Che i giochi abbiano inizio.

di S h i n d a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che i giochi abbiano inizio. ***
Capitolo 2: *** Come un attimo possa togliere la vita. ***
Capitolo 3: *** Questo non è un Addio, ma un Arrivederci. ***
Capitolo 4: *** Saremmo stati una Famiglia e avremmo avuto due Bambini. ***
Capitolo 5: *** L'utilità degli inutili. ***
Capitolo 6: *** Il dolore di una madre. ***
Capitolo 7: *** Incidente. ***
Capitolo 8: *** Trappola Mortale. ***



Capitolo 1
*** Che i giochi abbiano inizio. ***


Che i giochi abbiano inizio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Non avevano fatto nulla di male, davvero.
Allora perché si trovavano lì?
Semplice, il popolo voleva giustizia.

 
 
 
Appena finita la guerra tra El Dorado e i ragazzi della Second Stage Children il popolo era in rivolta.
Sì, la guerra aveva causato la distruzione di quella povera città.
I cittadini si erano ribellati.
Volevano vendetta, certo, perché in quella guerra erano stati coinvolti anche gente innocente.
Per questo avevano organizzato gli Hunger Games.
 
Una leggenda parlava di questi Hunger Games: erano dei giochi particolari dove ventiquattro ragazzi venivano spediti in un’arena nella quale dovevano uccidersi a vicenda, l’ultimo che rimaneva in vita vinceva.
La leggenda diceva che erano stati organizzati per imporre il potere sul popolo; adesso erano proprio i cittadini che volevano imporsi su quelle due alleanze che lottavano per avere il potere.
Il problema era anche che la gente accecata dalla rabbia, aveva fatto partecipare pure la Raimon.
Quei poveri ragazzi non avevano fatto nulla ma la città affermava che erano rimasti lì a guardare e che non erano intervenuti per placare la guerra, quindi dovevano essere puniti.
 
 
Adesso si trovano tutti in una piazza, pronti ad essere estratti da quella grande sfera di cristallo che conteneva i loro nomi.
Una signora spiegava cosa fossero gli Hunger Games per chi non lo sapesse mentre aspettava che venisse estratto il primo nome.
Ecco, forse ci siamo.
Un ragazzo infilò la mano nella sfera e lo porse alla signora.
Un lungo silenzio si fece largo tra la folla, poi il nome fu detto ad alta voce.
«Shindou Takuto.»
Una serie di sospiri e di esclamazioni di sorpresa si fece avanti tra i giocatori.
L’ex-capitano della Raimon si alzò senza esprimere alcun sentimento, si voleva dimostrare forte davanti ai suoi amici, e salì le scale che lo portarono sul palco.
Mandò un’occhiata dolce a Kirino promettendogli che sarebbe rimasto in vita e si sedette in una prima sedia aspettando.
«Kirino Ranmaru.»
Ecco, Shindou volle sprofondare, non poteva uccidere il suo migliore amico; sarebbe morto.
Il rosa invece sembrava quasi felice e corse sul palco per sedersi accanto al castano, come se qualcuno potesse rubargli quel posto.
«Nishiki Ryoma.»
Il ragazzo si alzò di botto e fece finta d’esser spensierato e così arrivò a sedersi accanto a Kirino.
«Aoi Sorano.»
La ragazzina che era una manager non se lo aspettava, anzi ribatté «Ma noi manager cosa c’entriamo?»
«Mi spiace cara,» iniziò a dire la signora che leggeva i nomi «fai pur sempre parte della Raimon.»
Detto ciò la sicurezza afferrò Aoi e la portò sul palco nel mentre lei si sbracciava «non è giusto! Non è giusto!»
«Sai cosa non è giusto? Questo non è giusto» la signora schioccò le dita e delle altre guardie comparvero.
Ella indicò le altre due manager della squadra e le fece segno di venir sul palco.
«Ehi! Non potete farlo!» Urlò Midori nel mentre un uomo le immobilizzava le braccia.
«Non azzardatevi a fare del male a Midori!» urlò Nishiki alzandosi dalla sedia sul palco correndo verso la rossa ma fu bloccato anche lui dalla vigilanza.
Akane abbassò la testa e senza resistenza fu condotta sul palco.
«Continuiamo… Tenma Matsukaze.»
Il capitano della Raimon si guardò intorno quasi intontito.
Vedeva che nessuno si muoveva e che tutti lo fissavano, esatto, non aveva capito male, toccava a lui.
«Tenma Matsukaze» ripeté spazientita la voce.
Il ragazzino fece un passo avanti e lentamente salì sul paco sedendosi accanto ad Akane.
«Tsurugi Kyousuke.»
Il blu non fece troppe storie e si diresse con la sua solita espressione accanto a Matsukaze.
«Kinako Nanobana.»
«No! Kinako!» Un signore dai capelli verdi si diresse verso di lei abbracciandola «non puoi andare… Non puoi!»
La ragazzina lo fissò con tristezza e disse «Asurei, è questo il mio destino. Sarei dovuta morire lo stesso, occupati di Fey quando non ci sarò più.»
«Non dire così! Tu vincerai, vincerai per noi, per me.»
«Asurei non essere scemo, sai che non potrei mai vincere. Ripeto, occupati di Fey in mia assenza.»
«Perdonate se rompo questo idilliaco momento tra marito e moglie ma abbiamo bisogno di andare avanti.»
«Scusi» e saltellando la giovane si sedette al suo posto.
«Amemiya Taiyou.»
L’arancione cercò di trattenere le lacrime, era riuscito a sconfiggere la malattia, poteva finalmente godersi la vita, invece…
Senza dir nulla si appostò vicino a Kinako.
«Kariya Masaki.»
«Che diamine… Adesso chi glielo dice ad Hiroto…» borbottò il verde dirigendosi verso il palco.
«Hikaru Kageyama.»
Il piccolo Hikaru stranamente non si mise a piangere, non voleva disonorare la propria famiglia; certo, era rimasto solo ma almeno dopo la sua morte avrebbe potuto incontrare suo zio, o almeno, così pensava…
«Meia.»
«MI OFFRO VOLONTARIO!»
La giovane dai capelli viola fissò con dolcezza il proprio fidanzato che si era fatto avanti per difenderla.
«Mi spiace, non puoi prendere il suo posto» cantilenò la signora.
«Allora io sarò il vostro quattordicesimo tributo, io la mia Meia non l’abbandono.»
«Oh, Gillis» sospirò Meia.
«Tutto ciò mi fa venire la nausea…» sussurrò Beta.
«Sei solo invidiosa» la incalzò Gamma.
«Andiamo» Gillis porse la mano alla ragazza e si avviarono sul palco.
«Un volontario, il tutto si fa più interessante. Comunque, dobbiamo continuare.»
Ecco che arrivò il quindicesimo biglietto.
«Fey Rune.»
Ora sì che Asurei poteva sentirsi morto. Molto probabilmente avrebbe perso sia moglie che figlio.
«FEY!» gridò la madre che aveva perso quel suo solito sorriso radioso e singhiozzava.
Fey guardò con malinconia Kinako che piangeva e si poggiò sulla sedia lanciando un’occhiata al padre totalmente disperato.
«Saryuu Evan.»
Un fragorosa risata scoppiò tra il gruppetto dei ragazzi della Second Stage Children.
«Chi è che ride?!»
«Oh, mi scusi, vecchia» Saryuu cercò di trattenere le risate «Perdonatemi, è che aspettavo con ansia questo momento.»
«Vecchia a chi?!» esclamò la signora che era diventata della stessa tonalità della propria parrucca color porpora.
L’albino si diresse verso il palco tenendosi lo stomaco con una mano per le troppe risate, poi si avvicinò al microfono con il quale venivano annunciati i nomi e disse «Sarò io a vincere, e tornerò a comandare su di voi, non temete!»
Delle urla di dissenso si sollevarono dalla folla e il capo dei Second Stage si poté accomodare sulla sedia accanto a Fey.
«Beta.»
La ragazza si morse un labbro ma non fece notare il suo nervosismo.
In modo altezzoso andò verso il palco e nessuno commentò quel modo di fare, troppo spaventati dall’essere chiamati.
«Alpha.»
L’apatico viola non disse nulla e anche lui si comportò come la compagna prima.
«Kurama Norihito.»
Il ragazzino imprecò a bassa voce e mosse qualche passo a malavoglia verso quel patibolo.
«Rei Rukh.»
Non c’è molto da dire qua, Rey era un robot e non provava sentimenti, cosa gli cambiava morire?
«Hamano Kaiji.»
«Uff, non è giusto, mancava così poco…» Hamano si adagiò accanto al robot.
«Hayami Tsurumasa.»
«AAAH! Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo! Io e la mia solita sfortuna, lo sapevo! Lo sapevo! Credevo veramente di avercela fatta…» Hayami continuò il suo monologo nel mentre le guardie lo portavano verso il palco e lo affidavano ad Hamano che cercava di calmarlo.
«Gamma.»
«Ma, tutto ciò non è giusto! Sono talmente stupendo per essere scelto, specialmente per essere scelto come penultimo!» Sbuffò e rivolse lo sguardo ai suoi compagni che erano giunti lì prima di lui.
«Mi offro volontario.»
Tutti i tributi (o quasi tutti) si voltarono terrorizzati verso chi aveva parlato.
Esattamente, era stato Zanark.
«Ma quale colpo di scena!» Disse la signora con la parrucca porpora «Un volontario per ultimo, interessante.»
Zanark fece il suo trionfale ingresso e si lasciò cadere sulla sedia accanto a Gamma che lo guardava male.
 
 
I ventiquattro tributi vennero scortati verso un grande palazzo dove sarebbero avvenuti gli “ultimi addio”.
Ci furono diverse visite come per esempio: Endou, Kidou e tutto il resto della Raimon ai vari giocatori (o perlomeno a quelli cui arrivarono a salutare); i Second Stage andati a salutare i propri capitani, cosa che fece pure l’El Dorado; Asurei che visitò sia moglie che figlio.
Kariya non aveva ricevuto alcuna visita, l’allenatore Endou e gli altri, erano impegnati, non sarebbero mai arrivati nemmeno a salutarlo.
Non aveva una famiglia e quei pochi amici che aveva si trovavano nel passato, non sarebbe venuto proprio nessuno.
Chiuse gli occhi per evitare di mettersi a piangere e si accovacciò su sé stesso .
La porta si aprì di scatto.
Kariya si asciugò velocemente gli occhi e si vide correre incontro Hiroto e Midorikawa.
«Hiroto, Midorikawa! Cosa ci fate voi qua?!»
«Oh Kariya! Kariyaaa!» Lo strinse a sé Hiroto ignorandolo.
«Hiroto…»
«Gouenji, cioè Ishido, è venuto da noi e ci ha raccontato tutto, poi ci ha scortati qua con il suo bracciale temporale o qualcosa di simile… » Tentò di spiegare Midorikawa in preda dal panico.
«Noi tiferemo per te! Sappiamo che puoi farcela» mormorò Hiroto con gli occhi colmi di lacrime.
«Il tempo delle visite è finito.»
Sembrava di essere in un carcere.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 ♦♣Angolo Autrice♥♠


Ciao a tutti.
È da mesi che non scrivevo qualcosa e oggi durante l’ora di supplenza mi è venuta un’illuminazione.
Non so se conoscete gli Hunger Games o meno (vi consiglio il libro, è stupenderrimodfkjdfbks).
In poche parole gli Hunger Games è un “gioco” che serve per “divertire” gli abitanti (che poi non capisco cosa ci sia di divertente nel vedere gente uccidersi…) come ho spiegato nella fic.
Se tutto andrà bene i capitoli saranno 24, compresa questa introduzione.
In ogni capitolo morirà qualcuno.
Praticamente stamattina in classe sempre durante quell’ora di supplenza mi sono divertita a fare i sorteggi.
NON HO DECISO IO CHI MUORE.
L’ha deciso il destino. (?)
Prendetevela con lui. A_A 



Shindou_Takuto

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Capitolo 2
*** Come un attimo possa togliere la vita. ***


 
 
 

Come un attimo possa togliere la vita.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I ragazzi vennero portati in un lussuoso palazzo dove fu spiegato loro che lì avrebbero passato tre giorni per prepararsi alle eventuali situazioni che avrebbero riscontrato nell’arena.
«Dovrete piacere al popolo.»
«… Eh?»
Un uomo biondo, uno stratega, raccontò ai ventiquattro tributi: delle sfilate che avrebbero dovuto fare; degli sponsor, ovvero delle persone che potevano mandare regali ai partecipanti; degli allenamenti per abituarsi all’arena; di una specie di esame finale che avrebbero dovuto sostenere nel quale avrebbero ricevuto un voto da uno a dodici, più alto era il voto più gli sponsor potevano interessarsi al tributo.
Naturalmente poi, dovevano piacere al popolo siccome erano loro che decidevano al 50% le sorti del gioco e dei concorrenti.
 
Quei tre giorni passarono velocemente.
Si erano strette alleanze e imparato ad impugnare le armi; mancava solo l’esame.
 
Finalmente tutti e ventiquattro si erano esibiti, a poco avrebbero dato i risultati.
«State calmi ragazzi, non vi accadrà nulla di male» mentì Endou.
«Ci penseremo noi a proteggervi, in un qualche modo…» continuò Kidou abbassando la testa, nervoso.
La tv si accese di colpo.
«Finalmente possiamo annunciare i risultati» disse il tizio della televisione.
Uno ad uno i nomi apparvero sullo schermo con i rispettivi punteggi:
 

• Shindou Takuto: 8.
• Kirino Ranmaru: 7.
• Nishiki Ryoma: 7.
• Aoi Sorano: 5.
• Midori Seto: 5.
• Akane Yamana: 7.
• Tenma Matsukaze: 8.
• Tsurugi Kyousuke: 9.
• Kinako Nanobana: 6.
• Taiyou Amemiya: 8.
• Kariya Masaki: 8.
• Hikaru Kageyama: 6.
• Meia: 8.
• Gillis: 9.
• Fey Rune: 9.
• Saryuu Evan: 11.
• Beta: 7.
• Alpha: 7.
• Kurama Norihito: 6.
• Rei Rukh: 10.
• Hamano Kaiji: 6.
• Hayami Tsurumasa: 5.
• Gamma: 7.
• Zanark Avalonic: 12.

 
 
 
Ci furono alcuni voti inaspettati come il sette di Akane o lo stesso otto di Kariya, cioè, non che il ragazzo non fosse bravo ma aveva preso quanto il suo stesso capitano.
«Tu!» La indicò Midori «come diavolo hai fatto ad avere un sette ed io cinque?!»
Akane arrossì «segreto.»
«Segreto un corno! Tu ora me lo dici!»
La Raimon scoppiò a ridere nel vedere la rossa rincorrere la povera fotografa per tutta la camera.
«Almeno così» pensò Kidou «allentano la pressione…»
L’allenatore era parecchio nervoso per i bei voti che avevano preso sia i Second Stage Children che l’El Dorado.
 
«Oh amore mio, hai preso un bel voto.»
«No, tu hai preso un bel voto.»
«No! Tu, e basta, ho ragione io.»
«Certo che hai sempre ragione tu, amore.»
«No, che dico! Tu hai sempre ragione…»
Fey era dir poco sconvolto su come Meia e Gillis potessero essere talmente dolci in una situazione del genere.
Al verde venne il voltastomaco e si voltò verso Saryuu che schiacciava un pisolino mugugnando qualcosa come «Conquisterò il mondo…» o roba simile.
L’ex-capitano della Garu si sporse per guardarlo meglio e si appoggiò con i gomiti al divano nel quale riposava il capo dei Second Stage Children; peccato che scivolò cadendogli sopra.
«Ma che diamine…!»
«Scusa Saryuu, non volevo!»
Nel mentre, si girarono anche Meia e Gillis che indignati dissero «se dovete fare certe cose, almeno in privato» e se ne andarono.
«Aspettate io non… » Provò a ribattere Fey.
«Parlano proprio loro, eh?» Commentò l’albino sorridendo.
 
 
 
 
Il gran giorno era arrivato.
I ragazzi erano stati obbligati ad indossare una tuta apposita color arancione che, in teoria, li avrebbe dovuti aiutare a correre o ad arrampicarsi.
Gli fu introdotto un micro-chip, in modo che così gli strateghi (coloro che organizzavano l’arena e si occupavano dell’andamento del gioco) potessero sapere in ogni momento dove si trovavano le povere vittime.
Vennero fatti entrare in delle capsule che li portarono all’esterno.
Il campo era diviso in una parte centrale pianeggiante dove all’inizio del gioco venivano posizionati degli zaini contenenti viveri o armi; poi, si poteva trovare un lago e attorno tutti alberi*.
I tributi erano disposti in cerchio, in modo tale che nessuno fosse svantaggiato.
Avevano un minuto di tempo per decidere se afferrare uno zaino e correre subito via o afferrare più cose, però con il rischio di poter essere ammazzati.
 
 
 

10…

9…

8…

7…

6…

5…

4…

3…

2…

1…

 

 
 
Le capsule scomparvero e i ragazzi iniziarono a correre.
C’era qualcuno come, per esempio, il gruppo formato da: Hayami, Hamano, Kurama, Hikaru e Kariya che prese ognuno uno zaino e poi scappò via.
Altri come Zanark e Saryuu che cercavano di prendere tutto ciò che trovassero in giro.
Per fortuna, possiamo dire, nessuno morì in questa fase iniziale e i ventiquattro ragazzi si divisero in diversi gruppi.
 
Il primo gruppo, quello menzionato prima, era composto da: Hayami, Hamano, Kurama, Hikaru e Kariya.
Hayami si appoggiò ad un albero massaggiandosi una caviglia.
«Muoviti» gli gracchiò Kurama.
«Mi fa male…» si lamentò il quattrocchi.
«Fa’ vedere» Hamano si chinò verso l’amico e vide una lunga ferita lungo il polpaccio sino ad arrivare alla caviglia «come te lo sei fatto?!»
«Mentre scappavo, credo sia stato Saryuu che mi lanciato un coltello contro.»
«Dai, su. Sali» Hamano si piegò sulle ginocchia.
«C-Che dici?!»
«Non puoi camminare in queste condizioni e poi sei leggerissimo.»
«Mi spiace dare ragione a Kurama ma se non ci muoviamo potremmo lasciarci le penne, quindi Hayami muoviti a salire su Hamano» intervenne Kariya leggermente nervoso.
Il corridore fissò prima la caviglia poi l’amico.
«Forza» Kurama roteò gli occhi al cielo borbottando qualcosa.
«V-Va bene…»
In questo modo i cinque ragazzi poterono continuare il loro tragitto.
 
 
Il secondo gruppo era formato da: Shindou, Kirino, Nishiki, Akane e Midori.
«Ah! Fortunato, sei riuscito a non morire in quella confusione iniziale, i miei complimenti» disse Midori per iniziare a provocare Nishiki.
«Attenta a non sporcarti» ribatté il ragazzo.
«Ragazzi, non è il momento» li separò Kirino che poi si voltò verso Shindou che si era fermato di colpo.
«Shindou, qualcosa non va?»
«Non muovetevi, immobili» sibilò l’ex-capitano «Tornate indietro, lentamente e svuotate uno zaino.»
Akane prese la propria sacca e ne uscì il contenuto: alcuni sassi, una bottiglietta d’acqua, della carne secca e un coltello.
«Dammi quei sassi per favore.»
La ragazza glieli porse.
«Iniziate a correre.»
«Perché?» chiese Midori confusa.
«Forza, niente domande!» I quattro ragazzi iniziarono a scappare lasciando indietro Shindou.
Il ragazzo a sua volta lanciò i sassi sul terreno e corse via.
Poterono passare tempo cinque secondi poi una serie di esplosioni echeggiarono nell’aria.
 
 
 
«Cos’ era questo rumore?» Mormorò Aoi intimorita.
Il terzo gruppo erano loro: Aoi, Tenma, Tsurugi, Kinako e Taiyou.
«Non si è sentito alcun colpo di cannone» proferì Tsurugi tendendo l’orecchio.
Gli strateghi gli avevano spiegato che poteva morire solo un partecipante al giorno e che la morte veniva annunciata con un colpo di cannone; la sera, i caduti sarebbero stati proiettati in cielo.
«Oddio e se quell’esplosione avesse coinvolto Fey ed adesso fosse in gravi condizioni?» Esclamò Kinako che era sbiancata.
«Calmati,» la tranquillizzò Taiyou «Fey starà di sicuro bene, è con Saryuu.»
«Come con Saryuu?!» Kinako spalancò gli occhi ancora più preoccupata «potrebbe far del male al mio piccolo bambino!»
«Io non credo…» Tenma si ricordò le varie attenzioni che si dedicavano l’uno con l’altro.
 
 
Il quarto gruppo era formato da: Meia, Gillis, Fey e Saryuu.
«Siamo stati i migliori!» Esclamò l’albino vedendo il loro bottino.
Avevano almeno due zaini a testa e si erano procurati un arco con delle frecce,vari coltelli e delle corde.
«Posso prendere l’arco?» domandò Meia.
«Le ragazzine non dovrebbero giocare con queste cose» ribadì il capo.
«Certo amore.»
Inutile dire che ogni cosa che voleva Meia l’otteneva grazie al suo Gillis.
«Non fate troppo casino» li ammonì Fey che scrutava il paesaggio.
«Rilassati Fey, anche se ci attaccassero, noi li uccideremo» lo incoraggiò Saryuu poggiandogli una mano sulla spalla e sorridendogli in modo inquietante.
 
 
L’ultimo gruppo era composto dai ragazzi dell’El Dorado.
«Super Zanark, ha vinto ancora!» Esclamò colui che era stato capace di prendere il massimo punteggio all’esame, mostrando tre zaini.
«Sono stanco…» si lagnò Gamma.
«Non lamentarti e cammina» Beta gli lanciò uno sguardo di sfida e si mise a testa del gruppo.
«Beta, Gamma ha ragione, meglio riposarci» li divise Alpha.
«Se lo dici tu.»
I cinque si stanziarono all’ombra di alcuni alberi ed uscirono le armi ch’erano riusciti a procurarsi.
A farla breve avevano trovato una pistola, una spada, una frusta e tanti coltelli.
«Ehi!» Beta estrasse la pistola «Quest’aggeggio ha un solo colpo, che fregatura…»
«Meglio di niente.»
«… Vado a raccogliere qualcosa da mangiare» Alpha si alzò dalla propria postazione.
«Abbiamo tanto cibo» lo bloccò Zanark.
«Sì, ma è tutta carne se non qualche mela, vorrei anche qualcosa che sia vegetale» e detto ciò il viola entrò dentro la foresta seguito da Beta armata di due coltelli.
 
 
«Sto tornando» disse Meia, sorridendo.
«Dove vai amore?» rispose preoccupato Gillis.
«Rimani lì.»
«Non potrei mai…»
«Ho detto. Rimani. Lì.»
Meia era irremovibile, quindi Gillis la lasciò andare.
 
«Dove andiamo Alpha?» Cantilenò Beta, felice di poter essere finalmente sola con il ragazzo.
«Cerchiamo cib--» il viola non completò la frase che qualcosa attirò la sua attenzione.
«… Corri Beta!» Urlò Alpha con tutto il fiato che potesse avere in gola.
«Cosa intendi?»
Il tutto avvenne in un attimo.
Una freccia che si infrangeva contro la schiena del viola.
Un urlo.
 
Beta poté giurare di poter vedere dei capelli rosa.
 
Meia.
 
La blu corse dal compagno che ormai non aveva più speranze.
Sangue ovunque; la freccia era andata fino a fondo.
«No, non puoi morire, Alpha!» singhiozzò la ragazza «NON PUOI!»
«… Beta…»
«Non puoi morire, cazzo!»
«Beta… Io ti amo.»
Un attimo di silenzio.
«A-Anche io ti amo, per questo non puoi morire! Alpha…» Beta si chinò sul viola per baciarlo sulle labbra e le parve di vederlo sorridere.
Un colpo di cannone squarciò l’aria.
 
 
«Meia! Meia!» Strillò Gillis, spaventato dal cannone.
«Calmati, sono qui.» Sorrise la ragazza «Meno uno.»
Saryuu sorrise.
 
 
«Che succede Beta?» domandò Gamma scosso nel vedere la ragazza sporca di sangue e con una freccia in mano che piangeva.
«Dov’è Alpha?!» Chiese Zanark.
«Lui… Lui è…» Non riuscì a completare la frase.
Gamma corse ad abbracciarla «Chi è stato?»
«QUELLA PUTTANA!» Urlò Beta sconvolta e distrutta.
«Calmati Beta, avremo la nostra vendetta» commentò Zanark.
«Vi prego… Ucciderò io Meia.»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Per chi abbia letto il libro o visto il film, l’arena è quella originale degli Hunger Games, è che io non so spiegare. (?)

 
 
 
 
♦♣Angolo Autrice♥♠
 
Salve. °A°
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ‘sta volta l’idea mi è venuta durante l’ora di Inglese e Storia. :’3
Domani darò il massimo nell’ora di Latino, tanto non si fa nulla.
Ahem. Tornando sulla storia.
Io cercherò di aggiornare ogni giorno però non assicuro nulla. çwç”
Mi spiace per Alpha ma lui è stato il primo che ho sorteggiato. TAT
Allora, io odio Beta e la AlphaxBeta (?) ma qui la coppia ci stava. :’D Come tutte le altre pairings ci staranno nei prossimo capitoli.
Nel prossimo capitolo spiegherò come Meia abbia individuato la posizione di quei poveri due. D:
Io vado a studiare Latino.
Nel mentre, provate ad indovinare chi sarà il prossimo. C:


Shindou_Takuto

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Capitolo 3
*** Questo non è un Addio, ma un Arrivederci. ***


 

Questo non è un Addio, ma un Arrivederci.

 
 
 
 
 

















 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non ricordavano quanto tempo fosse passato dallo sparo del cannone ma, vista la preoccupazione di Kinako che non cessava di crescere, ad occhio e croce dovevano esser passate un paio d’ore.
«E se Fey fosse morto?» Domandò l’ennesima volta la madre.
Povera, ai suoi compagni faceva quasi pena vederla in quello stato; lei che era sempre felice, lei che si faceva in quattro per aiutare gli altri doveva soffrire così tanto.
Poi la ragazza, da buona madre che si rispetti, era iperprotettiva nei confronti del suo figlioletto, specialmente dopo che Saryuu aveva provato a comandarlo durante il Ragnarok.
Ah! Se pensava a quella specie di scimmia diventava una furia, sempre a comandare e a girare intorno a Fey.
«Ti assicuro che Fey sta bene» le disse Tenma interrompendola dai suoi pensieri.
«Saryuu non lo farebbe morire così facilmente.»
«SARYUU! Non mi dovete parlare di lui!» Strepitò la castana gonfiando le guance.
Kyousuke la sbatté contro un tronco nel mentre un freccia squarciava l’aria dove prima si trovava.
Aoi si lasciò scappare un urlo.
«Correte!» Esclamò Taiyou mentre schivava una seconda freccia.
 

«Kyousuke…»
«Eh?»
«Grazie.»
«… Corri.»

 

«Meia, mia Musa, come hai fatto a scoprire dove si trovavano quegli idioti?» Chiese Gillis.
«Semplice, ho usato il mio potere per individuare gli esseri viventi più vicini a noi.»
«Bella mossa» fu il commento di Saryuu che tornava trionfante con la cattura di un coniglio «volete?»
Fey lo guardò disgustato «io non mangio conigli.»
«Fra qualche giorno non ti potrai permettere di essere così schizzinoso.»
«Ripeto, io non li mangio.»
«Preferiresti qualcos’altro?» Lo stuzzicò l’albino con uno sguardo provocatorio.
«Vaffanculo Saryuu.»
 

 
Shindou aprì lentamente gli occhi e notò ch’era calata la notte.
«Shin-sama si è svegliato!» Akane corse dal castano «il mio eroe, mi ha salvato la vita.»
«Non per qualcosa, ha salvato tutti noi» si intromise Midori.
«Ehi amico, come hai fatto a capirlo?» Nishiki gli si avvicinò dandogli una lieve pacca sulla spalla.
«Ho visto quel rialzamento del terreno, volevo assicurarmi che…»
«Sei un idiota!» Gli urlò contro Kirino, che sino a quell’istante era rimasto in disparte.
«Kirino?»
«Ho creduto fossi morto! Specialmente quando c’è stato il colpo di cannone, tu non ti svegliavi e noi…» Il rosa non riuscì a completare quella frase.
In fondo, Takuto era sempre stato il suo migliore amico, lo aveva sempre difeso da quelli che lo prendevano in giro e lo scambiavano per “una ragazzina”. *
Sì, piangeva spesso ma era parte del suo carattere; anzi, Ranmaru era rimasto sorpreso dal non vedere nessuna lacrima solcare quel viso talmente bell---
Ma che andava a pensare?! Si diede un piccolo schiaffo.
«Colpo di cannone?» Shindou si issò facendo leva sulle braccia e riuscì a sedersi a gambe incrociate, nonostante fosse indolenzito «chi è morto?»
«Non si sa nulla…» Mormorò Akane preoccupata per i loro amici.
 

«Buonasera cari tributi» l’immagine dello stratega biondo apparve in cielo «sono attualmente le 21.00 e tra poco proietteremo i caduti; a proposito, complimenti per non essere morti.»
 
 
Kinako guardò disperata il cielo.
Erano riusciti a scappare per un pelo e solo Aoi si era procurata una sbucciatura al gomito (che Taiyou e Tenma si erano occupati di disinfettare con l’acqua ossigenata trovata in uno degli zaini) perché inciampata in un rampicante.
«Andrà tutto bene» le sussurrò Aoi sedendosi accanto a lei.
 
 
Beta strinse a sé la freccia che aveva ucciso Alpha.
Non aveva mai sopportato Meia e quella razza di cagnolino che gli correva dietro, nonché suo ragazzo.
Ma ora… Ora la odiava.
Alpha era un ragazzo stupendo, non era certo gay come quell’idiota di Gamma che non faceva altro che vantarsi, no.
Alpha era riservato, capiva se era opportuno parlare o rimanere ad ascoltare; Beta più volte quando erano nel carcere era rimasta a confidarsi con lui.
Lui l’aveva vista piangere e l’aveva consolata, non poteva accettare la sua morte.*
 

L’immagine di Alpha venne proiettata in cielo.
 

Tenma istintivamente si portò una mano sul cuore in segno di rispetto cosa che fecero subito dopo anche Aoi e Taiyou.
Kyousuke tenne lo sguardo basso e Kinako tirò un sospiro di sollievo, il suo Fey era ancora vivo.
 
 
Meia rise «È stato troppo semplice.»
«Sei un genio, Meia.»
«Non è vero, tu sei più intelligente di me, amore.»
«Sssh. Tu sei bella ed intelligente.»
«Allora tu cosa sei? Stupendo e brillante?»
«Non dire così.»
«Pure durante i caduti dovete far così?» Li interruppe Fey che, in questi momenti, avrebbe voluto prendere uno di quei coltelli e ammazzare prima lui e poi l’altra.
Ma solo in questi momenti, eh.
 
 
L’immagine scomparve e tutto tornò come prima.
Shindou guardò i suoi compagni stremati dalla lunga giornata.
«Stanotte farò io la guardia.»
«Non dire sciocchezze, hai fatto un bel volo prima di perdere i sensi» gli ricordò Nishiki.
«Sì, ma in questo modo ho potuto riposare. Veramente, andate a dormire.»
I quattro ragazzi si sistemarono dentro i sacchi a pelo che avevano trovato e riuscirono a dormire, tutti tranne uno.
«Kirino, perché non dormi?» Domandò l’ex-capitano nonostante gli stesse voltando le spalle.
Il rosa gli si sedette accanto.
«Ho paura, Shindou.»
«È normale avere paura.»
«Mettiamo caso arrivassimo in finale, uno dei due dovrà pur sempre morire.»
«Non pensare a queste cose, tutto si aggiusterà» il castano lo accarezzò e l’amico si addormentò appoggiato alla sua spalla.
 
 
 
Il giorno dopo Hamano si risvegliò con un sonoro sbadiglio e per un attimo gli era sembrato di esser tornato a casa.
Hayami mugugnò qualcosa, forse il dolore era aumentato.
«Qualcosa non va Hayami?»
«Non mi sento più la sensibilità alla gamba» si lamentò quest’ultimo.
«Deve esser messo male» si azzardò a dire Hikaru, scordandosi del solito pessimismo del ferito.
«Sì, esatto! Morirò! Lasciatemi morire qua, da solo!»
«… Per me va bene» tagliò corto Kurama.
«Scemi» li rimproverò Hamano «Dai Hayami, verrai con me, non ti accadrà nulla di male.»
«Ho catturato la colazione» Kariya tornò con qualcosa che all’inizio dovevano essere dei polli o forse dei volatili.
«Peccato che non ci sia qualcosa da pescare…» Mugugnò il corvino.
«A proposito di pescare, io inizio ad avere sete» e su questo il piccolo Kageyama non aveva torto, era un giorno che non avevano bevuto acqua.
«Se non sbaglio, mi è parso di vedere un lago quando siamo arrivati qua.»
«Vero! Andiamo là, buona memoria Hayami!»
Così il gruppetto si incamminò verso il presunto lago.
 
 
«Beta non si è ancora ripresa, vero?» Sussurrò Gamma a Rei.
Il robot a sua volta rispose a gran voce «No. Beta ancora non si è ripresa dopo la morte di Alpha.»
«Macchè! Sei scemo? Se ci sente potrebbe…» Qualcosa di gelido e appuntito toccò la nuca di Gamma.
«Potrei cosa?» Domandò la ragazza puntando un coltello contro l’albino.
«C-Ciao Beta. Bella giornata, eh?»
«Ti ho fatto una domanda!»
«Aaaah!»
«Sentite femminucce non uccidetevi tra voi» li divise Zanark ricevendo uno ringhiò dalla blu e uno sguardo di ringraziamento dal ragazzo.
«Senti Beta, sai come potresti sfoderare tutta la tua rabbia?»
«Come?»
«Uccidendo chiunque incontri sul tuo cammino, sino a quando non incontrerai Meia, che te ne pare?»
«Sì. Io ucciderò Meia.»
«Brava, vai!»
La ragazza scomparve con i due coltelli tra le mani imprecando contro colei che aveva ucciso Alpha.
«Non si farà del male?» Domandò intimorito Gamma.
«No, lasciamola fare, per ora. Quando avrà ucciso un po’ di gente, la elimineremo; sempre se non lo faccia prima qualcun altro.»
Zanark sorrise.
Avrebbe vinto lui questo stupido gioco.
 
 
«Siamo quasi giunti» esclamò Hamano.
Hayami lo fissò sconcertato.
Come poteva essere sempre così felice?
Lui era sempre stato il pessimista, l’asociale; come aveva fatto a trovare un amico come Hamano? Era il suo esatto opposto.
 

Lui preferiva leggere, Hamano invece giocare.
             Lui era chiaro di pelle, Hamano era scuro.
Lui era triste, Hamano lo faceva ridere.
Lui era pessimista, Hamano ottimista.

 
 
 
Finalmente erano arrivati al lago, potevano bere.
Presero l’acqua e ci versarono alcune gocce di un disinfettante in modo che potesse essere potabile.
Avevano quasi finito quando Hikaru iniziò a chiamare Kariya ripetutamente.
«Che vuoi Hikaru?!» Sbottò il verde.
«C-C’è Beta armata di due coltelli che viene verso di noi.»
«Perché non l’hai detto prima?! CORRIAMO.»

 
Tutti iniziarono a correre ma Hamano fu rallentato da Hayami.
«Lasciami qui, ti supplico.»
«Mai!»
Lo scuro provò a prenderlo alla meno peggio ed iniziò a correre rincorso da quella specie di assassina in cui si era trasformata la blu.
«Hamano, moriremo tutti e due di questo passo, lasciami andare!»
«Meglio, potrò morire accanto al mio migliore amico!»
«Non dire queste cose, lasciami!»
Hamano inciampò.
Ormai era finita, pochi metri li separavano dalla loro assassina.
Hayami afferrò il migliore amico da un polso e lo guardò negli occhi «hai già fatto troppo per me, corri e mettiti in salvo.»
«Non ti lascerò mai morire.»
Hayami si sfilò gli occhiali e glieli diede «tienili come ricordo di me, ti prego lasciami morire se uscissi di qua sano e salvo non potrei mai più usare questa gamba, ci soffrirei molto.»
Hamano si alzò e lo fissò un’ultima volta.
«Addio, migliore amico.»
«Questo non è un Addio, ma un Arrivederci.»
Hamano corse, si tappò le orecchie ed iniziò a piangere nel mentre correva.
Maledisse questi dannati giochi.
Maledisse quella stupida guerra.
Maledisse il giorno in cui aveva accettato di giocare a calcio con Hayami.
 
Uno sparo di cannone echeggiò in aria.
 
 

“Questo non è un Addio, ma un Arrivederci.”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Queste scene (sia per Shindou e Kirino, sia per Alpha e Beta) le ho inventate io perché ci stavano.

 
 
 
♦♣Angolo Autrice♥♠
 
Sto piangendo. çwç
Non fatemi mai ascoltare canzoncine deprimenti mentre scrivo queste cose. >w<
Sì, il secondo morto è Hayami.
Non mi è mai andato a genio come personaggio Hayami ma qui mi sono depressa troppo. çAç
No okay, non so cosa dire e ancora devo farmi Greco e Antologia, morirò di sicuro.
In questa scena mi sono leggermente ispirata al secondo libro degli Hunger Games dove Mags che era sulle spalle di Finnick va’ a morire per poterli salvare siccome lei si considerava un peso. TAT 

Shindou_Takuto

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Capitolo 4
*** Saremmo stati una Famiglia e avremmo avuto due Bambini. ***


 
 
 
 
 

Saremmo stati una Famiglia e avremmo avuto due Bambini.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


“Questo non è un Addio, ma un Arrivederci.”

 

Quelle parole gli rimbombavano nella mente; come aveva potuto lasciar morire Hayami?
Lo scuro decise di tornare indietro ma uno sparo di cannone lo fece bloccare.
Aveva appena perso la persona a lui più cara.
Qualcuno lo afferrò da una spalla.
«Uccidimi!»
«Hamano, sei impazzito!?» Si accorse che era solo Kariya.
«Hayami! Hayami è morto per colpa mia!»
Il verde sapeva quanto l’amico tenesse a quell’esserino che tutti prendevano in giro, chiamandolo “quattrocchi”.
«Non è vero, anzi, tu lo hai aiutato per tutto questo tempo.»
Hamano strinse a sé gli occhiali del migliore amico.
Kariya non era mai stato bravo con le parole ma almeno provò a fare un discorso che calmasse l’amico «so cosa provi; ti senti solo, giusto?»
Hamano abbassò la testa.
«Anch’io mi sentivo così, sono stato un orfano asociale. All’orfanotrofio nessuno giocava con me, molto dopo Hiroto e Midorikawa mi hanno adottato.»
«Hai ragione, non devo abbattermi; io non sono solo, Hayami sarà sempre con me!»
«Bravo, così si fa! Ora torniamo dagli altri, si sono presi un bello spavento, dovevi vedere Kurama!»
Un lieve sorriso si abbozzò nel volto di Hamano.
 
 
«Opera di Beta?» Chiese Gamma dopo lo sparo.
«Probabile» borbottò Zanark addentando della carne.
«Se ti ingozzi così non avremmo più cibo.»
«Che male c’è? Al massimo ti uccido e ti mangio.»
L’albino fece una faccia disgustata e terrorizzata nello stesso istante.
Come poteva quella specie di bisonte azzardarsi a dire una cosa del genere, specialmente sulla sua bellissima pelle.
«Sto scherzando, scemo.»
Tirò un sospiro di sollievo.
«Poi a chi faccio fare i lavori sporchi quando Beta non ci sarà più?»
«Ah?! Io ti servo solo per i lavori sporchi?!» Sbottò Gamma, offeso.
«No. Anche per… altre cose.»
«Ovvero?»
Zanark si affogò nel mentre mangiava «… Altre cose.»
Rei li fissava in silenzio in un angolino.
Ecco il bello di essere un robot, non aveva certo bisogno di mangiare o bere per rimanere in vita.
 
 
«U-Un rumore! Qualcuno è morto? Fey?!» Sussultò Kinako.
«In effetti, qualcuno è morto» Taiyou notò la faccia spaventata della ragazzina «ma non Fey!»
«Ragazzina, hai rotto con Fey di qua, Fey di là; lui sta bene. È con Saryuu. Probabilmente sarà lui ad ucciderci, okay?» okay, Tsurugi era scoppiato.
Certo, non era facile sopportarsi Kinako che ogni cinque secondi chiedeva se suo figlio stesse bene.
«F-Fey non ci ucciderebbe mai, lui è un bravo ragazzo…»
«Ahaha! Guardate che bella giornata, l’ideale per fare una passeggiata!» Esclamò Tenma per alleviare la tensione anche se non riuscendoci.
«Tenma? Sono le cose da dire quando sei intrappolato in un’arena e potresti morire da un momento all’altro?!» Lo rimproverò Aoi.
«… Io almeno ci ho provato.»
 
 
«Ragazzi» iniziò a parlare Shindou «Meglio se incominciamo ad incamminarci…»
«Prego, prima le signore» Nishiki fece un falso inchino.
«Allora inizia a muoverti» ribatté Midori con un sorriso strafottente stampato sul volto.
Era inutile, anche prima di morire dovevano litigare.
Forse, era il loro modo per non pensarci, un modo per attirare l’attenzione dell’altro come per dire «Ehi, sono qui, non mi ignorare.»
Akane sorrise, erano così carini insieme… Ah, se solo anche lei e Shin-sama…
Un colpo di cannone.
«AH!» urlò la fotografa.
«Chi è morto?!» Gridò a sua volta Kirino.
«Sbrigatevi» replicò Shindou irritato.
 
 
 
«Che cosa bella!» Esclamò Saryuu «un altro morto e noi ancora tutti vivi! La Second Stage Children regna!»
«Meglio non esultare, potresti buttarci sfiga» disse Fey leggermente spaventato.
Certo, non che fosse un superstizioso ma era meglio non esultare, ancora erano morti solo due tributi.
Domani ci sarebbe stato il terzo.
«Arriva qualcuno!» sussurrò Gillis.
Saryuu si arrampicò facilmente in un albero ed aiutò Fey a sedersi accanto a lui.
Gillis e Meia fecero la stessa cosa, con l’albero di fronte.
Il gruppo di prima gli passò di sotto e Meia alzò l’arco, pronta ad uccidere.
Gillis la bloccò e fece di “no” con la testa.
«Mi sento osservata…» Borbottò Akane trovando una scusa per prendere il braccio del suo Shindou.
Kirino le lanciò uno sguardo omicida «sarà una tua impressione.»
«Ha ragione Kirino» intervenne l’ex-capitano.
A Saryuu venne una pazza idea, dopotutto il ragazzo-scimmia doveva divertirsi in un qualche modo, no?
L’albino prese uno dei tanti coltelli e lo lanciò sul terreno gridando “GYAA!”, il tutto saltando da un albero all’altro, terrorizzando quei poveri ragazzi che corsero via con il cuore a mille.
I quattro scesero dall’albero e i due fidanzatini non poterono non farsi scappare una risata vedendo tornare il loro capo con i coltelli in mano.
«Adesso capisco come hai fatto a prendere undici all’esame, hai mostrato la tua vera natura» lo prese in giro Fey.
«Sempre gentile tu, neh?» la scimmia corse ad abbracciare il povero coniglietto che cercava riparo sopra un albero.
I due fidanzati non poterono resistere ad una scena così emh…romantica? E si baciarono.
«Suvvia Fey, immaginati che io sia Gillis e tu Meia, siamo uno di fronte all’altro, cosa faresti?»
«Ti tirerei un calcio nelle palle.»
 
 
Asurei fissava quella scena dallo schermo ridendo.
Suo figlio era cresciuto dall’ultima volta che lo aveva visto, sia di corporatura che di carattere.
Se lo ricordava quando era ancora un bambino piccolo che piangeva in assenza del suo papà, ora era il suo piccolo ometto che lottava per la propria sopravvivenza in una stupida arena.
 
 
Tenma e il suo gruppo si era fermato per la notte in una piccola caverna, non era il massimo della comodità ma poteva andare.
Erano riusciti ad accendere un fuoco senza attirare troppo nell’occhio ed ora mangiavano quel poco di carne che Kyousuke era riuscito a catturare.
La notte era calata e tutti aspettavano le 21.00 per vedere chi fosse morto quel giorno.
 

Il solito stratega apparve in cielo e si congratulò con tutti; poi in cielo fu proiettata prima l’immagine di Alpha, subito dopo quella di Hayami.
 

Hamano strinse a sé quegli occhiali.
Attualmente era accovacciato sotto un albero che combatteva tra lui e le sue lacrime.
Doveva farsene una ragione, era morto, stop.
Kurama gli si avvicinò «ehi, se piangi il quattrocchi potrebbe deprimersi ancora più del dovuto.»
«Neanche tu riesci ad accettare la sua morte?»
«Esattamente, ma dobbiamo andare avanti e--»
«Wow Kurama… Non mi aspettavo questo genere di discorsi da te» rimase leggermente shockato Kariya.
«Senti vaffanculo, sto cercando di tenere un dialogo con Hamano non intrometterti.»
 
 
Shindou fissò l’immagine del suo ex-compagno di squadra con un’espressione a dir poco furiosa.
Quelli della Raimon non erano capaci di uccidersi a vicenda, quindi doveva essere stato per forza qualcuno dei Second Stage Children o dell’El Dorado.
«Hayami…» Mormorò Midori ricordandosi quei momenti in cui si ritrovava a scherzare con lui ed Hamano.
Nishiki le poggiò una mano sulla spalla «mi dispiace.»
«Era un mio amico…»
«Se ti può far felice, io non permetterò mai a nessuno di metterti le mani addosso.»
«Lo stai appena facendo.»
«Va beh, ma sono pur sempre io.»
 
 
La notte passò così, senza che nessuno se ne accorgesse, troppo sconvolti per ciò che era successo.
 
 
Il mattino seguente Meia era già sveglia che provava a migliorare la propria mira con l’arco quando Gillis la raggiunse «amore sei stupenda quando ti impegni su qualcosa.»
«Grazie, voglio dare un taglio una volta per tutte a quella Beta, scommetto che è stata lei ad uccidere il tizio della Raimon.»
«Ma io non voglio che tu rischi così.»
«Non rischierò, mi accompagni a trovare delle bacche?»
«Certo.»
 
 
Beta quella notte non dormì, il suo obiettivo era quello di uccidere Meia e ormai aveva preso una decisione.
La ragazza sfilò la pistola dalle mani di Zanark nel mentre lui dormiva insieme a Gamma e si avviò verso la foresta.
Rei la fissava.
 
Sentì una voce. Lei era vicina, era con Gillis.
Li odiava, tutti e due.
Se doveva fare veramente del male a Meia, doveva uccidere Gillis.
Si avvicinò ai due fidanzati, erano tutti e due chinati su un cespuglio di bacche, il momento migliore per colpirli.
Prese la mira sul biondo e premette il grilletto.
 
 
Quando Zanark si svegliò si accorse di non avere più la pistola, il suo primo istinto fu quello di prendersela con Gamma.
Avendo capito che quel ragazzo era ancora più intontito di lui, guardò intorno alla ricerca di Beta, scomparsa.
«Beta è corsa nella foresta con la tua pistola» lo informò Rei.
«Se quella mi spreca così l’unico proiettile che abbiamo, giuro che  l’ammazzo.»
Il rumore di uno sparo di pistola rimbombò in tutta l’arena si può dire.
Troppo tardi.
«IO L’AMMAZZO.»

 
Un urlo di disperazione squarciò l’aria ma, quella non era Meia a piangere, era il suo ragazzo.
All’ultimo secondo la ragazza aveva avvertito la presenza della blu e si era lanciata su Gillis, prendendo in pieno petto il proiettile.
«MEIA» Strepitò Gillis distrutto da quella visione «Meia, ti prego, dimmi che non è vero! Te lo supplico!»
«Gillis…» Borbottò quest’ultima.
«Non puoi morire così! Ti ricordi il nostro patto? Saremmo stati una famiglia e avremmo avuto due bambini!»
«Sì, ricordo…»
«Ricordi che al nostro matrimonio avremmo dovuto invitare anche Fey e Saryuu, sì? Gli avevamo promesso che avrebbero fatto i testimoni.»
La giovane annuì.
«Quindi ora tu non puoi morire, non puoi lasciarmi solo! Te lo supplico… Io senza di te non sono nulla.»
«Gillis, sarebbe stato bello avere una famiglia… Tu… Io… I bambini… Saryuu che rompeva… Era tutto così perfetto.»
Il biondo si lasciò cadere sulle ginocchia per abbracciare il corpo della sua amata che diventava pian piano più freddo.
«Ti vendicherò amore mio. Ti vendicherò.»
«Ricordati che ti amo, più di chiunque altro al mondo.»
Un colpo di cannone ruppe quel momento.
Gillis ormai aveva perso ogni motivo di vita.
 

 
 
 
 
 
♦♣Angolo Autrice♥♠
 
Sto piangendo…
Io adoro Meia… Perché? çwç
Perdonate eventuali errori ma ho dovuto fare tutto di fretta per rispettare la consegna.
Mi sono permessa di farlo oggi nonostante tutti gli impegni perché forse domani potrei pur non arrivarci, e domani ho una Conferenza quindi niente scuola.
Niente scuola = Niente compiti. B|
Mi sento un mostro.

Shindou_Takuto

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Capitolo 5
*** L'utilità degli inutili. ***


 

 
L’utilità degli inutili.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fey e Saryuu furono svegliati da un colpo di pistola che fu susseguito dal segno che qualcuno era morto.
Si ritrovarono avvinghiati l’uno con l’altro, quindi saltarono in aria per tutti e due i motivi.
Non trovando i due fidanzatini nei paraggi ebbero un brutto presentimento ed iniziarono la ricerca.
 
 
Zanark tirò un pugno in faccia a Beta che stava tornando dai compagni.
«Tu!» Le sbraitò contro «come hai osato, non solo prendere la pistola senza il mio permesso, a sprecare il nostro unico colpo!»
Beta istintivamente portò la mano sulla ferita, che perdeva un po’ di sangue, ma sorrise soddisfatta.
«Ho ucciso Meia!»
Il capo all’inizio sorrise, poi tornò arrabbiato «sì, ma con quello avremmo potuto uccidere Saryuu!»
«Un semplice colpo di pistola non avrebbe mai ucciso Saryuu» la ragazza si mise sulla difensiva «avrebbe schivato il colpo, vista la sua agilità.»
La blu portò anche l’altra mano sull’occhio sanguinante.
Gamma non sapeva cosa fare, non voleva che i due litigassero, ma aveva paura di farsi del male intervenendo.
«Rei» il robot si voltò verso l’albino «potresti dividerli?»
L’androide non rispose poiché si era direttamente rivolto ai due litiganti «smettetela di litigare.»
«Rei, non interromperci!» Lo rimproverò Beta.
«Sei un inutile pezzo di latta» aggiunse Zanark.
«Inutile. Pezzo. Di. Latta.» Ripeté Rei.
«Esatto, ora levati di mezzo.»
Il robot si allontanò riflettendo su quelle parole, per quanto non potesse provare sentimenti, c’era rimasto male.
 
 
«È morto qualcuno» proferì Kurama.
«Che cosa brutta…» Sussurrò Hikaru.
«Cosa?» Chiese Kariya.
«Uccidere qualcuno» borbottò il piccolo Kageyama «preferirei morire salvando la gente, che vincere nonostante abbia ucciso tante persone.»
«Non devi pensare a queste cose» disse Hamano porgendoli un po’ d’acqua «bevi, ti sentirai meglio.»
«Non ti devi spaventare fino a quando ci sarò io con te, Kariya Masaki.»
«Ma se tu hai paura della tua stessa ombra…» Borbottò Kurama, con il suo solito tono perennemente scocciato.
Il più piccolo rise.
 
«Ridammi la mia colazione» ringhiò Nishiki.
«Prova a prenderla» disse Midori salendo sopra un albero.
«Scendi da lì!»
«Che c’è, hai paura di salire qua sopra?»
«… Dammi la mia colazione!»
«Troppo tardi» Midori si calò la carne in un sol boccone.
«Ti odio!» Le urlò contro il ragazzo.
«Da quello che mi hai detto ieri sera, non sembra.»
Nishiki in fin dei conti, non aveva torto.
Sì, la odiava.
La odiava per essere così bella, per la sua determinazione, per il suo carattere da maschiaccio, per essere talmente perfetta.
Shindou diede il suo pezzo di carne all’amico.
«E tu?»
«Non ho molta fame» ribadì il castano «ora tornate, non voglio vedervi litigare, attirate troppo l’attenzione.»
 
 
Kyousuke fissava Tenma sopra le spalle di Taiyou, che cercava – insanamente – di provare a prendere su degli alberi quello che in teoria dovevano essere ciliegie.
«Vi farete del male» mormorò il blu appoggiato al tronco di fronte «sono troppo alti per voi.»
«Se per questo, sembrava anche impossibile che tu avessi dei sentimenti…» Lo stuzzicò il capitano.
Tsurugi emise uno strano verso, che doveva somigliare ad un «Mpf» o qualcosa di simile.
Taiyou inciampò in un sasso e cadde, Tenma provò a cerca un appiglio su un  qualcosa e raggiunse il ramo dell’albero.
«Vedi?» Disse Tenma affannato «Ce l’ho fatta!»
Il problema venne quando Tenma, che aveva raccolto una ventina di ciliegie, fece cadere un nido di strane vespe.
«Matsukaze, corri!» Gridò il blu afferrandolo nel mentre cadeva.
 Kinako e Aoi si alzarono di colpo ed iniziarono a correre.
Quelle strane vespe li avevano quasi raggiunti, fino a quando non trovarono un piccolo fiume e ci si buttarono dentro.
 
 
Saryuu e Fey finalmente avevano trovato Gillis piegato che piangeva sul corpo senza vita della propria amata.
«Gillis…» Il gridò dell’albino gli si soffocò in gola vedendo quella visuale.
Fey corse ad abbracciare l’amico, poi provò ad allontanarlo da Meia.
Non riuscendoci, il verde fece segno a Saryuu di avvicinarsi; e mentre uno afferrava il braccio destro, l’altro provava con il sinistro.
Finalmente riuscirono a sollevarlo e a distanziarlo dalla ragazza.
Meia era bella anche dopo la morte; il suo viso pallido entrava in contrasto con quelle labbra ancora rosee, dischiuse in un sorriso.
Una navicella arrivò proprio sul cadavere e lo raccolse, scomparendo nel nulla.
Gillis urlò disperato dibattendosi tra le braccia degli amici.
Saryuu si vide costretto a tirargli una manata contro la nuca, in modo da fargli perdere i sensi.
 
 
Ormai si era fatto pomeriggio e Beta stava appoggiata ad un masso, toccandosi ripetutamente l’occhio.
Zanark la fissava, forse leggermente mortificato di aver fatto del male all’unico membro decente della propria squadra, ancora in vita.
Beh… Gamma, nonostante fosse il suo amante, era inutile: era peggio di un bambino alle prese con la matematica, con le armi; non cacciava siccome aveva paura di farsi del male.
Rei era ancora più inutile dell’albino, non faceva nulla tutto il tempo, se non fissare tutto ciò che ci fosse intorno; l’unico lato positivo era che egli non gli sprecava i viveri, almeno questo…
D’un tratto sentirono una serie di “Bip”.
«Una bomba!» Urlò Gamma d’istinto, scattando in piedi e correndo a nascondersi dietro Zanark.
La ragazza notò come un piccolo paracadute cadere dal cielo e quindi lo prese.
Lo aprì, dentro ci trovò una pomata con del ghiaccio «hai capito i nostri sponsor, eh?»
Zanark fissò Beta, era molto utile.
 
 
La sera arrivò e nel mentre il gruppo di Hamano cercava un buon posto per passare la notte, furono proiettati in cielo i caduti.
Alpha, Hayami e Meia.
 
 
«Quindi i Second Stage Children non sono imbattibili» commentò Kirino rivolto a Shindou.
 
 
Gillis si era svegliato da circa un’ora e mezza, si era fatto forte per la propria Meia, ma vedere l’immagine del suo amore, lì nel cielo, lo fece piangere.
«Gli passerà» sussurrò Saryuu a Fey.
«Lo spero.»
 
 
Quella notte Rei non dormì, non era vero che non serviva a nulla.
Avrebbe dimostrato ai suoi compagni che anche lui valeva qualcosa.
«Killer Mode: On.»
Non l’avessero mai detto.
 
 
Il mattino seguente Kinako aveva ordinato ai suoi compagni di levarsi la tuta totalmente fradicia, siccome quelle vespe li avevano lasciati andare solo intorno alla mezzanotte.
«Non abbiamo vestiti» le fece notare Aoi.
Kinako sorrise per poi mostrare cinque tute nuove «regalo di Asurei.»
«Grazie Asurei!» Urlò Tenma verso il cielo.
A turno, tutti e cinque andarono dietro un cespuglio lì vicino per potersi cambiare.
 
 
In città, un signore passeggiava lungo le strade coperto dalla testa sino ai piedi.
Si fermò davanti ad uno di quegli schermi giganti che, da quando erano iniziati, non facevano altro che riprendere gli Hunger Games.
Sentì il ringraziamento di Tenma e sorrise.
In piazza si erano venuti a formare tanti brusì su chi fosse questo “Asurei”.
«Ma come, è il marito ed il padre di due dei partecipanti!»
«Davvero?»
«Ma tu lo conosci?»
«No! Mai sentito dire, eppure girano voci che lavorava sia con la Feida che con l’El Dorado.»
Il signore alzò leggermente il cappello mostrando due luminosi occhi verdi, poi tornò sui suoi passi.
 
 
Shindou, invece, aveva messo in movimento il suo gruppo.
Secondo l’ex-capitano, se si fossero mossi in continuazione, non li avrebbero mai trovati.
 
 
Quella giornata fu molto noiosa, arrivarono al pomeriggio che non era ancora successo nulla.
La morte di Meia aveva portato i due grandi nemici a non scontrarsi.
L’El Dorado aveva avuto la propria vendetta e si stavano riposando, i Second Stage Children erano in lutto.
 
 
«Mangia qualcosa Gillis.»
«Uff… Quello era il cibo che aveva mangiato Meia prima di morire…»
«Per l’amor del cielo, Gillis!» Aveva urlato Saryuu al limite della propria sopportazione «fattene una ragione, Meia è morta! Non la potrai più rivedere, ma se lei potesse parlare, cosa pensi che direbbe in questo momento?! È delusa da te! Lei vorrebbe che tu reagissi, invece sei qui a piangere e lamentarti, sei patetico!»
Fey allontanò malamente l’albino dal biondo e disse «Gillis, quello che Saryuu intendeva dire è che, tu saresti felice a vedere la tua Meia piangere?»
«No.»
«Ecco, immagina cosa stia provando lei ora nel vederti in questo stato.»
«Voi non potete comprendere cosa si provi…»
«So che non possiamo, infatti proprio per questo siamo qui, siamo i tuoi amici.»
Il piccolo coniglietto verde abbracciò l’amico sotto lo sguardo arrabbiato e leggermente geloso della scimmia.
 
 
 
«Tsurugi, potresti tenere la guardia?» Domandò Aoi, spiegando che lei e gli altri stavano andando a raccogliere del cibo.
«Okay.»
 
 
Qualcosa si mosse.
«Matsukaze, sei tu?»
 
 
Un colpo di cannone.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
♦♣Angolo Autrice♥♠
 
Perdonate se ieri non ho aggiornato ma si può dire che io sia uscita alle 14.00 e sono tornata a casa alle 00.30.
Seriamente. D:
Buh, questo capitolo è triste, mi sento ancora un mostro per aver fatto uccidere Meia. Çwç
Avrò Gillis che si dispera sulla coscienza. TAT
Perdonate, ma io ora fuggo, alla prossima. A_A

 
Shindou_Takuto
 

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Capitolo 6
*** Il dolore di una madre. ***


 
 
 
 
 
 
 
 

Il dolore di una madre.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Tsurugi mi hai chiam--» Tenma si bloccò di colpo, sconvolto.
Il blu era senza vita per terra, circondato da una pozza di sangue.
I vestiti, nuovi, erano totalmente sgualciti e teneva ancora stretto a sé il proprio coltello; forse prima di morire aveva combattuto.
«No, non può essere… Tsurugi!» Il ragazzino corse dal migliore amico.
Aoi, che lo seguiva a ruota ovunque egli andasse, si sentì mancare un battito vedendo tutto ciò.
«Ma che diam-» Taiyou si fermò un attimo, poi corse dal castano e provò a sollevarlo «Tenma, allontanati subito!»
Kinako arrivò saltellando «Che succede?» Non parve molto spaventata ma corse immediatamente verso il cadavere.
«Deve essere morto da poco.»
«Come fai a dirlo, Kinako?»
«Il s-sangue è ancora fresco» farfugliò la ragazzina.
«Da quando in qua te ne intendi?» Domandò ancora Taiyou, forse l’unico lucido.
«A scuola avevo fatto un corso di investigazione e roba simile» la piccola rigirò il corpo «questo colpo è stato troppo preciso per esser fatto da un essere umano… Guardate qua!» Sollevò una mano meccanica.
«Rei!» Esclamò Tenma, arrabbiato come non mai.
«Esatto» mormorò Nanobana.
 
 
«Dove sei stato, Rei?» Chiese inquisitore Zanark, spostò lo sguardo al suo braccio «cosa è successo alla tua mano?ۚ»
«Niente, signore.» Rispose con tono meccanico.
«Deve aver sbattuto contro un ramo» lo sfotté Beta.
Tutti scoppiarono a ridere nel mentre lui meditava vendetta, non verso di loro, però.
 
 
«Se trovo quel robot, lo faccio diventare un pallone da calcio!» Urlò Tenma, non essendo capace di insultare più pesantemente.
«Mh… Secondo me, non c’entra solo Rei, c’è qualcosa che non quadra» rifletté Taiyou.
Aoi lo guardò confusa «non capisco cosa tu voglia intendere…»
«È solo un’ipotesi, però ho bisogno di Shindou.»
«Come lo troviamo? È gigantesca questa arena.»
«Noi, ci siamo limitati a girare solamente ad Ovest dell’arena, vi ricordati da che parte sono scappati Shindou e gli altri?»
Tenma essendosi calmato, rispose «ricordo di aver visto i capelli rosa di Kirino, svanire verso… Nord, credo.»
«Andiamo tutti a Nord!» Sorrise Kinako.
 
 
Un paracadute, arrivò nella “base” dell’El Dorado.
«Ehi, pezzo di latta, il tuo paparino si è preoccupato di donarti una nuova mano» Zanark gliela lanciò.
«Grazie» e l’androide provò a montarla.
«Tu ancora non ci hai detto dove eri stanotte.»
«Cercavo del cibo.»
«Beh, se lo dici tu…» Borbottò Beta.
«Voi ci credete?» Sussurrò Gamma.
«No, ma lasciamolo fare» asserì Zanark.
 
 
«Gillis, è da quando ti sei svegliato che sei seduto sopra un masso che rifletti» si lagnò Saryuu «hai avuto l’illuminazione?»
«Ci sono!» Il biondo chiuse la mano in un pugno «so come poterli uccidere.»
«Ecco il vero Gillis» disse Fey.
In effetti, Gillis era lo stesso di sempre, solo più attento.
Non che Meia fosse un male per lui ma lo rendeva un po’ tonto; con la testa fra le nuvole.
 
 
«Shindou-senpai! Shindou-senpai!»
«Sbaglio, o questa è la voce di Tenma?» Chiese Kirino.
Infatti, appena il castano si voltò, si ritrovò per terra con il proprio capitano disteso sopra.
«Tenma!?» Si stupì l’ex-capitano.
«Shindou-senpai! Shindou-senpai! Abbiamo bisogno del tuo aiuto!» Si lamentò il più piccolo.
«Tutti avremmo bisogno di aiuto…»
Nel mentre, arrivò Taiyou seguito dalle ragazze «Ti possiamo spiegare, Kyousuke è morto.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Se è morto Tsurugi, questa è la fine, lui è uno dei migliori!» Pianse Akane, cercando di attirare l’attenzione del pianista.
Shindou la ignorò, troppo sbalordito dalla notizia «Cosa?»
I ragazzi gli spiegarono l’accaduto.
«Portatemi dove è successo tutto ciò.»
«Okay.»
 
 
«Posso prendere i tuoi coltelli, Beta?»
«Certo! … Che no!» Rispose acida.
«Datemi una possibilità, ho una questione da sbrigare.»
«Non sono affari miei.»
Gamma li fissava bevendo un sorso d’acqua «lascialo fare.»
«Tu non sei nessuno per darmi degli ordini.»
«Sono il tuo superiore.»
«Sei un babbeo.»
«Allora tu cosa sei per essere, come grado, sotto un babbeo?»
«Io ti ammazzo!»
«Posso avere i coltelli?»
«No! Non vedi che stiamo litigando?!» Urlarono all’unisono i due capelli dell’Omega.
L’androide, sconsolato, si sedette su una pietra, pensando ad una possibile arma da poter usare.
 
 
«Taiyou ha ragione, qui c’entra una terza persona» Shindou passeggiava avanti e indietro dove prima giaceva il corpo dell’amico «ricapitolando… Ecco cosa è successo oggi pomeriggio: insieme a Tsurugi c’era una terza persona, poi è arrivato Rei che non era intenzionato ad uccidere Kyousuke ma quella “terza persona”; Tsurugi doveva esserci molto affezionato infatti l’ha difesa dal robot e gli ha per giunta staccato la mano, poi è stato pugnalato alle spalle proprio da colui o colei che aveva difeso.»
Tutti rimasero a bocca aperta.
«Secondo me, hai letto troppi gialli.»
«È la pura verità, questa nostra persona “x” doveva per forza essere un’amica di Tsurugi o lui non l’avrebbe mai difesa; mentre sono venuto qua, mi sono permesso di ascoltare alcune testimonianze e sono giunto ad una conclusione.»
Un lungo momento di pausa ci fu tra i ragazzi.
«Ad uccidere il nostro amico, è stata Kinako.»
Tutti si voltarono verso la ragazzina sorridente «non capisco cosa intendi.»
«Basta fingere, è inutile.»
Il sorriso della ragazza andò a scemarsi sempre di più, quasi a trasformarsi in un pianto «io non volevo! Mi hanno costretto!»
«Chi?! Perché?!» Gridò in un primo momento Tenma.
«Quando mi hanno inviato le tute nuove, gli strateghi mi hanno minacciato con un bigliettino; c’era scritto che se non uccidevo Tsurugi avrebbero fatto del male Fey, senza il mio piccolo, io morirei.»
Gli otto ragazzi si voltarono verso la piccola madre, doveva essersi sentita uno schifo.
Taiyou l’abbracciò «devi aver passato un brutto momento.»
 
Non si accorsero che s’erano fatte le 21.00.
 
Alpha, Hayami, Meia e Tsurugi.
Ognuno piangeva i propri caduti.
 
«Tsurugi è morto» si stupì Hikaru «moriremo presto…»
«Non fare così, sei ancora piccolo per morire.»
«Kariya…»
«Sì?»
«Ho paura.»
«Forza, stasera dormirai nel mio stesso sacco a pelo.»
 
Era da poco scattata la mezzanotte.
Questo voleva dire un nuovo giorno, una nuova morte.
«Forza, uccidimi, ti prego.»
 
Un colpo di cannone.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
♦♣Angolo Autrice♥♠
 
Allora, perdonate il capitolo possibilmente sgrammaticato e corto ma oggi ho avuto lezione di pianoforte, i pagellini, sì, per essere ancora qui, nemmeno un insufficienza e ho dovuto studiare per domani che ho compito di greco, sigh. çwç
Buh, ho voluto fare un capitolo molto alla Detective Conan, tanto per variare un po’, per questo ho dato poca attenzione al gruppo dei Secon Stage Children e di Hamano&Co.
Perdonatemi, domani dovrei avere una giornata libera e spero di fare qualcosa di migliore. °w°
 
Shindou_Takuto

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Capitolo 7
*** Incidente. ***


 

Incidente.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 


Ormai il gruppo di Shindou e quello di Tenma si erano uniti.
Certo, avevano dei problemi a doversi spostare in nove senza farsi notare, ma erano avvantaggiati per i turni notturni.
Più o meno una persona montava il turno di notte una volta ogni quattro giorni –essendo due ad ogni ronda- e ci si poteva riposare più facilmente.
Era tarda sera ormai, la mezzanotte era scoccata da qualche secondo e Taiyou ed Akane erano lì a fissare le stelle.
«Ah» sospirò la ragazza «se solo Shin-sama si accorgesse di me.»
L’amico la guardò sorridendo e rivolse un’occhiata alla radura di fronte a loro.
«Forse» iniziò col dire «forse l’allenatore Endou ci salverà, potremmo vivere la nostra vita felici, potremmo avere una famiglia.»
Quello era il suo più grande sogno, dopo anni e anni chiuso in quell’ospedale voleva solamente poter vivere con la persona che amava in una casa tutta loro.
Chissà se Yuuichi avrebbe accettato; lo avrebbe anche fatto guarire, avrebbe pagato lui l’operazione e poi…
Un urlo lo distrasse dai suoi pensieri.
«Che succede?!» Esclamò.
Akane era sconvolta e, tremando, indicò una foschia di alberi alle loro spalle «veniva da lì!»
Taiyou si sentì trapassare da una terribile sensazione «Akane, va’ a svegliare Shindou, io controllo cosa è successo.»
«E se l’assassino ti attaccasse?»
«Non ti preoccupare, in questi Hunger Games vogliono solo una morte al giorno.»
«Ma ancora il cannone non è scattato, quella persona non è ancora morta!»
«… va bene. Farò attenzione a non farmi uccidere, però voi non vi azzardate a raggiungermi se prima non si sente un colpo di cannone, okay?»
Akane con le lacrime agli occhi annuì e corse dai compagni a svegliarli, nel mentre Taiyou prendeva un coltello e si avviava nella direzione dalla quale era scaturito l’urlo.
 
 
L’arancione fece molta attenzione a non far rumore e d’un tratto si ritrovò una scena a dir poco ripugnante.
Kinako era totalmente ricoperta di sangue ed era accasciata ad un albero, sembrava fosse svenuta.
Rei era di fronte a lei con in mano un coltello, pronto a dare il colpo di grazia.
«Fey… Promettimi che lo difenderai» la ragazzina aveva inclinato la testa nella direzione di Taiyou, sembrava quasi che stesse parlando con lui, ma era impossibile, cioè non poteva sapere che lui era lì.
«Ti prego… sei sempre stato molto gentile con me, Tenma mi aveva detto che eri simpatico… faceva bene a definirti un ‘sole’, proprio come dice il tuo nome… ti chiedo solo quest’ultimo favore, fa’ in modo che non accada nulla a mio figlio…»
«”Faceva bene a definirti un ‘sole’, proprio come dice il tuo nome…”» pensò Taiyou «aspetta, ma si sta veramente rivolgendo a me!»
Rei guardò prima l’albero nel quale era –dietro- nascosto il ragazzo, poi Kinako.
«Stai delirando.»
«Sto conversando…»
«Con il nulla.»
«Probabile» una fitta le fece scappare un gemito di dolore.
 
«Forza, uccidimi, ti prego.»
 
Un colpo di cannone.
 
 
 
Asurei era finalmente tornato a casa dopo una stancante giornata, durante la quale, aveva provato a convincere i cittadini a metter fine a questi stupidi giochi.
«È questo quello che volete? Veder morire dei ragazzini di nemmeno quindici anni?»
Lì la folla si era zittita… forse, in fondo, aveva ragione.
Però…
«Mio figlio e mio marito sono stati uccisi in quella assurda guerra per il potere! Io voglio giustizia!» Aveva urlato una signora, e la gente si era ri-convinta che quello che stessero facendo fosse giusto.
 
Stanco, si lasciò cadere sul divano e accese la televisione, ormai parlava solo degli Hunger Games.
«Kinako Nanobana, il difensore della Raimon Jr. High è rimasta uccisa da Rei Rukh, centrocampista e capitano della Perfect Cascade.»
Asurei fissò la televisione come se fosse impazzita, no, non poteva essere morta, ero solo un brutto sogno, tutta quella situazione era un brutto sogno.
Ora avrebbe aperto gli occhi e si sarebbe ritrovato sua moglie e il suo bambino accanto a sé che gli sorridevano.
Aprì gli occhi ed una lacrima gli solcò il volto.
Un urlo disperato provenne dall’abitazione Rune.
 
 
«Quindi… Kinako è morta e ad ucciderla è stato Rei?» Domandò per l’ennesima volta Shindou, incredulo.
Taiyou annuì.
«Sicuro che abbia solo detto a Rei di ucciderla, nient’altro?»
Annuì per la seconda volta, anche se meno convinto.
Aveva preferito saltare la parte dove lei gli si rivolgeva chiedendogli di proteggere suo figlio.
«…»
«…»
«Forza, riposati.»
L’ex-capitano lo guardò quasi con sguardo compassionevole «deve essere stato terribile… intendo, vedere qualcuno morire… tutto quel sangue.»
Annuì per la terza volta.
«Sicuro di stare bene?» Si azzardò a dire Akane.
«Sì. Mai stato meglio.»
 
 
«Quindi Gillis, quanto manca?» Borbottò scocciato Saryuu mentre osservava una lucertola dimenarsi dalla sua stretta sulla coda.
«Poco. Prima però, devo aspettare che arrivi un paracadute.»
«Come fai ad esserne così sicuro che arriverà?»
«Sono riuscito a mettermi in contatto con i miei compagni di squadra, grazie ai nostri poteri.»
«Sei un genio! Posso farlo anch’io! Posso parlare con il mio Fey anche quando è a cercare cibo!» Lasciò la presa all’animaletto e sorrise.
«Non ti azzardare, mi basta doverti vedere ventidue ore su ventiquattro» disse Fey tornando vittorioso con della frutta e qualche animale morto.
«Perché solo due ore?»
«Cosa intendi con “Perché solo due ore?”, dovresti essere abbastanza grande per formulare una frase di senso compiuto, non trovi?»
Saryuu sbuffò roteando gli occhi al cielo «Intendevo dire, non mi vedi solo per due ore?»
«Sì genio, impiego due ore al giorno per trovare del cibo.»
Gli occhi dell’albino si illuminarono «questo vuol dire che… mi vedi anche nei sogni! Sapevo mi amassi ma non fino a questo punto!»
«Va’ al diavolo Saryuu!» Gli urlò contro Fey imbarazzato da quell’ultima affermazione.
 
 
«I MIEI COLTELLI» strillò -con tutto il fiato che avesse in gola- Beta.
Rei la guardò con sguardo vacuo, poi tornò a fissare Zanark.
«Ti ripeto la domanda: Dove sei stato stanotte?»
Rei non rispose.
«Senti» il verde chiuse gli occhi e cercò di calmarsi «vorrei evitare di distruggerti; è la seconda volta che scompari durante la notte senza dir nulla, esigo una risposta.»
Il robot continuò a non rispondere ma questa volta estrasse un coltello da una tasca della sua giacca.
Era totalmente ricoperto di sangue.
«Il mio colt-»
«SILENZIO» tuonò Zanark afferrando l’arma «sei stato tu ad uccidere una persona stanotte?»
«Sì.»
«Pff. Impossibile» borbottò Beta, invidiosa.
«Almeno lui si è reso utile» gli rispose l’altro.
«E sentiamo. Come è possibile che non si sia sporcato di sangue?»
«È vero, non hai nemmeno una macchia.»
«Mi hanno mandato dei vestiti nuovi stamattina.»
«Dove sarebbero quelli che hai usato questa notte?»
«Dietro quella roccia.»
In effetti era vero, dietro il grande masso dove era solito sedere Rei, si vedeva un pezzo di quella stoffa che dovevano essere stati i suoi vecchi abiti.
«Mi devo ricredere su di te» sorrise sadico il verde.
 
 
«Un altro sparo di notte… » borbottò Kurama «che diamine, potrebbero uccidere di giorno e non di notte, così potrei fare almeno un’ora di sonno.»
«Potrebbero non uccidere…» mugugnò Hamano ancora con la montatura degli occhiali di Hayami.
«Ti spaventi di un colpo di cannone?» Lo prese in giro Kariya.
«No. Non sono io. È lui» ringhiò Kurama indicando il piccolo Hikaru «non fa altro che piangere ad ogni morte, sta diventando insopportabile.»
Masaki fissò il più piccolo con aria preoccupata «davvero piangi?»
Il viola avrebbe voluto sotterrarsi, era apparso un debole davanti a Kariya, un’altra volta.
«Perché non mi hai detto niente?» Continuò a chiedere non vedendo arrivare la risposta.
«N-Non è niente di importante… Davvero…»
«Smettetela di amoreggiare e andiamo avanti» gracchiò scocciato il blu.
«Non stiamo amoreggiando!» Gli urlò di rimando il numero 15 nel mentre l’altro arrossiva ancor di più.
 
 
Ormai si era fatta sera.
Quel dannato stratega era comparso in cielo per la quinta notte di fila e mostrava i caduti.
Alpha, Hayami, Meia, Tsurugi e Kinako.
 
 
«Oh, è morta Kinako» commentò atono Hamano fissando quelle immagini in cielo.
Dannazione, quanto gli mancava Hayami.
Gli mancava quel suo pessimismo, quel suo continuo piagnucolare, ogni volta che lo vedeva spaventato –ovvero sempre-  provava tenerezza.
«Tanto mi faceva antipatia, era troppo simile a Tenma, già mi basta lui come babbeo della squadra» parlò Kurama.
«Non dovresti parlare così del capitano! E non si offendono i morti» ribadì arrabbiato Hikaru.
 
 
Gillis guardò sorridente il cielo.
Per quanto poteva essere straziante vederla lì, era l’unico momento dove poteva rivedere il volto della sua amata Meia.
Girò un po’ la testa per vedere chi fosse la persona morta quella notte.
No. Non poteva essere.
Kinako.
L’albino si voltò di scatto verso Fey che dormiva tranquillo poggiando la testa sulle cosce di Saryuu.
Quest’ultimo gli rivolse uno sguardo triste e tornò a guardare il “piccolo coniglietto” –soprannome inventato da lui- e gli poggiò un leggero bacio sulla fronte.
«Non permetterò che ti facciano del male.»
Gillis fissò il cielo «Vedi Kinako? Saryuu vuole molto bene a tuo figlio. Certo, a volte è spericolato e fa’ l’idiota ma tutto questo è dovuto perché comportandosi così, potrà sempre vedere il sorriso di Fey.»
 
 
 
Nonostante quei volti fossero scomparsi, Taiyou continuava a fissare il punto nel quale Kinako era scomparsa.
 
 
 
«Ti prego… sei sempre stato molto gentile con me, Tenma mi aveva detto che eri simpatico… faceva bene a definirti un ‘sole’, proprio come dice il tuo nome… ti chiedo solo quest’ultimo favore, fa’ in modo che non accada nulla a mio figlio…»
 
Erano tutte frasi sconnesse, avevano poco senso messe insieme,ma cosa ci si poteva aspettare da una persona che stava per morire?
 
Nel mentre rifletteva su quelle parole sentì qualcosa di doloroso al petto, come… come un senso di colpa.
Lui poteva salvarla, lei era ancora viva.
Lei gli aveva pure rivolto la parola, forse lei si aspettava veramente che lui la salvasse.
Sarebbe bastato così poco, doveva solamente saltare fuori dagli alberi, distruggere quel robot e prendere Kinako per portarla in salvo.
Sì, poi Asurei gli avrebbe mandato una possibile medicina.
 
Asurei.
 
Di certo ora lo odiava.
Era colpa sua se Kinako era morta.
Solo colpa sua.
 
«Ehi, Taiyou?» Una voce lo chiamò «stanotte montiamo la guardia io e Kirino, vai a riposare» gli sorrise l’ex-capitano.
Taiyou annuì e si avviò lentamente verso il suo sacco a pelo.
 
Quella notte non riuscì a fare sogni tranquilli.
Si ritrovò in una stanza bianca con macchie di sangue qua e là.
«È colpa tua se sono morta, solo colpa tua. Mi avrai sulla coscienza.»
«Io… io non volevo!»
«Bugiardo! Ti ho chiesto aiuto e sei scappato!»
«No! Non sono scappato, io…»
«Hai ragione, non sei scappato. Volevi vedere la mia morte, riderne anche!»
«No! Non è vero!»
«Ti faccio vedere io cosa si prova morire.»
«No, aspetta… cosa… AAAAH!»
 
 
Intanto Yuuichi era stato portato in quel folle futuro.
Gouenji gli aveva dovuto dire che suo fratello era rimasto ucciso, gli aveva dovuto spiegare tutto.
Il malato era scoppiato a piangere, poi aveva chiesto al più grande di portarlo lì.
Voleva seguire anche lui quei giochi.
Non gli aveva spiegato il motivo a Gouenji ma, voleva saperne di più su Taiyou.
Ecco, ora lo stava fissando nel mentre si agitava nel sonno.
«Cosa avrà mai?» Si ripeteva in mente preoccupato.
Gli Hunger Games gli avevano portato via suo fratello, non avrebbe potuto sopportare anche la perdita del suo unico amore.
 
 
«Fey…» mugolò Saryuu appena il ragazzo aprì gli occhi.
«Saryuu…» sbadigliò il verde.
«Ti devo dire una cosa…»
«Lo stai già facendo.»
«È una cosa seria.»
Fey smise di stiracchiarsi e rivolse tutta la propria attenzione all’albino, non l’aveva mai visto così serio.
«Parla.»
«Kinako è morta» sibilò il più piano possibile.
«Smettila con questi scherzi di cattivo gusto!» Urlò leggermente preoccupato l’altro.
«Non è uno scherzo…»
«Ho detto di smetterla!» La preoccupazione in lui cresceva sempre più, sapeva che Saryuu non avrebbe mai scherzato su una cosa del genere ma sperava che tutto questo fosse finzione.
L’albino non disse più una parola, preoccupato allora Fey guardò in modo supplichevole Gillis, il quale si limitò ad abbassare lo sguardo.
«Quindi… quindi non è uno scherzo…»
Stava per scoppiare a piangere quando il ragazzo-scimmia gli si lanciò addosso in quello che per altra gente sarebbe stato un placcaggio, invece era un tenero abbraccio.
«Ora puoi piangere se vuoi, ma sappi che per ogni lacrima che cadrà io ti terrò stretto ancor di più.»
 
 
Taiyou aprì gli occhi di botto e si ritrovò i suoi compagni attorno.
«C-Che succede?»
«Stavi… stavi piangendo…» Midori gli indicò il volto e lui s’accorse che era umido.
«Oh.»
«Sicuro di stare bene? Da quando hai visto Kinako morire, sembri un’altra persona» gli fece presente Tenma.
«Non vi preoccupate, sono solo un po’ stanco, posso andare al lago a sciacquarmi la faccia?»
«Va bene, ti accompagno io» si fece avanti Shindou.
«NO» non sapeva nemmeno da dove gli fosse uscito quel tono di voce così spaventato «no, preferisco andare da solo.»
«Taiyou, meglio che…»
«Vi prego…»
«Va bene, ma se entro dieci minuti non torni, qualcuno ti verrà a cercare.»
 
 
«Finalmente solo…» mormorò.
«Tu! Sei stato tu ad uccidermi non Rei! Tu mi potevi salvare invece hai preferito rimanere e non intervenire» da dove proveniva questa voce?
«C’è nessuno?»
«È tutta colpa tua!»
Taiyou si lasciò cadere sulle ginocchia e portò le mani ai capelli.
«Vattene!»
«No, ti tormenterò fino alla morte!»
«Sto… sto impazzendo. Aiuto…»
 
 
«Ehi voi» Kurama attirò l’attenzione su di sé «vado a procurarmi del cibo, cercate di non farvi uccidere in mia assenza.»
E così rimasero in tre, anzi in due.
Da quando Hayami era morto, Hamano era sempre lì a deprimersi, sembrava quasi un automa.
«Forse la mia, non era solo una grande amicizia, forse io lo amavo…» borbottò il moro stringendo sempre più gli occhiali dell’amico defunto.
«A volte mi fa’ pena» gli confessò Hikaru a Kariya.
 
 
«Signore.»
«Sì?»
«Questo ragazzo, sta impazzendo.»
«Come si chiama?»
«Taiyou Amemiya.»
«Mh.»
«È il caso di doverlo fare fuori?»
«…»
«… Signore?»
«Sì?»
«Do… dobbiamo uccidere il ragazzo?»
«… No. Piuttosto, fate comparire un arco con delle frecce lì al lago.»
«Ma è dove c’è il ragazzo.»
«Appunto.»
«Bene, vado subito a mettere l’arco nell’arena.»
Lo stratega sorrise.
 
 
«Devi morire.»
«NO!»
«Devi morire.»
«Io vivrò!»
«Devi morire.»
«Smettila!»
«Devi morire.»
Taiyou si ritrovò al lago.
«Non ricordo di essere arrivato qui…»
«Certo, eri impegnato a parlare con me.»
«No… ma tu non sei nessuno, sto delirando, sto impazzendo!»
«Davvero perspicace.»
«Chi sei tu?»
«Qualcuno.»
Un’immagine di Kinako ricoperta di sangue gli apparve davanti agli occhi.
«K-Kinako!»
«Kinako? Che diamine stai dicendo?» Quella Kinako gli stava parlando.
«Lasciami in pace! So di aver sbagliato, ti prego, lasciami in pace!» Iniziò ad indietreggiare.
«Non capisco a cosa ti riferisci.»
Guardò per terra disperato e trovò un arco.
«Ehi amico, cosa vuoi fare con quell’arco?» Kinako continuava  a parlargli.
Sistemò una freccia nell’arma.
«Lasciami in pace!»
La freccia colpì in pieno cuore Kinako che cadde senza vita sul terreno, nel mentre il ragazzo iniziava a vedere sfocato quindi sbatté le palpebre diverse volte.
 
BOOOM.
Il colpo di cannone.
 
Taiyou riaprì gli occhi, ora, davanti a lui non c’era la ragazzina.
 
«K-Kurama! No… che cosa ho fatto…» 











♦♣Angolo Autrice♥♠

SONO TORNATA. SI. PER VOSTRA SFORTUNA SONO TORNATA. 
Non so da dove iniziare. ;w;" 
Mi spiace per non aver continuato questa fic per diversi mesi ma ho dovuto parecchio da fare con esami (no, non erano di terza media/maturità/università) e gare.
Finalmente ora sono libera e non faccio nulla tutta la giornata. c: 
È dalle 11.45 che scrivo questa schifezza e mi dispiace per aver fatto impazzire totalmente Taiyou, in fondo è uno dei miei preferiti. ç_ç 
Ho voluto anche far notare una possibile HamaHaya sono troppo adorabili insieme sdfgffdg e siccome io Taiyou lo shippo solo con Yuuichi, Taiichi per voi. A_A" 
L'ho riletta solo una volta e di fretta, non so, probabilmente mi sarà scappato qualche errore di battitura o di ortografia o verbi totalmente sbagliati, ma okay.
Probabilmente -come avrete visto- non riuscirò a pubblicare un capitolo al giorno perché ancora devo iniziare tuuutti i compiti delle vacanze, e ne ho davvero tanti. çç 

Un ringraziamento speciale va a: 

•X3CamillaXD che mi ha convinto a crearla e postarla oggi. (Volevo farlo in questi giorni, perché oggi mi seccavo. -?-) 
•Alle musichette deprimenti di HetaOni che aiutano a scrivere cose tristi e strappalacrime. (?) 
•Al mio non far nulla tutto il giorno. A_A 

Shindou_Takuto

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Capitolo 8
*** Trappola Mortale. ***


 

Trappola mortale.

 
 
 
 
 
 
 



BOOOM.
Il colpo di cannone.
 
Taiyou riaprì gli occhi, ora, davanti a lui non c’era la ragazzina.
 
«K-Kurama! No… che cosa ho fatto…»

 

 
 
 
 
 
 
Il ragazzo, sconvolto, si accasciò a terra e guardò con angoscia il corpo senza vita del compagno di squadra.
«Kurama…» aveva quasi paura ad avvicinarsi a quel corpo «no, non posso essere stato io… impossibile» stava impazzendo, per la seconda volta.
Qualcuno lo afferrò con forza alle spalle e lo spinse via.
Shindou era furioso, un po’ spaventato ma comunque furioso.
«Taiyou! Chi…» si bloccò un attimo, chinandosi sul cadavere e il suo torno di voce si appiattì «chi è stato ad ucciderlo?»
«Non so come sia successo…» farfugliò Amemiya preso dal panico «prima c’era Kinako, poi lui… io… io ho trovato quell’arco» indicò l’arma «non capisco cosa mi sia preso…»
L’ex-capitano capì al volo ciò che era successo e guardò il povero ragazzo, sbigottito.
«Shindou! Shindou!» Kirino corse da loro talmente veloce che appena arrivò dovette piegarsi in avanti per riprendere aria.
«Cosa… cosa è successo?»
«Kirino…»
Appena il rosa alzò lo sguardo verso ciò che era disteso dietro il moro non poté trattenere un urlo di stupore.
«Ma quello… quello è…»
«Sì, Kurama.»
«Dobbiamo andarcene subito! L’assassino potrebbe essere nei paragi!»
Un inquietante silenzio cadde tra i tre, finché l’arancione non si alzò da terra.
«Non credo, che l’assassino ucciderà ancora…» borbottò.
«Cosa intendi dire?» Domandò Ranmaru.
«Intendo dire che l’assassino, sta per morire» e di colpo afferrò il pugnale nelle sue tasche e lo affondò sul proprio petto.
 
O così parve.
Shindou aveva capito le sue intenzioni e si era lanciato verso di lui «nessuno di noi morirà!»
Il pugnale mancò il corpo del pazzo ma colpì la spalla del suo “salvatore”.
Un grido straziante echeggiò per la foresta.
«TAKUTO!» Urlò disperato Kirino correndo da lui ed estraendo il pugnale dalla spalla sinistra.
«Di nuovo… Ho ucciso qualcuno di nuovo!»
«Smettila!» Gli gridò contro Kirino, cercando di sorreggere il musicista «non è ancora morto, però, dobbiamo sbrigarci a portarlo dagli altri.»
Per quanto tenesse al ferito, Ranmaru non poteva provare rabbia nei confronti di Taiyou.
Al massimo, pena.
Un’immensa pena per quel ragazzo che era impazzito totalmente.
 
 
«Taiyou…» mormorò Yuuichi fissando lo schermo della televisione «che ti succede?»
Il blu era reduce da un attacco di pianto, aveva ancora gli occhi lucidi, non avrebbe sopportato la morte del ragazzo che amava.
Appena lo aveva visto puntarsi il pugnale contro il suo cuore aveva perso un battito.
Per fortuna era intervenuto Shindou.
Avrebbe tanto voluto ringraziarlo ma non poteva, anche se si sentiva in debito di farlo.
«Grazie Shindou…»
 
 
«Sì! Sì!»
«Che diamine ti succede?» Saryuu si voltò verso il piccolo genio che saltellava dalla felicità.
«Guarda!» Gillis si voltò verso i due amici e mostrò il paracadute «È arrivato!»
«Cosa c’è dentro?» Domandò Fey.
 L’albino aprì il contenitore e ne estrasse dello spago «Guardate, è bellissimo.»
«È un normale spago…»
«Non un ‘normale spago’ è LO spago.»
«La morte di Meia ti ha dato alla testa» commentò con noncuranza il bimbo-scimmia.
Fey lanciò un’occhiataccia all’amico, non si rendeva minimamente conto di ciò che aveva detto quell’incosciente, probabilmente Gillis ora si sarebbe messo a piangere e… no, stava ridendo.
«No! Non capisci! Con questo abbiamo vinto!»
«… Gillis.»
«Sì, Fey?»
«Cosa ce ne facciamo di uno spago?»
«Possibile che vi debba sempre spiegare tutto?»
 
 
«Shin-sama è ferito!» Per poco Akane non svenne alla vista di tutto quel sangue e del proprio amore ridotto in quelle condizioni.
«Dobbiamo curarlo!» Intervenne Tenma che corse agli zaini cercando qualcosa di utile.
Nishiki afferrò per le spalle Taiyou «sei impazzito o cosa?!» Kirino gli aveva raccontato ciò che era successo.
Amemiya non rispose.
«Non litigate voi due» li rimproverò Midori afferrando per un braccio Ryoma «abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile!»
Ranmaru fissò le proprie mani sporche di sangue e poi guardò in cielo con sguardo addolorato «allenatore Endou, ti prego, fa qualcosa… qualunque cosa»
 
 
Nel mentre, nel proprio alloggio, Endou faceva telefonate su telefonate.
«Endou» lo chiamò Kidou.
«Pronto, senta…»
«Endou» ribadì con fermezza l’altro.
L’allenatore riattaccò il telefono e cercò nella rubrica telefonica.
«ENDOU.»
In quell’istante, l’uomo si voltò verso l’amico.
Sembrava stesse per scoppiare a piangere, aveva visto morire alcuni di quei ragazzi che erano come dei figli per lui, ora che Shindou era ancora vivo doveva fare qualcosa.
«Facciamo il cambio, va bene?»
«N-no! Posso continuare, sono i miei ragazzi, devo fare qualcosa…»
«Guardati, è tutto il giorno che provi a chiamare le persone»
«Devo ottenere quei soldi per la medicina!»
«Anche io sono stato allenatore della Raimon» disse Kidou «e sono piuttosto bravo a convincere le persone, fa’ fare a me, tu va’ a farti una tisana, okay?»
All’inizio Mamoru era contrario, doveva essere lui a occuparsene, ma la stanchezza pressava sempre più.
Lentamente si alzò dalla sedia accanto alla cornetta telefonica e con passo strascicato si diresse verso la cucina.
 
 
«Ragazzi…» piagnucolò Hikaru «sono diverse ore che Kurama è andato via e c’è stato anche un colpo di cannone, siete sicuri che non gli sia successo qualcosa?»
Hamano alzò lo sguardo dagli occhiali che teneva in mano «in effetti…»
«Pff. Impossibile che Kurama sia morto. Probabilmente è stato lui ad uccidere» e con una risata Kariya tranquillizzò gli altri due.
«Speriamo torni presto…» per quante volte Kurama lo avesse preso in giro, Hikaru non aveva mai voluto che morisse.
Era così forte, gli infondeva sicurezza.
 
 
«Sei molto meglio di quello che immaginavo!» Esclamò Zanark.
Il robot non disse nulla.
«Davvero intelligente ad attirarla nel bosco di notte appena scattata la mezzanotte, non ti facevo così intelligente.»
Ancora nessuna risposta.
«Oh sì, potrai essere il mio braccio destro.»
Beta guardò schifata quella scena «fa’ prima a chiedergli di sposarlo…»
Gamma fece spallucce e continuò a guardare il suo riflesso nello specchio che avevano trovato negli zaini.
«Davvero. Sta diventando insopportabile “Rei, quanto sei intelligente. Rei, quanto sei astuto. Rei, sei il migliore di tutti.”»
«La tua è gelosia» borbottò il capitano della Protocol Omega 3.0.
«Non sono gelosa! Sono infastidita dal fatto che un robot venga considerato migliore di me.»
«Gelosia» cantilenò.
«Lo vedi questo coltello?!» Gli sbraitò contro, mostrandogli uno dei suoi fidati amichetti acuminati «nemmeno te lo dico cosa potrei farti, sarebbe troppo disgustoso.»
«Mh mh» annuì Gamma continuando a specchiarsi.
«E c’entrano i tuoi occhi.»
Istintivamente l’albino si portò le mani ai suoi magnifici occhi azzurri e si voltò indignato dalla parte opposta rispetto a Beta.
 
 
Ormai si era fatta sera ed era calato un insolito freddo.
«F-Fino a oggi pomeriggio si stava bene, d-da quando c’è tutto questo freddo la sera?» Borbottò Tenma, stringendosi nei suoi vestiti.
«A-Allora» disse Nishiki che in assenza di Shindou si sentiva in dovere di essere lui a guidare il gruppo «in teoria stanotte il turno toccherebbe a Tenma e Aoi, ma ognuno di noi avrà un compito.»
Tutti lo guardarono confusi finché Midori non gli tirò un ceffone sulla nuca «sei scemo o cosa? Dopo tutto quello che è successo?! Avremmo bisogno di un po’ di riposo!»
Il numero 14 la ignorò e continuò a parlare, non era in vena di litigare «si presuppone che con Kurama ci fossero anche Hamano, Hikaru e Kariya.»
Tutti annuirono.
«Dobbiamo trovarli e portarli da noi, in modo che così non gli possa accadere nulla. È meglio essere attaccati dai Second Stage Children o dall’El Dorado in gruppo, avremo più probabilità… dovremo agire dopo la mezzanotte, quando tutti pensano ad un possibile piano per attaccare gli altri, quindi, andremo per forza io e Kirino.»
Ranmaru fissò con sguardo assente il corpo di Shindou e borbottò un «okay.»
«So che avresti preferito rimanere con lui, ma sei l’unico mentalmente stabile» lanciò un’occhiata a Taiyou che, in un angolino, parlava da solo «che sa dove è successo di preciso l’accaduto; a Shindou ci penserà Akane.»
In un altro momento la manager ne sarebbe stata felice e avrebbe gridato per l’entusiasmo, ma il suo “Shin-sama” non stava bene.
«Noi che facciamo?» Chiese Midori indicando se stessa, Tenma e Aoi.
«Midori, tu sorveglierai che qui intorno non accada nulla, come se fosse il tuo turno di notte» poi si rivolse agli altri due «voi due occupatevi che quello lì» guardò con disprezzò Taiyou «non combini nulla.»
 
 
In cielo comparvero i sei morti.
Alpha, Hayami, Meia, Kyousuke, Kinako e Kurama.
 
«No! Non può essere!» Hikaru indicò il cielo sconvolto.
«Sarà solo un brutto scherzo, vero?» Una risatina isterica e inquietante uscì dalla bocca di Hamano «intendo, Kurama non può essere davvero morto, no? Staranno sicuramente scherzando…»
Kariya fissò l’amico, sbigottito dal suo modo di fare.
Lo scuro scoppiò a ridere, una risata triste e felice allo stesso tempo.
«Perché stai ridendo?» Sibilò il piccolo Hikaru, impaurito da quel comportamento.
Hamano smise di ridere all’istante e i suoi occhi divennero lucidi «prima… prima che entrassimo nell’arena io, Hayami e Kurama c’eravamo incontrati. Naturalmente Hayami aveva paura e prediceva la morte di tutti, invece Kurama sbuffava seccato e lo prendeva in giro; era quasi divertente come scena a vedersi… Vedendoli fare in quel modo io avevo detto “Ragazzi, vi prego, non cambiate nell’arena, siete troppo divertenti”, loro mi hanno fissato confusi ed hanno accennato un lieve sorriso “Non cambiare nemmeno tu, continua a ridere, anche quando le cose andranno male”… Non credo di riuscire a mantenere ancora a lungo questa promessa…»
Hikaru gli si avvicinò sorridendogli «ci sei riuscito benissimo a mantenerla.»
L’eco di un pianto si propagò tra gli alberi.
 
 
Finalmente la mezzanotte era scattata e il loro piano si era messo in atto.
Tenma si avvicinò allegro a Taiyou «Allora, come va?»
Il ragazzo in questione alzò lo sguardo, un tempo sereno, verso l’amico e mormorò «vi hanno chiesto di controllarmi, vero?»
«N-no! Cosa dici?» Si affrettò a dire Aoi.
«Io non sono pazzo… ho visto davvero Kinako oggi pomeriggio, e c’era una voce… una voce che mi assillava… era terribile…»
«Certo, come dici tu» gli rispose la ragazzina.
«Tenma!» Lo afferrò per i vestiti «tu mi credi? Non sto affatto scherzando!»
«C-Certo Taiyou, che domande…»
«Sssh» li rimproverò Akane «Shin-sama sta cercando di dire qualcosa»
Tutti si spostarono verso il ferito che aveva contratto le labbra in una smorfia.
«Dove… sono…?»
«Ha parlato! Ha parlato!» Strillò Akane che per poco non scoppiava a piangere dalla felicità.
«Mi fa male tutto…»
«Shindou! Menomale che stai bene» pronunciò Tenma con il suo solito sorriso.
«Cosa è successo?»
Tutti si voltarono verso Taiyou che era rimasto un po’ in disparte a guardare la scena.
«Ho tentato di suicidarmi e tu me lo hai impedito.»
«… giusto, ora ricordo» il moro tentò di farsi leva sul gomito sinistro per mettersi seduto ma una fitta lancinante lo colpì alla spalla e crollò per terra trattenendo un urlo.
«Shin-sama! La tua spalla, non dovresti muoverla affatto!»
«Ho… notato…»
 
 
Quella notte Hikaru si svegliò di colpo, sentendo un rumore strano provenire da dietro i cespugli.
«Kariya… Kariya!» Lo svegliò.
«Che ti prende?» Gli rispose con uno sbadiglio.
«C’è qualcosa che si muove lì dietro…»
«Sarà qualche scoiattolo…»
«Kariya, ho paura.»
Il rumore divenne più forte e il verde tese l’orecchio afferrando una pietra lì vicina.
Qualcosa uscì dai cespugli, erano due figure, due ragazzi.
Stava per tirare la pietra quando riconobbe una ciocca color rosa, solo una persona aveva dei capelli così.
«Neh Kirino-senpai, siete proprio antisgamo…»
Si sentì uno sbuffo «anzi che veniamo a salvarvi…»
«Oh, è arrivato il mio principe rosa» continuò ridacchiando Kariya.
Ranmaru fu tentato di mandarlo a quel paese –come tutte le altre volte-, ma, non poteva.
Era una situazione diversa questa.
«Andiamo ragazzi, vi portiamo dagli altri, più siamo meglio è» intervenne Nishiki che, nel mentre, si era caricato sulle spalle Hamano che si ostinava a non svegliarsi.
Hikaru raccolse tutte le cose che avevano e seguì i suoi amici.
 
 
Beta fissò con disprezzo il robot e poi Zanark.
«Vi faccio vedere io chi è la debole, ho già ucciso Meia, pff.»
 
 
Quella mattina, a svegliarli fu il rumore di un paracadute che cadeva dal cielo con il suo solito “Bip”.
«Un paracadute!» Esclamò Tenma felice, correndogli incontro.
«Potrebbe essere la medicina per Shindou» disse Kirino superando il compagno e afferrando il contenitore.
Lo aprì e ne estrasse una crema.
«Giusto!» Trillò al settimo cielo e corse dal suo migliore amico.
«’Giorno…» Parlottò Kariya.
«Eh? Cosa ci faccio io qui?» Domandò Hamano balzando fuori dal suo sacco a pelo.
«Stanotte non ne volevi sapere nulla di svegliarti, quindi, ti ho portato io» annunciò Nishiki in modo fiero.
Sapere che Shindou si era ripreso e che adesso tutti i restanti della Raimon erano con loro aveva messo felicità al gruppo.
«Dovreste essere affamati voi tre, su venite» li incitò Aoi, indicando ai nuovi arrivati di mangiare qualcosa.
 
«Shindou non ti lamentare, devi levarti la maglia, ti devo passare la medicina…» enunciò esasperato il rosa.
«Potresti impressionarti, fa’ davvero schifo…»
«Smettila e sta fermo così te la levo senza farti male…»
Sì, in effetti era ripugnante ma non poteva farci nulla.
 
«Ecco fatto, te l’ho spalmata, dovrebbe non farti più male e pian piano dovrebbe migliorare.»
Poi gli indicò un pezzo di carta simile ad una lettera in miniatura.
«Te la manda l’allenatore Kidou, non l’ho letta, ho visto solo il mittente.»
Shindou annuì e la prese iniziando a leggere.
 
 
 
«Guarda! Ci sono le nuvole in cielo!» Gillis sembrava un bambino che non aspettava il momento per provare il suo nuovo giocattolo.
«Stai sembrando più pazzo di me, davvero…» mormorò Saryuu.
«Non sono pazzo, sono felice! Adesso potrete vedere a cosa serve quello che voi definite “inutile spago”, però, prima ho bisogno che scatti il temporale.»
«Gillis, sicuro di stare bene? Di questi tempi sei alquanto… euforico…» Lo distrasse Fey.
«… Eh?» Lo scienziato lo guardava come se avesse detto una cosa priva di senso «se questa cosa funzionerà, sarò considerato un genio.»
«Non è pericoloso?»
«Assolutamente. Basta che seguiate i miei ordini e avremo la vittoria in tasca.»
«Normalmente sono io quello che dà gli ord-» Fey afferrò Saryuu per un braccio e gli fece cenno di zittirsi.
«Non vedi come si sta comportando?» Gli sussurrò ad un orecchio «è diventato strano, cerca di assecondarlo il più possibile…»
«Quindi ti interessa la mia incolumità?»
«Saryuu!»
 
 
Shindou lesse e rilesse quel bigliettino, lo guardò anche sul retro sperando che ci fosse scritto “È uno scherzo!”
«Qualcosa non va?» Chiese sorridendo Kirino.
Il musicista senza dir nulla passò quel foglietto nelle mani del rosa che lesse attentamente il contenuto.
«Oh… Shindou…»
«La mia vita non ha più senso…»
«N-Non fare così…»
«Comprendi che tutto ciò, era l’unica cosa a cui tenessi? L’unica cosa che mi rendeva felice, che mi faceva sfogare?»
Kirino si sentì un po’ offeso, aveva sempre avuto una cotta per il moro e sentirsi ritenuto inferiore a un oggetto inanimato, dalla persona da lui amata, era un po’ deprimente ma, non poteva non compatirlo.
«Shindou, non piangere, troveremo per forza un modo per…»
«No. La lettera parla chiaro. Non potrò mai più suonare.»
«Ehi voi due, non vedete che sta iniziando a piovere?!» Li rimproverò Nishiki.
«Arriviamo!» Gli gridò di rimando Ranmaru, aiutando l’amico a rialzarsi.
 
 
«È tutto pronto! Sono così eccitato!» Urlò Gillis.
«Gillis, sei sicuro che non ci accadrà nulla?»
«Al 85%»
«Come al 85%?!»
«Beh sai, potremmo riscontrare alcuni problemi, ma dovrei aver fatto tutto giusto.»
 
 
Beta sentì delle voci nelle vicinanze.
Sì, era proprio la voce odiosa di quel ragazzo-scimmia che sbraitava contro qualcuno.
Lo avrebbe ucciso, sgozzato, e avrebbe portato la sua testa a Zanark; così si imparava a dire che quell’ammasso di latta era meglio di lei.
Il rumore di un fulmine che colpisce qualcosa fece calare il silenzio, Beta, un po’ preoccupata si appoggiò ad un albero, poi notò un sottile spago.
«Che diamine è?»
Appena sfiorò il filo, una scossa elettrica la colpì in pieno.
 
 
Urlò di rabbia, il dolore era insopportabile.
Urlò di tristezza, probabilmente stava per morire.
Urlò di frustrazione, non avrebbe mai potuto battere quell’automa.
Urlò di felicità, forse avrebbe rivisto Alpha.
 
 
 

BAAAAAAAAAAM.
 
Colpo di cannone. 





 



♦♣Angolo Autrice♥♠

Ciao,sono tornata. *w* 
In teoria avrei dovuto postare questo capitolo l'altro ieri ma poi mi hanno invitato ad uscire, e ieri la pigrizia mi ha battuto. ;w; 
Quindi eccomi qua con questo nuovo capitolo... 
Devo ammettere che ho sempre odiato Beta, quindi la sua morte non mi fa' nè caldo nè freddo. owo" 
Il finale volevo farlo particolare, ma, non mi piace tanto, quindi mi aspetto ogni tipo di critica solo su di esso. X° 
Scusate se rispondo tardi alle recensioni o non lo faccio è che ho sempre in mente nuove fanfiction da creare e me lo scordo di fare. ç_ç" 
*Deve ancora rispondere alle recensioni dello scorso capitolo.* 
Si ringrazia le musichette deprimenti di HetaOni per le parti tristi. °A°"

Va beh, io vado a farmi venire qualche nuova idea. '-' 

P.S. Mi era salito il dubbio se creare o meno una pagina -su Facebook- sul mio account di Efp, per far sapere alla gente quando ho intenzione di pubblicare un capitolo o meno. 
Ma probabilmente, sarà inutile farla. -w-

Alla prossima. c: 

Shindou_Takuto

 

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