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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Summer! - Capitolo 1 *** Capitolo 2: *** Arrivo a Hogwarts! - Capitolo 2 *** Capitolo 3: *** Lezioni & Rivelazioni *** Capitolo 4: *** Grifondoro vs Corvonero... Quidditch e nuove idee *** Capitolo 5: *** Il primo anno è terminato *** Capitolo 6: *** Ai nuovi studenti, benvenuti, agli altri, bentornati *** Capitolo 7: *** Avventura nella foresta *** Capitolo 8: *** Terzo ingrediente *** Capitolo 9: *** Un altro anno è passato ***
Questa storia è dedicata ai miei personaggi preferiti, i Malandrini, e
li accompagnerà per sette anni, i sette anni a Hogwarts
Questa storia è
dedicata ai miei personaggi preferiti, i Malandrini, e li accompagnerà per
sette anni, i sette anni a Hogwarts. Amori,
avventure, equivoci, caratterizzeranno le loro vite,
la vita di RemusLupin, Sirius Black, JamesPotter e PeterMinus, totalmente diversi tra loro, ma i cui destini ben
presto si incroceranno… Recensite,su, è importante!
“Possibile che la vita sia così piatta?”
Una ragazza era appoggiata al davanzale della finestra di
casa sua, osservando il paesaggio circostante. Era tutto immerso nel verde, e
le foglie nel suo giardino avevano riflessi dorati a causa del sole che, simile
ad una sfera di cristallo, riscaldava tutt’intorno.
Solo una leggera brezza estiva muoveva molto lievemente i
capelli rossi della ragazza.
“La vita è piatta…. Ma allo stesso tempo
misteriosa”
Lily Evans si stava ancora
chiedendo cosa significasse quel sogno….
***
Flash Back
Un posto strano. Non
lo ricordava molto bene, ma era comunque strano,
mistico… magico! Grandi tavoli, candele luminose sospese in un cielo stellato,
una miriade di ragazzi e ragazze che mangiavano a quei tavoli, ridevano,
scherzavano tra loro… Lily, però, ne ricordava, per un motivo che non riusciva
a precisare al suo cuore, quattro in particolare.
Chi erano
quei ragazzi? Cos’era quel bellissimo posto?
***
Lilyera ancora
affacciata alla finestra, osservando con i suoi occhi verdi il cane dei vicini
che scodinzolava allegramente inseguendo una farfalla,
quando sentì una voce che la chiamava dal basso.
“Lily! Scendi, tesoro, è arrivata
una lettera per te!”
La ragazza era abbastanza sconcertata. Non riceveva lettere
da quando aveva litigato a morte con quella che un tempo era stata la sua
migliore amica, Roby, all’età di…. Nove anni, più o
meno, non riusciva a ricordare, era confusa, nella sua mente c’era solo il suo
sogno.
Un ragazzo si avvicinò
a lei.
“Ciao… sei nuova?”
Nel sogno, Lily annuì,
guardandosi ancora intorno spaesata.
“Mi chiamo Lily…”
aveva detto, ravviandosi i capelli dietro le spalle, e dando
un’occhiata anche agli altri tre ragazzi, che li guardavano sorridendo.
“Io sono…” aveva detto
il ragazzo, ma a quel punto tutto era stato interrotto da un raggio di sole,
che penetrando attraverso i vetri della finestra l’aveva svegliata.
“Lily!” la voce cristallina di sua madre la richiamò ancora
dalla cucina. La ragazza rivolse un dolce cenno di saluto a Chris,
il figlio dei vicini, che in gran segreto aveva una cotta per lei, quindi si
fece sbrigativamente una coda di cavallo, lasciando che qualche ciuffetto
sbarazzino le ricadesse sul volto, poi scese.
Incrociò per un istante lo sguardo della
sorella Petunia, poi raggiunse sua madre.
“Lily, tesoro, è arrivata questa lettera per te!”
L’undicenne afferrò la busta, chiusa da un’H circondata da
quattro animali, un leone, un serpente, un tasso e un corvo, e iniziò a
leggere.
__
Lontano da casa Evans,
si stava svolgendo una scena più o meno simile.
Un ragazzo, con capelli castani e occhi ambrati, era steso
sul suo letto, gli occhi segnati da cerchi neri, l’aria stanca, il fiso minuto.
Rabbia. Frustrazione.
Dolore.
Erano questi i sentimenti che provava in quel momento.
Accarezzò il suo cane, che uggiolò teneramente.
“Vedi” disse in un sussurro. “Se tu
non fossi scappato nella foresta, quel brutto giorno dell’estate di cinque anni
fa, tutto questo non sarebbe successo”.
Il cucciolo lo guardò con i suoi grandi occhi, e il ragazzo aggiunse. “Ma non te ne do colpa….
La colpa è tutta del destino!”
Remus, seduto sotto il portico della sua casa in
vacanza, accarezzò il suo cane e osservò la luna piena.
“Vedi, Sparky? Non ti sembra una sfera di cristallo? E’ bella,
no?”
Il cane abbaiò in risposta.
“Mamma e papà non ci
sono, quindi siamo soli. Che facciamo?” chiese il
piccolo Remus.
Il cane non rispose,
ma si alzò in piedi e iniziò a correre verso la foresta che si stagliava di
fronte a loro.
“Ehi… lo sai che mamma
e papà non vogliono che corri via!”
Un ululato lo fece
rabbrividire.
“Sparky?
Dove sei?”
Remus si era inoltrato nella foresta, ma non
vedeva più nulla. Non sentiva neanche più l’abbaiare del suo cane, ma solo
alcuni ululati in lontananza.
“Sparky?”
All’improvviso
un’ombra si stagliò davanti a lui, e Remus gridò di
paura. Era… un mostro. Canini aguzzi, aveva il corpo di un lupo, ma nel viso aveva tratti umani… e il piccolo cane era davanti a lui,
guardandolo con occhi spaventati.
“Sparky!
Torna qui!” il lupo si avventò contro il cane, ma Remus si mise in mezzo…
Da allora i ricordi
sono molto confusi, e dopo un po’, il piccolo Remus
si svegliò nel letto di casa sua, con un braccio
ferito e con la sensazione che la sua vita non sarebbe stata più la stessa…
Una donna dall’aria energica entrò nella piccola camera, e Remus si tirò su a sedere.
“Mamma! E’ arrivata….?”
Sul volto della donna si aprì un largo sorriso. “Sì Remus, è la lettera da Hogwarts!”
Il ragazzo saltò in piedi e afferrò la busta.
“Sai, è da tanto che non ti vedevo sorridere così…”
Il ragazzo rispose con un’allegra scrollata di spalle, poi
lesse tutto d’un fiato la lettera.
“La scuola inizia il primo settembre, e abbiamo bisogno di
un bel po’ di roba!” disse lui, scostandosi alcune ciocche di capelli dagli
occhi.
“Sì… inoltre ho consultato il calendario lunare, e la
prossima luna piena ci sarà due giorni prima di Hogwarts… credi di potercela fare?” chiese la signora Lupin con aria preoccupata.
“Sì, ce l’ho sempre fatta…”
“Lo sai, ho sempre ammirato questo tuo modo di affrontare la
vita, così… positivo!”
Remus sorrise.
“Domani andiamo a fare compere a DiagonAlley?”
“Certo, poi ci prenderemo un bel gelato! Ti va?”
Il ragazzo annuì, e la madre, dopo avergli arruffato i
capelli, uscì dalla camera, così lui poté nuovamente stendersi a pensare.
“Positivo? No, mamma, non sai
quanto ti sbagli. Io mi tengo tutto dentro, per non far soffrire te e papà… Non
posso sfogare la mia rabbia… nelle notti di plenilunio non hai idea di quanto soffra, rabbia e frustrazione, ma anche paura. Paura di non
essere accettato, di non essere normale!”
___
Lily finì di leggere la lettera, e le sue mani erano così
tremanti che il foglio di pergamena cadde a terra, sotto gli occhi stupiti di
sua madre e di sua sorella.
“Sono…. Una strega” fu tutto quello che disse.
Sua madre, con sguardo interrogativo, prese la lettera, e
quando finì di leggere, spostò i suoi occhi azzurri in quelli di Lily.
“Oh… tesoro! E’ così inusuale, ma
così… MAGNIFICO!”.
Lily sorrise, e Petunia, che non
aveva capito nulla, sbuffò e corse in giardino.
“Bisognerà procurarsi tutto e… oh! Abbiamo
una strega in famiglia, non è meraviglioso??”
Lily solo allora iniziò a rendersi veramente conto della
situazione. Prima quel sogno, quei ragazzi, poi quella lettera…. Tutto
collegato? Tutto scritto nel destino?
___
IL GIORNO DOPO…
Remus si svegliò con il sole negli
occhi, e il suo primo pensiero fu “DiagonAlley!”. Saltò giù dal letto e dopo una rapida doccia,
raggiunse sua madre che lo aspettava, raggiante.
“Oggi è giorno di compere, eh?” e Remus
annuì, contento.
Non sarò amico di
nessuno. Nessuno vorrà starmi vicino. E come potrò
dimostrarmi amichevole con qualcuno, essendo io stesso a conoscenza del peso
che porto con me da cinque anni?
DIAGON ALLEY
“E’ davvero un posto magico!” esclamò Remus,
guardandosi intorno con occhi spaesati.
“Sì, e sapessi quante volte ci sono
venuta con tuo padre! Qui ci siamo conosciuti, sai? Al primo anno… all’inizio
non volevo sentir parlare di lui, che mi invitava
sempre a uscire con lui, poi ho ceduto” la signora Lupin
sorrise, lo faceva ogni volta che ricordava il suo passato.
“Abbiamo preso tutti i libri e la bacchetta. Ti piacerebbe
se ti comprassi un gufo?”
“Ma certo!”
“Bene, allora tu intanto vai da Madama McClan
per la divisa” Remus annuì, e si diresse verso il
piccolo negozio.
La sua entrata fu annunciata da uno scampanellio, e subito
fu raggiunto dalla proprietaria del negozio, che lo fece salire su una pedana e
iniziò a accorciargli la divisa.
“Spero solo che non noti i graffi…”
I suoi pensieri furono interrotti da un allegro “Ciao!”. Remus si girò e vide che vicino a lui c’era un ragazzino
con capelli neri arruffati, occhi nocciola e un paio di occhialini
appoggiati sul naso.
“Anche tu al primo anno a Hogwarts?”
“Sì…” rispose Remus, pensando contemporaneamente:
“Illuso, non mi parleresti mai se sapessi chi sono
veramente…”
“Io sono JamesPotter!
Spero tanto di capitare a Grifondoro, Tassorosso e Corvonero non fanno
per me, e Serpeverde neanche a parlarne! Ehi, mi stai
ascoltando?”
“Eh? Ah, sì”
“Come ti chiami?” chiese il ragazzo, sprizzando allegria da
ogni poro.
“RemusLupin…”
“Remus, sai cosa mi piacerebbe fare? Giocare a Quidditch,
come cercatore, perché sono piccolo e agile, e queste
sono le qualità giuste per un cercatore. Boccino, hai le ore
contate!” esclamòJames, agitando il pugno in
aria. Remus ridacchiò, poi, appena vide sua madre fuori dal negozio, prese la sua divisa e si fiondò via, tirando un sospiro di sollievo.
__
Appena arrivò a casa, il suo sguardo
cadde sulla fotografia sul camino, raffigurava tutta la famiglia e il piccolo
cane di Remus. E il peggio
era che la foto era stata scattata in estate… quell’estate.
“Perché non vai sopra a schiacciare
un pisolino?” propose la signora Lupin, e il figlio
annuì.
Salì le scale e si buttò sul letto, dove sprofondò quasi
subito in un sonno tormentato da incubi.
Continua…
***
Allora, che ne dite? Recensite!
Una recensione non costa niente e aiuta l’autore a scrivere
meglio!
Capitolo 2 *** Arrivo a Hogwarts! - Capitolo 2 ***
1 Settembre, stazione di King’s Cross
1 Settembre, stazione di King’s Cross
Sirius
Black si divincolò dalla stretta della madre, e la guardò con occhi furenti.
“Lasciami subito!” i suoi occhi
blu erano fiammeggianti d’ira.
“Eh no, caro mio, vedi di
capitare nella nobile casa di Serpeverde, altrimenti
te la vedrai con me e con tuo padre!” detto questo, l’austera donna si
allontanò a passo svelto, battendo rumorosamente i tacchi sul pavimento.
Sirius
sospirò, ancora un po’ arrabbiato, poi diede un’occhiata
all’orologio e sobbalzò quando vide che erano le undici meno cinque minuti.
“Permesso… scusate… permesso!”
esclamò, urtando praticamente tutti i passanti che gli
lanciarono occhiate torve, e attraversò velocemente la barriera del binario 9 e
¾. Essendo la prima volta, si trovò parecchio spiazzato nel vedere quel via-vai
di piccoli maghi, del primo anno, ma anche più grandi. Gettò un’occhiata di
sbieco a sua cugina Bellatrix, che doveva frequentare
il quarto anno, poi salì sul treno.
Percorse tutto il corridoio, ma
non trovando uno scompartimento libero, dovette per forza entrare in uno
occupato da due ragazzi.
“Ehm… scusate… posso sedermi?”
Idue ragazzi, che erano impegnati in una
partita a SparaSchiocco, si voltarono verso di lui, e
uno di loro due, un ragazzino con capelli neri tutti arruffati e occhi castani,
sorrise e disse: “Certo, vieni!”
Sirius
si sedette, e prese a scrutare con uno sguardo che doveva sembrare torvo i due
ragazzi, poi prese a guardare il paesaggio fuori dal
finestrino.
“Ehm… io sono JamesPotter” disse
il ragazzo, poi indicò l’altro, un tipo un po’ grassoccio. “Lui è PeterMinus”
“Sirius
Black” disse il ragazzo a denti stretti.
Prima che uno di loto potesse rispondere qualcosa, la porta dello scompartimento
si aprì di nuovo, e ne entrò Remus. Prima che potesse dire qualcosa, uno dei tre ragazzi saltò in piedi.
“Ehilà, Remus!”
Remus
lo guardò stupito. “Cosa…?” si interruppe,
riconoscendo in lui il ragazzo che aveva incontrato da MadamaMcClan.
“Uh… James”
si sforzò di fare un mezzo sorriso. “Ciao…”
“Ti va di sederti qui?” chiese James, dopo aver fatto le dovute presentazioni.
“Ok”
disse Remus, e un minuto dopo essersi seduto accanto
a Sirius si addormentò profondamente.
“Caspita, aveva molto sonno”
ridacchiò Peter.
“No, non credo, guardatelo, ha
l’aria non troppo sana…” disse Sirius, che iniziava a
trovare simpatici quei ragazzi.
“E’ vero, è pallido e ha le
occhiaie. Lasciamolo dormire!” aggiunseJames.
“Ma gli
farà bene mangiare qualcosa” obiettò Sirius.
“In effetti…” ridacchiò Remus, che a causa di tutti quei rumori si era svegliato.
I tre ragazzi si voltarono di scatto, poi sorrisero.
“Proprio adesso sta passando il
carrello dei dolci! Cosa prendiamo?” chiese James con la sua solita allegria.
“Un po’ di tutto, direi…” dissePeter.
“Sì, però direi di prendergli
qualche Cioccorana, lo tirerebbe su di morale!”
esclamò Sirius.
“A me?” chiese Remus, un po’ stupito.
Questi ragazzi mi stanno davvero rivolgendo la parola?
“E a
chi sennò? Su forza, mangia” dopo aver preso i dolci, James
gli infilò con la forza una Cioccorana
in bocca, quasi facendolo soffocare.
Gli altri due scoppiarono a
ridere, Sirius prima che potesse
pensarci.
Sirius, sei un Black, che ti salta in mente di ridere e scherzare con questi
ragazzini?
“Sirius?”
una voce lo riportò alla realtà, e vide James che lo
scuoteva. “A che pensi?”
“Non credo che siano affari
tuoi!” sbottò il moro, lasciando l’altro praticamente
di stucco.
“ehm… ok,
ok, come vuoi” si sforzò di fare un mezzo sorriso.
“Allora, assaggiamo le gelatine?”
***
I ragazzi passarono tutto il viaggio
a ridere e scherzare, chi più (James e Peter), chi meno (Sirius e Remus), poi finalmente, alla luce di una pallida mezzaluna,
videro in lontananza un’ombra che si stagliava nel cielo, un imponente castello
con molte torri, che emanava un’aura magica.
“E’ Hogwarts!”
gridò James, facendo trasalire Remus
che stava di nuovo per addormentarsi.
“Già…” disse Peter
sorridendo, e si alzò in piedi, proprio mentre il treno si fermava e si udiva
una voce che gridava “Primo anno! Primo anno da questa parte!”
I quattro ragazzi uscirono dal
treno e si unirono alla folla, poi furono guidati da Hagrid
su una delle barche.
“Avete visto che bello?” domandò
Peter, guardando sognante la luce che si rifletteva
sul lago.
“Sì, ma ho sentito parlare di
una piovra, non vorrei che scegliesse questo momento per farci una visitina…”
lo prese in giro Sirius, e Peter
lo guardò con gli occhi spalancati.
“Stavo scherzando” si affrettò a
precisare Sirius.
Hagrid
li raggiunse. “Ragazzi, poiché non c’è più posto sulle altre barche, dovrete
ospitare un’altra inquilina…” ridacchiò, mentre James
diceva “Non c’è problema!” Hagrid fece salire una
ragazza dai capelli rossi sulla barca, che oscillò leggermente, poi si fermò.
“Ehm…” disse lei, dopo un attimo
di silenzio imbarazzante. “Io sono Lily Evans”
I ragazzi si presentarono,
poi ritornò il silenzio.
“Ehm….” Remus
si schiarì la voce.“Anche
tu al primo anno di Hogwarts?”
“Sì, io….”
Lily si interruppe.
Quando la barca passò sotto la luce della luna, lei
guardò per la prima volta in faccia quei ragazzi, e il cuore le balzò in gola.
Lily si guardò intorno, e si ritrovò in una stanza enorme, con candele
luminose che pendevano da un cielo stellato.
Le si avvicinarono quattro ragazzi, e uno di loro avanzò verso
la ragazza, le scrutò gli occhi verdi e disse: “Ciao, sei al primo anno di Hogwarts?”
“Sì, sono Lily Evans…” replicò lei
timidamente.
“Io sono…”
“JamesPotter…” mormorò Lily.
“Cosa?”
chiese Sirius.
“Niente, niente…” Lily
indietreggiò, e le grida di Remus e James non arrivarono in tempo…
“Lily, sta attent…..”
Lily fece qualche passo
indietro, e cadde dritta nel lago.
“Oddio, Lily!” gridò Peter, attirando l’attenzione degli altri ragazzi più di
quanto avesse fatto il tuffo della ragazza.
Le reazioni furono diverse: Peter gridava a più non posso, Sirius
guardava il punto in cui Lily era caduta con espressione allibita, Remus si lasciò sfuggire un verso
di sorpresa, e James, dopo aver spalancato gli occhi,
era scoppiato in una risata sguaiata.
Non è possibile, non è questo il modo di iniziare l’anno… sono caduta nel lago! Sono davvero caduta nel lago! Che vergogna… eppure quei ragazzi… sono loro, ne sono certa,
sono loro!
Lily aprì gli occhi, e vide
chini su di sé i quattro ragazzi, altre facce sconosciute e un’anziana strega.
“Fatemi passare!” disse quest’ultima. “Sono una professoressa,
fatemi passare!”
“Come si chiama?” chiese.
“L-l-l-…” tentò di dire James
tra le risate. La professoressa, che altri non era che
la McGranitt, lo fulminò con un’occhiata.
“Lily Evans”
disse Remus.
“Signorina Evans?
Mi sente?” domandò la professoressa,
“Sì… sì, sto bene”
“Sono lieta di saperlo… dopo mi
spiegherà come le è saltato in mente di sporgersi in quel modo dalla barca, ma
ora è meglio che entra, si cambierà e verrà a cena, per la cerimonia dello
Smistamento”
Lily annuì, poi si rialzò, ansimando
leggermente, con la divisa e i capelli che ancora grondavano acqua.
James
e Sirius, dimenticandosi ogni dignità, le scoppiarono
a ridere in faccia.
“Siete…. Spregevoli!” fu tutto
quello che lei disse, correndo via e trattenendo a stento le lacrime.
Un sogno, uno stupido sogno!
E’ solo questo!
Eppure…
***
La sala grande era illuminata a
giorno da una miriade di candele sospese nel vuoto. Lily, che cercava di
dimenticare l’accaduto, ancora bagnata, si unì al gruppo di ragazzi del primo
anno che dovevano essere smistati.
La ragazza, proprio mentre la
prof McGranitt tirava fuori un vecchio cappello, si
voltò e i suoi occhi incrociarono quelli di James,
che le fece una linguaccia.
Lily cercò di controllarsi.
“Io lo strozzo…. Io lo strozzo….”
Sussurrò.
“Chi strozzi?” disse una voce
accanto a lei. La ragazza si girò e vide il ragazzo che si era presentato come RemusLupin, che le rivolgeva un
mezzo sorriso.
“Sei venuto anche tu per
deridermi?” l’attaccò.
“No, affatto” disse lui in tono
calmo, ma prima che potesse aggiungere altro, il cappello iniziò la sua
filastrocca, e parecchi ragazzi lo guardarono stupiti.
Quando
ebbe finito, iniziò lo smistamento.
Dopo alcuni nomi, la
professoressa chiamò:
“Black, Sirius!”
Sirius
avanzò, e si calcò il cappello sulla testa.
Un altro Black, eh? Questo però non è come gli altri..
vedo coraggio, sì, vedo lealtà…Grifondoro!
Dal tavolo di grifondoro scoppiò un applauso, mentre gli giunsero
mormorii stupiti da quello di serpeverde.
No, no… non è possibile! Ecco, ci mancava solo questa… No, no!! Non è
possibile… “La pecora nera della famiglia”, ecco cosa sono per mia madre. Ora
lo sarò ancora di più.. No, no!
“Evans,
Lily!”
Lily avanzò incespicando, poi si
sedette sullo sgabello, e il cappello pronunciò quasi subito:
“Grifondoro!”
Lily si alzò, sorridendo per la
prima volta in quel giorno, e andò a sedersi al tavolo di grifondoro,
dove era scoppiato un applauso.
“Lupin,
Remus!”
“Grifondoro!”
“Minus,
Peter!”
“Grifondoro!”
“Potter,
James!”
“Grifondoro!”
I tre ragazzi si sedettero al
tavolo dei grifondoro, dove scrosciavano applausi a
più non posso.
“Sirius,
che c’è? Non sei contento?” chiese Remus,
osservandolo con i suoi grandi occhi.
“Sì, come no…” borbottò lui,
osservando James che tormentava Lily e Peter che li guardava, sorridendo.
Dal tavolo dei professori si
alzò Silente, il preside.
“Che la
cerimonia abbia inizio!”
***
Secondo capitolo!!! Yuppy!! Non ci posso credere! Il fatto è che l’ho dovuto
scriver tre volte: la prima volta è saltata la corrente, la seconda si è
bloccato il PC… buaaah!! :p :p
^_^ cmq eccomi qui!! Che ne
dite!! Aspetto i vostri commenti!!!
Ne approfitto
x i ringraziamenti:
-Joanne: ma grazieee ^_^ troppo buona ^_^ spero che leggerai anke questo capitolo!! Ciau!!
-Lucrece: davvero? Wow,
caspita! ^^ cmqRemus è il
mio personaggio preferito in assoluto, anke il tuo? Grazie
del commento!
-Ninfea: ma ciau!! Grazie anke a te! Ho letto la tua fic, e
l’ho anche recensita, è bellissima!! W I MALANDRINIII!!!
^___^
-Diana: thanksthanks! Davvelo ti piace? (me
commossa ^^) graziee!! ^^
-SanaeNakazawa:
thanks 1000 anke a te!!quanto
sia bello leggere queste recensioni! O sì? :p in ogni
caso graziee!!
-Cho89: glassiee ^///^ cmq hai ragione, W I MALANDRINI!!!
Presto scriverò il prossimo
capitolo!!!!
Raga, seguite questa
innocente freccetta? Glassieee ^///^
1 Settembre – scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
1 Settembre – scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
“Secondo voi quale sarà la prima
lezione?” chiese James, con la bocca piena di pollo e
patate.
“Mah…” l’unico a rispondere fu Peter, che sembrava, in effetti, l’unico che prestava
attenzione a James.
Lily sbrindellava nervosamente
con i denti un pezzo di bistecca, con gli occhi che
mandavano ancora lampi di rabbia, e Remus tentava di
tirare su il morale a Sirius.
“Grifondoro
è una bellissima casa, sai” tentò di consolarlo. “E
poi hai visto, ci sono tante persone simpatiche, e poi…”
Sirius
non gli diede il tempo di finire la frase, e si alzò di scatto, sotto gli occhi
stupiti dei presenti.
“Tu non puoi capire!” sbottò.
“Tu non sei un Black, nella mia famiglia siamo tutti Serpeverde,
per mia madre sono sempre stato il disonore della famiglia, ora sarò praticamente fuori! Tu non puoi capire, tu
non hai problemi!”
Ormai il silenzio era piombato
nella sala, si sentivano solo le risatine dal tavolo di Serpeverde,
con tutte le probabilità provenivano da Narcissa e Bellatrix Black.
Remus
si alzò in piedi, alzando lo sguardo per guardare negli occhi Sirius.
“Che ne
sai tu dei miei problemi?” disse il ragazzo a denti stretti. “Se secondo te essere a Grifondoro
e non a Serpeverde significa essere inferiori, vuol
dire che tu sei così pieno di pregiudizi da esserlo!”
Detto questo, sotto gli occhi
sbalorditi di tutti, girò i tacchi e si diresse a passo svelto verso le scale
che portavano al dormitorio di Grifondoro.
“Remus…!”
gridò James, e gli corse dietro, immediatamente
seguito da Peter. L’ultima fu Lily, che, dopo aver
gettato uno dei suoi sguardi di fuoco a Sirius e aver
borbottato un “Sarai contento, adesso!”, poi raggiunse la scala di Grifondoro.
“Signor Black” disse la
professoressa McGranitt, che si era alzata dal tavolo
dei professori. “La prego di ascoltarmi. Ogni casa è nobile, che siaSerpeverde, Grifondoro, Tassorosso o Corvonero. Se lei è stato smistato
a Grifondoro un motivo ci sarà. Adesso fili a
raggiungere i suoi compagni nella torre di Grifondoro”.
Sirius,
tenendo gli occhi bassi, si avviò verso il suo dormitorio, e quando entrò,
ricordandosi la parola d’ordine che un Prefetto gli aveva detto durante la
cena, trovò in quest’ordine Lily, Peter,
Remus e James seduti su un
divano, tutti furenti.
“Ehm…” Sirius
si schiarì la voce, e appena Remus si accorse della
sua presenza, si alzò di scatto, afferrò un libro molto grande e disse “Sarà
meglio che vada” e subito sparì nel suo dormitorio.
La Sala Comune era rischiarata
solo dalle fiamme del camino, che disegnavano strane
ombre sui volti dei ragazzi.
“Sarà meglio che tu vada a
scusarti, amico” disse James, attorcigliandosi
attorno al dito una ciocca di capelli di Lily. La Evans rispose con un ceffone in piena faccia, cosa che fece
ridacchiare James.
“Già… uhm… forse hai ragione”
disse Sirius a bassa voce, e James
gli rispose con un sorriso.
“A Grifondoro
ci sono tutte persone leali e amichevoli, e tu sei così. Vedrai,
ti troverai bene”.
**
Dormitorio maschile di Grifondoro
“Ehm… Remus?”
chiamò Sirius, guardandosi intorno alla ricerca di
una sagoma in uno dei letti che denotasse la presenza
dell’amico.
“Che
vuoi?” gli giunse una voce fredda.
“Senti, io… volevo…
scusarmi, sai, mi sono reso conto che ho detto tante stupidaggini…”
“Dì pure str….”
“E mi volevo scusare, ho capito
che Grifondoroè una casa
meravigliosa e che mi sono basato solo sui pregiudizi delle mie cugine….”
Nessuna risposta.
“Eehm…
che ne dici di ricominciare tutto daccapo?” sorrise, pur sapendo che Remus non poteva vederlo.
Dal buio gli giunse una
risatina. “Piacere, Remus
Lupin”.
“Sirius Black”
E
allora il silenzio fu rotto dalla risata dei due ragazzi, che non accennava a
smettere, una specie di risata liberatoria, che fu l’inizio di una nuova
amicizia.
***
Ilgiorno dopo…
“Ragazzi! Sveglia!”
Sirius
si girò nel letto, borbottando un “Sta zitto!”, un secondo
prima che il cuscino di James lo prendesse in
piena faccia.
“Sei impazzito, sono le otto!”
“La colazione è alle nove, devi
sbrigarti, è il primo giorno!” il cuscino gli fu educatamente “restituito”, e
poi James lo tirò a Remus.
“Che
succede?” chiese questo con voce ancora assonnata.
“Sveglia pigroni!!” James improvvisò un balletto in mezzo alla stanza,
rovesciando parecchi bauli e facendo strillare a più non posso
il gufo di Remus, e in mezzo a quel trambusto l’unico
a dormire ancora della grossa era Peter.
“Svegliatevi, non siete
eccitati, è il primo giorno di scuola!” gridò James,
tirando Remus letteralmente giù dal letto e facendolo
atterrare nel baule di Sirius.
“Hurrà” borbottò Remus, tentando di alzarsi senza calpestare niente.
James
iniziò a saltellare per la stanza, ma fu interrotto da un bussare alla porta.
“Non fate tutto questo chiasso,
c’è gente che cerca di dormire!” gridò una voce stridula.
“E’ la Evans” sussurrò Sirius
ridacchiando. “Mi sa che si è presa una bella cotta per uno di mia conoscenza
che si chiama JamesPotter…”
“COS’HAI DETTO BLACK?” gridò
Lily al di là della porta.
“Ho detto….” Tentò Sirius, ma Lily strillò.
“Evans,
mi sa che adesso si saranno davvero svegliati tutti” James
ridacchiò, e Peter, che si era appena svegliato,
sedeva sul letto stropicciandosi gli occhi.
“Maledetto Potter”
disse lei, poi i ragazzi udirono i suoi passi
allontanarsi.
James
scoppiò a ridere, immediatamente seguito da Sirius.
“Su, scendiamo a fare colazione!”
Dopo un po’ erano già tutti
pronti.
“Ci pensate? La nostra prima
colazione a Hogwarts!” gridò James,
provocando la reazione infastidita di Lily che stava passando di lì.
“Rumoroso come al solito, Potter?”
“Evans,
pretendi davvero di diventare prefetta al primo
anno?” la canzonò James, poi i quattro ragazzi si
allontanaronocapeggiati da James che ridacchiava a più non posso.
La seconda persona che
incontrarono fu Bellatrix. Non fu una conversazione
molto lunga, perché la cugina di Sirius si limitò a
sussurrargli “Vedrai, la reazione di tua madre non si farà aspettare”, a
rivolgere un sorrisetto sardonico agli altri tre e ad
allontanarsi sbattendo rumorosamente i tacchi dei suoi sandali, tanto per
annunciare a tutti la sua presenza.
A colazione i ragazzi mangiarono
porridge e succo di zucca, poi finalmente poterono
andare alla prima lezione.
“Uff…
speravo che fosse difesa contro le arti oscure” disse Remus,
guardando il suo orario. “Invece oggi non ce l’abbiamo!”
“La prima ora è trasfigurazione,
poi incantesimi, e poi avremo finalmente l’occasione di sperimentare le
provette da chimico del professor Watson…”
“Magari, se facciamo esplodere
il laboratorio sarà licenziato?” chiese Peter,
speranzoso.
“Oppure
Silente ci darà un premio per aver distrutto il lavoro di quello che è
considerato dagli altri alunni il professore più temibile di Hogwarts?” chiese Sirius
sorridendo.
“Oppure”
disse una voce alle loro spalle, facendoli sussultare. “Probabilmente si
darebbe da fare per espellere quattro alunni tanto indisciplinati da parlare
così alle spalle di un professore”.
Il professor Watson,
docente di pozioni, era davanti a loro, guardandoli con espressione torva, con
un piccolo sorrisetto stampato sulle labbra sottili.
“Ehm…” fu tutto quello che disse
Remus.
“Noi…” aggiunse James, facendo un sorriso che (sperava lui ^^) doveva risultare accattivante.
“Oh, non c’è bisogno di
spiegazioni, Lupin e Potter…”
iniziò. “E Black e Minus….
Non posso togliere punti a Grifondoro, dato che siamo solo al primo giorno dell’anno scolastico, ma
state attenti…” disse a denti stretti, muovendo pochissimo le labbra. “Vi terrò
d’occhio”
Detto questo si allontanò,
lasciando i quattro ragazzi lì nel corridoio, che erano
impegnati in pensieri vendicativi contro il professore.
“Ecco, ora capisco cosa
intendono gli altri studenti. Per qualche innocente frasuccia…”
disse James sorridendo.
“Beh, forse non avremmo dovuto…”
iniziò Remus, poi però aggiunse: “Beh, vi annuncio
che siamo clamorosamente in ritardo alla nostra prima lezione”.
I ragazzi corsero per quello che
a loro sembrò un sacco di tempo, come se avessero le ali ai piedi.
Appena arrivati davanti all’aula
di Trasfigurazione, Sirius ansimò, poi disse con grande fatica: “Non mi sembra che quest’anno
sia iniziato nel migliore dei modi, no?”
Remus
alzò gli occhi al cielo ed entrò in aula, seguito dagli altri tre.
***
Aula di Trasfigurazione
“Oh, vedo che finalmente i
signori Potter, Lupin,
Black e Minus ci hanno degnato della loro presenza!”
li accolse la professoressa McGranitt.
“Il professor Watson ci ha trattenuti…” disse James, tentando di giustificare lui e i suoi amici.
“Capisco, signor Potter. Ora, se finalmente avremo l’onore della vostra
attenzione, sedetevi… Potter, accanto aEvans. Black, accanto a Malfoy. Minus e Lupin in quel banco vuoto” disse velocemente la
professoressa.
Tra tutte le persone presenti qui, pensò James,
la McGranittdoveva mettermi
vicino all’unica persona che mi odia?
“Potter,
possibile che sai solo arrivar tardi a lezione e prendere in giro la gente?”
disse Lily in un sussurro, aggrottando le sopracciglia.
“Evans,
non mi sembra di averti fatto niente di così grave, quindi, per favore,
smettila di comportarti come la tipica so-tutto
e lasciami in pace” rispose James, il cui umore non
era esattamente alle stelle. Lily arrossì leggermente, poi,
afferrato il messaggio, si voltò dall’altra parte.
Intanto Sirius
stava osservando attentamente in suo vicino di banco, un ragazzo smilzo, con
capelli biondi chiarissimi e occhi grigi.
LuciusMalfoy, d’altro canto, non lo degnava
d’attenzione, anzi, era troppo impegnato a tirarsi indietro i suoi
capelli.
“Bene” disse la professoressa McGranitt. “Da tanti anni la mia prima lezione è stata
sempre questa (che originalità – commentò Sirius a
bassa voce) , dovete trasfigurare un fiammifero in un
ago. Al lavoro!”
La stanza fu invasa da mormorii
e incantesimi, ma la prima che riuscì a trasfigurare il fiammifero fu Lily.
“Molto bene, signorina Evans” disse la professoressa, prendendo in mano il fiammifero
che era diventato metallico e più acuminato. “Cinque punti a Grifondoro. Qualcun altro?”
Ci riuscì anche Remus, e un ragazzo di Serpeverde
di nome ClarkValleys,
facendo guadagnare cinque punti alle rispettive case.
“Beh, non è stato male, no?”
chiese Remus, trasportando parecchi libri.
“Parla per te! Io non sono riuscito a fare niente, anzi, il fiammifero mi pareva
addirittura più marrone” disse James, sconsolato.
Sirius
rise. “Ma dai, era solo la prima volta! Pensa a Peter…”
“Infatti”
disse quest’ultimo, con aria triste. “Il mio
fiammifero ha addirittura preso fuoco!”
“Magia oscura involontaria”scherzò James,
arruffandosi i capelli.
“Ma và”
aggiunse Sirius.
Furono oltrepassati da Lily, che
dopo quello che le aveva detto James
non aveva più rivolto la parola a nessuno dei quattro.
“Ora saliamo in dormitorio,
prendiamo il libro di incantesimi e scendiamo?”
propose Remus.
“Salgo io” propose James. “Voi restate qui, li prendo io per tutti”.
James
salì in dormitorio, e appena entrò, lo sguardo gli cadde sul baule di Remus.
“Chi ha buttato tutto all’aria?”
disse ad alta voce il ragazzo, afferrando un paio di libri e
una divisa di ricambio e rimettendoli nel baule, poi il suo sguardo cadde
su un foglio aperto.
Avvisami quando ci sarà la prossima luna piena. E
non temere, noi saremo sempre con te. Se non ti senti
bene, chiedi a Silente.
Bacioni, mamma.
“Luna piena? Sentirsi male?” si
domandò il ragazzo, poi prese la lettera e la mise nel libro di
Erbologia. Infine prese il libro di Remus, ancora pensando a quelle parole, e scese.
James
si era promesso di non fare parola a nessuno di quello che aveva letto,
dopotutto non era giusto ficcare il naso negli affari degli altri.
Ma
passava il tempo a Hogwarts, e per due mesi di
seguito Remus, quasi nello stesso periodo, diventava
sempre più stanco, sembrava malato, con borse sotto gli occhi e aria stanca.
Nelle sere, e ora che James ci pensava, erano proprio quelle di luna piena, Remus spariva improvvisamente, dicendo di non sentirsi
molto bene, e andava in infermeria. Una volta i tre amici avevano
provato ad andarlo a trovare, ma Madama Chips, la
giovane infermiera, glielo aveva impedito.
Passata la seconda luna piena da
quando erano arrivati a Hogwarts, James
decise che era il momento di chiedere spiegazioni.
Però i sospetti sono infondati… le uniche prove sono quella strana
lettera, e due assenze, nello stesso periodo, durante la luna piena, e Remus, proprio in quel periodo, non è stato
bene… voglio vederci chiaro.
“Remus?”
James si avvicinò al ragazzo, che, poiché era appena
passata la luna piena, era steso sul divano, e sembrava non avere la forza di
muoversi. Subito i due furono raggiunti da Peter e Sirius.
“Dimmi, Remus…
che hai fatto ieri?”
Remus
sussultò leggermente. “Ehm… ve l’ho detto, non mi sono sentito molto bene, sono
stato in infermeria..”
“Anche il mese scorso, nello
stesso periodo..” aggiunseSirius, scrutando l’amico.
“Io..
non sto bene, ve l’ho detto”
“Remus,
non te l’ho mai detto, ma nel tuo baule, una volta, ho trovato una lettera di
tua madre…” disse James, con espressione tra il
colpevole e il preoccupato.
Remus,
stavolta, sussultò più forte, e balzò in piedi.
“L’hai letta?” sussurrò.
Ecco. Gli unici amici, gli unici ragazzi con cui mi sia
mai divertito, hanno scoperto quello che non dovevano scoprire. Accidenti, non
ci voleva. Ora lo saprà tutta la scuola, e sarò considerato un ibrido, un
pericolo per tutti… Ma il destino, perché proprio a me doveva
fare una cosa tanto crudele? Perché?
“Beh, sì…” disse James.
“Vedi Remus,
noi siamo tuoi amici, e con gli amici si condividono i momenti belli e quelli
brutti, e agli amici si confessa ogni cosa. Allora, cosa fai
nelle notti di luna piena?”
Gli occhi di Remus
si riempirono improvvisamente di lacrime. “Io… io non posso dirvelo”
“Ma
perché?”
“Perché
altrimenti non vorreste più sentir parlare di me!” queste parole gli uscirono
di getto, quasi uno sfogo.
“Ma
come ti viene in mente una cosa simile!” disse Sirius,
afferrandogli il braccio. Poi si pentì di averlo fatto.
Il braccio di Remus era interamente percorso da un lungo, profondo
graffio che ancora sanguinato.
“Mio dio…” mormorò Peter, e Remus abbassò gli occhi.
Sirius
respirò profondamente, poi gridò, facendo sussultare tutti: “Adesso tu ci dici
che combini in quelle maledette notti di luna piena, immediatamente!”
Maledette notti di luna piena? Non sai quanto hai ragione…
“Io… io….” Disse Remus. “Io.. sono un lupo mannaro!
Contenti?”
E, sotto gli
occhi di James, Sirius e Peter, corse nel dormitorio, sbattendo la porta dietro di
sé.
***
Un altro capitolo finito!! Anche stavolta ho delle
persone da ringraziare:
-Joanne
-Lucrece
-Ninfea
-Diana
-SanaeNakazawa
-Cho89
-Mary
-Elizabeth Potter
-Arwen_Undomiel
-Lanya
Grazie raga!! Sono commossa!!!
*_* continuate a seguirmi!! Siete mitiche!!!!
Capitolo 4 *** Grifondoro vs Corvonero... Quidditch e nuove idee ***
James, Peter e Sirius si guardarono in faccia, leggermente sorpresi
James, Peter
e Sirius si guardarono in faccia, leggermente
sorpresi.
“Lupo Mannaro?” sussurrò Sirius.
“Ma esattamente, che c’era scritto
in quella lettera, James?” chiese Peter.
“Beh, diceva qualcosa tipo – Attento alla luna piena, se hai
bisogno mandami un gufo…- , ma non ricordo molto
bene!”
“Beh, qualunque cosa c’era scritto,
ora dovremmo andare da Remus, no?” chiese Peter.
“Sì, probabilmente lui ci ha tenuto nascosto il suo segreto
perché pensava che se lo avessimo saputo non avremmo più voluto avere a che
fare con lui, per paura, per disgusto….” Aggiunse James.
“Come può aver pensato una cosa simile? Davvero pensava che
ci saremmo basati su pregiudizi come quegli stupidi serpeverde!”
James sorrise, il suo era un
sorriso sincero, che gli si allargò man mano sul viso.
“Sono felice di sentirti dire queste cose!”
Sirius ridacchiò. “Allora, andiamo
da Remus?”
**
Sono un Lupo Mannaro,
un essere pericoloso, da evitare…
Anche gli unici amici
che mi ero fatto a Hogwarts
se ne sono andati…
Hanno fatto come gli altri,
mi evitano, cercano di stare il più lontano possibile da me…
La luna ha voluto
punirmi? Bene.
Dopotutto io sono uno
da evitare… sapevo che sarebbe finta così. Non un
amico, non una persona che mi vuole bene, non qualcuno che vada al di là della parola “Lupo Mannaro”.
Ma posso davvero biasimarli?
Dopotutto non potevo
davvero aspettarmi che mi dicessero: “No, Remus, non ci importa, noi siamo tuoi amici, e l’amicizia va al di là
di ogni pregiudizio…
Dovevo aspettarmelo?
I pensieri di Remus furono interrotti
dallo scatto di una serratura che si apriva.
Il ragazzo balzò sul letto, il volto rigato dalle lacrime, e
vide davanti a sé le ultime persone che si era aspettato di vedere ma che, in
fondo in fondo, voleva vedere.
“Che volete?” sbottò. “Avete davanti
a voi un lupo mannaro, perché non scappate? Perché non ve ne andate?”
I tre ragazzi si sedettero vicino a lui.
“Allora, mettiamo in chiaro una cosa, Remus:
non siamo come…. Come loro”.
“Sì, a noi non importa, potresti essere un lupo mannaro, un
molliccio, un Troll…” disse James,
e Peter si fece scappare una risatina alla parola “Troll”. “… ma sei sempre Remus, no? Noi siamo tuoi amici, non ti
abbandoneremo!”
“Volete dire che… non vi importa?”
chiese Remus, cominciando a sentirsi più sollevato.
“E’ ovvio che non ci importa!”
disse Sirius, sorridendo.
Davvero lo hanno
detto?
Remus tirò su col naso, e
finalmente sorrise.
Ci furono dei minuti di silenzio imbarazzante, che James spezzò con la sua solita allegria: “Allora, che ne
dite di fare quel maledetto compito di pozioni?”
Tutti scoppiarono a ridere, e Remus
più di tutti, perché era finalmente certo di aver trovato degli amici… amici
veri.
“Sta per iniziare la stagione del Quidditch”
annunciò James, presentandosi davanti ai suoi tre
amici che stavano tranquillamente studiando in biblioteca, e sbattè sul tavolo e sulle pergamene, sollevando una nuvola
di polvere, un enorme tomo.
“Non vedo cosa c’entri con la difesa contro le arti oscure”
disse Sirius, posando la penna sul tavolo.
“Beh, in effetti non c’entra, ma
devo dirvi due cose importanti” annunciò, e Remus,
che era letteralmente immerso nella lettura di un libro di erbologia,
abbassò il tomo e squadrò l’amico.
“Che devi fare con un libro sulla
difesa contro le arti oscure?”
James sospirò, tentando di creare
un effetto di suspence. “Per prima cosa, domani ci sarà la prima partita di Quidditch, Grifondoro contro Corvonero, noi
ci saremo, no?”
“E lo chiedi?” disse Peter, che con i suoi nuovi amici stava acquistando un po’
più di sicurezza…. Giusto un po’.
“James… non è questo il motivo,
vero?” chiese Sirius.
“Beh, in effetti… del Quidditch
vero e proprio si parlerà l’anno prossimo, quando diventerò cercatore” sorrise.
“Volevo farvi vedere questo”
Aprì il tomo a un paragrafo, dove
si poteva leggere facilmente “Lupi Mannari”.
Remus lo guardò, aggrottando le
sopracciglia. “Sai, non c’è bisogno di sbandierare ai quattro venti che…”
“No, no” disse James. “Leggete
qui….”
Tre paia di occhi si fermarono su
un piccolo paragrafo.
I Lupi Mannari,
posseduti dalla Luna Piena, non sono consci di quello che fanno nelle notti di
plenilunio. Non accade di rado che un Lupo Mannaro aggredisca una persona,
anzi, succede a qualunque persona si trovi nei paraggi
del Mannaro.
Ma i Lupi Mannari,
detti anche Licantropi, non aggrediscono gli animali, qualunque tipo di animale, che sia un’aquila, un cane, un gatto, e anche
animali magici come gli Unicorni non vengono aggrediti dai Licantropi.
“E allora?” fu tutto quello che
disse Sirius.
“Ma non capite? Remus,
nelle notti di Luna Piena, non deve stare da solo! E noi, se imparassimo a
trasformarci in animali….”
“Ragazzi! E’ una follia!” disseRemus, preoccupato.
Invece Sirius
parve piuttosto interessato. “E come faremmo?”
“Beh, ho letto in un libro che i maghi-animali si chiamano “Animagus”, e bisogna studiare molto e
essere maghi esperti per diventarlo! Noi potremmo farcela… dovremmo studiare
molto, è vero, ma potremmo stare vicini a Remus nelle
notti di luna piena, non permetteremmo che si faccia male….”
“Per me è un’ottima idea, mi associo” sorrise Sirius.
“Anch’io” disse Peter.
“MA SIETE FUORI?” gridò Remus. “Dovrete studiare un sacco, diventare Animagi illegali, poi, non registrati nel registro del
Ministero! E tutto questo per starmi vicino nelle
notti di Luna Piena?”
“Beh, per un amico questo e altro…” disse Sirius.
“Ma…ma….”
“Niente ma, e inizieremo da domani a studiare” tagliò corto James, poi disse: “Allora, chi mi fa copiare i compiti di
Pozioni?”
I quattro amici scoppiarono a ridere, anche Remus, che iniziava a sentirsi più rilassato.
Ho degli amici
fantastici, che non solo non si sono allontanati da me, ma fanno anche di tutto
per starmi vicino… Animagus!
***
Il giorno dopo…
“Sirius! Remus!
Svegliatevi!” gridò James, bersagliandoli con tutti i
cuscini che riusciva a trovare. “Peter!”
“Possibile che tutta le mattine
dobbiamo essere svegliati così?” borbottò Sirius,
nascondendo la sua testa sotto il cuscino, o meglio, i cuscini.
“Oggi c’è la prima partita di Quidditch!
Ma dico, vi svegliate? Forza!” gridò, tirando giù dal
letto Peter, che atterrò cozzando la testa. “Grifondoro contro Corvonero, ma
vi rendete conto? E un giorno ci sarò io come
cercatore, sì, e allora Grifondoro trionferà, e…”
“…. E ora chi lo fermerà più?”
disse a bassa voce Sirius, e ridacchiò, vedendo James che saltellava per la stanza tentando di afferrare un
boccino immaginario.
Poco dopo si trovavano tutti ad assistere alla prima partita
di Quidditch dell’anno.
James era seduto tra Remus e Sirius, e nonostante i
giocatori non fossero ancora entrati, saltava sugli spalti e faceva il tifo
sfegatato per Grifondoro.
Un po’ più lontana, seduta tra due compagne di dormitorio, Karen e Jade, sedeva Lily, con lo
sguardo fisso nel vuoto.
“Ed è stato allora che lui mi ha
sorriso e ha detto…. Lily, mi stai ascoltando?” chiese Karen,
infatti il suo argomento preferito erano i ragazzi e
solo i ragazzi.
“Eh? Ah, certo, Karen” disse Lily
con voce vaga.
“Ehi? C’è nessuno?” domandò
l’amica, agitando la mano davanti agli occhi verdi di Lily.
“Certo” disse lei, riscuotendosi. “Quando
inizia la partita?”
“Dovrebbe iniziare a momenti” rispose Karen.
“Sempre che qualcuno di mia conoscenza sia abbastanza presente da capire che
siamo sugli spalti di un campo di Quidditch…” disse,
e le due ragazze si voltarono verso Jade, che
osservava con aria sognante il quartetto, James e gli
altri.
“Eh? Cosa?”
“Lo sai benissimo… avanti, chi ti piace dei quattro?”
“Non so davvero di cosa state
parlando” ribattèJade,
arrossendo vistosamente.
Fu “salvata” dall’entrata in campo dei giocatori di Quidditch.
“Ehi, guardate!” strillò con voce acuta Karen.
“Inizia la partita!”, mentre Liy pensava “Ma che
troveranno di tanto interessante in una partita di Quidditch…”
Dagli spalti si alzò un boato, e i giocatori di Grifondoro e Corvonero entrarono
in campo.
Si levò una voce dagli spalti. “E accogliamo con un applauso
i mitici Williams, Rood, Havely, Lively, Woods, Spinnet e Queen!!”
Sussurri da parte della McGranitt.
“Ah, sì… e anche i giocatori di Corvonero… Patil, Mason, Morgan, Terence, Haille, Walker eGreen...”
“La partita ha inizio! Subito la Pluffa è conquistata da Havely di Grifondoro, i migliori,
e la passa a Lively, ma interviene Morgan di Corvonero che con una
mossa…” stava per dire ‘sleale’ ,
ma un’occhiata della McGranitt gli fece capire che
non era il caso. “…. Con una mossa sottrae la Pluffa
a Lively, e si dirige verso la porta! Williams si
prepara a parare… tira, è un tiro difficile da parare..
e infatti il tiro va a segno, 10 a 0 per Corvonero…”
il cronista era parecchio seccato, tanto che per poco non lanciò via il
microfono (bacchetta amplificata) dagli spalti.
“La Pluffaè di
nuovo in gioco, conduceRood di Grifondoro! Per poco non viene
colpito da un bolide, abilmente dirottato da Woods!
Forza Queen, trova il boccino!”
James seguiva la partita a bocca
aperta, lo stesso valeva per Sirius e Remus, mentre Peter era impegnato
a guardare altrove…
“Anche il cercatore di Corvonero, Green, è impegnato nella ricerca del boccino,
intanto Haille respinge un bolide lanciatole da Spinnet…. Forza con quella Pluffa,
ragazzi! Havely si avvicina con la Pluffa alla porta, scarta il portiere Patil
e SEGNA! 10 a 10! Mitici Grifondoro! La Pluffaviene conquistata da Morgan di Corvonero e…”
“Ragazzi, i Grifondoro stanno
andando forte, vero?” chiese James, agitando la sua
sciarpa rosso.oro.
“Già…” rispose Remus. “Non avevo
mai assistito a una partita dal vivo!”
“Beh, io solo una volta, ai mondiali con mio padre!” disse Sirius.
“Tu, Peter?”
chiese James.
“Eh?”
« Ehilà, ci sei ?? » chiese Sirius.
Intanto la partita era 30 a 20 per Grifondoro.
“EQueen
di Grifondoro avvista il boccino! Sfreccia verso il
boccino, evitando un bolide dirottato da Walzer di Corvonero,
evita il cercatore avversario Green e… LO AFFERRA! GRIFONDORO VINCE!!”
Dagli spalti dive sedevano i Grifondoro si levò un boato, James
aveva perso ogni contegno e saltava sui gradini, Remus
e Sirius gridavano a più non posso agitando la
sciarpa in aria e Peter applaudiva, anche se si
vedeva lontano un miglio che aveva la mente altrove.
Persino la McGranitt esultava con
le lacrime agli occhi!
I giocatori di Grifondoro si
ritirarono negli spogliatoi, e James, rientrando a Hogwarts con i suoi amici, disse: “Un giorno io sarò lì, ma
ci pensate!?”
“Per ora no… infatti non abbiamo
finito i compiti di Erbologia” gli ricordò Remus.
“Erbologia?” Sirius
storse il naso. “Ma dai, abbiamo studi più importanti
da fare!”
E detto questo, si allontanarono
nel corridoio, ridendo spensierati.
***
Un altro chappy!!!
Yuppy!!!
Me commossa *_* ringrazia Joanne, Lucrece, Ninfea, Diana, SanaeNakazawa, Arwen_Undomiel, Cho89, mary, Elizabeth Potter, Lanya, Marina, Aira e sabrina!!!Grazieeeeee!!!
*_*
I giorni passavano allegri e spensierati a Hogwarts per i quattro
ragazzi
I giorni passavano allegri e spensierati a Hogwarts per i quattro ragazzi. Certo, c’erano i periodi
“no”, ma se si hanno amici come Remus, James, Sirius e Peter, tutto passa, e si ricomincia
a vivere sereni.
Intanto James, Sirius
e Peter continuavano a studiare per diventare Animagus. Non era per niente facile, e man mano iniziavano a rendersene conto.
“Animagus… è più di un livello da
MAGO! E’ difficile, e poi è illegale” aveva detto loro Remus
un giorno, tentando di dissuaderli, ma in fondi i suoi amici sapevano che al
ragazzo faceva piacere, era una grande prova di
amicizia.
Era un soleggiato giorno (per quanto possa esserlo un
pomeriggio di febbraio), ma non era un giorno qualsiasi. Infatti,
quella sera ci sarebbe stato il Plenilunio.
“Mi dispiace tanto che non possiamo starti vicino…” disse James, giocherellando con il manico della sua borsa dei
libri.
“Non potreste comunque, lo sapete
benissimo che una volta lupo non rispondo più delle mie azioni” disse Remus con un mezzo sorriso.
“Tra qualche anno ce la faremo, vedrai” ammiccò Sirius, sfogliando distrattamente un tomo sulle Arti
Oscure. “E poi ci siamo documentati nel modo migliore,
no? Con i libri del Reparto Proibito…”
“Forse non avremmo dovuto…” iniziò Peter,
ma fu subito zittito. “No, nessuno si è accorto di niente… è necessario
diventare Animagus, per noi e per REmus, e adesso basta, non voglio più sentire
obiezioni, chiaro?” sbottò James. Peter
lo guardò con occhi stralunati: era la prima volta che lo sentiva parlare così.
Si trovavano nella sala comune di Grifondoro,
erano appena sopravvissuti a una lezione di Pozioni
fatta di interrogazioni e una terribile pozione di artemisia e asfodelo che
aveva richiesto un bel po’ di fatica, e ora stavano parlando del più e del
meno, preparando la borsa per Erbologia.
La porta della sala si aprì, ed entrò, piuttosto affannata,
Lily, che reggeva un sacco pieno di libri.
“Ehi, Evans!” chiamò James. “Che devi fare con quelli?”
“Il professore di pozioni mi ha chiesto di tenerli fino alla
prossima lezione” disse lei, sbuffando. Dopo aver posato il sacco accanto a una sedia, si lasciò andare sul divano di fronte al quale
sedevano i quattro ragazzi. “Ma a voi cosa importa?”
aggiunse la rossa.
“Beh, sai…” iniziò a dire Sirius,
ma fu interrotto da un cenno di Remus. “Ragazzi, non
mi sembra il caso…”
“Ok, signor Lupin”
lo prese in giro Sirius. “Ora faremmo meglio a
sbrigarci, c’è Trasfigurazione e quella vecchia della McGranitt potrebbe togliere altri punti a Grifondoro per un nostro…”
“Ennesimo..” puntualizzò Lily, legandosi
i capelli in una coda di cavallo.
“….Ritardo. Mah, ennesimo, Evans… saranno stati di e no dieci, undici…” ridacchiò.
“Non capisco come fai ad avere voti alti con questo
comportamento!” gli disse Lily.
“Segreti del mestiere” ridacchiò James,
portandosi una mano ai capelli e arruffandoli, fingendo di vantarsi.
“Ora anche io ti svelo un segreto…” disse Lily protendendosi
con aria infuriata verso di lui. “Se arriverai tardi a
Trasfigurazione, farai perdere altri punti a Grifondoro,
e io…”
“Non c’è bisogno di aggiungere altro” disse Sirius, sorridendo. “Su, andiamo” i cinque si avviarono
verso l’aula, ma a metà strada incrociarono un gruppetto di Serpeverde,
che era formato proprio da Bellatrix, Narcissa, Piton e LuciusMalfoy.
“Oh, ma guarda” disse sprezzante Bellatrix.
“Guarda chi si vede, la pecora nera dei Black. Tua madre non te l’ha ancora data una bella lezione?” sghignazzò, ravviandosi i
capelli neri dietro le orecchie.
“Togliti dai piedi” disse Sirius,
tentando di passare oltre, ma i quattro Serpeverde
gli sbarrarono la strada.
“Non vorrai mica andartene, cugino” disse una voce più
squillante, stridula, appartenente a Narcissa. “Un
po’ più di rispetto…”
“Solo perché due di voi sono del terzo anno, non avete certo
il diritto di trattare così gli studenti” sbottò Lily ancora prima di
rendersene conto.
I quattro, per tutta risposta, le risero in faccia. “Una prefetta del primo anno? Non mi risulta,
piccola” dissePiton in tono sprezzante.
“Invece vedo che di sbruffoni del
primo anno ce ne sono parecchi” disse Lily, guardandosi intorno. “Dobbiamo
andare a Trasfigurazione!”
“Prefetta e perfetta. Andiamo bene” disseBellatrix,
squadrandola con i suoi occhi blu ghiaccio. “Adesso noi andiamo, ma, cugino,
non sperare di cavartela tanto facilmente” e si allontanarono.
“Ma perché ce l’ha tanto con te?”
chiese James a Sirius.
“Probabilmente perché sono l’unico della famiglia a essere Grifondoro. Ma anche perché lei ama prendersela con i Grifondoro…”
“Capisco” disse Remus.
I ragazzi stavano tornando dalla lezione di Trasfigurazione,
a cui erano arrivati giusto in tempo, eseguiti da Lily
che camminava alcuni metri più indietro.
Remus abbassò la voce. “Stasera
andò in infermeria verso le nove, ok?”
“Ok” dissero in coro i tre amici.
“E non tornerò molto presto. Non mi
aspettate, e se qualcuno se ne accorge…”
“Inventiamoci una scusa, lo so…” disse James.
“Non dirlo, dai, non è la prima volta che lo facciamo, non
ripeterlo ogni volta..” Sirius
finse un’aria sofferente.
“Ok, ok”
Remus fece un mezzo sorriso. “Ora ceniamo, poi vado”.
“Tranquillo” disse James,
dandogli una pacca sulla spalla, poi si avviarono verso la sala grande.
A cena, l’atmosfera era piuttosto tranquilla. Sirius di tanto in tanto lanciava occhiate cariche d’ira
verso il tavolo di Serpeverde, James
confabulava con Remus e Peter
pareva perso nei suoi pensieri. Un po’ più lontano, Lily, Karen
e Jade parlavano tra loro del più e del meno, e,
immancabilmente, il loro discorso cadde sui quattro.
“Jade, è da un sacco di tempo che
fissi quei quattro. Ti decidi a dirci chi ti piace?” chiese Karen
per la quarta volta, masticando la sua omelette. Era una ragazza abbastanza
tranquilla, ma appena fiutava l’argomento “ragazzi”, drizzava le antenne.
“Ti ho già detto che non mi piace nessuno” sbuffò la
ragazza. “Lily, diglielo tu!”
“Eh?” si limitò a dire la rossa, sminuzzando con i denti un
pezzo di bistecca.
“Oh, andiamo bene” sbuffò Jade.
“Ma dai, si vede che uno di quei
quattro ti fa battere il cuore. E’ vero?”
Jade tentò ancora di difendersi,
ma si tradì facendo un balzo quando Sirius si
avvicinò a loro.
Karen fece un sorrisette
eloquente, poi adottò il suo tipico tono mieloso che usava con i ragazzi. “Ti
serve qualcosa?”
“Eh? No, è solo che credo che Lily abbia preso per sbaglio
il libro di James”.
“Il libro di Trasfigurazione? No, credo di no… aspetta
controllo” rovistò un po’ nella borsa che portava
sempre con sé, poi alzò i suoi occhi verdi e li puntò dritti in quelli blu di Sirius. “No, non ce l’ho. Forse il
tuo amichetto l’ha dimenticato in aula…
Sirius si allontanò, e si avvicinò
ai suoi amici.
“James, niente da fare”
“Oh, no! Io avevo messo in quel libro una pagina di un libro
che abbiamo studiato per diventare Animagus!”
“E se qualcuno lo scoprisse?”
chiese Remus.
“Appunto, devo trovarlo assolutamente!” disse James, piuttosto agitato. “Remus,
ora devi andare?”
“Sì, vado ora, Madama Chips mi
starà aspettando” si vedeva chiaramente che era notte di Luna Piena, Remus aveva profonde occhiaie, e l’aria più smilza che mai.
“Ok..
allora a domani” disse Sirius, e mentre i tra ragazzi
si avviavano verso la torre di Grifondoro, il ragazzo
entrò in infermeria. Dopo aver ricevuto il segnale di Madama Chips, uscì e andò nel passaggio che portava al Platano
Picchiatore, nella Stamberga Strillante.
Una volta entrato, aspettò il sorgere
della Luna Piena, e iniziò la trasformazione. Dei peli iniziarono a perforargli
la pelle, e Remus si curvò per il dolore… artigli si
sostituirono alle sue unghie, la forma degli occhi si allungò…
Una volta completata la trasformazione, Remus
si guardò intorno, poi iniziò a mordersi e graffiarsi, si buttò contro la porta
della Stamberga, sfogando la sua rabbia e il suo dolore.
Passò tutta la notte, poi venne
l’alba di un piovoso giorno. James fu svegliato dal
ticchettio della grandine sui vetri, e del tonfo che provocavano
le veneziane sulla finestra, scosse dal vento.
Il ragazzo si mise a sedere sul letto, stropicciandosi gli
occhi. Aveva dormito, ma il suo era stato un sonno tormentato da incubi. Aveva
sognato una cosa non molto precisa, ma vedeva solo un mago vestito di nero, e
dal suo cappuccio si intravedevano solo occhi
fiammeggianti d’ira, che uccideva i suoi genitori, puntava la bacchetta contro
di loro…
James si guardò intorno. Le tende
degli altri letti erano chiuse, sembravano quasi
serrare in una morsa i suoi amici.
“Ed ecco che esce fuori la
drammaticità che è in te, JamesPotter”
disse James ad alta voce.
“Ed ecco che esce fuori il dono di
recitare monologhi, JamesPotter”
disse Sirius da dietro la tenda.
“Ehm… stavo solo…”
“Sì, sì. Però, se devi parlare, non
puoi farlo con un amico?” il volto di Sirius spuntò
da dietro la tenda.
“A che ora è tornato Remus?”
chiese James, per cambiare discorso.
“Boh, non saprei, temo di essermi
addormentato. Ora è nel suo letto e dorme”.
I sue ragazzi stettero un po’ senza
parlare, poi finalmente James esordì con un “Ho avuto
un incubo”.
“Sei preoccupato per il libro, vero?”
“Ehm, sì… non vorrei che qualcuno lo prendesse e scoprisse
il foglio che avevo messo dentro. Sai, c’erano molti riferimenti agli Animagus, e altre cose… non vorrei
che qualcuno scoprisse quello che vogliamo fare, è illegale, ma voglio farlo,
così Remus non resterà solo nelle notti di luna
piena!”
“Sì, dobbiamo ritrovare il libro al più presto”
Furono interrotti da un movimento dietro le tende del letto
di Peter, e dopo un secondo spuntò il volto del
ragazzo.
“Che ore sono?”
“Tra poco dobbiamo andare a pozioni”
“Oh, no… non ho fatto i compiti…” disse Peter
con aria sconsolata.
“Puoi copiare i miei se vuoi” James
finse di darsi delle arie, scapigliandosi i capelli.
“Sì, non puoi trovare compiti migliori” disse Sirius, beccandosi una cucinata dall’amico.
“Ah sì?” disse James, scatenando
una vera e propria battaglia di cuscini. Risultato: due ragazzi stremati e
ridacchianti e uno sempre più preoccupato.
“Ma ragazzi, i compiti erano orali,
imparare la preparazione della pozione rigenerante!”
James si battè
una mano sulla fronte. “Ecco perché non li ho fatti!”
Sirius scoppiò a ridere, seguito
da James. Poi ai ragazzi giunse un borbottio da dietro
la tenda di Remus, così Peter
disse: “Meglio lasciarlo riposare, andiamo a pozioni..
e sarà quel che sarà”.
“Oh, così si fa” ridacchiò James.
“Su, andiamo!”
Dopo un po’, i ragazzi erano pronti per la lezione. Non
chiamarono Remus, dato che
aveva il permesso di riposare la mattina dopo la luna piena, e scesero
silenziosamente le scale.
Giunsero nell’aula di pozioni, ma con loro grande sorpresa, il professore fermò James.
“Voi andate” disse bruscamente a Sirius e Peter.
Quando i due si furono allontanati,
con aria leggermente preoccupata, James disse
frettolosamente: “Se è per quel petardo che è esploso qui la scorsa lezione,
non sono stato io”.
“Oh, ma non si preoccupi” disse il professore con aria
falsamente gentile. “Per quello ho già tolto punti a Grifondoro…
quanto basta” la sua voce era bassa, quasi un sussurro… in un
certo senso, faceva paura.
“Si tratta di questo” tirò fuori dal
mantello un tomo, un libro piuttosto pesante.
“E’ il mio libro di Trasfigurazione!” quasi gridò James.
“Sì, signor Potter. E devo dedurre
che lei è entrato nel reparto proibito”.
“Chi, io? No, professore” mentì abilmente James, tremando leggermente.
“Beh, non direi, Potter. Per
stavolta lascerò stare, ma solo perché non ho prove concrete, ma se ti trovo
lì, Potter, giuro che non la
passerai liscia”.
James, ignorando le ultime parole,
entrò in aula, e raggiunse Sirius e Peter.
“Ha trovato il libro!” fu tutto quello che disse, e Sirius annuì.
“Bene, ha scoperto niente?” chiese il moro, ma furono
interrotti dal professore.
“Bene, oggi interrogherò sulla preparazione della pozione
rigenerante. Vengono Malfoy, Sirius
Black, Havely e Minus”.
Peter iniziò subito a tremare, e
si alzò dal banco con l’aria di uno che procedeva verso il rogo.
“Prendete i calderoni, e iniziate subito la preparazione.
Dovreste impiegare mezz’ora, è una pozione facile da preparare, una volta
finita dovrebbe assumere il tipico colore dorato. Al lavoro!”
I quattro ragazzi lavorarono e mescolarono febbrilmente, e
mezz’ora dopo i risultati erano differenti: la pozione di Sirius
e quella di Luciusaveva
assunto un colore giallo-dorato, quella di Havely,
una giovane Grifondoro, era di uno strano arancione,
mentre quella di Peter aveva assunto un colore
azzurro brillante.
“Allora, Havely… avevo detto di
mescolare quattro volte in senso orario.. ti ho
osservata, e l’hai fatto in senso antiorario… e Minus,
la Belladonna non andava proprio aggiunta. Bene, Malfoy
e Black prendono otto, Minus due e Havely cinque. Potete andare”.
Peter avanzò verso il banco con
aria afflitta, Sirius con aria “non troppo” afflitta
(anzi!), James li osservò per un attimo, ma era perso
nei suoi pensieri.
A lezione finita, i ragazzi si allontanarono verso il
dormitorio, pensando ognuno a una cosa diversa.
***
Il tempo passò, e man mano venne la fine del primo anno.
Festa di fine anno,
Sala Grande
“Caspita, sembra che quest’anno
sia proprio volato” commentò James, bevendo un sorso
di succo di zucca e masticando contemporaneamente un grande
pezzo di bistecca.
“Eh già, ma credo che ognuno di noi sia un po’ cambiato.
Sono successe tante di quelle cose…” disseRemus.
“Sì, infatti, e devo ammetterlo, non vorrei affatto
ritornare a casa” disse Sirius. “Mi aspetta mia
madre, mio padre… sento che non è quella la mia vera casa”.
Peter annuì, con la bocca troppo
piena per poter parlare.
Silente si alzò.
“Ragazzi, un altro anno è passato. Devo fare i soliti
annunci: quest’anno, per la coppa del Quidditch, l’ultimo classificato è Corvonero…”
Dal tavolo di Corvonero si
alzarono mormorii delusi.
“Poi Serpeverde, Tassorosso, quindi quest’anno la
coppa del Quidditch è vinta da… Grifondoro!”
James fece salti di gioia “Sì,
sì!! Siamo mitici!!” seguito dagli altri Grifondoro,
che applaudivano a più non posso.
“Invece, per la coppa delle case, al
quarto posto, Tassorosso, con 359 punti. Al
terzo posto, Corvonero, con 598 punti. Al terzo
posto, Grifondoro, con 890 punti. Al primo posto, Serpeverde, con 990 punti!”
La sala fu percorsa da un venticello, e al soffitto
apparvero stendardi con il simbolo di Serpeverde, e
tutta la sala si tinse di verde e argento.
“Accidenti” bofonchiò Remus.
“L’anno prossimo la vinceremo noi, vedrai” disse James, sicuro di sé.
“Già, siamo grandi” disse Peter,
sorridendo.
La sera trascorse in allegria, tra risate, chiacchiere,
divertimenti e buon cibo. Il giorno dopo…
“Ragazzi, è giunto il momento di salutarci” disse James, fingendo un’aria drammatica.
“Uh uh” ridacchiò Sirius. “Ecco a voi il famoso drammaturgo JamesPotter! Ma
dai, ci rivedremo l’anno prossimo!”
Erano giunti, dopo un lungo viaggio, alla stazione di King’s Cross.
“Teniamoci in contatto” disse Remus.
“Sì, dai, mandiamoci gufi!” disse James,
con la sua solita allegria. “Vedrò di fare presto tutti i compiti, così mi
dedicherò allo studio per diventare Animagus”.
“Ehm, sì…” iniziò a dire Remus, ma
Sirius lo zittì. “Ti ho già detto, per un amico
questo e altro”.
Remus sorrise, sollevato. “Ora
vado, ragazzi, non perdiamoci di vista”.
“Certo che no, ci aspettano ancora sei anni a Hogwarts davanti…” ridacchiò Peter.
E fu così che i quattro si
allontanarono in direzioni diverse: Remus verso sua
madre, che lo aspettava a braccia aperte, Sirius (di
malavoglia) mantenendosi a distanza di sicurezza da Bellatrix,
verso suo padre, James verso l’auto magica dei suoi
genitori, Peter verso un amico di famiglia… anche
Lily Evans raggiunse i suoi genitori, ansiosa di
raccontare tutto quello che era successo.
Continua…
**
Ecco un altro capitolo finito! (Sasha
saltella per tutta la stanza e per poco non travolge il pc
^_^) Un grazie grande grande
a:
Joanne, Lucrece, Ninfea, Diana, SanaeNakazawa, Arwen_Undomiel,
Cho89, mary, Elizabeth Potter, Lanya, Marina, Aira ,sabrina , Bellatrix
e Lily!!! (spero di non aver dimenticato nessuno ^_^)
Capitolo 6 *** Ai nuovi studenti, benvenuti, agli altri, bentornati ***
L’estate passò in fretta
L’estate passò in fretta. James, Remus, Peter e Sirius non riuscirono a vedersi durante quei giorni afosi e
soleggiati, quindi si limitarono a spedirsi gufi a più non posso,
raccontandosi le loro giornate, parlando come se fossero tutti vicini, a Hogwarts. Ma non nominarono neanche una volta la parola “Animagus” o il fatto di volerlo diventare, soprattutto per
paura che le lettere venissero intercettate.
Dopotutto, si trattava di una cosa illegale, i quattro ragazzi non sapevano se
era addirittura da Azkaban, ma era illegale, questo era certo.
Dopo tanti giorni passati nell’afa più totale, e nella noia
più totale, finalmente giunse l’ultimo giorno delle vacanze.
Lily Evans, sdraiata sul suo
letto, si passò una mano sul viso, scacciando alcune gocce di
sudore, poi, per la prima volta in un anno, ripensò a quel sogno
dell’estate scorsa.
“Dopotutto” sussurrò a se stessa. “Un sogno è un sogno… ma
non capisco, ho sognatoHogwarts
quando credevo di non avere poteri magici, quando tutto questo non era ancora
iniziato, e non conoscevo quel posto, né tutte quelle persone…”
La ragazza sospirò, poi si appoggiò alla spalliera del letto
e iniziò a sfogliare distrattamente un libro di Erbologia. “Tra poco iniziano le lezioni… Trasfigurazione,
Pozioni, Erbologia, Incantesimi… spero che vada tutto
bene…”.
Lily era sola in casa, e così, sentire il suono di una voce,
nonostante sia la sua, in un certo senso la rassicurò, perciò la ragazza puntò
di nuovo i suoi occhi verdi sul libro, e tentò disperatamente di concentrarsi
per ricordare le proprietà della Mandragole, che
probabilmente avrebbero studiato quell’anno.
E mentre le preoccupazioni di Lily
si riducevano a quelle scolastiche, altrove Sirius
era alle prese con qualcosa di più serio.
Sirius e sua madre si trovavano l’uno di fronte all’altra, tutti e due con aria
particolarmente agguerrita, mentre Bellatrix, Narcissa e il fratello minore di Sirius,
Regulus, osservavano la scena con aria divertita.
“Un Black a Grifondoro! Quando tua cugina mi ha mandato la lettera, quasi non volevo
credere ai miei occhi! Un Black a Grifondoro! Mai, e
ripeto mai, avrei mai creduto di assistere a una scena
simile!”
Sirius borbottò fra i denti: 2E
mai io avrei creduto di appartenere a una famiglia
caduta così in basso per tutti questi stupidi pregiudizi”.
La signore Black lo guardò per una
frazione di secondo, come per accertarsi che Sirius
avesse davvero detto quella frase.
“Cos’hai detto?”
“Hai capito” disse Sirius, alzando
fieramente lo sguardo e fissando i suoi occhi blu nei suoi.
La signora Black barcollò leggermente, e si resse al
corrimano. Poi, con voce carica d’ira, leggermente tremante per la rabbia,
sussurrò:
“Vai in camera tua. E non osare mettere più piede fuori da quella stanza”.
“Speravo proprio che me lo dicessi” rispose a tono Sirius, poi, una volta salite
in fretta e furia le scale, i gradini a due a due, e si rifugiò in camera sua.
Poi diede un calcio, per la rabbia, ad un vaso, facendolo
cadere in frantumi. “Non vedo l’ora che sia domani…” pensò il ragazzo,
scostandosi un ciuffo di capelli neri dagli occhi. “A Hogwarts
ho degli amici veri. Chissà cosa staranno facendo in questo momento….”
James scese le ampie scale della
sua grande casa, e giunse in cucina. Afferrò u biscotto dalla scodella d’argento sul tavolo rivestito da una
tovaglia blu, poi si aggiustò gli occhiali sul naso e gettò un’occhiata a suo
padre, un uomo molto, molto alto, sulla quarantina, che leggeva il giornale.
“Chi è quel tizio in copertina?” chiese James
senza tante cerimonie, masticando rumorosamente.
Il padre alzò lentamente lo sguardo dal giornale. “E’ il
ministro della magia. Si dice che nella foresta che circonda Hogwarts ci sia un pericolo…”
Era fatta. James, alla parola
“pericolo”, drizzò le antenne.
“Che pericolo??”
“Non posso dirlo, ci penserà Silente ad avvisarvi, se lo
riterrà opportuno. Non avrei neanche dovuto accennartelo. Ora và a prepararti
il baule”.
“Tutto pronto. Ma…” iniziò James, tentando di cavare qualche informazione da suo
padre.
“Piuttosto, và ad allenarti nel campetto di Quidditch che ho fatto costruire apposta per te. Dopotutto,
quest’anno ci sono le candidature per la nuova
squadra di Quidditch…”
“Ah, certo” Jamessi illuminò, poi afferrò la scopa che gli era stata regalata
per il dodicesimo compleanno. “Vado subito!”
Una volta in sella alla scopa, James
riuscì, finalmente, a liberarsi di tutte le sue preoccupazioni.
***
Finalmente arrivò il primo settembre. Pioveva a dirotto: un
lampo illuminò il cielo grigio, poi un tuono sovrastò la voce delle persone che
si trovavano nella Stazione di King’s Cross.
Peter, tendendo stretto il suo
baule e la sua gabbia con Haru, la civetta, si fece
largo tra la folla, tentando di non dare troppo nell’occhio, e cercò con lo
sguardo i suoi amici.
Contemporaneamente Remus stava
cercando di lasciare sua madre.
“Sei sicuro che sia tutto a posto?” gli
chiese ansiosa la donna.
“Si, certo” tentò di rassicurarla Remus.
“Hai presto tutto?”
“Sì..”
“Come ti senti?”
“Mamma” Remus iniziava a
spazientirsi. “Sto bene, ma non devi essere così apprensiva, dopotutto non è la
prima volta che vado a Hogwarts….”
La signora Lupin si morse
nervosamente il labbro inferiore, poi, dopo quella che
al ragazzo era sembrata un’eternità, disse: “Sì, vai. Scrivi un gufo ogni
tanto…”
“Sì, certo” ripetèRemus, tentando di fare un mezzo sorriso, poi prese il suo
baule e si allontanò. Il plenilunio era lontano, ma il ragazzo era sempre
stanco, magro. Si guardò intorno, e dopo un po’ individuò
Lily Evans tra la folla. Sua sorella Petunia non
voleva entrare in quella stazione con lei, perciò il padre era rimasto fuori, e
Lily era sola e si guardava con aria smarrita intorno.
Remus, non trovando i suoi amici e
notando la sua aria smarrita, le si avvicinò. “Ciao…”
La ragazza, in uno svolazzo di capelli rossi si voltò di
scatto. “Che vuoi?”
“Non dirmi che sei ancora arrabbiata per quel fatto della
barca…”
Lily, all’improvviso, sentì il grande
bisogno di sfogarsi, di parlare con qualcuno.
“Beh, non è stato davvero una bella cosa, ma non c’è un
motivo ben preciso per cui sono arrabbiata. Anzi, no, forse c’è…”
Remus si guardò intorno, e poiché
non scorse la minima traccia di James, Sirius o Peter, rispose: “Beh,
dimmi”.
Lily sospirò. “Beh, perché da quando sono arrivata a scuola,
non ho avuto uno straccio di amico. Certo, ci sono Karen e Jade, ma io avrei bisogno
di un amico con cui possa sfogarmi in ogni momento, un
amico sincero… Ma non so neanche perché ti sto dicendo queste cose…”
Remus scorse Sirius
che si sbracciava per attirare la sua attenzione. “Senti, ora devo andare, ma
se hai bisogno….”
Lily sorrise. “Grazie, mi ha fatto
bene sfogarmi” e si allontanò, pensando: “Cosa
mi è saltato in mente?”
Dopo un po’, Remus, Sirius, James e Peter erano tutti riuniti nel loro solito scompartimento.
“Beh, che avete fatto quest’estate?”
chiese James allegramente.
“Io niente” disse Sirius,
sinceramente. “I miei non avevano la minima intenzione di portarmi in vacanza…”
“Io sono andato al mare!” disse James.
“Ai Tropici. Però ho passato quasi tutta l’estate a
allenarmi per il Quidditch”
“Ah, certo” lo prese in giro Sirius.
“Vedrai, quando quest’anno
diventerò cercatore, e Grifondoro trionferà…” iniziò James.
“Sì, sì, ok” rispose Sirius. “Ce la farai, amici, sicuro.
Intanto” abbassò la voce. “Come procedono le ricerche?”
Remus finalmente alzò lo sguardo.
“Tutto bene, anche se non ho scoperto granchè.
Anzi, ho studiato per la maggior parte del tempo di notte, altrimenti i miei
genitori si sarebbero insospettiti a vedermi consultare sempre libri sugli Animagus” disseJames.
“Io non ho scoperto niente” disse Peter,
che come al solito si sentiva di troppo, un peso, un
inetto.
“Io invece” iniziò Sirius,
destando subito l’attenzione di tutti. “Ho scoperto una cosa”.
“E cosa aspetti a dircela, amico?”
disse James.
“Esiste una pozione che potrebbe aiutarci. Però è talmente complessa che ci vogliono due anni per
prepararla”.
“Due anni?” sbottò James. Poi
abbassò la voce, rendendosi conto che altrimenti lo avrebbero sentito e tutto
il piano sarebbe andato in fumo.
“Sì, e poi ci vogliono ingredienti molto
complessi, come ad esempio l’erba lunare, che si può cogliere solo nelle notti
di luna piena”.
“E come facciamo?” chiese Peter.
“Beh, mentre Remus è nella
stamberga, diciamo due di noi vanno a raccoglierla, mentre l’altro fa da palo”.
“Ma ragazzi, io…” iniziò Remus.
“Remus, abbiamo iniziato e andremo
fino in fondo. E poi, ti immagini che sballo diventare
Animagus?” le parole di James
lo convinsero.
“Non sarà facile, ci vogliono cose tipo erba lunare, oppure ilJinetauh, un fiore che si può
cogliere solo una volta l’anno e che serve per preparare tutte le pozioni più
difficili e pericolose. La ricetta completa la troviamo sicuramente nel Reparto
Proibito”.
“Sì. Bene, però la pozione deve essere preparata e
accompagnata da un incantesimo potente mentre la beviamo.
Dobbiamo solo aumentare la nostra esperienza, poi ce la
faremo”.
“Fantastico!” esclamò Peter, e Remus sorrise.
“Ragazzi, ma davvero voi fate tutto questo per me?”
James sorrise. “Scherzi?”
ironizzò. “Che ti credi, diventare Animagus
sarà fantastico!”
I ragazzi sorrisero insieme. “Bene…. I compiti li avete fatti?” chiese Sirius,
sorridendo.
“Stavolta tutti” disse James,
ridacchiando.
“Buon per te” rispose Sirius. “Anche io tutti… Remus, non c’è
bisogno di chiederlo… Peter?”
“Io?” disse Peter. Poi, rendendosi
conto di essere stato l’unico a non averli finiti, tentò di cambiare discorso.
“Ehm… siamo quasi arrivati a Hogwarts?”
Remus sorrise, comprendendo la
situazione. “Tra un po’ arriviamo….”
**
In effetti, dopo un po’ arrivarono. La grande
sagoma di Hogwarts si stagliò nel cielo grigio.
Pioveva ancora a dirotto, e James non rimpianse
neanche un po’ il giro in barca.
Hagrid li accolse, e li condusse
nelle carrozze. Dopo un po’ furono a Hogwarts.
Ormai i capelli e le divise dei quattro (ma anche di tutti
gli altri studenti) erano completamente zuppi. Il portone si aprì, e ben presto
il lucido pavimento di Hogwarts era coperto da
impronte di fango.
“Su, venite” la professoressa McGranitt,
i cui stivali causavano un lieve ticchettio sul pavimento, i capelli, come al solito, legati in una stretta crocchia.
“Ragazzi, non so voi, ma io sono contento di essere qui”
disse Sirius.
“Sì, ti capisco” disse James
fingendo un’aria sofferente. “Con la famiglia che ti ritrovi…”
“James!” ridacchiò Remus, ma Sirius replicò: “No, è
vero. Ma io sento che è questa la mia vera famiglia”
“Modestamente” James finse un’aria
di importanza. “Allora, stasera facciamo un elenco di
tutti gli ingredienti che ci servono. La cosa più difficile è questa, perché
poi la preparazione è piuttosto facile”
“Bene!” disse Peter. “Il primo
sarà l’erba lunare?”
“Credo di sì” Sirius aggrottò le
sopracciglia. “Ne parliamo dopo, ok?”
Tutti i ragazzi si avviarono verso la sala grande, dove
c’era Silente e il resto dei professori che li aspettavano.
Una volta seduti tutti, iniziò il
consueto smistamento, che iniziò con AhlowAllison (Serpeverde) e terminò
con ZimantechTanya (Tassorosso). Poi, come al solito,
Silente si alzò per il discorso.
“Ai nuovi arrivati benvenuti, agli altri studenti
bentornati” iniziò. “Come sapete, quest’anno
ci saranno le selezioni per le nuove squadre di Quidditch.
Confido in voi, per far sì che la vittoria della coppa del Quidditch
sia onesta e meritata come l’anno scorso. Inoltre, devo avvisarvi che quest’anno l’accesso alla foresta è proibito a tutti gli
studenti”
“Mio padre me l’aveva accennato!” disse James
in un sussurro.
“La verità è che un grave pericolo si aggira intorno a Hogwarts. Non ho più nulla da dire, solo: mangiate!”
Nei piatti apparvero le pietanze. Finito di mangiare, i
ragazzi salirono nei loro dormitori.
“Secondo voi che intendeva Silente?” chiese Remus.
“Cercheremo di scoprirlo” si ripromise Sirius.
“James, hai un libro che parla della pozione?”
“Sì, eccolo” James tirò fuori un
tomo pesantissimo e pieno di polvere. Dovettero raschiare una spessa patina di
polvere prima di leggere il titolo: “De PotentissimPotionibus”.
“Forte” disse Peter, mentre James lo apriva.
“Ecco!” esclamò il ragazzo. “Pozione per Animagi!!
Sirius, scrivi, ecco gli ingredienti: erba lunare, Jinetauh, denti di centauro, erba serum,
un crine di unicorno, radici di quercia “Medicum” e erba blu. Accidenti!”
Remus lo guardò sbalordito. “L’erba serum cresce solo il 29
febbraio!”
“Scusa, ma l’anno bisestile è il prossimo” disse Sirius, aggrottando le sopracciglia.
“E come faremo a procurarci i denti
di Centauro? Inoltre l’erba blu è difficile da cogliere, perché si può cogliere
di sera, e se la guardi dalla parte della luna, ha un effetto mortale!” disseRemus.
Peter deglutì.
“Ragazzi… beh, ce la faremo!! Il primo ingrediente sarà
l’erba lunare. La quercia Medicum… beh, troveremo qalcosa, ilJinetauh
è nella dispensa del professore di pozioni, il crine di unicorno è facile da
trovare” tentò di incoraggiarli James. “Siamo o no
una squadra?”
E, finalmente contenti, si addormentarono, pronti al nuovo
anno scolastico..
***
Ecco il sesto capitolo!! Un grazie a Martina che ha
recensito… su, dai, la vedete quell’innocente
scritta arancione? Lasciate una recensioncina!! (che, precisiamo, non costa niente e aiuta l’autore a scrivere
meglio) ciao alla prossima!!edium hai
un libro che parla della pozione?"angiare, i ragazzi salirono nei loro
dormitoriverde) e terminò con Zimantech Tanya
Intanto anche il secondo anno a Hogwarts proseguiva
Intanto
anche il secondo anno a Hogwarts proseguiva. Le prime lezioni furono
impegnative, ma non come quella che seguirono.
Lezioni di
pozioni, incantesimi, trasfigurazione, erbologia, si susseguivano e si
accavallavano tra loro, non lasciando un attimo di respiro a James, Peter,
Remus e Sirius. Se poi ci si mettevano anche gli studi per diventare
Animagus...
Inoltre, i
quattro ragazzi, e con loro tutti gli altri studenti di Hogwarts, continuavano
a chiedersi quale fosse il grande pericolo che minacciava la scuola. Sembrava
che neanche i Prefetti sapessero niente; una volta Sirius, sfoderando il suo
sorriso migliore, aveva provato a chiedere alla Prefetta di Grifondoro, una
certa Lisa Monroe, ma aveva ottenuto solo uno sguardo perplesso e un'alzata di
spalle.
Tutti, a
Hogwarts, facevano ipotesi, anche le più assurde. I più "studiosi",
come Lily, e altri, cercavano in biblioteca qualunque cosa che potesse portare
a una risposta, e i più fantasiosi, come i quattro ragazzi che ben conosciamo
(^_^), formulavano ogni tipo di ipotesi, per poi metterle a confronto.
Serpeverde,
Grifondoro, Tassorosso e Corvonero, per una volta membri di una casa parlavano
anche con ragazzi appartenente a una casata avversaria, per parlare di questo
misterioso pericolo... c'è chi parlava di centauri, chi di unicorni
imbizzarriti, chi di Troll, chi di Thestral, chi di Acromantule.....
tutti formulavano ipotesi, ma nessuna era quella giusta.
Un giorno,
James, Peter, Sirius e Remus arrivarono stranamente un po' in anticipo alla
lezione di pozioni. Avevano fatto tutti i compiti, e avevano stabilito,
consultando calendari e libri vari, i giorni precisi in cui cogliere i vari
ingredienti per la pozione.
Alla fine,
mentre si avvicinava all'aula, Remus leggeva una lista, cercando di decifrare
la scrittura di Sirius. La lista era più o meno questa:
- Erba
lunare - prossima luna piena.
- Jinetauh
- dispensa prof di Pozioni - giorno di Natale
- denti di
centauro - .....
- Erba
serum - 29 febbraio anno prossimo
- crine di
unicorno - una notte di primavera, in cui è più facile trovare unicorni
- Radici di
quercia medicum - (si può trovare solo un giorno preciso di agosto, ci
documenteremo meglio)
- erba blu
- dove trovarla? Foresta Proibita, sotto le radici di un albero di Faggio, in
una notte di luna nuova.
Ogni volta
che il ragazzo leggeva una voce della lista, sempre più in lui si faceva strada
l'insicurezza...
"Remus?"
chiamò James, vedendo che da parecchio tempo gli occhi dell'amico erano fissi
sul foglietto.
"Eh?"
"E' da
un sacco di tempo chi guardi la lista..." disse Peter, stringendosi nella
sciarpa rosso-oro, nonostante il clima piuttosto mite.
"Ehm...
è che..."
James parve
capire all'istante i sentimenti dell'amico.
"Vedrai,
ce la faremo" poi abbassò la voce. "Dopodomani è plenilunio,
perciò, dopo che Remus è andato nella Stamberga, noi sgattaioleremo fuori, a
cercare l'erba"
"Avete
pensato proprio a tutto, eh?" chiese Remus, con la voce incrinata, mentre
cercava di reggere il pesante tomo di pozioni.
"Sì"
Sirius annuì soddisfatto.
"E se
vi scoprono?"
Sirius
esitò, e anche Peter, ma James assunse un'aria fiera e orogliosa di sè.
"Non
ci scopriranno. Dopo la lezione andiamo in camera e vi faccio vedere una
cosa...."
I tre
ragazzi lo guardarono incuriosito, in attesa di sapere di più, ma la loro
conversazione fu interrotta dall'arrivo del professore di pozioni, seguito da
una fila di studenti.
"Molto
bene, tutti dentro!" esclamò l'uomo, facendo saettare i suoi occhietti
neri inquisitori su ogni studente. Poi estrasse dalla tasca una chiave a cui
era legato un nastrino verde, lo infilò nella serratura, che scattò, e in men
che non si dica tutti gli studenti furono dentro.
Lily era
seduta a pochi banchi da quello di Bellatrix, ma questo non risparmiò alla
rossa alcune occhiatine ironica della Black.
"Gli
amichetti dove sono, Evans?" chiese Bellatrix, squadrando Lily con i suoi
freddi occhi di ghiaccio.
Per tutta
risposta, Lily si scostò i capelli rossi dagli occhi, e non degnò la serpeverde
di uno sguardo. Ma intanto pensava: "Sì... gli amici dove sono?"
Bellatrix e
Narcissa a prima vista potevano sembrare due persone uguali. Avevano entrambe
capelli corvini, con la sola differenza che quelli di Bellatrix erano
liscissimi e lunghi, quelli di Narcissa invece erano tutti curvati in morbidi riccioli.
Entrambe avevano occhi blu, viso sottile.... ed entrambe si comportavano da
"perfide".
Ma, in
realtà, tra le due c'era una differenza. Bellatrix era fredda, razionale, e non
era capace di comportarsi da ragazza "oca"... insomma, la tipica,
cattiva serpeverde. Narcissa, invece, era in un certo senso più... falsa,
sarcastica, strusciante...
Ad ogni
modo, le due Black osservavano Lily, Narcissa indicandola di tanto in tanto e
ridacchiando, e Bellatrix limitandosi ad ossevarla freddamente, negli occhi una
perfidia divertita.
Lily, dal
canto suo, cercava di ignorarle, anche se iniziava ad infastidirsi.
Il
professore entrò in aula, mettendo fine ai chiacchiericci.
"Ragazzi,
ascoltatemi bene..." iniziò. "Oggi faremo una pozione chiamata
<>, cioè, consente di far sparire per un certo periodo
di tempo gli oggetti... e ribadisco, SOLO gli oggetti>> aggiunse
quest'ultima frase dopo aver inarcato un sopracciglio in direzione di alcuni
studenti di Serpeverde che avevano iniziato a ridacchiare.
"Gli
ingredienti sono: polvere di boboturbero, radice di quercia, una piuma di
Fenice, essenza di belladonna e quattro pizzichi di una pianta rarissima,
chiamata Jinetauh... ne esiste un solo esemplare, e lo posseggo io".
La reazione
fu immediata: Peter rovesciò il suo calderone, che atterrò con un tonfo sordo a
terra, facendo sobbalzare tutti, Remus spalancò gli occhi, James emise un verso
di stupore e Sirius gridò qualcosa molto simile a: "Sì!"
L'intera
classe si voltò verso di loro, professore compreso.
"C'è
qualcosa che i signori vogliono condividere con la classe?"
I quattro
ragazzi maledissero la loro sbadataggine, cercando di scusarsi, mormorando e
affrettandosi per rimettere a posto il calderone di Peter.
Il
professore rimase a guardarli, come del resto fece tutta la classe, poi
continuò a spiegare la lezione e diede i compiti; ma i quattro ragazzi erano
troppo impegnati a parlottare eccitati tra di loro per prestare attenzione.
Quando
uscirono dall'aula, parecchi ragazzi li additarono, ridacchiando.
Poi ai
quattro si avvicinò un ragazzo serpeverde, Severus Piton.
"Oh,
finalmente ho l'onore di
conoscervi personalmente.." disse in tono mellifluo, con i capelli neri
che gli ricoprivano parzialmente il viso.
Sirius si
bloccò di scatto, poi si girò lentamente verso il ragazzo "Prego?"
disse in tono freddo.
Piton non
ebbe il tempo di rispondere, perchè fu raggiunto da una particolarmente
ridacchiante Narcissa, una Bellatrix e da Lucius Malfoy, e insieme si
allontanarono.
"E'
quel ragazzo che abbiamo visto al primo anno...." bisbigliò Peter,
aggrappandosi alla manica di James.
"Sì,
lo so...."
James, dato
che non vedeva dove andava, troppo impegnato a parlottare con Sirius e Remus, e
si scontrò con una persona.
"Ma
che diam...." iniziò a dire, quando la persona contro cui era andato a
sbattere emise un piccolo grido, e gli cadde addosso, sfiorandogli il volto con
i capelli.
.... e la
persona, altra non era che Lily Evans.
"Potter!
Guarda dove vai!" la rossa si alzò a fatica, ravviandosi i capelli che le
coprivano il volto.
James si
alzò di scatto "Semmai tu, Evans!"
Lily
arrossì, un po' per l'imbarazzo, un po' per la rabbia. "Guarda che mi hai
fatto fare!" strillò, attirando l'attenzione di alcuni ragazzini del primo
anno di Corvonero. Si chinò per raccogliere i numerosi libri e pergamene varie,
anche se sul pavimento era rimasta una macchia d'inchiostro.
James
strinse i pugni dalla rabbia, ma, dopo un cenno di Remus, disse solo
"Andiamo via" e i quattro si allontanarono.
Lily diede
un calcio alla borsa, che non ne voleva sapere di chiudersi. Si trovava nel
dormitorio femminile, ed erano passati due giorni dall'accaduto.
"Potter...
quel Potter" borbottava, cercando di far entrare due enormi volumi sulle
arti oscure nella sua borsa di cuoio, dopo che James ne ebbe combinata un'altra
delle sue. Infatti, con l'aiuto di Sirius, aveva lanciato di nascosto un
incantesimo alla borsa di LIly, restringendola, e parecchie cose, troppo
strette, erano schizzate in aria, e per poco non colpivano un gruppo di
studenti ignari che per caso passava di lì.
"E'
già la seconda volta che devo sostituire la borsa.... possibile che tutti ce
l'abbiano con me? Oggi ho litigato con Jade e Karen, non ho uno straccio di
amico, o di amica, non mi è riuscita la trasfigurazione della professoressa
McGranitt, ero troppo nervosa, troppo… beh, non so neanche io cosa. So solo che
Hogwarts non è esattamente come me l’immaginavo. Certo, è bella, è magica, ma
vorrei tanto avere accanto una persona che mi capisce, che mi fa star bene…
senza sentirmi sempre sotto esame…. Oggi, durante le lezioni mi è quasi venuto
da piangere… ma non perché avessi preso un brutto voto, infatti non l’ho preso,
ma perché mi sento sola…..”
Lily posò
penna e pergamena in un quaderno, poi tappò la boccetta dell’inchiostro.
“Qual è il
primo segno di pazzia? Parlare da soli. E il secondo? Rispondersi” si disse la
ragazza, poggiando la testa sul gomito, fissando un punto imprecisato davanti a
sé.
“Se solo
Kelly fosse qui….”
Kelly era
la cugina di Lily; si confidavano tutto, ma Kelly frequentava una scuola
babbana, ed era l’unica a sapere, oltre ovviamente ai suoi genitori, che Lily
andava a Hogwarts.
“Mi manca
tanto….”
Contemporaneamente,
al piano di sotto, James, Remus, Sirius e Peter stavano finendo di parlare del
loro piano per quella notte.
“Allora”
stava dicendo James, a voce bassa, per evitare che il gruppetto di Grifondoro
del quarto anno che si trovava davanti al fuoco li sentisse “Stanotte, mentre
Remus è nella Stamberga, io e Sirius usciamo a cercare l’erba lunare, e tu,
Peter, farai da palo… se sentirai rumore di passi, non dovrai fare altro che
agitare la bacchetta, per emanare scintille… noi le vedremo da lontano e
torneremo! Ok?”
Sirius
annuì vigorosamente, Remus un po’ meno convinto, e Peter non si mosse.
“Manca
poco, ormai… dopo cena, ci muoveremo… ora, però, devo farvi vedere quella cosa”
sul volto di James si dipinse un sorrisetto.
“Ah, già,
quella cosa che dovrebbe servirci a non farci scoprire?” chiese Sirius.
“Sì… venite
in dormitorio”
I quattro
ragazzi salirono le scale che portavano al dormitorio maschile, e una volta
dentro James tirò fuori dal letto il suo baule, da cui tirò fuori un mantello
rosso, con i bordini dorati.
“Oh, con
quello non ci faremo notare di sicuro….” Fece Sirius, ironico, mentre Remus e
Peter guardavano James con aria interrogativa.
Il ragazzo,
per tutta risposta, sorrise, e si infilò il mantello.
Sirius
saltò in piedi “James?” chiamò incredulo.
James, da
sotto il mantello, che, come avrete capito, era un mantello dell’invisibiltà,
ridacchiò, poi afferrò la sciarpa di grifondoro e la fece volteggiare sulla
testa di Peter, che emise un verso di sorpresa e cadde all’indietro.
James si
sfilò il mantello. “Allora?”
Sirius,
Remus e Peter lo fissarono per un attimo, interdetti, poi Sirius disse:
“Allora…. Con quello tutto il mondo ha le ore contate!”
Era sera…
il cielo era di un bel blu cobalto, e le stelle rilucevano come pezzettini di
un diamante andato in frantumi… e fra esse c’era in diamante più grosso… la
luna, così nitida che si poteva scorgere a occhio nudo qualche cratere.
La Luna piena…
Remus era
da un po’ nella Stamberga Strillante, quando Sirius, Peter e James uscirono di
soppiatto da Hogwarts, stretti sotto il mantello dell’invisibilità.
Si
avvicinarono un po’ alla foresta, poi James sussurrò: “Peter, tu rimani qui”
indicando un grosso albero. “Non ti vedrà nessuno” Peter tremò leggermente, poi
si decise e uscì da sotto il mantello.
“Bene, ora
non dovremmo fare altro che cercare l’erba lunare. Hai idea di dove sia?”
chiese Sirius.
“No…
immagino che dovremo cercare… ma dovrebbe essere argentata, quindi la vedremo
facilmente..”
Non ebbe il
tempo di dire altro, perché, in lontananza, si sentì uno strano verso
raccapricciante, e poi i cespugli si mossero leggermente.
I due
ragazzi indietreggiarono leggermente, e da lontano sentirono un grido.
“E’ Peter!”
gridò James, agitando la bacchetta, la cui punta era illuminata in seguito a un
Lumos.
Sirius
annuì, ed entrambi iniziarono a correre verso il punto in cui il ragazzo aveva
gridato.
Sirius
correva sempre di più, ormai fuori dal mantello, e James tentava di seguirlo,
incespicando. All’improvviso vide un ciuffo argentato a terra, si chinò e lo
raccolse “Erba lunare….” Pensò. “Qualunque cosa accada ora, la missione è
compiuta”.
James si infilò
l’erba in tasca, poi riprese a correre, cercando di raggiungere Sirius che
ormai si trovava parecchi metri più avanti.
Sta davvero succedendo tutto questo?
Fermati, aspettami…
In
lontananza si sentì un ululato; e quando i due ragazzi arrivarono al punto in
cui si trovava Peter, per poco non svennero dall’orrore.
Il ragazzo
era steso a terra, e su di lui c’era un lupo mannaro, con cui lottava
disperatamente….
“Remus…
quello è Remus?” chiese James, inorridito, ma Sirius era paralizzato dalla
paura, incapace di muovere un solo passo….. intanto Peter lottava contro il
lupo mannaro, cercava di difendersi…
Un flash,
fu quello che scosse i due ragazzi….
Peter può essere morso! Muovetevi!
James si
avventò sul lupo mannaro, distraendolo un attimo e permettendo a Peter di
alzarsi e fuggire.
“Ti ha
morso?” gli chiese concitatamente Sirius.
Peter fece
un cenno di dissenso, tremando visibilmente, le guance bagnate da lacrime
salate.
“E’ Remus?”
ebbe la forza di chiedere.
“Non lo so…
vado ad aiutare James, tu corri al castello!” corse verso l’amico, che ormai
era allo stremo delle forze, anche per i numerosi graffi che aveva sulle
braccia.
Poi,
vedendo che Peter non aveva compiuto un solo passo: “Corri!”
Peter solo
allora mosse tre passi indietro, poi si voltò e corse verso Hogwarts, lasciando
i suoi amici da soli.
James si avventò sul Lupo Mannaro,
cercando di distrarlo da Sirius. Intanto i suoi graffi iniziarono a sanguinare
copiosamente, bagnandogli tutta la maglietta…
“Sirius…” disse flebilmente, cadendo
in ginocchio, parzialmente coperto dal mantello, mentre l’amico cercava di
respingere un attacco del Lupo Mannaro.
“E’ Remus?” si chiese, mentre
iniziava a vederci doppio…
Davanti ai suoi occhi apparvero dei
puntini neri, che iniziarono a danzare… il sangue ormai bagnava anche i suoi
jeans… Sirius e il Lupo Mannaro erano diventati figure sfocate…
E la Luna, all’improvviso, scomparve
dalla sua vista… e divenne tutto nero.
***
Ecco il
settimo capitolo!! Allora, secondo voi come andrà a finire? James e Sirius verranno
scoperti? Verranno morsi? Il lupo mannaro è Remus? Qyale sarà la minaccia di
Hogwarts?
Per
saperlo, aspettate il prossimo capitolo ^_^
Inyanto
grazie a: mio fracchio Harry93, Serena, Senda (tessora!! Visto ho aggiornato :p
:p ), Sara Potter, Titti e Druwilla_91 !!!
Mosse la
mano davanti ai suoi occhi, ma vide solo una macchia indistinta muoversi su
sfondo bianco.
"Si....Sirius? Remus?"
chiamò, ma dalla sua gola uscì solo un suono rauco.
Tentò di
alzarsi e avvertì una fitta dietro la testa; si toccò il punto e gli sembrò di
tastare una benda.
Sbattè
più volte le palpebre, e finalmente non vide più tutto sfocato, ma iniziò a distinguere i contorni degli oggetti presenti nella
stanza.
Una
cassettiera, delle tende, dei letti... tutto bianco... ma... un vociare.... di ragazzi...
James,
ignorando il dolore alla nuca, si mise a sedere sul letto, e si rese conto di
essere nell'Infermeria di Hogwarts. E accanto a lui c'erano Sirius e Peter, con Madama Chips che cercava
disperatamente di mandarli via, con gesti concitati e occhiate di fuoco.
"Uh..."
Fu l'unica cosa che James fu in grado di dire, prima
di cedere e riappoggiare la testa sul cuscino.
Sirius e Peter sobbalzarono e si precipitarono dall'amico.
"Ehi, James!" esclamò Sirius,
agitando una mano concitatamente. "Come stai?"
"Mai
stato meglio..." ironizzò il ragazzo. "Cosa.. è successo?"
Sirius
parve esitare; lanciò un'occhiata a Peter, che lo
fissava impaurito, poi guardò James.
"Non
so se ti ricordi di ieri sera... quando quel lupo mannaro ci ha attaccati...."
James
tentò di annuire, ma si limitò a un cenno. Fece una
smorfia di dolore, in attesa che Sirius
continuasse.
"Il
lupo mannaro ti ha ferito alla testa... ma non è grave, tranquillo" tentò
di sorridere "La Chips ha detto che guarirai presto. Io me la sono cavato con un graffio sul
braccio, Peter è praticamente
indenne"
"ERemus?" sussurrò James.
Siriusscosse la testa, con fare sconsolato, poi indicò una figura
adagiata un paio di letti più in là.
"Ha passato
una nottataccia" mormorò Peter.
"Immagino"
disse James "Sirius, era...?"
Non finì la
domanda, perchèSirius
intuì subito ciò che stava per dire.
"Non
lo so" scosse di nuovo la testa. "Però non
farne parola con lui. Voglio dire, tu sai che” abbassando ancora di più la voce
“Non può ricordare quello che ha fatto stanotte, lo faremmo
solo sentire in colpa”
James
annuì. “Ok, ho capito. Cosa gli
diciamo?”
Sirius
alzò le spalle “Niente, io e Peterstiamo
bene, potremmo improvvisare una caduta dalle scale…”
“Si, è la
soluzione migliore” disse, sarcastico “Intanto la caduta la
faccio io…”
Sirius
scosse la testa. “Ma che hai capito? Diremo che sei
caduto dalle scale stanotte”.
AnchePeter parve più rilassato; sembrava davvero che dipendesse
dai suoi amici. Non aveva mai avuto amici in dodici anni, era troppo chiuso e
schivo, e forse questo dipendeva anche dal fatto che in famiglia era
perennemente maltrattato; la madre era spesso fuori
casa, e il padre era sempre chiuso nella cantina a fare strani esperimenti… nelle
poche volte in cui lo vedevano, lo trattavano come se fosse un estraneo. Peter così si era legato ai suoi amici, molto.
Intanto Lily passeggiava per i
corridoi di Hogwarts; era mattina, e lei era diretta
al suo dormitorio, avendo dimenticato un libro importante per la lezione di
Trasfigurazione, e in quel periodo la McGranitt
sembrava più agguerrita che mai.
“Accidenti…” mormorò la rossa, che
per poco non inciampò nel bordo di un tappeto. “Ma
dove ho la testa oggi?”
Dopo aver preso il libro dal dormitorio,
si diresse all’aula di Trasfigurazione. Entrò nella stanza, e subito quattro
banchi vuoti saltarono ai suoi occhi.
“Dove
sono…?” si chiese Lily, sedendosi al suo consueto banco in prima fila, e
dispose ordinatamente bacchetta, foglio di pergamena, piuma, boccetto d’inchiostro e libro di Trasfigurazione del
secondo anno davanti a sé.
Si mordicchiò nervosamente
un’unghia; ‘perché non ci sono’?
era la domanda che le ronzava nella testa. Subito però
fu sostituita da un ‘Che te ne importa”?
I suoi pensieri furono interrotti
dall’aprirsi della porta.
James, Sirius e Peter entrarono
trafelati in aula, temendo di essere ancora una volta
in ritardo. Ma non era così, infatti la professoressa
non era seduta dietro la cattedra. E non c’era neanche un gatto grigio con dei
segni squadrati intorno agli occhiche gironzolava per la sala.
“Dov’è la professoressa?” chiese James,
a voce più alta di quanto intendesse.
Parecchi
ragazzi si girarono verso di lui, e un Serpeverde
iniziò a ridacchiare, mormorando qualcosa che suonava come “…Tanto voglia di
far lezione…”
Il prefetto
di Grifondoro si alzò in piedi “La professoressa non
c’è, aspettiamo un altro po’ e poi andrò a informarmi.
Adesso state buoni”. L’altra prefetta di Grifondoro gli lanciò un’occhiata di
gratitudine, poi iniziò a scribacchiare sulla pergamena.
James, Peter e Sirius cercarono dei
posti liberi, e manco a dirlo gli unici posti liberi erano accanto a Lily, così
si sedettero lì.
“Dov’è Remus?” fu la prima cosa che
disse la ragazza, senza guardare i ragazzi negli occhi e provando
improvvisamente molto interesse per l’angolo della sua pergamena.
Sirius e James si scambiarono un’occhiata, poi quest’ultimo rispose “Non sta bene, è in infermeria”.
Lily si
accigliò. “Non è che è per uno dei vostri stupidi scherzi?”
Lo sguardo
dei ragazzi cadde “casualmente” sulla borsa nuova di Lily. “Ehhm,
no, che vai a pensare!” disse Sirius nel suo tono più
convincente.
Lily
squadrò ancora una volta i ragazzi, cercando di capire se dicessero la verità,
dopotutto Remus era l’unico che avesse
prestato alla ragazza un po’ di attenzione. La rossa non ebbe modo di
dire niente, perché la porta dell’aula si aprì e il chiacchiericcio degli
studenti cessò all’istante perché era entrato Silente.
Il preside
si fermò davanti alla cattedra e guardò tutti gli studenti. “Devo annunciarvi
che oggi la professoressa McGranitt non potrà fare
lezione; stanotte ci sono stati dei problemi nella foresta – non voglio dirvi
altro – perciò rientrate immediatamente nei vostri dormitori. La professoressa
deve risolvere delle questioni, e anche tutte le altre, perciò oggi non ci sarà
nessuna lezione”
Detto questo Albus Silente si allontanò
dalla cattedra e uscì dall’aula, e sul suo viso si potevaleggere facilmente un’espressione
preoccupata.
Tutti gli studenti
si lanciarono sguardi perplessi, tranne James, Peter e Sirius, che si scambiarono un’occhiata spaventata.
Più tardi, in dormitorio…
Remus era
tornato dall’infermeria; e siccome ormai i suoi amici avevano la certezza che non era lui il lupo mannaro che aveva aggredito James, decisero di parlargli.
“Sai”
iniziò James, e subito Peter
gli lanciò un’occhiata preoccupata “Stanotte siamo usciti”
Remusguardò James “L’avete fatto davvero,
allora…” disse debolmente.
Sirius
annuì. “Abbiamo trovato l’erba lunare. Ma non è di
questo che ti vogliamo parlare”.
E in un
batter d’occhio raccontò tutta la storia. Concluse con “Oggi la prof non c’era
a lezione, e ha detto Silente che doveva risolvere qualcosa per qualcosa
avvenuto stanotte. Ti ricordi del pericolo di cui ci aveva
parlato Silente all’inizio dell’anno? Credo che sia questo”
PoichéRemus sembrava preoccupato, James
disse: “La Stamberga è sempre rimasta chiusa a chiave, no?”
Remus
parve risollevarsi “Sì, e mi sono svegliato lì”
James
annuì “Invece l’altro è corso verso l’interno della
foresta. L’ho visto un attimo prima di svenire”.
Remus
annuì a sua volta “oh, beh, allora…” poi si guardò intorno e aggiunse “Ragazzi,
vi ricordate della lezione di pozioni?”
“Vagamente”
ridacchiò Sirius.
“Beh” disse Remus “Il professore aveva
parlato di Jinetauh…”
James si
lasciò scappare una risatina.
“Che hai, compare?” disse Sirius,
perplesso dal comportamento dell’amico.
James
frugò in tasca, e estrasse un paio di foglie di un bel
verde brillante. Avevano una strana forma quadrangolare.
“James…” disse piano Remus. “Dove hai preso quelle foglie?”
Potter si
esibì con un sorrisone “Sgraffignate…”
Sirius
saltò dal suo letto e afferrò le foglie “Non dirmi che sono le foglie che
servono a noi”
James
allungò la mano per riprendersi le foglie, ma poiché Sirius
non mostrava segno di voler ridargliele, disse: “Il professore è uno stupido…
non si è accorto di niente. Mi è bastato prenderne un po’ di più dalla dispensa
e metterne un po’ in tasca, nessuno se ne è accorto.
E’ stato facile”
Finalmente
riuscì a recuperare le foglie e le infilò in un sacchetto accanto all’erba
lunare.
“Prossimo
obiettivo?”
Dopo un minuti di silenzio Sirius
rispose:
“Potremmo
provare a cercare i denti di centauro nella dispensa del prof di pozioni…”
Subito James fu d’accordo, ma Remus era
riluttante “E se vi scopre?”
Peter la
pensava come lui. Fifone di natura, non amava cacciarsi nei guai.
James
scosse la testa. “Con il mantello non corriamo rischi. Uno di noi farà da palo, Sarà facilecome bere un bicchier d’acqua”.
Quella sera stessa i ragazzi misero
in atto il loro piano.
“Fate piano!” disse Remus, uscendo per primo dal dormitorio. Erano circa le due
di notte, e nel castello l’unico rumore erano i quadri
che russavano e le scale che scricchiolavano. A seguito di Remus
ci fu James, che, impugnando il
mantello da una mano e la bacchetta dall’altra, procedeva a passi
felpati. Poi Sirius e infine Peter.
James pronunciò “Lumos!” e la bacchetta si illuminò subito. I ragazzi si coprirono con il mantello dell’invisibilità
e iniziarono a camminare verso l’aula di pozioni.
Tutto era silenzio; e buio. L’unica
luce era il fascio proveniente dalla sfera lunare, che provocava giochi di luce
sui vetri colorati delle finestre. Fuori, per chi si fosse affacciato alla
finestra, avrebbe notato il lago scintillante e calmo. Non tirava
un po’ di vento, non si sentiva volare una mosca.
James, tenendo bene la bacchetta in mano, guidava il gruppetto. Era stato
deciso che Remus avrebbe fatto da “palo”, avvertendo
i suoi amici nel caso fosse arrivato qualcuno.
Dopo aver sceso
le scale velocemente, i quattro giunsero nei sotterranei.
Passarono davanti a qualche porta,
poi Sirius pronunciò “Alohomora!”
sulla serratura dell’aula, che si aprì.
“Shh, fate
piano” sghignazzò James, entrando.
Remus rimase sull’uscio, mentre Peter si appoggiò a una credenza. James e Sirius iniziarono a rovistare nei cassetti.
“Se fossi il prof di pozioni, dove nasconderesti denti di
centauro?” chiese James, afferrando al volo una
boccetta lilla prima che cadesse.
“Se fossi vivo non farei mai il prof di pozioni” ridacchiò Sirius.
James
alzò gli occhi al cielo “Spiritoso, compare… su, sbrighiamoci!”
Cercarono
per parecchi minuti, senza trovare niente. Stavano per abbandonare la ricerca,
quando furono raggiunti da Peter e Remus. Quest’ultimo disse sottovoce “Nascondiamoci, ho sentito rumore di passi!”
I quattro
fecero appena in tempo a nascondersi sotto il mantello dell’invisibilità che entrarono quattro figure. Erano “nientepopodimenoche”
Narcissa, Bellatrix, Piton e LuciusMalfoy.
James
strinse i pugni, e Sirius gli abbassò il braccio,
facendo segno di tacere.
Bellatrix
ridacchiò, poi aprì un cassetto su cui i ragazzi potevano a
stento leggere “Attenzione – pericoloso” e ne estrasse un sacchetto.
“Ecco”
disse la ragazza, infilando il sacchetto in tasca. “E’ quello che ci serve”
mormorò.
I quattro serpeverde uscirono, e James, Sirius, Remus e Peter aspettarono di sentire chiudersi la porta del loro
dormitorio nel silenzio della notte, poi James uscì
da sotto il mantello e si avvicinò a quel cassetto.
“Pensi
anche tu quello che penso io, vero, amico?” sussurrò Sirius.
Ma non aveva fatto in tempo a finire la frase che James aveva tirato fuori i denti di centauro.
“Zona
pericolosa, eh? Chi l’avrebbe mai detto…”
E i
quattro amici si diressero verso il loro dormitorio, finalmente più sollevati.
****
Ottavo
capitolo terminato! ^^ Grazie a tutti per le recensioni, e al prossimo capitolo
*.* (Tra quanti mesi? Si accettano scommesse ^_^)
Era giunto
un giorno molto importante per James. Infatti il ragazzo avrebbe dovuto
sostenere il provino per diventare Cercatore.
Era molto,
ma molto teso: aveva sognato da molto questo momento, già si immaginava volare
su una bellissima scopa, con il vento tra i capelli arruffati, e afferrare
gloriosamente il boccino!
I provini
si sarebbero dovuti svolgere in un pomeriggio molto piovoso, e James voleva
davvero mettercela tutta. Sirius era già un battitore da poche settimane, ma
non aveva mai giocato; infatti la partita, una delle più importanti, Grifondoro
contro Serpeverde, si sarebbe svolta entro due settimane dai provini per il
Cercatore.
Il ragazzo
dai capelli corvini, spingendosi gli occhiali sul naso, si recò al capo di
Quidditch. Il tempo di mettere piedi fuori dal castello e già era fradicio per
la pioggia; si scostò i capelli appiattiti sulla fronte, e risoluto entrò nel
campo.
Ad
aspettarlo c'erano soltanto quattro persone: Williams, il capitano, una ragazza
piuttosto bassa dai lunghi capelli biondi, occhi neri come il carbone dal
taglio orientale e braccia nervosamente incrociate al petto. E tre aspiranti
Cercatori, due dei quali erano davvero smilzi e mingherlini. Uno di loro
picchiettava nervosamente il piede sul prato, aspettando James.
"Alla
buon'ora, James Potter" mormorò Williams, avvicinandosi al ragazzo.
"Su, iniziamo subito, altrimenti rischiamo di trovarci sepolti in una buca
scavata dalla pioggia" disse nervosamente. "Uno alla volta. Maddison,
inizia tu"
Uno dei
ragazzi mingherlini si fece avanti.
"Sali
sulla scopa" - gli indicò una Comet accanto a lei - "Io libero il
boccino. Attento alla pioggia... del resto, un buon Cercatore deve saper
resistere anche alle intemperie".
Quando il
ragazzo spiccò il volo sulla Comet, Williams liberò il boccino.
Il ragazzo
rischiò più volte di cadere dalla scopa; il manico era piuttosto scivoloso, e
lui non era del resto stabile. Quando finalmente dopo una serie di
"acrobazie" riuscì a prendere il boccino, tornò a terra, e Williams
strinse le labbra, anche se quel gesto si poteva appena vedere a causa della
pioggia fitta.
"Ehm...
ok, Maddison" disse il capitano, strizzandosi i lunghi capelli. "Ora
vediamo gli altri".
James fu
l'ultimo: gli altri due aspiranti Cercatori se la cavarono abbastanza bene,
soprattutto un ragazzo del secondo anno di nome Tony Day. Quando fu il turno di
James, il ragazzo, davanti a una Williams ormai scoraggiata, salì sulla scopa e
afferrò in poco tempo il boccino. Non si era mai sentito tanto bene, e la
pioggia non faceva certo diminuire quella sensazione. Si sentiva libero, libero
di fare tutto quello che voleva.
Quando
scese Williams fece una cosa che non faceva da molto tempo: annuì,
incoraggiante. Si passò una mano sugli occhi, come per liberarsi dalla pioggia,
poi disse:
"I
risultati... beh, non saprei giudicare ora. A dir la verità un'idea ce l'avrei,
ma è una decisione importante, perciò credo che per domani lo saprete".
La ragazza
congedò i quattro con un cenno della mano. James si diresse verso il castello,
felice. Il provino era andato. Non rimaneva che aspettare il responso.
All'improvviso
James sotto la pioggia notò qualcosa. O qualcuno? Un qualcosa che si muoveva
dietro lo spogliatoio del Quidditch.
"Ehi!"
gridò, sovrastando il rumore della pioggia.
La sagoma
si fermò un attimo, poi iniziò a correre verso il castello. Nella pioggia, il
ragazzo riuscì a distinguere solo una cosa.
Qualcosa di
rosso che entrava velocemente dalla porta di Hogwarts.
James
spinse il portone, che si aprì, cigolando, e entrò nell'atrio. Si guardò
intorno, ma non vide nessuno. Nessuna chiazza rossa.
Un abito?
Dei capelli?
O solo uno
scherzo della sua immaginazione?
Non ebbe
tempo per riflettere ancora, perchè fu praticamente travolto dal suo amico
Sirius.
"Allora?
Come va? Come ti senti? Sei stato grande, amico! Bagnato, eh?" disse
ridendo il ragazzo, battendo una serie di pacche sulla spalla di James.
"Se
continui così" iniziò James, fingendo una voce strozzata "Non
arriverò alla prossima partita".
"Ti
hanno preso?" chiese Peter, apprensivo come sempre.
"No..
non ancora" disse James, sghignazzando.
A questo
punto arrivò Remus di corsa "Sei stato grande, James" disse. "Abbiamo
visto tutto dalla finestra. Adesso andiamo, sta arrivando il professore di
pozioni. Dovremmo essere nei nostri dormitori!"
James
annuì. "Sì, mamma" disse ironicamente, poi i quattro si avviatono
verso il dormitorio, ridendo e scherzando tra loro.
Una figura
esile si mosse leggermente nell'ombra. Si tappò la bocca con una mano bagnata.
"Come
mi è saltato in mente.." si rimproverò tra sè e sè. Scosse i lunghi
capelli rossi, diffondendo goccioline di pioggia sul tappeto.
Lily
sospirò, non appena i quattro se ne furono andati. Spalancò i grandi occhi
verdi, e scosse la testa.
Aveva
voluto a tutti i costi assistere al provino di James, era come se una forza
invisibile l'avesse trascinata al campo.
Ma
perchè?
Il
giorno dopo...
"Sapevo
che ce l'avresti fatta, campione" disse Sirius, scompigliando
scherzosamente i capelli a James.
Il ragazzo
era ancora un po' stordito; appena entrato nel dormitorio, dopo aver preso un
bel voto all'interrogazione di Trasfigurazione, era stato accolto da stelle
filanti, scintille rosso-oro nell'aria e stendardi di Grifondoro.
"Ok,
ragazzi, non è la prima volta che prendo un bel voto" si pavoneggiò
scherzosamente James.
Però subito
Sirius si precipitò da lui, seguito a ruota da Remus e Peter. "Amico... ce
l'hai fatta!"
James
all'inizio non capì; poi vide sulle pareti delle sue foto animate che
afferravano il boccino... le grida, gli esulti...
Allora
afferrò.
"Ce
l'ho fatta?" fu la prima cosa che disse.
Remus
annuì, incoraggiante, e subito fu sbalzato via da un'esuberante Tanya Williams
che si precipitò da lui. "Congratulazioni" disse rapidamente,
stringendogli la mano e infilandogli una specie di ghirlanda di boccini di
pezza al collo. "Agli allenamenti, domani, alle sei del pomeriggio"
gli fece l'occhiolino, poi si allontanò e tornò a scherzare con un paio di
amiche.
Sirius gli
diede una gomitata nel fianco "Ma come, conoscevi una tipa così e
non me l'hai presentata?" senza dargli il tempo di rispondere gli fece
un'altra domanda. "Non noti l'assenza di qualcuno?"
James si
guardò intorno. "No... chi?"
La risposta
arrivò immediatamente, evidentemente la bocca era più veloce degli occhi.
Lily Evans,
non era lì.
James fissò
per un po' di tempo la porta del dormitorio femminile; poi scosse la testa, mormorando
tra sè e sè un "Machetenefrega", anche se il suo cuore non diceva
esattamente la stessa cosa, e tornò a scherzare con i suoi tre amici.
Lily, stesa
sul letto del suo dormitorio, si asciugò una piccola lacrima.
Che mi
è preso? Perchè sono andata lì?
Starnutì,
per tutta la pioggia presa, poi si mise a sedere sul letto, tendendo l'orecchio
ai rumori in dormitorio. Aveva convinto Jade e Karen, dicendo loro di avere mal
di testa forte, ed era rimasta lì. Ma forse non era stata una bella idea.
Da soli,
infatti, si viene invasi da fiumi di pensieri, la maggior parte dei quali Lily
cercava invano di scacciare.
Probabilmente
adesso Karen stava civettando con i primi ragazzi che le capitavano a tiro.
Jade, invece...
Lily immaginò
la sua amica dai lunghi capelli neri seduta su un divano, sorseggiando un po'
di succo di zucca, mentre osservava di sottecchi Remus. Era lui che le piaceva,
la ragazza l'aveva confessato a Lily un po' di tempo fa.
Lily,
seduta sul soffice letto del suo dormitorio, si lasciò sfuggire un sorrisetto.
Si, probabilmente stava andando così.
E Potter?
Lily, si rimproverò, cancellati questo nome dalla mente. Una volta e per
tutte.
Il tempo
passava, e ben presto venne il giorno in cui James diveva giocare la sua prima
partita di Quidditch.
Stavolta, a
differenza del giorno dei provini, c'era un bel sole.
I raggi
caldi di marzo riscaldavano il campo, e anche i cuori: James sapeva di farcela:
doveva farcela.
In prima
fila sugli spalti si schierarono Remus, Lily, Karen, Jade e Peter, che appena
vide la rossa arrossì vistosamente. Intanto Sirius e James tentavano di farsi
coraggio a vicenda, negli spogliatoi, e Williams saltellava allegramente da un
giocatore all'altro, dando istruzioni e ridendo.
"Tanya"
le disse ad un certo punto Lesly Havely, una delle Cacciatrici. "Chiudi
quella bocca, per pietà, sono talmente nervosa che potrei strozzarti".
Si aprino
due porte, opposte; e i giocatori di Grifondoro e di Serpeverde fecero il loro
ingresso in campo.
Remus,
Karen e Peter applaudirono sonoramente quando entratono James e Sirius, che
sembravano - anzi, erano - molto spaventati; Jade era troppo occupata a
guardare Remus, Lily invece sembrava persa nei suoi pensieri.
Come ad
ogni partita, dagli spalti si levò una voce. "Ed ecco i giocatori che
entrano in campo! Accogliamo con un grande applauso i giocatori di Grifondoro, Williams, Rood, Havely, Lively, Black, Spinnet e Potter! Un
bell'applauso, signori!"
Dagli spalti rosso-oro si levò un vociare e applausi, che non furono
sovrastati neanche dai "buuuh! buuuh!" di protesta dei Serpeverde.
"E ora i Serpeverde... Black, Black, Walker, Winter, Shell, Lee e
Gray!" disse il cronista con meno entusiasmo.
"Inizia la partita! Havely è in possesso della palla, che le viene
soffiata da Black.... Black si avvia verso il suo traguardo, ormai è a pochi
metri dall'anello... ma ecco Rood che si impossessa di nuovo della palla!
Grandi! Rood si avvicina.. si avvicina..."
L'atmosfera era al culmine, la tensione palpabile.
"E Black para" disse il cronista, esprimendo tutto il
disappunto di cui era capace, e la cosa provocò un brontolio da parte della
McGranitt.
La partita, intanto, andava avanti, e dopo un po' i Serpeverde
conducevano 70 a 40. Tutti i Grifondoro erano molto nervosi; infatti stava per
concludersi la stagione del Quidditch, e quella era l'ultima partita. La
partita che avrebbe determinato la vittoria della Coppa. Serpeverde o
Grifondoro?
James e Gray, il cercatore avversario, volavano l'uno affianco all'altro.
James improvvisamente senti qualcosa di pesante sfiorargli appena la testa, e
la voce di Sirius:
"Attento, amico, questi fanno sul serio! Attento al bolideee!"
James, con una picchiata, schivò appena in tempo un bolide che un
Battitore di Serpeverde aveva scagliato contro di lui.
Il ragazzo si fermò un attimo, raddrizzandosi gli occhiali. E individuò
il boccino.
"Peccato che i provini per cercatore si siano svolti così tardi...
avrei potuto giocare più partite" pensò James per farsi coraggio, intanto
volava verso il Boccino.
Peccato che l'avesse visto anche il cercatore avversario: Gray con una
picchiata saettò verso di lui, e iniziarono a correre verso il boccino... James
tese la mano...
Lily balzò in piedi. Un boato si levò dagli spalti; Remus e Peter
scattarono in piedi, agitando la sciarpa rosso-oro.
Si, James aveva preso il boccino. La sua prima vittoria!
Non si può descrivere la gioia del ragazzo in quel momento; tutti
esultarono, Williams corse ad abbracciare Sirius e James, saltellando e
gridando; Remus, Peter, Karen, Jade e Lily si precipitarono in campo. La rossa
si congratulò con tutti, anche con James... il suo sorriso valeva più di
qualsiasi complimento.
Karen saltellava per il campo, agitando le braccia in aria e gridando
"GRIFONDORO SIAMO I MIGLIORI! SIAMO I MIGLIORI!"
Remus diede una pacca ai due amici. "Sapevo che ce l'avreste
fatta" disse, e Jade annuì alle sue parole, sorridendo timidamente.
James, però, era il più felice. Non si notava molto dai suoi gesti,
dalle sue parole, ma tutti lo sapevano: James era felice.
Era giunto
ormai il mese di giugno; l'anno stava trascorrendo, alla grande per alcuni, un
po' meno per altri.
Tra questi
ultimi si potrebbe citare Peter Minus; ultimamente sembrava inquieto, quasi era
cambiato. Più di una volta era capitato che rispondesse male ai suoi tre amici.
Loro avevano attribuito questa cambiamento agli esami ormai prossimi, ma il
vero motivo era un altro.
Sì, il
motivo era Lily.
A volte
Peter aveva sorpreso James e Lily a scambiarsi sguardi, e quando i loro occhi
si incrociavano, subito prendevano a osservare altro; strano comportamento. Ma
Peter sapeva che quei due si piacevano a vicenda: avevano solo paura di provare
qualcosa di diverso.
Però, per
dirla senza tanti giri di parole, e Peter piaceva Lily.
La ragazza
era sempre gentile con lui: per i compiti, per le lezioni.. per tutto. Però
spesso Peter aveva la sensazione che la rossa lo faceva solo perchè provava una
gran pena: un ragazzino bruttino, preso in giro dagli amici, che non andava bene
a scuola... almeno, lui così si vedeva.
Possibile
che la vita non è mai come quella che vorremmo che fosse?
Per quella
sera, i quattro ragazzi avevano programmato una "gita fuori programma";
c'era la luna piena, e James, Sirius e Peter, nonostante non fossero ancora
Animagi, non se la sentivano di lasciare il loro amico da solo.
Inoltre, da
quando era accaduto l'episodio del lupo mannaro che aveva ferito James, sia
dalla finestra che dal giardino avevano udito, ad ogni notte di luna piena,
degli strani versi provenienti dalla foresta. E poi ogni tanto qualche
professore non faceva a lezione, come era successo la prima volta per la
McGranitt, dicendo che "c'erano dei problemi". E la natura curiosa
dei tre ragazzi, o almeno di James e Sirius, prese il sopravvento:
sarebbero usciti nella foresta.
La giornata
volò, e la sera venne presto: James non riuscì a cenare, quella sera. Gli esami
si erano svolti qualche giorno fa, ma il ragazzo non era preoccupato per i
risultati. No, affatto.
Sirius, dal
canto suo, trangugiò velocemente un po' di pasticcio di carne, lo stesso
pasticcio che Remus stette e rigirarsi stancamente nel piatto per tutta la
durata della cena.
Quando
verso le dieci di sera Remus andò in Infermeria e poi nella Stamberga, i
tre prima finsero un gran mal di pancia ("Accidenti al
polpettone!" furono le parole di Sirius accompagnate a una smorfia di
dolore mooolto convincente davanti al preside), poi andarono in
infermeria. E, alle undici e trenta circa, approfittando della temporanea
assenza di Madama Chips se la svignarono quatti quatti verso la foresta.
Quando
furono fuori, Peter rabbrividì, nonostante fosse giugno e tirasse un'aria
calda. Brividi di paura?
Sirius e
James si guardavano velocemente intorno; il ragazzo dai capelli corvini si
spinse sul naso gli occhiali rotondi, poi puntò la bacchetta pronunciando
"Lumos!", e un fascio di luce illuminò i volti dei ragazzi.
"E
ora?" chiese Sirius.
"Beh,
ora..." rispose James. Non aveva un piano preciso. "Aspettiamo".
Non ebbero
molto da aspettare. Ben presto il silenzio della foresta fu squartato da un
suono molto strano... innaturale.
"Avete
sentito?" sussurrò Peter, stringendosi nella spalle.
James
annuì. "Sì. E non era Remus. Proveniva da là.." e indicò un punto,
nel fitto della foresta.
"A
quanto pare il nostro amico non ci fa attendere molto.. buon segno" disse
ironicamente Sirius, ma si zittì quando ci fu un altro suono, più forte del
precedente. Più vicino.
"oh
oh..." fu tutto quello che disse James, prima che un lupo mannaro sbucasse
da dietro alcuni alberi.
Peter emise
una specie di rantolo, e indietreggiò di alcuni passi.
Il lupo si
avvicinò lentamente ai ragazzi. I denti digrignati, un po' sporchi del sangue
di qualche animale della foresta. Il pelo ritto, gli occhi stralunati,
iniettati di sangue.
"Oh
dio..." mormorò James, rimanendo immobile.
Il lupo
mannaro avanzò ancora verso di loro. Poi piegò leggermente le zampe e spiccò un
balzo verso i ragazzi.
Da quel
momento, James non ricordò nulla distintamente. Solo un grosso lupo che si
avventava su di loro. Ricordava di aver teso le braccia, per difendersi... poi
Sirius si era lanciato contro il lupo.
Peter
era corso verso il castello.
La
porta del castello si era aperta.
James,
da quel momento, non ricorda più nulla.
Sirius
tamburellò nervosamente le dita sul comò dell'infermeria. James, invece, era
seduto sul letto, con un braccio fasciato. Sirius aveva dei lividi sul viso.
Peter era incolume. Ma tutto si era risolto bene.
La
McGranitt, avvolta nella sua vestaglia, era uscita insieme a Silente.
Praticamente, era stato scoperto che era quel lupo mannaro la minaccia di
Hogwarts; i professori spesso organizzavano spedizioni nella foresta per
stanarlo, ma nessuno ci era mai riuscito.
Era un
uomo, scappato dalla propria famiglia e emarginato dalla società. E' stato
portato al San Mungo; starà un po' lì, in attesa della decisione sul suo
futuro.
Arrivò
l'ultimo giorno; gli uccellini cinguettavano nel cielo terso, tanti fiori erano
sbocciati lungo le sponde del lago, la cui superficie era tranquilla e priva di
increspature.
I ragazzi
di Hogwarts trascorsero tutto il tempo fuori al giardino, e in riva al lago.
La sera, ci
fu il consueto cenone di arrivederci e la premiazione. La coppa del Quidditch
andò a Grifondoro, con grande gioia di James e company, mentre quella delle
case a Tassorosso.
"E'
con grande piacere che annuncio che la minaccia di Hogwarts non è più
tale" furono le ultime parole di Silente.
Fu così che
si concluse il secondo anno a Hogwarts di James, Sirius, Remus e Peter.
Sirius,
Peter e Remus erano già tornati a casa da un bel pezzo; invece i genitori di
James tardavano ad arrivare. Il ragazzo si appoggiò a una barriera, incrociando
le braccia nervosamente.
Una mano
gli toccò la spalla; il ragazzo si voltò e si trovò davanti a Lily.
James
sussultò leggermente "Ehm... Evans..." cercò di assumere un tono da
duro "Che ci fai qui?"
Ma davanti
al sorriso timido di Lily abbandonò questo tono.
"I
miei genitori sono qui" mormorò la rossa, e James annuì.
"Beh... a settembre, Evans" disse James.
Lily lo
salutò con la mano, poi si voltò e si allontanò, e James rimase lì a guardarla.
****
Nono
capitolo terminato! Già si vede qualcosa di James/Lily, però metterò più
romanticismo al quinto, sesto e settimano anno XD Grazie a Senda e Sara Potter!
Su, leggete
e seguite questa innocente freccetta ^_^