It all happened in a summertime

di Blueberry295
(/viewuser.php?uid=155544)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrival and surprises ***
Capitolo 2: *** New feelings ***
Capitolo 3: *** Avviso!!! ***
Capitolo 4: *** 3-The date ***



Capitolo 1
*** Arrival and surprises ***


Se c’era una cosa che a Violet piaceva, quella erano le vacanze estive. Ogni anno visitava un posto diverso, ma quella volta aveva deciso di tornare in patria, a Londra, sacrificando sole e mare per nuvole e umidità. Ma ne vale la pena, pensava, eh se ne vale! Di solito erano i suoi parenti ad andare a trovarla. Era entusiasta soprattutto di rivedere sua cugina Aurelie, da poco diplomata, e i suoi cugini Julie e Logan, anche loro appena usciti dalla scuola. Lei invece aveva da poco conseguito la sua seconda laurea alla Washington DC University, mitologia e arte vichinga, ne andava molto fiera. Con le cuffie nelle orecchie ritirò il suo bagaglio-un minuscolo trolley-e si diresse verso l’uscita, dove c’era sua zia Lauren che si sbracciava urlando ‘Violet! Tesoroooo!’.
Violet si passò una mano in faccia e nei capelli, fingendo indifferenza mentre le si avvicinava e l’abbracciava nella speranza che la piantasse di urlare come una gallina–Zia! Come stai?-
-Oh, la mia nipotina geniale! La seconda laurea, vero? E poi guida allo Smithsonian!-
-Si, ho fatto domanda due settimane fa- rispose mentre metteva in macchina il trolley-lascia guidare me-
-Eppure mi domando ancora perché non abbia scelto la facoltà di storia del teatro, sei bravissima ed hai una voce stupenda….-continuò a blaterare per tutto il tragitto, criticando il suo modo di guidare “all’americana” fino a che disse –Parcheggia qui, accanto all’auto di tua madre- Nulla era cambiato nelle due villette a schiera della sua famiglia, era rimasto persino quello gnomo orrendo in mezzo al cortile. Passando gli diede un calcio. Entrò e poggiò la valigia in un angolo, poi disse –Zia, vado a controllare camera mia-
-Cara, non l’abbiamo mica saccheggiata o fittata a qualche vagabondo! Cosa ci vai a fare?-
-A controllare se Julie ne ha fatto il suo regno- e salì le scale, raggiungendo la sua vecchia camera. Nulla era stato toccato, era tutto pulito, e c’erano ancora i suoi innumerevoli poster, disegni e foto attaccati alle pareti e alla porta. Le cugine dividevano una stanza nella villetta adiacente, quindi erano felici come nel giono dei saldi quando avevano saputo che sarebbe andata a studiare in America. Aprì la borsa che teneva a tracolla e cacciò fuori delle nuove foto e un poster degli Avengers, i suoi idoli, e il suo MacBook, appoggiandolo sulla scrivania ingombra di libri. La voce di sua madre la raggiunse dal piano inferiore, seguita da quelle dei suoi rumorosi cugini. Scese in fretta e abbracciò sua madre –Bentornata, piccola! Come è stato il viaggio?-
-Tranquillo, ho praticamente dormito per tutto il tragitto-
-Tipico di te!- Aurelie si diresse verso di lei e l’abbracciò –La solita pigrona!-
-VIOLET!- urlarono i cugini gemelli, stringendola in un abbraccio a panino mozzafiato.
-Ecco perché non vengo spesso… siete pericolosi!-
- Violet- disse sua madre, prendendola per mano- questo è un piccolo ma prezioso regalo da parte mia. Abbine cura- La scatola che le indicò era poggiata sul tavolo, e… si muoveva?! Sollevò il coperchio e guardò il suo contenuto, era…
-Un cucciolo! Grazie! E’ adorabile!-
-E’ maschio, e hai anche il permesso per portarlo in aereo con te!-
-Quand’è così allora lo porto subito a fare una passeggiata! Vieni dalla mamma, Thor!-
Tutti la guardarono scioccati –E’il nome del cane di Hagrid in italiano-disse a mò di spiegazione –E’ un labrador, diventerà enorme, non posso chiamarlo Pulce!-
-Sarà, ma ora uscite, noi intanto prepariamo qualcosa per pranzo-
-Mamma, sono appena arrivata e vuoi già sbarazzarti di me?- disse ridacchiando
-Posso accompagnarti? Voglio farti conoscere una mia amica e farti vedere dei posti!- disse Aurelie, precipitandosi fuori con lei.
-Vieni pure. Dove abita questa tua amica?-
-A un paio di isolati-
Chiacchierarono per tutta la strada, fin quando Aurelie non si fermò e indicò una villetta come la loro. Lo sguardo le cadde sul nome dipinto sulla cassetta della posta e per poco non lasciava scivolare il cucciolo che dormiva tra le sue braccia, tanto era la sorpresa: Hiddleston
Aurelie non si accorse minimamente dell’espressione basita della cugina, né la sua mascella che sfiorava a terra, quindi bussò. Le accolse una signora alta e magra, con un vestito rosa pallido e un grembiule quadrettato.
-Aurelie, cara! E’ lei tua cugina? Me ne ha parlato così tanto! Io sono Diana-
-Violet. Piacere di conoscerla-
-Entrate, chiamo subito Emma- le fece accomodare nel salotto e sparì su per le scale.
-Perché non mi hai detto che conosci gli Hiddleston?-
Aurelie ridacchiò-Perché se lo avessi saputo saresti collassata e avresti urlato. Rilassati, altrimenti il cucciolo soffoca!-
Guardò tra le braccia, e si accorse che effettivamente aveva stretto un po’ troppo la presa, e la allentò. Dalla porta della stanza si affacciò una testa bionda e riccioluta –Sempre nei momenti meno opportuni, eh, Au?- rise
-Emma, lei è Violet, mia cugina-
-La cugina della quale mi hai riempito di chiacchiere? E’ bello vedere che non ha inventato la “cugina perfetta”- le porse la mano, e Violet sistemò il cucciolo su un braccio per ricambiare –Perfetta-fece una smorfia-e in cosa? Aurelie mi vuole troppo bene per essere obiettiva!-
-Em, non è un buon momento? Sembri innervosita-intervenne Aurelie
La bionda sospirò-Mister L’oréal non è contento dei suoi capelli. Dice che sono ancora troppo neri…-
A Violet si annodò lo stomaco: il suo supercattivo preferito (del quale aveva una foto scattata per puro culo al Comicon) era in casa?! Respirò e riflettè. Tanto è solo un comune essere umano, non un dio, calmati, si disse.
-Venite di sopra, magari mi date una mano. E, Violet, quel cucciolo è adorabile!-
Salirono le scale e andarono nella stanza di Emma, dove trovarono Tom seduto sul bordo del letto, che sorrise vedendo entrare la sorella. Quel sorriso le fece contorcere nuovamente lo stomaco.
*si nasconde dietro lo scudo di Captain America* Salve a tutti! Questa è la mia prima pubblicazione(non un granchè,ma è pur sempre un tentativo) quindi sono gradite critiche e consigli. Un grazie a chi è arrivato fino alla fine del capitolo,ma soprattutto a quanti recensiranno :-D BBMoon

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** New feelings ***


 
-Per la miseria, uomo, sono solo capelli!- urlò Emma, mimando una scema che si disperava con i capelli stretti nei pugni.
Tom balzò dal letto –Em, dovevi dirmelo che abbiamo ospiti…ciao Aure-
Fantastico, non si è accorto di me…
-E lei è…?- domandò poi, facendo arrossire di colpo Violet
-Sono la cugina di Aurelie, Violet-  Non dirgli che lo adori, non dirgli che lo adori, non dirgli che lo adori, per carità…
-Piacere di conoscerti, io sono Tom- e le sorrise, facendola quasi collassare
-…e sei in crisi con i capelli-aggiunse la sorella. Tom fece finta di non averla sentita e dirottò l’attenzione sul cagnolino che Violet teneva in braccio –Ma che carino! Come si chiama?-
BOUM. L’ultima cosa che voleva era dirgli che il cane si chiamava Thor. A lui. Loki in Thor.
Con suo sommo orrore ci pensò la cugina –Si chiama Thor, come il cane di Hagrid-
Violet liberò una mano e se la passò in fronte. Che figura di m….
-E’ perfetto, diventerà un bestione, quindi è azzeccatissimo!-
-G-grazie-balbettò incerta –Ora scusate, ma torno a casa a disfare la valigia…beh, è stato un vero piacere conoscervi, ci vediamo! Au, chiama quando torni- e si precipitò all’uscita. Durante il tragitto fino a casa pensò al suo fortunato incontro: quel ragazzo era ancora più bello dal vivo, e aveva degli occhi stupendi. Ed era alto. Dal suo metro e settantacinque abbondante doveva alzare parecchio lo sguardo per vederlo in viso.
Tornata a casa prese la valigia e salì in camera sua. Mise il piccolo sul tappeto peloso insieme ad un giocattolo e sistemò la sua roba nell’armadio. Ad un tratto sentì bussare alla porta.
-Avanti-
-Violet, scendi, il pranzo è quasi pronto, si mangia in giardino-
-Okay mamma. Aurelie è tornata?-
-Si-sorrise-ed ha degli ospiti, quindi vestiti bene-
Si guardò nello specchio. Camicia verdastra a maniche corte sbottonata con una canotta bianca sotto, jeans corto, ballerine bianche. Andava bene, mica avevano la Regina a pranzo?
Mentre scendeva le scale legò alla meglio gli indomabili capelli castani e uscì in giardino, dove erano già seduti i suoi cugini e gli ospiti di Aure. I fratelli Hiddleston. Non se ne stupì più di tanto, perciò salutò e rientrò solo per dar da mangiare a Thor. Si sedette accanto a Julie, che faceva la scema con Tom, seduto dirimpetto a lei. Sbuffò, e prese una sigaretta dalla tasca posteriore, alzandosi da tavola.
-Dove vai?- chiese Tom, esasperato dall’insistenza di Julie
-Qui accanto a fumare, altrimenti dicono che do fastidio. Vuoi venire? A proposito di fastidio, Julie, vai ad aiutare la zia con i piatti- Aurelie rise imitata poi da tutti gli altri nel vedere l’espressione di disappunto di Julie
-Grazie del salvataggio-
-Di niente, se volete venire a farmi compagnia fate pure-
E andò vicino alla vecchia altalena, dove il suo seguito-Aurelie, Emma e Tom-si sedette. Accese la sigaretta e fece una boccata, per poi soffiare via dei cerchietti. Aurelie lo adorava.
-Come ci riesci?- disse Emma –Fumo da tre anni e non ce l’ho mai fatta!-
Violet ne fece un altro e rise –E’ questione di pratica-
Tom la fissava incuriosito, poi chiese- Allora, fai qualche lavoro Violet?-
-Ho appena preso la seconda laurea, e sono in attesa di una risposta dal museo dello Smithsonian Institute, ma faccio un lavoretto come insegnante di chitarra e piano-
-Wow. Io faccio solo l’attore!-
-Oh, lo sa benissimo…- mormorò la cugina
-Cosa?-
-Ehm, ho detto è meglio andare, sarà pronto!- si salvò subito dallo sguardo omicida di Violet. Gettò via il mozzicone e raggiunse il resto della truppa a tavola. Il pranzo fu sereno, e Violet e Tom parlarono molto tra di loro, scoprendo di avere molti interessi in comune. Finito di mangiare(ovvero quando le cuciture dei pantaloni stavano per saltare) Aurelie propose di far fare il giro delle villette ai due ospiti, dato che era la loro prima visita. Violet sbiancò –Non vorrai mostrargli la mia stanza, spero- la faccia di Au sembrò a Violet quella di Burns dei Simpson mentre dice “eccellente”.
-Va bene- avrebbe affrontato la cosa da persona matura. Ovvero si sarebbe messa a ridacchiare come un’ idiota mentre scavava un buco per la vergogna. Fecero il tour della casa e lasciarono la sua stanza per ultima. Sadica bastarda. La faccia dei due fratelli si aprì in un ghigno divertito quando aprirono la porta. La stanza era tappezzata di foto fatte durante i viaggi da Violet, da poster di film Marvel e da foto del cast, numerose delle quali erano proprio di Tom.
Quando però Violet stava per fare i bozzetti per la lapide, Tom, che era entrato e stava ispezionando accuratamente le foto e i disegni si rivolse a lei –Sei bravissima, sai? Non vengo mai bene nelle foto (cit.willwoosh ndA),sembro sempre un povero sfigato, soprattutto durante gli spettacoli….-
Signore e signori, il premio per la cazzata più colossale del decennio va a Thomas Hiddleston!
Violet si riscosse bruscamente –Oh, beh…grazie.-
-Dovresti fare tu le foto delle mie rappresentazioni teatrali. Proprio ora che Juan è partito per Glasgow!-
-Perché no, stavo cercando un’occupazione per queste vacanze-
-Perfetto, allora domani mattina vieni al Theatre of London, così aggiusti le luci per le foto e roba simile-
-Ok, ci vediamo lì per le otto e venti. A domani… Tom-
Emma dovette trascinare via il fratello, che stava sorridendo come un ebete nella tipica espressione da “per me vale come un appuntamento”, salutando tutti.
La zia chiuse la porta ed esplose in un fiume di parole alle quali Violet non seppe dare un significato preciso. Per grazia divina i suoi cugini la portarono fuori nel giardino, dove accese nuovamente una sigaretta per il nervosismo, poi guardò le loro facce, singolarmente: Aurelie era entusiasta, Julie le avrebbe strappato il fegato a morsi (eh, bè, stiamo pur sempre parlando di Tom Hiddleston) e Logan avrebbe volentieri schiaffeggiato il suddetto. Essendo figlio adottivo della zia di Violet, non aveva legami di parentela con lei, quindi ci aveva sempre provato spudoratamente, e puntualmente lei lo mandava a fare treccine agli unicorni.
-Cosa metterai?-
-Non lo so Au, credo un semplice jeans e una canotta con qualche aggiunta-soffiò il fumo in aria –Jules, che ne dici?-
Julie fece la faccia di una che aveva mangiato un limone –E io che ne so? Mica devo andarci io?!-
-Non fare la bambina-le soffiò il fumo in faccia (Crudelia deMon…Crudelia deMon…ndA)
-Ho diciotto anni, per la miseria! Ovvio che non sono una bambina!-
-Allora smettila di comportarti così. Non eri fidanzata?-
-Garret è in Austria…-borbottò
-…e tu fai la smorfiosa con tutti. Scusa, ma è la verità.- spense la sigaretta –Se vuoi aiutarmi con i vestiti vieni pure. Su, abbracciami. Ti voglio bene, e voglio che sia onesta con chi hai scelto di frequentare.-
-Anche io te ne voglio- disse con la faccia affondata nella spalla di Violet
-Sono invisibile? Voglio anche io un abbraccio- intervenne Logan, rovinando il momento tra cugine.
-No, sei un omuncolo fastidioso.- gli fece la linguaccia –E puoi solo prendere la mia Canon dal cassetto del mio comodino e metterla in custodia, grazie-
-Uff…-
Il resto del pomeriggio lo passarono in camera di Violet, sommerse dai vestiti. Sembrava la scena finale di Titanic, Au e Julie rannicchiate sul letto e Violet seduta nel mare di cotone colorato, dal quale ogni tanto riemergeva il povero Thor, annaspante e trionfante. Finalmente, dopo 68 combinazioni diverse di vestiti, trovarono quella giusta : jeans estivi blu, una canotta bianca con gilet nero morbido e converse nere. Come accessorio solo la collana con l’albero Yggdrasill (riferimenti al film puramente casuali…) regalatale per l’ultima laurea.
-Fichissima!-
-Ti sposerei!-
-Mi abbraccerei!-
 
 
Per l’agitazione Violet si svegliò alle sei meno venti, e cominciò a prepararsi con calma, facendo prima colazione con due tazze di caffellatte, poi lavandosi, vestendosi e truccandosi. Preparò una borsa con il necessario e aspettò che scattasse l’ora X (troppi polizieschi ndA), quindi, alle otto meno dieci scrisse un bigliettino di avviso alla famiglia e si precipitò a prendere la metro. Al suo arrivo –otto e dieci- trovò il ragazzo che l’aspettava già.
-Buongiorno! Sei in anticipo-
-Anche tu, scusa se hai dovuto aspettare…-
-No, figurati…- silenzio imbarazzante. Vedendo la sua espressione diventare agitata disse –Hai le chiavi del backstage? Possiamo entrare da lì-
-Oh, già, hai ragione-
Buon Dio, che rincoglionito….
Entrarono dietro le quinte e Tom aprì il sipario illuminando la scena. Il backstage era disordinato, con oggetti di scena e scenografie sparpagliate o accatastate accanto al muro, ma sul palco troneggiava un magnifico pianoforte a coda nero e lucido. Quasi senza accorgersene, mentre Tom era impegnato a sistemare qualcosa, Violet scivolò vicina al piano, premendo un tasto. Perfettamente accordato. Si sedette e cominciò a suonare una specie di ninna nanna, le dita scorrevano veloci sulla tastiera. Dal canto suo, Tom si sentiva come rapito dalla musica e dalla figura assorta di Violet, che lo aveva colpito fin dal primo momento. Quando finì di suonare le si sedette accanto
-Sei stata magnifica-
Lei abbassò timidamente lo sguardo sulla tastiera e mormorò un –grazie- sommesso.
A rompere quel nuovo silenzio fu l’ingresso di una signora sulla cinquantina, vestita in maniera alquanto stravagante che si presentò come la direttrice/pianista
-Ho sentito qualcuno suonare, eri tu, cara?-
-Si, signora, insegno pianoforte nella mia città-
-E sai cantare?-
-Un pochino, ma-guardò Tom che la fissava imbambolato-ecco, non…non credo sia il caso-
-Sciocchezze! Vogliamo sentirti, vero Tom?-
-Assolutamente si- sorrise incoraggiante –Alle foto penseremo più tardi
-Ok, allora…
La melodiosa voce (e te pareva ndA) di Violet che cantava My Immortal degli Evanescence riempì il teatro vuoto, facendo rimanere stupito il ragazzo. Si sentiva strano quando era con lei, non strano come con la sua ex ragazza, strano in senso positivo, aveva le farfalle nello stomaco e la bocca secca, e non riusciva a comportarsi normalmente con lei, facendo sempre la figura dell’imbranato. Per cui, finita la canzone, raccolse tutto il suo coraggio e decise di chiederle una cosa molto importante…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*angolino dell’ autrice*
E rieccomi qui, a rompere con il secondo capitolo di questa…cosa. La ninna nanna in questione sarebbe dello stupendo cartone animato di Miyazaki: il castello errante di Howl:3- Di nuovo, le recensioni sono moooolto gradite e, a questo proposito ringrazio di cuore rose princess e manufassbender per aver recensito <3 <3 <3
Prego evitare il lancio di verdure :-O
Grazie e a presto,
Blueberry
PS:io e l’html non andiamo d’accordo, perdonatemi tanto ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Avviso!!! ***


Salve,paziente popolo di EFP! Non aggiorno da settembre...lo so,merito il linciaggio,ma i capitoli 3 e 4 sono pronti, e tra domani e dopodomani li posteró,promesso!!! Purtroppo tra vari problemi a casa e a scuola non sono riuscita a combinare nulla di buono (tranne che farmi venire la gobba a stare sui maledetti libri!)... Grazie della comprensione,a domani! :3 Berry295

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3-The date ***


 
Alzatasi dal piano, Violet si sentì come alla sua prima esibizione, felice e imbarazzata, soprattutto per la presenza di Tom, il quale ,si era accorta, la fissava intensamente. Quel ragazzo le piaceva davvero, non era un montato come ci si aspetterebbe da qualsiasi attore del suo calibro. Era dolce e un po’ impacciato, insomma, il contrario di ciò che era nei film. Per questo dovette trattenersi dal ridergli in faccia quando lo vide dirigersi verso di lei con un’ espressione che avrebbe dovuto essere determinata. Prese due respiri 
profondi, poi parlò 
-Violet, so che ci siamo appena conosciuti, ma…-
Oh, Signore, stava per chiederle di diventare 
la sua ragazza! Frena il cavallo, ti conosce solo da quarantott’ore  
–ecco, non so come continuare…-
*Violet facepalm* -insomma, vorresti uscire con me?- concluse stringendo i pugni lungo i fianchi come un bimbo delle elementari alle prese con la sua prima cotta. La ragazza lo guardò a lungo, per poi soffiare un timido –mi piacerebbe tanto-. La signora direttrice li aveva osservati per tutto il tempo, sorridendo al loro scambio di battute da scolaretti innamorati.

-Allora che ne dite di darmi una mano con la scenografia?-
 
Violet si alzò subito, rossa in viso –Certo, ditemi solo cosa devo fare-

-Prendi dei pennelli, la vernice e le sagome nel backstage. Tu, Tom, prendi gli stracci e il secchio, sai dove sono.-

-Grazie per l’aiuto, Violet.- le disse Tom mentre andavano a prendere il materiale richiesto.

-Figurati. Mi fa piacere dare una mano, sono praticamente cresciuta in questo teatro, è la mia seconda casa-

-Davvero? Anche per me è la stessa cosa. Sai, qui Kenneth Branagh mi vide per la prima volta, stavo recitando “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, nel ruolo di Jack Worthing-

-Wow. Io adoro quella commedia, e Wilde nello specifico. Mi ha sempre affascinato il modo in cui scrive, appassionato e affezionato, ma allo stesso tempo capace di cogliere con obiettività il carattere di ogni suo personaggio-come Dorian Gray- e fargli confessare ogni più piccola emozione o segreto. Una volta ho recitato una commedia sua-

-Quando? Non ti ho mai vista recitare. Scommetto che sei bravissima- disse con un sorriso. Il cuore di Violet si sciolse come al solito davanti a quello spettacolo –Più che recitare, danzavo. Ero la rondine nel “Principe Felice”-

-Aspetta…hai fatto la recita del professor Didier? Io facevo uno dei membri del consiglio del sindaco!-

-Davvero? Ci conosciamo da quando avevamo sei anni allora!- 

-Sembra di si!- e continuarono a parlare e parlare fin quando la direttrice non diede loro il via libera.

-Allora ti va bene stasera alle otto? All’Orchideous di St James’s Square, vengo a prenderti io- disse Tom una volta usciti

-Perfetto, ci vediamo- e gli diede un bacio sulla guancia che lo fece arrossire.

 La vide allontanarsi, poi si toccò dove l’aveva baciato. Dove è finito il famoso Tom Hiddleston? Il bel gentleman playboy di alcune delle produzioni più viste e acclamate nel mondo appresso al quale sbavavano migliaia di fanciulle conquistate dal suo accento così british? Sembra sia stato rapito e sostituito da questo bietolone incapace di mettere su un discorso interessante con una splendida e intelligente ragazza! Si fece quindi un appunto mentale: Parla di cose sensate e non balbettare, la voce ti esce come quella di un castrato. E controllati, per Giove!
 
Più in là Violet era rientrata a casa così contenta che le sembrava di galleggiare. Aveva conosciuto un ragazzo fantastico, educato, bello e pure famoso!!! Trovò Thor che curiosava tra la sua biancheria, caduto chissà come in un cassetto lasciato aperto. Appena entrò in camera quello la guardò con l’espressione più decorosa che un cucciolo con una mutanda in testa potesse avere. La ragazza scoppiò a ridere e lo prese tra le braccia. Lo portò in giardino per farlo giocare, e lo guardava scorrazzare mentre lei era seduta sulla panchina a bere una coca cola fredda e a godersi il silenzio derivante dall’assenza per impegni della sua famiglia. Fu allora che il palloncino dell’idillio le schiattò in faccia facendole piombare addosso la tragedia. Che cosa ca…avrebbe dovuto indossare?! Prese Thor e corse come un fulmine in camera sua, lasciandolo nella cuccia a litigare con un pupazzo.
Era andata in panico per un semplice incontro, per l’appuntamento aveva scelto il mood “Chiamate il prete”. Aprì con foga i cassettoni, vi rovistò dentro, fece lo stesso con l’armadio buttandosi alle spalle i capi che scartava. Sembrava un cane antidroga alla ricerca di un grosso pacchetto. E dopo tre estenuanti ore di ricerche e fiumi di vestiti (presi in stile ninja dall’armadio della madre) decise di indossare un abito rosa antico senza spalline stretto fino alla vita e largo sotto, lungo fin sopra il ginocchio, con delle décollété alte (il giovanottone era alto due metri, lei un metro e settantacinque, per non sfigurare ci voleva un aiutino) beige e degli accessori coordinati. 

-Cugina svitata…-

-Eh?-
Violet alzò lo sguardo e vide suo cugino appoggiato allo stipite della porta in quella che secondo lui era una posa sexy (brividino di disgusto).

-Hai un appuntamento?-disse guardandosi attorno con un’insopportabile aria di arroganza –Magari con quel damerino famoso-
Thor si parò davanti a lui con una fierezza degna di un cosariello di tre mesi nel tentativo di minacciarlo di mordergli le chiappe se avesse sfiorato la padrona. Prontamente Violet lo prese in braccio

-Si, Logan, e non fare quella faccia. Non ne hai motivo.-

-Invece si, perché quello è un imbecille-

-No che non lo è.-  mise il cucciolo a terra, si avvicinò a lui e lo prese per il colletto della polo azzurra, facendolo sbattere contro il muro (evvai! un po’di brutalità, finalmente! Ndtutti) 
-Stammi a sentire mocciosetto, prova a fare qualcosa, qualsiasi cosa che possa rovinare il mio appuntamento con il ragazzo più fantastico che abbia mai conosciuto, e giuro che sarà l’inizio del tuo peggiore incubo! Capito, vermiciattolo?! Aria!- e lo buttò fuori dalla stanza.

Aurelie aveva gurdato la scena dalla stanza di fronte, nascosta dietro la porta. Balzò fuori urlando –Oh mio Dio! Violetta mia, hai appena fatto ciò che desideravo fare da una vita!!-

-Sciocchezze- si schermì Violet con falsa modestia –Ora dimmi come va il vestito-

-Fantastico!- disse mentre faceva i grattini a Thor –Cadrà ai tuoi piedi!-

-Sé vabbè! Dopo una doccia, magari.-

Detto, fatto. Uscì dal bagno avvolta in un asciugamano gigante e con un turbante alla Aladdin e si affrettò ad asciugarsi, perché l’appuntamento era tra poco più di mezzora. Infilò il vestito e le scarpe  e sua madre le raccolse i lunghi capelli ancora umidi in un ordinato chignon alto.

-Sei bellissima tesoro-

-Mamma, non piangere, non sto per sposarmi…- eccola che caccia la scusa idiota,3,2,1…

-Non sto piangendo, ho qualcosa negli occhi- per l’appunto

Il campanello suonò e si precipitò, per quanto permettano i tacchi, alla porta e rimase a bocca aperta (e con un pericoloso filo di bava che minacciava il lucidalabbra). Tom era davvero fantastico, eppure era vestito semplicemente con un pantalone grigio fumè, camicia blu a maniche corte (signore grazie, niente quadretti tipo tovaglia da pic nic) e scarpe di tela blu scuro. 

-Wow, sei stupenda- le disse, facendola arrossire come una Weasley

-Grazie…andiamo?-

-Divertitevi!-

Tom la accompagnò alla macchina, come si addice ad un vero gentleman inglese, e la portò al ristorante vicino St.James’s square.
Li accolse una signora elegante, sulla quarantina, che gli indicò il loro tavolo. 

-Questo posto è bellissimo!- disse Violet mentre Tom la faceva accomodare

-Mi ci ha portato per la prima volta Emma al mio compleanno, fanno una torta alle mele davvero eccezionale!-

- L’ultima che ho mangiato è stata un anno fa a Disneyland a Parigi…una bomba calorica di ciccia pronta ad esplodermi sui fianchi, ma la migliore del mondo!-
Tom rise, e la ragazza non poté fare a meno di trovarlo bellissimo.

-Allora, signori, le ordinazioni?- li interruppe una voce stridula, e quando si voltarono scoprirono che apparteneva ad una ragazza bionda (o tinta?), sulla trentina, che seguiva il solito cliché di binomio “più tette che cervello”, e quella aveva almeno una quarta abbondante.

-A-hem, io prendo un’insalata di mare senza polipo e dell’acqua naturale- 

-Anche per me un’insalata di mare e…la pasta con gamberetti e zucchine e un filetto-

Il ragazzo si mantiene leggero…

-Bene, e per dessert?-
Lui su un vassoio con fragole e cioccolata a contorno.. –Due fette di torta alle mele, grazie-
 
La Barbie si allontanò sculettando così visibilmente che tutta la popolazione maschile si voltò a guardarla. Tutti tranne Tom.

-Odio le esibizioniste- le disse con un sorriso, rispondendo alla domanda silenziosa che Violet aveva posto con lo sguardo.

-Di solito ai ragazzi piacciono proprio questi tipi…o almeno così la pensava quel troglodita del mio ex-

-A me non piacciono. E il tuo ex doveva essere proprio un cretino per non accorgersi che aveva qualcosa di meglio di una specie di Barbie- e le prese la mano.

Violet arrossì ma non sciolse la presa e soffiò un –Grazie- imbarazzato.

La cena si svolse tranquillamente, con Tom che raccontava del suo lavoro come attore, che chiedeva a Violet del suo e delle sue passioni e con la Barbie che la inceneriva con lo
sguardo.

All’uscita dal locale, Violet si accese una sigaretta e insieme al ragazzo andò a sedersi su una delle panchine del parco di St.James.

La notte era splendida, una coperta blu disseminata di stelle luminose, così brillanti da far sembrare buia la luna, e la ragazza si trovò a canticchiare “That’s amore’’.

Tom ridacchiò e lei, imbarazzata, smise di cantare –Scusa, ma era la prima cosa che mi fosse venuta in  mente-

-No, figurati, continua pure, mi piaceva-

Le prese nuovamente la mano e ancora una volta Violet gliela strinse.

-Non ho mai conosciuto una come te, sai? Di solito uno con il mio lavoro trova solo delle opportuniste belle fuori e vuote dentro come la cameriera di poco fa… ma tu sei speciale, dico sul

serio. Sei una mia fan, ma non hai  reagito da pazza quando mi hai visto. E credimi, le ragazzine fanno davvero le pazze.-
 
Arresto cardiaco al piano superiore, il criceto sovrintendente al cervello è collassato per la dolcezza
-Lo dici per dire o fai sul serio?- gli chiese Violet, rossa in viso e con il cuore a mille.
 
Lui si avvicinò pericolosamente alla ragazza e sussurrò un –sul serio- poco prima di poggiare delicatamente le labbra sulle sue.

Il criceto sovrintendente  ci ha lasciati questa sera alle 22 e 42 ora locale. Addio Gigetto.





*Angolino vergognoso dell'autrice*
Hola, pueblo! 
Ebbene si,sono ancora viva...per poco *vede torce e forconi*. Scusate l'imbarazzante brevità del capitolo, ma, ahimè, stamattina ho scoperto che il 3 e il 4 capitolo erano stati cancellati per sbaglio da mio fratello...quindi ho scritto 'sta schifezza e appena possibile scriverò il prossimo capitolo.
Mi raccomando, RECENSITE! Critiche buone, brutte, belle, per me vanno benissimo!
Vi ringrazio tutti e in particolare rose prin
cess per aver recensito il cap precedente!

PS:faccio ancora pianger con l'html c.c

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1262045