Always together #3 Family
-Aaaaah!!!!
Spegni! Spegni! Spegni!!- era Mello, ovvio.
Metà
della sua giornata la passava a cercare di resistere ai fastidiosi
suoni che uscivano dalla console per videogame di Matt.
-ma
che ho fatto?- domandò l'altro come se non fosse colpa sua.
-Non
ne posso più! Mi fai venire l'esaurimento nervoso con tutto
il
casino del videogame!- sbraitò il biondo indicandolo
insistentemente con l'indice destro.
Come
al solito, Matt non ci badò, io mi stesi tranquillo sul mio
letto e Near giocava con i suoi robot.
Quando,
dopo mezz'ora, Kiko entrò nella stanza, Mello stava per
impazzire...
-hey!
Su, non litigate ancora!- esclamò la ragazza andando verso
di
loro.
-è
stato lui a cominciare!- si lagnò Matt.
-è
stato lui? E stato lui a cominciare?? Ma quanti anni hai? Tre forse?-
ribatté l'altro.
-e
dai, non potete trovare un compromesso?- chiese speranzosa.
-si!
Lui può smettere di giocare e siamo tutti contenti!-
-non
è vero! Tu che mi dai in cambio??- chiese curioso Matt.
-niente!
Non ho fatto nulla di male io!- annuì saccente Mello.
-aah,
e la barretta di cioccolato che la scorsa notte mi si è
“casualmente” sciolta sul sedere la chiami niente?
Non ti dico
cos'ho pensato quando ho visto i pantaloni! La devi smettere di
seminare cioccolata ovunque!- esclamò. Ci girammo tutti
verso
Mello, che prontamente guardò per aria come se nulla fosse.
Non
c'era verso! Litigavano, ma infondo si volevano bene come fratelli.
Kiko si avvicinò sorridente a Near, che alzò i
grandi
occhi scuri su di lei: -magari fossero buoni e tranquilli come te!-
sussurrò, nel caso i due “fratellini”
l'avessero potuta
sentire.
Il
ragazzino le sorrise, forse era una delle poche persone a cui
regalava quell'espressione. Chissà perchè.
Mentre
continuava il suo puzzle, lei si venne a sedere al mio fianco, ci
scambiammo un'occhiata d'intesa. Sembravamo una famigliola, anche se
davvero strana. Avevamo però la certezza che ognuno di noi
fosse indispensabile per formarla e che a sua volta, necessitasse
della presenza degli altri quattro.
Stavo
per parlarle, ma... tanto per cambiare...i cari bambini ce lo
impedirono.
-CHIEDILO
A QUALCUN'ALTRO!!- urlò il biondo andandosi a sedere
più
lontano possibile da Matt.
-OK!! Kiiiiikooooooo.....Giochi con me?
Servono due giocatori!- miagolò con gli occhioni dolci.
La
ragazza gli sorrise -certo, arrivo subito.- rispose dolcemente.
Si
misero s giocare, ormai neanche Kiko se la cavava male ai
videogiochi, visto che Matt ripiegava su di lei ogni volta.
Però....dopo
un'ora buona...
-Basta
Matt! Non ce la faccio più!- supplicò cercando di
allontanarsi.
-L'ultima
partita! Ti prego!- chiese attaccandosi alla sua caviglia destra.
-Hey!
Ma che fai??? Staccati!-ordinò allibita da qual gesto.
Quasi
come l'aiuto divino...uno dei suoi litigi con Mello era scoppiato ad
un semplice “infantile” sibilato tra i denti, da
quest'ultimo.
Le
aveva dato l'opportunità di riposare, infatti stese la
schina
sul letto, sorreggendosi sui gomiti, sorridendomi.
Aveva
un'espressione dolce e rassicurante, ma con lei non sapevo mai cosa
dire.
Prese
u libro dallo scaffale alla sua destra e iniziò a sfogliarlo:
-l'ho
letto anche io!- esclamò.
-a...ah,
davvero? N...non ti facevo tipo da gialli.- balbettai imbarazzato. La
gonna le arrivava a metà coscia, ma essendo stesa si alzava
di
più...se fossi stato seduto per terra, avrei visto,
beh...sappiamo tutti cosa.
-mi
piacciono molto, ne ho letti tantissimi...uh? L? Hey L?- mi dovette
chiamare due o tre volte per riscuotermi dai miei pensieri.
-oh,
s...scusa!- risposi arrossendo lievemente.
-sei
sicuro di sentirti bene? È da un paio di giorni che hai lo
sguardo perso nel vuoto. Hai anche le guance rosse, non è
che
stai covando un'influenza?- domandò toccandomi gentilmente
la
fronte.
-n..no,
è che...-cominciai per poi essere interrotto da Mello -non
ti
sorprendere, ormai dovresti saperlo che ha sempre lo sguardo perso
nel vuoto!- esclamò fissandomi con quella faccia che sembra
chiedere di essere presa a pugni.
Gli
lanciai un'occhiata per intimargli di starsene zitto.
Presi
la sua mano allontanandola piano dalla mia fronte, ma tenendola con
la mia senza accorgermene.
-sta
tranquilla Kiko, sto bene, m... mi sento solo un po' strano.
Sarà
il mal di testa.- spigai notando che Mello ci fissava. Ma che cosa
guardava?
-è
ovvio che ti senti strano, mica è normale questo!-
esclamò
indicando le nostre mani l'una tra l'altra.
-vi
tenete la manina, che teneri!!- miagolò per poi ridere come
un
matto.
Kiko
si alzò di scatto arrossendo, era visibilmente imbarazzata
-scusatemi,
ho...ho una cosa importante da fare.- disse statica uscendo dalla
porta, cercando di non dare a vedere il rossore.
-sei...SEI
UNO STUPIDO!- gli urlai contro, senza accorgermi di essere arrossito
a mia volta.
-già,
l'hai fatta andare via!- annuì serio Matt. Anche Near lo
guardò infastidito, probabilmente perchè Kiko era
l'unica possibilità che aveva di stare tranquillo, visto che
sanava i battibecchi tra Mello e Matt.
-m...ma
dai! Non può essersela presa per così poco, non
è
da lei!- si giustificò.
-è
ovvio però che l'hai messa a disagio! Se si tocca
quell'argomento una ragazza diventa suscettibile!- spiegò
Near, parlava già come un adulto, forse
perchè...la sua
infanzia si era sgretolata davanti ai suoi occhi.
-MA
CHE NE SAI TU? Alla tua età giochi ancora con i robottini!-
ribatté Mello.
Nessuno
di noi sapeva dove fosse andata Kiko, la “cosa importante da
fare”
era solo un pretesto per andarsene. Mi aveva parlato di un impegno,
fatto sta che non la vedemmo fino alla mattina dopo, il giorno del
mio compleanno.
I
ragazzi mi fecero gli auguri appena svegli, mentre per quelli di Kiko
avrei dovuto aspettare, sempre se si fosse presentata.
Uscii
dalla stanza con l'aria afflitta, ma a quanto pare non ero l'unico.
Near mi camminava a fianco, stringeva le maniche della maglia
nervosamente.
-Che
ti prende?- gli chiesi incuriosito. Come risposta, un niente appena
sussurrato scuotendo la testa.
-Kiko!!-
esclamò cominciando a correre. Alzai gli occhi e guardai
avanti, era lei...sorrideva.
Near
le correva incontro, ma si rese conto troppo tardi che non era per
nulla da lui. Si bloccò di botto arrossendo ed evitando di
guardarla negli occhi.
-come
siamo loquaci oggi!- disse lei sorridendo e accarezzandogli una
guancia.
-a
cosa devo questa novità?- domandò accucciandosi
leggermente per arrivare alla sua altezza.
-pe...pensavo
che ti fossi arrabbiata e che non volessi più passare il
tempo
con noi.-dichiarò il più giovane, rigirando tra
le dita
una ciocca di capelli.
-ma
no piccolo, non lo farei mai! Come aveva detto avevo una cosa
importante da fare!- spiegò dolcemente facendogli
l'occhiolino.
Vederlo
così era bello, almeno poteva mostrarsi per quello che era,
un
bambino.
Dopo
poco Kiko mi si avvicinò con un sorriso, non era arrabbiata
e
questo mi sollevò enormemente.
-Buongiorno
L! Tanti auguri!- esclamò allargando le braccia.
-ah,
g...grazie, io...-mi bloccai, non potevo credere a quel che aveva
fatto. Mi aveva appena dato un bacio sulla guancia. Si, lo so, era
poco, ma scatenò in me qualcosa di inspiegabile.
-...buon
compleanno...- sussurrò poi allontanandosi dal mio viso.
-ah,
siamo passati alle effusioni! Ma bravi!- frase che ci fece voltare.
Mello naturalmente.
Matt
gli tirò un leggero colpo alla nuca -idiota...-
-AHI!
Ma che cavolo...?- esclamò il biondo, incontrando
un'occhiataccia da parte di tutti.
-Che
effusioni ed effusioni?! Se lo vuoi anche tu un bacetto innocente il
giorno del tuo compleanno, non c'è nulla di male!- lo
rimproverò Kiko con le mani ai finachi.
-mah...niente
di male...chi lo sa. Tu che dici L?- mi disse sottovoce passandomi
affianco. Lo guardai in cagnesco dopo quell'allusione non proprio
velata, su una mia probabile gelosia.
-Su
forza, è ora di colazione!- esclamò lei -avanti,
se no
finiscono i biscotti che ti piacciono tanto!- disse rivolta a Near
per poi prenderlo per mano.
Presero
a camminare verso la mensa, e mentre li guardavo, sentii una mano
posarsi sulla mia spalla.
-eeeh,
come mi dispiace per te, Romeo!- disse Mello.
-eh?-
-la
tua Giulietta se la fa col piccoletto! Ma si sa, le ragazze non
resistono ai bambini. Non frustrarti principe azzurro!-mi prese
ingiro.
-m...ma
la smetti di dire stronzate?!- esclamai irritato.
Intanto,
a mensa, seduti in disparte su un tavolino, c'erano Near e Kiko.
-Che
cosa c'è che non va? È successo qualcosa?-
domandò
lei dolcemente. -n...no, non c'è niente- balbettò
insicuro, non era da lui.
-Guarda
che ti conosco...- sussurrò poggiandogli un dito sul naso
-tu
hai qualcosa che non va. A me lo puoi dire Near.- lo
incoraggiò
senza insistere.
-beh...tu...-
disse piano, guardando verso il basso -tu...mi ricordi...la...la mia
mamma- finì incrociando lo sguardo comprensivo e commosso di
lei.
Lo
abbracciò, con quel calore e quell'affetto che solo una
donna
sa dare, soprattutto ad un bambino. Near arrossì e si
strinse
in se stesso per l'imbarazzo.
-noi
siamo una famiglia...- sussurrò Kiko carezzandogli i capelli
-in qualsiasi modo tu mi veda...io ti vorrò sempre bene
Near.-
dichiarò.
Forse
non aver avuto l'affetto della madre, la spingeva ad essere tale per
qualcun altro, invece di cercare qualcuno chela rimpiazzasse per lei.
Facemmo
colazione tutti assieme e poi...
...come
tutte le domeniche...
ci
spettava il compito più arduo. Staccare Matt dai videogame e
farlo uscire in giardino!
Fine
terzo capitolo.
Ecco,
dopo un po' ho aggiornato. Spero che vi sia piaciuto. A parer mio
Near è molto dolce. È un po' OOC, lo so, ma chi
dice
che dietro quella maschera distaccata e fredda che ha
nell'anime...non ci sia davvero un puccino come questo?^w^
Beh,
non mi resta che ringraziarvi di aver letto e di chiedermi di dirmi
che ne pensate!
Bye
bye Envy99
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