Together again di Stria93 (/viewuser.php?uid=319287)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm coming back, Rumpel ***
Capitolo 2: *** Regrets and friendship ***
Capitolo 3: *** Danger ***
Capitolo 4: *** I'm here to stay ***
Capitolo 1 *** I'm coming back, Rumpel ***
Da Stria93: Ciao a tutti! Questa è la prima volta che mi cimento in una storia con più capitoli e prevedo di non superare i 4, massimo 5. Diciamo che è un esperimento! xD Grazie come sempre a tutti i lettori e soprattutto a chi lascerà un commento, magari dandomi qualche dritta. Un bacione a tutti! <3
Belle aveva lasciato Mulan e Filippo ormai da tre giorni.
Gli abitanti del villaggio che aveva salvato dallo Yaoguai avevano insistito per sdebitarsi, così era riuscita a procurarsi un cavallo e delle provviste per il viaggio ed era partita subito alla volta del Castello Oscuro.
L'incontro con Mulan e l'avventura che avevano vissuto insieme le aveva fatto capire che quando si trova qualcosa per cui valga la pena combattere non bisogna mai arrendersi, così aveva deciso di tornare da Rumpelstiltskin e convincerlo che il suo amore era sincero.
Sapeva che anche il Signore Oscuro provava dei sentimenti per lei, in caso contrario il bacio del vero amore non avrebbe avuto effetto, come invece era accaduto nel momento in cui le loro labbra si erano sfiorate e l'aspetto di Rumpelstiltkin aveva iniziato a mutare, diventando più umano.
Belle cavalcava tutto il giorno, fermandosi solo per far riposare il cavallo e per trascorrere la notte.
Cercava di perdere il minor tempo possibile e di raggiungere quanto prima potesse il Castello Oscuro; la stanchezza e la fatica del viaggio passavano in secondo piano rispetto al desiderio di rivedere Rumpelstiltskin, nonostante lui l'avesse cacciata.
Non era sicura che sarebbe stata riaccolta a braccia aperte, anzi forse sarebbe stata allontanata di nuovo, ma questa volta non se ne sarebbe andata.
Qualcosa era cambiato in lei, che si sentiva più forte e più determinata; era pronta ad affrontare il Signore Oscuro.
Regina misurava a grandi passi la sala del suo palazzo dall'aspetto vagamente spettrale; lo strascico del suo lungo abito nero emetteva un leggero fruscio a contatto con il pavimento di pietra.
Si sentiva animata da una strana eccitazione e dall'euforia tipiche di quando si ottiene una soluzione ad un problema fastidioso che ci ha afflitto e preoccupato per lungo tempo.
Finalmente aveva trovato il punto debole di Rumpelstiltskin.
Chi avrebbe mai immaginato che il Signore Oscuro si sarebbe innamorato di una sciocca principessina!
Il folletto era sempre stato un passo avanti a lei e, per quanto ci avesse provato, Regina non era mai riuscita a batterlo, ma ora le cose erano diverse.
La donna sorrise amaramente e pensò che almeno su una cosa sua madre Cora aveva sempre avuto ragione: l'amore è soltanto una debolezza.
Tempo prima aveva suggerito alla giovane che se lei amava Rumpelstiltskin e questi la ricambiava, allora sarebbe bastato un bacio del vero amore per spezzare il sortilegio che aveva trasformato l'uomo nel Signore Oscuro.
Come aveva previsto il folletto aveva reagito molto male di fronte alla prospettiva di perdere i propri poteri e aveva allontanato la ragazza dal castello.
Ora doveva mettere in atto la seconda parte del suo piano: avrebbe catturato Belle e l'avrebbe tenuta prigioniera fino a quando le avesse fatto comodo.
All'improvviso la pesante porta d'ingresso si aprì ed entrò un uomo che s'inchinò davanti a lei, con fare timoroso.
Regina lo osservò dall'alto: - Allora? Hai portato a termine il compito che ti ho affidato? Mi hai portato la ragazza? -
L'uomo deglutì: - Mi dispiace Vostra Maestà, ma sembra che abbia lasciato il villaggio qualche giorno fa. Gli abitanti ci hanno detto che ha preso un cavallo e delle provviste poi se n'è andata. Sembra che sia diretta verso le montagne. -
- Incapace! - Regina si sentì invadere dall'ira e prese l'uomo per il bavero, facendolo alzare e guardandolo dritto negli occhi.
- Quella sciocca ragazzina sta tornando al Castello Oscuro e tu e i tuoi uomini dovete catturarla prima che ci arrivi, altrimenti... -
Regina spostò una mano all'altezza del petto di lui, che rabbrividì terrorizzato, intendendo perfettamente ciò che la donna voleva dire.
Lei sorrise malignamente e lo lasciò andare: - Ora vai ma ricorda: la voglio viva. -
Lui annuì e s'inchinò rapidamente, poi se ne andò a passo spedito, evidentemente sollevato di potersi congedare.
Regina lo osservò sparire oltre l'ingresso, poi si sedette davanti ad un prezioso specchio d'argento, nel quale troneggiava un volto maschile, che le parlò.
- Mi sembrate piuttosto contrariata, Vostra Maestà. -
Lei sbuffò, irritata dall'ovvietà di quella considerazione: - Se quella ragazza riuscisse a raggiungere il Castello Oscuro perderei la mia unica possibilità di tenere Rumpelstiltskin sotto scacco. -
- I vostri cavalieri non falliranno. - La rassicurò lo specchio.
- Me lo auguro...per loro. -
Belle si svegliò di soprassalto.
Da quando Rumpelstiltskin l'aveva cacciata, ogni notte riviveva quel momento in un incubo che tornava a perseguitarla puntualmente e le impediva di riposare bene.
La ragazza si alzò e si avvolse nella pesante coperta di lana, che pure non bastava a proteggerla dal freddo di quella zona di montagna, in cui la neve ricopriva ancora il paesaggio, sebbene fosse ormai metà primavera.
L'oscurità della notte, che ancora incombeva sulla valle, era mitigata da una magnifica luna piena che gettava la sua luce argentata sulla vegetazione.
Accanto ai resti del fuoco che Belle aveva acceso la sera prima, il cavallo brucava quella poca erba che spuntava a ciuffetti verdi qua e là in mezzo alla neve, il suo fiato caldo si condensava in piccoli sbuffi.
Una calma surreale regnava tutto intorno e una strana inquietudine assalì la ragazza, che prese a smontare velocemente il piccolo accampamento improvvisato.
Aveva un brutto presentimento e sentiva che era meglio abbandonare quella radura il prima possibile.
Sapeva che non era sicuro muoversi di notte, ma sentiva che lo era ancor meno rimanere fermi in quel luogo.
In lontananza si levò un ululato e la giovane rabbrividì mentre montava a cavallo.
Dopo pochi minuti stava di nuovo cavalcando rapidamente, lasciandosi alle spalle il boschetto di conifere in cui si era fermata la sera prima, tuttavia quella sgradevole sensazione di pericolo non accennava ad abbandonarla.
Fortunatamente la luce lunare rischiarava il paesaggio e permetteva una discreta visibilità, senza che vi fosse bisogno di accendere delle torce.
Belle cavalcava ormai da un'ora quando udì dietro di sé un rumore di zoccoli che affondavano nel terreno ricoperto di neve. Qualcuno la stava seguendo, la sua sensazione si era rivelata esatta.
Spronò il suo destriero al galoppo e tentò di mettere quanta più distanza potesse tra sé e i suoi misteriosi inseguitori.
Questi riuscirono però ad affiancarla quasi subito: si trattava di quattro uomini a cavallo di stalloni neri.
Tutti indossavano un'armatura nera e un elmo piumato dello stesso colore; sul petto portavano lo stemma della Regina.
Cosa potevano volere da lei?
Cercò di spronare il suo cavallo ad andare più veloce ma il povero animale aveva già alle spalle quattro giorni di viaggio, inoltre non era un cavallo da guerra addestrato e allenato a sopportare lunghe marce e inseguimenti, mentre gli stalloni neri dei soldati erano chiaramente più in forma e abituati a tutto questo.
Uno di loro le tagliò la strada, costringendola ad arrestarsi bruscamente.
Gli altri l'accerchiarono. Era in trappola.
Istintivamente, Belle estrasse la spada che portava al fianco.
Gli uomini risero e uno di loro la schernì: - Andiamo principessa, fai la brava. Dobbiamo solo portarti dalla Regina, quindi riponi quel tuo bel coltellino giocattolo. -
La ragazza si guardò freneticamente intorno, in cerca di una via d'uscita ma i cavalieri la circondavano completamente e si facevano sempre più vicini.
All'improvviso però i cavalli iniziarono inspiegabilmente ad innervosirsi e a scalpitare, nonostante i soldati tirassero le redini con tutta la forza che avevano per cercare di riportare l'ordine.
Belle cercò di approfittare di quell'attimo di confusione per fuggire, ma un tremendo ululato squarciò il silenzio della notte e il suo cavallo s'impennò bruscamente, disarcionandola.
La giovane cadde a terra e lo spettacolo che vide davanti a sé la paralizzò.
Un enorme lupo nero era balzato fuori dal nulla e ora ringhiava contro i cavalieri della Regina che dovettero darsi alla fuga.
Quando l'animale si voltò verso di lei si sentì svenire ma cercò di controllare il panico.
Il lupo piantò i suoi occhi scuri in quelli di lei, quasi la stesse studiando con curiosità, dopodichè guaì piano e si sedette sulle zampe posteriori.
Belle interpretò quel gesto come un segno che la bestia non intendeva farle del male, così si arrischiò ad avvicinarsi, pur mantenendo un atteggiamento vigile e prudente.
- Tu...mi hai salvato da quegli uomini. - Mormorò, ancora sbalordita.
Il lupo strinse gli occhi e avvicinò il muso alla sua mano.
La giovane, ormai convinta del fatto che l'animale non aveva cattive intenzioni, iniziò ad accarezzarne il pelo folto e morbido.
- Grazie. - Disse sorridendo.
Nel frattempo l'orizzonte aveva iniziato a tingersi di un timido rosa che annunciava l'arrivo dell'alba.
Improvvisamente l'aspetto del lupo prese a mutare: le zampe anteriori diventarono molto più simili a delle mani, la coda si ritirò, il muso si accorciò e in pochi secondi svanì ogni traccia dell'animale.
Al suo posto comparve una ragazza dai lunghi capelli neri.
Belle era rimasta a bocca aperta e osservava la sconosciuta con aria sconvolta.
- Ma...ma come...com'è possibile? -
L'altra le sorrise: - Scusa, non volevo spaventarti. Mi chiamo Ruby e sì...come hai appena visto posso trasformarmi in lupo. -
Un ricordo lontano tornò alla mente di Belle: - Vuoi dire che tu...tu ti trasformi in un lupo quando c'è la luna piena? -
L'espressione di Ruby si fece all'improvviso sospettosa: - Sì ma tu come fai a saperlo? -
- Ho letto alcuni libri che parlavano di questo argomento. -
L'altra non sembrava del tutto convinta: - Perchè i soldati della Regina ti hanno attaccata? -
Belle alzò le spalle: - Non ne ho idea, credimi. Uno di loro ha detto che dovevano portarmi da lei. -
Ruby annuì: - Capisco. Be' credo di avergli fatto prendere un bello spavento quindi per un po' dovrebbero stare alla larga. - Disse con un ghigno soddisfatto.
Belle sorrise a sua volta, contagiata dall'atteggiamento vispo della sua nuova amica.
- Dimmi una cosa...ehm.. -
- Belle. -
- Dimmi una cosa, Belle: che ci facevi in giro per il bosco da sola in piena notte? - Chiese Ruby incuriosita.
- Oh...ehm..io sono in viaggio da qualche giorno e mi ero fermata in una radura per riposare ma avevo una brutta sensazione così sono ripartita. -
Ruby capì che la ragazza non le aveva detto tutto ma non indagò oltre.
- Be', se ti serve un posto sicuro per riposare puoi venire a casa mia. Abito in un villaggio qui vicino, con mia nonna. -
- Oh no, mi hai appena salvato la vita e non intendo approfittare della tua gentilezza. -
Ruby sorrise di nuovo: - Non preoccuparti, per me va benissimo e sono certa che anche per mia nonna non ci saranno problemi se ti fermerai da noi per un po'. -
Belle si morse il labbro, combattuta.
Da un lato avrebbe voluto accettare l'offerta di Ruby, soprattutto dopo l'attacco degli uomini della Regina; però voleva arrivare al Castello Oscuro il prima possibile, inoltre se i soldati fossero tornati a cercarla avrebbe finito col mettere in pericolo anche delle persone innocenti.
Alla fine però decise che aveva bisogno di riposare, si sarebbe fermata solo per il tempo necessario a rifocillarsi.
- D'accordo, ti ringrazio tanto Ruby. -
Fortunatamente il cavallo di Belle non si era allontanato molto e brucava tranquillamente l'erba poco distante dal punto in cui il lupo aveva messo in fuga i soldati.
Belle prese le redini e lo condusse lungo il sentiero che portava al villaggio di Ruby.
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Capitolo 2 *** Regrets and friendship ***
cap.2..
Da Stria93: Ciao
a tutti! Ecco il secondo capitolo, con una piccola correzione
rispetto al primo, nel quale ho utilizzato erroneamente il nome
“Ruby” nonostante la storia sia ambientata nel mondo delle fiabe
e non a Storybrooke, quindi da questo capitolo in poi lo sostituirò
con “Red”. Grazie a chi mi ha segnalato questo piccolo errore :)
Grazie
anche a tutti i lettori, a chi ha recensito e a chi segue questa
storia!
Un
bacione! <3
Stria93
Rumpelstiltskin si
trovava nel suo laboratorio, una stanza circolare in cima alla torre
più alta del Castello Oscuro.
Stava in piedi,
immobile davanti alla finestra, in attesa di qualcosa che non sarebbe
giunto: il suo ritorno.
Da quando Belle se
n'era andata, ogni giorno il Signore Oscuro trascorreva interminabili
minuti appostato davanti a quella finestra, nella speranza di vederla
arrivare al castello nel suo abito celeste, con il suo passo deciso
ma aggraziato.
Allora lui sarebbe
corso al suo arcolaio e avrebbe fatto finta di niente, come se non
avesse passato intere ore con lo stomaco stretto in una morsa in
attesa del suo ritorno.
Ma in cuor suo
sapeva che lei non sarebbe arrivata.
Lui l'aveva mandata
via e poco importava che se ne fosse pentito all'istante.
Poco importava che
nel momento in cui aveva udito i suoi passi allontanarsi, l'unico suo
desiderio fosse prenderla tra le braccia e stringerla a sé,
dicendole che anche lui l'amava.
Invece era rimasto
fermo a fissare la parete di pietra della buia cella sotterranea e
l'aveva lasciata andare via, con il cuore spezzato e le lacrime agli
occhi.
Sospirò e si
diresse al piano inferiore, nella stanza in cui filava la paglia e la
tramutava in oro, l'unica occupazione che potesse distoglierlo dai
pensieri che lo tormentavano.
Una volta Belle gli
aveva domandato perchè filasse per così tanto tempo, nonostante
avesse già montagne d'oro che non sapeva come utilizzare; lui aveva
risposto che guardare la ruota lo aiutava a dimenticare.
Le labbra sottili
del Signore Oscuro s'incurvarono in un sorriso amaro: che ironia!
Adesso filava per dimenticare proprio lei!
Red e Belle
raggiunsero il villaggio in poco più di mezz'ora.
Si trattava di un
piccolo agglomerato di umili casette di pietra, dal tetto spiovente.
Belle notò che, al
loro passaggio, le persone distoglievano lo sguardo o si
allontanavano, evitando accuratamente di incrociare il loro cammino.
Red sembrò non
farci caso e proseguì a testa alta e a passo spedito verso una casa
un po' più isolata rispetto a tutte le altre, dal cui comignolo
fuoriusciva un filo di fumo.
Le due ragazze
portarono il cavallo in una piccola stalla, adiacente all'abitazione.
Belle liberò
l'animale dalla sella e dalle redini, accarezzandolo.
- Vieni Belle, devi
conoscere mia nonna. - Disse Red allegramente, guidando l'amica verso
la porta d'ingresso della casetta.
Ma non fece in
tempo ad aprirla che questa si spalancò e sulla soglia apparve
un'anziana donna dalla corporatura robusta, che imbracciava
minacciosamente una balestra.
- Dove sei stata
fino a quest'ora?! - Ringhiò, rivolgendosi alla ragazza.
- Calmati nonnina,
stavo solo... -
- Sai bene che devi
tornare a casa appena cala la luna! Non voglio che tu stia a
gironzolare per i boschi. -
Red fece un passo
indietro e alzò le mani, cercando di tranquillizzare l'energica
nonnina, che continuava a brandire l'arma contro di lei.
- Nonna, puoi
abbassare la balestra? Rischi di spaventare la nostra ospite. -
Solo allora la
donna si accorse della presenza di Belle, che assisteva alla scena
incerta se ridere o preoccuparsi.
- Oh ehm...ma
certo. Scusami cara, mi dispiace che tu abbia assistito a tutto
questo, ma sembra che mia nipote non abbia altro da fare se non far
preoccupare la sua povera nonna. -
Disse, lanciando
un'occhiataccia a Red, la quale sbuffò sonoramente, prima di fare le
presentazioni: - Nonna, lei è Belle e starà da noi per qualche
giorno. Belle, questa è la mia nonnina, come avrai capito. -
La ragazza sorrise
all'anziana donna: - Piacere. Spero di non arrecarvi troppo disturbo.
-
L'altra rispose al
sorriso: - Non dire sciocchezze, cara. Ma vieni dentro, non stare lì
sulla porta. -
L'interno
dell'abitazione era semplice ma accogliente; un fuoco scoppiettante
ardeva nel camino di pietra, sotto una pentola di rame dalla quale si
sprigionava un invitante profumino.
Lo stomaco di Belle
brontolò sonoramente.
La nonna le lanciò
un'occhiata comprensiva, poi si rivolse alla nipote: - Oggi dovrai
andare a caccia e procurarci qualcosa da mangiare per la cena. Ma non
allontanarti troppo. -
- Va bene, nonnina.
Ehi Belle, ti va di accompagnarmi? -
La giovane annuì:
- Certo. -
Le due ragazze
fecero colazione con una scodella di latte, pane e marmellata di
fragole (fatta dalla nonna in persona); dopodichè si avventurarono
nel bosco.Red sembrava sapere
esattamente dove andare e dove trovare la selvaggina; si muoveva
proprio come un lupo che segue le tracce della sua preda.
Belle la osservava
affascinata e la seguiva, in silenzio.
Ad un tratto Red si
fermò e alzò la testa.
- Resta qui. -
Disse all'amica, poi corse verso un gruppo di cespugli e scomparve
tra la vegetazione.
Passarono poche
decine di secondi e la ragazza ritornò con un sacco di iuta in
spalla e un sorriso soddisfatto.
- Questa sera si
mangia lepre! - Annunciò allegramente.
Durante il ritorno,
Red raccontò a Belle di come aveva scoperto di essere un Lupo,
uccidendo il suo stesso fidanzato, e di come aveva imparato a
controllare le sue trasformazioni, in modo da non essere più un
pericolo per le persone.
- Mi dispiace
molto. È terribile. - Commentò la giovane.
Un lampo di dolore
attraversò il viso dell'amica: - Sì, è stato tremendo. -
In quel momento
Belle si decise a dare voce alla domanda che le frullava in testa da
quando era giunta al villaggio quella mattina: - Le persone che
abbiamo visto stamattina, quando siamo arrivate... -
Red capì al volo e
scosse la testa: - No, non sanno la verità, ma questo non gli
impedisce di essere sospettosi. Io e mia nonna viviamo sole, ce la
siamo sempre cavata per conto nostro e lei mi ha cresciuta da sola,
inoltre sa moltissime cose sui Lupi; ma fortunatamente nessuno è al
corrente della mia natura, a parte pochissime persone fidate. -
Tra le due scese un
silenzio imbarazzato.
- Scusa, non
intendevo essere indiscreta. - Disse Belle, abbassando lo sguardo.
Red sorrise: - Non
preoccuparti. È solo che non sono abituata a parlare liberamente di
tutto questo. -
Nessuna delle due
aprì bocca per il resto del tragitto, ciascuna persa nei suoi
pensieri.
Belle si spogliò e
s'immerse nella piccola tinozza, riempita con acqua bollente.
Finalmente, dopo
quattro giorni di viaggio, poteva godersi un bel bagno caldo.
Chiuse gli occhi,
godendosi la sensazione dei muscoli che si rilassavano e si
distendevano.
Red e sua nonna
erano state gentilissime con lei e le avevano preparato un bagno
degno di una principessa.
Trascorse quasi
un'ora immersa nell'acqua calda e quando ne uscì si sentiva rinata.
Red le aveva
prestato dei vestiti in attesa che i suoi asciugassero, dopo essere
stati lavati; fortunatamente le due ragazze avevano più o meno la
stessa taglia.
Belle indossò gli
abiti e si guardò allo specchio: si trattava di una semplice gonna
rossa che le arrivava alle caviglie, una camicia bianca dalle maniche
ampie che le arrivavano ai gomiti, un corsetto nero e una cintura di
cuoio, dalla fibbia piccola e argentata, che le ricadeva morbidamente
sui fianchi.
Si acconciò i
capelli in una semplice coda con un nastro rosso e sorrise,
soddisfatta del risultato.
Ad un tratto udì
dei leggeri colpi alla porta, seguiti dalla voce squillante di Red: -
Belle? Sei già vestita? La nonna dice che è pronta la cena. -
Belle mangiò di
gusto tutte le pietanze che la nonna aveva cucinato.Erano quattro
giorni che non consumava un pasto come si deve.
Le padrone di casa
la osservavano, divertite dalla voracità con cui addentava ogni
cosa.
- Ehi Belle, quella
lepre non scapperà via dal piatto! - Rise la ragazza.
Lei arrossì: -
Scusatemi, è solo che durante il viaggio non ho potuto mangiare
molto e questo piatto è davvero delizioso! -
La nonna sorrise: -
Modestamente, è una delle mie specialità ed è famosa in tutto il
reame. -
- Non esagerare,
nonna! -
- Non sto
esagerando Red! Lo sanno tutti che sono la cuoca migliore del regno!
-
Belle rise di quel
tenero battibecco e per la prima volta, da quando aveva lasciato il
Castello Oscuro, si sentì quasi a casa.
Quella notte Red si
sarebbe di nuovo trasformata nel lupo e così insistette affinchè
Belle dormisse nel suo letto, che in ogni caso sarebbe rimasto vuoto.
La trasformazione
sarebbe iniziata tra poche ore e le due ragazze ebbero il tempo di
chiacchierare un po', prima che una si coricasse e l'altra uscisse a
correre nei boschi.
- Allora
Belle...sei in viaggio per raggiungere una persona speciale? - Esordì
Red, con un pizzico di malizia nella voce.
L'altra distolse lo
sguardo e non rispose; questi gesti rappresentarono una risposta
sufficiente per la ragazza.
- Lo sapevo! E chi
è? È bello? Ti ama? E tu ami lui? -
Belle frenò con un
gesto della mano quella sfilza di domande, poi cercò il modo
migliore per rispondere senza rivelare troppo di ciò che era
accaduto: sentiva che non era una buona idea rivelare i dettagli,
incluso il fatto che l'oggetto del suo amore fosse il Signore Oscuro.
- è...complicato.
- Sospirò.
Red la esortò ad
andare avanti e Belle iniziò a raccontare.
- Lui era il mio
padrone, lavoravo come sua domestica ma quando l'ho conosciuto bene
ho capito che non era l'uomo crudele e senza scrupoli che tutti
dicevano e...mi sono innamorata di lui. -
Lo sguardo di Red
si fece sognante: - Oh, è così romantico! E lui ti ricambia? -
Belle si morse il
labbro: - Sì, almeno credo... -
L'altra inclinò la
testa di lato con aria interrogativa.
- C'è stato un
bacio e subito dopo lui mi ha accusata di averlo ingannato e mi ha
detto che nessuno avrebbe mai potuto amarlo, dopodichè mi ha
cacciata via. -
- Ma ora tu stai
tornando da lui... - Disse Red confusa.
- Sì, voglio
convincerlo che il mio amore è sincero e so che anche lui prova gli
stessi sentimenti per me, credo che abbia solo paura di abbandonarsi
ad essi. Non so come prenderà il mio ritorno, gli ho detto delle
cose terribili quando me ne sono andata. -
Belle sentì gli
occhi inumidirsi al ricordo delle taglienti parole con cui si era
congedata dal Castello Oscuro: vi rimarranno soltanto un cuore
vuoto e una tazza col bordo spezzato.
Red le strinse
gentilmente una mano e le sorrise comprensiva: - Sono certa che andrà
tutto bene. Se il vostro è vero amore ci sarà un lieto fine. -
Belle sorrise e
abbracciò la ragazza: - Grazie...per tutto. - Sussurrò.
Quando si sciolsero
dall'abbraccio Red guardò fuori dalla finestra: - è quasi ora. Devo
andare. -
L'amica annuì: -
Sicura che posso dormire nel tuo letto? -
L'altra alzò gli
occhi al cielo, esasperata: - Belle, è la centesima volta che me lo
chiedi! -
- Va bene, va bene.
Scusa. -
Red sorrise e uscì
dalla camera.
Belle s'infilò
sotto le morbide coperte e chiuse gli occhi, ascoltando un ululato
che si levava in lontananza.
L'ultimo pensiero
prima di addormentarsi fu per Rumpelstiltskin, poi cadde in un sonno
profondo e senza sogni.
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Capitolo 3 *** Danger ***
Danger
Da Stria93:
Ed eccoci al capitolo- cuore della storia! :)
Ringrazio come
sempre tutti coloro che la stanno seguendo e mi lasciano dei
commenti, che sono sempre preziosissimi. Grazie a tutti! <3
Un bacione!
Stria93
Belle trascorse a
casa di Red e di sua nonna tutto il giorno seguente, godendo della
compagnia delle due donne e degli ottimi pranzi che l'anziana ma
energica nonnina preparava ogni volta.
La mattina del
terzo giorno però, la ragazza decise che era giunto il momento di
ripartire, nonostante le numerose proteste dell'amica.
- Cosa farai se i
soldati della regina provassero ad attaccarti di nuovo? - Chiese Red,
preoccupata.
Belle non rispose e
si morse il labbro; in cuor suo, sperava che l'esperienza con il
lupo, vissuta qualche notte prima, avesse persuaso quegli uomini ad
abbandonare la missione; ma sapeva che le probabilità che questo
fosse accaduto erano molto scarse.
- Lascia almeno che
ti accompagni. - Insistette l'amica.
Belle scosse la
testa: - No, Red. I giorni del lupo sono finiti e non potrai più
trasformarti e metterli in fuga come hai fatto l'ultima volta. Non
posso e non voglio rischiare di metterti in pericolo. -
L'altra, per niente
convinta dalle sue parole, fece per ribattere, ma Belle fu più
veloce e le prese le mani, sorridendo: - Amica mia, hai già fatto
così tanto per me e non posso chiederti di correre un rischio
simile; inoltre questo è il mio viaggio, e temo che sia
qualcosa che devo affrontare da sola. -
Alla fine Red
scosse la testa, rassegnata.
- Almeno, prendi
questo con te. -
Così dicendo, la
ragazza estrasse da una piccola sacca, quella che sembrava una
collana.
Si trattava di un
semplice cordino di cuoio, al quale era legato un piccolo ciondolo a
forma di corno, nero e lucido.
Belle osservò il
piccolo oggetto, incuriosita.
- Me lo diede mia
madre, quando ancora facevo parte del suo branco. Si tratta di un
modo per permettere a tutti i componenti di rintracciarsi e
soccorrersi a vicenda in ogni momento. L'unica cosa che devi fare è
suonarlo e pensare intensamente ad una persona; allora questa sarà
in grado di trovarti ovunque tu sia, e verrà in tuo aiuto
all'istante. L'unico difetto è che può essere usato solo una volta.
-
Red le porse
l'oggetto, ma Belle non lo prese.
- No Red, non posso
prenderlo...era di tua madre, appartiene ai Lupi... -
- Io ormai non ho
più un branco e non ho mai usato questo ciondolo. Voglio che lo
prenda tu, Belle.-
La ragazza osservò
l'amica, commossa, poi prese il piccolo oggetto e se lo mise al
collo.
- Non lo
dimenticherò mai. - Disse la giovane, abbracciando l'altra.
Belle indossò
nuovamente i suoi abiti maschili, più adatti e pratici per
viaggiare, poi recuperò la spada e un piccolo pugnale, che nascose
all'interno dello stivale.
Anche il cavallo si
era goduto quei pochi giorni di riposo e sembrava pronto a riprendere
il cammino.
Belle gli accarezzò
il muso e lo sellò.
Red e la nonna
insistettero perchè portasse con sé qualche provvista, dopodichè
le tre donne si abbracciarono e si salutarono, con la promessa di
rivedersi presto.
Era una giornata
nuvolosa e il cielo minacciava neve da un momento all'altro.
Il Castello Oscuro
era circondato da una fitta foresta di conifere in cui sarebbe stato
molto facile perdersi, ma Belle aveva percorso quel tragitto diverse
volte, quando doveva andare a procurarsi la legna o altre cose che
occorrevano al castello, ed era sicura di sapersi orientare.
Stava per iniziare
l'ultima parte del suo viaggio, una volta superata la foresta infatti
sarebbe giunta alla dimora del Signore Oscuro, forse addirittura
prima del tramonto.
Sentì l'emozione e
la gioia invaderla e sorrise euforica: c'era quasi, ce l'aveva quasi
fatta!
Tutto accadde in un
attimo.
Belle avvertì un
dolore acuto e bruciante al fianco.
Istintivamente,
ancora prima di realizzare cosa stesse accadendo, si piegò in avanti
sulla sella, lanciandosi al galoppo, mentre alle sue spalle venivano
scagliate altre frecce.
Sentiva il sibilo
dei dardi, che fortunatamente la mancavano o finivano conficcati nei
rami e nei tronchi degli alberi.
Ora poteva udire
chiaramente il suono degli zoccoli dei cavalli, lanciati al galoppo
dietro di sé, e le voci concitate degli uomini che si gridavano
istruzioni l'un l'altro:
- Non uccidetela!
La Regina la vuole viva! -
- Ha detto che la
vuole viva, non incolume! -
- Prendetela! -
- Dobbiamo
fermarla! Mirate alle zampe del cavallo! -
Pochi secondi dopo
infatti una freccia colpì in pieno l'animale che, in preda al panico
e al dolore, si accasciò a terra.
Un urlo di trionfo
si levò dal gruppo di soldati.
Belle si divincolò
in fretta dalla sella e dalle staffe, per evitare di essere
trascinata via dal suo stesso destriero, che ormai era completamente
imbizzarrito.
La ferita al fianco
pulsava dolorosamente, e la ragazza poteva sentire il tessuto della
giubba inzupparsi sempre di più del suo sangue caldo.
Cercò di non
pensare al dolore e si mise a correre più velocemente che potesse,
sentendo le voci degli uomini farsi sempre più vicine.
Ad un tratto le
tornò alla mente il dono di Red, così infilò una mano sotto la
giubba e ne estrasse il piccolo ciondolo nero, stringendolo tra le
mani e concentrandosi intensamente.
Rumpelstiltskin, Rumpelstiltskin,
Rumpelstiltskin.
Si portò il
minuscolo corno alle labbra e lo suonò, aspettandosi di udire
qualcosa.
Ma nessun suono
fuoriuscì dal piccolo strumento, e Belle sperò con tutto il cuore
che avesse funzionato.
Rumpelstiltskin
smise di filare e alzò gli occhi verso la finestra, come se avesse
avvertito un rumore provenire da fuori.
Sembrava tutto
perfettamente normale, eppure qualcosa turbava il Signore Oscuro.
Si alzò e si
avvicinò al vetro freddo e ricoperto di polvere, da quando Belle se
n'era andata infatti non si era più preoccupato delle faccende
domestiche.
Intorno al Castello
Oscuro tutto taceva, perfino il vento aveva smesso di sferzare i rami
degli alberi.
C'era decisamente
qualcosa che non andava in quella calma innaturale.
Sentiva un richiamo
insistente farsi strada nella sua mente. Un richiamo di cui non
conosceva la natura, ma che non poteva ignorare.
Rumpelstiltskin si
diresse verso una cristalliera e prese quello che sembrava un bacile
d'oro, tempestato di pietre preziose; vi versò dell'acqua fino a
riempirlo, poi vi immerse un filo d'oro, che aveva appena ottenuto
dal suo lavoro all'arcolaio.
Appena il metallo
entrò in contatto con la liscia superficie del liquido, apparvero
delle immagini vorticanti che, pian piano, divennero sempre più
nitide.
Quattro uomini
vestiti di nero inseguivano una giovane donna ferita, dai lunghi
capelli castano-ramati.
Il cuore dell'uomo
mancò due battiti: non poteva essere lei, non era possibile!
La ragazza cadde a
terra, e la neve attorno a lei si tinse di alcune chiazze rosso vivo.
Quando si voltò, e
lui riuscì a vedere chiaramente il suo volto dall'espressione
spaventata, si sentì mancare: era davvero Belle! E si trovava a
pochi passi dal Castello Oscuro, ferita e in pericolo.
Il Signore Oscuro
non perse tempo e scomparve in una nube violacea.
Belle giaceva a
terra, nella neve, incapace di rialzarsi.
Sentiva che le
forze la stavano abbandonando e la vista si faceva sempre più
annebbiata; ormai non avvertiva più neanche il dolore della ferita
al fianco.
Voleva solo
chiudere gli occhi e addormentarsi.
Non sarebbe
arrivata al castello, non avrebbe rivisto Rumpelstiltskin e avrebbe
perso per sempre la possibilità di convincerlo ad accettare il suo
amore.
Qualche lacrima
calda le solcò il viso.
I cavalieri la
stavano già circondando, ridendo soddisfatti e pronunciando parole
di scherno che Belle non riuscì a cogliere.
All'improvviso però
tutti e quattro si voltarono ed estrassero la spada, abbandonando
l'atteggiamento spavaldo e rilassato.
Qualcosa, o meglio
qualcuno, aveva attirato la loro attenzione, distogliendoli dalla
giovane semisvenuta.
L'ultima cosa che
Belle udì fu un ringhio che ben poco aveva di umano, ma che le
risultò stranamente famigliare, poi l'oscurità l'avvolse.
I soldati
osservavano Rumpelstiltskin intimoriti e vigili, naturalmente avevano
riconosciuto immediatamente il Signore Oscuro.
In altri momenti,
il folletto avrebbe potuto perfino divertirsi un po' a terrorizzarli,
ma quei maledetti avevano ferito Belle e intendevano farle del male;
non era proprio in vena di scherzare.
Lanciò uno sguardo
oltre il piccolo gruppo e vide la ragazza riversa a terra, con il
sangue che continuava a colare copiosamente dalla ferita.
A quella vista, si
sentì invadere da una furia cieca e incontrollabile.
Come avevano osato
toccarla?! Come avevano osato ferirla?! L'avrebbero pagata cara!
Il suo sguardo
doveva essere davvero terribile in quel momento, perchè tutti e
quattro gli uomini sbiancarono all'istante e indietreggiarono.
Rumpelstiltskin si
avvicinò con calma, osservandoli uno ad uno, con un ghigno malvagio
stampato in volto.
Il più robusto,
che pareva essere anche il più stupido, tentò un attacco frontale
con la spada, ma il Signore Oscuro alzò una mano e bloccò la lama
senza il minimo sforzo, mentre con un gesto fulmineo, affondò
l'altra nel petto dell'avversario e ne estrasse il cuore, ancora
pulsante.
Gli occhi vitrei
del soldato si spalancarono, terrorizzati.
Rumpelstiltskin
strinse forte le dita e ridusse il cuore in polvere.
Il cavaliere si
accasciò a terra con un verso strozzato e non si mosse più; i suoi
compagni osservavano la scena, paralizzati e sconvolti.
Il folletto si
chinò con calma e raccolse la spada del soldato che aveva appena
ucciso, poi si voltò lentamente verso gli altri tre, senza
abbandonare il ghigno malefico.
In un attimo
trapassò, da parte a parte, il corpo di due di loro, senza neanche
dargli il tempo di urlare o di fare qualunque altra cosa, poi afferrò
il terzo per il collo e lo immobilizzò ad un albero.
L'uomo tremava e
ansimava, cercando di liberarsi dalla sua presa ferrea, senza
successo.
Rumpelstiltskin
avvicinò il suo viso a quello del soldato, finchè egli riuscì a
scorgere ogni singola briciola di follia che animava, ora più che
mai, gli occhi del Signore Oscuro.
- Ora tu te ne
torni dalla tua Regina e le riferisci che se proverà di nuovo a
mandare i suoi patetici soldatini per fare del male a Belle,
provvederò io stesso a strapparle il cuore e a calpestarlo sotto i
miei stivali fino a ridurlo a un mucchietto di polvere. È tutto
chiaro? -
La voce di lui era
calma e glaciale, ma lo sguardo folle tradiva tutta la sua ira e il
soldato riuscì solo ad annuire freneticamente, per dimostrare che
aveva capito.
La presa del
folletto sulla sua gola si allentò.
L'uomo tossì e
respirò affannosamente, poi fuggì a gambe levate, inoltrandosi
nella fitta vegetazione.
Rumpelstiltskin
raggiunse Belle in un lampo e si chinò su di lei.
La ferita
continuava a sanguinare e il suo volto era pallidissimo, ma per
fortuna, non sembrava che fossero stati colpiti organi vitali.
Praticò un
incantesimo di guarigione, che rimarginò immediatamente la pelle,
poi sollevò delicatamente la ragazza tra le braccia e si
materializzò nell'ingresso del Castello Oscuro, avvolto dalla solita
nube viola.
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Capitolo 4 *** I'm here to stay ***
cap.4
Da Stria93: Ed
ecco il capitolo finale di questa breve long (sembra un gioco di
parole xD).
Spero davvero che Rumpel non risulti troppo OOC.
Detto questo, ci tengo davvero a ringraziare tutti i lettori che
hanno avuto la pazienza di seguire questa storia fino alla fine, e
ancora di più tutti coloro che hanno recensito.
I vostri commenti sono sempre apprezzati e tenuti in grande
considerazione. :)
Un bacione a tutti! <3
Stria93
Regina tamburellava
nervosamente sul tavolo, con le lunghe unghie smaltate di nero.
Detestava che la si
facesse attendere.
Qualche giorno
prima aveva ricevuto un messaggio dal capitano della squadra di
soldati che aveva mandato a catturare la ragazza.
A quanto pare erano
stati attaccati da una creatura mostruosa, che li aveva inseguiti per
tutta la notte; si erano salvati per miracolo ma avevano perso le
tracce della giovane.
In ogni caso,
l'uomo le aveva assicurato che si sarebbero rimessi a cercarla
immediatamente.
Erano ormai passati
tre giorni da quel messaggio, e lei non aveva ricevuto altre notizie.
Quanto poteva
essere difficile trovare una principessina, per nulla abituata a
viaggiare da sola e totalmente inesperta della vita, esclusa quella
ovattata di corte in cui era cresciuta?
I suoi cavalieri
erano uomini robusti e ben addestrati al combattimento e all'uso di
ogni tipo di armi, inoltre conoscevano bene le strategie per
rintracciare le loro prede, non era normale che ci impiegassero
tanto.
A meno che...
Uno sgradevole
pensiero attraversò la mente della donna.
A meno che Rumpelstiltskin non fosse
intervenuto per salvare la ragazza.
Come a confermare i
suoi sospetti, entrarono nella stanza due guardie che sorreggevano il
capitano della squadra.
L'uomo era esausto,
pallido e con i vestiti strappati e sgualciti.
Regina si alzò e,
con un gesto secco della mano, congedò le due guardie, che fecero un
rapido inchino e uscirono velocemente.
Il capitano crollò
sulle ginocchia, tremante.
- V...Vostra
Maestà. -
- Che cosa è
successo?! Dove sono i tuoi uomini? - Chiese freddamente, incurante
delle condizioni del poveretto.
- Avevamo la
ragazza, l'avevamo catturata ma il Signore Oscuro è comparso dal
nulla e ha ucciso gli altri.... -
La donna digrignò
i denti: i suoi sospetti erano dunque esatti.
- Eppure tu sei qui
e sei vivo. - Disse gelida.
L'uomo deglutì: -
Mi ha risparmiato la vita affinchè vi riferissi un messaggio. -
- Allora parla.
Cosa mai avrebbe da dirmi il Signore Oscuro? -
Il capitano esitò
un attimo, poi con la voce tremante ridotta ad un sussurro le ripetè
le parole di Rumpelstiltskin.
La regina strinse i
pugni, fino a conficcarsi le unghie nella pelle.
Quel maledetto
folletto era riuscito a salvare la ragazza e lei aveva perso la sua
unica possibilità di tenerlo in scacco; non solo, ora osava anche
minacciarla!
Si chinò
lentamente all'altezza del soldato e lo costrinse a guardarla negli
occhi.
Sorrise dolcemente
e parlò con calma: - Sai perchè il Signore Oscuro ti ha
risparmiato? -
L'uomo sembrò
confuso: - Perchè dovevo riferirvi il suo messaggio. - Rispose,
incerto.
Il sorriso della
donna si fece ancora più ampio, scoprendo i denti bianchi e
perfetti.
- Ti ha risparmiato
la vita perchè sapeva perfettamente il destino che ti avrei
riservato se avessi fallito, e temo proprio di non essere famosa per
la mia indulgenza. -
Gli occhi chiari di
lui si riempirono di terrore.
Regina, con un
rapido movimento, gli estrasse il cuore e lo strinse forte tra le
dita.
Il soldato gridò
di dolore, si portò una mano al petto, iniziando a contorcersi.
La donna si godette
la scena per un po', infine aumentò la stretta e fece cessare quel
supplizio.
Quando aprì la
mano, del cuore non era rimasta che polvere, che lei gettò via con
fastidio.
L'uomo giaceva ai
suoi piedi, immobile, gli occhi ancora spalancati e pieni d'orrore.
Lei lo scavalcò,
sollevando con grazia il vestito, come se si fosse trattato di un
semplice ramo caduto.
Si sedette davanti
allo specchio e sorseggiò piano un vino pregiato, contenuto in un
calice di cristallo, con alcuni rubini incastonati.
Il volto nello
specchio la osservò: - Cosa intendete fare ora, Vostra Maestà? -
- Non ho alcuna
possibilità di avvicinarmi alla ragazza finchè sarà sotto la
protezione di Rumpelstiltskin. Ma appena scaglierò il sortilegio
troverò il modo di separarli di nuovo, e stavolta sarà per sempre.
-
Rumpelstiltskin
portò Belle in una camera riccamente arredata, e la distese sul
letto a baldacchino.
Usò la magia per
tramutare gli abiti sporchi e insanguinati di lei, in una morbida e
candida veste.
Si sedette sul
bordo del letto e solo in quel momento si rese conto che Belle era
davvero lì, era tornata da lui nonostante tutto.
Il Signore Oscuro
sentì gli occhi inumidirsi e, con una mano tremante, scostò una
ciocca di capelli dal suo viso, spaventosamente pallido.
Come aveva potuto
mandarla via?! L'aveva lasciata in balia di Regina, che ovviamente ne
aveva approfittato subito per cercare di indebolirlo, servendosi di
lei.
Era colpa sua se
Belle aveva dovuto affrontare i soldati da sola e aveva rischiato di
morire.
Se lui fosse stato
disposto ad ascoltarla, anziché cedere all'ira e alla paura di
perdere il proprio potere, le cose sarebbero andate diversamente.
In qualche modo
riusciva sempre ad allontanare o a fare del male alle persone che
amava di più.
Prese la mano
fredda di Belle e la strinse forte nella sua.
- Perdonami Belle.
- Sussurrò.
Lei si mosse
leggermente e aprì piano gli occhi.
Quando mise a fuoco
il volto di Rumpelstiltskin, cercò di tirarsi su: - R..Rumpel... -
L'uomo la fece
sdraiare di nuovo gentilmente: - Shh. Va tutto bene dearie. Sei al
sicuro adesso, ma sei molto debole e devi riposare. -
La ragazza si
abbandonò di nuovo contro il cuscino e richiuse gli occhi.
Rumpelstiltskin
rimase a vegliarla per tutto il tempo.
Aveva paura che se
avesse distolto lo sguardo anche solo per un istante, o se le avesse
lasciato la mano, Belle sarebbe scomparsa e lui si sarebbe trovato di nuovo solo, preda del rimpianto.
La giovane dormì
un giorno intero e, quando si svegliò, si sentiva debolissima.
Rumpelstiltskin
l'aiutò a mettersi seduta e la fece appoggiare a lui.
Lei gli accarezzò
piano una guancia e gli sorrise dolcemente: - Hai visto? Sono tornata
da te perchè ti amo, Rumpel. E questa volta sono qui per restare. -
Il Signore Oscuro
si sforzò di ricambiare il sorriso, ma in quel momento avrebbe solo
voluto piangere e prendersi a pugni per essere stato così stupido e
averle causato tanta sofferenza.
- Anch'io ti amo,
Belle. Ora però devi mangiare qualcosa per riprendere le forze. -
Fece apparire dal
nulla un piatto colmo di prelibatezze e la ragazza vi si avventò,
affamata.
Rumpelstiltskin
attese che finisse di mangiare, poi con un semplice gesto fece
sparire il piatto vuoto.
Belle, che si
sentiva decisamente meglio, lo guardò : - Non ti è mai servita una
domestica, vero? Potevi fare tutto con la magia. -
Lui alzò un
sopracciglio e si esibì nel suo solito sorrisetto sghembo e
malizioso: - Dovevo pur trovare un pretesto per portarti qui, dearie.
Non potevo certo giustificarmi dicendo che mi avevi ammaliato dal
primo istante, e che volevo avere la possibilità di vedere i tuoi
splendidi occhi ogni giorno. -
La ragazza fece una
smorfia divertita.
Un secondo dopo
però l'espressione di Rumpelstiltskin si fece nuovamente triste e
seria: - Perchè sei tornata da me dopo quello che ti ho fatto? Dopo
che ti ho allontanata, rifiutando il tuo amore... -
Ci fu un attimo di
silenzio.
Entrambi sapevano
che sarebbe giunto il momento in cui avrebbero dovuto confrontarsi
l'uno con l'altra, e affrontare quello spinoso argomento.
La loro separazione
era stata dolorosa per entrambi, ed entrambi avevano pronunciato
parole dure, delle quali si erano pentiti un secondo dopo.
Alla fine di
quell'interminabile momento, però, Belle sorrise dolcemente e scosse
la testa, poi mise entrambe le mani sulle spalle dell'uomo, e lo
guardò dritto nei suoi occhi scuri da rettile: - Te l'ho detto
Rumpel. Io ti amo. -
Lo disse
semplicemente, come se quella risposta bastasse a giustificare tutte
le sue azioni e a chiudere la questione, ma l'uomo sembrava ancora
scettico e confuso.
- Come? Come puoi
amare un mostro come me? -
Belle alzò gli
occhi al cielo, non sapeva più come fargli capire che lei non
l'aveva mai considerato tale: - Perchè ho sempre visto del buono in
te. Perchè, come ti ho detto una volta, l'amore ha molti lati da
svelare ogni giorno, e non esistono due amori uguali. Io mi sono
innamorata di te, sia del Signore Oscuro che dell'uomo. Non sei
perfetto Rumpel, ma non lo sono nemmeno io...nessuno può esserlo. Ma
questo non cambia il fatto che ti amo. -
Rumpelstiltskin la
fissò intensamente e le accarezzò il viso.
Lei si avvicinò e
fece per baciarlo, ma lui frappose delicatamente l'indice tra le loro
labbra, impedendo il contatto.
Belle si ritrasse,
con un'espressione a metà tra incredula e delusa.
- Giusto. Se ti
baciassi il sortilegio si spezzerebbe e tu perderesti il tuo prezioso
potere. -
La sua voce si era
fatta più fredda, e la giovane distolse lo sguardo, sottraendosi
alle carezze di lui.
Il viso del Signore
Oscuro tradì il suo dolore, ma il suo tono, quando parlò, fu dolce:
- Ti prego, Belle, permettimi di spiegare. -
Lei si strinse
nelle spalle e annuì: - D'accordo. Ti ascolto, Rumpel. -
Lui fece un lungo
sospiro, prima di tornare a parlare, incatenando il suo sguardo a
quello di lei.
- Credimi, non
desidero altro che prenderti tra le mie braccia e baciarti fino a
quando le stelle non si spegneranno una ad una; ma il mio potere e la
magia mi servono per ritrovare una persona che ho perso tanto tempo
fa, e che ho giurato di ritrovare, ad ogni costo. -
Belle
all'improvviso capì: - Tuo figlio? -
Lui sorrise
amaramente e annuì: - Si chiama Baelfire. Da quando è scomparso in
un mondo senza magia, ho dedicato tutta la mia vita a cercarlo, a
tentare di raggiungere quel mondo. È diventata la mia missione, e
ora sono così vicino alla meta. Capisci Belle? La magia è l'unico
strumento che ho per ricongiungermi a lui, anche se non poterti
baciare è un terribile prezzo. -
- Ecco perchè ti
sei infuriato quando hai capito che il mio bacio ti stava
trasformando in un uomo normale. -
Lui annuì,
tristemente.
- Mi dispiace tanto
Belle. Quando te ne sei andata e ti ho detto che il mio potere
m'interessava molto più di te, ho mentito naturalmente; ma non
potevo e non posso rischiare di perdere la magia, non ora che
finalmente tutti i miei sforzi stanno per essere ripagati. -
Belle sospirò.
Amava Rumpelstiltskin e gli sarebbe rimasta accanto in ogni caso,
inoltre lui era stato sincero e le aveva confidato il vero motivo per
cui aveva bisogno della magia: non per sete di potere o di ricchezze,
non per fare del male alle persone...per amore di suo figlio.
Rumpelstiltskin
attendeva in silenzio la reazione di lei, tenendo lo sguardo basso;
l'avrebbe capita se avesse deciso di andarsene.
Invece Belle gli si
fece più vicina e lo abbracciò, appoggiando il capo contro il suo
petto e chiudendo piano gli occhi.
- Per il momento
questo basterà. Quando ritroverai Baelfire potremo recuperare il
tempo perduto. -
Lui, incredulo, la
strinse forte a sé e una piccola lacrima solcò il suo viso.
Belle era di nuovo
riuscita a sorprenderlo, era di nuovo riuscita a guardare oltre il
mostro che era diventato, non solo...ora era perfino disposta ad
accettare di stargli accanto, nonostante non potessero nemmeno
dimostrarsi il proprio amore con un semplice bacio.
Rumpelstiltskin
affondò il viso nei suoi capelli morbidi e iniziò a cullarla
dolcemente.
La sentì sorridere
contro la sua spalla.
Forse, dopotutto,
anche per loro ci sarebbe stato un lieto fine.
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