a chubby ginger kid with a small guitar stole my heart.

di listenedsmusic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** a new friend? ***
Capitolo 2: *** Hey, but what it's happening? ***
Capitolo 3: *** Hug? ***
Capitolo 4: *** what the f**k are you saying? ***
Capitolo 5: *** how embarrasing ***



Capitolo 1
*** a new friend? ***


A chubby ginger kid with a small guitar stole my heart.

 

 

A new friend?

 

 

 

Ciaoo, sono Cher, vi racconto tutto mentre sono in bici, va.

Eccoci, allora come vedete siamo nella periferia di Londra. Mi sono trasferita qua da poco, da circa un mese e ne sono abbastanza contenta, ho diciassette anni.

L'Inghilterra mi è sempre piaciuta a parte per il tempo instabile, ma io vado sempre e comunque in bici, è la mia passione. Non vedevo l'ora di venire qui, era il mio sogno quasi irrealizzabile, e adesso che sono qui non riesco ancora a crederci.

Caspita devo muovermi, sto facendo tardi all'appuntamento con Harry e 'sto suo nuovo amico.

Mi ha asfaltato le ovaie per settimane dicendo che dovevo conoscere questo famoso amico, Ed, si chiama, mi pare.

Ah, chi è Harry? Harry, Harry Styles, è il mio migliore amico, l'ho conosciuto quattro anni fa quando sono andata in vacanza a Londra per la prima volta.

Da quella vacanza siamo diventati inseparabili, ci siamo scambiati i numeri e ci siamo sempre tenuti in contatto e diverse volte sono andata ad alloggiare a casa sua per un paio di giorni.

Nell'ultima vacanza ho visto che la casa accanto era stata messa in affitto così rubai la carta di credito ai miei, presi i soldi per vivere comoda tre mesi, e dopo loro me la bloccarono.

Pensai di trovare un lavoro, qui e così mi trasferii da sola, scappando da casa mia, in Italia, seguendo il mio sogno.

Nonostante Harry mi raccontasse tutto di lui e delle sue milioni di ragazze non mi ha mai parlato di Ed.

Vabbè, ecco il 'café Firenze', siamo arrivati, ed ecco Harry che flirta con la barista, tipico.

Lascio la bici, mi avvicino al bancone e abbracciando Harry dico:scusa, una coca cola e, lascia in pace il mio ragazzo- dico rivolta alla barista- e noi andiamo a sederci, tesoro- dico rivolgendomi a Harry che mi fulmina con lo sguardo.
- certo Cher- mi dice arrabbiato. Ci giriamo per sederci al tavolo lasciando la barista boccheggiare confusa. Cerco di sopprimere la mia risata e ne escono alcuni striduli fermati dalla manona di Hazza.
- cavolo Cher io stavo flirtando e tu rovini tutto!-
- Ahahaha lo so, ma quella non mi convince e poi tu devi rimanere mio e solo mio, non so se ci siamo capiti!- dico guardandolo con aria di minaccia.
- ah sei gelosa?! Ahaha la mia Cher!- dice abbracciandomi. - il mio, e dico mio ricciolino.- rispondo ricambiando l'abbraccio.
Nono, non fraintendete, non stiamo insieme ma fingiamo per allontanare gli eventuali fidanzati o fidanzate, ci divertiamo così da più di un mese!
- questi finti italiani mi stanno sulle ovaie e tu lo sai- dico guardando in cagnesco la cameriera che mi porta la coca con le ginocchia traballanti, pft, principiante.
- come fai a saperlo?!- mi chiede Harry, - ti pare che lei abbia l'accento italiano come me? No. È una tipica inglese che non sa portare un vassoio.- dico squadrandola disgustata. Adesso abito qua da sola con Harry che abita nella casa accanto anche lui solo, da quanto ne sappia, per mantenermi faccio anch'io la cameriera in un bar, ma un vero bar, uno Starbucks non troppo vicino da qua. - ma sto ed?- dico sorseggiando la mia coca con la cannuccia rosa.

Okay ero un poco in imbarazzo, era la prima conoscenza che facevo a Londra, vivevo incontrando Harry ogni giorno e lavorando come una matta per portarmi a casa un gruzzolo di soldi, non sapevo che dire, io a socializzare non sono un campione anzi, mi ci vogliono secoli per fidarmi ed aprirmi agli altri, ma una volta prese le confidenze non ho alcun timore a fare le cose che faccio con Harry e tanti scherzi cattivi a volte. - umh...eccolo, ha appena parcheggiato la bici- dice sorridendogli e facendo 'ciao' con la mano.
Siamo attorno al tavolo del bar da una decina di minuti e non ho mai smesso di ridere, quando ed ha fatto la sua entrata ho trovato un ragazzo robusto coi capelli rossi spettinati e tante lentiggini, e io amo le lentiggini. Ha una maglietta verde petrolio, dei jeans neri a vita bassa e delle scarpe grandi di una marca inglese che non ho mai visto prima, abituata a vedere le converse di Harry.
Mi ha stretto la mano e poi si è seduto accanto ad Harry, loro hanno cominciato a parlare e a fare battute e io mi sono limitata a ridere e non spicciare parola. Sto ed mi sta già simpatico, è proprio una persona genuina, si, vedo tante risate tra noi tre.
Sono già le cinque del pomeriggio e devo ancora andare a fare la spesa per la cena - ragazzi io vado a fare la spesa, ci si sente, ciao Harry- dico abbracciandolo- e ciao ed è stato un vero piacere- dico salutandolo con la mano.

Lascio le monetine alla cameriera, afferrare la borsa e dirigermi verso il supermercato qua vicino.
Sto ancora frugando tra i biscotti per trovare il mio tipo preferito e quando finalmente lo afferro mi vibra il cellulare in tasca, "hey ti sei divertita? Xx Harry" " ne parliamo sul dondolo alle 20.00 okay? A dopo" gli rispondo e mi dirigo verso le casse. Appoggio tutto sul nastro trasportatore e cerco il portafoglio nella mia capiente borsa.dieci sterline e undici pounds- dice il commesso dietro la cassa, afferro una grande banconota e gliela porgo, lui mi restituisce il resto e lo scontrino - ciao Cher! - dice sorridendomi, alzo la testa dalle buste e mi accorgo che alla cassa c'era Ed in grembiule che mi porge il resto. Il mio volto diventa in tinta con i suoi capelli - oh ciao ed, scusa ma devo scappare a casa, ciao eh- dico cercando di essere il più sorridente possibile. .Arrivo a casa e preparo subito la mia cena con le poche competenze culinarie che mi son dovuta imparare per sopravvivere, alcuni piatti me li ha insegnati anche Harry, lui si che è bravo in cucina! Alle 8.00 sono già sul dondolo ad aspettarlo. - ciao stronza- mi dice Harry venendomi incontro e abbracciandomi - sciao belo - dico avvolta dalle sue braccia. - allora che ti è parso di ed?- mi dice con sguardo provocatorio - proprio un bel niente, mi fa un effetto strano, prima l'ho incontrato al supermercato e appena mi ha salutata sono diventata paonazza -dico sedendomi sul dondolo con a fianco Hazza - beh ti piace! - commenta lui in tono molto naturale - non penso proprio so a malapena come si chiama, che cosa stupida, non mi piace e poi io ho già te, sto bene così io e te fino alla fine, amici inseparabili, YO.- dico cercando di cambiare discorso e termino facendo pugnetto contro pugnetto con Harry che mi guarda stranito.- Cher non puoi restare sola a vita, devi socializzare no? Conoscere gente nuova, hai 17 anni e hai un solo amico, io. Ed è molto simpatico e potrebbe essere un buon amico anzi ne sono sicuro, dai Cher abbi la pazienza di conoscerlo meglio no? Dagli una possibilità, dai tesoro- dice convinto delle sue parole, ci penso su, ha ragione, ma di sto Ed, non lo so, cioè carino lo è , ed è anche simpatico. ci uscirò con Harry e proverò a socializzare, mi farà bene - grazie Harry, tu hai sempre la parola giusta per me, ti voglio tanto bene- dico stringendolo in un enorme abbraccio.- però ragazza tu resti sempre e solo mia, ci siamo capiti? quanti amici vuoi eh ma io sarò sempre il migliore, vero? - dice convinto dopo essersi un po' staccato dall'abbraccio - ovvio, babe! - dico ammiccando in modo sexy ma divertente. Scoppiamo in una fragorosa risata tra due amici sempre più inseparabili. Restiamo a ridere e a parlare ancora per un po' e alle 22 decido di andare in casa a dormire o guardare la tv perché sono troppo stanca - notte Harry ti voglio tanto bene, tu ci sei sempre per me e io ci sarò sempre per te ricorda, sono in quella casa li e il mio numero di telefono ce l'hai no?!- dico facendo per andarmene - buonanotte anche a te Cher lo so che ci sei sempre per me cuore- mi risponde lui tutto dolce.

 

HELL YEAAH

ciau a tutti questa è la mia prima ff, spero vi piaccia questo primo capitolo anche se non succede praticamente niente.

Recensite se volete

#unicornsrulez

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Capitolo 2
*** Hey, but what it's happening? ***


A chubby ginger kid with a smell guitar stole my heart.

 

 

 

 

 

Hey, but, what's happening?

 

 

 

 

 

 

 

 

-IT'S TIME TO GET UPPPPP!- sento Harry urlare, apro gli occhi già arrabbiata, si è lanciato sul mio letto e sopra la mia gamba

-cavolfiori Harry cosa non ti è chiaro della frase:'non saltare su di me per svegliarmi? Eh?!'- dico furibonda - il 'non'- dice lui ridendo.

Patetico.

Mi alzo e vado in soggiorno/cucina e mi prendo dei biscotti col latte. - sta sera si va in un pub qua vicino principessa- lo guardo stranito

-ti piace scherzare vero?! Non sono mai andata in un pub e non ho intenzione di provarne l'ebrezza, Harry.- dico mangiando i miei biscotti

- ma dai c'è ed che suona!- dice supplicandomi

-e a me cosa me ne importa? Niente ti dico io, non mi interessa, oggi starò con te e basta sto bene così ne abbiamo già parlato, mi basti tu Harry.- dico facendo un sorriso più grande della mia faccia

-tu ci vieni, ti farà bene, e poi lui è bravo e io non ci vado da solo okay? Okay. Dai. Tu. Vieni. E. Sorridendo. Mi. Ringrazierai. Babe.- dice convinto

- ci penso okay, e poi non ho nulla da mettermi e lo sai, non vado mai fuori e mi va bene così.-

- sei eh testarda, dai vestiti e andiamo in centro diamine!- mi risponde Harry spingendomi i camera. Mi preparo e prendiamo la metro nella stazione di Cockfosters per Green Park e facciamo una passeggiata la.

- cavolo son già le 12.00 devo andare allo Starbucks per le 14.30, andiamo a mangiare- dico trascinandolo verso la fermata della metro - okay okay andiamo da Joe's vero?- dice Harry correndo con me. Arriviamo in centro e andiamo da Joe's a mangiare il nostro solito panino con l'hamburger. Alle 14.00 mi accompagna allo Starbucks - ti vengo a prendere alle otto, come sempre- mi dice dopo avermi abbracciata

- Sisi adesso vai che fai tardi al centro commerciale!-.

Ah si lui lavora in un negozio d'abbigliamento non troppo lontano da qua, oltre il fiume.

Saluto il principale Paul e comincio a sistemare tutto.

Qui allo starbucks vengono sempre molti turisti che parlano un inglese molto stentato e ci sono sempre moltissimi clienti, non ho un attimo di pausa. Non si può mai respirare e mi capita di portare tre vassoi alla volta, oggi ho il turno al negozio di souvenir, dove di solito c'è più gente perchè pieno di ragazzini che vogliono la maglietta dello Starbucks solo per dire che c'erano ma alla fine non prendono neanche il caffè, si chiamano generazione sprecata; Come quelli che hanno la felpa dell'Hard Rock café ma non sanno una canzone dei guns n Roses che non sia 'Welcome to the jungle', generazione sprecata.

Oggi è martedì e non ci sono troppi clienti i soliti 100 turisti che si vogliono fare la foto con 'la cameriera con il grembiule e che ti dice ciao quando entri'. Nessuno vuole farsi la foto con Brittany, l'altra cameriera, troppo British e imbranata. Non voglio fare la figa ma io ho una bellezza semplice che piace alla maggior parte della gente ma che non attrae mai, sono una faccia carina da tenere nell'album 'Londra' dei turisti, niente di più, un volto fra tanti, senza grosse imperfezioni ma completamente anonimo. Uno fra tanti, è difficile che la gente mi riconosca, infatti è strano che Ed mi abbia riconosciuta al supermercato.

- vai pure a casa Cher hai lavorato abbastanza per oggi- mi dice Paul verso le cinque.

Perfetto, vado a trovare Harry al negozio, non è distante dallo Starbucks, è uno di quei negozi bellissimi e con maglie strane e divertenti, adatte a me, è a tre piani e oltre ad abbigliamento ha altri oggetti fortissimi e tra i più strani.

In questo periodo di inizio primavera ci sono gli sconti e le cose costano molto di meno e potrei dargli un occhiata per prendere una maglia decente da mettere stasera con le mance che ho guadagnato oggi e l'altra settimana.

Già, mi sono convinta, voglio sapere di più su questo Ed e sentire cosa fa, se cover o è un cantautore, se ha una bella voce.

Probabilmente starò in un angolo a dondolarmi sulla sedia, ma va bene così, voglio fare qualcosa di diverso dal solito, ecco!

Una maglietta perfetta per questa sera, è una maglia bianca a manica corta con su scritto 'music is my boyfriend' si, simpatica e in tema con il concerto, costa 8£ perfetto, con le mance per le foto di quei ragazzini svedesi di questo pomeriggio posso comprarmela.

Vado alla cassa, c'è Harry che mi saluta, felice di vedermi lì invece di essere lui a venirmi a prendere.

-OMG con questa vuoi venire al pub?- dice con la voce un po' da effeminato, io lo guardo stranita e lui continua -beh tesoro ora vieni con me e ti troviamo qualcosa di meglio- e comincia a trascinarmi per tutto il negozio -ma dai non è niente di che oggi è solo una serata al pub su! Non importa come mi vesto!- mi lamento - hai ragione tanto te lo toglierà quel vestito.- scherza Harry - vaffanculo- dico seria. Harry comincia a ridere.

Con quella faccina che si ritrova l'impronta della mia mano ci starebbe davvero bene.

Mi trattengo.

-fai in modo che non succeda- dico

-va bene Cher ma, se c'è amore- insiste.

-fai in modo che non succeda okay? Non succederà niente stasera okay niente. Sarà solo una serata noiosa okay? Non parliamone.- finalmente si arrende e capisce che non doveva toccare quell'argomento con me.

Dopo dieci minuti di silenzio continuiamo a guardare dei vestiti.

Lui mi mostra una maglietta, costa 15£, non posso permettermela. Chi paga le bollette dopo?

Metterò qualcosa che ho in armadio.

- andiamo- dico.

Odiavo accontentare Harry e ogni minuto che passa sono sempre più insicura e penso sempre di più a non andarci.

Tra una cosa e l'altra alle otto siamo già al pub, mangiamo qualcosa intanto il locale un po' alla volta comincia a riempirsi sempre più.

Verso le 9 le luci si affievoliscono ancora più di prima.

Entra Ed, applaudono in pochi, tra cui quel deficiente di Harry.

-Emh si, buona sera a tutti, Emh grazie per essere venuti, spero che quello che sto per suonare vi piaccia, userò solo la mia voce, la chitarra e una loop station per in pratica ripetere ciò che suono con la chitarra. Oh la mia chitarra si chiama Cyril.- comincia a dire titubante ed, accorda per un po' la chitarra e comincia a suonare le note della prima canzone ma subito si ferma.

-ah, io sono Edward, ma potete chiamarmi Ed.- detto questo continua premendo con i piedi dei pedali che penso siano la loop station, comincia pezzo dopo pezzo a creare la base e poi inizia a cantare.

Le dita si muovono veloci sulle corde dello strumento. La pelle pallida del viso pian piano comincia ad arrossirsi, un po' per il caldo del locale, un po' per l'emozione.

Sul braccio oltre ai peli arancioni c'è un piccolo tatuaggio, una zampa nera che è riportata in arancione anche sulla chitarra vicino alla tastiera, o bastone, come amo chiamarlo io.

Ha delle scarpe grandi, molto rovinate, con i lacci colorati dei jeans neri larghi a vita bassa, una maglietta semplice, i capelli arancioni sparati un po' ovunque dalla cera per capelli.

I suoi bellissimi occhi colore del ghiaccio guardano sempre il basso e quelle poche volte che si rivolgono al pubblico mi tolgono il fiato. Le lentiggini e la barba tenuta un po' lunga, anch'essa arancione, coprono il viso e contornano le labbra fini e rosee.

La voce angelica ma forte riempe il locale, era venuta in punta di piedi per poi scoppiare e farsi notare da tutti.

Se prima Ed era in imbarazzo mentre gesticolava cercando di parlare, invece quando canta riusce a dire ciò che vuole dannatamente bene.

Ed non è di certo magro come Harry ma neanche grasso, la sua fisionomia di certo non è una di quelle che fanno impazzire le ragazzine con l'ormone a palla.

Ma in un certo senso mi prendeva.

Harry aveva ragione, Ed ha tutte le caratteristiche per piacermi.

Finite le prime due canzoni comincia a parlare e lo ascolto con attenzione e con sguardo perso. Mezz'ora dopo finisce la sua esibizione e scende dal palco, andando verso Harry e lo abbraccia.

-grande Ed!- si complimenta Harry.

-ne sei sicuro Harry? Non so, sembravo così impacciato posso fare sicuramente meglio... Non so..- comincia a dire, mentre l'odore della cera per capelli mi riempe le narici.

-non dire cazzate Ed sei stato grande, dai facciamoci una birra- cominciano ad andare verso il bancone e io li seguo a ruota con la testa bassa senza sapere che fare

-John, due birre, tu Cher cosa vuoi?- chiede Ed fissandomi e facendo perdere un battito al mio cuore.

-Emh sono a posto così- dico in fretta evitando il suo sguardo.

Loro cominciano a scherzare e a parlare mentre io sono in disparte vicino ad Harry a giocherellare con l'orlo della maglietta ormai usurata.

Non so quanto tempo è passato ma loro hanno finito la birra.

-hazza si va a casa?-

-si amico dai vieni da me oggi vero?-

-si, quello stronzo di Joe,- impreca riferendosi a qualcuno che io non conosco che a quanto pare non si è comportato bene con lui- andiamo con la tua macchina vero?- continua.

Usciamo dal locale e Harry mi prende in disparte,

-dopo parliamo okay? Facciamo che vengo a casa tua tra un po'?- annuisco.

Vado a sedermi nei sedili posteriori mentre Ed e Harry continuano a scherzare.

Quando finalmente sono a casa mia, nel mio soggiorno mi butto sul divano e sbuffo. 'Stupida stupida stupida' continuavo a ripetermi.

Sono ancora sul divano quando Harry entra nel soggiorno

-Harry...- sussurro dal divano

-Cher che ti è successo? Eri con il sorriso durante tutto il concerto è venuto ed e non hai spicciato parola, perché?- comincia Hazza sedendosi vicino a me mettendo la mia testa sulle sue gambe.

Lo guardo dal basso mentre lui cerca di capire qualcosa dal mio sguardo

-avevi ragione- ammetto a malincuore.

-su cosa?-

-avevi ragione, Ed mi piace, mi piace senza neanche avergli realmente mai parlato. Mi piace e basta e nel modo più difficile.-

-e quale?-

-quello in cui non riesco a parlargli e riesco solo a fissarlo e come prova a parlare io lo evito e finisco subito il discorso. In quel modo- dico triste.

-senti Cher, adesso ed starà da me per un po' di tempo perché l'hanno sfrattato, divideremo le spese, anche perchè casa mia è grande quindi ci sta comodo lui. Senti quando vuoi vieni pure e prova, non so, ad interagire... dai forza Cher, adesso vai a dormire- dice facendomi alzare.

Una volta seduta mi sistemo i capelli e mi alzo, come fa lui, e l'abbraccio lasciandolo tornare a casa.

-A domani, se vuoi vieni per colazione, Ed ha portato i croissant- dice aprendo la porta di casa.

-umh okay ci vediamo!- dico già più felice.

Chiudo la porta e vado in bagno a lavarmi.

Mezz'ora dopo sono già nel letto. Metto la playlist 'buonanotte', come sempre.

Dura 45 minuti, il tempo che impiego per addormentarmi più altri quattro brani.

Ascolto attentamente i brani, sono stanca ma non riesco comunque a chiudere occhio.

Senza che me ne accorga finisce l'ultimo brano e io sono ancora con gli occhi spalancati. Decido di alzarmi per bere una camomilla, mia madre diceva che faceva prendere sonno, a me non è mai piaciuta, ma devo farmela piacere perché domani ho il turno della mattina. Merda non posso andare da Harry perché lui mangia la colazione alle otto e io devo essere allo starbucks già alle 6.30 per preparare i 'coffee to go' per i pendolari.

Preparo la camomilla calda e esco fuori in giardino, sul dondolo.

Lo so, nella periferia di Londra stare fuori sola, in pigiama, non è di certo una buona idea ma questo è sempre stato un quartiere tranquillo quindi non mi impaurisco molto. Comincio

a bere sorso dopo sorso la camomilla. Cavolo se non era buona. 'Devi berla tutta Cher, tutta' continuavo a ripetermi.

Nel silenzio della notte sento arrivare qualcuno, subito mi spavento e comincio a tornare in casa.

-Cher? Che ci fai qui?- dice Ed non appena mi alzo.

Ho preso due spaventi. Uno per la sorpresa e uno perchè c'è Ed con la chitarra in mano.

-non riesco a dormire, Emh devo andare domani ho il turno di mattina e il tuo concerto mi ha già stancata troppo, ciao- dico velocemente, così tanto in fretta che dubito che Ed abbia capito qualcosa di quello che ho detto, vado veloce dentro casa mia.

-ma....- accenna Ed e subito si zittisce, prende la chitarra in grembo e comincia a strimpellare qualcosa, canticchiare, annotando il tutto su un quadernino.

Nel giro di due nano-secondi sono di nuovo in camera mia sul letto affacciata alla finestra che da' sul giardino dove c'è Ed tutto intento a strimpellare. Per sentire meglio la sua voce apro la finestra cercando di non farmi sentire e comincio a fissarlo, incantandomi.

Dopo un po' mi risveglio da quella specie di trans e vedo che Ed mi fissa con le mani ancora sulle corde della sua chitarra.

Appena me ne accorgo chiudo velocemente la finestra e vado a dormire. 

Alle sei suona la sveglia e io mi alzo subito anche se sono stremata perché non ho chiuso occhio. Alle 6.30 sono già allo Starbucks.

Alle sette, puntuali come un orologio svezzero, apriamo e pian piano arrivano tutti i signori in completo da lavoro o in divisa, i segretari che comprano i caffè per i loro capi.

Durante queste mattine c'è una frenesia che ti fa pensare solo a

'Cosa vuole.

Collegare il nome al prezzo.

Batterlo in cassa.

Prendere le banconote.

Dare velocemente il resto.

Passare l'ordine a quelli accanto.

Rifare tutto.'

Tutto questo fino alle otto e mezza. Poi il traffico diminuisce dalle 9 alle 10 non c'è praticamente nessuno e finalmente posso riposarmi.

Ma con le 10 arrivano tutti i turisti. Il mio capo ormai neanche me lo dice, so già che devo fare da bella statuina ed essere cordiale con tutti

'carina e coccolosa,

non hai chiuso occhio,

ma resta carina e coccolosa,

ti pagano una miseria, ma tu resta carina e coccolosa,

porgi la tazza al turista, abbassati,

resta carina e coccolosa,

cheese,

sorridi,

carina e coccolosa'

continuo a ripetermi. A volte penso che mi verrà un crampo alla mascella per il tanto sorridere.

Alle 12 Paul mi libera e una volta cambiata torno a casa in bici come sempre anche se la strada è un po' lunghetta "vieni a pranzo da me vero? Harry" mi scrive Harry mentre sono ancora a metà strada, senza pensarci gli rispondo di si.

Arrivo a casa sua per le 13.00, busso, anche se ho le chiavi.

-ciao Cher!- esclama Ed sulla soglia della porta vedendomi.

-ehi- dico veloce, entro in casa e vado subito da Harry che è in cucina.

-che si fa di buono oggi?- dico sbirciando tra i fornelli.

Lui subito mi spinge fuori dalla cucina.

-sorpresa mon amour- mi dice.

Torna in cucina e chiude la porta a chiave.

Ci siamo solo io e Ed in soggiorno.

Entrambi ci sediamo sul divano, io con lo sguardo basso.

-allora come ti è andata oggi?- prova a chiedermi lui

-poteva andare meglio se riuscivo a dormire ma sono comunque ancora viva, tu?-

-oh io sono proprio felice ieri ho scritto una canzone nuova, la suonerò sta sera!- 

-ah, ma suoni anche oggi?-

-suono tutti i giorni, se trovo qualcuno che mi ingaggi, tu da quanto sei a Londra?-

-bah un mesetto, circa, tu?-

-io due mesi ecco niente di più io vengo da Halifax, non so se conosci, comunque sia sono venuto qua per realizzare il mio sogno- rispose Ed.

-fare il commesso?- dico cercando di fare un po' di umorismo.

Lui tira un flebile sorriso.

-nono, io voglio fare il cantante, emozionare le persone! Sono venuto qua a Londra in cerca di fortune, ma, non è tutto rosa e fiori, già adesso mi hanno sfrattato di casa perché il tizio del market non mi ha pagato e quindi non ho pagato l'affitto. Adesso diviso le somme con Harry ma comunque devo fare gli straordinari al negozio sempre se mi paga, quel dannato!-

-beh anch'io sono venuta qua per cambiare vita vivere il mio sogno di abitare a Londra, ma che vuoi ho 17 anni e i soldi per due mesi scarsi si vita qui a Londra. Lavoro allo starbucks e li non ti pagano molto, sopravvivo con le mance.-.

Concludo proprio mentre Harry esce dalla cucina

-il pranzo è servito- annuncia orgoglioso del suo lavoro.

 

 

 

HEEELLLL YEAAHHHH!

Ciau belless, come state? Passato bene in capodanno?

Io si, ero a casa di una mia amica (ma a voi che frega?).

Comunque sia BUON 2013 :D

Ecco il secondo capitolo, qua succede già qualcosa, è anche un po' più lungo, beh abbastanza.

Il prossimo lo pubblicherò possibilmente prima del 7 ma è tutto da vedere.

Un bacione grande grande a tutti e grazie a @Give_me_love per aver fatto la prima recensione.

TI AMO DONNA!

AMO NATURALMENTE ANCHE VOI <3

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STATEMI BENE, UN BACI GRANDE

#UNICORNSRULEZ  

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Capitolo 3
*** Hug? ***


A chubby ginger kid with a small guitar stole my heart.

 

 

Hug.

 

 

 

-Haz, che ci vuoi somministrare? Sembra buono.- dice Ed sfregandosi le mani.

-Pollo fritto, Edward!- dice Harry sorridendo.

-oddio Harreh, hai fatto il pollo fritto, come la prima volta che sono venuta a casa tua, secoli fa? Oddio che tenero- dico andando ad abbracciarlo.

-vedi, io ti sorprendo sempre, dai sediamoci- dice Harry dopo avermi abbracciata -allora, come è andata oggi?- comincia a chiedermi mentre serve il pollo a tutti.

-umh abbastanza bene dai, non ho chiuso occhio ieri notte, ma tutto sommato sempre la solita routine, niente mance oggi, c'erano dei cinesi spilorci, quindi non posso comprare niente anche perchè devo risparmiare per i prossimi mesi, tu?-

-ah niente, al negozio ho fatto l'inventario e devo tornarci questo pomeriggio per finire il lavoro e prendere gli straordinari. Ed, ti hanno dato lo stipendio?

-ma ti pare? Il vecchio ha detto che me lo da sabato, non so. Devo cercarmi un nuovo lavoro, mi sa... mi potete aiutare?-

-mh, da me no, siamo pieni...- Risponde Harry mangiando il pollo a morsi

-da me in effetti cercano personale, ma devi essere bravo e svelto...- dico io.

-ah, è vero, tu lavori allo starbucks in centro vero?-

-si, ma appunto è in centro, bisogna essere bravi-

-beh puoi insegnargli tu l'arte del cameriere, no Cher?- propose Harry.

-sarebbe un idea fantastica! Dai per favore Cher!- mi pregò Ed.

-si dai cominciate oggi, no? Tanto io devo andare a lavoro e voi siete liberi, no?-

Fulmino Harry con lo sguardo, ma sei deficiente? Cazzo. E poi come pensi che ci riusciamo qua? Eh? Hai per caso una macchina da caffe? Non mi pare.

-non si può fare qui, ma posso chiedere a Paul per vedere che si può fare- dico.

-si, ti prego Cher!-

-si va bene okay però fatemi finire di mangiare!- concludo sorridendo. Si sorrido ma sono preoccupata, per Paul per Ed, cioè devo spiegargli tutto e già sono imbranata poi lui è lui, sarò di un impacciato terribile...

-grazie, grazie, grazie, grazie!- dice Ed e mi abbraccia.

Mi abbraccia.

Mi abbraccia.

Mi abbraccia.

Mi abbraccia.

Mi abbraccia.

Mi abbraccia?

Oddio penso di morire, è un abbraccio di due secondi non vuol dire niente cioè, è solo per dirmi grazie.

Svegliati Cher, che cazzo ti stai facendo problemi, non è successo niente, stupida, stupida.

Non cominciare a fantasticare, donna, non cominciare.

Non vuol dire niente, niente.

-di niente Ed- dico dopo essermi ripresa, anche se parzialmente, sono sicura come che mi chiamo Cher di avere le guance in fiamme. Guardo il piatto e mangio, come a nascondermi.

-vado a chiamare Paul...-

-no aspetta resta qua così se magari vuole parlare con me, sono già qua!-

-io vado a lavare i piatti intnto, divertitevi!-

- Pronto?

-Ciao Paul, sono Cher...-

-Oh ciao Cher, succede qualcosa?-

-No no tranquillo, senti, hai presente che cerchi un altro cameriere al bar? Ecco, c'è un mio amico che vorrebbe prendere quel posto...-

-oh perfetto Cher! Però ha un po' di esperienza?-

-Beh, si cioè deve solo esercitarsi, sa apprendere molto velocemente-

-umh non so...- Ed mi fa segno di continuare...

-sono disposta ad aiutarlo io, possiamo venire quando è chiuso o quando c'è poca gente e non serve che mi paghi, basterebbe un giorno, sai è molto bravo, dagli una possibilità ti prego Paul!-

-Allora Cher, io ti do una possibilità però devi usarla bene, okay? Allora noi questa sera chiudiamo alle 10.00 fatti trovare al bar per quell'ora con il tuo amico, vedi di essere puntuale e soprattutto di non fare troppo casino, naturalmente dopo pulisci e la mattina vieni alle 6.15 per riportarmi le chiavi, okay? Se vuoi ti faccio fare così ogni due giorni, basta che tu sprechi meno caffè possibile, ti va bene?-

-emh, si perfetto grazie mille Paul a dopo!-

-ciao Cher-”

 

-oddio Cher grazie mille- dice Ed tutto su di giri e mi abbraccia di nuovo.

-dai su, non fare queste stupidaggini, abbiamo tanto lavoro da fare. Tu hai l'esibizione oggi, vedi di finire per le 9.45 poi andiamo allo Starbucks. E ce ne andiamo via il più presto possibile, okay? Sappi che domani era il mio giorno libero ma devo comunque andare a lavoro per riportare le chiavi.- dico spazientita alzandomi. MA CHE MI SUCCEDE? PERCHÈ MI COMPORTO COSì, CAZZO.

-oh, scusami, grazie tante davvero, possiamo fare anche un po' del lavoro qui, no? Facciamo che io devo segnare sul cellulare le ordinazioni che mi fai, associarle al conto e fare tutte quelle cosa e invece per preparare il caffè lo facciamo questa sera, ti va bene?- propone Ed un po' demoralizzato dalla mia reazione.

-va bene- dico veloce.

-lasciami solo andare un attimo a casa, devo fare un due lavoretti, vieni... tra mezz'ora va bene? Facciamo lì 'apprendistato', okay-

-si certo, a dopo!- conclude Ed.

Vado in cucina per salutare Harry che è ancora intento a lavare i piatti.

-ehi, mi hai incastrato proprio bene, eh!

-mi ringrazierai, sfighez!-

-seh okay.- conclusi e me ne andai.

 

Arrivata a casa cerca i di calmarmi un po' e preparare il tutto, dovevo concentrarmi. Ero già troppo agitata per la conversazione di prima.

Il campanello suonò.

Merda.

Aprii la porta ed entrò Edward.

-dai cominciamo- cercai di dire il più calma possibile.

Lui si sedette dietro il 'bancone' del tavolo cucina (cosìhttp://www.google.it/imgres?um=1&hl=it&sa=X&tbo=d&qscrl=1&biw=1253&bih=679&tbm=isch&tbnid=hm6XBEkQadcwrM:&imgrefurl=http://www.marinomobili.com/catalogo_consulta.asp%3Ftipologia%3D32%26nome%3Doutlet&docid=9YBJI_fNvjT0WM&imgurl=http://www.marinomobili.com/public/allegati/catalogo_27.jpg&w=1024&h=768&ei=b5jpUPD4MMzGtAawvIGYDA&zoom=1&iact=hc&vpx=955&vpy=44&dur=2786&hovh=194&hovw=259&tx=149&ty=66&sig=109834096296261484797&page=2&tbnh=139&tbnw=179&start=24&ndsp=30&ved=1t:429,r:41,s:0,i:253).

Io cominciai a recitare come una turista che non parla un buon inglese, lui storse il naso.

-hillo a coffii ples! Pig coffii- dissi cercando di non ridere.

-scusi?-

-a pig coffiii pleess!- insistetti.

-vuole un maiale?-

-a pigg coffiiii not a pig!-

-ah, un caffè grande?-

-e io che stavo dicendo scusi?-

-no ha ragione scusi lei, glielo porto subito-

-bravo, si può migliorare, ma bravo-

-solo bravo? Cavolo mi serviva un interprete ancora un po'!

-devi abituarciti, Edward. Adesso facciamo un'altra cosa.-

-che cosa?-

-devi imparare un po' di frasi in italiano, fai bella figura, ma devi avere una pronuncia esatta, okay? Cominciamo con 'Ciao'- dissi pronta a farmi due risate.

-ciea-

-AAHHAHAHAHAHAHAHHAHAAHAHAHHAHA CIAO-

Dopo un sacco di tempo non c'erano speranze, non avrebbe mai imparato a dire ciao.

-sei senza speranze ed- scherzai tra le nostre risate dopo la sua ennesima pronuncia orribile.

Si esercitò con il prendere ordinazioni ancora per un oretta.

-ci meritiamo un caffè, ti va?- gli chiesi vedendolo esausto.

-certo, ma allora tu quanti anni hai?- chiese un po' timido sedendosi sfinito su una delle due sedie del tavolo.

-diciassette, tu?-

-io diciotto-

-patente?-

-per guidare cosa? Tu hai finito la scuola?-

-beh hai ragione, ma comunque non fa male farla, può tornarti utile. Comunque sia io non ho finito la scuola, quest'anno ero in quarta, poi me ne sono andata.-

-quando avrò tempo la farò, adesso devo solo pensare a sopravvivere.-

-anch'io, ecco a te- concludo porgendogli il caffè.

Senza che ce ne accorgessimo erano già le sei, e Harry arrivò a casa dal lavoro.

Io andai di sopra a fare il conto delle bollette e dell'affitto. Cose che io non avrei mai pensato di aver dovuto fare almeno fino ai venticinque anni. Era una nuova realtà, fino a due mesi fa ero sempre con i miei genitori, che mi davano tutto ciò che volevo, più o meno, a patto che io mi comportassi bene. Avevo sempre la pappa pronta, era di certo più comodo vivere così.

Però, no. Non mi sarei mai pentita di essere scappata; di fare la cazzata, la cazzata forse più grande che io potessi mai fare.

Era una cazzata, un capriccio adolescenziale forse quello di scappare, seguire il sogno londinese? Prima di partire per quella avventura io pensavo che Londra fosse traboccante di soldi, da tutte le parti, piena di lavoro, ben pagato, bei ragazzi, tutta quella bellezza che io vedevo nelle foto, nei film, nei miei sogni ricorrenti. Secondo le previsioni dopo tue mesi possedevo un loft, un lavoro con il quale mi potevo permettere tutto ciò che volevo. Invece dopo due mesi mi ritrovai a lavorare ad uno starbucks, non poter comprare niente se non il minimo necessario per sopravvivere, mi ritrovai a piangere davanti le bollette, l'affitto, mi ritrovai ad ammazzarmi di lavoro e come unico punto di felicità della giornata la riunione al dondolo con Harry alle otto. E capii che tutti quei soldi che io sognavo traboccare c'erano, ma non di sicuro per me.

Era questo il prezzo di sognare. Ma non avrei mai smesso.

Senza rendermene conto erano già le 8.30, chiamai Harry per sapere dove fosse il pub. Era lontano dallo starbucks. Mangiai velocemente un panino e andai da loro.

Naturalmente Ed aveva già iniziato a suonare. Mi sbracciai per fargli capire che doveva muoversi.

Lui naturalmente non capì.

Il concerto finì alle 9.45, deficiente.

Non gli diedi neanche il tempo di mettere giù la chitarra, infatti la mollò ad Harry, io lo trascinai via con me, verso la fermata della metro.

Era una corsa contro il tempo e Ed era anche stanco.

Oh povero. POVERO UN CAZZO, NON CAPISCE MAI NIENTE QUELL'UOMO.

Per fortuna arrivammo alle 10.01 e lì c'era ancora Paul.

Non era certo il miglior primo incontro che potevano avere. Ed tutto sudato, Paul spazientito e assonnato, aspettava anche troppo secondo i suoi gusti, lui era preciso come un orologio svizzero.

Dopo averci fatto la ramanzina lui se ne andò, noi entrammo dentro il bar.

Spiegai velocemente ad Ed tutto il procedimento e lo lasciai fare mentre io leggevo un libro.

A volte lo correggevo.

Era mezzanotte passata quando mi addormentai sul libro, Ed stava ancora facendo pratica.

-cazzo le chiavi!- mi sveglio di soprassalto.

-calmati-

-calmati sto cazzo porca troia Harry- guardai l'orologio- merda sono le nove e mezza dovevo essere al bar alle sei e mezza cazzo cazzo- urlai alzandomi.

-tranquilla c'è andato Ed- mi tranquillizzò Harry.

-oh merda- conclusi ritornando a dormire.

 

 

Hallooooo Schatzeeeennnn

ecco il terzo capitolo dopo una settimana, è stata una settimana pesante, traumatica, oh god. Cazzo. Per fortuna adesso sono a casssa anche se torno in collegio domani mattina, quindi non cambia molto.

._.

boh sto capitolo fa schifo.

Ciau.

#unicornsrulez

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Capitolo 4
*** what the f**k are you saying? ***


A chubby ginger kid with a small guitar stole my heart.

 

 

 

What the f**k are you saying?

 

 

 

-Cher... Svegliati!-

-eh? Che c'è?-

-devo dirti una cosa, ti amo- MA CHE CAZZO?!

Oddio respira, fai la sostenuta non cadergli fra le braccia dai cazzo.

SEI UNA DONNA CHER, FATTI VALERE.

-oh- 

-e tu mi ami?-

-si...-

-YOOOOODLE YOLEEEEEEIIIIIHUUUUUUUUUU YOOOODLEEEEE YODLEEEEEE. EVERYBODY DANCE NOW UHUHUHUHUH!-

-ma che cazz...?-

-Sono.le.dodici.e.quarantacinque-

-merda- dissi cadendo giù dal letto.

Non vidi Ed, che un minuto fa mi dichiarò il suo amore per poi cantare lo yoodle e poi fare una danza imbarazzante, era tutto un sogno.

Ancora perplessa e con in mente la sua figura in completo tirolese che ballava una danza oscena mi preparai per andare a lavoro.

-Ed muoviti- dissi battendo il pugno sulla porta dell'appartamento

-eccomi- disse uscendo con i capelli arancioni arruffati e le grandi scarpe inglesi in mano.

-dai muoviamoci- dissi cominciando a camminare verso la fermata del bus.

-dormito bene?- chiese Ed.

Mi divenne in mente lo yoodle e la danza.

-Emh, si dai- dissi a stento.

Ci fu silenzio fino al nostro arrivo allo starbucks.

Li, c'erano già un po' di turisti.

Entrammo dal retro.

-buongiorno.- disse Paul porgendoci dei grembiuli.

-ciao, nuove divise?- dissi prendendole in mano.

-già, il tema è il sud Tirolo- disse Paul con un sorriso.

Lo guardai sconvolta.

-ma che cazz...?- dissi di riflesso.

-io amo il sud Tirolo e anche lo yoodle- disse Ed allacciandosi il grembiule che era uguale al vestitino del sogno.

-ma che cazz...?- riuscì solo a dire.

Per fortuna quel giorno non ci furono tanti turisti, un normale mercoledì.

Ed riuscì a fare il suo lavoro abbastanza bene, ma dovetti comunque correggerlo ogni tanto. 

-cieah!- provò a dire ad una cliente che entrava nel locale, verso le sei.

-cosa scusi? Oh, non ho tempo da perdere- disse veloce e seccata dicendo poi la sua ordinazione.

Quando se ne andò non riuscì a trattenermi dal ridere. Ed era tutto rosso e si unì alla mia fragorosa risata. 

-era l'ultima, siete liberi.- annunciò Paul.

-perfetto vado al pub, ciao! Tschüs!- disse togliendosi il grembiule tirolese con un gesto fulmineo per poi fare due passi di qualche danza delle Alpi.

Risi lievemente. 

Forse erano questi i momenti che mi facevano andare avanti nella frenetica Londra. Quelle risate, quei momenti divertenti, calmi. Con Harry, Paul, dei clienti abituali verso l'orario di chiusura che spesso si facevano una chiacchierata per parlare o forse solo per calmarsi dopo una giornata di lavoro frenetico, adesso con Ed. 

Avrei dovuto farci l'abitudine della sua presenza nella mia vita. 

Così, assorta nei miei pensieri andai fuori dal locale e feci un giro per le strade della città che già era illuminata dai lampioni e dalle insegne luminose. 

Presi quel poco che mi serviva e che potevo permettermi per la cena e poi tornai a casa.

Al contrario di come pensavo Harry non era andato al concerto(1) di Ed, infatti dopo che finii di mangiare bussò alla porta. Lo accolsi subito e ci sedemmo sul mio piccolo divanetto ikea. 

In effetti sembrava molto turbato. Parlammo un po', del primo giorno di lavoro di Ed, del mio sogno.

Ma nonostante le scene di Ed che mi fecero ridere come non mai il pomeriggio, lui sembrava comunque sempre turbato da qualcosa.

- Ma è successo qualcosa?- dissi guardandolo nei suoi occhi verdi.

Lui abbassò lo sguardo, come ad evitare tutti i contatti con me.

- no, ti voglio bene, Cher. Tu mi vuoi bene?- disse. 

Rimasi perplessa.

-si certo che domande...- dissi corrugando un po' la fronte.

Proprio non lo capivo.

Ero troppo stanca, non ci pensai più di tanto e così andai a dormire.

Lui naturalmente andò a casa sua.

Ed non era ancora tornato.

Dopo qualche ora mi svegliai, erano le 3.03, come segnava il mio orologio.

Cercai di riaddormentarmi ma non ce la feci.

Arrivai alle 6.30 con gli occhi spalancati, fissi sul soffitto. 

Mi alzai stanchissima e andai a lavoro. 

Non andai da Ed e da Harry andai direttamente al bar. 

Cercai di fare il mio meglio ma ero esausta e Dio volle che quel giorno c'era una folla oceanica e tanti turisti.

-mettiti un po' di fondo tinta- disse furibondo Paul.

-perchè?-

-perchè? Mi chiedi anche perchè? Farai una brutta figura con le occhiaie che ti ritrovi, dai Cher sù metti fuori quel sorriso che fa vendere i caffè dai, carina- disse in tono di rimprovero e come a dire 'fai in fretta'. 

Ma che cazzo?

Ero una specie di puttana dei chicchi di caffè?

Ma dove siamo? Si, proprio mi vedo.

Io con un completino sexy che l'unica cosa che non fa vedere è il pudore, con dei chicchi che mi piovono a pioggia sopra i miei seni prosperosi, con il push up naturalmente, perché sennò con queste due noccioline che mi ritrovo sotto la maglia non vendo neanche oro gratis, e sotto la scritta 'macinami come un chicco'

ECCO LA STARBUCKS POTEVA DIVENTARE UNA CASA DI 'PIACERE', IDEA FANTASTICA! 

Non protestai e feci come detto.

Dovevo abituarmi a queste cose.

Ed? Oh Ed non lo vidi molto quel giorno era impegnato almeno quanto me. Lo vidi solo in orario di chiusura, verso sera, avevamo fatto entrambi gli straordinari. 

C'è n'era bisogno.

-allora, niente gig sta sera?- provai a dire sulla metro per casa.

-no, tempi duri per gli artisti-

-immagino, anche tu straordinari vedo..- dissi come a chiedergli il perchè.

-eh si, devo comprare le corde nuove e volevo mettere via un po' di soldi non guasta mai.-

Annuì in segno di consenso, anche perchè non sapevo che cavolo fare. Odio queste situazioni anche perchè nella maggior parte dei casi dico qualcosa di stupido.

-bella maglietta- provai a dire imbarazzatissima.

-come? È una maglietta bianca, bucata per giunta.- disse guardandosi il petto.

Ecco, lo sapevo, sempre la solita. Arrossii come una deficiente e tacqui fino ad arrivare a casa. 

-ciao- dissi debole prima di entrare in casa.

 

 

 

 

(1) precedentemente ho sempre chiamato queste esibizioni di Ed concerti. Come avete visto sono solo esibizioni, delle 'gig' come le chiama lui, ristrette e senza grande pubblico. Semplicemente non pensate a grandi concerti con folle immense. Parlo di brevi esibizioni nei pub più sconosciuti londinesi con un pubblico di ubriachi, ecco, più o meno è questo il concetto di 'concerto' che io intendo almeno in questa parte del racconto.

 

Cieah racazze!

Capitolo un po' sclerotico, lo so.

Ma mi è venuto fuori così, so yolo.

Btw, non avviene niente di interessante in questo capitolo, non è neanche tanto lungo, penso.

Spero che comunque vi piaccia, se avete consigli critiche o altro da dirmi sarei davvero felice se mi scrivereste una recensione!

Beh che altro dire, è finito il quadrimestre e ieri avevo gli scrutini.

Il destino è deciso *musichetta da film drammatico*

okay, vado, saluti

#unicornsrulez

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Capitolo 5
*** how embarrasing ***


A chubby ginger kid with a small guitar stole my heart.

 

How embarrassing..

 

 

-Deficiente la prossima volta se vuoi proprio fare una camminata magari non farla a mezzanotte- continuavo a ripetermi stringendomi nel cappotto che avevo da almeno tre anni e che teneva ancora caldo, ma non abbastanza per quella fottuta notte congelata londinese.
Ebbene si, alle undici ero andata a dormire ma non riuscendo a farlo ho avuto la bellissima idea di fare una passeggiata per schiarirmi le idee. Ero in un parco, abbastanza grande e che con lo svantaggio della notte non riuscivo a riconoscere. Non pensavo a come tornare a casa, pensavo solo a camminare e far respirare il cervello. Avevo gli auricolari alle orecchie, un po' per farmi compagnia e un po' perché avevo sempre avuto paura degli assassini e sentendo la musica non ci pensavo più di tanto.

-Ma che cazzo ci faccio qui?- Dissi sedendomi su una panchina dopo non so quanto tempo di camminata. Mi aspettavo di stancarmi, tornare a casa e dormire come un ghiro e invece niente, ero solo più sveglia di prima.

La playlist andava avanti mentre io avevo sfocato la vista e vedevo i lampioni come grande palle bianche, fin da piccola mi divertivo a farlo, a mettere a fuoco e sfuocare le cose continuamente, e adesso lo facevo per isolarmi un po' da tutti.

Nessuno passava.

Poi vidi una persona con il cappuccio che camminava. Mi cagai in mano, ma la felpa era colorata, non poteva essere quella di un killer mi ritrovai a pensare. Oppure si era vestito così per non dare nell'occhio, pensai, stupida. Misi a fuoco la figura che stava passando per quel parco: CAZZO ERA ED!

Stetti zitta, un po' per lo shock, un po' perché se lui mi avesse vista mi avrebbe chiesto che cazzo ci facevo li.

Restai con gli occhi strabuzzati per dieci secondi poi quando lui era a circa quindici metri da me (abbastanza per non farmi sgamare) cominciai a seguirlo, non per stalkerarlo ma piuttosto per trovare la via di casa.
Feci rumore senza volere con la ghiaia.
Imprecando mi nascosi dietro ad un albero vicino, aspettai due o tre minuti e poi riuscii allo scoperto.
Mi scontrai con qualcuno/qualcosa che mi cadde addosso e insieme cademmo sulla ghiaia, appuntita, di quel maledetto parchetto, ah, naturalmente io ero sotto di questo qui.
-scusi- dissi rossa di vergogna.
-Cher?- disse in un sospiro sorpreso. Ero sconvolta anch'io.
Mentre il mio culo veniva beatamente infilzato da quella grigia ghiaia il peso di Ed mi teneva a terra e mi schiacciava contro il suo petto.
Ci guardavamo negli occhi, e mi accorsi di poter sentire il suo cuore battere contro il mio petto, il mio andava altrettanto veloce, non tanto per la paura della caduta, ma per qualcos'altro, forse proprio lui. Potevo sentire il suo odore, come lui poteva sentire il mio, potevo sentire il suo fiato calmarsi pian piano, come faceva il mio;
-woah! Che ci fai qui?- disse per interrompere il silenzio.
-non ho sonno- dissi secca, invece non riuscivo proprio a dormire.
-beh neanche io- disse come per rispondere alla domanda che io non gli avevo posto. Gli sorrisi lievemente, imbarazzata.
-hai intenzione di alzarti, così posso tornare a casa oppure...?- dissi seccata
-certo- disse lui alzandosi- andiamo- finì incamminandosi.
Arrivata a casa andai subito a dormire, era quasi l'alba e io avevo il turno a lavoro, insieme ad Ed.
La sveglia mi fece aprire gli occhi alle 6 in punto. Imprecai, desideravo restare nel letto per sempre, poi però mi resi conto che se ci restavo tra un po' sarei finita per strada, così mi feci forza. Alle 6:30 ero già dentro allo starbucks e si prospettava una grande enorme giornata di merda.
Venti minuti dopo entrò Ed che sbadigliava ancora con i capelli rossi del tutto disordinati. Sbuffai.
Non sapevo perché ma la sua presenza mi faceva un effetto strano, tra l'irritabilità e il formicolio ai piedi.

 

Hey.

Dopo secolorum ecco il capitolo... stavo pensando di smettere di fare la ff poi mi è venuta l'ispirazione per i prossimi capitoli quindi ho deciso di rispolverarla. Ormai nessuno se la cagherà più ma, se la vie (?).

grandi sconvolgimenti nel prossimo capitolo (penso).

Beh scusate la mia assenza ma dire che questo ultimo periodo è stato una merda è riduttivo °L°, già.

Comunque sia, alla prossima, spero di ricevere qualche recensione anche per dirmi 'sei 'na merda non aggiorni da secoli' emh lol...

ciau ciau

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csòcsò.

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