Beyblade Metal: l'Era dei Demoni; Ritorno dalle Tenebre

di Kya88ryu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sfida alle porte ***
Capitolo 2: *** Passaggio ***
Capitolo 3: *** America ***
Capitolo 4: *** Africa ***



Capitolo 1
*** Sfida alle porte ***


                                                  Capitolo uno: Sfida alle porte
 
 
 
 
Nelle profondità della terra, la demone albina raggiunse il trono, inchinandosi.
« Mia Regina, ormai è tutto pronto.» ghignò, una luce perversa le saettò negli occhi cremisi « Mancano solo le ultime prede.»
Dall’ombra, apparve la consueta figura dai capelli blu e gli occhi di sangue.
« Perfetto. Coraggio, convoca i tuoi fratelli. Sarete i primi ad attaccare.»
La indicò, socchiudendo minacciosamente gli occhi « Precisamente, sarai tu la prima.»
***
Erano passati circa quattro mesi dall'ultimo incontro con la C.A.O.S.. Come potete immaginare, quando Ginka si risvegliò, rimase shockato dalla notizia di essere stato un "prescelto" del demone.
E chi se lo aspettava che succedesse proprio a lui?
In quel lungo periodo di tempo, comunque, avevano seguito tutti i duri allenamenti di Amy. La violacea -che avevano appreso fosse stata una modella-, infatti, era decisa a farli diventare più forti per affrontare la pericolosa minaccia.
E così fu.
I giorni che passarono insieme furono tanti, ma tanti che impararono tutti a conoscersi a fondo. Ovviamente nacquero delle amicizie, caddero alcuni sospetti -quelli di Tsubasa- e... accanite rivalità.
Forse potete già immaginare tra chi.
Una mattina, la modella li invitò con lei a fare un'escursione nel bosco. Disse che sarebbe servita al loro allenamento, perciò, chi volente chi nolente, accettarono tutti.
Si diressero in una località vicino a Komamura, di cui, ahimè, non ricordo il nome.
Ordunque, giunti nei pressi della boscaglia, si dispersero a cercare -come aveva ordinato Amy- bacche e legna, oltre a qualche masso per accendere un bel falò.
Tra un po' di confusione, si divisero in vari gruppetti per far prima.
 
Il primo di questi, era formato da Ginka, Hyoma, Amy e Madoka.
« Ho trovato le baccheeeee!» gridò gioiosa la violacea, sbucando da dietro un albero, sommersa di frutti di ogni genere.
Hyoma trasalì, si sbilanciò e cadde rovinosamente a terra.
« Ahia!» sussurrò a denti stretti, sedendosi e massaggiandosi la schiena.
Amy spalancò gli occhi agitata e si chinò su di lui « Oh no, Hyo-kino! Ti sei fatto tanto male?»
« No… solo un po’…»
Madoka e Ginka osservarono pressocchè divertiti la scena.
La modella, infatti, in presenza del suo ragazzo si comportava in un modo a dir poco infantile, più del solito. Gli stava sempre appiccicata, parlava con un tono parecchio acuto, arrossiva a qualsiasi parolina gentile le rivolgesse.
Troppo simile a una bambina.
« Quei due sono incredibili.» commentò Ginka, con una gocciolina che cadeva dalla fronte.
« Sono perfettamente d’accordo. Ma sono anche carini… non trovi?» rispose la meccanica, guardandolo dritto negli occhi.
Il possessore di Pegasus ricambiò, un poco stranito.
Gli occhi di Madoka erano seri, ma allo stesso tempo divertiti.
Si sentì pizzicare le gote.
Forse per la vicinanza dei loro visi, forse per il modo leggero in cui lei respirava…
Strabuzzò gli occhi, indietreggiando istintivamente di un passo.
Ma, mannaggia! Inciampò “elegantemente” su un sasso e crollò a terra con la grazia di un panda.
Seguito dalla provvidenziale risata di Madoka.
« Sei proprio uno sbadato!» commentò questa, tornando a raccogliere le bacche « Coraggio, rimettiamoci al lavoro!»
Ginka si rialzò lentamente, seguendo l’amica con lo sguardo.
Come mai era arrossito?
Non gli era mai capitato prima…
Scosse la testa, scacciando ogni possibile pensiero.
Probabilmente era stato un caso…
 
In un’altro di questi gruppetti, vi era una ragazza dalla scompigliata capigliatura castana e gli occhi color del cielo: Lya.
I suoi compagni erano rispettivamente Kenta e Kyoya, entrambi intenti a raccogliere legna.
La selvaggia si era dedicata, al contrario, alla ricerca di bacche, e si erano distanziati un momento.
Si aggirava tra i cespugli, osservando attentamente quali frutti fossero nocivi o meno.
Trovandone una rosso fuoco, la staccò e l'annusò. Corrugò un poco la fronte.
« Ma quante bacche velenose ci sono?» sibilò tra i denti, gettandola via e riprendendo la noiosa ricerca.
Si riassestò stizzita la giacchetta blu cobalto.
Aspettate... ho detto giacchetta?
Ah, già.
Perdonate, mi sono dimenticata di precisare che Amy aveva insistito a farle cambiare look, poichè ci teneva che la sua amica non sembrasse del tutto una specie di Mogli.
Ora come ora, era puramente abbigliata da blader.
Indossava una chiara canottiera azzurra, sopra coperta da una corta giacchetta blu cobalto, dello stesso modello di Ginka, ma smunta e stracciata ai bordi. I jean erano dello stesso colore, anch'essi rovinati, mentre i grigi guanti da blader e le scarpe potavano vantarsi di essere le poche cose intatte del suo abbigliamento.
In pratica non aveva rinunciato al suo stile selvaggio.
Scusate, mi sono persa... Torniamo alla storia.
« Bacche di qua, bacche di là... non potevi scegliere qualcos'altro?» sbuffò piano, parlando riferendosi alla sua solare amica modella.
Si volse di qua e di là, quando il suo sguardo venne attirato da un cespuglio verde cupo, molto alto e con dei ciuffi a punta. Si muoveva un poco, come scosso dal vento.
Si avvicinò, pensando che forse lì avrebbe trovato qualcosa di commestibile.
Quando gli fu afianco non vide nulla, perciò tese la mano per frugare e...
« AHIAAAA!!!»
Sussultò, arretrando come una saetta.
Quello che prima aveva creduto un cespuglio si alzò di scatto, rivelandosi un blader dall'ispida capigliatura verde, due occhi di zaffiro e un ringhio stampato sulla faccia: Kyoya Tategami.
« Dico, ma sei matta!?» ruggì questo, mentre una visibile tempia iniziava a pulsargli sulla fronte « Che ti salta in mente di tirarmi i capelli!?»
Lya battè un paio di volte le palpebre, perplessa. E immediatamente scoppiò a ridere.
Si rotolò a terra, tenendosi la pancia con le mani guantate, sporcando d'erba la grigia cintura da blader.
Kyoya la guardò in modo strano, ma subito si rinfervorò « Cosa c'è di così divertente!?»
« Ho scambiato... i tuoi capelli... per un cespuglio!» rispose a scatti la selvaggia, tra una risata e l'altra.
Il "leone" non poteva credere alle sue orecchie.
« Cosa??»
Fortuna volle che, prima di un'altra sfuriata di Kyoya a conseguente danno di Lya, giungesse l'arzillo Kenta, con un mucchio di rami tra le braccia.
« Ciao ragazzi! Come procede?» chiese spontaneo e genuino.
Ammutolì all'occhiata omicida di Kyoya.
La selvaggia si rialzò, riprendendosi dalla satolla risata.
« Lascialo perdere, Kenta.» rassicurò con allegria, alzando le braccia in modo comico « Non gli va giù di essere stato scambiato per un ciuffo d'erba...»
Il "leone" per poco non le saltò addosso in un impeto di rabbia.
« Tu.» sbottò scocciato, minacciandola con un dito « Ascoltami bene: se ci tieni a non essere disintegrata dal mio Leone, ti conviene stare zitta e buona!»
« Oooh, che paura...» fece ironicamente la castana, scoprendo la bocca in un sorriso divertito « La Palma mi sfida...»
« SMETTILA DI DARMI QUESTI NOMIGNOLI IDOTI!!!»
Kenta strabuzzò gli occhi e tirò una manica a Lya « Emh... Credo che dovresti fare come dice lui...»
La selvaggia lo guardò, ma non male come faceva di solito.
A dir la verità, Kenta l'aveva colpita sin dal principio. Era un ragazzino sveglio, ma, soprattutto, tenace.
Era stata questa sua tenacia a sorprenderla, quando l'aveva visto allenarsi a notte fonda per riuscire a superare tutte le trappole di Amy, quando aveva urlato ai quattro venti che, un giorno, anche lui sarebbe stato forte quanto i suoi compagni.
Una tenacia, pensava Lya, superiore persino a quella di Ginka.
Dulcius in fondo, il piccoletto era riuscito ad attirare la sua attenzione lo stesso giorno in cui aveva osato sfidarla.
Tra tutti, era uno dei migliori avversari che aveva mai conosciuto.
Nel gruppo, ormai riteneva degni di tutto il suo rispetto soltanto tre blader: Ginka, Kenta e, strano ma vero, Kyoya.
Anche se con quest'ultimo era difficile tenere una conversazione civile.
« E perchè mai?» chiese con disinvoltura, sorridendogli « Perchè mi perda tutto il divertimento?»
Kyoya la guardò talmente male da poter spaventare una tigre, ma Lya non si scompose. Anzi, si divertì ancora di più.
Odiava ammetterlo, ma quel blader, oltre ad essere maledettamente spavaldo e insopportabile, era soggetto di molte sue attenzioni.
Non capiva come, ma lo trovava allo stesso tempo irritante e interessante.
Ed il fatto che gli interessasse non faceva che accrescere ancor di più l'irritazione.
Lei non voleva, non doveva trovarlo interessante.
Per carità, era un gran bel ragazzo, a dirla tutta simpatico, ma i loro comportamenti troppo simili cozzavano l'uno contro l'altro.
Questione di puro orgoglio.
Vedendo la faccenda dal lato di Kyoya, inoltre, la cosa era reciproca.
Non a caso tra i due era nata una rivalità insaziabile, che andò a sfociare in un alquanto feroce scontro. Con un tragico finale in parità che riuscì ad aumentare ancor più il risentimento dei due blader.
È incredibile come quanto due persone si possano odiare e, allo stesso tempo, trovarsi simpatiche a vicenda.
Il "leone", rimunginando su questi pensieri, si ritrovò a ringhiare « Lo sai di essere veramente, ma veramente irritante!?»
« Tsk! Parla l'ortica!»
« Vuoi morire subito, Lila!?»
La castana gli scagliò un'occhiata perforante.
Odiava, odiava quel soprannome.
E, soprattutto, il modo in cui l'usava lui.
Era stata un'inventiva di Yu, che li aveva chiamati rispettivamente "Lila e Yoyo".
Non c'è bisogno di dire che, evidentemente, non era stata gradita l'idea.
« Se ci tieni TU a non morire, ti conviene stare zitto, Yoyo.» ribatté, quasi in un sussurro.
Kenta li guardava spaesato, spostando meccanicamente la testa da uno all'altra quando parlavano.
Non riusciva a capire come mai quei due, solitamente così apatici e distaccati, si infervorassero tra di loro per delle banalità e delle sciocchezze.
Ogni volta era la stessa solfa: uno attaccava briga, neanche a volerlo, l'altra rispondeva e via dicendo.
Se fosse stato per lui, li avrebbe messi a tacere alla "Madoka", ma, ovviamente, riuscivano ad intimorirlo con un solo sguardo.
In particolare lo stupiva Lya, con cui sentiva di aver legato parecchio. Perché scaldarsi tanto quando si può essere buoni amici?
 
« Broooooooooom!» gridò Yu, aprendo le braccia a mo' di areoplano e correndo avanti e indietro, divertendosi come un matto.
Il vivace possessore di Libra era finito in gruppo con Tsubasa, che si dedicava alla raccolta di rami, e Benkei, l'addetto ai massi.
Quest'ultimo non sapeva bene come fosse finito con quei due. Non era solito a separarsi da Kyoya, soprattutto se nei paraggi c'era la selvaggia.
Ebbene sì, dopo quattro lunghi mesi, la sua gelosia non era ancora sbollita.
Il problema del "toro" era la sua eccessiva possessività. Non gli andava giù quando qualcuno dedicava troppe attenzioni al suo amico, col rischio di rimpiazzarlo anche se solo per pochi secondi.
Peggio ancora se si trattava di una ragazza.
Perchè, nella sua mente -a mio parer- contorta:
Ragazza = Pericolosa attenzione da parte di un maschio = Pericolosissima ed eccessiva attenzione da parte di Kyoya.
Ciò lo metteva in guardia da tutti gli esseri umani di genere femminile che ci provassero col "leone".
« Ehi, Benkei, tutto bene?» lo riscosse Tsubasa, vedendolo fermo sul posto, tentennante.
Il blader in rosso si riscosse « Ah... Sì, sì certo! Eheh...»
L'albino inarcò un sopracciglio.
Dire che quel tipo era strano forse era poco.
Tornò concentrato sul suo lavoro, dimenticandosi dell'esistenza di Hanawa.
Mille pensieri frullavano nella mente del possessore di Eagle.
Il demone non si faceva vedere da un po'. E la cosa non era rassicurante, proprio per niente...
Si chiese cosa stesse tramano l'ipotetica "orda di demoni" di Amy. In fondo, non dovevano designare delle vittime? Come mai non erano tornati?
E se queste vittime fossero state in altre parti del mondo?
Sarebbe stato un bel grattacapo andarle a scovare...
***
 
Parecchio lontano da lì, intanto, un blader albino dagli occhi ambrati scrutava una magnifica radura dall’alto, serio e impassibile.
È inutile che stia a dirvi chi è…
« Ehi, Ryuga…» mormorò incerta una voce dietro di lui.
Il possessore di L-Drago si volse di scatto, scagliando un’occhiata omicida al motociclista, suo sventurato compagno di viaggio.
Quando lo vide impallidire, roteò gli occhi, sbuffando scocciato.
Una zecca. Ecco come lo considerava: una zecca e nient’altro.
Lo assillava sempre di domande, sul suo passato, sulle sue prestazioni da blader, sulla sua vita privata.
Non che avesse molto da dire su quest’ultima…
Solitamente detestava le persone di questo genere. Eppure, riusciva a tollerare Jin più di quanto sperasse.
Certo, all’inizio non era stato per niente facile tenere a freno gli impulsi omicidi. Ma col tempo si era abituato, mitigando la voglia di tirargli un cazzotto sul naso.
Soprattutto quando gli era… successo.
Non capite?
Allora lo dirò chiaro e tondo: un paio di mesi prima era stato preso dal demone.
Aveva aggredito il blu all’improvviso. Questo, invece di sottrarsi alla lotta come si sarebbe aspettato, lo fronteggiò a testa alta, finché non si placò. In seguito lo aiutò -anche se con una mal celata riluttanza- a medicare le ferita.
Da allora, aveva cominciato davvero a sopportarlo.
Come mai?
L’idea che stessero in qualche modo diventando era talmente ridicola che la cacciava immediatamente.
Eppure…
« Ti decidi a parlare o aspettiamo che tornino i dinosauri dal Giurassico!?» sbottò irritato, vedendolo fermo come un baccalà.
Jin si riprese « Ecco… volevo avvisarti che non manca moltissimo alla base. Se hai ancora ancora un po’ di pazienza… al massimo un mese e mezzo, non credo di più.»
Non l’avesse mai detto.
Gli parve di morire sotto lo sguardo del “drago”.
Si fece piccolo piccolo.
Doveva ammetterlo. Quel tipo gli faceva paura. E anche tanta.
All’inizio si era sempre comportato da temerario, rispondendo a tono e rischiando più volte la pelle. Ma poi, col passare del tempo, il carattere scontroso di Ryuga aveva avuto il sopravvento, intimorendolo assai. Non sempre, ma il più delle volte eccome…
« C-cioè… insomma, non è colpa mia!» gridò esasperato.
Ryuga rimase un istante in silenzio, poi inspirò profondamente, riportando lo sguardo sulla piana.
« Oggi ci dividiamo.» disse di punto in bianco « Devo raffreddarmi.»
Jin indietreggiò. Gli pareva che stesse andando a fuoco.
« Va bene! Macchè, benissimo!» si affrettò a dire, con una goccia che gli calava dalla fronte.
 
Mezz’ora dopo, ognuno era sui suoi passi.
Ryuga si sedette ai piedi di un albero, sospirando stancamente.
Alzò il capo verso le fronde rigogliose della pianta, mosse da un leggero e piacevole venticello.
La poca luce che filtrava gli andò ad inondare il volto.
La mente iniziò a vagare nei ricordi.
Flashback
« Se fossi in te non lo farei.»
Ryuga si fermò di nuovo.
« Credo che ci sia qualcosa a cui tieni in grave pericolo.» continuò il motociclista, ghignando « Soprattutto se non accetterai di aiutarci.»
Ryuga spalancò gli occhi.
Cosa intendeva…?
Portò istintivamente una mano al bey.
« No, non mi riferisco ad L-Drago…» puntualizzò Jin, notando la sua reazione.
Assunse un’aria strafottente « Qualcosa di più… cocreto.»
Ryuga non capiva « A che ti riferisci?»
« Non ci arrivi ancora?» un’altra risata « E se ti dicessi che è da un po’ che non la vedi?»
Silenzio.
L’Imperatore Drago era in difficoltà.
Possibile che fosse…?
« Non oserai!» sbottò, quando ebbe realizzato cosa fosse quella “cosa”.
« E perché no? Tecnicamente non dovrebbe importartene niente… O almeno è quello che hai riferito al vecchio e caro Doji, giusto?»
L’espressione apatica dell’Imperatore Drago si mutò in un ringhio « Non ci provare.»
« Non sei tu a dirmi quello che devo fare, ma l’organizzazione.» rispose tranquillamente Jin « A meno che non ti decidi a darci una mano…»
Silenzio.
« Lo so che sei preoccupato, Ryuga.» continuò il blu, sorridendo in modo perverso « Ma non preoccuparti. È comprensibile provare affetto per un parente… sempre che tu non sia ipocrita come dici.»
Una fiamma si accese negli occhi dell’albino.
Come osava!?
Silenzio.
«… Va bene, mi hai convinto.»
Jin sorrise « Sul serio?»
« Ma ti avviso.»
Una strana aura, incredibilmente negativa avvolse l’Imperatore Drago.
Lo guardò in modo terrificante, scoprendo la bocca in un ringhio.
« Se provate solo a sfiorare un capello a mia sorella…» lasciò la frase in sospeso, accompagnando però il silenzio con un gesto della mano, imitando un coltello che taglia la gola.
Jin strabuzzò gli occhi e deglutì.
In che guaio si era andato a cacciare!?
(Fine flashback)
Sospirò ancora.
Come aveva potuto farsi abbindolare in questo modo? Lui, il blader più temuto di tutti i tempi?
Cedere a una minaccia del genere…
In momenti come quelli, sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno.
Ebbene sì, signori miei: sotto l’apparenza da freddo asociale, nel corpo di Ryuga batteva un cuore.
Per la miseria, era pur sempre un umano…
Un altro sospiro.
Perché sospirava così tanto, ultimamente?
Forse perché il passato, quel passato che si era ripromesso di cancellare, tornava ad assillarlo, torturarlo, dannarlo ogni mezzo secondo.
Gli mancava casa sua. La sua famiglia, i suoi amici…
D’un tratto, si schiaffò una mano sulla fronte.
« Dannazione Ryuga, che cazzo ti salta in mente!?» sbottò, picchiandosi con piccoli pugnetti sulla fronte « Torna in te, cretino, sei l’Imperatore Drago, non il primo mollaccione che passa per…»
Si bloccò di colpo. Un’urlo squarciò il silenzio pacato della foresta.
In lontananza si videro volare dei corvi.
Balzò in piedi.
No, non era Jin…
Ma come mai quella voce gli sembrava famigliare?
Si ritrovò a correre a perdifiato, sfrecciando rapido e silenzioso, diretto nel punto dell’urlo.
 
Poco dopo, si trovò sulla stessa altura di prima. E dire che rimase allibito dallo spettacolo che si trovava di fronte forse è poco.
Una ragazza lottava ferocemente con due orsi, a mani nude. Ma capì che in lei c’era qualcosa di innaturale.
Doveva avere all’incirca quindici anni. Aveva una corporatura sottile, ma agile e, a parer suo, attraente. Indossava una larga maglia nera, a spalle scoperte e una minigonna in jeans blu. Calzava un paio di stivali in pelle nera e notò una collana a metà del collo con una croce pendente. I capelli argentati, lunghi fino a metà schiena, e la pelle chiara erano in contrasto con gli occhi, divenuti rosso fiamma.
Furono soprattutto questi a lasciarlo sconcertato.
La sconosciuta atterrò uno degli animali con una facilità e una ferocia sorprendenti, facendolo cadere dal dirupo. Sventurata bestia, al confronto col demone…
Rise sguaiatamente e in modo a dir poco folle. L’altro orso arrestò la sua avanzata.
Ma solo per poco.
Improvvisamente, la ragazza dai capelli argentati iniziò a tossire. Il bel volto si distese e gli occhi mutarono colore, diventando di un bellissimo grigio-azzurro.
Cadde in ginocchio, ansimante.
Non capiva cosa le fosse preso.
L’orso, intuendo che il pericolo era passato, ringhiò, avvicinandosi velocemente.
Lei era a terra, impotente e spaventata. Certo, quando si è vittima di esseri soprannaturali è facile affrontare a mani nude una belva. Ma adesso…
Ryuga agì d’impulso.
Invece di tirare fuori il suo bey -che, a rigor di logica, sarebbe stata la mossa più sicura da fare- si fiondò senza pensare sulla ragazza, abbracciandola con tutto se stesso e sottraendola all’attacco dell’animale.
Ruzzolarono a terra, pericolosamente vicini al dirupo.
L'orso si volse, questa volta puntando sull'Imperatore Drago.
Questo non si fece cogliere impreparato. Spostò con ben poca delicatezza la sconosciuta e rimase fermo, ad aspettare che l'animale lo attaccasse.
L'orso caricò.
Ryuga attese un istante.
Uno...
Era vicino...
Due...
Ancora poco e sarebbe finita...
Tre.
Si scansò velocemente, veloce come un lampo. E, povera bestia, anch'essa cadde nel dirupo.
L'albino guardò di sotto, soddisfatto. Per grazia dei suoi occhi, non vide lo sfracellarsi dell'animale, ma il fatto di averlo preso in giro con un trucchetto da quattro soldi lo divertiva assai.
Ricordandosi della ragazza, si volse per guardarla.
Si era appena rialzata, togliendosi la polvere di dosso.
La squadrò. Oltre al fatto di trovarla davvero carina, gli sembrava incredibilmente famigliare.
« Tutto a posto?» chiese, stupendosi di se stesso.
Che aveva detto?
« Sì... sì, grazie.» rispose l'altra, incrociando il suo sguardo.
Si fissarono per un istante interminabile. Dopo di che, entrambi socchiusero gli occhi.
« Ma... ci conosciamo?» disse la ragazza, che doveva aver avuto la stessa impressione del "drago".
« Io...» fece Ryuga. Poi ricordò.
Gli ritornò in mente la figura di una bambina dalla chioma argentata con una piccoletta castana, che giocavano con un paio di spadine di legno.
Si stupì « ...Kirei?»
L'altra strabuzzò gli occhi.
« ...Ryuga?» domandò, dopo un attimo di esitazione.
Silenzio. Si guardarono perplessi.
« Che... ma sei davvero tu?» continuò l'argentata.
Ryuga si riprese e le si avvicinò.
« ... Certo che sei cambiata, Kirei…» commentò, scrutandola da capo a piedi.
Kirei scrollò le spalle con noncuranza « È da una vita che non ci vediamo. Mi sembra logico che qualcosa sia cambiato...»
Ora tutti vi starete chiedendo "ma chi è questa Kirei"?
Kirei Oniten, blader di eccezionale talento, era -strano ma vero- un'amica d'infanzia di Ryuga.
Si frequentavano sempre, insieme ad altri allegri bambini. Finché uno strano scherzo del destino non decise di separarli.
«... Che ci fai qui?» proseguì tentennante l'albino.
« Mi sono messa in viaggio per rintracciare quel famoso demone, ovvio.» sorrise, guardandolo allegramente « E tu?»
Il ragazzo la scrutò con la sua solita aria apatica, poi si volse « ... Anch'io. Più o meno.»
«... Come sarebbe a dire "più o meno".» fece l'altra, corrucciandosi e piegando la testa da un lato.
Ryuga parve ammazzarla con lo sguardo. Kirei, però, sembrò non farci caso, fisandolo severa.
L'Imperatore Drago notò finalmente una ferita sulla sua nuda spalla. Un taglio superficiale, ma abbastanza lungo da saltare all'occhio.
Si avvicinò senza preavviso, toccandogliela per constatare se fosse fresca del combattimento o risalisse a qualche tempo prima.
Kirei si sentì pizzicare le gote e, inevitabilmente, tirò un micidiale ceffone all'albino, facendogli voltare la testa.
Si ritrasse infuriata, coprendosi le spalle con le mani.
« Ma che fai!? Maniaco!!! Come osi avvicinarti, pervertito che non sei altro!?!?» sbraitò.
Ryuga la guardò parecchio male « Maniaco!? Ma ti sei vista la spalla o cosa!?»
Kirei si bloccò, battendo le palpebre perplessa. Si decise ad abbassare lo sguardo per notare il lungo taglio sulla carne.
Com’era da immaginare, le cadde una goccia dalla fronte.
"Ah... Ecco perché" pensò.
Ryuga sbuffò.
La prese per mano, cogliendola impreparata, e la trascinò via.
« Che fai!? Mollami!» protestò l'argentata.
« Smettila di lamentarti e seguimi, allora.» ribattè il "drago", lasciandola.
Kirei non capì ma lo seguì obbediente.

Per tutto il tragitto non spiccicarono parola. Entrambi non erano tipi particolarmente loquaci ed entrambi amavano perdersi nei propri pensieri. Esattamente com'era successo.
Finalmente, giunsero in quello che sembrava uno spazio adatto a un campeggio.
Come aveva sospettato l'Imperatore Drago, ai piedi di un albero trovarono un ragazzo dai capelli vestito da motociclista, assopito beatamente non molto tempo prima.
Ryuga fece cenno a Kirei di fare silenzio e si avvicinò di soppiatto.
Quando gli fu vicino, scatenò tutta l'ira dalle corde vocali « JIN!!!»
Niente. Il motociclista iniziò a russare, mentre una bolla di moccio si andava a formare dalla narice.
L'albino perse del tutto la pazienza.
Levò un piede e, con la delicatezza di un incudine, lo abbatté sul braccio del blu.
Che, ovviamente, si svegliò gridando di dolore.
« AAAAAAAAAAAH!!!»
Balzò in piedi, serrando il braccio « Dico, ma sei pazzo!?»
« Invece di lamentarti, sturati le orecchie e vedi di non farmi più aspettare.» rispose Ryuga, senza sentimento.
Jin si infuriò ed una tempia prese a pulsargli sulla fronte « Senti un po', tu, maledett...»
Si arrestò di colpo, notando l'argentata dietro di lui.
Rimase a bocca aperta per qualche istante, come se avesse appena scoperto un nuovo mondo, poi sorrise furbescamente « Oh oh! Chi è l'amica qui dietro, eh?»
Kirei lo guardò come se lo trovasse un vero stupido -e, in effetti, era così-.
« Il mio nome è Kirei Oniten.»
« Aaah... Capisco.» fece Jin, iniziando ad atteggiarsi come un playboy « Interessante...»
Si avvicinò al "drago", sussurrandogli nell'orecchio.
« Amico, quando vai a rimorchiare devi avvertirmi, accidenti!»
Bastò una sola, ferocissima occhiata per farlo ammutolire.
« Ma... Immagino che non sia così, vero?» mormorò, intuendo il fastidio dell'albino per quella battuta.
Ryuga sbuffò « Invece di fare osservazioni stupide, dammi dei medicinali e una benda. Bisogna medicarle la spalla.»
Finalmente, il blu si accorse della ferita.
« Ah... Adesso ho capito... Torno subito!» esclamò, correndo chissà dove.
Silenzio.
« Quello è amico tuo?» chiese con una punta di divertimento Kirei.
« Mph, ma fammi il piacere...»
Un secondo dopo, ecco arrivare Jin con una valigetta del pronto-soccorso.
« L'avevo nascosta là dietro.» spiegò al "drago", che lo guardava interrogativo « Per sicurezza...»
L'aprì, estraendo una benda e una pomata.
« Vuoi una mano?» chiese alla ragazza, con un sorrisetto.
Kirei lo ammazzò con lo sguardo, strappandogli in malo modo i farmaci.
« Grazie, ma faccio da sola.» sbottò irritata, iniziando a curarsi.
Jin ridacchiò sotto i baffi, almeno finché non vide la disapprovazione dipinta sul volto del "drago" per quel suo gesto.
Impallidì.
Perché lo guardava peggio del solito?
***
 
Dopo essersi ritrovati per accendere quel dannato falò, la giornata sembrò volare.
Si divertirono tutti un mondo -nonostante i soliti battibecchi- nessuno escluso.
Girovagarono per la boscaglia, arrampicandosi per i pendii, riscoprendo luoghi a dir poco incantati e giocando fra gli alberi.
Quando finalmente tornarono a casa, il tempo passato insieme parve a tutti davvero poco, sebbene si sentissero tutti alquanto stanchi.
Erano le sette di sera. Il sole stava lentamente tramontando, quando Amy si sporse con tutta se stessa alla finestra.
Il vento le agitò i capelli e sorrise beatamente.
O meglio, tristamente.
Quello stesso giorno doveva comunicare una grande notizia ai suoi carissimi compagni, che la faceva sentire fiera e, allo stesso tempo, la riempiva di enorme malinconia.
Ma doveva adempire al suo dovere di “maestra”, o si sarebbe maledetta per tutta la vita.
Sospirò e si calmò come meglio poteva.
« Madoka!» chiamò, decisa.
Subito accorse la meccanica, nonché sua compagna di stanza.
« Dimmi, è successo qualcosa?» chiese, intravedendo una leggera agitazione negli occhi della violacea.
L’amica la guardò, sempre sorridente « Possiamo chiamare tutti in salone?»
La castana si stupì a quella strana richiesta, ma rispose comunque « Ah… va bene…»
« Perfetto!» esclamò la modella, trascinandola allegramente per un braccio « Andiamo.»
Mentre scendevano le scale per il piano inferiore, una musica invase la stanza.
Era il suono di un’orchestra d’archi. Una melodia bellissima, dolce, melanconica, limpida, perfetta.
Quando arrivarono, videro la fonte di quel “rumore”.
Lya aveva acceso lo stereo al volume minimo e ascoltava in silenzio, con la testa appoggiata delicatamente alla parete.
Le amiche osservarono in silenzio. Pareva non essersi accorta di loro, così assorta nei suoi pensieri.
Senza preavviso, estrasse il CD, cambiandolo con un altro.
Selezionò un numero e la musica ripartì, questa volta impetuosa, decisa, travolgente.
Mille sentimenti si andarono a formare nel petto della selvaggia. Inconsapevolmente sorrise, riappoggiandosi al muro.
Amy e Madoka si guardarono curiose.
« Emh… Lya?» mormorò la violacea.
L’interpellata sussultò, quasi franando a terra.
Quando si riprese, si volse come una furia « Che vuoi!?»
« Avrei bisogno di parlarvi.» rispose la modella, ma priva della solita delicatezza che la caratterizzava « Quindi saresti pregata di spegnere questo fracasso.»
Il volto di Lya assunse un’espressione sconvolta, sostituendola con una scintilla di collera « CHE HAI DETTO!?!?»
Le presenti ammutolirono.
La selvaggia si avvicinò minacciosa, con un ringhio stampato in faccia.
« Non. Osare. Insultare. Il. Vivaldi.» scandì malignamente.
Amy indietreggiò « O-Okey! Scusa, non era mia intenzione…»
Vi fu un istante di silenzio, dopo di che Lya si calmò.
« E va bene. Andiamo a chiamare gli altri.» disse, spegnendo la musica e allontanandosi con le mani in tasca.
 
« COOOOOSA!?!?!?» fu il grido generale.
La violacea sospirò.
Aveva appena comunicato che il loro addestramento era finito e che sarebbero dovuti partire per le diverse parti del mondo, al fine di rintracciare qualche demone.
Hyoma la circondò col braccio, come a consolarla. Sapeva benissimo che si sentiva male e che non avrebbe voluto lasciarli.
« Ma… ma è assurdo!» protestò Ginka « Così, di punto in bianco?»
« Ginka, non infierire…» lo ammonì il possessore di Aries.
« E quando partiremmo?» domandò Tsubasa, incrociando le braccia.
La modella sospiò « Tra un paio di giorni al massimo.»
Improvvisamente si illuminò « Ma prima vorrei organizzare un concerto d’addio!»
I presenti la guardarono perplessi.
Sapevano tutti che Amy era brava in tutto. Era persino un’eccellente ballerina.
Ma il canto… anche quello?
« Ovviamente io penserò all’organizzazione, e magari accompagnerò Lya!»
La selvaggia sgranò gli occhi « Cosa!?!?»
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice
 
*Arriva una ragazza sullo skate*
KONNIKIWAAAAAAAA!!! ^O^
*il terreno trema e tutti si tappano le orecchie*
Io: …ho urlato davvero così forte? O__O
Kyoya: secondo te? -_-
Io: …dicevamo…
Salve!
Lo so, ci ho messo un po’ a scrivere… ma ormai sapete tutti che sono un caso disperato…
Tutti: già u_u
Spero vi sia piaciuto… anche se l’ultima parte l’ho scritta un po’ alla cavolo -_-
Infatti è uno schifo, me ne rendo conto -___-“ non trucidatemi, vi prego T___T
Perfetto… ora vado :D
Tutti: FESTAAAAA!!!
Io: posso partecipare?
Tutti: …No.
Io: O^O
Vabbuò, sparisco subito dalla vostra vista…
Harigato ^o^
Kya
p.s.: eccovi un’immagine della “Regina dei demoni”, di cui apprenderemo in seguito il nome ^-^ (ho deciso di mettere anche i demoni, sì u_u)
p.p.s.: se volete posso mettere anche un’immagine del vostro oc… in questo caso potreste darmela, se riuscite? :)
Vabbè, ora l’immagine u_u
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Capitolo 2
*** Passaggio ***


                                            Capitolo due: Passaggio
 
 
Nell'oscurità più celata e occulta, l'abituale figura della donna dai capelli blu si stagliava nella penombra.
« E così alla fine hanno deciso di partire...» mormorò, quasi sibilando, e sorridendo leggermente « Così sarà molto più semplice... Basterà abbatterli uno ad uno.»
« Il problema è che, nonostante siamo riusciti a prendere parecchie prede, il varco è ancora troppo piccolo.» rispose la demone Kurayami, la piccola dai capelli bianchi « Non riesco a passarci nemmeno io...»
« Di questo tu non preoccuparti. Pensa solo a trovare qualche altra possibile vittima...» la interruppe il demone dalla maschera in ferro dietro di lei « Qualcuno di forte, qualcuno che possa alimentare la fonte di energia...»
« Beh, tra i nostri nemici principali, Ginka Hagane è in assoluto il più temibile.» rispose l'albina « Soltanto che ce ne siamo già serviti... E devo dire che ha fatto un ottimo lavoro, anche se breve.»
La Regina si alzò improvvisamente, facendoli sobbalzare.
« Dimenticate che ci sono altri blader nel resto del mondo. Al pari di Ginka. Se non mi sbaglio ne avete scovati già un paio, no?»
« S...sì, ma...»
« E allora dov'è il problema? Occupatevi di loro. E se non bastasse... Beh, vedremo di concentrarci sui nemici principali.»
« Ma... Basterà?»
La Regina ghignò - A sufficienza per farci passare uno alla volta. In superficie c'è pur sempre il nostro missionario che si sta dando da fare per organizzare il torneo... In quel modo scoveremo le restanti vittime. Adesso basta perdersi in chiacchiere: andate a fare il vostro lavoro.»
***
La sera del concerto fu a dir poco emozionante.
Al contrario di quel che si aspettavano tutti, Amy non cantò affatto. Ma -quella ragazza è piena di risorse...-, oltre al fatto di aver allestito un bellissimo palco, aveva chiamato un gruppo di ballerini e aveva organizzato una coreografia a dir poco sorprendente -con lei al centro, ovvio-.
Dopo una serie di lunghe preghiere, Lya -seppur con un certo imbarazzo- si decise a salire sul palco.
E fu tutt'altro che catastrofica.
Con grande stupore di tutti, cantò spontanea, con una voce che faceva venire i brividi tanto era bella.
Non aveva un timbro da ragazzina, ma nemmeno da donna adulta. Non era squillante, ma nemmeno roca. Non una voce da zecchino d'oro, ma nemmeno d'Opera.
Come la fonte di un ruscello che scorreva limpida, cristallina, mista a scrosci d'acqua puri e incontaminati. Una brezza che ti coglieva all'improvviso, un fruscio di foglie e aghi di pino.
Tale e quale era la sua voce.
Dedicò una canzone ad ognuno dei suoi amici, canzoni scritte con l'aiuto dell'esuberante modella.
Per Ginka: una canzone che elogiava il suo spirito puro e combattivo, la sua infinita voglia di vivere e lo ringraziava per gli innumerevoli sforzi compiuti finora.
Per Kenta: una canzone che gli intimava di tenere gli occhi aperti, di stare in guardia e di non mostrarsi debole davanti a nessuno, che lo intimava a non cedere, dicendolo con affetto e premura.
Per Tsubasa: una canzone per ricordargli che non tutto a questo mondo segue una rigida logica, per ricordargli che lui era un'aquila libera di volare in cielo.
Per Yu: una canzone allegra, scherzosa, che metteva in risalto la sua vivacità e, allo stesso tempo, la sua grande forza di volontà.
Per Madoka: una canzone per ringraziarla delle sue premure, di tutta la pazienza e l'impegno che aveva messo nel prendersi cura di tutti loro, un grazie per la sua bravura e la sua intelligenza.
Per Hyoma: una canzone per avvertirlo di prendersi cura di Amy, di Komamura, e di vegliare come sempre aveva fatto su tutte le persone a lui care.
Per Benkei: una canzone che esaltava la sua stranezza, ma con grande bontà, una canzone per ringraziarlo di aver tenuto alto il morale della compagnia.
Per Kyoya: una canzone per dirgli che, sebbene fosse un po' schivo e riluttante, gli amici ci sarebbero sempre stati per lui, per ricordargli di non cedere davanti a niente e a nessuno e di non perdere di vista le cose importanti.
Quando tutto finì, i ragazzi prepararono i bagagli e si diedero un caloroso saluto. Senza litigi e senza dibattiti, questa volta. Si abbracciarono, si promettevano di rincontrarsi al più presto, si augurarono tutta la fortuna di questo mondo.
Infine, Amy assegnò ad ognuno una tappa da raggiungere, luoghi dove molto probabilmente -e secondo non si sa bene quali calcoli- doveva o aveva già attaccato il demone: Ginka e Madoka avrebbero raggiunto Masamune in America; Kyoya e Benkei sarebbero tornati per l'ennesima volta in Africa; Yu e Tsubasa sarebbero volati direttamente in Russia; Lya e Kenta sarebbero andati direttamente in Cina, mentre la modella ed il possessore di Aries sarebbero rimasti in Giappone.
E, dopo altri saluti -e a malincuore-, si separarono.
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice mezza scema (…forse non mezza)
*Si apre una porticina. Quatta quatta entra Kya*
Io: emh… salve…
*Si sentono i grilli*
Io: lo so, sono in un ritardo pazzesco… mi spiace infinitamente, sono imperdonabile T____T
In più questo capitolo è… emh… flash -__-“
La verità era che volevo descrivere meglio il concerto, ma visto il ritardo ho deciso di renderlo un capitolo di passaggio… (non a caso si chiama “Passaggio” u.u)
Perché?
Perché dai prossimi capitoli non parlerò di tutto e di tutti come sempre…
Mi spiego meglio: in un capitolo parlerò di Ginka e Madoka che andranno in America (e di tutte le persone che saranno in quel posto), nel capitolo dopo parlerò di Tsubasa e Yu in Russia (e di chiunque sarà in quel paese) ecc…
Solo per non incasinarmi troppo u.u
Lo so che mi odierete perché questo capitolo è del tutto inutile e probabilmente sarete delusi, ma non avevo scelta…
Ma ora mi metto subito all’opera!
*Si rannicchia in un angolino a scrivere col pongo (?)*
Tutti: …o_ò?
Va bene… ora vado… e chiedo ancora scusa TT__TT
Alla prossima
Kya
p.s.: già che ci sono… allegherò qui sotto un’immagine di Kurayami, la demone albina ^.^
A proposito! Un mio amico è riuscito ad “abbronzare” la pelle a Lya :D (thanks Michele ^o^) perciò se volete vedere la sua immagine completa potete andare a vedere la fine dell’ultimo capitolo di “Beyblade Metal: l’Era dei Demoni [Antefatto] :3
p.s.2.: voglio introdurre una novità: l’angolino delle risposte!
*Silenzio*
Mi spiego: voi potete fare delle domande ai personaggi di questa storia (tutti, nessuno escluso) e chiedere di tutto e di più ^o^
Es.: “Deyu, ma ti tingi i capelli?”
Deyu: che centro io!?
Es2.: “Hyoma, ti piace davvero così tanto Amy?”
Hyoma: O///O
E via dicendo u.u
Potete fare domande serie e non, dipende da voi XD
Okey… adesso vi lascio sul serio u_u
Kya 
 
                                                            
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Capitolo 3
*** America ***


                                                      Capitolo tre: America
 
 
 
« Miticoooooo!» gridò Ginka, ormai al settimo cielo.
E non per modo di dire…
L’aereo su cui erano saliti il possessore di Pegasus e la meccanica era entrato in una nuvola, ed ora Ginka ammirava lo spettacolo che gli si presentava.
« Ginka, non urlare, ci stanno guardando tutti!» lo ammonì l’amica, rimettendolo a sedere.
« Scusa, ma è troppo forte!» sorrise il rosso, spiaccicandosi al finestrino « Sembrano fatte di panna!»
Una gocciolina scese dalla nuca della castana e ridacchiò.
Sinceramente non le importava cosa pensassero gli altri di Ginka: che fosse strano, che fosse rumoroso, ecc…
A lei importava solo che fosse lì.
Anche se tutti lo guardavano male o come se fosse un pazzoide.
 
Quando raggiunsero finalmente l’aeroporto di New York (perché Masamune vive a New York, vero? o_o ndAutrice), scesero da quel mezzo di trasporto vertiginoso e si diressero subito alla palestra Dungeon.
« Ehi, aspetta non correre così veloce!» gridò esasperata la ragazza, inseguendo il suo instancabile compagno.
Questo era scattato come un razzo avendo visto l’ingresso della palestra e la stava lasciando indietro.
« Non posso! MASAMUNEEEEEEEEEEEEEEE!!!»
Madoka sospirò esasperata e cercò di accelerare.
Il rosso spalancò la porta della palestra e si precipitò dentro come una furia, travolgendo chiunque gli si mettesse sulla strada.
I presenti si volsero di scatto, atterriti da quella sorta di terremoto che aveva generato Ginka con la sua corsa. Tre di questi si stupirono assai, rispettivamente Toby, Zeo e Masamune.
Quest’ultimo, prima che potesse spiaccicare parola, franò a terra in seguito all’abbraccio del rosso.
Inutile dire che il rumore fu assordante…
***
Nel frattempo, una ragazza passeggiava per una strada deserta.
Era magra, bassina e non molto formosa, ed aveva la pelle chiara. I profondi e vivaci occhi erano rosso fuoco, così come i suoi lunghissimi capelli lisci. Si notava alquanto il suo canino appuntito e la determinazione dipinta in volto.
Portava un top rosso, sopra una felpa nera con il cappuccio. I jeans erano neri e tutti stracciati, usava una catena come cintura e indossava le immancabili scarpe da ginnastica.
Cacciava ripetuti sguardi a destra e sinistra, sospettosa.
Purtroppo per lei, era finita in uno dei luoghi più malfamati della città. Ma era dovuta passare di lì per usare una scorciatoia.
In giro aveva sentito raccontare che bande di bulli aggredivano le persone di passaggio, soprattutto le ragazze.
Le sfuggì un risolino. Come se avesse dovuto preoccuparsi...
« Ehi, tu!»
Si fermò e si volse lentamente, quasi svogliata, a quel richiamo.
In un attimo era stata circondata da una banda di delinquenti, di ogni forma ed età.
Uno di questi le si avvicinò pericolosamente, con un ghigno stampato in faccia.
« Che ci fa una ragazzina così tenera e indifesa qui? Hai voglia di giocare?» sibilò, schioccando le dita.
I compagni teppisti si affrettarono a prendere fuori i bey e caricare i lanciatori.
La rossa li guardò di traverso.
Dopo l'esperienza fatta poco più di una settimana prima, nulla poteva impaurirla più di tanto.
E che esperienza... Un incubo, piuttosto.
Rivide nella sua mente un'immagine di lei spiritata, che colpiva chiunque si mettesse sul suo cammino.
Non aveva capito esattamente cosa fosse successo, perciò era andata a New York, cercando chissà quali indizi.
Un tintinnio metallico la riportò alla realtà e vide i delinquenti scagliare all'unisono i bey contro di lei.
Sorrise.
E quelli erano lanci?
« Non avete speranze.» mormorò, caricando il lanciatore « Perché sono io la migliore!»
E scagliò il bey in campo.

Spostando la visuale dall'alto dei palazzi, vedremmo un'enorme esplosione di luce rossa, seguita da una frana di meteoriti.
***
« COOOOSAAAAA!?!?!?» fu l'esclamazione dell’esterrefatto Masamune.
Ginka e Madoka avevano chiesto di parlare in privato a Masamune, Toby e Zeo, con l'immancabile allenatore, e avevano esposto tutta la faccenda dei demoni.
« Ma è... È pazzesco!» continuò il possessore di Staiker.
Ginka sospirò « All'inizio nemmeno io ci credevo più di tanto. Ma dopo tutto quello che è successo... Beh, ho dovuto ricredermi.»
« E... Voi pensate che possa impadronirsi di... Noi?» chiese titubante Toby.
« Se così fosse c'è da preoccuparsi...» commentò l'allenatore.
« Umh... Non sono sicuro che esistano queste cose...» fece Zeo « Andiamo, è come dire di credere ai fantasmi!»
« Mi spiace Zeo, ma purtroppo è davvero così.» lo contraddì la meccanica, pigiando i tasti del suo computer.
Finita chissà quale operazione, volse lo schermo in modo che tutti potessero vedere.
« Questo è Fight Mist.» proclamò « Il bey di Deyu. Come avete notato, sono riuscita a raccogliere dei dati. Tuttavia... Alcune cose mi sono ancora estranee: per esempio non so minimamente a quale costellazione o corpo celeste possa appartenere e nemmeno quali siano le sue mosse speciali.»
Tutti tirarono delle esclamazioni di sorpresa.
« Ma allora non stavate scherzando. Esiste davvero questa C.A.O.S...» osservò l'allenatore.
« Perché dovremmo scherzare?» disse offeso Ginka.
La castana ignorò i commenti e cliccò "invio", aprendo un'altra finestra.
« Questo, invece, è Fight Angel, il bey di Lya.» annunciò, indicando l'immagine « E mi mancano gli stessi dati di Fight Mist.»
« Quindi queste sarebbero le tue prove?» chiese Zeo, inarcando un sopracciglio.
Madoka annuì decisa « In più posso contattare Amy grazie a questo…»
Sotto gli occhi curiosi di tutti, tirò fuori un secondo computer (e dove cavolo l'ha messo!? O__o ndMasamune; ...boh, deve avere molte tasche o.o ndAutrice).
La modella, infatti, la sera del concerto, ne aveva consegnato uno ciascuno per potersi mantenere in contatto e aggiornarsi in caso di grandi sviluppi.
« Se ancora non vi fidate posso farlo.» disse, un poco imbronciata per la mancata fiducia dei compagni.
« Tranquilla Madoka, ti crediamo!» esclamò vivacemente Masamune « Solo eravamo un po' perplessi, tutto qui... Giusto ragazzi?»
« Giusto.» annuì Toby.
« Sì, giusto...» concordò Zeo.
« Mmmh... La faccenda si fa seria... Avevamo già un grattacapo, ma questo...» mormorò l'allenatore, grattandosi la testa (ha un grattacapo e si gratta la testa XD ndGinka; ...-_-" ndAutrice).
Il possessore di Pegasus e la meccanica lo guardarono senza capire « Cos'è successo?»
« L'accademia HD.» sussurrò Zeo.
Silenzio.
« Come, scusa? Non credo di aver capito.» disse Ginka, allibito.
« No, hai capito bene.» rispose il blader dal ciuffetto rosso « Non sappiamo come sia possibile, ma L'HD è tornata in azione. Con il dottor Ziggurat.»
Madoka strabuzzò gli occhi « Ma... Dopo quell'esplosione... Com'è possibile!?»
« Ce lo chiediamo anche noi...» sospirò Toby.
Il rosso e la castana si scambiarono degli sguardi esterrefatti.
Adesso avevano due problemi.

E non sapevano di averne un terzo...
***
Proprio nell'edificio dell'Hades inc., intanto, una ragazza, probabilmente quindicenne, camminava a passo furioso per un corridoio.
Aveva dei lunghi e mossi capelli mori con ciocche bionde. Gli occhi erano verdi smeraldini, attenti, e per la sua età era d’altezza nella media. Non era grazilissima, ed aveva un fisico atletico e piuttosto muscoloso.
Indossava una camicia bianca e portava una minigonna scozzese, insieme alle bretelle.
Giunta davanti alla porta della stanza, la spalancò furiosamente e...
« CHRSTOPHER JOSEPH!!!»
Quell'urlo disumano fece cadere a terra il povero interpellato, creando un fragore assordante.
Era un ragazzino sui quattordici anni, mediamente alto e mingherlino, con dei capelli biondi come il grano e gli occhi verdognoli. La carnagione, seppur pallida, non sminuiva i lineamenti vivaci del ragazzo.
Era vestito con abiti all'ottocentesca: sopra la camicia bianca e ben curata, di cui si intravedevano solo il colletto e le maniche, aveva un lungo giaccone nero -come i pantaloni-, dai bottoni dorati. Per concludere, la ciliegina sulla torta era una specie di fular rosso, infilato sotto la camicia e rigonfiandosi con eleganza.
Si rialzò, massaggiandosi il capo « Ahi... Ma si può sapere che hai da urlare, Isabel!?»
La ragazza gli si avvicinò minacciosa e, quando si accorse del suo sguardo furioso e determinato, il biondo indietreggiò velocemente, muovendosi all'indietro come un gambero.
« Christopher Joseph!» ripetè Isabel « Si può sapere che stai combinando!?»
L'altro battè un paio di volte le palpebre, perplesso.
Nessuno lo chiamava mai per intero. In giro veniva continuamente soprannominato "CJ" o al massimo "Christopher".
Quando Isabel usava tutto il suo nome non era mai un buon segno...
« Io... Stavo lucidando l'argenteria... Perchè?» fece, stranito.
La ragazza gli scagliò uno sguardo omicida e immediatamente... Andò a fuoco.
CJ si coprì il volto, terrorizzato.
« PERCHÈ!?!? PERCHÈ TRE ORE FA DOVEVAMO INIZIARE L'ALLENAMENTO E TU PENSI ANCORA ALLA TUA STUPIDISSIMA PULIZIA!!! MI HAI STUFATO, OK!?!? NON POSSO SEMPRE FARVI DA BALIA, CHE SIATE DEGLI SVITATI O MENO!!!» tuonò Isabel, sfogandosi del tutto.
Quel tipo gli metteva veramente sui nervi - lei e CJ, per chi non l'avesse capito, erano i nuovi acquisti della Hades inc.-.
Però c'era una cosa che non riusciva proprio a tollerare: la mania che il biondino aveva per la pulizia. Era talmente perfezionista che qualche volta sclerava se vedeva qualcosa fuori posto.
Ma adesso a sclerare era lei... Non ne poteva più di seguirlo come se fosse un bambino capriccioso. Aveva anche altre persone da tenere a bada!
« Cosa sta succedendo qui?»
Quella voce familiare la fece sobbalzare e si volse, per vedere Damian e Jack, suoi compagni di squadra, entrare a controllare.
« Oh, siete voi...» mormorò.
Poi puntò un minaccioso dito contro il biondo « Questo incompetente si era rintanato di nuovo in camera a pulire! Ma dico, si può fare una cosa più inutile per saltare l'allenamento!? Principino viziato!!!»
Jack strabuzzò gli occhi e la scosse per la spalla « Emh... Isabel, lo sai che non lo devi chiamare così...»
CJ spalancò gli occhi.
« Hai detto principe?» sussurrò, in un modo a dir poco inquietante.
Jack e Isabel arretrarono di scatto, mentre Damian incrociò le braccia e sospirò piano « Ecco, ci risiamo...»
Il biondo scattò in piedi e iniziò a ridere come un pazzo scalmanato. Era una sorta di risata malvagia uscita male, per intenderci.
Sembrò bruciare dello stesso fuoco che un attimo prima aveva avvolto Jsabel e alzò il capo, guardandoli con due occhi che non saprei definire… Forse colmi di follia e ridicoli al tempo stesso?
« Io non sono un principe!!! Sono il Re!!! Il Supremo!!! Dominerò il mondo!!! Muahahahahah!!!»
E riprese a ridere come un forsennato, mentre la consueta gocciolina scendeva dalle teste dei restanti Star Braker.
« E adesso chi lo ferma?» domandò ironico Jack.
Isabel sospirò in modo alquanto buffo, seguita a ruota da Damian « Siamo fregati.»
 
Quando CJ si riprese dallo sclero nevrotico, gli Star Braker si diressero tutti nella stanza degli allenamenti.
Ad attenderli vi era, con grande sorpresa di tutti, il dottor Ziggurat in persona.
Sedeva su una scrivania, sbucata da non si sa bene dove, accanto ai moderni macchinari.
« Dottor Ziggurat.» fece Damian, senza sentimento.
Isabel gli lanciò un'occhiata premurosa.
Capiva l'astio che aveva il suo leader nei confronti del capo. E lo condivideva appieno.
Ma per adesso dovevano solo obbedire agli ordini...
« Buon giorno.» rispose l'interpellato, alzandosi con disinvoltura « Come procedono gli allenamenti?»
« Non procedono.» rispose Jack, guardando male CJ.
« Emh... Sì, è colpa mia, scusi capo...» mormorò il biondino, grattandosi goffamente il capo « Ho perso il mio orologio perfettamente lucido, e usare uno di quelli che ci sono in camera non mi ispirava... Quindi ho perso il conto del tempo, mi spiace...»
Damian e Isabel lo guardarono di traverso.
Se avessero subito una punizione, la colpa sarebbe stata di quello svitato.
Il che comportava la sua morte per mano loro, è implicito.
« Non importa.» si affrettò a dire il dottor Ziggurat, liquidando il discorso un con movimento della mano « Ho una missione per voi.»
I ragazzi drizzarono le orecchie.
« Ho sentito dire che Ginka Hagane è giunto in città.» iniziò l'uomo « E noi tutti sappiamo che sicuramente verrà ad indagare da noi per la faccenda del demone...»
Iniziò a passeggiare avanti e indietro.
« Sapete che lavoriamo sia per la C.A.O.S. che per la Cometa Nera, no?» domandò ironico « Ebbene, entrambe le organizzazioni ci hanno ordinato di tenere alla larga gli intrusi. A voi il compito, ragazzi: scegliete chi dovrà combattere e questa volta non litigate, va bene?» aggiunse con una punta di divertimento, puntando lo sguardo su CJ.
Che in contemporanea ricevette le occhiatacce dei suoi amici.
« Agli ordini.» fece pacatamente Isabel.
I quattro si congedarono e tornarono in corridoio.
« Mi chiedo cosa serva lavorare per due organizzazioni rivali...» mormorò Damian, scuotendo la testa.
« Già... Mi sa che ci nasconde qualcosa.» rispose Isabel, concorde.
Improvvisamente, CJ si piazzò davanti a loro, impedendo l'avanzata.
« Sudditi!» esclamò, forte come se si trovasse davanti a una folla di spettatori « Vi chiedo umilmente di lasciarmi il compito di respingere Ginka Hagane!»
Silenzio.
« E... Per quale motivo?» chiese Jack, piegando la testa da un lato.
Christopher sorrise ingenuamente « Perché battendo il campione del Battle Blader compirò un altro passo in avanti verso la conquista del mondo!»
Una goccia scese dalla testa dei restanti Star Braker.
Niente da fare, era incorreggibile.
***
Ora, se riportassimo l'attenzione sulla Ginka&co., vedremmo che i nostri amici si sono separati per cercare indizi vari.

Il gruppetto composto da Ginka, Masamune e Madoka si dirigeva dirimpetto verso il parco a cui era solito andare il possessore di Straiker.
« Sei sicuro che lì troveremo degli indizi sulla comparsa del demone?» chiese dubbiosa la meccanica « Non vedo come potrebbe esserci utile.»
« Eddai, Madoka!» esclamò il rosso con un sorriso « Diamogli un po' di fiducia.»
« No Ginka, ha ragione a dubitarne...» lo interruppe Masamune.
Dopo di che, li guardò con un mezzo sorriso, che non preannunciava nulla di buono.
« Ma volevo andare lì perché girano strane voci, ultimamente...»
I compagni lo guardarono incuriositi e, allo stesso tempo, atterriti da quella singolare espressione.
« È da un po' che si racconta di uno strano blader, arrivato in città da poco... È talmente forte da spazzare via anche i più temibili avversari. Lo chiamano "Tigre dagli Occhi Rossi".»
Gli amici spalancarono gli occhi « Occhi rossi?»
« Esatto!» esclamò allegro Masamune « Perciò mi è venuto in mente che si potesse trattare di uno dei vostri demoni! E inoltre...»
Levò un pugno al cielo « Devo regolare un conto con lui!»
Ginka inarcò un sopracciglio « L'hai già affrontato?»
« Macchè!» ribattè il possessore di Staiker, muovendo comicamente la mano « Solo che questo blader ha messo fuori gioco alcuni membri della Dungeon, tra cui Toby e Zeo! E NON SI È DEGNATO DI SFIDARE ME!!!» sbraitò infine, offeso oltre ogni dire « Io, il Numero Uno al mondo!? Come osa, quel presuntuoso!?»
Dopo un attimo di perplessità, una goccia scese dalla testa dei compagni.
Ma non riuscirono a ribattere che la loro attenzione venne catturata da un tintinnio metallico: il rumore di due beyblade.
« Di là!» indicò Ginka, ed iniziarono a correre.
Così facendo, raggiunsero uno stadio all'interno nel campo, giusto per vedere il termine del combattimento.
Quattro bey volarono fuori e in campo rimase un unico bey.
Uno dei ragazzi sconfitti indietreggiò impaurito « M...ma allora... Sei davvero tu...»
L'interpellato, o meglio, l'interpellata, nonchè vincitrice dell'incontro, era una ragazzina dai lunghi capelli e gli occhi rossi, dalla pelle chiara e un appuntito canino.
Richiamò il suo fedele compagno e li scrutò con un sorriso trionfante.
Puntò un dito contro gli sconfitti « Questo è quello che succede a chi mette in dubbio il mio nome! Sono solo io la Tigre dagli Occhi Rossi!!!»
Madoka e Ginka strabuzzarono gli occhi « Che cosa??»
Ma mai quanto Masamune.
Il blader dal ciuffetto rosso tirò un lungo « CHEEEEEEEEE!?!?» per poi avvicinarsi come una scheggia alla ragazza.
Questa si volse appena in tempo per ritrovarselo a un palmo da un naso.
Battè un paio di volte le palpebre, allibita, vedendo quello sconosciuto che la squadrava da capo a piedi, muovendosi in cerchio, alzando e abbassando la testa ripetutamente e a scatti.
Finito che ebbe di compiere un secondo giro di "perlustrazione", la guardò dritto negli occhi, sorpreso.
« Ma tu non sei affatto un maschio!» esclamò, come se avesse scoperto l'America (tra l’altro siamo già in America o_o ndGinka; …in effetti hai ragione o_o ndAutrice).
Beh, lui era convinto che la Tigre dagli Occhi Rossi fosse un blader. Non dimentichiamolo.
In ogni caso, l'interpellata rimase due secondi stranita, con la bocca semi-aperta, per poi scagliarli uno sguardo di puro odio e tirargli un pugno che lo fece volare direttamente dai suoi amici.
« MA SI PUÒ SAPERE CHE CAVOLO TI PASSA IN QUELLA TESTA!? CERTO CHE NON SONO UN MASCHIO!!!» tuonò la ragazza, arrossita un poco, probabimente di rabbia e indignazione.
Masamune si rialzò lentamente, aiutato dai suoi compari, massaggiandosi la testa dolorante « Accipicchia, che destro...»
Guardò la rossa e sbiancò, vedendola avvicinarsi in modo alquanto minaccioso.
« Ascoltami bene, baka che non sei altro.» scandì « Ricordati il mio nome, perché sarò la tua paura più grande: mi chiamo Shana Fire, capito!?»
Finalmente Kadoya si riprese e la guardò con determinazione « E così sei tu quella che è scappata dalla Dungeon prima di sfidarmi, eh!?!? Shana!»
Puntò un dito al cielo « Sarò io a diventare la tua più grande paura: perché sono il Numero Uno al mondo, Masamune Kadoya!!!!»
« Tu? Numero Uno?» rise Shana « Ahah! Questa sì che è bella!»
« Cosa vorresti insinuare!?»
« Che sono molto più brava di te!!!»
« CHE!?»
« Lo devo ripetere?»
« Grrr, ma davvero!? Perfetto, allora ti sfido, così farai poco la sbruffoncella!»
« Ah! Senti chi parla, il "Numero Uno"!»
« BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!»
Quell'urlo disumano li fece ammutolire tutti.
L'artefice di ciò era stata -come potete ben immaginare- la povera Madoka, che -già- non riusciva più a sopportarli.
Ginka, atterrito oltre ogni dire, indietreggiò, seguito automaticamente da Shana e Masamune.
« Ora statemi bene a sentire!!! Noi siamo qui per cercare indizi su quei dannatissimi demoni, chiaro!? Perciò niente sfide finché non abbiamo trovato qualcosa!!!» gridò nuovamente la meccanica.
« Madoka, calmati... Per favore...» la implorò Ginka.
« Calmarmi!?!? COME FACCIO A CALMARMI!?!?»
E mentre una gocciolina scendeva dalla testa di Masamune, Shana scrutò la castana incuriosita « Aspetta... Cosa intendevi quando hai detto che cercavate degli indizi su dei demoni?»
La sfuriata di Amano cessò improvvisamente, come l'improvviso placarsi di una tempesta.
Incrociò gli occhi di Fire « Tu... Ne sai qualcosa?»
L'altra attese un istante, titubante, poi alzò le spalle e in contemporanea si grattò la nuca « A dire il vero... Non lo so con certezza... Di certo era una cosa insolita...»
***
« Uffa! Non ce la faccio più a guardare, io li attacco!!!» esclamò un ragazzino biondo dietro un cespuglio.
Codesto ragazzino, vestito all'ottocentesca, era un tale di nome Christopher Joseph. E con lui, ovviamente, vi erano gli altri tali degli Star Braker.
Un pugno colossale lo fece franare a terra, zittendolo forse la novantanovesima volta quella giornata.
Pugno arrivato direttamente da una bella ragazza dagli occhi verdi smeraldini, tale di nome Isabel.
« Vuoi tapparti quella boccaccia sì o no!? Così ci fai scoprire!» sibilò, trattenendosi dalla voglia di urlargli contro.
« S...sì...» fu la risposta sussurrata del biondo, i cui occhi erano divenuti due girandole.
Pian piano fece capolino Damian, scrutando Christopher con una goccia che scendeva dal capo e un volto che non saprei come descrivere... (tipo "-.-", giusto? :D ndGinka; sì, ma non posso di certo scrivere "un volto tipo: -.-" u.u ndAutrice; ... Veramente l'hai appena fatto -.- ndKyoya; e tu che ci fai qui!? Non è ancora il tuo turno! *lo caccia via a pedate* ndAutrice)
« Qualcuno mi può spiegare come mai questo baka è nella mia squadra?» domandò il leader degli Star Braker, rivolgendo la domanda più che altro ad Isabel (grande considerazione per Jack -.- ndAutrice; avete finito con queste faccine!? ndMadoka; dipende quali intendi -.- ndAutrice; Queste: "-.-"!!!! ndMadoka; fammici pensare... No -.- ndAutrice; .... -.- ndMadoka).
La ragazza sospirò comicamente « Chiedilo al dottor Ziggy...» (dottor "Ziggy"!? O__ò ndZiggurat; il tuo sopprannome! ^o^ ndIsabel; ....-_-" ndZiggurat; la piantiamo con gli interventi!? Devo andare avanti con la storia!!! >A< ndAutrice)
Incrociò lo sguardo dell'azzurro e si fissarono un poco, per poi sorridersi l'un l'altra con timidezza.
E vennero interrotti dalla vocina ancora fievole di CJ che si mise in mezzo ai due « Quindi... Quando procediamo con i piani per la conquista del mondo?»
SDENG!!!
Questa volta ad abbatterlo fu il destro di Damian, applaudito da Isabel con foga.
***
Dopo lunghi momenti di conversazioni e spiegazioni, Ginka&co. si erano messi a passeggiare per le strade senza una meta.
Il sole iniziava già a tramontare e, per la via imboccata dai quattro, non vi era un'anima viva.
« Che storia assurda...» mormorò Shana, dopo un attimo di esitazione.
« Non dirlo a me... E temo che sia ancora più intricata di quel che pensiamo...» mormorò di rimando la meccanica.
Masamune squadrò la Tigre dagli Occhi Rossi.
« Perciò tu sei stata una vittima...» osservò. E poi « Ma... Esattamente quante ce ne devono essere?» chiese a Ginka.
« Di questo Amy non ci ha parlato...» scrollò le spalle il possessore di Pegasus « Penso che nessuno lo sappia con precisione.»
« ... Quindi... Comunque non corro alcun pericolo di essere attaccata di nuovo, vero?» domandò piano Shana.
Madoka le sorrise « No, tranquilla!»
"Almeno finchè non si conclude il giro..." pensò Hagane, trattenendosi però dal dirlo.
Fire ricambiò il sorriso e puntò un dito al cielo.
Gli altri la scrutarono perplessi.
« Ho deciso! Vi aiuterò a combattere i demoni!!!» esclamò vivacemente la rossa, con una determinazione da lodare.
« D...davvero?» fece Madoka, senza sapere realmente cosa dire.
« Certo! Con il mio aiuto raggiungeremo sicuramente la vittoria!»
« Macchè! Semmai sarà merito mio, il Numero Uno al mondo!» affermò con "molta modestia" Masamune.
« Ancora con questa storia?»
« Problemi!?»
« Certo! Ho già detto che sono molto più brava di te e te lo dimostrerò!!!»
« Ah sì!? Provaci, se hai il coraggio!!!»
« Certo!!!»
Ed ecco che incominciò uno scambio di battute agguerrite, di due spiriti troppo combattivi per starsene zitti senza far sclerare la paziente Madoka (.... Paziente? o.ò ndGinka; sssssh... Potrebbe sentirti o_o ndAutrice).

E intanto non sapevano di essere pedinati dai tali degli Star Braker (hai finito di chiamarci "tali"!? ndDamian; nu u.u ndAutrice).
***
« Mmmmmmh, non ce la faccio più!!!» gridò CJ con tutto il fiato che aveva in corpo, dall'alto di un palazzo.
Avevano seguito i loro obbiettivi ancora per molto tempo. E, purtroppo, un altro difetto del biondo membro dell'Hades inc. era quello di essere incredibilmente impaziente.
Per fortuna le loro "prede" non lo udirono, grazie alla provvidenziale manata di Isabel.
« Non mi sembra comunque il caso di farci scoprire.» lo ammonì arrabbiata, seguita dal sospiro di Damian.
« Ragazzi... Io non penso serva intervenire.» li interruppe Jack.
Lo scrutarono curiosi.
« In fondo hanno detto di tener lontani i ficcanaso, no?» continuò l'artista « Perciò non vedo cosa dovremmo fare se non stanno ficcando il naso...»
Silenzio.
« ... Sì, hai ragione.» concordò il leader « Andiamo.»
« Ma nemmeno per sogno!» lo interruppe CJ, improvvisamente rianimato « Non posso andarmene così senza aver fatto una mia entrata!»
« Non ce ne sbatte un baffo, okey!?» gli gridò Isabel, tentando di colpirlo ma mancandolo.
Aspetta... Ho detto mancandolo?
La ragazza lo guardò sorpresa.
Il biondo si era scostato velocemente ed ora li fissava con un'aria di superiorità sprezzante, contornata da un sorrisetto malizioso.
Si passò una mano fra i capelli, con un'eleganza da togliere il fiato.
Non l'ho ancora detto, ma CJ proveniva da una delle più nobili famiglie inglesi esistenti. Era stato educato come un principe e riverito come tale.
Il suo motto: eleganza, perfezione e dominio.
In verità si era sempre comportato come un aristocratico viziato, uno di quelli che non si smentiscono mai, altezzoso e superbo, oltre che pulito e lustro. Tutto finchè non entrò a far parte degli Star Braker, ove il suo lato infantile represso per tutti quegli anni aveva spesso il sopravvento, facendolo apparire un personaggio comico e poco brillante.
Anche se "brillante" era l'aggettivo che lo descriveva alla perfezione.
Comunque... sarà meglio riprendere la narrazione.
« Ho detto che non ce ne andiamo prima di una mia entrata.» disse, imperioso, estraendo con un movimento fluido quello che poteva sembrare un bey.
Sorrise ancora di più, un sorriso prepotente e fine al tempo stesso « Almeno non prima di averli messi in guardia come si conviene tra cavalieri.»
***
« Quando arriviamo? Ho fameeeee!» si lamentò Ginka, dopo che il suo stomaco ebbe brontolato rumorosamente.
Ormai era eccome tramonto. Il cielo dipinto di colori caldi, il venticello fresco che scompigliava i capelli...
Un momento armonioso completamente rovinato da interventi a dir poco esileranti di un certo possessore di Pegasus.
« Tranquillo, tra poco passiamo davanti a fastfood!» lo rassicurò Masamune, incrociando le braccia dietro il capo « Così ci facciamo una bella scorpacciata e avvisiamo Toby e Zeo che abbiamo trovato la Tigre dagli Occhi Rossi.»
« Ottimo!» approvò Ginka, con un sorriso che andava da un orecchio a un altro « Sbrighiamoci, voglio andarci subito!»
E, come volevasi dimostrare, una voce nuova e sconosciuta interruppe la loro avanzata.
« Come mai così di fretta?»
Si volsero di scatto, spalancando poi gli occhi.
Davanti a loro si ergeva una figura imperiosa, sebbene fosse soltanto quella di un ragazzo.
Biondo, vestito all'ottocentesca... È inutile che ve lo descriva.
Sorrideva furbesco e malizioso, ma allo stesso tempo in modo ammaliante.
« È un piacere conoscervi, signori.» disse, accennando un inchino, con evidente intenzione provocatoria « Ginka Hagane, Masamune Kadoya...»
Poi squadrò le ragazze e sorrise ancora di più « Ladys...» (...principino viziato -_- ndDamian; NOOO, non devi chiamarlo così!!! O__O ndAutrice; principe!? *si infiamma e inizia a ridere come un pazzo* Muahahahah!!! No, io sono il re!!! ndCJ; ....-_-" ndTutti)
Ginka lo scrutò, piegando leggermente la testa da un lato « E tu chi sei?»
« I miei nomi sono molteplici...» rispose il biondo, con un sorriso di scherno « Preferisci quelli con cui mi temono o semplicemente quello di battesimo?»
« …Eh?» fecero all'unisono gli altri.

Gli altri Star Braker scrutavano la scena dall'alto del palazzo.
« ... Che ne pensi?» chiese Isabel al suo leader.
« ... Che è un esibizionista.» mormorò quello, un poco corrucciato.
In verità pensava ben altro. A cominciare dal fatto che quel tale Star Braker era davvero temibile.

« Chiamatemi CJ, se vi fa piacere.» continuò il biondo, passandosi una mano tra i capelli come il grano.
Poi li scrutò uno a uno « Sono qui per lanciarvi un avvertimento.»
Prima di ricevere una qualunque risposta, estrasse il suo bey e lo mostrò fieramente.
« Io, membro dell'accademia HD, sarò il vostro peggiore incubo fino alla fine dei vostri giorni.»
I presenti strabuzzarono gli occhi.
Il suo bey aveva una ruota color dell'oro, con segnate fiamme biancastre. L'anello di energia nero era nero, così come la punta, mentre sul bullone era raffigurato un cavaliere che sfoderava una luminosa spada gialla.
Madoka si affrettò ad estrarre il pc e, prima che il ragazzo potesse mettere via il bey, riusì a raccogliere alcuni dati.
La meccanica scrutò lo schermo allibita.
"Fight Cavalier C145S... Ma......."
Scrutò i dati velocemente, finché la voce di CJ la riportò alla realtà.
« Se non volete guai, vedete di non ficcare il naso in faccende che non vi riguardano.»
E in un istante sparì, così com'era arrivato.
I quattro rimasero un istante in silenzio, sbigottiti.
« Ma... Che voleva quello?» chiese Shana, stordita.
***
Il tale biondo (eddaje con 'sti tale -.- ndDamian) ritornò dai suoi compagni, sorridendo raggiante.
« Allora, come sono andato?» chiese genuino.
Almeno finché non vide le occhiate omicide degli amici.
«... Sei un esibizionista.» ripetè secco Damian, voltandosi per andare.
***
Notte.
I nostri eroi si erano stabiliti a casa di Masamune, che per fortuna aveva un posto per tutti quanti, ed ora dormivano come angioletti.
Tranne...
Madoka osservava i dati raccolti quell'oggi sul pc.
« Un bey di resistenza con caratteristiche di difesa...» iniziò a mormorare.
Cliccò un pulsante e per l'ennesima volta le venne visualizzata la scritta rossa "ERRORE: dati mancanti".
Sospirò, alzando gli occhiali da vista che prima aveva calati sul viso.
« Però è una cosa strana... Questo è il terzo bey che incontro di cui mi mancano dei dati.» sussurrò « Tra l'altro ha la stesso ruota di fusione di Mist e Angel. Una ruota che non avevo mai visto prima.»
Si accigliò un poco e tornò a pigiare i tasti.
« Mancano le mosse... Mancano le tattiche dettagliate... Manca la costellazione...»
Aprì in contemporanea i dati di Fight Mist e Fight Angel, rimanendo a contemplarli per un po'.
« Questi bey sono indubbiamente collegati.» annuì, scorrendo con l'occhio i dati.
« ... Non mi convince. C'è qualcosa sotto, ne sono sicura.»
 
 
 
 
Angolino dell'autrice
Sssssssalveeeeeeeeeeeeee ^o^
Eccomi! Nonostante pensassi di impiegarci degli anni u.u
Damian: sarebbe stato meglio u.u
Isabel: concordo u.u
Io: ...-_-"
Cercherò di essere breve: come avete potuto vedere, in questo capitolo sono apparsi tre oc: Shana Fire, di _Giu_Giu_Dark, Isabel di cronus e CJ, una combinazione della mia mente malata con quella di un mio amico (Thank you, Watson XD).
Ci tenevo a precisarlo ^^

Inoltre vorrei ringraziare:
_Giu_Giu_Dark_, Wolf_White, Mel_mel98, LizThompson, Leke96, dream_dream e nadia112 per aver inserito la storia tra le preferite;
RebelYell, Leke96, dream_dream, nadia112 e EMANUELE 000 per aver inserito la storia tra le seguite;
E tutti coloro che recensiscono o leggono pazientemente, sopportando i miei scleri assurdi ^^”
A fondo pagina inserirò un'immagine di Shana, gentilmente prestata da Giu :3
E adesso... Ecco a voi l'angolino delle posteeeeeee!!!

Angolino delle poste
*Entra Kya vestita come una presentatrice*
Benvenuti signore e signori al nuovo e inutile angolino creato da Kya la Baka! ^-^
Tutti: .... Yeahh... -_-
Io: purtroppo oggi non ho alcuna domanda a cui rispondere, perciò... Ballerò la samba per voi!
*Parte una strana musichetta ma, prima che Kya possa iniziare, cade un'incudine e la spiaccica*
Tutti: YEAH! ^o^
*Partono gli applausi registrati*
Io: ... Grazie, troppo buoni TT__TT <---- pure lacrime di dolore
*Si rialza mezza morta... Ma si rialza*
E per oggi è tutto, qui dallo studio di "Beyblade Metal: l'Era dei Demoni"! ^o^
Sayonara a todos (?)!
Kya

p.s.: ecco a voi Shana :)

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Capitolo 4
*** Africa ***


Capitolo quattro : Africa


 

Avete mai avuto la sensazione che qualcuno vi stesse seguendo?
La sensazione che stesse per accadere qualcosa di molto, molto spiacevole?
Beh, Kyoya Tategami sì.
Era quello che pensava mentre passeggiava con Benkei nella città di Rock City, diretto dal sindaco per informazioni.
Si guardò un paio di volte attorno, arcigno.
Non ne capiva esattamente il motivo, ma si sentiva osservato.
« Ehi Kyoya, tutto bene?» domandò Benkei, notando le occhiate sospettose del compagno.
Non che di solito non le lanciasse, vero. Ma una dote del "toro" era quella di riuscire a percepire se qualcosa non andasse o meno.
Il "leone" scosse la testa, tornando concentrato dritto davanti a sè.
Ma con la testa altrove.
Da quando erano giunti in Africa -circa dieci giorni prima-, infatti, era assai turbato.
E questi erano i motivi: 1- non sapeva chi fosse il prescelto del demone che dovevano cercare; 2- non sapevano dove andarlo a cercare, e 3- trovarsi nuovamente solo (o meglio, solo in compagnia con Benkei) dopo mesi gli pareva incredibilmente strano.
Era tutto troppo tranquillo, troppo calmo...
Monotono, oserei dire.
Non vi era un solo blader in grado di tenergli testa e di dargli un po' di soddisfazione.
Non vi era una sola persona che catturasse la sua attenzione.
L'unico che lo intratteneva un poco era Hanawa, ma non era proprio quello il genere di intrattenimento che preferisse.
Ogni sera, quando Benkei ronfava già nel mondo dei sogni, ci pensava costantemente.
Perchè si sentiva così improvvisamente... Svuotato?
La risposta che tutte le volte si dava era questa "Sarà perchè non c'è Ginka".
Il suo rivale, difatti, era un toccasana per lo spirito. Oltre al fatto che gli desse sempre del filo da torcere.
"Sì, sarà sicuramente per colpa di Ginka..."
Ed ecco che, improvvisamente, una piccola figura si insediava nella sua mente, senza che se ne accorgesse.
E, quando d'un tratto se ne capacitava e la metteva a fuoco, non poteva far altro che strabuzzare gli occhi e combinare qualche pasticcio, come alzarsi di scatto e inciampare, oppure battere la testa su una roccia, o tossire sfrenatamente a causa della sabbia.
Perchè, con immenso orrore, si rendeva conto che quella figura era Lya.
Un brivido di ribrezzo gli percorse la schiena.
Com'era possibile una cosa del genere!?
Era vero, era una grande rivale, un'ottima blader... Ma era la persona più irritante che avesse mai incontrato!
Eppure, gli veniva subito in mente, più di una volta si erano divertiti come due buoni amici...
Aspetta un attimo, amici!?
Per poco non inciampò al pensiero, e di questo Benkei se ne accorse.
Lo guardò preoccupato e senza capire.
Dal punto di vista del "toro", infatti, la mancanza dei compagni era un dono venuto dal cielo.
Perchè:
Mancanza di compagni=mancanza di Ginka e Lya=nessuna attenzione da parte di Kyoya.
Che in questo caso era costretto a rivolgerla a lui, ovvio.
Soltanto che, da quando erano partiti, aveva notato qualcosa di insolito nel suo comportamento.
Talvolta perdeva lo sguardo nel vuoto, un'altra volta ancora si dimenticava il beyblade a terra, altre volte invece scordava il lanciatore.
E questo non se lo sarebbe mai aspettato da Kyoya Tategami.

In ogni caso, tornando alla narrazione, Benkei e Kyoya camminavano per le strade di Rock City, diretti dal sindaco in persona.
Le persone, al loro passaggio, si voltavano, alcuni indicandoli, altri arretrando, altri sorridendo, e via dicendo.Per loro era difficile dimenticarsi del capitano degli Zanna Selvaggia.

Quando giunsero davanti a un sudicio e sfarzoso edificio, si arrestarono.
Era la casa del sindaco e perciò, com'era logico, due guardie sbarravano il passaggio.
Kyoya si avvicinò ad una di esse, sfoggiando il volto più borioso che gli riuscisse.
Pessima idea...
« Devo parlare col sindaco.» disse risoluto « Adesso.»
I soldati lo scrutarono in cagnesco.
Bisogna premettere che l'aspetto di Tategami non ispirava fiducia. Tutt'altro.
Ma voi lo sapete già, no?
Insomma, era logico che, appena l'avessero visto, avrebbero pensato molto male.
E il possessore di Leone se ne rese conto troppo tardi.

Venti minuti dopo erano tornati a camminare in mezzo alle strade.
Ebbene sì, dopo uno scambio alquanto combattuto, i due "viandanti" erano stati minacciati con due fucili.
La ritirata era stata neccessaria.
« Fantastico... Adesso siamo al punto di partenza.» sbuffò scocciato il verde, calciando il primo malaugurato sasso che gli intralciava il cammino.
Benkei sospirò « Già... Di questo passo non troveremo mai nulla... Mi piacerebbe tanto sapere perchè Amy ci ha mandato in Africa! Non c'è niente qui!»
« Non c'è niente se non lo cercate per davvero.»
I due trasalirono a quella nuova ma, stranamente, familiare voce.
Si volsero di scatto, per poi spalancare gli occhi.
Una figura dai capelli bicolore, gli occhi smeraldini e degli insoliti segni arancioni si stagliava davanti a loro, sorridendo saputa.
« Nile!?» esclamarono in coro.

« Quindi... Sei venuto qui per quale motivo?» domandò Kyoya, guardandolo di traverso.
Cinque minuti dopo avevano ripreso a passeggiare assieme, come degli amici di vecchia data.
L'egiziano scrollò le spalle « Una certa Amy mi ha informato del vostro arrivo e mi ha chiesto di darvi una mano. Quindi...»
Tategami si rabbuiò.
Perchè in ogni cosa c'era sempre lo zampino di quella modella?
Un po' come se li stesse manovrando al pari di un gruppo di scacchi.
La cosa non gli era molto gradita.
« Quindi è stata Amy ad avvertirti...» ripetè Benkei, come se non avesse capito.
« Esatto.» affermò Nile con un mezzo sorriso « E ho delle novità per voi.»
I compagni si misero sull'attenti.
Ed iniziò.
« Ultimamente girano delle strane voci riguardanti una strega, nella Valle delle Tempeste.» sussurrò, cupo « Si dice che abbia dei poteri enormi e che spazzi via gli avversari come tante piccole formiche.»
« Nella Valle delle Tempeste?» si stupì Benkei.
« È il posto più pericoloso che ci sia qui... Non ci va nessuno.» concluse altrettanto allibito Kyoya.
A parte lui e gli Zanna Selvaggia, quale pazzo poteva essere in grado di resistere a un tornado?
(io :D ndAutrice; era scontato -.- ndKyoya; però non sono io... Vedrai :3 ndAutrice; ... Quel sorrisetto malizioso non mi convince affatto O__o ndNile)
« A quanto pare qualcuno c'è andato.» osservò l'egiziano, meditabondo « E mi chiedo come possa possedere il potere di cui tutti parlano...»
Calò un silenzio tombale.
Una possibile risposta era: un demone.
Ma nessuno aveva il coraggio di pronunciarla.
«... Beh, che stiamo aspettando?» fece il "leone", visibilmente scocciato « Andiamo, no?»

Detto fatto.
Qualche tempo dopo si ritrovarono in quel luogo tanto importante, incappucciati per ripararsi dall'eventuale sabbia spazzata dal vento e seri come non lo erano mai stati.
... Beh, a parte Benkei...
« Che bello! Questa è la valle dove Kyoya ha domato il tornado! Potrò vederlo in azione!» esclamò, pimpante.
Poi, però, il sorriso scemò dalla faccia « Ma...»
Si grattò il capo, confuso « Dove sono i tornado?»
Kyoya roteò gli occhi, mentre il paziente Nile indicò un punto lontano e non ben definito « Più avanti. Coraggio, venite.»
Ripresero a camminare e, dopo un po', raggiunsero il posto tanto bramato dal "toro".
Che restò a bocca aperta, ovviamente.
Sette enormi tornado danzavano assieme, armoniosi, spaventosi e devastanti, sollevando nugoli di sabbia, facendo svolazzare crudelmente i loro mantelli.
Uno spettacolo immortale.
« Sono aumentati rispetto all'ultima volta.» osservò il "leone" con un sopracciglio inarcato.
Perchè se non sbagliava i calcoli quando li aveva domati erano cinque.. Giusto?
In risposta, Nile annuì « E non c'è nessuno.»
« Buco nell'acqua?» chiese Hanawa, piegando la testa d'un lato.
« Forse...»
« Yey! Allora è questa la Valle delle Tempeste!» esclamò una voce femminile.
I tre sobbalzarono.
Chi aveva parlato!?
Si volsero, sfoggiando i volti più minacciosi che riuscissero a fare, e ammutolirono di sorpresa.

Era una ragazza, una sedicenne, un poco più bassa di Kyoya. La carnagione era parecchio abbronzata e degli occhi turchesi molto sottolineati dal nero. I capelli erano scurissimi, ondulati fino ai fianchi, e aveva una ciocca rossa e riccia a destra, una verde smeraldo a sinistra.

Vestiva con un top azzurro, legato elegantemente con un fiocco sopra l’ombelico, e dei cortissimi jeans neri aventi due catene, una a destra e l’altra a sinistra, e sorretti da una cintura da blader blu notte.

Su uno dei polsi portava un bracciale di pizzo nero, che con un cottile filo andava ad attaccarsi ad un anello con due ali.

Sul braccio destro, invece, spiccava un tatuaggio non poco curioso, rappresentante un cuore trafitto da una freccia.

La sconosciuta sorrise con aria gentile, chiudendo le palpebre felice « Ciao, ragazzi! Io sono Joy Frost!»

Dopo un attimo di perplessità, Nile si riprese « Joy! Ti avevo detto di non seguirmi!»
Kyoya e Benkei si volsero verso di lui, ancor più esterrefatti « La conosci!?»
Il bicolore sospirò « Già... Comunque, perchè non mi stai mai a sentire!?»
« Beh, avevo solo voglia di conoscere i tuoi compagni di squadra.» fece Joy innocente, affiancandosi a loro.
Tese amichevolmente una mano verso il possessore di leone « È un piacere conosceti, Kyoya Tategami! Nile mi ha parlato molto di te, sei un ottimo leader!»
Il possessore di Leone la strinse, spaesato e titubante « Ah...»
Dopo avergli rivolto un altro sorriso, la castana strinse la mano al "toro" « E anche tu, Benkei! Sei un ottimo blader, davvero!»
« Ah, beh... Grazie!» rispose felice il ragazzone, arrossendo leggermente.
Quando Joy si volse per salutare l'amico Nile, lo trovò imbronciato, a braccia incrociate, che la guardava molto male.
« Ti avevo detto che era pericoloso.» la ammonì, severo « Siamo in missione, non a un parco giochi per bambini.»
Joy rise « Caro Nile, non mi sottovalutare!»
Si volse per l'ennesima volta verso Kyoya « Voi state cercando i prescelti, giusto?»
Tategami si riscosse, finalmente, dalla sorpresa iniziale e guardò storto Nile.
Aveva rivelato a una ragazzina lo scopo della loro missione?
(ehi! Non sono una ragazzina, sono alta quasi quanto te >_< ndJoy; dovrai farci l'abitudine...-.- ndAutrice)
« Sì.» rispose secco.
Joy piegò la testa da un lato.
Non si aspettava una risposta così brusca, no.
Ma si riprese con un sorriso gentile « Beh, ne avete appena trovata una.»
Silenzio.
Giusto quei dieci secondi che servirono a Tategami e Hanawa per assimilare l'informazione.
« ... COSA!?!?»

« Come sarebbe a dire?»
Per approfondire la questione, avevano deciso di allontanarsi da quella gabbia di tornado e stavano rientrando in città.
Nile sospirò « Avrei dovuto dirvelo subito... Ma credo che non sia una cosa adatta a lei...»
« Ehi!» si offese Joy « Devi smetterla di trattarmi come se fossi un'incapace!»
« Ma insomma, guardati! Sei troppo gentile e carina per affrontare una minaccia del genere!»
« Devo ricordarti com'è finito il nostro incontro!?»
L'egiziano ammutolì e distolse lo sguardo.
Joy si rappacificò e gli diede un colpetto affabile « Ehi, Nile, non fare così... Apprezzo molto le tue premure ma non ne ho bisogno, davvero.»
Il bicolore la guardò e arrossì un poco.
Quella ragazza era talmente amabile che non potevi non sentirti sciogliere.
(chissà quanti ammiratori ha... ndAutrice; me compreso *-* ndChao Xin; NO! Tu non ci sei in questo capitolo! >_< *lo sbatte fuori a calci* ndAutrice)
« O...okey...»
La castana sorrise e si volse al possessore di Leone.
« Vedete, qualche tempo fa mi è successa una cosa strana. Che da poco ho scoperto chiamarsi "trasformazione dovuta da un demone".»
Si intristì « Ovvero sono stata impossessata.»
Il verde la guardò dritto negli occhi.
Parlando in quel modo gli pareva come una cerbiatta dolce e indifesa. (NON sono indifesa! ndJoy)
Il suo temperamento inflessibile vacillò un poco, ma non cedette.
Figuriamoci... (-.- ndAutrice)
Joy si riprese, sorridendo ancora « Per questo sono qui! Ho intenzione di unirmi a voi per la caccia ai demoni!»
Quest'affermazione li spiazzò.
Cosa?
« Come, scusa?» fece Kyoya, sorpreso.
Una come lei... Ad affrontare una cosa così grande?
Possibile?
A quanto pare...
« Sono molto forte!» esclamò « Non vi deluderò, vedrete!»
Tategami e Hanawa si scambiarono un'occhiata perplessa.
E adesso?
Beh, l'unica cosa che posso dirvi è che accettarono.
Joy si unì al loro gruppo e passarono i giorni seguenti insieme, a cercare indizi ovunque e dovunque.
(ma non è la stessa cosa? o_ò ndJoy; ... Boh o.o ndAutrice)
E si conobbero meglio.





 

 

 

Angolino dell'autrice
*dopo un momento di silenzio entra Kya*
Io: salve a tutti! ^-^
Tutti: PUSSA VIA!!! >.<
*le tirano i pomodori*
Io: O__O"
*prende un'ombrello e si ripara*
Io: ...?
*Fa capolino per controllare che abbiano finito le scorte ed esce allo scoperto*
Io: *chiudendo l'ombrello* capisco la vostra reazione... Sono sparita per un tempo indicibile e vi rifilo un capitolo di m---a...
Sono una disgraziata -_-" Perdono TT^TT
Il problema? Beh... Sono in punizione computer -_-
Non ci mancava solo la scuola, lo strumento e gli allenamenti, adesso anche la punizione computer! DAAAAAAAAH!!! >A<
... Scusate, sfogo momentaneo ^^"
Visto che probabilmente se rimango qui mi ucciderete, cercherò di essere breve...
Dunque...
In verità questo capitolo doveva venire dopo... Avrei dovuto pubblicare quello in Russia ma QUALCUNO (eh, Chiara? é.é) non mi ha ancora fornito il suo oc.
Perciò devo attendere...-.-"
Per quanto riguarda i ringraziamenti, voglio ringraziare (ma che bel gioco di parole -.-)...
- nadia112, Leke_96, _Giu_Giu_Dark_, Mel_mel98, Wolf_White_, dream_dream, EMANUELE 000 e cronus per aver recensito lo scorso capitolo (e kirha per aver recensito il primo ^^)
- dream_dream, Leke_96, RebelYell e nadia112 per aver messo la storia tra le seguite
- dream_dream, Leke_96, nadia112, _Giu_Giu_Dark_, Wolf_White_ e _Lullaby_ per aver messo la storia tra le preferite

Grazie a tutti ^_^

E chiedo scusa alle persone a cui non ho risposto alle recensioni, ma rimedierò al più presto u_u

Allora… ci tengo a segnalare che in questo cap è apparso l’OC di Wlof_White_, il merito di quel personaggio è suo u_u

Ok… adesso vado T__T

Chiedo infinite volte scusa u_u

Baci

 

Kya

 

p.s.: un paio di immagini del“brillante” CJ, recuperate da Watson u_u 

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