
soffermò sul sorriso maligno di un passante, fermo sul
ciglio della strada.
Fissava il cadavere in terra, quasi divertito. Rabbrividì
davanti a quello
sguardo così terribile e decise che quello era decisamente
un personaggio
sospetto e lo seguì.
-…Capo!-
chiamò Sasuke
-…trovato
niente?- chiese
Kakashi allontanando Neji. Sasuke negò
-…è
sempre la stessa
storia…ti ripeto che sotto a tutto questo
c’è qualcuno di grosso, e il perché
te l’ho già spiegato…-
-…io
ti credo, Sasuke
ma…convinci tu i maggiori! Quando si tratta di supposizioni
così vaghe…-
-…vaghe
un corno!- sibilò
Sasuke, leggermente alterato
-…Sasuke!-
lo richiamò
Kakashi -…sarai anche un genio nell’analisi, ma
questo non ti da diritto di
offendere chi ti sta sopra!-
-…mi
scusi signore…novità da
Neji?- chiese indicando con il mento, l’uomo di spalle, in
fondo alla stanza
-…ha
trovato la ragazza…-
rispose ridendo Kakashi, ma poi, notando la faccia perplessa di Sasuke,
tornò
subito serio -…no…a parte che deve essere morto
tra mezzanotte e l’una, no…-
-…sempre
il solito colpo
alla tempia…-
-…si…e
il proiettile è
sempre lo stesso…-
-…capisco…-
Sasuke sospirò,
cacciò le mani in tasca e osservò
l’orologio sul muro di quella
stanza…-…beh…io
vado...ho promesso a Sakura che l’avrei accompagnata al
congresso…-
-…come
vuoi…- Kakashi lo
osservò andarsene. Poi si protese in avanti e lo raggiunse
come in preda ad
un’illuminazione…- senti…secondo te,
dietro a tutto questo…beh! ecco… potrebbe
esserci…-
-…no…Itachi
non si abbassa
ad uccidere con una pistola, dopo una scommessa
sfortunata…mio fratello ama
uccidere, ed è nato per
farlo…perciò…non nominarlo
nemmeno…- lo sguardo di
Sasuke si fece ancora più duro e freddo. Kakashi si
fermò e lo lasciò avanzare
-…beh!
forse hai ragione…- borbottò
fra sé
-entro
stanotte lo voglio
morto! Voglio che per la serata sia tutto sistemato…-
-…ma
signore…ci sfugge con
facilità…è furbo!-
-…TACI!
Non voglio scuse!!
Ne tanto meno che vada a raccontare qualcosa in giro…-
-…si
signore…faremo il
possibile…-
-…no!
Voi farete
l’impossibile, se necessario…vi pago per
questo…Kabuto…-
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Capitolo 4 *** capitolo tre ***
Capitolo tre
Il cellulare sul comodino s’illuminò, iniziando a
vibrare. Si svegliò senza nemmeno la forza di aprire gli
occhi e iniziò a cercare a tastoni il telefono. Lo
afferrò e se lo portò
all’orecchio…
-…pronto?- sussurrò con un filo di voce appena,
ancora rotta dal sonno
//sono Rock Lee, signore…mi scusi per
l’ora…// si giustificò il poliziotto
dall’altra parte. Sasuke alzò svogliato lo sguardo
verso la sveglia…le 2.30 della notte
-…spero sia importante, o giuro che ti faccio sospendere!-
//si…abbastanza…abbiamo fermato un sospetto per
il caso degli omicidi della roulette//
-…come?! E chi sarebbe??-
//è Sabaku no Gaara, uno dei pezzi grossi della mafia
americana…oggi era sul luogo del delitto e l’ho
seguito…lui è uno dei
scommettitori…forse…//
-molto bene Rock Lee…arrivo subito…il tempo di
vestirmi!-
//bene, signore…a dopo allora…//
Restò disteso, immerso tra i cartoni a fissare la pioggia
cadere…era affascinante…era bella. Un rumore
scosse quel meraviglioso momento e lui si tirò a sedere. Con
uno scatto felino, si arrampicò sul piccolo muretto alle sue
spalle e osservò lo stretto vicolo, sotto di
lui…nessuno.
Un altro rumore lo fece scivolare di sotto, finendo dentro un bidone
dell’immondizia. Uscì rapidamente e vi si nascose
dietro. Osservò otto uomini entrare nel vicolo e altri tre
apparire dal nulla. Il cuore gli finì immancabilmente in
gola e il suo corpo si paralizzò.
Uno di questi, con gli occhiali e i capelli lunghi, raccolti in una
coda, si avvicinò al bidone e annusò
l’aria. Sospirò. E infine si allontanò
-…niente…falso allarme…è
sfuggito ancora…- disse con lo sguardo basso e la voce
rassegnata
-…muoviamoci! Abbiamo poco tempo!- urlò un altro
e detto questo sparirono velocemente, tanto quanto erano arrivati.
Lui si rilassò appoggiandosi al muro e cercò di
riprendere fiato. Poi si addormentò e decise che da dietro
quel bidone, non si sarebbe più mosso.
Entrò di corsa nella centrale e salì al quarto
piano. Scavalcò i poliziotti grassocci lungo il corridoio e
si affrettò a grandi passi verso l’aula dove in
genere portavano i criminali più tosti, per la deposizione.
Adorava quella stanza: la sua mansione preferita all’interno
della centrale, era proprio quella di stritolare i criminali fino
all’ultima parola e vederli cadere in terra a implorare
pietà…e questa, lo doveva ammettere, era una
caratteristica tipica della sua famiglia, anche se in realtà
non la poteva sopportare!
Entrò silenzioso e si portò dietro Kakashi
-…sono qui…cos’è successo?-
sussurrò con lo sguardo fisso dalla parte opposta del vetro.
Kakashi emise uno strano verso e portò alla bocca la tazza
colma di caffè
-ciao Sasuke…- iniziò poi -…Rock Lee
non è riuscito a tirare fuori niente…-
-…bene…di che venga di qua…ora tocca a
me!- poggiò il cappotto nero sulla sedia, prese una tazza di
caffè e uscì dallo stanzino, per riapparire
subito dopo, nell’aula adiacente. Kakashi osservò
Rock Lee uscire sbuffando e entrare affianco a lui nemmeno due secondi
dopo.
-…qual è il tuo nome?- iniziò a dire
Sasuke, fissando l’accusato dritto negli occhi.
L’altro non rispose. Il moro si sedette in silenziosa attesa
e si portò calmo, il caffè alla bocca. Poi, in
uno scatto felino, sbatté la tazza sul tavolo e
schizzò in piedi, finendo a pochi centimetri dal volto del
criminale
-…ho chiesto…qual è il tuo
nome…- scandì chiaramente spazientito.
L’altro distolse lo sguardo
-…Gaara…non te l’hanno detto?!-
-…senti Gaara…patti chiari e amicizia lunga! Mi
sono svegliato presto e quando succede sono sempre piuttosto
suscettibile…perciò…o mi dai retta e
rispondi senza fare rogne, o giuro che ti sbatto in prigione ancora
prima che tu possa dire “innocente”…- il
suo sguardo si trasformò nel più duro che
conoscesse. Gaara deglutì e annuì.
-…allora…come mai eri lì, stamattina?-
-…ero un passante…-
-…NON MENTIRE!- urlò spazientito Sasuke
-…non sto mentendo…-
-… si certo! E io sono Biancaneve!- Sasuke si
girò verso il vetro nero e alzò la mano
-…Rock Lee…- iniziò a dire, facendo
segno di raggiungerlo
-…no no…- si affrettò a dire Gaara,
alzandosi dalla sedia…- ero lì per la
notte…-
-…ti riferisci alle scommesse?- Sasuke restò di
spalle ma s’immaginava l’espressione sorpresa
dell’interrogato, come se lo stesse guardando
-…si…la Roulette…-
-che ruolo hai?-
-io raccolgo le scommesse…ci saranno almeno un centinaio di
persone che fanno scommesse di qualsiasi misura…da 10, fino
anche a 1000 dollari…dipende…partecipa la gente
più diversa…-
-…interessante…- Sasuke si voltò,
tornando su Gaara. Sorrise
-…sai dare qualche descrizione delle persone a cui prendi i
soldi?-
Gaara negò -…sono tutti coperti da una maschera o
da un cappello, così che nessuno possa essere
riconosciuto…-
-…una specie di setta…-
-…si…una specie…-
-e chi c’è, dietro tutto questo?-
-…non ne ho idea…io faccio questo lavoro
perché mi prendo il 20% del ricavato delle scommesse e
perché sono io che metto a disposizione i luoghi…-
-…immaginavo…- borbottò Sasuke
-…ma spiegami meglio…-
-…la mattina mi chiama un uomo e io nel giro di due ore gli
trovo un luogo dove può fare i suoi giochetti
indisturbato…non so chi sia ne se sia proprio lui il
capo…ad ogni modo alle 12 mi richiama con il solito numero
privato e io gli do l’indirizzo…poi lo raggiungo
la sera…raccogliendo le scommesse, so di certo quanto mi
spetta…-
-…capisco…e immagino che tu conteggi anche le
ricevute via internet…- Sasuke sorrise vittorioso, mentre
Gaara lo guardò spiazzato
-…internet?-
-…esattamente…è così che
abbiamo capito cosa c’era dietro quegli omicidi…ed
è per questo che sappiamo chi sei tu…anche se
come gangster non vali poi un granché…-
-…come hai fatto a…-
- il vantaggio di avere l’acker più bravo di tutta
New York…Sabaku no Gaara…- si voltò
verso Rock Lee che nel frattempo era entrato nell’aula
-…un’ultima cosa…ho bisogno di sapere
se ricordi altro…- disse Sasuke tornando sul mafioso
-…no…- rispose secco il rosso
-…sicuro?- ci fu un momento di silenzio in cui Gaara
cercò di resistere alla forte persuasione di Sasuke, ma poi
crollò
-…beh! in genere quelli che sopravvivono li lasciano
liberi…mettono loro una benda, così da non poter
far vedere loro l’ambiente circostante e
disorientarli…con gli occhi chiusi entrano e con gli occhi
chiusi escono…ma l’altra sera, uno è
uscito di corsa senza nulla…- Gaara iniziò a
tremare, rendendosi conto del fatto che stava parlando troppo. Sasuke,
incuriosito, si avvicinò al rosso…
-…molto interessante…sai descriverlo?-
-…biondo…maschio…bianco…nient’altro…-
-…ottimo…- rispose soddisfatto Sasuke. Poi si
rivolse a Rock Lee -…portatelo dentro…-
-…MA MI AVEVI DETTO CHE…-
-…che se parlavi non finivi in prigione? Non mi pare
proprio…e comunque, con tutto quello che hai cantato, io, se
fossi in te, preferirei l’ergastolo, che uscire ancora
all’aria aperta!-
Gaara osservò Sasuke uscire. Vero. Bastava un piede fuori e
Lui, l’avrebbe saputo in un colpo di spazzola! Aveva detto
fin troppe cose…ma almeno si era risparmiato il nome del suo
boss…avrebbe preferito morire, piuttosto.
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Capitolo 5 *** capitolo quattro ***
Capitolo quattro
-signore…non
ce l’abbiamo
fatta…è impossibile trovarlo!-
-…non
ci sono problemi,
Kabuto…-
-…ne
è sicuro?-
-…sicurissimo…-
-…allora
le prometto che
farò del mio meglio per cercarlo, nei prossimi
giorni…non avrò pietà di
lui…appena lo troverò…-
-…no…non
ti sprecare…-
-…ma…-
-…Kabuto…fa
silenzio…-
Orochimaru fece ruotare la sedia verso l’ombra di Kabuto,
all’entrata dello
studio. Il suo sorriso non prometteva di certo nulla di buono.
Alzò due dita e
fece cenno al ragazzo di avvicinarsi. Kabuto ebbe un brivido e
iniziò la sua
camminata verso la scrivania, a testa bassa. Presentimento, orribile
presentimento…
In
un secondo, due uomini
vestiti di nero, gli furono addosso e con un colpo ben assestato alla
nuca, il
ragazzo fu costretto a cadere a terra dolorante…la testa che
gli scoppiava e la
saliva, gli usciva insieme ad un rivolo di sangue. Si sentì
trascinare via e di
sottofondo, la voce di Orochimaru
-…così
impari a cercare
meglio…a stanotte…Kabuto…-
Uscì
di corsa dal suo
ufficio, il caso ora era suo, e avrebbe potuto dare ordini, quanti
più ne
desiderasse.
Sasuke,
trionfante, si
avvicinò a Shino
-…una
cosa semplice…dammi un
elenco di tutti i giovani che sono biondi, bianchi che probabilmente
sono al
verde…- disse appuntando qualcosa su un pezzettino di carta
-…tempo?-
-…ti
basta un’ora?-
-…e
avanza…-
-…ottimo…-
Sasuke si
allontanò e fece cenno a Kiba di avvicinarsi
-…Inuzuka…vieni…prendi
la
lista dei numeri di carta di credito di questa lista…- gli
porse l’elenco dei
nomi delle persone che avevano aderito alle scommesse di una notte
prima -…e
voglio che le fermiate tutte per concorso a
delinquere…chiedete loro qualcosa a
proposito del fuggitivo biondo…se possono dare informazioni
sull’accaduto, ben
vengano!-
-…bene,
subito!-
-…e
ora…mettiamoci a fare
rapporto e riorganizzare le idee…ah!- si voltò
pochi passi prima della porta
del suo ufficio
-…INO!-
urlò per farsi
sentire dalla donna dalla parte opposta del corridoio. La ragazza
bionda alzò
lo sguardo dalle mille scartoffie
-…si?...cosa
c’è Sasuke!-
-…ho
bisogno di Shika!
Chiamalo e digli che mi serve qualcuno dei suoi favolosi
contatti…-
-…di
quale sfera criminale,
questa volta!?-
-…strozzini,
spacciatori o
chiunque possa avere a che fare con debiti e con soldi…tanti
soldi!-
-…appena
si sveglia lo mando
subito! Sarà felice di fare l’infiltrato, ancora!
Da un po’ si annoiava in
centrale…cosa vuoi sapere?- disse Ino con il sorriso
più bello che aveva
-…il
fascicolo è il numero
A458…dagli quello e lui capirà! Aggiungi anche
che ha molto poco tempo!
Grazie!- disse entrando in ufficio
-…ok…bene…ciao…-
Si
svegliò di soprassalto,
con i vestiti asciutti e l’odore orribile di immondizia
marcia.
Il
frastuono dalla strada
era così forte e insopportabile, che fu costretto a tapparsi
le orecchie…odiava
New York, quando c’era un incidente! La gente iniziava ad
urlare, ad
innervosirsi e i clacson suonavano insopportabilmente forte.
Si
domandava per quanto, in
quelle condizioni, avrebbe resistito. Se non l’avrebbero
ucciso, probabilmente
sarebbe presto morto di stenti. Sentì una vecchina
brontolante avvicinarsi al
bidone e si compresse ancora più in basso, per evitare, in
ogni caso, di essere
notato. Sentì la borsa appena gettata
dall’anziana, cozzargli la testa e,
successivamente, un dolce profumo di pollo, passargli sotto il naso.
Tra i
mille farfugli della donna, capì che doveva essere un pranzo
andato a male o
forse bruciato da un forno fin troppo caldo. Aspettò che la
vecchina se ne
andasse e si tuffò nel ricco pasto. Sentì lo
stomaco gioire. Forse, la vita tra
i bidoni, non faceva poi così schifo, pensò.
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Capitolo 6 *** capitolo cinque ***
Capitolo cinque
Un
colpo alla nuca. Una
revolver. Nessuna traccia. Niente.
Tutto
come sempre.
Sasuke
passò oltre i nastri
gialli e si addentrò insieme a Kakashi nella scena del
delitto.
Girò
intorno al cadavere più
volte, si abbassò e osservò ogni singolo
centimetro.
-…cosa
avete trovato, a
parte niente?- chiese a Rock Lee vedendolo avvicinarsi
-…una
benda, signore …-
Sasuke
osservò le tempie del
cadavere…non erano sporchi di sangue…e
così come tutta la fronte…tuttavia, la
benda ritrovata, non aveva buchi, perciò non poteva essere
stata usata sul
morto.
Fece
portare via il corpo e
si avvicinò a Kakashi
-…ho
il dubbio che questo
gioco, questa volta, abbia avuto un’ospite
d’onore…che ci ha lasciato
gentilmente la sua benda!- disse il moro
-…la
vittima è un uomo nero
di 45 anni…ha 2 debiti con due diverse banche. Senzatetto e
qualche precedente
per furto…-
-…questa
volta il lavoro di
pulizia è stato fatto con meno cura…cosa ne dici?-
-…il
caso è tuo…gestiscilo
come meglio credi…- concluse Kakashi, raggiungendo una donna
mora, in divisa che
entrava nella scena del crimine tutta trafelata. Sasuke li vide
parlare. Subito
dopo Kakashi sbiancò, si voltò verso Sasuke e gli
fece cenno di seguirlo.
Nel
vicolo accanto, altre
strisce gialle accerchiavano e chiudevano il già stretto
vicolo. A terra, un
corpo giaceva esanime. Era un ragazzo, bianco, messo nella posizione
più oscena
che avesse mai visto. Al contrario di tutte le altre vittime esaminate
in
precedenza, il sangue era presente in punti dove prima,
presumibilmente, si
doveva trovare la benda. Questa volta a provocare la morte, non era
stata una
pallottola, ma una lama. La testa era inclinata leggermente
all’indietro e la
bocca aperta. Sasuke si avvicinò ancora di più e
cercò di sostenere Kakashi,
che chiaramente avrebbe vomitato da un momento all’altro. Lo
mandò via. Passò
lo sguardo sulla vittima. Il pomo d’Adamo era nettamente
rotto in due, segno
che l’incisione era stata fatta con estrema precisione e
grande forza. Anche la
lingua non c’era, era stata tagliata via di netto. Le gambe
erano leggermente
piegate di lato, rispetto al resto del busto: segno che
l’assassino si trovava
alle sue spalle, assassino che per altro, era pure mancino. I segni e i
graffi
lungo il corpo erano segno che la vittima conosceva, non solo il suo
carnefice,
ma anche il suo destino.
Fece
coprire il corpo e
raggiunse Kakashi.
-…questa
ne è la prova…-
esordì soddisfatto
-…e
di cosa, di grazia!-
rispose Kakashi
-…il
primo portava la
benda…lui era uno dei debitori e per sua sfortuna, la
pallottola lo ha trovato…il
secondo, invece, non aveva la benda, lui era il famoso ospite
d’onore, e sapeva
cosa gli aspettava… sarebbe morto
comunque…qualsiasi fosse stato l’esito della
scommessa…-
-…ad
ogni modo il ragazzo
era conosciuto come Kabuto…aveva vinto una borsa di studio
ed era all’ultimo
anno…incensurato…-
-…sarà…ma
i suoi sotterfugi
li ha fatti…ad ogni modo doveva essere collegato
direttamente con la mente di
tutto questo, e deve avergli fatto uno sgarro bello grosso…e
penso sia
collegato con la fuga di qualche notte fa…-
-…si…potrebbe
essere…ah! A
proposito! Kiba partirà per
l’Italia…è entrato nella Cinofila!-
-…wow!
Fantastico!-
L’atmosfera
buia imperversa
ancora nella stanza. L’aria era tesa e irrespirabile
-…cosa
vuole?-
-…ho
bisogno di un favore
urgente…-
-…Orochimaru!
Ho poco tempo
da perdere…perciò dimmi cosa vuoi…-
-…ho
avuto un intoppo con
una delle mie serate…uno è scappato…-
-…e
allora?-
-…due
parole…Fallo fuori…-
-…non
andrà da nessuna
parte! Perché dovrei farlo? Starà tremando di
paura! E poi lo sai che a me
piace uccidere…non sono un mecenate!-
-…prevenire
è meglio che
curare…-
-…che
spreco!-
-…FALLO
E BASTA!!-
-…cambia
tono con me…-
-…si,
scusami…-
-…dammi
nome e cognome e
fisico,e io te lo troverò…-
-…è
biondo, bianco e occhi
azzurri…-
-…ottimo…-
-…il
suo nome è…Naruto
Uzumaki…-
-…due
giorni e non sarà
altro che un mero ricordo…-
-…molto
bene…a
presto…Itachi…-
|
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Capitolo 7 *** capitolo sei ***
Capitolo sei
Il
caldo lo soffocava.
Decise di uscire solo per qualche minuto e di riprendere il respiro,
soprattutto per la puzza insopportabilmente acre. Si lasciò
cadere sui cartoni
affianco al bidone e lì prese sonno.
Quando
riaprì gli occhi notò
che il sole, che generalmente a quell’ora batteva proprio sul
vicolo, era
improvvisamente sparito. Bastò portare lo sguardo poco
più in alto, per notare
che davanti a lui vi era una persona. Rabbrividì e si
aggrappò al muro,
scattando in piedi terrorizzato.
-…ciao!-
disse la figura
davanti a lui
-…c…chi
sei? Cosa vuoi??-
chiese Naruto balbettando
-…io
mi chiamo Ten Ten…aiuto
i senza tetto come te…- la ragazza gli porse la mano come
per invitarlo a
seguirla -…vieni…hai bisogno di un
bagno…- disse sorridendo. Naruto la squadrò
non convinto
-…provamelo!-
disse
ritraendosi. Ten Ten restò sorpresa dalla reazione del
ragazzo. Era abituata ad
essere seguita subito, non appena spiegava chi era e cosa
faceva…era nuova
tutta quella ostilità…
-…come
posso dimostrartelo!!
Io sono una volontaria di un centro a qualche isolato da
qui…mi occupo dei
senza tetto di questa strada…abito qualche metro
più in là…-
-…capisco…-
Naruto decise di
fidarsi, in fondo sembrava dicesse la verità…le
prese la mano e la
seguì…immaginandosi già la sensazione
di un bel bagno.
Scorse
rapidamente la lista.
Nessun nome gli ispirava un qualche potenziale fuggitivo. Shino gli
aveva
spiegato che per New York ce n’erano a miliardi di ragazzi
biondi e
praticamente senza soldi…era pressoché
impossibile trovare il nome del
ricercato…così aveva diviso coloro che erano
senza tetto e con debiti a non
finire.
Sasuke
prese la seconda
lista, quella delle persone senza casa, e notò che tra di
essi vi era anche il
nome di una vittima, trovata qualche mese prima, proprio della roulette
russa.
Scese
ancora un poco,
prestando ancora più attenzione…ne
trovò un altro, e subito dopo un altro
ancora. Fremette. Abbassò ancora la matita e si
fermò su di un nome che gli
parve interessante: Naruto Uzumaki, bianco, biondo, occhi azzurri, 3
debiti in
tre banche diverse, lavoro perso tre mesi prima…insomma, un
curriculum niente
male.
Accese
il computer e lo
archiviò come sospetto, insieme ad altri due soggetti poco
raccomandabili.
Qualcuno
bussò alla porta.
Sakura si alzò e andò ad aprire. Da sopra la
lista, Sasuke la vide sorridere e
fare segno a qualcuno di accomodarsi.
Kiba
spuntò da dietro la
porta e si portò affianco a Sasuke, trascinando la sedia di
Kakashi, che quella
mattina si trovava fuori per un’indagine esterna al suo
distretto.
-…ciao…complimenti
per
l’esito dell’esame…-
farfugliò Sakura, tornando dietro il suo computer. Kiba
arrossì
-…grazie…però
mi
mancherete…-
-…l’Italia
è più tranquilla
di New York…- disse Sasuke portandosi faccia a faccia con il
collega
-…già…io
e Akamaru ci
troveremo bene…- sorrise…Sasuke sbuffò
e ritornò al computer
-…quando
parti?-
-…domani…infatti
ero venuto
a salutarvi…- si alzò di scatto e tirò
fuori un blocchetto per gli appunti
-…non
dirmi che ti sei
scritto un discorso…- borbottò Sasuke senza
degnare Kiba di uno sguardo
-…in
realtà…ho il rapporto
degli interrogatori…una faticaccia!!- disse
l’altro…improvvisamente il capitano
fu preso da interesse
-…parla…-
-…dunque…con
un po’ di
minacce, siamo riusciti ad avere una sorta di identikit del
fuggitivo…sembra
che dopo la conclusione del gioco, il ragazzo sia
scappato…tuttavia, al
contrario del solito, ha visto tutto…-
-…la
benda…-
-…esatto…secondo
un certo
Donnoval, lo stanno cercando…-
-…nome?-
-…niente,
signore…nessuno
conosce i nomi delle vittime…ne chi organizza le
scommesse…ad ogni modo, questo
è l’identikit…- Kiba gli porse un
foglio. Sasuke annuì soddisfatto…
-…molto
bene! Passalo a
tutti i distretti…credo che ti sia meritato una festa di
addio…-
-…grazie,
signore…ma devo
scappare…-
-…peccato…allora
buona
fortuna!-
-…grazie…sarò
il migliore!-
e detto questo se ne trotterellò fuori
dall’ufficio.
Entrò
in casa e chiuse la
porta alla sue spalle
-tesoro!
Sono a casa!!-
-…oh!
Meraviglioso! Oggi
abbiamo un’ospite!- la voce proveniva dalla cucina
-…no…ti
prego…non un altro
di quelli…- attraversò il salotto e
passò davanti il bagno
-si…e
non ti lamentare!-
-…uf!-
girò l’angolo ed
entrò in cucina, ancora con il cappotto e la valigetta in
mano.
Diede
un bacio all’amata e
pose lo sguardo verso il tavolo, dove sedeva un ragazzo…
Biondo…bianco…occhi
azzurri…
Ebbe
un tuffo al cuore.
Sbancò e fece scivolare a terra valigetta
-…Neji??
Tutto bene??-
chiese la ragazza preoccupata
-…do…dove…dove
l’hai
trovato, Ten Ten?-
-…qui
vicino…in un vicolo…-
rispose la ragazza. Neji fece qualche passo indietro e si
precipitò nel salotto
afferrando il telefono…Ten Ten lo raggiunse poco dopo
-…ma
che ti prende!-
-…è
un ricercato…è un
potenziale testimone di molteplici omicidi, Ten…chiamo
Sasuke Uchiha…della
centrale…- disse portandosi il telefono
all’orecchio. La ragazza squittì -…non
farlo uscire per nessun motivo…e comportati come niente
fosse!-
-…s…si…-
e tornò in cucina.
Neji ascoltò il messaggio della
segreteria…occupato
-…maledizione!-
-ottimo…ottimo…saputo
altro??-
-…beh…nell’ambiente
si parla
di…beh ecco…-
-…finisci
la frase!-
-…di
tuo fratello…-
-…cosa?!?!?!
Shika, io spero
caldamente che tu stia scherzando!-
-…no
Sasuke…sembra che
questo famigerato Boss, lo abbia ingaggiato per trovare il
fuggitivo…-
-…si
chiama Naruto…ho
confrontato l’identikit con il nome nella lista di
Shino…è lui..-
-…si
si…lo chiamano proprio
così…-
-…è
strano che mio fratello
accetti un lavoro simile…lo sai qual è la sua
etica!-
-…si…infatti…-
-…stiamo
parlando di titani,
quindi!- Sasuke sogghignò soddisfatto -…bene
Shika…cos’hai intenzione di fare?-
-…io
continuo a cercare…- un
bip continuo iniziò a disturbare la conversazione…
-…una
chiamata…allora fammi
sapere…-
-…si…a
presto!- Shikamaru
chiuse la chiamata e Sasuke abbassò il telefono cellulare
per visualizzare il
numero della chiamata persa. Ebbe un brivido.
-…cosa
vorrà questo adesso…-
|
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Capitolo 8 *** Capitolo Sette ***
Capitolo sette
-...desideri
qualcos’altro…non lo
so…un’aranciata, o un bicchier d’acqua!-
era agitata…e le
era impossibile nasconderlo
-…no
grazie…forse ora è
meglio che vada…- rispose lui notando l’imbarazzo
della donna
-…ma
no! Dai resta!-
-…no
Ten Ten…devo proprio
andare…grazie di tutto…- si alzò per
uscire ma la ragazza lo afferrò per le
spalle e lo costrinse a sedersi
-…no!-
esclamò -…no! Naruto!
Non te ne puoi andare adesso, sul più bello…ora
che è a casa anche Neji-
-…oh!
Beh! almeno…posso
andare in bagno?- disse cercando di non incrociare lo sguardo con Ten
Ten…lei
parve ancor più imbarazzata, tanto che si accorse di star
arrossendo
-…s…si…si
certo…-
Naruto
si alzò e passò
affianco alla porta del bagno. Allungò un orecchio per
sentire le parole di
Neji, che diceva qualcosa, probabilmente al telefono
-…si
si…è lui! Ne sono
certo!...Muoviti a venire!!...Si si…Ten Ten lo
terrà qui, ma tu fai il più
presto possibile!...ok…si,
si…certo….ok…cosa?! Itachi?! Oh mio
Dio!...allora a
dopo…- Naruto sentì lo scatto della cornetta che
si appoggiava al ricevitore. Il
sangue gli si congelò nelle vene…non poteva
credere che Orochimaru avesse
addirittura ingaggiato Itachi per trovarlo. Entrò
rapidamente in bagno e uscì
dalla finestra…fortunatamente, erano solo al quarto
piano…stando molto attento,
sarebbe presto riuscito a raggiungere terra, attraverso la grondaia. Si
mise
diritto sul balcone e guardò il cielo. Chiuse gli occhi e
inspirò. Allungò le
mani e si avvinghiò alla
grondaia…iniziò a discendere.
Stupido…stupido credere
di poter fuggire così facilmente a Sasuke, e ancor
più stupido, pensare di
poter nascondersi dal fratello, Itachi Uchiha.
Scivolò
nella macchina e
ancora prima di chiudere lo sportello, accese il motore e
pigiò l’acceleratore.
Accese le sirene, e il traffico gli si aprì come le Acque a
Mosè…sapeva che la
casa di Neji non si trovava proprio dietro l’angolo e che, se
Naruto era
riuscito a resistere così a lungo, di certo non doveva
essere così sciocco da
non capire cosa stava succedendo.
Accelerò
oltre il limite. Passò
un semaforo rosso. Solo due isolati, lo dividevano da una grande
vittoria o una
totale sconfitta. Sasuke sapeva che suo fratello, quando aveva un
obiettivo,
non ci metteva più di qualche giorno, se non di qualche ora,
per
raggiungerlo…era già una buona cosa, che Naruto
fosse ancora in grado di
intendere e volere.
Posò
anche il secondo piede
a terra. Inspirò. Ce l’aveva fatta! Era riuscito a
scendere e ora doveva solo
trovare un buon posto dove nascondersi.
Si
voltò di scatto e cozzò
contro qualcosa di morbido. Fu respinto indietro, tanto da cadere in
terra.
Brontolando alzò lo sguardo per capire cos’era
successo.
La
bocca gli si aprì senza
nemmeno avere la forza di richiuderla. Oltre a un freddo congelante,
non provò
nessun altra emozione…troppa paura per riuscirci.
-…non
ti sforzare di alzarti…ti
aiuto io…- disse l’ombra davanti a Naruto, con una
voce così fredda da poter
far nevicare nel deserto. L’ombra si mosse troppo
velocemente. Afferrò Naruto
per il collo e lo sbatté contro il muro, portandolo occhi
negli occhi. strinse
la morsa.
-…n…no…-
disse il biondo,
incapace di muovere nemmeno un muscolo
-…cosa
c’è? Il gatto ti ha
mangiato la lingua?- un sogghigno agghiacciante distorse la sua bocca.
Naruto
sentì la mano attorno
al suo collo muoversi e portare un dito tra la trachea e la giugulare
-…n…no…Ita…chi…-
-…sogno
d’oro…Naruto…-
Itachi premette proprio nello stesso istante in cui percepì
in lontananza il
rumore delle sirene della polizia…abbandonò
rapidamente il corpo a terra,
ancora animato…sapeva che la pressione che aveva usato non
avrebbe bastato…ma
forse, se non si fossero accorti in tempo, sarebbe riuscito a portare a
termine
quell’incarico che tanto odiava. L’importante ora,
era sparire. Così se ne andò
tanto velocemente di come arrivò…proprio come
un’ombra.
-…dov’è??-
-…è
scappato…-
-cosa?!-
-ha
voluto il bagno e se n’è
andato dalla finestra…-
-regola
numero uno nel
manuale del fuggitivo: scappare dalla finestra del
bagno…questo lo dovevi
sapere, Neji…-
-…mi
dispiace Sasuke!-
-…mi
dispiace?
Mi…dis…pia…ce!? E tu mi
dici…MI DISPIACE!- Sasuke gli lanciò uno sguardo
così
cattivo, che pareva lo volesse trapassare…Neji fece
spallucce e si voltò dalla
parte opposta -…ti ricordo…- disse Sasuke
cercando un po’ di calma -…che Itachi
lo sta seguendo…e che…se non lo troviamo in
tempo…per lui sarà la fine…e anche
per il mio caso…-
-…non
so che dire…-
-…allora
fammi un
favore…stai zitto!- Sasuke uscì sbattendo la
porta…no! Quel tipo, proprio non
lo poteva sopportare!
|
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Capitolo 9 *** Capitolo Otto ***
Capitolo otto
Non
poteva essere andato
lontano. Corse giù per le scale, saltando il più
degli scalini, troppo
impaziente per aspettare l’ascensore.
Si
precipitò in strada e
iniziò a correre intorno al palazzo…nel mentre,
estrasse il cellulare dalla
tasca e digitò rapidamente un numero
-pronto?
Sakura?-
//si?
Che c’è Sasuke?//
chiese la voce dall’altra parte
-Kakashi
è tornato?-
//si…te
lo passo? Ma stai
correndo?//
-…si…digli
di chiamare
soccorsi e di raggiungermi davanti al palazzo in cui abita
Neji…- ansimò Sasuke
//cos’è
successo?// chiese
Sakura preoccupata
-ti
dirò…ora sbrigati…- e
riagganciò
Lo
vide passare tutto
trafelato e non poté fare altro che farsi sfuggire un
sorrisino maligno. Erano
almeno 10 anni che non lo vedeva e trovarlo in quelle condizioni, era
l’unica
cosa che non si sarebbe aspettato…mercenario magari no, ma
poliziotto…
“fino
a che punto può
portare la vendetta” pensò.
Rise
ancora ricordando il
passato
-…corri
fratellino…scappa…tanto prima o poi
prenderò anche te…- disse, e poi sparì
di
nuovo nell’ombra.
Si
fermò affannato e posò le
mani sulle ginocchia, per riprendere fiato. Alzò lo sguardo
sopra, al quarto
piano…
-ma
perché tutte le finestre
dei bagni hanno le grondaie che passano affianco!- brontolò.
Seguì rassegnato
il tubo nero scendere lungo il muro, fino al tombino…gocce
di sangue…fresche…e
accumulate tutte su un piccolo punto, come se qualcuno le avesse
sputate.
Proseguì verso un vicolo. Un rantolo attirò la
sua attenzione. Un’ombra si
nascondeva tra la sporcizia. Corse.
Biondo,
sporco e occhi
azzurri, ormai distrutti dal dolore: Naruto Uzumaki. Lo
sollevò rapidamente e
lo portò fuori dal vicolo. Il respiro era poco
più che un rantolo e il battito
non c’era praticamente nemmeno. La bocca era impastata di
sangue, che
continuava ad uscire…emorragia…e nessun segno di
aggressione. Lo lasciò cadere
a terra e scattò in piedi… si guardò
intorno allarmato: suo fratello era stato
lì!
Sentì
le sirene
sopraggiungere. Tolse la maglietta a Naruto e osservò il
collo…trovò una specie
di botta nera, proprio sopra la carotide. Lo prese in braccio e lo
trascinò nel
davanti del palazzo…lì i soccorsi lo presero e lo
trasportarono d’urgenza
all’ospedale.
-allora?-
chiese Kakashi
-allora
Shika aveva
ragione…c’è un pezzo grosso dietro
questa storia…e Itachi ne è il
sicario…-
rispose Sasuke preoccupato
-…sicario?
Ma Itachi non uccide
“per piacere”?-
-infatti…ma
non esiste
nessuno in grado di conoscere la tecnica…-
-…a
parte tu…- ribattè
Kakashi pungente. Sasuke lo fulminò con lo sguardo
-…io
la so solo
riconoscere….comunque…non occorreva che mi
ricordassi che anche io appartengo a
quella famiglia di assassini…-
-…scusa…Uchiha…-
ripeté
malizioso Kakashi. Sasuke strinse i pugni e fissò il collega
dritto negli occhi
con QUELLO sguardo…lo stesso di cui la leggenda Uchiha
parlava…quello che non
lasciava respiro e che faceva riaffiorare tutte le paure inconsce.
Kakashi
si voltò dalla parte
opposta, rapido, ripromettendosi di non sfidarlo mai più
-scusa…-
ripeté entrando in
macchina -…non lo farò mai
più…- concluse tentando di contenere il tremito
che
lo attanagliava -…ci vediamo in centrale…- e
partì.
Sasuke
restò lì, sul ciglio
della strada, ad osservare New York nella sua folle orsa contro il
tempo…tempo
che ora anche per lui scorreva inesorabile: Itachi era
tornato…poteva essere
ovunque…e aveva un obiettivo.
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Capitolo 10 *** Capitolo Nove ***
Capitolo nove
-…ha
chiamato Shikamaru…-
disse Ino, vedendo entrare Sasuke – ha detto che da noi non
può più accettare
chiamate…-
-…cos’è
successo?-
-non
ne ho idea…ha solo
detto che ci è riuscito…-
-…capisco…molto
bene…- e se
ne andò in ufficio
Kakashi
ebbe un brivido nel
vederlo entrare. Sasuke poggiò un elenco sulla scrivania di
Sakura e andò
dietro la sua.
-…Kakashi…-
iniziò a dire
–…ho bisogno che assisti Shika…credo
sia nel punto in cui se lo beccano è un
uomo morto…- Sasuke iniziò a scrivere a computer
-ok…ma
dimmi…cos’ha scoperto
di così pericoloso?-
Sasuke
restò in silenzio con
gli occhi fissi sullo schermo. Ad un tratto si buttò sullo
schienale e sorrise
sornione
-…Shika
è sempre il
migliore…- disse poi. Kakashi si avvicinò al
computer e lesse. Il suo volto si impegnò
in un’espressione di sorpresa e di incomprensione
-cosa
vorrebbe dire??-
-…appena
Shika si fa
sentire, tu vai a questo indirizzo…- gli
sottolineò una riga -…armato fino ai
denti…- Sasuke inclinò la bocca in un ghigno di
soddisfazione. Kakashi, invece,
non del tutto convinto, lo assecondò
-..
ok…-
-…troverai…-
continuò poi
l’altro come se avesse compreso la perplessità del
collega -…chi sta dietro a
questo orribile gioco della Roulette Russa…-
-ci
siamo quasi…- ribatté
Kakashi illuminandosi
-…si…-
concluse cupo Sasuke…si
voltò verso le finestre -…quanto a
me…io e mio fratello abbiamo un conto in
sospeso chiamato famiglia…- sussurrò appena
-dunque…il
tuo nome…-
-
io mi chiamo…Jason…-
-…bene…spero
per te che tu
un buon assistente…-
-certo,
signore…-
-…sai…a
me piacciono le
persone che lavorano e parlano poco…-
-…io,
signore, parlo solo se
interpellato e con le persone di cui so di potermi fidare…-
Il
capo sorrise e si voltò
-…molto
bene…allora inizia
pure da questi fascicoli e…siccome penso di potermi
fidare…prendi questi numeri
e chiamali avvisandoli del prossimo incontro…-
-…si
signore…- deglutì
avvicinandosi, prese i fascicoli e si avviò verso
l’uscita
-…comunque
non occorre che
lavori sotto falso nome…Shikamaru Nara…-
Shikamaru
si irrigidì a
quelle parole…poi si voltò con il sorriso
malizioso
-…allora
ha visto il mio
curriculum vitae…beh…sappia che della polizia
ormai non mi interessa più
nulla…è noiosa e poi mi sono sempre chiesto come
fosse essere dall’altra
parte…e devo dire che mi piace molto…Orochimaru-
guardò il capo negli
occhi…anch’egli sorrise
-…si
si…capisco…ma fai anche
solo un passo falso e finisci come il tuo predecessore…sono
stato abbastanza
chiaro?!- concluse Orochimaru. Shikamaru non rispose...si
limitò semplicemente
a girare i tacchi ed andarsene.
Chiuse
la porta alle sue
spalle e buttò fuori tutta l’aria che aveva nei
polmoni
“scampata…”
pensò…ora doveva
essere cauto…aspettare che si fidassero di lui e poi
affondarli non appena
Sasuke fosse stato in grado di bloccare Naruto Uzumaki e suo fratello.
Odiava
ammetterlo…Odiava
nominarlo…Odiava tutto di
loro…tuttavia…erano la sua famiglia…e
avrebbe dovuto
difenderli.
Le
immagini della sua
infanzia erano sangue e morte…erano solitudine e tristezza
Le
immagini della sua
adolescenza erano severità e disciplina…le sole
cose che lo avevano portato
fuori dalla monotonia della sua vita e gli avevano dato la
possibilità di
reagire…la sola strada per diventare qualcuno in grado di
portare giustizia…e
in questo caso, anche vendetta…
Conosceva
bene i trucchetti
di suo fratello, li aveva studiati per anni e ora si sentiva pronto ad
affrontarlo…finalmente, avrebbe pagato per tutti i crimini
commessi…
Si
alzò dalla scrivania e
uscì dall’ufficio. Passò oltre il caos
del corridoio e scese al sottopiano: le
gattabuie.
Entrò
e camminò celermente
attraverso le celle di prigionieri scalpitanti.
Ad
un tratto gli arrivò uno
sputò su una guancia. Si fermò e se la
ripulì. Senza guardare il colpevole si
avvicinò alla cella. Appena gli fu davanti, questo gli prese
il colletto e lo
trasse a sé con tutta la sua forza.
-che
c’è? Hai troppa
paura??- disse l’energumeno che lo teneva…Sasuke
non parlò…l’altro
rise…-…guardami idiota!!!!-
sbraitò…Sasuke gli rivolse lo sguardo
più
sprezzante che avesse…lo sguardo tipico della sua famiglia.
L’uomo lo lasciò
andare e si ritrasse indietro, tremante. Sasuke invece restò
lì, a guardarlo
dritto negli occhi, quasi disgustato…pareva quasi che da un
momento all’altro
estraesse la pistola e facesse strage
-…tu…-
cominciò ancor più
sprezzante nella voce -…tu e tutti i tuoi miserabili
compagni…- in tutte le
celle regnò improvvisamente il silenzio -…non
siete altro che inutili scimmie
senza cervello…- Sasuke ebbe tutti gli sguardi fissi e
silenziosi su di lui…a
quelle parole e a quello sguardo nessuno ebbe il coraggio di
fiatare…tutti lo
riconobbero come…
-…chi
sei tu? Non puoi
essere uno sbirro…- disse un uomo, spuntando dal buio di una
cella…Sasuke si
voltò
-…si…mi
spiace deluderti…-
-…tu
sei un Uchiha…io sono
un killer…e ho visto lo sguardo di un
Uchiha…proprio come il tuo…voi avete il
male che scorre nelle vene e la vostra sete e quella della
morte…tu…-
-…taci!-
interruppe Sasuke.
Estrasse la pistola e la puntò contro il detenuto. Sorrise
soddisfatto mentre
lo vide iniziare a sudare, mentre cercava invano di nascondere la sua
paura
-…taci…! Tu parli troppo e per niente per i miei
gusti…- abbassò la pistola. Lo
vide rilassarsi e tirare il respiro…non gli piacque vederlo
così -…per uccidere
non mi occorre una pistola…mi bastano due dita e la giusta
pressione nei punti
vitali…- disse allora e l’uomo drizzò
subito ancora tremante
-…cosa
vuoi Uchiha…- disse
quasi disgustato
-…tu
devi essere Kisame
Hoshigaki…- sorrise ancor più divertito, leggendo
la sorpresa sul volto
dell’uomo -…vieni…abbiamo un paio di
cose di cui discutere a proposito di mio
fratello…-
-…tuo
fratello?-
-…già…mai
sentito parlare
di…Itachi?- disse Sasuke avendo un brivido a pronunciare
quel nome. Kisame
sussultò e sgranò gli occhi più di
quanto fosse umanamente possibile…non poteva
credere alle sue orecchie…
-…I…Itachi?!-
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Capitolo 11 *** Capitolo Dieci ***
Capitolo dieci
-
mi deludi, Itachi…-
-…non
so che farci…in fondo
ti sto facendo un favore…perciò…non
lamentarti…intanto è in ospedale…-
-…io
lo voglio morto!!!!-
urlò spazientito
-…ora
mi sembra tu stia
esagerando un po’, Orochimaru!!!- sbottò
spazientito Itachi, con la sua solita,
fastidiosissima calma -…il tuo sta diventando un capriccio,
più che una
costrizione…-
-…non
mi interessa…ti
pagherò fior di dollari se lo finirai per benino!-
-…come
vuoi…- disse
guardando in direzione della porta, dietro la quale avvertiva una
presenza -…ma
questa volta farò a modo mio…se devo fare una
cosa insensata…almeno voglio
divertirmi…-
-…fa
come ti pare…basta che
lo fai per bene…- concluse Orochimaru
-…certo…-
Attese
silenzioso…questa era
l’ultima delle sue occasioni…l’ultima
delle sue scommesse…
-…hei
tu! Vuoi puntare o
no?- la voce pastosa alle sue spalle lo distolse dai suoi pensieri
-…s…si…ecco
i soldi…-
inavvertitamente lasciò cadere anche il telefono
cellulare…non gli era mai
successo di essere così nervoso…eppure di lavori
ne aveva fatti tanti!
L’uomo
davanti a lui, lo
guardò bieco
-…tutto
a posto??- poi la
sua bocca si aprì in un penoso sorriso -…ah
capisco! È la tua prima scommessa?!
Tranquillo…se andrà bene ci rivedremo
presto…-
-…no…-
rispose lui…-non è la
prima…ma l’ultima…- disse riprendendosi
il cellulare.
Non
poteva permettersi
distrazioni e sentimenti in un momento come quello! Accidenti! Era
riuscito ad
arrivare fino al boss e ora aveva paura di portare a termine
l’operazione??
Suvvia!!
Lui era il mitico
Shikamaru Nara, in grado di svincolarsi da ogni situazione.
Aggrottò le
sopracciglia e aprì il cellulare…compose il
numero in memoria…ora era il
momento.
Si
accomodò tra gli spalti
come gli era stato ordinato dal suo capo…prese la tazza di
caffè e se la portò
alla bocca. Ne bevve un lungo sorso e poi attese…
//…pronto?//
-…ci
siamo tutti…- e
riagganciò. Si guardò attorno…sperava
solo che Kakashi arrivasse prima che lo
spettacolo avesse inizio…non era una cosa a cui amava molto
assistere…
La
stanza buia, illuminata
appena da una piccola lampadina che ondeggiava rumorosamente attaccata
al
soffitto.
Restò
in silenziosa
attesa…la risposta doveva essere lì, pronta ad
uscire…si trattava solo di
attendere con gli occhi fissi sul suo bersaglio…quella che
lui amava definire,
la sua vittima
-…E
così tu sei il
fratello…interessante…-
-…rispondi…-
disse atono
-…calma
calma…non ho
intenzione di dirti nulla…è un mio fidato
amico…-
-….quindi
preferisci morire
che parlare…-
-…esattamente…-
rispose il
delinquente con tono di sfida.
-…come
vuoi…- Sasuke si alzò
come nulla fosse e si diresse verso la porta…sapeva che
quella era una tortura
psicologica
-…a
te non te ne sbatte una
minchia, vero…di ciò che ne sarà di me
per causa tua…??-
-…dovrei?-
-non
rispondere con un’altra
domanda…- disse Kisame, rimanendo impassibile. Sasuke si
fermò con la mano
sulla maniglia gelida -…sai, sei proprio come tuo
fratello…-sorrise beffardo
l’uomo - …d’altronde buon sangue non
mente…a voi Uchiha non ve ne frega niente
ne della vita vostra ne e ancor meno, di quella degli altri…-
Sasuke
strinse più forte la
maniglia, digrignò i denti e inizio a tremare dalla rabbia.
La tortura
psicologica si poneva da entrambi i fronti e si era trasformata in una
guerra
fredda.
Si
voltò e fissò Kisame con
lo sguardo più carico di odio che si sarebbe mai sognato di
avere…in poco meno
di un secondo si ritrovò a prenderlo per il colletto e
sbatterlo al muro…Kisame
continuò a sorridere
-…no…non
mi ucciderai…voi
non uccidete mai per nulla…-
-ah
davvero?!? Allora
spiegami perché mio fratello è diventato il
sicario di qualcun altro…-
-…beh!
Itachi lo fa per
divertimento…ecco il suo motivo…-
-…e
se fosse per ordine?-
-impossibile…-
-…io
non ci metterei la mano
sul fuoco…mio caro…- disse Sasuke sprezzante. Il
sorrisino beffardo di Kisame
sparì…il poliziotto lo lasciò andare e
lui scivolò lentamente a terra.
Questa
volta fu Sasuke a
sorridere soddisfatto
-…ora
mi dirai quello che
sai su mio fratello?-
Kisame
si limitò ad annuire.
Si sedette e iniziò a raccontare.
Passarono
due ore prima che
il criminale terminasse.
Improvvisamente
un
poliziotto entrò trafelato con un cordless in mano
-signore…-
disse
rivolgendosi a Sasuke -…credo sia per
lei…è…è urgente…-
Sasuke
si alzò e prese la
cornetta, lasciandosi il poliziotto alle spalle
-…pronto?-
//ciao…//
rispose una voce
atona…tremendamente familiare
-e
tu cosa vuoi??-
//New York
Medical Centre, giusto?//
-cos…-
l’ospedale dov’era
ricoverato Naruto, pensò
//sai,
lì c’è un amico di
vecchia data…pensò che andrò a
salutarlo…//
-no!
Non ti azzardare a…-
//che
paura! E tu cosa mi
fai??//
-…non
ci metto poi tanto a
raggiungerlo…!!- esclamò
Sasuke…dall’altra parte sentì un
risatina
//…e
allora raggiungimi,
Sasuke…// riagganciò…
-….no!!Shit!-
imprecò il ragazzo.
Guardò Kisame che lo osservava misto tra il perplesso e il
soddisfatto -che
c’è?!- sbuffò seccato, mentre dava
cenno di portarlo via e prendeva la giacca
per precipitarsi fuori…la sua cera non doveva essere delle
migliori
-…era
Itachi, non è vero?- disse
Kisame a bruciapelo. Sasuke sussultò nell’udire
quel nome…lo guardò mentre
veniva portato fuori
-…si…era
proprio lui…- disse
uscendo e precipitandosi verso l’uscita.
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Capitolo 12 *** Capitolo undici ***
Capitolo undici
Un
uomo alto, grassoccio e
calvo, si precipitò verso l’entrata e
fermò il gioco
-…c’è
stata un soffiata!! La
polizia sta arrivando!!!!- urlò toccandosi la fronte madida
di sudore.
Orochimaru
scattò in piedi,
irato.
-come
sarebbe a dire??-
-la
polizia ci è alle
calcagna!!! Sono ai cancelli!-
Orochimaru
scrutò
attentamente tutti…d’un tratto il suo sguardo si
immobilizzò…
In
poco tempo vi fu il
panico generale e tutti iniziarono a scappare a destra e manca come un
formicaio impazzito sotto la minaccia del fuoco.
Orochimaru
rimase
imperturbati nella sua posa quasi statuaria, a testa alta e lo sguardo
immobile
ancora sullo stesso punto.
D’un
tratto prese a
camminare a grandi passi verso il centro della grande stanza
ovale…sempre più a
falcate, iniziò a correre in quella sua posa quasi irreale,
l’eleganza in grado
di non far notare che aveva iniziato a correre saltando i gradini a due
a due…
La
stanza era ormai quasi
vuota quando, con uno scatto felino si ritrovò con la
pistola in mano, pronta a
sparare un colpo mortale.
Fu
questione di un
istante…che avrebbe deciso vita o morte.
-…fermati,
lì, dove sei…-
disse con fermezza Orochimaru.
Lui
si voltò lentamente…il
suo volto era terreo e il polso quasi non c’era
più…il cuore stesso, perse un
colpo
-…che
fai?!- urlò cercando
un sorriso…ma per un qualche motivo, aveva perso la sua
solita calma, e ora,
odiava ammetterlo, era nel panico più estremo…
-…maledetto…-
sibilò il boss
con occhi a fessura -…come hai osato…- la voce
gli tremò per qualche istante,
forse per la troppa collera, o forse perché di persona, non
era mai stato
costretto ad usare un’arma…
-…fare
cosa??- fece finta di
nulla
-…Shikamaru!!-
urlò
Orochimaru, lasciando da parte quella dignità, e deformando
il viso in una
smorfia truce…caricò la pistola -…ora
tu, qui…morirai…!!- disse con estrema
lentezza.
Shikamaru
tremò…non ebbe
nemmeno il tempo di ribattere…cadde seduto, in preda ai
sudori freddi e iniziò
a carponare all’indietro…il muro lo
bloccò, facendolo risalire in piedi…si
appiattì contro e vide il dita di Orochimaru fare pressione
sul grilletto… più
essa aumentava più la sua vita si avvicinava alla
fine…di più…ancora un attimo
e poi…
BANG!
Il
cuore perse un altro
colpo…cadde a terra e restò con gli occhi
spalancati…ebbe qualche secondo di
convulsioni, e poi rimase definitivamente inerme.
-...grazie…-
disse senza
fiato
-…appena
in tempo…- sospirò
puntando verso il bossolo conficcato nella parete opposta a lui
-…tutto bene
Shika??-
-…credo
di si…- la spia
prese un lungo respiro e si sedette…-…grazie
infinite Kakashi…-
Il
compagno lo raggiunse
-…ormai
sei diventato
vecchio per queste cose…-
-…già…-
si prese la faccia
tra le mani…ebbe un ultimo brivido -…e dopo
questa…non penso ce ne saranno
ancora di così! È stato terrificante e
tremendamente difficile!-
Kakashi
rise
-…detto
da te è grave…- si
sedette e osservò i suoi uomini entrare insieme ad alcuni
medici e portare via
Orochimaru di corsa…
-…ce
la farà, il tuo boss??-
chiese Kakashi…Shikamaru lo guardò storto
-…spero
possa marcire in
prigione per il resto della sua miserabile vita!-
-…degna
risposta di un Nara-
sorrise l’altro soddisfatto…si alzò e
si avviò verso l’uscita, dove i suoi
uomini lo attendevano per fare rapporto
-…anche
questa storia si è
conclusa…- disse Kakashi fermandosi al centro della stanza
-…hai
saputo novità per quel
ragazzo che orochimaru vuole far uccidere a Itachi?-
Il
collega negò
-…Sasuke
è sparito…dopo aver
saputo del fratello, è cambiato improvvisamente…-
-…capisco…e…Ino?-
-…Ino
sta bene…però io
andrei a trovarla all’ospedale se fossi in te appena ti
riprendi…-
Shikamaru
scattò in piedi e
Kakashi si voltò divertito
-…è
un bel maschietto!!! Ti
assomiglia un sacco!!-
Gli
occhi della spia si
illuminarono di una luce meravigliosa…una buona notizia,
finalmente!
-…sveglia,
man! Sei padre!-
e detto questo Kakashi lo lasciò bollire nel suo brodo di
giuggiole
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Capitolo 13 *** Capitolo Dodici ***
Capitolo Dodici
L’odore di disinfettante era il più terrificante che conoscesse. Entrava nei polmoni e li faceva bruciare, a volte fino quasi al vomito.
Imprecò un paio di volte, quando, con il fiato corto, inciampò sugli scalini che portavano al quinto piano…alzò lo sguardo verso la porta e si accorse improvvisamente di quanto ancora essa fosse lontana…accelerò e piombò con un kamikaze nel reparto in cui era ricoverato Naruto. Fece saltare al muro un paio di dottori e scavalcò con un salto un paio di carrelli…pensò che, probabilmente, la gente l’avrebbe visto come un pazzo maniaco…ma in quella situazione non c’era tempo per tirare fuori il distintivo.
Sentì il cellulare vibrare nella tasca del giubbotto…doveva di certo essere Kakashi, con buone o cattiva notizie…chissà se era finito tutto per il meglio…se così fosse stato, tutta quella fatica era uno spreco di tempo, nonché di energie. Per un momento ebbe quasi la tentazione di fermarsi a rispondere….ma poi l’orgoglio lo frenò e lo costrinse a correre ancora più forte…non era più una questione di vita o di morte per un potenziale testimone oculare…lì, dietro la porta davanti cui ora era fermo, in trepidazione, c’era il fratello…l’essere più infimo, crudele, bastardo e insensibile, che avesse mai conosciuto.
Inspirò profondamente e deglutì…fece roteare la maniglia, ed entrò con convinzione.
Si guardò intorno non badando a chiudere la porta. Naruto era disteso sul letto e lo fissava terreo
-…scusa non volevo disturbarti…io sono della polizia…- disse Sasuke cercando di tranquillizzarlo…per tutta risposta Naruto si ritrasse nervosamente sul letto e sbiancò ancora, se possibile.
Con uno scatto, la porta si chiuse rumorosamente. Sasuke sussultò e restò immobile, come appena svegliatosi da un incubo terrificante. Si girò lentamente, quanto più umanamente possibile e il cuore si fermò di colpo
-…alla buon ora…- sussurrò la figura snella e un po’ patita di fianco alla porta, con il braccio disteso verso la maniglia.
Sasuke deglutì e con uno sforzo enorme riuscì a riprendere un po’ di controllo di sé stesso…dietro di lui sentì Naruto pigolare come un cucciolo…
-…sei già qui…Itachi- disse il poliziotto in un sussurro di disprezzo…fece per prendere la pistola ma il fratello fu più veloce
-…io se fossi in te non lo farei, fratellino…- sibilò estraendo un piccolo aggeggio dalla tasca del suo cappotto nero.
Sasuke sbiancò
-…una bomba!? Non oserai! –
-…e questo chi te lo fa pensare…ho passato la vita ad aspettare il momento in cui, finalmente avrei fatto fuori anche te, Sasuke caro, una volta esaudito anche questo mio capriccio…e accontentato Orochimaru….chi se ne frega di ciò che farò!- rise itachi sadicamente, prendendo la pistola, lasciata cadere a terra da Sasuke…
-….mi fai schifo…sei patetico!- Sasuke s’impegnò in una smorfia di vero disgusto…Itachi, da parte sua, si limitò a fare spallucce e a portarsi vicino al letto di Naruto…
-…di questo ragazzino non me ne importa un granché…- disse osservandolo con disprezzo -…il mio obiettivo è sempre stato uno, dopo l’assassinio dei nostri genitori…- il suo viso si deformò in un’espressione di pura pazzia…Sasuke si ritrasse
-…ora sono io il tuo obiettivo…vero??- sussurrò ansimante, spostandosi per cercare le distanze dal fratello, ora più che mai, fuori di sé
-…certo…- Itachi prese Naruto per il collo che pigolando parole incomprensibili, chiuse gli occhi e portò le mani sulla gola per tentare invano di liberarsi dalla morsa...Itachi lo sollevò e il biondo iniziò a dimenar le gambe all’aria, in cerca di un po’ di sollievo.
Sasuke fece per scattare in avanti, ma qualcosa di più forte lo costrinse a rimanere immobile…come se ogni parte del suo corpo avesse improvvisamente deciso di fare sciopero.
-…perché lo fai…?- chiese poi, raccogliendo un po’ di ordine tra le sue idee. Itachi rise così forte che fu costretto a piegarsi un momento. Proprio in quell’istante, Sasuke, con un movimento felino, afferrò il telefono cellulare nella tasca e premette il numero di chiamata automatica…ora aveva la speranza che Kakashi potesse capire la sua situazione…
Itachi respirò a fondo e tornò ad osservare il fratello con il suo solito sguardo vacuo
-…perché lo faccio?? Intendi perché, anche se non centra niente, voglio uccidere questo pappamolle?? Beh! Per il semplice motivo che lui è un soggetto interessante…mi piacciono le vittime che sono dure a morire…ah! Fratellino, caro…quanto ho aspettato questo momento! Tu, io…una sola morte! Tutto come ho sempre sognato…- rise ancora
-…tu sei pazzo…- Sasuke indietreggiò di qualche passo e si poggiò al muro
Itachi osservò soddisfatto Naruto…restò imbambolato a contemplarlo per qualche secondo, poi, come preso da uno scatto d’ira, lo scagliò a terra come un oggetto e si diresse a grandi passi verso il fratello.
Naruto si riprese e osservò la scena quasi inorridito…poi si voltò e puntò lo sguardo oltre la finestra aperta…scivolò silenziosamente oltre il letto e si aggrappò alla scala antincendio di qualche metro più in là…lanciò un’occhiata ancora, all’interno della stanza…ebbe un tuffo al cuore nel pensiero di dover abbandonare così colui che gli aveva salvato la vita più d’una volta, ma alla fine, scivolò giù per le scale.
Sasuke si appiattì ancora di più alla parete, quando Itachi, con estrema foga, gli strinse il collo e tentò di rompergli in due la trachea. Il respiro gli si mozzò d’istante e sentì il sangue bollirgli nel cervello, come se la testa stesse per esplodere da un momento all’altro
-…tu…- iniziò Itachi, ormai completamente fuori da ogni sua capacità mentale -…tu non puoi capire il brivido che si prova nel veder morire una persona, mentre tu hai il suo cuore, ancora pulsante in mano….non puoi sapere quanto si può godere, nell’osservare gli investigatori, cercare di raccapezzarsi in un caso irrisolvibile, grazie ad un tuo solo dito…no…tu non puoi capire…perché sebbene proveniamo dalla stessa famiglia londinese….tu…tu non hai il sangue di Jack lo Squartatore nelle tue miserabili vene!- Itachi strinse ancora più forte, più di quanto fosse umanamente possibile.
A quelle parole e a quel nome, Sasuke ebbe un conato…gli si fermò in gola, impedendogli ancora di più a respirare…cercò sollievo, tentando di allentare la presa del fratello, che però pareva di acciaio…non poteva parlare, ne poteva fare alcun che gli permettesse di liberarsi….forse, allora…era quella la sua fine??
Poi, d’improvviso, notò il telecomando a distanza che pendeva pericolosamente, fuori dalla tasca di Itachi…chiuse gli occhi, che ormai sembrava volessero uscire, e allungò la mano.
-…ho urgentissimo bisogno di parlare con un certo signor Hatake…- urlò un ragazzo entrando trafelato e rosso in volto, dentro l’ufficio di Sakura
-…mi dispiace….ma al momento è fuori per un’emergenza…- disse lai
-…la prego!! È molto urgente!! Si tratta del suo collega!! Dovrebbe essere un Uchiha, da quel che ho potuto intendere!- insistette il ragazzo…Sakura ebbe un tuffo al cuore e si mise a trabattare con il computer…dopo qualche minuto, si fermò…passò lo sguardo dallo schermo al ragazzo e dal ragazzo allo schermo
-e tu cosa ci fai qui!?!?!?- urlò in un grido stridulo -…dovresti essere all’ospedale!!-
-…sono scappato!! È successa una catastrofe!! La prego! Mi faccia parlare con quell’uomo…- ma intanto che lui diceva così, sakura aveva già preso in mano il telefono…i primi due numeri che compose li trovò spenti, l’ultimo occupato…preoccupata si diresse verso Naruto
-…mi dispiace ma non può rispondere…-
Il giovane, prese a camminare avanti e indietro come uno spiritato
-…L’Uchiha è in grave pericolo!- urlò poi, quasi con le lacrime agli occhi…d’un tratto, tutto il distretto si zittì e si voltò a fissarlo…dal suo ufficio uscì Tsunade all’armata e lo chiamò dentro…lì, Naruto, raccontò tutta la storia nel minor tempo possibile
-…RECUPERATE KAKASHI E I SUOI UOMINI!!!- ringhiò Tsunade dopo circa dieci minuti -…E POI VOGLIO SUL POSTO I MIGLIORI ARTIFICIERI DEL DISTRETTO!!!...MUOVETEVI, INCAPACI!!!!-
Fu in un secondo, che riuscì ad afferrarlo e a portarlo con soddisfazione, davanti agli occhi del fratello, che immediatamente, mollò la presa e si allontanò di qualche passo, cercando nervosamente qualcosa nelle sue tasche.
Si rivoltò su se stesso per qualche secondo, prima di realizzare quello che era appena accaduto
-…e ora?? Come la mettiamo??- chiese sarcastico Sasuke
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Capitolo 14 *** Capitolo Tredici ***
Capitolo Tredici
-…maledizione…!!!- sibilò Itachi…solo in quell’istante si accorse che anche la sua seconda preda era scappata…la sete di vendetta, si aprì in uno stato d’ansia, di cui non aveva mai sentito nemmeno l’eco…quasi si odiò per questo.
Sasuke continuava a sorridere soddisfatto sventolando il telecomando a destra e a manca, ma in realtà non aveva la minima idea di come poter far finire quell’incubo…non aveva nessuna intenzione di ucciderlo, anche se l’avrebbe potuto fare con grande facilità in quella situazione…eppure pareva non esserci altra scelta.
Rimasero a scrutarsi per alcuni minuti, senza che alcuno parlasse. Poi, ad un tratto, Itachi sorrise di un sorriso distorto
-…che c’è?!- esclamò Sasuke infastidito
Itachi continuò in una risatina sottomessa…allungò il braccio e lo infilò nella tasca interna del cappotto…qualcosa brillò…qualcosa che fece sussultare Sasuke di terrore
-…ti sei dimenticato…di questa!- estrasse soddisfatto la revolver, confiscata al fratello poco prima e gliela puntò contro.
-…metti giù quel telecomando o ti faccio fuori…- disse sprezzante Itachi -…lo sai che non è questa la fine che voglio per te…perciò fai da bravo…riconsegnamelo…-
Per tutta risposta Sasuke fece spallucce…ora come ora…non gliene fregava più di tanto
-…e chi mi dice che mi stai dicendo la verità??- disse poi
-…fidati…- rispose itachi caricando il tamburo…-…non dico mai bugie al mio fratellino adorato…-
Sasuke spostò di colpo, la sua attenzione dal fratello alla finestra…notò un’ombra furtiva muoversi dietro le tende…una figura inconfondibile che era pronta a scattare…
Decise di fare il gioco di Itachi in modo di attirare ogni attenzione su di sé…si abbassò lentamente e lasciò cadere a terra il telecomando…si rialzò e con un calcio lo spinse via.
Itachi ripeté a specchio le stesse azioni…
Si abbassò e si allungò verso il telecomando.
Sasuke sorrise quasi impercettibilmente…Itachi lo avvertì e alzò lo sguardo…fu solo allora che si accorse di qualcuno alle spalle…
Scattò in piedi e si girò…dietro di lui Kakashi rimase in piedi…paralizzato…
-….nooooooo!!!- gridò a squarcia gola Sasuke, tuffandosi verso il fratello.
Troppo tardi…il colpo partì.
Sasuke vide Kakashi scivolare a terra senza sensi e fu allora che, come d’istinto, si scagliò su Itachi.
Iniziò una battaglia cruenta…iniziarono a volare potenti pugni e calci a non finire.
Ben presto si ritrovarono sull’orlo del piccolo terrazzino a ringhiera.
Itachi teneva ancora stretto in mano il telecomando…Sasuke lo prese al collo e lo distese parallelo al suolo…lasciandogli cadere il busto nel vuoto…Itachi cercò, in un ultimo atto di disperazione di premere il pulsante e far esplodere la stanza, ma nel tentativo, il telecomando gli scivolò via dalle mani…
Ora era solo, contro la morte che lui si era fatto tanto amica.
Sasuke lo spinse ancora più giù, facendolo rimanere in bilico tra la ringhiera e l’infinito vuoto di almeno 20 metri.
-…ma tu verrai con me…- disse mentre con un colpo di reni, si aggrappò al fratello e si lasciò cadere…
Sasuke sbiancò…si sentì trascinare e si trovò incapace di appigliarsi ad un qualunque oggetto…la ringhiera gli scivolò via dalle mani come sapone…chiuse gli occhi, sentendo il peso del fratello lentamente abbandonarlo.
D’improvviso, una mano afferrò il suo braccio e lui si bloccò a mezz’aria…aprì gli occhi increduli e li volse verso l’alto…
-…e no…tu non puoi morire ora…- disse Kakashi sorridendo e cercando di tirarlo su con l’unico braccio buono che gli era rimasto.
Sasuke si attaccò alla recinzione e si spinse al sicuro…lasciandosi un momento, disteso sul pavimento a riprendere fiato…
Kakashi si lasciò cadere disteso sul letto, mentre un’infermiera era entrata allarmata per il baccano e aveva iniziato a chiamare i soccorsi.
Sasuke si alzò e si osservò le ferite un po’ ovunque…raccolse il telecomando e si avvicinò alla ringhiera…gli bastò sporsi appena un poco, per riuscire a vedere alcune persone correre verso qualcosa nel bel mezzo della strada…alcuni taxi e alcune macchine si erano innaturalmente parcheggiate e casaccio nel bel mezzo della via principale e avevano creato un ingorgo, proprio davanti all’ospedale…
Due o tre medici raggiunsero il corpo in mezzo alla strada, che ora, si poteva vedere chiaramente…Sasuke sorrise amaramente e rientrò.
Si accorse che erano giunti anche gli artificieri…ne riconobbe uno in particolare…lo aveva conosciuto durante un corso di aggiornamento…lo sentiva borbottare mentre era disteso sotto al letto in una posizione a dir poco scomoda
-…è un peccato disattivare una bomba così complessa…- bofonchiò uscendo
-…che strano! Hanno mandato un’incapace come te? Deidara?- sbottò Sasuke a bruciapelo, poco prima di uscire dalla stanza.
Finalmente il caso era risolto…e da quella notte avrebbe potuto dormire sogni tranquilli.
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Capitolo 15 *** Epilogo ***
Epilogo
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E il tamburo si apre tra le mani tremanti
Dlink
E il bossolo esce, cadendo sul pavento freddo…
E il tamburo si richiude
Ancora nelle stesse mani tremanti
Nuove di fronte al freddo di un metallo assassino…
E abbandona la presa…
Scivola inesorabilmente verso il basso
E cade in terra in un sonoro tonfo…
E le mani tremanti si allontanano…
Chiudono a chiave quel lontano ricordo…
Lasciando il gelido metallo,
silenzioso e immobile…
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