Padawan

di Dragasi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Primi insegnamenti ***
Capitolo 3: *** Discussioni ***
Capitolo 4: *** Nuova missione e allenamenti ***
Capitolo 5: *** Dragasi ***
Capitolo 6: *** In viaggio ***
Capitolo 7: *** Socorro ***
Capitolo 8: *** Preoccupazioni ***
Capitolo 9: *** Le cose si complicano ***
Capitolo 10: *** Guai ***
Capitolo 11: *** Lealtà ***
Capitolo 12: *** Arriva la Cavalleria?? ***
Capitolo 13: *** Imprevisti non da poco ***
Capitolo 14: *** Un po' di confusione in un piccolo Padawan ***
Capitolo 15: *** Una missione umida ***
Capitolo 16: *** Indizi ***
Capitolo 17: *** Christophsis ***
Capitolo 18: *** Indagini ***
Capitolo 19: *** Padawan e Maestro ***
Capitolo 20: *** Una coppia quasi perfetta ***
Capitolo 21: *** La tana del Lupo ***
Capitolo 22: *** Idea ***
Capitolo 23: *** Nella Vera tana del Lupo ***
Capitolo 24: *** Forse si torna a casa ***
Capitolo 25: *** Piccolo pilota cresce in mezzo agli imprevisti ***
Capitolo 26: *** Due Maestri e due Padawan ***
Capitolo 27: *** Da soli ***
Capitolo 28: *** Veleno ***
Capitolo 29: *** Visione ***
Capitolo 30: *** Decisioni per la vita ***
Capitolo 31: *** Notizie dal fronte ***
Capitolo 32: *** Battaglia ***
Capitolo 33: *** Il Rispetto di un Comandante ***
Capitolo 34: *** Per Terra e Per Spazio ***
Capitolo 35: *** Se una Forma non Basta... ***
Capitolo 36: *** Reigun ***
Capitolo 37: *** La Saggezza di un Maestro ***
Capitolo 38: *** La Fine ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


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Mi chiamo Koi-Jon Talker e sono un Padawan, un apprendista Jedi, e il mio Maestro è Obi-Wan Kenobi. Sono un Padawan da quattro anni, anche se sono entrato al Tempio Jedi quando ne avevo appena tre. Sono stato Youngling per sette anni. Un Maestro Jedi era venuto a prendermi a casa mia e mi aveva portato al Tempio Jedi per farmi iniziare l’addestramento. Ho un ricordo sfocato di quando sono andato via di casa, e anche dei miei genitori. Ricordo di avere un fratello più grande, ma non so neanche che faccia abbia. Mi ricordo che il Maestro Jedi era venuto a casa mia e aveva parlato con i miei genitori, ricordo soltanto che diceva che in me c’era molta Forza e potevo iniziare l’addestramento Jedi. Non ho nessun altro ricordo di casa, infatti considero i Jedi la mia famiglia.
Sono con il mio Maestro da quattro anni, ovvero da quando sono diventato Padawan, e oramai lo considero come un padre. Era venuto al Tempio per scegliere un apprendista assistendo a un torneo tra Youngling. Io stavo combattendo con un mio compagno e lui mi aveva osservato attentamente. Quando finii lui mi si avvicinò e mi chiese: – Come ti chiami? –.
Io risposi, dopo aver abbassato lo sguardo: – Koi-Jon Talker, Maestro –.
Lui mi sorrise e disse: – Io sono Obi-Wan Kenobi. Sai perché sono qui? –
– Per scegliere un apprendista, alcuni di noi oggi diverrano Padawan –
– Quanti anni hai, Koi-Jon? –
– Dieci, Maestro –.
Mi guardò in silenzio per alcuni minuti e io aspettai pazientemente, immobile, poi mi disse: – Vieni con me, Koi-Jon –.
Lo seguii e mi portò nella sala del Consiglio Jedi davanti a tutti i membri del Consiglio. Obi-Wan disse:– Volevo chiedere il permesso di prendere questo Youngling come mio apprendista –.
I membri del Consiglio si guardarono e poi mi osservarono. Sapevo che stavano sondando le mie emozioni e i miei pensieri per capire se ero pronto a intraprendere il cammino da Padawan. Io rimasi fermo immobile, cercando di rimanere impassibile e di non dare a vedere che ero intimidito anche se sapevo che lo potevano percepire.
Dovetti esercitare al massimo la mia pazienza perché rimasi in piedi al centro della sala del Consiglio per almeno un’ora, o almeno questo è quello che mi ha detto il mio Maestro, io non so quanto tempo passò veramente.
Alla fine il Gran Maestro Yoda parlò: – Koi-Jon molta pazienza e perseveranza ha. Lui pronto per diventare Padawan è. Suo Maestro Obi-Wan tu sarai –.
Il mio Maestro si inchinò e io lo imitai e poi lui disse: – Grazie, Maestri –. Maestro Windu ci fece cenno di uscire e noi ce ne andammo. Appena fuori dalla sala il mio Maestro mi parlò: – Koi-Jon partiamo subito per Naboo, devo sistemare delle cose con la regina per ordine del Consiglio. Và a prendere le tue cose, e fatti trovare alla piattaforma di lancio C. Intesi? –.
Io annuii e risposi: – Certo, Maestro –
– Perfetto e adesso sbrigati, ti aspetto alla piattaforma –.
Io corsi nella mia stanza del Tempio e presi il mio mantello, i miei stivali di ricambio e una casacca pulita, poi mi diressi alla piattaforma di lancio. Lì trovai il mio Maestro che mi aspettava sorridendo, appena arrivai al suo fianco lui mi mise un braccio intorno alle spalle e mi disse: – Durante il viaggio ti costruirai la tua spada, e ti addestrerai anche a usare la Forza, tutto sotto la mia guida. Adesso sali a bordo Koi-Jon –
Salii sulla nave e il mio Maestro salì dopo di me. Mi guardai intorno, all’interno la nave era bianca,  il corridoio era perfettamente pulito e su di esso si affacciavano cinque porte. Quattro ai lati, due per ogni lato del corridoio, e una in fondo. Quella dava sulla cabina di pilotaggio,  come intuii io sentendo una presenza dietro quella porta. Mi rivolsi al mio Maestro: – Maestro abbiamo un pilota, vero? –
Obi-Wan mi guardò e mi chiese: –  Come fai a dirlo, mio giovane apprendista? –
– Percepisco una presenza nell’altra stanza, ma la Forza in lui è troppo debole per essere un Jedi –.
Il mio Maestro mi fissò stupito per alcuni secondi, poi riuscì a rivolgersi di nuovo a me:– Complimenti,  sono veramente pochi i Padawan della tua età che riescono a percepire la presenza di altri individui. Comunque il nostro pilota è un Wookie, cerca di non infastidirlo. Vieni Koi-Jon, è il momento di tagliare i capelli –.
Naturalmente sapevo che si riferiva al momento di tagliare i capelli per la mia iniziazione da Padawan, da quel momento e fino a quando a quando non diventerò Cavaliere Jedi porto il taglio da Padawan, codino con capelli corti e una treccia sulla spalla.
Mi portò in una stanza della nave e li mi radunò un po’ di capelli in un codino per poi tagliarmeli corti in cima alla testa, e poi mi fece una sottilissima treccia che iniziava dietro l’orecchio destro. La treccia mi arrivava a malapena sotto l’orecchio,  adesso mi arriva a circa dieci centimetri sotto la spalla.
Tutto il resto della giornata lo impiegai a costruire la mia spada laser sotto la guida del mio Maestro, costruendo la mia spada a somiglianza della sua. La sera finalmente la spada fu pronta e il mio Maestro mi disse: – È ora che tu vada a riposare,  arriveremo a Naboo nel tardo pomeriggio di domani. Domani ci eserciteremo nell’uso della Forza –. Uscii dalla stanza e andai in quella dove sapevo c’erano due cuccette. Mi tolsi il mantello e gli stivali e mi infilai nella cuccetta più bassa e ben presto mi addormentai. Mi svegliai sussultando, non so quanto tempo dopo, mi accorsi che il mio Maestro era in piedi al centro della stanza. Si girò verso di me e mi rivolse un sorriso affettuoso e con un sussurro mi disse: – Mi spiace averti svegliato Koi-Jon. Cerca di dormire, domani sarà una giornata faticosa – mi accarezzò la testa sussurrando:
– Buonanotte mio giovane Padawan – di lì a poco crollai di nuovo addormentato. Quando mi alzai la mattina la stanza, a parte me era vuota. Il letto del mio Maestro era in ordine e quindi lui si era già alzato. Misi in ordine il mio letto, come ero abituato a fare al Tempio. Mi sedetti sul letto e iniziai un breve esercizio di meditazione, anche quella era un abitudine che avevo acquisito nei sette anni passati al Tempio come Youngling. Mi rilassai, chiusi gli occhi e svuotai la mente, cosa che già allora facevo con una certa velocità, e iniziai a meditare cercando di percepire il flusso di energia della vita intorno a me e la Forza che mi circondava. Riuscivo a percepire la presenza del pilota e di Obi-Wan, il mio Maestro era in cabina di pilotaggio. Continuai a concentrarmi e a meditare, ormai ero nella fase in cui riuscivo a sentire il flusso vitale e la Forza presente in tutto l’ambiente intorno a me, quello è il momento della meditazione che preferisco, mi sento veramente parte del mondo che mi circonda. In quel momento Obi-Wan entrò nella stanza. Io aprii gli occhi e mi misi in piedi, il mio Maestro mi sorrise e disse: – Ero venuto a svegliarti, ma vedo che hai già iniziato pure gli esercizi. Stavi meditando? –
– Si, Maestro. È un’abitudine che ho acquisito nei sette anni passati al Tempio. Medito tutte le mattine –
– Bravo Koi-Jon, sono felice che tu abbia già questa abitudine. Sei stato sette anni al Tempio? Hai iniziato il tuo addestramento da Youngling molto giovane. Mi spiace aver interrotto la tua meditazione, possiamo però meditare insieme adesso –.
Io sorrisi a mia volta e dissi:– Con piacere Maestro –. Obi-Wan si sedette per  terra e io lo imitai. Poi si rivolse a me con il suo primo insegnamento:– Non limitarti a percepire il flusso vitale e la Forza intorno a te, ma sentiti parte di essi, sei parte dell’Universo e come tale devi sentirti. In te la Forza è presente, sei un Jedi, sei legato ad Essa. Concentrati ed entra nel flusso vitale e nella Forza – io annuii in silenzio colpito dalle parole del mio Maestro, quell’insegnamento cambiò il mio modo di meditare, divenne più completo e appagante. Il mio Maestro disse ancora:– Mediteremo per un’ora circa poi andremo in un’altra stanza dove ho già predisposto il necessario per il tuo addestramento –. Poi chiuse gli occhi ed io chiusi i miei e iniziammo a meditare. Arrivai ben presto a sentire il flusso vitale e la Forza presenti in tutto l’ambiente intorno a me. Sentivo che Obi-Wan era in uno stato di meditazione profondissima ed era come se un campo di energia partisse direttamente da lui. Rimasi concentrato per  tutta l’ora successiva finché non sentii la voce di
Obi-Wan chiamarmi:– Koi-Jon, abbiamo finito Koi-Jon –, io riaprii gli occhi, mi alzai guardai il mio Maestro: – Bravo Koi-Jon, sei riuscito a mantenere la concentrazione per tutto il tempo. Adesso preparati, ti aspetto di là –, detto questo uscì dalla stanza. Mi misi gli stivali e infilai il mio ampio mantello marrone, il cappuccio abbassato e le maniche che mi coprivano quasi completamente le mani. Stavo uscendo quando mi ricordai della spada laser, mi girai, la presi e me la legai alla cintura per poi uscire.
Nella stanza dove si trovava il mio Maestro c’era soltanto un tavolo con una serie di oggetti sopra, erano in ordine di grandezza. Rimasi in piedi con le braccia infilate nella manica opposta incrociate sul petto.
Obi-Wan iniziò a parlare:– Voglio capire quali sono le tue potenzialità e capacità, giovane Padawan. Dovrai sollevare con l’uso della Forza gli oggetti presenti sul tavolo, partendo dal più piccolo. Inizia pure quando sei pronto, mio giovane apprendista –.

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Capitolo 2
*** Primi insegnamenti ***


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Sul tavolo c’erano sette oggetti, dal primo grosso quanto un acino d’uva, all’ultimo che vantava la grandezza di un’anguria. Misi le braccia lungo i fianchi e ripensai a uno degli insegnamenti del Gran Maestro Yoda di quando ero piccolo, piccolo anche per essere uno Youngling, “La grandezza non conta”. Alzai il braccio destro fino a metterlo parallelo al terreno, aprii la mano e mi concentrai sull’oggetto più piccolo e sulla Forza presente in esso. Chiusi gli occhi e mi concentrai sulla Forza presente in me, riaprii gli occhi e concentrandomi sul collegamento presente tra me e l’oggetto dovuto alla Forza riuscii a sollevarlo. Feci così anche con l’oggetto successivo e con il terzo che era poco più grande del mio pugno. Il quarto era grosso quanto due arance e riuscii a sollevarlo solo dopo parecchi minuti passati a concentrarmi, e quando finalmente lo riappoggiai sul tavolo crollai a terra stravolto. Ero sudato, talmente sudato che i vestiti mi si erano appiccicati addosso. I capelli erano talmente bagnati da gocciolare. Rimasi seduto a terra e guardai il mio Maestro. Quando finalmente ripresi la respirazione normale dissi:– Maestro, non riesco ad andare avanti. Mi spiace, va oltre le mie capacità… –.
Il mio Maestro mi interruppe: – Non darti dei limiti da solo, tu puoi arrivare fin dove la Forza ti conduce. È la Forza a darti dei limiti, non tu. Tiello bene a mente, mio giovane Padawan. Vedrai che in breve tempo ci riuscirai. Sei molto giovane e molto hai da imparare –.
Io rimasi un momento a riflettere sulle parole di Obi-Wan e poi gli chiesi: – Maestro, che cosa significa “La grandezza non conta”? È una cosa che mi ha detto il Maestro Yoda quando ero molto piccolo –.
Il mio Maestro si alzò in piedi e iniziò a parlarmi:– Vedi, Koi-Jon, la grandezza non conta affatto, ma conta quanta Forza è presente nel corpo stesso. Prova a vedere la Forza come un campo di energia emesso da ogni corpo ed essere vivente. Guarda il Maestro Yoda, è piccolo, ma è il più grande Jedi vivente. Per sollevare oggetti più grossi non devi “usare” più Forza, ma sentire la Forza presente intorno a te e concentrarti su Essa. Devi solo imparare a entrare completamente in contatto con la Forza, e so che ci riuscirai. Sei giovane, ma la Forza è possente in te. Con il tempo e l’addestramento ce la farai, ma non dire o pensare mai di non farcela, se lo pensi non ce la farai. Hai un lungo cammino davanti mio giovane Padawan –
– Maestro, quindi le mie capacità dipendono dalla Forza che è in me? –
– In parte, ma dipendono soprattutto dalla tua capacità di metterti in contatto con la Forza. Devi imparare a dominare le tue emozioni, specialmente la paura. La paura porta all’odio e l’odio al Lato Oscuro della Forza. Non devi mai avvicinarti al Lato Oscuro Koi-Jon, perché altrimenti ti dominerà per sempre. Il Lato Oscuro può sembrare più potente, ma non è così, è solo più facile e veloce. Sta' sempre in guardia e non cadere mai nell’Oscurità. Sei ancora un bambino, e per adesso non verrai tentato, ma quando sarai più grande correrai il rischio. Impara già da adesso a dominare e a controllare le tue emozioni, specialmente la paura, Koi-Jon. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Attento alla paura mio giovane apprendista –.
Mi alzai in piedi e, reclinando leggermente il capo in segno di rispetto, dissi:– Sì, Maestro. È per questo che ai Jedi è proibito avere legami affettivi? –
– Sì, Koi-Jon, se ti affezioni a qualcuno hai paura di perderlo, e quella paura non la puoi controllare. È una paura profonda che non ti puoi togliere. Tu ti ricordi la tua famiglia? –.
Io scossi il capo in segno di diniego e aggiunsi: – Sono stato portato al Tempio che avevo tre anni, ricordo solo di avere un fratello e il giorno in cui il Maestro Jedi mi era venuto a prendere. Non so neanche dove sono nato, i primi veri ricordi che ho sono legati al Tempio, sono i Jedi la mia famiglia –.
Obi-Wan andò avanti:– Tu hai un vantaggio: non hai paura di perdere la tua famiglia. Ma ricorda i Jedi possono, anzi devono, provare emozioni, anche l’affetto, ma devono saperle controllare. Prendi un Padawan e il suo Maestro, tra loro si crea con il passare del tempo un legame profondo di affetto e comprensione. Nessuno chiede ai Jedi di non provare emozioni, saremmo dei mostri altrimenti, è richiesto però il controllo. Ricorda il Codice Jedi, Koi-Jon, anzi dimmelo –.
Io lo richiamai alla memoria, l’avevo imparato poco tempo dopo essere entrato al Tempio come Youngling, e recitai:– Non c’è emozione, c’è pace. Non c’è ignoranza, c’è conoscenza. Non c’è passione, c’è serenità. Non c’è caos, c’è armonia. Non c’è morte, c’è Forza –.
Obi-Wan sorrise e mi mise una mano tra i capelli e li arruffò:– Bravo piccolo Padawan,  ricordalo sempre. Soprattutto il primo punto, “Non c’è emozione, c’è pace”. Questo non significa che non dobbiamo provare emozioni, ma che dobbiamo imparare a controllarle, solo così raggiungeremo la pace in noi stessi e riusciremo a controllare la Forza. Per adesso abbiamo finito, fra poco raggiungeremo Naboo. Preparati a sbarcare –.
Mezz’ora dopo eravamo atterrati poco distanti dal palazzo della regina di Naboo. Obi-Wan scese dalla nave e si diresse con passo sicuro verso il palazzo. Io lo seguivo a ruota cercando di rimanergli accanto. Le guardie del palazzo ci fecero entrare senza chiedere nulla, avevano notato il nostro abbigliamento e le nostre spade da Jedi. Il mio Maestro si muoveva con passo sicuro dentro al palazzo come se già lo conoscesse, e io non potei trattenermi dal domandare:– Maestro, sei già stato qui?–
– Molto tempo fa, Koi-Jon, ero ancora un Padawan –                                         
– Maestro quanto è durato il tuo apprendistato? Se posso chiedere –.
Continuando a camminare Obi-Wan mi rispose:– Tredici anni, Koi-Jon, senza contare gli anni da Youngling. Quelli sono stati otto più o meno –. Non chiesi nient’altro, ma iniziai a guardarmi intorno incuriosito. In fondo fino a quel momento il mio mondo si era limitato al Tempio, non conoscevo altro, neanche il mio pianeta natale e non potevo neanche chiedere a qualcuno di intuirlo dall’accento, visto che avevo acquisito l’accento di Coruscant. 
Il soffitto era alto sostenuto da massicce colonne arancio scuro, il pavimento era piastrellato di blu e bianco. Tutto era enorme e non capivo il perché, in fondo lì dentro ci viveva solo la regina e la sua servitù. Lo domandai ad Obi-Wan:– Maestro, perché tutto è così grosso? Qui ci vivono poche persone. Il palazzo è grande quasi quanto il Tempio Jedi però nel Tempio ci vivono centinaia di persone –
– Vedi, mio piccolo Padawan, i politici amano circondarsi di grandezza per ostentare il loro potere. E solitamente non sono mai del tutto onesti, se non completamente disonesti, e tendono troppo spesso a fare i loro interessi. Tiello a mente –.

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Capitolo 3
*** Discussioni ***


Eravamo arrivati davanti a una porta protetta da due guardie. Le guardie fecero cenno di fermarci, ci fermammo e Obi-Wan mi mise una mano sulla spalla e disse:– Sono il Cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi, e questo è il mio Padawan Koi-Jon Talker. Siamo stati mandati dal Consiglio dei Jedi per sistemare delle questioni con la regina. Siamo attesi –, notai subito che il mio Maestro aveva parlato al plurale e mi aveva reso orgoglioso. Una delle due guardie, dalla pelle scura e di corporatura possente, disse:– Attendete –. Aprì la porta ed entrò nella sala.  Noi rimanemmo fuori un paio di minuti. La guardia rimasta mi fissava con uno sguardo penetrante. Era di corporatura molto più esile rispetto all’altra guardia ed era di pelle chiara,  aveva i capelli castano chiaro e gli occhi blu. Sembrava che mi stesse analizzando come se gli ricordassi qualcuno. Io sostenni lo sguardo tutto il tempo, finché l’altra guardia non tornò e ci disse:– Potete entrare, la regina vi attende –. Aprì la porta e io seguii il mio Maestro all’interno. La regina era seduta su un trono dietro un lunghissimo e larghissimo tavolo. Anche quella stanza era adattata alle misure del palazzo, nonostante ci fosse solo la regina all’interno. Il mio Maestro chinò il capo e io lo imitai. La regina portava un’elaborata pettinatura con dei gioielli incastonati. Indossava un’elaborata veste di broccato verde, stretta in vita da una larga banda di tessuto bordeaux. I suoi tratti erano delicati e pareva molto giovane. Parlò, la sua voce era chiara e dolce, – Benvenuto Maestro Kenobi, e benvenuto a te piccolo Talker –.
Il mio Maestro rispose educatamente:– Grazie regina Jamillia, ti ringrazio anche da parte del mio apprendista –.
La regina continuò:– Noi dobbiamo parlare di politica, Maestro Kenobi, il piccolo Talker si potrebbe annoiare, è un bambino, se vuole può girare liberamente per il palazzo – io rimasi impassibile e guardai il mio Maestro. Lui disse, mettendomi di nuovo una mano sulla spalla, – Koi-Jon non è solo un bambino, è un Padawan ed è il mio apprendista. È bene che impari già da adesso come funziona la politica, per non cadere in inganno quando sarà più grande e dovrà districarsi da solo nella ragnatela della politica – la regina colse tutti i commenti negativi sulla politica che il mio Maestro aveva nascosto, o detto apertamente, nel suo discorso e assunse un’aria un po’ scocciata e ci indicò, a quel punto, due poltrone. Io aspettai che il mio Maestro si fosse seduto prima di sedermi anch’io di fianco a lui. Infilai le braccia nella manica opposta e le tenni incrociate sul petto. Obi-Wan incrociò le braccia al mio stesso modo e appoggiò la caviglia sinistra sul ginocchio destro. Poi iniziò a parlare:– Il Consiglio mi ha mandato qui per sistemare un problema creato dal vostro Senatore. Come ben saprete il primogenito del Senatore Kordius è un Jedi che ha da poco finito l’addestramento ed è stato nominato Cavaliere Jedi. Essendo Cavaliere da appena due mesi, non ha ancora preso un Padawan sotto la sua custodia. E il vostro Senatore sta allungando troppo le mani, sta cercando di far entrare suo figlio nel Consiglio Jedi, e solo i membri del Consiglio scelgono i Jedi che ne fanno parte –.
La regina a quel punto si intromise:– Sono sicura che il Senatore vuole solo che suo figlio abbia successo, tutto qui. Sono convinta che è mosso solo da buone intenzioni –
– I Jedi sono Cavalieri votati alla protezione della pace, della libertà e della democrazia, ma non sono politici. I Jedi stanno fuori dalla politica e i politici stiano fuori dagli affari Jedi. È Cavaliere da due mesi, non può essere Maestro, ma se entra nel Consiglio lo sarà, e sarebbe controproducente –
– Capisco, ma non posso dire nulla al Senatore. Suo figlio gli è stato portato via quando aveva cinque anni e lui è andato a Coruscant per seguirne la crescita e vuole aiutarlo… –.
Il mio Maestro iniziò a scaldarsi:– Se ogni genitore venisse a Coruscant per seguire la crescita del figlio Jedi sarebbe una catastrofe. Guardi il mio Padawan, è stato portato via dai suoi genitori all’età di tre anni, non sa nemmeno dov’è nato, siamo noi Jedi la sua famiglia. A un Jedi l’attaccamento è proibito, Sier Kordius non può affezionarsi al padre. L’accesso alla carica di Maestro, così giovane e grazie al padre, non può che farlo affezionare. Deve fare qualcosa o saremo costretti a bandire dall’Ordine Sier Kordius, un Jedi molto promettente –.
La regina rimase in silenziò e poi si alzò e iniziò a parlare:– Le vostre regole sono crudeli, strappare bambini alle famiglie e obbligarli a diventare Jedi. Non avete mai pensato che è per questo che nel passato molti hanno ceduto al Lato Oscuro, che voi Jedi avete troppe regole e ben poca umanità? –.
Io mi alzai arrabbiato e cercando di non urlare contro la regina dissi:– Lei non fa parte dell’Ordine dei Jedi e non può sapere cosa significa farne parte. Io non rimpiango il fatto di non sapere chi sono i miei genitori e mio fratello. Negli anni passati al Tempio Jedi ho solo provato gioia e felicità, e orgoglio quando il mio Maestro mi ha scelto fra gli altri Youngling. L’unica mia ambizione è quella di rendere fiero il mio Maestro, nient’altro. Noi Jedi siamo più umani di molti di voi politici e non appartenenti all’Ordine, siamo votati a proteggere i deboli e la libertà. Se questo non è umano, mi dica lei che cos’è –.
Il mio Maestro mi richiamò con voce dura e severa:– Koi-Jon siediti e calmati. Cosa ti ho detto sulla nave? Devi controllare le tue emozioni. Anche la rabbia porta al Lato Oscuro. Hai molto da imparare mio troppo giovane Padawan –.
Io abbassai la testa imbarazzato, avevo deluso il mio Maestro, e solo dopo due giorni che ero con lui. Il tono della sua voce mi aveva colpito duramente, capii che avevo fatto una cosa che secondo lui non avrei mai dovuto fare. Riuscii a mormorare:– Perdonami Maestro, sono stato uno sciocco. So di avere molto da imparare, e mi impegnerò di più. Chiedo scusa, Maestro –. In quelle parole avevo messo tutti i miei sentimenti, il mio imbarazzo e la mia vergogna per averlo deluso. Mi sedetti a testa bassa e mi misi a riflettere sul rimprovero del Maestro, non ascoltai più la regina e Obi-Wan discutere, ero immerso nei miei pensieri.
Dopo due ore il mio Maestro si alzò e io riportai l’attenzione sulla discussione. La regina stava dicendo:
– … il Senatore verrà informato –.
Obi-Wan rispose:– Grazie maestà. La ringrazio anche per l’ospitalità, saremo felici di riposare qui per ripartire domattina – poi rivolgendosi a me disse, con un tono solo un poco più morbido di prima, ma sempre severo:– Koi-Jon vieni. Andiamo nelle stanze che ci ha fatto preparare la regina, lì farai esercizi di meditazione e rifletterai. Chiaro? –.
Io in tono sommesso, e sempre a testa bassa, risposi:– Sì, Maestro –. Uscimmo dalla sala e appena fuori un servitore ci condusse nelle nostre stanze. Io entrai nella mia. Era dieci volte più grande di quella che avevo al Tempio. Un letto a due piazze troneggiava al centro della stanza. Delle coperte blu notte coprivano il letto e cinque soffici cuscini erano appoggiati alla testiera. Tappeti spessi e suntuosi coprivano il pavimento. Un lampadario di cristallo pendeva dal soffitto. Io rimasi stupito dal lusso sfrenato di quella stanza, abituato com’ero alla semplicità e all’essenzialità del Tempio Jedi.
Mi tolsi il mio ampio mantello marrone e lo appoggiai su quel letto enorme. Mi misi, poi, seduto a gambe incrociate su uno dei tappeti che coprivano il pavimento. Stavo per iniziare la meditazione quando sentii bussare alla porta. Dissi:– Avanti –, la porta si aprì ed entrò il mio Maestro. Mi alzai in piedi e abbassando il capo dissi con voce sommessa:– Maestro –.
Lui mi disse:– Vedo che stavi per iniziare la meditazione. Bravo. Koi-Jon avverto che ti spiace sinceramente per quello che è successo con la regina. Non mi hai deluso, sei giovane e sei Padawan da appena due giorni. Devi solo imparare, ed è normale, anch’io ho ancora molto da imparare e molto imparerò da te. Quando ti sei alzato hai ceduto alla rabbia, ma anche all’istinto. Non devi cedere alle emozioni, ma fidati del tuo istinto e delle tue sensazioni. Il tuo istinto ti guiderà in combattimento, devi imparare a fidarti del tuo istinto – io sorrisi, ero sollevato, non avevo deluso Obi-Wan e questo era quello che più contava. Poi felice dissi:– Sì, Maestro. Imparerò a controllare le miei emozioni. Mi impegnerò –.
Obi-Wan sorrise e, dopo avermi scompigliato i capelli con una mano, affermò:– Sono stato troppo duro con te prima. Dimentica gli esercizi. Mettiti il mantello che usciamo – io sorrisi presi il mio mantello e lo indossai poi seguii il mio Maestro fuori dalla stanza. 
Uscimmo nel parco del palazzo. Il sole stava tramontando e camminando tra gli alberi potevamo ammirare degli splendidi giochi di luce attraverso le fronde. Io camminavo tenendo le braccia incrociate, come al solito, dentro le maniche. Il mio Maestro camminava di fianco a me, avanzava piano così da non costringermi a trotterellare per stargli dietro. Lui iniziò a parlare:– Prima ti ho detto che devi fidarti del tuo istinto e adesso intendo spiegarti come. Devi percepire, non vedere. Se percepisci i tuoi riflessi saranno molto più pronti, saprai da dove arriveranno i colpi e dove saranno gli ostacoli. Possiamo provare se te la senti, altrimenti aspetteremo di essere al Tempio per dedicarci a questa parte. Il viaggio di ritorno sarà più breve, all’andata siamo andati più piano per mio ordine. Volevo iniziare a capire come sei e a che punto sono le tue conoscenze. Ma devo dire che avendo iniziato più o meno un anno prima della normale età hai un leggero vantaggio rispetto ai tuoi coetanei. Hai già sette anni di addestramento alle spalle e probabilmente diventerai Cavaliere molto giovane, ma non più di tanto, e io sono sicuro che mi renderai molto fiero. Sei vivace e allegro come un bambino deve essere, ma anche molto sveglio e saggio per la tua età. Non ho scelto il mio Padawan a caso, Koi-Jon –. Io sorrise orgoglioso. Ero felice e il rimprovero di Obi-Wan mi sembrava lontano milioni di anni. Pieno di gioia dissi semplicemente:– Grazie, Maestro –, non ricordavo nella mia vita un momento altrettanto felice. Non riuscii a trattenermi e chiesi:– Perché hai scelto me, Maestro? –.
Obi-Wan si fermò e si girò verso di me, poi fletté un ginocchio e lo appoggiò a terra in modo da avere il suo volto all’altezza del mio. Mi appoggiò una mano sulla spalla e mi disse:– Ci sono stati tre motivi principali, oltre a quelli che ti ho citato un attimo fa. Il primo è perché quando ti ho visto combattere, al Tempio, non stavi cercando di far una bella impressione sui Cavalieri lì presenti, ma combattevi per migliorare te stesso e imparare. Secondo: ho percepito la tua determinazione e la tua voglia di imparare e di proseguire nell’addestramento Jedi. E per ultimo ho avvertito la Forza presente in te, ma i veri motivi per cui ti ho scelto come Padawan sono i primi due, piccolo Koi-Jon –. Io sorrisi di nuovo, e credo di essere pure leggermente arrossito quella volta. Lui si rialzò e disse:– Si è fatto tardi, rientriamo. Domani partiremo molto presto –.
Una volta tornato nella mia stanza trovai la cena su un vassoio d’argento appoggiato sul mio comodino. La cena consisteva in carne, degli strani frutti e una crema salata non meglio identificata. Mi tolsi il mantello e lo appoggiai sul letto, poi mi tolsi la spada dalla cintura e la appoggiai sul mantello. Mi sedetti sul letto e consumai la cena. Quando finii mi alzai, mi tolsi la cintura e slegai la fascia che mi teneva chiusa la giacca bianca, tolsi la giacca e appoggiai tutto, tranne gli stivali, da un lato del letto. Mi infilai nella metà restante e mi addormentai quasi subito.

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Capitolo 4
*** Nuova missione e allenamenti ***


Mi svegliai quando qualcuno bussò alla porta, subito dopo sentii la voce del mio Maestro dire:– Koi-Jon preparati, fra mezz’ora partiamo –. Mi alzai di corsa e iniziai a vestirmi, in cinque minuti fui pronto e uscii. Obi-Wan era fuori ad aspettarmi e disse:– Ben svegliato Koi-Jon! Niente esercizi stamattina. Partiamo subito. Avremo tutto il tempo al Tempio, se tutto va come deve andare ce ne staremo al Tempio qualche mese. Vieni adesso –.
Andammo alla nave, la regina era lì ad aspettarci. Obi-Wan chinò leggermente il capo e io chinai il mio. Poi tenendo lo sguardo basso feci un passo avanti e in tono sommesso dissi:– Maestà, voglio chiederle perdono per quel che è successo ieri. Ho ceduto alla rabbia e non sono stato padrone di me stesso. Spero che non serberà rancore, perché sono sinceramente dispiaciuto –.
La regina sorrise e mi rispose:– Parli come un adulto, ma sei solo un bambino. Ieri hai reagito come un bambino ed è normale, non devi dimenticare che hai dieci anni Koi-Jon. Non serbo rancore e spero che ci rivedremo –.
A questo punto la guardai in faccia e dissi in tono cortese:– Le sono grato. Ha detto che non devo dimenticare che ho dieci anni, ma non devo nemmeno dimenticare che sono un Jedi. Spero che ci rivedremo, regina Jamillia –. Obi-Wan mi mise una mano sulla spalla e mi condusse a bordo.
Arrivammo a Coruscant nel pomeriggio e il mio Maestro mi disse:– Ti è stata assegnata una nuova stanza nella parte del Tempio dove ci sono le stanze degli altri Padawans, sullo stesso piano ci sono anche le camere dei Cavalieri Jedi. Ti troverai bene, c’è una magnifica vista su Coruscant da quelle stanze –. Io sorrisi , un po’ eccitato all’idea di cambiare stanza, ero veramente un bambino, e chiesi:– Maestro quando posso andare a vederla? –.
Lui mi spettinò con una mano e rispose:– Subito, vieni che ti ci porto –.
Salimmo di alcuni piani e giungemmo in un corridoio, procedemmo quasi fino al fondo e ci fermammo davanti alla terz’ultima porta sulla sinistra. Chiesi a Obi-Wan:– Maestro, ma qua ci sono le stanze di tutti i Padawans? –
– No, Koi-Jon, le atre sono sull’altra parte del piano, qua vicino. Per venire nella mia stanza invece devi tornare indietro fino a che non incroci un altro corridoio e lì vai a destra, la terza porta sulla destra è la mia stanza. Adesso entriamo –, detto questo aprì la porta. La stanza è appena più grossa di quella che avevo da Youngling. All’interno ci sono soltanto un letto, uno scaffale e un piccolo armadio, ma la cosa veramente bella è la parete di fronte alla porta. Se parete si può chiamare. È un'enorme vetrata alta fino al soffitto e lunga quanto la stanza. Io rimasi a bocca aperta, quella stanza è meravigliosa. Mi avvicinai alla vetrata e osservai fuori. Potevo vedere la luce inondare Coruscant e vedere i riflessi sui palazzi. Potevo anche vedere le cupole del Tempio sottostanti. Riuscii solamente a sussurrare:– Meraviglioso –.
Obi-Wan era dietro di me e mi mise di nuovo una mano sulla spalla e disse:– Sono contento che ti piaccia, sarà la tua casa per un po’ di anni –.
 
Rimanemmo al Tempio per tre mesi. Io continuavo il mio addestramento sotto la guida del mio Maestro, al mattino esercizi di meditazione, dopo utilizzo della Forza e al pomeriggio combattimento. Le giornate si susseguivano tranquille, una dopo l’altra, fino al giorno in cui il mio Maestro venne convocato dal Consiglio.
Entrammo nella Sala del Consiglio un mattino di un giorno assolato e caldo. I Dodici erano seduti nelle loro poltrone. Obi-Wan fletté un ginocchio a terra e io subito dopo di lui. Il Gran Maestro Yoda disse:– Obi e Koi-Jon convocati da noi siete stati. Una missione importante affidarvi dobbiamo. Ora ascoltate – e con una mano fece cenno di alzarci. Rimanemmo in piedi ad ascoltarli, io con le braccia incrociate dentro le maniche, un’abitudine che mai riuscirò a togliermi e mi piace così. Il mio Maestro teneva le braccia incrociate al mio stesso modo. Io ero alla sua destra, leggermente spostato indietro. Mace Windu iniziò a parlare:– Sul pianeta Socorro si è scatenata una ribellione. Jeir Kah, un cacciatore di taglie del luogo ha organizzato un colpo di stato ingaggiando dei criminali. La tensione si è fatta troppo alta e se aspettiamo ancora un poco riusciranno a prendere il potere. Dovete andare là e appoggiare il governatore di Socorro in modo da fermare questa rivolta. Se andrà avanti porterà morte e distruggerà la pace che noi e la Repubblica cerchiamo di mantenere – Obi-Wan rimase un momento in silenzio poi iniziò a parlare:– Siete sicuri che il mio Padawan sia pronto? È vero che ha iniziato il suo addestramento a tre anni, ma è Padawan da soli tre mesi. Non vorrei mettere in pericolo Koi-Jon –.
Yoda guardò negli occhi il mio Maestro e poi guardò me e iniziò a parlare:– Il piccolo Padawan pronto è. Da questa missione e da te molto imparerà. Koi-Jon con te domani partirà – io mi sentii fiero e posai lo sguardo su Obi-Wan, lui aveva un mezzo sorriso sulle labbra e mi guardò per un secondo poi mi fece l’occhiolino, si rivolse ai membri del Consiglio e disse:– Perfetto, allora partiremo domani. A quale piattaforma di lancio? –Maestro Windu rispose:– Alla piattaforma di lancio B, all’alba. Che la Forza sia con voi! –. Obi-Wan accennò un inchino e io lo imitai, poi ci voltammo e uscimmo dalla Sala del Consiglio.
Obi-Wan si rivolse a me dicendo:– Io devo organizzare alcune cose, per il resto della mattinata sei libero. Va’ pure a divertirti con gli altri Padawans. Se trovi qualcuno che ne abbia voglia esercitati con la spada, ho paura che la dovrai usare in combattimento molto presto –.
Io esclamai:– Evviva! – il mio Maestro mi guardò storto e io mi ricomposi e dissi:– Sì, Maestro. Sono felice di potermi esercitare con gli altri Padawans…–
Obi scosse il capo divertito e mi disse:– Dai, vai, corri e divertiti –.
Io saltellai sul posto un paio di volte e poi dissi:– Grazie Maestro – e corsi via. Mi recai in quella che viene chiamata “Palestra Padawan”, perché tutti i Padawan che non si stanno addestrando con i loro Maestri e non sono impegnati altrimenti si recano lì. È una grande sala nella parte nord del Tempio dove all’interno c’è tutto il necessario per addestrarsi. Entrai, all’interno c’erano una ventina di Padawans. Un paio avevano la mia età anche se, come notai dalle loro trecce, erano Padawan da meno tempo di me. Cinque si aggiravano intorno ai dodici o tredici anni. Una decina si aggirava intorno ai sedici anni, e n media le loro trecce scendevano di parecchi centimetri sotto la spalla. In un angolo c’era un trio di Padawans più o meno ventenni, le loro trecce scendevano fino alla vita. Stavano parlottando fra loro. Il gruppo di dodicenni e quelli della mia età stavano per iniziare ad addestrarsi con la spada così mi avvicinai a loro e chiesi:– Scusate, posso unirmi a voi? –.
Una Padawan, che aveva più o meno dodici anni, mi disse sorridendo:– Certo! Adesso siamo otto, potremmo fare una specie di torneo – un coro di affermazioni accolse la proposta, poi la Padawan si presentò:– Keira Maharel e tu? –,
– Koi-Jon Talker –.
Lei continuò:– Non ti ho mai visto qua nella Palestra. Sei Padawan da poco? –.
Io le risposi:– Da tre mesi, ma non vengo spesso qua, il mio Maestro mi lascia poco tempo libero – e sorrisi, lei ridacchiò poi mi presentò gli altri, ce n’era uno non umano, ma non riconobbi la razza.
– Loro sono Luke Rahr, Ci’mo Krohor, Lars Palms, Saira Sulion, Gison Liken, Roi-Ba Nova –. Poi, rivolgendosi agli altri ragazzi, chiese:– Chi ha voglia di combattere con Koi-Jon? – quello non umano rispose:– Io –
– Perfetto Ci’mo. Io vado con Luke. Lars e Saira, va bene? E rimangono Gison e Roi-Ba –.
Tutti annuirono e poi chiesi:– Eliminazione diretta? –.
Ci’mo rispose:– Certamente –. Poi impugnò la spada e l’accese, io presi e accesi la mia. Tenni la lama blu, come quella del mio Maestro, davanti a me. Mi preparai a combattere, guardavo Ci’mo negli occhi. Lui attaccò con un colpo laterale, io parai e contrattaccai dall’alto. Ci muovevamo veloci, non veloci come Jedi o Padawan anziani, ma più veloci di persone non sensibili alla Forza. Attaccavamo e paravamo in continuazione i colpi, ci muovevamo in tutta la palestra, gli sguardi fissi negli occhi dell’avversario. Continuammo così per alcuni minuti fino a quando riuscii a disarmare Ci’mo con un movimento circolare del polso. Spensi la spada e dissi rivolgendomi a Ci’mo:– Bel combattimento –.
Lui rispose con un tono leggermente scocciato:– Grazie, combatti bene –. Io sorrisi e mi spostai su un lato della palestra appoggiandomi al muro per osservare i combattenti successivi. Keira e Luke si misero uno di fronte all’altro al centro della palestra. Accesero le spade, entrambe avevano la lama verde. Si osservarono per qualche secondo poi Luke attaccò.
Si muovevano veloci e agili, saltavano per schivare i colpi o gli paravano, scattavano da un lato all’altro cercando di disarmare l’avversario. Mi ricordo che pensai che mai avrei potuto competere con loro, con nessuno dei due, erano bene addestrati e si muovevano bene. Piedi veloci e scattanti, scintille ogni volta che le lame cozzavano, due Padawan che combattevano, questo era lo spettacolo che avevamo davanti agli occhi. A un certo punto Keira scartò di lato e riuscì a disarmare Luke. Lui sorrise e disse:
– Complimenti Keira, la prossima volta ti batto io –.
Lei rispose ridendo allegramente:– Certo come no Luke, come sempre – e insieme scoppiarono a ridere battendosi delle pacche sulle spalle.
Lars e Saira finirono in fretta il loro combattimento, molto in fretta, Lars era di molto superiore a Saira e concluse in fretta il combattimento. Gison e Roi-Ba si muovevano in perfetta sincronia, il movimento che faceva uno lo replicava in modo speculare l’altro, era una situazione di stallo. A un certo punto però Gison si abbassò per schivare un colpo e rialzandosi colpì la lama di Roi-Ba lateralmente disarmandolo.
Keira disse:– Koi-Jon tu vai con Gison, e io con Lars. Vi va bene ragazzi?–. Tutti annuimmo e io mi preparai a combattere.
Mi misi in guardia, la lama blu davanti alla faccia, Gison di fronte a me, pronto a battersi. Attaccai per primo con un colpo basso, lui parò e cercò di disarmarmi facendo leva sulla mia lama, mi scansai e colpì lateralmente, lui parò di nuovo e mi attaccò con una serie di colpi e io fui costretto ad arretrare parando colpo su colpo. Ero quasi contro un muro, quando riuscì finalmente a contrattaccare e gli restituii tutti i colpi fino a quando il suo braccio non cedette e si ritrovò con la spada per terra. Sorrisi, raccolsi la sua spada e gliela misi in mano. Lui mi sorrise e disse:– Sei un ottimo spadaccino –.
Io arrossii e non sapendo cosa dire disse solo:– Ho un ottimo Maestro. E anche tu combatti veramente bene –.
Il combattimento fra Keira e Lars, durò poco rispetto al precedente di Keira. Lars era più lento rispetto alla Padawan e Keira riuscì a disarmarlo in pochi colpi.
Keira mi sorrise è disse:– A quanto pare siamo rimasti noi due. Sei pronto? –.
Io annuii e risposi:– Certo –, poi mi preparai.
Prima ancora di capire se mi stava per attaccare dovetti parare un colpo laterale. Cercai di mettere in pratica il più possibile l’insegnamento di Obi: “Devi percepire, non vedere”. Ma Keira era decisamente troppo veloce, non potevo fare altro che cercare di resistere il più a lungo possibile, colpo su colpo. Ma ben presto mi disarmò.
Raccolsi la mia spada e le dissi:– Complimenti, sei molto veloce –.
– Grazie. Non sei male nemmeno tu –. Ci scambiammo una cortese stretta di mano e mi misi la spada di nuovo alla cintura. Stavo per rivolgermi agli altri quando sentii una voce familiare dire a voce alta:– Koi-Jon, vieni – mi girai e vidi che era il mio Maestro, anche se l’avevo già riconosciuto dalla voce. Risposi immediatamente dicendo un veloce:– Arrivo subito, Maestro –. Poi mi voltai di nuovo verso gli altri Padawan e li salutai velocemente, poi corsi verso Obi-Wan.
Uscimmo insieme dalla Palestra Padawan e ci incamminammo verso la sua stanza. Mi chiese:– Come è andata? –
– Bene, Maestro – risposi in tono allegro – Abbiamo fatto una specie di torneo, la Padawan che c’era lì è veramente brava con la spada –
– Bravo hai fatto quello che ti avevo detto. Come sei andato nel vostro piccolo torneo? – chiese lui posando lo sguardo su di me e sorridendo.
– Direi abbastanza bene, Maestro. Ho disarmato i primi due Padawan, ma con Keira, la Padawan che ti dicevo prima, c’è stato poco da fare –
– Hai provato a percepire invece di vedere? – chiese Obi tornando a guardare davanti a sé.
– Certo Maestro, ma riuscivo a malapena a parare i colpi, non riuscivo a fare altro –
– Bravo Koi-Jon, vedo che ti impegni. Visto che stamattina abbiamo solo fatto meditazione e nel combattimento ti sei già esercitato adesso ci applicheremo nell’uso della Forza, nella mia stanza. Alla fine se vuoi potrai tornare alla Palestra Padawan, altrimenti preferirei che tu ti informassi un po’ su Socorro alla biblioteca. Fa cosa preferisci –
Io voltai la testa verso di lui e dissi:– Grazie, Maestro –.

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Capitolo 5
*** Dragasi ***


Volevo ringraziare chi e arrivato a leggere fin qui e chi mi ha lasciato 
le recensioni ovvero, fino adesso, Sylvia Nabierre. Mi fanno molto
piacere le tue recensioni.
Spero che continiuate a leggere, io continuerò a scrivere anche se non avrò più lettori.
Io continuerò a scrivere e non mollerò a metà.
Ho iniziato questa fanfiction senza avere una fine e scrivendo a braccio,
ma adesso ho in mente come questa storia si concluderà.
Continuo a scrivere a braccio, ma adesso so dove andare.
 


Eravamo arrivati davanti alla porta della sua stanza. L’aprì ed entrammo. Come al solito mi tolsi il mantello e lo appoggiai in un angolo della stanza, lui si tolse il suo e lo mise di fianco al mio. Ci sedemmo per terra a gambe incrociate. Obi-Wan disse:– Voglio che tu riesca a spostare i due mantelli sul letto, e successivamente alzerai uno per uno tutti gli oggetti che ci sono sullo scaffale –. Io annuii in silenzio e guardai lo scaffale, c’erano una decina di oggetti. Finii in fretta, anche se gli ultimi due oggetti della mensola, grandi più o meno come due arance mi diedero qualche complicazione.
Alla fine degli esercizi il mio Maestro mi congedò:– Va pure, per oggi abbiamo finito, ti verrò a chiamare domattina per svegliarti –.
Uscii dalla stanza e in un primo momento mi stavo dirigendo alla volta della biblioteca, come avrebbe desiderato il mio Maestro, ma sentii un tremito familiare nella Forza. Cercai di capire da dove proveniva espandendo i miei sensi. Dopo alcuni istanti compresi, dal corridoio sul quale si affacciavano alcune camere di Padawans tra qui la mia. Corsi per raggiungere il prima possibile il corridoio, per non perdere quella sensazione. Sapevo a chi apparteneva quel particolare tremito… era da un po’ che non lo sentivo quel tremito così familiare e così piacevole da percepire. Mi aveva fatto sentire meno solo e più sicuro molte volte negli anni trascorsi lì al Tempio. Arrivai nel corridoio quando una figura alta circa un metro e sessanta coperta da un ampio mantello marrone stava entrando in una delle stanze. Lo riconobbi già da dietro, era impossibile non riconoscerlo, la sua testa da Togruta rossa e bianca e i suoi montral che gli cadevo davanti alle spalle e i tre lekku, le code della testa, che gli arrivavano alla vita. Urlai pieno di gioia:– Dragasi Tyek! Amico mio –.
Lui si voltò e mi guardò per un secondo stupito poi gridò anche lui di gioia:– Koi-Jon Talker! Dannato
amico! –.
Io sorrisi, mi aveva sempre chiamato così, “dannato amico”, forse perché quando eravamo Youngling al Tempio lo facevo sempre finire nei guai inventandomi mille avventure ed esplorazioni. Eravamo stati entrambi addestrati nel Clan dell’Orso, insieme ad altri diciotto bambini, ma nonostante la compagnia di altri diciotto Youngling passavamo tutto il tempo tra noi due. Dissi:– Drag vecchio mio, quanto tempo. Sei diventato un Padawan vedo –.
Lui sorrise e mi rispose:– Anche tu, vedo, dall’orribile pettinatura che sei costretto a portare avendo i capelli mio caro Koi –, ci guardammo un secondo e scoppiammo a ridere poi lui continuò:– Dai entra nella mia stanza, abbiamo tanto da raccontarci –.
Entrammo e ci sedemmo sul letto, io gli toccai apposta uno dei suoi montral, e lui si innervosì subito:
– Piantala, lo sai che non mi piace –
– Lo so, ma era troppo tempo che non lo facevo Drag –
Lui mi guardò storto e disse:– Non sei cambiato vecchio mio. Da quanto sei Padawan? –
– Da tre mesi, quando sono stato scelto non ho avuto il tempo di passare a salutarti, sono partito subito con il mio Maestro. E tu? –
– Io sono stato scelto poco tempo dopo, appena due settimane dopo di te. Non ti avevo più visto al Tempio, così ho immaginato che dovevi essere stato scelto, hai dieci anni, troppo presto per mandarti via in uno dei Corpi secondari. Chi è il tuo Maestro? –
– Obi-Wan Kenobi, è un umano. Il tuo? –
– Atria Karkel, umana. Maestro Kenobi ti ha scelto? Hai avuto fortuna dannato amico –
– Sì – dissi io – Obi-Wan è un ottimo Maestro – rimasi un momento in silenzio poi dissi:– Drag mi sei mancato – e lo abbracciai.
Lui disse imbarazzato:– Mi fai il solletico, mi stai toccando i lekku – e si scrollò per liberarsi dal mio abbraccio.
Io mi staccai ridendo e gli risposi: – Sei l’unico Togruta che soffre il solletico sui lekku – poi gli chiesi:– Hai già fatto qualche missione da quando sei Padawan? –.
Lui scosse la testa e rispose:– No sono stato solo al Tempio, è stato parecchio noioso, ma la mia Maestra è stata convocata dal Consiglio per domattina. Magari ci affidano una missione. E tu?–
– Il giorno che sono stato scelto sono partito subito, ho avuto giusto il tempo di prendere le mie cose dalla mia stanza. Io e il mio Maestro siamo andati a Naboo, il mio Maestro doveva discutere con la regina. Domani partiremo per Socorro, c’è una rivolta in corso portata avanti da un cacciatore di taglie –
– Forte! Però in questo periodo non ti ho visto in giro per il Tempio, Koi. Dannato amico!–
– Obi-Wan mi lascia poco tempo libero, anzi in questo momento dovrei essere o alla Palestra Padawan o in biblioteca –
– Tu in biblioteca Koi? –
– Sì, lo sai che sono un ragazzo studioso – risposi io in tono ironico e scoppiammo a ridere.
Mi sembrò di tornare ai tempi in cui eravamo Youngling, sembravano passati anni, in realtà erano passati appena tre mesi, ma tre mesi senza Drag erano un’eternità quando eravamo bambini, e lo sono tutt’ora.
Drag ha due anni più di me. Quando arrivai al Tempio lui era lì già da un anno. Fui assegnato al Clan dell’Orso dopo un breve test. Lì conobbi Dragasi Tyek, il Togruta che divenne il mio migliore amico. Diventammo subito inseparabili e ne combinavamo una dietro l’altra. Lo considero mio fratello e lui mi considera suo fratello. Non credo che ci siano due amici appartenenti a razze diverse legati quanto io e Drag.
Quando arrivai al Tempio ero disorientato, mi era tutto estraneo e mi ricordo che Drag, proprio come un fratello maggiore, mi aveva aiutato a capire come funzionavano le cose lì al Tempio e dopo appena un mese che ci eravamo conosciuti erano iniziate le nostre bravate, venivamo rimproverati almeno tre o quattro volte alla settimana, ma non combinavamo mai niente di grave. Ogni tanto si sgattaiolava in cucina  a prendere qualcosa da mangiare, oppure si andava in una Sala d’Addestramento e ci si iniziava ad esercitare con le spade d’addestramento del Tempio all’insaputa dei Maestri. Condividevamo tutto, i guai e i successi, i nemici e gli amici, anche il cibo a tavola.
– Dannato amico studioso, ti va di fare una capatina in cucina? Avrei una certa fame –
Sorrisi e risposi:– E poi un po’ di combattimento? –
– Certamente Koi –

Stavamo sgattaiolando lungo il corridoio di servizio che portava alla cucina, i sensi espansi al massimo per riuscire a percepire se arrivava qualcuno. Giungemmo in cucina e lì il vecchio capocuoco, Aran Kinot, ci riconobbe subito:– Dragasi Tyek e Koi-Jon Talker era da un po’ che non vi vedevo nella mia cucina. Ah, ma vedo che siete Padawans adesso, ecco perché eravate spariti! –.
Il vecchio Aran era l’unico cuoco che ci vedeva sempre volentieri, e non diceva mai ai Maestri delle nostre bravate in cucina, anzi ci dava sempre qualche dolce.
Drag disse:– Alla fine hanno scelto anche due disgraziati come noi, Aran. Senti avresti una di quelle meravigliose tartine al Quampunk che solo tu sai fare bene? –.
Aran scoppiò a ridere e si mise le sue manone sul suo enorme pancione e rispose:– Dragasi non sei cambiato per niente. Comunque certo che le ho, e le ho appena sfornate, mio caro Togruta – poi prese due tartine di un arancione acceso, qualsiasi pietanza cucinata con il Quampunk prende quel colore, e ce le porse. Affondammo i denti nella pasta dolce e saporita delle tartine. Erano squisite, come al solito, solo Aran le sapeva fare bene. Quando le finimmo Aran ne prese una terza e la tagliò a metà, poi mise le due metà dentro a due fagottini e disse:– Queste sono per dopo, piccoli scalmanati. Promettete di venirmi a trovare ogni volta che siete al Tempio –.
Noi prendemmo i fagotto e li mettemmo in una piccola sacca appesa alla cintura e rispondemmo all’unisono:– Promesso –.
Aran rise di nuovo in quel suo modo gioviale e disse:– Adesso sparite, prima che qualcuno vi veda, oppure gli Strani Fratelli si beccheranno l’ennesimo rimprovero –.
Strani Fratelli, era il suo modo di chiamarci, nessun altro usava quel soprannome. Usava quel nome perché ci diceva sempre che eravamo fratelli che per qualche strano scherzo del destino appartenevamo a due razze diverse.
Lo salutammo e corremmo via.
 
Poco dopo eravamo in una delle Sale d’Addestramento seduti sul pavimento a mangiare la nostra metà di tartina.
Mentre mangiavamo Drag mi disse:– Usiamo le spade d’addestramento, non le nostre. Almeno non rischiamo di mutilarci a vicenda – e sorrise addentando la tartina.
Io avevo la bocca piena, deglutii e gli risposi:– Concordo, e almeno non dobbiamo fare attenzione – ci guardammo e scoppiammo a ridere. Finite le tartine prendemmo due spade e le attivammo. Le lame blu emisero un bagliore e noi ci preparammo a combattere.
Drag iniziò subito ad attaccare e io parai, mi iniziai a muovere veloce e a parare i suoi colpi. Provò ad attaccarmi di lato, io portai avanti la spalla destra facendo una capriola schivai il colpo e rialzandomi cercai di colpirlo alle gambe. Lui parò il colpo e mi attaccò dall’alto. Io saltai di lato e provai un affondo, Drag schivò facilmente.
Sentii che Drag si stava affidando alla Forza, per lui è sempre stato facile mettersi in contatto con la Forza vivente, abbandonarsi ad Essa. Ha sempre avuto molta fede nella Forza. Quando eravamo piccoli lui aveva molta più fede di me, ma con il passare del tempo la mia fede è aumentata, specialmente dopo quella volta, quella volta che senza la Forza sarei morto. Certo, un Jedi deve essere pronto ad affrontare la morte in qualsiasi momento, ma a dodici anni si è troppo piccoli per essere pronti.
Sapevo che mi avrebbe sconfitto in fretta se non riuscivo ad abbandonarmi alla Forza. Mi concentrai sulla Forza vivente intorno a me, l’avvertivo, possente, in Drag. La Forza era con lui. Continuavo a parare i suoi attacchi cercando di abbandonarmi completamente alla Forza. Ogni tanto riuscivo ad attaccare, ma Drag parava senza sforzo, la Forza lo guidava e gli faceva vedere da dove sarebbero arrivati i colpi. Era in netto vantaggio. Mi attaccò con un colpo diagonale che parai con un leggero ritardo e la lama blu di Drag mi prese di striscio la guancia e odore di carne bruciata invase la stanza. Mi attaccò con tre attacchi veloci e legati uno all’altro, io li parai tutti tranne l’ultimo che mi prese di taglio il polso. Ringraziai che stavamo usando spade d’addestramento, altrimenti avrei detto addio alla mia mano destra.
Finalmente sentii la Forza che mi riempiva, iniziai a vedere i colpi prima che arrivassero effettivamente, sentivo che la Forza era con me e che mi avrebbe guidato, non mi avrebbe mai abbandonato, sarebbe rimasta con me fino alla fine.
Rimasi sulla difensiva, una vecchia tattica Jedi, aspettando in una minima distrazione di Drag per rispondere.
Dopo un paio di minuti mi accorsi che era una situazione di stallo così, concentrandomi sulla Forza,  saltai Drag e con una capriola gli atterrai alle spalle. Lo attaccai, lui si girò, ma gli presi di striscio i lekku.
Adesso tutti e due contavamo sulla Forza e il duello era veloce e rapido. Scattavamo, attaccavamo, paravamo e saltavamo muovendoci per tutta la stanza. Ci colpimmo altre volte. Lui mi prese una spalla e sulla tunica si aprì un taglio. Io gli colpii un braccio con un attacco laterale. Continuammo a combattere, orami eravamo madidi di sudore e pieni di tagli e bruciature.
Proprio mentre Drag stava per fare un affondo nella stanza entrò un Maestro con due Youngling. Sentii la Forza provenire dal Maestro e capii immediatamente che era.
Il rimprovero del Maestro arrivò come una secchiata d’acqua gelida:– Padawans imprudenti siete stati. Più maturi dovete essere. Molto deluso da voi sono, e i vostri Maestri anche lo saranno –.
Disattivammo le spade e ci voltammo verso il Gran Maestro Yoda. Io chinai il capo e dissi dispiaciuto:– Mi spiace Maestro Yoda, avremmo dovuto esercitarci nella Palestra Padawan e non qua senza il permesso dei Maestri. Non succederà più –
– Inutile che lo dici, da Youngling sempre lo facevate, e di non farlo più sempre promettevate. Con i vostri Maestri ora parleremo –.
Noi mettemmo a posto le spade d’addestramento mentre Yoda diceva ai due Youngling che si sarebbero addestrati più tardi, poi ci fece cenno di seguirlo. Uscimmo dalla Sala d’Addestramento.
Ci portò all’interno di una piccola stanza spoglia e ci disse:– Voi qui aspettate – detto questo uscì.
Noi aspettammo nella saletta, eravamo silenziosi e Drag, nonostante fosse sempre ottimista, mormorò:
– Siamo in guai seri questa volta dannato amico – io annuii soltanto. Stavo già immaginando la faccia di
Obi-Wan, lo sguardo deluso e la voce dura e severa Il mio cuore si riempì di angoscia e mi appellai alla Forza “Ti prego aiutami, non posso riuscire a sostenere il peso della vergogna per aver deluso il mio Maestro da solo. Forza sii con me, ti prego “.
Non riuscivo a muovermi tanto ero preoccupato. Rimasi fermo in piedi al centro della stanza con lo sguardo basso. Obi-Wan sarebbe stato arrabbiato, molto, per lui ero alla Palestra Padawan o nella Biblioteca, non certo in giro per il Tempio a combinare guai con un Togruta, con il mio migliore amico.
Dopo una ventina di minuti Yoda rientrò seguito da Obi-Wan e da Atria Karkel, la Maestra di Drag.
Obi-Wan mi guardò, i suoi occhi erano pieni di delusione e già mi rimproveravano prima che lui aprisse bocca. Io abbassai lo sguardo, incapace di guardare un solo istante di più il mio Maestro negli occhi.
Yoda ruppe il silenzio glaciale che c’era in quella stanza dicendo:– Imprudenti i vostri Padawan sono stati.  Soprattutto Koi-Jon, domani con il tuo Maestro tu partirai, bisogno di tutte le tue forze tu avrai. Invece in parte per guarire le userai. Se addestrarvi volevate, chiedere ai Mastri dovevate. Oppure la Palestra Padawan usare –.
Obi-Wan a quel punto disse:– E io cosa ti avevo detto di fare, giovane Padawan? –
Io risposi guardandomi i piedi:– Di andare in Biblioteca o nella Palestra Padawan, Maestro –
– Come mai non eri né nella Biblioteca né nella Palestra?– la voce fredda e severa mi toglieva il coraggio di parlare.
Risposi con un filo di voce:– Avevo sentito la presenza di Dragasi, Maestro. Drag è il mio migliore amico. Sono andato da lui e poi ci siamo comportati come se fossimo ancora Youngling –.
A quel punto la Maestra di Drag, Atria Karkel, disse:– Dragasi ti facevo più maturo. Siamo stati convocati dal consiglio per domani mattina e tu vai a metterti nei guai rischiando, oltretutto, di farti male. Stasera avremo una bella chiacchierata Dragasi – la voce di Maestra Karkel mi sembrò molto più morbida rispetto a quella di Obi-Wan.
Drag chinò la testa e mormorò:– Si, Maestra –.
Obi-Wan si rivolse di nuovo a me:– Koi-Jon adesso vieni. Da te non me l’aspettavo. Mi hai deluso, ti sei comportato da bambino. Hai dieci anni, questo è vero, ma sei un Jedi. Un Jedi che ha intrapreso il cammino di Padawan. Sei un Jedi e un giorno sarai Cavaliere. Spero non succederà mai più una cosa del genere –.
Io riuscii a rispondere con un groppo in gola:– Sì Maestro, non succederà più –.
Drag in quel momento si fece coraggio e disse:– Maestro Kenobi, non è stata colpa di Koi, gliel’ho chiesto io. Non essere duro con lui –.
Io gli fui grato, ma non potevo permettergli di prendersi la colpa al posto mio. Lui aveva proposto la cucina, il combattimento era stata una mia idea. Così dissi:– Maestro, non è stata colpa di Drag. Gli ho proposto io di andare in una Sala d’Addestramento per esercitarci – poi continuai rivolgendomi ad Atria – Maestra Karkel, sono stato io a convincere Drag. Non ci siamo mai detti di no e lui ha fatto come sempre, ha acconsentito. Avrei fatto lo stesso se me l’avesse proposto lui –.
Calò il silenzio. Obi guardava me, Atria guardava Drag. Yoda parlò, dopo aver posato lo sguardo su me e Drag e sui nostri Maestri, – Una grande amicizia tra voi c’è. A vicenda vi difendete, ma la colpa di entrambi è. Adesso i vostri Maestri a voi penseranno – detto questo se ne andò. Obi mi fece cenno di seguirlo e io, dopo un cenno di saluto a Drag, mi incamminai dietro di lui a testa bassa.

 

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Capitolo 6
*** In viaggio ***


Arrivammo davanti alla mia camera. Obi aprì la porta ed entrò e io entrai subito dopo di lui.
– Chiudi la porta – mi disse, io mi girai la chiusi e mi voltai di nuovo. Guardai un momento Obi-Wan negli occhi, ma non riuscii a sostenere lo sguardo, il suo sguardo era duro e severo. Il mio Maestro iniziò a parlare:– Koi-Jon Talker… – fece una lunga pausa e poi ricominciò:– Oggi ti avevo detto di andare o in biblioteca o nella Palestra Padawan, ma non hai fatto nessuna delle due cose. Come posso fidarmi di te se non fai quello che dico? Il rapporto Padawan-Maestro è un rapporto di fiducia reciproca, quando il Maestro e il Padawan si fidano ciecamente l’uno dell’altro inizieranno a pensare in sincronia e a quel punto sarà veramente un rapporto Padawan-Maestro. Tu ti fidi di me, Koi-Jon?–.
Io risposi senza esitazione:– Sì, Maestro –. Ed era la verità, anche se ero da poco tempo il suo Padawan la fiducia che avevo nel mio Maestro era assoluta e cieca.
Adesso, se è possibile, è persino aumentata. Quattro anni fa gli avrei affidato la mia vita, adesso sono anche pronto a morire per lui, anche se non me lo permetterebbe mai.
Lui rispose:– E io ne avevo in te Koi-Jon, fino a che Yoda non è venuto a cercarmi. Per un attimo ho pensato, e sperato, che Yoda  avesse sbagliato a chiamarmi, ma sapevo che non era così. Spero che non succeda mai più, anche perché in quel caso inizierei a pensare di aver giudicato male quando ti ho scelto come Padawan, inizierei a pensare di averti sopravvalutato. Adesso riposa. Per stasera salterai la cena, ti verrò a svegliare domattina. Faremo insieme colazione e partiremo subito dopo. Buonanotte mio troppo giovane Padawan –.
–Buonanotte Maestro – riuscii a dire io sull’orlo delle lacrime. Quando Obi-Wan uscì mi buttai sul letto e, con la faccia schiacciata contro il cuscino, scoppiai a piangere. Piansi a lungo e finii quando finirono le lacrime. Avevo deluso Obi-Wan, avevo perso la sua fiducia e per me era troppo.
 
Negli anni passati al Tempio avevo avuto solo una persona che sentivo veramente vicina, ed era Dragasi. Certo , c’era anche Maestro Yoda, ma lui era un punto di riferimento e non un legame affettivo. Sono diventato Padawan abbastanza presto e, non avendo nemmeno un ricordo di mio padre, da bambino quale ero avevo ben presto iniziato a vedere Obi-Wan  come figura paterna. Adesso per me è un padre, il mio vero padre, colui che mi ha cresciuto e mi sta insegnando tutto quello che sa. Grazie a lui sono diventato quello che sono, le sue parole e i suoi insegnamenti mi hanno reso quello che sono, e so che ha ancora molto da insegnarmi e io ho ancora molto da imparare.
 
Quando finii di piangere mi misi sulla schiena e guardai il soffitto. Ormai fuori era buio e non c’era più la luce esterna a illuminare la mia stanza. Mi voltai e presi dal comodino una sfera di metallo. Era liscia e fredda. Me l’aveva regalata il mio Maestro dopo un mese che eravamo al Tempio in seguito alla missione su Naboo, quando me l’aveva data mi aveva detto:– Quando la muoverai con disinvoltura facendola andare dove vuoi usando la Forza, allora non avrai problemi a spostare, o chiamare a te, o sollevare qualsiasi altro oggetto. Mi raccomando esercitati giovane Padawan –
Me la rigirai tra le mani e poi iniziai a farla fluttuare a pochi centimetri dalla mano. La alzai un po’ di più poi la iniziai a far oscillare a destra e a sinistra. Iniziai a farle descrivere dei cerchi in aria, ma non mi venivano perfetti. Se l’allontanavo troppo ne perdevo il controllo. Continuavo a giocare con quella sfera muovendola nell’aria. Concentrato al massimo sulla palla riuscii a distrarre la mia mente dai pensieri riguardanti il rimprovero di Obi-Wan. Il silenzio che regnava nella stanza e la mia mente che piano piano si affaticava, iniziarono a conciliarmi il sonno. Mi addormentai e al mattino dopo mi svegliai con la sfera appoggiata vicino alla testa. Probabilmente era caduta nel momento in cui mi ero addormentato.
Mi alzai e, visto che mi ero addormentato con i vestiti addosso, mi tolsi il mantello, gli stivali e la spada dalla cintura e mi sedetti sul letto per la meditazione in attesa che Obi-Wan mi venisse a chiamare.
Mi rilassai e applicai tutto quello che il mio Maestro mi aveva detto fino a quel momento riguardo alla meditazione. Iniziai a sentire la Forza vivente e il flusso di energia vitale intorno a me. Quando iniziai a sentirmi parte del mondo che mi circondava un rumore interruppe la mia meditazione.
Qualcuno bussava alla porta.
Andai ad aprire e fuori dalla porta non c’era il mio Maestro come mi aspettavo, ma c’era Drag.
Esclamai:– Drag! Amico che ci fai qui? –
– Sono venuto a salutarti, e a dirti che mi dispiace che tu sia finito nei guai con Maestro Kenobi. È stata colpa mia –
– No Drag, sono io che ti ho chiesto di combattere. Sapevo che ci sarebbero state delle conseguenze se Maestro Obi-Wan l’avesse scoperto, e così è avvenuto. Non sono stato abbastanza saggio, la colpa è mia Dragasi. Piuttosto spero che tu non sia finito in guai troppo seri con Maestra Karkel –
– No, niente di che Koi. Ha solo detto che avrei dovuto sapere che le Stanze d’Addestramento si possono usare solo in presenza di un Maestro. Tutto qui. Tu? –
– Maestro Obi-Wan era molto deluso. Deluso di me, capisci Drag? È stato duro da sopportare. Ho pianto a lungo. Ha detto che ha perso la fiducia in me, io mi fido di lui ciecamente. Sapere che non si fida più di me è stato difficile da affrontare, non credo di essere riuscito ancora ad accettarlo –.
Drag divenne triste e mi guardò, io abbassai lo sguardo, non potevo vedere il mio migliore amico triste. Gli dissi:– Drag io fra poco partirò, voglio lasciarti felice e non triste. La fiducia del mio Maestro la posso riconquistare, e questa è per me una lezione importante. Sorridi amico mio, fallo per me –.
Drag fece un sorriso forzato, e io gliene fui grato, poi disse:– Koi, sta attento. Ti considero mio fratello, il mio fratellino. Vedi di tornare tutto intero, intesi? –.
Io sorrisi a mia volta e risposi:– Intesi, fratellone – lo abbracciai e poi continuai – Fra poco arriverà Obi-Wan. Ci vediamo presto. È meglio se mi faccio trovare pronto –.
Drag annuì e se ne andò dopo avermi abbracciato velocemente.
Io richiusi la porta e mi cambiai la sottotunica con una pulita, e così la tunica. Poi rindossai stivali e mantello e mi misi la spada alla cintura. Dopo un momento di esitazione presi anche la sfera di metallo e la misi in uno dei tre piccoli sacchetti che avevo appesi alla cintura. Appena finii di preparami Obi-Wan bussò alla porta. Io andai ad aprire, e quando lui entrò dissi:– Buongiorno Maestro –.
Lui mi rispose con lo stesso tono di voce della sera prima, freddo e severo:– Buongiorno mio giovane Padawan. Vedo che sei già pronto, vieni scendiamo –.
Andammo nel refettorio del Tempio. Io ero parecchio affamato, non avendo cenato la sera prima dovevo rifarmi. Presi parecchie frittelle e tre tartine di Quampunk, del succo d’arancia e dello sciroppo di Kiorn per le frittelle. Il Kiorn è un frutto viola dolce e lo sciroppo che viene estratto è denso quanto il miele e viola come il frutto. Obi-Wan prese solo due frittelle e una tartina di Quampunk e un po’ di succo di mele. Ci sedemmo a un tavolo e iniziammo a mangiare in silenzio. Nessuno dei due parlò e alla fine del pasto Obi-Wan disse:– Se devi andare a prendere qualcosa in camera tua va’ adesso, io ti aspetto alla piattaforma di lancio B. Se invece non devi prendere niente andiamo subito –
– Sono già pronto. Possiamo andare, se vuoi, Maestro –
Lui disse solo:– Andiamo – e si incamminò.
Io lo seguivo. Camminava veloce, e io dovevo quasi correre per stargli dietro. Percorremmo gli stretti corridoi che portano alle piattaforme di lancio e quando giungemmo al bivio che si dirama  successivamente nei venti corridoi che portano alle venti piattaforme di lancio del Tempio, il mio Maestro prese la diramazione di sinistra e voltammo a sinistra alla diramazione successiva per poi girare a destra alla terza e sbucare all’aria aperta sopra la piattaforma di lancio B. Lì c’era una corvetta leggera di classe Defender.
Adoro quel tipo di corvetta, viene prodotta esclusivamente per l’Ordine Jedi. Alta 29 metri, larga 71 metri e lunga 94 metri. Due cannoni laser binati, equipaggiata di scudi deflettori, equipaggio massimo di cinque persone e minimo di una persona. Perfetta come base mobile per i Jedi che ne fanno utilizzo con tutto il necessario per comunicare con il Tempio Jedi anche a grandi distanze. Quando ero un Youngling era quella che pilotavo più volentieri durante le esercitazioni.
Obi-Wan mi chiese:– Sai pilotarla? –.
Io risposi raggiante:– Sì, Maestro. Ho sempre adorato pilotarla, durante gli addestramenti era quella che pilotavo più volentieri, la mia preferita. Ne conosco tutti i comandi e le caratteristiche a memoria –
– Perfetto perché ci porterai tu su Socorro. A te i comandi, mio giovane Padawan –.
Salimmo a bordo. La nave era vuota a parte me e il mio Maestro. Mi diressi verso la cabina di pilotaggio e aprii la porta. Entrai e mi sedetti ai comandi, Obi-Wan si accomodò nel sedile del secondo pilota e disse:
– Decolla pure Koi-Jon –. Io accessi i motori tirai su le levette dell’elettricità e della propulsione, presi il volantino e con un’accelerazione improvvisa decollai nel cielo di Coruscant. Dopo poco uscii dall’atmosfera di Coruscant e attraversai il cerchio di satelliti e supporti per A-Wing intorno all’atmosfera di Coruscant. Quando fummo abbastanza lontani dal pianeta dissi:– Maestro quando vuoi procedo con il salto nell’iperspazio, ho visto che le coordinate di Socorro sono già inserite –
– Procedi pure, giovane Padawan. Intanto, visto che non ti sei premurato di informarti su Socorro, ti fornirò io le poche informazioni disponibili su quel pianeta. Presta attenzione –
– Sì,  Maestro – avevo notato che aveva evidenziato il fatto che non avevo raccolto informazioni su Socorro come mi aveva chiesto di fare.
– Benissimo, purtroppo ci sono veramente poche informazioni su quel pianeta, tutte quelle che ci sono nell’archivio si possono snocciolare in meno di trenta secondi. Allora Socorro è un pianeta dei Territori dell’Orlo Esterno che ha la reputazione di essere un “paradiso” per i contrabbandieri. Situato fra Coyn e Tatooine, e vicino a Duunir, Iyred, Omman, Redcap, ed il sistema di Nodgra, Socorro è casa dei feroci Monnok, e di altri gruppi di nomadi: gli Ibhann'l, i Bharhulai, i Ndowi, e gli Asilyr. I suoi deserti sono formati da una caratteristica sabbia nera. Il nome “Socorro” in corelliano antico significa “terra bruciata”. I Corelliani colonizzarono il pianeta circa 3 milioni di anni fa, anche se pare che solamente sei delle colonie originarie siano sopravvissute. I discendenti dei primi coloni potrebbero essere diventati la tribù Bharhulai, una società ostile che abita la pericolosa regione polare settentrionale. Ecco qua Koi-Jon queste sono tutte le informazioni disponibili, purtroppo non abbiamo altro –
– Maestro, sappiamo anche che Socorro ha un governo, o almeno una parvenza di governo, dopotutto stiamo andando là per aiutare il governatore –
Lui rispose con un mezzo sorriso, ma la sua voce rimase fredda e distaccata:– Giusto, giovane Padawan –.
Io mi rattristai, mi resi conto che ci sarebbe voluto del tempo per tornare al rapporto che avevamo prima, prima che io avessi la brillante idea di addestrarmi con Drag in una Sala d’Addestramento.
Iniziai a premere la sequenza di bottoni per compiere il salto nell’iperspazio, una volta fatto il viaggio sarebbe durato circa un giorno e mezzo. A velocità normale avremmo impiegato centinaia di anni. Un attimo prima di fare il salto dissi:– Maestro, tieniti. Salto nell’iperspazio fra dieci… nove… – lui si allacciò la cintura con un’aria non molto contenta – … otto… sette… – si aggrappò ai bordi del sedile con le mani – … sei… cinque… quattro… – si morse il labbro inferiore – … tre… due… uno… salto! – e tirai giù la leva. La nave fece uno scatto in avanti e la luce delle stelle che vedevamo dalla cabina di guida formò una specie di tunnel bianco luminoso. Lo scattò in avanti della nave ci schiacciò contro i sedili e sentii borbottare il mio Maestro:
– Non sopporto volare... – dopo quel commento appena udibile il viaggio proseguì in silenzio. Io guardavo fuori, non che ci fosse molto da vedere a parte il tunnel bianco formato dalla luce delle stelle, ma sempre meglio che fare niente nell’attesa di sentire la voce del mio Maestro.
Mi rilassai sul sedile, e dopo una decina di minuti si iniziò a rilassare anche Obi-Wan e si slacciò la cintura. Il viaggio continuò in silenzio, io avrei voluto fuggire da quella stanza e dalla sua atmosfera così fredda, ma dovevo rimanere ai comandi.
Dopo alcuni minuti Obi-Wan si alzò e disse:– Koi-Jon vado un momento di là, mi raccomando non distrarti –
Sapevo a cosa si riferiva, mentre si era nell’iperspazio sfiorare anche un minuscolo meteorite poteva far saltare in aria la nave. Obi uscì dalla cabina e io rimasi lì da solo, immobile a guardare il tunnel luminoso dell’iperspazio.
Non pensavo a nulla, la mente libera e sgombra, ma non per questo ero sereno. Non avevo ancora accettato il fatto di aver perso la fiducia del mio Maestro, di averlo deluso. Provavo rabbia, vergogna e mi sentivo solo, molto solo. Lassù in quella nave dove all’infuori di me c’era solo il mio Maestro che mi trattava quasi fossi un perfetto sconosciuto mi sentivo più solo che mai. Ero arrabbiato con me stesso perché mi ero comportato da sciocco, ma con il passare delle ore in solitudine lì nella cabina di pilotaggio iniziai a provare rabbia anche verso il mio Maestro. Pensavo che fosse stato troppo duro con me, in fondo tutti sbagliavano, ero un bambino e mi ero comportato come tale. Ero arrabbiato con Obi-Wan. Quando mi accorsi della portata e dell’assurdità dei miei pensieri cercai di calmarmi concentrandomi sul codice Jedi. Lo iniziai a ripetere mentalmente come una filastrocca. “Non c’è emozione, c’è pace. Non c’è ignoranza, c’è conoscenza. Non c’è passione, c’è serenità. Non c’è caos, c’è armonia. Non c’è morte, c’è Forza“.
Per dieci volte lo ripassai mentalmente prima di riuscire a calmarmi. Quando finalmente riacquistai un po’ di calma ripensai a quello che il mio Maestro mi aveva detto mentre eravamo in viaggio per Naboo: “Bravo piccolo Padawan,  ricordalo sempre. Soprattutto il primo punto, “Non c’è emozione, c’è pace”. Questo non significa che non dobbiamo provare emozioni, ma che dobbiamo imparare a controllarle, solo così raggiungeremo la pace in noi stessi e riusciremo a controllare la Forza”. Finalmente riuscii a calmarmi del tutto, però non riuscivo a perdonarmi per aver provato rabbia nei confronti del mio Maestro. Avevo provato rabbia nei confronti del mio Maestro, avevo provato rabbia verso il mio Maestro perché lui mi aveva rimproverato. Mi sentivo in colpa, il mio Maestro sgridandomi aveva fatto ciò che ogni bravo Maestro avrebbe fatto. Il suo dovere era, ed è tutt’ora, quello di insegnarmi tutto ciò che c’è da sapere sulla Forza e sulle arti Jedi, come il mio era, ed è ancora adesso, quello di cercare di applicare i suoi insegnamenti e di vivere secondo i dettami del Codice Jedi.
Con Drag mi ero comportato in modo irresponsabile e ne pagavo le conseguenze. Obi-Wan mi aveva rimproverato sperando che io capissi il mio errore e non lo ripetessi più. Non potevo essere arrabbiato con lui, eppure l’avevo fatto.
Ormai erano quasi quattro ore che Obi-Wan era via, da qualche parte nella nave. Aveva detto che si sarebbe assentato un momento, ma quattro ore non sono un momento. Iniziai a preoccuparmi ed espansi i sensi cercando di percepire Obi-Wan, era nella stanza delle comunicazioni. Mi rilassai di nuovo, stava bene. Poco dopo essermi accertato che il mio Maestro stesse bene, lui rientrò nella cabina di pilotaggio dicendo:– Scusa Koi-Jon, stavo parlando con il mio vecchio apprendista. Ho impiegato più tempo del previsto. Da poco ha anche lui un Padawan, e mi chiedeva consigli –
– Maestro, tu chiedi mai consigli al tuo vecchio Maestro? –.
Il volto di Obi-Wan divenne scuro e triste per un momento poi mi rispose:– Purtroppo no, mio giovane Padawan. Il mio Maestro non è più. È tornato alla Forza dodici anni fa. Fui fatto Cavaliere per aver ucciso il Sith che aveva posto fine alla vita del mio Maestro. Vidi morire Qui-Gon su Naboo, morì tra le mie braccia e non è passato un solo giorno senza che io pensassi a lui, desiderando di averlo vicino a me pronto a consigliarmi e ad aiutarmi come quando ero Padawan –.
Ero triste e sorpreso, triste per quello che era successo al mio Maestro, sorpreso perché aveva ucciso un Sith quando era ancora un Padawan. I Padawan che sono riusciti a uccidere un Sith si contano sulle dita di una mano, e sono sempre passati alla storia per essere diventati successivamente i più grandi Jedi che l’Ordine abbia mai avuto.
Mormorai:– Mi spiace Maestro –
– Non devi dispiacerti. Il mio Maestro non è morto per colpa tua, e poi è tornato alla Forza e per questo dobbiamo gioire –
Chiesi ancora, forse più che per curiosità posi quella domanda per cambiare argomento, – Chi è il tuo vecchio Padawan? –
– Anakin Skywalker è stato il mio primo Padawan. Tu sei il secondo – si sedette sul sedile del secondo pilota e proseguì:– Ed essendo tu un Padawan avrai bisogno di metterti in contatto con me. Ecco prendi questo – e così dicendo prese da una sacchetta appesa alla cintura un piccolo aggeggio di metallo lucido con un piccolo bottone al centro e un minuscolo foro in cima.
Esclamai:– È un comlink! –.
Obi-Wan sorrise per un secondo e poi disse:– Vedo che sai già cos’è, e saprai anche che ci sarà molto utile durante le nostre missioni. Io ho il gemello del tuo. Li ho già regolati sulla giusta frequenza. Sai già usarlo? –.
Io risposi prendendo il comlink dalle sue mani:– Certo, Maestro!–
– Bravo Koi-Jon. Così non devo perdere tempo a spiegarti come usarlo e possiamo parlare d’altro. Hai qualcosa da chiedermi, giovane Padawan? –.
Mi misi un momento a riflettere, non avevo niente da chiedergli, ma avevo bisogno di togliermi un peso dal cuore. Risposi:– Maestro non devo chiederti nulla, ma devo dirti una cosa –
– Dimmi Koi-Jon, parla –.
Esitai, presi il coraggio a due mani e iniziai a parlare:– Maestro, mentre tu parlavi con il tuo vecchio apprendista io ho avuto dei brutti pensieri. Ho provato rabbia Maestro, rabbia verso di te. Rabbia perché mi avevi sgridato. Rabbia perché pensavo che tu fossi stato troppo duro con me. Rabbia perché pensavo non ti fossi accorto che sono ancora un bambino. Poi mi sono reso conto di quello che stavo pensando, mi sono reso conto che quello che stavo pensando era sbagliato e poteva solo avvicinarmi al Lato Oscuro. Per riuscire a calmarmi ho dovuto ripetere il Codice Jedi per dieci volte. Mi sono ricordato poi di quello che mi avevi detto in viaggio per Naboo, e a quel punto ho capito che tu mi avevi sgridato per il mio bene, e io non ero riuscito a comprenderlo. Mi sono sentito in colpa, Maestro, per essermi arrabbiato con te, quando uno dei tuoi primi insegnamenti è stato quello di imparare a dominare le emozioni e che la rabbia conduce al Lato Oscuro. Non sono stato degno degli insegnamenti e dell’addestramento che ho ricevuto. Mi sento ancora in colpa per aver provato rabbia nei tuoi confronti Maestro, ti prego di perdonarmi –.
Lui rimase in silenzio e mi guardò, rimase immobile a guardarmi. Io guardavo lui negli occhi e cercai di percepire le sue sensazioni, ma non ero ancora abbastanza avanti nel mio addestramento per riuscire a utilizzare la Forza in quel modo. E a essere onesti non lo sono ancora adesso. Obi-Wan si girò e guardò il tunnel bianco dell’iperspazio. Non proferì parola per almeno dieci minuti e io mi ero messo a guardare di nuovo i comandi, non sperando più in una risposta del mio Maestro. Finalmente parlò, sussurrando, come se parlasse più a se stesso che a me:– Ti perdono Koi-Jon. Non mi ero ancora reso conto di quanto tu possa essere maturo, di quanto tu presti attenzione a quello che ti dico. Stai iniziando a comprendere veramente i comportamenti che ti possono portare a Lato Oscuro e quelli che ti guideranno nel Lato Chiaro della Forza. Stai iniziando a comprendere quello che ti ho detto in viaggio per Naboo e spero continuerai a coltivarlo. Mi sono reso conto che mi ascolti molto più di quanto pensassi, che ti fidi di me in maniera assoluta. Mi sono reso conto che devo avere più pazienza con te perché sei ancora un bambino, anche se, come ti ho detto, sei anche un Jedi. Ho sbagliato anche io, giovane Padawan. Ho sbagliato perché ho detto che non mi fidavo più di te quando invece ti meriti la mia fiducia, l’hai appena dimostrato. Grazie piccolo Padawan, mi sono accorto di aver sbagliato grazie a te – mi mise una mano sui capelli e me li arruffò. Quel semplice gesto che seguiva le parole del mio Maestro mi riempì di gioia, sorrisi felice guardando negli occhi il mio Maestro, e lui sorrise a sua volta. Ero così contento che scoppiai a ridere per la gioia e lui dopo avermi guardato un momento si mise a ridere anche lui. Ridemmo insieme a lungo, fino alle lacrime. Quando finalmente riuscii a dire due parole di fila senza scoppiare a ridere dissi:– Maestro ti prometto che non tradirò mai più la tua fiducia –
– Lo so Koi-Jon –
 
Passammo le successive quattro ore a chiacchierare di tutto quello che ci veniva in mente, non ricordo nemmeno di preciso. Mi ricordò che mi raccontò qualche missione che aveva portato a termine con Skywalker. Ridevamo e scherzavamo, io mi sentivo veramente appagato e felice. A un certo punto Obi-Wan disse:– Koi-Jon vai a riposarti se vuoi, fino adesso non hai staccato un minuto dai comandi. Qua ci penso, va pure a riposare –.
Mi accorsi solo in quel momento di quanto sonno avevo e iniziai a sentire gli occhi pesanti e assonnati. Così dissi:– Sì, in effetti sono parecchio stanco Maestro. Grazie mi vado volentieri a riposare –.
Andai nella stanza dove c’erano cinque cuccette, mi tolsi il mantello, gli stivali e la tunica e mi infilai in una delle cuccette. Raggiunsi il mondo dei sogni poco dopo.
 
Venni svegliato da un rumore, un bip-bip insistente vicino a me. Aprii gli occhi e mi guardai intorno cercando di capire da dove provenisse il suono. Mi venne in mente il comlink. Lo tirai fuori dalla sacchetta e vidi che era acceso, schiacciai il pulsante per attivarlo e parlare e dissi parlando verso il comlink:– Arrivo, Maestro – scesi dal letto e indossai di corsa la tunica, il mantello e gli stivali e uscii dalla stanza.
Entrai nella cabina di pilotaggio dicendo:– Eccomi Maestro –
– Koi-Jon, devo contattare il Maestro Yoda e quindi devo chiederti di dare un’occhiata ai comandi. E poi se sei abbastanza riposato andavo a dormire io, ho passato quasi tutta la notte a meditare, e non ho quasi dormito –
– Certamente Maestro. Posso solo chiederti una cosa? –
– Sei il mio Padawan Koi-Jon, e il mio dovere è insegnarti tutto ciò che conosco. Non devi chiedermi il permesso per farmi delle domande –
– Va bene, Maestro. Comunque perché devi parlare con Maestro Yoda? Dalla tua voce mi è sembrata una cosa abbastanza urgente –
– Abbiamo ricevuto un messaggio da Socorro mentre dormivi. Puoi ascoltarlo se vuoi. Il messaggio arriva dal governatore di Socorro che dice che non siamo i benvenuti, eppure è il governatore in persona che ha chiesto l’intervento dei Jedi per non far scoppiare la guerra civile. Devo parlare con Yoda il prima possibile. Il nostro arrivo è previsto fra circa otto ore. Adesso ti lascio – si alzò e uscì dalla cabina.
Mi sedetti nel sedile del pilota e guardai la console. Tutto era regolare, nessun guasto, energia normale, propulsori a posto, il viaggio andava avanti tranquillo.
Decisi di aprire il messaggio del governatore. Un ologramma , di vari toni di azzurro e blu, di un Twi’lek comparve sulla console e iniziò a parlare con una voce roca:– So che due Jedi stanno venendo su Socorro. Non vogliamo che dei Jedi si intromettano negli affari di Socorro. Tornino al loro Tempio Jedi e non si facciano vedere sul nostro pianeta. Se sbarcheranno non saranno protetti da nessuno, saranno considerati nemici da tutti. Se sbarcheranno su Socorro nessuno esiterà a ucciderli – e  qui l’ologramma si spense.
Quel messaggio mi aveva terrorizzato. Speravo che Obi-Wan tornasse in cabina dopo aver parlato con Yoda, io avevo bisogno di parlare con lui. Avevo paura, e un pensiero fisso si era impadronito della mia mente “Tra otto ore potremmo essere  morti”. Avrei voluto poter fermare il tempo, avrei voluto essere più potente e non così indifeso. Ero meno indifeso di un qualsiasi ragazzino della mia età non sensibile alla Forza, ma restavo comunque un bambino. Pensai a quello che mi aveva detto Obi-Wan, La paura porta all’odio e l’odio al Lato Oscuro della Forza. Attento alla paura mio giovane apprendista”. Cercai di dominare quel terrore che si stava impadronendo di me, ma non riuscivo a fare altro che aumentarlo. Dovevo calmarmi ma non riuscivo, ero completamente dominato dalla paura. Senza riflettere presi tra le miei mani tremanti il comlink e lo attivai.
Il mio Maestro mi rispose subito:– Koi-Jon tutto bene? –.
Risposi con voce tremante:– Maestro ho ascoltato il messaggio, e ho paura. Non riesco a controllarla e sto desiderando di non dover andare su Socorro. Ho paura – avevo la voce rotta.
Obi-Wan rispose:– Koi-Jon sta tranquillo. Un attimo e sono da te, ma promettimi di stare calmo. Non avere paura mio piccolo Padawan, la Forza è con te e io sono con te –
– Grazie Maestro, cercherò di stare calmo –
– Bravo Padawan. Arrivo il prima possibile – e chiuse la conversazione.
Mi accasciai sulla sedia, aspettando di sentire l’ingresso di Obi-Wan nella cabina. Cercai di rilassarmi e di svuotare la mente. Provai a meditare, ma avevo troppa paura per riuscire a concentrarmi.
Dieci minuti dopo averlo chiamato con il comlink il mio Maestro entrò in cabina.
Si accucciò di fronte a me e sussurrò:– Piccolo Padawan –
– Maestro ho paura –
– Non avere paura. Quel messaggio è stato sicuramente creato dal cacciatore di taglie che sta fomentando la rivolta. Sicuramente lui non vorrà due guardiani di pace, due Jedi, sul suo pianeta, potremmo rovinargli i piani. Anche il Maestro Yoda è d’accordo con me. E ricordati una cosa molto importante, Yoda ha detto che sei pronto per questa missione e questo è incoraggiante –.
Io annui, le parole di Obi-Wan mi avevano confortato. Iniziavo a sentirmi più tranquillo e pensai “E comunque c’è il mio Maestro, lui non mi abbandonerà, lui mi proteggerà”.
Dissi:– Hai ragione, non devo avere paura. Grazie –.
Lui si alzò e con una mano mi scompigliò i capelli, o almeno l’intenzione era quella, ma i capelli erano troppo corti. Poi lui aggiunsi:– Posso lasciarti solo? Volevo riposare –
– Certo Maestro, buon riposo –.
Lui uscì e io rimasi solo.
 
Il resto del viaggio lo passò tranquillo e quando ci trovammo a mezz’ora da Socorro svegliai il mio Maestro.
Passarono circa quindici minuti prima che entrasse in cabina e quando arrivò mi chiese:– Pronto ad atterrare? –
– Sì, Maestro. Siediti, fra pochissimo usciremo dall’iperspazio – dissi io prendendo il volantino. Obi-Wan sospirò e si sedette allacciandosi la cintura.
Uscimmo dall’iperspazio e il rallentamento improvviso ci scagliò in avanti e le cinture ci fermarono bruscamente. Socorro si stagliò davanti a noi. Una distesa unica color sabbia, è quello il modo in cui Socorro si presenta agli occhi dei piloti e dei passeggeri che si trovano sulle navi che lo raggiungono. Pochi minuti dopo ne sorvolavamo la superficie. Obi-Wan mi disse:– Non dirigerti verso lo spazioporto, preferisco cercare un posto appartato. Probabilmente saremo ben accolti, ma non saremo visti di buon occhio dai rivoltosi – guardò per un momento la mappa che si srotolava pian piano sullo schermo del panello dello scanner. La studiò e poi indicò un punto dicendo:– Qui, Koi-Jon. È il letto di un fiume in secca, sembra da parecchio tempo. Mi sembra abbastanza profondo per nascondere la nave. Sei in grado di atterrare lì? –.
Io guardai il punto che stava indicando. Era circa a due chilometri da noi, sulla sinistra. La larghezza era di poco superiore a quella della nostra corvetta, ma sapevo di poterci riuscire, così annuii.
Virai a sinistra e procedetti tranquillo per circa trenta secondi poi, quando avvistai il mio obbiettivo, virai bruscamente verso destra così da mettere la nave su un lato. Obi-Wan mi sgridò:– Non fare mai più una cosa del genere! –.
Sorrisi, avevo iniziato a capire che al mio Maestro non piaceva volare, e posso assicurare che non gli piace nemmeno adesso.
Chiesi con aria ingenua:– Non ti piace volare, Maestro?– .
Lui mi rispose con tono scocciato:– Questo non è volare, Padawan! Questo è tentare di suicidarsi! –.
Io ridacchiai fra me e me e con la nave girata sul fianco puntai la prua verso il basso per entrare in quella specie di canyon, una volta dentro girai la nave in posizione normale. Obi-Wan mi sgridò di nuovo:– Cosa ti ho detto, Padawan?! –.
Io cercai di non scoppiare a ridere per rispetto nei confronti del mio Maestro e risposi in tono scherzoso:
– Scusa Maestro – poi aggiunsi – Comunque siamo arrivati – e dicendo questo spensi i motori.
Lui si slacciò la cintura e si alzò borbottando:– Avrò mai un Padawan che non ha l’istinto suicida mentre pilota? –.
Non riuscì a trattenermi dal chiedere:– Anche il Maestro Skywalker pilotava come me? –
Obi-Wan mi guardò male e mi rispose:– Se intendi come un pazzo che non dava retta al suo Maestro mentre era alla guida di una nave o di qualsiasi altro mezzo, sì. E posso assicurarti che pilota così ancora adesso –.
Sorrisi senza farmi vedere da Obi-Wan, non mi sembrava dell’umore giusto per apprezzare il mio divertimento.

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Capitolo 7
*** Socorro ***


Scendemmo dalla corvetta. Il fondo del canyon era completamente spoglio, come le due pareti alte poco più di trenta metri e distanti fra loro un po’ più di settanta metri. Non c’era modo di risalire le pareti, non uno spuntone o un appiglio, ed erano troppo alte da saltare anche con l’aiuto della Forza. Lo feci notare a Obi-Wan:– Non vedo come possiamo risalire –
– Ricorda, mio giovane Padawan, di affidarti alla Forza quando non sai che strada prendere. Quando sarai indeciso sulle scelte affidati alla Forza, ogni volta che non sai cosa fare affidati alla Forza. Al resto ci penserà lei – disse lui in tono naturale, quasi disinteressato.
– Non vedo come la Forza possa aiutarci in questo momento. Anche con il Suo aiuto non riusciremo mai a saltare sopra la parete –
– Devi avere fede Koi-Jon, fede nella Forza. Prima o poi riuscirai ad averla –.
Risposi spazientito:– E mentre cerco di avere fede nella Forza noi siamo bloccati quaggiù, Maestro –.
Lui ribatté con tono pacato, anche se avvertii una nota divertita nella sua voce:– E tu devi imparare ad avere pazienza, Padawan –.
Non riuscii a trattenermi e sbuffai. Obi-Wan scosse il capo divertito e si incamminò verso la parete, che era a distanza di pochi passi. Arrivato a un passo dalla parete si inginocchiò, mise le mani sulle ginocchia e chiuse gli occhi. Stava scandagliando il canyon con l’aiuto della Forza per cercare un posto dove poter risalire.
Io rimasi un passo dietro di lui, i sensi all’erta in modo da essere pronto in caso di attacco. Restammo immobili per almeno mezz’ora, anche se a me sembrarono ore. Alla fine il mio Maestro si alzò e disse:– Bravo Koi-Jon, hai avuto pazienza –
Risposi leggermente stupito:– Maestro non potevo fare altro che aspettare, tu non avevi finito –
Sorrise e mi disse:– Per la verità io ho finito circa venti minuti fa. Se tu fossi stato in contatto con la Forza te ne saresti accorto –.
Gemetti e dissi con tono insofferente:– E mi hai fatto aspettare inutilmente? –.
Lui mi rimproverò con tono severo:– Niente di quello che ti faccio fare è inutile, mio giovane apprendista. Non discutere mai un ordine o un insegnamento di un Maestro. Potrai non essere d’accordo sulle scelte, ma mai sugli ordini o sugli insegnamenti. La pazienza si acquista esercitandola e farti aspettare era il modo più ovvio –
Abbassai lo sguardo e mi scusai:– Scusa Maestro, hai ragione –
– Adesso andiamo c’è un punto in cui possiamo risalire dietro quella curva – disse indicando una svolta del canyon un chilometro più avanti.
Obi-Wan si chiuse il mantello, tirò su il cappuccio e incrociò le braccia infilandole nelle ampie maniche del mantello. Io lo imitai intuendo che non voleva girare per Socorro sbandierando il fatto che eravamo i due Jedi che erano stati incaricati ad andare su Socorro come guardiani di pace.
Quando finalmente uscimmo dal canyon davanti a noi si stendeva una vastissima piana desertica e, in lontananza, la capitale.
I sobborghi della capitale erano composti da bassi edifici scuri e più si procedeva verso il centro della città più gli edifici diventavano maestosi.
– Ci aspetta una bella camminata, Maestro –
– E allora cosa aspettiamo?– e si incamminò, io lo seguii a ruota.
Camminammo per parecchio tempo prima di raggiungere i sobborghi. Quella zona era piena di banditi, ladri, assassini, cacciatori di taglie e contrabbandieri. Camminammo in fretta nelle strette vie sudice e piene di rifiuti, agli angoli delle strade a volte si trovavano dei gruppetti di Hutt formati da non più due o tre della loro specie.
Incappammo in un mutaforma che doveva essere sotto l’effetto degli strizzacervelli, perché ci saltò addosso cambiando forma una dozzina di volte.
Io e Obi-Wan scartammo di lato e il mutaforma cadde a terra nel punto esatto dove ci trovavamo un attimo prima io e il mio Maestro.
Due Twi’lek e un Mon Calamari appoggiati contro un muro ci guardarono male mentre passavamo e il Mon Calamari si stacco dal muro, prima che potesse fare qualcosa sentii Obi-Wan dire:– Va’ dai tuoi amici e non combinare guai –.
Il Mon Calamari tornò contro il muro.
Obi-Wan aveva usato la Forza per manipolare la mente del Mon Calamari. Quello di usare la Forza per manipolare la mente è un antichissimo trucco Jedi molto comodo, ma funziona solo sulle menti deboli.
Proseguimmo verso il centro, piano piano il degrado si faceva meno evidente fino a essere completamente assente quando raggiungemmo il cuore della città.
Il mio Maestro mi indicò un alto edificio di metallo brunito con delle grandi vetrate e disse:– È lì che dobbiamo andare, lì ha sede quello che dovrebbe essere il governo di Socorro –.
Arrivammo alla base dell’edificio poco dopo.
Davanti all’ingresso c’erano due guardie che ci fermarono. Obi-Wan si abbassò il cappuccio e rivolgendosi alle guardie disse:– Sono il Cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi, e lui –disse indicandomi – è il mio Padawan Koi-Jon Talker. Siamo stati mandati dal Tempio Jedi di Coruscant dietro richiesta del governatore Aanon’ren –
– Siete attesi – rispose una delle due guardie – Seguitemi –.
Ci condusse all’interno in una sala dal pavimento di marmo bianco e nero, salimmo una scala e dopo un corto corridoio ci trovammo in un’altra saletta.
Sulla parete di fronte a noi c’erano degli arazzi dai colori accesi e alla nostra sinistra c’era un ascensore con le porte in duracciaio. La guardia si diresse verso l’ascensore, aprì le porte ed entrammo. Schiacciò il pulsante dell’ultimo piano e l’ascensore partì di scatto.
Mi sentivo a disagio in quel posto, avevo un presentimento strano, avvertivo un leggero tremito nella Forza. Mi voltai verso il mio maestro e lo guardai negli occhi.
Il suo sguardo incrociò e lui annuì, aveva capito cosa provavo. Stavamo iniziando a pensare in sincronia, a essere una cosa sola. Anche se non capitava spesso, anzi quella era la prima volta, era un inizio.
L’ascensore proseguiva in silenzio, il numero di piani scorreva velocemente. Al novantanovesimo piano iniziò a rallentare e al centesimo si fermò.
Le porte si aprirono su un attico con il pavimento di marmo bianco e le pareti dorate, di fronte  a noi un’enorme vetrata  copriva un intero lato di quella stanza.
Davanti alla vetrata con la schiena rivolta verso di noi c’era un Twi’lek dalla pelle blu, il governatore. La guardia si ritirò e riprese l’ascensore.
Obi-Wan parlò e la voce riecheggiò un po’ in quella sala enorme:– Buongiorno governatore, siamo i due Jedi che sono stati mandati in risposta alla vostra richiesta di aiuto. Sono Obi-Wan Kenobi, Cavaliere Jedi, e questo è il mio apprendista, Koi-Jon Talker –.
Il Twi’lek si girò e rispose:– Vi do il benvenuto su Socorro. Avrete ricevuto un mio messaggio minaccioso e vogliate perdonarmi. Il cacciatore di taglie che guida la rivolta, Jeir Kah, ha rapito il mio primogenito, e la minacciato di morte se non vi avessi inviato quel messaggio. Ho sperato che voi non aveste ascoltato il messaggio e per fortuna quello che speravo si è realizzato –
– Siamo Jedi, il nostro compito è aiutare chi ha bisogno indipendentemente dal pericolo che possiamo correre. Non è un messaggio minatorio a fermarci –.
In quel momento le porte dell’ascensore si aprirono e quel leggero tremito nella Forza che avevo avvertito divenne una tempesta. Io e il mio Maestro ci girammo in contemporanea, dall’ascensore uscì un minuscolo bambino Twi’lek, con la pelle blu, che corse verso il governatore urlando:– Papà! –.
Il governatore prese in braccio il bambino e disse:– Cosa succede Lak’amon? –
– Stavo dormendo e ho sognato Ston’ly che veniva torturato e quasi ucciso… Papà voglio il mio fratellone –.
Il governatore ci indicò e disse:– Queste due persone sono Jedi e sono venuti ad aiutarci a sistemare la situazione di Socorro e a riportare Ston’ly a casa –
Il bambino ci guardò con occhi pieni di ammirazione e speranza, poi voltò la testolina verso il padre e disse:
– Vado in camera mia a giocare papà, poi vieni anche tu?–
– Sì Laki, certo che vengo – e appoggiò il bambino a terra.
Quanto il piccolo Twi’lek se ne fu andato Obi-Wan chiese:– Quanti anni ha il piccolo Lak’amon? –
– Quattro, è molto sensibile. Forse perché non ha mai conosciuto sua madre, mia moglie è morta pochi giorni dopo averlo messo al mondo –
Obi-Wan annuì educatamente poi proseguì:– Governatore Aamon’ren, sono spinto a pensare che suo figlio sia sensibile perché è una creatura sensibile alla Forza. Quando siamo entrati nell’edificio io e il mio apprendista abbiamo sentito quello che noi Jedi chiamiamo un “tremito nella Forza”. Quando Lak’amon è entrato quel tremito è diventato una tempesta. Le voglio chiedere il permesso di analizzare il sangue di suo figlio –
– Mi vuole dire che mio figlio potrebbe avere le caratteristiche per diventare un Jedi? –
– Esattamente, se questo si dimostrerà esatto a suo figlio spetterà la scelta di venire con noi o rimanere qui con la sua famiglia –
– Sicuramente la vita che gli offrite voi e nettamente migliore a quella che posso offrirgli io su questo
pianeta –
– La vita dei Jedi può essere dura governatore. Nessun legame affettivo, nessuna concezione di famiglia, nessuna proprietà. E il cammino per diventare Cavaliere è lungo, il mio Padawan si addestra da sette anni e non è nemmeno a metà del suo apprendistato –.
Il governatore guardò fuori dalla finestra poi con un sospiro disse:– Esaminate il sangue di Laki, la scelta poi sarà sua –.

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Capitolo 8
*** Preoccupazioni ***


 Entrammo nella stanza di Laki pochi  minuti dopo. Il bambino era seduto sul pavimento giocando con delle forme di legno.
Obi-Wan richiamò la sua attenzione:– Ciao Laki, prima non ci siamo presentati. Io sono Obi-Wan e lui è Koi-Jon –
Laki alzò lo sguardo e disse:– Ciao. Riporterete a casa Ston’ly? Riporterete a casa il mio fratellone?–
Obi-Wan si sedette per terra con le gambe incrociate alla maniera Jedi e io feci altrettanto. Poi continuò:
– Faremo il possibile per riportare Ston’ly a casa –
– Siete grandiosi, da grande voglio essere come voi –
– E potresti anche  esserlo – continuò Obi-Wan e al piccolo Twi’lek si illuminarono gli occhi – Sembra che tu abbia tutte le caratteristiche necessarie, ma per esserne certi dobbiamo prendere una goccia del tuo sangue. Sei abbastanza coraggioso? –.
Il piccolo annuì e Obi mi chiese:– Koi-Jon puoi occupartene tu? –
– Certamente Maestro – poi rivolgendomi al Twi’lek dissi:– Allunga il braccio –.
Il piccolo mise il braccio in avanti e io, con una piccola siringa, presi un poco del suo sangue, dopodiché lo misi dentro un analizzatore portatile e dissi:– Tra un momento sapremo se puoi diventare un Jedi –.
Un paio di minuti dopo l’analizzatore finì il lavoro. Guardai lo schermo e dissi:– Maestro i suoi
Midi-chlorian sfiorano i diciottomila sulla scala –
Obi-Wan si rivolse al Twi’lek con un sorriso:– Puoi diventare un Jedi Laki. La scelta ora è tua. Se deciderai di venire con noi probabilmente non vedrai mai più la tua famiglia, non potrai avere una famiglia e ti saranno proibiti i legami affettivi. Se decidi di venire con noi affronterai un lungo e faticoso addestramento –
– Posso parlarne con papà? Da solo… –
Obi-Wan sorrise e annuì.
 
Uscimmo dalla stanza di Laki, nella quale entrò il governatore, io guardai il mio Maestro e poi gli parlai:
– Maestro quel tremito nella Forza mi metteva a disagio, aveva qualcosa di oscuro. Ti sembra saggio portare al Tempio questo bambino che sembra avere già dentro di sé il Lato Oscuro? –
– Koi-Jon tendi ad accelerare troppo le cose. Il bambino è preoccupato per suo fratello, una volta che l’avrà riabbracciato sarà in pace con sé stesso e pronto a diventare Youngling se lo vorrà. E poi sei così sicuro di avere i sensi così affinati da poter percepire il lato Oscuro? –
– Ma Maestro potrebbe essere pericoloso addestrarlo –
– Basta adesso. Capisco le tue preoccupazioni Padawan, ma spetta al Consiglio decidere se Lak’amon sarà addestrato o meno. Rilassati e pensa alla nostra missione, ricorda che se il piccolo decide di seguirci dovremmo portarlo al Tempio prima che diventi troppo vecchio per iniziare l’addestramento –.
Io rimasi in silenzio, era inutile provare a discutere, almeno con Obi-Wan. Ci avrebbe pensato il Consiglio, su questo il mio Maestro aveva ragione.
Dopo parecchio tempo il governatore uscì dalla stanza e disse:– Potete venire dentro? Laki vorrebbe
parlarvi –.
Entrammo dentro e Laki iniziò subito a parlare:– Verrò con voi, inizierò l’addestramento per diventare Jedi. Ho solo un desiderio prima di partire, vorrei vedere mio fratello –
– Certamente piccolo – rispose il mio Maestro – Io e il mio apprendista partiremo di qua solo quando avremo riportato la pace, e tu verrai con noi. Se non ti dispiace adesso io e Koi-Jon dovremmo parlare con tuo padre riguardo alla situazione di Socorro. Se per caso hai qualche curiosità puoi chiedere a Koi-Jon quando è
libero –
– Risponderai a tutte le mie domande? –.
Sorrisi a quel bambino timoroso per quello che il futuro gli avrebbe riservato e risposi:– Certo piccolo –
– Non sono piccolo! – esclamò lui irritato.
– Scusami – dissi io e lui tornò a sorridere.
 
Eravamo nello studio del governatore. Lui stava parlando: – Sono fermamente convinto che Jeir Kah vuole prendere il potere su Socorro per sfruttare quelle poche risorse disponibili su questo pianeta. Socorro è un pianeta povero, desertico e pieno di criminalità, ma in una zona dell’esteso deserto che ricopre quasi tutto Socorro ci sono delle preziose risorse minerarie. Purtroppo i crediti di cui disponiamo non bastano a pagare abbastanza operai per iniziare e proseguire i lavori. Jeir Kah vuole sfruttare quelle risorse e l’unico modo è la manodopera schiavile. Se lui sale al potere su Socorro regnerà l’anarchia, i criminali di questo pianeta saliranno al potere e la parte della popolazione onesta verrà sfruttata. Io cerco di portare la pace e l’ordine su Socorro, che è il mio pianeta natale, ma adesso Jeir Kah mi ha in pugno, tenendo in ostaggio Ston’ly può farmi fare ciò che vuole –
– Rifletta un momento, la libertà di tutte le persone di questo pianeta vale a meno della vita di suo figlio? – gli chiese il mio Maestro. Il governatore rimase in silenzio e Obi-Wan continuò:– Non le voglio imporre una scelta, ma se dovesse essere necessario prendere una decisione drastica dovrà tenere conto di questo. Io e il mio Padawan per prima cosa cercheremo di ritrovare e riportare a casa suo figlio il prima possibile. Quando avremo riportato Ston’ly a casa potremo cercare un modo per fermare Jeir Kah. Adesso governatore le chiediamo di scusarci, Koi-Jon ed io siamo molto stanchi, abbiamo viaggiato per due giorni e ormai è sera. Domani ci metteremo alla ricerca di vostro figlio, ma adesso abbiamo bisogno di riposare e meditare –
Aamon’ren rispose cortesemente:– Certamente, due camere sono già state preparate per voi, spero siano di vostro gradimento –.
Schiacciò un pulsante e poco dopo comparve un servitore che ci portò nelle nostre stanze.
 
Ero sdraiato sul letto guardando il soffitto, gli stivali erano per terra di fianco al letto e avevo ancora il mantello addosso.
Il soffitto era dipinto con dei motivi geometrici colorati, li trovavo estremamente rilassanti. Misi un braccio dietro la testa e con l’altra mano presi la mia sfera di metallo e iniziai a giocarci.
Poco dopo sentii bussare alla porta e dissi distrattamente:– Avanti – , la porta venne aperta da Lak’amon.
Appena vide la palla fluttuare a poca distanza dalla mia mano gridò pieno di emozione:– Forte! Come fai? Me lo dici? –
Persi definitivamente la concentrazione e la palla mi cadde addosso, in pieno stomaco, ed emisi un gemito appena udibile. Laki mi guardò dispiaciuto e chiese:– È colpa mia che la palla è caduta?–
– No – lo rassicurai io sorridendo e mettendomi a sedere riprendendo in mano la sfera – Colpa mia, ho perso la concentrazione. Ho molto da imparare – feci cenno a Laki di sedersi sul letto e lui ci si arrampicò sopra.
– Come facevi a tenere la palla sollevata?–.
Io pensai “perché Obi-Wan mi ha dato il compito di rispondere alle domande di Laki? Non sono un Maestro, sono un Padawan! “. Non sapevo cosa dire al Twi’lek per dargli una risposta soddisfacente, e in più doveva anche capire.
Un po’ imbarazzato dissi:– Vedi c’è una cosa presente nell’Universo e in tutte le cose viventi chiamata Forza. I Jedi imparano a usarla per spostare oggetti, come facevo con la palla, o per migliorare le loro capacità atletiche, per meditare e per un sacco di altre cose –
– Imparerò anch’io? –
– Se il Consiglio riterrà opportuno addestrarti, sì –
– Cos’è il Consiglio? –
– Il Consiglio –iniziavo a essere un po’ spazientito, volevo tornare ai miei esercizi, – è un gruppo di Jedi, i più saggi e potenti dell’Ordine Jedi, che prendono le decisioni che riguardano l’Ordine –
– Obi-Wan fa parte del Consiglio? –.
Alzai gli occhi al cielo e iniziai a capire perché Obi-Wan mi aveva affidato quel compito, rispondere alle incessanti domande di un bambino di quattro anni era un modo per farmi esercitare la pazienza. Durante gli anni passati insieme ne ha trovati parecchi di esercizi del genere… e devo anche dire che la mia pazienza non è aumentata di molto, Yoda dice che ne ho molta ma a me non sembra, credo che Yoda mi sopravvaluti.
Cercai di rimanere paziente e risposi con calma:– No, il mio Maestro non fa parte del Consiglio, però è un grandissimo Jedi e io sono fiero di essere il suo apprendista. Non potevo essere più fortunato –
– Ma sarà anche il mio Maestro? –.
Guardai un momento Laki e pensai “e questa come gliela spiego? Come gli dico che una volta entrato nel Tempio non sarà più con noi, sarà da solo finché non si farà degli amici, come gli dico che dovrà allenarsi duramente per essere scelto da un Maestro e potrebbe anche non diventare Cavaliere… “, riflettei un momento poi mi venne un’idea:
– Quando arriverai al Tempio ci saranno molti bambini, di razze diverse, ma tutti come te. Lì potrai farti degli amici. E quando compirai dieci anni, fino ai tredici, potrai essere scelto da un Maestro che ti addestrerà. Ma non sarà Obi-Wan, tra nove anni molto probabilmente non avrò ancora finito il mio addestramento e un Maestro può avere al massimo un Padawan alla volta –.
L’entusiasmo del Twi’Lek scemò per un momento poi mi chiese:– Ma tu quando sei diventato Jedi?–
– Avevo tre anni – risposi – un Maestro Jedi venne a prendermi a casa, disse che potevo diventare un Jedi e io andai con lui. So che ho un fratello, non ricordo che faccia abbia, non… – ma in quel momento un ricordo affiorò.
Mio fratello mi chiamava “Vieni Koi-Jon, sbrigati se non torniamo in fretta mamma si arrabbia” e scoppiava a ridere e io gli rispondevo “Arrivo Norwon, aspettami fratellone “, quando entrammo in casa c’era il Maestro Jedi che mi aveva portato al Tempio , era Mace Windu …
Ero confuso, una volta tornato al Tempio avrei potuto scoprire da dove provenivo, magari anche andare a trovare la mia famiglia per un giorno… ma non ero sicuro di volerlo…
Ripresi a parlare:– ma ricordo il nome di mio fratello, ma non quello dei miei genitori –.
Laki finalmente tacque e io ne approfittai:– Ma non ti preoccupare, sono sicuro che tu ricorderai la tua famiglia, e poi è un grande onore essere un Jedi. Adesso devo chiederti di lasciarmi solo, devo meditare e riposare –.
Laki annuì e poi uscì dalla mia camera chiudendosi la porta alle spalle.
Fissai il soffitto e pensai al ricordo che era affiorato nella mia memoria, pensai a mio fratello, non ne ricordavo la faccia ma ricordavo il nome: Norwon Talker.
Iniziai a ripetermi quel nome sussurrandolo appena, e più lo ripetevo più mi faceva stare bene, mi sentivo un po’ meno solo, qualcun altro portava il mio nome e mi assomigliava. C’era qualcuno, non sapevo dove, che potevo chiamare fratello.
Poi mi venne in mente Dragasi e pensai “Dragasi è mio fratello, Norwon sarà anche mio fratello di sangue, ma non sarà mai come Drag… “ e una vocina fastidiosa si insinuò nei miei pensieri “solo perché non ne ha avuto l’occasione, solo perché sei stato portato via dalla tua famiglia a tre anni “ ero sempre più confuso, avevo bisogno di Obi-Wan, ma non volevo disturbarlo… la vocina sparì e io mi dissi “I Jedi sono la mia famiglia, loro mi hanno cresciuto, loro mi hanno insegnato a sentire la Forza, loro mi hanno insegnato a essere quello che sono “ di nuovo la vocina si insinuò, fastidiosa e insistente “I tuoi genitori ti avrebbero potuto crescere e insegnare a essere uomo, non avresti imparato a usare la forza, ma avresti avuto una famiglia e qualcuno che ti volesse bene “ per un attimo quel pensiero ebbe il sopravvento, ma riuscii a scacciarlo pensando semplicemente a chi mi voleva bene “Ho qualcuno che mi vuole bene, Dragasi, il vecchio Aran e Obi-Wan “.
Per un po’ riuscii a rimanere calmo anche se ero confuso, presi di nuovo la sfera e iniziai a giocarci, dopo un attimo mi venne in mente che quel giorno non avevo ancora fatto i miei esercizi di meditazione, così provvidi iniziando subito.
In piena meditazione però la vocina mi riportò alla realtà “Se Obi-Wan non ti volesse bene? Tu gli vuoi bene,è il tuo Maestro, ma se lui non te ne volesse? “ mi alzai angosciato e camminai in tondo per un po’, poi uscii dalla stanza diretto dal mio Maestro.

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Capitolo 9
*** Le cose si complicano ***


Finalmente dopo milioni di anni e due ere glaciali 
sono riuscita ad aggiornare.
Scusate la lunghissima assenza e scusate
anche se questo capitolo è molto
più corto rispetto ai precedenti,
ma in questi giorni lo studio regna sovrano.
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, e ci tengo
a rigraziare due persone:
Sylvia Nabierre
9pepe4
Grazie a entrambi per le recesioni che mi avete lasciato
 


Mentre camminavo lungo il corridoio su cui si affacciava la mia camera sentii qualcuno parlare. Mi appellai alla Forza per acuire il mio udito e avanzai in silenzio muovendomi verso la voce, dopo due passi iniziai a distinguere le parole:– … Jedi sono venuti, cercheranno di liberare il figlio del governatore per poi riuscirvi a fermare, padrone. Uno dei due Jedi si chiama Obi-Wan Kenobi, sembra il più importante dei due, l’altro è un bambino e non parla se non viene interpellato dal primo, non ricordo il suo nome. Credo che il bambino sia solo un apprendista, quello che potrebbe creare problemi è Kenobi, padrone. Domani inizieranno a cercare Ston’ly. Un’ultima cosa, padrone, a quanto pare il figlio minore del governatore ha le caratteristiche per diventare Jedi –.
Ci fu una pausa nelle parole di pochi secondi e poi la voce continuò:– Sarà fatto padrone –.
Chiunque avesse parlato fino a quel momento iniziò a camminare dirigendosi verso di me, mi guardai intorno per cercare un nascondiglio. L’unica cosa utilizzabile era una piccola nicchia. Mi ci infilai dentro tirando su il cappuccio del mantello e dando la schiena al corridoio. Per fortuna l’uomo non si girò, ma non riuscii a vederlo in faccia. Appena sentii i passi abbastanza lontani uscii dalla nicchia e corsi verso la stanza del mio Maestro, una volta davanti bussai il più forte e in fretta possibile. Obi-Wan venne ad aprire, i sensi già allerta anche se era ancora assonnato, mi vide e si rilassò:– Ah sei tu… cosa c’è Padawan? – avvertii una nota leggermente scocciata nella voce.
Risposi cercando di restare calmo:– Maestro non riuscivo né a dormire né a meditare, così sono andato in corridoio per fare due passi e ho sentito qualcuno che parlava in un comlink… –
Obi-Wan si intromise:–  E mi hai svegliato per questo Koi-Jon? –
Io continuai nascondendo come meglio riuscivo la mia irritazione:– Maestro chiunque stesse parlando in quel comlink è una spia. Stava dando delle informazioni a qualcuno che chiamava padrone, purtroppo ho sentito solo la fina della conversazione –.
Ogni traccia di irritazione, stanchezza e sonnolenza sparì dal volto di Obi-Wan che disse:– Entra svelto, dobbiamo parlare –.
Entrai nella stanza, il letto sfatto, il mantello appoggiato malamente su un sedia indicavano che Obi-Wan una volta entrato nella stanza si era messo a dormire e l’avevo svegliato io. Obi-Wan si accomodò sul letto e mi fece segno di sedermi di fronte a lui. Mi misi di fronte a lui incrociando le gambe e lui iniziò a parlare:
– Koi-Jon dimmi esattamente, parola per parole, quello che hai sentito –.
Gli riferii quel poco che avevo sentito prima che l’uomo interrompesse la comunicazione. Finito di parlare Obi-Wan rimase in silenzio per un momento poi chiese:– È tutto? –. Io annuii guardandolo negli occhi. Lui continuò:– La nostra missione si complica se c’è una spia. Dovremmo muoverci con cautela mio giovane Padawan, ho paura che ogni nostra mossa verrà riferita a questo “padrone”. Tu chi pensi che sia Padawan? –
– Le possibilità sono due. La prima, che è anche la più ovvia ma non la più probabile, è che il padrone sia Jeir Kah. La seconda è che sia qualcuno che usa Jeir Kah come pedina –
– Ottimo Koi-Jon. Spero che sia solo Jeir Kah, se dovesse esserci qualcuno di più potente la nostra missione potrebbe diventare molto lunga e difficile – rimase un momento a riflettere poi disse:– Padawan voglio che tu tutte le prossime notti ti rechi in corridoio per cercare di scoprire chi è la spia e per ascoltare le sue conversazioni con il suo padrone. Intesi? –
– Certo Maestro – ero preoccupato e non solo per i pensieri che avevo avuto nella mia stanza, mi preoccupava l’ultima frase che avevo detto la spia.
Obi-Wan lo avvertì e mi chiese:– Ti sento preoccupato Koi-Jon, cosa c’è? –
– Maestro è l’ultima frase della spia, “sarà fatto” mi chiedo a cosa si riferisca –
– Lo scoprirai nelle prossime notti, ma non è solo quello vero? –.
Guardai negli occhi il mio Maestro, non potevo mentirgli, un Padawan non può mentire al suo Maestro né nascondere, anche solo in parte, la verità. E comunque se ne sarebbe accorto.
Non ero sicuro che Obi-Wan avrebbe capito. Lui era, ed è, così fedele al Codice Jedi, ligio alle regole e senza rimpianto per aver abbracciato la vita da Jedi. Non potevo mentirgli e né potevo dirgli che non era niente di importante perché sarebbe stato come mentirgli e lui avrebbe percepito che non era la verità.
Continuai a guardare Obi-Wan negli occhi senza proferir parola fino a che lui non chiese:– Koi-Jon cosa ti preoccupa? Sono il tuo Maestro, sono qui per aiutarti, puoi parlarmi liberamente piccolo Padawan – e dicendo questo mi posò una mano sulla spalla. La sua mano sulla mia spalla mi fece sentire un po’ più sicuro e riuscii a parlargli:– Laki è venuto in camera mia e mi ha fatto delle domande. Mi è tornato in mente un ricordo di quando ero ancora a casa con la mia famiglia… ho ricordato il nome di mio fratello e ho pensato che per colpa dei Jedi non l’ho mai conosciuto veramente, ho pensato che per colpa dell’Ordine nessuno mi vuole bene e sono solo al mondo, ma poi ho pensato a Dragasi e ad Aran e… – ma qua mi fermai, non ero sicuro di volergli dire che avevo pensato anche a lui. Poi continuai:– Ho pensato a loro, che mi vogliono
bene –
– Koi-Jon so che c’è dell’altro, lo percepisco, sta tranquillo –
Sentii una sorta di flusso di Forza attraversare il braccio di Obi-Wan e raggiungermi, era rassicurante e familiare, era un tocco gentile che infondeva sicurezza.
– Sì Maestro c’è dell’altro. Ho pensato che tu mi volessi bene però poi ho lasciato che un dubbio si insinuasse nella mia mente… tu mi vuoi bene Maestro?–.
Lui sorrise e mi rispose:– Certo piccolo Padawan. Come potrei non volertene? Ho voluto bene al mio Maestro, voglio bene ad Anakin e voglio bene a te Koi-Jon –
– Pensavo che magari, visto che non sono un Padawan modello emi rimproveri spesso, tu non mi volessi bene –
– Ti rimprovero proprio perché ti voglio bene e poi è dagli errori che si impara Koi-Jon. E a essere onesto neanche io ero un Padawan modello quando avevo la tua età, anzi non ero nemmeno un Padawan. Qui-Gon mi ha preso come apprendista quando stavo per compiere tredici anni. Per poco non finivo in uno dei Corpi Secondari! –.
Io ero così felice di aver sentito da Obi-Wan le parole “ti voglio bene” che non riuscii a trattenermi e lo abbracciai. Il mio Maestro si irrigidì un momento, poi si rilassò e ricambiò l’abbraccio.
Quando ci staccammo lo guardai sorridendo e lui scompigliando i capelli mi disse:– Adesso fila a dormire altrimenti domattina sarai troppo stanco per essere utile alla missione –
– Sì, Maestro. Buonanotte –
– Buonanotte Koi-Jon –
 
– Ponchi?! – chiesi io stupito. Era l’alba ed eravamo nella stanza di Obi-Wan a prepararci per iniziare le ricerche.
– Certo – rispose il mio Maestro – Non vorrai far sapere a tutti i criminali di Socorro che sei un Jedi, no?–
Guardai il poncho che mi aveva dato Obi-Wan, un tempo doveva essere stato bianco. Adesso era giallognolo, come le pagine di alcuni di quei vecchissimi libri della biblioteca del Tempio, e pieno di macchie di sostanze non identificate. Guardai con occhi imploranti il mio Maestro chiedendo:– Devo proprio metterlo? –
– Sì, e non fare lo schizzinoso – rispose lui infilandosi il suo.
Sospirai e indossai il mio poncho. Mi arrivava appena sotto le ginocchia, puzzava pure di vecchio e di muffa. Preferii non sapere da dove Obi-Wan li aveva pescati.
– Benissimo siamo pronti. Oggi inizieremo le ricerche partendo da est nei sobborghi. Pronto Padawan?–
– Pronto Maestro –
– Allora andiamo –

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Capitolo 10
*** Guai ***


Questo capitolo non è molto lungo,
ma ho deciso di pubblicarlo cosi perché
lo trovavo perfetto come punto di inizio e di fine
capitolo. 
Adesso i ringraziamenti;
grazie a Sylivia Nabierre, 9pepe4 e Zombiehunter
per le loro recensioni, mi sono sempre molto utili.
Spero che vi godiate questo capitolo.
A presto con il prossimo!


Uscimmo in strada e ci incamminammo verso i sobborghi, avevo i sensi all’erta e avvertii che Obi era in contatto con la Forza. Camminavamo tranquilli su un lato della strada guardandoci intorno . A un certo punto Obi-Wan mi sussurrò:– Non sei in contatto con la Forza , concentrati –.
Annuii e cerca di concentrarmi mettendomi in contatto con la Forza, ci riuscii solo dopo alcuni minuti e a quel punto il mio Maestro disse:– Perfetto ora che sei in contatto con la Forza possiamo separarci, Lei ci terrà in contatto. Abbi fede in Essa Koi-Jon –
Annuii e poi chiesi:– Maestro, vuoi davvero che ci separiamo?–
– Certo, penso che tu sia pronto e poi il ti sarà utile per il tuo addestramento. Ci vediamo qui fra tre ore, intesi? –
– Intesi –.
Mi avviai per imboccare una stradina sulla destra, ma il mio Maestro mi fermò:– Koi-Jon –
– Sì, Maestro? – dissi voltandomi
– Se hai bisogno usa il comlink per chiamarmi, io farò altrettanto –
– Va bene – detto questo mi incamminai per la mia strada.
Mi infilai nelle vie osservando ogni singolo particolare e ogni singola persona, grazie alla Forza acuii il mio udito per cercare di raccogliere anche la più piccola informazione. Le vie erano affollate e l’odore di razze diverse si sovrapponeva creando una tortura per il naso. Ogni tanto rischiavo di essere schiacciato da adulti che non facevano caso a me, un piccolo bambino di dieci anni.
Dopo un’ora passata a quel modo senza raccogliere  il più piccolo indizio iniziai a lasciarmi prendere dallo sconforto, sicuramente Obi-Wan aveva raccolto un sacco di informazioni.
Comunque avevo ancora due ore, decisi di entrare in un pub che avevo visto poco più indietro.
L’interno del pub era polveroso e l’aria  all’interno era pesante e carica di odori, sudore di varie razze diverse, fumo, cibo marcio, alcool e, odore più sgradito degli altri, vomito.
Individuai un tavolino vuoto in un angolo e mi andai a sedere. Acuii di nuovo l’udito per sentire le conversazioni degli avventori.
Rimasi seduto al tavolo per un po’ prima di sentire un uomo e un Ishi Tib dire un nome che risaltò alle mie orecchie in mezzo a tutti gli altri, “Jeir Kah”. Mi concentrai su di loro e iniziai ad ascoltare la loro conversazione.
– Il capo ha detto che ci sono due Jedi su Socorro, vogliono fermarci. Il capo ha dato l’ordine di trovarli, catturarli e portarli vivi da lui –
– Catturare due Jedi? Come ci si può riuscire? Insomma, sono Jedi –
– Questi sono gli ordini. Non so poi come sia possibile, nessuno di noi sa come sono fatti, ad eccezione di
Lui –
– Lui? Chi intendi? –
L’Ishi Tib sussurrò e io feci fatica a udire le sue parole:– La spia del capo vicina al governatore. Ha anche riferito il nome di uno dei Jedi al capo, ma a noi non è dato saperlo –
– Jeir Kah ci fa solo sgobbare e non ci dice mai nulla, non è giusto! Pretende che eseguiamo i suoi ordini senza avere indicazioni precise, non lo sopporto! –
– Non parlare così, gli uomini del capo potrebbero sentirti, o peggio ancora potrebbero sentirti gli uomini del Signore –
Jeir Kah era solo una pedina… la notizia mi colpì tanto che mi mossi di scatto con un riflesso involontario e urtai una saliera che era sul tavolo, per evitare che cadesse e facesse rumore la fermai a mezz’aria con la Forza e la riappoggiai sul tavolo. L’umano però, che era seduto girato verso di me, mi vide e urlò al compagno:– Quel bambino deve essere un Jedi, prendiamolo! –
I due si alzarono nello stesso momento in cui mi alzai io. Spiccai un salto in avanti e scivolai di pancia sul pavimento passando sotto le loro gambe , mi rialzai con una capriola e uscii di corsa dal locale spintonando un Togruta di lato. Iniziai a correre per le stradine sentendo la presenza dei miei inseguitori solo pochi metri dietro di me.
Avevo un disperato bisogno del mio Maestro, presi il comlink e provai a chiamarlo, ma non giunse alcuna risposta.
Afferrai la spada pronto ad attivarla in caso di bisogno e continuai a correre.
Saltai un muro appellandomi alla Forza, ma i miei inseguitori mi corsero dietro per un’altra strada. Mentre correvo pensai “Ho combinato un bel guaio, e adesso chi lo sente il Maestro?”. Svoltai in un vicolo e andai a sbattere contro un Wookie, mi allontanai subito facendo qualche passo indietro. Il Wookie mi ringhiò contro qualcosa nella sua lingua. Arretrai ancora, ma sentii le voci dei miei inseguitori:– Eccolo, sbrigati, prendiamolo!–.
Attivai la spada, acuii i sensi e mi preparai a combattere. L’umano e l’Ishi Tib appena furono abbastanza vicini tirarono fuori un tipo di blaster che non avevo mai visto, poco più grossi di una mano, e iniziarono a far fuoco. Io parai i colpi con la spada come mi era stato insegnato al Tempio Jedi. Per un momento chiusi gli occhi e mi affidai solamente alla Forza. Avvertii in anticipo un attacco del Wookie e saltai per schivarlo parando un colpo di uno dei blaster, il Wookie attaccò con un pugno, ruotai la spada e la lama entrò nella carne del Wookie  con estrema facilità tagliandoli via la mano. Riaprii gli occhi e provai a scappare con un salto oltre l’umano e l’Ishi Tib, ma l’umano mi colpì con un pugno nello stomaco e caddi a terra, tirò un calcio alla mano con cui tenevo la spada e quella rotolò a un paio di metri da me spegnendosi. Provai a rialzarmi ma l’uomo mi tirò un pugnò in faccia colpendomi un occhio, non mi arresi e ci provai di nuovo e l’uomo mi tirò un calcio nel fianco. Gemetti e rimasi a terra,l’uomo si rivolse al suo compagno:– Raccogli la sua spada, è la prova che è un Jedi – poi mi parlò:– Vedi di stare buono se non vuoi farti male marmocchio, e non provare a usare i tuoi trucchetti da Jedi – poi mi afferrò per il bavero della tunica e mi sollevò mettendomi in piedi. – Adesso cammina e non fare scherzi, o ti assicuro che ti farò pentire di essere un Jedi –

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Capitolo 11
*** Lealtà ***


Li seguii buono buono, avevo già preso troppe botte. L’occhio che l’uomo mi aveva colpito si stava lentamente gonfiando. Mentre seguivo l’umano, il Wookie e l’Ishi Tib pensavo… “Quanti bambini di dieci anni si possono trovare in una situazione del genere? Se non fossi un Jedi probabilmente sarei a giocare con altri bambini, con mio fratello. Di sicuro non sarei tutto pesto e prigioniero con la mia unica arma in mano a un nemico, ma sono un Jedi e questi sono gli inconvenienti del mestiere. Spero solo che il mio Maestro capisca che sono finito nei guai, spero che non mi portino via il comlink, è l’unico modo che ho per comunicare con il Maestro. Potrei provare a fuggire, ma loro avrebbero la mia spada e se mi riprendono sono ancora più nei guai. Se li seguo magari mi portano da Jeir Kah o dal “Signore” e potrei scoprire qualche cosa di interessante, sempre che riesco a uscire vivo da questa situazione”
Intanto eravamo arrivati davanti a un edificio basso di cemento, c’era solo una porta in duracciacio con due guardie davanti. Erano talmente bardate che non riuscii a distinguerne la razza. L’Ishi Tib disse:– Abbiamo un prigioniero, dobbiamo portarlo subito al capo –
– Il capo non c’è – rispose una delle guardie con voce spigolosa, quasi meccanica – Rinchiudetelo, il capo si occuperà di lui quando rientrerà –.
Entrammo e mi spintonarono in un corridoio, ai lati porte e scale in discesa, dopo una porta e una rampa di scale in discesa giungemmo in un corto corridoio con un porta in fondo. Aprirono la porta e il Wookie mi buttò dentro spingendomi con la mano che gli restava. Caddi di faccia sul pavimento in terra battuta, mi misi in piedi un attimo prima che l’uomo mi afferrasse per un braccio.
– Togliti il poncho – mi intimò.
Obbedii. Appena lasciai cadere a terra il poncho l’uomo iniziò a frugare nei sacchetti appesi alla mia cintura. Trovò il comlink e mi chiese:– Cos’è questo marmocchio? –
Rimasi in silenzio e l’uomo provò a tirarmi uno schiaffo, ma mi abbassai e lui mi tirò un sullo stomaco.
– Cos’è questo? –
 
Rimasi in silenzio e pensai “Non tradirò Obi-Wan, non tradirò il mio Maestro”.
Ripensando a quell’episodio mi accorgo che i Jedi diventano adulti molto presto, forse troppo presto. Avevo dieci anni e mi comportavo da adulto, adesso mi chiedo se sono mai stato un bambino… Forse no. Forse le bravate fatte con Dragasi erano il nostro modo di essere bambini all’interno del Tempio con le sue rigide regole. Erano il nostro modo di sfuggire alla nostra vita, monaci ancora prima di sapere cosa significa, non-bambini, adulti in corpo di bambini, votati a proteggere la Repubblica ancora prima di sapere cos’è esattamente…
Ma sono felice di aver scelto questa vita,è la mia vita, sono nato sensibile alla Forza e grazie a questo mi è concesso un enorme potere, quello di mettermi al servizio degli altri per aiutarli. Ed è un grande potere, un potere che sono grato di possedere.
 
L’Ishi Tib disse:– Teniamolo noi questo aggeggio, magari scopriamo cos’è –
L’uomo annuì e disse:– Andiamocene, a lui ci penseremo quando torna il capo –.
I tre uscirono chiudendo a chiave la porta.
Mi sedetti a gambe incrociate al centro di quella che era la mia piccola prigione, mi chiesi se ormai le tre ore concordate con Obi-Wan fossero passate.
Obi-Wan avrebbe capito che mi trovavo nei guai solo allo scadere delle tre ore, quando non mi avrebbe trovato sul luogo dell’appuntamento.
Era inutile rimanere lì seduto a sperare che Obi si accorgesse che ero nei guai, penasi “Cosa farebbe il Maestro in una situazione del genere? Non posso uscire, cosa vorrebbe che facessi Obi-Wan?Probabilmente il Maestro, essendo così esigente, mi direbbe di fare i miei esercizi…
Ero troppo agitato per riuscire a esercitarmi con la sfera, che per fortuna mi avevano lasciato, così mi misi a meditare per riuscire a calmarmi.
Mi sistemai un po’ meglio rimanendo a gambe incrociate, appoggiai il dorso delle mani sulle ginocchia e chiusi gli occhi.
Iniziai a concentrami sulla Forza e piano piano raggiunsi gradi sempre più profondi di meditazione.
Iniziai a sentirmi parte del mondo intorno a me, mi sentivo pieno di Forza. Lei era con me, mi avrebbe aiutato, Lei non mi avrebbe abbandonato.
Mi accorsi che non ero l’unico prigioniero, c’era un’immensa diramazione di sotterranei e potevo sentire molti prigionieri, ognuno da solo in una stanza. La solitudine può essere una dura prova psicologica e Jeir Kah, probabilmente, cercava di indebolire i suoi nemici in questo modo.
Ero tranquillo durante la meditazione e rilassato, per qualche strano motivo iniziai a mormorare il Codice Jedi a fior di labbra. Non l’avevo mai fatto e dopo quella volta non l’ho più fatto.
Non so quanto tempo passai in meditazione prima che la porta venisse aperta.
Sentii la presenza di tre creature viventi, ma non interruppi la mia meditazione fino a quando uno dei tre disse:– Che stai facendo marmocchio? Cosa stai mormorando? –.
Aprii gli occhi. Era stato l’uomo del pub a parlare, con lui c’erano l’Ishi Tib e un secondo uomo.
Rimasi nella posizione in cui ero guardando l’uomo dissi:– Meditavo –. La meditazione mi aveva tranquillizzato. L’uomo domandò di nuovo:– Cosa stavi mormorando marmocchio? –
Dalla sua voce capii che aveva paura e ,anche se per me sarebbe stato un vantaggio alimentare la sua paura, non ci riuscii. Non è nella natura di un Jedi causare sofferenza, siamo spinti ad amare la vita, non potremmo mai vedere qualcuno soffrire. Così risposi all’uomo:– Non ti preoccupare, niente che vi possa far male. Stavo ripetendo il Codice Jedi –
– Pensi che io abbia paura di un marmocchio come te? Avrai si e no nove anni!! –
– Dieci – lo corressi – E comunque sono convinto di farti più paura di quello che vuoi far credere. Tu hai paura dei Jedi ho sbaglio?–
L’uomo rimase in silenzio guardandomi con uno sguardo carico d’odio. A quel punto intervenne lo sconosciuto che disse:– Su Lark, calmati e lascia in pace il bambino – poi rivolgendosi all’Ishi Tib disse:– Puoi darmi quello che avete trovato addosso al ragazzo e poi lasciarci soli? –
L’Ishi Tib annuì e porse il mio comlink all’uomo e poi uscì insieme al suo compagno.
L’uomo iniziò a parlare:– Se i Jedi sono così intelligenti come dicono avrai già capito chi sono –
Ero convinto di averlo intuito,ma volevo una conferma:– Io non so neanche un Cavaliere, ho dieci anni, sono solo un’apprendista. Dimmi tu chi sei e vedremo se ho indovinato –
L’uomo sorrise divertito e rispose:– Sapete usare bene la lingua voi Jedi… quante ore al giorno vi addestrate? E su cosa?–
Decisi di dargli corda, se volevo ottenere risposte dovevo farlo parlare. Vidi quella situazione molto simile agli esercizi di retorica e dialettica a cui Obi-Wan mi sottoponeva almeno una volta a settimana.
– Da quando entriamo al Tempio la nostra vita è il nostro addestramento. Tutto il giorno e tutti i giorni ci addestriamo, per tutta la nostra vita –
– È una vita dura per un bambino o sbaglio? –
– Abbastanza, però ho un grande dono –
– E quale sarebbe questo dono? –
Sorrisi e con tono neutrale risposi:– Avere la Forza come alleato –
– Come fai ad avere così tanta fede in una cosa che non puoi vedere o toccare? –
– La posso sentire con me però, sempre –
– Sempre? Anche quando sei in pericolo? –
– Specialmente. Tu cosa o chi hai con te quando sei in pericolo?–
– Sono un uomo potente, ho molte guardie –
– Più potente del governatore? –
– Di quel Twi’lek rugoso? – disse l’uomo scoppiando a ridere – Certo, tengo anche il suo primogenito imprigionato proprio come te –
E così aveva appena ottenuto la prima risposta, sapevo che Ston’ly era all’interno di quell’edificio.
– E qual è il nome dell’uomo più potente di Socorro? – dissi cercando di adularlo
– I tuoi trucchetti non funzionano con me, Jedi –disse con una punta di disprezzo, poi continuò – piuttosto dimmi cosa ti serve un comlink, che tra l’altro mezz’ora ha suonato. Ho risposto e una voce ha parlato. Ha detto “Koi-Jon dove sei? È quasi un’ora che ti aspetto. Padawan, rispondi?Razza di maleducato perché non dici niente! Padawan Talker, ti giuro che appena ti riprendo sei nei guai! Così impari a rispondere al comlink, ma a non dare notizie al tuo Maestro!” Direi che da questo ho parecchie informazioni su di te, il tuo nome, il tuo grado, e soprattutto che non sei l’unico Jedi su Socorro, ed essendo l’altro il tuo Maestro sarà sicuramente più potente di te –
Le parole che l’uomo mi aveva riferito non erano da Obi-Wan, il Maestro si era accorto che non ero stato io a rispondere al comlink… aveva capito e aveva fatto credere l’opposto… sorrisi mentalmente e poi tentai il tutto per tutto con l’uomo:– Ma anche io so il tuo nome e so che non sei l’uomo più potente di Socorro –
L’uomo si adirò e urlò:– Ricorda marmocchio, Jeir Kah è l’uomo più potente di Socorro, e presto sarò io a governarlo! –. Detto questo buttò il mio comlink a terra e lo pestò, poi uscì chiudendo a chiave la porta.

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Capitolo 12
*** Arriva la Cavalleria?? ***


E' di nuovo passato un sacco di tempo dall'ultimo 
capitolo... dovrei mettermi alla gogna... 
Spero che mi perdonerete (ogni tanto mi chiedo quanti 
siete a leggere la mia storia. Una sicura ce l'ho, e non è un parente! 
Il che è quasi incredibile...)
Comunque, tornando a noi Spero che il nuovo capitolo vi piaccia 
e come al solito ringrazio:
Sylivia Nabierre per prima, grazie di tutto... (e tu sai esattamente di cosa parlo)
9pepe4 
e last but not least 
ZombieHunter.
Ah e naturalmente grazie a tutti quelli che
si stanno allegramente sorbendo la mia storia.
Ok finiti i ringraziamenti vi lascio al capitolo. 
Buona lettura!
 

Passai le ore successive tra esercizi con la sfera, meditazione e dormite. Non so esattamente quante ore passarono, forse appena due o forse più di un giorno. Sta il fatto che stavamo meditando quando sentii un rumore all’esterno della porta e percepii una presenza piena di Forza.
Aprii gli occhi e vidi che la serratura stava fondendo. Sorrisi e mi alzai in piedi. Finalmente la porta cedette e comparve la figura di Obi-Wan, lo guardai sorridendo e dissi:– Maestro sei in ritardo, è un sacco che
aspetto –
– Non essere insolente Padawan, e muoviti. Sarebbe carino riuscire ad andarcene in fretta di qua – poi dopo un momento aggiunse – Siamo uno a zero per me, Koi-Jon –
– Uno a zero per che cosa, Maestro? –
Lui mi rispose sorridendo:– Numero di salvataggi. Adesso muoviamoci –
– Devo recuperare la mia spada! –
– Me ne sono occupato io – porgendomela continuò – Non perderla mai più, la tua vita dipende da questa. Adesso andiamo – c’era una nota di urgenza nella sua voce.
Presi la mia spada e dissi:– Ston’ly è in questo edificio, dobbiamo liberarlo! –
Iniziando a correre per la scala per salire in superficie Obi-Wan disse:– Non è il momento… torneremo un’altra volta. Adesso, non per metterti fretta, ma abbiamo tutti gli uomini di Jeir Kah alle calcagna –
– Ti hanno visto entrare? –
– Mi hanno recuperare la tua spada… –
In quel momento comparvero in cima alla scala l’Ishi Tib e l’umano che mi avevano preso. Dissi a Obi-Wan:
– Sono loro che mi hanno preso –
– Adesso non ci prenderanno –
Attivammo le spade e Obi-Wan mi disse:– Insieme –
Annuii in silenzio e poi ci lanciammo all’attacco. I due tirarono fuori i blaster con avevano attaccato e iniziarono a far fuoco.
Il Maestro ed io iniziammo a parare i colpi di blaster con la spada. Ci muovevamo in perfetta sincronia in quello spazio angusto sulle scale. Uno dei colpi parati da Obi-Wan tornò indietro colpendo al petto l’Ishi Tib e lui stramazzò a terra.
L’uomo vide cadere il suo compagno e voltandosi se la diede a gambe.
Disattivammo le spade e corremmo fuori. A pochi passi della porta di uscita un uomo ci attaccò di lato e Obi-Wan lo spinse contro un muro grazie alla Forza. Uscimmo per strada e ci trovammo circondati da droidi e uomini. Obi mi disse:– Schiena contro schiena. Così avremo un campo visivo completo, Padawan –
Attivammo di nuovo le spade e ci mettemmo in posizione. Un uomo intimò:– Arrendetevi e non vi verrà fatto del male –
– Vi conviene lasciarci andare – rispose educatamente il mio Maestro.
L’uomo rimase un momento in silenzio poi disse:– Fuoco –
Colpi di blaster iniziarono a pioverci addosso. Parando i colpi iniziammo a muoverci verso i droidi. Quando fui abbastanza vicino a un droide con un movimento fluido gli tagliai le braccia e la testa. Iniziai ad abbattere droidi. Mi girai verso Obi dopo aver abbattuto il quarto e vidi un uomo che lo attaccava alle spalle, urlai svuotandomi i polmoni:– Maestro! Dietro! –
Obi si girò e colpì quasi alla cieca. L’uomo cadde a terra morto. Il Maestro mi urlò:– Vediamo di sbrigarci Padawan! –   
Un uomo mi attaccò, lo colpii affondandogli la spada nel ventre e quello cadde a terra. Rimasi lì, fermo, a guardare il corpo di quell’uomo. Sentii la voce del mio Maestro, ma in lontananza come se mi parlasse dalla cima di una collina, – Padawan muoviti! –
Qualcuno mi strattonò per una manica riportandomi alla realtà. Era Obi-Wan. – Che ti prende Koi-Jon?! Dobbiamo andare! –
Iniziammo a correre per le strade della capitale dirigendoci verso il centro. Tre uomini ci inseguivano.
Obi-Wan mi disse:– A destra – indicandomi una via affollata più avanti. Ci buttammo in mezzo alla folla e Obi-Wan mi afferrò per una manica:– Non ci separiamo più, Padawan –
Annuii ben contento di sentire quelle parole e mi avvicinai ancora di più al mio Maestro. Rallentammo fino a camminare mischiandoci nella folla. Alzai la testa per guardare il mio Maestro in faccia e chiesi:– Maestro come mi hai trovato? –
– Ho impiegato quasi un giorno, ma ti posso assicurare che i crediti possono essere molto persuasivi –
– Grazie –
– Non devi ringraziarmi – poi aggiunse facendo l’occhiolino – E mica potevo tornare al Tempio da solo, cosa avrebbe detto Yoda? –
Ridacchiai e tornai a guardare avanti. La strada era affollata da persone appartenenti a razze diverse, Mon Calamari, Ishi Tib, Umani, Twi’lek, razze mutaforma, qualche raro Togruta e parecchie razze che non conoscevo.
Ai lati della strada c’erano banchi e bancarelle di ogni tipo. – Siamo in un mercato –
– Posto perfetto per nascondersi, Padawan. Vieni troviamo n modo per camuffarti un po’ –
– Nessun poncho? –
Obi sorrise:– Nessun poncho –
Ci avvicinammo a un banco e Obi pescò da un mucchio di stoffa una specie di giacca blu.
– La taglia è da adulto, ma andrà benissimo – rivolgendosi poi al commerciante disse:– Tre crediti bastano per questa? –
– Cinque, non di meno –
– Non posso dare di più al massimo tre crediti –
– Cinque, quella non vale di meno –
Sentii Obi-Wan ricorrere alla Forza e disse:– Tre crediti sono più che sufficienti –
– Tre crediti sono più che sufficienti – rispose meccanicamente il mercante prendendo i soldi da Obi-Wan.
Il Maestro mi diede la giacca dicendo:– Mettitela cercando di coprire la spada –
Annuii e mi misi la giacca coprendo la spada, assicurandomi però di poterla prendere facilmente in caso di bisogno.
– Allora cos’hai scoperto Padawan? –
– Dov’è rinchiuso Ston’ly e che c’è qualcuno che comanda Jeir Kah. Tu? –
Guardai Obi-Wan con aria interrogativa e lui disse:– Saprai a tempo debito. Non ne sono ancora sicuro, per cui è inutile darti informazioni su cui potresti basare certezze che potrebbero risultare errate –
– Ma è anche altrettanto inutile tenermi all’oscuro di ogni piccola possibilità riguardo all’identità del nostro nemico –
– Vedo che presti attenzione alle lezioni di retorica, Padawan. Ti dirò questo allora: se è quello che credo il nostro nemico è molto potente e tu sei troppo giovane per questa missione –
– Maestro? –
– Sì Koi-Jon, cosa c’è? –
– Forse sono troppo giovane non solo per questa missione… forse sono troppo giovane per essere un Padawan –
– No Koi-Jon, altrimenti avrei aspettato a prenderti come apprendista. Le nostre regole parlano chiaro, uno può diventare Padawan dal compimento dei dieci anni, e tu eri pronto quando ti ho portato nella Sala del Consiglio per la prima volta –
Sorrisi alle parole di Obi-Wan e aggiunsi:– Non so se lo sai, ma fra poco più di un mese è il mio compleanno… Avrò undici anni finalmente –
– Per chi mi hai preso Koi-Jon? Certo che so la data del tuo compleanno, e so anche che al tuo compleanno ci penseremo a tempo debito. Adesso, se non ti dispiace, concentrati sulla missione –
Abbassai lo sguardo contento e dispiaciuto allo stesso tempo.
 
Eravamo in una zona diversa della città più vicino al palazzo del governo. Obi mi fermò e disse:– Chiudi gli occhi –
Alzai gli occhi al cielo senza farmi vedere dal Maestro e poi obbedii, Obi-Wan voleva farmi fare un esercizio che io non ho mai sopportato e invece a lui piace parecchio farmelo fare.
– Edificio alla tua destra –
Mi concentrai sulla Forza e poi iniziai a parlare:– Magazzino, altezza circa due metri, porta più grande sul muro verso nord, porta di servizio sulla parete rivolta a ovest. Quattro finestre a mezzo dal tetto su ogni lato. All’interno è quasi vuoto –
– Cinque finestre per lato Padawan, concentrati. Non prendere alla leggera gli esercizi, sono importanti per la tua formazione –
– Sì Maestro – risposi un po’ scocciato
– Koi-Jon questo esercizio è importante, ti aiuta a metterti in contatto con la Forza – il tono del mio Maestro era severo e di rimprovero – Se ti faccio fare così tanti esercizi c’è un motivo, e non rispondermi mai più con un tono del genere –
– Scusami, Maestro – risposi mortificato. Ogni volta che mi rimprovera o mi sgrida ha l’innata capacità di farmi sentire uno schifo…
– E adesso seguimi. Dobbiamo trovare un piano per liberare Ston’ly, e dobbiamo trovarlo entro stanotte –
 

 

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Capitolo 13
*** Imprevisti non da poco ***


Ecco il nuovo capitolo. 
Io mi sono divertita un sacco a scriverlo, 
e spero che a voi piaccia leggerlo.
Chissà, magari i miei lettori fissi sono anche aumentati.
Ok adesso basta. Passiamo ai ringraziamenti e 
poi vi lascio al capitolo.
Allora ringrazio:
- In primis Sylivia Nabierre, mia accanita lettrice 
- Ringrazio anche 9pepe4 con la sua recensione molto costruttiva
- Un ringraziamento a Zombiehunter per la sua recensione incoraggiante
- Grazie a _avatar_ per la sua recensione e per la magnifica idea che ha avuto
Non dovrei aver dimenticato nessuno, e se l'ho fatto perdonatemi.
Grazie a tutti quelli che leggono "Padawan"


Era notte, notte fonda, e io ero accucciato contro un muro dell'edificio in cui ero stato prigioniero. La spada in pugno, anche se disattivata, ma ero pronti ad attivarla in qualsiasi momento. Il nuovo comlink suonò e io risposi al primo bip:- Maestro... -
- Koi-Jon fra poco ti darò il via, portati verso il portone d'ingresso. Non farti vedere finché non mi avrai visto. Intesi? -
- Certo Maestro - avrei desiderato sdrammatizzare la situazione per cercare di distenderci i nervi prima della missione, ma in quel momento non potevo. Era di vitale importanza che l'operazione andasse a buon fine, Ston'ly doveva tornare a casa da suo padre.
In quel momento sentii avvicinarsi dei passi e chiusi la comunicazione sussurrando:- Maestro arriva qualcuno - e spensi il comlink. I passi si avvicinavano sempre di più, alzai il cappuccio del mantello e mi rannicchiai ancora di più nell'oscurità.
La notte giocava a mio favore e per mia fortuna chiunque mi passò accanto non mi notò.
Poco dopo il comlink suonò di nuovo. Risposi e dissi:- Maestro i comlink fanno decisamente troppo rumore - - Non lamentarti Padawan! In ogni caso inizia ad avvicinarti al portone d'ingresso -
- Maestro? - dissi con voce incerta
- Cosa c'è? -
- Non dovrò uccidere nessuno vero? - avevo ancora in mente la faccia dell'uomo che avevo ucciso quando ero scappato con Obi. Me la ricordavo come se ce l'avessi avuta ancora davanti agli occhi. Avevo sentito anche una variazione nella Forza, proprio nell'istante in cui l'uomo si era spento. 
Obi disse:- Spero di no. Credo di capire come ti senti, ma adesso non è il momento di parlarne. Ti prometto che ne discuteremo dopo, una volta finito. Adesso cerca di concentrarti -
Deglutii e risposi:- Va bene. Adesso vado. Ti aspetto lì Maestro -
- Ci vediamo fra poco piccolo Padawan - 
- È proprio necessario chiamarmi piccolo? -
- Sì piccolo - credo che stesse ridendo.
Sbuffai e chiusi la comunicazione. Mi alzai in piedi e iniziai ad avvicinarmi al portone. 
Strisciando contro il muro arrivai ad appena due passi dalle guardie, mi accucciai di nuovo contro il muro nell'ombra cercando di mantere una visuale abbastanza buona. Osservai per un momento le guardie. Droidi. Mentalmente tirai un sospiro di sollievo, non avrei dovuto uccidere nessuno, almeno per il momento. Tornai a guardare davanti a me e dopo alcuni minuti vidi Obi-Wan sdraiato per terra a pancia in giù. Si portò un dito alle labbra, poi si indicò e subito dopo indicò il droide più vicino a lui. Indicò me e il droide più vicino me.
Iniziò il conto alla rovescia con una mano.
Cinque... strinsi la spada in pugno.
Quattro... mi preparai a scattare in avanti.
Tre... mi svuotai la mente e mi concentrai solo sull'obbiettivo.
Due... guardai il mio Maestro, anche lui era pronto. Sarebbe stata una cosa veloce.
Uno... osservai il droide per sapere dove attaccarlo per metterlo fuori uso il prima possibile.
Zero... appena il mio Maestro chiuse la mano a pugno scattai in avanti attivando la spada e con un movimento fluido tagliai la testa del droide. Contemporaneamente il Maestro aveva fatto la stessa cosa. 
Disattivammo la spada e il Maestro mi guardò per un momento poi disse:- Entriamo, affidati alla Forza, dobbiamo trovare Ston'ly in fretta -
Annuii in silenzio e appesi la spada alla cintura. 
Il Maestro aprì la porta ed entrammo. Non avevamo tempo da perdere e cercammo di capire dove si trovava Ston'ly. Aprimmo una porta e scendemmo le scale. Arrivati in fondo il Maestro mi disse:- Attiva la spada e infilala nella serratura -
Obbedii e infilai la lama blu nel metallo. All'inizio incontrai una leggera resistenza e spinsi con tutta la mia forza. La lama penetrò fino all'elsa. In un paio di minuti la porta cedette ed entrammo. All'interno non c'era Ston'ly, e nemmeno un Twi'Lek. 
Un vecchio Mon Calamari vestito di stracci era rannicchiato in un angolo. Obi-Wan gli si avvicinò e passò un braccio sotto il braccio destro del Mon Calamari per aiutarlo ad alzarsi. Il Mon Calamari parlò in un basic un po’ strascicato:- Siete Jedi? -
Il mio Maestro rispose:- Sì. Come state? -
Il Mon Calamari cercò di muovere qualche passo ma le gambe gli cedettero e Obi-Wan mi fece cenno di fargli da sostegno dall'altro lato. Appena si appoggiò anche a me, anche se era un po’ storto, sembrò più stabile e rispose:- Non mangio da un bel po’. Grazie per avermi tirato fuori di qui. Posso sapere i vostri
nomi? - 
- Sono Obi-Wan Kenobi, e lui è il mio apprendista Koi-Jon Talker. Devo farvi una domanda, per caso sapete dove tengono il figlio del governatore? -
Il Mon Calamari alzò la testa guardando Obi e disse:- Due porte più avanti. Dovrebbe essere ancora lì -
Obi sembrò sollevato da quella risposta e disse:- Adesso vi portiamo fuori. Poi la dobbiamo lasciare, il nostro compito è quello di liberare Ston'ly -
Il Mon Calamari annuì e iniziò a camminare verso l'uscita appoggiandosi a noi per reggersi in piedi.
Una volta lasciato fuori rientrammo di corsa e ci dirigemmo verso la porta indicata dal Mon Calamari. Scendemmo le scale e questa volta fu Obi-Wan a forzare la serratura. 
Entrammo, effettivamente dentro c'era Ston'ly, ma anche qualcun altro molto potente nella Forza.
In piedi nella cella c'era un uomo dallo sguardo arcigno con lunghi capelli neri. Indossava dei vestiti di pelle nera e alla cintura portava una spada laser. Il mio Maestro mi intimò:- Koi-Jon non avvicinarti. Sta indietro. I miei timori erano fondati -
Non capivo, ma mi limitai a obbedire indietreggiando di un paio di passi. Lo sconosciuto parlò:- Sempre obbedienti gli apprendisti, vero Jedi? -
Il mio Maestro gli rispose con un tono pieno di disprezzo:- Ne ho già ucciso uno della tua specie, non è un problema ripetere la cosa -
- Partiamo già con le minacce? Io volevo solo discutere -
- Non mi inganni. Non abbasserò la guardia -
- Tutti uguali voi Jedi, credete sempre che noi siamo animati da cattive intenzioni. Siamo conoscitori della Forza come voi. Non siamo così diversi -
- Quando mai i Sith sono stati animati da buone intenzioni? E ti sbagli, siamo molto diversi -
Sith. Rimasi come folgorato. Come avevo fatto a non capire, si poteva benissimo percepire il Lato Oscuro. 
Il Sith continuò:- E il tuo piccolo apprendista che ne pensa? - 
Io guardai il mio Maestro e lui parlò in vece mia:- Lascialo stare, lui non c'entra -
- Ma è un Jedi anche lui, mi sembra giusto che dica la sua -
Obi si tolse la spada dalla cintura, ma non l'attivò, stava combattendo con sé stesso per mantenere la calma. 
- Lascialo stare. È giovane. Avrà tempo più avanti di vedersela con gentaglia della tua specie -
- Sbaglio o tra i Jedi non si dice "il vostro Padawan può essere giovane, ma è uno Jedi. Meglio perderlo tragicamente che evitargli il pericolo" - 
- Non avvicinarti a lui. Se vuoi vedertela con qualcuno quel qualcuno sarò io -
- Tutto questo per cercare di salvare un inutile Twi'lek e mantenere un equilibrio in un pianeta che non ha mai avuto equilibrio. Come siete patetici voi Jedi – e dicendo questo attivò la spada. 

 

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Capitolo 14
*** Un po' di confusione in un piccolo Padawan ***


Come al solito ecco i ringraziamenti di inizio capitolo:
- Primo: A Sylivia Nabierre, ormai importantissima per me
- Secondo: _avatar_ che con le sue recensioni mi fa venire le lacrime per il ridere
-Terzo: 9pepe4 per la recensione molto costruttiva
- Quarto: zombiehunter per la sua recensione che mi ha fatto un immenso piacere
Un'ultima cosa, non abituatevi ad aggiornamenti ogni quattro giorni, 
fra un pò andranno di nuovo a rilento...
Buona lettura a tutti, comunque

La lama rossa illuminò la cella con un bagliore vermiglio che si andò ad aggiungere alla luce della lampada appesa al soffitto. Obi-Wan attivò la sua spada senza pensarci troppo e si mise in guardia ripetendomi:– Koi-Jon non avvicinarti. Stai indietro –
Il Sith mi fissò per un momento e poi mi disse:- Sei molto giovane vedo, forse troppo giovane per essere apprendista. Non hai abbastanza esperienza, vero? -
Rimasi a fissare il Sith, come faceva a conoscermi così bene? Non mi aveva mai visto prima... non potevo credere che riuscisse a sapere quelle cose grazie alla Forza. 
Obi-Wan mi guardò per un secondo, poi tornando a fissare il Sith mi disse:- Koi-Jon non dargli ascolto, ti vuole ingannare, non ascoltarlo - 
Cercai di obbedire al Maestro, ma la tentazione di dar retta a quell'uomo era troppo forte.
- Perché rimani nell'Ordine? In fondo sono loro che ti hanno portato via dalla tua famiglia... -
- È stata una mia scelta - sbraitai infuriato
- Quanti anni avevi quando hai fatto la "tua scelta"? - le ultime due parole le disse in modo sarcastico, quasi fastidioso.
- Tre - risposi quasi borbottando
- E secondo te un bambino di tre anni fa scelte consapevoli vero? Ma sei ancora in tempo per tornare sui tuoi passi, perché non lasci l'Ordine e vieni con me? Potrei farti ritrovare la persona che puoi chiamare padre... -
Rivedere la mia famiglia, era una prospettiva allettante, ma avrei potuto vederla anche rimanendo nell'Ordine. Ma forse andando con quel Sith sarei potuto rimanere per sempre con loro... ma lo volevo davvero? Volevo vedere la mia famiglia? Non ne ero affatto sicuro...
- Perché non vieni con me? Che legame puoi avere con questo vecchio barbuto che chiami Maestro? Cosa ti ha insegnato che non ti hanno già ripetuto mille volte al Tempio? Cosa ha fatto per te? Vieni con me, ti potrò insegnare cose che nemmeno osi immaginare, cose proibite per i Jedi ... - lasciò lì in sospeso la frase e questo mi tentava ancora di più.
Io rimasi in silenzio incapace di proferir parola, le lacrime iniziarono a scivolarmi sulle guance, calde, mi scivolarono sul collo fino a inzupparmi il colletto della tunica.
Non riuscivo più a capire chi ero e cosa volevo, quell'uomo aveva toccato tutti i tasti dolenti. Era riuscito a far rinascere in me tutti i dubbi che avevo cercato di sopprimere. Non mi importava più di nessuno in quel momento.
Obi-Wan si rivolse a me con voce dolce:- Koi-Jon ... -
Non volevo ascoltarlo e gridai:- Stai zitto! - e subito dopo mi rivolsi all'uomo con un tono ancora più infuriato - E anche tu Sith, chiudi quella bocca! -
Tra le lacrime con la vista appannata vidi la faccia di Obi. Lo sguardo triste rivolto verso di me, potevo leggergli in faccia un dolore sordo, un dolore che era stato scatenato dalle mie parole.
Crollai e caddi a terra in ginocchio, appoggiai le mani per terra e inizia a piangere singhiozzando a testa bassa.
Sentii una mano sulla mia spalla, una mano grande e callosa, una mano che mi aveva scompigliato i capelli dozzine di volte, una mano che mi aveva guidato nel costruire la mia spada, una mano che conoscevo bene. 
Alzai lo sguardo e vidi Obi che mi sorrideva, un sorriso di incoraggiamento, anche se lo sguardo era ancora triste. Guardai il mio Maestro e tra le lacrime gli sorrisi. Lui mi batté un paio di volte sulla spalla e poi mi scompigliò i capelli. 
In quel momento sentii che Obi-Wan mi sarebbe sempre stato affianco, sentii che per lui non dovevo essere all'altezza di nessuno, non dovevo eguagliare il suo vecchio Padawan. Capii che per lui ero un ottimo Padawan, giovane è vero, ma avevo molta voglia di imparare. Sorridendo gli sussurrai:- Grazie, Maestro -
- Su Koi-Jon, alzati. Dobbiamo concludere una missione –
Mi rimisi in piedi e guardando in faccia il Sith gli dissi disprezzandolo con tutto il mio cuore:– Quello che tu chiami vecchio barbuto è il mio Maestro. Mi ha dato l’opportunità di addestrarmi per diventare Cavaliere, mi sta regalando il suo tempo e il suo affetto ogni giorno da quando siamo insieme. Mi sta insegnando a essere un Jedi, mi sta guidando nella mia crescita e mi sta evitando di diventare un uomo come te. Lui è il mio Maestro e io sono fiero di essere il suo Padawan –
Vidi sul volto di Obi-Wan una strana espressione che non riuscii a decifrare. Poi lui mi disse:– Adesso, Koi-Jon,  sta indietro e quando si presenta l’occasione prendi Ston’ly ed esci di qua. Capito? –
Annuii e indietreggiai ancora. Il Sith fece un ultimo commento prima di lanciarsi all’attacco:– Idiota di un Jedi –
La lama rossa emise un lampo nell’istante in cui cozzò contro la lama blu di Obi. Subito dopo la parata Obi scartò di lato e cercò di sbilanciare l’avversario spingendolo con la Forza. Il Sith non vacillò neanche per un istante e contrattaccò lateralmente. Il mio Maestro parò il colpo e iniziò ad avanzare descrivendo un otto con la spada. Appena fu abbastanza vicino al Jedi fece una finta in modo da spostarlo dal lato opposto rispetto a Ston’ly. Continuò le sue finte e i suoi attacchi fino a quando non furono quasi contro il muro opposto. Senza distogliere lo sguardo dal suo avversario fece un cenno con la testa e io capii. Era ora di prendere Ston’ly e uscire da quel posto. L’idea di lasciare lì Obi-Wan non mi allettava per niente, ma sapevo che ero solo un intralcio contro quel nemico. Corsi verso Ston’ly, ma qualcosa mi colpì alla schiena, sembrava una scarica di energia particolarmente potente. Caddi disteso in avanti. I muscoli non rispondevano ai miei comandi, ero lì come paralizzato. Avevo perso quasi completamente la sensibilità degli arti.
Non riuscivo a vedere cosa stava succedendo alle mie spalle, riuscivo solo a sentire il rumore delle spade. Mi concentrai sulla Forza per cercare di risanare un minimo i miei muscoli, lo stretto necessario per alzarmi in piedi e portare fuori Ston’ly.
Alle mie spalle sentii qualcuno sbattere con forza contro un muro, pregai che non fosse Obi-Wan.
Provai a muovere un dito, ancora niente, anche se avevo recuperato il tatto. I minuti passarono lenti e l’ansia per quello che succedeva dietro di me si faceva sempre maggiore. Finalmente riuscì a muovere le dita, e da lì ripresi il controllo dei muscoli sempre più in fretta. Dopo alcuni minuti riuscii a mettermi in piedi, e anche se zoppicavo vistosamente da una gamba e con l’altra mi reggevo a malapena in piedi mi avvicinai a Ston’ly.
Il Twi’lek era semisvenuto e non collaborò per niente.
Me lo caricai in spalla come meglio riuscii, anche se in quanto a misure era sarebbe stato più semplice se fosse stato lui a trasportare me. Arrancai verso la porta cercando di uscire il prima possibile. La gamba con cui non zoppicavo cedette sotto il mio peso e decisi di proseguire in ginocchio, sarei stato più lento, ma non riuscivo più a rialzarla.
Alla fine spuntai fuori dall’edificio dopo quella che mi parve un’eternità. Appoggiai il Twi’lek a terra e mi buttai a pancia all’aria. Fissai le stelle esausto, non sarei riuscito a muovere un dito neanche volendo. Mi chiesi se Obi-Wan avesse già finito là sotto, avevo un solo desiderio: tornare al Tempio e fare un sonno ristoratore nella mia stanza.
 
Obi-Wan uscì dall’edifico e mi venne incontro. Appena mi fu vicino mi aiutò ad alzarmi e mi passò un suo braccio sotto il mio destro per sorreggermi aiutandomi a camminare. Si caricò Ston’ly in spalla e disse:
– Abbiamo quasi finito piccolo Padawan, domani mattina arresteremo Jeir Kah e poi ce ne torneremo al Tempio. Il capo di Jeir Kah è morto, e così io arrivo a due Sith uccisi. Ti sarà difficile raggiungermi – finì facendomi l’occhiolino.
Sorrisi e gli dissi:– Maestro, perdonami, ti ho mancato di rispetto prima –
– Acqua passata, mi hai reso orgoglioso invece – avevo capito a cosa si riferiva, non c’era bisogno che me lo spiegasse.
– Allora, posso chiamarti vecchio barbuto? –
– Non ci pensare neanche, peste che non sei altro! – mi rispose ridacchiando e io scoppiai a ridere, anche se mi provocava un dolore non da poco alle costole.

Appena il governatore vide il figlio non ci degnò più di uno sguardo, finché non fece portare Ston’ly nella sua camera affidato alle cure di un medico. A quel punto si rivolse a Obi-Wan:– Devo ringraziarvi Cavaliere Kenobi, senza di voi Socorro sarebbe precipitata nel caos. Già la situazione attuale è precaria, se Jeir Kah avesse ottenuto il potere sarebbe stata la fine di Socorro –
– Non dovete ringraziarmi, io e il mio Padawan abbiamo fatto solo il nostro dovere. Dobbiamo solo dirle un paio di cose –
– Prima di tutto accomodatevi, vedo che il vostro apprendista non è nelle condizioni di stare in piedi a
lungo –
In quel momento adorai il governatore che ci indicò due poltrone, e io mi buttai sulla poltrona più vicina lasciandomi a peso morto.
Obi-Wan mi disse:– Un po’ di contegno Koi-Jon, sei un Jedi – mi misi un po’ più composto mentre Obi si rivolgeva al governatore – Non la voglio disturbare troppo. Volevo solo comunicarle che fra i suoi uomini avete una spia, ne sono certo perché è stata sorpresa dal mio Padawan, anche se non l’ha vista in faccia. Secondo volevo dirle che un uomo comandava Jeir Kah, ma adesso quest’uomo è morto, dovrete solo più arrestare Jeir Kah. Ultima cosa domani io e Koi-Jon torneremo a Coruscant, suo figlio minore dovrà venire con noi sempre che sia rimasto dell’idea di diventare Jedi –
Il governatore si rattristò per un momento e rispose:– Laki è ancora fermamente convinto della sua scelta. Domani partirà con voi –
– Sono sicuro che diverrà un grande Jedi. Adesso ci deve scusare, ma vorremmo riposare, domani è il nostro ultimo giorno su Socorro se tutto va come deve andare –
 
Al mattino le forze armate del governatore arrestarono Jeir Kah e Obi-Wan prese sotto la sua custodia Lak’amon e ci preparammo a partire. Lasciammo il tempo a Laki di abbracciare un’ultima volta il fratello e il padre, poi uscimmo dalla capitale e ci dirigemmo al canyon dove avevamo lasciato la corvetta. Uscii dal canyon con la corvetta e mi diressi verso lo spazio. Una volta fuori dall’atmosfera di Socorro eseguii il salto nell’iperspazio con Obi-Wan che borbottava nel sedile del secondo pilota. Fu un viaggio tranquillo e quando raggiungemmo il Tempio Laki rimase a bocca aperta. Obi-Wan gli disse:– Da oggi in poi questa è la tua casa, benvenuto fra i Jedi Laki –
Una volta all’interno Obi mi portò in infermeria nonostante io continuassi a protestare sostenendo che non ne avevo bisogno. Una volta lasciato me in infermeria portò Laki nella Sala del Consiglio.
In infermeria furono della stessa idea di Obi. Mi dissero che avevo una costola rotta e due incrinate, e un generale affaticamento dell’apparato muscolare dovuto alla scarica di energia del Sith. Mi fasciarono il costato e mi misero su un letto, nonostante io continuassi a protestare che non avevo bisogno di stare lì.
Alcune ore dopo Obi-Wan entrò dentro l’infermeria e Laki, spuntandogli da dietro, si fiondò sul mio letto di corsa. Per poco non mi atterrò sulle costole. Tutto eccitato mi disse:– Koi-Jon! Inizio l’addestramento! Mi hanno assegnato al Clan dell’Orso! Sono un Jedi! –
Sorrisi e gli dissi:– Ehi, bravo! Complimenti, anche io ero del Clan dell’Orso. Ti troverai bene –
Laki si sedette sul bordo del letto e mi chiese tranquillizzandosi un poco:- Come stai tu? Mi sembri messo male -
- Oh no, sto benissimo ... - proprio in quel momento vidi Obi-Wan parlare con uno dei guaritori, mi chiesi di cosa stessero discutendo, anche se ero quasi sicuro di saperlo - Non sarei nemmeno qui se non mi ci avesse portato Obi-Wan - 
Laki mi sorrise e stava per dirmi qualcosa quando Obi-Wan si avvicinò e disse:- Laki adesso va, fuori dall'infermeria c'è un altro Youngling che ti aspetta. Ti porterà alla tua stanza. Domani inizierai ad addestrarti. Koi-Jon, io e te dobbiamo parlare - 
Laki annuì e io gli dissi:- Vengo a trovarti appena posso - mi sorrise e uscì.
Guardai preoccupato Obi-Wan chiedendomi di cosa mi volesse parlare. Il silenzio calò per alcuni minuti fino a quando osai interromperlo dicendo:- Maestro di cosa dobbiamo parlare? Ti ascolto -
Lui rimase in piedi con le braccia incrociate dentro le maniche e disse:- Ecco, ho una buona notizia e una cattiva, da quale comincio? -
Io risposi titubante:- Cattiva? -
- La cattiva è che dovrai stare a letto per almeno due settimane, e poi per altre tre dovrai rimanere in infermeria sotto le attenzioni dei guaritori - mi abbandonai tra i cuscini demoralizzato.
Poi chiesi:- E l'addestramento? -
- Avrai molto tempo per la meditazione - 
- Evviva - risposi in tono sarcastico
- Su non prenderla cosi male, hai ancora la sfera che ti ho regalato vero? -
Annuii e la tirai fuori dicendo:- Certo Maestro, eccola - 
- L'unica cosa che non farai sarà allenarti con la spada - e dicendo questo fece un sorrisino strano.
A quel punto chiesi:- La buona? -
- Riguarda me, Padawan ... uno dei Dodici è caduto nel lato oscuro… – ci fu una pausa di silenzio, l’aria sembrava fattasi pesante, poi finalmente Obi continuò – e il Consiglio ha deciso il nuovo membro... -
Mi intromisi nel discorso interrompendolo:- Sei un membro del Consiglio adesso? - dalla mia faccia si capiva subito che ero incredulo
- Esatto, e non interrompere. E quella faccia cosa significherebbe? -
Non so perché lo dissi, resta il fatto che quelle parole uscirono dalla mia bocca:- Non mi stai prendendo in giro, vero Maestro? -
- Padawan! Come ti permetti! - disse lui con il sorriso sulle labbra - Certo che non ti prendo in giro! -
Sorrisi e gli dissi:- Complimenti, Maestro. Sono felice per te - e lo ero davvero, se l'è meritato il posto nell'Alto Consiglio. È un grandissimo Jedi.
Lui mi sorrise e disse:– Grazie Koi-Jon – dopo un momento aggiunse:– Ma non sperare che questo significhi più tempo libero per te Padawan! –
Scoppiai a ridere e le costole fecero di nuovo male.

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Capitolo 15
*** Una missione umida ***


Ecco le mie solite righe di inizio capitolo.
Questo capitolo è meno avventuroso di quello precedente, 
preferisco avvisare.
Adesso passiamo ai ringraziamenti:
- Sylvia Nabierre per le tue magnifiche recensioni
- _avatar_ che prima o poi morirò soffocata dalle risate leggendo le tue bellissime recensioni
- 9pepe4 per la recensione che mi ha fatto correggere alcune cose
- zombiehunter per la sua recensione che mi ha dato immenso piacere
Ringrazio anche tutti quelli che sono arrivati fin qua senza prendere a martellate il computer,
senza buttarlo giù dalla finestra, senza dargli fuoco o senza diventare autolesionisti.
Ringrazio anche a chi ha messo questa storia tra le preferite o le ricordate o le seguite.
Ok vi ho annoiato abbastanza.
Vi lascio al capitolo



Le mie cinque settimane di clausura passorono lentamente, e quando finalmente i guaritori mi lasciarono libero dalle loro grinfie era arrivato il giorno del mio compleanno.
Appena uscii dall’infermeria andai verso le stanze degli Youngling, era più o meno l’ora di pranzo e se avevo un po’ di fortuna sarei riuscito a trovare Laki. Infatti lo trovai in uno dei corridoi che dava sulle stanze dei Piccoli. Era seduto per terra che parlava con un bambino umano. Lo salutai con un cenno della mano e lui saltò in piedi correndo verso di me, appena mi arrivò di fronte mi abbracciò. Ricambia l’abbraccio e gli dissi:– Perdonami se sono venuto solo oggi, i guaritori non volevano lasciarmi andare. Come stai? –
– Non preoccuparti. Sto bene, è bellissimo qui… – poi abbassando la voce aggiunse – Ma mi mancano papà e Ston’ly –
– Non preoccuparti, è normale. Sei appena arrivato. Con il tempo non ti mancheranno più, ma li ricorderai sorridendo –
Lui mi sorrise e mi disse:– Ho scoperto che se non mi impegnerò abbastanza non diventerò Cavaliere –
– E di che ti preoccupi? – gli risposi dandogli una pacca sulla spalla – Sarai il più grande Cavaliere di sempre, ne sono certo –
Mi sorrise e poi rivolgendosi al bambino umano gli spiegò:– Lui è uno dei due Jedi che mi ha portato al Tempio, si chiama Koi-Jon – salutai anche il piccolo umano con un cenno della mano e dissi:– Adesso devo scappare, Maestro Obi-Wan mi aspetta. Non sopporta che io sia stato fermo un mese e passa a letto. Ciao, se mi capita l’occasione vengo di nuovo –
 
Bussai alla porta della stanza del mio Maestro ma nessuno rispose. Eppure un guaritore mi aveva detto che avrebbe aspettato lì… Tornai indietro e andai nella Guglia della Tranquillità per cercarlo nelle Sale di Meditazione. A metà strada incrociai un membro del Consiglio, era la Maestra Shaak Ti. La fermai il più educatamente possibile:– Maestra Ti, mi scusi –
– Cosa c’è Padawan Talker? –
– Mi chiedevo se sapeva dove si trova il mio Maestro. Mi era stato detto che mi aspettava nelle sue stanze, ma non l’ho trovato –
– Non è qui nella Guglia. Se non sbaglio si stava recando alle piattaforme di lancio –
– Grazie Maestra Ti – che diavolo ci faceva Obi alle piattaforme di lancio? Non sapevo darmi una risposta.
Mi recai ai corridoi per le piattaforme, e lì mi venne indicata la piattaforma di lancio B.
Una volta sulla piattaforma vidi il mio Maestro davanti a un Ebon Hawk. Non capivo. Così gli chiesi:
– Maestro partiamo per una missione? –
– No, mio giovane Padawan. Ho avuto modo di scoprire dove abita la tua famiglia e oggi è il tuo undicesimo compleanno. Mi chiedevo se volevi andarla a trovare, sarebbe il mio regalo –
Rimasi lì impalato. Obi mi stava dando l’occasione di rivedere la mia famiglia, ma poi sarei voluto tornare indietro? Avrei continuato sulla mia strada da Jedi dopo averli riabbracciati? O avrei lasciato l’Ordine, avrei lasciato il mio Maestro per tornare alla vita che avrei avuto se non avessi mai iniziato il mio cammino? Fissai la nave e Obi-Wan posando lo sguardo prima sul mio Maestro e poi sulla nave alternandoli. L’ultima volta che si era parlato della mia famiglia era stato con il Sith di Socorro. Non volevo più tornare sull’argomento. Una famiglia per me non era composta da persone unite da legami di sangue, ma da persone che si sostenevano l’un l’altro. Guardai Obi-Wan negli occhi e gli risposi:– Maestro… – lui rimase fermo così io continuai – … sono già con la mia famiglia. Sono a casa qui. La mia famiglia è qui, e tu sei il membro più importante –
Obi-Wan rimase lì in piedi a guardarmi sorridendo, credo che avesse gli occhi umidi. Poi senza dire una parola mi si avvicinò mi mise una mano su una spalla, si abbassò in modo da avere il suo viso alla stessa altezza del mio disse:- Koi-Jon, non avrei potuto scegliere Padawan migliore -
Rimasi senza parole. Quelle parole per me valevano più di qualsiasi altra cosa nella galassia. Non riuscii a dire niente, rimasi semplicemente lì in piedi a guardarlo negli occhi sorridendo. Lui si limitò a fare la stessa cosa per alcuni minuti poi ruppe il silenzio:- Non vorremo rimanere qui imbambolati tutto il giorno, spero! Dai vieni, oggi niente meditazione né uso della Forza. Prepara la tua spada, Padawan! -
Sorrisi contento e seguii il mio Maestro di nuovo all’interno del Tempio.
 
Avevamo appena finito di allenarci, il risultato fu: io pieno di bruciature, Obi-Wan neanche un graffio. Eravamo seduti sul pavimento della Sala d’Addestramento, entrambi madidi di sudore e stanchi, ma tutti e due avevamo un sorriso stampato in faccia. Il Maestro mi disse:– Bravo Koi-Jon, non sei male con la spada… potresti impegnarti un po’ di più però –
– Spiritoso… – borbottai
– Non prendertela, hai tutto il tempo per migliorare, certo non vorrei rimanere tuo insegnante per
sempre… – rispose sorridendo tra i baffi
– Mi credi così incapace? – chiesi scherzando girandomi verso di lui
Scoppiò a ridere e mi disse:– Buon compleanno Koi-Jon –
– Grazie Maestro – dopo un momento aggiunsi – Maestro, per caso sai se Dragasi è al Tempio? –
– Sì, lui e la Jedi Karel sono tornati due giorni fa dall’ultima missione che gli era stata affidata. Probabilmente lo troverai nella Biblioteca. Se non sbaglio la sua Maestra l’ha mandato lì –
– Quindi posso andare? –
– Sì, ma non farci l’abitudine, il tuo compleanno è un solo giorno all’anno –
Mi misi a ridere e gli risposi:– Promesso, non ci farò l’abitudine. Grazie –
Finita la frase mi alzai e uscii dalla Sala d’Addestramento dirigendomi verso la Biblioteca. Finalmente raggiunsi la Biblioteca e cercai con lo sguardo la bibliotecaria, senza avere il minimo successo. Espansi i sensi per cercare di percepire Drag, se avessi provato a cercarlo alla cieca non l’avrei trovato in capo a due giorni, o più semplicemente mi sarei perso tra gli scaffali. Finalmente avvertii la presenza di Drag e mi incamminai il più velocemente possibile, evitando di correre, e appena lo intravidi rallentai iniziando a camminare senza farmi sentire. Appena gli fui alle spalle lo toccai su uno dei lekku, e lui si girò di scatto imprecando nella sua lingua, appena si fu calmato si rivolse a me in basic:– Koi-Jon, questi scherzi? –
– Scusami, noioso amico –
Si alzò e mi bloccò prendendomi da dietro e sollevandomi:– Ah e io sarei noioso! Rimangiati le parole piccolo mostriciattolo umano –
In quel momento la bibliotecaria spuntò da dietro uno scaffale e ci rimproverò:– Vergognatevi, siete in una biblioteca, e non in una qualsiasi, nella Biblioteca del Tempio Jedi! Smettetela di giocare, voi due! –
Dragasi mi lasciò andare sussurrandomi:– La bibliotecaria ti ha salvato, dannato amico –
Io da parte mia scoppiai a ridere appena la bibliotecaria sparì dietro un altro scaffale. Dragasi mi batté una mano sulla spalla dicendomi:– Comunque Koi, buon compleanno –
– Grazie Drag –
– Andiamo in palestra? –
Annuii e ci incamminammo verso la palestra Padawan. Mentre camminiamo Dragasi mi disse:– Ho visto che il tuo Maestro è un membro del Consiglio adesso –
– Come lo sai? –
Dragasi mi guardò divertito per poi rispondere:– Appena sono tornato dalla mia prima missione con la Maestra Karkel siamo andati nella Sala del Consiglio a fare rapporto. Ho visto Maestro Kenobi comodamente seduto su una delle poltrone dell’Alto Consiglio –
– È diventato un membro del Consiglio dopo la missione di Socorro –
– Ho sentito dire che su Socorro sei stato tentato dal Lato Oscuro –
Non risposi. Non volevo più parlare di quel Sith e delle sue parole. Dragasi mi capì e lasciò perdere, così per il resto del tempo parlammo d’altro.
 
Passarono altri due mesi prima che ci venisse affidata un’altra missione. Non fu niente di complicato, più semplice di quella di Socorro. Obi-Wan mi spiegò che non voleva star troppo a lungo lontano dal Tempio adesso che faceva parte dei Dodici, almeno per i primi mesi, poi avremmo iniziato a fare missioni più impegnative.
Dopo alcuni mesi Obi-Wan accettava ancora solo missioni che gli sembravano semplici e veloci. Ci volle un anno prima che le missioni diventassero più lunghe. Intanto io proseguivo nel mio addestramento cercando di migliorarmi ogni giorno, e seguivo il mio Maestro nelle missioni.
Finalmente un giorno Obi-Wan tornò da una riunione del Consiglio raggiungendomi in camera mia.
Io ero sdraiato sul letto giocando con la sfera. Entrò dicendomi:– Pigro di un Padawan alzati e prepara i bagagli. Partiamo per una missione, e non sarà semplice come quelle affrontate da un anno a questa parte –
Io mi alzai di scatto tenendo la sfera sollevata a mezz’aria e lo guardai con gli occhi illuminati dall’eccitazione:– Missione difficile? –
– Oh sì, mio giovane Padawan. Ti basti sapere che non vedrai un filo di terra per un bel pezzo –
– Kamino? Aquaris? – tirai ad indovinare
– Vedo che studi geografia piccolo Padawan …–
– Maestro ho dodici anni ormai, non sono più un bambino –
– Per i miei canoni sì, e non interrompere! – mi rispose lui tra lo scocciato e il divertito – Ti sei avvicinato comunque, andiamo su Dac –
– Dac? –
– Conoscenza geografica esaurita, piccolo Padawan? –
– Uffa, non sono piccolo – sbuffai, anche se stavo ridendo sotto i baffi – Comunque no, pianeta dei Mon Calamari? –
– Allora ogni tanto studi tu –
Guardai il mio Maestro leggermente indispettito e lui scoppiò a ridere.
Un’ora e mezza dopo ci trovavamo sulla piattaforma di lancio P con davanti un caccia Z-95 biposto.
Chiesi perplesso:– Maestro, come ci arriviamo su Dac con un caccia Z-95 che ha autonomia soltanto per un giorno? –
– Hai mai pensato di dedicarti alla carriera di Asso Jedi una volta che sarai Cavaliere? – disse lui iniziando ad arrampicarsi per entrare nella cabina di pilotaggio
– Per la verità no, Maestro. In fondo non credo di essere adatto –
– Come non sei adatto? Koi-Jon hai sempre azzeccato il modello della nave e tutte le sue caratteristiche ogni volta che partiamo per una missione, piloti come un pazzo scatenato e dici di non essere adatto? –
Sorrisi e risposi:– Forse hai ragione Maestro –
– Forse? – chiese lui incredulo – Dannazione Koi-Jon, tu diventerai un Asso Jedi o non mi chiamo più Obi-Wan Kenobi! –
Ridendo lo raggiunsi a bordo sedendomi nell’unico posto libero. – Maestro, è un caso che tu mi abbia lasciato il posto del pilota? –
– Può darsi Koi-Jon – un sorrisino un po’ furbetto gli spuntò sulla faccia.
Scrollai la testa divertito e chiusi la cabina. Chiesi:– Posso partire Maestro? –
– Vai, futuro Asso Jedi –
Partii, forse preferisco i caccia anche alla corvetta Defender, sicuramente è più agile nei movimenti e decisamente più veloce.
Chiesi al mio Maestro:– Cosa andiamo a fare su Dac? –
– C’è qualcuno che sta rubando pezzi di ricambio per astronavi e microchip per prodotti di alta tecnologia. Questo sta impedendo la produzione di navi e un sacco di strumenti necessari per la vita della popolazione della galassia. Negli ospedali iniziano a mancare gli strumenti d’analisi, le navi da trasporto non riescono a essere riparate a dovere e un sacco di altri problemi legati alle merci prodotte su Dac –
– Ma non ci sono altri pianeti che producono gli stessi beni di consumo? – chiesi io dubbioso
– Sì, ma Dac è il produttore principale e nessuno raggiunge la sua qualità –
– Quindi noi dobbiamo capire chi sta rubando e perché e fermarlo? –
– Ti stai iniziando a svegliare –
– La prendo come un offesa? –
– No, come un complimento – mi rispose lui in tono scherzoso
Sorrisi e rimasi in silenzio per un po’, c’era una cosa che mi premeva chiedere, dalla missione su Socorro, ma non avevo mai avuto il coraggio. Mentre impostavo la rotta ed eseguivo il salto nell’iperspazio chiesi:
– Maestro, non mi è più successo dopo Socorro, però devo chiedertelo prima di arrivare su Dac…–
– A proposito dovremmo fare uno scalo –
Annuii velocemente e dopo un momento di esitazione continuai:- ... ho paura a uccidere di nuovo -
- È normale che tu abbia paura, non è nella natura di un Jedi uccidere. Noi siamo spinti ad aiutare tutte le creature, non a porre fine alla loro vita. Però ricordati questo: certe volte uccidere sarà necessario per poter proteggere diverse vite innocenti -
- Maestro è passato più di un anno dalla prima e ultima volta che ho ucciso qualcuno, e ho ancora in mente la variazione di Forza che avvertii e soprattutto mi ricordo l'espressione dell'uomo -
Rimase un momento in silenzio poi mi disse:- Ascoltami bene Padawan. Tu sei un ragazzino speciale, anche tra i Jedi, sei molto sensibile. Capisco che tu abbia paura, capisco che ti ricordi ancora l'espressione dell'uomo, ma devi ricordarti questo: non hai ucciso per il gusto di uccidere, hai ucciso per proteggere te stesso e la gente di Socorro. Quell'uomo ti avrebbe ucciso senza pensarci due volte e ti avrebbe dimenticato poco dopo, e probabilmente si sarebbe anche vantato con gli amici per aver fatto fuori un Jedi. Devi capire una cosa Koi-Jon, tu non hai voluto uccidere, tu hai dovuto. Sono due cose molto diverse -
Guardai un momento Obi-Wan negli occhi e dissi:- Vorrei riuscire a dimenticare l'espressione di quell'uomo... -
Obi mi poggiò una mano sulla spalla e disse:- Lo so, ma non cercare di dimenticare. Può far male, ma qualsiasi cosa quell’uomo abbia fatto in vita non sarà mai abbastanza grave perché lui si meriti di essere dimenticato -
- A volte lo sogno di notte, e mi sveglio madido di sudore e agitato. Devo mettermi a meditare a lungo prima di calmarmi -
- Ti è successo abbastanza spesso ultimamente, vero? -
- Sì, come fai a saperlo? -
Lui mi guardò preoccupato e mi disse:- Koi-Jon quando al mattino arrivi stravolto nella sala di meditazione cosa credi che io possa pensare? Perché non me ne hai parlato prima? -
Risposi esitante:- Ecco... non mi era mai sembrato il caso -
- Koi-Jon se hai un problema devi dirmelo... da oggi in poi lo farai? -
Annuii soltanto e lui mi disse:- Cercherò di trovare una soluzione per i tuoi incubi. Giovane Padawan non aver paura dei fantasmi e di fare il tuo dovere -
Annuii e sorrisi, le parole di Obi-Wan mi avevano un po' alleggerito il fardello che mi gravava sul cuore.
– Maestro posso solo sapere dove faremo scalo per il rifornimento? –
– Antemeridias andrà benissimo, è all’incirca a metà strada –
 
Lo scalo fu veloce e senza intoppi e il rifornimento si risolse in una questione di pochi minuti per poi ripartire subito per Dac.
Quando uscimmo dall’iperspazio Dac era davanti a noi. Dac è un pianeta completamente coperto da oceano, e gli insediamenti sono città galleggianti o subacquee.
– Dove dobbiamo atterrare, Maestro? –
– Città Schiumerrante, è quella che assomiglia a un Incrociatore Stellare Mon Calamari –
Annuii e cambiai le coordinate di rotta.
Quando finalmente la città fu in vista accessi la radio di bordo e dissi:– Caccia Z-95 Ordine Jedi chiede il permesso di atterrare –
– Caccia Z-95 chi c’è a bordo? –
– Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi e Padawan Koi-Jon Talker –
– Prima volta che chiedi un permesso d’atterraggio, Padawan –
– Maestro solo perché non posso atterrare sull’acqua. Fosse per me saremmo già scesi a terra, ma ho paura che la piattaforma d’atterraggio non sia libera –
Una voce rispose dalla radio:– Qui Torre di Controllo di Città Schiumerrante. Permesso accordato a caccia Z-95 Ordine Jedi. Piattaforma D –
Vidi la piattaforma D e dissi:– Maestro allaccia le cinture! –
Appena Obi-Wan si fu sistemato iniziai l’atterraggio buttando in picchiata il caccia. A un metro dalla piattaforma tirai il volantino indietro mettendo in piano il caccia e mi posai dolcemente. Aprii la cabina e Obi-Wan iniziò a scendere.
– E tu questo lo chiami atterraggio? Ma perché ti faccio pilotare? – disse in tono quasi scandalizzato
– Forse perché vuoi farmi Asso Jedi?– risposi io con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia
Lui scrollò la testa e mi disse:– Togliti quel sorriso dalla faccia Padawan! E adesso muoviamoci, il Consiglio di Dac ci sta aspettando. Un bel pomeriggio in politica non ce lo toglie nessuno mio caro Koi-Jon –
Sbarrai gli occhi uscendo dalla cabina e mettendo i piedi per terra. Pomeriggio alquanto noioso. Speravo di iniziare subito con la missione vera e propria, ma a quanto pare ai Consiglieri non bastava lasciarci fare il nostro lavoro senza prima riempirci di parole inutili.
– Dobbiamo proprio? –
– Non fare il bambino –
Ci incamminammo verso l’uscita dello spazio porto, da lì saremmo poi dovuto andare verso un palazzo isolato dal resto della città su un isolotto a parte collegato solo da uno stretto ponte.
– Per caso abbiamo uno speeder? –
– No, e se anche ce l’avessimo andremmo a piedi comunque. Non ti faccio più pilotare niente con me a bordo, almeno per un po’! –
Sbuffai tra lo scocciato e il divertito e proseguimmo in silenzio verso il palazzo del Consiglio di Dac, o Consiglio Calamariano come viene chiamato dalla gente di lì.
Ci muovevamo tranquilli, senza timore di essere attaccati o cercando di nasconderci. Su questo pianeta non avevamo nulla da temere, o almeno in quella città.
Finalmente raggiungemmo la sede del Consiglio, e appena arrivati ci fecero entrare nella sala dove il Consiglio era radunato.
Era composto solo da Mon Calamari e da Quarren. Eravamo al centro della Sala in basso, e tutto intorno a noi degli spalti circolari si alzavano per nove o dieci file di sedili.
Un Quarren si alzò e in un basic schioccante disse:– Questi sono i Jedi che sono stati mandati in risposta alla nostra richiesta di aiuto. Adesso dobbiamo spiegargli la situazione e la gravità dei furti –

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Capitolo 16
*** Indizi ***


Bene, ecco il capitolo 16. 
Io scrivendo questo capitolo mi stavo sbellicando dalle risate,
spero sia lo stesso per voi.
Ringrazio tutti i miei lettori e in particolare:
- Sylvia Nabierre, grazie di tutto
- _avatar_ che spero di leggere le tue recesioni molto presto, solo per farmi una risata
- 9pepe4 per la sua magnifica recensione
- zombiehunter grazie di cuore
e un nuovo recensore si aggiunge alla lista:
- Carmaux_95 nuovo recensore molto gradito, grazie mille!
Buona lettura!
 

Un Mon Calamari si alzò e disse:– Ma come facciamo a sapere che questi due umani siano effettivamente dei Jedi? –
Guardai il mio Maestro con una faccia stranita e appena lui incrociò il mio sguardo gli dissi muovendo solo le labbra “Ma questi qua sono suonati o cosa?”, lui si limitò a guardarmi alzando le spalle e facendomi cenno di avere pazienza. Scrollai le spalle e tornai a guardare l’assemblea.
Un altro Mon Calamari si alzò rivolgendosi al consigliere della sua stessa razza:– Secondo te vestiti in quel modo cosa dovrebbero essere? Ti si è liquefatto il cervello? –
Sorrisi ridacchiando, e ringraziai che la discussione avvenisse in basic. Se non avessi capito nemmeno una parola sarebbe stata una vera tortura.
Il Quarren che aveva parlato per primo aggiunse:– Il Consigliere Corran ha ragione, ma se proprio dubiti della loro identità potremo chiedere una prova che dimostri il loro essere Jedi –
Il Mon Calamari che ci aveva dato degli impostori disse:– Che diano una dimostrazione allora! –
Guardai con faccia allibita il mio Maestro e lui mi sussurrò:– Lascia perdere… ci penso io. Detesto quando succede, mi chiedo quanta gente pensino che vada in giro vestita in questo modo e con una spada laser alla cintura… –
Mi trattenni dal ridere mettendomi una mano davanti alla bocca. Obi-Wan fece un passò avanti e intervenì nella discussione:– Gentili Consiglieri, questa situazione è scomoda a entrambi. Un vostro membro non si fida di noi e questo, vista la situazione di diffidenza su questo pianeta dovuto ai furti, è comprensibile. Da un lato, invece, è scortese nei nostri confronti da parte vostra dubitare di noi in quanto emissari dell’Ordine Jedi e della Repubblica. Adesso, mi sembra disonorevole per noi dare dimostrazione dei nostri poteri e delle nostre capacità, in quanto siamo votati a usarli solo per proteggere la pace che la Repubblica si sforza di mantenere e per proteggere noi stessi. Non mi sembra il caso di infrangere i nostri giuramenti –
Mi misi di fianco al Maestro e gli sussurrai a un orecchio:– Potresti fare il politico, Maestro –
– Zitto e tornatene al tuo posto, Padawan – rispose lui a denti stretti, ridacchiando feci di nuovo un passo indietro.
Il Mon Calamari che doveva chiamarsi Corran disse:– Ascolta il Jedi, perché costringerli a infrangere i loro giuramenti dubitando di loro? –
Quello che non si fidava di noi continuò ostinato sulla sua strada:– Voglio una prova che questi signori siano Jedi! –
Mancò poco che Obi-Wan non si battesse una mano in faccia disperato. Si trattenne e rispose:– Una dimostrazione sarebbe l’esame del sangue, se a voi può bastare –
Il Mon Calamari rispose caparbio:– No, voglio una prova concreta –
Mi intromisi:– Non c’è niente di più concreto dell’esame del sangue, accerta il numero di Midi-chlorian presenti nel sangue di un Jedi. Se non sono abbastanza alti in numero la persona in questione non può essere un Jedi –
Il Mon Calamari mi guardò e disse:– E tu chi saresti per prendere parola? –
Borbottai a denti stretti:– Sarei un Jedi anche io –
Il Maestro si voltò verso di me e mi disse:– Padawan, controllo. Calmati, e lascia perdere –
Annuii e il mio Maestro si voltò verso il cocciuto consigliere. Alzò un braccio in modo da metterlo parallelo al terreno e disse:– Consigliere volevate una prova ed eccovi accontentato – e appena finì la frase il pad appoggiato davanti al Mon Calamari si sollevò e si spostò in mano al mio Maestro.
– Questo vi basta Consigliere? E vi prego di trattare con un po’ più di rispetto il mio apprendista. Anche lui è un Jedi –
Il Mon Calamari guardò allibito il mio Maestro e si limitò a dire balbettando:– P-p-perdonatemi, non volevo offendere, n-n-non era mia intenzione –
Il mio Maestro mi fece l’occhiolino e disse:– Non si preoccupi Consigliere. Piuttosto adesso potremmo avere le direttive sulla nostra missione? –
Il Quarren che aveva parlato per primo, prima che iniziasse la discussione si alzò e disse:– Certamente, e perdonateci per il disagio. Come sapete già abbiamo un grosso problema di furti, in tutto Dac. I ladri stanno rubando i microchip e pezzi di ricambio per navi, tra l’altro sempre i migliori pezzi prodotti. Questo sta influendo negativamente sull’economia di Dac e la crisi si sta facendo sentire,  alcune famiglie di operai che lavorano per le fabbriche stanno iniziando a sentire la fame, su Dac non è mai successo. Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Abbiamo bisogno del vostro intuito, della vostra determinazione e della vostra esperienza –
Io pensai arrossendo fino alla radice dei capelli “Che necessità c’è di tessere lodi? Gli aiuteremmo lo stesso “. Il mio Maestro mi diede un colpetto e io capii che voleva dirmi di controllare le mie emozioni. Mi concentrai velocemente sulla Forza per rilassarmi e dimenticare l’imbarazzo. Obi-Wan prese di nuovo parola e disse:
– Avete dei sospetti per chi possa essere stato o dove possa essere la loro base? E come fate a essere certi che siano più persone coinvolte e non un singolo individuo? –
– Spesso i furti avvengono contemporaneamente in varie parti di Dac. Una sola persona non può essere in sei o più posti diversi contemporaneamente –
– Questo conferma il fatto che sia una banda, ora se non vi dispiace noi inizieremo le ricerche… –
Il Quarren rispose:– Certamente, verrete accompagnati nel Centro di Raccolta Dati se lo gradite. Altrimenti potrete iniziare le ricerche come preferite –
Incrociai le dita nascondendole dentro la manica del mantello, non avevo voglia di finire a fare ricerche per un’intera giornata. Ma la risposta del mio Maestro arrivò inevitabile e ovvia:– Ci recheremo volentieri al centro di ricerche –
Un occhio venne preso da un tic nervoso per un paio di secondi e cercai di non farmi vedere dal Maestro mentre il Quarren rispondeva:– Un mio aiutante vi accompagnerà al Centro di Raccolta –
 
Ormai eravamo da due ore dentro quel posto a scorrere dati su dati senza trovare niente di rilevante. Gli HoloSchermi blu e azzurri erano ovunque e da ognuno potevi accedere a una quantità enorme di dati.
Ero arrivato al quinto HoloSchermo alla centesima voce quando sbuffai e dissi:– Maestro, questa ricerca non sta portando a niente, perché non indaghiamo alla vecchia maniera? –
Lui mi chiese distrattamente:– E quale sarebbe la vecchia maniera? –
– Sul campo, no? – risposi con un tono come per dire che fosse la cosa più ovvia del mondo.
– Invece di dire sciocchezze Padawan, piuttosto vieni qui, ho trovato qualcosa… –
Mi avvicinai all’HoloSchermo dove stava guardando Obi-Wan e lessi la riga che mi indicava “Nave da carico di Christophsis con carico non dichiarato in partenza da piattaforma B della Città della Scogliera Madre”  
– Maestro, abbiamo il primo indizio – esclamai io colmo di felicità.
– Controllo Padawan, tieni sotto controllo le tue emozioni. Comunque sì, abbiamo il primo indizio. Preparati a decollare Koi-Jon, la Città della Scogliera Madre ci aspetta –

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Capitolo 17
*** Christophsis ***


Ecco qui un 'altro capitolo.
Spero vi godiate la lettura.
Intanto ringrazio tutti i lettori e in particolare:
- Sylvia Nabierre per le sue recensioni sempre presenti
- _avatar_ che spero di leggere le tue recesioni molto presto, solo per farmi una risata
- 9pepe4 per la sua magnifica recensione
- zombiehunter grazie di cuore
- Carmaux_95 per la sua bellissima recensione
Buona lettura!



Mezz’ora dopo ero di nuovo ai comandi del caccia Z-95 che sorvolavo a bassa quota la superficie di Dac.
Le coordinate per la Città della Scogliera Madre erano inserite e a me bastava buttare un occhio ogni tanto sulla mappa di bordo per essere sicuro di mantenere la rotta.
– Maestro, non avevi detto che non mi avresti fatto pilotare con te a bordo almeno per un po’? – chiesi dubbioso, ma giusto per stuzzicarlo e per allentare la noia del viaggio.
– Non fare il furbo, lo sai che a mio parere pilotare è roba da droidi –
– Ehi la potrei prendere come offesa! – esclamai divertito. Proprio non riesco a capire l’odio per il volo del mio Maestro.
– Piuttosto, tra quanto arriveremo? –
– Oh non più di venti minuti, qua si viaggia veloci, nessun ostacolo – risposi virando leggermente verso destra per aggiustare la rotta.
Obi-Wan si rilassò sul sedile e disse:– Io ne approfitto per meditare un po’… – dopo un momento di pausa aggiunse – E appena si presenterà l’occasione io e te dobbiamo parlare, Koi-Jon –
Guardai per un momento il mio Maestro con sguardo incuriosito, ma lui aveva già chiuso gli occhi e probabilmente era già entrato in meditazione.
Chissà di cosa voleva parlarmi, non riuscivo a capirlo. Negli ultimi tempi non avevo combinato guai, né infranto alcuna regola o disobbedito a lui o ad altri Maestri. Non riuscivo a capire il perché della futura chiacchierata… Scrollai la testa, ci avrei pensato a tempo debito. Quello non era il momento adatto.
Pensai all’unico indizio che avevamo raccolto, ci portava a una nave da carico che risultava ancora in partenza. Se avevamo un po’ di fortuna sarebbe stata ancora alla piattaforma B una volta raggiunta la Città della Scogliera Madre.
Da un lato speravo di doverla inseguire, volevo sfruttare appieno le capacità di quel caccia, da un lato sapevo che con Obi-Wan a bordo era meglio se la trovavamo ancora parcheggiata sulla piattaforma.
 
Finalmente atterrai su una delle piattaforme della Città, non molto distante dalla B. Ci incamminammo subito verso la piattaforma dove doveva trovarsi la nave da carico, ma sulla piattaforma c’erano solo addetti dello spazioporto.
Obi-Wan si avvicinò a un Quarren e un Mon Calamari che stavano spostando delle casse. Io lo seguivo subito dietro e non guardando però dove stava andando, ma osservandomi in giro. Quando Obi si fermò per poco non gli finii addosso. Il mio Maestro si rivolse al Mon Calamari:– Mi scusi doveva esserci una nave da carico. Sapete se è già partita o deve ancora atterrare?–
Il Mon Calamari guardò male Obi-Wan e poi disse:– Chi siete per ficcare il naso in giro? –
Mi chiesi se Obi-Wan avrebbe risposto dicendo chi eravamo veramente.
– Siamo i piloti assunti per portare la nave da qui a Christophsis, volevamo solo sapere se ci avevano aspettato. Se non la pilotiamo noi non verremo nemmeno pagati e sa… –
– Quel moccioso sarebbe un pilota? – rispose il Mon Calamari indicandomi – Ma a chi vuoi darla a bere? Senti, levati di torno –
– Il moccioso ti assicuro che è un eccellente pilota. Piuttosto, sei sempre sicuro di volermi fuori dai piedi?– chiese il Maestro tirando fuori un sacchettino di pelle pieno di crediti e scuotendolo davanti agli occhi del Mon Calamari.
Quello si guardò intorno velocemente e poi disse:– Venite, ho due informazioni che potrebbero interessarvi –
Fece per prendere il sacchettino ma Obi-Wan lo mise fuori dalla sua portata dicendo:– Prima le
informazioni –
Il Mon Calamari guardò malissimo il Maestro e poi ci fece strada verso un angolo buio vicino ad un palazzo.
Lì si appoggiò al muro e ci fece cenno di coprirlo da sguardi indiscreti. Io e il mio Maestro gli coprimmo i due lati. Quello iniziò a parlare:– Abbiamo caricato la nave con delle casse. Non so cosa ci fosse dentro, ci hanno dato parecchi crediti per non fare domande. Ho accettato solo perché con questi furti la mia famiglia ha iniziato a patire la fame. Con i crediti guadagnati posso comprare da mangiare per quasi due mesi. So solo che la nave è decollata non più di mezz’ora fa –
Obi-Wan mise in mano al Mon Calamari il sacchettino, poi tirò fuori ancora una manciata di crediti e li mise in mano al Mon Calamari dicendo:– Non accettare più lavoro da questa gente, ti metterai solo nei guai. Lì dentro ci sono mille crediti, spero che ti bastino – poi girandosi verso di me disse – Koi-Jon preparati a inseguire una nave… e cerca di non farmi venire la nausea! –
Sorrisi e risposi:– Non posso assicurare niente, Maestro! –
Obi-Wan scosse la testa e ci incamminammo di nuovo verso le piattaforme di lancio. Una volta saliti a bordo del caccia dissi:– Maestro, lo sai che per raggiungere la nave dovrò andare un filo velocino, e senza iperguida… in parole povere non ti piacerà per niente Maestro –
Il mio Maestro si coprì la faccia con una mano e mi fece segno di partire. Attivai i propulsori e decollai, uscii in fretta dall’atmosfera di Dac. Appena fuori dall’atmosfera spinsi i propulsori al massimo e iniziai a districarmi tra tutto quello che c’era in orbita. Finalmente raggiunsi lo spazio libero da detriti navi e quant’altro. Inserendo le coordinate di Christophsis dissi:– Maestro ormai siamo troppo distanti da Dac perché la nave non abbia ancora attivato l’iperguida. Probabilmente hanno già fatto il salto nell’iperspazio. L’unico modo per riprenderli, considerando anche l’autonomia di questo caccia, è di attivare l’iperguida anche noi e il prima possibile. Per assurdo consumo di più con i propulsori al massimo che con l’iperguida –Obi guardò sconsolato lo spazio di fronte a sé e mi disse in un mormorio:– Fa cosa devi fare, ma raggiungi quella nave –
Appena ottenni il via libera dal Maestro iniziai a fare i controlli necessari per il salto nell’iperspazio. Abbassai di poco la potenza dei propulsori, controllai la stabilità e iniziai a premere in sequenza i comandi per il salto. Finalmente entrammo nel tunnel bianco dell’iperspazio.
– Maestro se ci va bene raggiungeremo Christophsis senza dover far rifornimento e, considerato che il nostro è un caccia, forse arriveremo anche prima dei nostri sospettati –
Obi-Wan rispose:– Speriamo mio giovane apprendista, speriamo. Adesso devo inviare un messaggio al
Tempio –
– La nostra radio non è abbastanza potente per inviare un segnale fino a Coruscant… –
– Ma posso inviarlo al Consiglio di Dac pregando di girare il messaggio al Tempio, giusto? –
Annuii  e aspettai alcuni minuti prima di chiedere:– Maestro, di cosa dobbiamo parlare? – ero un po’ intimorito, avevo paura di aver fatto qualcosa che aveva tradito la fiducia di Obi-Wan. Dopotutto gli avevo promesso che non l’avrei mai più tradita.
– Quando saremo più tranquilli, Koi-Jon. Ti devo parlare con calma. Non preoccuparti però, non hai fatto niente di male –
Tirai un sospiro di sollievo e mi rilassai un momento poi chiesi:– Maestro ti va di dare un’occhiata tu ai comandi? Vorrei meditare un po’ –
Il Maestro scoppiò a ridere e disse:– E pensare che con Anakin per farlo meditare dovevo scatenare una guerra! Tranquillo, ci penso io –
Chiusi gli occhi e mi concentrai per entrare in meditazione. Poco prima di entrare nella fase più profonda della meditazione sentii il Maestro che iniziava a parlare nella radio.
Avevo bisogno di meditare, troppi pensieri mi affollano la mente, e stavo provando troppe emozioni. Mi rilassai e mi concentrai sulla Forza, e riuscii subito a calmarmi per entrare nella fase più profonda della meditazione.
Venni richiamato alla realtà dal mio Maestro poco prima di uscire di uscire dall’iperspazio.
- Dovremmo atterrare Koi-Jon. Ci pensi tu? –
– Certamente, sappiamo dove è atterrata la nave? –
– Assolutamente no. Dovremo andare a tentoni –
Sorrisi e dissi:– Oppure scegliamo il modo più veloce –
Appena usciti dall’iperspazio accesi la radio e mi misi in contatto con la torre di controllo più vicina:– Urgente: informazione per Ordine Jedi. È già atterrato una nave da carico proveniente da Dac? –
Dopo alcuni minuti d’attesa finalmente giunse la risposta:– Qui torre di controllo A1 nave da carico atterrata da venti minuti –
– Dove è atterrata? –
– In un vecchio spazioporto distante da qualsiasi altra città. Circa a cento chilometri a est da qui. Spero di esservi stato d’aiuto –
– Molto d’aiuto, grazie –
Poco prima di deviare mi accorsi che ormai eravamo a secco così riaccesi la radio:– Torre di controllo, chiedo permesso di atterrare per rifornimento –
– Permesso accordato –
Atterrai e scesi dal caccia, Obi-Wan rimase a bordo. Mi avvicinai a un umano che stava sistemando pezzi di ricambio per navi e gli chiesi:- Dovrei fare rifornimento al mio caccia …–
– Tu un pilota, avrai dieci anni! – rispose l’uomo indignato
– Dodici, sono un Jedi e … – tirando fuori duemila crediti – … qua ci sono i soldi per il rifornimento –
L’uomo mi guardò male, ma si decise a farmi il rifornimento. Appena l’uomo finì riparti per raggiungere lo spazioporto dove doveva esserci la nave.
Sotto il caccia passava un paesaggio di campagna e qualche città di medie o piccole dimensioni. La nave aveva deciso di atterrare in un posto parecchio isolato.
Il viaggio proseguiva in silenzio,  e stavo iniziando ad annoiarmi ai comandi quando finalmente all’orizzonte si delineò il profilo del vecchio spazioporto e della nave. Obi mi disse:– Atterra qui, ci avvicineremo a piedi. Meglio non essere visti, potremo osservarli prima di iniziare a fare domande –
Annuii e atterrai vicino a una macchia di alberi non molto alti, volevo solo evitare che chi era vicino alla nave vedesse con troppa facilità il caccia.
Obi-Wan scese e io dietro di lui. Mi fece cenno di fare silenzio e si iniziò a incamminare il più furtivamente possibile verso la nave. Io lo imitai, i sensi acuiti grazie alla Forza e pronto a difendermi.
 

 

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Capitolo 18
*** Indagini ***


Ho impiegato una vita ad aggiornare
e so che qualcuno probabilmente mi strozzerebbe (sorellona?)
Allora passiamo subito ai ringraziamenti. 
Purtroppo oggi ho poco tempo, così non vi citerò nome per nome.
Allora un ringraziamento speciale a tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione
e ringrazio anche tutti quelli che hanno letto Padawan fin qui.
Godetevi il capitolo
Dragasi


I sensi erano già acuiti e , anche se eravamo ancora parecchio distanti dalla nave, riuscii a distinguere due diverse voci.
– Muoviti a scaricare quelle casse, così ce ne torniamo su Dac –
– Io voglio vedere i miei soldi –
– Ce l’hanno già detto, ce li daranno a lavoro ultimato –
– E se poi non ci pagano? Io ho bisogno di quei soldi! –
– Zitto e lavora –
– Tu sai cosa c’è qui dentro? –
– No e adesso silenzio e vediamo di muoverci –
– Sentii un colpetto sulla spalla, mi girai e vidi il mio Maestro che mi faceva cenno di far silenzio, poi indicò il punto dal quale provenivano le voci e subito dopo la spada.
Capii immediatamente cosa aveva in mente il Maestro.
Ci alzammo in piedi contemporaneamente e iniziammo a muoverci piano verso le voci che appartenevano a due Quarren.
Quando arrivammo alle loro spalle Obi-Wan mi fece cenno di fermarmi. Rimasi immobile e il mio Maestro diede un colpo di tosse, i due Quarren si girarono di scatto e prima che potessero mettere mano ai fulminatori che tenevano alla cintura io e Obi-Wan attivammo le spade.
I due rimasero immobili e il Maestro disse:– Avete voglia di rispondere a due domande? Noi non vogliamo far del male a nessuno –
Un cenno della mano di Obi-Wan e io abbassai la spada disattivandola.
Uno dei due Quarren disse in tono arrogante:– E chi saresti per minacciarci? Abbassa anche la tua di arma –
– Prima dateci i vostri fulminatori –
I Quarren rimasero immobili un momento poi presero i fulminatori dalla cintura, Obi disse:– Dateli al ragazzo –
Il Quarren arrogante chiese in tono sprezzante:– Chi è? Il tuo servetto? –
– No –
Intanto io avevo preso i fulminatori.
L’altro Quarren incuriosito chiese:– È tuo figlio? –
Io e Obi-Wan ci voltammo uno verso l’altro contemporaneamente, ci guardammo un secondo e scoppiammo a ridere fino alle lacrime.
L’idea mi fa ridere ancora adesso, io figlio del Maestro!
Appena Obi-Wan si fu calmato rispose:– È il mio apprendista. Adesso posso farvi due domande? –
Il primo Quarren rispose:– Abbiamo scelta? –
– Direi di no in effetti… Facciamo veloce, abbiamo solo bisogno di sapere per chi lavorate –
I due Quarren si guardarono un momento, poi quello che aveva chiesto se ero il figlio di Obi-Wan disse:– Se parliamo quelli ci uccidono, ed entrambi abbiamo moglie e figli –
– Nessuno verrà a sapere che avete parlato con noi, vi dò la mia parola di Jedi –
Rimasero ancora un momento in silenzio poi quello più arrogante disse:– Quelli ci pagano per mantenere il silenzio e fare il lavoro che ci affidano. Perché dovremmo risponderti gratuitamente?–
Io mi intromisi:– Probabilmente le persona per cui lavorate sono gli stessi che commettono i furti nelle fabbriche e stanno facendo crollare l’economia di Dac. Noi abbiamo il compito di fermarli. Credo sia anche nel vostro interesse –
– Finalmente il servetto ha parlato! –
Quel Quarren mi stava sempre più antipatico, sbottai dicendo:– Sono un Jedi, non un servetto. La vuoi piantare?! –
– Mantieni la calma Koi-Jon, e sii diplomatico. Credo che dovremmo fare alcuni esercizi su questo. Adesso per favore controllati –
Abbassai lo sguardo e dissi:– Sì, scusa Maestro –
– Koi-Jon quanto carburante ci serve per tornare su Dac? –
– Il carburante che abbiamo dovrebbe bastare, però potrebbe essere necessario ancora un pieno –
– E per tornare a casa? –
– Per   raggiungere il Tempio uno o due pieni –
– Grazie Padawan. Sentite un po’, duemila crediti a testa basterebbero a sciogliere la lingua? –
I due annuirono senza esitazione e il Quarren arrogante rispose:– Non sappiamo esattamente per chi lavoriamo. Gli ordini ci arrivano da una delle città subacquee e i soldi ci vengono consegnati da altri come noi. Non sappiamo nient’altro –
– Comunque confermate che la base di questi individui sia su Dac? –
– Sì, di questo siamo certi –
– Koi-Jon –
– Sì, Maestro? –
– Dai i soldi a questi due e andiamocene –
– Subito. Con tutto quello che stiamo spendendo dubito che saranno molto contenti al Tempio – presi i soldi dalla sacchetta e li misi in mano ai due Quarren insieme ai fulminatori.
– Tu non preoccuparti, me la sbrigo io. Tanto tu sei ancora troppo giovane per far rapporto –
– E poi perché dovrei farlo io, Maestro, ci sei tu che fai parte del Consiglio –
– Appunto, quindi non fare commenti – mi rispose con un sorrisino beffardo sulle labbra.
Appena i Quarren ebbero i soldi in tasca Obi-Wan aggiunse:– Nessuno di noi ha mai visto né parlato con gli altri. Intesi? –
I due annuirono e Obi mi fece cenno con la testa di andare.
Ci dirigemmo di nuovo verso l’astronave che avevo nascosto tra gli alberi.
Una volta a bordo e con i motori accesi chiesi:– Maestro come fai a essere sicuro che non dicano niente a chi li ha dato il lavoro? –
– Hanno detto loro stessi che sarebbero stati uccisi se si venisse a sapere della chiacchierata. Tranquillo non apriranno bocca –
– Se lo dici tu… andiamo su Dac? –
– Sì, abbiamo altri registri da controllare –
Mi accasciai sul sedile sconsolato e mi lasciai sfuggire un lamento, l’idea di consultare altri registri mi demoralizzava.
– Padawan niente lamentele. Sei un Jedi e questo fa parte dei tuoi compiti. Ricorda che un Jedi dovrebbe usare la spada solo se obbligato, dovrebbe impegnarsi a portare a termine la sua missione con diplomazia, retorica e negoziati. Tu hai troppa voglia di mettere mano alla spada –
– Ma cosa serve controllare i registri? Sappiamo già che la loro base è in una delle città sottomarine… –
– Ci sono cinque città subacquee, vuoi controllarle tutte di persona? –
Rimasi zitto e impostai i comandi per il decollo.
– Per che ora arriveremo? –
– Circa le undici di sera, ora di Dac –
– I registri li consulteremo domani mattina allora –
Mugugnai di nuovo una lamentela e decollai. 
 

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Capitolo 19
*** Padawan e Maestro ***


Eccomi di nuovo. 
Purtroppo con l'inizio della scuola faccio sempre fatica
a trovare il tempo per copiare i capitoli al computer.
Ma finalmente ce l'ho fatta. 
Ringrazio Sylvia Nabierre;
9pepe4;
Carmaux_95;
_avatar_;
Zombiehunter;
e se ho dimenticato qualcuno perdonatemi.
Ringrazio anche chi segue questa storia e continua a leggerla.

Eravamo tornati su Dac e il Consiglio Calamariano ci aveva assegnato una stanza in un piccolo edificio.
Mi tolsi mantello stivali e tunica e mi misi seduto sul letto. 
Stavo per iniziare a meditare quando Obi-Wan mi disse:- Koi-Jon hai voglia di fare adesso la nostra chiacchierata? -
Sorrisi, anche se ero un po' preoccupato, e risposi:- Certo Maestro -
Obi-Wan si sedette sul suo letto e si girò verso di me con le gambe incrociate, poi iniziò a parlare:- Anche se a volte mi sembra che non sia passato neanche un mese da quando ti ho scelto come Padawan sono passati ben due anni. Non sei più il piccolo bambino impaziente che mi sono portato su Naboo e Socorro, sei cresciuto che mi piaccia o no. Hai già dodici anni, piccolo Padawan - e mi guardò sorridendo e, ricambiando il suo sguardo e il suo sorriso, mi accorsi che era come se  suoi occhi ridessero.
- Koi-Jon stai entrando in una fase della tua vita in cui proverai un sacco di emozioni, un sacco di sensazioni diverse. Non preoccuparti se ti sembrerà di venir meno al Codice, stai crescendo, e in questa fase c'è passato qualsiasi Jedi. Potresti anche iniziare a interessarti alle ragazze oltre che alle navi del Tempio... -
Gli risposi scherzando:- Maestro le navi sono femmine! - 
- Ma piantala - disse lui ridendo - Ti sto cercando di fare un discorso serio! -
Scoppiai a ridere anche io e risi fino alle lacrime. Quando mi calmai dissi:- Scusa Maestro -
- Non preoccuparti, ma ora cerca di essere serio -
- Promesso -
Sorrise e continuò:- Koi-Jon potrà capitare che a volte non capirai quello che ti sta succedendo, non capirai le emozioni che stai provando... ed è proprio qui che volevo arrivare. Ti ricordi che su Naboo ti dissi che i Jedi devono provare emozioni, ma devono essere in grado di controllarle e di controllarsi. Ovvero, un Jedi non deve farsi sopraffare dalle emozioni e per fare in modo che ciò non accada deve prima di tutto comprenderle. Non devi cercare di controllare emozioni che non hai compreso, perché ti porterà solo a serbare rancore o ansia o altre emozioni che non capirai. Sei un essere umano, sei una creatura pensante, e come ogni altro provi emozioni. Solo devi imparare a comprenderle. 
Voglio che mi prometti una cosa Koi-Jon - fece una pausa aspettando una mia risposta e io mi limitai ad annuire. Lui continuò:- Mi devi promettere di parlarmi di tutti i tuoi problemi, se ne avrai, riguardanti ai tuoi stati d'animo - dopo un attimo aggiunse - E anche a qualsiasi altra cosa - 
Sorrisi e risposi:- Promesso Maestro - mi chiesi se anche un padre facesse cosi con il proprio figlio, ma a chi potevo chiedere? Non conoscevo nessuno che avesse conosciuto suo padre, sono cresciuto al Tempio Jedi, li nessuno ha conosciuto i propri genitori.
Obi-Wan si tolse il mantello e gli stivali e disse:- E ora a letto piccolo casinista! -
- Non sono piccolo! - risposi indignato, ma mi coricai senza storie. 
Obi-Wan spense la lampada di eliolite e nella camera calò il silenzio.
Passò quasi mezz'ora prima che riaprissi bocca:- Maestro? -
Mi rispose con la voce impastata dal sonno:- Cosa c'è? - 
- Qualche giorno fa ero fuori dal Tempio nelle strade li intorno, e ho incrociato una ragazzina. Le ho sorriso, aveva i capelli rossicci e gli occhi verdi e un sacco di lentiggini. Lei mi ha fermato e mi ha chiesto come mi chiamavo. Le ho risposto e poi le ho chiesto il suo nome, Sarya Linerim, ci siamo seduti su un gradino e abbiamo parlato a lungo. Abbiamo parlato di un sacco di cose diverse, mi ricordo tutto quello che mi ha detto. Quando sono tornato mi sentivo leggero e felice, ma anche un po’ in subbuglio e confuso... cosa mi stava succedendo? - mi sembrò di sentirlo ridacchiare, ma forse me lo ero solo immaginato. 
Lui disse:– Caro il mio piccolo Padawan ti sta innamorando, anche se le probabilità di rivedere quella ragazzina su Coruscant sono molto basse –
Arrossii violentemente e fui grato che la stanza fosse immersa nell’oscurità. Imbarazzatissimo dissi:– In realtà abbiamo deciso di vederci lì una volta a settimana. Sa anche che spesso potrei non presentarmi, per vari motivi… –
Qui scoppiò a ridere. Non potevo avere dubbi, il Maestro stava chiaramente ridendo, e anche di gusto potrei aggiungere.
– Koi-Jon, Koi-Jon … ti ricordo solo che per un Jedi l’attaccamento è proibito. Comunque sei ancora molto giovane. Adesso dormi, domani ci aspettano i registri –
– Buonanotte –
– ‘Notte Padawan –
Stavo per addormentarmi quando una domanda mi balenò in testa così ruppi il silenzio per la seconda volta:– Maestro? –
– Cosa c’è ancora? Prossima missione mi faccio mettere in un’altra camera! –
– A un Jedi è proibito l’attaccamento, ma allora l’affetto che c’è tra un Padawan e il suo Maestro non va contro il Codice? Insomma, io credo… ecco… che se avessi vissuto con mio padre il rapporto che avrei avuto con lui sarebbe stato molto simile a quello che ho con te. Ecco… io… io… io ti considero come un padre, questo non va contro al Codice? –
Obi-Wan rimase in silenzio così tanto a lungo che pensai si fosse addormentato. Dopo alcuni minuti sentii la sua voce:– Vedi Koi-Jon, l’affetto che un Padawan ha per il proprio Maestro, e viceversa, è una specie di eccezione non voluta al Codice. Il legame che si instaura è il legame più forte che un Jedi può avere. È normale che vivendo fianco a fianco e superando ogni genere di pericoli insieme si instauri un legame speciale tra l’apprendista e il suo Maestro. Diciamo pure che è anche l’unico legame che è permesso a un Jedi. Ricorda che siamo creature viventi, creature piene di Forza, delle emozioni e dei sentimenti li proviamo. E poi il Lato Chiaro della Forza ha una natura buona e i sentimenti positivi sono intrinseci nel nostro essere. Non possiamo controllarli tutti. Adesso però dormi Padawan, domani dobbiamo fare il nostro lavoro –
– Buonanotte Maestro –
– ‘Notte Koi-Jon –
Rimasi ancora parecchio tempo sveglio, con gli occhi aperti a guardare il soffitto nell’oscurità, finché non decisi di tirare fuori la sfera e iniziai a giocarci. Pian piano gli occhi si fecero pesanti e mi addormentai
 
– Sveglia dormiglione! Alzati, devi ancora fare gli esercizi! –
Aprii un occhio e borbottai con la voce impastata dal sonno:– Esercizi… ma siamo in missione… –
Obi-Wan rispose:– Alzati e basta – e dicendo questo mi tolse le coperte.
Mi alzai mugugnando e appena fui pronto Obi-Wan disse:– Stamattina ci occupiamo dei registri. Dobbiamo scoprire da quale città subacquea arrivano gli ordini. Vorrei risolvere in fretta questa faccenda –
– Perché? Al Tempio è noioso, meglio andare in missione –
– Sì, sei decisamente un Asso Jedi –
Lo guardai con aria interrogativa, ma lui si limitò a scrollare la testa divertito.

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Capitolo 20
*** Una coppia quasi perfetta ***


Eccomi qua, con le solite righe di inizio capitolo.
Spero che apprezziate questo capitolo, 
e che non vi porti ad azioni strane (quali dar fuoco al computer)
Innanzitutto voglio ringraziare tutti quelli che stanno leggendo Padawan, 
e anche chi sta leggendo le mie altre storie, che siano Long,
One Shot, o Flashfic. 
In particolare per Padawan ringrazio:
Sylvia Nabierre;
9pepe4;
Carmaux_95;
_avatar_;
Zombiehunter.
Credo di non aver dimenticato nessuno. 
Grazie ancora a tutti, e perdonatemi se vi annoio.

 


Pochi minuti dopo ci stavamo dirigendo verso il palazzo del Consiglio Calamariano per farci poi condurre di nuovo nella sala di consultazione dei registri.
Camminavamo tranquilli lungo le strade quasi deserte di Dac. Era mattina presto e quasi tutti erano ancora nelle loro case, se non nei loro letti.
Eravamo quasi arrivati al palazzo del Consiglio quando sentì una presenza oscura nella Forza. All’inizio era molto lieve e io ed il mio Maestro non ci facemmo troppo caso, ma dopo pochi istanti mi abbassai di scatto guidato dalla Forza.
Mi voltai e vidi una figura coperta in volto che teneva un pugnale in duracciaio in mano.  Se la Forza non mi avesse spinto ad abbassarmi quella creatura mi avrebbe ucciso.
Stavo per avvertire il Maestro, ma lui si era già voltato. Attivai la spada, non riuscivo a capire a quale razza appartenesse quella creatura, e questo mi metteva in agitazione. Mi abbandonai alla Forza per calmarmi ed essere pronto a combattere. Obi-Wan disse rivolgendosi alla creatura:– Cosa vuoi da noi? –
La creatura non rispose, ma si limitò ad attaccare Obi-Wan.
Il mio Maestro alzò la spada per parare il coltello. Quando il pugnale toccò la lama del mio Maestro non venne tagliato a metà, ma ci cozzò contro.
Non era in duracciaio, ma in un materiale resistente al laser.
Obi-Wan sbarrò gli occhi per lo stupore poi disse:-- Padawan, credo che sarà più problematico del previsto…– dovette interrompersi per abbassarsi e non essere colpito dalla lama dell’aggressore.
Il Maestro urlò contro la creature:– Tu! Abbi un po’ di rispetto, dovrei istruire il mio apprendista! – saltò indietro per schivare un altro colpo poi continuò:– Koi-Jon combattimento in due –
Annuii e mi portai di fianco a lui, lo sentii sussurrare:– Vivo –
Io gli mormorai in risposta:– Contaci. Voglio scoprire anche io chi… – ci abbassammo insieme per un altro attacco del nostro aggressore.
– E basta! Padawan, vediamo di far veloce. I registri ci aspettano –
Appena Obi-Wan finì di parlare attaccammo insieme la creatura, io di lato Obi dall’alto.
L’aggressore saltò indietro appena in tempo per non essere ferito, poi si avventò su di me.
Saltai all’indietro facendo una capriola in aria per evitare la lama. Appena riappoggiai i piedi a terra feci finta di attaccarlo con un affondo, in modo da farlo avvicinare al Maestro.
Il trucco funzionò, e l’aggressore si spostò indietro finendo vicino a Obi-Wan dandogli le spalle. 
Obi-Wan lo prese e lo fece cadere a terra di schiena. Io corsi a togliere il pugnale dalla mano dell’aggressore. Obi-Wan scoprì il volto della creatura mostrando la faccia di un Mon Calamari. Obi gli puntò la lama al petto e disse:– Chi ti manda? –
– Loro –
– I ladri? –
Il Mon Calamari annuì e Obi disattivò la spada e fece cenno al nostro aggressore di alzarsi, poi disse:– Koi-Jon disattiva la spada. Tu – continuò rivolgendosi al Mon Calamari – Vai e non metterti più nei guai –
Quest’ultimo annuì e corse via.
– Meno male che non c’era nessuno per strada –
Obi sorrise alla mia affermazione e poi disse:– Adesso andiamo ci aspettano i registri, e niente lamentele! –
Alzai gli occhi al cielo, senza farmi vedere, e sorrisi sotto i baffi.
Un’ora dopo eravamo davanti agli holoschermi del giorno prima che consultavamo file dopo file  tutte le spedizioni partite dalle città subacquee e tutte le transizioni di crediti.
Gli occhi mi iniziarono a bruciare dopo due ore passate davanti agli schermi, ma quelle ricerche non stavano portando a niente.
Appoggiai la testa a una mano  tenendomela sollevata e poco dopo mi addormentai.
Un colpetto sulla nuca mi svegliò facendomi anche scivolare la testa dalla mano.
Dissi agitato:– Chi è stato? Cos’è successo? –
– Ti sei addormentato Padawan – disse Obi-Wan con un tono un po’ scocciato – Mentre io lavoravo tu, invece di fare il tuo dovere, ronfavi –
Diventai rosso di colpo e dissi:– Perdonami Maestro, mi rimetto subito al lavoro –
– Non è necessario, ci ho pensato io a fare il lavoro per due. Andiamo ad Aquaris, ma prima dobbiamo trovare un mezzo subacqueo –
– Chiediamo al Consiglio? –
– Ovvio, Padawan. Piuttosto hai mai pilotato un mezzo subacqueo? –
– Maestro come avrei potuto su Coruscant? –
– In effetti… allora per questa volta piloterò io… anzi lascerò a te i comandi, altrimenti non impari nulla –
– Ma non so nemmeno come sia fatto un mezzo subacqueo –
– Non è molto diverso da un’astronave –
 
Altro che “non molto diverso”! Non c’era un comando al suo posto!
Provai ad avviare quella carretta acquatica una prima volta e l’unica cosa che ottenni furono degli spruzzi di acqua salata.
Al secondo avvio riuscii a farla avanzare, ma non ne voleva sapere di immergersi.
Finalmente al terzo avvio riuscii a farla immergere, ma tornò in superficie dopo due minuti.
– Koi-Jon, facciamo che piloti al ritorno, adesso vorrei riuscire ad arrivare ad Aquaris –
Un po’ demoralizzato annuii e io e Obi ci scambiammo di posto.
Obi la avviò al primo colpo e ci immergemmo nelle acque di Dac.
La luce del sole di Dac penetrava nell’acqua limpida per circa due o tre chilometri per poi cedere gradualmente posto all’oscurità.
Quando il buio iniziò a essere quasi completo il mio Maestro accese l’illuminazione esterna.
Mi guardai intorno e vidi il fondo ad alcuni chilometri di distanza. Intorno a noi si ergevano colonne di roccia e dal fondale spuntavano montagne e colline ricoperte di alghe.
Potevamo vedere i banchi di pesci nuotare tranquilli e disperdersi spaventati quando ci avvicinavamo.
Dopo circa venti minuti ci trovammo a pochi metri dal fondale e che viaggiavamo in direzione sud- sud-ovest per raggiungere Aquaris.
Il viaggio proseguì tranquillo e io e il Maestro chiacchierammo del più e del meno senza mai toccare gli argomenti della sera prima.
Finalmente avvistammo Aquaris. Obi puntò verso una cupola dove all’interno erano parcheggiati altri mezzi simili ai nostri. Eravamo a pochi metri dalla cupola e Obi-Wan non si fermava.
– Maestro così ci andiamo a schiantare! – esclamai terrorizzato.
– Tranquillo Padawan – disse in tono serafico e facendo accelerare il mezzo. Serrai gli occhi per la paura.
 

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Capitolo 21
*** La tana del Lupo ***


Da questo capitolo in poi le mie note saranno 
a fine capitolo.
Oggi ne voglio mettere solo una quassù.
Sorellona, questo capitolo è dedicato a te, 
se non ci fossi stata tu "Padawan" non avrebbe preso
una vera e prorpia forma. Grazie.
 

Appena raggiungemmo la cupola invece di schiantarci ci passammo attraverso e Obi-Wan parcheggiò il mezzo all’interno vicino ad altre carrette acquatiche.
Scendemmo e Obi-Wan disse:– Siamo nella tana del lupo ora, Padawan –
– Dobbiamo travestirci? –
– No, per questa volta, ma tieni coperta la spada –
– Certamente –
Obi si incamminò a passo sicuro verso i primi edifici abitati. Io lo seguivo guardandomi intorno stupito.
Sotto quelle cupole c’era aria respirabile e la città di Aquaris, a parte per il fatto che è completamente sommersa, mi sembrava uguale a qualsiasi altra città della galassia.
Speedcar, pedoni, viuzze, incroci, commercianti, tutto uguale a molti altri posti. La cosa che mi lasciava a bocca aperta era l’avere migliaia di litri d’acqua sopra la testa.
– Maestro, cosa dobbiamo cercare? –
– Qualsiasi cosa possa assomigliare a un covo o a un quartier generale –
– Mi sembra un po’ vago… –
– Se qualcuno avesse lavorato invece di dormire forse avremmo ottenuto qualche informazione in più –
Arrossii e abbassai lo sguardo imbarazzato.
Camminammo per un po’ di tempo prima che Obi decidesse di fermarsi di colpo.
– Padawan, credo che andremo a bere un bicchierino… –
Lo guardai a occhi sbarrati e chiesi:– Maestro, ti senti bene? –
– Mai stato meglio, Koi-Jon. Fidati del tuo Maestro –
Lui si incamminò e io lo seguii titubante.
Mentre camminava disse:– Koi-Jon vieni di fianco a me –, due passi di corsa e lo raggiunsi e lui continuò subito:– Ti spiego perché ti ho detto che andremo a bere un bicchierino, ricordati solo una cosa: al Tempio non apprezzano molto questo mio metodo. Andare nelle bettole forse è il modo migliore per ottenere informazioni, e magari, nel frattempo, farsi un bicchierino di liquore Mandaloriano. Anche le fumerie sono un ottimo posto per la raccolta di informazioni, ma vanno decisamente meglio le bettole. Preferirei che tu non facessi trapelare niente di tutto questo a casa. Ogni volta che lo scopre il Maestro Yoda mi fa una lavata di capo, dice che non dò una buona impressione dell’Ordine andando in posti simili –
– Va bene, Maestro –, poi aggiunsi:– Ma non sembrerà strano che un ragazzo di dodici anni entri in un posto simile? –
Rimase un attimo in silenzio e finalmente rispose:– Sì, ma non possiamo fare altrimenti, non ti lascio solo –
Sorrisi, entrambi ci ricordavamo fin troppo bene cos’era successo l’ultima volta che ci eravamo separati e lui mi aveva lasciato da solo, ed era decisamente meglio evitare il bis.
Dopo alcuni minuti di cammino Obi-Wan si fermò davanti a un basso edificio con le finestre sporche e un ingresso angusto, della musica proveniva dall’interno.
Mi fermai affianco al mio Maestro e guardai l’edificio un po’ diffidente.
– Questa è perfetta –
– Sei sicuro che sia una bettola? –
– Sicuro, guarda lì – disse alzando una mano e indicandomi qualcosa con un dito.
Seguii con lo sguardo il suo dito e vidi un’insegna a eliolite mezza distrutta e accesa solo per metà. Si poteva leggere “Grammy’s pub”.
– Non ha un’aria molto raccomandabile… – commentai io sempre più diffidente ogni istante che passava.
– Proprio per quello è perfetta, Padawan – rispose lui battendomi una mano sulla spalla – Dai, muoviti, entriamo –
Appena entrammo all’interno del pub calò il silenzio. Gli avventori ci guardarono per alcuni istanti, poi ognuno tornò al suo impiego, chi a parlare, chi a ubriacarsi.
Obi-Wan si avvicinò al bancone e io mi attaccai quasi a cozza a lui, quel posto non mi piaceva per niente.
Si appoggiò elegantemente al banco e poi disse al barista:– Un bicchiere di liquore Mandaloriano, per favore –
Io lo guardai sbalordito e lui mi disse:– Non una parola al Tempio, intesi? –
Mi resi conto che stava approfittando del fatto che non l’avrei mai tradito, nemmeno su una piccolezza del genere.
Annuii e intanto gli dissi:– Però non mi sembrava necessario –
Lui si abbassò e mi sussurrò:– Dimmi, Padawan, chi entra in un locale senza prendere niente? –
– Solo chi cerca di ottenere qualcosa – risposi io, mi sembrava una cosa parecchio ovvia.
– E noi cosa siamo venuti a fare? –
– A cercare di ottenere informazioni, però… – ma mi fermai di colpo, avevo intuito dove voleva andare a parare. Rimasi comunque della mia opinione: il Maestro stava approfittando della situazione.
Il barista si girò di nuovo posando sul bancone del bar un bicchiere che era tutt’altro che piccolo.
Obi-Wan tirò fuori i crediti necessari a pagare il suo liquore e nel farlo rivolse una domanda al barista:– Per caso sa se da qualche parte si possono fare crediti facili? –
Il barista alzò lo sguardo dal bicchiere che stava pulendo e si rivolse a Obi-Wan in un basic molto schioccante e a tratti stentato:– Chi siete voi? Uomo e piccoletto vogliono soldi? Cosa volete voi fare? –
Si era insospettito, probabilmente gli abitanti della zona sapevano già a chi chiedere per ottenere un lavoro.
Obi-Wan rispose:– Io e mio figlio abbiamo avuto un guasto al nostro mezzo e siamo impossibilitati a partire fino a quando non avremo abbastanza crediti per comprare i pezzi di ricambio. La nostra famiglia ci sta
 aspettando e non possiamo neanche mandare nostre notizie –
Appena il Maestro fini di raccontare la sua storiella il barista mi guardò un momento, io nel frattempo avevo già assunto l’espressione da bambino disperato che si guarda intorno con due occhioni sbarrati e impauriti.
Sembrò che credesse alla storia di Obi-Wan e ci indicò un tavolo muovendo appena la testa.
– Chiedete a quel Quarren, lui sa qualcosa. Dovete offrire lui bere, altrimenti lui parla poco –
Obi-Wan annuì e disse:– Allora dammi un boccale di liquore Mandaloriano –
Il barista annuì contento e riempì un boccale a una velocità straordinaria, appena Obi-Wan ebbe in mano quel boccale si diresse verso il Quarren che ci era stato indicato.
Il Quarren alzò lo sguardo e io gli vidi gli occhi.
Aveva gli occhi di un disperato che non sapeva più cosa fare della sua esistenza, aveva gli occhi spenti e annebbiati. Quel Quarren aveva già bevuto molto.
Obi-Wan si sedette di fronte all’ubriaco e appoggiò il boccale sul tavolo.
Il Quarren fissò il liquore con occhi speranzosi e il Maestro lo incoraggiò dicendo:– È per te –
Quel poveraccio afferrò il boccale contento quanto un Iniziato scelto da un Maestro e ingollò un lungo sorso di liquore.
Poi alzò di nuovo lo sguardo posandolo su Obi-Wan.
– Cosa vuoi? – la voce impastata e bassa era poco udibile nel brusio del locale.
– Aiuto –
– Aiuto? Ma hai visto come sono messo? –
– So che puoi aiutarci a fare crediti velocemente –
– A cosa vi servono? – rispose l’altro leggermente incuriosito
– Io e mio figlio dobbiamo guadagnare crediti a sufficienza per riparare il nostro mezzo, altrimenti rimarremo bloccati su Dac per sempre. Abbiamo una famiglia che ci aspetta senza ricevere nostre notizie –
– Quanto vi serve? – per qualche motivo il Quarren mi sembrava molto più lucido rispetto all’inizio della conversazione.
– Diecimila crediti all’incirca – rispose prontamente il Maestro
– Domattina fatevi trovare qua davanti. Vi farò avere un lavoro –
– Grazie infinite. Saremo puntuali – detto questo Obi-Wan mi fece cenno di alzarmi e uscimmo dal locale.
 
Il mattino dopo, all’alba, eravamo davanti al “Grammy’s pub”.
Io ero ansioso e trepidante e continuava ad affidarmi alla Forza per calmarmi.
– Calmati, Koi-Jon –
– Sono calmo, Maestro –
– Non dire sciocchezze. Mi sembra di ricevere un pugno nello stomaco ogni volta che ti affidi alla Forza per calmarti. Insomma Padawan, un po’ di contegno –
Le mie guance virarono verso un rosso tenue e cercai di calmarmi definitivamente.
 
A quell’età ancora mi stupivo della calma che Obi-Wan manteneva sempre e costantemente e di come riuscisse a osservare ogni situazione con un certo distacco, che riuscisse a mantenere la mente lucida davanti a qualsiasi pericolo.
Adesso riesco a comprenderlo e non mi stupisco più. Con il tempo anche io ho imparato a mantenere sempre la calma e lui mi ha insegnato come osservare le situazioni in modo distaccato. All’epoca della missione su Dac ero ancora un bambino. Forse solo nell’ultima missione affrontata con il mio Maestro sono diventato un adulto.
 
Finalmente arrivò il Quarren del giorno prima. Sembrava più lucido rispetto al nostro primo incontro e mentre parlava non biascicava più le parole.
– Ho parlato di voi ai miei superiori. Se volete accettare vi affidano un incarico con me. Dobbiamo far partire un carico in fretta, prima che ne venga richiesto un controllo. Niente domande e vi daranno duemila crediti a lavoro ultimato. Ci state? –
Obi-Wan finse di pensarci un po’ su, ma entrambi sapevamo che la risposta sarebbe stata affermativa.
– Accettiamo –
– Bene, se lavorerete veloci e senza fare domande potrebbero venirvi affidati altri incarichi. Adesso seguitemi –
Ci incamminammo dietro il Quarren in silenzio.
Per le strade non c’era nessuno e il silenzio regnava su Aquaris, reso ancora più innaturale dall’aggiungersi del più completo silenzio dell’oceano.
Guardai un momento il Maestro e incrociai il suo sguardo. Muovendo appena gli occhi indicò il Quarren e io compresi. Sganciai la spada dalla cintura senza attivarla e altrettanto fece Obi-Wan
Un piccolo cenno del capo da parte del Maestro e ci lanciammo all’attacco a spade spente.



Piccola Palestra Padawan di Dragasi
Qua non si allena con la Maestra Karkel

Allora eccomi qui, finalmente al 21esimo capitolo mi sono decisa a spostare i miei commenti.
Allora, iniziamo. Obi-Wan che frequenta bettole l'ho presa dal libro "Il Cammino Jedi", che è un vero e prorpio manuale al vivere facendo parte dell'Ordine.
E, per inciso, non ho resistito alla tentazione di farlo passare per un mezzo alcolizzato davanti agli occhi di Koi-Jon.
Ehi scrivere quaggiù i commenti invece che lassù è molto più divertente!!!

Quasi mi dimenticavo i ringraziamenti! 
Prima di tutto ringrazio Sylvia Nabierre, _avatar_, 9Pepe4, Carmaux_94 e zombiehunter per le loro recensioni, e in secondo luogo ringrazio tutti voi che leggete la mia storia
senza condannarmi a morte per impiccagione. 
Adesso vi lascio, al prossimo capitolo.
Se riesco lo pubblico il 9 dicembre



 

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Capitolo 22
*** Idea ***


Non avemmo neanche il tempo di muovere pochi passi che il Mon Calamari si voltò esclamando:– Fermi Jedi! –
Io e Obi ci bloccammo a bocca aperta stupiti. Come aveva fatto a capire le nostre intenzioni? Quel Mon Calamari era un mistero.
– Volete farmi delle domande, vero? –
Obi, ancora leggermente stupito, annuì lentamente. Il Mon Calamari parlò ancora:– Vedrò se posso rispondere –
– Sta allerta, Padawan – io annuii e lui continuò:– Chi sono i tuoi superiori? –
L’interrogato rimase in silenzio per un po’ poi disse:– Non ve lo posso dire –
– Se tu ce lo dicessi andrebbe a vantaggio del tuo pianeta – cercò di persuaderlo Obi-Wan.
– Non posso –
– Sono qui ad Aquaris? –
– Sì, ma non li troverete se non vi portano dentro al covo –
– Tu ci puoi portare? –
– No, ma un carico dovrebbe farcela –
Il Maestro sorrise e disse:– Grazie e scusaci. Noi adesso andiamo, non riferirai questo ai tuoi superiori, vero? –
Il Mon Calamari rispose:– Tranquilli – e sorrise poi, prima di voltarsi, aggiunse:– Che la Forza sia con voi! –
Io e Obi-Wan ci inchiodammo paralizzati dallo stupore per la seconda volta.
Quella  è una frase che usano solo i Jedi come augurio, nessuno all’infuori dell’Ordine la conosce.
Io mi rivolsi al Mon Calamari:– Lei è uno Jedi, vero? –
– Lo ero. Ho fallito come Padawan. Ti auguro più fortuna –
Detto questo ci diede le spalle e se ne andò.
– Maestro come può aver fallito come Padawan? –
– Non so Koi-Jon, i modi sono molteplici. Adesso andiamo, dobbiamo trovare un modo per entrare nel covo dei ladri –
Annuii, ma il mio pensiero indugiò ancora un momento sull’ex-Jedi.
Anche io rischio di fallire come Padawan? Oppure ho le carte in regola per diventare un buon Cavaliere?
Sentii la voce di Obi-Wan richiamarmi e scrollai la testa come per scacciare quei pensieri, mi avvicinai al Maestro e dissi:– Eccomi –
– Torniamo dal Consiglio Calamariano, dobbiamo esporre i risultati che abbiamo ottenuto –
– Piloti sempre tu? – chiesi speranzoso.
– No, Padawan. Adesso abbiamo tutto il tempo della galassia, ti insegnerò a pilotare un mezzo acquatico –
– Perché? Sii sincero, quante altre volte mi potrà capitare di pilotare un mezzo acquatico –
– Non si può mai sapere nella vita, specialmente in quella di noi Jedi, quindi imparerai a pilotarlo –
Gemetti sconsolato e mi arresi all’idea di pilotare la carretta acquatica.
 
Eravamo tornati alla cupola ed eravamo già saliti a bordo del mezzo.
– Allora, con calma Koi-Jon. Prima avvii il motore… ok, bravo. Adesso vedi la leva alla tua destra, tirala su. Serve per attivare la propulsione e staccarsi dal terreno, altrimenti non possiamo uscire dalla cupola. Perfetto… premi il tasto verde così attivi il motore e di conseguenza la ventola e iniziamo a muoverci –
La carretta effettivamente si mosse e io provai a condurla verso la cupola.
– Falla pure andare un po’ più veloce, se vuoi –
Spinsi in avanti il volantino e dopo un sobbalzo il motore si spense di nuovo.
Guardai Obi-Wan con un sorriso sconsolato e lui, battendomi una mano sulla spalla, disse:– Dai, tranquillo, riprova –
Annuii e mi misi a riprovare. Mentre mi dirigevo verso la cupola il motore si spense di nuovo. Mi abbandonai scoraggiato sul sedile e Obi-Wan mi disse:– Non abbatterti. Ci puoi riuscire –
– Maestro, non ci riesco. È troppo per me – risposi io abbastanza demoralizzato.
– Non darti dei limiti Padawan! Solo la Forza può darteli! Adesso riprova –
Il suo tono non ammetteva repliche, così ripetei la procedura per la terza volta.
Finalmente ci riuscii e uscimmo dalla cupola immergendoci nelle profondità dell’oceano di Dac.
– Che ti avevo detto? – disse il Maestro allegro e io non riuscii a fare a meno di sorridere soddisfatto.
 
Eravamo in una saletta, seduti su delle comode poltroncine, in attesa di essere ricevuti dal Consiglio.
– Adesso dovremo riferire tutto quello che abbiamo scoperto, non che sia molto, e trovare anche un piano per riuscire ad entrare nel covo –
Io rimasi in silenzio. Con la mente che viaggiava come se avesse avuto l’iperguida, stavo analizzando la situazione per trovare una soluzione.
Il Mon Calamari aveva detto che un carico poteva portarci dentro, ma non riuscivo a capire come.
Dentro… carico… “ la mia mente si bloccò di colpo. Avevo la soluzione, ed era anche abbastanza banale.
Sorrisi e mi rivolsi a Obi-Wan:– Maestro, so come entrare nella “vera” tana del lupo –
Lui mi guardò un momento dubbioso, poi disse:– Padawan, parlerai tu con il Consiglio –
Io lo fissai a occhi sbarrati, ma non ebbi il tempo di replicare perché in quel momento un Quarren entrò dicendo:– Siete pregati di entrare –
Io e Obi ci alzammo contemporaneamente e ci incamminammo dietro il Quarren in uno stretto corridoio fino ad entrare nella Sala del Consiglio di Dac.
I Consiglieri si voltarono verso di noi e il loro portavoce, un Quarren, disse:– Bentornati Maestro Kenobi e apprendista Talker. Spero abbiate buone notizie per noi –
– Il mio Padawan vi riferirà ogni cosa – rispose il mio Maestro.
Tra i Consiglieri sentii qualcuno borbottare:– Ma è solo un bambino… –
Ignorandoli iniziai a parlare:– Signori Consiglieri, io e il mio Maestro abbiamo fatto alcune interessanti scoperte – e iniziai a raccontare quello che era successo in tre giorni.
Quando finalmente arrivai all’interrogatorio dell’ex-Jedi dissi:– Sono riuscito a ideare un piano per entrare nel quartier generale dei ladri, ma io e il Maestro abbiamo bisogno di tutto il vostro appoggio –
Il loro portavoce rispose:– L’avrete, adesso spiega il tuo piano –
Guardai un momento Obi-Wan e lui, incoraggiandomi con un sorriso, mi fece cenno di andare avanti.
Posai di nuovo lo sguardo sui Consiglieri e iniziai a parlare.
 
Erano passate due settimane dalla riunione con il Consiglio, e il mio piano stava per essere messo in atto.
Eravamo in una delle fabbriche della capitale che sorvegliavamo i lavori.
– Complimenti Padawan, ottimo lavoro. Hai avuto un’idea geniale. Sono fiero di te –
Arrossii fino alla punta delle orecchie e balbetta:– G- g- grazie –
In quel momento vidi due operai che stavano commettendo un errore e ne fui grato, mi voltai verso di loro dicendo:– Quelle due casse lasciatele vuote e mettetele con le altre, ma non chiudetele ancora –
Mi guardai intorno, un centinaio di casse piene di prodotti di alta tecnologia erano sistemate in attesa che il mio piano venisse attuato.
– Mancano appena un paio d’ore al nostro momento, Maestro. Speriamo che tutto vada per il meglio –
– Ne sono certo, Padawan. Hai passato le ultime due settimane a pianificare ogni dettaglio, devo farti i miei complimenti –
Arrossii violentemente per la seconda volta e fissai il pavimento.
 
Trovo estremamente imbarazzante ricevere complimenti da Obi-Wan. Preferisco essere rimproverato, decisamente.
 
Obi-Wan mi batté una mano sulla spalla e disse:– Occupati degli ultimi dettagli, io vado a contattare il Consiglio –
– Non abbiamo già chiesto il permesso per l’attuazione del mio piano? –
– Sì, abbiamo il permesso, ma c’è una riunione straordinaria e devo presenziare anche se siamo in missione – e detto questo mi diede le spalle e si incamminò.
Io gli urlai dietro:– Maestro cerca di essere qui tra un’ora! –
– Non darmi ordini, Padawan! Sta’ al tuo posto! – mi disse lui di rimando.
Sorrisi e riportai l’attenzione sulle ultime operazioni prima dell’ora X.
 
– Scusa il ritardo, Padawan – disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai dicendo:– Da quando mi chiedi scusa per qualcosa? – risposi con aria perplessa.
Obi mi fulminò con lo sguardo e io scoppiai a ridere aggiungendo:– Non sei in ritardo, ma perfettamente puntuale. Ti stavo per chiamare con il comlink. Le nostre casse sono pronte. Spero che tu non soffra di claustrofobia –
Lui si limitò a rispondere:– Io no, ma tu? –
Invece di rispondergli gli indicai una cassa dicendo:– Accomodati, quella è la tua, la mia è lì  affianco. Ai coperchi ci penseranno gli operai – finito di parlare mi calai nella mia cassa e mi sedetti sul fondo.
Il viso del Maestro spuntò dalla cima della cassa guardandomi dall’alto:– Sei comodo, Padawan? –
– Comodissimo, Maestro. Non ti ho mai detto che il mio hobby è farmi chiudere in casse di legno? –
– Mi deve essere sfuggito… –
Ritornai serio e dissi:– Adesso possiamo solo aspettare e sperare –
– Andrà tutto bene Koi-Jon – aggiunse lui un secondo prima di uscire dal mio campo visivo.
Subito dopo gli operai chiusero la cassa..



Piccola Palestra Padawan di Dragasi
Qui non si allena con la Maestra Karkel
Ecco qua i commenti di fine capitolo. Spero che lo abbiate apprezzato, e scusate ancora il ritardo, ma tra scuola, problemi di salute e Internet a singhiozzo aggiornare è stata un'impresa.
Devo dire che mi sono divertita un sacco a far stuzzicare a vicenda Padawan e Maestro, a mio parere devono scherzare anche loro.
Credo che molti di voi, se non tutti avranno già capito il piano di Koi-Jon e per chi non ci è arrivato tutto sarà svelato nel prossimo capitolo.

Ringrazio Sylvia Nabierre, 9pepe4, _avatar_, zombiehunter, Caramaux_95 (o era 94? Con i numeri sono una frana... ) e tutti voi che avete la pazienza di leggere quello che scrivo. 
Vi lascio e aggiornerò prossima volta che internet decide di andare!


 

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Capitolo 23
*** Nella Vera tana del Lupo ***


Chiusi gli occhi e nell’attesa mi misi a meditare. Svuotai la mente e mi rilassai cercando di mettermi il più comodo possibile all’interno della cassa. Quando raggiunsi la fase più profonda della meditazione mi accorsi che anche Obi-Wan stava meditando, non che avessimo altro da fare dentro quelle casse in effetti.
Mi lasciai avvolgere completamente dalla Forza dimenticando dov’ero.
A un certo punto scorsi un’immagine, sfocata e indistinta come se fosse lontana. Vidi il volto del Maestro, stava dicendo qualcosa, ma non riuscivo a sentire. Sembrava sull’orlo delle lacrime e guardava qualcosa o qualcuno. Improvvisamente sentii le sue parole:– Koi-Jon! Svegliati! … –.
Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai nel buio della cassa. Mi presi un momento per calmarmi poi attivai il comlink. Ci vollero pochi istanti prima che la voce di Obi-Wan rispondesse:– Koi-Jon tutto bene? Hai interrotto la mia meditazione –
– Mi spiace Maestro, anch’io stavo meditando e…– mi fermai un istante, non sapevo da che parte iniziare. Non sapevo se considerarla una visione. Non ne avevo mai avute e quella mi sembrava molto vaga.
– Continua, Padawan… – mi incoraggiò Obi-Wan
– E credo di aver avuto una visione, ma non posso esserne sicuro, era molto vaga e indistinta –
– Cosa hai visto esattamente? –
– Credo fosse legata alla guerra che è in corso,ma non ne sono per niente sicuro. Ho visto te sull’orlo delle lacrime che chiamavi il mio nome –
– Ti sei visto? Sai perché ti chiamavo? –
– No, Maestro. È per questo che ti ho disturbato, volevo sentire il tuo parere –
– Non concentrarti troppo sulle visioni, è la prima che hai, giusto? –
– Sì –
– Quando ero ancora un Padawan io dissi al mio Maestro “Il Maestro Yoda ha detto di porre attenzione al futuro” e Qui-Gon mi rispose “Ma non a scapito del presente. Poni attenzione alla Forza Vivente, giovane Padawan”. E aveva ragione. Concentrati sul presente, la spiegazione della tua visione verrà con il tempo –
– Credo che finiremo sul fronte, però –
– La guerra dura da due anni ormai, giovane Padawan. Per adesso sto cercando di tenerti lontano dal fronte, come stanno facendo tutti i Maestri che hanno Padawan della tua età. La guerra non è cosa per dei bambini, anche se questi sono Jedi. In ogni caso ho paura che presto o tardi finiremo sul fronte, ricorda: sono sempre un membro dell’Alto Consiglio e questo fa di me un Generale. Anche se non lo voglio prima o poi toccherà anche a noi –
– Maestro… – ma prima che potessi dire quello che avevo in mente sentii la mia cassa sollevarsi e avvertii delle presenze nello spazio circostante. – Mi hanno sollevato. Ci sono… –
– Cinque creature là fuori, le ho percepite anch’io –
– Allora è arrivato –
– Sì, Padawan. Adesso ci guiderà la Forza – rimase alcuni istanti in silenzio poi disse:– Meglio chiudere la comunicazione, potrebbero sentirci. Ricorda di non rimuginare troppo su quella visione, e che la Forza sia con te mio giovane Padawan –
– Che la Forza sia con te, Maestro – risposi io prima di spegnere il comlink.
Venimmo caricati insieme alle altre casse all’interno di quello che doveva essere un cargo e poco dopo decollammo. Passarono alcuni minuti nel più totale silenzio, poi affidandomi alla Forza cercai di capire se eravamo rimasti soli, ma prima che avessi il tempo di capire qualcosa il mio comlink suonò.
– Siamo soli, è il momento di uscire –
– D’accordo, Maestro –
Spinsi il coperchio verso l’alto, ma quello non si mosse di un centimetro. Sembrava fissato, eppure gli operai avevano avuto indicazioni di non fissare i nostri coperchi… un istante dopo mi balenò in mente la risoluzione all’enigma: doveva esserci un’altra cassa sopra la mia.
Ripresi in mano il comlink e dopo aver aperto la comunicazione dissi:– Maestro, avrei un piccolo problema… credo di avere una cassa sopra la mia, non riesco ad aprire il coperchio… –
– Confermo, hai una cassa sulla testa. Dammi un minuto – chiuse la comunicazione per riaprila pochi istanti dopo:– Puoi uscire adesso, Padawan –
Appena spuntai fuori dissi:– Grazie Maestro. Devo dire che era una situazione un po’ imbarazzante… –
– In fondo eri solo chiuso in una cassa come un qualsiasi droide ancora da assemblare –
– Grazie per aver rigirato il coltello nella piaga, Maestro – risposi io in tono sarcastico.
– Sono qui per questo, mio caro Padawan – rispose lui prendendomi in giro con il suo tono bonario.
Mi guardai intorno per cercare di carpire qualche indizio. Sicuramente stavamo volando, e la cosa non aveva molto senso, contando che il loro covo era ad Aquaris. Saltai sopra una cassa e mi si sistemai a gambe incrociate chiudendo gli occhi per provare a scandagliare l’esterno con la Forza, per capire se eravamo ancora su Dac o avevamo superato la sua atmosfera.
Mi concentrai per una ventina di minuti prima di riaprire gli occhi e rivolgermi a Obi-Wan che intanto aveva iniziato a perquisire ogni angolo della stiva, anche il più piccolo e insignificante.
– Maestro non riesco a capire dove siamo. Ho bisogno del tuo aiuto, non so se siamo ancora su Dac o siamo nello spazio circostante –
– Va bene, ci penso io. Tu intanto guarda un po’ se riesci a trovare qualcosa  che possa condurci all’identità dei ladri –
– Sì, Generale Kenobi! – dissi io per scherzo, ma dall’occhiataccia con la quale mi fulminò Obi-Wan capii che quel titolo non era molto di suo gradimento.
Il Maestro chiuse gli occhi per pochi istante e poi disse:–  Siamo su Dac, vicino a qualche città. Non so quale, ma direi che stiamo atterrando –
– Rientriamo nelle casse Maestro, altrimenti non riusciremo a farci portare nel loro covo –
– Hai ragione, muoviamoci –
Ci infilammo velocemente nelle nostre casse e chiudemmo i coperchi con l’aiuto della Forza.
Appena l’oscurità mi calò di nuovo intorno la mia cassa venne presa e sballottata e io rimbalzai con molta poca delicatezza contro tutte e sei i lati di quella sottospecie di prigione di legno.
Imprecai a denti stretti quando capovolsero improvvisamente la cassa e caddi sulla testa. Sentii le voci di chi mi stava scaricando provenire da fuori:– Questa cassa mi sembra un po’ vuota… –
– Probabilmente sono pezzi ingombranti quindi ne hanno messi pochi in una cassa –
– Sarà come dici tu, ma è anche leggera –
– Non starci a pensare troppo, ne abbiamo molte altre e sicuramente più pesanti. Non lamentarti se una è leggera –
Mi mollarono molto poco delicatamente a terra e mi chiesi se anche la cassa con dentro il Maestro fosse stata sballottata così tanto quanto la mia.
I cinque individui che ci avevano caricato sulla nave impiegarono circa mezz’ora prima di scaricare tutta la stiva della nave cargo e poi iniziarono a caricarci su un altro mezzo. Quando io e il Maestro ci ritrovammo di nuovo da soli con il carico  il mezzo su cui ci trovavamo iniziò a muoversi verso il basso, ci stavamo immergendo.
Accessi il comlink contento quasi quanto il giorno in cui ero stato scelto come Padawan e dissi:– Maestro ci stiamo immergendo! –
– Calmati, Padawan. Controllati! Quante volte ancora dovrò ripeterlo? –
Arrossii anche nella solitudine e nell’oscurità della cassa e risposi mortificato:– Scusa Maestro… –
– Comunque ora possiamo solo aspettare. Quindi a meno che tu non voglia chiedermi qualcosa tornerei alla meditazione che ho interrotto prima. Se vuoi fare lo stesso, Padawan –
– Va bene, Maestro. A dopo – detto questo chiusi la comunicazione e mi preparai alla meditazione.
 
La mia meditazione venne interrotta dal ballonzolare della mia cassa. Quando fui posato a terra tirai fuori il comlink e sganciai la spada dalla cintura. Sentii dei rumori e delle voci provenire dall’esterno, probabilmente i cinque individui, che ci avevano prelevato da una delle fabbriche della Città Schiumerrante a loro insaputa, stavano finendo il lavoro per il quale erano stati pagati.
Ci volle più di mezz’ora prima che calasse di nuovo il silenzio e io mi azzardassi ad usare di nuovo il comlink.
– Maestro… – lasciai lì in sospeso in attesa di una risposta, che non tardò ad arrivare.
– Padawan? –
– Usciamo? –
– Direi di sì, o vuoi sperare di risolvere questa questione stando seduto dentro una cassa di legno? –
– Assolutamente no –
Detto questo io e Obi-Wan saltammo fuori dalle casse praticamente in contemporanea. Ci guardammo un istante negli occhi e Obi mi disse:– Sensi all’erta giovane Padawan –
– Certo, Maestro –
Ci guardammo intorno analizzando il luogo dove ci trovavamo. Era un’enorme stanza di rimessaggio con il soffitto alto all’incirca sei o sette metri, tra la parete alle nostre spalle e quella di fronte a noi c’erano all’incirca trenta metri. Ammassati in quello stanzone c’erano almeno mezzo migliaio di casse provenienti dalle più diverse fabbriche di Dac e altrettanti pezzi di ricambio appoggiati ovunque fosse rimasto del posto.
– Cerchiamo una porta Padawan –
Annuii e mi diressi verso la parete opposta, mentre il mio Maestro iniziava a cercarla vicino a dov’eravamo stati scaricati.
Una volta raggiunta la parete opposta mi misi a spostare casse e pezzi di ricambio dal muro  per trovare un’uscita. Alcuni li spostavo in pochi istanti grazie alla Forza, mentre per altri la cosa mi richiedeva anche qualche minuto.
Un rumore distolse la mia attenzione dall’oggetto che stavo spostando e per poco non me lo feci cadere addosso. Il rumore proveniva dalla parete che avevo alla mia destra, ed era quello di una porta che si apriva. Sentii qualcuno alle mie spalle, mi voltai e mi trovai faccia a faccia con Obi-Wan che mi fece cenno di far silenzio e ci nascondemmo dietro alcune lamine di metallo.
Nella stanza entrarono due droidi da battaglia seguiti da un’unità R4 e da un Neimoidiano alto e con gli occhi rossi.
– Neimoidiani, ho già avuto a che fare con loro in passato, e in particolare con il qui presente Viceré – sussurrò Obi-Wan.
– Avremo problemi? –
– Il Viceré è un codardo, però fa parte dei Separatisti. Credo che potremmo avere qualche problema, ma ti assicuro che è molto riluttante nel mettersi contro i Jedi –
Sorrisi e risposi:– Allora basterai tu, Maestro. Sbaglio o non sei diventato famoso con il nome di “Negoziatore”? –
– Vedremo Padawan, vedremo. Adesso cerchiamo di ascoltare –
Annuii e mi misi in ascolto.
– Ecco l’ultimo carico signore, appena prelevato da una fabbrica della capitale – disse uno dei due droidi con la sua voce metallica.
– Benissimo. Dac presto si unirà a noi, non si fideranno più di una Repubblica che non riesce a proteggerli –
– Il prossimo furto è già programmato signore. R4 ha tutte le informazioni se vorrete visualizzarle –
– Con piacere, ma nel mio ufficio –
– Certamente signore –
Quando il droide da battaglia finì di parlare, il quartetto fece marcia indietro e si diresse di nuovo verso la porta. Uscii dal nascondiglio seguito dal Maestro e mi scrollai di dosso la polvere e le ragnatele che mi si erano attaccate al mantello. Buttai un occhio verso Obi-Wan e vidi che anche lui era impegnato nella mia stessa operazione.
– Almeno abbiamo trovato la porta, Maestro –
– Un buon inizio, direi. Abbiamo anche scoperto il perché dei furti, mio giovane Padawan –
– Giusto, andiamo? –
– Sì, dietro di me Padawan –
Mi limitai ad annuire e mi misi dietro di lui con una mano sulla spada ancora appesa alla cintura.



Piccola Palestra Padawan di Dragasi

Eccomi di nuovo qua. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Intanto vi dico già che non so quando pubblicherò il prossimo, è già scritto ma non mi convince molto.
Comunque passiamo ai ringraziamenti che poi vi abbandono che non so proprio cosa dire.
Ringrazio la mia sorellona Sylvia Nabierre, 9pepe4, zombiehunter, _avatar_, Carmaux_95 (che adesso sono sicura che è un 95) e tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le preferite e/o seguite e/o ricordate.
A presto!

 

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Capitolo 24
*** Forse si torna a casa ***


Oltrepassammo la porta e ci trovammo a percorrere uno stretto corridoio. Il pavimento è le pareti erano bianche, candide e perfettamente pulite, nettamente in contrasto con la stanza di rimessaggio da dove eravamo arrivati. Non si affacciavano porte sul corridoio, a parte una sul fondo. Ci fermammo proprio davanti a quella porta.
Obi-Wan si rivolse a me dicendo:– Prova a percepire se ci sono delle forme di vita dietro quella porta –
– Va bene, Maestro –
Mi concentrai e iniziai a scandagliare lo spazio dietro la porta. Non mi sembrava di percepire nessuna forma di vita, nemmeno minima, oltre la porta, così mi rivolsi al mio Maestro:– Non credo ci sia nessuno dall’altra parte, Maestro –
– Bravo Koi-Jon. Dovresti solo diventare un po' più veloce, cerca di rimanere sempre in contatto con la Forza, non distaccarti mai da Essa –
– Sì, Maestro –
Lui non aggiunse niente e si limitò ad aprire la porta. Ci trovammo in una stanza circolare, pressoché vuota, ad eccezione di una plancia di controllo con HoloSchermi e postazioni. Mi avvicinai a una delle postazioni e cercai di accedere ai file.
– Maestro questi terminali non sono protetti! – esclamai sorpreso dopo aver aperto un file a caso dalla mia postazione.
– Dici sul serio? Cerca una mappa dell’edificio, dobbiamo trovare l’ufficio del Viceré –
Mi misi più comodo e iniziai a scorrere velocemente le informazioni sullo schermo. Quasi tutti i file erano inventari delle merci rubate, e i rimanenti i codici per il funzionamento dei droidi.
– Non trovo niente –
– Prova a cercare una sezione della sicurezza… –
Annuii e ricominciai la ricerca dalla schermata principale. Trovai un collegamento con un altro terminale, portava il nome di sicurezza interna. Provai ad accedervi ma era protetto da password.
– Non posso accedere. Questo collegamento è protetto – riferii a Obi-Wan.
– Prova a forzare l’accesso –
– Non sono un’analista! – risposi leggermente scocciato.
– Almeno provaci, se questi terminali hanno solo questo collegamento protetto potrebbe essere abbastanza facile da forzare –
– Idee per la password? –
– Prova con “Movimento separatista” –
Inserii le due parole, ma appena finii di digitarle comparve una scoraggiante scritta di accesso negato. Decisi di provare io e inserii semplicemente “separatisti”, ma il risultato fu sempre lo stesso.
– Prova con “Conte Dooku” è pur sempre il loro capo –
Il tentativo fallì di nuovo. Iniziammo a provare qualsiasi parola ci venisse in mente, ma ogni volta il messaggio di accesso negato compariva sull’HoloSchermo.
Dopo quasi quindici minuti di tentativi mi stavo per arrendere, quando mi venne un’idea.
– Maestro come si chiama il Viceré? –
– Nute Gunray, ma cosa c’entra adesso Padawan? –
Mentre lui parlava io avevo già inserito il nome del Neimoidiano e l’accesso non mi era stato negato.
Gli risposi raggiante:– È la password, Maestro –
– Ottimo lavoro Koi-Jon! –
Iniziai a scorrere i file fino a quando non riuscii a trovarne uno che conteneva una mappa dell’edificio. L’aprii e un ologramma comparve sul piano alla mia destra. Una sala del terzo livello era illuminata di verde.
– La stanza verde. È lì che dobbiamo andare, Maestro –
– Veramente bravo mio giovane Padawan, e adesso muoviamoci –
Uscimmo da quella stanza attraverso una porta alla nostra sinistra e iniziammo a correre per i corridoi. Destra, sinistra, destra, dritto, destra, sinistra. Ci inchiodammo dopo la quinta svolta, in fondo al corridoio c’erano cinque droidi da battaglia. Non davano segni di averci notato. Io e Obi-Wan ci dirigemmo a passo lento verso di loro. Appena arrivammo a metà del corridoio i droidi spianarono i blaster e uno disse:– Fermi. Dove state andando? –
Obi-Wan mi fece un cenno veloce con una mano e poi si rivolse al droide:– Siamo stati assunti… –
Non gli fu necessario finire la frase, avevo tagliato la testa al droide. Attivò anche lui la spada e dopo appena una manciata di secondi i droidi erano in pezzi ai nostri piedi.
– Preferisco decisamente combattere contro i droidi – dissi tirando un leggero calcio a una delle teste per terra.
– Non sei l’unico, Padawan – mi rispose il Maestro in tono serio – Mettere fuori uso un droide non è come spegnere una vita, i droidi sono macchine, non emanazioni della Forza, non sono creature viventi –
Mi limitai ad annuire perché era anche il mio pensiero.
– Adesso muoviamoci, Padawan –
Senza lasciarmi il tempo di rispondere riprese la corsa svoltando nel corridoio a sinistra. Finalmente raggiungemmo le scale e iniziammo a salire facendo tre gradini alla volta. Eravamo a metà scala quando sentimmo dei rumori poco incoraggiante.
– Rimani pronto, Padawan –
Io annuii e mi misi di fianco a lui, ma subito venni fermato da un suo cenno di rimanere indietro.
Salimmo i pochi gradini che ci separavano dal pianerottolo prima del corridoio del secondo piano e appena posammo piede Obi urlò:– Distruttori! Indietro! –
I droidi iniziarono subito a fare fuoco e noi ci limitammo a deflettere i colpi con la spada.
– Il vecchio Gunray lo usa un po’ troppo spesso questo trucchetto – borbottò Obi-Wan poi si rivolse a me con tono più deciso:– Continua a deviare i colpi, io provo a fargli cadere quel pezzo di scala addosso. Sta attento Padawan, non farti colpire –
Annuii e mi concentrai sui due distruttori con il Maestro alle mie spalle. Ci volle poco più di una manciata di secondi prima che un pezzo della scala cadesse sui distruttori mettendo fuori uso i deflettori e gli rendesse solo un ammasso di rottami.
Senza dire una parola proseguimmo oltre le macerie e una volta arrivati al buco nella scala creato dal Maestro saltammo con l’aiuto della Forza.
Appena raggiungemmo il corridoio Obi-Wan allungò un braccio per fermarmi e ci accucciamo dietro un angolo.
Sentimmo dei passi e la voce del Viceré accompagnata da quella di un droide. Il Maestro si girò verso di me e mi sussurrò:– Ci piazziamo davanti al Viceré e tu fai fuori il droide. Non sfiorare il Viceré –
Annuii e saltammo in centro al corridoio. Nute Gunray si inchiodò e ci guardò terrorizzati prima di indicarci con un braccio tremante e dare l’Ordine di far fuoco. Il droide che lo accompagnava iniziò a sparare colpi di blaster che parai senza troppa difficoltà indirizzandoli verso di lui. Uno dei colpi lo colpi sul petto e quell’ammasso di metallo cadde a terra privo di ogni utilità. Disattivai la spada e, riappendendola alla cintura, mi misi di fianco a Obi-Wan.
– Viceré, non so se vi ricordate di me. L’ultima volta che ci siamo visti era su Geonosis in un’arena, voi eravate tra il pubblico, io ero uno dei tre destinati all’esecuzione –
– Maestro Kenobi, il Negoziatore. A cosa devo la vostra presenza? – rispose il Neimoidiano con la voce piena di terrore e fissando il mio Maestro quasi come se avesse visto un fantasma.
– Solo una serie di furti che, come abbiamo potuto appurare, avete pianificato voi. Possiamo risolvere questa cosa in modo pacifico, so bene che siete molto disponibile a stilare accordi –
Il Viceré iniziò a fare qualche passo indietro e disse:– Furti? Io non ne so niente –
– Allora le merci nel magazzino da dove arrivano? E poi non vorrete mettervi contro i Jedi? – continuò il mio Maestro prestando attenzione a far risaltare la parola Jedi.
Il Viceré si bloccò di colpo alla parola Jedi e rimase a guardarci con gli occhi pieni di terrore. Prese un comlink tra le pieghe del mantello e prima ancora che potesse attivarlo lo richiamai nella mia mano.
– Ottimo lavoro, Koi-Jon –
– Grazie, Maestro –
– Adesso Viceré, mi sembra inutile chiamare i vostri droidi, io ormai sono un Maestro Jedi e vi posso assicurare che il mio apprendista è molto bene addestrato. Perché non chiudiamo questa faccenda con un accordo pacifico? –
Il Viceré sospirò e rispose in tono afflitto:– Avete vinto, Maestro Kenobi. Non voglio mettermi contro l’Ordine dei Jedi, non da solo e su questo pianeta. Lascerò il Dac insieme ai miei droidi. Vi dò la mia parola –
– Non vi offenderete, spero, se io e il mio Padawan ci preoccuperemo di accertarci che voi partiate effettivamente da Dac –
– No, Maestro Kenobi – rispose rassegnato Gunray.
– Allora non sarà un problema per voi partire oggi stesso? –
Il Viceré si limitò a scuotere la testa in segno di diniego e io li riconsegnai il comlink.
 
Eravamo in piedi sulla piattaforma di lancio E della Città Schiumerrante a osservare il Viceré che si imbarcava su un’astronave cargo.
– È stata una missione facile… e anche abbastanza noiosa – commentai io un po’ deluso dalla sua rapida conclusione.
– Dovresti essere contento, Padawan! L’equilibrio su Dac è riportato, abbiamo impedito a un altro sistema di unirsi ai separatisti e specialmente non abbiamo dovuto ricorrere alla violenza – mi rispose il mio Maestro. Dopo un momento di silenzio aggiunse:– E non sarebbe stata così facile se non fossimo riusciti a entrare nel covo dei separatisti –
– Ma così a me tocca tornare al normale addestramento al Tempio… –
– Ti annoia così tanto stare in mia compagnia? – disse lui guardandomi leggermente storto
Arrossii di colpo e cercai di balbettare delle scuse, ma l’unica cosa che mi uscì dalla bocca furono solo poche parole farfugliate. Obi-Wan scoppiò a ridere e mi batté una mano sulla spalla prima di dirigersi verso il bordo della piattaforma. Lo seguii, mentre la nave di Gunray lasciava Dac.
 
Ci dirigemmo verso il palazzo del Consiglio Calamariano, Obi-Wan camminava un passo davanti a me e io lo seguivo in silenzio. Ero ancora in imbarazzo per quello che era successo sulla piattaforma di lancio e non vedevo l’ora di potermi mettere ai comandi del caccia Z-95 così da riuscire a distrarmi.
– Padawan, calmati – esclamò a un certo punto il Maestro – Non starai ancora pensando a quello che abbiamo detto sulla piattaforma, vero? –
Io diventai ancora più rosso per l’imbarazzo e Obi-Wan borbottò:– Direi di sì…– poi un poco più ad alta voce aggiunse:– Controlla le tue emozioni, te lo ripeto in continuazione da quando sei diventato il mio Padawan. Se non impari a controllare le tue emozioni non diventerai mai Cavaliere! –
– Sì Maestro, perdonami – risposi cercando di controllare il mio imbarazzo.
– Koi-Jon, Koi-Jon… rilassati, non è successo niente. Sono sicuro che appena avrai le mani sui comandi del caccia ti sentirai meglio –
Sorrisi, il mio Maestro ormai mi conosceva molto bene.


Piccolo angolo di Dragasi

Scusate se stasera non mi dilungo, ma voglio andare a nanna. Un grandissimo grazie a tutte le persone che hanno recensito la mia storia, a quelle che l'hanno messa tra le ricordate, tra le seguite o tra le preferite. 
Grazie anche a tutti quelli che leggono Padawan. 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, probabilmente è stato il più difficile da scrivere fino ad adesso. Grazie ancora e buonanotte

 

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Capitolo 25
*** Piccolo pilota cresce in mezzo agli imprevisti ***


Entrammo nella Sala del Consiglio Calamariano e, dopo un inchino, Obi-Wan si mise a parlare e io rimasi un passo dietro di lui con le braccia incrociate dentro le maniche.
– Gentili Consiglieri, siamo lieti di comunicarvi che la minaccia all’economia del vostro pianeta per via dei furti è cessata. Io e il mio Padawan abbiamo scoperto che i ladri erano un gruppo di Separatisti. Purtroppo non abbiamo potuto arrestare il loro capo, il Viceré Gunray, per motivi politici. Lui è uno dei leader dei Separatisti e un suo arresto da parte nostra poteva avere riscontri negativi sulla guerra in corso. Inoltre l’Ordine non ci aveva fornito i mezzi per procedere all’arresto di un leader politico, tutto il Consiglio concordava sul fatto che probabilmente si trattava di un gruppo di contrabbandieri che approfittava della guerra per arricchirsi –
I Consiglieri sembrarono piuttosto contrariati alla notizia del mancato arresto, ma non dissero niente al riguardo.
Il portavoce del Consiglio disse:– Tutta Dac vi ringrazia Maestro Kenobi e Padawan Talker e vorremmo ricompensarvi per i vostri servigi –
– Dobbiamo rifiutare. Siamo Jedi e la nostra vita è dedicata al servizio verso ogni creatura della galassia. Non vogliamo ricompense –
– Devo insistere, Maestro Jedi –
– E io mi trovo costretto a rifiutare. Non possiamo accettare, ci è proibito il possesso, se accettassimo andremmo contro le nostre stesse leggi –
– Capisco, perdonatemi per avervi messo in una situazione così sconveniente per voi. Non era mia intenzione, né del Consiglio –
– Non si preoccupi. Adesso, però, io e il mio apprendista prendiamo congedo da voi e da Dac, l’Alto Consiglio Jedi ci aspetta per il rapporto sulla nostra missione –
Dopo un inchino uscimmo dalla Sala dirigendoci di nuovo alle piattaforme di lancio.
– Maestro, Sali pure a bordo. Io vado a chiedere se ci fanno rifornimento, altrimenti non andremo molto lontano –
– Va bene Padawan, ti aspetto qui –
Non ci volle molto per il rifornimento e ben presto presi il mio posto ai comandi del caccia.
– Allaccia la cintura, Maestro, si parte! – dissi sorridendo. Ero calmo e tranquillo, un po’ mi spiaceva che la missione fosse già finita, però stavo tornando a casa e quello mi rendeva felice.
Decollai e mi diressi verso il cielo di Dac.
 
Eravamo da un’ora in viaggio quando rivolsi una domanda che mi tormentava la mente dall’incontro con l’ex-Jedi.
– Maestro? –
– Sì Koi-Jon? –
– Secondo te diventerò Cavaliere? –
Obi-Wan sorrise prima di rispondermi:– Certo che diventerai Cavaliere, piccolo Padawan, e un ottimo Cavaliere, se vuoi il mio modesto parere. Quanti Padawan della tua età pensi siano  in grado di ideare un piano come il tuo per concludere una missione? Sei un bravo ragazzo, un ottimo studente, anche se a volte fai un po’ troppo di testa tua, e sicuramente sei anche un ottimo Jedi. Non preoccuparti troppo per il futuro giovane apprendista, concentrati sul presente –
– Ma il Maestro Yoda dice di porre attenzione al futuro –
– Non so il perché, ma tu mi ricordi una persona che conosco molto bene –
Prima che avessi il tempo di domandargli chi fosse la persona in questione il trasmettitore di bordo suonò.
Abbiamo un messaggio Maestro, ma siamo ancora troppo lontani dal Tempio per ricevere e Dac non ha motivo di contattarci –
– Ricordati che il nostro trasmettitore è criptato, riceve solo le frequenze del Tempio Jedi e … –
Non li lasciai finire la frase ricordandomi quali segnali potevano essere ricevuti dal nostro caccia.
– S.O.S., qualcuno ha bisogno di aiuto – mormorai.
– Apri immediatamente il messaggio Padawan e preparati a cambiare coordinate –
Inviai l’ologramma del messaggio sul pannello di controllo così da farlo vedere anche a Obi-Wan.
Una figura incorporea nei vari toni di blu si formò sulla plancia. Era un uomo che indossava una divisa di qualche società di spedizioni.
La piccola figura iniziò a parlare:– Qui capitano della nave cargo “Endavour”, il mio nome è Rayn Bornik. Siamo stati attaccati da navi separatiste e le loro truppe sono riuscite a salire a bordo. Hanno già preso in ostaggio quasi tutto l’equipaggio, alcuni dei miei uomini stanno combattendo per darmi il tempo di lasciare questo messaggio. In questo momento le nostre coordinate sono centoventicinque-dodici-tre. Se sentite questo messaggio vi prego di aiutarci. Qui capitano Rayn Bornik, passo e chiudo nella speranza di soccorsi –
Appena la voce dell’uomo si spense l’ologramma sparì dalla plancia.
Il Maestro mantenendo una calma assoluta mi disse:– Sai già cosa fare Koi-Jon, intanto invierò un altro messaggio dicendo a tutti coloro che non sono Jedi di ignorare la richiesta di aiuto. Sarà più facile per noi se non dobbiamo preoccuparci di non far finire nei guai altri civili –
Annuii in silenzio e iniziai a cambiare le coordinate da zero-zero-zero, ovvero quelle di Coruscant, con quelle del messaggio, intanto Obi-Wan stava registrando un nuovo messaggio.
Uscii bruscamente dall’iperspazio accompagnato da un’imprecazione del mio Maestro che, per altro, venne registrata.
In meno di trenta secondi preparai il salto successivo verso la nuova meta e senza dire niente effettuai il salto con la conseguente seconda imprecazione di Obi-Wan.
– Maestro se i miei calcoli sono giusti arriveremo a destinazione entro quindici minuti. Sto già preparando i cannoni laser –
– Ottimo, io ho inviato il messaggio. Ci saremo solo noi su quella nave, non mi pare che ci siano altri Jedi in missione da queste parti. Sii pronto Padawan –
– Puoi contarci, Maestro – dissi io deciso.
Finalmente mi preparai a uscire dall’iperspazio iniziando a spostare le leve del depotenziamento motori.
Quando uscimmo dall’iperspazio scartai bruscamente di lato con il caccia.
– Ci sparano addosso, Maestro! –
– È il momento di dar prova della tua abilità di pilota! –
– Allaccia le cinture e non iniziare a lamentarti, allora! –
Spinsi al massimo i motori buttandomi in picchiata con l’intenzione di ripararmi sotto la nave cargo, dopo nemmeno cinque secondi fui costretto a cambiare strategia virando a sinistra per evitare un caccia tri-doride che ci stava attaccando frontalmente.
Io ridacchiai divertito, quella situazione era un’ottima sfida per me.
– Come fai a ridere in una situazione del genere Padawan! Concentrati, incosciente che non sei altro! –
– Stai tranquillo Maestro, non eri tu che mi volevi far diventare un Asso Jedi? –
– Sì, ma … – e non riuscì a finire la frase ammutolendo quando persi quota di colpo.
Lui sbiancò di colpo e a me comparve un sorriso di sfida in faccia.
– Che diavolo stai facendo!! –
– Non abbiamo scudi deflettori Maestro, se non perdevo quota ci centravano in pieno, e a quest’ora eravamo i pezzetti rimasti dopo un’esplosione –
Obi-Wan riuscii solamente a boccheggiare per un paio di minuti mentre io continuavo a cercare di avvicinarmi alla nave cargo, quando riprese il dono della parola esclamò:– E poi mi chiedono perché dico che volare è roba da droidi! –
Io scoppiai a ridere evitando un altro colpo di blaster.
– Maestro, posso fare fuoco? Ho paura che altrimenti non arriveremo mai alla nave –
– Fa quello che vuoi Padawan, basta che mi fai scendere da qui al più presto! –
Io sorrisi sardonico rispondendo:– Agli ordini! –
Dopo aver visto la mia faccia il Maestro scosse la testa sconsolato.




Piccola palestra Padawan di Dragasi
Eccomi qua, dopo avervi fatto aspettare un'eternità finalmente (?) sono tronata. Spero che non mi abbiate abbandonato nella mia lughissima assenza, ma ho fatto veramente fatica a scrivere questo capitolo e ogni volta mi convinceva poco, così lo riscrivevo da capo.
Alla fine sono riuscita a completarlo ed eccolo qui. Non dovrei piùavere ritardi cosi lunghi, quindi vi chiedo perdono una volta in più.
Voglio ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la mia storia, in particolare: Sylvia Nabierre che mi sostiene in ogni nuovo capitolo, 9pepe4, _avatar_ anche se da un po' che non si fa sentire, zombiehunter, Carmaux95 ed ewan91. Spero di non aver dimenticato nessuno. Ancora grazie a tutti i lettori!

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Capitolo 26
*** Due Maestri e due Padawan ***


Virai bruscamente verso destra per poi iniziare a far fuoco su un caccia tri-droide che ci stava attaccando frontalmente.
Mi lasciai pervadere dalla Forza e aggiustai la mira, un colpo e il caccia che avevo davanti esplose.
« Ottimo lavoro Padawan, ora vedi di portarci a bordo il più in fretta possibile »
Non risposi limitandomi ad annuire e puntai dritto verso lo sportello di decollo e atterraggio della nave cargo.
L’Endavour era circondata da uno sciame di caccia automatici con droidi alla guida e molti altri venivano verso di noi per impedirci di raggiungere la nave cargo, ma oramai io mi ero completamente affidato alla Forza e non avevo timore.
Altri due caccia mi attaccarono lateralmente e io persi quota buttandomi in picchiata nell'istante in cui i miei nemici aprirono il fuoco.
Il colpo sparato da uno dei due caccia colpì l'altro mandandolo il frantumi.
« Meno due! » esclamai quasi divertito e spingendo al massimo i motori per riprendere quota.
Continuando a puntare verso la nave cargo buttai giù altri due caccia, prima di notare un varco nelle difese dei Separatisti: i caccia che ci venivano contro erano disposti su due ali, se riuscivo a passare in mezzo sarebbe stato più semplice.
Mi diressi verso il varco pronto a far fuoco su qualunque cosa mi sbarrasse la strada.
Schivai altri colpi di cannoni laser e riuscii ad abbattere altri due caccia nemici, quando stavo già predisponendo tutto per atterrare dentro l'Endavour una caccia comparve alle mie spalle.
« Maestro abbiamo qualcuno dietro di noi, e non è un caccia automatico dei Separatisti »
« Tu raggiungi la nave, a quello ci pensiamo dopo »
« Ricevuto » risposi buttando un'ultima occhiata sul radar prima di dirigermi deciso verso lo sportello di carico della nave.
Riuscii a raggiungerlo senza avere altri problemi se non il caccia che continuavo ad avere alle spalle. Atterrai all'interno dell'hangar e appena io e Obi posammo piede a terra l'altro caccia atterrò di fianco a noi.
Posai una mano sulla spada e notai che Obi-Wan stava sorridendo, rimasi perplesso dal suo comportamento ma non abbassai la guardia.
Dal caccia scese una figura piccola e snella di un Togruta femmina e un ragazzo biondo con una cicatrice sull'occhio destro, entrambi indossavano vesti Jedi.
« Anakin! Sono felice di vederti! » esclamò il mio Maestro, io rimasi a bocca aperta stupito dall'incontro.
« Il piacere è mio, Maestro, e questo deve essere Koi-Jon, giusto?  »
Cercai di ricompormi e risposi chinando leggermente il capo:« Maestro Skywalker è un piacere conoscerti »
Anakin scoppiò a ridere dicendo:« Alla tua età non ero cosi ben educato! O mi sbaglio Maestro? »
« Nessun errore Ani, sei sempre stato molto irriverente! » poi aggiunse rivolgendosi alla Togruta:« Felice di vederti Ahsoka »
La ragazzina chinò leggermente il capo come avevo fatto io prima per poi dire:« Maestro Kenobi, felice di vedere che state bene »
Obi-Wan sorrise alla Togruta per poi rivolgersi al suo vecchio Padawan:« Cosa ci fate qui? »
« In realtà noi ci stavamo occupando di tracciare le vie di rifornimento dei Separatisti quando abbiamo ricevuto la richiesta di aiuto accompagnata dal tuo messaggio e noi siamo Jedi, quindi siamo accorsi. Sapevo che era meglio non lasciarti solo, non mi avrebbero mai permesso di venirti a recuperare se finivi in qualche guaio »
« Se ti stai ancora riferendo all'impiccio su Kato Neimodia direi che me l'hai rinfacciato abbastanza, e almeno non farlo davanti al mio Padawan. Poi sbaglio o avevamo deciso di non contarlo? »
« Dai Maestro, non te la prendere! Piuttosto credo sia ora di toglierci di qui, abbiamo un equipaggio da salvare. Ahsoka stammi dietro »
« Tu Koi-Jon dietro di me »
Io e l'altra Padawan rispondemmo all'unisono:« Sì, Maestro »
Ci dirigemmo a passo svelto verso la porta al fondo dell'hangar, Obi guidava il gruppo con al fianco Anakin e io e la Togruta li seguivamo subito dietro.
« In questo momento ci troviamo nel corridoio principale della nave. Solitamente le piante delle navi cargo sono molto simili tra di loro quindi sarà facile orientarsi… » iniziò a spiegare Anakin mentre percorrevamo il corridoio, ma io non lo lasciai finire.
« Noi ci troviamo a poppa, e in questa zona ci sono le stive, l’hangar, e la sala macchine. Questo tipo di nave è diviso in sezioni e l’unica parte in cui hanno qualche speranza di riuscire a tenere prigioniero l’equipaggio è… » ma fui interrotto a mia volta dalla Togruta.
« La zona adibita allo svago dell’equipaggio, possiamo chiamarla zona relax se vogliamo, e in questo modello di nave… » e non riuscì a finire la frase da sola perché Anakin ed io ci intromettemmo:« Si trova circa a metà, nella sezione mediana ».
Obi-Wan ci squadrò alzando un sopraciglio prima di dire:« È bello avere un Asso Jedi e due Padawan che aspirano a quel ruolo, ma potreste evitare di completarvi le frasi a vicenda? Fa venire il mal di testa »
Anakin scoppiò a ridere e rispose:« Sempre meglio che sentire me e Furbetta litigare per il posto di pilota! »
Mi girai verso la Togruta e chiesi incuriosito:« Furbetta? »
Lei sorrise mostrando i piccoli denti aguzzi tipici della sua razza prima di rispondermi:« È il soprannome che mi ha dato. Maestro Kenobi non te ne ha dato uno? »
« Se consideriamo Padawan come soprannome… » risposi provando uno sentimento strano, avevo la sensazione che il legame che Ahsoka aveva con Anakin fosse molto più forte del mio con Obi-Wan. Quel sentimento che stavo provando era forse gelosia? O invidia?
Scrollai la testa per scacciare quei pensieri; il Maestro mi voleva bene e tanto bastava.
Stavo per chiedere una cosa alla Togruta quando Anakin commentò sarcasticamente:« Mi sembrava fin troppo tranquillo questo posto »
Alzai lo sguardo mettendo una mano alla spada e vidi un gruppo di venti droidi con i blaster spianati. Senza che i droidi avessero tempo di fare qualsiasi cosa noi quattro avevamo già le spade attive in pugno, tre lame azzurre e un verde si stagliarono di fronte ai nostri nemici.
« State pronti e non attaccate finché non sono loro ad aprire il fuoco » ordinò Obi-Wan in tono pacato.
Anakin ribatté tranquillo:« Tu te la prendi sempre troppo con calma, Maestro »
« Come dovrebbe fare ogni Jedi, Anakin. Tu invece metti un po’ troppo spesso mano alla spada mio caro vecchio Padawan »
« Sbaglio o anche tu hai la spada in mano? »
« Sbaglio o con dei droidi è inutile provare a parlare? » rispose stizzito Obi-Wan.
Io sorrisi divertito anche se sentii una stretta al cuore,  e questa volta la identificai: gelosia. Pura e semplice gelosia, il rapporto che il Maestro aveva con Anakin era magnifico, e io non ne avrei mai avuto uno così. In fondo chi ero io in confronto al Prescelto? Chi ero io in confronto a quello che lui considerava un fratello?
Ma non ebbi il tempo di rimuginare troppo a lungo sui miei pensieri: i droidi aprirono il fuoco.
Stando fermi sul posto muovemmo veloci le spade deviando i colpi e rimandandoli indietro colpendo alcuni dei droidi e mandandoli fuori uso. Con un salto Anakin si portò davanti ai droidi, seguito a ruota dalla sua Padawan, e in una manciata di secondi tutti i droidi furono a terra decapitati e completamente inattivi.
« Ottimo lavoro, Anakin! Adesso muoviamoci, la nave è grande »
Ahsoka guardò Obi-Wan con uno sguardo che io interpretai come allibito e appena le fui vicino le sussurrai:« Tranquilla non dispensa mai troppi complimenti alla volta, o uno o l’altro e il proprio Padawan ha la precedenza »
Le riuscii a strappare un sorrisino e rinfoderando le spade ci incamminammo dietro i nostri Maestri.

Palestra Padawan di Dragasi

Eccomi qua veloce veloce. Il capitolo è un po' più corto degli altri, ma serviva a introdurre questa missione inaspettata.
Ringraziamenti veloci a tutti voi che mi seguite e auguro buon compleanno alla mia sorellona Sylvia Nabierre!
Un saluto a tutti quanti!
P.S. Scusate la fretta

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Capitolo 27
*** Da soli ***


 « Maestro…» dissi mentre percorrevamo in silenzio il corridoio principale dell’Endavour.
« Cosa c’è, Koi-Jon? » mi rispose Obi-Wan.
« Anche se riuscissimo a mettere in salvo tutto l’equipaggio non potremmo andarcene di qui con i nostri caccia o questa nave,  dobbiamo per forza usare le navi di salvataggio per andarcene di qua »
« Koi-Jon ha ragione, Maestro. Nei caccia non potremmo starci, mentre questa nave ormai è in mano ai separatisti. Tutto quello che possiamo fare è limitarci a liberare l’equipaggio » ammise Anakin venendo in mio supporto.
Obi-Wan rimase un momento in silenzio, come per riflettere, prima di risponderci:« Ho capito. A questo punto conviene dividerci. Qualcuno di noi andrà a preparare le navi di salvataggio, gli altri si occuperanno di liberare l’equipaggio »
« Come ci dividiamo? » chiese Ahsoka ammiccando in direzione del suo Maestro.
Anakin rispose con un sorrisetto alla sua Padawan e fece una proposta:« Se mandassimo i due Padawan a occuparsi dell’equipaggio? Credo siano abbastanza addestrati per riuscire ad affrontare un gruppo di droidi separatisti »
Sorrisi divertito, avevo capito perché Ahsoka aveva ammiccato in direzione di Anakin.
Obi-Wan mi guardò un momento con sguardo dubbioso e preoccupato, anche se alla fine accettò la proposta:« Va bene. Voi due cercate di stare attenti e non combinate guai »
Io e Ahsoka ci guardammo un istante prima di annuire in direzione di Obi-Wan.
 
Eravamo quasi arrivati nella zona in cui ritenevamo fosse rinchiuso l’equipaggio quando Ahsoka si acquattò a terra facendomi cenno di fermarmi.
Mi accovacciai di fianco a lei e chiesi:« Che c’è? Io non ho percepito niente »
Lei scosse la testa prima di rispondermi:« Non è qualcosa legato alla Forza. È stato il mio istinto. Ho un presentimento »
« Che genere di presentimento? » le domandai senza abbassare la guardia.
« Del genere che ti dice che la tua preda si sta avvicinando » rispose lei lasciando intravedere i piccoli denti aguzzi tipici dei Togruta.
« Il mio migliore è un Togruta, ma io non mi abituerò mai ai vostri paragoni legato al vostro istinto da cacciatori » e dopo un momento di esitazione aggiunsi « E nemmeno ai vostri sorrisetti che fanno intravedere i vostri denti aguzzi »
« Sono ottimi per cacciare però… » mi disse sghignazzando.
Stavo per ribattere quando lei porto una mano alla bocca facendomi cenno di stare in silenzio.
Ascoltai attentamente acuendo notevolmente il mio udito grazie alla Forza.
Appena una manciata di secondi dopo due droidi, che scortavano un uomo ammanettato, sbucarono da un corridoio laterale per proseguire dritti verso il corridoio opposto. Appena ci superarono mormorai rivolto ad Ahsoka:« Quello è il comandante dell’Endavour. Seguiamo i droidi, ci porteranno dal resto dell’equipaggio »
La Togruta annuì e ci iniziammo a muovere lentamente e in silenzio, anche se il lieve rumore dei nostri passi veniva coperto dal suono sordo dei piedi metallici dei droidi che sbattevano contro il pavimento.
 
Dopo due minuti di pedinamento i droidi si fermarono davanti a una porta. Io e Ahsoka non fummo abbastanza pronti da riuscire a nasconderci e un droide che faceva la guardia alla porta ci vide e diede l’allarme con la sua voce metallica:« Intrusi. Aprite il fuoco! »
I nostri riflessi aiutati dalla Forza furono però più veloci e quando il primo colpo di blaster fu sparato le nostre spade erano già attivate e pronte a deviare i colpi.
I tre droidi sulla porta vennero messi fuori uso in una manciata di secondi e io mi avvicinai al comandante che si era saggiamente sdraiato a terra per limitare il rischio di essere colpito.
« Comandante Bornik mi chiamo Koi-Jon Talker, e questa è Ahsoka Tano. Siamo apprendisti Jedi, siamo venuti per liberare voi e il vostro equipaggio. I nostri Maestri ci aspettano alle navi di salvataggio. Dobbiamo portarvi lì » dissi mentre io e la Togruta cercavamo di aiutarlo a rimettersi in piedi.
Appena si fu rialzato Ahsoka attivò nuovamente la sua spada per liberarlo dalle manette che gli legavano i polsi.
Il comandante dell’Endavour ci guardò un momento dubbioso prima di chiedere:« Quanti anni avete, esattamente? »
Ahsoka si voltò verso di me guardandomi negli occhi. Aveva la mia stessa espressione infastidita. Avevamo appena liberato quell’uomo e la sua prima preoccupazione era di chiederci quanti anni avevamo.
Ahsoka rispose per prima:« Quattordici, e … »
Intuendo cosa stava per dire, mi intromisi e non la lasciai finire:« Io dodici » poi le lanciai un’occhiata eloquente bisbigliando in modo che mi sentisse solo lei:« Evita »
« Sapevi cosa stavo per dire? »
« Hai il carattere simile a quello del mio migliore amico »
Il capitano, che sembrò non aver sentito niente di quello che ci eravamo detti esclamò esterrefatto:« Siete dei bambini! Ma i Jedi sono matti?! Mandare dei bambini! »
« In realtà non siamo stati mandati, e poi non siamo semplici bambini, sappiamo combattere » si premurò di correggerlo Ahsoka.
Il comandante la guardò allibito rimanendo senza parole, al che Ahsoka prese in mano la situazione.
« Stando fermi qui non concluderemo niente e i nostri Maestri ci attendono. Capitano voi state tra me e Koi-Jon, in caso venga aperto il fuoco limitatevi a buttarvi a terra, non serve che vi ricordi che siete disarmato. Koi-Jon sei pronto? »
Io annuii attivando nuovamente la lama blu della mia spada e Ahsoka disse:« Ottimo. Entriamo »


Palestra Padawan di Dragasi

Eccomi di nuovo qui con il nuovo capitolo di Padawan. Spero che abbiate apprezzato questo capitolo, e il rapporto che sto cercando di costruire tra Ahsoka e Koi-Jon.
Ok tra un singhiozzo della rete e l'altro voglio ringraziare Sylvia Nabierre che mi ha sempre sostenuto durante il mio percorso con questa long, 9pepe4 che le sue fic su Star Wars sono assolutamente tra le migliori, _avatar_ di cui ho sempre amato le recensioni, ewan91 che ha sempre speso un sacco di tempo per farmi sapere cosa ne pensava delle mie storie, zombiehunter e naturalmente Carmaux95.
Grazie anche a tutti quelli che mi stanno accompagnando in questo cammino e che stanno accompagnando Koi-Jon nella sua crescita.

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Capitolo 28
*** Veleno ***


Irrompemmo nella stanza dove i droidi avevano radunato l’equipaggio dell’Endavour.
Non riuscimmo nemmeno a guardarci intorno che, alcuni droidi che erano lì di guardia, aprirono il fuoco.
Il capitano si buttò a terra urlando:« Uomini tutti giù! »
L’equipaggio imitò il suo comandante obbedendo all’ordine come un solo uomo. Io e Ahsoka, nel frattempo, avevamo iniziato a deflettere i colpi di blaster, riuscimmo così ad abbattere due droidi rimanendo così con soli sei nemici.
« Ahsoka va a destra! Io attacco da sinistra! »
Lei annuì e con un salto raggiungemmo le nostre posizioni. Entrambi ci concentrammo sui droidi e con pochi colpi di spada li mettemmo fuori uso.
Disattivammo le spade e le riappendemmo alla cintura. Il comandante e l’equipaggio si rialzarono e, dopo essersi preoccupati che tutti stessero bene, ci guardarono allibiti prima di esclamare quasi indignati:« Ma sono bambini! »
Questa volta non fermai Ahsoka:« Intanto senza i bambini in questione voi sareste ancora prigionieri »
Tutti nella stanza ammutolirono e io presi parola, soddisfatto dall’effetto che aveva avuto l’affermazione della Togruta.
« Adesso dovete seguirci. I nostri Maestri ci stanno aspettando alla navetta di salvataggio pronti a partire. Dobbiamo muoverci »
Gli uomini dell’equipaggio guardarono il loro comandante, e questi annuì dicendo:« Ascoltate i ragazzini, sono Jedi »
Gli uomini annuirono e io dissi ad Ahsoka:« Sto io di retroguardia, guidaci tu »
Lei annuì e poi tirò fuori un comlink aprendo il canale di comunicazione. Quasi subito rispose la voce di Anakin:« Furbetta tutto bene? »
« Sì, Skycoso. Abbiamo messo fuori uso i droidi, ci dirigiamo verso di voi »
« Ottimo, vi aspettiamo »
Appena Ahsoka rimise a posto il comlink uscimmo dalla sala per tornare a percorrere i corridoi dell’Endavour.
Avevamo raggiunto il corridoio principale, quando un umano seguito da una decina di droidi si parò davanti.
Io superai il capitano e i dieci uomini dell’equipaggio per mettermi di fianco ad Ahsoka.
La Togruta disse:« State indietro, ce ne occupiamo io e Koi-Jon »
Gli uomini annuirono e tornarono indietro fino a nascondersi dietro un angolo.
I droidi e l’uomo aprirono il colpo e noi attivammo le spade per deflettere i colpi.
Ci avvicinammo al gruppo di nemici e io schivai un piccolo dardo sparato dall’uomo.
Ahsoka era saltata alle spalle dei droidi ed era riuscita ad abbatterne due prima che tutto il gruppo si girasse.
Tagliai la testa ad un droide prima di raggiungere la Togruta.
Appena le fui di fianco il fuoco si intensificò e lei disse:« Scappiamo. Dobbiamo trovare un’altra strada »
Annuii e saltammo oltre i nostri nemici iniziando a correre per raggiungere l’equipaggio e ne frattempo continuavamo a deviare i colpi di blaster.
Concentrandomi sui colpi sparati dai droidi non notai un secondo dardo sparato dall’uomo fino a quando non lo sentii nel collo.
Urlai di dolore e, portandomi una mano al collo, lo staccai mettendolo al sicuro nella sacchetta alla cintura, se il dardo era avvelenato sarebbe stato importante averlo per trovare un antidoto.
Deviando alcuni colpi riuscii a raggiungere Ahsoka che era già con l’equipaggio.
« State tutti bene? » chiesi.
Tutti annuirono e io dissi:« Dobbiamo trovare una strada alternativa. Capitano ci affidiamo a voi »
Mentre il comandante Bornik parlava la mia vista iniziò ad annebbiarsi e non riuscivo a concentrarmi su ciò che veniva detto. Iniziai a sentirmi debole e le gambe molli cedettero sotto il mio peso.
Quando caddi sul pavimento battendo la testa in malo modo realizzai che effettivamente il dardo era avvelenato.
Sentii una voce chiamarmi, ma era ovattata, come se avessi del cotone nelle orecchie.
« Ragazzino Alzati, forza! »
Vidi una figura rossa indistinta davanti a me e qualcuno mi sollevò da terra prendendomi in braccio.
Chiunque mi stesse portando stava correndo, sentivo i suoi passi ovattati e il mio corpo sobbalzare.
Avevo perso la percezione del tempo e brividi di freddo attanagliavano il mio corpo.
Improvvisamente, dopo quelli che non sapevo se definire secondi o ore, sentii una voce familiare:« Bravi, siamo pronti a partire. Non vedo Koi-Jon… »
Chi mi teneva in braccio avanzò appena.
« Cosa è successo? » la voce di Obi-Wan mi sembrava ansiosa, ma forse era effetto del veleno.
« Credo sia stato avvelenato »
Con uno sforzo immenso riuscii a mormorare:« Tasca… »
« Bravo il mio piccolo Padawan »
Dalla risposta di Obi-Wan intuii che aveva capito. Adesso ero in buone mani, potevo contare sul mio Maestro. 




Palestra Padawan di Dragasi

Ciao a tutti! Feliccissima che siate arrivati a leggere questo mio piccolo angolino.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia un po' trattenuto con il fiato sospeso!
Anche il mio piccolo Koi-Jon sta crescendo... non è più il bambino di dieci anni alle prese con la sua prima missione... mi sto per commuovere.... Ok la smetto, promesso.
Visto che non ne potrete più di leggere le mie scemate ecco i ringraziamenti:
- Sylvia Nabierre, sai già tutto sorellona :D
- 9pepe4, sempre molto gentile e istruttiva!
- Zombiehunter, grazie per il sostegno!
- Carmaux_95 anche se non ti sento da un po'
- _avatar_ anche tu sparita nel nulla :'(
- Vrael01 (se lo scritto sbagliato, cosa molto molto probabile, perdonami tantissimo) 
e grazie a tutti voi che leggete questa mia storia. Un abbraccio e a presto!

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Capitolo 29
*** Visione ***


Sentivo il mio corpo bruciare, ma avevo freddo, molto freddo.
Non riuscivo ad aprire gli occhi, così mi abbandonai completamente alla Forza per cercare di affievolire il dolore. Iniziai a sentire un lieve torpore che, anche se non mi scaldava veramente, ebbe l’effetto di eliminare i brividi.
Un’immagine mi si parò davanti agli occhi.
Vidi il Maestro che mi chiamava con voce rotta:« Koi-Jon! Svegliati! … ».
Riconobbi la volta di una delle Sale del Tempio sopra la sua testa, ma tutti i contorni erano sfocati.
 
Spalancai gli occhi e mi ritrovai in un letto medico con una flebo e altri macchinari attaccati al mio corpo.
Mi guardai intorno e vidi Obi-Wan seduto su una sedia, sorrisi debolmente e mormorai con fatica:« Maestro, come stai? »
Lui sorrise di rimando e mi rispose:« Guarda che quello messo male sei tu »
Avrei voluto ridacchiare, ma non ne avevo la forza, così mi limitai a chiedere con voce flebile:« Dove siamo?»
« Sulla navetta di salvataggio dell’Endavour, per tua fortuna c’è questa piccola infermeria e avevano anche un po’ di medicinali. Riceverai delle vere cure una volta che saremo arrivati a Coruscant »
Cercai di puntellarmi sui gomiti, ma mi sentivo troppo debole.
« Maestro, non è che c’è un altro cuscino? Volevo mettermi seduto … »
Lui, senza dire niente, mi tirò su per poi aggiungere un cuscino e riappoggiarmi delicatamente al mio sostegno.
« Sei stato bravo a non buttare via il dardo, al Tempio sapranno così individuare l’antidoto corretto. Per adesso ti stiamo dando dei medicinali che ne rallentino l’effetto »
Non risposi al mio Maestro e, socchiudendo gli occhi, mi abbandonai sui cuscini respirando debolmente. Per parecchi minuti non riuscii a fare altro, finché non mi lasciai sfuggire un gemito di dolore dovuto a una fitta al costato.
« Koi-Jon? » mi chiese con un tono leggermente apprensivo.
« Sto bene, Maestro » risposi mentre cercavo di affievolire il dolore con l’aiuto della Forza.
Quando finalmente lo placai girai la testa verso Obi-Wan e dissi:« Ho avuto di nuovo una visione … »
« La stessa di Dac? »
Annuii prima di aggiungere:« Questa volta però credo di aver riconosciuto la volta di una delle Sale de Tempio »
Rimase per un po’ in silenzio, sembrava stesse riflettendo, poi disse:« Non so spiegarti cosa significhi questa visione, ne se e quando si verificherà. Ricordati di non prestare attenzione al futuro a scapito del presente. Quello che succede ora non potrà più verificarsi perché diventa passato, al contrario il futuro è destinato a diventare presente »
« Sì, Maestro » e, dopo un momento di silenzio aggiunsi:« Secondo te una volta a casa posso parlare di questa visione con il Maestro Yoda? »
Lui sorrise e mi rispose:« Certo, il Gran Maestro Yoda è sempre felice di aiutare i giovani Padawan, vedrai che ti ascolterà »
Stanco socchiusi un attimo gli occhi per riaprili meno di un minuto dopo. Obi-Wan si era alzato dalla sedia e si rivolse a me dicendo:« Adesso riposa. Hai bisogno di tutte le energie possibili per combattere contro questo veleno. Chiedi aiuto anche alla Forza, giovane Koi-Jon, Lei ti aiuterà »
Annuii debolmente prima di rivolgere un’ultima frase al mio mentore:« Quanto manca a casa? »
Lui sussurrò appena, quasi come se non volesse farmi sentire:« Non molto, ragazzo mio, non molto ».
Chiusi gli occhi cedendo alla stanchezza.
 
« Koi-Jon… Koi-Jon » sentii una mano toccarmi delicatamente una spalla.
Aprii gli occhi tenendoli socchiusi e vidi Anakin di fianco a me.
« Maestro Skywalker… » dissi debolmente.
Mi sentivo ancora privo di forze e avevo la sensazione che il veleno stesse agendo sempre più in fretta. Un tremito scosse il mio corpo ed Anakin mi mise una mano sulla fronte.
« Sei bollente, ti sta salendo la febbre. Obi-Wan mi ha mandato a dirti che stiamo per atterrare. Fra pochi minuti sarai nelle grinfie dei guaritori »
Sorrisi debolmente prima di domandare:« Ahsoka come sta? »
« Oh, lei è in formissima! Era preoccupata per te, anzi la vado a chiamare » mi rispose per poi uscire dalla piccola cabina medica.
Due minuti dopo entrò Ahsoka quasi gridando:« Koi! Siamo atterrati! Maestro Kenobi è andato a chiamare i guaritori. Come ti senti? »
« Come se un branco di bantha mi fosse appena passato sopra »
La Togruta scoppiò a ridere e mi rispose:« Sei forte, Koi! Quando ti rimetti in sesto voglio allenarmi un po’ con te »
Sorrisi e mormorai con un filo di voce:« Ed io voglio presentarti Dragasi, ha la tua stessa età ed è il mio migliore amico »
« Ci puoi contare. Poi… » ma non ebbe il tempo di finire la frase perché Obi-Wan entrò seguito da due guaritori che portavano una barella.
Mi caricarono delicatamente sul lettino e poi, senza dire una sola parola, mi portarono verso l’ospedale del Tempio.
 
Mi sistemarono in un soffice letto con due cuscini, un ago nel braccio destro ed altri macchinari collegati al mio corpo per tenere sotto controllo il mio battito cardiaco e la mia respirazione, Obi-Wan era seduto affianco a me.
Voltai la testa verso di lui e chiesi:« Maestro, i guaritori ti hanno detto qualcosa? »
Annuì e poi rispose:« Il veleno del dardo era abbastanza potente, ed è ancora in circolo nel tuo sangue. Mi hanno detto che se tu fossi stato appena più piccolo ti avrebbe sicuramente ucciso, sensibile alla Forza o no.
Ti stanno dando l’antidoto, rimarrai qui per qualche giorno. Appena il veleno sarà debellato potrai tornare agli allenamenti, ma dovrai venire a fare dei controlli »
« Dragasi dov’è? » chiesi nella speranza di poter vedere il mio migliore amico.
« È in missione con la sua Maestra, non so dirti quando torneranno »
Mi intristii un poco, ma non lo diedi a vedere.
« Maestro… posso chiederti un favore? »
« Certo Koi-Jon, dimmi »
« Potresti chiedere al Maestro Yoda se ha voglia di venirmi a parlare qui? Riguardo alla visione di Dac… »
Lui sorrise e si alzò rimettendomi la treccia dietro l’orecchio.
« Va bene, glielo chiederò oggi stesso. Adesso ti devo lasciare, c’è una seduta del Consiglio. Riposa, mio giovane Padawan »
Annuii e lo ringraziai per chiudere gli occhi appena uscì dal mio campo visivo.


Angolino di Dragasi

Ed anche questo capitolo è andato.
Un altro stralcio della vita di Koi-Jon vi è stato rivelato. 
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e qui io vi lascio. 
Grazie a tutti voi che mi recensite o seguite o semplicemente leggete. Grazie per il vostro sostegno. E scusatemi se stavolta non vi dico uno a uno per nome

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Capitolo 30
*** Decisioni per la vita ***


Erano passati cinque giorni da quando ero stato portato nell’ospedale del Tempio con il veleno in corpo. Ed erano due giorni che riuscivo ad alzarmi dal letto per fare pochi metri prima di sentirmi di nuovo stanco.
Ero giusto a pochi metri dalla porta della mia stanza, nei miei vestiti da internato, quando vidi una piccola figura che camminava appoggiandosi a un bastone.
« Maestro Yoda » dissi un poco sorpreso e chinando il capo in segno di rispetto.
« Sorpreso tu sei, Padawan Talker. Eppure il tuo Maestro mi ha detto che mi aspettavi »
« Non credevo che sareste venuto a trovarmi così presto, Maestro »
« Un Padawan con dei dubbi molto importante è. Prima avrei voluto venire, ma la guerra la mia attenzione ha richiesto » replicò lui con il suo consueto tono pacato.
« Grazie, Maestro. Vi ringrazio di cuore »
« Ringraziare non devi, ed ora entriamo » affermò lui, e io lo seguii dentro la stanza.
Io mi rimisi a letto, mentre lui si sedette su una sedia.
« I tuoi dubbi da qualcosa sono provocati, giovane Padawan parlarmene puoi »
« Grazie, Maestro. Mentre ero in missione su Dac, insieme al Maestro Kenobi, ho avuto una visione: la stessa per due volte. La seconda è stata un po’ più nitida rispetto alla prima, ma non abbastanza da farmi capire cosa fosse successo »
« Cosa visto tu hai? »
« Vedevo il volto di Obi-Wan e il mio Maestro mi chiamava agitato. Diceva “Koi-Jon! Svegliati! …”. Non accadeva nient’altro. La seconda volta che ho avuto la visione ho riconosciuto la volta di una delle sale del Tempio alle spalle di Obi-Wan »
Lui chiuse gli occhi per riflettere e rimase in silenzio per alcuni minuti mentre io aspettavo pazientemente, di sicuro il tempo non mi mancava.
Il tempo scorreva lentamente e Yoda era ancora lì immobile con gli occhi chiusi. Appena mi decisi ad appoggiare la testa al cuscino il Gran Maestro riaprì gli occhi e parlò:« Spiegarti questa visione io non so, ma ricordarla tu devi. Non concentrarti troppo su di essa, attenzione alla tua vita tu devi prestare, ma ricordarti di tenerla custodita nella tua mente! »
« Sì, Maestro »
« Se altre domande tu non hai, io altri doveri ho. Buona guarigione giovane Padawan »
« Grazie ancora, Maestro »
Yoda uscì dalla stanza e così io rimasi da solo con i miei pensieri.
 
Passarono altri dieci giorni e finalmente fui libero di lasciare l’infermeria in salute, i guaritori si raccomandarono di presentarmi due giorni dopo per fare i dovuti controlli.
Appena uscii dall’infermeria non andai né da Dragasi, né da Obi-Wan. Era venerdì e io avevo un appuntamento.
Percorsi velocemente i corridoi del Tempio fino a raggiungere l’uscita e scesi di corsa le gradinate del Tempio.
A metà della scalinata una voce alle mie spalle, molto familiare, pronunciò il mio nome:« Koi-Jon, dove stai andando? »
Mi voltai, avrei preferito uscire senza essere visto da persone conosciute, ma a quanto pare la Forza aveva deciso diversamente.
« Uscivo a far due passi, Maestro. Mi hanno appena dimesso dall’infermeria, volevo prendere una boccata d’aria… »
Obi-Wan mi guardò un momento dubbioso, poi disse:« Va bene, non che l’aria di Coruscant sia tra le più pulite, ma capisco che tu abbia voglia di uscire dal Tempio. Visto che adesso sei in salute nulla ti proibisce di addestrarti, per cui cerca di essere indietro entro tre ore, ti aspetterò nella Sala di Meditazione numero cinque. Non fare tardi »
Chinai il capo rispondendo:« Certo, maestro, ci sarò »
« Va’, e divertiti! »
Mi voltai nuovamente e scesi gli ultimi gradini saltellando.
 
Finalmente girai l’ultimo angolo e la vidi, seduta lì su un gradino a guardarsi intorno. Era bellissima, con i capelli ramati legati in una treccia e gli occhi verdi. Quel giorno portava un vestito azzurro di cotone. Mi avvicinai e appena mi vide esclamò saltando in piedi:« Koi-Jon! »
« Sarya, ciao! » sorrisi e mi avvicinai abbastanza per abbracciarla. Chiusi gli occhi un momento, quello era il secondo abbraccio che davo nella mia vita a qualcuno che non fosse Dragasi.
Lei ricambiò l’abbraccio e dopo un paio di minuti ci staccammo per sederci sul gradino.
« Dove sei stato? » mi chiese lei con sguardo curioso.
« Ero su Dac, in missione con il mio Maestro. Un gruppo di Separatisti commetteva dei furti ai danni dell’economia locale »
« Dai raccontami tutto! » mi chiese lei sorridendomi.
Sorrisi a mia volta e le iniziai a raccontare della missione.
 
Quando finii il racconto notai che si era fatto tardi.
« Oh per la Forza! Sarya ti devo lasciare, perdonami. Se non sono tra venti minuti nella Sala di Meditazione chi lo sente il mio Maestro! Possiamo vederci qui domani, all’ora di pranzo, ho paura che per il resto del tempo dovrò allenarmi con il mio Maestro »
« Prometti che ci sarai domani? » chiese lei guardandomi negli occhi con una punta di tristezza.
« Promesso, hai la mia parola. A domani »
Mi voltai e iniziai a correre per le vie di Coruscant pregando e sperando di arrivare puntuale.
 
Quella sera nel letto ripensai all’incontro con Sarya, mi aveva fatto piacere stare con lei e vederla ridere mi rendeva felice. Io ero riuscito a farla ridere, lei stava aspettando me seduta sul quel gradino…
Mi addormentai aspettando con ansia il momento in cui l’avrei rivista.
 
« Padawan, ti vedo distratto! Che ti passa per la testa? Concentrati per favore, è terribile vederti combattere in questo modo, sembra che tu non abbia mai visto una spada laser! »
« Scusa, Maestro » risposi rialzandomi « Stamattina mi sento un po’ stanco » mentii io.
Non ero affatto stanco, ma solo distratto. Stavo pensando che di lì a poche ore avrei rivisto Sarya e sentivo lo stomaco frullare, forse mi stavo facendo coinvolgere troppo.
Obi-Wan disattivo la sua spada da allenamento e mi si avvicinò dicendo:« Forse è colpa mia, sei stato dimesso appena ieri, non avrei dovuto iniziare già oggi con il combattimento… »
« No, tranquillo Maestro, posso farcela » risposi. Non potevo farlo sentire in colpa, era tutto un problema della mia testa.
Ripresi a combattere anche se con scarsi risultati.

Quando finalmente giunse l’ora di pranzo uscii di corsa dal Tempio per raggiungere Sarya.
Passammo insieme un paio d’ore prima che io fossi obbligato a tornare al Tempio e quella sera i sentimenti che avevo provato il giorno prima tornarono ed anche più forti.
 
Continuai ad andare avanti così per qualche settimana fino a quando mi accorsi che non riuscivo a far niente senza che mi distraessi dopo pochi minuti pensando a lei. Quel giorno presi una decisione.
La cena era finita da un pezzo, tutti gli Youngling erano stati messi a letto e quasi tutti i Padawan, i Cavalieri e i Maestri erano andati nelle loro stanze. Il silenzio stava per calare sul Tempio.
Io uscii dalla mia camera e mi diressi a passo felpato verso quella di Obi-Wan.
Arrivai davanti alla porta di Obi-Wan e indugiai lì per alcuni istanti prima di alzare la mano e bussare.
Obi-Wan venne ad aprire e appena mi vide chiese:« Cosa c’è Padawan? »
« Ho bisogno di parlarti, Maestro. Posso entrare? »
« Certamente » rispose lui facendosi da parte per lasciarmi passare.
Rimasi in piedi e appena lui chiuse la porta iniziai a parlare di getto:« Maestro, ti ricordi che su Dac ti avevo parlato di una ragazzina? » lui si limitò ad annuire sedendosi su una sedia « Da quando sono stato dimesso ci siamo incontrati tutti i giorno, ed ero distratto perché pensavo a lei. Credo che quella ragazzina mi piaccia, Maestro, ma sono un Jedi e la mia vita è votata a servire l’Ordine. Mi sono lasciato coinvolgere emotivamente come uno stupido… »
« No Padawan, non come uno stupido. Ricorda quello che ti dico sempre: sei un essere umano pieno di Forza, è normale che tu provi emozioni. Solo non farti sopraffare da esse »
« È quello che ho fatto, Maestro, le emozioni hanno avuto la meglio su di me. Per questo voglio chiederti di accompagnarmi domani da lei per salutarla l’ultima volta. Non voglio essere da solo… »
« Va bene, Koi-Jon ci sarò, sarò lì con te » mi rispose alzandosi in piedi per poi mettere il suo viso all’altezza del mio.
 
Erano le tre del pomeriggio quando io e Obi-Wan raggiungemmo il posto dove io e Sarya ci incontravamo.
Sarya non era ancora arrivata così io ed il mio Maestro iniziammo ad aspettare in silenzio.
Quando finalmente Sarya arrivò mi chiese subito:« Koi, chi è quest’uomo? »
 « Sarya lui è il mio Maestro, il suo nome è Obi-Wan Kenobi »
« Kenobi? Il Negoziatore? » si informò lei incuriosita.
Obi-Wan sorrise e le rispose:« Sì, sono io. Oggi però sono qua solo in veste di Maestro di Koi-Jon. Lui deve parlarti »
Lei si voltò verso di me con sguardo interrogativo e io iniziai a parlare:« Sarya… non voglio che tu la prenda male… solo che io sono un Jedi, devi capire… Insomma quello che voglio dirti è che questa è l’ultima volta che ci vediamo »
« Perché? Perché non vuoi più vedermi? » chiese lei con la voce rotta.
« Sono un Jedi, Sarya, mi è proibito l’attaccamento e mi sto affezionando troppo a te. Devo fare una scelta, una scelta per la mia vita, è quello che ho deciso è di servire l’Ordine Jedi e la Galassia per tutta la mia vita e con la mia vita se necessario. Sono stato destinato a questo, la Forza mi ha fatto un dono ed io non ho il diritto di sprecarlo. Spero che tu mi possa capire »
Lei annuì con gli occhi lucidi e disse:« Addio Koi-Jon » e corse via senza voltarsi.
In quel momento sentii come se mi avessero messo un masso sopra il cuore.
« Sono fiero di te Padawan, hai capito cosa significa essere un Jedi »
« Non è facile, Maestro. Non è facile la vita di un Jedi »
« Nessuna ha mai detto che debba essere facile. La nostra è una vita di rinunce, ma per un bene più grande »
Annuii in silenzio e insieme tornammo al Tempio.



Angolino di Dragasi

Dopo tanto tempo rieccomi!! E devo dire che per questo capitolo ho dovuto sudare quattordici camicie!
Comunque eccolo. Questo è un capitolo di passaggio e spero che nonostante questo piccolo particolare vi sia piaciuto lo stesso. Sto cercando di rendere al meglio il percorso di maturazione di Koi-Jon e spero solo che questo mio progetto stia riuscendo.
Per questa volta non farò i ringraziamenti uno a uno, ma sappiate che senza il vostro sostegno io non riuscirei ad andare avanti con Padawan, perciò grazie di cuore a tutti voi che leggete la mia storia. 
Al prossimo capitolo.
Dragasi

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Capitolo 31
*** Notizie dal fronte ***


Dei due anni successivi non c’è molto da raccontare riguardante la mia vita, la guerra stava stravolgendo sempre più la Galassia. Migliaia di Jedi, sia Cavalieri che apprendisti, partivano per andare a comandare le truppe della Repubblica e nemmeno la metà di loro tornava di nuovo al Tempio. L’Ordine stava perdendo forza e sempre più Padawan rimanevano orfani dei loro Maestri e rimanevano al Tempio nella speranza che qualche Cavaliere finisse il lavoro che i loro Maestri avevano iniziato.
Il Consiglio era preoccupato per le condizioni in cui versava la Galassia. Ormai la guerra non interessava solo più i soldati delle due parti e i Jedi, sempre più civili venivano coinvolti nelle battaglie: città distrutte, carestie, carenza di medicinali e altre cose. Ormai ero un Jedi di quattordici anni e di missioni insieme a Obi-Wan ne avevo affrontate.
In quei due anni avevamo viaggiato parecchio lungo la Galassia, soprattutto per negoziare trattati di pace in alcune zone della Repubblica: sia zone riprese ai Separatisti, sia dispute tra distinte fazioni di vari pianeti che appoggiavano un futuro governante piuttosto che un altro.
Imparai molto sulla politica e su quanto i politici stessi fossero meschini e si dedicassero principalmente ai loro interessi. Nell’ultimo periodo di quei due anni gli esercizi di retorica e le lezioni di storia e politica dei vari pianeti della Repubblica si fecero molto più frequenti degli allenamenti con la spada, ma non sostituirono mai la meditazione.
Spesso dovevo allenarmi con Anakin e la sua Padawan perché Obi-Wan era impegnato in lunghe e, per lui, estenuanti sedute del Consiglio.
Migliorai come pilota, ma Obi-Wan continuava a star male ogni volta che salivamo a bordo di un qualsiasi mezzo spaziale. Forse solo gli astrobus di Coruscant non gli procurano nausea.
In questo periodo affrontai la più recente delle miei missioni con il Maestro, l’ultima prima di giungere ai fatti che sto vivendo adesso.
 
Quel giorno eravamo in biblioteca e Obi-Wan mi stava tenendo una noiosissima lezione sulla politica di un pianeta sperduto oltre l’Orlo Esterno quando la bibliotecaria mi venne a salvare.
« Se tu mi stessi ascoltando, Koi-Jon, a questo punto mi avresti chiesto com’è possibile che su un pianeta nel quale vivono ben cinquantaquattro clan diversi sia possibile una monarchia efficiente »
Io balbettai imbarazzato tentando di dare una risposta:« Monarchia costituzionale? »
« Padawan! » esclamò lui sull’orlo della disperazione « Non hai ascoltato una sola parola in tre ore! Né mentre ti spiegavo la storia di Elerion[1], né quando ti spiegavo la sua politica! Cosa devo fare con te… » disse scuotendo la testa.
In quel momento arrivò la bibliotecaria e disse guardando incuriosita Obi-Wan:« Maestro Kenobi, gli altri membri del Consiglio vi stavano cercando »
« Vi ringrazio Maestra Nu, mi recherò subito da loro. Sappiate che al Consiglio servirebbe ancora la vostra saggezza, dovreste ripensarci »[2]
Lei sorrise educatamente e rispose:« Sapete anche voi che non tornerò sui miei passi »
« Koi-Jon tu raggiungi Anakin e allenati con lui. Dovrebbe essere in una delle Sale di Addestramento con Ahsoka »
« Va bene, Maestro »
Appena Obi-Wan si allontanò abbastanza da non poter più sentire le nostre voci Jocasta Nu si rivolse a me con tono severo:« Padawan Talker sappi che il tuo Maestro si aspetta grandi cose da te e non ascoltarlo mentre ti dedica il suo prezioso tempo in un momento così difficile non è un buon modo per ripagarlo. Hai l’onore di essere l’apprendista di un membro del Consiglio, non buttare via così questa grande opportunità »
Io abbassai lo sguardo e mormorai:« Avete ragione, Maestra, perdonatemi »
« Non sono io a doverti perdonare. Impegnati di più nello studio in ogni caso »
Annuii prima di andarmene diretto alle Sale di Addestramento.
 
Una volta arrivato sul posto impiega quindici minuti buoni a trovare Anakin. Quando finalmente entrai nella Sala di Addestramento giusta aspettai pazientemente sulla porta che il Maestro Skywalker mi notasse.
Dopo un momento si accorse di me e disse:« Ciao Koi-Jon, cosa ci fai qui? »
« Maestro Skywalker » dissi io chinando il capo in segno di rispetto « Obi-Wan mi ha mandato qui per allenarmi con voi se me lo permettevate, lui è impegnato con il Consiglio »
Lui sorrise e rispose:« Certamente. Prendi una spada, faremo un combattimento a tre »
Annuii, contento di non dover ascoltare ancora spiegazioni sulla politica di qualche minuscolo pianeta sperduto, e presi una delle spade d’addestramento.
Iniziammo ad allenarci, io e Ahsoka attaccavamo insieme Anakin e lui si difendeva senza il minimo problema.
Ahsoka lo attaccò di lato mentre io sferrai un colpo dall’alto, lui parò il fendente della sua Padawan e il mio lo schivò senza problemi e spostandosi appena.
Ormai io e la Togruta eravamo stanchi e sudati mentre Anakin sembrava ancora abbastanza riposato.
Dopo quasi due ore di allenamento con Ahsoka e il Maestro Skywalker, Obi-Wan venne ad interromperci.
Entrò nella Sala e, dopo aver salutato Anakin, disse con aria inquieta:« Koi-Jon preparati, partiamo fra mezz’ora »
« Dove andiamo? » chiesi un po’ in ansia
« Dove non avrei mai desiderato portarti: andiamo al fronte su Rhen Var. Hai quindici minuti per andare a prepararti, fra mezz’ora dovremo essere sulle gradinate del Tempio, questa volta non piloterai tu. Ci dirigeremo allo spazio porto da qui partono le truppe. Adesso va’ »
Annuii in silenzio e, dopo aver ringraziato Anakin e Ahsoka andai a prepararmi.
 
Arrivai cinque minuti in anticipo e Obi-Wan era già lì, il mantello chiuso e il cappuccio alzato, le mani infilate dentro le maniche.
« Eccoti. Vieni andremo là con un astrobus del Tempio » disse lui non appena mi vide.
Io mi limitai a seguirlo in silenzio. Per tutto quel tempo era riuscito a impedire che ci toccasse qualche missione al fronte, lui non voleva che andassi laggiù, ma questa volta non ce l’aveva fatta. Percepivo la sua preoccupazione, ma non capivo se era dovuta alla guerra o a dove mi stava portando.
Quando finalmente arrivammo allo spazio porto un soldato clone ci indicò una delle navi per il dislocamento delle truppe della Repubblica, ci avvicinammo e un Comandante clone venne verso di noi.
« Voi dovete essere il Generale Kenobi, sono stato informato poco fa del vostro arrivo »
Obi-Wan annuì e si informò:« Voi quindi siete il Comandante Cody? »
Il Comandante ci sorrise per poi chiedere incuriosito rivolto a me:« E tu chi sei? Pensavo venisse solo il Generale! »
« Sono il Padawan del Maestro Kenobi. Il mio nome è Koi-Jon Talker » risposi.
In quel momento un soldato arrivò di corsa e si rivolse a Cody:« Comandante ci è appena arrivata un’altra comunicazione dal Tempio Jedi, insieme al Generale Kenobi dovrebbe esserci Capitano di nome Talker »
Io spalancai gli occhi stupito guardando il soldato, Cody si girò verso di me ancora più stupito e dopo un momento disse:« Il piccoletto? Fino ad adesso i Capitani che ho visto avevano almeno vent’anni… Non per mancanza di rispetto ragazzo, ma avrai tredici anni… »
Io, nonostante di tutta quella storia ci capissi ancor meno del Comandante, riuscì a ribattere:« Quattordici »
Lui scosse la testa e disse:« In ogni caso se l’Alto Consiglio Jedi dice che tu sei un Capitano allora è così. Adesso dovremmo partire se vi volete accomodare a bordo »
« Grazie Comandante » rispose Kenobi, che era l’unico che non sembrava essersi sorpreso per la faccenda.
Una volta accomodati a bordo chiesi ad Obi-Wan:« Maestro, come è possibile che io sia Capitano? »
« Banalmente tutti i Padawan che si recano al fronte con delle truppe acquisiscono il grado di Capitano, qualsiasi sia la loro età »
« Non ha molto senso, io non so niente di guerra… »
« Ma sei sensibile alla Forza e tanto basta. Adesso riposa, temo che nei prossimi tempi non ne avrai molto l’occasione, dovremo riprenderci parecchi territori che i Separatisti hanno preso alla Repubblica »
Annuii e cercai di dormire anche per riprendermi dall’allenamento con Anakin e Ahsoka.
 
Atterrammo a pochi metri dal Quartier Generale di Rhen Var. Visto da fuori sembrava un vecchio edificio abbandonato da anni, mentre all’interno disponeva delle più avanzate tecnologie che la Repubblica aveva a disposizione.
 Una volta all’interno a me ed Obi-Wan venne assegnato un alloggio con due letti e una postazione da cui poter accedere a tutti i dati del Quartier Generale dopo aver fornito una password.
Una volta sistemati Obi-Wan venne convocato nella Sala Centrale per discutere il piano d’azione del giorno successivo. Io lo seguii, anche se non ero stato espressamente invitato alla riunione.
 
Entrammo nella Sala e lì erano presenti il Comandante Cody, il suo secondo e altri due Comandanti di cui non conoscevo il nome.
Tutti e quattro scattarono sull’attenti e Cody ci presentò:« Lui è il Generale Kenobi, è un membro dell’Alto Consiglio Jedi. Il ragazzino è il suo apprendista ed è il Capitano Koi-Jon Talker. Adesso che si sono fatte le presentazioni è meglio spiegare qual è la situazione »
Ci posizionammo intorno a un Holoschermo circolare sul quale si poteva vedere una riproduzione del pianeta Rhen Var.
Cody indicò un punto e all’altezza dei nostri occhi apparve la zona ingrandita.
« Noi siamo al confine della grande vallata prima della città di Reigun, siamo in questo piccolo villaggio abbandonato a sud della valle. Noi dovremmo avanzare verso la città, ma tutta la valle è piena di truppe Separatiste e di nascondigli per i loro leader e per le truppe. L’obbiettivo di domani è questa zona qua » disse cerchiando con un dito una piccola area verde a pochi chilometri dalla zona in cui ci trovavamo noi « Sappiamo per certo che in quest’area si trova un loro magazzino all’interno del quale tengono una buona parte delle loro munizioni. Dobbiamo conquistarlo. Ecco come agiremo. Se Generale avete delle obiezioni da fare o dei consigli da dare vi pregherei di aspettare che io finisca »
Obi-Wan annuì e così Cody iniziò a illustrarci come avremmo condotto l’operazione il giorno seguente.
 
[1] Non esiste nella Galassia, nemmeno nell’Universo Espanso. È un pianeta di mia invenzione che ho dovuto inserire solo per questa lezione di Obi-Wan.
[2] Jocasta Nu bibliotecaria ai tempi della Guerra dei Cloni aveva lasciato il suo posto nel Consiglio nel 52 BBY



Piccola Palestra padawan di Dragasi

Eccomi di nuovo qui con un altro attessissimo (?) capitolo di "Padawan".
Ringrazio tutti voi che continuate a leggere la mia storia che ormai sta giungendo alla fine, siamo agli sgoccioli e spero che non abbandoniate Koi-Jon proprio ora che ha ricevuto il titolo di Capitano.
Ciancio alle bande, spero che la mini-lezione di obi-Wan con la disastrosa attenzione del suo Padawan vi abbia divertito, e con questo vi saluto.
A presto! 
Dragasi

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Capitolo 32
*** Battaglia ***


Il suono del comlink mi giunse soffocato. Il Comandante Cody davanti a me si girò facendomi segno di non far rumore, io tirai fuori il comlink e glielo indicai.
« Maestro? » chiesi sussurrando appena.
« Koi-Jon, di' al comandante che siamo pronti, e non allontanarti mai da lui, intesi? »
« Certamente, Maestro »
« Non voglio portarti in infermeria ancora una volta, stai attento » mi disse lui con un velo di preoccupazione nella voce.
« Promesso. Che la Forza sia con te, Maestro »
« E con te, mio giovane Padawan. Ne avremo bisogno entrambi » disse lui prima di chiudere la comunicazione.
Riferii al Comandante il messaggio di Obi-Wan e lui mi chiese:« Non poteva direttamente contattare il mio comlink? »
« Credo abbia preferito il mio perché noi Jedi usiamo un segnale criptato su una frequenza speciale. È quasi impossibile che orecchie indesiderate ascoltino »
Il Comandante mi fissò con sguardo dubbioso poi, dopo un'alzata di spalle, rivolse nuovamente lo sguardo verso il buio davanti a noi.
Rimanemmo ancora parecchi minuti fermi ed immobili nella notte gelata, io mi strinsi più forte il mantello addosso e soffiai il mio fiato caldo sulle mani. Iniziò a soffiare un vento pungente e a quel punto mi concentrai sulla Forza per ottenere un poco di calore.
« Ma voi Jedi non potevate procurarvi qualcosa di caldo, Capitano? » mi chiese un soldato alle mie spalle.
« L'avrei fatto se avessi potuto, purtroppo questi vestiti e la spada sono le uniche cose che ci è permesso possedere » non mi era mai importato il fatto di non possedere nulla, in fondo ci ero abituato fin da piccolo e non avevo quasi idea di cosa volesse dire avere il desiderio di possedere un oggetto, se non per la spada laser, ma in quella notte provai il desiderio di avere qualcosa che mi proteggesse da quel freddo pungente.
« Con il dovuto rispetto, Capitano, ma voi Jedi siete ben strani » 
Io gli sorrisi divertito, non era il primo che non comprendeva le regole Jedi, e non sarebbe stato l'ultimo. Risposi di rimando:« Lo so benissimo »
Al soldato scappò una risatina divertita.
Cody ci fece cenno di fare silenzio e prepararci: l'operazione stava per iniziare.
« Spero che tu sia stato addestrato abbastanza bene da sopravvivere ad una battaglia, Capitano » mi disse il Comandante Cody mentre ci stavamo preparando.
« Ad insegnarmi tutto ciò che so è stato il Maestro Kenobi, non potrei desiderare un’istruzione migliore. Quindi speriamo sia sufficiente » risposi io con un sorriso prima di prendere in mano la mia spada senza attivarla.
Tutti gli uomini erano raggruppati dietro il Comandante e me, stavamo solo aspettando il segnale di Cody.
Alzò un braccio in segno di attesa, noi tutti eravamo trepidanti di iniziare per poter tornare alla base al più presto. Mi sembrò di rimanere lì fermo ad osservare il braccio di Cody in eterno quando finalmente il braccio venne abbassato e uno dei nostri uomini fece partire un segnale che imitava il verso di una delle specie autoctone.
Iniziammo a muoverci in silenzio, il nostro compito era creare un diversivo in modo che la squadra guidata da Obi-Wan potesse far facilmente irruzione nel magazzino delle truppe Separatiste.
Ero agitato, non mi separavo dal mio Maestro durante una missione dal tempo di Socorro, e non mi ero affatto dimenticato cosa era successo.
Avanzavamo veloci attraverso la valle, una volta che fossimo giunti sul posto avremmo lanciato dei razzi segnalatori e simulato delle esplosioni in modo da attirare i nostri nemici che avrebbero così lasciato il magazzino sguarnito.
 
Cody si fermò segnalandoci di preparare l’attrezzatura. Un gruppetto di soldati preparò il necessario per provocare delle esplosioni controllate ad una certa distanza da dov’eravamo noi, io e altri cinque caricammo le pistole lanciarazzi.
Le esplosioni partirono e pochi secondi dopo i razzi brillavano nel cielo notturno. Delle sirene d’allarme risuonavano in lontananza e, quasi all’orizzonte, si poteva iniziare a vedere l’esercito droide Separatista.
« Uomini tutti ai vostri posti, attenderemo qui il nostro nemico. Ricordate noi serviamo solo come diversivo »
« Sì, signore! » risposero all’unisono tutti gli uomini.
Io attivai la spada laser ed il Comandante mi chiese:« Sicuro di voler combattere con quella? Ho ancora delle pistole… »
« Sicuro, Comandante. La uso da più di dieci anni, la so usare bene » risposi sorridendo e ricordandomi cosa Obi-Wan mi aveva detto quattro anni prima su Socorro: “Non perderla mai più, la tua vita dipende da questa”. Non avrei mai più lasciato indietro la mia spada.
Cody annuì rispondendo:« Contento tu… cerca di non farti del male, non ho voglia di farmi fare una lavata di capo dal Generale… e in ogni caso perché l’Ordine manda dei ragazzini in guerra? »
« Il vostro Padawan può essere giovane, ma è uno Jedi. Meglio perderlo tragicamente che evitargli il pericolo » citai io quasi ridacchiando, per qualche strano motivo tutta quella situazione mi divertiva.
« È un modo meno barbaro di dire: “mandiamo pure dei ragazzini a morire!” »
« Può darsi, ma veniamo cresciuti per servire la Galassia. Molti di noi sono stati abbandonati dai genitori quando erano ancora in fasce, insomma non è normale vedere un bambino muovere degli oggetti a distanza… » risposi.
Era vero, molti Jedi non erano stati portati via dalle loro famiglie, ma abbandonati e presi sotto la custodia dell’Ordine. Sicuramente avevano ricevuto più amore al Tempio che dalle famiglie di origine.
 
I droidi si fermarono a non più di cinquecento metri da noi in formazione compatta. Cody li osservò per alcuni minuti prima di prendere la sua decisione.
« In posizione! Al mio segnale aprite il fuoco »
Io non sarei stato di alcuna utilità fino a quando non si fosse avvicinato l’altro esercito.
Il braccio di Cody si abbassò e colpi di blaster iniziarono a volare verso i droidi che si affrettarono a rispondere al fuoco.
Attivai la spada e iniziai a deviare i colpi che venivano sparati nella mia direzione, a volte riuscivo a colpire qualcuno dei droidi.
L’esercito separatista iniziò ad avanzare , i soldati clone rimanevano fermi nelle loro posizioni continuando incessantemente a far fuoco.
Finalmente la prima fila di droidi fu alla mia portata ed io mi abbandonai completamente alla Forza.
Mi lanciai all’attacco tagliando le braccia al primo droide per poi affondare la spada nel secondo. Mi muovevo veloce e non mi serviva guardarmi intorno, percepivo tutto quello che succedeva, sapevo come muovermi per non ferire i miei compagni e prevedevo da dove sarebbero arrivati i colpi dei blaster.
Mi abbassai per evitare un colpo di blaster e tagliai le gambe ad un droide, quando mi rialzai mi voltai di scatto separando la testa dal corpo di uno di quegli ammassi di ferraglia.
Riuscii a metterne fuori uso una decina prima di sentire la voce di Cody urlare:« Koi-Jon giù! »
Caddi a terra con il peso del Comandante sopra di me.


Angolino di Dragasi

Eccomi qua dopo un sacco di tempo! Perdonatemi! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Mi sentivo in dovere di mettere il punto di vista riguardo ai Jedi di qualcuno esterno all'Ordine, così da metterci anche qualche critica. 
Grazie a tutti voi che leggete e recensite, siete un gran sostegno! A presto!

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Capitolo 33
*** Il Rispetto di un Comandante ***


Appena io ed il Comandante ci trovammo a terra, lui urlò: « Uomini tutti giù! »
Una manciata di secondi dopo un’esplosione lanciò in tutte le direzioni rocce, zolle di terra e frammenti di metallo.
Quando ci rialzammo Cody mi chiese:« Ma tu non dovevi essere capace di prevedere gli attacchi del tuo nemico? »
« Non è così semplice con delle macchine! Non hanno pensieri propri! È più facile con gli essere viventi, hanno più contatto con la Forza »
« Capitano, con il dovuto rispetto, ma voi Jedi siete ben strani »
Non ebbi il tempo di ribattere, riattivai la spada e devia un colpo di blaster che stava per colpire il Comandante.
« Direi che io sto combattendo bene, tu faresti meglio a non distrarti, Cody » e prima che lui potesse dirmi qualcosa mi buttai nuovamente nella mischia.
 
Un paio d’ore dopo quello che rimaneva dell’esercito Separatista stava battendo ritirata ed in lontananza, nella zona del magazzino, partì un razzo verde. Era il segnale per dirci che il magazzino era stato conquistato.
« Il Maestro ce l’ha fatta! » gridai indicando il cielo.
Gli uomini iniziarono a gridare di gioia e Cody mi venne a battere una mano sulla spalla dicendo:« Te la sei cavata bene, Capitano. Sai combattere molto bene per un ragazzino di quattordici anni, il tuo maestro ha fatto un ottimo lavoro con te »
Sorrisi fiero e risposi:« Ho ancora molto da imparare prima di poter diventare Cavaliere, e continuerò ad imparare anche una volta che sarò diventato Maestro a mia volta »
« Siamo sicuri che tu abbia quattordici anni? Parli come un adulto! » chiese lui stupito.
Scoppiai a ridere e risposi:« Undici anni che vivo con i Jedi, diciamo che è un effetto collaterale »
Cody si mise a ridere a sua volta prima di iniziare a radunare i suoi uomini, io spensi la spada e la riappesi alla cintura.
 
Raggiungemmo il magazzino un’ora dopo e io corsi da Obi-Wan.
« Maestro! » esclamai appena lo vidi.
Al sentire la mia voce si voltò verso di me e io mi fermai ad un paio di passi da lui.
« Stai bene? » chiesi.
« Padawan, dovrei essere io a preoccuparmi per te! »rispose lui scompigliandomi i capelli corti.
Sorrisi e dissi:« Credo che il Comandante Cody voglia parlarti, Maestro »
Lui annuì e disse:« Ci andremo subito. Dobbiamo anche organizzare la nostra base qui nel magazzino e decidere il prossimo obbiettivo. Muoviamoci, Koi-Jon, abbiamo un sacco di lavoro da fare »
Annuii e mi incamminai dietro Obi-Wan.
 
Raggiungemmo Cody e appena ci vide si tolse il suo casco e disse:« Ottimo lavoro, Generale. Fra poco voglio radunare tutti i Comandanti per discutere del prossimo obbiettivo »
« Certamente, Comandante. Posso chiederle come si è comportato Koi-Jon? Per me è importante sapere come se la cava quando non ci sono io a guidarlo »
« Il vostro apprendista ha imparato molto da voi, Generale. Ha combattuto molto bene e ha salvato me ed altri uomini da colpi di blaster. Avete un ottimo apprendista »
Io mi stavo guardando la punta degli stivali estremamente imbarazzato e rosso quanto la pelle di un Togruta.
« Padawan… » disse il Maestro con un tono tra lo spazientito ed il divertito « Cosa ti ripeto in continuazione? »
« Di tenere a bada le emozioni, Maestro »
« E cosa non stai facendo? »
« Perdonami, Maestro, imparerò » risposi concentrandomi sulla Forza per calmarmi.
« Lo so, ma ricorda che più il tempo passa più difficile sarà per te dominare le tue emozioni. Sei molto migliorato rispetto ad un paio di anni fa, ma non devi mai perdere il controllo dei tuoi sentimenti »
« Sì, Maestro » risposi finalmente libero dall’imbarazzo.
Cody guardò allibito Obi-Wan e disse:« Generale, vi ho appena detto che il vostro apprendista ha fatto un ottimo lavoro e voi lo rimproverate? Non pretendete un po’ troppo, forse? »
Io annuii in direzione del Comandante nella speranza di non farmi vedere da Obi-Wan.
« Padawan, guarda che ti ho visto. Forse può sembrare che io pretenda troppo, Cody, ma mi aspetto molto da Koi-Jon e per questo non può permettersi di distrarsi neanche per un momento »
Obi-Wan si rivolse poi a me dicendo:« Padawan ti lascio il compito della riunione con i Comandanti. Io devo riferire al Consiglio e poi discutere di alcune cose con gli altri membri dei Dodici. Credi di essere in grado di gestire la cosa da solo? »
« Certamente, Maestro » risposi chinando il capo.
Lui mi sorrise e disse:« Ottimo! Ci vediamo dopo, Koi-Jon, così mi riferirai le decisioni prese » appena finì la frase ci voltò le spalle incamminandosi verso il magazzino.
Cody mi guardò e disse:« Come faccia tu a restare dietro alle sue richieste è un mistero per me »
« Guarda, Comandante, non lo so nemmeno io » ribattei sorridendogli.
Lui scoppiò a ridere e mi guidò verso il gruppetto di Comandanti che avevamo lì vicino.
 
« Con il magazzino nelle nostre mani potremo finalmente prendere il controllo del resto della valle. Dopodiché inizieremo gli assalti alla periferia di Reigun »
La riunione era appena iniziata ed io stavo cercando di rammentare tutte le lezioni di retorica a cui mi aveva sottoposto Obi-Wan.
Uno dei Comandanti intervenne e disse:« Potremmo dividerci in tre squadre per sferrare l’attacco alla “Base 2” a nord di qui. Il primo contingente servirà da diversivo per dare l’occasione agli altri due di sferrare un attacco alle spalle, quando l’attacco sarà cominciato anche la prima squadra si unirà alla battaglia »
Alcuni dei Comandanti annuirono convinti, ma io sapevo che non poteva funzionare.
« Non possiamo usare la stessa strategia del primo attacco, capiranno le nostre intenzioni ancor prima che gli altri abbiano il tempo di sferrare l’attacco »
« Credo che voi sopravvalutiate i droidi, Capitano »
« La prego di darmi del tu, Comandante, ho quattordici anni e sono un’apprendista. In ogni caso è lei che li sottovaluta. Ogni esercito di droidi è comandato da un computer centrale, che può trovarsi sul pianeta in cui è stanziato l’esercito o nella sua orbita, questo computer è in grado di registrare le strategie nemiche, studiarle e rielaborarle per difendersi o per attaccare. Se usassimo lo stesso sistema del primo attacco otterremmo come unico risultato quello di farci ammazzare »
Per alcuni minuti i Comandanti rimasero in silenzio per poi iniziare a parlottare fra loro fino a quando Cody disse:« Cosa consigli di fare in questo caso, Capitano? »
Io sorrisi in direzioni di Cody e risposi:« Un attacco diretto al loro computer centrale. Ci sono piloti tra voi? »



Palestra Padawan di Dragasi

Eccomi qua dopo una lunghissima assenza! Perdonatemi! 
Spero che questo capitolo vi abbia interessato, nel prossimo ne vedrete delle belle!
Grazie a tutti voi che mi seguite e leggete e recensite, grazie per dedicarmi parte del vostro tempo. A presto!

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Capitolo 34
*** Per Terra e Per Spazio ***


Trentacinque caccia Z-95 monoposto erano parcheggiati nella prateria davanti al magazzino. Erano passati due giorni dalla battaglia con cui avevamo conquistato quel pezzo di terra.
Io stavo controllando un caccia, quello che avrei pilotato io, per assicurarmi che tutto funzionasse a dovere, quando Obi-Wan mi raggiunse.
« Ciao, Maestro » dissi sorridendo.
« Ciao, Koi-Jon. È tutto pronto? »
Annuii dando un’ultima occhiata alla riserva di carburante
« Stai crescendo, ragazzo mio, sono fiero di averti come apprendista »
Io arrossii e risposi:« Grazie, Maestro » poi mi affidai alla Forza per abbandonare l’imbarazzo, e quando mi calmai chiesi:« Comanderai le truppe a terra? »
« Oh, no! » mi rispose ridacchiando « Sarò lassù con te, mio caro Padawan. Volare è roba da droidi, ma qua servono buoni piloti »
« Sono felice di sapere che anche tu sarai lassù, Maestro » dissi.
Lui mi mise una mano sulla spalla e mi domandò:« Quali sono le direttive per il Comandante Cody? Sarà lui che comanderà le truppe a terra »
« Sferrare un attacco all'hangar principale dei separatisti, questo non sarà un diversivo: dovranno impedire alle navi separatiste di prendere il volo »
« Ottimo, vuoi riferirgliele tu? »
Io risposi scuotendo la testa:« Ne è già al corrente. Prenderemo il volo tra due minuti, Maestro »
Io e Cody avevamo definito insieme il piano di azione di quel giorno, sapeva già cosa fare.
Obi-Wan annuì e iniziò a dirigersi verso uno dei caccia e poco prima di salire a bordo si voltò verso di me e mi disse:« A te il comando, piccolo Padawan! »
Io sorrisi, ma risposi fingendo di essere infastidito:« Non chiamarmi piccolo, vecchio barbuto! »
« Portami un po’ di rispetto! » mi urlò lui di rimando
Io scoppiai a ridere e salii a bordo mentre gli altri trentatré piloti facevano lo stesso.
 
Prendemmo il volo e appena uscimmo dall’atmosfera sentii la voce di Obi-Wan in cuffia:« Zeta-Beta a Zeta-Alfa, a te il comando, attendiamo ordini »
« Zeta-Alfa a tutte le unità » risposi aprendo il canale radio per poter assegnare gli ordini:« Disporsi in formazione d’attacco. Zeta-Beta dà l’ordine per l’inizio delle operazione a terra »
I caccia si disposero su due file, una sopra l’altra, parallele e leggermente sfasate.
Io e Obi-Wan eravamo in centro alla fila inferiore.
 
Appena avvistammo il bersaglio, una grossa nave madre dalla struttura circolare, parlai nella radio:« Da Zeta-Uno a Zeta-Dodici, attaccherete sul lato destro. Da Zeta-Tredici a Zeta-Ventuno con me,  attaccheremo frontalmente. Il resto di voi con il Generale, attaccherete il lato sinistro »
Immediatamente gli altri piloti si disposero sulle tre ali attendendo di andare all’attacco.
« Zeta-Beta a Zeta-Alfa » gracchiò la voce di Obi-Wan nella cuffia « Attendiamo ordini »
Io assaporai per un istante la calma prima della tempesta, chiusi un momento gli occhi e comunicai nella radio:« Zeta-Alfa a tutte le unità. Pronti all’attacco tra… tre…due…uno… Aprite il fuoco! »
Laser volarono verso l’astronave madre Separatista e infrangendosi contro il suo scudo deflettore, rendendo inutili i nostri colpi. Passarono pochi minuti prima che un piccolo gruppo di caccia tri-droidi prese il volo dall’hangar della nave. Guidai il mio gruppo verso l’ingresso dell’hangar e comunicai gli ordini:« A tutte le unità: preparatevi ad abbattere i caccia separatisti. Dobbiamo aprirci la strada per l’hangar »
Sentii uno dei soldati dire nella radio:« Zeta-Cinque a Zeta-Alfa. Capitano, sono così pochi che basterebbe uno solo di noi per buttarli giù »
Scoppiai a ridere e risposi:« Zeta-Alfa a Zeta-Cinque, tieni comunque la guardia alta, meglio non rischiare »
Uno dei caccia tri-droidi si lanciò all’attacco contro il mio gruppo e, senza aver bisogno di pensare, ordinai:« Da Zeta-Tredici a Zeta-Ventuno, separatevi su due ali, diamo un degno benvenuto al nostro amico »
I miei ordini vennero eseguiti e il tri-droide si ritrovò sotto il fuoco di dieci dei nostri caccia.
« Zeta-Alfa a tutte le unità. Dobbiamo disattivare il loro scudo deflettore, altrimenti non andremo da nessuna parte. Dovete coprirci mentre io ed il Generale proviamo a penetrare all’interno della nave. Quando lo scudo sarà disattivato aspettate a fare fuoco finché io ed il Generale non saremo nuovamente fuori »
« Ricevuto, Zeta-Alfa »
Obi-Wan mi affiancò con il suo caccia prima di parlarmi in cuffia:« Pronto, Padawan? »
« Pronto, Maestro. Andiamo a trovare dei vecchi amici »
« Spero che tu abbia preso un pensiero per ringraziarli dell’ospitalità »
« Oh, non ti preoccupare, ci ho pensato io. Non lo dimenticheranno facilmente » risposi io con un sorrisino sardonico stampato in volto.
Stavamo per indirizzarci verso l’hangar della nave madre separatista quando un nuovo gruppo di caccia tri-doride venne verso di noi. In cuffia sentì la voce di Obi-Wan:« Padawan, lasciali agli uomini. Noi abbiamo un altro compito »
Io risposi:«Sì, Maestro » poi aprii la comunicazione con tutti gli uomini « Zeta-Alfa a tutte le unità: lasciamo a voi anche questo nuovo gruppo di caccia. Copriteci le spalle »
La risposta affermativa degli uomini mi arrivò all’unisono.
« Zeta-Alfa a Zeta-Uno a te il comando. Ci vediamo fra poco ragazzi »
Detto questo spensi la radio, tolsi le cuffie, e attivai il comlink da polso:« Sono pronto adesso, Maestro «
« Bene, entriamo in quella maledetta nave. Hai buone doti di comando, Padawan »
« Spero solo di non dover più comandare nessuno in vita mia. Sono un Jedi, non un soldato » risposi sincero.
Obi-Wan non disse niente per alcuni istanti poi sentii nuovamente la sua voce:« Ci vediamo dentro l’hangar, Koi-Jon. Cerca di non fare tardi »
« Tanto lo sappiamo entrambi che sarò io ad aspettare » risposi divertito.
Sentii Obi-Wan scoppiare a ridere e rispose:« Vedremo »
Io mi buttai in picchiata per passare sotto un piccolo stormo di tri-droidi che si trovavano sotto il fuoco dei nostri soldati, Obi-Wan invece portò il suo caccia al di sopra del gruppo. I tri-droidi, però, ci ignorarono concentrati a rispondere al fuoco dei nostri alleati.
Ero convinto di poter raggiungere l’hangar senza problemi, ed in effetti sarebbe stato così se non avessi notato un caccia nemico inseguire Obi-Wan.
Senza consultarlo con il comlink virai verso di lui aspettando a far fuoco. Appena mi trovai con la linea di fuoco libera iniziai a far fuoco sul caccia nemico, bastarono due colpi per farlo saltare in aria.
Mi affiancai al caccia di Obi-Wan e, insieme, puntammo all’ingresso dell’hangar.
Nessun altro tri-droide disturbò la nostra rotta, il computer centrale non era in grado di capire cosa stavamo facendo io ed il Maestro, per lui era inconcepibile buttarsi contro il nemico in due.
Atterrammo all’interno dell’hangar e appena scesi dai nostri caccia un gruppo di droidi aprì il fuoco contro di noi. Io e Obi-Wan attivammo le spade e, parando i colpi di blaster, avanzammo verso i droidi. Quando ci trovammo abbastanza vicini li tagliammo la testa rendendoli dei semplici ammassi di ferraglia
Riappesi la spada alla cintura e dissi:« Maestro, il computer centrale dovrebbe essere nella zona nord della nave, nel settore cinque, la sala principale, insomma »
« Ottimo. Tieni la spada in mano, ho paura che dovremo usarla molto presto »
Detto questo ci muovemmo il più silenziosamente possibile verso la nostra destinazione. I corridoi erano silenziosi e vuoti e , nonostante la nostra attenzione, spesso i nostri passi rimbombavano per i corridoi.
Indicai uno stretto corridoio di servizio che, se ricordavo correttamente le planimetrie che avevo studiato al Tempio, doveva portare molto vicino alla sala principale.
« Eppure mi sembra strano… sentii mormorare Obi-Wan.
« Cosa c’è, Maestro? » gli chiesi mentre continuavo a far strada nell’intrico dei corridoi di servizio che si incrociavano in quella zona della nave.
« Padawan, so che sei sveglio perché me ne hai dato prova in più di un occasione, ma se così non fosse sarei spinto a chiedermi se il tuo cervello funziona » disse lui con una punta di sarcasmo.
Io risposi leggermente offeso:« A me sembra vada tutto bene »
« È questo il problema, siamo in territorio nemico e non si vede un droide. È tutto troppo calmo »
Non ebbi il tempo di rispondere che i fatti diedero ragione a Obi-Wan, sbucammo nuovamente sul corridoio principale e trovammo schierati davanti alla porta della sala principale un intero squadrone di droidi.
Le due lame blu comparvero davanti a noi: eravamo pronti all’attacco.
« Io li tengo occupati da davanti, tu aggirali » mi disse Obi-Wan.
Io mi limitai ad annuire.
Lui aspettò che i droidi iniziassero a far fuoco e iniziò a deviare i colpi e mi disse:« Ora, Padawan! »
Io presi un minimo di rincorsa e balzai dall’altro lato della squadrone, riattivai la spada e misi fuori uso due droidi prima che alcuni di loro si girassero verso di me.
Il combattimento per la sala centrale era iniziato.


Angolino di Dragasi
Ciao a tutti! Ok ho impiegato veramente tanto tempo, ma la quinta mi sta ciucciando le energie. Comunque ecco il nostro capitolo! E non vi dico quanti ne mancano, comunque pochi pocherrimi!
Spero che questa versione di Koi-Jon vi sia piaciuta, e anche questo Obi-Wan! 
Al prossimo capitolo!
Dragasi!
 

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Capitolo 35
*** Se una Forma non Basta... ***


Saltai lateralmente per evitare un colpo di blaster e alzai la spada all’altezza degli occhi per deviarne un altro. Mi abbassai improvvisamente e tagliai le gambe a due droidi, prima di rialzarmi e metterne fuori uso un terzo con un affondo.
Mi lanciai in scivolata e, passando sotto le gambe di un droide, lo tagliai a metà. Mi rimisi in piedi alle spalle del gruppetto che mi aveva attaccato e con poche e rapide stoccate li resi inoffensivi.
Arretrando mi ritrovai schiena contro schiena con Obi-Wan.
« Padawan, ottimo lavoro. Adesso occupati di quelli alla tua sinistra, io penserò agli altri »
Non mi sforzai nemmeno di rispondere, sapevo che Obi-Wan avrebbe percepito il mio assenso attraverso la Forza.
Partii all’attacco e mi occupai velocemente di due droidi, mi vidi costretto a fare un salto mortale all’indietro per evitare il fuoco di cinque di loro. Quando atterrai impiegai un secondo di troppo per riprendere fiato e un colpo di blaster mi ferì il braccio sinistro aprendo anche uno strappo nella tunica.
Mi stavo stancando, il mio fisico iniziava a risentire dell’uso prolungato dell’Ataru, che era poi la mia Forma preferita.
Con un’ultima acrobazia, una veloce ruota su una mano, mi allontanai dai droidi e mi preparai ad usare il Soresu.  Fortunatamente Obi-Wan aveva insistito, nonostante le mie lamentele a riguardo, ad addestrarmi anche nel Soresu, sostenendo che gli avesse salvato la vita in più di un occasione.
La Forza mi pervase completamente ed il mio respiro affannoso divenne più regolare, venni pervaso da un meraviglioso senso di pace ed iniziai a sapere in anticipo i movimenti che dovevo fare.
Deviai così alcuni colpi di blaster per avanzare lentamente verso i droidi per poi metterli fuori uso con poche e precise stoccate.
Nonostante fossi già stanco riuscii a mantenere quello stile difensivo per una ventina di minuti, quando anche l’ultimo dei nostri nemici cadde a terra ridotto ad un mucchio di circuiti fulminati.
« Te l’avevo detto che ti sarebbe servito » mi disse Obi-Wan disattivando la spada.
« A cosa ti stai riferendo? » risposi facendo finta di non capire.
« Al Soresu. Questo dimostra che tutte le tue lamentele erano inutili » ribatté lui premurandosi di scandire bene l’ultima parola.
« È la prima volta che lo uso, Maestro »
« Dimmi, Padawan, se tu non avessi conosciuto il Soresu come saresti riuscito ad arrivare in fondo al combattimento vivo? » rispose lui quasi divertito.
« Ok, lo ammetto: avevi ragione. Continuo a preferire l’Ataru però » dissi rassegnato prima di aggiungere « Ora ci occupiamo del computer centrale, o no? »
« Hai ragione anche tu. Muoviamoci »
Entrambi ci posizionammo frontali alla porta della sala centrale. Senza dover scambiare nemmeno una parola iniziammo a provare ad aprire la porta con la Forza. Dopo un certo tempo senza ottenere nessun risultato Obi-Wan prese mano alla spada e disse:« Quando la saggezza non riesce, il laser interviene »
Sorridendo divertito attivai la spada ed insieme affondammo le lame nella fenditura del portone.
Scintille e calore iniziarono a scaturire dalla porta ed il metallo cominciò a fondere emanando una forte e fastidiosa luce, a tal punto che fui costretto a distogliere lo sguardo.
La porta cedette e potemmo aprirla senza ulteriori problemi.
Davanti a noi si apriva una vasta sala con una colonna, piena di luci e circuiti, al centro. Tutto intorno a noi c’erano una serie di terminali.
« Maestro, vedi quella colonna? È il cuore del computer centrale, se lo disattiviamo la battaglia smetterà istantaneamente »
« Mettiamoci al lavoro, allora » mi rispose lui e si sedette ad un terminale.
Io occupai la postazione al suo fianco ed iniziai a scorrere le schermate in cerca di qualcosa che potesse aiutarmi. Passò circa una decina di minuti prima che riuscissimo a trovare qualcosa.
« Koi-Jon, da un’occhiata. Credo di aver trovato l’accesso, ovviamente richiedono una password, sarebbe stato troppo semplice altrimenti… »
« Forse in questo ci può aiutare Cody… » mormorai io prima di attivare il comlink.
La voce di Cody ci arrivò molto gracchiante:« Ci… Cia… Ciao, Ca…pitano… Ci so… no pro...ble…mi? »
« A parte il fatto che ti sentiamo malissimo no, se non teniamo conto che abbiamo urgente bisogno di un analista »
« Vi sent… o mal..lis..simo. Com…unque vi met…to in cont..tatto con l’ana..lista »
Passò una manciata di minuti prima che sentissimo una nuova voce nel comlink.
« Già che c’ero ho anche sistemato il segnale. Ditemi il problema »
Obi-Wan iniziò a spiegare ogni dettaglio della schermata che avevamo davanti, l’analista intanto borbottava dall’altra parte del comlink.
Ad un tratto Obi-Wan venne interrotto bruscamente:« Generale metta il suo apprendista di guardia alla porta e segua le mie istruzioni. Probabilmente scatteranno un paio di allarmi »
Senza che Obi-Wan dovesse ripetere l’ordine dell’analista mi piazzai di guardia alla porta.
 
Il ticchettio dei tasti che venivano premuti febbrilmente da Obi-Wan si protrasse per alcuni minuti prima che si sentisse il suono di quello che sembrava lo spegnimento di un robot gigante. Mi voltai e vidi la colonna centrale completamente disattivata. Sorrisi soddisfatto ed Obi-Wan si alzò dicendo:« Muoviamoci, Padawan, i ragazzi ci aspettano fuori »
« Certo, Maestro »
 
Finalmente giungemmo all’hangar e salimmo a bordo dei nostri caccia. Appena fummo fuori dall’astronave madre presi la radio e dissi:« Zeta-Alfa a tutte le unità, la nave è tutta vostra ragazzi! »
Grida di gioia mi arrivarono in cuffia e poco dopo venne aperto il fuoco, intorno a me vedevo i caccia tridroide perdersi in ogni direzione: quando avevamo disattivato il computer i motori dei tridroide si erano semplicemente disattivati.
La nave saltò in aria in un tripudio di scintille e io diedi l’ultimo ordine nella radio:« Zeta-Alfa a tutte le unità: dirigetevi alla base, andiamo a goderci il meritato riposo »
Il comlink iniziò a suonare ed io lo attivai, la voce di Obi-Wan riempì la cabina del caccia:« Ottimo lavoro, ragazzo mio, grazie a te per un po’ non avremo problemi da parte dei droidi e potremo avanzare indisturbati »
« Prima ci riprendiamo questo pianeta e prima torniamo a casa, quindi vediamo di sbrigarci » risposi io.
La guerra non mi piaceva, e non mi piace tutt’ora, crudele e priva di senso. Un Jedi in guerra è come se non stesse mantenendo il suo giuramento, anche se è al servizio della Repubblica.
 
Una volta a terra ci venne incontro il Comandante Cody:« Generale, Capitano, ottimo lavoro. L’esplosione si è vista da quaggiù »
« Qua come è andata? » chiesi io ansioso.
« Ottimamente, nessun ferito, stiamo tutti bene. Avete disattivato quel computer prima ancora che noi potessimo iniziare una battaglia seria » mi rispose lui sorridendo.
Ne fui molto sollevato e, solo in quel momento in cui mi rilassai per davvero, mi resi conto di quanto ero stanco. Come se Obi-Wan mi avesse letto nella mente mi disse:« Abbiamo tutti bisogno di riposare. Rimanderei a domani l’avanzata verso Reigun, credo che per un po’ non avremo droidi ad importunarci »
Cody ed io scoppiammo a ridere, poi io e Obi-Wan ci congedammo dal Comandante per dirigerci verso il nostro alloggio.



Piccola Palestra Padawan di Dragasi

Salve a tutti, come al solito sono in ritardo e ormai voi mi vorreste impiccare o per lo meno torturare o roba simile, non sono mai puntuale.
Comunque con l'inizio delle vacanze di Natale (stavo per scrivere estive) ecco a voi il nuovo capitolo. Dai resistete fino in fondo che ormai ci siamo!
volevo ringraziare la mia sorellona Sylvia Nabierre, Greece_Lee (che mi dovrà perdonare se l'ho scritto male) e tutti voi che mi dedicate parte del vostro tempo. Un abbraccio e un sincero augurio di BUONE FESTE!!!!!
Dragasi

 

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Capitolo 36
*** Reigun ***


Improvvisamente vidi il Maestro che mi chiamava con voce rotta: «Koi-Jon! Svegliati! …».
Riconobbi la volta di una delle Sale del Tempio sopra la sua testa, ma tutti i contorni erano sfocati.
Spalancai gli occhi e mi misi a sedere con il fiato corto.
Di nuovo quella visione… Forza, ti prego, spiegami cosa significa! implorai disperato.
Sentii Obi-Wan rigirarsi nel letto e poi biascicare: «Padawan, va tutto bene?»
Io deglutii rumorosamente prima di rispondere: «Sì, mi spiace averti svegliato, Maestro»
«Torna a dormire e riposa, ne hai bisogno» continuò lui per poi girarsi nuovamente dall’altro lato e tornare a dormire.
Io mi alzai silenziosamente, poggiando i piedi nudi sul pavimento freddo, e mi avvicinai alla sedia sulla quale avevo appoggiato il mantello e la mia cintura. Misi la mano in una delle sacchette e tirai fuori la mia sfera prima di tornare nel letto.
Mi sdraiai nuovamente e tirai le lenzuola per coprirmi, allungai un braccio sopra il lenzuolo ed iniziai a far lievitare la sfera sopra la mia mano riflettendo sulla visione.
Ben presto, però, la stanchezza accumulata nei giorni precedenti si fece sentire e caddi nuovamente nel mondo dei sogni.
 
All’alba ci svegliarono e in meno di un’ora tutti soldati e gli ufficiali furono pronti alla “marcia” su Reigun.
Partimmo, chi a bordo di speeder e chi con mezzi per la dislocazione delle truppe. Arrivammo a Reigun nel primo pomeriggio e iniziammo ad ispezionare quartiere per quartiere alla ricerca di qualche minaccia separatista, ma la città era completamente deserta, tutti gli abitanti erano sfollati nelle campagne a nord della città.
Quella desolazione mi incuteva timore e tristezza e lo feci notare ad Obi-Wan: «Noi stiamo combattendo per una giusta causa, ma per adesso il risultato è solo disperazione»
Il mio Maestro mi osservò un momento prima di osservare: «Sei molto maturato in questi anni, Koi-Jon. Sei un bravo Jedi»
«Grazie, Maestro» risposi chinando leggermente il capo.
In quel momento ci raggiunse Cody e si rivolse ad Obi-Wan: «Generale, i miei uomini hanno trovato un edificio che possiamo usare come base. Ho già dato l’ordine di portar lì tutta l’attrezzatura»
«Ottimo lavoro, Comandante» disse lui sorridendo soddisfatto «Facci strada»
Cody annuì e ci incamminammo entrambi dietro di lui.
 
Passò una settimana e mezza prima che nuovi contingenti di droidi funzionanti sbarcassero sul pianeta e noi avevamo già occupato una buona parte di Reigun.
Ogni giorno intense scorribande avevano luogo nelle vie abbandonate della città, ma riuscivamo sempre a cavarcela con qualche ferito e pochissime perdite.
Dormivamo poco, non più di quattro ore per notte, e dovevamo essere sempre vigili, sia noi ufficiali che i soldati.
Il cibo e le medicine scarseggiavano e più di una volta io e Obi-Wan rinunciammo alle nostre razioni: noi potevamo contare sulla Forza per sostenerci, gli altri no.
I Separatisti avevano creato più basi nella città di Reigun e a volte ci trovavamo a combattere in varie zone con operazioni militari molto complesse e stancanti.
Io contavo i giorni dal nostro arrivo su Rhen Var, per vedere da quanto tempo ero lontano da casa.
 
Era l’alba e ci stavamo preparando alla battaglia. Era il mio cinquantesimo giorno sul fronte. L’obbiettivo di quel giorno era un quartiere della città di Reigun che era sotto il controllo delle truppe separatiste, avevamo tempo fino al tramonto per prendere il quartiere.
«Capitano Talker, gli uomini sono quasi in posizione. Dov’è il generale Kenobi?»
«Ehi, Cody! Sono felice di vederti tutto intero! Credo che il mio Maestro stia parlando con il Consiglio. Ormai sono due settimane che cerca di far mandare un altro Cavaliere: continua a dirmi che un mese di battaglie al fronte è pesante per chiunque, specialmente per un ragazzo di quattordici anni. E vorrebbe ottenere anche una settimana di riposo per tutti quanti. Inizio a pensare che stia invecchiando» risposi felice di vedere il Comandante.
«Chi starebbe invecchiando, Padawan?» disse una voce familiare e ben voluta alle mie spalle.
«Generale Kenobi la stavo cercando. Gli uomini sono pronti»
«Grazie, Cody. Dì ai ragazzi che arriviamo subito. E tu, Koi-Jon, cerca di portarmi un po’ più di rispetto!» mi rimproverò lui con una nota divertita nella voce.
«Non puoi negare che invecchi ogni giorno che passa, sei un uomo Maestro» risposi io sorridendo alla reazione di Obi-Wan.
«Sono ancora al massimo della forma nonostante io abbia quasi quarant’anni» ribatté lui sulla difensiva.
Scrollai la testa divertito e seguii Cody fuori dalla stanza prima che Obi-Wan avesse il tempo di aggiungere altro.
 
Gli uomini erano tutti in posizione, armati e con i caschi indosso.
Obi-Wan disse: «Cody, tu guiderai la truppa uno, affida ad un uomo la due. Io mi porterò dietro Koi-Jon e guiderò la tre. Avanzeremo in parallelo ed elimineremo ogni droide all’interno del quartiere. Deve essere in mano nostra entro il tramonto»
«Ricevuto, Generale» rispose Cody prima di fare un cenno ad uno dei suoi ufficiali per affidargli la truppa due.
Ci dividemmo pronti per andare all’attacco del quartiere. Quando tutti furono nuovamente in posizione Obi-Wan prese il comlink di comunicazione per le truppe e disse: «Iniziamo»
 
Iniziammo a marciare verso l’obbiettivo, ogni truppa verso una zona diversa del quartiere, ma ben presto il primo ostacolo ci si parò davanti: piccoli contingenti di droidi occupavano ogni via.
Obi-Wan iniziò a dare ordini pensando ad una velocità assolutamente inconcepibile.
«Dividetevi in tre gruppi! Il primo verrà guidato da Forde, il secondo da me ed il terzo da Sain. Sparpagliatevi per la nostra zona, il nostro obbiettivo è quel palazzo con il tetto crollato. Ci ritroveremo lì, ora andate!»
Ci fu un momento di caos prima che gli uomini si dividessero in tre gruppi poi tutti quanti ci muovemmo in sincronia ed il gruppo di Obi-Wan, con me al seguito, si diresse di corsa verso la via centrale contro il primo contingente.
I droidi iniziarono a far fuoco e due uomini di fianco a me vennero colpiti e caddero a terra. Mi maledissi, se fossi stato in contatto con la Forza avrei potuto deviare quei colpi e salvare i due uomini.
Attivai la spada e mi abbandonai alla Forza pronto a combattere.
Una fila di cloni si fermò poggiando un ginocchio a terra ed iniziarono a sparare, gli altri avanzarono con me ed Obi-Wan verso i droidi
«Koi-Jon, copri l’ala destra!» mi gridò il Maestro prima di dirigersi dalla parte opposta.
Decisi di usare il Soresu, almeno fino a quando non sarebbe diminuito il numero di droidi. Gli uomini si fermarono dietro di me ed io avanzai ancora verso i droidi deviando i loro colpi per avvicinarmi. Quegli ammassi di ferro cadevano come mosche, gli uomini stavano facendo un ottimo lavoro, ma alcuni di loro erano già stati feriti.
Passai all’Ataru, avrei potuto usare la Forma III quando sarei stato più stanco: ora dovevo pensare agli uomini e a cercare di abbattere i droidi il più in fretta possibile.
Con una piroetta tagliai la testa a tre droidi, prima di spingerne via tre grazie alla Forza. Con una capriola mi allontanai da due droidi che mi si stavano pericolosamente avvicinando, tirai un calcio ad un droide e questo cadde a terra e lo trapassai con la spada.
“Alla faccia dell’essere monaci e pacifici!” pensai tagliando a metà ancora cinque di quegli ammassi di ferraglia senza vita.
Finalmente tutto il primo contingente Separatista fu messo fuori uso, e noi ci radunammo. Obi-Wan chiese: «Quanti sono stati feriti?»
Uno dei soldati rispose con un tono decisamente macabro: «Dieci feriti e sette morti, Generale»
Obi-Wan scosse la testa come sconfitto e disse: «I feriti che non riescono a proseguire vengano accompagnati da due di voi alla base, il resto con me. Noi andiamo avanti»
Io non riuscii a fare a meno di chiedermi se a Sain e a Forde fosse andata meglio o se anche loro contavano quelli che per me erano molti morti nel loro gruppo.
Nessuno dei feriti volle tornare indietro, così procedemmo ancora nel quartiere sempre avanzando di corsa.
Mentre ci inoltravamo nelle vie del quartiere altri gruppi di droidi ci venivano incontro per attaccare, continuavamo ad abbatterli e a proseguire verso il nostro obbiettivo.
All'improvviso ebbi un brutto presentimento e mi voltai verso Obi-Wan per scoprire che anche lui mi stava guardando, dopo un solo secondo da quando i nostri sguardi se erano incrociati gridammo all’unisono: «Al riparo!».
Tutti gli uomini obbedirono immediatamente all’ordine nascondendosi dietro macerie, nei vani delle porte, dentro le case abbandonate e dietro i muri.
Io ero accucciato dietro una finestra con altri due soldati. Rimanemmo immobili per alcuni minuti ed uno dei due uomini a fianco a me disse: «Capitano, non succede niente, usciamo».
Scossi la testa e risposi: «Stiamo fermi qui»
L’altro ribatté: «Capitano, sono quasi dieci minuti che aspettiamo, conviene proseguire»
«Stiamo fermi qui, questo è un ordine» risposi deciso: stava per succedere qualcosa di brutto, lo sentivo.
In quel momento un carro armato droide IG-227 di classe Hailfire spuntò dall’estremità della via ed iniziò a fare fuoco colpendo tutto quello che c’era nella via, ma nessuno di noi venne toccato.
Uno dei due soldati che erano con me mi disse: «Meno male che non ci hai dato ascolto, Capitano! Grazie a te siamo vivi!»
Io feci un cenno di diniego con la testa e risposi: «Non grazie a me, ma grazie alla Forza voi siete salvi»
«Capitano, sei stato tu ad avvisarci, tu ci hai salvato» ribatté cocciuto il clone.
Io però mi mostrai più ostinato e risposi: «Io ho solo seguito il volere della Forza, sono un Suo semplice emissario, non esisterei senza la Forza»
I due soldati ammutolirono guardandomi tra il dubbioso ed il sorpreso prima di tornare ad osservare l’Hailfire avanzare nella via.
Appena il carro armato svoltò oltre l’angolo tutti noi uscimmo dai nascondigli.
«Proseguiamo svelti, il quartiere deve essere nostro!» ordinò subito Obi-Wan appena tutti furono a portata d’orecchio.
«Sì, Generale» risposero i cloni e subito dopo ripartimmo con la nostra spedizione.


Piccola Palestra padawan di Dragasi
Qui non si allena con la Maestra Karkel


Salve a tutti!
Eccoci qua con il capitolo 36! Spero che questo nuovo pezzo della Guerra dei Cloni vi sia piaciuto! (Lo so che probabilmente sto devastando l'EU della serie The Clone Wars, ma stiamo parlando di fanfiction ed io ho sempre detto che questo era un ipotetico periodo prima della Grande Purga Jedi u.u)
Comunque tornando al capitolo il piccolo Koi-Jon sta crescendo, quasi mi commuovo :') ma devo mantenere la calma, sono un Jedi io!
Allora ringrazio voi che mi avete sopportato letto fin qui e spero arriviate fino in fondo. Ringrazio tuti voi che mi avete dedicato del tempo lasciandomi una recensione e a tutti voi che anche avete dato solo un'occhiata a Padawan! A presto!

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Capitolo 37
*** La Saggezza di un Maestro ***


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Ero sulla terrazza del palazzo che era il nostro quartier generale nella città di Reigun. L’obbiettivo del giorno era stato raggiunto: il quartiere adesso era in mano alla Repubblica, ma ad un prezzo altissimo.
Stavo guardando il sole tramontare dietro i palazzi della città e nel mentre cercavo di calmare la tempesta che avevo dentro al cuore con l’aiuto della Forza.
Il sole era tramontato per metà ed il cielo arancione era uno spettacolo magnifico che avrei guardato sorridendo in altre circostanze, ma le immagini di quella giornata si affollavano nella mia mente e neanche la meditazione riusciva ad aiutarmi.
Percepii qualcuno arrivare alle mie spalle, ma non mi voltai e continuai ad osservare la città.
«Capitano Talker, ti cerchiamo da due ore. Il tuo Maestro vorrebbe parlarti»
«Ciao, Cody» dissi voltandomi e vidi il Comandante con il braccio ferito appeso al collo e nell’altro una stampella per non appoggiarsi alla gamba ferita «Come stai?»
«Io bene, Capitano. Avrò un paio di settimane di vacanza. Tu, piuttosto come stai? Mi sembri un po’ giù»
«Sto bene, ma mi chiedo il perché di questa guerra che non sta portando vantaggi a nessuno, ma solo tanta morte» mormorai io in risposta facendo vagare lo sguardo sopra le rovine della città.
«Dobbiamo tenere unita la Repubblica così da mantenere la pace» rispose lui affiancandomi.
Io non riuscii a trattenermi e buttai fuori tutte le emozioni di quel giorno: «E tu questa la chiami pace?!» urlai io sull’orlo delle lacrime «Oggi sono morti centosette uomini e tu ed altri cinquanta siete rimasti feriti, ed hai il coraggio di chiamarla pace?»
Cody mi guardò preoccupato e disse: «Capitano…»
«Non chiamarmi Capitano! Ho quattordici anni! Sono solo un apprendista! Cosa ci faccio qui?» scoppiai a piangere cadendo a terra in ginocchio.
Cody zoppicò verso l’interno dell’edificio urlando: «Generale! Generale Kenobi! Il suo apprendista ha bisogno di lei!»
Io rimasi accasciato per terra con il viso tra e mani finché non sentii dei passi di corsa e la voce del Maestro gridare: «Koi-Jon!»
Alzai lo sguardo, il volto bagnato dalle lacrime e mormorai: «Maestro…»
Appena mi raggiunse mi mise una mano sulla spalla e disse con un tono rassicurante: «Calmati, Padawan, cosa c’è?»
Lo guardai con occhi supplicanti e iniziai a parlare: «Maestro non capisco, non capisco il perché di questa guerra, non capisco perché non possiamo lasciare che i Separatisti si stacchino dalla Repubblica, non capisco perché noi Jedi votati a proteggere la pace dobbiamo condurre una guerra. Non capisco perché io ho il titolo di Capitano avendo appena quattordici anni e nessuna esperienza di guerra, non capisco perché il Consiglio non si è opposto alla guerra, non capisco perché centinaia di uomini debbano morire per conquistare pochi palmi di terra…»
Obi-Wan mi mise un braccio intorno alle spalle e mi spettinò i capelli con l’altra mano, quel piccolo gesto familiare mi tranquillizzò un pochino.
«Koi-Jon…» sussurrò il Maestro «Ascoltami, mio giovane Padawan. So che tutto quello che sta succedendo può sembrarti privo di ogni senso, so che sembrerebbe molto più facile lasciare che i Separatisti si stacchino dalla Repubblica, ma se si staccano loro molti altri sistemi lo faranno e questo porterebbe alla scomparsa della Democrazia che noi abbiamo giurato di proteggere. Gli uomini che sono morti in questi giorni hanno fatto il nostro stesso giuramento, sono morti combattendo per proteggere quello in cui credevano[1]. E, fidati, il Consiglio si è opposto alla guerra, ma non siamo noi a guidare la Repubblica, noi la serviamo soltanto. Lo so che ti senti ancora un bambino, ma sei un Jedi di quattordici anni, sei il mio Padawan e sei stato cresciuto per servire la pace, la Repubblica e la Democrazia. Koi-Jon, abbi fiducia in te stesso e nella Forza, Lei sarà sempre con te, dovunque andrai. Sei nato con un dono e da più di undici anni ti addestri per usarlo, è per questo che sei un Capitano. E poi ci sono io, e ti sarò affianco fino a quando non diventerai Cavaliere»
Sorrisi al Maestro con ancora le lacrime agli occhi, ma ero sollevato dalle sue parole, la tempesta nel mio cuore si era placata. Mormorai: «Grazie, Maestro»
Mi alzai in piedi ed Obi-Wan circondandomi con un braccio mi condusse all’interno.

«Padawan! Dove sei?» sentii chiamare Obi-Wan.
Mi alzai di scatto e dissi a Cody, con il quale stavo parlando seduto in terrazza: «Devo andare, perdonami»
Cody mi sorrise ed io entrai di corsa per raggiungere il Maestro.
«Eccomi» dissi appena lo raggiunsi.
«Koi-Jon, ho una buona notizia! Siamo stati richiamati, torniamo a casa»
Io lo guardai raggiante e chiesi incredulo: «Davvero? Torniamo al Tempio?»
Lui mi sorrise e rispose: «Sì, mio giovane Padawan. Vai a prepararti»
Io saltai gridando felice, ormai erano passati due mesi e mezzo da quando eravamo arrivati su Rhen Var.
«Padawan! Controllo! Non smetterò mai di ripetertelo: tieni sotto controllo le tue emozioni» mi rimproverò lui con tono secco.
Io mi appellai alla Forza per calmarmi e gli dissi: «Hai ragione, Maestro. Mi concentrerò di più»
«Adesso va a prepararti e ad avvisare gli uomini che arriva il cambio» mi ordinò lui sorridendo.
«Certo, Maestro» risposi felice e corsi via a dare a tutti la bella notizia.
 
Era ormai sera quando tutti noi fummo pronti e la nave con il nostro cambio atterrasse appena fuori Reigun.
Ero felice: tornavo a casa e mi lasciavo alle spalle il fronte. Sapevo che ci sarei ben presto tornato, ma quello che mi importava in quel momento era solo poter rivedere il Tempio.
Salimmo a bordo della nave ed io mi accomodai vicino ad Obi-Wan.
«Piccolo Padawan, riposa, tutti noi ne abbiamo bisogno» mi disse lui con voce dolce.
Io alzai la testa per guardarlo negli occhi e dissi: «Maestro, quanto staremo al Tempio?»
«Non lo so, ma dovremo tornare al fronte: la guerra non è finita e noi abbiamo il dovere di servire la Repubblica»
«Maestro, ti ricordi la visione di Dac?» domandai io.
Lui annuì prima di rispondermi: «Certo, Koi-Jon. Come mai ne parli adesso?»
«Ti ricordi che pensavo fosse inerente alla guerra? Però non è successo niente e l’ho avuta di nuovo la notte dopo la distruzione del computer centrale» risposi pacato e tranquillo.
«Era per quello, quindi, che ti eri svegliato?» mi chiese lui incuriosito.
«Sì, Maestro. Ora però non sono così sicuro che abbia a che fare con la guerra»
«Padawan, non so cosa dirti a riguardo. Questo è un messaggio della Forza Unificatrice, ma ricordati bene che tu devi riuscire a mantenere un equilibrio tra Forza Vivente ed Unificatrice. Non pensare al futuro a discapito del presente»
«Sì, Maestro» risposi accogliendo il suo prezioso insegnamento,
«Ora volevo meditare un po’, Koi-Jon, dovresti fare lo stesso» mi raccomandò lui prima di prepararsi alla meditazione.
Sorrisi e seguii il suo consiglio.
 
Sono passate due settimane dal nostro ritorno al Tempio e qua è tutto fuori dal normale.
Obi-Wan, nonostante la situazione nella Galassia stia diventando sempre più critica e necessiti sempre di più dell’attenzione dell’Alto Consiglio, sta cercando di mantenere una certa routine per il mio addestramento.
La guerra sta andando male ed ormai noi Jedi siamo esausti, stanchi di combattere invece di mantenere la pace.
Da undici anni studio per diventare Cavaliere, e da quattro servo la Repubblica in qualità di Padawan. Questa è la mia vocazione: servire la pace e la Democrazia, non combattere una guerra.
 
In questo momento Obi-Wan è impegnato con un’altra riunione del Consiglio, così ho deciso di andare da Laki.
Arrivo alla sua stanza e busso alla porta, sono certo di trovarlo lì: tutte le lezioni dei Clan sono state sospese per oggi.
Lui mi apre la porta e mi saluta sorridendo: «Ciao, Koi!» poi mi abbraccia stretto.
Sorrido, quel bambino è dolcissimo ed è pure cresciuto tantissimo: ormai ha otto anni… Sono sicuro che diverrà un grandissimo Jedi.
Il tempo passa molto in fretta eppure noi Jedi rimaniamo legati a tradizione vecchie più di ventiquattromila anni mentre il mondo corre veloce intorno a noi.
Gli sorrido e dico: «Come stai, Laki? Il tuo addestramento come procede?»
«Sto migliorando tantissimo con la spada, ma ho ancora un po’ di problemi a spostare oggetti» ha un attimo di esitazione e poi aggiunge: «Tutta questa situazione non mi piace, Koi-Jon, al Tempio non c’è più la serenità che c’era quando sono arrivato…»
«Lo so, Laki, ma la Forza ci aiuterà a superare anche questo» rispondo io «A nessun Jedi piace questa situazione, ma passerà e l’Ordine potrà tornare a difendere la pace della Repubblica. Ne sono sicuro»
Lak’amon mi guarda e risponde: «E se la Forza non volesse che la guerra abbia una fine?»
Guardo un momento il piccolo Twi’lek e dico: «Obi-Wan mi dice sempre che la Forza non può volere nulla di male, quindi anche questa situazione si sistemerà»
Lui annuisce, anche se non mi sembra troppo convinto.
Ho bisogno di meditare così propongo a Laki: «Credi di poter venire in una delle sale di meditazione con me? Credo che potrà solo farci bene»
Lui annuisce e così ci incamminiamo: due giovanissimi Jedi preoccupati per la guerra.
 
[1] Ok, i soldati clone erano un pochino obbligati a combattere, ma Obi-Wan adesso deve cercare di consolare il povero Koi-Jon e di dargli una spiegazione a tutto quello che gli sembra privo di senso, quindi vi prego di concedermelo.


Piccola Palestra Padawan di Dragasi

Ed eccovi di nuovo qui a leggere questo mio angolino.
Koi-Jon è cresciuto ancora un po' ed anche il piccolo Laki (qualcuno di voi se lo ricordava?)
Passiamo ai ringraziamenti: prima di tutto voglio ringraziare la mia sorellona Sylvia Nabierre che mi ha sempre appoggiato nella stesura di questa storia, grazie sorellona!
Poi: Greece_Lee, una piacevolissima compagna di viaggio che spero continuerà a seguirmi nelle mie avventure.
9pepe4, la studiossissima e simpaticissima Pepe :D il cui secondo nome è incasinata, aspetto con ansia il nuovo capitolo della tua long.
zombiehunter, Carmaux95, _avatar_, ewan91, e tutti voi che leggete questa mia storia, mi siete di grande sostegno!
Allora spero che questo capitolo in cui Obi-Wan da prova di tutta la sua saggezza vi sia piaciuto ed io vo lascio con un grande abbraccio!
A presto!

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Capitolo 38
*** La Fine ***


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Sono fuori dalla Sala del Consiglio ormai da quattro ore, è stata convocata una riunione straordinaria, non so il motivo, so solo che il mio Maestro quale membro del Consiglio si è dovuto presentare.
Ci stavamo allenando con la spada quando il Padawan di Mace Windu ci raggiunse e disse a Obi-Wan: «Maestro Kenobi il Consiglio si sta riunendo, dovete recarvi nella Sala del Consiglio»
«Grazie Roan, riferisci al tuo Maestro che arriverò subito»
Appena Roan se ne andò Obi mi disse: «Vieni, mi aspetterai fuori»
E adesso sono fuori da questa dannata porta senza sapere niente.

Finalmente la porta si apre. Obi-Wan è il primo a uscire, viene verso di me e mi dice: «Koi-Jon, devo partire, rimani al Tempio. Tornerò il prima possibile. Mentre sono via continua ad esercitarti»
«Maestro, perché non posso venire con te? Abbiamo sempre affrontato tutto insieme... perché non posso seguirti?»
«È più sicuro se rimani qui. Sei troppo giovane per questa missione»
«Ma, Maestro, per Socorro non ero troppo giovane e avevo dieci anni, su Dac ho rischiato la vita e avevo dodici anni, nella nostra ultima missione anche, ma non ero troppo giovane. E nemmeno per tutte le altre missioni che abbiamo affrontato»
«Basta, Padawan. Rimarrai qui questa volta. Non voglio metterti in pericolo, Koi-Jon, e qui sarai al sicuro»
«Ma, Maestro…»
«Padawan, non voglio più discutere»
«Posso solo farti una domanda, Maestro?»
«Va bene, Koi-Jon»
«Dragasi è al Tempio?»
«No, lui e la Jedi Karkel sono su Alderaan come ambasciatori. Adesso devo andare».
Si volta e si incammina per il corridoio, ma dopo aver fatto pochi passi si gira verso di me e mi dice: «Tornerò presto, Koi-Jon, te lo prometto. Ti voglio bene».
Sono sorpreso, questa è la seconda volta che Obi-Wan dice che mi vuole bene. Due volte in quattro anni. Le sue parole mi fanno credere che abbia paura di non tornare... perché mi ha lasciato qui? Me ne torno in camera mia. Mi sdraio sul letto e tiro fuori la mia vecchia sfera e inizio a esercitarmi. Ormai la muovo con disinvoltura dove voglio, anche allontanandola di molto dalla mia mano. Mi chiedo quanti giorni passeranno prima del ritorno di Obi-Wan.
Sono stanco, gli occhi mi diventano pesanti, mi addormento.

Ormai sono passati quattro giorni dalla partenza del Maestro. Passo la maggior parte del mio tempo in biblioteca o nella palestra Padawan. Al Tempio ormai siamo rimasti in pochi, siamo quasi tutti Youngling e Padawan.
Non è rimasto neanche un membro del Consiglio, e in tutto il Tempio ci saranno sì e no una trentina di Cavalieri. Sono preoccupato, non so cosa stia succedendo, ma di sicuro è qualcosa di grave.

Sono passati altri due giorni, oggi è tornato Mace Windu. Anakin Skywalker è corso dal Maestro Windu e poco dopo Windu è uscito dal Tempio dirigendosi verso il Senato, poco dopo è uscito anche Anakin.
Sono via da un po'... mi chiedo cosa abbia spinto il Maestro Windu a uscire così in fretta dal Tempio.
Sento degli strani rumori arrivare dall'entrata del Tempio, percepisco anche un'immensa potenza oscura. Prendo la mia spada e mi fiondo fuori dalla palestra Padawan. Attivo la spada, arrivo all'ingresso e vedo per terra un sacco di corpi, di Padawan e Cavalieri, riconosco tra quelli Roan.
Mi dirigo di corsa verso l'area di addestramento degli Youngling. Entro nella stanza del Clan dell'Orso. Uno spettacolo orribile mi si presenta davanti agli occhi: i corpi di venti bambini e una Maestra a terra. Tra i corpi vedo quello di un Twi'Lek blu... mi avvicino, mi inginocchio a fianco e gli sollevo la testa. Riconosco il volto di Laki, riappoggio il corpicino a terra e mi metto a piangere silenziosamente. Chi può essere il mostro che ha ucciso così tanti ragazzi e bambini?
Chi può aver portato così tanto dolore all’interno del Tempio, che un tempo era un luogo di pace e serenità?
Riprendo la spada ed esco dalla stanza, preferisco non entrare nelle stanze degli altri Clan. Arrivo nell'atrio principale del Tempio, e lì lo vedo, vedo il mostro circondato da corpi di Cavalieri e Padawan. Continuo a guardare il mostro fino a quando il mio sguardo e il suo si incrociano. Sto guardando negli occhi Anakin Skywalker, ma non sono più i suoi occhi allegri e gentili, sono occhi crudeli e pieni d'odio. Sento che si è abbandonato al Lato Oscuro. Attivo la spada e lui mi dice con voce fredda e crudele: «Koi-Jon, vattene adesso e non ti farò del male, non voglio far soffrire Obi-Wan»
«Non me ne andrò, Anakin, sei un mostro, perché hai ucciso tutti quei bambini?» rispondo sicuro della mia decisione
«Vattene o ucciderò anche te»
«Non me ne vado» ribatto nuovamente. Non posso andarmene, so che non ho molte speranze contro di lui, ma ci devo almeno provare.
«Hai scelto tu» mi risponde attivando la sua spada.
Mi metto in guardia, lui mi attacca e io paro il suo colpo. Scarto di lato e provo a colpirgli un braccio, para il colpo e mi attacca di nuovo, questa volta con una sequenza di attacchi. Alto, lato, basso, alto. Paro tutti i colpi, ma arretro fino ad arrivare a pochi metri da un muro. Contrattacco di nuovo, Anakin scarta di lato e abbassa la sua lama sul polso della mano con cui sto tenendo la spada. La lama attraversa la carne e la mia mano cade a terra insieme alla mia spada.
Cado anche io e svengo.

Sento una voce chiamarmi, una voce quasi rotta dal pianto: «Koi-Jon! Svegliati! Koi-Jon ti prego, sento che sei vivo, svegliati mio giovane Padawan!».
Apro gli occhi lentamente. Vedo sfocato, ma riconosco il volto di Obi-Wan. Mormoro: «Maestro...» ma non riesco a dire altro.
Ora ho scoperto il significato della visione, la Forza voleva avvisarmi di quello che sarebbe successo, voleva avvisarmi che i Jedi sarebbero stati sterminati ed io sono stato cieco…
«Koi-Jon, grazie alla Forza! Ti porto via di qui, ce ne andiamo. Ti porto al sicuro»
«Maestro...» provo a parlare ma non riesco.
«Sono stato uno sciocco, Koi-Jon, avrei dovuto portarti con me, avevi ragione tu. Se ti avessi dato ascolto ora non avresti perso la mano, ma te la farò mettere a posto, te lo prometto»
«Maestro... Anakin» riesco ad aggiungere questa volta.
«Lo so Koi-Jon, adesso sta' tranquillo» mi risponde lui con la morte nel cuore.
Mi prende in braccio, mormoro ancora: «La mia spada»
«L'ho presa io. Adesso non sforzarti, sta tranquillo»
Mi abbandono tra le sue braccia perdendo di nuovo i sensi.
 
Mi sveglio, sono sdraiato su un letto medico, dei droidi stanno trafficando intorno al mio braccio. Inizio a sentirmi meglio, mi guardo intorno ma non riesco a vedere Obi-Wan. Lo chiamo, ma non ricevo risposta. Provo ad alzarmi e uno dei droidi mi dice: «Rimanga sdraiato, l'operazione non è finita»
Obbedisco e chiedo: «Dov'è il mio Maestro?»
«Maestro Kenobi non è qui, è andato su Mustafar»
Mi domando cosa ci sia andato a fare su quel pianeta, ma so che il droide non mi può dare una risposta.
Il droide mi dice: «È meglio se riprende a dormire, l'operazione è ancora lunga»
«Non ho sonno»
«Per questo non c'è problema»
Sento una specie di pizzicotto e poco dopo le palpebre diventano pesanti. Sono stufo di passare da uno svenimento a una dormita. Non riesco a rimanere sveglio. Mi addormento.

Mi sveglio su un'altra nave, non c'è più nessun droide. Istintivamente mi guardo la mano che ho perso nello scontro con Anakin. Al suo posto trovo uno scheletro in duracciao. Provo a muovere le dita, rispondono perfettamente ai miei comandi. Prendo dalla solita tasca la sfera e provo a giocarci con quella nuova mano, nessun cambiamento da quella vera. Rimetto a posto la sfera nella sua tasca e mi guardo intorno. Vicino a me c'è un neonato. Mi alzo e mi dirigo verso la cabina di pilotaggio, posso percepire Obi-Wan. Entro e vedo il mio Maestro seduto ai comandi. Senza girarsi si accorge che sono entrato e mi dice: «Koi-Jon, finalmente! Come va la tua nuova mano?»
«Benissimo, Maestro» rispondo, e dopo un momento di esitazione aggiungo «Dove siamo diretti?»
«Tatooine»
«È nell'Orlo Esterno?» chiedo sedendomi di fianco a lui.
Annuisce in silenzio.
«Maestro, ti ricordi la visione?»
«Certo, Padawan» risponde lui senza voltarsi.
«L’ho compresa ora, e mi sono reso conto di essere stato cieco. La Forza voleva avvisarmi, voleva farmi sapere quello che sarebbe successo ai Jedi. Se fossi stato più attento…»
«Koi-Jon, non hai niente di cui rimproverarti. Nessuno dei Jedi è riuscito a vedere quello che è accaduto. Nemmeno il Maestro Yoda l’aveva capito. Siamo tutti stati ciechi»
Annuisco in silenzio, ancora una volta mi ha tolto un grande peso dalle spalle.
Non oso chiedergli del bambino.
 
Una volta sbarcati Obi-Wan lascia il bambino a una coppia di ragazzi. Scambia delle parole con la coppia, ma non le sento sono troppo distante. Poi ci dirigiamo verso il deserto. Ci fermiamo solo una volta arrivati davanti a una casa per metà in rovina. Obi-Wan si ferma davanti alla porta e si gira verso di me: «Vivremo insieme qui, fino a quando non avrai completato il tuo addestramento, Padawan»
«Perché Maestro? Perché devo continuare il mio addestramento? Non ha più alcun senso ormai» rispondo triste con ancora i volti dei bambini morti davanti agli occhi.
«Non dire cosi, Koi-Jon, hai prestato un giuramento. È importante che tu finisca il tuo apprendistato» mi risponde lui serio, ma percepisco che anche lui è spezzato da quello che è successo.
«Ma ormai i Jedi non esistono più...»
«Vivono ancora, in me, in te, e in tutti gli Jedi sopravvissuti. Ed è importante che tu un giorno sia pronto per addestrare nuovi Jedi, così da poter riformare l'Ordine»
Guardo Obi-Wan negli occhi, e lui mi fissa in un modo con cui non mi aveva mai guardato, mi implora con lo sguardo di ascoltarlo. Mi implora di continuarlo a seguire anche adesso che non c'è nessuna regola ad obbligarmi, anche adesso che non sembra contare più nulla l'addestramento. Mi ricordo della promessa che gli avevo fatto durante il viaggio per Socorro "Non tradirò mai più la tua fiducia, Maestro". Lo guardo negli occhi, fissando quello sguardo implorante.
«Maestro, sono pronto»
I suoi occhi si riempiono di gioia e mi sorride.
 
Sono passati dieci anni dalla fine del mio addestramento e ora sono io il Maestro: Maestro del bambino più dolce che esista.
Sono seduto con lui nel giardino della mia casa, stiamo meditando. Improvvisamente sento una variazione nella Forza. Inizio a urlare, il piccolo si spaventa e mi chiede: «Maestro, stai bene?»
Cerco di tranquillizzarlo annuendo, ma capisco subito che il mio tentativo è vano. Percepisce che il mio dolore è troppo grande. Inizio a piangere: Obi-Wan è appena morto.


Piccola Palestra Padawan di Dragasi
Eccoci giunti alla fine di questa storia, di questa lunga storia del piccolo Koi-Jon. Quasi non riesco a crederci... questo cammino è durato così tanto, quasi due anni, e tante cose sono cambiate a cominciare dal mio stile di scrittura e da un po' di cose successe durante questi due anni.
Senza di voi però questa storia non avrebbe mai preso forma e le avventure di Koi-Jon si sarebbero fermate ai primi capitoli quindi non posso fare altro che ringraziarvi sapendo già che mi mancherete così come mi manca Koi-Jon.
Prima di tutto voglio ringraziare la mia sorellona Sylvia Naberrie, che deve decidersi ad aggiornare la sua ff che voglio capire che diamine farà Soraya con la sua Padawan! Lo sai, sorellona, che questa storia non sarebbe andata molto avanti senza di te. Mi hai sostenuto mentre la scrivevo e anche nella mia vita, perciò ti ringrazio di tutto e non solo per quello che riguarda questa storia.
Ed ora voglio fare un ringraziamento speciale a Greece_Lee, che so che anche lei si è affezionata al piccolo Koi-Jon. Spero che questo finale ti sia sembrato degno della storia, e ti lascio un grosso abbraccio ringraziandoti di tutto il tempo che hai speso per me.
Ad artoria_abysswalker che anche lei mi ha seguito in questa avventura preoccupandosi per il piccolo Koi-Jon.
DaughterOfSkyrim, grazie per avermi dedicato parte del tuo tempo.
9pepe4 che mi ha aiutato molto e le sue recensioni mi risollevano sempre l'autostima, un grosso abbraccio :D e mi ha pure lasciato una recensione indimenticabile che mi ha fatto ridere per almeno venti minuti
Vrael01 e zombeihunter, ringrazio anche voi, per le vostre recensioni, nella speranza che la storia abbia continuato a piacervi.
Ewan91, che mi hai seguito in molte avventure oltre a questa, ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato e spero che ci rincontreremo presto.
Carmaux_95, sei stata un'ottima compagna di viaggio e ti ringrazio con un enorme abbraccio, a presto!
Ora è il turno di _avatar_ che ha seguito anche lei Koi-Jon e non posso dimenticarla, grazie per avermi lasciato le tue recensioni, che mi facevano molto piacere e mi strappavano sempre una risata.
Ringrazio anche tutti voi che avete letto questa storia, messa tra le seguite o le preferite, o anche dato solo un'occhiata veloce. Questa storia è stata molto importante per me, mi ha aiutato a superare dei momenti brutti e mi ha tenuto compagnia, ed è stata così importante anche grazie a tutti voi.
Grazie e che la Forza sia con voi, sempre.

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