Together again

di Stria93
(/viewuser.php?uid=319287)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm coming back, Rumpel ***
Capitolo 2: *** Regrets and friendship ***
Capitolo 3: *** Danger ***
Capitolo 4: *** I'm here to stay ***



Capitolo 1
*** I'm coming back, Rumpel ***


Da Stria93: Ciao a tutti! Questa è la prima volta che mi cimento in una storia con più capitoli e prevedo di non superare i 4, massimo 5. Diciamo che è un esperimento! xD Grazie come sempre a tutti i lettori e soprattutto a chi lascerà un commento, magari dandomi qualche dritta. Un bacione a tutti! <3




Belle aveva lasciato Mulan e Filippo ormai da tre giorni.
Gli abitanti del villaggio che aveva salvato dallo Yaoguai avevano insistito per sdebitarsi, così era riuscita a procurarsi un cavallo e delle provviste per il viaggio ed era partita subito alla volta del Castello Oscuro.
L'incontro con Mulan e l'avventura che avevano vissuto insieme le aveva fatto capire che quando si trova qualcosa per cui valga la pena combattere non bisogna mai arrendersi, così aveva deciso di tornare da Rumpelstiltskin e convincerlo che il suo amore era sincero.
Sapeva che anche il Signore Oscuro provava dei sentimenti per lei, in caso contrario il bacio del vero amore non avrebbe avuto effetto, come invece era accaduto nel momento in cui le loro labbra si erano sfiorate e l'aspetto di Rumpelstiltkin aveva iniziato a mutare, diventando più umano.
Belle cavalcava tutto il giorno, fermandosi solo per far riposare il cavallo e per trascorrere la notte.
Cercava di perdere il minor tempo possibile e di raggiungere quanto prima potesse il Castello Oscuro; la stanchezza e la fatica del viaggio passavano in secondo piano rispetto al desiderio di rivedere Rumpelstiltskin, nonostante lui l'avesse cacciata.
Non era sicura che sarebbe stata riaccolta a braccia aperte, anzi forse sarebbe stata allontanata di nuovo, ma questa volta non se ne sarebbe andata.
Qualcosa era cambiato in lei, che si sentiva più forte e più determinata; era pronta ad affrontare il Signore Oscuro.

 

Regina misurava a grandi passi la sala del suo palazzo dall'aspetto vagamente spettrale; lo strascico del suo lungo abito nero emetteva un leggero fruscio a contatto con il pavimento di pietra.
Si sentiva animata da una strana eccitazione e dall'euforia tipiche di quando si ottiene una soluzione ad un problema fastidioso che ci ha afflitto e preoccupato per lungo tempo.
Finalmente aveva trovato il punto debole di Rumpelstiltskin.
Chi avrebbe mai immaginato che il Signore Oscuro si sarebbe innamorato di una sciocca principessina!
Il folletto era sempre stato un passo avanti a lei e, per quanto ci avesse provato, Regina non era mai riuscita a batterlo, ma ora le cose erano diverse.
La donna sorrise amaramente e pensò che almeno su una cosa sua madre Cora aveva sempre avuto ragione: l'amore è soltanto una debolezza.
Tempo prima aveva suggerito alla giovane che se lei amava Rumpelstiltskin e questi la ricambiava, allora sarebbe bastato un bacio del vero amore per spezzare il sortilegio che aveva trasformato l'uomo nel Signore Oscuro.
Come aveva previsto il folletto aveva reagito molto male di fronte alla prospettiva di perdere i propri poteri e aveva allontanato la ragazza dal castello.
Ora doveva mettere in atto la seconda parte del suo piano: avrebbe catturato Belle e l'avrebbe tenuta prigioniera fino a quando le avesse fatto comodo.
All'improvviso la pesante porta d'ingresso si aprì ed entrò un uomo che s'inchinò davanti a lei, con fare timoroso.
Regina lo osservò dall'alto: - Allora? Hai portato a termine il compito che ti ho affidato? Mi hai portato la ragazza? -
L'uomo deglutì: - Mi dispiace Vostra Maestà, ma sembra che abbia lasciato il villaggio qualche giorno fa. Gli abitanti ci hanno detto che ha preso un cavallo e delle provviste poi se n'è andata. Sembra che sia diretta verso le montagne. -
- Incapace! - Regina si sentì invadere dall'ira e prese l'uomo per il bavero, facendolo alzare e guardandolo dritto negli occhi.
- Quella sciocca ragazzina sta tornando al Castello Oscuro e tu e i tuoi uomini dovete catturarla prima che ci arrivi, altrimenti... -
Regina spostò una mano all'altezza del petto di lui, che rabbrividì terrorizzato, intendendo perfettamente ciò che la donna voleva dire.
Lei sorrise malignamente e lo lasciò andare: - Ora vai ma ricorda: la voglio viva. -
Lui annuì e s'inchinò rapidamente, poi se ne andò a passo spedito, evidentemente sollevato di potersi congedare.
Regina lo osservò sparire oltre l'ingresso, poi si sedette davanti ad un prezioso specchio d'argento, nel quale troneggiava un volto maschile, che le parlò.
- Mi sembrate piuttosto contrariata, Vostra Maestà. -
Lei sbuffò, irritata dall'ovvietà di quella considerazione: - Se quella ragazza riuscisse a raggiungere il Castello Oscuro perderei la mia unica possibilità di tenere Rumpelstiltskin sotto scacco. -
- I vostri cavalieri non falliranno. - La rassicurò lo specchio.
- Me lo auguro...per loro. -


 Belle si svegliò di soprassalto.
Da quando Rumpelstiltskin l'aveva cacciata, ogni notte riviveva quel momento in un incubo che tornava a perseguitarla puntualmente e le impediva di riposare bene.
La ragazza si alzò e si avvolse nella pesante coperta di lana, che pure non bastava a proteggerla dal freddo di quella zona di montagna, in cui la neve ricopriva ancora il paesaggio, sebbene fosse ormai metà primavera.
L'oscurità della notte, che ancora incombeva sulla valle, era mitigata da una magnifica luna piena che gettava la sua luce argentata sulla vegetazione.
Accanto ai resti del fuoco che Belle aveva acceso la sera prima, il cavallo brucava quella poca erba che spuntava a ciuffetti verdi qua e là in mezzo alla neve, il suo fiato caldo si condensava in piccoli sbuffi.
Una calma surreale regnava tutto intorno e una strana inquietudine assalì la ragazza, che prese a smontare velocemente il piccolo accampamento improvvisato.
Aveva un brutto presentimento e sentiva che era meglio abbandonare quella radura il prima possibile.
Sapeva che non era sicuro muoversi di notte, ma sentiva che lo era ancor meno rimanere fermi in quel luogo.
In lontananza si levò un ululato e la giovane rabbrividì mentre montava a cavallo.
Dopo pochi minuti stava di nuovo cavalcando rapidamente, lasciandosi alle spalle il boschetto di conifere in cui si era fermata la sera prima, tuttavia quella sgradevole sensazione di pericolo non accennava ad abbandonarla.
Fortunatamente la luce lunare rischiarava il paesaggio e permetteva una discreta visibilità, senza che vi fosse bisogno di accendere delle torce.

 
Belle cavalcava ormai da un'ora quando udì dietro di sé un rumore di zoccoli che affondavano nel terreno ricoperto di neve. Qualcuno la stava seguendo, la sua sensazione si era rivelata esatta.
Spronò il suo destriero al galoppo e tentò di mettere quanta più distanza potesse tra sé e i suoi misteriosi inseguitori.
Questi riuscirono però ad affiancarla quasi subito: si trattava di quattro uomini a cavallo di stalloni neri.
Tutti indossavano un'armatura nera e un elmo piumato dello stesso colore; sul petto portavano lo stemma della Regina.
Cosa potevano volere da lei?
Cercò di spronare il suo cavallo ad andare più veloce ma il povero animale aveva già alle spalle quattro giorni di viaggio, inoltre non era un cavallo da guerra addestrato e allenato a sopportare lunghe marce e inseguimenti, mentre gli stalloni neri dei soldati erano chiaramente più in forma e abituati a tutto questo.
Uno di loro le tagliò la strada, costringendola ad arrestarsi bruscamente.
Gli altri l'accerchiarono. Era in trappola.
Istintivamente, Belle estrasse la spada che portava al fianco.
Gli uomini risero e uno di loro la schernì: - Andiamo principessa, fai la brava. Dobbiamo solo portarti dalla Regina, quindi riponi quel tuo bel coltellino giocattolo. -
La ragazza si guardò freneticamente intorno, in cerca di una via d'uscita ma i cavalieri la circondavano completamente e si facevano sempre più vicini.
All'improvviso però i cavalli iniziarono inspiegabilmente ad innervosirsi e a scalpitare, nonostante i soldati tirassero le redini con tutta la forza che avevano per cercare di riportare l'ordine.
Belle cercò di approfittare di quell'attimo di confusione per fuggire, ma un tremendo ululato squarciò il silenzio della notte e il suo cavallo s'impennò bruscamente, disarcionandola.
La giovane cadde a terra e lo spettacolo che vide davanti a sé la paralizzò.
Un enorme lupo nero era balzato fuori dal nulla e ora ringhiava contro i cavalieri della Regina che dovettero darsi alla fuga.
Quando l'animale si voltò verso di lei si sentì svenire ma cercò di controllare il panico.
Il lupo piantò i suoi occhi scuri in quelli di lei, quasi la stesse studiando con curiosità, dopodichè guaì piano e si sedette sulle zampe posteriori.
Belle interpretò quel gesto come un segno che la bestia non intendeva farle del male, così si arrischiò ad avvicinarsi, pur mantenendo un atteggiamento vigile e prudente.
- Tu...mi hai salvato da quegli uomini. - Mormorò, ancora sbalordita.
Il lupo strinse gli occhi e avvicinò il muso alla sua mano.
La giovane, ormai convinta del fatto che l'animale non aveva cattive intenzioni, iniziò ad accarezzarne il pelo folto e morbido.
- Grazie. - Disse sorridendo.
Nel frattempo l'orizzonte aveva iniziato a tingersi di un timido rosa che annunciava l'arrivo dell'alba.
Improvvisamente l'aspetto del lupo prese a mutare: le zampe anteriori diventarono molto più simili a delle mani, la coda si ritirò, il muso si accorciò e in pochi secondi svanì ogni traccia dell'animale.
Al suo posto comparve una ragazza dai lunghi capelli neri.
Belle era rimasta a bocca aperta e osservava la sconosciuta con aria sconvolta.
- Ma...ma come...com'è possibile? -
L'altra le sorrise: - Scusa, non volevo spaventarti. Mi chiamo Ruby e sì...come hai appena visto posso trasformarmi in lupo. -
Un ricordo lontano tornò alla mente di Belle: - Vuoi dire che tu...tu ti trasformi in un lupo quando c'è la luna piena? -
L'espressione di Ruby si fece all'improvviso sospettosa: - Sì ma tu come fai a saperlo? -
- Ho letto alcuni libri che parlavano di questo argomento. -
L'altra non sembrava del tutto convinta: - Perchè i soldati della Regina ti hanno attaccata? -
Belle alzò le spalle: - Non ne ho idea, credimi. Uno di loro ha detto che dovevano portarmi da lei. -
Ruby annuì: - Capisco. Be' credo di avergli fatto prendere un bello spavento quindi per un po' dovrebbero stare alla larga. - Disse con un ghigno soddisfatto.
Belle sorrise a sua volta, contagiata dall'atteggiamento vispo della sua nuova amica.
- Dimmi una cosa...ehm.. -
- Belle. -
- Dimmi una cosa, Belle: che ci facevi in giro per il bosco da sola in piena notte? - Chiese Ruby incuriosita.
- Oh...ehm..io sono in viaggio da qualche giorno e mi ero fermata in una radura per riposare ma avevo una brutta sensazione così sono ripartita. -
Ruby capì che la ragazza non le aveva detto tutto ma non indagò oltre.
- Be', se ti serve un posto sicuro per riposare puoi venire a casa mia. Abito in un villaggio qui vicino, con mia nonna. -
- Oh no, mi hai appena salvato la vita e non intendo approfittare della tua gentilezza. -
Ruby sorrise di nuovo: - Non preoccuparti, per me va benissimo e sono certa che anche per mia nonna non ci saranno problemi se ti fermerai da noi per un po'. -
Belle si morse il labbro, combattuta.
Da un lato avrebbe voluto accettare l'offerta di Ruby, soprattutto dopo l'attacco degli uomini della Regina; però voleva arrivare al Castello Oscuro il prima possibile, inoltre se i soldati fossero tornati a cercarla avrebbe finito col mettere in pericolo anche delle persone innocenti.
Alla fine però decise che aveva bisogno di riposare, si sarebbe fermata solo per il tempo necessario a rifocillarsi.
- D'accordo, ti ringrazio tanto Ruby. -

 Fortunatamente il cavallo di Belle non si era allontanato molto e brucava tranquillamente l'erba poco distante dal punto in cui il lupo aveva messo in fuga i soldati.
Belle prese le redini e lo condusse lungo il sentiero che portava al villaggio di Ruby. 








                 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Regrets and friendship ***


cap.2..

Da Stria93: Ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo, con una piccola correzione rispetto al primo, nel quale ho utilizzato erroneamente il nome “Ruby” nonostante la storia sia ambientata nel mondo delle fiabe e non a Storybrooke, quindi da questo capitolo in poi lo sostituirò con “Red”. Grazie a chi mi ha segnalato questo piccolo errore :)
Grazie anche a tutti i lettori, a chi ha recensito e a chi segue questa storia!
Un bacione! <3
Stria93


Rumpelstiltskin si trovava nel suo laboratorio, una stanza circolare in cima alla torre più alta del Castello Oscuro.
Stava in piedi, immobile davanti alla finestra, in attesa di qualcosa che non sarebbe giunto: il suo ritorno.
Da quando Belle se n'era andata, ogni giorno il Signore Oscuro trascorreva interminabili minuti appostato davanti a quella finestra, nella speranza di vederla arrivare al castello nel suo abito celeste, con il suo passo deciso ma aggraziato.
Allora lui sarebbe corso al suo arcolaio e avrebbe fatto finta di niente, come se non avesse passato intere ore con lo stomaco stretto in una morsa in attesa del suo ritorno.
Ma in cuor suo sapeva che lei non sarebbe arrivata.
Lui l'aveva mandata via e poco importava che se ne fosse pentito all'istante.
Poco importava che nel momento in cui aveva udito i suoi passi allontanarsi, l'unico suo desiderio fosse prenderla tra le braccia e stringerla a sé, dicendole che anche lui l'amava.
Invece era rimasto fermo a fissare la parete di pietra della buia cella sotterranea e l'aveva lasciata andare via, con il cuore spezzato e le lacrime agli occhi.
Sospirò e si diresse al piano inferiore, nella stanza in cui filava la paglia e la tramutava in oro, l'unica occupazione che potesse distoglierlo dai pensieri che lo tormentavano.
Una volta Belle gli aveva domandato perchè filasse per così tanto tempo, nonostante avesse già montagne d'oro che non sapeva come utilizzare; lui aveva risposto che guardare la ruota lo aiutava a dimenticare.
Le labbra sottili del Signore Oscuro s'incurvarono in un sorriso amaro: che ironia! Adesso filava per dimenticare proprio lei!


Red e Belle raggiunsero il villaggio in poco più di mezz'ora.
Si trattava di un piccolo agglomerato di umili casette di pietra, dal tetto spiovente.
Belle notò che, al loro passaggio, le persone distoglievano lo sguardo o si allontanavano, evitando accuratamente di incrociare il loro cammino.
Red sembrò non farci caso e proseguì a testa alta e a passo spedito verso una casa un po' più isolata rispetto a tutte le altre, dal cui comignolo fuoriusciva un filo di fumo.
Le due ragazze portarono il cavallo in una piccola stalla, adiacente all'abitazione.
Belle liberò l'animale dalla sella e dalle redini, accarezzandolo.
- Vieni Belle, devi conoscere mia nonna. - Disse Red allegramente, guidando l'amica verso la porta d'ingresso della casetta.
Ma non fece in tempo ad aprirla che questa si spalancò e sulla soglia apparve un'anziana donna dalla corporatura robusta, che imbracciava minacciosamente una balestra.
- Dove sei stata fino a quest'ora?! - Ringhiò, rivolgendosi alla ragazza.
- Calmati nonnina, stavo solo... -
- Sai bene che devi tornare a casa appena cala la luna! Non voglio che tu stia a gironzolare per i boschi. -
Red fece un passo indietro e alzò le mani, cercando di tranquillizzare l'energica nonnina, che continuava a brandire l'arma contro di lei.
- Nonna, puoi abbassare la balestra? Rischi di spaventare la nostra ospite. -
Solo allora la donna si accorse della presenza di Belle, che assisteva alla scena incerta se ridere o preoccuparsi.
- Oh ehm...ma certo. Scusami cara, mi dispiace che tu abbia assistito a tutto questo, ma sembra che mia nipote non abbia altro da fare se non far preoccupare la sua povera nonna. -
Disse, lanciando un'occhiataccia a Red, la quale sbuffò sonoramente, prima di fare le presentazioni: - Nonna, lei è Belle e starà da noi per qualche giorno. Belle, questa è la mia nonnina, come avrai capito. -
La ragazza sorrise all'anziana donna: - Piacere. Spero di non arrecarvi troppo disturbo. -
L'altra rispose al sorriso: - Non dire sciocchezze, cara. Ma vieni dentro, non stare lì sulla porta. -
L'interno dell'abitazione era semplice ma accogliente; un fuoco scoppiettante ardeva nel camino di pietra, sotto una pentola di rame dalla quale si sprigionava un invitante profumino.
Lo stomaco di Belle brontolò sonoramente.
La nonna le lanciò un'occhiata comprensiva, poi si rivolse alla nipote: - Oggi dovrai andare a caccia e procurarci qualcosa da mangiare per la cena. Ma non allontanarti troppo. -
- Va bene, nonnina. Ehi Belle, ti va di accompagnarmi? -
La giovane annuì: - Certo. -


Le due ragazze fecero colazione con una scodella di latte, pane e marmellata di fragole (fatta dalla nonna in persona); dopodichè si avventurarono nel bosco.Red sembrava sapere esattamente dove andare e dove trovare la selvaggina; si muoveva proprio come un lupo che segue le tracce della sua preda.
Belle la osservava affascinata e la seguiva, in silenzio.
Ad un tratto Red si fermò e alzò la testa.
- Resta qui. - Disse all'amica, poi corse verso un gruppo di cespugli e scomparve tra la vegetazione.
Passarono poche decine di secondi e la ragazza ritornò con un sacco di iuta in spalla e un sorriso soddisfatto.
- Questa sera si mangia lepre! - Annunciò allegramente.


Durante il ritorno, Red raccontò a Belle di come aveva scoperto di essere un Lupo, uccidendo il suo stesso fidanzato, e di come aveva imparato a controllare le sue trasformazioni, in modo da non essere più un pericolo per le persone.
- Mi dispiace molto. È terribile. - Commentò la giovane.
Un lampo di dolore attraversò il viso dell'amica: - Sì, è stato tremendo. -
In quel momento Belle si decise a dare voce alla domanda che le frullava in testa da quando era giunta al villaggio quella mattina: - Le persone che abbiamo visto stamattina, quando siamo arrivate... -
Red capì al volo e scosse la testa: - No, non sanno la verità, ma questo non gli impedisce di essere sospettosi. Io e mia nonna viviamo sole, ce la siamo sempre cavata per conto nostro e lei mi ha cresciuta da sola, inoltre sa moltissime cose sui Lupi; ma fortunatamente nessuno è al corrente della mia natura, a parte pochissime persone fidate. -
Tra le due scese un silenzio imbarazzato.
- Scusa, non intendevo essere indiscreta. - Disse Belle, abbassando lo sguardo.
Red sorrise: - Non preoccuparti. È solo che non sono abituata a parlare liberamente di tutto questo. -
Nessuna delle due aprì bocca per il resto del tragitto, ciascuna persa nei suoi pensieri.


Belle si spogliò e s'immerse nella piccola tinozza, riempita con acqua bollente.
Finalmente, dopo quattro giorni di viaggio, poteva godersi un bel bagno caldo.
Chiuse gli occhi, godendosi la sensazione dei muscoli che si rilassavano e si distendevano.
Red e sua nonna erano state gentilissime con lei e le avevano preparato un bagno degno di una principessa.
Trascorse quasi un'ora immersa nell'acqua calda e quando ne uscì si sentiva rinata.
Red le aveva prestato dei vestiti in attesa che i suoi asciugassero, dopo essere stati lavati; fortunatamente le due ragazze avevano più o meno la stessa taglia.
Belle indossò gli abiti e si guardò allo specchio: si trattava di una semplice gonna rossa che le arrivava alle caviglie, una camicia bianca dalle maniche ampie che le arrivavano ai gomiti, un corsetto nero e una cintura di cuoio, dalla fibbia piccola e argentata, che le ricadeva morbidamente sui fianchi.
Si acconciò i capelli in una semplice coda con un nastro rosso e sorrise, soddisfatta del risultato.
Ad un tratto udì dei leggeri colpi alla porta, seguiti dalla voce squillante di Red: - Belle? Sei già vestita? La nonna dice che è pronta la cena. -

Belle mangiò di gusto tutte le pietanze che la nonna aveva cucinato.Erano quattro giorni che non consumava un pasto come si deve.
Le padrone di casa la osservavano, divertite dalla voracità con cui addentava ogni cosa.
- Ehi Belle, quella lepre non scapperà via dal piatto! - Rise la ragazza.
Lei arrossì: - Scusatemi, è solo che durante il viaggio non ho potuto mangiare molto e questo piatto è davvero delizioso! -
La nonna sorrise: - Modestamente, è una delle mie specialità ed è famosa in tutto il reame. -
- Non esagerare, nonna! -
- Non sto esagerando Red! Lo sanno tutti che sono la cuoca migliore del regno! -
Belle rise di quel tenero battibecco e per la prima volta, da quando aveva lasciato il Castello Oscuro, si sentì quasi a casa.


Quella notte Red si sarebbe di nuovo trasformata nel lupo e così insistette affinchè Belle dormisse nel suo letto, che in ogni caso sarebbe rimasto vuoto.
La trasformazione sarebbe iniziata tra poche ore e le due ragazze ebbero il tempo di chiacchierare un po', prima che una si coricasse e l'altra uscisse a correre nei boschi.
- Allora Belle...sei in viaggio per raggiungere una persona speciale? - Esordì Red, con un pizzico di malizia nella voce.
L'altra distolse lo sguardo e non rispose; questi gesti rappresentarono una risposta sufficiente per la ragazza.
- Lo sapevo! E chi è? È bello? Ti ama? E tu ami lui? -
Belle frenò con un gesto della mano quella sfilza di domande, poi cercò il modo migliore per rispondere senza rivelare troppo di ciò che era accaduto: sentiva che non era una buona idea rivelare i dettagli, incluso il fatto che l'oggetto del suo amore fosse il Signore Oscuro.
- è...complicato. - Sospirò.
Red la esortò ad andare avanti e Belle iniziò a raccontare.
- Lui era il mio padrone, lavoravo come sua domestica ma quando l'ho conosciuto bene ho capito che non era l'uomo crudele e senza scrupoli che tutti dicevano e...mi sono innamorata di lui. -
Lo sguardo di Red si fece sognante: - Oh, è così romantico! E lui ti ricambia? -
Belle si morse il labbro: - Sì, almeno credo... -
L'altra inclinò la testa di lato con aria interrogativa.
- C'è stato un bacio e subito dopo lui mi ha accusata di averlo ingannato e mi ha detto che nessuno avrebbe mai potuto amarlo, dopodichè mi ha cacciata via. -
- Ma ora tu stai tornando da lui... - Disse Red confusa.
- Sì, voglio convincerlo che il mio amore è sincero e so che anche lui prova gli stessi sentimenti per me, credo che abbia solo paura di abbandonarsi ad essi. Non so come prenderà il mio ritorno, gli ho detto delle cose terribili quando me ne sono andata. -
Belle sentì gli occhi inumidirsi al ricordo delle taglienti parole con cui si era congedata dal Castello Oscuro: vi rimarranno soltanto un cuore vuoto e una tazza col bordo spezzato.
Red le strinse gentilmente una mano e le sorrise comprensiva: - Sono certa che andrà tutto bene. Se il vostro è vero amore ci sarà un lieto fine. -
Belle sorrise e abbracciò la ragazza: - Grazie...per tutto. - Sussurrò.
Quando si sciolsero dall'abbraccio Red guardò fuori dalla finestra: - è quasi ora. Devo andare. -
L'amica annuì: - Sicura che posso dormire nel tuo letto? -
L'altra alzò gli occhi al cielo, esasperata: - Belle, è la centesima volta che me lo chiedi! -
- Va bene, va bene. Scusa. -
Red sorrise e uscì dalla camera.
Belle s'infilò sotto le morbide coperte e chiuse gli occhi, ascoltando un ululato che si levava in lontananza.
L'ultimo pensiero prima di addormentarsi fu per Rumpelstiltskin, poi cadde in un sonno profondo e senza sogni.


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Danger ***


Danger

Da Stria93: Ed eccoci al capitolo- cuore della storia! :)
Ringrazio come sempre tutti coloro che la stanno seguendo e mi lasciano dei commenti, che sono sempre preziosissimi. Grazie a tutti! <3
Un bacione!
Stria93


Belle trascorse a casa di Red e di sua nonna tutto il giorno seguente, godendo della compagnia delle due donne e degli ottimi pranzi che l'anziana ma energica nonnina preparava ogni volta.
La mattina del terzo giorno però, la ragazza decise che era giunto il momento di ripartire, nonostante le numerose proteste dell'amica.
- Cosa farai se i soldati della regina provassero ad attaccarti di nuovo? - Chiese Red, preoccupata.
Belle non rispose e si morse il labbro; in cuor suo, sperava che l'esperienza con il lupo, vissuta qualche notte prima, avesse persuaso quegli uomini ad abbandonare la missione; ma sapeva che le probabilità che questo fosse accaduto erano molto scarse.
- Lascia almeno che ti accompagni. - Insistette l'amica.
Belle scosse la testa: - No, Red. I giorni del lupo sono finiti e non potrai più trasformarti e metterli in fuga come hai fatto l'ultima volta. Non posso e non voglio rischiare di metterti in pericolo. -
L'altra, per niente convinta dalle sue parole, fece per ribattere, ma Belle fu più veloce e le prese le mani, sorridendo: - Amica mia, hai già fatto così tanto per me e non posso chiederti di correre un rischio simile; inoltre questo è il mio viaggio, e temo che sia qualcosa che devo affrontare da sola. -
Alla fine Red scosse la testa, rassegnata.
- Almeno, prendi questo con te. -
Così dicendo, la ragazza estrasse da una piccola sacca, quella che sembrava una collana.
Si trattava di un semplice cordino di cuoio, al quale era legato un piccolo ciondolo a forma di corno, nero e lucido.
Belle osservò il piccolo oggetto, incuriosita.
- Me lo diede mia madre, quando ancora facevo parte del suo branco. Si tratta di un modo per permettere a tutti i componenti di rintracciarsi e soccorrersi a vicenda in ogni momento. L'unica cosa che devi fare è suonarlo e pensare intensamente ad una persona; allora questa sarà in grado di trovarti ovunque tu sia, e verrà in tuo aiuto all'istante. L'unico difetto è che può essere usato solo una volta. -
Red le porse l'oggetto, ma Belle non lo prese.
- No Red, non posso prenderlo...era di tua madre, appartiene ai Lupi... -
- Io ormai non ho più un branco e non ho mai usato questo ciondolo. Voglio che lo prenda tu, Belle.-
La ragazza osservò l'amica, commossa, poi prese il piccolo oggetto e se lo mise al collo.
- Non lo dimenticherò mai. - Disse la giovane, abbracciando l'altra.


Belle indossò nuovamente i suoi abiti maschili, più adatti e pratici per viaggiare, poi recuperò la spada e un piccolo pugnale, che nascose all'interno dello stivale.
Anche il cavallo si era goduto quei pochi giorni di riposo e sembrava pronto a riprendere il cammino.
Belle gli accarezzò il muso e lo sellò.
Red e la nonna insistettero perchè portasse con sé qualche provvista, dopodichè le tre donne si abbracciarono e si salutarono, con la promessa di rivedersi presto.


Era una giornata nuvolosa e il cielo minacciava neve da un momento all'altro.
Il Castello Oscuro era circondato da una fitta foresta di conifere in cui sarebbe stato molto facile perdersi, ma Belle aveva percorso quel tragitto diverse volte, quando doveva andare a procurarsi la legna o altre cose che occorrevano al castello, ed era sicura di sapersi orientare.
Stava per iniziare l'ultima parte del suo viaggio, una volta superata la foresta infatti sarebbe giunta alla dimora del Signore Oscuro, forse addirittura prima del tramonto.
Sentì l'emozione e la gioia invaderla e sorrise euforica: c'era quasi, ce l'aveva quasi fatta!
Tutto accadde in un attimo.
Belle avvertì un dolore acuto e bruciante al fianco.
Istintivamente, ancora prima di realizzare cosa stesse accadendo, si piegò in avanti sulla sella, lanciandosi al galoppo, mentre alle sue spalle venivano scagliate altre frecce.
Sentiva il sibilo dei dardi, che fortunatamente la mancavano o finivano conficcati nei rami e nei tronchi degli alberi.
Ora poteva udire chiaramente il suono degli zoccoli dei cavalli, lanciati al galoppo dietro di sé, e le voci concitate degli uomini che si gridavano istruzioni l'un l'altro:
- Non uccidetela! La Regina la vuole viva! -
- Ha detto che la vuole viva, non incolume! -
- Prendetela! -
- Dobbiamo fermarla! Mirate alle zampe del cavallo! -
Pochi secondi dopo infatti una freccia colpì in pieno l'animale che, in preda al panico e al dolore, si accasciò a terra.
Un urlo di trionfo si levò dal gruppo di soldati.
Belle si divincolò in fretta dalla sella e dalle staffe, per evitare di essere trascinata via dal suo stesso destriero, che ormai era completamente imbizzarrito.
La ferita al fianco pulsava dolorosamente, e la ragazza poteva sentire il tessuto della giubba inzupparsi sempre di più del suo sangue caldo.
Cercò di non pensare al dolore e si mise a correre più velocemente che potesse, sentendo le voci degli uomini farsi sempre più vicine.
Ad un tratto le tornò alla mente il dono di Red, così infilò una mano sotto la giubba e ne estrasse il piccolo ciondolo nero, stringendolo tra le mani e concentrandosi intensamente.
Rumpelstiltskin, Rumpelstiltskin, Rumpelstiltskin.
Si portò il minuscolo corno alle labbra e lo suonò, aspettandosi di udire qualcosa.
Ma nessun suono fuoriuscì dal piccolo strumento, e Belle sperò con tutto il cuore che avesse funzionato.


Rumpelstiltskin smise di filare e alzò gli occhi verso la finestra, come se avesse avvertito un rumore provenire da fuori.
Sembrava tutto perfettamente normale, eppure qualcosa turbava il Signore Oscuro.
Si alzò e si avvicinò al vetro freddo e ricoperto di polvere, da quando Belle se n'era andata infatti non si era più preoccupato delle faccende domestiche.
Intorno al Castello Oscuro tutto taceva, perfino il vento aveva smesso di sferzare i rami degli alberi.
C'era decisamente qualcosa che non andava in quella calma innaturale.
Sentiva un richiamo insistente farsi strada nella sua mente. Un richiamo di cui non conosceva la natura, ma che non poteva ignorare.
Rumpelstiltskin si diresse verso una cristalliera e prese quello che sembrava un bacile d'oro, tempestato di pietre preziose; vi versò dell'acqua fino a riempirlo, poi vi immerse un filo d'oro, che aveva appena ottenuto dal suo lavoro all'arcolaio.
Appena il metallo entrò in contatto con la liscia superficie del liquido, apparvero delle immagini vorticanti che, pian piano, divennero sempre più nitide.
Quattro uomini vestiti di nero inseguivano una giovane donna ferita, dai lunghi capelli castano-ramati.
Il cuore dell'uomo mancò due battiti: non poteva essere lei, non era possibile!
La ragazza cadde a terra, e la neve attorno a lei si tinse di alcune chiazze rosso vivo.
Quando si voltò, e lui riuscì a vedere chiaramente il suo volto dall'espressione spaventata, si sentì mancare: era davvero Belle! E si trovava a pochi passi dal Castello Oscuro, ferita e in pericolo.
Il Signore Oscuro non perse tempo e scomparve in una nube violacea.


Belle giaceva a terra, nella neve, incapace di rialzarsi.
Sentiva che le forze la stavano abbandonando e la vista si faceva sempre più annebbiata; ormai non avvertiva più neanche il dolore della ferita al fianco.
Voleva solo chiudere gli occhi e addormentarsi.
Non sarebbe arrivata al castello, non avrebbe rivisto Rumpelstiltskin e avrebbe perso per sempre la possibilità di convincerlo ad accettare il suo amore.
Qualche lacrima calda le solcò il viso.
I cavalieri la stavano già circondando, ridendo soddisfatti e pronunciando parole di scherno che Belle non riuscì a cogliere.
All'improvviso però tutti e quattro si voltarono ed estrassero la spada, abbandonando l'atteggiamento spavaldo e rilassato.
Qualcosa, o meglio qualcuno, aveva attirato la loro attenzione, distogliendoli dalla giovane semisvenuta.
L'ultima cosa che Belle udì fu un ringhio che ben poco aveva di umano, ma che le risultò stranamente famigliare, poi l'oscurità l'avvolse.


I soldati osservavano Rumpelstiltskin intimoriti e vigili, naturalmente avevano riconosciuto immediatamente il Signore Oscuro.
In altri momenti, il folletto avrebbe potuto perfino divertirsi un po' a terrorizzarli, ma quei maledetti avevano ferito Belle e intendevano farle del male; non era proprio in vena di scherzare.
Lanciò uno sguardo oltre il piccolo gruppo e vide la ragazza riversa a terra, con il sangue che continuava a colare copiosamente dalla ferita.
A quella vista, si sentì invadere da una furia cieca e incontrollabile.
Come avevano osato toccarla?! Come avevano osato ferirla?! L'avrebbero pagata cara!
Il suo sguardo doveva essere davvero terribile in quel momento, perchè tutti e quattro gli uomini sbiancarono all'istante e indietreggiarono.
Rumpelstiltskin si avvicinò con calma, osservandoli uno ad uno, con un ghigno malvagio stampato in volto.
Il più robusto, che pareva essere anche il più stupido, tentò un attacco frontale con la spada, ma il Signore Oscuro alzò una mano e bloccò la lama senza il minimo sforzo, mentre con un gesto fulmineo, affondò l'altra nel petto dell'avversario e ne estrasse il cuore, ancora pulsante.
Gli occhi vitrei del soldato si spalancarono, terrorizzati.
Rumpelstiltskin strinse forte le dita e ridusse il cuore in polvere.
Il cavaliere si accasciò a terra con un verso strozzato e non si mosse più; i suoi compagni osservavano la scena, paralizzati e sconvolti.
Il folletto si chinò con calma e raccolse la spada del soldato che aveva appena ucciso, poi si voltò lentamente verso gli altri tre, senza abbandonare il ghigno malefico.
In un attimo trapassò, da parte a parte, il corpo di due di loro, senza neanche dargli il tempo di urlare o di fare qualunque altra cosa, poi afferrò il terzo per il collo e lo immobilizzò ad un albero.
L'uomo tremava e ansimava, cercando di liberarsi dalla sua presa ferrea, senza successo.
Rumpelstiltskin avvicinò il suo viso a quello del soldato, finchè egli riuscì a scorgere ogni singola briciola di follia che animava, ora più che mai, gli occhi del Signore Oscuro.
- Ora tu te ne torni dalla tua Regina e le riferisci che se proverà di nuovo a mandare i suoi patetici soldatini per fare del male a Belle, provvederò io stesso a strapparle il cuore e a calpestarlo sotto i miei stivali fino a ridurlo a un mucchietto di polvere. È tutto chiaro? -
La voce di lui era calma e glaciale, ma lo sguardo folle tradiva tutta la sua ira e il soldato riuscì solo ad annuire freneticamente, per dimostrare che aveva capito.
La presa del folletto sulla sua gola si allentò.
L'uomo tossì e respirò affannosamente, poi fuggì a gambe levate, inoltrandosi nella fitta vegetazione.
Rumpelstiltskin raggiunse Belle in un lampo e si chinò su di lei.
La ferita continuava a sanguinare e il suo volto era pallidissimo, ma per fortuna, non sembrava che fossero stati colpiti organi vitali.
Praticò un incantesimo di guarigione, che rimarginò immediatamente la pelle, poi sollevò delicatamente la ragazza tra le braccia e si materializzò nell'ingresso del Castello Oscuro, avvolto dalla solita nube viola.


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** I'm here to stay ***


cap.4

Da Stria93: Ed ecco il capitolo finale di questa breve long (sembra un gioco di parole xD).
Spero davvero che Rumpel non risulti troppo OOC.
Detto questo, ci tengo davvero a ringraziare tutti i lettori che hanno avuto la pazienza di seguire questa storia fino alla fine, e ancora di più tutti coloro che hanno recensito.
I vostri commenti sono sempre apprezzati e tenuti in grande considerazione. :)
Un bacione a tutti! <3
Stria93


Regina tamburellava nervosamente sul tavolo, con le lunghe unghie smaltate di nero.
Detestava che la si facesse attendere.
Qualche giorno prima aveva ricevuto un messaggio dal capitano della squadra di soldati che aveva mandato a catturare la ragazza.
A quanto pare erano stati attaccati da una creatura mostruosa, che li aveva inseguiti per tutta la notte; si erano salvati per miracolo ma avevano perso le tracce della giovane.
In ogni caso, l'uomo le aveva assicurato che si sarebbero rimessi a cercarla immediatamente.
Erano ormai passati tre giorni da quel messaggio, e lei non aveva ricevuto altre notizie.
Quanto poteva essere difficile trovare una principessina, per nulla abituata a viaggiare da sola e totalmente inesperta della vita, esclusa quella ovattata di corte in cui era cresciuta?
I suoi cavalieri erano uomini robusti e ben addestrati al combattimento e all'uso di ogni tipo di armi, inoltre conoscevano bene le strategie per rintracciare le loro prede, non era normale che ci impiegassero tanto.
A meno che...
Uno sgradevole pensiero attraversò la mente della donna.
A meno che Rumpelstiltskin non fosse intervenuto per salvare la ragazza.
Come a confermare i suoi sospetti, entrarono nella stanza due guardie che sorreggevano il capitano della squadra.
L'uomo era esausto, pallido e con i vestiti strappati e sgualciti.
Regina si alzò e, con un gesto secco della mano, congedò le due guardie, che fecero un rapido inchino e uscirono velocemente.
Il capitano crollò sulle ginocchia, tremante.
- V...Vostra Maestà. -
- Che cosa è successo?! Dove sono i tuoi uomini? - Chiese freddamente, incurante delle condizioni del poveretto.
- Avevamo la ragazza, l'avevamo catturata ma il Signore Oscuro è comparso dal nulla e ha ucciso gli altri.... -
La donna digrignò i denti: i suoi sospetti erano dunque esatti.
- Eppure tu sei qui e sei vivo. - Disse gelida.
L'uomo deglutì: - Mi ha risparmiato la vita affinchè vi riferissi un messaggio. -
- Allora parla. Cosa mai avrebbe da dirmi il Signore Oscuro? -
Il capitano esitò un attimo, poi con la voce tremante ridotta ad un sussurro le ripetè le parole di Rumpelstiltskin.
La regina strinse i pugni, fino a conficcarsi le unghie nella pelle.
Quel maledetto folletto era riuscito a salvare la ragazza e lei aveva perso la sua unica possibilità di tenerlo in scacco; non solo, ora osava anche minacciarla!
Si chinò lentamente all'altezza del soldato e lo costrinse a guardarla negli occhi.
Sorrise dolcemente e parlò con calma: - Sai perchè il Signore Oscuro ti ha risparmiato? -
L'uomo sembrò confuso: - Perchè dovevo riferirvi il suo messaggio. - Rispose, incerto.
Il sorriso della donna si fece ancora più ampio, scoprendo i denti bianchi e perfetti.
- Ti ha risparmiato la vita perchè sapeva perfettamente il destino che ti avrei riservato se avessi fallito, e temo proprio di non essere famosa per la mia indulgenza. -
Gli occhi chiari di lui si riempirono di terrore.
Regina, con un rapido movimento, gli estrasse il cuore e lo strinse forte tra le dita.
Il soldato gridò di dolore, si portò una mano al petto, iniziando a contorcersi.
La donna si godette la scena per un po', infine aumentò la stretta e fece cessare quel supplizio.
Quando aprì la mano, del cuore non era rimasta che polvere, che lei gettò via con fastidio.
L'uomo giaceva ai suoi piedi, immobile, gli occhi ancora spalancati e pieni d'orrore.
Lei lo scavalcò, sollevando con grazia il vestito, come se si fosse trattato di un semplice ramo caduto.
Si sedette davanti allo specchio e sorseggiò piano un vino pregiato, contenuto in un calice di cristallo, con alcuni rubini incastonati.
Il volto nello specchio la osservò: - Cosa intendete fare ora, Vostra Maestà? -
- Non ho alcuna possibilità di avvicinarmi alla ragazza finchè sarà sotto la protezione di Rumpelstiltskin. Ma appena scaglierò il sortilegio troverò il modo di separarli di nuovo, e stavolta sarà per sempre. -


Rumpelstiltskin portò Belle in una camera riccamente arredata, e la distese sul letto a baldacchino.
Usò la magia per tramutare gli abiti sporchi e insanguinati di lei, in una morbida e candida veste.
Si sedette sul bordo del letto e solo in quel momento si rese conto che Belle era davvero lì, era tornata da lui nonostante tutto.
Il Signore Oscuro sentì gli occhi inumidirsi e, con una mano tremante, scostò una ciocca di capelli dal suo viso, spaventosamente pallido.
Come aveva potuto mandarla via?! L'aveva lasciata in balia di Regina, che ovviamente ne aveva approfittato subito per cercare di indebolirlo, servendosi di lei.
Era colpa sua se Belle aveva dovuto affrontare i soldati da sola e aveva rischiato di morire.
Se lui fosse stato disposto ad ascoltarla, anziché cedere all'ira e alla paura di perdere il proprio potere, le cose sarebbero andate diversamente.
In qualche modo riusciva sempre ad allontanare o a fare del male alle persone che amava di più.
Prese la mano fredda di Belle e la strinse forte nella sua.
- Perdonami Belle. - Sussurrò.
Lei si mosse leggermente e aprì piano gli occhi.
Quando mise a fuoco il volto di Rumpelstiltskin, cercò di tirarsi su: - R..Rumpel... -
L'uomo la fece sdraiare di nuovo gentilmente: - Shh. Va tutto bene dearie. Sei al sicuro adesso, ma sei molto debole e devi riposare. -
La ragazza si abbandonò di nuovo contro il cuscino e richiuse gli occhi.

Rumpelstiltskin rimase a vegliarla per tutto il tempo.
Aveva paura che se avesse distolto lo sguardo anche solo per un istante, o se le avesse lasciato la mano, Belle sarebbe scomparsa e lui si sarebbe trovato di nuovo solo, preda del rimpianto.

La giovane dormì un giorno intero e, quando si svegliò, si sentiva debolissima.
Rumpelstiltskin l'aiutò a mettersi seduta e la fece appoggiare a lui.
Lei gli accarezzò piano una guancia e gli sorrise dolcemente: - Hai visto? Sono tornata da te perchè ti amo, Rumpel. E questa volta sono qui per restare. -
Il Signore Oscuro si sforzò di ricambiare il sorriso, ma in quel momento avrebbe solo voluto piangere e prendersi a pugni per essere stato così stupido e averle causato tanta sofferenza.
- Anch'io ti amo, Belle. Ora però devi mangiare qualcosa per riprendere le forze. -
Fece apparire dal nulla un piatto colmo di prelibatezze e la ragazza vi si avventò, affamata.
Rumpelstiltskin attese che finisse di mangiare, poi con un semplice gesto fece sparire il piatto vuoto.
Belle, che si sentiva decisamente meglio, lo guardò : - Non ti è mai servita una domestica, vero? Potevi fare tutto con la magia. -
Lui alzò un sopracciglio e si esibì nel suo solito sorrisetto sghembo e malizioso: - Dovevo pur trovare un pretesto per portarti qui, dearie. Non potevo certo giustificarmi dicendo che mi avevi ammaliato dal primo istante, e che volevo avere la possibilità di vedere i tuoi splendidi occhi ogni giorno. -
La ragazza fece una smorfia divertita.
Un secondo dopo però l'espressione di Rumpelstiltskin si fece nuovamente triste e seria: - Perchè sei tornata da me dopo quello che ti ho fatto? Dopo che ti ho allontanata, rifiutando il tuo amore... -
Ci fu un attimo di silenzio.
Entrambi sapevano che sarebbe giunto il momento in cui avrebbero dovuto confrontarsi l'uno con l'altra, e affrontare quello spinoso argomento.
La loro separazione era stata dolorosa per entrambi, ed entrambi avevano pronunciato parole dure, delle quali si erano pentiti un secondo dopo.
Alla fine di quell'interminabile momento, però, Belle sorrise dolcemente e scosse la testa, poi mise entrambe le mani sulle spalle dell'uomo, e lo guardò dritto nei suoi occhi scuri da rettile: - Te l'ho detto Rumpel. Io ti amo. -
Lo disse semplicemente, come se quella risposta bastasse a giustificare tutte le sue azioni e a chiudere la questione, ma l'uomo sembrava ancora scettico e confuso.
- Come? Come puoi amare un mostro come me? -
Belle alzò gli occhi al cielo, non sapeva più come fargli capire che lei non l'aveva mai considerato tale: - Perchè ho sempre visto del buono in te. Perchè, come ti ho detto una volta, l'amore ha molti lati da svelare ogni giorno, e non esistono due amori uguali. Io mi sono innamorata di te, sia del Signore Oscuro che dell'uomo. Non sei perfetto Rumpel, ma non lo sono nemmeno io...nessuno può esserlo. Ma questo non cambia il fatto che ti amo. -
Rumpelstiltskin la fissò intensamente e le accarezzò il viso.
Lei si avvicinò e fece per baciarlo, ma lui frappose delicatamente l'indice tra le loro labbra, impedendo il contatto.
Belle si ritrasse, con un'espressione a metà tra incredula e delusa.
- Giusto. Se ti baciassi il sortilegio si spezzerebbe e tu perderesti il tuo prezioso potere. -
La sua voce si era fatta più fredda, e la giovane distolse lo sguardo, sottraendosi alle carezze di lui.
Il viso del Signore Oscuro tradì il suo dolore, ma il suo tono, quando parlò, fu dolce: - Ti prego, Belle, permettimi di spiegare. -
Lei si strinse nelle spalle e annuì: - D'accordo. Ti ascolto, Rumpel. -
Lui fece un lungo sospiro, prima di tornare a parlare, incatenando il suo sguardo a quello di lei.
- Credimi, non desidero altro che prenderti tra le mie braccia e baciarti fino a quando le stelle non si spegneranno una ad una; ma il mio potere e la magia mi servono per ritrovare una persona che ho perso tanto tempo fa, e che ho giurato di ritrovare, ad ogni costo. -
Belle all'improvviso capì: - Tuo figlio? -
Lui sorrise amaramente e annuì: - Si chiama Baelfire. Da quando è scomparso in un mondo senza magia, ho dedicato tutta la mia vita a cercarlo, a tentare di raggiungere quel mondo. È diventata la mia missione, e ora sono così vicino alla meta. Capisci Belle? La magia è l'unico strumento che ho per ricongiungermi a lui, anche se non poterti baciare è un terribile prezzo. -
- Ecco perchè ti sei infuriato quando hai capito che il mio bacio ti stava trasformando in un uomo normale. -
Lui annuì, tristemente.
- Mi dispiace tanto Belle. Quando te ne sei andata e ti ho detto che il mio potere m'interessava molto più di te, ho mentito naturalmente; ma non potevo e non posso rischiare di perdere la magia, non ora che finalmente tutti i miei sforzi stanno per essere ripagati. -
Belle sospirò. Amava Rumpelstiltskin e gli sarebbe rimasta accanto in ogni caso, inoltre lui era stato sincero e le aveva confidato il vero motivo per cui aveva bisogno della magia: non per sete di potere o di ricchezze, non per fare del male alle persone...per amore di suo figlio.
Rumpelstiltskin attendeva in silenzio la reazione di lei, tenendo lo sguardo basso; l'avrebbe capita se avesse deciso di andarsene.
Invece Belle gli si fece più vicina e lo abbracciò, appoggiando il capo contro il suo petto e chiudendo piano gli occhi.
- Per il momento questo basterà. Quando ritroverai Baelfire potremo recuperare il tempo perduto. -
Lui, incredulo, la strinse forte a sé e una piccola lacrima solcò il suo viso.
Belle era di nuovo riuscita a sorprenderlo, era di nuovo riuscita a guardare oltre il mostro che era diventato, non solo...ora era perfino disposta ad accettare di stargli accanto, nonostante non potessero nemmeno dimostrarsi il proprio amore con un semplice bacio.
Rumpelstiltskin affondò il viso nei suoi capelli morbidi e iniziò a cullarla dolcemente.
La sentì sorridere contro la sua spalla.
Forse, dopotutto, anche per loro ci sarebbe stato un lieto fine.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1743457