New Challenge

di Masayume Pachirisu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Humanoids in Dream Girl ***
Capitolo 2: *** Julia, amore e segreti ***
Capitolo 3: *** Sex & Banana Milk ***
Capitolo 4: *** Live & Run With Me ***
Capitolo 5: *** Kiss & Cry ***
Capitolo 6: *** First Kiss & Escape ***
Capitolo 7: *** Stop It ***
Capitolo 8: *** Evil ***
Capitolo 9: *** Una nuova band ***
Capitolo 10: *** Happiness ***
Capitolo 11: *** Badman in Dream Girl ***
Capitolo 12: *** Falling in love ***
Capitolo 13: *** Bow Wow ***
Capitolo 14: *** Quando è troppo ***
Capitolo 15: *** Non esagerare ***
Capitolo 16: *** The Hurricane ***
Capitolo 17: *** La serata dei Badman ***
Capitolo 18: *** Quando i pensieri non fanno dormire ***
Capitolo 19: *** Lacrime amare si mescolano alle prime bugie ***
Capitolo 20: *** Be Mine Angel ***
Capitolo 21: *** Gli sbagli che rivelano noi stessi ***
Capitolo 22: *** Salvami da questo disastro ***
Capitolo 23: *** La temperatura aumenta con le bugie​ ***
Capitolo 24: *** Overdose per tutti ***
Capitolo 25: *** Nonostante tutto rimarrò con te ***
Capitolo 26: *** I ricordi creano il nostro futuro ***
Capitolo 27: *** Amicizia d'amore puro ***
Capitolo 28: *** Caduta libera ***
Capitolo 29: *** La paura di fare errori ***
Capitolo 30: *** Il perché di tanti errori ***
Capitolo 31: *** Enigmi e difficoltà ***
Capitolo 32: *** Eat & Love ***
Capitolo 33: *** Sorry ***
Capitolo 34: *** La verità è sempre meglio di una piccola bugia ***
Capitolo 35: *** Skype & Bubble Tae ***
Capitolo 36: *** Una storia da dimenticare ***
Capitolo 37: *** Bubble Soap ***
Capitolo 38: *** Saranghae ***
Capitolo 39: *** Red ***
Capitolo 40: *** Per favore ascoltami ***
Capitolo 41: *** Comeback Home ***
Capitolo 42: *** Ci penso io ora ***
Capitolo 43: *** Come se non fosse successo ***
Capitolo 44: *** Best Friend ***
Capitolo 45: *** Spiegazioni poco valide ***
Capitolo 46: *** Betrayal ***
Capitolo 47: *** E' solo un incubo ***
Capitolo 48: *** The Bad Humans ***
Capitolo 49: *** Yeobo ***
Capitolo 50: *** Non posso farcela ***
Capitolo 51: *** Sistemiamo quello che dobbiamo ***
Capitolo 52: *** New Challange ***



Capitolo 1
*** Humanoids in Dream Girl ***


PREMESSA:

Salve a tutti! E' da un bel pò che avevo in mente di scrivere una fiction sugli SHINee (ma non solo) quindi ho deciso di unire tutte le idee in una sola. Ho letto moltissime fic dove si parla di band, di cantanti, di chitarristi fighi ecc. Alla fine mi sono buttata anche io in questo genere, sperando di non distruggere tutto come al solito. xD 
Sono nuova quindi da queste parti, e, nonostante conoscono bene gli SHINee e i BAP (un pò meno gli INFINITE), la storia sarà molto OOC, anche perchè i vari personaggi sono inseriti in un mondo diverso da quello che è la realtà, quindi posso tranquillamente prendermi una licenza poetica e cambiare un pochino il carattere dei personaggi, ma giusto un poco, nulla che vi sconvolgerà, promesso!
In questa premessa volevo dirvi un pò i personaggi della storia, più che altro mettervi delle immagini per riconoscerli (nel caso quelli degli altri gruppi siano un problema!) eccoli in ordine di rivelazione xD
Kibum - Jinki - Taemin - Yong Guk (B.A.P) - Sungjong (INFINITE)- Jonghyun ecc...

---> Prima di tutto vorrei dire una cosa: per scrivere questa fiction ho preso spunto da un'altra storia che troverete nella sezione INFINITE e si chiama "I'm Alive" scritta da JaeJae. Lo dico perchè oltre al fatto che la trovo meravigliosa, è grazie a quella storia se mi sono appassionata moltissimo agli Infinite. Ho sempre ascoltato le loro canzoni, dal loro debutto ad oggi, ma essendo una Cassiopeia e quindi essere abituata a gruppi molto più vecchi, non ho mai avuto il tempo di conoscere o riconoscere per bene i componenti dei nuovi gruppi. Ma quella storia mi è entrata talmente tanto nel cuore che non ho potuto fare a meno di cercare foto, video, informazioni ed altro. Dopo quella ho iniziato a leggere tutte le fiction degli INFINITE e ad amarli sempre di più! Naturalmente parlo di "spunto" perchè oltre al fatto che quella fic è scritta in modo impeccabile, ha una trama ben diversa dalla mia. Anche solo come personaggi visto che qui abbiamo la bellezza di tre gruppi! (e poi non vado a copiare le fiction degli altri xD). 


PS: Ho cambiato la categoria della fic, prima era negli SHINee
 

**
 


Su una cosa non poteva fare a meno Kim Kibum.
Dormire.
Dormire era una delle cose che doveva per forza fare, per lo meno per dieci o unidici ore al giorno. Niente di strano dunque visto che la media per un essere umano normale è di almeno otto ore, mentre un ragazzo sui vent'anni potrebbe dormire anche per dieci se non ha un tubo da fare. 
Peccato che lo stesso Kim Kibum, nonostante i vent'anni compiuti da almeno quattro mesi, ne avesse di cose da fare ogni giorno.  Andava in università quando le ore di lezione non erano poi così irritanti, il resto della giornata lo passava nel bar del suo migliore amico, Jinki, il quale non aveva iniziato l'università e con l'aiuto di suo padre aveva aperto un'attività. Kibum lavorava per Jinki anche se il suo contratto non era poi così in regola. 
Doveva lavorare quattro ore al giorno, ma ne passava dentro il locale almeno otto. 

Il Dream Girl era il suo angolo di paradiso e ci passava dentro più tempo del dovuto per non dover pensare a se stesso, alla scuola, alle sue preoccupazioni, al fatto che stava invecchiando giorno dopo giorno e non voleva rendersene conto. 
Come lui, un sacco di persone vedevano quel locale come una piccola isola nel Pacifico dove perdere il proprio tempo. 
Lo pensava il solito ragazzino strafottente con tutti, che il lunedì mattina dopo cinque minuti dall'apertura si posizionava al solito tavolo vicino alla finestra sulla destra dell'ingresso e si metteva a leggere uno dei libri di Harry Potter con il solito caffè americano davanti. Ormai era arrivato al terzo volume e aveva iniziato il primo solo due mesi prima. 
Ma non era di certo l'unico a pensare così del Dream Girl. 
Il mercoledì all'una e mezza, puntuali come un'orologio svizzero, Kibum si ritrovava l'unico tavolo rotondo del locale circondato da cinque ragazze in divisa scolastica. 
Non sapeva bene i loro nomi a parte una che sembrava flirtare con Jinki ogni volta che il barista era nei paraggi. Kristal forse... Oppure Luna? Fatto sta che quelle ragazze si ritrovavano li e aprivano i loro libri nonostante la musica di sottofondo.
Di certo non venivano lì solo per la bellezza disarmante di Jinki. No. Era il locale che le chiamava. Quel tavolo tondo in mogano, pesante da spostare quanto difficile da lucidare. Erano le sedie anch'esse in mogano e pesanti, ma comode e perfette per sedersi anche se portavi i collant più leggeri del mondo - e per le ragazze era una manna dal cielo. 
Era a causa della luce giusta per leggere che non infastidiva troppo gli occhi, o il profumo leggero di cannella che ti inebriava il cervello ogni volta che infilavi un piede oltre la porta d'ingresso, e ti impediva di andartene per qualsiasi motivo.

Il Dream Girl era una vera isola per chiunque avesse bisogno di tranquillità, di riservatezza, di un angolo tutto suo e Kibum era davvero felice di poter passare il suo tempo lì dentro, facendo quello che più adorava al mondo - guardare la gente mentre viveva la sua vita. 

Alle sette poi, il locale chiudeva per la cena e riapriva alle nove fino all'una o le due, dipendeva naturalmente da quanta gente c'era. 
Quello era il momento che Kibum preferiva di più di tutti. 
Quando le strade si facevano buie e i primi lampioni le illuminavano, l'insegna del Dream Girl si accendeva di rosa shocking diventando un locale completamente diverso da quello del pomeriggio. 
Se qualcuno fosse passato di lì in due momenti diversi, avrebbe pensato che quello era un altro locale, che non poteva di certo essere il tranquillo bar nascosto in una via parallela, di un quartiere poco trafficato, dove magari avevano passato il pomeriggio a leggere un libro o a fare i compiti. 

Il giovedì sera poi, gli Humanoids si esibivano dalle undici fino all'una sul piccolo palco interno del locale, anche se piccolo non lo era, visto che i quattro membri della band ci stavano comodi e potevano anche spostarsi senza intralciarsi più di tanto. 

La notte quindi, il Dream Girl si vestiva di nero e rosa e diventava una vera e propria metropoli, altro che isola deserta! 
Alle nove l'entrata si riempiva di gente che voleva prendere i posti migliori per bere e fare quattro chiacchiere. 
C'erano i privilegiati che stavano davanti al bancone per parlare con Jinki, amici di sempre che non si perdevano una serata se non per malattia. 
C'erano le ragazzine che, vestite di tutto punto per andare in discoteca, passavano dal locale e si perdevano in discorsi senza senso, dimenticandosi completamente di andare a ballare. Questo perché il Dream Girl, con le sue luci più soffuse, l'odore di cannella e i sorrisi dei baristi, attiravano di certo più di qualsiasi altro locale nelle vicinanze.

Ma nonostante tutto questo, Kibum aveva comunque bisogno delle sue dieci ore di sonno per riuscire a stare in piedi in qualche modo, ed era per questo che ora era completamente riverso sul divano del retro, con gli occhi chiusi e lo sguardo perso di chi non sta effettivamente dormendo ma è in più che altro in coma. 

-Secondo te dorme?-
-Si sta dormendo...-
-Sei sicuro??! A me pare in coma... guardalo... ha un tic all'occhio.. fa paura!-
-Taemin, ti dico che sta dormendo! Se continui così andrà a finire che si sveglierà e saranno guai per tutti-
-Ok ok... lasciamolo dormire...-


Quella stanza diventò di colpo silenziosa e tranquilla. 
Finalmente quei due erano andati via!
Si spostò un po’ su quel vecchio divano verde cercando di assumere una posizione un più comoda, anche se i suoi momenti parevano più quelli di un bradipo piuttosto che di un ragazzo di vent'anni. 
Era sveglio ma non aveva la forza necessaria per massacrare di botte il bassista degli Humanoids. Come aveva potuto dire che faceva paura il suo tic all'occhio?! Ma quale tic poi?! 

Un rumore lo distasse dal suo mondo fatto di nuvole e unicorni, costringendolo ad aprire gli occhi, più per lo spavento che per capire chi fosse entrato in quella stanza.
Era pronto a prendere un lancia fiamme e fare fuori chiunque si fosse permesso di disturbarlo quando il dolce sguardo del chitarrista degli Humanoids lo fece completamente partire per marte.

-Yong Guk!!- gridò tirandosi su di colpo, come se la stanchezza non lo avesse praticamente messo KO solo dieci minuti prima.

Il biondo si ritrovò Kibum tra le braccia e per poco non cadderò a terra entrambi come due sacchi di patate. Per fortuna il chitarrista aveva un equilibrio solidissimo e ormai era abituato a quelle entrate in scena del minore. 

-Dicevano che eri in coma! Scusa ti ho svegliato...- rispose l'altro accarezzandogli la testa come si fa con i gattini coccolosi.

Il gatto in questione però gli regalò un sorriso, come se non fosse successo nulla, come se in realtà lui non stesse dormendo e quindi non lo avesse svegliato. 
Questo perchè Yong Guk poteva fare qualsiasi cosa visto che era il suo hyung preferito, dopo Onew naturalmente, anche se il proprietario del locale non aveva tutte queste libertà con Kibum, anzi, forse era quello che le prendeva più di tutti!

-State per provare?- chiese Kibum lasciando andare la presa del chitarrista, che annuì aprendo la custodia della sua chitarra per estrarla.

La sua Fender o Secret come la chiamava lui, dal colore blu elettrico e le corde verdi fosforescenti, che al buio si illuminavano. 
Una di quelle cose senza la quale Yong Guk non avrebbe potuto vivere. 
Era come un'estensione del suo corpo, la parte che gli permetteva di esprimersi e dire ciò che con le parole gli sembrava quasi impossibe. 
Questo perché in realtà Bang Yong Guk era una persona timida e riservata, nonostante il suo aspetto da gangster, sempre vestito di pelle, con i capelli biondissimi rasati ai lati. I giovedì sera poi, li sistemava con gel e lacca in quantità industriale per poterli tenere dritti per tutta la notte. Il risultato era di certo spettacolare e nessuno poteva fare a meno di guardarlo e rimanere senza parole. 
Nonostante il suo sorriso gengivale assolutamente infantile, Yong Guk era una forza della natura, anche se lui si sentiva infinitamente insicuro se non aveva la sua Secret tra le mani. 

-Spero che Sungjong sia arrivato...- disse infine il chitarrista, riportando l'attenzione del minore sul suo volto e non sulla sua chitarra -E' andato a mangiare dai suoi e non l'ho ancora sentito...-

Kibum alzò le spalle come per dire "non lo so". 
Non perchè gli stesse antipatico, anzi, solo che Sungjong era il più piccolo del gruppo, oltre che il batterista degli Humanoids. Questo faceva sì che gli portasse via tutte le attenzioni dei di Yong Guk - leader del gruppo - e non gli piaceva per nulla. 
Kibum non era geloso dei suoi hyung, ma era affezionato alle poche persone che facevano parte della sua vita, quindi vedere Sungjong sempre al centro dell'attenzione - quando fino a poco prima c'era stato lui - lo metteva in crisi, lo faceva andare su tutte le furie, lo rendeva nervoso più di quanto già non fosse di suo.  
Sbuffò mettendo un piccolo broncio sentendo la risata profonda di Bang arrivargli alle orecchie. 

-Smettila di essere geloso... Key...- disse il biondo, sottolineando il suo soprannome dopo essersi messo la tracolla della chitarra sulle spalle.
-Io non sono geloso! Non dire scemenze hyung!- ribattè il minore mettendosi le mani sui fianchi.

Uno strano sorriso si dipinse sul volto di Yong Guk che Kibum non riuscì a decifrarlo. 
Le gengive erano nascoste sotto le sue labbra, tirate leggermente verso l'altro tanto da illuminargli tutto il viso. Quella era una delle facce di Yong Guk che Kibum riteneva "splendide" senza alcun dubbio. 

-Eilaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Oppa!!!- gridò all'improvviso Sungjong attaccandosi alle spalle del chitarrista, che per poco prese un infarto più per la sua chitarra che per il suo povero corpo sotto le grinfie del batterista.

Kibum si ritrovò così lontano dal proprio hyung per colpa di quella furia che si era appropriata della sua schiena. 

"Stupida scimmia..." pensò Kibum guardando il volto sorridente del batterista.
-Sungjong lo sai che ore sono?- chiese Bang sospirando.
-Scusa oppa scusa scusa scusa!!!- gridò l'altro strusciando la guancia contro con quella del maggiore.
-E smettila di chiamarmi oppa pezzo di cretino..- cercò di rispondere con un tono più serio, anche se gli veniva difficile con il muso di Sungjong attaccato alla faccia.
-Certo che no oppa... a ciao Key!- 

Kibum annuì senza dargli parecchia attenzione, anzi, recuperò una sigaretta dal giubotto di Jinki e si diresse verso la porta, sorpassando la coppietta felice. 
Si ritrovò nel locale che era giustamente vuoto. I tavoli erano già tutti puliti come il pavimento in legno. Intorno a lui un dolce profumo di cannella si appropriò della sua negatività portandola via, donandogli un pò di pace interiore. 
E dire che la cannella non gli era mai piaciuta, ma da quando aveva messo piede nel Dream Girl non poteva farne più a meno. 

-Key, non si fuma qui dentro..- disse Jinki mentre lo vide avvicinarsi oltre il bancone. 
-Si lo so hyung..- rispose l'altro accendendo la sigaretta incriminata, porgendola poi al suo amico che fece una boccata e gliela ripassò come un automa.
Il minore si voltò verso il palco notando Taemin già in posizione con il basso a tracolla e le dita smaltate di nero che premevano sulle corde. 
Lo stava accordando.
SungJong fece la sua comparsa sul palco come una cavalletta, andandosi a sedere sul suo sedile privato e recuperando le bacchette dalla sua sacca che teneva lì di fianco da qualche parte. 
Yong Guk lo aveva seguito a passo più lento, con la sua Secret già in pugno e ben accordata. Iniziarono a strimpellare qualcosa insieme, tanto per sistemare i volumi e fare un pò di baccano quando la porta principale del locale si aprì. 

-Finalmente!- disse Yong Guk contro il suo microfono che usava poco e nulla, giusto per i rap quando c'erano.
-C'era traffico!- si scusò il ritardatario del gruppo.

Key voltò lo sguardo verso il cantante degli Humanoids che fece la sua entrata con il solito sorriso stampato sulla faccia. 
Quel sorriso che tempo addietro aveva stravolto la sua esistenza.

-Ciao Jinki hyung!-
-Sera Jonghyun! Ti porto la tua chiara tra poco...- rispose il barista recuperando un bicchiere.
-Tranquillo... ciao Key!-
-Ciao Jong..- rispose il minore senza guardarlo davvero in faccia, facendo finta di leggere qualcosa di interessante su un giornale di moto di Bang. 

L'ultimo componente della band salì su quel palco facendo un cenno a tutti gli altri. 
Nonostante fosse il più basso del gruppo, era colui che attirava sicuramente l'attenzione a prima vista, sopratutto quando intonava le prime note di una qualsiasi canzone. 
Questo perché Jonghyun era una specie di angelo demoniaco caduto dal cielo per regalare a loro, poveri esseri umani, un po' di conforto tramite la sua meravigliosa voce.
O almeno era questo che pensava Kibum da quando lo aveva sentito cantare la prima volta, tre anni prima, proprio su quel palco, proprio in quel locale. 
Ed era proprio per quel motivo che si era innamorato di lui.

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Capitolo 2
*** Julia, amore e segreti ***


Era assolutamente assurdo come un ragazzo come lui potesse suonare la batteria in quella maniera! Dove trovava la forza se lo erano chiesti in tanti, ma nessuno aveva osato mai chiederglielo. 
Non per paura naturalmente, ma per vergogna. 
Si, Sungjong metteva in soggezione chiuque si trovasse davanti. Sarà stata colpa del suo faccino da gattino innamorato, per il suo corpo esile, per la sua somiglianza ad una ragazza, o per la sua voce leggera, disarmante. La colpa poteva essere anche di tutte queste cose messe assimene, nessuno riusciva a capirlo, ma allo stesso tempo nessuno riusciva a sottrarsi dai suoi sguardi pieni di adorazione. 
Sungjong era fatto così, sempre sorridente, sempre con il volto pieno di vita, sempre perfetto in qualsiasi occasione, sopratutto quando era giovedì sera e poteva posare il suo sedere sullo sgabello della sua batteria. 
Nessuno poteva toccarla a parte i componenti della sua band, anche se a volte avevano rischiato anche loro la vita.

La sua Julia, così l'aveva chiamata. 
Quella batteria era stata un regalo di sua madre e lui l'aveva chiamata proprio come lei. 
Non poteva fare a meno di adorare quei pezzi che insieme creavano la sua musica. 
Grancassa, rullante, tom, charleston, senza di loro non era nulla. Senza la sua Julia lui era un semplice ragazzo sfigato senza grinta ne voglia di vivere, perché quella musica che sprigionava battendo sul suo strumento, riusciva a tirare fuori anche quel coraggio che gli era sempre mancato per poter vivere insieme agli altri. 
Eppure a vederlo nessuno ci avrebbe mai creduto, tranne i suoi amici di band che ormai lo conoscevano meglio di chiunque altro, forse meglio della sua stessa mamma.

SungJong si era presentato quattro anni e mezzo prima alla porta di Bang Yong Guk, il creatore degli Humanoids, oltre che il suo più grande ostacolo. 
Con le bacchette tra le mani e una fifa assurda, si era presentato a quel ragazzo dai capelli all'epoca neri con varie treccine africane. 
Gli aveva detto di essere un batterista, che voleva essere messo alla prova perché voleva assolutamente suonare con lui. Yong Guk non aveva esitato nemmeno per un istante e lo aveva seguito a casa sua per sentire un pezzo a caso.
Ne rimase affascinato.
Se poco prima Sungjong pareva un ragazzino imbarazzato, terrorizzato dalla risposta di Bang, mentre suonava pareva tutt'altra persona. Sembrava un ragazzo con coraggio da vendere, con lo sguardo perso in un mondo tutto suo fatto solo di ritmiche sempre diverse ma allo stesso tempo equilibrate. 
Sungjong stava vivendo grazie alla sua batteria e Yong Guk si rivedeva in lui con la sua Secret. 

Da quel giorno gli Humanoids si formarono del tutto come quattro membri. 
Da li Sungjong aveva iniziato a far parte di quella band strampalata quando adorabile. Quattro ragazzi completamente diversi ma uniti da un unico destino: la musica.
Ormai Sungjong non tremava più davanti alle persone. 
Non aveva più paura di mostrarsi, anzi, era il più spigliato di tutti e quando era nei paraggi non potevi fare a meno di essere felice. 
Tutti tranne Kibum naturalmente, che da quando lo aveva conosciuto, si era subito ritrovato messo da parte dai suoi hyung, che sembrava preferissero il sorrisino del maknae piuttosto che il suo sguardo da micio. 
Il maknae dal canto suo aveva cercato più volte di avvicinarsi al moro, con scarsi risultati a dire il vero. Ogni tanto riusciva ad avere qualche risposta più lunga di un misero "ciao...", "tutto bene", "ok...". 
Questo però non aveva di certo preoccupato il dolce Sungjong, che ogni volta gli riservava il solito sorrisino. 
Kibum doveva ammetterlo, Sungjong era adorabile, ma allo stesso tempo non poteva sopportare le sue mani addosso a Yung Guk. 

-Ya! Sungjong batti meno sui piatti per favore!- gridò Jonghyun una volta sceso dal palco, mentre si asciugava il sudore con un asciugamano blu rubato a Taemin. 
-Veramente sto facendo pianissimo...- rispose l'altro ritirando le bacchette nella sua sacca.
-Si certo... ma se tremavano anche le pareti?- continuò il vocalist del gruppo andandosi a sedere al solito tavolo che occupavano dopo le prove.

Jinki li raggiunse con un vassoio con sopra quattro birre, anche se Sungjong e Taemin non avrebbe potuto berne nemmeno una goccia visto che erano entrambi minorenni. 
Ma ormai era inutile protestare o dirgli di non bere, quelli non li avrebbero ascoltati. 
Tutti recuperarono la propria chiara, dicendo poi cosa avrebbero voluto mangiare al proprietario del locale, che dopo un dolce sorriso si avviò verso il bancone, lasciandoli riposare per quelle due ore che li dividevano dal loro ennesimo live in quel locale. 
Non erano preoccupati questo era certo, sentivano solo l'adrenalina crescere lentamente dentro di loro insieme al passare dei minuti. 
Era naturale alla fine! 
Un live era sempre un live, anche dopo venti volte che sali sullo stesso palco, la gente potrà essere sempre la stessa, ma la carica che ti mettono ogni volta che gridano, che ballano, che si fanno in quattro per ricevere una tua occhiata - nonostante siano solo una misera band squattrinata - li metteva nella condizione di sentirsi grandi, di sentirsi famosi, di avere come si suol dire - un pò di caghetta - ma giusto poca. 
Sungjong sospirò leggermente stiracchiandosi. 
Si levò l'elastico rosa che gli teneva ben saldi i capelli in una piccola coda di cavallo. La chioma scura gli arrivava alle spalle e il ciuffo gli nascondeva metà faccia, ma anche così non perdava di certo il suo fascino androgino, anzi, forse lo aumentava!

-Sungjong ma il parrucchiere sai cos'è?- chiese Jonghyun come al solito per infastidire il suo batterista.

Adorava prendersi gioco del maknae, ed essendo il più grande poteva anche permetterselo! 

-E tu quando hai intenzione di smettere di essere un nano hyung?- lo rimbeccò l'altro sistemandosi il ciuffo e dandosi una scrollatina al resto dei capelli. Ci avrebbe pensato dopo a dargli una forma migliore.
-E' che sono cresciuto da altre parti... Sai non si può avere tutto nella vita...- rispose il vocalist con malizia.

Certo quell'uscita poteva evitarsela, sopratutto in quel momento che Kibum si era avvicinato con le varie tovagliette in una mano e le posate nell'altra. 
Per poco non inciampò in qualcosa di invisibile e non piombò addosso a Yong Guk, che prontamente afferrò il suo polso, costringendolo a stare in equilibrio.

-Tutto bene Key? Mi sembri un pò stanco...- disse Jonghyun senza capire lo strano comportamento del barista.

Il minore annuì velocemente, apparecchiando la tavola con un pò di distrazione, dando due coltelli a Taemin e due forchette a Sungjong... e no, non l'aveva fatto apposta!
Se ne andò di fretta senza nemmeno accorgersi dell'errore, così i ragazzi si passarono la posata mancante chiedendosi che cos'avesse Key. 
Forse stava lavorando troppo o forse aveva la testa tra le nuvole, o magari entrambe le cose. Di certo non avrebbero potuto mai pensare che sì, Kibum era tra le nuvole, ma non c'era di certo da solo! 

-Yong Guk mi aiuti a sistemarmi i capelli?- chiese Sungjong al chitarrista che senza aspettare un secondo di più si alzò annuendo, avviandosi verso i bagni.

Taemin e Jonghyung si guardarono distrattamente, come chi sa esattamente cosa sta succedendendo, ma fa finta di nulla. 
Jinki alzò lo sguardo verso i due che erano allontanati, sorridendo tra sè e sè mentre Kibum guardò con odio il corpo di Sungjong, sperando che i suoi occhi si tramutassero in un laser per farlo in mille pezzettini.

-La smetti di essere geloso?- disse Jinki dandogli una lieve spinta.
-Non sono geloso hyung!!- rispose l'altro con un tono un pò troppo acuto.
-Sembrava che lo volessi sbranare...- 
-Solo perchè Yong Guk è mio...-
-E' tuo?!- domandò senza capire Jonghyun, che nel frattempo si era avvicinato.

Il cuore del povero Kibum iniziò a pompare troppo forte, quasi iniziò a fargli male. 
Che cosa ci faceva lui lì? 
E cazzo, lo aveva anche sentito dire quella frase pressochè stupida e da bambino! 
Cercò di calmarsi. 
Sorrise ironicamente negando, sperando che l'altro si dimenticasse della sua frase, ma Jonghyun non era poi così avanti e non perse la sua espressione perplessa.

-Ma si sto scherzando...- rispose finalmente Kibum, cercando di trovare la forza di non arrossire. 
-A ok, sai... Sungjong è abbastanza geloso delle sue cose... non so se mi spiego..- rivelò il vocalist facendogli l'occhiolino unito ad un sorriso mortale.

E Kibum lo guardò allontanarsi fissandogli le spalle larghe, la linea della schina era messa in risalto da quella maglietta nera aderente che si posava sulla cintura dei suoi pantaloni neri un pò strappati sulle cosce e anche sul retro. 
Non capì più un accidenti appena posò lo sguardo sulla vita stretta del vocalist e quel sedere che a parere suo era la fine del mondo!

-Smettila di sbavare..- lo ammonì sotto voce Jinki.

Perché alla fine solo lui lo conosceva bene. 

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Capitolo 3
*** Sex & Banana Milk ***


Mentre percorreva quella piccola distanza, si chiedeva se gli altri avessero capito qualcosa o se ancora si facevano domande inutili. 
Poco gli importava sinceramente, visto che tutti sapevano da che parte del lago stesse - come gli piaceva ribadire più volte. 
Già, perché a Bang Yong Guk le donne non erano mai piaciute e dirlo apertamente non gli era mai pesato. Forse perché i suoi genitori lo avevano sempre amato incondizionatamente, sarà stato perché la sua faccia metteva paura nonostante fosse notevolmente bello. Oppure per il modo in cui si poneva, per i vestiti, per la chitarra. 
Qualsiasi fosse il motivo, non si era mai preoccupato di dire "sì, sono gay, problemi?". E nessuno di problemi se li era mai fatti, sopratutto i suoi amici di band - in cui trovarne uno sano era davvero un miracolo! 
Non era certo quello che avrebbe messo in crisi la loro amicizia. 
Forse però, il fatto che alle tre di notte lui e Sungjong se la spassassero allegramente senza preoccuparsi degli altri, che dormivano a pochi metri di distanza, ecco quello forse avrebbe messo in crisi la loro amicizia e perché no, anche la loro stessa vita!
Eppure né Jonghyun né Taemin gli avevano mai chiesto nulla di quello strano rapporto che avesse con Sungjong. 
Strano perché alla fine non si comportavano come due fidanzatini innamorati. 
Strano perché la notte facevano sesso per ore e poi al mattino si comportavano come se non fosse accaduto assolutamente nulla. 
Strano perché tutte le volte prima di un live, si nascondevano in bagno per fare quello che gli altri non avrebbero mai voluto sentire alle tre di notte.
Già. Lui e Sungjong non stavano insieme ma era come se lo fossero perché nessuno poteva toccare il suo maknae all'infuori di lui. 
Nessuno doveva permettersi di avvicinarsi a Sungjong senza prima aver superato Yong Guk e la sua Secret. 
Certo, il maknae poteva difendersi anche da solo. Se la metà delle botte che dava alla batteria le avesse date a qualsiasi ragazzo lo avrebbe di sicuro steso. Lo stesso Bang ne aveva paura a volte quando gli rifilava pizzicotti e i pugni. 
Alla fin fine era un uomo nonostante le apparenze.

-Ahh....-

Un gemito riportò il chitarrista in quel piccolo bagno nel quale era ormai diventato un gesto scaramantico farci sesso nelle posizioni più improbabili. 
Il gemito del suo maknae gli fece scattare mille allarmi, compreso quello animalesco. Perché sì, Yong Guk sembrava cattivo, in realtà era un tenerone, ma quando sentiva Sungjong gemere in quel modo il suo essere animale fuori usciva e tanti saluti al dolce chitarrista dal sorriso gengivale. 
In pochi potevano dire di averlo visto in quelle condizioni, visto che in pochi avevano avuto la fortuna di stare sotto di lui. 
Sungjong si sentiva privilegiato in quel senso. 
Bang non era mai stato uno che si lasciava ammaliare facilmente, eppure lui ci era riuscito, anche se non sapeva ancora bene come.

-Yong Guk...- biascicò il minore alla ricerca delle sue braccia da stringere.

Il biondo si era attaccato al suo collo, iniziando così la sua tortura di morsi e leccate lascive che piano piano avevano messo KO il piccolo Sungjong, lasciandolo in preda all'eccitazione più profonda. 
Nei bassi fondi il suo amico iniziava a fargli male e lo stesso valeva per Yong Guk. In fin dei conti quella sera avevano deciso di evitare, per far riposare al meglio gli altri, e ora ne sentivano un irrefrenabile bisogno. 
Ecco qual era il loro problema. 
Avevano bisogno l'uno del corpo dell'altro e non potevano farne a meno. 
Ma tutto questo poteva dirsi vero amore, allora? 

-Aaah!- gridò il minore.

E forse gli altri dovevano aver capito qualcosa visto che sentirono della musica provenire dal locale. 
Yong Guk sorrise spingendo più in profondità le sue dita, bagnate in precedenza dalla sua saliva. Il corpo dell'altro tremava e si plasmava lasciandogli libero il passaggio. Un pò bruciava si, e Yong Guk lo sapeva, ma tutto questo durava poco. 
Toccò il suo punto più sensibile vedendo gli occhi dell'altro diventare più liquidi mentre tirava indietro il collo e gli mostrava il suo pomo d'adamo. 
Lo baciò succhiandogli la pelle ormai bollente mentre con le mani spingeva sempre più a fondo e l'altro urlava più del solito. 
Doveva essere particolarmente sensibile per contorcersi dal piacere in quel modo. 

-Ti prego...- 

E quella era la parola magica che Yong Guk attendeva. 
Si abbassò i pantaloni dopo aver tolto definitivamente quelli di Sungjong. Lo tirò su per le gambe spingedolo con la schiena contro il muro del bagno, penetrandolo subito dopo - anche se con un po' di difficoltà. 
Ma ormai quel luogo non aveva più segreti per loro e in un modo o nell'altro riuscivano a fare quello che volevano. 

La prima spinta... 
La seconda... 
La terza...


Sungjong gridava e stringeva le mani contro le spalle del chitarrista che, apparentemente senza fatica, si inoltrava nel corpo del suo amante. 
Da mesi andava avanti tutto ciò e ancora come la prima volta si sentiva completamente fottuto da quel ragazzino che con un sorriso gli aveva rapito il cuore. 
Forse non lo avrebbero mai ammesso, ma alla fin fine sapevano di provare vero amore l'uno per l'altro.

-Aah... Yong... ahh!!!- 
-Non resisto più Sungjong!!!-

E venne in quel corpo caldo con le ultime spinte, andando a colpire il punto magico del maknae, che con un urlo volgare rilasciò il suo sperma nella sua stessa mano - che si era spostata all'occorrenza per darsi ulteriore piacere. 
Stravolti, distrutti, sudati. 
Ogni volta si maledicevano a vicenda per quello che avevano appena fatto e per il poco tempo che li divideva dal live. 
Ci sarebbe stata bene una doccia, ma Jinki non aveva attrezzato il bagno in quel modo! 
Si diedero una sciacquata veloce e cambiarono gli abiti, sistemando anche i capelli di Sungjong, tanto per far notare che, erano andati in bagno sopratutto per quello!

 
**


-Key, che fai di bello?- domandò Taemin sedendosi su uno degli sgabelli posti davanti al bancone.

Kibum era intento a lucidare qualche bicchiere, ossia non stava facendo assolutamente nulla di importante se non perdere tempo invece che andare a casa a ripassare qualcosa, magari la lezione del giorno prima alla quale oltretutto era arrivato in ritardo! 
Ma il barista pareva molto più interessato a far brillare quel dannato bicchiere, che la lavastoviglie faceva diventare inesorabilmente opaco.

-Niente... tu non dovresti sistemarti i capelli come Sungjong?- domandò distrattamente, ripensando poi alla frase detta.

Gli venne una voglia irrefrenabile di prendere il bicchiere e scaraventarlo contro il muro ma evitò di farlo, anche perché Jinki lo avrebbe poi preso a scarpate nel sedere, e ne avrebbe avuto tutte le ragioni! 

-Il bagno è occupato in questo momento...-rispose l'altro arricciandosi una ciocca dei lunghi capelli castani sull'indice destro. 

Kibum non aveva di certo bisogno di conferme o cartelloni per capire che tra Yong Guk e Sungjong c'era qualcosa oltre la semplice amicizia o fratellanza. 
Tra loro c'era quella cosa chiamata passione e lui non lo poteva sopportare. 
Yong Guk era sempre stato il suo hyung da quando aveva quindici anni e lo aveva protetto più volte dai suoi compagni di classe che, come spesso accadeva, si prendevano gioco di lui per la sua faccia troppo dolce, quasi effemminata. 
Con il passare del tempo questa moda di pestarlo si era placcata, anche perché su consiglio di Yong Guk stesso, si era iscritto a un corso di Taekwondo. 
Non lo praticò per moltissimo tempo, giusto un breve periodo che gli permise di farsi la fama di "picchiatore", anche se in realtà non aveva mai sfiorato nessuno - ma questo i suoi compagni non lo sapevano. 
Però da quando Sungjong era entrato a far parte degli Humanoids, tutto era cambiato. 
Yong Guk si prendeva cura del maknae come aveva fatto tempo a dietro con lui e questo non gli piaceva per niente. 
Allo stesso tempo però, si sentiva un vero egoista. 
Bang e Sungjong erano una coppia anche se nessuno ne aveva avuto una vera e propria conferma, ma ormai era veramente palese. In più Kibum stesso aveva perso la testa per il vocalist del gruppo, quindi essere geloso di Yong Guk era una vera e propria cretinata. Questo lo sapeva bene, solo che era geloso anche lui delle sue cose e Bang era stato uno dei suoi primi amici, quindi un po' di gelosia poteva anche essere accettata. 

-Jinki hyung, forse dovresti mandare a casa Key... ormai non fa altro che passare il tempo sulle nuvole...- disse Taemin al capo del locale che finalmente era uscito dal retro con un abbigliamento molto più consono alla serata.

Aveva eliminato la tuta bianca e la t-shirt nera che teneva sotto la felpa e si era messo un paio di jeans blu scuro con dei finti strappi che gli fasciavano le lunghe gambe toniche. Cintura nera e camicia di un rosa carne opaco con delle righe verticali grigie quasi invisibili. Era riuscito anche a sistemarsi il nido che aveva al posto dei capelli e ora parevano almeno passabili. 

-Gliel'ho detto ma non vuole ascoltarmi...- rispose l'altro sorridendo al più piccolo, che gli regalò di rimando uno dei suoi sorrisi migliori.

Jinki cercò di evitare quel sorriso spostando la sua attenzione su due figure che uscivano dai bagni con nuovi abiti e due facce decisamente allegre. 
Sungjong camminava davanti a Yong Guk, voltandosi verso l'altro con un sorrisino malizioso, mentre il chitarrista cercava di trattenere i suoi zigomi che volevano alzarsi e lasciar intravedere le sue gengive al mondo intero. 
Sì, quei due si erano dati alla pazza gioia e poteva leggerglielo sulle loro facce, nei loro occhi, nei loro sguardi fugaci, nelle loro mani che lente, invisibili, si cercavano impercettibilmente ogni volta che ne avevano l'opportunità.

Già, lui lo aveva capito prima di tutti che tra quei due cupido ci aveva messo del suo, ma si era fatto i fatti suoi come al solito perché non era il tipo che si metteva nel mezzo e cercava di far andare tutto per il meglio. 
Era stato abituato a non dare fastidio agli altri, ad accontentarsi di quello che si ha e non chiedere mai di più. 
Jinki era così, gentile, solare, sempre sorridente, un po’ distratto ma pronto ad aiutarti quando ne hai bisogno. 
Se non glielo chiederai, lui non ti riempirà di domande. 
Se non vuoi tornare a casa perché preferisci guardare il tuo cantate preferito, nonostante le solite otto ore di lavoro e le occhiaie per le nottate sui libri, di certo lui non ti obbligherà ad andartene a letto come farebbe chiunque. 
No. Lui continuerebbe a lasciarti sbagliare finchè non lo capirai da solo. 
Questo infatti era quello che stava cercando di fare con Kibum, ma con lui sembrava non esserci una fine, anzi. Quel ragazzino doveva avere una forza di volontà che andava oltre l'immaginabile o forse era solo infinitamente stupido. 

-Hyung... dopo il live posso avere il mio latte alla banana?- chiese timidamente il bassista degli Humanoids, mentre continuava ad arricciarsi il solito ciuffo intorno allo stesso indice destro.

Per poco non perse un battito nel guardare quel muso da cucciolo. 
Gliel'avrebbe dato anche subito se solo quello davanti ai suoi occhi non fosse stato un pazzo che avrebbe vissuto solo con quella robaccia. 
Ok, Jinki non era uno che ti fa le prediche e ti obbliga a fare ciò che non vuoi, ma con Taemin era diverso. Lui doveva proteggere quella creatura dalle unghie nere e lo sguardo profondo. Doveva evitare che gli venisse il mal di pancia per il troppo latte alla banana e quello era l'unico modo. 
"Ti darò il latte solo il giovedì dopo il live..." gli aveva detto qualche mese prima, quando per l'ennesima volta il ragazzino si era assentato dalle solite prove della domenica per il troppo mal di pancia. 
Non poteva pensare al suo Minnie dolorante. 
In realtà non avrebbe dovuto minimamente pensare a Taemin come suo. 
Da quando lo era? Da mai infatti!

-Si certo, ma ora vai a finire di mangiare, tra dieci minuti apro...- disse con dolcezza Jinki, trattenendo la sua mano dall'accarezzargli una guancia.

Sicuramente era di una morbidezza disarmante, proprio come il suo viso, proprio come il suo fisico minuto che si allontanava da lui e si avviava verso il tavolo.
Si diede dell'imbecille mentalmente! 
Lui, un ragazzo ormai prossimo ai venticinque anni, che perdeva la testa per un ragazzino di venti. 
Se qualcuno lo avesse scoperto sicuramente lo aprebbe preso a testate! 

-Vado ad aprire io... non sono l'unico con la testa tra le nuvole eh...- lo schermì Kibum avviandosi verso l'ingresso, dopo aver spinto leggermente il suo hyung che si riprese da quel coma chiamato Taemin.

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Capitolo 4
*** Live & Run With Me ***


Il locale era stra pieno, come ogni  giovedì sera da tre anni a quella parte. 
Ragazzine, donne, ragazzi, uomini, signori, gente comune e gente mai vista. 
Ogni volta era una sorpresa, ogni volta era come se fosse la prima. 
Per Jinki era sicuramente una cosa positiva, ma come al solito il barista non pensava a sé ma a quei quattro scemi che in quel momento se ne stavano sul palco a sistemare tutto l'occorrente. 
Se ripensava a tre anni prima, allo sguardo implorante di Kibum che gli chiedeva di fargli provare almeno una canzone, al sorriso felice di Yong Guk quando gli aveva dato l'ok, al continuo saltellare di Sungjong per la felicità di potersi esibire, all'abbraccio caldo di Taemin che non era riuscito a contenersi per la felicità, o alla calda stretta di mano di Jonghyun, ecco se ripensava a tutto quello, si sentiva al settimo cielo per loro, per essere arrivati fino a lì con così poco, con un solo live alla settimana, con sempre più gente disposta a perdere ore di sonno risanatorio per poterli sentire, per poterli acclamare, per poter applaudire al loro talento. 

La voce del vocalist lo fece voltare verso il palco, dove i ragazzi erano nelle loro posizioni. Yong Guk e Taemin con chitarra e basso a tracolla, gambe large e mani dietro la schiena. Sungjong teneva la destra in alto con la bacchetta che indicava il soffitto, mentre l'altra era posata sul tom. 
Jonghyun al centro con l'asta davanti ed entrambe le mani sul microfono, richiamò l'attenzione salutando il pubblico e presentando velocemente la band .

Sungjong diede inizio al live battendo a ritmo sulla batteria, facendo esplodere il pubblico in mille grida. 
Tutti sapevano di che canzone si trattasse e se qualcuno non ne fosse stato a conoscenza, in qualche modo si sarebbe comunque ritrovato a seguire il ritmo lento ma intenso. 
Non avevano un vero e proprio genere e cercavano di seguire il loro istinto, il loro piacere, quello che la musica gli trasmetteva cercando canzoni che avrebbero potuto modificare a loro piacere. 
Erano una cover band e non gli interessava creare canzoni vere e proprie perché sapevano che la loro forza stava nel cambiare a loro piacimento le canzoni che la gente già conosceva. Ripartire da capo, con una canzone mai sentita, mai conosciuta e mai provata li avrebbe di sicuro messi in crisi. 
E poi a dirla tutta, nessuno dei quattro aveva voglia di comporre musica in quel momento - nonostante Jonghyun ne fosse talmente ammaliato da studiarla all'università.

"Hurt" era una canzone di una band coreana famosa da almeno dieci anni e per loro era stato facile cambiare la melodia del piano con quella della chitarra acustica di Yong Guk e rendere più profonda la melodia con il basso di Taemin insieme al beat lento e pacato della batteria di Sungjong. La voce degli idol poi, era stata limitata a quella di Jonghyun, che da sola valeva per cento. 
Aiutato nel coro dalla voce leggera ma calda di Taemin e nei rap da quella profonda di Yong Guk, Jonghyun sentì che la serata era iniziata nel migliore dei modi. 
Ogni volta iniziavano con qualcosa di diverso, con qualcosa che magari la volta prima avevano tenuto per ultimo, come se in qualche modo tentassero di unirsi alla serata passata. 

-Tutto bene?- domandò Jinki all'orecchio di Kibum, facendolo saltare leggermente per lo spavento.

La musica era alta e loro erano abbastanza vicini al palco da non potersi sentire facilmente. 
Il minore voltò lo sguardo verso Jinki, il quale notò il leggero velo di malinconia nei suoi occhi. La voce di Jonghyun metteva in crisi tutti, ma nessuno avrebbe mai provato quello che sentiva Kibum ogni volta. 
Non capiva perché il minore si tenesse tutto dentro senza scoppiare. 
Ma poi evitava di fargli la paternale visto che anche lui se ne stava in silenzio e faceva finta di nulla quando in realtà il suo cuore esplodeva alla vista del sorriso di Taemin, della sua fronte leggermente sudata, delle mani che veloci si muovevano sulle cinque corde del basso. Lo guardava e non riusciva più a fare o dire nulla tanto che Kibum doveva spingerlo leggermente come in quel momento. 
C'era troppa gente e non era il caso di perdersi in viaggi mentali volgari.

-Due birre!- disse una ragazza ad un tratto. 

Entrambi i baristi alzarono lo sguardo verso quella voce troppo conosciuta per i loro gusti. Infatti, eccola li con il suo solito sorriso stampato sul viso e i lunghi capelli biondi. 
Kibum sorrise come un bambino ma cercò di frenare la sua voglia di saltare il bancone per abbracciarla. 

-Victoria!!- gridò esaltato notandola ridacchiare .
-Come stai?! Quando sei tornata?- chiese Jinki avvicinandosi alla macchinetta per preparargli le bevande.
-Stamattina, ma non volevo dar fastidio ai ragazzi quindi ho deciso di passare stasera!- rispose sorridendo prendendo poi i due bicchieri, spostandone uno alle sue spalle.

In quel momento Kibum notò un'altra persona dietro Victoria. 
Non la conosceva o per lo meno, sapeva di non averla mai vista in vita sua. 
Alta quanto la sua amica, ma completamente diversa esteticamente. 
Stentava a dire se fosse una donna o un uomo anche se, conoscendo Victoria, non poteva di certo trattarsi di un uomo. 
Capelli fin troppo corti e neri, fisico minuto ma non troppo, nella media pensava Kibum. 
Jeans neri, maglia scura che s'intravedeva dalla giacca di pelle nera. 
Gli occhi della sconosciuta incontrarono i suoi e per un istante, solo per un istante, ci vide una strana luce. 

-Ragazzi lei è Amber!- gridò Victoria per poi spostarsi verso l'amico e presentare i due che la guardavano senza capire.
-E' la mia ragazza!- gridò un'altra volta. 
 
A quel punto Jinki sorrise avvicinando la propria mano che venne subito stretta da Amber insieme ad un sorriso sincero. 
Anche Kibum fece lo stesso, ricordandosi solo ora di quella famosa ragazza che Victoria amava più della sua stessa vita. 
Le due si spostarono verso il palco per poter vedere meglio i quattro ragazzi che purtroppo non le avevano ancora notate. Ma forse era meglio così visto che sicuramente Taemin avrebbe abbandonato tutto per poter riabbracciare la sua amica. 
Jinki fissò per un attimo interminabile il volto di Victoria che sorridente guardava verso il suo Taemin. 
Gli tornò in mente quel giorno in cui aveva conosciuto il famoso bassista degli Humanoids, del quale ne aveva solo sentito parlare da Yong Guk e Kibum il più delle volte. 
Quando era entrato nel suo locale aveva temuto di morire in quell'istante. 
Diciassette anni e un viso da bambino con un fisico da paura. 
Questo era Taemin quando lo aveva visto per la prima volta. 
Un sorriso enorme, vero, allegro e la sua mano, quella mano che aveva stretto velocemente, forse con troppa forza, forse per troppo tempo. 
Taemin frequentava ancora le superiori mentre lui si era appena messo in proprio con quel locale. 
Taemin era piccolo e si notava, ma Jinki si era innamorato di lui in quello stesso istante e da quel momento aveva fatto di tutto per nasconderlo al mondo intero. A tutti tranne che lei, Victoria, la migliore amica di Taemin, non che cugina. 
La prima volta che l'aveva vista, aveva temuto che fosse la sua ragazza e per un po' di tempo il mondo gli era caduto completamente sulle spalle, rendendolo irrequieto, nervoso, quasi aggressivo. 
Ma poi, dopo una bellissima figuraccia da parte di Yong Guk - che giustamente gli aveva chiesto come fosse stare con uno più piccolo visto che lei aveva cinque anni in più di lui - proprio come Jinki - dopo aver scoperto la loro parentela, il peso che si era fissato su di lui in un secondo era scomparso facendolo tornare felice e sorridente come sempre. 
Victoria però lo aveva scoperto - ancora non sapeva come - e gliel'aveva chiesto più volte "Ti piace Taemin, vero?" come se fosse la cosa più normale del mondo domandare ad un ragazzo di ventidue anni se gli piacesse un'altro ragazzo di diciassette. 
"Certamente" avrebbe voluto risponderle ma poi se n'era uscito con un "Stai scherzando, vero?!" che pareva più finto che altro. 
Con lei aveva stretto una bellissima amicizia in quegli anni, come tutti i componenti della band e naturalmente anche Kibum, che la ragazza già conosceva in precedenza visto che lui e Taemin avevano passato tutta la loro vita scolastica nella stessa classe, come se fosse stato un segno per Jinki, che conosceva Kibum dalla nascita praticamente. 

Questa cosa lo faceva impazzire a volte. Come poteva lui, amico di sempre di Kibum non aver mai conosciuto Taemin in quegli anni? 
Se l'era sempre chiesto ma non lo aveva mai domandato al suo amico. 
Eppure era strano. A volte i due ricordavano i tempi passati, le giornate scolastiche alle elementari, le merende fatte a casa di uno o dell'altro, le ramanzine prese insieme per essere tornati a casa tardi. 
Jinki abitava a meno di un metro dal condominio di Kibum. 
I loro genitori si conoscevano da giovani e per i loro figli era stato inevitabile diventare amici, nonostante l'età. 
Jinki era grande e Kibum lo adorava per questo, lo vedeva come un eroe, una persona da imitare, un vero amico che c'era sempre nel momento del bisogno. 
Ma Taemin dov'era in tutto questo? 
Perché non c'era mai intorno a loro? 

-Ehi?! Posso avere una birra?!- gridò un ragazzino dai riccioli biondi, apparentemente troppo alto per la sua età.

Kibum si voltò verso quel tizio, notando anche la mente persa di Jinki. 
Si avvicinò al ragazzo e lo guardo per bene. 

-Dammi un documento...- gli chiese severamente, come per smarcherarlo.

Il ragazzino ghignò e gli diede le spalle parlando con qualcun altro. 
Kibum perse interesse per lui e riprese a sistemare i bicchieri puliti e controllare che tutti avessero ordinato, visto che Jinki non pareva intenzionato a tornare tra i vivi. 

-Due birre..- domandò un ennesimo ragazzo, proprio nel momento in cui Jinki aveva deciso di tornare in sé.

Prese i soldi e si avvicinò alla cassa come un automa per fargli lo scontrino. Poi tornò alla macchinetta e riempì due bicchieri medi in maniera impeccabile, sistemandoli poi sul bancone. 
In quel momento, il ragazzino di prima prese uno dei bicchieri, facendo l'occhiolino a Kibum che lo guardò con odio. Gliel'avevano fatta sotto il naso visto che colui che aveva ordinato era sicuramente maggiorenne o almeno più di quell'altro. 

-Hyung quel ragazzino non è maggiorenne!- gridò Kibum contro l'orecchio del maggiore.
-Non ha ordinato lui...- gli fece notare l'altro scrivendo qualcosa su un libretto.
-Se qualcuno viene a controllare però se la prenderanno con te...- rispose allora l'altro sempre più indignato.
-Che dovrei dire di Sungjong, Taemin e di te allora? E poi nessuno verrebbe mai a controllare qui... ho dei contatti lo sai..- 

Sì Kibum lo sapeva, ma allo stesso tempo non gli pareva giusto. 
Quel ragazzino intanto continuava a lanciargli occhiate, forse un po' troppe per i suoi gusti. Sembrava averlo capito che Kibum era incazzato e ogni tanto gli faceva l'occhiolino tanto per notare la sua fronte corrucciarsi e i pugni stringersi. 

-Lascialo stare... oh, la tua canzone preferita..- gli fece notare Jinki.

Ma Kibum l'aveva riconosciuta prima di lui, prima di chiunque altro. 
Quella era la sua canzone, la canzone che sicuramente era stata scritta per lui e per Jonghyun. Sì ne era sicuro: “Run with me” era la loro canzone. 


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Capitolo 5
*** Kiss & Cry ***


-Yaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa è stato un successone!!!- gridò Sungjong sedendosi su uno degli sgabelli liberi davanti al bancone

Gli Humanoids avevano finito di suonare da un quarto d'ora e ormai era l'una passata. 
Il locale era ancora pieno di gente, ma la folla era più verso il palco e l'uscita. 
Taemin si sedette di fianco al suo batterista guardando Jinki con occhi languidi e così il proprietario del Dream Girl tirò fuori dal piccolo frigo sotto il bancone il tanto amato latte alla banana. 
Vedere quegli occhi illuminarsi e quel sorriso meraviglioso verso di se lo fece completamente partire. 
Se solo non si fosse ripreso immediatamente, gli avrebbe datto tutti i dieci cartoni che teneva nascosti solo per lui. No, non doveva farlo, non doveva cedere a quel ragazzino eccessivamente bello. 
Versò il contenuto del cartone in un bicchiere e ci mise una cannuccia gialla all'interno, tanto per farlo morire per l'attesa esasperante.

-Grazie hyung!- gridò il bassista appena riuscì ad apprioriarsi del bicchiere.

Ed era così bello vederlo bere da quella cannuccia. 
Mentre Jinki continuava a perdersi tra il mondo dei sogni e quello reale, Jonghyun si era seduto alla sinistra di Sungjong, fissando con interesse i movimenti lenti di Kibum, che intanto cercava di non addormentarsi in piedi e di recuperare tutti i bicchieri sporchi lasciati sul bancone. 
Alzò lo sguardo per vedere se ai tavoli c'era qualcosa da fare quando incontrò lo sguardo dolce e sorridente del vocalist, che lo fissava il viso appoggiato ad entrambe le mani. 

-Key ti accompagno a casa?- aveva chiesto poi con un'estrema dolcezza. 

Per poco non gli prese un infarto nel sentire quella frase detta proprio dal suo Jonghyun. Lo fissò senza capire aspettando che il suo cervello si mettesse in moso. In realtà stava aspettando che Jonghyun gli chiedesse "che vuoi, perché mi guardi" perchè a parere suo quella domanda non l'aveva detta sul serio. 
Sicuramente stava sognando come al solito, proprio come quella volta si era immaginato che Jonghyun lo salutasse da sopra il palco, prima che iniziasse "Run with me".

-Allora?- domandò di nuovo il vocalist attendendo una risposta.

Ma Kibum non sapeva proprio cosa rispondergli quindi rimase in silenzio, con gli occhi fissi su di lui e una voglia irrefrenabile di scappare. 
Non avrebbe recuperato nemmeno il suo zaino il giubbotto, avrebbe semplicemente scavalcato il bancone con agilità e sarebbe scappato fuori dalle grandi porte a vetri dell'entrata. 
Certo avrebbe anche potuto farlo, se solo i suoi piedi non si fossero fossilizzati al suolo e se la sua agilità non fosse pari a quella di un bradipo in coma etilico. 

-Si portalo a casa Jonghyun... non lo voglio vedere più vedere! Prova a venire qui domani mattina e ti uccido ok?!- s'intromise Jinki.

Un pò per salvare la situazione che sembrava al quanto strana sia agli occhi di Jonghyun che agli altri. Poi non voleva che il suo Kibum si perdesse un'occasione del genere perché sicuramente non gli sarebbe ricapitata tanto facilmente! 
Quante volte avrebbe voluto accompagnare Taemin a casa - anche perché non erano poi così distanti le loro abitazioni! 
Ma il minore era sempre di fretta e andava via sempre con gli altri, visto che da poco abitavano tutti insieme. Insomma, sembrava proprio che a Taemin di lui non gliene fregasse proprio nulla.

-Taemin!!!!!!- gridò Victoria facendo voltare tutti. 
-Victoria!! Sei tornata!!- rispose di colpo il bassista scendendo dallo sgabello, lasciando anche il suo bicchiere a metà. 

Si abbracciarono forte mentre anche gli altri salutavano la ragazza con urla strane. 

-Lei è Amber!- disse poi riferendosi all'altra persona che le stava accanto.
-Finalmente ci vediamo!- rispose Taemin abbracciando anche lei.

Perché Taemin era fatto così, espansivo, dolce, un po' bambino, ma tutti lo adoravano per queste sue particolarità. 
Tra lui e Sungjong a volte si faceva fatica a scegliere chi fosse il più tenero. 

-Siete stati fantastici!- disse poi Victoria guardando anche gli altri membri della band.
-Si davvero! Mi piace il vostro stile- continuò Amber dopo aver stretto la mano a tutti.
-Si ma.... non è che ci devi dire qualcosa?- chiese il chitarrista cercando di mettere l'amica in imbarazzo.

Ed era proprio quello che successè, visto che la ragazza si ritrovò con le guance imporporare e un lieve sorrisino sulle labbra.

-Yong Guk...- lo riprese Sungjong dandogli una gomitata.

Victoria sorrise di più spostando la sua mano verso Amber, che prontamente unì la propria all'altra.

-Lei è la mia ragazza... Sono andata in Cina a prendermela!- disse felicemente come solo Victoria era capace di fare.

E tutti erano felici per lei, per loro, per la loro storia che andava avanti da molto, da quasi un anno - così gli aveva detto la ragazza più di una volta. Taemin aveva avuto la fortuna di sentirla più volte al telefono o vederla in video chat, mentre gli altri la conoscevano solo di fama. 

-Ora però noi andiamo perché siamo in coma, ma domani o dopo ci si vede ok?!- domandò la giovane sempre più felice.
-Domenica proviamo quindi ci becchiamo qui alle undici che ne dite?- rispose Jonghyun con un sorriso sulle labbra guardando anche gli altri e Jinki, che alla fine era il capo della baracca.

Tutti annuirono e dopo vari abbracci, saluti e prese in giro, le due si ripresero per mano e uscirono dal locale. 

-Kibum vado a prendere le mie cose e poi andiamo ok?- chiese di nuovo il vocalist al povero barista.

Questo tentò di rimanere calmo e annuì leggermente per poi guardarlo avviarsi verso il retro del locale. In quel momento la fuga era sicuramente perfetta, ma ripensandoci, forse quella sarebbe stata l'unica volta in cui Jonghyun lo avrebbe considerato più del solito. 
Yong Guk sorrise stringendo il suo Sungjong, per poi dirgli qualcosa all'orecchio e allontanarsi anche lui verso il retro.

-Yaaa che stanchezza- si lametò Sungjong a quel punto, mentre Taemin aveva ripreso a bere il suo latte alla banana.

Rimasero da soli per poco tempo e intanto Kibum fece il giro dei tavoli, ormai quasi tutti vuoti, e recuperò tutti i bicchieri. 
Fece finta di non sentire le lamentele di Jinki, che costantemente gli diceva di lasciare stare e che avrebbe sistemato lui. 
Aveva la testa peggio di quella di un mulo ma non poteva proprio farci nulla. In quel momento rimanere fermo era l'ultima cosa che il suo corpo avrebbe potuto fare. 
Da li a poco Jonghyun lo avrebbe riportato a casa. 
Sarebbe salito sulla sua auto e avrebbe passato dieci minuti in sua compagnia, solo lui e il suo vocalist. 
Certo non era la prima volta che accadeva, ma forse era la prima volta che lo portava a casa ed erano completamente soli! 
Che qualcuno in cielo avesse voluto fargli un regalo? Chissà.

-Bene andiamo!- disse Jonghyun avviciandosi al barista.

Gli tolse i bicchieri di mano e li appoggiò al bancone, gli mise sulle spalle la sua giacca, tra le mani il suo solito zaino, che si portava sempre dietro, e sulla testa una cuffiettina nera. Quella però non era sua, ma di Jonghyun, e non aveva bisogno di vederla per esserne certo. Il calore, il profumo, la morbidezza... 
Era la sua.

-Fa freddo fuori- si giustificò il vocalist che, dopo aver salutato tutti, tirò per un braccio Kibum fino all'uscita.
-Finalmente..- si lasciò sfuggire Jinki.
-Cosa hyung?!- domandò in fretta Taemin dopo aver lasciato il bicchiere vuoto davanti a se.

Il barista negò, sperando che l'altro non ritornasse sull'argomento. 
Solo lui sapeva della cotta che aveva Kibum per Jonghyun e non voleva di certo fare la spia. Ma Songjung non sembrava essere della stessa idea.

-Perchè non hai notato che Kibum muore dietro a Jonghyun?!-

Senza capire Taemin si lasciò andare in un "EEEEH?!" decisamente alto, tanto che le poche persone rimaste nel locale si voltarono preoccupate. 
Naturalmente non ne sapeva nulla e questo lo fece in qualche modo rattristare. 
Perché il suo amico non gli aveva detto nulla mentre Sungjong e Jinki sembravano sapere tutto? 

-Ma... ma...-
-Dai Taemin è palese...- rispose di nuovo il batterista.
-Ma come... come lo sai?-
-Chiamalo intuito da batterista?-

Jinki scoppiò a ridere cercando di attirare l'attenzione su di se, ma per fortuna Yong Guk tornò proprio in quel momento con tutte le proprie cose e del suo amante, con l'intenzione di levare i tacchi e andare a buttarsi sul letto per non rialzarsi più.

-Taemin andiamo?- disse il biondo al suo bassista, che strinse impercettibilmente le dita contro il bicchiere.
-Em... Jinki hyung posso aiutarti a mettere a posto?-

Il maggiore cercò di capire il senso di quella frase, rimanendo per un attimo bloccato. 
Che gli aveva chiesto? 
Mettere a posto? 
Ma li ormai non c'era molto da fare, e quel poco rimasto da pulire lo avrebbe fatto mattina dopo. 
Ma il volto di Taemin pareva così pieno di speranza che il maggiore non potè fare altro che annuire. Alla fine lo voleva anche lui no?

-Ti accompagno io allora...- dichiarò far stare tranquillo Yong Guk.
-Hai le chiavi almeno?- domandò Yong Guk, come un vero padre per bene.
-No... Le ho lasciate a Jonghyun hyung...-
-Tieni..- rispose prontamente Sungjong lasciandogli le sue.

Il minore sorrise e le prese mettendosele subito in tasca. 
Da quando vivevano tutti e quattro insieme - Taemin da un anno e mezzo mentre Sungjong da meno di un anno - le chiavi del bassista parevano essere le vittime preferite di tutti, visto che era l'unico che le lasciava sul mobile dell'ingresso, dove dovevano stare. 
Ma nessuno pareva calcolarlo quel povero mobile e quindi quando uscivano, dopo una piccola ricerca praticamente inutile delle chiavi, recuperavano quelle di Taemin gridandoglielo in qualche modo. 
Le cose quindi finivano in due modi: o Taemin se ne accorgeva prima di uscire e quindi si metteva alla ricerca di altri mazzi, oppure usciva e poi malediceva i suoi hyung e dongsaeng. 
I due, come gli ultimi due ragazzi rimasti a bere un birra, se ne andarono dopo i soliti saluti e così Taemin e Jinki rimasero soli in quell'immenso locale silenzioso. 
Era quasi magioco stare li senza sentire musica o le chiacchiere di qualcuno. 
Per Taemin era davvero strano non sentire nulla, nemmeno le risate di Sungjong, la voce di Jonghyun che intonava qualche verso, le corde della chitarra di Yong Guk che provava qualche assolo o le lamentele di Kibum che non riusciva a studiare. 
In quel momento il Dream Girl pareva davvero che stesse dormendo. Jinki stava asciugando gli ultimi bicchieri ma sentiva su di se lo sguardo profondo del minore. Non aveva la forza di guardarlo o dirgli qualcosa, nemmeno di chiedergli "ei metti le sedie sui tavoli?". 
No, non poteva di certo farlo lavorare dopo un live! 

-Hyung... per caso ho fatto qualcosa di sbagliato?-

Jinki rimase un attimo interdetto, come ogni volta che quel ragazzino gli poneva qualche domanda o gli faceva qualche osservazione che lo metteva in crisi. 
Il suo sguardo si faceva serio, triste, cupo, completamente diverso da quello che il solito Taemin mostrava al mondo. 
Sembrava un bambino che aveva appena ricevuto una sgridata dalla mamma e ora cercava conforto in un amico. 

-No... per quale motivo?- rispose l'altro, lasciando il bicchiere pulito su una mensola alle sue spalle per poi rivoltarsi verso il minore.
-Key non mi ha detto nulla di Jonghyun... perché?-
-Key non ha detto nulla neanche a me... l'ho solo scoperto e lui non ha potuto negare...-
-Allora non sono un buon amico... anche Sungjong se ne accorto...-

Jinki sorrise avvicinando una mano contro quel viso dolce un pò imbronciato per la tristezza. Se ne fregò del cuore che iniziò a sbattere contro il suo petto e tentò di non diventare rosso come un pomodoro, anche se sapeva che non ce l'avrebbe fatta. 
Quella pezzetto di pelle era così liscio che non potè fare a meno di percorrerlo più e più volte mentre gli occhi di Taemin si chiusero, come quelli di un piccolo micio che riceve delle carezze affettuose.

-Tu sei un ottimo amico Taemin... è Kibum che non è facile da capire...-

Taemin riaprì gli occhi facendo così bloccare il piccolo gesto del maggiore.

-Ma... io lo conosco da sempre... io... -  e si bloccò.

Jinki non capì il perché, ma vide lo sguardo del minore perso nei suo occhi. 
Notò subito come iniziò a mordersi il labbro inferiore e tentò di bloccare se stesso dal saltargli addosso e baciarlo, baciare quello stesso labbro che ora continuava a martoriare per qualche assurdo motivo a lui sconosciuto! 

-Hyung...- lo chiamò sentendo le mani del maggiore spostarsi dalla sua pelle.
-Vado a cambiarmi e poi ti porto a casa..- disse l'altro atono, avviandosi verso il retro senza guardarlo.

E li Taemin non riuscì più a trattenersi. 
Non poteva più aspettare, non poteva vederlo andare via e non sentire più quel calore, quella dolcezza contro il suo viso. 
Cercò di trattenersi per un secondo ma fu inutile. 

-Jinki hyung tu mi piaci!- gridò senza nemmeno rendersene conto.

E il maggiore si fermò. 

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Capitolo 6
*** First Kiss & Escape ***


La macchina di Jonghyun era una hyundai ix35 che non si addiceva molto ad un ragazzo universitario che passava la vita a suonare e guardare film di qualsiasi tipo, sopratutto quelli di fantascienza, dove le menti più intelligenti e i personaggi più forti si riunivano per salvare il mondo da una qualsiasi catrastrofe. 
Quella macchina non gli si addiceva, ma i suoi genitori gliel'avevano regalata dopo che aveva preso la patente e Jonghyun, che non si è mai permesso di rifiutare qualcosa, nemmeno il più stupido dei regali, l'aveva accettata trattandola come una figlia. 
All'interno si poteva sentire il profumo leggero del mughetto sprigionato da un apposito marchingegno, che ogni volta il vocalist comprava per eliminare qualsiasi odore strano. Ne possedeva tanti e assurdi, come l'ultimo scovato in qualche negozietto della periferia, la cui forma era quella di un fungo giallo che sorrideva! Era proprio li, sulle bocchette dell'aria condizionata e Kibum non poteva fare a meno di guardarlo e sorridere. Sembrava Jonghyun quel cosino, ma di certo, non gliel'avrebbe mai detto! 
L'abitacolo dell'auto era sempre ordinato e pulito, come se quella fosse la macchina di un avvocato o CEO di qualche agenzia. 
Conoscendo Jonghyun e dando retta alle mille lamentele dei suoi compagni di band, era quasi assurdo pensare che quella potesse essere la sua macchina, visto che in casa Humanoids regnava il caos più totale soprattutto per colpa sua. 

-Hai messo la cintura Kibum?- domandò il maggiore con un sorriso elegante.

Il barista annuì sentendosi le guance andare a fuoco. 
Quei sorrisi gli portavano via sempre qualche anno di vita e se avesse continuato così sicuramente sarebbe morto da li a pochi mesi, o forse giorni!! 
Jonghyun mise in moto e dopo aver controllato che non giungesse nessuno alle loro spalle, si inserì nella strada arrivando ben presto a una velocità normale. 
La sua guida era molto più tranquilla di quella di Jinki, che a volte lo faceva diventare scemo per tutte le strade sbagliate che faceva. Possibile che riuscisse a sbagliare anche la strada da casa sua al bar? Sì, era possibile e Kibum ormai ci aveva fatto l'abitudine. 
Jonghyun invece era calmo, preciso, con la sinistra sul volante e la destra sul cambio. Guardava la strada con sguardo serio, come se non pensasse praticamente ad altro se non alle macchine di fronte a lui, alla strada e il traffico del giovedì sera, i semafori troppo lenti e le persone che attraversavano la strada. 
Kibum lo invidiava perché lui la patente non ce l'aveva, e non aveva nemmeno voglia di prenderla. Un po’ perché le macchine non gli piacevano, e poi non aveva il tempo e la voglia di studiare anche per quell'esame! 
Sospirò sottovoce sperando che l'altro non l'avesse sentito. Quel silenzio che c'era intorno a loro era insopportabile, ma allo stesso tempo non avrebbe saputo dire nulla e soprattutto, non voleva disturbarlo. 
Uno dei vari semafori di quella strada principale apparentemente infinita diventò rosso e Jonghyun frenò piano, fermandosi a qualche metro di distanza dalla mini blu metallizzata davanti a loro. Si voltò verso Kibum che, scoperto a spiarlo, impallidì sistemandosi la frangia e spostando lentamente il volto verso la macchina davanti a loro. 

-Kibum forse dovresti lavorare meno... ti vedo parecchio stanco...- il maggiore pareva preoccupato dal tono di voce.

Kibum non lo guardò, ma era sicuro che l'altro stesse sorridendo come suo solito. Se lo sentiva e per questo non si voltò per rispondergli. Sicuramente quella visione lo avrebbe ucciso mentalmente e non sarebbe più stato in grado di dormire. A dire la verità ormai non aveva più un briciolo di sonno nonostante quel giorno avesse passato almeno dodici ore fuori. 

-Kibum... per quale motivo te ne stai sempre in silenzio quando ci sono io? Ti infastidisco?- 

Non poté fare a meno di voltarsi verso il vocalist con uno sguardo spaesato. 
Ma che diavolo gli aveva detto? 
Infastidirlo? 
Si certo, come no!
Cercò di trovare il coraggio per rispondergli quando il verde scattò e Jonghyun inserì la marcia per poi riprendere a guidare. Di nuovo il suo buon senso di non disturbare la guida del maggiore bloccò la sua voglia di rispondergli, così riprese a fissare la strada dal suo finestrino, rimanendo incantato a guardare le varie insegne luminose che gli passavano davanti.

-No... non è per quello...- rispose con pochissima voce, senza nemmeno accorgersene. 
-E allora qual è il problema?- chiese l'altro preoccupato.

Lo aveva sentito quel sussurro, anche se lieve e Kibum si maledisse più volte. 
Perché aveva parlato? 
Ora non avrebbe avuto il coraggio di continuare nemmeno sotto tortura. 
Perché Jonghyun gli aveva fatto quella domanda? 
Che senso aveva sapere per quale motivo stava in silenzio? 
Cosa poteva importargliene?
Ok, all'inizio Kibum parlava e scherzava molto di più e quel suo strano comportamento era iniziato da meno di un mese. Non sorrideva più come al solito e non si lasciava andare in attacchi di dolcezza improvvisi, soprattutto con il vocalist nei paraggi. 
Insomma, Kibum era cambiato notevolmente e tutti se n'erano accorti, anche il diretto interessato. 
Ma di certo non l'aveva fatto per la stanchezza, come molti dei suoi amici pensavano. 
No. Lui lo faceva senza rendersene conto, senza pensarci, senza che il suo cervello potesse rifiutarsi. 
Si era innamorato di Jonghyun da quando lo aveva sentito cantare la prima volta, ossia tre anni prima, quando Jinki gli aveva dato l'ok per poter suonare al Dream Girl. 
Kibum conosceva Yong Guk perché frequentavano la stessa scuola e aveva conosciuto Sungjong tramite il maggiore, mentre Taemin era il suo amico di sempre. 
Jonghyun non l'aveva mai visto prima e ancora si chiedeva per quale motivo. 
Kibum si era solo preoccupato di Yong Guk e della sua voglia di esibirsi a tutti costi. Si era lasciato affascinare dalle parole del chitarrista, che gli diceva sempre quanto fosse bella la voce del loro cantante, e come rendesse tutte le canzoni una meraviglia. 
Non avrebbe mai pensato di rimanerci secco con solo un misero ascolto, con solo una canzone, con la sua canzone. 

Da quel giorno il suo cuore aveva vacillato e ogni volta che Jonghyun si avvicinava a lui, lo sentiva battere e pompare forte per mille emozioni diverse che quel ragazzo gli sprigionava. 
Ma da meno di un mese, dopo tre anni passati a fantasticare su Jonghyun e un loro futuro amore, solo da un mese si era reso conto che quella era una fantasia stupida e senza fondamenta e che forse, avrebbe fatto bene a smettere di amarlo, specialmente perché l'altro pareva essere molto più interessato al mondo femminile che a quello maschile. 
Ma come si fa a smettere di amare una persona dopo tre anni? 
Come si può smettere di amare qualcuno a priori? 
Esisteva per caso una formula segreta o un intruglio per disinnamorarsi? 
Kibum non lo sapeva e quindi aveva fatto la cosa più normale - anche perché era l'unica che gli fosse venuta in mente. 
Smise di stargli vicino, smise di sorridergli e smise di sprigionare pazzia per ogni canzone che cantasse, in particolar modo per la sua. Non che si comportasse come Sungjong o Taemin, ma di certo non era una statua e questo lo sapevano tutti!

-Sai... Mi mancano le nostre chiacchierate...- Jonghyun interruppe i suoi pensieri, mettendo la freccia a destra.

Kibum abbassò lo sguardo fissando le mani. 
Sapeva che prima o poi Jonghyun avrebbe tirato fuori l'argomento e lui aveva anche la risposta pronta. 
 
"Scusa ma ho troppe cose per la testa... la scuola e quindi lo studio... poi al locale c'è sempre tanto da fare e senza di me Jinki sicuramente impazzirebbe... devo anche preoccuparmi dei vostri giovedì sera... non ho tempo di chiacchierare in questo periodo…"

Sì, aveva il discorso pronto, sarebbe bastato aprire la bocca e tirare fuori le parole giuste. Non ci voleva di certo una laurea per farlo, anzi. Lo aveva provato tante di quelle volte chiuso in bagno davanti allo specchio. Si era persino immaginato lo sguardo di Jonghyun ed era sempre riuscito a tirare fuori quelle cavolo di frasi, anche se con un po’ di timore. Ma ora, ora che il maggiore era lì fisicamente, con il suo sguardo serio e senza nessuna traccia del suo sorriso migliore, con gli occhi tristi e la voce bassa, ora tutto il coraggio che aveva sempre avuto pareva essere sparito nel nulla.

-Non è facile...- tentò di non balbettare nel dargli quella risposta senza nessun senso logico.
-Non lo è nemmeno per me...- rispose freddamente l'altro facendogli gelare il sangue nelle vene.

E il cuore iniziò a fargli male impercettibilmente, come se un piccolo ago si fosse spinto dentro di esso. 
Piccolo ma bastardo pensò Kibum, stringendo la destra in un pugno, tentando di stare calmo ed evitare di sputargli addosso tutta la verità. Quella verità che ormai il suo corpo non voleva più accettare, non voleva più nascondere. 

-Kibum non capisco... perché ti comporti così? Non è per la stanchezza lo so, l'ho capito! Dimmi cosa ti ho fatto... dimmi come posso sistemare le cose...-

E mentre Jonghyun tirava fuori le palle nel dirgli quelle parole, sentì quella voce melodiosa incrinarsi più volte, forse per la voglia di piangere che anche lui cercava di bloccare, proprio come Kibum tentava di trattenere la verità di quel comportamento. 
Ormai erano vicino a casa sua, ma il vocalist si fermò qualche metro prima del suo condominio, spegnendo poi la macchina. 

-Perché?- domandò Kibum senza capire.
-Voglio una risposta- disse l'altro posando una mano sulla sua spalla, sperando così che Kibum si voltasse verso di lui.

E così fece notando con dispiacere il volto preoccupato quanto triste di Jonghyun. Non sapeva che rispondergli né che scusa inventarsi per non distruggere tutto. Perché la verità a volte non fa bene. Molte volte è meglio nasconderla per evitare problemi, per evitare di perdere la cosa più preziosa che si ha.

-Kibum...- 

Ma quella voce era peggio di tutti quegli spilli che stavano pian piano straziando il suo cuore.

-Merda Jonghyun... non posso più essere come prima! E' colpa tua!- gridò con forza contro il vocalist che lo guardò sbalordito.

Si voltò verso lo sportello con l'intenzione di scappare via, ma le mani di Jonghyun lo bloccarono prima che potesse fare qualsiasi movimento e lo obbligarono a rimanere attaccato al sedile. 
I loro corpi erano troppo vicini, decisamente troppo vicini, e il cuore di Kibum perse un battito, forse due, per poi riprendere più freneticamente, più dolorosamente.

-Che vuol dire? Che ho fatto?!- domandò con furia il maggiore.
-E' solo colpa tua...- rispose Kibum sempre più adirato. 

Ma ormai non aveva più forze per evitarlo e lasciò andare le barriere che si era creato in quel misero mese.

-Se ti amo è solo colpa tua...-

Lo sguardo di Jonghyun era indecifrabile e sapeva che a breve lo avrebbe lasciato andare. Sapeva che ormai era tutto finito. 
Non avrebbe più messo piede nel Dream Girl il giovedì sera e nemmeno la domenica mattina. 
Non avrebbe più preparato una bottiglietta d'acqua fresca per ognuno di loro sul palco per il loro live, non si sarebbe preoccupato di comprare gli ingredienti migliori per preparare i loro piatti preferiti o di cercare tutte le canzoni che i ragazzi amavano per fargliele ascoltare al locale. 
La sua amicizia con Jonghyun era arrivata al termine.

E forse, preso troppo dai suoi stupidi pensieri, non si rese conto del sorriso dell'altro e di come piano piano si era avvicinato pericolosamente alle sue labbra, appoggiandoci sopra con le proprie. 
Solo dopo quel contatto si risvegliò dal suo coma e rimase completamente bloccato per lo stupore. 
Jonghyun lo stava baciando sul serio o era come al solito uno dei suoi sogni ad occhi aperti?

 
**


Bloccato.
Fermo in quella posizione, con la porta che conduceva al retro a solo tre passi dal suo corpo. Nonostante questo però sembrava completamente fissato al suolo, come se il pavimento lo stesse trattenendo con qualche strana forza a lui sconosciuta. In realtà, sapeva bene che quel suo blocco era stato causato da una sola persona. 
Taemin.
Quel ragazzino gli aveva detto le parole che lui stesso avrebbe voluto sentirsi dire da ben tre anni. E ora, ora che le sue orecchie avevano udito quella frase, quelle parole, quelle semplici sillabe, e ora aveva una fottuta paura.
Di certo uno ci spera fino alla fine, ma quando le cose accadono si resta sempre un po’ spiazzati, no? 
Ecco, Jinki si sentiva così. 
Spiazzato, bloccato tra la realtà e il sogno, completamente perso tra la paura e la felicità. Nemmeno se ne rendeva conto che Taemin era lì che lo fissava senza capire, che aspettava una sua semplice risposta, un suo cenno, qualsiasi cosa.
Se ne stava fermo come se avesse detto la cosa più normale del mondo, ascoltando solo il suo cuore battere veloce ma con costanza. 

-Jinki hyung...- lo chiamò forse per la terza volta il più piccolo.

Questo finalmente percepì quella voce e si destò o per lo meno, provò a riprendersi voltandosi di poco per poter vedere lo sguardo pieno di speranza del più piccolo. 
Ma quello che vide fu solo la figura di un ragazzino troppo preso da qualcosa che forse, nemmeno comprendeva. 
Perché Taemin alla fine aveva solo vent'anni e non poteva di certo saperne nulla di amore o storie serie. Poteva anche avergli detto che gli piaceva, ma da lì a provare i sentimenti di Jinki, ne sarebbe dovuta passare di acqua sotto i ponti. 
E il barista questo non poteva accettarlo, no, lui non voleva aspettare che l'altro lo amasse. Lui lo voleva questo era certo, ma allo stesso tempo non avrebbe potuto rovinargli la vita con una storia difficile, perché lui si sentiva una persona difficile da accontentare, una persona bisognosa di affetto, di sicurezze, di calore, di amore e di certo Taemin queste cose non poteva offrirgliele, non tutte insieme almeno. 
Per lui era stato semplice dire "Mi piaci" come accadeva ai ragazzi della loro età e lo ammirava per il coraggio che aveva avuto per dirglielo, per dichiararsi. 

-Taemin... non scherzare...- riuscì solo a rispondergli, notando lo sguardo dell'altro mutare in un'espressione sconvolta.

Sembrava non aspettarsi una simile risposta dal maggiore. 
Cercò di formulare una frase, una qualsiasi parola ma le parole gli morirono in gola prima di raggiungere l'aria aperta. Abbassò lo sguardo sentendo i capelli coprirgli il volto. Tentò di bloccare le lacrime che bastarde spingevano contro i suoi occhi prepotentemente. Non avrebbe dovuto mostrarsi debole di fronte al suo hyung. 

-Ora vado a cambiarmi... aspettami..- disse di nuovo il maggiore, spostandosi lentamente verso quella porta.

Ma Taemin non accettò di aspettarlo e scappò via nella direzione opposta, uscendo dalla porta principale che Jinki non aveva ancora chiuso. 
Il maggiore si voltò di colpo nel sentire i passi veloci dell'altro allontanarsi. 
Solo quando vide la porta chiudersi si rese conto di quello che aveva appena combinato. Yong Guk lo avrebbe ucciso se gli fosse capitato qualcosa, oltretutto casa sua era lontana per pensare di farsela a piedi dal locale! 

-MERDA!- gridò prendendo di corsa il giubbotto, le chiavi, portafoglio e telefono.

Si precipitò alla porta chiudendola in malo modo attendendo la chiusura della saracinesca che sembrò metterci il doppio del tempo. 
Ma una volta che questa si chiuse, si guardò intorno maledicendosi in dieci lingue diverse. 
Dove cavolo poteva essere andato?
 

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Capitolo 7
*** Stop It ***


-CHE COSA?!- gridò il biondo mettendosi di colpo a sedere facendo cadere le poche coperte che lo coprivano.

SungJong a fianco a lui si tirò su leggermente, cercando di ascoltare le parole della persona al telefono con il suo amante. Da quello che aveva capito era Jinki e non era normale che chiamasse a quell'ora. Solo in quel momento si ricordò che il maggiore doveva riportare a casa Taemin. Che avesse avuto un contrattempo e non potesse più? Questo poteva spiegare lo scatto di Bang, che pareva seriamente incazzato visto il modo in cui rispondeva al suo hyung. 

-ACCIDENTI!- gridò per l'ennesima volta buttando il telefono sul materasso
-Cosa è successo?- domandò il batterista tirandosi addosso una delle coperte per coprirsi il corpo privo di vestiti.

Il chitarrista però aveva mugugnato qualcosa di incomprensibile e, dopo aver acceso la luce, si era messo addosso mutande e pantaloni in malo modo. Stava tentando di tirarsi su la cerniera e allacciare la cintura quando il cellulare squillò nuovamente. Si avvicinò per rispondere ma Sungjong però fu più veloce di lui

-Pronto? Taemin?! Dove?! COSA?! Si si... Bang si sta vestendo... si, non piangere... Non piangere Taemin ti prego... sta arrivando ok? Va bene... allora metti giù prima che si spenga... ciao-

Bang rimase a fissare il suo ragazzo che si alzò dal letto e iniziò a vestirsi velocemente.

-E' davanti al Dream Girl... ha aspettato che Jinki andasse via e si è seduto li... Andiamo! Ha pure il telefono scarico- disse senza aggiungere molti particolari

Ma Yong Guk non era il tipo da accettare i misteri. Già Jinki lo aveva chiamato nel bel mezzo di una scopata da paura per un problema con Taemin che ancora non aveva compreso.
Perchè quel cretino era scappato via dal locale?
E perchè Jinki non gli aveva detto le cose come stavano?
I genitori di Taemin se la sarebbero presa con lui se gli fosse accaduto qualcosa e questo non poteva permetterselo! 

-Che vuol dire che ha aspettato che Jinki andasse via?! Vuoi dirmi che sta succedendo?!- chiese con un pò di acidità afferrando Sungjong per il polso mentre si avvicinava alla porta della loro stanza.

-Hyung... Taemin è innamorato di Jinki e si è fatto avanti... Ho la netta sensazione che non sia andata bene quindi per favore... andiamo a prenderlo... Fa freddo fuori e stava piangendo come un disperato-

Bang sospirò lasciando il polso del batterista, recuperando poi da una sedia il proprio giubbotto con dentro tutte le sue cose. Pensare a Taemin in lacrime seduto ai piedi di quel bar che tanto amava gli metteva un'angoscia indescrivibile.
Come aveva fatto a non capire i sentimenti del più piccolo?
E come aveva potuto Jinki non ricambiare?
In quegli anni aveva imparato a convivere con i membri della band, ma aveva anche conosciuto molto bene Jinki. Di etero in lui c'era poco e nulla e non serviva chissà quale intuito per capirlo. Certo ognuno ha i suoi gusti e forse Taemin non era la persona giusta per il barista, ma da qui a farlo scappare via in lacrime ce ne vuole! Sospirò mettendo in modo la macchina.

-Da quanto lo sai?- domandò il biondo fissando con attenzione la strada.
-Non molto... Diciamo che lo sospettavo e Taemin non ha negato quando gliel'ho domandato... Forse qualche mese anche se lui è innamorato di Jinki da molto più tempo...-
-Capisco..-

Forse si era innamorato di lui a prima vista. Forse era per questo che faceva tutto il carino con Jinki e tentava in tutti i modi di attirare la sua attenzione... ma certo, era abbastanza ovvio!
Come aveva fatto a non accorgersi di tutto ciò?
E poi da quando Taemin rimaneva al locale con Jinki?
Non era mai successo! Imprecò mentalmente per non aver capito nulla in tutto quel tempo. Si sentiva un vero stupido visto che a rigor di logica era lui il leader del gruppo e non gli piaceva non sapere le cose! 
Spostò lo sguardo per un attimo verso Sungjong che fissava anche lui la strada con attenzione. Si vedeva che era molto preoccupato per il bassista.
Nonostante i suoi diciannove anni, Sungjong era anche uno dei più seri e maturi quando la situazione lo richiedeva.
A Yong Guk questo lato del suo amante piaceva da impazzire, anche se naturalmente preferiva vederlo sorridere. 

Passarono circa dieci minuti e finalmente arrivarono alla loro meta. Sungjong scese per primo mentre Bang si avviò alla ricerca del solito parcheggio.
Nonostante fossero le due e mezza di notte, in giro c'era ancora un sacco di gente. 
Sungjong intanto si era messo a correre per la via principale girando poi alla prima traversa sulla destra. In fondo alla via, illuminato dall'unico lampione acceso, un fagotto nascosto da una misera felpa tremava e singhiozzava. Il batterista si mise a correre più velocemente, raggiungendo così l'amico che, sentendo i passi, alzò lo sguardo preoccupato.
Ma per fortuna era il suo Sungjong e non Jinki. Per fortuna era il suo amico e non quel brutto cretino che lo aveva fatto sentire un'imbecille. 
Per fortuna.
Le lacrime si triplicarono e in un attimo si buttò contro il petto dell'amico e lo strinse forte.

-Taemin ti prego non piangere...- cercò di farlo calmare l'altro.

Ma questo continuava a singhiozzare e tremare. Sungjong si accorse che non indossava nemmeno il giubbotto e subito si tolse il suo per metterglielo sulle spalle. Chiedergli di indossarlo sarebbe stato troppo quindi evitò di domandarglielo. 

-Sungjong! Gridò Yong Guk in fondo alla via.

Il batterista fece un cenno con la mano al biondo, il quale iniziò a camminare verso di loro. Taemin cercò di spostarsi dal batterista. Un pò perchè aveva paura che Bang non tollerasse quella vicinanza, e un pò perchè si vergognava di piangere in sua presenza. In realtà si vergognava di piangere a priori, per questo era scappato dal locale. 

-Taemin...- disse Yong Guk.

Il minore abbassò lo sguardo tentando di trattenersi. Iniziò di nuovo a tremare e il batterista gli circondò le spalle avvicinandolo al proprio petto. Yong Guk non era molto bravo con le parole e quindi non aveva la minima idea di come aiutare Taemin.
L'unica cosa che forse gli avrebbe fatto bene, era una spalla su cui piangere e sfogarsi e anche Sungjong pareva pensarla allo stesso modo, visto che gli stava sorridendo dolcemente, come se loro due fossero i genitori di quel povero ragazzo che piangeva per amore. 

-Andiamo a casa... Sungjong il giubbotto?- domandò Yong Guk preoccupato.
-Ri.. riprendilo... se no ti ammali..- balbettò Taemin.
-No tienilo tu! Non ho freddo!- rispose prontamente l'altro.
-Tieni il mio, io ho la felpa pesante..- s'intromire il chitarrista sfilandosi il proprio dandolo all'amante che lo ringraziò.

Il chitarrista si riprese Taemin tra le braccia e tutti e tre si avviarono verso la macchina. 
Durante il tragitto di ritorno, nessuno osò parlare nonostante Taemin continuasse a singhiozzare sottovoce. No, non si stava nascondendo, in realtà non riusciva a smettere. Quelle lacrime parevano non finire mai anche se lui non ne poteva più.

Arrivarono a casa verso le tre del mattino e Taemin cadde in un sonno profondo in meno di pochi sencodi.
Sungjong aveva avvisato Jinki durante il ritorno, omettendo il fatto che il minore era stato davanti al Dream Girl per tutto quel tempo. L'altro si scusò ma Sungjong non rispose al messaggio, più che altro perchè non sapeva cosa dirgli al riguardo. 
Non sapeva cosa fosse successo e prima di domandarlo a lui, lo avrebbe chiesto a Taemin. Stavano per mettersi a letto quando la porta di casa si aprì e un felice Jonghyun entrò canticchiando a bassa voce. 

-Ei! Lo sai che ore sono? Taemin sta dormendo..- disse Yong Guk uscendo dalla sua camera. 
-Strano, di solito sta sveglio fino a tardi!- rispose l'altro togliendosi i vari indumenti pesanti.
-Ma dov'eri?- chiese subito dopo il chitarrista. 

Il vocalist sorrise maliziosamente togliendosi le scarpe.
Non aveva intenzione di dire quello che era successo visto che Yong Guk stava facendo lo stesso con la sua relazione clandestina.
No, non era una ripicca, voleva solo farlo penare un po'!

-Centra Kibum vero?!- domandò l'altro spiazzando completamente il povero Jonghyun.

Sorrise di più tradendosi del tutto avviandosi verso la sua stanza mentre l'altro lo fissava con insistenza.
Forse si aspettava qualche parola in più?

-Che c'è?- domandò Jonghyun sentendo gli occhi del chitarrista fissarlo come se fosse stato nudo.
-Non mi dici nulla?!- rispose l'altro un pò stizzito.

Il cantante fece un ghigno negando subito dopo.

-Tu mi hai detto qualcosa?- rispose subito dopo -siamo pari allora...- continuò come se avesse avuto una risposta da Bang, il quale era rimasto un attimo interdetto.

Già.
Lui non gli aveva detto nulla della sua storia con Sungjong.
In quel momento si rese conto che aveva trascurato un po' troppo i suoi amici e non era di certo un comportamento corretto da parte di un leader. 
Tornò in camera infilandosi velocemente sotto le coperte, notando Sungjong completamente addormentato in una posizione scomodissima per qualsiasi essero umano, a parte lui naturalmente. Con la parte superiore del corpo sembrava quasi messo su un fianco, ma le gambe erano verso la parte opposta. Strano che al mattino non si svegliasse con il mal di schiena! 
Yong Guk sorrise baciandogli una guancia, spegnendo poi la luce principale.
La stanza si dipinse di scuro e anche Bang si lasciò portare via da Morfeo. 
 

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Capitolo 8
*** Evil ***


Quel venerdì mattina il Dream Girl si ritrovò con un atmosfera davvero terribile. 
Forse per la mancanza di Kibum che regalava sorrisi, battute e parole carine a tutti, o forse la faccia da pesce lesso che aveva il padrone del locale. 
Si.
Jinki. 
Proprio il bel barista che ammaliava le ragazzine delle scuole superiori con il suo sorriso infantile ma adorabile. Colui che sul lavoro era sempre preciso e impeccabile, anche se un po' pasticcione - ma giusto un pizzico - ora aveva l'umore praticamente a terra. La voglia di aprire il locale quel giorno era pressochè inesistente, ma con un gigantesco sforzo lo aveva fatto lo stesso. Se fosse rimasto chiuso in casa, sicuramente avrebbe passato la giornata a mandarsi a quel paese e prendersi a testate contro il muro. 
Per la trentesima volta sospirò, mentre preparava un cappuccino per l'ennesima studentessa che era venuta a studiare. Le casse del locale emettevano nell'aria una canzone dolce, lenta e dal volume particolamente basso, per evitare che chiunque potesse chiedergli di abbassare. 

-Ciao- 

Jinki alzò lo sguardo e notò un ragazzino dai riccioli biondi, forse un po' troppo alto, che lo fissava con un certo interesse. Forse un po' troppo alto? Era decisamente alto! Nonostante questo però, non dimostrava più di 16 anni, sia per il viso da bambino che per la divisa scolastica che indossava. 

-Ciao, cosa vuoi ordinare?- domandò Jinki, facendo finta di non aver notato la mancanza di rispetto di quello spilungone
-Non voglio ordinare, vorrei parlare con il titolare del locale...- rispose l'altro guardandosi intorno con molto interesse, soffermandosi sul palco del locale
-Ah... sono io il titolare... Di che si tratta?- 

Il ragazzino fissò il maggiore per alcuni secondi facendo un sorrisino un pò strano. Jinki non capì ma l'altro non gli diede il tempo di fargli domande. 

-Io sono Zelo e con la mia band vorremmo suonare nel tuo locale...-
-Cosa?!- rispose Jinki completamente spiazzato
-Hai capito bene... Ti chiediamo una serata tutta per noi e magari un piccolo compenso... in cambio ti promettiamo almeno almeno cinquanta o sessanta persone in più... Che ne dici? E' un ottimo affare secondo me...-

Jinki rimase un attimo interdetto dalle parole di quel ragazzino tanto insolente. Come poteva andare li e chiedergli di suonare con quella sfacciataggine? Dove erano finite le buone maniere?

-Io ho già una band che suona e mi porta più di cento persone... Direi che la tua offerta non mi interessa per niente...- rispose Jinki riprendendo a pulire alcuni piatti.
-Non sei molto bravo con gli affari allora... Facciamo così, mettici alla prova! Dacci un'ora per mostrarti quello che sappiamo fare e poi decidi... Chiama anche la band che suona già per te e vediamo che ne pensano... Potresti seriamente ricavarci un sacco di soldi... Dovresti davvero pensarci hyung...-

Jinki alzò di nuovo lo sguardo appena sentì quell'onorifico uscire dalle labbra del biondino. Sapeva che lo aveva detto tanto per fare il ruffiano e non perchè voleva essere gentile e ben educato. Sospirò un'altra volta e lasciò il piatto sul ripiano.
L'idea di farli provare un'ora non era poi così azzardata. Il locale andava bene la sera, sopratutto quando suonavano gli Humanoids. Forse un'altra band avrebbe portato qualcosa in più. Allora perché si sentiva in colpa verso i suoi amici? Accettare un'altra band gli avrebbe tolto il primato nel locale oltre che metterli in competizione.

-Che ne dici se ripassi domani? Ora non so proprio che dirti...- cercò di salvarsi Jinki all'ultimo. 
-Certo... Stessa ora?-
-Stessa ora.... ah.. io sono Jinki...-
-Si lo sapevo! Questo è il mio numero... A domani Jinki hyung...- e dopo aver scarabocchiato velocemente un numero di cellulare su un tovagliolo di carta, fece un cenno al maggiore e si avviò fuori dal locale con una camminata davvero stramba, ma che alle ragazzine sedute al tavolo vicino all'uscita sembrava piacere. Jinki negò con la testa e riprese a fare il suo lavoro. Stava per mettersi nei guai?

 
**


-Si... si Jinki va bene ci vediamo a mezzanotte allora. Recupero Bang e veniamo... Ok a dopo...-

Jonghyun chiuse la chiamata e rimase a fissare lo schermo del suo cellulare.
Chissà perché Jinki voleva vederli proprio quella sera.
Che fosse accaduto qualcosa?
Aveva un tono di voce abbastanza normale, ma quella richiesta era comunque strana e non da Jinki.
Di solito era il tipo che diceva le cose al telefono senza aspettare, anche se erano importanti, invece stavolta non si era preoccupato nemmeno di dargli qualche piccolo dettaglio. 
Si alzò dal divano camminando verso la porta della camera di Bang. Bussò un paio di volte maledicendosi subito per l'idiozia commessa! Infatti dopo un attimo, un assonnato Sungjong gli si parò davanti. Con la mano si stropicciava con forza l'occhio destro mentre lo sguardo di Jonghyun cadde sulla figura del batterista, che indossava solo una grande maglia di Yong Guk. 

-Buon giorno...- disse sbadigliando l'altro passandogli a fianco, senza preoccuparsi nemmeno un po' di quello che Jonghyun avrebbe potuto pensare.

Il vocalist evitò di pensare a qualcosa di oscenamente perverso ed entrò in camera, notando Bang ancora sdraiato a letto.
Non avrebbe voluto svegliarlo ma doveva dirgli di quell'incontro. Sapeva bene quale fosse il carattere del suo chitarrista e un comportamento così strano di Jinki non era da sottovalutare, almeno questo è quello che pensava Bang. 

-Ei Bang.. svegliati...- disse Jonghyun sedendosi vicino al rosso che mugugnò qualcosa e si spostò mettendosi di fianco, dando però le spalle all'amico.
-Eddai sono le undici... Jinki mi ha chiamato...- ci riprovò Jonghyun, avvicinandosi all'orecchio dell'altro.

Bang però non sembrava intenzionato ad alzarsi, anzi, si spostò abbracciando il povero vocalist per le spalle portandoselo sul letto come se fosse un peluche.

-YA! Yong Guk che cazzo fai!- si dimenò l'altro tentando di staccarsi da quella morsa.
-Sungjong stai zitto...- biasciò l'altro sfregando il suo volto contro quello di Jonghyun che inorridì.
-Ma Sungjong cosa?! SVEGLIATI IDIOTA!- e terminò il tutto con un pugno sulla testa.

Il chitarrista aprì gli occhi e si trovò il viso di Jonghyun a meno di un centimetro di distanza dal suo. Lo spinse via ma perse l'equilibriò e cadde dal letto, trascinando con se Jonghyun, che aveva tentato invano di salvarlo dandogli una mano.

-Mi devo preoccupare?- domandò il vero Sungjong entrando in camera, notando Jonghyun completamente disteso su Bang ancora incredulo.
-Ma che dici?! E' colpa di questo idiota...- rispose il vocalist alzandosi da terra.
-E meno male lo hai fermato in tempo... avrebbe potuto stuprarti...- rispose il batterista sghignazzando.
-Brutto moccioso che hai detto?!- gridò Yong Guk massaggiandosi la testa per il pugno ricevuto -E tu!- disse indicando Jonghyun -perchè mi hai svegliato?!-
-Perchè Jinki vuole vederci stasera dopo la chiusura e non mi ha spiegato il motivo... è strano non credi?-

Yong Guk e Sungjong si guardaro di colpo lasciando il vocalist perplesso. Questo infatti non capì quello strano silenzio e fissò prima uno poi l'altro per un paio di volte.

-E' successo qualcosa che non so?- domandò preoccupato.
-Si be... è successo qualcosa ma... non può centrare...- rispose Sungjong sospirando.

Come aveva previsto Jonghyun, Bang si stava preoccupando eccome per il comportamento del loro amico. Ma a differenza del vocalist, lui sapeva cosa era successo la sera prima con Taemin, o per lo meno lo aveva intuito grazie a Sungjong. Ma cosa centravano loro? Che volesse evitare di farli suonare per non vedere Taemin? Poteva davvero arrivare a tanto? No. Jinki era un adulto e certe sciocchezze non erano nel suo stile. Ma allora di cosa poteva trattarsi.

-Vengo anche io...- disse Sungjong di colpo.
-Ok... stasera a mezzanotte.. Ora vado ho lezione!- rispose Jonghyun -Non dovresti andarci pure tu?- domandò guardando il maknae che fece spallucce.
-No... ho altro da fare-

Jonghyun annuì e si avviò verso l'uscita mentre Yong Guk si sedeva sul letto portandosi entrambe le mani sul viso. Il batterista gli si avvicinò subito accarezzandogli la schiena lentamente, per farlo calmare.

-Vedrai che non centra nulla... Vorrà parlare di qualcosa e basta...- E non sapeva se stava cercando di convincere il compagno o se stesso.
-Non potrebbe farci questo... Vero?- domandò a quel punto Yong Guk facendo sbucare i suoi occhi lucidi. 

Sungjong sospirò abbracciandolo forte. 
Bang non era il tipo da lasciarsi andare in quel modo, ma quella situazione era davvero incasinata. Se Jinki non li avesse più fatti suonare, Bang avrebbe perso il permesso di starsene in quella casa, di stare con Sungjong, di fare il musicista. 

-No non lo farebbe...- sussurrò l'amante lasciandogli un dolce bacio sulla guancia 

L'altro annuì tirando sul con il naso, portando via una piccola lacrima che gli era sfuggita. 
Nonostante Sungjong fosse l'unica persona alla quale permetteva di farsi coccolare e consolare, si vergognava terribilmente a mostrarsi così debole. Non era proprio da Bang.

-Devo andare al lavoro...- disse subito dopo, così che l'altro sciogliesse l'abbraccio e lo lasciasse andare verso il bagno.
-Yong Guk...- lo richiamò prima che potesse uscire dalla stanza.

Il biondo si fermò spostando di poco il volto, senza girarsi del tutto. 

-Ti amo...-
-Anche io...-

 
**


-Ei....-

Si sedette sul letto dell'amico che tristemente fissava il muro al suo fianco. Si era addormentato tra le lacrime e si era svegliato piangendo. Aveva aperto gli occhi sperando che tutto quello che aveva sognato non fosse accaduto sul serio. E invece la realtà lo aveva travolto come un'auto in corsa, rompendogli il cuore. Nonostante il coraggio e la sua forza di volonta, Jinki lo aveva rifiutato, dandogli del bambino. Perché? Eppure li aveva visti i comportamenti strani dell'altro. Lo aveva visto arrossire più di una volta, evitare il suo sguardo quando gli sorridere, inciampare nel nulla quando lo salutava. Lo aveva visto solo lui fare queste cose? Forse si era immaginato qualcosa che in realtà non c'era. Magari Jinki era solo molto sbadato, troppo timido, terribilmente etero? 
No.
Non poteva crederci. 
Non lo aveva visto in compagnia di una ragazza nemmeno quando erano più piccoli. Jinki non lo sapeva, ma lui non faceva altro che spiarlo da lontano, senza mai farsi notare. Era stato Kibum, esasperato dal suo modo di fare tanto assurdo, a presentarli dopo molto tempo, quando Taemin ormai faceva parte della band e non poteva più tirarsi indietro. 
Si era innamorato di Jinki dal primo momento che i suoi occhi lo avevano intravisto. Forse era un ragazzino ma sapeva bene cosa fosse l'amore. E lui ne provava tanto per quello hyung dall'espressione bambinesca. 

-Taemin... Vuoi dirmi cosa è successo?- lo richiamò la voce dolce di Sungjong.

Come poteva avere una voce tanto bella? Era un batterista per la misera! Doveva essere un rude pieno di muscoli e con la voce da scaricatore di porto. Invece no. Forse era per questo che piaceva tanto a Yong Guk?

-Dai Taemin... Per favore...-

Sospirò.
Doveva dirgli tutto ma non ne aveva il coraggio. Si sentiva un idiota e forse lo era sul serio. Sentì il tocco dell'altro sulla sua testa e chiuse gli occhi per bearsi di quel piccolo tocco. Sungjong sapeva bene quali fossero i tempi di Taemin e non voleva obbligarlo. 
Venire rifiutati non era di certo una bella esperienza, soprattutto dalla persone che si ama da un sacco di anni. 

-Stasera dobbiamo andare da Jinki... Vuole vederci dopo la chiusura...-

Avvampò di colpo voltandosi verso l'altro che lo guardò. I suoi occhi si riempirono di lacrime e scoppiò a piangere chiedendo scusa più di una volta. 
Jinki voleva chiudere il contratto che aveva con la band? Non c'erano altri spiegazioni! Perchè volerli vedere di venerdì sera senza un motivo preciso? 

-Ei non fasciarti la testa subito... Vuole solo vederci... Ti prego Taemin...-
-Sono... Sono pronto ad andarmene se... se servisse...-
-Non dire cretinate! Se davvero è come dici, sarò io a non voler più suonare per lui...-
-Cosa...?-

Sungjong sorrise accarezzandogli il viso, tentando di asciugargli le lacrime che scendevano dai suoi occhi.

-Non suonerò per una persona che fa soffrire i miei amici... Ma ora non pensiamo al peggio.. ok?-

L'altro annuì sospirando, rintandandosi di nuovo nell'abbraccio dell'amico.
Possibile che Jinki lo odiasse così tanto? 

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Capitolo 9
*** Una nuova band ***


Anche Venerdì sera era arrivato e con esso l'importante ritrovo tra gli Humanoids e colui che riempiva i loro portafogli. 
Jinki se ne stava dietro al bancone a sistemare alcune bottiglie sui vari ripiani alle sue spalle, quando la porta si aprì facendolo voltare verso di essa. 
La saracinesca era chiusa per metà quindi potevano essere solo loro e infatti, il volto serio di Bang lo fece sorridere. 
Purtroppo però quello stesso sorriso finì per morirgli in gola appena i suoi occhi notarono il volto depresso di Taemin, il quale se ne stava infondo alla fila insieme a Sungjong. 
Perché erano tutti li? 
Voleva parlare solo con Jonghyun e Yong Guk, non serviva che tutta la band si scomodasse. Alla fine non sapeva nemmeno lui per quale motivo li avesse chiamati in realtà. Se solo non avesse detto a Zelo di presentarsi il giorno dopo non si sarebbe ritrovato in quella situazione scomoda. 
Sospirò smettendo di riordinare e fece il giro del bancone avvicinandosi ai quattro ragazzi. Yong Guk aveva una faccia decisamente seria, molto più del solito. Jonghyun sembrava tranquillo mentre Sungjong non lo stava nemmeno degnando di uno sguardo. 
Taemin invece, teneva perennemente lo sguardo basso. Forse non lo aveva nemmeno guardato una volta entrato in quel locale. 
Ma come poteva biasimarlo? 
Gli aveva risposto in quella maniera stupida e insensata, chiunque ci sarebbe rimasto male. Anche se era piccolo non voleva dire che non sentisse dolore e questo Jinki lo sapeva, ma non poteva farci granchè, o almeno questo lo credeva lui. 

-Ci sediamo ragazzi?- disse indicando il tavolo tondo poco distante da loro. 

C'erano esattamente cinque sedie quindi ognuno prese posto. 
Jinki era nel mezzo tra Bang e Jonghyun e proprio di fronte a se poteva vedere lo sguardo di Taemin sempre più cupo, come se stesse stesse aspettando la pena di morte.
Sospirò tentando di fare mente locale e di riordinare le idee per iniziare un discorso decente, anche se in quel momento voleva solo urlare mille "scusa" e trecento "mi dispiace" e un'infinità di "mi piaci" a quel ragazzo che non accennava nemmeno per un secondo di guardarlo. 
Ma non fece nulla di tutto questo perchè Bang blocco tutta la sua caterba di pensieri e dubbi 

-Di cosa volevi parlarci?-

Jinki annuì smettendo di fissare il piccolo problema del suo cuore, che poi piccolo era un  eufemismo ma non importa.

-Oggi è passato un ragazzo al locale...- disse lentamente notando gli sguardi di tutti, si anche di Taemin, colpirlo in pieno viso, come se nessuno di loro si aspettasse una frase simile.

-Si chiama Zelo e... beh sembra un ragazzino a parte l'altezza ma non è questo il punto... dice di avere una band e mi ha proposto, in modo molto rozzo direi, di suonare qui..-

Silenzio.
Yong Guk si era preparato mentalmente una caterba di insulti ma nessuno sembrava in quel momento centrare con il discorso. 
Pensava che il problema fosse Taemin, non si aspettava di certo che una nuova band potesse in qualche modo intromettersi nel loro "lavoro". 
Jonghyun intanto guardava perplesso il barista, che per qualche strano motivo aveva abbassato lo sguardo e fissava con interesse le proprie mani. Quella rivelazione era incredibile e non sapeva se vederla come qualcosa di negativo o di positivo. 
Sungjong sospirò mentalmente. Per lo meno non si trattava di Taemin ma allo stesso tempo però era preoccupato. 
Perchè glielo stava dicendo? 
Quali potevano essere i suoi piani? 
Taemin invece aveva smesso di rimanere nel suo mondo appena aveva sentito la parola ragazzo. Sarà per gelosia, sarà perchè non era quella la frase che stava aspettando, fatto sta che quella rivelazione gli faceva paura.

-E quindi?- domandò infine Jonghyun, sempre più curioso di sapere che cosa voleva dirgli in realtà il barista.
-Quindi gli ho detto che non sapevo cosa rispondergli e di vederci domani... oggi ho provato a pensarci ma non ho avuto ottimi risultati. Direi che le vostre serate vanno sempre alla grande e c'è sempre ottima gente... forse far suonare una nuova band ogni tanto non sarebbe poi una cattiva idea... voi che ne pensate?-

Yong Guk ancora una volta non seppe cosa rispondere. 
Avrebbe voluto dirgli "NO" ma allo stesso tempo non poteva. 
Loro erano li grazie a Kibum e grazie al volere di Jinki. Era lui il capo di tutto e se voleva far suonare una nuova band non avrebbe potuto far valere nessuna delle sue parole. 

-Quindi li vorresti far suonare? Senza nemmeno sentirli?- domandò Sungjong con un po' di astio. 

Jinki se ne accorse e in qualche modo capì che non centrava la band in quel momento. Sembrava avercela con lui da quando era entrato e ciò voleva dire solo una cosa. 
Lui sapeva.
Sapeva di Taemin e sapeva quello che era succeso e probabilmente anche Yong Guk. 
Ecco perchè erano tutti li!

-Certo che no... non l'ho fatto con voi e non lo farò con loro... vorrei che ci incontrassimo tutti insieme domani mattina. Manderò un messaggio a Zelo e gli dirò di portare la sua band sperando che non ci siano problemi... voi che ne dite?-

-Per me va bene Jinki, non ho lezione domani quindi ci sarò...- rispose Jonghyun annuendo.

Diedero più o meno tutti la stessa risposta positiva, a parte Taemin che non disse nulla e Jinki non ebbe il coraggio di domandarglielo. 
In pochi minuti la discussione terminò e uno ad uno uscirono di nuovo dal locale, dopo aver salutato in maniera un po' fredda.

In macchina gli Humanoids non dissero nulla. Tutti troppo presi dai loro pensieri per iniziare un qualsiasi discorso. Yong Guk malediva se stesso per non essersi opposto a quella "stronzata", come l'aveva definita lui in quei pochi minuti. 
Sungjong continuava a fissare con preoccupazione il povero Taemin, che era sul punto di piangere un'altra volta. 
L'unico forse meno preoccupato era Jonghyun che, oltre che guidare, pensava più che altro a come potesse essere quella nuova band. 
Se Jinki era intenzionato a dargli una chance, voleva dire che quel ragazzo doveva avergli fatto una buona impressione almeno.
Una volta arrivati all'appartamento, Taemin si barricò nella sua camera e tutti poterono sentire il suo pianto isterico. 
Sungjong tentò di andargli dietro ma la porta era chiusa a chiave e lo stesso Bang cercò di farlo desistere dallo scardinarla.

-Ha bisogno di stare da solo...-
-Scusate ma che cosa è successo?! Perché piange e perchè è chiuso li dentro?!- domandò preoccupato il vocalist del gruppo.

I due amanti si fissarono per qualche secondo mentre l'altro fissava prima uno poi l'altro. Taemin era stato trano quel giorno ma non aveva voluto chiedere nulla per evitare di dargli fastidio. 
Poteva sembrare un angelo in apparenza, ma se era incazzato o giù di morale, stargli vicino e riempirlo di domande non è di certo la cosa migliore, almeno che non si cercasse la morte!  Ora però la situazione pareva alquanto critica e voleva sapere.

-Be... Taemin ha una cotta per Jinki..- disse Sungjong un pò a bassa voce.
-Ah... e quindi?- domandò l'altro grattandosi la testa.
-E quindi si è dichiarato e ma Jinki lo ha rifiutato in malomodo...- rispose subito Bang con un po' di acidità.

Voleva ancora spaccare la faccia a Jinki per come aveva ridotto il povero Taemin, ma aveva evitato solo per non far arrabbiare il bassista. 
Per quanto gli volesse bene e fosse suo amico, non poteva intromettersi in certe faccende. 

-COSA?!- gridò Jonghyun sentendosi subito zittire da entrambi.
-Stai zitto cretino!- gridò, per modo di dire, Yong Guk.
-Scusate... ma davvero? Cioè quel deficiente di Jinki ha detto no a quel pezzo di gnocco di Taemin?! Per favore diamogli un paio di occhiali... fategli fare una visita di controllo... non posso crederci?! E non ditemi che Jinki non è gay perchè è una mega stronzata!- 

Mentre parlava con un tono di voce praticamente pari ad un sussurro, Jonghyun continuava a gesticolare e muoversi come un pazzo. 
Quella rivelazione lo aveva scioccato molto di più della nuova band in arrivo! 
Sungjong annuì più volte sedendosi a peso morto sul divano. Non sapeva nemmeno a che pensare in quel momento, era tutto così incasinato e così difficile che il suo cervello non gli dava il tempo di riflettere. 

-Comunque devo dirvi una cosa anche io...- disse il cantante abbassando lo sguardo.
-E smettila di fare lo stupido e racconta!- Lo spinse Yong Guk.
-Beh... Visto che voi due non dite un cavolo sulla vostra relazione, io non farò la stessa cosa... infatti ieri sera ho fatto tardi perchè... diciamo che sono riuscito ad aprirmi con Kibum eeeee l'ho BACIATO!-
-Ma che centra la nostra relazione e poi COSAAA?!- gridò stavolta Yong Guk, che si beccò uno scappellotto dall'amante che gesticolò più volte.
-Smettetela di urlare! Ma comunque... wooo davvero? E lui?!- domandò il batterista sempre più curioso.
-Diciamo che è stato lui a dichiararsi in un modo un po' strano... Io ho preso la palla al balzo!- rispose l'altro sorridendo come un bambino di cinque anni.
-Ma vai via! Cavolo sembrava che ti fossi dichiarato come un principe azzurro... e poi ha fatto tutto Kibum!- lo prese in giro Yong Guk cercando di non ridere troppo mentre Jonghyun iniziò a tirargli cuscinate varie in testa.

Nonostante la situazione non fosse delle migliori, i tre riuscirono a parlare ancora un pò di come Jonghyun si era appiccicato a Kibum, anche se in qualche modo tentava di non entrare troppo nei particolari nonostante Yong Guk continuasse a fargli domande sempre più perverse. 
Fortunatamente Sungjong era li anche per evitare quel terzo grado stupido e il più delle volte tirava pizzicotti al suo amante, che tristemente piagnucolava e chiedeva un tenero "Perché?". 
La coppia di amanti falsamente segreta, si aprì per la prima volta con Jonghyun, raccontandogli più o meno cosa era accaduto tra loro. 

-Secondo voi dobbiamo preoccuparci di questa band?- domandò Sungjong sospirando.
-Non lo so... vedremo domani... più che altro Taemin sarà in grado di venire?- rispose Jonghyug sdraiandosi sul divano libero, togliendosi prima una poi l'altra scarpa per potersi mettere più comodo.
-Lo spero... questa situazione va sistemata e se non lo farà lui lo farò io...- rispose con decisione Yong Guk.

Sungjong si voltò verso il chitarrista guardandolo con sguardo confuso. Che intendeva dire? 

-Parlerò con Jinki...- continuò quindi Bang, notando gli occhi indagatori del batterista.
-Perché?- rispose subito dopo l'altro.
-Perché non voglio che la nostra band vada a puttane... sono il leader e devo sistemare anche questi casini...-

Già.
Lui era il leader e aveva il dovere di tenere unito il gruppo, ma quel comportamento lo lasciava comunque perplesso. 
Sungjong non era geloso, non troppo almeno. 
Anzi, non c'era mai stato bisogno di essere geloso e questo perchè Yong Guk non era una ragazzo facile da capire e da ammaliare. Le ragazze ci hanno sempre provato in tutti i modi. Vestiti sempre più corti, scarpe alte, trucco perfetto, profumi ammalianti. 
Tutto questo però non ha mai scalfitto la corazza del biondo dallo sguardo penetrante. 
Per lui c'era solo la sua Secret e il suo batterista. 
L'unico, il migliore, il suo tesoro. 
Era entrato nel suo cuore dal giorno in cui aveva bussato alla sua porta. 
Si era portato via una parte della sua anima una volta che aveva visto il suo sorriso.
Ma tutto questo Sungjong non lo sapeva. 
Poteva immaginarselo, poteva capirlo con un po' di sforzo, ma Yong Guk non gliel'aveva mai detto.

-Io ho sonno... vado a letto..- disse il batterista alzandosi per poi avviarsi in bagno.

Yong Guk guardò la figura dell'amante allontanarsi e sparire oltre la porta, senza capire per quale motivo non gli avesse nemmeno dato un bacio. 

-Ai ai amico... non vorrei essere nella tua situazione...- disse Jonghyuk sorridendo.
-E perchè?- 
-Non hai visto il suo sguardo? Secondo me pensava di ucciderti con le sue bacchette!- 
-Che cosa? Ma non dire scemenze... non avrebbe senso...-

Che motivo c'era di arrabbiarsi? 
Non capiva. Non gli pareva di aver detto qualcosa di sbagliato, anzi, non aveva detto quasi nulla. 
Quindi? 
Che Jonghyun avesse ragione? 
Ma cosa poteva saperne lui! 
Si era trovato un ragazzo solo da un giorno... che poi bisognava ancora capire se stavano insieme o meno, ma comunque! Che ne sapeva di che sguardo potesse avere Sungjong in quel momento... e perchè lui non lo aveva notato?!

-Non avete mai litigato?- domandò Jonghyun, notando lo sguardo perplesso del leader.
-No...-
-Auguri allora...-

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Capitolo 10
*** Happiness ***


Si erano svegliati tutti di buon ora quella mattina, nonostante le facce stravolte e poco appagate dal sonno. 
Yong Guk aveva passato metà della notte a chiedersi cos'avesse il suo ragazzo, il quale era andato a letto prima di lui ma aveva passato le ore notturne a fare finta di dormire. 
Non si erano parlati, non si erano dati la buona notte, non si erano coccolati come ogni sera. Niente di tutto questo era accaduto e nemmeno loro sapevano il perché. 
Era chiaro ormai che Sungjong avesse qualcosa, ma per Yong Guk era ancora un mistero e aveva quasi il timore di domandarglielo. 
Jonghyun invece, era rimasto al telefono con Kibum fino alle tre di notte. 
Non avevano fatto altro che parlare come due scemi di cose davvero futili, come l'aereo che passava sopra le loro teste e che entrambi avevano notato, o le poche stelle che sostavano nel cielo. Scemenze dunque, ma che entrambi volevano sentire perché in quel momento, qualsiasi cosa avessero detto, sarebbe stata la migliore. 
Dopo la serata passata a baciarsi, a scoprirsi, a ricercarsi, il giorno dopo non si erano potuti vedere nemmeno per poco e Jonghyun cominciava a sentire la lontanaza del suo barista. 

-Che hai da ridere hyung?- domandò incosapevole Sungjong, ricevendo un sorriso ancora più accentuato dal vocalist.
-Nulla Sungjongie... - rispose con un tono troppo dolce, eccessivamente dolce, soprattutto perchè rivolto al maknae, ed era risaputo che quei due usavano la dolcezza solo per prendersi per i fondelli.
-Ok hai la febbre...- rispose l'altro alzando le spalle, prendendo dei biscotti da uno dei mobili della cucina, sedendosi poi al suo solito posto.

Il silenzio ormai aveva inondato tutta la casa fino a che i passi di Bang si fecero sentire. 
Notò gli altri due in silenzio, uno intento a fare colazione, l'altro felicemente perso nei suoi sogni. 
Decise dunque di prendere il necessario per mangiare e sedersi al suo solito posto, ossia a capotavola come Jonghyun, mentre Sungjong era seduto alla sua destra. 
Sospirò appoggiando la tazza di caffè che si era preparato sul tavolo, fissando subito dopo il profilo del suo amante. 
Ormai era palese che ce l'avesse con lui e avrebbe venduto l'anima al diavolo per capirne il motivo. 
Ma allora perché non glielo domandava? 
Non poteva avere paura di lui... no, era impossibile che lui avesse paura di quel ragazzino! Cercò di autoconvincere se stesso ad articolare una qualsiasi frase e ormai era davvero sul punto di farlo quando...

-Buon giorno!- 

Tutti e tre si voltarono verso quella voce, rimanendo esterrefatti. 
Taemin li stava fissando con il viso radioso e un sorriso intenso che Jonghyun dovette sbattere più volte le palpebre per credere a quella visione. 
Possibile che il morto del giorno prima fosse lo stesso Taemin di quel momento? 
Anche Sungjong e Yong Guk faticarono a capire come potesse stare così bene il bassista. 
Ok che prima o poi il dolore passa, ma non così in fretta.

-Taemin... ciao..- rispose un po' titubante il batterista, spostandosi leggermente per farlo sedere al suo posto -tutto bene?-
-Certo!- rispose l'altro con allegria, prendendo del latte e una tazza.

Non provarono a dire altro, anche perché non sapevano proprio cosa dirgli! 
Tutti e tre si fissarono per la prima volta negli occhi, facendo delle facce sbalordite e Taemin lo sapeva, se ne rendeva conto che i suoi amici erano senza parole e non sapevano come affrontare il discorso. 
Sperò con tutto se stesso che nessuno gli domandasse nulla, oppure quella maschera sarebbe caduta in un misero secondo. 
Perché alla fine quella era solo una maschera e nulla di più. 
Grazie ai suoi gentori, aveva imparato  a sorridere sempre, anche quando la vita lo metteva davanti a delle scelte o delle situazioni difficili. 
Quando piangeva, sua madre gli diceva che no, non doveva mai piangere o essere triste davanti agli altri. "Perché?" le aveva domandato lui più volte, con gli occhi gonfi e il moccio al naso, tipico dei bambini. "Perché ci sono delle persone che soffrono se ti vedono triste e altre che saranno felici di vederti stare male... E tu non vuoi che questo succeda vero? Quando stai male non devi farlo vedere a nessuno...".
E così aveva sempre fatto. 
Quando stava male, quando voleva piangere, gridare, allora scappava e si rintanava nella sua stanza fino a che non riusciva ad indassare una "maschera" adatta.
Certo, una delusione come quella di pochi giorni prima però non l'aveva mai provata e a stento credeva che sarebbe riuscito a superarla. 
In realtà non aveva superato un bel niente, ma gli piaceva per lo meno pensarlo. 

-Allora andiamo tutti da Jinki?- 

Jonghyun aveva pronunciato quelle parole con tranquillità, ma lo sguardo omicida di Sungjong lo fece tremare. 
Se solo i pensieri del batterista si fossero potuti tramutare in realtà, a quest'ora gli Humanoids non avrebbero più un vocalist.

-Mi dispiace io non posso, vado dai miei genitori! Mia madre mi ha obbligato a farmi vedere e non posso dirgli di no...- rispose tranquillamente Taemin, come se quella richiesta fosse stata la cosa più normale del mondo, come se tra lui e Jinki non ci fosse stata nessuna discussione, nessuna delusione d'amore, nessun dolore provato.
-Ah... ok, allora andremo noi..- ci provò di nuovo Jonghyun, pensando di aver scampato il pericolo di morte.
-No io non posso... devo andare in università- sentenziò Sungjong alzandosi dalla sedia.
-Ma se non ci vai mai?!- rispose acido Yong Guk.

E nemmeno riusciva a capacitarsi di come quelle parole fossero uscite dalla sua bocca. Sungjong voltò lo sguardo verso l'amante, che lo fissava con guardo tetro. 
Era arrabbiato e non poteva più trattenersi. 
Non aveva fatto altro che evitarlo dalla sera prima e ora, che potevano passare la mattina insieme, decideva di andarsene in università? 

-Devo fare una ricerca con degli amici...- disse Sungjong avviandosi verso la camera da letto.

Yong Guk grugnì violentemente, sbattendo un pugno sul tavolo per poi alzarsi e andargli dietro, lasciando il vocalist e il bassista leggermente allibiti. 
Era la prima volta che quei due litigavano, ed era la prima volta che Yong Guk si faceva vedere incazzato da loro. 
La porta della camera era chiusa, ma Yong Guk non perse nemmeno il tempo a bussare ed entrò all'interno sbattendola poi alle sue spalle. 
Sungjong era a torso nudo, con solo i pantaloni del pigiama addosso e uno sguardo attonito. Intanto il chitarrista la guardava incazzato, pregando qualsiasi Dio di non fargli perdere del tutto il controllo. 
Odiava arrabbiarsi e non voleva farsi vedere in quello stato dalla persona che più amava al mondo. 

-Che cavolo c'è Sungjong... ti prego spiegamelo perché non ci arrivo..- disse sospirando, cercando di calmare se stesso da prendere a pugni il muro.
-Nulla...- rispose l'altro con poco interesse, continuando a verstirsi.

Ma il biondo si avvicinò a lui prendendogli il polso destro e tirandolo verso di se. 
Forse non aveva capito bene con chi aveva a che fare.

-Cazzo mi fai male- gemette il batterista tentando di liberarsi da quella morsa. 

Inutile dire che non ci riuscì minimamente perchè quando voleva Bang Yong Guk, non si lasciava battere da nessuno.

-Dimmi cosa ti ho fatto... per favore Sungjong... non hai idea di quanto tutto questo mi faccia male...-

E la sua voce sembrò tremare verso la fine, lasciando Sungjong senza parole. 
Quel Bang fiero, spavaldo, forte, in realtà era un cumulo di gelatina pronta a squagliarsi. 
Il batterista avvicinò la sua fronte a quella dell'altro e chiuse poi gli occhi respirando a pieni polmoni il profumo del suo amato. 

-Io ti amo... ti amo da impazzire Sungjong... ma davvero non capisco cosa ti ho fatto... cosa ho sbagliato... e so che non lo capirò mai se non me lo dirai tu... quindi ti prego... dimmelo... sono pronto a chiederti scusa in ginocchio, qualque cosa io abbia fatto...-

Il batterista sorriso leggermente, portando entrambe le mani, visto che la morta dell'altro si era affievolita, dietro il collo di Yong Guk, il quale afferrò saldamente i fianchi del suo amante.

-Scusami... sono solo geloso delle attenzioni che riponi a Taemin... sono un vero deficiente..- disse tristemente Sungjong.

E Yong Guk non potè fare a meno di sorridere. 
Per la prima volta, Sungjong mostrava la sua gelosia. 
A volte si era domandato se il batterista tenesse davvero a lui, mai si sarebbe immaginato una scenata di gelosia da "miss superiorità Sungjong". 
Nemmeno sapeva perché lo aveva classificato come miss... o forse si.

-Sungjong... geloso... mi piace come cosa...- sussurrò con voce grave Yong Guk, sentendo l'altro sghignazzare.
-Non ti ci abituare...- rispose Sungjong stringendosi di più a lui, andando a nascondere il visto tra la spalla sinistra e il collo, respirando così il suo odore.

Quell'odore che aveva sempre adorato e sognato.

-Io sono tuo Sungjong... Taemin è solo un'amico e mi preoccupo come un fratello maggiore... Ma nel mio cuore ci sei solo tu...-

E rimasero così, per un tempo impreciso, a stringersi l'uno contro l'altro per respirare sempre di più quegli odori meravigliosi che inebriavano loro cervelli, spingendoli ad osare sempre di più, fino a ritrovarsi avvinghiati sul letto a gemere e godere per le carezze leggere e le spinte profonde.

-Mi sa che hanno fatto pace...- disse Taemin, udendo un gemito forse troppo alto di Sungjong.
-Mi sa anche a me...- annuì Jonghyun tappandosi le orecchie.


 
**



-Alla fine è andato lo stesso in università...?- domandò Jonghyun mentre camminava insieme a Yong Guk verso il locale.

Avevano come sempre parcheggiato lontano e gli ci sarebbero voluto qualche minuto a piedi per arrivare. 

-Già, a quanto pare ci doveva andare sul serio e non sono riuscito a convincerlo...- rispose Bang, mostrando un sorrisino malizioso al vocalist che negò con la testa
-YA! Evita di farmi quella faccia, vi ho sentito e mi è bastato...- 

Il chitarrista lo spinse per scherzo, ridendo entrambi come due scemi. 
Non si stavano preoccupando nemmeno per un attimo che tra pochi minuti avrebbero conosciuto una nuova band e che forse, questa, li avrebbe potuti mettere in ombra nel Dream Girl. 
No, non volevano rovinarsi troppo la giornata. Inoltre, per loro era già il terzo anno che suonavano in quel locale, e dunque la loro fama li precedeva sicuramente! 
Cosa poteva fare quella nuova band a confronto? Nulla. 

"Pronto? Si si, stiamo per girare l'angolo... Ahahah va bene

Jonghyun mise via il cellulare sorridendo come un ebete e Yong Guk non provò nemmeno a domandare chi fosse la persona che lo aveva cercato, anche perchè nemmeno due secondi dopo, il corpo di Kibum si fiondò contro quello del vocalist che lo prese tra le braccia stringendolo forte.
Sembrava che non si vedessero da mesi!

-Eddai non iniziate a fare le piovre...- cercò di farli ragionare Bang, anche perché erano nel mezzo della strada.
-E falla finita e pensa a te e Sungjong!- gridò Kibum facendogli la linguaccia.
-Brutto impertinente! Dov'è finito lo "hyung" che usavi sempre quando mi rivolgevi la parola!- s'inviperì il biondo.
-E' andato a farsi friggere insieme al tuo spirito "hyung..."- e sottolinerò l'onorifico, tanto per prenderlo in giro.
-Ya... andiamo va... sicuramente saranno già arrivati..- continuò Bang, evitando di prendere a testate il suo dongsaeng.
-Ma chi scusate?- chiese Key senza capire, mentre tutti e tre entravano nel locale.

Il profumo di cannella era nell'aria e molti tavoli erano come sempre occupati dalle solite persone che il sabato mattina avevano un appuntamento fisso con il bar. 
Yong Guk e Jonghyun non facevano parte di queste persone, infatti molti si girarono a guardarli, stupiti dal vederli li a quell'ora e quel giorno. 

-Ciao ragazzi- salutò Jinki con un sorriso più carico del solito, più che altro perché si era subito reso conto che di Taemin non c'era traccia.
-Ciao hyung...- rispose Jonghyun, mentre Bang si limitò a fare un cenno.
-Non sono ancora arrivati quindi... sedetevi dove preferite- continuò il barista indicando un tavolo abbastanza lontano dalla maggior parte delle persone. 

Mentre i due membri degli Humanoids si andavano a sedere, Kibum non perse tempo e si avvicinò di colpo al suo hyung. 
Qualcosa non stava andando per il verso giusto e lui non ne sapeva assolutamente nulla... perché?

-Che succede? Chi deve arrivare e perchè loro sono qui?- domandò in fretta.
-Jonghyun non te ne ha parlato allora?- chiese Jinki, interessandosi di più alla macchinetta del caffè.
-No...- 
-Strano...- rispose con un sorrisino sghembo, tanto per far arrabbiare Key.

Quella mattina Key era entrato come una furia nel bar, raccontando di corsa quello che era accaduto con Jonghyun giovedì sera e di come in qualche modo ora fossero una "coppia". Certo l'altro non aveva fatto i salti di gioia, ma si era congratulato per lo meno. 
Già in quel momento Key, si era reso conto che qualcosa non andava, ma solo quando Jonghyun gli aveva scritto che sarebbe passato dal locale quella mattina, solo a quel punto aveva capito che si, era successo qualcosa e lui non era stato messo al corrente.

-Se non me lo dirai tu, lo farà lui...- disse di nuovo Key indicando con lo sguardo Jonghyun, il quale dalla sua postazione lo stava già fissando da un po'.
-Allora vai e domandaglielo...- rispose Jinki sospirando, spostandosi poi verso due ragazze che attendevano di ordinare -c'è da lavorare Key... ma se vuoi stare un po' con Jonghyun non ci sono problemi... solo non prenderlo come vizio...- continuò atono, lasciando l'altro senza completamente spiazzato.
-Ma cosa vuol dire?- domandò alzando un po' il tono della voce -Mi credi così stupido?!-
-Non urlare...-
-Oh ma vaffanculo Jinki...- 

E senza nemmeno attendere una risposta o uno sguardo, gli diede le spalle e si avviò nel retro.
Jinki si diede dell'imbecille ma continuò il suo lavoro, servendo due cappuccini alle ragazze davanti al bancone.
Solo dopo qualche minuto, Key uscì vestito di tutto punto con lo zaino sulle spalle e lo sguardo dritto verso l'uscita.

-Buon lavoro stronzo!- uscì semplicemente dalle sue labbra, prima di uscire dal locale.

Jonghyun si alzò dal proprio posto appena notò Kibum uscire dal locale in quel modo.

-Yong Guk arrivo subito!- e gli corse dietro senza nemmeno attendere una risposta, lanciando però una lunga occhiataccia al barista.


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Capitolo 11
*** Badman in Dream Girl ***


-Adesso io e te parliamo...- disse Yong Guk dopo aver trascinato, nel vero senso della parola, il capo del locale nel retro.

Kibum e Jinki non avevano mai litigato da quanto Bang li aveva conosciuti e vederli discutere in quel modo non era normale. 
Per niente. 
Era stanco del comportamento del maggiore. 
Si stava rendendo ridicolo e basta e ne aveva seriamente abbastanza. 

-So che tu non vuoi affrontare il discorso, ma io sono stanco di starti a guardare mentre mandi in crisi la mia band e la nostra amicizia... quindi ora parla, ti piace Taemin, non è vero?!- 

Jinki alzò lo sguardo completamente bloccato e scioccato. 
Come poteva averlo scoperto? 
Non si era mai lasciato andare, non aveva mai fatto intendere nulla, a parte a Kibum... ma no, lui non avrebbe mai detto niente... e poi per come era entrato nel locale quella mattina, sembrava che non sapesse niente di quello che era successo il giorno prima. 
Cercò di rimanere calmo e assumere un tono di voce normale per rispondergli, ma il nervoso ed i sensi di colpa gli giocarono un brutto scherzo, facendolo sembrare più incazzato che calmo. 

-Che assurdità stai dicendo? Bang, se tu sei felicemente fidanzato con un ragazzo non vuol dire che tutti debbano seguire le tue orme chiaro?! A me non piace Taemin!-
-E c'è bisogno di rispondere con tutta questa cattiveria per dirmi un semplice no? Non sarebbe bastato scherzarci su e basta? Ammettilo cazzo, che ci vuole? Così poi mi dici per quale motivo lo hai respinto...!-
-Ma che cavolo dici? Non mi piacciono i ragazzi mettitelo bene in testa Bang! Taemin è solo un ragazzino che si è preso una cotta... Che avrei dovuto fare? Dirgli sì certo, sono tutto tuo... però alt non mi piacciono gli uomini! Forza! Preferivi che lo prendevo in giro?-
-Sei proprio un idiota se pensi che creda a queste minchiate-

Il maggiore sospirò fissando lo sguardo cupo e serio del chitarrista. Quando si impuntava su una cosa era difficile fargli cambiare idea e Jinki lo sapeva bene. Se aveva capito tutto non sarebbero servite a nulla le sue continue negazioni. 
Ma doveva davvero lasciarsi andare e dire tutta la verità? E poi? No. 

-Jinki...- la mano calda di Bang si era posata sulla sua spalla sinistra, come se il minore stesse capendo perfettamente il suo stato d'animo, le sue seghe mentali. 
-Non capisci... Non posso...- rispose senza più preoccupazioni il barista, completamente affranto dal suo comportamente ostile e stupido.

Si sentiva un vero idiota. 
Aveva fatto incazzare Kibum, lo aveva trattato come l'ultimo idiota rimasto sulla terra senza nemmeno un perché. Voleva prendersi a testate da solo per come il suo cervello lo stesse cambiando. 

-Lo ami vero?-
-Non dirlo! Non devi dirlo!-
-Ma perché cazzo! Taemin si è dichiarato!! Un amore più corrisposto di così non lo troverai mai!-
-Ma ti rendi conto?! Ha vent'anni! Venti!!! Io ne ho venticinque e so come vanno queste cose. Quando si renderà conto che siamo una coppia gay senza diritti avrà paura e mi lascerà! Quando si renderà conto che tutta la sua famiglia gli volterà le spalle, allora per me sarà finita! Perché lui ha vent'anni e potrà rifarsi una vita, mentre io sarò talmente a terra che per riprendermi finirò per ubriacarmi come un coglione... Perché lo amo più della mia stessa vita cazzo ma...-

Le parole gli morirono in gola appena i suoi occhi incontrarono quelli di un timido Taemin che, senza pensarci, si era subito avvicinato alla porta del retro. 
Non doveva essere lì e lo sapeva bene, ma il suo cuore gli aveva detto di andare. 
Non poteva lasciare Bang e Jonghyun da soli ad affrontare quella nuova band. 
Non poteva permettere che per colpa sua Jinki li scaricasse per qualcun'altro. 
No. Si era lasciato calpestare una volta, ma ora basta.
Certo non si sarebbe mai aspettato di sentire quelle parole, di scoprire che in realtà Jinki lo amava ma aveva solo paura. 
No. 
Jinki lo amava.

-Taemin...- disse con poca voce Jinki nel vedere l'altro entrare completamente nella stanza e abbassare lo sguardo
-Io vi lascio... mica che sono già arrivati... così ti controllo il locale...-

Yong Guk si avviò fuori, dopo aver dato una piccola pacca sulla spalla al suo bassista, che gli sorrise dolcemente. 
Rimasero soli, in silenzio, mentre la leggera musica che proveniva dalle casse del locale gli entrava nelle orecchie. 
Non sapevano che dire, ma nessuno dei due era intenzionato ad andarsene. 
Ormai era arrivato il momento di parlare.

-Tu... lo sai che io non sono un bambino...- iniziò Taemin tremando leggermente -Non lo sono... non lo sono mai stato! Lo so benissimo che la nostra non sarà una storia facile! Ho Yong Guk e Sungjong a casa e capisco come la società non accetti la loro relazione. Ma nonostante questo ti amo Jinki... ti amo da sempre... ho faticato tanto per conoscerti, mi vergognavo così tanto che ti ho evitato fino a che ho potuto. Ero innamorato di te alle superiori e sono innamorato di te ora e lo sarò anche in futuro... ma non puoi darmi del ragazzino e pensare che sarò io a lasciarti perché non sarà così cazzo! Io ti amo!-

Il suo cervello non sapeva più che fare.
Quello che aveva tentato di tenere nascosto alla fine era uscito fuori per volere del destino. E ora Taemin era lì davanti a lui, con lo sguardo pieno di lacrime e una forza di volontà spaventosa. Perché era vero, Taemin non era un ragazzino, il ragazzino era lui per come si era comportato. 

-Anche io ti amo...- rispose sorridendo, alzando poi lo sguardo verso il bassista, che sentì una scossa tremenda per tutta la spina dorsale.

Farfalle nello stomaco...
Freddo, caldo, pelle d'ora...
Una voglia matta di ridere e piangere allo stesso tempo...
Senza nemmeno attendere oltre, gli andò in contro portandogli le braccia al collo, unendo finalmente le proprie labbra a quelle del barista, che sconvolto ma felice accetto il bacio.
E come se non si vedessero da anni, fece scorrere le mani sulla schiena magra di Taemin fino alle natiche, che strinse e tirò su in modo da poterlo prendere in braccio, mentre il bacio leggero e casto di un attimo prima aveva preso una via completamente diversa e ormai non facevano altro che succhiarsi le labbra e muovere le lingue l'una contro l'altra, in preda ad una foga disperata. 
Jinki si lasciò andare sul divano del retro con l'amante a gambe larghe sopra di sé. 
Ripercorse la sua schiena fino ai capelli, togliendogli l'elastico che li opprimeva e lasciandoglieli cadere sulle spalle. 
Smisero di baciarsi per un secondo, giusto il tempo di prendere un po' di fiato e guardarsi negli occhi, sprofondando l'uno nello sguardo dell'altro. 
Ripresero subito a strusciarsi e darsi profondi baci, quando Jinki si spostò andando a mordegli il collo e la clavicola. 
Taemin emise un gemito soffocato. 
Non voleva di certo farsi sentire dalla gente nell'altra sala! 
Quei baci lo mandarono completamente fuori da iniziare a strusciare il proprio fallo contro quello di Jinki, proprio sotto di lui e già sull'attenti. 

-Se fai così rischio di concludere subito...- biascicò il maggiore contro la pelle del suo collo.
-E' colpa tua...- rispose l'altro sorridendo, strusciandosi ancora un pochino contro il corpo del maggiore che sussultò.
-Comunque hai ragione... non sei un bambino Taemin... sei un pervertito...-
-Senti chi parla hyung... che ne dici se continuiamo più tardi? Se entrasse Yong Guk...-

Come se avesse visto quello che sarebbe successo da lì a poco, il chitarrista aprì leggermente la porta mostrandosi con il solito sguardo serio. 

-Sono arriva.... merda scusate...- e con il volto paonazzo uscì sentendo Taemin sghignazzare alle sue spalle.

Tempismo perfetto! 

-Jinki... stiamo insieme vero? Perché non ho intenzione di averti come scopamico...-

Il barista sorrise abbracciandolo dolcemente. 
Finalmente poteva toccarlo come voleva lui, poteva annusare il suo profumo direttamente dalla sua pelle e poteva baciare quelle labbra che la notte lo avevano sempre disturbato nei suoi sogni. 
Ora era suo e no, non lo avrebbe lasciato a nessuno. 
Non lo avrebbe più allontanato da lui, perché lo amava e finalmente si era reso conto che le sue erano solo paure infondate. 

-Sei mio... guai a te se fai gli occhi dolci a qualcuno sul palco... Ammazzo prima te e poi il tuo basso-
-I miei occhi dolci li riserverò solo a te hyung... non preoccuparti...-

Dicendo queste ultime parole con voce bassa e carica di passione, Taemin si aggrappò di nuovo alle labbra del maggiore, inserendo con leggerezza la lingua all'interno. 
Sentì Jinki stringergli i fanchi e spingerlo completamente sul divano continuando a baciarlo con più foga

-Diavolo tentatore... smettila prima che perda il contorllo...-
-Forse non lo sai hyung... ma io voglio che perdi il controllo!-
-Aish!! Andiamo va!-

 
**


Yong Guk non era il tipo da fare il barman o cameriere. A malapena sapeva fare un caffè e anche i consumatori del locale lo sapevano. 
Si era messo dietro al bancone tanto per aiutare Jinki, ma sperava in cuore suo che nessuno gli chiedesse robe complicate o sarebbe stato un vero guaio. 
Sospirò prendendo i bicchieri sporchi che Jinki stava lavando poco prima che lo portasse via, e li mise tutti nella lavastoviglie. Aveva visto mille volte Kibum caricarla quindi ormai, almeno quell'affare, non aveva più segreti per lui. 
Sospirò notando che piano piano il locale si stava svuotanto, evidentemente era l'ora di rientro a casa per tutti. 
Ad un tratto però, la porta si aprì e quattro ragazzi, che non aveva mai visto prima, fecero la loro comparsa all'interno, attirando l'attenzione di tutte le poche ragazze che erano rimaste. Qualcuna sorrise al primo della fila, che aveva attirato subito lo sguardo Yong Guk. 
Alto, biondo, faccia da eterno bambino, vestiti larghi e sguardo provocante. 
Forse sull'ultima cosa si diede del deficiente da solo. 
Da quando un ragazzino ha uno sguardo provocante?!

-Ciao...- disse proprio lui sorridendogli, forse un po' troppo maliziosamente -Cerchiamo Jinki... Abbiamo una specie di appuntamento...-
-Ah sì... Voi siete l'altra band dico bene?- domandò Yong Guk. 
-Si... E tu sei il chitarrista degli Humanoids- 

Lo disse con uno strano tono, quasi malizioso, ma per l'ennesima volta Yong Guk si diede dell'imbecille e fece finta di nulla. 

-Già... vado a chiamare Jinki, un secondo...-

E così si avviò verso la porta del retro senza nemmeno pensare un secondo allo stato in cui li avrebbe potuti trovare. Ma Yong Guk non era una persona tanto maliziosa, almeno non con i suoi amici, e così aprì la porta incurante del pericolo, beccandosi i due uno addosso all'altro sul divano, gli sguardi persi e le guance rosse.

-Sono arriva... merda...scusate- e chiuse la porta subito dopo.

Accidenti a loro pensò ritornando al bancone, indicando ai quattro ragazzi un tavolo abbastanza nascosto, lo stesso al quale si era seduto lui quella mattina. 
Li vide allontanarsi mentre sentì uno strano brivido percorrergli il corpo quando lo sguardo del biondino si voltò un’ultima volta verso di lui. 
Perché lo fissava in quel modo? 

-Ci sono!!- gridò Jonghyun entrando nel locale come una furia.
-Sì se ne sono accorti tutti! Idiota...-
-Scusa...- rispose il vocalist sorridendo come un bambino alle ragazze che lo fissavano estasiate.

Quel giorno al Dream Girl non si vedevano altro che bei manzi! 
Le ragazze avrebbero di sicuro fatto un bel passaparola quel pomeriggio. 

-Sono arrivati?- domandò Jonghyun sottovoce al chitarrista, che annuì e indicò con lo sguardo il tavolo dove quell'odioso biondino continuava a fissarlo.

-Sbaglio o ti sta mangiando con gli occhi?- 
-Sta zitto Jong...-
-Ok... Meno male non c'è Sungjong o qui finiva male!- 
-E piantala!-

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Capitolo 12
*** Falling in love ***


-Zelo la finisci?- 
-Che vuoi Dae? Non sto facendo nulla...-
-Accidenti a te ragazzino usa gli onorifici!-

Detto questo Daehyun rifilò uno scappellotto al suo fratellino, il quale lo guardò con disprezzo, ma evitò di prenderlo a pugni in pubblico. 
Alla fine, nonostante l'altezza, finiva per prenderle lo stesso!

-Eddai Dae... smettila di picchiarlo... è solo cotto per quel biondino là...- lo schermì Yungjae, sistemandogli gli occhiali da vista che lo rendevano sicuramente intelligente, ma anche notevolmente figo. 
-Davvero ti piace Yong Guk, Zelo? Credevo fossi più il tipo da ragazzine tutte tette, tipo quelle che ho visto nei tuoi giornaletti sotto il letto...- si mise in coda Hoya a prenderlo in giro. 

Il minore sospirò sonoramente tentando di rimanere calmo. 
Smise di guardare il ragazzo biondo dietro al bandone e si voltò verso i suoi quattro amici, non che compagni di band. 
Erano uno più idiota dell'altro, ma nonostante quello li adorava e non poteva farne a meno. Nonostante avesse solo sedici anni, aveva avuto l'opportunità di avere degli amici più grandi grazie a suo fratello Daehyun, vent'enne, felicemente fidanzato con Youngjae da più di tre anni, eterno migliore amico e compagno di classe. Insieme ad Hoya poi, formavano il trio dei musicisti a scuola, visto la loro passione per la musica e il canto. 
Lo stesso Zelo amava cantare e suonare, infatti a dodici anni aveva iniziato ad impugnare la sua chitarra elettrica e a prendere lezioni da Youngjae, che la suonava da più tempo di lui e ormai non aveva più segreti. 
In meno di due anni era migliorato talmente tanto da mettere in ginocchio lo stesso Youngjae, che fece notare il talento al fratello maggiore.
Se non fosse stato per lui, ora Zelo non farebbe parte dei Badman, gruppo nato esattamente un anno prima senza un vero e proprio scopo.
Avevano suonato in alcuni locali, ma mai nessuno aveva fatto al caso loro fino a che, una sera, passeggiando per il centro, erano venuti a conoscenza del Dream Girl, locale che al pomeriggio pareva più una sala da té per ragazzi, che un locale alla moda.
Eppure si erano dovuti ricredere quando un giovedì erano passati per vedere la famosa band che si esibiva ogni settimana sul palco del locale.
Gli Humanoids erano una vera forza e quel palco pareva fatto apposta per loro, per una band, magari anche la loro band. 
Zelo era rimasto talmente affascinato da quel gruppo che ogni giovedì sera se la svignava da casa per poterli andare a guardare. 
Diciamo pure che guardava con molto più interesse Bang Yong Guk, che con quelle mani affusolate e perfette suonava la chitarra in maniera impeccabile.
Voleva conoscerlo, voleva parlarci e voleva sapere tutto della band, del locale. 
Voleva provare le brezza di suonare su quel palco, avvolto dal dolce aroma di cannella che ogni volta gli riempiva i polmoni e gli mandava in orbina il cervello.

Si era presentato a Jinki senza un vero e proprio motivo e si era inventato un sacco di balle per poter lavorare li come seconda band. 
Parlarne con Daehyun però non era stato facile, sopratutto convincerlo a venire li quella mattina, per parlare con Jinki. 

-Spero solo che la tua idea vada a buon fine piccoletto oppure laverai i piatti al posto mio per un mese intero!- 

Il biondino sorrise annuendo, senza nemmeno pensare a quello che Daehyun gli aveva appena detto. Avrebbe lavato mille piatti se questo avesse comportato la conoscenza di Yong Guk. 
Non era innamorato. 
No.
Era troppo piccolo per capire cosa fosse l'amore. In più non lo conosceva nemmeno! 
No, lui si era infatuato di quel ragazzo leggermente più basso di lui, ma notevolmente mascolino e sexy. 
Zelo sapeva di non aver nessun interesse per le donne. 
Se ne era reso conto, quando un pomeriggio di tre anni prima aveva scoperto Daehyun e Youngjae in camera del più grande, sotto le coperte a fare del sesso selvaggio. 
Se all'inizio si era domandato che diavolo stessero facendo quei due, dopo nemmeno cinque minuti si era messo una mano nei pantaloni e si era fregato del resto. 

-Ciao scusate per il ritardo!- disse un felicissimo Jinki con occhi scintillanti.
-Nessun problema- rispose Daehyun, alzandosi in piedi insieme a tutti gli altri -Io sono Daehyun, lui è Youngjae, Hoya e questo gigante è Zelo... ma lui lo conosci già...-
-Piacere Jinki... invece loro sono Yong Guk, Taemin e Jonghyun... manca Sungjong che in questo momento è in università... sediamoci così parliamo un po'-

Tutti seguirono il consiglio del maggiore. 
I Badman si accomodarono di nuovo al loro posto mentre gli Hyumanoids si sedettero sparpagliati. Taemin alla destra di Jinki, Jonghyun alla destra di Taemin e quindi alla sinistra di Hoya mentre Yong Guk  alla sinistra di Jinki e quindi alla destra di Zelo.
Solo per questo Zelo smise di respirare per qualche secondo.

-Allora, gli Humanoids suonano qui il giovedì sera dalle undici all'una... a volte anche fino alle due se riesco a farmi dare i permessi giusti...-
-E se non ti prendiamo a padellate...- lo schermì Taemin beccandosi una gomitata dal suo, finalmente, amante.
-Dicevo... potremmo decidere di fare una prova anche con voi... magari martedì, così non darebbe fastidio a loro e la gente verrebbe comunque in entrambe le serate, avendo un giorno di riposo nel mezzo... che ne pensate?-

Yong Guk non era molto d'accordo, ma in fin dei conti il locale era di Jinki e se per lui voleva dire più soldi, era giusto che portasse avanti quel progetto. 
Per lo meno la scelta del giorno era ottima e non avrebbero avuto problemi tra di loro. 
Nonostante questo però, sentiva che c'era qualcosa che non andava, sopratutto per colpa di quel ragazzino che continuava a fissarlo con insistenza. 
Forse pensava che non se ne fosse accorto, ma anche ora sentiva il suo sguardo puntato contro la faccia. 
Perché lo guardava? 
Avrebbe voluto girarsi e domandarglielo con arroganza, ma evitò di farsi odiare subito e preferi usare la maschera del "Bang carino e coccoloso".
Si voltò quindi con lentezza verso Zelo che, vedendo il volto di Yong Guk fisso contro il suo, deglutì rumorosamente.

-Per noi va bene... perché non ci dite qualcosa di voi e della vostra band...?-

Il suo sorriso caloroso fece perdere sì e no quattro anni di vita al povero Zelo, che annuì un po' tremante, cercando di controllarsi il più possibile. 
Daehyun a quel punto prese in mano la situazione, anche perché il fratello stava solo combinando un sacco di guai e basta.

-Noi siamo i Badman... Ci siamo uniti come band solo l'anno scorso e abbiamo suonato per un paio di locali in questo lasso di tempo. Io e Youngjae cantiamo, suono anche la chitarra e lui il basso. Zelo invece suona la chitarra elettrica mentre Hoya e il nostro batterista. Diciamo che come genere siamo molto versatili, ci piace tutto e modifichiamo a nostro piacimento ogni singola canzone che reputiamo idonea a noi... ah... Zelo ha sedici anni... non ve l'aveva detto vero?-

Tutti rimasero un attimo interdetti nel sentire quell'ultima frase.
Sedici anni? 
Quel gigante? 
No... non era possibile. 
Yong Guk sbattè un paio di volte le palpebre per crederci del tutto. 
Ok, il viso era da bambino, ma tutto il resto no di certo!

-Mio fratello è un demente e fa finta di nulla perché pensa sempre di passare inosservato... però è giusto che lo sappiate... sopratutto tu Jinki, ci sarebbero dei problemi nel caso?-
-Certo che no, mi metterò io in regola con tutto non preoccupatevi. Quindi siete fratelli? Non si direbbe...-
-Già... lo dicono in tanti!-
-Scusate il ritardo!!- disse una voce alle loro spalle, interrompendo così il discorso.

Sungjong fece il suo arrivo trionfale facendosi guardare praticamente da donne e uomini nel locale. 
Come si poteva non rimanere folgolarati dalla sua bellezza era ancora un mistero per Yong Guk, che sorrise come un ebete appena le sue orecchie udirono la voce dell'amante.

-Ehi! E l'università?- domandò Jonghyun con tono serio.
-Dovevo incontrarmi per una ricerca, ma mi hanno dato buca quindi sono venuto appena ho trovato un autobus...- rispose l'altro avvicinandosi a Yong Guk.

Questo si spostò per fargli spazio, così che potesse sedersi sulle sue gambe. 
Un gesto carino, senza malizia, ma che per Zelo fu come un lampo a cel sereno - per non dire la sua rovina.

-State insieme?- domandò Youngjae per niente preoccupato dalla domanda. 

Sungjong sorrise e annuì. 

-Scusatemi non mi sono presentato, io sono Sungjong, batterista...-

I Badman si presentarono per la seconda volta, anche se Zelo sembrò più uno zombie uscitò dalla tomba che un ragazzino di sedici anni. 
Daehyun tentò di farlo ritornare tra loro ma invano, visto che l'altro evitò completamente le frecciatine che gli laciava.
Yong Guk era fidanzato e questo gli aveva decisamente rovinato la giornata. 

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Capitolo 13
*** Bow Wow ***


-Jonghyun...- disse Kibum vedendo l'altro sulla soglia di casa sua.
-Ciao... Come stai? Non mi hai dato molto tempo oggi...- rispose il vocalist con tono preoccupato e il solito sorrisino tenero stampato sulla faccia.

Il barista lo fece entrare, chiudendo subito dopo la porta. 
Dopo essere scappato via dal locale, Jonghyun gli era corso dietro ma alla fine era riuscito solo a strappargli un paio di parole. 
Nonostante avesse voluto stare con lui sapeva che non poteva. Yong Guk avrebbe dovuto affrontare la nuova band da solo, e per quanto fosse spavaldo e tranquillo, sopratutto perché era il leader, non gli andava di lasciarlo solo in un momento del genere.

-Sto meglio...- rispose l'altro tristemente, avviandosi verso il divano.

Kibum abitava ancora con i suoi, che  in quel periodo erano felicemente sperduti su una nave da crociera, attraccata chissà dove. 
I suoi genitori erano soliti fare viaggi lunghi e Kibum si era sempre riufiutato di seguirli. Un po' per la scuola, un po' per gli amici, e molto per il suo Jonghyun.
Suo per modo di dire, visto che alla fine le cose si erano evolute bene sì e no da un paio di giorni e basta. 

-Senti... Jinki è molto dispiaciuto per come ti ha trattato... devi sapere che era successà una cosa con Taemin e beh... era in crisi...- 
-Cosa era successo scusa? Perché non ne so nulla?- chiese l'altro alzando di colpo lo sguardo.

Per quale motivo il suo migliore amico non gli aveva detto niente? 
Jonghyun sospirò deglutendo subito dopo, iniziando così a raccontare il tutto.

-E' successo giovedì sera... Taemin si è dichiarato a Jinki e... beh...-
-Cosa cosa cosa?! Taemin?!?!? DICHIARATO? E da quando gli piaceva!!!?-
-Non lo sapevi? Beh... comunque, Jinki gli ha detto no quel giorno e Sungjong e Yong Guk sono dovuti andare a recuperare Taemin che era scappato via piangendo... Poi Venerdì è subentrata una nuova band che vorrebbe suonare nel locale e Jinki... lui ha detto loro che ci avrebbe pensato e alla fine ci siamo trovati tutti stamattina... Martedì faranno la loro prima esibizione al Dream Girl...-

Kibum cercò di assimilare al meglio tutte quelle informazioni ma, naturalmente non ci riuscì. Taemin che si era dichiarato? 
E Jinki lo aveva rifiutato? 
Ma che diavolo era successo in quelle poche ore? 
Il finimondo?! 
Taemin non gli aveva mai detto nulla della cotta per Jinki! 
Se quel fungo gliel'avesse detto, si sarebbe di certo risparmiato tutte le lagne di Jinki e i suoi "non mi guarderà mai", "oddio ma quando è bello", "secondo te se gli tocco il culo per caso mi tira il basso in testa?". 
Si, Jinki era stato più rimbambito di lui, anche se non si notava.
Sospirò portandosi entrambe le mani tra i capelli. 

-Comunque ora Taemin e Jinki stanno insieme... hanno fatto pace dopo che sei andato via... credo grazie a Bang o forse grazie al caso, non lo so!- continuò Jonghyun ridendo come un ebete -Dai su, Jinki mi ha detto che verrà stasera a parlare con te... ti va?-
-... Non lo so...- rispose l'altro ancora più sconvolto.
-Eddai... era solo arrabbiato con se stesso e si è comportato male con tutti... cerca di capirlo...- ci riprovò il vocalist abbracciandolo dolcemente.

L'altro si lasciò trasportare dalla dolcezza di Jonghyun, davanti alla quale non poteva far finta di nulla. 
Lo amava troppo per resistergli e subito le loro labbra s'incontrarono, come se si conoscessero da tutta una vita.
E quel bacio, leggero e dolce, somigliò tanto al primo bacio che si diedero in macchina due giorni prima. 
Jonghyun aveva capito subito quanto Kibum amasse essere coccolato, sopratutto da quei baci casti, minimi, che lo facevano diventare rosso in volto in pochi secondi. 

-Stai bollendo...- disse Jonghyun portando una mano sotto la maglia dell'altro che tremò.
-E' colpa tua...- rispose dunque il moretto, abbassando lo sguardo per poi poggiare il proprio capo contro il petto del maggiore.
-Forse dovresti toglierti qualcosa... sei davvero troppo caldo...- continuò il vocalist con malizia. 

Quel sorrisetto sghembo gli fece perdere il briciolo di vergogna che gli era rimasta addosso, così Key alzò le braccia e si lasciò sfilare la maglia, che subito dopo trovò posto sul pavimento.
Jonghyun sospirò pesantemente nel vedere il petto nudo dell'altro sotto le sue grinfie. Glielo toccò, sfiorò i capezzoli, scese sui minimi addominali fino all'elastico dei pantaloni neri della tuta, che sorpassò lentamente, mentre riprendeva a baciarlo per non fargli capire le sue intenzioni.
Ma Kibum non era mica scemo, e le intenzioni di Jonghyun le aveva già capite dal primo "stai bollendo...". 
Con un po' di timore spostò le proprie mani contro i finachi dell'altro, scendendo di poco per entrare sotto la sua maglietta e sentire la pelle sottostante. 
Non aspettò molto e piano piano tirò su il tessuto fino al petto, facendogli notare che sì, era  arrivato il momento di toglierla anche per lui.
Così Jonghyun tirò su le braccia e lasciò che l'altro lo spogliasse, mostrandogli così il suo fisico perfetto e davvero troppo eccitante.
Kibum se ne rese conto per colpa del suo amico nei bassi fondi, che decise di svegliarsi per benino proprio nel momento in cui Jonghyun andò a toccarlo.

-Ti faccio questo effetto? Voglio proprio vedere se mi spoglio del tutto cosa farai...-
-Penso che arriverei alla fine del film prima di te... quindi aspetta per favore...- 

Jonghyun sorrise spingendolo sul divano, andando subito dopo a cavalcioni sul suo bacino. Lo guardò dall'alto lasciando il minore lo toccasse in lungo e in largo. 
Sapeva di piacergli, glielo leggeva in faccia da molto tempo ormai. 
Tutti quegli sguardi fugaci che gli lanciava da dietro il bancone, mentre lui sul palco, cantava e sorrideva a quella mandria di ragazzine impazzite. 
Per cosa nemmeno lo sapeva. 
Ok poteva vantarsi di un bel fisico scolpito, ma anche Yong Guk non era da meno anzi, probabilmente era messo meglio di lui - oltretutto era anche alto!
Ma a lui delle urla delle ragazze non importava, perché il suo cuore riusciva a raggiungere velocità pazzesche solo con uno misero sguardo di Key. 
Solo con quegli occhi felini andava completamente in coma. Si sentiva come un ghiacciolo lasciato al sole, come un budino lasciato fuori dal frigo, come una medusa furi dall'acqua e in balia del caldo. 

-Mmmm!- gemette Kibum una volta che l'amante, perso nei suoi pensieri ma indaffarato a fare altro, gli ebbe sfilato per bene i pantaloni e toccato il fallo già duro. 
-Ti ho detto che non ce la faccio Jong...- rispose gemendo di più il minore, sperando così che l'altro la smettesse di farlo impazzire e cominciasse ad agire.
-E quindi? A me basta che la cosa ti piaccia e poi del resto non mi importa...-
-Ma... pensavo che... volessi...-

Jonghyun gli mise l'indice destro sopra le labbra, così da farlo smettere di parlare. 
Non voleva che pensasse male di lui.

-Non hai idea di quanto vorrei fare l'amore con te ma... è troppo presto non credi?- domandò a quel punto il vocalist sorridendo -A me va bene così...-
-Si beh... potrà anche sembrare presto ma... se vuoi io non ho problemi... sinceramente ho aspettato così tanto che la parola "presto" mi sembra stupida...- 

Jonghyun sorrise di nuovo.
Beh, se Kibum voleva farlo, chi era lui per dirgli di no?

Di certo non uno stupido! 
Il problema però era quella piccola parte di lui che no, non voleva buttarsi subito sul corpo di Key. 
Non voleva rovinare tutto di nuovo.

-Non ho nemmeno un preservativo...- gli fece notare di nuovo, tanto per essere sicuro della cosa.
-Io sì...- rispose l'altro rovinandogli il bellissimo piano e lasciandolo anche senza parole -Me lo ha lasciato mio padre prima di andare via...- continuò indicando il portafoglio sul tavolino basso davanti a loro.
-Tuo padre, eh?-
-Si! Non mi guardare male!-

Jonghyun scoppiò a ridere e allungò il braccio per recuperare il portafoglio e quindi il preservativo.

-Ooh... sa di fragola... sicuro che te l'ha dato tuo padre?-
-Smettila! Se continui così chiudo le gambe e ciao!-
-No no dai... scusami...- 

Il vocalist si avvicinò per baciarlo chiedendogli di nuovo scusa, sentendo l'altro ridere contro le sue labbra. 
Era così bello, così meraviglioso e timido che sinceramente non voleva fare sesso così presto. La voglia c'era... e che voglia! Se avesse potuto evitare di dare ascolto al suo cervello, probabilmente l'avrebbe già fatto suo da molto. 
Ma poi gli venne in mente un'idea, una bellisima idea!
Iniziò a baciarlo scendendo sulla guancia destra fino al mento. Lo sorpassò mordicchiandogli il collo, risucchiando ogni tanto qualche lembo di pelle che si arrossava al suo passaggio. Continuò così per qualche minuto, scendendo impercettibilmente sul corpo del minore che sussultava e gemeva, visto che con la mano aveva iniziato a massaggiargli il membro dolcemente. 
Arrivò al capezzolo destro e lavorò ben bene di lingua per farlo inturgidire il più possibile, sentendo i gemiti dell'altro sempre più alti e forti, anche se non lo stava masturbando molto velocemente. 
Kibum però si sentiva morire dentro per tutte quelle attenzioni che l'altro gli stava ripononendo. Non avrebbe mai pensato a Jonghyun così gentile e premuroso in quel momento, ma più a un animale in calore!
Lo sentì scendere di nuovo, stavolta però si era avvicinato ad una zona davvero pericolosa e Kibum perse un battito nel sentire la sua lingua bagnargli la cappella. 

-Jong....ng...nngh... ass...aspe... no... Jong...-

E mentre questo continua a gemere, Jonghyun iniziò a scartare il preservativo e con maestria glielo mise senza che Kibum se ne rendesse conto. Un po' perché quel servizio lo aveva fatto impazzire a tal punto da non capire un accidenti, e un po' perché il tocco di Jonghyun era troppo magico da fargli pensare che gli stesse mettendo un preservativo.
Ma quando sentì il corpo del maggiore calarsi su di lui... beh... li si rese conto di molte cose!

-Aaah... Jong... Jong... che... che fai?- domandò gemendo per il piacere che stava provando.

Jonghyun era sopra di lui, con il suo fallo completamente all'interno del fondoschiena, il viso un po' corrucciato dal dolore, la fronte imperlata di sudore e i muscoli tesi.
Nemmeno si era reso conto di quello che era accaduto, ma sopratutto... quando si era tolto pantaloni e boxer!?
Il vocalist gli fece un sorriso tirato, abbassandosi subito dopo per lasciargli un bacio. 
Uno di quei baci che significano tutto e niente. 
Uno di quei baci che Key si sarebbe ricordato per sempre. 

-Non volevi farlo?- domandò l'altro alzando di poco il bacino, per poi riabbassarlo.

E sentire Kibum gemere contro le sue labbra lo fece andare completamente su di giri!

-Si ma.... aaah... si... non.. aaah oddio Jong... non così veloce!- cercò di bloccarlo stringendogli i fianchi, ma servì solo a farlo gemere ed aumentare la velocità. 

Infatti Jonghyun non lo stava nemmeno ascoltando e aveva preso a salire e scendere con foga su quel membro che gli stava facendo vedere le stelle. 

-Ah si!!! Kibum!- gridò il maggiore mettendosi con la schina diritta, sentendo che aveva toccato il punto giusto.

Quel punto che ti porta dritto in paradiso senza nemmeno passare dal via.
Solo allora Kibum decise che non poteva stare li a non fare assolutamente nulla (per quanto fosse bello vedere Jonghyun scopare in quel modo con lui...) ma cavolo! 
Lui voleva scopare Jonghyun, non far fare tutto all'altro! 
Fissò il maggiore tenendo le mani su quei fantastici fianchi che l'altro si ritrovava e, pregando in cirillico di non venire in meno di un secondo, iniziò a spingere verso l'alto, notando così che Jonghyun smise di muoversi, lasciando fare tutto a lui. 

La testa riversa all'indietro... 
La bocca aperta per prendere aria... 
Un rivolo di saliva che scendeva leggero dal lato sinistro delle labbra... 
La sua voce acuta che gridava di fare più veloce...
E mai Kibum si sarebbe immaginato di poter essere lui a provocare tutto questo a Jonghyun, uno dei ragazzi più belli del quartiere, se non di tutta Seoul.

-Più forte!!- gridò l'altro al limite del possibile.

E Kibum spinse ancora un paio di volte con più forza, venendo subito dopo con un profondo gemito, seguito a ruota da Jonghyun che venne sul proprio petto e su quello di Key, gridando forte un "ti amo" che al minore fece sorridere e piangere allo stesso momento.

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Capitolo 14
*** Quando è troppo ***


Sungjong e Yong Guk rientrarono in casa silenziosamente, dirigendosi entrambi verso la cucina per mangiare qualcosa. 
Avevano passato giusto un'oretta in compagnia della nuova band scoprendo delle cose davvero interessanti. 
Daehyun, Youngjae e Hoya frequentavano la stessa università di musica di Jonghyun, la Korea National University of Arts. Zelo aveva sedici anni, nonostante fosse il più alto del gruppo. 
Il loro stile non era poi diverso da quello degli Humanoids, forse fin troppo simile per Yong Guk, che già si vedeva sommerso da problemi nel caso avessero suonato le stesse canzoni.
Nonostante questo però, Badman e Humanoids parevano aver iniziato con il piede giusto e una volta arrivato il momento dei saluti si erano tutti dati qualche pacca sulle spalle e strette di mano. 
Insomma, nonostante i mille dubbi, forse quella “collaborazione” avrebbe portato del bene ad entrambi, e anche a Jinki, che si immaginava il locale già invaso di gente anche il martedì sera, e quindi più entrate!

-Zelo ti fissava...- disse Sungjong mettendo a tavola solo due piatti, visto che Taemin era rimasto da Jinki e Jonghyun era scappato da Kibum.
-Eh?- rispose fingendo di non aver capito il chitarrista, troppo impegnato a controllare la carne che cuoceva nella pentola.

Stava per mettere il riso a bolline quando il minore iniziò a picchiettargli sulla testa un mestolo di legno.

-Ahi! Ma sei matto?- gridò Yong Guk, sfregandosi ripetutamente la parte lesa.
-Così impari a far finta di nulla... Zelo ti fissava spudoratamente e tu te ne sei accorto! Eri teso come la corda di un violino!-

Il maggiore sospirò mettendo il riso nella pentola, posandogli poi sopra un coperchio. 
Sapeva che Zelo lo stava ancora guardando e si era persino accorto del suo repentino cambio di espressione una volta che era comparso Sungjong: da bambino felice, quasi timido, a morto appena uscito da una tomba. 
Ancora però non ne aveva capito il motivo!

-Che ti devo dire? Evidentemente gli sono piaciuto subito perché ho i capelli biondi... è un ragazzino Sungjong... pensi davvero che mi guardi per altri fini? Sei paranoico a volte...-
-E tu troppo stolto... anche se ha sedici anni non li dimostra e andare in giro con gente più grande probabilmente lo ha reso decisamente più intraprendente...-
-Intraprendente? Dico ma sei impazzito? Solo perché mi fissava? Senti... probabilmente gli vado a genio perché anche io suono la chitarra. Anche tu hai parlato un bel po' con Hoya di Julia e di solo Dio sa cosa... non per questo penso che tu te lo voglia portare a letto o chissà che cos'altro... e tu a volte parli con la malizia stampata sulla faccia!-
-Non dire assurdità...-

Il minore sospirò rumorosamente, passando a finco all'altro per spegnere il gas dove stava cuocendo la carne. Aggiunse qualche spezia, tanto per ravvivare un po' il sapore e distruggersi le papille gustative, per poi sistemare il tutto in due ciotole. 

-Non dico assurdità Sungjong... comunque non capisco se ti stai preoccupando sul serio o meno... insomma... è un ragazzino...-

Il batterista posò le ciotole sul tavolo, voltandosi lentamente verso l'amante, che si era appoggiato al lavello sulla sinistra del piano cottura. 
Lo fissò intensamente negli occhi, perdendosi in quei due pozzi piccoli, ma non troppo, e scuri. 
No, non era geloso. 
O almeno stava cercando di convincere se stesso a non esserlo. In fin dei conti Yong Guk aveva perfettamente ragione e forse lui si stava preoccupando per qualcosa di inesistente e stupido. 
Ma lo sguardo di quel ragazzino era così insistente che proprio gli era difficile non preoccuparsi almeno un pochino.
Quando era entrato nel locale, aveva fatto in tempo a beccarlo tre volte. 
Per tre volte consecutive, Zelo aveva fissato Yong Guk di nascosto, nonostante fossero gli altri a parlare in quel momento. 
Forse si stava basando su delle piccolezze, ma teneva troppo al suo Bang per lasciare correre.

-Non ti piace vero?- domandò a quel punto, lasciando Yong Guk nella più completa incredulità.
-Non me lo stai domandando sul serio... vero?- domandò allora l'altro un po' scocciato.
-Puoi rispondere e basta? Almeno una volta...- 

Un sonoro sbuffò provenì dalla bocca del maggiore, che gli diede le spalle per controllare a che punto fosse la bollitura del riso. 
Perché glielo stava domandando? 
Non aveva il benché minimo riguardo nei suoi confronti? 
Un po' di fiducia? 
E dire che il più attraente tra i due era sempre stato Sungjong, che tra maschi e femmine attirava sempre tutti senza problemi. 

-No- disse categorico, tanto per non far venire dubbi al suo amante, che sembrò sciogliersi al sentire quella risposta negativa.

Sungjong si avvicinò a Yong Guk con l'intenzione di aggrapparsi alla sua schiena e baciarlo, quando l'altro si spostò spingendolo leggermente lontano. Un gesto che ferì nel cuore il povero Sungjong, che incredulo fissò la schiena dell'altro allontanarsi dalla cucina e chiudersi in camera con un sonoro tonfo della porta. 
 
Yong Guk era ufficialmente incazzato.

 
**


-Hai litigato con Kibum??! Non è possibile...- disse Taemin incredulo.

Il barista annuì sconsolato, mentre fissava velocemente tutti i tavoli occupati del locale. 
Cinque ragazze impegnate a parlare di un gruppo musicale che a breve avrebbe fatto un concerto proprio a Seoul. 
Il solito ragazzino intento a leggere il terzo volume di Harry Potter, mentre sorseggiava il suo latte macchiato. 
Una coppietta felice, forse al primo appuntamento o al secondo, visto che a malapena si sfioravano le mani o si guardavano negli occhi senza sorridere. 

-Sono un'idiota e infatti dopo volevo passare da lui per scusarmi... vuoi venire con me?- domandò voltando lo sguardo verso il bassista, che sorridendo felice annuì velocemente, come per paura che l'altro ritirasse l'invito.
-Però prima devi darmi una cosa...- disse Taemin mordicchiandosi il labbro inferiore.

Jinki deglutì a fatica, fissando con troppo interesse quel labbro rosso, martoriato da quel bellissimi denti. Si, anche i denti di Taemin erano bellissimi per Jinki, anche un singolo capello era la fine del mondo per lui, se faceva parte di Taemin. 

-Eh? Che... che cosa?- balbettò preoccupato, pensando a chissà quale sconceria. 

Il minore scoppiò di colpo a ridere, attirando forse l'attenzione del gruppo di ragazzine al tavolo tondo, che si voltarono a guardarli. 

-Che cosa ridi!!?- tentò invano di fermarlo Jinki, imbarazzato al massimo.
-Sei un pervertito hyung...- disse tra una risata e l'altra, tentando di mantenere un tono di voce basso.

Non voleva di certo che la reputazione del suo “ragazzo” fosse brutalmente distrutta dalla sua linguaccia. 

-Che??! Non è vero Taemin! Sei... sei tu che...-
-Che cosa? Io mi riferivo al mio latte alla banana... prima di andare da Kibum me lo devi dare...-

Jinki sospirò furiosamente, tirandogli dietro una presina a portata di mano. 
E meno male che le padelle e i bicchieri erano lontane o lo avrebbe sotterrato! 

-Aish... sei un demonio! Prenditelo da solo... anzi no! Non toccare il frigo! Tu non ci puoi mettere le mani...-

Se glielo avesse lasciato fare una volta, avrebbe potuto dire addio a tutte le sue scorte di latte! No, quella era l'unica cosa con la quale poteva ricattare quello sciagurato!

-Hyung... sei così carino!- se ne uscì Taemin abbracciandolo come un koala alle spalle.

Il cuore del barista iniziò a correre come un puledro impazzito. Volevo staccarselo di dosso, anche perché sentì le voci sghignazzanti delle ragazzine che li stavano fissando di nascosto. 
Ma non riuscì proprio a dirgli di togliersi. Quel contatto era talmente bello e caldo che si chiese come aveva fatto senza in tutti quegli anni.

-Anche tu lo sei... ma ora devi spostarti o mi verrà mal di schiena a stare accovacciato qui...-

Effettivamente si era abbassato per aprire il frigo, e alla fine erano rimasti bloccati li. 
Taemin si spostò lasciando lo spazio all'altro per recuperargli un bric di latte. Lo versò in uno dei bicchieri più allungati, insieme ad una cannuccia gialla.

-Grazie hyung... ti adoro lo sai?- disse prendendo il bicchiere e succhiando subito un po' di quel latte che tanto adorava.

Anche io, pensò il maggiore, che si limitò a sorridere. 
In realtà lui lo amava da impazzire. 

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Capitolo 15
*** Non esagerare ***


Quel sabato sera era passato per tutti, anche se per qualcuno meglio che per altri.
Verso le sei e mezza Jinki chiuse il locale, ed insieme a Taemin si avviarono verso casa di Kibum. 
Parcheggiò la macchina praticamente sotto l'abitazione di Kibum e scesero quasi contemporaneamente, lanciandosi un'occhiatina strana, insieme ad un sorrisino sghembo da parte di Taemin, che si avviò per primo verso il campanello. 
Suonò sentendo quasi subito la voce di Jonghyun chiedere un "chi è" tra le risate, e subito il bassista capì che qualcosa non andava. 
Che ci faceva lì Jonghyun?
La porta d'ingresso dell'imponente condominio si aprì e dopo aver preso l'ascensore, arrivarono al quinto piano dove suonarono un paio di volte il campanello. 
Vennero accolti dal sorriso di Jonghyun, il quale aveva addosso solo i boxer e una canotta nera. In più i suoi capelli erano completamente stravolti in una piega alquanto strana, come se li avessero tirati e toccati troppe volte. 

-Che diavolo ci fai qui? E... perché sei mezzo nudo?!- domandò Taemin entrando in casa, seguito subito dopo da Jinki che già rideva sotto i baffi.
-Vi siete già dati da fare?- domandò il barista alle spalle del bassista, che si voltò stupito.
-Cosa?-

E ormai Taemin non sapeva più chi guardare, se il suo ragazzo o il vocalist, che con sguardo sognante li fissava alzando le spalle.

-Jonghyun hai aperto la porta così?!- gridò Kibum sbucando dal corridoio che portava al bagno del piano.
-Hanno suonato e visto che erano loro non mi sono preoccupato più di tanto...-
-Bravo scemo!- 
-Io ancora non ho capito che sta succedendo!- gridò Taemin, bloccando il battibecco dei due.
-Stanno insieme Taemin, c'è poco da capire...- rispose il barista abbracciandolo da dietro, circondandogli la vita per poi appoggiare il volto sulla sua spalla sinistra -Come noi...- 

Taemin si voltò di colpo verso Kibum, che con sguardo di sfida si era portato la destra contro il fianco. 
Sembrava arrabbiato, deluso, ma durò poco. 
Scoppiò in una fragorosa risata, facendo sospirare il bassista che già si preparava al peggio.

-Quando avevi intenzione di dirmelo?- disse a quel punto Kibum avvicinandosi al gruppo ancora fermo nell'ingresso.
-E tu allora?- sentenziò Taemin facendogli la linguaccia -Mi pare che siate stati voi i primi...-
-Già... forza andate a sedervi, ho prenotato le pizze perché rimanete a cena... e non accetto no- dichiarò fissando lo sguardo di Jinki, che inghiottendo a vuoto annuì.

Jonghyun trascinò Taemin verso il divano, facendo un cenno a Jinki, il quale capì subito quello che aveva pensato il vocalist e si avvicinò a Kibum, sussuradogli un “parliamo?” all'orecchio sinistro.
L'altro annuì ed insieme si avviarono verso la cucina, socchiudendo la porta.
Kibum si andò a sedere sul ripiano dell'isola che stava al centro della stanza, mentre Jinki rimase in piedi, poco lontano da lui.
Entrambi con gli sguardi fissi in punti differenti, con la mente piena di pensieri e cose da dire, ma difficili da tirare fuori. 
Era la prima volta che litigavano e quindi era la prima volta che si ritrovavano in una simile situazione. 

-Mi dispiace...- disse Jinki, distruggendo quel gelido silenzio.

Kibum sorrise fissandolo con tenerezza.
Non riusciva  proprio ad avercela con lui. Infondo era il suo migliore amico da sempre.
Prima di Taemin, prima di Yong Guk, prima di chiunque, c'era solo lui, Jinki, che con il suo sorriso e la sua compagnia, lo aveva aiutato ad uscire dal suo guscio di timidezza.

-Lo so... però potevi anche dirmi cosa era successo...- rispose allungando una mano.
-Sì hai ragione ma... sapevo di essere in torto e non volevo sentirmelo dire...- e si avvicinò a lui, lasciandosi abbracciare.

Si strinsero e Kibum sorrise, perché Jinki profumava proprio di Taemin -è andato tutto bene?- domandò al suo orecchio.

-Certo...- 
-Taemin è la persona migliore di questo mondo... trattalo bene...- rispose allora Kibum, con la voce ovattata, visto che aveva il volto appiccicato alla spalla dell'altro.
-Invece Jonghyun è un pervertito... stai attento..-

Scoppiarono a ridere staccandosi un po' per potersi guardare.
In quel momento il campanello suonò nuovamente e la voce di Jonghyun gridl “le pizze le pizze, sono arrivate le pizze!!”.

-Pervertito? Intendevo dire che è un bambino...- affermò di nuovo Jinki, grattandosi la testa.
-Ma no dai... aspetta... ma quello è ancora in mutande?!?! JONGHYUN!!!!-

 
**


Erano le undici di domenica mattina e nel Dream Girl si respirava aria di guerra. 
Yong Guk e Sungjong non si erano rivolti la parola nemmeno un attimo e tutti nel locale non riuscivano a darsi una spiegazione.
Per la prima volta, Yong Guk e Sungjong avevano litigato sul serio, mostrando a tutti quello che per molto tempo avevano tenuto nascosto. 

La loro relazione.

Taemin aveva provato a domandare qualcosa a Sungjong, ma l'altro aveva semplicemente alzato le spalle. 
Key allora si era avvicinato a Yong Guk, il quale gli aveva tranquillamente regalato uno
sguardo da omicida seriale. L'amico aveva provato a chiedergli se andasse tutto bene, ma ovvimanete, Yong Guk non rispose mai e continuò a sistemare il suo strumento, attaccando l'accordatore alla sua chitarra.

Jinki intanto, continuava a sistemare le varie stoviglie senza preoccuparsi di quello che poteva essere successo tra due. 
Sapeva bene che farsi gli affari propri a volte era la cosa migliore, sopratutto quando era il chitarrista ad avere le palle girate. 
Sungjong pareva più triste che arrabbiato, mentre lo sguardo del biondo era un misto di odio e rabbia, come quello di un rottweiler pronto ad attaccare. 

Qualche minuto più tardi arrivarono anche Amber e Victoria e quel punto la band iniziò le sue prove, o per lo meno tentò di iniziare! 
Dopo nemmeno venti secondi di canzone, Sungjong perse il ritmo facendo sbagliare uno dopo l'altro tutti gli altri membri, che lo guardarono un po' preoccupati.

-Scusate...- e abbassò lo sguardo, sistemando il suo sedile.

Si rimise in posizione e fece sbattere le sue bacchette tre volte, per poi iniziare il ritmo della loro prima canzone. Purtroppo però, dopo un minuto e mezzo perseno di nuovo il ritmo, ancora per colpa di Sungjong che tentò di dare la colpa al sedile. 
Ma tutti sapevano che quel povero di sedile di colpe non ne aveva.

-Perché non iniziamo con una canzone diversa? Tipo Symptoms... in quella inizia sempre Jonghyun...- propose Taemin per cercare di salvare la situazione

Yong Guk sospirò romorosamente, andando a riaccordare la sua chitarra mentre Sungjong lo fissava con tristezza. 
Appena il maggiore fu pronto, Jonghyun iniziò a cantare quella dolce canzone in cui anche Taemin intonava qualche verso e ritornello. 
Il lavoro di Sungjong era minimo e sperarono tutti che non sbagliasse e si riprendesse dalla tristezza. 

Ma di nuovo tutto andò a farsi benedire quando Sungjong perse una bacchetta che cadde a terra, rimbalzando e rotolando fino giù dal palco. 
In un altro momento sarebbero scoppiati tutti a ridere, ma ciò non accadde. 

-ADESSO BASTA!- gridò forte Yong Guk, voltandosi con sguardo rabbioso verso Sungjong.

Rimasero tutti in silenzio. 
Sungjong con lo sguardo allibito, Taemin bloccato con la bocca spalancata verso Yong Guk. 

-Ok forse è meglio se scendete dal palco... forza...- Jonghyun guardò prima Sungjong e poi Yong Guk, fissando quest'ultimo con insistenza.
-Cosa?!- gridò di nuovo il chitarrista voltandosi velocemente verso il vocalist. 
-Hai capito benissimo! Andate nel retro e parlatene, sistemate le cose, fate quello che vi pare ma chiaritevi perché così non possiamo andare avanti-
-Io non devo chiarire proprio niente Jonghyun, quindi vedi di non rompere a me ok? Non sono io che sto sbagliando tutto! Non sono io che sto facendo casini anche nelle parti più semplici!- 

Un tonfo fece spaventare un po' tutti.
Il sedile di Sungjong era caduto a terra, stessa cosa per la grancassa che si era ribaltata in avanti e al charleston, caduto da una parte e distrutto in più pezzi. 
Sungjong se ne stava li in piedi, con gli occhi pieni di lacrime e la voglia di spaccare la faccia a Yong Guk, ma si trattenne scendendo dal palco.
Nessuno provò a fermarlo perché nessuno riuscì ad avere la forza di farlo. 

Quello era il carattere nascosto di Sungjong e avrebbero preferito non vederlo mai.

-Hyung?- chiese a quel punto Kibum verso Yong Guk, che ancora senza parole fissava la porta dalla quale era uscito Sungjong.
-Lasciatemi stare per favore...- rispose togliendosi la chitarra di dosso, posandola poi sul trepiedi. 
-Cosa? No! Che diavolo avete combinato?- gridò Kibum spostandosi da dietro il bancone, facendolo bloccare prima di scendere dal palco.

Non sapeva cosa rispondergli anzi, non voleva rispondergli perché il suo cuore si era messo a correre come una pazzo e non voleva, non poteva, non doveva farsi vedere vulnerabile dai suoi amici. 
Ma più diceva no a se stesso, più le lacrime spingevano contro i suoi occhi che prontamente aveva chiuso, per impedirgli di uscire, di bagnarsi le guance, di crollare a terra e mostrare a tutti che lui, Yong Guk era un frignone. 

-Hyung...- disse Taemin avvicinandosi, notando lo sforzo dell'altro per non piangere.

Ma il maggiore non lo degnò di uno sguardo e si avviò verso le scale, scendo dal palco e avviandosi verso l'uscita.
Key però fu più veloce e lo fermò impedendogli di andare avanti. 

-Kibum basta lascialo andare- disse Jonghyun, preoccupato per la sorte del suo ragazzo più che per quella di Yong Guk.
-No! Ora tu mi dici che diavolo è successo, HYUNG GUARDAMI!- gridò a quel punto il minore. 

Il biondino abbassò lo sguardo e fissò con occhi colmi di lacrime quelli di Key, che rimase incredulo.
Lo abbracciò forte e Yong Guk si lasciò completamente andare contro il suo amico, stringendolo per la vita e scoppiando in un pianto ovattato dalla spalla del minore.

-Forse è il caso che vi sedete... Jinki meglio preparare qualcosa di caldo..- si intromise Victoria, andando dietro al bancone per aiutare il barista, che annuì e recuperò delle bustine di té per tutti.


**


-Zelo... sei tra noi?- domandò il fratello sventolandogli davanti la mano destra.

Ma il minore non rispose e continuò a fissare il vuoto davanti a sé, con la chitarra sulle gambe e le mani che leggere toccavano le corde.
Era troppo impegnato a pensare a Sungjong, quel ragazzo arrivato per ultimo, e al modo in cui  Yong Guk si era spostato e lo aveva fatto sedere sulle sue gambe.
Stava pensando al sorriso di Bang rivolto verso quel Sungjong e non a lui. 
Perché? 
Cos'aveva quel ragazzo di più? 
Era un batterista... batterista e chitarrista si sa non vanno mai d'accordo! Due chitarristi insieme invece... quella si che era roba forte!

Già si immaginava sul palco insieme a lui. 
I loro mostri a tracolla. 
Le loro mani che veloci scorrevano sulle corde creando armonie pazzesche e melodia altrettante fantastiche, che tra loro andavano ad unirsi e raffrorzarsi.

Sì, Zelo era piccolo e non sapeva cosa fosse l'amore e come funzionasse, ma su una cosa era sicuro: dalla prima volta che aveva posato i suoi occhi su quel biondo, si era preso una bella cotta. 

Troppo bella.
Troppo forte.
Troppo difficile.
Troppo incasinata.

Non poteva perdere la testa per una ragazzina della sua età? 
Almeno in qualche modo avrebbe potuto farsi notare, anche se fosse stata già fidanzata, non ci sarebbero stati problemi e avrebbe potuto fare il galletto, tirare fuori argomenti stupidi e farla ridere con qualsiasi scemenza. 

Con Yong Guk no.
Con lui non avrebbe potuto fare il galletto, perché lui aveva sedici anni e il biondo ventidue e ai suoi occhi sarebbe solo sembrato un ragazzino stupido che non capisce la differenza tra serietà e scherzo. 
No. 
Con Yong Guk non avrebbe potuto nemmeno dire scemenze per farlo ridere, perché se Yong Guk aveva sorriso in quel modo dopo aver visto il viso di Sungjong, non sarebbero di certo servite un paio di battute per poterlo rivedere sorridere così.

No, forse se si fosse rifatto completamente la faccia come il suo ragazzo, forse in quel modo avrebbe potuto avere quel sorriso tutto per sé.
Un sorriso tutto gengive e denti, che gli rendeva il volto di solito troppo serio, di una bellezza quasi innaturale. 
Quel sorriso lo aveva folgorato cazzo, e non lo avrebbe mai visto rivolto a sé.

-Merda...- 
-Dimmi che non stai pensando a Yong Guk...- sbuffò Daehyun, mentre il suo ragazzo gli faceva un massaggio alle spalle.
-No... non ci sto pensando!- quasi gridò Zelo, alzandosi dalla sedia.

Si trovavano nella taverna di casa sua, dove la maggior parte delle volte il gruppo provava.
Lasciò la chitarra sul suo supporto e si avviò verso le scale per tornarsene in camera.

-Zelo per favore... non fare cazzate...- lo rimproverò Daehyun mentre Youngjae tentava di zittirlo. 
-Hyung per favore... non rompere le palle!-
-Ora basta calmiamoci...- si intromise Hoya, notando che il maggiore stava già per alzarsi e prendere a pugni il fratello -Daehyun, Zelo ti ha detto che non stava pensando a Yong Guk quindi basta... e tu Zelo... abbassa i toni, ok? Perché se poi si arrabbia non le voglio prendere io per te...-

Il minore alzò le spalle e salì le scale, lasciando i tre da soli nel silenzio di quella stanza, che di solito di domenica pomeriggio era avvolta dai suoni dei loro strumenti, delle loro voci, delle loro risate.

-Io lo sapevo... non avrei mai dovuto lasciarglielo fare!- disse Daehyun alzandosi dal divano. 
-Non è colpa tua... gli piaceva da quando lo ha visto la prima volta, lo avrebbe fatto comunque anche se gli avessi detto di no e lo sai bene- cercò di calmarlo Youngjae, con poco successo.
-Avrei dovuto legarlo... ora lo vedrà tutti i martedì e sicuramente troverà una scusa per andare tutti i giovedì e stai pur certo che combinerà qualche scemenza...-
-Eddai Daehyun... ma che problemi ti fai? Young Guk è fidanzato e poi... Zelo ha sedici anni, che vuoi che faccia???! Ma poi lo hai visto Sungjong? Dico, con tutto il bene che voglio a Zelo, ma davvero Bang potrebbe lasciarlo per mettersi con tuo fratello? Dimmi che scherzi... non sarò gay, ma i ragazzi belli li vedo anche io...- 

Effettivamente Hoya non aveva tutti i torti.
Sungjong era davvero un bel ragazzo e lui stesso si era beccato un pugno da Youngjae una volta che erano tornati a casa il giorno prima. 
Come se lo avesse fissato tutto il tempo! 
Alla fine era arrivato per ultimo, erano normale fissarlo per qualche minuto. 

-Adesso non parliamo di Sungjong per favore oppure me ne vado!- gridò Youngjae prendendo una delle bacchette del batterista, facendo finta di tirargliela addosso.
-Va bene, lasciamo stare Sungjong... ma io sono comunque preoccupato... Zelo non è un ragazzino e voi lo sapete bene! Forse è anche colpa mia se non dimostra la sua età... spero solo che non rovini tutto...- rispose Daehyun sospirando.

Già.
Rovinare tutto.
Ma come aveva detto Hoya, Yong Guk non avrebbe potuto lasciare Sungjong o perdere la testa per Zelo. 
Era praticamente impossibile!

-Proviamo? Anche senza Zelo possiamo comunque fare qualcosa... vedrete che dopo una canzone scende e si mette a suonare come sempre..- disse Hoya ritornando in possesso della sua bacchetta.
-Va bene... Daehyun iniziamo da Blind?- chiese con occhi sognanti Youngjae.
-Certo Jae... parti pure...-

 

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Capitolo 16
*** The Hurricane ***


Sospirò salutando tutti, mettendosi la sua Secret sulle spalle, coperta per bene dalla sua custodia nera. 
Uscì dal locale venendo inondato dalla brezza pomeridiana di metà ottobre. Respirò a pieni polmoni e si avviò verso la macchina, parcheggiata come sempre troppo lontano a causa degli scarsi parcheggi.
Camminava tranquillo, senza pensare a nulla o almeno, senza pensare a Sungjong, a dove fosse, cosa stesse facendo, se stesse ancora piangendo.
No, non ci stava pensando o almeno, faceva finta di non pensarci, perché quelle lacrime lo avevano fatto stare troppo male. Ed era lui la causa del suo malessere, dei suoi continui errori, della sua collera. 
Aveva esagerato e lo sapeva, ma non poteva farci nulla, quando si arrabbiava nulla poteva fermarlo, niente poteva farlo calmare. 
Sospirò prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans neri troppo aderenti. Nessun messaggio, nessuna chiamata, nulla di niente. 
Aprì l'applicazioni dei messaggi e scrisse poche parole
 
"Vado a casa... dove sei?"

E forse ci aveva sperato troppo in una risposta. 
Di solito gli rispondeva dopo pochi secondi, qualche minuto, ma ormai erano cinque minuti che se ne stava fermo su quel marciapiede, con la faccia abbassata verso quel telefono che intanto se ne stava muto.
Sospirò di nuovo dicendo tra sé e sé qualche parolaccia per poi rimetterlo in tasca. 
Che si aspettava? Era quello che si meritava alla fine.

-Bang hyung?- 

Quella voce.
Con tutte le persone che poteva incontrare in quel momento, perché proprio lui? 
Perché proprio la causa di tutto quel casino?
Ma poi alla fine... mica era colpa sua... era tutta una fantasia di Sungjong! Zelo in realtà non centrava proprio nulla.

-Ciao Zelo... o dovrei dire Junhong?-
-No hyung... chiamami Zelo e basta ti prego...- disse l'altro con lo sguardo imbronciato.
-E va bene Zelo, che ci fai in giro? Non dovresti essere a casa a fare i compiti?-
-E tu non dovresti essere al locale a provare? E comunque ho già fatto i compiti... che domande!- 

Yong Guk sorrise spettinandogli i capelli.
Possibile che dovesse essere così alto? 

-Quindi che ci fai in giro?- domandò di nuovo il maggiore, nemmeno sapeva il perché. Di solito non era una persona curiosa.
-Mi ero stancato di provare e sono uscito a farmi un giro... tu?-
-Nulla, stavo tornando a casa...-
-Con Sungjong?- domandò velocemente l'altro, guardandosi intorno.

Il maggiore negò sospirando. 
Zelo si accorse subito che qualcosa non andava, ma decise di non domandargli nulla.

-Hyung, qualche volta possiamo suonare insieme?- chiese a quel punto, così da fargli dimenticare Sungjong e qualsiasi altro problema ci fosse. 
‑Ma tuo fratello non suona la chitarra?- rispose Yong Guk sorridendo, incrociando le braccia contro il petto. 
-Si ma... non elettrica, è solo da accompagnamento e poi tu sei molto più bravo...-
-Esagerato... comunque va bene... solo che in settimana lavoro sempre, possiamo sentirci che ne dici?-
-Si certo hyung! Tanto martedì sera ci vediamo vero? Verrete a sentirci?-

Il maggiore annuì sorridendo, lasciando Zelo con una sensazione nuova addosso. 
Quel sorriso che avrebbe voluto vedere rivolto a sé era finalmente arrivato, anche se non era poi lo stesso sorriso che aveva visto il giorno prima, non importava. Era sempre un sorriso!
Era uscito di casa con l'idea di fare due passi, di certo non aveva fatto apposta a camminare nei dirtorni del Dream Girl, non era mica colpa sua se abitava nelle vicinanze alla fine! Trovare Yong Guk era stato comunque un vero colpo di fortuna.

-Io vado Zelo, ci si vede martedì ok?-
-Certo hyung! Ciao!-

Lo guardò andare via con il cuore più leggero e caldo. 
Era bastato così poco per farlo stare bene? 
Bastava seriamente solo così poco? 
O forse, era solo l'inizio di un grande disastro?

 
**


In pochi sapevano di quel loft proprio sopra al Dream Girl. 
Era insieme al locale che Jinki aveva comprato, ma usato pochissimo. Un po' per risparmiare e continuare a vivere con i suoi, e un po' perché per lui era seriamente troppo grande. Ci aveva tenuto un letto e qualche mobile, giusto in caso di emergenza.
Taemin era una di quelle persone che non sapevano di quel loft, e quando Jinki aprì la porta rimase con gli occhi spalancati. Era enorme e profumava di cannella, proprio come il Dream Girl. 
Davanti a lui si estendeva quello che doveva essere un salotto, anche se completamente spoglio a parte un misero divano che faceva apparire il locale ancora più grande. Si notava la cucina verso il fondo sulla sinistra e una camera da letto sulla destra, rialzata dal resto del pavimento e circondata da vetri e una porta, che in qualche modo avrebbe dovuto dividerla dal resto del locale. 

-Jinki è stupendo!- disse il minore entrando, andando subito a sbirciare prima la cucina e poi la camera da letto. 
-Se ti serve il bagno è qui..- disse l'altro indicando alla sua sinistra una porta, proprio vicino all'ingresso -scusami se è tutto molto rude, non ho mai avuto il tempo di sistemare e poi non ci sto mai...-
-Perché hyung? E' stupendo questo posto! E poi saresti sempre vicino al tuo Dream Girl...-

Jinki sorrise chiudendo a chiave la porta. 
Taemin aveva ragione, ma lui odiava stare da solo e quella casa, per quanto fosse intima, lo faceva sentire solo. Si avvicinò al suo bassista, che intanto si era messo a fissare fuori dalla grande finestra alle spalle del divano. La vista era davvero molto bella nonostante non desse proprio sul centro di Seoul. 

-Se vuoi possiamo stare qui io e te, quando ti va...- sussurrò al suo orecchio sinistro, abbracciandolo da dietro e stringendogli la vita.

Non lo disse con malizia o con un doppio fine e questo Taemin lo sapeva, ma adorava metterlo in crisi e quindi si voltò assumendo uno strano sguardo ambiguo. 
Un sorrisino malizioso, occhi languidi, labbra leggermente martoriate dai denti perfetti. 
Si. 
Jinki era ormai nelle sue mani con quei pochi gesti.

-Che vuoi dire hyung? Vuoi un posto dove puoi stare solo soletto con me?- cinquettò sorridendo di più.

Jinki perse un battito e arrossì di colpo, negando leggermente. 
Ma che diavolo gli saltava in mente a quello scemo? 
Voleva per caso fargli venire un infarto??

-No che dici?! Cioè si però... NON in quel senso Taemin!!-
-Wahahahah hyung, mi fai morire!- 

Il minore si voltò del tutto abbracciando con forza il suo barista, che rimase un attimo interdetto. Il calore di quell'abbraccio lo aveva completamente bloccato e dopo qualche secondo circondò le spalle dell'altro, stringendolo anche lui in un abbraccio che aveva sognato di dargli un sacco di volte.
Taemin alzò il volto e si avvicinò alle sue labbra, toccandogliele leggermente una, due, tre, quattro volte, fino a farlo diventare un bacio perfetto in cui entrambi partecipavano attivamente. La lingua del maggiore osò di più e toccò le morbide labbra del più piccolo, che sorridendo aprì la propria bocca e si avvinghiò all'altro, facendolo andare su di giri. 
Morsi, risucchi, leccate lascive e passi imprecisi si susseguirono in quel lasso di tempo, fino a che entrambi non si ritrovarono su quel letto matrimoniale lasciato per le "emergenze". 
E quella lo era sicuramente!!

-Hyung... spogliami...- disse il minore tra un bacio e l'altro.
-Sei sicuro? Sto per perdere il controllo Taemin... non credo di riuscire a fermarmi...-
-Perdi il controllo hyung... perdilo e basta...-

 
**


Rincasò verso le quattro del pomeriggio, dopo aver fatto un po' di giri per i dintorni del Dream Girl, essere passato davanti casa di Sungjong, aver cercato in università e persino in biblioteca o al parco che di solito frequentava, ma niente. 

E meno male non voleva pensare a lui! Ma chi voleva prendere in giro? 
Yong Guk era ossessionato da Sungjong e non poteva da un momento all'altro smettere di pensare a lui. 

Avevano litigato per una cosa sciocca e alla fine lo aveva fatto piangere per il suo caratteraccio. Avrebbe voluto prendersi a padellate in testa ma lasciò perdere l'idea appena aprì la porta di casa e notò il suo compagno steso sul divano.
Si preparò a fare una scenata colossale, ma poi abbandonò anche quell'idea non appena si accorse che Sungjong stava dormendo. 
Il suo volto era tranquillo ma pallido e i suoi occhi gonfi. Sicuramente aveva continuato a piangere per tutto il tempo. Sembrava seriamente stravolto. Si avvicinò senza far troppo rumore, sedendosi in un piccolo spazietto del divano. Portò la destra sulla guancia del minore, toccandola delicatamente per evitare di svegliarlo.

Da quanto tempo ormai non poteva più fare a meno di Sungjong? 
Forse dal primo giorno che lo aveva visto, quando ancora era un piccolo ragazzino timido e pauroso. Sungjong era la sua roccia anche se all'apparenza poteva sembrare il contrario. 
Si era innamorato di lui, gli aveva donato il suo cuore, quel cuore che non era riuscito a prendere nessuno. 
Ma poi erano iniziati quei litigi stupidi, futili, inutili, assurdi. 
Erano arrivati dal nulla, senza motivo e non sapeva mai come comportarsi, cosa dire o fare, ogni volta era un vicolo cieco. 

Sunjong iniziò a stiracchiarsi un pochino, quindi smise di toccarlo e rimase solo a fissare il suo volto. 
Gli occhi che si stringevano, le labbra che si aprivano per prendere un po' d'aria, il naso che faceva fatica a respirare, forse per colpa del freddo che aveva preso camminando fino a casa. 
Poi aprì gli occhi, lentamente, sbattendo piano piano le palpebre per mettere bene a fuoco. E li lo vide, vide il suo Yong Guk, vide il suo volto non più arrabbiato ma triste. 
Cercò di non notarlo e guardò subito altrove, verso il pavimento, la cucina, il corridoio che portava alle camere. Tutto tranne che quegli occhi da cucciolo bastonato che in qualche modo gli stavano chiedendo perdono. 

-Sungjong... scusami...- 

E se lo aspettava da Bang un comportamento simile, ma lui non sapeva cosa dirgli. 
Si era sentito davvero offeso dalle sue parole dette al Dream Girl, però una parte di se gli gridava di perdonarlo, di abbraccialro, di baciarlo e fare l'amore con lui. Perché in qualche modo aveva paura che il loro rapporto si stesse piano piano rovinando e non voleva. 

-Ho bisogno di te... ma tu non te ne accorgi...- disse il minore, trattenendo una lacrima.

L'altro avvampò.
Perché non aveva capito subito? 
Perché lo aveva trattato come uno scemo? 
Si mise sopra Sungjong, cercando di non pesargli più di tanto e subito andò a rubargli un caldo bacio. 

-Sono un deficiente... non ti farò mai sentire così male, ma tu perdonami per favore...- disse di nuovo il biondo contro le labbra del minore.

E Sungjong non potè dire no.
Non riuscì nemmeno a dire si in realtà.
Nessuna parola o frase uscì dalle sue labbra.
Solo dopo un po' i gemiti iniziarono a rimbombare per l'intera casa.
E quello, pensò Bang, era sicuramente il suo perdono. 

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Capitolo 17
*** La serata dei Badman ***


Che folla.
Da quando il martedì sera c'era così tanta gente? 
Non era mai successo infatti, ma grazie alle voci di Jinki sulla pagina Facebook del locale, tutti si erano preparati al meglio per passare una splendida serata al Dream Girl! 
C'era chi era curioso di vedere e sentire la nuova band che avrebbe fatto il suo debutto in quel locale, chi per scoprire chi sarebbero stati i rivali degli Humanoids, altri invece perché conoscevano già i Badman, e non vedevano l'ora di poter sentire la loro musica e le loro voci.
Insomma, erano solo le dieci meno dieci e nel locale già si faceva fatica a camminare per ordinare una birra o trovare un posto libero per vedere bene il palco. 
Qualche tavolo era anche stato prenonato, ma nonostante la capienza di ben 60 persone sedute e altrettante in piedi tra la zona del bar e quella dedicata alla "pista" proprio sotto il palco, il locale era davvero zeppo, senza contare le persone che se ne stavano fuori con i bicchieri in mano, una sigaretta in quella libera, e i sorrisi stampati sulle facce.
Sarà stato il profumo di cannella a rendere tutto sempre dolce e perfetto, ma ogni sera al Dream Girl tutti dimenticavano i loro problemi e si beavano della bella atmosfera, senza farsi prendere da nessun tipo di sconforto.
Sembrava che tutti i brutti pensieri scomparissero come per magia!

-Ho aperto su, Jinki...- disse Kibum, rientrando sul retro del bancone, dopo aver fatto una fatica assurda per passare tra la folla accalcata.
-Hai fatto bene, quanti posti ci sono rimasti su?- chiese il capo servendo un paio di birre chiare e una coca cola.
-Pochi! Solo il tavolo per due che ha prenotato Victoria e poi uno da sei, ma è proprio piccolino, potrebbero starci solo delle ragazze- 

Il piano superiore, proprio vicino alla porta che dava dentro al suo piccolo loft, non lo aprivano quasi mai, anche perché succedeva raramente che ci fosse così tanta gente, soprattutto in settimana! 
Probabilmente questi Badman erano davvero bravi, o forse era solo la fortuna dei principianti.

-Sai quante ne starà tirando giù Yong Guk? Sicuramente starà fumando di rabbia per tutta la gente che c'è stasera...- disse di nuovo Kibum, prendendo un paio di bottigliette d'acqua per una ragazza. 
-Si hai ragione! Credo sia successo poche volte a loro... forse agli inizi?- 
-Si certo, è la novità... però ho sentito un sacco di ragazzi là in fondo parlare di Daehyun e della sua voce... sono conosciuti...-

Jinki annuì sorridendo. 
Era felice che le cose stessero andando bene e anche della fama di quei nuovi ragazzi che in quel momento erano nel retro del locale, in quella stanza usata un po' come magazzino e un po' come zona di relax per Kibum. 
Zelo era seduto sul divano e si stava sistemando i  guanti in pelle neri tagliati su tutte le dita, mentre Youngjae gli sistemava i capelli, colorati di un fucsia intenso, con la lacca. 
Zelo era davvero felice del suo nuovo colore. 
Lo aveva fatto senza pensarci, per dare un tocco in più al loro debutto al Dream Girl. 
Voleva fare una bella impressione al pubblico e anche a Jinki, così da rendersi più grande di quello che in realtà era. 

-Ti va bene così?- domandò Youngjae facendolo guardare in uno specchio che Jinki gli aveva raccattato dal bagno prima che la gente lo bloccasse al bar.
-Sì, va benissimo! Grazie hyung!- 
-E di che... Hoya tu sei pronto?- domandò il bassista al batterista, che era perso nei suoi pensieri con le cuffie nelle orecchie.
-HAI DETTO QUALCOSA?- gridò questo senza preoccuparsi del tono di voce troppo alto.
-Ehi scemo ma che urli!- rispose a tono Daehyun aprendo gli occhi. 

Il vocalist si era appisolato un attimo su una sedia, ma le urla di Hoya lo avevano spaventato a morte.

-Scusa! Comunque che hai detto Jae?-
-Se sei pronto...- 
-Certo...- rispose sorridendo fancendo un giro su se stesso per mostrare il suo bellissimo outfit da serata.

Giubbotto in pelle nero senza maniche, una canotta rosso fuoco e pantaloni neri, uniti ad un paio di anfibi, anch'essi neri. 
Daehyun sbuffò nel notare lo sguardo sognante di Youngjae. 
Hoya infatti stava molto bene nei suoi vestiti, ma odiava come il suo ragazzo lo fissava. Doveva rivolgere solo a lui quello sguardo, non a chiunque!

-Daehyun...- disse Youngjae avvicinandosi al fidanzato.

Sentì il peso dell'altro sulle sue gambe, così riaprì gli occhi e notò lo sguardo sorridente del suo amante, che piano piano gli sistemava la frangetta ribelle. Dopo aver finito, si avvicinò lentamente contro il suo orecchio destro lasciandogli un piccolo bacio. 

-Quando ti trucchi in questo modo... mi fai ribollire il sangue...-

E nonostante lo disse a bassa voce, gli altri poterono comunque capire tutto dalla faccia completamente rossa di Daehyun, che rabbrividì.

-Youngjae ti prego!!!!! Aspetta la fine della serata!- gridò Zelo negando più volte con la testa.
-Prendetevi una camera!- decretò Hoya rimettendosi le cuffiette nelle orecchie.


 
**


-Porca puttana quanta gente!!!- gridò Taemin una volta fuori dal locale.
-Ei ragazzino ma come parli!- rispose Jonghyun tirandogli uno scappellotto.

Il bassista si massaggiò la testa facendo la linguaccia al maggiore, avviandosi in qualche modo verso l'interno del locale, ancora più zeppo di gente.

-Sbaglio o non è mai successo a noi?- disse Sungjong a Bang, che se ne stava proprio alle sue spalle, ma con la destra intrecciata alla sinistra dell'altro.
-No non sbagli...- rispose l'altro, anzi, gridò visto che anche la musica era parecchio alta, forse più del solito.
-Guarda! Jinki è al bar! E c'è anche Key!! Oh! Ci sono dei ragazzi che stanno facendo delle strane facce a Key!!- disse Taemin indicando verso il bancone.
-COSA?!?!? FATE LARGO DEVO PASSARE! MUOVERSI SONO JONGHYUN DEGLI HUMANOIDS! FORZAAAA!- 

Il bassista iniziò a ridere come un demente, mentre Sungjong e Yong Guk si misero entrambi la mano libera in faccia. Perché il loro vocalist era così stupido?

-Taemin sei crudele...- disse Sungjong all'orecchio dell'altro che tirò su le spalle sghignazzando.

Adorava prendere in giro il suo hyung.

Si avviarono dopo un po' verso il bancone, notando Jinki completamente avvolto da mille persone che volevano ordinare qualcosa da bere, stessa cosa per Kibum, che sembrava però divertirsi in quel guazzabuglio di persone. Canticchiava felice e camminava da una parte all'altra, facendosi spazio anche tra la folla con il vassoio in mano senza problemi. 

-Il tuo ragazzo non è normale...- disse Yong Guk all'orecchio di Jonghyun che sorrise.
-Non è fantastico?-
-Sì sì .. come no... andiamo nel retro va, sto per morire dal caldo..-

E così tutti e quattro si avviarono verso la porta che conduceva sul retro, ma quando l'aprirono trovarono i Badman proprio in quello che il giovedì sera era il loro rifugio.

-Ciao hyung! Siete venuti!- gridò Zelo sorridendo.
-Certo! Te l'avevo detto, no? Ma... che hai fatto hai capelli?!- chiese Yong Guk notando che il biondo intenso era stato nascosto da un fucsia luminoso.

Questo sorrise ancora di più, un po' per la timidezza, e un po' per il fatto che proprio Yong Guk si fosse accorto del suo cambiamento. 
Certo, anche la vecchietta dove andava a comprare il kimchi si era resa conto della sua tinta, e lei era pure mezza ciecata, per non parlare dei suoi genitori che volevano bruciargli i capelli, o del professore di coreano, che lo aveva mandato subito dal preside senza nemmeno farlo passare dalla porta.
Ma Yong Guk era decisamente la persona che più incasinava i suoi sogni e pensieri. 
Il suo chiodo fisso si stava accorgendo di lui.

-Stai molto bene!- disse sorridente Sungjong, aggrappandosi alla spalla del suo ragazzo.

E no, non lo stava facendo apposta... o almeno questo è quello che Yong Guk decise di pensare. 
Zelo annuì ringraziando entrambi, cercando di trattenere il suo cuore dal rompersi - e la sua mano di chiudersi a pugno e lanciarsi contro il faccino di Sungjong. 

Perché gli stava così appiccicato? 
Era necessario? 
Che si fosse accorto di qualcosa? 
Gli pareva un po' troppo una sanguisuga per Yong Guk!

-Ragazzi io vado ad aiutare Jinki al bar!- disse Taemin avviandosi verso la porta.
-Ok e noi andiamo a prendere il tavolo prima che qualcuno decida di rubarcelo. Ci vediamo tra un po', ok?- rispose Jonghyun guardando i Badman, che annuirono. 
-Certo, magari a fine serata ci si beve qualcosa- rispose Daehyun alzandosi in piedi, dando la mano al vocalist biondo che annuì felice.

Non c'era rivalità tra di loro.
Almeno fino a quel momento.

 
**


Grida, applausi, sorrisi ed incitamenti vari.
Persino Jinki era rimasto senza parole davanti alla forza e lo stile di quei quattro ragazzini! 
Se gli Humanoids lo avevano fatto impazzire dall'inizio, i Badman gli avevano fatto perdere completamente la testa! 
La voce di Daehyun aveva fatto allibire subito tutti dalla prima canzone. 
Alta, squillante, energica, calorosa. 
Tutte qualità che fino a quel momento pensavano potessero appartenere solo a Jonghyun. Invece quel ragazzo aveva tirato fuori il meglio del meglio. Anche Youngjae dava del filo da torcere all'altra band, che come secondo vocalist aveva Taemin, dalla bravura illimitata anche nel canto e non solo nel suonare il basso. 
Sarà stato l'amore per il suo main vocalist o forse solo la passione per il canto, che superava di gran lunga quella del suonare il basso, fatto sta che Youngjae aveva una voce che pareva quella di un angelo, ed insieme a Daehyun creavano un'armonia quasi ultraterrena.
Zelo era stato classificato come "il gigante bambino", per la sua altezza spropositata e il suo faccino adorabile! In più in molti lo avevano chiamato "robot" per la velocità con cui reppava e passava le mani sulle corde della sua chitarra elettrica. 
Se Yong Guk era bravo, beh, anche Zelo lo era e non poco, forse anche di più! 
Hoya si era esibito in un solo di batteria, cosa che Sungjong non aveva mai fatto e nemmeno gli Humanoids sapevano il perché. 
In quei sei minuti di scena, Hoya aveva fatto andare in visibilio un sacco di ragazze per i suoi sguardi maliziosi e fugaci che regalava di tanto in tanto, per non parlare delle mille ritmiche che era riuscito a creare senza lasciare vuoti o far diminuire l'attenzione.

Insomma, erano passate le due ore a loro disposizione e la gente non era ancora andata via anzi, erano tutti li a salutare i quattro, chiedergli i nomi, dargli la mano, fargli complimenti, qualche ragazzina carina aveva anche provato ad approciarsi con loro, ma solo Hoya aveva gradito la compagnia di alcune di loro, scambiandosi numeri di telefono che prima o poi avrebbe di certo utilizzato.

-Wao- aveva detto più volte Taemin, appoggiato con i gomiti al bancone del bar.

Ormai la gente non era più in massa lì davanti, quindi il suo aiuto dietro il bancone non serviva più e aveva lasciato il posto a Kibum e Jinki, che con più spazio riuscivano a sistemare al meglio il disastro che si era creato in quelle poche ore.

-Si... wao... non avrei mai pensato che potessero essere così bravi..- rispose Jinki chiudendo la lavastoviglie.
-Ehi...- lo guardò male Taemin, tornando a fissare il vuoto.

Quelle parole lo ferirono un pochino.
In fondo, sperava di rimanere il migliore agli occhi di Jinki. 
Voleva che gli Humanoids non perdessero la sua stima né quella dei loro fan, ma ora che i Badman si erano esibiti, che avevano fatto tutto quel caos solo al primo live, non era tanto sicuro che le cose sarebbero rimaste le stesse anzi, ora aveva un po' paura.

-Lo sai che voi rimanete sempre sul gradino più alto, vero? E non lo dico perché ti amo...-

Taemin impallidì sentendo le guance andare a fuoco.
Ok voleva essere rassicurato, ma così aveva davvero centrato in pieno il suo cuore, oltre che la sua estrema timidezza!
Negò leggermente evitando di ricordare i momenti passati nel loft al secondo piano qualche giorno prima, evitando così che un'erezione non voluta gli spuntasse proprio in quel momento. No, non era proprio il caso!

-Allora Jinki hyung! Che ne pensi?!- domandò Zelo felice come una Pasqua.

E come poteva non esserlo? 
Aveva notato lo sguardo di Yong Guk completamente perso nella sua figura, nelle sue mani, nel suo volto. Si era accorto che lo stava fissando con stupore e ammirazione! 
Aveva fatto di tutto per suonare al meglio solo per farlo impazzire. 
Tra chitarristi è importante avere l'ammirazione degli altri e quello era anche un pretesto per potersi avvicinare al biondo!

-Fantastici è dire poco direi! Che ne pensate voi?- chiese Jinki riferendosi agli Humanoids.
-Sono ancora senza parole...- rispose Yong Guk sorridendo. 

Uno di quei sorrisi che Zelo tentò di tatuarsi nel cervello per quanto fosse bello.
Ma lo sguardo prepotente di Sungjong lo fece leggermente tremare. 
Quel ragazzo aveva sicuramente capito qualcosa e non poteva permettersi di far andare in frantumi il suo piano!

-Bravissimi è dire poco!- continuò Taemin -Youngjae... sei davvero bravo con il basso... hai suonato in modo impeccabile... io non credo di esserci mai riuscito...-

Il bassista dei Badman sorrise con dolcezza, dandogli una pacca sulle spalle -Non dire così! Ti ho sentito e suoni molto bene quindi non abbatterti!-
-Però siete stati davvero bravi...- continuò Sungjong. 
-Quindi se siamo tutti d'accordo, direi che potete continuare a suonare qua... di martedì, che ne pensate?-

I Badman ringraziarono calorosamente Jinki saltandogli praticamente addosso, mentre tutti gli altri sorrisero, chi più chi meno.

-Yong Guk posso chiederti una cosa?- domandò Zelo al chitarrista, una volta che Sungjong si spostò dietro il bancone per recuperare qualcosa da bere, fermandosi poi a parlare con Hoya.
-Dimmi tutto gigante- lo schermì l'altro sorridendo.
-Ecco... ti avevo già chiesto di suonare assieme... ecco conosco una sala prove non troppo distante da qui e potremmo fare qualche prova che ne pensi? Ci sono un sacco di cose che vorrei chiederti, e poi tra chitarristi ci s'intende...-

Il biondo rimase un secondo interdetto, finendo per notare il volto di Daehyun, proprio alle spalle di Zelo, farsi leggermente strano, quasi preoccupato, per non dire incazzato.
Quello di Zelo però pareva davvero quello di un bambino che non vede l'ora di ricevere un si e Yong Guk non riuscì proprio a dirgli di no. 
Ma poi perché doveva dirgli no? 
Era una richiesta più che logica. 
Anche Sungjong si era messo a parlare con Hoya di bacchette e piatti - detto così sembrava stessero parlando di cucina - ma comunque il concetto era quello!
Sungjong non poteva avere ragione, Zelo non poteva essersi invaghito di lui. Era solo un ragazzino che ammirava un suo hyung... doveva essere per forza così!

-Va bene Zelo... fammi sapere tu quando vuoi che ci troviamo...-
-Ok, mi lasci il tuo numero?-
-Ma certo...-

E Sungjong tentò di non spaccare la lattina di coca in testa a Yong Guk dopo aver sentito quel fottuto "ma certo".

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Capitolo 18
*** Quando i pensieri non fanno dormire ***



-Non dirmi che sei ancora incazzato...- sussurrò Yong Guk una volta essersi infilato sotto le coperte 

Sungjong era rimasto in silenzio per tutto il tragitto dal locale fino a casa. Jonghyun era andato a casa di Kibum e Taemin era rimasto nel loft di Jinki. Che poi da quando Jinki aveva un loft non gli era poi molto chiaro. Inoltre quei due non gliela raccontavano proprio giusta! Che avessero giànconsumato?!

-Sungjong...- disse di nuovo Yong Guk, tanto per torgliersi dalla testa il pensiero di Taemin e Jinki che se la spassavano a letto.

No.
Certe cose non se le poteva immaginare!

-No... ho sonno dai...- 

Affondò il viso nel cuscino per chiudere così la discussione. 
Yong Guk sospirò pesantemente, andando poi ad abbracciare la vita del suo batterista. Questo vibrò, ma non si oppose a quel calore. 
Aveva paura. 
Bang forse non se ne accorgeva, ma Zelo ci stava provando palesemente con lui! Ora si era persino inventato la scusa delle prove quando era abbastanza ovvio che di prove a Zelo non ne servivano, visto che probabilmente era anche migliore di Yong Guk a suonare.
Ma allora perché il suo biondino non se ne rendeva conto? 
Perché si erano scambiati i numeri di cellulare e perché aveva accettato di vederlo? 
Ok forse era lui che stava esagerando. Yong Guk è sempre stato un ragazzo disponibile, sopratutto con i più piccoli, ma questo non toglieva il fatto che Zelo ci stesse provando!

-Io ti amo, lo sai? Questo discorso lo avevamo già fatto. Non voglio che ti arrabbi con me, non voglio che non ti fidi di me Sungjong... Io non riesco a vivere senza questo, senza la tua presenza al mio fianco. Sei il mio unico pensiero e Zelo è solo un amico. Devo ammettere che mi piace come suona, è bravo e lo sai anche tu. Non ho molti amici che suonano la chitarra quindi... posso fare qualche prova con lui?-

Sungjong si girò verso il suo biondino rimanendo un attimo a fissare i suoi occhi profondi.
Gli stava chiedendo il permesso? Come fanno i bambini con la propria mamma. 
Possibile? 
Abbassò lo sguardo sentendosi in colpa. Si era di nuovo comportato come uno stupido e Yong Guk era di nuovo li, ad assecondare i suoi capricci, chiedendogli persino il permesso di vedere un amico. 
Forse doveva darci un taglio a questa storia della gelosia. In fondo Zelo non era nemmeno il tipo di Yong Guk. Era una pertica più alta di Bang anche se di pochi centimetri... Probabilmente non era nemmeno passivo e questo per Yong Guk sarebbe stato un bel problema...
Ma che discorsi faceva ora?! 
Sospirò di nuovo. 
Forse era arrivato il momento di darci un taglio.

-Scusami Bang... davvero tu puoi fare quello che vuoi, non devi chiedermi il permesso di nulla...-
-Davvero?!-
-Davvero... scusami...-

Yong Guk mutò il suo sguardo stupido in uno pieno di malizia, stringendo l'altro per i fianchi, andando a far scontrare le loro labbra con delicatezza

-Allora posso fare sesso con te senza chiedertelo? PERFETTO!-

Gli si mise addosso senza nemmeno aspettare una risposta, baciandolo con troppa passione. 
Sungjong tentò di bloccarlo, facendogli notare che erano le due di notte e aveva seriamente un sonno pazzesco, ma l'altro non gli diede molto peso, forse manco si era accorto delle sue lamentele. 
Tanto alla fine, quei piccoli "no" divennero tanti "si" seguiti da mille "aaah" uniti ad altrettanti "Yong Guk ti prego".
Entrò in lui con delicatezza, sentendolo stringersi al suo passaggio e notando qualche piccola lacrima scivolare via fino al cuscino. 
Lo baciò succhiandogli avidamente le labbra, sentendo le gambe dell'altro avvinghiarsi alla sua vita, dandogli così il permesso di muoversi, di andare più in fondo.
E Yong Guk ormai sapeva quale fossero i punti più sensibili del suo Sungjong. Si tirò su tenendo la schiena dritta, spingendo velocemente i fianchi contro il corpo dell'amante, che iniziò a gemere forte, fuori controllo. 
Il piacere fu immenso, talmente bello da farlo venire senza che Yong Guk lo sfiorasse. 

-Aaah... ci sono Sungjong...-

Biascicò contro il suo orecchio destro, venendo subito dopo dentro il corpo dell'altro, che inarcò la schiena sentendo ancora piacere. 
Si lasciarono andare sul letto, respirando a pieni polmoni, fino a calmare i propri cuori che battevano come pazzi.

-Lo sai che sei uno stronzo...?- Sungjong chiude leggermente gli occhi, sentendo il sonno farsi largo nel suo corpo.
-Non dormire... devi lavarti...- rispose il maggiore tirandogli una guancia.
-Per colpa tua! Perché non sei uscito?-
-Sai che disastro avrei combinato?-
-Già, allora incasiniamo la vita a Sungjong... secondo te ora che mi alzo non farò un disastro...?-
-Oh santo Shisus-

Yong Guk si tirò su facendo il giro del letto, prendendo poi Sungjong in braccio come una sposa.

-Se volevi che ti portassi in braccio bastava dirlo... invece che rompere tanto!- esclamò il biondo avviandosi verso il bagno, spingendo poi la porta con un piede.

Meno male era aperta!

-No, mi piace darti noia...- rispose il minore sghignazzando portando le mani intorno al collo di Yong Guk.
-Stupido...- disse il maggiore lasciandolo seduto sul bordo della vasca, andando poi ad aprire l'acqua. 
-Fai la doccia con me?- chiese Sungjong con occhi supplicanti.

E quella faccia Yong Guk, non poteva proprio sopportarla.

-Domani dovrei lavorare...-
-....-

Di nuovo quel broncio.
Di nuovo quella faccia.
Doveva fare qualcosa per evitare di guardarlo, ma come poteva? 
Era una tortura.

-Oh e va bene... smettila di guardarmi così però o facciamo il bis...-
-Vattene la faccio da solo...-
-Ya Sungjong!-


 
**



Preoccupazione.
I suoi occhi mostravano solo una profonda preoccupazione per quello che stava accadendo intorno a lui. Avrebbe voluto evitare dall'inizio quel casino, ma come al solito non ci era riuscito. 
E perché?
Perché Zelo era il solito bambino troppo cresciuto che alla fine faceva quello che voleva!
Quella infatuazione per Bang Yong Guk non era proprio la cosa migliore per suo fratello, troppo piccolo e quindi troppo ingenuo, per niente preparato alle delusioni. Aveva avuto fortuna per quanto riguardava le preferenze sessuali del chitarrista degli Humanoids, ma il fatto che fosse fidanzato aveva completamente mandato fuori di testa il piccolo Zelo. 

-Stai ancora pensando a lui?- domandò Youngjae con la voce impastata dal sonno.

Daehyun si voltò verso il fidanzato, accoccolato al suo fianco. Guardò i  suoi occhi mezzi chiusi che tentavano in tutti i modi di rimanere vigili, anche se con scarsi risultati. 

-Si... dai dormi- rispose dandogli un lieve bacio sulla fronte.
-Anche tu...- biascicò di nuovo Youngjae avvicinandosi al suo petto, per sprofondando nel suo calore.
-Si certo... non preoccuparti-

Youngjae sorrise sussurrando un ti amo contro la pelle del petto ancora nudo, mentre le braccia dell'altro lo strinsero di più per accarezzargli la schiena. 
Avrebbe voluto accontentarlo, ma la sua mente non voleva proprio collaborare. Continuava a fargli vedere uno Zelo perso per Yong Guk, un ventiduenne fidanzato e particolarmente attraente, nonostante la faccia da duro e la voce troppo profonda. 

Ripensò a come aveva capito che suo fratello apprezzava il genere maschile, anche se lui non glielo aveva mai confessato sul serio. 
All'inizio non ci aveva dato peso, visto che in fin dei conti aveva appena dodici anni e a quel tempo era un bambino alto un metro e un barattolo, convinto che le ragazzine fossero oche che pensavano solo agli idol... anche se gli idol piacevano anche a lui - il poster di GD mezzo nudo a grandezza naturale attaccato proprio sulla porta gli aveva dato qualche indizio.
Daehyun capì che le cose proprio non quadravano quando a quattordici anni lo aveva beccato a guardare dei video per adulti... ma gay! 
All'epoca si era sentito in colpa, perché lui stava già con Youngjae e molto probabilmente li aveva visto in atteggiamenti strani... ma poi capì che no, loro due non centravano nulla, Zelo era attratto dai ragazzi da prima che Daehyun rivelasse la sua omosessualità in casa.
Dopo averlo nuovamente beccato a quindici anni in camera da letto, con il suo migliore amico, uno sopra l'altro con pochi indumenti addosso, a quel punto decise di prendere provvedimenti impedendogli di vedere ragazzi e minacciandolo anche di raccontare tutto ai suoi genitori.
Ma Zelo non era mai stato un ragazzino piagnucoloso che si lasciava mettere i piedi in testa. Il giorno stesso infatti, andò dai propri genitori dicendogli tutto. 
Inutile dire che fu Daehyun quello che si prese una bella sgridata, e non per averlo portato sulla cattiva strada, ma per averlo minacciato inutilmente.

"Anche lui ha il diritto di commettere i suoi errori. Ti abbiamo lasciato vivere la tua vita Daehyun, ora lasciala vivere a Junhong"

Certo, per loro era facile parlare, ma Zelo non era come lui! Lui non avrebbe di sicuro superato una delusione. Era ostinato, non si faceva battere da nessuno e se c'era da fare a botte era il primo a muoversi, ma in realtà era ancora un ragazzino che quando perdeva una puntata di Dragon Ball ci rimaneva male per tutta la giornata. Era lo stesso bambino che la notte aveva paura a dormire completamente al buio, e lo stesso bambino che se rompeva una corda della chitarra piangeva e chiamava Youngjae al telefono per farsi aiutuare. 
Zelo era e rimaneva un quindicenne, nonostante l'altezza da primati e il carattere da duro. 

Come potevano dire che doveva commettere i suoi errrori?
Sapeva che quelli che stavano commettendo uno sbaglio erano loro, ma allo stesso tempo era consapevole di non poter fare assolutamente nulla per fermarli. 


 
**



-Kibum che ci fai qui?- domandò Jinki uscendo dalla stanza sul retro, vedendo l'amico dietro al bancone.
-Jong è andato in università e io invece non avevo lezione quindi... sono venuto ad aiutarti...-

Jinki gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla, vedendolo poi prendere subito in mano la situazione e pulire tutti i tavoli. Sapeva bene che Kibum non era capace di rimanere a casa senza fare nulla, soprattutto ora che Jonghyun non era in sua compagnia. 

-E lo studio? Non hai qualche esame da preparare?- domandò il maggiore sistemando parecchi bicchieri. 
-No... o almeno... Nulla di importante...-
-JINKI HYUUUUNG!!!- 

Il barista impallidì nel sentire la voce di Taemin provenire dal secondo piano. Voltò lo sguardo verso Kibum, che lo fissava senza capire, facendo poi apparire sul suo volto un sorrisino di compiacimento. I suoi occhi sfreccivano veloci prima su Jinki e poi sul secondo piano, poi di nuovo su Jinki, poi di nuovo sul secondo piano, fino a che un Taemin con i capelli scombinati e il pigiama si affacciò dalla staccionata in legno che delimitava tutto il piano superiore. 

-Oh... ciao Kibum! Hyung dov'è l'accappatoio?-

Jinki arrossì di colpo nel sentire lo sguardo pungente di Kibum sul suo viso. 

-Da quanto passi la notte lì? Avevo capito che non ti piaceva starci... e perché lui è li?- domandò Key con tono ironico.
-Beh... pensa a quello che fai tu con Jong...- 
-Non c'è bisogno di mettersi sulla difensiva caro Jinki...-

Il bassista sghignazzò attirando nuovamente l'attenzione su di lui -hyuuung... me lo dici?-

-E' dietro la porta del bagno...-
-Grazie!-

Kibum tornò verso il bancone e lo spinse scherzosamente visto che era rimasto a fissare il vuoto lasciato da Taemin, che era scappato all'interno del loft da qualche secondo.
Quella sera era stata fantastica e ancora non riusciva a credere che quel ragazzo fosse davvero il suo fidanzato. 


Dopo un quarto d'ora di lavori in silenzio, Kibum si sedette davanti al bancone sorridendo al maggiore, che intuì subito che qualcosa non andava nel verso giusto.

-Che c'è?- domandò preoccupato
-Niente... come va tra voi?- chiese di rimando Kibum, notando un gruppo di ragazze pronte ad entrare nel locale.
-Tutto bene... e tu con Jong?-
-Oh... tutto bene... anche se... beh ne parliamo dopo...-

Le ragazze erano entrate ridendo tra loro, avviciandosi poi al bandone per richiedere dei cappuccini, così Jinki si era subito messo all'opera. Una di loro era Luna, la solita ragazza completamente infatuata di lui, che con la coda dell'occhio lo fissava attentamente.

-Ciao Jinki oppa... oggi non avevamo lezione così siamo venute subito qui... sei contento?- chiese lei con il solito sorrisino e gli occhi che ormai gli erano diventati due cuori enormi. 

Il barista sorrise ed annuì come un cucciolo, facendo arrossire la  ragazza fino alle punte dei capelli. 

-Sono contento Luna. Avete fatto proprio bene a venire. Il locale era proprio vuoto e con voi c'è una bella atmosfera! Scegliete pure il tavolo che preferite...-

-Grazie oppa! Sei sempre così gentile...-

Kibum guardò la scena che gli si presentò dovanti con un po' di timore, notando il notevole rossore sulle guance della piccola moretta. Solo lui si era reso conto che quella ci stava provando spudoratamente? Jinki era il solito tonto della situazione e doveva sempre buttare benzina sul fuoco. Perché era così scemo? 

-Senti oppa... posso avere anche quel pezzo di torta con della panna sopra?-

E di nuovo solo Kibum si rese conto dello strano tono malizioso che aveva assunto la voce di quella ragazza - e anche le sue amiche visto che si erano messe a ridacchiare sottovoce, per non parlare del modo in cui si era spudoratamente leccata le labbra. 
Ma ovviamente Jinki non aveva compreso un tubo!

-Quale?!- chiese di colpo un Taemin preparato di tutto punto, avvinghiandosi subito dopo al braccio sinistro di Jinki, ancora scosso dall'arrivo del bassista per riuscire a dire qualcosa.

Kibum negò con la testa.
Sicuramente sarebbe successo il finimondo

-Ohh... ciao Taemin-sshi...- lo salutò  Luna guardando stranamente la stretta del minore sul braccio del suo oppa.
-Ciao! Dimmi che torta vuoi così te la do io... sai oggi aiuto il mio Jinki... vero?-

Lo sguardo del minore pareva più quello di un bambino che supplicava la mamma di prenderlo in braccio, mentre Jinki lo aveva fissato con occhi sgranati, rimanendo sempre in silenzio per la troppa vergogna.

-Pensavo che solo Kibum aiutasse Jinki oppa... sei molto gentile Taeminnie...- 

Nonostante il complimento, tutti si resero conto della nota di acidità che quelle parole avevano di contorno. Che si accorta che qualcosa non stava andando come pensava lei? 

Un paio di ragazze si avvicinarono a Luna, così che lei perse del tutto interessa a continuare la discussione con il bassista, e tutte insieme decisero quale torta farsi portare. 
Jinki attese che tutte si fossero sedute al tavolo tondo, per poi tirare Taemin per un polso un po' più lontano.

-Che diavolo ti prende?- domandò irritato.
-Ti stava mangiando con gli occhi... e solo io posso farlo...-

Il maggiore sospirò pensatemente. 
Non poteva seriemente essere geloso per quello! Taemin doveva avere qualche rotella fuori posto se davvero credeva che quella ragazza ci stesse provando con luI! Era solo una cliente per la miseria, e lui doveva trattare tutte le clienti nel miglior modo possibile!

-Ma smettila Taemin! Non comportarti mai più in questo modo ok? Rischi di farmi perdere clienti e non posso permettermelo!-

Taemin fissò allibito il suo amante. Lo stava seriamente sgridando come se fosse un bambino? No, doveva aver capito male. Eppure la faccia dell'altro non prometteva niente di buono.
Ok, forse aveva un pochino esagerato, ma quell'arpia ogni volta lo fissava con occhi languidi e la bocca spalancata. Aveva giurato di aver visto un rivolo di saliva una volta...

-Ma che cavolo DICI?!- disse alzando troppo la voce, attirando l'attenzione delle ragazze sedute al tavolo, che gli diedoro un paio di occhiate da brave civette quali erano.
-Smettila! Mi stai facendo fare una figuraccia! Ci guardano tutti!-
-Accidenti a te Jinki! Perché mi tratti come un bambino?!-
-Piantala! Non ti sto trattando come un bambino. Ti ho detto di non urlare e tu lo fai lo stesso! Di un po' lo stai facendo apposta?!-
-SI CHE LO STAI FACENDO! Non posso nemmeno essere geloso ora? DEVO STARE ZITTO?!-
-Silenzio Taemin!!-
-Ancora?! SMETTILA!! SMETTILA JINKI!! Smett...-

Il rumore di uno schiaffo risuonò per tutto il locale, ancora troppo in silenzio per evitare di farlo passare inosservato.

-Jinki...- sussurrò Kibum, rimasto senza fiato appena si era accorto di quello che era accaduto.

Avrebbe voluto fermarli ma quel litigio lo aveva completamente bloccato al suo posto. 
Si era sentito completamente inutile. 
Il volto di Taemin era piegato leggermente verso sinistra e si poteva già notare il lieve rossore lasciato dalle dita del maggiore, che guardava con paura la mano con la quale lo aveva colpito. Calde lacrime iniziarono a scorrere dalle guance del bassista, che era rimasto immobile a fissare il vuoto. 
Jinki lo aveva picchiato davanti a tutti.

-Tae... io...- cercò di toccargli la guancia colpita, ma l'altro arretrò spaventato.
-Va tutto bene?- domandò la voce di Luna poco distante da loro.

Doveva essersi alzata dopo aver visto la scena davvero deprimente e questo fece irritare ancora di più Taemin, che scattò verso la porta dandogli una spallata, anche se minima, che la fece spostare solo di qualche millimetro, ma nemmeno le fece male.
Gli parve di riviere un deja vu, quando poco tempo prima era scappato da quello stesso locale in lacrime, senza dare il tempo a Jinki di corrergli dietro. 
Forse era davvero un bambino...
Forse Jinki non aveva tutti i torti...
Quale ragazzo di vent'anni si comportava in quel modo? 
Kibum era molto più adulto di lui e solo ora se ne rendeva completamente conto.
Continuò a correre incurante delle voci in lontanza, incurante del pericolo che stava per correre. Ma non gli importava più di nulla. 
La guancia continuava a bruciare, ma non per il dolore. 
Jinki lo aveva picchiato perché lo considerava ancora un bambino, e questo era terribilmente doloroso. 

-TAEMIN FERMATI!-

Uno strattone lo bloccò e solo per miracolo non finì in mezzo alla strada, dove il semaforono per i pedoni era ancora rosso.
Impaurito iniziò a tremare e piangere, mentre la persona che lo aveva bloccato lo fece voltare di colpo.

-Cazzo Min sei un incoscente!- gridò Jinki stringendolo contro il suo petto  -come puoi essere così stupido! Stavi per rimetterci la vita!!- 
-Lasciami!- gridò il minore tentando di spostarsi da quell'abbraccio, ma il barista gli tenne entrambi i polsi per impedirgli di scappare. 
-Smettila di comportarti così! Che diavolo ti prende?-

Le lacrime continuavano a scorrere inesorabilmente e Jinki ringraziò il cielo che in quel momento per la strada non ci fosse nessun passante curioso, o non sarebbe riuscito a spiegare quella situazione davvero fuori dal normale.

-Non sono un bambino! E ora lasciami!-
-Si che lo sei!-
-NO! LASCIAMI!-

Un paio di mani si misero in mezzo ai due, facendosi così perdere la presa di Jinki sui polsi nel minore.

-Ma che diavolo state combinando?!-

Yong Guk si era materializzato sul posto dal nulla e subito Taemin si avvinghiò a lui singhiozzando.
Per puro caso stava passando di lì, visto che la lavanderia dei suoi genitori dove lavorava era poco distante dal locale di Jinki. Di certo non si sarebbe mai aspettato di trovare quei due a dare spettacolo in mezzo alla strada.

-Bang...- disse Jinki -E' tutto ok...-
-A me non pare...- rispose il chitarrista voltandosi verso un tremante Taemin.

Gli mise entrambe le mani sul volto asciugandogli così le mille lacrime che non smettevano di cadere.

-Che cosa è successo Taemin?- 

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Capitolo 19
*** Lacrime amare si mescolano alle prime bugie ***


Aprì quella porta a vetri con un po' di fatica, sentendo il suono familiare del campanello propagarsi in tutta la grande stanza. 
Era in ritardo di mezz'ora e ringraziò tutti i santi per non aver incontrato i suoi genitori. 
Che cosa avrebbe potuto raccontargli? 
Se ci fossero stati dei problemi forse avrebbe rischiato di mandare a monte il patto fatto con suo padre tempo prima.
Il locale pareva deserto ma sapeva che sarebbe durato per poco. Tutte le lavatrici della lavanderia erano ancora ferme, lo stesso valeva per le asciugatrici. I vari detersivi erano ancora al loro posto, segno che nessuno era entrato quella mattina.

-Vieni Taemin-

Camminò insieme al minore, stringendo di più la presasulla sua vita. L'altro non pareva molto intezionato a stare tra i vivi, ma per lo meno si reggeva ancora in piedi da solo. L'abbraccio era più consolatorio che altro. 
Lo lasciò sedere su una delle panchine poste davanti alle lavatrici, dove in teoria la gente dovrebbe sedersi per aspettare che il ciclo di lavaggio sia completo. In realtà molti clienti le usavano persino per schiacciare un pisolino, mangiare, giocare a carte, improvvisare un karaoke. Tutte cose che, naturalmente, i suoi genitori non avrebbero mai lasciato che accadessero. Lui invece si e si divertiva un mondo a bere birra con i suoi clienti.

-Yong Guk? Era ora...- disse una voce alle sue spalle.

Si voltò notando la figura alta e ben piazzata di suo fratello. 
Capelli scuri, labbra carnose, voce melodiosa, molto meno grave della sua. 
Ogni volta che si fissavano neglio occhi gli pareva di aver davanti uno specchio, nonostante i piccoli particolari che li rendevano leggermente diversi. 

-Scusa Yong Nam... ho avuto un problema...- disse indicando con lo sguardo il suo bassista, perso a contemplare il cestello di una lavatrice.

Alcune lacrime continuavano inesorabili a cadere dai suoi occhi. Nemmeno ci stava provando a non piangere, forse non si rendeva conto neanche se quello che era accaduto era vero oppure era solo un brutto sogno.

-Taeminnie che cosa è successo?- domandò preoccupato Yong Nam avvicinandosi al minore, mettendosi in ginocchio per poter essere alla sua altezza.

Inutile dire che l'altro non spiccicò una parola e nemmeno spostò lo sguardo verso il nuovo gemello, troppo occupato a guardare i mille tasti di quell'aggeggio. 

-Ci ho già provato ma non ha voluto spiegarmi nulla... l'ho trovato per strada insieme a Jinki mentre litigavano...- disse il chitarrista mettendosi le mani in tasca.

Yong Nam sospirò portando la destra contro la guancia bagnata del bassista, notando che era leggermente arrossata, ma non per il pianto. 
Il minore sentendo contatto chiuse gli occhi, lasciando sgorgare altre mille lacrime.

-E Jinki cosa ti ha detto?-

Il gemello sbuffò.

-Che andava tutto bene... mi sono dovuto mettere nel mezzo per farlo staccare da Min... non volevo lasciarlo li a piangere quindi me lo sono portato via...-

Yong Nam annuì, andandosi poi a sedere vicino a Taemi, che abbassò notevolmente lo sguardo per fissare il pavimento in azzurro. 
Il maggiore portò una mano sulla schiena del bassista, iniziando così a tracciare cerchi su di essa per tranquillizzarlo. Yong Nam era affezzionato a lui come a Kibum, Sungjon e Jonghyun, e vederlo piangere in quel modo senza capirne il motivo gli dava tremendamente fastidio. Sarebbe andato da Jinki di persona se il piccolo non avesse iniziato a parlato.

-Mi... mi trattta....mi tratta com... come un... bam...bambino...- biascicò Taemin con la voce spezzata dai singhiozzi, che bastardi avevano ripreso a farlo tremare.

I due gemelli non ci misero molto a capire a chi si stava riferendo il minore e mentre Yong Guk malediceva Jinki con tremila imprecazioni, sperando che un bicchiere gli cascasse su quella zucca vuota che si ritrovava, Yong Nam strinse a se Taemin, che andò a comprimere il suo viso sulla felpa verde del maggiore. 

-Shhh... calmati... vedrai che andrà tutto bene... Jinki è solo un testone lo sa... ma tu sai anche quanto ti adora vero? Avete solo litigato...-

Yong Guk sentì una fitta nel petto, proprio dove il suo cuore batteva. 
Sapeva bene cosa significava quel dolore. 
Quel fastidio che aveva sempre provato da quando aveva iniziato a comprendere le cose.
Quell'invidia che provava per Yong Nam tornava sempre a farsi sentire e lui tornava a sentirsi uno schifo.
A lui era toccato l'incapacità di espirmersi, l'arroganza e l'indifferenza, o almeno questo era quello che pensava la gente appena lo vedeva. Nonostante ci avesse provato ad essere più espansivo come Yong Nam, la gente lo riconosceva per il suo sguardo serio e poco affidabile. Non avevano mai notato i suoi sorrisi, forse più belli e dolci di quello di Nam. 

Solo Sungjong si era accorto di quella differenza e di tutte le altre. 
Ricordava perfettamente il giorno in cui aveva provato gelosia nei confronti di Sungjong per colpa di suo fratello. Un giorno di quell'estate lui e Sungjong erano rimasti a casa per sistemare la scaletta di una serata e aggiustare un paio di canzoni. Avrebbero dovuto esserci anche Jonghyun e Taemin, ma poi all'ultimo avevano dato buca per vari impegni.

Yong Nam era rimasto nel loro appartamento tutto il pomeriggio e di certo questo non gli era dispiaciuto. Amava suo fratello più di qualsiasi altra cosa e nonostante il dolore e l'invidia, gli sarebbe sempre rimasto accanto. Il problema fu Sungjong e i mille sorrisi che lanciava al suo gemello. Gli strani abbracci che questo gli rifilava ogni volta che poteva, per non parlare di come ogni volta dovesse toccargli i capelli. Yong Guk non era scemo e sapeva che suo fratello stava nel mezzo per quanto riguardava l'orienzamento sessuale. Quindi tutti quei gesti erano chiari segnali di un'attacco in corso: Yong Nam voleva Sungjong e Sungjong non sembrava disdegnare tutte quelle smancerie da quattro soldi. 
Mentre i due chiacchieravano animatamente, si era alzato dal divano del salotto su cui si era sdraiato e, senza dire nulla, si era volatilizzato in camera sua sbattendo la porta con forza, tanto per rendere l'idea che era notevolmente incazzato.
Solo qualche minuto più tardi Sungjong aveva bussato alla sua porta e lo aveva costretto a farsi dire cosa lo aveva spinto ad andarsene e per quale motivo si fosse incazzato così tanto.
Quella fu la prima volta che ne parlò con qualcuno.
Sungjong fu la prima persona a scoprire l'invidia che provava nei confronti di Yong Nam e se ne vergognò tanto da piangere sulla spalla dell'altro. 

-Tu sei perfetto Gukkie... tu sei la persona migliore che io conosca. Chissene frega se sembri serio, cattivo, pericolo. Io so che dietro a questa faccia un po' musona esiste un ragazzo dolce, generoso, pieno di fantasie, aspettative, e soprattuto... pieno di talento. Sei un ragazzo dal sorriso adorabile e... se potessi Gukkie... se potessi io ti bacerei fino a domani...-

E fu quello il momento in cui capì che Sungjong provava qualcosa per lui, qualcosa che lui stesso provava per Sungjong, qualcosa che si era nascosto da qualche parte per tutto quel tempo e che solo all'ora era uscito allo scoperto. 

-Hyung... mi porti a casa?- domandò Taemin tirandolo per la maglietta.

Si riprese dai suoi pensieri abbassando lo sguardo verso il minore, che si era scostato dall'abbraccio di Nam. Annuì sorridendogli, sperando di fargli provare un po' di piacere in mezzo a quei sentimenti tristi che gli avvolgevano il cervello.

-Aspettami qui... vado a prendere la macchina e torno... Yong Nam lo accompagno e poi arrivo ok?-
-Stai tranquillo Gukkie, rimani con Taemin ok? Ci sto io qui-

I due fratelli si fissarono intensamente sorridendosi un attimo dopo. 
Yong Guk annuì sibilando un grazie. 
Quello era il terzo giorno consecutivo che Nam rimaneva in lavanderia al posto suo e ogni volta dirgli grazie era un macigno più pesante che andava posarsi sulle sue spalle.
Yong Nam studiava, lavorava, usciva la sera e non faceva il cretino in giro.
Yong Guk suonava, non studiava e lavorava quando il tempo glielo permetteva e quando suo padre non lo metteva alle strette. 
Si vedeva così inutile, così piccolo rispetto al fratello, e questo lo faceva stare male. Ma la cosa che più gli faceva male era non riuscire più a parlargli come una volta, quando era piccoli e facevano sempre tutto insieme come tutti i gemelli. 
In qualche modo si era allontanato da lui.
Questa sua invidia, questo suo sentirsi in colpa lo aveva allontanato da Yong Nam.
Per colpa sua i fratelli Bang si erano persi.

 
**


-Come sta?- domandò Kibum quella sera, entrando in casa degli Humanoids insieme a Jonghyun.
-Sta bene hyung...- rispose Sungjong facendo entrare i due ragazzi.

Kibum si avviò direttamente in camera del suo migliore amico senza aspettare che Sungjong gli dicesse altro. 
Avrebbe voluto seguirlo fuori dal locale, ma Jinki lo aveva fatto al posto suo. Quando però era tornato senza il minore lo aveva preso a parole, incolpandolo di averlo fatto scappare una seconda volta. 

-Taemin...- disse spalancando la porta, notando Yong Guk seduto sul letto insieme al minore, che invece se ne stava sdraiato girato su un fianco.

Appena sentì la voce dell'amico, il bassista si voltò verso di lui cercando di trattenere altre lacrime. Non aveva fatto altro che piangere per tutto il pomeriggio e ne Yong Guk ne Sungjong erano stati capaci di farlo calmare. 
Kibum si avvicinò sedendosi sul letto, abbracciando stretto l'amico che si lanciò addosso a lui iniziando a singhiozzare mentre Yong Guk li lasciò soli uscendo dalla stanza.

-Mi dispiace...- iniziò a ripetere Taemin come un mantra, come se sapesse che in fin dei conti era anche colpa sua. 
-Smettila di piangere per favore... lo so che ti dispiace ma non è solo colpa tua...- rispose l'altro accarezzandogli i capelli, dandogli poi qualche bacio sulla fronte.
-Invece si... l'ho fatto arrabbiare... lui pensa che io sia un bambino... ora non mi vorrà più... ora non gli importerà più nulla di me...-
-Ora piantala per favore... Se proprio vuoi saperlo Jinki è rimasto tutto il giorno chiuso nel suo loft... per questo non sono potuto venire via prima. Era mortificato per quello che era successo Min, lo sai bene anche tu... Hai un po' esagerato questo è vero... ma un po' di colpa è anche di Jinki quindi perché ora non smetti di piangere e non lo chiami?-

Il minore negò con la testa, sprofondando con il viso sul petto dell'altro, lasciandosi andare in interminabili singhiozzi e lamenti.
Si era un bambino e Jinki si sentiva in colpa a causa sua. Aveva fatto bene a picchiarlo e gli dispiaceva tremendamente che l'altro stesse male. Si vergognava troppo però per prendere il telefono e chiedergli scusa. Non avrebbe retto ad un "no" o alle parole fredde e taglienti che Jinki avrebbe potuto rifilargli. 

-Vuoi che mi sdraio qui un po' con te?- domandò Kibum accarezzandogli la schiena, andando poi a togliergli l'elastico che comprimeva troppo i suoi lunghi capelli castani 
Taemin annuì impercettibilmente e con dolcezza l'amico lo tirò a se, stendendosi entrambi sul materasso morbido e profumato. 
-Sto io con te Min... Non piangere più ora...-

 
**


-Mi spiegate che cosa è successo? Kibum non mi ha detto nulla per tutto il tempo- chiese Jonghyun sprofondando sul divano opposto a quello dove si era seduto Yong Guk. 

Le mani tra i capelli, occhi chiusi e sospiri vari. Il leader era davvero preoccupato e questo Jonghyun lo aveva capito senza nemmeno guardarlo troppo.

-Da quello che abbiamo potuto capire... Jinki ha dato uno schiaffo a Taemin perché gli ha fatto una scenata di gelosia...- rispose Sungjong uscendo dalla cucina con tre tazze in una mano e una brocca nell'altra.

Posò tutto sul tavolino davanti ai due divanti e versò l'acqua calda in ogni tazza, aggiungendo poi la bustina di te verde che sua nonna gli dava sempre quando da piccolo era nervoso e non voleva dormire.
Sicuramente quella sarebbe stata una lunga notte per tutti, quindi pensò fosse il caso di correre ai ripari prima che fosse troppo tardi. 

-Cosa?! State scherzando? Come diavolo ha osato picchiarlo?! Cazzo non picchierei Kibum nemmeno se si mettesse a gridare in mezzo ad una folla... piuttosto me ne andrei...- Jonghyun prese la sua tazza viola e la portò alla bocca con troppa velocità, finendo per bruciarsi la lingua e le labbra.
-Calmati... mi basta già lui...- disse Sungjong sospirando pesantemente, fissando il proprio amante alla sua sinistra.

Anche lui aveva dato di matto dopo aver saputo cosa realmente fosse successo.

-Io penso che la colpa sia di entrambi. Se davvero Taemin avesse esagerato allora posso capire il gesto di Jinki, per quanto sia stato stupido. Jinki è molto più grande di Min... ha un modo diverso di comportarsi e... diciamocelo, Jinki non è questo grande genio. Ci siamo accorti tutti di come Taemin gli lanciasse strani messaggi d'amore con gli occhi, ma lui niente. Lo stesso vale per questa ragazza. Da quanto tempo Luna va in quel locale? Lui a malapena si ricorda il suo nome...-

Yong Guk alzò lo sguardo fissando con sguardo truce il fidanzato. Non gli piaceva quello che aveva detto. Gli pareva semplicemente assurdo che il suo ragazzo avesse dato anche un minimo di ragione a Jinki. Non ne aveva punto e basta.

-Spero che tu stia scherzando... non è assolutamente accettabile un comportamento simile Sungjong... mi meraviglio di te...-
-Guarda che non ho mai detto che Jinki abbia fatto bene..- rispose a tono il batterista -sto solo cercando di capire il suo punto di vista!- 
-Un punto di vista del cazzo..- ringhiò Yong Guk alzandosi in piedi -Quel cretino deve tenere le mani a posto e basta! Taemin è piccolo, più piccolo di Jinki e anche di molto. Se vuole stare con lui dovrebbe imparare a capirlo invece che pretendere solo qualcosa!-
-Bang... calmati...- Jonghyun si alzò tentando di calmare il chitarrista, che spostò il braccio dell'altro dalla sua spalla e si avviò verso la sua camera sbattendo come al solito la porta
-Cazzo che palle!- gridò leggermente Sungjong prendendo la sua tazza di te tra le mani.

Jonghyun si rimise seduto sbuffando.
Perché non ne andava mai una giusta? 

-Non avresti dovuto dare ragione a Jinki...-
-Non ti ci mettere pure tu! Se non capite quello che dico dovreste farvi ricoverare!- rispose stizzito il batterista. 

Jonghyun sorrise negando con la testa, provado di nuovo a bere il suo te, stavolta notevolmente più tiepido risposetto a poco prima. 

-Io ho capito benissimo quello che hai detto... ma sai quanto Bang ci tenga a Taemin e quanto sia un testone... anche lui ha capito il tuo ragionamento... solo che ora è troppo arrabbiato per dirti che hai ragione-

Il batterista lasciò il bicchiere vuoto sul tavolino, sdraiandosi completamente su quel divano che puzzava di sigarette e dolce e gabbana. 
Sospirò portando un braccio sul viso, andando a nascondere i suoi occhi forse un po' troppo lucidi. Non doveva stare male, in fin dei conti Jonghyun aveva ragione. Yong Guk aveva la testa dura, non doveva prendersela più di tanto. 
Però faceva male.

 
**


Mercoledì era passato troppo in fretta e il giovedì era arrivato ancora più velocemente. 
Quella sera avrebbero dovuto suonare, ma l'atmosfera in casa Hyumanoids non era delle migliori già di primo mattino. Sungjong si era addormentato sul divanto, lo stesso Jonghyun. Si erano svegliati solo quando Yong Guk era uscito dalla sua stanza e aveva sbattuto la porta d'ingresso, facendo tremare un po' tutto. 
Taemin pareva più un fantasma a causa della pelle pallida e le occhiaie sotto gli occhi.  Anche Kibum non era certo messo meglio. Aveva dormito male e poco, soprattutto perché sapeva che fuori c'era Jonghyun e non gli aveva nemmeno dato la buona notte. 
Si erano dati un piccolo bacio, nascosti dietro la porta del bagno per evitare che Taemin o Sungjong li potessero vedere e poi erano tornati in cucina a fare colazione, cercando di tenere alto il morale degli altri due. 
Erano ormai le due del pomeriggio quando il telefono di Sungjong squillò più volte in salotto.
Il batterista corse verso di esso notando che la persona che lo stava chiamando era Yong Guk

"Pronto!" disse tutto trafelato, cercando però di mantenere il controllo e di non scoppiare a piangere.
"Vado a provare... ci vediamo direttamente al locale di Jinki stasera..." disse atono il biondo dall'altra parte del telefono.

Sungjong balbettò qualcosa di incapibile e Yong Guk non provò nemmeno a chiedergli cosa avesse detto.

"Non fate tardi ok?"

E Sungjong gridò in silenzio obbligando se stesso a dire qualsiasi cosa. Come poteva starsene zitto in un momento come quello?

"Non... non torni? Perché... Perché?!"-

E non riuscì a trattenere lo sconforto.

"No... ho bisogno di svagarmi... ho trovato Zelo e Daehyun davanti alla sala prove e mi unisco a loro per un paio d'ore..."

Zelo?
Aveva davvero detto Zelo?
No aveva capito male, non poteva aver detto Zelo.
Singhiozzò portandosi poi una mano sulla bocca, evitando di far capire al suo ragazzo quanto ci stesse male e quando non fosse in grado di litigare con lui senza frignare come una ragazzina.

"Per favore... non piangere... ho solo bisogno di sfogarmi... scusami non ce l'ho con te... ma non voglio arrivare a picchiare Jinki stasera. E so che se sto a casa continuerò ad essere nervoso... scusami"

Sospirò pesantemente, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano sinistra.

"Va bene... non preoccuparti... ci vediamo la..."

La chiamata finì dopo vari "ciao" e Sungjong si lasciò andare di nuovo sul divano, piangendo contro uno dei vari cuscini che profumavano proprio dell'odore del suo ragazzo. 
Zelo. 
Ora lui era con Zelo e Daehyun... 
Era con Zelo.

 
**


-Hyung ma mio fratello non c'è...- disse il minore mettendosi in spalla la custodia della sua chitarra.

Erano davanti al locale dove provavano entrambi e per caso si erano trovati li proprio nello stesso momento. 
Il maggiore sorrise andandogli ad arruffare i capelli fucsia, davvero morbidi nonostante le mille colorazioni che il piccolo aveva fatto.

-No? Allora mi sono sbagliato...- rispose l'altro sorridendo di più, lasciando Zelo con un groppo in gola difficile da buttare giù -Non credo che sia un problema comunque... andiamo? Voglio davvero sentirti suonare senza il resto della band...-

Zelo annuì entusiasta, seguendo il maggiore all'interno della sala prove. 
 

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Capitolo 20
*** Be Mine Angel ***


-Wao... non sono mai riuscito a fare quella ritmica.... fammi vedere di nuovo!-

Yong Guk guardò estasiato il piccolo Zelo muovere abilmente le dita sulle corde, creando melodie pazzesche, assoli ricercati e mandando completamente in estasi il maggiore. 
Yong Guk seguiva lezioni di chitarra da quando aveva dieci anni e nonostante la sua notovele bravura, una volta ogni due settimane andava dal suo insegnante per fare un ripasso di basi e aggiungere sempre qualche spiegazione nuova. Zelo però pareva prioprio un ragazzino prodigio. A soli dodici anni aveva iniziato a suonare e già a quattordici ne sapeva più di Yong Guk. Questo si poteva definire con una sola parola: talento. 

-Hyung suona un po' tu... sei molto bravo non badare a me...-
-Aahahah... sì certo...- rispose il maggiore scompigliandogli i capelli 

Il minore arrossì di colpo, ma l'altro sembrò non notarlo, troppo preso a fissare la telecaster beige dell'amico. 
-L'hai pagata molto, vero?- domandò fissando ed indicando l'oggetto 
-Mmm? Sì i miei genitori me l'hanno regalata dopo aver preso il massimo dei voti l'anno scorso... dal primo momento che l'ho vista mi sono innamorato di lei...- 
-Le hai dato un nome?!- domandò di colpo il biondo, fissando con i suoi profondi occhi quelli un po' preoccupati di Zelo

Ora che la guardava bene, poteva notare il suo sguardo da bambino, totalmente in contrasto con il resto del suo corpo. 

-Si...?! Sono stupido lo so però lo chiamata baby...-

Il volto di Yong Guk si accese in un luminoso sorriso, uno di quelli che Zelo voleva tutti per sé. Proprio quel sorriso che il biondo rivolgeva la maggior parte delle volte a Sungjong, ma che in quel momento stava rivelando a quel ragazzino, che gli somigliava davvero troppo. 

-La mia si chiama Secret!- disse entusiasta il biondo

Zelo sbattè più di una volta le palpebre, scoppiando poi in una risalta insime all'altro. 

-Siamo entrambi strani...- disse Yong Guk sospirando, riprendendo la sua chitarra tra le mani -ma non credo sia un problema giusto? Siamo io e te in fin dei conti!-
-Vero- rispose Zelo sorridendo di poco 

Yong Guk iniziò a suonare una serie di note con leggerenzza, facendo quasi impallidire il minore. Sentire una melodia così dolce provenire dalla sua chitarra nera e verde, non era proprio roba di tutti i giorni! 

-Hyung è fantastica!! Cos'è?- chiese con insistenza, passando una mano sul ginocchio destro del biondo che, anche se impercettibilmente, rabbrividì. 

-Nulla.... l'ho creata a caso...-
-Aspetta... tu?! Davvero?!-
-Sì certo...-
-OMO! è fantastica... ma è finita?-

Il maggiore sospirò, togliendosi la tracolla per poi appoggiare la chitarra sul supporto a terra.

-L'ho iniziata così a caso... non so nemmeno se la finirò mai...-
-Cosa?! No hyung devi finirla è fantastica, ti prego... ti posso aiutare se vuoi!-

L'entusiansmo di quel ragazzino era troppo avvolgente per far finta di nulla e dirgli no. Occhi spalancati, sguardo perso contro di lui, come se fosse un idol o qualcosa di simile. Sorriso smagliante e quella mano... quella mano fissa sul suo ginocchio.
Sembrava andargli a fuoco la gamba ma evitò di pensarci più di tanto. Forse erano da troppo tempo li dentro e ora gli mancava l'aria, o magari aveva mangiato qualcosa che gli aveva fatto male, oppure doveva solo prendere una boccata d'aria nuova. Si doveva essere così.

-Ma... davvero ti piace?-

Uno sguardo da cucciolo bastonato si fece spazio sul suo volto. Zelo era lì, lì per abbracciarlo forte e dirgli che non solo gli piaceva, la amava. 

-Sì, mi piace hyung... posso aiutarti a continuarla...?-

Il maggiore sorrise di nuovo e non potè resistere a scuotere nuovamente la chioma fucsia.
Sentiva un'emozione strana ogni volta che le sue mani toccavano i capelli di Zelo. Morbidi, profumati, così fucsia che quasi gli pareva di accarezzare la chioma di un peluche. Il suo viso poi si contraeva in una smorfia così carina, da fare invidia persino a Taemin, e lui con l'aegyo era il migliore. 
Nemmeno si accorse di come la sua mano si mosse dei capelli verso la tempia, fino a sfiorargli la guancia bianca, liscia, giovane.  Già, Zelo aveva sedici anni e quella era la guancia di un ragazzino che ora lo stava guardando con troppa curiosità... e ne aveva tutte le ragioni! Chi è che si mette ad accarezzare le guance di un amico?!

-Eee.... che ore sono?- domandò spostando le dita della pelle dal minore, come se si fosse scottato. 
-Mmmm.... le cinque e mezza.... quasi le sei...- rispose Zelo, sentendo le guance andare a fuoco. 

Abbassò il volto sperando che l'altro non lo notasse, chiedendosi allo stesso tempo perché Yong Guk lo avesse toccato.
In molti gli arruffavano i capelli, ma in pochi si erano spinti ad accarezzarlo così. Sua madre, Daehyun quando era più piccolo e naturalmente Youngjae. Probabilmente nemmeno quel vecchio ragazzo che si era portato in camera per pomiciare l'aveva mai fatto.
Il punto era che il tocco di Yong Guk era stato diverso, quasi intimo... e di intimo loro due non avevano proprio nulla!
Si diede dell'imbecille da solo, cercando di evitare pensieri poco casti nei confrinti di Yong Guk e solo in quel momento si accorse che l'altro era gia pronto per andare. 

-Devo muovermi o faccio tardi... ci vediamo al locale stasera?- chiese mettendosi in spalla la custodia della sua chitarra.
-Certo hyung... grazie per oggi... ci vediamo ancora per provare?-

Yong Guk sorrise, annuendo -abbiamo una canzone da terminare..-

 
**


La serata degli Humanoids fu un successone. La folla era quasi la stessa del martedì precedente, quando i Badman erano saliti per la prima volta su quello stesso palco. 
Sungjong non aveva sbagliato una volta. 
Taemin non si era messo a piangere durante la performance. 
Yong Guk non aveva mai guardato gli occhi tristi dell'amante.
Jonghyun aveva evitato di tirare il suo microfono contro quel tizio che faceva gli occhi dolci al suo Kibum. 

Sì, gli Humanoids nonostante i mille problemi, avevano suonato al massimo delle loro capacità e avevano davvero spaccato. 
La fine della serata però aveva riportato tutti alla realtà e quindi nelle loro posizioni scomode. Yong Guk in qualche modo aveva abbracciato un triste Sungjong senza pensarci, e questo aveva affrondato il proprio viso nell'incavo della sua spalla evitando di piangere come una ragazzina. Un leggero "scusa" si era scontrato sui capelli del minore, che lo restituì con un sorriso ancora molto triste.
Jinki era ancora dietro al bancone quando Taemin scese dal palco con il suo basso, per dirigersi nel retro e prepararsi ad andare.  Nessuno sguardo, nessun sorriso, nessun abbraccio, nessuno "scusa". Quei due parevano tornati a pochi anni prima, quando nemmeno si conoscevano.

Il resto della settimana passò in un soffio e il nuovo lunedì di fine ottobre arrivò accompagnato da una pioggia torrenziale. Jinki era rimasto a dormire nel suo loft nonostante odiasse stare da solo. Il suo letto però profimava ancora del bassista e non aveva nemmeno cambiato le lenzuola per non perdere quel misero pezzo di lui.
Le due tazze nello scolapiatti, le poche posate colorate e i quattro piatti sbeccati erano ancora lì, dove lui e Taemin li avevano ritirati.
Il suo accappatoio era dietro la porta del bagno, proprio vicino al suo, come le ciabatte azzurre e il poster vicino alla porta scorrevole. 
Tutto gli ricordava la mancanza del più piccolo, tutto gli faceva capire quando era stato idiota. Prese il cellulare di corsa e cercò tra i vari numeri quello che gli serviva.

"Pronto.."

Quella voce lo bloccò con la bocca aperta, con le parole che si perdevano nella sua gola. Ma dopo un attimo si riprese costringendosi a parlare

"Min..."
"Dimmi..." rispose atono l'altro, la voce particolarmente bassa
"Scusami... ti prego"

Silenzio.
Sospiro.
Nessun movimento, nessun rumore, solo il silenzio lasciato dalle sue parole. 

"Ti rendi conto di quanti giorni sono passati?"

Il maggiore annuì come un idiota, come se l'altro potesse vederlo e con quel gesto dargli ancora più ragione. 

"Io ti amo... Taemim, ti amo e lo so che stiamo insieme da così poco che nemmeno avrei dovuto sfiorarti, ma provo per te questo sentimento da troppo tempo... fammi rimediare..."

Silenzio, di nuovo.
Nessun rumore. Forse si era di nuovo riaddormentato... ma non era possibile. 

"Sono stato un vero stupido..." disse a quel punto il minore con la voce ancora più bassa
"No, io lo sono stato... non capisco mai nulla... sono uno stupido e tu, con i tuoi vent'anni mi fai capire quanto io sia indietro rispetto a te..."
"Ora non dire sciocchezze..." lo bloccò Taemin "E per favore apri la porta del locale... fa freddo qua fuori..."
"Cos..."

Lasciò il telefono sul bancone andando subito ad aprire quella pesantissima quanto vecchissima porta di legno per poi tirare su la saracinesca, vedendo così il volto luminoso del bassista, ancora con il telefono all'orecchio. 
Jinki gli si buttò tra le braccia, stringendosi a lui come se non lo vedesse da mesi, sentendo le fredde mani dell'altro accarezzargli i capelli e la schiena.

-Provo per te qualcosa di indescrivibile Jinki, qualcosa per cui vale la pena lottare. Siamo diversi e litigheremo ancora, ma ti giuro che non me ne andrò... rimarrò qui con te e aspetterò che le cose migliorino...-

Alcune lacrime iniziarono a cadere dagli occhi di Jinki, che affondò di più il volto nell'incavo della spalla destra di Taemin.
Come faceva ad essere così maturo nonostante tutto? Come poteva lui con i suoi vent'anni farlo sentire come un bambino egoista?
A volte Taemin sembrava così piccolo da far invidia a Sungjong, e poi altre volte, risultava più saggio dello stesso Jinki. Era un equilibrio di sfaccettature che insieme creavano una ragazzo semplice, amante della latte alla banana, del basso, della musica e del sole. Taemin era una persona che difficilmente si trova in giro, anche se tutti vorrebbero conoscere qualcuno di così speciale. 
E aveva ragione nel dire che avrebbero litigato ancora e ancora e poi ancora. Ma alla fine, l'amore di fondo c'era, quindi perché preoccuparsi? Dopo una lite si può sempre fare pace.

-Non piangere dai... qui il maknae sono io...!-

Sorrise di poco asciugandosi le lacrime, tentando di ritrovare il suo contegno. In fin dei conti aveva 25 anni! Si sorrisero rientrando nel locale, lasciando la saracinesca aperta,visto che ormai era orario di apertura. 

-Niente università?- domandò il maggiore schioccandogli un bacio sulla fronte
-No... oggi farò il barista... ok?-

Uno scambio di sguardi innamorati fu la risposta a quella domanda, che poi domanda non era visto che Taemin si era già messo il grembiule che di solito usava Key - il quale aveva già avvisato e non si sarebbe presentato al lavoro, o almeno così sperava Taemin.

 

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Capitolo 21
*** Gli sbagli che rivelano noi stessi ***


-Sei tra noi....? Ehi....?-
-Jonghyun lasciarlo stare... se no ti tira una bacchetta addosso...-
-Ma è da due ore che sta seduto lì e non fa altro che sospirare...-
-Forse perché è preoccupato?-
-Ma di cosa? Yong Guk è solo a provare... non c'è nulla di strano no?-
-Jong...-
-Si amore mio?-
-STAI ZITTO!-

Sungjong sospirò per l'ennesima volta, cercando di non pensare minimamente alle parole del suo vocalist, che ora piagnucolava per qualcosa che Key gli aveva negato. 
Ma il punto era che Jonghyun aveva perfettamente ragione. Era da due ore che sospirava, esattamente da quando Bang era andato a provare con Zelo e Daehyun. Nemeno sapeva perché si sentiva così strano, vuoto, spento, inutile e avrebbe potuto continuare così per un bel po'. erano passate due settimane dal loro ultimo live, il primo dopo l'arrivo dei Badman, e mentre novembre iniziava indisturbato, le cose con loro stavano andando sempre meglio. 

-Una tinta!!!- disse di colpo alzandosi in piedi.

Kibum e Jonghyun si voltarono verso il batterista, che senza dire altro si era già fiondato verso la sua camera alla ricerca di chissà cosa. Poco dopo uscì con addosso il suo cappotto blu scuro, sciarpa e cappello nero con due belle orecchiette da gatto attaccate. 

-Sungjongie aspetta! Che vuoi fare?!- lo chiamò di colpo il vocalist, alzandosi per raggiungerlo prima che uscisse dall'appartamento
-Vado dal parrucchiere prima che sia tardi!- rispose l'altro dandogli poco interesse

Ma Jonghyun riuscì a fermarlo bloccandogli il braccio sinistro, costringendolo così a bloccarsi prima che la sua mano raggiungesse la porta. 
Jonghyun sapeva bene che Sungjong era una testa dura e non voleva che combinasse qualche guaio, soprattutto se di mezzo c'erano i suoi capelli. In quei pochi anni di convivenza aveva capitolo quanto Yong Guk fosse praticamente ammaliato dai capelli dell'altro, tanto da costringerlo a non tagliarli. 

-Ti prego non dirmi che andrai a fare qualche cazzata... tipo rasata laterale o una cresta... per favore Sungjongie- 

Il minore lo fissò con sguardo vuoto, tirando verso di sé il braccio imprigionato dalla stretta dell'altro. Non voleva di certo rovinarsi la testa, ma solo rendere il tutto migliore... e forse stava sbagliando, anzi, sicuramente stava sbagliando, ma non gli importava. 

-Tranquillo Jong... vado solo a sistemarmi un po' il taglio... te lo giuro...- 

Il maggiore non gli credette, ma allo stesso tempo non poteva di certo costringerlo a rimanere a casa. Gli lasciò il braccio e lo guardò uscire dall'appartamento dopo aver salutato anche Key.

-Non preoccuparti...- disse Kibum abbracciandolo alle spalle, stringendo le proprie braccia intorno alla sua vita, sprofondando il volto nell'incavo destro tra collo e spalla. 

Jonghyun si lasciò invadere dal profumo del suo ragazzo, odiando un po' il fatto che l'altro fosse leggermente più alto di lui, anche se di poco. 

-Ho solo paura che possa rovinare l'equilibrio che si è creato ora... lo sai com'è Yong Guk...-

L'altro annuì, lasciandogli un casto bacio sulla pelle, che Jonghyun sentì andare completamente a fuoco. 
Altri baci seguirono quello, diventando sempre più lunghi, accompagnati da morsi, leggere leccate, per poi tramutarsi in succhiotti troppo prepotenti. 
Jonghyun si spostò da quell'abbraccio andando così a scontrarsi faccia a faccia con Kibum,  che lo fissava con sguardo malizioso, mentre si mordeva il labbro inferiore. 

-Come devo intendere questo tuo appoccio?- domandò sorridendo il biondo.

Kibum sghignazzò, andando ad abbracciare l'altro con lentezza, facendo scontrare le loro labbra in un bacio che di casto non aveva nemmeno il nome.

-Prendetevi una camera!- Taemin alle loro spalle fece la sua entrata con disinvoltura.

I due si scostarono leggermente, tanto da poter vedere il bassista insieme ad un Onew con le guance un po' rosse.

-Ti vergogni per nulla hyung!- disse Kibum spostandosi leggermente dal suo amante, guardando Taemin con sguardo truce -E poi noi abbiamo una camera!-

-Non sembrerebbe...- rispose l'altro sorridendo -Vieni hyung devo prendere il computer!- disse poi trascinando il barista verso la propria stanza, lasciando i due innamorati lì sull'entrata.

Solo il rumore della porta che si chiudeva con un po' di forza fece capire a Jonghyun e Kibum che forse non erano tornati per prendere solo il computer.

-Dici che ci hanno rubato l'idea?- chiese Jonghyun sorridendo.
-Probabile... però nulla ci vieta di fare come loro...-

Senza lasciarselo ripetere due volte, Jonghyun prese il polso del barista e lo trascinò verso la sua stanza, chiudendo anche lui la porta con un po' troppa forza.

 
**


Erano di nuovo lì, in quella stessa sala prove di due settimane prima. 
Ormai era diventata il loro rifugio e in quei giorni non avevano fatto altro che incontrarsi per provare e riprovare pezzi, ridere quando uno dei due sbagliava qualcosa o anche solo per smorzare la tensione che ogni tanto li colpiva. 
Stavano bene insieme, forse più di quello che avrebbero potuto pensare. 
Zelo si sentiva la persona più felice del mondo, nonostante suo fratello gli ricordasse ogni minuto."Yong Guk ha un fidanzato... e non un semplice fidanzato ma un bel pezzo di fidanzato, quindi non montarti la testa marmocchio! Gli piace solo come suoni!" 
Quelle parole gli facevano male, anche se non vedeva l'ora di sentirsele dire per vedere Youngjae picchiare Daehyun con la custodia del suo basso. 
Sapeva bene che Yong Guk amava Sungjong, ma allo stesso tempo qualcosa non quadrava. Perché mentire? Perché dire sempre che con loro due c'era qualcun'altro quando in realtà non era vero? 
Questo naturalmente non lo aveva detto a Daehyun, per evitare problemi e questioni che non voleva assolutamente sentire. 
Stava vivendo la sua vita giorno per giorno, beandosi della presenza del maggiore senza pretendere niente di più. Stare in quella sala prove con lui per tre ore era già il massimo, non avrebbe potuto sperare di più! 

Allo stesso tempo Yong Guk si trovava bene con Zelo e non gli era mai successo prima né con Jonghyun, né con Taemin o Kibum. Sembravano conoscersi da sempre e questa cosa lo turbava non poco. Avevano gli stessi gusti in fatto di musica, e non solo per quanto rigurdava le band, ma anche per il resto della musica in generale. Non era certo roba da tutti giorni scoprire che due ragazzi amano winnie the pooh e morirebbero per avere tutti i peluches di tigro! Aveva dato la colpa all'età, visto che Zelo aveva sedici anni, ma la cosa non valeva di certo per lui, che di anni ne aveva ventidue. 
Amavano entrambi il silenzio, rimanere da soli o comunque circondati solo da poche persone, magari gli amici più stretti. Per loro l'importante era poter avere del tempo per suonare la chitarra, perdere ore e ore a strimpellare ritmiche, pezzi di canzoni, provare nuovi accordi o arrabbiarsi se un pezzo non usciva come avrebbe dovuto.
Erano troppo simili e per questo Yong Guk cominciava ad aver paura. Nemmeno con Sungjong aveva così tanta alchimia, così tante cose in comune, così tante cose da dirsi. 
Anzi, a dirla tutta con Sungjong non aveva mai nulla da dire visto che la maggior parte del tempo lo passavano insieme e con il resto del gruppo. 

Zelo invece era una fonte inesauribile di idee, di cose da raccontare, di canzoni da provare, di battute da fare. Zelo era sempre sorridente, sempre pieno di energie. Era quel ragazzo che avrebbe sempre voluto al suo fianco in un modo o nell'altro.

-Hyung tutto bene? Ti sei perso nei tuoi pensieri?- domandò il minore muovendo davanti al suo viso dell'altro la mano destra, svegliandolo così dal suo stato comatoso.

Yong Guk si riprese e fissò Zelo che, come al solito, gli sorrideva. Ormai se lo sognava pure la notte quel sorriso. Come era possibile non riusciva a capirlo, ma a volte capitava e anche questo lo turbava parecchio. 

Perché sognava Zelo?
Perché pensava sempre al suo sorriso e non stava pensando a Sungjong, come invece avrebbe dovuto?
Erano due settimane che continuava ad uscire per provare con lui e Daehyun o altra gente, o almeno questo era quello che diceva a Sungjong. In realtà altre persone oltre a loro due non c'erano praticamente mai e questo poteva essere una lama a doppio taglio. 

Dire una bugia a Sungjong lo avrebbe messo in una cattiva situazione, conoscendo poi la gelosia dell'altro per il chitarrista dei Badman... ma non poteva di certo rischiare di dirgli "ehi, vado a provare con Zelo, ciao ciao".
No.
Era meglio continuare così, a mentire a fin di bene. Tanto non stava facendo del male a nessuno, no? 

-Hyung secondo me devi dormire un po'...-

Il biondo sorrise scompigliandogli come al solito i capelli morbidi -scusami, ho un po' di pensieri in testa...-
-ah... vuoi che ci vediamo un altro giorno? Magari avevi da fare...- il tono che usò il minore fece sentire una scossa strana a Yong Guk, che subito negò con la testa.
-No, no tranquillo... anzi, che ne dici di prenderci un gelato?- 

Il minore alzò lo sguardo, cercando di decifrare il sorriso che si era creato sulla faccia del maggiore. Un sorriso quasi "gommoso", talmente grande che non pareva potesse essere vero, ma allo stesso tempo bellissimo.
Ormai poteva tranquillamente dirlo senza problemi.
Si era innamorato di quel sorriso.
Si era innamorato di Bang Yong Guk.

-Un gelato?- domandò sperando di aver capito bene le parole dell'altro
-Sì...-

Gli occhi del minore vagaro per la sala, andandosi poi a fissare sulla chitarra che teneva tra le mani. Uscire da quella saletta avrebbe voluto dire passare del tempo con Bang senza per forza provare o altro. 
Uscire solo loro due per un gelato...
Stava per caso sognando? Perché non poteva essere vero!
Alzò lo sguardo incontrando gli occhi quasi speranzosi del maggiore e a quel punto decise di accettare quello strano invito, annuendo come un cagnolino che fa le feste al suo padrone.

-Va bene hyung! Però paghi tu!-
-Aish! Piccolo marmocchio! E va bene ma solo perché sono il tuo hyung e quindi devo comportarmi bene con te...-

Diede un'altra carezza alla chioma fucsia prima di mettere a posto la propria chitarra. Forse non era la cosa giusta da fare, ma aveva proprio voglia di prendersi un gelato. Era stanco di passare il tempo in quella stanzetta microscopica.

-Hyung, hai per caso visto il mio plettro bianco?-

Il maggiore si voltò verso l'altro che cercava disperatamente in giro per la stanza. Sembrava preoccupato.

-E' importante! Me lo ha regalato Daehyun... devo trovarlo...-
-Aspetta ora ti aiuto io...-

Si mise carponi a terra, sicuramente doveva essergli caduto lì, non poteva di certo essere scomparso. Iniziò a gattonare fissando il pavimento, quando qualcosa di bianco attirò la sua attenzione vicino allo sgabello dove fino a poco prima era seduto Zelo.

-Eccolo!- si alzò da terra con in mano il pezzo di plastica in questione

Non era nulla di così eccezzionale in fondo. Completamente bianco, quasi perlato, ma nulla di più!

-HYUNG GRAZIE!- gridò il minore di colpo attaccandosi al corpo di Yong Guk come una scimmia, arpionando entrambe le braccia al suo collo

-GRAZIE GRAZIE GRAZIE! NON HAI IDEA DI QUANTO IO TENGA A QUESTO PLETTRO!-

La voce era leggermente ovattata, visto che si era andato ad incastrare con il volto nell'incavo della spalla destra del biondo, che leggermente spiazzato era rimasto con le braccia aperte e lo sguardo fisso nel vuoto.
Zelo era lì aggrappato a lui, ed il suo cuore si era messo a correre senza motivo, troppo forte, troppo velocemente...
Perché quella reazione? Perché sentiva stranamente caldo e perché stava facendo pensieri strani sul corpo del minore addosso al suo? NO BASTA. Non poteva continuare così. Erano solo amici, nulla di più. 

-P... prego... non ho fatto poi molto... era proprio lì... sotto il tuo sgabello...-

Il minore si ritrasse di poco notando il nervosismo dell'altro nel tono della sua voce, di solito tranquilla e pacata. Ora sembrava quasi tremante. Possibile? 

-Scusami hyung... non avrei dovuto abbracciarti in questo modo...- 

Nonostante si fosse staccato dal suo corpo, i loro volti erano ancora molto vicini, forse come mai prima d'ora. 
Zelo era più alto di Bang di un centimetro forse, nonostante l'età, e questo rendeva Yong Guk notevolmente nervoso visto che non riusciva a guardare i suoi occhi, e la sua altezza non facilitava la cosa!
Quello sguardo da bambino, quegli occhi così espressivi e quelle labbra sempre tirate in un piccolo sorriso, ora semplicemente piatte, bloccate in un espressione triste, malinconica. 
Perché era triste?
Voleva vedere di nuovo il suo sorriso.
Voleva di nuovo ammirare i suoi occhi incurvarsi e diventare felici.

-Sorridi...- disse Yong Guk con poca voce
-Eh?... Cosa... hyung?- rispose l'altro senza capire

Il tocco della mano calda del maggiore sulla sua guancia lo lasciò del tutto senza parole.
Era grande ma delicata, morbida, come si era immaginato mille volte. 
Quella mano che toccava con familiarità le corde della chitarra, ora stava accarezzando il suo volto, la sua guancia, la sua pelle. 

-Vorrei... che sorridessi...- disse di nuovo l'altro con voce sempre più profonda, quasi fosse un sussurro.

E non gli lasciò nemmeno il tempo di carburare, di capire, di mettere in pratica quello che gli aveva chiesto.
Non gli diede il tempo di rispondere, di far arrivare la domanda al cervello, di far partire una semplice risposta dai suoi pochi neuroni ancora sani. 
Le labbra di Yong Guk toccarono le sue in un battito di ciglia e tutto quello che Zelo stava cercando di capire, di pensare, di rispondere, andò ben presto a farsi fottere.
Intorno a loro non c'era più quella saletta conosciuta, c'era il nulla, il bianco del mondo dei sogni, il giallo dei raggi del sole e il verde luminoso della chitarra di Yong Guk. 
Quelle labbra che aveva sempre adorato, che aveva sempre sognato, ora lo stavano baciando.
Ma non aspettò che l'altro si risvegliasse dal coma e capisse l'errore commesso.
Premendo entrambe le mano sul volto di Yong Guk, spinse il maggiore all'indietro, andando a sbattere contro il muro alle loro spalle, passando così da un casto bacio, a qualcosa di molto più profondo ed eccitante.

Morsi, baci, lingue che si toccano con forza, con audacia, con foga.
Labbra succhiate, da entrambe le parti, pronte poi ad unirsi di nuovo in un vortice continuo di ansimi lasciati scappare a causa dei vari strusciamenti che i loro corpi si stavano dando. 
Le mani di Yong Guk bloccate sui fianchi dell'altro, che ancora lo teneva bloccato contro quel muro freddo. 

-Hyung...- gemette Zelo sentendo i denti del maggiore andare a scontrarsi con il suo collo, fino a morderlo con un po' troppa forza.

L'altro si spostò con il fiato corto, fissando con malizia le labbra rosse del minore, che lo guardava con sguardo perso.

-Ti ho fatto male?- chiese il maggiore accarezzando il punto leso

Negò sorrisendo impercettibilmente, accarezzandogli il volto fermandosi poi sulle labbra. 
Yong Guk lo aveva capito che le sue labbra gli piacevano, soprattutto da come aveva iniziato a succhiargliele. 
Merda se si era eccitato per quella cosa.

-Hyung... io...-
-Shhh...-

Un piccolo bacio a fior di labbra...
Poi un altro...
E un altro...
Yong Guk invertì le posizioni e Zelo si ritrovò bloccato con il muro, con il corpo statuario dell'altro attaccato al suo. Una gamba premeva leggermente contro la sua intimità, che non vedeva l'ora di ricevere qualche altro contatto, mentre le mani gelide del maggiore si erano infilate sotto la felpa che indossava, superando anche la T-shirt sottostante. 
Brividi.
Mille brividi passarono per tutta la colonna vertebrale, bloccandosi nel cervello, facendogli perdere completamente il senno.
Non sapeva nemmeno che ore fossero, se Daehyun lo stesse cercando, o del gelato che dovevano andare a prendere. 
Tutto era diventato solo un misero ricordo.

-Mi stai facendo impazzire...- biascicò Yong Guk contro il suo collo, respirando affannosamente. 
-A chi lo dici hyung...- rispose l'altro leccandogli con malizia l'orecchio che aveva a disposizione vicino al suo volto.

E quella lingua furbetta e bastarda fece impazzire ancora di più il chitarrista degli Humanoids che senza troppe cerimonie riprese a baciarlo come poco prima, ricominciando così un bacio talmente eccitante e sconvolgente che nessuno dei due avrebbe terminato molto presto.
 

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Capitolo 22
*** Salvami da questo disastro ***


Aprì la porta di casa con lentezza pensando di trovare già tutti a tavola a mangiare, visto che si erano fatte le otto e mezza di sera. Non sapeva che scusa inventarsi per quel ritardo. Di solito tornava a casa molto prima e quella era la prima volta che si tratteneva fuori così tanto, senza nemmeno avvisare oltretutto. Sperò con tutto se stesso di non trovare nessuno sul divano ad attenderlo, o per lo meno di non trovare Sungjong, magari con le braccia conserte e lo sguardo da cane incazzato. Gli faceva davvero paura quando lo guardava in quel modo, con la mascella serrata e gli occhi fissi, seri, glaciali.
Si, Bang Yong Guk aveva una paura fottuta di quello sguardo. 
Ma tutto andò a farsi benedire quando lo sguardo preoccupato di Jonghyun lo bloccò sull'ingresso, facendogli a mala pena chiudere la porta alle sue spalle. Sembrava turbato e non capiva il perché. Poteva essere successo qualcosa?

-Jong che c'è?- chiese mentre si toglieva di dosso il giubbotto di pelle
L'altro sospirò guardando a destra e sinistra, come per trovare le parole giuste. 
-Senti, non è colpa mia davvero, non sono riuscito a fermarlo...- rispose congiungendo poi le mani in preghiera.

Yong Guk rimase un attimo basito, cercando di intendere le parole del suo vocalist che intanto aveva assunto uno sguardo da cucciolo bastonato... e merda se gli riusciva bene!
-Che cosa è successo Jonghyun... non farmi innervosire...-
-E' proprio l'ultima cosa che voglio... per questo devi fare un bel respiro... forza insieme... uno, due, tre... respira Gukkie... respira...-
Yong Guk allibì al sentire quelle parole stupide uscire dal suo stupido vocalist. Negò con la testa alzando poi la voce.
-Ma che cazzo dici?!- 

Il biondo tentò di non prenderlo a pugni e provò ad avviarsi verso la cucina passando alla sua destra, ma l'altro glielo impedì mettendoglisi davanti. Provò quindi dalla parte opposta ma nulla, Jonghyun non voleva proprio lasciarlo andare. 

-Vuoi che ti uccido?- chiese con tono cattivo, anche se in realtà non lo era per niente, ma voleva solo andare a mangiare qualcosa.
-No Gukkie...- rispose l'altro sfarfallando le ciglia come una ragazzina.
-Cosa ti sei fumato...? per favore dimmelo perché mi farebbe comodo a volte ridurmi in questo modo... sembra divertente...-
-Niente... vorrei solo che mi promettessi una cosa... non arrabbiarti ok? O almeno non con me va bene?-

Il chitarristà sospirò passandosi la sinistra tra i capelli.
Perché era capitato proprio a lui il vocalist deficiente? Non poteva avere una persona normale? No? 

-Ringrazia Dio che non ti uccido solo perché hai una bella voce Jong... -

Riuscì a passare finalmente, oltre quel nano da giardino, e avviarsi finalmente in cucina dove una figura era bloccata contro il frigorifero. 
Era una congiura contro di lui? Non volevano farlo mangiare perché era arrivato tardi? 

-Devo aprire il.... fri...go...-

Sungjong alzò lo sguardo sorridendo al chitarrista come se nulla fosse, come se i suoi capelli non fossero diventati biondi di colpo, come se niente fosse cambiato, nemmeno una virgola. 
Yong Guk intanto era rimasto bloccato a fissarlo con la bocca aperta in stile pesce lesso, gli occhi diventate due palle giganti per lo stupore, il respiro leggermente bloccato come le parole che stava per dire. Gli pareva persino di aver perso tutta la saliva!
Il suo ragazzo si era tinto i capelli di biondo, proprio come i suoi, proprio come Jonghyun... e avrebbe aggiunto anche Zelo se solo non fosse diventato fucsia di colpo.
Ma cazzo non doveva pensare a Zelo ora!
Sungjong biondo per la miseria! 
Non era qualcosa che si poteva semplicemente immaginare e basta. 
Vederselo li davanti con quel cavolo di ghigno sul volto, di uno che sa che ha fatto centro, che ha davvero messo KO qualcuno. 
Lo sguardo del maggiore poi passò oltre, andando a notare la giacca bianca dal taglio moderno, la t-shirt nera dallo scollo ambio che mostrava le sue clavicole e la pelle bianca, troppo bianca. Aveva poi aggiunto al tutto i pantaloni bianchi di Taemin, troppo aderenti per Yong Guk, che ogni volta moriva nei pensieri volgari a causa di quell'indumento... moriva letteralmente.

-Sei tornato...- Sungjong quasi sussurrò quelle poche parole, spostandosi di poco dal frigo, portandosi poi una ciocca ribelle dietro l'orecchio -pensavo non arrivassi più...-

E ancora Yong Guk non rispose.
Un po' perché il cervello non aveva ancora assimilato la novità e gli mostrava solo un Sungjong biondo e NUDO.
Non capiva ancora perché nudo, ma il punto è che continuava a vederlo così e quindi le parole dalla sua bocca non riuscivano ad uscire.
Ma da una parte evitava di parlare perché sapeva che avrebbe solo potuto dire "tu... io... letto... ora...", e no, non poteva fare la figura dell'animale in calore. Proprio non poteva, non in quel momento almeno, non dopo quello che era successo poche ore prima.

-Andiamo a mangiare fuori?- chiese ancora Sungjong, facendogli uno strano occhiolino.
Yong Guk inghiottì a vuoto della saliva immaginaria e tentò di formulare una frase di senso compiuto -Sei... biondo...- e si diede dell'imbecille per la cretinata.
-Così sembrerebbe- annuì il minore, regalandogli uno sguardo malizioso, accompagnato da un sorrisino che non prometteva niente di puro o casto.
Ed il chitarrista non riuscì più a rimanere fermo come una statua. Fece un paio di passi e lo tirò per il polso destro contro il suo petto, andando a posare la mano libera tra i suoi nuovi capelli biondi, respirando con forza il profumo che il suo collo emanava, lasciandogli un paio di baci su quella pelle.

Ma proprio in quel momento il suo cervello decise di tirargli un brutto scherzo, perché quella pelle, quel profumo, quei capelli.... non erano quelli di Zelo.

Perché?
Perché aveva pensato a quella differenza?
Perché non aveva pensato al fatto che quello era il suo Sungjong nonostante la tinta? 
Perché non aveva pensato a caricarselo sulle spalle e portarselo a letto come avrebbe fatto una volta?

-Allora?- domandò di nuovo la voce del minore.

Decise a quel punto di tentare il tutto e per tutto e così spinse le proprie labbra su quelle di Sungjong, che senza esitare accettò quel segno di affetto, contraccambiando con un altrettanto bacio più profondo, più intimo, più completo, più da loro.
Ma di nuovo...
Di nuovo quel contatto gli pareva estraneo... 
"Fanculo" pensò tra sé e sé, continuando a baciare il suo fidanzato, facendolo scontrare di nuovo con il frigorifero.

-Yong Guk... dai andiamo a mangiare... abbiamo... abbiamo tutto il tempo... domani è sabato...-

Si avevano tutto il tempo, perché affrettare le cose? Non aveva senso.
Annuì sorridendo, lasciandogli un bacio sul naso.

-Stai bene Sungjongie... davvero...-
-Quindi non sei arrabbiato?-

Negò ridendo di più, anche se non riusciva a farlo nel modo che avrebbe voluto, nel modo che Sungjong amava. 
E forse, anche il minore se n'era reso conto che qualcosa non andava, ma evitò di pensarci, in fin dei conti era un cambiamento davvero pesante per il suo fidanzato. Doveva dargli tempo di adattarsi.

-Dimmi solo che lo hai fatto perché ti piace il biondo... dimmi che lo hai fatto per te...- domandò di nuovo Yong Guk, capendo perfettamente perché il suo ragazzo si era azzardato a fare tanto.

-Si oppa... l'ho fatto per me... sono troppo bello così non trovi?-
-Aish! Moccioso! Non chiamarmi oppa te l'ho già detto!!-
-Eddai oppa!!!!!!!!!!-


Passarono così la serata insieme, persi completamente l'uno per l'altro. Yong Guk pensò per tutto il week end al suo Sunjong, a fargli foto a tradimento ogni minuto, entrare nella doccia mentre l'altro era ancora all'interno, comprargli un gelato o semplicemente guardare un film insieme. 
Arrivò così lunedì mattina e stranamente anche il batterista quel giorno aveva da fare in università per tutta la giornata. Sembrava che il periodo degli esami fosse arrivato pure per lui, oltre che per Kibum e Taemin, anche se quest'ultimo non faceva altro che lasciarsi distrarre dal Onew. 
Yong Guk quindi si ritrovò quel lunedì mattina da solo sotto le coperte. Il sole filtrava dalle finestre della stanza, visto che il suo fidanzato aveva spostato le tende proprio per lasciare entrare un po' di luce. 
Ormai erano quasi le otto, quindi decise di alzarsi e prepararsi per andare al lavoro.
Prese il telefono dal comodino e fissò con interesse il display della home, notando la smorfia di Sungjong che aveva impostato giusto il giorno prima. 
Sembrava un topino con quello sguardo da bambino, il nasino arricciato, le labbra strette e gli occhi quasi chiusi. 
Mentre i suoi occhi continuavano a vagare sul volto del fidanzato però, una piccola icona attirò la sua attenzione. 
Era un messaggio.
Cliccò sulla bustina e subito passò nell'applicazione di line, dove il nome di Zelo risplendeva in grassetto rispetto a tutti gli altri. 

"Scusami hyung non volevo disturbarti... ma volevo sapere se ci vedremo ancora per le prove..."

Sorrise.
Aveva scritto in modo impeccabile, senza far trapelare nulla, per evitare di metterlo nei casini nel caso Sungjong avesse letto. Che ci avesse pensato? Di certo lui non gli aveva detto nulla.
Quel giorno in sala prove erano rimasti bloccati contro quel muro per un tempo quasi indefinito. 
Non se lo ricordava e nemmeno gli importava, perché quei baci, quelle carezze, quei gemiti soffocati erano di certo più importanti di tutto il resto.
Non si erano detti nulla al riguardo, avevano solo continuato a sorridere come ebeti scusandosi a vicenda per l'eccessiva ferocia con la quale si erano divorati la faccia.
Come animali.
E Yong Guk sapeva benissimo di non essersi mai comportato così con Sungjong, nonostante lui fosse sempre un animale, con Zelo aveva tirato fuori il lato peggiore di se, anche se il minore non pareva essere da meno. 
Sospirò.
Sapeva che quella era una vera stronzata e che avrebbe dovuto semplicemente rispondere con "no, scusami ma è stato un errore, io amo Sungjong". Perché alla fine lo amava e ne era consapevole fino al midollo.
Ma allora perché scrisse tutt'altro? Perché digitò "possiamo incontrarci anche oggi pomeriggio se vuoi...".
Non lo sapeva e non pensò nemmeno più di tanto a farsi altre domande. Solo pensare a Zelo gli faceva crescere un gran sorriso sul volto, accompagnato da uno strano battito accelerato che però non voleva notare, al quale cercava di non dare troppa importanza.
Ma di importanza ne aveva eccome.
Come può il cuore di una persona innamorata e fidanzata, battere per qualcun'altro? 

"Prenoto la sala per le cinque e mezza come al solito allora?"

Un altro sorriso, di nuovo troppo grande, troppo strano, troppo felice per essere un sorriso normale. 

"Si, a dopo Zelo ^-^"

 
"Yong Guk... metti qualche faccina nei messaggi... sei sempre così serio..."
"odio le faccine... mi sentirei un bambino ad usarle..."
"Eddai oppa... fallo per me..."
"No Sungjong..."
"Sei solo un oppa stupido!"
"Ya! Chiamami hyung!"

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Capitolo 23
*** La temperatura aumenta con le bugie​ ***


E stava sbagliando.
Stava fottutamente sbagliando ma non riusciva a fermarsi. 
Aveva a malapena messo a terra la custodia della chitarra che già si era buttato addosso a Zelo, mangiandogli letteralmente le labbra, le guance, il collo, mentre con le mani gli stringeva con forza i finchi stretti, ancorato al suo collo con le braccia, mentre partecipava attivamente a quel bacio davvero troppo profondo, troppo intimo, troppo pericoloso.
Le lingue si ricercavano senza tregua, senza sentire il peso della mancanza d'ossigeno o il fastidio del sudore che piano piano avvolgeva le loro pelli rese troppo calde per colpa del loro continuo strusciarsi l'uno contro l'altro. 
L'eccitazione era troppo forte e Yong Guk non riuscì più a trattenersi. La felpa si Zelo aveva già toccato il pavimento da un po' quindi l'unico indumento d'intralcio era una semplice t-shirt bianca molto larga. Con fare birichino, come se l'altro non lo stesse vedendo o sentendo, tirò su la maglia fino a mettergli in mostra il petto glabro, non proprio da ragazzino ma più muscoloso, anche se di poco. 
Lasciò con dispiacere le labbra del minore, che con le gote arrossate e la bocca ancora mezza aperta, lo fissò con troppa malizia, come se sapesse esattamente cosa l'altro stesse per fare.
E infatti Yong Guk fece un piccolo ghigno prima di attaccare con forza il piccolo capezzolo di Zelo, che per il piacere inarcò la schiena e si lasciò sfuggire un gemito forse un po' troppo acuto.
"Chissene frega" aveva pensato il minore. In fondo erano in una sala insonorizzata no? Chi li avrebbe mai potuti sentire? Certo non poteva sapere che il biondo che stava succhiando quel piccolo pezzo di carne, aveva perso un battito per colpa di quel verso perverso, e che ora i pantaloni di questo erano diventati di colpo troppo stretti.

C'era poco da fare, qualsiasi movimento gli faceva provare solo dolore, quindi smise con sofferenza di leccargli il petto e si attaccò di nuovo al collo del minore, mentre con lentezza gli sfilava del tutto la maglia, ormai decisamente inutile.

-Hyung...- sussurrò Zelo con poca voce, tanto per far impazzire del tutto il biondo che iniziò a mordersi il labbro inferiore per evitare di stuprarlo. 

E no, non stava scherzando.

-Hyung... sono mezzo nudo...- gli fece notare ancora il minore, stringendo le braccia intorno alla vita di Yong Guk, imprigionandolo in un abbraccio.
-Si... ho esagerato...- e si sentiva davvero un idiota in quel momento nel constatare che lo aveva completamente attaccato al muro in meno di dieci minuti.  
-Non è quello... potrebbe entrare qualcuno... non sarebbe meglio chiudere a chiave?- 

Non servì che Zelo aggiungesse altro. Yong Guk si era già precipitato contro la porta, mentre con le mani cercava nelle tasche quella chiave "bastarda", come l'aveva chiamata in quei brevi istanti di ricerca. 

-Eccola!- disse dopo averla scovata nella tasta del suo giubbotto di pelle. 

Certo, di solito chiudeva a chiave solo quando in sala prove con lui c'era Sungjong, e sapeva benissimo che da fuori il proprietario avrebbe sentito la serratura scattare. A questo ci avrebbe pensato dopo, in qualche modo una balla l'avrebbe trovata no? 
Dopo aver chiuso quella dannata porta, si voltò verso Zelo, che ancora era rimasto contro la parete senza maglietta, mentre i suoi pantaloni di pelle nera mettevano in risalto un rigonfiamento interessante proprio sul cavallo. 

Si sorrisero con malizia, entrambi con solo un pensiero in testa, che non era di certo quello di suonare la chitarra o provare qualche canzone delle loro esibizioni.
No.
Quella sala prove fu spettatrice di ben altre prove. 
Il maggiore, già privo del giubbotto di pelle e quindi vestito solo di una camicia a quadri, iniziò a sbottonarsi un bottone dopo l'altro, mentre tornava dalla sua preda, che lo guardava con occhi languidi. 
I bottoni erano finiti e Zelo si attaccò di colpo al suo petto, mentre lasciava scivolare giù quel pezzo di tessuto, così da fargli raggiungere la sua felpa e t-shirt. 

Abbracci, baci, succhiotti brevi per evitare macchie di troppo, la sala iniziava a diventare troppo calda.
Senza nemmeno capire come, Yong Guk si era ritrovato per terra in ginocchio, i pantaloni di Zelo calati fino alle caviglie, i boxer che li seguirono subito dopo, la bocca di Yong Guk nella parte più intima del minore, che si lasciò andare in un gemito roco, profondo, eccitante.

Uno, due, tre leccate e poi di nuovo giù, fino a dove riusciva, fino a dove il suo cervello gli diceva di spingersi. Per quanto quello fosse un ragazzino, quel corpo che stava toccando sembrava volergli dire tutto il contrario.

E ormai era arrivato ad un punto di non ritorno, dove le scuse non sarebbero più servite.
Si era spinto oltre e ormai quello era un vero e proprio "tradimento", ma nonostante lo stesse piano piano capendo, non sembrava poi tanto intenzionato a fermarsi.
Si spinse oltre.
Andò fino in fondo, fino a che Zelo non venne nella sua bocca, con un gemito alto, prolungato, le mani incastrate nei suoi capelli biondi.
E mandò giù lo sperma caldo, senza nemmeno pensarci, senza chiudere scusa a Sungjong per il male che gli stava facendo.

 
**


Martedì sera era passato e con esso anche l'esibizione dei Badman, come sempre perfetta e piena di spettatori.
Sembrava che ogni settimana fosse un nuovo debutto per loro, visto che le persone non accennavano a diminuire anzi, parevano forse aumentare ogni volta.
Erano le due e mezza, e il Dream Girls era prossimo alla chiusura, anche se qualcuno sembrava non aver notato l'ora. 
Taemin, Kibum, Jonghyun, Yong Guk e Sungjong, se ne stavano seduti a ridere insieme a Zelo, seduto proprio vicino a Sungjong, con alla destra Daehyun e Youngjae, il primo in braccio al secondo, e Hoya, troppo impegnato a scrivere messaggini infuocati ad una ragazza che aveva conosciuto la settimana prima. 
Kibum era troppo intenzionato ad andare ad una discoteca che avevano aperto da poco in centro, e stava cercando in tutti i modi di portare con sé tutta la compagnia. 
Peccato solo che Jonghyun non fosse poi così tanto interessato alla cosa, anzi, per lui quei locali dovevano solo prendere fuoco.
Onew li raggiunse poco dopo, sedendosi con uno sgabello alle spalle del suo Taemin, che dopo avergli regalato un sorriso dolce, si accoccolò al suo petto con schiena, lasciandosi così abbracciare. 

-Potremmo andare per una volta... non abbiamo mai fatto una serata diversa...- disse il barista lasciando un piccolo bacio alla tempia del suo fidanzato, che si voltò con gioia verso di lui.
-Davvero??!- chiese con un sorriso gigantesco stampato in faccia.
-Si certo... lo so che ci vuoi andare fungo...-
-Vi prego le smancerie a dopo...- s'intromise Jonghyun rovinando quel bellissimo momento -Io non voglio andare...- continuò mettendo il broncio.
-Va bene stupido nano, andremo noi!- rispose acidamente Kibum, sorridendo verso Yong Guk e Sungjong, Daehyun e Youngjae. 
-Io ci sto!- disse Zelo di colpo, anche se in teoria lui era l'unico che non avrebbe nemmeno dovuto rispondere.
-Sei troppo piccolo!- disse il fratello dandogli una pacca sulla testa.
-Chissene, mamma mi farà venire...- rispose Zelo con tanto di linguaccia, facendo sospirare il maggiore. 

Prima che si potesse scagliare sul fratello, Youngjae lo trattenne contro di sé, sussurrandogli qualcosa a proposito degli anni di carcere che avrebbe dovuto fare nel caso Zelo fosse morto per colpa sua, e quindi del tempo che non avrebbero potuto passare sotto le lenzuola.

Daehyun decise che il sesso era molto più importante di Zelo, quindi annuì al fidanzato e gli lasciò un piccolo bacio sulle labbra, voltandosi poi verso gli altri. 

-Noi ci siamo comunque, io e Youngjae amiamo le discoteche e dare spettacolo... Jonghyun forse ti conviene venire con noi... Il locale che dice Key è molto pro gay anche se non lo ammetterà mai nessuno... Non credo che sia saggio lasciare il proprio fidanzato da solo in un posto simile!-

Jonghyun, che si era praticamente afflosciato sulla sedia, si mise seduto correttamente in un secondo, e voltandosi verso Kibum affermò -dove? quando? come mi devo vestire?- facendo scoppiare tutti in una sonora risata che rimbombò per tutto il locale

-Quindi se è pro gay io che vengo a fare?- chiese Hoya, smettendo per qualche istante di scrivere messaggini bollenti.
-Invita la tua amichetta... così nessuno la molesterà! Cioè... nessuno... non garantisco per il genere femminile..- rispose Youngjae con il sorriso sulle labbra.
-Quindi è deciso... OVERDOSE ARRIVIAMO!- dichiarò Key alzandosi in piedi, spingendo un pugno verso l'alto.



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Capitolo 24
*** Overdose per tutti ***


-Quindi hai intenzione di mettere quelli? - domandò Yong Guk entrando in camera da letto.

Sungjong sorrise al proprio fidanzato, tornando poi a guardare la sua figura riflessa nel lungo specchio posto dalla sua parte della stanza, regalatogli proprio da Bang qualche mese prima. 

Si stava sistemando la maglia fucsia dallo scollo ampio, forse anche un po' troppo trasparente, mentre Yong Guk alle sue spalle fissava ben altri punti. Lo sguardo del biondo infatti, colpiva perfettamente le parti di quei pantaloni stracciati, dove la pelle di Sungjong era quindi esposta. 

-Non ti piacciono?- chiese il nuovo biondo, mostrando uno sguardo tipico di chi ti vuole prendere in giro. 
-Certo.... ma quando sei a casa con me... sotto le coperte...- rispose il chitarrista, avvicinandosi così alla schiena del suo fidanzato, cingendolo così in un abbraccio. 

Iniziò a stringerlo contro il suo petto, dandogli piccoli baci sul collo per sentirlo tremare e gemere sotto voce, quando la porta della loro camera si aprì. 

-Eh cavolo... ti ho detto di vedere se era pronto e poi ti trovo in posizione di attacco!!!- 

Da quando Jonghyun e Kibum si erano messi insieme ufficialmente, quest'ultimo passava ormai la maggior parte del tempo in casa degli Humanoids, senza preoccuparsi della privacy altrui naturalmente. 

-Key, te ne vai?- grugnì Yong Guk con astio, perché cavolo stava per lanciare Sungjong sul letto!
-NO, sono le undici e mezza e gli altri ci aspettano per mezzanotte e tu sai bene quanto traffico ci sia in giro a quest'ora?!?!- 
-Ya!! Yong Guk, che intenzione hai?!? Io sono pronto e non mi spoglio di nuovo per le tue fantasie dell'ultimo minuto!!-
-Cosa?! Ma voi due avete intenzioni di continuare a vivere? Perché non mi pare proprio- ribadì il chitarrista, fissando prima Sungjong e poi un Kibum sorridente. 

Il batterista sorrise avviandosi verso l'armadio dove aveva appeso la giacca nera adatta alla serata. Moderna, dalla manica a tre quarti con bottoni grandi color oro, lungo fino alla vita, che lasciava intravedere perfettamente la maglia trasparente al di sotto. 

-Io sono pronto andiamo?-

E a Yong Guk non rimase che seguire il partner fino in salotto, dove un Kibum sorridente stava fissando con orgoglio il proprio fidanzato.

-E' o non è un figo?!-

E i due ragazzi fissano con inteneresse un timido Jonghyun vestito con pantaloni di pelle, coordinati con quelli di Kibum, una giacca bianca, che fasciava perfettamente le sue spalle larghe, mentre i primi tre bottoni erano volutamente lasciati aperti per mostrare qualcosa, ma non troppo. In fin dei conti Key non era mica scemo! 

-Ok ok non state lì a fissarmi... andiamo è tardi-

Prese una giacca nera in pelle e aprì la porta di casa, seguito a ruota da Kibum e gli altri due. 
Come aveva predetto il barista, la strada era un ingorgo di macchine pronte a suonare per qualsiasi cosa. Sungjong si lasciò abbracciare dal suo fidanzato, appoggiando la schiena contro il suo petto. 
Jonghyun guidava tranquillo, nonostante la sua dolce metà continuasse a dirgli di accelerare o passare sopra a qualsiasi macchina stesse in quel momento davanti a loro. 
Arrivarono a destinazione puntuali e metà Badman erano già pronti ad attenderli vicino all'entrata. Jinki e Taemin arrivarono giusto qualche minuto dopo di loro, mentre Hoya stava per passare a prendere la sua amica a casa, quindi avrebbe tardato qualche minuto. 
In un primo momento, le cose parevano tranquille. Yong Guk se ne stava mano con la mano di  Sungjong senza problemi, un po' come Daehyun e Youngjae. 
Tutti stavano ancora parlando di come i capelli biondi stessero bene al batterista, cosa che invece non era piaciuta per niente a Zelo, il quale aveva finto qualche complimento, ma dentro di sé aveva urlato allo scandalo.
 
-Voglio presentarmi il mio migliore amico Jongup- disse il piccolo della compagnia, mostrando con un sorrisino da bambino il proprio amico, decisamente più basso di lui.

In fondo Zelo era davvero troppo alto per la sua età, quindi tutti parevano decisamente troppo bassi di fianco a lui.

-Piacere di conoscervi- disse Jongup fissando tutti i presenti, a parte Youngjae e Daehyun, che naturalmente già conosceva.

Dopo varie strette di mano, saluti e domande varie, Key posò lo sguardo sul  chitarrista dei Badman e di colpo sorrise.

-Zelo fatti guardare! Stai davvero bene vestito così!- disse attirando così l'attenzione sul più piccolo della compagnia.

Jeans neri attillati, anfibi ai piedi e una canotta dalle spalline larghe, rigorosamente bianca con una stampa nera formata da un reticolato strano che andava a formare un teschio, completando il tutto con una giacca nera forse un po' troppo leggera, ma comunque perfetta. 

-Dovevo mimetizzare il fatto che sono un piccolo maknae, no? Magari mi trovo qualcuno con cui ballare...-
-Non dire idiozie!!- lo ammonì il fratello, tentando di tirargli una manata in testa, ma l'altro aveva già capito le sue intenzioni e si era spostato al momento giusto.
-Beh così farai sicuramente un figurone!- continuò Jonghyun abbracciando il proprio ragazzo.
-Esatto, meglio che ti tengo d'occhio!- rispose di colpo Jongup facendo ridere tutti.
-Ya! Hai la mia stessa età!-
Zelo era felice che ai suoi amici fossero piaciuti i suoi abiti, e non si accorse di uno strano sguardo puntato su di sé finché non fu lui stesso a fissare quel punto. 
Lo sguardo di Yong Guk era posato su di lui forse da un po' troppo. 
Uno sguardo truce, serio, quasi cattivo. 

 
**


Erano entrati in quella discoteca da almeno dieci minuti e già Jonghyun non ne poteva più. La musica era altissima e per sentire cosa gli diceva Key doveva tapparsi le orecchie, anche se alla fine si ritrovava lo stesso ad urlare "EH?" o "COSA?!". 
Una cosa l'aveva capita però, Daehyun e Youngjae si erano già buttati in posta, e da come si stavano strusciando, avevano davvero intenzione di dare il meglio di loro.
Il locale non era poi così gay, anche se, effettivamente c'erano un sacco di ragazzi che ballavano e chiacchieravano tra loro, mentre il genere femminile scarseggiava o forse era lui a non averlo notato. 
Intanto Daehyun e Youngjae aveva deciso di mangiarsi la faccia a vicenda e nessuno intorno a loro pareva rendersene conto. 

-Andiamo a divertirci?- urlò Key contro l'orecchio del suo fidanzato.

Entrambi seduti su dei divanetti laterali alla pista, insieme a Taemin e Jinki, il primo stravaccato sul secondo, e Sungjong con Yong Guk, vicini ma non troppo, come al loro solito.

-No per niente.... voglio stare qui!- rispose l'altro tentando di non gridare troppo o la voce l'avrebbe abbandonato per l'intera settimana.

Kibum sbuffò guardandosi intorno. Si stavano tutti divertendo tranne lui e questo gli dava troppo fastidio.

-Yong Guk andiamo in pista?- ci provò a quel punto Sungjong, ma l'occhiataccia del chitarrista gli fece capire che no, non aveva nessuna voglia di spostarsi da li.

Anche perché era troppo impegnato a fissare, senza farsi notare dal proprio fidanzato, il piccolo -per modo di dire- Zelo, immerso nel caos della pista che ballava in maniera disordinata.
Il rosso-fucsia era li, con un bicchiere pieno di qualche liquido strano in mano, in compagnia del suo migliore amico. Nemmeno si ricordava il suo nome.... Jongbum? Jongnub? 

"Ma poi chissene frega di come si chiama!!" pensò ringhiando tra sé e sé.

Se ne stavano li a ridere e ballare, alcune volte le loro mani si toccavano, si cercavano. Jongcoso aveva persino deciso di portare la mano libera sulla vita dell'amico, andando così a far toccare i loro petti per poggiare le labbra contro il collo libero del minore.
Ok, questo era troppo da guardare. 

-.... Vado a prendere da bere ok?- disse con tono grave contro l'orecchio di Sungjong, che pensò più che altro di avere un cane di fianco più che un ragazzo.

Si avviò verso il bar prendendo un cocktail che nemmeno conosceva, lasciando così al barman di fare un intruglio nuovo. Voltò lo sguardo verso la pista per controllare la situazione, anche se in realtà a lui non importava niente e Zelo poteva tranquillamente amoreggiare con chi gli pareva in pista, persino con un nano da giardino!
Peccato che di Zelo e del nanetto non c'era più traccia da nessuna parte. Si girò intorno, bevendo grandi sorsi dal proprio bicchiere dal colore troppo azzurro fluo, spostando lo sguardo un po' ovunque, notando solo gente avvinghiata e sudata. 
Decise quindi di spegnere il cervello e avviarsi fuori a fumare una sigaretta, visto che in più iniziava già ad avere caldo, forse per colpa di quello strano intruglio, ma non ci badò poi molto e continuò a bere.
Dopo vari tentativi, e qualche colpo alle costole arrivato a causa della ressa fuori dal locale, riuscì a liberarsi dalla mandria e prendere una boccata di aria anche troppo fresca.

-Oh, il bravo chitarrista fuma...- disse un sorridente Zelo, appoggiato al muro esterno del locale.

Un ghigno strano stampato sulla faccia fece sorridere per un istante il maggiore, che subito tornò serio per poi imprecare contro il pacchetto che quel giorno non voleva proprio saperne di aprirsi.

-Tu invece? Dove hai lasciato l'amichetto?- disse Yong Guk, dopo essere riuscito a sfilare con i denti una delle dieci sigarette che gli erano rimaste.
-Mmm è gelosia quella che sento?- rispose di colpo Zelo, staccandosi di poco dal muro, portando verso la bocca la mano sinistra, dove imprigionata tra indice e medio c'era una sigaretta quasi terminata. 
-No, per niente!- e forse Yong Guk lo disse troppo velocemente e con un tono troppo alto per la sua voce, facendo scoppiare il minore in una fragorosa risata.
-Ok ok...- tentò di rispondere senza ridere, aspirando nuovamente l'ultima boccata dalla sigaretta, che subito dopo finì sul cemento del marciapiede dove si trovavano.

Yong Guk si accese a quel punto la propria sigaretta e inspirò profondamente, tanto per calmare il nervoso e rilassare il corpo. Non si accorse della figura che veloce ma silenziosa si era avvicinata a lui. Solo una volta vicino al suo orecchio riuscì a notare la figura alta di Zelo praticamente ad un soffio da lui.

-... Jongup è in bagno con un ragazzo davvero carino... mi ha chiesto di unirmi a loro ma... sapevo che saresti arrivato prima o poi quindi ho detto no...-

Yong Guk perse per un attimo un battito, o forse due, ma anche tre!
Smise persino di respirare dopo quella rivelazione e solo quando Zelo si fu spostato di un paio di centimetri, buttò fuori l'aria che aveva trattenuto senza nemmeno rendersene conto.

-Se vuoi... mi trovi là...- disse di nuovo il minore avviandosi verso l'entrata, lasciando il maggiore con una sigaretta mezza fumata dal vento, e uno sguardo perso nel vuoto.

Inutile dire che la sigaretta finì a terra in meno di un secondo insieme al bicchiere ormai vuoto -e per fortuna di plastica-  mentre il maggiore corse all'interno prendendo il polso di Zelo con forza. 
Non ebbe la facoltà mentale per controllare che nessuno tra i loro amici potesse vederli, soprattutto un certo Sungjong, che per fortuna o per sfortuna, era dall'altra parte del locale rispetto ad i bagni.

Trovò la porta con l'omino maschio e l'aprì di colpo notando che nessuno era all'interno. Controllò velocemente tutti i vari scomparti e scelse di andare all'ultimo infondo alla stanza.
Entrò trascinando Zelo all'interno, facendolo sbattere contro uno dei due muri liberi laterali, per poi chiudere la porta con forza e girare la chiave. La fortuna era che i bagni erano completamente chiusi, quindi nessuno avrebbe potuto notare le loro gambe da sotto la porta, e magari chiedersi perché quattro gambe maschili fossero in un solo bagno.

-Dio Zelo...- ringhiò Yong Guk schiacciando il minore di nuovo contro la parete. 

Le labbra attaccate le une alle altre, entrambi desiderose di toccarsi, succhiarsi e mordersi a vicenda, mentre le mani vagavano sui loro corpi con forza, facendo pressione sui punti più piacevoli.

-Aaah...- gemette Zelo contro l'orecchio sinistro del maggiore, occupato a mangiargli il collo mentre le mani andarono a slacciare la cerniera dei pantaloni.

Erano ormai sull'orlo del precipizio quando un rumore li fece bloccare completamente e gelare sul posto.

-Zelo...- disse una voce conosciuta.

Era Jongup.
Perché lo stava chiamando? Che li avesse visti?

-Zelo esci... Daehyun ti sta cercando e sai com'è quando non ti trova...-

Il minore decise di stare in silenzio, magari Jongup avrebbe pensato che in bagno non ci fosse nessuno e avrebbe cercato altrove. 
Ma non fu così.

-Zelo... esci adesso!!- gridò a questo punto Jongup.
A quel punto il minore non poté fare altro che sospirare e sorridere Yong Guk, che di rimando gli sorrise, allacciandogli nuovamente i pantaloni. 
-Ci sentiamo..- gli sussurrò Zelo spostandosi per aprire la porta.

Yong Guk annuì al vuoto, visto che l'altro aveva già aperto la porta ed era uscito fuori senza dire altro.

 

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Capitolo 25
*** Nonostante tutto rimarrò con te ***


Jongup e Zelo erano usciti dal bagno da almeno dieci minuti, mentre Yong Guk era rimasto li ad ascoltare il silenzio sporco di musica ovattata, che proveniva dalla sala vicina. 
Sapeva che a quel punto anche Sungjong lo stava sicuramente cercando, e non perché fosse ovvio, ma perché lo stesso Jongup prima di uscire gli aveva semplicemente detto "Hyung... Sungjong ha chiesto anche di te... esci tra qualche minuto... gli diremo che ti abbiamo visto fuori".

Poche parole, un tono normale, niente critiche, niente ramanzine. Jongup era più piccolo di lui e comunque gli aveva parato il culo senza pensarci più di tanto. Forse anche perché era il migliore amico di Zelo... ma allo stesso tempo non se lo aspettava.
Il silenzio iniziò a farsi troppo pesante, nonostante il rumore delle musica bloccato dalle pareti.
Il suo cervello cominciò a metabolizzare quello che aveva combinato quella sera e tutti i sensi di colpa che aveva tentato di nascondere in quei giorni, piano piano stavano riaffiorando.
Yong Guk non era quel genere di ragazzo e non aveva nemmeno mai pensato di esserlo o di diventarlo. Odiava i tradimenti e non avrebbe mai trovato una scusa se qualche suo amico avesse osato fare un atto simile.
Eppure, nonostante tutto, era arrivato a desiderare un altro ragazzo, baciare un altro ragazzo, toccare, mordere, avere... qualcuno che non era Sungjong.
Tutto ciò lo faceva impazzire.
Perché si comportava in questo modo proprio non lo capiva. Se amava Sungjong, ed era certo di questo, assolutamente certo, perché non poteva fare a meno di provare qualcosa di forte anche per Zelo?
Sicuramente era solo una cotta... ma come si può avere una cotta quando già si è innamorati?
Yong Guk credeva che tutto ciò non potesse succedere, che in realtà era solo una scusa di chi tradisce, perché se ami una persona, non pensi ad altri se non a lei.
Eppure ora era davanti a quel bivio dove in qualche modo continuava ad andare dritto e non prendere una vera e propria strada.
A destra Sungjong, il suo batterista da ben quattro anni e da pochi mesi era anche il suo ragazzo. Bello, simpatico, adorabile e stronzo tutto insieme e se possibile anche nello stesso momento. Sungjong sapeva farlo impazzire con uno sguardo, sapeva farsi amare con un semplice sorriso, sapeva farlo arrabbiare con una parola e sapeva sempre cosa fare quando era Yong Guk quello nervoso. Si conosceva, si amavano, si completavano.
Però a sinistra c'era Zelo.
Quel ragazzino che aveva conosciuto da poche settimane, che da subito aveva attirato la sua attenzione non per il modo in cui suonava la chitarra, ma per quegli occhi vivaci che ogni volta lo fissavano indagatori, come se lui non potesse vederlo.
Zelo era il diavolo sotto forma di ragazzino e Yong Guk sarebbe potuto andare in galera solo per questo! Non si conoscevano in fin dei conti, avevano molte cose in comune, ma un rapporto non si può di certo basare su poche chiacchiere! 
E Yong Guk non riusciva a sopportare tutto questo. 
Stava andando contro ai suoi ideali, a tutto ciò che aveva sempre pensato e sostenuto.
Tradire è da stronzi e lui era diventato uno stronzo e non poteva più nasconderlo a se stesso.
Anche ora che se ne stava chiuso in quel bagno da troppo tempo, seduto su quel wc con le mani tra i capelli leggermente bagnati sulla fronte e la voglia di spaccare qualcosa, anche ora, non riusciva ad evitare di pensare a cosa sarebbe successo, se Jongup non fosse entrato. 
La voglia di andare oltre con quel ragazzino era troppa e lo stesso Zelo non sembrava da meno anzi, ormai lo aveva capito che anche lui voleva arrivare a tanto, e non sembrava nemmeno un novellino nel campo.

-Merda!- gridò tirando un pugno contro il muro, sentendo un dolore troppo forte proprio sulle nocche.

Ci mancava solo che si spaccasse una mano così avrebbe completato il quadro osceno della sua vita. 
Sospirò alzandosi in piedi, sistemandosi i pantaloni sulle gambe, tentando di nascondere dalla faccia l'aria da colpevole. 
Doveva uscire anche se non voleva assolutamente trovarsi davanti Zelo e Jongup. Forse però avrebbe dovuto pensare di più a Sungjong.
Infatti, dopo aver aperto la porta del bagno, il suo fidanzato biondo era lì ad aspettarlo, con le braccia conserte sul petto e lo sguardo nero di rabbia.

-Jongie... sei qui...- disse Yong Guk di colpo, la voce tremante per lo stupore e per la paura che avesse potuto sentirlo imprecare.
-Non dovevi prendere solo da bere? E' più  di mezzora che ti cerco! Zelo e Jongup mi hanno detto di averti visto fuori a fumare e non ti ho trovato! Sai che odio quando ti metti a gironzolare per i cavoli tuoi accidenti!-

Non era veramente arrabbiato e questo Yong Guk lo aveva capito, ma sul suo viso poteva notare una traccia di tristezza, quasi delusione nei suoi confronti.
Lo aveva lasciato su quei divanetti con ben due coppiette ad amoreggiare, mentre lui aveva trascinato un ragazzino nei bagni per darsi alla pazza gioia.
Perché era così stupido?
Si avvicinò al minore stringendolo a sé. Poteva ancora sistemare la situazione, in fin dei conti non era tardi.

-Scusami, ero un po' nervoso perché non amo il caos della discoteca... beviamo qualcosa insieme e andiamo a ballare, ok? Prometto che non ti pesterò i piedi-

E queste poche parole fecero sorridere Sungjong, che annuì lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra, avviandosi verso l'uscita del bagno.
Bang spostò lo sguardo verso lo specchio e fissò i suoi occhi.

"Sei uno stronzo..." pensò tra sé e sé avviandosi verso Sungjong, che ignaro continuava a sorridergli, mentre le loro mani andavano ad intrecciarsi come al solito. 

 
**

La serata era continuata per il meglio un po' per tutti.
Daehyun e Youngjae avevano piano piano tirato tutti in pista, così l'intero gruppo aveva passato il tempo a ballare, cantare e strusciarsi l'uno sull'altro, mentre l'alcool offuscava le loro menti ed il loro giudizio.
Fortunatamente, Jinki e Jonghyun erano rimasti abbastanza sani da portare tutti a casa con la macchina, mentre Daehyun aveva semplicemente dato le chiavi in mano a Youngjae, pregandolo di fare ciò che voleva di lui.
Inutile dire che tutti si annotarono questa frase per poterlo prendere in giro a vita, soprattutto Zelo e Jongup, che nonostante l'età erano riusciti a raccimolare qualche drink di troppo, ritrovandosi a ridere pure loro fino all'esasperazione.                             

La mattina successiva Yong Guk si svegliò con un tremendo mal di testa e la voglia di vomitare anche l'anima, ma per fortuna riuscì a calmare il suo corpo dal rimettere tutto. 
Erano a malapena le otto, ciò significava che aveva dormito solamente quattro ore e non era assolutamente possibile una cosa del genere!
Si voltò verso la parte del letto di Sungjong, che stranamente era vuota. Pensò subito che non si fosse sentito bene nemmeno lui, visto che era domenica e nessuno di loro aveva qualcosa da fare. 
Si alzò quindi, cercando di recuperare le ciabatte nascoste sotto il letto. Rinunciò nell'impresa praticamente subito, visto che la nausea era ricominciata una volta abbassatosi sotto al letto. Prima di riuscire a varcare la porta inciampò almeno tre volte nei suoi stessi piedi e riuscì persino a colpire lo spigolo del cassettone poco distante dalla porta, sul quale di solito era Sungjong a lasciarci i fianchi.
"Devo ricordarmi di dargli fuoco a questo mobile" pensò trascinandosi verso il bagno ma un rumore lo bloccò nel mezzo del corridoio.

Voltò lo sguardo fissando il salotto, sentendo ancora quei rumori simili a dei singhiozzi. Si avvicinò piano, capendo sempre di più che quello era un vero e proprio pianto trattenuto da qualcosa, forse un cuscino, e che la persona che stava piangendo era proprio il suo Sungjong.
Una volta resosi conto di questo si precipitò contro il divano notando la figura del suo ragazzo tremare sotto una leggera coperta verde, mentre teneva il volto bloccato contro uno dei piccoli cuscini colorati.

-Jongie... perché piangi?!- chiese preoccupato mettendosi in ginocchio davanti a lui, accarezzandogli i capelli biondi e arruffati.

Il minore alzò lo sguardo arrossato e fissò il proprio ragazzo. Altre lacrime scesero velocemente andando ad inondare il suo viso. Si aggrappò con forza a Yong Guk, facendolo quasi cadere all'indietro, ma fortunatamente il chitarrista aveva un equilibrio perfetto anche dopo una sbronza pesante. 

-Sungjongie... cosa è successo?- domandò di nuovo, sentendo l'altro singhiozzare contro il suo orecchio.

E faceva male sentirlo piangere in quel modo che quasi ebbe paura di sapere la verità.
Non voleva essere la causa del suo dolore, non voleva sentirlo stare male così e si maledisse ancora di più pregando che non fosse colpa sua, che non avesse capito nulla, che nessuno lo avesse capito.

-Devo andare in Cina...- disse singhiozzando, ma cercando di tranquillizzarsi per parlare al suo ragazzo, che subito impallidì al sentire quelle parole.
-Cosa? Quando? Perché?!- disse di colpo mettendogli le mani sulle spalle.
-Mia nonna... non sta bene e i miei genitori mi hanno chiesto di andare da lei perché loro devono lavorare... mi dispiace così tanto Yong Guk... ma io non voglio che mia nonna mi lasci... già la vedo poco... in più c'è la band ora e vi lascio proprio quando ne avete più bisogno... Cosa devo fare Gukkie?! Cosa?!!-

Altre lacrime.
Altri tremiti.
Il minore si portò le mani sul viso mentre Yong Guk rimase un attimo bloccato con i pensieri fissi su un unica cosa: Sungjong doveva andare via.
Portò la destra sul collo dell'altro e lo avvicinò a se facendo scontrare il suo volto con il proprio petto. Lo strinse a sé dandogli dei leggeri baci sulla nuca cercando di tranquillizzarlo, di farlo smettere di piangere, coccolandolo e dondolandolo come si fa con i bambini tristi.
Sungjong in fin dei conti era un bambino dentro di sé. Nonostante la grinta e la forza che era riuscito a tirare fuori in quegli anni, rimaneva lo stesso una persona estremamente fragile.

-Se vuoi verrò con te...- 

Il batterista alzò lo sguardo rimanendo senza parole. Le labbra aperte e screpolate, le lacrime bloccate sulle guance piene, mentre ogni tanto tirava su con il naso.
Yong Guk sorrise portandogli via le lacrime con le dita, dandogli poi un bacio sul naso.
Sembrava proprio un bambino in quel momento e Yong Guk amava i bambini. Li trovava così veri, adorabili, sempre pronti ad ascoltare ed imparare da tutti. 
Parlare con un bambino era liberatorio perché loro, a differenza degli adulti, non hanno peli sulla lingua e, anzi, ti dicono più o meno le cose come stanno, senza girarci poi tanto intorno. 

-No...- farfugliò Sungjong tornando a schiacciare il viso contro il petto dell'altro - tu servi qui... tu devi lavorare o tuo padre si arrabbierà... devi anche suonare con gli altri... io posso farcela ma... ma tu devi dirmi che posso andare...-
-Perché devo darti il permesso? Tu puoi fare quello che vuoi e lo sai! Questa è una cosa importante Jongie e non ti direi mai no... mai. Io non ti direi mai no per niente... anche se tu volessi lasciarmi... non ti direi mai di non farlo perché tu sei la persona più importante della mia vita e ti vorrei solo vedere felice... lo capisci, vero?-

Lo sentì sorridere e stringere le mani sulla sua maglietta nera.
Sapeva che odiava sentirsi dire certe cose, perché Sungjong non voleva pensare ad una loro separazione, mai.

-Devo andare via domani...- continuò il nuovo biondo sospirando di nuovo -Stiamo a casa oggi? E anche domani? Lo so che devi lavorare... ma posso chiamare io Yong Nam e chiederglielo...-

Il chitarrista negò con la testa arruffandogli poi i capelli.

-Ci penso io a Nam... io starò con te e ti porterò anche in aeroporto va bene? Non ti devi preoccupare di nulla...-

Il minore annuì stringendosi ancora di più.
Erano scomodi e il pavimento era freddo sotto di loro ma andava bene lo stesso.
Yong Guk si era appoggiato con la schiena al tavolino dietro di lui e non aveva nessuna intenzione di spostarsi.
Quei due giorni li avrebbe passati con Sungjong, chiuso in casa a farsi solo coccole.
Era giusto così.

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Capitolo 26
*** I ricordi creano il nostro futuro ***



Quella sera era stata una delle più belle che Kibum avesse mai passato in tutta la sua vita.
Era davvero convinto che quella fosse la discoteca migliore che potessero mai aprire a Seoul, soprattutto per il fatto che alla fine anche Jonghyun si era buttato in pista insieme a lui. 
In realtà questo non era successo grazie al locale, ma più che altro per il fatto che Kibum stesso era ubriaco fradicio e quindi una preda perfetta per i mille assetati di maschio "non del tutto maschio" che riempivano la pista. 
Jonghyun lo aveva seguito, nonostante non volesse assolutamente stare in quel caos infernale che gli stava distruggendo le orecchie, ma alla fine non poteva di certo mollare lì il suo ragazzo da solo!
Jinki e Taemin erano troppo presi da loro, come Daehyun e Youngjae, per non parare di Yong Guk e Sungjong, il primo troppo impegnato a farsi perdonare dal secondo per essere sparito nel nulla.
Alla fine si era buttato in pista, proprio mentre Kibum stava per essere attaccato da un ragazzino forse troppo piccolo anche per il suo fidanzato.

-Ehi, giù le mani... proprietà privata...- disse il biondo mettendosi tra Kibum e lo sconosciuto.
-Non ho visto il tuo nome scritto da qualche parte... posso controllare?- urlò l'altro ridendo. 

Probabilmente lo stava sfottendo per la statura, visto che lo superava di un paio di centimetri.
Il vocalist sorrise leggermente passandosi la mano tra la chioma bionda.
Proprio a lui dovevano capitare i diciassettenni che vogliono fare i boss della situazione?

-Se non vuoi che ti spacchi tutti i denti... ti conviene andartene...- ringhiò stringendo poi i pugni.

E avrebbe voluto davvero far paura a quel moccioso, ma non aveva calcolato un Kibum completamente sbronzo alle sua spalle.

-Jonghyunnie... non fare il bambino cattivo!- strillò nelle orecchie del maggiore, buttandosi a peso morto sulle sua spalle, attaccatandosi così come un koala.
-Esatto Jonghyunnie... fai il bravo e vai dalla mamma..- continuò il ragazzino sconosciuto.

Kibum alzò lo sguardo leggermente ofuscato dall'alcool, ma comunque ancora presente per capire almeno in parte quello che stava accadendo.
Fissò il ragazzino davanti a lui, che si faceva vedere dagli amici alle sue spalle. 

-Ehi tu... sei carino... che ne pensi Jonghyunnie... lo portiamo a casa e giochiamo con lui? Lo sai quanto mi piace giocare con i ragazzini...-
Il biondo sorrise, spostando il volto verso il suo fidanzato, che subito andò ad attaccargli le labbra, mordendogliele con troppa foga.
Solo dopo un po' si spostarono sorridendo maliziosamente al giovane, ancora troppo scosso da quella rivelazione e da quel bacio profondo.

-Perché no...- continuò Junghyun leccandosi le labbra -anche io adoro i ragazzini... che ne pensi? Vuoi divertirti? Kibum sa condurre benissimo i giochi...-

Lo sconosciuto, completamente rosso in faccia e con lo sguardo sbarrato dall'ansia, fissò prima Jonghyun e poi Kibum, gridando poi un qualcosa mentre andava via velocemente come "PAZZI PSICOPATICI" seguito da "PERVERTITI".

-Sei proprio uno scemo..- disse Jonghyun contro l'orecchio del minore, voltandosi per poterlo guardare in faccia.
-Anche tu... allora... so condurre bene il gioco?- domandò succhiandogli il lobo dell'orecchio destro.
-Ki... Kibum non qui dai...-

E nonostante i "no",  gli "smettila", i  "piantala",  e i "ti odio" e tante altre parole, Kibum era riuscito a trattenere il suo fidanzato in pista per la bellezza di due ore e mezza, facendolo persino ballare un pochino, anche se, strusciarsi contro il proprio fidanzato non è proprio classificato come ballare, ma per Kibum in quel momento era andato benissimo.

Dopo aver portato a casa un po' tutti, Jonghyun si era fermato davanti alla casa di Kibum, il quale si era addormentato sul sedile di fianco al suo come un bambino.
Il vocalist sorrise, accarezzandogli piano la guancia liscia e leggermente arrossata per il caldo e probabilmente anche l'alcool. 
Gli diede un bacio, sussurrandogli di svegliarsi, ma l'altro emise un grugnito e continuò a dormire indisturbato.

-Sei proprio un rompi scatole... meno male che i tuoi sono via...-

E così Jonghyun dovette parcheggiare meglio la macchina, prendere in braccio un non leggerissimo Kibum, e portarlo fino su in casa. 
Una volta steso sul letto, tentò in qualche modo di svestirlo e metterlo sotto le coperte, ma l'altro lo intrappolò in un abbraccio quasi mortale.
Senza rendersene conto, in meno di un secondo si trovò con la schiena contro il materasso ed il corpo dell'altro tranquillamente seduto sul suo bacino.

-Kibum! Non stavi dormendo!?- chiese esasperato Jonghyun.
-Eh... no?- rispose ridendo muovendo leggermente il corpo in avanti, andando così a fare una leggera pressione sulla parte più sensibile di Jonghyun, che sussultò.
-Ahhh... che fai..? do... domani hai lezione... domani... e anche io...- tentò in qualche modo di spostarsi da quella morsa, ma Kibum non aveva intenzione di lasciarlo andare così presto.
-Sì, ma sai... pensavo... da quanto tempo non facciamo lezione io e te? Anzi... come mai non abbiamo mai fatto lezione TU ed io....?-

Il biondo rimase un secondo interdetto, cercando di comprendere al meglio le parole del barista, ma il peso sul suo povero Jong Junior iniziava a dargli troppo fastidio e non riusciva proprio a capire cosa volesse Kibum in quel momento.

-Forza Jong... arrivaci ti prego... cosa pensi che voglia io? Mi sono dovuto ubriacare per avere il coraggio di dirtelo... ma tu aiutami ti prego...-

E di nuovo il bacino dell'altro andò a scontrarsi con quello del maggiore, che gemette sottovoce, sentendo il membro già sveglio di Kibum sbattere contro il suo, ormai del tutto sveglio.

-Non... Non lo so... cosa vuoi... dimmelo tu perché non capisco...-
-Ma diavolo!- imprecò il minore sospirando, dando un'ennesima spinta al corpo di Jonghyun, che stavoltà si lasciò andare in un gemito molto più forte.
-Io voglio te! Jong voglio te del tutto! Non voglio più essere io ad averti... Sono stanco di fare l'attivo tra noi... ti-voglio...-

Gli occhi del vocalist si spalancarono del tutto.
Kibum smise di muoversi, per lasciare all'altro il tempo di capire per bene le sue parole, di comprendere la sua richiesta.
Ma Jonghyun aveva capito benissimo, solo stava tentando di tergiversare, aggirare il problema facendo il finto tonto.
A volte gli riusciva talmente bene che Kibum si metteva l'animo in pace e non lo esasperava con chissà quali richieste, ma ora non era sicuro che l'altro avrebbe accettato la sua finta "stupidità".
Ora doveva fare sul serio qualcosa per salvarsi da quella situazione.
Ma cosa? 

-Dimmi perché non vuoi... se no me lo prenderò da solo... e sai che ne sono capace...-

Quel sorrisetto strano gli fece battere il cuore fortissimo, mentre tutto il calore andava a bloccarsi proprio lì, in mezzo alle sue gambe, dove il bacino di Kibum sostava senza problemi, senza rendersi conto del pericolo.
-Non voglio e basta...- rispose il maggiore, guadagnandosi un'altra spinta dall'altro e quindi un'altra scossa di piacere misto a dolore per colpa del jeans stretti.

-Ti farò venire nei pantaloni se continui a rispondermi come un bambino... quel ragazzino in discoteca lo avrebbe fatto senza esitare cazzo!-
-CHE COSA?!- gridò Jonghyun con rabbia.

No, non poteva tirare fuori quel ragazzino! Era un moccioso e Kibum non avrebbe dovuto usare certi trucchetti per farlo arrabbiare. 
Ma Jonghyun, a volte, non solo faceva finta di essere stupido, lo era sul serio, ma probabilmente non se ne era mai accorto.
Infatti cadde perfettamente nella trappola del barista, che di colpo si ritrovò lui stesso con le spalle contro il materasso e il corpo muscolo di Jonghyun tra le gambe.

-FINALMENTE!- gridò Kibum agganciando le gambe alla vita dell'altro -Smettila di fare lo scemo... io ti piaccio Jong? Perché se ti piaccio allora vuoi fare anche certe cose... però se non le vuoi fare... vuol dire che non...-

-Non dirlo nemmeno per scherzo! Tu sei fantastico e ti ho sempre voluto... ma è diverso... io non sono come te Kibum...-
-Cosa vuoi dire? Se non me lo spieghi io non posso capire... e ora sono anche ubriaco cazzo quindi aiutami...-

Jonghyun sorrise.
Fare certi discorsi con un Kibum completamente andato era davvero fantastico.
Quegli occhi di solito perfettamente visti ed indagatori, ora erano dolci e stanchi.
Il viso era arrossato proprio sugli zigomi e le labbra piuttosto gonfie.
Era una visione talmente stupenda che anche il suo amico la sotto iniziava a sentirne i benifici.

-Oltre al fatto che potrei farti un male cane perché... perché non so controllarmi... Penso che poi non potrei più farne a meno... preferisco non farlo proprio e non litigare con te...-

Kibum ascoltò il discorso del suo fidanzato tentando di rimanere serio e concentrato, ma alla fine scoppiò in una grossa risata seguito da mille dolori alla pancia per il troppo sforzo.
Jonghyun lo fissò scocciato, cercando di capire per quale ragione quel demente stesse ridendo.

-Se proprio tonto Jong... lo sei davvero!- biascicò Kibum con le lacrime agli occhi -come... come puoi dire certe cose? Come puoi dire che poi andremo a litigare... ma da dove ti esce?-
-Forse perché è già successo?!-

E dopo aver lasciato andare quelle parole si bloccò di colpo.
Non avevano mai parlato di ex e altro e Kibum era praticamente sicuro che Jonghyun non avesse mai avuto nessuno di fisso, solo degli incontri intimi che poi non si erano evoluti.
Ma ora questa uscita del vocalist lo aveva completamente spiazzato. Aveva smesso di ridere e continuava a fissarlo con uno sguardo sbarrato.
Jonghyun iniziò a mordersi le labbra, spostandosi dal corpo del fidanzato per andarsi a sedere sul letto e dargli le spalle.

-Si chiama Baekhyun e ci sono stato insieme più o meno cinque mesi... è successo due anni fa... non facevamo altro che litigare per quello, perché ero ossessivo e... e non ne voglio parlare di lui o di quello che facevo con lui, ok?-

Kibum sospirò leggermente.
Forse l'alcol aveva attutito il colpo di quella rivelazione, quindi non provò nemmeno un po' di rabbia per quel segreto nascosto. 
In fin dei conti Jonghyun non era tenuto a raccontargli proprio nulla, contando che stavano insieme da meno di un mese.
Sospirò di nuovo e gattonò verso il maggiore, andandosi ad aggrappare alle sue spalle, lasciandogli un bacio sulla guancia.

-Lo sai che ti amo?- disse sorridendo -Ti amo così tanto che potrei tranquillamente lasciarti se me lo chiedessi... se mi dicessi che tu amassi un altro... io ti lascerei andare...-

Jonghyun si voltò preoccupato verso Kibum, che gli sorrise di nuovo dandogli un leggero bacio sulle labbra. 

-Non avere paura Jonghyun, tu potrai essere ossessivo quanto vuoi con me... ti ho voluto talmente tanto che non sarà questo a farmi stancare di te... anche perché... beh... quando non ci sei ti penso talmente tanto che mi ritrovo sempre in bagno a fare da solo...-

E così il discorso dolce e perfetto di Kibum andrò a farsi fottere con poche parole.
Jonghyun scoppiò a ridere, abbracciando l'altro fortissimo, tanto da farlo dimenare. Era felice che non se la fosse presa, anche se sicuramente avrebbe dovuto fare i conti con il "Kibum sobrio" del giorno dopo, ma ora non voleva pensarci, andava bene così.

-Quindi... questo vuol dire che faremo sesso?- domandò di nuovo il minore tastandogli con intensità i muscoli delle spalle e della schiena.

Quella schiena perfetta e morbida che aveva sognato mille volte di stringere, strizzare, pizzicare, toccare e leccare.
E quasi tutte queste cose le aveva ormai fatte da un po'.

-Se vuoi..- rispose Jonghyun titubante.

E Kibum impazzì di gioia spostandosi di colpo da quell'abbraccio, correndo per la stanza alla ricerca di non si sa bene chissà cosa.

-Sapevo che avresti accettato alla fine, quindi mi sono organizzato! Non sei poi così poco dotato quindi non vorrei morire... comprendi?-

E così Jonghyun si ritrovò sommerso da lubrificanti e altri strani aggeggi.
Ok, forse ora Kibum stava esagerando, non era mica fuori misura!
Sospirò spostando la roba sul comodino, stringendo poi il polso nel minore, facendolo ricadere sul letto.

-Che ne pensi se facciamo le cose all'antica? Magari teniamo il lubrificante alla fragola... lo sai che le fragole le adoro...- sussurrò all'orecchio destro del minore, mordendogli la pelle sottostante.
-Jong... non so se gli antichi facevano certe cose...- biascicò Kibum inarcando la schiena nel sentire le mani del maggiore toccargli la pelle sotto la maglietta, mentre scendevano verso i pantaloni che indossava, per slacciarli e farli sparire sul pavimento.
-Aaaaw...- miagolò Kibum nel sentire il suo membro tocchicciato dalla bocca dell'altro.
-Ehi... non così in fretta... volevi che prendessi il tuo posto no? Ora dovrai resistere a tutte le mie perversioni...-
-Va... va bene Jong... tutto quello che vuoi...- rispose tremando il minore, sentendo la lingua calda dell'altro toccarlo proprio sulla punta, dove ormai era diventato parecchio sensibile.
-Non avresti dovuto dirlo...-

Lo prese in bocca senza dargli il tempo di capire, sentendolo solo lasciarsi andare a un gemito soffocato da alcune imprecazioni, mentre le destra era corsa ad incastrarsi tra i suoi capelli biondi.
Gli piaceva come Jonghyun lo stava leccando, non ci voleva poi molto per arrivarci.
Gli occhi chiusi, il capo inclinato all'indietro con le labbra dischiuse e rosse, mentre la lingua vagava su di esse e i denti le mordevano ripetutamente, per evitare di lasciarsi andare in gemiti davvero troppo alti.
Jonghyun lappava più e più volte, succhiava e faceva versi perversi, che per Kibum erano solo musica. 
Non sarebbe durato molto se avesse continuato in questo modo, per questo per un attimo smise di leccarlo e iniziò a massaggiargli la base con la mano, per farlo calmare un po'.
Jonghyun era un sadico e Kibum non lo sapeva, ma moriva dalla voglia di scoprire cosa volava farne di lui.
Il maggiore si spostò leggermente mettendosi in ginocchio, portando le mani sulla sua t-shirt, togliendola nel modo più sexy che Kibum avesse mai visto.
I suoi muscoli erano perfetti, gli addominali praticamente scolpiti su quella pelle morbida e Kibum voleva conficcarci le dita, i denti, la lingua.
Ma l'altro non gli diede di certo il tempo di farlo.
Dopo essersi praticamente denudato senza nemmeno farsi aiutare, cosa che Kibum decise di segnarselo perché cacchio, spogliare quel Dio greco era una delle cose che amava fare di più.
Il vocalist decise di tenersi i boxer, tanto per non far morire del tutto il suo fidanzato, che già aveva gli occhi a cuore solo per aver visto i suoi muscoli.
Si avventò su di lui alzandogli le gambe verso il petto, avendo così il suo bellissimo fondoschiena in primo piano.
Kibum avvampò di colpo tentando di tornare nella posizione originale, ma come aveva già compreso da tempo, andare contro a Jonghyun era come andare in contro ad un muro.
Non sarebbe più riuscito a scappare da quella morsa.

-Che c'è? non ti piace così?- domandò sorridendo l'altro, sfiorando con l'indice destro la piccola apertura di Kibum.
-A...aspetta... non... non è una posizione che gradisco...- rispose l'altro rosso in viso.
-E quale preferiresti? A gattoni...?-
-NO!- gridò senza dargli il tempo di continuare.
-Aahaha... allora lasciami fare...-

E detto questo Kibum lo vide andare diretto con il viso proprio contro la sua apertura, e in quel momento pensò davvero di finire all'altro mondo.
Chiuse gli occhi di scatto, stringendo il lenzuolo del letto tra le mani.
La lingua calda di Jonghyun toccò un paio di volte quel punto e Kibum gemette vergognosamente, sentendosi davvero una ragazzina.

-Ti piacerà Kibum... rilassati..- disse l'altro, mordendogli la pelle intorno con delicatezza, in fin dei conti mica voleva fargli male.

Dopo esserci girato in torno per un po' e aver avuto la conferma che Kibum non vedeva l'ora che lo sfiorasse di nuovo, si allineò con la sua entrata e di nuovo spinse la lingua su di essa, sentendo l'altro contorcersi all'istante e gemerese sempre più forte.

-Aaaah!- gridò Kibum sentendo la lingua di Jonghyun avanzare dentro di lui, piano ma comunque con intensità, muovendosi veloce sulla sua pelle sensibile.

Come poteva piacergli così tanto proprio non lo capiva.
Sarà stata la perversione dell'atto a farlo impazzire o davvero solo quella lingua poteva renderlo così eccitato?
Kibum smise di farsi domande appena quel piccolo muscolo smise di dargli piacere e il dito di Jonghyun, quale fosse proprio non sapeva dirlo, iniziò a entrare in lui con lentezza.
Non faceva male, ma di certo era terribilmente fastidioso.

-Non sei vergine, vero tesoro?- domandò il maggiore spingendo a quel punto il dito fino infondo, andando la toccare la prostata con troppa facilità.
-AAAH!- 

Kibum non riuscì nemmeno a rispondere, ma in realtà non ci teneva nemmeno a farlo, quindi si lasciò andare in mille versi e gemiti, sperando che l'altro si dimenticasse in fretta di quel particolare.
Ma così non fu.

-Dimmelo... con chi sei stato? Quanti?- continuò allora Jonghyun, toccando brutalmente quella parte sensibile, sentendo l'altro sciogliersi sempre di più in grida sempre più eccitanti.

Era piacevole sì, Kibum stava impazzendo dal piacere.
Ma dopo un po' il piacere diventava difficile da sopportare, soprattutto quando il suo povero membro giaceva da un lato, duro e doloroso, ma senza nessuno che lo toccasse un pochino.
La sua mano andò verso di esso per darsi un minimo di piacere, ma Jonghyun gliela bloccò di colpo, portandola contro il materasso e bloccandola lì.

-Dimmelo o domani non riuscirai nemmeno ad alzarti-

E così le dita diventarono due.
Kibum si domandò dove cazzo fosse il lubrificante, perché almeno lo avrebbe potuto usare come arma sulla testa del suo ragazzo deficiente.
Ma niente, proprio non riusciva ad individuarlo. 

-AAAH AS...ASPETTA...- tentò di bloccarlo con tutta la sua forza, ma le dita di Jonghyun non smettevano di spingere lì su quel fascio di nervi davvero ormai troppo sensibile, troppo piacevole. 

Di colpo però, Jonghyun smise di farlo impazzire, lasciando uscire fuori entrambe le dita con lentezza, per evirtargli un dolore inutile.
Kibum respirò a pieni polmoni, mentre stringeva ancora le mani sugli avambracci muscolosi del biondo.

-Me lo vuoi dire? O continuiamo con tre... ed è inutile che cerchi il lubrificante... non lo avrai...-

Quelle parole sussurrate fecero andare fuori di testa Kibum, insieme al suo cuore che iniziò a battere fortissimo. E no, non sapeva se era per il piacere che stava crescendo dentro di lui o la paura di provare un dolore lacerante.

-MERDA JONGHYUN!- imprecò sentendo le mani dell'altro stringergli i glutei, mentre alcune dita si avvicinavano pericolose alla sua entrata -DAMMI LA FORZA DI PARLARE ALMENO!- 

E così il biondo si fermò sorridendo, aspettando che l'altro iniziasse un discorso.
Ma non era mica così semplice.
Kibum sospirò tentando di spostarsi indietro. Per fortuna l'altro lo lasciò mettersi comodo, ossia seduto sul materasso, con la schiena contro i vari cuscini.

-E' successo... quattro mesi fa? più o meno ecco...- 
-Con chi...- rispose subito Jonghyun. Le mani già strette in due pugni, la rabbia bloccata in gola. 
-Veniva spesso al locale al pomeriggio e qualche volta anche la sera con degli amici... so solo il suo nome e qualche altra informazione a caso. Siamo stati a letto qualche volta ma nulla di che ecco... se ti interessa ho perso la verginità a sedici anni, Jonghyun, e con un mio compagno di scuola. Finito di essere geloso signor "sono stato fidanzato per cinque mesi e non te l'ho detto"?-

Il vocalist sorrise.
Sorrise talmente tanto che anche Kibum si lasciò andare in una fragorosa risata.
Il maggiore lo tirò per le caviglie facendolo tornare sotto di sé, andando poi a baciargli gli zigomi, il collo, la mascella, la fronte, il naso e poi le labbra.
La parte più bella l'aveva lasciata per ultima, godendosi così la loro morbidezza, il calore, il sapore. 

-Ti amo Kibum... talmente tanto che cancellerei il mio passato per poter dire che sei stato l'unico nella mia vita... nel mio cuore. Ma anche se non posso farlo, per me è già così lo stesso...-

Il minore sospirò andando poi ad abbracciarlo con forza.

-Smettila di essere così sdolcinato Jong... devi continuare una cosa che hai lasciato a metà...-
-E cioè?- chiese l'altro fingendo di non comprendere.
-Le tre dita e un fantomatico lubrificante... a forza di aspettare mi è passata anche la sbronza...-

E così rotolarono nuovamente su quel letto, lasciandosi avvolgere dall'eccitazione e la voglia di esplorarsi nuovamente, ma sotto nuovi aspetti.
Kibum sentì finalmente il piacere di avere Jonghyun dentro di sé. Capì finalmente cosa volesse dire essere riempito dalla persona che più ami, che più vorresti avere tra le tue braccia, nella tua vita.
La lasciò invadere dall'impeto del biondo, sentendo un po' di dolore, ma amandolo ancora di più, soprattutto quando, durante l'orgasmo, l'altro gli morse una spalla. 
Lo amò dall'iniziò alla fine, chiedendosi perché non si fosse gettato prima nelle sue braccia.
Tutto quel tempo perso a fissarlo da lontano, a domandarsi se un giorno, l'altro lo avrebbe guardato in un altro modo.

-Jonghyun ti amo...- sussurrò prima di addormentarsi, l'uno abbracciato all'altro, dopo essersi fatti una doccia calda ed essersi dati altri mille baci.
-Anche io...-

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Capitolo 27
*** Amicizia d'amore puro ***


wow che ritardo assurdo xD ma sono di nuovo qui!!
Allora, vorrei dirvi che ho sistemato tutti i capitoli di questa storia, aggiungendo piccolissime cose, minuscoli dettagli, sistemando gli errori e ripetizioni varie che trovavo in giro. La storia è sempre la stessa, nulla è cambiato quindi non preoccupatevi ^^ non dovete rileggere per forza.
Ho anche cambiato i titoli dei capitoli, perché volevo dare una forma migliore alla storia, e tanto per far capire come il tutto si sta evolvendo.
Vediamo... siamo arrivati ad un punto davvero importante. 
Da qui capirete bene Zelo, quello che pensa e che prova e tutto il resto... e anche qualcosa del suo passato :D
Che altro dire... mmm il 28° è già pronto... ma aspetterò qualche giorno per mandarlo fuori.
Avete saputo delle Ladies' Code?
Per ora preghiamo per loro... per EunB e Rise che non ci sono più, ma sicuramente sono in un posto migliore, e per le altre ragazze, le famiglie, le altre vittime dell'incidente e tutti i fan. 

Seguitemi sulla mia paginetta di facebook^^ anche se in realtà la calcolo poco WAHAHAHAHAH ma fa nulla xD https://www.facebook.com/firstsensibilitymasayumepachirisu/timeline

E poi se vi va di leggere una fiction fantastica con mille personaggi, storie d'amore e un tema fantasy davvero spettacolare, ( e ovviamente slash/yaoi) correte a leggere la storiella della mia beta! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2243250&i=1

**

Stavano in silenzio in quella stanza che ormai conoscevano a memoria da tutti gli anni che ci avevano passato a giocare, studiare, scappare dalle grinfie di Daehyun, prepararsi per una serata o per un uscita con una presunta fidanzata che però a nessuno dei due interessava.
Quella stessa camera che ancora vedeva il vecchio poster di G-Dragon mezzo nudo dietro la porta. Erano passati quanti anni? Tre? Quattro? Zelo ancora non poteva fare a meno di lui e due suoi addominali inesistenti.
Sul soffitto c'erano ancora appiccicate tutte quelle stelline di plastica che, sotto supervisione di Youngjae, Daehyun gli aveva attaccato un pomeriggio, così da evitare di trovarselo nel letto ogni volta che gli fosse venuta la cagarella per il buio. 
La cagarella era passata... o almeno credeva! Non era ancora riuscito a togliere la lucina regalatagli dalla mamma solo l'anno precedente. Senza quella probabilmente sarebbe morto, mangiato da un qualsiasi mostro che sicuramente dormiva sotto il suo letto! 
La camera di Zelo era sempre la stessa stanza quadrata, dalle pareti verdi, la grande finestra proprio di fronte, il letto messo di lato, la scrivania con mille libri ancora non letti, una scaffalatura piena di testi di scuola, ma soprattutto scatole con cambi di corde per chitarre, plettri e ancora custodie, pennarelli vari e cd di G-Dragon, ovviamente, ma anche di Gackt, Miyavi e moltissimi altri artisti giapponesi. Non capiva nulla quando parlavano, ma li amava lo stesso.
Il suo armadio in realtà era il vecchio armadio di Daehyun e sulla destra c'era la porta di colore nero, ma che Zelo aveva ricoperto di poster e disegni di quando era piccolo e no. Non se la sentiva di toglierli come gli aveva ripetuto più volte sua madre, quelli erano i suoi disegni, i suoi tesori di quando ancora non sapeva che cosa fosse la musica, ma semplicemente adorava stare a sentire suo fratello mentre cantava. 

Il letto di Zelo era sempre stato enorme, forse perché era cresciuto tutto d'un colpo e un letto singolo non era proprio comodo per uno della sua statura.
Jongup lo aveva sempre adorato, soprattuto perché lui, essendo più basso dell'amico di almeno una decina di centimetri, si sentiva così piccolo ma così comodo in tutti quei cuscini. 
Tanti cuscini.
Una caterva di cuscini.
Già perché Zelo era fissato con i cuscini.
Ma quello che più amava, era il suo peluche di Tigro, uno dei pochi regali che Daehyun gli aveva fatto per suo sedicesimo compleanno.
Visto che la chitarra ce l'aveva già, insieme a tutto quello che serve per tenerla in vita, il fratello maggiore aveva optato per ciò che Zelo adorava di più: Tigro... si si proprio Tigro, quello di Winnie Pooh, con tanto di pigiamino giallo estraibile e lavabile!

Ora sia Zelo che Jongup erano su quel letto, tra quei cuscini, con Tigro nel mezzo a fargli compagnia, uno strano silenzio intorno a loro.
Non si sentiva Daehyun cantare, o gridare contro la play station, o dire scemenze da innamorato con Youngjae al telefono, o di nuovo gridare contro sua madre che gli diceva di badare a Zelo.
Niente.
Daehyun era in casa, su questo erano entrambi sicuri visto che lo avevano notato mentre controllava dei fogli in camera sua.
Chissà cosa stava combinando?
Di certo nessuno dei due sarebbe andato a controllare. Troppo distratti dal soffitto bianco candido e dalle stelline che si intravedevano ogni tanto.
Ma si sa, dopo un po' il selenzio scoccia, soprattutto tra due studenti delle superiori.

-Allora... ti sei davvero innamorato stavolta?- domandò Jongup, senza distogliere lo sguardo dal muro sopra di loro.
-Mmm... perché me lo chiedi...?-
-Non mi sei ancora saltato addosso... e sono qua ormai da mezz'ora. Potrei dire che è il tuo record mio caro Junhong-
-Ahahah... non chiamarmi così... e poi che centra, è passato tanto tempo...-
-Un mese è tanto tempo?-

Zelo alzò le spalle sbuffando dal naso, tanto per dire "chissene importa" ma allo stesso tempo maledire se stesso per non ricordarsi mai un cavolo di niente.
Era passato davvero solo un mese? 
Possibile?
E si.
Era passato davvero un mese dall'ultima volta che lui e Jongup, il suo migliore amico di sempre, si erano dati alla pazza gioia proprio in una giornata come quella, noiosa e calma, mentre fissava il soffito per cercare quelle stelline.
Ma visto che erano al buio era stato sicuramente più facile individuarle.
Una a una le contavano e, una volta arrivati alla fine, magicamente Zelo si voltava e si posava sul bacino di Jongup, già pronto e sorridente, mentre un bacio accompagnava quella che sembrava essere la voce di Daehyun, perso a provare qualche pezzo per la band.
Era la prima volta che si baciavano?
No.
Era la seconda?
Ma cosa!
Era la terza?
Sali sali.
Nemmeno loro sapevano da quanto tempo quei baci infuocavano le loro giornate "noiose", ma una cosa era certa, avevano 14 anni quanto Daehyun li beccò sul più bello.
E che bello!
Stavano per farlo, sul serio, proprio in quel modo che tutti conoscono e che loro ancora non avevano provato.
Erano entrambi sul punto di buttarsi, di lasciarsi andare al famigerato sesso, quella che in qualche modo gli avrebbe fatto toccare il cielo con un dito ma...
Daehyun era entrato in camera e aveva messo fine alla festa prima che iniziasse.
Sconsolati avevano dovuto attendere il momento migliore per riprovarci, ma quando quel momento arrivò tutto fu molto diverso tra loro.
Niente cambiò ovviamente, solo che il loro rapporto andò a rafforzarsi talmente tanto che ormai uno sapeva tutto dell'altro e viceversa. 
Non avevano bisogno di spiegarsi le cose perché bastava veramente poco per far si che si capissero all'istante.
Questo accadeva anche prima, ma con quel salto nel vuoto aveva messo ancora più forza alla loro amicizia.
Ad un certo punto Zelo pensò seriamente di essersi preso una cotta per Jongup, ma si rese conto di aver sbagliato alla grande quando Yong Guk era entrato nel suo campo visivo, proprio un mese prima.

-Quindi ti piace?-

Eccoli di nuovo lì, in quella stanza, un mese dopo, senza Daehyun che cantava dall'altra parte, forse per tenerli d'occhio non si sa mai in fondo.

-Sì...- rispose semplicemente il più alto, voltando lo sguardo verso il moro che fece lo stesso.
Il sorriso di Jongup era sempre stato strano, ma anche travolgente e dolce, tanto dolce da far sciogliere persino Daehyun e il suo cuore di pietra. 
-Lo sapevo...- 
-E perché me lo hai chiesto quindi?-
Un'alzata di spalle e di nuovo a fissare il soffitto. Jongup era più strano del solito ultimamente.
-Per capire fino a che punto vuoi farti del male...-
Il sorriso era sparito, come la dolcezza di quel momento. Jongup era tornato serio, troppo per il suo sguardo da bambino, troppo per i loro discorsi senza capo ne coda. Troppo e basta.
-Non ti capisco...-
-Ah no... Zelo... Yong Guk è fidanzato da un sacco di tempo con quel Sungjong... che scusa, ma è un bel pezzo di ragazzo. Ti voglio bene e tu lo sai... da morire... ma... anche se sta avendo una sbandata per te, non vuol dire che continuerà per sempre... hai visto che non ti sta più chiamando? Capisci cosa voglio dire...-

Zelo lo capiva eccome, non era mica scemo.
Ma cosa poteva farci?
Si era innamorato di Yong Guk a prima vista senza nemmeno passare dal via o prendere un biglietto per innamorandia. 
Non avrebbe mai pensato che potesse succedere, a lui che manco sapeva cosa fosse l'amore.
Non sapeva nemmeno se era davvero innamorato o meno, lo deduceva solo dalle fitte al cuore quando vedeva Sungjong con Youg Guk, dalle farfalle nello stomaco quando l'altro gli sorrideva o semplicemente lo fissava, per non parlare della tremarella, il sudore alle mani, i sorrisini da ebete, il non riuscire a dire tre parole senza sembrare un demente patentato da paperino.

Tutto questo aveva portato Zelo a dire "sì lo amo, cazzo... o almeno credo".
Aveva portato Zelo a non rendersi conto del casino in cui si era cacciato, troppo felice di aver assaggiato le labbra di quella statua greca... coreana anzi!

-Hai perfettamente ragione... ma credo di essermi preso una cotta colossale e non voglio perdermi nulla... anche se ci starò male...-
-Daehyun non te lo permetterà...-
-Daehyun non ne ha nemmeno idea quindi... si metterà il cuore in pace e bom...-

Jongup non rispose, anche se avrebbe voluto dirgli un sacco di cose che ormai non avevano più senso.
Zelo era innamorato di Yong Guk e lui non poteva evitarlo, come del resto nessun altro. 
Quello era uno dei difetti di Zelo, quando si metteva in testa una cosa non potevi toglierla fino a che non arrivava alla fine.

-Senti... ma come diavolo farai a nascondere la tua natura da perfetta sasaeng innamorata pazza e perfino isterica? Dai cavolo prima o poi ti lascerai sfuggire qualcosa...-

Zelo scoppiò a ridere mettendosi su un fianco, seguito a ruota da Jongup ed il suo nuovo sorriso.
Finalmente aveva smesso di fare il serio.

-Vedi con Yong Guk non riesco ad essere... un pazzo isterico... Non sono una ragazza stupido!- aggiungere una manata sulla testa di Jongup e un urletto  -Solo... non so come faccio... mi sono reso conto che con lui divento un'altra persona. Non so spiegartelo... è come se indossassi una maschera. Divento qualcuno che manco io conosco... dico o faccio cose che non comprendo... è come se sapessi che Yong Guk è più grande di me e quindi nascondessi la mia vera natura da bambino... è un male, Uppie?-

Il minore annuì.

Certo che era un male. A poco a poco Zelo si sarebbe dovuto mettere a fare i conti con quella maschera e non sarebbe stato di certo facile.

-Cosa succederà quando perderai la faccia... ora la storia del tradimento e delle toccatine nel bagno ti piace... ma poi? Quando arriverete a fare altro e lui poi tornerà da Sungjong?-
-Poi tornerà anche da me... è un circolo vizioso...-
-E vuoi vivere così?-
-Jongup cerca di capire... per ora sì... è come se... se tu incontrassi G-Dragon e ti dicesse "ok dai facciamolo... poi io tornerò ad essere GD e tu Jongup..." cazzo non ti butteresti fra le sue braccia?-
-Dio sì...-

Zelo annuì fissando a quel punto il poster sulla sua porta.
Che fosse lodato il giornale in cui lo aveva beccato.

-Ecco io mi sento così... mi sento così felice che... anche se Yong Guk non dovesse più volermi... andrebbe bene lo stesso. Non voglio fargli del male e so che sono solo uno sbaglio per lui... Non avrei nemmeno mai pensato che potesse arrivare a tanto con me... insomma! Lui è un bravo ragazzo, lo dicono tutti! Ma... se lo ha fatto deve esserci un motivo e io voglio scoprirlo... ci sarai quando avrò bisogno di una spalla su cui piangere?-

Jongup annuì e di colpo senza dire altro si buttò sopra il bacino di Zelo, abbracciandolo con forza.

-Anche se non facciamo più certe cose... rimani comunque la mia metà Zelo...-
-Mmm... forse avrei dovuto innamorarmi di te Jongup... sei smielato come una donna-
-Non dire cazzate!- gridò il più basso pizzicandogli i fianchi
-Stronzo! NOOO!-
-CHE STATE FACENDO??!?!- gridò Daehyun dall'altra parte.
-Giochiamo a chi si toglie più vestiti in meno di dieci secondi!!- urlò Zelo di rimando.
-ZELO APRI LA PORTA!-

Le risate ormai erano udibili per tutta la casa, quasi avevano le lacrime per lo sforzo.
Si ritrovarono di nuovo a fissare il soffitto. Ogni tanto un brivido di ridarola li prendeva di nuovo, ma poi riuscivano a ricomporsi.
Quel soffitto era noioso e ormai lo conoscevano a memoria, ma bastava che fossero insieme per stare comunque bene. 

-Comunque... sul serio... io e la mia spalla ci saremo sempre...-

Ed era davvero tutto perfetto.
 

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Capitolo 28
*** Caduta libera ***


Omoooo sono già qui!!!
Si, visto che vi ho fatto aspettare i mesi prima di vedere il 27° capitolo, ho deciso di postare subito il 28° visto che ieri ho avuto un'illuminazione Divina e ho scritto di botto tutto il pezzo che mi mancava xD
Non voglio spoilerarvi nulla, ma ovviamente avrete capito che no, Zelo non finirà con Jongup e naturalmente, Yong Guk farà qualche disastro xD
Siamo alla resa dei conti (veramente no) e questo capitolo è uno dei più lunghi di tutta la fic... 24 kb di file xDDD il più grande è di 28 indi per cui è al secondo posto.
Mi sono messa d'impegno e ho tentato di descrivere quello che sentivo nel modo migliore... anche se non è venuto proprio come me lo immaginavo.
La mia beta dice il contrario (l'ho fatta piangere whahah) ma spero davvero di aver centrato il punto e che tutti voi comprendiate al meglio.
Vi ricordo che ho sistemato tutti i capitoli, gli errori, e i titoli, ma la storia è sempre la stessa.

Vi lascio il link della mia paginetta face https://www.facebook.com/firstsensibilitymasayumepachirisu
e vi ricordo la fic della mia beta, piena di gente e di temi fantasy stupendi! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2223777&i=1
fateci un salto.

Grazie a tutti per i commenti, per coloro che leggono di nascosto, per chis i ricorda di me e di questa fic (che ormai è diventata una vera sfida pure per me stessa).
Mi piacerebbe sapere qual'è il vostro personaggio preferito e quale invece non sopportate per niente.

Dal prossimo capitolo poi, ci saranno quattro new entry! In realtà nel prossimo solo due, ma poi nei capitoli successivi arriveranno gli ultimi due rimanenti.

Grazie ancora a tutti!
 

**

Sungjong era partito ormai da quattro giorni e anche l'ennesima serata dei Bad Man al Dream Girl era terminata con un gran successo.
Le persone erano diminuite da qualche settimana, ma la folla all'interno del locale era sempre presente, probabilmente anche per lo stop preso dagli Humanoids a causa della partenza del batterista.
Non avevano mai saltato una serata al Dream Girl, ma di certo non avrebbero potuto suonare senza Sungjong e, nonostante Hoya si fosse proposto per imparare le varie canzoni alla batteria in poco tempo, Yong Guk aveva rifiutato all'offerta, visto che, giusto due giorni dopo sarebbe toccato a loro suonare e non voleva di certo far stancare Hoya più del dovuto.

-Per la prossima settimana, se Sungjong non sarà tornato, suonerò io con voi... conosco tutte le vostre canzoni e tenere il ritmo non sarà difficile, dovrete accontentarvi del minimo che so fare, Sungjong è molto più bravo di me...- 

Yong Guk sorrise dandogli un paio di pacche sulla spalla, ringraziandolo poi più volte. Ormai era inutile negare o dire che non sarebbe servito, in realtà a loro serviva l'aiuto di Hoya.
Sungjong probabilmente non sarebbe tornato nemmeno la prossima settimana e a Yong Guk iniziava a mancare terribilmente.
Era così abituato ad averlo vicino, che solo ora si rendeva conto di quanto quel ragazzino gli riempiva le giornate ed il cuore.
Non sentirlo al mattino arrabbiarsi contro la sveglia. Non udire la sua voce arrivare ovattata dal bagno, mentre si faceva la doccia. Non vedere più la sua tazza azzurra nel lavandino al mattino e anche alla sera, perché il latte caldo con il miele prima di andare a dormire era un toccasana per il riposo. Nessun vestito in giro per la stanza, nessun peluche gigantesco nel letto a rompere le scatole, nessun pigiama felpato sotto il cuscino... ma soprattutto, nessun corpo caldo che la notte si avvicinasse, lo abbracciasse e lo baciasse.
Nessuna buona notte e nessun buon giorno, anche se via messaggio queste frasi non mancano mai, ma non era lo stesso e Yong Guk lo sapeva, anzi, lo aveva capito solo adesso e si sentiva uno stupido.

Bevve un sorso della sua chiara e di colpo gli venne voglia di andare a fumarsi una sigaretta.
Si alzò in piedi controllando se il pacchetto fosse ancora nella tasca dei suoi jeans e dopo aver avvisato gli amici al tavolo, si avviò fuori dal locale, dove alcuni ragazzi erano ancora ammassati a parlare e ridere tra loro.
Non fumava molto, ma a volte gli capitava di sentirne il bisogno. Forse la mancanza di Sungjong gli stava facendo davvero male.

-Sbaglio o abbiamo già vissuto tutto questo?-  disse una voce alla sua sinistra, poco lontano da dove si era appoggiato per fumare.

Zelo se ne stava lì, con una sigaretta in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
Da quella famosa serata in discoteca non si erano più visti né sentiti e Yong Guk non si era preoccupato molto di quel ragazzino fino a quel momento. Ora che se l'era ritrovato di fianco, la mancanza di Sungjong era magicamente scomparsa, mentre una strana voglia di parlare con Zelo era altrettanto magicamente arrivata.

-Scusami...- disse Yong Guk aspirando dalla sua sigaretta.
-E di cosa?- chiese l'altro sorridendo, puntando i suoi occhi contro quelli di Yong Guk, un po' preoccupato da quello strano comportamento.
-Beh... non ti ho scritto...-
-Nemmeno io... poi ho saputo di Sungjong quindi non mi andava di darti fastidio... Capisco la situazione hyung, non devi preoccuparti di nulla... e poi io non prentendo niente, devi ricordartelo questo...-

Quelle parole gli fecero male e sapeva anche il perché.
Zelo non voleva nulla e aveva avuto il buon senso di dirglielo in faccia, anche se qualcosa gli diceva che non erano poi così vere quelle parole.
Lui invece? Che aveva fatto? Da bravo ragazzo di ventidue anni si era messo a tradire il suo fidanzato per poi nascondere la cosa a se stesso... come se non fosse mai successo nulla.
Ma qualcosa era successa e ora come ora, che vedeva Zelo lì con lo sguardo serio, gli occhi da bambino fin troppo cresciuto, quella mascella perfetta che leggermente si muoveva per dare spazio a quella maledetta sigaretta che veloce si appoggiava sulle sue labbra, dalle quali poi partiva quel fumo che in qualche modo avrebbe voluto sentire, provare, rubare, baciare... - ma si può baciare il fumo? Certo che no è ovvio... ma infatti non era quello che Yong Guk voleva baciare - alla fine... ora che se lo ritrovava lì davanti, tutto quello che aveva pensato fino a quel punto, la tristezza per la distanza di Sungjong, la mancanza del fidanzato e di tutto quello che facevano insieme... tutto questo aveva fatto "puff" e sembrava non interessargli più molto. 

-Ti va di fare un giro?- chiese a quel punto il maggiore. 

Zelo sorrise, facendo un ultimo tiro dalla sigaretta, buttandola poi a terra vicino al muro, già pieno di mozziconi. 

-Perché no...- rispose sorridendo, facendogli un po' di spazio per iniziare poi a camminare verso la strada che conduceva fuori dalla via del Dream Girl. 

L'uno vicino all'altro, con le mani in tasca per ripararsi dal freddo pungente di novembre.
Non sapevano che dire, ma alla fine anche il silenzio pareva andare bene. Camminvano tranquilli, arrivando così ad un incrocio dove, senza nemmeno rendersene conto, presero entrambi a destra, avvicinandosi sempre più pericolosamente alla macchina di Yong Guk. 
Zelo tirò fuori dalla tasca il suo telefono, tentando con difficoltà di mandare un messaggio di poche parole. Infatti dopo nemmeno qualche secondo, lo rimise in tasca del giubbotto, nascondendo le mani al caldo. 

-Dovresti avvisare anche tu...- disse poi il minore, dopo che Yong Guk si fermò davanti alla sua auto. 
-Tieni..- disse l'altro dandogli il telefono in mano.

Questo prese a fissare l'i-phone del maggiore, tremando impercettibilmente per averlo lì con sé, come se fosse la cosa più normale del mondo.

-Scrivi a Jonghyun e digli che torno a casa e se per favore possono lasciarmi da solo...- continuò l'altro entrando in macchina.
-Hyung... non credi che sia eccessivo?- rispose Zelo chiudendo la portiera, mettendosi subito dopo la cintura.

Yong Guk sorrise scompigliandogli i capelli.

-No... capirà quello che c'è da capire, non preoccuparti-

Zelo annuì e scrisse il messaggio come se lui fosse Yong Guk. Non aggiunse nulla, nemmeno una faccina e inviò dopo aver letto ad alta voce quello che aveva digitato.
Non tardò una risposta da Jonghyun e il maggiore gli disse di leggerla.
Zelo riaccese così il telefono, che intanto si era messo in stand by, e passò oltre alla cartella di messaggi con il nome di "Sungjongie <3", sicuramente rinominata dal biondo così.

-Dice: ok... io tanto vado da Key e Taemin è da Jinki... se hai bisogno chiama... ci si vede domani pomeriggio-
-Bene... ma tu cos'hai scritto a tuo fratello... sbaglio o sei minorenne?-

Zelo sghignazzò tenendo stretto il telefono del maggiore dopo averlo bloccato.

-Che è arrivato  Jongup e uscivo con lui... Jongup gli starà sicuramente scrivendo qualcosa di simile per fargli credere che sia la verità... tutto a posto...-

Yong Guk annuì.
Tutto a posto.
In realtà non c'era nulla di a posto visto quello che si stavano accingendo a fare.
Sapeva che era una pessima idea, che no, non poteva farlo... ma ormai era difficile tornare indietro, dire: "no non posso".
Zelo era qualcosa che gli stava mandando in pappa il cervello e non riusciva a evitarlo, a dire basta.
Sungjong era importante per lui, su questo ne era assolutamente certo, eppure stava portando a casa Zelo.

-Sei sicuro di quello che fai?- chiese a quel punto il minore.

E forse lui aveva un po' cervello per rendersi conto che sì, era una pessima idea.

-Sì...-
-E ti va bene?-
-Sì...-
-Stai mentendo...-
-Lo so... ma non riesco a evitarlo...-

Zelo sospirò.

-Io non ti sto chiedendo nulla Yong Guk... ma... ma tu mi piaci e non posso fare finta di nulla...-
-Lo so...-
-Allora se lo sai dovresti riportarmi al locale... non a casa tua...-

Yong Guk annuì, ma invece che uscire dall'auto, accese il motere e mise la prima, uscendo così dal parcheggio.

-Vuoi davvero che ti riporto al Dream Girl?-

E a quel punto Zelo fissò la strada, la macchina, Yong Guk e il suo sguardo perso fisso sul traffico che si era creato di colpo intorno a loro.
Il buio sfuocato dalla luce dei lampioni, le persone che si accingevano a tornare a casa, i negozi ancora aperti.

-No... non voglio...-

E questo Yong Guk lo sapeva già.

-Bene...-

In meno tempo di quello che si aspettavano, si ritrovarono in casa Humanoids. 
Era carina, accogliente, arredata in modo semplice, da ragazzo insomma. Non pareva esserci un tocco femminile in giro, infatti all'entrata giacevano scarpe spaiate e un sacco di ciabatte buttate alla rinfusa. Un attaccapanni sulla destra era pieno di roba appesa, anche magliette e pantaloni, che in teoria nell'ingresso non dovrebbero esserci, mentre il mobiletto sulla sinistra era invaso di chiavi. 
Il piccolo salottino era costituito da due divani uno davanti all'altro, divisi al centro da un tavolino basso, consumato. Sopra i divani c'erano un sacco di cuscini e dalla stanza arrivava un prufumo di sigarette misto a qualche colonia da uomo, Zelo non avrebbe saputo dire a chi appartenesse quell'odore. Due finistre sulla destra erano chiuse dalle tapparelle e sotto di esse c'erano una televisione, delle lettere, dei CD, chitarre varie, altre scarpe e qualche libro accatastato. Sulla stessa parete della porta d'ingresso, invece, si ergeva una libreria componibile - montata un po' male  ma comunque stabile - su cui erano sistemati un sacco di libri, alcuni testi di scuola, qualcuno di musica, vari premi sportivi e musicali poi qualche fotografia del gruppo e di famiglia, ma poche. 
La cucina era poco distante, proprio davanti a loro oltre i divani, ma Zelo non la vide molto bene, visto che non accesero nemmeno una luce lungo il percorso.
Il minore seguì Yong Guk fissando la sua sagoma che s'intravedeva dal buio della stanza illuminta dai lampioni della strada - nonostante fossero al quarto piano - fino a che non si avviarono verso un corridoio sulla sinistra della sala, che portava a quattro camere diverse.
La prima proprio davanti a loro, che si poteva notare anche se si stava seduti sul divano, era proprio quella che Yong Guk andò ad aprire, accendendo insieme anche la luce.
Zelo ringraziò di quel gesto, visto che il buio iniziava a renderlo nervoso, ma stava tentando di mantenere la calma per non sembrare più ragazzino di quanto già non fosse.
No.
Anche se aveva sedici anni non poteva dire di aver paura del buio. Era davvero troppo!
Quella camera era così semplice e così poco ordinata che rispecchiava perfettamente Yong Guk e Sungjong. 
In realtà Zelo tentò in tutti i modi di non pensare al fidanzato del chitarrista in quel momento.

Yong Guk d'altro canto, sapeva bene che non avrebbe mai dovuto fare quel passo, aprire quella camera, camminare in quella casa... non con il minore alle spalle almeno.
Ma non era proprio riuscito ad evitarlo.
Quella camera era da sempre stata la loro camera dove prima i due letti, che ora componevano quello matrimoniale, erano leggermente spostati e divisi da un comodino basso, inoltre prima le loro cose erano ben divise, mentre ora non si capiva dove iniziava la parte di uno e dove quella dell'altro.
Federe coordinate, coperte scelte insieme in quel negozietto che svuotava tutto e dove avevano trovato la trapunta con sopra stampato Tigro, che Sungjong aveva accettato di compraare senza esitazione solo perché Yong Guk lo adorava.
L'armadio era diventato una vera miniera d'oro di vestiti, dove ormai era difficile comprendere di chi fosse una mutanda piuttosto che una camicia, ma per fortuna i due proprietari di tutti quegli indumenti parevano non notare il casino e, come se avessero avuto una calamita speciale alle mani, recuperavano sempre quello che stavano cercando, oppure se lo rubavano a vicenda. 
Quella era la stanza di Sungjong e Yong Guk, diventata off-limits per Jonghyun e Taemin, ma anche per qualsiasi altro ospite compreso Kibum, anche se quest'ultimo ci entrava spesso e volentieri senza preoccuparsi più di tanto delle regole.

Peccato che lo stesso Yong Guk avesse ben pensato di buttare nel cesso tutte queste cose, facendo mettere il piede in casa proprio a Zelo, l'unica paura di Sungjong, l'unico vero problema di Yong Guk e l'unico vero tradimento che il maggiore avrebbe dovuto evitare sin dal principio. 
Aveva chiuso quella porta dopo che il minore era entrato girando anche la chiave, tanto per essere sicuro che nessuno entrasse, nemmeno i suoi sensi di colpa. 
Neppure si rese conto di come entrambi si ritrovarono su quel letto, tra quelle coperte di Tigro, sopra quei cuscini morbidi che sapevano di Yong Guk e Sungjong.
Ma Zelo evitò di respirare appena le labbra del maggiore raggiunsero le sue, appena quelle mani che ormai bramava da troppo tempo lo toccarono di nuovo ma stavolta in modo più famelico, più furbo, più audace.
Ora erano solo loro in una stanza, nella sua stanza. Quella stanza che avrebbe sempre voluto vedere e in cui avrebbe passato volentieri la notte.
Quella stanza che ora era intorno a lui e gli faceva da contorno, mentre Yong Guk gettava a terra i giubbotti e tirava tessuti che l'altro nemmeno immaginava di avere.
Zelo si trovò così senza maglietta, con la lingua dell'altro attaccata al petto, mentre le mani litigavano con la cintura dei suoi pantaloni.
Decise di agire perché odiava stare sotto e odiava essere visto come il piccolo della situazione.
Con uno scatto fu sopra al maggiore, che spalancò gli occhi, ma sorrise divertito mettendo le mani su quei fianchi stretti e morbidi. 
La mani di Zelo corsero sulla maglia di Yong Guk, la sfilò piano godendosi di quel momento, perché probabilmente non lo avrebbe più potuto rivivere, se non nei suoi sogni.
Si tatuò nel cervello il corpo mascolino dell'altro, che sembrava possente ma in realtà era anche troppo magro. 
Si avvinghiarono di nuovo, ma stavolta il bacio fu più profondo e intenso, comandato dal minore che premeva la sua lingua nella bocca del maggiore, quest'ultimo felice di quel cambiamento di ruoli che gli fece scaldare il cuore e anche qualcos'altro dentro i pantaloni.
Zelo si ritrovò così a muoversi proprio su quel muscolo, sentendo l'altro grugnire tra le sue labbra per il piacere e il fastidio.
Si abbassò lentamente, tirando giù la cerniera dei jeans e slacciando il bottone che teneva chiuso tutto, togliendogli poi via il tutto e facendolo cadere a terra.
Yong Guk era completamente nudo davanti a lui.
Non gli aveva lasciato nemmeno i boxer addosso, tanto sarebbero stati del tutto inutili in quel momento.
Yong Guk gemette subito perché il minore non gli diede il tempo di comprendere a fondo le sue idee.
La bocca di quel ragazzino gli fece ribollire il sangue, mentre il suo cervello perdeva ogni cognizione di tempo e spazio.
Non erano in camera sua e di Sungjong, non erano su quel letto, tra quelle coperte, non stava tradendo nessuno, non stava sbagliando.
No.
Lui era con Zelo, con la sua metà della mela.
Quella metà vera che il suo cervello gli stava mettendo davanti da un po' tempo.
Una metà perfetta, diversa ma unica, piena di difetti e pregi, che il suo cuore non riusciva a mandare via, che il suo cervello non riusciva a detestare, che il suo corpo non riusciva ad evitare.
Una metà speciale, una metà fantastica, che Sungjong non sarebbe mai riuscito a diventare, nemmeno dopo dieci o vent'anni.
Ed era triste.
Era terribilmente triste che pensasse questo.
Non voleva pensarlo perché sapeva di amare Sungjong.
Lo amava.
Davvero.
Ma il piacere che Zelo gli stava dando era troppo e in un attimo tutto andò in fumo.
Tutta la sua vita era solo un inutile castello di carte distrutto da un ragazzino fuori dalle righe, con i capelli fucsia e lo sguardo da bambola.
Perché?
Gridò forte appena l'altro succhio in punta, mordicchiandolo piano.
Gridò di nuovo quando affondò nuovamente la bocca portando il suo membro fino in fondo alla gola.
E venne violentemente appena l'altro si spostò, lasciando andare un altro gemito roco e profondo.
Zelo gemette di rimando e Yong Guk sentì un liquido caldo colargli sulle gambe.
Si era masturbato anche lui.

I loro sguardi si incrociarono.
Entrambi con il fiato corto, le guance rosse e gli occhi liquidi per il piacere appena provato.
La mano destra di Yong Guk finì sul collo di Zelo, tirandolo verso di sé, facendo scontrare così le loro labbra arrossate e gonfie per i troppi baci.
Il piacere li riprese nuovamente e i ruoli tra loro cambiarono, così che Zelo si ritrovò tra quelle coperte. 
E Dio se ci stava dannatamente bene tra tutti quei Tigro stampati in mille pose diverse. Accaldato ed eccitato, lo fissava con trepidazione, aspettando che l'altro lo toccasse nuovamente e lo facesse sentire vivo.
Yong Guk si abbassò, notando che l'altro ormai non indossava più né pantaloni né intimo.
Sorrise notandolo già più duro, segno che mancava poco per ricaricarsi, mentre lui era già pronto all'azione.
Gli aprì le gambe, baciandogli l'interno delle cosce, sentendolo così tremare tra le sue mani.
Zelo si coprì il viso con il braccio destro mordendosi le labbra, sentendo la lingua dell'altro avvicinarsi là dove nessuno era mai arrivato.
Sospirò rumorosamente, gemendo troppo a suo parere, mentre Yong Guk sorrise e lo morse più forte sulla coscia, sentendolo gemere più forte e con tono decisamente alto rispetto alla sua voce.

-Hyung... ti... ti prego...-

E bastò davvero solo quello per mandare in brodo di giuggole Yong Guk, che si spostò verso un comodino, aprì uno dei due cassetti e ne estrasse una bottiglietta e una scatola.
Un liquido freddo e olioso cadde sulla sua pelle e Zelo trattenne il respiro nel sentire le mani del maggiore sulla sua apertura e, leggere e calme, muovevano quel liquido piano, fino a che un dito iniziò ad entrare dentro di lui.
Non fece male.
Non fece nemmeno bene, ma a Zelo non importava più di nulla.
Non si rendeva conto di nient'altro, solo della mano del maggiore che piano piano inseriva un altro dito fino a quel punto, quel fascio di nervi, che gli fece inarcare la schiena.
E Yong Guk iniziò ad insistere su quel punto, pompandogli il membro con l'altra mano libera, mormorandogli frasi oscene che l'altro memorizzò nel suo cervello, così da porterci fare un sacco di sogni perversi sopra.
Gridò più volte il nome del maggiore, chiedendogli di più, pregandolo di farlo impazzire.
Yong Guk rise, spingendo ulteriormente, beandosi di tutti quei gemiti che lo stavano mandando all'altro mondo.
Era troppo.
Non poteva più resistere.
Si fermò con lentezza, dando all'altro il tempo di abituarsi alla cosa, togliendo le dita piano.
Aprì un preservativo e lo indosso di colpo, cospargendosi poi di liquido per evitare di fare fatica.
Si avvicinò di nuovo al corpo di Zelo, sudato e provato da poco prima.

-Ci siamo...- disse Yong Guk prima di entrare in lui -Vado?- domandò poi.

E Zelo lo mandò a cagare più di una volta, gridandogli di muoversi.
Il maggiore sorrise e con una spinta lenta ma decisa, entrò in lui fino alla fine, senza fermarsi.
Andò piano sì, ma Zelo percepì comunque il dolore espandersi per la pelle, il corpo, fino al cervello.
Le mani tremavano, il cuore batteva forte, gli occhi pizzicavano e la gola pregava di poter urlare tutto quello che si stava trattenendo dentro.
Due lacrime uscirono dai suoi occhi.
Per il dolore, per il piacere, per la fortuna che stava avendo, per il momento e sì, anche perché non sarebbe capitato una seconda volta.
Costrise se stesso ad aprire quei stramaledetti occhi.
Obbligò se stesso a fissare quel ragazzo che tanto amava.
Perché sì, Zelo si era innamorato di Yong Guk e non poteva più mentire.
Se erano arrivati fino a lì, era per amore.
Ma Yong Guk non lo amava.
Non lo avrebbe mai fatto.

-Tutto bene?- domandò l'altro accarezzandogli una guancia.

Zelo annuì respirando piano.
Sì andava bene.
Lo sapeva che sarebbe andato tutto bene.

-Ti prego continua...-

E Yong Guk non se lo fece ripetere una seconda volta.
Tirò su la gamba destra del minore, portandosela sulla spalla, iniziando così a spingere dentro quel corpo da ragazzo adulto, che in realtà non era.
Spinse piano, perché sapeva di avergli fatto male. 
Spinse lentamente ma fino in fondo, beandosi di un piacere che mai, mai e poi mai aveva provato.
E Yong Guk aveva provato altri piaceri oltre Sungjong, ma naturalmente non avrebbe mai pensato che Junhong, un ragazzino di sedici anni, potesse fargli dimenticare anche l'amore della sua vita. L'unico che lo avesse mai apprezzato per quello che era e non per quello che la gente vedeva.

"Perdonami

Ed era un vero stronzo a pensare a lui, proprio in quel momento, mentre faceva sesso con Zelo.
Non era giusto nei confronti di quel ragazzino.
Non era giusto per Sungjong.
Gemette sentendo l'altro gridare.
Aveva toccato il punto giusto.
Aveva fatto centro nel suo corpo.
Insistette senza dargli tregua, iniziando a spingere con più forza, vedendolo contorcersi, sentendo quelle mani su di lui, sulle sue braccia, spalle, le unghie nella sua carne che lasciavano mezze lune bianche. 
Zelo stava impazzendo.

-HYUNG!- gridò per l'ultima volta, prima di venire con un getto forte.

Yong Guk lo seguì a ruota, sciogliendosi nel preservativo, lasciando che l'orgasmo lo travolgesse del tutto.

Si accasciò sul corpo del minore, che lo abbracciò lentamente, respirando a pieni polmoni il profumo dell'altro. 
Non voleva che terminasse tutto così.
Non voleva andarsene ora che era tutto finito.

-Ti è piaciuto?- domandò Yong Guk uscendo piano da lui.
-Non so descriverti quanto mi è piaciuto hyung... e a te?-

E quella domanda era ovvia e semplice.

-Mi è piaciuto talmente tanto... che lo rifarei all'istante...- rispose il maggiore senza pensarci.

E Zelo sorrise.
Sorrise e lasciò che un paio di lacrime scappassero via mentre l'altro si metteva in piedi e gli mostrava una mano.

-Andiamo a lavarci?- domandò con dolcezza.

E Zelo capì.
Non lo avrebbe mandato via.
Non lo avrebbe abbandonato.
Avevano fatto un salto troppo grande e ora nessuno dei due poteva più vivere da solo.
Avevano appena messo la firma sulla loro condanna a morte.

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Capitolo 29
*** La paura di fare errori ***



-Buon giorno!!!- gridò Zelo entrando in casa quella mattina.

Erano le dieci e mezzo e non sembrava esserci qualcuno ad attenderlo.
Sapeva che i suoi genitori erano andati in giro a comprare qualcosa, il punto è che non ricordava cosa. 
Per fortuna era riuscito a raggirarli prima della serata al Dream Girl, dicendogli che quel giorno non avrebbe avuto nulla di importante da fare a scuola, avendo così la possibilità di starsene a casa - o in giro.
Si avviò in cucina per mettere del cibo sotto i denti, ma prima di riuscire a raggiungere il frigo, il volto serio e incazzato di Daehyun lo fece bloccare sul posto.
Youngjae non era come al solito seduto vicino a lui, quindi non poteva nemmeno sperare che l'altro lo aiutasse.
Sapeva bene perché aveva quella faccia, ma non aveva voglia di mettersi a discutere con lui ora. Aveva fame e gli sarebbe bastato un po' di riso, o anche una mela, giusto per riempirsi lo stomaco in qualche modo.

-Dove sei stato...- disse subito il fratello senza smettere di fissarlo.
-Non iniziare...- Zelo si avviò verso il frigo, costatando che non c'era praticamente un tubo e che forse i suoi genitori erano andati a fare la spesa.

Decise di prendere una banana e del latte, per poi andare alla ricerca dei cereali, i quali però erano tra le mani di Daehyun.

-Cerchi questi?-
-Dammeli...-
-Per?-
-Per mangiarli...-

Daehyun sorrise, ma non mollò la scatola anzi, si riempì nuovamente la ciotola fino all'orlo.

-Lo fai apposta?!- alzò la voce il minore buttandosi sulla scatola, con il risultato che questa cadde a terra insieme ai pochi cereali rimasti.
-Zelo sei sempre il solito...-
-Ti odio!-
-Sì, sì certo... ma ora dimmi dove sei stato! E prova a dirmi Jongup e ti tiro la tazza in testa!-
-Perché non dovevo essere da lui scusa?!-
-Perché Jongup non sarebbe mai venuto a prenderti al locale senza entrare... non saresti mai andato via con lui senza entrare e fare lo stupido... e non saresti mai tornato a casa a quest'ora, per di più senza di lui... Cristo Junhong... mi prendi per il culo?! DIMMI DOVE CAVOLO ERI?!-

Zelo abbassò lo sguardo dandosi mentalmente del deficiente.
La sua scusa era stata distrutta in meno di mezzo secondo. Perché il giorno prima gli era sembrata così funzionante? Perché Daehyun gli aveva risposto con un ok senza aggiungere altro?
MERDA.
Lo aveva fatto di proposito. Aveva aspettato il momento giusto per metterglielo in quel posto e fargli dire la verità.

-Sono stato un po' da solo e poi sono andato da Jongup! Ti ha scritto no?!-
-Oh si... mi ha scritto il signorino... peccato che l'ho beccato insieme ad un ragazzo mentre tornavo a casa ieri sera... e stavano... come dire... facendo robe in macchina... perché non glielo chiedi? E' stato lui a dirmi che eri in giro e ti doveva coprire. Ovviamente non voleva cantare, ma ho accennato alle cose che fate di solito in camera e ha parlato in un secondo... oh cosa non si fa per mantenere un segreto eh?! Peccato non il tuo... e ora...- Daehyun fece strisciare la sedia a terra per alzarsi, assumendo l'ennesima faccia incazzata, peggio di un pitbull che è stato lasciato senza cibo per mesi.

-Dimmi-dove-cazzo-eri...-
-ERO DA YONG GUK VA BENE?!-

E Daehyun avrebbe preferito di gran lunga saperlo all'Overdose, magari circondato di ragazzine deficienti e due bicchieri di wodka davanti... oppure in un parco a fumare qualche strana roba o bere fino a dimenticare, qualsiasi cosa sarebbe andata bene ma non quella risposta! Non con Yong Guk!
Nemmeno si rese conto di come Daehyun si fosse avvicinato per colpirlo al viso con uno schiaffo, che per poco non lo fece cadere a terra per la forza.
Gli occhi che si riempivano di lacrime.
La faccia che faceva male. 
Zelo lo fissava con paura e incredulità, chiedendosi perché suo fratello fosse arrivato a tanto.
In sedici anni di vita non gli aveva mai, mai e poi mai alzato le mani addosso. Solo per scherzare ma mai con forza, con rabbia, con ferocia.
Daehyun si rese conto troppo tardi dell'errore commesso. Quelle lacrime gli fecero abbassare la mano che lo aveva colpito, ancora tremante per l'azione commessa.
Non sapeva che fare o dire. Aveva distrutto tutto in un secondo e ora Zelo non lo avrebbe di certo perdonato. Perché Zelo non perdona chi lo ferisce, su questo può metterci le mani sul fuoco.

-Daehyun senti ti ho preso i pantaloni della tu... Daehyun... Zelo?-

E Youngjae era lì, come sempre vicino a Daehyun. Peccato solo che fosse arrivato troppo tardi e che ormai il danno fosse stato commesso.

-Junhong? Che è successo? Perché piangi! Zelo aspetta!-

Ma il minore era già scappato in camera, evitando l'abbraccio di Youngjae, chiudendosi alle spalle sia lui che il fratello.
Chiuse a chiave prendendo poi a calci la scrivania, il vecchio mobile del fratello, lanciando per aria tutto quello che gli veniva sotto tiro.
Perché Daehyun doveva essere così stupido? Perché lo aveva picchiato?
Si buttò sul letto piangendo forte, mentre qualcuno alla porta gli diceva di uscire, di aprire, di non piangere.
Ma lui chiuse gli occhi e fece finta di non sentire.
Voleva ripensare all'abbraccio caldo di Yong Guk e a tutte le belle parole che gli aveva detto.
Era scappato da quella camera, da quella casa senza fare il minimo rumore. Si era rivestito e aveva lasciato un piccolo bacio sulla fronte di Yong Guk, ancora assopito in un sonno profondo, e poi era scappato via.
Non voleva metterlo nei guai. Se qualcuno fosse tornato a casa e lo avesse visto lì?
No.
Non poteva permetterselo.
Yong Guk era stato perfetto con lui. Si erano lavati insieme e avevano passato un'altra ora abbracciati e farsi le coccole.
"Non riesco a fare a meno di te" gli aveva sussurrato all'orecchio prima che si addormentasse.

-Nemmeno io...- disse tra le lacrime.

Ma perché doveva fare così male?

 

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Capitolo 30
*** Il perché di tanti errori ***



La chiamata di Daehyun era arrivata di colpo quella mattina e, nonostante avesse dormito sì e no tre ore e forse sarebbe dovuto andare a scuola, ma aveva tranquillamente bigiato per starsene a casa a poltrire - tanto i suoi genitori uscivano presto e tornavano tardi per sua fortuna - era scattato in piedi al richiamo del fratello maggiore del suo migliore amico.
Daehyun aveva come sempre esagerato e ora toccava a lui sistemare le cose, da buon migliore amico.
Se solo Daehyun non lo avesse beccato il giorno prima insieme a quel ragazzo, insieme alla sua cotta gigantesca, che nemmeno Zelo conosceva, che nessuno conosceva, nemmeno sua madre -  e lui con sua madre parlava di tutto... ma davvero di tutto!
Quel ragazzo di 20 anni, i denti da coniglietto, capelli scuri e un sorriso da cooking mama! Sì, Himchan - questo era il suo nome - gli sembrava davvero cooking mama! E non solo perché cucinava talmente bene da farlo impazzire, ma perché era adorabile e dolce proprio come una mamma.
Si erano conosciuti in discoteca, quella prima volta all'Overdose dove quasi tutti in qualche modo erano tornati storti. 
Jungup era tornato a casa sì, ma non la sua, quella di Himchan.

E da quel giorno in un modo o nell'altro erano riusciti a vedersi, conoscersi, cercarsi, telefonarsi in ogni momento disponibile.
Himchan si era innamorato di Jongup a prima vista e lo stesso era successo al minore, troppo timido e vergognoso per rivelare tutto al suo migliore amico.
Cosa avrebbe potuto dirgli? 
Sì e no si conoscevano da quanto? Cinque giorni?
Ci si può innamorare in cinque giorni?
Si può perdere la testa per un ragazzo in cinque fottutissimi giorni?
Jongup non lo sapeva, ma non voleva comunque avere una risposta negativa dal suo migliore amico.
 
Zelo lo vedeva come un vero e proprio play boy, ma in realtà Jongup non lo era per niente! Lui era solo l'ennesimo ragazzino con il volto coperto da una maschera di cera, che piano piano si stava consumando, sciogliendo, rompendo.

Zelo non lo sapeva - e mai avrebbe dovuto saperlo - che un tempo Jongup aveva nutrito dei seri sentimenti per lui. Sentimenti che andavano ben oltre l'amicizia, il volersi bene, il voler "giocare" tra loro, tanto per passare il tempo.
Jongup si era preso una cotta per Zelo, ma aveva lasciato correre, soprattutto quando il minore aveva iniziato ad invaghirsi per Yong Guk. 
Per fortuna Himchan era entrato nella sua vita, senza bussare o presentarsi.
Era seriamente entrato nel suo bagno di quella discoteca senza accorgersene, mentre Jongup stava tentando di sistemarsi i pantaloni ancora calati.
Tra uno "scusa", un "non ti preoccupare" e mille sorrisi, avevano passato la serata insieme a ridere.
C'erano poi state altre serate, altri incontri, altre cose da raccontarsi, fino a quel giovedì sera, che Zelo gli aveva chiesto di coprirlo.
Lui lo aveva fatto senza chiedere spiegazioni, ma si sa, le bugie hanno le gambe corte e infatti Daehyun era passato proprio per quella strada, dove lui e Himchan si erano fermati con la macchina.
Era sicuro di essere in un punto nascosto da qualsiasi lampione, ma purtroppo lo sguardo perforante di Daehyun lo aveva beccato lo stesso.

E a quel punto a cosa sarebbe servito mentire?
Dire che Zelo era con lui quando, ovviamente, non era così?
Non aveva potuto fare altrimenti, ma aveva anche paura di Jughong. 
E se si fosse arrabbiato anche con lui? Se gli avesse dato la colpa di quello che era successo.

Non ci pensò.
Prese la bici e volò praticamente, senza nemmeno prestare molta attenzione alle persone che tra poco ammazzava per strada, verso casa di Zelo, arrivando in meno di dieci minuti.
Daehyun lo fece entrare subito e, per fortuna, i genitori dei ragazzi non c'erano, o che diavolo di scusa avrebbero potuto usare tutti quanti?

-Non vuole uscire dalla sua stanza... è un'ora che continua a piangere...- disse il maggiore.

Jongup bussò alla porta.
Piano, un paio di volte.
Disse il proprio nome, intimandogli di aprire, ma dall'altra parte non si mosse nessuno.
Provò di nuovo.

-Zelo... sono io... sono Jongup... a me devi aprire. Solo  a me. Te lo giuro. Entrerò solo io...-

I lamenti si fecero più lenti, meno forti.
Solo alcuini gemiti lievi, quasi impercettibili, come lievi singhiozzi, ma molto più leggeri.
La porta si aprì e uno Zelo con il volto devastato dal pianto si fece vedere.
Jongup entrò abbracciandolo di colpo, chiudendosi la porta alle spalle. 
Fu un abbraccio strano per entrambi. Profondo e forte come se fosse dato da un amico, ma anche letale e caldo come quello di un amante.

-Non so che fare...- biascicò mentre altre lacrime scivolarono dai suoi occhi.
-Tieni su la maschera ancora per un po'- rispose Jongup.

E sapeva che era il consiglio peggiore del mondo, ma era anche quello che gli avrebbe fatto meno male.

-Scusami Zelo... se non mi avesse beccato...-
-Non è stata colpa tua... forse ero io che volevo farmi beccare...- rispose l'altro subito dopo, staccandosi dall'abbraccio e asciugandosi le lacrime.
-Perché...?-

E Zelo sorrise.

-Non lo so...-

Jongup annuì e si sedette sul letto, tirando l'amico per un polso, così da farlo sedere di fianco a se e avvicinargli il capo sulla propria spalla, così da potergli accarezzare i capelli.

-... Sono innamorato anche io...- disse sottovoce, come se avesse paura.
-Lo sospettavo... sei solo un cretino Jongup...- 

E il solito sorriso dolce di Zelo tornò a farsi vedere.
Era proprio vero che a volte basta solo un amico per essere felici di nuovo, anche se per poco.

-Quindi... com'è andata con Yong... Guk...?- chiese a quel punto Jongup, curioso della serata dell'amico.
-...Anche troppo bene...-

E Jongup capì.
Zelo era arrivato ad un punto di non ritorno. 
Quel punto in cui o si sarebbe tolto la maschera da solo, o prima o poi questa sarebbe caduta senza più possibilità di rimetterla. 

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Capitolo 31
*** Enigmi e difficoltà ***


Passò una settimana e novembre ormai era quasi alla fine del suo corso, accompagnato da un freddo gelido che sembrava volesse far arrivare in anteprima il Natale.
Kibum si svegliò preso per andare al Dream Girl quella mattina. 
Gli aspettavano ben due settimane di lavoro snervante, in cui Jinki aveva deciso di chiudere il locale per ri-organizzare l'inventario del locale.

Jinki aveva pensato di organizzare un'unica serata, prima della chiusura per le vacanze di Natale, in cui i due gruppi avrebbero suonato insieme alternandosi e mischiandosi tra loro. 
Yong Guk e Daehyun avevano accettato l'idea e si erano già messi all'opera. 
Hoya avrebbe aiutato entrambi i gruppi nel caso il maknae degli Humanoids non fosse tornato in tempo e questo bastò a Jinki per mandare avanti la sua idea.

Kibum uscì presto di casa e si avviò a piedi verso il locale. 
Ci avrebbe messo una ventina di minuti, ma aveva voglia di prendere più aria possibile, anche se questa era praticamente congelata. 
Molte macchine erano già immerse nel traffico mattutino, mentre molte persone si avviavano verso la metropolitana. Kibum passò il tempo a guardarsi intorno, camminare con calma e controllare ogni tanto il cellulare.
Senza guanti era impossibile tenere le mani fuori dalle tasche del giubbotto, ma per fortuna Jonghyun era ancora nel mondo dei sogni e quindi non doveva fare i salti mortali per rispondere ai suoi messaggi. 

Arrivò al Dream Girl alle nove, e trovò la saracinesca abbassata solo per metà.
Aprì la porta con le sua chiavi e subito fu accolto dall'inconfondibile profumo di cannella e dal caldo tepore del riscaldamento. 
Si chiuse la porta alle spalle, dando poi un paio di mandate per evitare che qualcuno entrasse mentre loro erano nel retro.
Non c'era nessuno dietro al bancone. Tutte le sedie erano state messe al contrario sui tavoli, già puliti e lucinadi. 
Il pavimento era lindo e non c'era più nessuna traccia né della macchia gigantesca di un drink che qualcuno la sera prima aveva rovisciato, proprio al centro del locale, né dei  bicchieri da lavare, o della spazzatura da buttare e nemmeno di tutte le cose da mettere in ordine. 
Come aveva fatto Jinki a mettere tutto in ordine da solo, se il giorno prima avevano chiuso alle quattro a causa del karaoke indetto all'ultimo minuto da Taemin?
Quello scansafatiche del bassista sicuramente non si era alzato per dargli una mano, su questo era pronto a mettere tutte e due le mani sul fuoco. 

-Oh! Sei già arrivato? Ti aspettavo per le dieci!- disse Jinki uscendo dalla porta che dava sul retro del locale.
-Te l'avevo detto che sarei venuto presto...- rispose Key guardandosi intorno -Ma perché non mi hai aspettato?-
-Ah! No non sono stato io...  ma lui! Il nostro nuovo aiuto cameriere!-

E Key si voltò verso il punto in cui Jinki stava indicando, scontrandosi con una figura alta, snella, con un sorriso inconfondibile sulle labbra e due orecchie a sventola davvero ridicole ma allo stesso tempo adorabili.

-OH SANTO DIO!- esclamò Key di colpo.
-Ciao! lavori qui anche tu?- domandò invece l'altro, senza preoccuparsi dell'esclamazione di Kibum - o della sua faccia che pareva aver visto uno spettro.
-TU CHE CI FAI QUI!?- continuò Key ancora paralizzato dal terrore.
-Ma vi conoscete?- si intromise  a quel punto Key, senza capire che diavolo stesse accadendo.

E il modo in cui Key gridò "NO" mentre l'altro rispose un semplice "", fece capire al barista che qualcosa non quadrava per niente. 

Si ritrovarono dunque seduti ad un tavolo, quello più grande e tondo dove di solito Luna - la ragazza innamorata di Jinki - e le sue amiche, si fermavano a chiacchierare per quasi due ore. 
Kibum aveva le mani affondate nei capelli, mentre la sua gambe destra tremava a vista d'occhio.
Il nuovo arrivato, che si era presentato a Jinki come Chanyeol, continuava a sorridere senza motivo, mentre fissava prima un preoccupato Key e poi la faccia stupita di Jinki.

-Mi state dicendo che voi due... voi due siete finiti a letto insieme?!?!?- disse Jinki, non riuscendo a comprendere appieno la frase appena detta.
-Sì hyung... devo dirtelo in cinese?- chiese Kibum lanciandogli uno sguardo omicida.

Chanyeol sghignazzò e poi prese a bere del té freddo dal bicchiere che Jinki gli aveva offerto.

-Ma è successo solo un paio di volte hyung e... ora sono fidanzato quindi non preoccuparti...- continuò dopo aver fatto un paio di sorsi.
-Ah tu sei fidanzato?!?! BENE perché anche io lo sono!- quasi gridò Key, chiendosi che diavolo aveva fatto di male nella sua vita precedente per essersi cacciato in un guaio simile.
-Davvero?! Fantastico! Potremmo fare un'uscita a quattro!-

E Jinki scoppiò a ridere di gusto mentre il volto di Key assumeva lo sguardo feroce di un leone lasciato senza cibo per almeno quattro lunghi giorni.
Doveva aver ucciso qualcuno nella sua vita precedente, o essere stato qualcuno di veramente cattivo, perché non poteva essere andato a letto con un idiota simile. 
Già si vedeva a cena con Jonghyun, Chanyeol e il suo fantomatico ragazzo e poi vedeva Jonghyun prendere il coltello per il pesce e ficcarglielo in mezzo agli occhi.

-NON SE NE PARLA! TU NON PUOI STARE QUI! JINKI NON PUO'!-

E Jinki smise di ridere, perché ora la faccenda si stava facendo seria e lui era anche il maggiore tra i tre.
Guardò prima Chanyeol, che aveva perso il sorriso e si era tramutato in un bambino al quale era stato tolto il gelato, e poi Kibum, rosso in viso, con gli occhi liquidi e i pugni serrati.
Che diavolo doveva fare, proprio non lo sapeva.
Aveva parlato con Chanyeol giusto qualche giorno prima e quel giorno si era dato da fare per mostrare le sue abilità come cameriere.
Forse a prima vista non sembrava sveglio, sempre con quel sorriso ebete in faccia, ma alla fine si era dimostrato veloce e capace, tutte qualità che Jinki stava cercando per il suo locale.
Sospirò.

-Mi dispiace Jinki hyung... Kibum è tuo amico e cameriere da molto più di me quindi... me ne andrò come giusto che sia...-

E Kibum rimase a bocca aperta, perdendo completamente la voglia di prenderlo a testate.
Si era rassegnato così presto senza urlare o contestate le sue parole.
Perché?
Perché doveva essere così carino e dolce?
Perché finiva sempre per farsi abbindolare dai ragazzi stupidi che sembrano dei grossi peluche morbidosi?

-Key... Jonghyun non sa di... di Chanyeol...?- chiese Jinki a quel punto.
-Sì lo sa... ma non gli ho detto il suo nome... non gli ho detto nulla quindi... quindi se Chanyeol non dicesse niente... si potrebbe fare... ecco... potremmo lavorare tutti insieme...-

Chanyeol annuì velocemente, iniziando a dire che anche il suo ragazzo era molto geloso e no, non avrebbe detto nulla perché il suo ragazzo non sapeva nulla di Kibum e non avrebbe mai dovuto saperlo o lo avrebbe appeso per le palle sul lampadario del Dream Girl.
Kibum sorrise e i due si diedero la mano.
Chanyeol era uno sciocco, ma si vedeva che non stava scherzando.
Probabilmente anche la sua era stata una semplice sbandata e poi aveva trovato la sua dolce metà.

-Bene, questione chiusa allora! Al lavoro! Chanyeol tu aiuterai me mentre Kibum farà l'elenco di tutte le cose che troviamo negli scatoloni. Vi va bene?-

I due risposero positivamente e tutti e tre si avviarono verso il retro.

 
**
 

-Quindi tu davvero credi alle sue parole... che tra quei due non è successo nulla?- chiese Daehyun poco convinto.

Zelo sembrava intenzionato a non rivolgergli più la parola, dopo lo schiaffo ricevuto e questo suo fratello non riusciva più a sopportarlo. 
Daehyun ci aveva provato ad approciarsi con il minore, ma era stato tutto inutile. L'altro pareva non vederlo nemmeno e gli dava delle considerazioni solo per quanto riguardava la band.
Jinki aveva chiuso il locale per due settimane e loro dovevano organizzare una serata con l'unione degli Humanoids. 
Mai decisione poteva essere risultata peggiore in quel periodo.
Daehyun aveva studiato tutti i movimenti di Yong Guk in quella settimana, notandolo felice, preoccupato per Sungjong e quasi sempre con il telefono in mano per mandargli un messaggio o fargli una chiamata veloce - si sa, la Cina non è dietro l'angolo e chiamare costa.
Lui e Zelo poi andavano d'accordo, ma non sembravano presi da chissà quale emozione, questo poteva quindi far valere le parole di Jongup, che per l'ennesima volta gli ripeteva

-Si hyung, Zelo è mio amico e io ci credo in quello che mi dice- rispose Jongup con sguardo serio.

I due se ne stavano seduti sul divano della cantina, mentre Zelo sembrava essere scomparso in camera sua. Daehyun avrebbe voluto parlargli, obbligarlo ad ascoltare le sue parole, ma anche Youngjae gli aveva intimato che questa era una pessima idea e di lascialo sbollire.

Ma quanto? 
Quando si sarebbe sbollito?
E se cio non fosse successo velocemente? Avrebbe dovuto smettere di parlare con il suo unico fratello minore?
Ok aveva sbagliato, ma tutti potevano commettere degli errori almeno una volta nella vita. Non era certo quello il modo di comportarsi.

Daehyun sospirò e il campanello di casa rimbombò per la casa al piano di sopra.

-Vado io! Devono essere loro...- disse Hoya alzandosi dal suo sedile, percorrendo le scale che lo avrebbero portato all'entrata di casa Jung. 

Gli Humanoids entrarono in quella villetta con educazione, salutando Hoya e scendendo insieme a lui le scale.

-Benvenuti!- li salutò con un gran sorriso Youngjae, seguito poi da Daehyun, che fissò con un po' troppa durezza Yong Guk.

Questo non fece una piega anzi, gli porse la mano e lo ringraziò dell'ospitalità.
Fare le prove in una sala apposta sarebbe costato sicuramente un sacco di soldi a tutti e non avevano voglia di spendere così tanto, ora che il Natale era alle porte.

-Hoya ha studiato tutte le vostre canzoni, però dovremmo decidere come dividerci... abbiamo tre ore di tempo ha detto Jinki, quindi possiamo giocarcela come vogliamo... Yong Guk sai se Sungjong tornerà per fine novembre?- chiese Youngjae.

Il biondo negò imbracciando la sua chitarra.

-No. Sembra che sua nonna sia peggiorata e che anche sua madre sia partita per la Cina. Ma lui non vuole lasciarle sole quindi ha deciso di rimanere ancora lì... Non so proprio. Anche se tornasse in tempo, dovrebbe poi rimettersi in pari con l'università e non so quando tempo avrebbe a disposizione per imparare il tutto... se per te non è un problema...-

Hoya sorrise.

-Quando si tratta di suonare, sono sempre disponile. Per te va bene, boss?-

Daehyun alzò lo sguardo, che fino a quel momento era rimasto bloccato sulla chitarra di Yong Guk. 
In quel momento avrebbe voluto dire no, che non gli andava bene e che Hoya era il LORO batterista e che quindi gli Humanoids si sarebbero dovuto attaccare e tirare.
Ma Daehyun non disse nulla di tutto ciò, perché Zelo scese le scale e salutò tutti calorosamente avvicinandosi a Yong Guk, che gli diede un cinque amichevole. 

-Nessun problema- disse allora Daehyun, alzandosi per sistemare il mixer con i nuovi microfoni di Jonghyun e Taemin.
-Allora iniziamo!- disse Zelo imbracciando anche lui la sua chitarra, sedendosi su una sedia vicino a Yong Guk, in modo che i loro strumenti potessero guardarsi. 

E a Daehyun questo dettaglio non passò di certo inosservato.

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Capitolo 32
*** Eat & Love ***


-Sei sicuro?-
-Si certo...-
-Ma se non sei convinto... nel senso... se non sei sicuro sicuro non c'è problema... la mia era un'idea... non devi farlo per forza...-
-Lo so...-
-Quindi...-
-Quindi perché non la smetti di parlare mh? Non so tu ma io ora voglio davvero provarlo...-
-E va bene...-

Yong Guk sorrise, aprendo leggermente la bocca, fissando con i suoi profondi occhi lo sguardo preoccupato di Zelo, ancora poco convinto.
Si avvicinò all'altro, anche se per un attimo esitò. Yong Guk però gli mise le mani suoi fianchi e lo avvicinò a sè e così Zelo non poté fare altro che accontentare il maggiore.

-Dio è buonissimo!!-

Zelo lasciò andare il fiato che aveva trattenuto, senza nemmeno rendersene conto.

-Da... davvero?-
-Sì! Dove hai imparato a fare un kimchi così buono? Oddio è piccante al livello che piace a me!-

Il minore sorrise e lasciò le bacchette e la ciotola sul tavolo della cucina.

-Mia madre... quando ero più piccolo l'aiutavo sempre in cucina e mi ha insegnato un po' di cose... lei è molto più brava...-

Yong Guk sorrise e lo avvicinò di nuovo a sé, trascinandolo sulle proprie gambe a cavalcioni.

-Che ne dici di imboccarmi ancora un pochino?-

Zelo sghignazzò prendendo la ciotolina che aveva lasciato sul tavolo e le bacchette, inziando ad imboccare il suo hyung con tranquillità, come se fosse normale quella cosa.
I due quel giorno si erano rifugiati a casa della famiglia Bang, visto che in casa Hyumanoids iniziava a diventare difficile incontrarsi, poiché Jonghyun ormai ci passava un sacco di tempo ora che Key era impegnato con l'inventario. Stessa cosa per Taemin naturalmente.
Ma per fortuna i genitori di Bang si erano presi qualche giorno di vacanza per andare a trovare dei parenti a Busan e, visto che Yong Nam lavorava e studiava tutto il giorno, non avevano avuto problemi quel pomeriggio a nascondersi lì dentro, tra le mura di quella casa silenziona e accogliente, ben ordinata e arredata. 

Yong Guk si prese la briga di mettere le mani ovunque sulla schiena di Zelo, che al contatto con i polpastrelli un po' callosi dell'altro, iniziò a tremare per i mille brividi che gli percorsero la pelle. 

-Ti piace qui?- chiese sottovoce Yong Guk, toccandogli proprio dietro al collo, poco sotto la nuca, facendogli dei grattini fantastici.

Zelo annuì e inclinò il capo all'indietro, lasciando il suo pomo d'adamo scoperto. Inutile dire quindi che il maggiore si fece avanti e iniziò a mordicchiargli la pelle proprio in quel punto, succhiandola piano ogni tanto, mentre l'altro gemeva tra le sue braccia. 
Era così bello che Yong Guk non riuscì ad evitare di attaccarsi di più a lui. Tolse le mani dalla sua schiena e gli prese bacchette e ciotolina - ormai vuota - per appoggiarle di nuovo sul tavolo.
Gli strinse i fianchi e lo tirò su di peso, cosa che Zelo non comprese fino a che non si rese conto di essere con il sedere appoggiato su uno dei vari mobili che componevano l'enorme cucina di casa Bang.

-Che cosa direbbe tua madre se ci vedesse così?- soffiò Zelo contro il volto del maggiore, il quale maledì se stessò per averlo messo così in alto. 

Ok, ci arrivava comunque, ma la differenza di alzezza si notava di più così.

-Si chiederebbe per quale motivo io sto più in basso di te...- rispose con voce grave l'altro.

Zelo sghignazzò di nuovo e arruffò i capelli biondi del maggiore.

-Forza forza Yong Guk-shi, un giorno crescerai pure tu!-
-YA! Io sono hyung per te!-
-Ah si?!-

Yong Guk sorrise e Zelo si perse in quelle labbra, in quei denti, in quelle gengive perfette che creavano un viso così meraviglioso.
Quanto aveva sognato uno di quei sorrisi proprio verso di sè? E quanto aveva sognato che quella sua fantasia si avverasse? 
Troppe volte.
Ma ora era tutto reale e a malapena riusciva a crederci del tutto.

-Andiamo- disse Yong Guk tirandolo per un polso, costringendolo a scendere dal ripiano, ma non a scendere di altezza.

Quei pochi centimetri di differenza facevano male ma Yong Guk evitò di pensarci camminando davanti all'altro.
Si ritrovarono così al secondo piano, nella camera di Yong Guk, non utilizzata da troppo tempo, ma comunque pulita e profumata, come se sua madre fosse sempre lì a fare i mestieri. E questo accadeva sul serio.

Il letto di Yong Guk non era piccolo, ma di certo era più piccolo di quello che aveva in casa Hyumanoids.
Un lato del letto era contro il muro, mentre l'altro dava sulla stanza. Fu proprio qui che si sedette Bang per poi tirare Zelo contro di sé, costringendolo a salirgli praticamente sopra.
Il minore non se lo fece ripetere più di una volta e in meno di un secondo Yong Guk si ritrovò straiato sul materasso, la lingua di Zelo che giocava con la propria e la camicia che indossava già mezza sbottonata.

-Sei troppo audace piccolo demonio- biascicò il maggiore, tentando di sfilargli la mega t-shirt
-Forse perché non sono così piccolo come credi...- rispose l'altro tra una risata e l'altra, lasciandosi baciare il petto ormai nudo.
-Ah sì? E cosa vorresti fare sentiamo...-

Zelo si leccò le labbra e si avvicinò all'orecchio destro del maggiore. 
Sospirò un pochino, lasciando che l'altro sentisse il suo respiro caldo e sentendolo anche eccitarsi proprio sotto di lui.

-Potremmo fare cambio di ruoli un giorno... so comandare bene...-

E Yong Guk avvampò.
Con Sungjong non c'era mai stato nulla di tutto questo. Il suo ragazzo adorava troppo il suo stato di sottomesso per chiedergli di fare cambio, o forse sapeva di non avere nessuna chance e che Yong Guk gli avrebbe rifilato un NO categorico.
Ma Zelo no.

Zelo non era Sungjong.
Zelo era diverso, mostruosamente subdolo, perspicace e malizioso da far paura.
Zelo era tutto quello che Sungjong non sarebbe mai stato.
Zelo probabilmente era tutto quello che Yong Guk aveva sempre cercato.

-Penso che...- disse inghiottendo della saliva invisibile, sentendo ormai i pantaloni essere talmente stretti da non riuscire a stare fermo con il bacino -Che sì... potremmo provare... ma non oggi!-

E con uno scatto di reni cambiò posizione e bloccò il polsi del minore sul materasso.

-Guarda che io mi segno tutto hyung... se mi stai prendendo in giro mi prenderò questo- e palpò con vemenza il sedere quasi inesistente del maggiore -con la forza... e sappi che sono serio-

Yong Guk ansimò nel sentire quel nuovo tocco profondo, quasi gemette ma non volle crederci più di tanto.
Lui che gemeva per una palpata volgare? No, no. Si stava solo strozzando con la saliva, ne era certo.

-Oh... a qualcuno piace essere toccato...- lo schermì Zelo palpandolo di nuovo.
-Ya! Se non mi slacci i pantaloni al tre ti mordo... -

E Zelo aprì i pantaloni appena ebbe sentito il numero "uno" pronunciato dalle belle labbra del maggiore, così da non dargli nemmeno il tempo di pensare agli altri numeri o a qualsiasi altra cosa.
Si diedero poco tempo a vicenda perché entrambi volevano diventare di nuovo una cosa sola.
Era stato talmente bello che non riuscivano a pensare ad altro e, visto che non ne avevano avuto più la possibilità, ecco che ora non riscivano proprio a darsi un contegno.

-Sono pronto smettila di preoccuparti-
-La fai facile tu... non voglio farti male-
-Hyung... ti ho detto che va bene-

Yong Guk annuì e con lentezza, una lentezza fastidiosa ad entrambi, entrò in Zelo facendolo gemere di dolore e piacere.
I cuscini sotto la schiena del minore erano serviti molto visto che aveva iniziato subito a provare piacere. 
Yong Guk iniziò a spingersi dentro di lui, dandogli ogni tanto baci infuocati, sentendo sulle sue spalle le unghie dell'altro che gli lasciavano delle mezze lune sulla pelle.
E poi un morso proprio nell'incavo della spalla destra, appena Yong Guk aveva iniziato a spingere più forte, con più velocità, sentendo l'altro gemere e gemere, mentre si toccava ripetutamente, fino a che non vennè sui loro corpi e Yong Guk si lasciò andare in quello del minore.


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Capitolo 33
*** Sorry ***


Finalmente questa storia sta andando avanti velocemente...
ho passato troppo tempo a girarmi i pollici, ma ora sto scrivendo e ho già tutto il finale in testa... o almeno credo xD
sembre che non mi venga voglia di modificare tutto!!
Il problema però è sempre lo stesso... avere la voglia di metterlo su file word!
Manca sempre purtroppo e ora sono anche malatticia ç_ç che vita di merda! Avessi un lavoro almeno... 
A parte questo, vorrei ringraziarvi tutti per il sostegno, i commenti, tutti coloro che mi seguono nonostante il tempo passato a non postare un tubo.
Sono così felice di aver raggiunto i 100 commenti... non mi è mai successo e penso sia davvero fantastico.
Qualcuno è interessato alla mia storia, è così bello! 
Vi lascio la mia piccola pagina di facebook, dove non scrivo mai nulla, ma posto tutte le volte i capitoli che scrivo^^ 
https://www.facebook.com/firstsensibilitymasayumepachirisu
Che altro dire, manca poco al vero momento importante della fic... ma prima bisogna sistemare la questione incasinata che verrà a crearsi in questo capitolo...
Chi saranno i malcapitati a pagarla cara stavolta? eheheh leggete e commentate^^
Mi fa sempre piacere sapere cosa non vi è piaciuto, cosa vi ha commosso, cosa non sopportate! E' utile anche ai fini della storia!
Ora vi lascio alla lettura, vi ho infastidito abbastanza xD
grazie ancora! Vi mando tanti baci!
 

**

Jonghyun guardava con faccia torva il nuovo cameriere che si aggirava per il locale con scatole e scatoloni vuoti o pieni e li sistemava sui tavoli più grandi del locale, per poi tirare fuori quelle che potevano essere scorte o cose da buttare.
Era alto, con le spalle larghe ed il fisico asciutto, un bel nido di capelli scuri in testa e due orecchie a sventola che lo rendevano un po' scemotto. 
Jonghyun già non lo sopportava più e il motivo era semplice.
Chi aiutava Kibum per primo? Chanyeol.
Chi gli stava sempre tra i piedi quando voleva parlare un secondo con il suo ragazzo? Chanyeol
Chi chiamava Key per fare questo o quello proprio quando Jonghyun era riuscito a strapparlo dal suo dovere per un fottutissimo minuto? Chanyeol

Per non parlare dei sorrisi, le cose sussurrate nelle orecchie, le carezze non viste, gli abbracci nascosti e qualsiasi altro tipo di skinship quel depravato si fosse inventato in quei giorni che lavorava lì.
Jonhyun iniziava davvero a non sopportarlo più.
Le lezioni in università erano ormai al termine e doveva studiare per gli esami, ma oltre a quello c'erano persino le prove con il doppio gruppo che ormai rendeva il tutto ancora più difficile da gestire.
Stare lontano da Kibum sembrava davvero impossibile e con quel gigante tra i piedi non si sentiva affatto tranquillo.

Sbuffò un paio di volte, tornando con la testa sul libro di letteratura musicale, rileggendo per la quarta o quinta volta una riga. Manco aveva capito di chi stava parlando quel paragrafo e, alla fin fine nemmeno gli importava, ma doveva per lo meno far finta di studiare, o la balla inventata per stare al Dream Girl quel giorno non avrebbe retto.
Di fianco a lui anche Taemin sembrava tutto concentrato a studiare per l'esame d'inglese. Il minore infatti studiava in un'università di lingue e seguiva sia inglese che cinese, anche se in quest'ultima pareva avere un po' di lacune.

-Jonghyun smettila di sbuffare o Kibum si preoccuperà sul serio- disse Taemin senza alzare lo sguardo dai suoi appunti.
-La fai facile tu! Il gigante mica sta intorno a Jinki...-
-Io non mi preoccuperei comunque... da quello che so Chanyeol sta insieme ad un ragazzo da un mesetto e... scusami se lo dico... sembra essere davvero bello, forse più di Kibum-
-Cosa?! Non c'è nessuno più bello di Key!-

Di colpo Jonghyun si guardò intorno, sperando che nessuno dei tre nel retro lo avesse sentito.
Doveva darsi una calmata o di certo avrebbe combinato qualche guaio.

-Ok ok... ma se fossi in te io spererei il contrario non credi? O preferisci che tutti stiano lì a guardarlo e veneralro..-
-Ma anche no!-
-Bene...-

Finì così il loro inutile discorso e Jonghyun si sentì più nervoso di prima, anche se non era quello che Taemin voleva.
Cercò di leggere più pagine possibile, scrivendo su un foglio volante qualche appunto, un paio di disegnini che ritraevano Chanyeol con le orecchie più grandi del normali e un occhio più piccolo dell'altro, corredato di moccio al naso e un corpo deforme, qualche cuoricino con tante K dentro e un set di fiorellini strani, ma comunque carini vicino a tutti i cuoricini. 

-Jonghyun senti...-

Non fece in tempo a nascondere il suo foglio, anche perché non sentì nemmeno la voce di Kibum richiamarlo fino a che una strana presenza proprio alle sue spalle non lo fece scattare e urlare come una femminuccia.

-Ma che cosa stai disegnando... ma questo è...-
-SHHHHHHHHHHHHH!-
-Oddio ma... perché? E poi dai non è mica così brutto-
-KIBUM!-
-Che diavolo ti urli!!- gridò sottovoce l'altro tappandogli la bocca -Sei fuori? La gelosia ti sta flippando il cervello sappilo...-
-Geloso io?!?! Di lui?!?! Cosa?!-
-SHHHHHHHHHHH!-
-Non sono geloso!- si difese il maggiore alzandosi in piedi.
-A no? E quelle caricature venute male?-
-Beh... è che ti segue ovunque e... e non ti lascia mai qui con me un secondo...-

Kibum sorrise scompigliando il ciuffo al suo fidanzato che si ribellò storcendo il naso.

-Se mi chiama è perché Jinki mi cerca... Jonghyun non fare lo sciocco... stiamo solo lavorando, ok? Tutto qui-

E Jonghyun non riuscì proprio a rimanere con il broncio dopo aver visto gli occhioni felini di Kibum fissarlo con quello sguardo da cucciolo.
Lo abbracciò forte dandogli dei bacetti leggeri sulle guance, quando un ennesimo "Kibum..." detto da Chanyeol lo fece imbestialire.

-ORA ARRIVA DUE MINUTI E TE LO LASCIO, VA BENE?!-
-Ah! Scusa Jonghyun! Jinki chiedeva dove fossero i cinquecento tovaglioli... mi... dispiace-
-Lascia stare Yeollie! Digli che sono proprio dietro la porta, ora arrivo!-

Jonghyun sentì il nervoso posarsi direttamente sulle sue spalle.

-Yeollie...- ripetè appena il gigante tornò nel retro.
-Sì che c'è? E' più piccolo di me...- rispose Kibum tranquillo.
-Ma che cavolo...-
-Jonghyun torna a studiare, ok? Ti amo- 

E dopo avergli lasciato un bacio leggero sulle labbra, Kibum tornò a lavorare, lasciando uno scocciato e nervoso cantante a sbollire il tutto sul povero libro di letteratura musicale.
Si sedette nuovamente sulla sedia, riprendendo a "studiare" con poco interesse, sengnado stavolta dei veri appunti.
Passò così la bellezza di un'ora, nella quale nessuno dei due alzò la testa dal proprio libro. Nel retro si sentivano le voci di Jinki e Kibum battibeccarsi per qualcosa, mentre la voce più profonda di Chanyeol rideva beato.
Sembrava andare tutto apparentemente bene, fino a che la porta del locale non si aprì.
Jonghyun e Taemin voltarono lo sguardo preoccupati, visto che il locale in teoria era chiuso al pubblico per due settimane.
Un ragazzo non tanto alto, completamente bardato da una cuffietta rossa, mascherina nera sulla faccia che gli lasciava fuori solo gli occhi e una grande sciarpa nera intorno al collo, più giubbotto, jeans blu e anfibi scuri.
Sembrava un ragazzino e nessuno dei due pareva conoscerlo fino a che Chanyeol non uscì dal locale.

-Oh, sei arrivato!- disse avvicinandosi al nuovo arrivato, abbracciandolo a sé.
-Sì, aspetta che mi tolgo tutto-

E mentre Chanyeol gli sfilava la cuffietta, il ragazzo si sfilò la grande scarpa e tolse dalla faccia la mascherina.

Jonghyun impallidì alzandosi in piedi di colpo, Taemin trattenne il respiro, mentre il nuovo ragazzo sorrise a Chanyeol, felice di vederlo nel locale.

-Si sta caldi qui... poi c'è un buonissimo profu...- si bloccò senza finire di parlare, appena i suoi occhi incrociarono quelli di Jonghyun.

Gli caddè la sciarpa e la mascherina di mano, mentre il vocalist degli Humanoids rimase impietrito, rivolto verso i due.

-Baekhyun che succede?- chiese Chanyeol fissando prima l'amico e poi Jonghyun.
-Chanyeol, chi è arrivato?- domandò Jinki uscendo dal retro.

Anche il maggiore si fermò di colpo, vedendo il volto preoccupato di Baekhyun e poi quello completamente perso di Jonghyun.

-Baekhyun...- disse anche Jinki sentendo che presto sarebbe successo il finimondo.
-Jinki conosci il mio ragazzo?- chiese Chanyeol sempre più perplesso.

Nessuno pareva voler dire altro.
Il locale era caduto nel silenzio più totale, un silenzio quasi fastidioso, dove il più piccolo rumore poteva essere percepito. 

-Ehi ragazzi che succede?- chiese Kibum a quel punto, uscendo per ultimo dalla porta che dava sul retro.
-Key non lo so... Baekhyun che succede?- domandò di nuovo Chanyeol.

E Kibum impallidì.
Quel nome lo aveva già sentito.
Quel nome lo conosceva bene.
Si voltò verso Jonghyun sperando che non fosse vero, che si fosse sbagliato, ma lo sguardo perso e preoccupato del fidanzato gli fece comprendere ogni cosa.
Quello era Baekhyun, quel Baekhyun di cui Jonghyun gli aveva parlato. Quel fidanzato di due anni prima con il quale non era andata bene, anche se non sapeva come fosse finita in reltà.
Quel Baekhyun che ora stava insieme a Chanyeol, il ragazzo con il quale era andato a letto più o meno quattro mesi prima.
Poteva essere meno complitaca di così? 
NO.

-Certo che... è imbarazzante...- disse Baekhyun riprendendosi dallo stato catatonico.
-Cosa è imbarazzante Baek...?- chiese Chanyeol sempre più preoccupato.

Il più basso raccolse le cose che aveva fatto cadere e scosse un po' la sciarpa.

-Chanyeol... lui... lui è il mio ex...- disse Baekhyun indicando con lo sguardo Jonghyun -Ti ricordi... te l'avevo detto...-
-Ah sì... però... è davvero così assurdo...- rispose l'altro con la voce tremante.

E no, non perché era triste di aver scoperto così chi fosse il misterioso ex di Baekhyun, ma per ben altri motivi e Baekhyun li conosceva molto bene questi motivi.
Infatti, il suo sguardo si posò proprio sul volto di Kibum, alle spalle di Chanyeol, che sussultò nel sentire gli occhi di questo puntati verso di sé.

-Oh... hai proprio ragione! Non pensavo di incontrarlo!- e si spostò andando verso Kibum, che indietreggiò di poco, non riuscendo ad evitare la mano di Baekhyun che si arpionò alla sua. 

-Ti ringrazio! Se non fosse stato per te lui non si sarebbe mai mosso... sappi che ti odio e che se ti avvicini troppo a lui ti farò fare una brutta fine... ma grazie-

In quel momento, Taemin fu l'unico a non capire fino in fondo che diavolo volesse dire Baekhyun con quelle parole.
Jinki fu il primo ad impallidire, mentre Chanyeol aveva abbassato la testa negando leggermente.
Kibum teneva la mascella serrata e gli occhi spalancati, mentre Jonghyun continuava a fissare il volto di Chanyeol, quello del suo fidanzato, e infine quello del suo ex.
Poi di nuovo Chanyeol.
E li capì tutto.

-SEI ANDATO A LETTO CON CHANYEOL!?- gridò Jonghyun contro il suo ragazzo.

Baekyun fissò senza capire il più basso, portando poi lo sguardo di nuovo su Key che aveva abbassato il proprio, mordendosi le labbra.

-ODDIO!- disse, smettendo di stringere la mano del biondo -Ho combinato un guaio, vero?!- chiese preoccupato guardando un po' tutti.
-Diciamo di sì...- intervenne Taemin sorridendo leggermente.

Aveva già capito che non avrebbe più studiato per quel pomeriggio.

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Capitolo 34
*** La verità è sempre meglio di una piccola bugia ***


AWWW eccomi qui xDDD
Ho aspettato qualche giorno, perché sto andando volocemente a scrivere, ma non volevo come al solito ritrovarmi con l'acqua alla gola xD
Indi per cui qui si continuerà la vicenda tra la JongKey e i vari ex xD come andrà a finire il tutto? Jonghyun picchierà Chanyeol? XD No non ci saranno morti e incontri di box xD ma leggere per credere!
Grazie a tutti come sempre, per i bei commenti, i messaggi, per tutti coloro che leggono, che passano, che rendono New Challange il mio primo progetto di cui andare fiera^^ so di aver fatto un sacco di caos, e se volete, sto ricaricando i capitoli con tutte le correzioni nuove nuove (uno sbattimento atroce xD se vedete errori vi prego, indicatemeli!).
Cmq sia! Vi consiglio questa bellissima ficcina nuova nuova della mia beta!! http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2865402 hihihih non vi dico nulla xD entrate e leggete voi stessi! E poi, se volete, seguitemi nella mia inutile pagina di facebook xD https://www.facebook.com/firstsensibilitymasayumepachirisu
GRAzie a tutti ^^ VI AMO!!


**


Inutile dire quanto Jonghyun stesse maledicendo Chanyeol, Kibum, Jinki che sapeva e non gli aveva detto, Baekhyun che come al solito rovinava tutto e Taemin, che sì, non c'entrava nulla in quella situazione, ma ovviamente non la smetteva di ridacchiare e continuare a ribadire quanto fosse assurdo tutto ciò.
Lo sapeva anche da sè che era assurdo! Non aveva certo bisogno di lui per rendersene conto! 
Era tutto talmente strano da fargli salire ancora di più il più nervoso.

Si erano seduti tutti al tavolo tondo, dove lui e Taemin stavano tentando di studiare. 
Kibum si era seduto vicino al suo fidanzato, ma aveva prontamente tenuto lo sguardo basso.
Aveva capito che Jonghyun ce l'aveva con lui perché aveva mentito e, non sapendo che fare per sistemare le cose, aveva optato per evitare completamente il suo sguardo laser, pronto a ucciderlo in qualsiasi momento.

-Jonghyun sono passati due anni ti rendi conto? Ritrovarsi così è davvero strano...- disse Baekhyun sorseggiando una coca cola. 

La voce tagliente di Baekhyun fece ricordare a Jonghyun quanto potesse essere stronzo quel ragazzo. Fissò per un attimo Chanyeol, che non pareva preoccupato, né geloso al riguardo, ma questo non fregava assolutamente nulla a Jonghyun, che si voltò nuovamente verso Kibum, senza degnare di una risposta il suo ex.

-Perché non me lo hai detto?!- sbottò di colpo, facendo tremare l'altro, mentre fissava con insistenza i due anelli d'argendo che indossava sull'indice sinistro e sull'anulare destro.
-Kibum! Cazzo non fare il bambino!- continuò Jonghyun, stavolta spingendolo dalla spalla. 
-Non faccio il bambino...- rispose l'altro sottovoce.
-Proprio per questo non te l'ha detto...- intervenne Onew -Tanto già lo sapevi... dirti che era Chanyeol non sarebbe servito... anzi ti avrebbe solo fatto arrabbiare...- continuò il barista.
-Non lo difendere! E poi sono incazzato anche con te! Siamo amici, Jinki!-
-Non ti ha tradito Jong... sei esagerato!- sbottò di nuovo Jinki, alzando gli occhi al cielo.

Jonghyun sospirò. Certo, per tutti lui era quello esagerato, ma voleva vedere Jinki al suo posto. 

-Certo... e io che devo fare finta di nulla mentre questi due ridono, scherzano... mentre quello lo tocchiccia d'appertutto! Se avessi saputo che erano andati a letto lo avrei ammazzato!-
-Cosa cosa cosa...- s'intromise Baekhyun spostando lo sguardo sul suo gigante, che assunse uno sguardo da cucciolo bastonato.
-Non è così Baek... lui esagera!- si difese Chanyeol indicando Jonghyun.

Il più basso sentì il nervoso arrivargli fino alla punta delle orecchie e l'impellente bisogno di prendere a pugni per colosso idiota. Come poteva dargli dell'esagerato dopo che lo aveva visto con i suoi occhi?!

-IO ESAGERO?! Brutto idiota, io non esagero!!- gli sputò addosso, ed evitò di alzarsi dalla sedia solo perché Taemin lo forzò a stare seduto.
-Sì tu esageri sempre Jonghyun...- rispose Baekhyun al posto del fidanzato -Chanyeol ha solo il brutto vizio di essere troppo amichevole... ma ci penserò io a questo...- e lanciò un'occhiataccia all'altro, che sbuffò abbassando lo sguardo.
-Non inziare Baekhyun! Quello che pensi tu non mi interessa minimamente! Se ti piace avere un ragazzo che tocca gli altri ok, ma io no! Quindi cercate di non prendermi per il culo!-
-SENTI! Ti conosco anche troppo signor SONO GELOSO ANCHE DELL'ARIA CHE RESPIRI. Quindi evita di dire che NON è VERO... perché sono assolutamente sicuro che tu ti sei fatto dei castelli per niente! E poi il tuo Kibum avrebbe potuto dirgli di smetterla non credi?-
-EHI!- intervenne il biondo interpellato, risvegliandosi dal coma in cui si era rinchiuso -Vedi di stare attento a quello che dici!- rispose a tono contro Baekhyun, che alzò le spalle bevendo nuovamente dal suo bicchiere.

L'aria nel Dream Girl non era mai stata così pesante e tutti si resero conto che la situazione stava davvero degenerando. 
Momenti e vecchi ricordi stavano riaffiorando e non era né il momento, né il luogo per discuterne. 
Taemin si alzò dal suo posto sospirando, chiudendo i vari libri che aveva messo sul tavolo.

-Direi che è giusto lasciare Jognhyun e Kibum da soli, così che possano sistemare le cose...- 
-Vero... Chanyeol se vuoi andare fai pure, tanto ormai sono le sei e non ha senso continuare a sistemare...- continuò Jinki alzandosi anche lui.
-Grazie Jinki...- rispose Chanyeol inchinandosi per rispetto.
-Quanto ti devo Jinki?- domandò Baekhyun indicando la cola 
-Oh niente! Andate pure ragazzi, buona serata-

I due salutarono nuovamente e, dopo essersi vestiti con giubbotti e sciarpe, uscirono dal locale.
Jonghyun si voltò subito verso il barista, che si alzò anche lui dal suo posto per tornare sul retro.

-Ora non lo fai nemmeno pagare?! Siete tornati amici intimi?!-
-Jonghyun... per quanto capisca il tuo punto di vista... capisco anche il suo. Baekhyun è anche amico mio non te lo dimenticare...-
-Oh sì! E' colpa tua se ho avuto la più grande inculata della mia vita!-
-SENTI! NON E' COLPA MIA SE NON SEI IN GRADO DI CONTROLLARTI! CRESCI INVECE DI DARE LE COLPE AGLI ALTRI CAZZO!-

Senza aggiungere altro si allontanò verso il retro sbattendo poi la porta con troppa forza, tanto da far tremare tutti i bicchieri e le bottiglie sullo stesso muro. 
Taemin si alzò subito dopo andandogli dietro, facendo cadere di nuovo in silenzio tutto il locale. 
Jonghyun maledì Jinki e tirò un paio di calci alla sedia vicino alla sua, sbuffando come un bufalo imbestialito, mentre Kibum lo fissava con occhi indagatori.

-Che c'è?!- ululò il vocalist.
-Sei pazzo?-
-NO!-
-A me pare di sì! E smettila di urlare cavolo, ti sento!-

Il maggiore ritornò a sbuffare e fissare un altro punto del locale, sentendò però lo sguardo infuocato di Key contro di sé.

-Mi spieghi perché fai così? Ok, ho sbagliato... avrei dovuto dirtelo, ma avevo paura che ti saresti arrabbiato e che avresti dato di matto... mi dispiace, ok? Però smettila... perché sembra che tu sia più incazzato per colpa Baekhyun che ti ha stuzzicato... che per me... e questo vorrebbe dire che ti interessa ancora lui!- 

Jonghyun emise un gemito frustrato. 
A lui non interessava Baekhyun! Per come lo aveva trattato poi? Neanche per idea! 
Lo odiava perché ogni volta doveva dargli fastidio, punzecchiarlo e farlo arrabbiare, sembrava non essere cambiato per niente nonostante i due anni passati.

-Chi tace acconsente!- decretò Key alzandosi dalla sedia -TI ODIO!- urlò con le lacrime agli occhi, voltandosi per andarsene via dal locale, ma la presa salda sul suo polso lo fece voltare.

Si ritrovò stretto nell'abbraccio di Jonghyun e in quel momento maledisse quei centimetri che lo rendevano più alto dell'altro.

-Tu non te ne vai da nessuna parte... lascia fare queste sciocchezze a Taemin, ok? Io ti amo e non sto pensando a quello... mai! Ma devi capire quanto mi abbia fatto incazzare il suo comportamento... e quanto io odi le bugie...-
-Tu non capisci...- rispose l'altro ormai rapito dai singhiozzi e le lacrime.
-Sì ti capisco... e hai ragione... ma avresti dovuto dirmelo lo stesso... prima o poi mi sarei calmato...-

Rimasero così, stretti l'uno contro l'altro, fino a che i singhiozzi di Kibum non terminarono e il respiro tornò normale.

-Tu non mi hai detto tutta la verità... cosa è successo tra voi?-

Jonghyun chiuse gli occhi e si lasciò invadere dal profumo dell'altro.
Non voleva ripensarci, non voleva spiegare di nuovo a qualcuno cosa fosse successo.
Ma Kibum non lo avrebbe lasciato stare molto facilmente, e forse era arrivato il momento di spiegargli davvero per filo e per segno cosa era successo alla sua storia d'amore quasi perfetta.

 

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Capitolo 35
*** Skype & Bubble Tae ***


AWWW sono quiiiiiiiiiiiiii xD
ormai questa storia è quasi al punto di non ritorno xDDD diciamo che ho quasi finito di scriverla, quindi ora posterò una volta alla settimana senza fare troppo ritardo aww! 
Grazie ancora a tutti coloro che leggono, commentano, con cui messaggio e tutti coloro che passano, mettono nelle seguite o preferite. Grazie di cuore a tutti!


**

-OPPA!!- gridò Sungjong sorridendo.
-Ciao Jongie! Come stai? Fa freddo lì?-

Yong Guk sorrise felice al fidanzato, che indossava un maglione di lana bianco, all'apparenza davvero caldo.
Il minore annuì velocemente, lanciandogli un'occhiata davvero dolce.

-Sì! Qui ha anche nevicato! Novembre è un mese freddo e non credevo, meno male che ho trovato un negozietto che vendeva a poco un sacco di abiti, quindi mi sono comprato un po' cose-

E sorrise di nuovo mostrandogli quel maglione che gli arrivava quasi oltre la vita, e gli stava davvero bene.

-Così ti sei rifatto il guardaroba, eh?- domandò Yong Guk appoggiando il mento sulla mano destra, il cui gomito era sul tavolo della cucina al quale si era seduto per chiamare via skype il suo ragazzo, come quasi ogni mattina da quando Sungjong era andato via.
-Non è vero... ho solo preso qualcosa... però ho trovato questo...- e il minore scomparve per un istante dalla telecamera, mostrando così quella che doveva essere la sua camera da letto.

Yong Guk vedeva poco, solo il letto, dove l'altro si era messo, poi, più indietro sulla destra, c'era una scrivania, mentre sulla sinistra un armadio copriva la parete di fronte a lui - ovvero alle spalle di Sungjong. 

-Eccomi! Guarda!- disse il biondo mostrandogli un tigro gigantesco, grande quasi la metà di Sungjong, infatti a malapena riusciva a tenerlo in braccio. 

Yong Guk impallidì guardando quel peluche gigante, fatto talmente bene da fare invidia alla sua collezione di piccoli tigro. 
Se anche Yong Nam avesse potuto vederlo, forse glielo avrebbe rubato all'istante.

-DOVE? COME? E COME FARAI A PORTARLO??! PERCHE' LO PORTERAI, VERO?- disse velocemente, maledicendo il suo ragazzo che si abbracciava quella meraviglia di peluche.

-Sì lo porterò con me! Non ne ho idea, ma spero possa passare come bagaglio a mano!-
-YA! Spediscimelo!- 
-SEI SCEMO?- rispose in cinese Sungjong, ridendo subito dopo.
-Ehi guarda che questa la conosco anche io! Non parlare in cinese con me...-
-Sì sì...-
-Sungjong-ya!-
-Scusa oppa, scusa scusa! Comunque come stanno andando le prove con i Badman?-

Yong Guk ci pensò su.
In quella settimana di fermo con i live al Dream Girl, avevano fatto si e no due incontri, dove non erano andati poi tanto male.
Hoya era preparatissimo e sapeva già destrarsi perfettamente tra le loro canzoni e l'unico problema pareva essere solo lo sguardo indagatore di Daehyun, ma questo non poteva di certo raccontarglielo.

-Tutto bene, Hoya si è studiato tutte le nostre canzoni e si sta impegnando molto... certo con te sarebbe stato sicuramente meglio perché ci conosci...-
-Mi dispiace tanto...- rispose subito Sungjong, rattristandosi un po'.
-No, non dispiacerti, Jongie! Come sta tua nonna invece? E tua madre? Tuo padre è arrivato?-

Sungjong annuì.

-Si, siamo tutti qui e mia nonna sembra stare bene. Forse aveva solo bisogno di avere qualcuno con se per qualche tempo. E' sempre sola anche se ha delle amiche... non capisco perché si ostina a stare qui, alla fine è coreana... boh non riesco a comprenderla...-
-Quando si fa parte di un'altra civiltà per molto tempo, anche se non è la nostra vera patria, si assimila troppo e non si riesce più a farne a meno... tua nonna si troverà bene lì, mi sembra un paesino tranquillo...-
-Ammettilo ti sei documentato su google!- lo derise il minore.
-NO! Me lo hai detto tu scemo!-
-YA! Non ti porto tigro...-

E mise a terra l'enorme peluche, togliendolo così dalla visuale del maggiore, che gli mostrò il labbro tremante.

-Yong Guk... penso che per inizio dicembre riuscirò a tornare... i miei vogliono che torni per studiare...-
-Davvero?! Non è una bella notizia?- rispose prontamente il maggiore.
-Mi vuoi ancora?-

E Yong Guk rimase un attimo spiazzato, bloccato con la risposta tra le labbra, ma un principio di senso di colpa nello stomaco.

-Perché dici questo?- rispose con convinzione, pensando che forse in un'altra vita era stato un attore di talento.
-Non so... mi manchi così tanto...-
-Anche tu Sungjong, ogni giorno di più e spero che tornerai a dicembre... o verrò io da te per passare il Natale... giusto?-

Gli occhi di Sungjong, che si erano abbassati a fissarsi le gambe, si alzarono di scatto, e sorrisero insieme alle sue labbra.

-Ti amo Yong Guk!- disse lanciandogli un bacio.
-Anche io Sungjongie...-

-Sungjong!! Saluta Yong Guk e aiutami per favore...- disse sua madre aprendo leggermente la porta.

Il minore annuì e disse qualcosa in cinese, e sua madre richiuse la porta.

-Ora devo andare... ci sentiamo domani?- disse con sguardo triste.
-Certo, buona giornata piccolo-
-Buona giornata anche a te oppa!-
-Demonio!!! Sungjong-ya!!-
-CIAOOO!!!-

La chiamata si spense e Yong Guk negò con il volto sorridendo.
Solo poco dopo risentì quello strano fastidio allo stomaco. 
Già, lui amava Sungjong, lo sentiva quasi ogni giorno - quando riusciva - se non doveva lavorare o altro da fare... tipo sentire Zelo. 
Yong Guk amava Sungjong, ma lo tradiva con il piccolo Zelo.


Il perché non era chiaro nemmeno a Yong Guk, che si andò a sdraiare sul divano con la speranza di capirci qualcosa.
La sua vita si era completamente ribaltata, non era più sicuro di nulla, né di se stesso, né del suo lavoro, né della band, né della relazione con Sungjong.
Più si dava dell'idiota più non riusciva a decidersi. Doveva chiarire la situazione, questo era certo, ma quale poteva essere la soluzione a tutti i problemi? 
Lasciare Sungjong? Era proprio necessario? 
Non riusciva a pensare alla sua vita senza il minore vicino, senza le sue frecciatine, i continui "oppa", i discorsi troppo seri, la sua batteria.
Allora forse, mettere fine alla tresca con Zelo era la cosa giusta da fare...
Ma sapeva di non esserne in grado. Ormai anche la loro tresca era diventata troppo difficile da evitare, da nascondere, da non amare.
Perché lui ormai provava qualcosa per Zelo, qualcosa di forte, qualcosa che lo rendeva ormai un budino quando l'altro era nelle vicinanze.
Si sentiva innamorato, come le prime volte che aveva visto Sungjong, ma in maniera diversa. 
Era sbagliato anche solo pensarlo perché il suo ragazzo era in Cina, gli aveva preso un peluche gigante solo perché sapeva quanto era folle il suo amore per tigro, nemmeno un bambino poteva equiparare quella follia, che in fin dei conti Sungjong adorava immensamente.
Era da stronzi, da bastardi, da veri egoisti dire di amare una persona, ma tradirla con un'altra e non avere la forza di fermarsi, di dire basta, di smetterla per il bene di tutti.
Ma era ancora da più da stronzi aver terminato una chiamata con il proprio ragazzo e attendere l'arrivo dell'amante, che nemmeno mezz'ora dopo suonò al campanello.

Yong Guk si precipitò ad aprire e aspettò il minore con ansia, mentre percorreva il vialetto di casa dei suoi, i quali non erano ancora tornati dal loro viaggetto. Per quello aveva deciso di utilizzare ancora un po' la sua vecchia case, tanto Yong Nam era in università o in biblioteca.
Zelo entrò in casa con il sorriso sulle labbra e una borsa di carta in mano. 

-Bubble Tae alla fragola!!!- disse felicemente, chiudendosi la porta alle spalle.
-Yeah! Lo adoro- rispose Yong Guk prendendo la borsa, andando verso la cucina.

Zelo gli andò dietro saltellando, aspettando che il maggiore togliesse i bicchieri dalla borsa e sistemasse le cannucce colorate all'interno.

-Tieni...- disse con il suo solito rossiso gengivale Yong Guk, passando uno dei due biccheri al minore che si sedette subito dopo al tavolo, ringraziandolo.

Yong Guk si mise di fronte a lui e senza nemmeno farlo apposta, le loro mani libere andarono a sfiorarsi, tocchicciarsi, farsi pizzicotti lievi, cercarsi.
Qualche sorrisino timido s'intravedeva dalle cannucce, mordicchiate da entrambi, perché avevano lo stesso vizio di renderle quasi inutilizzabili, ma contenti del loro lavoro.

-Come sta andando con Daehyun...- chiese poi Yong Guk, lasciando il bicchiere quasi a metà sul ripiano liscio del tavolo.

Zelo arricciò il naso e alzò le spalle. 
Non voleva parlare di suo fratello, ma Yong Guk era abbastanza testardo e sapere del loro litigio lo aveva innervosito parecchio.
In realtà, Zelo era contento che Yong Guk si fosse arrabbiato, perché in quell'istante, anche se per poco, Zelo aveva compreso di essere qualcosa per Yong Guk, di essere considerato davvero.

-Non gli parlo...- rispose soltanto, visto che l'altro non intendeva smettere di guardarlo. 
-Dovresti invece... Jongup cosa gli ha detto?-
-Che mi sono addormentato qui e niente... che tra noi non è successo niente di niente...- rispose con lentezza il minore, succhiando faticosamente dalla cannuccia martoriata.

E Yong Guk sospirò interiormente, perché le occhitacce di Daehyun si erano moltiplicate dopo quel giorno e faceva davvero fatica a mostrarsi normale, calmo, sempre preoccupato per Sungjong - non che fingesse su questo - e lontano da Zelo, o per lo meno, evitava di toccarlo nei punti sbagliati, di abbracciarlo, di ridere troppo, di spostargli la frangezza ribelle, anche se adorava farlo, come invece stava facendo in quel momento.

-Non tenermi il broncio...- disse regalandogli un sorriso limpido.
-Non voglio parlare di Daehyun...- 
-Nemmeno io... ma mi preoccupa questa cosa... non voglio che litighiate o che continuiate a evitarvi. Cerca di capirlo, lui è preoccupato per te Zelo, lo sarei anche io se fossi al suo posto... vuole solo che tu non ti faccia del male...-
-Ma io non mi faccio del male!- rispose stizzito, rendendosi conto subito di aver alzato un po' troppo il tono della voce.

Yong Guk sospirò e portò entrambe le braccia sul tavolo, togliendogli il bicchiere dalla bocca e facendoglielo appoggiare, in modo da potergli stringere le mani.

-Io voglio solo che tu stia bene... e so che questa cosa con Daehyun ti sta facendo male... io lo capisco...-
-Prima o poi si sistemerà hyung... ora non pensiamoci però...-

E Yong Guk annuì, alzandosi di poco dalla sedia, avvicinandosi con lentezza al viso triste del minore baciandogli le labbra con un semplice tocco, un piccolo sfioramento leggero che fece tremare entrambi.
Se con un semplice contatto, il cuore gli esplodeva, come poteva pensare di lasciarlo andare?
Zelo aveva bisogno di lui.
Ma la cosa peggiore era che lui aveva bisogno di Zelo.

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Capitolo 36
*** Una storia da dimenticare ***


Eccomi qui!! In Anticipo ma... beh devo dirvelo... ho spaccato i cristalli liquidi del computer ç_ç per ora è una botta laterale, proprio in basso dove c'è l'orologio e il calendario ecc... quindi non vedo l'ora xDD per quanto ne so si è già esteso un pochino, e ho paura di trovarmi con il computer rotto entra 3...2...1... NO!
Quindi, per tirarmi su il morale ho deciso di postare, e anche per evitare di rimanere indietro nel caso il pc sia inutilizzabile. Ma per ora sembra ferma li. Basta non toccarlo da nessuna parte xD 
Cmq sia, la storia va avanti, e io vi ringrazio di cuore per tutti i commenti, i messaggi privati^^ siete troppo adorabili.
E' sicura una cosa: in molti odiano Bang xD povero cucciolo xD
Qualcuno sembra adorare la banglo mentre altri la odiano
e tutti sono tristi per Sungjong.
In questo capitolo torniamo alla Jongkey, e per essere precisi, torniamo al passato.
Ho scritto la parte dedicata al passato in corsivo, mentre il ritorno al presente normale, così da non domandarsi "ma che diavolo sta succedendo???" xD
Vi ringrazio di cuore per il supporto e vi pongo ora un quesito:
Che cosa potrebbe succedere ai due gruppi, se questo segreto dovesse essere scoperto?
Ditemi un po' xD 
Ora vi lascio al capitolo! CHU!


**



Faceva caldo quel giorno, ed era solo il tre giugno!
Alle nove del mattino già si sentiva il calore del sole scottare e metà delle persone avevano tirato fuori abiti decisamente più estivi.
Era uscito di corsa, e per fortuna si era ricordato gli occhiali da sole, o avrebbe passato il quarto d'ora successivo a morire per il sole accecante. 
Si era dato appuntamento con Jinki quella mattina al Dream Girl, ed era anche in ritardo per colpa di Yong Guk che aveva passato ben mezzora a farsi la barba in bagno. Possibile che per radersi tre peli avesse avuto bisogno di così tanto tempo?
Nonostante la camicia a maniche corte e i jeans al ginocchio, il caldo lo stava già facendo sudare ed esultò con forza non appena notò un parcheggio laterale, vicinissimo al locale dell'amico.
Troppa fortuna, pensò il vocalist degli Humanoids, che non aveva mai trovato un parcheggio così vicino nemmeno nei giorni in cui la città si svuotava per le vacanze.

Entrò nel locale ballando mentalmente la salsa, perché il climatizzatore era già in funzione e lui si sentiva bollire anche il sangue. 
Si tolse gli occhiali e notò l'amico, barista, avvicinarsi con un sorriso enorme stampato sulla faccia.
Come faceva ad essere così felice nonostante il locale fosse quasi vuoto, Jonghyun proprio non riusciva a comprenderlo.

-Ehi! Finalmente... non hai trovato parcheggio?- domandò Jinki battendogli qualche pacca sulla schiena, costringendolo a comminare verso il palco in fondo al locale.
-No, è colpa di Yong Guk e della sua barba...- rispose sfinito l'altro, riprendendosi un po' dal caldo soffocante.
-Quale barba? I tre peli in croce? Davvero si ostina ancora a chiamarla barba?-

Ed entrambi risero di gusto, fino a che Jonghyun non notò una terza persona seduta ad un tavolo laterale al palco.
Per un attimo pensò che fosse solo un cliente, ma poi anche Jinki si girò a fissarlo fino a sorridergli.

-Jonghyun, ti voglio presentare Baekhyun, un mio grande amico! Ha diciotto anni e sta finendo le scuole superiori! Sai, vuole iniziare il tuo stesso corso in università!-

Jonghyun rimase un secondo sconnesso.
Quel Baekhyun aveva un non so che di affascinante, a partire dai pantaloni bianchi aderenti che gli fasciavano le gambe e che aveva potuto scoprire solo perché l'altro si era alzato inchinandosi per rispetto.
Sorriso timido e smagliante che gli illumava tutto il viso, davvero tenero, quasi quanto quello di un bambino. Lo strato sottile di matita nera verso la coda degli occhi gli rendeva lo sguardo profondo, attraente, quasi seducente, anche se l'altezza rovinava tutto.
Non era poi tanto più alto di lui, ma sicuramente un paio di centimetri li aveva guadagnati. 
-Ciao Jonghyun hyung... è un piacere conoscerti!- disse con estrema gentilezza Baekhyun, la voce acuta ma gentile, mentre si inchinava. 
-Ciao Baekhyun-sshi, è un piacere anche per me!-

Jinki si dileguò poco dopo, tirando fuori mestieri inesistenti e clienti nascosti da servire, per non parlare dei fornitori con cui discutere. Convinse così Jonghyun a tenere compagnia al suo piccolo Baekhyun e così passarono ben due o tre ore a chiacchierare del più e del meno, scoprendo un sacco di cose interessanti l'uno dell'altro.
Baekhyun adorava cantare e adorava gli Humanoids, anche se passava il tempo nascosto da tutti, proprio a quel tavolo riservato e non tanto visibile dal palco, dove memorizzava le canzoni e le studiava da solo, nel tentativo di imitare Jonghyun e la sua voce.
Parlarono della band, della scuola, degli amici, dei film che avevano visto e di quelli che gli avevano fatto schifo. Parlarono del tempo, della voglia di andare in piscina o della passione del più grande di andare a correre, seguita da una richiesta del più piccolo, sempre se gli andasse bene, di accompagnarlo qualche volta in queste corse mattutine.
Si ritrovarono a sorridere l'uno verso l'altro, mentre il tempo scorreva e il bar un po' si riempiva, mentre Jinki passava da loro con una cola, o un tè, o dei tramezzini, visto che si era fatto mezzogiorno. 

Si diedero appuntamento al giorno dopo, visto che era domenica e la scuola non avrebbe dato nessuna noia, sempre in quel bar e sempre a quel tavolo, dove parlarono ancora della loro vita, della loro famiglia, di come avrebbero voluto fare diversamente alcune cose, di come quello che gli altri dedicevano a volte non rispecchiava il loro volere.
Jonghyun si rivedeva in Baekhyun e lo stesso era per il minore, che in fondo aveva chiesto a Jinki di fargli conoscere il vocalist degli Humanoids, suo chiodo fisso ormai da più di un anno. 
Ma questo Jonghyun non lo scoprì molto facilmente, ma seppe subito che Baekhyun era una schiappa in ginnastica, ecco perché dopo nemmeno venti mintui di corsa si dovettero fermare per mancanza di aria da parte del minore.
Scoprì che Baekhyun amava prendere il sole in piscina, ma meno farsi una nuotata, anche se alla fine si fece buttare in acqua, tanto per stare aggrappato al collo del più grande per qualche secondo.
Baekhyun era un concentrato di felicità e sorpresa e ogni giorno imparava qualcosa di nuovo su di lui, scopriva qualcosa che non aveva notato il giorno prima, come per esempio il rettangolo che formava la sua bocca quando rideva di gusto, o che a volte non metteva l'eye liner perché gli bruciavano gli occhi per il continuo uso, unito a quello delle lenti a contatto verdi.
Baekhyun adorava la discoteca e bere, forse questa era l'unica pecca di quel ragazzino che in qualche modo, si era infilato nella sua vita. Dopo due mesi di uscite, di risate, di scoperte e di amicizia, Jonghyun capì che Baekhyun non era poi come tutti gli altri.
Baekhyun lo ascoltava e pendeva dalle sue labbra.
Baekhyun era geloso, ma non lo dava a vedere, quando Jonghyun sorrideva alle ragazze scosciate del locale. 
Baekhyun si rattristava quando Jonghyun doveva andare a casa, o a provare, o per un qualsiasi motivo doveva mettere fine alla loro uscita.
Baekhyun era l'unico che gli mandava il "buon giorno" e la "buona notte" sul cellulare, seguito da una faccina tenera, un gattino e un cuore. 
Baekhyun era anche scoppiato a piangere una sera di agosto, quando il più grande gli disse che una ragazza lo aveva invitato ad uscire la sera prima, durante una delle varie serate degli Humanoids al Dream Girl.

-Baekhyun! Baekhyun non piangere! Baekhyun ho detto no, ok? Non uscirò con lei... io devo uscire con te domani non ricordi... dobbiamo andare a Busan... te lo avevo promesso...-

E Baekhyun smise di piangere.
Alzò lo sguardo rigato dalle lacrime e dall'eye liner, con il labbro tremante, cercando di trattenere se stesso.

-Non... non andrai?-
-No...-

E lo abbracciò di scatto, stringendogli le braccia al collo, infossando il volto nell'incavo della spalla destra, mentre Jonghyun gli circondò vita con le braccia, sussurrandogli qualcosa all'orecchio che Baekhyun ricordò per sempre:


 
-Voglio uscire solo con te d'ora in poi...-


E così iniziò la loro storia.
Quel 17 agosto 2012, in cui Jonghyun ci mise tutto se stesso per far sì che le cose andassero perfettamente, perché ormai il suo cuore apparteneva a Baekhyun e niente avrebbe potuto distruggere quello che loro due avevano.

Mai frase fu meno azzeccata.
Baekhyun era un concentrato di felicità, ma anche un concentrato di arroganza misto nervoso che solo una donna in pieno ciclo mestruale avrebbe potuto in qualche modo assomigliargli.
Baekhyun odiava indossare gli occhiali e odiava la gente che gli diceva il contrario, che invece era molto carino con quelli.
Baekhyun era egocentrico fino al midollo e molte volte pensava prima a se stesso che a Jonghyun e alla loro storia.
Successe infatti molte volte che Baekhyun non si presentasse al locale, durante una loro serata, quando Jonghyun gli aveva chiesto espressamente di venire, per ascoltare una canzone che aveva modificato solo per lui.
Baekhyun era acido al mattino presto, ma anche nel primo pomeriggio, quando gli andava male un test, quando finiva l'eye liner o quando lo metteva male, quando non aveva abbastanza soldi per comprarsi un vestito che adorava o quando si macchiava i pantaloni o si svegliava dalla parte sbagliata del letto. Quando pioveva, nevicava, c'era troppo sole o ce n'era troppo poco, faceva troppo caldo o troppo freddo, quando il suo gatto non lo calcolava o quando sua madre gli preparava una colazione diversa da quello che era il suo solito rito mattutino: una tazza di latte bianco, un po' di riso e un succo.

Baekhyun era ingestibile all'ennesima potenza, quando Jonghyun gli chiedeva di non andare in discoteca per passare del tempo insieme. E tutto questo iniziò a succedere dopo due mesi di storia, quando ottobre era quasi alle porte, ed entrambi avevano ripreso la loro vita universitaria. 
Jonghyun sapeva di essere un po' egoista, ma da quando aveva provato le gioie del sesso con Baekhyun ogni momento era buono per darci dentro, per fare un po' di sano esercizio, che toglieva il nervoso. 
Ma a Baekhyun anche solo pensare al sesso lo innervosiva così che a malapena erano in grado di farlo una volta a settimana - e per il minore era già era troppo.
Dover rinunciare alla sua serata in discoteca per farsi delle coccole era ovviamente fuori discussione e così si accese il primo dibattito, che si trasformò in litigio esattamente due secondi dopo.
Grida, urla, pianti e una porta sbattuta.
Jonghyun aveva scoperto chi si celava sotto tutti quei sorrisi dolci di qualche mese prima.
Una vera belva.

Ma Jonghyun era innamorato, innamorato sul serio e nonostante questo continuò a stare alle prese di Baekhyun, alle sue richieste, alla sua vita, al suo modo di fare.
Fino a che non provò ad andare ad una delle serate alla quale Baekhyun lo aveva inviato.
Conobbe così gli amici di Baekhyun, tutti frequentati la sua università, ma che non aveva mai visto in giro.
Sehun, una pertica di ragazzo dallo sguardo apatico.
Luhan, cinese e troppo chiassoso, che pareva più uno scoiattolo indemoniato che un ragazzo normale.
Suho, pacato e preciso, che gli diede la mano come un vero occidentale, bevendo però il suo drink da una cannuccia giallo canarino, come un perfetto ragazzino stupido.
Kris, alto quanto un palo della luce, dallo sguardo penetrante e i capelli biondissimi. 
Lui gli disse semplicemente che "la musica live non è il mio stile" e per il resto della serata non gli parlò più.
In realtà Jonghyun, passò il resto della serata a bere drink e guardare il suo ragazzo ballare a turno con tutti i suoi amici in mezzo alla pista, completamente ubriaco di alcool e la ridarola perenne.
Si autoconvinse che andava tutto bene, che Baekhyun era un bravo ragazzo e quella era la sua prima sbronza, solo perché c'era lì lui e poteva controllarlo. 
Ma poi capì che quella era solo la più grande stronzata detta in tutta la sua vita.

-Perché devi bere così tanto?- gli chiese un mese dopo, quando una mattina si presentò a casa sua e lo trovò accasciato davanti al water del bagno di fianco alla sua camera.
-Ma sì, è per diverti...- e non finì la frase.
-No, non mi va bene! Che divertimento del cazzo è?! Voglio che la smetti!-

Mai richiesta fu meno gradita.
Baekhyun lo fulminò con lo sguardo, mandandolo a cagare in diverse lingue.

-Come puoi chiedermi di smetterla quando io ti chiedo di non rompermi le palle qualche volta e lasciarmi vivere, invece che mettermi sempre le mani nelle mutande! CAVOLO! E' la mia vita!-
-Sì ma ti stai rovinando...-

E ne seguirono altre di discussioni simili, tutte uguali, sempre le stesse.
Jonghyun era stufo, troppo geloso di come Baekhyun si muoveva in quella cavolo di discoteca, addosso a quegli amici che non gli piacevano per niente, contando che nessuno di loro si era mai messo a parlare davvero con lui, se non per chiedergli l'ora o una sigaretta.

Una sera, al compleanno di Luhan esattamente, Jonghyun prima di uscire ci provò di nuovo a chiedergli di non bere, e lì Baekhyun eruttò come un vulcano rimasto inattivo per anni.
Lo inondò di insulti, gli diede anche un paio di spintoni che non servirono a nulla, gridando talmente forte che Yong Guk entrò in camera a controllare che tutto andasse bene.
Alla fine Jonghyun decise di mandarlo a cagare del tutto.

-Vai a fare la puttana allora! Io non vengo!-

E Baekhyun se ne andò, chiudendo la porta, o per dirla meglio, sbattendo con violenza la porta della camera di Jonghyun e anche quella dell'ingresso. 
In quel momento Jonghyun pensò di aver fatto la cagata più grande della sua vita.
Forse aveva eragerato, forse il suo essere sempre appiccicoso, sempre pronto a chiedergli di fare sesso, sempre pronto a fare il geloso anche per niente... probabilmente aveva sbagliato.
Passo ben mezz'ora a domandarselo e poi prese il giubbotto e si avviò fuori dalla sua camera.
Non diede retta alla voce di Yong Guk, che gli diceva di non andare, di smetterla di stare con quel pazzo e di trovarsi qualcuno di decente, ma Jonghyun non lo ascoltò.
Prese la macchina e si avviò al locale che Sehun aveva prenotato per il compleanno di Luhan.
Entrò di corsa guardandosi intorno.
C'era troppa gente e le luci psichedeliche non erano di certo il massimo per trovare qualcuno.
Alla fine intravide Luhan e Sehun, in mezzo alla pista uno appiccicato all'altro, poi vide la pertica di Kris lì vicino, e poi, purtroppo, vide Baekhyun avvinghiato alla stessa pertica, le labbra di uno e dell'altro unite in un bacio troppo travolgente, troppo doloroso.
Jonghyun indietreggiò e trovò Suho dietro di lui, che guardava nella stessa direzione.
Forse solo lui si era reso conto della cotta di Suho per Kris, e a giudicare poi dallo sguardo triste che il minore aveva, Jonghyun capì di aver fatto centro.

-Mi dispiace Suho... io me ne vado... digli che non voglio più vederlo...-

E Jonghyun se ne andò.
Tornò a casa, strisciò i piedi fino alla porta e suonò perché non aveva la forza di trovare le chiavi.
Yong Guk aprì grugnendo, ma poi sospirò vedendo lo sguardo vuoto di Jonghyun, gli occhi prossimi al pianto, il volto pallido.
Passarono la notte l'uno vicino all'altro, mentre Jonghyun piangeva, si soffiava il naso, chiedeva perché e Yong Guk lo sosteneva, gli diceva che "no, non ti merita, smettila di piangere, è lui ad aver perso una persona meravigliosa...".
Ma faceva male e Jonghyun sapeva che quel dolore lo avrebbe dovuto sopportare per molto tempo.

Vide Baekhyun il giorno dopo.
Aveva ricevuto un suo messaggio quella mattina e rimase a leggerlo per un po':


 
"Perdonami... sono un cretino... ti aspetto al parco vicino a casa mia... proprio alla nostra altalena per le tre..."


E lui ci andò.
Ci andò ma rimase a distanza, nascosto poco lontando dietro un albero, mentre Baekhyun se ne stava sulla loro altalena, dondolandosi piano, guardandosi intorno e poi l'orologio, costatando che era passata mezz'ora, poi un'ora, poi due.
Jonghyun rimase lì a fissarlo, sedendosi a terra e aspettando.
Baekhyun aspettò fino a che non gunse il tramonto, e poi arrivò Luhan.
Baekhyun pianse tra le braccia di Luhan e Jonghyun decise di andarse, perché Baekhyun era in buone mani e non gli sarebbero venuti sensi di colpa.


 
**


-Jonghyun perché non mi hai detto subito come erano andate le cose?- chiese Kibum, seduto a gambe incrociate sul divano di casa Humanoids, in quel momento vuota.

Il vocalist alzò le spalle e fece un piccolo sorriso, passandosi una mano tra i capelli quasi platinati.
L'ultima tinta l'aveva davvero sbagliata.

-Non lo so... non mi piace parlare di lui... e poi ci sei tu ora. Tu sei talmente meglio che il suo ricordo è come un brutto sogno, come se non fosse mai esistito sul serio...-

Kibum respirò profondamente e portò la mano destra contro la guancia del maggiore, carezzandogli la pelle pallida.
Era così bello, così dolce il suo Jonghyun che davvero non riusciva a capire come Baekhyun avesse potuto anche solo pensare di tradirlo, di fargli del male, di trattarlo in quel modo stupido.
Jonghyun era un po' appiccicoso, questo era vero, ma a Kibum piaceva soprattutto per quello.
Sapere di essere amato, adorato così tanto dal suo Jonghyun lo faceva sognare, lo faceva esplodere di felicità.

Se ripensava a due anni prima, quando era solo un amico di Jonghyun, lo adorava di nascosto, probabilmente lo amava già, anche se non si era accorto praticamente di nulla.
Quei cinque, sei mesi che Jonghyun aveva passato con Baekhyun erano per lui un mistero, e non si ricordava nemmeno del viso di quel ragazzo, seduto in quel tavolino, che molte volte lui stesso serviva o puliva.
Provò a pensare a Jonghyun, che due anni prima gli presentava Baekhyun, a come avrebbe potuto prendere la cosa, a come avrebbe sofferto, avrebbe pianto.


-Perché non l'ho mai visto? A volte lavoravo da Jinki all'epoca...- disse più a se stesso che a Jonghyun, stringendo le braccia al petto.
-Avevi appena iniziato l'università, e lavoravi meno da Jinki... forse soltanto il giovedì quando suonavamo noi e il sabato...-
-Ah sì... è vero! Ti ricordi tu e non io...- 

Jonghyun sorrise di nuovo, arruffando i capelli del suo ragazzo, che tentò di salvare la piega ma venne preso per i polsi e spinto completamente sul divano, mentre l'altro lo seguì di colpo, trovandoselo sopra con gli occhi fissi nei propri.
Era da un po' che non passavano del tempo da soli, insieme, con un po' di privacy.
I genitori di Kibum erano tornati dalla vacanza, ed entrambi stavano aspettando che ne inizassero un'altra, ma loro non sembravano così intenzionati a ripartire subito.

-E' stato un vero stupido a lasciarti... ma dovrò ringraziarlo... perché ora sei mio...- sussurrò Kibum tra un bacio e l'altro.

Jonghyun gli sfilò la t-shirt e scese piano verso i capezzoli dell'altro, leccandoli, succhiandoli, martoriando la pelle bianca.

-Tu invece hai bisogno di una punizione... perché hai offerto questo...- e gli strinse un gluteo facendologli emettere un gridolino davvero poco mascolino -a quel deficiente di Chanyeol...-

Key sorrise con malizia, portandosi il proprio indice alle labbra, mordendolo e succhiandolo tanto da mandare Jonghyun un attimo in catalessi.

-Sicuro che vuoi punirmi?- domandò il minore sbattendo le ciglia.
-Oh sì!-

E Jonghyun si spostò di colpo, tirandolo in avanti per un polso .
Nemmeno si rese conto di come l'altro lo avesse messo con la pancia sulle proprie gambe, e avesse iniziato a sculacciarlo, piano ma con decisione, tanto da fargli quasi male, o bene, dipendeva forse dai punti di vista!

-Ah... Jonghyun...-
-Dimmi?- rispose il maggiore.
-No... Nooo! Non farlo... ahhh...- gemette Kibum sentendo altre pacche sul suo povero fondoschiena.

Per lo meno i pantaloni attutivano i colpi, ma il continuo strusciare del suo povero membro contro le gambe di Jonghyun non era di certo fantastico, anzi.

-Jong... aaww ti prego...-
-Oooh... ho capito Key... ora mi prenderò cura di te...-
-Awww...-
 

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Capitolo 37
*** Bubble Soap ***


Quel mercoledì mattina in lavanderia c'era un vero e proprio ritrovo di universitari, tanto che tutte le lavatrici e ascigatrici - che in totale erano almeno una ventina - erano occupate.
C'erano cinque ragazzi con dei borsoni pieni di roba da lavare, altre due gruppetti di ragazze che stavano dividendo le cose delicate da quelle colorate, mentre un altro gruppetto di studenti sembrava occupato a comprendere come funzionassero le lavatrice, o quale detersivo sarebbe stato meglio utilizzare. 

Yong Guk era grato di quella baraonda, visto che di solito non c'era moltissima gente in quelle ore, e lui odiava passare il tempo a guardare il vuoto, anche se a volte si metteva a lavare il suo stesso bucato e quello dei suoi amici scrocconi, che gli rifilavano sempre qualcosa per evitare di lavarla a casa. 
Si sarebbe di certo divertito molto di più se solo il fratello gemello se ne fosse tornato a casa, come avrebbe dovuto! Purtroppo si era dimenticato dei libri importanti e una felpa la sera prima, e aveva deciso di accompagnarlo per recuperarli.
Vedendo però la fila di persone ferme ad attenderli davanti al Bubble Soap - nome originale scelto dalla madre dei due - aveva deciso di rimanere per aiutare il fratello, ed evitare ovviamente che trasformasse la lavanderia in una discoteca improvvisata, conoscendo Yong Guk e la sua voglia di divertirsi, piuttosto che lavorare.

Non a caso quel giorno c'era un sacco di gente, molti dei ragazzi erano amici del chitarrista degli Humanoids e avevano scelto quella mattina proprio perché sapevano che sarebbe stato solo soletto.
Yong Nam però era stato irremovibile e ora girava per il negozio aiutando un po' tutti.
Non faceva altro che aiutare chiunque gli sembrasse in difficoltà, regalando sorrisi carichi di gentilezza alle ragazze più carine, ma anche a quelle con i denti più storti. 
Aveva aiutato i ragazzi che non avevano nemmeno idea di che bottone schiacciare, e si era poi improvvisato massaia del mese, indicando a due belle ragazzine che il vestito rosso che stavano per mettere in lavatrice, era sicuramente da lavare a mano, o sarebbe diventato di tre taglie più piccolo.

Yong Guk lo fissava di tanto in tanto, seduto sul suo sgabello dietro al bancone, mentre giocherellava con il suo Iphone.
Lui non era così noioso con le persone, almeno che queste non gli chiedessero effettivamente aiuto.
Odiava intromettersi nelle discussioni degli altri, contando anche che non era poi così ferrato in materia di vestiti, tessuti, lavatrici eccetera.
Sapeva quello che bastava per non creare disastri, ma non si metteva a dare lezioni di vita su quali colori andassero con altri, e quali invece erano sconsigliatissimi da unire.
Insomma, Yong Guk era apatico mentre Yong Nam troppo espansivo.
Il giochino pareva distrarlo abbastanza, ma un semplice messaggino gli fece cambiare subito idea.
Zelo gli aveva appena scritto e se ne fregò del record appena superato e non salvato, andando ad aprire subito l'applicazione.

"Ciao hyung... oggi le lezioni sono più noiose del solito"

Sorrise.
Zelo era a scuola in quel momento, ma avrebbe davvero voluto averlo li con sè, dietro quel bancone, magari seduto sulle sue gambe, mentre si facevano selca stupide.
Sospirò pensando a qualcosa di carino da scrivergli, alzando lo sguardo ogni tanto per controllare che nessuno lo stesse fissando, o per meglio dire, che Yong Nam non lo stesse fulminando con lo sguardo mentre lui si faceva bellamente gli affari suoi.

Ma il gemello buono pareva troppo preoccupato ad aiutare due belle straniere, e quindi Yong Guk riprese a digitare le parole sul suo telefono.

"Io sono circondato da un sacco di ragazzi... ma mio fratello si sta facendo il mazzo... vorrei poter passare il tempo in un'altra maniera..."

Inviò il tutto e attese che l'altro rispondesse, anche se forse non lo avrebbe fatto tanto presto, contando che era in classe e a lezione, quindi intercettabile da qualsiasi professore.
Lasciò il telefono sul bancone e fissò con interesse un ragazzo che conosceva bene, provarci spudoratamente con una moretta dalla gonna nera, che la fasciava solo fino a metà cosce.
Indossava una felpa azzurra, con una stampa che Yong Guk non riusciva a decifrare, forse perché bianca e troppo nascosta dall'angolazione dei due. 
Yong Nam si avvicinò ai due dopo pochissimi secondi e indicò ad entrambi che i loro cicli di lavaggio erano finiti e dovevano liberare le lavatrici per gli altri clienti.
Come sempre doveva rovinare i momenti migliori, infatti i due si ricomposero e presero le loro cose, smettendo di parlarsi per il resto del tempo.

-Yong Guk... vado un attimo nel retro a prendere dei detersivi... tu rimani sempre li eh...-
-Nam... la gente non muore se non gli fai da balia... vedi di non rompere...-

Il gemello si avviò nel retro del locale senza rispondere altro e Yong Guk ritornò a fissare i nuovi ragazzi appena entrati nella lavanderia. 
Molti avevano la loro lavatrice fissa, mentre altri preferivano un determinato tipo di detersivo  e Yong Guk non riusciva a capire il perché. Come si può preferire una lavatrice ad un'altra?

Il telefono vibrò prima che il suo cervello iniziasse a farsi viaggi sui pro e i contro di avere una lavatrice preferita e subito il nome di Zelo illuminò i suoi occhi.

"Anche io... magari potresti insegnarmi ad usare la lavatrice... sembra difficile hyung..."

Dannato.
Dannato per sempre.
Già se lo immaginava senza pantaloni e maglietta, pronto a mettere tutto in lavatrice con sguardo provocante.
Dannato di nuovo!

"Oh si... difficilissimo! Dovresti proprio venire... magari durante la pausa, quando nessuno può darci fastidio... penso che potrei insegnarti molto bene se lo desideri davvero..."

Si maledì subito dopo avergli inviato il messaggio, perché sapeva che l'altro lo avrebbe stuzzicato di nuovo in qualche modo, ma i suoi pantaloni quel giorno erano troppo aderenti e avrebbero potuto mostrare anche troppo.
Si alzò dallo sgabello sul quale era seduto e si stirò leggermente, notando poi che le due ragazze straniere si stavano avvicinando al bancone.

-Ciao... puoi aiutarci? Abbiamo sbagliato...- disse in inglese una delle due, dagli occhi grandi e castani, quasi verdi.
-Certo...- rispose lui seguendole verso la lavatrice che stavano usando.

Si ritrovò così a spiegare alle due, che avevano messo i vestiti in una lavatrice per le scarpe e non nell'asciugatrice, quindi avevano un fatto altro lavaggio invece che asciugare il tutto.
Le due risero per lo sbaglio e si fecero spiegare in qualche modo come rimediare, così Yong Guk, con estrema gentilezza, indicò loro l'asciugatrice più vicina e il programma da utilizzare per i loro indumenti.

-Grazie! Siamo proprio sbadate...- disse la seconda dagli occhi azzurri, ancora imbarazzata per l'errore commesso.
-Oh no! Sbagliano in tanti... forse è difficile anche per i coreani capire certe cose-

Le due risero ancora e ringraziarono nuovamente Yong Guk, che tornò verso il bancone, dove Yong Nam aveva appoggiato un cesto pieno di detersivi e buste.
Solo in quel momento, si accorse che l'altro aveva un telefono in mano.
Non badò molto al particolare, visto che entrambi possedevano un Iphone. 
Peccato solo che quello di Yong Nam fosse nero, mentre il suo bianco, e quello che il gemello teneva in mano era proprio bianco.
Si avvicinò più velocemente, tirandogli via il telefono dalle mani - e per puro miracolo non caddè a terra.
Il volto di Yong Nam si alzò, mostrando uno sguardo diverso dal solito, più simile a quello di Yong Guk per moltissime sfacettature.

Serio.
Inespressivo.
Carico di odio.

Yong Guk fissò il display del proprio Iphone e li capì tutto.

"Vorrei proprio stare li con te... penso che imparerei davvero un sacco di cose hyung... come l'ultima volta a casa tua..."

I suoi occhi ritornarono a fissare quelli del gemello, che parevano aver perso tutta la felicità di cui era sempre carichi.
Yong Nam fece un grosso respiro e strinse i pugni contro il cesto che teneva sul bancone.

-Dimmi che non è come sembra...- disse solo.

E Yong Guk non rispose.

-Dimmi che stai semplicemente scherzando con Jonghyun e che mi hai fatto uno scherzo...- continuò il gemello.

Ma Yong Guk di nuovo rimase in silenzio, maledicendo se stesso in tutte le lingue del mondo perché cazzo, lui il telefono lo portava anche in bagno!

-Dimmelo cazzo...- disse abbassando notevolmente il tono della voce, per evitare che qualcun'altro lo sentisse.

Il chitarrista abbassò lo sguardo e rimase per qualche attimo a fissarsi le scarpe, indeciso se scappare o rispondere in qualsiasi modo.

-Non avresti dovuto prendere il mio telefono...- disse soltando, sentendosi un emerito idiota.

Yong Nam sorrise ironicamente, tirando su il cesto carico di roba.
Si avviò verso il punto dove tutti i vari prodotti erano disposti e lasciò lì il tutto, senza mettere in ordine.
Tornò poi verso il fratello, avvicinandosi tanto da posargli un braccio sulla spalla.

-Spero tu sappia quello che fai... perché tutto questo non ti porterà a nulla di buono...- 

E Yong Guk lo sapeva bene, ma mai avrebbe pensato di ricevere una frase simile da suo fratello,  che certe cose le odiava dal più profondo del cuore.

Yong Guk non era scemo, sapeva che il fratello aveva sempre provato qualcosa per il suo ragazzo, e c'era rimasto male quando alla fine Sungjong aveva scelto Yong Guk.
In quel momento il chitarrista, si sarebbe aspettato un pugno sul naso, un sacco di bestemmie tirate dietro come sassi, o per lo meno una tirata di orecchie.
Ma Yong Nam si era rivelato completamente l'opposto. 

-Gukkie... ricordati che è minorenne... non metterti nei guai..- terminò la frase il gemello, spostandosi verso un paio di signore entrate proprio in quel momento, tornando ad essere il solito ragazzo gentile e solare.

Yong Guk sospirò riprendendo a fissare il telefono.

"Voglio vederti..." scrisse semplicemente.

E inviò il messaggio a Zelo, sapendo di aver messo un'altra firma in quella famosa condanna a morte, che probabilmente lo avrebbe seguito persino all'inferno. 

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Capitolo 38
*** Saranghae ***


Correva veloce per le stradine di quel quartiere, sorpassando una salita ripidissima seguita da vie laterali e poco frequentate.
Il cuore batteva forte, i polmoni chiedevano aria e la bocca era asciutta. 
Repirava a fatica ma non voleva smettere di correre e sforzò il suo corpo ad andare più veloce, perché doveva arrivare il prima possibile.
Aveva bisogno di lui e doveva muoversi, non poteva farlo aspettare.
Glielo aveva detto chiaramente e tutti i suoi sensi erano esplosi all'unisono. 
Nonostante il professore lo avesse già beccato due volte con il telefono in mano, non si era preoccupato di rispondere a Yong Guk, che si sarebbero visti quel pomeriggio dopo la scuola, dove avrebbe voluto lui. 

E il maggiore gli aveva detto casa sua, quella dei suoi genitori, libera dai parenti dei due gemelli per qualche strano motivo che nemmeno ricordava.
Daehyun gli aveva chiesto più volte dove stesse andando, ma lui era rimasto evasivo, parlando di Jongup e di un compito importante e che doveva muoversi.
Sua madre lo aveva lasciato andare, anche se il fratello non sembrava della stessa idea.
Ad un certo punto, gli era parso persino che lo stesse seguendo, ma dopo aver controllato più volte, e aver preso strade abbastanza affollate, si era assicurato che nessuno lo stesse in qualche modo pedinando.

Arrivò davanti alla casa del chitarrista e suonò un paio di volte, come gli aveva detto Yong Guk.
Il cancelletto si aprì subito dopo, come se il maggiore fosse di fianco al citofono, pronto a rispondere in qualsiasi momento.
Zelo percorse il vialetto ormai conosciuto e si trovò subito davanti alla porta di casa, già aperta.
Yong Guk era li ad attenderlo, e dopo averlo tirato dentro e chiuso la porta alle spalle, lo spinse contro di essa e unì le loro labbra in un bacio ricercato, quasi ne avesse avuto bisogno per vivere.
Zelo si aggrappò alla schiena del maggiore, sentendosi avvolto dal calore più grande e bello che avesse mai percepito, sentendosi amato e protetto allo stesso tempo.
Yong Guk si spostò da quel bacio bagnato, andando a spingere il proprio volto nell'incavo della spalla del minore, respirando a pieni polmoni il suo profumo.

-Hyung... stai bene?- chiese Zelo, stringendo l'altro a sé con più forza.
-Sì... ma avevo bisogno di te...- rispose il biondo strusciando la propria guancia contro quella dell'altro.

Zelo sorrise, baciandogli la pelle esposta, sperando che quel momento non finisse mai, che Yong Guk avesse sempre bisogno di lui in qualche modo, che nonostante il ritorno di Sungjong, la loro relazione non sarebbe volata via come polvere. 

-Yong Nam l'ha scoperto...- disse Yong Guk dopo poco, spostandosi dall'abbraccio del minore.

Zelo impallidì di colpo, sentendo il proprio cuore prendere a correre veloce, troppo veloce.
Quasi faceva male.
Yong Guk gli prese la destra e lo tirò insieme a lui verso il salotto, sedendosi entrambi sul divano blu scuro. 
Rimasero in silenzio entrambi, senza sapere come iniziare un discorso, come portarlo avanti e come finirlo.
Sembrava difficile mettere insieme due parole e Zelo non voleva nemmeno chiedere, o sapere. 

-Ha letto i messaggi di oggi sul mio telefono... ma non mi ha detto niente... non si è arrabbiato... e io non sono arrabbiato con me stesso... io non riesco a fare a meno di te!-

E Zelo scoppiò a piangere.
Pianse lacrime amare nel sentire quelle parole, che non pensava di poter udire mai, nemmeno tra anni. 
Yong Guk non poteva fare a meno di lui e questo sarebbe bastato a farlo morire lì, sul colpo, senza possibilità di riprendersi.
Il maggiore lo strinse in un abbraccio, sussurrandogli all'orecchio che tutto sarebbe andato bene, che in qualche modo avrebbe sistemato le cose.

Ma Zelo sapeva che le cose non si sarebbero mai sistemate.
Lui aveva sedici anni, quasi diciassette in realtà, ma rimaneva comunque un ragazzo minorenne, innamorato di un ragazzo ventiduenne, bloccato in una relazione stabile con un ragazzo che lo amava da impazzire.
Come avrebbe fatto Yong Guk a lasciare Sungjong? Nemmeno lui ci sarebbe potuto riuscire al posto suo.

No.
Zelo sapeva che quelle parole Yong Guk le pensava davvero, ma sapeva anche che alla fine, non sarebbe riuscito a dire la verità a Sungjong, a mettere la parole fine.
Come avrebbe fatto dopo?
E la band?
E gli amici?

No.
Non poteva far perdere tutto al suo Yong Guk.
Ma non riusciva nemmeno a dirgli basta, a smettere di prolungare quell'agonia, quella relazione segreta che gli stava distruggendo il cuore.

-Io ti amo...- disse tra le lacrime il minore -anche se ho sedici anni... anche se sono un marmocchio ai tuoi occhi... ti amo...-

E Yong Guk lo strinse ancora di più a sé, incastrando le dita tra i suoi capelli fucsia, ormai più rosa che fucsia, baciandogli poi le guance, le labbra, il collo e di nuovo le labbra, il naso, la fronte, toccandogli i fianchi, scendendo e sorpassando la felpa, la t-shirt, arrivando a toccare la pelle bollente con le sue mani fredde, sentendolo tremare, gemere sottovoce.

-Ti...- sussurrò Yong Guk tra un bacio e l'altro.

E Zelo partecipò a quello scambio di affetto, baciandolo a sua volta, succhiandogli le labbra.

-Ti...- provò di nuovo il maggiore.
-Non dirlo...- biascicò Zelo, con le lacrime ancora che gli solcavano le guance bianche.

E Yong Guk si bloccò un'altra volta, ma appena le mani di Zelo gli toccarono la schiena sotto la maglietta, non riuscì a stare zitto.

-Ti amo...-

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Capitolo 39
*** Red ***


Salve mondo! Allora, avevo detto che avrei postato una volta alla settimana, ma visto che ho già scritto tutti i capitoli e, in teoria, me ne manca solo un come bonus, tanto perché non so che fare, ho deciso di postare più in fretta, visto che per la prima volta posso permettermelo xD. 
New Challange è stata una vera sfida per me. Probabilmente non è andata proprio come mi aspettavo. Ha cambiato da sola senza che io potessi fare diversamente. 
Se tornaste indietro al primo capitolo, noterete che il tutto nasce con Kibum, e i suoi problemi del sonno. Poi piano piano la storia cambia, i personaggi si ampliano, le cose si modificano, Yong Guk diventa il vero e proprio protagonista, anche se ho sempre pensato che di protagonisti non ce ne fossero in New Challange.
Da una parte, penso che sia stato un errore iniziare in un modo e terminare in un altro... dall'altra penso che non ci siano errori quando si scrivere per sé stessi. Spero davvero che, nonostante l'odio profondo che può tirarvi fuori Yong Guk, la storia sia stata in qualche modo apprezzata. Mancano ancora molti capitoli, quindi non abbiate paura. Da questo in poi inizierà una vera e propria discesa. 
Ringrazio tutti coloro che continuano a sostenermi, che commentano, dicono cosa gli piace e cosa no, coloro che leggono, si nascondono ma ci sono. Grazie a tutti. 
Non so se mi imbarcherò in una nuova long così long. Penso che le prossime storie saranno più brevi, anche perché non mi sono mai messa in gioco con storie corte. Sarebbe una vera sfida! Spero continuerete a supportarmi anche in altre categorie^^ 
Vi lascio quindi a questo capitolo, nel quale succederà qualcosa che era stata citata qualche capitolo prima^^. 
Buona lettura e ditemi cosa ne pensate!



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Dicembre era iniziato bene, con un leggero sole mattutino che scaldava poco ma rendeva il tutto più bello, più vivibile.
Erano solo le nove e mezza, ma Yong Guk camminava già per le strade di Seoul, verso uno dei posti che preferiva di più al mondo.
Mancava poco, giusto qualche metro e sarebbe arrivato... già il suo cuore aveva iniziato a fremere, troppo esaltato da quello che a breve avrebbe fatto.

I ricordi di pochi giorni prima aleggiavano ancora nel suo cervello e non riusciva a togliersi di dosso quel sorriso stupido, che più di una volta Jonghyun gli aveva fatto notare durante le prove con i Badman, solo il giorno prima. 
Ma cosa poteva farci?
Aveva detto "ti amo" a Zelo, e in tutta la sua vita non riusciva a ricordare un'emozione più forte di quella.
Era brutto da dire, ma nemmeno una volta aveva sentito lo stesso per Sungjong.
Mai.
Eppure sapeva di averlo amato, di aver provato qualcosa di forte, di grande, che gli smuoveva tutto il corpo, gli mandava in tilt il cervello e tante altre sensazioni meravigliose.
Ma con Zelo era diverso.
Con Zelo si sentiva sempre al centro di un uragano, scosso da un terremoto interiore che non lo lasciava andare.
Con Zelo era come su una zattera in mezzo ad una tempesta.

Per questo aveva deciso di cambiare, di darci un taglio, di fare un qualcosa di nuovo.
Zelo in quei giorni era tornato il biondino di pochi mesi prima, e ora anche lui aveva deciso di cambiare e fare una pazzia.
Qualcosa che mai aveva osato fare.

Arrivò davanti al suo parrucchiere, che aveva aperto il negozio si e no da dieci minuti.
Al telefono gli aveva già spiegato che cosa avesse in mente e nemmeno l'altro sembrava sicuro di aver capito bene.

-Allora Yong Guk, che cavolo hai intenzione di fare?!- chiese Yunho, uno dei suoi più cari amici dal tempo delle superiori.

Lui aveva continuato il suo storico sogno di diventare parrucchiere e, alla fine, sembrava avercela fatta.

-Te l'ho detto Yunho... li voglio rossi...- disse sedendosi su una delle poltrone, guardandosi allo specchio da un lato e dall'altro, pensando alla sua chioma bionda diventare piano piano rosso fuoco.

Il moro sospirò toccandogli i capelli, guardandogli la ricrescita, spostandoli in più punti, tirandoglieli anche un paio di volte sull'attaccatura della fronte.

-Lo sai che sono già fragili?- disse spostandosi verso un mobiletto, per recuperare due asciugamani e un telo in plastica.
-Certo... ma tu saprai sistemare la cosa vero?- e gli fece un occhiolino veloce.
-Oh sì certo... li rasiamo a zero e attendiamo che ricrescano!- 
-YA! NON CI PROVARE-

Yunho rise e sistemò l'amico per la tinta, andando poi nel retro a prendere i vari colori per creare quello richiesto da Yong Guk.
Sapeva che qualcosa non andava, si conoscevano da troppo perché non se ne rendesse conto.
Yong Guk era biondo da un sacco di tempo ormai, lo aveva fatto dopo che era riuscito ad andare a vivere da solo e quindi ribellarsi al volere di suo padre.

-Allora sputa il rospo- disse Yunho mescolando in una ciotolina il colore creato.

Yong Guk fece spallucce e chiuse gli occhi, attendendo che le mani esperte dell'amico iniziassero a lavorare sui suoi poveri capelli.
Ma quello che ricevette fu più che altro una tirata d'orecchio.

-Aya! Stupido! Che diavolo fai!-
-Se non mi dici qualcosa non inizio...- disse Yunho serio, continuando a mescolare.
-Ooooh che palle... ho solo bisogno di cambiare...-
-E perché?- domandò di nuovo il moro, iniziando a distribuire una prima dose di tinta sul centro della testa del chitarrista, spatolando in tutte le direzioni.

Fece poi una riga e spostò i capelli appena colorati da una parte, ricominciando il tutto sulla nuova ciocca di capelli ancora biondi.

-E' difficile Yunho... sappi solo che forse mio padre aveva ragione... non ho niente e mi sento inutile... voglio cambiare...-
-E una tinta rossa pensi sia l'ideale? Non credo che tuo padre gradirà!-
-Già... ma ricominciare l'università forse sì...-

Yunho rimase in silenzio con il pennello a mezzaria e lo sguardo fisso verso lo specchio.
Yong Guk lo guardò di rimando e si ritrovò a fissare un sorriso gigantesco.

-Davvero?!- disse Yunho al settimo cielo.
-Perché sei così felice?!- chiese il quasi non più biondo.
-Perché un genio come te è sprecato in una lavanderia! Cazzo Yong Guk, sei stato il migliore della tua scuola solo per poter continuare a suonare la chitarra! Ti rendi conto di cosa voglia dire?-

Il chitarrista annuì.
Ancora si ricordava quando suo padre gli aveva detto "Diventa il migliore o non suonerai mai più". E lui lo aveva fatto, si era impegnato al massimo per arrivare al top dei top, superando anche suo fratello di qualche punto.
Ma alla fine, aveva raggiunto il suo scopo e aveva messo da parte la scuola, reputandola inutile.

-Sai... ho dei sogni Yunho... degli obbietivi... voglio fare qualcosa per me e il mio futuro... spero che questo cambiamento mi aiuti...-

Yunho sorrise di nuovo e con la mano libera gli strinse una spalla.

-Oh si che aiuterà! Le mie tinte sono magiche non dimenticartelo, ok?!-
-Sì, sì come no! Sempre il solito esagerato! Jaejoong ti sopporta ancora?- 
-Jaejoong mi sopporta perché sa che le mie sono perle di saggezza!-
-Yunho apri un po' la finestra per favore?-
-Perché? La tinta puzza?-
-No... vorrei che uscisse la cazzata che hai appena sparato... l'aria è diventata pesante!-
-YA! TI FACCIO DIVENTARE BIANCO ADESSO!-


 
**


-Hyung! Sei rosso!!! ROSSO FUOCO!- gridò Zelo dopo essere entrato in casa Humanoids.

Certo, avevano deciso di non farsi beccare, ma perché non prendere la palla al balzo quando Jonghyun era andato a farsi un bel giro con Key in un paese lontano chilometri da lì e Taemin era tranquillamente seduto ad un tavolo del Dream Girl a fare sess... studiare per un esame?!
Sarebbe stato davvero stupido!
Ecco perché aveva chiamato il minore, subito dopo essere tornato dal parrucchiere! 
Quel sabato mattina pareva essere fatto apposta per loro. Nascosti da tutto e da tutti, tranquilli tra le quattro mura di quella casa, dove potevano stare insieme.

-Come sto?- domandò il maggiore staccandosi dall'abbraccio che aveva rifilato al biondino.
-Come... come stai? DIO MIO!- rispose il minore abbracciandolo di nuovo, andandogli a baciare le labbra con foga.

Quel gesto valse più di mille parole e Yong Guk non si lasciò scappare l'opportunità di stare un po' addosso al più piccolo.
Inutile dire che in meno di dieci minuti si ritrovarono sul letto, tra le coperte disordinate, in preda all'eccitazione solita di ogni giovane, occupati a svestirsi a vicenda e lasciarsi baci infuocati sulla pelle.
Zelo si trovò ben presto sopra il bacino del nuovo rosso, con il fiato corto, le labbra gonfie e le guance arrossate.
Si morse un labbro spingendo il proprio bacino contro quello dell'altro, che tremò lasciando andare dalle sue labbra un gemito leggero.

-Ti ricordi la mia richiesta?- domandò il minore.

Yong Guk socchiuse le palpebre e ascoltò il proprio cuore avere un'accelerata, seguita da un tremito di tutta la colonna verticale.
Oh, certo che si ricordava della sua richiesta e sarebbe stato un bugiardo se avesse detto di non averci pensato nemmeno un pochino.
Perché Yong Guk ci aveva pensato, insieme alle sue seghe mentali, aveva pensato anche a quella eventualità.

Voleva cambiare?
Voleva diventare una persona diversa?
Forse era arrivato il momento giusto per farlo...

-Me lo ricordo...- disse mordendosi il labbro inferiore -Vuoi metterla in pratica?-

E Zelo sorrise, con malizia, tanta malizia.
Si abbassò leccando le labbra del rosso, prendendogli quello inferiore e succhiandolo forte, sentendolo gemere di dolore. 
Le mani percorsero le spalle nude, scendendo sul petto liscio fino agli addominali in rilievo.
I boxer neri bloccavano il passaggio, ma Zelo mise i pollici all'interno dell'elastico, e con un movimento lento, li fece scendere, spostandosi insieme ad essi fino ai piedi dell'altro, lasciandoli poi cadere a terra. 
Yong Guk sussultò quando la destra del minore iniziò a toccarlo, pompandolo piano, senza fretta, lasciando che il piacere aumentasse, ma non arrivasse troppo presto.

-Hyung... dove lo tieni nascosto?- chiese Zelo, avvicinandosi all'orecchio dell'altro, che sospirò.
-Nel cassetto... qui...- indicò il comodino laterale al letto e Zelo smise di toccarlo per aprire il cassetto indicato e trovare un tubetto che faceva proprio al caso loro.
-Quanto sei sicuro?- domandò aprendo il tappo, facendo un rumore che Yong Guk sentì triplicare di intensità nel cervello.

Yong Guk sosprirò negando con la testa.
Era meglio se non parlava o sicuramente sarebbe scappato a gambe levate!
Zelo capì e sorrise, spostandosi di nuovo verso il basso.

-Hyung... lo so che è imbarazzante... ma se ti girassi penso che sarebbe meglio per te...-

E Yong Guk annuì, voltandosi e mettendosi a gattoni sul letto, cercando di pensare ad altro, come alla bella giornata di quella mattina, al suo nuovo colore di capelli che aveva fatto impallidire suo fratello e suo padre, al contrario sua madre lo aveva trovato carino. Ma la mamma è sempre la mamma! 
Stava iniziando a contare le pecore - e non per la posizione in cui si trovava - quando una sensazione di bagnato gli colpì il fondoschiena, costringendolo a incurvare la schiena.
Era piacevole, troppo piacevole.
Quasi non riusciva a rimanere del tutto concentrato sulle pecore che stava contando anzi, si era già perso e non era nemmeno arrivato a sei!
Non capì che diavolo stesse accadendo, fino a che non sentì qualcosa che lo fece tremare dalle dita dei piedi fino alle punte dei capelli.
Zelo lo stava leccando.
-Aaaah- si lasciò sfuggire, piombando con le braccia e il volto contro il cuscino sotto di sè, sentendo le mani dell'altro stringergli i fianchi e continuare a leccarlo con particolare intensità.
Non capiva più nulla, il piacere gli stava annebbiando la vista e il resto dei sensi.
Sentiva solo un gran calore nei bassifondi, e voleva toccarsi a tutti costi. Peccato che anche solo muovere una mano gli costasse troppo sforzo. 
Era immobilizzato sul posto, troppo preso da quel piacere per capire che l'altro si era già preparato al prossimo step.
E quel dito birichino, Yong Guk proprio non lo sentì arrivare, come non sentì il freddo gel scivolargli sulla pelle e il secondo dito avanzare subito dopo, anche se, dopo un paio di spinte, il dolore si fece avanti, facendogli lanciare un paio di imprecazioni.

-Hyung... stai andando bene... non pensarci... rilassati...- disse Zelo, spostando in modo da andare a baciargli la schiena.

Le labbra del minore percorsero tutta la sua colonna vertebrale, spingendo ad ogni bacio le due dita dentro il suo corpo.
Solo dopo un paio di minuti, quando gli sembrò che l'altro stesse rilassando i muscoli, decise di avanzare e cercare quel punto preciso.
Gli bastò sentire il gemito soffocato dal cuscino, per capire che sì, lo aveva trovato al primo colpo!
E Yong Guk non riuscì a crederci che quel piacere lo stesse provando facendo quella cosa. Non riuscì a credere nemmeno alla sua voce, alle note alte che era riuscito a beccare sentendo soltando quel tocco dentro di sé.
Era questo che si provava tutte le volte?
Ora si comprendevano moltissime cose...

Zelo continuò a spingere, abusando della prostata del maggiore per potersi beare delle sue grida di piacere.
Aveva il controllo di Yong Guk, il chitarrista degli Humanoids, il ragazzo dallo sguardo di ghiaccio.
Avava il controllo sul suo corpo e sul suo cuore.
Introdusse un altro dito senza che l'altro potesse rendersene conto, fino a che non sentì il maggiore biascicare un "basta ti prego...".

Capì che era arrivato al culmine e non poteva più aspettare.
Tolse le dita piano dal corpo del maggiore, disfandosi dei propri boxer che gli stavano dando solo un grande fastidio.
Si toccò il membro inumidendolo con il gel, avvicinandosi poi all'entrata del chitarrista rosso davanti a sé.
Fu lento e preciso, avanzando dentro di lui con il piacere che si espandeva per tutto il suo corpo.
Era fantastico.
Era il primo per Yong Guk e questo gli conferì un piacere ancora più grande.
Yong Guk ansimò mordendo poi il cuscino su cui si trovava, chiedendosi perché dovesse fare male e bene allo stesso tempo.

Zelo gli diede qualche minuto per riprendersi dopo essere arrivato in fondo. 
Si allungò in avanti, baciandogli il collo, costringendolo ad alzarsi un po' per potergli baciare le labbra.
E Yong Guk si spostò e lo baciò, gemendò per il membro che si induriva sempre di più dentro di sé.

-Fallo!- biascicò in quel bacio disordinato.

E Zelo non se lo fece ripetere.
Mise entrambe le mani sui fianchi del maggiore e iniziò a spingere, prima con calma, dosando la forza, in modo che l'altro potesse abituarsi.
Ma dopo i primi gemiti, non riuscì a rimanere lucido e si lasciò accompagnare da essi in un susseguirsi di spinte brevi ed efficaci, trovando di nuovo il punto in cui Yong Guk cantò, rilasciando una dose di gemiti forti che rimbalzarono per tutte le pareti della stanza.

Zelo si riempì il cervello di esse e continuò a spingere, prendendo poi una delle mani del maggiore e posandogliela sul suo membro.
Yong Guk diede un paio di pompate e gridò venendo sul letto con un getto forte, costringendo Zelo a venire subito dopo dentro di lui.

Si lasciarono andare sul materasso.
Uno più esausto dell'altro.
Entrambi con il corpo bollente e il cervello impazzito.
Zelo si spostò di poco, accarezzando una guancia dell'altro che, a fatica, aprì gli occhi.
Si sorrisero.
Si avvicinarono.
Si baciarono di nuovo.

-Hyung... è stato magnifico...- disse Zelo, sentendosi stringere dal maggiore.
-Sì... lo è stato davvero...- rispose l'altro, appoggiandosi al minore per riposare un po'.

Era completamente esausto.
Talmente stanco che non si rese conto di nessun rumore proveniente dal salotto.
Nessun passo di piedi arrivò alle sue orecchie.
A malapena si accorse della porta della sua camera che si aprì di colpo.

-Bang...- disse Jonghyun.

E Yong Guk alzò lo sguardo, gelandosi all'istante.
Ora era seriamente fottuto, in tutti i sensi.

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Capitolo 40
*** Per favore ascoltami ***


Eccomi qui! Come promesso sono tornata preso! Questo capitolo è triste ç_ç non il più triste, ma  sempre triste *e deciditi!* che dire, grazie a tutti coloro che commentano sempre! Vi adoro lo sapete? Anche se odiate Bangino mio vi adoro cmq! Le cose stanno prendendo una via difficile... riusciranno a sistemare tutto? Chi lo sa *tu lo sai baka* ! Come vi avevo detto, ho postato una nuova fic (che ho già finito di scrivere) nella categoria EXO, nulla di esagerato, sono solo tre capitoli che posterò a breve, indi per cui sarà un'attesa breve! Vi lascio il link  (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2904409&i=1) spero vi possa interessare! Poi ho intenzione di mettere qui una fic che mi hanno chiesto alcuni di voi, ossia "Il sogno di due anime" che finirà nella categoria DBSK e prevederà pochi capitoli... nel senso, meno di New Challange! Anche quella sarà una sfida con me stessa. Riuscirò nell'impresa? Riuscirò a terminarla con solo quindici capitoli? Mah... intanto ringrazio tutti voi che mi regalate sempre recensioni fantastiche e fate salire le visualizzazioni alle stelle. Siete i migliori. I commenti sono il pane di noi scrittori, quindi GRAZIE di cuore a tutti!
Ora basta, vi lascio con il capitolo! CHUUU *vola via*



___



Jonghyun era praticamente in viaggio da meno di mezz'ora, quando Kibum iniziò a sentirsi male. Probabilmente aveva la febbre ma il barista si era impuntato, dicendo che sarebbero potuti uscire ugualmente.
Ovviamente si sbagliava, visto che ebbe una ricaduta e il freddo iniziò a impossessarsi di lui.
Jonghyun fece retromarcia senza stare ad ascoltare le obbiezioni dell'altro e lo riportò a casa, mettendolo sotto le coperte e lasciandolo nelle mani di sua madre, la quale continuava a dirgli che sarebbe potuto rimanere in compagnia di Kibum senza problemi.
Nessuno dei due aveva detto nulla alla propria famiglia riguardo la loro relazione, ma la madre di Kibum pareva un passo avanti a loro - o forse era solo estremamente gentile.
Jonghyun non rimase oltre però, visto che Kibum si era addormentato nemmeno venti minuti dopo che lo aveva messo a letto. Dopo aver salutato la madre del compagno, uscì di casa e si avviò alla sua macchina.
Non sapeva più che fare ora che la giornata con il suo ragazzo era saltata e quindi optò per passare al Dream Girl a bere qualcosa, ma poi evitò l'idea pensando che comunque il locale era ancora chiuso e che forse Jinki e Taemin erano in intimità.
No.
Certe cose non le voleva proprio vedere.

Mise in moto la macchina e si avviò nell'unico posto ovvio: casa Humanoids.
Yong Guk era andato dal parrucchiere quella mattina e forse sarebbe riuscito a beccarlo con il nuovo colore, anche se l'altro non gli aveva riferito ancora cosa avrebbe fatto.
Era curioso.
Yong Guk non era una persona facile e cambiare colore non era di certo da lui.
Nemmeno Sungjong sapeva nulla di quel cambiamento e aveva un po' di timore al riguardo.
Se si fosse fatto azzurro puffo? O rosso fuoco? 
No.
Rosso fuoco no.

Yong Guk era un ragazzo serio in fin dei conti e il rosso era più da ragazzini... più da Zelo!
Jonghyun sorrise fermandosi ad un semaforo rosso, cercando di immaginarsi il suo chitarrista con i colori e i tagli più strani del mondo.
Una cosa era certo, con le treccine africane di quattro anni prima stava davvero bene! Un po' gli mancava vederselo arrivare in stile afro-americano, con vestiti larghi e catene al collo.

No. Forse le catene non gli mancavano per nulla!

Arrivò a casa in meno di dieci minuti e si avviò verso il condominio aspettando con trepidazione che l'ascensore si muovesse.
Era troppo curioso, non riusciva a stare fermo, tanto che decise di salire a piedi.
Arrivò al pianerottolo del suo piano con il fiatone, ma almeno aveva fatto prima dell'ascensore, che pareva bloccato al piano superiore.
Possibile che non andasse mai quell'aggeggio?

Prese le chiavi dalla tasca del suo giubbotto, quando uno strano rumore lo fece tremare.
Era più simile ad un grido.
Si spaventò perché quella sembrava seriamente la voce di Yong Guk! Che fosse successo qualcosa? 
Forse stava male?
Inserì le chiavi nella serratura e aprì la porta di colpo, guardandosi intorno.
Nulla.
Avanzò veloce per il salotto, entrando nel corridoio che conduceva alle camere da letto, non percependo più nessun rumore strano, ma comunque con il cuore che pompava forte e la paura che Yong Guk stesse in qualche modo male.
Aprì quindi la porta di scatto, senza pensare ad altro che trovare il suo amico, quando la verità lo colpì in pieno viso facendogli gelare il sangue nelle vene.

In quel letto, che poche volte aveva visto sfatto in quella maniera - probabilmente una o due - con l'aria che sapeva di sesso e i corpi di due persone, nudi, avvinghiati in modo alquanto strano tra loro, dove a malapena si capiva dove inizasse uno e dove finisse l'altro.
E il problema non era di certo che quei due corpi erano nudi, o no.
Il problema era solo capire a chi appartenessero.
Il vero problema fu rendersi conto che un Yong Guk dai capelli rosso fuoco era in quel letto, avvinghiato placidamente ad un biondo, che non era il solito biondo che Jonghyun ormai aveva catalogato come Sungjong, ma un altro biondo, un biondo che era tornato biondo da poco e che in quel fottuto letto non ci sarebbe mai dovuto entrare.
Zelo.

-Bang...- uscì dalla bocca di Jonghyun, incapace di formulare altro perché fino a poco prima era convinto di trovare l'amico riverso sul pavimento, in preda a chissà quale malanno, e invece si rese conto che quel rumore, quel gemito, quel volgare suono che aveva percepito, era solo il risultato del sesso che i due avevano consumato in quel letto.

-Cristo- disse, notando il volto del chitarrista spostarsi verso di lui, incontrare i suoi occhi, impallidire e gelarsi, come un coniglio che viene accecato dai fari di un'auto in corsa, su una statale buia e poco trafficata.

Si spostò di colpo, tornando in salotto, chiedendosi se fosse stato reale quello che aveva visto, o se la sua mente era stata ofuscata dalla febbre che Kibum in qualche modo aveva potuto attaccargli.
Ma no.
Li aveva visti e di certo non sarebbe tornato indietro a controllare per nessuna ragione.

Sentì dei passi dietro di sé che si fermarono poco dopo.
Yong Guk era alle sue spalle, lo percepiva e non aveva bisogno di voltarsi... Ma lo fece, perché voleva seriamente fissare il ragazzo che diceva di amare quel fidanzato che ora stava in Cina.

Si fissarono a lungo.
Uno, con lo sguaro di chi sa di essere stato scoperto, e non avere più nessuna risorsa per salvarsi dal guaio commesso, l'altro, come chi sa di aver scoperto il segreto più ripugnante e schifoso del mondo e provava pena e odio insieme.

-Mi fai schifo...- disse tra i denti Jonghyun, stringendo i pugni -Sungjong... Sungjong sta per tornare... Sungjong... poteva essere lui, Cristo!- bestemmiò nuovamente.
-Jonghyun, ti prego...-
-Cosa?! Ti prego cosa Yong Guk? Ti prego non dirlo? Ti prego lasciami spiegare? Ti prego non è come sembra?!- e a ogni frase il suono della sua voce si alzava, come il battito del suo cuore.
-No... ti prego ascoltami... io...-
-Ascoltarti? Yong Guk io non voglio saperne nulla, cazzo! Io qui non dovevo neanche esserci e nemmeno tu... Nemmeno lui!- e indicò il ragazzino alle spalle del chitarrista, che si era vestito e aveva fatto la sua apparizzione sullo stipide della porta che conduceva alle camere.

-Come hai potuto? Tu che... che fai il grande uomo e ti arrabbi per le cose più assurde... tu... a Sungjong poi? Dopo tutto quello che è successo... dopo le litigate e la sua gelosia... come?!-

E Yong Guk non riuscì a esprimere il dispiacere che provava per tutto quello.
Non sapeva cosa dire o fare per sistemare una situazione che, ovviamente, non poteva essere sistemata in nessun modo.

-Esci da qui!- gridò Jonghyun fissando Zelo, che tremò ma rimase fermo al suo posto.
-Jonghyun aspetta...-
-Ho detto ESCI DA QUI!- ululò il vocalist, avvicinandosi a grandi passi verso il minore che indietreggiò.

Yong Guk, però, bloccò il compagno di band prima che riuscisse a superarlo, spingendolo indietro, con troppa forza, tanto che Jonghyun quasi perse l'equilibrio.

-Non lo toccare...- disse a denti stretti.

E Jonghyun capì.
Ormai era tardi e chissà da quanto tempo quella storia andava avanti.
Ma non poteva permetterlo, non riusciva a lasciare che le cose stessero in quella maniera.
Decise quindi di fare la cosa peggiore, andare contro Yong Guk con forza, beccandosi però un pugno in pieno stomaco che gli fece perdere il respiro.

Jonghyun ansimò e si accasciò a terra, stringendo gli occhi che pizzicavano per il dolore.

-Jonghyung... Jonghyun scusami!- gridò Yong Guk completamente devastato dal suo stesso atto.

Si abbassò stringendo l'amico in un abbraccio stritolante, chiedendogli perdono più e più volte, sentendo l'altro sospirare forte contro il suo orecchio.

-Lasciami...- decretò il vocalist e il rosso si spostò.

Jonghyun si tirò su in piedi, dando un'ultima occhiata a Zelo, che tristemente fissava i due e non riusciva a muoversi.
Sospirò di nuovo e negò più volte con la testa, sperando che quello fosse solo un brutto incubo.
Ma non fu così.

-Fai che questa cosa finisca Yong Guk... deve finire o... o me ne andrò dalla band e dirò tutto a Sungjong...-

Queste furono le sue ultime parole e Yong Guk non riuscì a replicare.
Lo lasciò andare via da quella casa, guardando la porta chiudersi con delicatezza.

-Hyung...- disse Zelo con voce tremante.

Il rosso si voltò piano e gli tese una mano.
Ora erano davvero nei guai.

 

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Capitolo 41
*** Comeback Home ***


BUUU eccomi qui xD questo è un capitolino corto e poco interessante, ma ovviamente serve ai fini della storia, per allacciare bene il tutto^^ che dire, forse qualcuno vorrà picchiare ancora di più Yong Guk xDDD povero ciccino xD ultimante ti vogliono massacrare tutti di botte.
Yong Guk: colpa tua! 
Masa: mia? sei tu che hai tradito Sungjong...
Yong Guk: dettagli... non è andata proprio così
Masa: *imbavaglia Yong Guk e lo chiude nell'armadio*
?.? va beh andiamo avanti xD dicevo che sarà un capitolino poco interessante, ma spero che lo apprezzerete^^ domani posterò di nuovo per sopperire (?) alla mancanza di un capitolo decente xDDDDD
Buona lettura! Vi adoro tutti, grazie come sempre del vostro supporto! 

____



I giorni a seguire non furono di certo migliori per Yong Guk, che invano aveva provato ad avere un approccio con Jonghyun, vedendosi però sempre negato dal vocalist, che in un modo o nell'altro lo evitava come se avesse avuto la peste.
Tutti si erano accorti che qualcosa tra i due non andava, ma non avendo avuto spiegazioni da entrambi, avevano semplicemente fatto finta di nulla, lasciando che in qualche modo si sbollissero.

Quella prima settimana di dicembre, il Dream Girl aveva riaperto come sempre e i Badman avevano ripreso a suonare al locale, prendendo il posto degli Humanoids al giovedì, per evitare di tenere la settimana troppo scoperta.
Jonghyun non si presentò quel giovedì, a differenza degli altri Humanoids, e nemmeno Kibum riusciva a capire come mai l'altro avesse deciso di mettere una bariera tra lui e tutto il resto del mondo.

Da quando il vocalist aveva scoperto il segreto di Yong Guk, si era completamente esiliato dal resto del gruppo, evitando di parlare, scherzare o ridere.
Aveva passato tutta la settimana fuori casa, forse nella casa dei suoi o da Kibum, senza dare spiegazioni nè a Teamin nè al suo fidanzato, davvero preoccupato di quel cambiamento così repentino.

Intanto il chitarrista degli Humanoids aveva cercato di correre ai ripari staccandosi il più possibile da Zelo. 
Quello stesso giorno, dopo che Jonghyun se n'era andato di casa, non avevano fatto altro che parlare di loro, di quello che sarebbe accaduto ora che qualcuno li aveva scoperti sul serio.
Yong Guk non avrebbe voluto arrivare a tanto, ma il minore aveva tirato fuori l'idea, come se fosse l'unica cosa possibile ed inevitabile da fare.


-Devi fargli credere che sia finita... hyung... tra poco tornerà anche Sungjong...-
-Sì...-
-Cosa vuoi fare...-
-Non lo so...-
-Io non ti obbligo a fare nulla... io lo capisco se... se alla fine vorrai rimanere con lui... davvero...-



E Yong Guk non aveva risposto.
Non sapeva da che parte iniziare senza sembrare un idiota e sapeva comunque di esserlo sul serio.
Gli aveva detto ti amo ma non riusciva seriamente a pensare di lasciare Sungjong, non in quel momento almeno, non dopo che l'altro aveva passato un mese via di casa e sarebbe tornato felice e spensierato, con solo la voglia di riabbracciare il suo Yong Guk.
No.
Gli sembrava una cosa così sbagliata, così triste.
Ma quando sarebbe stato il momento più adatto?
In teoria mai.

Aveva accettato all'idea di stare separati, in modo da non destare nessun sospetto, ma quella gli pareva ormai una vera e propria tortura.
Zelo era diventato una specie di statua, quindi più o meno sull'onda di Jonghyun.
I suoi compagni di band non riuscivano a strappargli un sorriso nemmeno a pagarlo e a nulla era servito anche il conforto di Jongup, l'unico che probabilmente sapesse sul serio come fossero andate le cose.

Quel giovedì sera i Badman andarono via appena il live fu terminato, lasciando da soli nel locale Taemin e Jinki, insieme a Kibum e Yong Guk.
Il rosso però si dileguò poco dopo e i tre inziarono a guardarsi in modo strano.

-State pensato quello che sto pensando io?- chiese Taemin, bevendo il solito latte alla banana.

Jinki alzò le spalle e continuò ad asciugare i bicchieri dentro al lavello, mentre Kibum sbuffò sonoramente.

-Io non capisco che diavolo sia successo! Jonghyun è un morto che cammina ed è ovvio che sia arrabbiato con Yong Guk... il punto è perché?! E che cosa è successo a Zelo?-

Kibum era furente, ma né Jinki né Taemin sembravano in grado di dare una valida spiegazione all'accaduto. 
Non era mai capitato nulla del genere, nonostante Yong Guk e Jonghyun si conoscessero da prima delle superiori. Erano un po' come Taemin e Kibum, migliori amici da sempre.

-Beh, sicuramente Zelo non c'entra con loro... mi chiedo solo che cosa lo abbia buttato giù di morale anche a lui...- disse Taemin, succhiando l'ultima goccia di latte alla banana. 

-Magari gli è andato male un compito...- rispose Kibum con un sorriso maligno stampato sulla faccia.
-Ho sentito dire da Daehyun che suo fratello è tipo un genio... quindi no... non penso...- rispose a quel punto Jinki, pulendo l'ultimo bicchiere -Una cosa è certa... spero che le cose si sistemino presto...-

La porta del locale si aprì facendo voltare tutti i presenti, visto che ormai era orario di chiusura e difficilmente qualcuno entrava in quel momento.
Ma un sorridente Sungjong fece la sua comparsa con appresso una grossa valigia e un peluche gigante di tigro sotto braccio, lasciando i tre senza parole.

-Sungjong?!- gridarono tutti e tre.
-Ciao!- rispose l'altro avvicinandosi al bancone, rendendosi conto che il locale era praticamente vuoto a parte i suoi amici.
-Ma Yong Guk?- domandò il batterista con un velo di tristezza nel volto.
-Lo hai mancato di poco!- rispose Kibum sorridendo stranamente al biondo. 
-Ma quando sei tornato?- domandò invece Taemin, riuscendo ad abbracciare l'amico.
-Da un'ora... mi sono fatto portare qui da un taxi sperando di trovarvi ancora a bere... e invece...-
-Beh, ti porto a casa io! Tanto accompagno anche Kibum...- disse Jinki togliendosi il grembiule rosso dalla vita.
-Ma non voglio disturbare...-
-Nessun disturbo! Yong Guk sarà felice di vederti!- decretò Taemin battendogli un paio di pacche sulla schiena.
-Allora accetto... anche io non vedo l'ora di vederlo...-
 

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Capitolo 42
*** Ci penso io ora ***


Eccomi! Come promesso ho postato subito visto che il capitolo precedente era corto e poco interessante xD ma alla fine anche questo capitolo è corto e succede poco e nulla... anche se quello che succede non è da sottovalutare eh... cmq sia vi lascio al capitolino e aspetto i vostri commenti! Grazie a tutti, come sempre, per quello che scrivete, per coloro che leggono di nascosto, per chi mette tra le preferite, ricordate o seguite, vi adoro tutti, dal primo all'ultimo!

____


Sungjong girò le chiavi nella serratura lentamente, aprendo la porta piano, in modo da fare meno rumore possibile.
Non voleva svegliare Yong Guk e Jonghyun entrando all'una e mezza di notte, ma il suo piano fallì miseramente quando vide il volto stupito del suo chitarrista, che se ne stava seduto sul divano al buio, con solo la luce della televisione accesa.
Per un attimo rimasero in silenzio.
Sungjong ancora in piedi vicino alla porta d'ingresso e Yong Guk seduto sul divano, quest'ultimo preoccupato sul suo attuale stato mentale, visto che tutto si era immaginato, meno che Sungjong entrasse da quella porta, a quell'ora.

-Sei tornato...- riuscì a biascicare, appena l'altro entrò del tutto in casa con la valigia appresso e il grosso tigro che aveva visto in chat sotto braccio.
-Sì... ma non sembri contento...- rispose il minore atono, che si aspettava un benvenuto diverso.

Yong Guk si alzò di scatto e percorse quei pochi passi che lo distanziavano da Sungjong, abbracciandolo forte e respirando il suo profumo.
Quel profumo che risvegliò in lui troppi ricordi dolorosi.
Sungjong si aggrappò alla schiena del maggiore, lasciando cadere il puluche a terra, affrondando una mano nella sua criniera rossa.
Visto via skype non gli era sembrato così strano, ma aveva il timore di poterlo vedere dal vivo, e in quel momento la luce era troppo soffusa per potergli dare un giudizio.

-Mi sei mancato... scusami... non sono riuscito a connettere...- disse Yong Guk contro il suo collo.

Sungjong annuì.
Era anche ovvio che l'altro ci fosse rimasto di sasso.
Forse avrebbe dovuto chiamare, ma la voglia di fargli una sorpresa aveva preso il sopravvento e così si era ritrovato al Dream Girl.

-Sono andato al locale di Jinki... ma non c'eri...- disse Sungjong spostandosi dall'abbraccio.

E Yong Guk annuì, tirandolo per un braccio verso il divano.
Si sedettero uno vicino all'altro con le mani intrecciate tra loro, e rimasero a fissarsi per qualche attimo, sorridendosi a vicenda come due ragazzini alle prime armi.

-Tutto bene, oppa?- chiese Sungjong, notando come Yong Guk avesse qualcosa di strano e stesse cercando in tutti i modi di nasconderlo.
-Ora va tutto bene...- rispose il maggiore stringendogli di più la destra.

Sungjong si accorse che per una volta, o per la prima volta, che Yong Guk non si era arrabbiato, nemmeno per scherzo, dopo che lo aveva chiamato "oppa".
Forse era stanco o magari aveva qualche pensiero per la testa e nemmeno si era accorto di quella parola, fatto sta che Sungjong decise di passare oltre e si avvicinò veloce alla labbra del fidanzato, unendole alle sue in un bacio leggero, semplice, quasi non da loro.
Yong Guk non fece nulla.
Non lo spostò, non arretrò, non disse nessun "no".
Si lasciò baciare perché era quello che doveva fare con Sungjong, almeno in quel momento.
Ed era terribilmente sbagliato, ma doveva fingere che tutto andasse bene.

-Yong Guk...- lo chiamò il batterista, soffiandogli sulle labbra -Tutto bene?-

E Yong Guk sorrise, dandogli un bacio di rimando -Sì... sono solo stanco... mi è venuto mal di testa al locale, per questo sono andato via... andiamo a letto?-

E Sungjong annuì, alzandosi e recuperando il peluche enorme lasciato a terra nell'ingresso.
Spense poi la televisione, facendo piombare la stanza in un buio spettrale.

-Andiamo hyung... ora ci penso io a te...-

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Capitolo 43
*** Come se non fosse successo ***


awwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww ma ciao a tutti! Sono di nuovo qui xD i capitolini precedenti erano piccoli, quindi ecco un nuovo chappy per allietarvi la serata^^ la storia è finita e non mi va di tenere i capitoli a fare la muffa xD oltretutto, voglio sapere cosa ne pensate! Leggere i vostri scleri è fantastico e non potervi dire nulla mi fa impazzire!!!!!!!!!!!!!! fhugvijnfkdoiufh che dire? Questo capitolo non dice nulla di nuovo, ma non è da sottovalutare come sempre^^^
spero che vi piaccia! A domani per il continuo! AWWWW

 

Domenica mattina Sungjong si presentò al Dream Girl insieme a Yong Guk e Taemin, lasciando perplessi tutti i Badman, che ovviamente non sapevano del suo ritorno.
Zelo non disse nulla, anzi, sorrise felice e salutò il ragazzo biondo, stringendogli la mano, domandandogli anche come fosse andato il viaggio, cosa che lasciò perplesso sia Daehyun che il resto del suo gruppo.
Fino a pochi giorni prima pareva non avere la minima voglia di vivere, mentre ora sorrideva a tutti e si era già posizionato sul palco con la chitarra.
Sungjong, che sapeva che a breve i due gruppi avrebbero fatto una serata insieme, si era messo in disparte, seduto su uno degli sgabelli davanti al bancone, mentre Jinki gli preparava un cappuccino con cannella.

-Sono proprio curioso di sentirli...- disse il batterista eccitato.

Jinki gli sorrise di rimando, anche lui abbastanza ansioso di sapere cosa avessero organizzato i due gruppi.
Hoya prese posto alla batteria, mentre Taemin si era posizionato dalla parte opposta rispetto a Zelo.
Erano ormai pronti per le prove, anche se mancava solo Jonghyun all'appello. Ma, come se lo avessero chiamato tutti in coro, il vocalist entrò nel locale seguito da Kibum, il quale pareva più in coma che sveglio quella mattina.

-Buon giorno!- gridò Sungjong scendendo dallo sgabello, andando a travolgere un Jonghyun spaesato.

Sapeva del ritorno del batterista, ma non si era fatto vedere in quei giorni per evitare di doverlo affrontare.
Con Yong Guk le cose andavano sempre peggio e vedere Sungjong, lì con lui, lo avrebbe solo fatto arrabbiare di più.
Ora però non avrebbe più potuto evitarlo e quindi decise di abbracciarlo allo stesso modo, rendendosi il più felice possibile.

-Finalmente sei tornato! Com'è andato il viaggio? Ho saputo che sei spuntato all'improvviso-
-E già! Potevi anche passare... o non riuscivi a staccarti da qualcuno?- domandò fissando con malizia Kibum, che sbuffò e si avviò dietro il locale.
-In un certo senso...- rispose Jonghyun, sorpassando il batterista e avviandosi verso il palco.

Zelo era lì, con la chitarra tra le mani, che fissava distrattamente le corde e fingeva di accordare lo strumento.
Jonghyun avrebbe tanto voluto spingerlo in qualche modo, visto che si trovava praticamente sull'orlo laterale del palco, ma evitò per non dover dare spiegazioni.
Si mise al centro del palco, aspettò che gli altri fossero pronti per iniziare e così partirono con una prima canzone dei Badman, dove Jonghyun diede il meglio di sé, compreso Taemim, che aiutò il vocalist in alcune parti.
Continuarono con un pezzo degli Humanoids, per poi lasciare il posto a Yong Guk come chitarrista e Youngjae come bassista, mentre Jonghyun rimase sul palco e attese l'arrivo di Daehyun, che prese un secondo microfono e si avvicinò al biondo.
Cantarono un'altra canzone dei Badman, "Symptoms" dove i due cantanti regalarono un'esibizione spettacolare a tutti i presenti, tanto che questi ultimi si misero ad applaudire, estasiati dalle voci cristalline dei due.
Continuarono su quella scia, cambiandosi di ruolo più e più volte, e anche Sungjong fu costretto a mettersi a suonare qualche canzone degli Humanoids, rivelandosi come sempre un degno rivale di Hoya.

-Non voglio suonare a questo live però... vi siete allenati tanto e non sarebbe giusto nei confronti di Hoya...-
-Non dire sciocchezze Sungjong... potresti suonare un paio di pezzi e basta, almeno mi riprendo!-

Le prove continuarono e a un certo punto, come prevedeva la scaletta decisa tra i ragazzi, Yong Guk dovette prendere il microfono insieme a Jonghyun e cantare un suo solo in stile rap, mentre Zelo suonava la chitarra e Youngjae il basso. 
I due non erano mai stati così gelidi tra di loro, tanto che anche Sungjong bisbigliò qualcosa a Jinki che suonò come "che diavolo è successo a quei due?".
Ma il barista non riuscì a rispondergli, un po' perché non ne aveva idea e un po' perché Hoya iniziò a suonare, decretando l'iniziò di "I Remember".

La voce di Yong Guk era potente, forte, cristallina nonostante il tono grave. Sembrava a suo agio in quei panni, pieno di sè mentre rappava quelle strofe una dietro l'altra.
Jonghyun lo fissò nel momento in cui toccò a lui, nel ritornello, tirando fuori una carica mai vista, mentre entrambi si fissavano con sguardo tetro, lasciando un po' tutti senza parole.
La canzone continuò, le parole di Yong Guk parevano macigni contro Jonghyun, che gli rispondeva a tono cantando con più enfasi, rendendo quella canzone ancora più malinconica di quanto già non fosse.

Come era iniziato, dopo qualche minuto,  quel pezzo giunse al termine, anche se i due rimasero a fissarsi per altro tempo come se il resto degli amici non fosse lì con loro a guardarli.
Come se Zelo non fosse alle loro spalle.
Come se Sungjong non fosse seduto davanti al bancone del locale.

Jonghyun negò riponendo il microfono sul suo supporto, dando poi le spalle al rosso, che sospirò rumorosamente, facendo altrettanto con il suo microfono.

Le prove terminarono un paio di ore dopo e i ragazzi si avviarono verso le loro abitazione.
Jonghyun, stranamente, decise di tornare in casa Hyumanoids per pranzo e Sungjong ne fu lieto visto che anche Taemin aveva deciso di fare altrettanto.

-Vi cucinerò qualcosa di cinese! Ho fatto la spesa proprio ieri! Voi ragazzi non mangiate un accidenti! Il frigo era vuoto!!-

Continuò a lamentarsi indicando un troppo magro Taemin, che rideva sotto ai baffi, mentre Jonghyun fissava con la coda degli occhi Yong Guk e la mano di quest'ultimo strette intorno a quella del loro batterista.
Sembrava non essere cambiato assolutamente nulla, ma lui sapeva che qualcosa era cambiata radicalmente, qualcosa che avrebbe voluto non sapere mai.

Ora però non sapeva proprio cosa fare.
Aveva evitato Yong Guk per tutto quel tempo, tirandogli occhiate maligne e basta. 
Ma poteva continuare in quel modo anche con la vicinanza di Sungjong? 
E se il minore gli avesse fatto delle domande? Sarebbe riuscito a mentire?
Sapeva già che la risposta era un NO categorico.
Lui non era in grado di mentire, quindi doveva per forza evitare il confronto.

-Yong Guk...- disse a bassa voce, ma sia Sungjong che Taemin sentirono perfettamente e si voltarono verso di lui, cosa che fece anche il diretto interessato.
-Dimmi...- rispose l'altro, inghiottendo a vuoto per paura.
-Mi puoi prestare il tuo giubbotto di pelle...- chiese soltanto.

E Yong Guk non capì il perché, ma evitò di domandare a priori e, con un cenno di assenso seguito da un sorriso tirato, rispose in modo affermativo a quel migliore amico che, per qualche ragione, lo stava perdonando. 

 

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Capitolo 44
*** Best Friend ***


Scusatemi per il ritardo ma stiamo cercando di finire il magazine (siamo sempre in ritardo) e quindi ho dovuto pensare a un sacco di grafiche, dimenticandomi completamente di dover postare!
Ma sono quiiiiiiiiiiiii e vi lascio con il nuovo capitolo^^ (stasera ne caricherò un altro!!!!)  aww sono di frettissima quindi grazie come sempre a tutti coloro che mi stanno sostenendo leggendo, commentando, ecc^^ vi adoro sempre!

 


Quella seconda settimana di Dicembre era partita meglio del solito.
Era martedì mattina e Jonghyun e Yong Guk erano usciti presto per andare alla ricerca di regali di Natale, e camminavano tranquilli per il centro di Seoul con un solo obiettivo: trovare un posto caldo dove rifugiarsi.
Jonghyun indicò un bar dalle vetrine illuminate e piene di decorazioni, così entrarono e  furono invasi da un tiepido profumo di fiori.
Andarono a sedersi ad un tavolo dopo aver ordinato un paio di cappuccini e attesero le loro ordinazioni, che dopo qualche minuto arrivarono fumanti tra le mani di una ragazzina con due codini e un sorriso smagliante.

-A voi...- disse sistemando le due tazze sul tavolino, tornando poi verso il bancone.

Yong Guk mise un paio di bustine di zucchero all'interno e iniziò a girare il tutto, mente Jonghyun prese un sorso senza nemmeno attendere che raffreddasse un attimo.
Erano passati solo due giorni dalla domenica delle prove e Jonghyun sembrava essere tornato lo stesso vocalist di sempre, con il sorriso sulle labbra, la battuta pronta, il cervello di un bambino: sembrava aver dimenticato tutto quello che era accaduto tra loro.
Ma Yong Guk sapeva bene che non era così, che una cosa del genere non poteva essere dimenticata in un secondo.

-Yong Guk...- lo chiamò il vocalist, posando la sua tazza ormai mezza vuota sul piattino.
-Sì...?- rispose l'altro smettendo di girare il cappuccino, che aveva perso quasi tutta la schiuma bianca.
-Mi dispiace...- rispose prontamente il biondo.

E  Yong Guk lo guardò senza capire.

-Ti dispiace di cosa?- domandò a quel punto, sempre più confuso.

Jonghyun guardò oltre il chitarrista, alle sue spalle dove la vetrina del locale dava verso la strada. Si vedeva anche il cielo da lì, invaso da nuvole bianche, pronte a far nevicare da un momento all'altro.
A lui piaceva la neve, da impazzire.

-Non mi sono comportato da amico...- rispose con un soffio.
-Non ti sei comportanto da amico? Non ti seguo Jong... che stai dicendo...-

Sospirò il vocalist. 
Stava diventando difficile aprirsi e non gli piaceva. 

-Io... avrei dovuto lasciarti spiegare... avrei dovuto parlare con te... ma... mi sono lasciato prendere dalla rabbia quindi scusami...-

Il rosso abbassò lo sguardo e rimase a fissare il suo cappuccino ormai diventato un semplice caffellatte, chiedendosi perché doveva essere invaso da persone così buone, mentre lui alla fine si era rivelato un deficiente.

-Tu hai fatto quello che andava fatto... io ho sbagliato non tu...-
-Ma allora spiegami... perché... perché è andata così-
-Non lo so... credo di amarlo sul serio...-

E Jonghyun impallidì.
Yong Guk aveva lo sguardo così triste, così diverso dal solito che gli pareva quasi di non riconoscerlo.
Lui odiava i tradimenti, visto che ne aveva ricevuto uno e non poteva comprendere il motivo che c'era dietro a tutto quello.
Ma Yong Guk era il suo più grande amico, gli era stato vicino durante quel periodo buio, dove Baekhyun lo aveva rovinato.
Ora era giunto il momento di ricambiare il favore.

-Ami Zelo?- domandò piano.

E il rosso annuì.

-E' sbagliato... sbagliatissimo... non dovrei, anche perché è minorenne... non dovrei perché la mia vita con Sungjong è fantastica ma... ma lui è fantastico... lui è tutto quello che ho sempre voluto e non ho mai cercato...-
-E Sungjong... che farai adesso?-

Yong Guk spostò lo sguardo verso l'entrata, notando delle persone avvicinarsi al bancone e ordinare qualcosa.
Erano una coppietta forse sui trent'anni, lei con un cappotto lungo, nero, avvolta in una sciarpa beige e con una graziosa cuffietta in testa dello stesso colore.
Lui le stava vicino, ordinò per entrambi e poi, prendendole la mano, la portò verso un tavolino distante da loro due, spostandole la sedia e regalandole un sorriso.
Li invidiava da morire.

-Glielo dirò Jonghyun... lo giuro... ma... è difficile. Sungjong è ancora importante e ora lui è tornato. Lui si aspetta che io lo ami più di prima... e c'è Natale... Dio non posso fargli questo adesso lo capisci?-

Jonghyun annuì.
Sarebbe stato devastante per tutti.

-Lo sai che si rovinerà tutto vero? Lui, tu, la band, e il resto? E anche con Zelo... non saranno cose facili... con Daehyun poi... e quanto pensi durerà? E' un ragazzino... potrebbe... potrebbe cambiare idea domani...-

Yong Guk lo sapeva, ci aveva pensato così tanto al futuro, a come le cose si sarebbero distrutte. Come un castello di carte, portato via da una folata di vento.

-Perdonami Jonghyun... so che tutto questo ti ha ricordato Baekhyun...-
-Non preoccuparti... si è fatto ricordare da solo...-

Yong Guk sapeva di Chanyeol, di Baekhyun e di tutto il casino con Kibum.
Ma alla fine si sentiva comunque resposabile del dolore dell'amico.

-Io... ti voglio bene... solo non aspettare troppo... farà male comunque...-
-Sì... lo so...-

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Capitolo 45
*** Spiegazioni poco valide ***


Come si dice? La calma prima della tempesta... non so se posterò stasera il capitolo seguente... devo decidere^^
Intanto vi lascio con questo. Ora le cose si spostano verso altri personaggi! Fatemi sapere cosa ne pensate! 
Grazie a tutti per i bellissimi commenti! Le cose andranno meglio ve lo prometto! Non odiate bang e Zelo ç_ç

 


-Ciao! Tu devi essere Sungjong?- chiese un Chanyeol sorridente, appena il batterista entrò al Dream Girl martedì mattina.

Il biondo strinse la mano al gigante dalle orecchie a sventola, rimanendo un attimo confuso.

-Ciao! Sì sono io... tu sei?-
-Chanyeol! Lavoro qui qualche giorno alla settimana come aiutante! Sai l'università...-
-Oh! Non lo sapevo! Sono tornato dalla Cina da poco!-
-Sì l'ho saputo! Ti porto qualcosa? Ti chiamo Jinki?-
-Un banana milk... ma non dirlo ad alta voce o Taemin mi ammazza!-

Chanyeol sorrise e andò verso il frigorifero alla ricerca della bottiglietta giusta.
Jinki uscì dal retro esattamente qualche istante dopo e sorrise al batterista.

-Ehila! Che ci fai qui?- domandò avvicinandosi al tavolo dove Sungjong si era seduto.
-Jonghyun e Yong Guk sono usciti presto e io dovevo studiare ma... da solo a casa mi annoiavo quindi ho pensato di venire qui... Taemin?-
-E' dai suoi! Ieri è andato a mangiare da loro ed è rimasto a dormire... che studi di bello? Sei rimasto tanto indietro?-

Sungjong mostrò al barista un libro di arte e sospirò aprendolo alla pagina iniziale.

-Tra qualche settimana ho l'esame... e non ho nemmeno aperto il libro una volta! Uccidimi!-

Jinki sorrise.
Sungjong era un mago del disegno e nel suo locale aveva appeso qualche quadro fatto da lui oltre a moltissime fotografie che aveva scattato.
Era semplicemente un genio della pittura e del disegno e lo ammirava moltissimo, visto che lui a malapena riusciva a disegnare un omino stilizzato.

-Voglio un nuovo disegno per il Dream Girl... sono vecchi ormai questi...-
-Quando diventerò famoso potrai rivenderli! Ti farai un po' di soldi!-
-Questo è ovvio!-
-Ya! HYUNG! Davvero lo venderesti?-
-No scemo... mai!-

Chanyeol arrivò con un bicchiere pieno di banana milk e lo lasciò sul tavolo, tornando subito al suo lavoro senza disturbare i due.

-Come mai hai un nuovo aiutante? Yong Guk non mi ha detto nulla...-
-Oh beh... è stato un caso... avevo bisogno di aiuto per riordinare il locale e... Chanyeol aveva bisogno di un lavoretto... è molto bravo sai!-
-Immagino... Taemin non è geloso?-

Jinki sorrise.
Di sicuro il problema non era di certo Taemin, ma qualcun'altro.
La porta si aprì proprio all'instante e un sorridente Baekhyun, imbacuccato fino alla punta del naso fece il suo ingresso!

-Ciao Jinki! Ti ho portato il tuo libro di ricett..- ma non finì la frase, perché lo sguardo si Sungjong lo trafisse di colpo.

-Baekhyun...- disse il biondo alzandosi.

Il maggiore sospirò togliendosi la sciarpa, chiedendosi per quale motivo continuasse a mettere piede lì dentro. Ogni volta incontrava qualcuno e non era una situazione facile.
Sungjong lo conosceva bene, essendo stato un suo grande amico durante la sua storia con Jonghyun.
Ma come sempre, quando le storie finiscono, anche le grandi amicizia tendono a sparire.
E così era stato anche per loro.

-Sungjong... lui è il fidanzato di Chanyeol...- disse Jinki, per evitare altri silenzi imbarazzanti.
-Cosa?!-
-Abbiamo già chiarito la situazione con Jonghyun...- continuò Baekhyun, togliendosi anche la giacca.

Il biondo si sedette di nuovo, incapace di dire altro.
Chissà come l'aveva presa Jonghyun? 
E perché nessuno gli aveva detto nulla?
Ma poi, con che coraggio Jinki aveva preso a lavorare il nuovo ragazzo di Baekhyun?

-Non pensare cose strane... non ne avevo idea e... va beh la situazione è davvero stramba...- continuò Jinki.
-Stramba? La chiami stramba? E' l'ex di Jonghyun... gli ha fatto le corna...-
-Sì... lo so...- rispose abbassando lo sguardo Jinki.

Baekhyun si avvicinò al tavolo di Sunjong, sedendosi nella sedia di fronte a quella del batterista.
Si guardarono per un attimo, Sungjong arrabbiato e Baekhyun con il solito sorrisino sghembo.

-Meglio che ne parliamo io e te, ok?- disse Baekhyun, voltandosi poi verso Jinki.
-Vai pure Jinki... sistemo io la faccenda ora...-

Il barista si avviò verso il retro, sperando che Baekhyun non esagerasse come suo solito.
Chanyeol si avvicinò al tavolo dei due, lasciando una lattina di coca cola e un bicchiere vuoto al proprio fidanzato, che come se nulla fosse gli regalò un sorriso gigante.
Sungjong sbuffò sistemando i propri libri in modo da poter prendere più spazio possibile, ma poi alzò lo sguardo verso l'altro che, dopo aver versato la propria coca cola nel bicchiere, si era messo a bere fissandolo insistentemente.

-Allora parla...- fu brutale il tono usato da Sungjong, ma non sopportava la gente che lo fissava in quel modo.
-Tu sei arrabbiato e lo capisco... ma se ho fatto quello che ho fatto a Jonghyun è stata anche per colpa sua... se non avesse esagerato, come ben sai, io non avrei mai bevuto così tanto da non ricordarmi nemmeno chi fossi... e non voglio giustificarmi... sto solo dicendo come sono andati i fatti. Punto... ora... Chanyeol aveva bisogno di un lavoro e Jinki non aveva idea che fosse il mio ragazzo... stiamo insieme da poco... ma anche se fosse, giusto qualche mese fa Kibum è andato a letto con lui... sorpreso?-

Sorpreso?
Sungjon era esterrefatto. I suoi occhi si erano aperti talmente tanto da sembrare due palline da ping pong.

-Sì... tempo fa, manco so esattamente il periodo... si sono divertiti e poi Chanyeol si è dichiarato dicendomi quello che aveva fatto... ovviamente non avevo idea che Kibum fosse la nuova fiamma di Jonghyun...-
-Fidanzato! Non è una fiamma è un fidanzato!- lo corresse Sungjong con arroganza.
-Fa lo stesso... comunque sembra che la cosa stia bene a tutti quindi... non vedo perché tu la debba prendere così male...-
-Io odio chi tradisce Baekhyun... lo odio a morte...-
-Mmmm... sarà che non sei mai stato con una persona come Jonghyun... poi hai ragione Sungjong... io ho sbagliato e ho pagato il mio errore. Ho perso Jonghyun, ma ho trovato una persona che ha fiducia in me... che non mi mette paletti. Forse ho sbagliato dall'inizio a pensare che Jonghyun potesse essere il ragazzo giusto per me... siamo sempre stati diversi quindi...-

Sungjong sospirò.
Gli mancava il Baekhyun di una volta, quello con cui aveva fatto amicizia, che gli aveva insegnato a vestirsi in modo decente e a essere meno timidi e più sicuro di se stesso.
Anche se adesso si erano chiariti, non era ancora in grado di aprirsi di nuovo con lui.
Jonghyun ne avrebbe sicuramente sofferto.

-Va bene... devi dirmi altro?- disse aprendo un altro libro di arte, posandolo con poca delicatezza sul tavolo.

Baekhyun negò e si alzò dalla sedia, prendendo il bicchiere e il resto della sua roba.
Voltò lo sguardo un'ultima volta in direzione del batterista, che aveva già abbassato il proprio verso il libro, fingendo di leggere una riga a caso.
Non disse altro e si avviò verso il bancone, lasciando un bacio veloce sulla guancia di Chanyeol.

Ci mise poco a rivestirsi e uscire dal locale, ma in quel lasso di tempo Sungjong cercò di convincere se stesso dal fermarlo, dal chiedergli scusa per il suo pessimo carattere.
Ma non ci riuscì.
Baekhyun aveva ferito Jonghyun nel profondo del cuore e lui non era in grado di perdonarlo.

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Capitolo 46
*** Betrayal ***


Alla fine ho deciso di postarlo. 
Sarebbe un capitolo cruciale e metterlo di seguito agli altri due non era di certo la scelta migliore, ma penso che, arrivati a questo punto, sia il caso di lasciarvelo leggere al più presto^^ domani sera, se avrò ricevuto abbastanza commenti (sono cattiva xD) posterò il continuo xDDD vi adoro tutti davvero. New Challange è stato un macigno in certi momenti, ma vedervi così affiatati e così attenti alle uscite, mi fa capire che sì, il mio lavoro è andato a buon fine, che ho davvero fatto qualcosa di decente, per una volta!
Grazie!
 

Erano già le dodici e mezza e ormai la pausa era alle porte.
Yong Guk sospirò sonoramente guardandosi intorno alla ricerca di lavoro da fare. 
Tutte le lavatrici erano vuote, nessun detersivo fuori posto e il locale era pratricamente vuoto, forse perché ormai era venerdì e quindi gli studenti portavano le proprie cose da lavare a casa.
Quella mattina erano entrate solo tre signore con dei piumoni enormi che non volevano nemmeno entrare in lavatrice.
Yong Guk era così annoiato che si mise a spazzare a terra, nonostante l'avesse già fatto solo dieci minuti prima.
Non ce la faceva più. 
Yong Nam era andato a casa ad aiutare sua madre con la spesa, mentre lui era rimasto bloccato lì. 
Perché non si era portato la chitarra? Almeno avrebbe potuto strimpellare qualcosa.
Decise di cambiare il cartello d'entrata e metterlo su "CHIUSO", tanto per accelerare il tempo che lo divideva dalla pausa.
Andò dietro al bancone e controllò la cassa e il resto dei fogli che giacevano desolati senza un giusto ordine, mettendo a posto anche i vari scontrini che aveva fatto. 
Prese il cellulare tra le mani quando questo vibrò di colpo.
"Zelo" lesse in alto al display sentendo il sangue gelare.

"Hai chiuso il negozio..." aveva scritto.

Come faceva a saperlo? Doveva essere a scuola in quel momento quindi non poteva di certo averlo visto.
Si sedette sullo sgabello e scrisse un messaggio veloce.

"Hai dei super poteri?

In meno di un attimo il telefono vibrò di nuovo, segno che l'altro aveva risposto praticamente subito.
Ma come poteva?

"Chiamalo sesto senso... oppure... fammi entrare..."

Yong Guk impallidì lasciando il telefono sul bancone, andando ad aprire la porta che aveva chiuso solo qualche minuto prima.
Spalancò la porta e uscì fuori notando una figura sulla destra, appoggiata al muro con una sigaretta tra le dita e una gamba piegata. 
Il volto sorridente di Zelo lo colpì in pieno e tutta la voglia che aveva avuto di vederlo si era bloccata sul suo petto, contro il suo cuore, facendolo battere talmente veloce da fargli male.
Zelo buttò la sigaretta a terra e la pestò velocemente, alzando di nuovo lo sguardo sul suo amante che non riusciva a credere che lui fosse lì.
Si avvicinò guardandosi intorno, mentre Yong Guk arretrò dentro il locale. Zelo chiuse la porta alle proprie spalle, lasciando il biglietto con scritto CHIUSO ben visibile da fuori.

-Hyung... non sono un fantasma...-
-Perché non sei a scuola?- rispose l'altro ancora bloccato.
-Perché non ci sono riuscito... mi mancavi troppo...- confidò il minore mordendosi il labbro inferiore.
-So che non avrei dovuto... Sungjong potrebbe...-
-Sungjong è in università... tu... tu hai fatto benissimo-

Il maggiore lo tirò per un polso, avviandosi verso la porta laterale al bancone, entrando dentro come una furia e portando il minore con sè. Chiuse poi la porta con un colpo forte, tanto da farla sbattere e riempire la stanza di quel rumore.
La luce era fioca, calda e bassa, mentre quella stanza era grande, spoglia, con i muri grigi.
Due lavatrici erano poste proprio vicino a loro contro uno dei muri, mentre quattro scaffali in acciaio erano dalla parte opposta, pieni di detersivi e scatole da aprire.
Zelo si avvicinò al maggiore abbracciandolo lentamente, aspirando il profumo forte che proveniva dalla sua pella, infilando le mani tra i capelli ancora rossi e lucenti. 

Yong Guk si aggrappò all'altro, spingendolo verso il muro, anche se poi sbagliò di poco e si trovarono contro una delle due lavatrici rotte, lasciate lì per essere riparate in futuro.
Zelo ghignò sonoramente, mordendo il maggiore sul collo tanto da farlo gemere.
Yong Guk si spostò dall'abbraccio, stringendo i fianchi del biondo che si contorse.

-Hyung.. hai così tanta voglia di insegnarmi a usare la lavatrice?- domandò il minore con schermo.

Yong Guk grugnì, mettendo entrambe le mani sul sedere dell'altro, tirandolo su come se in realtà non pesasse niente, lasciando perplesso anche il più alto, che di certo non si apettava di essere messo a sedere proprio quella lavatrice.
La cosa non è che gli diede poi così fastidio, anzi, probabilmente lo eccitò ancora di più. 
E Yong Guk sapeva bene di essere un bastardo.
Ma nonostante questo lui continuò a leccare e succhiare quelle piccole ma carnose labbra che lo seguivano passo passo, incurvandosi in maliziosissimi sorrisi che lo facevano solo diventare pazzo.

-Merda...- grugnì Yong Guk, respirando affannosamente, una volta che la destra del più giovane aveva inziato a toccare il suo, troppo sull'attenti, attrezzo. 

Zelo sorrise nuovamente, baciandogli un guancia, poi il naso, la fronte, scendendo di nuovo sulle sue labbra, domandandogli a quel punto qualcosa che Yong Guk non afferrò.

-Cosa...?-
-Non ti sei ancora accorto di nulla...- chiese di nuovo il minore.

Il maggiore di nuovo non capì, ma gli fu difficile creare una frase, visto che l'altro gli aveva aperto i pantaloni e aveva inserito una mano dentro i boxer.

-Vediamo se ora te ne rendi conto...- continuò il minore scendo dalla lavatrice, abbassandosi fino a mettersi in ginocchio per terra. 

Abbassò di poco i pantaloni del rosso, insieme ai boxer, prendendolo in bocca senza girarci molto intorno.
Yong Guk impallidì guardando verso il basso, sperando che non fosse vero, che l'altro non l'avesse fatto sul serio.
Ma Zelo aprì la bocca, lasciò scivolare via il membro del maggiore, facendogli la linguaccia, mostrandogli un piercing dal colore rosso fuoco spuntargli proprio dal centro della lingua.

-Tu... demonio... tu! Come hai... aaaah... Zelo! Appena ti prendo... appena...-

Ma Yong Guk non riuscì a terminare la frase, sentendo il piacere triplicarsi per quel dannato aggeggio, tanto da doversi appoggiare alla lavatrice davanti a sé.
Si riversò nella sua bocca, con il piacere che gli ofuscò il cervello e la bocca aperta in un gemito roco e profondo.

-Dimmi hyung... cosa mi fai appena mi prendi?-

Yong Guk si spostò piano, sentendo i muscoli pesanti.
Si tirò su l'intimo e i pantaloni, senza allacciarli, e appena si fu ripreso, fissò il minore fargli di nuovo la linguaccia.
Lo acchiappò per la maglietta, tirandolo di nuovo a sedere sulla lavatrice.

-Come ti è saltato in mente!! Hai sedici anni, Zelo!-
-Mi ha portato mia madre...- disse subito il biondo -a lei piace... a te no?- e mostrò il labbro inferiore.
-Ti odio... marmocchio...-
-No.. mi ami...-

Yong Guk sospirò forte, cingendogli la vita con entrambe le braccia -Sì, ti amo...-
E solo in quel momento, sentirono un rumore provenire dalla porta.
Yong Guk voltò lo sguardo e per una manciata di secondi incontrò quello di Sungjong, incredulo, gelido, bloccato.
Fu un attimo.
Non ebbe il tempo di ribattere.
L'atro scappò via senza dire nulla.

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Capitolo 47
*** E' solo un incubo ***


Siamo giunti a uno dei capitoli più critici che abbia mai scritto per questa fic. La storia era nella mia testa da molto, ma poi mi sono ritrovata a pensare e pensare... la storia non sembrava decente. Quello che avevo deciso era troppo fuori dal normale, troppo lontano dalla realtà, e io cerco sempre di scrivere la realtà, senza esagerare. Ovviamente, una fic con solo ragazzi gay è già di per se una storia poco reale xD ma non importa! 
Questo capitolo è stato difficile. Credo di averlo scritto in un momento di debolezza, per questo mi piace, perché ho scritto proprio quello che volevo, come lo volevo.
Spero di ricevere i vostri commenti e spero di aver scritto bene, per lo meno decentemente^^ grazie a tutti voi che mi seguite sempre. ok lo dico in ogni capitolo, ma per me i vostri commenti sono davvero,davvero, una cosa fantastica. 

grazie a tutti!
 


Bloccato.
Non riusciva a muoversi o dire qualcosa. 
Zelo era sceso a terra tentando di muovere il suo amante, tastandogli il viso, gridandogli contro di andare dietro a Sungjong in qualche modo, ma l'altro pareva completamente fuori dal mondo.
Non sentiva nulla intorno a sé.
Rivedeva solo il momento aveva intercettato lo sguardo del suo ragazzo, triste, pallido, completamente devastato dalla tristezza.
E la colpa era solo sua e della sua idiozia.
Ora che avrebbe potuto fare?
Mentire era fuori discussione, lo aveva visto in pieno e di certo non poteva inventarsi qualche scusa. Intoltre che scusa avrebbe potuto usare?
Aveva detto ti amo a Zelo, mentre erano avvinghiati.

E se avesse anche visto il resto? 
Se avesse davvero guardato da quella porta per tutto il tempo? 
Probabilmente non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola per il resto della sua vita.

-Che sta succedendo?- chiese una voce conosciuta.

Zelo spostò lo sguardo verso un ragazzo, o per meglio dire la fotocopia di Yong Guk, solo con i capelli scuri e lo sguardo leggermente diverso, anche se a primo impatto potevano davvero sembrare identici.
Yong Nam si avvicinò al fratello, impalato sul posto con lo sguardo visso verso il pavimento.
Manco si era accorto dell'arrivo del fratello, il quale gli mise entrambe le mani sul volto, alzandoglielo di poco per poterlo guardare negli occhi.
Yong Nam ci vide il vuoto.

-Ho visto Sungjong scappare via... non mi ha nemmeno visto... che... oh no...-

Yong Nam non ebbe il tempo di aspettare una risposta, visto che in un secondo capì la situazione.
Zelo in quella stanza, Sungjong che scappava via di corsa, Yong Guk completamente fuori dal mondo.

-Vi ha visto...- disse semplicemente.

Zelo annuì appoggiandosi al muro, passandosi una mano tra i capelli.
Si sentiva in colpa. Se solo non fosse stato lì, se solo avesse evitato di saltare la scuola, tutto quello non sarebbe mai accaduto.

Nemmeno qualche attimo dopo, il telefono di Yong Guk iniziò a suonare forte, tanto che si sentì ampliato per colpa della stanza quasi vuota. 
Il rosso mise le mani in tasca e notò subito il nome di Jinki sul display. Dovevano già averlo scoperto. Probabilmente Sungjong non era riuscito a tornare a casa e aveva preferito fermarsi lì, al Dream Girl, dai suoi amici. 
Non voleva rispondere. 
Non ne aveva la forza di confrontarsi con Jinki, uno dei suoi migliori amici, colui che aveva sempre approvato la sua relazione con Sungjong e non aveva mai messo il naso nei suoi problemi.
Ma se ora lo stava facendo, se ora lo stava chiamando proprio in quel momento, non poteva essere una coincidenza.
Jinki sapeva e voleva delle risposte, un chiarimento, una cosa qualsiasi.
Ma lui era un fottuto codardo e quel tasto non voleva proprio schiacciarlo.

Yong Nam avvicinò la mano per prendergli il telefono, ma il chitarrista la spostò, come risvegliato da quel gesto.
Prese un respiro profondo e schiacciò finalmente il tasto, portandosi il cellulare all'orecchio.

"Pronto..." disse con poca voce.
"Yong Guk... Sungjong è qui..." rispose l'altro atono.
"Sì... capisco...
"Sta male... piange... ha detto... ha detto che eri con Zelo... con Zelo in negozio Yong Guk..."

Il rosso non rispose. Rimase in ascolto, aspettando che Jinki prendesse coraggio e gli dicesse tutto, che gli facesse la fatidica domanda.

"Dimmi... dimmi che ha sbagliato... che per una volta non ha riconosciuto Yong Nam... dimmi che non eri tu..."

Silenzio.
Provò ad aprire le labbra, ad articolare una frase nella sua testa, cercando poi di tirarla fuori, ma niente. Il comando si perdeva fra i suoi neuroni, sbalzando da una parte all'altra senza mai arrivare a destinazione. 

"Cristo Yong Guk..." ululò il maggiore dall'altra parte della cornetta "Tu... non puoi davvero... non puoi..." continuò sempre più adirato.
"Io..." provò il rosso, costringendo se stesso a dire qualsiasi cosa. Ma Jinki non lo lasciò finire.
"Tu ora vieni qui... porti la tua merda di faccia qua... adesso!" gridò.

La telefonata finì e Yong Guk si ritrovò ad ascoltare il silenzio.
Doveva andare al Dream Girl. 
Doveva affrontare Sungjong e dirgli finalmente quella verità scomoda che non aveva avuto il coraggio di ammettere prima.

-Ti accompagno...- disse Zelo. 
-Sei sicuro che sia la cosa giusta da fare?- chiese Yong Nam guardando sia il minore che il gemello.

Yong Guk annuì guardandosi le scarpe. Forse non avrebbe reso le cose migliori, ma se doveva dire la verità doveva dirla tutta e fino in fondo.
Zelo faceva parte di quella verità e doveva portarlo con sé.
Si avviò verso l'appendiabiti agganciato al muro e recuperò il proprio giubbotto verde pesante, insieme ad una cuffietta nera, cosa che fece anche Zelo con il proprio, lasciato però a terra. 

Insieme uscirono dal negozio, mentre Yong Nam rimetteva il cartello su aperto. Yong Guk avrebbe voluto che anche lui lo accompagnasse, ma il gemello non glielo chiese e lui fece lo stesso. 
Ogni passo che faceva lo rendeva più nervoso, il cuore sbatteva forte contro il petto, e il freddo pareva non scalfirlo nemmeno. 
Zelo di fianco a lui, sembrava tremare a ogni passo. La paura ormai era palpabile intorno a lui e Yong Guk gli prese la mano, stringendogliela forte, ma lasciandola andare poco dopo. 

Il Dream Girl non era mai stato così vicino come quel giorno.
La strada doveva durare almeno quindici minuti, eppure entrambi ne percepirono al massimo due. 
La strada laterale dove si trovava il bar era praticamente a una manciata di metri da loro, ma entrambi si erano bloccati sul posto e non riuscivano a muoversi.
L'idea di scappare in un altro continente sembrava l'unica buona in quel momento, ma Yong Guk sapeva che non sarebbe potuto scappare in eterno. 

Iniziò a camminare e Zelo lo seguì come un automa, svoltando poco dopo sulla sinistra e percorrendo quel vicolo, che gli sembrò anche troppo corto.

La saracinesca era per metà abbassata, segno che Jinki aveva chiuso prima, molto prima del solito.
Non erano nemmeno le due del pomeriggio. 
Stava per avvicinarsi alla porta, ma qualcuno lo fece al posto suo e l'aprì di scatto. Yong Guk poteva vedere solo dal petto in giù, ma capì subito che quel corpo era di Jinki.
Si avvicinò e oltrepassò l'entrata, guardando il barista con la coda dell'occhio proprio alla sua sinistra, mentre Zelo gli stava alle spalle.

-TU!- gridò in quel momento una voce.
-NO DAEHYUN!- gridò subito dopo un altro.

Yong Guk non riuscì a capire da dove arrivassero quelle voci, ma poté vedere Daehyun subito dopo, correre nella sua direzione e tirargli un pugno feroce sulla mascella.
Il sapore del sangue si fece largo nella sua bocca e nel naso, mentre toccò forte il pavimento per il colpo subito.
Sentì in lontananza altri insulti del vocalist dei Badman, seguiti dalle grida di Zelo e dalla lite di questi due.
Non capì molto fino a che qualcuno non lo tirò su, mettendolo a sedere su una delle sedie del locale, posandogli poi sulla faccia un panno bagnato.

-Yong Guk?- chiese qualcuno.

Jonghyun.
Lui lo aveva aiutato a mettersi seduto e ora gli stava tamponando la ferita.
Probabilmente Daehyun gli aveva spaccato il labbro perché questo ora pulsava da morire.

-CRISTO ZELO! CRISTO SANTO! COME HAI POTUTO!?- gridava ancora Daehyun come un pazzo.
-Calmati! CALMATI!- continuava Youngjae poco distante da lui.

Ma sembrava che l'altro nemmeno riuscisse a sentirlo, infatti il vocalist continuava a ululare frasi e sputare bestemmie contro Zelo e contro Yong Guk.
Stava quasi per tornare all'attacco, ma Jonghyun gli si mise davanti. Si fissarono negli occhi per un po' e alla fine Daehyun sbuffò forte e fece qualche passo indietro, tornando poi verso un tavolo dalla parte opposta del locale, trascinando Zelo con sé, anche se quest'ultimo non sembrava dell'idea.

Fu in qual momento che cadde il silenzio.
Sungjong era appena uscito dalla stanza sul retro e tutti i presenti, tra cui anche Hoya rimasto in disparte, si voltarono verso di lui.
Con alle spalle Taemin e Kibum, il batterista degli Humanoids fece la sua entrata.
Le guance rosse come gli occhi, la bocca rovinata e le labbra gonfie, anche se ora di lacrime non ne scendevano più. 

Yong Guk si alzò in piedi, lasciando lo straccio ormai sporco di sangue su un tavolo poco distante da lui, camminando fino al centro del locale. 

Sungjong  guardò a quel punto i suoi occhi, allungati, sempre seri e pronti a scrutarti dentro, a farti venire dubbi, pronti a farti paura.
Gli "occhi indagatori" - così li chiamava lui - che veloci sfrecciavano a destra e sinistra alla ricerca di qualcuno da fissare, scrutare, capire, mettere in crisi.
Occhi che ora erano tristi, malinconici, preoccupati, bastonati, pieni di lacrime che tentavano di rimanere aggrappate alle palpebre, perché sapevano di non aver nessun diritto di scendere, di scorrere giù, lungo quella pelle pallida. Di mostrarsi davanti all'altro.
Non ne aveva nessun diritto.
Quegli occhi ora gli procuravano solo fastidio.
Li aveva sempre amati, si era perso in loro tante volte, ma ora gli facevano solo una gran pena. E lui odiava provare pena per la gente.
Lo guardava, mentre se ne stava fermo in mezzo al locale, fissato da tutti i presenti con tristezza, odio, ribrezzo.

Yong Guk sentiva su di sé i loro occhi indagatori, pieni di accuse e rabbia. Ora erano tutti contro di lui, contro i suoi occhi che rimanevano fissi verso un'unica direzione, senza cambiare il soggetto da guardare.
Nonostante la colpa, non abbassò lo sguardo perché sapeva di non potersi meritare nemmeno quello. Non poteva scappare.

Sungjong lo guardava, mentre il respiro gli si faceva pesante, la rabbia prendeva lentamente il sopravvento e la tristezza gli riempiva le vene, il cuore, gli occhi, la gola.
Faceva male.
Faceva davvero troppo male pensare che tutta la loro storia fosse finita così.
Dolore.
Era atroce pensare che tutto quello che c'era stato ora non ci fosse più, che mentre perdeva tempo ad amarlo l'altro lo tradiva con consapevolezza, come se fosse stato ovvio, come se fosse stato normale farlo.

Era inaccettabile.

Il volto dell'altro era leggermente deturpato sul lato destro e il labbro sembrava essere spaccato. Daehyun l'aveva picchiato davanti a tutti per quello che aveva fatto e, in parte, gli dispiaceva. Doveva far male e avrebbe voluto andare nel retro a prendere la cassetta delle emergenze per medicargli la ferita - prima che s'infettasse - e magari prendere del ghiaccio per passarglielo sopra la pelle livida ed evitare che si gonfiasse troppo.
Avrebbe davvero voluto farlo, pregò le sue gambe di muoversi da quel punto per portarlo nell'altra stanza, ma non ci riuscì.
Per fortuna, il suo cervello non lo fece spostare per rimanere lì, senza espressione in volto, a guardare l'altro soffrire.

"Tanto non soffrirà mai quanto me..." pensò stringendo i pugni.

E si chiese il perché.
Si domandò come fosse potuto accadere.
Forse era stata colpa sua, della sua gelosia, della sua troppa paura di perderlo in qualsiasi modo. Forse, inconsapevolmente, l'aveva spinto lui da Zelo.
Forse, senza accorgersene, aveva creato lui quel filo che ora legava il suo non più Yongguk a quel ragazzino, che nel frattempo piangeva infondo al locale, seduto a terra con le spalle contro il muro, il fiato rotto e i vari tremiti che gli rapivano il corpo. Il viso rosso i capelli distrutti dalle mani che continuavano a passarci contro.

Sungjong era triste per lui.
Sungjong avrebbe voluto che qualcuno andasse lì a consolarlo, perché sicuramente non era facile dover superare tutto quello alla sua età.
E si diede del deficiente, perché non poteva provare dispiacere per colui che gli aveva portato via il ragazzo.
Tuttavia, il batterista era fatto così, istintivo, semplice, forte e allo stesso tempo fragile, 
stupido, troppo sensibile.

Sungjong era tutto quello che Yong Guk non voleva più.
Yong Guk ormai voleva Zelo.

Sungjong non sapeva più che fare. Per questo rimase lì fermo, in mezzo al Dream Girl, avvolto da quel familiare profumo di cannella che gli scaldava leggermente il cuore.
Quante giornate avevano passato lì dentro.
Quante risate, discussioni, pianti di gioia, di tristezza, serate in compagnia, abbracci. Quante emozioni aveva provato in quel luogo.
Non poteva crederci che proprio quel giorno, in quello stesso luogo, doveva dire addio all'amore della sua vita, alla sua band, ai suoi amici di sempre.

Spostò finalmente lo sguardo da Yong Guk.
Fissò prima Jinki, che ricambiò il suo sguardo. Si vedeva che soffriva per lui, lo capiva dai suoi occhi spenti, dal sorriso scomparso dal suo volto, dalla tristezza che emanava ogni angolo del suo viso.
Teamin era al suo fianco con la faccia priva di qualsiasi emozione. Probabilmente non sapeva cosa dire, cosa fare, cosa pensare. Non riusciva a credere a tutta quella situazione, troppo assurda per essere vera.
Kibum vicino a lui, con le lacrime che gli rigavano il viso, la mascella contratta e i pugni serrati. Era arrabbiato con Jonghyun che gli aveva mentito, ma ancora di più ce l'aveva con Yong Guk, che aveva commesso un errore così grande, nonostante Sungjong non gli fosse mai andato così a genio.
Jonghyun, proprio dietro a Yong Guk e più lontano da tutti loro, sembrava avere lo sguardo di chi supplica perdono, nonostante sapesse già che non lo avrebbe ricevuto, non quel giorno almeno.

Sungjong spostò lo sguardo verso destra, dalla parte opposta del locale, verso Zelo che stava ancora seduto a terra. Vicino a lui, Daehyun si era seduto su una sedia, lo sguardo arrabbiato fisso su Yong Guk. Probabilmente voleva picchiarlo ancora perché dagli occhi iniettati di sangue, non sembrava abbastanza soddisfatto del lavoro compiuto.
Youngjae a un palmo da lui, era in piedi e ricambiò lo sguardo di Sungjong con tristezza, non sapendo che diavolo dire o fare in una situazione del genere.

Tra tutti,  l'unico che non lo guardava con tristezza era Hoya, che gli restituiva uno sguardo serio, pieno di forza e coraggio.
Sembrava volergli dire: "muoviti, vai avanti, non ti fermare ora... non buttarti giù".

Ma come poteva non buttarsi giù?
Come poteva andare avanti e dimenticarsi tutto?
Sungjong non lo sapeva e avrebbe voluto che qualcuno glielo dicesse, ma non voleva parlare.
Sentì le forze abbandonarlo. Tutta la sua sicurezza - o almeno quel poco che gli era rimasto - scivolava via insieme alla rabbia, svuotandogli il cuore, la mente, il corpo.
Le lacrime iniziarono a sgorgare copiosamente dai suoi occhi e si portò istintivamente mani contro il volto, iniziando a piangere forte, singhiozzando, tremando, lasciando tutti con il fiato sospeso.

Yong Guk impallidì a dismisura, il cuore gli si spaccò in mille pezzi, ma non riuscì a muoversi.
Sapeva che se avesse provato ad avvicinarsi all'altro, quest'ultimo lo avrebbe preso a pugni.
Non poteva avvicinarsi.
Qualcuno però lo fece al posto suo, qualcuno che probabilmente aveva capito il suo dolore interiore, qualcuno che aveva compreso che non doveva lasciarlo piangere in quel modo.

Kibum si era avvicinato a Sungjong e lo aveva abbracciato, lasciando che questo si sfogasse riempiendo il locale di grida soffrocate e gemiti di dolore.
Sungjong si strinse a Key, lo abbracciò forte infossando la testa nell'incavo della spalla sinistra, lasciando che tutto il suo dolore prendesse forma e colore.

-Forse è meglio che andiamo via...- sussurrò Key all'orecchio di Sungjong, ma tutti sentirono comunque quelle parole pronunciate con un po' di tremore.
Anche Key stava piangendo.
-No...- rispose Sungjong, spostandosi leggermente dall'abbraccio dell'altro e prendendo un fazzoletto che Hoya che, dopo essersi avvicinato, gli aveva offerto un pacchetto.
-Io... Io devo dirgli una cosa...- continuò soffiandosi il naso.

Il suo sguardo si fermò di nuovo su Yong Guk, che si sentì di nuovo colpito e affondato. Il volto di Sungjong era distrutto dal dolore, la pena più dolorosa da dover sopportare.
Tuttavia sapeva che sarebbe finita così prima o poi. L'aveva saputo fin dall'inizio che sarebbe accaduto.

-Ti ho amato... e tu... tu hai buttato via tutto. Spero... spero che ti capiti lo stesso, Yong Guk... spero che quel ragazzino...- disse, mettendosi a indicare Zelo che stava ancora più rannicchiato su se stesso - Spero che lui ti faccia lo stesso... spero che ti tradisca con un altro, che ti faccia male, tanto male da volerti uccidere. Ma sappi... che non soffrirai comunque quanto sto soffrendo io ora... perché non lo amerai mai tanto quanto io amo te...-

Smise di parlare e riprese a piangere con il fiato che aveva ripreso a mancargli.
Hoya si avvicinò a lui e gli mise una mano intorno alla vita, portandosi poi il braccio destro dell'altro intorno al collo.

-Andiamo...- disse senza mezzi termini avviandosi verso l'uscita del locale.

Kibum gli andò dietro, senza degnare di uno sguardo Jonghyun, il quale abbassò lo sguardo.
Jinki si guardò intorno, prese le chiavi del locale e le mise in mano a Jonghyun, dicendogli poi qualcosa all'orecchio.
Il vocalist annuì e il maggiore - insieme a Taemin - seguì il resto degli amici già praticamente pronti a uscire, bloccati sull'entrata per mettersi i giubbotti.

-Andiamo Daehyun...- disse Young Jae, tirando il fidanzato che si alzò dalla sedia.
-No- rispose l'altro, ancora con lo sguardo fisso verso la schiena di Yong Guk.
-Hai già fatto abbastanza... ora basta.-
-Non ho fatto ancora nulla! Lo voglio massacrare!-

Solo sentendo quelle parole, Zelo si riprese di colpo e in un attimo si alzò andando davanti a Yong Guk, aprendo poi le braccia coma scudo.

-Picchia me se vuoi! Lui no! Non lo toccare!- gridò mentre le lacrime continuavano a scenderdo poco dopo sulla sinistra e pe non mutò lo sguardo, si spostò da Yong Jae - il quale aveva tentato invano di bloccarlo contro il muro - e si avvicinò al fratello.
Yong Guk ancora gli dava le spalle, mentre Zelo gli faceva da scudo. Pareva non essersi reso nemmeno conto di quello che stava accadendo.

-Togliti brutto idiota!- si sentì sputare quelle parole dal fratello maggiore.

Ma Zelo non si mosse. Allora Daehyun gli mise entrambe le mani su colletto della maglietta, stringendolo forte.

-HO DETTO CHE TI DEVI LEVARE!- gli gridò contro.
-NO!-

Solo in quel momento Yong Guk sembrò riprendersi e con uno scatto veloce si mise tra i due fratelli, spingengo il più grande più lontano, facendolo barcollare.

-Non toccarlo...-

Young Jae si mise davanti al fidanzato, aveva l'aria malinconica e lo sguardo di chi non voleva che accadesse un disastro. A quel punto Daehyun capì e sospirò pesantemente, sistemandosi il giubbotto che si era leggermente sgualcito dalla spinta.

-Siete solo merda... fate bene a rimanere soli...-

Fece male.
Quelle parole bruciarono come fuoco nel cuore di Zelo che riprese a piangere, lasciandosi andare a terra, stringendo le braccia intorno alle ginocchia piegate.
Daehyun si spostò verso l'uscita, dando poi una spallata a Jonghyun mentre si allontanava.
Young Jae guardò Zelo, il suo fidanzato, poi di nuovo verso Zelo e infine Yong Guk.

-Ti prego, stagli vicino...- disse a quest'ultimo con sguardo triste, avviandosi poi verso l'uscita dove il suo ragazzo lo stava aspettando.

Rimasero così solo loro, avvolti dal pianto soffocato di Zelo.

Jonghyun si avviò, lento, verso il bancone. Prese un boccale e lo riempì di birra, bevendone poi un grande sorso, sperando che quello fosse solo un brutto sogno, che presto si sarebbe svegliato e tutto quello in realtà non era mai successo.

Ma non fu così.

-Zelo...- disse Yong Guk sedendosi a terra, abbracciando il più piccolo in modo da farlo appoggiare con il volto al proprio petto -Basta piangere... passerà...- disse baciandogli dolcemente la nuca.

Ma questo non bastò e Zelo pianse più forte, stringendosi alla vita del più grande.

-Non ti lascerò... mai...-continuò il chitarrista, piangendo in silenzio, mentre Jonghyun continuò a bere, sapendo di aver fatto un casino. Sapendo di aver distrutto tutto anche lui.

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Capitolo 48
*** The Bad Humans ***


Ecco il nuovo capitolo^^ non ho molto da dire^^ probabilmente ne avrete più voi!
Buona letturaaa!!!
PS: grazie come sempre a tutti! vi amo!!!!!!!!!
 


Una ragazza alta, slanciata, dai capelli scuri raccolti in uno chignon morbido, camminava tranquilla su dei sandali dal tacco vertiginoso, avvolta in un tailleur blu scuro aderente ed elegante.
Si avvicinò a una doppia porta scura, color mogano, dalle maniglie in acciao. Bussò piano un paio di volte, come per non voler disturbare, e dall'altra parte si sentì un "avanti" grave, attutito dalla porta stessa.
Lei entrò con grazia, sorridendo dolcemente e avviandosi verso la scrivania che stava proprio infondo, dove sedeva dietro di essa un uomo ormai trentenne, dai capelli scuri tagliati corti, ma non troppo, un viso raffinato, magro, serio, vestito in un abito elegante, scuro, anche se la giacca giaceva dietro lo schienale della sedia nera sul quale l'uomo era seduto, e la cravatta pareva un po' molle.

-Grazie Eunjung shi- disse lui appena la ragazza ebbe messo dei documenti sotto il suo naso.

Li guardò un attimo, tanto per essere sicuro che fosse tutto in ordine e poi li lasciò sulla scrivania, guardando l'altra ancora davanti a lui.

-Vai pure a casa adesso, è tardi e hai lavorato tanto- disse alzandosi per darle la mano.
-Grazie signor Bang... ma non sono mai stanca. Questo lavoro è proprio ciò che cercavo... la ringrazio...- disse lei sempre più dolcemente, con il solito sorriso e con la schiena sempre più curva in un inchino davvero troppo profondo.
-Su su, sei davvero brava Eunjung shi... te lo meriti questo lavoro. E ora a casa! Esci un po' con le tue amiche-

E lei sorrise, inchinandosi di nuovo e dando la buona notte, avviandosi poi verso la porta dalla quale era entrata.
L'uomo si afflosciò nuovamente sulla sedia, mettendo un dito nella cravatta e snodandola del tutto, andandola a riporla in un cassetto dove altre tre cravatte erano rimaste lì da chissà quanto tempo.
Portò le braccia in avanti, stirando i muscoli delle spalle, alzandole poi verso l'alto per ravvivare un po' anche la schiena, bloccata per le troppe ore rimasto seduto su quella sedia.
Sembrava comoda, all'inizio. Ma non lo era e questo la rendeva odiosa.
Prese i documenti che Eunjung gli aveva lasciato poco prima, controllando gli orari e le varie cose da fare, comprensi di nomi e programmi.
Sembrava tutto perfetto, come sempre. Eunjung era davvero impeccabile, aveva fatto bene ad assumerla. Il suo curriculum non era molto fiorito, ma alla fine si era dimostrata capace, proprio come aveva detto. 
Una fortuna quindi.

Si alzò dalla sedia sentendo le gambe molli ma anche felici di camminare un pochino.
Si guardò alle spalle, verso la grande vetrata del suo ufficio, dove una Seoul illumanata solo dai lampioni rendeva la vista davvero piacevole.
E ok, non erano nella parte più ricca della citta e non si trovava al trentesimo piano di un grattacielo, ma solo al decimo, ma alla fine tutto quello per lui era già il massimo.

Guardò l'orologio e notò che le dieci erano passate da un pezzo. Tra poco sarebbero arrivati e doveva sistemarsi. In realtà era già pronto, ma iniziò a ripensare al discorso che aveva provato in quei giorni, guardandosi poi in uno specchio che aveva lasciato nel cassetto delle cravatte.
Ok, poteva farcela! 

Qualcuno bussò di nuovo alla porta e lui disse di nuovo "avanti" con lo stesso tono.
Tre ragazzi, tutti sui venticinque anni, entrarono nel suo ufficio con un po' di timore, guardando quello spazio elegante intorno a loro.
Avevano tutti una tuta, segno che erano tornati da poco dalle prove giornaliere, ma soprattutto avevano un'aria particolarmente stanca, notabile anche dalle occhiaie che avevano, chi più chi meno.

-Ciao ragazzi! Sedetevi, sedetevi- disse indicando le quattro poltrone nere al centro della stanza, messe a due a due per potersi guardare perfettamente in faccia.

I tre presero subito posto e l'uomo fece lo stesso, sedendosi vicino al biondo del trio.

-Hyung come mai ha voluto vederci?- chiese quello di fronte a sé, dai capelli rossi e delle treccine  sulla parte laterale destra della testa.
-Kevin, vi ho chiamato perché ho da darvi una notizia...-

I tre sembrarono risveglirsi dopo quelle parole, e si misero a fissare il CEO della loro agenzia con molto più interesse. 
Era come se la fatica che avevano addosso si fosse di colpo dissolta nel nulla.
Lo guardarono tutti ansiosi, attendendo che il maggiore parlasse, ma in qualche modo questo sembrava essere felice della loro curiosità e attese ancora un po' prima di parlare di nuovo.

-Ormai state facendo training da tre anni... siete migliorati a vista d'occhio e non vi siete mai lamentati, nemmeno per lo scarso stipendio...- e i tre sorrisero timidamente, sapendo bene che il loro portafoglio ne stava ancora risentendo dei danni -Ma i vostri sforzi sono stati premiati! Abbiamo recuperato i fondi ragazzi! Debutterete tra tre mesi-

Come un fulmine a ciel sereno, i tre non riuscirono a contenere la contentezza e, dopo un attimo di smarrimento, si alzarono esultando, abbracciandosi tra loro, mentre qualche lacrima di gioia scendeva copiosa dagli occhi di tutti. Uno dopo l'altro si buttarono addosso a quel CEO, tanto giovane, tanto serio, ma sempre presente e sempre disposto ad aiutarli.

-Bang hyung!! Bang hyung, grazie!- dissero tutti, ancora con le guance bagnate.

E lui sorrise abbracciandoli, chiedendogli poi di sedersi di nuovo per continuare il discorso.

-Dovremmo fare qualche modifica, e purtroppo dovrete accettare l'idea di avere un nuovo membro... un batterista...-
-Qualsiasi cosa hyung... qualsiasi cosa- disse il biondo al suo fianco, ancora intendo ad asciugarsi le lacrime.
-Non piangere Kyumin! Dovrete lavorare duro, ok? Abbiamo dei pezzi già impostati, ma voglio che collaboriate per renderli unici. Metteteci dentro il vostro talento, ok? Voglio che le basi e i testi siano impregnati del vostro sapere e della vostra passione...- 
-Hyung...- lo interruppe il terzo ragazzo, dai capelli scuri e corti, meno appariscenti degli altri due -Ma... abbiamo già un nome?- domandò timidamente.

Il CEO sorrise, alzandosi e recuperando qualcosa dallo stesso cassetto delle cravatte e dello specchio -Guardate...- disse, dando in mano al moro un cd.

I tre lo fissarono stupefatti, guardandosi poi tra loro e di nuovo il cd.
Bad Humans era la scritta nera, grande, con dei rovi intorno, che si ingarbugliavano e formavano alcuni teschi, contornata di bianco e sfumata intorno, con sotto la scritta "the first single album" in stampatello bianco.
Non c'erano le loro foto, proprio come avevano sempre detto loro, che preferivano uno stile minimal, dove le loro facce non sarebbero servite a nulla.
Quel nome, quelle due parole, risvegliarono in loro ricordi di cui avevano sempre parlato, anche con il CEO. 

-Bad Humans...- sussurrò il moro alzando lo sguardo -Hyung...- disse di nuovo il moro, completamente basito.
-Sì, Soohyun?- domandò l'uomo sorridendo.
-Queste... questi...- balbettò Kevin ancora scosso.
-Non vi piace?- chiese il maggiore fintamente preoccupato.
-Cosa?! No no! Sì che ci piacciono! Oh hyung! E' il migliore!- rispose prontamente Kyumin.

E il CEO fece un sospiro di sollievo, scompigliando i capelli al biondo, dando altre direttive sul loro debutto e sui loro nuovi compiti, ricevendo solo rispose positive e una grande determinazione.
Li mandò a letto con l'ordine di dormire e di non mettersi a giocare a starcraft, e i tre uscirono dall'ufficio ridacchiando, con il cd tra le mani perché no, non glielo avrebbero mai più restituito.

L'uomo sospirò ributtandosi di nuovo sulla sua sedia, aprendosi i primi bottoni della camicia e sorridendo leggermente tra sé e sé.
Era andato tutto fottutamente bene che nemmeno riusciva a crederci.
Erano passati tre anni e mezzo da quando aveva creato la Secret Entertaintment, spendendo tutto quello che i suoi genitori gli avevano regalato, investendo fino all'ultimo centesimo per creare un'agenzia, la sua agenzia, quell'agenzia che aveva sempre sognato, che aveva sempre bramato.

E ci era riuscito, dopo ben dieci anni, Bang Yong Guk era diventato qualcuno, aveva fatto qualcosa della sua, come la chiamava lui, inutile vita.
Aveva frequentato l'università, si era arruolato per portare a termine il suo dovere e dopo due anni, grazie ai suoi genitori e alla vendita della lavanderia, aveva utilizzato quel denaro per creare il suo sogno.
La Secret Entertainment, prima una stupidissima etichetta con zero personale, nessun trainer e nemmeno un centesimo.
Ma poi, con il passaparola, il carisma di Yong Guk e il suo fiuto per gli affari, era riuscito a recuperare quei tre ragazzini, pieni di voglia di fare e talento, proprio ciò che lui cercava.
E quei tre avevano sempre lavorato e studiato al massimo, nonostante le sgridate e il lavoro massacrante, erano rimasti.
Ora era riuscito ad avere l'appoggio di un paio di sponsor importanti - in cui i ragazzi avrebbero fatto da comparse - con cui era riuscito ad avere un badget per il loro debutto.
Era così felice che si sarebbe messo a gridare.

Si grattò la testa e un ricordo gli passò per la mente.
"Bad Humans" non era di certo stato scelto a caso e questo lo sapevano tutti.
Appena aveva conosciuto Kyumin, Soohyun e Kevin, era stato inondato di domande come "Lei è il chitarrista degli Humanoids!", "Cosa è successo?", "Sono rimasto così male quando avete deciso di non suonare più", "Hyung suoni qualcosa!".
Quei tre ragazzi erano dei loro fan, come dei Badman naturalmente. Anche per quel gruppo i ragazzi chiesero spiegazioni, ma lui rimase comunque vago.
Quel nome lo avevano scelto loro tre insieme, e probabilmente nemmeno si erano resi conto che il loro CEO li aveva sentiti fantasticare sul loro debutto e sul loro stage name.

Sospirò.
I ricordi facevano male, soprattutto dopo tanti anni, anche se le cose si erano, in qualche modo, sistemate.
Quei giorni parevano non finire mai in quel periodo, ma poi piano piano, il tempo aveva reso  tutto più sopportarbile, meno pesante, decisamente meno difficile.

Bussò ancora qualcuno e lui disse un semplice "", forse perché quel bussare avrebbe potuto riconoscerlo in qualsiasi circostanza.

-Hyung... andiamo?- chiese un ragazzo alto, biondo, dal volto da bambino.

Sembrava che quei dieci anni non fossero mai passati.
Come i tre giovani di poco prima, anche lui indossava una tuta, segno che erano stati con insieme fino a poco prima.

-Li hai massacrati?- domandò Yong Guk alzandosi dalla sedia, mettendosi addosso la giacca.
-Certo, devono essere in forma per il debutto, no?- rispose l'altro avvicinandosi alla scrivania e recuperando le cravatte dimenticate dal moro -Andiamo a casa va... sei abbastanza in coma direi...- rispose di nuovo il biondo.
-Zelo...- lo chiamò il maggiore.

Il più alto si fermò voltandosi di nuovo, in modo da trovarsi di fronte all'altro.
Era passato del tempo e i suoi tratti si erano fatti più mascolini, più duri, più da uomo maturo.
Ma a Zelo piaceva esattamente come prima.

-Sì, hyung?- domandò con aria sognante.
-Nulla...- rispose l'altro, lasciandogli un bacio a fior di labbra, incamminandosi poi verso la porta.

E meno male non era più cresciuto o gli ci sarebbe voluta una scala per arrivarci.

-Ya! Quando lavori troppo diventi smielato!- disse il minore seguendolo subito dopo, sbuffando più di una volta.
-Shhh... ho mal di testa...-
-Ya! Tanto non ci casco!- 

 

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Capitolo 49
*** Yeobo ***


Ma ciao a tutti! Avete scritto in tantiiI!! Grazie siete dei tesoriiiiiiiiiiiiii! Come promesso, qua si scoprirà qualcosa sul passato ^^ 
qualcuno mi odierà per quello che ho deciso di fare, ma spero che la storia continuerà a piacervi fino alla fine. 
Mancano pochi capitoli alla fine, quindi siamo praticamente agli sgoccioli! AWWWWW mi mancherà tutto questo ç_ç
vi adoro tutti!!!
grazie per tutti i commenti e per i messaggi, per chi legge, per chi mi supporta. GRAZIE
 


La pagina dell'agenda che segnava il giorno dopo - o il giorno stesso, visto che ormai era già mezzanotte passata - era piena di cose da fare fin dalle otto del mattino.
Yong Guk però era ancora sveglio, sdraiato sul divano di casa con dei ducumenti tra le mani e un paio di occhiali, dalla montatura nera, sul naso. 
Doveva ancora decidere il tipo di pubblicità da intraprendere per il debutto dei Bad Humans, e era in ritardo anche per la scelta del personale per l'MV.
Il mal di testa alla fine gli era venuto sul serio, per questo chiuse gli occhi strizzandoli, lasciando andare i fogli sul tavolino di fianco a sé, sdraiandosi contro il cuscino alle sue spalle.
Una mano andò ad accarezzargli la chioma scura, ormai corta e precisa, come un vero uomo d'affari. 
Si beò del tocco senza aprire di nuovo gli occhi, pensando che forse avrebbe anche potuto dormire lì, sul quel divano comodo, anche senza coperta, tanto faceva caldo.

-Yeobo... è arrivata una mail...- disse Zelo con un tono strano.
-E' una cosa brutta?- biascicò l'altro senza voltarsi o destarsi dal dormiveglia. 
-E' di Jinki...- rispose a quel punto il biondo.

Non servì aggiungere altro. Yong Guk si mise a sedere un secondo dopo aver udito le sue parole, avvicinandosi allo schermo del portatile che Zelo aveva sulle gambe, seduto sul divano a due posti vicino al suo. 

-Che cosa!?- esclamò stupito, leggendo le poche righe che il barista gli aveva inviato quella mattina, ma che per ovvie ragioni non avevano ancora letto.
 
"Ciao Yong Guk, volevo avvisarti che sabato prossimo, per la precisione il 18 alle 20 e 30, organizzerò una festa di compleanno per Taemin. Festeggeremo insieme anche il suo ritorno dal servizio militare, che si concluederà qualche giorno prima.
Mi farebbe davvero piacere se venissi... insieme a Junhong naturalmente. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti tutti? Beh... tutti tutti forse non è mai successo ma, tra di noi comunque quasi due anni... forse è il caso di rimediare! E non pensare subito male, ok? Ho già sistemato le cose quindi tranquillo... venite entrambi! Fatelo per Taemin.
(ovviamente sarà una festa a sorpresa!).
Un saluto.
Jinki
"

Yong Guk sospirò pesantemente, ributtandosi sdraiato sul divano più grande.
Quella mail non se l'aspettava proprio, anche se sapeva che il 18 luglio sarebbe stato il compleanno di Taemin e si era già preparato un promemoria sul telefono per mandargli un messaggio di auguri.
Ora però sembrava non avere nessuna via di uscita per evitare quella serata, nonostante non fosse del tutto sicuro che rivedere tutti fosse la cosa migliore da fare.
Chiuse di nuovo gli occhi, ma il sonno ormai pareva essere sparito. In compenso era arrivata l'ansia a tormentarlo.

 
*************************************************************
 

Sedevano entrambi a un bar poco distante dal centro, con i tavolini tondi di plastica e delle sedie talmente scomode che anche il cemento sarebbe stato un soffice cuscino.
Alla radio passava la nuova hit dei Troy "Why are We?" e Yong Guk si trovò a battere il piede a tempo, mentre girava con distrazione il cucchianino dentro il suo cappuccino.
Qualche istante dopo, il posto davanti a lui venne occupato e un Jonghyun dal volto tetro, pallido e sciupato fece la sua comparsa.
Per il resto non sembrava molto deperito e nemmeno uno straccione anzi, tutto sembrava abbastanza nella norma, a parte il volto naturalmente. 

-Ehi...- disse il rosso smettendo di disorientare il suo cappuccino.
-Ehi...- rispose l'altro facendo un cenno, posando entrambe le braccia sul tavolino.

Era tutto così scomodo che entrambi si domandarono perché avessero scelto proprio quel luogo per trovarsi, ma alla fine sapevano già la risposta: semplicemente non conoscevano altri bar al di fuori del Dream Girl e ormai quello era diventato un luogo off limits.
Yong Guk assaggiò la sua bevanda, che risultò per lo meno buona, posando poi di nuovo la tazza sul piattino.
Si guardarono di nuovo e Yong Guk pensò a cosa dire, ma le domande risultarono essere sempre le stesse.
Erano passati solo dieci giorni da quando Sungjong aveva scoperto tutto e Yong Guk lo aveva affrontato. Il livido sul suo volto sembrava non voler sparire poi così in fretta, visto che ancora era visibile, nonostante fosse decisamente più piccolo e il taglio al labbro si fosse rimarginato del tutto.

-Hai intenzione di tornare?- domandò il rosso a quel punto.
-Per ora no...- rispose subito l'amico, guardando verso il bancone le ragazze che servivano gli altri clienti.
-Kibum non viene più in casa a recuperare le cose di Sunjong, e Taemin non è arrabbiato con te...- continuò l'ex chitarrista degli Humanoids.

Ex perché la band da quel fottuto giorno non esisteva più e a comunicarglielo era stato Taemin qualche giorno dopo, che per tristezza aveva appeso il proprio basso sul muro del Dream Girl alle spalle del locale. 
Nessuno di loro aveva provato a parlarne, perché tutti sapevano che gli Humanoids non sarebbero più tornati. 
Sungjong si era trasferito a casa dei suoi genitori e non aveva più parlato con nessuno. Si era chiuso in se stesso e non si faceva più vedere nemmeno al Dream Girl.
Yong Guk aveva aspettato a tornare nel loro appartamento, per evitare di vederlo, di sentire il peso dello sbaglio ancora una volta sulle sue spalle.
Alla fine era tornato, ma faceva così male essere circondati da quel silenzio quasi spettrale.

-Non so se riuscirò a tornare Yong Guk... ci sto provando ma proprio non ci riesco...-

E Yong Guk lo capiva.
Lui stesso aveva smesso di dormire nella sua stanza, rimanendo il più delle volte sul divano o nella camera di Taemin quando questo non c'era.
Quando entrava, faceva finta di non vedere le cose di Sungjong che piano piano scomparivano dalla sua vista.
Anche quel grosso peluche di tigro non c'era più, come tutti i suoi vestiti, i pigiami, le ciabatte, i profumi del bagno, gli shampoo alla fragola e le spugne.
Era una tortura e ogni volta Kibum sembrava fargliela pagare sempre più cara, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo o di una parola, prendendo semplicemente delle borse infilandoci dentro un po' di tutto.
Anche i quadri e le foto che aveva scattato Sungjong erano spariti e quell'appartamento che prima sentiva così simile a casa, ora gli pareva un luogo vuoto, diverso, estraneo.

Se Yong Guk stava male per questo, Jonghyun invece era completamente a terra per aver perso Kibum.
Il barista non sembrava intenzionato a perdonarlo e, nonostante Jinki e Taemin gli dicessero di aspettare, di lasciarlo libero e provarci più avanti a sistemare le cose, Jonghyun sapeva di avverlo perso davvero.
Kibum non lo guardava più, non rispondeva ai suoi messaggi, lo aveva eliminato da facebook, bloccandolo su qualsiasi tipo di social, evitandolo in tutti i modi.
Alla fine il biondo si era rassegnato, pensando che la vita avesse deciso così e non poteva cambiare ciò che era scritto nel destino.

-Che hai deciso di fare alla fine?- domandò Jonghyun, piegando il gomito destro sul tavolo e posando il mento sulla mano. 
-Se non tornerai... lascerò l'appartamento e tornerò dai miei... poi inizierò l'università e penso che appena avrò finito mi arruolerò...-
-Così presto?!- domandò incredulo l'altro.
-Ho già ventidue anni Jonghyun... e poi non voglio farlo tardi. Ho dei progetti, Jong...-
-Ah... la Secret...-

E Yong Guk mostrò un sorriso lieve, misero, senza mostrale le sue solite gengive.
Il suo sogno era lì, fisso nella sua testa, ma probabilmente non sarebbe mai riuscito ad esaudirlo.
Era davvero troppo.


 
***************************************************************


-Yeobo... Yeobo... svegliati dai... non puoi dormire qui... Yeobo... sei troppo pesante non ti prenderò in braccio... Yeobo!-

Yong Guk aprì gli occhi piano. La luce della stanza gli dava fastidio e la voce di Zelo sembrava lontana, lieve ma fastidiosa, che lentamente si avvicinava a lui.
Appena riuscì a mettere a fuoco, il viso del suo ragazzo era lì, a poca distanza dal suo, che gli sorrideva malinconicamente.

-Non volevo svegliarti... ma se dormi qui domani avrai la schiena a pezzi... dai ti aiuto...-

E così lo tirò su, aiutandolo ad andare a letto. 
Non stava male, ma di certo avrebbe beccato qualche stipite se l'avesse lasciato andare solo, ed era già successo!
Il rosso si buttò a letto, per fortuna già lavato e cambiato da quando era arrivato a casa.
Zelo gli mise sopra un lenzuolo leggero, tanto per evitare che si freddasse troppo per colpa del condizionatore a palla.
Gli lasciò un bacio sulla fronte e si avviò verso l'uscita, spegnendo la luce e chiudendo la porta.
Tornò in sala, dove aveva lasciato tutta la sua roba da palestra. Doveva mettere tutto in lavatrice, ma ormai era tardi quindi buttò tutto nel bagno più piccolo della casa, che era più una lavanderia piena di roba ammassata e lasciò un biglietto alla donna delle pulizie che sarebbe venuta l'indomani.
Lui non era mai stato buono con le lavatrici e i ferri da stiro!

Prese il cellulare dal tavolino vicino ai divani, spegnendo distrattamente il computer.
Un messaggio non letto attirò la sua attenzione e si affrettò ad aprirlo, meravigliandosi di non averlo notato.
Era di quel pomeriggio, ma lui stava lavorando con i ragazzi in palestra.
Sospirò leggendo il nome di suo fratello.

"Verrai al compleanno di Taemin?

Zelo prese un respiro profondo e si lasciò andare sul divano.
Il tempo era passato, ma lui e Daehyun non erano più stati gli stessi. Le cose erano andate avanti, in qualche modo avevano accettato che il tempo le sistemasse un po' così, ma non si erano mai messi a tavolino, come persone civili.
I giorni che erano seguiti dopo quello fatidico, in cui suo fratello prese a pugni il suo amante, Zelo decise di smettere di parlargli del tutto.
Se già prima non andavano più d'accordo come una volta, da quel momento le cose si rovinarono totalmente.
Zelo era un fantasma per Daehyun. Non gli parlava, non lo guardava, non suonava più, né da solo, né con gli altri, e anche i Badman finirono per distruggersi, come gli Humanoids.
Dopo mesi, Yong Guk era riuscito a parlare con Daehyun in qualche modo, chiedendogli scusa per quello che aveva fatto, ma soprattutto, promettendogli di stare accanto a Zelo.
Daehyun aveva accettato, ma Zelo no.
Zelo non era riuscito a perdonarlo, a mettere una pietra sopra a tutta quella faccenda.

Gli anni passarono anche per loro. Zelo iniziò la stessa università del fratello insieme a Jongup, e in quel periodo i due si riavvicinarono di nuovo, anche se parevano più amici che parenti.
E le cose andarono avanti così, per tutto quel tempo, nonostante Daehyun cercasse di avvicinarsi di più, Zelo era sempre pronto a fare un passo indietro.

Ora a quel compleanno sembrava che ci dovessero essere proprio tutti, anche Daehyun e gli altri.
Gli mancava Youngjae, era da molto che non lo vedeva, mentre con Hoya era riuscito a mantenere un rapporto d'amicizia più saldo.

"Dipende da Yong Guk..." rispose velocemente, mettendo poi in stand by il cellulare e avviandosi verso la propria camera.

Spense tutte le luci e si buttò a letto, ascoltando il respiro tranquillo dell'amante di fianco a sé.
Si stese guardando il buio, pensando a come sarebbero potute andare le cose se avesse deciso di non lottare per Yong Guk.
Ok, aveva dovuto soffrire, ma non solo lui. Le cose si erano rovinate in maniera irreversibile e molte persone erano state coinvolte senza motivo.
Si sentiva in colpa ancora, ma poi pensò alla persona al suo fianco e mandò al diavolo il resto.
Abbracciò la vita di Yong Guk, respirando il suo profumo, pensando che nonostante tutto, aveva fatto bene. 

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Capitolo 50
*** Non posso farcela ***


Ecco qui il nuovo capitolo! 
C'è poco da dire visto che la Banglo fa sempre tutto da sola senza che io dica nulla^^ leggete e ditemi che cosa ne pensate^^ siamo agli sgoccioli. 
Mancano due capitoli + un bonus che.... NON HO ANCORA SCRITTO XD XD 

Vi adoro tutti!!!!!!!!!!!!!
 


Era seduto sul letto da ben quindici minuti e ancora non si era cambiato per la serata.
I pantaloni neri, una canotta bianca con una stampa piena di borchie nere e argentate  insieme alla biancheria intima, erano già sistemate sulla sua parte del letto, pulite e stirate da quella santa donna che una volta alla settimana gli sistemava la casa.
Avrebbe forse dovuto dargli un aumento? Se pensava al disastro che combinava Zelo ogni volta che provava a cucinare qualcosa, per non parlare della montagna di vestiti usati dallo stesso minore, dalle tute, le calze spaiate, le lenzuola del letto buttate a lavare dopo che lei le aveva cambiate - ok forse per questo ultimo punto non era solo colpa di Zelo!

Yong Guk sospirò di nuovo lasciandosi andare con la schiena sul materasso, fissando con interesse il soffitto bianco - pieno di stelline che si illuminano al buio, ma quasi invisibili se non si sapeva dove fossero state attaccate. 

Perché aveva detto sì?
Perché alla fine aveva risposto a Jinki con un "ok, ci saremo" quando avrebbe potuto dirgli "no scusa, ma ho la febbre", "so già che dovrò lavorare", "sono troppo preso da altre cose", "non ho tempo di fare nulla...". Insomma avrebbe potuto trovare una qualsiasi scusa stupida e ora non si troverebbe in quella situazione, con la voglia di scappare a gambe levate e basta.
Da una parte la voglia di vedere i suoi amici era tanta.
Dall'altra invece, sentiva già l'ansia salirgli e invadergli il cervello, l'intero corpo.
Avrebbe rivisto tutti, e per tutti intendeva proprio tutti, quindi sì, anche Sungjong, che aveva intravisto qualche volta in quei lunghi dieci anni che erano passati.

Erano cambiate così tante cose, molte di esse per colpa sua e non voleva di certo essere il fenomeno da baraccone della serata!

-Yeobo... sei ancora mezzo nudo!?- quasi strillò Zelo entrando in camera, vedendo il fidanzato sdraiato sul letto con solo un asciugamano in vita.
-Faremo tardi!- continuò portando entrambe le mani sui fianchi.

Ed era così bello mentre cercava di essere serio e seprattutto arrabbiato, tanto che Yong Guk si domandava se davvvero avesse ventisei anni o ancora sedici!

-Sembri mia madre...- boffonchiò il maggiore rimettendosi seduto.
-Ti ho sentito!- 

Yong Guk sorrise fissando dalla testa ai piedi il minore di fronte a sé.
Pantaloni neri aderenti, perfettamente abbinati a degli anfibi scuri e una camicia di un tessuto leggero, dal colore blu elettrico, con i primi due o tre bottoni lasciati aperti. 
I capelli biondi erano stati sapientemente tirati su con gel e spazzola e si era persino messo un orologio al polso.

-Almeno ti sei tolto il piercing?- domandò Yong Guk alzandosi in piedi.

L'altro negò vistosamente, mostrandogli poi la lingua ornata da una pallina rosso fuoco.
Il solito esibizionista pensò il maggiore negando con la testa, mentre un ghigno malefico si formava sul volto di Zelo.

-Lo sai che se lo levo si chiude il buco... rifarlo dopo il militare non è stato facile !- decretò il biondo avvicinandosi al proprio fidanzato.

Se lo ricordava molto bene quel periodo, visto che per una settimana era stato intrattabile e andava avanti a succhi e gelati. Una tortura.

-Va bene... ma che ne dici se rimaniamo qui... e ci facciamo qualche coccola?- la buttò lì Yong Guk, mentre l'altro gli slacciava l'asciugamano legato in vita.

Lo sguardo glaciale di Zelo lo perforò direttamente nel cervello.

-No... ci ho messo anni a farmi questi capelli e poi il regalo di Taemin è una bomba QUINDi tu ora ti vesti!- e dopo avvergli rifilato una sonora sculacciata, se ne andò verso la porta.
-YA! Non hai il diritto di sculacciarmi!- gridò Yong Guk infilandosi i boxer e successivamente il resto degli abiti.

Zelo aveva scelto tutto al posto suo, e il risultato non è male anzi, lo faceva sembrare ancora un ragazzino. Non che fosse vecchio, ma i trentadue anni si facevano sentire ormai e, dopo aver indossato vestiti eleganti per molto tempo, ritornare a mettere abiti semplici gli faceva un certo effetto.
Gli mancavano.

-E tu chi sei? Dov'è finito il mio ragazzo?- domandò il minore rientrando in camera.

Il moro fece un giro su se stesso, mostrando un fisico asciutto, ma decisamente più pompato di quando si erano conosciuti. 
Il militare e la palestra avevano fatto faville, e forse, anche la cucina della madre di Zelo, visto che era decisamente gustosa.

-Sono pronto... che ore sono?- domandò a quel punto cercando il proprio cellulare e orologio.
-Le otto... arriveremo tardi come sempre!- sorrise Zelo dandogli tutto ciò che stava cercando.

Si avviarono in salotto recuperando delle semplici giacche leggere per entrambi, che quasi sicuramente avrebbero lasciato in macchina, e poi uscirono di casa prendendo l'ascensore che li condusse al sotterraneo per recuperare la macchina dal garage.

-La moto no, ho i capelli decenti- Zelo non volle sentire altre obbiezioni e Yong Guk annuì semplicemente, aprendo la macchina dal bottone sulla maniglia. 

La sua Kia Sportage argentata era comoda e perfetta e Zelo se ne era innamorato a prima vista, per questo alla fine gliene aveva regalata una nera, che ovviamente il minore non usava mai per evitare di consumare benzina.

-Potresti farmi guidare...- disse l'altro una volta indossata la cintura.
-Potremmo usare la tua...- rispose Yong Guk accendendo la radio.
-Potremmo semplicemente muoverci, Yeobo...-

Sempre il solito.
Yong Guk mise in moto e in pochi istanti erano già sulla statale, direzione Dream Girl.
Da quanto tempo non faceva quella strada proprio non sapeva dirlo.
Non aveva più rimesso piede in quel locale e ora sentiva il nervoso invaderlo. Forse avrebbe dovuto far guidare Junhong sul serio.

-Yeobo... tutto bene?- domandò il minore di fianco a lui.

Ed era così fantastico quel ragazzo a volte, che se avesse potuto l'avrebbe sposato all'istante. Lo capiva come nessun altro, lo amava ogni giorno di più e gli rendeva le giornate sempre piene di vita, a volte senza fare assolutamente nulla.
Lui era stata la sua unica ragione per continuare a credere nel suo futuro, nel suo vero sogno.
Grazie a Zelo ci era riuscito, grazie a quella determinazione che il minore tirava fuori e gli regalava in ogni momento.

-Parcheggio qua...- disse il maggiore dopo qualche minuto, trovando un buco un po' lontano dal locale.

Zelo non disse nulla e uscì dalla macchina appena l'altro spense il motore.
Prese le sigarette al mentolo dalla tasca dei pantaloni e ne accese una, attendendo che l'altro si avvicinasse a lui.
Gliela porse sorridendogli, accendendone poi un'altra per sé.
Camminarono uno vicino all'altro lentemente, gustandosi il sapore della sigaretta, lasciandosi invadere dalla nicotina, che come un massaggio, rilassò in qualche modo il nervoso del maggiore.

Eccola lì, la via del locale stretta e vuota come un tempo. Non era cambiato proprio nulla.
Svoltarono notando l'insegna spenta e la saracinesca abbassata per metà. Sicuramente erano già tutti dentro e li stavano solo attendendo.
Iniziarono a percorrere quella distanza che li separava dal locale quando i passi del maggiore iniziarono a sembrare più lenti. Zelo si voltò qualche attimo dopo, notando Yong Guk leggermente più indietro di lui, mentre fissava l'asfalto e piano piano rallentava fino a che non si fermò.

-Yeobo...- domandò preoccupato il biondo, tornando indietro. 

Yong Guk negò sospirando forte. Il cuore sbatteva violentemente dentro il petto, sembrava voler scappare via. Si sentiva compresso in una scatola troppo piccola. Più passi faceva verso quel locale, più la scatola si schiacciava contro di lui, rendendogli impossibile respirare.
Non ce la faceva.
C'erano troppe cose irrisolte, troppe situazioni difficili da affrontare tutte in una volta e Yong Guk non si sentiva all'altezza del compito.
Entrare li dentro, mettersi in mostra dopo dieci anni, rivedere i volti delle persone che aveva deluso, alcune delle quali che non vedeva forse dagli stessi anni che erano passati, probabilmente nemmeno lo avevano perdonato e non lo avrebbero sicuramente fatto.
Le vite di alcuni suoi amici erano state ribaltate a causa sua e lui, ora, non aveva il coraggio di affrontarle.

-Non ce la faccio...- disse sottovoce, il tono grave, profondo, scoraggiato.

Si sentiva un vero stupido. Come un ragazzino scappato di casa che non vuole affrontare i propri genitori, sicuramente arrabbiati con lui. 
Ma lui non era più un ragazzino e questo lo faceva sentire ancora più in colpa. 

La mano di Zelo afferrò forte la sua, intrecciando una ad una le dita in modo da essere legati.
Senza dire nulla, il minore lo tirò e per un attimo, Yong Guk pensò che lo stesse trascinando in quel locale. Stava quasi per pregarlo, per mettersi a piangere come un bambino e dirgli di no, che non voleva entrarci, quando si rese conto che la stradina del Dream Girls era scomparsa e che la macchina era sempre più vicina.

Si trovò davanti al posto del passeggero, Zelo che apriva la porta e lo spingeva verso il sedile.
Gli allacciò la cintura di sicurezza dopo avergli lasciato un piccolo sorriso, vedendolo poi fare il giro e sedersi al posto di guida.

-Andiamo a casa Yeobo...- disse soltanto, prima di accendere il motore.

Sungjong aveva avuto ragione su molte cose, ma una di certo l'aveva sbagliata.
Zelo lo avrebbe amato per sempre e quella era la prova concreta.

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Capitolo 51
*** Sistemiamo quello che dobbiamo ***


Ecco il penultimo capitolo. 
Sono triste ç_ç mi mancherete tutte. Devo ancora scrivere il bonus, ma probabilmente, essendo incentrato sulla Jongkey, lo infilerò nella categoria SHINee! Qui farò un aggiunta cmq, quindi lascierò la storia ancora NON completa, fino a che non lo aggiornerò, così tutti coloro che seguono la fic saranno avvisati! Vi adoro lo sapete? Senza di voi questa fic non sarebbe quello che è, non mi renderebbe fiera di aver fatto qualcosa di buono.
Ma i discorsi strappalacrime lasciamoli all'ultimo capitolo!
Vi adoro tutti^^
Con questo capitolo capirete tutto quello che c'è da capire^^ grazie per aver aspettato!
BACIIII

 


Quella notte era stata difficile da superare, ma alla fine, grazie agli abbracci caldi di Zelo, era riuscito a dormire tranquillamente. Durante il tragitto per tornare a casa erano rimasti in silenzio, mentre alla radio davanto qualche canzone strappalacrime che nessuno dei due conosceva.
Si erano rintanati tra le mura della loro casa, nascosti sotto le lenzuola leggere del loro grande letto, nascosti da tutti, lontano da chiunque volesse puntargli un dito contro.
Yong Guk aveva avuto un attacco di panico e Zelo non aveva avuto la forza di trascinarlo nel locale. In certi casi l'unica cosa da fare era quella di tornare indietro, di allontanarsi il più possibile da lì.
Così aveva fatto e il suo fidanzato si era ripreso, nonostante avesse mantenuto la brutta cera sul volto.

Quella domenica mattina Yong Guk voleva andare al lavoro presto, nonostante Zelo avesse tentato in tutti i modi di bloccarlo sul materasso. 
Niente da fare, gli occhi dolci, i baci sul collo, le mani fredde sotto la maglietta bianca, nulla era servito. L'altro si era alzato comunque e si era avviato sotto la doccia.
Zelo aveva quindi preso la palla al balzo, buttandosi sotto il getto d'acqua calda anche lui, ma anche lì Yong Guk non si lasciò sottomettere dal volere del minore.

-Stai a casa... i ragazzi staranno bene anche da soli...- ci provò nuovamente il biondo, seguendolo in cucina con un asciugamano legato in vita. -Non devo vedere i ragazzi. Eunjung verrà apposta per portarmi dei documenti e probabilmente ci sarà anche il direttore del Music Bank... non posso mica stare a casa e lasciarmi sfuggire un'occasione simile. Parlare con quell'uomo è impossibile!-

Zelo annuì sedendosi a capotavola in cucina, lasciando che il maggiore gli servisse latte e cereali. Yong Guk era già vestito perfettamente con camicia bianca, giacca e pantaloni blu abbinati, cintura nera e mocassini neri, in vero stile uomo d'affari.
L'unica cosa che non aveva ancora sistemato era la cravatta, ma dubitava che se la sarebbe messa. 
Era preoccupato per lui, ma non poteva di certo obbligarlo a stare a casa. La scusa del direttore del Music Bank era veramente pessima. Si ricordava benissimo di averlo visto uscire dal suo ufficio una settimana prima, ma evitò di ricordarglielo. Yong Guk non era un bugiardo, stava soltanto cercando il modo di uscire di casa e stare un po' da solo. 

Yong Guk gli lasciò un bacio sulla fronte prima di uscire di casa e Zelo si ritrovò da solo, in quell'immesa casa che insieme avevano deciso di comprare e rendere loro.
Pensava che in quegli anni Yong Guk avesse superato la cosa, ma in realtà non era così. Lasciarsi alle spalle la propria vita, cambiare totalmente abitudini e smettere di suonare di punto in bianco, smettere di avere un gruppo, una seconda famiglia pronta a sostenerlo.
Yong Guk aveva perso molto per colpa sua, per colpa della loro storia clandestina e Zelo si sentiva ancora responsabile di quello che era accaduto.

Lui in qualche modo aveva riallacciato i rapporti con Daehyun, lasciando che il tempo sistemasse le cose, che il fratello comprendesse il suo punto di vista, che lo perdonasse e che perdonasse anche Yong Guk. 
Lui aveva sistemato la sua vita in qualche modo e Yong Guk alla fine aveva fatto quel passo che lo aveva portato a essere una persona nuova. Si era iscritto all'università, aveva servito il suo Paese e poi, aveva dato vita a quel sogno, alla Secret Entertaintman.

Yong Guk aveva fatto molto per sé stesso, ma allo stesso tempo aveva dovuto rinunciare ad altrettanto.
Kibum aveva smesso di parlargli da quel giorno di dieci anni prima e ancora oggi i due non avevano mai avuto modo di vedersi, di chiarirsi. Gli unici con cui era riuscito a ricreare un minimo di rapporto erano stati Jonghyun, Jinki e Taemin, anche se questi ultimi due con visite sempre rare e, ovviamente, non al Dream Girl. 
Le cose erano cambiate, si erano distrutte, e alla fine lui si era dovuto arrendere all'idea che niente sarebbe mai tornato come prima.

Sospirò finendo il suo latte, guardando l'orologio. Erano a malapena le otto e mezza, forse una corsetta mattutina gli avrebbe schiarito le idee.

 
**


Davanti alla porta di quel bar che solo la sera prima non era riuscito a oltrepassare, la fissava con coraggio, chiedendosi per quale motivo non fosse riuscito ad andare avanti. La paura, la frustrazione, la situazione critica in cui si trovava, insomma, di motivazioni per non entrare ce n'erano abbastanza, ma allo stesso tempo non riusciva a darsi pace.
Doveva dare qualche spiegazione, per questo era lì, per questo non aveva detto nulla a Zelo. Se solo gliel'avesse accennato sarebbe voluto andare con lui e questa, era una cosa che doveva per forza chiarire da solo.
Aprì la porta del locale sentendo un familiare profumo di cannella invadergli le narici e la gola. Era forte, più forte del solito, ma buono e per niente fastidioso. Non aveva mai chiesto da dove provenisse quel profumo, né come riuscisse a farlo sprigionare in quel modo, tanto che a volte gli rimaneva nei vestiti quando tornava a casa dopo le prove o le serate.

-Buon gior... Yong Guk?!- disse una voce familiare da dietro il bancone.

Il locale era praticamente vuoto, a parte un tavolo occupato da un paio di ragazzi, abbastanza nascosto sulla destra della sala grande. Il palco era sempre lì, al solito posto, più sgangherato di un tempo, con tre bassi attaccati alla parete, più un paio di bacchette e due piatti da batterista. Taemin doveva aver attaccato anche gli altri bassi non usati e Sungjong doveva aver seguito l'altro attaccando anche le sue cose. 

Mancavano solo lui e Jonghyun in quel triste quadro di ricordi. 

Jinki intanto lo fissava sbalordito, gli occhi aperti più del solito e la bocca rimasta leggermente aperta per lo stupore. Ovviamente non si aspettava di vederlo lì. Gli aveva mandato un paio di messaggi la sera prima, ma lui non aveva risposto per vergogna. Tremenda vergogna.
Il maggiore però non sembrava arrabbiato anzi, uscì di corsa dal bancone e gli andò in contro, abbracciandolo con forza.

-Yong Guk! Cosa è successo?- domandò preoccupanto, stringendosi forte all'altro.

Era cresciuto ancora in altezza, quasi lo superava anche se di poco. Gli strinse le braccia intorno alla schiena senza dire nulla, lasciando che mille ricordi invasero il suo cervello.
La prima volta che aveva conosciuto Jinki proprio in quel locale - grazie a Kibum - il sorriso dell'altro, dolce e gentile, sempre pronto a dargli quello di cui avevano bisogno, qualsiasi cosa fosse.
Non era cambiato per niente di viso, a parte i capelli decisamente più corti rispetto agli anni passati, e più neri. 
Si spostarono dall'abbraccio guardardosi negli occhi, Jinki ancora in attesa di una risposta.

-Ho avuto paura Jinki...- abbassò lo sguardo l'ex chitarrista, fissando il pavimento sciupato del locale. 

Gli era mancato così tanto. 
Le sedie pesanti, i tavoli scuri, il profumo di cannella, i sorrisi di Jinki, il bancone sempre pulito, i bicchieri da sistemare, il palco sgangherato, le luci colorate, le persone che affollavano sempre la grande sala, la musica alta e le loro canzoni.

Gli era mancato tremendamente.

-Yong Guk... perché non me l'hai detto ieri? Mi hai fatto preoccupare...-
-Lo so...- e non riusciva ad alzare lo sguardo, a incontrare gli occhi dell'altro, sicuramente tristi per il suo comportamente.

Una mano sulla spalla, una stretta sincera, Jinki lo costrinse così a guardarlo. Il suo solito sorriso che gli faceva socchiudere gli occhi. 

-Lo sai... sei mancato a Taemin... ma anche agli altri...- continuò il maggiore.
-Non dire bugie Jinki... non sei capace...- 
-Io non dico bugie Yong Guk... lo sai...-
-Ah si... non sei come me...-

Silenzio. Jinki non rispose, ma emise un semplice sospiro leggero -Quello che hai fatto tu è passato, penso che tutti possano sbagliare, ok?-

E non era mai stato così sincero come in quel momento. Yong Guk annuì alzando le spalle, prima di venir tirato verso un tavolino lontano. Sedere a un tavolo con Jinki voleva dire solo una cosa: era il momento di parlare, di chiarire, di spiegare.
In  tutto quel tempo si erano visti qualche volta, ma erano esattamente da due anni che alla fine si erano persi di vista. Taemin era partito e Yong Guk era preso dalla sua agenzia. Le cose erano diventate più difficili da gestire. Solo in quel momento però, Yong Guk si rese conto che Jinki forse era rimasto solo, senza Taemin al suo fianco.

-Avrei dovuto passare qualche volta di più...- disse subito Yong Guk. L'altro negò leggermente, stirando le labbra in un piccolo sorriso. 
-No, avevi cose ben più importanti da fare. Ci siamo sentiti il giusto Bang... anche io non ho fatto molto per te in questi anni... mi dispiace... è anche colpa mia se ti sei sentito insicuro ieri. Avrei dovuto capirlo che sarebbe stato difficile per te superare tutte quelle persone insieme...-

Yong Guk annuì. Era proprio quello il problema. Troppe persone, troppi problemi irrisolti, troppe facce da guardare, troppi pesi sulla schiena da sopportare. 

-Le cose sono andate avanti però Gukkie...- l'ex chitarrista sorrise al suono di quel vezzeggiativo -Tutti siamo andati avanti, proprio come te... le loro vite sono cambiate, nessuno di loro prova risentimento per te... nessuno...-
-Sicuro Jinki? Qualcuno deve provarlo... lui deve...-

Jinki negò di nuovo, ridendo piano. Yong Guk sospirò passandosi una mano tra i corti capelli scuri. Quel vestito era decisamente troppo elegante per il Dream Girl e cominciava a dargli fastidio.

-Sungjong sta bene... ha superato la cosa prima del previsto Yong Guk. Probabilmente aveva capito che non c'era speranza. Sapere che tu sei ancora con Zelo gli ha fatto piacere... anche lui ora ha un altro Bang, sono passati anni e per quanto la vostra storia fosse stata importante, ora avete entrambi qualcuno di ancora più importante... ma forse puoi semplicemente parlarne con lui, no?-

Bang non comprese subito le parole del maggiore. Lo guardò alzarsi dalla sedia e mostrargli il pollice destro alzato, avviandosi poi verso quella vecchia porta che conduceva al retro del locale. 
Jinki attese un attimo prima di dire qualcosa a qualcuno all'interno. Yong Guk solo in quel momento comprese, solo in quell'istante si accorse di un'altra persona che usciva da quella porta. 

Capelli castani lunghi fino alle spalle, più lunghi di quando lo aveva lasciato dieci anni prima. 
Una frangetta che gli copriva la fronte, occhi allungati, sereni, un piccolo sorriso tirato, ma sincero.
Sungjong era uscito da quella stanza in tutta la sua fierezza, leggermente più alto, per niente cambiato. Era come se il tempo per lui non fosse trascorso.

-Hyung...- disse avvicinandosi al tavolo. L'altro si alzò inchinandosi leggemente, sentendo Sungjong ridacchiare. Forse non si aspettava di vederlo così formale davanti a lui.
-Sungjong...- rispose solo, sentendo poi il calore di un abbraccio invaderlo.
-Hyung... sei così diverso...- lo sorprese il minore contro il suo volto, lasciandolo andare poco dopo.

Un semplice abbraccio che lo aveva riportato indietro nel tempo, quando quegli abbracci erano all'ordine del giorno, quando al tempo pensava al loro futuro, un futuro insieme senza problemi, senza nessuno che li potesse mai dividere. 
Si era sempre domandato se quello che aveva provato per Sungjong fosse vero amore o meno. Un amore come quello che credeva di provare non poteva rompersi così. Aveva avuto paura di sé stesso, che anche con Zelo avrebbe potuto commettere un errore simile.
Ma poi si era ricreduto. Zelo era la sua vera anima gemella, quella metà con la quale non aveva nemmeno bisogno di parlare per farsi capire.
Allo stesso tempo però, il calore provato dall'abbraccio di Sungjong gli era mancato. 

-Tu no...- rispose soltanto, sendendosi di nuovo al suo posto, mentre Sungjong occupava quello che prima era appartenuto a Jinki.

Non era andato lì per incontrare Sungjong, non era andato per parlare con lui, ma ormai era troppo tardi per scappare. Lui era anche uno di quei motivi che lo avevano costretto a tornarsene a casa. Era arrivato il momento di chiarire tutto quello che non avevano mai chiarito.

-Ho saputo della Secret Entertaintment... sono così felice hyung... ce l'hai fatta davvero...- ed era così sincero con quelle parole, il suo volto felice non mentiva come il tono della sua voce. 
-Grazie... e tu che cosa fai?- domandò curioso. 
-Io faccio il fotografo... ho dipinto per qualche anno ma poi ho deciso di smettere... le foto mi danno di più... Zelo sta bene? Jinki mi ha detto che lavora con te come insegnante di ballo e chitarra...-

Yong Guk annuì, ma non rispose sul serio. Si vergognava di parlare di Zelo. Gli pareva poco rispettoso e sapeva di averlo chiesto solo per circostanza, non per altro.
O almeno così credeva.

-Hyung... puoi parlarne... non devi preoccuparti, ok?- lo sorprese di nuovo Sungjong -Mi è dispiaciuto non vederti ieri... ero triste perché sapevo... sapevo che era anche per colpa mia e di Kibum che non c'eri. Volevamo venirti a suonare sotto casa, ma alla fine abbiamo evitato... mi dispiace tanto...-
-A te dispiace? Sungjong... è colpa mia non tua, non vostra. Voi avete fatto quello che andava fatto e io... io avrei dovuto chiederti scusa anni fa...-

Sungjong negò con la testa, andando a stringergli la sinistra che Yong Guk teneva sul tavolo. 
Si guardarono per un istante lunghissimo negli occhi. Occhi nuovi, occhi che avevano vissuto gli uni lontani dagli altri, ma che in quegli anni si erano ricordati, si erano cercati. 

-Non ho mai voluto chiederti niente Yong Guk... ora sto bene e ho conosciuto un ragazzo della mia età. Anche lui fa il fotografo sai? Ora dimmi tu... Zelo sta bene?- 
Il maggiore annuì strirando le labbra, mostrando i denti come uno dei suoi soliti sorrisi. -Si sta bene... è sempre più alto di me...- continuo sentendo sghignazzare l'altro.
-E' così strano pensarti con qualcuno di più alto di te... ma anche Jonghyun è finito con una pertica! Assurdo...-
-Hai conosciuto Donghyun?- domandò Yong Guk curioso, le loro mani ancora intrecciate come una volta, senza vergogna di mostrare quel loro legame ritrovato.
-Sì! Sai... lui e Kibum hanno parlato qualche mese dopo. Purtroppo le cose non sono andate più come prima e alla fine si sono allontanati entrambi. Kibum sta con Woohyun... non so se te lo ricordi ma era un suo vecchio amico. Era partito per l'America dopo le superiori ed è tornato qualche anno fa...-

Yong Guk seguiva i discorsi di Sungjong con interesse, felice di sapere che Kibum avesse trovato qualcuno giusto per lui, felice di sapere che davvero Sungjong era contento di stare lì con lui, a parlare del passato, a parlare di loro, dei loro amici.

-Io... vorrei solo dirti che mi dispiace... che con Zel...-
Una mano lo bloccò prima che potesse continuare quel discorso che si era preparato da anni. Sungjong lo aveva fermato, posando la mano libera sulle sue labbra. 
-Il passato è passato hyung... ok?- il volto addolcito da un sorriso leggero, gli occhi leggermente più chiusi. 

Non continuò.
Parlarono di altro, parlarono di loro, della Secret, del negozio di fotografia in cui il minore lavorava da un po' insieme a Myungsoo, il suo ragazzo. Parlarono di tutto e di niente, di come il tempo aveva sistemato le cose, di come si erano mancati. 

Il telefono di Yong Guk suonò di punto in bianco dopo un paio d'ore. Curioso come i minuti erano trascorsi senza che nemmeno se ne rendessero conto.

"Non sei in agenzia..." la voce di Zelo sembrava rimproverarlo appena rispose.
"Si... sono..."
"Al Dream Girl..." terminò la frase l'altro, come se lo sapesse da sempre che fosse andato lì.
"Io..."
"Ti aspetto a casa... e di a Sungjong di smettere di toccarti, ok? Sono geloso anche io..."

La chiamata terminò così, ma Yong Guk sapeva che non era arrabbiato. Sapeva che era passato di lì perché Yong Guk sapeva, che Zelo, aveva capito tutto. 

-Tutto bene?- domandò il minore preoccupato. Aveva sentito la voce dell'altro dal telefono. 
-Sì... mi ha detto di dirti di non toccarmi troppo...- rispose il moro mettendo in tasca il telefono.

Sungjong sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mostrando una scia di nuovi orecchini.

-Forse è meglio che vado ora...- continuò il maggiore alzandosi.

Sungjong lo seguì a ruota, annuendo. Le parole da dire erano tante, ma il tempo a loro disposizione non era molto. Dovevano anche tornare alle loro vite.

-Non scapperai di nuovo, vero hyung?- chiese Sungjong.
-No... non lo farò... è una promessa-


 

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Capitolo 52
*** New Challange ***



Zelo era seduto sul divano quando la porta d'ingresso dell'appartamento fu spalancata lentamente. Un timido Yong Guk dallo sguardo basso fece capolino all'interno, incontrando senza fare apposta gli occhi del minore.
Uno sguardo serio che tempo fa non aveva mai notato sul volto di Zelo. Adulto più di qualsiasi altro, più dello stesso Yong Guk.
Il maggiore chiuse la porta, togliendosi le scarpe nell'ingresso, avviandosi all'interno del salotto a piedi scalzi. Lo sguardo di Zelo fisso su di lui come una calamita, nessuna emozione che trapelasse dal suo volto.
Yong Guk non era sicuro che l'altro fosse seriamente arrabbiato. Che si fosse ingelosito nel vederlo con Sungjong? Che se la fosse presa per la bugia detta? 
Non voleva di certo mentirgli e trovare lì il suo ex era stato semplicemente un caso. Ma l'altro gli avrebbe creduto? 
Di tutti i loro litigi non si ricordava nulla di così preoccupante come quello. Erano sempre state cose di poco conto, sciocchezze che avevano superato con una semplice discussione, con il silenzio che li aveva accompagnati per qualche istante. 
Ora però Yong Guk aveva seriamente paura. Paura che le vecchie parole di Sungjong potessero avverarsi, paura che Zelo si arrabbiasse a tal punto da allontanarsi da lui, da lasciarlo solo per sempre.
Non ci aveva mai pensato davvero, ma alla fine quel brutto incubo lo aveva sempre perseguitato in un modo o nell'altro.
Zelo che se ne andava, Zelo che capiva che quella non era la sua vita. Zelo, Zelo... Zelo.
Yong Guk strinse i pugni tenendo ancora lo sguardo basso, fisso su quei calzini bianchi che indossava, sul pavimento in legno pulito, sul tappeto poco lontano dai suoi piedi, dove anche quelli di Zelo erano sicuramente appoggiati, ma che dalla sua prospettiva non poteva vedere.

-Quindi eri al Dream Girl...- disse la voce dell'altro, rompendo il silenzio che li avvolgeva.
Yong Guk annuì guardando altrove, verso la cucina, o forse verso il nulla, difficile comprendere cosa stesse in realtà guardando. Di certo non Zelo. 
Non sapeva che dire o fare perché non sapeva come l'altro avrebbe potuto reagire. Qualsiasi parola avesse in mente di lasciare andare dalle sue labbra sembrava terribilmente sbagliata.
Non voleva dire la cosa sbagliata. Non voleva rovinare tutto.

-Potevi semplicemente dirmelo... mi sarei fatto da parte...- aveva continuato il biondo, lasciando andare un piccolo sospiro.
Quanta ragione in poche parole. La verità prima di tutto, no? E dire che lo aveva pagato a sue spese. Le bugie non fanno mai bene, nemmeno per evitare un piccolo dolore, nemmeno per evitare delle piccole discussioni.

-Perché non mi parli? Io non sono arrabbiato hyung...- un rumore fece intendere al maggiore che Zelo si era alzato, pronunciando quelle parole che in qualche modo lo rincuorarono. Non era arrabbiato, ma sicuramente sarebbe stato deluso di lui, del suo errore stupido.
-Yong Guk... smettila di guardare il nulla cazzo! Io sono qui!- e la voce dell'altro non era mai stata così potente. 

Decise così di fare esattamente come gli aveva intimato, puntando i suoi occhi in quelli di Zelo, notando così un piccolo sorriso spuntare dalle sue labbra. Piccolo, sottile, ma presente come sempre.

-Sei solo uno stupido...- disse ancora Zelo, che ormai portava avanti un monologo più che una discussione. 

Fu un attimo. Due braccia andarono a circondargli le spalle, il volto di Yong Guk bloccato contro il suo collo, mentre respirava il suo profumo, stringendogli le dita nel tessuto della maglietta. 
Zelo lo abbracciò senza chiedere nulla, senza domandargli altro. Non voleva sapere nulla perché lui si fidava del suo ragazzo, di quell'amore che aveva sempre caratterizzato la loro storia. Si fidava ciecamente che avrebbe potuto mettere entrambe le mani sul fuoco.
Un altro respiro profondo, un morso bagnato sul suo collo che svegliarono in Zelo delle sensazioni conosciute, calde, sensuali.
Lasciò andare un gemito mentre l'altro lo spingeva verso una meta ben precisa della casa. Difficile dire come toccarono il letto illesi, nonostante alcune fermate contro un paio di muri e il trafficare delle mani per aprire la porta della camera da letto.
Ma alla fine ci erano arrivati, alla fine erano lì, tra quelle lenzuola, su quel materasso che in qualche modo li aveva visti ormai cresciuti, ma sempre presi da loro, dal loro amore.
I vestiti sparirono in pochi attimi, giusto il tempo di guardarsi e comprendere cosa entrambi volessero, desiderassero.

Yong Guk fu un tutt'uno con Zelo come Zelo lo fu con Yong Guk, come da molto tempo accadeva tra loro. Entrambi sullo stesso piano, entrambi felici di dedicarsi per la persona che erano riusciti a conquistare. 
I corpi allacciati l'uno all'altro, tanto da non capire dove inizasse uno e dove finisse l'altro, uniti in un vortice di passione, fatto di baci, assaggi, denti che mordevano famelici la pelle sudata. 
Si lasciarono andare al climax, stremati l'uno accanto all'altro, stringendosi in un abbraccio caldo, ricercato.
Un abbraccio che li avrebbe accompagnati per sempre contro qualsiasi sfida che la vita gli avrebbe messo davanti. 

-Ti amo Junhong...- sussurrò Yong Guk contro l'orecchio del minore. Gli occhi quasi chiusi, rapiti da una sensazione di sonno prematura. Il minore arricciò le labbra e le sopracciglia, il volto che assomigliava sempre di più ad un bambino, per poi andare a nascondersi contro il petto nudo dell'altro.

-Ti amo...- riuscì a sussurrare prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle cure di Morfeo, felice di essere tra le braccia di colui che avrebbe amato per sempre. 


 



Ed eccoci qui, alla fine di New Challange. 
Nata il 05/04/2013, non avrei mai pensato di riuscire, un giorno, a terminarla ed esserne anche felice.
New Challange è nata in un modo tutto strano, mentre ascoltavo 
https://www.youtube.com/watch?v=2C-dsCaFJzE, Man In Love degli Infinite, dal mini album "New Challange". 
E' nato tutto qui, da una canzone, da un titolo, da una semplice parola. 
La storia doveva essere diversa, non dovevano esserci così tanti personaggi, non doveva andare in questo modo.
Ma sono contenta che sia successo, che i personaggi abbiano preso il controllo di tutto e si siano creati un continuo.
Come avevo già detto, volevo smettere di scrivere al tempo, quando ricevevo pochi commenti, pensando che forse era inutile scrivere se nessuno la leggeva.
Ma poi ho capito che, in fin dei conti, io devo prima scrivere per me stessa, e poi anche per gli altri. Quindi, mi ero messa il cuore in pace, continuando a postare per quelle persone che cmq passavano e sbirciavano.
Poi siete piovuti dal cielo, così tanti commenti da farmi quasi piangere.
Dire che sono brava a scrivere è davvero troppo quindi, davvero, tenetelo per coloro che davvero sanno creare qualcosa di magico con le parole..
Io vi ringrazio, davvero, vorrei scrivere i nomi di tutti, ma so già che probabilmente dimenticherei qualcuno e non voglio assolutamente dimenticarmi di nessuno di voi.
Quindi prendete questo Grazie e fatelo vostro, si anche tu, persona che sta leggendo in questo momento e magari non commenterà. Non importa se non lo farai. Grazie per aver letto fino a qui.

Vi svelo ora un paio di cose che dovevano accadere nel corso della storia, ma per fortuna non sono successe xD

1 - Hoya doveva essere gay (in molti se lo aspettavano xD)
2 - Volevo aggiungere Jaejoong dei DBSK come fratello maggiore di qualcuno (non ricordo chi)  
3 - Dovevano entrare in scena Kyungsoo e Kai. Kai doveva essere il cugino di Taemin.
4 - Zelo doveva litigare con Daehyun fuori dal bar e in qualche modo tirargli uno schiaffo, che veniva però preso dal povero Youngjae, tentando di salvare il minore.
5 - Jonghyun non doveva essere passivo.

6 - Quando Sungjong becca Yong Guk e Zelo in lavanderia, avevo in mente di far aiutare i due da Yong Nam, che si sarebbe tinto i capelli e avrebbe finto di essere lui quello con Zelo... così da salvare la pelle a Yong Guk. Ma alla fine ho evitato perché troppo esagerata come cosa.
7 - Non doveva esserci un salto temporale.
8 - Non avevo idea di come concluderla.
9 - Avevo scritto il capitolo finale in cui Yong Guk e Zelo andavano alla festa di Taemin, ma più lo scrivevo più non mi piaceva. Alla fine l'ho cancellato e ho scritto più capitoli.


Finito! 
Questo è tutto. 
Come già anticipavo, scriverò un capitolo per la Jongkey, che però posterò nella categoria SHINee. Quando avrò scritto il capitolo e lo avrò postato, scriverò qui, in modo che tutti possiate essere avvisati^^ la storia quindi risulterà in corso, fino a che non posterò la one shot^^.

Grazie ancora a tutti!
Vi mando un bacio gigante.

Masayume


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