Sclero di una notte di mezza estate

di Liberty89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Una notte come tante ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Ricordi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Il ritorno ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Comincia il viaggio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: L'incontro ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Spiegazioni ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Quando gli incubi diventano realtà ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Il volto del nemico ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Scelte sofferte ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Ogni serratura ha la sua chiave... ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Amore e criceti ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Primo contatto ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Ricerca ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Informazioni ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: L'accordo ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Una nuova stirpe ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: La battaglia ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: L'errore ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Confessioni ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: Non è ancora finita ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Seiten Taisei ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Partenza ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: La profezia ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: L'Oscurità del Tramonto ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26: Nuovo mondo, nuovi guai ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27: Salvataggio ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28: Il risveglio ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29: Le calde tenebre del cuore ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30: La luce che salva dall'oscurità ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31: Il mistero dai capelli blu ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32: L'ultimo emissario ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33: Lotterò ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34: Ci sei tu ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35: Chimere ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36: Magia e alchimia ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37: L'esplosione ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38: Lottare con l'Oscurità ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39: La forza dell'amicizia ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40: Cosa manca? ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41: Di nuovo in viaggio ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42: La festa ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43: Vecchi amici ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44: Sogni ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45: Il dolore di un ricordo ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46: Problemi sotto le stelle ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47: Un ballo movimentato ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48: Lo scontro continua ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49: La mossa dei fanti ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50: Il Guardiano ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51: Senza via d'uscita ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52: Sentenza di morte ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53: Verso la fine della contesa ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54: Crepuscolo e Aurora ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55: Over rain ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56: L’incanto reciso dalle fiamme (prima parte) ***
Capitolo 57: *** Capitolo 56: L'incanto reciso dalle fiamme (seconda parte) ***
Capitolo 58: *** Capitolo 57: Truth ***
Capitolo 59: *** Capitolo 58: La fenice ***
Capitolo 60: *** Capitolo 59: Il passato [primo atto] ***
Capitolo 61: *** Capitolo 60: Il passato [secondo atto] ***
Capitolo 62: *** Capitolo 61: Il passato [terzo atto] ***
Capitolo 63: *** Capitolo 62: Il passato [quarto atto] ***
Capitolo 64: *** Capitolo 63: L'ultima eredità ***
Capitolo 65: *** Capitolo 64: Friendship ***
Capitolo 66: *** Capitolo 65: Drinks and blades ***
Capitolo 67: *** Capitolo 66: L'ira della rosa bruciata ***
Capitolo 68: *** Capitolo 67: Commiato ***
Capitolo 69: *** Capitolo 68: Il piano di Jessie ***
Capitolo 70: *** Capitolo 69: Kairi's light ***
Capitolo 71: *** Capitolo 70: L'amore degli opposti ***
Capitolo 72: *** Capitolo 71: Acqua e fuoco ***
Capitolo 73: *** Capitolo 72: La furia di mezzanotte ***
Capitolo 74: *** Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [prima parte] ***
Capitolo 75: *** Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [seconda parte] ***
Capitolo 76: *** Capitolo 74: Osuwari! ***
Capitolo 77: *** Capitolo 75: Fiore rosso x viscida Oscurità x Luce perduta ***
Capitolo 78: *** Capitolo 76: Notizie x shock x malessere ***
Capitolo 79: *** Capitolo 77: Legame x Ricordi x Ragni ***
Capitolo 80: *** Capitolo 78: Lobelia x Voce x Not Alone ***
Capitolo 81: *** Capitolo 79: Carte x Fiamme x Veleno ***
Capitolo 82: *** Capitolo 80: Grida x Sconfitta x Inizio ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Una notte come tante ***


Salve a tutti! Finalmente posto anche una long fic, che scrivo da ormai un anno. Il titolo può essere ingannevole, tutto perché l'idea per questa storia mi ha attraversato il cervello mentre ero al cinema a guardare un film (con cui non c'entra assolutamente nulla! xD) e quando sono tornata a casa mi sono limitata a far scorrere le dita sulla tastiera. Per ora non so che altro dirvi se non buona lettura!

Disclaimer: I personaggi originali di questa storia mi appartengono, mentre gli altri e le diverse ambientazioni non sono miei. La fic non è stata scritta a scopo di lucro.



Capitolo 1: Una notte come tante
Il freddo vento di aprile le sferzava le braccia con la sua violenza, ma per lei era come una leggera brezza. Il suo corpo era ormai abituato a ricevere colpi ben peggiori di un alito di vento. Inoltre un fuoco particolare bruciava dentro di lei e nemmeno la neve più gelida le avrebbe fatto avvertire qualcosa più di un brivido.
Il silenzio regnava sovrano in quella notte senza luna.
Le stelle non si mostravano al suo sguardo, perché oscurate da uno spesso strato di nubi.
Unica fonte di luce, erano i lampioni del paese. Ma per lei erano più che sufficienti. Col tempo, i suoi occhi si erano abituati al buio della notte. Ormai vedeva come se fosse in pieno giorno.
Il vento cessò e con esso il movimento del suo cappotto. Un lungo cappotto di stoffa nera senza maniche, provvisto di cappuccio, con la cerniera che partiva da sotto il collo per arrivare all’altezza del cavallo dei jeans, anch’essi neri.

Don... don... don...

Il campanile aveva iniziato a muoversi. La mezzanotte era giunta. L’ora delle streghe e dei fantasmi nelle favole.
L’ora delle ombre dagli occhi gialli e dei loro sinuosi antagonisti dal corpo bianco-sporco nella sua realtà.
Il braccio destro andò a premere veloce il tasto play dell’I-Pod nascosto nella tasca dei pantaloni e la prima, chiara, nota della Nona sinfonia risuonò nel silenzio della sua mente, mentre gli occhi si aprivano e quelle creature uscivano dal loro nascondiglio. Un sorriso amaro le segnò il volto celato e un’unica parola uscì dalle sue labbra.
-Cominciamo.-
Il braccio destro si levò verso l’esterno e nella mano vi apparve un’arma leggendaria, che in molti mondi era famosa per aver portato la pace, ma in quel mondo solo lei la conosceva e la pace… quella non le era ancora stata restituita. Scese con un leggero balzo dal tetto della chiesa e si gettò tra le bambole bianche e tra le figure d’ombra, facendone polvere.

Quella notte perlustrò ogni angolo del suo paesino e, visto e considerato che aveva fatto in fretta, si spinse anche nel paese vicino. Trovò due squadroni per ciascuna delle due stirpi di creature, anche loro non avrebbero visto l’oscurità della notte seguente. La lama di quell’arma straordinaria, capace sia di portare ordine nel caos sia caos nell’ordine, distruggeva tutti gli esseri che si trovavano sulla strada di colei che l’impugnava.
Il suo corpo si muoveva automaticamente, compiendo i passi di una danza che conosceva alla perfezione, senza seguire necessariamente le note della sinfonia che risuonavano nelle orecchie, ovattando i suoni esterni.
L’inizio del quarto movimento la risvegliò. Il tempo stava per finire.
Si mosse veloce tra i nemici e li colpiva senza esitazione. Verso la fine della melodia si fermò. Al centro della strada c’era solo lei.
-Missione compiuta.- disse, voltandosi e preparandosi a balzare sul tetto di un edificio.
Qualcosa attirò la sua attenzione e la fece desistere.
Uno dei bianchi era comparso. Corpo massiccio, privo di volto. Tra le lunghe braccia brandiva una strana arma, lunga e all’apparenza pesante. Non se ne curò e corse verso di lui senza paura. Più rapida di un fulmine, più sfuggevole dell’aria, gli passò accanto e lo superò. Dopo pochi secondi, l’essere scomparve in una scia di luci bianche.
-Adesso ho finito.- pensò con soddisfazione, saltando di tetto in tetto per fare ritorno alla sua casa e all’altra parte della sua vita.

In dieci minuti arrivò davanti alla palazzina di due piani in cui abitava.
-Buio.-
Pronunciata quella piccola e semplice parola, tutti lampioni si spensero e lei, con la solita rapidità, prese le chiavi, aprì il portone, salì le scale e arrivò davanti alla porta dell’appartamento.
-Luce.-
I lampioni e le lampade che illuminavano il quartiere tornarono ad accendersi, come se niente fosse accaduto.
Riprese il mazzo di chiavi e estrasse quella per aprire la porta. La aprì ed entrò, facendosi abbracciare dal calore che invadeva la casa. Si tolse le scarpe, richiuse a chiave la porta e salì silenziosamente la scala interna per arrivare in mansarda, dove si trovavano le camere. La sua stanza era proprio davanti alle scale, vicino al bagno, poi c’era la stanza dei suoi genitori e in fondo al corridoio c’era quella di sua sorella.
Entrò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle senza fare rumore, poi si diresse verso il letto, su cui si sedette. Appoggiò le scarpe per terra, tolse l’I-Pod dalla tasca e si cambiò.
Messo il pigiama, prese gli indumenti che si era appena tolta, scarpe comprese, e mise il tutto in una borsa che teneva nel fondo dell’armadio. Non la usava da quando aveva dieci anni, le dispiaceva buttarla e aveva fatto bene a non farlo, visto che ora tornava utile per nascondere le prove della sua seconda vita.
Ebbene sì, nessuno, a parte una persona, sapeva della sua attività notturna e al momento non era in quella casa. Nemmeno i suoi genitori sapevano quello che faceva, ma anche se avessero trovato i suoi vestiti non sarebbe accaduto nulla perché: primo, suo padre non sapeva nemmeno che vestiti avesse; secondo, a sua madre avrebbe detto che il cappotto l’aveva fatto fare per una festa di halloween, per i pantaloni rotti, avrebbe detto che le andavano ancora e che erano buoni per stare in casa, per le scarpe che ci era affezionata; terzo, sua sorella doveva solo azzardarsi a mettere mano al suo armadio senza permesso altrimenti si sarebbe trovata senza una mano, e lei era in possesso dell’arma per farlo. Forse quest’ultimo punto è un po’ esagerato. Lei non avrebbe mai e poi mai fatto del male alla sua sorellina, perché anche se era un essere rompiscatole e leggermente lagnoso, le voleva un mondo di bene.
Finito di sistemare la borsa, prese e si mise a letto.

Don... din...

Il campanile rintoccava l’una e mezza.
Sorrise. Quella sera era tornata prima del previsto, di solito a quell’ora era ancora in giro a sterminare esseri dalla forma strana.
Si addormentò tranquilla e iniziò a sognare. I suoi sogni la portarono a viaggiare tra i suoi ricordi e le fecero rivivere la notte in cui ricevette quella strana arma a forma di chiave.
Il keyblade.





Piaciuta? Il primo capitolo è il più corto, gli altri che ho scritto sono molto più lunghi, quindi non preoccupatevi che di robaccia da leggere ce n'è xD Commentate numerosi mi raccomando!
See ya!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Come tutto ebbe inizio ***


Ciao a tutti! Eccomi di ritorno con il secondo chap, che sarà più lungo del primo, forse un pò barboso, ma necessario per esigenze di copione xD Qui verrà narrato come e quando la nostra eroina misteriosa ha ottenuto il suo keyblade. Spero possa piacervi! Buona lettura!

Capitolo 2: Come tutto ebbe inizio
Giovedì 13 gennaio 2005, ore 06:30.
Quella mattina, come le precedenti e quelle future, la sveglia di sua madre emise il suo fastidioso suono che la strappò dalle braccia di Morfeo.
-Jessie! Alzati!- urlò sua madre dalla cucina, circa cinque minuti dopo.
Jessie si alzò, emettendo un sonoro sbadiglio. -Ecco che inizia una nuova giornata del mio secondo anno di liceo…- pensò, mentre si vestiva tranquillamente, ma con rapidi gesti. Andò in bagno per sistemarsi e si fermò a contemplare la sua immagine riflessa nello specchio. Lunghi capelli castani raccolti in una coda bassa, occhi marroni, nascosti da un paio di occhiali, incastonati in un semplice viso dalla carnagione abbronzata. Questa era Jessie, una semplice e normale ragazza di quindici anni che viveva tranquilla in un piccolo paesino nelle campagne bergamasche.
Scese le scale, attraversò una parte di salotto e arrivò in cucina, dove l’odore del caffé la svegliò del tutto.
-Buon giorno mamma…- biascicò la ragazza con la bocca ancora leggermente impastata dal sonno.
-Ciao tesoro! Latte o tè stamattina?-
-Mmh… tè. Se mi viene fame ricorrerò alle macchinette.- disse Jessie, sedendosi a tavola.
-Va bene.- rispose la madre, mentre preparava il pentolino.
In attesa della colazione andò a svegliare la sorella, tirandola letteralmente per i piedi. Tornata in cucina fece colazione, dopo di essa finì di prepararsi ed, infine, uscì con la madre che la accompagnò alla stazione.
-A più tardi!- disse mentre scendeva dalla macchina.
-Ciao cara, a dopo!- rispose sua madre.
Jessie entrò in sala d’attesa e guardò se il suo treno aveva ritardo. -Venti minuti di ritardo? Fantastico!- disse tra sé e sé, sedendosi su di una sedia, per aspettare la sua amica che arrivò circa dieci minuti dopo in pullman.
-Ciao Je!- la salutò la sua amica dagli occhi azzurri, ma che talvolta tendevano al grigio, e dai corti capelli neri, tinti l’estate dell’anno prima.
-Ciao Andrea!- rispose affiancandosi all’amica. -Indovina un po’?-
-Quanti minuti di ritardo?- chiese Andrea con un sospiro.
-La bellezza di venti minuti, per fortuna il compito di latino l’abbiamo fatto ieri. Altrimenti sai che guaio arrivare in ritardo e fare una versione in meno di due ore.- concluse.
-Ma di che ti preoccupi? Io ero incollata alla cattedra e non sono nemmeno riuscita a copiare! Tu invece, che eri vicino al muro avevi tutto il tempo per farlo!-
-Ma non l’ho fatto, perché grazie al nostro professore dal metodo particolare e dal comportamento strambo ho finalmente capito come funziona la lingua latina!- disse con orgoglio la castana.
-Io, invece, sono diventata il bersaglio del “caro” prof dal metodo particolare a dal comportamento ambiguo e mi sono beccata di sicuro un quattro!-
-Ma non ti ha presa di mira! Lo sai che il prof è tutto particolare…-
-Avvisiamo i signori viaggiatori che il terno diretto a Brescia arriverà con un ritardo di trenta minuti, diversamente da quanto già annunciato. Ci scusiamo per il disagio.-
Le due amiche si guardarono negli occhi. -Alè!- dissero all’unisono, per poi scoppiare a ridere.
Continuarono a parlare del più e del meno, finché finalmente non arrivò il treno che le avrebbe portate nella cittadina in cui si trovava la scuola che frequentavano.
Arrivarono in classe intorno alle 08:30, ma a quanto pare l’insegnante di psicologia non era ancora arrivato. Passarono le successive quattro ore e giunse il biorio meno atteso della settimana da tutte e ventisette le ragazze di quella classe. Le due ore di educazione fisica, sotto la supervisione di una professoressa soprannominata demonio.
-No! Adesso c’è educazione fisica!- sbuffò Jessie.
-Già… Chissà cosa ci farà fare oggi il demonio…- disse Andrea, camminando al fianco dell’amica.
-Io lo so!- esclamò una ragazza dai corti capelli castani scuri, con delle leggere tinte di rosso, e gli occhi marroni.
-Avanti parla Miryam.- dissero le due all’unisono.
-Percorso a ostacoli.-
-Non sarà una lezione terribile allora…- fece la mora.
-E il massacrante riscaldamento che precederà l’esercizio dove lo metti? È quello il vero massacro!- esclamò Jessie.
-Hai ragione…-
-Io ho sempre ragione.-
-Tiratela di meno. Ehi Miryam, quand’è che vai a sistemare i capelli?-
-Vado oggi pomeriggio. Voglio liberarmi al più presto di questo assurdo arancione.-
-Scusa, ma tu dov’è che vedi l’arancione?- chiese perplessa la ragazza con gli occhiali.
-Quello che tu vedi castano in realtà è arancione! Tutta colpa della tinta pattona che mi ha fatto la vecchia parrucchiera!-
-Ok, se lo dici tu…- rispose trattenendosi dal fare battute. -Meglio non dire niente, se no rischiamo di andare avanti per tutto il giorno.- pensò poi.
Dopo l’intervallo, l’insegnante raggiunse le alunne nel cortile e insieme partirono alla volta della palestra.

Come previsto da Jessie, la parte massacrante della lezione fu il riscaldamento. Corsa di dieci minuti, streccing, esercizi con la corda ed esercizi a coppie, mentre l’insegnante preparava il percorso ad ostacoli. Dopo un’ora le radunò tutte e spiegò in cosa consisteva l’esercizio: capriola in avanti, sopra un materassino duro come il marmo, saltelli a piedi uniti nei cerchi, slalom tra i birilli, tentare di fare canestro, saltare due ostacoli alti mezzo metro, fare venti salti con la corda e, infine, saltare con un piede dieci aste di legno.
-A parte la capriola sembra semplice.- disse Jessie.
-Io di sicuro mancherò il canestro.- rispose Andrea.
-Ma siamo matti! È troppo lungo!- si lamentò Miryam.
-Non è troppo lungo, sei tu che non hai voglia di lavorare!- disse Andrea ridendo insieme a Jessie.
-Forza! In ordine alfabetico! Partite quando vi do il via! Avanti scattare!- gracchiò il demonio.
Passarono le prime venti dell’elenco e quando partì la ventunesima, Jessie si portò sulla linea di partenza.
-Prof, non è che posso evitare la capriola?- azzardò a chiedere.
L’insegnate la guardò dall’alto in basso. -Tocca a te? Avanti, parti!- gridò per farsi sentire al di sopra dei rumori emessi dalle allieve che compivano i vari esercizi o che chiacchieravano perché avevano finito.
-Come non detto…- pensò la ragazza mentre faceva la tanto odiata capriola, per poi alzarsi incerta sulle gambe e con il mondo che sembrava un’enorme giostra, talmente girava.
-Muoviti!- le strillò dietro la prof.
Non si era ancora ripresa del tutto, ma continuò l’esercizio. L’ultima cosa da fare, se si teneva alla propria vita, era far arrabbiare quel demonio. Tuttavia, riuscì a terminare il percorso e si diresse verso le amiche, che si girarono vedendola arrivare.
Dopo pochi passi, però, la sua vista si annebbiò e le gambe divennero molli.
-Che… sta… succedendo…? Perché… tutto… sta… diventando nero…?- pensò Jessie, mentre cadeva a terra sotto gli sguardi preoccupati delle compagne.

***


Quando riaprì gli occhi, si accorse di essere stesa a pancia in giù su una superficie tiepida, che emanava luce.
Si alzò in piedi, facendo leva con le mani e si guardò in giro.
Tutto nero.
-Ma dove cavolo sono finita?- si chiese mentalmente.
Eccetto per la piattaforma su cui si trovava, che era una specie di mosaico circolare con delle sfumature che andavano dal verde chiaro al verde scuro e che diventavano gialle nel centro era tutto circondato dal buio assoluto. Si spostò per osservare cosa avesse sotto i piedi e rimase incantata. Si trovava sopra l’immagine di una ragazza dalla pelle bianchissima e i capelli neri, che reggeva tra le mani una mela rosso sangue.
-Molto bello davvero, ma ora che faccio?- disse, mettendosi le mani ai fianchi e compiendo qualche passo.
Poi, all’improvviso, una voce risuonò nella sua mente.
-Non avere paura…-
-Chi sei?- chiese lei, con curiosità. Non sapeva perché, ma non aveva paura. Quella voce sconosciuta, le appariva familiare e la faceva sentire sicura.
Pochi istanti dopo, una colonna di luce apparve al centro del mosaico. Quando si dissolse un piedistallo si rivelò agli occhi di Jessie.
-Vieni avanti.- disse la voce.
La ragazza si avvicinò al piedistallo e potè ammirare l’oggetto che stava sospeso sopra ad esso.
-Una spada?- pensò. -Assomiglia ad una chiave… Che strana forma ha…- pensò poi.
Quella strana arma aveva l’elsa blu scura, a forma di cuore rovesciato, la lama era nera come la notte più buia e dello stesso colore erano quelli che dovevano essere i “denti” della chiave che avevano la forma di un’ala di drago chiusa. Dall’elsa pendeva una catena a cui era attaccata una piccola luna, in prima o ultima fase, che da un alto era nera e dall’altro, invece, era d’argento.
-Questo è un keyblade.- disse la voce per rispondere alle sue domande, come se le avesse letto i pensieri.
-Un keyblade?-
-Un’arma leggendaria capace di portare ordine, ma anche di risvegliare il caos, se brandita da mani sbagliate.-
-E io cosa c’entro in questa storia?-
-Ogni cosa a suo tempo… Prova ad impugnarlo…-
Non se lo fece ripetere. Si sentiva inspiegabilmente attratta dall’arma, la sentiva parte di sé. Si avvicinò al piedistallo e senza rendersene conto afferrò il keyblade. Quando l’ebbe tra le mani, il piedistallo svanì e poco dopo, anche la piattaforma su cui si trovava, cadde in mille pezzi e Jessie sprofondò nel buio.

Sentì che poggiava i piedi a terra e decise di aprire gli occhi.
Un’altra piattaforma. Questa volta aveva come protagonista una ragazza vestita di bianco su uno sfondo blu.
Se ne accorse solo in quel momento: il keyblade non era più tra le sue mani.
Neanche il tempo di pensare a dove potesse essere finito che le comparve nella mano destra con un bagliore.
-Il keyblade ti ha scelta. Ora sei la sua custode.-
-Cosa? E che dovrei farci con il keyblade?- chiese.
-Esso è la tua forza…-
-La mia forza? Ma perché?-
-Dovrai combattere…- all’improvviso fu circondata da alcune creature alte circa mezzo metro, con due antenne sul capo, completamente nere, tranne che per i due luccicanti occhi gialli, che, era sicura, la guardavano con un interesse particolare.
-Contro coloro che mirano alla tua forza.-
Non ebbe il tempo di replicare, perché quegli strani esseri le saltarono addosso.
Strinse il keyblade e cominciò a combatterli. Menava fendenti con una certa maestria, anche se non aveva mai brandito altro che una mazza da baseball in tutta la sua breve vita. In poco tempo degli esserini non c’era più traccia.
-E adesso?- disse, facendo sparire il keyblade.
Il pavimento divenne nero e perse consistenza, diventando come delle sabbie mobili e lei fu trascinata nell’oscurità.

Riprese i sensi che si trovava su un’altra piattaforma. Tre enormi cuori, con dentro delle figure femminili, occupavano l’intera superficie del mosaico. Poco più avanti, comparve una porta inconsistente.
-Cos’è? Altro giro, altro regalo?- pensò, attendendo la misteriosa voce, che non tardò a farsi sentire.
-La porta non si apre ancora, ma non sarai tu ad aprirla…-
-Cosa significa?-
-Questo compito spetta ad un altro custode…-
-Capisco. Ora cosa devo fare?- chiese alla voce, tramite il pensiero.
-Anche se non aprirai la porta finale, puoi servirti del potere del keyblade per aprire questa che hai di fronte… Prova.-
Anche questa volta non ci pensò due volte e puntò il keyblade sulla porta. Dalla sua arma partì un raggio luminoso che colpì il bersaglio.

Clack.

La porta era aperta e senza esitare, Jessie afferrò le maniglie, la aprì e venne investita da una luce accecante.
-Cosa devo fare ora?- domandò, coprendosi gli occhi.
-Non temere la luce, attraversa la porta e presto tutto ti sarà chiaro…-
Ancora una volta volle fidarsi di quella voce ed entrò nella porta.
Riaprì gli occhi. Altro mosaico. Ad occuparlo, c’era una ragazza dalla lunga chioma color dell’oro, circondata dalle spine, che tra le mani teneva una rosa scarlatta.
-Ancora?- pensò stancamente.
-Questo tuo viaggio sta per terminare… E’ tempo che tu conosca il tuo compito.-
Il keyblade le apparve tra le mani senza che lo volesse.
-Questo keyblade ha il nome di Via del Tramonto.-
-Via del Tramonto? Cosa significa?-
-Tu rappresenti la luce che entra nell’oscurità. Il giorno che cede il passo alla notte. Tuttavia, appartieni alla luce.-
-E cosa dovrei fare?-
-Dovrai combattere l’Oscurità che presto colpirà il tuo mondo.-
-Io? E sarò da sola?- chiese con un certo timore.
-Non temere, esistono altri custodi e verranno in tuo aiuto, quando sarà il tempo.-
-Chi sono gli altri custodi?-
Tre colonne di luce apparvero al centro del mosaico, ma solo due si spensero per mostrare ciò che nascondevano.
Due keyblade dalla forma identica, ma dai colori differenti.
Il primo, a sinistra, aveva l’impugnatura d’argento e la lama di un giallo brillante, anche attaccata alla sua elsa c’era un pendente: un cerchio più grande sotto due più piccoli, sembrava il muso di un topo stilizzato, dello stesso colore della lama.
Il secondo, nel centro, aveva l’elsa color giallo scuro e la lama il pendente, identico a quello del primo keyblade, d’argento.
-A chi appartengono?-
-Questi sono i keyblade dei custodi difensori della Luce. Il secondo, la Catena Regale, appartiene a colui che aprirà la porta della Luce.-
-E la terza colonna? Perché non posso vedere il suo keyblade?-
Non sapeva perché, ma da quella colonna proveniva un potere che l’attirava, come un magnete fa con la calamita, come se fosse il suo opposto. E, da che mondo e mondo, gli opposti si attraggono.
-Quel keyblade non ha ancora preso forma. Il suo custode non è ancora pronto per riceverlo.-
Non ebbe il tempo di fare una nuova domanda perché le tre colonne sparirono come erano apparse e una scalinata, fatta di vetrate colorate comparve dall’altra parte della piattaforma.
-A quanto pare i passaggi traumatici sono finiti…- pensò Jessie, mentre iniziava a percorrere la scalinata.

Appena mise piede sul nuovo mosaico, la scalinata scomparve in una scia di luci.
-Un modo carino per dirmi che non si torna indietro?-
Osservò il mosaico. Una ragazza vestita con un elegante abito giallo, alle sue spalle una bestia, copriva la maggior parte della superficie.
-Più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra.-
A quelle parole, Jessie si voltò automaticamente a guardare la sua ombra. Si era fatta incredibilmente grande e lunga.
Pochi istanti e l’ombra girò il volto verso colei che la emetteva e si alzò dal terreno, acquisendo consistenza e iniziando a cambiare forma. Ebbe l’istinto di scappare, ma anche quello di restare lì ad affrontare quell’ombra.
Fece un passo indietro.
-Ma non avere paura. Sconfiggi le tenebre in cui ti muoverai per portare a termine la tua missione.-
La ragazza prese coraggio e impugnò il suo keyblade. Fissò l’ombra che ormai era diventata gigantesca. Completamente nera, capelli simili a tentacoli, lunghe braccia che terminavano con due grandi mani, gambe non molto lunghe, un grande foro nel petto a forma di cuore e gli immancabili occhi gialli.
Jessie corse incontro al nemico e fece un salto, del quale si stupì lei stessa, per evitare la sua poderosa manata. Atterrò e si lanciò sulla mano dell’ombra. La colpì con tutte le sue forze e sembrava sortire l’effetto sperato, perché il gigante nero emise dei suoni, che potevano dirsi gemiti di dolore. La ragazza saltò sul braccio nemico e vi corse sopra fino ad arrivare alla testa, dove iniziò a colpire con tutta la potenza e la velocità di cui era capace, ma l’ombra si appoggiò a terra e piantò la mano sinistra nel pavimento, producendo una violenta onda d’urto che fece perdere l’equilibrio alla custode, che cadde dalla spalla del suo nemico. Si rialzò in piedi e si girò per vedere cosa avesse intenzione di fare l’essere con quel gesto. Una specie di lago d’Oscurità si era creato nel punto in cui la mano era appoggiata e un numero cospicuo di esserini con le antenne ne uscì.
Jessie decise di ignorare le creaturine e saltò nuovamente sul braccio del gigante per andare a colpirne la testa, ma i nuovi arrivati non tardarono a farsi avanti. La rincorsero e la attaccarono alle spalle, ma non sortirono l’effetto sperato, ovvero di ferire la ragazza, poiché lei distrusse i più vicini con un solo fendente, facendo arretrare le ombre rimaste indietro.
Si trovava all’altezza del gomito, quindi spiccò un nuovo balzo e caricò il keyblade dietro di sé e, quando fu vicinissima, piantò la sua arma al centro della testa dell’avversario che si accasciò totalmente al suolo, diventando polvere come i restanti esserini.
Poco dopo, il keyblade scomparve dalla sua mano e tutto venne inghiottito dalle tenebre. Prima di perdere i sensi, Jessie, udì ancora quella voce.
-L’Oscurità sarà il tuo campo di battaglia, ma non avere paura. Tu sei una guerriera della Luce.-
Dopodiché anche lei fu avvolta dal manto nero del buio.

Si svegliò di soprassalto nell’infermeria della palestra, respirando affannosamente, come se l’avessero tenuta sott’acqua per tutto il tempo.
-Jessie, come ti senti?- domandò Andrea all’amica.
-Tutto a posto…- mentì.

In quel preciso istante in un mondo lontano, composto da un arcipelago di isole dal nome insolito, un ragazzino dai capelli castani e gli occhi del colore del cielo, prendeva tra le mani la chiave che avrebbe aperto la porta della Luce.





E così la nostra Jessie altro non era che una ragazza qualunque! Andrea e Miryam, come il resto della classe che in seguito apparirà esistono davvero, quindi non tutto ciò che scrivo è roba inventata xD Ad esempio, in palestra sono stata male davvero, ma non mi sono ritrovata un keyblade in mano al risveglio xD (ma che ci frega?! NdTutti) Questo capitolo è stato un lungo prequel, ma dai prossimi si vedranno altri personaggi!
See ya!

ps: Miryam poi è andata a rifarsi la tinta xD (ma che ci frega?! NdTutti Eh, ma quanto siete pignoli u.u NdFly)


Angolo recensioni
Eris_96: innanzitutto ciao e grazie del commento! Sei stata l'unica a commentare e per questo ti meriti la dedica del capitolo! Sono contenta che il primo capitolo (una sorta di prologo come lo hai chiamato, ma effettivamente è quello che è) ti sia piaciuto così tanto! Sinceramente quando l'ho scritto mi sembrava una bella e sacrosanta porcheria, ma poi mi hanno convinta a postarla e continuarla e sono usciti gli altri 61 capitoli xD La ragazza misteriosa è una "normale" ragazza acqua e sapone che si fa il suo liceo in un paesino di provincia e che abita in un paese ancora più piccolo... Spero di non averti delusa... Sora e Co. (Riku sarà un personaggio fondamentale) appariranno molto presto, ma dovrai aspettare qualche capitolo prima che incontrino la nostra Jessie. Spero che continuerai a leggere e commentare ^^ Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Ricordi ***


Bu bu settete!!!! XD Son scema, non fateci caso <.< Comunque eccovi il tanto atteso capitolo 3! (se se, come no, sogna... NdTutti) Continuano le peripezie della nostra Jessie e finalmente entreranno in scena gli eroi del keyblade, che succederà? Leggete e scoprite! Buona lettura!!

Capitolo 3: Ricordi
Lunedì 14 aprile 2008, ore 06:35
Sua madre l’aveva chiamata solamente cinque minuti prima, ma lei era già pronta per uscire.
Quella mattina non aveva voglia di fare colazione, ma si sforzò per non far preoccupare la madre che gliel’aveva preparata come tutte le mattine.
Mezz’ora dopo uscì di casa e sua madre l’accompagnò alla stazione. Accese la radio per distrarsi, ma non c’era verso: quella mattina si sentiva inquieta, non sapeva perché. Un altro quesito che le ronzava in testa era: perché aveva sognato del giorno in cui aveva ricevuto il keyblade? Era forse un segnale che le cose sarebbero cambiate? In meglio o in peggio? Un'altra domanda; ma poi, non sapeva nemmeno lei cosa intendesse per “meglio” e “peggio”.
Lei era abituata a vedere sempre la via di mezzo. Se le si chiedeva di scegliere tra bianco e nero, lei sceglieva il grigio, ma se la scelta era obbligata, allora optava per il nero. Perché? Svariati motivi: gli abiti neri snelliscono, si passa inosservati e poi, il bianco, dopo un po’, acceca.
-Siamo arrivate.- disse sua madre, fermando la macchina davanti alla stazione.
-Ci vediamo stasera.- disse Jessie, preparandosi a scendere dall’auto.
-C’è qualcosa che non va?- le chiese all’improvviso. Allora è vero che alle madri non si può nascondere nulla. Sorrise.
-No mamma è tutto a posto.- mentì, ma perché ogni volta che qualcosa non andava rispondeva in quel modo?
-Sei nervosa per il compito di matematica?- le chiese ancora.
-Compito di matematica?!- pensò. -Accidenti! Per fortuna i limiti e le funzioni li so a memoria.- pensò, ricordandosi del compito. -Ma va! Lo sai che io e la matematica ci intendiamo benissimo! Dai, ora vado, altrimenti ti faccio fare tardi.-
-Va bene. Ciao!- disse la donna salutandola dal finestrino abbassato.
-Ciao mamma!- rispose la ragazza, entrando nella sala d’attesa.
Si sedette su una poltroncina e tirò fuori gli appunti di matematica.
Dopo una ventina di minuti una voce la distolse dallo studio. -Ehi Je!- urlò Andrea, passandole una mano davanti alla faccia.
-Ciao Andrea.- rispose, alzando lo sguardo per incontrare quello dell’amica, incorniciato dai capelli castani con i colpi di sole, lunghi fino alle spalle, per poi continuare a leggere i suoi appunti.
-Andiamo sul binario o vuoi restare lì seduta per tutto il giorno?- domandò, mettendosi le mani sui fianchi.
-Come? Ah, sì, certo. Andiamo.-
Allora le due si diressero sul binario dove sarebbe giunto, a breve, il loro treno.
-Ma si può sapere che cos’hai oggi?- le chiese Andrea, con una nota di rimprovero, quando furono lontane da orecchie indiscrete. -Niente, tutto a posto.- rispose Jessie, continuando a guardare davanti a sé.
-Stai mentendo. Ogni volta che rispondi così c’è qualcosa che non va.-
Sospirò. Nemmeno alle migliori amiche si riesce a nascondere qualcosa.
-E’ stata una brutta nottata? Hai dormito poco per il motivo che ben sappiamo?-
Sì. Lei sapeva. Era l’unica a conoscere il suo segreto, la sua seconda vita. Tuttavia, era convinta che anche Miryam sospettasse qualcosa. Andrea l’aveva scoperto una notte.

# flashback #
Una delle prime notti in cui aveva iniziato a spingersi nel paese vicino, dove viveva l’amica. Per caso o per fortuna era arrivata davanti alla sua casa con una ferita al braccio e, non avendo le forze per tornare indietro, le mandò un messaggio col cellulare, mentre si appostava sotto la finestra della sua camera. Dire che fu inutile è poco, Andrea non voleva saperne di svegliarsi e guardare il cellulare. Allora cominciò a lanciare dei sassolini contro l'imposta e dopo una decina di minuti la luce si accese e il volto dell’amica fece capolino alla finestra.
-Dove diavolo hai ficcato il cellulare questa volta?- fu la prima cosa che le chiese.
-Cosa ci fai qua?! Come ci sei arrivata?!-
Era iniziata la serie delle domande a raffica, che fu prontamente interrotta da un suo balzo sul davanzale, lasciando Andrea completamente senza parole.
-Se mi fai entrare ti spiego tutto.- disse Jessie con calma.
Mentre l’amica le medicava il braccio, la ragazza narrò tutti gli avvenimenti assurdi che le erano capitati dal suo malore in palestra di qualche mese prima e le mostrò il keyblade. Alla fine di tutto però fu la custode a fare una domanda.
-Adesso me lo dici dove cavolo hai messo il cellulare?-
-Non lo trovo. Prova a farlo squillare.-
Poco dopo una vivace suoneria cominciò a farsi sentire dall’interno del frigorifero.
# fine flashback #

-No, anzi, è stato piuttosto semplice. Sono passata anche dal tuo paese e ho fatto tutto in un’ora.-
-Allora qual è il problema?-
-Ho sognato il giorno in cui tutto è iniziato. Il mio malore in palestra, il sogno con le vetrate, la voce, tutto insomma.-
-Lo interpreti come un segnale?-
-Diciamo di sì… Credo che presto succederà qualcosa…-
-Per ora è inutile che ci pensi. Cerca di rilassarti, ma soprattutto di concentrarti, dopo c’è la verifica di matematica.-
-Da quando sei tu che ricordi le cose a me?- chiese Jessie, guardando l’amica di traverso.
-Da quando io ho smesso di capire la matematica e tu sei diventata la mia salvezza.- affermò Andrea con aria convinta.
-Ah, allora mi ricorderai solo le verifiche di matematica?-
-Spero di sì. Lo sai com’è fatta la mia memoria.-
-Sì, lo so.- sospirò. -Meno male che abbiamo arte alle prime due ore.-
-Perché?-
-Perché devo ripassare. Non mi ricordo più niente.-
-Già…-

Poco dopo arrivò il treno, dove trovarono Miryam, e dopo una ventina di minuti giunsero in classe.
Appena Jessie vi mise piede, una mano la afferrò per il braccio e la trascinò al banco.
-Adesso mi spieghi la derivata prima.- sentenziò una ragazza bionda dagli occhi verdi.
-Buon giorno anche a te Tata.- disse lei con un sorriso, mentre prendeva il quaderno con gli appunti.
-Ehi aspetta! Ci sono anch’io!- si aggiunse Rossella, la sua vicina di banco.
E così altre cinque o sei persone.
In questo modo la keyblader passò le prime due ore a spiegare le formule per calcolare l’andamento di una funzione.
All’intervallo, Jessie, Andrea e Miryam si trovarono davanti alla finestra.
-Ti sei ricordata tutto alla fine.- disse Andrea.
-Eh, già…-
-Perché non ti ricordavi più nulla?- chiese Miryam.
-Altri pensieri, e poi ieri non ho studiato molto.-
La campanella suonò di nuovo e diede il via alle due ore di verifica.

Quando la campana suonò il secondo intervallo, lei aveva consegnato da un pezzo.
Senza badare ai richiami delle sue compagne che la ringraziavano per il ripasso dell’ultimo minuto, uscì dall’aula e si avvicinò alla finestra, posando lo sguardo all’esterno.
-Il tempo è quasi giunto.- disse una voce nella sua mente.
Quella voce. Da quanto tempo non la sentiva? Come dimenticare. L’aveva sentita due anni prima, nel secondo sogno bizzarro con le vetrate. Non lo ricordava alla perfezione come il primo, ma ricordava le parole della voce.

# flashback #
-Ancora qui? Vi siete dimenticati di dirmi qualcosa l’anno scorso?- domandò la ragazza, con ironia.
-Fin’ora hai incontrato solo ombre. Da oggi in poi incontrerai anche ciò che resta delle ombre.-
-Cosa significa?-
Al posto della voce, una decina di esseri bianchi, dal corpo sinuoso che si muovevano come se fossero nell’acqua, la circondò.
-E questi cosa sono?-
-Questi sono solo gusci vuoti, privi di cuore. Quando una persona perde il cuore e da esso prende vita l’ombra, il corpo e l’anima danno forma a queste creature.-
-Gusci vuoti privi di cuore?-
-Privati del loro cuore, essi non possono provare sentimenti e quindi sono alla continua ricerca di un nuovo cuore.-
Gli esseri bianchi la attaccarono e Jessie iniziò a difendersi, ma il suo keyblade da solo non poteva granché contro di loro.
-Non riesco a distruggerli…-
-Prendi questo.-
A quelle parole, una colonna di luce nacque dal niente, che fece svanire gli avversari. Quando si diradò, mostrò un keyblade che incuteva timore solo a guardarlo. Lama nera, come l’elsa che aveva la forma di una fiamma, i “denti” della chiave, bianchi, sembravano artigli e il pendente era una stella anch’essa bianca.
-Un nuovo keyblade?-
-Doppi saranno da adesso in poi i tuoi nemici, quindi doppia dovrà essere la tua forza. L’Artiglio della Notte incrementerà i tuoi poteri.-
-Combatterò con due keyblade? Per fortuna ho avuto la bella idea di allenarmi anche con la sinistra.- pensò la ragazza, mentre prendeva il keyblade e le figure bianche tornavano alla carica.
In breve, rimase solo lei al centro della piattaforma.
-Molto bene custode. Ora hai tutto ciò che serve per combattere l’Oscurità. Buona fortuna.-
# fine flashback #

-Ehi, Je…- la chiamò Andrea, posandole una mano sulla spalla.
-Dimmi.- rispose, continuando a guardare fuori.
-A cosa pensi?-
-Ho chiuso gli occhi un attimo e mi è tornato in mente il giorno in cui ho ricevuto la seconda chiave.-
-Interpreti anche questo come un segnale?- domandò mentre giocava con i lunghi capelli dell’amica.
-Sinceramente? Sì e non mi sento tranquilla.-
-Dai non pensarci. Come dici te è inutile impazzire per cose che non si possono controllare.-
-Per una volta ti darò retta.- disse Jessie, sorridendo.
-Posso farti una treccia?-
-Fai pure.-
-Devi venire a sederti, ormai sei alta come me e non riesco se non ti siedi.-
Andarono in classe e Jessie si lasciò legare i capelli. Se c’era una cosa che odiava era che le toccassero i capelli, ma per lei fece un’eccezione. Aveva la mano leggera e l’aiutò a rilassarsi.
Finirono appena in tempo perché il professore di diritto era entrato in aula per lasciare la borsa e prendersi il consueto caffè prima di iniziare la lezione.

***


Alle Isole del Destino il sole splendeva come sempre.
Era pomeriggio inoltrato e due amici erano seduti su di un albero dai frutti a forma di stella.
-Ehi Riku.- chiamò Sora.
-Cosa c’è?- chiese il ragazzo dai capelli d’argento e gli occhi acquamarina.
-Sono passati due anni da quando siamo tornati.-
-Sono volati.-
-Chissà come stanno gli altri…-
Non ebbe il tempo di rispondere perché una voce interruppe il loro dialogo.
-Sora! Riku!- urlò Kairi correndo dai due ragazzi.
-Cos’è successo?- chiese il castano allarmato.
-Guardate.- disse porgendo una bottiglia che conteneva un messaggio con un particolare sigillo.
-E’ del re!- esclamò il castano, prendendo la bottiglia per estrarne il contenuto.
Lesse la lettera tutta d’un fiato.
-Oh oh…-
-Cosa c’è scritto?- chiese la ragazza.
-Ci sono problemi?- aggiunse Riku.
Il ragazzo porse la lettera ai due e tornò a sedersi sull’albero.
I due lo guardarono allontanarsi e poi si concentrarono sulla lettera.

Cari Sora, Riku e Kairi,
sono passati ormai due anni dalla sconfitta di Xemnas e della sua Organizzazione, ma purtroppo l’Oscurità non ha ceduto e si sta fortificando in nuovi mondi. C’è qualcuno che ha bisogno di noi. Questo qualcuno combatte da solo da quando tutto ha avuto inizio ormai cinque anni fa.
Tra un mese inizierà un nuovo viaggio, la gummiship sarà lì da voi all’alba.
Non sarà facile, ma non temete perché questa volta saremo insieme.

Re Topolino


-A quanto pare il nostro dovere ci chiama…- disse Riku, interrompendo il silenzio.
-Sora, che cosa c’è?- chiese la rossa, vedendo che l’amico continuava a guardare l’orizzonte.
-Niente. Pensavo a chi dovremo combattere questa volta e a quel “qualcuno” di cui parla il re. Chi può mai essere così forte da tenere testa all’Oscurità per cinque anni?-
-Non preoccuparti, tra un mese lo scopriremo e comunque, come ha detto il re, saremo insieme e niente ci fermerà.- disse l’argenteo.
-Hai ragione.- rispose Sora, mostrando uno dei suoi sorrisi.

***


Don… don… don…

Una nuova notte era cominciata per Jessie.
Saltò dal tetto della chiesa e iniziò a fare strage di avversari, che erano più numerosi del solito.
Ad un tratto le si parò davanti un’ombra che stava su di un libro.
-Era da tanto che non si facevano vedere questi maghetti.- pensò, mentre partiva all’attacco del buffo nemico, evitando le sue magie.
Pochi colpi di keyblade e l'ombra svanì in una nuvola di polvere, lasciando solo un librettino.
-Vediamo che magia mi hanno lasciato questa volta.- disse la ragazza, raccogliendo l'oggetto.
-Wow! Il volo! La provo subito!-
Jessie appoggiò il libretto a terra e vi puntò contro la Via del Tramonto.
Dal keyblade partì un raggio che colpì l’oggetto, facendolo sparire: l’arma aveva assimilato la magia e ora la stava trasmettendo alla sua custode.
-Ok. Tre… due… uno… Volo!- esclamò la ragazza a bassa voce.
Pochi istanti dopo si ritrovò sospesa a mezz’aria a circa due metri di altezza.
-Fantastico! Così sarò più veloce e potrò controllare più zone!-
Salì in alto sopra le case e ben presto delle ombre dotate di ali apparvero dal nulla.
-Capitate al momento giusto! Grazie a voi, farò pratica di combattimento aereo!-
Detto questo si lanciò sui nuovi nemici.
Era davvero difficile combattere in volo ma Jessie non si scoraggiò. Nemmeno quando una delle ombre dalle ali viola la ferì ad un braccio. Si curò immediatamente e riprese lo scontro.
Dopo mezz’ora passata in aria, le ombre erano tutte svanite e la ragazza potè scendere a terra. Una volta posati i piedi, si piegò e mise le mani sulle ginocchia. Aveva quasi esaurito le energie.
-Accidenti…- disse respirando affannosamente. -Sono… senza… forze… Devo… stare… più… attenta…-

Don… don… din…

Arrivò a casa stravolta.
Quella notte le ombre e i bianchi erano stati davvero tanti. E al tutto si aggiungevano le prove con la nuova magia.
-Sarà dura a scuola domani…- pensò, mentre il sonno la accoglieva tra le sue dolci braccia.




Finito anche questo! Spero vi sia piaciuto! La cara Andrea ha veramente lasciato il cellulare nel frigorifero e ha una memoria pessima, ma io le faccio da agenda personale, ricordandole le cose più assurde... u.u
Sora e Co. stanno per entrare in azione! Che accadrà? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!



Angolo recensioni
Eris_96: Come potevo non rendere Rikuccio un personaggio importante? u.u Sono contenta che ti sia piaciuta la Via del Tramonto ^^ e dell'Artiglio della Notte che ne pensi? Ti auguro buone vacanze! *fa ciao ciao con la manina insieme a Jessie* Ah! Dimenticavo! Miryam s'è fatta la tinta castana dopo quell'arancione xD
My pride: Come ti sembra questo chap? Ovviamente questo è ancora nulla confrontato a ciò che verrà più avanti, quindi preparati! xD Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Il ritorno ***


Buonciao!!!! (non chiedetemi da dov'è uscito perché non ne ho idea xD) Finalmente vi porto il quarto capitolo! Siate clementi, quando l'ho scritto non ero ancora al mio attuale livello e anche a sistemare qualcosina qui e là la cosa non migliora... Comunque! In questo chap, vecchie e nuove entità entreranno in gioco! Buona lettura!


Capitolo 4: Il ritorno
Nero. Buio.
L’Oscurità lo avvolgeva. Da quanto tempo si trovava lì? Giorni? Mesi? Anni?
Non seppe dirlo. La sua mente era avvolta da una nebbia leggera, che non tardò a diradarsi dopo i suoi numerosi sforzi. I ricordi cominciarono ad affiorare uno alla volta.
Kingdom Hearts. Una grande luna a forma di cuore. Il Regno dei cuori.
Gli Heartless. Esseri nati dall’oscurità del cuore.
Il keyblade. La chiave per liberare i cuori catturati dagli Heartless.
I custodi della chiave. I prescelti della Luce.
I Nessuno. Gusci vuoti privi del cuore. Fatti di corpo e anima.
-Io… chi sono?- si chiese. -Un Heartless? Un custode? Un Nessuno?-
Al momento era certo di essere qualcosa di oscuro quindi scartò la possibilità di essere un custode.
-E chi dice che tu non possa essere un custode?-
Una voce atona pose quell'inaspettato quesito.
-E chi dice che possa esserlo?-
-Bella domanda, ma ti risponderò quando avrai recuperato i tuoi ricordi.-
La curiosità e la voglia di sapere lo spinsero a fare un ulteriore sforzo per portare a galla i suoi ricordi assopiti.
Poi un flash e ricordò tutto.
Lui era stato un essere umano. Xehanort.
Lui era stato un Heartless. Ansem, anche se quello era il nome del suo maestro.
Lui, infine, era stato un Nessuno. Xemnas, il capo dell’Organizzazione XIII.
Ma ora? Cos’era in quel momento?
Niente di ciò che era stato prima. Era qualcosa di nuovo.
Si portò una mano al petto.

Tu-tum. Tu-tum.

Il suo cuore batteva. Sorrise. Allora farsi eliminare per due volte è servito a qualcosa alla fine.
Ma ancora non sapeva identificarsi.
-Ehi!- chiamò. -Ho ricordato. Ora mi dici chi sei tu, ma soprattutto chi sono io?-
-Ora sei pronto per conoscere la verità su di me, che sono l’Oscurità, e su di te, che sei un Ritornante.-
-Un Ritornante?-
-Grazie al keyblade il tuo cuore, il tuo corpo e la tua anima si sono ricongiunti e sei tornato a vivere un’esistenza completa. Non sei, però, un essere umano, perché sei stato spezzato. Non sei Heartless, perché hai l’anima. E non sei un Nessuno, perché esisti e hai un cuore che batte.-
-E ora che sono tornato, cosa dovrei fare?-
-Dovrai vendicarti dei custodi del keyblade che ti hanno contrastato nelle tue imprese. Quando hai cercato di aprire Kingdom Hearts, ti hanno fermato. Quando hai tentato di crearne uno tuo, ti hanno fermato.- si fermò un istante.
-Ora puoi vendicarti e diventare padrone di Kingdom Hearts.-
-E se mi rifiutassi? Dopotutto, ora sono vivo e ho un cuore, che bisogno avrei di vendicarmi su coloro che dovrei invece ringraziare per avermi ostacolato?-
-Stolto. Io posso darti il potere, io posso farti sovrano di ogni mondo esistente. Io, che sono l’Oscurità, posso darti tutto questo. Sei ancora sicuro di voler rifiutare?-
-Sono spiacente, ma con l’Oscurità ho chiuso. Ora voglio vivere nella Luce!-
Pronunciate quelle parole, il suo corpo emise una potente ed accecante luce che squarciò il buio.
-Ti pentirai di aver rifiutato l’offerta dell’Oscurità stessa! Non riuscirai a sfuggire alle mie ombre. Esse ti attaccheranno e mi porteranno il tuo cuore grondante d’odio!-
-Prima dovranno prendermi!- urlò deciso il Ritornante. -Io ti fermerò! Ricordati queste parole! Xemnas il Ritornante aiuterà i custodi a fermarti! A fermare te, che sei l’Oscurità, una volta per tutte!-
Detto questo, allungò la mano destra davanti a sé e aprì un varco fatto di pura luce.
-Addio.- disse, mentre attraversava il passaggio senza esitare.

***


Martedì 15 aprile 2008, ore 07:50
-Je? Je, svegliati!- urlò Andrea, mentre scuoteva la spalla dell’amica addormentata.
-Cosa? Chi? Perché?- farfugliò Jessie svegliandosi.
-Alleluia!- disse l'altra, ringraziando chissà quale santo, dal momento che non ci credeva.
-Dove siamo? Che ore sono?-
-Oh santo! Je, ma si può sapere cosa stai dicendo? Che razza di domande mi fai? Siamo sul treno e alla prossima stazione dobbiamo scendere! Sai, dobbiamo andare in luogo chiamato scuola…-
Si fermò, in quanto l’amica stava guardando fuori dal finestrino.
-Ma mi stai ascoltando?-
-Sì… Siamo sul treno, la prossima fermata è la nostra, dobbiamo andare a scuola. Non sembra ma io ascolto tutto.-
-Ma si può sapere cos’hai stamattina? Hai un’aria stravolta. Sembra che ti sia passato sopra uno schiacciasassi. È successo qualcosa stanotte?- prima di dire ciò si era guardata bene attorno, anche se solitamente andavano nelle carrozze vuote.
-Ho imparato una nuova magia che mi ha stancata più del previsto e poi questa notte erano molti di più.-
-A che ora sei tornata?-
-Le due passate… Sono a pezzi…- sospirò.
-Hai parlato di una nuova magia, cosa sai fare adesso?-
-So volare.-
-Mi stai prendendo in giro?- chiese seria.
-Dopo tutto quello che mi è successo ti sembra così strano che possa volare?-
-In effetti… poi mi farai vedere…- disse la ragazza con leggerezza per poi recuperare il suo zaino.
-Va bene…- rispose la castana, mettendosi lo zaino in spalla.

Come aveva previsto Jessie, quella mattinata si dimostrò un inferno.
Per fortuna gli insegnanti non avevano niente di nuovo da spiegare almeno.
Le prime quattro ore c’erano le interrogazioni programmate, la penultima c’era l’assemblea di classe e l’ultima uscivano prima.
La prima ora fece finta di leggere il libro di biologia in vista della sua interrogazione, in realtà sonnecchiava con gli occhi aperti. Il che era inquietante.
La seconda ora diede ripetizioni di matematica ad Andrea e ad un’altra povera disperata.
La terza e la quarta ora dormì. Appoggiò le braccia sul banco e vi nascose la testa.
Verso l’intervallo provarono a svegliarla in tutti i modi, ma nessuno vi riuscì.
-Andrea, è meglio se vai a svegliare Jessie. Non ci è ancora riuscito nessuno.- disse Miryam.
-Vado subito.-
La bionda si fece largo tra le compagne preoccupate e si avvicinò all’amica.
-Je, sta per suonare. Svegliati.-
Una mano si mosse. Poi l’altra e infine la ragazza dai lunghi capelli castani alzò la testa dal banco in evidente stato confusionale. L’amica dagli occhi azzurri le porse una bottiglietta d’acqua, che lei accettò volentieri.
-Scusa Andrea, ma come hai fatto?- chiese Rossella.
-Infatti, nessuna di noi è riuscita a svegliarla! Poi arrivi tu e con un semplice “svegliati” la fai tornare dal mondo dei sogni.- aggiunse Lara.
-La conosco da anni. So come prenderla.- rispose come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.

Driin!!

-Miryam, andiamo?- disse Andrea, prendendo la custode per mano, perché ancora assonnata.
La ragazza raggiunse le amiche e uscirono dall’aula per andare a prendere qualcosa da mangiare.
Jessie si appoggiò al muro, in attesa delle amiche, che furono quindi lontane dalle sue orecchie.
-Ma cos’ha Jessie stamattina? È distrutta!- esclamò Miryam verso l'amica, la quale si limitò ad annuire.
-Non sei preoccupata? Secondo me ci nasconde qualcosa.- concluse, mentre prendeva i soldi dalla tasca dei pantaloni.
-Ma va! Stanotte non ha dormito molto, tutto qui. Se avesse qualcosa d’importante da dirci credo che ce la direbbe, lo sai com’è fatta.-
-Hai ragione… Però, non so… c’è qualcosa che non mi convince…-
Tornarono dalla keyblader e il discorso si chiuse lì.

Ore 13:10

Andrea e Jessie stavano aspettando il pullman che le avrebbe portate a casa.
-Je, devo parlarti.- disse ad un certo punto la ragazza con gli occhi azzurri. -Fammi indovinare: Miryam sospetta qualcosa. Giusto?-
-Già… e io non so più cosa dirle.-
-Stai tranquilla. Ho l’impressione che presto non ci saranno più problemi.- rispose, prendendo il biglietto dalla tasca.
-In che senso?-
-Non lo so. Sai quando ieri ti dicevo che presto succederà qualcosa? Quando questo “qualcosa” avverrà, non ci saranno più problemi di questo tipo.-
Andrea preferì non continuare. Se c’era una cosa che aveva imparato, da quando Jessie aveva ricevuto quegli strani poteri, era fidarsi del suo sesto senso. Difficilmente sbagliava.

***


Camminava avanti e indietro da ore.
Un presentimento, non sapeva dire se fosse brutto o meno, si era insinuato nel suo cuore da qualche giorno.
Sapeva che presto sarebbe accaduto qualcosa. Molto presto.
Pochi minuti dopo, un varco luminoso si aprì nella Sala delle Udienze e davanti a re Topolino apparve qualcuno di inatteso.
-Non è possibile…- sussurrò il sovrano del Castello Disney.
-Maestà, dobbiamo parlare. Non ci resta molto tempo.- affermò Xemnas il Ritornante, inchinandosi al custode della Catena Nobile.
-Ti ascolto.-

***


Ore 15:40
Jessie era sul divano di casa sua e stava guardando la televisione.
I suoi genitori erano usciti a fare la spesa, portandosi la sorella, e non sarebbero tornati prima di quattro ore. Per fortuna era riuscita a convincerli del fatto che non stesse bene, così rimase a casa.
Stava guardando un noiosissimo telefilm che parlava della vita di quattro ragazzi californiani.
Dopo un po’ iniziò a chiudere gli occhi e cadde tra le braccia di Morfeo.

-Svegliati custode.-
Aprì gli occhi. -No…- fu la prima cosa che pensò. -Comincio ad odiarle queste vetrate.-
Questa volta si trovava su una piattaforma il cui mosaico era diviso in due parti.
Il tramonto del giorno da una parte e l’alba della notte dall’altra.
Il fuoco del sole si mescolava con il manto gelido della luna.
Osservando quell’immagine ebbe un leggero timore.
-Come mai sono di nuovo qui?- chiese.
-Custode, il tempo è giunto. Presto le cose cambieranno, ma dovrai fare attenzione.-
-Spiegati.-
-L’Oscurità si sta risvegliando e farà di tutto per prevalere sulla Luce. Tu che cammini sul sottile filo che separa l’ordine dal caos, dovrai stare attenta a non cadere vittima delle tenebre del cuore. L’Oscurità ti tenterà, ma non devi cedere ad essa, perché ti porterà alla distruzione.-
-Starò attenta. Tra quanto inizierà tutto ciò?-
-E’ già iniziato in un luogo lontano. Capirai quando il pericolo giungerà nel tuo mondo e allora sarai pronta a combattere.-
-E’ già la terza volta che mi portano qui, ma non l’ho ancora chiesto. Perché proprio io? Tra miliardi di persone, perché sono stata scelta io?-
-E’ Kingdom Hearts a scegliere i custodi per il keyblade. La forza del tuo cuore ha fatto di te una prescelta.-
-Molto esaustiva come risposta… Non c’è che dire…- rispose, incrociando le braccia.
Le parve di sentire un mormorio. La voce stava ridendo per la sua reazione?
-Ehi!-
-A presto, custode.-

Si svegliò lentamente e si accorse dopo qualche minuto di essere seduta per terra. Si grattò la nuca e si alzò in piedi, per sistemare i cuscini del divano che erano caduti insieme a lei.
Quando ebbe finito, decise di uscire a prendere una boccata d’aria. Percorse il salotto, aprì la finestra e uscì in terrazza. C’era un leggero venticello, ma era abbastanza forte da portare con sé scure nubi di tempesta.
-Fantastico… Speriamo che non piova stanotte…- pensò Jessie, posando lo sguardo al cielo.
Rimase ancora un po’ fuori ad ammirare le svariate forme che poteva assumere una nuvola, dopodiché rientrò in casa.





Spero vi sia piaciuto! Anche l'Oscurità inizia a fare le sue mosse e va in cerca di alleati per la sua causa, con Xemnas ha fallito, ma chi sarà il suo prossimo bersaglio? ... ... ... Bo-bo!!! xD Aspettate il prossimo capitolo u.u
See ya!



Angolo recensioni My Pride: ma ciau xD Ancora non hai capito che la mia è una mente "insana" (termine coniato dalla mia amica che ne vanta i diritti d'autore u.u) condannata alla follia eterna? xD Cazzabubbolate a parte, che ne pensi di questo chap? Cominci a capire qualcosina? *prega il grande demone celeste, che aiuti la ragazza a capire* Fammi sapere! Bye!

soral: eccoti anche tu! *spupasha* Sono contenta che la fic ti piaccia e sono onorata di essere tra i tuoi autori preferiti *si scioglie per la felicità* Spero che anche questo capitolo ti soddisfi! Ci sentiamo presto!

Eris_96: ho aspettato il tuo ritorno per postare il capitolo nuovo :3 Lo so, con i flash back si fa un pò di caos, ma non temere, per i prossimi capitoli ne è previsto solo uno e quelli più in là sono meglio organizzati. Riku in questo chap non s'è visto, ma non preoccuparti che nel prossimo ci sarà eccome! (Il mio amoruccio non può mica essere ignorato troppo a lungo u.u) Guarda... lasciare il cellulare nel frigo forse è il minimo, perchè la mia cara compagna di ventura ne combina di tutti i colori ogni giorno xD Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Comincia il viaggio ***


Eccomi di nuovo! A seguito di numerose richieste (ma quali? NdTutti), da oggi cercherò di aggiornare con un capitolo al giorno, al massimo ogni due giorni... Il mio pc purtroppo è un burlone di pessima categoria e quando finisco di sistemare il capitolo per postarlo qui, di solito me lo cancella... (ma che ci frega?! NdTutti) Ma lasciamo da parte le mie disavventure! The show musto go on! Buona lettura!


Capitolo 5: Comincia il viaggio
Re Topolino sospirò con aria stanca.
Sora, Riku e Kairi erano arrivati da qualche ora e per poco non avevano eliminato il loro nuovo alleato, che era apparso all’improvviso uscendo da un varco di luce.

# flashback #
-Allora Maestà, ci può spiegare cosa sta succedendo?- disse Riku al sovrano.
-Esattamente ciò che vi ho scritto nella lettera. Dobbiamo partire per un mondo che si trova in una galassia lontana dalla nostra, per aiutare una persona a proteggere il suo mondo.-
-Ok, ma chi è questa persona?- chiese Sora.
-So solo che è un custode, purtroppo Yen Sid non ha saputo dirmi altro. Non perché quel mondo sia lontano, ma perché fino ad ora è rimasto isolato e quindi non siamo ancora riusciti a contattare questo custode. Tuttavia la presenza del keyblade si rileva benissimo.-
-Allora partiamo subito, no? Perché siamo ancora qui con le mani in mano?- domandò il custode dell'Alba.
-Perché…- si interruppe alla vista del varco di luce. -… dovevamo aspettare lui.-
-Lui chi?- dissero in coro i tre custodi.
Si voltarono verso il varco e sbiancarono alla vista di chi ne era uscito.
Pantaloni e maglietta bianchi, carnagione scura, occhi arancioni e lunghi capelli grigio-argentei.
-XEMNAS!!!- gridarono in coro i ragazzi alla presenza del capo dell’Organizzazione XIII, che avevano sconfitto due anni prima.
-Cosa ci fa lui qui?!- chiese il castano con rabbia.
-Maestà, ancora non gli avete spiegato la mia situazione?- domandò Xemnas al re.
-Stavo per farlo, ma sei arrivato prima tu…- disse Topolino con un sorriso. -Perché non spieghi tu stesso come mai ti trovi qui?-
-Con piacere.- rispose l’uomo, poi si voltò verso i ragazzi, che avevano già impugnato i loro keyblade.
-Tranquillizzatevi e posate le armi, io non sono Xemnas, il capo dell’Organizzazione XIII…-
-E allora chi saresti?- domandò Riku, senza abbassare la Via per l’Alba.
-Io sono Xemnas il Ritornante.- disse calmo.
-Ritornante?- ripeterono all’unisono i tre.
-Grazie al keyblade, ciò che compone il mio essere si è ricongiunto. Il mio cuore, il mio corpo e la mia anima si sono riuniti, ma non sono un essere umano.- spiegò.
-Come non sei un essere umano?- domandò Sora confuso.
-Non sono un essere umano, perché il mio essere è stato spezzato e ho perso cuore, corpo e anima. Ora che li ho recuperati, tuttavia non sono un essere umano perché non posso tornare ad essere qualcosa che ormai non esiste più.-
-Quindi ora sei un… cosa hai detto che sei?-
-Un Ritornante. Sono uscito dalle tenebre che avevano imprigionato il mio essere e sono tornato come emissario della Luce.-
-Ora mi spiego il varco di luce e perché ti trovi qui.- iniziò Riku. -Se fossi un essere oscuro, la Prima Pietra della Luce ti respingerebbe.-
-Effettivamente hai ragione…- ammise il custode della Catena Regale, ancora un po’ titubante.
-Possiamo fidarci.- intervenne Kairi all’improvviso. -Riesco a sentire la sua luce.- affermò sorridendo.
-Molto bene!- esclamò Topolino avvicinandosi ai quattro. -Xemnas com’è andata la ricerca?-
-Ricerca?- si chiesero i tre mentalmente.
-Bene, ne ho trovato uno. Dovrebbe arrivare a momenti.- rispose l’albino con un sorriso.
Infatti, poco dopo, un altro varco luminoso si aprì e un altro ex membro dell’Organizzazione s'incamminò verso i presenti.
Anch’egli vestito di bianco, lunghi capelli azzurri, occhi dorati e una cicatrice a forma di X tra essi.
-Eccomi Sir…- disse piano l'ex numero VII dell’Organizzazione XIII.
-Ben arrivato Saix.- rispose Xemnas.
-Ci ho messo più del previsto perché mi hanno trattenuto…-
-Ci sta provando con tutti allora…- sussurrò l’albino.
-Il tempo stringe, speriamo che gli altri facciano come Saix…- disse Topolino.
-Potete spiegare anche a noi?- chiese Sora.
-Il nostro nemico sta cercando degli alleati.- rispose il sovrano.
-Ha un nome questo nemico? Sapete noi eravamo dell’idea di combattere ancora con l’Organizzazione o Malefica, ma vedo che qui non si accenna nemmeno a lei.- dichiarò Riku.
-Il nostro nemico… è l’Oscurità stessa.-
Alle parole di Xemnas, un gelido silenzio calò nella Sala delle Udienze.
L’Oscurità stessa? Come si poteva sconfiggere qualcosa che esisteva da sempre? Ma poi, era effettivamente possibile una cosa del genere? Queste e altre domande passavano per le menti dei custodi, quando il mago di corte entrò di corsa nella sala.
-Vostra Maestà!- urlò andando subito verso il suo re.
-Cosa sta succedendo Paperino?- chiese allarmato Topolino.
-Il passaggio è completamente aperto! Possiamo partire anche adesso!-
-Perfetto! Xemnas, tu continua le ricerche.- disse rivolgendosi al Ritornante.
-Sarà fatto Maestà. Poi vi raggiungeremo.-
-Bene. Ragazzi, andiamo!- disse ai tre custodi.
-Agli ordini!- risposero all’unisono.

***


Mercoledì 21 maggio 2008, ore 23:59

Don… don… don…

Solita ora, solita chiesa.
Jessie spiccò un balzo e atterrò ai piedi dell’edificio. Neanche il tempo di formulare un pensiero che decine e decine di ombre apparvero intorno a lei.
-Sono ancora più numerosi di ieri… qui c’è qualcosa che non quadra…- pensò mentre distruggeva il quarto avversario.
Quella notte, la custode della Via del Tramonto, conobbe l’inferno.
Per ogni ombra o essere bianco che distruggeva, un altro prendeva il suo posto subito dopo. Fu costretta ad utilizzare anche l’Artiglio della Notte. Non lo aveva quasi mai usato, se non i primi tempi in cui aveva iniziato a combattere i bianchi oltre alle ombre.
-Devo pensare a qualcosa… e in fretta…- pensò, mentre con un colpo di keyblade distruggeva l’ennesima ombra.
L’unica soluzione che trovò era una magia imparata da poco, che aveva un effetto devastante.
-Speriamo di non distruggere nulla…- pensò, prima di alzarsi in volo e puntare entrambe le mani sull’esercito di nemici che stava affrontando. Una massa bianca e nera in continuo movimento.
-Flare!-
Pronunciata quella parola, un’enorme fiammata uscì dal palmo delle sue mani per abbattersi sugli avversari.
Pochi secondi e di loro non restò che il ricordo e qualche oggetto lasciato indietro.
Girò un po’ per le silenziose vie del suo paese e non incontrò nessuno, quindi decise di fare un salto al paese vicino.
Appena vi mise piede, si ripeté la scena vissuta poco prima. Un nuovo nemico che sostituiva il compagno caduto.
La ragazza fu costretta a ricorrere un'altra volta a quella pericolosa magia, ma per fortuna riuscì a controllarla ed a risparmiare un briciolo di energia per tornare a casa.

Don… don… don… din…

Alle tre e mezza era ancora in viaggio.
Si trovava sulla strada che collegava i due paesi, quando una luce proveniente dal campo lì vicino attirò la sua attenzione. Percepiva un’energia positiva come non ne aveva mai sentite, ma questa era anche molto debole.
Spinta dalla curiosità si avvicinò a ciò che poco prima aveva illuminato a giorno il campo di granturco.
Quando arrivò rimase di sasso.
Un ragazzo vestito di bianco, con dei lunghi capelli rosso fuoco drittissimi, apparso dal niente, giaceva privo di sensi in mezzo al campo.
Velocemente si apprestò a verificare le condizioni dello sconosciuto.
Portò due dita al collo del ragazzo e percepì dei deboli battiti.
-Il battito anche se debole c’è…- pensò.
Dopodiché lo girò sulla schiena e avvicinò l’orecchio alla bocca semi-aperta del rosso. Non sentì niente.
-Maledizione! Non respira!- pensò allarmata e tornò a sentire i battiti. Erano sempre più deboli.
-Oddio, non dirmi che ora mi tocca fargli la respirazione bocca a bocca… Oddiomio!!!- pensò con terrore. -Ma non posso mica lasciarlo così… Non posso nemmeno chiamare un’ambulanza… Come gli spiego che a notte fonda ho trovato uno sconosciuto svenuto in un campo?? Vabbè, non ho scelta…- rassegnata si posizionò sopra al ragazzo per procedere nel suo intento di salvargli la vita.
In quel momento Jessie ringraziò le lezioni di primo soccorso date dall’insegnante di educazione fisica l’anno prima. Ma proprio mentre stava avvicinando le labbra a quelle dell'altro, questo aprì gli occhi e iniziò a respirare affannosamente, come se fosse appena uscito da una lunga apnea.
La custode face un balzo indietro per lo spavento e arrossì di colpo pensando a quello che stava per fare.
E se lui avesse capito male? E se avesse pensato che lo voleva baciare? E se…
Tutti i suoi dubbi furono spazzati via quando, guardando il ragazzo, si accorse che si trovava in uno stato confusionale e che si guardava intorno spaesato, quindi non poteva aver capito.
Gli si avvicinò nuovamente e lo aiutò a tirarsi su per respirare meglio.
-Dove… sono…?- chiese, guardandosi intorno con nervosismo e paura.
Jessie si intenerì. Quel ragazzo apparso dal niente puntò i suoi occhi smeraldini su di lei. Due occhi in cerca d’aiuto. Sembrava un angelo che aveva smarrito la strada ed era capitato sul quel mondo per sbaglio. La sua tenera espressione lasciava intendere che, da qualsiasi parte arrivasse, era molto lontano da casa.
-Stai tranquillo. Come ti chiami?-
-Axel…-
-Strano nome… Da dove vieni?-
-Non lo so…-
-Non fa niente.-
-Ero immerso nel nulla assoluto… e qualcuno mi ha svegliato…-
-Chi era?-
-Non ne ho idea… ma sono certo che fosse qualcosa di oscuro… voleva convincermi a lavorare per lui… mi sono rifiutato… sono fuggito…-
-E ti sei svegliato perché io ti ho trovato, altrimenti chissà che fine avresti fatto.- concluse per lui, facendolo sedere.
-Grazie… ma chi sei?-
-Non ha importanza. Adesso lasciati curare, dobbiamo andarcene alla svelta. Sai, quando sei arrivato potresti aver svegliato chi abita qui vicino.-
Gli mise la mano destra sul torace e pronunciò l’incantesimo di guarigione più potente che conoscesse. Axel fu circondato da un’aura verde e si ristabilì subito dopo.
-Grazie, ma puoi dirmi come sono arrivato qua?-
-Non so. Stavo passando per la strada quando una luce si è accesa improvvisamente nel campo e sono venuta a controllare. Ti ho trovato privo di sensi, ma per fortuna il cuore batteva ancora e ci ho messo poco a farti rinvenire.- si bloccò nel vedere che il viso del ragazzo era sbiancato nuovamente. -Ehi, stai di nuovo male?-
Il rosso si portò una mano all’altezza del cuore e chiuse gli occhi.

Tu-tum. Tu-tum.

Una lacrima scese lungo il suo viso.
-Ma che ti prende?-
La casa lì vicino accese improvvisamente le luci.
-Dobbiamo andarcene di qui!- prese il ragazzo per mano e cominciò a correre più veloce che potè.

Corsero fino a raggiungere il palazzo più alto del suo paese.
-C’è mancato poco…- sospirò sedendosi a gambe incrociate, seguita da Axel.
-Perché siamo scappati? Hai combinato qualche guaio?- le chiese.
-No, nessun guaio. E comunque la mia è una storia lunga e complicata e non ho il tempo per raccontartela.-
-Quindi non mi dirai nemmeno perché tieni il viso coperto? Nemmeno il tuo nome?-
-Esatto.-
-Ok.- rispose il rosso, portando lo sguardo sulla volta celeste.
-Senti, hai un posto dove andare?- chiese Jessie, dopo un po’.
-Sì, mi sono ricordato come sono fuggito da quel luogo e ora so esattamente dove andare.-
Si alzarono in piedi.
-Bè, è stato bello finché è durato, no?- se ne uscì lui.
-Sì, hai ragione.-
-Grazie ancora di tutto, tornerò a trovarti.- disse il ragazzo con un sorriso.
-Ci conto!-
-Amici?- chiese, porgendole la mano.
-Amici.- rispose Jessie, ricambiando il gesto.
-E la prossima volta mi racconterai tutto!-
Detto questo, Axel mise la mano destra davanti a sé e aprì un varco fatto di pura luce. Dopo aver pronunciato un ultimo saluto attraversò il passaggio che si richiuse immediatamente alle sue spalle.

-Ehilà capo! È tanto che non ci vediamo!- esclamò Axel apparendo davanti a Xemnas.
-Ben trovato, Soffio di Fiamme Danzanti.-
-Credo di aver bisogno di alcune spiegazioni…- continuò il rosso avvicinandosi.

***


-Paperino, fai rotta verso Radiant Garden.- ordinò Topolino.
-Sissignore!- rispose il mago di corte, mettendosi ai comandi della gummiship.
-Perché andiamo a Radiant Garden?- chiese Sora.
-Dobbiamo installare un navigummi particolare e solo Cid Highwind può farlo.-
-Avete ragione Maestà… Speriamo solo che in questi anni che non l’abbiamo visto, non abbia fatto infuriare Merlino…- rispose il castano con un sorriso divertito, al ricordo dei battibecchi avvenuti tra il mago e l’esperto di computer.
Paperino e Pippo risero al richiamo di quei ricordi e anche il re non trattenne una risata.

In poche ore raggiunsero la loro meta e la felicità si dipinse sui loro volti al vedere le ottime condizioni in cui si trovava quel mondo. I raggi del sole splendevano sulla cittadina e creavano dei bellissimi giochi di luce con le numerose fontane d’acqua pura che sorgevano in ogni angolo. I volti delle persone erano attraversate dal sorriso e la serenità era palpabile nell’aria stessa.
L’unica nota discordante con tutto questo era un rivolo di fumo nero che saliva verso il cielo.
-C’è del fumo laggiù!- fece notare Kairi ai compagni.
-Sembra provenire dal Borgo! Andiamo!- disse Sora, cominciando a correre seguito dagli amici.

Quando giunsero al Borgo, si accorsero che il fumo proveniva dalla casa di Merlino e pensarono al peggio. Tuttavia i loro animi si rilassarono quando sentirono le urla di due persone provenire dall’interno dell’abitazione, due voci conosciute a tutti, meno Riku, che non aveva mai incontrato chi viveva in quella casa.
-E’ meglio se interveniamo, altrimenti dobbiamo installarcelo da soli il navigummi!- esclamò il castano, mettendo la mano sulla maniglia della porta.
Stava per aprirla quando si ritrovò per terra sotto di essa.
-Mago da strapazzo! Hai buttato giù la porta! Di nuovo!- urlò Cid, sdraiato sulla porta scardinata.
-E’ colpa tua! Se fossi rimasto dov’eri, avrei centrato il bersaglio!- urlò di rimando il mago vestito di blu con la bacchetta levata, mentre usciva.
-Sai, dato che il bersaglio ero IO, ho ritenuto opportuno abbassarmi!-
Ci fu un attimo di silenzio, in cui si poterono udire i lamenti del povero Sora, che si trovava ancora sotto il peso di Cid e della porta.
-Ciao ragazzi! È tanto che non ci vediamo!- esclamò l’uomo, accorgendosi in quel momento del gruppo alle sue spalle.
-Ma Sora dov’è?-
A quella domanda si udì un flebile “sono qui” da sotto la porta.
-Scusa ragazzo! Mi alzo subito!- disse mortificato.
Recuperato il giovane keyblader, entrarono tutti in casa dove si scoprì che il motivo dell’ennesimo battibecco era sempre lo stesso, che Leon e gli altri erano in città a fare un giro e che Cloud non era ancora tornato.
-E voi? Cosa vi porta qui?- chiese Merlino.
-Abbiamo bisogno dell’aiuto di Cid per installare un navigummi.- spiegò il re.
-Ci penso io!- esclamò felice l’uomo, all’idea di lavorare ancora sulla gummiship.
-Sora! Maestà!-
A quella voce i presenti si girarono e videro Leon sulla soglia.
-Ciao Leon!- salutò il castano.
-Come mai da queste parti?-
-Dobbiamo installare un navigummi.-
-Ci sono problemi? Se vi serve un navigummi, significa che dovete andare in un luogo abbastanza lontano e di certo non per una vacanza.- il ragazzo dagli occhi di ghiaccio zittì tutti con il suo ragionamento, corretto per di più.
Dopo un sospiro, re Topolino iniziò a spiegare la situazione.
Alla fine della spiegazione, il terrore era dipinto sul volto di Merlino, a Cid era caduta la sua inseparabile sigaretta e Leon aveva incrociato le braccia, dopo essersi appoggiato al muro.
-Vista la situazione è meglio se vado immediatamente ad installarvi il navigummi.- disse il biondo, riprendendosi. -Sapete come si chiama il mondo che dovete raggiungere?-
-Si trova in una galassia lontana, dobbiamo raggiungere la Terra.- rispose il custode della Catena Nobile.
Cid sembrava in preda ad un attacco di cuore dopo quelle parole. Era diventato pallido e aveva il fiato corto.
-La Terra?- chiese titubante. -Il terzo pianeta del sistema solare che si trova nella Via Lattea?-
-Esatto.-
La sigaretta gli cadde di nuovo e si portò le mani nei capelli.
-Devo mettermi subito al lavoro! Quel pianeta è lontanissimo! Ci vuole come minimo una settimana e mezza per raggiungerlo!-
-Cosa?!- gridarono i futuri viaggiatori.
-State tranquilli, insieme al navigummi vedrò di installarvi un gummi per rendere la nave più veloce anche se non di molto.-
-Siamo nelle tue mani!- disse Topolino.
L'uomo alzò il pollice destro e poi corse fuori dalla casa.
-Caspiterina… Yen Sid mi aveva detto che era lontano, ma non credevo così tanto…- sospirò dispiaciuto il re.
-Non preoccupatevi, non è colpa vostra Maestà…- lo rassicurò Sora con uno dei suoi sorrisi.
-Mentre aspettate, perché non venite a fare un giro? Così intanto farete scorta di tutto ciò che potrebbe servirvi.- propose il gunblader.
-Mi sembra un’ottima idea. Dal momento che andremo in un mondo a noi sconosciuto, ci conviene essere preparati.- disse il custode dai capelli argentei, attirando l’attenzione di Leon.
-E’ da prima che me lo chiedo, ma tu chi sei?-
-E’ vero! Voi non vi conoscete!- esclamò Sora, battendosi una mano in fronte. -Leon, lui è Riku. Riku, Leon.-
-Piacere.- disse l’argenteo.
-E così tu sei il famoso Riku. Il piacere è mio.-

Con il gunblader come guida, il gruppo fece un giro per Radiant Garden, incontrando tutti gli amici conosciuti nelle precedenti avventure. Riku rimase spiazzato dal saluto di Yuffie, infatti la ninja iniziò a girargli intorno facendolo imbarazzare e di conseguenza arrossire, mentre Sora e Kairi si trattenevano dal ridere.
Verso sera la porta della casa di Merlino si aprì ed entrò un Cid completamente stravolto.
-Ragazzi… potete partire… quando volete…-
Lo fecero sedere e gli diedero da bere. Quando si fu ripreso prese a spiegare le varie modifiche apportate alla gummiship.
-Allora, ho installato il navigummi e un gummi per la velocità. Invece di quasi due settimane, ci metterete cinque o sei giorni.- si fermò per riprendere fiato. -Poi, ho potenziato le armi. Quella galassia è piena di campi di asteroidi, non metto in dubbio le abilità di Paperino, ma è meglio essere prudenti. Ho sistemato lo scudo e, infine, ho installato una radio ad alta frequenza. Se avrete problemi, potrete contattarci tranquillamente.-
-Sei sempre il migliore Cid!- esclamò Sora.
-Grazie ragazzo! Vi conviene partire subito però. Se tutto andrà secondo i piani, arriverete a destinazione allo scattare del sesto giorno.-
-Cid ha ragione.- cominciò Topolino. -Ogni minuto è prezioso. Andiamo!-
Ringraziarono e salutarono tutti e dieci minuti dopo erano già in viaggio verso la Via Lattea, verso la Terra.




Sora & Co. si sono infine messi all'opera! Jessie ha fatto l'incontro di Axel che non passerà di certo inosservato nella sua vita di keyblader. Cosa accadrà quando la gummiship giungerà sulla lontana Terra? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
See ya!!



Angolo recensioni
My Pride: *stappa bottiglia di spumante* Finalmente cominci a ingranare il meccanismo che tiene in piedi tutto eh? xD Eh sì, con i finali sono proprio cattiva, forse peggio di te xD Grazie del commento, ci sentiamo!

Eris_96: *attacca materasso al muro* Riku e Jessie ancora non si sono incontrati, ma non per questo devi spaccarti la testa xD Nel prossimo ci sarà l'incontro ravvicinato del quarto tipo (addirittura? o.O NdRiku e Jessie) e qualcuno ne farà le spese... Forse hai ragione, la pantegana avrebbe dovuto reagire più o meno così --> O____O ma ho voluto lasciargli un pò della sua dignità... (la mia piccola mente si convince ancora che ne abbia una xD) E in questo capitolo si spiega il perché il topo non si sia preoccupato più di tanto ^^ Spero che ti sia piaciuto anche questo chap! Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: L'incontro ***


Et voilà! Eccovi il tanto atteso capitolo in cui i keybladers si riuniscono! Ci sarà anche l'apparizione di un'altra vecchia conoscenza, chi sarà? Leggete e scoprite! Buona lettura!


Capitolo 6: L’incontro
Lunedì 26 maggio 2008, ore 09:55
Avete presente un puzzle da 3000 pezzi? Jessie in quel momento si sentiva esattamente come un puzzle da 3000.
Era distrutta.
Nell’ultima settimana i bianchi e le ombre erano aumentati a dismisura. Usciva di casa poco prima della mezzanotte e rientrava alle tre inoltrate, a volte anche alle quattro, e si limitava a controllare solo il suo paese e i due più vicini.
Ultimamente sul giornale locale si leggevano notizie di strani fatti che accadevano di notte: distruzione di muri e finestre, strani rumori provenienti da ogni angolo della strada e sui tetti delle case.
Si passò una mano sul viso, stando attenta agli occhiali. Si chiese perché li portasse ancora, da quando aveva iniziato ad usare la magia il suo corpo aveva cominciato a cambiare: riusciva a fare salti degni da Olimpiadi, senza rischiare di rompersi qualcosa nell’atterraggio, era diventata più alta di dieci centimetri buoni, e i suoi occhi vedevano benissimo. Da quel giorno in cui si è svegliata come se li avesse sul naso, aveva cambiato le lenti con dei cerchi di semplice vetro e quando c’erano le visite di controllo entrava lei da sola, così lì oculista vedeva che la sua vista era ottima e sua madre restava fuori, convinta che la sua vista fosse sempre la stessa.
Fece un lungo e trascinato sospiro.
-Ehi Je!- la chiamò una compagna di classe, Ilaria.
-Dimmi tesoro.- rispose lei, nascondendo la stanchezza dietro un sorriso.
-Vieni un attimo qui! Io e Kat non riusciamo a stampare!-
-Arrivo!-
Si spostò dalla finestra che stava davanti alla sua classe e si avvicinò al computer dove si trovavano le due rappresentanti.
-Allora, vediamo un po’…- disse, sedendosi davanti al computer. –Non riuscite a stampare, giusto?-
-Sì.- risposero le due.
Jessie controllò che la stampante fosse collegata e connessa con il computer. Tutto a posto, ma allora perché si rifiutava di stampare? Spostò lo sguardo sull’oggetto incriminato. E sorrise, trattenendosi dal ridere del tutto.
-Ragazze, non vorrei offendervi, io sono distratta, però se non accendete la stampante, dubito che questa possa reagire in alcun modo alle vostre richieste…-
Ilaria si batté una mano sulla fronte. -Cavoli, Je! Hai ragione! Scusa!-
-Ma di cosa? Ragazze, questi esami stanno distruggendo tutte, se non ci diamo una mano anche nelle piccole cose non ne usciamo più. Voi due soprattutto che siete le rappresentanti di classe e dovete occuparvi di farci avere tutti i programmi. Vi ho aiutate volentieri.-
-Grazie Je, sei un tesoro!- disse Katia, abbracciandola.
Ecco, come se non bastassero quei dannati esseri di notte, di giorno era anche peggio con gli esami di maturità in arrivo. Jessie si chiese con terrore quanta resistenza nervosa avesse per resistere a tutta quella situazione e rabbrividì.
-Je vieni un attimo!- urlò Andrea dalla porta dell’aula.
-Vengo! A dopo ragazze.-
Appena mise piede in aula fu letteralmente sommersa da una valanga di baci, abbracci e auguri di buon compleanno.
Era talmente presa da dimenticarsi che il giorno prima era il suo compleanno. Aveva diciannove anni da ventiquattro ore e se l’era scordato!
Le compagne le fecero una mini-festa fino alla fine dell’intervallo che segnò l’iniziò di due noiosissime ore di matematica.

Quando la campana suonò la fine delle lezioni tutte si alzarono e si diressero verso l’uscita.
Jessie però rimase ferma, in piedi davanti al suo banco.

-Domani, tutto cambierà…-

Un brivido di paura le corse lungo la schiena.
Il giorno dopo sarebbe cambiato tutto, ma come? Cosa sarebbe cambiato?
Mille e più domande balzarono nella sua testa, finché Andrea non la prese per mano e la portò fuori dall’aula.
-Je! Che ti prende?-
-Ehi Je!- chiamò Miryam.
-Cosa? Sì, sto bene. Mi sono incantata un attimo. Andiamo altrimenti rischiamo di perdere il treno.-
Le due poco convinte seguirono l’amica fuori dall’edificio e si diressero velocemente alla stazione.
Una volta scese alla loro fermata, Andrea fermò l'amica, prendendola per un braccio.
-Cosa ti è successo?-
-Quando?-
-Prima. Non ti sei semplicemente incantata. Eri pallida e tremavi. Cosa cavolo hai sentito? La voce? Qualcos’altro? Rispondi!-
-Non mi ero accorta di tremare. Scusa, volevo capire meglio cosa fosse successo.-
-Non fa niente. Adesso però spiegami.-
-Era la voce. Ha detto che domani tutto cambierà.- disse con lo sguardo basso.
-Dai, non preoccuparti. Non è una cosa che puoi controllare, quindi lascia che succeda quello che deve succedere.- disse, mettendole una mano sulla spalla.
-Sì, ma se succede qualcosa che non posso fermare? Se succede qualcosa di brutto a te e io non posso fare nulla?-
-Je, io mi fido di te.-
-Grazie.-
Si incamminarono per uscire dalla stazione ricominciando a parlare del più e del meno.
-Ma senti un po’, l’hai più rivisto quel tipo carino?-
-Di chi parli scusa?-
La ragazza si avvicinò all’amica e iniziò a punzecchiarla con il gomito facendo una strana faccia.
-Aaaahhh… adesso fa la finta tonta… va in giro la notte a baciare sconosciuti e poi non se ne ricorda neanche…-
-Non ci siamo baciati!!- esclamò in risposta ricordando tutto. -E poi guarda che io non avevo cattive intenzioni, volevo solo aiutarlo…-
-Bè, cara Jessie, ad avere davanti un ragazzo così affascinante anch’io lo salverei in quel modo…- disse con tono malizioso la ragazza dagli occhi azzurri.
-Io mi arrendo…- sospirò ormai rassegnata. -Comunque non l’ho più visto, ma spero di incontrarlo di nuovo…-
-Lo spero anch’io, perché devi assolutamente presentarmelo… un ragazzo così non si trova in tutti i… campi!-
-Andrea, smettila, ti ricordo che sei già impegnata!-
-E allora? Guarda che io non pensavo mica a nulla di male… vedi che sei sempre la solita maliziosa?- concluse ridendo come una pazza.
-Ok, ora ti prendo e vedi come ti concio…- disse Jessie iniziando a rincorrere l’amica.
-Eddai, era uno scherzo… aiutooooo!!!-

***



-Maestà siamo quasi arrivati!- annunciò Paperino. -Vi consiglio di guardare fuori dal finestrino.-
Tutti fecero come consigliato dal pilota e rimasero a bocca aperta.
Un bellissimo pianeta, ricoperto per lo più da acqua, si presentò agli occhi dei passeggeri della gummiship.
-Tra quanto arriveremo?- chiese Sora.
-Stanotte metteremo finalmente i piedi per terra.- rispose il mago di corte. -Maestà, conoscete già il luogo in cui si trova la persona che cerchiamo?-
-Sì, ma non preoccuparti, Cid ha già inserito le coordinate esatte.- disse Topolino.
-Perfetto.- disse il mago di corte, tornando al comando.
Una persona a bordo però era stranamente attratta da quel pianeta.
-Riku? Riku rispondi!- esclamò il castano, scuotendo l’amico, che non rispondeva da un po’ ai suoi richiami.
-Cosa? Come?- farfugliò guardando l’altro.
-Sei sicuro di sentirti bene? È da un po’ che ti chiamo, ma non mi sentivi.-
-Scusa, mi devo essere incantato a guardare il pianeta.-
-Vieni a sederti. Non hai una bella cera, e per stasera dobbiamo essere in forma.- intervenne Kairi.
-Sì, hai ragione.- rispose l'argenteo, che a malincuore si staccò dall’oblò e si sedette su un sedile, addormentandosi subito dopo.

***


-Capo, sono tornato!- esclamò Axel, uscendo da un varco di luce seguito da due persone.
-E noto con piacere che non sei solo.- rispose Xemnas, avvicinandosi ai tre. -Ben tornati, Demyx e Zexion.-
-Grazie capo!- fece il biondo, con la sua solita allegria.
-Grazie, Xemnas.- disse un po’ meno esuberante Zexion. -Axel ci ha spiegato la situazione, in quanti siamo al momento?-
-Lo sapremo al ritorno di Saix.-
Poco dopo, infatti, un nuovo varco si aprì nella Sala delle Udienze. Il primo ad uscirne fu il numero VII, lo seguirono un uomo dai lunghi capelli neri e gli occhi viola e un secondo uomo con molte cicatrici sul viso e un occhio coperto da una benda.
-Zexion, ora siamo alla notevole cifra di sette membri su dodici.- disse Axel.
-Dodici? Non eravamo tredici?- chiese confuso il Burattinaio Mascherato.
-E’ vero, tu non c’eri. Roxas si è riunito a Sora, due anni fa.- rispose il rosso, con una nota di tristezza.
-Capisco.-
-Saix vedo che la ricerca è andata bene.- disse il Superiore, avvicinandosi al Ritornante dai capelli blu.
-Sì, però c’è un problema.-
-Che tipo di problema?- chiese allarmato.
-Sono riuscito a localizzare tutti i membri mancanti, tranne il numero XI.-
-Questo non è un buon segno…- disse, poi guardò il compagno dritto negli occhi. -So di chiederti molto, sei appena tornato e sarai stanco, ma ti chiedo di ripartire e di tornare con i membri quattro e cinque. Te la senti?-
-Nessun problema.- fece un leggero inchino, si voltò e sparì in un varco.
-Axel…-
-Non dirlo capo! Vado e torno col cartomante e la pazza!- salutò con la mano e anche lui entrò in un varco di luce.
-Speriamo che non sia troppo tardi… Adesso, veniamo a noi.- disse rivolto ai quattro presenti.
-A noi Saix non ha spiegato niente.- fece Xaldin.
-Rimediamo subito.-

***


Nero.
Tutto infinitamente e completamente nero.
Questo vide quando riaprì gli occhi.
Quanto tempo era stato in quello stato simile alla morte? Morte, che poi si era rivelata una rinascita.
Si portò istintivamente una mano al petto e tremò.

Tu-tum. Tu-tum.

Aveva un cuore che batteva. Com’era possibile?
Stava cercando le risposte a queste e altre domande, quando qualcuno rispose per lui, come se gli avesse letto la mente.
-Il tuo cuore ha ripreso a battere perché sei un Ritornante.- disse una voce suadente.
-Un Ritornante? Cosa vuol dire?- chiese, attirato da quella voce.
-Il tuo cuore, posseduto dall’Oscurità e poi liberato, si è riunito al tuo corpo e alla tua anima. Ora potrai ottenere ciò che ti spetta.-
-Ovvero?-
-Quando eri un Heartless eri una semplice ombra, ma quando eri un Nessuno ti sei fatto valere, tentando di ottenere il potere. Il potere che ti spettava di diritto.-
-Quindi ora dovrei vendicarmi su coloro che mi hanno impedito di ottenere il potere?-
-Esatto.-
-Ma io non ricordo chi sono, né chi erano quelli contro cui dovrei combattere.-
-Concentrati e ricorderai tutto.-
L’uomo chiuse gli occhi e si concentrò. All’improvviso, la sua prima esistenza iniziò a scorrere nella sua mente, seguita dalla non-esistenza. Ricordò tutto. Il Castello dell’Oblio, il custode, l’amico del custode, la Nessuno che manipolava i ricordi, e la sua sconfitta.
Con rabbia riaprì gli occhi.
-Dimmi cosa devo fare.-
-Ben tornato Marluxia, Leggiadro Sicario.- fece la voce, con tono malvagio e sicuro di aver fatto un importante passo avanti nella sua strada verso la conquista.

***


Scesero dalla gummiship senza emettere il minimo rumore.
-Qui dentro non la troveranno mai.- disse Topolino. -Questo cantiere sembra abbandonato da anni.-
Erano atterrati in un vecchio cantiere abbastanza grande da nascondere la loro nave dagli occhi degli abitanti del paese. Erano stati fortunati anche solo a riuscire ad entrare nell’atmosfera senza essere localizzati. Quel pianeta era circondato da decine di satelliti! Ma la gummiship era provvista di un sistema anti-radar che funzionava in maniera eccellente.
-Da che parte andiamo, Maestà?- chiese Pippo.
-Da quella parte.- dissero all’unisono Topolino, Sora e Riku.
-Come fate a saperlo?- domandò Kairi.
-Si avverte chiaramente la presenza di un keyblade, anzi di due.- spiegò l'argenteo. -Due?- chiese il re. -A me risulta che il custode sia uno, però, ora che me lo fai notare, si sente che ci sono due keyblade nelle vicinanze.-
-Andiamo. È inutile stare qui a parlarne.- intervenne il castano, guardandosi intorno prima di uscire dal cantiere e dirigersi nella via alla loro destra.
-Aspettaci Sora!- disse la rossa, affiancandosi al ragazzo.
Dopodiché Topolino e Paperino li superarono, invece, Riku e Pippo rimasero alle loro spalle.
-Qui c’è stata una battaglia.- disse ad un tratto il custode della Via per l'Alba. -Anche se lieve avverto che qui sono apparse delle creature oscure.-
-Facciamo attenzione.- suggerì il sovrano, senza voltarsi.
Intanto, qualcuno li osservava nascosto nell’ombra di quella via buia a causa dei lampioni spenti.

***


Martedì 27 maggio 2008, ore 01:30
Jessie si sedette sul tetto di una casa, con la schiena contro il comignolo, facendo profondi respiri.
-Meno male che per oggi ho finito…- pensò.
Quella notte i nemici erano sì pochi, ma erano i più potenti che la ragazza avesse incontrato da un paio d’anni.
-E’ da quando ho ricevuto l’Artiglio che non incontro nemici così…- si bloccò.
Delle presenze. Qualcuno stava camminando proprio sotto di lei.
-Non sono persone normali, avverto chiaramente la magia nei loro corpi.- pensò.
Si sistemò il cappuccio sul viso e si sporse dal tetto. Non l’avrebbero mai vista, i lampioni di quella zona erano tutti fulminati tranne uno che stava per fare la fine degli altri, vista la fioca luce che emetteva.
Vide chiaramente sei figure.
Due basse, una di media altezza e tre alte quasi allo stesso modo.
Si sentì particolarmente attratta dalla figura più alta. Capì immediatamente che era quella da temere, perché fece fermare l’intero gruppo e si era voltata verso di lei. Poi una delle figure al centro parlò.
-Che cosa c’è?- chiese una voce femminile.
-Hai avvertito qualcosa?- domandò la figura vicina. Un ragazzo.
-Mi era sembrato… no, niente. Andiamo avanti.- rassicurò la voce della figura più alta, anch’essa maschile, portandosi davanti alle due persone che avevano parlato. Seguito poi dall’altra figura alta che chiudeva la fila.
Ripresero a camminare lungo la via. Presto sarebbero arrivati nella parte illuminata.
-Adesso o mai più.- pensò Jessie.
Più silenziosa di un cacciatore che va in cerca della preda, si avvicinò al gruppo e poi, estrasse l’Artiglio della Notte, portandolo alla gola del ragazzo più basso e portandogli un braccio dietro la schiena.
-Stai fermo o potresti farti male.- sussurrò all’orecchio di quest’ultimo. -Fai fermare i tuoi compagni.-
Deglutì. -R-ragazzi…-
Tutti si voltarono.
-Che hai Sora?- chiese una delle figure basse.
Il terrore s’impadronì dei loro volti, quando videro la lama nera che brillava alla debole luce dell’unico lampione, puntata contro la gola del loro amico.


Il Leggiadro Sicario è tornato e si è unito all'Oscurità per vendicarsi. Il gruppo di viaggiatori è giunto sulla Terra, ma l'incontro tanto atteso ha preso una strana piega. Sora morirà o i suoi amici lo salveranno? O periranno anche loro nell'impresa? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!




Angolo recensioni
Eris_96: Eh sì, ho postato davvero! Sono una donna di parola io u.u Mmh.. pensi ci sia qualcosa tra Jessie e Axel? Chissà perché lo pensano tutti... Vedremo se hai ragione oppure no ^^ Riku e Jessie si sono incontrati finalmente, ma le reazioni all'incontro sono rimandate al prossimo chap xD Sono troppo cattiva! Muahahahahah!!!! Comunque grazie del commento, sono contenta che la fic ti piaccia ^^ Ciao!!!


Un grazie anche a chi legge soltanto ^^ Bye!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Spiegazioni ***


Buongiorno!!! Il titolo è pessimo, ma il capitolo non dovrebbe essere altrettanto xD Appena arrivati i sei incontrano i primi problemi, cosa succederà? Buona lettura!!!


Capitolo 7: Spiegazioni
-Chi sei tu? Lascialo andare immediatamente!- esclamò il ragazzo più alto, facendosi avanti.
Jessie notò i bellissimi occhi acquamarina, leggermente coperti dai capelli d’argento.
-Non ci siamo.- disse, spingendo la lama contro il collo di Sora. -Qui le domande le faccio io. E vi consiglio di rispondere se non volete che il vostro amico perda una parte importante del corpo.-
-Chiedi quello che vuoi.- disse la figura bassa che aveva parlato prima.
-Così va meglio. Venite sotto la luce, uno accanto all’altro.-
I cinque si misero sotto la luce del lampione e Jessie rimase abbastanza stupita.
Come aveva pensato c’era anche una ragazza, capelli rossi e occhi blu.
C’era il ragazzo con i capelli d’argento.
Poi cominciava a non capire. Le restanti figure erano alquanto buffe.
La più bassa era un topo grande come un bambino di cinque anni.
L’altra bassa era un papero, vestito da marinaio, che le lanciava occhiate degne di un mastino.
L’ultimo membro di quel bizzarro gruppo era un cane alto quasi come l’argenteo.
Superato l’attimo di smarrimento cominciò a fare le domande.
-Chi siete?- domandò fredda.
Il topo si fece un passo avanti. -Io sono re Topolino. Alla mia destra ci sono Riku e Kairi, mentre alla mia sinistra ci sono Paperino e Pippo. Il ragazzo lì con te è Sora.-
-Cosa siete venuti a fare qui?-
-Siamo alla ricerca di due custodi del keyblade.- rispose il re.
-Due?- pensò Jessie. -Pensavo di esserci solo io.- -Perché?- chiese ad alta voce.
-Siamo venuti per aiutarlo a sconfiggere l’Oscurità che sta invadendo lentamente questo mondo. Inoltre, volevamo chiedere il suo aiuto nella battaglia finale contro l’Oscurità.-
Poi avvertì una sensazione nuova. Simile a quella che la prendeva quando impugnava le sue chiavi.
-Anche voi siete custodi? Non provate a negarlo. Avverto la presenza dei vostri keyblade.-
-Io, Sora, Riku e Kairi siamo custodi.-
-Aspetta, se tu puoi avvertire i nostri keyblade significa che anche tu ne possiedi uno.- asserì l'argenteo.
-Giusta osservazione.- disse con un sorriso compiaciuto.
Strinse di più la presa sul braccio e sulla gola di Sora e si portò sotto la luce.
I cinque sgranarono gli occhi quando videro il suo keyblade.
-Maestà, ma che keyblade è?- chiese Pippo.
-Non lo so… Yen Sid mi aveva parlato di un keyblade diverso.- sussurrò al cavaliere.
Dopo un attimo di riflessione Jessie riprese a parlare.
-Avverto la Luce in voi.- poi avvicinò le sue labbra all’orecchio di Sora. -Perdonami per ciò che ti ho fatto. Non avevo alcuna intenzione di farti del male.- disse, mentre lasciava il braccio del ragazzo e abbassava l’arma.
Il castano fece un passo avanti e si voltò verso colei che era stata capace di prenderlo alle spalle e si portò una mano al collo, da cui scendeva un rivolo di sangue.
-Aspetta…-
La ragazza alzò la mano destra e la puntò sulla ferita del castano, che terrorizzato spalancò gli occhi color del cielo. -Energia.-
Pronunciata quella parola, un’aura verde circondò il ragazzo e la ferita si richiuse.
-G-grazie…-
-Ti chiedo ancora scusa, ma da qualche tempo i nemici si sono fatti più numerosi e aggressivi. Ho dovuto reagire di conseguenza.- spiegò.
-I nemici?- chiese, mentre i suoi amici gli si avvicinavano.
-Sì, le ombre e le bambole bianche prive di cuore.-
-Gli Heartless e i Nessuno.- rispose Riku.
-E’ così che si chiamano quindi… Ma non preoccupatevi, per questa notte sono stati tutti eliminati.-
-Tu e l’altro custode li avete sconfitti tutti?- chiese Kairi.
Jessie negò con la testa. -Non c’è nessun altro custode, ci sono solamente io.-
-Impossibile.- disse Topolino. -Noi avvertiamo chiaramente la presenza di un secondo keyblade.-
-Intendi questo?- domandò levando la mano destra in cui apparve la Via del Tramonto.
-Possiedi due keyblade?- replicò il sovrano con la sorpresa dipinta in viso.
-Credo che il vostro amico non si senta bene.- disse la keyblader, indicando il ragazzo dai capelli argentei, che alla vista di quel keyblade era sbiancato e il suo corpo era scosso da leggeri brividi.
-Puoi… puoi dirmi qual è il nome del tuo keyblade?- chiese con voce tremante.
-Questo…- iniziò alzando la mano sinistra. -…è l’Artiglio della Notte, invece, questo…- levò la mano destra. -…è la Via del Tramonto.-
-Riku…- cominciò Sora. -…è simile al tuo!-
La ragazza fu attirata da quella notizia. Il custode parve riprendersi e avanzò verso di lei, facendo comparire la sua chiave. Lama simile ad un’ala di demone, i “denti” una bianca ala d’angelo, l’elsa fatta dalle medesime ali e il pendente era il simbolo delle ombre, anzi, degli Heartless.
-Mi ripresento. Io sono Riku, il custode della Via per l’Alba.-
-Allora sei tu colui che non aveva ancora il keyblade cinque anni fa, quando tutto è iniziato.- disse, mentre si calava il cappuccio.
-Mi presento. Io sono Jessie, custode della Via del Tramonto.-
-In che senso, che non avevo ancora un keyblade?-
-Quando mi hanno consegnato il mio, mi hanno mostrato due keyblade. Uno credo sia quello di Sora.- e si voltò verso di lui. -Tu sei il custode che ha aperto la porta giusto, tu possiedi la Catena Regale?-
-Sì.-
-Il secondo doveva essere il mio.- intervenne Topolino, facendo apparire il suo keyblade.
-Sì. Questi keyblade, sono usciti da due colonne di luce, mentre la terza colonna non poteva mostrare l’arma che celava perché non aveva ancora una forma.- spiegò la castana.
-Capisco.-
All’improvviso, una finestra della casa vicina si illuminò.
-Accidenti! Venite con me!- esclamò a voce bassa, rimettendosi il cappuccio per poi iniziare a correre con passi leggeri e silenziosi.
I sei la seguirono senza protestare, muovendosi più veloci possibile per starle dietro.
Quando si fermarono in un parchetto abbandonato, tutti tranne la custode del Tramonto avevano il fiatone.
-Che vi prende? Non ditemi che siete stanchi per corso qualche metro?- domandò allibita.
-Qualche metro?- chiese Sora. -Ci hai fatto correre per tutto il paese!-
-Ma se avete attraversato appena due vie?!-
-Tu come fai a non essere stanca?- chiese Riku.
-Io tutte le notti combatto contro le ombre e i bianchi, qui, nel mio paese, ma poi mi sposto nei due paesi vicini. E devo necessariamente correre.-
Nessuno parlò più. Erano tutti sorpresi dalla forza e dalla resistenza di quella ragazza, che all’improvviso si girò verso la chiesa.

Don… don… din…

-Le due e mezza?! E’ già così tardi?!- esclamò.
Poi si voltò verso il gruppo che aveva finalmente ripreso fiato. -Avete un posto dove stare?-
-Sì, c’è la nave che abbiamo usato per venire qua.- spiegò Topolino.
-Allora andate lì e restateci. Nessuno deve vedervi.-
-Perché?- chiese Paperino.
-Cos’ha detto?- domandò la ragazza, non avendo capito le parole del mago.
-Ha chiesto il perché delle tue parole. Perché nessuno deve vederci?- ripeté Pippo.
-Perché nessuno, tranne una persona, sa dell’esistenza del keyblade, degli Heartless e dei Nessuno.-
-Com’è possibile? Nessuno è mai stato attaccato?- chiese sbalordito Sora.
-Hanno sempre attaccato di notte e solo me.-
-Faremo come dici.- disse Riku. -Quando tornerai da noi ci spiegherai meglio la situazione.-
-Fammi pensare, domani, cioè oggi, è mercoledì, non ho alcun impegno nel pomeriggio, quindi dovrei essere da voi per le quattro.-
-La mattina non è possibile?- chiese il re.
-E chi va a scuola al posto mio? Tu forse?-
-Vai a scuola?- domandò Kairi.
-Ovvio.-
-Comunque non preoccuparti, resteremo sulla nostra nave fino al tuo ritorno.- affermò l'argenteo, interrompendo le chiacchiere inutili.
-Veramente io parlavo per i tuoi buffi compagni.- disse, indicando i tre abitanti del Castello Disney.
-Hai qualche problema?- domandò il papero seccato.
-Se non ho capito male, mi hai chiesto se ho dei problemi, giusto?- l'altro annuì col capo. -Bene, sappi che non sono io ad avere dei problemi, ma il resto del mondo in cui vi trovate, perché persone simili a voi esistono solo nelle favole. Perciò, Riku, Sora e Kairi, non avranno problemi a girare per le strade, visto che anche i vostri abiti sono normali.-
Infatti i due ragazzi avevano dei semplici pantaloni e delle maglie, mentre la ragazza una maglietta a maniche corte e dei pantaloni chiari. Tuttavia i ragazzi non erano molto convinti e stavano per ribattere, ma Jessie li precedette. -Avete dei soldi con voi?-
-Sì, abbiamo munny a sufficienza.- rispose il custode della Catena Nobile.
-E cosa sono i munny? Nel mio mondo, almeno, qui in Italia, si usano gli euro.-
I presenti ammutolirono nuovamente, guardandosi l'un l'altro.
-Fatemi vedere questi fantomatici munny…- sospirò Jessie.
Topolino tirò fuori dalla tasca un borsellino, che gli sembrò più leggero del solito.
-Qui ci sono tutti i nostri munny.-
La ragazza prese il borsellino e ci guardò dentro, poi alzò lo sguardo e lo puntò sul gruppo.
-Ragazzi, qui dentro ci sono all’incirca quattrocento euro.- sentenziò.
I sei si guardarono in faccia alla ricerca di qualche spiegazione. Quando a Paperino venne l’illuminazione.
-Ho capito! Quando abbiamo attraversato il buco cosmico i nostri oggetti sono cambiati, un po’ come quando arrivavamo nelle Terre del Branco, o ad Atlantica e cambiavamo aspetto. Ricordi Sora?-
-Sì, mi ricordo. Quindi la spiegazione per la trasformazione dei nostri soldi e dei nostri abiti è questa?-
-Sembrerebbe di sì.- disse Riku, passandosi una mano tra i capelli, sbuffando.
-Non ho capito niente di quello che ha detto l’amico piumato, però mi sembra che sia tutto ok. Adesso io vi riaccompagno alla vostra nave, prima che vi perdete, e domani pomeriggio tornerò da voi.-
Tutti annuirono e seguirono Jessie per le strade buie del paesino addormentato.



Il capitolo è più corto rispetto agli altri, ma non preoccupatevi che mi rifarò... Sora è sopravvissuto... Mi spiace, ma serve per la fic, magari più avanti gli succederà qualcosa... Nonostante l'arrivo dei sei, tutto sembra normale, ma lo sarà ancora per molto? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!!



Angolo recensioni
Eris_96: vero, la mia Jessie è troppo buona u.u Eggià, Riku ha sentito la presenza di Jessie, ma anche lei non è rimasta indifferente verso di lui e più avanti si scoprirà perché ^^ Grazie del commento!
My Pride: sono contenta che finalmente tu sia riuscita a capire il senso di questa fic (anche se questa fic, un senso non ce l'ha!! NdVasco °-° NdFly) Grazie del commento e spero che questo capitolo ti dia qualche chiarezza in più ^^ A presto!

Grazie mille (di ogni giorno ogni attimo NdMax ma è una congiura oggi?! °-° NdFly)anche a chi si limita a leggere questa pazza fic ^^ (che un senso non ce l'ha!!! NdVasco e basta!!! >.< NdFly)

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Quando gli incubi diventano realtà ***


Buonsalve! Eccoci con l'ottavo capitolo dove finalmente le cose cominceranno a muoversi in modo concreto! Buona lettura! ^^

Capitolo 8: Quando gli incubi diventano realtà
Martedì 27 maggio, ore 07:58
Andrea era ancora leggermente sconvolta per le notizie datele dall’amica riguardanti la notte appena passata, ma doveva evitare di fare strane facce per non dare sospetti a Miryam.
Stavano camminando lungo il viale per andare a scuola, quando la custode si fermò all’improvviso.
-Je, che ti prende?- chiese calma Miryam, voltandosi.
La ragazza con gli occhi azzurri invece si preoccupò molto di più.
La castana era tesa come una corda di violino, il corpo pronto a scattare. Solo una volta l’aveva vista così. Era notte ed erano appena tornate dal cinema. Dopo mezzanotte.
Fece per avvicinarsi, ma l’amica le corse incontro.
-Giù!- urlò mentre spingeva le amiche sulla panchina lì vicina.
Una palla di fuoco passò esattamente dove si trovavano loro due secondi prima.
-Cosa cavolo era?!- urlò Miryam spaventata, come le altre persone nel viale.
-Dobbiamo correre immediatamente a scuola!- disse Jessie, prendendo per mano le due e correndo come non aveva mai fatto. Il suo peggiore incubo si stava realizzando.

Una volta in classe, trovarono le loro compagne nel medesimo stato di Miryam, Andrea era sconvolta un po’ meno dato che si aspettava una cosa del genere un giorno o l’altro. Jessie invece era come se stesse camminando in un campo minato.
Lasciò le sue amiche in classe, prese lo zaino e corse in bagno.
Si chiuse in un bagno e iniziò a cambiarsi. Aveva fatto bene a dare retta al suo sesto senso e si era portata gli abiti che di solito usava di notte: maglietta, pantaloni, scarpe e cappotto. Tolse anche gli occhiali, dato che non le sarebbero più serviti.
Quando tornò in classe le compagne e la professoressa di matematica la guardarono perplesse non riconoscendola, poiché aveva il cappuccio calato sul viso.
-Je, abbassati il cappuccio, non ti riconoscono così…- le fece notare l'amica.
-Hai ragione, ma sai com’è l’abitudine.- quindi se lo abbassò.
-Jessie, ma che ci fai vestita così?- le chiese la professoressa.
-Immagino che tutte questa mattina siate state attaccate da qualcosa.- tutte annuirono. -Io combatto contro questo qualcosa da cinque anni e ora devo andare là fuori per compiere il mio dovere.- disse fredda. -Andrea, me lo fai un piacere?- aggiunse.
-Certo, dimmi.-
-Potresti spiegare a grandi linee la situazione? E poi, riporteresti lo zaino a mia madre, se dovessi fare tardi?-
-Sì, ci penso io, ma tu vedi di stare attenta.-
Sorrise, si rimise il cappuccio e si avvicinò alla finestra seguita dall’amica.
-Mi raccomando, richiudila subito. Io mi occuperò di erigere una barriera intorno all’edificio.-
-Va bene.-
-Ferme voi due!- esclamò la professoressa, avvicinandosi.
-Devo andare prof, ma non si preoccupi, so quel che faccio.-
Aprì la finestra, salì sul banco che stava sotto di essa e saltò giù, scatenando il panico generale.
Le ragazze si affacciarono alle uniche due finestre presenti e videro con sommo stupore che la loro compagna stava benissimo e che aveva alzato entrambe le braccia verso la scuola.
-Ma siamo al terzo piano?! Come ha fatto?!- dissero in molte.
-Chiudete le finestre!- urlò Andrea.
Tutte le obbedirono all’istante, dopodiché videro una leggera barriera azzurrina circondare l’edificio, mentre Jessie che sfoderava due strane spade dal nulla e che iniziava una furiosa lotta contro delle strane creature nere e altre bianche.
-Andrea, ci puoi gentilmente spiegare? Sembra che tu sappia qualcosa…- disse l’insegnante.
-Tornate a sedervi, vi spiegherò tutto.-

Nelle due ore che seguirono, la ragazza raccontò del perché Jessie si trovasse là fuori, di cosa fossero quelle creature e del pericolo che tutti correvano in quel momento.
Nessuno proferì parola per un tempo che parve infinito, poi un cellulare squillò. Andrea prese immediatamente l'apparecchio, rispose e mise il vivavoce su richiesta delle compagne.
-Je! Come stai? Sei tutta intera?- urlò preoccupata.
-Se ti calmi magari ti dico perché ti sto telefonando!- rispose con la sua solita enfasi.
-Sì, scusa. Dimmi tutto.-
-In questa zona sembra tutto tranquillo, adesso vengo su. Apri la finestra appena chiudo.-
-Ok.-
Chiusa la conversazione, si precipitò alla finestra e non si scompose, come invece fecero le altre, quando vide Jessie galleggiare a mezz’aria.
Si allontanò e la fece entrare, poi richiuse la finestra e andò dall’amica, che nel frattempo si era diretta verso il suo zaino per prendere la sua bottiglietta d’acqua.
-Sei ferita?- le chiese.
Alzò il braccio sinistro. Una leggera ferita correva su tutto l’arto, ma lei sembrava non farci caso, infatti continuava a bere tranquillamente.
-Dobbiamo medicarla subito!- fece la professoressa.
-Cosa? Questo graffio?- chiese Jessie, smettendo di bere. -Rimedio subito. Energia.- il braccio fu circondato da un’aura verde e la ferita si rimarginò in pochi secondi.
-Come hai fatto?- le domandò Katia.
-Magia.- rispose con leggerezza.
-Non è il momento di fare battute.- replicò Lara.
-E chi ha fatto una battuta?- disse fissandola dall'interno del suo cappuccio. -Secondo te come ho fatto a salire fino alla finestra del terzo piano? Va bene che avrei potuto saltare, ma dato che ero già in volo sono venuta direttamente qui.-
Le presenti, tranne Andrea, la guardarono come se stesse delirando.
Jessie allora sbuffò e prese a levitare, incrociando le gambe e tornando a bere la sua acqua ormai finita.
-Aspetta, ti do la mia.- disse Andrea, andando verso il suo banco.
-Senti, ma hai spiegato cosa sta succedendo?-
-Certo, perché?-
-Sai, capisco che sia una situazione assurda, ma bisogna comunque accettarla, no?-
-Come pretendi che, di punto in bianco, noi possiamo accettare una situazione del genere?- sbottò Fabiana.
-Come l’ho accettata io, che ci sono dentro più di te. Pensi che sia facile tornare a casa da scuola, dopo essere stata male e aver fatto un sogno assurdo dove ricevi un’arma e ti dici “ma va era un sogno”, poi invece scopri che è tutto vero? Continuare a venire a scuola, facendo finta di niente, arrivare a casa e fare finta di niente, uscire di notte come una ladra e lottare per la tua sopravvivenza, nonché di quella di altre persone? Rispondi.-
Disse tutto con freddezza, ma con una celata rabbia di fondo, ben trattenuta.
-Facile parlare con un cappuccio in testa.- rispose l'altra con strafottenza.
La bottiglietta vuota che Jessie aveva tra le mani si fuse, poi riacquistata la calma, si abbassò il cappuccio.
-Forse non sono stata chiara. Ho cercato di usare parole semplici e gentili, ma a quanto pare bisogna cambiare registro. Io è da cinque anni che esco di notte a rischiare la vita per proteggere quella di tutti, anche la tua, mentre a casa e a scuola faccio come se niente fosse. È da cinque anni che me ne fotto della mia vita per pensare a quella degli altri. Più di una volta ho rischiato di non tornare a casa intera. Quando ogni tanto stavo a casa, lo facevo perché non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto tanto ero stanca, tanto era il sangue che avevo perso e tante le energie spese per curarmi e non far preoccupare nessuno. Io ho accettato tutto questo. Dovresti farlo anche tu, si vive meglio sai?-
Andrea si avvicinò all’amica con cautela per non farla innervosire ulteriormente, dandole l’acqua e facendola sedere. Volare sarà pure comodo, ma richiede molte energie. Poi si girò verso Fabiana.
-Ascoltami bene. Io non ho avuto problemi ad accettare la situazione in cui Jessie si è venuta a trovare. Prima ho spiegato come sono venuta a conoscenza di tutto questo e, sinceramente parlando, mi aspettavo che un giorno accadesse tutto questo e anche Jessie se l’aspettava. Tuttavia…-
-Tuttavia…- la interruppe l’altra. -…per voi è stato facile dal momento che sapevate già tutto.- disse con acidità e cattiveria.
La custode si era già alzata per incenerirla con una palla di fuoco, ma l’amica la fermò.
-Tuttavia, vuoi sapere chi è in questo momento la persona più spaventata? La stessa persona che ci ha difese fino ad ora. La sua paura più grande è che accada qualcosa a noi e tu ti permetti di trattarla così?-
Il silenzio calò sovrano per molti ed inesorabili minuti, finché Jessie non prese il suo cellulare dalla tasca per rispondere, dal momento che vibrava.
-Pronto?- tutte si voltarono verso di lei. -Sì, la situazione qui è sotto controllo, stavo giusto per andare a fare un giro per controllare tutta l’area abitata.- -Quanto dici? Non lo so, se non appaiono credo un’ora, altrimenti non ti so rispondere.- -Sì, mi fareste un favore.- -Vicino alla stazione c’è un edificio giallo, non potete sbagliare.- -Venti minuti? Sì, intanto mi riprendo un attimo.- -A dopo.- chiuse e rimise il cellulare nella tasca.
-Chi era?- le chiese Andrea.
-Era Riku. Anche loro hanno avvertito la presenza di quegli esseri e mi hanno telefonato per chiedermi se ho bisogno di una mano. Saranno qui in venti minuti.-
-Come fanno ad avere il tuo numero scusa?-
-Stamattina sono passata da loro e gli ho lasciato il mio vecchio cellulare. Gli ho spiegato come usarlo, così in caso di bisogno sapevano come contattarmi.-
-Capisco, ora però riposati. Ti aspetta una giornata lunga.-
La custode annuì con il capo e un sorriso, poi andò a sedersi per terra, appoggiata al muro vicino alla cattedra.
-Tra quanto ti chiamo?- chiese la ragazza con gli occhi azzurri.
-Mi sveglierò da sola. Grazie lo stesso.- rispose, chiudendo gli occhi.
Pochi istanti dopo, il suo respiro aveva un ritmo regolare e leggero.
-Ma sta dormendo davvero?- chiese un’allibita Lara.
-Sì, da una settimana a questa parte dorme pochissimo. Un po’ per la scuola e un po’ per la sua “seconda vita”, come la definisce lei.- spiegò Andrea.
-E prima al telefono chi era?- chiese una curiosa Lucia.
-Un ragazzo che ha conosciuto questa notte. Sembra che anche lui possieda quella strana arma a forma di chiave.-

Circa venti minuti dopo, Jessie aprì gli occhi e lentamente si alzò in piedi. -Stanno arrivando.-
Poco dopo, le finestre iniziarono a tremare e nessuno dei presenti fiatò quando una specie di astronave rossa e gialla si avvicinò ai vetri dell’aula. Qualche secondo dopo ci fu lo scatto.
-Gli UFO!- dissero in coro le due Lara, alzandosi in piedi.
-Allora io vado.- disse la castana, mentre apriva la finestra e saliva sul banco.
-Mi raccomando stai attenta.- pregò l'amica.
-Rilassati. Se non ci sono esseri strani nelle vicinanze tornerò qui, devo sbrigare una faccenda. Prof!-
-Cosa c’è?-
-Non è che può rintracciarmi la preside? Dovrei parlarle urgentemente appena torno.-
-Farò l’impossibile per darti una mano. Vai e non preoccuparti, anche a costo di andare a prenderla di persona, la preside ti riceverà.-
-Queste sono parole! Grazie mille prof! Ora vado! Ciao a tutte!- disse saltando dalla finestra al portellone aperto della nave.
Andrea sospirò. -Lei e il suo ottimismo del cavolo.-
-Ragazze io vado a cercare la preside.- asserì la professoressa. -Non uscite dalla classe.-
Dopo un coro di “va bene” l’insegnante uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
-Andrea, secondo te perché Jessie vuole parlare con la preside?- chiese Miryam.
-Credo proprio che lascerà la scuola.-

***


A bordo della gummiship, Jessie si sentì un pesce fuor d’acqua.
Il papero e il cane stavano ai comandi della nave, il topo se ne stava seduto a pensare a chissà che, Sora guardava fuori dall’oblò felice come una pasqua e Kairi con lui, invece Riku era seduto sul sedile e la fissava.
-Che c’è?- chiese, innervosita dallo sguardo continuamente posato su di sé.
-Eh? No, niente… ero sovrappensiero.- rispose l’argenteo.
-Allora come ci muoviamo?- chiese il custode della Catena Regale, che finalmente aveva finito di osservare il paesaggio.
-Ci conviene dividerci, così faremo prima.- propose la custode del Tramonto.
-Sono d’accordo.- intervenne Topolino. -Facciamo così: io, Paperino e Pippo andremo a Nord; Sora e Kairi ad Est; mentre Riku e Jessie andranno ad Ovest.-
-E la zona Sud?- chiese la rossa.
-Già controllata.- rispose Jessie. -Per me va benissimo. Conosco abbastanza la zona Ovest, quindi non ci saranno problemi. Comunque non preoccupatevi, non è grandissimo come paese, le vie secondarie portano sempre in quelle principali.- aggiunse poi. -Per voi tre, non so se sia peggio che giriate tranquilli per le strade oppure a bordo di questa nave.- disse, indicando i tre buffi compagni.
-Se si muovono a piedi ci metteranno di più e poi se abbiamo bisogno di comunicare possono farlo con la radio.- intervenne Riku. -Il cellulare che ci hai dato stamattina l’ho dato a Kairi, visto che abbiamo il tuo.-
-Hai ragione. Allora a dopo.- si girò e si mosse verso il portellone ma il re la fermò.
-Aspetta un attimo!-
-Ditemi Maestà.-
-Prima di tutto non sei obbligata a chiamarmi così, poi, come ti ho già accennato, quando avremo finito qui vorrei che tu ci seguissi nel nostro viaggio. Abbiamo bisogno di te per poter sconfiggere l’Oscurità.-
-Sì, non preoccupatevi. Avevo già messo in conto una simile eventualità, per questo vi chiedo se dopo, tutti quanti voi, possiate venire a parlare con la preside della scuola. Devo avvisare del mio abbandono degli studi.-
-Lo faremo volentieri.-
Dopo un ultimo scambio di saluti e raccomandazioni, i quattro custodi saltarono giù dalla gummiship e si divisero per dirigersi nella zona assegnatagli.



Comincia l'azione vera!!! Cosa succederà? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!
See ya!!

ps: Fabiana e le altre esistono veramente ^^




Angolo recensioni
Eris_96: ma certo che sto bene, solo non sono molto a posto xD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se ancora non si scopre come mai Riku ha percepito il keyblade di Jessie... Non preoccuparti che presto si saprà ^^ Ciau!!!


Grazie anche a chi legge soltanto ^^

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Il volto del nemico ***


Buonsalve a tutti! In giornata ho postato una one-shot, ma di certo non mi fermo per questo banale motivo u.u Credo che sia difficile fermarmi quando si tratta di fan fic, ma vabbè a voi non interessa <.< (infatti! NdTutti) Eccoci con il capitolo dove l'azione si farà veramente sentire! Il titolo dice tutto (o niente u.u), quindi vi lascio alla lettura!


Capitolo 9: Il volto del nemico
Nove degli ex membri appartenenti all’Organizzazione XIII erano riuniti all’interno della Sala delle Udienze del Castello Disney in attesa dell’arrivo dei loro compagni.
-Ma quanto ci mettono?- gracchiò Vexen, incrociando le braccia.
-Il tempo di cui hanno bisogno.- rispose calmo Xemnas. -Spero che non sia accaduto niente, ho un bruttissimo presentimento.- pensò l’albino.
All’improvviso, un varco di luce si aprì nella grande sala. Una donna bionda, con gli occhi verdi, ne uscì per prima seguita da un uomo biondo ossigenato, che portava sulle spalle un inerme Axel.
-Cos’è successo?- chiese allarmato il Superiore.
-Premetto che è stanco morto. Passare troppo tempo nell’Oscurità ora che siamo creature della Luce non è per niente salutare.- disse la donna con noncuranza.
-Larxene vieni al dunque.- sentenziò Zexion.
-Ok, ok. Siamo stati attaccati e, dal momento che io e Luxord non abbiamo ancora recuperato i nostri poteri, Axel ci ha difesi dandoci il tempo di aprire un varco.-
-Da chi siete stati attaccati?- chiese Saix.
-Da colui che rappresenta la morte…- cominciò il rosso con un filo di voce. -Il Leggiadro Sicario non sarà dei nostri…-
-Lo sospettavo.- disse Xemnas, portando le mani dietro la schiena. -Xigbar, occupati di Axel.-
-Agli ordini capo!- esclamò il Tiratore Libero, che dopo aver preso il compagno sulle spalle sparì oltre l’enorme porta della Sala delle Udienze.
-Ora, faremo in modo che voi due…- iniziò Xemnas, indicando i due arrivati. -…ritroviate il controllo dei vostri poteri. Dopodiché aspetteremo che Axel si svegli e andremo da re Topolino per fare il punto della situazione.-
Tutti annuirono e si misero all’opera.

***


Un trono color pece, in un altrettanto oscuro castello. Su di esso, una figura in nero che stringeva nella mano destra una lunga falce dal manico blu e dalla lama nera.
Improvvisamente, alla sua sinistra si formò una nuvola di polvere scura e da essa prese forma una ragazza dalla pelle candida, come la neve appena caduta, lunghi capelli blu, e due scuri e profondi occhi da gatta.
-E così, ti sei divertito con il rosso.- disse la ragazza con voce fredda ma sensuale.
-Mi sono trattenuto.- rispose piatto il possessore della falce, senza voltarsi verso la nuova venuta. -Cosa vuoi?-
-Dritto al punto, eh?- scherzò lei. -Comunque, sono passata per dirti che i custodi hanno trovato l’ultimo keyblade.-
-Ah, sono curioso di vederlo quest’ultimo keyblade.- affermò, alzandosi in piedi. -Vieni con me?-
-No, ho un certo lavoro da fare.-
-Capisco. A più tardi allora.-
Detto questo, aprì un varco oscuro e sparì al suo interno.
-Auguriamoci che la custode gli faccia buona impressione. Ho bisogno di quel keyblade.- pensò la ragazza prima di svanire come era arrivata.

***


Riku correva al fianco di Jessie, passando di tetto in tetto.
Ormai da un’ora giravano nella zona ovest della cittadina e non avevano trovato niente. Se fosse una fortuna o meno dipende dai punti di vista.
Le strade erano deserte. Sembrava di essere in una città fantasma.
Si fermarono quando raggiunsero il tetto della palestra, accanto alla scuola elementare.
-Come mai ci siamo fermati?- domandò il ragazzo, con un leggero affanno.
-La zona ovest finisce qui. Vedi laggiù?- disse mentre indicava un palazzo in costruzione. -Oltre quel cantiere c’è solo la strada che porta al paese vicino. E non avverto nulla da quella parte.-
-Hai ragione è tutto tranquillo.- confermò lui.
-Troppo tranquillo.-
All’improvviso, un brivido percorse la schiena di Jessie e la fece voltare immediatamente in direzione della scuola.
-Qualcosa non va?- chiese Riku.
-Ho un bruttissimo presentimento. Torniamo a scuola! Presto!-
Il ragazzo non replicò e seguì la compagna nella sua corsa, poi senza nemmeno fermarsi, prese il cellulare dalla tasca e compose un numero.
-Chi stai chiamando?-
-Sto chiamando quei tre sulla nave. E rispondi dannato papero!-
Il telefono squillò altre due volte poi finalmente la ragazza udì lo starnazzare di Paperino.
-Tornate subito a scuola!- -Non capisco niente di quello che dici!- -Sì Maestà! Non ho le prove che ci siano effettivamente dei problemi, ma ho un brutto presentimento.- -Chiamateli voi, io e Riku siamo quasi arrivati. Fate in fretta.- dopodiché chiuse la chiamata e rimise il telefono in tasca.
-Cosa ti hanno detto? E Kairi e Sora?- domandò l'argenteo, cercando di stare dietro al passo della ragazza.
-Chiamano Sora e Kairi e ci raggiungono. Un ultimo sforzo, ci siamo quasi.-
In pochi minuti arrivarono nel parcheggio antistante all’edificio scolastico.
-Qui c’è qualcosa che non va…- disse la keyblader, facendo qualche passo.
-Hai ragione. Si sente la presenza dell’Oscurità, ma non capisco da dove provenga.- confermò il ragazzo, affiancandola.

-Più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra.-

Jessie si fermò e si voltò per vedere con orrore che un Heartless gigantesco stava uscendo dal terreno dietro di loro.
-Un Darkside!- esclamò Riku, saltando all’indietro con la compagna.
-Un che?-
-Questo Heartless. È un Darkside.-
-E’ lo stesso che ho affrontato nel sogno delle vetrate, ma questo mi sembra più potente e pericoloso.- disse, sfoderando la Via del Tramonto.
-Non sarà una passeggiata…- continuò l’argenteo, brandendo la Via per l’Alba.
-Noi lo batteremo.-
-Ovviamente. Cerchiamo di darci da fare fino all’arrivo degli altri…- si bloccò nel vedere una barriera prendere forma in tutta l’area del parcheggio. -Come non detto.- si corresse, facendo spallucce.
-Dobbiamo cavarcela da soli. Sei pronto?- chiese voltandosi verso di lui.
-Quando vuoi.-
Lanciarono il loro grido di battaglia e corsero a tutta velocità verso l’enorme ombra.

Dall’alto del tetto della scuola, una figura in nero a braccia conserte osservava la battaglia che si stava svolgendo a terra.
-Vediamo di cosa sei capace, custode della Via del Tramonto.- ghignò la figura.

***


Dopo una ventina di minuti il combattimento entrò in una fase di stallo.
Riku e Jessie continuavano ad attaccare e lo stesso il Darkside.
La ragazza si lanciò in un nuovo attacco, ma qualcosa attirò la sua mente. Qualcosa di oscuro e maligno che si trovava a pochi passi da lei, ma questa distrazione le costò caro.
Non si accorse in tempo dell’enorme mano del suo avversario e venne scagliata via con forza e violenza, finendo sul tettuccio di un’auto.
-Jessie!- urlò l’argenteo, correndo in soccorso della compagna.
Anche se un po’ stordita la ragazza si raddrizzò e si massaggiò la nuca.
-Ahi ahi… per fortuna ho lanciato un Protect… ma… oddiomio! Ohmygod! Dannato mostro! Pagherai per ciò che mi hai fatto!!- urlò, saltando in piedi.
-Jessie! Stai bene a quanto vedo… Nulla di rotto?- chiese Riku, non capendo a cosa fosse dovuta l’ira della ragazza.
-Sto benissimo! Questo dannato pagherà! Guarda dove mi ha lanciata!!!- urlò, indicando l’auto sfondata.
-Ti ha lanciata su un’auto… e allora?-
-Allora?! Questa non è un’auto! Questa è una multipla!!! Me la pagherai!!!- urlò ancora, estraendo l’Artiglio della Notte.
Senza aspettare commenti da parte del ragazzo, Jessie si lanciò nuovamente sull’Heartless, scagliando fendenti su fendenti con entrambi i keyblade, sul suo capo.
Il custode dell'Alba vide la creatura oscura cominciare a cedere sotto i colpi della ragazza e si unì a lei.

Poco dopo arrivarono i compagni dei due, che tentarono invano di oltrepassare la barriera.
-Non possiamo andare ad aiutarli…- disse Pippo.
-Io credo che non abbiano bisogno di noi, sai?- rispose Sora, indicando i due.
Jessie che dava potenti colpi di keyblade e Riku che la seguiva e che ogni tanto lanciava uno dei suoi Firaga oscuri.
-Quella ragazza ha una forza incredibile…- affermò Topolino, trovando consensi nei suoi compagni.
La custode della Via del Tramonto notò i nuovi venuti.
-Riku!- chiamò. -Vado un attimo da Sora e gli altri! Torno immediatamente!- disse, usando la spalla del nemico come trampolino per darsi lo slancio. Il ragazzo annuì e proseguì lo scontro da solo.
-Ragazzi!- urlò per attirare l’attenzione del gruppo su di lei.
-Jessie! Vorremmo venire a darvi una mano, ma ci è impossibile!- comunicò il castano.
-Non importa. Potete aiutarci lo stesso…-
-In che modo?- chiese il re.
-C’è qualcuno che ci sta osservando… Prima ho percepito la sua presenza…-
-Sei in grado di capire dove si trova?- chiese Sora.
-Già trovato… E’ sul tetto…- disse, spostando lo sguardo, senza voltarsi. -Io torno da Riku. Sistemiamo il gigante e vi raggiungiamo. Mi raccomando, niente sciocchezze, quel tipo è pericoloso.- sentenziò seria, per poi alzarsi in volo e raggiungere il compagno.
-Ma… ma…- balbettò Pippo, indicandola.
-Vola?! Come può farlo?!- esclamò allibito il custode della Catena Regale.
-Glielo chiederai dopo.- affermò Topolino. -Ora dobbiamo raggiungere il tetto.-
-Come facciamo?- chiese Paperino.
-Possiamo passare dagli altri tetti.- propose Kairi.
-Buona idea! Andiamo!- concluse il re, iniziando a correre verso la prima casa, seguito dai quattro.

Quando Riku vide Jessie arrivare in volo, per poco non cadde dalla spalla del Darkside.
-Come fai?!-
-A fare cosa?- chiese la ragazza, schivando un colpo del gigante. -Volare?- poi vide il ragazzo annuire. -Te lo spiego dopo. Adesso allontanati più che puoi, mi sono stufata di questo coso.- sentenziò tornando a terra, seguita dall'altro.
-Cosa hai in mente?-
-Fidati di me. Ora allontanati.-
L’argenteo si allontanò di corsa verso la barriera, mentre la ragazza spiccava un grande balzo, finendo faccia a faccia con l’Heartless.
-Ti avevo promesso che me l’avresti pagata cara per avermi lanciata su quella cosa che non è un’auto… e ora la pagherai con gli interessi.- disse con un ghigno, puntando entrambe le braccia sul nemico. -Flare!-
Una grande fiammata scaturì dalle sue mani e avvolse in poco tempo l’intero corpo del gigante nero.
Sembrava che un nuovo sole si fosse acceso sulla Terra.
Passato un minuto, il turbine di fiamme si spense e dell’avversario di Jessie non c’era più traccia.
Quando scese era a corto di fiato e aveva quasi esaurito tutte le energie.
Quando Riku la raggiunse, il suo volto era attraversato da un’espressione dura e seria e in poco le inveì contro.
-Dì un po’, ma sei impazzita?! Potevi distruggere tutto lo sai?! Potevi anche morire tu stessa! Sei un’incosciente!-
-Se… hai finito… posso anche… dirti che… punto uno… la fiammata ce l’avevo sotto controllo…- rispose facendo profondi respiri.
-Cosa stai dicendo?!- -Se… hai notato… la fiamma ha avvolto… solo quel coso… e non si è sparsa in giro…-
Il ragazzo si zittì. Effettivamente aveva ragione.
-E il punto due?- chiese un po’ scocciato.
-Punto due… tengo troppo… alla mia vita… per sprecarla così…- detto questo tirò fuori una granpozione dalla tasca e la usò su di sé. -Come vedi non sono una sprovveduta, non sottovalutarmi.- disse seria.
-Scusa… non volevo giudicarti o altro…- farfugliò, passandosi una mano sulla nuca.
-Sì, stai tranquillo, non importa…- replicò lei, sventolando la mano. -Tutto dimenticato.-
-Non… non sei arrabbiata?- chiese confuso.
-Per così poco? Caro mio, mi hai solo fatta leggermente innervosire, non mi sembra il caso di arrabbiarsi.- rispose con un sorriso, poi si voltò verso l’edificio. -Adesso dobbiamo raggiungere gli altri.-
-L’hai percepita anche tu?-
-Sì, per quello mi sono distratta e il Darkside mi ha colpita.- poi si girò verso il compagno. -Avanti, attaccati a me.-
-Perché?-
La ragazza sbuffò. -Come pensi di raggiungere il tetto? Ce la fai a saltare così in alto?-
-Certo. Userò i davanzali delle finestre.-
-Io pensavo che volare fino su era meglio, ma… facciamo come vuoi.-
-Volare ti stanca troppo, una volta su forse dovremo combattere.-
-Hai ragione tu 'sta volta.-
Così i due si misero a correre verso l’edificio, saltarono sull’inferriata che lo circondava e poi saltarono di davanzale in davanzale per giungere sul tetto, dove re Topolino e gli altri erano già arrivati, trovandosi di fronte alla figura in nero.

-Maestro del keyblade, è tanto che non ci vediamo…- esordì la figura con voce melliflua.
-Scusa, ce l’hai con me?- chiese Sora, non riconoscendo la persona che aveva davanti.
-Mi duole sentirti parlare così… Non ricordi il nostro ultimo scontro? Lascia che ti rinfreschi la memoria.- disse, mentre si abbassava il cappuccio per rivelare una chioma rosa lunga oltre le spalle e due occhi blu.
-Marluxia!- dissero insieme Topolino e Riku, alle spalle del rosato.
-Conoscete questo tipo?- domandò il castano agli amici, senza ottenere risposta.
-E così non ti ricordi? Pazienza, comunque oggi sono venuto solo per osservare.- disse, voltandosi verso i due arrivati.
-Cosa vuoi da noi?- chiese l’argenteo, senza abbassare la guardia.
-Da voi niente…- affermò indicando lui e i suoi compagni. -Volevo conoscere la nuova custode.-
Detto questo sparì per riapparire alle spalle di Jessie.
La ragazza era come pietrificata, l’unico movimento che si permetteva di fare era respirare.
Poteva percepire l’immenso potere oscuro di quell’uomo, anzi non sapeva come definirlo, ma capì che non era né uomo, né Heartless, né Nessuno. Avvertiva un’Oscurità tale da farle da paura.
S’immobilizzò ancora di più quando Marluxia le abbassò il cappuccio e prese ad accarezzarle i lunghi capelli castani.
-Brava… molto brava davvero…- asserì passandole le dita sul viso. -Ti assicuro che mi hai fatto un’ottima impressione. Tuttavia, devi ancora migliorare.- dopodiché avvicinò le labbra al suo orecchio. -Ci incontreremo ancora.-
Detto questo lanciò un’occhiata e un ghigno ai presenti e sparì in un varco oscuro.




E anche questo è finito! Piaciuto lo scontro? Spero di sì!
Marluxia si è rivelato e con lui una strana ragazza: chi sarà costei? E che cosa la unirà al Ritornante dal cuore oscuro? Questo e altro nei prossimi capitoli! Alla prossima!
See ya!!





Angolo recensioni
Eris_96: la mia Jessie è un personaggio "abbastanza" serio, se fosse stato Pippo o la pantegana, probabilmente avrebbero fatto un volo di tre piani giusto per il mio divertimento personale xD Fabiana diciamo pure che non era simpatica a molte della classe ^^'' Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Ti ho presa alla sprovvista per così poco? Aspettati ben altro parola di Fly! xD


Un grazie anche a chi si limita a leggere ^^

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Scelte sofferte ***


Shau a tutti!!! Siamo giunti al decimo capitolo e da quel che posso capire grazie al contatore delle visite 'sta roba che io continuo a scrivere piace a tanti °-° Mi fa piacere e mi fa contenta anche che sia solo letta da così tante persone ^^ Spero sempre, però, che prima o poi qualche lettore prenda coraggio e commenti ^^ Ma ora bando alle bubbole e via al capitolo! Buona lettura!!!


Capitolo 10: Scelte sofferte
Jessie cadde in ginocchio e si circondò il corpo con le braccia. Aveva lo sguardo fisso e tremava visibilmente.
-Jessie…- la chiamò Riku, scuotendole la spalla. -Jessie…-
-Chi… era…o per… meglio dire… cosa…- balbettò la ragazza.
-Te lo spiegheremo dopo. Adesso cerca di calmarti.- suggerì l’argenteo, passandole una mano sulla schiena.
-Voi… non… l’avete visto?-
-Cosa?- chiese Pippo.
-Un abisso nero. L’ho percepito appena mi è arrivato alle spalle, il suo cuore è un abisso nero senza fine. Ricolmo d’odio e malvagità. Ma qualcosa mi dice che lui non è il vero nemico.- spiegò la castana, riacquistando un po’ di lucidità.
Tutti rimasero colpiti dalle parole della nuova compagna, che, anche se aveva ripreso un leggero controllo su di sé, non riusciva a rialzarsi. Gli occhi ancora spalancati e la paura dipinta sul volto. Il corpo scosso da un lieve tremore.
-Jessie… cerca di riprenderti… dai…- disse piano il ragazzo dagli occhi acquamarina, abbassandole le braccia.
Gli faceva male vedere la ragazza in quelle condizioni. In pochi secondi, tutta la sua sicurezza e la sua determinazione erano crollate come un castello di carte in balia del vento.
La aiutò a reggersi in piedi e la sostenne nel muovere i primi passi, ma all’improvviso, senza motivo apparente, Jessie si fermò di colpo. Gli occhi spenti.

-Custode. Hai conosciuto l’Oscurità del nemico, ma non averne timore. L’Oscurità è l’altra faccia della Luce. In una è presente l’altra, basta cercarla. Non dimenticare, tu sei la Luce che entra nell’Oscurità. Quindi non puoi perderti in qualcosa che è parte di te. Addio custode.-

Jessie fu l’unica ad udire quelle parole e dopo averle sentite si riprese quasi all’istante.
-Jessie! Jessie!- urlava il keyblader dell'Alba, mentre la scuoteva con poca gentilezza per le spalle.
-Eh? Cosa? Smettila! Mi fai male!- gridò la ragazza, riprendendosi e tirando d'istinto un pugno all’argenteo.
-Finalmente ti sei ripresa!- esclamò Kairi.
-Sì… ma… oddio! Riku! Cosa ho combinato?! Scusami!- esclamò a sua volta, aiutando il ragazzo ad alzarsi. -Non avevo intenzione di… oddio… Perdonami!-
-Tranquilla…- rispose calmo, mentre si massaggiava la guancia. -Non eri in te… e comunque anch’io sono stato un po’ brusco…- -Mammamia… che pugno! Per fortuna non sono un suo nemico!- pensò poi.
-Ma cosa ti è successo?- chiese Pippo
. -Ti sei bloccata all’improvviso e avevi lo sguardo perso…- spiegò Topolino, vedendo la ragazza confusa.
-Ho sentito la voce che mi guidava nei sogni, quelli con le vetrate…-
-Cosa ti ha detto?- domandò Sora.
-Di non temere l’Oscurità, perché è l’altro lato della Luce. E io, che sono la Luce che entra nell’Oscurità, non posso perdermi in qualcosa che è parte del mio essere.- spiegò.
-In fondo all’Oscurità c’è sempre la Luce.- concluse Riku.
-Esatto.- rispose. -Ora però sarà meglio andare dalla preside. Quella donna è capace di sparire nel nulla. Seguitemi.-
Detto questo si avvicinò all’altro lato del tetto e saltò giù tranquillamente, atterrando nel cortile interno della scuola.
Riku la seguì senza farsi problemi, mentre agli altri ci vollero un paio di minuti per decidersi a scendere.
Con passo sicuro Jessie li condusse fino alle porte dell’edificio e poi fino dentro la guardiola dove si trovava una bidella dai corti capelli rossicci.
-Pasquina!- chiamò.
-Jessie! Dimmi tutto.- rispose la donna senza badare a come fosse vestita.
-Puoi chiamarmi la prof Santina al terzo piano? Dovrebbe essere in quinta C ancora…-
-Te la chiamo subito.-
-Grazie Pasqui! Dille che la aspetto fuori dall’ufficio della preside.-
Dopodiché lasciarono la bidella, si diressero nel corridoio di sinistra e andarono a sedersi su delle scomode sedie di plastica rossa.
-Così sei in quinta, giusto?- domandò Kairi curiosa.
-Sì. Quest’anno avrei dovuto fare gli esami, ma poco importa vista la situazione in cui ci troviamo…- sospirò Jessie, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Quindi hai diciannove anni?- chiese ancora la rossa.
-Esatto. Tu invece?-
-Io ne ho diciotto, come Sora, mentre Riku ne ha diciannove come te.-
-Davvero? E pensare che te ne davo uno in più…-
Il ragazzo arrossì lievemente e si girò dall’altra parte, scatenando il riso delle due ragazze.
-Jessie, sta arrivando qualcuno.- avvisò l’argenteo.
La ragazza si alzò e vide la sua prof di matematica dirigersi verso di lei a passo veloce, ma rallentò quando vide i sei personaggi che l’accompagnavano.
-Jessie, questi chi sono?- domandò la prof.
-Sono amici. Mi aiuteranno con le spiegazioni da dare alla preside, piuttosto ha acconsentito a ricevermi?-
-Certo! È chiusa nel suo ufficio da stamattina. Quando poi le ho detto che c’entrava con la situazione attuale ha confermato subito.-
-Bene, allora andiamo.-

Un’ora dopo, i sette guerrieri seguiti dalla professoressa Santina uscirono dall’ufficio della preside.
La custode del Tramonto si andò a sedere su una sedia ed emise un lungo e stanco sospiro. -Sono ufficialmente fuori… chi l’avrebbe mai detto che sarei uscita così…?- chiese a se stessa.
-Jessie, perché non vieni su a salutare le ragazze? Sono preoccupate. Ti hanno vista lottare contro quell’essere nero, prima.- disse la prof, mettendole una mano sulla spalla.
-Sì, vengo subito, lei vada avanti, arrivo.- affermò, alzandosi, mentre la professoressa annuiva e si dirigeva verso le scale.
-Jessie, noi torniamo sulla gummiship.- avvertì il re.
-Va bene. Tornate al cantiere… Quando si parte?-
-Domani mattina all’alba.-
-No problem… A domani.- li salutò, avviandosi verso le scale.
-Aspetta!- iniziò Riku. -Posso… venire con te? Vorrei parlarti più tardi.-
La ragazza rimase un po’ stupita da quella richiesta, ma sorrise. -Certo, vieni. Non preoccupatevi, torniamo a casa in treno.- disse agli altri.
I due ragazzi salirono i primi due piani in perfetto silenzio, ma arrivati al terzo un varco di luce si aprì davanti a loro e ne uscì un ragazzo dai drittissimi capelli rossi.
-Axel!- esclamò Jessie, salutando il nuovo venuto.
-Ehi! Ti avevo detto che sarei tornato, ed eccomi qua!-
-Jessie, ma come fai a conoscerlo?- chiese Riku.
-L’ho trovato privo di sensi tornando dalla ronda.- spiegò la ragazza.
-Allora ti chiami Jessie… Bel nome complimenti! E così sei tu il nuovo custode, all’inizio non volevo crederci… se l’avessi saputo prima ti avrei dato una mano…- -Ciao Riku!- aggiunse poi.
-Ciao, ma cosa ci fai qui?-
-Abbiamo finito di riunire gli ex membri dell’Organizzazione, tranne uno…-
-Marluxia. Ci ha mandato contro un Darkside e poi ha fatto la conoscenza di Jessie.- lo anticipò l’argenteo.
-Capisco. Xemnas ora sta parlando con il re e dato che io ho finito, posso anche andare.-
-No, aspetta Axel!- lo chiamò prima che aprisse un varco.
-Posso esserti utile baby?-
-Devo presentarti ad una persona, altrimenti mi uccide.-
-Ok, non voglio che la mia amica Jessie si faccia male per colpa mia!- esclamò il rosso, sorridendo.
-Grazie, ti devo un favore!-
Riku fulminò il Ritornante con gli occhi, ma si riscosse quando la ragazza lo prese per mano, portandolo davanti ad una porta verde dai bordi bianchi.
-Premessa.- li avvertì. -Non fate caso a doppi sensi, frecciatine, risatine, facce strane o affini per piacere.-
-Roger!- rispose il rosso.
-Ok.- disse Riku, con un sorriso.
Jessie prese un bel respiro e aprì la porta dell’aula.
Entrò con decisione, seguita dai due ragazzi. Il silenzio e gli sguardi che la accolsero, non le piacquero per niente.
Qualcuno stava per iniziare a parlare, ma le frenò subito.
-Prima che possiate dire qualsiasi cosa, vi voglio presentare loro. Lui è Axel…- disse, indicando il rosso.
-Salve ragazze!-
-Lui, invece, è Riku, prima ha combattuto con me.- affermò, indicando l’argenteo, che si limitò ad un saluto con la mano. Subito dopo si sentì picchiare sulla spalla. -Dimmi Axel.-
-A quale di queste fanciulle in particolare dovevi presentarmi?- chiese, ammiccando all'intera classe composta da sole ragazze.
Andrea diventò tutta rossa, e cercò di nascondersi dietro Miryam. Temeva che Jessie, davanti a tutte le compagne, le presentasse quel beeel ragazzo… In fondo in fondo era sempre una timidona…
I suoi timori furono spazzati via quando, all’improvviso, tutte le loro compagne assalirono letteralmente Jessie e i due nuovi arrivati, riempiendoli di domande e congratulazioni per la lotta alla quale avevano appena assistito.
Andrea colse l’occasione per sgattaiolare fuori dalla classe, seguita da Miryam e nascondersi in bagno.
-Quella scema… Proprio qui doveva portarlo…- disse una volta al sicuro.
-Andrea…- iniziò Miryam. -Mi spieghi chi sarebbe il rosso? A chi lo deve presentare?-
-Ehm…- rispose l’amica arrossendo visibilmente. -Tecnicamente a me, però non volevo conoscerlo così… Almeno non davanti a tutte… AAAAAHH… Lo sai che sono timida… E poi… Mammamammamamma! Mir… Hai visto com’è beeeeeeello!!!-
-Che sciocca… Allora perché non ti presenti?- chiese ingenuamente.
-Voglio aspettare di essere un po’ tranquilli… Magari dopo in stazione, sempre ammesso che tornino in treno… O magari in un’altra situazione… Comunque non in classe con quelle befane!!- esclamò, gesticolando.
-Eh eh… Effettivamente…-

Poco dopo qualcuno bussò alla porta della quinta C, facendo tirate un sospiro di sollievo ai tre assaliti.
-Avanti!- dissero le ragazze all’unisono e la porta si aprì, rivelando la bidella del piano, Angela che non era per niente sorpresa di vedere tutto quel movimento in quella classe.
-Ha chiamato la segreteria, Jessie, dovresti scendere per firmare dei documenti.-
-Scendo tra un momento, grazie Angela.-
La donna sorrise e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.
Quella notizia però fece ricordare alle ragazze che la loro compagna aveva bisogno di parlare con la preside e della supposizione di Andrea, sul fatto che Jessie volesse lasciare la scuola.
-Scusa se mi intrometto, ma cosa devi firmare in segreteria?- chiese, infatti, Rossella.
-Saranno dei documenti per ufficializzare l’abbandono degli studi…- disse senza guardare le facce delle compagne.
-Ho dovuto farlo…- cominciò, anticipando la domanda. -Domani mattina partirò per adempiere la missione che mi è stata affidata.- si fermò, abbassando lo sguardo. -Non odiatemi.-
-Non puoi rifiutare?- domandò Claudia.
-Non potrei mai. Come potrei rifiutare, sapendo che c’è bisogno di me? Sapendo che posso aiutare a fermare l’arrivo del caos nell’universo? Non potrei mai perdonarmi di aver rifiutato.- spiegò, rialzando lo sguardo che in quel momento mostrava tutta la sua decisione.
-Abbiamo capito e non potremmo mai e poi mai odiarti.- disse Ilaria, avvicinandosi a Jessie per abbracciarla. -Ci mancherai un sacco Je.-
-Anche voi mi mancherete.- rispose, chiudendo gli occhi e trattenendo le lacrime. -Adesso però sarà meglio che scenda, lo sappiamo tutte come sono fatti quelli della segreteria.- affermò, sciogliendo l’abbraccio. -Ciao ragazze!- esclamò con un sorriso forzato dipinto sul viso.
Detto questo, prese il suo zaino e uscì dall’aula seguita dai due ragazzi.
Percorse il corridoio a passi lenti, mentre mandava un messaggio con il cellulare, poi si fermò e si girò.
-Scusa Axel, l’amica a cui dovevo presentarti è sparita nel nulla, ti sei fatto torturare per niente…-
-Fa nulla, non…- si fermò, appena vide che dagli occhi color nocciola della ragazza scendevano delle silenziose lacrime.
Anche Riku se ne accorse, non perse tempo e gliele asciugò. -Ehi, le rivedrai presto.- le sussurrò.
-Non credo sai…-
-Perché dici questo?- chiese il Ritornante, avvicinandosi ai due.
-Perché, da un anno a questa parte, il mio mondo ha cominciato a starmi stretto e dubito che quando tornerò tutto sarà come se niente fosse successo…- fece una pausa per sospirare e asciugare le ultime lacrime. -Non so se sono stata abbastanza chiara…-
-Io ti capisco benissimo.- disse Riku. -Però ne riparliamo dopo, ok?-
-Anch’io credo di capirti… e immagino che…- non fece in tempo a finire la frase che un varco di luce si aprì davanti a loro.
-Axel!- gridò un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli biondi tirati all’insù. -Xemnas dice che devi tornare subito alla base, ci sono nuovi ordini.-
-Va bene Demyx, arrivo.- rispose il rosso. -Senti Jessie, se questa tua amica ci tiene così tanto a conoscermi, passerò da te più tardi, una volta che avrò ricevuto i nuovi ordini, ok?-
-Va benissimo, grazie per la pazienza…- disse Jessie, senza trattenere una risatina.
-Di nulla piccola! A presto!- esclamò, alzando la mano in segno di saluto e seguendo il compagno nel varco.




Questo capitolo mi serviva da intermezzo, scusate se fa un pò pena... ^^ Spero vi sia piaciuto comunque! Cosa vorrà dire Riku a Jessie? Andrea conoscerà mai Axel? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!



Angolo recensioni
Eris_96: Marluxia mi sta antipatico per principio, quindi gli ho dato un ruolo antipatico a sua volta xD Dovrai aspettarti di tutto e di più! Non per niente questa fic è uno sclero xD Spero che anche questo capitolo di transizione ti sia piaciuto ^^ Ciau!!

Un grazie enorme anche a tutti quelli che leggono perché siete davvero tantissimi e io ancora non ci credo!! ç___ç

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Ogni serratura ha la sua chiave... ***


Salve a tutti! Chiedo scusa per non aver più aggiornato, ma ho dovuto ricominciare a studiare seriamente per gli esami che devo dare entro settembre e me ne mancano ancora due... T.T Vabbè, ma a voi tutto ciò non interessa! Vi interessa invece sapere che fine hanno fatto Jessie e Riku... kukuku... Buona lettura!!!


Capitolo 11: Ogni serratura ha la sua chiave…
Jessie e Riku lasciarono l’edificio pochi minuti prima del suono della campanella e si diressero verso la stazione, dove comprarono il biglietto per il ragazzo e andarono a sedersi sulla panca fuori dal bar.
-Siediti…- iniziò la ragazza. -Dobbiamo aspettare un bel po’.-
Riku seguì il consiglio dell’amica e si sedette accanto a lei. All’inizio si limitò a guardare un punto imprecisato davanti a sé, poi cominciò a guardarsi in giro.
-Mai stato in una stazione?- chiese Jessie, notando la curiosità dell’argenteo.
-Effettivamente non sono mai stato in una stazione così…-
-Capisco.- si fermò e poi fece un sorrisetto amaro. -Arriva la ressa.-
Il custode dell'Alba non capì le sue parole finché una folla di studenti non attraversò il cancello della stazione.
-Ma quanti sono?!- domandò allibito.
-Bè… ci sono gli studenti della mia scuola e quelli del professionale, almeno quelli che non hanno la patente o che non hanno altro mezzo di trasporto oltre al treno.- spiegò tranquilla la ragazza, senza scomodarsi dalla sua posizione.
Il ragazzo stava per parlare ancora, ma si fermò. Avvertì una sensazione strana, di disagio e si guardò attorno.
Tutti i presenti stavano parlottando tra loro e gettavano delle occhiate dalla loro parte.
Se c’era una cosa che entrambi odiavano era essere fissati in quella maniera.
Stavano per alzarsi e fare una cavolata, ma l’arrivo di Andrea e Miryam li fece desistere.
-Ciao Je!- dissero in coro le due.
-Ciao ragazze. Andiamo al nostro posto, coraggio.- rispose lei, prendendo la mano di Riku e tirandoselo dietro.
-Il vostro posto?- chiese lui.
-Esatto, devi sapere che è da cinque anni che noi, mentre aspettiamo il treno, ci mettiamo sempre al solito posto.- spiegò Jessie, avvicinandosi ad un muretto semi distrutto. Andrea e Miryam si sedettero, invece i due custodi rimasero in piedi.
-Uff…- disse la ragazza con gli occhi azzurri. -Ma dov’è Axel?!-
-E’ andato via con un altro ragazzo, avevano dei nuovi ordini per lui.-
-Ecco, lo sapevo… La solita sfigata…- sospirò tristemente Andrea.
-Se non sparivi te l’avrei di certo presentato! Comunque ha detto che se riesce torna da me appena gli hanno detto cosa fare.-
-Ah… Ok… Nel frattempo, Riku, giusto?- chiese.
-Sì.-
-Piacere di conoscerti, io sono Andrea e lei invece è Miryam.- disse la ragazza con gli occhi azzurri, alzandosi per stringere la mano del ragazzo.
-Piacere.- disse Miryam, imitando l’amica.
-Il piacere è mio.-
Andrea si avvicinò a Jessie e maliziosamente (a bassa voce) disse -Che bei gusti che hai Jessie…-
L’amica subito arrossì e trascinò l'amica lontano dagli altri due che le guardarono incuriositi.
-Dimmi un po’ Andrea, ma sei impazzita del tutto?!-
-E non fare la santarellina… Si vede lontano un miglio che ti piace…-
-Andrea!!!- esclamò l'altra imbarazzata.
-Guarda che io ho occhio per certe situazioni… Ti sei già dichiarata? E lui?!-
-No… Però… Effettivamente mi ha detto che voleva parlarmi…-
-AAAHHH… Vedi che la tua amica non sbaglia mai…-
-Scema… Piuttosto… E te con Axel…-
-Non cercare di ribattere… Io il rosso non l’ho ancora visto… Anche se dai tuoi racconti promette bene…- replicò con la bava alla bocca.
-Che caso disperato… ma poi te non eri fidanzata?- chiese all’amica con tono di rimprovero.
-No…- rispose l’amica con amarezza. -…è finita. E poi non siamo stati insieme nemmeno un mese…-
-Sei una cosa bestiale… Non riuscirò mai a capirti del tutto, vista la testa matta che ti ritrovi.- disse un’arresa Jessie.
-Hi hi… Ora non vedo l’ora di conoscere questo Axel…- concluse Andrea, con un certo luccichio negli occhi.
-Sì, certo… Andiamo, non lasciamo soli quei due… E poi sta arrivando il treno…-
-Ok!-
Presero gli zaini e attesero che il treno si fermasse.
Una volta saliti si trovarono un vagone vuoto e Miryam interruppe il silenzio. -Je, ma allora è vero che lasci la scuola?-
-Sì, domani mattina partirò con Riku e gli altri.- rispose la keyblader, mentre guardava fuori dal finestrino.
-Così presto?!- chiese allibita Andrea.
-Il nemico non aspetta purtroppo…- disse l'argenteo.
-Esatto.-
-Però…- iniziò il ragazzo, portandosi una mano al mento.
-Cosa?- chiesero all’unisono le tre.
-Non abbiamo ancora trovato la serratura…-
-La serratura?- domandò la ragazza con gli occhi azzurri.
-Di cosa stai parlando Riku?- domandò Jessie, voltandosi verso di lui.
-Dovete sapere che ogni mondo possiede una serratura che conduce al suo cuore.- spiegò.
-Quindi?- chiese Miryam.
-Quindi non possiamo partire prima di averla trovata e sigillata.-
-E come facciamo per trovarla? Non possiamo di certo girare tutto il pianeta.- concluse Jessie.
-Sarà lei a rivelarsi a noi, non preoccuparti.-
-E come la chiudete?- chiese ancora Miryam, sempre più interessata al discorso.
-Solitamente è Sora a chiudere le serrature, ma potrebbe capitare ad ogni custode.- affermò l’argenteo.
-Capito.-
-Sarà meglio muoverci.- iniziò Andrea. -Il treno si sta fermando e questa è la nostra fermata.-
-Tu non scendi Miryam?- chiese Riku, vedendo che la ragazza non aveva preso il suo zaino.
-No, io scendo alla prossima fermata.-
-Ah, è stato un piacere conoscerti Miryam. Ciao.- disse il ragazzo con un sorriso.
-Ciao.- poi si girò verso l'amica e l’abbracciò. -Jessie, dimmi che tornerai presto.-
-Non posso prometterti una cosa del genere e non voglio prenderti in giro facendolo. Non so quanto durerà il mio viaggio, ma stai tranquilla che non mi dimenticherò mai di te.- rispose la custode, sciogliendo l’abbraccio.
-A presto, Miryam.- la salutò, scendendo dal treno.
-A presto… Noi ci vediamo domani Andrea.-
-A domani.-
Percorsero la banchina e scesero le scale del sottopassaggio per uscire dalla stazione.
-Chi c’è oggi? Mia mamma o la tua?- chiese Andrea, fermandosi davanti al parcheggio.
-La tua. E me l’hai chiesto anche stamattina.- rispose l'altra, ridendo.
-Senti, lo sai come funziona la mia memoria. Comunque mia mamma ancora non è arrivata.- replicò, guardandosi in giro.
-Arriverà…- concluse Jessie, incrociando le braccia e appoggiandosi sulla gamba destra.

***


-Allora?-
-Mi ha fatto un’ottima impressione…- rispose il Leggiadro Sicario con un ghigno divertito. -Ma deve migliorare.-
-Mi pare ovvio… dopotutto non è mai uscita dal suo mondo e non si è mai confrontata con avversari particolarmente potenti.- disse la ragazza con gli occhi da gatta.
-Lasciamo che cominci il suo viaggio, quando sarà il tempo, andremo a raccogliere il frutto maturo.-
-Molto bene… Io adesso vado a lavorare.-
-Puoi anche dirlo che vai a divertirti, sai?- replicò Marluxia.
-Non è colpa mia se il mio lavoro è così divertente.- rise la ragazza prima di sparire in una scia di polvere nera.
Il Ritornante la guardò andarsene e poi tornò ad accomodarsi sul trono nero come la pece.
-Ora devo solo aspettare…-

***


Martedì 27 maggio, ore 17:30
Jessie e Riku camminavano, in un religioso silenzio, uno affianco all’altra per le vie del paesino attraversato dal vociare dei suoi abitanti.
La ragazza si fermò all’improvviso e portò lo sguardo ad ovest, verso il sole al tramonto, e sospirò.
-Dai…- iniziò l’argenteo, mettendole una mano sulla spalla. -Secondo me non l’hanno presa tanto male.-
-Tu dici?-
Quel pomeriggio, Jessie aveva raccontato alla sua famiglia degli ultimi avvenimenti e della sua partenza, ma non sapeva ancora interpretare le loro reazioni.

# flashback #
-Ricapitolando…- cominciò suo padre. -Stai dicendo che quegli esseri che stamattina hanno seminato il panico in tutta Italia si chiamano Heartless, che tu combatti contro di loro da cinque anni con una spada a forma di chiave, che questo ragazzo è un prescelto come te e che domani mattina all’alba parti con lui e che non sai quando e se tornerai, è così?-
-Sì, papà.- rispose Jessie con calma e decisione.
-Ho dimenticato qualcosa?- continuò. -Ah, sì. Hai lasciato gli studi, nonostante quest’anno tu dovessi affrontare gli esami, giusto?-
-Sì, papà.- ripeté lei.
A quel punto c’erano state varie reazioni.
Sua madre si era seduta sulla sedia e aveva iniziato a guardare il vuoto.
Sua sorella la fissava con un misto di timore e ammirazione.
Suo padre aveva sospirato e si era seduto accanto alla moglie.
-Sei sicura di ciò che fai?- chiese ancora, guardando la figlia negli occhi identici ai suoi.
-Mai stata più sicura papà.-
-Allora fai come credi, stai attenta e cerca di tornare intera e soprattutto senza sorpresine. Ci siamo capiti?- domandò, lanciando una veloce e fulminante occhiata alla figlia e poi al ragazzo dallo strano colore di capelli accanto a lei.
-Papà!!- esclamò Jessie, arrossendo come il compagno.
# fine flashback #

-Ma sì. Anche la battuta che ha fatto tuo padre alla fine è un segno del fatto che ha accettato la situazione.- continuò Riku.
-Probabilmente hai ragione, ma mio padre non scherzava affatto.-
-Non avrà creduto che io… che tu… che io?!- esclamò, allarmato.
-Penso proprio di sì.- rise la ragazza.
Ripresero a camminare e tornò il silenzio, finché Riku non si fermò.
-Cosa c’è?- chiese Jessie, fermandosi.
-Ricordi che stamattina ti ho detto che dovevo parlarti?-
-Sì, hai ragione. Con tutto quello che è successo mi era passato di mente. Conosco un posto tranquillo dove possiamo parlare.- disse, facendogli cenno di seguirla.
Percorsero tre vie e si trovarono davanti ad una piazza con una fontana al centro e delle panchine qua e là. La chiesa del paese sorgeva alla loro sinistra con l’alto campanile.
-Ce la fai a saltare fino al tetto?- chiese.
Tuttavia non attese risposta e saltò lungo la parete del campanile, facendo leva sui mattoni, e in poco arrivò al tetto dell'edificio sacro.
Riku la guardò per qualche istante e poi la seguì. Quando arrivò sul tetto, trovò la ragazza seduta con lo sguardo perso in direzione del tramonto.
-Cosa volevi dirmi?- domandò, dopo che lui si fu seduto.
-Tante cose, ma non so da dove cominciare…- ammise.
-Comincia dall’inizio e vai con calma, non abbiamo fretta.- suggerì lei, senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte.
-Ok… Devi sapere che… da prima di arrivare qua… mi sono sentito attratto da qualcosa. Mi sono reso conto solo dopo averti incontrata che eri tu, quel qualcosa.-
A sentire quelle parole, Jessie si voltò verso il ragazzo e sorrise.
-Hai sentito come se la tua parte mancante ti chiamasse a gran voce? Come se il tuo opposto si facesse sempre più vicino?- chiese.
-Come fai a saperlo?- domandò Riku allibito.
-Lo so, perché quando, nel sogno, ho visto quella colonna di luce che nascondeva gelosamente il suo keyblade ho provato queste stesse sensazioni e le ho avvertite nuovamente quando ci siamo incontrati ieri sera.- fece una pausa e poi disse. -E penso anche di aver capito cosa ci attrae l’uno all’altra.-
-Forse siamo arrivati alla stessa conclusione, ma prima parla tu.- rispose, guardandola.
-Io sono il tramonto, la Luce che entra nell’Oscurità, e tu sei il mio opposto: l’alba, la Luce che esce dall’Oscurità. Rappresentiamo gli opposti che si completano.-
-Ho pensato esattamente la stessa cosa.- aggiunse lui e nuovamente il silenzio calò sovrano.
-Devi dirmi altro?-
-Sì. Stamattina ti ho detto che ti capivo, quando hai affermato che il tuo mondo ha cominciato a starti “stretto”…-
-Cosa intendevi? Anche tu hai desiderato andartene da casa tua?-
-Sì e ci sono riuscito, ma passando per la via sbagliata. Sono passato attraverso l’Oscurità, quando questa ha attaccato il mio mondo.-
-Perché l’hai fatto?- chiese Jessie, senza scomporsi alla notizia.
-Per vari motivi: non sapevo che ci fossero altre vie, credevo che sarei stato abbastanza forte da resistergli, volevo essere più forte…- affermò lui, abbassando lo sguardo. -Invece, l’Oscurità ha preso il soppravvento su di me e ho quasi ucciso il mio migliore amico…-
-Ma non l’hai fatto e ora appartieni alla Luce. È questo ciò che conta e poi…- asserì lei, voltandosi verso il ragazzo. -…se non l’avessi fatto, non avresti mai ricevuto il tuo keyblade e non saresti a parlare con me oggi, ti pare?-
Riku alzò lo sguardo, andando ad incontrare quello della compagna.
-Bisogna vedere anche il lato positivo della situazione. Hai sbagliato, ma a tutti capita di commettere degli errori. Tu hai riconosciuto i tuoi e sei cresciuto. Non devi sentirti in colpa per ciò che hai fatto e scommetto che anche Sora e Kairi non si pongono neanche più il problema. Quindi che motivo hai di sentirti in colpa con te stesso?-
Il ragazzo non seppe cosa rispondere.
Jessie aveva accettato il fatto che lui avesse usato l’Oscurità e che avesse sbagliato, con tranquillità e l’aveva perdonato, come avevano fatto anche i suoi amici. Sorrise. -Hai ragione. E tu? Perché te ne vuoi andare? Salvataggio dei mondi a parte.-
-Non mi sento più a mio agio. Per carità ho una famiglia e delle amiche che mi vogliono bene, ma… mi sento fuori posto…-
-Come mai?-
-Non lo so… mi sento quasi incompleta… per questo parto con voi felice, ma triste al tempo stesso. Sono felice di poter andare incontro al mio destino e conoscere luoghi nuovi, ma sono anche triste perché non so quando rivedrò il mio mondo e coloro che lo abitano.-
-Bè… Se non ti piace viaggiare, puoi sempre tornare. Non credo che la tua famiglia ti caccerebbe.-
-Hai ragione…- diede un’ultima occhiata al tramonto e poi si alzò. -Sarà meglio andare. Domani…-
Non terminò la frase perché un raggio luminoso, nato dal quadrante del campanile, colpì un punto imprecisato del cielo tinto delle varie sfumature di rosso e, dopo pochi istanti, un’enorme serratura dai riflessi bianchi apparve sopra di loro.
-La serratura!- esclamò l'argenteo. -Chi la chiuderà? Sora non è qui!- continuò la castana.
All’improvviso, la Via del Tramonto le apparve tra le mani e la voce che la guidava nei sogni, giunse alle sue orecchie.

-Custode, questa serratura spetta a te. La serratura del tramonto può essere chiusa solo dalla sua chiave.-

Udite quelle parole, la ragazza puntò il keyblade sulla serratura e un raggio partì dalla punta della chiave per finire su di essa, che scomparve dopo un sonoro “clack”.
-Possiamo partire tranquilli.- concluse Jessie, mentre la Via del Tramonto spariva dalla sua mano in una scia di luce.




Allora? Piaciuto? Mi auguro di sì... Questo capitolo è un pò serioso, ma al prossimo ci sarà da ridere e la mia pazzia, sommata a quella della mia assistente, si rivelerà a tutti voi lettori!!!
See ya!!!



Angolo recensioni
soral: Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Dici che Jessie e Riku sono una bella coppia? Scommetto che ora lo pensi più di prima! XD
Eris_96: Non c'è bisogno di chiedere perdono per un ritardo nel commentare ^^ Se ti è piaciuta la scena delle fangirls asssatanate e Demyx è il personaggio più simpatico, allora il prossimo capitolo è fatto apposta per te mia cara!! Ciau!!

ps: un grandissimo grazie anche a chi si limita alla lettura ^^

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Amore e criceti ***


Ma salve!!!! Eccomi di ritorno da una settimana assurda che più assurda... si può benissimo!! xD Esami a parte ero senza connessione internet, ma a voi non interessa minimamente... giusto? (sì! NdTutti) Dunque dunque, avevo accennato che questo capitolo era perfetto per una lettrice in particolare, spero che ti piaccia ^^ Ora vi lascio al primo e chiaro esempio lampante di quanto questa fic sia uno sclero xD Buona lettura!!!

Ecco per voi alcune premesse:
1) è stato scritto in una calda giornata al mare;
2) è nato dalla diretta vicinanza delle menti dell'autrice e della sua assistente;
3) ogni parola sdolcinata su Axel è stata partorita dalla mente malata della mia assistente in quanto fan sfegatata del suddetto dai capelli rossi u.u



Capitolo 12: Amore e criceti
In una grande stanza circolare del Castello Disney, nove Ritornanti aspettavano l’arrivo dei numeri VIII e IX, riuniti attorno ad un bianco tavolo con la stessa forma della stanza.
-Ma quando arrivano?- si lamentò il numero IV, battendo le dita sul marmo candido.
-Un po’ di pazienza Vexen, saranno qui a momenti.- affermò calmo il Superiore.
Infatti, poco dopo, un varco di luce si aprì nella stanza e ne uscirono i due membri mancanti.
-Siamo tornati!- esclamò Demyx.
-Bene.- disse Xemnas invitando i compagni a sedersi ai loro posti. -Il nuovo custode è stato trovato…- iniziò l’albino.
-E a quanto pare anche Marluxia è sulle sue tracce.- continuò Axel. -Ha mandato un Darkside contro la custode.-
-Sì, il re ci ha informati sulla battaglia che ha avuto luogo, ma ancora non sappiamo perché il nemico stia puntando alla custode.- affermò Zexion.
-Di questo ce ne occuperemo noi.- asserì l'albino, alzandosi in piedi e guardando tutti i presenti. -A noi spetta il compito di scoprire i piani di Marluxia e proteggere la custode della Via del Tramonto.- fece una pausa. -Axel, tu che conosci già la custode, e Demyx seguirete i prescelti nel loro viaggio e li aiuterete come vi sarà possibile.-
-Va bene.- risposero all’unisono il rosso e il biondo.
-Xigbar e Xaldin, voi vi occuperete di scoprire dove si trova la base nemica.-
I due annuirono e si alzarono, pronti a partire.
-Noi invece ci muoveremo quando ci sarà bisogno di noi, dobbiamo ancora recuperare alcune delle nostre abilità, migliorarle e sviluppare eventuali nuovi poteri.- fece una seconda pausa e passò in rassegna tutti i volti dei suoi compagni. -E’ giunto il momento di darci da fare e riscattarci per tutti gli errori commessi in passato. Andate!- disse con decisione.
A quelle parole i presenti annuirono con energia e i numeri II, III, VIII e IX sparirono in due varchi di luce.

***


Martedì 27 maggio 2008, ore 21:30
-Chi abita in questa casa?- chiese Demyx, uscendo dal varco e trovandosi davanti ad una palazzina di due piani.
-Qui abita Jessie, sento la sua energia.- rispose Axel.
-E cosa ci facciamo qui? Non dovremmo andare dal re?-
-Prima devo mantenere una promessa.- disse il rosso con un sorriso.
-A proposito, non ci avevi detto che conoscevi la nuova custode. Sei stato cattivo.- esordì il biondo, mettendo un tenero broncio e girandosi dall’altra parte.
-E dai Dem! Ho già spiegato che non sapevo che fosse Jessie la nuova custode, anche a me l’ha detto Xemnas. Mi dispiace, ok? Mi perdoni?- chiese l'altro con tono supplichevole.
-E va bene…- si arrese. -Adesso però vediamo di darci da fare.-
-Giusto! Andiamo!- esclamò l'amico, avvicinandosi al portone e mettendo un dito sul citofono.
-Scusa, ma tu sai come si chiama di cognome?- domandò il Notturno Melodico. -E poi, non facciamo prima a passare per un varco?-
-Certo, così facciamo prendere un colpo alla sua famiglia e, inoltre, non sarebbe carino piombargli in casa così a quest’ora della sera, ti pare?-
-Hai ragione.-
-Per quanto riguarda il nome… proviamoli tutti, prima o poi beccheremo quello giusto!-
Il biondo annuì con un sospiro e con una preghiera al cielo.
Dopo due tentativi andati a vuoto, una vecchina che aveva capito che erano i tecnici della lavatrice e un nonnino che aveva minacciato di cacciarli a colpi di carabina, il padre di Jessie rispose al terzo tentativo.
-Chi è?-
-Salve, sono Axel, un amico di Jessie, è in casa?-
-Aspetta un attimo.- rispose l’uomo con fare severo, ma pacato.
Circa un minuto dopo, gli venne dato il permesso di salire e si fermarono davanti alla porta blindata del secondo piano, indicatagli dal padrone di casa. Suonarono il campanello e un uomo di mezz’età con i capelli neri e ricci e due occhi color nocciola gli aprì la porta.
Lo squadrò da capo a piedi, soffermandosi sulla capigliatura del ragazzo e poi guardò oltre e vide il biondo che lo accompagnava.
-Entrate, Jessie arriva subito.-
Li fece entrare e li invitò a sedersi sul divano che c’era in salotto, su cui era seduta una ragazzina dai corti capelli riccioli color castano chiaro, quasi biondo. Appena li vide li salutò con la mano e un sorriso, poi gli fece segno di sedersi accanto a lei.
-Tu devi essere Axel.- disse la ragazzina, appena si furono seduti.
-Esatto, ma tu come lo sai?- chiese il rosso.
-Mia sorella ci ha avvisati che un ragazzo con i capelli rossi drittissimi sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro. Comunque piacere, io sono Viola.-
-Il piacere è nostro, il mio amico si chiama Demyx.-
-Piacere.- disse il biondo.
-Ciao ragazzi.- intervenne Jessie, facendo girare i tre. -Scusatemi se vi ho fatto aspettare, stavo lavando i capelli.- aggiunse, lasciando cadere un lungo asciugamano sulle spalle.
-Figurati, mentre ti aspettavamo abbiamo conosciuto tua sorella.- assentì il Soffio di Fiamme Danzanti. -Vedo che non indossi gli abiti da combattimento.-
Infatti, la custode vestiva con un paio di infradito bianche, dei jeans blu e una maglietta a righe azzurre e bianche senza maniche.
-Andiamo a trovare una mia amica, non in guerra dopotutto.-
-Stai bene vestita così.- affermò il ragazzo.
-Grazie Axel.- fece una pausa e si voltò verso il secondo Ritornante. -Noi ancora non ci siamo presentati. Io mi chiamo Jessie.-
Il biondo si alzò e strinse la mano che la ragazza gli stava porgendo. -Io sono Demyx, al tuo servizio.-
-Potrei abituarmi a tanta galanteria… Dai, ora andiamo da Andrea, ci sta aspettando.- continuò la custode, portando l’asciugamano in bagno per poi entrare in cucina. -Papà, mamma, io sto uscendo.-
-Va bene.- rispose la madre.
-Stai attenta e non stare troppo in giro che tra un po’ si fa buio.- aggiunse il padre.
-Papà, quante volte ti devo dire ancora che è da cinque anni che esco di notte con un'arma in mano?- sospirò lei.
-Stai attenta e non…- stava per replicare di nuovo il padre, ma la figlia lo bloccò.
-Sì, va bene, ok. Ciao! Viola, vieni a chiudere. Mi porto le chiavi per sicurezza.-
-Ciao Jessie! Ciao ragazzi!- salutò la ragazzina, correndogli dietro.
Uscirono e arrivarono nello spiazzo davanti alla palazzina.
-Muoviamoci, Andrea abita dalla parte opposta del prossimo paese e dobbiamo sbrigarci se non vogliamo fare notte.- affermò la keyblader.
-Se permetti…- iniziò il rosso. -…noi abbiamo una via più veloce e sicura.- concluse, aprendo un varco di luce. -Prego.-
-Lo ripeto, potrei abituarmi a tutta questa galanteria…-
Detto questo, i tre entrarono nel varco, che si richiuse, per aprirsi davanti ad una palazzina gialla di tre piani.
Si avvicinarono al cancellino e Jessie si fermò un attimo prima di premere il tasto del videocitofono.
-Speriamo che non le venga un attacco di cuore nel vedervi…-
-Non esagerare…- rise il numero VIII.
-Oh, ma io sto appena supponendo…- poi si voltò verso i ragazzi. -Vuoi sapere cosa ti direi se stessi esagerando?-
-Sentiamo…- fece l'altro.
-Potrebbe mettersi ad urlare come una pazza, non aprire, uscire sul balcone per vedervi meglio, non aprire, uscire di casa, scendere, aprire il portone, arrivare qua e non aprire il cancellino.- spiegò la ragazza con sicurezza.
I due rimasero senza parole. In che razza di mondo erano finiti? Ma soprattutto, con che persone avevano a che fare?
Risposta: un branco di pazzi.
-Facciamo così…- continuò. -Non fatevi vedere dal citofono, aspettate che si sia spento, almeno riusciremo ad arrivare su.-
Jessie suonò, e in men che non si dica salirono nell’appartamento di Andrea.
-Ciao Je…- salutò l’amica aprendo la porta, ma subito arrossì notando che la ragazza era accompagnata da un dolce biondino e dalla persona che tanto aspettava. -Ah… Je, potevi avvisarmi che saresti venuta accompagnata! Avrei sistemato meglio la casa…- disse sorridendo la ragazza dagli occhi azzurri che, al contrario di quello che aveva detto aveva sistemato e pulito la casa come una pazza aspettando l’arrivo dell’amica e del bel rosso…
-Hai ragione, scusa…- rispose Jessie, reggendole il gioco, poiché era impossibile che la ragazza si fosse dimenticata della sua visita.
-Comunque prego, accomodatevi… Io mi chiamo Andrea, piacere…- iniziò con un sorriso e guardando dritto nello sguardo color smeraldo del rosso.
-Piacere! Io sono Axel e il mio amico si chiama Demyx…- fece indicando alle sue spalle dove però il suo amico non c’era.
-Ma dove cavolo è… Dem!!!- esclamò, vedendo il biondo chino davanti ad una gabbietta.
-Guarda Axel! Un criceto!!!- urlò estasiato il ragazzo dagli occhi acquamarina, indicando l'interno della gabbia.
-Dem!- lo rimproverò, prendendolo per il colletto della felpa e allontanandolo dal criceto. -Non sei a casa tua! Chiedi immediatamente scusa!-
-Sì… hai ragione… è che non ho resistito! È così carino e…- cominciò il numero IX.
-E non mi interessa!- lo interruppe il rosso. -Chiedi scusa!-
-E va bene… Scusa Andrea…-
-E di cosa?- chiese la ragazza che aveva osservato tutta la scena in silenzio, ma ridendo sotto i baffi. -Lui è Schizzo…- spiegò, indicando l'animale. -Demyx puoi giocarci se vuoi, sempre se quell’antipatico si lascia prendere…-
-Davvero?! Hai sentito Axel! Posso giocare con Schizzo! Ti prego lasciami andare!!!-
Il rosso sospirò e lo fece tornare al suo nuovo passatempo.
Le due ragazze risero alla scena.
-Comunque… appurato che a Demyx piacciono i criceti, Axel, questa è la ragazza che voleva conoscerti.-
Il ragazzo ammiccò e si avvicinò alla ragazza dagli occhi azzurri. -Ok baby, sono tutto tuo.-
Andrea sorrise, arrossendo, e lanciò un’occhiataccia all’amica che, come risposta si girò dall’altra parte fischiettando.
Nell’ora che seguì, nacque un nuovo dolce amore: tra Schizzo e Demyx… Quell’antipatico di un criceto non si fece più prendere in mano da nessuno, fuorché il tenero ragazzo. Nel frattempo i tre ragazzi, tra una risata e l’altra parlarono anche del viaggio che Jessie e i suoi compagni avrebbero intrapreso la mattina seguente.
-Ma quindi a che ora partirai domani?- chiese Andrea all’amica.
-All’alba.- rispose lei tranquilla.
-E io come faccio a salutarti?!- esclamò tristemente la ragazza.
-Immagino che alzarti presto non rientri nelle possibilità…-
-Ehm… nnnno!-
-Vi salutate quando andiamo via…- rispose Axel.
-Ovvero adesso.- continuò Jessie. -Domani non si va a fare una scampagnata…-
-Hai ragione.- aggiunse il rosso, che si alzò per avvicinarsi all’amico, ancora impegnato a giocare col nuovo amico. -Dem, è ora di andare…- disse piano, facendo girare il biondo.
-Axel… non possiamo restare ancora cinque minuti…?- chiese con aria abbattuta e vicina ad un pianto disperato.
-Dai Demyx…- intervenne Andrea. -Quando tornerete potrai venirmi a trovare tutti i giorni, così starai con Schizzo…-
-Davvero?? Chebellochebellochebellochebello!!-
-Già…- aggiunse il numero VIII. -...e poi tu ora devi accompagnare a casa Jessie…-
-Come mai io?- chiese il biondino confuso.
-Come mai lui?- pensò la custode preoccupata. -Oddio…- fu il suo pensiero seguente.
-Semplice…- rispose l’affascinante ragazzo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. -Perché ora io esco con Andrea…-
-Cosa?!- chiesero i tre, mentre la diretta interessata pensava. -Evvai!!!! Yuppy!!!! Chebellochebello… Alè ooh…-
-Ci sono problemi?-
-No, affatto.- rispose Jessie, con un ghigno. -Chissà cosa combineranno questi due…- pensò poi.
-Andiamo Demyx?-
Il biondo annuì con energia e aprì un varco di luce ma la ragazza non fece in tempo a varcarlo perché Andrea le si avvinghiò addosso piangente.
-Stronza… te ne andavi senza salutarmi???- disse tra le lacrime. -Ti prego, torna intera e il prima possibile…-
-Ma sì che torno scema…- rispose la custode abbracciando l’amica, poi si voltò verso il rosso. -Axel, mi raccomando… non farla bere…-
Il ragazzo rimase leggermente spiazzato dalla richiesta, ma annuì comunque, mentre Andrea era in preda ad un attacco di pianto misto al riso.

***


Mercoledì 28 maggio, ore 03:54
-…E così sono volata giù dalle scale…- disse sorridendo la ragazza, mentre il Ritornante dalla chioma rossa non riusciva più a smettere di ridere.
-Tu sei troppo matta… Però mi fai ridere… Ed è un complimento!-
-Grazie… anch’io sto bene con te… Ma che ore saranno?-
-Te lo dico io che ore sono!- gridò una voce un po’ cupa e abbastanza infastidita.
-Zexion?! Che ci fai qui, amico?- chiese amichevolmente il rosso.
-Razza di deficiente che non sei altro… Ti stiamo cercando tutti!! Tra due ore devi partire!!-
-Cosa?!- esclamarono in coro i due ragazzi. -Cavoli, è tardissimo!! Zexi… Sorry… Accompagno la fanciulla a casa e arrivo subito!!-
-Sarà meglio per te! Se ti trovavano Xigbar o peggio Xaldin vedevi che fine facevi!-
-Ok…- disse l'altro, aprendo un varco di luce e, mentre ci stava sparendo dentro aggiunse. -Ah, dimenticavo… Zexi, amico… Paga il conto!- dopodiché sparì.
-Maledetto Axel…- ringhiò inutilmente il numero VI.

Poco più tardi davanti a casa di Andrea.
-Mi sono proprio divertita stasera… Spero di non aspettare troppo per rivederti…- ammise la ragazza, arrossendo lievemente.
-Lo spero anch’io… Comunque non preoccuparti, andrà tutto per il meglio!- disse prendendo con l’indice e il pollice il mento della ragazza e stampandogli un casto ma dolcissimo bacio sulle labbra.
-Mi farò sentire…- aggiunse. -Di Axel non te ne liberi facilmente, got it memorized?-
E mentre Andrea sorrideva a quei dolci occhi smeraldini, il ragazzo sparì in un varco luminoso.


Fine della pazzia! Spero che vi sia piaciuto! Nel prossimo capitolo sarà svelata la prima tappa del viaggio dei guerrieri della Luce: che mondo sarà? Alla prossima! See ya!!

ps: Schizzo il criceto è esistito veramente u.u



Angolo recensioni
Eris_96: Ed eccoti il capitolo strambo con Demyx pazzo per un criceto e l'inizio della love story tra Axel e Andrea xD Ti incuriosisce la gatta? Questo è ancora niente, vedrai più avanti che cosa combina... kukuku... Spero comunque che questo piccolo sclero ti sia piaciuto ^^ Ciau!
My Pride: Mi spiace, ma Sephiroth in questa fic non so se apparirà, però come ti ho detto, è presente in modo molto attivo nell'altra fic che posterò a breve (entro questa sera se riesco)... Don't worry che partono tranquilli e scialli come se stessero andando in vacanza xD Ci sentiamo in msn!
soral: Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ Eh sì, Jessie e Riku sono una coppia ben riuscita, ma che mi dici di Andrea e Axel o di Demyx e il criceto Schizzo? xD Ci sentiamo presto!
Deby92: Una nuova lettrice?! Waaaaaaaaaaa!!!! *salta per aria come i fuochi d'artificio* Dire che mi hai fatta felice è un puro eufemismo xD e sei anche una fan di Rikuccio caro *-* Benvenuta in famiglia sorella! Sclerate a parte (ho fatto la rima!!!NdFly ...NdTutti) mi fa piacere che la mia fic ti piaccia ^^ Spero che anche questo capitolo ti abbia incuriosita o quantomeno divertita xD Alla prossima! Ciau!!!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Primo contatto ***


Ciao a tutti!!!! In questo capitolo verrà raggiunto il primo mondo e il titolo sembra annunciare qualcosa alla Star Trek quindi è tutto un programma xD Spero sia di vostro gradimento ^^ Buona lettura!!

Capitolo 13: Primo contatto
Mercoledì 28 maggio 2008, ore 06:05
La tenue luce di una calda alba illuminava le strade del paesino ancora in gran parte tra le braccia di Morfeo.
In un cantiere abbandonato un gruppo di sette persone era pronto alla partenza.
-Quindi la serratura l’ha chiusa Jessie?- chiese Sora.
-Sì.- rispose la ragazza. -La solita voce mi ha detto che la serratura del tramonto poteva essere chiusa solo da me.-
-Bene, visto che ci siamo tutti, possiamo partire.- disse Topolino, salendo sulla gummiship.
-Ma Axel non viene con noi? Avevo capito che avremmo viaggiato insieme…- intervenne la castana.
-Non c’è posto sulla nave…- spiegò il topo. -Ci raggiungeranno quando arriveremo in un nuovo mondo.-
Terminata la spiegazione, tutti salirono sulla gummiship e pochi minuti dopo volavano già verso lo sconfinato universo. Quando furono oltre l’atmosfera, Jessie si alzò dal suo sedile e si avvicinò a un oblò per guardare fuori.
La vista del suo pianeta illuminato dal sole, immerso in quell'immenso e tranquillo vuoto, le mozzò il fiato e un pizzico di nostalgia la colpì, ripensando alla vita che aveva lasciato.
L’espressione triste del suo volto e il suo religioso silenzio non passarono inosservati agli occhi dei suoi compagni di viaggio. Sora e Kairi avrebbero voluto andare a dirle qualcosa, ma Riku li aveva fermati, dicendo che doveva stare un po’ da sola.
Dopo cinque minuti, la ragazza si calò il cappuccio sul viso, per nascondere la corsa di una lacrima solitaria, e tornò a sedersi al suo posto, accanto a quello dell’argenteo.
-Come ti senti?- le chiese dopo un po’.
-Bene. Dietro non si torna, non si può tornare giù; quando ormai si vola non si può cadere più.*- rispose con un sospiro, abbassandosi il cappuccio. -Non si sa tra quanto arriveremo al prossimo mondo?- domandò ad alta voce.
-Secondo il radar tra circa tre ore dovremo incontrare un buco cosmico, poi quando ne usciremo ti saprò dire.- spiegò Paperino, senza abbandonare la cloche.
-Ok, grazie.-
-Hai capito quello che ti ha detto?- chiese sorpreso Sora.
-Sto migliorando…- ammise la ragazza con un sorriso.

-Mondo in vista!- annunciò Pippo, indicando con l’indice destro davanti a sé, dopo mezza giornata di viaggio.
Tutti si avvicinarono all’area comandi della nave e posarono gli occhi su un mondo coperto quasi per metà da un vasto deserto. Numerose catene montuose ricoprivano la zona nordica e varie foreste erano sparse per tutta la superficie.
-E’ abitato?- chiese Topolino.
-Sì, il radar segnala la presenza di piccoli centri abitati.- rispose il mago di corte. -Ma nella zona ovest…- aggiunse poi con tono incerto.
-Cosa c’è a ovest?- domandò il custode della Catena Regale, notando l’aria preoccupata del compagno.
-Un’alta concentrazione di energia negativa…-
-Saranno gli Heartless e i Nessuno…- propose Riku.
-Non sono solo loro…- cominciò Jessie, attirando gli sguardi su di sé. -E’ qualcos’altro… probabilmente è qualcosa proprio di questo mondo…-
-In effetti, l’aura negativa circonda l’intero mondo, mentre a ovest c’è la sorgente…- continuò il papero.
-Bè, ragazzi, non ci resta altro da fare che atterrare e…- disse il re, interrompendosi a causa di un violento scossone.
-Cosa sta succedendo?- chiesero Kairi e Sora all’unisono.
-L’aura negativa ci sta trascinando a terra!!- esclamò Paperino, mentre cercava di contrastare quella grande forza in tutti i modi possibili. -Sedetevi e allacciate le cinture di sicurezza! Appena saremo nell’atmosfera tenterò di riprendere il controllo della nave!-
Tutti obbedirono ai suoi ordini e chiusero gli occhi mentre la gummiship veniva scossa nuovamente e veniva trascinata velocemente verso la superficie desertica di quel nuovo e sconosciuto mondo.

***


Una jeep verde correva a velocità sostenuta sulla rovente sabbia del deserto.
-Sanzo! Io ho fame!!-
-E piantala! Stupida scimmia con lo stomaco al posto del cervello!-
-Scimmia a chi?! Scarafaggio rosso di un kappa!!- replicò il ragazzino dagli occhi dorati.
-Scarafaggio?! Ehi Sanzo! Sei stato tu ad insegnare certe parole alla stupida scimmia?- chiese ironico il ragazzo con occhi e capelli rossi.
-State zitti o vi ammazzo!!!- minacciò il bonzo dagli occhi viola, puntando la pistola contro i due.
-Ragazzi state tranquilli, mancano pochi chilometri al prossimo villaggio. Dovremmo arrivarci dopo l’ora di pranzo.- disse calmo e rilassato il ragazzo dagli occhi verdi che guidava il mezzo.
-Davvero? Evviva!- esclamò entusiasta il ragazzino.
Poi la sua attenzione fu attirata da un oggetto luminoso che si avvicinava sempre di più. -Sanzo, quello cos’è?- chiese, indicando l’oggetto in alto alla loro sinistra.
-Di cosa parli Goku?- domandò senza curarsi troppo delle parole del compagno.
-Quella cosa che sta cadendo dal cielo! Guardate!- fece, attirando l’attenzione di tutti.
I tre si voltarono a guardare l’oggetto che stava precipitando ad incredibile velocità.
-Ma che diavolo…-
Il ragazzo dagli occhi rossi non terminò la frase a causa di una violenta e improvvisa sterzata verso destra del conducente.
-Hakkai! Ma che cavolo fai?!- urlò, tenendosi al mezzo con tutte le sue forze.
-Ti chiedo scusa Gojyo.- rispose sempre calmo Hakkai. -Ma dobbiamo allontanarci in fretta! Tenetevi forte!- avvertì, mentre aumentava la velocità della jeep.
In pochi minuti l’oggetto non identificato si scontrò col suolo, alzando un’enorme nuvola di sabbia, che investì i quattro viaggiatori nonostante fossero ben lontani.
Quando la visuale tornò a livelli ottimali poterono osservare cosa sarebbe caduto sopra di loro se non si fossero spostati in tempo. Quella che per loro era una grande scatola gialla e rossa giaceva fumante a circa quattrocento metri di distanza.
-Accidenti! Sono pieno di sabbia!- si lamentò Gojyo, pulendosi i vestiti.
-Poteva andare peggio…- rispose il ragazzo dagli occhi di giada mentre osservava la causa della loro deviazione.
-Secondo voi che cos’è?- chiese Goku curioso.
-Un nuovo trucco degli emissari di Kougaiji?- propose il rosso.
-Non avverto energia demoniaca.- intervenne Sanzo.
-Io sento degli strani odori…- intervenne il ragazzino. -E un lieve odore di sangue…-
-Andiamo a controllare, potrebbero esserci dei feriti.- disse Hakkai.
-Va bene, andiamo.- rispose il bonzo ricaricando la sua pistola.

***


-Ci siamo tutti?- chiese Topolino, mentre si massaggiava la testa.
-Io e Pippo siamo ok!- rispose Paperino, aggiustandosi il berretto.
-Ragazzi?-
-Io ci sono!- affermò Sora da dietro il suo sedile.
-Io anche!- esclamò Kairi, alzandosi per andare dal castano.
-Riku! Svegliati!- disse Jessie, scuotendo leggermente il ragazzo.
L’argenteo aprì piano gli occhi e con una smorfia di dolore si portò una mano al capo.
-Che mal di testa…- poi guardò meglio davanti a sé. -Jessie, sei tu? Ho la vista annebbiata…-
-Ci credo… hai preso una brutta botta. Lasciami dare un’occhiata…- asserì la ragazza, controllandogli la nuca dove trovò una ferita non molto profonda da cui, però, usciva del sangue.
-Come sta?- chiese la principessa, avvicinandosi ai due.
-Ha una ferita alla testa, ma nulla di così grave che non si possa curare…- disse la custode del Tramonto, che poi pronunciò l’incantesimo per guarire il compagno.
-Grazie Jessie… ora va decisamente meglio…- fece il custode dell’Alba, alzandosi piano.
-Figurati…- si fermò, voltandosi verso il portellone della nave. -Arriva qualcuno.-
-Saranno abitanti del luogo…- disse Sora con leggerezza.
-Hanno un’aura strana…- replicò la keyblader. -Sono in quattro… uno di loro è molto potente e la sua aura è simile a quella che abbiamo visto ad ovest, due sono quasi uguali, l’ultima è un’aura purissima… non ho mai visto niente del genere…- spiegò, alzandosi il cappuccio. -Usciamo?-
-Se scendete io e Pippo restiamo qui.- intervenne il mago. -Dobbiamo riparare i danni.-
-Io resto con loro.- aggiunse il re. -Voi scendete, eliminate gli Heartless e i Nessuno e trovate la serratura.-
-Va bene.- rispose Sora. -Andiamo!-
Aprirono il portellone e si trovarono davanti quattro figure.

Quando videro quell’oggetto aprirsi, il monaco e i suoi compagni si fermarono e impugnarono le loro armi.
Poco dopo, quattro ragazzi si fermarono a tre metri da loro.
-Sanzo…- chiamò Goku.
-Dimmi.-
-Hanno un odore strano… dobbiamo stare attenti…-
Il bonzo rimase colpito dalle parole del suo giovane compagno.
Erano davvero così pericolosi da preoccuparlo?
-Sono pericolosi?- chiese, infatti, Gojyo.
-Possono diventarlo…-
Sempre più sorpreso delle parole del ragazzino dagli occhi dorati, Sanzo puntò il suo sguardo sui quattro che aveva di fronte.
Una ragazzina con i capelli rossi che sembrava indifesa, un ragazzino dagli occhi azzurri con un sorriso ingenuo stampato in faccia, un ragazzo dai capelli d’argento con lo sguardo serio e una figura incappucciata, probabilmente una ragazza, che emanava un’aura simile a quella del ragazzo accanto a lei.
-Una cosa è certa…- iniziò Hakkai. -Non sono demoni…- dopodiché abbassò le braccia dalla posizione di guardia e fece qualche passo. -Il mio nome è Cho Hakkai, potete gentilmente dirmi chi siete voi?-
Il ragazzino dalla scarmigliata chioma bruna stava per parlare, ma l’apparizione improvvisa di alcune creature nere attirò la sua attenzione.
-Gli Heartless!-
-Non si sono fatti attendere.- disse ironico il ragazzo dagli occhi acquamarina.
-Ehi voi!- li chiamò la figura incappucciata. -State indietro! Ci pensiamo noi!-
-Ma fammi il piacere!- sbottò il giovane dai capelli rossi. -Sappiamo badare a noi stessi!-
-Fate come volete.- rispose semplicemente, poi partì all’attacco delle ombre seguita dai suoi compagni.
Dopo pochi minuti fece la sua comparsa la seconda ondata di nemici e Sanzo e i suoi tre compagni si trovarono schiena contro schiena.
-Le nostre armi non hanno effetto!- esclamò Goku, respingendo una creatura.
-Neanche la tua pistola Sanzo?- chiese Hakkai.
-Tsk… Solo quelli più piccoli.- rispose seccato il bonzo.
-Attenti!- urlò Gojyo, alzando la sua arma per parare l’offensiva di un nemico per metà cavallo che brandiva una lancia.
-Non muovetevi!- ordinò la figura incappucciata, mettendosi tra loro e l’ombra. -Protect!-
Pronunciata quella parola, una barriera azzurrina si creò intorno a loro.
-Blizzaga!- urlarono la rossa e il castano.
-Blizzaga Oscuro!- gridò invece l’argenteo.
Tre sfere di ghiaccio partirono dalle loro armi e distrussero l’avversario, causando la fuga dei nemici più deboli.
-Brava Kairi!-
-Grazie Sora.-
-Ora volete spiegarci chi siete?- domandò freddo e severo il ragazzo dal prezioso sguardo d’ametista.
-Semplici viaggiatori.- rispose Jessie. -Ti basti questo.-



E dunque? Cosa ne pensate? Mi ha sempre ispirata l'idea di un viaggio nel mondo di Saiyuki e finalmente l'ho realizzata!!!! Alla prossima!
See ya!!

Note dell’autrice:
*citazione della canzone “Angeli” di Vasco Rossi
I personaggi di Saiyuki non mi appartengono, ma sono nati dalla mente di Kazuya Minekura



Angolo recensioni

Eris_96: Sono contentissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto ^^ Se ti interessa, sul web c’è anche un video intitolato “Schizzo la leggenda” in onore della guest star xD Cosa ci trova Andrea in Axel? Chiederò alla mia assistente e ti farò sapere u.u Che ne dici del primo mondo? Piaciuto? Alla prossima!!

SweeTDemly: Ciao! ^^ Ma certo che mi puoi chiamare così e certo che mi ricordo di te! Ci mancherebbe altro u.u Mi fa un piacere immenso sapere che tu abbia iniziato a leggere la mia fic e non temere, non te ne faccio una colpa se non l’hai letta sul forum non voglio che i miei lettori muoiano giovani a causa mia e di quello che scrivo xD Mi invidi? La mia folle mente non è una cosa da invidiare, ma da temere xD Comunque grazie ^^ Non preoccuparti che io aggiorno alla velocità della luce, di me non ci si libera facilmente!!! Muahahahahah!!!!!! Ciau!!!! xD

My Pride: Oh sappi che la caduta dalle scale è nulla… anche se in realtà è inciampata sull’ultimo gradino di una scala a chiocciola a causa di… ehm… precarie condizioni mentali xD Ma io adoro la mia assistente per questo, è pazza come me!!! *spupasha l’assistente* Dunque, per quanto mi riguarda, basta che non mi tocchi Riku, poi con Axel puoi farci quello che vuoi, ma non so se la mia assistente acconsentirebbe… ci sono state numerose battaglie in passato per questo strambo uomo dai capelli fiammeggianti u.u La smetto anch’io di sclerare e mi auguro che anche questo chappolo ti sia piaciuto ^^ Bye!!!

Deby92: Un’altra fan di Axel? Attenta alla mia assistente già citata xD Sono sempre più esterrefatta nel trovare una nuova sostenitrice del cambiamento da me attuato all’Organizzazione… allora quel secondo giro di vodka è servito a qualcosa xD Grazie del commento e spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciau!!!

Darketta89: Numi del cielo una nuova lettrice! *salta ancora per aria* Bubbole a parte benvenuta tra noi ^^ Mi fa piacere che la fic ti piaccia e che la cura e l’impegno che ci metto nello scriverla ti abbiano colpita ^^ Come te, anch’io non riesco a leggere qualcosa che non sia come minimo grammaticalmente corretto, poi io sono pignola e mi piace far immaginare al lettore la scena come la immagino io. Questi primi capitoli inoltre, sono rivisti e sistemati come si riesce, ma quelli successivi sono fatti meglio ^^ Spero di vedere un tuo commento ^^ Bye!!!


Nel capitolo precedente me ne sono dimenticata, perdonatemi ç_ç Un grazie enorme anche voi che leggete soltanto ^^

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Ricerca ***


Buonsalve a tutti!!!! ^^ Eccomi di ritorno con un nuovo chappolo!!! Ho visto che la mia scelta di usare mondi non Disney è stata apprezzata, benissimo! Vi avviso da subito che i mondi saranno quasi tutti appartenenti alla schiera degli anime e manga giapponesi e alcuni saranno invece di famosi film d'animazione ^^ Ma ora bando alle bubbole e via al capitolo! Buona lettura!!!

ps: farà la sua entrata in scena una vecchia conoscenza!
ps2: da questo capitolo in avanti saranno rivelati particolari dell'anime Saiyuki, mi scuso in anticipo



Capitolo 14: Ricerca
Xaldin e Xigbar uscirono da un varco di luce.
-Ma dove accidenti siamo finiti?- domandò il Tiratore Libero, guardandosi intorno.
I due Ritornanti erano circondati da una fitta foresta, nessun suono si udiva e niente si muoveva.
-Ho un vago sospetto… Dobbiamo raggiungere il centro della foresta per poterci orientare…- rispose il Feroce Lanciere, incamminandosi.
-Ehi! Aspettami!-
Xigbar rincorse il suo compagno e insieme si addentrarono nel buio di quella tetra macchia.
Camminarono per un paio d’ore, a volte nelle tenebre complete, mentre in alcuni punti dei raggi di luce, più intensi di altri, riuscivano a filtrare attraverso il fitto fogliame, illuminando il percorso.
-Sai Xaldin, comincio ad avere anch’io un’idea su dove possiamo essere…- si fermò e, con un gesto del capo, indicò un punto preciso vicino a loro. -Anzi, ne sono quasi certo…-
Il numero III si voltò e vide ciò che stava indicando il suo compagno: una pianta, una volta rigogliosa, completamente avvolta dai rovi.
-Allora forse siamo nel posto giusto… andiamo, dovremmo esserci ormai.-
Ripresero a camminare, decisi più che mai a portare a termine il loro compito.

***


-E così siete viaggiatori, eh?- fece Gojyo, avvicinandosi a Jessie e posandole un braccio intorno alle spalle. -Anche noi siamo viaggiatori… perché non proseguiamo insieme?- aggiunse, giocando con una lunga ciocca di capelli della ragazza. -Sarei felice di passare un po’ di tempo in tua compagnia…- concluse, sussurrandole all’orecchio.
La custode chiuse gli occhi, respirò a fondo, dopodiché prese il braccio che aveva sulle spalle e ribaltò il suo proprietario a terra.
-Ahia… Ma dico… Sei forse impazzit…-
Per un attimo, Gojyo smise di respirare.
La lama dell’Artiglio della Notte era a stretto contatto con la sua gola.
-Punto numero uno: non azzardarti mai più a prenderti tanta confidenza.- disse con voce fredda e decisa la ragazza.
-Punto numero due: nessuno ha il permesso di toccarmi i capelli, eccetto una persona.- proseguì, evocando la Via del Tramonto e posizionando i due keyblade a forbici intorno al collo del ragazzo.
-Punto numero tre…- riprese, riducendo la distanza tra i loro visi. -…non ho mai sopportato i cascamorti e gli uomini in generale… Siete tutti uguali.-
Detto questo puntò i suoi occhi su quelli del rosso. -Questa volta mi sono trattenuta perché sono di buon umore… La prossima potresti non essere così fortunato e io non mi farò di certo problemi a dare un sollievo a tutte le donne di questo mondo, sono stata chiara?- sibilò infine, attendendo una risposta.
-T-trasparente…- balbettò il rosso, che una volta libero, andò a nascondersi dietro Hakkai.
I compagni della custode rimasero di sasso a tale scena: era meglio non fare arrabbiare la ragazza dai lunghi capelli castani, dedussero, ne andava della loro salute.
I compagni del mal capitato Gojyo invece ridevano, mentre Hakkai si limitò a sorridere.
-Ehi kappa, che c’è? Hai paura di una ragazza?- disse Goku, prendendolo in giro.
-Sta zitta scimmia!- replicò lui.
-Finalmente qualcuno è riuscito a farti capire qual è il tuo posto…- intervenne Sanzo.
-Maledetto bonzo corrotto! Me la pagherai…-
-I miei complimenti.- concluse, ignorando il compagno.
-Grazie, ma dimmi tu chi sei?- chiese la custode del Tramonto. -La tua aura non è quella di un normale essere umano… bè, nemmeno quella dei tuoi compagni, ma la tua ha qualcosa che si avvicina agli esseri superiori…-
-Ottima deduzione signorina…- cominciò il bruno dagli occhi di giada. -Dovete sapere che Sanzo è uno dei cinque Sanzo Hoshi, i bonzi di alto rango che si avvicinano agli Dei. Questi monaci vengono scelti per custodire i cinque Sutra dell’Origine Celeste dell’Universo.- spiegò.
-Ora capisco… e voi? Cosa siete? Tu e il maniaco avete un’aura simile e avverto qualcosa di umano, mentre il ragazzino…- asserì, voltandosi verso Goku. -La sua aura è come quella che abbiamo percepito ad ovest.-
I quattro rimasero stupiti dalle parole della ragazza.
Come facevano a non conoscere i demoni che costituivano più della metà della popolazione? In ogni caso, i quattro capirono che dai misteriosi nuovi venuti non avrebbero scoperto molto, così Hakkai decise di rispondere alla domanda della giovane.
-Io e Gojyo siamo demoni a metà, mentre Goku è un demone vero e proprio.-
Jessie stava per replicare, ma uno scoppio proveniente dalla gummiship attirò l’attenzione di tutti.
-Mi sa che Paperino si sta dando da fare…- rise Kairi.
-Che cos’è quell’affare?- chiese il ragazzino con gli occhi dorati.
-E’ il nostro mezzo di trasporto.- intervenne Riku, poi si rivolse ai suoi compagni. -Adesso come ci muoviamo?-
-Una cosa è certa: non possiamo girare tutto il pianeta…- fece Sora, incrociando le braccia.
-Dobbiamo aspettare che i nemici si facciano avanti.- cominciò la castana. -Nel frattempo eliminiamo tutti quelli che ci capitano a tiro, per ora abbiamo incontrato solo ombre, mancano i bianchi.-
-Io sono d’accordo.- disse la principessa. -Se distruggiamo gli Heartless e i Nessuno, prima o poi il capo salterà fuori e una volta distrutto troveremo la serratura.-
-Facciamo così: andiamo nel villaggio più vicino e raccogliamo informazioni.- propose l’argenteo.
-Bella idea, c’è solo un problema…- intervenne Jessie.
-Quale?- chiesero i tre custodi in coro.
-Non abbiamo un mezzo di trasporto e il villaggio più vicino dista almeno tre o quattro chilometri…-
-Hai ragione…- ammise il Maestro del keyblade.
-Qualche idea?- chiese la rossa.
-Io propongo di aspettare stasera, farà meno caldo e potremo arrivare al villaggio anche a piedi.-
-Io sono d’accordo.- fece Riku.
-Va bene.- affermò Kairi.
-Ok, allora adesso torniamo sulla gummiship e informiamo gli altri.- concluse il castano, voltandosi verso l’astronave.
-Scusate se mi intrometto…- intervenne Goku. -Avete intenzione di arrivare al villaggio a piedi?-
-Sì, perché? Non è poi così lontano…- rispose seria la custode dalle iridi color nocciola.
-No… Certo…- balbettò l'altro, cercando di ignorare il tono della ragazza. -Comunque anche noi siamo diretti lì, ci incontreremo ancora?-
-A meno che i nostri impegni non si esauriscano prima di stasera sì.-
-Bene, allora ciao!- esclamò il ragazzino dagli occhi dorati.
-A presto!- salutò il ragazzo dai gentili e preziosi occhi di giada.

***


Finalmente i due Ritornanti trovarono la fine di quella foresta ormai morta e devastata dai rovi.
-Ci siamo.- asserì Xaldin, fermandosi al limitare della foresta.
Xigbar gli si affiancò e lanciò un fischio di ammirazione. -L’architetto che ha disegnato questo posto non doveva avere tutte le rotelle a posto, eh?- esclamò con ironia, indicando il castello che avevano di fronte.
Un muro di cinta crollato in più punti circondava l’edificio, un cancello arrugginito faceva da prima entrata.
Il castello, di un colore che si avvicinava molto al viola, era circondato da rami spinosi e da una leggera nebbia verde.
-Smettila di fare battute cretine, diamoci una mossa.- lo freddò il Feroce Lanciere.
-Va bene, va bene…- rispose il Tiratore Libero, seguendolo.
Si avvicinarono al portone, facendosi largo tra i rovi e la nebbia con i poteri del numero III, e si fermarono nuovamente.
-Bussiamo?- chiese il numero II.
-Non ti rispondo neanche…-
Detto questo afferrò la maniglia e spinse, dopodiché entrarono e i pesanti battenti si chiusero alle loro spalle con un lungo cigolio.
-E l’arredatore aveva un gusto peggiore dell’architetto…- affermò il cecchino con una nota di disgusto.
Sul pavimento correva un lungo tappeto rosso, sulle pareti facevano capolino dei drappi viola strappati sul fondo e dove non c’erano, le ragnatele prendevano il loro posto.
Appeso all’alto soffitto si trovava quello che una volta era un lampadario che emanava mille sfumature di luce se colpito dai raggi del sole.
Oltre l’ingresso partiva una scalinata che poi si divideva in due.
-Da che parte andiamo?- chiese poi.
-Sinistra, se ti concentri puoi percepire la sua presenza…-
Salirono la scala e procedettero verso la direzione indicata dal numero III, mettendo piede in un lungo corridoio.
Il tappeto rosso veniva sostituito dal freddo pavimento di pietra e i drappi viola divennero lugubri tende scure che coprivano le grandi finestre portando il buio in quel luogo, interrotto solamente da qualche fiaccola occasionale.
Avanzarono a passo lento, come a voler rispettare il silenzio che regnava sovrano, finché non giunsero davanti ad una porta in legno massiccio con incisi due draghi impegnati in combattimento che incrociavano le lunghe code.
Il Tiratore Libero si fece avanti, afferrò la maniglia di ottone e spinse.
L’ennesimo cigolio seguì l’apertura dell'uscio e un gelido vento carico di rabbia e rancore accolse i due.
-Chi mi disturba nella mia solitudine?- chiese una voce di donna con aria stanca, dall’angolo più buio della grande stanza.
-I Ritornanti Xigbar e Xaldin…- rispose il Feroce Lanciere. -Finalmente ti abbiamo trovata Malefica…-



Anche Malefica è entrata in gioco, cosa succederà? Che ruolo avrà nel tutto? Per saperlo dovrete aspettare il prossimo capitolo!
See ya!!

Ps: per quanto riguarda ciò che è successo a Gojyo... bé questo è quello che succede agli uomini che allungano troppo le mani! Muahahahahahahaha!!



Angolo Recensioni

Deby92: Spero che anche questo capitolo ti soddisfi ^^ Ora ti svelo il mio trucco: non sono veloce a scrivere, ma di questa fic ho già pubblicato altrove fino al capitolo 64 xD Qui su efp, posterò con un ritmo di due/una volta alla settimana, dipende da come mi alzo al mattino xD Ciau!!!

SweeTDemly: Mi spiace che tu non conosca questo anime/manga, spero quindi non ti dispiacerà se faccio qualche spoiler xD Comunque non preoccuparti perché non approfondirò troppo la trama dell'anime, così non ci saranno problemi ^^ Effettivamente il capitolo scorso non raccontava nulla di che, ma non temere! I casini arriveranno presto! Parola di Je u.u Bye!!!


Grazie anche a chi legge soltanto ^^ Ciaoooo!!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Informazioni ***


Buonciao a tutti!!! ^^ Oggi non so cosa scrivervi per presentare il capitolo... *mumble mumble* Vi posso solo dire che si cercheranno informazioni ovunque xD (E che presentazione eh?! NdTutti) Fatta la presentazione vi lascio al capitolo xD Buona lettura!!!


Capitolo 15: Informazioni
-E cosa vorrebbero due rifiuti dell’Oscurità dalla sottoscritta?- chiese la donna con un sorriso di scherno.
-Bada a come parli strega…- iniziò Xigbar. -Se siamo qui è perché abbiamo bisogno di te…-
-Gli emissari della Luce che chiedono aiuto a me?- rise Malefica. -Dev’essere successo qualcosa di veramente grave… Comunque i miei servizi costano caro…-
-Se ci dai le informazioni giuste ti lasciamo in vita, ti basta? A me sembra un buon prezzo.- continuò il Tiratore Libero.
-Non lo metto in dubbio, ma io pensavo ad altro…-
-Cioè?- domandò Xaldin.
-Una parte della vincita finale…- cominciò, alzandosi e muovendosi all’interno della stanza. -Nonché una leggera vendetta sui custodi del keyblade…- poi si voltò verso i due. -Che ne dite?-
L’unica risposta che ottenne fu di essere scaraventata contro la parete da un vento improvviso, sei lance puntate contro e la balestra di Xigbar alla tempia.
-Io dico che adesso tu accetti la nostra proposta, parli, noi ce ne andiamo e tutto torna come prima, ok?- disse il Ritornante, caricando l’arma.
-Cosa…- Malefica deglutì, ormai arresa alla forza dei due. -…volete sapere?-
-Una cosa molto semplice: dove si trova la base dell’Oscurità?-
La strega lo guardò come se stesse delirando poi scoppiò a ridere.
-Voi state scherzando…- asserì, quando smise di ridere. -L’Oscurità non ha una base… Si trova da nessuna parte e in ogni luogo…-
-Se ti ho fatto questa domanda è perché c’è qualcuno che sta minacciando i mondi e che ha una base da qualche parte. Solo che noi non riusciamo a trovarla, per questo siamo venuti da te…- continuò il numero II.
-E chi è il fenomeno che vi da tutti questi problemi?-
-Marluxia, l’ex numero XI dell’Organizzazione XIII. È rinato come Ritornante e l’Oscurità ha plagiato il suo cuore.- spiegò Xaldin. -Ma sappiamo per certi che non è solo… Qualcuno di oscuro e potente si nasconde dietro il Leggiadro Sicario…-
-E volete il mio aiuto per trovare il luogo in cui si nasconde?-
-Vedo che cominciamo ad intenderci…- rispose il Tiratore Libero.
-Va bene, vi aiuterò, ma ci vorrà del tempo…-
-Perché?-
-Se non riuscite a trovarlo, vuol dire che c’è qualcosa che protegge quel luogo…-
-Hai tutto il tempo che ti serve. Tra quanto torniamo?- chiese il numero III.
-Sarò io a venire da voi…-
-Impossibile, nella nostra attuale base tu non puoi metterci piede.- affermò Xigbar.
-Allora andrò da quel ratto del vostro re.- concluse, sputando le parole come se fossero veleno.
-D’accordo.- fece il Ritornante, ignorando il tono della donna.
-Non so quanto tempo ci metterò. Se come dite voi il nemico è così potente, è un pericolo anche per me e dovrò muovermi senza dare troppo nell’occhio.- asserì la strega.
-Fai come meglio credi e appena scopri qualcosa sai da chi andare.-
Detto questo, il Feroce Lanciere richiamò le sue armi e fece un cenno al suo compagno. -A presto, Malefica.-
Un varco di luce si aprì e i due sparirono al suo interno, lasciando la strega alle tenebre del suo castello.
-A quanto pare le cose hanno iniziato a muoversi…- pensò uscendo dalla stanza. -L’antica leggenda sta per avverarsi, ma sarà la distruzione o la rinascita?-

***


-Perché non possono passare?- chiese Jessie a re Topolino.
-Perché l’aura negativa è troppo fitta e il varco di luce si apre nel luogo da cui sono partiti.- spiegò il topo.
-Ci dispiace ragazzi…- disse Axel, rammaricato, dall’altra parte del monitor.
-Non è colpa vostra…- sospirò Sora. -Ce la caveremo, non preoccupatevi.-
-Ok, fatevi sentire! Ora vi passo il nonno che litigava prima col mago da strapazzo!-
-Nonno a chi?!- urlò una voce.
-Mago da strapazzo a chi?!- gridò un'altra contemporaneamente.
Nei minuti seguenti si udirono le urla del rosso in fuga da Cid e Merlino e minacce di morte lenta e dolorosa da parte dei due, finché Leon non prese il controllo della radio.
-Ciao ragazzi!-
-Ciao Leon!- salutò il castano.
-Avete trovato il nuovo custode?- domandò con una nota di curiosità.
-Sì! È qui con noi, si chiama Jessie.- spiegò la principessa, spingendo la ragazza davanti al monitor.
-Ehm… salve…- farfugliò la custode, imbarazzata.
-Ah, sei una ragazza…- fece il gunblader colto dalla sorpresa, dopodiché sorrise. -Piacere di conoscerti, io sono Leon.-
-Il piacere è mio…-
All’improvviso dietro al guerriero dagli occhi di ghiaccio spuntarono Cid e Merlino, curiosi di conoscere il nuovo membro del gruppo.
-Davvero carina…- ammise l’uomo, annuendo col capo.
La ragazza arrossì appena e abbassò lo sguardo, ma la voce di Merlino la richiamò. -Jessie, giusto?- chiese il mago.
-Sì.-
-Quando avrete finito su quel mondo, vorrei incontrarti di persona, sempre se Sua Maestà è d’accordo…-
-Ma certo Merlino, non ci sono problemi.- rispose il re.
-Ora sarà meglio andare…- disse la castana, attirando l’attenzione di tutti. -Il sole sta tramontando.-
-Hai ragione.- intervenne Sora. -Ci ha fatto piacere rivedervi ragazzi! Ci sentiamo più tardi!-
Dopo gli ultimi saluti, il monitor si spense e i quattro keybladers lasciarono la nave per avviarsi in direzione del villaggio più vicino.

Quando arrivarono al villaggio la notte aveva già sostituito il giorno.
Le strade, illuminate da alcune fiaccole, erano deserte, a parte un paio di amici che avevano alzato un pò troppo il gomito, che ora si reggevano uno all’altro, canticchando un motivetto senza capo né coda.
Si appostarono sul tetto di un edificio e si nascosero nell’ombra.
-Avverto la presenza dei quattro di oggi pomeriggio.- affermò Jessie, guardandosi intorno.
-Ora cosa facciamo?- chiese la rossa.
-Dobbiamo raccogliere informazioni e i pub sono sempre i posti migliori in cui farlo.-
-Hai un piano?- domandò Sora.
-Io e Riku entriamo nel pub da cui sono usciti quei due…- iniziò indicando i due ubriachi. -Attacchiamo bottone con qualcuno e chiediamo senza destare troppi sospetti.-
-Io?- fece l’argenteo, indicandosi.
-E io e Kairi cosa facciamo?-
-Senza offesa, ma voi due sembrate ancora dei ragazzini, attirereste troppo l’attenzione…-
-In effetti, non hai tutti i torti…- ammise la principessa.
-E va bene…- si arrese il castano. -Tu Riku cosa vuoi fare?-
-Puoi tirarti indietro se non te la senti…- affermò la custode del Tramonto, cogliendo il dubbio negli occhi del ragazzo.
-Non andrai lì dentro da sola!- esclamò deciso.
-Molto bene.- concluse soddisfatta. -Prima di iniziare però, dobbiamo procurarci una cosa…-
-Sarebbe?- chiesero i tre all’unisono.
-Voi non preoccupatevi, ci penso io. Rimanete nascosti finché non torno.-
Detto questo si alzò il cappuccio sul viso e, silenziosa e veloce, saltò giù dal tetto, iniziando a correre verso una meta precisa.
-Chissà cosa avrà in mente…- si chiese Sora, osservando l'amica scomparire nel buio della notte.

***


Un rumore lo riportò alla realtà.
Chi osava interrompere il suo riposo? Se era chi pensava avrebbe fatto bene a dire le sue ultime preghiere.
Si alzò dal letto e vide che anche il suo compagno di stanza faceva lo stesso.

Toc!

Il ragazzo con gli occhi di giada indicò la finestra con lo sguardo e il bonzo dai capelli luminosi come il sole impugnò la sua pistola.
Non era chi credeva.

Toc!

Un sassolino aveva colpito il vetro della finestra e questo li stupì.
Hakkai si avvicinò alla finestra e, rimanendo nascosto nel buio della stanza, scostò la tenda e guardò giù.
A quel punto sospirò e si rilassò, aprendo la finestra.
-Ma chi diavolo…?- chiese Sanzo, avvicinandosi al compagno.
Poco dopo una figura incappucciata saltò all'interno della camera, entrando dalla finestra.
-Signorina Jessie, ci ha fatto prendere un colpo lo sa?- la rimproverò il bruno.
-Vi chiedo scusa, abbiamo fatto un po’ tardi…-
-Come mai sei venuta a disturbarci a quest’ora?- domandò l'altro, accendendosi una sigaretta.
-Avrei bisogno di un prestito…-

***


-Eccomi di ritorno!- esclamò la keyblader, ricomparendo tra i suoi compagni.
-Finalmente!- disse Sora. -Si può sapere dove sei stata? E che cos’hai in spalla?-
-Sono passata dal gruppo del bonzo e mi sono fatta prestare due mantelli da viaggio. Prendi Riku!- disse, lanciando uno dei due mantelli all’argenteo.
-Cosa ci dovete fare con questi?- chiese Kairi.
-Dobbiamo passare per viaggiatori, fuggiti dal loro villaggio a causa dei demoni e di strane creature apparse di recente…- spiegò la ragazza, togliendosi il suo cappotto e infilandosi il mantello. -Sei pronto Riku?-
Il ragazzo imitò la compagna, infilandosi anche il cappuccio. -Andiamo.-
Cinque minuti dopo erano già all’interno del locale, ormai semi vuoto, eccetto per due tizi seduti vicino a loro e quattro amici ubriachi accanto all’entrata. Il piccolo pub era composto da un semplice arredamento fatto dai tavolini sparsi per la stanza e dal bancone attorniato da sgabelli, su cui presero posto i due custodi.
-Cosa vi porto?- chiese il barista con tono stanco mentre puliva un bicchiere.
-Per me una birra.- disse Riku.
-Vodka.- aggiunse Jessie, attirando lo sguardo del suo compagno.
-Liscia?- domandò ancora il barista, per niente colpito dalla richiesta.
-No, alla pesca, se ce l'hai.-
L’uomo annuì col capo e si allontanò per preparare gli ordini.
-Perché non hai preso anche tu la birra? Va bene che non dobbiamo attirare l’attenzione, però…- sussurrò l’argenteo.
-La birra non mi piace.- rispose semplicemente lei, stupendo ancora di più il ragazzo.
Poco dopo tornò il barista con le ordinazioni e, mentre Riku beveva qualche sorso della sua birra, Jessie mandava giù tutta d’un fiato la sua vodka, facendosi riscaldare la gola dal liquido.
-Ah! Quanto tempo che non bevevo qualcosa di così buono!- esclamò. -Complimenti capo!- disse poi all’uomo che sorrise.
-Grazie signorina! Dì un po’, da dove venite?-
-Da un villaggio ad ovest, i demoni hanno saccheggiato, distrutto e ucciso. Siamo rimasti in pochi, così ognuno ha preso la sua strada.- rispose con amarezza.
-Mi dispiace, sembra che in tutto il Togenkio i demoni siano impazziti… e poi…- si fermò come se avesse paura di parlare.
-Cosa?- chiese curiosa, invitandolo a proseguire.
-Girano strane voci…- si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno ascoltasse la loro conversazione. -Da una settimana a questa parte, si parla di strane creature nere e di altre bianche che attaccano anche i demoni. Nessuno sa cosa siano, né da dove siano venute…-
-Proprio due sere fa abbiamo incontrato una carovana…- iniziò la ragazza. -…o ciò che ne restava… hanno raccontato di questi esseri, spuntati dal nulla, che li hanno attaccati e che ad un minimo contatto le persone svanivano nel nulla…- raccontò, dando corda alla storia dell'uomo.
-Sì!- esclamò quello con enfasi. -Si dice anche che queste creature siano i messaggeri degli Dei infernali, mandati per punire gli abitanti di questa terra! Uomini e demoni, senza differenza.-
Il barista annuì col capo e tornò al suo bicchiere, continuando a guardarsi in giro con circospezione.
Jessie si girò verso Riku per dirgli che potevano andarsene, ma una mano sulla spalla la fece voltare nella direzione opposta.
Un uomo con corti capelli sull’arancio tutti sparati, uno strano simbolo rosso sulla fronte e una benda sull’occhio le rivolse un sorriso.
-Vogliate scusarmi, per caso ho sentito la vostra conversazione e vorrei chiedervi una cosa…- esordì, accennando un sorriso cordiale.
-Chiedete pure, ma badate noi non sappiamo altro…- spiegò la ragazza.
-Oh, non preoccupatevi, è solo un’opinione che vi chiedo… Cosa pensate sulla storia degli emissari dell’inferno?-
-Cosa ne penso? Sinceramente io sono una di quelle persone che non credono ad una cosa finché non la vedono, perciò, finché non vedrò una divinità dirmi che ha mandato queste creature o che mi dice il contrario non crederò ad altro se non a me stessa.- rispose risoluta, fissandolo nel suo unico occhio.
-Ragionamento interessante…- affermò lui con un sorriso. -Ah! Ma che maleducato che sono! Non mi sono nemmeno presentato!- le porse la mano destra. -Il mio nome è Zenon, mentre il mio amico si chiama Shien.- aggiunse, stringendo la mano della ragazza e indicando poi il suo compare. Un uomo dalla pelle chiara, lunghi capelli turchesi, legati con uno chignon, gli occhi chiusi e un simbolo simile a quello di Zenon sulla fronte.
Una sensazione strana percorse la custode da capo a piedi, ma cercò di non farlo notare al suo interlocutore.
-Piacere di conoscervi, il mio nome è Nicole, lui invece è Rob.- disse, indicando il ragazzo accanto a lei che rispose con un cenno del capo da sotto il cappuccio. Come concordato prima di entrare nel locale, usò i primi due nomi che le vennero in mente.
-Bè, Nicole, spero di incontrarti ancora.- poi si rivolse al barista. -Ehi capo! Dai il secondo giro alla signorina, offro io!-
-Non è necessario!- si affrettò a dire lei.
-E perché? Voglio fare un regalo ad una bella ragazza…- affermò, avvicinando il suo viso a quello di Jessie con fare da seduttore.
Un braccio s’intromise.
Entrambi si voltarono e videro il compagno della custode mettersi davanti alla compagna.
-Rob, ma che fai?- chiese lei allarmata.
-Stalle lontano, chiaro?- disse lui freddo, ignorando la domanda della ragazza.
-Tranquillo amico…- sorrise Zenon, mettendo le mani avanti. -Non volevo assolutamente fregarti la ragazza…-
Dopodiché mise i soldi sul bancone e chiamò il suo amico. -Shien! Andiamo!- poi si voltò verso i due ragazzi. -E’ stato un piacere!-
Salutò un’ultima volta con la mano, facendo l’occhiolino e infine uscì dal locale seguito dal suo silenzioso compagno.
Riku tornò a sedersi e riprese a sorseggiare la sua birra senza proferire verbo.
-Ma dico? Sei impazzito?- sussurrò Jessie, dopo che il barista le aveva servito la vodka e si era allontanato.
-Quel tipo si è avvicinato troppo…- sentenziò lui deciso.
La ragazza lo fissò confusa. Possibile che anche lui si fosse accorto della strana aura che emanava Zenon? O c'era dell'altro?
Restava però la sensazione che le aveva trasmesso Zenon. La sua era un’aura particolare… diversa… non seppe come descriverla.
Un’aura calma, ma allo stesso tempo in tumulto.
Un’aura potente e schiacciante.
Le aveva lasciato una strana sensazione di disagio, quasi di timore e rispetto come se si trovasse di fronte a qualcuno di pericoloso, ma che allo stesso tempo andava rispettato con umiltà.
La custode sospirò e bevve il suo alcolico, poi ringraziò e salutò il barista, fece alzare l’argenteo e lo trascinò fuori dal pub.

In poco tempo tornarono da Kairi e Sora che si preoccuparono nel vederli così presto e notarono Riku con una strana espressione in viso, sorretto dalla compagna.
-Cosa gli è successo?- chiese la rossa preoccupata.
-E’ leggermente ubriaco… Nulla di cui allarmarsi…-
-Ma quanto ha bevuto?- domandò il castano allibito.
-Solo una birra.-
I due la guardarono stupiti.
-Mi sa che il caro Riku non regge l’alcool…- si sistemò meglio il compagno sulla spalla e poi si rivolse ai due ragazzi. -Adesso torniamo alla nave e poi vi spiego cos’è successo.- disse con un tono che non ammetteva repliche.
I due annuirono e seguirono la ragazza nell'oscurità della notte, in cui solo lei era in grado di muoversi con facilità.


Povero il mio amore, non regge l'alcool... *coccola Riku*
Dunque... Vi è piaciuto? Spero di sì! Questo era un altro capitolo transitorio, ma presto arriverà l'azione, promesso *-*
See ya!



Angolo recensioni

Deby92: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Speri in una tresca tra Jessie e Riku... chissà u.u Io non rivelo niente u.u Alla prossima! ^^

My Pride: Sono oltremodo soddisfatta che tu abbia notato la mia pazzia ne vado fiera u.u e ovviamente, aspettati di peggio xD E di questo che ne pensi? Fammi sapere ^^ Ciau!!!

Ovviamente un grazie grande grande anche a voi che vi limitate a leggere ^^

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: L'accordo ***


Salve a tutti!! ^^ Ed eccomi qui ad aggiornare anche se al momento dovrei essere impegnata in ben altre attività, come ad esempio lo studio per l'esame di martedì.. ma dato che so com'è fatto un piede posso prendermi certe libertà u.u In questo capitolo faranno la loro apparizione altri personaggi appartenenti al mondo di Saiyuki, spero che chi non conosce questo anime non abbia difficoltà a comprendere la situazione e se dovessero esserci delle incomprensioni non fatevi problemi a chiedere chiarimenti ^^ Buona lettura!!!


Capitolo 16: L’accordo
Appena riprese coscienza, si fece coraggio e aprì gli occhi, ma si pentì subito di averlo fatto.
Li richiuse all’istante e l’unica cosa che avvertì fu la tremenda emicrania che minacciava di fargli a pezzi la testa.
Riaprì piano gli occhi e si guardò intorno confuso.
-Dove sono? Cos’è successo?- domandò a se stesso.
Poi la porta si aprì, attirando la sua attenzione.
-Buon giorno, finalmente sei sveglio!- disse Jessie, entrando nella stanza con una bacinella d’acqua fresca.
A quel punto Riku ripeté alla ragazza le domande che si era posto poco prima.
-Siamo sulla gummiship, è quasi mezzogiorno e tu ieri ti sei preso una sbronza.- spiegò lei con un sorriso.
-Ma ho bevuto solo una birra!- esclamò l’argenteo, posandosi poi una mano sugli occhi.
Aveva commesso l’errore di alzare la voce. -Che mal di testa…- sussurrò.
Sentì il rumore dell’acqua che veniva mossa e poi la castana gli scostò la mano dal viso, per posarvi il panno bagnato che gli fece tirare un sospiro di sollievo.
-Tu l’alcool non lo reggi, ricordatelo per il futuro…- iniziò la custode. -Dimmi una cosa, era la prima volta che bevevi?-
Il ragazzo non rispose e si rifugiò in un ostinato silenzio, provocando il riso nella ragazza.
-Non devi vergognarti! Non è colpa tua se il tuo corpo reagisce così…-
L'argenteo sbuffò e cercò la mano della compagna per stringerla nella sua.
-Sappi una cosa…- cominciò. -Quando ti ho protetta da quel tipo, ero perfettamente lucido. C’era qualcosa in lui che non mi piaceva affatto…- sospirò. -Perdonami per essermi comportato in modo così avventato, potevo far saltare il piano…- un dito premuto sulle labbra fermò il suo discorso.
-Non ti preoccupare, hai fatto la cosa che reputavi più giusta, con il tuo comportamento hai sostenuto la nostra copertura e poi…- fece una pausa. -Mi ha fatto molto piacere essere protetta da te…-
Riku rimase basito a tali parole e trattenne il respiro.
La ragazza si chinò per avvicinare le sue labbra all’orecchio dell’altro.
-Ti rivelerò un segreto: mi piacciono gli uomini così… Grazie, per avermi difesa…- sussurrò.
Il ragazzo rimase in silenzio, ancora colpito da quelle parole.
Si riscosse quando la ragazza si alzò. -Dove vai?-
-Vado ad avvisare gli altri che ti sei svegliato, sai erano un po’ preoccupati…-
Lo salutò con un sorriso non visto dal destinatario e uscì, non accorgendosi che il custode, sotto il panno fresco, era arrossito vistosamente.

-Come sta?- chiese subito Sora appena vide la ragazza dagli occhi nocciola uscire dalla stanza dell’amico.
Jessie sorrise. -E’ un po’ frastornato dal mal di testa, si riprenderà presto, ma per oggi è meglio se riposa… Ci occuperemo noi delle ricerche.-
-Cosa dobbiamo fare?- domandò Kairi.
-Innanzi tutto, dobbiamo restituire i mantelli a Sanzo e già che ci siamo ci facciamo dire cosa sta succedendo di preciso qui…-
-Poi?- fece il castano.
-Poi aspettiamo che accada qualcosa…- affermò con ottimismo.
Lo disse con una tale naturalezza da lasciare interdetti i presenti, che presero a guardarla come se stesse scherzando.
-Stai scherzando?- chiese, infatti, il custode della Catena Regale.
-No, perché?-
-Come puoi a dire “aspettiamo che accada qualcosa”?-
-Senti, è inutile preoccuparsi di cose che non possiamo controllare, perciò limitiamoci ad andare a restituire ciò che ci è stato prestato, ok?- rispose la keyblader del Tramonto tranquilla, come se il fatto di dover combattere non la toccasse minimamente.
I presenti rimasero un’altra volta senza parole.
-Dai adesso andiamo, prima di tornare ieri sera mi sono procurata dei mantelli da viaggio per tutti.- disse, indicando dei mantelli scuri appoggiati ai sedili della nave. -Maestà, voi cosa volete fare?- domandò poi, all'indirizzo del sovrano.
-Io, Paperino e Pippo dobbiamo finire di sistemare le ultime cose e comunque bastate voi tre per la missione attuale.- rispose il re.
-Va bene, allora noi…-
-Vengo anch’io…-
Tutti si voltarono e videro Riku appoggiato alla parete. -Cosa ci fai in piedi?- chiese Jessie, avvicinandosi. -Dovresti riposare…-
-Non serve, mi sento meglio…- replicò deciso l’argenteo staccandosi dal suo appoggio.
Ma il risultato non fu quello da lui sperato.
Un violento capogiro lo colpì e sarebbe caduto senza l’intervento fulmineo della custode dai lunghi capelli castani.
-Certo caro…- iniziò lei. -Ne riparleremo domani, adesso ti riporto a letto…-
-Ma io…-
-Niente “ma”!- lo zittì la ragazza. -Andiamo…-
Lo sostenne e lo ricondusse nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
-Certo che sa come farsi ubbidire, eh?- uscì Paperino.
Tutti annuirono e si misero in attesa del ritorno della compagna.

Quando il ragazzo fu nuovamente steso sul letto, la ragazza sospirò e immerse il panno nella bacinella d’acqua.
-Riku…- cominciò, guardandolo in viso. -…devi capire che se vuoi aiutarci, prima ti devi riprendere.-
-Lo so…-
-Io non ti sto tenendo qui perché mi fa piacere, ma perché desidero che tu ti rimetta prima che puoi…- fece una pausa. -Scusami per prima, non avrei dovuto alzare la voce in quel modo…- concluse la castana, abbassando lo sguardo.
-No, scusami tu…- replicò il custode dell'Alba. -Non mi sarei dovuto alzare… Jessie…-
-Dimmi.- disse, rialzando lo sguardo sugli occhi acquamarina.
-Ti prometto che per quando tornerai sarò di nuovo in piedi, pronto per aiutarti…- affermò con un sorriso.
La giovane rispose al gesto, dopodiché mise il panno sulla fronte del ragazzo e avvicinò le labbra al suo orecchio. -Lo spero con tutto il cuore…-

***


-Questi tuoi Heartless sono veramente efficienti…- affermò compiaciuta Gyokumen Koushu.
-E questo è solo il principio…- rispose la ragazza con gli occhi da gatta. -Perché non provi a fonderli con i demoni? Potrebbe uscirne un’arma vincente…-
La donna volpe si sistemò meglio sul suo trono e appoggiò il gomito sul bracciolo, per poi posare il mento sulla mano chiusa a pugno.
-Mmh… Mi piace come idea… Nii!!!- chiamò poi con voce capricciosa.
In breve tempo le due donne furono raggiunte da un uomo vestito con un camice bianco, che portava in mano un coniglio di pezza.
Nii-jieny. L’unico essere umano presente in quel castello all’estremo ovest del Togenkyo.
-Ditemi Vostra Eccellenza.- disse con tono sottomesso, inchinandosi davanti alla sua signora.
-Dimmi, saresti in grado di fondere i demoni con queste creature chiamate Heartless?-
Il dottore ghignò. -Ma certo, Eccellenza, la chimica proibita non ha limiti…-
-Molto bene allora mettiti subito al lavoro.-
Con uno schiocco di dita della ragazza dai capelli blu, una squadra composta da Neo Shadow, Mastro Libraio, Fantini d’Assalto, Invisibili e Luna Banditi apparve nell’ampia sala.
-Se te ne servono altri basta che chiami.- asserì, incrociando lo sguardo di Gyokumen Koushu.
-Nii, ora hai quello che ti serve, vai!-
-Come Sua Eccellenza ordina.-
L’inquietante uomo s’inchinò, facendo compiere il medesimo gesto al suo coniglio e s’incamminò verso il laboratorio seguito dall’orda di creature d'ombra.
Il silenzio calò sovrano nella grande sala, finché la ragazza dai capelli blu non si voltò verso la donna volpe.
-Io me ne vado.- sentenziò. -Mi raccomando, ricorda ciò che ti ho detto.-
-Ma certo mia cara, non preoccuparti.-

# flashback #
-Facciamo un patto, io ti aiuto ad ottenere il sutra che cerchi e tu aiuti me.- esordì la ragazza con un falso sorriso.
-Spiegati meglio.- ribatté la donna, giocando con una delle lunghe code che le ricadeva sulla spalla sinistra.
-Io ti presto le mie creature e tu mi presti i tuoi demoni migliori per un po’, che ne dici?-
-Cosa dovrebbero fare?- chiese Gyokumen Koushu curiosa.
-Oh, niente di che, solo combattere contro dei ragazzi che impugnano delle armi particolari.-
-Soltanto?-
-Sì, ma attenta, non devono morire. Possono fare quello che vogliono, ma non devono assolutamente morire, sono stata chiara?-
-Tu dammi una dimostrazione della forza dei tuoi Heartless e poi si vedrà.-
E così fu.
# fine flashback #

La ragazza fece un sorriso maligno e scomparve in una nube di polvere nera.
-Kougaiji!- chiamò la demone a gran voce.
Pochi istanti dopo, davanti alla fiera e orgogliosa donna volpe, comparve un demone dalla pelle scura, lunghi capelli rosso sangue e gli occhi grigi.
Il principe Kougaiji, figlio del grande demone Gyumaho.
-Avete ordini?- chiese, inginocchiandosi di fronte alla propria matrigna.
-Sì, una cosa semplice. Questa notte dovrai attaccare quattro ragazzi, possessori di armi a forma di chiave, con il sostegno di un nuovo e potente esercito, ma non devono morire.-
-Come?- domandò spiazzato.
Se non dovevano morire, che senso aveva andare ad attaccarli?
-Hai capito bene, puoi agire come meglio credi, ma nessuno di quei ragazzi deve morire.-
Il demone ci pensò e ripensò, ma continuò a non trovare un senso in quella richiesta.
-E l’eliminazione del gruppo di Sanzo?- si azzardò a chiedere.
-Per ora è in sospeso, dobbiamo ricambiare il favore alla persona che ci ha donato i nuovi guerrieri.-
-Capisco… Se non c’è altro, io mi congedo…-
-Sì, sì… vai pure…- rispose Gyokumen Koushu con sufficienza, guardandosi le unghie dalla mano sinistra, valutando se fossero della solita perfezione.
Kougaiji si alzò e fece ritorno dai suoi subordinati più fedeli.

-Allora? Cosa voleva la strega?- chiese un demone dai corti e dritti capelli neri e occhi marroni.
-Mi ha dato l’ordine di attaccare un gruppo di ragazzi.- rispose il principe con un fondo di rabbia nella voce.
-E perché?-
-Dobbiamo restituire un favore alla persona che ci ha fornito nuovi guerrieri.-
-Io so di chi parli fratellone!- esclamò una ragazzina con la carnagione scura, dai mossi capelli arancioni e grandi occhi verdi.
-Lirin, dimmi tutto quello che sai.- disse, voltandosi verso la sorella.
La ragazzina annuì e iniziò a raccontare di aver visto Gyokumen Koushu parlare con una strana ragazza umana e di aver visto Nii-jieny andare in laboratorio seguito da strani esseri neri.
-Dovevi vederli fratellone, erano terrificanti.-
-Questa cosa non mi convince Kou…- esordì il demone dai capelli neri.
-Lo so Dokugakuji, non piace neanche a me, ma stasera ci saranno anche loro a muovere l’attacco.-
-Cosa?-
Il principe non rispose e si rivolse all’ultima persona presente.
Una giovane demone dai lunghi capelli viola e dalla pelle bianca come la neve.
-Yaone, tu e Lirin rimarrete qua. Questo piano non mi convince…-
-Come desiderate principe Kougaiji.- rispose la giovane annuendo col capo.
Lirin invece mise il broncio e si voltò dall’altra parte. -Sei cattivo fratellone! Volevo venire anch’io!-
Il demone dai capelli rossi sorrise e poso una mano sulla testa della ragazzina. -Dai Lirin, non fare così… La prossima volta ti porterò con me, ok? Mi perdoni?- chiese con voce dolce e gentile.
La ragazzina si voltò e abbracciò il fratello.
-Ma certo che ti perdono fratellone!- esclamò. -Però stai attento…- aggiunse poi con tono amaro.
-Non preoccuparti!- intervenne Dokugakuji. -Ci sarò io a guardargli le spalle!-
-Allora è tutto ok!-
I quattro demoni sorrisero e i due ragazzi si andarono a preparare per l’imminente missione.



Continuano i misteri e le macchinazioni della misteriosa ragazza dai capelli blu e gli occhi da gatta... si saprà mai chi è costei? Io non vi dirò niente! Muahahahahaha!!! Il nemico sta preparando nuovi guerrieri da mandare sul campo di battaglia e lo scontro pare vicino.... che accadrà? Al prossimo capitolo!
See ya!



Angolo recensioni

SweeTDemly: Sono contenta che i due capitoli ti siano piaciuti ^^ Xigbar e Xaldin sono i miei idoli nell'Organizzazione, infatti sono quelli che sfrutto di più xD Malefica avrà il suo ruolo, ma apparirà di rado fino al momento importante della storia u.u I due strani soggetti del pub si mostreranno presto per ciò che sono realmente, ma chi può dire se saranno con i nostri eroi o se saranno loro avversari? Io ovviamente, ma non te lo dico xp! Alla prossima ^^

Deby92: Rikuccio è un gelosone, ma presto calmerà i bollenti spiriti u.u Se ti ha incuriosito il capitolo precedente, chissà questo xD Apetto commenti u.u Ciau!!!!

LightRoxas: Un nuovo lettore che ha messo la fic nelle preferite!! Oddio!!! *esplode* ... ... *si ricompone dal pulviscolo* Mi rende felice sapere che la fic ti entusiasma tanto da farti parlare un "itaglianese correggiuto" (cito testualmente u.u) xD E spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Fammi sapere che ne pensi! Bye!!!


Un grazie anche a chi continua a leggere e seguire questa fic e un bacione grande grande a Lele 91 che l'ha messa tra le preferite! *-* Je t'adore!!! xD A presto!!!

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Una nuova stirpe ***


Buonsalve miei lettori adoratissimi!!! *-* Con questo capitolo vi avviso che aggiornerò più o meno ogni weekend, causa lezioni all'università e quindi soggiorno fuoricasa u.u ma non temete che non mi dimentico di certo di voi *spupasha lettori* In questo chap si scopriranno altri dettagli relativi alla trama dell'anime e i nuovi esseri creati dall'ambiguo Nii-jieny (il dottore pazzoide con il coniglio rosa, per chi non conosce i personaggi xD) metteranno piede sul campo di battaglia, che accadrà? Buona lettura!!!


Capitolo 17: Una nuova stirpe
-Quindi se ho capito bene, ci sono dei demoni che stanno cercando di riportare in vita un certo Gyumaho e a causa loro tutti i demoni del Togenkyo sono impazziti?- chiese la ragazza dai lunghi capelli castani, facendo il punto della situazione.
-A grandi linee è così.- rispose Hakkai con il suo solito tono gentile.
I tre custodi si trovavano in compagnia del gruppo di Sanzo, nella locanda in cui questi alloggiavano.
Il tramonto era ormai verso la fine.
-E voi siete stati incaricati di andare là per impedire il tutto?- continuò Sora.
-Sì.-
La custode della Via del Tramonto fece un sorriso amaro. -Si può dire che siamo sulla stessa barca…- pensò.
-Cosa c’è Jessie?- chiese Kairi.
-No nulla… Però ancora non mi è chiara una cosa…- cominciò. -Se voi tre siete demoni, come mai non avete dato fuori di matto come tutti gli altri?-
-Bè… Goku ha il dispositivo di controllo del potere maligno…- spiegò il ragazzo dagli occhi verdi e il ragazzino indicò il suo diadema d’oro. -Io e Gojyo siamo per metà umani quindi non risentiamo dell’influsso malefico.-
La ragazza annuì con un gesto del capo e spostò lo sguardo sul quel bizzarro gruppo.
Un particolare che non aveva ancora notato attirò i suoi occhi nocciola, che si allargarono per lo stupore e l'interesse.
-Che c’è?- chiese seccato il bonzo dai capelli dorati. -Ho qualcosa sulla faccia?-
-Non sulla faccia… sulla fronte… Cos’è quel simbolo rosso?-
-E’ il chakra scarlatto che lo riconosce come persona vicina agli Dei.- spiegò annoiato il demone dagli occhi rossi.
-E oltre ai bonzi chi può averlo?- domandò.
-Nessuno!- rise Gojyo.
-Non è vero!- replicò Goku. -Homura ce l’ha!-
-Homura?- ripeté la principessa.
-Sì, il Dio principe della guerra.- disse Hakkai.
-Lui e i suoi compagni stanno cercando di impossessarsi del sutra di Sanzo.- disse il giovane demone dagli occhi d’oro.
-I suoi compagni?- domandò Sora.
-Come si chiamavano?- il ragazzino si mise a pensare, volgendo lo sguardo verso l'alto, poi l’illuminazione arrivò. -Ma certo! Zenon e Shien!-
Il cuore di Jessie perse un battito.
Zenon e Shien.
Quel tipo che le aveva offerto da bere era un Dio.
Un Dio che girava tranquillamente sulla terra dei mortali senza preoccupazione alcuna.
Anzi, erano tre.
Si riscosse quando la mano del custode della Catena Regale le passò ad un centimetro dal viso. -Eh?-
-Sei tornata! Che ti è preso? All’improvviso sei diventata pallida e avevi lo sguardo perso.-
-Ecco… ieri sera…- si fermò di colpo e si voltò verso il deserto. -Si avvicina qualcuno.-
-Sono gli Heartless?- chiese la rossa.
La castana scosse la testa. -Non lo so… sembrano loro, ma non lo sono… Avverto anche la presenza dei demoni, ma non hanno la solita aura…- rimase qualche istante in silenzio ad osservare la desolazione della landa arida e sabbiosa dal vetro della finestra.
Poi all’improvviso la aprì e fece per uscire.
-Dove vai?!- le gridò il suo compagno, fermandola per un braccio.
-Sono diretti alla gummiship! Dobbiamo sbrigarci!-

***


-Finalmente abbiamo finito!- esclamò Paperino, asciugandosi il sudore dalla fronte.
-Ora aspettiamo che tornino Sora e le ragazze, poi…-
Topolino fu interrotto dall’allarme del radar, che prese a suonare come impazzito.
Il mago di corte corse immediatamente ai comandi. -Maestà!- urlò. -Non so cosa siano, ma sono a decine! Stanno per raggiungerci!-
-Possiamo decollare?- chiese Pippo.
-Meglio di no, alcuni si spostano via aerea e la gummiship non è pronta per uno scontro diretto.-
-Cosa sta succedendo?- farfugliò Riku, uscendo dalla sua stanza.
-Preparati, tra poco si combatte.- sentenziò il re.

***


Kougaiji e Dokugakuji si fermarono non molto distanti dalla nave dei custodi, seguiti dai nuovi guerrieri creati dalla scienza proibita di Nii-jieny.
-Mi sa che siamo arrivati.- intervenne ironico il demone dai corti capelli neri.
-E io credo che loro siano i nostri obiettivi.- rispose il principe, indicando quattro figure vicino a quella che per loro era una strana scatola gialla e rossa.
Li osservarono meglio, alla fievole luce del tramonto.
Uno di loro era un ragazzo e impugnava una spada che ricordava una chiave.
Spostarono lo sguardo sui restanti membri del gruppo e cominciarono ad avere i primi dubbi.
C’era uno strano topo formato gigante e la cosa strana era che anche lui impugnava una chiave.
Al suo fianco c’era uno spilungone che dava tutta l’impressione di essere un cane e alzava uno scudo.
A completare il quartetto, un papero vestito d’azzurro che brandiva uno strano bastone.
-Ehi, Kou, ma non ti avevano detto che erano quattro ragazzi?- chiese Dokugakuji. -Sai, a parte il primo, gli altri non mi sembrano nemmeno persone... figuriamoci ragazzi.-
Il principe dei demoni fece qualche passo avanti. -Ditemi, siete voi i custodi?-
-Se sono i custodi che cerchi, li hai trovati.- rispose il ragazzo dagli occhi acquamarina. -Io sono uno di coloro che cerchi. Ora parla, chi sei e perché ci stai cercando?-
-Io sono il principe Kougaiji e mi è stato ordinato di combattere contro i quattro ragazzi che hanno il titolo di custodi.-
-Riku…- chiamò il sovrano. -…sembra che voglia combattere solo con te, Sora, Kairi e Jessie…-
L’argenteo fece un cenno col capo, ma si voltò nuovamente perché il demone dai capelli rossi riprese a parlare.
-Se tu sei uno di coloro che cerco, dimmi, dove sono gli altri?-
-Illuso! E tu credi che verrò a dirlo proprio a te? Per ora dovrai accontentarti di noi!-
-E sia…- sospirò Kougaiji. -Attaccateli!-
Al suo comando, un esercito di creature dall’aspetto infernale e terribile si materializzò dal nulla.
I guerrieri della luce rimasero sconvolti da tale vista.
Quelli che avevano davanti erano esseri diabolici: orecchie a punta, unghie affilate, pelle nera come le tenebre e inconfondibili occhi gialli.
Esseri dotati unicamente del loro istinto, che avrebbero fatto di tutto pur di ottenere ciò cui anelavano.
Era palpabile nell’aria la loro sete di sangue.
Ma soprattutto, la loro fame di cuori.
-Ma… cosa sono?- chiese Paperino, indietreggiando di un passo.
-Non ne ho idea…- rispose il re, stringendo l’elsa del suo keyblade.
-Non sono Heartless, ma ne danno l’impressione.- affermò il custode della Via per l'Alba. -Ehi! Cosa sono questi esseri?-
Il principe dei demoni chiuse gli occhi. -Sono il risultato della chimica proibita. Sono il risultato dell’unione tra i demoni di questo mondo e quelli che voi chiamate Heartless.-
I quattro non sapevano cosa fosse la chimica proibita, ma erano certi di una cosa: nulla di più pericoloso si era mai messo sulla loro strada.
-Fate il vostro dovere! Uccideteli tutti, tranne il ragazzo. Andate!- ordinò il demone dai capelli rossi.
L’esercito infernale ringhiò per la frustrazione.
Gli veniva negato il cuore più allettante dei quattro, ma dovevano obbedire.
Non alle parole del principe demoniaco, ma agli ordini di colei che aveva decretato la loro nascita.
Dovevano obbedienza a Lei, la ragazza dai lunghi capelli blu e scuri e penetranti occhi da gatta.
Dopo quell’attimo, quelli che una volta erano Neo Shadow spalancarono le loro fameliche bocche e si lanciarono veloci e sfuggenti contro le loro prede.

***


-Mi spiegate di nuovo perché ci stiamo andando anche noi?- chiese seccato Sanzo, seduto accanto ad Hakkai.
-Perché Goku ha percepito l’odore di Kougaiji e se lui e i suoi compagni usassero quelle creature per attaccarci saremmo nei guai, quindi tanto vale dare una mano alla signorina Jessie e ai suoi amici.- spiegò il ragazzo dagli occhi verdi mentre accelerava.
Il bonzo e i suoi compagni di viaggio, in sella alla loro jeep, stavano seguendo i tre custodi che correvano davanti a loro.
-Io ancora mi chiedo come fanno a correre così…- fece il demone dagli occhi d'oro.
-Semplice…- iniziò la ragazza incappucciata. -Magia.-
Infatti la custode aveva usato una magia Haste per velocizzare lei e i suoi compagni.
I quattro rimasero interdetti e non parlarono più.

Boom!

Una grande esplosione attirò l’attenzione dei ragazzi.
-Accidenti! Sembra venire da…- cominciò Kairi.
-Forza! Più veloci!- la interruppe Jessie, aumentando l’andatura.



Capitolo corto, mi dispiace, ma non temete con i prossimi mi rifarò!!! Piaciuti i nuovi Heartless? Quando ho scritto il chap stavo ascoltando "This is Halloween" di Marilyn Manson, deve avermi influenzata in qualche modo xD Alla prossima settimana!
See ya!



Angolo Recensioni

LightRoxas: Eh eh.. ti chiedi chi sia la ragazza con gli occhi da gatto? Sappi che ho scritto fino al capitolo 65 e ancora non lo sa nessuno xD quindi dovrai attendere per sapere di più su di lei u.u *patpatizza* Comunque stai tranquillo che non fa fuori nessuno... (per ora... u.u) se ne sta buona buona a guardare i casini che combina u.u E questo chap come ti è sembrato? Bello? Bellissimo? Brutto? Orribile? Attendo commenti u.u Ciau!!!

Deby92: Lo so, Jessie e Riku sono un amore *-* Ti sono piaciuti "tutti i colori" che stanno saltando fuori come rane? xD Sono contenta che la fic ti piaccia così tanto ^^ Queste sono le soddisfazioni per una scrittrice *-* *spupasha* Spero che il capitolo ti sia piaciuto nonostante sia più corto rispetto agli altri ^^ Bye!!!

My Pride: Gioia mia!! Ce l'hai fatta ad arrivare xD E io puntuale aggiorno appena tu finisci di commentare xD Vedo che cominci a notare che questa fic è un'accozzaglia impropria di momenti di sclero, di tragicità, demenzialità pura e tante altre cose xD Come detto sopra, aggiornerò tra una settimana, quindi hai sette giorni di tempo per leggere e commentare u.u Aspetto tue notizie! Ciu ciu!!! *saluta con la manina* <3


Ovviamente ringrazio sempre anche chi legge soltanto questa pazza fic ^^ Grazie mille!!! (...di ogni giorno ogni attimo... NdMax Pezzali O.O è tornato!!! xDNdFly) *momento di delirio notturno dell'autrice*

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: La battaglia ***


Ciao gente!!! Come avevo promesso, arrivato il week end sono arrivata anch'io!!! *fuggono tutti* Nel capitolo precedente era iniziata una battaglia tra i nostri eroi e i cattivi locali xD Riusciranno i due custodi, il mago e il cavaliere a sconfiggere queste nuove creature create da una scienza proibita? Leggete e scoprite!!! Buona lettura!!!

ps: una mia lettrice mi ha suggerito che leggendo il capitolo con la sigla di Saiyuki "Still Time" la lettura rende meglio, fatemi sapere ^^



Capitolo 18: La battaglia
Il combattimento con gli esseri infernali era iniziato da parecchi minuti, ma i quattro guerrieri della Luce erano riusciti a debellare solo uno di quei nuovi e potenti Neo Shadow. Nulla di più.
Ne restavano nove. Inarrestabili e bramosi. Pareva che fossero usciti direttamente dalla bocca dell’Inferno. Il rosso dell’orizzonte sembrava ricreare perfettamente le fiamme scarlatte del regno infernale da cui essi provenivano.
All’improvviso Paperino lanciò un potente Firaga, a cui si sommarono un Firaga Oscuro di Riku e un luminoso Sancta del re.
Ne seguì una violenta e devastante esplosione, che portò con sé tre avversari e spinse i quattro amici molti metri indietro.
Dokugakuji si mise subito a difesa del suo Signore, facendogli da scudo col suo corpo quando anche loro furono sbalzati via.
Le altre ombre invece, svanirono per tornare quando tutto sarebbe tornato alla normalità.

Quando la luce dell’esplosione scemò, una grande nuvola di sabbia prese il suo posto. Passarono molti istanti prima che essa potesse diradarsi e il re fu il primo ad alzarsi.
-Caspiterina! Che botta tremenda!- si guardò intorno alla ricerca degli amici. -Ragazzi, tutto a posto?-
-Sì…- biascicò Paperino, uscendo da sotto lo scudo del cavaliere. -Pippo ha sbattuto la testa, ma si riprenderà tra poco…-
-Riku?-
-Presente…- rispose il ragazzo, alzandosi per spolverarsi gli abiti. -Certo che abbiamo fatto un bel disastro, eh?- aggiunse, avvicinandosi ai compagni.

-Kou… Stai bene?- chiese Dokugakuji.
-Sì…- confermò il demone dai capelli rossi, prendendo la mano che gli veniva offerta.
-Ma come hanno fatto?-
-Non ne ho idea…-
Il demone dai capelli scuri non ebbe il tempo di rispondere. Le ombre avevano ripreso il loro posto in campo, pronte a ricominciare.
I restanti della prima squadra agili e veloci si lanciarono verso i quattro guerrieri che non si fecero cogliere impreparati.
-Reflex!- urlò Riku, mentre una quasi invisibile ma potente barriera circondava lui e i suoi compagni, proteggendoli dall’attacco improvviso dei sei Neo Shadow.
-Che… succede?- farfugliò Pippo, mettendosi a sedere, poi vide il mago di corte. -Ciao Paperino! Che fai di bello?-
Il papero si voltò verso l’amico con uno sguardo assassino. -Secondo te? Piantala di fare domande e alzati! Abbiamo del lavoro da fare zucca vuota!-
-Paperino, non dovresti agitarti così…- disse il cavaliere alzandosi e impugnando lo scudo. -Ti fa male alla salute!-
-Vedi di darti da fare, altrimenti l’unica salute che risentirà di qualcosa sarà la tua!- lo minacciò il mago, mentre scagliava un potente Thundaga.
Tre dei sei avversari scomparvero, perché già indeboliti dall’effetto delle magie lanciate in precedenza.
Pochi secondi dopo, i rimanenti seguirono la sorte dei loro compagni a causa di una nuova serie di fulmini.
-Ma chi…- cominciò Topolino, ma si fermò quando vide atterrare davanti a sé la custode del Tramonto, con il cappuccio calato sul viso.
-Scusate il ritardo!- esclamò la ragazza, voltandosi verso gli amici. -Ma si può sapere cosa combinate? L’esplosione di poco fa era opera vostra?-
Intanto arrivarono anche Sora e Kairi, in compagnia del gruppo di Sanzo e i quattro spiegarono la situazione.
Quando questa finì, Jessie si voltò verso i due demoni.

-I ragazzi che sono arrivati con Sanzo e i suoi devono essere quelli di cui parlava la donna volpe.- sussurrò Dokugakuji, all’orecchio del suo Signore.
-Senza dubbio.- rispose lui. -Molto bene, coloro che cercavamo sono infine giunti. Attaccate!-
Dieci nuove ombre apparvero davanti ai due gruppi di viaggiatori.
Immancabili occhi gialli, membra scure sorrette da un paio d’ali strappate in più punti e un sadico sorriso piegava le loro bocche fameliche di cuori e sangue.
-Interessante…- cominciò la castana, evocando la Via del Tramonto. -Questi una volta dovevano essere gli Heartless chiamati Mastro Libraio.-
-E tu come lo sai?- chiese Paperino sorpreso.
-Ho letto il diario che il Grillo Parlante mi ha dato. Adesso conosco i nomi dei vari nemici che affronteremo e ho riconosciuto l’energia magica che li contraddistingue.- spiegò. -Ma adesso…- continuò voltandosi verso gli avversari. -Diamoci da fare!-
Detto questo si lanciò contro uno degli avversari a keyblade sguainato.
-Jessie ha ragione! Andiamo!- esclamò Riku, seguendo immediatamente la compagna.
Il custode della Catena Regale stava per imitare l’amico, ma prima si rivolse al gruppo di Sanzo. -State attenti, questi nemici non sono come gli altri.-
-Grazie per la premura signor Sora. Faremo attenzione.- rispose il demone dagli occhi gentili, bloccando le repliche scortesi dei suoi compagni di viaggio.
Il castano si congedò e, evocata la sua arma, raggiunse i suoi compagni e la battaglia entrò nel vivo.

Kairi e il suo keyblade fiorito tenevano faticosamente testa ad una di quelle terribili creature che alternavano delle magie agli attacchi fisici, portati avanti con gli affilati artigli di cui erano provvisti.

Re Topolino stava avendo la meglio su un altro di loro grazie alle sue magie Sancta e ben presto il nemico fu eliminato.
Non ebbe però il tempo di guardare in che situazione si trovassero i suoi compagni perché un nuovo avversario si parò di fronte a lui, più agguerrito e tenace del precedente.

-Thundaga!- gridò il mago di corte, alzando il suo scettro.
L’Heartless fu colpito da una serie di potenti fulmini, ma quando questa terminò un colpo di scudo lo fece cadere a terra definitivamente, dove scomparve pochi secondi dopo.
-Ce l’abbiamo fatta!- esultò il cavaliere.
-Che faticaccia però!- rispose Paperino. -Forza! Andiamo ad aiutare il re!-
Ottenuto il consenso del compagno i due si mossero velocemente in direzione del loro sovrano per dargli man forte.

La Catena Regale tornò immediatamente nella mano del suo custode dopo essere stata lanciata e fu lanciata ancora.
L’ultimo colpo di raid e poi ci sarebbe stata la combo finale: Sentenza.
La chiave ridusse sempre di più la distanza che la separava dal suo bersaglio e infine il braccio del demonio che fronteggiava il castano cadde sulla calda sabbia del deserto, separato dal suo possessore, che emise un rauco grido di dolore. Il keyblade tornò veloce dal ragazzo dagli occhi azzurri come il cielo.
-Sentenza!-
L’arma volò di nuovo e quando ebbe compiuto il suo dovere andò a posarsi con un bagliore tra le dita di Sora che dava le spalle al suo avversario.
Il demone dagli occhi gialli mosse qualche debole e trascinato passo poi cadde al suolo emettendo un rantolo strozzato prima che la sua testa si dividesse in due e scomparisse insieme al resto del suo corpo fatto d’Oscurità.
Il ragazzo però non potè rilassarsi perché un nuovo nemico aveva preso il posto del caduto e lo avrebbe colpito, se un keyblade dalla lama fiorita non lo avesse ricacciato indietro di qualche passo.
-Grazie Kairi.- disse il castano, mettendosi in posizione di guardia.
-Di nulla! Però cerca di fare più attenzione la prossima volta!- rispose la rossa, imitando l’amico.
-Stai tranquilla, adesso occupiamoci di questo rompiscatole!-
Dopo un ultimo sguardo d’intesa i due si lanciarono verso il nemico compiendo i medesimi movimenti, come se si fosse trattato di rispettare i passi di una danza, che conoscevano a memoria.

Riku fece un balzo all’indietro e lanciò un Firaga Oscuro contro il suo avversario, ma questo si difese evocando una barriera di ghiaccio.
-Maledizione!- inveì il ragazzo. -Mi sono dimenticato che questi cosi sanno usare la magia!-
L’argenteo corse contro il suo nemico e con un veloce fendente prese di mira una delle sue ali.
Il demone nero schivò l’attacco e alzò un braccio sfoderando le unghie. I suoi artigli avevano come obiettivo il collo del giovane, ma questo schivò l’offensiva, scattando di lato e si mosse rapidamente alle sue spalle. La Via per l’Alba disegnò un arco perfetto nell’aria e pochi istanti dopo un’ala nera, sottile come un foglio di carta, giaceva a terra e accanto ad essa il suo padrone, che ringhiava dalla rabbia e dal dolore.
Il custode dagli occhi acquamarina lo fissò per qualche istante, dopodiché inflisse il colpo di grazia all’essere che aveva davanti, il quale divenne polvere in pochi attimi.
A quel punto Riku si concesse di guardarsi intorno.
Il re stava combattendo al fianco dei suoi amici, quindi non c’era bisogno di lui.
Sora e Kairi, notò, erano molto affiatati e presto del loro avversario sarebbero rimaste solo le impronte sulla sabbia.
Quando si voltò verso Jessie rimase sconvolto da ciò che vide.

-Due contro uno? Lo sapete che non è leale vero?- domandò con ironia la castana, evocando l’Artiglio della Notte nella mano sinistra e puntando i suoi occhi nocciola verso le due ombre che aveva di fronte.
I due la stavano fissavano con desiderio.
Desiderio del suo cuore di custode, ma Lei non voleva la sua morte. Voleva il suo cuore, ma lo voleva per sé e soprattutto non ora. Una nuova sensazione però cominciò a farsi strada nei loro cuori corrotti dall’Oscurità, ma non vi badarono. Si arresero all’evidenza dei fatti e si prepararono a ricevere l’offesa della ragazza incappucciata.
-Pare che ci sarà da divertirsi e non dovrò nemmeno preoccuparmi di avere delle case intorno.-
Jessie impugnò saldamente i keyblade e compì un grande balzo verso i due avversari. La Via del Tramonto colpì violentemente la spalla del primo nemico e l’Artiglio della Notte fece altrettanto con il viso del secondo.
La ragazza continuò con questo ritmo per un certo lasso di tempo. Fendenti su fendenti creavano una ferita dopo l’altra sui corpi delle creature che aveva davanti. Tuttavia la castana si accorse che i due avversari si stavano, incredibile dirlo, trattenendo. Fermò l’attacco e si allontanò dai due.
-Perché non vi state battendo?- chiese come se stesse parlando a delle persone.
La custode incrociò il suo sguardo con quello della seconda ombra. Non seppe con chiarezza cosa vi lesse in quelle iridi completamente gialle, ma sospirò.
-Sparite.- sentenziò lapidaria. -Io combatto solo per difendermi.-
I due si scambiarono un’ultima occhiata e poi sparirono nell’Oscurità da cui erano venuti.

Il gruppo di Sanzo non se la stava passando un granché bene.
Nonostante ora le loro armi riuscissero ad ottenere qualcosa sui corpi degli avversari, perché fusi con i demoni, non erano riusciti a distruggere nemmeno quello che stavano fronteggiando.
Goku e Gojyo erano in prima linea, mentre Hakkai e Sanzo dietro di loro per coprirgli le spalle.
All’improvviso una palla di ghiaccio, evocata dal demone in volo, si lanciò veloce verso il bonzo dai capelli di sole.
-Sanzo!- urlò il demone dagli occhi dorati, mentre correva in direzione del compagno armato di pistola.
Tuttavia, qualcuno, o meglio qualcosa, arrivò prima di lui.
Una palla di fuoco che andò a scontrarsi con quella di ghiaccio e uno strano personaggio che impugnava uno scudo.
-Tutto ok?- chiese il buffo tizio.
-Sì…- rispose il monaco, osservando con attenzione il suo salvatore.
-Ben fatto Pippo!- esclamò una voce che i quattro non conoscevano.
-Maestà! Sta ritornando!- urlò il papero che aveva annullato la magia nemica.
-Paperino, vieni con me! Pippo, tu resta qui e difendi questi ragazzi!- ordinò il re, allontanandosi con il mago di corte.
-Agli ordini Maestà!- assentì il cavaliere mettendosi sull’attenti, dopodiché si mise in posizione di difesa.
-Perdoni la domanda…- iniziò il demone dagli occhi di giada. -Ma lei chi è?-
-Il mio nome è Pippo! Capitano dei cavalieri reali di Sua Maestà Re Topolino!- si presentò. -Io so già chi siete voi, Sora mi raccontato tutto.- annunciò, battendo sul tempo Hakkai.
In quel momento Gojyo e Goku, raggiunsero i due amici e il loro difensore.
-Ehi scimmia, non è che questi strani tipi sono amici tuoi?- domandò il demone dai capelli rossi con ironia.
-Non li ho mai visti e poi… chi sarebbe la scimmia?! Razza di kappa pervertito!- ribatté l'altro alterandosi.
-Ma piantala di usare termini che nemmeno conosci scimmia con lo stomaco al posto del cervello!-
-Non sono una scimmia e io dico quello che mi pare kappa con le antenne!- aggiunse l'altro, riferendosi ai due ciuffi che il compagno aveva sulla testa.
Il rosso stava per ribattere, ma un colpo di harisen* sulla sua testa e quella del ragazzino lo fermò.
-Fate silenzio razza di idioti!- urlò Sanzo con tutto il fiato che possedeva.
-Ma ha cominciato lui!- dissero i due demoni all’unisono, indicandosi a vicenda.
Il bonzo stava per estrarre la pistola e minacciare seriamente i propri compagni di viaggio, ma l’improvviso silenzio che era venuto a crearsi, lo fece voltare verso il centro di quell'improvvisato campo di battaglia.

Nessun nemico era rimasto, Dokugakuji e il principe Kougaiji osservavano da lontano la desolazione lasciata dai loro obiettivi.
I custodi e i loro amici del castello Disney erano in silenzio, ancora con le armi in mano.
Nulla si muoveva, tranne il pesante cappotto di Jessie, mosso dal vento, che si trovava ferma al centro degli sguardi dei presenti.


E anche questo è finito! *tutti esultano* L'esercito di demoni-Heartless è stato debellato, ma qualcosa ha indotto Jessie a non affrontarli. Cosa avrà notato la custode? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!

Piccola guida per chi non conosce l'anime di Saiyuki: le varie frasi che pronunciano Goku e Gojyo sono tratte direttamente dall'anime, infatti i due "amici" si insultano spesso a vicenda con espressioni alquanto bizzarre come ad esempio "Stupida scimmia", "Kappa pervertito" ecc...

* L'harisen non è altro che un ventaglio di carta, un'arma segreta che il bonzo Genjo Sanzo Hoshi utilizza per mettere a tacere i suoi "fastidiosi" compagni di viaggio



Angolo Recensioni

LightRoxas: Eh sì, la ragazza misteriosa farà fuori qualcuno, ma dubito che ti dispiacerà u.u Questo capitolo come ti è sembrato? Fammi sapere! Ciau!!

Deby92: Sono molto soddisfatta di questi demoni-Heartless, sono le creature migliori che la mia mente malata abbia creato xD Rikuccio is the best *v* Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Bye!!!

My Pride: Eccoti accontentata con il seguito! Adesso scommetto che sarai ancora più curiosa u.u Voglio proprio vedere che mi dici xD Ci sentiamo presto!! Ciau ;3


Ovviamente un grazie grande grande a chi si limita a leggere questa pazza fic xD Grazie ^^ Un giorno me lo lascerete un commentino vero? *occhi sbarluccicosi modalità ON* xD Sayonara!!!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: L'errore ***


*arriva un omino vestito di rosso con una trombettina e prende a suonare* Pa parara papa papà! Pa parara papa papà! *arriva Fly* Che cosa stai facendo, razza di banditore degenere? *l'omino smette di suonare, la guarda e se ne va* ... ... Vaaa bene xD Così avete conosciuto anche il mio banditore, ma passiamo a cose serie... Ok, ho detto una cazzabubbolata perché qui non c'è niente di serio xD Comunque! I nostri eroi avevano sconfitto tutti gli avversari, ma Jessie ha lasciato che i due Heartless se ne andassero. Perché? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

ps: il rapporto tra Riku e Jessie avrà la prima svolta! *v*



Capitolo 19: L’errore
Dopo un tempo che parve infinito, Jessie si mosse in direzione del principe dei demoni e il suo fedele compagno, con passi lenti e misurati. Il rumore dei suoi movimenti colmava il silenzio dell'arido deserto. Si fermò a meno di un metro dai due. E fu di nuovo pace.
Passati un paio di secondi la ragazza alzò lo sguardo per incrociare quello del demone dai capelli scarlatti.
-Andate via.- un sussurro che a Kougaiji sembrò un grido. -E se proprio dovete farvi rivedere, fatelo quando avrete capito l’enorme sbaglio che avete compiuto.-
-Ma cosa…- tentò di ribattere il demone, ma gli occhi nocciola attraversati dalla sottile ombra della rabbia lo fecero desistere.
-Io combatto solo se è veramente necessario. Trovo insensato battermi contro qualcuno che non lo desidera.-
Detto questo girò sui tacchi e tornò tra i suoi compagni.
-Dokugakuji, andiamo.-
Il demone dai capelli neri annuì e se ne andò col suo Signore dopo aver osservato ancora una volta quella strana ragazza umana.

Il gruppo dei guerrieri della Luce si era avvicinato a quello di Sanzo e attendevano in un religioso silenzio, colmo di curiosità e tensione, l’arrivo della custode.
-Torneranno…- iniziò lei, fermando il fiume di domande. -…quando avranno compreso il loro stupido sbaglio.-
-Scusa se te lo chiedo…- iniziò Gojyo. -Ma quale sarebbe questo sbaglio?-
-Hanno dato una coscienza e una ragione a degli esseri che l’avevano persa e li hanno costretti a prendere parte ad uno scontro che loro non volevano realmente.- rispose la custode con un velo di tristezza nella voce.
-Come fai a saperlo?- chiese Riku.
-L’ho capito mentre combattevo. Mi sono fermata e ho visto qualcos’altro negli occhi di quell’ombra, oltre alla fame di cuori che ormai andava scemando…-
-Cos’hai visto?- domandò il re.
-Una richiesta d’aiuto.-

***


Era notte inoltrata, quando il principe Kougaiji e Dokugakuji fecero ritorno al castello di Hotou, nelle lontane terre ad ovest.
Il principe dei demoni aveva ancora impresse nella mente le parole di quella ragazza, ma per quanto ci pensasse, non riusciva a comprenderle.
Quale terribile errore avevano commesso, per farle crescere una tale rabbia che ha potuto congedare quegli esseri oscuri? Era così grave ciò che avevano fatto?
-Ehi, Kou!- lo chiamò il demone dai capelli corvini, interrompendo i suoi pensieri.
-Dimmi.-
-Stai ripensando alle parole di quell'umana?-
-Sì, ma c’è qualcosa che non va… Dovrò parlarne con Gyokumen Koushu. Tu torna da Yaone e Lirin.-
-Va bene, ma stai attento. Qualcosa mi dice che ci stiamo cacciando in qualcosa molto più grande di noi.-
Dopo aver rassicurato il suo compagno, il principe lo lasciò ad un bivio, prendendo la strada di destra che conduceva alla sala principale del castello in cui riposava il potente Gyumaho, suo padre.
-Già di ritorno?- domandò annoiata la demone dai capelli azzurri. -Com’è andata la missione? Spero che tu abbia fatto un buon lavoro…-
-A dir la verità… non saprei.-
Il viso della donna fu attraversato da un’ondata d’ira. -Cosa significa “non saprei”? Spiegati meglio!-
Il demone dalle iridi cerulee fece un rapporto dettagliato dello scontro avvenuto e quando ripeté le parole della custode dai lunghi capelli castani, la rabbia di Gyokumen Koushu esplose.
-Quindi mi stai dicendo che tu “il grande principe Kougaiji” te ne sei andato perché te l’ha ordinato una stupida ragazza umana?!-
-Quella ragazza non è come le altre, ha avuto il potere di spingere l’esercito alla ritirata.-
-Non voglio sentire altro! Scompari dalla mia vista!-
Ingoiando anche quest’ultima offesa, il principe dei demoni si alzò dal pavimento su cui era inginocchiato e se ne andò, senza voltarsi indietro.
Appena la porta si fu chiusa alle spalle di Kougaiji, la donna volpe sbuffò e dal nulla comparve una nuvola di polvere nera.
La ragazza dai capelli blu prese ne prese il posto e mostrò un sadico ghigno di divertimento. -Qualcosa non va mia cara?- chiese, avvicinandosi alla demone.
La donna volpe lanciò uno dei suoi sguardi più terribili. -Tu! I tuoi Heartless hanno fallito!-
-Non è colpa mia se i demoni con cui li hai uniti facevano pena…- rispose, alzando le spalle.
-Come ti permetti…-
Non continuò la frase. Una sensazione di gelo la percorse da capo a piedi. Si sentì perforare da quelle iridi scure come la notte più nera.
-Se volevi dei guerrieri efficienti, dovevi assicurarti che la volontà dei demoni fosse completamente annullata. Perché non te la prendi con quel dottore da strapazzo che ti porti dietro?- mormorò, seria e terribile.
Il silenzio calò sovrano tra le due donne, poi dopo un tempo che parve durare un'eternità per la demone, la ragazza dai capelli blu sbadigliò.
-Vabbè… io vado. Non ho più nulla da fare qui. Addio.-
Detto questo scomparve com'era arrivata.
Gyokumen Koushu rimase per un attimo a fissare il punto dove si trovava la ragazza poi chiamò a gran voce il dottor Nii.

***


Con la sola luce dei raggi lunari, qualcuno evocava le proprie armi per il suo allenamento notturno.
Un primo fendente destro, seguito da un sinistro. Un balzo all’indietro e un’altra serie di colpi andò a fendere l’aria e un nemico immaginario.
Quel corpo snello e slanciato si muoveva veloce e silenzioso compiendo movimenti di guerra che a chiunque, in quel momento, sarebbero apparsi come i passi di una danza lenta e incantatrice.
Un fendente, un salto, un affondo con la destra seguito da un colpo verticale con la sinistra.
Una presenza attirò la sua attenzione. Si voltò e sorrise.
-Ciao Riku. Come mai ancora sveglio?- chiese la custode dalle iridi color nocciola.
-Mi sono svegliato per caso e non ho sentito la tua presenza, così sono uscito.- spiegò l’argenteo, andando incontro alla ragazza. -Perché sei fuori? Con questo freddo poi…-
-Sono abituata ad alzarmi e combattere a quest’ora, mi stavo allenando. Per quanto riguarda il freddo, io non lo sento nemmeno.-
-Da quanto tempo sei qui?-
La custode guardò l’orologio che aveva al polso. -Due ore, circa.-
Il ragazzo la guardò stupito. -Tu adesso vieni dentro a dormire.-
-Ma è ancora presto! E poi non ho sonno…- rispose lei, incrociando le braccia.
-Non mi interessa!-
Detto questo si avvicinò di più alla compagna e senza darle il tempo di replicare la prese in braccio. -Riku! Che diavolo fai?!- esclamò lei, cercando di liberarsi dalla presa dell'altro.
-Semplice. Ti porto a letto.- disse semplicemente, incamminandosi verso la gummiship.
-Ma guarda questo…- sbuffò, mettendo il broncio.
Il keyblader dell'Alba sorrise divertito e poi s’intenerì nel vedere quell’aria corrucciata sul volto della ragazza.

-Adesso puoi mettermi giù.- disse Jessie, una volta che il portellone della nave si fu richiuso.
-Niente da fare. Ho detto che ti porto a letto.-
-Mica scappo, sai?-
-Non si sa mai.-
La ragazza rimase interdetta e si fece portare fino al suo letto, dove il ragazzo la fece sedere. -Ecco fatto. Ora da brava ti metti a dormire.-
La custode alzò un sopracciglio. -Devo interpretare tutto questo come una vendetta per il trattamento che ti ho riservato oggi?-
-Chissà.-
Si guardarono un attimo in viso poi si fecero scappare una risata.
-Dai, ora ti lascio dormire.- affermò lui, dirigendosi verso la porta della cabina. -Buona notte.-
-Riku aspetta.- lo chiamò la castana, arrossendo leggermente. -Ti va di farmi un po’ di compagnia? Come ti ho già detto non ho molto sonno, e…-
-Ok, nessun problema.- rispose il custode sorridendo e sedendosi al suo fianco.
I due chiacchierarono a lungo, scambiandosi opinioni su quello strano mondo, sui nuovi nemici e sui demoni che li comandavano.
-Secondo te si rifaranno vivi?- chiese il custode dell'Alba.
-Se hanno compreso ciò che ho detto loro, già domani potrebbero attaccarci.-
-Capisco.-
Dopo quasi un’ora, i due, probabilmente stanchi per l’ora tarda e ancora provati per il combattimento svolto si addormentarono teneramente, sdraiati l’uno di fianco all’altra. Riku a pancia in su, con il volto rivolto verso il cielo, mentre Jessie giaceva sul fianco sinistro, con la testa appoggiata alla spalla del compagno.
Chissà quali dolci pensieri accompagnavano il loro sonno...


Dunque... l'ultima parte è opera della mia assistente u.u non ero ancora pratica di scene del genere ^^'' Lo so che non succede granché, ma spero che vi sia piaciuto lo stesso! Al prossimo week end!!
See ya!!!



Angolo Recensioni

My Pride: Oddio, ho segnato una lettrice xD Però è vero, stai migliorando con i commenti u.u *lancia biscottino* Piaciuto il chappolo? Fammi sapere <3 Bye!!

LightRoxas: Allora... I Ritornanti, Marluxia compreso, sono lì da parte che aspettano di entrare in scena u.u perché in questo mondo, come ho detto tre capitoli fa, non possono entrare. Comunque non temere che si faranno vedere ^^ E di questo chap che mi dici? Ciau!!!

Deby92: Sono contenta che la descrizione da più prospettive ti sia piaciuta ^^ E ti dirò, queste battaglie nel mondo di Saiyuki sono quelle che mi soddisfano di più su tutte quelle che ho scritto finora u.u Jessie ti sta simpatica? Benissimo!!! *v* E ti assicuro che ti piacerà sempre di più!!! Alla prossima!


Ovviamente un grazie a tutti quelli che leggono solamente la fic ^^ Io vi adoVo tutti *-* Bye bye!!!

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: Confessioni ***


Buon Halloween!!!! *lancia biscotti ai lettori, che prendono a sgranocchiare come criceti* Ed eccomi qui, puntuale, ad aggiornare ^^ Vi sono mancata? *-* (...Ndtutti) Nell'ultimo capitolo, avevamo lasciato Riku e Jessie a dormire nello stesso letto. Cos'accadrà al momento del risveglio? Leggete e lo saprete! Buona lettura!!!

ps: titolo orribile, ma abbiate pietà di me xD



Capitolo 20: Confessioni
Quella notte Riku dormì benissimo. Si era appena svegliato, ma non aveva ancora deciso di aprire gli occhi quando avvertì una piacevole sensazione di calore accanto a sé e sentì che il braccio sinistro era appoggiato su qualcosa. Aprì lentamente gli occhi acquamarina e per un attimo si dimenticò di respirare davanti a ciò che vide.
Dopo essersi addormentato, Riku si era girato verso Jessie e con il braccio l’aveva stretta involontariamente a sé. Il ragazzo arrossì di colpo, ma poi si concentrò sul viso della ragazza. Non l’aveva ancora visto così disteso e rilassato.
I lunghi capelli castani le incorniciavano il volto, facendola sembrare una bambola di fragile e delicata porcellana. Le labbra rosee, leggermente socchiuse, lasciavano sfuggire dei deboli e calmi respiri che gli solleticavano il collo.
In quel momento aumentò la voglia di proteggerla, ma in lui nacque anche il desiderio di posare un bacio su quelle labbra socchiuse.
E se si fosse svegliata? Non voleva interrompere il suo sonno, era così dolce con quell’espressione sul viso. Non resistette.
Avvicinò il suo volto a quello di Jessie e, con la leggerezza di un battito d’ali di farfalla, posò un bacio sulle sue labbra. Un fugace contatto ma ricco di dolcezza. La ragazza chiuse un attimo la bocca, ma poi la stese in un sorriso involontario.
Il custode dell'Alba sorrise a sua volta e cominciò a guardarsi intorno per rendersi conto di che ora fosse. Spostò lo sguardo sulla sveglia. Era ancora presto. Poteva godere ancora un po’ di quella situazione.
Strinse di più la castana a sé e accostò le loro fronti per ricadere in breve tra le braccia di Morfeo.

Un’ora dopo, Kairi andò a bussare alla porta della stanza della compagna.
-Jessie? Posso entrare?- chiese senza ottenere risposta. -Jessie? Sto entrando…-
Aprì piano la porta e fece un paio di passi all’interno della cabina, ma si bloccò quando vide la ragazza tra le braccia di Riku. Sospirò.
Le sarebbe piaciuto trovarsi in una situazione simile, magari con Sora, pensò, arrossendo subito dopo.
Scosse la testa e tornò ad osservare la coppia. Non se la sentì di svegliarli, allora uscì in silenzio, richiudendo la porta.
-E’ sveglia?- le chiese il Maestro del keyblade. -Sai che non ho trovato Riku?- continuò. -Ma perché hai quel sorriso stampato in faccia?- aggiunse, chiedendosi se fosse impazzita.
-Jessie sta dormendo e anche Riku.-
-Ma se ti ho detto che non è nella sua stanza!- esclamò il castano.
-Io ho detto che sta dormendo, non ho detto che lo sta facendo nella sua stanza.- disse la rossa con malizia.
Il ragazzo stava per replicare, ma poi gli venne l’illuminazione e spalancò gli occhi. -Vuoi dire che Riku è nella stanza di Jessie?-
La ragazza annuì con il capo e prese l'amico per mano, portandolo via.

***


Il Ritornante brandiva la lunga falce con fare annoiato.
-Ti stai annoiando?- chiese la ragazza con gli occhi da gatta, comparendo dal nulla.
-Si nota così tanto?- domandò Marluxia con ironia.
La ragazza annuì e cominciò a muoversi per la sala.
-Ti dirò, anche io mi sono parecchio annoiata in quel mondo… Mi sono ritrovata ad aver a che fare con degli inetti.-
-Una vera perdita di tempo insomma…-
-Non proprio.- sorrise la ragazza. -C’è ancora un ultimo giochino che possiamo tentare…-
-Sono tutt’orecchie, mia cara.-

***


-Non dormo così bene da secoli…- pensò la custode del Tramonto, una volta uscita dalle confortevoli spire del sonno.
Dopo qualche istante si costrinse ad aprire gli occhi. Arrossì di colpo e il suo cuore aumentò i battiti ad un ritmo incredibile.
Si trovava a pochissimi centimetri di distanza da Riku, che la stava abbracciando in modo quasi possessivo.
-E adesso?!- si chiese la ragazza disperata. -Come faccio a spostarmi senza svegliarlo?!-
Sospirò e posò lo sguardo sul volto addormentato del ragazzo. Gli scostò una ciocca d’argento dietro l’orecchio e tornò ad osservare quel viso dalla pelle chiara, ora rilassato, e quelle labbra socchiuse.
-E se…-
La tentazione di assaporare quelle dolci labbra era molta, ma lo era anche la paura di essere scoperta.
Jessie, nonostante fosse molto imbarazzata, decise di godersi quell’abbraccio ancora per un po’. Ma quella posizione iniziava ad essere un po’ scomoda. Cominciò a muoversi lentamente, cercando di fare la massima attenzione a non svegliare l’argenteo. Qualcosa, però, andò storto e il ragazzo si mosse per stropicciarsi gli occhi. Presa dal panico, decise di richiudere gli occhi ed aspettare una mossa dell'altro.
Riku sollevò piano le palpebre, felice di trovare ancora la ragazza dormiente tra le sue braccia.
-Dorme ancora…- pensò, lasciandole un lieve bacio sulla guancia.
Poi, con molta attenzione sfilò il braccio da sotto il suo collo, e si alzò dal letto. Prima di uscire dalla stanza si voltò di nuovo verso la keyblader.
-Grazie…- sussurrò, poi uscì.
Jessie, una volta sicura che il ragazzo fosse uscito dalla stanza, riaprì gli occhi e si sedette sul letto. Lentamente portò una mano sulla guancia e arrossì.
-Mi ha dato un bacio…- pensò felicemente.
Solo dopo molti minuti passati in quella posizione, decise di alzarsi e raggiungere i compagni di viaggio.
-Buon giorno a tutti!- esclamò quando raggiunse il ponte di comando.
Topolino, Paperino e Pippo la salutarono con l’energia che gli era propria, Riku fece un sorriso e un saluto con la mano, ma ciò che la colpì furono gli sguardi di Sora e Kairi.
Due sguardi colmi di malizia che non promettevano nulla di buono.
Senza perdere la sua compostezza, la ragazza si avvicinò all’area comandi. -Si sono fatti vivi?-
-Non ancora.- rispose il re.
-E il gruppo di Sanzo? Hanno detto che passavano prima di ripartire per il loro viaggio.-
-Neanche loro.-
-Arriveranno…- la rassicurò la rossa, mettendole una mano sulla spalla. -Piuttosto… Jessie, hai dormito bene?-
-Sì perché?- chiese di rimando la castana, lanciando un’occhiata alla compagna. Un’occhiata che diceva “chiedi qualcosa in più e sei morta”.
-No, nulla… Stanotte ti ho vista uscire, pensavo che avessi avuto dei problemi.- disse la principessa della Luce, avendo intuito l’avvertimento.
-Oh, per quello? Nessun problema, sono solo le mie vecchie abitudini.-
E il discorso si chiuse lì.

***


-Interessante Zenon… Davvero interessante…- commentò Homura, sistemandosi sul suo trono. -Qualcuno avrebbe aiutato il figlio di Gyumaho, donandogli un esercito all’apparenza invincibile, ma che poi si è ribellato. Sappiamo chi è questo qualcuno?-
-Non sappiamo chi sia, ma di certo non appartiene a questo mondo.- spiegò il Dio dall’occhio bendato.
-Come quei ragazzi che avete incontrato al pub, giusto?-
-Sì. Emanavano una strana energia e abbiamo avuto conferma del loro potere osservandoli combattere.-
Il silenzio calò per qualche istante nella sala dell’ultimo piano della torre Condran, finché un terzo personaggio non fece la sua apparizione. Lunghi capelli turchesi legati in uno chignon di chiara stoffa gialla, occhi chiusi e pelle diafana.
-Shien, che notizie mi porti?- chiese il principe Dio della guerra.
-Le creature dell’inferno si stanno muovendo e, questa volta, nulla potrà fermare la loro avanzata.- rispose il Dio con voce solenne.
-Cosa vogliamo fare Homura?- chiese Zenon, voltandosi verso il suo Signore.
Un sorriso divertito segnò il volto del Dio. -Andiamo a dare un’occhiata, sono molto curioso…-

***


Jessie e Riku si trovavano all’ombra della gummiship, in attesa dell’arrivo del gruppo di Sanzo. Una fresca brezza muoveva i lunghi capelli della ragazza, che continuava a portarsi una ciocca dispettosa dietro l’orecchio.
Il ragazzo, vedendola, riuscì a malapena a soffocare una risata. -Se vuoi posso farti una treccia, non si direbbe ma me la cavo.- propose, consapevole di quanto la ragazza tenesse ai propri capelli e che nessuno aveva il permesso di toccarli, eccetto una persona.
La coppia di iridi color nocciola lo guardò per un attimo, poi prese un elastico dalla tasca dei pantaloni. -Prego.-
Il giovane rimase stupito, ma si riprese subito dopo e si mise all’opera sulla lunga chioma.
La custode chiuse gli occhi. Un tocco dotato di forza, ma misurato. Si sentì di nuovo stretta nell’abbraccio dell’argenteo e sorrise, ripensando a come si era sentita protetta quella notte.
Riaprì gli occhi e iniziò a fissare le nuvole che si muovevano lente sotto la spinta del vento, in cerca delle parole adeguate e del coraggio per iniziare il discorso che aveva ripetuto decine di volte nella sua mente.
-Riku…- iniziò incerta. -Devo… Devo confessarti una cosa…- continuò arrossendo.
-Parla pure.- rispose lui, continuando ad intrecciare le ciocche l'una con l'altra. Avere la possibilità di toccare quei morbidi capelli lo faceva sentire al settimo cielo.
-Ecco… stamattina ero sveglia… Sì, ecco, quando…- ebbe un attimo di esitazione, ma si convinse a continuare. -Quando mi hai dato il bacio…-
Il custode dagli occhi acquamarina deglutì e rimase in silenzio, incapace di proferire parola. Per un secondo smise pure di acconciarle i capelli. Per poi riprendere un po’ più impacciato.
-Adesso mi uccide!- pensò. -Non avrei dovuto baciarla così!-
-E…- continuò. -Anch’io volevo ringraziarti…-
L’argenteo sbatté le palpebre un paio di volte. -Stava parlando di quell’altro bacio!- pensò ancora, sospirando di sollievo.
-Non devi ringraziarmi di niente.- affermò più tranquillo.
-E invece devo… Sei stato molto dolce… E ne sono felice… Ecco perché ti ringrazio…-
Il ragazzo rimase in silenzio, e Jessie, curiosa, decise di porgli la domanda che le balenava nella testa da quella mattina.
-Riku, ti posso chiedere un’ultima cosa?-
-Certo…- rispose tranquillamente.
-Come mai tu mi hai detto “grazie”?-
Il giovane si fermò nuovamente un attimo, per poi riprendere subito il suo lavoro. -Bè, per vari motivi… Perché mi hai permesso di dormire con te...- rispose arrossendo leggermente. -Per come ti comporti con me, Per come sei…- le disse. -E per il bacio segreto che ti ho dato stanotte…- pensò.
Lei rimase in silenzio, soddisfatta e felice della risposta dell’altro.
-Finito!- esclamò lui, dopo aver legato l’estremità della lunga treccia.
-Grazie.-
Il rombo di un motore fece voltare i due verso est.
-Jessie!- gridò il giovane demone dagli occhi dorati, dal retro della jeep.
Poco dopo i quattro viaggiatori si trovarono in compagnia dei due custodi e il loro mezzo si trasformò in un draghetto bianco dal collo lungo e gli occhi rossi.
-Kyu! Kyu!-
L'animale volò sulla spalla di Jessie, cominciando a strusciare il musetto sulla sua guancia.
-Hakuryu!- lo sgridò il bruno dagli occhi verdi. -Lo perdoni signorina, lo sa che non deve fare così…-
-Non preoccuparti Hakkai. Non sta facendo nulla di male…- rispose la ragazza, mentre accarezzava l’animale. -Quindi ripartite?- chiese.
-Sì e voi? Quando riprenderete il viaggio?- chiese Goku.
-Quando si saranno esauriti i nostri impegni.- liquidò la ragazza per non approfondire il discorso sulla serratura.
-Bè… sarà meglio andare. Hakuryu, saluta la signorina e torna qui.- disse il demone dagli occhi di giada con tono che non ammetteva repliche.
Il draghetto emise il suo verso e stava per volare dal suo padrone, ma qualcosa proveniente da ovest attirò la sua attenzione. La custode del Tramonto si voltò contemporaneamente. -Signori credo che la vostra partenza dovrà aspettare.-
-Jessie! Riku!- urlò Kairi, uscendo dalla nave. -Stanno arrivando!-
-Hanno capito dove hanno sbagliato. Questa volta, si combatte sul serio.- sentenziò la ragazza.
Nel frattempo una grande e intensa nuvola di sabbia si muoveva verso di loro, segno che l’esercito composto dalle creature dell’inferno si stava avvicinando.


Cosa succederà? Il nemico è tornato alla carica e lo scontro è prossimo. A cosa si riferirà la ragazza con gli occhi da gatta? Tutto nei prossimi capitoli!
See ya!



Angolo Recensioni

Deby92: Ecco il ritorno degli Heartless-demoni! Nel prossimo capitolo ci sarà la battaglia! Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Bye!!!


Ed ecco il mio solito ringraziamento per chi si limita a leggere la storia ^^ Grazie ragazzi!!!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21: Non è ancora finita ***


Buona domenica!!! Piove, ma noi siamo allegri lo stesso vero?! *i lettori giocano a biglie sotto l'acqua senza degnarla di uno sguardo* Perfetto! E' con questa grinta che vi presento il nuovo capitolo! In questo chap l'azione è assicurata e il sangue scorrerà! Muahahahahahahahah!!! Buona lettura!!!


Capitolo 21: Non è ancora finita
Una manciata di minuti dopo l’avvistamento, i due gruppi di viaggiatori si trovavano nuovamente uno accanto all’altro per combattere il nemico comune.
Altri inesorabili minuti passarono e infine, gli esseri infernali si fermarono a pochi metri da loro. Il principe Kougaiji, accompagnato da Dokugakuji stava in testa all’esercito nero.
-Siete tornati.- disse Jessie, interrompendo il silenzio.
-Siamo tornati e questa volta i nostri guerrieri non si fermeranno. All’attacco!- urlò il demone dai capelli scarlatti.
Al suo comando le creature si fecero avanti, mostrando di essere divisi in tre gruppi.
Il primo era composto da esseri con il corpo per metà equino e per metà demone. Membra dello stesso colore del fumo, fasce rosse lungo gli avambracci, che terminavano con mani dai lunghi artigli, orecchie a punta, bocche dai canini allungati.
Creature dall’aspetto antropomorfe formavano il secondo gruppo. Pantaloni di stoffa scura strappati in diversi punti, braccia, prive di mani, che terminavano con due scimitarre dalla lama scintillante alla luce del sole, un sadico ghigno di follia dipinto sul volto nero come la pece.
Infine, l’ultimo gruppo. Cinque creature dal corpo buio come l’Oscurità stessa, sospeso a pochi centimetri da terra grazie alle lunghe ali viola, i lunghi arti inferiori terminavano con delle possenti zampe artigliate, la mano destra brandiva una lunga spada dalla lama rossa come il sangue che avrebbe fatto versare, i bianchi canini risaltavano sulla parte inferiore del viso e lunghe corna ripiegate verso l’esterno ne chiudevano la figura.
Tre squadre dotate di poteri e forma differenti, ma una cosa li accomunava: gli occhi gialli, caratteristica propria degli esseri oscuri.
Le creature infernali avanzavano con passo lento e sicuro verso i loro avversari.
-Pronti?- chiese Topolino.
I compagni del re annuirono all’unisono.
-Hakkai.- chiamò il demone dagli occhi d’oro. -Resta vicino a Sanzo, questi esseri emanano un odore che non mi piace.-
I compagni del ragazzo rimasero colpiti dalle sue parole, ma non ci fu obbiezione.
Ogni arma comparve nella mano del suo proprietario. Scudo tenuto saldo nella presa del capitano dei cavalieri reali, scettro imbracciato con esperienza dal mago di corte, keyblade tra le mani dei cinque custodi, onde di energia pronte per essere lanciate nelle mani del demone dal viso gentile, shoreijyu nella destra del monaco, nyoibo impugnato dal demone eretico e shakujyo brandita dal figlio del tabù.*
Come un unico essere i guerrieri partirono all’attacco.

Un’ora dopo.
Un balzo all’indietro per schivare un colpo delle possenti braccia dell’avversario dal corpo di cavallo. Una spinta con i piedi per aumentare la velocità e superarlo, dopo avergli inferto l’ennesima ferita. Ferita che questa volta fu fatale. Il decimo essere del primo gruppo cadde per mano di Jessie e delle sue lame.
Non ebbe il tempo di respirare perché il rumore di un fendente alle sue spalle la fece voltare per parare quell’attacco con la Via del Tramonto. Un secondo fendente, ancora alle spalle, la costrinse ad alzare l’Artiglio della Notte. Le braccia tremavano leggermente per lo sforzo. Si stava spingendo al limite per superare la forza dei due avversari armati di scimitarra, ma una nuova sensazione attirò i suoi sensi. Avvertì delle nuove presenze, che emanavano un potere particolare e immenso, tuttavia sembrava che volessero osservare. Nulla di più.
Un brivido lungo la schiena la riportò alla situazione in cui si trovava e l'avvisò di un nuovo attacco. Spostò lo sguardo verso l’alto e lo vide.
Uno dei cinque componenti del terzo gruppo, che ancora non aveva subito perdite, si stava lanciando in picchiata su di lei.
Il suo corpo si mosse automaticamente dopo aver concepito un pensiero di salvezza.
Rinforzata la presa sulle chiavi, la gamba destra caricò un calcio contro il rispettivo nemico, che finì a terra. Stessa sorte toccò all’avversario sulla sinistra, ma non fu abbastanza veloce.
Incrociati i keyblade sopra la testa, la ragazza si preparò all’impatto che non tardò ad arrivare. Un tremendo contraccolpo la scosse da capo a piedi e non fu in grado di evitare l’artiglio che mirava alla sua gamba destra.

Schiena contro schiena, i due custodi combattevano senza esitare, difendendosi l’un l’altro.
Sora e Kairi si fecero largo tra le fila nemiche a suon di fendenti e magie di ogni tipo.
-Thundaga!- gridarono all’unisono.
I fulmini compirono il loro dovere. Gli ultimi nemici dal corpo equino caddero e divennero polvere oscura.
L’ultima pozione venne usata per curare la ragazza non abituata ad un ritmo così ferreo.
-Grazie Sora.- il suo sorriso scomparve dopo aver osservato il viso del compagno. -Ma tu stai sanguinando!- esclamò, vedendo che il castano teneva chiuso l’occhio sinistro per evitare che il liquido scarlatto lo intaccasse.
-E’ solo un graffio.- disse, cercando di rassicurarla. -Ora andiamo da Riku.-
Dopo un ultimo sguardo d’intesa corsero in aiuto dell’amico dai capelli d’argento.

Il custode dell'Alba stava fronteggiando un nemico della terza squadra. Prima di scontrare le loro lame era riuscito a darsi un’occhiata in giro.
Jessie era impegnata con due nemici armati di scimitarra, Sora e Kairi con due centauri, il re stava fronteggiando tre avversari del secondo gruppo, Paperino e Pippo come anche Goku e poco distante il resto del gruppo di Sanzo stavano iniziando l’ultima fase dello scontro, incrociando le loro armi con le lame dei nemici dotati di ali.
Poco dopo, il suo avversario gli si era presentato davanti a spada sguainata.
Un affondo andato a segno contro il ventre di quell’essere immondo e la sua risposta velocemente evitata diedero il via alle danze.
-Blizzaga Oscuro!- urlò il giovane keyblader e una palla di ghiaccio bluastra si diresse contro il suo avversario stordito dal suo primo attacco, ma evidentemente non lo era abbastanza perché questo schivò la magia, volando in alto.
Tuttavia non fu abbastanza rapido da notare le altre due sfere ghiacciate arrivargli alle spalle e congelargli le ali, cosicché cadde a terra e i suoi arti racchiusi nel ghiaccio andarono distrutti.
-Siamo arrivati in tempo!- disse Sora, affiancando l’amico.
-Già. Grazie!- rispose l’argenteo, massaggiandosi il braccio. -Forza, mettiamo la parola fine a questo combattimento.-
I due amici annuirono e unirono le punte dei loro keyblade per creare un unico raggio di luce, che andò a colpire l’avversario, facendolo sparire in una scia luminosa.
-E con questo abbiamo eliminato il primo.- affermò Kairi, passandosi una mano sulla fronte.
-Quanti ne restano?- chiese il castano.
-Quattro.-
-Come quattro?- domandò allibito Riku. -Oltre a quello che abbiamo eliminato ne ho visti solo tre!-
-Non mi sbaglio. Quando abbiamo cominciato, ne ho visti cinque in totale.- precisò la rossa.
-Ma allora, dov’è finito il quinto?- continuò Sora.
Un lontano urlo di dolore rispose alla sua domanda.

Goku si era impegnato al massimo delle sue forze per distruggere quell’essere. Più di una volta si era trovato in stallo con l’avversario, che in quelle occasioni cercava di colpirlo con un colpo d’ala. Sfruttando la sua velocità schivava ogni attacco a tradimento e tornava al contrattacco.
Colui che aveva di fronte era potente, doveva ammetterlo, ma grazie alla sua agilità e alla sua precisione era riuscito ad avere la meglio e si era ricongiunto ai suoi compagni.
Ben presto anche l’avversario che stavano fronteggiando in quattro sarebbe caduto. E così fu dopo molti minuti di scontro. Una sfera di energia, un colpo del suo nyoibo, la lama a luna della shakujyo e, infine, un proiettile della shoreijyu. La creatura scomparve poco dopo e poi si concentrarono sui loro corpi.
Hakkai aveva una ferita al fianco non molto profonda e il corpo dolorante.
Gojyo si appoggiava alla sua arma a causa di una gamba messa male, non seppe dire se fosse rotta o meno.
Goku era pieno di graffi e lividi ma nulla di serio.
Sanzo, infine, aveva un lungo taglio lungo il braccio destro.
-Siamo ancora tutti interi a quanto vedo.- sorrise il demone dal viso gentile.
-Parla per te Hakkai!- replicò il rosso, avvicinandosi zoppicando.
-Ehi kappa, ti vedo zoppo.- scherzò il demone dagli occhi dorati.
-Brutta scimmia! Vieni qua! Ti faccio vedere io chi…-
Prima che il bonzo dai freddi occhi viola potesse intervenire con il suo fidato ventaglio, il battibecco dei due fu interrotto da un urlo poco distante.

I tre esseri armati di scimitarra fremevano per la frustrazione. Il loro avversario era sfuggevole come il vento e in più di un’occasione era riuscito a coglierli in fallo. Dopo aver ridotto in frantumi le loro lame, si preparò per l’ultima mossa.
-Sancta!- urlò re Topolino e bianche sfere di luce circondarono i tre sfortunati avversari, conducendoli nell’oblio da cui erano venuti.
Il custode della Catena Nobile sospirò stancamente e, dopo aver usato una pozione su di sé, corse in aiuto dei suoi amici.
Paperino e Pippo continuavano la lotta contro il quarto di quegli esseri demoniaci, impegnandosi al massimo delle loro forze. Erano consapevoli del fatto di essere inferiori al loro avversario, ma non demorsero e utilizzarono una strategia di cui andavano fieri: l’improvvisazione. A seconda della situazione in cui si trovavano organizzavano l’attacco successivo e lo facevano tramite sguardi. Si capivano alla perfezione solo guardandosi, grazie ai tanti anni passati l'uno al fianco dell'altro.
-Reflex!- urlò il mago per proteggere se stesso e Pippo da un fendente del nemico.
Il demonio non si arrese e dopo essersi alzato in volo, si gettò in picchiata contro i suoi nemici.
Sguardo d’intesa tra i due e tutto ebbe inizio.
Il cavaliere si preparò a ricevere l’avversario e Paperino si mise alle sue spalle. Il contraccolpo fu violento ma Pippo era dotato della forza e della resistenza necessarie a respingere la creatura e spedirla a terra.
-Stopga!-
Lanciata la magia, l’essere nero non si mosse più.
-Paperino! Pippo!-
-Vostra Maestà!- dissero i due ad una voce.
-Pronti per il colpo finale?- chiese Topolino.
-Come sempre Maestà!- rispose il mago, puntando lo scettro sul nemico immobile.
Pippo fece lo stesso, preparando il suo scudo.
-Molto bene.- il re puntò il keyblade sul demone. -Sancta!-
-Thundaga!- urlò Paperino.
Il cavaliere caricò il braccio all’indietro, dopodiché lanciò il suo scudo contro l’avversario, che dopo esser stato colpito dalla magia sacra e i fulmini, lo colpì esattamente alla base del collo. Prima, però, che il suo capo potesse raggiungere la sabbia del terreno, egli scomparve divenendo polvere.
Non ebbero il tempo di esultare per il loro successo perché un urlo attirò la loro attenzione e quella degli altri guerrieri.

Il demone urlò tutto il suo dolore per la perdita dell’arto.
Jessie ancora scossa dal contraccolpo non riuscì ad evitare che gli artigli del nemico le affondassero nella gamba destra, ma non si piegò al dolore e, dopo aver lasciato l’Artiglio della Notte ad occuparsi della lama che aveva sopra la testa, la Via del Tramonto andò a recidere l’arto possessore di quegli artigli. Il demone fuggì all’indietro rabbioso.
Sangue violaceo colorò la sabbia del deserto che faceva da campo di battaglia.
-Mi dispiace amico…- cominciò la ragazza con un’amara risata. -Ma la gamba mi serve, non posso dire lo stesso di te e del tuo braccio.-
I keyblade scomparvero e la custode afferrò il braccio ancora attaccato alla sua gamba e con un colpo deciso lo tolse.
Sangue scarlatto si mescolò a quello del demone.
-E ora che ne dici di mettere la parola fine a questo scontro?-
Le due chiavi riapparvero nelle mani della ragazza che con un solo balzo eliminò la distanza che la separava dall’avversario.
Lo sorpassò con la stessa velocità di una battito di ciglia.
Mentre Jessie si alzava, l’essere infernale s’inginocchiava e spariva tornando alle tenebre che l’avevano generato.
La custode sospirò e fece scomparire le sue armi, dopodiché si voltò verso i due demoni che avevano assistito allo scontro.
-Sei soddisfatto?- chiese al principe dei demoni.
-Le nostre truppe hanno fatto il loro dovere. Ci ritiriamo. Genjo Sanzo! Guardati le spalle, il tuo sutra è sempre un nostro obiettivo.-
Il demone dai capelli vermigli incrociò lo sguardo ametista del bonzo, dopodiché si girò e se ne andò seguito da Dokugakuji.
La ragazza si voltò e sorrise, vedendo il ragazzo dai capelli d’argento che correva verso di lei.
-Jessie!- chiamò Riku, seguito da tutto il gruppo.
-Come stai?- le chiese una volta che l’ebbe raggiunta.
-Bene… Sono ancora viva… Ridotta male, ma viva…-
L’argenteo sorrise a quelle parole, ma si spense quando lo sguardo cadde sulla macchia scura che si allargava secondo dopo secondo sulla gamba della castana.
Jessie non ebbe nemmeno il tempo di elaborare un pensiero che si ritrovò tra le braccia del compagno.
-Riku, mettimi giù, posso camminare.- affermò lei.
Il ragazzo non rispose e cominciò a camminare in direzione della gummiship, affiancato dagli amici.
-Riku, non sto scherzando, mettimi giù.-
-No.- rispose lui secco.
-Perché?-
-Perché sei ferita, stai sanguinando e non devi affaticarti.-
-Uffa…-
La ragazza mise il broncio e incrociò le braccia, scatenando una risata generale, che si tramutò in silenzio dopo una gelida occhiata delle iridi color nocciola.
La nave era vicina, ma qualcosa risvegliò l’attenzione della custode della Via del Tramonto e del gruppo di Sanzo.
-Riku, fermati.-
L’argenteo si bloccò all’istante. Il tono usato dalla compagna non gli piaceva affatto. Dopo un attimo cominciò a sentire anche lui qualcosa di diverso nell’aria che li circondava. Una sensazione già provata e ricordò anche dove.
-L’hai riconosciuto?- chiese, infatti, Jessie.
-Homura!- urlò il bonzo. -Sarebbe ora di uscire non credi?-
Alla richiesta, tre figure apparvero dal nulla.
Zenon, Shien e colui che aveva nome Homura.
Corti capelli neri, occhio destro d’oro, mentre il sinistro azzurro. Coperto da un chimono viola e rosso, il principe Dio della guerra sorrideva divertito alle persone che aveva davanti.
-E così ci incontriamo di nuovo Konzen. Sei stato bravo a capire che ero nelle vicinanze, ma vedo che anche due persone del gruppo che accompagna il tuo se ne sono accorte.-
-Nicole e Rob.- iniziò Zenon. -O meglio, Jessie e Riku.-
-Sai com’è, avevamo bisogno di una copertura.- spiegò la ragazza con tranquillità. -Neanche tu ci hai rivelato che tu e il tuo compagno siete divinità. Si può dire che siamo pari.-
-Credo che tu abbia ragione.- ammise il dio dalla chioma arancione con un sorriso.
-Vi è piaciuto lo spettacolo?- chiese poi.
-Vuoi dire che ti eri accorta di noi?- domandò Homura sinceramente colpito.
-La vostra presenza non passa di certo inosservata. Presenze auree che si portano dietro l’odore dei fiori di ciliegio. Difficile non notarlo in mezzo ad un arido deserto.-
Tutti rimasero stupiti dalle parole della ragazza, che nel frattempo era riuscita a scendere dalle braccia del compagno.
-I miei complimenti.- disse il Dio dai capeli corvini. -Poche persone sono in grado di avvertire la nostra presenza così a fondo. A questo punto ti chiedo, perché non sei intervenuta prima?-
-Intendi poco fa? Non ho avvertito alcuna minaccia, quindi ho preferito starmene zitta.-
Homura rise. -Sei una ragazza intelligente, ti sei meritata il mio rispetto. Konzen.- cominciò, fissando le ametiste del bonzo. -Come ben sai, a me piace vincere lealmente, quindi per oggi ci ritiriamo. Alla prossima!-
-Tsk!-
Dopo il commento del biondo i tre se ne andarono da dove erano venuti, svanendo senza lasciare traccia.
-Possiamo andare ora?- chiese seccato Sanzo.
-Che fretta c’è?- chiese Marluxia, comparendo dal nulla.


Spero che i nemici vi siano piaciuti e che lo scontro vi abbia entusiasmati! ^^ Tutto sembrava risolto, ma Marluxia ha fatto la sua improvvisa apparizione... Perché? Cosa accadrà? Tutto questo nel prossimo capitolo!
See ya!

*Piccola guida per chi non conosce Saiyuki: le armi di cui parlo sono quelle del gruppo di Sanzo: Hakkai usa l'energia (ki), un pò come in dragon ball, Goku usa un bastone che si allunga e accorcia secondo la sua volontà, anche questo come in dragon ball, Sanzo, come si è detto, usa una pistola a sei colpi chiamata shoreijyu, mentre Gojyo usa una lancia a doppia punta, e una delle due sommità è formata da una mezza luna che può essere lanciata perché legata a una catena.
Gojyo inoltre, l'ho chiamato "figlio del tabù" perché è nato dall'unione proibita di un demone con una donna umana.



Angolo Recensioni

Deby92: Sono contenta che la coppia Riku-Jessie ti piaccia.. vedrai cosa non combineranno quei due kukuku... Due capitoli? Posso provarci, vedo se riesco ad aggiornare stasera! questa parte della tua recensione mi lascia così °-° Ti piace così tanto la fic che vuoi leggere due capitoli di fila? Sono commossa ç___ç *abbraffa deby* Ciau!!!

LightRoxas: Ecco, questo è il tipico capitolo "scazzotta e sbrana" xD e anche quello dopo! xD Mi fa piacere che le scene romantiche ti piacciano... soprattutto non yaoi?! °-° Allora all'altra fic non ci sopravvivi xD Comunque non preoccuparti, mi basta sapere che sei tornato, non c'è bisogno che ti uccidi xD Bye!!!

My Pride: Eggià u.u Ti sei dimenticata di recensire... ma sei perdonata, quindi non ucciderti u.u *coccola* Giusto perché sei in carenza di coccole e perché tivibì! ^^ Spero che questo chap ti sia piaciuto! <3


Ovviamente un grazie grande grande (sei grande grande, solamente tu sei grande! Solamente tu! NdMina ...Oook...NdFly) a tutti quelli che si limitano a leggere! Vi adoVo!!! Bye!!!!

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Capitolo 22
*** Capitolo 22: Seiten Taisei ***


Buonsalve miei carissimi lettori e lettrici u.u Scusate il ritardo, ma ho avuto dei problemi con il pc e anche in altri ambiti... Eccomi con un nuovo capitolo! Il penultimo ambientato nel mondo di Saiyuki! Dal prossimo si cambia scena! *comincia a preparare la nuova scenografia, impartendo ordini al suo banditore* Ma non siamo qui a mettere lo smalto ai pinguini! The show must go on! Buona lettura!!!


Capitolo 22: Seiten Taisei
-Marluxia!- esclamò Sora, affiancando Riku.
-Cosa vuoi ancora?- chiese l’argenteo.
-Mi annoiavo, allora ho pensato: perché non andare a fare una visitina ai miei custodi preferiti?- rispose il Ritornante con un lungo sorriso. -Che ne dite, giochiamo un po’ insieme?- aggiunse, evocando la sua falce.
Il nero della lama riluceva ai caldi raggi del sole.
I custodi evocarono le loro armi. Non un’ombra di timore si leggeva sui loro volti, anche se stanchi erano pronti a combattere.
-Jessie, sei sicura di farcela?- domandò il custode dell'Alba.
-Non preoccuparti, è tutto a posto.- rispose la ragazza fredda.
-Possiamo unirci a voi?- chiese Goku, affiancando la custode della Via del Tramonto.
-Questo tipo è pericoloso, non dovreste.-
-Tranquilla, sappiamo badare a noi stessi!- esclamò Gojyo, dopo aver avvolto la gamba con la fascia che portava sulla fronte.
-Inoltre, voi vi siete battuti contro il principe Kougaiji, che è nostro nemico. Dobbiamo rendere il favore, giusto Sanzo?- aggiunse Hakkai, con il solito sorriso gentile dipinto sul viso.
-Fate un po’ come vi pare.- rispose il bonzo, ricaricando la sua shoreijyu.
-Ma sì…- cominciò il Leggiadro Sicario. -Falli restare. Mi divertirò di più.- disse, mentre il suo sorriso diveniva un ghigno sinistro.
-Tra poco non riderai più!- esclamò il demone eretico, impugnando il suo bastone e lanciandosi all’attacco.
Il nyoibo si scontrò con la lunga falce, producendo scintille e un secco rumore metallico, che riecheggiò nel silenzio del vuoto deserto.
-Ma come siamo precipitosi! Se avevi così tanta voglia di giocare bastava che lo dicessi…-
Il rosato sorrise malvagio e poi scomparve.
-Goku fai attenzione!- lo avvisò Jessie. -Non distrarti!-
Il demone dagli occhi dorati non riusciva più a percepire la presenza di quello strano individuo. -Ragazzi, secondo me se n’è andato.-
-No…- iniziò Riku. -E’ ancora qui. Lo sento.- lo sguardo degli occhi acquamarina si spostava da destra a sinistra con nervosismo crescente.
-Cerchiamo di mantenere la calma. Presto si farà vivo.- disse Topolino, alzando la guardia.
Un silenzio irreale calò tra i presenti, anche il vento aveva smesso di soffiare e la tensione era così alta da essere palpabile.
-Cos’è questo odore?- chiese Goku, annusando l’aria. -Rose?-
-Ma che succede?!- esclamò allarmato il demone dagli occhi rossi. -Non riesco più a muovermi!-
-Nemmeno io!- aggiunse Kairi.
Nessuno riusciva più a muovere un muscolo.
-Marluxia!- chiamò l'argenteo con rabbia. -E’ opera tua, vero?!-
-Bravo Riku…- disse, apparendo in mezzo ai ragazzi e avvicinandosi a Jessie. -Custode del Tramonto, ti avevo detto che ci saremmo rivisti.- le sussurrò all’orecchio, mentre le accarezzava lentamente una guancia.
-Non toccarmi.- sentenziò la ragazza, rabbrividendo.
-Perché? Hai paura di me?- chiese, continuando a muovere le dita. -Non devi…-
-Smettila.- un altro brivido percorse il suo corpo.
-Tutto questo lo faccio per te… per farti migliorare…-
Il Ritornante si spostò in un attimo alle spalle del demone dagli occhi dorati e mise la mano destra sul diadema d’oro che il ragazzino portava sulla fronte.
-Chi mi sa dire cosa succede se tolgo questo bel diadema?- chiese con un ghigno beffardo.
-Non osare toccarmi con le tue luride mani!- imprecò Goku.
Il rosato ignorò le parole della sua vittima e in un istante il gioiello finì in frantumi. -Buon divertimento!- esclamò prima di andarsene come era venuto.
Tutti poterono muoversi e il demone dalla chioma castana s’inginocchiò a terra, tenendosi la testa con le mani, mentre sul suo viso si dipingeva un'espressione sofferente.
-Oh no!- urlò Hakkai.
-Accidenti a quel maledetto! Adesso sì che siamo nei guai.- aggiunse Gojyo.
-Perché?- chiese Pippo.
L’urlo agghiacciante del demone dagli occhi dorati attirò l’attenzione di tutti e l’inizio della sua trasformazione stupì i guerrieri della Luce.
Le unghie divennero artigli affilati, i capelli si allungarono e scivolarono lungo la schiena dell’itan, le orecchie divennero a punta, un ghigno di follia si allungò sul suo volto e le pupille si ridussero a due lunghe fessure dall'aspetto sinistro.
-Ma cosa sta succedendo?!- domandò allarmato il re.
-Se Goku viene privato del diadema si trasforma, mostrando la sua vera natura. Seiten Taisei.- spiegò il demone dagli occhi di giada.
-Quello che abbiamo davanti è un mostro sanguinario, ma è pur sempre Goku.- aggiunse il demone dai capelli rossi. -Ehi, bonzo corrotto! Finalmente farai qualcosa anche tu!-
Il caricatore della pistola scattò. -Hai detto qualcosa?- chiese seccato.
-No, niente.-
-Non c’è un modo per farlo tornare come prima?- chiese Sora.
-Sì, ma è più facile a dirsi che a farsi.- disse Hakkai. -Dobbiamo riuscire a tenerlo fermo il tempo sufficiente perché Sanzo riesca a rimettergli il diadema.-
-Diamoci da fare allora!- esclamò Paperino, impugnando lo scettro.
Seiten guardò tutti coloro che aveva di fronte. Li fissò uno ad uno, muto e immobile, finché il suo sguardo si fermò sul custode dai capelli d’argento. Dopo aver allungato nuovamente il suo sorriso si lanciò contro il suo obiettivo.
-Riku attento!- urlò Jessie, vedendo che il demone correva verso il ragazzo.
L’argenteo si mise in guardia, ma all’improvviso il suo assalitore scomparve.
-Dov’è finito?- si chiese il Maestro del keyblade.
In meno di un secondo il keyblader si ritrovò parecchi metri lontano dai suoi amici, schiena a terra e il demone dagli occhi d’oro seduto su di lui.
-La sua velocità è aumentata ancora!- esclamò Gojyo, correndo verso i due ragazzi, seguito da Hakkai, Sora, Jessie, Kairi e Paperino.
Il custode della Via per l’Alba intanto era riuscito a bloccare il nemico per i polsi e con una certa difficoltà cercava di tenergli testa.
-Ora sei in mano mia.- disse con sicurezza, ma quest'ultima vacillò in pochi istanti.
Il demone ghignò divertito, dopodiché si chinò velocemente sulla sua vittima e gli morse la spalla, affondando i canini in profondità.
Il giovane gemette di dolore e provò a muovere le gambe, ma esse erano trattenute dalla presa ferrea di quelle dell’itan. Serrò gli occhi ad una nuova scarica di dolore: Seiten aveva conficcato gli artigli nelle sue mani.
Con un colpo di shakujyo il demone fu allontanato. -Sempre a mordere tu, eh? Ancora non hai perso quel brutto vizio.- disse Gojyo, mettendosi fra l’argenteo e il suo avversario. -Tutto a posto lì dietro?-
-Signor Riku, come si sente?- chiese Hakkai, osservando le ferite ancora sanguinanti.
-Insomma…- disse il ragazzo, guardandosi le mani. -Credo di essermela cavata con poco, giusto?-
-Direi di sì.-
-Paperino…- chiamò Jessie. -Prima ho visto che hai usato una magia per bloccare il tuo avversario.-
-Ma certo!- esclamò Sora. -Possiamo usare la magia Stop per fermarlo!-
-Bene. Kairi, tu la conosci la magia?- domandò la custode dai lunghi capelli castani.
-Purtroppo no.- rispose la rossa dispiaciuta.
-Te la senti di aiutarmi a distrarlo?-
Gli occhi blu mare della ragazza brillarono di decisione. -Certo.-
-Ci sono anch’io.- intervenne Riku, impugnando il suo keyblade.
-Io resterò qui in caso di bisogno.- disse Hakkai.
La castana annuì. -Andiamo allora.-
I tre custodi corsero accanto al figlio della proibizione e gli spiegarono il piano.
-Sembra una buona idea. Dobbiamo stare attenti però, non sarà facile intrattenere quella furia.- affermò il demone dagli occhi scarlatti.
-Dobbiamo riuscirci.- sentenziò la ragazza dagli occhi color nocciola, partendo all’attacco contro il demone.
Seiten sorrise e corse incontro alla sua nuova avversaria.
La lama della Via del Tramonto parava ogni tentativo degli artigli dell’itan di farsi strada e con il braccio sinistro la custode fermava eventuali calci o pugni. Jessie rispondeva caricando dei potenti calci con la gamba sana, ma non tutti andavano a segno.
Poco dopo Kairi giunse in suo aiuto, lanciando il suo keyblade fiorito contro l’avversario della compagna, facendolo allontanare di qualche passo.
Riku e Gojyo corsero al fianco della custode dai lunghi capelli castani e attaccarono.
La Via per l’Alba e la Via del Tramonto sfrecciarono una accanto all’altra e colpirono duramente il demone dagli occhi d’oro, che fu poi immobilizzato dalla catena della shakujyo.
-Ora!- urlò Jessie, mentre il suo keyblade riappariva nella sua mano.
Il custode della Catena Regale e il mago di corte si scambiarono uno sguardo d’intesa e alzarono le loro armi verso il cielo. -Stopga!-
La magia mostrò immediatamente i suoi effetti. La catena dell’arma di Gojyo si ritirò e Seiten sgranò gli occhi e ringhiò, furente per il fatto di essere bloccato da qualcosa che non poteva vedere.
-Ce l’abbiamo fatta!- esclamò la principessa della Luce.
Il custode dai capelli castani e Paperino si diedero il cinque e raggiunsero gli amici, come fecero Sanzo, Topolino, Pippo e Hakkai.
-Sanzo ora tocca a te.- disse il demone dagli occhi gentili.
Il bonzo fece per avvicinarsi, ma si bloccò quando vide che l’itan aveva ricominciato a muoversi.
-Come può muoversi?!- chiese allibito Riku.
-La magia non ha effetto su di lui…- affermò il re. -E’ troppo potente.-
Tutti si misero in guardia, ma il demone dagli occhi dorati aveva già trovato il suo obiettivo. Scomparve e riapparve in meno di un secondo alle spalle della custode dagli occhi blu, che si accorse troppo tardi della sua presenza. -Kairi! Attenta!-
La ragazza fu spinta a terra e sangue caldo le bagnò il braccio e il viso. Quando rialzò lo sguardo la paura si dipinse sul suo volto.
-Sora!-
Il ragazzo aveva un braccio alzato, in difesa del capo, e gli artigli di Seiten conficcati nella carne. Il demone ritirò con forza la mano e saltò all’indietro, leccandosi con gusto le dita sporche di liquido scarlatto.
-Sanzo…- chiamò la custode della Via del Tramonto. -Tieniti pronto.-
Un deciso sguardo nocciola incrociò due fredde ametiste e la ragazza, alzato il cappuccio, scattò in direzione dell’avversario.
-Chiudete gli occhi!- urlò dopo aver assestato un potente calcio al viso dell’itan, colto di sorpresa dall'azione repentina. Tutti obbedirono senza fare domande.
-Luce!-
Nella mano della custode una calda e perfetta sfera bianca, rilasciò la sua accecante luce per parecchi metri di distanza.
Quando essa si spense, i presenti riaprirono gli occhi e videro il demone che arretrava lentamente coprendosi il volto con le mani, reso momentaneamente cieco dall'intensa luminosità del globo. Il monaco affiancò la custode e recitò il mantra sacro.
-Celeste Purificazione del Male!- urlò e il sutra sulle sue spalle circondò Seiten con le sue spire, bloccandolo in modo definitivo. Il giovane bonzo si avvicinò al demone e gli posò una mano sulla fronte.
Gli occhi dorati fissarono il viso di colui che aveva saputo mettere un freno alla sua furia. Timore e rispetto si dipinsero sul suo volto.
Un ultimo urlo di dolore e il diadema ricomparve intorno alla fronte di Goku, che tornò al suo normale aspetto e cadde privo di sensi tra le braccia del bonzo dai capelli di sole.

Tutti rimasero col fiato sospeso, osservando la calma che aveva ripreso possesso del loro compagno.
Poi un movimento improvviso alle spalle del monaco attirò l’attenzione dei presenti.
La custode dai lunghi capelli castani era a terra apparentemente priva di sensi e una pozza di sangue scarlatto si allargava lentamente ai suoi piedi.
Riku e Hakkai furono i primi a raggiungerla. Il custode la voltò e la paura strinse il suo cuore quando vide il pallore sul volto della ragazza, che aveva gli occhi socchiusi e il respiro debole.
-Jessie, mi senti?- chiese l’argenteo, scuotendo leggermente l'amica, che annuì piano.
-Ha perso troppo sangue…- intervenne il demone dagli occhi di giada, mentre alzava la stoffa dei pantaloni della custode rivelando cinque profonde ferite. -Cercherò di fermare l’emorragia con il potere che mi resta…-
Hakkai portò le mani sulle lesioni e concentrò la sua energia su di esse.
Lentamente il sangue smise di fuoriuscire e le ferite divennero dei leggeri tagli.
-Non sono riuscito a richiuderle del tutto, ma almeno possiamo stare tranquilli…- sospirò quando ebbe terminato.
-Mi dispiace… che tu abbia dovuto usare le tue ultime energie per me…- disse la ragazza, incontrando le iridi del demone. -Comunque… grazie… mi sdebiterò…-
-Non si preoccupi signorina Jessie, l’ho fatto con piacere.-
-Hakkai… dammi del tu per favore…-
-Va bene.- l’immancabile sorriso del bruno contagiò la custode, che sorrise a sua volta.
-Che ne dite se ora torniamo alla nave?- propose Topolino. -Anche voi quattro, non siete nelle condizioni di viaggiare. Vi fermerete da noi.-
-Sono spiacente, ma non possiamo.- rispose il bonzo con freddezza. -Abbiamo già perso troppo tempo.-
-Insisto.- replicò il re. -Non vi conviene rimettervi in marcia, siete troppo stanchi. E poi la fretta non porta da nessuna parte.-
-Eddai Sanzo, il castello di Hotou non scappa mica.- intervenne il demone dagli occhi rossi, mettendo una mano sulla spalla del monaco.
-Gojyo ha ragione…- rincarò il demone gentile. -Inoltre, io sono convinto che anche i nostri nemici dovranno riprendersi dalle perdite subite.-
-Fate un po’ come vi pare.- sibilò il biondo. -Ehi tu…- iniziò rivolto al demone dai capelli rossi. -Cosa aspetti a levarmi quella mano di dosso? Preferisci che ci pensi io?-
Il rosso tolse immediatamente la mano dalla spalla del compagno di viaggio come se si fosse scottato. -Ma quanto sei scorbutico…-

Click!

-Ripeti un po’?- domandò ironico l'altro puntando la sua pistola contro il compagno.
I custodi, Paperino e Pippo guardavano curiosi quella scena, mentre Hakkai con il suo solito sorriso chiedeva ai due di calmarsi.
Tra i sorrisi e i battibecchi dei due compagni, la situazione tornò alla tranquillità e i due gruppi fecero ritorno alla gummiship per recuperare le energie perdute.


Spero vi sia piaciuto! L'apparizione di Marluxia è stata minima, ma più avanti si rifarà! u.u
See ya!

Piccola guida per chi non conosce Saiyuki: Seiten Taisei, come si è detto, è la forma che mostra Goku, demone eretico (riconoscibile dagli occhi dorati), quando viene privato del suo diadema, che funge da dispositivo di controllo del potere maligno.



Angolo Recensioni

KingMickey: E' un piacere trovarti anche qui kinguccia bella ^^ Con Riku sto facendo un lavoro sublime, lo so xD Non che ci voglia molto, lui è già figo e io mi limito a evidenziare questa sua caratteristica u.u Sono contenta che la fic continui a piacerti e sono onorata del fatto che tu voglia farmi una statua xD Ciao kinguccia e grazie del commento!! ;3

My Pride: E così giunsi a commentare in orario xD *applauso* Eccoti il tuo applauso ^^ *porge shoreijyu* Prego fai quello che vuoi u.u Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo ^^ Alla prossima!!! <3

Deby92: Scusami, ma questa settimana sono riuscita a malapena ad aggiornare oggi, vedrò il prossimo week end! ^^ Marluxia è arrivato, ha fatto danni e se n'è andato di nuovo xD Spero che ti sia piaciuto anche questo chappolo ^^ Ciauuuuu!!!!


Sono di fretta stasera quindi non mi dilungo in cretinate u.u Un grazie e un abbraccio grandi grandi a Tokio per aver messo la fic tra i preferiti, spero che un giorno mi lascerai un commentino ^^ E un grazie anche a tutti quelli che si limitano a leggere!!! Bye!!!!

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Capitolo 23
*** Capitolo 23: Partenza ***


*si prostra ai piedi dei lettori* Perdonatemi!!!! ç.ç Vi chiedo umilmente perdono!! Settimana scorsa non sono riuscita ad aggiornare per vari motivi ed è per questo che metterò ben due capitoli oggi e uno domani se riesco... Mi perdonate vero? ç.ç (Non lo faranno mai..NdBanditore Ma cosa vuoi tu?!NdFly)
Con questo capitolo si chiude il mondo di Saiyuki e si aprono le porte per un nuovo viaggio tra le stelle! Cosa capiterà ai nostri eroi? Buona lettura!!

ps: scusate per il cambio nella grandezza di scrittura, ma ho iniziato a usare il programma per i codici html, spero che non vi dia fastidio, ma se così dovesse essere fatemelo sapere ^^

Capitolo 23: Partenza
La mattina seguente il gruppo di Sanzo era pronto per riprendere il lungo viaggio verso Ovest.
-Grazie ancora per aver curato le nostre ferite con la vostra magia signor Paperino.- disse Hakkai.
-Di nulla!-
-Ripartite anche voi?- chiese Goku ai ragazzi.
-Non ancora purtroppo…- sospirò Jessie.
-Dove possiamo trovare quella serratura?!- domandò il Maestro del keyblade a se stesso, ma ad alta voce.
-Serratura?- chiesero i tre demoni all’unisono.
-Sora!- urlarono invece i compagni del ragazzo.
-Non l’ho fatto apposta!- si scusò il castano. -Mi dispiace!-
Stavano per saltargli addosso e distruggerlo quando il sutra del Cielo Demoniaco s’illuminò e iniziò a levitare sopra le loro teste.
-Ma cosa sta succedendo?!- sbottò Sanzo, alzandosi in piedi dal sedile della jeep, frustrato per il fatto che l'oggetto si fosse mosso senza il suo volere.
Il sacro rotolo s’illuminò ancora più intensamente e un raggio partì da esso per fermarsi nel cielo dove comparve una grande serratura luminosa.
-E’ lei!- urlarono il mago e il cavaliere.
-Tocca a me!- esclamò Sora, evocando la Catena Regale.
Il ragazzo puntò la chiave sulla serratura e dopo che un nuovo raggio, partito dall’arma, la colpì essa scomparve, come se non fosse mai esistita, e il sutra fece ritorno sulle spalle di uno stupito e sorpreso bonzo.
-E quella roba che diavolo era?- domandò il demone dagli occhi rossi.
-La serratura che conduce al cuore di questo mondo.- rispose Topolino. -Ora che è stata sigillata, possiamo ripartire anche noi.-
-Buon viaggio!- dissero in coro i tre demoni, salendo sulla loro jeep.
-Buon viaggio anche a voi!-
-E grazie ancora per la foto!- ringraziò la custode dai capelli castani con un sorriso mentre teneva una foto tra le mani.
-Di nulla! È stato un piacere posare per te!- rispose il rosso mezzo demone, salutando con la mano mentre la jeep partiva a tutta velocità.
Dopo quest’ultimo scambio di saluti, i guerrieri della Luce osservarono la vettura verde che correva verso il lontano Ovest.

-Ehi scimmia! Resta nel tuo spazio!- inveì Gojyo.
-Ma che cosa vuoi kappa pervertito! Sei tu che ti stai allargando troppo!- replicò Goku.
-Come osi rispondere così a qualcuno più grande di te? Vuoi prenderle stupida scimmia col cervello nello stomaco?!-
-Non chiamarmi scimmia, scarafaggio rosso di un kappa!-
Una vena iniziò a pulsare sulla fronte di Sanzo, che impugnò la sua pistola e iniziò a sparare dei colpi in direzione dei due compagni di viaggio, evitandoli forse per voler proprio, forse per la grazia di una qualche divinità.
-Smettetela razza di idioti o vi ammazzo seduta stante!- urlò il biondo monaco.
-Ah, che pace!- esclamò Hakkai, continuando a guidare come se nulla fosse.
Il gruppo di viaggiatori spaziali li osservò da lontano e cominciarono tutti a ridere di gusto a quella scena.

Quando si calmarono decisero di rientrare e prepararsi alla partenza.
-Maestà!- chiamò Jessie.
-Dimmi.-
-Posso usare la radio?-
-Certo, fai pure!-
-Grazie!-
La ragazza accese contenta la radio, seguita dagli sguardi incuriositi dei compagni di avventura.
-Allora… Le coordinate erano 1145fts785…- disse impostando il codice per contattare l'amica sulla Terra. -Ora vediamo se funziona…-
E in effetti, dalla radio cominciò ad uscire la voce dell’amica della custode.
-Dai Axel… Smettila! Stai fermo un attimo…-
Le facce dei presenti sbiancarono di colpo.
-Ehi Andrea…- la chiamò disperata l’amica dagli occhi nocciola.
-Axel… Smettila subito di fare… Ah! Ah! Ah!… Scemo!-
Jessie si attaccò al microfono ancora più disperata. -Andrea! Mi senti?!-
-Ma cos…- disse la ragazza che finalmente riuscì a sentire una voce proveniente dalla radio. -Jessie… Sei tu?!-
-Ma va?-
-Jessie! Finalmente ti fai sentire!! Ero così in pensiero per te… Tutto bene? Dove siete ora? C’è qualche ferito? In che mondo siete capitati? C’è qualche mostro orribile?- iniziò l’altra, urlando tutta eccitata.
-Andrea… Calmati e rispondi prima ad una mia domanda… Che ci fa Axel a casa tua?-
La giovane diventò rossa di colpo, e ringraziò il cielo che l’amica non la potesse vedere. Infatti la biondina a raccontare le bugie non era proprio capace perché i suoi grandi occhioni azzurri la fregavano sempre.
-Ehm… Diciamo che dal momento che non riusciva a raggiungervi, ogni tanto passa a trovare me…- concluse forse un po’ troppo titubante.
-E che diavolo stavate facendo prima?!- chiese la custode con un tono leggermente seccato, ma con l’aria di chi immagina già la risposta.
-Prima… Bè, ecco… Mi stava facendo il solletico e tu sai che io non resisto…-
-Sì, adesso si chiama solletico…-
-Ciao ragazzi!- intervenne Axel vivacemente.
-Jessie, ti proibisco di pensare male! Maliziosa di una ragazza…- sospirò Andrea.
-Bè… Veramente qui saremmo maliziosi tutti, dato che vi ha sentito l’equipaggio al completo… E poi non puoi spegnerla la radio quando non la usi?!-
Andrea, se possibile diventò ancora più rossa. -Sei libera di non credermi… E la radio la lascio accesa sempre perché non so quando mi chiamerai…-
-Ma almeno spegni il microfono esterno… Non vorremmo sentire altro…- replicò divertita la custode dagli occhi nocciola.
-Ok… Lo sai che sono una frana con ‘sti aggeggi! Ma insomma, come va il viaggio?-
-Tutto bene. Abbiamo appena chiuso la serratura del primo mondo… E’ successo un macello per colpa di Marluxia, ma siamo riusciti a risolvere tutto…-
-Marluxia?! Quello strano tipo con i capelli rosa?!- chiese Andrea, pensando a quanto era orribile quel colore.
-Si è fatto vedere di nuovo?- chiese il Ritornante con voce preoccupata.
-Esatto… Adesso siamo in procinto di ripartire verso un altro mondo…-
-Wow… Che figata!-
-Andrea… So che questa domanda ha già trovato risposta dai versetti che abbiamo sentito prima, ma… Come va lo studio per gli esami?!- domandò divertita.
-Ah… Già… Bè, diciamo che più che altro mi sto concentrando sullo studio del colore rosso…- rispose l’amica ridendo. (Tesina sulla psicologia del colore)
-Sei un caso disperato…- sospirò, capendo il doppio senso. -Sapete già le date?-
-Yess… E io sono interrogata il 27 giugno… Che culo, non al mio compleanno… Così posso festeggiarlo alla grande, anche se senza di te non sarà la stessa cosa…- disse Andrea che nel frattempo fissava maliziosamente il rosso che aveva accanto.
-Tranquilla… E studia, che poi non dovrai più farlo… Almeno fino all’università!-
-Sì, sì… Ma Jessie, ti posso chiedere una cosa in privato?!-
I compagni di viaggio della ragazza capirono senza nemmeno bisogno di una sua parola, e uscirono dalla stanza in cui si trovava la radio, lasciandola sola.
-Dimmi… Sono sola…-
-Come va con Riku?- chiese a bruciapelo.
Fu il turno della custode di arrossire. -Ma come diavolo fa a sapere che è successo qualcosa?!- pensò.
-Bè… Diciamo che va bene… Ci siamo avvicinati molto e… La scorsa notte, ecco… Diciamo che ci siamo addormentati insieme e…-
-Avete dormito insieme?!- esclamò sorpresa l’amica.
-Sì, ma ci tengo a precisare che abbiamo SOLO dormito! E poi al risveglio lui mi ha baciato sulla guancia…-
-Che teneri…- commentò Axel, inserendosi nel discorso.
-Ma lui sta ascoltando tutto?!- domandò Jessie imbarazzata.
-Sì… Non mi fido a farlo girare da solo per casa… L’ultima volta ha quasi incenerito il mio delfino di peluches…-
-Ah… Capisco… Andrea, prima di chiudere voglio mandarti un fax. Perché la tua radio ce l’ha il fax, vero?-
-Sì! L’ho comprata apposta! Manda, manda!- incalzò la ragazza dalle iridi azzurre.
La custode prese la foto e la inserì nell’apparecchio. In breve, questa arrivò nelle mani della destinataria.
-Je! Cavoli... che bella foto... E com'è carino il moretto... Quello piccolino con gli occhi dorati... è dolcissimo!!!- esclamò tutta agitata. -Solo a guardarlo ti viene voglia di coccolarlo tutta notte al chiaro di luna!!!-
-Ehi piccola! Mi devo ingelosire?!- chiese il Ritornante leggermente spaventato all’idea di essere rimpiazzato con un ragazzino.
-Ma no! Lo sai che io ho occhi solo per te, Axel. A-X-E-L! Got it memorized?- rispose la ragazza, scoppiando a ridere, mentre il rosso ancora brontolava.
Jessie non trattenne una risata. -Vabbè, Andrea, ora devo lasciarti, ma ti prometto che ci sentiremo presto! Ciao e salutami tutti…-
-Ok, stai tranquilla… Mi raccomando, guarda che ti voglio rivedere tutta intera… E possibilmente non incinta, ok?!-
-Sei sempre la solita scema… Ciao, a presto!-
-Ciao Jessie!- risposero in coro i due ragazzi.
-“Ciao” cosa Axel?! Ti ricordo che tu devi venire qua!- esclamò la custode.
-Perché?- chiese lui.
-Perché Merlino mi sta aspettando a casa sua e tu sei l’unico che può portarmici!-
-Nooooo… Uffi!!! Axel, promettimi che torni presto, ok?!- fece la ragazza dagli occhi azzurri stringendo un braccio del ragazzo.
-Ok, ok… Jessie, saluto la dolcezza e arrivo subito, ok?-
-Va bene… Ma fai in fretta! Ciao!-
-Ciao!- risposero i due in coro mentre la comunicazione veniva chiusa da entrambe le parti.
-Quanta pazienza…- pensò la custode con un sospiro,
uscendo per tornare dai compagni, ma non fece in tempo ad aprire la porta che i quattro custodi, Paperino e Pippo finirono ai suoi piedi, uno sopra l'altro.
La ragazza sbatté un paio di volte le palpebre, come per accertarsi del fatto che tutti fossero realmente lì per terra e che non fosse frutto della sua immaginazione.
-Voi…- sibilò, alzando un pugno. -Io vi disintegro…-
I suoi occhi esprimevano tutta la sua rabbia e la voglia di ucciderli.
-Sparite dalla mia vista…- l’Artiglio della Notte comparve nella sua mano. -Se non volete finire male…-
I sei sfortunati tremarono di fronte a quello sguardo omicida e si dileguarono immediatamente: Paperino, Pippo e Topolino corsero in sala comandi, mentre Sora, Kairi e Riku filarono ognuno nella propria cabina.
Almeno, l'argenteo ci provò, ma non ci riuscì perché la ragazza lo prese per il collo della maglietta, trattenendolo.
-Noi due dobbiamo parlare.- disse fredda.
L'altro annuì e seguì la compagna, che si fermò quando passarono dalla sala comandi.
-Possiamo decollare.- annunciò, per poi proseguire verso la sua stanza.
Una volta che la porta fu chiusa alle spalle del ragazzo, Jessie andò a sedersi sul letto e l’argenteo rimase a guardare la sua schiena.
Un pericoloso e teso silenzio cadde tra i due e fu la ragazza ad interromperlo dopo quasi un minuto.
-Perché?-
-Eh?- Riku parve riprendersi dal torpore in cui era caduto.
-Perché mi hai fatto questo? Io mi fido di te, ma la fiducia è una cosa che si sviluppa e cresce soprattutto sulle piccole cose… Se mi è stato chiesto di restare sola, perché siete rimasti lì? Non vi fidate di me? Se è questo il motivo, posso comprenderlo benissimo.- affermò con amarezza e rassegnazione, abbassando lo sguardo sulle sue scarpe. -Non è la prima volta che mi capita
- pensò poi.
Il custode dell'Alba si avvicinò immediatamente alla ragazza. Si chiese come potesse anche solo pensarle certe cose.
-Jessie…- iniziò, prendendole le mani. -Noi ci fidiamo di te, non devi nemmeno pensarla una cosa del genere. Hai ragione, abbiamo sbagliato, non dovevamo permetterci di origliare. Perdonaci se puoi.-
La custode alzò gli occhi per incontrare quelli acquamarina del ragazzo.
Vi lesse preoccupazione, senso di colpa, dispiacere e una profonda tristezza. Incapace di reggere il confronto, voltò lo sguardo verso sinistra.
-Io… non so se…-
Non terminò la frase e spalancò gli occhi perché le labbra dell’argenteo si erano improvvisamente posate sulle sue.


Spero sia stato di vostro gradimento cari lettori!!!! Mi spiace che sia più corto degli altri, ma è necessario ai fini della storia. ^^ Cosa succederà ora? Jessie ammazzerà Riku? Gli salterà addosso? Cadrà a terra svenuta? Oppure inventate voi una quarta opzione xD Al prossimo capitolo!
See ya!!

E qui sotto i Saiyuki boys vi salutano!!!!



Angolo Recensioni

Deby92: Sono contenta che lo scontro ti sia piaciuto ^^ Spero che il colpo di scena alla fine ti abbia spiazzata e resa felice! xD Finalmente il bacio!!!!! Al prossimo chap!! Bye!!!



Grazie a tutti quelli che si limitano a leggere la fic e un grazie enorme a Sashy per averla messa tra le preferite! Vi adoVo tutti quanti!!! Al prossimo capitolo!!!!

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Capitolo 24
*** Capitolo 24: La profezia ***


Eccomi di nuovo!!!! Io mantengo sempre quello che dico u.u *poco distante il banditore si dimena legato e imbavagliato ad una sedia* Dunque, come avrà reagito Jessie al bacio improvviso di Riku? Vediamo! Buona lettura!!!


Capitolo 24: La profezia
Un varco di luce si aprì nella sala comandi della gummiship e un allegro e pimpante Axel salutò tutti.
-Ciao ragazzi!- esclamò, ma il suo entusiasmo si spense quando notò l’atmosfera tesa. -Ma che cosa è successo qua? È morto qualcuno per caso?- chiese, poi notò che mancavano due persone all’appello. -Dove sono Riku e Jessie?-
La tensione lasciò spazio alla depressione e Sora cominciò a spiegare cos’era accaduto pochi minuti prima.
-Oh oh…-
Questa fu la risposta del rosso, quando seppe che un indifeso Riku era in balia di un’arrabbiata Jessie.

Per la custode dagli occhi nocciola il tempo parve fermarsi in quell’istante.
Percepiva i sentimenti dell’argenteo molto più forti di quando aveva osservato le sue iridi acquamarina. Capì era pentito e la dolcezza di quel bacio, forse arrivato troppo in fretta, aumentava quella certezza.
Dopo una manciata di attimi che sembrarono un’eternità, il keyblader sciolse quel fugace contatto di labbra e riaprì gli occhi per scorgere stupore e una leggera nota di confusione sul viso lievemente arrossito della ragazza.
Un sorriso si dipinse sul suo volto tranquillo. -Mi perdoni adesso?-
Jessie si portò due dita alle labbra e poi guardò Riku. Un sorriso le venne spontaneo, ma un ghigno di perfidia risuonò nella sua mente. -Ora la paghi.- pensò.
-Facciamo così…- iniziò. -Adesso vado da Merlino, dal momento che Axel è qui fuori che mi aspetta, e intanto ci penso, ok?-
Il ragazzo rimase di sasso a quella risposta.
Vedendo che non reagiva, la custode gli alzò il volto, prendendolo da sotto il mento. -Se vuoi il mio perdono, devi sudartelo…- sussurrò al suo orecchio.
Dopodiché si alzò dal letto e uscì dalla stanza senza dire una parola in più, seguita quasi subito dal compagno.
-Axel! Possiamo partire quando vuoi!- esclamò avvicinandosi all'amico.
-Ok!- detto questo aprì un varco e dopo aver salutato tutti vi entrò.
-A presto!- disse la giovane, seguendo il Ritornante.
Il passaggio si chiuse alle sue spalle, evitando a chiunque dirle qualsiasi cosa.
Tutti i presenti fissarono il custode della Via per l’Alba, che inizialmente mostrava un viso sconvolto, ma che poi cominciò a ridere di gusto.
-Quella ragazza è una vera carogna…- disse, smettendo di ridere. -Ma è anche per questo che mi piace.-

Il passaggio luminoso si riaprì davanti alla porta della casa di Merlino.
-Mi hanno detto quello che è successo.- disse Axel. -Ma si può sapere cos’hai detto a Riku? Era a dir poco sconvolto quando siete usciti.-
-Segreto.- sorrise la custode, poi guardò avanti. -E’ qui che abita Merlino?-
-Sì, entriamo.-
Il rosso bussò e Leon andò ad aprire.
-Ah, sei tu!- poi spostò lo sguardo dietro al ragazzo. -E vedo che non sei solo! Entrate!-
Quando entrò Jessie cominciò a guardarsi intorno curiosa.
La casa era composta da un’unica larga stanza in cui prendevano posto un grande computer, una lavagna, un pericolante mucchio di libri, una credenza, una poltrona e un tavolino da tè sopra ad un rialzo.
Oltre a Leon c’erano Merlino, Cid, Demyx e una ragazza vestita con una maglietta nera, pantaloncini e stivali bianchi, con occhi e capelli color antracite, che aveva iniziato a fissarla con insistenza.
-Che c’è?- chiese.
La ragazza sorrise e le si avvicinò. -Nulla. Piacere, io sono la grande ninja Yuffie!-
-Piacere mio. Io sono Jessie.-
-Dunque…-
Il mago si fece avanti, lisciandosi la lunga barba bianca e iniziò a far scorrere lo sguardo sul corpo della keyblader.
-Jessie, conosci già qualche magia?-
La castana annuì e fece una lista completa al vecchio mago che, come tutti i presenti, sgranò gli occhi all’udire quante magie aveva imparato.
-Conosci anche le magie Luce e Buio?!- domandò sorpreso.
-E’ un male forse?- chiese lei di rimando preoccupata.
-Assolutamente no! Mi chiedevo solo come hai fatto ad ottenerle.- chiarì.
-Come ho fatto per le altre magie. In pratica…-
Non potè continuare perché un allarme prese a suonare incessantemente.
-Cosa succede?- chiese il gunblader, avvicinandosi al computer dove Cid stava lavorando.
-E’ il meccanismo di difesa! Gli Heartless e i Nessuno sono qua fuori!-
-Avranno percepito la mia presenza…- intervenne la custode, voltandosi verso la porta. -Dato che la causa sono io, risolverò io stessa il problema.-
Si alzò il cappuccio, aprì la porta e uscì, chiudendosela alle spalle.
-Ehi! Aspetta!- esclamarono Axel e Demyx, seguendola all’esterno.
-Cid, tu occupati del meccanismo di difesa!- disse Leon, correndo fuori dalla casa a Lionheart sguainato.
L’informatico annuì, girando sulla poltrona, e si mise all’opera, muovendo freneticamente le dita sulla tastiera del computer.
Quando il guerriero armato di gunblade raggiunse i compagni rimase di sasso.
Una quantità incalcolabile di creature bianche e nere si agitava nel borgo, come le onde del mare in tempesta, mentre altri aspettavano il loro turno sui tetti delle case, come avvoltoi in attesa di sfamarsi delle carogne.
-Ma quanti sono?!- esclamò il Notturno Melodico, facendo apparire il Sitar.
-Io direi troppi.- continuò il Soffio di Fiamme Danzanti, impugnando i suoi Chakram. -Facciamo pulizia?-
Lo sguardo divertito del Ritornante incontrò quello deciso della custode, trovando consenso. -Prima le signore.-
-Sempre galante, eh?- rise Jessie. -E va bene! Diamoci dentro!-
La Via del Tramonto e l’Artiglio della Notte comparvero nelle mani della loro padrona, che dopo pochi secondi si lanciò all’attacco contro i numerosi avversari, mietendo vittime ad ogni passo.
-Dem, è meglio se ci sbrighiamo, altrimenti a noi non rimarrà niente.- disse serio il rosso, buttandosi nella mischia, incendiando nemico su nemico.
Il numero IX sorrise e iniziò a suonare il suo strumento. Una canzone forte, adatta per un combattimento, riempì l’aria e nascose il rumore delle armi, frattanto bolle e getti d’acqua colpivano gli esseri appostati sui tetti.
Leon guardò divertito quei ragazzi impegnati in combattimento e poi si unì a loro.

***

Il mantello nero strisciava lento sul pavimento senza emettere suono. L’unico rumore erano i passi lenti e cadenzati che la donna muoveva all’interno della biblioteca del suo castello solitario, in quel mondo morto dimenticato da tutti. O almeno così credeva, prima dell’arrivo dei due Ritornanti.
Il vento del cambiamento soffiava forte alle porte del futuro e lei era entrata a far parte di quel cambiamento in prima persona.
Si fermò davanti ad una sezione della biblioteca. Quegli scaffali erano impolverati, forse più degli altri, perché i volumi che vi erano custoditi erano fonte di conoscenza sì importante e bramata, ma anche proibita e pericolosa. In essi, veniva narrato il passato, il presente lo seguiva tracciando il percorso per il futuro. Il futuro più vicino e quello più lontano, narrato con profezie scritte all’inizio dei tempi per mano di coloro che sono stati in grado di cogliere quelle parole nelle stelle, che brillavano nel cielo di un unico mondo.
La strega passò in rassegna ogni scaffale, finché non lo vide.
Un volume più piccolo rispetto agli altri, ma neanche troppo. Era la perfetta via di mezzo tra un volume grande ed uno piccolo, quasi a voler rispecchiare la natura del protagonista della profezia.
Con delicatezza lo accolse tra le sue braccia, come se potesse rompersi ad un tocco troppo pesante. Passò piano la mano sulla copertina rimuovendo lo spesso strato di polvere fino a rivelare un’immagine: il fuoco del tramonto in basso a sinistra, che pian piano veniva inghiottito dal gelo della notte che si spingeva verso l’angolo in alto a destra.
Lo voltò dall’altro lato, per vederne il retro, ma rise amaramente. Il retro era grigio. Un grigio molto tendente al nero.
-E così nemmeno questa stessa profezia conosce la sua fine…- pensò Malefica, aprendo il libro per andare a leggere il primo capitolo.

.: L’inizio :.

Quando il mondo cadrà,
Il sole, la luna e le altre stelle,
Dovranno dividere la loro luce
Per poter illuminare i frammenti
Di ciò che rimarrà.

Il Regno massimo si chiuderà
E le tenebre
Inizieranno la loro avanzata.

Piccole luci sopravvivranno
Al buio che minaccerà i loro cuori
E si uniranno in una preghiera
Al Regno supremo.

Il Regno massimo udirà le loro voci
E darà il potere della sua Luce
Ai cuori prescelti,
Donandogli le chiavi della speranza
Per rivelare la Luce nascosta di ogni frammento.

La strega leggeva, ma pensò di aver fatto un buco nell’acqua. Conosceva già quella parte della storia dell’universo, ma cosa accadde poi? La curiosità fece breccia in lei e proseguì nella lettura.

.: Secondo atto :.

L’Oscurità, in agguato nelle sue tenebre,
Tenterà di soggiogare la chiave della Luce,
Ma essa sarà troppo forte
E il buio cadrà.

Il Regno massimo darà vita a sette cuori puri,
Che si mostreranno solo alla chiave della Luce,
Per difendere la sacra serratura.

La chiave gemella accorrerà in aiuto,
Guidata da un Nobile cuore,
E il buio nuovamente cadrà.

Il cuore in equilibrio cederà alle sue tenebre,
Tradirà la Luce
E la sua chiave sarà inghiottita dal buio.

Malefica rise amara a quelle parole e ai ricordi che seguirono. Era ad un passo dalla conquista, ma i suoi piani furono resi vani dall’arrivo di Ansem, o meglio, l’Heartless dell’allievo di Ansem il Saggio. Una seconda risata di scherno rivolta a se stessa riempì il silenzio, dopodiché riprese a leggere.

.: La luce che risorge :.

La Luce rischiarerà le tenebre del cuore oscurato,
E lotterà contro il buio
Che l’ha reso schiavo.

Quando avverrà la sconfitta delle ombre,
Il manto del Nulla calerà sul Regno supremo
E la chiave della Luce tornerà a combattere
Con il sostegno del cuore tornato all’equilibrio.

Dopo aver ritrovato se stesso,
Il cuore caduto troverà la sua via.
La Via per l’Alba,
Una luce che nasce dall’Oscurità stessa.

La donna drago aumentò la concentrazione. Era arrivata al punto che cercava.

.: L’ultima luce :.

Un secondo equilibrio,
Fino a quel punto nascosto,
Si rivelerà.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.

La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

In quelle righe si parlava chiaramente della custode appena trovata e dei suoi due keyblade. La preoccupazione nacque in lei e il dubbio l’accompagnò, quando lesse le ultime parole della profezia…



Parole che per ora non vi rivelo xD Quali saranno le ultime parole di questa arcana profezia (o somma schifezza che dir sì voglia)? Spero che il chap vi sia piaciuto! A domani se si riesce!!!
See ya!!!

Angolo Recensioni

Deby92: ecco qua il seguito!!! Che ne dici della profezia? Spero che ti sia piaciuta :3 Riku alla fine c'è rimasto male, cosa credi che farà per farsi perdonare? xD


Grazie a tutti quelli che leggono!! *-* Vi adoVo!!!! Byeee!!!!

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Capitolo 25
*** Capitolo 25: L'Oscurità del Tramonto ***


Ciao gente!!! Puntualissima come sempre (se se...) a postarvi il nuovo capitolo dello sclero!!! *urla da stadio* Okappa! Siamo arrivati ad un capitolo importante, Jessie scoprirà qualcosa in più su di sé e sul suo destino, ma vi chiederete anche come avrà intenzione di comportarsi Riku dopo quello che è successo tra lui e la ragazza. E quali saranno le ultime parole della profezia letta da Malefica? Quante domande!!! xD Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 25: L’Oscurità del Tramonto
-Finito!- esclamò Axel, mentre i Chakram sparivano dalle sue mani.
-Jessie, che stai facendo?- chiese Demyx, avvicinandosi alla ragazza. -Cos’è quel libricino?-
-Questo l’ha lasciato un Mastro Libraio e grazie a esso posso ottenere una nuova magia. Vediamo…-
La custode lesse il contenuto del libretto e sorrise. -Magia interessante…-
-Ovvero?- domandò il rosso, raggiungendo i due seguito da Leon.
-Quake.-
-E ora come fai a impararla?- chiese il gunblader.
La castana appoggiò l'oggetto a terra e vi puntò contro la punta della Via del Tramonto, da cui partì un raggio che lo fece svanire in una scia di lucine bianche.
-Ecco fatto.-
-Stai cercando di dirci che tu hai appreso le magie così?- chiese il Soffio di Fiamme Danzanti.
La custode annuì e poi si voltò verso il bruno. -Senti Leon, ti va di farmi da guida? Prima di andarmene vorrei vedere questo mondo.-
-Con piacere. Ah, prima sei stata travolta da Yuffie e non te l’ho detto: benvenuta a Radiant Garden! Seguimi.-
-Ragazzi, voi che fate?- chiese ai due Ritornanti.
-Ti aspettiamo qui.- rispose il numero IX.
-Va bene, allora a dopo!-
Detto questo, si affiancò al ragazzo e si fece guidare per le strade della città. La giovane osservava tutto con occhi curiosi, finché non raggiunsero l’Abisso Oscuro e videro una figura seduta sul bordo del precipizio da cui si poteva osservare il castello in declino in tutta la sua sempre possente forma.
-Aerith!- chiamò lui.
Quella si alzò e si avvicinò. Era una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro raccolti in una treccia, gli occhi verdi e indossava un abito rosa e bianco.
-Ciao Leon. Lei chi è?- domandò, osservando la nuova venuta al fianco dell'amico.
-Lei è Jessie, la nuova custode del keyblade.-
-E’ un piacere fare la tua conoscenza.- disse Aerith con un sorriso.
-Il piacere è tutto mio.-
Gli occhi color nocciola però notarono qualcosa alle spalle della ragazza vestita di rosa. Essi furono catturati dall’imponente castello in via di smantellamento, che si trovava oltre l’abisso di roccia azzurra.
-Stai ancora aspettando il suo ritorno?- chiese Leon all’amica.
-Sì, ma so per certo che tornerà. Me l’ha promesso.-
-Leon…- chiamò Jessie. -Quel castello…-
-Quelle che vedi sono le rovine della Fortezza Oscura, in cui anni fa viveva il saggio di questo mondo, ma dopo la sua caduta causata dalle tenebre, una strega malvagia ne prese possesso…- spiegò.
-Sì, ho letto il Grillario e conosco i fatti accaduti. Tuttavia, quel luogo mi attira. Se non sbaglio, lì, si trova anche il luogo in cui riposa la serratura di questo mondo…- rispose la custode.
-Esatto.- intervenne Aerith. -Ma quella parte del castello è stata sigillata. Se però vuoi andarci, la biblioteca è a tua disposizione.-
-Non vorrei disturbarvi, se mi spiegate la strada, posso andare da sola…-
-Ti accompagno io e lo faccio volentieri. Tu Leon cosa fai?- si propose la donna.
-Se ci sei tu, io torno a casa. Cid avrà bisogno di me per vedere se l’attacco di prima ha comportato dei danni.-
-Ok, allora noi andiamo.-
-Ci vediamo dopo Leon.- disse la keyblader. -Grazie di tutto.-
-Di nulla. A dopo.-
Le due ragazze s’incamminarono verso l’entrata posteriore del castello e giunsero fino a una stanza circolare con al centro un tavolo circondato da alcune sedie. Erano presenti anche due porte: una si trovava alla parte opposta della stanza, mentre la seconda si trovava alla loro sinistra.
-Questo è il vecchio studio di Ansem il Saggio.- Aerith. -La biblioteca si trova esattamente sopra questa stanza e per arrivarci useremo la porta qui accanto.-
La custode annuì e segui la ragazza oltre l'uscio e su per la scala a chiocciola, fino ad arrivare davanti ad un’altra porta in legno scuro, finemente lavorata. Dei rami d’edera facevano da cornice alla maestosa figura di un albero e appoggiato ad esso vi era un libro con un’incisione latina: “Scientia sapientium”. *
Aerith aprì la porta e invitò Jessie ad entrare. Lo stupore e la meraviglia coprirono il viso di quest’ultima. Due interi piani colmi di libri, che trattavano di qualunque argomento conosciuto e sconosciuto ai più.
La castana mosse qualche passo, guardandosi intorno, e un brivido le corse lungo la schiena.
Qualcosa la stava chiamando e si trovava in quella stanza. Il richiamo divenne più forte e volse lo sguardo al piano superiore della biblioteca.
-Al piano di sopra ci sono i libri con le ricerche di Ansem il Saggio.- spiegò la ragazza vestita di rosa. -Io ti aspetto qui, fai pure con comodo.-
-Grazie Aerith.-
Detto questo, s’incamminò alla scoperta del sapere.

***


-Riku, ma si può sapere cosa ti ha detto?- chiese Sora all’amico, che guardava fuori dall’oblò perso in chissà quali pensieri. -Allora?-
L’argenteo si voltò verso l’amico. -All’inizio mi ha chiesto se l’abbiamo fatto perché non ci fidiamo di lei…- rispose, tornando ad osservare le stelle.
-Ha pensato questo?- chiese Pippo con aria triste.
-Sì e poi ha aggiunto che se è realmente così, può capirlo…- continuò il ragazzo. -Le ho spiegato che non è così e di perdonarci se può.-
-E lei cos’ha risposto?- domandò il castano.
-Bè… Ha detto che ci pensava mentre era da Merlino…-
-No.- intervenne Kairi con decisione. -Sono sicura che sia successo qualcos’altro.-
-Cosa intendi dire?- chiese Topolino.
-Jessie stava sorridendo quando è uscita dalla stanza, perciò è evidente che è successo qualcosa.- spiegò la rossa. -Avanti Riku, parla.-
Il ragazzo si allontanò dall’oblò, sedendosi di fronte agli amici. -Bè… Diciamo che è effettivamente successo qualcos’altro…-
-E allora cosa aspetti a dircelo?- chiese impaziente l'amico dagli occhi color cielo.
-Non lo dico perché non so se lei vuole farvelo sapere…-
-Vi siete baciati?- chiese diretta la principessa del cuore.
Riku non rispose, ma l’espressione che assunse lo tradì.
-Ecco! Lo sapevo! Si capiva benissimo dalla faccia di Jessie…- continuò soddisfatta Kairi.
-Ragazzi, vi prego… Non è facile… Dobbiamo ancora chiarirci, quindi preferirei che voi faceste finta di non sapere nulla… Almeno per il momento, ok?-
-Conta pure su di noi…- rispose la ragazza, mentre il brunetto si guardava ancora intorno con aria interrogativa.
Il castano allora si avvicinò all’amica. -Kairi, io non ho ancora capito… Ma chi si è baciato con chi? E cosa c’entra Jessie?!-
-Sora, sei proprio senza speranza…- commentò lei, mentre il resto dell’equipaggio scoppiava a ridere.

-Nuovo mondo localizzato!- esclamò Paperino dopo alcune ore di viaggio.
-Tra quanto lo raggiungeremo?- chiese Topolino.
-Dodici ore.- rispose il mago di corte.
-Saranno dodici ore molto lunghe allora…- intervenne Sora, stiracchiandosi.
-Ragazzi, andate a riposarvi.- disse il re. -Ne avete bisogno.- trattenendo lo sguardo sul ragazzo dai capelli d’argento.
I tre annuirono e ognuno andò nella propria stanza.

Riku si buttò sul letto a pancia in giù e sospirò.
-Ma quando ritorni, eh?- pensò, mentre le palpebre cominciavano a cadere sulle iridi acquamarina. -Mi manchi…-
In breve, il dolce torpore del sonno avvolse la sua mente, trascinandolo nel placido mondo dei sogni.

Toc, toc!

-Avanti!- urlò il castano sedendosi ai piedi del letto.
-Ciao Sora!- esclamò la ragazza, facendo capolino dalla porta.
-Kairi! Hai bisogno di qualcosa?-
-No, nulla. È solo che non sapevo cosa fare e non ho voglia di dormire… Posso stare qua con te?-
-Non devi neanche chiederlo!- esclamò, facendole segno di sedersi accanto a lui.
-Tu che stavi facendo?-
-Pensavo…- rispose serio.
-A cosa?- chiese incuriosita dalla serietà dell’amico.
-A Riku e Jessie…-
-Hai finalmente capito la situazione?-
-Sì e spero che riescano a chiarirsi e che Jessie possa perdonarci tutti, per quello che abbiamo fatto...-
-Già, lo spero anch’io…- rispose Kairi, lasciando vagare lo sguardo fino al braccio del ragazzo, su cui vide delle bianche cicatrici.
Il castano seguì la direzione degli occhi della ragazza e sorrise. -Ormai sono solo cicatrici, non preoccuparti.-
-Te le sei fatte per proteggermi, grazie.-
-Per te, questo ed altro.- rispose, prendendole le mani tra le sue.

***


Dopo aver passato in rassegna ogni libro del piano inferiore della biblioteca, Jessie si era diretta al piano superiore. Uno strano istinto la portò fino alla terza serie di scaffali e, sempre grazie al prima citato istinto, la sua mano destra andò a prendere il decimo libro del quarto ripiano, senza averne letto il titolo sul dorso, tralasciando gli altri.
Osservò la copertina con un misto di timore e curiosità.
Le mille e più tinte di un bellissimo tramonto e sul retro una notte stellata, priva di luna.
Lo voltò nuovamente e cercò il titolo di quel sottile libro che le era capitato tra le mani. Lo trovò nell’angolo in basso a destra. Finemente inciso nella copertina, partiva con una tinta d’oro per trasformarsi in un nero pece.

“L’Oscurità del Tramonto”


Lo aprì e lesse.

Finalmente sei giunto. Tu che sei riuscito a vedere questo libro ora saprai chi sei.


Voltò pagina e con attenzione catturò ogni parola di quella canzone che sembrava scritta appositamente per lei.

Tu che vivi nel Tramonto,
Non sei altro che un angelo
Le cui ali appartengono alla Luce,
Ma che sono legate indissolubilmente all’Oscurità.
Quando verrà il tempo,
Le tue ali si tingeranno di nero
E il tuo vero potere si scatenerà.


Jessie tremò un istante.
Cosa stavano cercando di dirle quelle parole antiche?
Voleva a tutti costi chiudere quel libro e non saperne più nulla, ma la sua mano si mosse e voltò pagina.

L’Oscurità crescerà e soffocherà la Luce del Tramonto
Che incapace di risorgere,
Perché contro la sua natura,
Si spegnerà.
Solo a te,
Angelo caduto dalle nere ali,
Spetterà l’ultima scelta.


Le sue mani contro il suo volere voltarono ancora pagina.

Angelo che possiede ancora le sue ali,
Vola fino al luogo in cui la tua luce brilla in eterno
E nuovi versi parleranno per te.


Dopo aver letto quelle ultime righe, le mani chiusero il libro e poi tornarono ad obbedirle.
Si mise a pensare a ciò che aveva letto e prese a levitare, mettendosi a gambe incrociate.
-Il luogo in cui la tua luce brilla in eterno…- pensò. -Cosa vorrà dire?-
Levitò fino alla scrivania che c’era accanto alla ringhiera e guardò giù. Vide Aerith persa a leggere nella sezione riguardante le piante. Era evidente che quella ragazza dal cuore gentile amava prendersi cura del prossimo, persona, pianta o animale che fosse. Sospirò e tornò ai suoi pensieri.
Guardò distrattamente la copertina del libro e le venne l’illuminazione.
-La mia luce è quella del tramonto, quindi devo trovare un mondo in cui il sole non tramonta mai… Ma esiste davvero un posto del genere?-
Meditò ancora un attimo e poi sorrise, al ricordo di aver letto nel diario del Grillo Parlante di un mondo con questa particolare caratteristica.

-Dove hai detto che devi andare?- chiese sbalordito il Ritornante dalle iridi smealdine.
-So di chiederti molto, perché so cos’è accaduto in quel luogo due anni fa, ma ti prego portami a Crepuscopoli.- disse Jessie, inchinandosi davanti al rosso.
Il numero VIII si grattò la testa e guardò il suo compagno.
-Axel, se vuoi posso accompagnare io Jessie.- propose Demyx
. -Ma perché devi andare proprio là?- domandò ancora.
-E’ il mio essere la custode della Via del Tramonto che mi ordina di andare.- rispose la ragazza, alzandosi ad incontrare gli occhi dell'amico.
Axel sospirò e mugugnò un “e va bene”.
Dopo aver salutato tutti il numero IX aprì un varco di luce e i tre viaggiatori vi sparirono all’interno.

Il silenzio fu infranto dall’arrivo di un treno.
La deserta collina ora ospitava tre persone.
Il Notturno Melodico era seduto su una panchina ad aspettare che i suoi compagni finissero ciò che dovevano fare.
Il Soffio di Fiamme Danzanti pensava al suo passato di Nessuno e all’amico che aveva perso. Un sorriso triste gli allargò le labbra.
-Che ironia…- pensò. -Ci eravamo promessi di incontrarci nella prossima vita e io che non avevo speranze ora sono qui e tu che ne avevi, non ci sei. Certo che a volte, il destino gioca davvero dei pessimi tiri… Non ho ragione amico mio?-
La custode osservava quel tramonto. Eterno. Caldo. Perfetto. La giusta combinazione tra il giorno e la notte.
Abbassò lo sguardo sul libro che ancora aveva con sé.
Le mani si mossero nuovamente e lo aprirono.

Angelo caduto, entrante nell'oscurità
ali candide come la neve
frantumate dal mondo che hai attorno,
sbagliato,
per un’anima libera che cerca un posto in cui risiedere.
Angelo caduto dalle nere ali
non rifiutare l'ombra che è parte di te
vivi nel tramonto e affronta il tuo destino impervio con sapienza e ardore.
Angelo caduto, anima libera,
osserva l'eterno crepuscolo
ascolta la melodia del vento
librati in essa
cosicché tu possa trovare il tuo posto,
dove la serenità e la felicità regneranno nel tuo cuore. **


Sorrise. Allora anche se l’aspettava una strada difficile, avrebbe comunque trovato una Luce e una casa in cui trovare rifugio.
-Sarà quel che sarà…- disse tra sé e sé.

***


Malefica tornò nella sua stanza. Ora doveva darsi da fare per cercare il luogo in cui i servi dell’Oscurità avevano trovato dimora. Le ultime parole del libro delle profezie le risuonavano ancora nella mente. Come un’eterna condanna.

L’Oscurità soffocherà la calda luce del Tramonto
E solo il cuore prescelto potrà decidere
Se sarà la fine o un nuovo inizio…




Piaciuto? Mi auguro di sì e ora qualche chiarimento:
* = è una frase latina e significa "la conoscenza dei saggi" spero sia scritto giusto, il mio latino è un pò arruginito...
** = questa poesia è stata scritta da un mio caro amico che ringrazio per avermi fatto nuovamente dono dei suoi versi! Grazie mille!

E con questo ho finito! Il nuovo capitolo non tarderà a farsi vedere grazie al ponte dell'immacolata, quindi state attenti!!!
Ancora non si sa cos'ha intenzione di fare il nostro Riku, ma presto l'occasione si presenterà ;3 Jessie ha scoperto cosa la attende lungo il suo cammino, ma a parole tutto è semplice, chi può sapere cosa succederà durante il suo viaggio tra le stelle? Questo e altro nei prossimi capitoli!!!
See ya!



Angolo Recensioni

Sashy: Sono contenta che la fic ti attiri ^^ e non preoccuparti, leggila con tutta la calma che ritieni necessaria ^^

Deby92: Ovvio che so cos'ha in mente Riku per farsi perdonare u.u ma ancora non posso rivelarlo xD La profezia è farina del mio sacco e ti assicuro che non mi sono fatta di strane sostanze per scriverla xD Sono contenta che ti sia piaciuta ^^ E di questo capitolo che mi dici? Spero che ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!


Ed eccomi a ringraziare tutti voi che vi limitate a leggere questo sclero di fan fic xD Grazie ragazzi vi adoVo tutti!!!! (guarda che lo sanno..NdBanditore Taci omuncolo! Altrimenti ti friggo! à_àNdFly) Oggi però ci sono due nuovi adepti da ringraziare ^^ Selena moon per aver messo la fic tra le preferite e masterof dark per averla messa tra le seguite! Spero di leggere qualche vostro commento ^^ Grazie mille!!! (di ogni giorno ogni attimo...NdMax Ma è ancora qui?! O.o NdFly) A presto ragazzi!! See ya!

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Capitolo 26
*** Capitolo 26: Nuovo mondo, nuovi guai ***


chap 26 x efp Ciao a tutti!!!! Come promesso, eccomi ad aggiornare con il nuovo capitolo! *prepara tutta la scenografia* Con oggi si apre il sipario su un nuovo mondo, che porterà le sue avventure e disavventure xD Buona lettura!!

Capitolo 26: Nuovo mondo, nuovi guai
Un incessante bussare dissolse l’incantesimo del sonno, destandolo.
-Avanti…- farfugliò l’argenteo, emettendo un sonoro sbadiglio.
Il ragazzo dai capelli castani si portò di fronte all’amico ancora assonnato con il solito sorriso ad illuminargli il viso. -Buon giorno!- esclamò.
-Ciao Sora…- rispose, stropicciandosi un occhio. -E’ successo qualcosa?-
L'altro sbuffò. -E’ successo che siamo atterrati. Datti una sistemata e preparati che scendiamo.-
Detto questo si avviò alla porta.
-Ah… Ok, arrivo…- rispose distrattamente poi un flash. -Sora…-
-Dimmi.- disse, girandosi.
-Siamo atterrati sul mondo che avremmo dovuto raggiungere in dodici ore?- chiese titubante.
-Sì.- rispose. -E sì hai dormito dodici ore filate.- aggiunse notando la faccia dell’amico.
-E Jessie? È tornata?-
-Non ancora. Abbiamo contattato Leon per avvisare lei, Axel e Demyx che abbiamo raggiunto un nuovo mondo, ma ha detto che sono andati a Crepuscopoli… Non si sa il perché…-
Riku rimase perplesso. -Cosa sono andati a fare a Crepuscopoli?- si chiese.
-Adesso però muoviti! Ti aspettiamo in sala comandi!- lo avvertì l'amico, uscendo.

-Eccoti finalmente!- esclamò Kairi, vedendo arrivare l'amico.
-Scusate il ritardo. Cosa mi sono perso?-
-Dunque…- iniziò Topolino. -Questo mondo è simile a quello di Jessie, nel senso che ci sono delle grandi città.-
-Per essere precisi…- continuò Paperino. -Ce n’è una per ogni punto cardinale e una esattamente al centro di queste quattro.-
-Infine, ognuna di queste è circondata da centri abitati molto più piccoli.- concluse Pippo.
-Al momento dove ci troviamo?-
-Vicino alla città ad est rispetto a quella centrale.- rispose il mago.
-Per quanto riguarda i nostri nemici? Scoperto qualcosa?-
-Per il momento il radar non ha rilevato nessuna presenza oscura.- spiegò il Maestro del keyblade.
-In effetti nemmeno io avverto qualcosa…- disse l’argenteo dopo qualche attimo di concentrazione.
-Cosa facciamo?- chiese la rossa. -Scendiamo o aspettiamo che arrivi Jessie?-
-Voi tre andate pure a dare un’occhiata in giro.- rispose il re. -Noi aspetteremo qui, nel caso Jessie dovesse tornare. In più, non sappiamo come le persone potrebbero reagire vedendo me, Paperino e Pippo.-
-Avete ragione Maestà.- intervenne il castano. -Allora noi andiamo.-
-Fate attenzione.- si raccomandò il cavaliere.
-Tranquillo.-
I tre si misero i mantelli da viaggio e uscirono alla scoperta di quel nuovo mondo.

-Che tempaccio!- esclamò Sora, stringendosi nel suo mantello.
Purtroppo, appena avevano raggiunto la città, era scoppiato un forte temporale e ora i ragazzi erano alla ricerca di un luogo in cui mettersi al riparo.
-Ragazzi!- chiamò Kairi. -Perché non entriamo in quel bar?-
La ragazza stava indicando un piccolo bar all’angolo della strada che stavano percorrendo.
-Muoviamoci.- disse Riku, allungando il passo.
Il dolce tepore del camino di quel locale li fece sospirare di sollievo.
Mentre i due diciottenni andavano a scaldarsi accanto al fuoco, l'argenteo cominciò a guardarsi intorno circospetto.
C’erano circa una decina di tavolini rotondi e altri sei più grandi vicino alle pareti. I muri erano color mattone e le luci leggermente soffuse aumentavano la sensazione di calore. A destra dell’entrata c’era il camino, mentre il muro di sinistra era occupato da tre scaffali: sul primo c’erano appoggiate delle foto, sul secondo e sul terzo prendevano posto delle bottiglie di liquore di diverso genere. Di fronte alla porta, in fondo al locale, stava il bancone e dietro ad esso una signora avanti con l’età con i capelli neri raccolti in uno chignon sulla nuca e due occhi chiari.
Poi osservò i pochi clienti.
C’erano due donne che chiacchieravano, mentre seduti al bancone c’erano due uomini vestiti di blu che sorseggiavano una birra.
-Vieni Riku, andiamo a prenderci qualcosa.- disse la principessa del cuore, abbassandosi il cappuccio del mantello, come fece Sora.
-Tu non abbassi il cappuccio?- gli chiese poi.
-I miei capelli si noterebbero troppo.- spiegò in un sussurro il custode dell'Alba, precedendo i due amici al bancone.
-Salve ragazzi!- esclamò allegra la donna. -Cosa ordinate?-
-Lei cosa ci consiglia?- chiese in risposta la rossa.
-Visto il tempo, che ne dite di tre cioccolate calde?-
-Volentieri!- rispose il castano sedendosi.
-Arrivano subito!-
Poco dopo, i tre custodi si trovarono delle tazze di cioccolata fumante tra le mani.
-Complimenti signora, è molto buona!- esclamò Kairi.
-Grazie mille! Io sono Molly! E voi? Non vi ho mai visti da queste parti, siete forestieri?-
-Veniamo dalla campagna, siamo venuti a trovare dei parenti.- spiegò Riku con calma e freddezza. -Accidenti, qui ci voleva Jessie… Lei è più brava di me ad inventarsi le coperture!- pensò poi.
-Capisco…-
-Ehi Molly! Me ne porti un’altra?- chiese uno dei due uomini vestiti di blu, agitando il boccale vuoto.
-Arrivo subito Sottotenente Havoc!- -Cos’è? È stato scaricato di nuovo?- chiese poco dopo, porgendo un nuovo boccale.
-Eddai Molly! Non rigirare il coltello nella piaga!- pianse il Sottotenente.
Il ragazzo dagli occhi acquamarina dopo aver udito il grado militare aveva spostato lo sguardo in direzione dei due uomini.
Il primo, Havoc, aveva corti capelli biondi, occhi grigi e carnagione chiara. Inoltre era mezzo ubriaco.
Il secondo era abbastanza robusto, capelli tagliati come il suo compagno di un leggero rosso e gli occhi scuri.
-Poveretto! È la terza questo mese ed è ancora colpa di Mustang!- affermò ridendo il secondo soldato.
-Sottotenente Breda! Non dovrebbe parlare così di quel brav’uomo del suo superiore!- lo sgridò Molly.
-Ha ragione Breda…- sussurrò Havoc. -Grace non ha più accettato i miei inviti perché mi diceva di aver trovato qualcuno migliore di me… Poi l’ho vista a teatro con il Colonnello Mustang!!!!-
Il Sottotenente ricominciò a disperarsi, chiedendosi cos’avesse più di lui questo Mustang.
-Dai ragazzi andiamo.- disse Riku, alzandosi e lasciando i soldi sul tavolo. -Grazie di tutto signora Molly.-
-Di nulla ragazzi! Spero di rivedervi presto!-
Avevano appena compiuto dei passi verso la porta che questa si spalancò, facendo entrare una ventina di soldati che puntarono le loro armi contro i tre ragazzi. Uno di loro si fece avanti.
Un uomo alto, dalla pelle scura e lunghi baffi neri gli puntò il dito contro. -Arrestateli!-


***

-Ehi Jessie…-
La ragazza si voltò di scatto verso la fonte del richiamo.
-Dimmi Axel.-
-E’ ora di andare, non credi?-
La custode si voltò dispiaciuta verso il tramonto.
-Hai ragione… E’ solo che… è così bello…-
Il Ritornante si avvicinò alla ragazza e le mise una mano sulla spalla. -Ti porterò qui ogni volta che ne avrai bisogno. Ho notato che eri molto nervosa quando siamo arrivati, ma stare qui ti ha aiutata a rilassarti, ti ha fatto bene. Se sarà necessario, ti accompagnerò ancora e se non sarò disponibile chiederemo a Demyx.-
-Grazie Axel. Andiamo, saranno tutti preoccupati.-
Chiamato anche il Notturno Melodico, il rosso aprì un varco di luce e insieme vi sparirono all’interno.

***

-Ma dove diavolo sono finiti quei tre?- chiese Paperino, battendo nervosamente una zampa palmata.
-Rilassati Paperino…- lo calmò il re. -Saranno da qualche parte a ripararsi dalla pioggia. Inoltre sanno badare a loro stessi, non sono più dei bambini.-
-Maestà! Guardate!-
Pippo stava indicando un varco luminoso da cui uscirono Axel, Demyx e Jessie.
-Ciao!-
-Jessie! Finalmente!- esclamò Topolino, avvicinandosi al trio.
-Jessie, sei ancora arrabbiata con noi?- chiese titubante il cavaliere, mentre abbassava lo sguardo dispiaciuto.
La custode sorrise. -Ma no Pippo… Tutto dimenticato, va bene?-
Un Pippo raggiante annuì col capo energicamente.
-Gli altri dove sono?- chiese il numero IX.
-Sono usciti due ore fa e non sono ancora tornati.- spiegò con rabbia il mago di corte.
-Andiamo a cercarli?- domandò Axel alla ragazza.
-Sì, magari è successo qualcosa…-
-Spero di no…- iniziò il custode della Catena Nobile. -L’allarme del radar ancora non…-
Proprio in quel momento, l’allarme prese a suonare.
-Le ultime parole famose a quanto pare.- rispose Jessie. -Dall’energia che sento si direbbero Nessuno.-
Un cenno d’intesa tra i due Ritornanti e il biondo aprì un nuovo passaggio.
-A dopo!- esclamarono in coro i tre ragazzi, mentre sparivano nella luce.

***

-Cosa?!- esclamò un ragazzo dai capelli d’oro raccolti in una treccia.
-Hai capito bene Acciaio. Dovrai darti da fare e scoprire ogni cosa riguardante i tre sospettati catturati dal Generale Basque Grand.- rispose con fare serio un uomo dai capelli e gli occhi neri come l’antracite.
-Brutto Colonnello dei miei stivali, lo sa bene che io ho ben altro di cui occuparmi!!!-
-Acciaio, questi sono ordini che vengono dall’alto. Si sospetta che quei tre siano complici di Scar.-
-Ma perché proprio io?! È questo che non capisco!!-
L’uomo sorrise divertito. -Bè, perché si dà il caso che questi tre sospettati siano dei ragazzini come te!-
-CHI SAREBBE IL BAMBINO?!?!?!?!- urlò il giovane biondo.
-Comunque, dovrai interrogarli e scoprire più che puoi da loro. Non preoccuparti, io e il Tenente Hawkeye saremo lì con te.-
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti!- disse l’uomo alzandosi dalla scrivania.
Quando la porta si aprì rivelò una donna con dei chiari capelli biondi raccolti sulla nuca e due grandi occhi marroni, che fece il saluto militare prima di parlare.
-Colonnello Mustang! La stanza per l’interrogatorio è pronta!-
-Bene Tenente.- rispose l’uomo, poi si voltò verso il ragazzo. -Vogliamo andare Acciaio?-
-Se proprio devo…- sospirò, il giovane mettendosi una mantella rossa con un particolare simbolo nero sulla schiena. -Colonnello del cavolo…- aggiunse poi in un sussurro.
-Come dici Edward?- chiese il Tenente Hawkeye.
-Eh? No, nulla!- si affrettò a dire il ragazzo, precipitandosi fuori dalla stanza.




Spero che qualcuno di voi conosca Full Metal Alchemist, perché i prossimi dieci capitoli (circa) saranno ambientati in questo mondo! xD Cominciano i casini per Riku, Sora e Kairi... ce la faranno Jessie, Demyx e Axel a trarli in salvo prima che la faccenda finisca male? Questo e altro nel prossimo capitolo!!!
See ya!!!


Angolo Recensioni

masterof dark: Kairi, per quanto oca sia, è pur sempre una donna e a noi donne non sfugge nulla u.u Sono contenta che la storia ti piaccia e che la profezia intrighi, pensavo di aver scritto una marea di scemenze xD Che mi dici di questo capitolo? Byee!!!


Ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto ^^ Baciii!!! Ciauuu!!!!

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Capitolo 27
*** Capitolo 27: Salvataggio ***


Ragazzuoli e bimbi belli sono tornata! (E' una minaccia? NdBanditore Può darsi... NdFly) Cosa sarà accaduto a Riku e gli altri dopo l'arresto? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

Riassunto spiccio per chi non conosce il manga/anime Full Metal Alchemist: in esso vengono narrate le avventure dei fratelli Elric Edward e Alphonse, entrambi alchimisti, alla ricerca della pietra filosofale. Questa pietra permette, a chi la utilizza, di poter fare trasmutazioni alchemiche senza rispettare il principio dello scambio equivalente, permette cioè di creare qualcosa senza dare nulla in cambio. Edward, il maggiore dei due fratelli (ma decisamente troppo basso per i suoi 16 anni.. Chi sarebbe il nano?!NdEd A cuccia Edvard.. NdFly), all'età di 12 anni, ha sostenuto e superato l'esame per diventare un Alchimista di Stato agli ordini dell'esercito del suo Paese, Amestris, e si ritrova sotto la giurisdizione del Colonnello Roy Mustang. Durante i loro viaggi, i due fratelli incontrano vari personaggi, tra cui Scar, un uomo che sta uccidendo uno dopo l'altro gli Alchimisti di Stato, e delle creature particolari chiamate Homunculus, che nascono da un tentativo fallito di riportare in vita una persona tramite l'alchimia. (Questo argomento sarà motivo di spoiler!) Se dovessero esserci ulteriori domande chiedete pure ^^

Capitolo 27: Salvataggio
-Ma per quanto tempo hanno intenzione di tenermi qui dentro a fissare il muro?!-
Questo pensò il custode della Via per l’Alba, mentre tentava di liberare le mani legate dietro la schiena dalle manette di metallo, che gli stavano tagliando i polsi.
Sbuffò nervoso, rinunciando al suo intento.
Due ore prima stava tranquillamente bevendo della cioccolata calda e in quel momento si trovava in prigione per chissà quale reato insieme a Sora e Kairi. Si erano appena messi d’accordo sul non dire nulla su di loro, inventandosi dei nomi falsi, e sui mondi, quando erano andati a prenderlo per interrogarlo. Avrebbe anche potuto sconfiggere quelle quattro guardie con un braccio solo, se queste non avessero impugnato dei fucili.
Passò nuovamente in rassegna la stanzetta in cui l’avevano portato.
Pareti di freddo metallo, una porta di fronte a lui, un tavolino in legno e una sedia su cui era seduto.
Possibilità di fuga: pochissime.
All'improvviso la porta si aprì, facendo entrare un uomo con occhi neri, dal taglio orientale, e capelli del medesimo colore.
-Buon giorno.- salutò questo.
-Per lei forse…-
-Non hai tutti i torti… Comunque, io sono il Colonnello Roy Mustang. Qual è il tuo nome?-
-Ah, lei è il Colonnello che ha fregato la ragazza a… aspetti come si chiamava? Havoc!- rispose ironico, ricordandosi del soldato visto nel bar.
-Non voglio sapere altro…- disse. -Havoc la pagherà…- pensò poi. -Allora, io ti ho detto il mio nome, vuoi dirmi il tuo?-
-Rob. Mi chiamo Rob.-
-Bene Rob, cosa ci facevi in quel bar?-
-Non gliel’hanno detto? Avevo appena pagato una cioccolata e stavo andando via.-
-E i due ragazzi che erano con te?-
-Cugini.- appena avvertì che il Colonnello stava per fargli un’altra domanda da terzo grado lo fermò. -Senta, la smetta con le domande inutili e mi spieghi piuttosto perché siamo stati arrestati!-
-Vedo che sei sveglio.- costatò. -Siete accusati di essere complici del ricercato Scar.-
-Chi?-
-Non fare il finto tonto. Tutti conoscono Scar, l’assassino di Alchimisti di Stato.-
-Io non ho la più pallida idea di cosa lei stia dicendo.- replicò Riku con calma e sangue freddo.
A parte il fatto che non conoscesse questo tizio di nome Scar, il ragazzo dai capelli d’argento non sapeva nemmeno cosa fossero gli Alchimisti di Stato.
Le iridi color antracite scrutavano il volto deciso del giovane, alla ricerca di un minimo segno che potesse tradire le sue parole, ma non trovò altro che sicurezza e un pizzico di confusione.
-Ascolta…- iniziò il Colonnello, ma non poté concludere perché la porta si aprì nuovamente con violenza, facendo entrare lo stesso uomo artefice dell’arresto del custode. Un uomo alto e imponente, dalla pelle scura e lunghi baffi neri come il petrolio.
-Generale Basque Grand.- disse il Colonnello, facendo il saluto.
-Allora Mustang, sei riuscito a scoprire qualcosa?-
-Ancora nulla, il ragazzo afferma di non conoscere Scar e io credo che non stia mentendo, Signore.-
-Questo lo giudicherò io.-
Il Generale si avvicinò al tavolo e vi appoggiò il pugno destro ricoperto di metallo. Solo in quel momento l'argenteo notò lo strano simbolo inciso sul dorso della mano.
-Adesso stammi a sentire…- cominciò, fissando le iridi acquamarina. -O mi dici dove si trova Scar con le buone oppure me lo dici con le cattive…-
-Io ripeto ciò che ho detto prima: non so chi sia questo Scar, né che faccia abbia, né dove si trovi.-
-Tu stai mentendo spudoratamente.-
-Ma come fate a dire con tanta sicurezza che io e i miei cugini siamo in qualche modo legati a Scar?!- chiese il ragazzo con rabbia.
-Abbiamo i nostri informatori.-
-Allora vi hanno raccontato un mucchio di menzogne!- esclamò.
-Proviamoci un’ultima volta: dove si nasconde Scar?-
-E io per l’ultima volta le dico che non ho la più pallida idea di chi lei stia parlando.- replicò con calma, chiudendo gli occhi.
Li riaprì immediatamente, quando avvertì un dolore lancinante pervadergli il corpo.
La mano destra del Generale si era trasformata in un blocco di ferro e lo aveva colpito allo stomaco, facendolo piegare in due. L’uomo lo prese per i capelli e lo tirò in piedi, come se fosse un fuscello.
-Sostieni ancora di non conoscere Scar?-
-S-sì…- rispose il keyblader, rimandando indietro un gemito.
Un secondo pugno non tardò ad arrivare. Più potente del precedente, quel colpo ebbe la forza di buttarlo a terra e di fargli sputare sangue.
-Generale! La prego di controllarsi!- lo ammonì il Colonnello.
-Tsk! Non ho mai sopportato i cocciuti. Vedi di farti tornare la memoria, non vorrei dover riservare lo stesso trattamento ai tuoi cugini.-
Detto questo chiamò un paio di guardie e ordinò loro di riportarlo nella sua cella.
-Saprò tutto quello che voglio sapere. Parola di Basque Grand, l’Alchimista di Ferro e Sangue.-
Nonostante stesse vacillando sull'orlo dell'incoscienza, Riku udì quelle parole forte e chiaro e prima di perdere i sensi, il suo ultimo pensiero andò ai suoi amici e alla speranza che non fosse fatto loro del male.

***

-Qual è il tuo nome?- chiese fredda e risoluta Hawkeye.
-M-mi chiamo James…- rispose titubante Sora, mentre la canna di una pistola veniva puntata alla sua tempia.
-Dimmi dove si trova Scar.-
-Non… non so di chi stia parlando…-
-Non fare il furbo! Fonti certe ci hanno assicurato che tu e i tuoi compagni siete complici dell’assassino Scar. Parla, dove si nasconde?-
-Io non so come dirglielo… Non conosco questo tizio e non so dove si nasconde…-
La porta si aprì.
-Tenente Hawkeye!-
-Colonnello Mustang!- rispose la donna, facendo il saluto militare.
-Vieni con me.-
Prima di seguire il superiore, il Tenente puntò la sua arma alla gola del ragazzo.
-Quando torno voglio sapere la verità, chiaro?-
Il castano deglutì e la donna se ne andò senza voltarsi indietro.
Un lungo sospiro ruppe il silenzio di quella piccola stanza.
-Spero che a Riku e Kairi sia andata bene come a me…- pensò il ragazzo, prima di chiudere gli occhi a causa di una forte luce apparsa dal niente.

***

Occhi blu come il mare incrociarono due iridi color oro.
Ignorando il fatto che dovesse interrogare una ragazza, Edward si portò dalla parte opposta del tavolino di legno e si sedette sulla seconda sedia.
-Scusa, ma tu quanti anni hai?- domandò la rossa a bruciapelo.
Il biondo arrossì leggermente. -Perché?-
-Sembri giovane per essere un soldato…-
-CHI SAREBBE IL POPPANTE?!- urlò adirato.
-Io non ho mai detto nulla del genere…- rispose lei stupita dalla reazione esagerata.
Il ragazzo fece una smorfia di vergogna e tornò a concentrarsi sul suo dovere, desideroso di concludere in fretta quella che per lui era solo una perdita di tempo.
-Dunque… Tornando a noi… Qual è il tuo nome?-
-Natalie.- rispose Kairi con calma.
-Chi sono quei due che erano con te?-
-I miei cugini.-
-Dove si trova Scar?-
-Chi scusa?-
-Senti, già ho poca voglia di stare qui a interrogarti, quindi vedi di dirmi tutto quello che sai su Scar.-
-Ma io nemmeno lo conosco!- ribatté la principessa del cuore.
-Ragazzina, ti ho già spiegato che non voglio perdere tempo, perciò…-
Una Kairi furente si alzò in piedi di scatto.
-Ragazzina a chi?! Senti nanetto, io non so chi sia Scar né cos’abbia fatto! Quindi vedi di parlare con qualcuno e dirgli…-
La ragazza non finì la frase perché tre varchi oscuri si aprirono nella stanzetta e quando si richiusero sette Simili si stavano muovendo verso i due presenti.
-E questi che diavolo sono?!- esclamò Edward.
-I Nessuno!- pensò la custode, che istintivamente tentò di evocare il suo keyblade, ma con le mani legate dietro la schiena la cosa diventò impossibile.
La sua attenzione fu attirata dalle mosse del ragazzo dai capelli e gli occhi d’oro.
Edward batté le mani e le mise sul pavimento. In pochi istanti, nacque una cupola d'intensa luce azzurra e da essa, il ragazzo estrasse una lunga lancia.
-Come hai fatto?!- esclamò sbalordita la rossa.
-Non dirmi che non conosci l’alchimia?!- replicò lui, respingendo un attacco con la sua arma.
Colpì in pieno un Senza Cuore, ma questo parve non aver subito alcun danno.
-Perché è ancora in piedi?!-
-Le tue armi sono inefficaci contro di loro, amico!- affermò qualcuno entrando dalla porta.
-Demyx!-
-Ciao Kairi! Distruggo i rompiscatole e ti porto via.-
Il Ritornante evocò il suo Sitar e cominciò a pizzicarne le corde rapidamente, intonando una scattante melodia.
Tre masse d’acqua apparvero dal nulla e presero le fattezze del loro creatore, diversamente dall'originale impugnavano una spada, una lancia e un arco.
Una nota acuta diede il via al combattimento e in breve gli esseri bianchi scomparvero nel buio da cui erano venuti, senza lasciare tracce del loro passaggio.
-Ecco fatto!- esclamò il numero IX, facendo sparire il suo strumento e le sue creazioni in una scia di bolle.
Non fece però in tempo a muovere un passo perché si trovò la lama di una lancia alla gola. -Chi sei e come hai fatto a fare quello che hai fatto? Di certo non era alchimia!-
-Alchimia? E che roba sarebbe? Comunque non posso trattenermi, non c’è tempo.-
Schioccò le dita e il ragazzo con i lunghi capelli d’oro si ritrovò in una bolla d’acqua, dopodiché si occupò di liberare la compagna dalle manette.
-Dove sono gli altri?-
-Dopo aver liberato Sora, Jessie e Axel sono andati a cercare Riku. Dobbiamo raggiungerli alla svelta, fuori da questo edificio tira una bruttissima aria!-
-Cioè?- chiese lei, massaggiandosi i polsi.
-Un esercito di Nessuno si sta dirigendo qui.-

***

-Riku! Sei lì dentro? Rispondi!- urlò il Maestro del keyblade contro la porta metallica della cella.
-Spostati.- disse Jessie, impugnando la Via del Tramonto.
-Cos’hai intenzione di fare?- le chiese Axel.
-Aprire la porta, mi sembra ovvio.-
Un raggio luminoso partì dalla punta del keyblade e centrò in pieno la serratura della porta che si aprì subito dopo, rivelando l’interno della cella. Un Riku molto messo male giaceva a terra privo di sensi.
Il castano si precipitò immediatamente dall’amico e lo curò con la magia, facendolo destare.
-Sora…- mormorò dopo aver riconosciuto la figura del compagno.
-Mi hai fatto prendere un colpo!- esclamò il ragazzo. -Si può sapere che ti è successo?-
-Mi hanno chiesto cose che non sapevo e hanno usato le cattive maniere…- rispose l’argenteo, poi notò la custode dai lunghi capelli castani inginocchiata vicino a lui. -Sei tornata finalmente…-
-Scusa, ho avuto un contrattempo, poi ti spiegherò.-
-Dici che ho sudato abbastanza?-
-Di cosa stai parlando?-
-Il tuo perdono… Mi hai detto che dovevo sudarmelo…-
Jessie lo fissò sconvolta e in breve tempo, una vena di rabbia cominciò a farsi sentire nella sua voce. -Sei un completo imbecille!- urlò, spostando lo sguardo in basso.
Riku si mise a sedere e cercò di raggiungere lo sguardo della compagna, che, però, era nascosto dal cappuccio.
Senza preavviso la ragazza diede un colpetto in testa all'altro, non era forte, ma spiazzò i tre.
-Stupido… ti avevo detto che avresti dovuto sudartelo! Non di farti pestare!- urlò trattenendo un singhiozzo. -Mi hai fatta preoccupare!-
-Scusa… Non piangere…- cercò di rimediare l’argenteo, ma il tentativo fallì quando le lucide iridi color nocciola lo fulminarono.
-Non sto piangendo!- replicò lei, per poi voltarsi nuovamente.
Pochi secondi dopo si ritrovò a spalancare gli occhi per lo stupore. Il custode dell'Alba la sorprese ancora una volta, stringendola in un abbraccio a cui non seppe reagire.
Una stretta che aumentava istante dopo istante, come se non volesse lasciarla mai più.
-Mi sei mancata…- le sussurrò all’orecchio. -Ti va di parlare con me, appena ce ne sarà la possibilità?-
La ragazza annuì col capo e non si oppose quando Riku la fece la alzare, prendendola per mano.
Proprio in quel momento un varco di luce si aprì fuori dalla cella, da cui apparvero Kairi e Demyx..
-L’avete trovato!- esclamò il biondo, vedendo il compagno. -Ora ci conviene uscire, i Nessuno sono quasi arrivati e poi…-
Non riuscì a terminare la frase perché una voce a lui conosciuta lo interruppe bruscamente.
-Eccoli là!- urlò un Edward bagnato fradicio, subito affiancato dal Colonnello Mustang e dal Tenente Hawkeye.
-Demyx, quel tipo ce l’ha con te?- chiese Axel.
-Diciamo di sì, invece credo che gli altri due stessero cercando Sora e Riku.-
L’uomo dagli occhi antracite si fece avanti, mettendo le dita in posizione di schiocco, ma il suo intento di fermare i fuggitivi non trovò fine perché una grande esplosione, proveniente dall'esterno, attirò l’attenzione di tutti.
-Colonnello Mustang! Fratellone!- chiamò un’armatura, correndo verso di loro.
-Cosa succede Al?- chiese l'Alchimista d'Acciaio, voltandosi verso l’armatura.
-Un esercito di strane creature bianche ha appena varcato i nostri cancelli! Il Comandante Supremo ordina che tutti i soldati e gli alchimisti si radunino nella piazza d'armi!-
-Ehi voi!- li chiamò l'argenteo. -State alla larga da quelle creature se ci tenete alla vita.-
Dopodiché il Ritornante dai capelli di fuoco aprì un passaggio e i sei ragazzi vi sparirono all’interno.
-Ma come diavolo hanno fatto?!- esclamò il giovane dai capelli color oro.
-Non lo so Acciaio, ma ho tutta l’intenzione di scoprirlo! Forza! Tutti fuori!- ordinò Mustang.



Una nuova battaglia si profila all'orizzonte, cosa accadrà? Chi sarà mai l'informatore? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!

ps: una caratteristica di Edward è di riuscire a compiere trasmutazioni senza l'uso del cerchio alchemico (disegno che permette di incanalare l'energia per la trasmutazione), infatti a lui basta unire i palmi delle mani e poi toccare l'oggetto da trasmutare. Invece, Roy Mustang, conosciuto come l'Alchimista di Fuoco, usa dei particolari guanti su cui è disegnato il cerchio alchemico delle fiamme e gli basta schioccare le dita per trasmutare il fuoco dall'aria che lo circonda.


Angolo Recensioni

Deby92: Cara, ho letto il tuo commento proprio quando ho finito di postare il capitolo nuovo xD All'inizio del capitolo ho scritto qualche riga per delineare la storia principale dell'anime, spero che ti siano d'aiuto e nel caso avessi bisogno di altri chiarimenti non devi fare altro che chiedere ^^ Ciauuuu!!!

masterof dark: Dato che anche tu non conosci questo anime, spero che quelle poche cose che ho scritto ti siano d'aiuto ^^ Hai una piccola idea sulla nostra gatta? Esponi pure che voglio sapere cosa pensi <.< Comunque sì, gli indizi ci saranno, ma saranno ben nascosti tra le righe e sparsi per i capitoli! Quindi sarà un compito arduo capire la sua identità! Hai il mio appoggio di autrice però, quindi fatti sotto! ^^

My Pride: Mi sa che tu sei l'unica a conoscere ogni sfacettatura di questo anime/manga xD Ti perdono solo perché sei tu e perché ti voglio bene u.u *abbraffa* Purtroppo ai tempi in cui scrissi questi capitoli non sono stata molto brava ad inserire i personaggi di Full Metal Alchemist nel mio programma, spero comunque di aver fatto un buon lavoro e che ti piaccia ^^ Byeee!!

LightRoxas: Ti freno subito dicendoti che tra Sora e Kairi non è successo nulla u.u Parola di scout! u.u Non è ancora il momento di farsi le coccole u.u Alla seconda domanda ti sei risposto da solo xD Hai trovato la risposta in questo capitolo e spero che ti sia piaciuto ^^ Alla prossima!


Allora, allora... oggi faccio un bel ringraziamento, grande grande a Deby92 per aver messo la fic tra le seguite, grazie cara ^^ e ovviamente ringrazio anche tutti voi che vi limitate a leggere! Come sempre vi adoVo!!!! xD Al prossimo week end!!!

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Capitolo 28
*** Capitolo 28: Il risveglio ***


*arriva l'autrice tutta allegra, con un berretto da Babbo Natale in testa* Jingle bells, jingle bells! Jingle all the way! Buonsalve carissimi lettori e carissime lettrici! xD Sono in vena natalizia xD (non si nota... NdTutti) Ma ora passiamo a cose serie u.u Dunque, dunque, eravamo rimasti con un esercito di Nessuno ai cancelli del Quartier Generale dell'Est, come sarà andata a finire? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

Capitolo 28: Il risveglio
Un grande spiazzo divideva i due eserciti pronti alla battaglia. Un esercito blu e uno bianco. Il primo formato da esseri umani dai poteri particolari, il secondo composto da creature Senza Cuore, bramose di trovarne uno nuovo.
Tra i contendenti un varco di luce fece la sua apparizione e con esso sei ragazzi.
-Quanti saranno?- chiese Demyx, passando in rassegna le fila dei Nessuno, scorgendovi ogni tipo di creatura: dai Simili ai Berserker, dai Dragoni ai Samurai. C’erano tutti e occupavano la terra e il cielo.
-Duemila tutti.- rispose Axel, facendo comparire i Chakram.
-Potrai sfogarti come vuoi amico mio!- esclamò il biondo, evocando il suo strumento. -Ehi Jessie, questa mi sembra una buona occasione per provare la tua nuova magia. Che ne dici?-
-Dico che sono d’accordo.- ribatté lei, facendo “scrocchiare le dita”.
-Una nuova magia?- chiese Kairi curiosa.
-Vi chiedo di stare indietro, non vorrei ferire qualcuno di voi, non so quanto può essere distruttiva questa magia.- disse, guardando tutti i suoi compagni. -E vi sarei grata se fermaste anche quei pazzi là dietro.- aggiunse indicando l’esercito in divisa.
-Potrai dirglielo di persona.- iniziò Sora. -Alcuni di loro stanno venendo qua.-
Infatti, un uomo con una benda nera sull'occhio sinistro era al comando di altri: c’era il Generale Basque Grand, il Colonnello Mustang, il Tenente Hawkeye, Edward, l’armatura e un altro uomo alto e molto muscoloso la cui capigliatura si esibiva in un unico ricciolo biondo.
-Salve ragazzi, io sono il Comandante Supremo King Bradley.- si presentò il soldato a capo del gruppo. -Sono qui per chiedervi di andare in un luogo sicuro e di lasciarci passare.-
-Scusi se mi permetto Comandante…- intervenne Riku. -Ma lei e i suoi uomini non sapete nemmeno cosa avete di fronte, quindi siete voi che dovete andarvene.-
-Come ti permetti dannato ragazzino!- esclamò furente l'Alchimista di Ferro e Sangue.
-Si calmi Generale.- lo placò King Bradley. -Non hai tutti i torti, ma i miei uomini sono in gran parte alchimisti quindi non ci saranno problemi.- proseguì, rivolgendosi al custode dell'Alba.
-Alchimisti?- domandò la castana incuriosita.
-Tu sai cosa sono Jessie?- chiese la rossa.
-Sono persone in grado di manipolare la materia, ma rispettando determinati principi. Ad esempio sono in grado di tramutare qualunque metallo in oro.- si fermò e vide l’amica annuire. -Nel mio mondo però non esistono più perché l’alchimia è stata sostituita dalla scienza.- aggiunse poi con un tono udibile solo a lei.
-Capito.-
-Comunque resta il fatto, Comandante, che questi ragazzi stanno ostacolando le nostre operazioni!- urlò il Generale.
-Siete voi che state intralciando noi.- replicò il numero VIII, che poco dopo si voltò verso i Nessuno che avevano ripreso ad avanzare. -Maleducati, stiamo parlando e nemmeno aspettano.-
Detto questo il rosso alzò un braccio e una grande fiammata apparsa dal nulla polverizzò la prima linea nemica, provocando l’arresto dei rimanenti che indietreggiarono, portandosi nuovamente ad una considerevole distanza.
-Così va meglio!-
-Ehi Colonnello… Se non sta attento quel porcospino le frega il posto!- disse scherzosamente Edward, indicando il Ritornante.
-Ehi nanetto, hai qualcosa da ridire a proposito dei miei capelli?- domandò l'interessato infastidito.
-CHI SAREBBE IL FAGIOLINO MICROSCOPICO INVISIBILE ALL'OCCHIO UMANO?!- sbraitò il giovane alchimista, ma i entrambi furono zittiti immediatamente da due voci possenti.
-Axel!- urlò la keyblader del Tramonto, mentre contemporaneamente il colonnello Mustang richiamava Ed.
-Acciaio, non fare il bambino!- aggiunse, ricevendo come risposta un ringhio seguito da un sospiro rassegnato.
-Axel, non è il momento.- aggiunse la custode.
-Hai ragione, scusa Jessie…-
-Non fa niente…- rispose la ragazza dagli occhi nocciola, tornando ad esaminare i numerosi esseri, che minacciavano di attaccarli da un momento all'altro.
-Dì ragazzo, come hai fatto?- chiese l’uomo muscoloso.
-Dote naturale.- rispose tranquillamene il Ritornante, lasciando senza parole il suo interlocutore.
-Si stanno muovendo ancora.- intervenne Sora.
-Allora ci provo io ok?- chiese la castana, trovando consensi nei suoi compagni. -Mi raccomando, state indietro.-
-Dopo che avrai finito partiremo all’attacco.- disse l'argenteo. -Siete d’accordo?-
I suoi amici diedero il loro assenso e la ragazza dai lunghi capelli castani si mosse.
Compì qualche passo in avanti e poi s’inginocchiò, facendo aderire i palmi delle mani al terreno.
-Quake!-
Pronunciata la magia, la terra cominciò a tremare lievemente, fino ad essere attraversata da un violento terremoto che generò una spaccatura, la quale si propagò fino all’esercito bianco dove si scatenò la forza di quell’incantesimo.
Il suolo si sollevò e si agitò ai piedi dei Nessuno, molti dei quali diventarono polvere perché troppo deboli per resistere a tanta potenza.
Quando tutto si placò, notevoli membri dell’esercito delle bambole bianche erano spariti, ma in gran numero restavano i possenti Berserker, gli agili Ballerini e i Nessuno in grado di volare che si erano salvati allontanandosi appena in tempo dal terreno.
La ragazza si rialzò e un po’ barcollante raggiunse i suoi compagni. -Per oggi ho chiuso con i terremoti… Però ho ottenuto un buon risultato, basterà lavorarci sopra...-
Kairi la curò con una magia Energiga, dopodiché si rivolse ai compagni. -Andiamo?- chiese, evocando il suo keyblade fiorito.
-Sono con te!- esclamò Sora, evocando la Catena Regale.
I due Ritornanti affiancarono i ragazzi armi alla mano e così fece Riku evocando la Via per l’Alba.
Jessie richiamò i suoi keyblade e poi si voltò verso i militari. -Reagite solo se si avvicinano troppo, per il resto lasciate fare a noi.-

Questa volta fu costretta a cavarsela da sola. I nemici erano troppi per combattere in coppia con qualcuno.
Nonostante all’inizio provasse paura all’idea di combattere da sola contro un grande numero di potenti avversari, Kairi, però, non si diede per vinta e trovò il coraggio necessario per fronteggiare i Nessuno che si susseguivano uno dopo l’altro.
Un affondo ben mirato e un altro Ballerino si aggiunse alla lista dei caduti, ma subito dopo un insidioso Giocatore d’Azzardo prese il suo posto, agitando i suoi dadi come un abile giocoliere.
Il keyblade fiorito fu lanciato, ma il suo obiettivo lo evitò agilmente e si avvicinò alla ragazza, la quale, tuttavia, sorrise, allungando la mano verso il suo avversario.
In pochissimi secondi, come un boomerang, la chiave deviò la sua traiettoria e tornò indietro trapassando l’eterea creatura, che scomparve in una scia di luci, e facendo ritorno nella mano della sua custode.
Un nuovo nemico si fece avanti. Un possente Berserker e la sua fedele arma raggiunsero la principessa del cuore, pronti a dar battaglia.
-Questa sarà dura…- pensò, lanciandosi all’attacco.

I magici cerchi lasciavano una scia di fuoco al loro passaggio e le creature che si trovavano sulla loro strada diventavano cenere in pochi istanti.
Il Soffio di Fiamme Danzanti non si era ancora mosso dalla sua posizione iniziale. Dopo essersi separato dai suoi amici si era trovato un posto ed era rimasto fermo lì. Si limitava a lanciare i Chakram e ad evocare le fiamme con il solo pensiero. Improvvisamente gli venne un’idea e ghignò.
Si concentrò ed evocò tre colonne di fuoco che velocemente presero le sue fattezze, diventando suoi replicanti.
Un cenno d’intesa e i tre cloni di fiamma si divisero, bruciando ogni nemico che si parava loro di fronte.
Prima di tornare a combattere Axel si concesse un pensiero e un sorriso saccente.
-Sono troppo forte, quando si tratta di fiamme…-

Un fendente verticale dal basso verso l’alto decretò la fine del Nessuno armato di balestra. Un Cecchino.
Sora sapeva bene come comportarsi con loro. Evitare o respingere i proiettili e avvicinarsi quanto basta. Un paio di colpi e tutto si concludeva.
Un leggiadro Ballerino prese il suo posto.
Per un attimo si guardarono, si studiarono. Infine, il Senza Cuore si avvicinò con il suo passo ipnotico, simile a una danza ammaliatrice, dapprima lento per farsi più veloce e scattante, tentando di afferrare le braccia del custode, per poterlo scagliare lontano.
Il ragazzo dalle iridi color del cielo schivò la presa del suo nemico con un veloce scatto all’indietro e poi si lanciò contro di lui dandosi una spinta con i piedi.
La bianca creatura fu rapidamente colpita e superata, ma stranamente non crollò come i suoi predecessori. Questo, comprese il castano, poteva significare solo una cosa.

-Siamo arrivati alla fila più potente.-
Questo pensò il custode dai capelli argentati, dopo che il suo keyblade ebbe distrutto un massiccio Berserker.
Improvvisamente, sentì qualcosa afferrargli una caviglia.
Un Sicario.
La presa sulla Via per l’Alba si fece più stretta e quell'arto che usciva dal terreno in breve tempo fu tranciato. Il suo proprietario uscì allo scoperto furibondo e senza controllo si lanciò sul ragazzo, decretando la propria condanna a morte. Un tondo seguito da un veloce affondo fecero sparire l'etereo essere, che fu prontamente sostituito da uno Stregone.
-Ci siamo.- pensò Riku, mettendosi in posizione di guardia, mentre il suo nemico stendeva le braccia, prima tenute conserte, per scagliare i propri incantesimi.

Da lontano l’esercito di quel mondo guardava con occhi stupiti e increduli ciò che stava accadendo alle porte del loro Quartier Generale.
I soldati semplici si rifugiavano dietro i loro fucili con occhi sgranati. Sia per la presenza di quegli strani esseri sia per gli straordinari e spaventosi poteri di cui quei sei ragazzi erano dotati.
Gli ufficiali osservavano tutto con sguardo attento, senza farsi sfuggire alcun particolare. Era chiaro come la luce del sole che i ragazzi che avevano arrestato e i loro compagni conoscessero ciò che stavano affrontando con assoluta sicurezza. Sapevano dove colpire, cosa fare, come reagire.
-Guerrieri così non si erano mai visti.- affermò King Bradley, lisciandosi i baffi.
-Cosa faremo una volta che questo scontro sarà finito?- chiese l’Alchimista di Ferro e Sangue.
-Parleremo con loro e cercheremo di scoprire le loro intenzioni. Ma con cautela. Hanno poteri che non potevamo nemmeno immaginare.-
Poco distante da questi discorsi, altri osservavano con un misto di paura e curiosità quella battaglia dal fine a loro sconosciuto.
-Fratellone…- iniziò l’armatura. -Chi sono quei ragazzi? Da dove vengono?-
-Non ne ho idea Al…- rispose Edward con aria preoccupata. -Posso però confermare che non stanno usando l’alchimia.-
-E’ evidente.- intervenne Mustang. -Come il fatto che non hanno nulla a che vedere con Scar.-
-Per una volta sono d’accordo con lei, Colonnello, ma perché li hanno arrestati? Da chi è arrivata l’informazione?-
-Pare sia stato qualcuno molto vicino al Comandante Supremo.- s’intromise l’uomo muscoloso dal ciuffo biondo.
-Maggiore Armstrong, cosa sa a riguardo?- chiese l'Alchimista di Fuoco, abbassando il tono di voce.
-Non posso parlarne qui…-
-Certo. Quando tutto sarà finito ne parleremo con calma e lo faremo anche con questi ragazzi.-
-Attenzione!- urlò il Tenente Hawkeye, mentre sparava contro l’essere che si stava avvicinando.
Questo fluttuava e sembrava composto solo dal suo candido mantello tenuto aperto, che mostrava il vuoto che conteneva.
Egli iniziò a muovere le braccia e dei cubi dalle sfumature rosee si formarono dal niente intorno al gruppo di soldati.
-Cosa sta succedendo?!- esclamò allarmato il giovane dai capelli dorati.
All’improvviso una figura incappucciata atterrò tra di loro e alzò le mani al cielo.
-Reflex!-
Proprio mentre i cubi stavano per scagliarsi su di loro, una barriera semi trasparente apparve a proteggere tutti loro. Esaurita la sua funzione, questa s'infranse in mille innocui frammenti e la ragazza dai lunghi capelli castani evocò nuovamente le sue armi, puntandole velocemente sulla creatura sospesa a mezz’aria.
-Firaga!-
Due grandi sfere di fuoco colpirono il loro obiettivo, costringendolo a indietreggiare.
-Siete stati fortunati.- disse Jessie, rivolta ai soldati. -Se non mi fossi accorta di quel Nessuno avreste fatto una brutta fine.-
-Ce la saremmo cavata invece!- esclamò Edward offeso.
La custode scosse la testa. -Non credo che la vostra alchimia possa qualcosa contro di loro. Rispondono a leggi diverse.- lo sguardo nocciola fissò lo Stregone che aveva ripreso ad avanzare. -Ora devo andare.-
Detto questo la castana spiccò un balzo ad armi sguainate e con due fendenti rapidi e precisi colpì il Senza Cuore, che scomparve senza lasciare traccia di sé.
La ragazza atterrò con una capriola e corse contro al nuovo nemico. -Siamo quasi alla fine.-

Un lungo do maggiore risuonò dal Sitar e una grande massa d’acqua si creò al di sopra del biondo, rimanendo però calma e immobile.
Il Notturno Melodico continuava a suonare una canzone movimentata e forte e il liquido cristallino cominciò ad agitarsi, divenendo una pericolosa ondata che travolse parecchi nemici annientandoli in pochi attimi.
Demyx spostò per un momento la propria attenzione sul suo amico dai capelli rossi e sorrise, vedendo le tre copie di fuoco.
-Mi hai imitato la tecnica, eh? Adesso te lo faccio vedere io un nuovo trucchetto!-
Lo sguardo verde chiaro si posò sul nuovo gruppo di Nessuno, l’ultimo che aveva davanti. Dopodiché chiuse gli occhi e fermò le corde del suo strumento.
Quando riprese a suonare, la musica cambiò.
Note lente e tranquille riempirono l’aria e nuova acqua iniziò a raccogliersi accanto al ragazzo. Ogni secondo che passava il ritmo pian piano cresceva, diventando veloce e tortuoso e l’acqua cominciò a prendere una forma.
Il liquido si distribuì come ordinava la mente del Ritornante suo padrone e prese le fattezze di un drago senza ali, quasi simile ad un serpente marino. Zanne affilate uscivano dalla sua bocca, due lunghi baffi ondeggiavano attorno al suo muso e due occhi di un blu intenso, privi di pupilla, osservavano la massa bianca in movimento.
Un acuto del Sitar fu il segnale d’attacco.
Il drago emise un possente ruggito e si lanciò contro i suoi avversari facendone polvere.

Jessie si fermò un attimo quando udì quel potente ruggito levarsi nell’aria. Si voltò e vide il drago d’acqua creato dall'amico.
-A quanto pare Demyx si sta impegnando a fondo.- pensò, poi rivolse nuovamente lo sguardo sui tre avversari che aveva di fronte. Due Berserker e uno Stregone si avvicinavano a passo lento ma deciso verso di lei.
Corse dai suoi nemici e puntò alla creatura che stava a mezz’aria. Un salto e gli fu davanti.
La Via del Tramonto lo colpì duramente, ma un fendente dell’Artiglio della Notte gli impedì di cadere al suolo. E continuò così, finché non scomparve e la ragazza posò le sue iridi nocciola sui restanti avversari.
Un pericoloso scontro a tre prese vita quando le due chiavi cozzarono contro le pesanti alabarde dei due Nessuno. La castana respinse quello alla sua sinistra con un calcio e concentrò le sue energie sul secondo Berserker. I suoi attacchi si alternavano ad una stremante difesa dai colpi dell’avversario, che risultò essere molto più potente rispetto ai suoi compagni. La custode avvertì in tempo la presenza del primo nemico alle sue spalle e con un salto verso l’alto fece sì che i due si colpissero tra loro e atterrò a qualche metro di distanza.
Posati i piedi a terra, fece per corrergli incontro nuovamente, ma qualcosa nella sua testa la chiamò.
Una voce.

-Custode, questi avversari sono potenti, se vuoi sconfiggerli dovrai fare ricorso ad uno dei tuoi poteri nascosti…-

Scosse la testa per allontanare quella voce.
Non era la solita. Non era la voce calda e rassicurante che l’aveva guidata fino a quel momento.
Quella che aveva udito era una voce fredda e sibillina che stava risvegliando qualcosa in lei. Qualcosa che non doveva assolutamente essere liberato. Jessie era consapevole del fatto che prima o poi sarebbe avvenuto il risveglio di quei suoi poteri, ma non era quello il momento.
-Non adesso!- pensò, scuotendo ancora la testa. -E poi “uno dei miei poteri”? Cosa significa?- si chiese e la nuova voce rispose per lei.

-La tua vera natura preme per uscire, perché la trattieni?-

Questa volta c’era insistenza e irritazione in quella voce che appariva sempre più malvagia.
-Basta! Basta!- pensò Jessie con decisione e paura, serrando gli occhi.

-Perché hai paura? Ciò che vuole essere risvegliato fa parte di te. Lo sai bene…-

-Smettila! Basta! Smettila!- questa volta non fu solo pensiero, ma queste parole uscirono in un sussurro dalle labbra tremanti della custode.
Mancava poco. La keyblader lo avvertiva e la voce ghignò, lanciando il suo ultimo e definitivo attacco.

-Libera la tua oscurità!-

Dopo quella specie di ordine, la custode rivelò i suoi occhi nocciola attraversati da un’ombra e lanciando un terribile grido di battaglia, si lanciò contro i due Nessuno.



Le cose stanno iniziando a muoversi: a chi apparterrà questa nuova voce? Cosa accadrà a Jessie ora che è avvenuto il "risveglio"? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!!!

ps: se riesco metterò un capitolo nuovo lunedì ^^


Angolo Recensioni

Deby92: Sono contenta che il riassuntino spiccio spiccio ti sia stato utile ^^ E spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Che ne pensi del risveglio di Jessie? A presto!!!! ^^

LightRoxas: *ferma Jessie dall'uccidere il lettore* Attento a quello che dici xD la mia Jessie è abbastanza permalosa xD *Jessie se ne va ringhiando vendetta* Comunque! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto nonostante nessuno dei nostri si sia fatto male e nonostante non sia successo ancora niente tra Kairi e Sora xD Fammi sapere eh! Ciauu!

My Pride: Ma guarda un pò chi rispunta! xD Ma ciao! *abbraffa*  Mi dispiace deluderti, ma dovrai accettare il fatto che ci sarà più Roy e meno Mustang e che non ci sarà yaoi in questa fic u.u Tranne un piccolo accenno tra... una trenitina di capitoli xD Pensi di farcela? xD Comunque credo che a parte me e te, nessun altra delle persone che bazzica qua dentro conosca i numerosi retroscena di FMA xD Fammi sapere cosa pensi di questo chap! Ciauuu <3



E questo è quanto!!! (Finalmente NdTutti  Ehh, ma come siete difficili u.u NdFly) Ma passiamo ai ringraziamenti! (Era ora! NdBanditore Taci tu! NdFly) Ringrazio e abbraccio crazykikka per aver messo la fic tra le seguite e Deby92 che non mi ricordo quando l'ha messa tra le preferite *abbraffa fino a stritolarla* ^^ E ovviamente ringrazio anche tutti voi che leggete! Come sempre vi adoVo *-* a presto!!!!

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Capitolo 29
*** Capitolo 29: Le calde tenebre del cuore ***


*arriva l'autrice tutta imbaccuccata dalla testa ai piedi e piena di neve* Eccomi!!! Ce l'ho fatta! Ho sconfitto la neve!!! *esulta, scrollandosi tutta la neve che ha addosso* Passiamo subito al capitolo perché sono in ritardissimo sul programma u.u Il potere oscuro di Jessie si sta risvegliando (mi sa tanto di star wars sta cosa.... NdFly), cosa succederà? E come reagiranno i suoi compagni? Buona lettura!!!

Capitolo 29: Le calde tenebre del cuore
L’attenzione di tutti fu catturata da quel terribile grido battagliero.
I cinque guerrieri della Luce, ormai liberi dai loro avversari, si riunirono attorno al Notturno Melodico, poiché era il più vicino alla loro compagna, che sembrava preda di una furia cieca.
-Demyx, tu hai visto cos’è successo a Jessie?- chiese preoccupato il Ritornante dai capelli rossi.
-Quando mi sono girato l’ho vista ferma che scuoteva la testa, poi ha urlato e…-
Il biondo non riuscì a terminare la frase.
Come fecero gli altri, si voltò verso la custode del Tramonto, col terrore dipinto sul viso.
Una leggera ma inquietante aura oscura circondava il corpo della ragazza che combatteva senza tregua contro il Nessuno rimasto, che stava ormai svanendo.
-Dobbiamo fermarla!- affermò con decisione Riku, correndo dall’amica.
I ragazzi non esitarono e lo seguirono immediatamente.
Nel frattempo la castana si era fermata ed era caduta in ginocchio col respiro affannato e gli occhi spenti.

Nero.
Questo vedeva con i suoi occhi nocciola, incatenati in un’ombra di paura.
Il cuore batteva a mille e respirava velocemente.
Qualcosa però sfuggiva alla sua comprensione: non sentiva freddo.
Solitamente il nero e il buio sono associati al freddo, ma non era questo ciò che avvertiva.
Caldo.
Questo era ciò che Jessie percepiva intorno a sé.
Un caldo soffocante come se fosse a contatto col fuoco dell'Inferno.
Si accorse però, che non era del tutto una sensazione nuova.
Aveva già percepito quel calore, ma dove?
-Non ci arrivi?- chiese la nuova voce che l’aveva spinta a fare ciò che non voleva.
Jessie non rispose e poco dopo avvertì una vibrazione. Una risata.
-Ti trovi all’interno di te stessa. In quel lato del tuo cuore in cui il calore della Luce si fonde con il buio dell’Oscurità ricreando ciò di cui sei la custode.-
-Il Tramonto…- pensò la ragazza, guardandosi attorno. -Quindi questa è…- pensò poi con terrore crescente.
-Sì…- sussurrò la voce al suo orecchio, facendole scorrere un brivido lungo la schiena. -E’ la tua Oscurità.-
Alla notizia il tempo per Jessie parve fermarsi.
Il respiro si bloccò un istante e poi divenne un sospiro soffocato.
Un unico pensiero le rimbombava nella mente. -La mia Oscurità è stata risvegliata.-
Alle sue spalle una persona si sporse verso di lei, passandole una mano sulla guancia gelida.
-Sapevi che sarebbe successo, ma non devi preoccuparti… Adesso ti rivelerò il primo dei tuoi due poteri…-
La custode annuì col capo senza voltarsi verso la persona proprietaria di quella mano ancora più fredda del suo viso e di quella voce ancor più tagliente di una lama.
-Tu, custode del Tramonto, puoi utilizzare a tuo piacimento il tuo lato oscuro e combattere con esso. Non è una bella cosa?- chiese infine la voce, spostando la mano sui lunghi capelli castani.
-Ovviamente, ricorrendo a questo potere risveglierai dei sentimenti e dei ricordi spiacevoli con delle piccole conseguenze, ma che problema c’è?-
Jessie tremò nuovamente. La sola idea di riportare alla sua mente quei momenti la faceva star male.
Questa sua reazione e questi suoi pensieri non sfuggirono alla voce, che parlò di nuovo.
-Quando userai il tuo potere i tuoi sentimenti amplificheranno la tua forza e i tuoi nemici verranno spazzati via. Non ti piacerebbe essere più forte?-
-Smettila…- pregò la ragazza. -Non posso usare quel potere… Non voglio ricordare…-
-E perché mai? Hai paura di perdere il controllo? I tuoi ricordi sono così dolorosi?-
-Smettila…- rispose Jessie, serrando gli occhi. -Smettila…- s’inginocchiò e mise le mani sulle orecchie per non sentire le parole della voce, che però raggiunse la sua mente.
-Custode… Non potrai mai sfuggire ai tuoi ricordi…-
-Basta! Smettila!-
-Sappi un’ultima cosa…- un sussurro che giunse come un alito di vento. -La tua Oscurità è così profonda e nera a causa dei ricordi che rinneghi…-
Spalancò gli occhi.
Quella verità fu l’equivalente di una pugnalata che non lasciava cadere gocce di sangue ma lacrime di dolore e rabbia.
-Hai compreso? È questo il motivo per cui non potrai mai liberarti del tuo passato, che presto si risveglierà portando con sé la liberazione del tuo secondo e grande potere… Arrivederci custode…-
Dopo quelle ultime parole una luce illuminò le sue calde tenebre e una voce amica cominciò a chiamarla.

-Jessie! Svegliati!-
L'argenteo stava chiamando la compagna da molti minuti, ovvero da quando l’avevano vista inginocchiarsi con il respiro accelerato e gli occhi persi nel vuoto. Dopo qualche minuto il respiro della ragazza era tornato normale per poi diventare poco più di un sospiro, come se facesse fatica a respirare, così la fecero stendere.
Poco lontano, i soldati in blu tentarono di avvicinarsi, ma una gelida occhiata dei due Ritornanti gli fece abbandonare l’intento.
-E’ fredda come il ghiaccio…- pensò il custode dell'Alba quando prese una mano della ragazza tra le sue.
Strinse forte quella mano piccola e dalle dita sottili, continuando a chiamarla.
-Forza Jessie… Svegliati!-
La mano che il ragazzo stringeva si mosse e rispose improvvisamente alla stretta quando la custode si alzò di scatto, respirando quanta più aria possibile.
-Ti sei svegliata!- esclamò Kairi, attirando l’attenzione dei due Ritornanti e di Sora, che stavano tenendo sotto controllo l’esercito in blu.
-Jessie…- la chiamò il ragazzo accanto a lei, facendola voltare verso di sé.
La ragazza tremava e i suoi occhi trasmettevano tutta la sua paura. -Riku… io… cosa… ho fatto… perché?-
-Stai calma Jessie… Quando ti sarai calmata ci spiegherai tutto…- rispose piano lui, passandole una mano sulla schiena. Tuttavia la castana parve non sentirlo.
-Io… non l’ho… fatto apposta… Io… non… non volevo…-
La paura nei suoi occhi era velocemente cambiata in terrore e lente lacrime cominciarono a bagnarle le guance.
L'argenteo la tirò a sé e l’abbracciò cercando di calmarla con la sua voce, che però non riuscì a raggiungerla.
-E’ sotto shock…- disse Axel, abbassandosi vicino ai due. -L’unica cosa da fare è portarla alla nave e farla riposare. Quando sarà più tranquilla sono sicuro che sarà lei stessa a volerci parlare.-
-Come fai ad esserne così convinto?- chiese Sora.
-Me lo sento e poi credo c’entri qualcosa il fatto che sia voluta andare a Crepuscopoli.-
-Allora andiamo.- intervenne Demyx, aprendo un varco di luce.
Riku prese Jessie tra le braccia e si alzò in piedi, mentre la ragazza si appoggiava al suo petto e gli stringeva la maglietta con le mani, come se fosse l'unico appiglio a disposizione per rimanere nel presente.
Erano pronti ad andarsene, quando un richiamo del Comandante Supremo li fece voltare. -Aspettate!-
Il numero IX chiuse il pasaggio, fulminando con gli occhi l’uomo e il suo seguito. -Cosa volete da noi?-
-Vorremmo parlarvi, forse voi potreste farci comprendere meglio il perché di questo attacco.- spiegò King Bradley.
-Dovrete aspettare.- rispose il numero VIII gelido.
-Come vi permettete?!- domandò irato Basque Grand.
-La nostra compagna ha bisogno di riposo e la sua salute ha la priorità.- replicò il rosso serio, mettendosi tra i soldati e i suoi compagni. -Dem, voi andate avanti.-
Il biondo annuì e riaprì il varco, dopodiché fece segno ai custodi di entrarvi, seguendoli e richiudendolo dietro di sé.
-Saremo noi a venire da voi quando ne avremo il tempo. Se volete delle spiegazioni è così, altrimenti potete anche restare nell’ignoranza. Arrivederci.-
Detto questo girò sui tacchi e si allontanò abbastanza da poter aprire un passaggio e andarsene, lasciando i soldati senza parole, tranne uno che sorrise.
-Aspetteremo.- disse il Comandante Supremo, voltandosi per tornare al proprio dovere.

***
-Certo che ci sei andata giù pesante…- disse il Leggiadro Sicario con un ghigno. -Volevi distruggerla psicologicamente, per caso?-
-Ma no…- rispose la ragazza con gli occhi da gatta, muovendo la mano in segno negativo. -Volevo solo divertirmi un po’ e vedere fino a che punto avrebbe resistito…-
-Peccato che si sia messo in mezzo il custode dell’Alba vero?-
-E’ arrivato che avevo finito… Comunque può esserci d’intralcio…- affermò lei, compiendo ampi passi in circolo. -Però, finché non si accorge del suo potere possiamo anche non intervenire…-
-Dici?-
-Sì, non ho voglia di eliminarlo subito e poi sarà più divertente vederlo soffrire. Certo, se lo distruggessimo ora credo che il nostro obiettivo verrebbe raggiunto immediatamente, ma che gusto ci sarebbe?-
-Hai sempre voglia di giocare, eh?- chiese divertito Marluxia.
-Già, ma che vuoi farci… Io voglio divertirmi e mi diverto vedendo gli altri soffrire…-
Una diabolica risata risuonò nel vuoto del nero castello.

***
Paperino batteva insistentemente una zampa a terra.
Topolino camminava avanti e indietro.
Pippo li guardava stropicciando il suo cappello tra le mani.
Demyx era seduto per terra e giocava con una bolla d’acqua.
Axel appoggiato alla parete faceva la medesima cosa con una sfera di fuoco.
Sora era in piedi davanti alla porta della stanza di Jessie a braccia incrociate.
Tutti stavano aspettando che Riku e Kairi uscissero da quella stanza da un’ora, da quando i ragazzi erano tornati alla gummiship, e mentre l’argenteo portava la custode nella sua stanza seguito da Sora e Kairi, i due Ritornanti avevano fatto un racconto dettagliato degli avvenimenti. Poco dopo, il custode dagli occhi azzurri era uscito con un sospiro.

# flashback #
-Come mai sei uscito solo tu?- chiese il rosso preoccupato.
-Jessie non riesce a calmarsi… Abbiamo provato a farla stendere, ma non vuole lasciare Riku... Continua a scusarsi, a dire che non ha reagito in quel modo di sua volontà…- spiegò il castano. -Adesso Riku sta cercando di tranquillizzarla e Kairi le sta bagnando il viso con dell’acqua fresca perché le è venuta la febbre per quanto si è agitata…-
-Speriamo che si riprenda…- rispose il Ritornante, appoggiandosi alla parete.
-Dobbiamo avere fiducia in lei.- intervenne il Notturno Melodico, posandogli una mano sulla spalla.
-Hai ragione.-
# fine flashback #

E da lì era passata un’ora.
Il custode della Catena Regale emise l'ennesimo sospiro e si allontanò dalla porta di qualche passo, quando questa si aprì e ne uscì Kairi.
-Allora?- chiese Axel, avvicinandosi alla ragazza, seguito da tutti. -Come sta?-
-Alla fine si è addormentata, ma Riku ha preferito restare lì con lei.-
-La febbre è scesa?- chiese il rosso.
-Non del tutto, ma ora ha bisogno di riposo.-
-E anche voi…- intervenne il Re. -Andate pure a riposare, qui ci pensiamo io, Paperino e Pippo. Abbiamo attivato tutti gli scudi, compreso quello magico di Merlino che ci rende invisibili.- spiegò poi, anticipando le domande dei ragazzi. -Potete stare tranquilli.-
-Va bene.- rispose Sora. -Ragazzi, voi andate pure nella mia stanza.- aggiunse rivolto ai due Ritornanti.
-Sei sicuro?- chiese il biondino. -Tu dove andrai a dormire?-
-Ehm… Ecco…- farfugliò il castano, arrossendo lievemente.
-Dem non preoccuparti!- intervenne il Soffio di Fiamme Danzanti, avendo intuito le intenzioni del più giovane. -Forza, andiamo a farci una bella dormita. Buona notte ragazzi!- esclamò, spingendo l’amico e strizzando un occhio smeraldino al custode.
Kairi sorrise e prese l’altro per mano, portandolo verso la sua stanza.

***
Strizzò il panno bagnato e lo posò nuovamente sulla fronte calda della ragazza, che finalmente era caduta in un sonno tranquillo senza sogni.
La stava tenendo ancora tra le braccia. Questo perché Jessie si rifiutava di allentare la presa sulla sua maglietta, anche in quel momento d’incoscienza. Sospirò e, dopo aver assicurato la presa sul corpo della castana, l’argenteo si sistemò meglio contro la parete alla quale era appoggiata la testa del letto.
Non fu però abbastanza delicato nel suo movimento perché le iridi nocciola si aprirono.
-Riku…- chiamò la ragazza con un filo di voce.
-Ehi… Come ti senti?-
-Non lo so…- rispose facendo vagare lo sguardo. -Dove siamo?-
-Siamo nella tua cabina, a bordo della nave.-
-Cos’è successo? Sento la testa che scoppia…-
-Hai la febbre abbastanza alta, ma con un po’ di riposo vedrai che starai meglio.-
Jessie annuì. -Riku…-
-Dimmi.-
-Ho… freddo…-
-Vuoi stenderti sotto le coperte?-
In risposta la presa sul suo petto aumentò.
-Non preoccuparti, resterò qui con te.- assicurò il ragazzo con un sorriso.
-Ok…-
Facendo attenzione a tenere la ragazza con un braccio solo, l’argenteo alzò le coperte e appoggiò la compagna sul letto. Dopodiché si stese accanto a lei, coprendo entrambi.
In breve trovò la custode accoccolata contro il suo petto.
-Posso stare così?- gli chiese senza guardarlo.
-Certo.- rispose lui, accarezzandole la nuca.
-Riku…- iniziò Jessie. -Ti prometto che domani, dopo che avrò spiegato cos'è successo, parleremo io e te da soli.-
-Le spiegazioni possono aspettare e anch’io. Ora pensa a riposarti, al resto ci penserai quando starai meglio.-
-Va bene…- rispose la giovane, chiudendo gli occhi. -Grazie… Ti voglio bene…-
Il keyblader dell'Alba rimase stupito da quelle parole per un paio di secondi, poi sorrise e posò un delicato bacio sulla testa castana. -Anch’io ti voglio bene… Buona notte.-
-Notte.-
Il ragazzo arrossì. Non si aspettava una risposta, poiché la credeva già addormentata. Superato l’imbarazzo, abbracciò la ragazza e in pochi istanti anche lui cadde nel regno di Morfeo.

***
Dopo aver lasciato gli altri, Sora e Kairi si chiusero nella stanza della ragazza e una volta stesi sul letto il castano strinse la rossa in un abbraccio possessivo. Tuttavia, la principessa del cuore gli apparve distante.
-Kairi… Che cos’hai stasera? Ti vedo assorta nei tuoi pensieri… C’è qualcosa che non va?- le chiese con tono colmo d'ansia.
-Niente… E’ che vedere Riku così preoccupato per Jessie prima, mi ha fatto tornare in mente quello che è successo ieri…- confessò con un sorriso.

# flashback #
Durante il lungo viaggio per raggiungere il nuovo mondo, la principessa della Luce aveva raggiunto l’amico nella sua stanza per poter parlare in tutta tranquillità.
-Sora… Che ne pensi allora del nostro amico argenteo e di Jessie?-
-Io ancora non ci credo… non mi ero accorto di niente…-
-Questo perché sei sempre il solito ingenuo…- lo canzonò dolcemente la rossa.
-Kairi, non prendermi in giro… Lo sai che in queste cose io non ci capisco niente!- esclamò, imbronciandosi.
-Già, lo so…- sussurrò leggermente delusa.
-Come?- chiese il brunetto, ma non riuscì a continuare la frase notando la lacrima solitaria che lentamente percorse il volto dell’altra. -Kairi… Ma che…?- domandò dolcemente, sollevandole il volto. Ma ancora una volta non riuscì a concludere: la ragazza si era sporta in avanti, unendo le loro labbra in un dolce bacio, che aveva il sapore di quell’unica lacrima versata dall’iride blu come il mare.
-Sora… Io ti amo… Possibile che tu non ti sia mai accorto di nulla?-
-Kairi… io… Scusa… Non l’avevo capito…-
La custode s'incupì e dopo essersi allontanata dal ragazzo raccolse le gambe al petto e nascose il volto tra le ginocchia. Delusione e tristezza riempirono il suo cuore e nuove lacrime silenziose percorsero il suo viso.
Dopo alcuni secondi che a lei parvero millenni, Sora la prese delicatamente per il mento, avvicinando i loro visi.
L’azzurro del cielo più limpido e il blu del mare più profondo divennero una cosa sola, così come le loro labbra che si unirono un secondo bacio ricolmo dell’amore dei due giovani e delle scuse del castano.
-Sono stato uno stupido a non accorgermene subito…- disse Sora, quando si separarono. -Ma credevo di non piacerti.-
Passò le mani sulle sue guance per asciugarle le ultime lacrime e infine si avvicinò al suo orecchio, soffiando la risposta tanto attesa. -Ti amo anch’io Kairi…-
# fine flashback #

Il keyblader arrossì al ricordo delle loro parole e dei loro baci, ma sorrise abbracciando meglio la ragazza.
-Kairi…-
-Dimmi.-
-Ti amo.- le disse eliminando la breve distanza tra di loro con un lungo e intenso bacio, mostrando che anche lui se voleva sapeva essere audace.

***
Il Notturno Melodico guardava sconsolato fuori dall’oblò.
Il Soffio di Fiamme Danzanti si accorse del biondo, e gli si avvicinò. -Dem… E’ successo qualcosa?- chiese preoccupato.
Il ragazzo sussultò sorpreso. -Axel, che ci fai ancora sveglio?!-
-Bè, potrei chiederti la stessa cosa. Cosa c’è che turba un dolce bimbo spensierato come te?-
-Stavo guardando la notte in questo strano mondo, pensando a tutto quello che è successo… non è molto che è cominciato questo viaggio, ma sembra passata un’eternità da… Ti ricordi il giorno prima della partenza?-
-Eccome…- rispose il rosso sorridendo e perdendosi in quei dolci ricordi, nei quali era perennemente presente il viso di Andrea.
-Axel…- sussurrò il biondino, con le lacrime agli occhi. -Mi manca Schizzo! Ho voglia di giocare con lui!!-
Un enorme gocciolone, tipo anime, si formò sulla testa del numero VIII. -Mi sembrava strano che Dem si perdesse in pensieri così seri…- pensò, mentre abbracciava affettuosamente l’amico per confortarlo. -Non essere triste… Vedrai che presto potrai tornare a giocare con il tuo amico…-
-Davvero Axel?!- chiese il piccolo Ritornante, con due occhioni dolcissimi, lucidi di pianto trattenuto.
-Sì, te lo giuro…- rispose l’amico, spostando lo sguardo sulla notte buia fuori dalla navicella. -E sai una cosa? Anche a me manca il mio angelo dagli occhi azzurri…-



Capitolo smielato, ma che serve per svariati motivi, uno dei quali è dimostrare che anche quei due imbranati di Sora e Kairi sono capaci di combinare qualcosa anche se con parecchia fatica xD Mi auguro che sia stato di vostro gradimento! E con questo vi faccio un mega augurio di buon Natale ^^ Ci risentiamo verso il 27!!!
See ya!


Angolo Recensioni

Deby92: Sono soddisfatta del fatto che ti piaccia come descrivo i combattimenti ^^ dopo un pò ho cominciato a ingranare il meccanismo e la mia fantasia si è sbizzarrita xD Vedrai nei prossimi capitoli cosa non combino xD Fammi sapere cosa pensi di questo e grazie per gli auguri! ^^

LightRoxas: Axel avrà il suo ruolo in questo mondo, fidati u.u Alla fine Sora e Kairi un qualcosina l'hanno fatta, spero che ti basti per il momento xD Per il futuro, sto provvedendo per il capitolo 70 u.u Byeee!!!



Detto tutto ciò, vi lascio ripetendovi gli auguri di buon Natale ^^ Sicuramente riuscirò ad aggiornare prima del capodanno, ma non assicuro niente a causa dei pranzi/cene/giorni interi da passare in famiglia... meno male che ho il portatile e posso arrangiarmi con quello <.< Alla prossima!!! Vi adoVo tutti!!! *-*

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Capitolo 30
*** Capitolo 30: La luce che salva dall'oscurità ***


Zalve a tutti carissimi lettori e carissime lettrici e ovviamente buon 2010!!!! ^^ Oggi non mi perdo in inutili tafferugli *si chiede anche lei da dove le sia uscita una parola simile* Siamo rimasti con Riku e Jessie che dormono abbracciati, Sora e Kairi nella stessa stanza, Demyx che piange perché gli manca il criceto Schizzo e Axel che sospira e appanna i vetri perché gli manca la sua Andrea. Che sarà accaduto il mattino seguente? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

Capitolo 30: La luce che salva dall’oscurità
Un raggio di sole dispettoso lo colpì sugli occhi acquamarina ancora chiusi.
Il suo corpo non voleva saperne di abbandonare quel dolce tepore e quella fresca sensazione di benessere che da tempo gli mancava, ma la sua mente lo costrinse ad aprire gli occhi per poter sorridere a ciò che vide accanto a sé.
La custode dai capelli castani dormiva beata con la testa appoggiata alla sua spalla e le mani sul suo petto non stringevano più la maglietta, finalmente rilassate. Facendo attenzione a non svegliarla le passò una mano sulla fronte e poi seguì i lineamenti del viso.
-Per fortuna la febbre è scesa…- pensò, donando un fugace bacio alla ragazza che iniziò a muoversi. -Oh no, l’ho svegliata…-
Due confuse iridi nocciola puntarono su di lui.
-Buon giorno.-
-‘giorno…- mugugnò Jessie emettendo un piccolo sbadiglio. -Scusa…-
-Scusami tu, non volevo svegliarti…-
-Ho dormito abbastanza…- affermò mettendosi a sedere seguita dall’argenteo.
-Sei sicura?-
-Fidati di me… Potresti farmi un favore?- il ragazzo annuì. -Andresti a chiamare gli altri? Vorrei parlarvi di quanto è successo...-
-Come vuoi…-
Riku allora si alzò e uscì dalla cabina.
Passò per la sala di comando e avvertì Topolino, Paperino e Pippo, dopodiché andò in camera dell'amica dai capelli rossi.
-Kairi?- chiamò dopo aver bussato un paio di volte. -Kai…-

Tump!

-Ahia!- urlò qualcuno dall’interno della stanza.
Il custode dell'Alba allarmato spalancò la porta e la scena che si trovò davanti lo lasciò spiazzato e senza parole.
Un Sora senza maglietta gli dava le spalle massaggiandosi la testa probabilmente per essere caduto dal letto, e Kairi seduta su di esso con indosso la maglietta del castano lo salutava stropicciandosi gli occhi.
-Ciao Riku… hai dormito bene? Come sta Jessie?-
L’argenteo non rispose e spostò lo sguardo da un amico all’altro finché il ragazzo dagli occhi azzurri non si voltò verso di lui rosso in viso.
-Ciao…- borbottò, prima di osservare la ragazza e se stesso, incuriosito dal sopracciglio alzato dell'altro. -Non è come sembra!- esclamò subito, mettendo le mani avanti.
-Cosa Sora?- chiese la principessa del cuore scendendo dal letto, facendo capire di essere coperta solo dalla maglietta.
-Ferma dove sei!- urlò Riku, puntando un dito contro la rossa.
-Perché?-
-Come perché? Ma vedi come sei conciata?-
Kairi si osservò attentamente il corpo, poi il suo volto prese lo stesso colore dei suoi capelli. -Non è come sembra!-
Il ragazzo sospirò sollevato e dopo aver detto loro di vestirsi uscì per andare a chiamare i due Ritornanti, che stavano dormendo nella stanza accanto a quanto detto da Sora.
Anche alla porta seguente il ragazzo dovette bussare un paio di volte prima di ricevere un permesso mugugnato.
Aprì la porta e si sentì sollevato.
Il Ritornante dai capelli rossi si stava già vestendo e gli chiese gentilmente di svegliare il biondo.
Si avvicinò al letto e trovò un Demyx profondamente addormentato avvolto nelle coperte.
-Mi dispiace un po’ svegliarlo…-
-A proposito, come sta Jessie? Si è svegliata?- chiese Axel.
-Sì e mi ha chiesto di portarvi tutti da lei… Demyx, svegliati!- disse Riku, scuotendo il Notturno Melodico.
-Mmh… ancora cinque minuti…- bofonchiò questo, girandosi dalla parte opposta e nascondendosi sotto le coperte.
-Lascia stare…- rise il numero VIII. -Ci penso io. Tu vai da Jessie e dille che arriviamo tra pochissimo.-
-Va bene.-
Quando rimise piede nella stanza della custode aveva in mano una tazza di tè caldo.
-Jessie, ti ho portato una…- si fermò.
La ragazza si era stesa di nuovo con la conseguenza di riaddormentarsi.
L’argenteo si avvicinò al letto, posò la tazza sul comodino e si mise all’opera per svegliarla, ma lei si destò appena avvertì il contatto della sua mano sulla spalla.
-Scusa… mi sono addormentata…-
-Sei ancora stanca. Non vuoi riposare un altro po’? Noi possiamo aspettare.-
-E’ necessario che parli ora. Domani potrebbe essere già tardi.- spiegò cupa.
Una nota di paura scosse il cuore del keyblader. Cosa sarebbe accaduto?
Scosse la testa, allontanando per un attimo tutte le sue domande e porse la tazza ancora fumante alla ragazza, che l’accettò con un sorriso.
Poco dopo tutto l’equipaggio si era radunato in quella stanza.
Riku sedeva accanto a Jessie, Kairi e Axel ai piedi del letto, Sora seduto su uno sgabello che si era portato, Demyx ancora insonnolito era quasi sdraiato sullo schienale della sedia già presente, mentre Topolino, Paperino e Pippo erano appoggiati alla parete.
-Comincia pure quando vuoi…- disse il Re, attirando lo sguardo della custode del Tramonto nel quale scorse un’ombra di timore insieme alla determinazione che le era propria.
-Allora…- iniziò la ragazza. -Penso che debba cominciare dalla visita a Crepuscopoli… O meglio, al perché sono voluta andare proprio là.-
Prese un bel respiro e cominciò il suo racconto.
Narrò della biblioteca della fortezza a Giardino Radioso, del misterioso libro che le era capitato tra le mani, dei suoi versi, del fatto che in lei si nascondessero dei poteri oscuri che prima o poi si sarebbero risvegliati e della speranza che il tramonto di Crepuscopoli le aveva donato.
Parlò per quasi un’ora tenendo lo sguardo fisso sulle sue mani che stringevano nervosamente le coperte del letto e quando pronunciò l’ultima parola un silenzio irreale cadde nella stanza.
Deglutì a vuoto e alzò lo sguardo.
Otto paia d’occhi erano puntati su di lei. Sorpresa, stupore, confusione e poi dubbio e paura. Questo lesse nelle iridi dei suoi compagni di viaggio che aveva iniziato a considerare degli amici e forse una famiglia.
Cominciò a pensare seriamente che potessero odiarla.
In fondo, era una creatura dalla luce eclissata. Nulla si poteva fare. Come era accaduto il giorno prima, il suo lato oscuro si sarebbe risvegliato ancora e, forse, non avrebbe avuto possibilità di tornare indietro.
Abbassò lo sguardo e avvicinò le gambe al petto. -Vi prego, dite qualcosa…- mormorò. -Dite che mi odiate, che non volete più avere a che fare con me… ma vi prego dite qualcosa…-
Il Ritornante dai capelli biondi attirò l’attenzione con un colpo di tosse.
-Scusa una cosa, ma dove sta il problema?- chiese con aria tranquilla.
La castana alzò gli occhi incredula a quelle parole. -Demyx, ma tu hai capito quello che ho detto? Un giorno, anche domani, la mia oscurità potrebbe risvegliarsi ed è alta la probabilità che non riesca a tornare indietro come è successo ieri. Potrei anche attaccare voi e non so se riuscirò a fermarmi. Questo è il problema Demyx. Sono io il problema.- spiegò seria la custode, stringendo ancora di più il lenzuolo, fino a sbiancare le nocche.
Quella situazione la stava facendo impazzire e la rabbia data dalla consapevolezza di non poter fare nulla cresceva insieme alla tristezza.
-E io continuo a non capire. Siamo un gruppo, una squadra, e troveremo una soluzione! Siamo in tanti, a qualcuno verrà l’idea giusta!- sorrise il ragazzo. -E poi, personalmente io non ti odio. Non ho alcun motivo per odiarti, non è di certo colpa tua se hai una parte oscura. Inoltre, non tutta l’Oscurità è malvagia. Tu sei una persona buona e sono sicuro che anche se il tuo lato oscuro si risvegliasse sapresti controllarlo e riusciresti a rimanere te stessa. Quindi, dove sta il problema?-
Quelle parole sorpresero i presenti. Erano state pronunciate con una sicurezza e una sincerità tali da lasciare tutti senza parole.
Il Ritornante dai capelli rossi sorrise e ruppe l’ennesimo silenzio. -Dem ha ragione! Per una volta ha detto qualcosa di sensato!-
-Ehi!- replicò il diretto interessato.
-Dai scherzavo!- rise Axel. -Comunque sappi Jessie, che se avrai bisogno di aiuto potrai contare su di me!-
Sentì che la sua mano veniva stretta e si voltò.
-Anch’io sarò al tuo fianco.- le disse Riku, incrociando i loro sguardi.
I restanti membri del gruppo aggiunsero il loro appoggio con un sorriso e tanta sicurezza.
-Io non so cosa dire… Solo grazie…- un sorriso le illuminò il viso ormai stanco.
-Forse è meglio se dormi un altro po’, mi sembri stanca…- intervenne Kairi, scrutandole il volto.
Jessie scosse la testa. -Tranquilla, sto bene. Ora devo continuare la mia spiegazione…-
-Cos’altro devi dirci?- chiese Pippo.
-Vorrei mettervi al corrente di ciò che mi è successo ieri…-
Fermò l’ennesimo tentativo di farla riposare e cominciò a narrare.
-Quando ho aperto gli occhi ho visto solo buio. Infinito e profondo, però non sentivo freddo. Tutto il contrario: caldo. Un calore incredibile che avevo già percepito, che non mi era nuovo. Poi è intervenuto qualcuno a darmi “delucidazioni”.-
-Chi?- domandò Sora.
-Una voce.-
-Quella dei sogni?-
-No. Era diversa. Era fredda, cattiva, malvagia. Mi ha spiegato che mi trovavo dentro me stessa, nel luogo in cui il calore e il buio diventano una cosa sola, ricreando il Tramonto. Quella era la mia oscurità.-
-Ti ha detto altro?- chiese Topolino.
-Mi ha rivelato che il primo dei miei poteri consiste nel poter ricorrere a mio piacimento dell’oscurità che possiedo per diventare più forte, però con delle conseguenze…-
-Quali?- domandò Paperino.
-I miei ricordi e i sentimenti legati ad essi faranno crescere la mia forza, ma nella mia memoria ho dei ricordi terribili che con fatica sono riuscita a superare. Il dolore è stato troppo, ho il timore che questi sentimenti possano sopraffarmi e ho il terrore di perdere il controllo.-
-Però ieri sei riuscita a tornare in te…- tentò di rassicurarla la principessa.
-Non per merito mio… Io da sola non ne sarei stata capace…- un lieve tremore cominciò a scuoterla. -Quella voce stava tentando di risvegliare i miei ricordi assopiti… Stavo per crollare…-
I ragazzi si allarmarono nel vedere la paura sul viso dell’amica, che nonostante ciò proseguì col suo racconto.
-All’improvviso… una luce chiara e calda ha dissipato le mie tenebre e mi ha riportata indietro… Una nuova voce mi ha guidata…-
-Era Riku!- esclamò la rossa. -Stava tentando di svegliarti da un po’…-
L’argenteo arrossì quando gli occhi nocciola si posarono su di lui. -Bè… Ecco… tu avresti fatto lo stesso per me…-
-Dubito che ci sarei riuscita…-
-Perché dici così?- chiese Pippo.
-Perché non è nella natura del tramonto rinascere dalle tenebre in cui cade, ma è il compito dell’alba. Grazie Riku mi hai salvata dal mio stesso abisso…-
-Di nulla…-
La nocciola si tuffò nell’acquamarina ed entrambi si dimenticarono dove fossero e con chi. L’unica cosa importante in quel momento erano loro.
Con un colpo di tosse Kairi attirò l’attenzione di tutti, compresi i due ragazzi che arrossirono.
-Io credo sia venuto il momento di andarcene.- affermò la rossa, alzandosi.
-Concordo.- aggiunse Sora, prendendo la ragazza per mano.
Salutarono Jessie e uscirono seguiti da Topolino e Paperino che stava spingendo Pippo, perché non voleva andarsene.
Axel rise e si alzò, avvicinandosi alla custode. -Ascolta, i soldati di ieri vogliono parlarci per saperne di più sui Nessuno. Tu starai qui a riposarti, intanto noi andremo a farci una chiacchierata con loro.-
-Non ci penso neanche! Voglio venire anch’io!- replicò la ragazza.
-Avanti, non essere testarda!- la sgridò il rosso. -Sappiamo come comportarci e quando avremo finito verremo subito qui a dirti tutto, ok?-
-E va bene… Ma mi raccomando state attenti, quel Comandante non mi piace per niente.-
-Stai tranquilla!- rispose il Ritornante, mettendole una mano sulla testa. -Riku ti aspettiamo! Andiamo Demyx!-
Detto questo fece per uscire, ma vide che il biondo non voleva saperne di alzarsi dalla sedia.
-Dem?-
-Io resto qui con Jessie! Voglio farle compagnia!- ribatté caparbiamente.
Il Soffio di Fiamme Dnanzati sospirò e prese l’amico per il collo della maglia, come se fosse un gattino. -C’è Riku che si occupa della cosa. Andiamo.-
-No! Io voglio stare con Jessie! È mia amica!-
-Dem non fare i capricci! Altrimenti Schizzo non lo vedi più.-
-Ricattatore…- brontolò il numero IX. -Ciao Jessie!- aggiunse poi, salutando con la mano.
-Schizzo?- chiese l’argenteo.
-Storia lunga, te la spiegherò.- rispose la ragazza, sdraiandosi con un sospiro, poi guardò il ragazzo. -Penso sia il momento di chiarirci…-
-Lo credo anch’io…-
-Prima tu.- dissero entrambi, facendosi scappare una risata.
-Vai Riku, comincia tu…-
-Ok… Allora…- il custode pensò bene a cosa dire.
-Ti aiuto… Perché mi hai baciata?-
-Perché… perché sentivo di doverlo fare… Il mio cuore mi ha guidato…-
-E quindi?- chiese la castana con noncuranza.
Il custode dell'Alba si accorse della nota di sfida e si sporse verso il suo viso, lasciando pochissima distanza tra di loro. -Quindi ti amo.-
E la baciò.
Questa volta Jessie rispose al bacio e si fece guidare in quel sentimento nuovo dolce come il miele.
Un arcobaleno di mille colori esplose nel cuore della custode dai lunghi capelli castani, che prese il volto del ragazzo tra le mani facendolo avvicinare ulteriormente.
Si divisero per prendere fiato e un sorriso felice allungò le labbra di entrambi.
-Sei un approfittatore.- gli disse.
-Perché?- chiese lui con fare innocente.
-Perché io al momento sono debole e indifesa e tu mi baci così.-
Riku rise. -Scusami, ma non mi sembri molto indifesa…-
-Dettagli… Comunque…- si interruppe donando un veloce bacio a fior di labbra al compagno. -Ti amo.-
Un nuovo sorriso illuminò il volto dell’argenteo, che posò la sua fronte su quella della compagna.
Si preoccupò quando avvertì un intenso calore.
-Jessie…- iniziò sostituendo la sua fronte con la mano. -Tu scotti.-
-Ma no… Sarà l’emozione del momento…- farfugliò la ragazza, che in realtà cominciava ad avere la vista annebbiata.
-No, Jessie, tu hai la febbre e parecchio alta anche!-
La fece stendere, la coprì e le mise sulla fronte il panno bagnato. -Ti sei stancata troppo… Lo sapevo che dovevamo aspettare…-
-A fare cosa?-
-Dovevamo aspettare a chiederti spiegazioni e anche noi due dovevamo aspettare a chiarirci…-
-Smettila… non è colpa tua…-
Il ragazzo le diede un bacio sulla guancia e fece per andarsene.
-Ehi, mi lasci così?-
-Non vorrei approfittare di una ragazza debole e indifesa.- rispose lui.
-Allora ti rifarai quando torni… Ciao, ciao…- lo salutò Jessie con la mano.
-Tu stai delirando…- rise il ragazzo, uscendo dalla stanza dopo aver salutato la custode, che però era già caduta in un sonno profondo.




Smielato al punto giusto, con Jessie ormai cotta dalla febbre, questo capitolo ha chiarito qualche punto oscuro sulla faccenda dell'oscurità di Jessie. Lo so che è un capitolo corto, ma mi rifarò postando entro pochi giorni quello seguente!
Mi scuso per non aver postato prima, ma tra influenza e pranzi/cene con i parenti non ho avuto molto respiro, inoltre ultimamente mi ha presa la vena yaoiosa e mi sono messa al lavoro su una vecchia fic che avevo lasciato lì in attesa di sviluppi XD Alla prossima ragazzi!
See ya!!


Angolo Recensioni

LightRoxas: Ed ecco come la RikuxJessie surclassò la SoraxKairi!!!! XD E la loro avanzata di certo non termina qui! Vedrai cosa non ho combinato più avanti con la storia u.u Spero che anche questo chappolo sia stato di tuo gradimento ^^ A presto!!!

masterof dark: Demyx riavrà il suo criceto stai tranquillo u.u E così sei un lettore attento, stai scovando i miei indiziucci ovunque! Presto ce ne sarà un altro molto, ma molto grosso, vedremo se aiuterà oppure farà crollare le tue ipotesi, che sono ansiosa di sapere! Gli altri lettori hanno soprannominato la tipa "gatta" o "Lei", faceva più da misterioso XD Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo! ^^

Deby92: Mi spiace che nemmeno qui ci sono state battaglie, ma sarà così anche per il prossimo capitolo e forse quello seguente se la memoria non mi inganna, ma poi vedrai che inizierà un vero pandemonio! Anche qui il miele la fa da padrone nella parte finale, ma sono esigenze di copione u.u spero che ti sia piaciuto comunque ^^ Byeeee!!!

My Pride: Ohilà! Ben ritrovata! ^^ L'importante è che ogni tanto torni a commentare, non preoccuparti! Spero che tu riesca a leggere questo capitolo e farmi sapere cosa ne pensi! Ciauuu!!! <3


Ovviamente ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto, ma quanti siete!!!! *-* Vi adoVo!!!! Ciauuuuu!!!

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Capitolo 31
*** Capitolo 31: Il mistero dai capelli blu ***


Buongiorno lettori e lettrici! Sono tornata a tempo record per portarvi un nuovo capitolo!!! Siete contenti?!? *concerto di grilli* Ma certo che lo siete!!! XD Il titolo parla da sé, ma ve lo dico lo stesso: ci sarà un'apparizione importante e alcune rivelazioni sulla nostra ragazza con i capelli blu e gli occhi da gatta ribattezzata "gatta" per motivi di semplicità u.u Spero di incuriosirvi sempre di più! Buona lettura!!!

ps: in questo capitolo saranno presenti spoiler sulla trama dell'anime/manga di Full Metal Alchemist
ps2: capitolo dedicato a masterof dark che si sta impegnando seriamente nella scoperta dell'identità della gatta ^^


Capitolo 31: Il mistero dai capelli blu
-Non si sono ancora fatti vivi?- chiese l’Alchimista di Fuoco.
-Non ancora… Quello con i capelli rossi ha detto che sarebbero venuti da noi dopo essersi presi cura della loro compagna, ma anche il resto del gruppo aveva bisogno di riposo…- spiegò King Bradley.
-Capisco…- fece il saluto e si voltò per andarsene, ma si fermò ormai convinto a dire un’ultima cosa. -Comandante…-
-Dimmi Mustang.-
-Sono più che convinto che quei ragazzi non abbiano nulla a che fare con Scar e nemmeno quelle strane creature bianche.-
-A cosa pensi?-
-Penso che siano qualcosa di estraneo a noi, come se appartenessero ad un’altra realtà…-
-E non hai tutti i torti amico!- esclamò il Ritornante dagli occhi di smeraldo uscendo per primo dal varco luminoso.
In breve, l'ufficio ospitò cinque dei sei ragazzi che il giorno prima avevano combattuto contro l’esercito di Nessuno.
-Sono felice di vedervi ragazzi, ma noto che manca la vostra compagna…- disse il Comandante Supremo, alzandosi dalla sua poltrona.
-La nostra compagna si sta prendendo il riposo che le spetta.- rispose il rosso. -Adesso parlate, cosa volete sapere da noi?-
-Allora, prima di tutto, il mio nome già lo sapete, quindi…- disse, dando un’occhiata all’uomo dagli occhi color antracite.
-Io sono il Colonnello Roy Mustang, l’Alchimista di Fuoco.- si presentò facendo il saluto militare.
-Immagino che ora anche noi dovremmo dirvi i nostri nomi…- iniziò il Soffio di Fiamme Danzanti, portandosi avanti di un passo. -Io sono Axel, A-X-E-L. Got it memorized?-
Il Comandante sorrise, mentre il Colonnello, lanciava un’occhiata dubbiosa al ragazzo dagli occhi verdi.
-Io mi chiamo Demyx!- esclamò allegro il Ritornante biondo.
-Riku.- si presentò l’argenteo.
-Quindi non mi sbagliavo quando pensavo che non me la raccontassi giusta…- affermò Mustang.
-Pretende anche che dica il mio nome al primo che capita?- rispose il custode freddo. -Jessie aveva ragione… Non tanto il Colonnello, ma il Comandante non mi convince…- pensò, mentre gli amici si presentavano a loro volta.
-Molto bene, ora che ci siamo presentati come si deve vorrei che ci spiegaste cosa erano quegli esseri che ci hanno attaccati ieri. La vostra amica li ha chiamati Nessuno, se non erro…-
-Esatto.- rispose Sora. -Quelli erano Nessuno, corpi vuoti alla ricerca dei cuori che hanno perduto.-
-Spiegati meglio.-
-In poche parole, quando il cuore di una persona viene intaccato dall’Oscurità, questa si trasforma in un essere chiamato Heartless e il corpo e l’anima rimasti divengono un Nessuno.-
-Ma noi non abbiamo mai sentito parlare di questi Heartless, abbiamo visto solo i Nessuno ed è stato ieri.- affermò il Colonnello.
-Probabilmente questi Nessuno non sono nati qui, ma altrove e sono arrivati seguendo un cuore forte.- rispose Demyx.
-E come si può fare per evitare altri attacchi?- chiese il Comandante.
-E’ per questo che ci siamo noi.- intervenne l’argenteo. -Le nostre armi sono le uniche in grado di ferire e distruggere quelle creature, quindi ci pensiamo noi.-
-Siete molto sicuri di voi e di quel che fate a quanto vedo…-
-Sono anni che lottiamo contro questa minaccia.- rispose semplicemente il castano.
-Capisco… Bene, quello che mi avete rivelato mi può bastare, anche perché dalle vostre parole ho capito che non potete dire di più.-
-Vedo che avete compreso la nostra situazione…- intervenne Axel, ricevendo un assenso.
-Un’ultima cosa, sono spiacente che siate stati arrestati ingiustamente. Per farmi perdonare metto a vostra disposizione il Colonnello Mustang e i suoi uomini se avete bisogno di qualche informazione. Grazie ancora per il tempo che mi avete dedicato.-
I cinque ragazzi salutarono e uscirono dalla porta seguiti dall’Alchimista di Fuoco che li fermò prima che potessero andarsene attraverso un varco.
-Aspettate!-
-Vi abbiamo detto tutto quello che potevamo…- iniziò Riku.
-Vorrei parlarvi di una cosa che forse può interessare anche voi…-
-Ovvero?-
-Non qui. Nel mio ufficio, seguitemi.-
L’alchimista guidò i ragazzi per i corridoi del Quartier Generale dell’Est fino ad una porta in legno da cui provenivano numerose voci.
-Ma quanto ci mette?!-
-Eddai fratellone rilassati… Non abbiamo fretta…-
-Alphonse ha ragione e poi se il Colonnello ti ha fatto venire qua è perché deve parlarci di cose importanti…-
-Tenente Hawkeye, l’ultima volta che quel pazzo di un Colonnello mi ha “parlato” di cose importanti mi ha descritto con precisione come mettere in ordine i “suoi” documenti perché lui non aveva il tempo per farlo!-
-Avrà avuto di certo dei buoni motivi…- tentò di recuperare la donna.
-Buonissimi! Uscire con la fioraia!-
In quel momento successero diverse cose.
Il Sottotenente Havoc spalancò la bocca fino a farle toccare terra e si sentì andare in frantumi.
La sigaretta che il suddetto stava fumando cadde sui pantaloni del Sottotenente Breda che smise di ridere per le sventure dell'amico e cominciò a saltellare per spegnere il piccolo fuoco che si era accesso sulla sua gamba.
Edward, Alphonse, Hawkeye e gli altri sottoposti di Mustang smisero di ridere appena la porta si spalancò, rivelando il loro superiore, che presentava una vena pulsante sulla fronte e un'espressione indignata.
I cinque ragazzi alle sue spalle rimasero in silenzio, trattenendosi dallo scoppiare a ridere per buona educazione.
-Se non volete che vi incenerisca sul posto sedetevi e comportatevi da persone civili! Dov’è il Maggiore Armstrong?-
-Hughes è andato a chiamarlo, dovrebbe tornare a momenti.- rispose il Tenente.
Mustang annuì e andò a sedersi dietro la sua scrivania, facendo accomodare i ragazzi a cui presentò i suoi sottoposti dopo l’arrivo di Hughes e Armstrong.
-Possiamo cominciare?- chiese Axel.
-Certamente. Allora, vi ho fatti venire qui per rivelarvi chi è l’informatore che ha fatto scattare l’ordine della vostra cattura.- il Colonnello fece una pausa e diede la parola al Maggiore Armstrong.
-Stando alle informazioni che ho raccolto, l’informatore è una ragazza con dei lunghi capelli blu e gli occhi scuri. Di lei non si sa altro perché sembra apparsa dal nulla, nessuno l’aveva mai vista prima di ieri.-
-E ora?- intervene Sora. -Non si sa dove si trova?-
-No, perché chi l’ha vista entrare nell’ufficio del Comandante non l’ha vista uscire. Come se si fosse volatilizzata nel nulla…-
I cinque ragazzi si guardarono l’un l’altro come a voler trovare conferma dello stesso pensiero.
-E’ qualcuno che conoscete?- chiese Mustang.
-No, però potrebbe essere in qualche modo collegata al nostro nemico principale…- spiegò Riku.
-Ragazzi…- chiamò Kairi. -Vi ricordate cos’ha detto Jessie la prima volta che ha incontrato Marluxia?-
-Perché, cos’ha detto?- chiese il rosso.
-Ha detto che lui non era il vero nemico, che c’era qualcun altro e ha lasciato intendere che fosse anche pericoloso…- affermò la ragazza.
I suoi compagni rimasero in silenzio per un attimo a ripensare alle sue parole, finché Hughes non li richiamò alla realtà.
-Ragazzi, scusate, potete dirci di cosa state parlando?-
-Cose di cui non possiamo ancora mettervi al corrente...- disse calmo il numero VIII. -Adesso ci conviene andare, forse gli altri sapranno dirci qualche cosa in più su questa ragazza.-
Dopo quelle parole, custodi e Ritornanti si alzarono e si riunirono al centro della stanza, circondati dai soldati in blu.
-Gli altri chi?- chiese Edward.
-Il resto del gruppo, siamo in tanti sai?- rispose Demyx, strizzando l’occhio.
-Grazie, le informazioni che ci avete dato, anche se poche, sono preziose.- fece la principessa, chinando leggermente il capo in segno di gratitudine.
-E’ stato un piacere. Noi continueremo ad indagare, questa storia mi piace sempre meno…- affermò Mustang.
-Bene, noi torneremo domani mattina.- asserì il Ritornante dai capelli rossi. -E speriamo di avere notizie fresche.-
Si salutarono un’ultima volta, dopodiché aperto un varco di luce i cinque sparirono senza lasciare traccia.

***
-Una ragazza con i capelli blu?- fece Topolino dopo aver ascoltato il racconto dei ragazzi. -No, non ne so nulla…-
-Di cosa non sa nulla, Maestà?-
Tutti si voltarono verso la fonte di quella voce e un sorriso di gioia si dipinse sui loro volti, quando videro la custode del Tramonto in piedi davanti a loro.
-Jessie!- dissero tutti, mentre si avvicinava.
La ragazza salutò con un sorriso i compagni, ma non ebbe il tempo di chiedere nulla perché Kairi l’anticipò.
-Ti senti meglio?-
-Sì, ho riposato come si deve e ora sono pronta per darmi da fare.- spostò lo sguardo dall’amica e lo fece scorrere sul gruppo -Cosa mi sono persa?-
Terminato nuovamente il resoconto dei due colloqui avvenuti nella mattinata, le principessa espose anche all’amica la sua teoria.
-La possibilità esiste…- commentò la castana, ripensando alle sensazioni provate al primo incontro con Marluxia.
-Purtroppo non sappiamo chi sia questa ragazza né da dove venga…- aggiunse Riku.
-Forse so chi può aiutarci…- intervenne Sora, attirando l’attenzione su di sé. -Maestà, lei crede che il Maestro Yen Sid possa sapere qualcosa?-
-Potrebbe, ma vale la pena fare un salto da lui e propongo anche di andare da Xemnas. È tanto che non ha nostre notizie e poi potrebbe sapere qualcosa in più…-
-Allora faremo così…- iniziò Axel. -Demyx, andrà dal capo e io andrò dal Maestro.-
-Io sono d’accordo, voi cosa ne pensate?- domandò il Re.
-Per me va bene.- dissero Paperino e Pippo all’unisono.
-Idem.- fece il Notturno Melodico.
-Anche noi ci stiamo!- disse Sora parlando per sé, Riku e Kairi. -E tu Jessie?-
La ragazza rimase in silenzio per un attimo poi alzò lo sguardo verso i suoi compagni.
Uno sguardo deciso a cui nessuno poteva opporsi.
-Axel, portami con te.-
-Perché?-
-Forse Yen Sid può aiutarmi a capire quello che mi sta accadendo. Ti prego Axel.-
-Se può farti stare più tranquilla e sicura…- rispose il rosso, passandosi una mano sulla nuca.
-Grazie Axel!- disse felice la custode.
-Non è meglio se resti qui a riposarti un altro po’?- chiese l’argenteo, avvicinandosi alla castana. -Possiamo parlare noi col Maestro…-
Jessie scosse la testa in segno di diniego. -No, il Maestro vorrà sicuramente vedermi se vado lì adesso risparmiamo un viaggio e tempo prezioso.-
-Allora vengo anch’io!-
-No, no. Tu devi restare qui.- replicò lei.
-E perché?-
-Perché dovrai aiutare nella ricerca della serratura e sono sicura che se quella tipa si rifacesse viva tu saresti il primo a capirlo.-
-Ma…-
-Niente capricci.- concluse seria la custode, prendendo la mano del ragazzo. -Riku, prima di fare danni, voglio capire se posso fermare tutto questo. Non voglio rischiare… Capisci?-
Un brontolio fu la risposta e il custode si voltò verso il Ritornante.
-La affido a te, mi raccomando.-
Il rosso per nulla sorpreso da quella richiesta sorrise. -Tranquillo, finché Jessie sarà con me, sarà al sicuro.-
-Possiamo andare adesso?- chiese la castana ai due.
Dopo aver salutato, il numero IX sparì in un varco di luce diretto al Castello Disney.
Axel aprì anche lui il varco e si voltò. -Andiamo?-
Jessie annuì e fece per varcare il passaggio, ma una mano la trattenne e la fece voltare.
-Non mi saluti?- chiese il keyblader dell'Alba con una certa malizia.
-Ah, già. Noi due avevamo un conto in sospeso se non ricordo male…- l’argenteo rimase confuso. -Sarò stata anche in preda alla febbre, ma ricordo benissimo che non hai voluto approfittare di me che ero debole e indifesa, quindi…-
La ragazza si bloccò e ripensò a ciò che aveva appena detto, e pentendosi all’istante, si voltò verso i compagni di viaggio che avevano assunto espressioni a dir poco scioccate.
-No! Non è quello che state pensando!- aggiunse poi arrossendo, mentre tutti scoppiavano in una risata.
-Ehi, ma per chi mi avete preso?!- chiese ridendo Riku, mentre cercava di fare l’offeso.
-Ehi… Non è colpa nostra se Jessie fa certi discorsi…- cercò di giustificarsi Sora.
-Mi sono solo espressa male, antipatici… Mi sembra di parlare con Andrea! Maliziosi!- ribatté la custode, scoppiando anche lei a ridere.
-Dai, ora andiamo…- concluse il rosso, tornando a fatica serio.
Era proprio quello il bello del loro viaggio: poteva succedere di tutto, ma alla fine riuscivano a trovare sempre piccoli momenti di allegria.
-A più tardi, Riku…- salutò Jessie, donando un bacio all’argenteo.

***
-Come mai hai voluto anticipare i tempi?- chiese il Leggiadro Sicario, mentre passava distrattamente l’indice sulla lama nera della lunga falce.
-Mi annoio…- sbuffò la ragazza, giocando con una ciocca dei suoi capelli blu.
-E a me non pensi?-
-Ma lo sai che tu puoi intervenire quando vuoi, facendo attenzione a non eliminare elementi importanti del mio progetto, ovviamente…-
-Ovviamente.- ripeté lui, alzandosi e dirigendosi al centro della stanza, dove galleggiava una sfera di fragile cristallo viola con un diametro di trenta centimetri. Il Ritornante la sfiorò con la punta delle dita e questa, pochi istanti dopo, mostrò una scena che lo fece sorridere.
-Mia cara…- iniziò attirando l’attenzione degli occhi scuri. -Credo che nonostante il tuo anticipo, la faccenda sia andata oltre le tue aspettative.-
-Lasciali pure alle loro effusioni…- rispose lei con indifferenza. -Io so già dove e quando colpire e penso che anche tu farai la tua parte…-
-Non vedo l’ora…-
Un ghigno si dipinse sul volto del rosato che in breve scoppiò in una risata, la quale diffuse la sua eco in ogni angolo di quel tetro maniero.

***
-La situazione si sta facendo complessa…- ammise il numero I, dopo aver ascoltato la spiegazione del numero IX.
-Xemnas, tu non sai nulla sulla possibile identità di questa ragazza?- chiese il biondo.
L’albino scosse la testa.
-No, non ho mai sentito parlare di questa ragazza, forse Malefica ne sa qualcosa…- gettò un’occhiata sui membri che si trovavano al suo fianco. -Xigbar, Xaldin!-
-Dobbiamo tornare dalla strega?- chiese il Tiratore Libero.
-Sì, così le chiederete se ha scoperto qualcosa. Al ritorno passate dalla nave del Re, saremo tutti lì. Demyx, andrai con loro…-
-Perché?- domandò curioso.
-E’ meglio che ci sia qualcuno che stia seguendo la faccenda da vicino.-
-Agli ordini capo!-
I dieci Ritornanti si scambiarono un ultimo sguardo d’intesa e i due gruppi partirono per le loro mete.

***
Un cielo sconfinato, fatto di mille e più colori, circondava la piccola zolla di terreno su cui sorgeva la dimora di Yen Sid.
Jessie osservò attentamente l’edificio e le venne da sorridere per la sua forma.
La torre saliva tortuosa verso l’alto, una strana luce proveniva dalle finestre a forma di luna e stelle e torrioni più piccoli spuntavano dal corpo centrale. Alla custode ricordò un albero millenario, che spingeva i suoi rami verso il sole.
-Perché sorridi?- le chiese il rosso.
-E’ buffa!- esclamò con sincerità.
Il ragazzo rise. -Hai ragione, ma aspetta di vedere colui che ci abita. È un tipo originale quanto la sua casa!-
-Allora andiamo che sono curiosa!-
I due si misero uno affianco all’altra e bussarono al grande portone verde, che si aprì dandogli il permesso di entrare.



E anche questo è finito!!! Riusciranno i nostri eroi a scoprire chi è realmente la ragazza con i capelli blu? Cosa scopriranno i tre Ritornanti da Malefica? E cosa rivelerà Yen Sid? Mi aspetto delle teorie a riguardo! Come avrete capito, nel prossimo capitolo saranno esposte importanti dettagli sulla natura della nostra gatta, quindi non perdetelo!
See ya!!!


Angolo Recensioni

Deby92: Le cose sono andate avanti e qui si è vista tutta la mia malizia XD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!! A presto!! ^^

masterof dark: Demyx ha detto una cosa intelligente una volta tanto XD E come puoi essere cattivo tu? Proprio tu, che sei uno dei miei adoratissimi lettori u.u Eh no, se diventi cattivo è perché sono diventata cattiva io XD *si rende conto che sta sparando scemenze a tutto spiano* Fammi sapere cosa pensi!! Ciauuu ^^


Oggi un nuovo adepto si unisce alla famiglia! XD Un grazie enorme a fenicex8 per aver messo la fic tra le preferite! E grazie mille anche a voi che leggete soltanto! Vi adoVo tutti *-*!!! Ciauuuu!!!!

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Capitolo 32
*** Capitolo 32: L'ultimo emissario ***


*arriva a bordo di un monopattino* Pistaaaa!!!! *il Banditore si getta di lato e Fly si lancia su di lui abbandonando il mezzo* Wow! Domani lo facciamo ancora vero Banditore?! *quello mugugna e l'autrice si alza* Perfetto! Forse però ti conviene metterti un caschetto o qualcosa di simile... Ma andiamo avanti! Carissimi lettori e carissime lettrici, siete pronti per leggere il nuovo capitolo? Un capitolo in cui verrà svelato qualcosa sui misteri che avvolgono i personaggi più infidi della fic! Ma vi avverto... alla fine della lettura... vi farete mille altre domande XD Il titolo parla da solo quindi buona lettura!!!



Capitolo 32: L’ultimo emissario
Una strana nebbiolina colorata prendeva il posto dei muri e circondava le scale che i due ragazzi stavano salendo.
La scalinata imprevedibile.
Sembrava non avere fine, tanti erano i gradini. Durante il cammino avevano incontrato due stanze e dopo di esse l’ultima parte della scalinata che conduceva ad una grande porta.
-Siamo arrivati.- affermò il Ritornante, indicando la soglia. -Dall’altra parte c’è lo studio di Yen Sid. Speriamo che sia in casa…-
Attraversarono la porta e si ritrovarono in una piccola e modesta stanza.
Una scrivania in legno, con una poltrona dietro, si trovava vicino alla parete opposta alla porta. Qualche tavola di semplice legno reggeva dei libri di ignoto contenuto e un’altra porta si presentava alla loro destra.
Il ragazzo si fece avanti. -Maestro! Maestro Yen Sid è in casa?!- urlò. -Ahio!- esclamò massaggiandosi la nuca.
Si girò verso l’amica con uno sguardo da cane bastonato. -Perché mi hai colpito?-
-Perché non siamo al mercato e il Maestro non è un pescivendolo! Se c’è e avrà voglia ci riceverà, altrimenti ce ne andiamo.- spiegò severa la ragazza.
-Jessie, ma che hai?- chiese Axel preoccupato. Dal tono delle sue parole, si era accorto che l'amica era nervosa.
-Nulla, scusami e non preoccuparti.-
Le parole che seguirono furono bloccate dall’improvvisa comparsa di una nuvola di fumo azzurrognola che rivelò un uomo vestito di blu. La veste lo copriva interamente, la lunga barba grigia sopra ad essa, un viso abbronzato attraversato da un sorriso compiaciuto, che si esprimeva anche con gli occhi, e il cappello a punta, decorato con stelle e lune d’argento, prendeva posto sul suo capo.
-Siete giunti infine. Vi aspettavo.- disse semplicemente Yen Sid il mago.
I due chinarono il capo e il rosso stava per presentare entrambi, ma le mani del Maestro lo fermarono.
-Non ce n’è bisogno, so chi siete e perché vi trovate qui…-
Gli occhi scuri del mago incrociarono quelli nocciola di Jessie e la ragazza per un attimo tremò, avvertendo il potere di quell'entità.
L’uomo sorrise e andò a sedersi dietro la scrivania, facendo cenno ai ragazzi di avvicinarsi.
-Dunque… Cominciamo dalla ragazza con i capelli blu…-
L’attenzione dei due divenne massima.
-Come ben sapete, l’Oscurità può manifestarsi in varie forme. Gli Heartless e i Nessuno ne sono un esempio, ma a volte, come nel nostro caso, l’Oscurità sceglie una nuova via per prendere il sopravvento sulla Luce.-
-Scusi Maestro, ci sta dicendo che questa ragazza è una manifestazione dell’Oscurità?- domandò la castana.
-Non proprio… Con le mie parole ho voluto intendere che questa ragazza non è altro che l’Oscurità stessa.-
-L’Oscurità stessa? Quindi è lei che…-
-E’ così, Axel, è lei che ha risvegliato voi Ritornanti e che ha cercato di farvi schiavi, come è accaduto al numero XI. L’Oscurità ha deciso di intervenire direttamente, dal momento che i suoi numerosi emissari sono stati tutti sconfitti dalla Luce. La battaglia che state per combattere si può quindi definire come decisiva.-
-Cosa possiamo fare per eliminare questa minaccia?- chiese la ragazza senza perdere tempo.
-L’Oscurità esiste in ognuno di noi ed è impossibile eliminarla, ma è sicuramente possibile fermarla.-
-Come?-
-Questo purtroppo dovrete scoprirlo da soli…-
Un pesante silenzio cadde nello studio, ma pochi attimi dopo il mago lo interruppe.
-Ora veniamo al tuo problema, custode del Tramonto.-
Le iridi color nocciola, più sicure che mai, si levarono sulla magica figura.
-Vi ascolto.-

***
-Mamma mia, che posto lugubre…- esordì il numero IX, osservando il castello avvolto nella nebbia.
-Andiamo.- disse il numero III, oltrepassando il portone seguito dai suoi compagni.
La presenza della padrona di casa si avvertiva chiaramente e non ci misero molto per trovarla.
Salirono la scala ma questa volta proseguirono verso destra e attraversarono la porta che si trovava sulla cima.
Un lungo e silenzioso corridoio si presentò ai tre.
Le pareti s’interrompevano una volta sul lato sinistro, a causa di una grande finestra coperta dalla classica tenda viola, e due volte sul lato destro in cui erano presenti due porte.
La prima era in legno nero finemente lavorata: un drago dalla lunga coda e le ali aperte mostrava i suoi occhi vuoti al centro di essa. La seconda soglia sempre in legno, aveva un’incisione differente: un drago all’apparenza addormentato con le ali chiuse, invitava i visitatori ad entrare con un movimento fermo della coda.
Senza esitare, i Ritornanti superarono la prima porta e si fermarono davanti alla seconda.
-E’ qui dentro.- sentenziò solenne il Feroce Lanciere, mettendo la mano sulla maniglia scura.
La soglia si aprì senza emettere suono e anche i tre rimasero in silenzio, al vedere ciò che si trovava all’interno della stanza.
Un’enorme sala circolare, illuminata dalle tremolanti fiamme delle torce, era priva di finestre o spiragli. Il pavimento era composto da tanti tasselli che andavano a formare un grande mosaico, del quale era però impossibile scorgerne il soggetto a causa della scarsa illuminazione. Nell’esatto centro di tutto, una figura avvolta in un nero mantello stava sospesa ad un paio di metri da terra, circondata da una leggera aura verde.
Quando si avvicinarono la strega aprì immediatamente i suoi occhi, colpendoli con uno sguardo seccato.
-Cosa volete? Mi sembrava di aver detto che sarei stata io a venire da voi.-
-Hai ragione, ma abbiamo una domanda da farti…- rispose Xaldin, mantenendo la calma.
Malefica sbuffò e lentamente appoggiò i piedi a terra, poi mosse appena la mano e le fiamme si ravvivarono.
-Sentiamo, cosa volete sapere?-
-Volevamo chiederti, se sei a conoscenza del nome di una persona…- iniziò Demyx, un po’ titubante. -Questa persona è una ragazza con dei lunghi capelli blu e gli occhi scuri…-
-E cosa ha a che fare con voi?-
-Crediamo che abbia un qualche legame con Marluxia, siamo quasi certi che sia una sua complice…-
La donna drago chiuse gli occhi per riflettere, ma li riaprì poco dopo e disse ai suoi ospiti di seguirla nella stanza accanto.
-Non conosco l’identità di questa ragazza, perché dubito che ne abbia una…-
-Cosa vuol dire?- chiese il biondo.
-Se è come penso, la faccenda è più complicata di quel che crediamo…-
Giunsero nella stanza accanto, una biblioteca.
La strega li condusse tra gli scaffali impolverati, fermandosi all’improvviso davanti ad uno di essi e allungò una mano per prendere un volume.
-Siete a conoscenza del fatto che il vostro ultimo acquisto in squadra ha un lato oscuro?-
-Sì, lo sappiamo, ma tu come lo sai?- chiese Xigbar.
-Non ti interessa… Ah, eccolo…- prese un volume non impolverato come gli altri. -In questo libro, è narrata la profezia dell’infinita lotta tra Luce e Oscurità e date le circostanze, credo che nuove parole siano state scritte…-
Aprì il libro superando le pagine che aveva già letto e si fermò quando trovò una nuova scritta, che lesse ad alta voce.

.: L’incarnazione del buio :.

Quando il tempo verrà
E l’ultima luce inizierà a splendere,
L’Oscurità manderà il suo messaggero.

Fedele alla sua signora,
Egli spargerà dolore e sofferenza
E otterrà il potere perduto.

Ogni luce si offuscherà,
Ma l’Alba non cederà al buio.
Tuttavia,
L’ultima scelta spetterà all’ultima luce.

-Io non ho capito un accidente!- esclamò il Tiratore Libero, dopo qualche momento di silenzio.
-Questo perché sei un idiota!- ribatté il numero III.
-Idiota a me?! Brutto spazzolone vieni qua che te le suono!-
I due presero ad azzuffarsi verbalmente, intanto il Notturno Melodico si mise a riflettere, dopodiché alzò lo sguardo sulla donna.
-Malefica, quella ragazza è il messaggero?-
-Può darsi.-
-L’ultima luce e l’Alba sono Jessie e Riku.- affermò sicuro.
-Sei più sveglio di quanto credessi.- rispose la strega con un sorriso. -Non ho altro da dirvi, se non che ancora non ho scoperto dove si nasconde il vostro ex compagno dai capelli bizzarri.-
-Grazie Malefica, aspettiamo tue notizie!- disse allegro il biondo, spingendo gli amici nel varco che aveva aperto.
-Sto diventando troppo buona…-

***
Jessie guardava sconvolta il saggio mago.
Non voleva credere a quelle parole.
-Maestro non c’è proprio nulla da fare?- chiese Axel cercando una speranza.
-No. Se Jessie non riuscirà a controllare i sentimenti legati ai suoi ricordi il suo cuore verrà corrotto e l’Oscurità approfitterà dei suoi poteri per distruggere la Luce.-
-Maestro…- chiamò la ragazza. -Il nostro destino è già stato scritto?-
-Fino a un certo punto si può affermare che sia così, ma perché mi chiedi questo?-
-Perché qualche giorno fa un libro mi ha donato una speranza, ma sto cominciando a pensare che quelle parole siano sono falsità.-
-Di quale libro parli figliola?- domandò Yen Sid curioso.
-Di questo.-
La custode allungò le mani e il libro che aveva trovato a Giardino Radioso comparve in una scia di luci. Dopodiché lo porse al mago, che lo aprì e ne lesse il contenuto con attenzione.
-Sei fortunata, sei entrata in possesso del libro del tuo io.- disse l’uomo con un sorriso.
-Cosa?-
-Questo libro narra la tua storia e quello che avverrà se continuerai a credere in te stessa. Queste parole ti hanno rivelato chi sei e cosa sarai.-
-Quindi è inevitabile che io cada nell’Oscurità, poiché sono legata ad essa. In conclusione, non ho possibilità di sfuggire a me stessa e ai miei ricordi…-
-E’ vero, ma non devi arrenderti. L’Oscurità è parte di te come tu fai parte di essa, ma questo non è un male finché userai la tua forza per fini giusti. Dovrai impegnarti e lottare con te stessa e l’Oscurità maligna che cercherà di corromperti. L’ultima strofa dice questo.- spiegò sereno il mago.
-Ho capito Maestro.- rispose la castana chinando il capo. -C’è altro che dobbiamo sapere?-
-Tante sono le cose da conoscere, ma io non so dirvi di più. Gli eventi seguiranno il loro corso, solo se gli sarà concesso.-
-Molto bene. Andiamo Axel?- chiese, voltandosi verso il rosso.
-Ok. Grazie di tutto Maestro.- fece inchinandosi.
-Aspettate.- li fermò. -Jessie, nella stanza accanto c’è qualcuno che potrà rimettere a nuovo i tuoi abiti, ormai sono logori e meritano una sistemata, non credi?-
-Grazie anche per questo Maestro. Arrivederci.-
-A presto.-
Detto questo Yen Sid scomparve come era venuto, lasciando i due ragazzi soli nello studio.
-Axel…-
-Dimmi.-
-Non dire a nessuno ciò che il Maestro ci ha rivelato sul mio conto.-
-Perché?-
-Perché alla fine non gli diremmo cose che non sanno. E ora andiamo che voglio sistemarmi i vestiti.-
Il rosso sospirò e seguì l’amica nella stanza accanto dove trovarono tre donne a confabulare. Il Ritornante attirò la loro attenzione con un colpo di tosse e il silenzio calò, mentre tre paia d’occhi scrutavano la custode e il suo abbigliamento.
-Oddio!- urlò la donna vestita di verde, portandosi le mani al viso.
-Che c’è?- chiesero in coro i due ragazzi.
-Numi del cielo!- aggiunse quella col vestito blu, imitando la prima.
-State calme!- gridò l’ultima del trio, vestita di rosso, calmando le altre due.
-Ma si può sapere cosa vi prende?- chiese il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Questa ragazza ha bisogno di una sistemata urgente!- intervenne quella vestita di blu, prendendo Jessie per mano e tirandola in avanti.
-Ma voi chi siete?- chiese la castana.
-Noi siamo le tre fate buone…- rispose la fata in verde. -Io sono Fauna, mentre loro sono Serena e Flora.- aggiunse indicando la fata in blu e quella in rosso. -E ora sistemeremo i tuoi abiti, magari rendendoli un po’ più femminili.-
-Non osate!- esclamò la ragazza. -Mi basta una cucita agli strappi.-
-Ne sei davvero sicura?- chiese Serena.
-Al cento per cento.-
-Bene allora.- disse Flora, avvicinandosi alle due fate.
Puntarono le loro bacchette sulla custode che fu avvolta da un bagliore e quando la luce si spense i suoi vestiti erano tornati come nuovi.
-Grazie!-
-Figurati. Ascolta, oltre ad averli ricuciti li abbiamo resi più resistenti.- spiegò Fauna.
-Vi ringrazio molto. Ora però sarà meglio andare.-
Tornò dal suo compagno e s’incamminarono verso la porta, ma qualcosa la fece fermare. Si voltò verso uno specchio coperto da un telo bianco e notò che non era l’unico.
-Cosa c’è Jessie?- domandò il Ritornante.
-Perché gli specchi sono coperti?-
-Perché a nessuno è concesso di vedere cosa nascondono il passato, il presente e il futuro. Solo il Maestro Yen Sid può farlo.- rispose la fata vestita di blu.
-Questo specchio cosa riflette?- chiese, indicando l’oggetto vicino a lei.
-Il futuro, ma non…-
La fata vestita di rosso s’interruppe a causa di una violenta folata di vento che aveva spalancato la porta e fatto scivolare il lenzuolo dallo specchio del futuro.
La custode del Tramonto si tolse una ciocca di capelli dal viso e senza volere posò lo sguardo sulla superficie riflettente e rabbrividì. Un ghigno e una ciocca blu furono tutto ciò che vide, prima che lo specchio s’infranse sotto gli occhi stupiti del rosso e terrorizzati delle fate.
-Axel, andiamo.- mormorò sbrigativa.
Salutarono un’ultima volta e tornarono nello studio.
-Jessie ma cos’hai visto?- chiese, notando la goccia di sudore freddo, che correva dalla tempia della ragazza.
-Non lo so Axel… Davvero, non lo so…-




Quando si dice che se si chiude una porta si apre un portone XD Qui scopri qualcosa e nuovi dubbi e domande vengono ad assillarti XD Innanzitutto vi starete chiedendo cosa abbia in mente io per scrivere 'sta roba, ma me lo chiedo anch'io da un anno a questa parte XD Dunque dunque... Cosa staranno a significare le parole delle profezia? Cosa farà Jessie? Accetterà il suo destino senza lottare? Questo e altro nei prossimi capitoli!!
See ya!



fenicex8: Mi fai felice con il tuo commento e non sai quanto *-* sono queste le gioie di una scrittrice folle come me *v* Grazie, grazie e ancora grazie ^^ Mi fa anche piacere che ti piaccia la mia scelta per il mondo di Sanzo e Co e che anche gli ultimi sviluppi non ti abbiano delusa ^^ Ma vediamo di rispondere ai tuoi quesiti... allora, normalmente aggiorno ogni week end (dal venerdì sera molto tardi fino alla domenica pomeriggio a causa dei miei spostamenti universitari), ma ora che sono in vacanza e fino a marzo di lezioni non se ne parla, quando mi gira aggiorno XD poi... a che punto siamo con la storia? Siamo appena all'inizio! Devi sapere che la metà della fic (parlando di fatti e non del numero di capitoli) arriverà col capitolo 57, che ho già postato altrove dove sono arrivata al capitolo 68 e anzi dovrei darmi una mossa a scrivere il 69... Roxas e Naminé dubito che si vedranno, ma mai dire mai con questa fic XD Per quanto riguarda l'ispirazione, ti rivelerò un fatto eclatante: i primi 10 capitoli li ho scritti tutti in meno di una settimana! E tutt'ora l'ispirazione non mi manca mai, solo il tempo mi è tiranno! ^^ Spero di averti risposto, ma se hai altre domande da farmi puoi sempre rivolgerti al "centralino dubbi e incertezze di Fly89" che sarebbe la mia mail, oppure puoi scrivemele qui XD Ciauuu!!!

masterof dark: Eh sì, anche il capitolo dedicato, perché i lettori vanno coccolati u.u (ruffiana... NdBanditore  Hai detto qualcosa? °° NdFly  No no... NdBanditore) Malefica non ha rivelato né più né meno di Yen Sid, solo con parole diverse... ognuno si esprime alla sua maniera u.u La nostra Jessie si è ripresa, ma non preoccuparti che anche se stava male i doppi sensi li faceva lo stesso XD Fammi sapere!!! Ciauuu!!!!

Deby92: Neanche tu hai delle idee in merito all'identità della gatta... e ora penso che ne avrai ancora meno XD Lo so, sono una mente diabolica!!! Muahahahah!!!! ( O.O NdTutti + Banditore) Spero di averti incuriosita con questo capitolo ^^ Alla prossima! Byeee!!!!



Ovviamente un enorme gVazie a tutti voi che leggere soltanto!!! Siete sempre tantissimi e non sapete quanto sono felice ç.ç Al prossimo aggiornamento ragazzuoli!! See ya!!!! *sparisce in una nuvola di fumo intossicando il Banditore*

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Capitolo 33
*** Capitolo 33: Lotterò ***


Salve a tutti carissimi lettori e carissime lettrici ^^ Ho un avviso importante da darvi! Da oggi riprendo a postare ogni week end dal momento che la scuola è ricominciata e non voglio mettervi fretta né allontanarvi dallo studio, cosa a cui anch'io mi dovrò dedicare con più impegno visto l'avvicinarsi degli esami di semestre. Ma passiamo oltre u.u Comincia a delinearsi l'ombra di un qualcosa sulla nostra misteriosa gatta, ma ancora non si è venuti a capo di niente (perché ciò che ho rivelato nel capitolo scorso è niente u.u). Ben altro si nasconde nei meandri dell'Oscurità e detto questo vi lascio al capitolo nuovo dove Jessie deciderà come comportarsi in futuro e riprenderanno gli scontri. Buona lettura!!!

ps: in questo capitolo saranno presenti spoiler sulla trama di Full Metal Alchemist

Capitolo 33: Lotterò
La luce rossa e oro del tramonto li investì quando uscirono dal varco.
-Perché siamo venuti qua?- chiese la custode.
-Te l’avevo detto che ti avrei portata qui ogni volta che ne avresti avuto bisogno. E ora ne hai bisogno.-
La ragazza sospirò e si guardò in giro, mentre il suo compagno si sedeva a terra.
Non erano alla collina dell’ultima volta, si trovavano in cima all’alto campanile della tranquilla cittadina immersa nell'eterno crepuscolo.
-Forse hai ragione…- affermò sedendosi vicino all’amico, lasciando le gambe sospese nel vuoto.
-Cos’hai intenzione di fare adesso?-
-Non ne ho la più pallida idea… Dopo tutto quello che mi sta succedendo, la mia autostima sta lentamente finendo sotto le scarpe e questo non mi aiuta di certo.-
-Ma tu non puoi arrenderti così!- sbottò il rosso.
-Ho detto forse che mi arrendo?- chiese fredda la castana senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte.
-No, però…-
-Axel, una delle tante, forse troppe, cose che detesto è la sconfitta. Io odio perdere. Ancora di più se contro me stessa… Ho lottato tanto per rinchiudere i ricordi spiacevoli in un angolo remoto della mia mente e i sentimenti ad essi collegati nel cuore, quando quella voce mi ha fatto capire che basterebbe un niente per farli tornare, mi sono sentita persa…-
Le iridi smeraldine si riempirono di preoccupazione. -Jessie…-
-Mentre vi raccontavo tutto ciò che mi è accaduto, stavo lottando contro quei ricordi e contro quei sentimenti... alla fine sono riuscita a rinchiuderli di nuovo, ma non so se potrò riuscirci ancora… Nonostante tutto ciò, io continuerò a combattere, contro gli Heartless, i Nessuno, Marluxia, questa ragazza e me stessa, chiedo solo di non essere lasciata sola…-
Il Ritornante sorrise e le poggiò una mano sulla spalla. -Non lo sarai, tutti noi saremo al tuo fianco e ti aiuteremo. Combatteremo insieme contro ogni avversario e ti sosterremo nella tua lotta personale.-
-Grazie Axel, sei un vero amico…- disse lei, sorridendo sincera.
-Per me è lo stesso piccola, però dovresti dire queste cose anche agli altri non credi?-
-Non so come fare e poi adesso ci sono altri problemi a cui pensare… Ti prometto che appena ci sarà un attimo di calma ci proverò…-
-Brava, così mi piaci!- esclamò il ragazzo, facendo sorridere l’amica. -Che ne dici di tornare dagli altri?-
-Ok.-
I due si alzarono e attraversarono un nuovo varco per fare ritorno dai loro compagni.

***

-Perciò questa ragazza è l’ennesimo emissario dell’Oscurità…- disse il Re, riflettendo sulle parole di Demyx.
-Non avete scoperto altro?- chiese Xemnas.
-La profezia parlava anche di un potere perduto e quando l’emissario l’avrà ottenuto ogni luce si spegnerà.- spiegò il biondo.
-Potrebbe riferirsi al potere che ancora cela la custode del Tramonto…- affermò Zexion, facendo calare il silenzio.
-Sarebbe terribile…- sussurrò Kairi, stringendo la mano di Sora.
-Maestà, avete intenzione di dirlo a Jessie?- chiese il castano.
-E’ necessario che sia informata dei possibili rischi che potrebbe correre.-
-Speriamo che questa possibilità non la turbi più di tanto…- sentenziò il custode dai capelli argentati.
-C’è dell’altro…- intervenne il Notturno Melodico, attirando l’attenzione di tutti. -Pare che l’Alba giocherà un ruolo essenziale, ma che l’ultima scelta spetterà all’ultima luce.-
-Questa storia sta cominciando a farmi impazzire…- affermò Riku, avvicinandosi all’oblò per perdersi nella contemplazione del cielo sereno.
-Già… Ora dobbiamo solo aspettare che tornino Axel e Jessie e sentire se hanno scoperto qualcosa di nuovo…- concluse Topolino, andando a sedersi su un sedile.
Dopo un paio d’ore, finalmente un varco luminoso si aprì nella sovraffollata sala di comando della gummiship.
-Eccoci!- annunciò Axel, uscendo per primo. -Ehi! Ci siete proprio tutti!- esclamò poi, vedendo tutti i Ritornanti.
-Ci avete messo tanto…- fece notare Demyx.
-Abbiamo fatto una deviazione.- rispose incrociando lo sguardo della custode al suo fianco. -Jessie, loro sono i Ritornanti dell’ex-Organizzazione XIII.-
Tutti si presentarono alla ragazza e il numero X si fece improvvisamente avanti, mettendole un braccio intorno alle spalle. -Ti andrebbe di uscire con Luxord più tardi? Avanti, pupa, lo so che muori dalla voglia di…-
Il biondo non potè concludere la frase perché si ritrovò sbattuto a terra con due furiosi occhi color nocciola puntati contro.
-Azzardati un’altra volta a farmi simili proposte e maledirai il momento in cui mi hai incontrata e non osare mai più chiamarmi pupa.-
Lo Sfidante del Destino per la prima volta si rese conto di aver sfidato troppo la sorte.

-L’Oscurità stessa?- domandò allibito il Superiore. -Quindi…-
-Sì, questa ragazza e la voce che ci ha risvegliati dovrebbero essere la stessa entità.- concluse il rosso.
-Voi avete scoperto qualcosa?- chiese la castana.
-Abbiamo scoperto una profezia che parla di questa ragazza e di un potere perduto…- iniziò il Re. -E quando l’avrà ottenuto l’Oscurità avrà il sopravvento.-
-State dicendo che…- una nota di paura e rassegnazione fece tremare la voce della ragazza.
-Sospettiamo che questo potere sia quello celato in te…- sentenziò Topolino, facendo calare un nuovo e pesante silenzio.
Tutti gli sguardi si concentrarono sulla custode del Tramonto in attesa della sua reazione.
Axel, in cuor suo, sperò che la sua amica non dimenticasse ciò che si erano detti poco prima.
Un sorriso amaro si dipinse sul viso della castana. -Chissà perché me l’aspettavo…- poi alzò lo sguardo. -Ma non temete, per avere il mio potere, se è questo ciò che vogliono, dovranno distruggermi.-
Una risposta che lasciò tutti in silenzio.
-Ormai ho capito che non posso sfuggire al mio destino, perciò lo sfiderò a viso aperto.-
-E noi ti aiuteremo!- esclamò il ragazzo dagli occhi verdi. -Vero, ragazzi?- chiese poi ai membri dell’equipaggio che annuirono.
-Grazie Axel…- pensò Jessie.
Poco dopo, tutti i Ritornanti tranne i numeri VIII e IX, tornarono al Castello Disney in attesa di istruzioni.
-Visto che alla fine ho detto tutto anche agli altri?- esordì la custode.
-Già! Sei stata brava!- sorrise il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Cosa dovevi dirci?- chiese il mago di corte.
-Solo questo: dal momento che non posso fare nulla per impedire al mio cuore di cedere all’Oscurità tranne che lottare, ho deciso che combatterò contro ogni ostacolo che mi si parerà di fronte, anche le mie stesse tenebre. L’unica cosa che vi chiedo è di restarmi accanto…-
Alzò le iridi nocciola e mostrò uno sguardo radioso privo dell’ombra di tristezza che l’aveva colpito poco prima.
-E noi lo faremo! Siamo una squadra!- esclamò il Notturno Melodico.
-Giusto!- aggiunse Sora, avvicinandosi all’amica e mettendo una mano avanti, seguito da Paperino e Pippo.
Dopo di loro si unirono il Re, Kairi, i due Ritornanti e infine il custode dai capelli d’argento.
-Forza Jessie!- la chiamò la rossa.
Lei annuì e chiuse il cerchio.
-Tutti per uno e uno per tutti!- dissero Paperino, Pippo e Sora.
-Grazie ragazzi…- asserì Jessie con un sorriso.
Interruppero il contatto e il cavaliere chiese cosa avrebbero fatto, ma l’allarme della nave gli rispose.
-Ecco la risposta!- sentenziò Axel. -Cosa sono?-
-Uno squadrone di Nessuno si sta dirigendo in città!- affermò Topolino.
-Andiamo a dargli il ben servito?- domandò il rosso con un ghigno.
-Cosa aspettiamo?- rispose Demyx.

***

Passo dopo passo, silenziosi come il Nulla da cui provenivano, i Nessuno avanzavano lenti ma inesorabili, lungo la strada principale di East City.
Un varco di pura luce interruppe la loro marcia e sei guerrieri, armi in pugno, si presentarono davanti a loro.
-Accidenti…- iniziò Axel. -Ma con tutto lo spazio aperto e la campagna che c’è ad un chilometro da qui, proprio in città dovevano venire?-
-Dovrai trattenerti.- rispose la custode del Tramonto. -Non dobbiamo ferire gli abitanti né tantomeno danneggiare gli edifici.-
-Ma come si fa?!-
-Impari. E ora andiamo!-
La castana compì un grande balzo e atterrò in mezzo ad un gruppo di Dragoni, cominciando a farne strage.
-Coraggio Axel, vedrai che se t’impegni ce la fai!- affermò Sora, poggiando una mano sulla spalla del Ritornante abbattuto per poi buttarsi nella mischia.
-Uffa… Proviamoci…- sbuffò rassegnato il padrone del fuoco.

***

-Ancora quegli esseri bianchi?- domandò l’Alchimista di Fuoco.
-Esatto. Mustang, incarico te e la tua squadra di andare sul posto e proteggere la popolazione.- sentenziò il Comandante Supremo.
-Sissignore!- rispose il Colonnello, facendo il saluto e uscendo dalla stanza.
Quando la porta si chiuse e i passi dell’uomo furono lontani, una nuvola di polvere nera si materializzò nell’ufficio di King Bradley. La ragazza dai capelli blu comparve di lì a breve seduta sulla scrivania con un'aria di sufficienza dipinta in viso.
-Perché mandi ancora i tuoi uomini contro i senza cuore?- chiese curiosa. -Ah, già! Per mantenere la faccia!-
-E tu mi spieghi perché mandi le tue creature nel mio territorio?- domandò lui con tono seccato.
-Perché questo è un gioco e ogni campo è valido. Inoltre, io ho tutto il diritto di giocare dove voglio…-
-Ma perché? Ti interessano i cuori? Guarda che a me le persone servono…-
-Lo so! Ti servono per creare quella pietruzza da quattro soldi…- disse annoiata la ragazza. -Comunque a me non interessano i cuori…-
-E allora perché?-
-Non hai ancora capito? A me interessa che il mio obiettivo diventi più forte così potrò distruggere tutto ciò che si trova sotto la protezione della Luce!- affermò contenta.
-Ma se diventa più forte, non sarà anche più difficile ottenere il tuo obiettivo?-
-Quanto sei sciocco! Se una persona diventa più forte, ogni parte di essa si potenzia e anche la parte che interessa a me! Certo che siete strani voi Homunculus…-
-Da che pulpito viene la predica…-
-Ehi, guarda che io sono provvista di cuore, anima e corpo. Non sono un Heartless e tantomeno un Nessuno.-
-Cosa sei allora? Perché di umano non hai nulla.-
-Chissà…- soffiò, ghignando. -Senti io me ne vado, domani dovrebbe passare il mio socio a fare un po’ di danni e non mi assumo alcuna responsabilità!- concluse scendendo con un balzo dalla scrivania. -Ciao!-
Detto questo scomparve com’era arrivata, non lasciando tracce del suo passaggio.

***

La marea bianca sembrava non diminuire, nonostante fossero state eliminate ormai decine e decine di creature.
Il Notturno Melodico suonava il suo Sitar dall’alto di un tetto e torri d’acqua limpida si sollevavano dal terreno, distruggendo nemici su nemici.
Conclusa l’ennesima canzone si concesse un attimo di pausa e osservò la situazione.
-Sono troppi, qui ci metteremo una vita!-
Cercò i suoi compagni e vide il suo amico dai capelli di fiamma che si occupava di non far dilagare l’attacco al di fuori della via principale, vide Sora e Kairi fare lo stesso dal lato opposto e Riku e Jessie nel mezzo della massa.
Sospirò e tornò a suonare. Scelse un pezzo movimentato, perfetto per dare la carica a lui e i suoi compagni.

Schiena contro schiena, Sora e Kairi combattevano uniti come non lo erano mai stati.
Da quando si erano dichiarati l’un l’altro si erano ripromessi di non separarsi mai più, qualunque cosa fosse accaduta.
Si stavano occupando di impedire ai Nessuno di tornare da dove erano venuti, in modo tale da chiuderli all’interno della strada.
Un affondo della Catena Regale e il sinuoso Ballerino alle spalle della ragazza dai capelli rossi divenne polvere.
Con un salto la principessa si portò di fronte ad un Giocatore d’Azzardo che le lanciò contro le sue carte, ma queste furono distrutte da un fendente orizzontale e con un successivo colpo dall’alto verso il basso il Nessuno scomparve.
Tornata con i piedi per terra, Kairi riportò la sua schiena contro quella del compagno e si prepararono ad una nuova offesa.
Un Firaga ben mirato partito dalla chiave della ragazza distrusse cinque Simili in un colpo solo e un Blizzaga del ragazzo fece lo stesso con un Berserker. Uno sguardo d’intesa e Catena Regale e keyblade fiorito si alzarono contemporaneamente per lanciare una magia.
-Thundaga!- gridarono i due custodi e due serie di potenti lampi si unirono ed eliminarono in poco tempo un gruppo di Samurai, che si erano avvicinati.
-Kairi, ce la fai ancora?- chiese il castano, rimettendosi in posizione d’attacco.
-Certamente!- rispose la rossa, imitando il brunetto.
Un secondo sguardo e i due balzarono nello stesso istante in direzioni opposte pronti a continuare, ma restando vicini.

L’ennesimo Stregone finì carbonizzato dalla mano del clone di fiamme creato dal numero VIII.
-Uffa…- sbuffò nuovamente. -Se potessi fare come voglio, li avrei già distrutti tutti!-
I Chakram furono lanciati e una scia di fiamme seguì il loro passaggio, eliminando ogni avversario sulla loro strada.
Purtroppo il Ritornante dai capelli rossi si lasciò andare un po’ troppo all’euforia e ci mancò poco che nella traiettoria dei suoi dischi finisse anche la porta di una casa.
-Ops!- disse tra i denti, vedendo che la porta era rimasta un po’ bruciacchiata. -Io impazzirò prima di sera, me lo sento!- esclamò disperato.

La custode del Tramonto si fermò avvertendo un improvviso calore.
Si girò e vide che per poco una casa non era finita vittima del fuoco del suo compagno.
-Mi sa che Axel darà di matto…- disse tra sé e sé.
Era passata mezz’ora da quando avevano iniziato a combattere contro le creature dal corpo bianco-sporco e ancora non accennavano a diminuire in modo visibile.
Un ultimo fendente dell’Artiglio della Notte e il Sicario lasciò solo il ricordo di sé.
Stava per lanciarsi contro l’ennesimo avversario quando una nuova schiera di presenze attirò la sua mente e si voltò verso il compagno padrone delle fiamme.
-Ma cosa vogliono ancora questi?- chiese seccata, vedendo il Colonnello Mustang e il suo seguito.
Si alzò in volo e si guardò un po’ in giro.
Demyx dall’alto di un tetto faceva il suo dovere in maniera eccellente.
Sora e Kairi non avevano problemi e comunque si aiutavano a vicenda.
Axel… -Lasciamo perdere…-
Infine Riku si trovava a venti metri da lei e distruggeva ogni nemico che finiva sotto il filo della Via per l’Alba.
-Sono ancora troppi…- pensò. -E’ ora di risolvere la cosa.-
Dopodiché volò in direzione dell’amico dai capelli rossi.

La magia di uno Stregone lo colpì alla schiena, ma riuscì a non sbilanciarsi e fece in tempo ad evocare uno scudo prima che il Berserker che aveva di fronte gli sferrasse un colpo con la sua mazza.
Il custode dai capelli argentei si girò velocemente e con un balzo arrivò di fronte al Nessuno dai magici poteri e lo distrusse in pochi colpi. Atterrò alle spalle del senza cuore armato di mazza e alzò il braccio sinistro.
-Firaga Oscuro!-
Una palla di fuoco nero inglobò la creatura che in breve sparì in una scia di luci.
Un Simile gli afferrò la gamba destra e quello fu il suo errore, perché finì decapitato in pochi istanti.
Gli occhi acquamarina si levarono per un attimo e videro la custode dai lunghi capelli castani sospesa a qualche metro da terra, che valutava la situazione e poi si dirigeva al lato opposto della strada.
In quell’attimo di calma, sentì le note dello strumento del numero IX e ritrovò la carica come per incanto.
Impugnò saldamente il suo keyblade e tornò a combattere.
Quello scontro stava durando troppo e forse la sua compagna aveva in mente qualcosa per porvi la parola fine.

-Ma quanti diavolo sono?!- esclamò Edward, vedendo quella schiera di esseri bianchi in continuo movimento.
-Tanti e pensate che siamo qui a distruggerli da un bel po’!-
-Chi ha parlato?- chiese il Tenente Hawkeye, estraendo la pistola.
Una figura incappucciata atterrò davanti ai soldati. -Io.-
-Tu sei la ragazza che ieri…- cominciò il Colonnello, ma la mano della custode lo fermò.
-Le spiegazioni a dopo. La battaglia sta andando per le lunghe, non so per quanto ancora riusciremo a trattenerli. Vogliate scusarmi.-
Detto questo si voltò e corse dal suo compagno.
-Axel!-
-Ciao Jessie! Visto come sono bravo? Non ho incenerito altro che Nessuno!-
-Guarda che l’ho vista la porta…- commentò lei, mettendo le mani ai fianchi.
-Ah… E vabbè, alla fine sono riuscito a richiamare i Chakram, no?- si voltò verso gli avversari e lanciò un disco, che distrusse due Dragoni. -Hai qualche idea per chiudere?-
-Sì, intendo usare una magia abbastanza potente da distruggerne almeno la metà.-
-Quake?-
-No, rischierei di far crollare tutte le case qui attorno, non so ancora controllarla come si deve. Invece, la magia Flare l’ho usata parecchie volte anche nelle strette vie del mio paese.-
-Una magia di fuoco? Scusa e perché non posso farlo io?-
-Il motivo lo conosci benissimo e comunque anche tu farai la tua parte, ma dovrai stare attento.-
-Fidati di me, cosa devo fare?-
Jessie spiegò velocemente la sua idea al rosso che ad ogni parola allargava il suo sorriso.
-Questo piano mi piace e non sai quanto…-
-Smettila di sognare e tieniti pronto, io vado ad avvisare gli altri.- poi si girò verso i soldati in blu, che si erano avvicinati. -Adesso dovrete seguire le istruzioni dei miei compagni, a meno che non vogliate fare la stessa fine che spetta alle creature che avete davanti.-
Dopodiché si alzò in volo e atterrò sul tetto su cui si trovava Demyx.
-Ma… ma…- balbettò Breda.
-Vola?!- esclamarono Alphonse ed Edward.
-Adesso le ho viste davvero tutte…- disse il Sottotenente Havoc, facendo cadere la consueta sigaretta.
-Ragazzo…- chiamò Roy.
-Dici a me?- chiese il rosso, senza voltarsi perché impegnato a distruggere un Ballerino.
-Cos’avete in mente di fare? Vorremmo renderci utili…-
-Mi dispiace, ma questo è un lavoro che possiamo fare io e la mia amica. Sarà per la prossima volta!-

Dopo qualche minuto, alle spalle del numero VIII arrivarono anche Demyx, Sora e Kairi.
-Si può sapere cosa vuole fare Jessie?- domandò il castano.
-Un po’ di pazienza e lo scoprirai, Riku dov’è?- chiese di rimando Axel.
-E’ rimasto con Jessie, nel caso avesse bisogno d’aiuto alla fine.- rispose la principessa del cuore.
-Molto bene…- iniziò il biondo. -Io vado al mio posto e vi darò il segnale da lì.- poi si voltò verso il gruppo di soldati. -E’ meglio se venite tutti con me, qui rischiate grosso.-
Un po’ titubanti tutti accettarono e seguirono il ragazzo dentro un varco di luce e arrivarono sul tetto di una palazzina.
Il Sitar comparve dal nulla nelle mani del Ritornante e una decisa passata sulle corde diede il via.



Immagino che starete gridando ingiurie nei miei confronti per aver interrotto il capitolo in questo punto! Ma purtroppo ho dovuto farlo per non allungarlo ulteriormente e perché sono cronicamente perfida!!! Muahahahah!!!!
Quale sarà il piano di Jessie? E perché piacerà tanto ad Axel? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!

ps: nei prossimi giorni, probabilmente il week end, troverete una nuova fic a mio nome, ma non per questo mi dimenticherò di aggiornare qui ^^


Angolo Recensioni

masterof dark: Ollalà, ho scatenato le tue ire XD Da questo capitolo ti sarai accorto che ciò che ho rivelato era solo la punta di un iceberg u.u Quindi ti conviene ri-incollare i tuoi appunti perché dovrai aggiungere ancora molte cose XD Esponi le tue idee: cos'ha visto Jessie nello specchio? Se non vuoi scriverlo qui puoi sempre ricorrere al "centralino dubbie e incertezze di Fly89" ovvero la mia mail XD Fammi sapere cosa pensi di questo chap! Ciauuu!!!

fenicex8: Come mai ritieni che Marluxia sia il messaggero? Da parte mia ti assicuro che è la gatta al 100% u.u (chiamiamola gatta per semplicità, ormai è il suo soprannome fisso, finché non si rivelerà il suo vero nome u.u). Il passato di Jessie per ora è un mistero, ma nei prossimi capitoli si comincerà a capire qualcosa, quindi non temere che ben presto la tua curiosità sarà placata ^^ Quando parli della voce immagino che tu ti riferisca a quella dei sogni con le vetrate famose, ebbene quella voce ha esaurito il suo compito quando Jessie ha incontrato i suoi compagni, ma chissà cosa attende il futuro? u.u Aspetto il tuo commento! Byeee!!

LightRoxas: Oh Kami! Ti assicuro che non era mia intenzione tirarti scemo e farti scoppiare le meningi! Mi dispiace!!! ç.ç Per quanto riguarda le tue idee, Fabiana dimenticala XD Non c'entra nulla con la gatta, mentre la tua prima ipotesi è corretta in un certo senso e con l'esempio che hai fatto non hai sbagliato, comunque vedrai che gli indizi futuri ti saranno di notevole aiuto ^^  Fammi sapere! Ciaoooo!!!

Deby92: Parli di situazione bollente? Vedrai il prossimo capitolo e avrai la stessa idea di Axel sulle faccende "bollenti" XD Jessie ha deciso di lottare, ma le avversità sono appena cominciate. Spero che i miei colpi di scena continuino a sorprenderti e che i miei finali ti lascino col fiato sospeso ^^ Alla prossima!!! Byeee!!!



Un gVazie bello grande anche a voi che leggete soltanto! Come dico sempre vi adoVo tutti *v* A presto!!!! See ya!!!

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Capitolo 34
*** Capitolo 34: Ci sei tu ***


Salve a tutti lettori e lettrici! Rieccomi con il seguito! *prende cartellina degli appunti* Dunque, oggi avremo: azione, distruzione e romanticismo per gli appassionati! Marluxia ancora non scenderà in campo, ma presto arriverà a fare i suoi soliti danni, quindi non preoccupatevi! Ma non siamo qui a pettinare il pelo alle giraffe, quindi proseguiamo! Buona lettura!!!

ps: perdonate il titolo orribile .-.

Capitolo 34: Ci sei tu
Le note del Sitar risuonarono nel silenzio che si era creato. L’ultima mossa stava per essere fatta.
E così fu.
-Flare!- urlò la custode del Tramonto a braccia tese verso la marea bianca e una violenta ma controllata fiammata partì dalle sue mani. Come un fiume, le fiamme si spinsero fino alla metà della via principale, distruggendo ogni creatura, ma lasciando intatte le case.
Dalla parte opposta della strada, nello stesso istante, il Ritornante dagli occhi smeraldini convogliò le sue energie in un potente attacco: colonne di pericoloso fuoco si alzarono dal terreno, investendo le bambole bianche senza cuore.
Il Soffio di Fiamme Danzanti si concentrò al massimo per controllare il suo attacco per evitare di causare danni alla città. Le torri infuocate si spinsero fino al centro della via, dove incontrarono la fiammata lanciata dalla ragazza.

-Ma sono impazziti?!- gridò Edward. -Così distruggeranno la città!-
-Ehi!- disse Mustang, rivolto ai tre ragazzi, che guardavano la scena senza preoccuparsi minimamente. -Come fate ad essere così tranquilli?-
-Ci fidiamo dei nostri amici.- rispose semplicemente Sora.
-E comunque…- intervenne il biondo. -Adesso tocca a me!-
Demyx cominciò a suonare una calma melodia e l’acqua prese a raccogliersi sopra di lui, prendendo le fattezze di un drago dal corpo trasparente.
-Ma cosa sta facendo?- chiese Alphonse al castano.
-Si sta concentrando, non dobbiamo interromperlo.-
Lentamente il ritmo aumentò, diventando frenetico e il drago d’acqua levò il suo ruggito. Il Notturno Melodico riaprì gli occhi e con un’ultima decisiva nota ordinò alla sua creatura di buttarsi sulle fiamme evocate da Axel.
-Al resto dovrà pensarci Jessie…- concluse il numero IX, facendo sparire il suo strumento.

Il ruggito della creatura d’acqua si fece sentire e la custode dai lunghi capelli castani, riporto le braccia davanti a sé per evocare una nuova magia.
-Idroga!- a quell’ordine, un secondo fiume, stavolta fatto di pura acqua investì il fuoco.
Il fluido gelido incontrò quello incandescente.
Il drago acquatico si gettò sulle colonne di fiamme.
Elementi opposti s’incontrarono annullandosi. Un’immensa nube di vapore s’innalzò, fino a toccare i tetti delle case e nascose agli spettatori su uno di essi la situazione a livello della strada.
-Demyx, noi cominciamo a scendere.- avvertì il Maestro del keyblade.
-Ok, io vi raggiungo con loro.- rispose, indicando i soldati che ancora non capivano le parole del castano.
-Sora…- quel richiamo uscì come un sussurro dalle labbra della rossa.
-Non avere paura Kairi, ci sono io con te!- disse il ragazzo, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.
La ragazza annuì e prese la mano che il compagno le porgeva e, insieme, saltarono dal tetto.
-Ma sono matti!- esclamò Hughes, avvicinandosi al ciglio.
-Non si preoccupi…- iniziò il biondo. -Sono abituati a fare cose come questa. Forza, andiamo anche noi. Prossima fermata Axel!-
Euforico come sempre, il numero IX aprì un varco e lo oltrepassò seguito a ruota da Mustang e i suoi uomini.

-Sei stata bravissima Jessie!- esclamò Riku, facendo bere alla ragazza la seconda Granpozione.
-Grazie…- rispose con un filo di voce. -All’ultimo… ho creduto di non riuscire a controllare la magia…-
-Invece ce l’hai fatta e io sono orgoglioso di te!-
La keyblader sorrise e con l’aiuto del ragazzo si alzò in piedi.
-Jessie! Riku!- gridarono i due custodi più giovani, cercando i compagni nella nebbia.
-Siamo qui!- gridò di rimando l’argenteo. -Sora! Kairi!-
I due ragazzi arrivarono poco dopo, congratulandosi con l’amica per l’ottimo lavoro svolto. Qualche minuto dopo, un varco luminoso si aprì al loro fianco e ne uscirono i restanti membri del gruppo, accompagnati dai soldati in blu.
-Allora Jessie…- esordì il rosso, sorretto dall’amico. -Sono stato fenomenale, no?-
-Tu non sai cosa sia la modestia, vero?- chiese di rimando la castana scoppiando a ridere come gli amici.
-Scherzi a parte, complimenti. Il Soffio di Fiamme Danzanti ha confermato la sua fama…-
-Scusate se interrompo…- fece il Colonnello. -Finalmente vedo il tuo splendido viso…-
-Sta parlando con me?- domandò Jessie, seccata. -Ecco un altro borioso a cui cambiare i connotati…- pensò, fulminando l’uomo dagli occhi antracite.
-Esatto. Io sono il Colonnello Roy Mustang e il tuo nome se non erro è Jessie.-
-Sì e con questo?- fu il ragazzo dai capelli argentati a rispondere. Gli occhi acquamarina fissarono il soldato, lasciando intuire un solo pensiero: “è mia”.
-Nulla.- si affrettò a dire. -Comunque, perché adesso non tornate con noi al Quartier Generale? Potrete riposarvi e dirci se avete scoperto chi è la misteriosa ragazza dai capelli blu.-
-Perché no?- disse la custode del Tramonto. -Voi ragazzi che ne pensate?-
I cinque ragazzi si guardarono un attimo e poi diedero il loro consenso, dopodiché Demyx aprì un varco che inghiottì tutti i presenti, mentre la nebbia causata dallo scontro spariva lentamente.

***

-Mio caro, domani potrai fare ciò che vorrai!- esclamò la ragazza dagli occhi da gatta, sedendo sulle gambe del compagno.
-Davvero? Posso giocare con la custode?-
-Non direttamente, ma se vuoi ferirla non esagerare… Mi serve intera, chiaro?-
-Tranquilla… Mi prudono le mani, non posso andare subito?- chiese il rosato.
-No, ho detto al capo dei soldatini che saresti andato domani e io mantengo sempre la parola data.-
-E va bene…- rispose sconfitto il Ritornante.

***

Una volta arrivati nello studio di Mustang, i guerrieri della Luce spiegarono in poche parole chi fosse la ragazza dai capelli blu e cosa significasse la sua presenza, senza nominare il fatto dei poteri di Jessie o la loro missione in giro per l’universo, anche se ormai era palese. Purtroppo quella spiegazione comportò nuove e scomode domande.
-Scusate, ma quindi voi cosa avete a che fare con questa storia?- chiese Alphonse innocentemente. -Da come parlate poi sembra quasi che veniate da un altro mondo…-
I ragazzi si guardarono tra loro e infine sospirarono.
-Cosa facciamo?- chiese Sora agli amici.
-Secondo me, possiamo dirgli il minimo indispensabile…- disse Jessie. -In fondo, a casa mia tutti sanno dove sono e cosa sto facendo…-
-Cosa intendi per “minimo indispensabile”?- domandò Kairi.
-Bè, i keyblade e cosa facciamo in sostanza.-
-Anche il fatto che ce andiamo in giro per i mondi?- fece Riku.
-Sì, da quel che so, gli alchimisti credono nell’esistenza di mondi paralleli, quindi non dovrebbero esserci problemi…-
Tutti annuirono e si voltarono nuovamente verso gli astanti, che pendevano dalle loro labbra in attesa di sapere.
-Abbiamo deciso di rivelarvi parte di ciò che ci riguarda.- iniziò la custode del Tramonto.
-Perché parte?- chiese Armstrong.
-Perché ne va dell’ordine di tutti i mondi esistenti, un ordine già in subbuglio a causa degli Heartless, dei Nessuno, dell’Oscurità e forse delle nostre stesse armi, i keyblade.-
Sempre in modo conciso, la ragazza spiegò chi erano e quale fosse il loro compito, ma nonostante le sue parole, ancora una linea di scetticismo segnò coloro che l’ascoltavano.
-Io ancora non so se credere a tutto ciò…- disse l’Alchimista d’Acciaio, alla fine.
Senza pensarci due volte, la castana evocò le sue chiavi, seguita dagli altri tre prescelti.
Il ragazzo dalla treccia dorata rimase di sasso, ma una cosa lo incuriosì. -E loro?- chiese, rivolto ai due Ritornanti.
-Noi non siamo custodi…- intervenne Axel. -Noi siamo un discorso a parte, che non vale la pena approfondire.-
Edward passò oltre, poiché la sua curiosità era senza confini. -Ma queste “chiavi” in sostanza, cosa aprono?-
-Ogni serratura ha la sua chiave, quindi ogni chiave ha il suo scopo, ma a nessuno è dato saperlo.- rispose l’argenteo.
-E voi avete accettato il keyblade senza pensarci due volte?- chiese Hughes.
-Non hai molto tempo per decidere se vedi la tua casa sparire e sai che solo tu puoi riportare tutto alla normalità.- intervenne il possessore della Catena Regale.
-Se i tuoi amici hanno bisogno di te, il tuo cuore sa già cosa fare, keyblade o no…- continuò la principessa.
-…anche se percorri la via sbagliata per farlo…- proseguì Riku.
-Noi abbiamo accettato il nostro destino di custodi in circostanze diverse per ognuno.- riprese la castana. -Per quanto mi riguarda, l’ho fatto perché non avevo molta scelta all’inizio, poi ho cominciato a capire che oltre a difendere me stessa stavo proteggendo il mio mondo e i suoi abitanti. Insomma, mi sembrava la cosa giusta da fare e poi ci sarà un motivo per cui queste chiavi sono venute da me.-
-Capisco.- rispose il Tenente Colonnello Hughes.
-E’ da prima che me lo chiedo…- intervenne Havoc. -Come mai tu ne hai due di quelle chiavi formato maxi?-
-Questa è un’altra faccenda che non può essere toccata, perché nemmeno io conosco la risposta…-
Detto questo, i ragazzi decisero di congedarsi e il numero VIII aprì un varco passandoci per primo, seguito da Demyx, Sora, Kairi e Riku, che però rimase ad aspettare Jessie, dal momento che doveva rivolgere un’ultima parola al Colonnello.
-Fossi in voi mi guarderei le spalle da quell’uomo che definite Comandante…-
-Perché?-
-Non credo sia umano, emana un’energia strana e poi…- si fermò voltandosi verso il compagno, che concluse.
-La puzza d’Oscurità lo avvolge da capo a piedi.-

***

-Ma quanto ci mettono?! Sono stufo di stare qui a fare niente!- sbottò il mago di corte.
-Calmati Paperino…- disse tranquillo il Re. -Lo sai bene che non possiamo girare tranquillamente per la città.-
-Ma io mi sento inutile…-
Topolino sospirò e posò una mano sulla sua spalla. -Coraggio amico mio, vedrai che ci renderemo utili anche noi…-
Un varco di luce comparve all’improvviso e i sei ragazzi fecero il loro ingresso in sala comandi.
-Salve gente!- esclamò il rosso.
-Ragazzi! Allora, com’è andata?- chiese Pippo.
-Erano troppi…- iniziò Jessie. -Siamo dovuti passare alle maniere drastiche.-
-Maniere drastiche?- domandò il Re curioso, con una punta di timore.
-Sì!- esclamò Axel. -Ci siamo scatenati! C’era così tanto fuoco… Jessie, quando lo rifacciamo?- chiese euforico.
-Spero il più tardi possibile…- sospirò la ragazza. -Quello che abbiamo fatto è stato pericoloso oltreché sfiancante…-
-Ma si può sapere cosa avete fatto?- intervenne Paperino, sbattendo la zampa a terra nervosamente.
Con poche e essenziali parole, la custode del Tramonto illustrò il piano che aveva ideato e la sua applicazione lasciando i tre senza parole e il Ritornante dai capelli rossi con un sorriso soddisfatto in volto.
-Siete stati molto bravi!- esclamò soddisfatto il sovrano del Castello Disney. -Avete scoperto altro sulla ragazza con i capelli blu?-
-Niente di nuovo…- rispose Sora, stiracchiandosi. -Io me ne vado a letto, se non avete bisogno di me…-
-Idem…- fecero in coro Axel e Demyx.
-Ragazzi…- li chiamò il castano. -Se volete potete usare ancora la mia stanza.-
-Anche la mia…- intervenne il custode dagli occhi acquamarina.
-Ok, allora noi andiamo. Buona notte…- salutò il biondo dirigendosi verso la stanza dell’argenteo.
Il rosso lo imitò dopo aver lanciato occhiate maliziose e aver augurato la buona notte.

***

-Hai fatto la scelta giusta…- disse il custode dell’Alba improvvisamente, mentre giocava con una ciocca dei lunghi capelli della ragazza stesa al suo fianco.
-A cosa ti riferisci?-
-L’aver scelto di lottare… Io non so cosa avrei fatto al tuo posto, in passato mi sono gettato da solo nell’Oscurità, non so se avrei reagito al tuo stesso modo…-
-Riku ascoltami…- iniziò la castana, posandogli una mano sul viso. -Te l’ho già spiegato, se non avessi fatto quelle scelte, probabilmente non saresti diventato il custode dell’Alba e adesso non saresti qui con me. Io ho deciso di lottare perché, oltre ad essere la mia unica possibilità, non ho intenzione di farmi sconfiggere nemmeno dalle mie stesse tenebre e poi…-
-E poi?-
-Ci sei tu.- rispose con un sorriso la custode.
Lentamente poi si avvicinò al volto del ragazzo, donandogli un tenero bacio.
-Ottime motivazioni…- rispose lui, riaprendo gli occhi e notando il volto arrossito della compagna.
Le si avvicinò nuovamente, per donarle un nuovo bacio, ma si fermò vedendo che la ragazza si era coperta la bocca per sbadigliare.
-Scusa…-
-Non fa niente, sei stanca è meglio se dormi. Domani dovremo metterci alla ricerca della serratura…-
Jessie si avvicinò di nuovo al volto dell’argenteo, sorridendo. -E non me lo dai il bacio della buonanotte?- sussurrò.
Il custode dell’Alba sorrise, divertito. Pensò a quanto si erano avvicinati, in quel poco tempo.
-Sei proprio cattivella!- commentò, prima di chiudere la distanza che separava i loro volti in un dolce bacio. -Ora a nanna, che siamo entrambi molto stanchi…-
-Hai ragione… Buonanotte Riku!- rispose lei, accoccolandosi meglio tra le braccia del ragazzo.
-Buonanotte Jessie…-

***

-Stai migliorando a vista d’occhio! Bravissima Kairi!-
-Detto dal Maestro del keyblade è un gran complimento, come posso ringraziarti?- chiese la rossa, avvicinandosi al volto del ragazzo.
-Un’ideuzza ce l’avrei…- rise il castano, per poi unire le loro labbra un bacio appassionato.
Si separarono e il cielo si tuffò nell’oceano, quando i loro occhi s’incontrarono.
-Ti amo.- disse solamente Sora, stringendo a sé la compagna.
-Anch’io ti amo…-

***

Nonostante fosse stanco morto, il Ritornante dai capelli rossi non riusciva a prendere sonno.
Un volto continuava a tenerlo sveglio e a farlo girare e rigirare nel letto.
-Basta!- esclamò scattando a sedere. -Adesso ci vado!-
Detto questo si alzò, si rimise la maglia e aprì un varco di luce.

***

-Uff…-
L’ora di diritto era iniziata da appena cinque minuti, ma Andrea davvero non riusciva a concentrarsi.
-Ehi Andrea!- chiamò Claudia.
La ragazza con gli occhi azzurri si voltò verso la compagna, distogliendo lo sguardo dalla finestra aperta. -Dimmi Cla.- disse un po’ abbattuta.
-Ti vedo giù… E’ successo qualcosa a Jessie?-
-No! L’ho sentita due giorni fa, e mi ha detto che andava tutto bene… Però…-
-Qualcosa ti preoccupa?-
-No, sono sicura che prima o poi si farà sentire… Solo che mi manca…-
La ragazza non riuscì a terminare la frase, perché qualcuno bussò alla porta dell’aula, richiamando il silenzio tra le alunne.
-Avanti!- fece tranquillo il professore, voltandosi verso un ragazzo che timidamente entrò nella stanza. -E tu chi sei?-
-Salve… Il mio nome è…-
-AXEL!- gridò Andrea, correndo tra le braccia del Ritornante.
-Signorina! Le sembra un comportamento da tenere a scuola?- chiese il professore, con un tono non troppo severo, che scemava nel divertito.
-Scusi prof, è che…-
-Mi scusi…- intervenne Axel. -Sono uno dei compagni di viaggio di Jessie e sono stato incaricato di portare un messaggio ad Andrea…-
-Jessie? Ah sì, ora capisco… E va bene… Andrea, ti concedo cinque minuti… Puoi uscire…-
-Grazie mille prof!-
Una volta fuori dall’aula, la ragazza guardò il rosso preoccupata.
-E’ successo qualcosa?!-
-No, tranquilla… Jessie sta bene, probabilmente ora starà dormendo tra le braccia di Riku…-
-Meno male, mi hai fatto preoccupare…- rispose sorridendo Andrea. -Ma come mai sei qui?-
-Ecco… Nonostante fossi molto stanco, non riuscivo a dormire… Avevo troppa voglia di vederti…-
-Anch’io da quando ci sei tu, non penso ad altro…- rispose la ragazza baciandolo.
Un bacio dolce, che valeva più di mille parole.
-Ora però non possiamo stare insieme, ma tra meno di due ore le lezioni finiscono… Hai voglia di aspettarmi?-
-E me lo chiedi?!-
-Pasquina!- gridò la ragazza, attirando l’attenzione della bidella che casualmente stava pulendo le vetrate vicino ai due ragazzi. -Pasqui, questo è un compagno di viaggio di Jessie… E’ un po’ stanco, non puoi lasciarlo dormire sulla branda in infermeria?-
-Certo Andrea! Accompagnalo pure di sotto…-
-Grazie mille!-
Una volta che il ragazzo fu steso sulla branda, Andrea gli diede un altro bacio.
-Ora devo andare… A dopo!-
-A dopo piccola…- e in poco tempo, il Ritornante si abbandonò al dolce mondo dei sogni.





Quanti baci e quante coccole!!! (bleah!!! NdTutti) Lo so, l'azione non è stata quel granché, ma mi rifarò con i prossimi capitoli u.u Il nostro amato/odiato (personalmente mi sta antipatico NdFly) Marluxia scenderà in campo e lo scontro sarà quindi inevitabile e durerà parecchio! Axel è fuggito dalla sua Andrea, ci saranno conseguenze? u.u Questo e altro nei prossimi chappoli!!
See ya!!!


L'angolino delle recensioni u.u

masterof dark: Ad Axel è stato perdonato il fatto della porta, ma la passerà liscia anche in futuro? Chissà u.u Con la tua ipotesi su ciò che ha visto Jessie nello specchio ci sei andato vicino sai? Hai detto una mezza verità ^^ Ma vedrai che con il passare dei capitoli e con le nuove informazioni metterai i pezzi del puzzle al loro posto ^^ Fammi sapere cosa pensi di questo chap! Ciauuu ^^

Deby92: Dici che me la cavo con i combattimenti? Sinceramente, ora che lo rileggo questo fa decisamente pena .-. Il giudizio però è vostro u.u Spero che in ogni caso questo chap ti sia piaciuto ^^ Byeee!!!

LightRoxas: Ed ecco cosa aveva in mente la nostra Jessie! Non è scoppiato tutto, ma ci siamo andati vicini XD Caro LightRoxas, ormai la mia Jessie ha fatto da comparsa un pò ovunque! XD Intendi inserirla nella fic che stai già postando oppure è un'altra? Comunque se ti piace come personaggio fai pure, però ti consiglio di aspettare ancora qualche capitolo per vedere come si sviluppa il rapporto con Riku e mi raccomando: è il mio alter ego che stai usando u.u Uomo avvisato, keyblade schivato u.u (inventato da moi u.u NdFly)



Un grazie grande come un grattacielo della grande mela va a tutti voi che leggete soltanto, siete sempre tantissimi e io vi adoVo tutti!!!! ^^ Alla prossima settimana! See ya!!!

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Capitolo 35
*** Capitolo 35: Chimere ***


*arriva tutta allegra e semi-rimbambita dalla dose di medicinali* Eh sì, sono ancora in balia dell'influenza residua, ma io resisto e non crollo u.u Ben ritrovati lettori e lettrici, carissimi tutti ovviamente u.u, per un nuovo capitolo di questa fic assurda e imprevedibile! *schiaccia tasto del registratore e partono gli applausi* Grazie, grazie... (O.O NdTutti) Alla fine del capitolo precedente, Axel aveva deciso di sua iniziativa di andarsene a zonzo per l'universo... e come vi avevo promesso, finalmente apparirà Marluxia! *scappano tutti* Sempre detto che quel tipo fa paura e non piace a nessuno u.u Ma non siamo qui per farci la manicure! Buona lettura!!! ^^


Capitolo 35: Chimere
-Dove cavolo sarà andato?- chiese Sora, guardando gli altri, ma soffermandosi sul viso pensieroso della custode del Tramonto. -Jessie, tu hai qualche idea?-
-Ne ho una e credo anche di non sbagliarmi, conoscendo Axel…- sospirò e si avvicinò all’oblò per guardare fuori. -Aspettiamo ancora cinque minuti poi usciamo senza di lui…-
-Perché non vuoi aspettarlo?- chiese Demyx.
-Perché ho un bruttissimo presentimento.-
Gli astanti ammutolirono e non osarono chiedere altro. Il tono serio e teso era indice di un alto livello di nervosismo e quindi era consigliabile aspettare che la ragazza si calmasse o che i suoi sospetti si affievolissero.
Si chiesero quale fosse la causa di questo suo atteggiamento e a cosa si riferisse quando aveva parlato di un brutto presentimento. Il keyblader dai capelli argentati fece per avvicinarsi, ma l’apertura di un varco di luce attirò la sua attenzione e quella dei suoi compagni.
-Buon giorno a tutti!- esclamò il Ritornante dai capelli di fuoco, allegro come se fosse a una festa.
Tuttavia non potè fare altro perché avvertì un intenso dolore all’orecchio destro. -Ahia! Jessie, che fai?!-
-Allora Romeo, spero che tu ti sia divertito dalla tua Giulietta…- sibilò la castana, tirando l’orecchio al ragazzo.
-Eddai Jessie… mi annoiavo e non riuscivo a dormire… così… Ahi!- altra tirata.
-Non voglio sentire altro! Siamo in ritardo e oggi è il giorno sbagliato per fare tardi!-
-E perché?- domandò il rosso.
-Perché sono sicura che oggi succederà qualcosa… E non sarà piacevole…-
Un nuovo silenzio calò sul gruppo, ma fu interrotto da Axel.
-Ehm… Jessie…-
-Cosa?-
-Puoi lasciarmi l’orecchio? Mi stai facendo male…-
-Finché non saremo in città, il tuo orecchio rimarrà tra le mie dita.-
-Ma veramente…- tentò di rispondere il Soffio di Fiamme Danzanti, alzando un sacchetto di carta che teneva in mano, che era fuggito allo sguardo vigile della custode.
-E questo che cos’è?- chiese la ragazza, con tono inquisitorio.
-Sono da parte di Andrea…- rispose l'altro timidamente, mentre estraeva dal sacchetto un vassoio su cui erano poggiati degli invitanti dolcetti. -Sono dei muffins, li ha fatti per darci forza… Sai, le ho detto che dovevamo cercare la serratura…-
-Capisco… Ma noi siamo di fr…-
-Evvai!! Dei dolcetti!!!- gridò entusiasta il numero IX, prendendo un muffin e divorandolo.
-Mmmm… Voglio provarli anch’io!- aggiunse Sora. -Kairi, prendine uno anche tu…-
-Adesso ne assaggio uno anch’io…- fece Axel a sua volta, allungando una mano per prendere un dolcetto, ma la ragazza strinse ancora di più la presa sul suo orecchio.
-Tu non prendi un bel niente.- affermò lapidaria.
-Ma… perché?-
-Perché così impari a sparire senza dire nulla! E adesso smettila di lamentarti se non vuoi che passi alle maniere cattive!-
-Perché fino ad ora cosa hai usato?- chiese allarmato, temendo la risposta.
-I guanti di velluto…- sibilò con un ghigno, poi si volto verso gli altri. -Avete cinque minuti.-
Esattamente cinque minuti dopo, il numero VIII chiese perdono all’amica e aprì un varco di luce. Dal canto suo, la castana lo perdonò, ma lasciò intendere che se fosse successo ancora le scuse non sarebbero state nemmeno sufficienti. In pochi istanti giunsero sul tetto di un edificio che si trovava proprio davanti al Quartier Generale dell’Est degli Alchimisti di Stato.
-Adesso come ci muoviamo?- domandò la principessa.
-Dividiamoci per cercare la serratura…- iniziò il possessore della Catena Regale. -A qualcuno di noi si rivelerà…-
-Per noi è ok.- disse Demyx, parlando anche per l’altro Ritornante.
-Per me no.-
Tutti si voltarono. La custode del Tramonto dava loro le spalle, mentre con i suoi occhi nocciola scrutava la città alla ricerca di qualcosa, che tuttavia non riusciva a scovare. -Continuo a sentire che c’è qualcosa che non va… ma se voi tutti siete d’accordo nel separarci non posso oppormi…-
-Tu Riku cosa ne pensi?- chiese il castano.
-Io credo che ci convenga dividerci in squadre, però due di noi devono andare con Axel e Demyx. A loro la serratura potrebbe non rivelarsi e loro comunque non sarebbero in grado di sigillarla.- spiegò l’argenteo.
-Io vado in coppia con Jessie!- esclamò il biondo, alzando la mano.
-Allora se Jessie è d’accordo, io e Riku faremo coppia.- disse il rosso.
-No problem.-
-Anche per me.-
-Ok, allora ci ritroviamo qui fra un’ora!-
Detto questo il Sora diede le spalle ai compagni e saltò sul tetto adiacente seguito dalla compagna dai capelli rossi.
Le due coppie rimanenti si divisero andando la prima nella direzione opposta a quella presa dai due custodi, mentre Axel e Riku presero la direzione di mezzo, che conduceva al centro della cittadina ancora nella maggior parte immersa nel mondo di Morfeo.

***

Mentre saltavano di tetto in tetto, il custode dai capelli d’argento impegnava solo una piccola parte della sua mente nella ricerca della serratura. Tutto il resto si concentrava sulla sua compagna e sul suo nervosismo dato da quello che lei definiva un brutto presentimento. Quando si è svegliato quella mattina, aveva trovato la ragazza seduta sul letto con uno sguardo seriamente preoccupato, ma non aveva fatto in tempo a chiedere quale fosse il problema, perché lei si era alzata e vestita per poi uscire.
-Ma cos’è successo a Jessie?- chiese Axel con tono preoccupato, avendo gli stessi pensieri dell'amico.
-Non lo sappiamo. Lei continua a dire che oggi succederà qualcosa, ma non possiamo fidarci solo di una sensazione…-
-In effetti è vero, ma non possiamo nemmeno ignorare la sua convinzione. Non può aver detto queste cose solo perché si è alzata con la luna storta.-
-Probabilmente hai ragione…-
Un’esplosione li fece voltare alla loro destra.
-Chi è andato da quella parte?- domandò il custode dell'Alba.
-Demyx e Jessie! Dobbiamo fare presto!- detto questo, il Ritornante aprì immediatamente un varco.

I due ragazzi proseguivano nella loro ricerca a passo sostenuto, non una vera corsa ma veloce quanto bastava per perlustrare in fretta la zona di loro competenza. La mente del castano era concentrata sulla ricerca della serratura, secondo lui, prima se ne andavano, meglio era. Non che non volesse credere alle sensazioni dell’amica, ma le sue parole lasciavano intendere che l’unica cosa da fare era aspettare che accadesse questo qualcosa e lui non era capace di aspettare senza far nulla.
-Sora…-
-Dimmi Kairi.- rispose fermandosi seguito dalla compagna.
-Io credo che Jessie avesse ragione…-
-Cosa intendi?-
-Adesso comincio a sentire qualcosa anch’io… Sento una presenza oscura farsi sempre più vicina…-
In quel momento, un’esplosione proveniente dalla direzione opposta alla loro diede ulteriore conferma alle sensazioni della ragazza.

-Senti Jessie…- chiamò timidamente il biondo.
-Parla pure, ti ascolto.- rispose lei, continuando ad avanzare.
-Hai voglia di spiegarmi meglio cosa senti? Sei fredda e distante oggi, vorrei aiutarti…-
La ragazza sorrise. -Grazie Dem, ma purtroppo non so nemmeno io cosa avverto di preciso. Sento solo una forte sensazione di disagio che aumenta ogni minuto che passa. Da quando ho ricevuto il keyblade, ho sviluppato un certo sesto senso e fin’ora non ha mai sbagliato.-
Si fermò all’istante.
Un brivido lungo la schiena e poi le sentì. Numerose presenze oscure sarebbero comparse da un momento all’altro.
Il suo compagno si avvicinò a lei con sguardo serio. Anche lui aveva percepito gli esseri del buio avvicinarsi.
-Abbiamo compagnia.- disse la castana puntando lo sguardo su un varco composto da nere spire, che si era aperto davanti a loro.
-Custode del Tramonto…- iniziò il Leggiadro Sicario, abbassandosi il cappuccio. -E’ un piacere per me rivederti.-
-Sappi che la cosa non è reciproca.- chiarì. -Allora? Dove tieni nascoste le creature che fanno parte del tuo seguito? In più, qualcosa mi dice che non sono i soliti Nessuno. C’è qualcosa di diverso, o sbaglio?-
Il Ritornante rise e batté le mani. -Complimenti. Sei davvero sveglia, ma come hai fatto?-
-Sesto senso.- mentre parlava, portava il braccio destro avanti a sé e il sinistro indietro, facendo comparire le sue chiavi. -Non ti sei portato dietro quella mandria solo per sfizio, quindi che ne dici di cominciare?-
-Non vuoi chiacchierare un po’ con me?- chiese con una falsa nota di dispiacere.
-Io non ho nulla da dirti, però credo che le mie armi siano più che impazienti di cominciare un certo discorso.-
Il Notturno Melodico accanto a lei aveva evocato il Sitar ed era pronto a combattere. Poi vide gli occhi blu del nemico puntati su di sé.
-Piccolo Demyx, è tanto che non ci vediamo… Ti sono mancato?-
-Per niente. Fatti sotto.-
-Uffa… Ma volete solo menar le mani?- si lamentò. -Vabbè, intanto vi mando contro i miei nuovi giocattoli, poi, se siete ancora vivi, vedrò cosa fare…- schioccò le dita e una squadra di quaranta esseri dall’aspetto insolito e terrificante prese il suo posto di fronte ai due guerrieri della Luce.
-Ma che cosa sono?!- domandò il biondo sorpreso e forse terrificato da ciò che i suoi occhi vedevano.
-Chimere.- sussurrò la ragazza incredula. -Quel pazzo ha usato l’alchimia per fondere i Nessuno con degli animali!-
Con orrore le iridi nocciola passarono in rassegna le fila nemiche, trovandovi quelli che una volta erano Simili con il corpo sinuoso e sfuggente dei serpenti; i Sicari avevo guadagnato una bocca famelica con affilate zanne; i Berserker avevano le lunghe e possenti braccia irte di spine acuminate e queste si ripetevano anche sulla loro pesante arma; i Dragoni non avevano più la loro lancia e il loro corpo era coperto di squame dure e lucenti come l’acciaio, le loro ali erano simili a quelle dei pipistrelli e lunghe zanne facevano capolino dalla bocca leggermente dischiusa; infine, ai leggiadri Ballerini erano state sostituite le mani e i piedi con delle zampe dai lunghi e letali artigli e una lunga coda bianca a righe nere si muoveva intorno al loro corpo sottile.
-Certo che ha avuto fantasia…- iniziò la custode, mettendosi in posizione d’attacco. -Sei pronto Dem?-
-Prontissimo!- le dita posizionate sopra le corde del suo strumento, pronte a scattare.
-Cominciamo!-
La ragazza si gettò contro il primo nemico, un Simile, e fu assalita da altri due alle spalle. Un giro su se stessa ad armi sguainate interruppe ogni tentativo di attacco, ma i tre sfortunati ancora non erano diventati polvere.
-Immaginavo che fossero più resistenti dei normali Nessuno, ma non credevo così tanto…- pensò, mentre dopo una lunga combo il primo avversario cadeva, venendo sostituito immediatamente da un altro.
Il Notturno Melodico cominciò a suonare il suo strumento e l’acqua prese a danzare intorno a lui, ma nonostante la potenza dei suoi attacchi le chimere non si dissolvevano. Colto di sorpresa, il ragazzo tentò di ricorrere ai suoi cloni d’acqua, ma non fece in tempo perché uno dei nuovi Dragoni era sospeso in aria alle sue spalle e lanciò una potente fiammata dalle sue fauci spalancate.
Il biondo non capì molto di ciò che accadde in quel piccolo lasso di tempo che è una manciata di secondi.
Avvertì il calore intenso, si sentì chiamare e spingere via. Quando fu a terra, avvertì del peso su di sé e riaprì gli occhi.
-Demyx…-
-Jessie… cos’è successo…?-
-Stavi per essere bruciato vivo… ti ho spinto via appena in tempo…- rispose la castana, cercando di alzarsi, ma un gemito di dolore la fece ricadere a terra.
Il suo compagno scattò a sedere e vide che intorno a loro c’era una barriera su cui i loro assalitori continuavano a scagliare i loro attacchi, poi si voltò verso di lei e la vide tenersi il braccio sinistro, che presentava una larga ustione.
-Demyx… questi avversari sono troppo potenti per noi… E la barriera non resisterà per molto…-
-Dobbiamo andare dagli altri!- esclamò, alzandosi per aprire un varco ma Jessie lo fermò.
-Se ce ne andiamo questi esseri invaderanno la città… Dobbiamo aspettare che siano loro a raggiungerci…-
Il numero IX stava per replicare, ma la sua attenzione fu attirata da cinque pericolose presenze radunate intorno a loro. Cinque Dragoni che in breve aprirono le fauci, facendo uscire altrettante potenti fiammate dalle tonalità bluastre che circondarono completamente la barriera fino a distruggerla provocando un’esplosione.



Capitolo più corto del solito e comincerete ad odiarmi per davvero XD Altro finale partorito dalla mia mente cronicamente perfida!! *risata in un misto tra pazzia e perfidia* Vi pongo una sola domanda: cosa accadrà? Al prossimo capitolo!
See ya!



L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Grazie del commento e ora passo a chiarire i tuoi dubbi ^^ Axel non ha usato prima quell'attacco perché c'erano anche i suoi compagni in mezzo ai nemici, che ancora non erano stati concentrati nel centro della strada e non si è portato dietro Demyx quando ha fatto il fugotto perché non ci ha pensato XD Lo ammetto nel capitolo scorso sono stata vaga, probabilmente andava sistemato meglio. Perdonami e spero che questo capitolo ti abbia soddisfatto più del precedente ^^ Bye!!!

LightRoxas: Già i nostri eroi sono coccolosi assai e aspetta di vedere più avanti u.u L'aspetto di Andrea è descritto nei primi capitoli, comunque è una ragazza sul metro e settanta, con gli occhi azzurri e i capelli lunghi fino alle spalle sul biondo e i colpi di sole. Se c'è altro che non ti è chiaro chiedi pure ^^ e mi auguro che questo chap ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!!

Deby92: Nel capitolo precedente c'era un pò di movimento a causa del combattimento e l'attacco combinato fuoco-acqua è stato abbastanza confusionario, perdonami ^^ Sono contenta che comunque ti sia piaciuto, grazie del commento ^^ Fammi sapere cosa pensi di questo! Ciu Ciu ^^

Phantom G: Una nuova lettrice!!! *v* *esplode* Innanzitutto benvenuta in famiglia, nella quale sei ben accetta per la tua pazza idea di leggerti tutta 'sto ammasso di cose in soli due giorni, hai tutta la mia ammirazione *v* Ti capisco sul conto di Riku, ma in kh2 diventa più figo (*ç*) e non è più antipatico u.u Spupazzati Jessie quanto vuoi, basta che non mi disintegri l'alter ego XD Demyx e Schizzo sono una coppia che ha avuto un successo incredibile, che né io né la mia assistente (proprietaria di Schizzo) ci saremmo aspettate! Se sei una sua fan ti consiglio il video "Skizzo la leggenda" (si è scritto con la "k" non so perchè XD), in cui si narrano le vicende del criceto u.u  Anche tu apprezzi la mia scelta per il cattivo, mi fa assai piacere u.u La gatta sta avendo anche lei un successo inatteso, mi sa che l'ho fatta troppo misteriosa XD A presto!!! ^^




Allora, oggi si ringrazia.... ovviamente Phantom G con un bacio enorme e tanto dolce da far venire il diabete, per aver messo la fic tra le preferite e le si fanno ulteriori complimenti per la pazzia dimostrata u.u e si ringrazia con un abbraccio Giulia__chan per averla messa tra le seguite! Inoltre ringrazio tutti quelli che leggono soltanto ^^ come sempVe vi adoVo tutti XD Ora scompaio e vado ad aggiornare l'altra long e a chi interessasse, è già stata aggiunta la seconda parte della shot "The only difference"! Al prossimo week end!!! See ya!!! *svanisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 36
*** Capitolo 36: Magia e alchimia ***


*arriva sfrecciando sui pattini in linea* Pistaaaaaa!!! *frena e lascia segni sul pavimento* Ben trovati a tutti!!! *si libera dei pattini e comincia a ballare un qualcosa di sconosciuto* Ecco cosa succede ad anticipare l'uscita del sabato al venerdì XD Ma passiamo a ciò che vi interessa... ho passato l'esame!!!! No, non vi interessa nemmeno questo XD Dunque... cos'è successo l'ultima volta? *si fa passare il copione dal Banditore* Ah sì! C'erano Jessie e Demyx in balia dei nuovi Nessuno, si saranno salvati? Io ovviamente lo so u.u Marluxia per oggi non si vedrà, ma nel prossimo capitolo ci sarà da divertirsi!!! Buona lettura!!!

ps: in questo capitolo saranno presenti alcuni spoiler sulla trama di Full Metal Alchemist


Capitolo 36: Magia e alchimia
Si fermarono sul bordo di un tetto e guardarono giù. Ciò che videro li fece inorridire.
-Cosa sono quelle creature?- chiese il custode dell’Alba.
-Non ne ho idea…- rispose il numero VIII, passando con lo sguardo tutta la zona sottostante. -Dove saranno?-
Un varco di luce si aprì alle loro spalle e il sorriso di sollievo che allietò la loro ansia, si trasformò in una smorfia di accentuata preoccupazione e paura, quando videro le condizioni dei due compagni. Il Ritornante aveva gli abiti sporchi e strappati in più punti, soprattutto sulla schiena, mentre la custode, che era poco cosciente appoggiata al ragazzo, aveva una brutta ustione sul braccio sinistro. Il biondo cadde in ginocchio tossendo, portando la ragazza a fare lo stesso.
-Dem, cos’è successo?!- domandò il rosso avvicinandosi ai due, seguito dall’argenteo, che prese la castana tra le braccia.
-Jessie aveva ragione…- disse, per poi riprendere a tossire. -E’… arrivato Marluxia…-
-Axel, apri un varco e vai a prendere Paperino. Io da solo non posso curarli e Sora e Kairi sono troppo lontani.- sentenziò Riku, facendo stendere la ragazza per iniziare a guarirla.
Il ragazzo annuì deciso e scomparve dopo aver aperto un passaggio.
-Jessie, mi senti? Sono io…- la chiamò e in risposta le iridi color nocciola si aprirono del tutto. -Adesso ti curo, stai tranquilla…- aveva già portato la mano sull’ustione, ma fu fermato. -Cosa…?-
-Pensa a Demyx prima… Ha respirato troppo fumo… Io posso aspettare…-
Infatti il Ritornante padrone dell’acqua continuava a tossire, così il ragazzo dai capelli argentati si dedicò al compagno e dopo averlo curato si fece spiegare l’accaduto. Raccontò dell’arrivo del rosato e della potenza delle sue nuove creazioni, poi passò al momento dell’esplosione.

# flashback #
Dopo il cedimento della barriera evocata da Jessie, le fiamme li avvolsero quasi completamente. Quasi perché Demyx era riuscito a creare appena in tempo una bolla d’acqua che li circondò ed ebbe l’effetto di trasformare il fuoco in fumo. Tuttavia, la potenza di quel fuoco blu era troppa e la bolla in breve scomparve e si ritrovarono circondati da fiamme e una densa coltre di fumo azzurrino. Il biondo si strappò una parte della maglia bianca e la diede alla ragazza per proteggersi la bocca finché lui raggiungeva la concentrazione giusta per poter aprire un varco. Prese a tossire e ben presto anche una nota di panico cominciò a farsi sentire con prepotenza nella sua mente, ma si sforzò di mantenere la calma e dopo un minuto che parve durare un'eternità riuscì ad aprire un passaggio che li portò alle spalle dei compagni.
# fine flashback #

Il keyblader era stupito. -Quei mostri erano davvero così potenti?- il numero IX annuì. -Quanti ne avete contati?-
-Suppergiù una quarantina…- rispose, facendo mente locale. -Io non ne ho eliminato neanche uno… Non so Jessie…-
-Uno o due credo…- disse la ragazza, mettendosi a sedere.
In quel preciso istante, Sora e Kairi li raggiunsero, chiedendo immediatamente cosa fosse successo e un varco luminoso si aprì, mostrando Axel in compagnia di Paperino, Re Topolino e Pippo.
-Sono voluti venire tutti.- spiegò il rosso dispiaciuto, mentre il mago correva dalla custode ferita.
-Invece hanno fatto bene a venire…- iniziò l’argenteo. -Da quel che ho capito, ci servirà tutto l’aiuto possibile…-
-Dovevamo darti ascolto…- iniziò il sovrano. -Scusaci Jessie…-
-Non scusatevi Maestà… La colpa è anche mia.-
-Perché sarebbe colpa tua?- le chiese il cavaliere.
-Perché solitamente quando ho questo tipo di sensazioni, cerco sempre di trovarne la fonte chiudendomi in me stessa. Questa volta non l’ho fatto ed è accaduto tutto questo… Mi dispiace…-
-Cosa intendi con “chiuderti in te stessa”?- domandò la principessa.
-Entro in contatto diretto con il mio cuore e la sensazione che avverto e trovo il modo di darle forma per capire quale sia la minaccia, da dove venga e quando il tutto si avvererà… Purtroppo, oggi non ci sono riuscita perché ciò che avvertivo era troppo forte e vago, ma soprattutto improvviso.- fece una pausa e poi riprese. -Non l’ho avvertito prima di stamattina all’alba e non sono stata in grado di analizzare la cosa, mi dispiace…-
Una mano sulla sua spalla le fece rialzare lo sguardo e incontrò quello gentile e tranquillo di Topolino.
-Jessie, non è colpa tua se le cose sono andate in questo modo. Queste sensazioni non le puoi controllare e adesso che anche noi ne conosciamo la veridicità, la prossima volta ti saremo vicini e ti aiuteremo. Va bene?-
La castana rimase immobile per un attimo, poi sorrise e annuì.
-Molto bene!- esclamò il Re, lasciando che la compagna si alzasse. -Adesso che Demyx e Jessie sono di nuovo in forma, direi che possiamo dedicarci al problema che abbiamo lasciato al piano terra. Che cosa sono?- chiese avvicinandosi al cornicione.
-Sono chimere, ovvero, il risultato di un esperimento alchemico in cui vengono fusi due o più esseri in un unico corpo. Solitamente vengono usati degli animali, ma a quanto pare Marluxia ci ha dato dentro con l'immaginazione e ha fuso i Nessuno con degli animali.- spiegò la custode del Tramonto. -In più, hanno una forza e una resistenza di molto superiore al normale…-
-Molto quanto?- chiese Axel curioso.
-Troppo. Qualcuno ha un piano degno di tale nome?-
-Avete provato a colpirli con la magia?- intervenne Paperino.
-Io mi sono limitata agli attacchi fisici.-
-Io invece non ho avuto il tempo di usare delle tecniche più potenti dei semplici attacchi d’acqua…- disse il Notturno Melodico, un po’ demoralizzato.
-Di solito…- ricominciò il mago di corte. -…le creature di questo tipo sono piuttosto instabili e credo che la nostra magia possa causargli un po’ di danni, ma ci servirà anche un’altra cosa…- s’interruppe guardando i compagni.
-L’alchimia.- concluse la castana per lui.
-Esatto. Queste creature ora non sono più semplici Nessuno, e la scienza di questo mondo può aiutarci a neutralizzarle.-
-Axel! Demyx!- chiamò Topolino.
-Non ditelo nemmeno! Facciamo un salto dai soldati e recuperiamo qualche alchimista! Te la senti Dem?- domandò il rosso, all’amico.
-Certamente! Andiamo!- rispose il biondo con energia.
-Benissimo! Allora noi andiamo, voi intanto datevi da fare con questi cosi senza farvi ammazzare!-
Detto questo, i due Ritornanti sparirono in un varco di luce e i sette rimasti si scambiarono uno sguardo d’intesa prima di saltare dritti nella bocca dell’inferno.

***

-Colonnello Mustang…- chiamò il Tenente Hawkeye.
-Dimmi.- rispose lui, guardando fuori dalla finestra dandole così le spalle.
-Non crede che dovremmo essere là fuori a pattugliare la città? Quegli esseri bianchi potrebbero tornare…-
-Non potremmo fare nulla.- la interruppe. -I nostri metodi con loro non funzionano, saremmo solo d’impiccio a quei ragazzi…-
Il silenzio ripiombò nell’ufficio e ogni persona presente tornò al suo solito lavoro.
Qualcuno però prese a bussare ed entrò dopo aver ricevuto il permesso.
-Cosa c’è Acciaio?-
-Io e mio fratello ripartiamo.- affermò deciso.
-Per dove?- chiese con noncuranza l’uomo.
-Per la foresta appena fuori città.-
Il tempo parve fermarsi e tutti i presenti sbatterono un paio di volte le palpebre per lo stupore.
-E perché mai? Credi che la pietra filosofale si trovi qui?- domandò, osservando il giovane alchimista con dubbio e curiosità.
-Non è per la pietra, io e Al abbiamo scoperto che i ragazzi che abbiamo conosciuto si trovano lì.-
-Come l’avete scoperto?-
-Abbiamo fatto qualche indagine. Le persone che abitano sul limitare della foresta hanno detto che due giorni fa hanno visto chiaramente gli alberi muoversi, ma non c’era un filo di vento, e chi si è addentrato nella foresta ha detto di aver sentito delle voci.-
-Ma perché ti interessa tanto parlare con loro?-
-Voglio scoprire se sanno qualcosa che non sappiamo sugli Homunculus.-
-Ancora con questa storia? Non esistono gli Homunculus.-
-Forse, ma se esistono esseri privi di cuore e ombre prive di corpo, non crede anche lei che sia possibile l’esistenza di creature prive di anima?-
Quella domanda lasciò spiazzato l’uomo dagli occhi antracite che stava per ribattere, ma una luce accecante alle spalle del ragazzo dai capelli dorati lo costrinse a coprirsi gli occhi. Quando il bagliore si spense, la voce del numero VIII riempì il silenzio dell’ufficio.
-Salve a tutti!-
-Come mai da queste parti? Non abbiamo altre informazioni da darvi…-
-Ma noi non abbiamo bisogno di informazioni.-
-E di cosa allora?-
-Il nostro nemico ha fatto ricorso all’alchimia e ha creato degli esseri dalla forma strana, quindi abbiamo bisogno del vostro aiuto…-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Lo giuro sul fuoco che comando, non sono mai stato tanto serio.- sentenziò il rosso con sguardo deciso.
-E io posso confermarlo.- intervenne Demyx. -I Nessuno sono stati fusi insieme a degli animali e sono state create delle chimere. Per questo ci serve il vostro aiuto, la nostra magia può renderli instabili, ma serve l’alchimia per distruggerli. Ci aiuterete?-
-Acciaio!- urlò l’uomo dai capelli neri. -Vai a chiamare il Maggiore Armstrong!-
-Sissignore!- esclamò Edward, facendo il saluto e scattando fuori dalla stanza.
-Voi aspettate qui…- aggiunse poi, alzandosi. -Io devo andare dal Comandante Supremo, purtroppo non posso fare di testa mia…-
-Capisco, ma cerchi di sbrigarsi. I nostri compagni stanno combattendo contro qualcosa di troppo potente e non so quanto possano resistere.- disse Axel, andando a sedersi sul divanetto accanto alla porta.

***

Quando aprì gli occhi, si rese conto di trovarsi incastrato nel muro di una casa, ma la cosa più sconvolgente era il fatto che non ricordasse come ci era arrivato. Il custode dai capelli castani cercò di fare mente locale e nel frattempo si mosse per controllare di essere tutto intero.
-Allora…- pensò. -Stavo combattendo contro uno di quegli affari con le ali… Ahi…- spostò lo sguardo sul braccio sinistro e vide una ferita che dalla spalla scendeva fino al gomito. -Perfetto… Dov’ero rimasto? Ah, sì… Poi ho visto che Kairi stava per essere attaccata alle spalle e…-
Non terminò il pensiero perché con i suoi movimenti era riuscito a staccarsi dal muro e a cadere a terra, fortunatamente non era a poco più di un metro di altezza. Dopodiché avvertì una presenza accanto a sé, che lo curò quel tanto che bastava da fargli recuperare le forze necessarie per tornare in campo.
-Purtroppo per la ferita non posso fare nulla, non mi sono rimaste molte energie.-
-Grazie Paperino…-
-Figurati! Non preoccuparti per Kairi, c’è Pippo con lei…- detto questo, il papero corse nuovamente nella mischia.
Stavano combattendo da una buona mezz’ora ed erano riusciti ad eliminare i nemici più deboli quali i Simili e i Sicari. Il gruppo di Ballerini cominciava a diminuire, ma anche la loro energia era quasi al limite e restavano ancora i Dragoni e i Berserker. Riacquistata un po’ di lucidità, Sora evocò la Catena Regale e tornò all’attacco.

Aveva un occhio chiuso per fare in modo che il sangue che usciva dalla ferita non intaccasse la retina, ma nonostante ciò continuava a combattere senza esitare. La Via per l’Alba affondò con violenza nel fianco del Ballerino munito di artigli, impedendogli di muoversi.
-Thundaga Oscuro!-
Un potente fulmine dalla tonalità scura colpì il Nessuno che dopo esser stato fulminato cadde in ginocchio senza però sparire. Dopo aver estratto l’arma dal corpo dell’avversario, Riku si lanciò contro di esso con un attacco dall’alto verso il basso che tagliò a metà l’essere, facendolo tornare al Nulla senza un lamento.
-Con quello che hai eliminato, mancano cinque Ballerini…-
-Maestà!- esclamò l’argenteo girandosi e vide che il piccolo Re non era in condizioni migliori delle sue.
Aveva il viso ricoperto di graffi e dalla gamba destra scendeva copioso il denso liquido scarlatto.
-Forza Riku, non possiamo fermarci adesso! Dobbiamo resistere fino all’arrivo di Axel e Demyx!-
Il ragazzo annuì e ripresa la posizione d’attacco partì contro un Berserker in avvicinamento seguito da Topolino.

Con un salto all’indietro riuscì ad evitare un colpo di coda del Dragone che stava fronteggiando. Appoggiati i piedi a terra, si diede la spinta per andargli incontro e cominciò ad offendere con una serie di colpi con entrambe le chiavi.
Dopo una decina di fendenti, Jessie saltò alle spalle dell’avversario e puntò l’Artiglio della Notte contro di lui.
-Blizzaga!-
Una torre di ghiaccio si alzò dal terreno e trafisse la creatura, facendola sparire. Non ebbe il tempo di respirare perché un altro essere alato le si parò davanti in sostituzione del compagno caduto.
-Axel ma quanto diavolo ci metti a far entrare quattro gatti in un varco?!- pensò nervosamente la ragazza, partendo all’attacco. Tuttavia non poté fare nulla, perché una voce disse ai guerrieri di fermarsi.
Un battito di mani e una luce azzurra avvolse tutta l’area, impedendo la vista ai custodi, al mago e al cavaliere che rimasero in attesa.



Altro finale dei miei... xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Cosa sarà accaduto? I nemici saranno stati sconfitti? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Grazie del commento ^^ Sono contenta che la fic ti attiri così tanto! Di questo capitolo che mi dici? Attendo opinioni u.u Ciauuuu!!!!

Phantom G: Visto? Jessie si è salvata u.u Schizzo è diventato un grande personaggio grazie a quel video XD Ma cosa leggo?! Ti sei vista anche quel video?!?! Oh my gold! XD No dai, quel video è venuto bene, dopo tanti tanti tentativi XD Io gliel'ho sempre detto che i disegni erano belli, ma lei continuava a dire il contrario.. riferirò il tuo apprezzamento ^^ Spero che questo chap ti sia piaciuto come gli altri ^^ Byeee!!!

LightRoxas: Jessie era ferita, ma l'ha curata il papero u.u Vedo che hai colto il punto importante della faccenda: non far arrabbiare Jessie. Tienilo bene a mente per i prossimi capitoli u.u e vedrai che Marluxia non ti piacerà più XD Fammi sapere cosa pensi di questo chappolo! Ciaooo!!!

Deby92: Io so tutto XD Come hai visto Jessie e Demyx si sono salvati e sono arrivati anche gli altri a combattere. Spero che l'azione ti sia piaciuta anche se pochina ^^ Ciu Ciu!!!

soral: Gemellina!!! Benvenuta tra i lettori dello sclero! *spupasha* Sono contenta che la fic ti piaccia ^^ E come hai ben notato, qui dentro si alternano momenti di comicità a momenti di bruta violenza *v* I prossimi mondi in programma dovresti conoscerli anche tu, quindi non preoccuparti ^^ E vedrai, ti sorprenderò sempre di più! A presto gemellina!!! <3




Oggi ringraziamo due nuovi adepti!!!! Yeeeee!!! XD Allora, un grazie grande grande a Takami_Kinomiya per aver messo la fic tra le preferite e si fa venire un altro attacco di diabete a Phantom G per averla messa anche tra le seguite *v* Per concludere, ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto! Siete sempre tantissimi e io vi adoVo tutti sempVe di più XD Al prossimo week end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 37
*** Capitolo 37: L'esplosione ***


Buon salve lettrici e lettori!! ^^ Rieccoci al nostro consueto appuntamento del fine settimana u.u (guarda che non stai condicendo uno show telelvisivo -.- NdBanditore  ma fatti gli affaracci tuoi <.< NdFly) Non mi dilungherò nelle solite cazzabubbole u.u In questo capitolo ne accadranno di tutti i colori: la gente si fa male, il sangue scorre, le armi volano e verso la fine accadrà qualcosa di inaspettato u.u Che altro dirvi se non buona lettura!!!

Capitolo 37: L’esplosione
Quando la luce si dissolse i sette guerrieri si guardarono intorno stupiti. Non era rimasta l’ombra di un nemico.
-Abbiamo fatto appena in tempo a quanto pare!- esclamò Axel, avvicinandosi ai compagni, seguito dal Colonnello Mustang, il Maggiore Armstrong, il Generale Basque Grand, Edward e suo fratello Alphonse.
-Come state?- chiese preoccupato il numero IX.
-Io mi ritengo fortunata…- rispose Kairi, che presentava numerosi graffi e lividi su tutto il corpo. -Ed è tutto merito di Sora e Pippo… Grazie ragazzi…-
-L’abbiamo fatto volentieri…- fece il cavaliere, attirando l’attenzione su di sé.
-E quello cos’è?- domandò l’Alchimista d’Acciaio. -Una chimera?-
-No no!- si affrettò il biondo. -Lui è Pippo, il capitano dei cavalieri di Re Topolino.- aggiunse, indicando il sovrano dalle orecchie tonde.
-Salve!- salutò lui, con la solita allegria, per nulla sminuita dalle fatiche dello scontro.
I cinque alchimisti rimasero per un attimo a fissare i due e Paperino per qualche minuto anche dopo la presentazione di quest’ultimo, ancora increduli a ciò che avevano davanti.
-Visto? Era per evitare certe reazioni che vi avevo detto di restare nascosti…- spiegò la custode del Tramonto, mentre si avvicinava un po’ zoppicante al gruppo.
-Come stai Jessie?- chiese apprensivo il ragazzo dai capelli d’argento, andandole incontro.
-Non preoccuparti, niente di grave, un Dragone mi ha morsa… Tu piuttosto…- esordì, indicando la ferita sopra l’occhio, mentre metteva la mano in tasca per prendere qualcosa.
-Ormai non è più un problema… No, aspetta, che…-
-Stai fermo cinque minuti, il tempo di pulirti l’occhio. Già hai la frangia troppo lunga, se poi tieni l’occhio chiuso va a finire che mi sbatti da qualche parte…- disse calma, mentre con un fazzoletto puliva delicatamente e con cura il viso del ragazzo.
-Tu Sora come ti senti? Purtroppo non ho potuto curarti come si deve prima…- si scusò il mago.
-Stai tranquillo, la ferita non sanguina più, mi è rimasto un po’ di mal di testa…-
-E ci credo!- urlò la rossa alle sue spalle. -Sora, hai una brutta ferita sulla nuca!-
Il ragazzo mise una mano dove aveva detto l’amica, ma subito la ritrasse per il dolore e la vide sporca di sangue.
-Dobbiamo medicarla immediatamente!- affermò Alphonse.
-Ha ragione.- aggiunse Edward. -Colonnello, non potrebbero…-
-Non credo ci siano problemi a portarli alla nostra infermeria, lei cosa ne pensa Generale?-
-Io sono solo un supervisore. Le scelte spettano a te Mustang.- rispose lapidario l’Alchimista di Ferro e Sangue.
-Allora forza. Venite tutti con noi…- disse l’uomo dagli occhi antracite.
-Mi dispiace, ma non possiamo.- sentenziò Topolino.
-E perché mai?- chiese Armstrong.
-Perché basta vedere come avete reagito voi vedendo il nostro aspetto, inoltre non possiamo permetterci di stare fermi a lungo…-
-Ma le ferite vanno curate!- replicò l’armatura.
-Non temere, abbiamo i nostri metodi di cura e poi ci basterà una notte di sonno per recuperare le energie e guarirci con la magia. Perciò…-
-Che cos’hai Jessie?!- esclamò all’improvviso Riku, vedendo che la compagna aveva fatto cadere il fazzoletto e aveva cominciato a guardarsi intorno nervosamente. -Jessie!-
-E’ ancora qui…- affermò. -Marluxia è ancora qui lo sento!-
A quelle parole i guerrieri della Luce scattarono in posizione di guardia ad armi sguainate.
-Avanti fatti vedere! Lo so che sei ancora qui! Esci fuori!-
Una risata maligna precedette l’apertura di un varco oscuro dal quale uscì il numero XI con il cappuccio alzato.
-E così ti sei accorta di me… E io che pensavo di essermi nascosto bene…-
-Troverei la tua presenza tra mille… Quell’abisso nero senza fine che è il tuo cuore non puoi celarlo come se niente fosse!-
-Ecco perché era meglio non avere un cuore, quando sei una creatura dell’Oscurità ti trovano subito!- si lamentò il Ritornante.
-E adesso che intenzioni hai?- domandò il numero VIII.
-Se permetti, adesso è arrivato il mio turno di giocare. È noioso stare a guardare…- chiarì impugnando la sua falce.
-Ma chi è questo tizio?!- esclamò allarmato il ragazzo dai capelli d’oro. -La morte per caso?!-
-No, io sono colui che la rappresenta…- rispose il diretto interessato, togliendosi il cappuccio. -Io sono il Leggiadro Sicario.- concluse, schioccando le dita.
In pochi istanti, degli spessi rovi imprigionarono i presenti facendo svanire le loro armi. Le spine affondarono le punte nella carne dei prigionieri facendoli gemere dal dolore e scatenando una risata sadica nel rosato.
-E ora che ci hai catturati tutti che farai?- domandò la castana con una nota di rabbia. -Lo so cosa stai cercando e allora perché non ti batti con me?-
-Custode del Tramonto, se sei a conoscenza di ciò che cerco, saprai anche che non sono io la persona che coglierà il frutto, al momento ancora acerbo…- sussurrò al suo orecchio, mentre con la mano giocava con una ciocca dei lunghi capelli castani.
-Non toccarmi.- sibilò lei con frustrazione.
-Sei carina quando ti arrabbi lo sai?- ghignò divertito, prendendole il mento tra il pollice e l’indice.
-Toglile le tue luride mani di dosso!- urlò il ragazzo dai capelli d’argento, strattonando i rovi.
Marluxia si voltò verso di lui. -Custode dell’Alba, con te giocherò dopo, va bene? Adesso, vorrei ricordare i vecchi tempi con il Maestro del keyblade…-
Detto questo schioccò le dita e Sora cadde a terra, libero dai rami spinosi.
-Forza! Alzati e combatti con me!- lo sfidò il rosato, saltando di fronte a lui falce alla mano.
Il ragazzo si rialzò dolorante e impugnò il keyblade.
Un ghigno divertito attraversò il viso del Ritornante, che si mise in posizione di attacco e pochi attimi dopo corse in direzione del suo avversario.
Il custode non attese oltre e imitò il nemico, correndogli incontro. Chiave e falce cozzarono tra loro emettendo scintille, mentre i due si fissavano negli occhi. Il rosato sorrise e dopo aver fatto un passo indietro, facendo sbilanciare il ragazzo, usò l’altra estremità della sua arma per colpirgli la gamba destra. Il giovane riacquistò velocemente l’equilibrio e dandosi la spinta con la gamba sinistra saltò alle spalle del Ritornante, si girò e caricò un fendente circolare, che aveva come obiettivo la schiena dell’avversario.
Marluxia ghignò ancora e prima che la lama del keyblade potesse toccarlo era già scomparso.
Sora si guardò intorno nervoso, alla sua ricerca. L’unica cosa che avvertiva chiaramente era la sua presenza oscura attorno a lui.
In pochi istanti, il primo round si concluse.
Il custode sentì solo una fitta al fianco destro e quando abbassò lo sguardo ne vide la causa: la nera lama della falce lo aveva passato da parte a parte e ora il sangue scendeva copioso dalla ferita.
Gli spettatori, ancora intrappolati nei rovi, ammutolirono alla scena, ma quando videro che il loro compagno veniva scagliato con violenza verso il muro più vicino, un urlo di dolore tagliò l’aria e Kairi versò la prima di una serie di molte lacrime di rabbia. I due Ritornanti, anche loro stretti tra quelle letali spire, cercarono di liberarsi per correre in aiuto dell’amico, ma i loro poteri venivano assorbiti dagli spessi rami che legavano il loro corpo.
Anche gli alchimisti cercarono un modo per potersi liberare, ma gli unici che potevano qualcosa senza l’utilizzo del cerchio alchemico erano Edward e il Colonnello Mustang. A quest’ultimo bastava un semplice schiocco di dita per dare fuoco a qualsiasi cosa, ma purtroppo i rovi erano immuni all’alchimia.
L’Alchimista d’Acciaio invece aveva solamente bisogno di battere le mani, ma queste erano troppo distanti una dall’altra, così cominciò ad usare il braccio destro per strappare i rami, dal momento che era meccanico. Stessa cosa fece il fratello perché aveva il corpo rivestito dall’armatura.
-Povera principessa…- esordì il rosato con finto dispiacere. -Non disperarti, tra poco toccherà anche a te…-
-Tu non le torcerai neppure un capello! Veditela con me!- urlò Riku con rabbia.
-La tua richiesta è stata accolta…- disse e con uno schiocco di dita l’argenteo fu libero. -Sei pronto?-
La Via per l’Alba comparve nella mano del suo possessore. -Prontissimo.-
I due combattenti si lanciarono in uno scontro corpo a corpo senza esclusione di colpi.
La lucente lama della falce, ancora sporca del sangue della sua prima vittima, s’incrociò più volte con la lama del keyblade del ragazzo dai capelli d’argento, che continuava a resistere, nonostante le ferite profonde causate dai rovi, per dare tempo ai suoi compagni di liberarsi.
Si separarono dopo l’ennesimo contrasto e il Ritornante puntò il palmo della mano sinistra contro il giovane per lanciare una folata di vento tagliente e un turbine di petali affilati come rasoi. Riku si difese evocando uno scudo oscuro, ma la potenza di quell’attacco gli fece compiere un passo all’indietro. Il suo nemico ne approfittò per arrivargli alle spalle e colpirlo con il manico della sua arma, gettandolo a terra.
Il custode si girò rapidamente di schiena appena in tempo per parare un fendente con il piatto della chiave. La lama della falce continuava ad abbattersi sulla Via per l’Alba, ma improvvisamente l’argenteo diede un calcio all’arma avversaria e lanciò una magia dritta contro il viso del nemico. Questo però schivò la sfera di fuoco oscuro, scomparendo alla vista degli occhi acquamarina.
Re Topolino e Pippo lo incoraggiavano dalla loro scomoda posizione, mentre Paperino tentava invano di distruggere i rami che li imprigionavano con l'ausilio della sua magia.
La concentrazione era al massimo nella mente del custode che avvertì troppo tardi l’attacco a sorpresa di Marluxia, procurandosi una ferita alla spalla destra. Incurante del dolore, il ragazzo saltò all’indietro e il duello riprese da dove era stato interrotto.
Tutto quel susseguirsi di fendenti, parate e momenti di stallo però non fu osservato a pieno dalle iridi color nocciola della custode del Tramonto. La ragazza, infatti, stava lottando nella sua mente contro la voce maligna che voleva spingerla ad usare i suoi poteri oscuri.

-Cosa aspetti custode? Il Maestro del keyblade è stato il primo, a lui seguirà il custode dell’Alba e poi tutti gli altri tuoi compagni…-
-Non è vero!- rispose Jessie decisa. -Riku ce la farà!-
-Non mentire a te stessa… Guarda, è quasi allo stremo delle forze e presto il Ritornante lo ucciderà…-
-Non succederà mai!-
-Invece accadrà, ma solo se tu non interverrai… Usa il tuo potere nascosto e salverai la vita del custode dell’Alba…-
-Non posso! Ho giurato che non avrei mai ricorso a quel potere. Mi libererò da questi rovi con le mie sole forze!-
-Ah sì? Non ti accorgi che più tenti di liberarti, più le spine affondano nella tua carne?-
-Lo so bene, ma ho ancora una carta da giocare…-
-Con le magie sprechi il tuo tempo… Nemmeno il mago e il Ritornante del fuoco sono riusciti a distruggere le catene che li legano…-
-Ricorrerò ad un potere che mi è proprio…-
Jessie chiuse gli occhi cercando la concentrazione, ma un urlo la riscosse e la paura si dipinse sul suo viso.

Riku era a terra in ginocchio, con la mano sinistra sulla spalla destra a chiudere una profonda lesione e la lama del Leggiadro Sicario ad un soffio dalla sua gola.
-Tu eri l’unico con una minima speranza di vittoria. Hai perso custode dell’Alba, chi ti sostituirà dopo che sarai morto?- domandò serio il rosato prima di scoppiare in una sadica risata.
-I miei compagni prenderanno il mio posto e continueranno il viaggio!-
Quella frase aumentò il riso dell'ex numero XI, che però riprese la sua compostezza per lanciare il colpo finale.
-Dì le tue preghiere e non temere, rivedrai presto i tuoi compagni nell’abisso della morte!-
Il braccio caricò la falce, che inesorabile cominciò a chiudere la distanza che la separava dal suo obiettivo, ma un’esplosione vicina attirò l’attenzione di tutti i presenti.
I rovi caddero a terra bruciati da una fiamma nera e una figura si fece largo nella nuvola di fumo.
-Jessie?- chiamò l’argenteo senza ottenere la risposta sperata.
-L’argine è stato rotto e ora Marluxia pagherai per ciò che hai fatto ai miei compagni, ma soprattutto pagherai per avermi costretta a tanto!-
La custode del Tramonto si rivelò avvolta in un’aura violacea e gli occhi attraversati dalla rabbia e dall’odio.
-E così alla fine sei esplosa, eh? La tua oscurità ha avuto il sopravvento su di te?-
-Bada a come parli!- ribatté la ragazza furiosa, arrivandogli alle spalle in un istante e scaraventandolo lontano con un colpo dell’Artiglio della Notte. -Avevo in mente di far esplodere qualcos’altro, ma tra te che mi stavi mandando i nervi a farsi benedire e quella voce rompiscatole alla fine c’è stata un’esplosione non calcolata.-

# flashback nella mente di Jessie #
-Vuoi far esplodere la tua fiamma? Stai rischiando grosso lo sai?-
Jessie ignorò le parole di quella voce tentatrice, ma non riuscì ad ignorare quelle del Ritornante dalla chioma rosa che decretavano la morte del suo compagno.
-No! Riku!-
La paura di perderlo cominciò a crescere e con essa crebbero anche l’odio e la sensazione di impotenza per non essere in grado di correre in suo aiuto. A quel punto la voce tornò alla carica, certa che avrebbe avuto la meglio sulla volontà della custode.
-Avanti! Esplodi! Libera la tua oscurità e distruggi il tuo nemico!-
-Non posso! Non voglio!-
Sentimenti che non le appartenevano da tempo s’insinuarono nel suo cuore. Rapidamente la rabbia e l'odio cominciarono a crescere senza freni.
-Lasciati andare! Se non la libererai, la tua oscurità farà implodere il tuo cuore. Vuoi questo?-
-Piuttosto che diventare un mostro preferisco morire!-
-Allora morirai insieme al custode dell’Alba, guarda, tra pochi secondi la sua luce smetterà di brillare…-
E a quel punto, il suo cuore, caricò di oscurità, esplose.
# fine flashback #

-Non ho mai sopportato le persone insistenti, sai Marluxia? E tu e quella dannata voce avete superato il limite…- sibilò la custode, avvicinandosi lentamente all'uomo. -E dal momento che non posso sfogarmi su quella voce fastidiosa, perché ha ben pensato di andarsene dalla mia testa, tu sarai il mio anti-stress finché non mi stuferò oppure finché non morirai. Credo però che la seconda opzione abbia maggiori possibilità di realizzarsi, direi il novantanove per cento.-
La castana si chinò fino a porre i loro occhi alla medesima altezza.
-Allora Leggiadro Sicario, sei pronto per giocare la tua ultima partita?-






Altro finale in sospeso, dovrete farci l'abitudine XD Edward ha fatto piazza pulita delle Chimere usando la sua alchimia (visto quanto sono bravo? ù.ù NdEd  merito mio se sei così bravo <.< NdFly). Jessie è esplosa e la voce ne sembra contenta, Marluxia invece un pò meno XD Come se la caverà nello scontro che lo attende? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Phantom G: Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto ^^ Gli alchimisti hanno fatto la loro piccola parte, purtroppo non sono riuscita ad inserirli bene nel contesto.. mi spiace ç.ç *legge la domandina* Alla faccia della domandina semplice XD No bè, scherzi a parte... non saprei proprio che titolo dare a questa fic! Come hai notato ho una fantasia disarmante, ma non ne ho mai abbastanza per trovare un titolo decente! Magari ci metto un'ora per scrivere un capitolo, poi mi servono due giorni per scegliere un titolo che lo annunci come si deve (e sappi che continua a capitare <.<) Ora però mi hai messo la pulce nell'orecchio e ci penserò seriamente, magari chiedendo consigli a chi segue la fic da più tempo e quindi conosce determinati sviluppi, così potrò darle un titolo degno di lei ^^ Comunque non sei andata molto lontano con la tua prima impressione... le scene altamente demenziali ci saranno eccome XD Byee!!!

LightRoxas: Eh lo so che intendevi un altro modo, ma è un pò presto non credi u.u Sono contenta che i miei Nessuno ti piacciano, sono una delle poche cose che mi siano venute bene qua dentro u.u E ti assicuro che Demyx non è innamorato di Jessie, perché lui è in coppia fissa con Schizzo! E' solamente molto affettuoso u.u Grazie del commento alla prossima!!! ^^

soral: Cara gemellina, puoi chiamarli anche mostri e quando ho letto dei Rotoloni Regina non la smettevo più di ridere XD Axel è arrivato, ma ahimè per adesso non combatte u.u Vedrai che presto farà qualcosa anche lui! ^^ Sono felice che la fic ti piaccia <3 Fammi sapere! Ciauuu!!!

Deby92: Grazie Deby, tutto ok ^^ e anche gli esami vanno a gonfie vele! Sono fiera degli ibridi che ho creato, ci ho spremuto le meningi per ore perché non sapevo cosa inventarmi e l'idea di usare sempre i soliti nemici mi metteva una tristezza immane <.< Alla fine non è successo chissàcosa, ma i nemici sono stati distrutti e subito sostituiti da Marluxia... che ne pensi? Le prenderà o si farà valere contro Jessie? Attendo giudizi! ^^ Ciao ciao!!!

My Pride: Sono mortificata ç.ç Mi dispiace tantissimo!! Prometto che appena finisco di postare ti avviso immediatamente! ç.ç Ma passiamo al dunque... Sì, Mustang e compagnia saranno ancora con noi per tre o quattro capitoli non disperare u.u Aspetto il tuo commento ^^ Baci!!!



E anche per oggi siamo giunti ai ringraziamenti... *si fa passare lista dal Banditore* Oggi ringraziamo... ma è un foglio bianco Banditore ç.ç *quello alza le spalle* Come non è colpa tua se non c'è nessun nuovo lettore tra i preferiti e le seguite, certo che è colpa tua! La colpa è sempre tua a priori! u.u Massì, massì! Le persone che hanno già aggiunto la fic tra preferiti e seguite bastano e avanzano sempre ^^ e li ringrazio ogni volta per l'onore che hanno concesso a questa fic ^^ Ovviamente ringrazio tutti quelli che leggono... vi vedo sapete e siete sempre tantissimi!!! *-* Vi adoVo tutti XD Al prossimo week end!!! See ya!! *sparisce in una nuvola di fumo insieme al Banditore* Che ci fai nella mia nuvola?!

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Capitolo 38
*** Capitolo 38: Lottare con l'Oscurità ***


Salve a tutti lettori e lettrici!! Posto con un giorno di anticipo, nessuno si offende vero? u.u Ma ora passiamo alle cose importanti! *il Banditore le passa un copione con la copertina rossa e i cuoricini* Razza di omino demente! Questo è il copione dell'altra fic! *l'omino la guarda con occhioni da cucciolo* E' inutile che fai gli occhioni, tira fuori il copione giusto se non vuoi prenderle! *il Banditore le passa il copione corretto* Fammi uno scherzo del genere un'altra volta e ti faccio tornare ciò che eri in principio! *l'omino fugge terrorizzato all'idea* Bah... Veniamo a noi! Eravamo rimasti con Marluxia che tremava sotto lo sguardo di una Jessie preda di una furia omicida... Come se la caverà il Leggiadro Sicario? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

ps: il titolo è banale, ma ho sempre difficoltà a trovare quello giusto ç.ç

Capitolo 38: Lottare con l’Oscurità
A quell’ultima domanda della ragazza, il Ritornante impallidì. Capì che quella non era una domanda come le altre, se non stava attento poteva diventare la sua condanna a morte. Non aveva però molta scelta: se fuggiva faceva la figura del vigliacco, se rimaneva doveva vincere contro la castana e poi andarsene. Ma a quel punto era più facile a dirsi a che a farsi.
Un fluido movimento all’indietro della custode interruppe i suoi pensieri.
-Forza, tirati su! Sono una persona leale, quindi muoviti e mettiti in posizione!- ordinò a gran voce, mentre evocava la Via del Tramonto nella mano destra.
Marluxia si alzò e si avvicinò all’avversaria impugnando la sua arma e mettendosi in posizione di guardia.
-Per me sei pronto. E che tu lo sia davvero o no, non mi interessa!-
Detto questo Jessie corse contro il suo avversario ad una velocità incredibile e appena gli fu davanti, sferrò un colpo orizzontale con la chiave destra, che però fu bloccata dal manico della falce. La ragazza ghignò e cominciò a spingere la sua arma, facendo indietreggiare il rosato.
-Ma quanta forza ha?!- pensò allarmato, mentre resisteva con fatica. -Dovrò ricorrere ai miei assi nella manica se voglio sperare di uscirne illeso.-
Ad un certo punto dei rami irti di spine uscirono dal terreno e andarono ad avvolgersi attorno alle caviglie della custode che sorrise divertita.
-Vuoi giocare sporco? Va bene…-
L’Artiglio della Notte calò rapido sui rovi, tagliandoli e riducendoli in polvere. Dopodiché, la castana compì un piccolo balzo e sferrò un calcio al volto di Marluxia, mandandolo schiena a terra. Le due chiavi furono posizionate a pochi centimetri dalla sua gola.
-Sei già al tappeto? Che delusione… Facevi tanto lo spavaldo prima, mentre infierivi su Sora e Riku…- ritrasse le due lame e fece un paio di passi indietro. -Rialzati! Non sei morto e io non sono stufa, quindi rimettiti in piedi!-
Il numero XI si rialzò confuso e poco dopo quell’assurdo scontro riprese.

Il custode dai capelli d’argento guardava shoccato il comportamento della compagna, ma quando questa pronunciò il suo nome e quello dell’amico ritornò alla realtà e corse verso il bruno che giaceva a terra dopo essere caduto dal muro contro cui era stato scagliato.
-Sora! Sora, svegliati!- lo chiamò, scuotendolo.
Il ragazzo tossì e pochi istanti dopo riaprì gli occhi. -Riku… cosa…- cercò di chiedere, incappando però in un nuovo attacco di tosse.
-Stai tranquillo, con la poca energia che mi è rimasta curerò la tua ferita…-
Posate le mani sulla lesione ancora sanguinante, l’argenteo concentrò la sua energia in un lungo incantesimo di guarigione, che lentamente cominciò a compiere il suo miracolo.

-Ci sono fratellone!- esclamò Alphonse, liberandosi definitivamente dei rovi che lo tenevano legato.
-Bravissimo Al! Adesso mi libero anch’io…- infatti, il braccio meccanico del ragazzo era libero di muoversi e una volta battuti i palmi, esso fu trasmutato in una lama. Servendosi dell’arma, l’alchimista tagliò i rami spinosi e con il fratello si mise all’opera per liberare gli altri prigionieri delle piante.
-Grazie ragazzo!- esclamò il Re.
-E’ stato un piacere rendermi utile…- rispose umilmente il giovane in armatura.
-Axel…- chiamò il Notturno Melodico con timore. -…secondo te riusciremo a far tornare Jessie quella di prima?-
-Dobbiamo riuscirci!- affermò deciso il rosso. -Le abbiamo promesso che non l’avremmo lasciata sola, quindi è nostro dovere aiutarla!-
-Ma cosa le è successo?- domandò serio il Colonnello Mustang.
-In poche parole…- cominciò Topolino.
-Ha ceduto alla sua parte oscura per salvare noi.- continuò la voce del ragazzo dai capelli d’argento.
Il custode dell’Alba avanzava lentamente verso i compagni, con l’amico sulle spalle.
-Riku! Sora!-
La rprincipessa del cuore, corse ad abbracciare i due. -Riku, come stai? E Sora?-
-Siamo un po’ malconci, ma stiamo bene tutti e due… Sora ha perso troppo sangue e alla fine è svenuto…-
-Lascialo a me…- s’intromise Pippo. -Tu devi andare da Jessie.-
Il giovane annuì deciso. -Chi viene con me?-
Tutti tranne il cavaliere diedero il consenso.
-Ehm… Riku, giusto?- chiamò Edward.
-Dimmi…-
-Ascolta, quando tutto si sarà sistemato mi piacerebbe parlare con voi di una certa questione. Nel frattempo, se avete bisogno di una mano non avete che da chiedere.-
-Non siete obbligati ad aiutarci e a noi non costa niente parlare con te…-
-Devi sapere che il caro Acciaio è fissato con il principio dell’alchimia…- chiarì Mustang mettendo una mano sulla testa del ragazzo dai capelli dorati.
-Le spiegazioni a dopo…- intervenne Axel. -Se volete darci una mano, restate qui e proteggete Sora, Pippo e Kairi. Noi dobbiamo darci una mossa, se non vogliamo che Jessie rimanga…-
Un urlo e uno schianto fecero voltare tutti i presenti.

L’Artiglio della Notte calò rapido sul fianco scoperto del Ritornante, lasciando l’ennesima ferita, mentre la Via del Tramonto rimaneva in stallo con la lunga falce. Il rosato saltò all’indietro di parecchi metri per riprendere fiato, ma la ragazza non aveva alcuna intenzione di concedergli una tregua.
-Stai forse scappando? Ogni minuto che passa mi deludi sempre di più… e sto anche cominciando a stancarmi di giocare con te.- avvertì con freddezza. -Sei pronto per l’ultimo round? Quello in cui tirerai le cuoia una volta per tutte?-
Mostrò un ultimo ghigno e poi sparì dalla vista del suo avversario, che cominciò a guardarsi intorno allarmato.
La castana non si fece attendere molto perché riapparve alle sue spalle e gli sferrò un potente calcio. Nonostante la forza di quel colpo, Marluxia riuscì ad atterrare in piedi e, saldata la presa sulla sua arma, le corse incontro.
Quando le loro lame s’incrociarono, fu un susseguirsi di fendenti e parate da parte di entrambi i contendenti.
La custode attaccava da ogni angolazione alternando a volte i fendenti dei keyblade con degli improvvisi calci ben mirati.
Il Ritornante dal canto suo offendeva sia con la falce che con le sue piante, ma pochissimi erano i colpi che andavano a buon fine. Lo scambio di battute continuò per alcuni minuti, poi la lama a mezzaluna fu bloccata dall’Artiglio della Notte e la Via del Tramonto scomparve dalla mano destra della ragazza, che la posò aperta sul petto dell’avversario.
-Addio, Marluxia.- disse con un ghigno. -Quake!-
Il rosato inizialmente non capì, poi sentì il suo corpo farsi in pezzi e urlò prima di finire sbattuto contro il muro di una casa dall’altra parte della strada.

Non perse i sensi, quindi avvertì tutto il dolore causato prima dalla magia, poi dall’impatto con la parete di cemento che gli fece sputare sangue. Lentamente riaprì gli occhi e la prima cosa che vide, quando ebbe messo a fuoco, fu il ghigno della keyblader a due passi da lui.
-E così non sei crepato, eh? Rimediamo subito… Prima di cominciare mi sono dimenticata di dirti una cosa…- esordì, evocando l’Artiglio. -Nel momento in cui io mi fossi stancata, tu saresti morto.-
Una nota di terrore vagò nelle iridi blu del Ritornante e iniziò a pensare che forse avevano commesso un errore, risvegliando una simile forza.
-Tanti saluti Leggiadro Sicario.-
Il colpo diretto al cuore stava per trovare compimento, ma appena prima della fine, una voce richiamò la castana.
-Jessie!- urlò l’argenteo, a pochi passi da lei.
-Chiudo la faccenda e sono da te.- rispose fredda la custode senza voltarsi.
-Ma cosa stai dicendo? Jessie, ti rendi conto di quello che stai facendo? Avevi giurato a te stessa che avresti lottato contro l’oscurità che si cela nel tuo cuore e ora sei diventata ciò che non avresti mai voluto essere!-
La mano che teneva il keyblade tremò, come la voce della ragazza quando trovò la forza di rispondere.
-Io… non sono stata abbastanza forte…- la chiave scivolò dalla mano, ma scomparve prima di toccare il suolo. La castana ritirò il braccio e fece alcuni passi verso destra, allontanandosi sia dal nemico che dai suoi compagni. -Io… non sono forte…- dicendo questo cadde a terra in ginocchio, scossa dai tremiti e dopo aver abbassato lo sguardo si portò le mani intorno alla testa. -Andate via… No! Perché?! Andatevene… Basta! Non voglio ricordare… No!-
Il custode dell’Alba si mosse per andare da lei, ma il Re lo trattenne per il braccio.
-Mi lasci, Jessie ha bisogno di me!-
-Potrebbe attaccarti lo sai?-
-Lo so benissimo, ma è stata lei a chiedermi di non lasciarla sola! Sapeva che sarebbe successa una cosa del genere e mi ha detto cosa fare!-

# flashback #
Jessie continuava a rigirarsi nel letto, poiché in alcun modo riusciva a prendere sonno.
-Come mai non riesci a dormire?- le chiese Riku, con voce assonnata. -C’è qualcosa che non va?-
-Scusa, non volevo svegliarti… Stavo per addormentarmi, ma poi mi è venuta in mente una cosa…-
-Cosa?-
-Se dovessi perdere il controllo, non ascoltate quello che potrei dire perché in quel momento la mia mente sarà affollata dai ricordi… Dovrete stare attenti, i miei occhi potrebbero vedere cose che in realtà non ci sono e potrei attaccarvi senza volere.-
-Non preoccuparti, non ti lasceremo in balia dei tuoi ricordi e del tuo dolore, io per primo correrò da te…-
-Grazie Riku…-
Dopo essersi scambiati un tenero bacio, la ragazza si accoccolò meglio tra le braccia dell’argenteo e insieme s'assopirono, entrando nel dolce regno di Morfeo.
# fine flashback #

-In questo momento tutti i ricordi che aveva cercato di trattenere la stanno distruggendo!- sentenziò Riku, che dopo aver liberato il braccio poté correre in aiuto della compagna.
La custode ormai aveva gli occhi spenti e attraversati dal dolore e dalla paura perché essi vedevano cose già accadute e il suo cuore batteva ad un ritmo velocissimo a causa dei sentimenti che l’avevano travolto in quel breve lasso di tempo.
-Jessie!- la chiamò l’argenteo, prendendola per le spalle. -Jessie, sono qui con te, calmati…-
La ragazza però sciolse la presa e si alzò in piedi, indietreggiando di un passo. -Basta… Andate via…- diceva, mentre evocava le sue chiavi. -Perché mi fate questo?! Andate via!- urlò ai suoi ricordi, dopodiché si mosse per scagliare i keyblade in avanti. Questi avrebbero colpito in pieno il ragazzo dagli occhi acquamarina, se i due Ritornanti non avessero immobilizzato le sue braccia, facendo cadere le armi.
-Forza Riku!- disse Demyx, voltandosi.
-Noi ti daremo una mano!- aggiunse Axel.
Il custode annuì e si riavvicinò. -Jessie, torna indietro. Tutto quello che stai vedendo non è reale! Svegliati!-

*nella mente di Jessie*
-Noi non ti vogliamo!-
-Perché?!- urlò la bambina dai grandi occhi color nocciola.
-Sei diversa da noi! Vattene!-
La bambina chiese ancora perché, ma le veniva data sempre la stessa risposta e pochi istanti dopo era scoppiata in un pianto di dolore. -Mi hanno lasciata sola… Perché? Cosa ho fatto di male?-
A pochi passi da lei, la custode del Tramonto guardava la scena con il terrore sul volto.
-Questo è già successo… Non voglio ricordare… Non voglio!- urlò, inginocchiandosi a terra circondata dal buio e dal dolore che quel ricordo aveva portato.
**

Lente lacrime scendevano dalle iridi della castana che era caduta nuovamente in ginocchio sorretta dai tre ragazzi.
-Jessie! Non puoi arrenderti!- disse il biondo, stringendole la mano destra.
-Devi reagire!- continuò il rosso, alla sua sinistra.
-Sono solo ricordi, cose già accadute, non puoi farti sconfiggere da loro!- concluse l’argenteo prendendole il viso tra le mani. -Jessie, torna indietro!-

Con le gambe raccolte al petto e la testa tra le ginocchia, la ragazza dai lunghi capelli castani piangeva lacrime silenziose, mentre il nero del suo cuore le avvolgeva anche la mente come una pesante coperta composta dai ricordi della sofferenza e della solitudine.
Delle voci giunsero alle sue orecchie come un’eco lontana, ma riuscì ad aprire gli occhi e, facendosi coraggio, sollevò la testa.
-Chi mi chiama?- rimase in attesa di una risposta al suo pensiero, ma l’unica cosa che sentì fu un’altra chiamata e distinse più voci. -Chi sarà? Perché non mi lasciano in pace?- stava per riabbassare la testa, però le voci tornarono e avvertì chiaramente la loro preoccupazione, la loro insistenza nel chiamarla, così spinta dalla curiosità si alzò in piedi e si guardò attorno, alla ricerca del luogo di provenienza di quelle voci, cogliendo però solamente il buio.
Stava per giungere la resa, ma il richiamo si fece risentire e una piccola luce, in fondo alle tenebre, lo accompagnò.
Una nota di paura attraversò il suo cuore e indietreggiò. -Quella è la luce, perché ho paura?- si chiese, indietreggiando ancora.
-Hai paura che quella luce sia una nuova falsità… Quante volte sei stata tradita dalla luce?- rispose la sua mente con dolcezza, accennando ai suoi ricordi più dolorosi.
Tuttavia le voci aumentarono il loro richiamo e la sincerità di quella chiamata colpì profondamente la ragazza, che fece un timido passo in avanti.
-Quella luce mi sta chiamando… forse dovrei…- non terminò il pensiero perché la Via del Tramonto e l’Artiglio della Notte apparvero davanti a lei, indicando la fonte del richiamo con la loro punta.
Osservò con stupore le due chiavi, poi sentì una spinta all’interno del petto. Un battito più forte degli altri. Sorrise.
-Il mio cuore mi dice di andare.- impugnò i keyblade e s’incamminò per uscire dalle tenebre.









Vi lascio ancora in sospeso!! Come sono cattiva!!! Muahahahah!!!!! *modalità perfidia OFF* Allora... Marluxia le ha prese di santa ragione, ma è ancora vivo u.u Lo sarà ancora per molto? Chissà.... ( Tu!!! NdTutti   Dettagli, dettagli..  u.u NdFly) Jessie sta uscendo dalle sue tenebre, ma cosa accadrà una volta che sarà tornata in sé? Questo e altro nel prossimo capitolo!!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Phantom G: Grazie per i complimenti ^^ e sono contenta che ti siano piaciuti gli scontri del capitolo scorso, di questo che te ne pare? Eh sì, la voce cattiva sa bene dove mirare per far cadere la nostra Jessie u.u Non ti preoccupare per la pulce che mi hai messo nell'orecchio ^^ Ho chiesto ad alcuni lettori affezionati e la maggior parte di loro mi ha detto che il titolo che c'è rappresenta molto la fic, in quanto è un ammasso di tante cose XD Comunque io al momento opterei per un titolo che parli di "alba, tramonto e notte"... Più avanti si capirà perché ^^ A presto!!!

LightRoxas: Oh my gold, ma che succede nelle tue recensioni? XD Via libera allo yaoi XD Comunque... Marluxia non è morto, mi spiace u.u Secondo te sopravvivrà ancora per molto? Fammi sapere!!! Ciauuu!!!

masterof dark: Mi sono proprio scatenata con questi due capitoli e ancora non ho fatto nulla di ecclatante u.u Tranne Sora, nessuno è molto grave... per ora <.< Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ E ovviamente quella voce è collegata alla gatta, semplicemente perché E' la gatta!!! Comunque non preoccuparti che nel prossimo capitolo verrà detto qualcosina in più ^^ Alla prossima!!!

Takami_Kinomiya: Sì, lo ammetto... trovo molto divertente lasciare i lettori a mangiarsi le unghie alla fine dei capitoli XD Sono contenta che tu sia riuscita a immaginarti bene le azioni, è il mio obiettivo ogni volta che scrivo qualcosa ^^ Inoltre, credo di averti ben soddisfatta con tutte le batoste che si è preso Marluxia u.u Fammi sapere cosa ne pensi ^^ Byeee!!!

soral: Ciao gemellina ^^ Sora è solo un pò malconcio, ma sta bene... il mio adorato Rikuccio si è occupato di lui u.u Jessie è diventata una cattivona spietata e Marluxia sa bene di cosa parlo XD Però, non è la cattiva più cattiva della fic perché c'è una presenza che è molto peggio di lei! Spero di leggere il tuo commento a questo capitolo ^^ A presto gemellina!!! <3

Deby92: Ci ha visto giusto u.u la nostra Jessie è diventata implacabile e solo Riku è riuscita a fermarla! Con questo capitolo dovrei aver accontentato anche te, visto quante ne ha prese Marluxia XD E spero che ti sia piaciuta la descrizione del combattimento, ammetto che questa volta potevo fare meglio... Mi rifarò ^^ Ciauuu!!!!

ShaLon91: Una nuova lettrice!!! Yay!!!! *esplode e si ricompone* Benvenuta nel club! ^^ Ti ringrazio tantissimo per avermi messa fra i tuoi autori preferiti! *spupasha* Mi fa molto piacere sapere che ti piace il mio stile, grazie mille ^^ Inoltre, ti ringrazio anche per il commento che hai lasciato alla fic "Born to be wild", lo dicevo che la coppia XigbarxLarxene non era poi così assurda XD A presto!!



Dunque dunque... Oggi ringraziamo con un abbraccio e una bella spupashata LightRoxas che ha messo la fic tra le seguite ^^ Grazie mille carissimo ^^ Infine, ringrazio anche tutti quelli che leggono, vi adoVo tutti, ma penso che ormai lo abbiate capito XD Al prossimo week end!!!! See ya!! *scompare in una nuvola di fumo*

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Capitolo 39
*** Capitolo 39: La forza dell'amicizia ***


Salve a tutti lettori e lettrici!!! ^^ Tra lo studio e altre cose, sono contenta di riuscire a mantenere il mio impegno qui con voi ogni week end ^^ Ma ora passiamo alle cose serie... Vi sono mancata in questa lunghissima settimana? u.u *rispondono i grilli* Benissimo! Siete pronti per un nuovo capitolo dello Sclero?! *si accodano le cicale* Questo è lo spirito giusto! Ce l'avrà fatta Jessie a uscire dall'oscurità del suo cuore? E che fine avrà fatto Marluxia? Leggete e scoprite!! Buona lettura!!!

ps (a titolo informativo): il mio Banditore non è presente perché è rimasto chiuso in una botola nell'altra fic u.u

Capitolo 39: La forza dell’amicizia
Una scintilla di vita attraversò gli occhi della castana, mentre rispondeva alla presa delle mani degli amici, appigliandosi a quella stretta come ad un'ancora di salvezza.
-Jessie?- la chiamò il custode dell’Alba.
-Riku… mi rimbombano le orecchie… parla a bassa voce…- disse flebilmente, poi spostò lo sguardo sui due ragazzi al suo fianco. -Vi ho sentiti… tutti… grazie…-
I tre sorrisero e si fecero più attenti, vedendo che la loro compagna aveva altro da dire.
-Marluxia è ancora qui… occupatevi di lui… ora sono a posto…-
Non potevano darle torto. Il Ritornante era ancora lì, accasciato contro il muro, impossibilitato a muoversi a causa dei danni infertigli dalla magia della sua avversaria e Topolino e Paperino lo puntavano con le loro armi. Il ragazzo dai capelli di fiamma scambiò uno sguardo con il compagno che annuì, intuendo le sue intenzioni.
-Riku, la lasciamo a te.- sentenziò il numero VIII.
-Noi siamo nel pieno delle forze, possiamo sconfiggere Marluxia.- aggiunse il Notturno Melodico.
-Va bene, ma state attenti…-
I due si alzarono e si avvicinarono ai loro compagni.
-Jessie come sta?- chiese il Re, senza distogliere lo sguardo dal nemico.
-E’ stanca, ma sta bene…- rispose Axel, evocando i suoi Chakram. -Bene, Leggiadro Sicario, sei pronto a finire la partita?-
Il numero XI scoppiò in una risata. -E chi dovrebbe essere il mio avversario? Tu, Soffio di Fiamme Danzanti? Devo ricordarti che ti ho sconfitto qualche giorno fa?-
-Tsk! Non giocavo in casa… E io devo ricordarti che tempo fa ti ho fregato nel tuo campo di gioco?-
-Ormai quel Nessuno è storia passata!- replicò il rosato, staccandosi dal muro e impugnando la sua falce. -Forza, fatti sotto!-
-Ci sono anch’io!- sentenziò Demyx, evocando il Sitar e affiancando l’amico.
-Come preferite.-
Il mago e il sovrano si fecero da parte e i tre Ritornanti cominciarono a studiarsi.
Il cielo si coprì di scure nubi temporalesche, facendo calare il buio sulla silenziosa città dormiente, che presto avrebbe iniziato a svegliarsi. Un vento leggero si alzò nella via e il lungo soprabito nero del rosato si mosse emettendo un timido fruscio.
Cupi tuoni cominciarono a rimbombare in quel cielo nero e le armi si levarono per dare inizio all’ultimo scontro.

-Non così in fretta…- disse una voce fredda e maligna, seguita da una nuvola di polvere nera che si frappose fra i tre. -Leggiadro Sicario, per oggi il tuo dovere si conclude qui…-
-Va bene.- rispose, facendo svanire la sua arma, poi allungò lo sguardo verso i due ragazzi che aveva di fronte. -A quanto pare non possiamo giocare insieme… Sarà per la prossima volta! Bye!- detto questo scomparve in un varco oscuro.
-Custode del Tramonto, come hai potuto osservare tu stessa, non puoi sfuggire all’Oscurità del tuo cuore. Prima o poi ti eclisserai e a quel punto il tuo secondo potere si rivelerà…-
La ragazza all’udire quella voce si mise le mani sulle orecchie. -Non voglio ascoltarti! Lasciami in pace! Mi hai torturata abbastanza per oggi! Vattene!- urlò con rabbia.
La voce rise. -Il frutto è quasi maturo, ci rivedremo molto presto custode del Tramonto…-
Un’ultima risata e la nuvola di polvere se ne andò come era arrivata.
L’ennesimo tuono squarciò l’aria e la prima goccia di una lunga e intensa serie cadde al suolo, seguita immediatamente da altre.
Tutti avevano lo sguardo rivolto verso la loro compagna, ancora inginocchiata a terra, ma nessuno tranne il ragazzo al suo fianco notò le lacrime che aveva iniziato a versare, che presto iniziarono a confondersi con l'intensa pioggia. Si chiese perché piangesse: tristezza? Rabbia? Odio?
Non poteva dirlo con certezza e si limitò ad alzarle il cappuccio sulla testa, per evitare che si bagnasse ulteriormente.
-Jessie? Che ne dici se torniamo alla nave? Ci asciughiamo un po’ e poi ci facciamo una bella dormita…- disse dopo un pò con gentilezza, dal momento che la ragazza non reagiva in alcun modo.
Passò qualche attimo, poi avvertì una stretta sulla sua mano e vide che la causa era la mano della castana.
Sorrise e ricambiò la stretta, aiutando la castana ad alzarsi e insieme raggiunsero gli amici.

***

-E’ stato divertente guardarti mentre la custode ti malmenava sai?- fece ironica la ragazza con gli occhi da gatta sdraiata sul trono nero pece.
-Tsk… Tu ridi, ma guarda che quella ragazza ha una forza incredibile… Secondo me stiamo giocando un gioco pericoloso…- rispose Marluxia, appoggiandosi al muro.
-Oh oh! È forse paura quella che sento?- lo schernì lei.
-Io ci rinuncio…- sospirò. -Comunque la prossima volta, non fare che la risvegli e poi te ne vai. Se l’è presa con me!-
-Eddai… la prossima volta la stuzzicherò e la farò sfogare su qualcosa che non sia tu, va bene?-
-Già meglio…- borbottò il rosato, scatenando una nuova risata alla sua compagna.

***

A bordo della gummiship l’unico suono udibile era lo scrosciare della pioggia sul tetto.
Re Topolino, Paperino e Pippo erano come sempre in sala comandi. Il cavaliere si stava occupando di medicare come poteva le ferite dei due amici, finché il mago non avesse recuperato le energie perdute.
Kairi era nella sua stanza con Sora. Dopo averlo medicato, il ragazzo aveva ripreso conoscenza e aveva insistito perché la principessa del cuore gli raccontasse cos’era accaduto.
-Mi dispiace tanto per Jessie…- sospirò la rossa, terminato il racconto.
-Anche a me… Ora come sta?- chiese il castano.
La ragazza scosse la testa. -Non lo so. Da quando quella voce le ha detto quelle cose, non ha più parlato. Adesso c’è Riku con lei, non ha nemmeno voluto farsi medicare pur di starle accanto…-
-Lo sai che è un testone…- rispose con un sorriso.
-Sì, lo so, ma era ferito e anche Jessie, aveva bisogno di cure…-
-Non preoccuparti… Ci avrà pensato Riku…-
-E a lui chi penserà?- sospirò. -Per fortuna Axel è andato a prendere Merlino, speriamo solo che arrivi in fretta…-
-Rilassati Kairi, andrà tutto bene.- affermò, stringendole la mano e regalandole uno dei suoi sorrisi.
-Hai ragione…-

***

Nella stanza accanto, nessuno parlava e l’unica fonte di luce era emessa da una piccola lampada che si trovava sul comodino accanto al letto, su cui era stesa la custode del Tramonto avvolta da un asciugamano celeste. Seduto al suo fianco, il custode dell’Alba passava le mani sul tessuto per riscaldare e asciugare la compagna cha da poco aveva preso a tremare. L’argenteo era preoccupato. Parlava con la ragazza nel tentativo di strapparle una risposta, ma questa si limitava a muovere il capo oppure non rispondeva affatto. Non aveva ancora smesso di piangere, tuttavia nemmeno l’ombra di un singhiozzo usciva dalle sue labbra. Il suo era un pianto silenzioso e ancora non ne capiva il motivo.
-Jessie, perché non ti alzi? Così ti posso togliere il cappotto, è tutto bagnato…- tentò nuovamente.
Quella domanda gliel’aveva fatta almeno tre volte. E l’ennesimo diniego con un gesto del capo fu la risposta.
-Ti ammalerai…-
All’improvviso qualcuno bussò alla porta e mentre il ragazzo si voltava, la castana si stringeva nell’asciugamano e si portava le gambe al petto.
-Avanti.-
Dato il permesso, Axel e Demyx entrarono nella stanza seguiti da Merlino.
-Come sta?- chiese il rosso.
-Non ha aperto bocca e…- quando si girò e vide che la ragazza si era chiusa a riccio, sospirò. -…non ha ancora smesso di piangere e ora si è chiusa in quella posizione…-
-Riku…- lo chiamò il biondo, afferrandolo per il braccio. -…lascia che sia Merlino ad occuparsi di Jessie, tu hai bisogno di cure. Vieni.-
Le iridi acquamarina si abbassarono per un attimo, poi si spostarono sul mago vestito d’azzurro.
-Sei in grado di aiutarla?-
-Farò anche l’impossibile. Adesso però vai a riposarti.- rispose il vecchio mago, mettendo una mano sulla spalla del giovane, che annuì e seguì i compagni all’esterno.
Quando la porta fu chiusa, l’uomo puntò gli occhi sulla figura tremante della custode. Alzò le maniche della lunga tunica azzurra, mise le mani sopra di lei e una calda luce rosata la circondò per qualche secondo.
-Bene… Ora sei asciutta e guarita…- comunicò Merlino, senza però ottenere risposta. -Jessie, non puoi distruggerti in questo modo… Ci vuole tempo per allontanare determinati ricordi e non puoi di certo sigillarli…-
-Come l’hai capito?- chiese in un sussurro.
-Sono un mago e inoltre non porto gli occhiali per niente…- rise. -Mi sono accorto che avevi concentrato la tua energia sulla mente e sul cuore, ma devi capire che non puoi farlo. Se sigillerai i tuoi ricordi, rischieresti di perdere anche quelli preziosi e felici…-
-Cosa posso fare allora?- domandò sedendosi, ma tenendo lo sguardo basso.
-Aspettare...-
-Solo questo? Non credo di essere in condizioni di aspettare…- replicò con scetticismo.
-Aspettare e tornare a sorridere a coloro che ti vogliono bene. I tuoi amici sono preoccupati e vogliono starti accanto per poterti aiutare quando avrai bisogno di loro, anche se rifiuterai il loro aiuto, insisteranno. Sono delle teste dure.- spiegò terminando con una risata.
Jessie rimase per un attimo a riflettere, poi sorrise e si voltò verso il mago. -Grazie Merlino, per tutto quanto.-
-Figliola, io non ho fatto niente. Adesso asciugati le lacrime…- disse porgendole un candido fazzoletto e una bustina di carta.
-Cos’è?- chiese, osservando l’oggetto. Una bustina di carta blu cobalto su cui erano raffigurate la luna e le stelle. -Una bustina di thè?-
-Quella è una tisana speciale di una mia cara amica fata, assicura un sonno tranquillo senza sogni. Prendila prima di andare a dormire, hai bisogno di molto riposo.-
-Lo farò, grazie anche per questo.-
Il vecchio mago sorrise e si alzò. -Adesso vado a curare anche i tuoi compagni, se qualcuno mi chiedesse il permesso di entrare, come devo comportarmi?-
-Falli pure entrare, ma dì loro di aspettare qualche minuto, ho bisogno di cambiarmi gli abiti.-
-Molto bene. Allora a presto.-
Detto questo, il mago uscì dalla stanza e la ragazza si mosse per cambiarsi.

***

-Allora? Come sta?- chiese immediatamente il custode dai capelli d’argento, scattando in direzione dell’uomo.
-Riku!- esclamò Pippo. -Non ho ancora finito di medicarti!-
-Calmati ragazzo…- esordì Merlino, mettendo una mano sulla fronte del giovane, guarendolo dalle ferite. -Ora sei a posto anche tu.-
-Ma Jessie come sta?-
-Ragazzo, non dovresti agitarti così. Non fa bene alla salute, sai?-
-Confermo!- aggiunse allegro il cavaliere.
-Ma si può sapere cosa state dicendo?- replicò l’argenteo con fare nervoso.
-Amico, rilassati…-intervenne il Ritornante dai capelli di fiamma.
-Axel, non ti ci mettere anche tu…-
-Riku, Merlino ti ha detto un po’ di cose ma pare che tu non le abbia colte…-
-Eh?-
-Allora, facciamo un riassunto delle puntate precedenti…- iniziò, portando l’amico a sedersi. -Ti ha detto di stare calmo, che anche tu sei a posto e che non serve agitarti. Got it memorized?-
Il ragazzo si mise a riflettere sulle sue parole e dopo qualche istante sospirò di sollievo. -Allora sta bene…-
-Esatto.- intervenne il mago. -Mi ha solo chiesto di intrattenervi per qualche minuto, scusami…-
-Sono io che devo porti le mie scuse per averti aggredito… Perdonami, Merlino…-
-Non fa nulla…- rise. -Che fai ancora lì seduto? Non avevi fretta di vedere qualcuno?-
-Ecco…-
-Vai pure Riku, noi la vedremo più tardi.- disse il Re con un sorriso.
Il custode annuì e si diresse a grandi passi verso la stanza della compagna.
-Merlino, ora puoi spiegarci cos’è successo a Jessie?- chiese serio Topolino.
-Stava cercando di sigillare i suoi ricordi, un’operazione molto dolorosa…- spiegò il mago, lisciandosi la barba.
-In cosa consiste?- chiese Paperino.
-In pratica si radunano i ricordi, strappandoli dalla memoria e dal cuore per poi sigillarli in angolo remoto della propria mente, ma c’è il rischio di includere anche altri ricordi.-
-E Jessie stava per…- Demyx non riuscì a terminare la frase.
-Era per questo che piangeva?- chiese Axel.
-Sì, ma ora potete stare tranquilli. Ha capito cosa fare…- affermò sorridente, per poi dirigersi verso la stanza in cui si trovavano gli altri due custodi.

***

Aveva bussato, ma non aveva ricevuto risposta, così si era azzardato ad aprire la porta di qualche centimetro per sbirciare all’interno della stanza. Vide la ragazza, seduta sul letto, vestita con un largo pigiama blu, impegnata a spazzolarsi i lunghi capelli castani. Deglutì ed entrò. Richiuse silenziosamente la porta e si avvicinò al letto, si sedette e fece per parlare, ma la custode lo precedette.
-When you were here before, couldn't look you in the eye. You're just like an angel…*- smise di spazzolarsi e portò le gambe al petto. -Perdonami… Volevo fare tutto da sola, per non darvi altri pensieri, ma da sola non riesco a fare granché…-
Il ragazzo sorrise e l’abbracciò da dietro, spingendole la schiena sul suo petto. -Lo sai che su di noi, su di me, puoi sempre contare. Te l’avrò detto non so quante volte, ti aiuteremo, qualunque cosa succeda.-
Si voltò e l’argenteo le donò un dolce bacio a fior di labbra.
-Grazie.-



A me non è piaciuto mica tanto questo coso... ma il giudizio è vostro u.u Io sono fin troppo autocritica per dare un giudizio sensato XD Tirando le somme... Marluxia se l'è svignata grazie all'intervento a fagiuolo della nostra gatta, che davanti a tutti si nasconde dietro la sua nube di polvere... chissà perché... *fa finta di nulla*  In ogni caso, per oggi questo è quanto signore e signori u.u Alla prossima!!
See ya!


ps: la frase in corsivo che dice Jessie viene da "Creep" dei Radiohead e qui di seguito eccovi la traduzione

“Quando tu eri qui prima,
Non riuscivo a guardarti negli occhi.
Tu sei proprio come un angelo…”



L'angolino dedicato a voi u.u

Takami_Kinomiya: Il maniaco del rosa è riuscito a sfuggire, spero di non averti fatta arrabbiare XD Jessie alla fine è riuscita ad uscire dall'oscurità dei suoi ricordi grazie a Riku, che come hai ben detto ne sapeva già qualcosa u.u Il dialogo con Ed sarà nel prossimo capitolo se non sbaglio, quindi dovrai attendere solo una settimana u.u Byeee!!! ^^

My Pride: Si dovrebbe aprire un caso poliziesco sui misteri di EFP XD L'importante è che sei giunta u.u Mister Pink le ha prese poverino, ma vedrai che si saprà rifare, una parola una certezza u.u Sono spiacente, ma dovrò infrangere i tuoi sogni... ci sarà un dialogo con Ed, ma non sarà come lo intendi tu XD Per quanto riguarda lo yaoi... ne ho messo un pizzico più avanti perché questa fic è l'unica etero che sto scrivendo, quindi ho voluto darmi un limite almeno qua XD Spero non ti dispiaccia ^^ A presto!! Kiss!! <3

LightRoxas: Picchiare Marluxia è stata un'esigenza di copione, invece prendermela col mio Banditore è una cosa assai piacevole u.u e non ero sopraffatta dall'oscurità, sono così di natura!! Muahahahah!!!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!

Giulia__chan: La mia cattiveria sui finali ancora non l'hai vista, aspetta di leggere più in là e vorrai trucidarmi XD Per quanto riguarda Marluxia, stai tranquilla che le prenderà ancora u.u poi si vendicherà, ma le prenderà... e ne prenderà tante, ma tante, ma tante che non sarà più lo stesso! XD Fammi sapere che ne pensi ^^ Ciaooo!!!

soral: Tranquilla gemellina ^^ Jessie è tornata in sé e Sora è di nuovo in salute u.u Informo anche te del fatto che Marluxia, nonostante si sia salvato, le prenderà in un'altra occasione u.u Fidati della tua gemella u.u Per quanto riguarda Vexen... ci pensiamo dall'altra parte XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Baciotti <3

Deby92: Sono contenta che lo scontro ti sia piaciuto ^^ L'unica difficoltà che ho incontrato nel scriverlo è stata quella di non saltare passaggi e di farlo durare almeno un pò... poi si è esaurita la fantasia e Marluxia è finito inchiodato al muro XD Jessie si è ripresa e Riku se la sta coccolando come si deve u.u Spero che nonostante l'assenza di azione il capitolo ti sia piaciuto come sempre ^^ A presto!!!

masterof dark: Anche tu ce l'hai con Marluxia... mi sa che con questa fic i suoi fan sono diminuiti in modo drastico XD La nostra gatta non ha avvertito Marluxia perché voleva giocare, è ancora presto per liberarsene... kukuku *sghignazza perché sa* Sei curioso sui ricordi di Jessie? Non temere, presto avrai le tue risposte ^^ Byeee!!!

Phantom G: Carissima, non preoccuparti del ritardo, ci mancherebbe ^^ Sono brava a scatenare curiosità nei lettori, anche tu vuoi saperne di più sui ricordi di Jessie... tranquilla che presto si saprà tutto u.u Per la questione titolo ormai credo ci sia poco da fare... quasi tutti i lettori che seguono la fic dall'inizio dei tempi hanno detto che trovare un titolo allo Sclero è impossibile, non esistono nemmeno parole chiave per raccogliere i punti salienti, anche se io ci ho pensato su per un pò, inoltre hanno convenuto che lo Sclero, resterà per sempre lo Sclero ^^ Fammi sapere cosa pensi del capitolo!! Ciauuu!!! ^^



Caspita ragazzi, 'sta pagina è venuta lunghissima solo per rispondere ai vostri commenti! Non sapete quanto bene vi voglio ç.ç Ma che dico, vi adoro, vi lovvo... vi... vi... Vi! Ecco u.u Continuate così mi raccomando che sarete sempre più "vi" XD Ma adoVo e ringrazio anche quelli che leggono sempre ^^ Altri commenti sono sempre i benvenuti sappiatelo u.u Ora mi eclisso, al prossimo week end!!! *scompare in una nuvola di fumo*

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Capitolo 40
*** Capitolo 40: Cosa manca? ***


Salve a tutti lettori e lettrici!!! Perdonate il mio ritardo, di solito a quest'ora il capitolo c'è già, ma ieri non stavo molto bene e mi sono tenuta alla larga dal pc a causa di un incessante e terribile mal di testa. Oggi però sto decisamente meglio, quindi don't worry! ^^ Altra buona notizia: finalmente ho finito gli esami del primo semestre e fino a giugno non se ne parla più! Ora però passiamo alle cose importanti u.u Banditore, passami il copione e che sia quello giusto <.< *l'omino impomatato vestito di verde le passa il copione con scritto "Sclero" a caratteri cubitali* Grazie Banditore ^^ Dunque.... avevamo lasciato Riku e Jessie a farsi le coccole se non erro, quindi oggi ci sarà il penultimo capitolo ambientato nel mondo di Full Metal Alchemist, con il tanto atteso (ma da chi? <.< NdBanditore  orsù, qualcuno l'avrà pure atteso questo inutile discorso <.< NdFly) discorso con Edward. Non mi resta che augurarvi buona lettura!!!

ps: il discorso sarà un tantinello noioso, ma sono esigenze di copione, e fornirà spoiler sulla trama di FMA quindi non linciatemi ^^''


Capitolo 40: Cosa manca?
Lentamente abbandonò il mondo dei sogni per far ritorno alla realtà.
Ancora con gli occhi chiusi, allungò il braccio sull’altro lato del letto per cercare con la mano il corpo della ragazza che la sera prima si era addormentata al suo fianco. Tastò le coperte e le lenzuola, spingendosi sul cuscino, ma non trovò altro che stoffa così aprì gli occhi e vide che accanto a sé c’era un posto vuoto.
Il keyblader dai capelli argentati si alzò di scatto e cominciò a guardarsi intorno alla ricerca della compagna.
-Ma dove sarà andata a cacciarsi?- pensò, scendendo dal letto. -Jessie!- chiamò, mentre muoveva qualche passo.
-Eccomi.- disse una voce calma alle sue spalle, facendolo voltare.
La custode del Tramonto aveva appena attraversato la porta che conduceva al bagno che si trovava all’interno della stanza. I lunghi pantaloni neri le coprivano i piedi, rivestiti da un paio di calzini a righe, un asciugamano color cielo era appoggiato sulle spalle e su di esso ricadevano i lunghi capelli castani ancora umidi. -Mi cercavi?-
-Non ti ho trovata quando mi sono svegliato…- rispose, cingendole la vita con le mani. -Mi sono preoccupato…-
-Scusa, non ho avuto il coraggio di svegliarti…- sorrise. -Eri così dolce mentre dormivi…-
L’argenteo arrossì leggermente, scatenando una piccola risata della castana.
-Come ti senti oggi?- le chiese quando ebbe superato l’imbarazzo.
-Bene. La tisana che mi ha dato Merlino mi aiutata molto…-
-Sono contento… Ti prego, non tentare più una cosa come quella di ieri. Me lo prometti?-
Non volle darlo a vedere, ma quando Jessie gli aveva spiegato il motivo del suo ostinato silenzio e delle sue lacrime si era spaventato. La ragazza aveva corso un grande rischio operando in quel modo sui suoi ricordi, e aveva temuto di perderla.
-Non preoccuparti, non ti lascerò mai per colpa dei miei ricordi.- affermò lei, come se gli avesse letto il pensiero. -Adesso perché non vai a farti anche tu una bella doccia calda?-
-E tu?-
-Io andrò un po’ fuori… Ha smesso di piovere e voglio godermi il sorgere del sole…-
Il ragazzo impiegò qualche istante per analizzare la risposta ricevuta. -Scusa un attimo… Ma che ore sono?-
La ragazza gettò uno sguardo all'orologio che aveva al polso. -Le cinque e mezza perché? Vuoi tornartene a letto?-
-Tu dovresti essere ancora a letto a riposare!- la rimproverò.
-Sono a posto così, davvero. Mi sento bene e ora voglio solo uscire un po’…-
Riku stava per replicare, ma un rapido bacio della compagna lo zittì e dopo avergli lasciato l’asciugamano su una spalla, Jessie se ne andò con una risata e le scarpe tra le mani.
-Perché mi sento preso in giro?- domandò a se stesso il keyblader, dopo qualche attimo di silenzio passato a riflettere.

Un affondo da destra seguito da una sferzata da sinistra. Un giro su se stessa e due fendenti rotatori tagliarono l’aria.
Nella tranquillità della foresta appena fuori East City la custode del Tramonto si muoveva agile e veloce combattendo un nemico immaginario.
Dopo aver lasciato il compagno era uscita per osservare le prime luci del mattino ma dato che era ancora buio si era concessa quel piccolo allenamento per ingannare il tempo e per sfogarsi.
Non aveva mentito quando aveva affermato di sentirsi bene, però sentiva ancora uno strano fremito nel suo cuore e la sua mente era leggermente confusa. Continuò quella danza solitaria finché i raggi del sole non crearono la sua ombra. Con dei balzi cominciò a scalare un albero fino ad arrivare al suo ramo più alto per poter osservare il panorama che quel mondo le offriva. Come un fiume in piena, la luce sommerse le pianure oltre la città, le prime case e infine l’intero centro abitato, fino ad arrivare alla foresta in cui i guerrieri della Luce avevano trovato riparo.
La ragazza si rilassò al calore di quei raggi e si sentì rinascere.
Dimenticò ogni cosa. Le ombre, gli esseri senza cuore, i mondi, i keyblade, i custodi e il suo destino… Avvertì la mente leggera e si appoggiò al tronco dell’albero, chiudendo gli occhi.
Stava per addormentarsi, quando due presenze risvegliarono la sua mente e dopo aver chiaramente udito dei passi, si mise in ginocchio sul tronco dove era seduta e puntò le iridi color nocciola sul sentiero da cui sarebbero presto uscite due persone.
-Fratellone, posso chiederti una cosa?- chiese una voce metallica, ma dal tono infantile, che la ragazza riconobbe.
-Dimmi pure Al…-
-Perché siamo venuti qua così presto? Magari stanno ancora dormendo…-
-Perché ho la sensazione che quei ragazzi se ne possano andare da un momento all’altro.-
-Ma Riku ci ha detto che non avevano alcun problema ad ascoltarci e io mi sono fidato della sua parola…-
-Lo so Al, ma vista la loro situazione, potrebbe anche succedere che vengano chiamati altrove all’improvviso…-
-In effetti, non hai tutti i torti, ma al momento abbiamo ancora una cosa da sbrigare in questo mondo.- disse la custode atterrando in piedi davanti ai due ragazzi che fecero un salto indietro per lo spavento. -Ciao!-
-Ma… ma tu da dove sei sbucata fuori?!- esclamò il ragazzo dai capelli color dell’oro.
-Ero seduta su quell’albero…- rispose, indicando la pianta. -Stavate cercando me e i miei compagni?-
-Eh?- fecero in coro i due, riportando l'attenzione su di lei.
-Ah! Sì…- riprese l’armatura. -…volevamo farvi qualche domanda, non su di voi, ma su una questione che riguarda noi…-
-Volentieri. I miei compagni dormono ancora, quindi facciamo due passi ok?-
I due annuirono e s’incamminarono accanto alla ragazza.
Passò qualche minuto, poi Jessie interruppe il silenzio. -Cos’hai fatto al braccio? Se non sbaglio è una protesi, quindi come mai la tieni legata al collo?-
Infatti, il maggiore dei due fratelli aveva il braccio destro abbandonato su una fascia legata dietro al collo.
-Purtroppo l’auto-mail si è danneggiato nel distruggere i rovi ieri e ora devo aspettare che venga la mia meccanica ad aggiustarlo…-
-Capisco… Potete cominciare quando volete a fare le vostre domande, per quanto mi sarà possibile risponderò.-
-Quando ci siamo incontrati la prima volta, tu e Riku avete detto che dovevamo stare attenti al Comandante Supremo perché emanava una strana energia. Puoi spiegarti meglio?- chiese Alphonse senza perdere tempo.
-Ogni creatura emana una particolare energia. Quella degli uomini è di un certo tipo e quella del vostro Comandante è diversa… E’ quasi simile a quella degli Heartless, ombre prive di un corpo definito, dove il cuore è stato soggiogato dall'Oscurità, ma si avvicina di più a quella dei Nessuno, corpi vuoti mossi solamente dall'anima…-
-Perché?-
-E’ simile a quella degli Heartless perché, come ha detto Riku, l’Oscurità lo circonda da capo a piedi, ed è vicina a quella dei Nessuno perché come a loro sembra che manchi qualcosa…-
-Cosa mancherebbe?- domandò Edward.
-E voi di cosa siete alla ricerca?- rispose la castana spiazzandoli. -Dalle vostre parole ho capito che voi nutrite già dei sospetti sul Comandante…-
I due ragazzi si fermarono, senza parole.
-Non vi sto accusando di niente, se non volete rispondermi non siete obbligati a farlo.-
-No, non è questo…- cominciò l’Alchimista d’Acciaio. -Le nostre sono solo supposizioni, quindi abbiamo preferito tenerle per noi.-
-Ho capito… Allora risponderò alla vostra ultima domanda: ai Nessuno manca il cuore, al vostro Comandante invece manca l’anima.-
Nuovo stupore riempì l’aria, travolgendo i volti dei due fratelli.
-Nei Nessuno si può percepire l’assenza del cuore, ma si sente chiaramente il calore nascosto dell’anima, mentre nel Comandante Supremo io ho sentito il battito del cuore, ma era un battito freddo privo della presenza che dovrebbe accompagnarlo…- fece una pausa poi riprese. -Se non sbaglio, gli alchimisti suppongono l’esistenza di creature prive di anima, no?-
-Non sbagli…- continuò il biondo. -Nessuno li ha mai visti, quindi queste creature sono considerate una leggenda, ma noi le abbiamo viste. Abbiamo visto gli Homunculus e grazie a te, ora sappiamo che dobbiamo stare attenti al Comandante Supremo…-
-Posso farvi due domande?- chiese la castana, facendo dietrofront per tornare alla nave.
-Te lo dobbiamo…- cominciò Ed. -Tu hai risposto alle nostre e con i tuoi compagni hai salvato più volte le nostre vite.-
Jessie scosse la testa. -Noi abbiamo fatto tutto questo perché vogliamo riportare la pace nell’universo e dato che siamo in grado di farlo, aiutiamo più che volentieri chi ne ha bisogno e ho deciso di rispondere alle vostre domande perché non ci ho trovato niente di male nel farlo…-
-Ma…- provò a ribattere, ma la ragazza lo anticipò.
-Capisco che il principio dell’alchimia possa essere rivolto anche agli altri campi, ma se non volete rispondere alle mie domande, che sono di pura curiosità, siete liberi di non farlo…-
I due ragazzi rimasero spiazzati e seguirono la custode che aveva ripreso a camminare.
-Cosa volevi chiederci?- domandò Alphonse.
-Quanti anni avete? Io vi do almeno quindici anni…-
-Io ne ho quindici, mentre mio fratello sedici.-
-Davvero?- chiese, voltandosi. -Hai l’età della mia sorellina…-
-Deve mancarti molto…- proseguì.
-Sì, anche se sono pochi giorni, mi sembra di essere partita da secoli… Sono successe così tante cose…-
-E tu invece? Quanti anni hai?- intervenne Edward.
-Fratellone! Non si chiede l’età alle ragazze! Vergognati!- lo riprese il fratello.
-Ops… Hai ragione… Ti chiedo scusa…-
-Non fa niente. Comunque, ho diciannove anni.-
-Volevi chiederci altro?- continuò il biondo.
-Sì. Alphonse, dov’è il tuo corpo?-
Si fermarono e un teso silenzio cadde fra i tre.
Gli occhi nocciola incontrarono quelli dell’armatura che si sentì attraversato da quello sguardo calmo e rilassato. Non seppe perché, ma capì di potersi fidare della ragazza. Spostò lo sguardo sul fratello e vide che era rimasto pietrificato.
Tutto si aspettava, tranne una richiesta del genere. Erano liberi di non rispondere, ma il principio dello scambio equivalente, ormai diventato la loro regola di vita, gli imponeva di farlo. Questo pensò l’Alchimista d’Acciaio, quando avvertì lo sguardo del fratellino su di sé e si voltò.
Iridi color dell’oro s’incrociarono con fraterne iridi rosse e l’intesa fu immediata.
-L’ho perso durante un esperimento di alchimia… Abbiamo tentato di riportare in vita nostra madre…-
-Io ho perso il braccio destro e la gamba sinistra…- aggiunse Edward. -E adesso stiamo facendo di tutto per tornare come prima.-
Nuovamente il silenzio calò come una coltre, ma quando i due fratelli alzarono lo sguardo sul viso della castana vi trovarono un sorriso.
-Ce la farete, ne sono sicura.-
-Come… come fai a dirlo?- chiese Alphonse.
-Finché sarete insieme, riuscirete in qualunque impresa.- concluse con un sorriso, poi si girò, attirata dalle voci degli amici.
-Jessie! Dove sei?!-
-I miei compagni mi cercano, sarà meglio tornare indietro…-
-Un'ultima cosa.- riprese il maggiore dei fratelli. -Come ti sei accorta che l'armatura di Al è vuota?-
La castana sorrise nuovamente all'ovvia domanda. -Il pulsare della sua anima si sente forte e chiaro, amplificato dal fatto che non c'è il suo vero corpo a custodirla.-
Detto questo il trio riprese a camminare.

Quel giorno, i custodi e i Ritornanti continuarono la ricerca della serratura da dove era stata interrotta, questa volta però anche il trio del Castello Disney diede il suo contributo, sorvolando le restanti città con la gummiship.
Prima del tramonto, il gruppo si riunì nella foresta che gli fungeva da rifugio e purtroppo la loro missione, in quel mondo, non si era ancora conclusa.
-Niente di niente!- si lamentò Sora. -Ma cosa dobbiamo fare per trovarla?!-
-Caspiterina…- cominciò il Re. -…dobbiamo fermarci ancora qui…-
-Dov’è finita Jessie?- chiese Pippo, guardandosi intorno.
-E’ rimasta fuori.- rispose Demyx, che era in coppia con lei. -E’ salita su un albero abbastanza alto.-
-E’ quasi l’ora in effetti…- aggiunse Axel.
-L’ora di cosa?- domandò il mago di corte.
-Del tramonto.- disse Riku, uscendo dalla nave.

All’orizzonte, il cielo iniziò lentamente a tingersi di varie tonalità, perdendosi in infinite sfumature, fino al rosso cupo.
Due iridi color nocciola si beavano di quella vista.
Il corpo rilassato, appoggiato al tronco dell’albero, il viso sereno, calmo, come da tempo non lo era.
Un fruscio attirò la sua attenzione, ma non fu necessario voltarsi. Sapeva chi l’aveva raggiunta e un bacio sulla guancia confermò.
-Ciao…- fece l’argenteo, attirando lo sguardo della ragazza su di sé. -Mi sei mancata oggi, sai?-
-Ciao, anche tu mi sei mancato… Scusa se non sono rimasta dentro…-
-Non c’è problema perché come vedi sono venuto io da te.- rispose, circondandole le spalle con un braccio mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla.
Il silenzio calò sovrano.
Non avevano bisogno di parole. La loro presenza era sufficiente.
Rimasero abbracciati a guardare la linea dell’orizzonte fino allo spegnersi del sole e all’accendersi delle prime stelle.





Fine dello strazio! L'azione purtroppo mancherà per un pò di capitoli, ma verrà sostituita da qualcosa di nuovo e inaspettato ^^ Nel prossimo capitolo i guerrieri della Luce saluteranno Amestris e ripartiranno, ma chissà per dove... *fischietta facendo finta di nulla* Al prossimo capitolo!
See ya!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Non è ancora il momento delle scene altamente romantiche, ma credo che questo finale si avvicini allo scopo XD Jessie e Riku sono pucciosissimi e vedrai più avanti cosa non succede u.u Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!

masterof dark: Il Leggiadro Sicario è fuggito ahimé, ma vedrai che si rifarà, eccome se si rifarà u.u Ora cercherò di colmare il tuo dubbio sulla faccenda del sigillo dei ricordi: praticamente Jessie voleva prendere tutti i ricordi giudicati pericolosi e i sentimenti collegati ad essi e metterli da parte, tutti in una volta, ma si corre il rischio di coinvolgere altri tratti di memoria e il risultato non sarebbe dei migliori. Questo processo l'ho potuto mettere in atto perché Jessie ha un potere particolare, che nemmeno lei sa di avere e che verrà rivelato più avanti. Comunque alla fine Jessie non ha fatto nulla u.u Spero di aver chiarito il tuo dubbio e che il capitolo ti sia piaciuto nonostante la poca azione ^^ Byeee!!!

LightRoxas: Introduzione al capitolo bomba? Dipende di che bomba parli u.u e se ti riferisci al modo di consolare che Riku dovrebbe avere nei confronti di Jessie, mi spiace, ma hai sbagliato ordigno u.u La bomba ci sarà nel capitolo 42 e vedrai che bomba ho serbo per voi lettori! kukuku... Comunque, spero che ti sia piaciuto il capitolo ^^ Ciauuu!!

My Pride: Con la frase "sto leggendo kh 358/2 days versione manga" mi hai aperto un mondo... cioè, sapevo che era in progetto, ma esiste già??? O.O Mi sa che presto ci sarà una conversazione con un reale scopo su msn u.u Comunque, mi spiace ma lo yaoi in questa fic non è previsto XD Dato che scrivo principalmente yaoi (e l'altra long ne è un esempio lampante), almeno qui ho voluto tenermi sull'etero XD Ma non preoccuparti che presto sfornerò una nuova fic yaoi u.u A presto!! Baci <3

Phatom G: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e sono ancor più contenta che forse troverò i tuoi commenti anche nell'altra fic *-* Comunque non preoccuparti per il Banditore, credo ci sia già un fan club a suo nome XD Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ Alla prossima!!!

Takami Kinomiya: La tua scaletta è di una precisione incredibile! Non è che hai già letto i capitoli avanti vero? <.< Però mancano un paio di punti prima della disfatta totale... kukuku... Non gli verrà aperto il terzo occhio, ma vedrai che Marluxia soffrirà alla stessa maniera u.u Mi spiace se il discorso con Ed non ha rispecchiato le tue aspettative, ma era un capitolo di passaggio spero che mi perdonerai ç.ç e spero di recuperare con il prossimo chap ^^ Ciauuu!!!

Deby92: Ciao Deby ^^ recupero dal malessere di ieri, ma oggi sto alla grande u.u Addirittura un mito? Ma tu mi fai arrossire °///° Ma ora rispondiamo al tup commento u.u Eh sì, la gatta era la voce maligna che interferiva con i pensieri di Jessie e non ha ancora combinato nulla di sconvolgente u.u In questo chap non è successo granché, ma col prossimo mi rifarò vedrai u.u Ciaoooo!!!! ^^

soral: Gemellina mia <3 Sì, la voce cattiva che spingeva Jessie all'Oscurità non era altri che la gatta u.u Attenta però a non confonderla con la voce all'inizio della storia, quella dei famosi sogni con le vetrate perchè sono due entità differenti. Che carino Riku versione angioletto *-* Io me lo immagino in tutt'altra maniera, ma sono dettagliucci <.< Il capitolo dove Marluxia le prende di nuovo è assai lontano, ma non temere che giungerà u.u Spero che questo chap di passaggio ti sia piaciuto ^^ Baci <3




Ragazzi, anche questa volta ci sono stati tanti commenti e tante visite e io... sono commossa ç.ç *scoppia a piangere modello fontana e per poco il Banditore non annega* Come ho detto la volta scorsa io "Vi" u.u Non so cosa, ma Vi! Ecco u.u Tutti voi che leggete e commentate, voi che leggete soltanto, siete una delle grandi soddisfazioni che mi spingono a proseguire con questa fic *-* Quindi, grazie a tutti! ^^ Detto questo scompaio come mio solito, al prossimo week end! *scompare in una nuvola di fumo e il Banditore esce da una porta di servizio*

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Capitolo 41
*** Capitolo 41: Di nuovo in viaggio ***


Buona sera miei adoratissimi lettori e mie adoratissime lettrici!!! ^^ 'Sta volta posto di venerdì perché domani mi hanno incastrata e sono via tutto il giorno (ovviamente me l'hanno detto solo un'ora fa <.<) e domenica, sempre che non venga giù la neve (ed è la volta che spacco tutto se succede <.<), sono ad un raduno con un pò di gente matta XD Inoltre, questa sera non ci sarà il mio Banditore a rompere le scatole perché a sparar cavolate ce la posso fare da sola, vista la quantità di farmaci che sto prendendo per il dente del giudizio che non ho più (incredibile, ora che non c'è rompe più di prima <.<)!!! Ma passiamo avanti... questo sarà l'ultimo capitolo ambientato nel mondo di Full Metal Alchemist, il prossimo resterà un mistero fino alla prossima settimana u.u quindi buona lettura!!!

Avviso indizio: nelle righe che state per leggere dovrebbe saltarvi all'occhio qualcosa, ma non dico altro u.u ovviamente, chi dovesse avere delle idee è libero di proporle u.u


Capitolo 41: Di nuovo in viaggio
Dopo una veloce colazione, i guerrieri della Luce si ritrovarono in sala comandi per fare il punto della situazione e decidere sul da farsi della giornata.
-Cosa facciamo?- chiese Demyx. -La serratura ancora non si trova…-
-Dovremo restare qui finché non comparirà.- rispose il Re con un sospiro.
-Ma potrebbe volerci un sacco di tempo!- esclamò Axel.
-Lo so, ma non possiamo fare altro…-
Il silenzio calò tra i presenti, che rassegnati abbassarono lo sguardo. Tutti, tranne Jessie che li guardava uno ad uno confusa.
-Bè?- fece all’improvviso, attirando l’attenzione. -Avete intenzione di stare qui tutto il giorno a guardare il pavimento?-
-Cosa proponi di fare?- domandò Paperino con il solito scetticismo.
-Tanto per cominciare uscire, perché stare qui a mettere radici non serve a niente. Seconda cosa, finché stiamo qui dentro la serratura di certo non comparirà solo perché si sente ignorata!- esclamò. -Io vi precedo.-
Detto questo prese il suo cappotto e dopo essersi messa il cappuccio aprì il portellone per uscire.
-Aspetta Jessie!- gridò Topolino, fermandola. -Cosa hai intenzione di fare una volta fuori?-
-Maestà non conosce l’espressione “fare un giro”? Vado in città e mi faccio due passi, prima o poi qualcosa succederà. Ciao!-
Non attese replica, quindi sorrise e uscì.
-Aspettami Jessie!- urlò Riku, pochi secondi dopo, correndole dietro. -A più tardi!-
La ragazza stava per spiccare il volo, ma si voltò con un gran sorriso sulle labbra.
-Posso accompagnarti?- le chiese, prendendole la mano.
-Ma certo.-
-Solo una cosa…- disse, mentre le calava il cappuccio. -Non hai più bisogno di coprirti e poi voglio vedere il tuo viso…-
La castana per un attimo arrossì e si sentì avvampare quando il ragazzo le riprese la mano intrecciando le loro dita.
-Vogliamo andare?-
Con un segno affermativo della custode, i due si incamminarono verso la città.

Un altro passo, un nuovo sguardo curioso e indagatore e infine, i mormorii concitati s’innalzarono intorno a loro.
-Riku…-
-Dimmi.- rispose lui, fermandosi. -Qualcosa non va?-
-Bè… ecco…- farfugliò, lanciando occhiate a destra e sinistra.
Il giovane seguì lo sguardo della compagna e capì.
-Jessie, non preoccuparti per loro. Lascia che ci vedano, non abbiamo nulla da nascondere.-
Strinse nuovamente la mano e si mossero per riprendere il loro giro, ma dopo pochi passi una voce li costrinse a fermarsi e voltarsi indietro.
-Jessie!- urlarono i due fratelli Elric, correndo nella loro direzione.
-Edward! Alphonse!- esclamò lei in risposta, attendendo il loro arrivo. -Ciao ragazzi, ci stavate cercando?- domandò.
-Sì, stavamo andando nella foresta, ma poi vi abbiamo visti quando abbiamo girato l’angolo.- spiegò Al, mentre il fratello riprendeva fiato. -Non offenderti, ma i tuoi capelli non passano inosservati Riku…-
-Tranquillo.- disse il keyblader. -Allora? Ci sono problemi?-
-No, nessun problema. Il Comandante vuole vedervi per…-
-Ed! Al!- chiamò una voce.
-Oh no!- esclamarono gli alchimisti, guardandosi in viso. -Winry!-
-Winry?- dissero all’unisono i due custodi, mentre i fratelli Elric si giravano in direzione di una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi blu mare.
-Eccovi!- sbottò questa, una volta raggiunto il gruppetto. -Ma si può sapere perché vi siete messi a correre così?-
-Scusaci Winry, ma…- tentò di spiegarle Alphonse.
-E loro chi sono?- domandò, invece, la giovane senza attendere risposta.
-Sono le persone che stavamo cercando.- rispose Edward, presentando i due all’amica.
-Comunque…- riprese il ragazzo in armatura. -…il Comandante Supremo vuole vedervi tutti per consegnarvi delle medaglie al valore.-
-Tutti? Anche il Re, Paperino e Pippo?- chiese l'argenteo sorpreso.
-Sì, non dovete preoccuparvi… Avverrà tutto nel suo ufficio e saranno presenti solo coloro che conoscono tutta questa storia a fondo…-
Il custode dell'Alba incrociò le braccia e dopo un paio di secondi si voltò verso la compagna. -Tu che ne dici Jessie?-
-Io non credo ci sia nulla di male, ma dobbiamo parlarne anche con gli altri.- affermò la castana. -Quando avverrebbe il tutto?-
-Questo pomeriggio.- fece Ed. -Il Comandante ripartirà questa sera per Central City.-
-Allora andiamo e sentiamo cosa ne pensano gli altri…-
I cinque allora si misero in cammino verso la foresta, con Riku e Jessie in testa al gruppo.

***

-…con grande onore io vi consegno queste medaglie al valore, come segno di riconoscenza per aver difeso la nostra città e coloro che vi abitano, mettendo a repentaglio la vostra stessa vita.- concluse King Bradley appuntando l’ultima medaglia sul petto di Demyx.
Nel grande ufficio temporaneo del Comandante Supremo, in cui erano riuniti tutti coloro che erano a conoscenza della reale identità dei guerrieri della Luce, questi ultimi furono premiati per il loro valore e la loro abilità in battaglia.
-Per quanto tempo resterete ancora con noi?- chiese l'uomo, tornando davanti ai nove.
-Finché i nostri compiti non si estingueranno.- rispose Jessie con freddezza, rimanendo sul vago.
-Capisco. Colonnello Mustang!-
-Agli ordini Signore!- rispose questo, mettendosi sull’attenti.
-Fornisca tutto l’aiuto possibile a questi ragazzi, glielo dobbiamo.-
-Certo Signore!-
-Molto bene, ora però vi chiedo di scusarmi. Il treno per Central City mi aspetta!- concluse con una nota allegra, mentre salutava tutti con la mano e usciva dall’ufficio.
-Bè…- iniziò la castana. -Direi che possiamo andare anche noi…-
-Posso chiedervi una cosa?- disse Alphonse, attirando l’attenzione di tutti.
-Certo Al, chiedi pure.- rispose Kairi, con un sorriso.
-Cosa dovete fare ancora qui? Non ci sono altri mondi a cui dovete prestare aiuto?-
I guerrieri della Luce si guardarono in viso tra di loro e poi Re Topolino prese la parola, dopo un tacito consenso dei suoi compagni.
-Alphonse, i mondi sono tanti quante le stelle in cielo e purtroppo il nemico che dobbiamo fronteggiare è qualcosa che si trova in ognuno di essi. Anche se la Luce è forte, noi siamo pochi e una delle poche cose che possiamo fare è preservare i mondi in cui ci imbattiamo sigillandone il cuore. Una volta fatto questo ripartiremo e aspetteremo che l’Oscurità incontri di nuovo il nostro cammino, finché non scopriremo in quale luogo si nasconde il suo emissario.-
-Non avete ancora sigillato il cuore di questo mondo?- chiese Hughes.
-Ma tu che ci fai ancora qui?- domandò Roy sorpreso, adocchiando il collega.
-Non te l’ho detto? Rimango qui ancora una settimana! Non sei contento? Potrò mostrarti tutte le foto della mia bambina!!!-
-Ditemi che è un incubo…- pensò afflitto l'Alchimista di Fuoco.
-Tornando a noi…- intervenne il Tenente Hawkeye. -E’ difficile sigillare il cuore?-
-In sé per sé non è difficile.- rispose Sora. -E’ trovarlo l’impresa, dobbiamo aspettare che si riveli…-
-Capisco.-
-E’ ora di andare.- disse Riku dopo un po’. -Dobbiamo riprendere le ricerche…-
-Hai ragione, cominciamo da qui e poi ci ritroviamo alla nave?- propose la ragazza dai capelli rossi.
La proposta ebbe risposte affermative da parte del gruppo, che si avviò all’uscita dell’edificio scortato dal Colonnello Mustang e il suo seguito. Molti soldati si sporsero dalle porte dei loro uffici per osservarli da vicino e presto un vociare di commenti si sommò al rumore dei passi dei guerrieri.
-Sono loro i guerrieri che hanno combattuto da soli quelle creature bianche?-
-Sono tutti ragazzini!-
-E quei tre buffi esseri che sono con loro? Che siano delle chimere?-
A quel commento il mago di corte aveva già estratto il suo scettro e aveva punito il soldato con una piccola scarica, facendo scappare una risata al custode dai capelli castani e al cavaliere accanto a lui.
Qualcuno però rimase perplesso nel vedere quei ragazzi dagli strani abiti e aspettò che si allontanassero per esprimere i suoi pensieri ad alta voce.
-Io quella ragazza l’ho già vista…-
-Certo che l’hai vista!- commentò il suo collega. -Ha combattuto nella piazza d’armi l’altro giorno!-
Il primo scosse la testa. -Quella mattina sono partito poco prima dell’attacco per la città del Sud e sono tornato ieri sera molto tardi…-
-E dove l’avresti vista sentiamo?-
-Se non sbaglio l’ho vista entrare nell’ufficio del Comandante…-
-Ti sarai confuso, prima di poco fa lei non ha mai messo piede nell’ufficio del Comandante, solo i suoi compagni ci sono stati.-
-Sarà…- rispose il soldato, alzando le spalle prima di tornare ai propri compiti.

Raggiunta l’uscita dell’imponente edificio del Quartier Generale, i nove si girarono verso i soldati in blu.
-Non sappiamo per quanto resteremo in città, ma non ci vedrete molto spesso.- li avvertì la custode del Tramonto.
-Spero che verrete a salutare prima della partenza!- disse l’Alchimista d’Acciaio.
-Certamente!-
-Eddai Dem… Sembri proprio un bambino quando fai così…-
-Cosa succede Axel?- chiese Sora.
-Demyx è eccessivamente entusiasta della medaglia che ha ricevuto!- rispose il rosso, scuotendo il capo.
-Ma dai Axel! È da quando sono diventato un Nessuno che non ricevo più medaglie! Guarda com’è bella!- esclamò felice come un bambino a Natale davanti ai suoi regali, mentre mostrava l’oggetto all'amico. Improvvisamente, questo s’illuminò e il biondo lo lasciò andare perché aveva cominciato a galleggiare e salire sempre più in alto, allontanandosi dalla sua mano.
-Sora!- chiamò il Re.
-Ci sono Maestà!-
Il ragazzo si portò sotto la medaglia, da cui nel frattempo era scaturito un raggio luminoso che aveva puntato in una direzione precisa del cielo. In pochi istanti la grande serratura comparve sotto gli sguardi stupiti e impauriti degli abitanti di quel mondo, che mai avevano assistito a qualcosa di simile. Il castano impugnò la sua arma e la puntò contro la figura luminosa. Un nuovo raggio nacque dalla Catena Regale e con il suo potere sigillò l’accesso al cuore di quel mondo.
Nello stesso tempo in cui il tutto era avvenuto, il cielo si ripresentò con le sfumature scarlatte della giornata che ormai stava per concludersi, mentre l’oggetto che aveva scatenato quel miracolo tornò tra le mani del suo iniziale possessore e un religioso silenzio calava tra i presenti.
-Secondo voi sono rimasti scioccati?- fece il brunetto dopo un po’.
-E quella che cos’era?!- dissero all’unisono tutti i soldati, rispondendo alla domanda.
-Ciò che conduce al cuore di questo mondo.- spiegò Riku. -Ora che la Serrtura è stata sigillata, possiamo ripartire.-
-Davvero?- intervenne Winry. -Peccato, avrei voluto conoscervi meglio… Tornerete a trovarci quando la vostra missione sarà conclusa?-
-Faremo del nostro meglio per tornare!- esclamò Sora con uno di quei sorrisi che solo lui era in grado di fare.
-Allora a presto e grazie per aver salvato Amestris.- intervenne il Colonnello, congedando i nuovi amici con il saluto militare, seguito dai suoi sottoposti.

Quella sera stessa, un puntino luminoso apparve nel cielo dirigendosi verso le stelle.

***

-Maestà!- chiamò il mago di corte dalla sua postazione di pilota dopo mezza giornata di viaggio.
-Cosa succede Paperino?- domandò avvicinandosi. -Hai già localizzato il prossimo mondo?-
-Guardate voi stesso…- disse il papero indicando il radar e il monitor su cui compariva il nome del mondo.
-Questa sì che è una sorpresa! Tra quanto saremo lì?-
-Domani sarà già possibile vederlo.-
-Benissimo! Appena si svegliano, avvisiamo i ragazzi.-

***

Andrea era seduta al tavolo in cucina.
Era concentrata, china su un voluminoso libro di letteratura italiana, e non si accorse dell’arrivo del ragazzo, che uscì da un varco luminoso esattamente alle sue spalle. Non volendo interromperla, Axel decise di osservarla ancora un po’ in assoluto silenzio.
-Montale ha sposato Mosca… Che però è morta l’anno successivo…- iniziò a ripetere la ragazza. -Uffa… E a me cosa interessa?- domandò al niente. -Chissà come starà Jessie? Magari se la passa meglio di me… Almeno lei ha il suo Riku… Io invece sono qui da sola…- la ragazza si fermò all'improvviso e si tirò un colpo in fronte con la matita. -Devo smetterla di parlare da sola! Prima o poi qualcuno mi prenderà per matta…-
-Puoi dirlo forte!- commentò il rosso divertito dalla sua postazione.
Andrea si spaventò e cadde dalla sedia. Si girò sorpresa nella direzione dalla quale proveniva la voce e solo dopo alcuni secondi, passati ad aprire e chiudere gli occhi, si rese conto di chi le stava di fronte.
-AXEL!!!- gridò correndo tra le braccia del Ritornante. -Oh mio Dio! Non mi aspettavo una tua visita!! Mi hai fatto prendere un colpo!-
-Lo so, piccola…- rispose il rosso, dando un dolce bacio alla giovane ancora incredula.
-Come va nel nuovo mondo? E voi state tutti bene? Jessie?- chiese impaziente.
-Tutto ok, noi stiamo tutti bene e abbiamo sistemato le cose. Ora siamo ripartiti, ma il viaggio durerà almeno ventiquattro ore. Quindi mi hanno lasciato venire a trovarti!-
-Davvero?! E’ perfetto allora!!! Axel, devi accompagnarmi in un paio di posti e poi mi devi portare sulla navicella!!-
-Come?!- chiese sorpreso e confuso.
-E’ una sorpresa per Jessie… Ormai avevo perso la speranza, ma poi sei arrivato tu con questa splendida notizia! Grazie Axel!- esclamò felice come una pasqua Andrea, mentre riempiva di baci il ragazzo che ancora non aveva capito niente. -Adesso andiamo, poi ti spiegherò tutto!-

***

A bordo della gummiship il gruppo di guerrieri si godeva un po’ di sana e meritata tranquillità.
All’improvviso, però, un varco di luce si aprì all’interno della sala comandi.
Jessie si alzò dal sedile e si avvicinò preoccupata. -Come mai Axel è già tornato? Che sia successo qualcosa?!- pensò.
I suoi pensieri furono spazzati via immediatamente, quando si trovò sdraiata a terra stretta in un abbraccio travolgente che le stava togliendo il respiro.
-Andrea?! Ma che ci fai qui?!- chiese sorpresa la custode.
-Jessie! Come mi sei mancata! Tutto bene? Non sei ferita, vero? Mamma quanto ero preoccupata per te e anche per gli altri! E tu non ti facevi più sentire!- esclamò tutto d’un fiato la ragazza con gli occhi azzurri, aumentando la stretta ogni secondo di più.
-Andrea! Prima di tutto calmati!!! E, secondo, fammi alzare! Mi stai stritolando!-
-Ok…- rispose la ragazza con una mezza risata, alzandosi e aiutando l’amica a fare lo stesso.
-Ora mi spieghi perché sei qui?- domandò, lanciando una rapida e fulminante occhiata al Ritornante dai capelli rossi, che deglutì.
-Certo! Axel mi ha detto che siete in pausa per le prossime ventiquattro ore, quindi ho pensato che ti sarebbe piaciuto venire alla festa che abbiamo organizzato con la classe!-
Jessie rimase di stucco, mentre l'amica iniziava ad aprire dei pacchi che sembravano molto pesanti e che Axel teneva in mano sembrando un facchino.
-Ecco… Allora, giorni fa sono andata a prendere a casa tua qualcosa di carino da mettere, pensando che non avessi portato con te degli abiti da festa… In realtà, speravo che mi contattassi per chiedertelo… E poi è arrivato Axel!! E comunque ho preso anche dei vestiti per Riku e Axel e anche per Kairi e Sora, pensando che volessero prendersi una pausa anche loro… Sono sicura che le nostre compagne non si lamenteranno… Poi ho portato qualcosa anche per Demyx, perché Axel mi ha detto che lui adora le feste… E ho portato tutto qui! Così ci potremo preparare con calma e andare alla festa stasera!-
I custodi e il resto dell’equipaggio rimasero a fissare la nuova arrivata increduli. Da quando aveva messo piede sulla nave, non aveva smesso di parlare un attimo, spiegando dettagliatamente il suo piano, che solo Jessie parve in grado di seguire. Ad un certo punto però il suo sguardo si posò sui tre strani individui che se ne stavano in piedi dietro i ragazzi. Uno sembrava un cane, il più piccolo sembrava una papera mentre il terzo era un enorme topo nero.
-Oh mio dio!- urlò Andrea, saltando in braccio ad Axel per lo spavento. (Ogni pretesto è buono… Ndmikifantasy^^) -E quelli cosa sono?!- chiese spaventata.
Paperino iniziò a sbattere nervosamente una zampa a terra infastidito, Pippo si grattava dubbioso la testa, non capendo a chi si riferisse la ragazza e Topolino invece, che si aspettava una reazione simile, aveva già preparato una risposta più che valida.
-Scusate la reazione…- disse la giovane dopo aver ricevuto i dovuti chiarimenti. -…ma non capita tutti i giorni di trovarsi davanti alieni-animali…- riprese fiato e proseguì. -Ehm… Accantonando la mia figuraccia, che ne pensate della mia proposta?- chiese ai ragazzi che stavano ancora ridendo per quella buffa scena.
-Bè, ecco… Se agli altri va bene…- rispose la custode del Tramonto, guardando i compagni e soffermando il suo sguardo sul sovrano che annuì con il capo e un sorriso dando la sua approvazione.
-Io ci sto!- rispose la rossa, avvicinandosi alla ragazza dagli occhi azzurri per presentarsi. -Piacere Andrea, io sono Kairi.- aggiunse, stringendole la mano.
-Anche a me va bene!- aggiunse Sora, imitando la compagna.
-Un po’ di svago ci serve.- continuò Riku.
-Evvai, si va a una festa!!!- esultò Demyx, saltando a destra e a manca.
-Perfetto!- rispose sorridente la ragazza dagli occhi azzurri. -E stanotte dormite tutti a casa mia! E’ già tutto pronto!-
I cinque ragazzi fissarono sempre più meravigliati la ragazza.
-Sì, confermo…- intervenne Axel. -La signorina si è fatta portare in giro per mezzo mondo e ha già preparato tutto… Ha fatto i letti, ha preparato una torta per fare colazione domattina e ha già pensato a cosa cucinarci domani a pranzo.-
-E vi assicuro che sarà tutto buonissimo!!- completò Andrea.
-Allora io accetto solo se risponderai correttamente a questa domanda…- disse Jessie, parlando con falsa serietà. -Che torta hai preparato per domani?-
-La torta della nonna, ovviamente!- rispose l’amica, aspettandosi quella domanda.
-Cosa stiamo aspettando? Dobbiamo prepararci!- rispose felice come non mai la keyblader dagli occhi color nocciola.





I nostri eroi hanno lasciato Amestris e si preparano alla nuova avventura! Vi sareste mai aspettati di vederli ad una festa di liceali? XD Suppongo di no XD Comunque! Questo capitolo, lo ammetto, è scritto da schifo e ho cercato di sistemarlo al meglio delle mie possibilità attuali senza sconvolgere troppo quello che già avevo scritto. Secondo punto! Qualcuno ha notato qualcosa? L'indizio che ho lasciato è abbastanza in evidenza e tenetevelo stretto perché i prossimi saranno da cercare con i cani da tartufo u.u Detto questo, ci sentiamo al prossimo capitolo!
See ya!!!

Per chi non conoscesse i personaggi di FMA: il soldato Maes Hughes ha una figlia di circa quattro anni se non sbaglio e la ama alla follia (si vocifera che la ami più della moglie!) e ha una vera mania nel farle fotografie che porta sempre con sé per mostrarle a chiunque! Dove le tenga e come faccia a portarsele tutte dietro, visto che sono una quantità smisurata, rimane un mistero XD


L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Bene sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Spero che sia lo stesso con questa schifezza, nonostante tutto <.< Stai tranquilla che per questa fic i capitoli non finiranno tanto presto XD Se non aggiornerò sarà perché sono bloccata a letto o in qualche posto sperduto senza internet, oppure perché sono stata rapita dagli alieni u.u Ciaooo!!! ^^

masterof dark: Sospettavi una cosa simile nei tuoi pensieri più contorti?? Se la risposta è sì, fatti dire che sei un genio! XD Ancora non so come fare ad avere il manga di 358/2 days, ma vedrò di informarmi <.<
ps: hai fatto una domanda difficile XD "in tutto" non so quanti siano, perché la fic è ancora un "work in progress", ma tra qualche giorno posterò il capitolo 70. Rassicurante eh? XD Fammi sapere cosa pensi del capitolo! Byeee!!! ^^

LightRoxas: Eh sì, Jessie ha 19 anni (perché avevo quell'età quando ho iniziato la fic XD), ma Riku ha la stessa età, mentre Kairi e Sora ne hanno 18, ho spiegato la faccenda degli anni nel capitolo 10 mi pare... Comunque sì, la fic è molto avanti rispetto alla conclusione di KH2, quasi tre anni più avanti. Mi dispiace tantissimo averla tirata così tanto per le lunghe, ma anch'io mi sono resa conto dopo che ogni mondo dura circa una decina di capitoli (e sia chiaro che non lo faccio di proposito, me ne meraviglio io stessa! XD), tranne quello dopo la festa che durerà un tantinello di più per ovvi motivi <.< Spero che questo chap ti sia piaciuto ^^ A presto!!

soral: Ciao gemellina ^^ guarda, per esigenze di copione ho preferito evitare la scenata tipica di Winry davanti ad un automail ridotto male, anche se mi sarebbe piaciuto inserirla XD Sono contenta che la parte finale del capitolo scorso ti sia piaciuta così tanto ^^ mi ricordo che quando l'ho scritta mi era venuta molto naturale! E' una delle poche scene dei primi capitoli che non ho cambiato! Mi auguro che anche questo ti sia piaciuto nonostante sia venuto malissimo <.< A presto gemellina <3

My Pride: Mia cara u.u dovrai passarmi il link famoso perché io mi perdo in giro quando cerco qualcosa XD Lo so bene che vedi lo yaoi anche dove non dovrebbe esistere, ma stai tranquilla che di scene ambigue ne ho scritte ben poche, ti sfido apertamente a trovarne u.u Mi fa piacere che le scene al tramonto ti piacciano ^^ Sappi che ce ne saranno tantissime altre nei capitoli avvenire ^^ Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!! <3

Deby92: Cara Deby, non preoccuparti se non sei puntuale con i commenti perché io in quanto a puntualità è meglio che mi faccio da parte XD Non parlo di EFP, ma di altri posti dove lascio i miei lavori, diciamo che la puntualità l'ho lasciata a chi riusciva a rispettarla XD Sono contentissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto! ^^ Con questo ho perso un pò di terreno, ma mi rifarò con i prossimi, stanne certa u.u Ciau ciau ^^



E anche oggi siamo arrivati indenni a fondo pagina... Indenni si fa per dire è un miracolo che non mi siano saltati i punti che sono stati messi al posto del dente <.< Comunque! XD Come sempre faccio gli ultimi ringraziamenti del caso u.u Ultimi, ma non meno importanti! Un grazie enorme e un abbraccio gigante a tutti quelli che leggono soltanto! Siete sempre tantissimi e io come sempre vi adoVo e "Vi" tantissimo XD Ci sentiamo il prossimo week end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 42
*** Capitolo 42: La festa ***


Buona domenica a tutti, miei carissimi lettori e carissime lettrici ^^ Anche questa settimana posto la domenica pomeriggio, ahimè la colpa è ancora una volta dei denti del giudizio, ma ora che me li hanno tolti tutti e due non ci saranno più problemi di questo tipo... però che dolor... ç.ç Ma passiamo oltre u.u Questo capitolo servirà da piacevole intermezzo per farvi rilassare e divertire, prima che accada il finimondo u.u Non vi dico altro! Godetevi il capitolo e la demenzialità che porta con sé! Buona lettura!!!

ps: il capitolo è dedicato alla mia amica mikyfantasy, che in questa fic veste i panni di Andrea ^^

Capitolo 42: La festa
Venerdì 6 giugno 2008, ore 21:30
Alla festa tutto procedeva alla grande. Le ragazze avevano affittato un locale all’aperto, con tanto di pista, bar e giardino. La musica era favolosa e il buffet sempre affollato. (Viva la 5Cps, la classe più mangiona d’Italia!! NdJe e mik)
Miryam e Rossella chiacchieravano tranquillamente, sedute su una panchina.
-Ma quando arriva Andrea? La festa è cominciata già da un pezzo!- chiese la bionda, guardando il suo orologio.
-Non so…- rispose dubbiosa l'altra controllando il messaggio che l’amica le aveva mandato poco tempo prima. -Lei mi ha detto che arrivava un po’ in ritardo, e che avrebbe portato una sorpresa…-
-Bha… Chissà a cosa si riferisce… Ehi Mir, andiamo in pista. Sono tutte là!-
Dopo una manciata di minuti, di fronte alla pista apparve una luce accecante, che capirono poi era un varco. Le ragazze si fermarono un po’ incuriosite e un po’ spaventate, mentre da quello strano passaggio uscivano diverse figure.
Jessie e il resto del gruppo si trovarono davanti a venticinque ragazze, con i rispettivi compagni, che si erano fermate di colpo (anche la musica si è spenta, come nei film… NdA) e guardavano i nuovi arrivati come se fossero fantasmi.
Andrea aveva fatto un’ottima scelta per i vestiti: lei indossava dei pantaloni neri e una canottiera color argento, Jessie una maglietta bianca a strisce grigie e dei jeans chiari, mentre Kairi indossava un vestitino rosa e bianco lungo fino al ginocchio. Per quanto riguarda i ragazzi: Riku indossava un paio di jeans scuri e una maglietta bianca con delle scritte grigie; Demyx aveva dei jeans chiari e una maglietta nera della D&G; Sora indossava dei pantaloni neri e una maglietta rossa; infine Axel dei jeans chiari strappati in più punti e una maglietta nera con delle scritte in argento.
I sette si sentirono subito al centro dell’attenzione e fu la ragazza con gli occhi azzurri ad intervenire, portandosi due passi in avanti.
-Ciao ragazze! Ho voluto farvi una sorpresa e sono riuscita a portarvi Jessie! Questi sono i suoi compagni di viaggio… E il rosso è mio, non si tocca!- puntualizzò la ragazza.
Quando le compagne si resero conto di chi avevano di fronte, la custode dai lunghi capelli castani fu sommersa da un’orda di ormoni impazziti che sparavano domande a più non posso.
Andrea e gli altri riuscirono a schivare con non poca difficoltà ogni assalto, posizionandosi ad una certa distanza di sicurezza, mentre l’amica rispondeva ad ogni domanda con calma e pazienza.
Quando le ragazze finalmente si calmarono, si avvicinò al gruppo di fuggitivi. -Questa me la pagate…- sussurrò a denti stretti.
La ragazza con gli occhi azzurri sapeva che quell’affermazione era rivolta soprattutto a lei, e si nascose dietro al braccio del rosso.
-Aiutami Axel, Jessie è pericolosa… Nascondimi!-
La castana alzò gli occhi al cielo e si rivolse alle ex compagne, per presentare il gruppo.
-Come ha detto Andrea, questi sono i miei compagni di viaggio: loro sono Sora e Kairi…- disse, indicando i due ragazzi che si tenevano a braccetto. -Il biondino si chiama Demyx, Axel lo conoscete già…- si fermò per permettere all’amica di dire la sua, perché sapeva che doveva nuovamente precisare la situazione in cui il rosso si trovava.
-Ed è il mio ragazzo.- annunciò, infatti, orgogliosa, mentre spuntavano alcuni sguardi delusi tra le ragazze single.
-Mentre lui…- continuò prendendo sotto braccio l’argenteo. -Bè, lui è Riku… Anche lui l’avete già visto e comunque…-
Il ragazzo intervenne stringendola a sé. -Stiamo insieme.-
Altri sguardi delusi si riaccesero, ma diventarono fiamme di guerra quando capirono che il Ritornante dai capelli biondi era l’unico disponibile.

Dopo mezzora dall’arrivo, finalmente il gruppetto di amici era riuscito ad isolarsi dalle ragazze, ritagliandosi un po’ di pace nel giardino. (Tutti a parte Demyx che era stato rapito da alcune ragazze fameliche… Poverino… NdA)
-Cavoli… Certo che sono davvero…- cercò di commentare la principessa del cuore, senza però trovare le parole giuste.
-Pazze!- terminò il castano, come se niente fosse.
-Sora!- lo riprese la rossa.
-Tranquilla, ce lo dicono tutti…- fece una ragazza, avvicinandosi al gruppo. -Io sono Rossella, la vecchia compagna di banco di Jessie, mentre lei è Miryam.-
-Ciao Rossy, Miryam!!- urlò la custode dagli occhi nocciola, lanciandosi tra le braccia delle due ragazze. -Come va ragazze? Tutto bene?- chiese poi.
-A noi tutto bene… E vedo che anche tu non te la passi male, vero?- rispose la biondina, guardando con la coda dell’occhio Riku che arrossì di colpo, come Jessie. -Voglio partire anch’io per lo spazio, visto che ci sono dei ragazzi del genere!-
Miryam intervenne, prima che i due diventassero rossi come pomodori maturi. -Bè, Rossy, non c’è bisogno di andare nello spazio… Prendi come esempio Andrea…-
Dopo questa affermazione la ragazza dagli occhi azzurri arrossì lievemente, mentre la bionda si voltava fulmineamente verso di lei.
-Hai ragione! Andrea, tu come te lo sei preso questo ragazzo?-
Axel decise di rispondere al posto della ragazza. Si avvicinò di più a lei e mise il braccio intorno al suo collo.
-Mi dispiace deluderti, ma vengo anch’io da lontano! Ed è stata Jessie a presentarci…-
Rossella rimase allibita e poi lanciò uno sguardo truce all’amica.
-Je! Perché non l’hai presentato prima a me?-
-Ma guarda che mentre lo presentavo a te, Andrea spariva chissà dove e poi tu hai il tuo ragazzo! A proposito, dove l’hai lasciato?-
-Pignola!- poi rifletté sulla domanda fattale dall’amica. -Ma sai che non lo so…-
Più tardi lo scovarono in angolo poco visibile insieme a Demyx, miracolosamente sfuggito al suo amaro destino di preda, a parlare di calcio e criceti.

Arrivarono a casa di Andrea all’una passata.
-Mamma che stanchezza…- disse la ragazza, aprendo la porta con le chiavi. -Allora, adesso vi spiego tutto… Ho sistemato i letti e le brande nelle varie stanze: Riku e Jessie dormiranno in salotto, Sora e Kairi nella camera matrimoniale, Io e Axel nel mio lettone e Demyx in camera di mia sorella…-
-Wow… Che organizzazione…- commentò la rossa.
-Adesso vi accompagno nelle varie stanze e vi mostro la casa…- aggiunse entrando.
-Andrea… ti posso chiedere una cosa?- intervenne Demyx imbarazzato.
-Se cerchi Schizzo è già nella tua stanza che ti aspetta.- rispose con un dolce sorriso, incominciando a mostrare le disposizioni per la notte mentre il biondino esultava felice e impaziente.

Facendo molta attenzione a non svegliare i due occupanti del salotto, sgattaiolò in cucina. Entrò nella stanza senza accendere la luce, procedendo sicura… Forse un po’ troppo!
-Ahi!-
Andrea cercò di strozzare l’urlo in gola. Come al solito aveva sbattuto il piede contro la gamba del tavolo. -Maledetto tavolo!- pensò con odio.
Ripresasi dal colpo, aprì la porta del frigorifero e iniziò a rovistarci dentro.
-Chi è?- chiese una voce assonnata, mentre la luce della cucina si accendeva.
-Merda…- pensò la ragazza. -Jessie, sono io…- disse sbucando dall’anta del frigo. -Scusami, non volevo svegliarti.-aggiunse poi.
-Non fa niente… Ma puoi spiegarmi che ci fai a quest’ora in giro per casa?-
-Ehm… Ecco… Sono venuta a prendere… Ehm…-
-Andrea, ma che hai in mano?!-
La ragazza con gli occhi azzurri chiuse l’elettrodomestico, mostrando l’oggetto tra le sue mani con aria colpevole.
Si trattava di una bomboletta spray di panna montata.
-Andrea! Ma ti metti a mangiare la panna…-
Stava per aggiungere altro, ma il viso arrossito della ragazza fece capire alla custode le sue reali intenzioni.
-Oddio… Pure i giochini con la panna ti metti a fare?!- rimproverò la castana.
-Eddai Je! Volevo fare uno scherzetto ad Axel! Che male c’è?-
-C’è che vogliamo riposare… Soprattutto Axel e gli altri ragazzi. In quest’ultimo periodo si sono dovuti impegnare il doppio per colpa mia…- sospirò la ragazza dagli occhi nocciola sedendosi al tavolo.
-Non mi sembra che lui fosse dello stesso parere poco fa…- si giustificò con tono malizioso la ragazza.
-Andrea, io non sto scherzando… Quindi per piacere lascialo dormire in pace.- sentenziò seria.
-Scusa Jessie…- rispose. -Ma è successo qualcosa? Sembri preoccupata… A me puoi parlarne, lo sai…- aggiunse sedendo accanto all’amica.
-Ti ricordi di quando ti ho parlato dei miei poteri di custode?-
-Certo…-
-E ricordi anche che ti dissi che nonostante appartenga alla Luce, il mio cuore possiede una parte oscura?-
-Sì che me lo ricordo, ma cosa stai cercando di dirmi Jessie?- domandò, cercando di incrociare lo sguardo dell’altra.
-Ho perso il controllo due volte… Il nostro nemico sta risvegliando la mia parte oscura, facendo leva sui miei ricordi…-
Calde lacrime cominciarono a scendere copiose dalle iridi color nocciola, mentre la voce della keyblader, solitamente ferma e sicura, si faceva tremante, scossa dalla paura e da un’insicurezza che l’amica non le vedeva da tempo.
-Quei ricordi orribili che per tanto tempo hanno occupato le mie notti, che per troppo tempo mi hanno incatenata nel buio del passato…- si fermò perché ormai il pianto era riuscito a sopraffare la sua voce e il dolore dei ricordi ad annebbiarle la mente.
Andrea si alzò e strinse l’amica sé. Sapeva quanto aveva sofferto la ragazza e sapeva quanto tempo e forza di volontà ci siano voluti per accantonare il passato e tornare a sorridere al presente. Inoltre, sapeva che la custode aveva altro da dire, quindi non intervenne e attese le ultime parole che non tardarono a farsi udire.
-Se non fosse stato per Riku, Axel, Demyx e gli altri a quest’ora non so dove avrei potuto essere…- proseguì, mentre stringeva la maglietta dell’altra nei pugni, fino a sbiancare le nocche. -Ho avuto paura Andrea… Ho avuto paura di perdermi nel mio passato… ma soprattutto ho avuto il terrore di fare del male a loro… Ho perso il controllo… Non ero più io…-
Chiuse gli occhi e le lacrime presero il posto delle parole. Si strinse maggiormente all’amica come ad un’ancora di salvezza. La sua sola presenza accanto a lei era in grado di farla stare bene, di calmarla. Questo la ragazza con gli occhi azzurri lo sapeva, perciò cominciò a passare lentamente la mano sul capo della castana, mentre pensava a come fare per darle anche solo un piccolo aiuto in quel momento buio.
-Jessie…- iniziò. -…non devi aver paura del passato proprio per quello che è. Sono una parte di te e non puoi nemmeno pensare di cancellarla in modo definitivo, ma questo non vuol dire che tu debba arrenderti… Sei una ragazza forte, ma ricordati che in questa battaglia contro te stessa non sarai sola… Ora hai Riku e gli altri al tuo fianco e anche se non mi vedrai, io sarò con te…-
Detto questo, creò una breve distanza dall’altra in modo da guardarla in viso. I suoi occhi color nocciola, solitamente luminosi, ora erano offuscati dal velo delle lacrime che ancora correvano lungo le sue guance. Andrea mostrò un sorriso incoraggiante, poi le asciugò il volto con la manica del pigiama. -Adesso basta piangere… Fammi un bel sorriso.-
La custode si sforzò e le regalò un piccolo sorriso. -Grazie Andrea, senza di te non so cos’avrei fatto…-
-Non dirlo nemmeno… Lo sai che puoi contare sempre su di me…-
-Sì, lo so.- confermò con un altro sorriso.
-Adesso però torniamo a dormire, è tardi e sei venuta qua per riposare…-
-Hai ragione, buona notte.- salutò, avvicinandosi alla branda, mentre l’amica spegneva la luce e tornava nella sua stanza.
-Buona notte Je.-

La mattina seguente la custode del Tramonto si svegliò di malavoglia. Soppresse uno sbadiglio con la mano e guardò l’orologio.
-Le undici passate… Ormai la colazione è andata…- pensò, mentre osservava l’argenteo accanto a lei, ancora immerso nel mondo dei sogni. Dei rumori provenienti dalla cucina la convinsero ad alzarsi.
-Ciao Andrea!-
-Ciao Jessie…- rispose la ragazza, priva di entusiasmo mentre continuava a lavorare sui fornelli.
-Ma che hai?- chiese la castana preoccupata avvicinandosi di più all’amica e notandone il viso assonnato e le occhiaie evidenti.
-Ieri sera dopo la nostra chiacchierata sono tornata in camera e Axel dormiva… Ho appoggiato la panna sul comodino e mi sono infilata sotto le coperte, ma lui si è svegliato e…-
-Andrea! Ti avevo detto di lasciarlo dormire! Povero Axel!-
-Bè, diciamo che è stato lui a non lasciarmi dormire… E poi, povero Axel?! Lui è di là che se la dorme, io invece sono in piedi da tre ore per sistemare casa e preparare il pranzo…-
-Va bene, non arrabbiarti…- rispose l’altra, ormai rassegnata. -Posso fare qualcosa per aiutarti?-
-Mi serve solo che svegli la massa… Poi vi preparate e venite a mangiare tutte le cose squisite che sto cucinando…- rispose la ragazza con un sorriso poco convincente sul viso.
-Ok, agli ordini!-
Poco dopo, a tavola, i ragazzi mangiarono con gusto tutto ciò che la ragazza dagli occhi azzurri aveva preparato apposta per loro.
-Mmmmm… Che buono…- commentò Sora, divorando il risotto alle fragole.
-Concordo! È favoloso!- continuò Demyx.
-Sei davvero una cuoca coi fiocchi!- aggiunse Kairi.
-Ma va, troppo buoni… Basta solo seguire le ricette…- rispose la ragazza imbarazzata.
Anche la seconda portata ricevette pieni voti, e dopo la pausa caffè fu finalmente il turno della torta.
Jessie, con occhi lucidi fingendo un pianto di gioia cominciò a esultare. -Evvai! La torta della nonna! Sìììì!!!!-
Il resto del gruppo la fissava sconcertato, dato che era la prima volta che la ragazza si comportava in quel modo.
-Lasciatela stare… E’ una torta-della-nonna-dipendente!- rispose l’amica.
La reazione degli altri, dopo che ebbero mangiato il famoso dolce, fu più o meno la stessa di quella della compagna. (La torta della nonna non fallisce mai!! NdMik)
-Andrea… Sai cosa manca a questa torta buonissima?- chiese poi il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Cosa?!- chiese curiosa la ragazza… nessuno aveva mai criticato la torta.
-Ecco… Un po’ di panna montata sopra!- rispose il rosso sorridendo, mentre gli altri non capivano il senso di quell’affermazione, a parte Jessie che incominciò a ridere. Axel schivò per poco una forchetta lanciata dalla proprietaria di casa e capì che la battuta non era stata apprezzata.
-Eddai piccola, scherzavo…-
-Jessie, mi sono appena ricordata una cosa!-
-Che cosa Andrea?-
-Che Axel oggi laverà i piatti e pulirà la cucina!-
-Che cosa?!- cercò di replicare il rosso.
-E’ meglio se fai come dice…- iniziò la custode. -Qui gli uomini devono lavorare!-
-E perché?-
-Perché altrimenti noi due ci arrabbiamo e non so se poi sarai in grado di raccontarlo…- spiegò la ragazza con gli occhi azzurri, appoggiando i gomiti sul tavolo e mettendo il volto tra le mani.
-Ok, ok… Lo farò…- rispose abbattuto il ragazzo.
-Ma che c’entra la panna ora?- chiese incuriosito l’argenteo, ricevendo come risposta le risate delle due amiche e gli sbuffi del Ritornante.

Il pomeriggio era passato allegramente, con Axel che faceva la casalinga e gli altri ragazzi che si divertivano a prenderlo in giro. Andrea aveva scattato anche qualche fotografia all’insaputa di tutti mentre i viaggiatori si godevano i loro pochi attimi di libertà.
-Ragazzi, sono le cinque… Le ventiquattro ore di viaggio sono quasi finite…- annunciò la custode del Tramonto, guardando l’orologio.
-Nooo… Di già?!- chiese Demyx, che giocava con Schizzo seduto sul pavimento di fronte agli amici che sedevano sul divano.
-Jessie ha ragione… Ci siamo presi una bella vacanza, ma sapevamo che sarebbe durata poco…- aggiunse il custode dell'Alba con una nota di tristezza.
Il gruppo di amici si alzò e tutti si voltarono a ringraziare Andrea.
-Ma figuratevi, per me è stato un piacere!- rispose la ragazza sorridente, abbracciando a turno i ragazzi. Quando toccò a Riku, la ragazza sussurrò una frase che fece venire la pelle d’oca all’argenteo.
-Ciao Riku…- e poi, a bassa voce. -Falla soffrire e vedi come ti concio poi…-
In seguito l’attenzione di Andrea fu tutta incentrata sull’amica.
-Jessie… Mi raccomando… Fai la brava… E non preoccuparti… Se hai bisogno di sfogarti io ci sono sempre, lo sai vero?-
-Sì lo so… Grazie di tutto… A presto…- rispose la custode, abbracciando l’amica. -Piuttosto, falla tu la brava quando non ci sono e Axel viene da te… soprattutto con certi giochini che ben sappiamo…- aggiunse poi la ragazza, mentre Andrea scoppiava a ridere arrossendo.
Infine fu il turno per la ragazza di salutare Axel.
-Mi mancherai….- le disse il rosso, stringendola in un dolce abbraccio.
-Anche tu… Mi raccomando, stai attento! E curami Je… Per qualsiasi cosa io ci sono…-
I due si unirono in un tenero bacio, che però lentamente divenne molto passionale.
-Ehm…- i due furono interrotti da un colpo di tosse di della castana. -Se volete vi lasciamo soli…- proseguì sorridendo e facendo arrossire l’amica.
-No… Dobbiamo andare…- rispose serio il Ritornante. -La nostra missione ci attende… Ciao Andrea… Ci vediamo presto…-
-Ciao ragazzi… State attenti e fatevi sentire!- li salutò la ragazza mentre i compagni sparivano dentro un varco di luce.
Quando fu sola, si concesse il lusso di versare qualche lacrima.




Quanta nostalgia... la 5°Cps... ç.ç Come mi mancano gli anni del liceo...
Questo capitolo, come ho detto all'inizio, è stato usato come intermezzo comico, ma ha anche un secondo scopo, ovvero far risaltare l'amicizia che lega Jessie ad Andrea, un legame che nulla potrà mai spezzare <3
E così terminò la pazzia... almeno qui a parole u.u Perché lo sclero del capitolo 42 continua con un piccolo e innocente video fatto da me e la mia assistente XD Quel video poi è stato seguito a ruota da altri due che contengono gli strafalcioni di registrazione, vi lascio i link così potete guardarveli e vedere fino a che punto arriva la vostra Fly89 in compagnia di mikyfantasy XD (Nei video abbiamo altri nomi, ma siamo sempre noi XD e per aiutarvi -siamo sceme uguali e a volte ci confondono- vi dico che io sono quella con gli occhiali e la mik è quella con gli occhi azzurri!)

Un video sclerato!!!
Errori (o orrori?!) di registrazione!!! - Parte 1     Parte 2
Regalo di natale!! (parte 1)       (parte 2)

L'ultimo video lo abbiamo girato che ormai era Natale, ecco spiegata l'atmosfera natalizia... Che altro vi posso dire? Ah sì, la "faccenda della panna", bè ovvio, si riferisce a ciò che combinano Andrea e Axel con la panna spray XD
Detto questo passo alle recensioni ^^ A presto!
See ya!!!



L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Eh sì, una festa per liceali XD E così non hai resistito e sei andata a sbirciare, trovando gli indizi vari <.< Bè, questa storia l'ho cominciata nel lontano luglio del 2008, quindi è normale che sia un bel pò più avanti ^^ Ma non preoccuparti, postando ogni week-end mi metterò in pari in un batter d'occhio! Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Byee!!!

masterof dark: Troppo in vista dici? La nostra gatta ha una mente contorta e come hai detto tu non si fa vedere da chi non vuole essere vista, ma ad altri può sempre mostrarsi u.u La festa non è stata descritta nei minimi dettagli perché quella vera è andata molto diversamente e quella parte di capitolo l'ha gestita totalmente la mia assistente, ma spero che ti sia piaciuta lo stesso ^^ Ciauuu!

LightRoxas: Dalla tua recensione credo che ti fossi immaginato una festa in abiti eleganti, spero di non averti deluso. In questo capitolo io e mikyfantasy abbiamo cercato di ricreare l'atmosfera della festa dei maturandi che abbiamo fatto a scuola, ovviamente quella che hai letto è una versione moooolto modificata di ciò che realmente accadde il 6 giugno 2008 u.u Ti faccio gli auguri in ritardo ^^ Ma... sei veramente così giovane???? O.O *si riprende dallo shock* Mi auguro che il capitolo ti sia piaciuto ^^ A presto!!

soral: Ottima deduzione gemellina ^^ io lascerei perdere i poteri strani però.. ma non ti dico altro o rischio di fare spoiler enormi XD Complimenti per aver trovato l'indizio e per averlo interpretato nel modo giusto ^^ Spero che anche questo chap ti sia piaciuto gemellina <3 Byee!!!

Deby92: Ciao carissima ^^ sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto! E non preoccuparti per il prossimo mondo, è un posto che forse nessuno potrebbe immaginare, tranne la sottoscritta che ha pensato di utilizzarlo per i suoi fini XD Comunque non fare molto caso al mio autocriticismo, perché è veramente esagerato XD Alla prossima!

My Pride: Carissima non preoccuparti del ritardo, perché lo sono anch'io XD e sono consapevole di quanto possa essere traviante giocare a Final Fantasy u.u Questo sclero dal prossimo mondo prenderà una piega decisiva, che nessuno si aspetta, vedrai, ti sorprenderò u.u Ciauuu <3


Bene bene... Dunque u.u Nel prossimo capitolo i nostri eroi raggiungeranno la loro nuova meta. Questo mondo dovreste conoscerlo tutti e chi non lo conosce s'è perso un gran pezzo dell'animazione u.u Non è un manga e nemmeno un anime, ma neanche un mondo Disney! Per sapere di cosa parlo dovrete aspettare il prossimo week-end! Prima di andarmene ringrazio chi legge soltanto questa fic, come sempre vi adoVo tutti ^^ A presto!!!


Risposte alle recensioni di "La Rosa e il Fuoco"

soral: Grazie gemellina, sono contenta che la fic ti sia piaciuta ^^ Non so a quanti verrebbe in mente di usare Axel come uke, ma a me l'idea intriga tantissimo XD e grazie anche per aver commentato "Devil's Trill" ^^

Lusty: E' vero, la coppia è insolita e poco conosciuta, ma mi fa piacere che ti sia piaciuta ^^ Non so se leggerai mai questa risposta, ma grazie per aver commentato questa shot ^^

Simple Girl: Alla fine sono riuscita a farti piacere anche Axel nei panni dell'uke u.u sono un genio del male... Muahahahah!!! Scemenze a parte, grazie dei complimenti piccola ^^

Un ultimo, ma non meno importante, ringraziamento va a xemnas90 che ha messo la fic tra le preferite e a soral per averla inserita tra quelle da ricordare <3 Grazie mille ^^

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Capitolo 43
*** Capitolo 43: Vecchi amici ***


Buonsalve carissimi lettori e carissime lettrici!!! Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta che ho postato... questa settimana è stata davvero lunga <.< Ma basta parlare dei fatti miei e veniamo a noi! Banditore passami il copione! u.u *l'omino arriva di corsa con la sua trombetta in spalla e un rotolo di pergamena nella mano* Siamo tornati alle vecchie abitudini? *il Banditore scuote la testa* Come sarebbe a dire che sono finiti i fogli? *l'autrice si schiaffa una mano in faccia* Va bene, fa nulla... il rotolo di pergamena è più fiQuo u.u Dunque! *l'omino suona la trombetta* Non ho ancora iniziato razza di demente... Ora taci finché non ho finito la presentazione! *l'omino annuisce* Bravo. Dicevo! Dopo l'intermezzo festaiolo e i video che da esso sono nati, i nostri eroi sono ripartiti per la loro missione e in questo capitolo approderanno in un nuovo mondo, ma quale? Leggete e scoprite! Buona lettura! *il Banditore suona la trombetta*


Capitolo 43: Vecchi amici
-Ragazzi!- esclamò Topolino. -Già di ritorno?-
-Sì, non volevamo perderci l’atterraggio.- disse Sora, raggiungendo i compagni vicino ai comandi.
-Noi andiamo da Leon e gli altri.- comunicò Axel.
-Va bene, quando saremo atterrati, vi contatteremo.- rispose il Re.
-A più tardi!- salutarono i due Ritornanti prima di svanire nella luce di un varco.
-Quanto manca?- domandò Kairi.
-Ancora un paio d’ore e poi…- cominciò il mago di corte per poi bloccarsi. -Oh oh…-
-Qualcosa non va Paperino?- domandò il castano.
-Sedetevi e allacciate le cinture, siamo in rotta di collisione con un campo di asteroidi.-
Il keyblader dai capelli castani rimase a guardare il papero per un paio di secondi, poi scattò a sedersi e si mise la cintura.
-Sora, ma che ti prende?- gli chiese la rossa, avvicinandosi.
-Quando Paperino ha quello sguardo, è meglio essere seduti e ben ancorati al sedile!-
-Pippo! Vai alle armi!- fece il mago, mentre si girava il berretto che aveva sul capo.
-Subito Paperino!- rispose il cavaliere, correndo alla sua postazione.
-Voi mettevi tutti seduti!- affermò infine il mago di corte. -Ci sarà un po’ di movimento.-
-E’ abbastanza fitto come campo di asteroidi… pensi di farcela?- domandò il custode della Catena Nobile.
-Vostra Maestà, andate a sedervi e non preoccupatevi.- disse, mentre uno strano luccichio prendeva vita nei suoi occhi dalla pupilla scura.
Topolino deglutì e corse al suo sedile.
Il mago di corte lanciò un’occhiata d’intesa al suo migliore amico cavaliere, intrecciò quelle che si potevano dire le “dita” e le fece scrocchiare per poi rimetterle sulla cloche.
-Via!!!- urlò il papero, spingendo la nave in avanti e cominciando a evitare un meteorite dietro l’altro compiendo manovre complicate. Una virata a destra fu seguita da un doppio avvitamento a sinistra e un’improvvisa discesa.
-Sembra di essere sulle montagne russe…- sussurrò la keyblader del Tramonto, mentre si teneva al sedile.
-Cosa?- le chiesero gli altri custodi all’unisono.
-Nulla…- rispose, ma l’ennesima manovra le fece vedere il soffitto al posto del pavimento e viceversa. -No… è molto peggio!!!- pensò con disperazione.
Come lei, anche gli altri passeggeri avevano pensieri simili. Solamente il pilota sembrava divertirsi e il capitano dei cavalieri reali era concentratissimo sul suo compito: aveva un occhio stretto e la lingua tra le labbra per prendere la mira.
-Paperino! Un meteorite enorme sta per venirci addosso!- esclamò a un tratto, mettendosi le mani sul cappello.
-E sparagli!- sbottò per risposta il papero, mentre evitava un ostacolo salendo di quota.
-E’ troppo grande! Rischiamo che i detriti ci danneggino!-
Il mago sbuffò seccato. -A che ora si trova?-
Pippo si grattò la testa con l’indice e poi guardò l’orologio. -E’ ora di cena, ma non so se il meteorite ha fame…-
Paperino si batté un’ala sul viso, facendola scivolare sul becco per poi girarsi verso il compagno. -Intendevo da che parte si trova il meteorite!! L’ora!-
-Ah!- fece l’altro, per poi concentrarsi sul radar. -Allora… Dovrebbe trovarsi a quattrocento metri di distanza da noi… e si trova… tra le sei meno un quarto e le sei meno dieci!-
Il papero portò lo sguardo al cielo e sospirò. -Pippo, occupati di ciò che abbiamo davanti finché non rimetto in quota la nave…-
-Ok!-
Con un avvitamento verticale, la gummiship si capovolse portando il “muso” dalla parte opposta così il mago poté vedere le dimensioni del nuovo ostacolo.
-Dovrebbe avere un diametro di circa cinquanta metri…- mugugnò ancora altre frasi tra sé e sé e poi rimise la nave nella posizione originale. -Pippo, tieniti pronto a sparare. Fuga d’emergenza numero sette.-
-Ho capito!-
Paperino aspettò che l’amico fosse pronto e concentrato e poi si voltò verso i passeggeri terrorizzati con un ghigno.
-Tenetevi stretti perché ci sarà da ballare… e da divertirsi!- tutti annuirono e strinsero la presa sui sedili.
In pochi secondi, la gummiship fu rivolta verso l’alto e cominciò a sfrecciare a tutta velocità tra i meteoriti che il cavaliere non riusciva a colpire.
Tra capriole, avvitamenti, virate improvvise ed esplosioni, dopo un paio di minuti, la nave si ritrovò perfettamente intatta nello spazio aperto, con la sola vista delle stelle. I custodi non seppero dire se, quando il loro compagno piumato aspettasse l’ultimo secondo per evitare gli oggetti rocciosi che ostacolavano la loro avanzata, lo facesse di proposito o altro… e preferirono non chiedere…
Il mago di corte si voltò soddisfatto verso gli amici, che non reagirono come credeva: Kairi e Riku si tenevano lo stomaco, Jessie si faceva aria con la mano e Sora e il Re lo guardavano con occhi assassini.
-Che c’è?- chiese con una nota di timore.
-Paperino, mi spieghi cosa pensavi di fare?- lo rimproverò Topolino. -Non sei più a quelle gare che facevi tempo fa!-
-Sì… Avete ragione Maestà… mi dispiace…- disse, grattandosi la nuca. -Ma non ho resistito… Lo sapete come sono fatto… E comunque vi ho portati fuori dal campo di asteroidi tutti interi e la nave è intatta, quindi che problema c’è?-
Il castano e il sovrano rinunciarono a far capire all’amico che la sua guida spericolata li aveva quasi fatti morire per la paura.
-Comunque…- riprese il papero tornando alla sua postazione. -…per evitare quell’enorme meteorite, siamo usciti dal campo e abbiamo cambiato rotta. Il viaggio durerà tre ore invece di due…-
-Quindi niente di grave.- fece il sovrano, avvicinandosi.
-Adesso potete godervi il resto del viaggio!- affermò l’altro rimettendo mano alla cloche per far avanzare la gummiship alla sua solita e placida velocità.

***

La strega vestita di nero riaprì gli occhi improvvisamente, mentre usciva dallo stato di meditazione, e si accasciava a terra con il respiro affannato, tenendosi al suo scettro.
-Ci sono andata molto vicina…- pensò, rialzandosi in piedi. -Nonostante la sua natura e quella di coloro che lo abitano, quel mondo è stato difficile da localizzare e per ora non ho visto brecce per potervi entrare…-
Un brivido lungo la schiena e un tremolio d’energia interruppero le sue riflessioni e attirarono la sua attenzione dalla stanza attigua.
-Pare che siano nate nuove parole sul futuro che ci attende…-
La donna drago uscì dalla grande sala circolare e si spostò in quella accanto: la biblioteca. I suoi passi lenti ma decisi, risuonavano nel silenzio del castello scandendo lo scorrere del tempo, che in quel luogo sembrava fermo e immutato da quando era stato lasciato al suo destino. Aprì la porta di legno scuro ed entrò, chiudendosela alle spalle.
Si mosse tra gli scaffali senza fretta, infine giunse davanti a quello che ospitava il libro della profezia. Lo prese tra le mani e fece scorrere le pagine fino a quella in cui erano comparse nuove arcane parole.

.: L’inizio della caduta :.

Quando il Tramonto inizierà la discesa,
Un primo buio lo schiaccerà
Allontanandolo di un passo dalla Luce
E spingendolo sulla linea di confine.
L’emissario giungerà
E sarà l’inizio di una notte nera
In cui nessun bagliore potrà brillare.

Malefica sgranò gli occhi.
-Il momento sta per giungere…- rifletté posando il libro su di una scrivania e sedendosi davanti ad essa. Copiò i nuovi e terribili versi su una pergamena, dopodiché rimise il volume al suo posto e tornò nella stanza in cui si dedicava alla meditazione.
-Ora non posso raggiungere il Re, ma dovrò farlo al più presto…- pensò, osservando i custodi dalla sfera che stava sulla sommità del suo scettro. Il suo sguardo si posò sulla ragazza dai lunghi capelli castani, stretta tra le braccia del ragazzo dagli occhi acquamarina.
-Chissà se il legame che unisce Alba e Tramonto è più forte della Notte che li separa…-

***

Circa tre ore dopo, la nave dalle vivaci tonalità rosse e gialle giunse in prossimità di un mondo abbastanza grande, ricco di verde e acqua.
-Sembra un posto tranquillo…- fece Kairi guardando dal vetro dell’abitacolo.
-Maestà…- intervenne Jessie. -…che mondo è? È pieno di magia.-
-Questo è il mondo delle favole…- rispose Topolino. -In questo luogo vivono creature di ogni genere e la maggior parte di esse sono magiche.-
-Come fate a conoscerlo così bene?- chiese Sora curioso.
-Perché il sovrano è un mio vecchio amico! È tantissimo tempo che non lo vedo, forza Paperino, cominciamo le manovre di atterraggio!-
-Sissignore!- rispose il mago di corte, mentre tutti sedevano ai loro posti con il crescente desiderio di visitare il nuovo mondo che li stava aspettando.

***

Il soldato correva a perdifiato per i grandi corridoi del castello, emettendo un continuo sferragliare con l’armatura, che rimbombava tra le alte pareti di marmo chiaro. Arrivato davanti alla sala del trono, si fermò di colpo rischiando di scivolare e riprese fiato mentre i suoi due colleghi che stavano di guardia gli chiedevano il motivo di tanta fretta.
-Devo… parlare… con… il Re… è urgente…- rispose, compiendo ampi respiri per riprendersi.
-Cosa sta succedendo?- chiese la guardia di destra, alzando l’elmo e mostrando i suoi occhi scuri. -Il Re sta parlando con la principessa e il suo sposo…-
-E’ una questione urgentissima!!- gridò.
-Va bene…- disse il soldato di sinistra, abbassando la lancia che aveva alzato davanti alla grande porta di legno massiccio. -Puoi passare.-
-Grazie!-
Oltrepassò i due e spalancò le pesanti ante dell’ingresso alla sala e senza troppe cerimonie irruppe nella stanza.
-Maestà!-
-Cosa succede?- chiese allarmato il sovrano.
-Una nave spaziale in avvicinamento!-
-Dove atterrerà?-
-Ha chiesto di poter atterrare nel cortile posteriore del castello Sire.-
-E chi è ai comandi?-
-Un vostro vecchio amico Maestà, Re Topolino!-
Un largo sorriso si dipinse sul suo volto a sentire il nome di un amico che da molto tempo non vedeva di persona.
-Accordategli il permesso di atterrare, li raggiungeremo immediatamente.- affermò scendendo dal suo trono, imitato dalla consorte. -Vogliamo andare Lilian?- domandò infine il rospo alla sua Regina.
-Certamente Arold, sarà un piacere rivedere Topolino dopo tanto tempo!-

Con sicurezza e attenzione, la gummiship atterrò nel cortile generando una grande nuvola di polvere, che investì l’araldo presente che aveva l'ordine di ricevere i nuovi giunti. Pochi minuti dopo, il portellone si aprì e i viaggiatori scesero uno dietro l’altro con il sovrano del Castello Disney in testa.
-Siate i benvenuti.- disse l’uomo vestito con una calzamaglia color vino, inchinandosi. -Re Arold sarà qui tra poco.-
-Topolino!- gridò il rospo affiancando il suo servitore.
-Arold?- il custode guardò la creatura con stupore crescente. -Ma che ti è successo?-
-Ho solamente riacquistato le mie vecchie sembianze…- spiegò con un sorriso.
-Ma non è una cosa grave.-
La Regina prese il marito in braccio e sorrise a sua volta all’amico. -Salve Topolino, è molto che non ci vediamo.-
-Lilian.- rispose il keyblader, facendo un inchino. -Bella come sempre.-
-E tu il solito adulatore!- replicò con una risata la donna.
-Sono contento di trovarti in salute, cosa ti porta in quest’angolo dell’universo?- chiese Arold.
Topolino si fece serio e sospirò. -I tempi sono bui, l’Oscurità minaccia nuovamente il regno della Luce e in qualità di custode è mio dovere intervenire.-
-Capisco…- disse, poi allungò lo sguardo sui compagni di viaggio del suo amico. -Topolino, chi sono i giovani che ti accompagnano?-
Il Re si girò. -Ricorderai certamente il mago Paperino e il cavaliere Pippo.-
-Ma certo! Sono contento di rivedere anche loro!- i due come risposta fecero un profondo inchino in segno di rispetto.
-Invece, loro sono Sora, Kairi, Riku e Jessie. Gli altri custodi.-
I quattro chinarono il capo.
-Sembrano dei giovani in gamba, il regno della Luce è in buone mani.- affermò la Regina con un sorriso.
-Sono d’accordo con te, mia cara. Ma basta stare qui in piedi! Rientriamo!- esclamò allegro il Re ranocchio.
Topolino, Paperino e Pippo, si affiancarono ai regnanti, per parlare dei vecchi tempi e per raccontarsi ciò che era accaduto dall’ultima volta che si erano visti. Nel frattempo, i quattro custodi li seguivano in silenzio, guardandosi attorno con curiosità.
Quando giunsero davanti alla porta della sala del trono, le due guardie fecero il saluto militare e aprirono l’entrata per far passare i sovrani e i loro ospiti. Sguardi di puro stupore nacquero sui volti di questi ultimi, quando videro le tre figure al centro della grande sala di marmo chiaro. Un mulo e una creatura verde li stavano osservando con interesse, mentre una terza figura simile alla seconda gli andò incontro con un crescente sorriso sul volto.
-Re Topolino, è un piacere rivedervi dopo tanto tempo.- iniziò, chinando il capo in segno di saluto, quella che sembrava una ragazza dall'aspetto di orco, che portava dei lunghi capelli rossi legati in una treccia.
Il sovrano dalle grandi orecchie rotonde non riusciva, però, a riconoscere chi gli stava davanti, anche se la sua voce non era del tutto estranea ai suoi ricordi.
-Leggo confusione nei tuoi occhi, amico mio.- intervenne il rospo. -Lei è mia figlia Fiona, l’ultima volta che l’hai vista aveva pochi anni.-
-Mi sembrava di aver già sentito la tua voce. Ma che ti è successo? La tua trasformazione non avveniva solo dopo il tramonto o sbaglio?- chiese il Re dubbioso.
-Non sbagliate Maestà, è solo che ho infine trovato il vero amore.- rispose raggiante, mentre si voltava verso l’orco alle sue spalle, facendogli segno di avvicinarsi.
Un po’ titubante, egli raggiunse la consorte e si presentò. -Ehm… Salve, io mi chiamo Shrek e sono il marito di Fiona.-
-Piacere di conoscerti!- esclamò Topolino. -Fiona ha fatto una buona scelta.- aggiunse dopo averlo osservato intensamente per alcuni istanti.
-E non dimentichiamo chi l’ha aiutato a salvarmi dal drago.- continuò l’orchessa, mentre il mulo affiancava Shrek.
-Salve a tutti! Io sono Ciuchino, il nobile destriero!- urlò fiero di sé.
-In un’altra vita magari…- mugugnò l’orco, incrociando le braccia.
-Guarda che ti ho sentito!-
-Ascoltate…- intervenne all’improvviso Lilian. -Domani sera ci sarà un ballo qui alla corte, ci farebbe molto piacere avervi come ospiti d’onore. Dovete ripartire subito o potete accettare il nostro invito?-
-Voi che ne dite ragazzi?-
-Il mondo dobbiamo controllarlo comunque… perché no!- rispose Sora, entusiasta.
-Sono d’accordo!- proseguì Kairi.
-Anch’io.- disse Riku, con un leggero sorriso.
-Per me è uguale.- fece Jessie con una leggera nota di freddezza, attirando lo sguardo dell’argenteo.
-Per noi va bene!- dissero all’unisono Pippo e Paperino.
-Accettiamo ben volentieri il vostro invito!- affermò con un sorriso Re Topolino.
-Bene!- rispose felice la Regina, dopodiché si avvicinò ai due troni e tirò una lunga corda che fece suonare un campanello. Pochi istanti dopo, un uomo vestito di verde entrò nella sala, raggiungendo il gruppo.
-Desiderate Maestà?- chiese con aria altezzosa.
-Henri, per favore, accompagna i nostri ospiti nelle loro stanze.- ordinò Re Arold.
-Come ordinate.- rispose inchinandosi, per poi rivolgersi ai viaggiatori. -Vogliate seguirmi.-
In pochi minuti, ognuno era nella propria stanza a godersi gli agi del loro soggiorno in quel mondo, ma non tutti sembravano apprezzarlo a pieno.
-Jessie? Posso entrare?- chiese il custode dell’Alba dopo aver bussato.
-Entra pure.-
Il ragazzo entrò e vide la compagna seduta sul davanzale del piccolo balcone cui si poteva accedere mediante una grande porta finestra. La raggiunse e le circondò la vita con le braccia.
-Si può sapere cos’hai?- le chiese, appoggiando il viso nell’incavo tra il collo e la spalla.
-Spero non ti dispiaccia andare al ballo senza di me.-
-Cosa? E perché dovrei andarci senza di te?-
-Perché io la gonna non la metto.- sentenziò gelida la ragazza dai lunghi capelli castani.



Anche questo è andato! I nostri eroi sono arrivati nel mondo di Shrek, l'avreste mai sospettato? XD La profezia continua a cantare nuovi e misteriosi versi. Che significato avranno quelle arcane parole? E Riku dovrà andare al ballo senza compagna? Quelli che verranno sono tutti capitoli tranquilli e transitori, ma non temete, l'azione non tarderà ad arrivare u.u Alla prossima!
See ya!!

ps: ragazzi, ora posso dirlo tranquillamente perché ho raccolto tutti i mezzi per poterlo fare: sto preparando il cosplay di Jessie!!!! E' da quando ho iniziato a scrivere la fic che sogno di farlo e finalmente si avvererà!!!! Vi avviserò quando sarà completato! *_^

L'angolino dedicato a voi u.u

My Pride: Complimenti per essere stata la prima a recensire! *batte manine* Anche tu coi giochini con la panna? Ma non so se le tue intenzioni sono così diverse da quelle di Andrea sai? XD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che non ti dispiaccia il mondo di Shrek al posto delle scuderie Mustang (???) XD Ciauuuu <3

masterof dark: Lo so, la festa non è stata quel granché, ma non preoccuparti che con il ballo in programma si recupera u.u Andrea è un'esperta organizzatrice di eventi, soprattutto quando si tratta di improvvisare XD Per rispondere alla tua domanda: sì. Prendo alcuni fatti della vita reale e li modello per adattarli alle vicende della fic, soprattutto il passato di Jessie, di cui si parlerà tra qualche capitolo. Mi scuso per la mancanza di azione, ma servono anche i capitoli tranquilli per godersi bene le battaglie, e spero che il capitolo ti sia piaciuto comunque ^^ Byeee!!!

Giulia__chan: Sono contenta che anche i video ti siano piaciuti ^^ Demyx al momento è libero, ma ricordati di Schizzo XD Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ A presto!

soral: Grazie gemellina ^^ mi fa piacere che ti abbia colpito il discorso tra Jessie e Andrea, si può dire che fosse la parte più importante del capitolo ai fini della storia, che nei prossimi capitoli verrà delineata con maggiore precisione. A presto gemellina <3

LightRoxas: Ma sei piccolino *v* *spupasha* Che tenero Zeku da piccolo *spupasha anche lui* Ah, comunque ti assicuro che la torta della nonna fatta da Andrea/la mia assistente è buonissima *ç* Parlando di fatti attuali XD Spero che il chap ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!

Deby92: Anche a te sembra passata una vita nè? Ma passiamo al tuo commento... quanti complimenti che non merito ç.ç Grazie!!! *spupasha Deby* Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto, ma aspetta di vedere i prossimi con i loro colpi di scena! Di questo che ne pensi? Piaciuto? Alla prossima!!!! ^^




Anche per oggi finisce qua! Come sempre ringrazio tutti voi che commentate e tutti quelli che leggono soltanto! Vi adoVo tutti XD Ora mi eclisso e scappo a scrivere il capitolo per l'altra fic, che porella è ferma da un mese! Al prossimo week end!!! See ya!!!! *sparisce in una nuvola di fumo e il Banditore cade in una botola mentre suona la sua trombetta*

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Capitolo 44
*** Capitolo 44: Sogni ***


chap 44 x efp Salve a tutti lettori e lettrici!!! Perdonate il mio ritardo, ma oltre all'università, si sono presentati dei problemi in famiglia che mi tengono occupata gran parte della giornata, quindi è facile che anche il prossimo aggiornamento arrivi in ritardo, a meno che non lo prepari prima... ma vedremo! Intanto non perdiamoci in chiacchiere inutili, via al capitolo! Buona lettura!!!

Capitolo 44: Sogni
Il giovane sbatté un paio di volte le palpebre, cercando di assimilare la risposta ricevuta. Dopodiché cambiò posizione per guardare in viso la ragazza e notò l’espressione corrucciata e leggermente innervosita che lo attraversava.
-Jessie, fammi capire bene… Tu non vuoi venire al ballo perché devi indossare un abito?- chiese allibito.
-Esattamente.- affermò freddamente.
-Avanti Jessie, non puoi dire sul serio!- esclamò lui con un sorriso, che si spense, appena gli occhi acquamarina incrociarono lo sguardo colmo d’ira di lei. -A quanto pare non scherzavi…-
La custode sospirò e tornò a fissare l’orizzonte colorato di rosso, ma non poté farlo per molto perché l’argenteo le prese il viso tra le mani e il suo sguardo si tuffò in due preoccupati occhi color del mare.
-Jessie, che cos’hai? Almeno dimmi il vero motivo che c’è dietro a quello che mi hai appena detto… Con me puoi parlarne, lo sai…-
La castana non rispose e si strinse al petto del compagno, mentre una lacrima solitaria scorreva lungo la sua guancia.
-Riku… ho paura…-
-Di cosa?- domandò, ottenendo la risposta che si aspettava.
-Se il nemico ci attacca e io perdo il controllo… ci saranno tante persone… Riku…-
-Non preoccuparti per questo, io e gli altri saremo lì con te e, se dovessero attaccarci, non permetteremo a nessuno di farti del male.- spiegò, passandole una mano sulla testa per tranquillizzarla. -Devi fidarti di noi, ok?-
La risposta affermativa giunse poco dopo con un cenno del capo.
-Bene…- sorrise il ragazzo. -Quindi ora non ci sono problemi e potrai venire al ballo, giusto?-
Lo sguardo color nocciola lo fulminò. -No. Io non metto la gonna.-
-Ma puoi spiegarmi cos’hai contro le gonne?- chiese con crescente curiosità.
-Non mi sentirei a mio agio in un abito da sera e poi le feste di questo genere sono noiose... mi sentirei fuori luogo…-
-Ascoltami…- sospirò. -Non voglio forzarti, ma mi prometti che ci penserai su? Va bene?-
-Ma io…- cominciò alzando lo sguardo, ma si fermò vedendo una traccia severa sul viso del ragazzo. -E va bene… Lo prometto…-
-Così mi piaci!- esclamò lui, donando un bacio alla ragazza.

Toc! Toc!

-Avanti!- disse la castana.
-Ciao ragazzi!- esclamarono i due Ritornanti, entrando nella stanza.
-Non abbiamo interrotto niente vero?- chiese il rosso, vedendo i due abbracciati.
-Non hai interrotto niente…- rispose la keyblader. -Io e Riku non siamo come te e Andrea, non so se mi spiego…-
-Per quanto hai intenzione di rinfacciarmi questa storia?- domandò con timore della risposta.
-Ma è ovvio! Finché non ne combinerete un’altra!- fece lei, scoppiando in una risata.
-Un giorno me la dovrai spiegare ‘sta faccenda…- intervenne Riku.
La ragazza smise di ridere e si voltò verso il custode dell'Alba. -Sì, va bene, ma per ora lascia perdere…- affermò, baciandolo.
-Mi hai convinto…-
Un colpo di tosse richiamò i due.
-Comunque…- riprese il numero VIII. -…ci hanno detto che domani sera ci sarà un ballo…-
-Io mi sono offerto come musicista!- esclamò Demyx. -E Axel si esibirà col fuoco!-
-Esatto! Dato che a ballare sono una frana e Andrea non ci sarà… Almeno mi divertirò!-
Qualcun altro bussò alla porta e dopo aver accordato il permesso di entrare, un uomo con dei corti capelli grigi tirati all’indietro, vestito con una calzamaglia gialla, fece un inchino.
-Signori, sono venuto a comunicarvi che la cena sarà servita tra mezz’ora, un mio collega verrà a prendervi per scortarvi in sala da pranzo.- disse con un tono nasale, che per poco non fece scoppiare il Ritornante padrone delle fiamme in una sonora risata.
I ragazzi lo ringraziarono e questo fece un nuovo inchino prima di andarsene.
-Allora noi andiamo a prepararci…- fece Axel, che si avviò alla porta seguito dal biondo.
-A dopo!-
-Vado anch’io…- asserì l’argenteo. -Ho visto che ti sei portata un cambio da casa, cosa indosserai stasera?-
-Non te lo dico!- rispose Jessie, mostrando la lingua.
-Quanto sei dispettosa… Lo scoprirò… A dopo.-
Detto questo la baciò ancora, poi spostò le labbra vicino all’orecchio. -Ti amo…-
La castana sorrise e lo accompagnò all’uscio per poi dirigersi verso la borsa da viaggio che giaceva sul letto a baldacchino.

Venti minuti dopo, i quattro ragazzi erano in corridoio ad aspettare l’arrivo delle loro compagne.
Avevano deciso di mettere i vestiti che avevano indossato alla festa la sera prima, poiché trovarono inopportuno sedersi al fianco di due sovrani con gli abiti che solitamente usavano per combattere.
Poco dopo, una porta si aprì e la ragazza dai capelli rossi, anche lei vestita come la sera precedente, si avvicinò ai compagni.
-Ciao ragazzi! È tanto che aspettate?-
-Non molto.- rispose Sora, abbracciandola per rubarle un bacio a fior di labbra.
-Manca solo Jessie…- sussurrò l’argenteo con nervosismo.
Come se l’avesse sentito, la porta della custode del Tramonto si aprì e lei si avvicinò ai compagni, che la osservarono rapiti. Indossava dei jeans neri, delle scarpe da ginnastica bianche e una maglietta grigia scollata, che le arrivava ai fianchi, le maniche a campana le coprivano le mani, infine, i lunghi capelli castani le ricadevano come fatti d’acqua sulle spalle.
-Bè? Perché mi guardate così?- chiese quando li ebbe raggiunti.
-Stai benissimo vestita così!- esclamò Kairi, battendo le mani.
-Ah… Grazie.- rispose arrossendo leggermente.
Dei passi richiamarono la loro attenzione e si voltarono verso la rampa di scale, da cui spuntò un uomo della servitù del castello. Questo s’inchinò e si presentò come colui che li avrebbe condotti in sala da pranzo. I sei ragazzi annuirono e seguirono l’uomo: Demyx e Axel subito dietro di lui, con il biondo che si guardava intorno con interesse e curiosità; Sora e Kairi a braccetto, che si scambiavano sorrisi; infine Jessie e Riku, che camminavano tenendosi la mano con le dita intrecciate, ma il ragazzo, anziché guardare avanti, fissava la sua compagna.
Sbuffando la castana si voltò verso di lui. -Si può sapere cosa c’è?- domandò in un sussurro.
Il custode dell’Alba si fermò e continuò a guardarla da capo a piedi con calma, come se volesse coglierne ogni dettaglio.
-Sei bellissima…- sussurrò, facendola arrossire.
Detto questo ridusse la distanza che li separava, unendo le loro labbra in un lungo bacio. Tuttavia, un colpo di tosse li richiamò.
-Scusate…- dissero entrambi, ricevendo come risposta dei sorrisi maliziosi.

***

Un ghigno di perfidia si allungò sul volto della ragazza con gli occhi da gatta.
-Come mai sorridi?- chiese curioso, il Leggiadro Sicario avvicinandosi alla sfera di cristallo viola.
-Tra poche ore, vedrai di cosa sono capace…- spiegò, allargando il suo ghigno. -Ci divertiremo un sacco insieme, custode del Tramonto…- disse, mentre passava lentamente la punta delle dita sulla sfera.

***

Si fece cadere sul materasso, dopo essersi infilata il pigiama, e sospirò osservando il soffitto scuro del letto a baldacchino. La cena con i regnanti del mondo delle favole era stata piacevole e non troppo seria come si aspettava, forse grazie alla presenza del simpatico Ciuchino e del Gatto con gli Stivali, un gatto parlante dal pelo rosso armato di spada, che indossava enormi stivali neri sulle zampe posteriori e un cappello piumato sul capo. Sospirò di nuovo, quando ripensò al dispiacere che avrebbe arrecato alla gentile regina Lilian, la quale si era offerta, insieme alla principessa Fiona, di aiutare lei e Kairi nella scelta dell’abito giusto per il ballo. Jessie si alzò a sedere e sollevò lo spesso strato di coperte per scivolarci al di sotto e sprofondare in breve in un sonno profondo.

La bambina dai grandi occhi nocciola sorrideva, mentre con la madre si dirigeva all’edificio scolastico. Quella mattina era felice e il motivo, almeno per lei, era semplice: aveva indossato il vestito nuovo che secondo i suoi genitori la rendeva bellissima, quindi pensò che anche i suoi compagni di classe, che solitamente la schernivano e la allontanavano dai loro giochi, per quella giornata non avrebbero potuto dirle nulla e l’avrebbero finalmente accolta tra loro, dopo quasi un anno che si era trasferita in quella scuola.
Entrò in aula con un sorriso che da molto tempo non mostrava e salutò tutti, ma come ogni mattina nessuno rispose, tranne una bambina che aveva iniziato da poco a prenderla in simpatia.
-Ciao! Che bel vestito! È nuovo?- chiese questa avvicinandosi.
-Sì! I miei genitori me l’hanno comprato l’altro giorno…- si bloccò quando due bambine, una con i capelli neri e l’altra con i capelli biondi si avvicinarono.
-E’ bruttissimo!- commentò la prima.
-Hai ragione.- disse la seconda. -Guarda, il suo collo da struzzo si vede ancora di più grazie alla scollatura!-
La bambina stava per replicare, ma l’arrivo dell’insegnante la fermò e andò a sedersi al suo posto.
Durante la ricreazione, la classe fu condotta in giardino, dato che era ormai maggio e le giornate iniziavano a essere calde e piacevoli, e come ogni giorno i compagni della bambina si dividevano in due gruppi: quelli che giocavano a calcio e quelli che si riunivano in una cerchia di alberi, che costituiva la base della loro piccola banda che rivaleggiava con quella dei bambini più grandi.
Prima che potesse avvicinarsi agli alberi, qualcuno da dietro la strattonò, facendola cadere a terra.
-Noi non ti vogliamo.- disse un bambino dalla chioma ricciuta.
-Giusto! Vattene!- aggiunse la bambina mora, avvicinandosi.
La bambina si mise in piedi lentamente e guardò i due compagni con odio che crebbe quando questi cominciarono a ridere, chiamando il resto della classe.
-Perché ridete?!- domandò con una vena di collera.
-Il tuo “bellissimo” vestito è ridotto come lo straccio che è!- spiegò la biondina, scoppiando a ridere con i suoi degni compagni, mentre la bambina osservava lo stato del suo vestito e la tristezza e lo sconforto crescevano sul viso incorniciato dai capelli castani e gli occhi nocciola si riempivano di lacrime.
-Perché mi fate questo?! Perché?!- urlò la bambina, cadendo in ginocchio.

La scena e i relativi protagonisti furono inghiottiti da un vortice nero, tranne la figura piangente della bambina e la ragazza dai lunghi capelli castani che la osservava a pochi metri di distanza.
-Io non voglio ricordare! Non voglio riviverlo! Perché mi sta succedendo tutto questo?! Perché?!- urlò, mettendosi le mani sulle orecchie e serrando gli occhi per non vedere e sentire un istante di più quel passato che l’aveva fatta soffrire.
-Custode del Tramonto…- chiamò una voce fredda e sensuale. -Perché ti ostini a non voler sfruttare questi sentimenti? Grazie ad essi vinceresti ogni scontro senza problemi…-
-Perché mi fa male! Fa troppo male! Non voglio soffrire ancora!- urlò la castana.
-Senti dolore solo perché ti opponi…- spiegò la voce, che prese forma umana alle spalle della ragazza e la abbracciò. -Lasciati andare e vedrai che non sentirai dolore…-
-No! Non posso cedere! L’ho promesso ad Andrea, a Riku e agli altri!- replicò Jessie, che si accasciò a terra con le mani premute sul capo.
-Ma loro non capiscono quanto sia doloroso per te… Sarebbero più felici se tu non soffrissi, ti pare?-
Il calore di quelle tenebre la avvolse come una coperta e per un attimo il dolore che avvertiva si attenuò.
-La senti? L’Oscurità che ti circonda è calda e pronta ad accoglierti tra le sue braccia… Lasciati andare…-
-No! No! Ho giurato che avrei lottato contro i miei ricordi e contro il buio del mio cuore! Non posso cedere!-
A quelle parole, una luce scaturì dalle profondità del nero che circondava la custode, che sollevò lo sguardo e vide il bagliore del tramonto.
Tolse le mani dal capo e le usò per sfuggire alle braccia di quella voce fredda e malvagia per poi cominciare a correre verso il sole, che la chiamava con insistenza. Quella era la sua Luce, calda come il fuoco, e sapeva che simboleggiava l’uscita dal regno dei suoi ricordi.

Si svegliò di soprassalto con il respiro affannato e il cuore che batteva a un ritmo pericoloso. S’impose di calmarsi e prese a fare profondi respiri. Quando ottenne il risultato sperato scese dal letto e leggermente incerta sulle gambe, la ragazza si avvicinò alla portafinestra e rimase a osservare le infinite stelle che illuminavano la notte insieme alla luna, che si esibiva in un largo e splendente sorriso.
Senza dire una parola, si tolse il pigiama e si mise gli abiti che usava per combattere, dopodiché aprì la finestra e volò alla ricerca di un luogo preciso, che in un castello non poteva di certo mancare.




Bè ragazzi, questo era un capitolo transitorio, ma serve per ciò che verrà dopo, e mi sembra ora di spiegare qualcosa sul sogno di Jessie e i suoi numerosi ricordi che la tormentano. Quel ricordo, come i prossimi che ci saranno, non sono inventati, ma riflettono ciecamente (eccezion fatta per alcuni dettagli) il mio passato. Infatti sto usando questa fic per riuscire a superare questi ricordi che ancora oggi a volte mi fanno star male e devo dire con somma soddisfazione, che sta funzionando ^^ Mi sto lasciando definitivamente alle spalle quei giorni e sono decisamente più serena ^^
Ma ora basta parlare dei fatti miei XD Il prossimo aggiornamento spero di darvelo entro domenica sera, alla prossima!
See ya!!!



L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Sono contenta che il mondo di Shrek ti sia piaciuto come destinazione ^^ I tuoi presentimenti sono pericolosi <.< non spoilerare mi raccomando, che i lettori sono curiosi XD ah, grazie per il commento che hai lasciato a "Devil's Trill". Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!

masterof dark: Eh eh, il passato di Paperino è un mistero per chiunque XD nei vari posti in cui ho pubblicato la storia è diffusa la leggenda del papero pilota dello spazio XD Anche per te il mondo delle favole è stata una sopresa, benissimo XD Comunque, non temere u.u questa è calma apparente e i nostri eroi verranno a conoscenza delle parole della profezia in un momento cruciale u.u Ovviamente posterò una foto del cosplay u.u ci tengo troppo a sapere se riflette l'immagine che voi lettori avete di Jessie! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto ^^ A presto!!!

LightRoxas: Sensei io? Non esageriamo, faccio ancora di quegli orrori madornali che mi fanno tirare le testate al muro XD Ovvio, il ballo sarà fatto con abiti eleganti, per questo Jessie non vuole andarci u.u Fammi sapere che ne pensi eh? Byeeee!!!

My Pride: Un'altra vittima della mia scelta di mondo XD Dici che la profezia si fa quasi più chiara? Cos'hai in mente mia cara? Dimmi!!!! XD Alla prossima!!! <3

Takami_Kinomiya: Non confidare troppo nel mio buonsenso perché non ne ho XD e nemmeno nell'abito alternativo per Jessie (mi spiace u.u), ma confida nel prosequo che desideri  Bè, Zio Topolino conosce i reali di Lontano Lontano come conosceva Ansem il Saggio nel gioco u.u è un topo vagabondo il nostro Topolino u.u Spero che il chap ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu!!!

soral: Gemellina! Addirittura da scuola mi lasci recensioni? Sei mitica piccola mia <3 ma non distrarti troppo eh u.u Sei contenta del mondo di Shrek? Mi fa piacerissimo ^^ e spero che ti piaccia anche il ruolo che darò a tutti i personaggi del mondo delle favole perché ognuno, chi più chi meno, farà la sua parte u.u A presto gemellina <3

Deby92: Cara Deby, non preoccuparti del ritardo perché come vedi sono in ritardo anch'io XD Un'altra curiosa sulla profezia... se hai idee puoi dirmele qui oppure via mail u.u mi interessa molto sapere cosa macchinano le menti dei miei lettori u.u Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto cara ^^ A presto!!



Ragazzi anche per oggi si chiude qui il nostro appuntamento settimanale.... ma che sto dicendo?! O.O Troppa radio, troppa radio... Comunque! Come ho detto più su, il prossimo aggiornamento dovrebbe arrivare regolare entro domenica, con cui vorrei farvi gli auguri di Pasqua u.u
Vi ringrazio tutti tantissimo! Chi commenta, ma anche chi legge soltanto, di cui spero sempre di leggere un parere anche piccolo piccolo ^^ Vi adoVo tutti!!! XD A presto ragazzi!!! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 45
*** Capitolo 45: Il dolore di un ricordo ***


Buongiorno a tutti lettori e lettrici ^^ Giungo in tempo per postare il nuovo capitolo dello sclero e mi fa piacere, sapere che il ritardo del precedente aggiornamento non sia stato un problema, ma ora passiamo oltre! Avevamo lasciato Jessie al risveglio da un incubo, in cui ha rivissuto un tremendo ricordo della sua infanzia. Dove sarà andata in piena notte? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

ps: altro capitolo transitorio, perdonatemi, ma è necessario per quanto avverrà in futuro ^^

Capitolo 45: Il dolore di un ricordo
Con un sonoro sbadiglio si tirò a sedere sul letto a baldacchino e con la mano sinistra spostò leggermente la frangia argentea che gli impediva di vedere chiaramente le lancette dell’orologio a pendolo appeso al muro di fronte a sé.
-Un giorno dovrò accorciarla, se non voglio che i miei avversari accorcino me…- pensò, mentre costatava che erano appena passate le sette e mezza. Scostò le coperte e si alzò per vestirsi.
Una volta pronto, andò a sciacquarsi il viso nel piccolo bagno adiacente alla stanza da letto e infine uscì nel silenzioso corridoio.
Si guardò un po’ intorno e poi si diresse sicuro verso l’ultima stanza, in cui alloggiava la custode del Tramonto, e quando vi fu davanti, bussò. Aspettò, ma nessuno andò ad aprirgli, così riprovò, ma anche al secondo tentativo non ottenne risposta.
-Possibile che stia ancora dormendo?- si chiese il keyblader e decise di continuare a bussare e di aggiungere la sua voce al richiamo. -Jessie! Jessie mi senti? Sto entrando!- disse, mentre apriva la porta e la preoccupazione cresceva sul suo viso davanti a ciò che vedevano i suoi occhi.
Il letto era fatto e la stanza vuota. Velocemente si mosse verso il bagno, ma anche lì non trovò nessuno, poi si accorse che sul materasso giaceva il pigiama della ragazza, piegato con cura, e che sulla sedia dello scrittoio erano appoggiati con cura i vestiti che aveva indossato durante la cena della sera prima.
-Mancano i vestiti che usa per combattere…- dedusse guardandosi attorno, per poi correre alle stanze degli amici per avvisarli della scomparsa della compagna.
-Sora! Sora svegliati!- urlò, battendo il pugno sulla porta chiusa, ma al posto del suo migliore amico, Kairi lo richiamò dalla sua camera, che si trovava di fronte ad essa.
-Riku…- cominciò con voce assonnata. -Che succede…? Perché urli tanto…?-
-Jessie non è nella sua stanza!-
-Riku, ti è passato per la mente che magari sia andata a fare un giro?- domandò la rossa, battendo un piede sul pavimento con fare nervoso.
L’argenteo rimase senza parole e quando stava per risponderle, la stanza del Maestro del keyblade si aprì insieme a quella in cui stava il Ritornante dai capelli di fuoco.
-Ma si può sapere cosa sta succedendo?- brontolò Axel. -Cos’è tutto questo baccano di prima mattina?!-
-Sono andato a chiamare Jessie, ma non c’è nella sua stanza!- spiegò il custode dell’Alba.
-Scusa Riku…- intervenne il bruno. -…ma non hai pensato che magari sia andata a fare due passi?-
-Come ho detto io poco fa…- aggiunse la principessa.
-Mi avrebbe avvisato! L’ha fatto quando eravamo ad Amestris, perché non avvertirmi ora?-
-In effetti è strano…- s’intromise il rosso. -Mi vesto e vado a cercarla, Riku tu cercala nel castello e chiedi in giro se l’hanno vista, Sora e Kairi voi restate qui nel caso dovesse rientrare e avvertite il Re.-

Aveva fermato cinque o sei camerieri e tutti gli avevano risposto due di picche.
-Ma dove cavolo si è cacciata?!- pensò frustrato, guardandosi attorno.
-Ehi!- chiamò una voce alle sue spalle, facendolo voltare.
Il Gatto con gli Stivali gli fu davanti con un balzo. -Buongiorno ragazzo!-
-Buongiorno a te… senti, non è che per caso hai visto Jessie?-
-Vi stavo venendo a chiamare per questo: la señorita Jessie è nell’arena di allenamento e…- si fermò perché un varco di luce comparve accanto a loro e da esso, uscì Axel.
-Vieni con me! L’abbiamo trovata! Gli altri sono già sul posto!-
Senza pensarci due volte, il keyblader, seguito dal gatto, entrò nel varco.

Scattò a destra per evitare la sfera di fuoco e si abbassò per schivare una seconda sfera fatta di ghiaccio. I due globi magici si fermarono a mezz’aria e la ragazza evocò le sue chiavi per poi scagliarle in direzione dei bersagli, che ripresero a muoversi. La custode del Tramonto saltò all’indietro con una capriola e, nell’istante in cui l’Artiglio della Notte ritornò nella sua mano, distrusse il globo fiammeggiante e tornò a terra perfettamente in piedi, mentre la sfera dai toni bluastri si dirigeva verso di lei.
I soldati che si erano radunati nell’arena, curiosi di osservare gli allenamenti di quella bizzarra ragazza, le urlavano di spostarsi e di distruggere il colpo, ma lei non ci badò e fece un semplice passo indietro, per liberare la strada alla sua seconda arma che tagliò a metà il globo, il quale scomparve in pochi istanti, lasciando solamente una scia di piccoli cristalli di ghiaccio.
Recuperata la chiave, la ragazza fece un profondo respiro, dopodiché cominciò a menare un fendente dietro l’altro per colpire un nemico immaginario. Un affondo con la mancina era subito seguito da un tondo con la destra e per concludere la serie, un doppio colpo verticale dall’alto verso il basso.
In quel momento, i suoi compagni varcarono il portone dell’arena e lo stupore e la confusione nacquero sui loro volti.
-Ma è possibile che non riesca a star ferma per più di un giorno?- espresse il suo disappunto, il Ritornante dagli occhi smeraldini.
-C’è qualcosa che non va…- fece l’albino, attirando l’attenzione degli amici.
-Cosa intendi dire?- chiese la rossa.
-Sento il suo cuore… è come se fosse in balia di una tempesta, da cui non riesce a uscire…-
-Mi scusi…- esordì Demyx, chiamando un soldato armato di lancia, con due piccoli occhi neri e una folta barba ingrigita dagli anni. -Mi sa dire da quanto tempo…-
-Vuoi sapere da quanto tempo si sta allenando?- chiese l’uomo, anticipandolo. Il biondo annuì. -E’ qui dalle due di stanotte.-
-Ne è sicuro?!- esclamò Sora, incredulo.
-Certo! È salita sulla torre est del castello mentre ero di guardia e mi ha chiesto dove si trovasse l’arena di allenamento. In quel momento è arrivato il mio collega a darmi il cambio e così l’ho accompagnata. Ero curioso di vederla all’opera e devo dire che sono rimasto sorpreso… Non credevo che una donna sapesse combattere così bene!- spiegò il soldato. -Però credo sia ora che si fermi. È da più di un’ora che le stiamo dicendo di smettere, ma lei non ha voluto dar retta a nessuno… Forse ascolterà voi, che siete i suoi compagni.- aggiunse voltandosi verso il gruppo.
-Tentar non nuoce…- fece il numero VIII, riportando lo sguardo sull’amica al centro dell’arena.
La custode del Tramonto si muoveva velocemente, menando un colpo dietro l’altro senza esitare, come se stesse combattendo contro un esercito.
Sorprendendo tutti, quando terminò una serie di combo, si fermò.
Le spalle si alzavano e si abbassavano lentamente, segno che la castana stesse cercando di recuperare il normale ritmo del suo respiro. Le braccia scivolarono lungo i fianchi e le due chiavi scomparvero in una scia di luci. Senza fretta, la ragazza si voltò e si diresse verso i suoi compagni, ma quando arrivò, si rivolse al soldato dalla barba grigia.
-Capitano Carfen, la ringrazio per avermi condotta qui e mi dispiace che, per restare qui con me, lei abbia rinunciato al suo riposo…-
L’uomo sorrise. -Non preoccuparti, è stato interessante osservarti… Ho sentito tanto parlare dei custodi del keyblade e la curiosità di vederti all’opera è stata più forte della stanchezza! A proposito, ti consiglio di concederti qualche ora di sonno, forse non ti sembrerà, ma sei rimasta qui per quasi sei ore.- le disse con fare paterno.
-Grazie per l’interessamento Capitano, ma non credo di essere nelle condizioni di dormire in questo momento…-
-Capisco, ma cerca di riposarti in qualche modo…- asserì, porgendo un saluto a lei e al gruppo alle sue spalle, per poi dirigersi verso i suoi soldati.
Jessie guardò l’uomo allontanarsi per qualche secondo, poi si mosse in direzione dell’uscita dell’arena, senza rivolgere uno sguardo agli amici, che rimasero immobili e allibiti di fronte al suo comportamento.
-Ma…- fece il numero IX, con tono triste. -…dove va?-
-Non lo so Dem, ma ho tutta l’intenzione di farmi spiegare cosa le prende!- sentenziò deciso il Ritornante dai capelli rossi, correndo dalla compagna seguito dal custode dell'Alba.
Quando la raggiunse, le posò una mano sulla spalla per fermarla, ma la ritrasse quasi all’istante.
-Scotta!- esclamò il rosso, agitando la mano.
-Scusami Axel, non volevo…- mormorò voltandosi. -…ancora non me la sento di parlare di quello che è successo… vi prego… ho bisogno di un po’ di tempo…-
-Jessie…-
L’acquamarina incontrò due iridi stanche e vacue, come se la loro proprietaria stesse cercando di fuggire dalla terribile tempesta che imperversava nel suo cuore. Il custode dai capelli argentei cadde nel panico davanti a quello sguardo e corse a stringere a sé quel corpo che cominciò a scottarlo sulle parti lasciate libere dagli abiti.
-Riku lasciami!- urlò la ragazza, mentre cercava di allontanarlo. -Ti scotterai! Lasciami!-
-Non ti lascio!- ribatté l’argenteo, trattenendo i gemiti per l’elevata temperatura a contatto con la sua pelle. -Resterò con te finché non sarai pronta a dirmi cosa ti è successo!-
-Ma così ti farai del male! Ti prego Riku lasciami!-
-Mi è venuta un’idea!- esclamò all’improvviso il Notturno Melodico evocando il suo Sitar. -Water!- ordinò e una colonna d’acqua si aprì sui due ragazzi, che furono circondati da una lieve nube di vapore, quando il liquido freddo entrò in contatto con il calore del corpo della keyblader.
-Dem! Ma cosa ti è saltato in mente?!- esclamarono i suoi compagni.
-Ho solo pensato di “raffreddare” il corpo di Jessie… Ho sbagliato?- disse lui con aria innocente.
-Non hai tutti i torti…- rispose Sora. -Speriamo che non siano affogati.- aggiunse, grattandosi la nuca.
-Cosa sta succedendo qua?!- domandò preoccupato Topolino, seguito da Shrek e Ciuchino.
Nessuno rispose, perché i quattro ragazzi avevano concentrato la loro attenzione sui due compagni e sospirarono di sollievo, quando li videro in piedi abbracciati.
Un singhiozzo, però, distrusse il loro appena trovato sollievo.
-Sei un idiota…- sussurrò la custode del Tramonto, versando la prima di una serie di lacrime. -Sei un completo idiota…-
-Lo so.- sorrise il ragazzo.
-Guarda… come ti sei ridotto… per colpa mia…-
Il giovane gemette, lanciando un’occhiata sulle leggere ma dolorose ustioni che coprivano il suo petto e l’interno delle sue braccia.
-Per te mi lancerei anche contro la morte stessa.-
-Sei un maledetto idiota!- rispose con rabbia, mentre curava il compagno con la poca magia di cui disponeva.
-Te la senti di dirci cosa ti ha spinta a uscire nel bel mezzo della notte per venire qua a menar le mani?- chiese con il tono di una battuta, per farle scappare un sorriso. Tuttavia non riuscì nella sua impresa, al contrario lei s’incupì e nuove lacrime arrivarono a bagnare le sue guance e il suo corpo cominciò a essere scosso da un leggero tremore.
-Un incubo…- iniziò. -…un incubo che mi ha fatto rivivere un orribile ricordo…-
Il resto del gruppo si avvicinò ai due con la tristezza sul viso. Cosa potevano fare per aiutare la loro amica? L'unica cosa loro concessa era di restarle accanto per farle capire che nella sua battaglia non era sola.
-Sshh… Adesso è tutto finito, sei qui con noi…- fece Riku per cercare di calmarla.
La castana, però scosse la testa. -No… è appena iniziato… Lo so! Quello di stanotte è stato solamente il primo di una lunga serie!- replicò, appoggiando la fronte sul petto del ragazzo.
-Troveremo una soluzione, vedrai…-
-Ne esiste solo una al momento…-
-Quale?- chiese apprensiva Kairi.
-Posso solo dormire quel tanto che basta senza assopirmi del tutto.- spiegò la ragazza asciugandosi il viso con il palmo delle mani.
-In poche parole dovresti smettere di dormire! Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?!- sbottò il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Hai una soluzione migliore?!- urlò lei, staccandosi da Riku e stringendo i pugni. -Se ce l’hai dimmela perché questa è l’unica che ho trovato senza dover sigillare i miei ricordi o uccidermi!-
Tutti i presenti sgranarono gli occhi.
-Jessie…- intervenne il sovrano dalle orecchie tonde con gentilezza per evitare di accrescere l’ira della giovane. -…hai veramente pensato di…-
-Sì… Due anni prima che diventassi custode…- ammise. -Fortunatamente, ho cominciato a conoscere meglio Andrea in quel periodo, non so dove sarei ora altrimenti…- affermò, abbassando la voce.
Dopodiché alzò lo sguardo incontrando quello del Ritornante. -Scusami ancora Axel… Non ce l’ho con te…-
-Non preoccuparti, ho detto una cosa stupida… Comunque non temere, se non troveremo una soluzione alternativa, ti aiuteremo.-
-Grazie… e Demyx, grazie per la doccia…- sorrise.
-Di niente Jessie! Ma puoi dirci come mai il tuo corpo era così caldo? Hai scottato anche Axel!- esclamò il biondo.
-Ero in sovraccarico…-
-In “sovraccarico”?- domandò il Gatto con gli Stivali.
-Ho accumulato troppa energia dentro di me e il calore è una conseguenza dell'alta concentrazione di energia; allenandomi ne ho dispersa solo una minima parte.-
-Perché non l’hai semplicemente rilasciata?- chiese Ciuchino.
-Perché avrei causato una terribile esplosione che avrebbe spazzato via l’arena e tutto ciò che c’è nel raggio di venti metri.-
I due animali parlanti fecero due passi indietro e si nascosero dietro al loro amico orco.
-Vi ricordate il cantiere abbandonato in cui avete lasciato la gummiship, quando siete arrivati nel mio mondo?-
-Certo, sembrava bruciato…- rispose il Maestro del keyblade, spalancando poi gli occhi azzurro cielo. -Non vorrai dire che…-
-Erano passati solo due mesi da quando avevo ricevuto il keyblade, quindi non avevo accumulato molta energia… Mi sono spaventata tantissimo quando ho visto tutto che bruciava e io nel centro che non subivo nessun danno, che invece, mi trovavo perfettamente a mio agio…- prese un profondo respiro e poi riprese. -Poi ho scoperto che quello non è altro che il mio attacco più potente e, lavorandoci su, ho scoperto un modo per evitare di fare troppi danni, ma c’è un inconveniente…-
-Sarebbe?- chiese Shrek a nome di tutti, i quali pendevano dalle sue labbra.
-Mi lascia totalmente priva di forze… L’ultima volta che l’ho usato sono rimasta a letto per tre giorni con la febbre alta, per questo dovrò stare attenta e usare questa possibilità solo in casi di stretta necessità…-
-Come quando Marluxia stava per uccidermi?- chiese l’argenteo.
-Era l’unico modo che conoscessi per liberarmi da quei rovi, ma avrei usato solo parte dell’energia che stavo accumulando…-
-Perché non ce ne hai parlato prima di questo tuo potere?- domandò il numero IX.
-Perché nessuno me l’ha chiesto e poi perché spero di non dovervi mai ricorrere…-
Un pesante silenzio calò sul piccolo gruppo ma Riku lo spezzò avvicinandosi alla ragazza e stringendola nuovamente a sé.
-Ora che hai parlato con noi, non ti senti un po’ meglio?-
-Sì, grazie a tutti…-
-Ora però è meglio se andate a mettervi qualcosa di asciutto… Noi vi precediamo in sala da pranzo per la colazione.- asserì con un sorriso Topolino.
Tutti annuirono ed entrarono in un varco di luce aperto da Axel, lasciando soli i due keyblader.
-Ci penso io ad asciugarci…- fece la castana. -Aero!-
Pronunciato l'incantesimo, un leggero turbine d’aria calda li avvolse, asciugandoli in pochi istanti.
-Vorrei andare a cambiarmi comunque…- disse lei. -I vestiti che ho addosso non sono molto adatti ad una colazione in presenza di un Re e una Regina.-
-Hai ragione. Ti accompagno.-
Intrecciando le loro mani i due si diressero nella stanza della ragazza, che recuperò dei vestiti più comodi dalla sua borsa e andò in bagno a cambiarsi. Quando tornò nella stanza da letto, fece solo in tempo a posare gli abiti che si era appena tolta perché l’argenteo la sorprese baciandola all’improvviso.
-E questo?- chiese, sbattendo gli occhi.
-Il bacio del buongiorno ancora non te l’ho dato…- spiegò prima di riprendere a baciarla.
La ragazza chiuse gli occhi e prese a giocare con la chioma argentata del compagno, lasciando che il ragazzo le accarezzasse le spalle per scendere fino ai fianchi e risalire sulla schiena, con dolcezza e senza fretta come se avesse il timore di incrinare il delicato cristallo di cui era fatto il suo cuore.
All’improvviso, però, la castana si bloccò tra quelle calde braccia, e la solita voce fredda e tentatrice risuonò nella sua mente con una risata di scherno.

-Povera custode! Anche lui ti abbandonerà, lo sai… Perché permetti al tuo cuore di perdersi in simili sentimenti? Non ricordi cos’è accaduto l’ultima volta?- domandò la voce, scoppiando in un'agghiacciante e divertita risata.

-Jessie!- chiamò l’argenteo, vedendo che la compagna aveva iniziato a piangere. -Sono qui con te… Calmati…-
La custode del Tramonto si strinse al petto del giovane dagli occhi acquamarina, piangendo il dolore di un ricordo che aveva totalmente dimenticato.

***

In un mondo inaccessibile alla Luce una ragazza dai lunghi capelli blu e neri occhi da gatta rideva osservando la custode del potere perduto soffrire per mano sua.
-E siamo solamente all’inizio mia cara custode. Solamente all’inizio…-




Dunque... a me questo capitolo non piace, ma il giudizio è sempre vostro u.u Ancora non si vedono spargimenti di sangue, ma l'azione anche se poca, c'è stata, quindi, vi prego... non picchiatemi ç.ç
La gatta continua a giocare con i ricordi di Jessie per farla soffrire e questo è solo l'inizio! Cosa succederà? Jessie verrà sopraffatta dai suoi ricordi oppure riuscirà a impedire il peggio? Questo e molto altro nei prossimi capitoli!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: La gatta ancora non mostra tutta la sua potenza, ma preferisce agire nell'ombra della sua casa e quel fatto che hai notato tra lei e Jessie, è ancora presto per rivelarlo a tutti u.u Quella bambina del vestito non era Andrea, ma una mia vecchia compagna delle elementari con cui avevo stretto una piccola amicizia, Andrea (mikyfantasy/la mia assistente) è venuta molto dopo quell'incontro ^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto anche se mancano le battaglie vere e proprie, ma stai tranquillo che sta per arrivare una guerra u.u A presto!!!!

LightRoxas: Eh sì, da piccola mi è successo questo e ben altro, ma non preoccuparti ^^ Vedo che ti piacciono le scene romantiche, sono contenta ^^ e vedrai che non mancheranno da nessuna parte in questa fic! Saranno ovunque! XD Spero che anche quest'altro capitolo transitorio ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!!

Deby92: Ciao Deby ^^ sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto! Spero che questo non ti deluda e non temere! Nel prossimo si saprà se Jessie andrà o meno al ballo! A presto ^^

My Pride: Oh cielo, sei piena di spilli!! XD Mi auguro che la tua mamma non ti abbia puntata al muro per farti stare ferma! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e spero che la tua idea vaga, diventi presto un qualcosa di definito perché sono assai curiosa di sapere cosa pensi u.u Byeeee!!! <3

soral: Ecco qui il seguito gemellina ^^ spero che ti piaccia, a me fa proprio schifo <.< Jessie e Riku diventeranno qualcosa da diabete a lungo andare, altro che dolci XD A presto gemellina <3



Eccoci alla fine... come sempre ringrazio tutti voi che commentate, ma anche voi che leggete soltanto... vi adoVo tutti XD Colgo l'occasione in questo mio piccolo spazio per farvi gli auguri di buona Pasqua ^^ Ci sentiamo al prossimo week end, impegni permettendo! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 46
*** Capitolo 46: Problemi sotto le stelle ***


Salve carissimi e fedelissimi lettori!!! Spero che abbiate passato una buona Pasqua ^^ e che ora siate belli carichi per leggere il nuovo capitolo dello Sclero!!! *il Banditore prende a suonare la sua trombettina*   Dunque, nell'ultimo capitolo avevamo lasciato Jessie tra le braccia di Riku, vittima dei giochi psicologici della nostra "gatta", questo invece sarà il preludio di una grande battaglia, nuovi misteri si aggiungeranno a quelli già presenti e nuovi personaggi verranno annunciati per il futuro! Cosa accadrà? Leggete e scoprite! Buona lettura ^^ *il Banditore continua a suonare* E smettila che dai fastidio ai lettori <.< *l'omino se ne va borbottando* Guarda che ti sento! <.<

Capitolo 46: Problemi sotto le stelle
-Non se ne parla!- esclamò la castana, incrociando le braccia e voltando la testa da un lato con fare testardo.
-Eddai Jessie… Perché no?- chiese Kairi, stringendo il contenitore con gli strumenti per acconciare i capelli.
-Mia cara, ti divertiresti al ballo, perché non vuoi prendervi parte?- domandò apprensiva la Regina Lilian, passando alla figlia l’abito che teneva tra le mani.
-Quattro semplici motivi…- iniziò la ragazza dagli occhi color nocciola. -Punto primo: non so ballare; numero due: i miei capelli non si toccano; terza cosa: non ho intenzione di distruggermi i piedi su un paio di scomodissimi tacchi e infine…- spiegò, puntando le sue iridi sulle tre donne che aveva di fronte. -…io non metterò mai e poi mai una gonna!-
-Ma ti starebbe d’incanto!- tentò Fiona, mostrando l’abito.
Jessie lo osservò per un istante. Lo ammise, quel lungo abito blu senza maniche che andava accompagnato con dei candidi guanti che arrivavano al gomito, era veramente bello. Tuttavia, nemmeno quella bellezza la colpì tanto da farle cambiare idea.
-Con tutto il rispetto principessa, potrà starmi anche d’incanto, ma io non sono una ragazza ordinaria. Non amo partecipare a questo tipo di eventi, anzi, li detesto.- sentenziò la custode.
-Allora sei proprio convinta?- chiese con una nota di amarezza la Regina.
-Sì Maestà… vi prego di perdonarmi per il dispiacere che vi sto arrecando e spero che accettiate la mia decisione di unirmi ai vostri soldati, questa sera, per occuparmi della sicurezza del castello e dei vostri ospiti.- disse, inchinandosi e avvicinandosi alla porta.
-Ma Jessie…- la principessa del cuore non poté continuare, perché la Regina la zittì con un gesto della mano.
-Accettiamo e rispettiamo la tua scelta con gratitudine Jessie, ma mi rattrista il fatto di non essere riuscita a convincerti.-
-Voi non avete colpa. Ora scusatemi, ma ho un impegno urgente.-
Detto questo, la custode del Tramonto s’inchinò nuovamente e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Le tre sospirarono e si guardarono a vicenda.
-E’ un vero peccato…- affermò Fiona, appoggiando l’abito sul letto.
-Hai ragione figlia mia, ma non possiamo costringerla a fare qualcosa che non vuole.-
-Ne avrebbe davvero avuto bisogno…- mormorò Kairi, ripensando a ciò che affliggeva in quel momento la sua amica.

Bussò un paio di volte e aspettò finché non le fu concesso di entrare. Mosso il primo passo nella stanza, dopo aver chiuso la porta, si bloccò e sbatté le palpebre un paio di volte.

Uscì dal bagno coperto solo da un asciugamano, legato in vita, e un altro a strofinarsi la chioma argentea, mentre dava il permesso di entrare a qualcuno che bussava, ma quando tolse la stoffa dal viso, si bloccò e imitò la ragazza che si era trovato davanti.

I due custodi si guardarono per qualche secondo, dopodiché entrambi arrossirono violentemente e si girarono di scatto.
-Scusa!- esclamarono all’unisono.
-Ah… scusami Riku… Avrei dovuto avvisarti che ero io…- balbettò lei, fissando il legno scuro della porta.
-No… Ehm… Scusami tu… Non… avrei dovuto presentarmi così…-
Un silenzio imbarazzante calò tra i due keybladers, che non osarono voltarsi l’uno verso l’altra per un tempo indefinito. Tutto parve fermarsi, finché la ragazza dai lunghi capelli castani parlò.
-Io aspetto fuori… Tu fai pure con calma…-
Detto questo, si mosse per uscire, ma una mano dalla presa ferrea le strinse il polso.
-No… aspetta qui… Ci metto un attimo a vestirmi.- disse lui, prima di farla voltare per catturarla in un fugace bacio.
-Se è questa la condizione, non posso fare altro che acconsentire…- rispose quando si separarono.
Si scambiarono un sorriso, dopodiché l’argenteo scomparve oltre la porta del bagno e Jessie rimase sola nella stanza da letto, cominciando a osservarla.
Dietro di sé aveva la porta d’ingresso, alla sua sinistra c’era il bagno e di fronte a lei, all’altro capo della stanza, stava una grande porta finestra, per metà coperta da una leggera tenda bianca, mentre ai suoi lati c’era un paio di tende più pesanti di colore scuro, che conduceva a un piccolo balcone. Le pareti erano di un tenue azzurro cielo e il pavimento era coperto da un rosso strato di moquette che attutiva anche i passi più pesanti. Infine, alla sua destra, lo spazio era occupato da uno scrittoio e dal grande letto a baldacchino di legno chiaro, con le lenzuola color verde acqua perfettamente in ordine.
Riku indossava un paio di jeans chiari e una maglietta nera senza maniche, quando raggiunse la compagna seduta sul letto. Si avvicinò per baciarla, ma lei si ritrasse.
-Che succede?- chiese l’argenteo.
-Io stasera non ci sarò al ballo…- asserì, abbassando lo sguardo. -Mi dispiace…-
-Sei sicura?-
-Sì, ci ho pensato e ripensato, ma non me la sento di…- un dito sulle labbra interruppe il fiume di parole.
-Va bene, non preoccuparti… Hai già pensato a come passare la serata?-
-Farò la guardia al castello insieme ai soldati, ho già avvertito la Regina.-
-Chissà perché, ma immaginavo qualcosa del genere…- affermò il ragazzo con un sorriso.
-Ormai mi conosci…-
Il custode dell’Alba sorrise ancora e poi unì le loro labbra in un dolce bacio, che divenne sempre più intenso. Mentre le loro lingue si combattevano in uno scontro giocoso, le mani del ragazzo dai capelli d’argento percorsero lentamente il corpo della ragazza, fino ad avanzare sotto la maglietta ed entrare in contatto con la calda pelle della sua schiena; intanto le dita di Jessie passavano tra i lunghi fili argentati e tracciavano disegni astratti sul collo e sulla nuca del compagno. Quando si separarono in cerca d’aria, l’acquamarina fissò la nocciola e in essa, vide la serenità che la ragazza tanto cercava.
-Va tutto bene?- le domandò, ricordando il pianto di dolore che l’aveva sopraffatta quella stessa mattina.
-Sì, perché? C’è qualcosa che non va?-
-No, è solo che finalmente rivedo la serenità sul tuo viso…- rispose, mentre passava la punta delle dita sul suo volto.
La custode del Tramonto scostò la mano del compagno e si strinse al suo petto, facendolo cadere disteso sul materasso con lei.
-Ti amo.- mormorò Riku al suo orecchio, prima di baciarlo con leggerezza e riprendere ad accarezzarle la schiena da dove si era fermato.
Jessie lo lasciò fare e si accoccolò meglio tra le sue forti braccia, posando l’altro orecchio all’altezza del cuore, udendone i battiti. Questi scandivano un ritmo regolare, che accelerava appena quando le dita del ragazzo incontravano la stoffa dell’intimo e appena lo capì, la ragazza si fece scappare una piccola risata.
-Ti ho fatto il solletico?- chiese lui con curiosità e dubbio, fermando il movimento.
-No, mi spiace per te, ma io non lo soffro…-
-E allora perché hai riso?-
-Nulla…- disse, posando il viso nell’incavo tra il collo e la spalla per assaporare il fresco profumo che i capelli argentei ancora un po’ umidi emanavano.
-Dai dimmelo!-
-No!-
-Sei dispettosa lo sai?-
-Lieta di esserlo!- rise lei per poi riconquistare le labbra dell’altro.

Toc! Toc!

Con un sospiro seccato i due si divisero e il proprietario della stanza andò ad aprire, lanciando un’occhiata omicida a chi aveva bussato.
-Ciao Riku!- esclamò Re Topolino.
-Salve Maestà.- rispose freddo lui.
-Oh! Ciao Jessie! Non sapevo che fossi qui!- aggiunse, quando la ragazza affiancò il compagno, prendendolo sottobraccio.
-Maestà.- salutò lei con un sorriso. -Come mai qui?-
-Ho saputo che questa sera ti unirai alle guardie, quindi ho pensato che non avresti rifiutato un aiuto.- spiegò il sovrano.
-Un aiuto?- domandarono all’unisono i due, con una nota di curiosità.
Il topo strizzò un occhio e sorrise, chiedendo agli amici di seguirlo. I ragazzi si scambiarono uno sguardo, dopodiché s’incamminarono alle spalle del custode della Catena Nobile.
Poco dopo giunsero nella sala del trono, dove erano già presenti i loro compagni, i regnanti del castello e i loro nuovi amici.
-Axel e Demyx dove sono?- chiese l’argenteo, notando l’assenza dei due membri del gruppo.
-Sono andati a prendere gli aiuti.- rispose il sovrano Disney, un attimo prima che undici varchi luminosi si aprissero nella sala.
Da essi uscirono altrettante figure vestite di bianco che si avvicinarono agli astanti.
-Re Topolino, siamo pronti per dare ogni aiuto possibile.- affermò il numero I, inchinandosi.
-Amico mio…- iniziò re Arold. -…stamattina mi hai parlato di queste persone e di un tuo piano che ci sarebbe utile in caso di attacco delle forze oscure, illuminaci.-
-Volentieri! La mia idea sarebbe che alcuni Ritornanti partecipino al ballo, in modo tale da essere coperti da un eventuale attacco all’interno, mentre gli altri seguano Jessie all’esterno.-
-Per me non ci sono problemi, anzi, vi sono grato in nome di tutto il regno di Molto Molto Lontano per la vostra presenza qui.- disse il re ranocchio.
-Perfetto, allora Xemnas lascio a te il compito di dividere i Ritornanti in due squadre poiché conosci le loro potenzialità meglio di me.- fece il re dalle orecchie tonde, voltandosi verso l’albino. -Fatta eccezione per Demyx e Axel che si sono offerti d’intrattenere gli ospiti del ricevimento…-
-Sono già in grado di darvi disposizioni.- rispose il rappresentante dei ragazzi vestiti di bianco.
-Benissimo! Ti ascoltiamo!-

***

-Marluxia caro, credo di avere delle buone nuove per te!- esclamò la ragazza dai capelli blu.
-Davvero?- chiese lui, avvicinandosi alla sfera di cristallo viola. -Ma pensa… la squadra di Xemnas tutta insieme per difendersi da noi…-
-Vuoi partecipare?-
-Non so… Non è molto divertente sapere che in mezzo a loro ci sarà la custode del Tramonto e sinceramente non ho molta voglia di prenderle come l’ultima volta.-
-Capisco. Bè, se vuoi, sei libero di andare anche solo a salutare.- spiegò la giovane, lasciando la sfera e andando a sdraiarsi sul trono nero pece.
-Ci penserò… e il tuo progettino con la custode come procede?-
-Tutto come programmato: il suo cuore sta diventando nero pezzo per pezzo, di secondo in secondo, ricordo dopo ricordo…-
-Insomma ti stai divertendo come una bambina con il suo giocattolo preferito…-
-Esattamente!!!- esclamò questa con allegria. -E’ così divertente vedere quanto quella ragazza si deprima e soffra solo per un ricordo!-
-Comincio a credere che tu non sia molto normale…- mormorò il Ritornante.
-Come dici?-
-No nulla!- si affrettò a dire. -Piuttosto, quel tuo amico di vecchia data l’hai più contattato in qualche modo?-
-Prossimamente andrò a fargli visita…-
-Sono curioso di vedere come intendi sfruttare questa tua conoscenza…-
-Vedrai, ci divertiremo come matti!- esclamò, scoppiando in una risata.

***

Le prime stelle cominciavano a illuminare lo scuro cielo di quella notte senza luna.
Nemmeno un alito di vento rinfrescava quella calda sera di metà estate al castello di re Arold, dove il ballo in onore della visita dei custodi del keyblade era iniziato poche ore prima.
Nel frattempo, la custode del Tramonto osservava lo sconfinato blu che si stendeva sopra di lei, seduta a gambe incrociate, sulla merlatura di tipo guelfo* della torre nord.
All’inizio non credeva molto nell’idea del Re Disney, ma quando uno strano presentimento aveva iniziato a crescere in lei aveva acconsentito ad avere l’aiuto dei Ritornanti.
Una presenza e dei successivi passi la distrassero dalla contemplazione della volta celeste e sospirò.
-Xaldin, qual buon vento ti porta qui sulla torre nord?- chiese, sdraiandosi sulla schiena e incrociando lo sguardo ametista del numero III.
-Io e Xigbar stiamo girando nelle varie torri... Abbiamo lasciato Lexeaus sulla torre sud, Luxord sulla torre est e Saix sulla torre ovest.- spiegò il moro.
-Capito, non sapevo di questa parte della strategia…-
-Per forza, sei uscita dalla sala ancora prima che la decidessimo!- esclamò con una risata l’uomo.
-Hai ragione.- disse la ragazza tornando a sedersi.
-Comunque per ora è tutto tranquillo…- continuò l'uomo affiancando la keyblader.
-Fin troppo… Sono sicura che qualcosa succederà, me lo sento…- affermò seria, scrutando il buio della foresta che distava un paio di chilometri dal castello.
-In ogni caso abbiamo un asso nella manica.- ghignò il Feroce Lanciere. -Questa parte la sai, vero Jessie?-
Tuttavia la ragazza non aprì bocca e si alzò in piedi, guardandosi intorno.
-Che succede?-
-Sono qui, ma non capisco dove…-
-Vado ad avvisare gli altri, tu non fare mosse azzardate!- avvertì il moro, svanendo in un varco di luce.
-Non fare mosse azzardate… E se quelli attaccano che faccio? Sto qui a guardarli?- pensò con ironia, prima di alzarsi in volo ed evocare una barriera intorno all’area del castello, includendo anche se stessa.
-Custode! Custode!- chiamarono dei soldati che facevano la guardia lì vicino. -Ci sono problemi?-
In quel momento, un esercito di Nessuno e Heartless volanti apparve nello spazio aereo del maniero.
-Sono appena comparsi!- sentenziò con una risata amara la giovane, mentre evocava le sue armi.



Note dell'autrice:
* la merlatura di tipo guelfo è a forma di cubo, mentre l’alternativa era quella “a coda di rondine”


Anche per oggi abbiamo concluso!
Jessie non intende andare al ballo organizzato dai regnanti di Lontano Lontano e la sua decisione di rendersi disponibile per la difesa del castello non è poi così inutile. Gli Heartless e i Nessuno si sono fatti avanti, mentre la gatta programma di fare visita a un suo "amico di vecchia data". Chi sarà mai? E che ruolo avrà nel grande conflitto tra Luce e Oscurità? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!!!



L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Non preoccuparti per il commento piccino picciò, mi basta sapere cosa pensi del capitolo  ^^ Spero che anche questo ti sia piaciuto e che lo studio per il patentino prosegua senza problemi ^^ A presto!!!!

masterof dark: Perdonami, ma non avendo mai giocato a KHCoM non so cosa sia un impatto caos... mi sento ignorante ç.ç Per rispondere alla tua domanda....mentre i custodi viaggiano, i Ritornanti stanno al Castello Disney in attesa di istruzioni e mi rendo conto che il loro ruolo è organizzato malissimo. Mi prendo a pugni ogni volta che scrivo qualcosa su di loro in questa fic, ma ahimé la mia fantasia su di loro ha fatto un enorme buco nell'acqua. Con la battaglia che sta per iniziare, ho voluto rifarmi e anche più avanti ho cercato di dargli un ruolo più attivo. Spero di non deluderti. Fammi sapere cosa pensi del chap ^^ Ciauuu!!!

soral: Ciao gemellina mia ^^ sinceramente anch'io ho sempre avuto la tua stessa visione di Axel, ma con Jessie c'è poco da fare XD e anch'io adoro il Gatto con gli Stivali!!! *-* E' adorabile *-* Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ A presto! E grazie ancora per aver votato Jessie per il concorso <3

Deby92: Ciao cara ^^ Eh sì, la gatta sta torturando Jessie in ogni modo, ma questo è ancora niente u.u Il rapporto con Riku, come hai notato, è stato molto accentuato e i due saranno sempre più uniti, perché più avanti *segnale disturbato per proteggere le notizie spoiler*. Comunque fra qualche capitolo tutto sarà molto più chiaro ^^ Mi auguro che anche questo ti sia piaciuto ^^ Byeeee!!!

SoffioDiFiammeDanzanti: Una nuova lettrice!!! Yay!!! *esplode* Benvenuta in famiglia ^^ Sono contenta che la fic e il mio stile ti piacciano ^^ E così sei una fan di Marluxia... ... sappi che io ti voglio bene XD Grazie per il commento e spero di rivederti presto, fa niente se sarà tra qualche capitolo in più ^^ Ciauuu!!!

LightRoxas: Non preoccuparti per il ritardo ^^ Demyx per una volta ha avuto un lampo di genio che si è rivelato utile XD Per quanto riguarda invece il ragazzo cui si accenna alla fine del capitolo...  è un ragazzo realmente esistente di cui ero innamorata al liceo con cui non è finita molto bene, ma vedrò di approfondire con un ricordo di Jessie, spiegare qui in due parole non è facile ^^'' e comunque Riku non farà di sicuro una cosa così. Fammi sapere cosa pensi del capitolo! A presto!! ^^



Molto bene! Anche oggi ringrazio tutti voi che vi limitate a leggere questa fic, siete sempre tanti e io vi adoVo tutti *-* Prima di andarmene vi lascio un'ultima notizia... per chi segue l'altra long-fic "Un amore che cresce giorno dopo giorno" si tenga allerta, perché il nuovo capitolo è quasi finito ^^ spero di metterci poco a terminarlo, mi sento una deliquente a farvi aspettare ancora ç.ç Ora vi saluto! Al prossimo week end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 47
*** Capitolo 47: Un ballo movimentato ***


Buon salve a tutti miei cari lettori e mie care lettrici ^^ Un'altra settimana è passata ed è finalmente giunto il momento di aggiornare!!! *il Banditore suona una marcia trionfale* Bravo Banditore! Sei nello spirito giusto! u.u Ma torniamo a noi! Le forze oscure sono giunte alle porte del castello dei regnanti di Lontano Lontano e alcuni dei nostri eroi sono pronti a dar battaglia per difenderlo. Come si evolverà lo scontro? E che effetti avrà sul ballo in corso all'interno del maniero? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

Capitolo 47: Un ballo movimentato
-Basta!- pensò il giovane keyblader, mentre un fiume di domande lo travolgeva da capo a piedi come un'onda incontrollabile. -Dove sei Jessie?!-
-Hai dei capelli stupendi! È il tuo colore naturale?- chiese una nobildonna vestita di rosso, con una lunga chioma bionda.
-Anche i tuoi occhi sono bellissimi!!- esclamò un’altra strattonandolo per il braccio sinistro, in modo da farlo voltare.
-Hai la fidanzata?!- dissero due ragazze in coro, una mora e l’altra bruna, scoppiando poi in una lite.
-Vuoi ballare con me?- aggiunse un’altra dama vestita di giallo, con i capelli rossi raccolti in una coda di cavallo.
Riku rivolse lo sguardo alla giovane e sorrise. -Volentieri.- rispose, mentre si liberava dalla stretta delle donne che lo circondavano, lasciandole a bocca asciutta e allontanandosi con la ragazza in giallo sottobraccio.
-Grazie Kairi! Ti adoro!- esclamò il custode dai capelli argentei, con un sospiro di sollievo.
-Figurati. Sono venuta a recuperarti perché avevo paura che le facessi a pezzi con il keyblade.- affermò la rossa con una leggera risata.
-E l’avrei fatto stanne certa! Mi sembrava di essere in balia di un branco di piovre! Gli Heartless e i Nessuno sono niente a confronto… Ora ho capito perché Jessie ha preferito non esserci!- sentenziò, mentre si avvicinavano a Sora, Paperino e Pippo.
-Ciao Riku, sei tutto intero?- domandò il castano con ironia.
-Spiritoso! Mi piacerebbe vedere te alle prese con un gruppo di nobildonne che non stanno zitte neanche un secondo per permetterti di rispondere alle loro domande!- replicò.
-Sarebbe morto poco dopo…- intervenne il mago di corte, sorseggiando un drink ai lamponi.
-Grazie per la fiducia Paperino, mi commuovi!-
-Non sto scherzando, Pippo ed io abbiamo partecipato spesso a ricevimenti ben più grandi di questo e ti assicuro che non saresti durato cinque minuti al posto di Riku. Ho ragione o no Pippo?-
-Questa volta ha ragione Paperino. Mi vengono i brividi se ripenso a tutte quelle ragazze che mi tiravano le orecchie…- asserì il cavaliere massaggiandosi il lungo orecchio destro.
Un coro di applausi attirò l’attenzione degli amici, che si girarono verso il palco e videro il Ritornante dai capelli rossi vestito con dei pantaloni e un gilet entrambi in pelle nera, ammiccare verso un folto gruppo di donne e i rispettivi uomini che sembravano quasi odiarlo per il carisma che dimostrava.
-Mi sa che Axel, oltre a un gruppo di fan, si sta creando un gruppo di uomini che lo vorrebbe morto.- costatò Sora.
-Credo che tu abbia ragione, però anche Demyx si sta facendo valere tra i musicisti!- rispose la principessa, indicando l’altro lato della grande sala.
Infatti il Notturno Melodico suonava il suo strumento accompagnando la banda del castello cui si era unito e nel frattempo faceva molti giochi con l’acqua per divertire i bambini presenti, che lo acclamavano a gran voce.
-Si sta divertendo da matti!- esclamò il castano allegramente, ma quando si voltò verso l’amico dai capelli argentei, tornò immediatamente serio. -Riku? Che succede?-
Il ragazzo si guardava intorno nervoso e preoccupato. -C’è puzza… Puzza d’Oscurità!-
-Questo vuol dire che…- cominciò la rossa.
-Sono qui!- concluse il prescelto dagli occhi acquamarina.
-Custodi…- li chiamò Zexion, avvicinandosi a loro. -Un esercito di Nessuno e Heartless si sta dirigendo qui. Re Topolino ha dato disposizioni che Riku e Paperino raggiungano la custode del Tramonto sulla torre nord.- spiegò il numero VI.
-E noi che facciamo?- chiese Sora.
-E’ necessario che almeno due custodi rimangano qui in caso di bisogno, ma per il momento non dobbiamo allarmare gli invitati. Solo in caso di un attacco interno o di grave pericolo la sala sarà evacuata e tutte le persone che si trovano al suo interno saranno trasportate in un luogo più sicuro da noi Ritornanti.-
-Forza allora!- intervenne l’argenteo. -Andiamo Paperino!-
Il mago annuì e seguì il compagno fuori dalla grande sala.

***

-Avete capito?- chiese la castana ai soldati. -Ciò che è dentro può uscire, ma ciò che è fuori non può entrare…- spiegò riferendosi alla barriera protettiva che aveva eretto intorno al castello. -Quindi cercate di non uscire dal perimetro del castello e di limitarvi agli attacchi con le catapulte, stando attenti a non colpire me e i miei compagni.-
-Faremo come dici custode, ma come avete intenzione di combattere?- chiese il Capitano Carfen.
-Bè… So per certo che io e altri due possiamo attaccare in volo, per gli altri non so…- si voltò verso i cinque Ritornanti. -Ragazzi come intendete combattere?- domandò senza troppi giri di parole.
-Io e Xigbar possiamo volare, ti seguiremo e ti aiuteremo.- rispose Xaldin.
-Luxord userà le sue carte!- esclamò il numero X, facendo apparire cinque carte dal niente.
-Io combatterò a terra.- affermò Saix.
-Non puoi farlo da qui? A terra saresti vulnerabile.- osservò la ragazza.
-Correrò il rischio e se la userete, darò man forte all’arma segreta.- asserì con sicurezza il numero VII.
-Come preferisci… Lexeaus?-
Il bruno non rispose, ma si limitò a evocare il pesante Tomahawk per puntarlo sul pavimento.
-Cioè?- chiese.
-In pratica ha detto che può usare il suo potere da qui.- intervenne il numero II. -Giusto amico mio?- disse, mettendo una mano sulla spalla dell’altro, che si limitò ad annuire.
-Ma…- iniziò la custode. -…perché non parla? È forse muto?-
-No, è solo un tipo di poche parole!- esclamò il Tiratore Libero.
-Ah… certo… comunque…-
-Jessie!- chiamò una voce dalle scale interne.
In breve, il custode dell’Alba e il mago della corte di Re Topolino raggiunsero i compagni che gli spiegarono la situazione.
-Hai intenzione di combattere in volo?- chiese l’argenteo alla ragazza.
-Sì, ma ci saranno Xaldin, Xigbar e Luxord con me, mentre Saix ha deciso di combattere a terra. Tuttavia, se la situazione dovesse mettersi male, useremo il nostro asso nella manica…-
-Ok, ma io cosa faccio? Paperino può aiutarti con la magia, ma la mia non è potente come la sua…-
-Non è vero.- replicò. -La tua magia è potente e da qui potrai guardarmi le spalle. Mi fido ciecamente di te e la tua presenza mi aiuterà più di qualunque incantesimo.- fece lei, prendendo la mano destra dell’altro tra le sue. -E poi, non offenderti, sei elegantissimo, ma come pensi di combattere vestito così?-
Il ragazzo si guardò. Era vestito con uno smoking classico.
-Ehm… Ma sì…- si tolse la giacca e il farfallino, gettandoli di lato, dopodiché si sbottonò i primi bottoni della camicia bianca e si alzò le maniche fino ai gomiti. -Ora sono a posto!-
-Meglio di prima, ma se sei comodo tu, per me va benissimo.-
Si scambiarono un fugace bacio, dopodiché la castana si voltò verso tutti i guerrieri e i soldati presenti.
-Forza! Dobbiamo difendere il castello e coloro che in questo momento lo abitano! Mettiamocela tutta!-
Un coro di assensi si levò insieme al fragore delle armi. Ogni soldato corse verso la sua postazione, Lexeaus usò un varco di luce per spostarsi sulla torre di sua competenza, Saix invece usò un passaggio per arrivare a terra, appena dentro la barriera, Luxord evocò una carta e ci saltò sopra per poi spostarsi in volo, Xigbar rise e si trasportò a testa in giù, impugnando le sue pistole, al limitare dell’area del castello seguito da Xaldin con le sue sei lance, circondato da un vento leggero. A tutti loro, infine, si aggiunse Jessie, che dopo aver evocato le sue chiavi, fece un cenno ai compagni vicini. Stava per dare il segnale, quando un varco nero come la pece si aprì di fronte a lei, rivelando un personaggio avvolto in un nero soprabito.

L’esercito di Heartless e Nessuno era molto variegato e numeroso.
I Mastro Librai, circa una cinquantina, avevano assunto una tonalità sul rosso cupo, il libro su cui poggiavano era di un acceso verde bottiglia e si trovavano sul lato destro dell’armata. Uno squadrone di cento Gargoyle, dalla pelle bluastra e dalle grandi e sottili ali logore, occupava il lato sinistro. Il centro delle forze dagli occhi gialli era composto da altri tre gruppi, di cinquanta unità ciascuno: i Blue Smeraldo, dalle striature blu come il cielo invernale e il cappello verde muschio, i Jazz Cremisi, dal cappello e il corpo gialli e quest’ultimo attraversato da sottili righe rosse come il fuoco, infine candidi come la prima neve d’inverno e le ali di un pallido azzurro cielo gli Angel Star facevano da fulcro a quell’esercito di cuori corrotti dalle tenebre.
Dall’altra parte del castello, di fronte ai soldati di Re Arold, Paperino e i Ritornanti V, VII e X, stava l’eterea schiera dei Nessuno, il cui aspetto non era mutato come per gli Heartless, ma che raggiungevano lo stesso numero.
I Dragoni brandivano due lance di un azzurro pallido e dalla punta lunga mezzo braccio. Dalla parte opposta, i Cecchini impugnavano le loro armi, dalle sfumature viola che terminavano in un rosso sangue, con impazienza crescente. Infine tra le due prime specie di Senza Cuore, stavano gli Stregoni, il loro corpo fatto solamente di un mantello del colore della luna si muoveva piano al soffio di un gentile e debole vento che precedeva la terribile battaglia che presto avrebbe scosso quei cieli.
-Salve a tutti!- salutò il Leggiadro Sicario, abbassandosi il cappuccio.
-Sei qui per prenderle ancora Marluxia?- gli urlò contro la custode del Tramonto.
-Questa è una bella domanda…- rispose il Ritornante, portandosi l’indice al mento con fare pensoso. -No, oggi non mi va!- affermò dopo qualche secondo. -Credo che resterò a guardare come l’esercito dell’Oscurità vi farà a pezzi! Divertitevi finché potete!- concluse con una grossa e malefica risata, prima di andarsene com’era arrivato.
Come se la sua dipartita fosse stato un segnale, i due eserciti cominciarono a muoversi lentamente per poi dividersi e ricoprire il cielo stellato con un manto di duplice colore.

-Diamoci dentro!- urlò il Tiratore Libero, mentre scompariva in un varco luminoso per gettarsi nella mischia.
-Ti seguo!- fece il numero III, scattando in avanti, accompagnato dal suo vento che si era fatto impetuoso, in grado di travolgere ogni nemico, che si fosse trovato sulla sua strada.
La ragazza dai capelli castani stava per seguirli, ma un richiamo del custode dell’Alba la fece voltare.
-Fai attenzione!- urlò l’argenteo.
Jessie sorrise e alzò il pollice destro, dopodiché si voltò e si diresse a tutta velocità al di fuori della barriera.
-Perdonami Riku ma credo che per sconfiggere tutti questi avversari dovrò dare più di quanto pensassi…- disse tra sé la keyblader, mentre scagliava l’Artiglio della Notte contro una coppia di ombre, che poggiavano su di un libro.

Una serie d’imponenti e indistruttibili stalagmiti emerse dal terreno, alzandosi fino al cielo, e travolse numerosi Nessuno, dei quali tuttavia ben pochi scomparvero lasciando solo polvere.
Una smorfia di contraddizione si dipinse sul marmoreo viso del numero V, che afferrò la sua arma e la abbatté violentemente al suolo, lasciando molte crepe nel terreno e nuove torri di pietra s’innalzarono contro l’esercito avversario.
Con veloci e altissimi balzi, il Mago che Danza sulla Luna menava fendenti contro i suoi nemici. La pesante lama del Claymore fu scagliata con incredibile forza sul capo di un Dragone che prima di scomparire, investì i suoi compagni portandone alcuni con sé nel buio. Tornato a terra, il numero VII si concesse un momento di riflessione e osservò il cielo.
-Luna nuova…- mormorò. -Vorrà dire che mi farò bastare la mia forza…-
Rigirò l’arma nella mano e poi si rigettò nella lotta.
Il Nessuno armato di pistola, osservò la sua arma finire in pezzi e poco dopo seguì il suo destino.
Le carte da gioco tornarono nella mano del loro possessore in una scia di luci, dopodiché queste furono scagliate nuovamente contro le creature dell’Oscurità, che però evitarono le lame con una nuova rapidità.
-Luxord era preparato.- ghignò il Ritornante schioccando le dita e facendo esplodere le sue insolite armi così da provocare un’esplosione che coinvolse tre avversari portandoli alla morte.

***

-Come procede Zexion?- chiese il numero I.
-Gli ospiti non si accorgeranno di nulla, finché la mia illusione non sarà spezzata o una parte del castello cadrà a pezzi, cosa che avverrà solo nel caso in cui la barriera evocata da Jessie svanirà.- spiegò atono il Burattinaio Mascherato, senza distogliere lo sguardo dal libro che aveva in mano.
-Ehi Xemnas!- chiamò una voce di donna con tono seccato.
-Dimmi Larxene.-
-Perché gli altri sono fuori a divertirsi ed io sono qui a distruggermi le orecchie con le moine di questi rompiscatole?- domandò con stizza la bionda, indicando un gruppo di galantuomini che continuavano a fissarla con insistenza.
-Perché così è stato deciso Larxene ma credo che tra non molto sarà richiesta la presenza di altri di noi all’esterno…- rispose cupo l’albino, mentre con la mente chiamava il Freddo Accademico.
-Siamo messi così male?-
-Guarda tu stessa.- intervenne il numero VI, facendo apparire una piccola sfera in cui presero a scorrere le immagini del combattimento esterno.
-Sono tanti…- osservò la donna.
-Io temo troppi e dall’espressione della custode del Tramonto, posso dedurre che la pensi allo stesso modo. Probabilmente ci chiamerà molto prima del tempo stabilito…-
-Com’è la situazione?- chiese il custode della Catena Regale, accompagnato da Kairi, Pippo e Re Topolino.
-Per ora è buona, ma sono pochi i nemici che cadono sotto le armi dei nostri.- disse il Superiore. -Propongo di avvertire i sovrani che presto alcuni di noi potrebbero uscire e potrebbe esserci il bisogno della nostra arma di riserva…-
-Xemnas…- intervenne nuovamente il Ritornante col ciuffo, dopo aver posato il suo libro. -E’ successo qualcosa fuori.- aggiunse indicando la sfera, che era diventata completamente nera.
-Dev’esserci stata un’esplosione.- sentenziò il numero IV, avvicinando il suo viso al globo incantato. -Ovviamente non possiamo saperlo perché da questa sfera non possiamo sentire i suoni esterni, vero Zexion?-
-Non puoi fare in modo da farci sentire cosa succede?- domandò la principessa del cuore.
-Se lo facessi anche le altre persone sentirebbero il fragore della battaglia…-
-Allora non ci resta altro da fare che uscire!- affermò il castano. -Maestà, voi andate ad avvisare Re Arold, nel frattempo io e Pippo andiamo a vedere cosa sta…-
Non proseguì.
Un forte boato, proveniente dall’esterno, anche se attutito dall’illusione del Burattinaio Mascherato, arrivò alle loro orecchie e a quelle degli ospiti, che fermarono le allegre danze e si guardarono intorno spaesati e curiosi.

***

Con un doppio fendente orizzontale rotatorio, Jessie distrusse un Mastro Libraio, che quando divenne polvere nera lasciò dietro di sé un libricino contenente una magia.
-Wow! Questo è già il secondo che mi capita!- pensò entusiasta la ragazza, intascando il libretto e guardandosi in giro.
Non fece in tempo ad agire, perché all’improvviso al posto degli Heartless che occupavano quel lato del castello apparvero i Nessuno, che in breve circondarono lei e i suoi compagni, formando dei piccoli gruppi.
-Ma cosa sta succedendo?!- esclamò, osservando la squadra di Stregoni che l’aveva accerchiata.
Le creature bianche allargarono le braccia e concentrarono la loro magia sotto i mantelli, creando dei globi oscuri. Prima che la custode potesse difendersi, un’esplosione la investì in pieno, gettando la sua mente nell’oblio.







Come sempre vi lascio in sospeso a mangiarvi le mani u.u La battaglia è cominciata e già dalle prime battute si prospetta lunga e difficile. Cosa sarà successo a Jessie dopo l'esplosione? E come reagiranno i guerrieri rimasti all'interno del castello? Questo e molto altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Non preoccuparti dei commenti corti, vanno bene lo stesso ^^ Gli Heartless e i Nessuno non sono venuti per imbucarsi alla festa, ma dubito che sarebbero stati i benvenuti XD Marluxia per adesso si tiene fuori dal gioco, ma più avanti chissà u.u spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ A presto!!!

masterof dark: In questo capitolo c'è stata una piccola descrizione del ballo, spero che ti sia piaciuta ^^ Purtroppo non ho potuto approfondire per accorciare i tempi, ma vedrai che ne varrà la pena u.u La vecchia conoscenza della gatta non appartiene al mondo delle favole, ma ad un altro. L'unico suggerimento che ti do è che viene da un manga/anime famoso, ma non temere! Fra... due capitoli farà la sua apparizione u.u lo so che sono tanti, ma ogni cosa a suo tempo ^^ Spero che ti sia piaciuto l'inizio dello scontro ^^ Ciauuu!!!

LightRoxas: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Spero che anche questo ti soddisfi, anche se le scene romantiche scarseggiano XD E' vero, Jessie poteva sbirciare, ma non l'ha fatto perché non l'ho dotata della mia malizia e della mia perversione, altrimenti sai che roba usciva? XD Fammi sapere cosa pensi del capitolo ^^ Byeee!!!

soral: Il rapporto di Jessie e Riku va avanti a piccoli passi (per ora u.u), vedrai che ci sarà un buon punto di arrivo tra molti capitoli *sghignazza* Anche a te dico che l'amico di vecchia data della gatta è un personaggio di un famoso manga/anime e quando ci sarà la scena con lui credo che non faticherai a riconoscerlo ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto come pensavi <3 A presto gemellina!!!!

Deby92: Ciao cara, dalle mie parti potrebbe andare molto meglio, spero che da te vada tutto bene ^^ E' vero, dovrai aspettare per vedere cosa succederà a Riku e Jessie, ma vedrai che varrà l'attesa u.u In ogni caso, da questa battaglia ne usciranno molto più uniti e in più di un senso (tranne quello che tutti aspettano u.u). Mi auguro che l'inizio della battaglia ti sia piaciuto ^^ Alla prossima cara!!!

My Pride: Mia cara, non preoccuparti per il capitolo saltato, l'importante è che sei tornata ^^ Guardateli tutti i video idioti di cui parli perché sono fenomenali XD Jessie comunque è contentissima della tua solidarietà u.u Spero che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere che ne pensi ^^ A presto cara <3




Anche per oggi abbiamo finito Banditore!!! Ora possiamo darci alla pazza gioia!!! *prende bottiglia di vodka e due bicchieri* Alla salute!!! *il Banditore sorseggia l'alcolico e cade a terra di faccia* Mi sa che non regge l'alcool... Vabbè, ce n'è di più per me *ç* Noi ci ritroviamo qui puntuali il prossimo week-end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo con la bottiglia, mentre il Banditore cade in una botola con i bicchieri vuoti*

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Capitolo 48
*** Capitolo 48: Lo scontro continua ***


*arriva canticchiando* Buona domenica.... *il Banditore le fa notare che è sabato* Ah... Ma sì XD Oggi son suonata più del solito XD Passiamo alle cose serie u.u Buon... sabato a tutti carissimi lettori e carissime lettrici!!! Anche questa è stata una settimana un pò così, ma finalmente è giunto il week end!!! (convinti che sarà il più bello dei weekend NdMax Pezzali  what?! O.o NdFly) Ma basta cianciare, dov'eravamo rimasti? Banditore! A me il copione! *l'omino passa il copione* Dunque.... ma certo! Cosa sarà successo a Jessie dopo l'attacco degli Stregoni? E come si muoveranno i compagni rimasti all'interno del castello? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

Capitolo 48: Lo scontro continua

Un nuovo boato, più forte del precedente, vibrò nell’aria per giungere alle orecchie di tutti gli occupanti della sala.
L’agitazione si sparse tra gli invitati, che cominciarono a fare domande al loro sovrano. Questo cercò di calmarli, ma solo l’arrivo improvviso di Topolino zittì ogni presente.
-Ascoltate! I rumori che giungono alle vostre orecchie sono fragori dovuti a una battaglia, ma finché resterete qui, non vi accadrà nulla! Ora il vostro re vi condurrà in un luogo più sicuro, dove i nostri nemici non potranno raggiungervi!- spiegò il sovrano Disney, voltandosi poi verso l’amico. -Arold, conduci i tuoi sudditi nelle profondità del castello e non preoccuparti per noi.-
-Ne sei sicuro?- chiese di rimando il re ranocchio.
-Sì, fidati di me e dei miei compagni.-
-Ci fidiamo, Topolino.- intervenne Lilian, mentre un nuovo boato si faceva sentire.
I regnanti s’incamminarono verso la grande porta della sala, ma una voce li richiamò.
-Aspettate!- urlò l’orco, avvicinandosi ai suoceri. -Avrei una richiesta!-
-Parla, ti ascoltiamo.- rispose il re.
-Chiedo di potermi unire alla difesa.- affermò.
-Shrek sei sicuro? Stanno combattendo qualcosa di molto più pericoloso di tutto quello che hai affrontato finora.- lo avvertì la principessa, prendendogli un braccio.
-Sì Fiona, sono sicuro. So che non potrò fare molto, ma potrò sostituire i feriti o dare una mano in qualche modo!-
-Permesso accordato.- disse re Arold. -Fai del tuo meglio figliolo.-
-Stai attento mi raccomando.-
-Non preoccuparti Fiona.-
-Contiamo su di te!- esclamò Ciuchino, facendo il saluto militare.
-Vai e torna vincitore!- aggiunse il Gatto con gli Stivali, alzando il suo fioretto.
-Come? Voi due venite con me!- ribatté l’orco, prendendo i due sottobraccio.
-Cosa?!- esclamarono questi.
-Re Topolino, noi siamo pronti!-
-Oh no…- sospirarono i due animali parlanti, ormai rassegnati.

***

Gli Heartless continuavano ad abbattere i loro colpi sulla barriera che circondava il castello. Questa aveva iniziato a incrinarsi come fragile vetro sotto il susseguirsi dei feroci attacchi, ma non accennava a crollare, segno che colei che l’aveva evocata era ancora in grado di mantenerla attiva. Nel frattempo, poco distante dall’edificio, cinque globi oscuri avevano inghiottito i guerrieri della Luce dopo le varie esplosioni provocate dai Nessuno, tuttavia alcuni di questi rimasero coinvolti dall’onda d’urto che si era generata, mentre le creature eteree sopravvissute si unirono presto alle ombre dagli occhi gialli per aiutarle a distruggere quella piccola, ma caparbia difesa.
I soldati osservavano impotenti la sottile barriera che li separava da quelle creature infernali, ma che a ogni ondata di colpi ricevuti s’illuminava ed era attraversata da una serie di crepe.
-Forza! Non state lì a guardarli con la bocca spalancata come i pesci palla!- urlò all’improvviso Paperino, risvegliando tutti gli uomini attorno a sé. -Tornate ad attaccarli con le catapulte! E gli arcieri si rimettano al lavoro! Avanti!- aggiunse poi scagliando un potente Thundaga, che distrusse due Gargoyle e due Dragoni.
Ritrovato l’entusiasmo grazie alla mossa del mago, i guerrieri di re Arold tornarono nelle rispettive posizioni e ripresero l’attacco da dove era stato interrotto.
-Mago!- lo chiamò un soldato, facendolo voltare.
-Capitano Carfen!- rispose il papero girandosi.
-Cosa sono quelle sfere nere come l’abisso più profondo? Dove sono finiti i nostri combattenti?- domandò l’uomo con voce preoccupata.
-Vorrei poterle rispondere capitano, ma non lo so…-
-Guardate!- gridò un arciere. -Le sfere si stanno illuminando!-

***

-Jessie! Jessie!-
Il ragazzo dai capelli d’argento stava chiamando la ragazza da quando si era diradato il fumo delle esplosioni e, ai suoi occhi, si erano rivelati quei globi oscuri. Aveva capito che all’interno di ogni sfera era racchiuso un compagno e che in quella che stava a circa venti metri da lui, c’era la custode del Tramonto.
Con decisione era salito sulla merlatura, pronto per saltare, ma due paia di braccia lo trattennero.
-Riku!- esclamò il castano, tirando il braccio destro dell’amico. -Si può sapere cosa cavolo vuoi fare?! Hai deciso di spaccarti la testa per caso?!-
-Lasciami Sora! Voglio andare ad aiutare Jessie!- replicò l’argenteo, strattonando il braccio per liberarsi dalla presa.
-Riku ragiona!- aggiunse la rossa, vestita come sempre, che gli teneva il braccio sinistro. -Se ti lanci da qui non aiuterai di certo Jessie!-
Il giovane rifletté seriamente sulle parole degli amici e con un sospiro si arrese, unendosi al cerchio che avevano creato i suoi compagni.
-Spiegaci cos’è successo.- esordì Axel, ora vestito di bianco.
-Jessie e gli altri stavano combattendo con gli Heartless, ma all’improvviso questi sono scomparsi e al loro posto sono arrivati i Nessuno. Li hanno isolati, circondandoli, poi ci sono state diverse esplosioni e quando tutto si è calmato, i Nessuno sopravvissuti si sono uniti agli Heartless per abbattere la barriera, mentre i nostri compagni…- si fermò, girandosi verso il globo che imprigionava la ragazza dai lunghi capelli castani.
-Sono intrappolati in quelle sfere?- chiese Pippo.
-Sì, sento il cuore di Jessie che sta lottando contro il buio, ma…-

-Custode dell’Alba, solo tu puoi aiutare il Tramonto a risorgere!-

-Riku? Riku!- gridò il Maestro del keyblade, scuotendo l’amico.
-Cosa? Chi è stato…- farfugliò il ragazzo spostando lo sguardo su ogni persona che aveva attorno.
-Cosa ti è preso?-
-Ho sentito…-
-Guardate!- esclamò all’improvviso Kairi, indicando i globi sospesi nel cielo notturno.
Tre di questi avevano cominciato a creparsi e una luce abbagliante fuoriusciva dalle fessure, premendo con forza sempre maggiore per liberarsi.
-Anche laggiù!- esclamò Demyx, indicando una sfera a livello del terreno.
I quattro globi in breve tempo s’infransero e la notte s’illuminò a giorno a causa di quelle quattro luci che sembravano stelle che erano scese sulla terra, abbandonando il firmamento.
Tutti si fermarono. Creature d’ombra e Senza Cuore compresi. Ogni essere presente si voltò a guardare il risveglio di quelle luci, come falene attirate da una lanterna.
Dopo un paio di minuti, l’ambiente tornò buio e due voci riempirono il silenzio che era calato.
-Ce la siamo vista brutta ‘sta volta! Vero Xaldin?- domandò il numero II all’amico.
-Concordo in pieno!- rispose il moro, spolverandosi i pantaloni. -L’ossigenato e il gatto come stanno?-
-Loro sono ok, ma la ragazza…-
Il numero III si voltò verso l’unico globo rimasto. -Maledizione! Dobbiamo tirarla fuori da lì!-
I due Ritornanti si mossero per andare in aiuto della custode, ma un gruppo di Heartless e Nessuno si mise sulla loro strada.
-Liberiamoci in fretta di questi rompiscatole!- esclamò il Feroce Lanciere evocando le sue armi.
-Oh yeah!- rispose il Tiratore Libero, impugnando le sue pistole.

Su ogni torre, grida di giubilo scuotevano le mura. La fine della prigionia dei Ritornanti ebbe il potere di risollevare gli animi e ogni uomo tornò ad attaccare, seguendo l’esempio dei quattro guerrieri della Luce.
Nel frattempo, sulla torre nord, il Ritornante dai capelli di platino stava dando disposizioni ai suoi compagni.
-Vexen, Larxene e anche tu Zexion, dividetevi e andate sulle altre torri a dare man forte ai soldati. Demyx, tu invece scendi ad aiutare Saix.-
-Come ordini Xemnas.- dissero i primi tre all’unisono, svanendo in varchi luminosi.
-Agli ordini!- esclamò il biondino, evocando il suo strumento e sparendo in un passaggio.
-Axel, te la senti di coprire un altro lato del castello a terra?- domandò il Superiore.
-Ci penso io capo! Se avete bisogno dovete solo chiamarmi!- rispose il rosso, aprendo un varco e scomparendo al suo interno.
-Ora dobbiamo pensare a come liberare la custode.- aggiunse il numero I, fissando Topolino, che però non gli rispose.
Il re dalle orecchie tonde stava guardando il custode dai capelli d’argento, che aveva lo sguardo perso nel vuoto e non rispondeva minimamente ai richiami dei due amici.
-Riku! Riku svegliati!- urlavano Sora e Kairi, scuotendo il compagno.

# nella mente di Riku #
Il ragazzo spostava lo sguardo da ogni lato, ma vedeva solo il buio intorno a sé, così abbassò lo sguardo e per un istante tremò.
Stava poggiando i piedi su un mosaico che brillava di luce propria. Su di esso erano raffigurati due scenari logicamente opposti, ma che si fondevano fino a diventare una cosa sola: la morte della notte a sinistra, si univa con la nascita del giorno a destra.
All’improvviso una voce scosse il silenzio della sua mente.
-Custode dell’Alba, la tua luce è l’unica che può rinascere! Se non intervieni, il Tramonto smetterà troppo presto di brillare e una terribile notte piomberà sul Regno massimo!-
-Cosa devo fare?- chiese il ragazzo dagli occhi acquamarina.
-Solo la forza della tua luce può sorgere nel buio! Fai presto custode dell’Alba, il tempo sta per scadere!-
-Aspetta! Cosa vuol dire che “smetterà troppo presto di brillare”? Cosa succederà a Jessie?-
-Sbrigati custode!-
Dopo quelle ultime parole, il pavimento s’infranse e una luce accecante avvolse il giovane che chiuse gli occhi e precipitò nel vuoto.
# #

Un continuo richiamo lo risvegliò dal suo torpore.
-Sta aprendo gli occhi! Coraggio amico, ce la puoi fare!-
Aprì completamente gli occhi e mise a fuoco la figura china alla sua destra. -Sora…?-
-Ah…- sospirò il castano. -Meno male che sei tornato in te! Si può sapere… Ehi, ma che fai?!- sbottò il castano, vedendo che il compagno steso a terra si stava rialzando. -Hai appena perso i sensi dove credi di andare?-
-Jessie ha bisogno di me, solo io posso tirarla fuori da là!- replicò.
Si fece largo tra i compagni preoccupati per la sua salute e salì nuovamente sulla merlatura, dove evocò il suo keyblade.
-Speriamo che funzioni e che non sia troppo tardi.- sussurrò, puntando l’arma sul globo nero che ancora galleggiava davanti al castello. -Ti prego Jessie, segui la mia luce!- urlò, mentre un raggio luminoso come l’aurora scaturiva dalla punta della Via per l’Alba e andava a colpire la sfera scura come la più buia delle notti.

***

Chiuse gli occhi. Non aveva senso tenerli aperti poiché il buio assoluto la circondava.
Nessun suono giungeva alle sue orecchie.
L’unica cosa che avvertiva era la diminuzione dell’ossigeno all’interno della sua prigione dalla forma sferica. La keyblader era riuscita a capirlo passando le mani contro la superficie, che purtroppo era di fibra coriacea e non voleva usare le magie per sfondarla, poiché c’era il rischio che si ferisse lei stessa.
Fece per allungarsi, ma mani e piedi sbatterono contro la parete di ciò che la circondava.
-Merda! Questa cosa si sta rimpicciolendo!- pensò, mentre incappava in un colpo di tosse. -E sta anche per finire l’ossigeno… Perfetto! Avanti Jessie pensa! Ci sarà qualcosa che puoi fare per uscire da qui!-
Dopo qualche attimo di riflessione, un’unica soluzione le balzò in mente.
-Devo farlo… Resterò senza forze è vero ma meglio così piuttosto che morire soffocata in questo postaccio! Magari mi va anche bene e distruggo qualche mostriciattolo…- pensò, prima di avvicinare le gambe al petto e circondarle con le braccia per concentrarsi.
-Sei decisa a usare il tuo colpo finale? Eppure hai anche un’altra possibilità…- comunicò una voce nella mente della giovane, che spalancò gli occhi d'istinto.
-Ancora tu… Si può sapere cosa vuoi?- pensò seccata la castana.
-Volevo offrirti una soluzione meno faticosa. Puoi assorbire la sfera oscura all’interno del tuo cuore e l’unica cosa che dovrai sopportare sarà un piccolo ricordo…-
Uno schiocco di dita risuonò nel silenzio e una serie d’immagini cominciò a scorrere nella mente della ragazza.

La bambina dai capelli castani, raccolti in una coda bassa, piangeva seduta sul prato con gli occhi coperti dalle mani. I compagni intorno a lei gettavano frasi di scherno, incuranti del dolore che le infliggevano nell’unico giorno in cui la bambina avrebbe dovuto sorridere.

-Basta! Finiscila! Non voglio ricordare anche quel giorno!- urlò con rabbia, prima di cominciare a tossire.
-Il tempo sta scadendo custode… Perché non fai come ti ho consigliato? Usciresti in pochi secondi.- affermò la voce con tono rilassato, di chi non ha alcuna fretta.
-Non lascerò che il mio cuore sia inquinato! Vattene dalla mia testa!-
Una risatina riecheggiò nel vuoto e due braccia la strinsero da dietro.
-Avanti custode, accetta il mio consiglio… Ti assicuro che dopo questo passo sarai più potente di chiunque altro… Avrai un potere che nessuno riesce a immaginare!-
-Non lo voglio!- sentenziò. -Se accettassi tradirei me stessa!-
-Come fai a esserne sicura?-
Spalancò nuovamente gli occhi. Cosa avrà voluto comunicarle quella voce tramite quella domanda? Non fece in tempo a dare una risposta, né a quello né ad altri quesiti perché la voce parlò di nuovo.
-Tempo scaduto custode! Hai appena finito l’ossigeno! Cosa farai ora?- chiese, mentre svaniva con un’agghiacciante risata.
La ragazza si portò le mani alla gola, in un gesto istintivo.
In poco tempo, perse la sensibilità delle gambe, del torso e delle braccia.
-Mi dispiace… Ho fallito…- pensò prima di chiudere gli occhi e cominciare a percorrere la via dell’incoscienza. -Deve essere destino, avevo appena trovato qualcuno simile a me e già ne sono separata… E’ questo il fato di chi vive nel tramonto?-
Questo fu il suo ultimo pensiero, mentre il silenzio tornava a essere il suo compagno, che però era interrotto dai battiti del suo cuore che si facevano sempre più lenti e deboli, scandendo il tempo che le rimaneva.
Non seppe per quanto rimase lì ad ascoltare il niente, quando all’improvviso una voce nuova ma conosciuta la raggiunse.
-Ti prego Jessie, segui la mia luce!-
Schiuse gli occhi e li puntò verso sinistra. Mosse la mano e la posò sulla superficie di quella piccola prigione dove avvertì un piacevole tepore, che la risvegliò.
-Da dove viene?- domandò a se stessa.
Un nuovo richiamo si diffuse nella sfera oscura e un piccolo raggio di luce ne illuminò l’interno.
-Questa luce… Riku?-
In quel preciso istante, il quinto globo si frantumò.





Finito!! Vi lascio così! u.u Lo so sono cattiva, ma ne ho fatte di peggiori e ve ne accorgerete XD
All'interno del capitolo ho lasciato qualche indiziuccio, bisogna leggere fra le righe, ma ci sono u.u Vediamo chi li trova XD Allora, allora... Pare che Riku abbia raggiunto e liberato Jessie con la sua luce, mentre i nemici continuano ad abbattersi sulla barriera che difende il castello. Cosa accadrà? Le creature dell'Oscurità riusciranno a farsi largo tra le difese dei guerrieri della Luce? E la voce che Riku ha sentito, cos'avrà inteso con quelle parole terribili? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

LightRoxas: Credo che questa sarà la quarantottesima volta che ti lascio a mangiarti le mani!! Inizierai a detestarmi XD Non so perché, ma le entrate dei Ritornanti piacciono sempre a tutti... sarà il loro non-so-che <.< Spero che il capitolo ti sia piaciuto e che la parte di Xigbar e Xaldin ti abbia fatto divertire ^^ A presto!!!

masterof dark: Grazie del commento ^^ ma ora veniamo alle tue domande u.u Stai tranquillo, ognuno farà la sua parte e tutti daranno il loro contributo.. e quando dico tutti, intendo proprio tutti u.u Sora e Kairi sono giunti in tempo per impedire una tragedia (Riku che si lancia nel vuoto è una tragedia <.<) e anche Topolino ha fatto il suo ingresso u.u Prima era temporaneamente assente perché era con re Arold e ho preferito concentrarmi su altre scene. Spero che nonostante tutto 'sto casino il capitolo ti sia piaciuto e che sia viva la tua curiosità su quanto accadrà u.u Byeee!!!!

soral: Cara gemellina, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto ^^ Non preoccuparti per Jessie, è una roccia u.u (stavo per morire soffocata!! NdJessie   dettagli, ti sei salvata no? <.< NdA) Riku l'ha salvata appena in tempo e vedrai che bella scena romantica ci sarà la prossima volta, piccola, ma ci sarà u.u Spero di averti colpita anche questa volta ^^ a presto gemellina <3

My Pride: Mia cara, quello era il periodo in cui i titoli mi venivano bene come i capitoli per cui li pensavo, ora ho perso quella vena creativa ç.ç Sono contenta che ti sia piaciuta l'organizzazione che ho dato al capitolo, è una cosa che utilizzo spesso ^^ Fammi sapere cosa pensi di questo chap ^^ Ciauuuu <3

Deby92: Grazie per i complimenti ^^ Data la confusione delle scene ho preferito dilungarmi un pò di più sulle descrizioni per renderle il più chiare possibile e sembra che sia riuscita nel mio intento! Spero che questo capitolo non sia stato da meno, anche se qui il tono cadeva un pò rispetto al precedente. Sono curiosa di sapere cosa ne pensi ^^ Ciao cara <3


Risposte alle recensioni della fic "Equilibrio - Il sacrificio del custode"

darkroxas92: Sono contenta che la fic ti sia piaciuta e sono io che ti ringrazio per averla messa tra le preferite e per avermi dato il permesso di scriverla ^^ E' stata una di quelle ispirazioni che vengono in un lampo e se non la mettevo subito a parole, credo che sarebbe diventata un'ossessione XD Poi come ti ho detto più volte, il tuo personaggio somiglia così tanto alla mia Jessie che non potevo non scriverci qualcosa ^^

My Pride: Carissima, non pensavo che l'avresti letta! Vedere il tuo commento mi ha fatto molto piacere ^^ Grazie mille per i complimenti <3

Lady_in KH: Cucciolotta mia!! Grazie del commento, sono contenta che la fic ti sia piaciuta nonostante non conoscessi il personaggio. Grazie, grazie, grazie <3



Anche per oggi abbiamo finito! Yeeee!!! Basta u.u Oggi c'è un ringraziamento particolare da fare ^^ Ringrazio tantissimo darkroxas92 per aver votato la fic al concorso... sono commossa... ancora piango ç.ç Buaaaa!!!! *scoppia in lacrime imitando una fontana* Non ti ringrazierò mai abbastanza ç.ç *riprende a piangere* Ora però diamoci un contegno u.u Detto questo, ringrazio come sempre tutti quelli che leggono e commentano, ma anche quelli che leggono soltanto! Vi adoVo tutti XD Al prossimo week end!!! (così poi aspetteremo il weekend,
convinti che sarà il migliore dei weekend NdMax Pezzali   ancora?! <.< NdFly) See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo, tirandosi dietro il Banditore*

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Capitolo 49
*** Capitolo 49: La mossa dei fanti ***


Buongiorno miei adorati seguaci!!! *il Banditore le fa notare che non sta presenziando una setta di fanatici* Quanto sei pignolo <.< Ora mi tocca cominciare da capo! <.< *cought cought* Buon giorno adoratissimi lettori e adoratissime lettrici!!! *il Banditore suona con la trombetta il suo consenso*  E abbiamo fatto contento anche questo insulso essere... ma torniamo alle cose importanti!!! u.u Nel nuovo capitolo ci saranno i primi colpi di scena di una lunga serie, che ci accompagnerà fino all'ultimo capitolo che i nostri eroi passeranno nel mondo delle favole! Per primo incontreremo l'amico di vecchia data della ragazza dai capelli blu, vediamo chi di voi lo riconosce! Buona lettura!!! *il Banditore suona una marcia trionfale*

Capitolo 49: La mossa dei fanti

Ancora stordita dalla mancanza d’ossigeno, non si accorse del suo precipitare nel vuoto e nemmeno udì i richiami dei compagni. Avvertì a un certo punto, una leggera scarica elettrica attraversarle il corpo e per un paio d’istanti vide tutto bianco, che la costrinse a richiudere gli occhi. La sua caduta si arrestò e un tumulto di voci le risuonò all’improvviso nelle orecchie. Rialzò lentamente le palpebre e incrociò lo sguardo con due iridi color ambra.
-Ti sei svegliata custode, come ti senti?- chiese il Ritornante.
-Una schifezza…- mugugnò. -Ma dove sono?-
-Siamo sulla torre nord del castello di Re Arold, è in corso una battaglia.- spiegò con calma l’albino. -E tu sei rimasta intrappolata in un globo oscuro fino a pochi secondi fa…-
Quelle parole la risvegliarono del tutto e scattò in avanti per alzarsi, ma si accorse solo in quel momento di trovarsi tra le braccia del numero I.
-Ah… Ehm… Ora puoi mettermi giù Xemnas, grazie mille…- disse, arrossendo lievemente.
-Di nulla.- rispose l’uomo, aiutandola a rimettersi in piedi.
-Jessie, per fortuna stai bene!- esclamò la principessa del cuore.
-Già, ma c’è mancato veramente poco…- sussurrò la castana, alzando lo sguardo e portandolo oltre le spalle della rossa.
Con passo incerto superò la piccola cerchia di compagni e raggiunse il custode dell’Alba, che la fissava senza proferire parola. Stava per scusarsi con l’argenteo, quando quest’ultimo la anticipò abbracciandola con forza.
-Sei salva…- mormorò al suo orecchio. -Ho avuto paura di essere arrivato tardi… Ho avuto paura di averti persa per sempre…-
La ragazza sorrise e prese il volto del compagno tra le mani, facendo incontrare i loro sguardi.
-Ma non è successo.- affermò lei con tono gentile. -E’ vero, il rischio c’è stato, ma ora sono qui e il merito è tutto tuo. Hai avuto fiducia nel tuo cuore e nella tua luce, di cui anch'io mi sono fidata, e l’ho seguita senza pensarci due volte. Grazie.-
Si scambiarono un piccolo bacio a fior di labbra, dopodiché la castana parlò ancora.
-Speravo di evitarlo, ma lo scontro diretto non si può più evitare.-
-Cos’hai in mente?- domandò Topolino.
-Io devo recuperare le energie, non per me, ma per la barriera: potrebbe crollare da un momento all’altro. I nostri soldati sono ormai stanchi e le munizioni stanno per finire. Dobbiamo fermarli prima che sia troppo tardi…- spiegò. -Ciuchino, abbiamo bisogno di te.- aggiunse, voltandosi verso l’amico.
-Non preoccuparti! Basta che tu chieda e Ciuchino esegue!- esclamò l’asino, girandosi verso un cortile vicino alle stalle del castello, dopodiché emise un potente fischio.
Solo chi stava accanto a lui lo udì, perché la battaglia imperversava ancora attorno all’edificio, ma un altro paio di orecchie avvertì il richiamo.
Un potente ruggito si levò nell’aria zittendo ogni suono per pochi secondi, finché un grande drago viola non si librò nel cielo notturno del regno di Molto Molto Lontano, spalancando le sue fauci e liberando una fiammata che travolse ogni nemico presente sul lato sud del maniero. L’imponente bestia, volò fino alla torre nord pronta a dare il suo contributo per eliminare gli esseri che minacciavano la pace del mondo in cui viveva.
-Mia cara, finalmente è arrivato il tuo turno!- affermò il ciuco alla dragona, che annuì con un cenno del capo e spostò lo sguardo sulla ragazza dai lunghi capelli castani, l’unica in grado di capirla attraverso gli occhi.
-Dragona, chiediamo il tuo aiuto per debellare il nostro nemico. Ci aiuterai?- chiese la castana, fissando le grandi iridi verdi della creatura, che annuì nuovamente.
-Bene! L’idea è questa: finché ci sono munizioni, i soldati resteranno ai loro posti, una volta esaurite si uniranno ai civili che si trovano all’interno del castello; i Ritornanti copriranno più zone possibili sia a terra sia in cielo. La dragona ci aiuterà dall’alto e chi se la sente, combatterà stando in equilibrio sul suo dorso, gli altri combatteranno a terra oppure da qui. Nel frattempo io cercherò di rimettere in sesto la barriera e poi vi raggiungerò. Cosa ne dite?-
-Per me può andare.- rispose il Superiore. -Ma custode, tu sei sicura di riuscire a riprendere la battaglia?-
-Xemnas ha ragione…- intervenne l’argenteo. -Sei pallida e hai l’aria stanca…-
-Non preoccupatevi per me, ho ancora molta energia da smaltire e se la catalizzo nella barriera, sarà un bene sia per me sia per l’esito della battaglia.-
-Allora seguiremo la tua idea.- intervenne Sora. -Io posso provare a combattere sul dorso del drago…-
-E io sarò al tuo fianco.- sentenziò Kairi.
-Io vado a dare istruzioni ai Ritornanti.- fece Xemnas. -Buona fortuna custode.- aggiunse, svanendo in un varco.
-Io combatterò a terra. Vieni con me Pippo?- fece Topolino, sfoderando la Catena Nobile.
-Vi seguirò ovunque Maestà!- rispose il cavaliere, stringendo lo scudo al petto con la mano sinistra, mentre con la destra faceva il saluto militare.
-Allora andate da Paperino e avvertitelo, al momento è al comando di alcuni soldati sulla torre est con il Capitano Carfen.- asserì la custode del Tramonto.
-D’accordo, andiamo Pippo!-
Detto questo, il custode e il cavaliere, scomparvero nella scala che conduceva alla torre seguente.
-Io e il Gatto combatteremo a terra.- sentenziò l’orco.
-Cosa?- domandò il felino, voltandosi verso l’amico.
-Ciuchino invece si occuperà di condurre i soldati al sicuro quando sarà il momento.- aggiunse.
-Sei sicuro di ciò che fai?- chiese la ragazza. -Quelli che abbiamo di fronte non sono avversari ordinari e solamente le nostre armi riescono a distruggerli in pochi colpi.-
-Nemmeno noi siamo persone comuni, dico bene Gatto?-
-Dici benissimo amico mio! E giuro sulla mia spada che darò il mio contributo!- esclamò, impugnando il suo fioretto e saltando sulla spalla dell’orco.
-Allora ok.- rispose la custode con un sorriso, per poi voltarsi verso il custode dell’Alba. -Riku, tu cos’hai intenzione di fare?-
-Combatterò sul dorso della dragona fino al tuo arrivo, poi voglio restare al tuo fianco.- affermò con tono che non ammetteva repliche.
-Per me va bene. E ora, muoviamoci!- concluse spiccando il volo per porsi esattamente al centro della cupola azzurrina che circondava il castello.
Quando Jessie chiuse gli occhi, in cerca della concentrazione, nuovamente le parole della voce senza volto risuonarono nella sua mente.

Avrai un potere che nessuno riesce a immaginare!

Si domandò ancora cosa intendesse poi con la richiesta della sua sicurezza sul fatto che avrebbe tradito se stessa, accettando la proposta. Un dubbio la colse, ma lo scacciò immediatamente, poiché il suo compito in quel momento non era cercare risposte, ma impegnarsi per la salvezza di quel piccolo mondo.

I tre custodi saltarono in groppa alla dragona, invece Shrek e il Gatto si aggrapparono a una delle sue zampe così da arrivare a terra in breve tempo. Dopo averli lasciati, si alzò in volo e si mise a pochi metri dalla barriera, che aveva preso a brillare intensamente, emettendo scariche che allontanarono gli esseri oscuri.
-Siete pronti?- domandò il bruno ai due amici, facendo comparire la Catena Regale.
-Quando vuoi.- rispose l’argenteo, impugnando la Via per l’Alba.
-Certo.- disse la rossa, stringendo il suo keyblade fiorito.
-Allora andiamo!-
Al suo grido, la dragona cacciò un potente ruggito e si lanciò al di fuori della protezione con le fauci spalancate, pronte a distruggere ogni nemico.

***

Si ridestò dal suo leggero sonno, quando avvertì una presenza.
Ghignò quando la riconobbe e aprì gli occhi: due pozzi neri senza fine.
-Sei cambiato parecchio da quando ci siamo visti l’ultima volta, brigante Onigumo.- esordì la ragazza dai capelli blu con un sorriso compiaciuto.
-Da tempo non uso più quel nome, sai?- rispose, alzando il volto e una ciocca corvina coprì il suo occhio sinistro.
-Hai ragione ora il tuo nome è un altro.- si corresse, facendo vagare lo sguardo nell’angusto luogo in cui si trovava. -Certo che potresti arredare meglio casa tua, ci sono carcasse ovunque…- osservò.
-Mi piace avere pezzi di ricambio in caso di necessità o per sfizio.- replicò lui. -Tu non sei cambiata per niente, tranne l’aspetto. Dimmi, cosa ti porta qui da me?-
-E’ tempo che il tuo debito sia saldato. Ho un compito da affidarti.- comunicò con voce dura e seria.
-Ti ascolto.-

***

L’ultima ombra cadde sotto il filo della Via del Tramonto, lasciando solo una manciata di polvere.
La custode si appoggiò con tutto il suo peso sulle sue armi, mentre cadeva in ginocchio con il fiato corto.
Erano passate due ore da quando aveva rinforzato la barriera e le sue energie, come quelle dei suoi compagni, stavano per esaurirsi. Al contrario, i nemici sembravano non voler finire mai.
Eliminato l’ultimo Heartless, i Nessuno rimasti erano comunque tanti, nonostante coprissero numerosi fronti e usassero le loro tecniche migliori, questi continuavano a comparire. Ogni avversario eliminato era sostituito in breve tempo da uno Stregone in piena forza, che si univa ai suoi simili.
Jessie si rialzò e corse in direzione della Ninfa Selvaggia, che stava per essere assalita alle spalle. Un infido Cecchino tornò al nulla, ma in pochi secondi sarebbe apparso il suo sostituto, così la castana si mise in posizione di guardia.
-L’avevo visto cosa credi?- sbottò la bionda, eliminando un Dragone con una scossa elettrica non molto potente.
-Prego, l’ho fatto volentieri.- rispose la custode, interpretando tutto come un ringraziamento. -Ora è meglio se lasci il campo.-
-E perché mai?-
-Io non posso stare ferma in un punto troppo a lungo e quello di poco fa immagino fosse il tuo ultimo attacco di una certa potenza.- affermò con tono serio. -Non ti conviene restare qui, ti consiglio di usare le tue ultime forze per aprire un varco e tornare all’interno della barriera.-
-E sia.- si arrese la Ritornante. -Sono troppo stanca perché stia qui a litigare e non ne ho nemmeno voglia, quindi…- s’interruppe per voltarsi e stringere il braccio della compagna. -Quel poco di energia che mi resta la do a te.-
Una leggera aura bianca cinse le due donne e, quando si spense, un varco di luce si aprì alle spalle del numero XII.
-Perché l’hai fatto?-
-In parte perché mi sembra uno spreco mandarmi fuori campo con tutta l’energia che mi rimane, in parte perché Xemnas ci ha detto di aiutare voi custodi in ogni modo e in parte perché mi andava. Bye!- spiegò, entrando nel varco che si richiuse dopo il suo passaggio.
-Grazie Larxene.- disse con un sorriso, mentre si preparava a fronteggiare i due Stregoni apparsi al posto dei compagni caduti.

-Saix, stai combattendo dall’inizio, è meglio se vai a riposarti.- asserì il numero I, mettendosi davanti al Ritornante dai capelli azzurri.
-Sir…- provò a replicare, mentre distruggeva uno Stregone.
-Non voglio scuse, se hai dell’energia dalla a qualcuno e poi torna immediatamente sulla torre nord.- sentenziò l’albino, eliminando con un doppio fendente due senza cuore armati di pistola.
-Come volete Sir.- capitolò il numero VII.
Il Superiore si voltò per dire al compagno a chi lasciare parte dell’energia che gli era rimasta, ma s’immobilizzò, quando quest’ultimo lo tirò a sé, unendo le loro labbra. Una tenue aura candida li circondò per quei pochi attimi in cui durò quel casto bacio.
-Saix… ma…-
-La mia energia è tua Sir, come il mio cuore che da poco è tornato a battere.- affermò il Mago che Danza sulla Luna, prima di svanire all’interno di un passaggio avvolto dalla luce.
-Grazie Saix, conserverò con cura ciò che mi hai donato…- pensò, tornando a combattere contro tre nuovi avversari.

Il cerchio infuocato tornò nella mano del suo possessore, dopo aver ferito un avversario armato di lancia, dopodiché fu scagliato nuovamente verso il suo obiettivo, che in pochi attimi scomparve avvolto dalle fiamme.
Il ragazzo dagli occhi color smeraldo indietreggiò fino ad incontrare una schiena amica.
-Allora Dem, quanti ne hai distrutti?-
-Ho perso il conto…- iniziò il biondino, dopo aver eliminato l’ennesimo Dragone e aver ritirato la sua acqua, che aveva preso le sembianze di un leone dalla lunga criniera. -Attaccano tutti insieme… E…- non proseguì per lo stupore, che colse anche il suo compagno.
I Nessuno padroni della magia si erano fermati all’improvviso.

-Sora!- gridò la custode dai capelli rossi, quando si accorse che l’amico era stato spinto giù dal dorso della dragona.
Il castano non udì il richiamo della compagna perché impegnato in un corpo a corpo con un Cecchino. Fece svanire la sua chiave e tirò un gancio destro al volto dell’avversario, sbilanciandolo. L’etereo essere strinse la presa sulla sua arma e tentò di sparare un colpo, ma il ragazzo lo afferrò per le spalle e lo colpì con una ginocchiata all’altezza del ventre e s’impadronì della pistola. Il Maestro del keyblade impugnò saldamente l’arma da fuoco e sparò finché il suo nemico non scomparve.
Una volta sconfitto il Nessuno, il keyblader si concentrò per trovare il modo di salvarsi. Alzò lo sguardo e vide il drago viola volargli incontro per poi superarlo.
-Sora! Cerca di rallentare la caduta!- urlò la sua compagna, quando gli passarono accanto.
-Rallentare la caduta? E come faccio?!- pensò allarmato il giovane.
Se non trovava in fretta una soluzione, sarebbe finito spiaccicato sul dorso del drago anziché sul terreno e la differenza non era molta. Finalmente gli venne un’idea e puntò i palmi delle mani verso il basso, nella speranza della riuscita del suo piano.
-Idropulsar!-
Urlato l’incantesimo, una bolla d’acqua uscì dalle sue mani e con la sua successiva esplosione fermò per un istante la caduta del castano, che atterrò poco dopo accanto alla compagna dagli occhi blu.
-Sei salvo!- esclamò questa saltandogli al collo.
-Devo ringraziare la magia che ci ha passato Jessie, altrimenti non so come mi sarei salvato.-

# flashback #
-Ragazzi!- esclamò la custode del Tramonto raggiungendo i tre compagni armati di keyblade, a cavallo della dragona.
-Jessie! Hai terminato di rinsaldare la barriera?- chiese la principessa.
-Sì, ora riprenderò a combattere. Prima però devo darvi una cosa, anzi due.-
-Cioè?- fece il castano.
La ragazza mise la mano in tasca e estrasse due libricini.
-All’interno di questi due libri sono rinchiuse due magie: la magia Tornado e la magia Idropulsar. Io possiedo già la prima, mentre la seconda manca anche a me. Ora fate esattamente quello che faccio io e assorbiremo la seconda.-
Appoggiò il secondo libretto sulla schiena del drago, tenendolo fermo con un piede.
-Puntateci contro i keyblade e liberate un raggio per colpire il libro.-
Tutti fecero come ordinato dalla castana e quattro raggi si diressero sulla copertina del piccolo libro, che in pochi secondi svanì in una scia di luce.
-Ora abbiamo appreso la magia Idropulsar!- esclamò la ragazza dalle iridi color nocciola consegnando l’altro libretto nelle mani dell’argenteo. -In quello c’è Tornado, fate come vi ho appena mostrato e la imparerete. A dopo!-
Con quelle parole fece un cenno di saluto e saltò nel vuoto.
# fine flashback #

Un ringhio della dragona risvegliò i due che si accorsero di essere fermi, come i numerosi senza cuore che occupavano il cielo notturno di quel mondo.

L’argenteo raggiunse di corsa la compagna che stava immobile in mezzo all’esercito nemico.
-Jessie, come stai?- le chiese, notando le varie ferite superficiali che le percorrevano le braccia.
-Bene grazie. Tu?-
Il giovane dagli occhi acquamarina aveva la camicia macchiata di rosso e strappata in più punti e il respiro affannato.
-Sto bene, non preoccuparti. Secondo te perché si sono fermati?- domandò, facendo scorrere lo sguardo sulla schiera nemica.
-Credo che lo scopriremo presto.- rispose lei con sicurezza, vedendo che tutti i Nessuno rimasti erano Stregoni e che avevano alzato le braccia al cielo.




Dunque! Gli Stregoni stanno preparando una nuova mossa, ma fino al prossimo capitolo resterete nel dubbio u.u La gatta ha incontrato il suo conoscente, un personaggio particolare, ma chi sarà mai? Spero che qualcuno di voi lo conosca altrimenti più avanti saremo in alto mare XD Lo yaoi (sarebbe più corretto parlare di shonen-ai u.u) è giunto anche in questa lunga epopea, mi auguro di non aver sconvolto nessuno... l'ultimo lettore s'è lavato gli occhi col sapone per l'improvvisa scena XD Sono soddisfatta di questo capitolo e dei prossimi che verranno, spero che piaceranno anche a voi ^^ Alla prossima!
See ya!!!


L'angolino riservato a voi u.u

LightRoxas: Ciao caro ^^ allora se non mi odierai mai per i finali che lascio, non te la prenderai nemmeno 'sta volta XD Me ne sono accorta dopo di quella cosa dei Gargoyles, ma ormai l'avevo scritta e nessuno si è lamentato della figaggine del papero, quindi non ho cambiato nulla, nemmeno gli Heartless coinvolti XD Per rispondere alla tua domanda... *si guarda intorno* se ti dico che sto scrivendo il capitolo 71 e che non so nemmeno io quando finirà ci rimani male? <.< Fammi sapere cosa ne pensi XD Ciauuuu!!!!

masterof dark: Un altro lettore attento u.u dunque, gli Heartless e i Nessuno questa volta non si combattono perché sono agli ordini dell'emissario e qui ti rimando a qualche capitolo indietro, dove si spiegava il suo ruolo e chi "probabilmente" sia in realtà, ma più avanti sarà tutto più chiaro u.u Spero che il capitolo ti sia piaciuto e che la scena tra Xemnas e Saix non ti abbia sconvolto, ma se è così, perdonami ç.ç  E che mi dici dell'amico della gatta? Qualche ipotesi? u.u A presto!!!

Giulia__chan: Mia cara non preoccuparti del ritardo u.u I finali così sono la mia specialità, credo che dovrai farci l'abitudine XD Oh sì, la gatta la odierai molto più di Marluxia e non sai quanto u.u *sghignazza perché lei sa* Come vedi, Shrek e il Gatto si preparano a dar battaglia, mentre Ciuchino l'ho lasciato nelle retrovie, va bene tutto, ma lui a combattere contro gli esseri oscuri non ce lo vedo proprio <.< Mi auguro che ti sia piaciuto ^^ Byeee!!!

Deby92: Carissima ^^ non preoccuparti del ritardo, l'importante è che sei giunta u.u Per te che sei una patita delle mie descrizioni sui combattimenti questo capitolo sarà stato un tripudio che ti ha fatto venire gli occhi sbrilluccicosi XD Scherzo, ma spero davvero che ti siano piaciute le scene di battaglia ^^ Eggià, solo Riku e la sua luce possono salvare Jessie e più avanti tutto avrà un quadro molto più ampio u.u La gatta sta antipatica a tutti e vedrai che più in là vorrai ammazzarla tu stessa u.u Anche con te, spero che quel bacio tra Xemnas e Saix non ti abbia sconvolta, se è così perdonami ç.ç Ciaooooo <3






Anche oggi siamo giunti all'epilogo u.u Come sempre ringrazio tutti voi che leggete e commentate, ma anche tutti voi che leggente soltanto e rimanete nell'ombra °° (ma cosa stai dicendo? O.o NdBanditore) Grazie a tutti!!! Vi adoVo come sempVe XD Ripeto per l'ennesima volta in questo aggiornamento: spero che quel bacio non previsto non abbia sconvolto nessuno!!! Altrimenti perdonate questa povera autrice yaoista, che non ha saputo resistere alla sua natura ç.ç Ora mi eclisso! Al prossimo week-end!!! See ya! *sparisce in una nuvola di fumo, trascinandosi dietro il Banditore*

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Capitolo 50
*** Capitolo 50: Il Guardiano ***


*arriva il Banditore vestito a festa e si mette a suonare una marcia trionfale* Salve a tutti lettori e lettrici ^^ Oggi lascerò che il mio Banditore faccia il suo lavoro perché questa è un'occasione speciale! Infatti, oggi vi ho portato... *rullo di tamburi* il capitolo 50!!!! *delusione totale da parte dei lettori* Che vi aspettavate? Torta e regali? Il mio compleanno è ancora lontano u.u Bubbolate a parte, torniamo a noi u.u Come vi dicevo il capitolo 50... Ma ci pensate? Cinquanta capitoli di sclero assoluto!!! E non è nemmeno metà della fic!!!! (COSA?!?! O.O NdTutti  u.u NdFly) Questo è uno di quei pochi capitoli di cui sono fiera, quindi non mi dilungherò oltre, sappiate solo che da ora in avanti avrà inizio la vera battaglia u.u Buona lettura!!! ^^

ps: per rendere al meglio la lettura del capitolo vi consiglio questa canzone -->  Epica - Angel of death


Capitolo 50: Il Guardiano

Le eteree creature, il cui corpo era composto solamente da un leggero manto, si alzarono in volo e si riunirono per formare un grande cerchio sotto gli occhi dei due custodi.
-Riku! Jessie!- chiamò una voce alle spalle dei due, facendoli voltare.
-Maestà!- esclamò l’argenteo. -Cosa vi è successo?- chiese poi, notando le condizioni in cui versavano il sovrano e il cavaliere al suo fianco.
Il piccolo Re stringeva la sua arma con la mano sinistra, mentre la destra giaceva inerme lungo il corpo, e il suo viso era coperto di lividi e graffi. Il capitano dei cavalieri aveva gli abiti strappati in diversi punti, segni delle numerose ferite che occupavano il suo corpo, e il suo scudo recava una profonda ammaccatura sul lato destro.
-Siamo rimasti isolati quando hanno iniziato a comparire Stregoni a non finire…- spiegò Topolino. -Se non fosse stato per Pippo non so se sarei qui a parlare con voi…-
-L’ho fatto con piacere Maestà!- affermò il cavaliere con orgoglio.
I passi di un nuovo venuto attirarono l’attenzione dei quattro. Gli abiti bianchi erano tinti di un rosso cupo sulla spalla e all’altezza del quadricipite, entrambi sul lato sinistro, tuttavia egli non si mostrò sofferente e continuò a impugnare le sue spade.
-Xemnas!- esclamò il keybalder dalle orecchie tonde, andando incontro all’albino. -Come stai?-
-Bene, non preoccupatevi Maestà. Voi?-
-Siamo ancora interi, anche se un po’ malconci… Quanti Ritornanti sono rimasti in campo?-
-Solo Axel e Xaldin. Fino a poco fa c’era anche Demyx, ma aveva esaurito le energie, così si è ritirato.-
-Capisco…- mormorò, spostando lo sguardo sugli avversari, ancora intenti a disporsi in una formazione circolare. -Chissà cos’avranno in mente…-
Poco dopo, i cinque furono raggiunti dai due Ritornanti rimasti, da Shrek e il Gatto con gli Stivali e infine la dragona atterrò, facendo rimettere i piedi a terra ai custodi che stavano sul suo dorso.
-Lexeaus e Paperino come stanno?- chiese Sora.
-Paperino è ancora in piedi.- intervenne Jessie. -Gli ho affidato la barriera, ora, se anche mi succedesse qualcosa, il castello sarà al sicuro e con esso chi si trova al suo interno.- spiegò. -Per quanto riguarda Lexeaus…- un sorriso soddisfatto gli allungò le labbra. -…non crollerà così facilmente!-
-E adesso cerchiamo di…- Riku non continuò, perché un suono nuovo colmò l’aria.
Una lenta cantilena, dal tono di una preghiera, riempì quel breve silenzio che si era creato.
-Ma chi…?- domandò l’argenteo, seguendo la direzione dello sguardo dei tre Ritornanti.
-Capo…- iniziò il rosso. -…non stanno facendo quello che penso vero?- chiese con una nota di sarcasmo.
-Purtroppo, credo che i tuoi timori siano fondati Axel…- sentenziò Xemnas.
-Di cosa state parlando?- domandò Shrek.
-Questa è opera di Marluxia, non ci sono dubbi!- fece il numero III. -Sarà stato lui a dare l’ordine agli Stregoni!-
-Potete spiegarci?- intervenne Topolino.
-Dovete sapere che gli Stregoni hanno un’abilità particolare.- cominciò il Superiore. -Sono in grado di accumulare l’energia magica rilasciata dai Nessuno e dagli Heartless sconfitti per usarla a loro piacimento. Questo può avvenire in due modi: possono usarla per alimentare la loro energia vitale e curare se stessi e i compagni vicini, oppure…-
-Oppure?- chiesero Sora e Kairi all’unisono.
-Oppure possono radunarsi per evocare un nuovo Nessuno, di livello superiore, annullando se stessi.-
-E scommetto che adesso stiano facendo proprio questo, o mi sbaglio?- domandò la custode del Tramonto, incrociando le braccia.
Un rassegnato silenzio da parte dei tre fu la risposta.
La ragazza sbuffò e legò i capelli in una lunga coda. -Allora, qual è la strategia?-

***

Dopo qualche attimo di silenzio, una risata divertita riecheggiò in quel piccolo luogo angusto.
-Sei cambiata d’aspetto, ma il tuo stile è sempre lo stesso e continua a piacermi…-
-Grazie, lo sai che a me piace ottenere le cose in un certo modo.- rispose la ragazza con un sorriso. -Però anche tu hai il tuo tocco per certe cose… Il lavoro sporco lo lasci sempre agli altri…-
-Ho avuto un buon maestro.- ghignò. -Tornando alla tua richiesta, non credo avrò problemi. Ho molte pedine sulla mia scacchiera.-
-Mi fa piacere saperlo. E non preoccuparti, capirai immediatamente quale sarà l’obiettivo.-
-Vuoi farmi una sorpresa?- domandò con viva curiosità.
-Esatto! Ora ti devo salutare, il mio sottoposto si sta divertendo senza di me e, se accetti un consiglio, credo che tu debba tener meglio sottocontrollo i tuoi… Bye!!-
Salutò con la mano, dopodiché scomparve com’era arrivata, in una fitta nube di polvere nera.
Passò un attimo di silenzio in cui il misterioso individuo rifletté sulle parole della ragazza dai felini occhi neri.
-Adesso puoi anche uscire.- disse calmo, spostando lo sguardo alla scala di legno che aveva davanti a sé.
Dei passi leggeri scesero i gradini e una giovane donna, vestita con un kimono bianco e viola e una piuma tra i capelli, giunse nella fredda e lugubre stanza colma di cadaveri.
-C’è da fidarsi di quella ragazza?- chiese questa.
-Non c’è nulla di cui aver timore, quella ragazza e molto più di ciò che sembra e faresti bene a non mancarle di rispetto quando la incontri. Potresti rimetterci tutto ciò che hai…-
La giovane non comprese le parole del suo Signore, ma capì che quella strana fanciulla dai lunghi capelli blu era più pericolosa di lui.

***

Gli Stregoni intonavano a voce crescente la loro litania.
Un cerchio di luce nera circondò tutti i Nessuno, dopodiché per ognuno di essi si creò un raggio oscuro che puntò al centro esatto della formazione. Quando gli innumerevoli fasci s’incontrarono, cominciò a prendere forma una sfera con le sfumature del buio. Dapprima appena visibile, prese a ingrandirsi di secondo in secondo, con l’alzarsi e il velocizzarsi della preghiera invocatrice degli esseri del Nulla.
Nel frattempo a livello del suolo, i guerrieri della Luce si consultavano per decidere la strategia più adatta allo scontro imminente.
-Siamo con le mani legate…- confessò il numero VIII, passandosi una mano sulla nuca.
-E perché mai?- domandò il Gatto, alzando lo sguardo sul compagno.
-Perché non sappiamo cosa possono evocare.- disse semplicemente il Feroce Lanciere, incrociando le braccia.
-Quindi mi state dicendo che dobbiamo stare qui a guardarli finché non finiscono i loro comodi?- concluse Jessie con un sospiro. -Non possiamo fermarli prima?-
-Non ci si può nemmeno avvicinare.- intervenne Xemnas. -Quei raggi neri fungono da barriera, oltre che da contatto tra gli Stregoni e la sfera d’Oscurità che stanno creando.-
Il silenzio cadde tra i presenti, finché la ragazza dagli occhi color nocciola non si mosse in direzione del castello.
-Vado spiegare la situazione anche agli altri… potrebbero allarmarsi per questa improvvisa calma, che preannuncia una terribile tempesta.-
Sorrise e cominciò a correre verso il maniero protetto da una leggera ma potente barriera azzurrina, mentre una coppia di chiare iridi acquamarina non perdevano di vista la sua schiena.
-Riku.- lo chiamò l’amico dagli occhi azzurro cielo. -E’ da prima che voglio chiedertelo, cosa ti è successo quando hai perso i sensi?-
Il custode dell’Alba spostò lo sguardo sul castano, poi lo riportò sulla figura della custode del Tramonto.
-Ho fatto uno di quei sogni che avete fatto tu e Jessie. Ero su un mosaico che brillava e una voce mi parlava.-
-Cosa ti ha detto quella voce?- domandò il Re.
-Mi ha detto che la mia luce è l’unica che può rinascere, che dovevo fare in fretta perché altrimenti il Tramonto avrebbe smesso troppo presto di brillare…-
-Senza alcun dubbio si riferiva a Jessie ma cos’avrà voluto dire con quelle parole?- intervenne il Ritornante dagli occhi smeraldini, voltandosi a guardare la compagna, che ormai aveva oltrepassato la barriera e stava scalando una parete del castello.
-Jessie lo sa?- chiese la principessa, all’amico.
-Non ho avuto il tempo di dirglielo… Ma sono convinto che debba sapere e inoltre, mi sentirei un verme a tenerle nascosta una cosa come questa, dato che si tratta del suo destino…- rispose l’argenteo, portando lo sguardo sul resto dei compagni. -Spero solo che tutto questo non la impensierisca troppo, sta già soffrendo abbastanza e sta facendo di tutto per non farci preoccupare più del necessario…-

Dopo circa mezz’ora di calma assoluta, che parve, però, un tempo infinito, in cui la sfera si era ingigantita a dismisura ed era mutata in un cubo, ogni Stregone fu avvolto da una fiamma nera, che li estinse in pochi istanti. L’unica cosa rimasta a riempire il cielo al posto della luna era quell’enorme massa scura, che iniziò a vibrare. La sua superficie era percorsa da piccole increspature, come se fosse fatta d’acqua.
Proprio in quegli istanti, Jessie tornò dai suoi compagni.
-Sta per cominciare?- domandò al numero I, ma un’altra voce rispose al suo posto.
-Esatto custode!-
Tutti i presenti alzarono lo sguardo e li videro: il Leggiadro Sicario e una fitta nube di polvere nera al suo fianco.
-Marluxia!- gridò l’albino. -Sei così folle e disperato da ricorrere ad una simile mossa per sconfiggerci?!-
-Ciao Xemnas! Anch’io non sono contento di rivederti!- rispose il rosato, agitando la mano in segno di saluto. -Ma perché sarei disperato? Folle credo di esserlo…- si voltò verso la nube al suo fianco. -Tu mi reputi folle?-
-Per girare con dei capelli simili non devi avere tutte le rotelle a posto…- rispose una voce femminile e maligna.
-Grazie!- esclamò l’ex-numero XI, per poi rivolgersi nuovamente agli avversari. -Comunque, potete dirmi tutto quello che volete, ma l’amico che sta per uscire da quel cubo dovete affrontarlo lo stesso!- spiegò scoppiando in una risata.
-Custode del Tramonto!- chiamò la voce, spegnendo l’ilarità del compagno. -Il tempo in cui il potere perduto tornerà si fa sempre più vicino!-
-Potrà anche essere domani, ma a me non importa! Ti combatterò e ti sconfiggerò!- replicò a gran voce la castana.
-Povera illusa! Sei ancora convinta di poter avere la meglio su ciò che fa parte del tuo essere?-
-Finché non morirò e la mia luce brillerà combatterò contro l’Oscurità!-
Un’agghiacciante risata uscì da quella macchia scura in continuo vorticare.
-Parole grosse per qualcuno che ha il tempo segnato dal proprio destino. Ricorda: la notte calerà presto sul Regno della Luce e l’Oscurità riavrà ciò che gli appartiene di diritto dall’inizio dei tempi!-
Una nuova risata esplose nell’aria e la nube scomparve in pochi istanti, lasciando solo il Ritornante vestito di nero a galleggiare davanti al cubo oscuro.
-Che tipo…- sussurrò l’uomo, prima di voltarsi verso il frutto del suo piano. -Io vi lascio ai vostri impegni urgenti! Buon divertimento cari!-
Con un ultimo sorrisino schernitore aprì un varco alle sue spalle e sparì al suo interno.
-Maledetti.- fu il pensiero di molti dei presenti, tuttavia la loro attenzione fu catturata dalla massa nera che aveva preso a tremare intensamente, finché non esplose.
Come piccoli demoni, brandelli di quel nero involucro si sparsero nell’aria prima di svanire in pochi istanti, divenendo polvere e mostrando finalmente il nuovo Nessuno, nato dal sacrificio dei suoi evocatori.
La creatura era racchiusa su se stessa e lentamente stese le proprie membra, fino a raggiungere la posa eretta.
Gli arti inferiori erano ricoperti da lunghi stivali che partivano dalla punta dei piedi e arrivavano fino all’anca, terminando con la forma di una fiamma. Le lunghe braccia iniziavano con delle grandi mani, dove le quattro dita erano unite in una sola e larga compagine, e continuavano sulle spalle dalla forma appuntita, che si estendevano verso il cielo notturno. Il busto era diviso in tre parti: il petto largo, la vita molto più stretta che si allargava nuovamente sul bacino. Infine, il capo, forse leggermente sproporzionato per quel corpo così massiccio, si ergeva fiero e al posto del volto svettava il bianco simbolo dei senza cuore, servi del Nulla. Ogni particolare di quell’essere era ben visibile nonostante il buio a causa del colore delle sue membra: rosso sangue. Insieme al chiaro simbolo sul viso, anche la lunga sciarpa bianca risaltava al collo del gigantesco essere, con le estremità che galleggiavano intorno alle sue spalle come un vello.
-Ma quello è…- iniziò Sora, trovando un ricordo del suo Nessuno nella sua memoria. -L’Aculeo Crepuscolare!-
-Sbagliato!- esclamò Axel, impugnando i Chakram. -Non è l’Aculeo, quello era bianco.-
-Questo che abbiamo di fronte…- intervenne Xemnas, brandendo le sue spade. -E’ il Guardiano del Mezzo!-
-Il Guardiano del Mezzo?- ripeté Kairi.
-E’ un Nessuno particolare, che sta a guardia del passaggio per il Nulla.- spiegò Xaldin.
-Molto bene!- fece Jessie, stringendo le sue lame. -Ora che sappiamo chi è il nostro nuovo amico, direi che possiamo anche farlo sparire!-
L’intero gruppo urlò un assenso, mentre chi non l’aveva ancora fatto, impugnava la propria arma e il campanile del paese poco distante dal castello rintoccava la seconda ora di quella notte scura, dove una nuova luna scarlatta era appena sorta.







E anche per oggi è finito u.u Come ho detto di sopra, questo capitolo mi soddisfa non poco, sarà perché è il cinquantesimo, ma vabbè non facciamone una questione esistenziale u.u Finalmente si è rivelato il piano degli Stregoni, ammetto di aver inventato la loro abilità di sana pianta, ma mi serviva un pretesto elegante per evocare il nuovo nemico, e così ha fatto il suo ingresso il Guardiano del Mezzo e anche qui temo di aver fallito in quanto a originalità, ma ahimé non avevo idee sensazionali XD La gatta ha stretto l'accordo con Onigumo, che pare nessuno di voi lettori conosca... me tapina, pensavo di aver scelto un manga/anime famoso invece mi sono complicata la vita ç.ç Vi avviso fin da subito che mi inserirò verso la fine della trama arrivata in Italia, quindi (per quei pochissimi che lo seguivano) non ci saranno spoiler di alcun genere. Ho ciarlato fin troppo u.u Cos'accadrà ora che questo possente Senza Cuore scarlatto è giunto sul campo di battaglia? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Giulia__chan: Eh sì, Saix è un tenerone u.u Ti dirò, per l'Idropulsar mi sono ispirata proprio ai pokemon XD Non avevo voglia di ingegnarmi troppo a cercare un nome per una magia, quindi frugando tra i miei ricordi di bimba è uscito l'idropulsar XD Non sapevo esistesse un Onigumo in One Piece, mi sono persa qualche passaggio °-° Dalla mia risposta capirai quale dei due manga/anime da te citati è quello esatto ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Alla prossima!!!

LightRoxas: Lo shonen-ai è giunto anche qui u.u Non sarei una yaoista se non ci avessi messo il mio zampino XP la Zemyx mi spiace, ma qui non si vedrà u.u Demyx è impegnato con Schizzo ù.ù Mi dispiace che tu sia in punizione, mi raccomando non farti beccare mentre leggi qui ^^ a presto!!!

masterof dark: Nemmeno tu conosci quel manga/anime ç.ç Scrivere i capitolo sarà più difficile del previsto, ma pazienza, ormai il dado è tratto e non si può tornare indietro u.u Spero che il Guardiano ti piaccia e che ti sia piaciuto il capitolo, anche se di azione non ce n'è ^^ Ciaoooo!!!

Deby92: Carissima!! Sono contenta che le mie scene di battaglia ti piacciano, io pensavo di aver fatto confusione XD Non hai nessunissima idea per il mondo di provenienza del misterioso Onigumo? Me tapina ç.ç Come ho detto sopra, pace, mi arrangerò u.u Come ho detto a Giulia__chan, per l'idropulsar mi sono effettivamente ispirata ai pokemon, mentre per la magia Tornado ho fatto riferimento a Final Fantay VIII ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Byeeee <3




Banditore!! Mettiti a suonare la canzoncina più allegra e felice che conosci!!! Abbiamo un nuovo arrivo in famiglia *v* *l'omino si mette a suonare l'inno francese* Ma... quanto sei demente?! *si schiaffa mano in faccia e poi tira una badilata all'omino* Vedi di darti una regolata! *quello annuisce e si mette a suonare una musichetta allegra* Oh... u.u Dunque! Diamo un enorme abbraccio e un bacione gigante a Mamo_chan per aver messo la fic tra le seguite ^^ Grazie, grazie e ancora grazie ^^ (grazie dei fior... NdNilla Pizzi  O.O Eeeehhh???? NdFly) E ovviamente un grazie megagitante (E grazie ancora... NdNilla Pizzi   Ancora?!?! O.ONdFly) a tutti voi che continuate a leggere questa fic ^^ Ora mi eclisso! Al prossimo week end!!! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo mentre il Banditore continua a suonare, cadendo in una botola*

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Capitolo 51
*** Capitolo 51: Senza via d'uscita ***


Buonsalve miei adoratissimi lettori e mie adoratissime lettrici!!! ^^ *offre pan di stelle a tutti* Non vale comprarsi i lettori <.< NdBanditore Ma non mi sto comprando nessuno!!! >.< Sto semplicemente diffondendo la dottrina del buon pan di stelle u.u NdFly Comunqueeeee torniamo a noi u.u Avevamo lasciato i nostri eroi di fronte al loro nuovo nemico! La battaglia che sta per cominciare sarà ricca di colpi di scena, roba che nessuno di voi nemmeno immagina u.u Ma basta ciarlare! The show must go on! Buona lettura!!!


Capitolo 51: Senza via d'uscita


-Dobbiamo eliminarlo il più fretta possibile!- asserì il numero I.
-Come mai tutta questa fretta?- domandò il custode dell’Alba. -Capisco che non dobbiamo prendercela comoda, ma…-
-Dobbiamo impedirgli di usare il suo attacco più potente…- rispose l’uomo dagli occhi d’ambra. -Se raccoglie troppa energia, è in grado di ridurre al Nulla tutto ciò che lo circonda.-
-E non sarebbe una buona prospettiva…- ironizzò Axel. -Come ci muoviamo?-
-Io direi di seguire la strategia di prima.- intervenne Topolino. -Jessie e Xaldin possono attaccarlo in volo, Axel e Pippo non dovrebbero avere problemi con gli attacchi a distanza, restiamo io, Shrek, Gatto, Xemnas, Riku, Sora e Kairi.-
-Io e Kairi ci siamo trovati bene sul dorso della dragona, possiamo continuare così.- affermò il castano.
-E noi cosa facciamo?- domandò l’argenteo. -Non possiamo unirci a loro, perché rallenteremmo la dragona e i nostri attacchi a distanza si limitano alle magie, che non so quanto possano essere utili contro un nemico del genere…-
-Allora ci resta una sola alternativa…- fece la ragazza dai lunghi capelli castani con tono di chi afferma qualcosa di ovvio. -Lo attaccheremo in modo tale da farlo scendere di quota e lo sfiancheremo fino a farlo crollare al suolo.-
-Tecnica semplice ed efficace, me gusta!- esclamò il Gatto con gli Stivali.
-Coraggio! Diamo il via alle danze!- disse il Maestro del keyblade, saltando sulla schiena della dragona seguito dalla compagna dai capelli rossi e in breve si trovarono nel cielo.
Li raggiunsero in pochi istanti il Feroce Lanciere e la custode del Tramonto, dopo aver spiccato un grande balzo verso l’alto.
Nel frattempo, il Guardiano del Mezzo osservava curioso, con il suo viso senza sguardo, i suoi avversari in rapido avvicinamento. Avvertiva l’ostilità in quelle figure in continuo movimento e capì il compito assegnatoli da chi aveva deciso di evocarlo: la distruzione di quei corpi alimentati dal soffio della vita.
Allungò il braccio sinistro dietro di sé per scagliarlo in avanti in direzione di una delle possenti ali del drago dalle squame violacee. Con un’improvvisa e rapida svolta verso la direzione opposta a quella del colpo, la dragona lo schivò e dopo aver emesso un potente ruggito, sferzò l’aria con la sua lunga coda e la intrecciò con l’arto scarlatto, dando così il via alla mossa seguente.
I due custodi saltarono velocemente sul collegamento provvisorio che si era creato e arrivarono fino allo spazio vicino al collo del loro possente avversario.
-Kairi, io vado dall’altra parte, tu resta qui e stai attenta a non cadere!- comunicò il castano prima di compiere una breve planata fino al suo obiettivo, grazie all’abilità Glide.
La custode dagli occhi blu annuì con decisione ed evocò il keyblade fiorito, cominciando a menare fendenti alla base del collo del gigante rosso, mentre il suo compagno dalla parte opposta eseguiva la stessa azione.

Circondato dal vento, Xaldin giunse di fronte al largo petto del senza cuore e contemporaneamente, Jessie raggiunse la sua schiena e cominciarono a colpire con forza e destrezza il corpo dell'avversario.
Le lance del numero III si abbattevano con violenza sull’addome del nemico, accompagnate da rapide sferzate di vento tagliente, provocando scintille. Nemmeno una lesione di una certa entità si aprì, tuttavia, danneggiò le membra avversarie con dei lievi graffi, ma il loro proprietario non faceva una piega, come se non avvertisse alcun fastidio.
Dalla parte opposta, la custode dagli occhi color nocciola vibrava fendenti con entrambe le sue chiavi, alternandoli con dei potenti calci, che avrebbero potuto abbattere un muro. Nonostante la forza utilizzata però, non vide risultati come il suo compagno dai lunghi capelli neri.
-Ma di cosa è fatto?!- pensò, sbuffando, prima di rimettersi all’opera.

-Pronto?- domandò il ragazzo vestito di bianco.
-Prontissimo!- esclamò Pippo.
Il Ritornante e il cavaliere scagliarono le loro armi contemporaneamente, dopodiché il primo con uno schiocco di dita incendiò i suoi cerchi. Lo scudo e i Chakram colpirono le gambe del Guardiano con rapidità e notevole forza distruttiva: l’arto sinistro prese fuoco, ma l’entusiasmo dei due durò pochi attimi, perché le fiamme si estinsero e nessun danno si presentò ai loro occhi.
-Com’è possibile?!- sbottò il Soffio di Fiamme Danzanti. -Pippo proviamoci ancora!- aggiunse recuperando i cerchi.
-D’accordo!-
Ripeterono l’azione, ma l’effetto fu esattamente lo stesso: nessuna ferita si aprì sul corpo dell’avversario, che non reagì minimamente a quegli attacchi.
-Siamo così deboli?- domandò rassegnato il cavaliere, guardando il suo scudo ammaccato.
-Non è colpa vostra…- intervenne Topolino. -Nemmeno gli altri stanno ottenendo qualcosa e mi preoccupa che il nemico non si sta muovendo…-
-E’ vero…- aggiunse il custode dai capelli d’argento. -Non reagisce in alcun modo… Che stia raccogliendo l’energia?-
-E’ sicuramente così.- rispose il Superiore, voltandosi verso i compagni. -Dobbiamo elaborare una strategia…-
-Ehi, non sembra anche a voi che il gigante sia sceso?- domandò l’orco, aguzzando la vista.
-Hai ragione amigo!- commentò il Gatto con gli Stivali.

-Il Nulla cancellerà ogni cosa…- disse una voce cupa e solenne.

-Chi ha parlato?!- esclamò confuso Shrek.
-E’ stato il Guardiano…- disse l’albino, senza distogliere lo sguardo dalla figura scarlatta in continua e inesorabile discesa.

-Tremate creature viventi, perché presto la notte e il giorno non saranno più, sostituiti dall’infinito Oblio.-

Dopo quelle parole di sentenza, il gigante cremisi mosse rapidamente il braccio destro, afferrando la coda della dragona. La attirò a sé, così da allentare la presa sull’arto sinistro e con la mano corrispondente sferrò un pugno al ventre della creatura, che ruggì di dolore, dopodiché la scagliò con violenza al suolo.
Senza perdere tempo, il Nessuno mosse nuovamente la mano destra sulla spalla opposta, dove si trovava la custode del keyblade fiorito. Nonostante la rapidità del movimento, però, non raggiunse il suo obiettivo perché due lame scure l’avevano fermato all’ultimo istante.
Con i piedi ben saldi e le chiavi incrociate davanti a sé, la custode del Tramonto resisteva con tutte le sue energie all’immensa forza del titano dalla pelle rossa come il sangue.
-Kairi devi scendere da qui!- urlò. -I suoi movimenti sono troppo bruschi rischi di cadere e romperti l’osso del collo!-
La principessa non ebbe il tempo di rispondere o fare altro, perché un lembo della candida sciarpa che galleggiava alle spalle del loro avversario la intrappolò nelle sue spire insieme alla compagna.
Le armi scomparvero in una scia di luci, mentre le loro proprietarie erano strette nella presa di quella tenaglia, che aveva tutta l’intenzione di fare briciole dei loro corpi.
La lama della Catena Regale arrivò in soccorso delle due ragazze, senza ottenere risultati e tornò nella mano del suo possessore. Sora caricò il braccio per lanciare di nuovo la sua chiave, ma dovette rinunciare al suo intento, perché l’altra estremità della letale stoffa minacciò di rinchiuderlo in una trappola mortale. Il bruno fece un salto all’indietro ritrovandosi sospeso nel vuoto, per poi precipitare inesorabilmente verso il suolo, trascinato dalla forza di gravità.
Le urla dei suoi compagni giungevano come fischi alle sue orecchie mentre con una serie di capriole stabilizzava la sua caduta. Riacquistato l’equilibrio, portò le mani sotto di sé e ricorse nuovamente alla magia Idropulsar riuscendo ad atterrare indenne a pochi passi dai suoi compagni.
Il rumore di uno schianto attirò i suoi sensi, prima ancora che potesse rialzarsi.

Il Feroce Lanciere, per nulla intimorito dalla potenza dell’avversario e appurato che il Maestro del keyblade se la sarebbe cavata, si diresse rapidamente verso le due compagne, che ancora urlavano il loro dolore. Le sei armi si agitavano intorno al suo corpo insieme al turbine di vento, che si abbatté sulla resistente prigione di stoffa bianca. Con un ringhio di disapprovazione, il Ritornante scagliò le lance una dietro l’altra nel tentativo di tagliare il lembo che avvolgeva le due ragazze, ma il suo attacco fu vano, così richiamò le lame per poter sferrare una nuova offesa.
Un movimento dell’aria alle sue spalle attirò la sua attenzione, facendolo voltare. L’ultima cosa che avvertì fu l’impatto violento con il freddo suolo, che si frantumò sotto di sé.

La presa si faceva sempre più stretta e con un ultimo grido di dolore la giovane dai capelli rossi perse i sensi.
-Kairi no!- sussurrò la castana, cercando di resistere alla morsa con le mani appoggiate alle pareti di quella prigione. -Accidenti e adesso che cosa m’invento?!-
-Concentrati e troverai la forza!- urlò una voce introducendosi nei suoi pensieri.
-Chi sei?- domandò, guardinga.
Dopo le sue parole, Jessie si aspettava di sentire l’ennesima tentazione da parte della fredda e maligna voce di quell’essere diabolico dal nome ancora sconosciuto, ma al suo posto era intervenuto qualcun altro.
Una voce calda, proveniente dal profondo della sua mente.
-Non ha importanza chi io sia, ora devi concentrarti per usare il tuo attacco più potente!-
-Starai scherzando! Se lo faccio rischio di coinvolgere anche Kairi!-
-Sarà sufficiente indirizzare l’attacco esclusivamente verso il tuo nemico! Forza!-
Detto questo, la voce si spense.
-E va bene… Proviamoci…- pensò, lanciando uno sguardo alla compagna alle sue spalle. -Kairi… ce la farò!- aggiunse con decisione la ragazza dagli occhi color nocciola, abbassando le palpebre per trovare la giusta concentrazione.
In pochi istanti avvertì la sua energia aumentare e il suo corpo farsi incandescente. Di secondo in secondo il suo potere cresceva e nella sua mente si faceva sempre più nitida l’immagine del suo nemico avvolto dalle fiamme.
All’improvviso spalancò gli occhi e spinse le mani verso la stoffa che la imprigionava.
-Esplodi fiamma del crepuscolo!-
Urlate quelle parole, tutto cominciò a bruciare sotto gli effetti dell’attacco della custode del Tramonto.

-Sora!- chiamò Re Topolino, inginocchiandosi accanto all’amico. -Come ti senti?-
-Bene grazie…- rispose il bruno. -Ma dobbiamo aiutare…-
Non fece in tempo ad alzarsi che vide un corpo schiantarsi al suolo a pochi metri di distanza.
-Xaldin!- urlò il Superiore correndo in soccorso del compagno.
-Anche Xaldin è fuori gioco…- iniziò il numero VIII. -Dobbiamo inventarci qualcosa per aiutare Kairi e Jessie.-
-Già, ma cosa?- domandò il capitano dei cavalieri, stringendo la presa sul suo scudo.
Il custode dell’Alba puntò lo sguardo sull’involucro di stoffa, sentendosi impotente come non mai.
-Cosa posso fare?-
-Stare dove sei! Anzi, allontanati più che puoi se non vuoi finire arrostito!- esclamò una voce maschile all’interno della sua mente.
-Chi sei?!- domandò sorpreso il giovane dai capelli argentei, guardandosi intorno.
-Te lo spiego un’altra volta, ora dovete allontanarvi tutti dal gigante! La tua amica si sta dando da fare, non senti il suo potere?-
Il ragazzo riportò la sua attenzione sull’avversario dal corpo vermiglio e percepì un’energia in continuo aumento.
-Amigos io sento odore di bruciato…- avvertì il Gatto con gli Stivali, arricciando il naso.
-E da dove viene?- chiese l’orco.
-Jessie!- disse allarmato il custode dagli occhi acquamarina. -E’ sicuramente lei! Dobbiamo ripararci in qualche modo!-
-Troppo tardi ragazzo!- esclamò nuovamente quella voce, mentre la candida gabbia di stoffa veniva avvolta dalle fiamme e rischiarava il buio di quella notte senza luna.
Appoggiati i piedi a terra, il Nessuno voltò il capo verso la sua spalla sinistra, da cui proveniva un intenso calore.
Un fuoco dalle mille sfumature scarlatte si stava propagando lungo la sua candida sciarpa. Con la velocità di un battito di ciglia, le lingue di fuoco avvolsero tutto l’arto e si spinsero sul centro del corpo, come un demonio accecato dal desiderio di distruggere la sua preda.
Quando le intere membra del Guardiano furono circondate da un involucro di fiamme, questo lanciò uno straziante grido di dolore.
I presenti furono costretti a coprirsi le orecchie per non udire quel lamento struggente, che coprì ogni suono e fece tremare la terra su cui poggiavano i piedi.
Con un movimento fulmineo, il portatore del Nulla strappò il suo ornamento e lo gettò lontano da sé, dopodiché si richiuse su se stesso, circondandosi il petto con le lunghe braccia. Un fitto vortice di vento lo nascose ai guerrieri della Luce che pochi attimi dopo si ritrovarono a spalancare gli occhi.
Il fuoco era spento e il corpo del gigante rosso presentava solamente qualche bruciatura lieve.





Allora... questo capitolo non mi piace tanto, ma il giudizio è vostro u.u
A chi apparterranno le due nuove voci? Cosa sarà successo a Kairi e Jessie? Il Guardiano del Mezzo pare indistruttibile, riusciranno a sconfiggerlo prima che egli riduca tutto al Nulla? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!



L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Davvero alcuni Heartless hanno questa abilità? O.O Mi hai aperto un mondo XD Come vedi ho aggiornato puntuale come un orologio svizzero u.u (No, Novi! NdTizio  O.O NdFly) Spero che lo scontro ti intrighi sempre di più ^^ Ciauuuu!!!!

LightRoxas: Nemmeno tu sai chi è Onigumo ç_ç Ah bè, tu sei piccolino, forse non lo conosci questo anime *mumble mumble* Sì in effetti quando io ho iniziato a vederlo... tu eri appena nato O__O Per tutti i cavolfiori... O__O Ciemmecu XD mi fa piacere che tu non sia più in punizione ^^ Spero che il chap ti sia piaciuto ^^ Byeee!!!

Deby92: Ciao carissima ^^ Neanche tu sai chi è Onigumo ç_ç mi sa che più in là farò molti spoiler imprevisti <.< Comunque! XD Il fatto di averti incuriosita mi soddisfa non poco u.u è il mio obiettivo da sempre u.u Odi Marluxia? Più avanti vorrai ucciderlo con le tue mani, fidati XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto e che lo scontro continui ad essere scorrevole e chiaro per te ^^ Ciaoooo <3

My Pride: Mia cara, bentornata ^^ Non preoccuparti per i capitoli persi, lo so che hai avuto il tuo bel da fare ultimamente ^^ Se cominci a capire qualcosa ora, mi spiace dirtelo ma dai prossimi capitoli ci capirai sempre meno XD Ho messo su un intrigo che non ha limiti :asd: Da quanti capitoli è composta? <.< *si siede e sorseggia una tazza di té* U.U dunque... ho pubblicato da pochi giorni il capitolo 71 e la fic si prospetta ancora molto lunga... dubito che la fine sia così vicina da sentirne la tristezza ^^ Non preoccuparti, questa storia camperà ancora per un bel pò! XD A presto cara!!! <3




Anche per oggi abbiamo finito! Come sempre ringrazio tutti voi che leggete e commentate, ma anche chi si limita alla sola lettura. Grazie, grazie ^^ Vi adoVo tutti XD Ovvio, io spero sempre in un vostro parere u.u Ora mi eclisso! Al prossimo week-end!!! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo mentre il Banditore cade nella solita botola*

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Capitolo 52
*** Capitolo 52: Sentenza di morte ***


Salve salve carissimi lettori e carissime lettrici!!!! Come andiamo? Spero bene ^^ Orsù, la scuola è quasi finita! Per me finisce a luglio e nonostante i vari impegni dovrei riuscire a tenere il ritmo degli aggiornamenti, se vi salto una settimana non preoccupatevi, perché rimedierò sicuramente ^^ Ma passiamo oltre u.u Avevamo lasciato i nostri eroi in una sistuazione assai spinosa e complicata, avranno trovato il modo di sconfiggere il Guardiano? E le due voci, chi saranno mai? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 52: Sentenza di morte


Il Guardiano del Mezzo appariva pressoché illeso agli sguardi dei guerrieri della Luce. Lanciò un grido colmo d’ira, dopodiché alzò le sue lunghe braccia verso il cielo scuro e un piccolo bagliore grigiastro apparve equidistante dai due palmi.

-Il Nulla tra poco giungerà, la vita e la morte diverranno una cosa sola e Luce e Oscurità cesseranno di esistere in quest’angolo dell’infinito.- pronunciò la voce del Nessuno, tornando poi al silenzio per concentrarsi sul suo compito finale: l’annullamento di quel mondo.

I presenti rimasero immobili, con la mente rivolta ormai alla resa.
Era realmente finita? Tutto era destinato a cadere preda del Nulla?
-Non può finire così!- urlò il custode della Catena Regale, scagliando un pugno al suolo. -Io non mi arrendo!- aggiunse, rimettendosi in piedi e spostando lo sguardo verso il suo migliore amico. -Riku, sei con me vero?-
-Certamente! Ci sarà sicuramente un modo per distruggere questo Nessuno e lo troveremo!- affermò con fermezza l’argenteo.
-Bene! Ragazzi, anche voi siete d’accordo vero?-
Il capitano dei cavalieri sorrise e alzò lo scudo in segno di approvazione, gesto che fu imitato dal Re e dal Ritornante dai capelli rossi. I due abitanti di quel mondo si scambiarono uno sguardo, dopodiché annuirono con decisione.
-Difenderemo la nostra casa fino alla fine!- esclamò l’orco. -Andiamo a vedere in che condizioni è la dragona e torniamo.-
-Ci sono anch’io.- avvertì il numero I, avvicinandosi al gruppo sorreggendo il compagno dai capelli neri.
-Come stanno Kairi e Jessie? Dove sono finite?- domandò quest’ultimo.
Tutti spalancarono gli occhi e i due custodi corsero verso la prigione ancora avvolta tra le fiamme, che giaceva poco distante da loro.

L’involucro di stoffa bruciò fino a ridursi in cenere, rivelando così le figure delle due ragazze.
La principessa della Luce, priva di sensi, presentava alcune ustioni sulle parti scoperte del corpo, stretta in un abbraccio protettivo della compagna che aveva il respiro accelerato e la mente in uno stato intermedio tra la veglia e l’incoscienza. A tenerla cosciente fu la voce che l’aveva spinta a utilizzare quell’attacco.
-E così non sei abituata a ricorrere a questa tecnica, eh?- disse quella voce dal timbro femminile.
-Vuoi dirmi chi sei?- chiese la ragazza dai capelli castani. -Sono riuscita a liberare me e la mia amica, ma ora sono senza forze e quell’essere è ancora vivo e vegeto!- aggiunse con una nota di rabbia.
-Infatti, l’attacco serviva esclusivamente per tirarti fuori da quella trappola per evitare che facessi la fine di una noce.- commentò la voce. -Comunque, non posso dirti chi sono né da dove vengo…-
-E perché mai?-
-Perché la mia memoria è offuscata. Le poche cose che so, sono legate alla tua arma…- la Via del Tramonto comparve nella mano della sua padrona. -…poiché è da lì che sono uscita.-
-Cosa ricordi?- domandò curiosa.
-Ricordo un tempo lontano, in cui lottavo al fianco di qualcuno, che mi ha fatto conoscere cose di cui ignoravo l’esistenza… purtroppo però ci siamo dovuti separare per una causa più grande di noi…- spiegò la voce prima con nostalgia, che però era mutata in amarezza. -Ma i ricordi torneranno, ne sono sicura.-
-Te lo auguro…- rispose la castana.
-Grazie. Ora sento che il mio tempo è finito, devo fare ritorno nel mio luogo di riposo, ma ci risentiremo presto… Prima di andare però, voglio darti un consiglio: a volte, l’arma del tuo avversario può decretarne la sconfitta.-
Detto questo, la voce si spense e la mente della custode cadde nel silenzio.

-Si sta svegliando!- esclamò il ragazzo dai capelli d’argento, rafforzando la presa sul corpo della ragazza. -Avanti Jessie, svegliati!-
Lentamente, la custode schiuse gli occhi e mostrò uno sguardo confuso e febbricitante. -Riku… dov’è il Guardiano?- domandò con un filo di voce, guardandosi intorno. -E Kairi come sta?-
-Non preoccuparti, ha perso i sensi e ha solo qualche bruciatura… Adesso c’è Sora con lei e sta cercando di svegliarla.- assicurò il giovane. -Sei stata tu a dar vita a quella fiamma?- chiese.
-Sì… Fortunatamente sono riuscita a trattenerla, evitando a Kairi di finire carbonizzata… So però che il nostro nemico è ancora in piedi…-
-E’ così.- asserì grave Re Topolino. -E ora sta concentrando la sua energia in una sfera che una volta liberata annullerà tutto… Shrek e il Gatto con gli Stivali stanno cercando di rallentarlo il più possibile aiutando la dragona, ma non resisteranno a lungo.-
-Dobbiamo fermarlo…- disse la castana a denti stretti, mentre cercava di alzarsi, facendo leva sui gomiti.
Un violento capogiro però la costrinse a ricadere sfinita tra le braccia del custode dell’Alba, che si allarmò. -Che ti succede?-
-Quell’attacco, anche se debole è riuscito a privarmi di ogni energia… E mi ha ridotta in questo stato… Sono fuori gioco…-
Improvvisamente, un varco di luce si aprì accanto al gruppetto, rivelando la figura del Ritornante dagli occhi ambrati.
-Scusate se ci ho messo tanto.-
-Ora che sei tornato, dobbiamo pensare a qualcosa per distruggere il Guardiano.- affermò il custode della Catena Nobile, incrociando le braccia.
-Xemnas…- chiamò la custode del Tramonto. -Di quali armi dispone il Guardiano?-
-In che senso?- domandò il Ritornante dai capelli rossi.
-Nel senso: il suo unico attacco è quello che distrugge tutto?-
-Sì.-
-La magia quanti danni potrebbe causargli?-
-È immune alla magia in ogni sua forma. Perché?- chiese l’albino con interesse.
La ragazza non riuscì a rispondere a causa di un tremendo ruggito della dragona, che attirò lo sguardo di tutti i presenti.
Il globo dalle sfumature grigiastre era cresciuto di diametro e stava sospeso sul capo del Nessuno scarlatto, che stringeva il collo del drago viola riversandoci tutta la sua forza. Nel frattempo l’orco e il gatto erano aggrappati a una delle punte che svettavano sul suo lungo collo.
-Andate ad aiutarli…- disse la castana. -Io cercherò di recuperare le forze il più velocemente possibile e poi metterò in atto l’idea che mi è stata suggerita…-
-Cos’hai in mente?- le domandò l’amico dagli occhi verdi. -Dovresti riposarti.-
-Non preoccuparti Axel e fidati di me…- concluse, chiudendo gli occhi per cadere in un leggero sonno.
-Cosa stiamo aspettando?- fece Pippo, impugnando lo scudo. -I nostri amici hanno bisogno di noi!- aggiunse, prima di correre verso lo scontro poco distante.
-Pippo ha ragione!- esclamò Topolino, stringendo il suo keyblade per seguire il cavaliere.
In pochi secondi, anche il Superiore e il Soffio di Fiamme Danzanti si unirono ai compagni nello scontro, mentre il custode dai capelli argentati continuava a spostare lo sguardo dalla battaglia al corpo addormentato tra le sue braccia, che aveva la carnagione pallida e il respiro accelerato.
-L’idea che ti è stata suggerita?- pensò. -Quale? Ma soprattutto, da chi? Cos’altro salterà fuori adesso?-
Un fiume di pensieri analoghi attraversò la mente del giovane, quando la voce dell’amico lo richiamò e gli fece abbandonare le sue riflessioni.
-Riku, vai a combattere con gli altri…- iniziò il bruno, mentre stendeva la compagna dai capelli rossi a terra. -Resterò io qua con loro, finché non si saranno riprese.-
-Ma io…-
-Io ho quasi esaurito le mie energie, ne ho solo per curare un paio di ferite, mentre tu hai ancora le forze necessarie per aiutare i nostri amici e per rendere più semplice il compito di Jessie quando sarà il momento.-
Il custode dell’Alba sgranò gli occhi acquamarina alle parole del migliore amico. Aveva ragione, ma l’argenteo era riluttante a lasciare la sua compagna in quelle condizioni. Si sentiva in dovere di restarle accanto, come aveva promesso di fare più di una volta.
-Ragazzo, fidati della custode del Tramonto e del tuo amico. Vai a combattere, è l’unica cosa che puoi fare in questo momento.-
Quella voce risuonò nuovamente tra i mille pensieri del giovane keyblader, che annuì con poca convinzione, fidandosi anche di quella voce sconosciuta apparsa dal niente. Appoggiò delicatamente il corpo della ragazza dai lunghi capelli castani al suolo e dopo averle accarezzato il viso, si alzò in piedi.
-Sora, se hai bisogno d’aiuto, non devi fare altro che chiamare.-
-Non preoccuparti.-
I due amici si scambiarono un ultimo sguardo, dopodiché il ragazzo dalle iridi color del mare corse velocemente verso l’area dello scontro. Il castano osservò l’amico allontanarsi, poi s’impegnò per far riprendere i sensi all’amica dai capelli rossi.

Un possente colpo d’ala destra e una zampata sinistra colpirono il gigante dalle membra cremisi, ma la presa che stringeva il suo collo non accennava ad allentarsi. A quel punto, la dragona utilizzò il poco fiato che le era rimasto per generare una fiammata, che investì il suo nemico.
-Ora sì che si parla la mia lingua!- esclamò il numero VIII, concentrando le sue energie in un potente attacco di fuoco dei suoi Chakram, che alimentò quello prodotto dal drago viola.
Per la seconda volta in quella notte, il corpo del Nessuno fu circondato dalle fiamme, ma a differenza delle precedenti evocate dalla custode dagli occhi color nocciola, queste si estinsero in un tempo ancor più breve.
Una volta libera, la dragona scattò all’indietro e lanciò un furente ruggito. In quel momento la sostituirono gli altri membri del gruppo: Xemnas balzò e usò come trampolino lo scudo del capitano dei cavalieri per arrivare all’altezza del petto dell’avversario, che incurante dei loro movimenti aveva riportato la sua attenzione alla sfera che stava formando. Quando raggiunse l’altezza massima, il Ritornante dagli occhi ambrati strinse le sue lame e si avventò sul suo obiettivo, menando fendenti veloci e precisi che avevano lo scopo di indebolire un unico punto. Una sferzata da destra, seguita da un’altra dall’alto, poi un nuovo colpo orizzontale con la spada sinistra e un secondo con l’arma di destra verso l’alto e infine un fendente doppio a croce. Forse un paio di graffi scalfì la spessa corazza del Guardiano, ma il Superiore si tirò indietro, lasciando lo spazio a un compagno.
Agile e veloce, Re Topolino imitò l’albino saltando sull’arma di uno dei suoi amici più fidati e arrivò alla stessa altezza. Anche da parte sua ci furono una serie di complesse e rapide combo che terminò con un luminoso raggio del keyblade. L’ultimo attacco durò diversi secondi e cominciò a produrre dei danni visibili sul corpo coriaceo del gigante senza volto, che tuttavia non rimase fermo a guardare. Una larga mano giunse alle spalle del sovrano dalle orecchie tonde e come una tenaglia scattò sulla sua vittima, ma non poté concludere il suo intento. Un nuovo raggio colpì la compagine che fungeva da falangi e la bloccò il tempo necessario per permettere al custode della Catena Nobile di sfuggire alla cattura, altrimenti inevitabile.
-Grazie Riku!- esclamò Topolino, affiancando il ragazzo dagli occhi acquamarina. -Jessie e Kairi?-
-Sono con Sora, io sono più utile qui.- rispose. -A quanto sembra i raggi dei keyblade riescono a danneggiarlo anche se di poco…-
-Dobbiamo insistere e continuare a colpire quell’unico punto per indebolire un’area sempre maggiore!-
Il Re si voltò verso l’orco e il Gatto con gli Stivali che annuirono e saltarono sul dorso della dragona, la quale volò dritta verso il largo petto del gigante scarlatto.
La coppia di Chakram precedette una serie di fendenti della spada che Shrek aveva recuperato dal campo di battaglia e dei leggeri ma precisi e funesti del fine fioretto del gatto dal pelo rosso. Seppur sferrati con tutta la forza possibile, tuttavia quegli attacchi non aggravarono la condizione della leggera ferita che si era creata sul torace del loro nemico. Quest’ultimo, infastidito, cercò di afferrare i due abitanti del mondo delle favole come aveva cercato di fare con il sovrano del Castello Disney, ma anche questa volta fallì. La dragona, avvertito il pericolo, era scattata nuovamente all’indietro e aveva colpito il braccio dell’avversario con una sferzata della lunga coda. Senza perdere tempo, un nuovo rapido attacco fu mosso dai guerrieri della Luce: lo scudo del capitano dei cavalieri e i due cerchi portatori di fuoco saettarono verso la ferita del nemico, che emise un cupo ringhio, simile a un tuono.
Quando le tre armi si separarono dal corpo del Nessuno, ancora una volta le due spade dalla lama rossastra arrivarono a colpire il loro obiettivo. Sfruttando la coda della dragona e l’arto del gigante, Xemnas era riuscito a compiere un lungo salto per giungere alla sua meta. Eseguita una serie di fendenti dalla sorprendente maestria, il Ritornante si diede lo slancio all’indietro e due raggi luminosi lo sorpassarono per concludere quell’offensiva. La Catena Nobile e la Via per l’Alba rischiararono per alcuni istanti quella notte buia e con la loro luce allargarono la ferita del Guardiano, che divenne una lesione lunga due braccia e larga due spanne.
I guerrieri della Luce esultarono per la loro piccola ma importante conquista, tuttavia la loro gioia durò pochi e fugaci istanti poiché un cupo tuono fu emesso dal possente avversario seguito da parole esecutrici e affilate come lame.

-Stolte creature, perché vi opponete all’eterno oblio che vi viene offerto? Sarà come scendere nel regno del Signore dei sogni, ma non vi farete mai ritorno…-

Incurante del danno che aveva subito, il gigante vermiglio tornò a concentrare le sue attenzioni e la sua energia sulla sfera dalle sfumature grigiastre che cresceva rapidamente tra le sue mani.
Il silenzio calò nuovamente tra i combattenti, che rimasero con lo sguardo perso rivolto al Nessuno, mentre il tempo scorreva inesorabile come la sabbia di una clessidra.
-Abbiamo un piano B?- chiese il Soffio di Fiamme Danzanti.

***

Strinse con maggior vigore la mano della giovane stesa a terra ancora priva di sensi e spostò lo guardo sul suo volto, attraversato da un leggero pallore e circondato dai lunghi capelli rossi, come un delicato velo. Le rosee labbra socchiuse lasciavano sfuggire un tranquillo respiro e le lunghe ciglia erano unite dalle palpebre chiuse, su quelle profonde iridi color dell’oceano che il ragazzo dagli ispidi capelli bruni amava tanto.
-Perché non ti svegli? Ti ho donato tutta l’energia che potevo, ma ancora non ti svegli…- pensò il Maestro del keyblade, quando anche alla sua mente giunsero le agghiaccianti parole di morte del Guardiano del Mezzo.
Spostò lo sguardo sui suoi compagni e li vide riuniti con le armi al fianco.
Cosa potevano fare per salvare quel mondo ormai condannato al Nulla? Attirate da un bagliore e un'energia nuova, le iridi color cielo scattarono sul corpo della ragazza dai lunghi capelli castani e ciò che videro fu la speranza di porre fine al combattimento di quella lunga notte senza luna.



Anche questo è andato u.u
Il Guardiano del Mezzo resiste come le erbacce e non c'è verso di riuscire a debellarlo. Ce la faranno i nostri eroi a vincere questa sfida? Le due voci sono intervenute di nuovo, chi saranno? (per chiarirvi le idee vi dico subito che la voce che parla con Jessie non è la gatta!!!) E che cosa starà mai accadendo a Jessie? Questo e molto altro nei prossimi capitoli!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Mikhi: Waaa!!! Una nuova lettrice (perché sei una lei vero? <.<)!!! *-* *esplode e si ricompone* Grazie mille per i complimenti, che meriti anche tu per aver letto 'sto papiro tutto insieme XD Sono contenta che la storia ti piaccia ^^ Alla prossima!!!

Giulia__chan: Il mostrone non ti piace? Nuooo ç.ç Peccato... spero che comunque il capitolo ti sia piaciuto ^^ Fammi sapere! Ciauuu!!!

Takami_Kinomiya: Ovvio, il modo si trova sempre... o quasi... Chissà <.< Ottime teorie sulle voci e non sei lontana dalla verità u.u Per rispondere al tuo appunto sui combattimenti: mi spiace che il mio vizio di spezzare sia un problema, ma purtroppo non posso farci molto. E' il mio stile interrompere a metà per creare suspence e per non fare capitoli troppo lunghi, inoltre, questi capitoli sono già scritti (al momento è in lavorazione il 72 per darti un'idea) e quindi non posso modificarli. Magari più avanti, durante l'estate, riuscirò ad aggiornare due volte la settimana, ma ora proprio non ho il tempo di farlo. Grazie comunque per avermi fatto notare questa cosa, nessuno aveva mai detto nulla a riguardo e a me fa piacere sentire ogni parere, critico o meno che sia ^^ Nei capitoli avanti, comunque, gli scontri sono organizzati in maniera diversa e migliore rispetto a quelli di adesso, quindi don't worry e spero che continuerai a seguirmi ^^ A presto!

LightRoxas: L'Onigumo di cui si parla non è quello di One Piece, ma di un altro manga/anime molto più indietro con gli anni... arrivato in Italia nel lontano 2001 o giù di lì <.< Eh sì, Kairi è un fuscello, ma si rifarà alla grande u.u Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ A presto!

masterof dark: Esatto, entrano in scena non uno, ma ben due nuovi personaggi! Non ti dico altro per non rovinarti la sorpresa u.u La foto del cosplay di Jessie la metterò quando l'avrò fatto XD Al momento ho il cappotto da cucire e qualche pezzettino per fare i keyblade, ma sono indietro a causa del poco tempo a disposizione... Giuro che appena ho finito metto la foto u.u Comunque male che va potresti vedermi dal vivo ad una fiera del fumetto XD Concludendo, spero che ti sia piaciuto il proseguimento della battaglia ^^ Ciauuu!!!

95fly_pink95: Un'altra nuova lettrice!!! *-* Waaa!!!! *ri-esplode e si ricompone* Sono troppo contenta *-* Comunque u.u anche tu ti meriti i complimenti per aver letto tutti i capitoli di fila! Sono contenta che la fic ti abbia preso così tanto ^^ Se hai capito chi è Onigumo ti adoro *v* Non temere, presto verrai accontentata e scoprirai chi è che ha parlato a Riku e Jessie ^^ Fammi sapere cosa pensi di questo chap! Ciauuu!!!

Deby92: Carissima a te come va? ^^ Diciamo che a me va bene dai, si accumula stanchezza e cominciano a sentirsi gli effetti del tirocinio, che sono abbastanza preoccupanti a dirla tutta *canta la sigla di Zorro che non c'entra una cippa*, ma soprassediamo u.u Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Eh sì, il Guardiano è un osso duro e nemmeno Jessie è riuscita a procurargli danni permanenti u.u Anche tu non preoccuparti che le due voci non rimarranno nell'anonimato ancora per molto u.u Tempo un paio di capitoli e si scoprirà qualcosa di molto interessante kukuku... Ciaoooo!!! <3




Ma quanti nuovi arrivi *-* Allora, diamo un caldo benvenuto a Mikhi e 95fly_pink95 e ringraziamo quest'ultima per aver messo la fic tra le seguite! (ovviamente quelli che ringraziano siamo io e il Banditore, sempre presente anche se sta zitto u.u) Ah già, sempre cosa ovvia, diamo un bacione a entrambe XD E non dimentichiamoci di tutti gli altri! Ragazzi, io vi adoVo tutti XD anche se leggete soltanto io sono felicissima ^^ Ora mi eclisso! Al prossimo week-end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo, rigettando il Banditore nella sua botola*

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Capitolo 53
*** Capitolo 53: Verso la fine della contesa ***


*arriva il Banditore vestito con una calzamaglia verde e la fedele trombettina sulla spalla. Si inchina e comincia a suonare la solita marcia trionfale* Buon pomeriggio miei adoratissimi lettori e mie adoratissime lettrici!!! Finalmente vi porto un capitolo di cui sono davvero fiera e in cui saranno presenti altri indizi per capire che ruolo giocano queste due vocine, ma pare che molti di voi non ne abbiano molto bisogno u.u Sono orgogliosa dei miei lettori ç__ç ma ne riparliamo poi u.u Buona lettura!!!

ps: anche questa volta vi consiglio una canzone per accompagnare la lettura, che mi ha ispirata mentre scrivevo il capitolo
"Epica - The last crusade"


Capitolo 53: Verso la fine della contesa

Lentamente l’energia tornava a scorrere nel debole corpo di Jessie, che inconsapevole dello svolgimento dello scontro rimaneva in uno stato di sonno rigeneratore. Le forze recuperate erano, però, poche: la febbre dovuta al ricorso dell’attacco più potente di cui disponeva e la stanchezza che ne conseguiva erano troppo grandi per poter essere risanate, tuttavia, ora che aveva scoperto un possibile punto debole di quel nemico invincibile non voleva darsi per vinta. La voce di quella misteriosa donna ricomparve come un’eco lontana nella mente della giovane.
-Hai raccolto l’energia che potevi, ora dobbiamo darci da fare.-
-Perché parli al plurale?- chiese la castana curiosa.
-Perché ti aiuterò. Conosco un incantesimo che darà più possibilità alla tua strategia. Fidati di me.-
Accettò. Non seppe per quale ragione, ma si fidò di quell’entità che era entrata in contatto con lei, arrivando da chissà dove e senza un valido perché. Il suo cuore era attratto da quell’essenza fatta unicamente da una voce. Una voce che infondeva calore, che le donava la calma e la sicurezza necessarie per mettere in pratica quel piano.
-Come farai per aiutarmi?- domandò.
-Unirò il mio spirito alla tua anima… non temere le nostre menti resteranno distinte e il tuo cuore non sarà intaccato. La mia conoscenza diverrà la tua, il potere che possiedo sarà tuo…-
-La tua conoscenza? Significa che hai recuperato la memoria?- chiese confusa la custode.
-A poco a poco, frammenti di memoria di ciò che ero e di ciò che conoscevo cominciano a brillare nell’oblio della mia mente come piccole luci. Ora però non è tempo di parlare, ma di agire per salvaguardare questo mondo e coloro che lo abitano.-
-Diamoci da fare.-
Pronunciate quelle parole, la ragazza si sentì come avvolta da un abbraccio materno, che le scaldò le membra stanche e le nutrì con nuova energia.
-Adesso che siamo unite, niente ci fermerà.- disse un’ultima volta quella voce senza nome.

***

Il Maestro del keyblade sgranò gli occhi, quando il corpo della custode del Tramonto s’illuminò di una luce rossastra.
-Cosa sta succedendo? Forse Jessie ha finito di raccogliere le energie ed è pronta per attaccare il Guardiano?- chiese a se stesso, prima di pronunciare ad alta voce il nome della compagna.
Al richiamo, la giovane spalancò gli occhi e si alzò, mentre il suo corpo iniziava a subire piccoli ma evidenti cambiamenti: il laccio che raccoglieva i lunghi capelli castani bruciò all’improvviso e la chioma cominciò a scurirsi, intanto, lei si era voltata verso i due ragazzi e poté mostrare all’amico che anche le sue iridi color nocciola stavano cambiando.
Allungò un braccio sui due, che furono circondati da un’intensa aura verde.
La principessa della Luce riprese conoscenza in pochi attimi, ma non fu in grado di proferire verbo, poiché una nuova e sconosciuta voce si unì a quella della loro compagna.
-Chiave della Luce, il raggio della tua speranza ci aiuterà a sopravvivere alla furia del nemico.- affermò solenne verso il ragazzo dai capelli bruni, dopodiché si rivolse alla ragazza dai profondi occhi blu. -Settimo cuore figlio della Luce suprema, il tuo corpo ha riavuto le sue energie perdute e ora potrai unirti alla lotta che sta per giungere alla fine.-
Detto questo, portò la sua attenzione alla calma che si era creata dopo l’ultima fase dello scontro e s’incamminò per raggiungere il gruppo di guerrieri.
I due custodi si scambiarono uno sguardo confuso e pieno di domande.
-Sora, ma cosa sta succedendo? Quella era Jessie?-
-Quella è di sicuro Jessie, ma deve essergli successo qualcosa… Forza seguiamola!- rispose il castano, aiutando l’amica ad alzarsi per poi inseguire la ragazza che, ad ogni passo, perdeva sempre di più quel bagliore che la circondava.

-E’ tutto perduto?- domandò il Gatto con gli Stivali, cadendo in ginocchio.
-Non finché la luce dei nostri cuori brillerà e i nostri corpi avranno la forza di combattere.-
Tutti si girarono e lo stupore coprì i loro volti.
Ai loro occhi si presentò la custode del Tramonto, tuttavia i suoi capelli castani erano divenuti dello stesso colore del buio, e si agitavano alle sue spalle a causa del vento che aveva preso a spirare sul campo di battaglia. Una ciocca, che dispettosa aveva coperto il suo viso infine, si spostò e al posto del caldo nocciola si esibirono due iridi del profondo verde dei germogli in primavera.
-Jessie?- chiamò l’argenteo. -Sei tu?-
-Non solo.- si limitò a rispondere, per poi proseguire. -Erede della prima Alba, aiuterai nuovamente il Tramonto come hai già fatto in precedenza.- dopodichè si rivolse ai presenti. -Chiave gemella, la tua luce interverrà per porre fine a questa battaglia e anche i nuovi figli del Regno supremo ci salveranno dall’apocalisse.-
I suoi occhi di giada passarono su ognuno di loro, poi si spostarono sulla figura del castello avvolto dalla barriera azzurrina, mentre i custodi rimasti indietro, si riunirono ai compagni.
-Sora!- esclamò il ragazzo dai capelli argentei. -Sai cos’è successo a Jessie?-
-No, so solo che si è svegliata all’improvviso e dopo aver curato me e Kairi ha pronunciato parole strane e poi è venuta qua.-
-Cosa vi ha detto?- chiese Topolino.
-In poche parole ci ha detto che la nostra luce potrà aiutarle.- spiegò la rossa.
-Lei e chi?- domandò il numero VIII.
Il custode della Catena Regale rispose con un’alzata di spalle, mentre un varco luminoso si apriva a poca distanza da loro, facendone uscire la figura dell’Eroe del Silenzio.
-Lexeaus cosa ci fai qui?- intervenne il Ritornante dagli occhi d’ambra, stupito.
-Tu che detieni la Terra sotto il tuo controllo sai già cosa fare.-
Il numero V annuì ed evocò il Tomahawk. Con l’arma in pugno, l’uomo si girò verso il Nessuno vermiglio e colpì con violenza il suolo dinanzi a sé. La terra prese a tremare e una lunga crepa si allungò fin sotto i piedi del gigante, ma il terreno non implose come i ragazzi si aspettavano, questo s’innalzò per diversi metri, formando una piccola torre cilindrica sulla quale il nemico continuava la sua opera come se niente fosse accaduto.
-Tutto è pronto, adesso prestate orecchio alle nostre parole perché il tempo è tiranno ai nostri scopi.-
Un silenzio innaturale calò tra gli astanti, interrotto solo dal soffio del vento, e l’attenzione era tutta rivolta alla custode dai lunghi capelli corvini.
-L’unica arma in grado di sconfiggere il nostro avversario è il Nulla stesso, che sta per evocare. Noi creeremo una barriera intorno al suo corpo e la sigilleremo, da essa niente potrà uscire e niente potrà entrare. A quel punto, le vostre luci si uniranno per creare un passaggio per farci uscire prima che l’attacco del nemico ci mandi all’oblio.-
Anche il vento parve fermarsi a quelle parole.
La ragazza dagli occhi verdi stava mettendo a repentaglio la sua stessa vita per salvare quella di altri e quel mondo dal Nulla.
-Vuoi rischiare così tanto?- chiese il Re del castello Disney. -Non puoi restare fuori dalla barriera?-
-E’ impossibile. Il sigillo richiede la presenza del suo evocatore all’interno della barriera. Ma non temere cuore Nobile, noi ci fidiamo di voi e delle vostre luci.-
Un caldo sorriso allungò le labbra della ragazza, che si voltò verso il compagno dagli occhi acquamarina.
-Giovane Alba, tu farai da guida alle altre luci, poiché conosci già la strada verso il cuore del Tramonto, però dovrai stare attento. Il sigillo è molto potente ed è difficile da penetrare… ma io mi fido di te Riku.-
Il sorriso lasciò spazio a un’espressione seria e decisa e la ragazza si alzò in volo per dirigersi verso il Guardiano del Mezzo.

Le braccia posizionate a croce sostenevano una sfera da cento metri di diametro.
Nella sua concentrazione il Nessuno parve non accorgersi della custode che si era fermata davanti a lui.
-Ci siamo.- disse la voce. -Non avere paura, i tuoi compagni ci aiuteranno.-
-Hai ragione. Cominciamo.- rispose Jessie.
La ragazza sollevò le braccia e una luce rosata iniziò a risplendere sui palmi delle sue mani.
-Barriera magica inversa!-
La luce si estese, divenendo una grande sfera che circondò la sua evocatrice, il gigante vermiglio, il globo grigiastro e parte della colonna di terra che sorreggeva quest’ultimo, simile a un altare sacrificale che, però non sapeva chi tra i due sarebbe stato il sacrificio e chi il sacerdote, fino al termine di quella battaglia.
L’anima di Jessie, inizialmente tesa e nervosa ora si era placata, grazie alla sicurezza e alla fiducia della misteriosa voce, della quale condivideva emozioni e pensieri. Tramite l’unione avvertì anche la complessità e la tranquillità di quella mente antica, che era in grado di comprenderla come un libro aperto, come se la conoscesse da sempre.
-Adesso stai bene attenta, la nostra concentrazione dovrà essere massima perché il sigillo si attivi come si deve.- sentenziò la voce, distraendola dai suoi pensieri.
La giovane annuì e la Via del Tramonto comparve davanti a lei, sospesa dalla forza della mente della sua prescelta.
-Chiave che conduce al buio, chiudi i cancelli della prigione in cui la tua padrona si trova! Sigilla questo luogo così che nulla potrà interferire e sfuggire alla tua lama!-
Le parole per il sigillo uscirono dalle labbra della custode del Tramonto pronunciate da due voci con tono solenne e autoritario. L’arma leggendaria fluttuò sempre più in alto per eseguire l’ordine che le era stato dato e quando giunse a pochi metri dal confine superiore della barriera, l’ala di drago chiusa che ne rappresentava i denti si aprì e un raggio luminoso nacque dalla punta e andò a colpire l’appena visibile involucro, facendolo brillare dello stesso colore che tingeva l’orizzonte al momento in cui il giorno lascia il passo alla compagna notte.

Da lontano, i guerrieri della Luce osservavano le azioni della ragazza, che ormai era divenuta solo un’ombra a causa dello scurirsi della barriera, e la cui vita dipendeva esclusivamente da loro.
Qualcuno in particolare avvertiva una maggiore responsabilità nei suoi confronti.
Il custode dell’Alba era preda dell’ansia e della paura. Lui avrebbe dovuto agire per primo, ma si chiese in quale modo. Come avrebbe fatto a guidare anche le luci dei suoi amici? Un pensiero folgorò la sua mente e interruppe le sue riflessioni: come aveva fatto poche ore prima, avrebbe condotto l’amica fuori da quella barriera e l’avrebbe salvata dalla morte.
-E’ lei, ne sono sicuro!- esclamò la voce maschile all’interno della mente dell’argenteo.
-Di chi parli?- pensò il ragazzo.
-Della persona che si è unita alla tua amica. Quel sigillo è sicuramente opera sua! Lo sapevo che era tornata!- esclamò euforico. -Ora ascoltami, unirò la mia forza alla tua così riuscirai ad aprire una prima breccia nel sigillo. Dopodichè gli altri custodi ti seguiranno e i Ritornanti cercheranno di convogliare la loro energia con la nostra e potranno aprire un varco all’interno della barriera.-
-Come fai a sapere tutte queste cose? Vuoi dirmi chi sei?-
-Ti spiegherò tutto alla fine, adesso non c’è tempo! Il nemico è pronto a scatenare il suo attacco!-
Le iridi acquamarina ripresero il loro bagliore e misero a fuoco la figura del Nessuno dal corpo color sangue.
-Dobbiamo darci una mossa!- urlò evocando il suo keyblade e puntandolo sulla barriera. Un raggio luminoso come l’aurora si liberò dalla punta della chiave e corse verso il suo obiettivo.
-Dopo di me i custodi faranno lo stesso e poi i Ritornanti cercheranno di aprire un passaggio seguendo il raggio. Coraggio!-

Il Guardiano del Mezzo si riscosse e notò lo spazio in cui era rinchiuso, voltando il capo a destra e a manca. Infine, il suo viso senza sguardo puntò sulla piccola figura che aveva di fronte.

-Piccola creatura dalla luce in declino, questa tua barriera non potrà fermare l’avanzata del Nulla. Sarai la prima a cadere nel vuoto senza riflessi né ombre. Questa mia non-esistenza era destinata a concludersi nel momento in cui il Nulla avesse cominciato a crescere senza forze altrui. Addio, creature della Luce e dell’Oscurità.-

Dopo quelle parole, la sfera si sollevò dalle spalle del gigante e cominciò a ingrandirsi come una macchia d’olio, istante dopo istante a incredibile velocità, travolgendo per primo il suo creatore.
Così scomparve quella non-esistenza portatrice dell’annullamento, vittima della sua stessa arma.
-Aveva già in mente di autodistruggersi?- domandò sbalordita la castana.
-Questo non cambia la situazione, cambia solo il nemico da distruggere, ma il Nulla non riuscirà a uscire da questa barriera. Il sigillo che abbiamo usato è più antico del Nulla stesso, quindi la nostra unica preoccupazione è quella di uscire da qui prima che quell’ammasso informe ci travolga.-
La ragazza si voltò verso il basso e vide un raggio luminoso che cercava di sfondare la parete rossa. Si mosse verso di esso e cercò di intravedere i compagni all’esterno, ma nonostante il chiarore che cominciava a illuminare l’orizzonte a est, non scorse le figure degli amici.
-Quando usciremo da qui, probabilmente potrò dirti chi sono.- iniziò la voce. -Sto recuperando i ricordi della mia vita passata e credo che ci sia qualcuno legato a essa tra i tuoi compagni.-
-E se non dovessimo farcela? Non puoi dirmi almeno il tuo nome?-
-Il mio nome…-
S’interruppe, perché la giovane si era voltata all’improvviso verso la massa grigia, che aveva provocato un profondo rimbombo, quando si era scontrata con la barriera.
Gocce di sudore freddo percorsero la fronte della custode del Tramonto.
Poco più di due metri e il Nulla l’avrebbe raggiunta, decretando la fine della sua esistenza.

***

-Ma che ti prende?!- esclamò il Leggiadro Sicario, indietreggiando.
Il viso della ragazza dai lunghi capelli blu era una maschera di puro odio, una rabbia intensa attraversava i suoi scuri occhi dai tratti felini e una terribile aura nera circondava il suo corpo snello.
-Che tu sia maledetto Marluxia! Se la perderò di nuovo farò in modo che il tuo intero essere possa marcire nell’Oscurità più profonda, bruciato dalle fiamme da cui sono nata!- urlò la giovane contro l’uomo, avanzando di qualche passo. -Per la tua salvezza, mi auguro che l’Alba raggiunga il Tramonto altrimenti tu stesso andrai a cercarla negli abissi del Nulla!-
Il Ritornante annuì, facendo un altro passo indietro, mentre la compagna si avviava verso l’uscita della sala, occupata solo dal trono color pece. Il rosato non aveva mai visto la ragazza arrabbiarsi e quando aveva incrociato il suo sguardo con quello di lei, il sangue gli si era gelato nelle vene e la paura prese possesso del suo cuore, temendo la morte che incredibilmente aveva scampato. La porta sbatté con violenza, segno che la fanciulla dai lunghi capelli blu era uscita.
Si sedette sul trono e incrociò le braccia. -Ma cosa ne sapevo io che si sarebbe risvegliata proprio ora?-

Camminava a passo svelto per i corridoi di quel castello che secoli prima era divenuto la sua dimora. La tenue luce delle fiaccole dalla fiamma azzurra, appese lungo i muri ad intervalli regolari, illuminava appena quei luoghi altrimenti bui come l’Oscurità. Il pavimento era coperto da un sottile strato di moquette viola che attutiva i passi frenetici della ragazza dagli occhi scuri. Il suo viso contratto in una smorfia d’ira si rifletteva sulle lucide e lisce pareti di cristallo nero. Dopo alcuni minuti di marcia, si fermò davanti ad una porta color rosso cupo su cui erano incise due armi dal potere ineguagliabile, che lei da troppo tempo bramava di possedere.
Il ricordo della sua sconfitta balenò nella sua mente, facendole stringere i pugni, fino a sbiancare le nocche.
-Se non mi servisse, quell’idiota l’avrei già cancellato dalla mia vista. La tua ultima mossa sarà presto giocata rappresentante della morte e la scura signora ti accoglierà tra le sue braccia.- pensò la giovane, passando lo sguardo sul legno dell’uscio che aveva davanti. -Non permetterò che la mia attesa ormai giunta al termine si rinnovi, anche a costo di intervenire io stessa!-
Dopo quest’ultimo pensiero, una nube di polvere scura la avvolse e di lei non rimase traccia.






Vi lascio in sospeso anche oggi u.u Muahahahah!!!! *si ricompone*
L'immortale Nessuno è schioppato XD Ve lo sareste aspettati? ù.ù Immagino di no XD
Cosa accadrà a Jessie? Cesserà di esistere o i suoi compagni la salveranno? A chi appartengono le due voci? Cosa farà la ragazza dai lunghi capelli blu? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!

L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Come hai notato sono messi benissimo u.u Sono contenta che la battaglia ti piaccia e spero che ti sia piaciuto il proseguimento ^^ Ottima deduzione la tua u.u  

95fly_pink95: Mi rendi felice, dicendomi che hai capito chi è Onigumo *w* Hai fatto una buona domanda, ma ancora non posso rispondere, comunque sei sulla strada giusta u.u Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere per questo ^^ Ciauuu!!!

LightRoxas: Ciao XD in verità finisco tirocinio la prima settimana di luglio, poi possono attaccarsi tutti al tram u.u Poi dovrei avere un paio di giorni per gli esami sempre a luglio, ma posso prendermela comoda e farli a settembre u.u  Anch'io dovrò lavorare quest'estate altrimenti posso scordarmi i due giorni a Lucca ç__ç Ciemmecu u.u Fammi sapere come ti è sembrato il chap! Ciauuu!!! ^^

Deby92: Carissima ^^ il Guardiano invicibile è crollato u.u Spero che il proseguimento della battaglia ti sia piaciuto :3 In questi capitoli ho dato il meglio di me u.u Il piano di Jessie e della voce che parla nella sua testa ha avuto inizio, che ne pensi? A presto!!! <3

Takami_Kinomiya: Takami non spaventarti ^^ E' da quasi due anni che scrivo questa fic, per questo ho così tanti capitoli. Prima ne scrivevo due o tre al giorno, poi è iniziata l'università e ahimè XD Ma basta OT u.u I nostri eroi hanno trovato il modo di fronteggiare la minaccia, che ne dici? u.u Byeeee!!!

My Pride: Mia cara, se questo ti sembra un bordello, aspetta di vedere più avanti u.u Ci saranno delle vere catastrofi!!! Muahahahahah!!!! *si dà un contegno* Per quanto riguarda la voce sei fuori strada e do pienamente la colpa ai tuoi libri di vampiri XD Comunque non temere, nel prossimo capitolo tutto (o quasi) verrà svelato! U.U A presto!!! <3





Dunque dunque u.u Oggi diamo un bacione e un abbraccio a Mikhi che ha messo la fic tra le preferite, poi bè ovviamente ringrazio tutti voi che leggete! Vi adoVo tutti XD Ora mi eclisso, al prossimo week-end!!! See ya!!!

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Capitolo 54
*** Capitolo 54: Crepuscolo e Aurora ***


Ciao a tutti miei adoratissimi lettori e adoratissime lettrici!!! Come andiamo? La scuola è quasi finita, almeno per voi XD Io ne avrò ancora per un bel pò ahimè, ma l'università è un'arma a doppio taglio u.u Ti dà libertà durante l'anno, ma ti tiene impegnata fino a luglio... per fortuna che gli esami posso anche farli a settembre.. Muahahahah!!!! *si guarda in giro mentre il Banditore le tira un'occhiataccia poco convinta* Comunque, non siamo qui per parlare dei fatti miei, ma per postare il capitolo conclusivo della battaglia u.u Ebbene sì! Con questo capitolo si chiude questo scontro all'ultimo sangue, ma le carte migliori sono ancora tutte da giocare! Buona lettura!!!


Capitolo 54: Crepuscolo e Aurora


La concentrazione era massima.
Ogni fibra del corpo, ogni saetta di pensiero, era rivolta all’incremento del raggio luminoso che doveva creare un passaggio per salvare la loro amica e compagna.
Non potevano vederla con chiarezza, a causa dell’intensità della barriera, ma vedevano bene la massa grigiastra del Nulla che continuava ad espandersi e che ormai aveva raggiunto il confine superiore della sfera rossa.
Ai custodi e ai Ritornanti si era aggiunto Pippo con la luce proveniente direttamente dal suo cuore, mentre l’orco e il gatto armato di fioretto cercavano di imitarlo per potersi rendere utili.
-Dobbiamo riuscirci anche noi!- affermò Shrek. -Non possiamo stare a guardare mentre una ragazza rischia la vita per salvare il nostro mondo!-
-Sono d’accordo!- rispose il Gatto con gli Stivali. -Ma come si fa?-
-E’ facile…- iniziò il cavaliere con un sorriso. -Basta che pensiate intensamente alle persone a cui volete bene e la luce del vostro cuore uscirà da sola.-
-Non sembra così complicato… Proviamoci!- disse deciso l’orco, dopodiché chiuse gli occhi.
I volti dei suoi cari apparvero nella sua mente e avvertì un calore intenso far breccia nel suo petto. Quando riaprì gli occhi, due nuovi raggi confluivano all’unico fascio luminoso che si scontrava con il tenace sigillo.
-Adesso siamo in gioco anche noi!-

***

-Oh oh.- asserì Jessie, puntando lo sguardo sulla massa in continuo avvicinamento. -Non c’è proprio niente che possiamo fare?- chiese alla voce.
-Possiamo solo fidarci dei tuoi compagni e pregare.- rispose, terminando con leggera ironia.
-Credo tu sappia che io non sono il tipo che prega, ho smesso di farlo da parecchi anni. E neanche tu sinceramente mi sembri una persona che si affida alla preghiera.-
Una risata. -Bè, non hai tutti i torti, ma io ricordo che quando non sapevo a chi rivolgermi, mandavo i miei pensieri a Kingdom Hearts.-
-Lo potevi vedere con i tuoi occhi?-
-Splendeva nel cielo stellato del luogo in cui ho vissuto per un po’ di tempo, fino all’ultima battaglia con l’Oscurità in cui la mia vita terrena ha avuto fine.-
-Hai una storia interessante, me la racconterai quando avremo tempo?-
-Lo farò con piacere, oltre ad adempiere il mio dovere.-
La custode del Tramonto stava per replicare, ma proprio mentre una grande luce si accese alle sue spalle, il Nulla le piombò davanti come una creatura famelica. D’istinto chiuse gli occhi, la voce tacque, e il suo cuore si riempì di paura. Quel sentimento travolse anche il suo corpo, che cominciò ad essere attraversato da forti tremiti, però non pianse.
Non una lacrima scese da quegli occhi ora del colore della giada.
Li aprì un istante, per vedere il bianco e grigio toccarsi, poi li richiuse e fu il buio.

***

I guerrieri della Luce rimasero col fiato sospeso ad osservare la sfera rossa restringersi. Sotto indicazione della voce che da poco aveva preso a guidarlo, Riku aveva interrotto il flusso luminoso e ora le sue iridi color acquamarina trasmettevano tutta la sua ansia per la sorte della ragazza.
Il globo continuò a rimpicciolirsi sempre di più, fino a diventare grande quanto il palmo di una mano di bambino, dopodiché esplose liberando scintille color delle fiamme che brillarono nel cielo di quella notte che giungeva alle porte del giorno. La minaccia vermiglia che aveva preso il posto della luna era tramontata e una nuova alba era appena accennata ad oriente.
Niente si muoveva e niente si sentiva.
Silenzio e immobilità.
Gli astanti si guardarono tra loro, in quella calma che di naturale aveva ben poco, facendosi una muta domanda.
La custode del Tramonto che fine aveva fatto?
L’attenzione di tutti poi si volse al loro compagno dalla chioma argentea, che aveva le iridi fisse sul punto in cui era scomparsa la sfera, ma non potevano sentire il subbuglio che si stava scatenando nel suo cuore.
Ansia, preoccupazione, paura e terrore. Il terrore di aver perso la persona più importante della sua vita e il tremendo senso di colpa di essere la causa della sua scomparsa. La forza della sua luce doveva guidare le altre per oltrepassare il sigillo della barriera. Ad un tratto aveva avvertito la presenza della compagna entrare in contatto con il raggio, ma pochi istanti dopo, il varco si era richiuso appena il Nulla l’aveva toccato.
In quei pochi istanti aveva sentito cosa si agitava nel cuore della castana: una grande paura e una richiesta di aiuto.
-Jessie dove sei?- domandò a se stesso, senza curarsi dell’intervento del Ritornante dai capelli rossi.
-Ragazzi, ma che fine ha fatto Lexeaus?-
Tutti si guardarono intorno alla ricerca del compagno che, a quanto sembrava, era svanito all’improvviso senza che nessuno di loro se ne accorgesse.
-Io non avverto la sua presenza, tu Axel?- chiese il Superiore.
-Niente.-
Il custode dell’Alba non ascoltò lo scambio di battute e per un attimo distrattamente, posò lo sguardo sulla barriera azzurrina che circondava il castello di Re Arold e la vide svanire senza emettere suono.
Erano passati molti minuti e il ragazzo stava lentamente cadendo nella disperazione più nera.
-Non disperarti in questo modo…- gli disse la voce.
-Perché non dovrei?! Lei non c’è più!- urlò, cadendo in ginocchio. -Non ce l’ho fatta a tirarla fuori da quella maledetta sfera e adesso lei non c’è più!- sbatté i pugni al suolo con tanta forza da ferirsi le mani. -Jessie!-
Come a voler rispondere a quel richiamo disperato, un varco di luce si aprì davanti al gruppo e due figure ne uscirono.
L’Eroe del Silenzio, dal volto inespressivo, e la custode del Tramonto con un sorriso ad illuminarle il viso racchiuso dai lunghi capelli corvini.
Lo stupore generale fu presto sostituito da esclamazioni di giubilo e felicità e i due furono circondati dai compagni.
-Ti abbiamo data per spacciata lo sai?- le disse il Soffio di Fiamme Danzanti.
-L’ho creduto anch’io fino all’ultimo.- confessò. -Soprattutto quando il varco ha iniziato a richiudersi dopo aver toccato il Nulla, ma per fortuna sono stata trascinata via appena in tempo.-
-E’ stato Lexeaus?- domandò il Re.
-Prima di lui c’è stato qualcun altro…-

# flashback #
La sua mente addormentata fu risvegliata dal tocco di un’entità fredda come il ghiaccio.
-C’è mancato poco!- si lamentò una voce dal timbro sensuale, ma dal tono seccato.
Lentamente le due iridi verdi si schiusero e videro delle lunghe ciocche blu ondeggiargli davanti come se fossero immerse nell’acqua.
-Sono venuti a prenderti custode del Tramonto, alla prossima!- detto questo, la ragazza scomparve dentro una nube di polvere nera, mentre un varco luminoso si apriva accanto al corpo della keyblader.
# fine flashback #

-Poi Lexeaus ha fatto di tutto per farmi riprendere, per questo ci abbiamo messo un po’ a tornare indietro.- spiegò la ragazza, mentre allungava lo sguardo sul compagno dai capelli d’argento, che aveva iniziato a guardarla come se fosse un miraggio, dopo essersi alzato in piedi.
Avanzò con passi leggeri e silenziosi, fino a trovarsi uno di fronte all’altra e poi accadde.
Il corpo del ragazzo fu circondato da un’aura bianca e il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli cominciò a cambiare.
Le iridi si tinsero di un marrone caldo e rassicurante, mentre la chioma argentea divenne di un chiaro castano.
-Finalmente ci ritroviamo Anike, prima custode del Tramonto.- disse Riku, con una voce diversa dalla sua e un piccolo sorriso.
Era una voce dolce e gentile, più bassa rispetto a quella del giovane dagli occhi acquamarina.
-Ci ho messo un po’ a recuperare i ricordi della mia vita passata, ma quando mi sono unita a Jessie e quando ho percepito la tua presenza nel raggio partito dalla Via per l’Alba mi sono ricordata anche di te.- rispose la ragazza, anche lei con una voce diversa, che era fredda e distaccata, ma che al contempo possedeva una nota di tenerezza, che solo l’uomo che parlava per bocca di Riku colse.
-Ho avuto il grande onore di essere la prima persona riaffiorata dalla tua memoria?- chiese lui con una nota di divertimento.
-Non si scorda facilmente il cavaliere più Don Giovanni e rompiscatole che la Sacra Reggia abbia mai visto.- rispose con lo stesso tono Anike. -Sir Stefano, primo custode dell’Alba.-

***

-Come mai non te la sei portata via?- chiese il rosato.
Una folata di vento gelido precedette la risposta. -Sto cominciando a chiedermi se tu sia stupido o altro!- sentenziò la ragazza dagli occhi felini. -E’ inutile portarla qua, il suo potere oscuro è ancora troppo trattenuto e adesso che anche lui si è risvegliato ciò che accadde secoli fa verrà narrato alle nuove generazioni.-
-Scopriranno anche la tua identità?-
-Solo Anike conosce il mio nome e di quali capacità sono dotata, ma…- un ghigno allungò le sue labbra sottili. -…i suoi ricordi su di me sono stati cancellati, anziché sigillati come il resto della sua memoria. Non verranno mai a conoscenza di qualcosa che mi riguarda, fino a quando non verrà il tempo io sarò conosciuta come l’Oscurità stessa o come una sua figlia.-
Concluse il discorso con una risata divertita, dopodiché spostò la sua attenzione alla sfera violacea che galleggiava al centro della grande sala, per seguire l’evolversi dell’incontro tra i primi custodi dell’Alba e del Tramonto.

***

Tutti guardavano silenziosi e con interesse il discorso tra i due keybladers, senza interferire.
Quando avevano appreso le identità dei due spiriti che parlavano per bocca dei loro compagni, un misto di timore e rispetto li aveva colti, lasciandoli senza parole, ma con mille domande che rimbombavano nelle loro menti.
-E’ questo che pensi di me?- domandò l’uomo, con voce triste. -Che sono un Don Giovanni e un rompiscatole?-
-Esatto e vedo che sei rimasto anche il solito scemo.- aggiunse la donna, incrociando le braccia al petto.
-Perché mi dici così?! Cos’ho fatto?-
-Spiegami che cosa diavolo ci fai qua! Ti avevo detto di non cercarmi e nemmeno di venirmi dietro!- lo additò lei, con rabbia.
-Ma io non l’ho fatto! Ricordo benissimo di essere andato a dormire ieri sera, alla veneranda età di cent’anni, e di essermi addormentato, poi quando mi sono svegliato stavo guardando la battaglia con gli occhi di Riku.-
-Quindi il tuo spirito non è stato sigillato nel keyblade?-
-No, io credo piuttosto di essere morto e quando tu ti sei risvegliata, il mio spirito è stato attirato dal tuo. Dopotutto, siamo Alba e Tramonto…-
-…le metà che si cercano…- concluse la mora, abbassando lo sguardo. -Mi dispiace di averti accusato così…-
-Non importa…- rispose lui, avvicinandosi per metterle una mano sul viso, incrociando i loro sguardi.
Verde speranza che si getta nel bruno, iridi color legno che si perdono nella giada. -Mi sei mancata…- sussurrò.
-Anche tu… Ma purtroppo, non avevo altra scelta.-
-Lo so…-
La distanza tra i loro visi divenne nulla, quando si unirono in un profondo ma breve bacio.
-Ora mi è chiaro il perché del mio risveglio e del tuo richiamo: dobbiamo ricordare il passato per preservare il futuro.- disse la donna.
-Sarà ben poco però l’aiuto che daremo, ricordi le parole che i saggi ci dissero prima di partire per l’ultima battaglia?-
-Sì, le ricordo, ma io credo che il destino possa essere cambiato. Anche se piccola, è comunque una speranza.-
-Hai ragione… Bè, alla prossima allora…-
-A presto…-
Dopo quelle parole, entrambi i keybladers furono circondati da un’intensa aura. La custode del Tramonto fu avvolta da un’aura di colore rosso fuoco e il nero della sua lunga chioma si stinse per retrocedere al chiaro castano, mentre gli occhi verdi si scurivano per ritornare al colore della nocciola. Invece, il custode dell’Alba, coperto da un’aura bianca, riebbe il luminoso argento dei suoi capelli e l’acquamarina delle sue iridi.
In breve, le due luci si spensero, l’argenteo rimase per un attimo con lo sguardo vacuo, ma si riprese immediatamente quando vide la compagna cadere pericolosamente verso terra. Stringendola tra le braccia, cominciò a chiamarla con voce preoccupata e colma di paura.
-Riku... ce l’abbiamo fatta...- disse la ragazza in un sussurro, schiudendo appena le palpebre.
-Sì, ma ora non parlare… Devi riposare.- rispose lui con voce bassa, per evitare di procurarle fastidio.
-Mi sento tanto stanca... Forse è per questo... che ho così sonno...-
-Dormi pure, non devi preoccuparti di niente.-
-Resta con me… Riku…- chiese in un soffio, prima di chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo, privo della magia dei sogni.






E così si è conclusa la battaglia contro il Guardiano del Mezzo e il Nulla da lui evocato. Le due voci hanno rivelato la loro identità e arcane parole sono uscite dal loro discorso. Sinceri complimenti ai lettori che hanno avuto l'intuizione giusta!!! ^^
Cosa sarà mai accaduto nel passato? Quali saranno le parole che i saggi dissero? Chi sarà la ragazza con i capelli blu? Quante domande, ma per ora niente risposte! XD Lo so sono perfida!!!! Muahahahahah!!!!!! Alla prossima!
See ya!


ps: Anike e Stefano non sono personaggi di pura fantasia, ma due miei compagni di università che mi hanno colpita a tal punto da divenire personaggi della fic ^^



L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Ecco un lettore che fa grandi ragionamenti u.u Complimenti per aver indovinato in anticipo l'identità delle due voci! ^^ Purtroppo però la gatta è rimasta nella sua nube e ci resterà ancora per moooolto tempo u.u Ma vedrai che cosa non si è inventata la mia mente insana XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ A presto!!!

My Pride: Carissima ^^ per la tua puntualità ti meriti un bel premio u.u *passa Roy Mustang con addosso solo un enorme fiocco rosso* se sarai di nuovo puntuale avrai anche la seconda parte del premio e penso che tu possa capire bene cosa intendo u.u Ma com'è che tu ti affezioni sempre ai cattivi? XD Vedrai che il prossimo con cui si scontreranno i nostri eroi durerà di più u.u Spero che il chap ti sia piaciuto cara <3 Alla prossima!

Giulia__chan: Come li avevi letti sul forum? °-° Curiosona! >.< Comunque da quelle parti sono arrivata al capitolo 70, quindi ancora non vedrai roba fresca, mi spiace XD E' vero, di autori sadici ce ne sono tanti... e io sono una di quelli!! Muahahahah!!! Vedrai cosa non ho in mente... kukuku... *si riprende* Marluxia che marcisce nell'Oscurità ti sembra un'idea allettante? Ciò che ho in mente ti piacerà anche di più u.u Fammi sapere cosa pensi del chap! Byeee!!! ^^

LightRoxas: Io gotica? Quando mai u.u Se mi vedi sembro tutto meno che gotica XD Semplicemente ascolto un pò di tutto e tra questo tutto figurano l'epic e il gothic metal, sai che carica alle sette di mattina in autobus? Sono un toccasana u.u Ma passiamo oltre XD Non andare a sbirciare altrove! Non ti conviene XD I capitoli li sistemo man mano che li posto, quindi sarebbe meglio seguirmi qui, oltre a non rovinarti le sorprese future u.u Cerca di resistere ok? ^^ Fammi sapere che pensi di questo capitolo! Ciauuuu!!!

Takami_Kinomiya: Sono contenta che la canzone ti sia piaciuta e che ha avuto la stessa efficacia avuta con me ^^ La prima custode del Tramonto può questo e ben altro u.u Ma anche Rikuccio amore ha cambiato qualcosina, visto? Anche se io lo preferisco come sempre XD Comunque! La gatta s'è incavolata non tanto per quello, ma c'entra con le potenzialità di Anike e... sì, ha già avuto a che fare con lei... più o meno u.u Lo scoprirai leggendo XD Alla prossima!! ^^

Deby92: Ciao cara ^^ Jessie si è salvata, è ancora presto per farle tirare le cuoia, non siamo nemmeno a metà fic u.u Finalmente si sono svelati i nomi delle due voci e qualcosa sul loro ruolo in questa partita a scacchi, spero di averti incuriosita ancora di più! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo ti abbia soddisfatta ^^ A presto <3





Anche oggi abbiamo finito! *il Banditore le passa una coppetta di gelato* Buono!!! *ç* *si fionda sul gelato, buttando a terra l'omino, che le ricorda di non aver ancora concluso* Caspiolina è vero! *si batte la mano in fronte* Allora... come sempre ringrazio tutti voi che commentate, ma anche tutti voi che leggete soltanto! Siete sempre tantissimi e io vi adoVo tutti *-* Al prossimo week-end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo col suo gelato mentre il Banditore cade in un tombino per errore*

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Capitolo 55
*** Capitolo 55: Over rain ***


Ma ciau a tutti :3 Finalmente la scuola è finita! Almeno per voi XD (yoho beviamoci su! NdJack Sparrow  non so che c'entri, ma.... Jack!!! *ç* NdFly) *si ripiglia* Per oggi pochi convenevoli inutili, non sono in condizioni ottimali, perciò non stupitevi se ci dovessero essere errori in giro... Dunque! Lo scontro con il Guardiano è finito e ha visto vincitori i nostri eroi, nuove domande sono nate con la rivelazione dell'identità di quelle due voci. Cosa avrà comportato tutto questo? Leggete e scoprite! Buona lettura ^^


Capitolo 55: Over rain


Si destò e tutto le apparve confuso e offuscato.
Sbatté le palpebre un paio di volte e l’ambiente divenne più nitido, ma era avvolto nella penombra. Lentamente cominciò a muoversi, riacquistando la sensibilità delle gambe e delle braccia per tirarsi a sedere. Sentì il suo corpo pesante e privo di energia, infatti, appena riuscì a sollevare il busto di qualche centimetro, la stanchezza e la debolezza si fecero notare con un violento capogiro che la costrinse a sdraiarsi nuovamente.
Con gli occhi ormai svegli e ben aperti si guardò intorno e riconobbe la sua stanza.
Le pesanti tende scure coprivano la grande portafinestra, facendo sì che solo un fievole raggio di luce entrasse nella stanza, passando dal punto in cui s’incontravano i due lembi. Voltò la testa a sinistra e vide una grande poltrona dalla stoffa azzurra decorata qua e là con delle margherite, che però non le permetteva di vedere oltre. Sospirò e portò lo sguardo al soffitto. Il silenzio la circondava, ma un suono impercettibile giunse alle sue orecchie. Pioggia.
Si chiese per quanto tempo fosse rimasta incosciente. I ricordi della battaglia e del dialogo tra Anike e Stefano riaffiorarono poco alla volta nella sua mente stanca e riversata nel caos.
Finalmente Jessie capì perché, quando la sua anima si era unita allo spirito della donna, le sembrò di ricevere una stretta materna e perché riponeva una fiducia incontrollata in quella che era solo una voce, nonostante non conoscesse ancora la sua identità o altro. Anike aveva avuto il suo potere, era stata la prima custode del Tramonto, e lei ne era l’erede. Le poche parole che i primi custodi si erano scambiati le vorticavano tra i pensieri, specialmente le ultime.
-Quali saranno le parole che dissero i saggi?- pensò.
Provò a contattare la donna, ma il silenzio le rispose e lo scrosciare dell’acqua le riempì le orecchie.
Persa nei suoi pensieri, sobbalzò quando avvertì la porta aprirsi, per poi chiudersi, e dei passi felpati avvicinarsi.
Una chioma argentea, due iridi color acquamarina, segnate dalla stanchezza e dalla mancanza di sonno, e un sorriso radioso entrarono nel suo campo visivo, quando si voltò verso la poltrona dalla tinta bizzarra.
-Ti sei svegliata.- disse il ragazzo sedendosi sulla poltrona. -Come ti senti?-
-Insomma…- rispose con la voce ridotta ad un sussurro, mentre l’altro poggiava una mano sulla sua fronte. -Prima ho provato a tirarmi su, ma sono crollata perché le braccia non mi reggono…-
-E’ stato uno sforzo immane quello che hai compiuto, unirti ad Anike quando eri già senza forze… Hai dormito due giorni di fila e hai avuto sempre la febbre altissima, per fortuna ora è scesa almeno un po’…-
-Vi ho fatti preoccupare, mi dispiace…-
L’argenteo scosse la testa. -Non devi scusarti, rilassati e goditi il riposo che ti meriti. Vado ad avvisare gli altri che sei sveglia, non vedono l’ora di salutarti.- asserì, alzandosi.
-Riku…- chiamò la ragazza, cercando di mettersi seduta, ma senza risultati.
-Cosa fai? Non sforzarti!- esclamò lui, scattando per aiutarla a stendersi di nuovo.
Approfittando della vicinanza tra i loro visi, la castana rubò un bacio al ragazzo, che arrossì.
-Mi sei stato accanto tutto il tempo, ho sentito la tua presenza vicino a me. Grazie.-
Il keyblader rispose al sorriso che la ragazza gli stava donando e ricambiò il bacio.
-Te l’ho detto che ti sarei rimasto vicino.-
Detto questo uscì per andare a chiamare gli amici.
Nell’attesa del ritorno del compagno, Jessie tentò di alzarsi più volte, ma il suo corpo non ne voleva sapere di collaborare, troppo provato dalla lunga ed estenuante battaglia che aveva avuto luogo ben due giorni addietro.
-Già due giorni e sono ancora in questo stato… sarà dura riprendersi se vado avanti così…- pensò seccata, emettendo uno sbuffo, dopodiché ricominciò a guardarsi intorno. Tuttavia, l’unica cosa che destava il suo interesse era la finestra e lo scrosciare della pioggia.
-Adesso mi alzo e tu, corpo, volente o nolente mi obbedirai!-
Concentrò le sue energie sulle gambe e riuscì a piegarle, tirandole a sé, poi toccò alle braccia e al busto. Con uno scatto veloce si portò a sedere, ma un capogiro la colse, facendola cadere dal letto.
-Ahi… ahi…- mormorò, massaggiandosi la nuca e scoprendosi seduta sulle ginocchia. Gattonò fino alla finestra e scostò una tenda per guardare all’esterno. Il cielo era coperto da uno spesso strato di nubi color piombo e l’acqua, sotto forma di fini gocce, cadeva copiosa sulla terra, come un incessante pianto. Nonostante tutto, la giornata era abbastanza illuminata e dedusse che doveva essere appena passato mezzogiorno.
All’improvviso, la stanchezza per aver percorso quel misero metro e mezzo si fece sentire e appoggiò la fronte ancora calda al vetro fresco, avvertendo un lieve sollievo.
Sollevò lo sguardo sul suo riflesso. -Mamma mia… faccio paura…- pensò, prima di spalancare gli occhi per la sorpresa.
Il suo riflesso era cambiato. Lunghe ciocche blu circondavano un viso che mostrava solamente un perfido ghigno. La custode indietreggiò come se si fosse scottata e il respiro si fece accelerato, mentre il cuore le martellava nel petto.

Come ogni giorno la bambina veniva derisa dai suoi compagni.
E lei come sempre li ignorava, finché questi non superavano il limite, alzando il livello delle offese, passando dal semplice scherno del suo nome, alle prese in giro su ogni aspetto che la riguardava, facendola sentire qualcosa di diverso.
Quel giorno però, nel cortile della scuola, la bambina dai capelli castani non reagì come le altre volte. Invece di rispondere per le rime, infatti, cadde in ginocchio distrutta dal dolore, che si manifestò con dei violenti singhiozzi.
A quel punto, qualche compagno si fermò per avvicinarsi e cercare di capire il perché di quel comportamento, mentre gli altri restavano a guardarla continuando a gettare frasi offensive.
La bambina non rispose a nessun richiamo, finché l’insegnante non la costrinse ad alzarsi per fare ritorno nell’edificio scolastico. Quando fu fatta sedere fuori dall’aula, con i suoi grandi occhi color nocciola, guardò ogni compagno con odio e disprezzo, senza smettere di versare lacrime. Mai in vita sua aveva provato realmente odio ma quel giorno un altro limite era stato oltrepassato.
La maestra s’inginocchiò davanti a lei, chiedendo spiegazioni, ma nuovamente i singhiozzi tornarono a toglierle il respiro, così con fatica espose il perché della sua sofferenza.
Nessuno di loro se n’è era ricordato. Nessuno di loro aveva fatto caso alla data che c’era scritta sui biglietti colorati che aveva distribuito appena il giorno prima. Nessuno di loro si era reso conto che, quel giorno, la bambina avrebbe solamente dovuto sorridere.
La donna entrò adirata in classe, interrompendo la lezione della collega. Nonostante la porta chiusa, la bambina udì chiaramente le sue parole.
-Come avete potuto offendere la vostra compagna nel giorno del suo compleanno?!-

Finalmente uscita da quell’incubo, Jessie urlò con quanto fiato aveva in gola e poi fu il buio.

***
Aprì gli occhi e le sembrò di vivere un de ja vù.
Stessa stanza, stesse tende scure a coprire la finestra e stessa poltrona con le margherite.
C’erano due elementi che differivano dal suo precedente risveglio: non sentiva lo scrosciare dell’acqua, quindi doveva aver smesso di piovere, e sulla poltrona accanto al letto, il custode dell’Alba dormiva della grossa, coperto fino al collo da una trapunta color giallo canarino.
La ragazza sorrise, ma s’incupì immediatamente ricordando cos’era accaduto. Il nemico aveva ricominciato a torturarla con i ricordi di quel passato che avrebbe solo voluto dimenticare, e il momento prescelto era stato quel triste giorno di tanti anni prima. Il dolore era stato così intenso da farla urlare e poi… Cos’era successo poi? Era svenuta, ma per quanto tempo lo era stato?
Spostò di nuovo lo sguardo sul compagno dormiente e decise di non disturbarlo.
-Dev’essere crollato…- pensò. -Mi dispiace Riku, te ne sto facendo passare troppe ultimamente…-
Provò a mettersi seduta e si stupì quando riuscì nel suo intento.
-Non avrò mica dormito altri due giorni?- si chiese allarmata.
Si voltò quando avvertì un fruscio.
La coperta che teneva al caldo il ragazzo era scivolata. Si avvicinò per rimetterla a posto, ma il suo movimento, per quanto leggero, aveva attirato i sensi dell’argenteo che si svegliò di colpo quando vide la custode sporta verso di lui.
-Jessie!- esclamò, stringendola a sé, mentre passava a sedersi sul letto. -Cos’è successo? Ti abbiamo sentita urlare e quando siamo entrati in camera ti abbiamo vista per terra con la testa tra le mani…-
-Mentre provavo ad alzarmi sono scivolata giù dal letto… mi sono avvicinata alla finestra perché volevo guardare fuori, poi…-
-Poi?-
-Non lo so… è tutto confuso finché non ho iniziato a vivere un ricordo… per quello ho urlato… Mi dispiace avervi fatti spaventare… E’ stato più forte di me…-
-Non preoccuparti, ora è tutto finito.- disse il giovane, passandole una mano sulla testa.
-Sì…- rispose, anche se con poca convinzione. -Quanto tempo è passato?-
-Bè…- iniziò, girandosi verso l’orologio appeso al muro. -Quasi un giorno… quando ti sei svegliata ieri era l’una di pomeriggio, ora sono le nove…-
-Capisco…-
Il silenzio scese tra i due come un soffice velo di seta, in cui godevano l’una dell’abbraccio dell’altro senza chiedere di più.
La custode del Tramonto, appoggiata al petto del compagno, poteva sentire i forti battiti del suo cuore e s’incantò sotto quel ritmo calmo e rilassato, che esprimeva tutta la serenità dell’argenteo. Chiuse gli occhi e rimase in ascolto.
Il ragazzo dagli occhi acquamarina posò la sua testa su quella della ragazza, mentre con la coda dell’occhio la vide abbassare le palpebre e avvertì le sue labbra stirarsi in un dolce sorriso. La strinse maggiormente a sé con il desiderio di non perderla mai.
Il cigolio della porta li risvegliò e una chioma castana sparata in tutte le direzioni fece capolino nella stanza.
-Jessie!- esclamò il ragazzo appena vide la compagna. -Finalmente sei sveglia, come stai?-
-Ciao Sora. Mi sento un po’ intontita, ma per il resto sto bene.-
-Mi fa piacere!- rispose l’altro con un sorriso a trentadue denti.
-Come mai da queste parti?- domandò invece Riku. -E’ successo qualcosa?-
-Nulla, sono venuto a vedere come stava Jessie e come stavi tu. Ti ho trovato ieri sera addormentato e volevo controllare che fosse tutto ok.- spiegò il castano.
-Gli altri?-
-Li ho lasciati finita la colazione, vado a chiamarli!- affermò, scattando all’esterno della camera, quasi travolgendo la porta al suo passaggio.
Pochi minuti dopo, la stanza della ragazza dai lunghi capelli castani fu invasa da tutto il gruppo della Luce, Ritornanti compresi. Un fiume di apprensione per le sue condizioni la investì e sorrise di gusto quando Riku e Re Topolino sedarono la curiosità dei compagni.
-Come ti senti?- le chiese il sovrano.
-Meglio di ieri, ma ho bisogno di riposare ancora oggi, prima di potermi alzare e riprendere a fare le mie solite cose.-
-Paperino ha provato a curarti con la sua magia, ma non ha sortito un grande effetto sulla tua febbre è riuscito solamente a guarire le tue ferite, sai dirci come mai?-
-Perché tutto era legato ai miei poteri e su quelli nessuna magia può intervenire, mentre sulle ferite il discorso è diverso, riguardano il mio corpo e quindi è possibile curarle. Grazie Paperino.-
-E’ stato un piacere!- esclamò il mago di corte.
-Jessie…- la chiamò il Soffio di Fiamme Danzanti. -…puoi parlarci della persona che si è unita a te durante lo scontro?- domandò, incrociando il suo sguardo smeraldino con quello color nocciola dell’amica.
La castana si voltò per guardare fuori, ma dal letto non riusciva a scorgere altro che uno spicchio di cielo, attraversato a tratti da qualche nuvola tinta di fuliggine.
Sospirò. -Non so dirvi molto…- cominciò. -So solo il suo nome e che è stata custode del Tramonto prima di me… Nemmeno lei conosceva nulla su di sé, finché il raggio non ha colpito la barriera.- fece una pausa, ma riprese quasi subito, voltandosi verso i compagni. -Ha cominciato a parlare con me mentre io e Kairi eravamo prigioniere del Guardiano, mi ha suggerito cosa fare, ma avevo paura di far del male a Kairi. Tuttavia, sono bastate le sue parole per dissipare i miei dubbi e mi sono fidata ciecamente di lei, una voce senza nome che mi faceva da guida in una battaglia difficile. Non so perché, ma la sentivo legata a me e mi sono fidata senza pensarci, poi quando ha unito il suo spirito alla mia anima…- si fermò e si portò le braccia attorno al corpo. -…mi sono sentita come tra le braccia di una madre, mi sono sentita avvolgere dal fuoco del Tramonto, mi sono sentita a casa…-
-Dov’è ora?- chiese timidamente Demyx, guardando negli occhi la keyblader.
-Non lo so… Il piccolo angolo che si era ritagliata nella mia mente è vuoto e silenzioso, ma è rimasto il calore della sua presenza, quindi so che si rifarà viva prima o poi…-
-E tu Riku?- domandò Axel. -Cosa puoi dirci?-
-Stefano sapeva cosa stava accadendo e per quanto gli è stato possibile mi ha dato istruzioni. Mi sono sentito strano quando ho avvertito la sua presenza dentro di me, ma non so definirla con chiarezza. Era come rivolgersi ad un altro me stesso… Ma c’è altro che mi impensierisce…-
-Cioè?- chiese Xemnas.
-Le parole dei saggi…- rispose Jessie, attirando l’attenzione su di sé.
-Esatto.- disse l’argenteo. -Non so perché, ma so che non sono state parole di buon auspicio…-
-Anch’io sono dello stesso avviso, ma finché non si faranno risentire dovremo restare con i nostri dubbi…-
Un teso silenzio colmò la stanza, interrotto solamente dal ticchettio dell’orologio appeso al muro, quando un lieve ma deciso bussare richiamò l’attenzione di tutti. Dato il permesso, un uomo vestito con una calzamaglia color cobalto, fece un inchino prima di parlare.
-La Regina mi manda a dire che il pranzo è pronto e che più tardi vorrebbe avere un colloquio con la signorina Jessie, in compagnia della principessa Fiona.- disse con un forte accento francese.
-Dove vuole incontrarmi la regina?- chiese la giovane.
-Sua Maestà ha detto che vi raggiungerà qui nella vostra stanza dopo pranzo.-
-Molto bene, riferite alla Regina che l’attendo con impazienza e che la ringrazio per il disturbo. E naturalmente grazie a voi per avermi riferito il messaggio.-
-Dovere signorina.- rispose, mentre s’inchinava per poi andarsene com’era venuto.
-Andate pure a pranzo, io voglio darmi una sistemata prima dell’arrivo della Regina.-
-Vuoi che resti qui con te?- domandò il custode dell’Alba con apprensione.
-No grazie, vai a mangiare, ne hai bisogno. Ci vediamo più tardi.-
Usciti tutti, la ragazza si alzò lentamente dal letto per dirigersi nel bagno adiacente alla camera, mentre una strana sensazione s’impossessava del suo cuore. Un presentimento sul prossimo futuro, che però era ancora un punto nero su un grande foglio bianco.



A me questo capitolo non sembra venuto molto bene, sarà perché è di passaggio, ma il giudizio è come sempre, vostro u.u
Sono nati nuovi enigmi: cosa vorrà dire la Regina Lilian a Jessie? Cosa si celerà dietro il presentimento avvertito dalla custode? Quali parole dissero i saggi? Questo e altro nel prossimo capitolo, che sarà diviso in due parti! Al prossimo week-end!
See ya!


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Sono contenta che le nuove informazioni sulla gatta abbiano messo in moto i tuoi ragionamenti, ma non trarre conclusioni affrettate u.u Comunque non preoccuparti per la faccenda della forma dei keyblade, ogni cosa a suo tempo u.u Ho voluto mantenere la forma, ma qualcosina di diverso c'è, non temere ^^ Spero che questo capitolo di passaggio ti sia piaciuto ^^ A presto!!!

LightRoxas: Sono sadicissima, specialmente quando scrivo e vado fiera di questa mia caratteristica u.u Muahahahah!!!! *si ripiglia* Non leggo vocabolari prima di dormire, sinceramente preferisco altre letture XD Però il vocabolario lo uso sempre quando scrivo per non ripetere termini già usati in precedenza, ma l'aiuto più grande mi è dato dalla lettura. Leggo tantissimo e ad una velocità disarmante, mio padre tra un pò si rifiuterà di prendermi altri libri perché l'ultimo che mi ha preso l'ho letto in un giorno solo XD Fammi sapere cosa pensi del capitolo e cerca di resistere ù.ù Ciauuuu ^^

Deby92: Carissima ^^ non preoccuparti per il ritardo, anch'io sto aggiornando all'una di notte visto il poco tempo che ho XD Anike e Stefano hanno sempre suscitato un grande interesse nei lettori e mi fa piacere che anche qui è lo stesso. Sono contenta che il chap ti sia piaciuto e spero che questo non sia da meno ^^ Alla prossima <3






Anche per oggi abbiamo finito u.u Come sempre ringrazio tutti voi che commentate, ma anche quelli che leggono soltanto =3 siete sempre così tanti che mi commuovo ç.ç Vi adoVo tutti tutti :3 Al prossimo week-end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo, trascinandosi dietro il Banditore addormentato*

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Capitolo 56
*** Capitolo 56: L’incanto reciso dalle fiamme (prima parte) ***


*arriva saltellando su un piede* Buon giorno miei adoratissimi lettori e adoratissime lettrici ^^ Sto facendo pausa dallo studio e mi sono ricordata che dovevo aggiornare, perdonatemi ç.ç Colpa anche del mio piede gonfio come una palla e del suo tendine d'Achille, che ha ben pensato di infiammarsi (fa tanto male ç.ç NdFly). Ma non siamo qui per disquisire sulle mie disgrazie u.u bensì per la prima parte del capitolo 56! *il Banditore le passa una stampella e il copione* A volte hai anche tu dei momenti illuminati a quanto pare! *l'omino le fa una pernacchia* Passiamo oltre... il chap è spaccato a metà a causa dell'immensa lunghezza (farvelo leggere tutto insieme sarebbe stato come condannarvi ad una tortura u.u) e per i contenuti... infatti anche la mia assistente (che nella fic prende i panni di Andrea) ci ha messo il suo zampino XD Ma non indugiamo oltre! Buona lettura!!!


Capitolo 56: L’incanto reciso dalle fiamme (prima parte)


Procedeva lentamente per i neri corridoi illuminati dalle fiaccole dalla fredda fiamma blu.
Immersa nei suoi pensieri, metteva un piede avanti all’altro senza preoccuparsi di dove si stesse dirigendo. La sua mente antica sapeva dove condurre quel corpo che non avrebbe mai visto la vecchiaia. Passo dopo passo giunse davanti a quella porta.
-Presto il mio piano prenderà forma…- pensò, fermandosi ad osservare le due armi incise, con estrema maestria e precisione, sul legno dell’uscio. -E finalmente, tutto tornerà al buio e al caos…-
La ragazza dalla pelle nivea e gli occhi scuri, sorrise compiaciuta e soddisfatta pensando allo svolgimento che gli eventi avevano preso. -Ciò che è stato impedito secoli fa, infine avverrà. Avrò ciò che mi spetta…- sussurrò, allargando il suo ghigno, mentre passava la punta delle dita sulle incisioni delle due chiavi incrociate con i denti rivolti all’interno. Due pendenti diversi, una luna in prima fase e una stella, per due lame legate da un unico vincolo. Gli artigli del secondo keyblade sembravano allungarsi verso l’ala del primo, la quale era ancora chiusa e immobile.
-Tra non molto, il destino si compirà…-

***

Il giorno seguente, la custode del Tramonto fu in grado di alzarsi e di muoversi senza problemi.
-Ho riposato abbastanza.- sentenziò prima di lanciarsi dal balcone della sua stanza e volare in direzione della foresta poco distante dal castello.
-E adesso chi la ferma più?- si chiese divertito il ragazzo dai capelli argentei con un sorriso.

Atterrò in una piccola radura vicino al limitare della foresta e si guardò attorno.
La natura cresceva rigogliosa in quel luogo incantato. Una leggera brezza scuoteva le fronde delle possenti querce, tra cui facevano capolino i caldi raggi del sole del mattino.
Inspirò a fondo l’aria frizzante e pura, dopodiché richiamò le sue armi e diede inizio al suo allenamento.
Fendente, tondo, affondo. Prima con la chiave di destra, poi con la gemella nell’altra mano. Un calcio con la gamba destra, una capriola all’indietro, un giro se stessa e infine due fendenti incrociati.
Senza perdere un secondo, ricominciò la sequenza dal principio ad un ritmo più rapido e intenso.
Il suo corpo ritrovò velocemente nella sua memoria le posizioni e i passi, muovendosi automaticamente, come se avesse sempre conosciuto l’arte della guerra.
La giovane lasciava che le membra si muovessero da sole, mentre nella sua mente continuava a vorticare il ricordo dell’incontro che aveva avuto con la Regina e la principessa il giorno precedente.
-Cosa devo fare?- chiese a se stessa. -Un mio rifiuto sarebbe una scortesia e ora che siamo fuori pericolo non ho scuse da usare… Hanno risolto anche il problema del vestito… Accidenti!-
Sferzò l’aria e rimase immobile nell’ultima posizione: braccio destro in avanti e sinistro indietro. Il respiro appena affannato e piccole gocce di sudore ad imperlarle la fronte. Sbuffò e riprese, evocando due sfere luminose.
-Credo proprio che non mi resti altra scelta… che barba!- pensò leggermente avvilita. -Bè, almeno non sono costretta a mettermi quell’affare!-

# flashback #
La Regina Lilian si presentò nella sua stanza verso le due del pomeriggio, in compagnia della figlia. S’informarono sulla sua salute e la ringraziarono per l’impegno che aveva messo nella difesa del loro mondo.
-Non dovete ringraziarmi Maestà, ho il potere e la forza per dare una mano, l’ho fatto più che volentieri.-
-Sei modesta.- rispose con un sorriso la donna.
-Shrek ci ha raccontato come si è svolta la battaglia…- intervenne la principessa. -Hai rischiato tantissimo… Persino la tua vita, come possiamo ripagarti?-
-Mi basta sapere che nessuno si è fatto male e che questo mondo continui ad esistere con i suoi abitanti.- disse la custode, prima di appoggiarsi al cuscino con un sospiro stanco. -Ma ora parlate, cosa volete chiedermi?-
Madre e figlia sussultarono e si guardarono negli occhi con una certa ansia.
-Coraggio, non vi mangio.- le incitò la ragazza.
Dopo un istante di imbarazzante e inquieto silenzio, l’orchessa prese la parola. -Visto quello che è accaduto l’altra sera, mio padre ha deciso di organizzare un nuovo ballo, per festeggiare la vostra vittoria contro l’esercito oscuro.-
-E tu e tuoi compagni sarete gli ospiti d’onore.- aggiunse la Regina.
-Quindi deduco che nessuno di noi potrà mancare, giusto?- domandò cupa la castana, ottenendo un assenso. -Per quando?-
-Domani sera, ma se non te la senti o non puoi ancora permettertelo per le tue condizioni, la data sarà cambiata.-
-No, domani sera andrà benissimo.- rispose, facendo nascere dei raggianti sorrisi sui volti delle due. -Ma ad una condizione!- esclamò poi.
-Se ho capito…- iniziò Lilian. -…non preoccuparti. Potrai presentarti come meglio ritieni sia giusto per te.-
-Ci penserai?- chiese la principessa Fiona.
-Sì, ma non dite niente ai miei compagni per piacere.-
-Come desideri cara.- concluse con voce gentile la regnante, accompagnata da un dolce sorriso.
# fine flashback #

Si fermò, sospirando con aria abbattuta e rassegnata.
-So già che me ne pentirò…- disse, per poi voltarsi con uno scatto improvviso e distruggere le due sfere di luce.
Si rimise in posizione di guardia e pochi secondi dopo ricominciò di nuovo la sequenza di attacchi.

Rientrò a pomeriggio inoltrato e il sole aveva appena cominciato la sua parabola discendente sull’orizzonte.
Il silenzio regnava incontrastato nei corridoi del castello, come se ne fosse l’unica abitante.
-Saranno tutti impegnati nei preparativi per il ballo…- pensò la giovane, dirigendosi verso la sua camera.
Quando aprì la porta e posò lo sguardo sul letto, le sue labbra si allargarono in un sorriso di tenerezza. Girato su un fianco, il custode dell’Alba era profondamente addormentato. Si avvicinò con passo felpato al giaciglio e vide il viso del ragazzo disteso come quello di un bambino esausto dopo un’intensa giornata di gioco. Il petto si alzava e si abbassava regolarmente, mentre il braccio sinistro stava sotto il capo per sostenerlo. La ragazza portò nuovamente la sua attenzione al volto del dormiente: le labbra sottili erano appena schiuse, per permettere l’uscita di lunghi e silenziosi respiri e le palpebre nascondevano quei pozzi d’acquamarina che erano i suoi occhi, questi però erano coperti da alcune ciocche argentate.
-Un giorno dovrai tagliarla questa frangia, altrimenti andrai a sbattere da qualche parte…- pensò divertita, mentre si allontanava per recuperare la trapunta gialla dal fondo del letto.
Coprì il corpo dell’argenteo con delicatezza per non destarlo dal suo sonno e dopo avergli donato un bacio sulla guancia, prese la biancheria pulita e si chiuse dentro il bagno per rilassarsi sotto il getto d’acqua calda della doccia.

***

Lentamente uscì dal regno di Morfeo, schiudendo le sue iridi color acquamarina. La luce del crepuscolo gettava la sua ombra sul pavimento e il rintocco dell’orologio a muro gli segnalò che erano le cinque e mezza.
Si tirò a sedere, sfregandosi l’occhio destro e si accorse che la sua mano sinistra era in contatto con qualcosa di soffice. Abbassò lo sguardo e vide il colore sgargiante della coperta.
-Ma chi me l’ha messa addosso?- si chiese, dopodiché si alzò stiracchiandosi e osservò l’intera stanza alla ricerca dei segni del rientro della sua compagna.
Notò il lungo cappotto di stoffa nera appoggiato sullo schienale della poltrona con le margherite e gli abiti da combattimento accuratamente piegati su di essa.
-E’ tornata.- pensò con sollievo.
Da quando era uscita si era sentito avvolgere dal timore che i suoi ricordi la attaccassero e che avesse bisogno di aiuto ma Axel lo aveva trattenuto, dicendogli che la ragazza necessitava della sua solitudine per i suoi allenamenti.
Sospirò e il suo udito fu attirato da dei rumori provenienti dal bagno.
Si avvicinò, ma un’improvvisa imprecazione lo bloccò a pochi passi dalla porta.
-Accidenti! Che tu sia maledetto!- inveì a denti stretti la custode del Tramonto.
Che stava succedendo in quel bagno?!
Il custode dell’Alba era indeciso se precipitarsi in aiuto della compagna o aspettare qualche nuovo segno. Cercò di immaginare cosa stesse accadendo, e in tutti i casi vide Jessie ancora troppo debole per essere autonoma, soprattutto dopo aver passato un pomeriggio ad allenarsi.
-Mi chiedo perché sia così difficile… Non ce la faccio più!-
Quelle ultime parole furono decisive.
Riku spalancò la porta del bagno, deciso più che mai a sostenere l’amata in ogni occasione.
-Jessie, ti serve una man…-
Silenzio.
La castana si era immobilizzata dopo l’improvvisa irruzione e il ragazzo si era arrestato sulla soglia. Il suo sguardo scorreva veloce sul corpo bronzeo della ragazza, coperto da un paio di slip bianchi e dal reggiseno che la poveretta stava disperatamente cercando di allacciare.
-Oh!- sussurrò, chiudendo la porta istintivamente e ridando un po’ di privacy alla compagna che non era stata in grado di pronunciare una parola.
-Sono un idiota! Un completo idiota!!! Ora mi odierà, o peggio… Adesso mi ammazza!- pensò l’argenteo, disperato come non mai, quando ad un certo punto la voce della custode, seppur flebile richiamò la sua attenzione.
-Riku?-
-D-dimmi Jessie…-
-Puoi entrare un momento?-
Sussultò, ma subito abbassò la maniglia e si ritrovò di fronte alla medesima scena, solo che questa volta la ragazza era molto imbarazzata. I suoi occhi puntavano verso il basso e le sue gote erano arrossate. La trovò tenera e buffa avvolta dalle nuvolette di vapore che albergavano nella stanza.
-N-non è che mi daresti una mano?- domandò, con la sensazione di sprofondare sotto terra. -Questi cosi sono marchingegni infernali!- provò a scherzarci su e si girò di schiena invitando l’argenteo a procedere.
Anche se un po’ impacciato, Riku riuscì nell’impresa e tra i due calò un pesante silenzio.
-Bè…- cominciò lei. -Direi che ora siamo pari… Io ho trovato te con un asciugamano e tu hai visto me in intimo…- sorrise, lasciando alle spalle l’imbarazzo e il disagio iniziali. -Anzi no…-
Il ragazzo spalancò gli occhi acquamarina e si chiese a cosa alludesse, mentre cercava di ricordare quel giorno. La castana però fu più rapida del suo pensiero. Si avvicinò con un sorrisino malizioso in viso e lo baciò, risvegliando così la sua memoria. Quel semplice contatto di labbra divenne un profondo e giocoso scontro di lingue in cui il keyblader lasciò che fosse la compagna a dettarne le regole. Si lasciarono perdendosi nei rispettivi sguardi.
-Adesso siamo a posto.- rise la ragazza, portando le braccia dietro la schiena.
Il custode dell’Alba sorrise e fece scorrere le iridi sul corpo che aveva davanti, partendo dal basso: le gambe slanciate, i fianchi che amava stringere a sé, il ventre perfetto, grazie agli allenamenti a cui era stato sottoposto, il seno rigoglioso, il collo che adorava ricoprire di delicati baci e il viso racchiuso dalle lunghe ciocche castane ancora umide.
Solo a quel punto si accorse del rossore che aveva assunto il volto che stava rimirando come un’oasi nel deserto più vasto.
-V-vado in camera…- balbettò, prima di scattare all’esterno del bagno e appoggiarsi al legno della porta con un lungo sospiro.

Quando uscì, vestita con dei morbidi pantaloni di stoffa grigia e una maglietta bianca a maniche corte, trovò il compagno seduto sul letto a contemplare il soffitto della stanza, ma si girò quando avvertì i suoi passi.
Si sedette al suo fianco e prese ad accarezzargli il viso con dolcezza. -Ti ho trovato addormentato qui, spero che tu non abbia preso freddo.-
-No, stai tranquilla.- rispose lui, abbandonandosi al tocco gentile di quella mano. -Volevo dirti una cosa e avevo deciso di aspettare qua il tuo ritorno, ma sono crollato prima…-
-Cosa volevi dirmi?-
-Questa sera si terrà un ballo nel cortile interno del castello, volevo sapere se vi prenderai parte o no…- spiegò, fissando le iridi color nocciola che aveva di fronte.
-Non lo so ancora, ma ti prometto che ci penserò seriamente. Fidati di me.-
-Va bene. Sarà molto più semplice rispetto a quello dell’altra sera, quindi credo che la gonna potresti evitare di metterla.-
-Vedrò, ma ora sarà meglio che tu vada a prepararti non credi? Non voglio che fai tardi.-
Prima che potesse replicare, lo zittì con un bacio, poi lo accompagnò alla porta, convincendolo ad uscire.
-Bene! Ora diamoci una sistemata!- pensò, andando a grandi falcate verso la sua borsa.




E per adesso è tutto! Immagino abbiate capito dove è subentrata la mano della mia assistente xD e posso figurarmi la curiosità che vi corrode! Muahahahah!!!! *si ripiglia*
La Regina Lilian ha parlato di un nuovo ballo e a quanto pare Jessie vi prenderà parte. Cosa accadrà? E cosa nasconderà quella porta a cui la misteriosa ragazza con i capelli blu dedica tanta attenzione? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!



L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ comunque sì, quel ricordo non è inventato, ma è un episodio che mi è accaduto realmente, come altri che ho usato per i ricordi di Jessie. Mmh... buona teoria, ma errata in parte u.u Abbi pazienza e sono sicura che arriverai alla giusta soluzione ^^ Ottima invece la supposizione per il punto nero sul foglio bianco. Non immagini nemmeno cosa hanno da raccontare i prossimi capitoli u.u Alla prossima! ^^

LightRoxas: Per quanto riguarda i fatti narrati nel ricordo, anche a te confesso che è successo davvero e avevo la tua età a quel tempo (undici anni compiuti quel giorno), ma ormai è acqua passata ^^ Riku bambino è pucciosissimo *-* *lo assale per spupasharlo* Grazie del commento ^^ fammi sapere cosa pensi di questo capitolo! Ciauuuu ^^

Deby92: Eh sì cara, la scuola per me continua, ma per fortuna almeno il tirocinio è finito e posso dedicarmi allo studio per gli esami... *piange pensando che ne ha uno proprio martedì* Sono contenta che la storia continui a interessarti e che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ti dirò, la prima parte era venuta malissimo e un lettore affezionato me l'aveva fatto notare, così l'ho modificata e ora è quella che vedi e che mi soddisfa parecchio u.u Perciò non preoccuparti! XD Alla prossima <3



Anche per oggi abbiamo finito ^^ Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e commentano, ma anche tutto il resto della popolazione che si limita alla lettura :3 Vi adoVo tutti XD Ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya! *sparisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore cade nella solita botola*

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Capitolo 57
*** Capitolo 56: L'incanto reciso dalle fiamme (seconda parte) ***


Buon giorno miei adoratissimi e mie adoratissime *-* Le temperature sono alte, il sole splende e gli uccellini cantano... *il Banditore la guarda malissimo* Che c'è? <.< Tu dici che è meglio se passo direttamente al capitolo perché è da una settimana che aspettano la seconda parte? *l'omino annuisce convinto* Mi sa che non hai tutti i torti... ma potevi dirmelo prima u.u  (O.O NdBanditore) Ma passiamo al dunque! Finalmente leggerete del tanto atteso ballo a cui anche Jessie prenderà parte e leggerete anche altre cose ben più interessanti u.u Buona lettura!!! *il Banditore suona la trombettina*


Capitolo 56: L'incanto reciso dalle fiamme (seconda parte)


Il cortile interno brillava di mille luci grazie alle lanterne che erano state appese come a formare il telone di una tenda.
I tavoli, sistemati lungo i confini dell’area, erano traboccanti di ogni ben di Dio e gli invitati si aggiravano attorno ad essi con serenità, chiacchierando tra di loro, trasmettendo una sensazione di allegria.
Dalla parte opposta all’entrata era stato allestito un piccolo palcoscenico, su cui i musicisti stavano sistemando i loro strumenti, mentre il centro del cortile era stato lasciato completamente vuoto per dare spazio alle danze che avrebbero riempito le ore di quella lunga serata di festa.
Il tramonto era passato, nessuna nuvola copriva il cielo che andava scurendosi sempre di più, e il primo quarto di luna cominciò la sua lenta e sensuale ascesa, come una sposa al suo ingresso in chiesa, insieme all’accendersi delle prime stelle, che seguivano quello spicchio di luce lattea come damigelle chiamate a testimoniare a quel matrimonio senza sposo. Tutto era perfetto.
Un battito di mani attirò l’attenzione dei presenti, che si voltarono verso il centro esatto della pista da ballo. Un ciambellano vestito con abiti purpurei, annunciò l’entrata dei sovrani, seguiti dalla principessa e dal suo compagno, che presero posto su quattro troni, posizionati alla destra del palco.
-Amici!- iniziò re Arold. -Gravi e pericolosi fatti si sono svolti pochi giorni fa, qui nel nostro amato regno. L’Oscurità stava per prendere il sopravvento e avrebbe distrutto ogni cosa se non fosse stato per degli eroi. Eroi mandati dalla Luce! Grazie al loro intervento, i nemici sono stati sconfitti, ma potrebbero tornare e gli eroi potrebbero non essere qui con noi, tuttavia non dobbiamo disperare! La Luce vive in ognuno di noi ed è con essa che ci difenderemo da un futuro attacco delle tenebre!-
Un urlo di assenso si alzò dalla folla di invitati, che acclamarono il loro re e le sue parole. Ad un gesto della regina, il silenzio calò nuovamente tra i presenti e il re ranocchio riprese il suo discorso.
-Ma ora non preoccupiamoci! Lasciamo che il presente sia colmo della gioia data dalla recente vittoria della Luce! E facciamo entrare i nostri eroi!- esclamò a gran voce il sovrano, mentre il ciambellano annunciava nome per nome tutti i guerrieri della Luce.
I Ritornanti nei loro abiti bianchi come i raggi di luna, fecero il loro ingresso in ordine di grado e mostrando senza problemi i loro caratteri. I più appariscenti furono Xigbar con la sua immaturità e le sue battute, Axel con i suoi sguardi suadenti e i suoi sorrisi sensuali, Demyx con la sua semplicità disarmante e infine Larxene il sogno e l’incubo di tutti gli uomini. Dopo di loro, il mago di corte e il capitano dei cavalieri reali entrarono fianco a fianco a testa alta: il primo vestito con la sua tunica turchese e il cappello a punta color violetta, mentre il suo compagno indossava un semplice completo blu sopra una camicia bianca; poi fu il turno dei custodi.
Re Topolino si fece avanti con la sua disinvoltura nei suoi abiti casual, seguito da Sora a braccetto con Kairi. Il castano era vestito con una maglia bianca a maniche lunghe a righe bianche e nere oblique e un paio di jeans blu, mentre lei indossava una minigonna di jeans nera e una maglietta rosa senza maniche.
Dietro di loro, il ragazzo dagli occhi acquamarina aspettava di essere chiamato con lo sguardo basso e perso nel vuoto.
La sua compagna non si era fatta vedere.
Si ridestò quando il ciambellano urlò il suo nome e si avviò. I suoi capelli argentei brillarono sotto le luci che illuminavano il cortile, creando un contrasto con la maglia nera a maniche lunghe e i pantaloni bianchi.
Aveva sceso l’ultimo scalino, quando l’araldo annunciò un’altra persona.
-…E infine, Lady Jessie, custode del Tramonto!-
Si voltò di scatto e la vide.
I jeans neri le fasciavano le gambe, sopra, la maglia grigia con le maniche a campana e i lunghi capelli castani erano appena trattenuti da un sottile nastro bianco come la neve, che li lasciava appoggiare tranquillamente sulle sue spalle, lasciandole scoperto il viso.
-Perché mi guardi così?- gli chiese con una nota divertita, quando gli fu accanto. -Andiamo.- aggiunse, prendendo il ragazzo sotto braccio per condurlo al centro del cortile, dove si erano riuniti gli altri.
-Guerrieri della Luce…- esordì re Arold. -…vi ringrazio a nome di tutti gli abitanti del regno per aver difeso la nostra casa e i nostri cari e per averci insegnato che anche noi possiamo sconfiggere le tenebre con le nostre sole forze! E ora che sia inizio ai festeggiamenti!-
La musica si diffuse nell’aria e in pochi istanti, la pista da ballo si riempì di persone che ballavano seguendo il ritmo, con il sorriso ad illuminare i loro volti. Nella folla in festa, si ritrovarono alcuni Ritornanti trascinati nelle danze da altrettante dame dagli abiti sgargianti: il Tiratore Libero e il Feroce Lanciere diedero prova delle loro doti nascoste di ballerini provetti, mentre lo Sfidante del Destino cambiava compagna ad ogni giro di valzer.
In un angolo dimenticato, il resto del gruppo osservava lo svolgimento della festa senza prendervi parte, godendosi la serenità di quella sera.
-Ci sono stati segni della serratura mentre dormivo?- domandò la castana al re dalle orecchie tonde.
-No, ma domani ci daremo da fare per trovarla. Altri mondi aspettano il nostro aiuto, non possiamo permetterci di fermarci troppo a lungo.- spiegò Topolino.
-Capisco…- rispose la ragazza, che sorrise quando avvertì due braccia stringerla da dietro.
-Sono contento che tu sia qui…- confessò il custode dell’Alba, baciandole la guancia. -Sei bellissima.-
-Grazie, anche tu sei molto elegante. Hai attirato tanti occhi quando siamo passati e ne stai attirando tutt’ora…-
Difatti, molte ragazze presenti, anche se accompagnate, gettavano lunghi e invidiosi sguardi sulla coppia.
-Se si avvicinano e allungano le mani potrei reagire molto male…- disse lei con falsa serietà.
Il ragazzo rise. -Esagerata, credo che un tuo sguardo possa far scappare chiunque e comunque anche tu hai attirato l’attenzione di altri, ma sono certo che faresti scappare anche loro.-
-Esatto.-
Accanto a loro, il custode della Catena Regale e la principessa stavano abbracciati, con le menti in un mondo tutto loro.
-Ti va di ballare?- se ne uscì ad un certo punto la rossa.
-Non so quanto ti convenga se ci tieni ai tuoi piedi!- esclamò con una risata il brunetto.
-Dai, non è poi così difficile, al massimo ci ritireremo con la soddisfazione di averci almeno provato. No?- chiese, concludendo la richiesta con un bacio a fior di labbra.
-E va bene, ma non mi prendo responsabilità per i danni che potrei causarti ai piedi!-
Ridendo, la ragazza lo afferrò per un braccio e lo trascinò in pista, sotto le occhiate curiose dei compagni.
-Mi sa che Kairi si farà male…- disse l’argenteo.
-Perché? Sora non sa ballare?-
-Non credo… però è imprevedibile, quindi potrebbe anche esserne capace.-
All’improvviso, la musica si fermò e tre persone salirono sul palco.
-Siete pronti a scatenarvi?!- urlò Ciuchino nel microfono, ottenendo un coro di assensi.
-Siete pronti per la vera fiesta?!- aggiunse il Gatto con gli Stivali.
-E allora via!- concluse il Notturno Melodico, dando inizio ad un pezzo rock.
Tutti i presenti in pista, compresa la famiglia reale, esultarono e cominciarono a ballare per conto proprio, seguendo il ritmo della musica e la voce dei due animali parlanti che intonavano le parole della canzone.
-Certo che qui sanno come divertirsi!- asserì il Soffio di Fiamme Danzanti.
-E’ brava gente, che sa come dimenticare i brutti momenti e passare il presente in armonia, senza pensare troppo al futuro, vedendoci in ogni caso sempre qualcosa di positivo.- disse Topolino, con un sorriso. -Bè, non so voi, ma io mi unisco alle danze! Paperino e Pippo mi hanno già preceduto!-
Detto questo salutò gli amici e si buttò nella mischia.
-Io lo seguo!- esclamò il rosso. -Larxene, Lexeaus venite anche voi dai!-
-Perché no?- rispose inaspettatamente la bionda, prendendo l’Eroe del Silenzio per mano, dopodiché si girò verso il compagno col ciuffo e agguantò anche lui. -Anche tu tappo! Andiamo a divertirci!-
-Scordatelo.- replicò freddo e lapidario il Burattinaio Mascherato.
-Andiamo a far vedere di cosa siamo capaci!- sentenziò la donna ignorando completamente l’opinione del ragazzo dai capelli grigio-azzurri, che sospirando si lasciò trascinare in pista, come il muto numero V.
Il Ritornante dagli occhi smeraldini rise di gusto a quella scena e si voltò verso i rimanenti compagni.
-Vexen tu che fai?- ma non ottenne risposta perché il Freddo Accademico non era più lì. -Ma dov’è?-
-Laggiù.- indicò la ragazza dagli occhi color nocciola. -In compagnia di quella signora vestita di rosso. Lo vedi?-
Il numero IV si trovava infatti, nel pieno di una strana danza stretto tra le braccia della donna con l’abito rosso.
-Accidenti! Questa non me l’aspettavo!- ammise. -Capo, tu e Saix venite o no?-
-No Axel, grazie.- rispose cordialmente Xemnas.
-Capito. Voi ragazzi che fate?-
-Tu vuoi andare a ballare?- domandò Jessie al compagno.
-Non sono molto bravo, ma se vuoi andiamo.-
-No, stiamo qua… Magari più tardi Axel.-
-Allora a dopo!- concluse il rosso, sparendo tra la folla.

***

Nel suo nero castello sempre avvolto dalla nebbia, dimenticato da ogni mente, la donna drago rifletteva sugli ultimi avvenimenti che stavano scuotendo le giornate dei detentori del keyblade.
-E così sono comparsi i primi custodi di Alba e Tramonto…- pensò, mentre con passo lento si dirigeva verso la porta della biblioteca. -Solo l’antica leggenda parla di loro, chissà se si ripeteranno quegli eventi oppure no…- si fermò davanti all’uscio in legno nero.
Gli occhi vuoti del drago inciso su di esso brillarono di una luce sinistra, quando posò la mano sulla maniglia come se fossero un segno. Un segno del cambiamento che presto si sarebbe verificato, gettando i primi semi dei frutti del caos, che avrebbe cominciato la sua lenta, ma inesorabile vittoria sull’ordine.
Senza fretta alcuna, la strega si mosse tra gli scaffali silenziosi colmi di libri sconosciuti al presente, ma temuti e rispettati nel lontano passato in cui furono scritti, anche al solo udire il loro nome.
Finalmente giunse nella sezione che le interessava e i suoi affilati occhi cominciarono a scorrere sui dorsi dei volumi che avevano davanti, finché il suo sguardo non incrociò una copertina nera con caratteri dorati, che risaltavano come le stelle in una notte buia senza la sua regina. Lo prese tra le mani e dopo aver pulito lo spesso strato di polvere lesse le parole dal colore brillante come il sole, scritte con una calligrafia leggera e delicata tale da farle sembrare sospese sulle acque di un profondo oceano, di cui era impossibile scorgervi il fondo.

“Verba antiqua sapientium” *

Alzò la copertina e la prima pagina le apparve immacolata, ma lo fu solo per pochi secondi perché l’inchiostro nero iniziò a comparire dapprima in modo disordinato per poi trovare un ordine preciso e prendere la forma di parole.

“Nelle pagine a seguire, del Tramonto e dell’Alba sarà cantato il destino.
Un cerchio che mai si aprirà, dove la testa sarà sempre la coda, come la coda sarà la testa.
L’inizio incontrerà la fine e la fine avrà il suo inizio.
Un circolo infinito, come lo scorrere dei giorni e delle notti, finché non giungerà la fine ultima.”

Malefica voltò la pagina, trovandosi tra le mani un nuovo foglio bianco, ma che rapidamente venne riempito con parole antiche quanto l’universo stesso.

“I saggi che per primi videro il futuro nei corpi celesti seppero che sarebbe stato un ciclo senza inizio e senza fine.
L’Alba illuminerà il cielo fino al momento in cui il sole non raggiungerà il suo zenit e allora comincerà la sua discesa, fino al venire della Notte e alla comparsa della luna e delle stelle, finché di nuovo l’astro del giorno non nascerà.
Questo sarà dunque il continuo avvenire dell’Aurora.
Il cuore prescelto della luce in declino sarà sotto lo sguardo di un amaro destino, che conoscerà quando incontrerà il buio.
Il fato del Tramonto è segnato dalla sua stessa natura…”

Le parole s’interruppero bruscamente.
Alla stessa velocità con cui si erano distribuite, presero a svanire lettera dopo lettera, sotto lo sguardo sorpreso e confuso della strega e appena la pagina fu tornata al suo immacolato candore, una scintilla si accese al centro del foglio.
In breve una fiamma di un intenso rosso avvolse completamente il libro, facendoglielo cadere dalle mani.
Gli occhi della donna drago guardarono con un certo timore quel piccolo falò, che rimase concentrato sull’antico testo, senza catturare nelle sue spire anche ciò che lo circondava.
Pochi istanti e il libro dalla copertina nera e le lettere dorate divenne un ammasso di cenere.
-A quanto pare, finché gli eventi non faranno il loro corso, nessuno saprà la verità…- sospirò la donna, incamminandosi per uscire dalla biblioteca.

***

Le campane del paesino adiacente al castello rintoccarono la mezzanotte, ma nessuno dei partecipanti al ballo ci fece caso.
Una calma sinfonia risuonava nel cortile e numerose coppie danzavano lente sul suo ritmo.
Il custode dai capelli bruni stringeva a sé la sua principessa in un saldo abbraccio, dandogli la sensazione che niente e nessuno avrebbe potuto dividerli.
La ragazza seguiva i movimenti del compagno, col viso appoggiato alla sua spalla, lasciandosi cullare dalla melodia e beandosi del calore del suo corpo.
Tutto era perfetto e nulla avrebbe potuto contaminare l’atmosfera di felicità che si era creata in quel luogo.
-Kairi…-
-Dimmi Sora.- rispose lei, alzando lo sguardo per incontrare quello dell’altro.
-Ti amo.- disse in un sussurro e la baciò.
La rossa non reagì immediatamente, perché presa alla sprovvista, ma lo smarrimento iniziale fu presto abbandonato e rispose al castano, cercando di trasmettergli tutto il proprio amore.
Poco dopo, Kairi riprese la sua posizione iniziale tra le braccia del suo compagno e lo sguardo le cadde su una coppia poco distante da loro.

Il ragazzo dai capelli argentei si muoveva leggero sulle note della musica che riempiva le sue orecchie, trasportando con sé la ragazza che in quel momento aveva il capo poggiato al suo petto. Avvertiva la serenità che avvolgeva il suo cuore e sorrise, sperando che quei piccoli istanti di pace potessero durare per un tempo infinito, mentre nel suo corpo i sentimenti che provava per la ragazza dai lunghi capelli castani crescevano istante dopo istante.
La custode del Tramonto, con gli occhi chiusi, era concentrata su un’altra melodia. Forte e vigoroso il cuore del suo compagno batteva, scandendo il ritmo della vita del suo proprietario e cantando dell’amore che egli nutriva per lei.

La calma melodia giunse al suo epilogo con dolcezza e il Ritornante dai capelli biondi si avvicinò al microfono e diede inizio ad una nuova canzone.

E' stato destino? E' stato il caso?
Ma son grato di averti incontrato.
Il tuo sguardo mi uccide dentro
E non voglio negare ciò che sento.
Lo urlerò, lo scriverò sui muri, lo canterò per strada.
È un sentimento troppo forte,
Un’attrazione irresistibile.
Lo giurerò, lo diffonderò nell'aria, questa voglia folle di te!
E lo sai, non ci separeremo mai…

Il Maestro del keyblade si perse nel profondo oceano degli occhi della principessa del cuore. I due capirono che quei versi cantati dal Notturno Melodico erano rivolti ad altri, ma si trovarono ugualmente complici di quelle parole e ringraziarono quella notte in cui le stelle caddero dal cielo. Quella notte in cui una bambina dai capelli rossi e gli occhi blu si svegliò sulla riva di una di quelle isole dal nome insolito.

Luce dei miei occhi, scintilla del tramonto,
Ti proteggerò…
Colore rosso fuoco che mi scalda dentro,
Ti accudirò…
Sei una stella che brillerà soltanto per me…
Ardore del mio cuore, non mi lasciare mai…
Incantevole mistero, rimani con me…

Le iridi color nocciola brillarono di una luce nuova all’udire quelle parole e alzò lo sguardo sul giovane custode dell’Alba.
Gli occhi acquamarina osservarono quel viso dalla vista rapita e un sorriso di consenso gli allungò le labbra. Il terrore di poter perdere la ragazza dai lunghi capelli castani fu sostituito dalla ferrea volontà di difenderla da tutto ciò che minacciava di portargliela via, così si chinò su di lei, avvicinando le labbra al suo orecchio.
-Ti amo e ti difenderò per sempre.-

Catena indissolubile,
Un legame indistruttibile,
Il nostro amore è così!
Cuore forte e inarrestabile
Ti amo lo sai!
Quando sogni sotto le coperte
Ti osservo, ti accolgo tra le mie braccia…

Tu, perfetta come sei, non mi stanchi mai.
Sarò per sempre con te, ovunque tu andrai…

Jessie rabbrividì a quel sussurro soffiatole nell’orecchio e sorridendo, chiuse gli occhi.
Rivide ogni momento passato con l’argenteo e ogni istante in cui i suoi pensieri erano rivolti a lui e a lui soltanto. Lasciò che la sua mente vagasse in quei dolci ricordi e rise tra sé e sé, quando si rese conto che il loro amore era nato per caso, quel giorno di poco tempo prima, sul tetto di una chiesa alla luce del crepuscolo.

Angelo mio, sei caduto dal cielo blu
Con i tuoi occhi, che mi fanno innamorar di te…
Alba della mia vita, continuamente, in ogni istante
Nei miei pensieri tu sarai e resterai…
La voce del vento parlerà di te,
Suonando note dolci in cui
Il mio affetto sai, no non mancherà
Perché desidero solo te…

Quando sorge un nuovo giorno, penso a te…
Quando il sole è alto nel cielo, penso a te…

Mai niente cambierà, no non finirà questo nostro amore!
Perché è come una luce che accende e riscalda…
Tu, perfetto così, sei tutto per me…
Tu così preso da me, desidero solo te…

-Ti amo e non rinuncerò mai a te…- asserì di rimando la castana.
Riku aumentò la stretta su quel corpo sottile e lasciò un leggero bacio sulla sua guancia.

Lo urlerò, lo scriverò sui muri, lo canterò per strada.
È un sentimento troppo forte.
Una voglia irresistibile.
Lo giurerò, lo difenderò, lo salverò, questo nostro amore!

La notte non nasconde questo suono sai…
E sotto questo cielo stellato ti chiedo di ascoltarmi.
Guardandoti negli occhi…
Io chiedo, te.

La nocciola si fuse con l’acquamarina per un magico istante sospeso nel tempo, prima che i due ragazzi, custodi degli opposti e allo stesso tempo complementari elementi, unissero le loro labbra in un bacio d’amore.
Si persero nel loro momento eterno come l’universo, ornato dal sorriso luminoso del cielo notturno, e cullati dalla melodia di quella canzone dolce come il miele, scritta in nome del sentimento che li legava.
Lentamente la musica si estinse e un coro di applausi si levò dal cortile, ma i prescelti della Luce in equilibrio non presero coscienza di ciò che accadde, perché un nuovo ritmo comparve in mezzo a loro.
I loro cuori battevano all’unisono, scandendo il tempo del loro vincolo.
Si allontanarono, ma i loro occhi non si separarono mai, sempre incuranti del vorticare perpetuo di eventi al di fuori del loro mondo.
Una leggera brezza prese a soffiare nel cortile, agitando appena i lunghi capelli della ragazza e la chioma argentea del suo compagno, che raccolse una dispettosa ciocca castana tra le dita, portandogliela dietro l’orecchio, perché gli impediva la vista di quello sguardo profondo e caldo come il fuoco. Quando ricondusse la sua attenzione al viso della compagna l’incanto si ruppe come fragile vetro.
Sul volto della giovane vi erano dipinte la paura e l’apprensione.
-Che succede Jessie?- domandò l’argenteo, prendendola per le spalle.
In risposta al suo quesito giunse una forte raffica di vento, che percorse tutta l’area, fino a giungere sulla cima delle scale che conducevano al cortile dove si concentrò in un piccolo vortice, da cui in pochi istanti si sprigionarono delle fredde fiamme verdi.
Le lingue di fuoco crebbero con lo stesso tempo di un battito d’ali e nella stessa manciata di istanti si spensero rivelando una figura ammantata di nero. Un lungo scettro, su cui svettava una sfera verdastra, un corvo dalle piume scure, appollaiato su di essa e un paio di corna chiudevano la forma della figura apparsa da quel sinistro falò.
-Noto con sommo dispiacere che continuano a farsi e feste e che l’invito non mi viene mai recapitato, o forse la mia presenza non era gradita a Sua Maestà re Arold?- disse Malefica con un’espressione di falso dispiacere dipinta sul volto.




* “Verba antiqua sapientium” = “Le antiche parole dei saggi” (se il mio latino non è troppo arruginito XD)

Fine dello strazio... Vi ho stesi, eh?
Il capitolo è bello lungo e rasenta il "vissero felici e contenti", ma ecco giungere Malefica a rompere le balle e a distruggere la felicità con una frase sola XD Per descrivere la sua entrata in scena mi sono dovuta vedere l'inizio della Bella Addormentata nel bosco per due o tre volte, quindi spero di aver riprodotto al meglio il suo stile! Immagino la curiosità che vi corrode sempre di più! Muahahahah!!!! Cosa succederà con l'arrivo della strega? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!
ps: un grazie enorme al mio cucciolo Carlo per avermi scritto le parole della canzone! Grazie nii-chan! <3


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Ed ecco la fine che attendevi u.u Ma immagino di aver stimolato ancora di più la tua curiosità XD Dissolvo i tuoi dubbi sulle chiavi raffigurate sulla famosa porta: sono la Via del Tramonto e l'Artiglio della Notte e c'è un perché anche per l'ala chiusa, ma è ancora troppo presto per svelarlo u.u Comunque la tua è una teoria interessante e la terrei buona per i prossimi sviluppi u.u A presto!! ^^

95fly_pink95: Non preoccuparti per il ritardo, ne so qualcosa riguardo alle cose spiecevoli quindi non crucciarti ^^ Mi basta sapere che la fic ti piace e ti interessa. Commenta pure quando vuoi ^^ Spero di sentirti presto :3 Ciauuu!!!

LightRoxas: *ammira Riku che dorme* E' un amore il mio Rikuccio quando dorme <3 Ma non è la mia assistente la birbantella, sono io XD L'idea di quella scena era partita da me, ma non sapevo come metterla giù e allora è venuta lei in mio soccorso u.u Il titolo invece è tutto pensato dalla mia mente diabolica u.u Muahahahah!!! *si ripiglia* Comunque spero che il resto del capitolo ti sia piaciuto ^^ Byeeee!!!

My Pride: Carissima <3 non preoccuparti per i capitoli persi, sono sempre qui e puoi leggerli quando vuoi ^^ Comunque, uno dei cattivi è appena giunto a rovinare la festa ai nostri eroi e fidati che lascerà il segno u.u *muahameggia perché sa* Alla prossima tesoro <3 Ciauuu!!!




Ed ecco gli ultimi ringraziamenti ^^ Ultimi, ma non meno importanti! Ringrazio con un abbraccio megagigante Bixx91Ciccio85 per aver messo la fic tra le preferite, con un bacione enorme e dolcissimo Aurora95 per averla messa tra le seguite e con una spupashata stritolante tutti voi che leggete soltanto :3 Vi adoVo tutti!! XD Al prossimo week-end!!! See ya! *svanisce in una nube di fumo mentre il Banditore cade nella solita botola*

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Capitolo 58
*** Capitolo 57: Truth ***


*arriva correndo a velocità supersonica affiancata dall'omino con la trombetta in spalla* Corri Banditore!!! Certo che potevi evitare di vestirti di rosso per andare a vedere la corrida! Sei un mentecatto! *il branco di tori guadagna terreno* Dobbiamo separarci! Io vado a destra, tu continua dritto! *il Banditore annuisce e accelera, mentre l'autrice devia a destra e si arrampica su un albero e i tori vanno dietro all'omino* Speriamo che se ne liberi alla svelta, altrimenti mi tocca andare a recuperarlo... che strazio... *sospira* Salve a tutti miei cari lettori e mie carissime lettrici! Finalmente la scuola è quasi finita anche per me e dopo l'ultimo esame potrò dedicarmi ai cosplay da preparare *-* Uno è quello di Jessie, l'altro ve lo rivelerò a tempo debito XD Ma veniamo a noi! Durante il ballo organizzato da re Arold fa la sua improvvisa comparsa Malefica, cosa vorrà comunicare ai nostri eroi? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 57: Truth


La magia di quella notte di festa si ruppe con l’arrivo di una brezza leggera, che le portò una ciocca di capelli davanti agli occhi. In quel breve istante in cui il mondo circostante fu celato al suo sguardo, quella sensazione provata il giorno prima si rifece viva più che mai e, da semplice punto nero su di un grande foglio bianco, divenne una macchia scura senza confini, che catturava e soffocava il candore di quella pagina.
Probabilmente i suoi pensieri si riflessero sul suo viso, perché il suo compagno la guardò con preoccupazione, chiedendole cosa avesse.
Non proferì parola poiché qualcuno era giunto a dare le risposte al posto suo.
Alla comparsa della donna drago, il vento si placò e un silenzio innaturale calò sul cortile, come una pesante coltre che, però, portava con sé un gelo simile a quello delle rigide notti invernali, anziché un piacevole tepore.
Il gracchiare del nero volatile risvegliò i presenti dal loro torpore, mentre i guerrieri della Luce rivolgevano occhiate ostili in direzione della loro insolita alleata. Sguardi che si accentuarono quando udirono le sue parole, che celavano lo scherno per il sovrano di quel mondo.
-Cosa vuoi da noi strega?- domandò quest’ultimo, ignorando la provocazione della donna drago.
-Da Voi nulla, re Arold. È re Topolino, il destinatario della mia visita, lui e i suoi numerosi compagni.- spiegò con un ghigno, mentre i suoi occhi scorrevano sul folto gruppo della Luce, fermandosi verso l’unica persona che ancora non si era voltata a guardarla. -Custode del Tramonto, è un piacere per me conoscerti.- disse, sorridendo con ironia alla giovane, che aveva deciso di mostrarle le sue iridi color nocciola, tornate alla solita fierezza per reggere il confronto con la donna.
-Finalmente ci incontriamo, Malefica, ma sappi che il piacere è tutto tuo.- ribatté, squadrando ogni singolo movimento della figura nera che aveva iniziato a scendere i gradini, senza produrre suono, come se fosse un fantasma.
-Deduco dalle tue parole che tu mi conoscessi già?- chiese incuriosita.
-Ho avuto modo di documentarmi sulle guerre passate tra Luce e Oscurità e il tuo nome è stato citato più volte, in merito al primo scontro a cui parteciparono alcune delle persone presenti oggi.- spiegò con una calma innaturale, che nascondeva un turbinio di emozioni negative quali il rancore e l’odio verso colei che aveva portato tanta sofferenza ai suoi compagni.
-Mi fa piacere sapere che le mie imprese siano entrate nei libri di storia.- ammise.
-Devo ricordarti che hai fallito miseramente?- intervenne il custode dai capelli argentei.
-Riku, devo ricordarti che eri mio alleato?- replicò velenosa come una serpe, zittendo il giovane, che abbassò lo sguardo, colpevole. -Tempi interessanti quelli passati, ma lo sono ancor di più quelli di un passato più remoto. Non trovate?- domandò, attirando su di sé il profondo sguardo della castana.
-Cosa sai sui primi custodi? Parla!- ordinò la ragazza.
-Non molto in verità.- confessò. -Il mio compito in questa partita a scacchi non è quello di indagare sul passato, anche se mi piacerebbe… Tuttavia, questa possibilità mi è stata negata dal passato stesso…- affermò, restando sul vago. -Leggende ormai dimenticate narrano della loro ultima impresa, ma non è per parlare di questo che mi trovo qui, bensì di profezie, che riguardano te custode del Tramonto e ciò che sei destinata a diventare.-
Un brivido le attraversò la schiena e la sicurezza di Jessie vacillò, mentre la strega estraeva un foglio di pergamena dal suo abito nero.
-Fino ad ora, nella profezia si parlava sempre dell’ultima scelta che spetterà all’ultima luce, ma nei versi che sto per pronunciare si parla di un futuro molto prossimo alla realizzazione…- asserì, aprendo la pergamena per leggerne il contenuto. -Quando il Tramonto inizierà la discesa, un primo buio lo schiaccerà, allontanandolo di un passo dalla Luce e spingendolo sulla linea di confine…- recitò solenne, fermandosi un istante prima di proseguire. -L’emissario giungerà e sarà l’inizio di una notte nera in cui nessun bagliore potrà brillare.- concluse, scrutando ogni presente con una celata soddisfazione, per la reazione che di lì a poco sarebbe scaturita.
Un lieve mormorio nacque tra i partecipanti al ballo e molti sguardi si puntarono sulla custode dai lunghi capelli castani.
-E’ un essere oscuro…-
-La nostra salvatrice è malvagia?-
-Ha salvato il nostro mondo, come può essere?-
Queste e altre parole giunsero alle orecchie dei compagni della ragazza, che abbassò l’attenzione delle sue iridi al terreno con la mente in balia di mille pensieri confusi.
-Malefica!- ruggì il custode della Catena Nobile. -Dovevi venire da noi solo quando avessi scoperto in quale luogo il nostro nemico ha dimora e tu non sei il tipo da uscire di casa tanto per venire a gettare scompiglio senza un guadagno. Devo pensare che tu abbia portato a termine il compito che ti era stato assegnato?-
La strega rise divertita e soddisfatta. -Pensate bene re Topolino, ormai mi conoscete. È stato difficile raggiungere quel luogo…- asserì, facendo comparire un foglietto in mano al keyblader. -Ma l’identità di chi vi abita mi è ignota.- aggiunse, per poi allungare un sorriso. -E ora che il mio compito è terminato mi sono voluta prendere il mio compenso, portandovi queste parole di verità a cui non potrete sfuggire. Sono pur sempre la regina di tutti i mali!- rise. -Custode del Tramonto, se vorrai leggere il resto della profezia, se vorrai conoscere cosa il tuo amaro destino ti riserva, chiedi ai tuoi compagni di portarti nel mio castello, hai libero accesso alla biblioteca. Addio!- disse la donna drago, scoppiando in una fragorosa risata, prima di scomparire avvolta in una fredda fiamma verde accompagnata da quel corvo, simbolo della sventura più nera.
Svanita la strega, tutti si voltarono verso la loro compagna, protagonista di quelle fatidiche parole, il cui volto non tradiva alcuna espressione e il cui sguardo era perso nella contemplazione del vuoto.

***

Quando mise piede nella sua stanza si accorse immediatamente di non essere sola.
Il suo fedele compagno si agitò sulla sua spalla e volò senza emettere verso sulla mensola del camino spento, lasciando che l’unico suono fosse prodotto dal fruscio delle sue ali nere come la notte.
Il silenzio calò nuovamente, pesante e deciso come la scure di uno spietato boia viene abbassata sul collo del condannato.
-E così hai scoperto dove vivo…- esordì una voce femminile, trasmettendo un vago gelo nella piccola camera avvolta nel buio. -Ti faccio i miei più sinceri complimenti Malefica, veramente brava.-
Gli occhi verdi dalla pupilla sottile scattarono in direzione dell’angolo più scuro della stanza e alla donna drago sembrò di rivivere il suo incontro con i due Ritornanti, solo che al suo posto c’era qualcun altro. Qualcuno di pericoloso, che solamente con poche parole era riuscito a trasmetterle timore.
-Chi sei?-
-Ma come?- domandò con un sentito dispiacere. -Riesci a trovare casa mia in mezzo a miliardi di stelle e non sai chi sono? Mi deludi Malefica…-
-Conosco il nome che i profeti ti hanno dato. Tu sei l’ultimo emissario.- replicò con falsa sicurezza la strega.
-Allora qualcosa sai! Però è vero, effettivamente questo titolo non dice molto su di me… Pazienza!- esclamò, battendo i palmi. -Ora il tuo compito è finito, puoi anche uscire di scena.- aggiunse con una nuova serietà, abbandonando l’aria di apparente innocenza e trasmettendo un’ulteriore ondata di freddezza.
-Chi sei?!- ripeté con un grido la donna drago, scatenando le sue fiamme per illuminare l’ambiente.
Sgranò gli occhi quando vide quale volto era delicatamente racchiuso in lunghe ciocche blu.
-Non è possibile…- mormorò, indietreggiando involontariamente di un paio di passi. -Tu non puoi essere…-
-Ora che hai visto il mio viso non posso permettere che tu sopravviva. Non vorrei che rovinassi la sorpresa ai custodi, sai com’è no?- asserì la giovane dagli scuri occhi felini, avanzando in direzione della donna. -Devo punirti anche per esserti appropriata di un titolo che non meriti, ma che soprattutto non ti appartiene.-
Uno schiocco di dita e delle possenti fiamme cremisi circondarono la strega, che intense, come il suo dolore, la divoravano istante dopo istante.
-Sappi che da questo fuoco nulla di te si salverà. Brucerai fino all’ultimo brandello della tua anima, dopodiché smetterai semplicemente di esistere. Questo è il tuo inferno Malefica, goditelo fino al tuo ultimo secondo.-
Una risata accompagnò il dileguarsi della fanciulla dalla chioma blu, ma la donna drago non vi badò, forse perché non la udì.
Il suo corpo ormai bruciato giaceva a terra scompostamente, emettendo i suoi ultimi aliti di vita, mentre la mente si spegneva e i pensieri divenivano ombre di qualcosa che non c’era più.
Il volatile dal nero piumaggio rimase ad osservare quel drammatico falò, in cui la sua padrona stava scomparendo per sempre. Con i suoi occhi bianchi vide il corpo di quella che per lui era stata una grande strega e signora del male, consumarsi fino a che non fosse rimasto nulla.
Per ultima, la sfera verdastra, che prima si ergeva sulla sommità dello scettro di Malefica, s’infranse in mille e più frammenti che furono ben presto distrutti dal fuoco, che lentamente andò ad estinguersi una volta esaurito il suo scopo.
Come promesso da quella ragazza, niente rimase della strega. Quelle fatali lingue di fuoco scarlatte non avevano lasciato alcun segno della loro presenza sul pavimento danneggiato dallo scorrere del tempo.
Come se nulla fosse accaduto, la stanza ripiombò nella sua consueta oscurità.
Il corvo cacciò un lungo grido di rammarico, finché il suo gracchiare glielo permise, dopodiché spiccò il volo e abbandonò quel castello in rovina, dimenticato da ogni mente, dove aveva vissuto quella che per lui sarebbe sempre stata la regina di tutti i mali.

***

-Credo…- mormorò. -Ho bisogno di stare un po’ da sola… Con permesso…-
Con passi lenti e incerti, la keyblader dai lunghi capelli castani risalì la scalinata che dava sul cortile, mentre i suoi amici e compagni tenevano lo sguardo fisso sulla sua schiena e alcuni degli invitati intimavano re Arold di cacciarla dal castello, ritenendola ormai un pericolo.
Arrivata all’ultimo gradino, la ragazza compì alcuni silenziosi passi, prima di spiccare un grande salto e spostarsi in volo verso la grande foresta poco distante.
Dopo una manciata di minuti atterrò nella macchia e si ritrovò circondata da una fitta e scura rete vegetale, che non permetteva di vedere poco più in là del proprio naso, e da cui non proveniva nessun suono. La ragazza vi si inoltrò priva di preoccupazioni, camminando senza alcuna meta, dirigendosi dove la conducevano i suoi stessi passi, mentre un vorticare di pensieri incontrollati si agitava nella sua mente.
Tempo prima aveva affermato di voler combattere contro il suo destino, ma con quelle parole, i suoi propositi erano stati abbattuti come un fragile fuscello in balia di una potente tempesta. Si convinse che non poteva portare avanti quella lotta che le avrebbe solo sottratto energie preziose.
-Cosa mi resta da fare?- domandò a se stessa. -Andare avanti, aspettando che arrivi il giorno in cui la mia luce si spegnerà?- si chiese ancora, non ottenendo però risposte.
Proseguì fino a giungere sulla riva di un laghetto di cui era impossibile scorgere il fondo, su cui si rifletteva il birichino e affascinante sorriso della luna, una falce argentata che illuminava quella notte altrimenti buia.
Si chinò e sporse il viso sulla superficie immobile, osservando il suo riflesso, come in uno specchio, rischiarato dalla regina del firmamento. Le ciocche castane le incorniciavano il volto, il nastro bianco andato perduto durante il volo, il viso privo di emozioni e gli occhi smarriti.
In quel riflesso riconobbe un’ombra della sua vecchia se stessa e la paura cominciò ad invaderla, come una sostanza venefica, che consuma lentamente la sua vittima, e si sentì perduta.
La sua mente, ormai preda della confusione e dello sconforto, si ripeté le domande che si era posta poco prima e cosa ne sarebbe stato di lei da quel momento in avanti. Ora che era diventata una seria e reale minaccia per i suoi compagni e per la missione che le era stata assegnata.
-Puoi andare avanti senza fare nulla, questa è una possibilità, ma puoi andare avanti cercando di prevenire ciò che, altrimenti, poi sarà curato, magari senza successo.- disse solenne, la prima custode del Tramonto, introducendosi tra i suoi pensieri.
-Anike… Il mio destino è quello di scendere nel buio e perdermi in esso?- chiese.
La donna sospirò. -Purtroppo è questo il fato di chi è scelto dall’ultima luce, anche per me è stato così tanti anni fa… Quando io, Stefano e gli altri custodi partimmo per quella che sapevamo essere l’ultima battaglia, i saggi predissero il nostro futuro e il mio prevedeva il sacrificio per una causa più grande.- asserì con amarezza.
-Mi dispiace…-
-Non dispiacerti, sapevo a cosa andavo incontro, ma anche prima di venire a conoscenza degli eventi futuri ero pronta a dare la mia vita per la Luce, come gli altri miei compagni.-
-Anch’io sapevo a cosa andavo incontro quando ho accettato di impugnare il keyblade, però adesso…- rispose, senza terminare.
-Aver paura è una caratteristica dell’uomo, non devi fartene una colpa…-
-Ma io non ho paura solo per me…- continuò la giovane, mentre copiose lacrime presero a correrle lungo le guancie. -Ho paura per i miei amici…-
-Lo so, è per questo che ti ho detto che puoi cercare di prevenire ciò che altrimenti dovrà essere curato.- replicò la donna con dolcezza.
-Non riesco a capire…- ammise.
-Sto dicendo che puoi trovare un modo per far sì che i tuoi compagni siano pronti, quando il buio ti coglierà e sapranno come reagire.-
-Un modo per prepararli a quando dovranno affrontarmi dunque…- rielaborò la giovane, tornando a fissare il suo riflesso.
-In ogni caso…- riprese l’altra. -Non dimenticare che io e Stefano siamo stati richiamati per cercare di impedire che la storia si ripeta, narrandovi ciò che accade secoli fa. Inoltre, tu sei in grado di usare il tuo potere: il fuoco che tutto brucia, senza lasciare nulla al suo passaggio. Invece, Riku ancora non è a conoscenza del suo e sarà compito di Stefano fare in modo che la giovane Alba completi la sua preparazione.-
-E qual è il potere di Riku?- domandò con la curiosità di un bimbo.
-Non posso rivelartelo. È un qualcosa che si tramanda dal mentore all’allievo e solo quest’ultimo può farne parola con altri in seguito.-
-Capisco…- rispose la castana con una certa delusione.
E solo dopo qualche istante di silenzio, la prima custode tornò a parlare.
-Ora devo andare, ma ci sentiremo molto presto e allora molte cose saranno più chiare.-
Con quelle ultime e ambigue parole, la voce si spense e la mente di Jessie tornò quieta e con ritrovata serenità.
Lo sguardo le cadde nuovamente sulla sua immagine riflessa sulle acque di quel piccolo ma profondo laghetto. I suoi occhi ora rispecchiavano la limpidezza dei suoi pensieri e il suo viso era nuovamente disteso.
Si alzò, spolverandosi i pantaloni dal terriccio e s’incamminò verso la boscaglia alla ricerca di un luogo in cui passare il resto della notte, poiché prima di fare ritorno dai compagni voleva mettere in pratica ciò che Anike le aveva suggerito: trovare un modo per preparare i suoi compagni a ciò che ormai non si poteva più evitare.
Era giunta al limitare degli alberi, quando un’intensa luce scaturì alle sue spalle, facendola voltare.
La serratura splendeva nel cielo notturno, sostituendo la supremazia della luna, finché qualcuno non l’avesse sigillata.
Come a rispondere ad un tacito richiamo, l’Artiglio della Notte comparve in una scia luminosa, nella mano sinistra della sua padrona, che lo puntò alla via che conduceva al cuore di quel piccolo mondo, la quale con uno scatto secco si chiuse e tutto in pochi istanti tornò alla normalità.
Scomparsa la sua arma, la custode del Tramonto s’addentrò tra i fusti, sapendo che al sorgere del sole il viaggio sarebbe ripreso, consapevole del fatto che molte cose sarebbero cambiate.






Fine dello scempio! Spero di non aver sconvolto nessuno con la dipartita di Malefica, ma era necessaria per esigenze di copione u.u Per la scena in cui Jessie guarda il suo riflesso nel laghetto, mi sono ispirata alla canzone "Riflesso" del film "Mulan" e devo dire che grazie ad essa non ho scritto scempiaggini ovunque u.u
La storia è giunta alla metà del suo percorso, ma altre mille peripezie sconvolgeranno la vita dei nostri eroi!
Altra cosa: ho lasciato un indiziuccio in giro per il capitolo... Vediamo chi lo trova xD Dal prossimo capitolo inizierà la parte della fic che mi soddisfa di più, spero di non deludervi ^^ Alla prossima!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Non temere, le scene sdolcinate sono alternate da quelle con le mazzate e di capitoli così non ne ho scritti molti u.u Con la parte delle profezie siamo solo all'inizio XD Vedrai cosa salterà fuori più avanti XD A presto! ^^

Mikhi: Mi fa piacere sapere che il mio stile descrittivo ti soddisfi ^^ Il mio obiettivo quando scrivo è proprio quello di dare l'impressione al lettore di avere la scena direttamente davanti agli occhi, quindi ci do dentro XD Rikuccio amore è sempre carino e coccoloso quando si tratta di Jessie, vedrai più in là che cosa intendo u.u Demyx mi è venuto spontaneo buttarlo sul palco insieme a Ciuchino, è da quando sono approdati in questo mondo che volevo farlo XD La canzone, come ho detto nelle note finali la settimana scorsa, non è opera mia, bensì di un mio caro amico che mi ha impedito di usare una canzone già esistente XD Si è messo e mi ha scritto una canzone originale per il capitolo, ma quella che ho postato non è la versione completa, magari la metto nel prossimo capitolo, oppure la aggiungo a quello scorso ^^ Ehhh povera, povera Malefica... <.< Credo che non avrà più occasione di essere invitata da qualche parte <.< Grazie mille per i complimenti ^^ Byeeee!!!




Alloraaaa... anche oggi siamo giunti alla fine! Il mio Banditore è ancora perso a fuggire dal branco di tori che è riuscito a scatenare, ma lo recupero più tardi... u.u Concludo ringraziando tutti voi che leggete soltanto, siete sempre tantissimi e io sono commossa ç___ç Grazie! Vi adoVo tutti XD Al prossimo week-end! *schiocca le dita e il Banditore le compare davanti prima di cadere in una botola* See ya! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 59
*** Capitolo 58: La fenice ***


Salve a tutti miei carissimi lettori e mie carissime lettrici! ^^ Insieme alle brutte faccende che mi stanno capitando in questi giorni, giungono anche buone nuove! Gli esami sono finiti e finalmente l'alloggio per il Lucca comics è stato prenotato!!! *corre in giro gettando margherite* Ma non siamo qui per discutere dei fatti miei mentre facciamo la permanente ai pinguini u.u Nell'ultimo capitolo Malefica aveva tirato le cuoia *lascia fiorellino per la strega* e Jessie si chiedeva cosa fare d'ora in avanti, mentre alla corte gli abitanti del regno la etichettavano come creatura dell'Oscurità. Cosa sarà successo poi? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 58: La fenice


Con un movimento secco strinse il legaccio di cuoio e chiuse definitivamente la sua sacca da viaggio. Sospirò e fece scorrere lo sguardo sull’intera stanza. Ogni cosa era in ordine, come l’aveva trovata al suo arrivo, e tutti i suoi averi si trovavano all’interno della sua borsa.
Si mise il bagaglio sulla spalla sinistra e uscì nel corridoio, per raggiungere il cortile posteriore. Avvolta nel suo lungo cappotto di stoffa nera, Jessie si avventurò per il castello di re Arold e quando finalmente giunse all’esterno tirò un lungo respiro, assaporando l’aria frizzante di quella chiara mattina.
Ogni guardia o servitore che aveva incrociato il suo cammino l’aveva fissata con astio e timore, sussurrando parole aspre, vedendola come una minaccia alla loro appena riconquistata pace e un’attentatrice alla vita dei loro amati sovrani.
Non se ne stupì, la profezia narrata da Malefica non era composta da falsità e comprese di non poter dare torto a delle persone che cercavano solamente di difendere quello che di più caro possedevano.
Con questi pensieri, la keyblader salì sulla gummiship e si diresse nella sua cabina.
-Buon giorno Jessie!- esclamò una voce allegra.
-Buon giorno a te Pippo.- rispose la ragazza con un falso sorriso e poca enfasi. -Tra quanto si parte?-
-Il tempo di salutare Arold e Lilian, poi riprenderemo il viaggio.- intervenne re Topolino, avvicinandosi ai due.
-Salve Maestà. E gli altri?-
-Stanno ancora dormendo, ma ho mandato Paperino a svegliarli, ci raggiungeranno alla sala del trono. Andiamo?-
Il cavaliere e la custode annuirono con un cenno del capo e s’incamminarono al seguito del sovrano dalle orecchie tonde.
Ripercorsero i corridoi del maniero, animati dalle voci dei suoi abitanti ormai svegli e occupati nelle loro faccende quotidiane e, nuovamente, la castana avvertì e vide gli sguardi puntati su di lei, tuttavia non vi fece caso e continuò proseguì per la sua strada a testa alta e l’animo tranquillo.
-Jessie posso farti una domanda?- disse il capitano dei cavalieri, distraendola dai suoi pensieri.
-Dimmi.-
-Dove hai passato la notte? Dopo che te ne sei andata, abbiamo visto la serratura che veniva sigillata, ma quando Riku e Axel hanno raggiunto il punto in cui è comparsa, non ti hanno trovata e nemmeno percepivano la tua energia.- spiegò il cane.
-Mi sono addentrata nel bosco e ho trovato riparo tra gli lberi…- rispose lei, restando sul vago. -Parleremo più tardi, quando saremo in viaggio.- aggiunse con rapidità, stroncando la nascita di nuove domande.
In poco tempo arrivarono alla meta, dove si erano già radunati i loro compagni.
Tutti gli occhi dei presenti si voltarono verso il trio in avvicinamento, concentrando l’attenzione sulla figura della castana, che camminava con passo sicuro e una strana e irreale serenità dipinta sul viso.
-Buongiorno!- esclamò il custode della Catena Nobile, sorridendo agli amici, che risposero chi con un gesto chi con le parole. -Visto che ci siamo tutti, possiamo andare a porgere i nostri saluti ai sovrani.- riprese il re, avviandosi alla grande porta che conduceva alla sala del trono, sorvegliata da due guardie armate di lancia.
-Vostra Maestà.- salutarono i due uomini. -Re Arold e la regina Lilian vi stanno aspettando.- continuò il soldato di destra, prima di aprire l’uscio.
-Non facciamoli attendere oltre allora.- rispose con un sorriso, per poi avviarsi.
Dopo di lui, i Ritornanti entrarono in gruppo, seguiti dal capitano dei cavalieri, il mago di corte e infine i custodi.
-Tu non puoi passare.- sentenziò con voce dura, che non ammetteva repliche, la guardia di sinistra, immediatamente imitata dal collega, mentre fissava con astio la prescelta dagli occhi color nocciola.
Tutti si fermarono e si girarono per vedere l’entrata sbarrata dalle due lance e altri due guerrieri in armatura puntare le loro balestre alla schiena della giovane, la quale rimase impassibile e immobile.
-Nonostante il nostro re ti consideri un’amica del regno, noi ti vediamo solamente come un pericolo per la sua vita. Ti chiediamo quindi di andartene.- spiegò la guardia a sinistra, fissandola con i suoi occhi verdi, con cui trasmise tutto l’astio nei suoi confronti.
-Allontanati dalla sala del trono, altrimenti saremo costretti ad attaccarti.- aggiunse un balestriere alle sue spalle.
-Non ce ne sarà bisogno.- disse lei, con voce tranquilla. -Io non voglio combattere contro di voi.-
-Ma Jessie…- iniziò Riku, cercando di andare incontro alla compagna.
-Non preoccupatevi per me, vi aspetto alla gummiship.- lo interruppe. -Portate i miei saluti alla famiglia reale e ai nostri amici.- asserì, iniziando a incamminarsi lungo il corridoio. -Ci vediamo dopo!-
Il custode dai capelli argentei la guardò allontanarsi a passi veloci ma controllati, finché non la vide svoltare in un altro corridoio.
Un brivido gli corse lungo la schiena e nella sua mente presero a scorrere gli avvenimenti della sera precedente, dalla conversazione che aveva avuto con Stefano sulla riva di quel laghetto dalle acque scure, fino alla scoperta del suo potere.

# flashback #

Si avvicinò alle acque ferme dello specchio profondo, su cui si rifletteva nuovamente il ghigno schernitore della luna e sulla riva notò le tracce di un paio di scarpe.
-E’ stata qui non ci sono dubbi.- pensò il Ritornante, rialzandosi, mentre con lo sguardo seguiva i segni dei passi ancora freschi.
Anche al keyblader dai capelli argentei non erano sfuggite quelle impronte, ma si dovette fermare al limitare dei primi alberi, poiché lì s’interrompevano.
-Non vuole farsi trovare…- disse rassegnato.
-Purtroppo pare che sia una caratteristica delle donne e in particolar modo della custode del Tramonto…- intervenne Stefano, facendolo sobbalzare. -Anche Anike si è comportata così quando le è stata rivelata la verità sul suo futuro…-
-E qual era questa verità?- chiese con timore.
-I saggi videro il nostro futuro nelle stelle, la sera prima di quella che fu la nostra ultima battaglia, e predissero che il Tramonto si sarebbe spento di sua volontà per salvaguardare la pace e donare la vittoria alla Luce.- rivelò con amarezza lo spirito del primo custode dell’Alba.
-Anche Jessie quindi…-
-Non te lo so dire…- ammise dispiaciuto. -Il destino dell’Alba è di continuare a risorgere ogni mattina, dopo la venuta della notte, quindi quello del Tramonto prevede il perpetuo eclissarsi, per lasciare spazio alla luna, però…- si fermò.
-Però?-
-Però è anche vero che io e Anike ci troviamo qui per cercare di impedire che la storia si ripeta identica a se stessa, per dare inizio a un nuovo ciclo di guerra, sofferenza e addii…-
-Come farete a impedire tutto questo?-
-E’ tempo che io ti riveli in cosa consiste il tuo potere, come Anike ha già fatto con Jessie.-
-Il mio… potere?- domandò sbalordito il giovane, prima di stupirsi ancora di più quando il suo corpo si mosse di propria volontà verso la riva del laghetto.
-Non avere timore delle acque, perché esse ti obbediranno e tuo sarà il potere della creatura che vive tra oceano e cielo.- esordì solennemente il primo custode, spingendo il suo erede nelle scure profondità del laghetto sempre immobile.

-Ehi Riku, che ne dici se torniamo indietro?- fece Axel, voltandosi verso il compagno. -Jessie sa badare a se stessa, quindi… Riku?!- urlò, osservando le ultime ciocche argentee sparire sotto la superficie liquida resa buia dalla notte, che colmava il cielo. -Riku, ma che fai?!- esclamò ancora, ma le sue parole si persero nell’etere e il silenzio si disperse nuovamente nella piccola radura e l’inconsistente specchio tornò immobile sotto il suo sguardo smeraldino.

Istintivamente serrò gli occhi e trattenne il fiato, mentre il suo corpo scendeva sempre più nell’abisso oscuro senza il suo consenso.
-Ehi!- esclamò Stefano con una nota divertita. -E’ paura quella che sento?-
-Sciocchezze!- ribatté in risposta il giovane, rialzando le palpebre di scatto.
Intorno a lui c’era il buio assoluto, ma quando si girò vide un fascio di luce squarciare il nero, simile ad un fulmine durante una tempesta. Attorno al piccolo cono argenteo nuotava una coppia di pesci dalle squame rosse e blu e sul fondale lunghe alghe di un bel verde brillante danzavano seguendo le fugaci ondate, che di tanto in tanto muovevano quelle acque ferme come un capriccio.
-Veniamo a noi…- iniziò l’uomo. -Come ti ho accennato, Anike ha già svelato a Jessie in cosa consiste il suo potere, ora è il nostro turno.-
-Prima hai detto che le acque mi obbediranno, ciò significa che controllerò l’acqua?-
-Esatto. Come Jessie controlla il fuoco che tutto distrugge, tu imporrai il tuo volere all’acqua che tutto risana e che dona la vita ovunque cada e la creatura che vive tra oceano e cielo ti donerà il suo potere in ogni momento.-
-Che creatura è?- domandò il keyblader dalla chioma d’argento tanto curioso quanto intimorito dalle parole del suo predecessore.
L’acqua era un elemento infido al pari del fuoco e come il suo opposto poteva portare morte e distruzione.
-Prima di incontrarla è bene che tu impari a gestire il tuo potere e non averne paura, perché l’acqua avrà effetti negativi solamente se tu lo vorrai.- spiegò. -Ora prova a creare un mulinello.-
Il ragazzo si concentrò, immaginando ciò che doveva creare, però nulla accadde poiché si ritrovò con le mani strette intorno alla gola per mancanza di ossigeno.
Cercò di muoversi per tornare in superficie, ma la forza dello spirito del primo custode glielo impedì.
-Vuoi che muoia soffocato?!- gli urlò contro.
-Assolutamente no.-
-Allora fammi risalire! Non ce la faccio più a trattenere il respiro!-
-E secondo te io ti portavo qua sotto se non fossi sicuro che potessi respirare tranquillamente?-
Una nuova nota di stupore illuminò il viso dell’argenteo, che seppur titubante provò a fare un profondo e lungo respiro.
L’aria raggiunse i polmoni e con ritrovata sicurezza Riku cercò nuovamente la concentrazione perduta. Chiuse gli occhi, provando a visualizzare nella sua mente il movimento dell’acqua.
-Bravo, immagina la violenza del gorgo, il suo moto…- disse Stefano, guidandolo alla scoperta di quel potere.
In breve, la figura vorticante del mulinello apparve sulla lavagna mentale del custode della Via per l’Alba, che inconsciamente allungò le braccia e con le mani delineò il percorso concentrico dell’acqua per riprodurre ciò che la sua mente aveva disegnato e creato.
Quando riaprì gli occhi il suo cuore sobbalzò.
Una colonna di fluido in continuo e circolare movimento lo racchiudeva al suo esatto centro, come un’ostrica custodisce gelosamente la sua preziosa perla, spingendosi in alto, verso la superficie, e in basso, negli scuri fondali di quel piccolo laghetto incantato.
Curioso come un cucciolo appena venuto al mondo, Riku si sporse verso il mulinello, ma prima che la punta dell’indice potesse toccarlo, esso si aprì in un cerchio perfetto, permettendo così il passaggio della sua mano.
-L’acqua ti obbedisce e ti rispetta perché ha riconosciuto in te il suo nuovo padrone.- spiegò solenne l’uomo. -Ora sei pronto per incontrarla, ma dovrai essere tu ad evocarla…-
-Come faccio?-
-Ti sarai reso conto che l’acqua è un qualcosa che vive e cresce in un ciclo continuo, come il mulinello che hai appena creato.-
Il giovane annuì rapito dalle parole del suo mentore, sempre più impaziente di trovarsi faccia a faccia con la misteriosa creatura di cui Stefano tanto parlava.
-Non devi fare altro che dare all’acqua la sua forma finale, chiamando la sua anima.-
-La sua anima?- domandò scettico. -Come può l’acqua avere un’anima?-
-Tutti gli esseri viventi sono dotati di un’anima e l’acqua non fa eccezione. L’anima, o l’essenza finale, dell’acqua ha una forma che tu non conosci, ma puoi percepirne la presenza attorno a te… E’ per questo che ti ho portato qui: solo all’interno del suo cuore, puoi scorgere l’anima dell’acqua.-
Colmo di domande, come il cielo lo è di stelle, il ragazzo si arrovellò su quanto gli era stato detto.
-L’essenza dell’acqua può essere percepita solo all’interno del suo cuore, quindi…-

…Tum…

Sgranò gli occhi, guardandosi attorno con frenesia.
Quel suono improvviso, simile ad un battito, ma molto somigliante all’eco di un tuono lontano. Un bisbiglio, che irruppe con violenza nel fragile silenzio delle acque immutabili.
Nuovamente lo udì e il suo sguardo scattò in basso, dove un bagliore bluastro risplendeva della sua luce cupa.

…Tu-tum…

-Devo scendere?- chiese senza però ottenere risposta.
Prendendo quel silenzio come un tacito consenso, il keyblader cominciò a nuotare verso il fondo del lago.
Ad ogni bracciata, ad ogni metro percorso, quel suono si faceva sempre più definito e netto, come i colpi di tamburo di una marcia di guerra.
Senza accorgersene, aumentò il ritmo delle bracciate e in pochi attimi giunse di fronte alla fonte di quella pulsante luce dalle più svariate tonalità di blu: una gemma a forma di goccia, alta circa tre metri, composta da un materiale quasi inconsistente, che pareva fondersi con l’ambiente che la circondava.
-E’ questa l’anima dell’acqua?- chiese, più a se stesso che allo spirito del primo custode.
-Sì, ma ora devi risvegliarla dal suo sonno, che dura da quando io ho smesso di essere un custode…-
Il ritmo del battito aumentò d’intensità.
Le iridi acquamarina osservarono la goccia ora di un chiaro turchese e le dita del ragazzo si appoggiarono delicatamente sulla sua superficie. Al tatto si presentò tiepida, ma appena pulsò divenne calda come i raggi del sole che si posano sulla pelle in una serena giornata estiva.
La chiamò con la mente, desideroso di sapere l’identità e le sembianze della creatura che rappresentava l’acqua.
-Ti prego, mostrati… Ho bisogno del tuo potere per vincere le battaglie future, per difendere la Luce… Ti prego!-
Un ultimo battito si udì, prima che una forte vibrazione attraversasse l’intera gemma e gli occhi del custode dell’Alba incrociassero un paio di iridi color cobalto dalla pupilla bianca.
Si fece indietro, mentre lentamente la gemma cambiava forma, scoprendo una coppia di larghe e lunghe ali, due zampe d’aquila provviste di artigli affilati come lame, il corpo in cui un cuore forte faceva sentire i propri battiti e, infine, il capo dove brillavano le preziose iridi, coperte a tratti da una cresta di piume, al di sopra di un becco acuminato.
-Riku, ti presento Omi, la fenice d’acqua. Un flusso che mai si estinguerà, che risorgerà, anche se verrà distrutta perché lei è l’anima di ciò che dona la vita ad ogni cosa.-
L’imponente uccello spalancò le ali liquide e prese a volteggiare intorno al custode, emettendo il suo verso dal tono cristallino, come il suono prodotto dalle gocce che cadono in una pozza dalla punta di una stalagmite.
Il ragazzo l’ammirò in tutta la sua bellezza, dalla punta del becco alla fine della grande coda, composta da dieci lunghe penne.
-Anche Jessie può evocare qualcosa del genere?-
-No, perché Jessie stessa è l’anima e il cuore del fuoco che controlla, come Anike prima di lei. Per questo motivo non viene ferita quando si trova nel mezzo di un incendio: il fuoco protegge e custodisce ciò che lo alimenta.- spiegò Stefano. -Ora conosci il tuo potere e molto presto, a te e ai tuoi compagni sarà rivelato ciò che accadde quando tutto ebbe inizio, ma devo avvertirti: tu e Jessie dovrete capire da soli la vera natura di Alba e Tramonto.-
Con quelle parole lo spirito del primo custode tornò al silenzio e Riku riemerse, senza fare parola con nessuno di quanto era avvenuto.

# fine flashback #

Si risvegliò dai suoi ricordi grazie al richiamo dell’amico, mostrandogli un’occhiata confusa.
-Riku, ma che hai? È da ieri sera che hai la testa da un’altra parte.- iniziò il bruno. -Lo sai che se c’è qualcosa che non va puoi parlarne con me…-
-Grazie Sora ma credo che sarà meglio parlare con tutti di quello che è successo…- rispose, abbassando lo sguardo e perdendosi nuovamente nei propri pensieri.

***

Nel cortile posteriore, Jessie sedeva appoggiata alla zampa anteriore destra della dragona.
-Sono contenta che mi consideri una compagna e un’amica, grazie.- disse la castana con un sorriso. -Ma non posso di certo pretendere che gli abitanti del castello la pensino come te. Ognuno ha i suoi punti di vista e le sue convinzioni, in più non posso andare contro la verità. Purtroppo, un giorno, ormai non molto lontano, io passerò all’Oscurità.- ammise con amarezza.
Si voltò, quando avvertì la punta ruvida della lingua biforcuta della dragona asciugarle la lacrima solitaria che prese a correre lungo la sua guancia sinistra.
-Grazie…- sorrise ancora, dopodiché tornò ad osservare il lento e annoiato peregrinare dei batuffoli di cotone che riempivano il cielo qui e là.
Una piccola nube color panna coprì per un istante il disco solare, attenuando e filtrando i suoi raggi. Quando si spostò, il sole tornò ad illuminare l’intero cortile, diffondendo un piacevole tepore, a cui il drago e la ragazza si abbandonarono. Eppure, per entrambe, quel calore era nulla confrontato con il fuoco che scorreva nei loro corpi.
-C’è qualcosa che non mi torna però…- pensò, chiudendo gli occhi.
-Cosa?- domandò Anike, incuriosita.
-Il nostro nemico mi vuole dalla sua parte perché io possiedo un potere perduto e credo che non sia il fuoco. Giusto?-
-Giusto, ma dovrai scoprire da sola di cosa si tratta, perché dovrai capire da sola la vera natura del Tramonto.-
-Tu non puoi dirmi niente?-
-No, mi dispiace, però quando vedrai in cosa consiste il potere di Riku, sarà più facile capirlo. Sarete sempre l’uno l’opposto dell’altra…- affermò, prima di tornare al silenzio.
-Eggià…- sospirò la ragazza. -Siamo gli opposti che si cercano…-
Si alzò pigramente in volo, rimanendo a gambe incrociate. -Se mi cercano gli altri io sono dentro la gummiship ok?- comunicò alla dragona, che emise un verso gutturale in risposta.
Senza smettere di levitare, Jessie entrò nella navetta rossa e gialla e si diresse nella cabina in cui si trovava la radio con un sorriso dipinto sul viso.
-E’ tanto che non sento Andrea… Mi ammazzerà…- pensò, ridendo.







Note dell'autrice: "Omi" è una parola nigeriana e significa appunto "acqua"; Anike, invece, significa "oggetto da custodire"


Allora... *sghignazza* immagino le vostre menti fumare per la curiosità!! Muahahahah!!! *si ricompone* Presto sarà rivelato ciò che è accaduto nel passato e si sapranno le tanto temute parole pronunciate dai fantomatici saggi. Martedì prossimo è il compleanno della fic, quindi è facile che possiate trovare un aggiornamento ^^ Mi raccomando, occhi bene aperti u.u Alla prossima!!!
See ya!




L'angolino dedicato a voi u.u

Mikhi: Oh mamma che commentone lungo °O° Io adoro i commentoni!! :3 *legge il papiro* Eh sì, Malefica ha portato scompiglio e parole cattive u.u ma ahimè è così: Jessie passerà dall'altro lato della barricata u.u Mi chiedi se verrà salvata poi? Ma... chi lo sa... <.< *si guarda attorno facendo finta di niente* Ovviamente Rikuccio farà la sua parte, ma chissà u.u La ragazza misteriosa è stata soprannominata "gatta" per via dei suoi occhi felini u.u E ti dico subito che Malefica non si vedrà più in giro u.u *patpatizza corvo di Malefica* Riku è giunto a cercare la sua compagna, ma ha trovato ben altro come avrai letto u.u Un'alleata preziosa che gli sarà utile ^^ Ti sta simpatica Anike? *-* Dovrò riferire all'originale che ha un'altra fan XD Eh sì, perché Anike esiste davvero u.u Come quel burlone di Stefano XD Fra... cinque o sei capitoli si scoprirà cosa intendeva Jessie per "preparare i suoi compagni" u.u Anche io non adoro particolarmente l'oca giuliva.... ehm... Kairi, ma mi sono tenuta le coppie standard per prendermi Riku u.u (anch'io sono una fan della RixSo *-*) L'indizio è ben nascosto, ma più avanti forse si capirà di più ^^ Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero che anche questo non ti abbia delusa ^^ A presto!

masterof dark: Sorpreso dalla dipartita della strega per mano della gatta? Se non mandavo lei non c'era l'indizio u.u Tuttavia pare che tu sia riuscito a capire gran parte della verità, continua così *-* E hai capito al volo le intenzioni di Jessie *-* Che lettore geniale ho!!! *spupasha* Ti adoro *-* Vedremo cosa succederà nel combattimento finale, per ora è ancora molto, ma molto lontano XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Byeee!!!

Deby92: Mia cara <3 Bentornata ^^ Non hai idea di quanto mi sia piaciuto scrivere la scena della dipartita di Malefica u.u *muahahahmeggia* Scherzo, l'intero capitolo mi aveva preso parecchio dal punto di vista descrittivo e ho cercato di dare il massimo in ogni scena ^^ Il prossimo mondo è ancora presto per svelarlo e nostri eroi dovranno prima fare tante altre cose prima di raggiungerlo! u.u Alla prossima cara <3




*afferra il Banditore e lo strattona* Guarda Banditore! Guarda!!! *l'omino cerca di annuire dicendo di aver visto* C'è un nuovo arrivato!!! *esplode insieme al Banditore* ... *ricompone entrambi dalle polveri sottili* Diamo un caloroso benvenuto, un mega abbraccio stritola costole e un bacione gigante ad Ayume per aver messo la fic tra le preferite *-* Grassie <3 Comunque ringrazio anche tutti voi che vi limitate alla lettura... siete sempre così tanti ç.ç Vi adoVo tutti XD Ora mi eclisso u.u Alla prossima!!! See ya! *scompare in una nuvola di fumo, mentre il Banditore ri-esplode tornando ad essere pulviscolo*

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Capitolo 60
*** Capitolo 59: Il passato [primo atto] ***


*si leva gli occhiali da sole e si mette seduta sul materassino* Ciao a tutti miei carissimi lettori e mie carissime lettrici! Come forse avrete capito sono in vacanza! *mette i piedi a mollo* E sono al mare <3 Ma a voi non frega nulla suppongo, quindi proseguiamo! u.u Finalmente alcuni arcani verranno svelati, ma vi avverto che il capitolo potrà risultarvi pesante e barboso, ma spero di non veder stramazzare al suolo nessuno di voi miei adorati u.u Alla fine però sono sicura che ci sarà qualcuno che si mangerà le mani per sapere come continua xD Sono peggiorata con i finali bastardi xD Buona lettura!!!


Capitolo 59: Il passato [primo atto]


-E così siete state ammesse tutte?- chiese, giocando con una ciocca castana.
-Sì, anche se qualcuno, come ben sai, sarebbe dovuto restare dov’è!- ribatté la voce dalla radio.
-Ovviamente, ma sai anche tu che non possono lasciare qualcuno indietro prima degli esami… Quindi immagino che abbiano abbassato i voti di un bel po’ di gente, per mantenere un livello quantomeno pari…-
-Lasciamo perdere questa storia! Non immagini Miryam quanto si sia arrabbiata quando ha visto la sua pagella!- esclamò divertita.
-Immagino sì!- rispose con una risata.
-E tu Je? Cosa mi racconti?- domandò Andrea.
Sospirò. -Guarda… Abbiamo passato qui solamente una settimana e ne sono successe di tutti i colori e se te le raccontassi via radio ti farei solamente la lista della spesa…-
-Bè, tu comincia a farmi la lista della spesa, poi vieni qua e mi fai un racconto dettagliato!-
-Non…-
Un ruggito squarciò l’aria e la terra tremò.
-Je, cos’è stato quel rumore?- chiese all’amica con voce tremante.
-Niente di pericoloso, è solo un drago che mi avvisa dell’arrivo degli altri.- rispose tranquilla la keyblader.
-Un drago… certo…- replicò l’altra con un velato scetticismo.
-Cos’è non mi credi?-
-Sì ti credo, ma è un po’ difficile per me immaginarmi un drago vivo e vegeto!-
-In effetti, hai ragione…- rise lei. -Cercherò di farle una foto e te la porterò!-
-Farle?-
-Sì, è un drago femmina. Ora devo andare! Ciao Andrea!-
-Ciao Je!-
Una scarica diede conferma della fine della comunicazione e con un sospiro la ragazza si alzò dal sedile per uscire dalla nave.

Mezz’ora più tardi, l’immensa coperta buia dell’universo e delle stelle circondava la gummiship, che in quel momento ospitava i soliti passeggeri e la squadra dei Ritornanti al completo. Tutti erano in attesa di sapere cosa accadde ai tempi dei primi custodi, perché prima di partire Jessie aveva affermato con sicurezza che era giunto il momento di rivelare il passato.
All’appello mancavano solamente i due protagonisti principali, che si erano chiusi nella stanza del keyblader dai capelli argentei per un motivo a loro sconosciuto.
Improvvisamente, la porta della sala comandi si aprì, permettendo ai due custodi dell’equilibrio di entrare.
Lui serio in volto, con una tristezza di fondo ad oscurare le sue chiare iridi acquamarina, lei, invece, serena e tranquilla, con una punta di rassegnazione ben celata agli sguardi dei compagni d’avventura.
-Scusate l’attesa.- iniziò la castana. -Ma abbiamo preferito parlare prima tra di noi di quanto è successo ieri sera e di cosa Anike e Stefano ci hanno rivelato.-
-Cosa vi hanno detto?- domandò Sora.
-Per quanto mi riguarda, sono venuta a conoscenza del destino che mi attende in quanto custode del Tramonto, ma ne riparleremo dopo.- spiegò la ragazza.
-E tu Riku?- chiese il Soffio di Fiamme Danzanti. -Si può sapere che ti ha detto Stefano per tenerti sott’acqua tutto quel tempo? Perché è lì che ti ha parlato vero?-
-Sott’acqua?- ripeterono all’unisono alcuni dei presenti con lo stupore dipinto in viso.
-Sì. Mi ha portato sul fondo del laghetto dov’è comparsa la serratura per mostrarmi in cosa consiste il mio potere e come usarlo.- disse, voltandosi verso il Notturno Melodico. -Pare che da oggi Demyx non sarà l’unico a saper controllare l’acqua.-
-Davvero?- chiese il biondo, ottenendo un assenso dall’argenteo.
-Effettivamente ha una certa logica…- intervenne il Burattinaio Mascherato, portandosi una mano al mento. -Jessie controlla il fuoco, mentre Riku, che rappresenta il suo opposto, controlla l’acqua.-
-Proprio così.- s’intromise nuovamente la ragazza dagli occhi color nocciola. -Adesso, però, è giunto il momento di ottenere risposte e, forse, quello che accadrà in futuro sarà più facile da affrontare.-
Le domande che stavano per nascere furono troncate immediatamente dalla comparsa delle due chiavi, sorelle e opposte allo stesso tempo, che presero a galleggiare ognuna di fronte al proprio detentore.
In una scia di luci rosse e bianche, provenienti dalle due armi, comparvero i primi prescelti dalle armi leggendarie.
Dalla Via per l’Alba prese forma Sir Stefano, avvolto in un’armatura bianca, bordata d’oro, l’elmo dalla visiera scura, sulla cui cima si trovavano tre piume di differenti tonalità di blu, era tenuto sottobraccio. Il viso dalla carnagione abbronzata era illuminato da un largo sorriso delle labbra rosee, che si estendeva agli occhi dalle iridi color legno di ciliegio. L’altrimenti perfezione di quel volto era proibita dalla presenza di tre cicatrici parallele e simmetriche sulla guancia sinistra. Infine, sulla spalla destra, prendeva posto la lunga chioma castana, trattenuta da un nastro ebano.
Alla sua sinistra, la Via del Tramonto liberò Anike, vestita di pantaloni di stoffa grigia, infilati in un paio di stivali al ginocchio, una casacca della stessa tinta con le maniche larghe, chiuse ai polsi; un giustacuore e degli spallacci formavano la sua armatura, insieme ad un elmo nero dalle rifiniture argentee, di raffinata fattura, che presentava due ali piumate sui lati. Sul volto dalla carnagione nera, prendevano il loro spazio due piene labbra scure, allargate in un sorriso fiero, sopra al naso dal taglio morbido risplendevano le due iridi verdi come i germogli in primavera, dal tratto allungato, simili a quelle di un felino predatore, racchiuse in una corona di lunghe ciglia scure. Tutto era incorniciato dalla corta chioma corvina, agitata come le acque di un ruscello di montagna.
Entrambi i guerrieri avevano una consistenza evanescente, mentre nei loro sguardi era ben visibile la scintilla dell’orgoglio e del coraggio, di chi non si tira indietro di fronte a nulla e che combatte strenuamente per i propri ideali, insieme all’ombra della sofferenza, che attraversa inevitabilmente la vita di ogni guerriero.
Nella loro diafana forma di spiriti, non dimostravano più di trent’anni, tuttavia l’esperienza e la conoscenza accumulata compensavano la loro giovane età.
-Eccoci qua!- esclamò il cavaliere, allargando il suo sorriso, mentre faceva scorrere lo sguardo sui presenti, che a loro volta lo osservavano allibiti. -Bè? Che sono quelle facce?- chiese in un moto di delusione.
-Poi non dirmi che sbaglio a darti dello scemo…- intervenne la compagna, mettendosi una mano sugli occhi.
-Perché?- domandò con innocenza.
-Secondo te come dovrebbero reagire davanti a due fantasmi? Con l’allegria della festa per il primo giorno d’estate?-
-Mamma mia come la fai difficile! Siamo spiriti, e allora? C’è bisogno di fare quelle facce da funerale?-
-Stefano ti prego, torna serio e vedi di rimanerci…-
-D’accordo, hai vinto tu!- dichiarò, alzando le mani in segno di resa. -Veniamo al dunque?-
-Credo sia meglio… La nostra storia non è così corta come sembra.-
-Vero anche questo…- disse, dopodiché si voltò verso il ragazzo dalla chioma argentea. -Riku fai vedere quanto sei bravo e crea una sfera d’acqua!-
Il giovane arrossì per un attimo, scatenando il riso degli amici, poi portò avanti la mano destra, puntando il palmo verso il centro della stanza.
Poco dopo, una piccola massa di colore azzurro, tendente alla trasparenza, di forma sferica apparve a breve distanza dalla mano del suo evocatore, che la spinse verso il centro della sala.
Tutto, sotto lo sguardo vigile e attento del primo custode. -Benissimo, ora ingrandiscila… Lentamente, mi raccomando.- ordinò l’uomo all’allievo che eseguì alla perfezione le istruzioni ricevute. -Basta così!- sentenziò, quando il globo raggiunse il metro di diametro.
Con sguardo soddisfatto, fissò il ragazzo riprendere fiato con la schiena appoggiata alla parete. -Hai un buon controllo. In acqua non è stato così difficile perché avevi ciò che ti serviva a portata di mano, qui, invece, hai dovuto assorbire l’acqua che ti circonda e concentrarla in un unico punto, ma non preoccuparti col tempo farai esperienza e lo sforzo sarà sempre minore.
-Allora… Per narrarvi ciò che accadde, il metodo migliore è mostrarvelo attraverso i miei ricordi, poi, quando sarà, si uniranno anche quelli di Anike.- si fermò, posando il palmo della mancina sulla superficie liquida, che al contatto tremò, sviluppando una serie di increspature, che si estesero fino all’interno dove scatenarono una scintilla di luce.
-La nostra storia comincia alla Sacra Reggia nell’anno milletrecentoventicinque, allo zenit del giorno centosei. Giorno in cui i keyblade fecero la loro prima apparizione in quel periodo di pace, che perdurava dall’anno milledue…-

.:[ ------- ]:.

Un giovane dalla chioma castana, legata con un cordino color ebano, correva lungo il viale alberato.
Le alte querce erano rigogliose e dalla punta dei loro rami facevano capolino i primi frutti, ancora acerbi per essere colti dagli abitanti di quel mondo.
Il sole splendeva e diffondeva il suo calore in quella giornata serena, in cui ogni creatura mostrava la propria serenità nei propri gesti.
Si fermò al termine della via tappezzata da mattonelle color rame e si appoggiò ad un tronco scuro per riprendere fiato. Alzò il viso, su cui era dipinto un sorriso strafottente, e osservò la Sacra Reggia in tutto il suo immenso splendore.
Il castello d’infrangibile cristallo bianco sorgeva all’equatore del pianeta, nel punto in cui i raggi del sole e della luna si concentravano maggiormente, per diffondere la luce in ogni angolo della superficie per merito delle sue sfaccettature, così da sconfiggere le tanto temute tenebre, contro cui era stata combattuta e vinta l’ultima grande guerra dell’anno novecentonovantaquattro.
Le alte torri, luminose al pari delle stelle, s’innalzavano al cielo come i rami di un albero, alla continua ricerca dell’energia per vivere. L’edificio era composto da un corpo centrale, circondato da cinque cristalli più piccoli, come un diadema, dai quali partivano altre numerose compagini, che giorno dopo giorno si allungavano e s’ingrandivano, forse spontaneamente, oppure per mano di esperti artigiani, che le modellavano, crescendole come figlie.
Regolarizzato il respiro, il castano si diresse di gran carriera verso la torre centrale della reggia, senza distogliere lo sguardo dall’intera maestosa figura dell’edificio.
I suoi passi concitati riecheggiarono sulle pareti cristalline, come l’eco di mille sonagli, finché non si arrestò di colpo davanti ad una porta in candido legno di faggio. Con immotivato timore, egli spinse i battenti e mosse qualche passo all’interno della grande sala, che ospitava molti giovani come lui. Uomini e donne, adolescenti e adulti, erano tutti lì per lo stesso motivo: entrare nella guardia speciale del regno della Luce.
Notandoli ancora tutti dispersi, il ragazzo capì di essere in orario, così s’incamminò tranquillo verso la folla avvolta da un continuo chiacchiericcio.
-Alla fine ce l’hai fatta ad arrivare!- esclamò una voce femminile alla sua destra.
-Certo che sì! Io raggiungo sempre i miei obiettivi!- ribatté lui, battendosi una mano sul petto, spostando lo sguardo sulla ragazza dalla carnagione chiara, che gli si avvicinava.
-A chi vuoi darla a bere?- chiese lei, affiancando l’amico. -Chi ti ha buttato giù dal letto?-
-Il gallo del vicino, ma questo non conta!- replicò. -In ogni caso, Voi cosa fate qui? Non è posto per una principessa questo!-
-Mio padre, il re, ha acconsentito, quindi non c’è problema!- ribatté con testardaggine, incrociando le braccia al petto, che la natura aveva reso rigoglioso.
-Ma principessa, quella del cavaliere è una vita dura…-
-Lo so benissimo!- esclamò la ragazza, scuotendo le lisce ciocche dorate come i raggi del sole. -Quindi smettila, perché tanto non cambio idea! E poi quante volte ti ho detto di darmi del tu?-
-Hai ragione Miyo, ma il fatto che siamo cresciuti insieme non mi giustifica…-
-Stefano Fiervento, come tua principessa ti ordino di darmi del tu!- lo interruppe la bionda, puntando su di lui i suoi profondi occhi viola, simili a due preziose e rare ametiste, con cipiglio severo.
Il ragazzo la fissò incerto con le sue iridi castane e per alcuni istanti nessuno dei due fiatò.
I due risero, mentre un uomo sulla cinquantina richiamava il gruppo all’ordine per spiegare le modalità di selezione dei quattro che sarebbero diventati cavalieri della guardia.
All’improvviso però, l’ambiente si fece buio e li silenzio che era calato come una pesante coltre, fu infranto come fragile vetro dalle urla di terrore degli abitanti, che gridavano del ritorno dell’Oscurità e invocavano l’aiuto del Regno Supremo.
Tutti i presenti si precipitarono all’esterno pronti alla battaglia, ma rimasero immobili e muti di fronte a ciò che il cielo mostrava ai loro mortali sguardi.
Un’eclisse.
La stella del giorno era coperta quasi totalmente dalla regina incontrastata della notte, dalla caratteristica forma a cuore. Ciò che quindi si presentava agli occhi degli uomini era l’ombra di un cuore nero, circondata da una corona di luce splendente, che proveniva dal sole alle sue spalle.
Una voce atona e impassibile dal timbro incolore proruppe nel caos che sconvolgeva la terra.
-Creature dalla vita effimera, ascoltate le parole del Supremo Regno immortale, che veglia sul fragile equilibrio tra Luce e Oscurità.-
Un nuovo silenzio, colmo di timore attorniò la folla di astanti, che schermava gli sguardi quanto bastava per non restare ciechi a causa di quel fenomeno portatore di gravi e nefaste notizie.
-L’Oscurità sta dando vita a nuove creature per conquistare il mondo della Luce. I guerrieri del buio si nascondono nelle ombre create dal sole e non faranno distinzione tra uomini, donne e bambini, perché ciò che li muove è il solo desiderio di ottenere ciò che non hanno.
-Per questo, il Regno Supremo donerà a voi esseri mortali alcuni frammenti della sua Luce, per difendervi dalla minaccia, che già si sta muovendo.-
Un bagliore prese vita dal centro del cuore nero, spiovendo in quattro raggi di luce bianca.
-Il Regno Supremo vi fa dono delle chiavi della speranza.-








Immagino la curiosità che vi corrode.. xD Muahahahah!!! Quanto sono cattiva!!! Comunque ecco come tutto ebbe inizio! Vi avviso che la storia di Anike e Stefano durerà fino al capitolo 62 e mi dispiace se vi risulterà pesante, ma è necessaria... E pensare che l'ho accorciata al limite del possibile... *sospira afflitta* Spero che questo "primo atto" vi sia piaciuto! Martedì alla fine non ho più aggiornato per mancanza di tempo, ma mi sono rifatta oggi u.u Alla prossima!
See ya!!!


ps: Eccovi una tenerissima Chibi Jessie con i vestiti del ballo disegnata da Mikhi <3



L'angolino dedicato a voi u.u

Ciccio85: Ma certo che sei perdonato, ci mancherebbe u.u I miei lettori sono sempre perdonati ^^ Sono contenta che la storia ti piaccia, spero di avere un tuo parere su questo capitolo ^^ Ciauuuu!!!!

masterof dark: Su quei soldati ci sono state diverse reazioni, ma tante come la tua XD E così ci sarai anche tu al Lucca comics!!! Mi spiace per il divieto che ti è stato dato... però non penso ti sia vietato di fare una foto a un paio di cosplayer e fare loro i complimenti no? ^^ Se quando sarà il tempo mi riesci a dire che giorno vai farò in modo di dare vita a Jessie, così mi riconosci *-* Ora però sono curiosa sulla tua identità, non puoi lasciarmi così! >.< Comunque XD I Ritornanti resteranno a ingombrare la sala comandi della gummiship fino alla fine del racconto, poi torneranno al Castello Disney e la storia è meno intricata di quanto sembri... per ora u.u L'amico della gatta è nell'ombra che attende il momento per entrare in gioco, ma è ancora presto, aspetta e vedrai u.u Anche la sua identità sarà rivelata u.u Spero che il primo atto del passato ti sia piaciuto :3 A presto!!!!

Mikhi: Certo che adoro i commenti lunghi, sono il carburante che mi fa scrivere u.u Stefano non so perché sta simpatico a tutti... forse è addirittura meglio dell'originale XD Perché Stefano è un mio compagno di università ed è un vero rompiscatole XD Jessie e Riku sono la coppia perfetta e vedrai che più avanti lo saranno ancora di più u.u La Dragona è il mio personaggio preferito insieme al Gatto con gli Stivali <3 Li adoro *-* Esatto, per il Lucca Comics farò il cosplay di Jessie, poi un altro giorno farò quello di pikachu! XD Starò là tre giorni con altri amici e ci siamo voluti sbizzarrire XD Grazie ancora per aver disegnato Jessie, è un amore <3 Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu <3

Deby92: Mia cara <3 Non preoccuparti per me, ora va tutto bene ^^ E tu come stai? Sono contenta che la storia continui a sorprenderti e che ti piaccia ^^ Spero che anche questo capitolo ti abbia incuriosita! Alla prossima! Shauuu <3




Dunque, dunque... anche per oggi abbiamo finito, ma non dimentichiamoci dei ringraziamenti u.u Ringrazio come ogni volta tutti voi che vi limitate a leggere, siete sempre tantissimi e mi fate di una felicità che non immaginate ç.ç Ovviamente ringrazio anche voi che avete commentato u.u Ci sentiamo il prossimo week-end!! See ya!!! *saluta con la manina tornando a prendere il sole, mentre il Banditore fa da boa*

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Capitolo 61
*** Capitolo 60: Il passato [secondo atto] ***


Buondì miei adoratissimi lettori e mie adoratissime lettrici!!! Sono sempre al mare, ma oggi il tempo non è dei migliori purtroppo <.< Si sono ammassate nuvole da temporale e il vento tira abbastanza forte *volano piatti, bicchieri, panni stesi e stendino in coda* Ecco <.< *vola anche il Banditore in costume con trombetta al seguito* Banditore!!!! Dove vai?! Come sarebbe a dire che ti prendi una vacanza non concessa?! Torna subito qua!!!! >.< *il vento si placa all'improvviso e il Banditore cade in acqua* Così impari u.u Ma passiamo oltre! Siete pronti per leggere il secondo atto del passato e tutti gli indizi annessi e connessi che ho lasciato in giro? u.u Buona lttura!!!


Capitolo 60: Il passato [secondo atto]


Come stelle cadenti, i quattro raggi precipitarono al suolo, gettandosi tra le mani di altrettante persone.
-A te, giovane dal cuore impavido, candela che emana calore anche dopo essersi spenta, il Regno Supremo ti fa custode della Catena Regale, simbolo della luce del giorno. Tu sarai la guida a cui faranno riferimento gli altri custodi, poiché grandi sono il potere della tua luce e la forza del tuo animo.-
Un ragazzo dai corti capelli bruni, scuri come il legno di rovere, e gli occhi azzurri, in cui si rifletteva il limpido cielo estivo, s’inginocchiò al cospetto del cuore nero, reggendo sui palmi l’arma dall’elsa dorata, a cui era legata una catena che terminava con un frammento sferico di topazio, e il taglio d’argento.
-Io, Terra Blackeagle accetto di custodire la chiave del giorno!- rispose, per poi alzarsi ed impugnare lama con la dritta.
Accanto a lui, un ragazzo poco più basso di lui, dagli occhi scuri ed i capelli castani legati in un codino sulla nuca, stringeva un’arma identica per forma a quella di Terra, ma dai colori invertiti e per pendente una sfera di preziosa ambra.
-A te, che sei il cuore più nobile e giusto, con una sincerità pari solamente al prescelto del giorno, viene affidata la Catena Nobile, la luce che brilla nel buio, ultima speranza per tutti i figli della Luce. Il Regno Supremo ti affida la chiave gemella.-
Il ragazzo s’inginocchiò a sua volta, sollevando l’arma.
-Io Alexander Blackeagle accetto di custodire la chiave gemella del giorno!- sentenziò, impugnando nella mano destra l’elsa argentea.
Il terzo raggio brillò tra le mani di Stefano, rivelando una chiave totalmente differente dalle sue sorelle. L’elsa dalla linea circolare era divisa in due metà: il lato sinistro aveva le sembianze di una nera ala di demone, mentre il lato destro era composto da candide piume d’angelo. Le due parti erano congiunte da una croce d’argento, da cui pendeva una catenella terminante in una piccola goccia di zaffiro. La lama era una lunga ala di pipistrello cremisi, dall’ossatura blu e sulla sua sommità sorgeva un’ala angelica, bianca come la prima neve.
-La Via per l’Alba ha scelto te.- affermò la voce. -La chiave che rischiara il buio per liberare il sentiero alla luce del giorno. Ti attende un compito difficile cuore del primo equilibrio, illuminato dalla bontà e dalla genuina anima di eterno fanciullo, perché il tuo potere sarà ciò che le tenebre cercheranno di oscurare. Ad ogni tuo fendente nascerà un germoglio, che il sole crescerà poiché custodisci il seme della vita e, infine, rappresenti l’aurora di ogni cosa. Tuttavia, se il tuo cuore cadrà, il sole non potrà sorgere e il giorno non potrà avanzare al posto della notte, che permarrà fino alla venuta di un nuovo custode.
-Cuore in equilibrio, l’acqua fonte di vita sarà la tua fedele compagna e con essa la sua essenza. Omi la fenice e la Via per l’Alba ti hanno scelto.-
Un maestoso uccello fatto d’acqua pura calò dal cuore d’antracite e planò sulla folla, fino a fermarsi di fronte al suo prescelto, incrociando i loro sguardi.
Il castano posò il ginocchio destro al suolo e sostenne l’arma tra le mani inguantate, mantenendo il contatto visivo con le iridi d’intenso blu cobalto dalla pupilla bianca come un brillante adagiato su uno strato di morbido velluto.
-Io, Stefano Fiervento accetto di custodire la chiave dell’Alba, che apre la via verso la Luce!-
La fenice spalancò il suo becco per emettere il suo verso cristallino, prima di scomparire in un vortice azzurro, che si catalizzò nel pendente dell’arma. Infine, il castano si rialzò, stringendo la sua arma con la mancina.
L’ultimo raggio si spense sotto le iridi incredule della principessa Miyo.
Anch’essa a forma di semplice chiave, era però di un candore immacolato, come le piume di una colomba, ad eccezione del verde ramo d’edera che correva a spirale sull’intera lunghezza della lama, e della piccola piramide di smeraldo che fungeva da pendente.
-Principessa dal cuore puro, tu deterrai la chiave bianca, la Shining Star, e con la tua purezza e la tua forza magica sosterrai i tuoi compagni nella difficile battaglia che vi attende.-
La ragazza fissò l’arma che stringeva tra le braccia: un frammento di stella caduto sulla terra nel buio dell’eclisse, che risplendeva di luce propria.
-Tu sarai la rappresentante della Luce stessa.- sentenziò la voce.
Imitando i suoi nuovi compagni, s’abbassò al cospetto della manifestazione del Regno Supremo e sollevò l’oggetto da cui sarebbe dipesa la sua vita da quel momento in avanti.
-Io, Miyo Sunsky, futura erede al trono della Sacra Reggia, capitale del Regno della Luce, accetto di custodire la chiave bianca, simbolo della Luce!-
Pochi istanti dopo, la bionda tornò in piedi, impugnando l’arma nella dritta.
-Prescelti, la vostra missione comincia da adesso.- riprese la voce, senza cambiare tonalità. -L’Oscurità sta forgiando delle chiavi dal potere oscuro e maligno, dalla forza sconosciuta, e con esse sta plasmando chi le impugnerà. Neppure il Regno Supremo sa quando verrà sferrato il primo attacco, ma con l’avvicinarsi del tramonto e con l’allungarsi delle ombre il nemico avrà un terreno favorevole su cui far marciare le fila del suo esercito.
-Quando vi troverete davanti un nemico non esitate, anche se fino a poco prima era vostro fratello ed eravate legati da un vincolo di sangue, perché quando un cuore viene corrotto dall’Oscurità, esso ne viene divorato, perde la ragione e la sua anima diventa una cacciatrice alla ricerca di ciò che non ha più.
-Diffidate di chi ha gli occhi sporchi, perché essi riflettono lo stato dell’anima come uno specchio al massimo del suo lustro. Scrutate nell’anima di chi avete di fronte e saprete chi vi guarda le spalle e chi invece vi colpirà, tradendovi. Addio prescelti da Kingdom Hearts, custodi delle chiavi, che la luce dei vostri cuori brilli in eterno e che le tenebre siano presto sconfitte.-
Con quelle parole di commiato, il cuore nero riprese il suo lento cammino, liberando a poco a poco i raggi del sole, che passò lo zenit procedendo dal lato opposto della regina che l’aveva spodestato.
I quattro giovani incrociarono gli sguardi, mentre intorno a loro la paura e il caos tornavano ad impregnare l’aria come un gas nocivo, scoccando l’ultimo secondo della pace che fino a quel momento aveva albergato nel Regno della Luce.

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-Cos’accadde poi?- domandò Xemnas al cavaliere vestito d’argento.
-Quello stesso giorno, all’arrivo del sole al crepuscolo, le ombre invasero il Regno della Luce in ogni regione.- disse Stefano, abbassando lo sguardo. -Non so quante città e villaggi caddero quella notte, perché io e gli altri custodi abbiamo avuto solamente il tempo di organizzare una difesa improvvisata… Troppo vasti erano i territori protetti dalla Luce…-
-Città e villaggi?- intervenne Pippo. -Vuol dire che l’Oscurità attaccò solo il vostro mondo?-
-Compagno cavaliere, a quel tempo non esistevano mondi. Un unico mondo era nato sotto la guida della Luce e la protezione delle stelle, poiché in quell’epoca l’universo era diviso in due esatte metà: il Regno della Luce e il Regno dell’Oscurità.- spiegò l’uomo. -Non è così anche oggi?-
Topolino scosse la testa. -Non so quando accadde esattamente, ma un giorno l’uomo cominciò a desiderare la Luce per sé e così l’Oscurità nacque direttamente in ogni cuore e il Regno della Luce cadde.-
-E’ così dunque…- sospirò il primo custode. -Credo che non sarebbe avvenuto nulla di tutto ciò, se le cose fossero andate diversamente…-
-E’ inutile pensarci ora.- affermò Anike. -Non addossarti colpe non tue, nessuno può controllare il cuore di ogni uomo… Adesso prosegui con la storia e forse sarà possibile impedire che essa si ripeta…- concluse la donna, posandogli una mano sulla spalla.
-Hai ragione…- rispose, intrecciando le loro dita.
-Permettete una domanda?- chiese Axel. -Nei ricordi che ci hai mostrato si parla di chiavi dell’Oscurità e non ho visto Anike… Significa quello che penso?-
-Lascia che ti mostri ciò che accadde in seguito…- disse, mentre posava nuovamente il palmo della mancina sulla sfera. -Da quel giorno, battaglie e scontri si susseguirono per dieci lunghi anni. Durante quei due lustri, molti guerrieri valorosi caddero sotto gli artigli degli Heartless o per mano dei Nessuno, alla ricerca del proprio cuore; tanti altri si ritrovarono inconsapevolmente tra le fila nemiche e io stesso causai la morte definitiva di alcuni miei soldati… Tuttavia, mai le lame delle nostre chiavi si scontrarono con le loro antagoniste, fino all’ultimo tramonto dell’anno milletrecentotrentacinque…-

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La neve cadeva senza sosta dal cielo grigio, leggera come petali di fiore, nell’inverno di quel decimo anno di guerra.
Guerra che sembrava non avere fine.
Le iridi color legno correvano sulla landa innevata, perfetta come se nessuno vi avesse mai posato piede. In realtà, su quel suolo erano stati combattuti scontri su scontri, ma niente poteva testimoniarlo, poiché le ombre, ovunque volgevano il passo, cancellavano e riducevano in polvere tutto ciò che travolgevano, come un violento tifone, compreso il sangue che inizialmente insozzava il tappeto bianco e i cadaveri dei guerrieri caduti.
Al termine di ogni battaglia, grida di dolore si levavano al soffitto di quel teatro di morte. Mogli, madri, figli e sorelle piangevano la loro disperazione, stringendosi le mani al viso, colmo di lacrime che mai avranno una lapide sulla quale cadere.
Serrò gli occhi, scuotendo il capo, per svuotare la mente dalle voci di quei cuori ormai distrutti, e camminò a passo svelto verso la sua tenda sgualcita.
Sollevò il lembo di stoffa scarlatta e andò a sedersi pesantemente sulla branda opposta all’entrata, osservando con fare distratto l’arredamento che lo circondava: una cassa fungeva da tavolino, su di essa prendeva posto un catino con dell’acqua, a terra, accanto allo scomodo giaciglio su cui sedeva, una vecchia lampada corrosa in alcuni punti dalla ruggine. Sospirò pesantemente, accendendola con una magia.
-Quando avrà fine tutto questo?- domandò a se stesso, stringendo la testa fra le mani.
-Stefano!- urlò un ragazzo, entrando trafelato nel padiglione. -Stefano!-
-Alex, che succede? Perché urli tanto?-
-Forse…- iniziò, appoggiandosi alle ginocchia per riprendere fiato. -Forse ci siamo!- disse poi, sollevando il capo alla luce della lampada a olio, che si rifletté nei suoi vivaci occhi scuri. -E’ stato avvistato un cavaliere dalle sembianze umane a capo degli Heartless e dei Nessuno che si trovano oltre la piana.-
-Chi l’ha visto?- chiese, facendosi attento.
-Christopher Silversoul.- rispose. -E ha aggiunto che non aveva armi alla cintura o sulla schiena.-
-Andiamo!- ruggì l’uomo, seguendo l’amico verso una tenda dalla stoffa verde.
Quando entrarono un forte tepore li avvolse, insieme al fastidioso odore di medicinali, misto a quello ferroso del sangue.
Al centro stava un tavolo di legno scuro coperto da un’enorme carta geografica, e attorno ad esso, uno di fronte all’altra c’erano i due custodi rimanenti. La principessa Miyo, aveva abbandonato la lunghezza femminea delle sue ciocche bionde, preferendo un taglio corto, che le copriva appena i lobi delle orecchie: -I capelli lunghi mi danno fastidio mentre combatto.- aveva detto, prima di tagliarli con la sua chiave bianca come la luna.
L’armatura leggera e sottile composta da gambali, bracciali, spallacci e un semplice giustacuore, metteva in mostra molteplici graffi e scalfitture. Il viso dalla carnagione diafana non aveva subito ingiustizie dal corso degli eventi e i suoi occhi viola erano la sola cosa che permettevano di riconoscere in lei la dolce principessa che non sembrava più.
Dall’altra parte del quadrato ligneo, il custode della Catena Regale, serio in volto e gli occhi stretti, si premeva la mano sinistra sulla spalla opposta, coperta solamente da un bendaggio tinto di rosso.
-Eccoci!- disse Alexander, quando gli fu vicino. -Ma non ti avevo detto che dovevi cambiare le bende?- domandò severo, ottenendo un grugnito in risposta.
-Tuo fratello è un testone!- esclamò la principessa. -Non ha voluto che gliele cambiassi io, voleva che fossi tu a farlo… Ancora non ho capito perché…-
-Perché le tue mani hanno lo stesso tocco delle zampe di un cavallo imbizzarrito…- sbuffò il bruno, sedendosi sulla branda dietro di sé.
-Villano!- ribatté offesa, voltandosi dall’altra parte.
-Megera…- rispose l’altro, scatenando il riso del fratello minore.
-Dai state calmi…- intervenne il custode della Via per l’Alba. -Non si può fare nulla con la magia per la tua spalla?-
-Purtroppo no.- intervenne il giovane Blackeagle. -La ferita si è infettata, dobbiamo prima curarla con le erbe mediche.- spiegò, disfacendo il bendaggio.
-Non preoccuparti Stefano, posso combattere lo stesso…- disse Terra, alzando lo sguardo sull’amico. -Ma non è di questo che dobbiamo discutere.-
-Appunto…- s’intromise la bionda. -Pare che sia giunto il momento di confrontarci con le chiavi forgiate dall’Oscurità.-
-Ma siamo sicuri che sia così?- domandò il castano.
-Una fanciulla in armatura, che non reca armi al seguito, nel bel mezzo dell’esercito nero credo che sia una certezza chiara persino ai sassi.-
-Una fanciulla?- dissero all’unisono i tre ragazzi.
-Sì, ero lì quando il capitano Silversoul l’ha avvistata e ho potuto verificare io stessa.- affermò Miyo. -Una donna è scesa a capo delle forze oscure, fin’ora guidate da una mano invisibile ai nostri occhi.-
-E non è stato visto nessun’altro?- chiese Alexander. -Kingdom Hearts aveva accennato al fatto che i custodi fossero più di uno…-
-Nessuno, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché potrebbero arrivare altri prescelti…- concluse la bionda, posando lo sguardo sulla carta che ricopriva il piano del tavolo.
La cauta coltre del silenzio scese tra i quattro cavalieri, disturbata solo dal pesante e regolare respiro del custode della Catena Regale, che si ritrovò assopito in un sonno leggero, sotto lo sguardo attento del fratello.
Un improvviso e concitato vociare attirò le tre paia d’occhi sull’ingresso di stoffa.
-Che sta succedendo?- chiese la ragazza, uscendo.
Rientrò poco dopo, scura in viso. -Ci attaccano.-





E questo per ora è tutto! Spero vi sia piaciuto e che mille e ancor più mille domande siano nate dalla lettura di queste righe... Alla prossima!
See ya!

ps: il nome di Terra l'ho usato per pura pigrizia (quindi Ventus e Aqua non si faranno vedere in questa fic) u.u non avevo voglia di cercare un altro nome che stesse bene con "Blackeagle" e con il nome del fratello Alexander, che anche lui esiste nella realtà. Infatti, il caro Alex altri non è che lo stesso caro amico che ha scritto la canzone per il capitolo 56 ^^



L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Sono contenta che il primo atto del passato ti sia piaciuto ^^ Ma non temere, quell'eclisse non era un attacco come hai potuto leggere u.u La figura della principessa l'ho voluta mettere per dare una giustificazione del keyblade di Kairi, ho voluto darle questa grazia XD E fidati, quella che hai avuto non era un'impressione, ma vedremo più avanti cosa succederà a Jessie u.u Spero che anche il secondo atto ti sia piaciuto ^^ A presto!!!

Ciccio85: Grazie per il commento ^^ Ora però voglio quello chilometrico XD Scherzo, fammi sapere cosa pensi ^^ Ciauuuu!!!

Mikhi: Ma ciau tesoro :3 Oh bè, anche nella realtà la cara Andrea salta per un nulla, figurati che l'ultima volta ho dovuto salvarla da un ragnetto piccino picciò che camminava a venti metri da lei XD Eh sì, Jessie e Riku non la pensano esattamente allo stesso modo, ma poi si vedrà u.u (non preoccuparti Jessie non scomparirà... credo <.<) In quanto a descrizioni, questi capitoli sul passato sono i migliori che ho scritto in assoluto! Infatti ancora mi chiedo come diamine ho fatto a sfornarli <.< Aspetto il tuo commento e il tuo nuovo disegno! *-* Buone vacanze ^^ Saoooo!! <3

Deby92: Mia caVa <3 Già anche per me sono arrivate le vacanze... ma tra una settimana finiranno ç_____ç E dovrò darmi da fare con i cosplay e dovrò trovare un modo (lavoro) per mettere da parte un pò di dindoli per il Lucca comics... che vita grama <.< Ma passiamo al tuo commento u.u Per l'aspetto dei primi custodi sì mi sono ispirata al vero aspetto dei miei compagni di corso, solamente che Stefano hai capelli corti e Anike non ha gli occhi verdi e cambia pettinatura una volta ogni due settimane, in più è pazza da legare XD però ho chiesto a loro due e sono stati contenti dell'aspetto e del ruolo assegnatogli u.u Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che questo excursus sul passato ti attiri ^^ Alla prossima! Ciauuu <3





Passiamo agli ultimi ringraziamenti, ultimi, ma non meno importanti u.u Ringrazio con un bacione enorme clicy_clicexia per aver messo la fic tra le preferite :3 Grassie :3 E ringrazio con un abbraccio stritolante tutti voi che leggete soltanto! Siete sempre tantissimi! Vi adoVo tutti :3 Ora torno a fare la danza del sole, perché di queste nuvole e di questo vento non se ne può già più! Al prossimo week-end!!! See ya!!! *si arma di canotto e retino e va a recuperare il Banditore che sta annegando*

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Capitolo 62
*** Capitolo 61: Il passato [terzo atto] ***


Salve a tutti miei adorati e mie adorate! Spero che le vostre vacanze stiano andando meglio delle mie <.< Sono già tornata a casa ç____ç Io voglio tornare al mare ç___ç non mi sono nemmeno abbronzata come si deve! Che rabbia <.< Per fortuna non ho da studiare per settembre perché ho dato tutti gli esami... Il mio adorato Banditore mi fa notare che a voi probabilmente non importa nulla di tutto ciò XD Orsù, andiamo al dunque u.u Siamo al terzo atto del passato, finalmente verrà svelata l'identità della donna che comanda le schiere di Heartless e Nessuno, anche se probabilmente si è capito e si parlerà di un'altra persona, che darà vita a nuovi enigmi u.u Ma non vi dico altro! Buona lettura na no da!!!

ps: per la lettura della prima scena vi consiglio un video del tubo ^^


Capitolo 61: Il passato [terzo atto]



Kingdom Hearts II Final Mix - Fate of the Unknown


Dopo aver ridotto in polvere l’ennesima ombra, voltò il capo alla ricerca dei compagni e la vide.
Coperta da un’armatura d’ossidiana dai bordi argentati, camminava tranquillamente tra le schiere degli esseri immondi, che le liberavano il passaggio come se fosse una regina.
Ad ogni suo passo, la neve bianca macchiata di cremisi, evaporava e l’erba smeraldina sotto di essa cresceva fino all’attimo prima di appassire, tingendosi di giallo sulle punte sottili.
Il braccio destro si levò nell’aria brulicante di candidi cristalli agitati dal vento, e tra le lunghe dita inguantate di pelle nera apparve la lama leggendaria che i guerrieri della Luce aspettavano d’incontrare dal giorno della loro investitura.
Un cuore rovesciato del più scuro dei blu fungeva da elsa, da cui pendeva una catenella che terminava con un dischetto di rubino, all’interno di esso, una piccola falce di luna d’antracite lucida; la lama dal taglio lungo e la linea dritta, nera come la notte profonda che avvolgeva l’universo, si chiudeva in una protuberanza simile alla sottile ala di un drago, completamente aperta, come per spiccare il volo.
Pochi metri li separavano e Stefano poté distinguerne il viso circondato dall’elmo, anch’esso nero come le tenebre, e da alcune ciocche corvine. Labbra carnose, scure come la sua pelle, su cui brillavano due iridi simili a foglie appena nate.
Il cavaliere dall’armatura d’argento offuscato si perse in quegli occhi dal tratto felino, come un viandante che ha smarrito la strada di casa e vaga senza meta, tanto da non accorgersi di ciò che avveniva intorno a lui.
Furono un urlo e una forte sensazione di dolore a risvegliarlo dal suo torpore.
Gridò a sua volta, premendo la mano destra sulla guancia sinistra e fissando con odio la creatura dal corpo bianco sporco che l’aveva ferito. Un infido Simile si dondolava avanti e indietro, come un serpente pronto a scattare sulla preda.
-Dannato Nessuno!- pensò furioso, lanciandosi sull’avversario ad una rapidità tale, che quest’ultimo non si rese nemmeno conto dell’attacco, poiché sparì in una scia di polvere che si confuse con la neve in continuo vorticare.
Si girò nuovamente, alla ricerca di quello sguardo magnetico e si sorprese tanto da sussultare, quando si ritrovò quelle due gemme primaverili a pochi pollici dai suoi occhi.
-Chi sei tu?- domandò la donna.
La sua voce dal tono spento, con una timida punta di curiosità come quella dei bambini che hanno paura di fare la domanda sbagliata, colpì il ragazzo, che impiegò qualche secondo per rispondere.
-Io sono Stefano… il custode della Via per l’Alba… Tu invece?-
-Io sono colei che impugna la chiave dell’equilibrio opposto al tuo, io sono la custode della Via del Tramonto.- disse lei. -Sono colei che porrà fine alla tua vita.- aggiunse con freddezza irreale, prima di scagliare un fendente verso il ventre del castano.
Con un repentino scatto all’indietro, Stefano schivò la lama del keyblade, ma non fu lo stesso con la scia infuocata che la seguì. Una lingua di fuoco scarlatto lacerò il metallo dell’armatura e intaccò la carne sottostante.
Un nuovo urlo di dolore si levò al cielo plumbeo. Un’accecante luce scaturì dalla goccia di zaffiro e la fenice d’acqua si librò tra i due custodi, separandoli con un potente getto, violento come un’onda marina.
L’ultima cosa che gli occhi lignei videro fu l’intrecciarsi di due elementi opposti e complementari, poi il buio.


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-Allora, è come pensavo…- fece Axel, quando il ricordo si spense. -Anike era dalla parte dell’Oscurità.-
-E’ così.- affermò lei, senza scomporsi. -L’oscurità mi ha plasmata dal fuoco eterno che io stessa controllavo e non sapevo dell’esistenza della Luce. Quando i miei occhi si sono aperti per la prima volta, hanno visto solo il buio del Regno Oscuro e le mie orecchie udirono una voce darmi i miei primi e ultimi ordini: vai in battaglia e uccidi il portatore dell’Alba, altrimenti la tua vita si spegnerà come il sole oltre la linea dell’orizzonte.-
-Quindi hai solo eseguito un ordine a cui tu non eri d’accordo…- dedusse Kairi.
-Non ero d’accordo, ma nemmeno ero contraria. Tuttavia, seppi di dover andare su quel campo di battaglia, perché il mio cuore mi spinse a farlo. Nonostante fossi nata dal niente, un cuore batteva in me e un’anima infondeva la vita nel mio corpo, che altrimenti sarebbe stato un involucro vuoto, pari ad un Nessuno.
-Durante quel nostro breve scontro, avvertii qualcosa a cui non fui capace di dare un nome. Mi sentii attratta da quel giovane che avevo il compito di uccidere per salvare la mia vita, ma quando il mio fuoco lo ferì, il mio cuore fu stretto da una morsa, che non volle lasciarmi, finché non scappai. Fui costretta alla fuga da Omi e comunque, sebbene la mia mente credesse di averlo ucciso, il mio cuore diceva il contrario.- spiegò.
-Infatti quel colpo non mi uccise, ma ci andò molto vicino.- proseguì Stefano. -Rimasi incosciente per cinque giorni e al mio risveglio quasi mi venne un infarto!-
Il palmo destro di Anike si posò sul globo d’acqua e una nuova serie di ricordi si mostrò ai presenti.


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Le chiare iridi verdi osservavano curiose il corpo del ragazzo addormentato sotto un pesante strato di coperte.
Come i due giorni precedenti, il lato destro del volto era coperto da un bendaggio leggero e gli occhi serrati, ogni tanto si stringevano per una fitta di dolore improvvisa. Di diverso, notò che il viso aveva riacquistato gran parte del suo colorito e il respiro non era più affannoso e velocizzato ma regolare e tranquillo.
Il castano voltò il capo verso sinistra e il panno che stava sulla sua fronte cadde a terra, accanto al suo piede.
La donna dai capelli corvini si tolse il guanto e con insicurezza allungò il braccio per raccogliere l’oggetto. Sussultò quando la sua pelle calda entrò in contatto con la stoffa fresca e umida, ma la tenne stretta nel pugno e la rimise sulla fronte del dormiente, che tirò un sospiro di sollievo.
Si fece in avanti, sporgendosi dalla cassa su cui era seduta, per scostare una ciocca di capelli dal suo viso, ma una mano attorno al suo polso la bloccò.
Non vi era forza in quella stretta, ma la ragazza non fece nulla per sottrarsi al contatto, anzi, si avvicinò ancora di più per permettere all’altro di stare comodo. Avvertì una sensazione nuova, che le piacque e desiderò che non terminasse.
-Che sia tutto merito della sua mano?- domandò a se stessa, scrutando il volto del castano.
-Cosa fai qui?- chiese Stefano, facendo vagare lo sguardo velato dalla stanchezza sul viso della ragazza.
-Non so perché, ma il mio cuore mi ha fatto capire che dovevo essere qui.- rispose, prendendo la mano del ragazzo tra le sue per studiarla con attenzione.
Lui la guardò confuso più che mai. -Ma tu non dovevi uccidermi?-
-Mi è stato ordinato di farlo, ma io credo di non poterlo fare…- disse, continuando ad osservare ogni dettaglio della mano che stringeva.
-Come mai?-
-Il mio cuore mi dice che non devo farlo… e mi sento… male… al pensiero di averti ferito…-
-Ritieni che uccidermi sia sbagliato?-
-Suppongo di sì…-
-Chi te l’ha ordinato?-
-La voce proveniente dal buio, voi la chiamate Oscurità… ma se io vengo dall’Oscurità, tu da dove vieni?-
-Io vengo dal Regno della Luce, il regno in cui ci troviamo adesso.-
-Cos’è la Luce?- chiese lei innocentemente, andando ad incrociare i loro sguardi.
Il custode dell’Alba rimase fulminato da quel quesito e spalancò gli occhi, incredulo.
-Stai scherzando?-
Lei scosse la testa. -No, io conosco solo il Regno dell’Oscurità e se devo essere sincera, non mi piace granché… Troppo tetro e tutto uguale per quanto si vede… La Luce com’è?-
-Bè…- iniziò lui, con una certa difficoltà, come spiegare qualcosa di ovvio alla domanda di un bambino?
-La Luce è il contrario dell’Oscurità… Di giorno c’è il sole ad illuminare il cielo, poi, quando comincia a diventare blu, il sole scompare oltre l’orizzonte e si possono vedere le stelle, seguite dalla luna… da Kingdom Hearts.-
-Io ho visto solamente gli ultimi minuti del tramonto e la notte, ma mai quello che tu definisci giorno… dev’essere bello…- commentò, tornando a studiare la mano del cavaliere.
-Lo è…- sorrise lui. -Ma perché t’interessa tanto la mia mano?- domandò divertito.
-E’ calda…- rispose semplicemente, portandosela alla guancia. -Non è come le sue…-
-Le sue?-
-Sì, quelle dell’altra custode… Le sue mani sono fredde come il ghiaccio, nonostante sia nata dal mio stesso fuoco…-
-E’ tua sorella?-
-Non lo so… Non ci siamo mai rivolte la parola, quando siamo insieme di solito ci alleniamo ed è stato durante un allenamento che le ho toccato la mano…-
Senza dire nulla, Stefano le prese la mano e la posò sulla sua guancia. -Anche la tua è calda, rovente quasi…- affermò, guardandola negli occhi.
La custode del Tramonto si perse in quello sguardo e fu rapita da quel sorriso dolce e sincero che gli allungava le labbra rosee. Nel suo cuore crebbe la convinzione di non voler porre fine a quel sorriso luminoso, che era in grado di scaldarle l’anima, superando il fuoco che l’aveva generata.
-Dimmi il tuo nome.- esordì il castano.
-Anike.-
-E’ un bel nome…-
-Grazie.- disse, arrossendo appena, prima di alzarsi. -Ora devo andare…-
Il keyblader scattò a sedere, ma una fitta proveniente dalla ferita lo bloccò, facendolo tornare disteso.
-Mi dispiace per quello che ti ho fatto… Ti curerei se potessi…-
-Non sai usare la magia curativa?-
-Io sono solo capace di distruggere e di portare il buio.- spiegò con freddezza, sistemandogli le coperte sul petto.
-Ti vedrò ancora?-
-Non lo so… Al momento sono confusa… So di essere dalla parte sbagliata, ma non so come fare per passare a quella giusta…-
-Giura fedeltà alla Luce… Prometti di difendere la pace e la vita altrui… Diventa un cavaliere del Regno della Luce, come me…-
Anike abbassò lo sguardo sui suoi stivali. Il suo cuore batteva ad un ritmo impossibile da seguire e i suoi pensieri erano come impazziti e persi, somiglianti ad una piccola barca in balia di una tremenda tempesta in mare aperto che veniva sballottata di qua e di là.
-Mi stai chiedendo di lasciare l’Oscurità per unirmi alla Luce?-
-Pensaci…- chiese lui, allungando una mano verso di lei. -Ti prego… pensaci e torna da me…-
Lei annuì e scomparve in un varco oscuro mormorando tre semplici parole. -Te lo prometto.-


***


-Sei completamente impazzito?!- gridò la bionda senza trattenere un briciolo della sua rabbia, facendo indietreggiare i tre ragazzi dal terrore. -Che diavolo ti è passato per la testa?!-
-Miyo… Se mi lasciassi spiegare…- tentò il custode dell’Alba.
-Hai una sola possibilità di convincermi! Una sola!- urlò ancora, alzando un dito a testimonianza delle sue parole.
-Nonostante provenga dall’Oscurità, Anike è buona.- iniziò Stefano. -I suoi occhi… ho visto la sua anima attraverso quegli occhi! E ti giuro sulla mia testa che non era sporca!- sentenziò, alzando la voce. -Io… non posso più stare senza vedere quegli occhi…- aggiunse con tono più basso, facendo ampi respiri per calmarsi.
-Ma Stefano, ragiona…- riprovò la ragazza. -Lei è…-
-Lei è il tramonto, io l’alba…- la interruppe. -E’ la metà che mi manca… non riesco a stare senza di lei…-
-Da quanto tempo va avanti?-
-Da quando mi sono svegliato, una settimana fa…- confessò.
Un varco oscuro si aprì alle loro spalle e quattro sguardi si posarono sulla figura della ragazza di colore.
Un silenzio carico di tensione avvolse i cinque custodi.
All’improvviso, il detentore della Catena Nobile si mosse in direzione della donna, che indietreggiò, mostrando uno sguardo inquieto e insicuro.
-Non aver paura…- disse piano. -Puoi mostrarmi i tuoi occhi, per favore?-
Anike rimase spiazzata da tanta gentilezza, ma annuì con un cenno del capo, lasciando avvicinare il giovane, che si abbassò leggermente per far sì che i loro sguardi s’incrociassero.
-I tuoi occhi brillano…- fece lei, dopo un po’. -Anche se sono neri come i suoi, i tuoi brillano… com’è possibile?-
-Lui è Alexander, il cuore nobile.- intervenne il prescelto dell’Alba. -Rappresenta la luce che brilla nel buio, per questo i suoi occhi sono così luminosi…-
-Capisco… E i miei come sono?-
Il ragazzo più giovane sorrise sincero. -Sono splendidi.- asserì, prima di stringere la keyblader in un abbraccio, che spiazzò ulteriormente la ragazza. -Benvenuta a bordo!-
-Miyo?- fece il custode del giorno.
-E va bene… Se Alex non ha trovato nulla di strano allora è tutto ok…- capitolò, avvicinandosi. -Benvenuta Anike, io sono Miyo, custode della chiave bianca, invece lui è Terra, il custode della Catena Regale.-
-E’ anche il mio fratellone!- esclamò il bruno. -Non farti ingannare dalla sua faccia scorbutica, in realtà è un ragazzo adorabile!-
-Ah sì?- replicò il maggiore dei Blackeagle. -Questa me la segno fratellino…- aggiunse, avvicinandosi al gruppo. -Posso farti una domanda?-
-Certo.-
-Hai paragonato gli occhi di Alex a quelli di qualcun altro, chi è?-
-L’altra custode ha gli occhi neri, ma poco fa sono diventati rossi di rabbia… Rossi come il sangue che ha giurato di versare a causa del mio tradimento…-
-Avete combattuto?- chiese preoccupato Stefano.
-Sì, ma nessuna delle due è riuscita a ferire l’altra, perché siamo identiche…-
-Identiche?- ripeté Alexander. -Siete gemelle?-
-Non lo so… Il fuoco ci ha plasmate con lo stesso viso, la stessa forza, ma gli occhi e i capelli sono diversi…-
-E i vostri poteri?- domandò Terra.
-Non so nulla sul suo potere…- disse con una nota di dispiacere. -Durante gli allenamenti usavamo solo il keyblade e il fuoco, null’altro… Mi dispiace…-
-Non fa niente.- asserì il custode dell’Alba, sorridendole. -Ora che sei dalla nostra parte, siamo molto più forti di prima e tua sorella, o chiunque sia, dovrà affrontarci tutti per poter conquistare il Regno della Luce.-
-Giusto!- esclamò il più piccolo della compagnia.
-Adesso che fai parte della squadra, la prima cosa da fare al più presto è il tuo giuramento al re.- spiegò Miyo. -Perciò, dobbiamo fare ritorno alla Sacra Reggia, solo dopo aver riconquistato questo settore.-
-Va bene.- rispose Anike con un sorriso, manifestando per la prima volta il benessere del cuore e del suo animo.







Ta-dan!!!! XD Vi ho lasciati col fiato sospeso a mangiarvi le unghie per la curiosità eh? u.u Muahahahah!!!! Passiamo oltre u.u Anike è passata dall'altro lato della barricata, mentre questa sua fantomatica "sorella" ha giurato di vendicarsi. Chi sarà mai questa seconda custode? E quale sarà il suo potere? Questo (forse) e molto altro nel prossimo capitolo che narrerà l'ultimo atto del passato! Al prossimo week-end! See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Ciccio85: Odi i misteri? Ma questa fic è piena infognata di misteri XD Ma passiamo alla tua domanda u.u Dunque, quella frase in sé per sé non ha chissà quali significati nascosti u.u Essendo lei la principessa del Regno della Luce è stata scelta come custode e rappresentante della Luce, mentre ad esempio, Terra è stato designato come custode e rappresentante della Luce del Giorno... non so se mi sono spiegata bene <.< Comunque sì, il tutto è legato all'oca giuliva... ehm Kairi u.u E più avanti sarà spiegato tutto u.u Grazie del commento ^^ A presto!

masterof dark: Che lettore attento *-* AdoVo i lettori come te, mi danno un sacco di soddisfazioni u.u *spupasha* Allora, hai fatto tante teorie, ma solo una si avvicina alla verità u.u (si avvicina, mica che lo è u.u). Secondo me, con i prossimi indizi puoi arrivare a fare un quadro abbastanza completo della reale situazione, sono proprio curiosa di vedere cosa mi tiri fuori u.u Grazie del commento ^^ Byeee!!!

Deby92: Mia caVa :3 Non ti sei sbagliata affatto u.u La fanciulla era proprio Anike ^^ Sono contenta che questi capitoli ti piacciano! A mio parere sono i migliori che ho sfornato in tutta la fic XD Non credo anzi, di poter scrivere qualcosa che li superi, sono di una qualità impareggiabile per i miei miseri standard <.< Spero che la tua curiosità stia crescendo ancora e che ti porti ad avere nuove intuizioni ^^ Alla prossima <3

Mikhi: Tranquilla che di scemenze ne leggo, sento, vivo e dico a tutte le ore XD Grazie per i complimenti, mi fai arrossire °///° *si ripiglia* In questo capitolo si è scoperto qualcosa sulla vita di Anike e nel prossimo potrai leggerne l'epilogo e cosa significherà per Jessie, ma altro non ti posso dire u.u Spero che riuscirai a recensire prima del nuovo aggiornamento ^^ Baci e buone vacanze <3





Anche per oggi abbiamo finito u.u (E' stato divertente! NdBear Giocare in allegria! NdLuna O.O E questi cosa vogliono??? Non ho richiesto il cast della Grande Casa Blu! NdFly) Passiamo agli ultimi ringraziamenti u.u Do un bacione enorme da diabete a RikaSuzumiya per aver messo la fic tra le seguite *-* E un abbraccio gigante a tutti voi che leggete soltanto, siete sempre così tanti ç___ç Mi commuovo! *si asciuga la lacrimuccia* Vi adoVo tutti :3 Ci sentiamo il prossimo week-end! See ya!!! (Addio, addio, amici addio! Noi ci dobbiamo lasciare... NdBear e Luna Ancora? O.O NdFly e Banditore) *svanisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore cade nella sua consueta botola*

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Capitolo 63
*** Capitolo 62: Il passato [quarto atto] ***


Salve miei prodi lettori e mie leggiadre lettrici :3 *il Banditore la fissa dubbioso, mentre si fa avanti portandosi un leggio in spalla e posarlo a terra* Banditore, dammi il copione u.u *l'omino le passa il copione titubante, poi guarda la libreria e capisce* Sì, ho da poco terminato la lettura di un altro libro in cui erano presenti Elfi, Nani e Troll, qualche problema mio impomatato e fedele schiavo? Dato che non ve ne sono, compi il tuo sacro dovere di Banditore e suona lo strumento che ti accompagna come un'ombra, orsù, che non vi è tempo da sprecare u.u *l'omino scuote la testa e suona la trombettina* Dunque, veniamo a noi u.u Con oggi si concluderà il breve excursus sulla vita dei primi custodi e verranno infine rivelate le profezie dei saggi. Buona lettura!!!

ps: anche in questo capitolo per la lettura di alcune scene sono altamente consigliate delle musiche da tenere come sottofondo. Prima del paragrafo troverete il titolo con il link per il tubo ^^


Capitolo 62: Il passato [quarto atto]


La luce all’interno della sfera liquida scemò e il silenzio cadde sulla gummiship.
Ognuno aveva le sue domande da porre, ma inaspettatamente, fu Jessie a dar voce alle proprie per prima.
-Anike, l’altra custode aveva l’Artiglio vero?- chiese, ottenendo conferma. -E… è possibile che sia ancora viva?-
-Jessie dove vuoi andare a parare?- intervenne Sora. -Se anche fosse viva, il suo keyblade ce l’hai tu…-
-Potrebbe cercarmi per venirselo a prendere. Il keyblade è un’arma volubile e imprevedibile, soprattutto i miei…- spiegò la castana. -Anike?-
-Non so cosa risponderti… Io e mia sorella siamo nate da un fuoco inestinguibile e anche noi avremmo dovuto vivere per sempre, se il destino avesse preso una piega differente. Se non lei, credo che un nuovo prescelto possa essere stato creato dall’Oscurità oppure trovato com’è successo per voi, ma ormai sei tu la custode dell’Artiglio della Notte, quindi non dovrebbero esserci concorrenti… Però tu stai pensando a qualcuno, non è così?-
La ragazza annuì. -Di che colore erano i capelli di tua sorella?-
-Stai pensando che la sorella di Anike e quella ragazza siano la stessa persona?- domandò Axel.
-Sì, sono quasi sicura che siano la stessa entità, più che persona…-
-Non so dirti se l’emissario sia mia sorella, ma lei aveva i capelli bianchi, non blu… Inoltre, la presenza che ti ha salvata dal Nulla, prima che lo facesse il silente guardiano della Terra, non mi era familiare…-
-Capisco…-
-Non ricordi il suo nome?- chiese Demyx.
-Se aveva uno, io non lo ricordo… Non so per quale motivo, ma i ricordi che avevo di lei sono stati cancellati…- disse, posando nuovamente la mano sul globo. -Magari proseguendo con la storia mi verrà in mente qualcosa oppure lo dedurremo… Ormai siamo quasi alla fine…-


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Phil Collins - Another Day In Paradise (Karaoke)

Alzò le braccia al cielo e si stiracchiò, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì sorrise e osservò con orgoglio la splendente struttura bianca che aveva davanti.
Con il giuramento di un mese prima, Anike aveva rinnegato tutto ciò che di oscuro c’era in lei, compreso il suo potere più grande, che la caratterizzava come custode del secondo equilibrio.
Allargò il suo sorriso e, persa nei suoi pensieri, s’inoltrò nel maniero, dirigendosi verso la sua stanza.
Da quando era diventata un cavaliere del Regno della Luce avevano vinto ogni battaglia. Lei e il suo fuoco facevano terra bruciata di ogni ombra dagli occhi gialli e di ogni bambola senza cuore che si presentava loro davanti.
I rapporti con il resto del gruppo erano ottimi.
Alexander l’aveva presa subito in simpatia, considerandola una sorella maggiore e l’aveva fatta sentire un membro della famiglia, composta solamente da lui e dal fratello. Terra, dal canto suo, avendo solo due anni in meno della ragazza, non trovava difficile andarci d’accordo e anche per lei era piacevole passare del tempo in compagnia dei due Blackeagle.
Con la principessa Miyo era nata una salda amicizia e imparando a conoscerla, Anike concluse che sarebbe diventata un’ottima guida per il suo regno. Quando arrivarono alla reggia a battaglia conclusa, la custode della Shining Star aveva smosso mari e monti per aiutarla, facendole assegnare una stanza a palazzo e contattando chi di dovere per il suo giuramento di fedeltà alla Luce.
Infine, c’era Stefano e con lui si era sviluppato un rapporto alquanto insolito per due persone legate sentimentalmente, almeno dal suo punto di vista. I loro primi momenti fatti solo di sguardi e timidi sorrisi erano divenuti un qualcosa che andava alla giornata. Lui si era dimostrato un ragazzo divertente, mentre lei era la serietà fatta persona quasi tutto il tempo, si completavano.
Si riscosse dall’intreccio della sua mente quando giunse davanti all’entrata chiusa del suo alloggio. Quella porta era in grado di incuterle timore, ma anche di rassicurarla come l’abbraccio di una persona cara. Sul duro legno tinto di rosso era stata intagliata una perfetta riproduzione della sua arma, con l’unica differenza di avere l’ala di drago chiusa, poiché da quando aveva rinunciato al potere oscuro essa si era chiusa su se stessa, come se fosse caduta in un profondo e interminabile sonno.
Mise mano alla maniglia ed entrò, superando il letto dalle lenzuola purpuree e la coperta cremisi, dirigendosi alla grande finestra che dava sul retro della reggia. Si sedette sul davanzale e posò lo sguardo all’esterno.
Il prato smeraldino scintillava sotto gli argentei raggi della luna a forma di cuore, che illuminava il cielo notturno, circondata da miliardi di stelle, lanterne inestinguibili appese alla volta celeste.
Un gruppo di risate e sospiri attirò il suo udito e la vista le cadde nuovamente sul giardino, sotto la sua finestra.
Il custode dell’Alba, circondato da un folto gruppo di cortigiane, si allenava sul controllo dell’acqua.
Un sentimento forte e spinoso si fece largo nel suo cuore a quella vista e decise di intervenire per placare quel tumulto, simile al ribollire della lava di un vulcano al momento del risveglio.
Portò le gambe oltre il davanzale e dandosi la spinta con le mani saltò giù. Una dama la vide e gridò terrorizzata, causando il panico tra le altre donne, ma non nell’uomo, che ghignò e ripose il keyblade, seguendo la caduta della compagna con lo sguardo.
La donna dai capelli corvini fece un paio di capriole e atterrò davanti ai presenti, posando un ginocchio e una mano al terreno. Sollevò il capo e i suoi occhi animati dalla furia di una belva brillarono nel buio.
-Cosa stai facendo?- chiese al compagno.
-Mi stavo allenando.- rispose lui con cautela.
-E loro?- aggiunse, indicando le donne.
-Si sono fermate a guardarmi…- disse, alzando un sopracciglio. -Anike, non sarai mica gelosa?-
-Ecco cos’è…- pensò. -Affatto.- ribatté decisa, voltando il capo.
-Io invece credo proprio di sì…- replicò Stefano, prendendola per i fianchi. -Non pensare nemmeno che io guardi le altre… Per me ci sei solo tu.-
Fissò gli occhi del ragazzo e vi lesse una profonda sincerità e una dolcezza a cui non poté non sorridere. -E va bene… Ti credo.-
-Sir Stefano, Lady Anike.- chiamò una voce maschile, attirando i loro sguardi.
-Sì?- disse il keyblader.
-La principessa Miyo chiede di voi nella sala delle udienze, pare che sia una questione urgente.- spiegò il ciambellano.
-Facci strada.-
Al seguito dell’uomo vestito di bianco, i due custodi attraversarono tre dei cinque cristalli che circondavano quello centrale e in pochi minuti giunsero al quarto piano della seconda torre.

L’enorme stanza, arredata con un lungo e resistente tavolo di tenue marmo rosa e drappi colorati con le insegne della famiglia reale appesi alle pareti, ospitava la principessa Miyo, i due fratelli Blackeagle e altre tre persone, coperte da un candido soprabito dai bordi rosati, che sedevano dietro al piano con le mani nascoste nelle maniche delle loro vesti e il capo chino, nell’ombra del cappuccio.
Anike si sentì inquieta e seppe con sicurezza che una volta uscita da lì tutto sarebbe cambiato.
-Come mai tanta urgenza Miyo?- chiese il castano. -E come mai i venerabili saggi sono qui?- aggiunse preoccupato.
La mora non sapeva chi fossero i saggi, ma capì che erano persone potenti dall’energia che emanavano. Erano entità al di fuori della sua comprensione, anime atone e incolori che potevano considerarsi un tutt’uno con il bianco e indistruttibile cristallo di cui era composto quel luogo.
-Calmati cavaliere della prima luce.- esordì l’anziano di destra, con la sua voce roca resa autoritaria da una punta di severità. -Siamo qui per parlarvi del futuro che vi attende.-
-Le stelle narrano dei giorni che saranno.- riprese l’anziano a sinistra, dal tono cupo. -Il vostro destino è scritto e si compirà all’alba della prossima luna.-
Il terrore si dipinse negli occhi dei custodi, ad eccezione di lei.
Abbassò lo sguardo, consapevole di ciò che avrebbero detto i saggi. Deglutì a vuoto e rialzò il viso, puntando le sue iridi verdi in quelle chiarissime, quasi bianche dell’ultimo anziano, che contraccambiò il gesto, mostrando un ghigno amaro e triste e cercando di osservare qualcosa che lei non avrebbe mai potuto vedere.
-Cosa avete letto tra le parole del firmamento?- chiese.
-Il futuro è roseo per il Regno della Luce.- iniziò il terzo saggio, una donna dalla voce rauca ma dolce e ferma come le acque di un lago di montagna. -La guerra presto troverà il suo epilogo, ma ad un prezzo che pagherete consapevolmente.-
Dal buio della sua cecità, l’anziana profeta fissò i cinque ragazzi uno alla volta fermandosi sulla sua figura, che le appariva come una fiamma cremisi in continuo e perpetuo ardere.
-L’ultima luce prenderà la sua scelta e tramonterà come il sole dopo una lunga giornata passata ad illuminare il cielo. Questo è il fato di chi rappresenta il secondo equilibrio: la morte.-
-Di questo ne ero consapevole.- disse Anike. -Osservando il percorso del sole dall’aurora al crepuscolo ho potuto comprendere ciò che mi aspetta come rappresentante del tramonto. Come il sole dovrò scendere oltre l’orizzonte che separa il regno dei vivi da quello dei morti, per permettere l’ascesa della luna e l’inizio del nuovo giorno.-
-Sei una ragazza saggia e attenta.- rispose la vecchia. -Ma dovrai farti artefice anche di un’altra discesa: nel nero oblio della morte dovrai portare con te anche la seconda custode figlia del fuoco nero.-
-Nessun problema. Sconfiggerò l’ultima custode e con essa perirò per il bene della Luce.-
I tre anziani annuirono compiaciuti e si alzarono.
-Io non lo accetto!- urlò il detentore della Via per l’Alba, manifestando una rabbia che mai i suoi amici gli avevano visto in viso. -Come puoi dire che non ci sono problemi?! Ci sono eccome! La tua vita per te non conta nulla?!-
-Stefano, io sapevo già a cosa ero destinata… L’Oscurità stessa me lo disse, appena mi diede una coscienza e il dono del pensiero. Divenendo una guerriera della Luce ho solo ritardato l’inevitabile…-
-Ma ci deve essere un modo per salvarti… Non puoi lasciarmi…- mormorò il castano, stringendola a sé.
-Potrei distruggere il mio keyblade, ma con la sua distruzione morirei in ogni caso: io e quest’arma siamo state forgiate insieme e ad essa sono legati il mio cuore e la mia anima.-
La serenità e la celata rassegnazione della ragazza sconvolsero ulteriormente il cavaliere, cha affondò il viso nella sua morbida chioma corvina.
-Perché a noi? Perché…- chiese a tutti e nessuno il ragazzo, piangendo lente lacrime di un dolore che mai sarebbe riuscito ad alleviare.
I tre custodi della Luce abbassarono lo sguardo sulle punte degli stivali. Non c’era nulla da dire e niente si poteva fare: il destino è qualcosa a cui gli uomini, semplici ed effimere creature dalla breve vita, non possono opporsi.
Una coppia di lacrime cristalline sfuggì dalle lucide ametiste che erano gli occhi della principessa; quella di destra, più rapida, arrivò per prima alla guancia e cadde al suolo senza emettere suono, la seconda invece fu raccolta dal custode della Catena Regale, che circondò le spalle della bionda in un tacito atto di conforto.
Il giovane Alexander, invece, manteneva gli occhi abbassati, fissando il vuoto, mentre una profonda e infinita tristezza si faceva largo nel suo animo all’idea di separarsi per sempre da quella ragazza a cui tanto si era legato e che riteneva una sorella, ma a cui riservava l’affetto che sarebbe spettato alla madre che non aveva più.
-Custode del Tramonto.- chiamò la vecchia, attirando su di sé l’attenzione delle iridi di giada. -In un futuro lontano, un’altra grande guerra coinvolgerà i due Regni dell’immenso universo e nuovi prescelti verranno reclutati da Kingdom Hearts. L’ultima delle sette virtù sarà compagna del Giorno, le stelle guideranno l’animo nobile, che aiuterà il sorgere della nuova Alba, mentre il Tramonto sarà guardiano inconsapevole della Notte e infine cadrà tornando alle tenebre che l’hanno generato.
-L’Alba continuerà sempre a risorgere e il Tramonto per sempre si spegnerà, come vuole la sua natura di portatore del buio. Il destino dei custodi è racchiuso in un ciclo che si ripeterà all’infinito, finché non verrà la fine ultima dell’universo.-
-Lo impedirò.- sentenziò la mora con decisione. -Se è vero che ci sarà un’altra guerra allora la forza del mio keyblade sarà necessaria, ma farò tutto ciò che potrò per aiutare il prossimo custode ad uscire dall’eterno ciclo del destino.-
-Ragazza, i miei occhi non sono più in grado di scorgere le forme che mi stanno innanzi, ma in compenso il futuro mi scorre nella mente, come vecchi ricordi di una vita che non mi appartiene, e vedo che realizzerai in parte ciò che dici…-
-In parte?-
-Ti unirai per breve tempo al nuovo custode e lo addestrerai, ma non lo accompagnerai fino alla fine, che purtroppo mi resta celata perché incerta e confusa, quindi chissà… potresti anche avere ragione e riuscire a spezzare il grande cerchio, dando vita ad un nuovo ciclo… Ma come e a quale costo non so dirtelo… Addio custode dal cuore ardente.-
-Addio e grazie somma veggente.- rispose lei, stringendosi ancor di più al suo compagno, che piangeva in silenzio il suo dolore e la sua rabbia.


***


Sailor Moon - Galaxia's Locket Music 

Ciò che restava del corpo carbonizzato dell’ultima custode giaceva a terra e poco distante da quell’irriconoscibile ammasso di cenere, stava l’unica parte rimasta integra della ragazza: il braccio sinistro con la mano ancora stretta nell’atto d’impugnare l’arma della Notte, che aveva riconosciuto una nuova padrona nella custode del Tramonto.
Il petto imbrattato di sangue s’alzava e s’abbassava con fatica sempre maggiore, mentre gli occhi verdi ancora fissavano il cratere in cui riposava quella che forse era stata sua sorella.
Spostò lo sguardo sulla sua chiave e poi osservò con attenzione l’Artiglio della Notte.
L’unico chiarore di quell’arma era dato dai tre immacolati artigli che sporgevano sulla sua punta, infatti, la lama e l’elsa a forma di fiamma erano nere come l’Oscurità stessa e il pendente consisteva in una ormai fredda sfera d’ametista.
Ancora ricorda le parole di vendetta che la custode della Notte le aveva sputato contro: -Un giorno tornerò e mi riprenderò ciò che è mio! Compreso il tuo potere di traditrice, che garantirà la prossima vittoria dell’Oscurità!-
Un rimbombo giunse alle sue orecchie, destandola, e voltò il capo verso l’esterno della barriera dalle pareti scarlatte.
I suoi quattro compagni la chiamavano con insistenza, soprattutto lui.
Sorrise, avvicinandosi con passo sempre più incerto, mentre il muro magico crollava riducendosi in tanti frammenti, ma senza emettere suono. Le due armi, al contrario, scivolarono dalle sue mani macchiate di rosso e caddero, producendo un fastidioso e secco rumore di metallo.
Il custode dell’Alba corse immediatamente a sorreggerla, aiutandola a stendersi sul terreno arido e bruciato.
-Anike?- chiamò il castano. -Anike mi senti?-
Le iridi di giada, coperte da una patina di opacità, s’alzarono sul viso abbronzato del compagno e le sue labbra si tirarono in un nuovo sorriso.
-Ce l’ho fatta, hai visto?-
-Sei stata bravissima, ora risparmia le forze. Ho fatto chiamare un mago che ti curerà, ti riprenderai in fretta e…-
-No Stefano…- lo interruppe. -Il mio tempo è finito… Devo andare…-
-No… non puoi lasciarmi…- s’impuntò, scuotendo il capo.
-Sigillerò il mio spirito nella Via del Tramonto, così quando il prossimo custode la impugnerà potrò fare in modo di cambiare almeno il suo destino… Il mio ormai è deciso ed è giunto il momento che si compia…- disse, con un filo di voce. -Miyo, sono sicura che sarai una regina perfetta…- sorrise, incontrando gli occhi d’ametista della principessa. -E scommetto che Terra sarà sempre al tuo fianco per aiutarti… Cercate di litigare di meno, ok?-
I due si scambiarono uno sguardo di sfuggita, dopodiché, con le iridi lucide di pianto trattenuto, sorrisero a loro volta.
-Alex… Non piangere dai…- asserì, sfiorando la guancia del ragazzo con la punta delle dita, cercando di asciugare la scia di lacrime.
-Perché devi andartene Anike? Perché?- chiese il bruno.
-Perché è così che deve andare… io sono il Tramonto e come tale devo agire…- spiegò. -Ti ringrazio per avermi accolta nella tua piccola famiglia… Ringrazio tutti voi per avermi aiutata a diventare una figlia della Luce, per avermi fatto conoscere il calore del sole a mezzogiorno… e grazie a te Stefano per avermi fatto capire cos’è l’amore… Un qualcosa di cui non avrei mai saputo nulla, se quel giorno non avessi incrociato i tuoi occhi…-
Il castano ormai era preda di un pianto silenzioso privo di singhiozzi e la sua vista annebbiata dalle lacrime si schiarì, quando il corpo della custode che stava tra le sue braccia, iniziò a dissolversi in una scia di lucine rosse.
Ad occhi sgranati, il prescelto dell’Alba fissò quelle piccole stelle cremisi catalizzarsi nell’arma del crepuscolo, come un gruppo di falene attirate dalla luce di una lanterna, ma la sua attenzione tornò sul viso della ragazza, quando lo chiamò.
-Stefano, promettimi che resterai sempre te stesso, che continuerai a proteggere il Regno della Luce finché potrai… e che non mi seguirai, ti aspettano ancora molti giorni e tutti qui hanno bisogno della tua Alba…-
Egli annuì, incapace di proferire verbo.
-Non temere, ci rincontreremo prima o poi… ne sono sicura…-
Con quelle ultime e sussurrate parole, i germogli di primavera che coloravano le sue iridi si spensero e ciò che restava del suo corpo svanì all’improvviso, alla velocità d’un battito di ciglia.
Le due armi figlie del fuoco nero s’alzarono in volo, in direzione della grande e luminosa luna a forma di cuore, muta testimone di quella notte ricoperta di sangue, mentre un grido ricolmo di disperazione e dolore si diffondeva nell’etere, soffocando tutti gli altri suoni, come una fiamma che divampa e schiaccia ogni cosa sul suo cammino.


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Finito! Ditelo che vi siete commossi! Confessate! ù.ù *si toglie di dosso il Banditore colmo di lacrime* A parte tutto ciò.. spero che il capitolo conclusivo sul passato vi sia piaciuto. E ora che mi dite? Oltre al fatto che volete linciarmi per questo finale tanto triste XD Siete ancora convinti delle vostre ipotesi sulla "sorella" di Anike? u.u
I saggi hanno parlato anche della guerra futura, ma nemmeno loro sanno se sarà a fine lieta o sarà tragedia... Lo scoprirete solo leggendo xD Alla prossima!
See ya!


L'angolino dedicato a voi u.u

Mikhi: Ciao cara :3 Speri che la "sorella" di Anike non metta i bastoni fra le ruote ai nostri eroi? Bè, per quel che si sa di lei è finita in cenere durante lo scontro con Anike, ma niente è ciò che sembra u.u Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che abbia colmato la tua curiosità... ma non uccidermi per il finale che ho riservato ai primi custodi ok? ^^'' Davvero stai facendo un altro disegno? *w* Non vedo l'ora che sia completato mia caVa :3 Inoltre, non ti ringrazierò mai abbastanza per aver consigliato la mia fic per le storie scelte... quando ho visto quel commento... son scoppiata in lacrime dalla gioia ç.ç Grassie <3 a presto!!!

Ciccio85: Chi è la seconda custode? Mah u.u *muahahmeggia perché sa* Magari fossi su una spiaggia tropicale a sorseggiarmi un thè freddo, magari XD (le mie vacanze ahimé son già terminate ç.ç) Purtroppo però, non ho potuto accontentare la tua richiesta di aggiornamento rapido. Con questa fic sono avanti è vero, ma ormai non così tanto e durante la settimana mi dedico ad altri impegni e ho altre fic da scrivere, in più per dare la possibilità a tutti i lettori di tenere il passo, preferisco aggiornare nel week-end (che spazia dal venerdì sera tardi alla domenica/lunedì mattina massimo). Mi auguro comunque che questo capitolo ti sia piaciuto e che sia valsa l'attesa ^^ Ciauuu!!!!

Deby92: Ohayo Deby-chan :3 Vero, non ho compiti, ma altri impegni occupano la mia giornata purtroppo e preferirei fare i compiti, piuttosto che pensare all'esame finale di quest'anno accademico <.< Quanto vorrei essere su una spiaggia ad abbronzarmi ç.ç forse ho una possibilità per ferragosto approfittando di un'amica, incrociamo le dita <.< Ma veniamo al dunque u.u Grazie per i complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ e spero che non mi inseguirai con una spada affilata per il finale triste che vi ho lasciato <.< Fammi sapere cosa ne pensi ^^ Byeee <3




Allordunque u.u Anche per oggi abbiamo finito! Prima di andarmene, come sempre ringrazio tutti voi che leggete soltanto, siete così tanti ç.ç Vi adoVo tutti!!!! XD Ora vi... *il Banditore le tira la gamba dei pantaloni e le passa un foglio* Per tutti i cavolfiori, me ne stavo per dimenticare! *si batte una mano in fronte* C'è la possibilità che settimana prossima aggiorni di lunedì oppure il giovedì sera, perché forse me ne fuggo in montagna dalla mia amica e lì credo sia già una conquista che prenda il cellulare XD Ora mi eclisso! Alla prossima! See ya!!! *scompare in una nuvola, mentre il Banditore se ne va trascinandosi dietro il leggio*

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Capitolo 64
*** Capitolo 63: L'ultima eredità ***


*arriva tutta contenta vestita per andare in montagna* Muoviti Banditore! *l'omino arriva strisciando sotto uno zaino stracolmo per abbandonarsi inerme al suolo* Quanta scena... parlo con il pubblico che ho più soddisfazione... Buon salve miei carissimi lettori e mie carissime lettrici ^^ Come avrete capito sono in partenza per il week-end di ferragosto, per questo aggiorno un giorno in anticipo, spero che non dispiaccia a nessuno u.u Ma passiamo oltre! Nel capitolo scorso è terminato il prequel che narrava la storia dei primi custodi, come avranno reagito i loro eredi? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 63: L’ultima eredità


Allontanò la mano dalla superficie liquida, mentre il cavaliere dalla chioma castana vi posava la sua. La sfera tremò per alcuni istanti e infine si dissolse senza lasciare traccia alcuna, come se non fosse mai esistita.
Il silenzio divenne una presenza tangibile all’interno della gummiship.
Tutti facevano saltare lo sguardo dai primi custodi alla loro compagna dai capelli castani, che teneva il capo girato verso la parete e gli occhi bassi.
Kairi con gli occhi lucidi si era stretta a Sora, il quale a sua volta osservava il continuo mutare del viso del suo migliore amico.
Tristezza per i suoi predecessori, seguita dalla consapevolezza di cosa comportava esserne gli eredi. Terrore.
Con uno scatto repentino, l’argenteo si voltò verso la compagna e sbiancò al pensiero di ciò che sarebbe accaduto se la storia che gli era appena stata mostrata si fosse ripetuta.
-Jessie… tu lo sapevi?- chiese, con voce tremante.
Lei, però, non proferì parola e rimase voltata per non incontrare le iridi del compagno, che insisté a causa del suo mutismo. -E’ così?!-
-Lo sapeva.-rispose Anike, venendole in aiuto. -Con la profezia portata dalla donna drago sapeva che il suo destino l’avrebbe portata sulla via del buio…-
-E non mi ci è voluto molto per arrivare alla conclusione…- proseguì la castana. -Insomma, il fuoco brucia e distrugge, ma prima o poi viene spento. Il sole sorge e poi tramonta, come giusto che sia.- spiegò con freddezza.
-Come fai a restare così calma?!- sbottò il ragazzo dalla chioma argentea.
-E tu dimmi che senso ha agitarsi?- replicò incrociando i loro sguardi, zittendo il compagno. Le sue iridi color nocciola erano attraversate da una freddezza e una calma irreali, che si riflettevano nel suo tono di voce, ed ebbero il potere di trasmettere paura al custode dell’Alba. -Siamo venuti a conoscenza di ciò che è accaduto e se giocheremo bene le nostre carte, potremo evitare la parte più fastidiosa di ciò che ci aspetta, per quanto mi riguarda. Anche se non mi sento di essere troppo ottimista…- affermò, avanzando di qualche passo.
-Per quale motivo?- intervenne Kairi. -Non ti fidi di noi? Credi che non saremo in grado di salvarti?-
La castana sorrise, mettendo le mani avanti. -Non è di voi che non mi fido, ma di me. Posso immaginare di cosa sarei capace se l’Oscurità dovesse mettere le mani sul mio potere e so che questo potrebbe ritorcersi contro di me, data la sua natura.-
-Allora hai compreso?- domandò Anike con occhi seri.
La giovane custode del Tramonto tacque, consapevole di ciò a cui l’avrebbe portata la sua scoperta.
Serrò i pugni, distogliendo lo sguardo da quello della donna. -Sì.-
-Sai anche a cosa ti porta l’aver capito il segreto celato dal ricordo?-
Strinse maggiormente le dita, fino a sbiancare le nocche e arrivò quasi a ferirsi con le unghie, mentre annuiva e il corpo intangibile della custode dalla pelle scura le si avvicinava.
-So cosa si sta agitando nel tuo cuore e nei tuoi pensieri, ma voglio che tu sappia che questo potere ti obbedirà finché la tua mente sarà illuminata dalla ragione, come per il fuoco eterno che già ti scorre in corpo. Farne uso o meno, sarà una tua scelta.- spiegò.
La ragazza rialzò il viso, mostrando le sue iridi lucide di lacrime trattenute per orgoglio, per non dare segni di cedimento di fronte ai suoi compagni, nonostante il pesante fardello che le stava per essere consegnato.
-Ho solo una domanda.- disse, con una lieve incrinatura nella voce. -Quando sarà risvegliato il potere perduto, verrà meno il tuo giuramento di fedeltà alla Luce?-
A quelle sue parole, i presenti sgranarono gli occhi domandandosi se fosse giunto realmente il momento in cui avrebbero visto quel potere tanto bramato dai loro avversari in quella guerra dal fragile e precario equilibrio, che si perpetuava dall’inizio dei tempi e che forse non avrebbe mai avuto un epilogo definitivo.
La donna dai capelli corvini non rispose immediatamente e così il silenzio scese nuovamente nella stanza. Con le gemme primaverili che le brillavano tra le agitate ciocche scure, scrutò fin nel profondo dell’anima della sua erede, attraverso i suoi occhi opachi di pianto, ma al tempo stesso limpidi e sinceri come quelli di un bimbo. L’amarezza si dipinse sul suo viso, avendo intuito i pensieri preoccupati della fanciulla e maledisse il destino con tutta se stessa.
-Mi onora la tua premura nei miei riguardi Jessie, ma non temere, il mio giuramento non ha nulla a che vedere con te e ciò che sarà messo in atto tra poco. Il sonno che ha colpito l’arma che ora ti appartiene è stato dettato dalla mia scelta di vivere nella Luce e dalla rinuncia a quel potere, ma con il suo risveglio tu non tradirai la Luce.- chiarì la mora.
Parte della nebbia che oscurava le sue iridi color nocciola sbiadì, ma una forte nota di supplica e paura rimase a ottenebrarli e di questo la prima custode del Tramonto se ne accorse.
-Vedo dai tuoi occhi però che c’è qualcos’altro ad angustiarti, ponimi la tua domanda.-
-Non…- la castana prese fiato come se dovesse tuffarsi da un’alta scogliera, che promette solo punte acuminate ai suoi piedi, e ricacciò indietro per l’ennesima volta le lacrime. -Non si può fare altrimenti vero? Quel potere deve per forza essere risvegliato qui e oggi?- chiese, conoscendo tuttavia la risposta che le sarebbe stata data.
-Jessie, credimi quando ti dico che preferirei non farlo, ma è meglio che lo faccia io per evitarti sofferenze maggiori in futuro.- rispose tristemente. -Se dovesse essere compiuto da mani altrui, sarebbe contro la tua volontà, la tua anima ne uscirebbe dilaniata e la mia presenza qui risulterebbe vana, come la debole fiamma di un fiammifero che vuole riscaldare un’ampia caverna.-
La ragazza impallidì a quelle parole con terrore, ma colse anche il profondo e sincero dispiacere della donna nei suoi confronti, che più di ogni altra persona aveva a cuore la sua vita.
-Sei una giovane dal cuore forte, che ha superato ferite ben più gravi di quelle fisiche e ora possiedi la conoscenza e la forza necessarie per ottenere l’ultima parte di ciò che sei. Il potere nelle tue mani sarà grande e terribile, ma solo se tu lo vorrai, perché la spada ferisce solo se il suo padrone ne ha desiderio.
-Jessie, figlia della Luce e Signora della rossa fiamma eterna, sei pronta a ricevere l’eredità che ti spetta e che ti renderà custode del Tramonto a tutti gli effetti?- concluse con solennità, attendendo la risposta della keyblader, la quale fece scorrere lo sguardo sui suoi compagni che la fissavano increduli e spaesati.
Con dolore crescente incrociò lo sguardo acquamarina del custode dell’Alba, che probabilmente era più spaventato di lei in quel momento, ignaro della sorte che le sarebbe toccata.
Un altro paio d’occhi però, attirò la sua attenzione e per la prima volta, Jessie si tuffò nelle iridi lignee di Stefano. Percepì una profonda e immensa saggezza e si lasciò confortare dalla serenità di quell’anima ancora calda come il primo sole del mattino.
-Sono pronta.- disse solamente, tornando a posare la vista su Anike.
Gli occhi della donna si accesero di un intenso bagliore smeraldino e il suo corpo trasparente brillò di un rosso cupo.
-Chiave del Tramonto, compari di fronte alla tua antica padrona poiché è giunto il tempo di spiegare l’ala alla tua nuova Signora.-
L’arma del crepuscolo comparve dal nulla in una scia di luci bianche e rimase sospesa tra le due custodi in attesa di ricevere ordini, come un vassallo di fronte al suo feudatario.
-Risvegliati ala del sommo drago immortale, destati dal sonno che ti sei imposta e sottomettiti alla tua Signora, padrona dell’eterna fiamma cremisi e figlia della Luce.-
Il keyblade fremette un istante prima che l’ala di drago s’illuminasse per aprirsi con uno scatto secco e farsi ammirare nella sua interezza, perfetta e magnifica come il giorno in cui fu forgiata.
La chiave scomparve e ricomparve in un batter di ciglia nella mano destra della castana, che si sentì invasa da quel potere pericoloso quanto la punta della coda di uno scorpione, che prese a scorrergli in corpo a una velocità inaudita, fondendosi col suo sangue, che divenne incandescente come lava.
Sgranò gli occhi mentre apriva la bocca in un muto grido di dolore e barcollava all’indietro, finendo appoggiata alla parete e causando preoccupazione nei compagni, che furono dissuasi dall’avvicinarsi dal braccio destro della custode dalla pelle scura.
-Non opporti.- le disse con voce dura e calma. -Lascia che il potere diventi un tutt’uno con te e che il fuoco ti rimodelli per permetterti la sopravvivenza.-
Serrò nuovamente le palpebre e strinse i denti, per poi annuire e lasciarsi trasportare da quel flusso indomabile.


***


Agguantò di scatto i braccioli del trono coperto di soffice velluto d’antracite, affondando le unghie perfette nella morbida superficie.
I felini occhi neri si colmarono d’ingenuo stupore, che mutò in compiacimento quando anche le sottili labbra rosee si tirarono in un sorriso soddisfatto, che inquietò il Ritornante dall’oscuro soprabito.
-Che succede?- domandò timoroso, avvicinandosi.
-Ciò che mai avrei creduto possibile, se non per mano mia.- rispose alzandosi per incamminarsi verso l’uscita della grande sala avvolta nel buio.
-Il potere perduto è di nuovo tra le stelle. Anike ha lasciato la sua ultima eredità.- dichiarò senza celare la sua eccitazione nel tono di voce.
Il rosato spalancò i profondi occhi blu in una chiara espressione d’incredulità.
-Tutto sarà più semplice.- ghignò nuovamente, come una volpe fiera del suo furbo operato. -Non dovrò far altro che raccogliere quel potere dalle mani della nostra custode, come una succosa mela rossa che non attende altro momento se non quello di essere colta.-
Un’agghiacciante e perfida risata si diffuse tra le fredde e mute pareti di cristallo spento e la giovane dai capelli color cobalto uscì dall’alto ingresso di legno di faggio, lasciando il Leggiadro Sicario alla sua solitudine.
Silenziosa come la notte che avanza sulla sera, la ragazza attraversò i lunghi corridoi, animati solamente dalle fiaccole appese alle pareti, finché giunse all’esterno dell’imponente edificio che abitava. Volse lo sguardo al cielo trapunto di stelle, che come perle cadute da una collana senza fine, circondavano il sempre luminoso astro notturno dalla particolare forma a cuore, perdendosi nella sua contemplazione.
-Il frutto proibito alla Luce è maturo, pronto per essere colto dalle mani del demonio suo creatore.- sussurrò al sottile alito di vento, simile all’eco di un lamento straziante lontano nel tempo e nello spazio, che agitò le sue lunghe ciocche blu.


***


Il respiro era affannato e irregolare, mentre il cuore batteva rapido, come quello di un cavallo durante una corsa frenetica, e l’ansia e la paura vi gravavano con tutto il loro peso. Un pensiero funesto, nel frattempo, le avvolgeva la mente: il suo corpo stava cambiando, ma sarebbe rimasta la stessa?
Emise un ultimo sospiro, dopodiché si accasciò sul pavimento, scivolando lungo la parete della gummiship, che l’aveva sorretta fino a quel momento, scatenando l’apprensione dei suoi compagni.
Nessuno osò però avvicinarsi a lei, poiché il braccio destro della prima custode era ancora levato. Questa, nel frattempo, osservava con occhio vigile il comportamento della ragazza dalla chioma castana, pronta a intervenire in caso di pericolo per i presenti.
Tuttavia, si rilassò, quando vide la giovane sollevare le mani tremanti per portarsele sotto gli occhi, nascosti da una ciocca ribelle.
La custode del Tramonto si osservò le mani, riconoscendole come strumenti di distruzione e in quel momento desiderò tagliarsele via con tutta se stessa. Dopo qualche istante di silenzio, una serie di parole, dal tono di delirio uscì dalle sue labbra.
-Come hai potuto vivere per tanto tempo con un potere del genere? Come hai potuto sopportarlo?-
-Io sono nata con quel potere, siamo stati plasmati insieme… Esserne privata è stato come perdere una parte di me e sono diventata una persona nuova, che ha trovato cose che tu già possiedi…- disse piano, sentendo la crescita dell’ira della giovane.
-E’ vero, ma sono cose che rischio di distruggere con queste mie stesse mani… con un solo tocco tutto svanirebbe…-
-Accadrebbe solo se sei tu a volerlo. Questo potere non si attiva di sua spontanea volontà proprio per la sua natura, diciamo che è una sorta di freno che vi ho imposto nel periodo antecedente al mio giuramento. Perché anch’io, come te ora, ho avuto il terrore di cancellare ciò che avevo intorno a me. So come ci si sente.-
Jessie alzò il viso, fissando quello di Anike, ancora una volta vi lesse sincerità e obbedì immediatamente, quando la donna le disse di alzarsi. La osservò avvicinarsi fino ad avere una distanza minima tra loro, facendola sussultare nel momento in cui le prese le mani tra le sue incorporee, ma incredibilmente calde. Quel contatto le trasmise una dolce sensazione di familiarità, che le riportò alla mente il loro primo incontro: imprevedibile, ma inconsciamente atteso.
-Mi dispiace per quello che ti ho detto… non dovevo arrabbiarmi con te…- esordì Jessie, a capo chino.
-Non scusarti, la tua reazione è più che giustificata…- replicò la donna con un ampio sorriso. -Il mio tempo qui è finito. Ora che sai cosa sei e ciò che ti attende dovrai essere tu a cambiare il tuo destino. Se non dovessi riuscirci sai cosa fare vero?-
Annuì, stringendo a sua volta quelle eteree dita. -Impedire che sia scelto un nuovo custode in futuro. Se dovessi fallire, mi assumerò le mie responsabilità e farò tutto ciò che potrò per rompere il cerchio del destino. La tua missione ora è mia.-
-Sono fiera dell’erede che è stato scelto.- asserì solamente la custode dalla pelle scura, prima di voltarsi e di mettersi al suo fianco. -Direi che ora tocca a te Stefano.-
Il primo custode assentì con un gesto del capo e richiamò su di sé l’attenzione degli astanti.
-Da quella notte macchiata di cremisi, la pace perdurò nel Regno della Luce negli anni seguenti fino al giorno della mia morte, ma non so cos’accadde poi… Anche se, come mi avete detto, il regno è caduto riducendosi in miliardi di frammenti, sono sicuro che il suo centro esista ancora.-
-Intendi la Sacra Reggia?- domandò Sora.
-Esatto. La reggia di cristallo è indistruttibile e niente, se non la Luce stessa che le ha dato vita, può farla cadere. Perciò sono più che sicuro che al centro dell’universo ci sia un frammento che la ospita.-
-Controlleremo e se è così, andremo a farvi visita. Te lo prometto.- assicurò Topolino, ricevendo un sorriso di gratitudine dal cavaliere in armatura, che dopo qualche istante si rivolse al suo successore.
-Riku, tu già conosci il tuo potere e senza saperlo ne hai fatto uso più volte.- affermò serio, scatenando stupore sul viso dell’altro.
-Davvero? Quando?-
-Nella battaglia appena passata, quando hai aiutato Jessie a uscire da quella sfera oscura, usando la tua luce. Con il tuo potere sei in grado di sfondare le mura erette dalle tenebre e diffondere la luce, che il custode del Giorno ha il compito di amplificare. Per questo non devi più temere l’oscurità che ti tentò anni fa, quando intrapresi il tuo primo viaggio, perché sei in grado di mutarla in luce.-
Il giovane custode dell’Alba si ritrovò a pensare che alla fine era riuscito a sconfiggere l’ombra che continuava a invadere i suoi sogni, tramutandoli in terribili incubi, finalmente la mano seduttrice di quel falso Ansem non l’avrebbe più tormentato.
-Ho vinto la mia battaglia…- pensò soddisfatto, stirando le labbra in un piccolo sorriso.
-Anche per me è giunto il momento di andarmene, ma prima voglio farti un regalo.- riprese all’improvviso l’uomo, portando in avanti il pugno sinistro.
Quando lo aprì, una piccola ma intensa fonte di luce bluastra brillò per un paio di secondi, rivelando poco dopo un piccolo orecchino d’argento di semplice e comune fattura, che sulla cima mostrava con orgoglio una pietra di colore blu.
-La Via per l’Alba è cambiata da quando ne sei tu l’erede e non è più presente la goccia di Omi. Questo frammento di zaffiro, viene da quella stessa goccia ed è l’unica cosa che il keyblade mi lasciò quando non fui più custode. Desidero che l’abbia tu.- disse, posando il gioiello tra le mani dell’argenteo.
Il ragazzo inizialmente rabbrividì al contatto con il freddo metallo dell’armatura del suo predecessore, ma poi si rilassò al tepore che emanava l’oggetto sul suo palmo e si perse un attimo nella contemplazione della pietra preziosa.
-Sei sicuro di volermelo dare? Rappresenta molto per te…-
-L’ho tenuto abbastanza e inoltre nel luogo in cui andrò di certo non mi serve ad attirare le donne!- esclamò con una risata divertita, che però si spense sotto lo sguardo seccato della sua compagna. -Scherzi a parte… Sono sicuro di volerlo dare a te, è tuo diritto possederlo in quanto custode e padrone della fenice d’acqua.- continuò con ritrovata serietà.
-Allora ti ringrazio… lo accetto con onore.- rispose il ragazzo chinando il capo.
-Bene, la mia ultima ramanzina è la seguente: non dimenticare mai ciò che sei. La tua luce è la tua forza, perciò più sarai forte, più sarà potente la tua luce.- spiegò, fissando gli occhi acquamarina. -La tua forza dipende dalla volontà di raggiungere i tuoi obiettivi. Più sarà grande il tuo desiderio di sconfiggere le tenebre e di ottenere ciò che vuoi, più la tua luce sarà intensa.- terminò, ottenendo un deciso assenso dal giovane, dopodiché si girò verso il custode della Catena Regale, che quando capì di essere il nuovo interpellato si alzò dal sedile e raggiunse lo spirito al fianco dell’amico.
Stefano osservò il bruno in tutta la sua figura e infine si fermò sulle sue iridi confuse e sorprese, incrociando i loro sguardi e sorrise di nostalgia.
-Hai gli stessi occhi di Terra… lo stesso irripetibile azzurro… Devi per forza essere un suo diretto discendente… Comunque!- proruppe l’uomo, facendo sobbalzare i due. -Non ho doni per te, ma solo delle parole che ti aiuteranno a comprendere meglio ciò che sei, o almeno è quello che mi auguro… Tu rappresenti il Giorno, colui che amplifica la luce dell’Alba e la fa risplendere al massimo delle sue possibilità. Su di te, l’Oscurità ha ben poco effetto, ma non per questo devi abbassare la guardia, poiché anche se la tua luce è potente, l’ombra dietro di te può sempre attaccarti.-
-Più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra…- intervenne Sora, ricordandosi del giorno in cui il keyblade arrivò tra le sue mani ancora inesperte.
-Precisamente, ma non sarai solo.- riprese il cavaliere. -Al tuo fianco ci sarà sempre l’ultima delle sette virtù: il coraggio.- disse, cercando la ragazza dalla chioma rossa con gli occhi.
-Io?- domandò lei, indicandosi.
-Quando il keyblade lasciò Miyo, questo esplose in sette sfere di luce e i saggi ripeterono la loro prima predizione sulle guerre future dove i cuori puri sarebbero stati sette come le sacre virtù, che nel nostro tempo si riunivano tutte nella nostra principessa e tu Kairi rappresenti il suo coraggio.-
La keyblader assentì e lo sguardo del primo custode si spostò sul re dalle orecchie tonde.
-Re Topolino, non so come ringraziarti dell’aiuto che hai dato a Riku… te ne sarò sempre riconoscente…- disse, abbassando il capo con umiltà in segno di gratitudine.
-Non dovete ringraziarmi cavaliere, per me è stato un piacere e un onore dare il mio sostegno a Riku quando era in difficoltà. Gli amici si aiutano sempre.-
-La tua nobiltà d’animo mi dà conferma dell’ottima scelta fatta dalla chiave gemella, sei il degno successore di Alexander.-
Dopo quelle parole, il castano fu raggiunto dalla compagna e insieme fecero scorrere lo sguardo sui Ritornanti.
-Anche a voi, cuori tornati alla Luce, abbiamo qualcosa da dire…- iniziò l’uomo.
-Voi che già conoscete di quali armi dispone l’Oscurità, siete forse coloro che rischiano di più. I sentimenti sono qualcosa di difficile comprensione, ma è possibile controllarli se si è fermi sulle proprie decisioni.- proseguì la donna.
-Quando vi troverete di fronte all’emissario, fate brillare la vostra luce al massimo delle vostre possibilità, perché i custodi avranno bisogno del vostro aiuto come mai in precedenza. Le profezie non parlano di voi… siete un segno del cambiamento che da secoli è atteso, per ora l’ago della bilancia tende in favore della Luce grazie a voi.- terminò Stefano.
-Saremo sempre al fianco dei custodi e li aiuteremo nella loro missione. È una promessa.- sentenziò Xemnas anche in nome di tutti i suoi compagni vestiti di bianco.
-Queste sono parole!- esclamò sinceramente contento il cavaliere in armatura. -Ma per noi è giunto il momento di ritirarci…- proseguì ritornando a quella serietà che tuttavia ben poco si addiceva al suo carattere. -Ci auguriamo che il nostro aiuto, per quanto piccolo sia, possa fare la differenza e cambiare il corso del destino, descrivendo un nuovo cerchio.-
-Non siate tristi.- intervenne la custode dalla pelle scura, rivolgendo uno sguardo intenso alla sua erede. -Le insidie che vi aspettano saranno numerose e difficili, ma finché sarete insieme e potrete contare ognuno sull’altro, nulla vi fermerà. Ci auguriamo che questa guerra finisca presto e che possiate avere quel futuro sereno che a noi non è stato concesso.-
Senza pronunciare addio e un sorriso d’incoraggiamento sul viso, i due custodi dal corpo etereo cominciarono a svanire, fino a non lasciare altro se non il loro ricordo e un ringraziamento unanime che si perse nel silenzio della gummiship.






E così se ne andarono i due spiriti... So che molti di voi si erano affezionati, ma purtroppo sono le esigenze di copione u.u Nel capitolo ho lasciato vari (enormi) indizi sul luogo in cui vive la nostra ragazza misteriosa: se avete idee fatemele sapere, altrimenti... spremetevi! XD Nah, scherzo, tanto nel prossimo capitolo (che pubblicherò normalmente il prossimo week-end) ci saranno altri indizi e mezze verità u.u
Alla prossima!
See ya! *fuggisce in un mondo socnosciuto, ma ritorna perché deve rispondere alle recensioni*



L'angolino dedicato a voi u.u

Ciccio85: Dalle tue domande sembra quasi che ti siano sfuggiti i legami intessuti e spiegati nei capitoli precedenti ^^'' Comunque, Jessie è l'erede di Anike, mentre Riku quello di Stefano e Anike con il reincontrarsi intendeva qualcosa che si avvicinava a ciò che è successo, anche se i saggi non avevano previsto il "temporaneo ritorno dall'al di là" di Stefano, quindi si riferiva di più ad un "incontro" in una possibile vita ultraterrena XD Per ferragosto me ne vado sui monti con gli amici, ma il tempo non promette niente di buono <.< Speriamo che almeno non piova ç___ç Mi auguro che il chap ti sia piaciuto! A presto! ^^

Mikhi: Ma ciao caVa :3 Ma cosa mi dici mai? Anche a Jessie un destino simile? u.u Nah... *fa finta di nulla e si mette a fischiettare* Grazie per i complimenti, ma mi fai arrossire °///° Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu <3

masterof dark: Allora, Anike è riuscita a sigillare il suo spirito prima che il suo corpo morisse, per questo poi il corpo stesso è "svanito" tutto insieme. Lo so, sono ragionamenti che faccio solo io, puoi anche prendermi a bastonate XD In realtà, prima di partire per il prossimo mondo ci saranno altre grane da sistemare u.u Il nuovo mondo lo vedrai fra... una decina di capitoli se tutto va bene e io non mi perdo via a scrivere altre scemenze <.< L'alleato della gatta? Intendi il tale di nome Onigumo che ho presentato qualche capitolo fa? Se intendi lui, allora si vedranno delle sue sporadiche apparizioni u.u Non sei il primo che mi propone la teoria dell'Heartless o del Nessuno, ma la nostra gatta non è né uno né l'altro u.u Ma con la tua seconda teoria non sei andato troppo lontano dalla verità u.u Ti dico solo che la "sorella" di Anike è morta carbonizzata lasciando solo un braccio, non è stata contaminata dall'Oscurità, anche perché lei stessa era una sorta di figlia dell'Oscurità stessa. Tutto sarà chiarito, prima o poi <.< non temere XD Fammi sapere che pensi di questo chap! Alla prossima ^^

Deby92: Mia caVa :3 Addirittura un signore di capitolo? Addirittura i complimenti? Mi fai arrossire °///° Ma noooo a Jessie non capiterà nulla di tutto ciò... *si gira dall'altra parte e tossicchia* Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Byeee <3





*prende lista dei lettori e la mostra all'omino che ancora si trova sotto lo zaino* Guarda Banditore!!! C'è un nuovo arrivato!!! *quello mugugna un qualcosa di incomprensibile* Sempre a lamentarti stai... bah... comunque! Ringrazio Verya con un abbraccio megagigante per aver messo la fic tra le seguite :3 Benvy in famiglia!!! XD Ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto! Siete sempre tantissimi e io vi adoVo tutti XD Vi saluto augurandovi buon ferragosto! Ci sentiamo il prossimo week-end! See ya! *svanisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore precipita in una botola insieme allo zaino*

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Capitolo 65
*** Capitolo 64: Friendship ***


Buona domenica miei cari lettori e mie care lettrici ^^ Oggi non sono molto in forma, quindi sarò breve e terrò da parte anche il mio fidato Banditore. Dunque, nell'ultimo capitolo Jessie ha ricevuto il tanto temuto e bramato potere perduto e ora i nostri eroi si apprestano a riprendere il loro viaggio. Grazie a Malefica scopriranno quale sarà la loro meta finale, ovvero il nascondiglio della "gatta", ma dove si troverà questo fantomatico luogo? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 64: Friendship


Fu come se lo spazio, con il suo vuoto e il suo tacere, avesse inglobato la piccola nave dalle tinte rosse e gialle, occupandone ogni cavità, come fa la sabbia con ogni cosa che travolge.
Jessie si sentì per un attimo un oggetto alla deriva, ora che aveva perso quella fugace guida che per poco tempo l’aveva aiutata a proseguire nel suo cammino colmo d’insidie.
Si destò dalla contemplazione del vuoto lasciato dai due spiriti, quando avvertì degli sguardi su di sé.
Alcuni Ritornanti la fissavano con curiosità e anche i suoi compagni di viaggio facevano fatica a nascondere l’interesse per il suo nuovo potere, così abbassò lo sguardo, chiudendo un istante gli occhi, per poi riaprirli e rialzarli nuovamente sugli amici.
-Non chiedetemi mai di spiegarvi in cosa consiste il mio potere, perché per capirlo, bisogna vederlo all’opera, ma non chiedetemi nemmeno di mostrarvelo.- disse cupa e severa. -Spero di ricorrervi solamente in caso di strettissima necessità.-
Tutti annuirono alla sua richiesta, placando la loro sete di conoscenza, per rispetto dei sentimenti della ragazza, che sobbalzò quando pochi istanti dopo la mano del suo compagno dai capelli argentei si posò sulla sua spalla, ferma e decisa come un’ancora di salvezza.
-Possiamo solo immaginare quanto sia doloroso per te, possedere questo potere, perciò quando e se vorrai parlarcene, ti ascolteremo e fino a quel momento non ti chiederemo nulla.- sentenziò serio, parlando anche per il resto dei presenti.
-Grazie…- rispose la castana, mostrando un piccolo sorriso stanco.
-Maestà…- intervenne il Superiore qualche attimo dopo. -…dovreste riprendere il viaggio. Ora che abbiamo le coordinate del mondo in cui vive quella ragazza, sarà meglio proseguire, ma soprattutto dovremo essere cauti.-
-Xemnas ha ragione.- fece Sora. -Inoltre, ora che conosciamo il punto in cui si trova il suo nascondiglio, potrebbe fare di tutto per impedirci di raggiungerlo con facilità.-
-Avete ragione entrambi.- disse Topolino, dopodiché si voltò verso la custode del Tramonto. -Jessie, te la senti di riprendere il viaggio adesso?-
-Certamente Maestà, avrei una sola richiesta: poter passare una notte a casa di Andrea. È possibile?-
-Non credo ci siano problemi, basterà vedere quanto è distante il prossimo mondo, se non è troppo vicino, oppure non è il nostro obiettivo finale, potrai andare.- rispose, prendendo dalla tasca la striscia di pergamena che Malefica aveva lasciato la sera del ballo. -Vediamo un po’…-
Dispiegò la carta tra le mani e sul suo viso si dipinse una moltitudine di emozioni, tanto mescolate e indistinguibili tra loro da sembrare i colori sulla tavolozza di un pittore, che andavano dallo sconcerto al terrore assoluto, come se avesse letto una terribile notizia.
-Vostra Maestà?- chiamò il mago di corte, attirando l’attenzione delle iridi scure del suo sovrano, attraversate da una nube di confusione.
-Eh?-
-Quali sono le coordinate?- domandò il papero.
Il re dalle orecchie tonde deglutì. -Zero, zero…-
-Quindi dobbiamo raggiungere il centro dell’universo!- esclamò Pippo, battendo il pugno destro sul palmo sinistro.
Un pensiero attraversò le menti di tutti i presenti, come un fulmine preannunciatore di un temporale, che illumina all’improvviso il cielo scuro, mostrando ciò che nasconde il buio.
-Ma al centro dell’universo…- iniziò Kairi, passando lo sguardo sui compagni, leggendo sui loro volti la consapevolezza cui anche lei era giunta.
-Secondo le parole di Stefano…- proseguì Riku. -…al centro dell’universo, si trova ancora quello che fu il centro del Regno della Luce… la Sacra Reggia…-


***


Venerdì 13 giugno 2008, ore 18:40.
-Hai fatto presto!- esclamò la ragazza con gli occhi azzurri, osservando l’amica uscire dal varco di luce, accompagnata dal Ritornante dai capelli rossi.
-Dovevo solo mettermi d’accordo con gli altri per il rientro. Ho una licenza fino a domani mattina… Dove metto la borsa?- chiese Jessie, sistemandosi la sacca sulla spalla destra con tranquillità, come se avesse passato ogni giorno accanto all’altra ragazza.
-Mettila in camera mia…- rispose l’altra, tornando a posare lo sguardo sul proprio ragazzo. -Axel? Che hai?- domandò preoccupata, alla vista dell’espressione sconvolta e confusa del rosso.
Dal canto suo, il Soffio di Fiamme Danzanti fissava la ragazza terrestre come se la vedesse per la prima volta, in un misto di stupore e sconcerto, finché non si riprese, mettendole le mani sulle spalle.
-Tesoro, ma che diavolo hai combinato ai tuoi bellissimi capelli?!- esclamò urlando.
La ragazza rise di gusto alla faccia dell’altro e si divincolò dalla sua presa, facendo un giro su stessa, mostrando il nuovo taglio per intero: i lunghi capelli biondi, erano diventati di un chiaro castano ed erano corti sulla nuca, mentre due ciuffi più lunghi circondavano il viso abbronzato e coprivano le orecchie.
-Ho voluto cambiare un po’!- spiegò lei. -Non ti piacciono?-
-No, no!- si affrettò a rispondere. -Mi piacciono è solo che… ecco…-
-E’ solo che prima poteva usarli per giocare, mentre adesso non può più farlo.- intervenne la custode, avvicinandosi ai due. -Ho ragione o no Axel?- chiese con fare saccente.
Il Ritornante scattò in piedi, voltando il capo dalla parte opposta in segno di offesa. -Non diciamo assurdità!-
Le ragazze lo guardarono per qualche secondo, come se fosse un interessante spettacolo circense, dopodiché si lasciarono andare all’assoluta ilarità.
-Axel, sei adorabile con quel broncio offeso!- esclamò la keyblader.
L’interessato si voltò a fissarle, intensificando la propria espressione crucciata. -La vuoi smettere di prendermi in giro?!- gridò, ottenendo l’effetto contrario a quello richiesto.
Le osservò incredulo. -Voi due insieme fate paura, meglio che me ne vada…-
-Ma no, Axel…- disse Andrea tra una risata e l’altra, cercando di calmarsi. -Resta un altro po’…-
-Per essere l’oggetto del vostro divertimento? No, grazie!- esclamò. -E poi, tu e Jessie avete molto da dirvi, se resto va a finire che non la ascolti più…- affermò convinto, mostrando un sorriso colmo di malizia che fece arrossire la ragazza dalle iridi azzurre.
-Ma cosa dici?!-
-La verità…- s’intromise la custode, asciugandosi le lacrime. -Ti conosco anch’io, meglio delle mie tasche e so cosa ti passa per la testa.-
L’amica incrociò le braccia al petto e mostrò la lingua. -Sei la solita antipatica!-
-Oh, grazie, m’impegno costantemente per esserlo!- ghignò Jessie.
-Va bene!- intervenne il rosso. -Io me ne vado!-
Detto questo, lasciò un bacio sulle labbra della propria ragazza e salutò con una mano la compagna di viaggio, prima di sparire nella luce di un passaggio.
-E’ proprio scappato via…- disse la ragazza dai capelli lunghi.
-Insieme facciamo paura a tutti…- aggiunse Andrea, voltando lo sguardo per incrociare immediatamente quello dell’amica e farsi trasportare da una nuova ondata di risate.
-Torniamo serie dai…- propose la custode del Tramonto. -Saremo sole stanotte?-
-Sì, mia sorella è partita con un’amica, mentre mia madre è andata all’escursione annuale con i colleghi di lavoro. Se non venivi tu, stavo da sola fino a lunedì mattina.- spiegò. -Ora però voglio sapere tutto quello che ti è successo in quel mondo strano!- esclamò, correndo sul divano.
-Ti avviso, però, alla fine del racconto potresti anche avere paura di starmi vicina…-
-Tu comincia a raccontare, poi si vedrà.- la incoraggiò l’amica, battendo la mano sul posto accanto a lei.
La ragazza sospirò e andò a sedersi.
Narrò dell’arrivo nel mondo delle favole, degli incubi che occuparono le sue notti, del suo rifiuto di presentarsi al ballo con i relativi motivi, scatenando le risate da parte dell’altra. Parlò della lunga battaglia notturna e senza rendersene conto, descrisse ogni emozione, sentimento e pensiero che quella lotta aveva portato, ma si ritrovò in difficoltà quando giunse il momento dell’arrivo di Anike nella sua mente.
Fortunatamente, Andrea era un tipo sveglio e non trovò difficile comprendere l’amica.
-Quindi mi stai dicendo che questa Anike, si era auto sigillata nel keyblade per aiutarti…- intervenne, ottenendo un assenso. -Ma perché non si è fatta vedere prima allora?-
-Credo che stesse aspettando il momento giusto, che fossi pronta per imparare a usare a pieno i miei poteri di custode e per lasciarmi la parte che mi mancava…-
-La parte che ti mancava?- domandò confusa.
-Fammi finire, vedrai che ti sarà più chiaro.-
Riprese, raccontando della sconfitta del gigantesco Nessuno dalle membra cremisi, evocato da Marluxia, e dei tentativi della ragazza misteriosa per condurla sulla via del buio, nel periodo della sua convalescenza dalle ferite riportate in battaglia.
Vide un sorriso radioso sul volto dell’amica, quando si fermò a descrivere l’atmosfera festosa del ballo organizzato per quella vittoria e ne colse la soddisfazione quando le rivelò di avervi partecipato. Si lasciò andare al ricordo di quella sera e la stessa felicità provata in quei momenti tornò a scaldarle il cuore. Tuttavia, quando ripeté le cupe parole della profezia, il suo intero essere parve spegnersi come la fiamma di una candela in balia del vento: il suo sguardo si rabbuiò, la sua voce si abbassò di tono e il suo corpo ogni tanto fremeva a causa di alcuni brividi che lo attraversavano, se fossero di rabbia o tristezza però, Andrea non lo capì e nemmeno Jessie stessa, probabilmente, sarebbe stata capace di spiegarlo.
-In poche parole, nei prossimi giorni comincerà il mio tramonto.- sentenziò senza lasciar trasparire alcuna emozione dalle sue parole.
-Non puoi fare niente per evitarlo?- domandò speranzosa la ragazza con gli occhi azzurri, trattenendo le lacrime per l’amaro destino che aspettava di accogliere l’amica tra le sue infide braccia.
La custode scosse la testa. -A quanto pare, è un miracolo che non sia già avvenuta una cosa del genere…-
-E Anike? Non può aiutarti lei?-
-Anike, come il suo compagno che è stata la guida di Riku, è già andata via. Entrambi avevano il compito di avvertirci sul nostro futuro, rendendoci partecipi di ciò che accadde nella prima guerra tra Luce e Oscurità, quando furono creati i keyblade…-
-Ma a cosa è servito se sai che per te non c’è scampo?-
-E’ servito per sapere a cosa stiamo andando incontro, scegliendo di lottare per la salvezza di tutto e tutti, per evitare che in un futuro lontano scoppi un nuovo conflitto… ma a me, personalmente, è servito per conoscere il potere perduto tanto bramato dai nostri avversari, che è appartenuto ad Anike e che ora appartiene a me.-
Proseguì nel suo racconto, parlando di quella mattina.
Degli sguardi carichi di paura e ostilità degli abitanti del castello, anche se giustificati, della partenza da quel mondo colmo di magia e si prese tempo per narrare a grandi linee la storia dei primi custodi.
Da parte sua, Andrea ascoltava rapita le parole dell’amica.
Non credeva possibile la successione di tanti eventi in una sola settimana e provò a immaginarsi quei due guerrieri apparsi dal niente, che nella loro temporanea e incerta forma di spirito erano comunque riusciti nei loro intenti.
Prestò più attenzione, quando Jessie iniziò a parlare del famoso potere che aveva ricevuto da Anike solo poche ore prima.
La paura le attraversò le iridi di un chiaro azzurro, estendendosi al viso, al sentire come l’amica descriveva la sensazione del proprio sangue ribollire e bruciare, come un fiume di lava, mentre qualcosa di estraneo si fondeva con esso per diventare una cosa sola e garantire la sua sopravvivenza. La paura mutò in terrore, al pensiero che le mani dell’altra che aveva tante volte stretto nelle sue per gioco, per conforto, per amicizia, potevano portare distruzione se solo lei lo volesse.
La keyblader si accorse dei sentimenti dell’amica, li vide nella sua espressione e nel suo sguardo, che mai si era mostrato tale di fronte a lei. Avvertì qualcosa incrinarsi in lei, così si alzò, muovendo qualche passo nella stanza senza voltarsi.
-Capisco la tua paura nei miei confronti… io stessa, ho il terrore di ciò che potrei fare con queste mani, che tanto ho desiderato tagliarmi via…- disse, guardandosi i palmi. -Ero indecisa se venire qui o meno, ma alla fine dopo due ore passate a insistere sul fatto che avessi bisogno di parlare con te mi hanno convinta, e sono venuta…- sospirò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, sentendole improvvisamente pesanti come blocchi di cemento, mentre un altro peso le gravava sul cuore con la sua mole. -Ora però sarà meglio andarmene, chiamo gli altri con la radio e chiedo che mi vengano a prendere…-
Senza rivolgere sguardo all’amica, la custode si avviò verso la stanza di quest’ultima. Prima che potesse varcarne la soglia però, si sentì afferrare per un braccio e fu voltata rapidamente, incrociando i chiari occhi di Andrea.
-Dove pensi di andare?- le chiese seria. -E’ vero, quel potere mi fa paura, ma questo non significa che abbia paura anche di te.- affermò, stringendole le mani tra le sue.
-Ma…-
-Ma niente! Anche la prima volta che ti ho vista saltarmi sul davanzale ho avuto paura e ne ho avuta ancora di più quando ti ho vista combattere contro quegli esseri neri fuori dal cinema. Ma non ho mai avuto paura di te… Lo so che questo potere è pericoloso, ma hai detto che finché non sei tu a volerlo usare non succederà niente, giusto?-
-Sì, però…-
-Allora dov’è il problema? Tu non usarlo e basta. Ho capito che fa paura anche a te, ma anche se ora lo possiedi, tu sei sempre la stessa. Sei e rimarrai la mia amica Jessie, una persona leale, sincera, forte e un po’ mattacchiona.- disse la ragazza, donandole un sorriso.
-Grazie, non so dove sarei senza di te…- rispose la keyblader, abbracciando l’amica.
-Jessie, lo sai che per te ci sono sempre.-
Rimasero strette l’una all’altra per un tempo indefinito, finché Andrea non si staccò e mostrò un sorriso a trentadue denti.
-Bene, adesso andiamo a preparare la cena, mangiamo, poi ci cambiamo.-
-Ci cambiamo?-
-Certo! Non penserai di restare chiusa in casa? Stasera si esce!!!-
-Povera me…- sospirò Jessie, mostrando però un sorriso di gratitudine all'amica di sempre.





Finito u.u E' un capitolo transitorio, ma che ha portato qualche novità... La nostra "gatta", il nemico finale, si nasconde nell'ultimo luogo in cui i nostri eroi avessero immaginato potesse trovarsi: le rovine della Sacra Reggia. Qualcuno ci era arrivato o no? <.< Le due amiche si preparano per uscire, ma la serata filerà liscia come credono loro? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Ciao caro :3 Dunque... Jessie sarà sommersa dalla pressione d'ora in avanti, ma con un'amica come Andrea tutto passerà in secondo piano, o almeno si spera u.u E' ancora presto per l'amico della gatta farsi vedere, ma ci sarà una sua qualche apparizione tra un paio di capitoli u.u Chissà cosa farà la gatta ora che Jessie possiede il fantomatico potere perduto? Dici che tenterà di portarglielo via? Chissà? u.u Grazie del commento ^^ A presto!!

Ciccio85: Hola ^^ Non preoccuparti ognuno ha i suoi intoppi e mille problemi, io sono la prima ad averne quindi XD Purtroppo in montagna ha piovuto praticamente tutto il tempo <.< tranne il giorno che sono arrivata e quello in cui sono andata via, ma almeno sono riuscita ad andare al lago che c'era lì vicino :3 Ma faceva un freddo <.< *rabbrividisce* Ma veniamo al tuo commento u.u Sei sicuro che andrà tutto bene? A Jessie? <.< Nah XD Qualche casino le capiterà... ma quali e quando ancora non te lo posso dire u.u *muahahmeggia perché sa* Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo e dei suoi sviluppi ^^ Ciauuuu!!!

Mikhi: Mia caVa :3 Anike ha lasciato tutto nelle mani di Jessie, mentre lei e Stefano si sono dileguati per sempre u.u Vedo che anche qui voi lettori vi siete affezionati ai due spiriti... dovrò riferire agli originali che le loro controparti hanno avuto pieno successo XD Marluxia, come hai ben detto, si accomoda tranquillamente nel ruolo dell'antagonista e di quello di aiutante, ma vedrai cosa non combina nei prossimi capitoli u.u Mmh.. la gatta come "sorella" di Jessie è una teoria molto azzardata, ma ti dirò: non sei lontana dalla verità u.u Tienitela buona per quando avrai più elementi su cui ragionare u.u Hai un pensierino? Esponimelo che sono curiosa <.< Grazie mille per i complimenti ^^ Saooo <3





Anche per oggi abbiamo finito ^^ Oggi faccio un ringraziamento speciale a RikaSuzumiya per aver messo la fic tra le preferite!! Ti lovvo tesoro :3 *spupasha* Ma ringrazio con un megabacione anche voi che leggete soltanto! Siete sempre così tanti e io vi adoVo tutti :3 Ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo*

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Capitolo 66
*** Capitolo 65: Drinks and blades ***


Salve a tutti miei adoratissimi lettori e mie adoratissime lettrici!!! Sono arrivata appena in tempo per postare, scusatemi ç.ç Purtroppo in questi due giorni ho avuto un pò da fare.. Ma passiamo oltre! u.u Banditore!!!! Mi serve il copione!!! *l'omino smette di pescare e le passa il copione* Non sapevo ti fossi dato alla pesca... Ma dimmi... hai già preso qualcosa? *il Banditore nega e indica la pila di stivali* Capisco... spero almeno per te che non siano spaiati... *l'omino sospira e torna al suo hobby* Sì... piccolo intermezzo inutile... Dovrei licenziarlo... Tornando a noi!!! Senza perdere ulteriore tempo vi lascio al chap, ancora transitorio, ma con quel pepe alla fine che credo possa piacervi ^^ Buona lettura!!!


Capitolo 65: Drinks and blades


-Ma sei sicura?-
-Ancora? Ti ho detto di sì!- sbuffò, raggiungendo l’altra nel bagno. -Je, ma mi vuoi dire perché dovresti sentirti fuori posto?- chiese Andrea.
-Perché già prima che scoppiasse tutto ‘sto casino… o meglio…- si corresse. -…da prima che il casino divenisse di dominio pubblico non uscivo con te e gli altri da un po’ e ora che sanno quello che sono… non so come potrebbero reagire…- spiegò la keyblader, mentre spazzolava la sua lunga chioma con attenzione.
-Allora te lo ripeto: ho parlato con gli altri e per loro non ci sono problemi.-
-Ma che ti hanno detto di preciso?- domandò, senza smettere di armeggiare con la spazzola.
-Dunque…- cominciò. -…i ragazzi si sono quasi esaltati, dandoti della Wonder Woman.-
-Scherzi?- fece sbigottita.
-No. Anche perché Luca ti ha vista dalle finestre della scuola, quindi…-
-Ah bè, allora è tutto chiaro…- dedusse Jessie.
-Già, poi Davide ha dato corda alle parole di Luca, invece Claudia l’ha presa con filosofia e le è dispiaciuto non vederti all’opera, anzi, si è chiesta perché non ti sei spostata vicino la vecchia sede… avrebbe fatto il tifo per te!-
-Oh… le spiegherò… in ogni caso, mi aspettavo peggio…- concluse, fissando il suo riflesso con poca convinzione. -Sono orribili.- sentenziò, indicando i suoi capelli con lo sguardo.
-Ma va, ti stanno bene slegati!- esclamò l’amica. -Dovrebbero essere ridotti ad uno schifo per via di tutti i combattimenti che affronti, invece sono sempre belli!-
-Credo sia merito della magia…- disse la custode, prendendo una ciocca tra le dita.
-Può darsi… comunque stasera ci sarà solo Claudia, i ragazzi non vengono.-
-Come mai?-
-C’è la partita di calcio dei fratelli e non possono mancare. Sono stati minacciati.- replicò ridendo.
-Capito… peccato, mi sarebbe piaciuto salutarli nonostante tutto…-
-Li saluterai la prossima volta no?- sorrise Andrea.
-Già…- rispose, accennando un sorriso. -Sempre se ci sarà una prossima volta…- pensò poi, avviandosi in sala. -E quindi, chi ci accompagna al pub? Lo sai che se guidi non bevi e se bevi non guidi vero?-
-Certo che lo so!- esclamò l’altra. -Ci accompagnano i genitori di Claudia, che poi se ne vanno a vedere un film e poi ci vengono a riprendere, tutto calcolato!-
-Se dovrò organizzare una festa di gala con migliaia di invitati ti mando a chiamare!- affermò Jessie.
-Che faresti senza di me?-
-Oh, tante cose…- ammise con sicurezza, annuendo col capo.
-Brutta antipatica!- ribatté Andrea, rincorrendo l’amica per tutta la casa, che si riempì delle loro risate spontanee. Qualcosa di cui avevano bisogno e che mancava a entrambe in egual misura.

Attraversata la porta del pub, la custode emise un lungo sospiro stanco, attirando l’attenzione delle amiche.
-Mi dispiace che mia madre ti abbia fatto il terzo grado, ma sai com’è…- si scusò Claudia.
-Non preoccuparti è stato peggio quando ho spiegato tutto ai miei, ma non indugiamo oltre e troviamoci un tavolo!- esclamò per risposta la castana, sorridendo all’amica.
La ragazza che completava il trio aveva un anno in meno rispetto alle amiche, ma era di pari maturità. La carnagione chiara del viso risaltava particolarmente grazie all’agitata cascata di capelli corvini che lo circondavano ed era illuminato dal caldo color cioccolato delle sue iridi.
Si addentrarono nel locale, oltrepassando la seconda coppia di porte e si trovarono davanti al lungo bancone, dietro al quale facevano bella mostra di sé numerose bottiglie dei più svariati tipi di alcolici.
Si diressero con sicurezza verso destra, entrando così in una saletta che ospitava diversi tavolini bassi e rotondi di svariate dimensioni, attorniati da numerosi sgabelli, mentre quelli addossati alle pareti presentavano la comodità di un morbido divanetto dalle tinte scure.
Le pareti e il pavimento di legno, tipici dei locali in stile western, emanavano un odore tenue e la musica in sottofondo trasmetteva una bella sensazione di accoglienza. L’insieme donava calore e serenità a chiunque vi mettesse piede.
Le tre ragazze andarono spedite e decise in fondo alla saletta e si accomodarono su un divanetto ad angolo, seguite da una cameriera dagli occhi chiari e i capelli scuri raccolti in due corte trecce che le circondavano il viso.
-Torno tra un po’ a prendere le ordinazioni.- comunicò, consegnando le liste, prima di lasciare le clienti alla tranquillità del luogo.
-Poca gente stasera o sbaglio?- domandò Jessie, sfogliando la lista.
-Sono tutti fuori nel retro del locale a guardare la partita…- spiegò Andrea. -Io ho deciso!- esclamò poi, poggiando la lista aperta sul tavolo. -Prendo l’Angelo Azzurro!-
-Sempre roba forte tu, eh?- costatò la castana. -Io invece un semplice coca malibù… tu Claudia?-
-Sex on the beach…- disse, chiudendo il libretto. -Allora Jessie, raccontami un po’ che vita fai nello spazio? Andrea mi ha accennato qualcosa, ma sono curiosa!-
-Che dirti? S’incontrano persone strane e poco normali… anche se alcune non erano propriamente persone…-
-Che intendi?-
-A proposito!- esclamò l’amica rimasta in disparte. -Hai fatto la foto al drago?-
-Mi dispiace, ma non ce n’è stato il tempo…- confessò la keyblader, interrompendosi un momento all’arrivo della cameriera, la quale, prese le ordinazioni, se ne andò di nuovo.
-Drago?- s’intromise la mora, fissando Jessie a occhi sgranati.
-Ma me l’avevi promesso!- sbuffò l’altra.
-Ho capito Andrea, ma gli abitanti del castello mi puntavano contro lance e balestre oltre a sguardi ostili… Come avrebbero reagito secondo te, se avessi tirato fuori una macchina fotografica?- domandò serafica.
-Forse non hai tutti i torti…- ammise.
-Esatto.- annuì. -Ecco cosa intendevo al fatto che non fossero tutte persone…- disse, riprendendo il discorso. -Ho fatto amicizia con una dragona nell’ultimo mondo in cui sono stata.-
-E com’era?-
-Di buona compagnia, ci capivamo a sguardi e in battaglia si è rivelata un’alleata preziosa.-
-Ma c’è qualcosa che non capisco, perché ti puntavano le armi contro? Non hai combattuto per difenderli?-
Quella domanda, seppur posta con innocenza e senza sgradito fine, ebbe l’effetto di una pugnalata al cuore per Jessie, che inaspettatamente frenò l’intento della coetanea di aiutarla con una risposta inventata sul momento.
-C’è qualcosa che non va?- chiese la mora.
Con calma e serenità dipinte in volto, la custode del Tramonto spiegò a grandi linee il perché del comportamento bellicoso degli abitanti di quel mondo nei suoi confronti.
-E non ti ha dato fastidio che invece di ringraziarti ti abbiano cacciata?- domandò stupita.
-Più che fastidio… mi rende un po’ triste, ma come ho già spiegato ad altri, non posso di certo pretendere che tutti la pensino alla stessa maniera ti pare? Inoltre, non faccio loro una colpa della reazione che hanno avuto… cercavano solamente di proteggere ciò che ritengono importante…-
Bloccò una possibile risposta dell’amica, sentendo arrivare la cameriera con le loro ordinazioni.
-Tu sei troppo buona fattelo dire…- sospirò la più giovane, riprendendo il discorso. -Mi sembra impossibile che proprio tu possa diventare cattiva…- prendendo a sorseggiare il suo cocktail.
-Perché tu non l’hai mai vista combattere…- mormorò una voce alle spalle della custode, che non si voltò, ma chiuse le labbra intorno alla cannuccia e bevve un lungo sorso del suo coca malibù.
-Più che vedermi combattere, io parlerei di farmi da avversario… non credi Marluxia?- chiese, all’indirizzo del nuovo venuto, che s’imbronciò alla reazione della ragazza.
-Ma come? Vengo a trovarti e tu nemmeno mi guardi?-
-Comincia a dirmi cosa vuoi da me.- sibilò seccata.
-Sei crudele sai?-
-Bada che è l’ultima volta che lo dico: cosa vuoi?- ringhiò quasi, voltandosi verso il suo nemico dai capelli rosa, comodamente seduto su una sedia del pub.
La nocciola s’immerse nell’oceano blu delle iridi del Ritornante che osservò quelle due polle grondanti d’ira con interesse crescente.
-A quanto pare è vero…- ghignò. -Sei entrata in possesso del potere perduto…-
-E allora?-
-Oh nulla, volevo solo verificare con i miei stessi occhi… sai, non avevo mai visto la mia compagna così contenta ed ero curioso…-
-Bene, ora che hai verificato puoi anche andartene!- urlò quasi la keyblader, sbattendo un pugno fumante sul tavolino. -Altrimenti sarò costretta a mandarti via a calci… e ti rammento che l’ho già fatto…- disse, fulminandolo con uno sguardo gelido e furente.
-E io ti ricordo che era l’oscurità del tuo cuore a spingerti a tanta violenza verso il mio bellissimo viso…-
-Hai scordato la clausola da te citata? Ho un potere nuovo e una fiamma che brucia ogni cosa fino a non lasciare nient’altro che un ricordo di ciò che l’ha toccata…-
-Mi stai forse minacciando?-
-Tu che pensi?- lo sfidò. -Magari questa è la volta buona che mi lasci in pace… volevo solamente farmi una bevuta invece arrivi tu a rompere le scatole…- proseguì. -E come ti ho già detto, io non sopporto le persone insistenti…-
Un brivido corse lungo la schiena del Leggiadro Sicario. Paura o eccitazione? Nemmeno lui seppe dirlo, ma un mefistofelico sorriso gli allungò le labbra sottili. -Ti aspetto fuori…-
Le tre ragazze lo guardarono svanire, avvolto in una scia di nere spire, mentre l’eco della sua leggera risata si perdeva nella sala vuota del locale.
-Je, chi era quel tipo?- chiese la mora con timore.
-Quello è Marluxia, uno dei due pazzi che mi danno tanti problemi…- sospirò. -Meglio uscire, prima che qualcuno si faccia male…- si alzò e s’incamminò verso la porta. -Se non avete capito, voi due restate dentro.- disse a metà strada, quando si accorse di essere seguita dalle amiche.
-Ma Je! Noi vogliamo vederti all’opera!- esclamò la castana dalle iridi azzurre.
-Andrea, tu lo sai cosa si rischia… restate dentro per favore…-
-Ti guardiamo dalla porta!- propose Claudia. -Non ti daremo fastidio!-
-Certo che con voi due è tutto fiato sprecato…- affermò con un lungo sospiro rassegnato. -Vorrà dire che alzerò una barriera intorno a me e Marluxia… almeno non distruggiamo niente…-
Così deciso, la custode uscì a passo tranquillo dal pub, trovando nel parcheggio antistante, il suo avversario a braccia incrociate.
-Era ora!- si lamentò.
La castana non rispose, continuando a camminare, e si fermò solamente quando fu a poco più di un metro di distanza dall’altro. -Vogliamo cominciare?-
-Tsk, mi fai aspettare e poi hai anche una tale faccia tosta?- replicò l’uomo, alzando il braccio destro con cui evocò la sua falce dal lungo manico blu come la notte più scura e l’affilata e lucente lama d’antracite lucente ai raggi lunari, assieme ad una barriera trasparente, che li circondò. -Così non verremo disturbati.-
Jessie sorrise divertita, dopodiché richiamò entrambe le sue chiavi, mettendosi con il braccio destro in avanti e il sinistro indietro, pronta a dar battaglia.
-Sappi Marluxia, che il tuo bel faccino pagherà per essermi venuto a disturbare proprio stasera.- avvertì, prima di lanciarsi sul Ritornante, che portò la sua arma orizzontalmente davanti a sé.
La Via del Tramonto, mostrando la sua ala finalmente riaperta dopo secoli, si scontrò violentemente con la falce, provocando scintille e una forte onda d’urto, che però non smosse i due contendenti dalle loro posizioni.
All’improvviso, l’Artiglio della Notte fu scagliato in avanti, dal basso verso l’alto, per minare la difesa nemica e colpire il volto circondato dalla fluente chioma rosa.
L’ex numero XI, però avvertito il pericolo, scattò all’indietro con un alto e rapido balzo, rialzando subito dopo la sua arma per distruggere la palla di fuoco che altrimenti l’avrebbe colpito al petto. La ragazza lanciò entrambi i keyblade, uno dietro l’altro, dopodiché si alzò in volo a pochi centimetri dal suolo, giungendo in breve di fronte all’uomo, che aveva appena rimesso i piedi a terra.
-Aero!- gridò, mettendo la mano destra avanti.
Un vortice d’aria fredda circondò l’intero corpo del Ritornante, che si difese evocando una cupola fatta di folti e resistenti rami.
-Quattro foglie non ti proteggeranno! Flare!- urlò Jessie, puntando i palmi verso la cupola di vegetazione.
Un intenso vortice di fiamme scarlatte avvolse quell’intrico di rami e foglie, consumandolo fino all’ultima cellula.
La custode osservò il falò da lei provocato per qualche secondo, prima di girarsi e guardare alle sue spalle. -Hai deciso di fare sul serio?-
-Bè, anche tu non ci stai andando leggera, ma so che puoi fare di meglio…- rispose Marluxia.
-Coraggio allora, ti sto aspettando.- sentenziò la custode, riportando il proprio corpo in posizione di guardia.
Il Leggiadro Sicario, al contrario delle sue aspettative, allungò il braccio sinistro in avanti. -Danza di petali!-
A quelle parole, un fitto sciame di petali neri come la pece si materializzò dal niente e si diresse a gran velocità verso la ragazza dagli occhi color nocciola.
La keyblader attese fino all’ultimo secondo prima di evocare un Reflex, su cui rimbalzò l’attacco, ma che non lo distrusse. La barriera rosata s’infranse in una miriade di frammenti una volta esaurito il suo effetto e quella marea di piccole lame tornò in formazione e si gettò sulla custode, prendendo le fattezze di un vortice.
Di secondo in secondo, quelle nuove e inaspettate armi tagliarono in vari punti le braccia scoperte di Jessie, che aveva portato le due chiavi a difesa del resto del corpo, chiudendosi su se stessa.
-Vediamo se questi cosi resistono anche al fuoco…- pensò, prima di scatenare quella nuova fiamma che le scorreva nelle vene.
Un enorme rogo, fatto di scoppiettanti lingue cremisi, prese forma allargandosi e allungandosi, per sfamarsi dell’ossigeno presente intorno a sé, come una vorace belva da tempo a digiuno.
Marluxia osservò con tanto d’occhi quel vivo inferno sceso nel mondo mortale e rabbrividì al pensiero di essere sempre stato accanto a qualcosa di simile, anche se mai ne aveva avuta prova se fosse fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista.
-Mi chiedo se sia possibile fermare una simile furia…- domandò a se stesso, mentre notava la cenere rimasta dei suoi petali svanire ancora prima di toccare il suolo, perché distrutti dalla violenza di quel fuoco innaturale, che iniziava lentamente ad esaurirsi, rivelando l’intatta figura della sua evocatrice.





Lo so, il capitolo in sé per sé fa schifo... però la parte finale è accettabile no? Ditemi di sì T.T Come finirà lo scontro tra Jessie, Marluxia e il bel faccino del suddetto? xD Lo saprete nel prossimo capitolo!
See ya!!!

ps: Luca, Davide e Claudia sono persone reali, ma solo Claudia mi ha dato il permesso di "usarla" come personaggio della fic u.u Sarebbe stato esilarante metterci anche i ragazzi, peccato XD




L'angolino dedicato a voi u.u

Deby92: My dear :3 Come va? Non preoccuparti se non hai recensito il capitolo scorso ^^ Sei andata in vacanza e le vacanze sono sacre u.u Sono contenta che ti siano piaciuti entrambi i capitoli ^^ Ti dirò, la parte con Axel l'ho scritta io da sola, ma la mia assistente/compagna di ventura/amicona che nella fic è Andrea l'avrebbe scritta uguale XD Quando siamo insieme non ci ferma nessuno XD Spero che anche questo ti piaccia, ma mi rendo conto da sola che è una schifezza <.< A presto caVa <3




Anche per oggi abbiamo finito ^^ Come sempre ringrazio tutti voi che leggete soltanto, siete sempre così tanti che mi commuovo ç____ç Vi adoVo tutti XD Ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya!!! *svanisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore cade in una botola con canna da pesca e stivali annessi*

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Capitolo 67
*** Capitolo 66: L'ira della rosa bruciata ***


Ohayo a tutti miei carissimi lettori e carissime lettrici!!! ^^ Eh, lo so... ormai siamo a settembre, è una mia impressione o le vacanze quest'anno sono volate più del solito? ç.ç Presto ricomincerà il solito tran-tran e la cosa penso che non entusiasmi nessuno <.< Ma passiamo oltre! u.u Banditore! A me il copione! *l'omino suona la trombettina e le porge il copione* Sei diligente oggi come mai? <.< *il Banditore indica la canna da pesca* Ancora? Ah, bè, se ti piace tanto vai pure a pescare... <.< *l'omino ringrazia e se ne va* Vallo a capire, l'ultima volta ha preso solo vecchi scarponi... mah... Comunque! u.u Veniamo a noi! Avevamo lasciato Jessie e Marluxia impegnati in uno scontro violento all'ultimo colpo, come andrà a finire? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

ps: adoro il titolo di questo capitolo e non ringrazierò mai abbastanza l'amico che mi ha aiutato a trovarlo :3


Capitolo 66: L’ira della rosa bruciata


In breve tempo, l’entrata del pub fu raggiunta da chiunque si trovasse al suo interno, compreso chi vi lavorava, attirato dai rumori provenienti dall’esterno.
In prima fila, Andrea e Claudia osservavano con apprensione lo svolgersi del combattimento e temerono il peggio quando scorsero l’amica circondata dal turbine di petali neri. Tuttavia, quando videro quelle tremende e violente fiamme comparire dal nulla, non riuscendo più a cogliere il profilo della custode, il terrore strinse loro il petto come la morsa di una tagliola.
-Ma dov’è Jessie?- chiese la mora.
-Tra le fiamme credo…- mormorò la castana, spostando lo sguardo sul Ritornante.
-Speriamo che stia bene…-
-Secondo me, sta meglio di noi due messe assieme.- ghignò.
-Come fai a dirlo?-
-Guarda la faccia di quello là…- disse, indicando col capo l’uomo dai capelli rosa. -Sta aspettando qualcosa…-
Riportarono la loro attenzione all’enorme rogo scaturito dal niente, che al contrario di com’era apparso, si stava lentamente estinguendo, rivelando al suo esatto centro una figura eretta con le sue armi lungo i fianchi.
-Lo sapevo! Vai Jessie, fallo nero!!!- urlò la ragazza con gli occhi azzurri, alzando un pugno.
-Ma cosa urli?!- esclamò Claudia. -Guarda che non ti può sentire.-
-Invece mi ha sentita benissimo! Guarda!-
La keyblader, infatti, aveva sollevato il braccio destro e, fatta svanire la Via del Tramonto, aveva mostrato il pollice alzato, in segno affermativo.

La ragazza dai lunghi capelli castani osservò il suo avversario da capo a piedi e notò i suoi pugni stretti, scossi da un lieve tremore, e un’espressione di stupore misto a rabbia sul suo viso.
-Allora Marluxia, vogliamo riprendere?-
-Tsk.- sputò il rosato. -Solo perché hai distrutto i miei petali, non significa che tu abbia vinto!- urlò, mostrando la sua ira crescente. -I giochi sono finiti!-
Impugnò la sua falce con entrambe le mani, portandola alle proprie spalle per poi lanciarla come un boomerang verso il suo obiettivo.
Jessie si preparò a ricevere l’arma del nemico con il solo Artiglio della Notte. Allargò le gambe per resistere al contraccolpo e portò la lama orizzontalmente davanti al viso, reggendola con la sola mano sinistra per l’impugnatura, attendendo il momento giusto in cui agire.
Alla fine, rapida e letale, la falce la raggiunse e si scontrò violentemente con il keyblade, producendo scintille. A quel punto, strinse i denti e resistette alla forza che si stava abbattendo su di lei, lasciando una situazione di stallo: la falce a mezz’aria, retta da una mano invisibile, contro la lama della chiave della Notte.
Solo in quel momento si accorse della presenza alle sue spalle e avvertì una lama sottile appoggiata sulla sua gola.
-Alle spalle?- domandò senza distrarsi. -Non è leale sai?-
-Oh, mi dispiace.- rispose Marluxia con finto rammarico. -Credo di essermi perso quella lezione a scuola…-
-Cosa pensi di fare ora? Non so quanto ti conviene farmi fuori…-
-Non hai tutti i torti…- ammise l’ex-numero XI. -Ma sono curioso di vedere come farai a uscire da questa situazione.-
-Oh vedrai, sono una ragazza piena di sorprese.- asserì lei, allungando velocemente la mano destra in avanti.
Sotto gli occhi sgranati e stupiti del suo avversario, impugnò la falce, simbolo della nera signora, e compì un giro su se stessa, indirizzando la lama verso l’uomo.
Il Leggiadro Sicario balzò rapidamente all’indietro, evocando però una nuova arma: una frusta verde smeraldo irta di spine su tutta la sua lunghezza.
Stretta la dritta sull’impugnatura, la fece scattare in avanti, catturando tra le sue spire il manico color cobalto scuro della sua falce e quando rimise i piedi a terra prese a tirare con tutte le sue forze.
La custode del Tramonto ghignò divertita, cominciando a tirare a sua volta, dando il via a un tiro alla fune in apparente equilibrio.
-Caro Marluxia, me l’hai lanciata contro, non credere di riaverla tanto facilmente!- esclamò, privandosi anche della seconda chiave e mettendo la mano sinistra accanto alla sorella. -Quake!-
La magia prese vita dalle sue mani chiuse e si trasmise all’arma che stringevano, scuotendola come la terra scossa da un tremendo terremoto, dopodiché corse lungo la frusta di spine, raggiungendo l’avversario.
Nuovamente Marluxia fu percosso da quella violenta magia, che con altrettanto impeto lo colpì dritto al petto e lo scagliò contro l’invisibile parete da lui stesso creata.
Lo sguardo color nocciola della ragazza, lo seguì come se fosse incatenato alla sua immagine, per non perdersi alcun movimento e non farsi cogliere alla sprovvista, mentre stretta tra le sue dita si trovava ancora l’arma dalla lama d’ossidiana, sempre lucente alla luce della luna e dei lampioni, da cui pendeva priva di vita la lunga frusta del colore delle foglie in primavera.
Il corpo del Ritornante scivolò lentamente al terreno e dei colpi di tosse si levarono nel silenzio teso come una corda di violino, pronto a spezzarsi.
-Non… credere di avermi sconfitto…- disse con il fiato corto, alzando la mano destra per poi stringerla a pugno.
La seconda arma dell’uomo si raddrizzò, animata da vita propria, prendendo a oscillare come un serpente deciso ad attaccare la sua vittima. Infatti, prima che Jessie potesse reagire, questa scattò avvolgendosi attorno alle nude braccia della ragazza, che trattenne a stento un urlo di dolore, quando le spine della frusta le penetrarono nella carne.
Un gemito sfuggì alle sue labbra, all’aumentare della morsa, e fu costretta ad aprire le mani, cosicché la falce cadde al suolo, producendo un tonfo metallico quando la lama cozzò con il suolo.
-Accidenti…- sibilò la castana, lanciando occhiate colme d’odio verso la corda verde e verso il suo avversario, che nel frattempo si era rialzato e aveva richiamato a sé la sua arma prediletta.
-Ti vedo in difficoltà piccola Jessie…- affermò divertito, lasciandosi scappare una piccola risata soddisfatta.
-Non cantare vittoria troppo presto Marluxia!- esclamò lei. -Finché avrò fiato in corpo e il sangue scorrerà nelle mie vene non mi arrenderò!-
-Finché il sangue scorrerà nelle tue vene?- ripeté. -Rimediamo subito a questo inconveniente.-
Schioccò le dita e la frusta si animò nuovamente, allungandosi e aumentando il numero dei suoi sottili aculei. Come una sfuggente anguilla si mosse rapida sul corpo della ragazza, mentre le spine affondarono ancora di più e iniziarono a cibarsi del caldo sangue forgiato a fuoco vivo, imitando le zanne di un vampiro assetato di quella linfa vitale che gli è negata dalla sua stessa natura.
-Non ti dispiace se la mia piccolina prende in prestito un po’ di sangue vero?- domandò con una risata. -Preparati perché oggi sarai sconfitta!- urlò, lanciandosi in direzione della sua avversaria a falce sguainata.
La keyblader strinse i denti e sbatté le palpebre per mettere a fuoco il mondo intorno a sé, poiché iniziava a risentire della perdita continua di sangue.
-Dannazione!- sibilò a denti stretti, mentre la sua mente correva veloce per trovare una via d’uscita da quella situazione, che stava raggiungendo un livello pericoloso.
-Posso provare a bruciarla… ma potrebbe non funzionare dato che c’è il mio sangue…- ragionò in fretta. -Che diavolo faccio?!-
Il Leggiadro Sicario guardava soddisfatto il suo operato, con un mefistofelico ghigno ad allungargli le sottili labbra rosee, mentre si avvicinava sempre di più alla castana. Il pensiero di aver messo in difficoltà la custode lo scosse nel profondo della sua anima nera, come una potente scarica elettrica e di conseguenza a quell’ondata di euforia, cominciò a ridere, sguaiatamente, provocando l’irritazione della sua avversaria.
-Cosa farai ora piccola Jessie?- domandò sentitamente divertito, ormai vicino al suo obiettivo.
La ragazza trattenne un ringhio, dopodiché mise in atto una strategia azzardata, che poteva condurla facilmente alla vittoria, ma al contempo alla sconfitta.
-Non ho ancora gettato la spugna!- urlò come risposta. -Energiga!-
Una cupola di luce color smeraldo la circondò, ridandole una piccola parte delle sue forze perdute. Quando l’effetto della magia terminò, la castana compì un lungo balzo in avanti, atterrando a pochi centimetri dal suo nemico, bloccando la sua avanzata. Trattenne i gemiti dovuti al dolore, provocato dalle spine, e lo afferrò per le braccia, aggrappandosi con tutto il proprio peso alla divisa d’ossidiana.
Marluxia sgranò gli occhi blu e provò a liberarsi dalla ferrea presa della keyblader, abbandonando la falce. -Staccati immediatamente da me!- le sputò contro.
-Te lo sogni…- rispose lei, fissandolo con le sue iridi color nocciola, attraversate da una scintilla di adrenalina, come una fiamma orgogliosa che brilla senza la paura di potersi spegnere. -Se non posso distruggere la tua arma, distruggerò te!-
A quelle parole, nuovamente il fuoco esplose attorno alla sua figura, avvolgendo anche il corpo del Ritornante in una trappola mortale.


***


Osservava con fare annoiato e sguardo perso, l’infinità buia e senza fondo dello spazio cosparso di punti luminosi, ovunque si volgessero gli occhi. Seduto sul sedile della gummiship, con il volto poggiato stancamente sulla mano destra, il keyblader dai capelli argentati sospirò.
Un lungo sospiro colmo d’ansia e nostalgia per la mancanza della propria compagna, di colei che lo completava perfettamente, come l’incastro di due pezzi di un puzzle, che per troppo tempo sono rimasti lontani e chiusi nella scatola.
In quel momento poteva facilmente comprendere come si fosse sentito il suo predecessore, Stefano, quando capì che Anike era la sua esatta metà e cadde nel terrore più profondo al pensiero di poter assistere anche lui alla morte della sua compagna, com’era accaduto nel lontano passato.
Serrò le palpebre, scuotendo la testa con forza. -Jessie sopravvivrà. Non la lascerò in balia del suo destino…- pensò risoluto, facendo tornare alla luce le sue iridi color acquamarina, per riportarle alla contemplazione del vasto e immenso universo senza fine.
Un nuovo sospiro si levò alle spalle del custode dell’Alba, ma quest’ultimo non lo udì.
Il ragazzo dai capelli castani si appoggiò al bordo della soglia della sala comandi, in quel momento vuota, fissando lo sguardo dalla tinta celeste sul proprio migliore amico.
-Qualcosa non va Sora?- domandò una voce, accanto a lui.
-Axel…- iniziò il keyblader. -Sono preoccupato per Riku… non l’ho mai visto così…-
-Già… immagino che volesse andare con Jessie ma credo abbia capito da sé che è stato meglio così.- sbuffò appena, grattandosi la nuca. -Però, deve mancargli la sua presenza, soprattutto dopo le cose che abbiamo scoperto…-
-Tu cosa pensi Axel? Riguardo Jessie intendo…-
-E’ sempre la stessa ma ora anche lei agirà in modo diverso.- disse il rosso. -Sa che ogni sua mossa potrebbe essere pericolosa per noi e per lei, perciò credo che d’ora in poi sarà più chiusa nei nostri riguardi e starà parecchio sulle sue, per cercare di capire come comportarsi.- concluse. -E tu invece?-
-La penso come te, ma credo che Jessie, nonostante si sia arresa a ciò che deve accadere, abbia qualcosa in mente…- rispose, voltandosi verso il Ritornante.
-Tu dici?-
-Sì, me lo sento…- mormorò, portando nuovamente lo sguardo sull’amico dai capelli argentei. -Riku?- domandò ad alta voce. -Che ti prende?- chiese ancora, avvicinandosi.
Il custode della Via per l’Alba era in piedi, con i pugni tremanti lungo i fianchi, e gli occhi sgranati. -Jessie sta combattendo! Dobbiamo raggiungerla!- urlò.
-Sei sicuro di quello che dici?- fece il ragazzo vestito di bianco.
-Certo che ne sono sicuro Axel! Lo sento! Sento la presenza del fuoco di Jessie e dubito che lo usi per giocare!-
-Muoviamoci allora!- ribatté il numero VIII, aprendo un varco di luce.
-Ragazzi cosa succede?- domandò Kairi, attirata dalle urla.
-Jessie è nei guai, noi andiamo a controllare.- rispose Sora. -Dillo tu al re!- continuò rapido, seguendo i compagni nel passaggio.


***


Un vortice del colore della pece si era alzato all’improvviso per contrastare quelle grandi e feroci fiamme cremisi, evocate dalla custode del Tramonto.
Esattamente al centro di quell’improvvisato campo di battaglia, due energie apparentemente di eguale forza e resistenza, l’una rossa e l’altra nera, entrambe però portatrici di morte e distruzione, si fronteggiarono per lunghi e interminabili istanti, prima che quello scontro terminasse con una tremenda esplosione.
Un grande polverone color piombo colmò tutta l’area racchiusa nella barriera invisibile, lasciando tutti coloro che stavano assistendo col fiato sospeso e con una sola domanda in mente: chi era uscito vincitore da quella battaglia?
Lentamente la nube grigia si dissolse e quando anche gli ultimi granelli, simili a minuscoli insetti svolazzanti, si posarono a terra, apparvero le due figure che avevano scatenato quel contrasto senza quartiere.
La ragazza dai lunghi capelli castani si trovava in piedi, leggermente curvata in avanti, che si teneva il fianco sinistro con la dritta, da cui copiosa usciva la densa e scarlatta linfa vitale. Il respiro era ben paragonabile a un lieve alito di vento nella soffocante afa estiva e il suo viso sporco era attraversato a tratti da alcune goccioline di sudore, che correvano verso il basso, spinte dalla forza di gravità. I suoi abiti mostravano numerosi buchi, a testimonianza degli spessi aghi di quella frusta tanto simile a un viscido serpente, e parecchi tagli, lasciati da quei petali neri affilati come le lame di mille coltelli.
A una decina di metri da lei, il Ritornante dalla lacerata veste scura, anch’egli piegato in avanti, si teneva le mani premute sul volto. Il suo intero corpo tremava come una foglia smossa da un terribile vento, portatore di tempesta, finché un agghiacciante urlo di dolore, simile al latrato di una bestia, si levò dalla sua figura.
La keyblader si spaventò all’udire quella manifestazione di massima sofferenza e i brividi della paura le corsero rapidi lungo la spina dorsale.
La sua paura divenne terrore, quando Marluxia tolse le mani dal proprio viso, lasciandolo scoperto. Sgranò gli occhi di fronte alla tremenda tumefazione che deformava il lato destro del volto del Leggiadro Sicario, sul quale lampeggiavano le due iridi color zaffiro. Inconsciamente, arretrò di un passo, scatenando l’ira del suo nemico.
-Me la pagherai custode del Tramonto!- gridò, sfoderando senza remore la propria arma. -Non posso ucciderti, ma lasciarti a un soffio dalla morte mi è ben concesso!-
L’uomo dalla chioma rosata, ormai bruciata e annerita per quasi la sua totalità, si lanciò verso la sua avversaria, che inerme e priva di forze lo osservò avvicinarsi, attendendo la vendetta per le sue azioni.
L’ex numero XI la gettò a terra con una spinta del manico della sua falce, diretta allo stomaco.
La guardò con odio e rabbia, ma per un attimo godette nel vederla prona ai suoi piedi e si sentì come un boia cui però viene negata la possibilità di fare il suo mestiere. Tuttavia, il disprezzo e l’odio presero prepotentemente il sopravvento sul suo cuore oscuro e una nuova, sadica, idea illuminò quel viso sfigurato.
La falce scomparve dalle sue mani inguantate, sostituita dalla frusta irta di spine.
Nessuna parola uscì dalle sue labbra, ancora rosee nonostante tutto, ma una risata malvagia e folle, che accompagno la prima sferzata di quell’arma terribile.
Un nuovo urlo disumano trafisse il muto etere e giunse chiaro e forte alle orecchie degli spettatori, che osservavano impotenti quella violenza. Pochi istanti dopo, un altro grido, seguito da un terzo.
-Basta!- urlò Andrea, mettendo mano alla maniglia della porta.
-Ma cosa vuoi fare?!- la bloccò Claudia.
-Non lo so, ma non posso stare qui mentre Jessie…- si zittì a causa di un altro urlo, questa volta ben più debole dei precedenti. -Devo aiutarla!-
Un’intensa luce apparve all’improvviso davanti all’entrata del pub e tre figure ridiedero speranza alla giovane dagli occhi azzurri.
-Axel!-

Le sue urla lentamente si erano spente, sostituite da gemiti strozzati.
La sua mente si trovava sull’orlo di un abisso e l’unica cosa che la teneva ancora legata alla realtà, era il dolore provocato dalle frustate, che colpivano la sua schiena con violenza.
In esse, tutta la rabbia e l’odio del suo avversario.
Non aveva più sensibilità verso il suo corpo, l’unica cosa che avvertiva era il sangue scorrere dalle ferite ad ogni nuova sferzata, come l’acqua piovana che scorre lentamente sulla nuda e fredda roccia.
I suoi occhi socchiusi, coperti da una leggera ciocca di capelli, scorgevano solo l’ombra del suo giustiziere e la sua mente spenta aveva registrato il ritmo dei colpi. Ogni dieci secondi, la sua schiena veniva raggiunta dallo strumento di vendetta di Marluxia.
Dalla sua gola riarsa ormai non uscivano nemmeno gemiti, solamente rantoli, ricordi di ciò che era un respiro vero e proprio.
Qualcosa, improvvisamente, risvegliò il suo pensiero. Erano passati quasi venti secondi, perché il dolore non arrivava?
Al suo posto, un suono cristallino, leggero e possente al tempo stesso, raggiunse le sue orecchie e un’ombra poco nitida, come se la cosa che la producesse fosse liquida, le fece sollevare di poco le palpebre stanche e deboli.
Qualcos’altro le scostò i capelli dagli occhi e una voce amica le strappò un sorriso mentale.
-Jessie adesso ci siamo noi.- disse Sora con una vena di rabbia.





Capitolo lunghissimo lo ammetto, ma che volete farci? Ci avevo preso gusto! xD Spero che vi sia piaciuto e che il nuovo aspetto del "bel faccino" di Marluxia vi abbia quantomeno sorpresi! Jessie era in pericolo, ma sono giunti i suoi compagni per aiutarla, come andrà a finire? Lo saprete la prossima volta!!!
See ya!!!


Ecco a voi un altro disegno di Jessie!!! Sempre opera della bravissima Mikhi!!! Complimenti è bellissimo *-*




Non è stupenda? *-* Ammiratela!!! XD

L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Non preoccuparti per la rencesione mancata, non importa ^^ Eh no, la cara Jessie non ha pace u.u Marluxia è un rompiscatole per eccellenza in questa fic XD La fine della fic? Temo di averti dato un'impressione sbagliata u.u E' vero, hanno scoperto dove vive la gatta, ma non ci arriveranno di certo con facilità u.u La fine della storia è ancora lontana ^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto ^^ A presto!

Mikhi: Ciao cara :3 non importa se non hai recensito la volta scorsa, quindi stai tranquilla ^^ So bene che in montagna internet è un'utopia XD Sono contenta che i due capitoli ti siano piaciuti, spero che anche questo ti soddisfi ^^ Appena ho visto il tuo disegno ho salvato il link e l'ho tenuto al caldo per inserirlo nel capitolo di oggi *-* E' stupendo!!! *abbraFFa* Grassie mille <3 Ciauuu <3

Deby92: My dear :3 Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ E' vero, Marluxia è proprio uno svitato e vedrai che più avanti peggiorerà XD Spero che anche questo capitolo ti sia sembrato interessante ^^ A presto <3




Allora, allora u.u Oggi ringraziamo con un abbraccio grande grande BeRRy_aPPle per aver messo la fic tra le seguite ^^ Grassie :3 Ovviamente, ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto! Siete sempre così tanti ç.ç Vi adoVo :3 Ora mi eclisso u.u Ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya!!! *svanisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore cade nel fiume e in una botola sul fondo* Muahahahah!!! XD

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Capitolo 68
*** Capitolo 67: Commiato ***


*arriva a tutta velocità su un monopattino* Pista!!!! *il Banditore che era lì ad aspettarla si lancia a terra, ma finisce in un cespuglio di ortiche* Scusa!! *l'autrice scende dal monopattino* Banditore sei ancora intero? *quello grugnisce prima di iniziare a grattarsi* Bene, allora ti lascio alle tue faccende... *si gira verso il pubblico* Buona sera miei carissimi lettori e mie carissime lettrici :3 Perdonatemi se giungo qui così tardi, ma in questi giorni non sono stata molto bene e ho avuto qualche impegno, nonché determinati... come dire... fattori che mi distraevano u.u *mette via psp e gioco annesso* Ma veniamo a noi u.u Avevamo lasciato i nostri eroi a proteggere Jessie dall'ira di Marluxia, cosa sarà successo poi? Leggete e scoprite!!! Buona lettura!!! ^^

ps: capitolo lunghissimo di transizione, ma che porterà molte novità ;3


Capitolo 67: Commiato


Assicuratosi che l’amica respirasse ancora, il custode della Catena Regale rialzò il viso ottenebrato dalla rabbia e dallo sdegno che per la prima volta avvertiva verso quel nemico che non voleva arrendersi. Tuttavia, la sua rabbia era nulla al confronto di quella dell’amico dai capelli argentei, che ora gli stava innanzi, a protezione della sua compagna, affiancato dalla sua fedele fenice d’acqua pura, Omi.
L’enorme uccello, anima dell’acqua stessa, si era frapposto per primo tra il Ritornante vestito di nero e la ragazza dai capelli castani, che giaceva a terra inerme e all’apparenza priva del soffio della vita. Il keyblader dell’Alba era furente in volto e i suoi occhi chiari brillarono d’odio verso colui che aveva di fronte, il quale si copriva il lato destro del viso con la rispettiva mano, mentre la sua frusta era ben salda nella mancina.
-Marluxia è meglio se te ne vai ora che sei ancora sulle tue gambe!- lo ammonì il Soffio di Fiamme Danzanti, che si trovava al fianco libero di Riku, con i Chakram stretti tra le dita affusolate.
-Stai zitto!- urlò di rimando. -Questo era solo un assaggio della mia vendetta!- proseguì. -Hai sentito custode del Tramonto?! Vedremo come ti ridurrai, quando il buio ti colpirà! Sarai debole e diventerai un’ottima preda per l’Oscurità!-
Urlata quella maledizione, che si sparse nell’etere immobile, il Leggiadro Sicario indietreggiò fino a entrare in un passaggio scuro e sinistro, fatto di nere spire, che lo avvolsero come in un abbraccio portandolo in un luogo lontano dalla Terra.
I due rimasero a guardare ancora per qualche istante il punto in cui egli era svanito, ma la voce del loro compagno li fece voltare immediatamente e l’ansia e l’apprensione si fecero strada tra i loro pensieri. Sora stava in ginocchio accanto alla compagna, continuando a parlarle per tenerla sveglia e vigile, per quanto le concedessero le sue condizioni, e non aveva osato toccarla per paura di farle del male.
Il suo sguardo azzurro come il cielo estivo si raggelò come una giornata invernale priva di sole, quando lo portò a osservare la schiena coperta a tratti dalla maglietta azzurra che la ragazza indossava. Questa però era insozzata in troppi punti dal caldo sangue, che ancora usciva a fiotti dalle profonde ferite che le sfregiavano la schiena.
Riku le fu subito accanto, cominciando a chiamarla e temendo il peggio, che sembrava ormai dietro l’angolo. Nessuna risposta giunse, però al suo richiamo, e le iridi color nocciola restavano socchiuse e immobili.
-Sora hai provato a curarla con la magia?- domandò al castano.
-Sì, ma le ferite non riescono a richiudersi del tutto e continua a perdere sangue… se va avanti così…-
-Axel tu non conosci un modo per curarla? Anche temporaneamente, giusto il tempo di portarla sulla gummiship oppure a Radiant Garden da Merlino.- intervenne bruscamente l’argenteo, fissando il compagno nei suoi occhi di smeraldo.
-Non conosco tecniche di guarigione… e se anche ne conoscessi, dubito che sarebbero più efficaci della magia di Sora…- rispose il rosso, abbassando lo sguardo. -Ci servirebbe qualcosa che la curasse totalmente, o che per lo meno le chiudesse le ferite…-
-Ma certo!- esclamò improvvisamente il custode dell’Alba, girandosi verso la sua nuova e fedele compagna, colto da un lampo di genio. -Omi!- chiamò con voce piena di disperazione. -Tu puoi curarla vero? Te ne prego, fallo se ne sei in grado!-
La fenice d’acqua osservò intensamente il proprio guardiano, dopodiché si avvicinò a quel corpo martoriato e abbassò il capo su di esso.
Le iridi blu dalla candida pupilla, simile a un diamante prezioso, s’illuminarono, poi alcune gocce di fresca acqua trasparente scivolarono da quegli occhi, cadendo leggere e lente come cristalli di neve sulla schiena della ragazza.
La castana rantolò al contatto con quella sostanza rigenerante, che la riportò ad avere la sensibilità del proprio corpo, trasmettendole tutto il dolore che fino a quel momento era attenuato dal suo stato di catalessi, sull’orlo dell’incoscienza. Le braccia, stese lungo i fianchi tremarono, le mani si strinsero in due forti pugni, fino a sbiancarle le nocche, mentre la mascella si serrava per trattenere le urla date da quelle sensazioni troppo forti da sopportare tutte in una volta, da cui era stata protetta dalla sua condizione debilitata. Serrò con forza gli occhi, quando avvertì la frescura di quel liquido scontrarsi con l’alta temperatura del suo sangue e il suo corpo cominciò a essere attraversato da violenti brividi, che per un attimo divennero spasmi.
Dopo un paio di minuti, la fenice d’acqua riportò indietro il collo, scoprendo alla luce della luna la custode del Tramonto, che era tornata ferma e muta, come un elemento inanimato.
Quel silenzio terrorizzò i tre ragazzi e un comune, orrendo, pensiero scorse per le loro menti, come un fiume che straripa e travolge tutto.
Pochi secondi passarono e i loro volti s’illuminarono di gioia nel vedere che la loro compagna aveva piegato le braccia e poggiato i palmi a terra per sollevarsi. Con fatica, la ragazza si mise seduta sulle ginocchia senza guardare un punto preciso con reale interesse, ancora stordita per i rapidi eventi che si erano susseguiti, trascinati l’uno dietro l’altro.
Il suo fuoco aveva portato dolore. Il dolore aveva creato l’odio. L’odio era scaturito in un cieco e sordo desiderio di vendetta.
-Dunque è a questo che sono destinata? Dare dolore per ricevere odio e vendetta e, probabilmente, sarà presto il contrario…- pensò, mentre le sue orecchie erano attirate da un suono particolare e sconosciuto.
Un fruscio leggero, come quello del vento tra la pioggia, che la fece voltare verso la sua sinistra.
Omi la fenice, la fissava con le sue placide iridi, brillanti come stelle nel blu dell’universo, e si sentì come folgorata da un fulmine sotto quello sguardo penetrante, ma incredibilmente calmo, che trasmetteva pace.
La nocciola si perse nell’accecante bianco di quelle pupille, finché l’essenza dell’acqua non produsse il suo soave verso, prima di tramutarsi in una scia liquida e catalizzarsi nell’orecchino che il ragazzo dalla chioma argentea portava al lobo destro.
Lo sguardo della giovane si perse nuovamente nei meandri fitti e complessi della sua mente, che ancora riviveva quel terribile conflitto, in cui aveva desiderato, anche se per un attimo, di distruggere -di uccidere- il suo nemico.
In quel momento, mentre il suo compagno dagli occhi acquamarina la stringeva in un abbraccio, mormorandole parole felici per la sua salvezza, ignaro di ciò che si agitava tra i pensieri della keyblader. Jessie si sentì padrona e schiava al tempo stesso di una tremenda bestia, che rappresentava il suo potere, ma anche una forma di Oscurità.

Blinded to see the cruelty of the beast
It is the darker side of me *

Il terribile pensiero di poter fare del male a chi le stava accanto, ritornò una presenza prepotente e tenace in lei, mentre osservava con la coda dell’occhio la nuca dell’altro.
-Riku, sarai in grado di accettare ciò che sto per diventare?- pensò lei, stringendosi al collo del compagno, considerandolo l’ultimo appiglio cui aggrapparsi per non cadere vittima di se stessa.
Non in quel momento almeno.
Perché sapeva, che presto l’irreparabile sarebbe giunto. Troppo presto.

I’m here on the edge again
I wish I could let it go
I know that I’m only one step away
From turning it around **

Cancellò la presenza di quelle riflessioni dal suo viso, tornando a mostrare la sua solita espressione calma e neutra.
-Sono così contento di vedere che stai bene…- disse lui, passando una mano sulla morbida chioma castana.
-Come avete fatto a sapere che stavo combattendo?- domandò Jessie, sciogliendo l’abbraccio.
-Non so come sia successo esattamente…- riprese Riku. -Ho avvertito una forte sensazione di calore, mentre nella mia mente scorrevano le immagini di un’alta fiamma con te al suo interno…- spiegò, aiutandola ad alzarsi in piedi.
Un capogiro la costrinse a restare tra le braccia del ragazzo, che la fissò spaventato.
-Non preoccuparti, sto bene…- assicurò. -Il fatto è che Omi mi ha richiuso le ferite, ma per la perdita di sangue non può farci nulla…-
-Che ne dite se ce ne andiamo?- s’intromise il Ritornante dai capelli rossi. -E’ inutile stare qui in mezzo alla strada.-
-Sono d’accordo.- rispose la castana. -Andiamo al pub, Andrea e Claudia sono ancora lì che mi aspettano…-

Tutti coloro che si trovavano in prossimità della porta fuggirono, quando compresero che i quattro presenti nel parcheggio si stavano dirigendo verso il locale. Tutti, tranne le due amiche della custode, che attendevano con impazienza il suo arrivo.
Senza aspettare che varcasse la soglia, la ragazza dalle iridi azzurre si gettò incontro all’amica, stringendola in un abbraccio soffocante, che rischiò di buttarle entrambe a terra.
-Je! Santo cielo mi hai prendere un colpo!- urlò, guardandole per un attimo il viso, prima di tornare a stritolarla.
-Lo so…- mormorò stanca. -Ora che ti sei assicurata che sono ancora viva e non ho le sembianze di uno zombie, puoi lasciarmi respirare?- aggiunse con una nota divertita.
Andrea si staccò dall’altra, facendole la linguaccia. -Sei sempre la solita scema!- esclamò. -Torniamo dentro, così ti puoi sedere.- continuò, notando la sua debolezza.
Entrarono, sotto gli sguardi impauriti ma rispettosi degli altri presenti e si diressero con calma al loro tavolo, mentre Claudia si presentava ai tre ragazzi e faceva qualche commento sullo scontro cui aveva assistito.
-Accidenti!- brontolò la keyblader una volta seduta davanti al suo cocktail. -Si è sciolto il ghiaccio!- esclamò con stizza, osservando il contenuto del suo bicchiere, privo dei cubetti freschi che inizialmente vi galleggiavano, come tante piccole boe in un lago. -Però è ancora freddo!- concluse contenta, afferrando il recipiente e bevendone un lungo sorso.
-Non dovresti bere…- la sgridò il ragazzo dagli occhi acquamarina. -Eri in fin di vita fino a poco fa…-
-Dettagli.- replicò lei. -Guarda che bevo quello di Andrea se osi portarmi via il bicchiere…- minacciò, assottigliando lo sguardo, poiché aveva notato la mano dell’altro muoversi pericolosa verso il suo drink. -E sappi che il suo è molto più forte rispetto al mio.-
L’argenteo si zittì, osservando la propria ragazza mandare giù senza problemi la bevanda e scatenando le risate degli amici.
-Ehi.- intervenne Andrea. -Vedi di stare lontana dal mio Angelo Azzurro, chiaro?-
-Sono più veloce di quel che pensi. Tu tieni gli occhi aperti e vedrai che non lo toccherò.-
-Potresti anche usare la magia Stop.- suggerì Sora, mostrando un sorriso birichino.
-Non arrivo a tanto per un po’ di alcool!- rise Jessie, mentre l’amica chiedeva informazioni su quell’incantesimo al Ritornante, che se la rideva senza ritegno.


***


Issata la sacca sulla spalla, la keyblader si voltò verso l’amica. -Bè è ora che io vada…-
-Ma mi puoi spiegare perché ti sei alzata così presto?- domandò l’altra, sfregandosi l’occhio. -Sono le sei…-
-Perché voglio passare da casa a salutare i miei.- disse, abbassando lo sguardo alle piastrelle del pavimento.
-Capisco…- rispose in un sospiro.
-Allora, ci sentiamo…-
-Non è un addio, vero?- chiese la ragazza dalle iridi azzurre, senza ottenere parole in cambio. -Vero?-
-Andrea… lo sai come stanno le cose…- asserì Jessie, rialzando gli occhi fieri e sicuri. -Ci stiamo avvicinando sempre di più al nemico e sai anche cosa mi aspetta…- proseguì con tranquillità.
-Lo so…- ammise. -Non hai paura?-
-Non posso permettermelo. Devo essere più forte delle mie emozioni… per continuare questa lotta, per vincerla e per evitare che accada qualcosa a te, alle persone a cui tengo di più e a tutto questo mondo…-
-Sempre a preoccuparti per gli altri… ma se succede qualcosa a te? Io e tutti gli altri che facciamo?- domandò con una nota di rabbia. -Rispondi!- urlò, gettandosi sull’amica per stringerla in un abbraccio e nascondere la scia d’acqua cristallina nella stoffa del cappotto nero.
-Andrea… non piangere…- mormorò. -Altrimenti comincio anch’io… e facciamo una piscina…- scherzò tra le lacrime, strappando un sorriso all’altra.
Restarono unite in quella stretta, che nessuna delle due voleva considerare l’ultima. Passarono i secondi, inesorabili e meschini, mentre i primi raggi di sole iniziavano a filtrare tra le fessure delle persiane del salotto, illuminando appena la stanza avvolta nel buio.
-Continueremo a sentirci?-
-Certo. Il numero della frequenza per contattare la radio della gummiship lo hai ancora?-
-Sì.-
-E ti ricordi anche dove l’hai segnato?-
-Ovvio!- sbottò Andrea, sciogliendo l’abbraccio.
-Bene, allora chiamami quando vuoi.- sorrise la castana, lasciandole le mani. -Ora devo andare. Ciao…-
-Ciao…- rispose la ragazza dagli occhi chiari, osservando tristemente la figura dell’amica che si chiudeva la pesante porta d’ingresso alle spalle.
-Buona fortuna Jessie… torna presto…-

Atterrò davanti al portone nero senza emettere suono. Tutto era silenzioso e immobile intorno alle due palazzine, poiché a quell’ora era appena iniziato il risveglio dal regno di Morfeo.
La ragazza fece scorrere lo sguardo sul piccolo quartiere in cui aveva abitato per undici anni e per un attimo la sua mente si perse nei meandri dei suoi ricordi più preziosi, con un sorriso dolce e sereno dipinto in viso.
Si riscosse quando un suono a lei familiare squarciò l’aria con la sua potenza, in modo da farsi udire in ogni angolo del piccolo paese. Lo ascoltò con nostalgia e altre immagini scorsero nei suoi pensieri, a ogni tonante rintocco.

Don… don… don… don… don… don… din…

-Le sei e mezza… la mamma sarà sveglia di sicuro.- disse, prima di posare il dito sul citofono.
Attese qualche minuto, dopodiché suonò nuovamente, iniziando ad avere qualche dubbio.
-Oddio!- esclamò, battendosi una mano in fronte. -Oggi è sabato! Mamma non lavora!-
-Chi è?- borbottò improvvisamente una voce parecchio assonnata, proveniente dal citofono.
-Apri!- rispose la castana.
-Ma chi è?-
La custode sbuffò. -Papà, manco da casa poco più di due settimane e non mi riconosci?-
L’uomo brontolò qualcosa sul fatto che fosse una rompiscatole e che poteva passare ad un orario più decente, ma alla fine aprì il portone, permettendo alla figlia di salire.
Fece le scale normalmente, salendo i gradini uno per uno senza fretta alcuna e assaporò l’aroma di caffè che si diffondeva nell’ambiente, passando da sotto le porte dei vari appartamenti che occupavano quel condominio di due piani.
Oltrepassò la pesante soglia di casa, richiudendosi la porta alle spalle, mettendoci più cautela possibile per non fare troppo rumore e vi si appoggiò contro, osservando l’ingresso e la scala interna dell’appartamento da cui si precipitò un piccolo uragano, che le saltò tra le braccia.
-Je! Sei tornata!-
-Ciao Viola, come stai?- domandò la giovane, ricambiando la stretta della sorellina.
-Ma insomma…- rispose lei, abbassando lo sguardo.
-Cos’è successo?-
-Ecco…-
-Allora? È successo qualcosa con la scuola?-
-Mi hanno bocciata…- sussurrò tristemente, prima di sollevare gli occhi sulla sorella maggiore. -Ma non è stata colpa mia! Mi avevano detto che passavo con tre debiti col cinque, invece erano quattro debiti e uno aveva il quattro!- esclamò immediatamente, temendo la reazione dell’altra, che sorprendendola sorrise e le mise una mano sulla testa.
-Non fa niente, sono cose che possono accadere a tutti.- spiegò, arruffandole i capelli già disordinati per via del sonno agitato. -L’importante è che l’anno prossimo ti impegni seriamente e ci dai dentro, ok?-
-Sì! E tu mi aiuterai con i compiti di recupero vero?- chiese allegra.
-Vedremo…- fece, restando sul vago. -Mamma e papà?-
-In cucina, ormai ci hai svegliati tutti!- rise, prendendola per mano e trascinandola nell’altra stanza.
Jessie sorrise al pensiero di aver avuto quella piccola possibilità di passare qualche minuto con la propria famiglia a cui non aveva intenzione di rivelare ciò che l’attendeva lungo il viaggio.
Come avrebbero potuto i suoi genitori lasciarla andare? Ma soprattutto, lei con che coraggio li avrebbe affrontati?
La felicità le attraversò il viso quando vide la madre che preparava la colazione, ancora in pigiama, mentre suo padre rubava i biscotti al cioccolato dalla busta. Scoppiò poi a ridere quando la donna se ne accorse e minacciò il marito di prenderlo a cucchiaiate, attirando la loro attenzione.
Trattenendo le lacrime, nemmeno lei seppe se erano per dispiacere o per tristezza, la castana abbracciò i genitori e raccontò loro a grandi linee quello che aveva passato in quei giorni e che mancava ormai poco allo scontro finale.
Mezz’ora era passata quando una luce accecante si accese nel soggiorno e una vivace voce maschile risuonò nella casa silenziosa. -Jessie! Jessie sei qui?-
-Sì Demyx ci sono, ma non urlare! La gente dorme!- esclamò la ragazza, raggiungendo l’amico, che si mise le mani sulla bocca.
-Ops…-
Dopo un piccolo scambio di battute, e le solite raccomandazioni da parte dell’uomo di casa, che fronteggiò la figlia a viso duro, specchiandosi in quel paio d’occhi identici ai suoi animati dalla stessa cocciutaggine e determinazione, la custode salutò la famiglia con un largo sorriso ad allungargli le labbra.
-Ho fatto bene a passare, ora so con sicurezza che devo andare avanti e resistere… per il loro bene e per il loro futuro.- pensò, svanendo nel varco luminoso come l’aurora per ritrovarsi in pochi attimi nella sala comandi della gummiship.
-Bentornata Jessie!- esclamò allegro il cavaliere.
-Ciao Pippo!- rispose lei, avvicinandosi. -Buongiorno Maestà, Paperino…-
-Buongiorno a te!- risposero i due all’unisono.
-Quanto manca al prossimo mondo?- chiese, appoggiandosi al sedile del pilota.
-Ci vorranno almeno tre giorni, se tutto va bene è ovvio.- chiarì il mago, indicando gli strumenti che segnavano la rotta della nave.
-Perfetto! Proprio quello che mi serviva!-
-Cosa intendi dire?- domandò il re, incuriosito.
-Maestà, ora che sappiamo come stanno le cose, è giunto il momento di prepararci a dovere. E io ho un’idea su come sfruttare questi tre giorni.- disse la keyblader. -Però avrei bisogno di un suo consiglio a riguardo, nonché del suo permesso ad attuare la mia idea.-
-Ti ascolto.-
-Demyx, nel frattempo tu vai a svegliare quei pelandroni per piacere.-
-Subito Jessie!- esclamò il Ritornante, correndo nelle cabine dei compagni di viaggio.

-E’ un’idea interessante, credi che debba prendervi parte anch’io?-
-Sinceramente Maestà, non sono molto sicura sul volervi allontanare dalla gummiship però se potesse essere presente almeno per qualche ora…-
-Di che parlate?- chiese Sora, prima di esibirsi in un sonoro sbadiglio, mostrando la sua intera cavità orale ai presenti.
-Ben svegliato!- lo accolse Pippo, con il solito entusiasmo, salutando allo stesso modo gli altri due custodi e il Ritornante dai capelli di fuoco.
-Allora?- fece il rosso. -Qual è l’argomento che mi ha costretto a scendere dal letto a quest’ora?-
-Bè, per quanto ti riguarda Axel, tu potevi restare a dormire…- ammise la castana con una leggera risata. -Per quanto riguarda invece voi…- continuò, puntando il suo sguardo sui tre compagni. -…preparatevi perché tra mezz’ora si parte per il Castello Disney!-




* Accecata nel vedere la crudeltà della Bestia
E' la parte più oscura di me

Within Temptation - The truth beneath the rose

** Sono qui al limite di nuovo
Desidererei poter mollare
So di essere solo un passo lontana
Dalla svolta

Within Temptation - All I need




Su su, mettete via i forconi e tutte le armi che vi vengono in mente... Marluxia mi serve ancora, per questo è ancora vivo u.u Gravemente ed irrimediabilmente sfigurato, ma vivo u.u Questo è stato un capitolo abbastanza lungo e transitorio, spero che vi sia piaciuto ^^ Aspetto idee sul piano di Jessie u.u Al prossimo week-end!
See ya!!!


L'angolino dedicato a voi u.u

Ciccio85: Scusaaaaaa ç___ç Non mi sono dimenticata di te!!! Devi aver lasciato la recensione mentre io aggiungevo il chap e io me ne sono accorta dopo ç__ç Perdonami ç___ç Comunque sono contenta che entrambi i capitoli ti siano piaciuti ^^ Per il finale ancora non so... sono indecisa tra due o tre sviluppi u.u Spero che questo chap non ti abbia deluso ^^ A presto!!!

Mikhi: My dear <3 Su Marluxia ne sono state dette molte sai? XD Grazie per i complimenti, ma ti dirò: quando l'ho riletta per postarla qui mi sono accorta di un'incongruenza e ho dovuto sistemare qualche riga, ma sono felice di costatare di aver fatto un buon lavoro di restauro XD Comunque vedrai, il Ritornante con la falce ti stupirà u.u Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Alla prossima <3

masterof dark: Ti ho smontato con la salvezza di Marluxia? Vero che non mi picchi? ç___ç Purtroppo il nostro amato fiorellino mi serve ancora per altri progetti, ma troverà la sua giusta punizione, vedrai u.u Marluxia ha resistito evocando il suo potere oscuro per non venire distrutto... insomma puro miracolo per volere mio u.u Ti piace Andrea? L'originale sarà felice di saperlo ^^ E' una testa calda che non ha mai avuto paura di far sapere ciò che pensa... dovevi vederela al liceo <.< Era terrribile XD Grazie del commento! A presto!!! ^^

Deby92: Carissima <3 Son contenta di vedere che i miei scontri continuano a piacerti :3 Tranquilla, Jessie si è salvata e ha in mente di tutto e di più u.u Marluxia non ha ricevuto ulteriori danni, ma questi gli basteranno per qualche capitolo u.u Spero che questo chap transitorio ti sia piaciuto :3 Byeee!!! <3




Bè ragazzi, anche per oggi è tutto u.u Domani molti di voi, se non tutti, riprenderanno la solita routine e scommetto con non molto entusiasmo XD Oggi per chiudere vi faccio tanti tanti auguri di buon inizio anno ;3 Io per ora sono ancora in "vacanza" ma già tremo per quando inizierò XD fate tante preghierine per la vostra Fly, mi raccomando <.< Nah, scherzo XD *l'omino le tira la manica* Sì? *le passa un bigliettino* Oh, Banditore... sei un tesoro!!! *spupasha omino* Il mio Banditore vi fa la sua parte di auguri ^^ Detto questo, ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya!!!! *svanisce in una nuvola di fumo portandosi dietro il Banditore* Solo per 'sta volta chiaro? ù.ù

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Capitolo 69
*** Capitolo 68: Il piano di Jessie ***


*sbuca fuori da una nuvola di fumo* Buona sera miei carissimi lettori e mie carissime lettrici ^^ Spero che il rientro a scuola sia stato buono per tutti voi ^^ Ultimamente in quanto a salute non sono da medaglia d'oro, ma per fortuna mi sto riprendendo bene e sono nelle condizioni giuste per il nostro appuntamento di fine settimana XD Qualcuno di voi ci ha visto giusto sul piano ideato da Jessie, mentre gli altri lo scopriranno in questo capitolo! Buona lettura!!!

ps: il titolo è osceno, come la maggior parte delle volte, ma non fateci troppo caso ç.ç


Capitolo 68: Il piano di Jessie


Riacquistò coscienza di sé dopo un lasso di tempo che gli parve infinito.
I suoi ultimi ricordi erano solo una massa d’immensa rabbia e una furia cieca che gli avevano annebbiato la mente e mandato in frantumi la ragione, a tutto questo, si aggiungeva un’intensa sensazione di dolore, che però in quel momento era come sopita.
Quando i suoi occhi color cobalto si aprirono, iniziarono una frenetica analisi dell’ambiente circostante, per capire in quale luogo si trovasse. Tutto era avvolto da uno spesso strato di penombra, trafitto solamente da una fievole luce, grazie alla quale riuscì a cogliere la presenza di una porta alla sua destra, mentre al lato opposto stava una finestra a mezzo metro da terra, provvista di un davanzale. Su di esso, una figura a lui ben conosciuta, con il viso rivolto al cielo nero, in cui svettava l’astro notturno, brillante come un gioiello prezioso.
-Ti sei svegliato.- disse atona la ragazza, abbandonando la sua posizione con un agile balzo.
-Quanto ho dormito?- chiese Marluxia, spostando lo sguardo al soffitto.
-Neanche un giorno intero.- rispose, sedendosi sul letto. -Sono riuscita a rimetterti quasi del tutto in sesto.-
-Quasi?-
-Bè sì… ci sono due cose di cui ancora non sei consapevole, ma credo che la prima possa essere rimossa dalla mia lista a giudicare da ciò che vedo…- commentò, osservando il Ritornante senza battere ciglio.
L’uomo si era portato la mano destra al viso, ricordando improvvisamente tutti gli avvenimenti della sera precedente, e sotto le dita, libere dal guanto nero, avvertì la cicatrice dell’orrenda tumefazione che lo avrebbe sfigurato per sempre.
Trattenne la rabbia e il dolore, mordendosi il labbro inferiore, mentre la mano sinistra stringeva convulsamente le lenzuola, come a volerle distruggere.
-Non puoi fare nulla?- domandò.
La ragazza scosse il capo, agitando la tranquilla cascata composta dalla sua chioma. -No.-
-Perché?-
-Ciò che ti ha ferito, non è un normale fuoco, come quello del tuo vecchio compagno. Quella cicatrice è stata provocata dal fuoco creato dalla stessa Oscurità.- spiegò. -Dovresti ritenerti fortunato a essertela cavata con un semplice sfregio.-
-Cosa…-
-Se ci fossi stata io al posto della custode, stai pur certo che di te non sarebbe rimasta nemmeno l’anima.- disse con freddezza, fissando le iridi blu dell’altro con le proprie, nere e profonde come l’abisso che l’aveva generata.
Il Leggiadro Sicario deglutì, ripensando alla fine che era toccata alla stolta Malefica, la quale aveva portato a termine il suo ruolo e, come un pedone su di una scacchiera, era stata sacrificata per permettere l’avanzamento della Regina.
Una Regina spietata che non guardava in faccia a nessuno pur di raggiungere il proprio scopo e ragionò a quanto fosse fortunato a essere ancora vivo a quel punto. Tremendamente fortunato, oppure indispensabile per aprire la strada alla sua compagna e Signora.
-La seconda cosa?- chiese, dopo un lungo sospiro.
-Oh, nulla di che, almeno dal mio punto di vista.- esordì. -Diciamo che la tua folta acconciatura è stata ridotta di parecchio.-
Marluxia strabuzzò gli occhi e spostò la dritta sul capo, avvertendo al tatto lo stato della sua capigliatura, ridotta a un taglio, che per pochi centimetri non raggiungeva quello militare. La sua ira crebbe ulteriormente, scatenando il riso nella giovane al suo fianco.
-Anche per questo non puoi fare niente?!- domandò alterato.
-Rilassati.- affermò. -I capelli posso farteli ricrescere con uno schiocco di dita, ma ho voluto aspettare che ti svegliassi per vedere che faccia facevi e poi magari ti piacevano.-
Il rosato scattò a sedere, ma ricadde immediatamente sui cuscini, ancora troppo debole per concedersi determinati movimenti.
-Quando sarai in grado di alzarti ti sistemerò i capelli, ma ora resta lì a riposare, tanto non c’è nulla da fare ed io ho voglia di schiacciare un pisolino.-
-Come sarebbe a dire, non c’è nulla da fare?- chiese sbalordito e confuso.
-I nostri cari eroi sono andati in un luogo dove non posso né vederli, né raggiungerli. Dobbiamo aspettare che ritornino sulla loro nave per poterli osservare di nuovo.- rispose, avvicinandosi alla porta.
-Non puoi nemmeno sentirli?- domandò, avendo capito a quale mondo si riferiva.
-No, la Luce è troppo forte e rischierei di esserne abbagliata, poiché non ho ancora tutto ciò che mi serve per muovermi nel territorio avversario.- sentenziò grave. -Anche lo specchio più resistente è trafitto se la luce che cerca di riflettere è troppo intensa.-
Lasciò che le sue parole si adagiassero nel silenzio della stanza e sparì oltre la soglia, prendendo a camminare per i bui corridoi della Sacra Reggia, ormai dimora dell’Oscurità dal giorno in cui la sua antagonista di sempre cadde, vittima dei suoi stessi figli. Si fermò davanti ad una delle poche finestre disposte lungo il percorso di pareti nere come la pece, e di nuovo, si mise ad ammirare quel cuore luminoso, cosicché i suoi pallidi e freddi raggi si posassero sul suo viso dalla pelle nivea.
Chiuse gli occhi e un unico, deciso, pensiero si fece largo nella sua mente.
-Manca poco.-


***


L’eco dei loro passi risuonava sordo e ritmico tra le alte mura del castello.
Re Topolino e i tre custodi che già avevano avuto modo di recarsi in quel luogo, si guardavano attorno raggianti e sollevati nel costatare che l’Oscurità non era riuscita a intaccarlo. Ovunque si rivolgesse lo sguardo, si poteva notare il trionfo della Luce sulla sua eterna avversaria, che in quei tempi stava conquistando ogni angolo raggiungibile dell’universo senza alcun freno.
La custode del Tramonto, invece, osservava tutto con una certa meraviglia, senza però manifestarla oltre la linea degli occhi, che scattavano da destra a manca attenti a ogni particolare di quell’immenso e immacolato mondo.
A distrarla dalle sue riflessioni fu il suo compagno dalle iridi acquamarina, che le poggiò una mano sulla spalla. -Allora? Cosa ne pensi?-
-E’ un bel posto, tranquillo e silenzioso… carino…- rispose, rimanendo sul vago.
-Ma?- intuì lui.
-Troppo bianco. Cos’è una fissa?-
Riku rise. -Il Castello Disney credo che sia l’unico mondo ad avvicinarsi a ciò che era la Sacra Reggia in principio.- spiegò. -E poi, custodisce la Prima Pietra della Luce.-
-La cosa?- domandò lei confusa.
-La vedrai tra poco!- intervenne il sovrano, avendo colto l’ultima parte della conversazione. -Siamo diretti alla Sala delle Udienze e già che ci siamo, daremo una controllata alla Prima Pietra.-
Percorsero un altro paio di corridoi in completo silenzio, dopodiché giunsero a una balconata, che dava su un ampio giardino, cosparso di siepi di tutte le forme e dimensioni e di fiori dai mille colori e profumi. Giunti nel mezzo del passaggio, si trovarono di fronte ad un’enorme porta color violetta, al cui centro faceva bella mostra di sé il simbolo della famiglia reale in viola più scuro. Essa s’illuminò quando il re sollevò la mano destra, su cui portava un anello d’oro. Qualche secondo dopo, un’entrata rettangolare molto piccola si aprì sull’anta sinistra del portone.
Jessie alzò gli occhi al cielo e si trattenne dal ridere, poiché la situazione pareva alquanto buffa dal suo punto di vista.
-Una porta tanto grande solo per fare scena…- pensò. -A meno che gli antenati del re non fossero giganti…-
Oltrepassata la soglia, entrarono nella Sala delle Udienze: completamente bianca, essa era attraversata da un lungo tappeto rosso, che terminava ai piedi di un piccolo rialzo su cui si trovava il trono.
La castana osservò tutt’attorno a sé con un sopracciglio inarcato. -Ok, la sala rispetta le dimensioni della porta… dovevano per forza essere dei giganti, oppure lo erano i loro ospiti… non penso che il re abbia manie di grandezza…- rifletté, riprendendo a camminare dietro ai compagni.
Si fermò di nuovo però, quando avvertì una presenza farsi vicina e udì lo scatto della porta, seguito da un frenetico rumore di passi. Rapida si voltò, incrociando il proprio sguardo con gli occhi nerissimi della regina Minnie.
La sovrana si fermò, reggendo il confronto con le iridi castane della ragazza, e prese a studiarla con calma e tranquillità per capire il motivo della sua presenza. Anche la keyblader da parte sua si concesse il suo tempo per un breve esame della consorte del suo compagno, ma addolcì la sua espressione, sempre ferma e impenetrabile, quando vide i due sposi unirsi in un abbraccio.
-E così hai trovato l’ultimo custode.- esordì la regina.
-Esatto. Ti presento Jessie, la custode del Tramonto.-
-E’ un piacere conoscerti Jessie.- disse, eseguendo un piccolo inchino.
-Il piacere è tutto mio Vostra Maestà.- rispose lei, chinando il capo a sua volta, dopodiché ripresero ad avanzare nell’immensa sala e raggiunsero lo scranno.
Re Topolino si avvicinò a esso e premendo un tasto nascosto, attivò un meccanismo che fece muovere la pedana di lato, rivelando una scalinata.
-Non si fanno mancare proprio niente…- pensò la castana, seguendo il gruppo.
La rampa era avvolta in una rete di leggera penombra, che s’infranse come cristallo, quando arrivarono nella nuova stanza. La ragazza dagli occhi color nocciola rimase meravigliata e spaventata al tempo stesso da ciò che vide e percepì.
Una perfetta sfera trasparente, al cui centro prendeva vita un intenso e caldo bagliore, si mostrava ai presenti piena di vigore, come la natura in primavera che si risveglia dal freddo dell’inverno. Jessie rimase impietrita di fronte al globo, che oltre ad emanare luce, produceva qualcosa cui non seppe attribuire un nome, ma che le donava una pace interiore che mai prima di allora aveva provato. Tuttavia, avvertiva anche un lieve formicolio alle dita della mano sinistra, che la spinse ad aprirla e chiuderla a pugno come per riattivare la circolazione sanguigna.
-Jessie, questa è Prima Pietra della Luce.- disse il custode della Catena Nobile. -E’ lei che protegge questo mondo e i suoi abitanti dall’Oscurità. Qui i nostri nemici non potranno osservarci.-
-Molto bene.- rispose lei, stringendo il polso sinistro nella dritta, portandolo al petto, dove il cuore le batteva veloce e incessante, come se fosse sul punto di esplodere. -Sarà meglio metterci al lavoro, non abbiamo molto tempo.- aggiunse, senza però distogliere lo sguardo dal globo luminoso.
-Ma che diavolo mi sta succedendo?- chiese a se stessa con preoccupazione, mentre la sua mano iniziava a dolere e raffreddarsi.
Arretrò di un passo, facendo saettare le iridi dalla sua mano alla Prima Pietra della Luce. Il suo istinto le diceva che la pietra era in qualche modo responsabile di quel fenomeno e le suggeriva di andarsene in fretta da quella sala, ma quella era solo una parte di se stessa. L’altra, infatti, si trovava a suo agio al cospetto di quella fonte di pura Luce e insisteva per non privarsene.
Mentre all’interno della sua mente e del suo cuore si combatteva quell’insolito scontro, il gelo che le bloccava le dita e la mano si estese fino al braccio, arrivando a toccare la spalla. In quel momento, un fitto pensiero iniziò a tessersi nella sua mente, raccogliendo tutti gli elementi che aveva per metterli insieme, come una ragnatela che cattura gli insetti per il suo creatore.
-In questo mondo l’Oscurità non ci può raggiungere in alcun modo… l’Artiglio è un’arma propria delle forze oscure e il mio braccio è legato a esso… se non esco da qui rischio di rimetterci l’intero braccio!- rifletté, lasciando cadere l’arto al suo fianco, ormai insensibile e privo di energie.
-Sono d’accordo.- disse Topolino, spostando lo sguardo sulla ragazza. -Useremo il giardino dell’ala ovest. Seguitemi.-
Senza farselo ripetere due volte, la castana abbandonò a passo svelto la sala della Prima Pietra della Luce, sapendo che non l’avrebbe mai più rivista.

In pochi minuti raggiunsero il giardino che avrebbe ospitato i custodi durante i tre giorni necessari per arrivare nel nuovo mondo.
Jessie si guardò attorno, studiando l’ambiente per verificare che avesse le caratteristiche richieste dai suoi scopi.
Alle sue spalle stava la parete del castello, con la scalinata che permetteva di tornare all’interno, mentre tutt’intorno c’era solo verde per almeno cinquanta metri, fino al muro di cinta, che separava il maniero dalla cittadella.
-Perfetto!- esclamò. -Non ci sono nemmeno degli alberi, quindi non ci sarà il rischio di distruggere nulla. Salvo le mura, ma cercheremo di non fare troppi danni.- rise la ragazza.
-Adesso ci vuoi dire perché siamo venuti qua?- domandò Sora, incrociando le braccia.
-Non ve l’ho detto?- chiese di rimando lei. -Ops…- disse poi, vedendo che i suoi compagni si sbattevano le mani sul viso. -Non c’è problema! Ve lo dico ora!- continuò. -A partire da oggi voi vi allenerete con me e allo scadere del tempo che ci è concesso dovrete sapere a memoria il mio modo di combattere. Può sembrare una richiesta assurda, ma ci ho riflettuto a lungo. Presto volente o nolente passerò dall’altra parte, ma questo non significa che dobbiamo farci trovare impreparati!- spiegò seria, guardando ognuno dei suoi amici con pari intensità. -Abbiamo poco tempo e non ci andrò leggera, quindi dovrete impegnarvi soprattutto per tenere i miei ritmi. Domande?-
La principessa del cuore alzò la mano per prendere la parola. -Dimmi Kairi.-
-Ci alleneremo singolarmente o in gruppo?-
-Uno alla volta vi scontrerete con me.- rispose Jessie. -Oggi faremo così: tu al mattino, dopo il re, Sora nel pomeriggio e Riku la sera. Domani cambieremo schema.-
-Vuoi affrontarci tutti in un giorno solo?- domandò sbalordito il ragazzo dai capelli argentei. -Pensi di farcela?-
-Mi sottovaluti. Sono sopravvissuta andando a scuola di giorno e combattendo di notte, dovrei farcela.- affermò. -Al massimo mi prenderò una pausa un po’ più lunga!- rise lei.
-Se lo dici tu…-
-Lo dico e tanto basta.- sentenziò, chiudendo il discorso. -Maestà, siete pronto? Non voglio tenervi troppo a lungo lontano dalla gummiship.-
Il re si fece avanti, mettendosi di fronte alla ragazza a debita distanza ed evocò la propria arma, forte e splendente come una stella, degno simbolo della luce che brilla anche nell’Oscurità più profonda.
-Quando vuoi Jessie, a te la prima mossa.-
-Mi raccomando di non trattenersi, perché io non mi farò scrupoli.- avvertì la castana, mettendo avanti la gamba sinistra.
-Come preferisci.- concluse il custode della Catena Nobile, mettendosi in posizione di guardia e facendosi attento poiché c’era qualcosa che non gli tornava.
La custode stava davanti a lui con un piede avanti all’altro, come per darsi una spinta, senza però evocare i keyblade e questo lo preoccupò. -Ti aspetto!-
-E io non mi farò attendere oltre!- esclamò lei, cominciando a correre verso il suo avversario, con le braccia stese dietro la schiena e i pugni stretti.
Giunta a pochi passi dall’altro custode, lo evitò con un balzo arrivandogli alle spalle. Con un movimento fulmineo si abbassò e provò a colpirlo con un calcio basso. Il re però non si fece cogliere impreparato.
Evitò il colpo con un piccolo salto e vibrò un fendente dall’alto verso la ragazza, che fu costretta a impugnare la Via del Tramonto con la dritta. Le due lame stridettero ed emisero scintille, finché Jessie non spinse all’indietro la Catena Nobile, allontanandola da sé. Topolino fece una capriola a mezz’aria, dopodiché atterrò piegando le ginocchia e ripartì immediatamente all’attacco con l’agilità che gli era propria. Corse per un tratto poi saltò contro l’avversaria, portando la chiave davanti al viso per un affondo.
La castana evocò anche l’Artiglio della Notte e pose le armi a croce per fermare quella dell’altro. Il contraccolpo si fece sentire, ma la custode del Tramonto resistette e chiuse i keyblade a forbice e trattenne la lama dorata tra le sue.
Le sue iridi color nocciola si scontrarono con quelle nerissime del sovrano, trovandovi la decisione che cercava. Voleva che il re s’impegnasse nello scontro ed egli stava rispettando la regola. Si riscosse dai suoi ragionamenti alla mossa dell’altro.
Il custode fece svanire la propria chiave e scartò rapidamente a destra per impugnarla di nuovo e poi lanciarla contro la ragazza, che saltò all’indietro e imitò l’avversario, liberandosi di entrambe le armi. Poggiati i palmi a terra, Jessie si diede una nuova spinta per tornare in piedi, mentre la mano destra si stringeva sull’elsa della Via del Tramonto. Non si concesse nemmeno il tempo di poggiare i piedi a terra, che scagliò il keyblade.
Evitata la nera lama della chiave simbolo dell’ultima luce, il re riprese la Catena Nobile per lanciarla nuovamente, ma la reazione dell’avversaria lo spiazzò: anziché evocare l’Artiglio della Notte, Jessie strinse la chiave dall’elsa d’argento nella mano sinistra, mentre nella destra faceva ritorno la sua prima lama.
Approfittando del suo smarrimento, la castana si gettò all’attacco e puntò entrambe le armi alla gola del sovrano.
Si fissarono negli occhi, restando in silenzio per recuperare il fiato mancante, mentre il petto e le spalle si alzavano ritmicamente, segnando il loro affanno.
-Mi hai fregato.- ammise Topolino, alzando le mani in segno di resa. -Sono talmente abituato a combattere contro creature d’ogni tipo e mi sono dimenticato del fatto che potessi prendermi il keyblade.-
-Bè è la prima volta che vi scontrate con un altro custode Maestà e comunque dubito che a qualcuno sia mai venuta un’idea simile.- rispose la ragazza, restituendo la chiave al suo legittimo proprietario.
-In effetti, è una cosa insolita, ma da te ormai me la aspetto. Hai iniziato senza keyblade e più di una volta hai combattuto con uno solo.-
-Lo ammetto, in tanti anni ho voluto provare diversi schemi, così per tenermi in esercizio.- rise lei.
-E non hai nemmeno usato la magia in questo scontro.- intervenne una nuova voce.
-Non ti sfugge niente Zexion!- esclamò la castana, voltandosi verso il gruppo di Ritornanti.
-Buongiorno Maestà.- salutò il Superiore.
-Buongiorno a te Xemnas, come mai qui?-
-Abbiamo ritenuto che possa tornare utile osservare i custodi durante il loro allenamento, in futuro potrebbe esserci bisogno di noi durante una battaglia cruciale.- spiegò l’albino.
-Dalla troppa fretta di iniziare non ci ho pensato!- s’intromise Jessie. -Ora però, sarà meglio continuare! Coraggio Kairi, tocca a te!- disse, voltandosi verso la compagna.
La principessa del cuore fissava l’amica con un misto di paura e sconforto.
-Ha sconfitto il re, che speranze ho io? E non ha nemmeno usato la magia… aiuto…- pensò con terrore.
Una mano sulla sua spalla la fece voltare. -Sora…-
-Forza Kairi, vai e falle vedere di cosa sei capace!- incitò il castano, cercando di infonderle tutta la sua determinazione attraverso lo sguardo dei suoi occhi azzurri come il cielo.
Si voltò dall’altro lato e vide Riku sorriderle. -Dai Kairi, facciamo il tifo per te!- affermò l’argenteo, cercando di rassicurare la rossa.
Intuì il suo timore, poiché anche lui era rimasto sorpreso dalla forza e dall’abilità mostrata dalla sua compagna, ma sapeva anche che averne paura non avrebbe giovato a nessuno di loro.
La custode del keyblade fiorito annuì decisa e s’incamminò verso la sua sfida.








Ed ecco spiegato cos'aveva in mente Jessie u.u Complimenti a chi aveva indovinato :3 Mentre i nostri eroi si dedicano ad un fitto programma di allenamento, Marluxia riposa per recuperare le sue energie e la gatta è convinta che manchi poco al momento cruciale della sua lotta contro la Luce u.u Guardate bene quella scena perché ho lasciato scritto qualcosa di importante tra le righe u.u
Come avrete di certo capito, d'ora in avanti i capitoli saranno incentrati sull'allenamento dei nostri eroi, ma non mancheranno altre cosucce tra uno scontro e l'altro :3 Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^ Al prossimo week-end!!! See ya!



L'angolino dedicato a voi u.u

Mikhi: My dear :3 Ti aggiungo alla lista degli anti-Marluxia XD E' bella lunga sai? XD Comunque non mettere le mani avanti per il Leggiadro Sicario, per luiho in mente tante cosucce u.u Bravissima per aver indovinato in cosa consistesse il piano di Jessie ^^ Perché ne dubitavi? Era un'idea tanto assurda? XD Spero che questo chap ti sia piaciuto ^^ A presto <3

masterof dark: Ciau ^^ Eggià, Marluxia si è salvato anche questa volta! XD Anche a te faccio i complimenti per aver capito le intenzioni della nostra custode u.u E' una bella soddisfazione avere dei lettori così intuitivi *-* Grazie per avermi fatto notare la cosa della barriera! Me la sono scordata di nuovo, mannaggia >.< Comunque sì, la barriera è crollata quando Marluxia e Jessie si sono separati dopo lo scontro tra l'oscurità del primo e il fuoco di lei, in quanto il tizio dai capelli rosa ha subito un colpo sia fisico che mentale a livello di orgoglio <.< Mi segno di sistemare il capitolo nella lista delle cose da fare <.< Spero che anche questo ti sia piaciuto ^^ Byee!!!

Deby92: Salve mia cara :3 Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto, comunque non temere! Presto si saprà il nome del mondo che seguirà l'allenamento al Castello Disney, spero che tu lo conosca <.< Fammi sapere cosa pensi di questo chappy, ci conto ^^ Ciauuu <3

Ciccio85: Salve caro ^^ Il fattore Omi passa abbastanza inosservato, per questo diventa un buono gratis per i colpi di scena, giusto per movimentare un pò le cose XD Spero di non averti deluso con l'idea di Jessie e che il capitolo ti sia piaciuto come il precedente ^^ A presto! Ciaooo!!!




Allora, oggi ringraziamo davisfan per aver messo la fic tra quelle da ricordare *spupasha* Grassie :3 Poi ovviamente ringrazio tutti voi che leggete soltanto! Come sempre vi adoVo tutti <3 *spupashamento generale* Scusatemi se vado un pò di fretta, ma è un pò tardino XD Ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya!!!

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Capitolo 70
*** Capitolo 69: Kairi's light ***


Carissimi lettori e carissime lettrici, oggi sarò un pò rapida con l'aggiornamento. Purtroppo tutta la mia voglia di fare ciò che avevo in programma è crollata sotto il peso di un problema familiare, però mi dà fastidio venire meno al mio impegno con voi, quindi eccomi con il nostro aggiornamento settimanale ^^ Scusatemi davvero per i modi che sto usando, ci risentiamo in fondo. Buona lettura!

ps: ovviamente il titolo fa pena, ma non mi è venuto in mente altro quel giorno <.<


Capitolo 69: Kairi’s light


La principessa del cuore avanzò con passo sicuro e la determinazione brillava forte nei suoi occhi profondi come l’oceano. Decisa più che mai a dare il meglio di se stessa, la ragazza dalla chioma rossa si fermò a una decina di passi dalla sua compagna e impugnò la sua arma dalla foggia floreale.
La castana sorrise compiaciuta dal comportamento dell’altra e la imitò, impugnando entrambe le sue armi.
-Ti ricordo che puoi usare quello che vuoi e fai attenzione alle carte di cui disponi, perché tu hai un importante e netto vantaggio su di me.-
-Di cosa stai parlando? Un vantaggio?- chiese, guardandola stupita come il resto dei presenti.
Le stesse domande poste da Kairi rimbalzarono nelle menti dei guerrieri, ma forse cominciarono a capire il secondo scopo del piano ideato dalla custode del Tramonto.
-Oltre a imparare il suo modo di combattere, sta dando a Kairi l’occasione per potenziarsi e capire quali siano le sue reali capacità.- rifletté Topolino ad alta voce.
I due keyblader gli rivolsero un’occhiata sorpresa, tuttavia a loro sfuggiva ancora quale fosse il vantaggio tanto acclamato da Jessie.
 -Maestà, voi avete capito a cosa si riferisce?- domandò Sora.
-Già! E pensare che anch’io avrei potuto farvi ricorso!- ghignò imbarazzato il sovrano. -Sono stato distratto!- esclamò, passandosi una mano sulla nuca.
Riku ascoltò attentamente le parole del Re dalle orecchie tonde e cercò di ricordare quale mossa avrebbe potuto usare per sconfiggere la sua avversaria. Aveva passato molto tempo con il custode della Catena Nobile e si erano aiutati a vicenda in ogni combattimento affrontato.
-Davvero non lo immagini?- rispose la castana. -Eppure, non è così difficile capirlo. Pensa a ciò che sei Kairi e a cosa rappresenti.-
Le iridi acquamarina si spalancarono quando la soluzione attraversò la mente dell’argenteo, come un fulmine che illumina a giorno il cielo plumbeo. Anche negli occhi della principessa si dipinse una nota di comprensione, prima che questi si offuscassero per divenire scuri, come la superficie marina coperta dal velo infinito della notte.


***


Si guardò attorno curiosa e allo stesso tempo intimorita.
Un nero senza fine la circondava e sotto i suoi piedi, un mosaico che emanava luce propria.
Un collage circolare di vetro formato da tessere color giallo paglierino, che facevano da sfondo, da altre sette a triangolari, ognuna di un colore diverso dell’arcobaleno, che si rincorrevano poste lungo il bordo dell’immensa colonna, rivolgendo la punta verso il centro. Infine, accanto ai suoi piedi la ragazza vide delle tessere di un bianco splendente, che formavano un raffinato diamante dalle molteplici sfaccettature.
-Ma dove sono?- chiese a se stessa.
-Ti trovi all’interno della tua coscienza, dove la tua anima e il tuo cuore s’incontrano per far risplendere la tua luce.- rispose una voce decisa e dolce al tempo stesso.
Una voce che suonava familiare alla ragazza. Si voltò all’improvviso quando avvertì una presenza alle sue spalle, e i suoi occhi si sgranarono per lo stupore.
Davanti a lei, vestita di un’armatura leggera composta da gambali, bracciali, spallacci e un giustacuore, che copriva i suoi abiti semplici di una chiara tonalità di grigio, e i corti capelli dorati che le circondavano il viso latteo animato da due iridi d’ametista, stava Miyo Sunsky. Bella e forte, come se non avesse mai conosciuto la vecchiaia.
La principessa dell’antico Regno della Luce fissò la rossa con uno sguardo intenso, come se volesse passarle attraverso e cogliere ogni tratto del suo essere. I suoi occhi viola, come i petali delle violette, profondi e quieti come le acque di un lago, erano fieri e sicuri, donando al suo volto la nobiltà che gli spettava. Tuttavia, ciò che colpì la custode del keyblade fiorito fu il suo sorriso: dolce e rassicurante, come un rifugio caldo e accogliente durante una tormenta.
-Finalmente ci incontriamo Kairi, immagino però, che tu mi conosca già.- affermò la donna, allungando il suo sorriso.
-Sì…- rispose la giovane esitante. -Voi siete la nobile Miyo… la compagna di Stefano e Anike.-
-Quanta formalità! Dammi pure del tu.- rise la bionda, spostando il suo peso sulla gamba destra, prima di tornare seria. -Sai perché ti trovi qui?-
Di nuovo, l’ametista trafisse l’oceano delle sue iridi, cercando di esplorarne ogni angolo.
-Credo di sì… Jessie mi ha parlato di un vantaggio che dovrei avere su di lei, ma non riesco proprio a capire di cosa parlasse…- confessò, manifestando il suo dubbio.
La custode della chiave bianca annuì e le fece cenno di avvicinarsi.
-Cosa rappresentano secondo te il diamante al centro e le altre sette figure?- domandò. -Osservali attentamente e rifletti su ciò che sei.-
Kairi rifletté su quelle parole, le stesse dette dalla sua compagna, ma con la presenza della prima custode nella sua mente si delineò un nuovo disegno, abbastanza preciso. Lei era uno dei sette cuori puri, nati da Kingdom Hearts, e rappresentava il coraggio della principessa Miyo, che era stata a sua volta, il simbolo della Luce stessa. La giovane fece scorrere lo sguardo sul mosaico e notò un particolare che prima le era sfuggito: il diamante bianco, che brillava di una luce intensa, come una stella nel buio del cielo notturno, era collegato a tutti e sette i triangoli con altrettante venature, i quali invece, pulsavano seguendo ognuno un ritmo diverso.
L’attenzione dei suoi occhi fu catturata da uno in particolare, che si trovava alla sua sinistra, illuminato da un bagliore arancio. Lo fissò con intensità, cercando di coglierne ogni aspetto, visibile e non, e vi trovò qualcosa di se stessa.
-Noto con piacere che hai trovato la tua posizione…- disse la bionda, riappropriandosi del suo interesse. -Hai capito cosa significa tutto questo?-
-Tu sei il diamante bianco, mentre io e le altre sei principesse siamo i triangoli…-
-Esatto, ma?-
-…ma ancora non ho chiaro quale sia il mio vantaggio su Jessie.-
-Dillo ad alta voce, chi sei tu?-
-Sono Kairi, il settimo cuore puro rappresentante della settima virtù: il coraggio.- spiegò, facendo sì che la figura illuminata dal colore delle arance pulsasse con maggiore intensità, seguendo il ritmo del suo battito cardiaco.
-Ma prima che sapessi di me e delle virtù, più semplicemente eri una principessa della Luce.- aggiunse l’altra. -E’ questo il tuo vantaggio.- precisò poi. -La Luce di cui sei simbolo può divenire un’arma cruciale in uno scontro con l’Oscurità.-
-Capisco, ma Jessie è una guerriera della Luce, come posso ferirla?-
-La tua è una domanda intelligente, ma se rifletti converrai che il potere della tua compagna sta sviluppando il suo lato distruttivo. Il fuoco che Jessie controlla e il potere che ancora cela in sé si possono definire contrari alle leggi della Luce, per questo l’Oscurità li brama per sé e cerca in tutti i modi di farli suoi, e sempre per lo stesso motivo essi sono deboli di fronte ad una luce forte e pura.-
-Quindi posso sconfiggere Jessie?- domandò incredula.
-Metterla al tappeto sarà difficile, però puoi tenerle testa se t’impegni.- disse la donna, accompagnando le sue parole con un sorriso incoraggiante.
-Ma non capisco… anche il Re avrebbe potuto ricorrere alla sua luce, perché non l’ha fatto?-
L’altra rise. -Temo che il tuo Re non ci abbia pensato e la tua compagna non gliel’ha fatto notare perché lui è già in grado di utilizzare la sua luce come vuole.- spiegò. -Ora però, concentrati su quest’allenamento, la custode del Tramonto ha voluto che capissi tutto questo per farti crescere e per far sì che tu possa difenderti dall’Oscurità in futuro. Vai e fatti valere!- esclamò Miyo, mentre tutto tornava a splendere nel buio di quel luogo, costringendo la giovane principessa a coprirsi il viso per non restare accecata.


***


Sbatté le palpebre un paio di volte e la sua vista tornò nitida.
Il sole splendeva dall’alto picco del cielo, diffondendo il suo calore, l’odore dell’erba ai suoi piedi la raggiunse con dolcezza, l’elsa del keyblade era ancora nella sua mano, e infine, davanti a sé vide la sua compagna.
La ragazza dalle iridi color nocciola era in piedi, con il peso spostato sulla gamba destra, le braccia al petto e un sorriso soddisfatto le allungava le labbra.
-Allora Kairi? Che mi dici?- chiese con una certa curiosità.
La rossa alzò lo sguardo, mostrando una determinazione che mai le era appartenuta. I suoi occhi blu e profondi come l’oceano, risplendevano come le onde del mare che riflettono i raggi della stella del giorno, e da essi era possibile intravedere la scintilla del suo animo, pervaso dal coraggio e da una nuova forza, appena destata.
-Ho capito cosa può darmi vantaggio, però…-
Per un attimo, tornò a vacillare.
-Non avere paura di farmi male.- disse la castana, intuendo il suo discorso. -Quando saremo avversarie per davvero, dovrai difenderti da un qualcosa che forse non puoi nemmeno immaginare e sarai costretta come tutti gli altri a ferirmi e uccidermi se necessario.-
Il suo sguardo fermo e risoluto fece cadere il silenzio tra i presenti, che probabilmente non avevano ancora prodotto un simile pensiero.
-Ma ora basta parlare, passiamo ai fatti e mostrami di cos’è capace una principessa dal cuore puro!- esclamò, richiamando le sue armi e mettendosi in posizione d’attacco.
Kairi fissò l’altra per un istante, dopodiché cominciò una rapida corsa verso di lei.
Giunta ormai a pochi passi dall’avversaria, caricò un fendente dal basso verso l’alto, che tuttavia fu facilmente bloccato dalla Via del Tramonto, mentre l’Artiglio della Notte giungeva implacabile, abbassato con forza dal braccio sinistro della sua custode.
Con uno scatto all’indietro, la principessa evitò il colpo e si accorse all’ultimo del contrattacco della ragazza. Indietreggiò ancora con un salto, poi lanciò il suo keyblade fiorito dritto al viso dell’altra, prima di avanzare nuovamente. Jessie fermò la chiave con facilità, incrociando le sue lame, ma quando questa si dissolse in una scia di luci vide che la rossa non le stava più correndo incontro. Avvertì un movimento alle sue spalle e saltò sul posto compiendo una capriola per schivare una sfera di circa trenta centimetri di diametro, che andò a congelare una parte del terreno erboso.
-Ottima mossa.- si complimentò, voltandosi.
-So bene che sei più forte di me, quindi ho pensato di provare qualcos’altro.- sorrise Kairi.
-Molto bene, ma non adagiarti sugli allori. Come vedi, ho schivato la tua magia.-
-Ho altre carte da giocare!- rispose lei, evocando immediatamente un nuovo incantesimo. -Thundaga!-
A circa un metro dal capo di Jessie si andò a formare una fitta nube scura, da cui piovvero numerosi fulmini ad alto voltaggio. La castana, colta di sorpresa, non fu abbastanza veloce da creare una barriera difensiva, così si limitò a evitare quanti più fulmini possibili, fino al termine della magia.
Tirando un sospiro, valutò le proprie condizioni e concluse che a parte qualche bruciatura di striscio non aveva nulla di grave. Rialzò gli occhi color nocciola sull’avversaria e con la velocità di un battito di ciglia, le scagliò contro entrambe le sue lame.
La principessa allargò appena le gambe per rimanere in piedi dopo il contraccolpo e rafforzò la presa sulla propria arma, mentre la girava di piatto, pronta a ricevere i keyblade avversari. L’impatto fu notevole, ma riuscì a bloccarli e allontanarli da sé, reagendo all’improvviso contro la compagna in avvicinamento.
-Blizzaga!-
Una nuova sfera bluastra fatta di ghiaccio, fu scagliata contro la custode del Tramonto, che contro ogni pronostico si fermò di colpo con un ghigno dipinto in viso, mentre sui volti degli astanti si manifestava la sorpresa, seguita dal fedele amico stupore, quando una colonna di fuoco scarlatto la circondò. Il globo ghiacciato si tramutò in una sottile linea di vapore quando si scontrò con quel cilindro di fiamme, dentro il quale si celava la sua evocatrice.
Passò qualche secondo, dopodiché l’alta lingua di fuoco si ritirò, concentrandosi in una sfera che andò a posarsi docile sul palmo destro della castana.
-Spiacente Kairi, dovrai inventarti qualche altra mossa.-


***


Un’irreale quiete stagnava tra le pareti metalliche della piccola nave rossa e gialla, che placida si muoveva per lo spazio nero e immenso. Il cavaliere armato di scudo e tanta pazienza, non avvertiva quei ruggiti di noia che invece tormentavano le membra dei due Ritornanti. In particolare il Notturno Melodico era preda di quella bestia apparentemente tranquilla, che in realtà lo stava divorando come la più affamata e cruenta delle bestie, e lo spingeva a un continuo spostarsi da un lato all’altro della stanza. Il Soffio di Fiamme Danzanti al contrario aveva trovato sollievo in una rilassante pennichella su un sedile della sala comandi. Il mago di corte teneva gli arti piumati ben saldi sulla cloche e le iridi puntate sul monitor, mentre le orecchie erano attente e in allerta.
All’improvviso, l’allarme della nave prese a suonare con insistenza, destando il rosso dal suo pisolino e facendolo cadere dalla sua posizione rannicchiata, il biondo sopraggiunse agitato e con un bagliore di adrenalina a illuminargli gli occhi chiari, mentre Pippo si diresse con calma verso l’amico di tante avventure domandandogli cosa stesse accadendo.
-Un’astronave sconosciuta ci viene incontro.- disse il papero, guardando il monitor. -Ed è molto più grande di noi.-
-Ha intenzioni ostili?- chiese Axel, avvicinandosi al pilota.
-Per ora si limitano a viaggiare sulla nostra rotta… Tra quanto l’impatto Pippo?- domandò, spegnendo l’allarme.
-Tra circa dieci minuti.- riferì studiando il radar.
Il mago tornò a concentrarsi su ciò che vedevano i suoi occhi: un’enorme astronave verde, divisa a metà da un anello giallo. S’impose la calma e si mantenne pronto a scattare in ogni momento, ripassando tutte le manovre di emergenza che conosceva, poiché contro una nave tanto grande lo scontro era escluso a priori.
Si riscosse quando una spia blu prese a lampeggiare e un suono continuo, d’intensità inferiore all’allarme, iniziò a farsi sentire con insistenza.
-Che significa quella lucina blu?- chiese Demyx.
-Sembra che vogliano parlare con noi…- affermò il papero, prendendo il microfono della radio e dando il via alla comunicazione. -Qui è la nave Highwind, vi sentiamo passo.-
Inarcò sorpreso un sopracciglio, quando sentì una risatina gracchiante e un verso strano provenire dalla navicella estranea.
-Kero kero kero… Qui è il Sergente Keroro Ufficiale in Comando del Plotone Grandi Manovre Divisione Invasioni Spaziali e provengo da Keron, pianeta della Galassia Gama signorsì!- esclamò una voce, che poi rivelò la propria figura da un’immagine del monitor.
Agli occhi dei quattro compagni si presentò quella che assomigliava molto a una rana verde, dagli occhi scuri, con un elmetto sul capo e una stella gialla dipinta sul torso.
I due ragazzi rimasero stupiti dalle sembianze e dalla presentazione del loro interlocutore, ma non lo furono altrettanto gli abitanti del Castello Disney, soprattutto il pilota, che mantenne un tono di voce neutro, nonostante le informazioni apprese, e domandò all’alieno cosa volesse da loro.
-Avrei bisogno di un’informazione, signorsì! Conoscete le coordinate per il pianeta Pekopon?-
-Pekoche?- ripeté il rosso, grattandosi la nuca. -In tanti mondi che sono stato, non ne ho mai sentito nominare uno così…-
-Neanch’io lo conosco… tu Pippo?- fece il biondino, guardando il cavaliere che aveva assunto una posa pensante, portandosi una mano al mento.
-Mai sentito…-
-Noi non conosciamo il pianeta che cerchi, mi dispiace…-
-Il pianeta è anche chiamato Terra, questo nome vi aiuta di più, kero?- insisté il Sergente.
-Questa sottospecie di rana spaziale vuole andare sulla Terra per conquistarla se non ho capito male…- mormorò Axel.
-Cosa facciamo?- domandò Demyx.
Il mago non rispose al Ritornante e con voce allegra comunicò delle coordinate, mentre i compagni lo guardavano ognuno con una smorfia differente, sconcerto, sorpresa e curiosità.
-Grazie per l’informazione, signorsì! Voi siete diretti al pianeta che si trova su questa rotta?-
-Esatto, contiamo di raggiungerlo in un paio di giorni.-
-Capisco… sapete, somigliava molto a Pekopon, ma c’erano troppe interferenze e non siamo riusciti ad atterrare.-
-Interferenze?- pensò il pilota della gummiship. -Faremo attenzione. Buon viaggio!-
-Buon viaggio a voi, signorsì!- esclamò Keroro, dopodiché la comunicazione s’interruppe e il disco di colore verde saettò oltre la nave rossa e gialla, sparendo in pochi istanti dal radar.
-Paperino ma sei impazzito?!- sbraitò il rosso. -Li hai mandati alla conquista del pianeta di Jessie!- una risata attirò la sua attenzione furente. -E tu perché ridi Pippo?! Siete impazziti tutti e due?!-
-Dì la verità Paperino, dove li hai mandati?- chiese il cavaliere.
-Sulla rotta di una cometa che viaggia molto al di fuori della Via Lattea. Quando arriveranno al punto esatto, la cometa sarà già passata da una settimana! Non troveranno niente!-
I ragazzi rimasero a bocca aperta mentre i due amici se la ridevano di gusto, pensando alla fine che avrebbe fatto il Plotone Grandi Manovre del Sergente Keroro, alla continua ricerca del pianeta Pekopon.


***


Quando Jessie riportò il suo sguardo sulla compagna, la sfera di fuoco che giaceva sulla sua mano si estinse in silenzio senza lasciare tracce di sé. La principessa fissava stranita l’amica dai capelli castani e si chiese cosa fare. Lo scontro stava ormai durando troppo per lei e la sua avversaria sembrava instancabile.
L’unica cosa che le passò per la testa fu di usare quel potere di cui la custode della chiave bianca le aveva parlato e si concentrò per cercare il modo di evocarlo.
-Kairi! Usa la tua luce!-
La ragazza si voltò a sinistra e vide Re Topolino avanti di un paio di passi, che la guardava con decisione.
-L’incantesimo lo conosci! Usa la luce!- urlò ancora, mentre una voce si faceva largo tra i suoi pensieri e le suggeriva qualcosa di simile alle parole del sovrano. Parole che la spronarono ulteriormente a ricorrere a quella forza nascosta di cui era dotata.

-Usa la luce sacra e pura che risiede in te, è l’unica arma a tua disposizione in grado di fermare la forza dell’ultima custode.-

-Miyo?- pensò la rossa, sbattendo gli occhi, tornando poi a voltarsi verso l’avversaria in rapido avvicinamento.
-E’ tempo di chiudere!- disse la keyblader del Tramonto, portando entrambe le braccia all’indietro per caricare un doppio fendente.
-Idropulsar!- urlò Kairi, portando la mano avanti a sé, richiamando una serie di sfere d’acqua per scagliarle contro l’altra.
La castana evitò con agilità il risultato di quella magia e riprese la sua avanzata, notando però qualcosa di nuovo sul viso della principessa del cuore: l’iride dell’occhio destro brillava e vide che era di un colore diverso rispetto alla gemella, ma non riuscì a capire quale sia per la troppa distanza, sia perché la ragazza aveva pronunciato un nuovo incantesimo, che la fece fermare sul posto.
-Lux Sacra!-
Una magia di forma simile all’Idropulsar si diresse verso il proprio obiettivo.
L’ultima cosa che gli occhi color nocciola videro, prima che fu eretta una barriera difensiva, furono una decina di sfere luminose, accompagnate da lame d’argento. Lo strato roseo della barriera cedette di fronte a quella manifestazione di luce e la sua evocatrice fu circondata e colpita, dopodiché si udì l’impatto violento contro le candide mura di cinta del Castello Disney.





Spero che il capitolo, con l'inserimento inaspettato di Keroro, vi sia piaciuto ^^ Come per il capitolo precedente, speravo che il combattimento venisse meglio, vabbé. Scusatemi se ora chiudo qui e non rispondo alle vostre recensioni, ma come ho detto non ho la testa per farlo in maniera decente... Vi ringrazio comunque Mikhi, masterof dark e Deby92 per i commenti che avete lasciato :3 e ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto ^^ Mi auguro di fare un aggiornamento più decente la settimana prossima!
See ya!!!



ps: se qualcuno di voi era al fumettopoli a Milano questa mattina mi avrà vista nei panni di un Sims XD

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Capitolo 71
*** Capitolo 70: L'amore degli opposti ***


*arriva piano piano accompagnata dall'omino impomatato che al posto della solita trombetta si porta dietro una cariola piena di pacchetti di fazzoletti* Buona sera miei cari lettori e mie care lettrici! Come avrete sicuramente capito dal carico che trasporta il Banditore, sono raffreddata... proprio ora che ricominciano le lezioni e i tirocini all'università, ovviamente =ç= Cose inutili a parte, questa volta ho tutto il tempo e la testa (o quel poco che mi rimane di sano XD) per rispondere alle vostre recensioni, quindi ci vediamo in fondo! :3 Buona lettura!!!

ps: dimenticavo... il rating si alza sull'arancione, ma non vi dico perché né per come u.u Se però avete di fianco degli innocenti pargoli, mandateli a fare un bel disegno ok? XD


Capitolo 70: L’amore degli opposti


L’arma leggendaria dalla foggia floreale scivolò dalla mano che la impugnava e precipitò silenziosa verso il suolo, svanendo un istante prima di sfiorarlo. Lo imitò immediatamente la sua custode, che cadde in ginocchio con le mani avanti per sorreggere il proprio corpo, sentendolo debole e stanco, privo di energia.
La schiena si alzava e si abbassava rapidamente, segnando l’affanno della giovane principessa, che risollevò lo sguardo ancora incredulo su ciò che era stata in grado di compiere.
Una piccola nube di polvere ancora aleggiava sui detriti della porzione di cinta muraria che era stata travolta dalla keyblader del Tramonto, che non era stata in grado di frenare l’incredibile potere scaturito dal cuore puro della ragazza dai capelli rossi.
Gli astanti tacevano di fronte a tale spettacolo, sconvolti e sorpresi dalla piega che aveva preso lo scontro tra le due giovani. Mai si sarebbero aspettati un simile finale, conoscendo le capacità dell’una e dell’altra, soprattutto quelle della castana, che ancora non dava segno di sé.
Le candide macerie restavano immobili, in attesa di essere mosse da forze esterne.
Finalmente riemerso dallo stato di lieve shock, il possessore della Catena Regale scosse un braccio dell’amico per ridestarlo dal suo torpore momentaneo e senza attendere risposta corse in direzione della propria compagna.
L’argenteo osservò per un istante le mosse del castano, dopodiché nella sua mente comparve un unico pensiero e i suoi occhi scattarono veloci sull’ammasso di pietre bianche, ormai libere dalla lieve coltre che le copriva.
-Jessie…- sussurrò, correndo dall’altra parte della distesa erbosa col cuore che batteva impazzito nel petto a causa dell’ansia che gli scorreva nel sangue come un infido veleno.
Superò la coppia di amici senza guardarli, poiché il suo sguardo era rivolto solamente avanti a sé. Giunto di fronte al cumulo di detriti si mise all’opera per liberare la compagna.

-Kairi, come stai?- domandò, aiutandola a mettersi in piedi.
-Stanca…- mormorò lei, spostando l’attenzione sul ragazzo, che sussultò quando vide i suoi occhi. -Cosa c’è Sora?-
Il Maestro del keyblade fissava confuso l’iride destra della ragazza, la quale non era più blu come l’oceano, ma era tinta col colore dei petali delle violette.
Il giovane rammentò che anche i due compagni avevano subito qualcosa di simile, quando per la prima volta erano entrati in contatto con i loro predecessori. Si rilassò, sospirando e donando un sorriso alla sua principessa che continuava a guardarlo con preoccupazione.
-Allora? Qualcosa non va?- chiese ancora.
-Nulla di serio, tranquilla…-
-Se lo dici tu…- rispose lei poco convinta, dopodiché rivolse lo sguardo altrove. -Jessie…- pensò con terrore, vedendo il detentore della Via per l’Alba sollevare i pesanti frammenti di pietra, aiutato dal Feroce Lanciere. -Sora! Portami da loro!-

In pochi istanti, tutti i presenti si erano avvicinati alle alte mura di cinta per verificare lo stato della ragazza, che fu ritrovata sotto l’ennesimo masso sollevato da Xaldin, con l’ausilio dei suoi poteri.
La castana giaceva sul fianco sinistro, in posizione fetale, priva di sensi.
Le braccia erano coperte da numerosi graffi sanguinanti e le mani erano ancora serrate nell’atto di impugnare le due armi, che però, non erano presenti accanto alla loro padrona.
Con la paura che gli stringeva il cuore in una ferrea morsa, il keyblader dai capelli argentati si chinò sul corpo immobile della giovane. La sollevò piano, come se stesse maneggiando un oggetto di preziosa e fragile porcellana, mettendola seduta e la fece appoggiare a sé, mentre la scrutava in cerca di qualunque segno vitale. Notò con sollievo il lieve movimento del petto, ma lo pervase il terrore quando avvertì la mano sinistra, che sorreggeva la testa della custode, bagnarsi lentamente con qualcosa di vischioso al tatto.
Allontanò la mancina per osservarne il palmo e inorridì quando lo vide macchiato di denso sangue scuro.
-Jessie svegliati!- urlò immediatamente. -Jessie per favore, apri gli occhi!- continuò, scuotendola senza usare troppa forza.
La chiamò ancora e ancora, ma non ottenne altro che rantoli dalle sue labbra e un leggero tremore dal suo corpo.
-Energiga!- esclamò Sora, allungando la dritta verso il corpo della compagna, che fu avvolta da un’intensa aura smeraldina, mentre sopra il capo sorgeva un bocciolo, che in pochi istanti si schiuse rivelando un giglio dai petali candidi come la neve. La magia si spense a poco a poco, mentre compiva il suo miracoloso effetto, guarendo ogni ferita delle membra tremanti della castana, che tuttavia non accennò a svegliarsi e il viso dalla pelle abbronzata restava pallido come la superficie della luna.
I secondi passarono inesorabili e veloci, ma al custode dell’Alba parvero durare un’eternità, finché la ragazza tra le sue braccia non strizzò gli occhi per poi aprirli lentamente.
Tutti la guardarono col fiato sospeso, incapaci di proferire parola, mentre lei voltava lo sguardo attorno a sé per studiare l’ambiente che la circondava, e si portava la mano destra alla tempia. Fece un lungo sospiro, che accompagnò il socchiudersi delle palpebre.
-Come ti senti?- chiese il Re, notando che il viso della giovane non accennava a riacquistare il suo colorito.
-Ho un gran mal di testa…- grugnì. -Sapevo di avere la testa dura, ma non pensavo così tanto, accidenti… e non credevo che la Luce potesse farmi tanti danni…- disse stanca, gettando un’occhiata alla mancina, che aveva tentato di muovere senza risultati.
-Cioè?- domandò il sovrano, incredulo e allarmato.
-Dalla mano alla spalla sinistra… non riesco a muovere nulla…- rispose, tralasciando il dolore intenso che avvertiva.
Un dolore che sembrava mangiarla dentro, come un malefico e ingordo parassita.
-Com’è possibile?- intervenne Sora.
-Bah, se ci pensi, non è così improbabile che la Luce mi dia certe noie…- sbuffò Jessie, alzandosi in piedi aiutata dal compagno, che non le staccava gli occhi di dosso. -La mano sinistra è quella che impugna l’Artiglio, che è un’arma oscura e la Luce giustamente, ha il compito di debellare l’Oscurità. Comunque Kairi, complimenti. Mi hai sconfitta su tutta la linea e hai capito in cosa consiste il tuo potere, l’allenamento con te è terminato.- sorrise all’indirizzo della rossa, che scattò improvvisamente in avanti ad abbracciare l’amica, poggiando la fronte sulla sua spalla per nascondere il viso.
-Scusami Jessie! Miyo mi aveva avvertita, ma non sono riuscita a controllarmi! Non volevo farti del male!- esclamò tra le lacrime, stringendo la stoffa nera del cappotto tra i pugni.
La castana addolcì lo sguardo e posò la mano destra sul capo della principessa. -Kairi, non sentirti in colpa. Hai affrontato lo scontro come mi aspettavo, anzi, sei andata ben oltre le mie previsioni.- affermò, facendo scivolare le dita della dritta sotto il suo mento per invitarla a incrociare i loro sguardi. -Ascoltami bene, quando sarò una nemica, probabilmente non ci sarà la Luce attorno a te, quindi non avrai dalla tua parte il punto ambiente. Per questo dovrai avere la stessa determinazione di oggi, forse di più, perché sarò io ad avere un vantaggio su di te. Tutto chiaro?-
La custode del keyblade fiorito annuì, asciugandosi le ultime lacrime e rispondendo al caldo sorriso dell’altra.
-Ora però torniamo dentro, è ora di pranzo, io devo recuperare le forze se non voglio fare brutta figura con Sora più tardi e anche tu hai bisogno di rilassarti, altrimenti quell’occhio resterà così.- disse, indicando l’iride destra della rossa.
-L’occhio? Cos’ha il mio occhio?- domandò spaventata.
-Calmati Kairi, non è nulla…- intervenne Riku, sorridendo all’amica. -Guarda…-
L’argenteo aprì il palmo sinistro e, a pochi centimetri d’altezza da esso, apparve una piccola sfera d’acqua che lentamente s’ingrandì e si modellò. Si allargò e si appiattì, creando una superficie sottile su cui la ragazza vi trovò il riflesso del suo volto e notò il suo occhio che non era più blu ma viola.
-Dev’essere stato il contatto diretto con Miyo a provocarlo, ma non preoccuparti, tornerà come prima quando meno te ne accorgerai.- assicurò il ragazzo, sciogliendo la magia.
Kairi assentì, dopodiché, sotto incitazione, tutti seguirono il custode della Catena Nobile all’interno del grande castello bianco.
In fondo al gruppo, Riku portò un braccio dietro la schiena della compagna per sostenerla e con le dita circondò la spalla sinistra, trovandola gelida. La fissò preoccupato, mentre lei prendeva con cautela il braccio inerme da sotto il gomito con l’arto opposto ed era scossa da un violento brivido.
-Tutto bene?- le chiese.
-Insomma… sentire il braccio così freddo è una novità anche per me, ma non preoccuparti sono sicura che con la scesa della sera starò meglio, piuttosto mi sa che dovremo rimandare il tuo allenamento a domani mattina…-
-Vorrei che rimandassi anche quello di Sora…- sospirò il ragazzo, attendendo la replica che non tardò a farsi sentire.
-Scordatelo.- sentenziò rigida. -Abbiamo fretta e con te ci sarà da fare un lavoro doppio.-
-Perché?- domandò curioso.
-Perché non è da molto che Omi è con te e poi, hai il coraggio di colpirmi a sangue freddo?- replicò lei, facendo incrociare i loro sguardi. -Dovremo controllarci e dare il meglio, dobbiamo essere preparati.-
Il keyblader annuì prima di chinarsi su di lei e sfiorarle le labbra con un bacio leggero come un alito di vento.
-Sarà difficile, ma ce la faremo.- concluse, donandole un sorriso luminoso più dell’aurora.


***


Un venticello leggero smuoveva i pigri fili d’erba, facendoli somigliare a tante ballerine impegnate nella loro sensuale danza. Il sole, ormai prossimo alla linea dell’orizzonte, aveva già dato il via all’allungarsi delle ombre e al colorarsi del cielo, che dal vivace azzurro del mezzodì era passato a una tinta di svariate sfumature. Dal rosso intenso che circondava la stella del giorno, come la criniera di un fiero leone, si passava gradualmente al rosa e al viola, che poi si scuriva nel blu, sempre più profondo verso oriente, annunciatore della notte.
Quell’arcobaleno di luce colorata, si gettava come l’acqua di una cascata sul Castello Disney e i suoi territori, colorando le mura e inondando il manto erboso, che altrimenti si sarebbe presentato come una distesa smeraldina.
Seduta sull’alta recinzione, Jessie beava il proprio sguardo di quel meraviglioso panorama, che placava il suo animo turbolento e ridava forza alla parte debilitata del suo essere, che mal risentiva della presenza di tanta Luce in un unico luogo.
Una serie di fruscii e passi, preceduta da alcune voci, la rapì dall’incantesimo creato dal crepuscolo e la fece voltare verso l’ingresso del giardino. I suoi compagni di viaggio, accompagnati dal gruppo dei Ritornanti, avevano fatto il loro ingresso, mentre il detentore della Catena Regale si portava al centro dell’area prescelta per l’allenamento.
Restia ad abbandonare la sua postazione, la ragazza sbuffò appena, ma si alzò subito dopo, intraprendendo un breve volo, che la portò a un paio di metri di distanza dal brunetto.
-Jessie, sei sicura di voler combattere anche contro di me?- chiese preoccupato. -Possiamo rimandare se non te la senti…-
-Stai tranquillo.- rispose lei con un sorriso incoraggiante. -Io e te ci batteremo ad armi più che pari: tu hai la luce della Prima Pietra, mentre io ho quella del tramonto.- spiegò, evocando entrambi i keyblade e muovendo senza problemi il braccio sinistro.
Il ragazzo imitò subito la compagna, impugnando la sua chiave e mettendosi in posizione. -Prima le signore.-
-Con piacere!- esclamò Jessie, correndo contro il suo avversario con le braccia dietro la schiena.
Sora, invece, rimase fermo in attesa del colpo che sarebbe giunto in pochi istanti. Difatti, dopo una breve e rapida successione di passi, le tre armi entrarono in contatto, producendo un violento rumore metallico, che spezzò la tensione aleggiante tra gli astanti. Il piatto della Catena Regale fermò l’avanzare delle sue sorelle, creando una pioggia di scintille e una situazione di stallo, che terminò quando la Via del Tramonto si levò per caricare un fendente dal basso.
Il custode saltò immediatamente all’indietro, evitando il colpo, dopodiché si lanciò verso la ragazza in uno scontro frontale. La castana ghignò appena, prima di caricare il braccio sinistro in orizzontale e scagliare così l’Artiglio della Notte in direzione del compagno. La chiave volò veloce a mezzo metro dal suolo, ma fu facilmente schivata con un balzo in avanti, a cui seguì una sferzata circolare. Questa volta, fu Jessie a saltare e indietreggiare, mentre la seconda lama tornava nella sua mano con una scia luminosa.
-Magnetega!-
Riportati i piedi a terra, la castana dovette trattenere le sue armi dall’effetto della magia evocata da Sora. Un piccolo vortice magnetico dai riflessi grigio-argentei in continuo turbinare, che aveva lo scopo di strappargli i keyblade dalle dita. Quando, però sentì che le mancava il terreno d’appoggio, lasciò la presa e si voltò appena in tempo per evitare un affondo avversario, gettandosi a terra e rotolando di lato. Quando si trovò a pancia in sotto, tentò un calcio basso mentre si girava sul fianco, appoggiandosi sulle mani. L’attacco andò a segno sulla gamba destra del ragazzo, che perse l’equilibrio, dandole il tempo di rialzarsi e allontanarsi di qualche passo.
-Questa magia non la conosco, davvero un’ottima trovata!- si complimentò Jessie. -Sei il primo che riesce a portarmi via i keyblade.-
-Grazie!- ridacchiò Sora, rimettendosi in piedi.
-Ora se permetti, vorrei contrattaccare…- sorrise, mettendosi a braccia conserte.
-E come pensi di… oh-oh…-
Disposte in cerchio davanti alla loro evocatrice, comparvero dieci sfere infuocate grandi quanto un pugno. -Schiva queste, se ci riesci.- disse, dopodiché i globi rossi come il sole all’orizzonte, partirono all’attacco uno dietro l’altro.
Gli occhi azzurri del Maestro del keyblade scattavano da destra a manca per seguire i rapidi e sinuosi movimenti delle sfere, che all’improvviso ruppero la formazione lineare e cominciarono a muoversi in maniera confusa, seguendo la volontà della loro padrona, poi una si staccò dal branco per gettarsi sull’obiettivo.
Sora attese l’ultimo istante, prima di colpire la sfera con una sferzata laterale, dopodiché riportò subito l’attenzione sul resto del gruppo, che si trovava improvvisamente troppo vicino.
-Reflex!- urlò il castano, creando una barriera rosata per difendersi dall’offesa multipla.
Dopo l’impatto con i globi di fuoco, la magia s’infranse in tanti frammenti, ma prima ancora che questi potessero svanire senza un suono, il ragazzo corse verso la compagna, che si preparò a riceverlo, richiamando la Via del Tramonto. Tuttavia, quando fu a pochi passi da lei, Sora spiccò un balzo per arrivarle alle spalle e menò immediatamente un fendente orizzontale.
Jessie impugnò anche l’Artiglio della Notte e fece un passo avanti con il piede destro, sul quale fece perno per voltarsi e si accorse d’aver bloccato la lama della Catena Regale, solo quando il keyblade della Notte cozzò con essa.
I due custodi si fissarono l’uno negli occhi dell’altra, mentre placavano il lieve affanno, che li aveva costretti a fermarsi. La ragazza si perse per un attimo nelle iridi azzurro cielo del compagno, leggendovi tutta la determinazione del suo animo e comprese appieno come avesse fatto ad avere la meglio sull’Oscurità ogni volta che se l’era trovata di fronte. Il keyblader, invece, non seppe decifrare lo sguardo della castana, poiché gli parve attraversato da una tempesta di emozioni contrastanti, tuttavia colse la forza celata da quegli occhi tinti di nocciola e non riuscì a non chiedersi come avrebbero mai potuto sconfiggerla, una volta che sarebbe diventata loro avversaria.
Il vento si era quietato, zittendo il proprio soffio e lasciando che fossero i due contendenti a colmare l’etere di suoni e rumori e a far danzare il prato sul quale poggiavano i piedi. Tutto era immobile e ormai, il sole era del tutto tramontato, lasciando il trono della volta celeste alla pallida ed elegante luna, che saliva lenta da est, in posa calante, circondata dal cupo blu notturno, impreziosito dalla presenza delle stelle.
-Direi che per oggi possiamo fermarci qui.- esordì la ragazza, mettendosi eretta, mentre le sue armi svanivano in una scia luminosa, seguite dalla Catena Regale. -Sei bravo, sia dal punto di vista magico che fisico, e anche in quanto a forza mi tieni testa.- disse soddisfatta. -Le tue impressioni?- domandò, incamminandosi verso il resto del gruppo, affiancata dall’altro.
-Bè, non era la prima volta che mi scontravo con due keyblade, quindi ero pronto a ogni evenienza, ma mi sono fatto più attento quando hai usato le sfere siccome non sapevo come le avresti sfruttate.- spiegò, incrociando le braccia. -Invece per quanto riguarda la forza, mi sembra che siamo più o meno pari.-
-Bene, domani proveremo un secondo round. Ora andiamo a riposarci un po’!- concluse lei.
-Siete stati molto bravi, specialmente tu Sora.- intervenne Re Topolino. -Peccato che mi perderò lo scontro di domani.-
-Tornate sulla nave?- chiese il castano.
-Sì, sono stato qui anche troppo, non vorrei che gli altri si preoccupassero e poi voglio sapere se durante il viaggio ci sono stati problemi.-
-Allora ci vediamo fra due giorni.- decretò il ragazzo dagli occhi azzurri.
Il sovrano annuì, dopodiché salutò tutti e attraversò un varco preceduto da Xemnas.


***


Si chiuse la porta alle spalle e si guardò attorno, studiando l’arredamento della stanza. Un letto a due piazze stava di fronte all’entrata e alla sua sinistra, si trovava un’alta finestra, coperta da una leggera tenda color perla, mentre all’altro lato, prendevano posto un paio di poltrone e uno scrittoio addossato alla parete. Opposta a esso, invece, stava una seconda porta, che probabilmente conduceva al bagno.
Gettato il lungo cappotto su una delle poltrone presenti nella stanza, ormai raggiunta dalla sola luce della pallida luna, si lasciò cadere sul fondo del morbido materasso, lasciando le gambe penzolanti e portando lo sguardo sul soffitto bianco come la neve. Sospirò appena, mentre chiudeva lentamente gli occhi e si faceva trasportare dal placido incantesimo del sonno, che la invitava incessantemente a prendere parte al mondo dei suoi sogni, lontano dai pensieri e dalle fatiche di quella lunga giornata. Tuttavia, questo suo proposito fu interrotto bruscamente e piacevolmente al contempo, quando un paio di labbra conosciute e calde, come i raggi solari del mattino, si posò sulle sue, in cerca di un contatto più profondo. Contatto, che non fu negato.
Schiuse le labbra e invitò l’amante a partecipare a quel gioco, di cui non erano ben definite le parti, con un piccolo e fugace tocco della sua lingua. In pochi attimi, il silenzio che avvolgeva la stanza come un guscio, fu infranto dai lievi sospiri dei due ragazzi, finché non si separarono in cerca d’ossigeno per colmare il leggero affanno.
Jessie aprì gli occhi e immediatamente si specchiarono in quelli di Riku, che stava sopra di lei, appoggiato sui gomiti per evitare di schiacciarla col proprio peso. Si perse in quell’infinito oceano verde, desiderando di non separarsene mai, ma si riscosse quando avvertì la mano fresca dell’altro scivolare sotto la sua maglietta, per accarezzarle i fianchi e il ventre con un tocco delicato, cui non seppe trattenere un sospiro di piacere, soprattutto quando salì a sfiorarle il seno.
L’argenteo sorrise alla reazione della compagna, quindi si abbassò per posare le labbra sul collo abbronzato, lasciato libero dalla scollatura della maglia. Percorse tutto il lato destro del collo con una scia di baci, passando lentamente al lato sinistro, beandosi dei sospiri della ragazza, mentre con altrettanta calma, la mano destra continuava a sfiorare la pelle del ventre, che si ritraeva appena al suo passaggio.
Si fermò per un istante, quando sentì i palmi bollenti della custode del Tramonto, posarsi sulla sua schiena dopo aver sollevato la felpa e la t-shirt sottostante. Avvertì le dita percorrergli la linea della colonna vertebrale dal basso verso l’alto, per poi scendere di nuovo e passare sull’addome e sul petto, finché non la fermò per liberarsi degli indumenti che gli coprivano il torso. Quando riemerse per gettarli lontano, in un punto imprecisato della stanza, si accorse che anche lei si era tolta la maglietta e si era seduta, spingendosi indietro sul letto, fino ad arrivare ai cuscini.
Sorrise appena, vedendo che il compagno si era incantato a guardarla, così lo richiamò allungando un braccio verso di lui e unendo il palmo della mano con il suo, quando si fu avvicinato. Ripresero a baciarsi con più impeto, mentre i pantaloni finivano sul pavimento con poca grazia, ormai considerati ostacoli fastidiosi.
Quando furono pelle contro pelle, senza nessuno strato di stoffa a dividerli, un brivido scosse entrambi lungo la schiena, fermandoli un istante e facendo incrociare nuovamente i loro sguardi. A nulla sarebbero valse le parole in quell’eterno momento sospeso tra le loro iridi, poiché da esse, l’unica cosa che trapelava era l’amore che provavano l’uno per l’altra.
Riku ammirò il corpo della compagna con occhi languidi, ma fu travolto dalla tenerezza, quando la vide arrossire e spostare lo sguardo da un lato. Si chinò su di lei per coinvolgerla in un bacio senza via di scampo.
Inizialmente sorpresa dal tono di quel contatto, Jessie si lasciò andare, rispondendo con altrettanto impeto, mentre passava le braccia attorno al collo del ragazzo, per affondare e intrecciare le dita nella lunga chioma argentea. Aumentò la presa sulle ciocche con cui stava giocando e inarcò appena la schiena, quando il compagno entrò in lei con delicatezza estrema, che però non le impedì di avvertire una scossa di dolore, il quale tuttavia, si tramutò in piacere dopo pochi attimi. Travolti da un’indescrivibile e mai provata passione, si amarono senza temere nulla in quel luogo precluso all’Oscurità, che tanto desiderava dividerli, trovando anche l’intesa perfetta tra i loro elementi opposti e complementari al contempo. Unici testimoni della loro unione erano la muta stanza, che si riempì di ansimi e sospiri, e l’ultimo quarto di luna, che con occhio curioso, osservava attraverso la trasparenza delle tende.
I due ragazzi si fecero avvolgere e sommergere dai loro sentimenti reciproci per un tempo che a loro parve infinito ed effimero, finché non si fermarono, scambiandosi un ultimo e lungo bacio.
Quando si divisero, Riku si soffermò a osservare il viso della compagna, circondato dalla chioma castana, rosso sulle gote e cosparso di piccole gocce di sudore sulla fronte, mentre le labbra schiuse emettevano rapidi respiri e la presa sulla sua schiena si allentava, segnalando il suo rilassamento. Sempre con delicatezza, uscì dal corpo della ragazza, stendendosi al suo fianco e avvolgendo entrambi con le coperte, dopodiché la abbracciò, stringendosela al petto come se fosse la cosa più preziosa che possedesse, per non permettere a nessuno di separarli.
-Riku, se stringi ancora un po’ mi stritoli…- mormorò lei, spostandogli una ciocca argentea dietro l’orecchio.
-Oh, scusa…- rispose, allentando la presa.
-Non fa niente…- replicò tranquilla, passando il braccio sul fianco del compagno e appoggiando la testa al suo petto.
-Jessie…- chiamò poi, chiudendo gli occhi.
-Mh?-
-Ti amo.-
-Anch’io Riku… anch’io…- disse, mentre senza rendersene conto, scivolava controvoglia nel regno di Morfeo, cullata dal ritmo del respiro del custode dell’Alba.




Capitolo più lungo degli altri di una pagina abbondante, spero che vi sia piaciuto ^^ A me non convince mica tanto, ma il giudizio è vostro e il mio autocriticismo non vale una cicca u.u Mi auguro che la scena finale sia venuta meglio di quel che penso. Ho fatto del mio meglio, ma quando l'ho scritta ho avuto un piccolo blocco dovuto all'imbarazzo, poiché Jessie è pur sempre il mio alter ego. Ora sono più pratica grazie ad altre cosine etero che ho scritto, quindi se mi capiterà di scrivere nuovamente delle scene RikuxJessie, state tranquilli che non vi deluderò ^^ Alla prossima! See ya!


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Stupito nè? u.u Per quanto detesti Kairi, sono riuscita a trasformarla in qualcosa di utile XD Comunque non temere che anche gli altri custodi useranno il potere della Luce, Topolino non l'ha fatto perché appunto s'è dimenticato u.u Grazie del commento e del sostegno :3 *spupasha*

Mikhi: Carissima :3 Purtroppo il keyblade fiorito ha sconfitto Jessie, ma non preoccuparti si rifarà *w* Eccome se si rifarà! Sorpresa dall'intervento di Keroro? Guarda, l'idea mi è venuta per caso XD Dovevo spezzare il capitolo e volevo spostare la scena sulla gummiship, poi mentre ascoltavo musica a caso mi è venuta l'illuminzione XD Sono contenta che ti sia piaciuto ^^ Spero che anche questo ti abbia soddisfatta! Grazie del commento <3 Ciauuuu!!!

Deby92: Ciao cara :3 Noto con piacere che Keroro ha fatto scalpore XD Già, Kairi s'è svegliata fuori e forse più in là si renderà utile, chissà XD Grazie del commento e spero che anche questo capitolo ti piaccia <3 Saoooo!!!

Bè ragazzi, anche per oggi chiudiamo qua. Ringrazio come sempre tutti quelli che mi seguono senza commentare, so che siete tantissimi e io vi adoVo tutti :3 Ci sentiamo il prossimo week-end! Ciaooo!!! (Ciao ciao! Ciao ciao! NdTurbotubbies  O.O NdFly e Banditore) *svanisce in una nuvola di fumo e il Banditore cade in una botola*

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Capitolo 72
*** Capitolo 71: Acqua e fuoco ***


Salve a tutti gente!!!! *il Banditore suona la sua trombettina* Anche stasera sono di corsa, la preparazione dei cosplay mi sta prendendo un sacco di tempo e quest'ultimo scarseggia <.< Quindi basta ciarlare al vento e via al capitolo!!! Buona lettura!

ps: come sempre il titolo è pessimo <.<


Capitolo 71: Acqua e fuoco


Fu un timido raggio dell’aurora a strapparlo con crudeltà dal torpore del regno di Morfeo. Sbatté le palpebre un paio di volte, sbuffando e arrendendosi al volere del sole, dopodiché fece mente locale sugli ultimi avvenimenti e solamente a quel punto, abbassò lo sguardo.
Stretta al suo petto, la ragazza dormiva un sonno tranquillo, evidenziato dalla beatitudine dipinta sul suo viso, incorniciato dalle lisce ciocche castane. La osservò a lungo, poiché mai prima di allora, l’aveva vista così serena e distesa, libera dai pensieri e dai ricordi che albergavano nella sua mente, ogni minuto del giorno e della notte. La studiò, facendo scorrere lo sguardo acquamarina sulla sua figura sottile, nascosta dalle coperte fino alla spalla. Il braccio sinistro era appoggiato al suo corpo, mentre il destro era raccolto al petto e la mano corrispondente era intrecciata con la sua mancina ancora dalla sera precedente.
Un dolce sorriso illuminò il volto del prescelto dell’Alba, mentre ricordava attimo dopo attimo ciò che era avvenuto con la sua compagna durante quella notte baciata dalla luce argentea di una luna curiosa, ma soprattutto gelosa di quell’unione proibita che stava andando contro le leggi del destino, e invidiosa, poiché il tramonto e l’alba non si erano mai avvicinati tanto, dall’escludere il buio in cui regnavano lei e le stelle.
Continuò a guardarla dormire, finché quel raggio che l’aveva destato non si sollevò, andando a illuminare un angolo lontano della stanza, quindi si alzò sciogliendo piano l’intreccio delle loro dita e si trattenne dal baciarla anche solo sulla guancia, per evitare di interrompere il suo riposo. Quando fu in piedi, le sistemò la coperta e recuperati i suoi vestiti, si chiuse nel bagno adiacente alla stanza da letto.

Uscì dal bagno fresco e profumato, con un sorriso stampato in viso e la convinzione di trovare la compagna ormai sveglia e alla sua ricerca. Invece, si stupì quando vide che la custode del Tramonto era ancora placidamente immersa nel mondo dei sogni.
Le sedette accanto, riprendendo a contemplarla, mentre le passava i polpastrelli sulla guancia, in una leggera carezza, con cui avvertì il calore bruciante della pelle abbronzata. Sospirò e fece scendere la mano sulla spalla della giovane per scuoterla dal suo torpore.
-Jessie, svegliati.- disse, alzando la voce. -Dai, è tardi.-
La ragazza storse il naso, ma non aprì gli occhi e si girò dall’altra parte, sfuggendo alla presa dell’argenteo.
Il keyblader rimase per un attimo allibito davanti a quella reazione, tuttavia non poté trattenere una risata. -Mai avrei pensato che fossi una pigrona… invece guarda qua…- pensò, andando all’altro lato del letto. -Dovevi essere proprio stanca.- costatò, sedendosi.
Si chinò sul suo viso e la baciò appena sulle labbra, dopodiché cercò di approfondire il contatto, in attesa di una risposta, che contro ogni sua aspettativa, non tardò ad arrivare.
Lentamente, la castana iniziò a reagire e prese il controllo del bacio, facendo ben capire al compagno di essere sveglia e vigile.
-Ti autorizzo a svegliarmi così tutte le mattine…- mormorò quando si separarono.
-Ho provato a svegliarti normalmente, ma non ha funzionato.- rise il ragazzo. -Hai dormito bene?-
Jessie annuì con un sorriso genuino. -Non dormo così bene da anni… nessun ricordo e nessun incubo a darmi fastidio…- sospirò, portandosi la coperta al petto per alzarsi a sedere. -E’ un peccato che stare qui mi sia tanto nocivo…- pensò, avvolgendosi con la stoffa per mettersi in piedi.
Sorrise all’altro e gli posò un bacio sulla guancia prima di dirigersi in bagno per una rapida doccia. -Comincia pure a scendere io arrivo tra poco.- disse, sparendo oltre la porta.
Riku fissò per alcuni istanti l’entrata dell’altra stanza e vi si avvicinò, restio a lasciare la ragazza da sola, ma si rilassò quando la sentì canticchiare un motivetto a lui sconosciuto, sotto il getto d’acqua calda. Così scosse la testa e se ne andò, lasciando la ragazza alla sua tranquillità.

-Mi stai prendendo in giro?- chiese allibito.
-Affatto.- rispose l’argenteo, scuotendo la testa. -Canticchiava.-
-Sono senza parole…- ammise Sora, incrociando le braccia. -Rigida com’è, non la credevo un tipo da canticchiare.-
-Una notte di sonno tranquillo può fare miracoli.- disse, attirando un’occhiata scettica dell’amico. -Perché mi guardi così?-
-Una notte di sonno eh? Tu non c’entri nulla, vero?- domandò, assottigliando lo sguardo e facendo arrossire l’altro.
-Non credo siano affari che ti riguardano.- replicò secco il maggiore, voltandosi. -Finiscila.-
Il castano sghignazzò come una volpe, dando delle leggere gomitate al ragazzo. -Allora lo ammetti…-
-Ti ho detto di smetterla!- esclamò, attirando l’attenzione dei Ritornanti presenti e di Kairi che stava parlando con la regina Minnie.
Tutti gli occhi erano puntati sui due amici e da essi trapelava la curiosità di sapere cosa stesse succedendo, perché non capitava spesso che il custode dell’Alba perdesse le staffe, soprattutto in quel modo e con le gote più rosse di un pomodoro maturo.
-Cos’è successo?- chiese una nuova voce.
I presenti si voltarono verso le scale che dal castello conducevano al giardino e videro la keyblader del Tramonto ferma davanti ai gradini, con una mano sul fianco. Anche il suo arrivo, però, gettò automaticamente il seme dell’interesse, poiché la ragazza, quel giorno aveva abbandonato il suo solito abbigliamento, preferendone uno più libero. Il corpo, non più chiuso nella stoffa pesante del cappotto, era invece fasciato con dei jeans blu, che a livello delle ginocchia sparivano negli stivali, e una maglietta nera a collo alto, sempre senza maniche, mentre ai capelli era stata imposta la coda di cavallo. Tuttavia, ciò che più stupì il gruppo, fu l’aria riposata e tranquilla che la castana emanava da ogni poro, chiedendosi, però, quanto sarebbe durata, poiché tutti conoscevano quali effetti avesse la Prima Pietra della Luce sul suo corpo.
-Allora?- ribadì. -Si può sapere che vi prende a tutti quanti?- aggiunse, avvicinandosi al proprio compagno. -Vuoi dirmelo tu?-
-Ma nulla Jessie, non è successo niente!- assicurò, trattenendo una risatina isterica.
-A me sembra il contrario, ma va bene lo stesso.- sorrise. -Sei pronto per cominciare?-
Il ragazzo si riscosse immediatamente alla domanda. -Io sì, ma tu hai mangiato qualcosa?-
-Non preoccuparti, preferisco non mangiare prima di fare movimento.- rispose. -Dopo l’allenamento con te ci penseremo, poi nel pomeriggio farò di nuovo un incontro con Sora, per domani vedrò.-
-Custode, permetti una parola?- intervenne il Superiore, con tono calmo e rispettoso.
-Certo Xemnas, dimmi pure.-
-Avrei una domanda: perché hai scelto di non allenarti con noi Ritornanti?-
-Non fraintendere, ho scelto di non farlo perché voi siete ciò che potrebbe salvarci quando tutto sembrerà perduto. Voi Ritornanti siete una carta vincente ed è meglio che io non conosca il vostro potenziale, poiché quando saremo avversari potrei trovare il modo di contrastarvi.- spiegò seria. -Siete degli alleati preziosi, che devono essere protetti dagli oscuri progetti dell’emissario. Se, però, qualcuno di voi vuole scontrarsi con me, non mi tiro certo indietro, ma ti rammento la mia premura nei vostri riguardi.-
L’uomo dagli occhi d’ambra valutò bene le informazioni ricevute prima di dare una risposta a sua volta. Sospirò, spostando lo sguardo sui propri compagni e fratelli di fato, persi a discutere di chissà cosa alcuni, mentre altri impegnati in riflessioni a lui sconosciute.
-Il tuo è un ragionamento corretto custode, ne parlerò con gli altri e ti faremo sapere se qualcuno vorrà avere un confronto.-
-Bene.- concluse la ragazza con un sorriso. -Ora però, vediamo di darci da fare, il tempo che c’è concesso è sempre meno.- disse, voltandosi verso l’argenteo. -Riku, ricorda ciò che ho detto: dovrai sconfiggermi, e dovrai farlo anche a costo di ferirmi gravemente, intesi?- affermò con voce fredda e calma.
-Non so se ci riuscirò…- confessò lui, preoccupato, fissando la compagna.
-Io non ci andrò leggera, se non reagirai ti darò un pretesto per farlo, ma sono certa che non ci saranno problemi. I nostri poteri sono avversari per natura, saranno loro a spingerci al confronto, anche se non voluto…- rispose, prendendo le mani dell’altro fra le sue. -So bene ciò che senti. Provo disgusto al solo pensiero di doverti affrontare quando non sarò consapevole delle mie azioni, figurati ora che devo farlo di mia volontà, ma devi essere preparato a fronteggiare il mio potere ora e in questo luogo, dove non potrò fare danni.-
-Hai ragione e ti prometto che farò del mio meglio.- disse il ragazzo, cercando di prepararsi all’ardua prova che lo attendeva. -Possiamo cominciare.-
La castana annuì, lasciando le sue mani per avanzare nell’ampio verde del giardino, fino a raggiungerne il centro, seguita a distanza di qualche metro dal suo avversario.
Nel frattempo, gli spettatori si erano fatti indietro, avvicinandosi alle mura del castello, per evitare di restare coinvolti nel tremendo scontro che da lì a poco sarebbe cominciato.
-Cosa vi stavate dicendo tu e Riku poco fa?- chiese la principessa al castano accanto a lei.
-Nulla di particolare.- mentì. -Mi diceva solo che Jessie questa mattina s’è messa a canticchiare… inizialmente non ci ho creduto, ma vedendola di persona ho notato che c’era qualcosa di diverso.-
La rossa annuì. -Anch’io ho avuto la tua stessa impressione… che sia successo qualcosa tra quei due?- domandò, voltandosi verso di lui, che assunse un’espressione lievemente maliziosa.
-Riku dice che non sono fatti miei.- rise, facendo intuire la verità alla ragazza.
-Ora ho capito perché gridava prima… certo che potevi evitare di chiederglielo…-
-Prometto di non farlo più.- disse, alzando lo sguardo sui due contendenti, che armi alla mano, erano pronti a darsi battaglia.
Jessie impugnava entrambi i suoi keyblade, tenendoli incrociati davanti a sé, mentre le sue iridi color nocciola fissavano quelle acquamarina dell’avversario, che stringeva la Via per l’Alba nella mancina, sollevata nella sua consueta posa di guardia.
Un leggero vento iniziò a scuotere i bassi fili d’erba e i capelli di entrambi, ma pochi istanti dopo, furono spazzati da un’onda d’aria, generata dall’urto delle tre chiavi, che produssero un secco rumore metallico e scintille, quando i due prescelti cercarono di prevalere l’uno sull’altra. Si separarono dopo pochi attimi, balzando all’indietro per caricare un nuovo attacco.
Il ragazzo corse incontro alla castana, preparando un fendente dal basso verso l’alto, che però fu schivato all’ultimo secondo con uno scatto laterale e un successivo balzo, che portò la giovane alle sue spalle, dove fece svanire le due armi e sfoderò un potente calcio alla schiena avversaria. L’argenteo non attese oltre e si gettò in avanti con una capriola, dopodiché si rialzò appena in tempo per parare con il piatto dell’arma un pugno, che altrimenti l’avrebbe colpito al viso. Per nulla arresa, Jessie si allontanò, impugnando nuovamente le sue lame per scagliarle entrambe contro il compagno.
Le due chiavi ruotavano una accanto all’altra alla stessa velocità e non fu difficile per Riku evitarle e allungare la mano libera per afferrare la Via del Tramonto, che appena fu nella sua mano scomparve insieme alla sorella per tornare tra le dita della loro padrona, come fedeli seguaci.
-Mi spiace, non mi fregherai con la mia tattica.- disse lei, rimettendosi in guardia.
-Tentar non nuoce.- rispose lui, prima di lanciarsi in un’offesa diretta.
Pronta a riceverlo, la ragazza si fece avanti a sua volta, ma all’ultimo l’argenteo si scansò, abbandonando la sua arma e girandosi, facendo perno sul piede destro.
-Idropulsar!- urlò, aprendo i palmi.
Inaspettatamente, la scarica di sfere acquatiche si mostrò più potente agli occhi di tutti. I globi bluastri erano di dimensioni e rapidità maggiori rispetto a quelli evocati dagli altri due custodi, infatti in breve tempo raggiunsero il loro obiettivo, che non si fece cogliere impreparato.
Con il braccio sinistro levato al cielo, Jessie chiamò la sua difesa. -Tornado!-
Da sotto i piedi della keyblader, prese vita una violenta e ululante tromba d’aria, che con il suo rapidissimo vorticare, minacciò di trascinare a sé anche il detentore dagli occhi acquamarina, che si tenne saldo al terreno, piantandovi la propria arma. Al contrario, le sfere d’acqua aumentarono la loro velocità e s’infransero in miliardi di gocce quasi invisibili, appena entrarono in contatto con quella magia brutale.
Il tornado si estinse com’era comparso, spegnendo all’improvviso il suo gridare e lasciando cadere i fili d’erba smeraldina e il terriccio, che erano stati trascinati dalla sua furia. Tuttavia, quando non rimase traccia di quella calamità, la sua evocatrice era sparita alla vista del custode dell’Alba, che allertò i sensi e iniziò a guardarsi attorno, ma percepì la sua presenza alle proprie spalle e quando si voltò del tutto la trovò sospesa a testa in giù a pochi centimetri dal suo viso.
-Buh!-
Riku sferrò un fendente, ma per un istante perse l’equilibrio e mancò poco che cadesse rovinosamente a terra di schiena. -Mi hai fatto venire un colpo!- esclamò.
La castana rise appena. -Scusa, ma volevo vedere quando ti saresti accorto di me. A causa del tornado non mi hai vista volare sopra la tua testa, ma ti sei accorto che ero dietro di te appena in tempo.- disse, girandosi per rimettere i piedi a terra. -Direi che ora possiamo iniziare a fare sul serio, tu che dici?-
-Sono d’accordo.- rispose lui, mentre l’orecchino che portava al lobo sinistro iniziava a risplendere, come una stella dalla luce blu.


***


Ricevuto il consenso finale, l’uomo si alzò dal giaciglio in cui era rimasto confinato per quasi tre giorni, mettendosi in piedi con la cautela più assoluta. Sapeva bene di aver toccato quasi il limite durante l’ultimo scontro, come sapeva che i risultati di esso lo avrebbero segnato e cambiato in modo radicale e irreversibile.
Costatata la resistenza delle gambe, attraversò lentamente la stanza immersa nel buio e si avvicinò all’alto specchio, illuminato dalla fredda luce lunare, che faceva capolino dalla finestra priva di scuri. Giunto davanti al suo obiettivo, sollevò lo sguardo e studiò con attenzione il proprio riflesso, notando con orrore i cambiamenti del suo corpo.
Coperto come sempre da abiti neri, Marluxia percorse la sua figura con lo sguardo, finché non si fermò a osservare quel viso nuovamente circondato dall’ondulata chioma tinta di uno spento rosa antico, che ne copriva la metà destra, nascondendo il risultato della battaglia avvenuta poco tempo prima. Fissò il proprio occhio sinistro ed emise un lungo sospiro, dopodiché scostò le ciocche morbide e trattenne il respiro alla vista di quella terribile tumefazione, che lo sfigurava partendo dalla fronte ed espandendosi fino al mento in lunghezza, mentre in larghezza toccava appena la zona del naso, ma che dal lato opposto, arrivava ben oltre la guancia, fino all’attaccatura dell’orecchio.
Il Leggiadro Sicario sgranò le iridi color zaffiro e fu scosso da un forte tremito.
Disgusto. Rabbia. Odio.
Il suo cuore, che da poco aveva ripreso a pulsare, sembrava impazzito e sul punto di esplodere per l’intensità di quelle emozioni. Digrignò i denti come una belva feroce e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, ma poco dopo il pugno destro scattò e colpì la superficie riflettente, che s’incrinò e andò in frantumi, che caddero come dolorose lacrime, sul freddo pavimento color pece.
Rialzato lo sguardo, il Ritornante si perse nelle contorte venature lignee della specchiera, mentre nel suo cuore e nella sua anima si scatenava una tempesta violenta, che avrebbe potuto distruggerlo se non fosse stato abbastanza forte, ma soprattutto lucido, per riversarlo su un nome e la sua corrispondente proprietaria. Fu così, che la disperazione mutò, divenendo un puro desiderio di vendetta.
Sulla superficie lignea, Marluxia delineò una cascata di capelli castani, un paio di iridi color nocciola e il viso che li conteneva. Ritrasse la mano e impugnò la sua fedele arma dalla nera lama a mezza luna, poi la portò in posizione orizzontale e menò un fendente, che tagliò in due metà ciò che restava dello specchio e in pochi istanti, la parte superiore cadde all’indietro con un tonfo, che uscì dalla stanza e si propagò nei corridoi di cristallo nero, come un lamento di agonia.
Infine, una piccola risata isterica e folle si levò dalla figura del Ritornante oscuro, che giurò di vendicarsi sulla custode del Tramonto.
Appoggiata alla parete accanto al letto, la ragazza dai capelli blu e gli occhi scuri osservava in silenzio il comportamento del suo compagno. Il suo viso, pallido come la luna, non permetteva il mostrarsi di alcuna espressione o emozione, apparendo come spento. Tuttavia, la sua mente era tutt’altro che ferma e immobile, infatti, essa ripassava il suo piano da un punto all’altro e si compiacque dell’andamento preso dagli eventi, più rosei di quanto si aspettava.
-Cara Jessie, mi hai fatto proprio un gran favore.- pensò, ghignando appena.
Si staccò dal muro e si avvicinò all’uomo, poggiandogli una mano sulla spalla. -E’ tempo di muoverci.-
Il rosato si voltò immediatamente al contatto. Fissò quel volto dalla pelle lattea e strinse la presa sulla falce, facendo frusciare la pelle dei guanti, mentre la sua ira minacciava di esplodere da un momento all’altro.
-Vedi di calmarti, è inutile prendertela con me.- disse fredda la ragazza, puntando le sue iridi nere come l’Oscurità in quelle blu dell’altro. -Inutile e rischioso. Sai bene cosa ti accadrebbe se osassi anche solamente sfiorarmi con quella cosa, quindi mettila giù e datti una calmata.- aggiunse, continuando a sfidare il Ritornante con lo sguardo.
Marluxia si morse il labbro inferiore e respirò a fondo, mentre la sua fedele compagna svaniva in una scia di petali neri e il suo cuore calava in uno stato di pace apparente.
-Ora va meglio.- riprese lei con tono allegro.
-Dove andiamo?- chiese lui, ormai abituato e indifferente ai suoi radicali sbalzi d’umore.
-Ti porto a conoscere il nostro nuovo collaboratore.- affermò, facendo svanire entrambi in una nube di polvere scura.


***


Il fetore di morte e corpi in decomposizione lo colpì con la violenza di uno schiaffo inaspettato, non appena la nube si fu diradata. Si portò d’istinto una mano al viso e si guardò attorno, studiando il luogo in cui si trovava.
In ogni angolo di quella fredda e fetida grotta, illuminata appena dalla fioca luce di un paio di crepitanti torce, facevano bella mostra di sé numerosi resti di diverse carcasse, dei quali era però impossibile dedurre la provenienza, poiché oltre ad essere irriconoscibili, provenivano da creature a lui sconosciute.
Grugnì di disgusto e alzò lo sguardo sulla compagna, che osservava la zona più profonda di quell’antro umido con un sorriso compiaciuto e divertito ad allungarle le labbra rosee. Colpito da quell’atteggiamento, seguì i suoi occhi e sollevò un sopracciglio, stupito e ancor più disgustato al contempo. Appeso al muro, stava un essere che non poteva di definirsi uomo, poiché anche se il volto e il torso dalla pallida carnagione ne davano la parvenza, il resto delle sue membra non era definibile a partire dalle braccia, che sparivano in un ammasso di carne, penzolante dal soffitto, mentre dal bacino in giù, sembrava che quelle carcasse lo stessero divorando.
La ragazza tramutò il suo sorriso in un ghigno furbo e si avvicinò senza timore, provocando il risveglio del padrone di casa, che sollevò il viso, in parte celato dai lunghi e agitati capelli corvini.
-Sei tornata.- disse. -Devo dedurre che si stia avvicinando il giorno in cui salderò il mio debito?-
-Sveglio come sempre a quanto vedo, Onigumo.- rispose lei, poggiandosi una mano sul fianco.
-Quel nome…- ringhiò infastidito. -Continui a pronunciarlo nonostante ti sia noto il mio nome attuale… perché?-
-Sono affezionata a queste cose, non posso farci niente.- replicò fredda, sfoggiando un sorriso ancor più gelido, zittendo l’altro, che solo in quel momento parve notare la presenza del Ritornante. -E poi, non credo che sia così sbagliato chiamarti in questo modo.-
-Lui chi è?- domandò incuriosito.
-Lui è Marluxia.- rispose, tornando allegra. -E giocherà un ruolo importante il giorno in cui ti scontrerai con la custode.-
-Non ho bisogno di un aiutante.- ribatté secco.
-Infatti, non è qui per aiutare, ma per fare il suo dovere, qualcosa che nemmeno tu puoi fare. Non intralcerà il tuo piano, semplicemente interverrà al momento opportuno.- spiegò, abbandonando nuovamente la sua presunta allegria, per assumere un’espressione dura, che non ammetteva repliche. -Inoltre, conosce bene la custode e i suoi compagni, saprà darti utili consigli.-
-Se mandi lui, immagino che tu avrai altro da fare…- commentò con un ghigno divertito stampato in volto.
-Io sarò molto impegnata, credimi.- rise la ragazza, appoggiandosi al Leggiadro Sicario. -Questo per ora è tutto, a presto brigante Onigumo.- concluse, mentre compariva nuovamente la fitta nube di nera polvere, che portò lontano lei e il Ritornante da quelle pareti rocciose.
Senza pensare a nulla, continuò a tenere lo sguardo fisso sul punto in cui la ragazza e il suo compare erano svaniti, finché un lieve rumore di passi non lo distrasse, facendolo voltare verso la sua sinistra.
Sul ponticello di legno, che collegava quella grotta al resto del complicato labirinto di anfratti e gallerie, camminava quella che in apparenza appariva una bambina dagli occhi neri come il carbone e i capelli bianchi come la luna. Il gracile corpo era avvolto da un candido kimono, che la faceva assomigliare alle leggendarie fate della neve, mentre le piccole e delicate mani erano impegnate a reggere uno specchio tondo di semplice fattura, racchiuso in una cornice poco elaborata ma elegante.
-Bentornata Kanna.- esordì colui che un tempo era conosciuto come Onigumo. -Come procede il nostro piano?-
La bambina non rispose e si limitò a portare avanti a sé lo specchio, che s’illuminò per mostrare il riflesso di una scena lontana da quel luogo, che raffigurava un gruppo in movimento.
-Stanno seguendo la direzione Toro-Tigre.- disse la bambina con voce atona e incolore. -Cosa dobbiamo fare?-
-Lasciamoli proseguire, finché il mio nuovo corpo non sarà pronto resteremo nascosti.- rispose lui, distogliendo l’attenzione delle sue iridi dalla superficie riflettente e puntandola in alto, in un angolo remoto e silenzioso della caverna. -Chiaro Kagura?-
Una donna scivolò dal buio, atterrando in piedi di fronte al suo padrone e nascondendo la parte bassa del viso dietro un ventaglio bianco striato di rosso, ma lasciando vedere i suoi occhi di un chiaro scarlatto, sormontati da una frangia castana.
-Sì, tutto perfettamente chiaro, Naraku.-


***


Emettendo il suo delicato verso, Omi la fenice d’acqua fece la sua comparsa sul campo di battaglia e dopo aver compiuto un piccolo volo in circolo, andò a posizionarsi dietro le spalle del suo padrone, che aveva rialzato la sua arma in posizione di guardia.
-Io e Omi siamo pronti quando vuoi Jessie.- affermò, facendosi attento.
La castana ghignò e portato in avanti il braccio destro, una fiammata partì dal palmo della mano, che pochi istanti dopo si chiuse sull’impugnatura della Via del Tramonto, mentre nella mancina, nascosta dietro la schiena, apparve l’Artiglio della Notte, silenzioso come una pantera durante la caccia. Trovato l’equilibrio, la custode si lanciò all’attacco, e, ruotando la spalla sinistra, menò un colpo dall’alto, che, però fu intercettato dalla chiave avversaria, mentre la seconda arma, avvolta in una rovente lingua di fuoco scarlatto, si muoveva rapidamente verso il fianco del ragazzo.
A quel gesto, la fenice reagì, sbattendo le ali e ponendone una a difesa dell’argenteo, il quale nel frattempo aveva respinto la lama dell’Artiglio e con la mano libera creò un getto d’acqua, che trapassò senza problemi l’arto della creatura, uscendone potenziato, per poi riprendere la sua veloce azione e dirigersi verso la ragazza, che, dopo essersi allontanata, si accucciò. Il fiume azzurrino le scorse sopra la testa e quando terminò, saltò all’indietro e scagliò le sue armi contro il custode, dopodiché creò due sfere di fuoco poco più grandi del suo palmo, e le lanciò in direzione dell’uccello dal corpo trasparente.
Le due chiavi figlie del buio roteavano a poca distanza l’una dall’altra a pari velocità, ma mentre la Via del Tramonto continuava a essere circondata da una pericolosa fiamma, sembrando viva, la sorella tagliava l’aria in silenzio, come morta. Dietro di loro, i due globi le seguivano rapidamente e ben presto le superarono per gettarsi sull’obiettivo, che si librò in volo, schivandole, ma la castana non si arrese e, muovendo la mano sinistra diede istruzioni ai suoi proiettili di fuoco, che invece di buttarsi al suolo, corsero all’inseguimento della fenice.
Riku osservò attentamente i movimenti della compagna, ma non rimase fermo ancora per molto. Inaspettatamente, fece svanire la sua arma e iniziò una rapida corsa, trovandosi a pochi metri dalle lame dei due keyblade. Sferzò l'aria con il braccio, richiamando la Via per l'Alba e insieme a essa una parete d'acqua s'alzò dal terreno, frapponendosi tra il suo corpo e il pericolo in avvicinamento, ma appena entrarono in contatto, la barriera liquida si tramutò in un'onda possente, che travolse le due chiavi, serrandole in una morsa ferrea, come topolini tra le grinfie di un gatto, permettendo al giovane di avanzare. L'argenteo aggirò la trappola acquatica e riprese la sua corsa verso l'avversaria, ancora impegnata nello scontro con la fenice.
Le due sfere erano lentamente mutate in scie infuocate, che disegnavano contorti disegni nell'etere, mentre proseguivano all'inseguimento della creatura, che improvvisamente si ritrovò in una gabbia di fasci roventi. Il poco spazio le impediva qualsiasi movimento tranne il battito delle ali, che generava una serie di goccioline d'acqua dalla breve vita, poiché evaporavano non appena sfioravano il bruciante fuoco che alimentava le sbarre di quella prigione.
In un incredibile equilibrio, l'acqua aveva sopraffatto le armi del fuoco e poco dopo, era avvenuto l'esatto inverso: il fuoco aveva piegato l'essenza dell'acqua. Tuttavia, lo scontro era ancora tutto da giocare.
Jessie sorrise soddisfatta della riuscita della sua idea e tenendo il pugno chiuso, abbassò il braccio, continuando a osservare la fenice chiusa tra le lingue crepitanti del suo fuoco. Un urlo di battaglia richiamò la sua attenzione e quando si voltò, l'unica cosa che vide fu la lama avversaria, che fischiava in direzione della spalla destra. Si girò completamente, impugnando la Via del Tramonto, che immediatamente incrociò il suo filo con quello della chiave nemica, portando a una situazione di stallo.
L'argento faceva pressione dall'alto, costringendo la ragazza a piegarsi sulle ginocchia per resistere alla sua forza. L'acquamarina fissò intensamente la nocciola, cogliendovi un guizzo di orgoglio, ma anche una nota di stanchezza, che si rifletteva sul lieve tremore delle gambe e della mancina, ancora stretta per impedire la fuga della preda. Il ragazzo aumentò la forza e fece un passo avanti, costringendo la custode a indietreggiare e ad aprire il pugno e posarne il palmo sulla parte finale dell'arma per contrastare la spinta. A quel punto, Jessie riuscì a distendere le gambe e le braccia, però si accorse della perdita di calore e di energie dell'arto sinistro. Strinse i denti e lottò contro quella debolezza, mentre al suo udito giungeva il leggero battito d'ali della fenice e il suo delicato richiamo.
Riku la costrinse nuovamente a indietreggiare e il braccio sinistro infine, cedette e ricadde inerme lungo il fianco, mentre le spalle si alzavano e si abbassavano in corrispondenza del suo affanno.
-Jessie, arrenditi.- esordì l'argenteo. -Sei stanca e il tuo braccio ha ceduto… non puoi continuare!-
-Non mi hai ancora sconfitta!- esclamò lei, lasciando che la sua arma s'infuocasse, facendo perdere terreno all'altro. -Ho ancora un paio di carte da giocare!- aggiunse, allontanandosi di una decina di metri.
Poggiati i piedi a terra, un cilindro di fiamme la circondò, dopodiché si divise in numerosi fasci, che si raggrupparono, andando a formare venti sfere di trenta centimetri di diametro. Come obbedienti servitori in attesa di ordini, i globi stavano attorno alla loro padrona, che ora fissava con intensità le preziose iridi blu dalla pupilla bianca di Omi, che la ricambiava con uno sguardo inflessibile, trasmettendo la fedeltà verso il suo padrone.
-A noi!- urlò, iniziando a correre verso il compagno, seguita dalle sfere, come ligi soldati agli ordini di un generale.
Il ragazzo scosse appena il capo, dopodiché la imitò, andandole incontro, mentre la fenice volava sopra di lui.
Esattamente a metà strada le due lame cozzarono tra loro per l’ennesima volta, scatenando scintille e spruzzi di fuoco, mentre gli sguardi dei due ragazzi si scontravano in una muta sfida. Nel frattempo, sopra le teste dei due custodi, Omi sbatté le ali e generò un’onda d’acqua che travolse le sfere, annullandone ogni molecola, dopodiché ricadde a terra, bagnando i due contendenti. Nemmeno la gelida doccia dell’essenza dell’acqua riuscì a spegnere la bruciante fiamma della Via del Tramonto e la resistenza della sua giovane prescelta, che continuava a tener testa all’argenteo nonostante il pericoloso avanzare della debolezza e il venir meno delle sue forze.
-Jessie basta così! Ti prego!- esclamò il ragazzo, notando l’aumento del suo affanno.
-Mai!- replicò lei. -Se vuoi che questo scontro finisca devi mettermi in condizioni di non poter attaccare, anche a costo di ferirmi!-
-E va bene!- sentenziò il custode dell’Alba, caricando un pugno con la mano destra diretto allo stomaco dell’avversaria.
Il colpo andò inaspettatamente a segno e la ragazza si piegò appena su se stessa, ma non perse la presa sulla sua arma, solo la fiamma che le dava vita si ridusse, divenendo uno strato di pochi centimetri. La castana rialzò lo sguardo, stanco ma determinato a non arrendersi, e rispose al pugno con un calcio della gamba sinistra, che però si rivelò più debole di quanto pensasse, poiché al ragazzo bastò sollevare il braccio per pararlo e contrattaccare con una torsione della mancina per disarmarla.
La Via del Tramonto volò alle spalle della custode, che perse l’equilibrio e minacciò di cadere a terra di schiena, ma il compagno fu più rapido, afferrandola per il braccio destro e tirandosela al petto.
-E’ finita.- disse l’argenteo, mentre compiva profondi respiri. -Sei contenta adesso?-
-Sì…- rispose, tossendo piano. -Bel pugno.-
Riku sospirò esasperato, prendendo la ragazza tra le braccia e congedando mentalmente la fenice d’acqua, che emesso il suo soave richiamo si tramutò in una miriade di gocce, le quali si catalizzarono nello zaffiro incastonato nell’orecchino dell’argenteo.
-Sei andata ben oltre il tuo limite… lo sai che sei pazza?-
-Ne vado fiera… ci ho messo anni per diventarlo.- rise lei, sollevando le iridi stanche sul viso dell’altro. -Ma sono anche fiera di te, mi hai sconfitta. Ho dovuto provocarti, ma ci sei riuscito- ammise, sorridendo.
-Allora mi prendo il mio premio.- concluse il ragazzo, chinando il capo per trascinarla in un intenso bacio da cui aveva tutta l’intenzione di uscire vincitore.








Allora... Sarò anche partita bene, ma il pezzo finale è pessimo! La seconda parte dello scontro non mi soddisfa molto... invece, sono fiera della parte dedicata alla ripresa di Marluxia e dovete ringraziare le noiosissime lezioni di traumatologia della spalla nello sportivo se mi è venuta così XD Il nuovo mondo è ormai vicino, ancora un paio di capitoli e cambieremo scenario per dare inizio alle catastrofi u.u Ora passiamo velocemente alle risposte delle recensioni e ai ringraziamenti che poi scappo <.<


L'angolino dedicato a voi u.u

Deby92: My dear :3 Fortunatamente il mio raffreddore è durato due giorni e poi ha ben pensato di migrare sulla mia sister XD Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Io speravo venisse meglio, ma il giudizio è sempre vostro u.u Kairi con me è una bomba a orologeria e stai tranquilla che anche Sora tirerà fuori le inghiette u.u spero che anche questo chap ti sia piaciuto! Byeee!!! <3


Dunque! Oggi ringrazio lettore 01 per aver messo la fic tra le preferite e le seguite. Grassie :3 *spupasha* E ovviamente ringrazio tutti voi che leggete soltanto! Siete sempre così tanti e io vi adoVo tutti XD *spupashamento di massa* Ora evaporo e corro a finire di preparare la borsa, domani comincia una lunga settimana all'università ç___ç Ci sentiamo il prossimo week-end!!! See ya!!! *svanisce in una nuvola di fumo mentre il Banditore cade nella consueta botola*

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Capitolo 73
*** Capitolo 72: La furia di mezzanotte ***


Buongiorno a tutti miei carissimi lettori e mie carissime lettrici :3 Lo so, sono in ritardo di un giorno, ma abbiate pietà di una povera scrittrice di fan fiction che non può dedicarsi alla scrittura come faceva un tempo... (guarda che sono poco più di tre anni... NdBanditore  ma farti un pò di sani fatti tuoi no? <.< NdFly) Comunque, tra l'università che mi tiene fuori di casa tutta la settimana e il Lucca comics in arrivo ho veramente poco tempo, ma riprenderemo il discorso a fine capitolo. Mi raccomando, leggete perché ho un avviso importante da lasciarvi u.u Per ora è tutto! Vi lascio al capitolo che oltre ad essere immenso, porta con sé parecchie sorpresine kukuku... Buona lettura!!!


Capitolo 72: La furia di mezzanotte


Le lame si scontrarono con un secco rumore metallico e con esse, gli sguardi dei loro detentori, percorsi da scintille di adrenalina e desiderio di vittoria. Il ragazzo sorrise, aumentando la stretta sull’elsa della propria arma.
-Oggi non finiremo in parità.- disse, puntando lo sguardo in quello color nocciola che aveva di fronte. -Ti sconfiggerò.-
-Puoi provarci.- replicò lei. -Ma stai attento: il tramonto è quasi passato, ma ciò non significa che le mie energie calino con la discesa del sole, tutt’altro… forse sono più pericolosa del solito.-
Jessie ghignò e strinse la presa sulle sue chiavi per spingere indietro l’avversario. La Via del Tramonto si animò di riflesso e s’infiammo all’istante, facendo sì che Sora arretrasse con un balzo. La ragazza non attese e si gettò sul compagno, menando un doppio fendente dall’alto, che però incontrò sulla sua strada la forte resistenza del piatto argenteo della Catena Regale.
Era passata già un’ora, ma i due keybladers non sembravano risentire della stanchezza.
La custode del Tramonto appariva fresca come una rosa appena fiorita: il braccio sinistro ben saldo sull’Artiglio della Notte, mentre la mano destra impugnava senza timore di scottarsi l’altra leggendaria arma, avvolta da una fiamma inestinguibile. Anche Sora non dava particolari segni di affaticamento, fatta eccezione per il respiro lievemente accelerato, il suo keyblade stava fermo nella sua mano, pronto al contrattacco, dopo aver abbattuto l’offensiva dell’avversaria. Inoltre, sul viso di entrambi spuntava un sorriso divertito e soddisfatto, nato dal prolungarsi di quella sfida senza esclusione di colpi.
Senza attendere oltre, la lama della Notte si levò per correre in direzione del fianco scoperto dell’avversario, ma fu intercettata dalla mancina del ragazzo, che l’afferrò, passando sotto l’altro braccio. Strinse i denti quando sentì il sangue scorrere dal palmo lacerato, ma non se ne curò e tenne salda la presa. Facendo leva sul braccio destro e compiendo un passo in avanti, il castano riuscì a respingere l’offesa, dopodiché lasciò la lama dell’Artiglio e saltò ancora indietro per scagliare una magia di tuono. Sopra la testa della ragazza comparve la consueta nube nera e pochi istanti dopo una serie di fulmini ad alto voltaggio iniziò a saettare verso il suolo. Jessie abbandonò le proprie armi, lasciando che svanissero in una scia di luci, per concentrarsi e avere più libertà di movimento per schivare le scariche elettriche. Per lei fu come seguire i passi di una rapida e agitata danza, girò su se stessa e scartò di lato, riuscendo a schivare quasi tutti i fulmini, tuttavia alcuni arrivarono a ferirla e lasciarono i loro segni sulle nude braccia. L’incantesimo non era ancora giunto al termine quando vide l’avversario correrle incontro a keyblade sguainato.
-Reflex!- urlò allargando il braccio destro.
Una cupola di un tenue rosa la circondò e le ultime saette si scontrarono con essa. Infine, la barriera s’infranse in mille frammenti, che caddero al suolo senza un rumore, e da essi uscì la custode del Tramonto.
La lama nera dell’arma della Notte brillò di un bagliore sinistro alla fioca luce del crepuscolo, ormai divenuto una sottile linea rossa lungo l’orizzonte. L’Artiglio della Notte cozzò con la Catena Regale e per un momento, la forza di Sora cedette a quella della compagna.
-Com’è possibile? Eravamo pari!- pensò, mentre i suoi occhi azzurri correvano sull’intera figura della castana.
I muscoli delle braccia erano tesi per lo sforzo, le gambe ferme al terreno e il suo viso era una maschera di sicurezza e determinazione.
-Cosa ti prende Sora? Stanco?- domandò lei, incuriosita dallo sguardo dell’altro.
-Affatto!- esclamò. -Pensavo che sia ora di concludere!- aggiunse, spingendola indietro.
Jessie indietreggiò con un balzo e quando rialzò gli occhi, vide l’arma avversaria puntata su di lei.
-Blizzaga!- ordinò il Maestro del keyblade, dando vita a una sfera ghiacciata di almeno un metro di diametro.
Il proiettile si mosse velocemente verso il suo obiettivo, ma com’era accaduto durante lo scontro con la principessa del cuore, il gelido globo si scontrò con le fiamme evocate dalla ragazza, che la circondavano come un bozzolo che protegge la futura farfalla.
La custode sorrise quando percepì il compagno muoversi rapidamente nella sua direzione e si preparò a riceverlo, richiamando la Via del Tramonto nella mano destra, incrociandola davanti al viso con la sorella. Quando la colonna di fuoco si estinse, però, di Sora non c’era traccia. Si guardò attorno confusa e lo stupore si dipinse sul suo volto, quando udì la voce dell’altro provenire dall’alto.
-Sancta!-
Un accecante raggio bianco giunse fino a lei, ma prima di toccarla, questo si divise in dieci fasci che diedero forma ad altrettante sfere che si disposero in cerchio attorno al loro obiettivo, dopodiché la colpirono contemporaneamente, annullando l’accerchiamento.
Le fiamme cremisi s’alzarono di nuovo ma nulla poterono contro la forza di quella luce pura e l’unica cosa che scaturì da quel violento scontro di elementi contrastanti, fu un’esplosione. Da essa, si generò una schiacciante onda d’aria, che appiattì ogni singolo filo d’erba e travolse ogni presente, che serrò le palpebre per proteggere gli occhi dal vento pungente.
Una densa nube grigia aleggiò nell’etere per un tempo indefinito, celando a ogni sguardo il corpo della custode al suo interno. Il detentore della Catena Regale strinse la mano ferita nell’altra, prendendo profondi respiri per alleviare l’affaticamento e placare il battito del proprio cuore, che pareva in procinto di scoppiare. Ancora non credeva di essere riuscito ad evocare quella magia che il re gli aveva insegnato il giorno precedente dopo aver assistito allo scontro con Kairi.

# flashback #

Camminava a passo lento e quieto, tenendo per mano la custode del keyblade fiorito, che gli sorrideva ogni volta che lo scopriva a osservarla. Superarono l’ennesimo corridoio bianco e si trovarono davanti all’alta porta della Sala delle Udienze.
-Sora che ci facciamo qui?- chiese la rossa curiosa. -Non dovevamo andare nel giardino?-
-Il re mi ha detto che voleva parlarmi prima dell’allenamento, ma non so proprio di cosa voglia discutere.- rispose, grattandosi dubbioso la nuca. -Bussiamo e entriamo, così lo scopriremo.- disse, ottenendo un cenno affermativo dalla compagna.
Alzato il pugno, il castano batté le nocche sul ruvido legno violaceo e pochi istanti dopo, la porticina si aprì alla sua sinistra. Non appena misero piede nell’immensa e vuota stanza, l’uscio si chiuse alle loro spalle e si avviarono verso il trono, mentre i loro passi venivano attutiti dal soffice tappeto rosso. Tuttavia, quando giunsero in prossimità del rialzo su cui prendeva posto lo scranno, trovarono aperto il passaggio che conduceva alla sala della Prima Pietra della Luce. Mentalmente si domandarono se scendere o no, ma la voce del sovrano li chiamò dalla stanza nascosta così senza ulteriori indugi scesero i gradini di marmo candido.
Il re del Castello Disney stava in piedi davanti alla Prima Pietra con le braccia conserte e il viso tirato in un’espressione seria e concentrata, segnale di una mente in tumulto che saltava da un pensiero all’altro come un’ape che vola di fiore in fiore. Rizzò le orecchie destandosi dalle sue riflessioni, quando udì i passi dei due giovani alle sue spalle e si voltò, mostrando un sorriso.
-Oh, eccoti Sora! Ti aspettavo!- esclamò, girandosi del tutto.
-Mi scusi se l’ho fatta attendere Maestà.- rispose il ragazzo, chinando il capo. -Cos’ha da dirmi di tanto urgente? È successo qualcosa sulla gummiship?-
-Oh, no. Nulla del genere, tranquillo. Volevo solamente darti una cosa.- disse, cacciando la mano in tasca alla ricerca di qualcosa, che non tardò a mostrare ai ragazzi.
Una sfera opalescente, grande quanto una noce, al cui interno brillava una chiara luce, identica a quella che si trovava nella grande pietra che difendeva quel mondo dall’invasione dell’Oscurità.
-Che cos’è?- domandò la principessa.
-Questa è una sfera contenente la magia Sancta.- spiegò. -Per te Kairi non c’è stato bisogno di apprendere questa magia perché la conoscevi già, mentre io e Sora dobbiamo per forza ottenerla in qualche modo. Io l’ho appresa durante il mio addestramento sotto la guida del Maestro Yen Sid e ora è tempo che anche Sora la conosca.-
Detto questo, consegnò l’oggetto al prescelto, che ne causò la sparizione quando chiuse il pugno d’istinto.
-Benissimo.- esordì il sovrano. -Ritengo che questa magia ti potrà essere utile durante l’allenamento e nei futuri scontri con i nostri nemici.-
-Ma Maestà, non c’è pericolo per Jessie?- chiese il castano preoccupato. -Voglio dire…-
-Durante lo scontro con me ha rischiato grosso.- intervenne la ragazza. -Se continuiamo così le faremo male sul serio!-
Re Topolino sospirò. -Lo so, come lo sa Jessie stessa.- rispose serio. -Stiamo facendo tutto questo per essere preparati alle battaglie che ci aspettano e dove Jessie sarà nostra nemica. Non lo facciamo solo per la salvezza dei mondi, ma anche per lei. Il suo passaggio all’Oscurità ormai è inevitabile e cominciano a vedersi i segni, uno chiaro è il male che le procura stare qui. Non l’avrei mai creduto possibile…- disse, voltandosi verso la Prima Pietra. -Un custode, un figlio della Luce, costretto a vivere nelle tenebre.-
-E’ assurdo.- mormorò il ragazzo.
-Ma è così e non possiamo fare altro che accettare la realtà.- asserì il re, riportando il suo sguardo sui due giovani. -Coraggio, andiamo. Il tramonto si avvicina e scommetto che Jessie sarà in giardino ad aspettarti.- concluse, avviandosi alla scalinata immediatamente seguito dai compagni.

# fine flashback #

La fitta coltre non accennava a diradarsi e nessuno osava avvicinarsi per controllare le condizioni della giovane custode del Tramonto. Finché lei stessa non avesse dichiarato il termine dello scontro, nessuno doveva intervenire.
-Aero!-
La castana pronunciò l’incantesimo a gran voce, dando vita a un piccolo turbine d’aria calda, che spazzò via la polvere. Chi più chi meno, prese a guardarla con stupore e sorpresa: i vestiti lacerati in diversi punti, i lunghi capelli le circondavano il viso e l’elastico che li teneva legati giaceva inerme a terra, ridotto in brandelli. Le braccia e il viso, coperti di polvere, presentavano numerosi lividi e il suo intero corpo era scosso da un lieve tremore, ma ciò che attirò l’attenzione di Sora fu lo sguardo della ragazza. Nonostante il velo opaco della stanchezza, le sue iridi rilucevano come gemme alla luce del sole a mezzogiorno, ardenti come le fiamme che era in grado di controllare a proprio piacimento. Inaspettatamente, fece un passo e levò la mancina per evocare la sua arma, però non vi riuscì.
All’improvviso sgranò gli occhi e cadde in ginocchio, portandosi quello stesso braccio al petto e stringendolo con l’altro in una ferrea morsa.
Il detentore della Catena Regale corse verso la compagna, imitato immediatamente dall’amico e dalla principessa del cuore.
-Jessie!- esclamò l’argenteo, poggiando la mano sulla spalla sinistra della castana, trovandola gelida più del giorno prima. -Che ti succede? Jessie!-
La chiamò ancora, cercando il suo sguardo, ma non poté raggiungerlo perché le sue iridi erano celate dalle palpebre serrate. Cercò allora ti tirarla in piedi, ma fu fermato dalla ragazza che tremava sotto le sue mani.
-No, fermo… Adesso passa.- mormorò, riaprendo gli occhi. -Adesso…- s’interruppe, soffocando un gemito di dolore. -…passa.- terminò, sospirando di sollievo, per poi cominciare a prendere ampi respiri per calmarsi.
Quando rialzò il viso i tre amici lo videro stanco e tirato, pallido alla fioca luce del giorno morente, e con la fronte imperlata di sudore freddo. Lentamente si alzò in piedi, sorretta dal suo compagno, senza abbandonare la presa sul braccio dolorante.
-Cosa ti è successo Jessie?- chiese Kairi, preoccupata.
-Quello che è accaduto ieri dopo l’allenamento con te e stamattina durante lo scontro con Riku. Temo di aver tirato troppo la corda poco fa, la magia di Sora mi ha indebolita più di quel che pensassi.- spiegò, spostando lo sguardo dalla ragazza al castano. -Complimenti Sora, mi hai sconfitta.- dichiarò con un sorriso.
-Ma a quale prezzo?- domandò il ragazzo. -Mi dispiace, non era mia intenzione farti del male, ma ho usato quella magia d’istinto. Scusami.-
-Come ho detto a Kairi, nemmeno tu devi farti sensi di colpa inutili. So bene a cosa vado in contro affrontandovi e voi state facendo esattamente quello che vi ho chiesto. Se vi foste trattenuti mi sarei arrabbiata e allora sì che avreste dovuto pregarmi in ginocchio di perdonarvi.- affermò con una risata, trascinando i tre custodi. -Ora rientriamo. Ho bisogno di riposare per l’allenamento di questa notte.-
-Questa notte?- domandarono i tre all’unisono.
La giovane annuì. -Esatto. C’è una cosa che non posso mostrarvi alla luce del giorno e nemmeno a quella del tramonto, perché si tratta di un qualcosa che può manifestarsi solo di notte e domani sera avremo bisogno tutti di riposare.- spiegò, restando sul vago.
-Non puoi spiegarci meglio cosa intendi mostrarci?- chiese Riku.
Jessie negò col capo. -Quando scoccherà la mezzanotte capirete.-

Quelle sei ore volarono, come se fossero state una manciata di secondi, e come d’accordo si ritrovarono tutti lì nel giardino dell’ala ovest. Il luogo era avvolto dal buio quasi totale grazie alla luce biancastra della luna e delle stelle e alle fiaccole appese lungo le pareti del castello. Il religioso silenzio che albergava in quella notte priva di nubi fu squarciato da un rumore di passi proveniente dal maniero. Il custode della Via per l’Alba si ritrovò tutti gli sguardi dei presenti puntati addosso, sentendosi come un condannato a morte che sfila tra la folla di curiosi. Ormai c’erano tutti. Tutti, tranne lei.
-Riku come mai sei solo?- chiese Kairi. -Jessie dov’è?-
-Non è qui?- domandò a sua volta. -E’ uscita dalla nostra stanza almeno un quarto d’ora fa.-
In quell’esatto momento, un campanile poco lontano dall’edificio cominciò la serie di rintocchi, segnalando la venuta della mezzanotte.
-Dove diamine sarà andata a cacciarsi?- fece il prescelto della Catena Regale, grattandosi la testa. -Xemnas, tu sei arrivato per primo, non l’hai vista in giro?-
Il Superiore scosse il capo. -No, se fosse arrivata l’avrei vista.-
-Ahi, ahi… siamo messi maluccio.- disse una voce dall’angolo più buio del giardino.
-Jessie!- esclamarono i tre custodi, vedendola avvicinarsi. -Quando sei arrivata?- chiese la rossa.
-Poco dopo Xemnas e Saix, ma non si sono accorti di me, semplicemente perché non volevo essere vista.- asserì, abbassandosi il cappuccio del cappotto. -In tutta sincerità pensavo che almeno i Ritornanti notassero la mia presenza nell’ombra, ma a quanto pare avete perso qualcosa, ora che siete creature della Luce.-
I nove Ritornanti la guardarono sorpresi e increduli.
-Oppure, il mio keyblade è più potente di quel che pensassi.- aggiunse, evocando l’Artiglio della Notte nella mancina. -Ma ne riparleremo poi, ora visto che ci siete tutti propongo di cominciare.-
-Perché ci hai fatti venire qui a quest’ora?- chiese Sora.
-Oggi vi ho parlato di una cosa che non posso mostrarvi di giorno. Questa cosa è la magia “Buio”.- disse. -Vi ricordate quando nel Togenkyo, per affrontare Goku trasformato ho creato un globo luminoso?- domandò agli altri prescelti che annuirono. -Ebbene, quella era la magia “Luce”, ma come esiste la luce esiste il suo opposto, per l’appunto, la magia “Buio”.
-L’unica differenza tra le due è che mentre la prima può essere utilizzata in diversi modi e praticamente in ogni occasione, la seconda ha un solo metodo di utilizzo e una sola forma. L’ho usata anche poco fa, per nascondermi alla vostra vista, ma era di ampiezza minima per questo speravo che mi notaste alla fine.- spiegò.
-In cosa consiste questa magia in sostanza?- chiese Zexion senza far trapelare la sua curiosità.
-E’ difficile spiegarlo a parole, quindi ve lo mostrerò. Kairi, ragazzi, siete pronti?-
I tre chiamati in causa si guardarono reciprocamente un istante, prima di annuire e avvicinarsi alla compagna, mantenendo comunque una certa distanza.
-Questa magia da quando l’ho appresa, l’ho sempre usata nelle mie ronde notturne per nascondermi agli abitanti del paese e per confondere i miei avversari, dei quali nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo. Nonostante si trovassero nel loro ambiente, ovvero le tenebre totali, perdevano il senso dell’orientamento e non veniva difficile eliminarli. Non vi attaccherò con l’intenzione di farvi del male, ma dovrete concentrarvi per schivare i miei attacchi e difendervi e dovrete contrattaccare.- proseguì. -Tutto chiaro?-
-Sì.- risposero i suoi amici, evocando i keyblade.
-Bene, allora cominciamo.- ghignò. -Buio.-
Pronunciata quella parola, l’incantesimo rivelò il suo oscuro e pericoloso effetto.
Le fiammelle delle fiaccole tremarono, nonostante il vento fosse assente, riducendosi sempre di più, fino a somigliare al debole fuoco prodotto da un cerino. Anche il cielo sembrò spegnersi sotto la potenza di quella sconosciuta magia. Le stelle divennero delle fioche luci, quasi si fossero fatte più lontane, e l’immacolata luce lunare si fece opaca, come se l’astro regnante della volta celeste fosse stato coperto da un velo di foschia.
In breve, le tenebre e il silenzio calarono come una pesante coltre sul manto erboso del giardino, nascondendo alla vista di ogni presente la magra figura della custode del Tramonto e quella dei restanti prescelti, che si sentirono in trappola. Una soffocante e silenziosa trappola per topi, dai margini indefiniti e lontani, ma soprattutto introvabili, poiché quell’ammasso di tenebre non si sarebbe dissolto finché la sua evocatrice non l’avesse voluto.
I tre ragazzi si persero di vista, rimanendo isolati. Nonostante sapessero di trovarsi a un paio di metri di distanza, in quella fitta nebbia nera gli pareva di essere lontani chilometri. Non osarono però chiamarsi se per prudenza o per timore delle possibili mosse dell’avversaria, non seppero dirlo. Strinsero istintivamente la presa sulle loro armi, concentrandosi per localizzare la presenza della compagna, che sembrava essere svanita all’interno di quel velo d’ombra.

Kairi si guardava attorno con nervosismo crescente, non ricordava d’essere mai stata in un luogo tanto buio. Poteva vedere chiaramente se stessa e il Flower Key stretto nella mano destra, ma null’altro si mostrava ai suoi occhi color dell’oceano. Finché non udì qualcosa in quel silenzio opprimente: un fruscio.
Si voltò di scatto, muovendo un fendente laterale, ma non tagliò altro che aria. Nuovamente fu attratta da un movimento accanto a sé e si girò verso sinistra, trovando, ancora una volta, solamente il tetro nulla. Senza che se ne accorgesse, il suo respiro accelerò insieme ai battiti del suo cuore puro, come se fosse nel pieno di una corsa, ma non era fatica quella che stava avvolgendo la sua anima e la sua mente nella sua gelida tela, bensì la paura.
All’improvviso avvertì più di un semplice fruscio e si voltò, alzando il keyblade per difendersi dalla lama avversaria che si rese visibile solo quando cozzò violentemente con la sua. Intensificò la presa sulla chiave dorata e strinse i denti, mentre il battito cardiaco aumentava ancora e la sua mente le suggeriva di fuggire, facendo vacillare il suo cuore, simbolo del coraggio.
L’Artiglio della Notte si mostrò infine con un bagliore sinistro, accompagnato da un mefistofelico ghigno della sua padrona. -Brava Kairi, sei riuscita a rimanere concentrata nonostante la paura che ti sta divorando.- si complimentò la castana, strappando un debole sorriso all’altra. -Tuttavia…- riprese. -…non è abbastanza.- concluse con freddezza.
La rossa sgranò gli occhi, udendo quel tono. La voce della castana aveva sempre una nota gelida, ma era accompagnata da uno sfondo di dolcezza quando parlava con gli amici. Dunque, Kairi si chiese che fine avesse fatto il tratto caldo che caratterizzava la voce dell’altra e si perse in mille pensieri analoghi, distraendosi dallo scontro. Distrazione che le costò caro.
Con una veloce e decisa torsione del polso, Jessie la disarmò, facendola sussultare, e il keyblade fiorito volò alto con un sibilo prima di cadere, ruotando e conficcandosi nel terreno erboso.
Spaventata da quella rapida successione, la principessa del cuore non seppe come reagire e incassò il pugno destro che la colpì allo stomaco, lasciandole la bocca aperta in un grido senza voce.

Lo sguardo saettava da destra a sinistra per cogliere un qualsiasi movimento dell’avversaria. Il corpo era teso all’inverosimile pronto a scattare in caso di attacco. Ad un tratto gli era parso di scorgere qualcosa muoversi tra i lembi di quella fitta nebbia scura, ma niente e nessuno si era fatto avanti, per cui aveva scosso la testa ed era tornato a concentrarsi.
Stufo di rimanere lì fermo ad aspettare chissà che, Sora aveva preso a camminare in quello spazio nero privo di margini, dove l’unica cosa visibile era se stesso e l’arma che impugnava. Non seppe per quanto camminò, il tempo divenne un fattore di poco conto in quell’ambiente tutto uguale, e non sperava di incontrare uno degli amici. Si bloccò di colpo quando udì un clangore poco lontano, seguito da un tonfo pochi istanti dopo, poi il silenzio tornò a regnare incontrastato.
-Cosa sarà successo?- pensò il bruno, correndo nella direzione di quei rumori. -Probabilmente Jessie starà affrontando Riku o Kairi.-
Tuttavia si fermò prima di raggiungere il punto fissato, poiché qualcuno si stava avvicinando. Alle sue orecchie, giunse il suono ovattato dei passi sull’erba. Passi lenti e cadenzati, come in una marcia di guerra. Lentamente dall’ombra emerse la figura che li produceva: la custode del Tramonto avvolta nel suo cappotto di stoffa nera e il volto celato alle azzurre iridi del compagno.
-Jessie…- mormorò il ragazzo, sentendo un brivido corrergli per la schiena.
Vedere la ragazza porsi in quel modo fece riaffiorare dalla sua memoria il ricordo del loro primo incontro, in una delle strette e buie vie del paese in cui lei abitava. Quella notte, Sora aveva provato paura e sgomento per essere stato preso alle spalle con tanta facilità ma ora che la conosceva, sapeva di dover fare particolare attenzione, specialmente ora che si trovava nella tana del lupo.
Le parole che la castana aveva detto quel pomeriggio gli erano rimaste impresse.

-…il tramonto è quasi passato, ma ciò non significa che le mie energie calino con la discesa del sole, tutt’altro… forse sono più pericolosa del solito.-

Rabbrividì e alzò la guardia, deciso a dare del suo meglio.
-Dovevo aspettarmelo.- esordì la prescelta. -Sei molto più combattivo di Kairi.-
-Che le è successo?- domandò con apprensione.
-Ti mentirei dicendoti che non le è accaduto niente, quindi ti ripeto ciò che ho detto prima di iniziare: non vi attaccherò con l’intenzione di farvi del male. Tuttavia, non posso negare che il buio della notte mi renda particolarmente incline ad un certo grado di… violenza.- ghignò, sollevando la sua chiave. -Oggi mi hai sconfitta Sora, vediamo cosa sei capace di fare nel mio campo di battaglia.- concluse, lanciandosi verso l’avversario per colpirlo con un fendente dal basso.
Il castano parò con il proprio keyblade e la spinse indietro per caricare un affondo a sua volta, ma la ragazza scattò di lato e confondendosi tra le tenebre che li circondavano, scomparve dalla sua vista.
Il detentore della Catena Regale cominciò a guardarsi attorno freneticamente, ma nulla si udiva e nulla si muoveva in quella fitta e scura nebbia, fatta eccezione per il battito del suo cuore, che gli rimbombava nelle orecchie. Avvertì un sibilo dietro di sé e si voltò appena in tempo per contrastare la chiave della Notte, che era stata scagliata dalla sua padrona. Fermò la sua avanzata con il piatto della sua lama e, imitando la compagna durante lo scontro con re Topolino, strinse la mancina sull’elsa dell’arma avversaria.
Non vedendo Jessie farsi avanti, la ammirò da vicino da un lato e dall’altro, finché non capì quale fosse la reale differenza tra quel keyblade e il suo. L’Artiglio della Notte era impregnato di Oscurità e finalmente comprese come mai la ragazza soffrisse tanto nel mondo in cui si trovavano, quindi la gettò immediatamente lontano da sé, lasciando che tornasse dalla sua proprietaria.
La chiave oscura scomparve in una scia di luci nefaste, mentre una lieve risata riecheggiò per un istante tra le ombre. Con la mano sinistra chiusa sulla sua arma, la keyblader si fece avanti, senza abbandonare il suo sorriso.
-Cosa pensavi Sora? Che l’Artiglio fosse un keyblade come gli altri? Abbiamo visto tutti che è appartenuto alla prima custode della Notte è normale che abbia un potere oscuro.- spiegò. -Ma ora basta parlare, fatti avanti!- esclamò, prima di gettarsi nuovamente incontro al ragazzo.
Il castano non rimase ad attenderla, bensì la imitò così da scontrarsi a metà strada.
Le due leggendarie armi dal potere incalcolabile si scontrarono tra loro, producendo scintille rosse e gialle, e un sordo rumore metallico. Si separarono per cozzare ancora e ancora, in una successione continua di fendenti e affondi, parate e schivate da parte di entrambi i duellanti. Finché la giovane non decise di cambiare strategia.
Messa in stallo la lama avversaria con la propria, sfoderò un veloce e potente calcio contro il fianco scoperto dell’altro. Troppo impegnato a confrontarsi con la chiave nemica, il Maestro del keyblade prese in pieno l’offesa, rimanendo senza fiato per un attimo, prima di finire schiena a terra a causa di un altro violento e inaspettato colpo di gamba. La ragazza sospirò afflitta, avvicinandosi al compagno e chinandosi sui talloni per fissarlo negli occhi.
-Non ci siamo Sora.- commentò triste. -Resta qua e riposati, lo scontro con Riku non durerà molto.- concluse, alzandosi e girandosi verso il fitto buio da lei creato, dal quale emerse l’ultimo custode.
La Via per l’Alba scintillava nella mano del suo detentore, che osservava la compagna con occhi sgranati e incerti, incapaci di riconoscere la ragazza che amava in quella furia combattiva.
-Jessie…- sussurrò avanzando cauto.
-Sono sempre io Riku, ciò che hai visto è solamente l’ombra del mio cuore, finora rimasta celata ai vostri sguardi luminosi come il sole.- disse, levando per la seconda volta la lama verso la persona più importante che avesse. -Mostrami la forza che possiedi, quella con cui hai sconfitto numerose volte l’Oscurità più profonda.-
Per un solo ed effimero istante, l’argenteo scontrò il proprio sguardo con quello color nocciola dell’altra e vi lesse il sentimento che già trapelava dalle sue parole, provenienti dal suo stesso cuore: disperazione, dispiacere, da cui nacque il funesto senso di colpa per le decisioni che si era imposta di rispettare e i corrispondenti obiettivi da raggiungere.
Per non ferirla ulteriormente nell’animo, il prescelto dell’Alba levò il simbolo della luce nascente e si preparò allo scontro, mentre il custode del Giorno, messosi a sedere, faceva da silente spettatore a quel duello, che gli parve un’anticipazione della fine.


***


In quel castello ormai deserto e abbandonato, un libro dalla cerulea copertina cadde sul pavimento rivestito di moquette, senza emettere rumore. Come animato da vita propria, esso si aprì ad una pagina che fino a poco prima si sarebbe presentata bianca come la superficie della luna, ma che ora riportava solenni parole d’inchiostro nero.


.: L’inaspettato fato :.

L’infelice destino della luce morente
Incrocerà lo sguardo con uno inverso al proprio.

La fiera Alba getterà il suo luminoso seme,
Che illuminerà il futuro del triste Tramonto.

Un fato inatteso e silente
Si tramuterà in scudo,
Lasciando comunque immutata
L’ultima scelta.





Dunque... facciamo il punto della situazione u.u
Riguardo la fine, chi ha "orecchio" per intendere, intenda u.u Per il resto, bo.. ditemi voi, sinceramente non so perché gli scontri con Sora non mi vengono lunghi e movimentati come gli altri e pensare che Sora ha un sacco di abilità <.< Il cambiamento di Jessie è radicale, me ne rendo conto, ma è necessario e poi verrà spiegato il perché.
Per quanto riguarda il prossimo capitolo... torniamo all'avviso importante di cui vi parlavo a inizio pagina.
Questo è l'ultimo capitolo che ho scritto e terminato, quello seguente è in via di stesura, mi manca poco per finirlo, ma sono ferma a causa di un calo d'ispirazione, che in realtà si fa viva con altre millemila idee di one-shot e affini, che forse pubblicherò anche qui, e per la questione tempo... Vi dico solo che al momento ho in sospeso, oltre alle due long-fic, ben cinque one-shot (anche se una è una song-fic), una bozza per una mini-fiction e un'idea per un'altra shot, ambientata in un GDR.
Mi dispiace comunicarvi che quindi d'ora in poi dovrete sottostare ai miei poco normali ritmi di aggiornamento... tanto per dirne una, questo capitolo l'ho scritto all'inizio di luglio prima di andare al mare. Scrivere è la cosa che più mi dà soddisfazione però, purtroppo, ho altre cose a cui devo dedicare la mia attenzione e la forza per scrivere è davvero poca, se non contiamo le notti in cui resto sveglia fino a tardi pur di mettere per iscritto ciò che frulla nella mia testa.
Vi chiedo di perdonarmi e di pazientare, perché qualunque cosa accada, questa fic continuerà.

Ora passiamo alle recensioni ^^


L'angolino dedicato a voi u.u

lettore 01: Quando ho visto il tuo commento ho fatto un salto incredibile sulla sedia! Addirittura il seguito di Kingdom Hearts II?? Grazie mille per i complimenti (scritti in maiuscolo rosso e persino sottolineati!!) non merito così tanto per queste bubbolate ç___________ç *crea un lago di lacrime* Riferirò i tuoi apprezzamenti anche alla mia assistente mikyfantasy, che nella fic ha il ruolo di Andrea ^^ Non ho altri "collaboratori" oltre a lei, che mi dà suggerimenti per le scene più comiche e demenziali, e la storia è tutta farina del mio cervello insano XD Grazie ancora, davvero :3 Spero che questo capitolo immenso ti sia piaciuto ^^ Ciauuu!!

Deby92: My dear :3 davvero domani è il tuo compleanno?! E diventi maggiorenne?! Ma potevi dirmelo prima, mi organizzavo e ti scrivevo qualcosa!! >.< Sarebbe stata un'impresa, visto il poco tempo che ho, però almeno un'ideucola me la sarei fatta venire! Rimedierò finendo il capitolo 73 dello sclero e postandolo entro il week-end u.u Per quanto riguarda i cosplay che sto preparando... bè il principale è Jessie, poi farò Pikachu XD poi metterò le foto, tranquilla :3 Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero che anche questo ti abbia incuriosita ^^ Parlando del capitolo scorso.. il misterioso tizio incontrato dalla gatta e da Marluxia è Naraku, forse conosci anche l'anime da cui esce, fammi sapere! A presto <3

Ciccio85: Sia mai che mi dimentichi di un lettore u.u Io mi rammento di tutti! ù.ù Eggià ho reclutato anche il team Naraku e nel prossimo capitolo si giungerà sul loro mondo u.u Forse sei l'unico lettore che conosce quell'anime/manga... stai facendo la mia felicità *-* Fammi sapere cosa pensi di questo chap :3 Byeee!!!

Mikhi: Carissima :3 Non preoccuparti, il fattore scuola è onnipresente nelle vite di tutti XD Visto? Kairi le ha prese a dovere e l'ho fatta morire di paura! Muahahahahah!!! La vendetta di Jessie è compiuta u.u Tesoro, mi dispiace deluderti, ma dopo il prossimo capitolo intendo fermarmi col campo violenza, sangue e teste volanti XD Comunque, sarà per poco u.u Poi riprendo e ci saranno delle catastrofi, vedrai u.u Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu <3



Ok, eccoci giunti alla fine dell'aggiornamento u.u Ringrazio metal_darkness per aver messo la fic tra el preferite, grassie :3 *spupasha* E come sempre, ringrazio tutti voi che leggete soltanto! Vi adoVo tutti :3 Spero di riuscire ad aggiornare quanto prima, perché poi il week-end venturo non sarò disponibile causa Lucca comics! A presto cari :3 See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore cade in una botola*

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Capitolo 74
*** Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [prima parte] ***


*suonano le campane* Dopo quasi un mese eccomi che ritorno u.u Non mi dilungo in ciance inutili: per il titolo, mi sono ispirata a HunterxHunter, ma credo sia palese XD Il capitolo è molto lungo e ancora non è finito, quindi l'ho diviso in due parti ^^ Spero che la prima parte sia di vostro gradimento, buona lettura!


Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa?   [prima parte]


I custodi di Alba e Tramonto si studiavano l'un l'altra, muovendosi in cerchio.
L'argenteo fissava la compagna con attenzione, per cogliere al volo l'attimo in cui si sarebbe mossa per attaccarlo, poiché lui non aveva la minima intenzione di fare il primo passo. Ciò che Jessie gli stava mostrando era un qualcosa di totalmente nuovo e sconosciuto, che non andava affrontato con leggerezza e imprudenza, in più nel bel mezzo di quel buio opprimente, la ragazza era in grado di muoversi a suo piacimento, senza essere vista.
Si chiese se fosse il caso di evocare Omi, ma era indeciso. La castana ancora non aveva fatto uso del fuoco né del suo secondo keyblade, ed era riuscita a liquidare gli amici in poco tempo. Questo lo lasciò dubbioso e insicuro.
-Quanto è grande il tuo potere? Durante il giorno i tuoi scontri sono durati anche un'ora, mentre adesso…- pensò nervoso.
-Adesso basta. Vediamo di darci una svegliata.- sentenziò Jessie, correndo incontro al compagno, che si mise in guardia e l'attese, pronto per respingerla.
L'Artiglio della Notte si scontrò con violenza con l'arma avversaria e Riku arretrò di un passo, sotto l'imprevista forza che lo stava mettendo alla prova e l'Oscurità emanata da quella chiave. Il ragazzo strinse i denti e spinse contro l'avversaria, riguadagnando il terreno perduto e facendola indietreggiare a sua volta. La castana assottigliò lo sguardo e caricò un calcio con la gamba destra, mirando al fianco dell'argenteo.
A quel punto, Riku fu costretto ad interrompere il contatto tra le lame e si fece indietro di qualche passo, mentre Jessie lo imitava con un balzo, mescolandosi con il buio circostante. Il custode dell'Alba alzò la guardia e prese ad osservare attentamente ciò che lo attorniava: una fitta nebbia scura in cui non riusciva a scorgere nessun segnale. Nessun suono giunse alle sue orecchie e tutto restava immobile attorno alla sua figura. Le iridi acquamarina saettavano da una parte all'altra, in cerca di un movimento qualsiasi, ma per ora, nessun segnale che poteva tradire la presenza della giovane si mostrò loro.
Come una goccia d'acqua nel profondo e immenso oceano, Jessie era divenuta un'ombra tra le ombre e con i suoi occhi color nocciola, non si perdeva un gesto del custode. Senza farsi notare, era giunta alle sue spalle e non le restava altro che attaccarlo. Qualcosa però la frenava. L'istinto le sussurrava nei pensieri, simile al propagarsi di una lunga e sibilante eco, mettendola in guardia sulle reazioni del suo avversario. Scosse il capo e si concentrò, tendendo il suo corpo per lo scatto, dopodiché si mosse.
Silenziosa come uno spettro nato da quella stessa nebbia, la ragazza ne uscì, volando a raso terra, e levò l'Artiglio della Notte per colpire la schiena dell'altro keyblader.
-Riku dietro di te!- urlò Sora, rimasto a terra poco distante dai duellanti.
Il ragazzo si voltò, sollevando la sua arma e serrò gli occhi, preparandosi a ricevere l'offesa, che però non arrivò.
Emettendo il suo delicato e cristallino verso, Omi si frappose tra il suo padrone e la custode del Tramonto, prendendo le fattezze di una violenta onda d'acqua. Jessie fu travolta dalla forza scatenata dalla fenice e istintivamente richiamò il fuoco a proteggerla, il quale l'avvolse come un guscio, che illuminò l'oscurità di quella nebbia. Chiusa tra le fiamme, la ragazza cadde a terra e rotolò per alcuni metri prima di fermarsi, piantando il keyblade nel terreno erboso del giardino. Rialzò lo sguardo sul compagno, vedendolo però rifratto dalle membra liquide del volatile e dalle sue iridi era ben leggibile un profondo senso di fastidio. Spense il fuoco attorno a sé e si mise in piedi, estraendo l'arma con un gesto secco, riportandola davanti al viso, mentre il braccio destro si poneva alle sue spalle e nella rispettiva mano compariva la Via del Tramonto.
Il custode dell'Alba si fece attento, inarcando un sopracciglio. Solitamente, la castana teneva l'Artiglio dietro di sé e la prima chiave in avanti. Da quando la conosceva e in tutti gli scontri a cui aveva assistito non l'aveva mai vista cambiare schema. Si riscosse dai suoi pensieri, quando la vide scattare verso di lui. Sollevò la Via per l'Alba e corse incontro all'avversaria, preceduto da Omi, che con due potenti battiti delle sue ali d'acqua la raggiunse, frenando la sua avanzata.
Jessie storse le labbra e levò la chiave della Notte, che inaspettatamente fu circondata da una fiamma bluastra dai bordi violacei, dopodiché calò il fendente. Un clangore acuto squarciò l'aria, quando le lame dei due keyblade si scontrarono tra loro.
Incurante della presenza di Omi, Riku non aveva frenato la sua corsa e, passando attraverso il corpo dell'essenza dell'acqua, era giunto di fronte alla ragazza, intercettando il suo attacco e creando un nuovo stallo, in cui la osservò. Quello strano e tetro fuoco, che non emetteva alcun crepitio, incredibilmente non intaccò la sua arma, dopodiché spostò lo sguardo sul viso della compagna, cogliendola sudata e ansante, ma convinta e determinata. Nonostante l'oscurità che li circondava, il potere della Prima Pietra era ancora troppo forte per lei.
Aprì la bocca per dirle di fermarsi, ma la castana lo anticipò, portando avanti la chiave del Tramonto per colpirlo al fianco sinistro con un fendente orizzontale. Con un rapido balzo si fece indietro ed evitò che il filo della lama affondasse nella sua carne, dopo avergli lacerato la felpa. Il suo posto fu rapidamente occupato dalla fenice d'acqua, che travolse ancora una volta la keyblader, gettandola lontano.
Grondante d'acqua, con un ginocchio a terra e le mani strette sull'impugnatura delle sue armi puntate al suolo, Jessie prese lunghi e profondi respiri a capo chino, avvertendo su di sé l'intenso e potente influsso della Luce che albergava in quel mondo, che neanche nelle ore notturne le dava pace. Poteva rendere più buia la notte, ma la luce di quel frammento di universo era più forte di lei. Sollevò lo sguardo, mostrandolo ancor più deciso sotto al cappuccio nero. Finché ne era in grado, voleva lottare. Ricacciando la stanchezza in un angolo profondo del suo essere, si alzò in piedi e intraprese una nuova corsa, portando entrambe le braccia dietro la schiena, dove l'Artiglio bruciava, avvolto nella sua fiamma blu. Giunta di fronte alla fenice, saltò prendendo il volo, dopodiché si diresse in picchiata verso il compagno dai capelli argentei, che le lanciò contro una magia Idropulsar.
Osservò ghignando le cinque enormi sfere d'acqua, dopodiché diede vita ad altrettanti globi composti di fuoco blu, chiari al centro che si scurivano man mano verso i bordi neri, e li scagliò in sua difesa. Cinque esplosioni si susseguirono rapidamente una dopo l'altra, illuminando la zona per pochi secondi, producendo boati e nubi di polvere, che si fusero con la nebbia già presente. Infine, il buio artificiale creato dall'incantesimo della keyblader fu infranto da una pioggia di scintille, che cadde dallo scontro fra le tre leggendarie lame.
Sospesa a mezz'aria, Jessie aumentò la spinta delle sue armi parallele, costringendo il ragazzo a porre la mano destra sulla punta della sua chiave, mentre alle sue spalle avvertì la presenza di Omi farsi sempre più vicina. La ragazza si liberò dei keyblade, facendo perdere l'equilibrio all'altro custode, che barcollò, dopodiché si girò verso il volatile e gli mandò addosso un fascio di fiamme cremisi. Il fuoco si legò attorno alla fenice e prese le fattezze di un serpente, che sibilò soddisfatto alla creatura d'acqua.
Tornata a terra, Jessie evocò l'Artiglio e parò il fendente verticale dell'argenteo, che la fissò con intensità prima di separarsi nuovamente da lei con un salto all'indietro. Come all'inizio di quello scontro, presero a girare in cerchio, studiandosi per l'ennesima volta, la sola differenza era l'affanno che presentavano entrambi, ma che nella ragazza era più accentuato. Dopo aver compiuto quasi un giro completo, si fermarono e si diedero lo slancio per un nuovo attacco, probabilmente decisivo. A pochi metri dal punto previsto per lo scontro, sollevarono le chiavi per caricare il colpo, però  qualcosa si mise tra di loro, frenandoli.
Una candida luce accecante trafisse la nebbia nera che li circondava. La custode del Tramonto arretrò d'impulso, mentre si schermava il viso con le braccia e cercava rifugio nelle ombre. Il keyblader dell'Alba abbandonò la propria arma, riconoscendo il portatore di quella luce e chiedendosi il perché della sua presenza. Nel frattempo, Omi e il serpente di fuoco si separarono e mentre il secondo si dissolse in un istante, la fenice si scompose in miliardi di gocce per tornare ad occupare il suo posto nel frammento di zaffiro che il suo padrone portava all'orecchio.
-Adesso fermatevi!- sentenziò re Topolino, lasciando affievolire un po' il bagliore cui aveva dato vita e stringendo la presa sul proprio keyblade ancora luminoso.
-Maestà come mai siete qui?- domandò l'argenteo, avvicinandosi.
-Xemnas è venuto a chiamarmi, perché da più di un'ora non vi vedevano uscire.- spiegò il sovrano, guardandolo in viso. -Tutto bene?-
Il ragazzo annuì, dopodiché si girò verso l'amico, trovandolo in piedi e avvolto da un'aura verde smeraldo.
-E tu Sora? Stai bene?- chiese il detentore della Catena Nobile.
-Certo Maestà non si preoccupi.- rispose il bruno, sorridendo al compagno.
Il sovrano annuì e fece vagare lo sguardo alla ricerca della castana. -Jessie, io credo che sia sufficiente. Non lo pensi anche tu?-
-Bè, Maestà, per quanto mi riguarda temo di sì. Se non fosse intervenuto, credo che non sarebbe finita troppo bene…- rispose la ragazza, celando la sua figura in un punto imprecisato della nebbia. -Ora devo chiederle una cortesia Maestà, potrebbe… ecco… mettere via il suo keyblade?- chiese con una lieve nota di fastidio.
-Oh, certo! Scusami Jessie!- esclamò il re, dopo un istante di riflessione, lasciando che l'arma svanisse in una scia di luci. -Era l'unico modo per trovarvi qui dentro, non era mia intenzione farti del male.-
La custode sospirò di sollievo, abbassando la mano che le aveva protetto gli occhi. -Non si preoccupi Maestà.- disse, riunendosi ai compagni. -Ora sarà meglio rimettere tutto a posto… Luce!- esclamò, alzando il braccio destro.
Com'era giunta, quella fitta nebbia nera si diradò. Le stelle, gemme preziose adagiate sul velluto scuro della notte, tornarono a brillare come sempre, la luna gettò nuovamente i propri argentei raggi sull'intero mondo e le torce appese alle mura del candido castello, ripresero ad ardere diffondendo il loro tepore nel freddo del giardino.
I Ritornanti osservarono con stupore il ritiro di quel lugubre fenomeno magico e lentamente videro comparire i custodi al centro dello manto erboso. Il Superiore sospirò di sollievo nel vederli tutti in piedi, incamminarsi nella loro direzione. Senza difficoltà, ammise di essersi preoccupato quando, dopo quasi un'ora di silenzio assoluto, la castana era riemersa dalle ombre del suo incantesimo, portando in spalla la principessa della Luce priva di sensi e l'aveva affidata a loro con poche e semplici parole rassicuranti sulla sua salute, per poi sparire ancora una volta nella nebbia con una sicurezza incrollabile in una direzione precisa. Poco dopo, la rossa aveva ripreso conoscenza e fu difficile per lui impedirle di rimettere piede in quella trappola. Nel frattempo, i minuti fuggivano come ladri e quando sentì rintoccare di nuovo il campanile non ci aveva pensato troppo e aveva aperto un varco per raggiungere il re.
Si fece avanti e mostrò un lieve sorriso nel vedere Kairi gettarsi al collo del custode della Catena Regale. -Sono contento di vedere che state tutti bene.- esordì.
-A quanto pare li ho trovati appena in tempo.- replicò Topolino con un sorriso. -Vero Jessie?-
La ragazza si tolse il cappuccio, dopodiché si limitò ad annuire all'affermazione del sovrano. -Ora credo sia meglio andare a dormire… Abbiamo tutti bisogno di riposo.- disse con voce stanca.
-Tu più di tutti!- esclamò il Feroce Lanciere. -Mi chiedo dove tu sia riuscita a trovare la forza per usare quell'incantesimo proprio qui.-
La castana esibì un sorriso amaro, senza rispondere alla domanda del numero III. -È meglio che tu non lo sappia…- pensò poi.
Salutato il re, che tornò a bordo della gummiship accompagnato da Xemnas, tutti lasciarono il giardino per dirigersi nelle rispettive stanze. I Ritornanti si avviarono per primi, chi confabulando e sbraitando come se fosse al mercato e chi rimase in silenzio pensando ai fatti propri, seguiti poi dai quattro custodi, taciturni e composti come mai si erano visti.
L'argenteo gettava rapide e continue occhiate alla compagna, che gli camminava accanto con lo sguardo dritto avanti a sé e le palpebre socchiuse, chiaro segnale della sua profonda stanchezza. Dopodiché si voltò per un istante verso l'amica dai capelli rossi, mano nella mano con Sora, trovandola assorta con gli occhi cupi, attraversati da una strana sfumatura. Spostò l'attenzione dei suoi occhi acquamarina sul custode della Catena Regale, incrociando le sue iridi azzurre velate di preoccupazione.
Jessie non badò alle occhiate nervose che le lanciava il suo compagno e nemmeno al disagio della principessa, poiché troppo concentrata sui suoi passi. Si sentiva esausta e avvertiva una forte pressione all'altezza del cuore, come se qualcuno vi si fosse posato con tutto il proprio peso. Comprese che quello doveva essere il prezzo da pagare per aver utilizzato una simile magia in quel mondo, ma si chiese in che condizioni si sarebbe svegliata la mattina dopo.
Non capì il perché, ma il percorso fino alla stanza che divideva con Riku le sembrò più lungo del solito. Quando giunsero di fronte alle loro porte, la ragazza salutò con un cenno della mano e un piccolo sorriso i due keyblader più giovani, dopodiché entrò nella camera e si gettò sul letto, senza accennare al volersi muovere per cambiarsi.
Il custode dell'Alba sospirò, stanco, voltandosi poi verso gli amici.
-Credo sia più stanca di quel che vuole farci intendere…- disse. -Bè, buona notte ragazzi.- concluse prima di seguire la compagna e chiudersi la porta alle spalle.
Immediatamente cercò la ragazza, così fece salire lo sguardo dal pavimento, dove erano state lanciate le scarpe, e la trovò stesa sul materasso, col viso affondato nel cuscino e gli occhi chiusi. Si avvicinò e la chiamò senza però ottenere risposta e capì che aveva già ceduto il passo ad un sonno profondo e quieto. Le sedette accanto e cercando di fare il più delicatamente possibile, la spogliò del cappotto e dei jeans, lasciandola in maglietta, infine la sollevò per metterla sotto le coperte. Sistemata la castana, Riku si svestì a sua volta, rimanendo in boxer, dopodiché si sdraiò accanto a lei e l'abbracciò, sentendo quanto fosse gelido il suo braccio e parte della sua schiena. La osservò dormire beata per qualche istante, poi se la portò al petto e si addormentò, sognando una possibile felicità futura.

Si girò nuovamente e fissò il soffitto con i suoi occhi blu. Non seppe dire quanto tempo rimase in quella posizione, ma le sembrò comunque troppo poco, quando la cambiò ancora, mettendosi sul fianco destro e puntando il suo sguardo sul ragazzo che dormiva stranamente tranquillo accanto a sé. Gli accarezzò la guancia esposta con la punta delle dita e sussultò appena quando nel buio della stanza si mostrarono le sue iridi azzurre, luminose come stelle nel cielo notturno.
-Cosa c'è Kairi? Perché non dormi?- le chiese Sora con voce impastata dal sonno.
La principessa si fece più vicina e affondò il viso nel petto del castano, ascoltando il ritmo regolare e tranquillo del suo cuore.
-Non vuoi dirmi cosa ti turba?- domandò ancora, passandole una mano tra i capelli rossi.
-Non so come spiegare… però… credo di aver paura.- confessò.
-Di cosa?-
-Di Jessie… durante l'allenamento non sembrava nemmeno lei. Il tono della sua voce era freddo e distante…-
-Anch'io mi sono spaventato quando l'ho vista in quelle condizioni e quando mi ha detto di averti sconfitta…- rispose il custode, stringendo a sé la ragazza. -Ho pensato il peggio, perché quella che avevo davanti era una Jessie completamente diversa dal solito.- spiegò. -Dopo avermi sconfitto è apparso Riku e anche lui deve aver faticato a riconoscerla perché Jessie gli ha assicurato di essere sempre la stessa, solamente ci ha mostrato il lato buio del suo cuore…-
-Capisco, però…-
Il castano la zittì, cercando il suo sguardo. -Non preoccuparti Kairi, se ci saranno pericoli, io ti proteggerò. E non devi aver paura di Jessie, magari parla con lei di questi tuoi timori…-
La rossa rifletté sulle parole del ragazzo e dopo qualche attimo annuì. -Grazie Sora.-
L'altro sorrise. -Di niente. Ora non pensarci più e dormi. Buona notte!-
-Buona notte.- rispose, pensando che sì avrebbe parlato con qualcuno di questa sua paura, ma la persona in questione non sarebbe stata la custode del Tramonto.

La mattina seguente, il sole fece ancora il suo silenzioso e lento ingresso nella stanza dei due custodi. Come il giorno precedente, un dispettoso raggio della stella del giorno fece capolino dalla finestra, filtrando attraverso le tende leggere e durante lo scorrere del tempo, arrivò a toccare le palpebre chiuse del keyblader dell'Alba.
Il ragazzo strinse gli occhi, infastidito, dopodiché li aprì e attese per qualche istante che il velo opaco del sonno si levasse per permettergli di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Si guardò lentamente attorno e riconobbe la candida stanza del Castello Disney, poi spostò la sua attenzione alla piccola fonte di calore che ancora stringeva tra le braccia. La ragazza riposava tranquilla, dando segno di vita con il lieve e ipnotico movimento del petto. Le sfiorò la guancia sinistra, trovandola calda, dopodiché scese a sentire la temperatura della rispettiva spalla, che era ancora tiepida. Quel contatto provocò alla castana un piccolo brivido, che la fece involontariamente spingere contro il corpo dell'argenteo, cercandone il tepore. Riku sorrise, riposando il capo sul cuscino e dicendosi che per quella mattina potevano permettersi fare tardi.
Pigramente, il raggio dell'aurora si spostò dal viso del giovane e salì con l'avanzare della giornata.
Furono dei colpi alla porta a destarlo nuovamente, un paio d'ore più tardi. Il custode sussultò e sbadigliò, grattandosi la testa, finché il bussare si ripeté e realizzò che non era frutto della sua immaginazione. A malincuore sciolse l'abbraccio che lo legava a Jessie e si alzò a sedere. Scese dal letto e recuperati i pantaloni li infilò in fretta, prima di andare a vedere chi l'aveva svegliato. Quando aprì, trovò ad attenderlo il volto del suo migliore amico, vispo e sorridente già a quell'ora del mattino.
-Buongiorno Riku!- esclamò il bruno, ottenendo una strascicata risposta. -Dormito bene?-
-Sì… ma cosa ci fai qui?- domandò, ancora intontito.
-Bè, ieri sei passato tu a svegliarmi, quindi oggi ho approfittato del fatto che fossi ancora a letto!- rise, incrociando le braccia dietro la testa. -E Jessie? Anche lei dorme ancora?-
-Già. Ora provo a vedere se si sveglia, ma non so cosa sarà in grado di fare…- rispose con un sospiro. -Prima torniamo sulla gummiship e meglio è.-
-Ho capito. Allora io scendo e informo gli altri, magari qualche Ritornante ha voglia di scontrarsi con me. A dopo!- disse, salutando l'amico e correndo lungo il corridoio bianco, fino a sparire oltre una scalinata.
L'argenteo sbuffò e scosse il capo, poi tornò in camera chiudendo la porta per dedicarsi in tutta calma al risveglio della compagna. Le sedette accanto e solo in quel momento notò il lieve pallore del suo viso. Mettendo da parte quel pensiero la chiamò, ma la castana non accennò la benché minima reazione, così ricorse al metodo utilizzato con successo la mattina precedente. Posò le labbra sulle sue, dando vita ad un contatto leggero, che lentamente divenne più profondo. Passato qualche istante, sentì un mugolio, dopodiché avvertì la debole risposta della ragazza. Si separò da lei e vide i suoi occhi schiusi, restii ad abbandonare la tranquillità del sonno.
-Ehi, finalmente ti sei svegliata.- le disse con un sorriso.
-Riku… E' già ora di alzarsi?- domandò lei, tirandosi a sedere per poi grattarsi la testa con la mano destra. -Non mi ricordo nemmeno di essere andata a dormire…-
-Ti faccio un riassunto: quando siamo arrivati davanti alla porta hai salutato Sora e Kairi, poi sei entrata in camera e ti sei buttata nel letto. Io ti ho seguita dopo poco e già dormivi…-
-Sono arrivata con le mie gambe fino al letto? Incredibile.- rispose, levandosi le coperte di dosso per alzarsi del tutto. -Temo che i Ritornanti non avranno il loro allenamento oggi, stanotte devo aver esagerato…-
-Lo penso anch'io, come sta il tuo braccio?- chiese, aiutandola a mettersi in piedi.
Jessie lo guardò per un attimo, poi spostò la sua attenzione sulla mano sinistra e strinse le dita, che tremarono sotto quell'ordine. Dopodiché provò a flettere il gomito e la spalla, non trovando particolari impedimenti. -Potrebbe stare peggio, quindi penso di potermi accontentare. Ora scusami, ma ho bisogno di svegliarmi con una doccia. Se vuoi iniziare a scendere…-
-No, ti aspetto qui.- la interruppe l'argenteo. -Fai pure con calma.- aggiunse, lasciandole un bacio sulla guancia.
-Ok.- concluse con un sorriso prima di avviarsi verso il bagno.


***


Immersa nell'immobile e muto universo, la gummiship avanzava rapida lungo la rotta prestabilita dal pilota. Il mago di corte a sua volta, controllava che tutto fosse al suo posto e che lungo il percorso non ci fossero ostacoli di alcun genere. Con le dita piumate, serrate attorno ai comandi, guidava la navicella con l'abilità data dalla sua esperienza e, uscito dalla zona di un piccolo gruppo di asteroidi, inserì il pilota automatico per potersi rilassare qualche minuto.
-Ancora mezza giornata e saremo in vista del mondo…- disse, stiracchiandosi prima di alzarsi e sgranchirsi un po'.
-Allora non manca molto.- rispose il re appena entrato in sala comandi.
-Esatto Maestà, forse sarà il caso di avvertire Sora e gli altri.-
-Credo che tu abbia ragione, ci abbiamo messo meno tempo di quel che pensavamo.- costatò il sovrano dalle orecchie tonde. -Vado ad informare Axel e Demyx, finché non saranno tornati i ragazzi tu mantieni questa velocità e gli occhi bene aperti. Dobbiamo aspettarci di tutto dai nostri nemici.-
-Non si preoccupi Maestà!- esclamò Paperino, mettendosi sull'attenti. -Nessun nemico ci coglierà impreparati!-


***


Emise un lungo sospiro, colmo di stanchezza, e abbassò le palpebre per schermare le sue iridi al tocco dei raggi del caldo sole di mezzogiorno. I rumori prodotti dallo scontro che si stava svolgendo a pochi metri da lei svanirono e la sua mente cadde in un limbo di silenzio e tranquillità che la avvolse come una coperta.
Il tempo a disposizione stava per terminare e quel che si poteva compiere era stato fatto.
Una spina di tristezza però, le punse l'animo. La principessa del cuore aveva sviluppato una forte paura nei suoi confronti, ma non seppe dire se ciò fosse un bene o un male. Schiuse gli occhi e la cercò con lo sguardo, trovandola alla sua sinistra, vicina alla regina, probabilmente immerse in un dialogo femminile nel quale lei non avrebbe saputo cosa dire.
Avvertì una presenza a pochi passi da sé e si voltò alla sua destra. Il Ritornante dalla lunga chioma color platino le sorrise, dopodiché sedette accanto a lei sul prato, poggiando la schiena sul freddo e immacolato muro del castello.
-Sei pensierosa oggi custode, qualcosa ti preoccupa?- domandò l'uomo.
-Nulla di grave Xemnas, almeno credo…- rispose Jessie, portando lo sguardo al centro del giardino dove Riku e Sora stavano affrontando Xigbar e Luxord. -Mi dispiace di non potermi confrontare anche con te o gli altri Ritornanti, ma…-
-Non preoccuparti custode.- la interruppe. -Come vedi i tuoi compagni hanno trovato il giusto modo di impiegare il tempo che resta.-
-Che non è molto purtroppo.- aggiunse la castana. -O per fortuna?- pensò poi, guardando la mancina che teneva in grembo.
Il Superiore seguì il suo sguardo rassegnato su quella mano e intuì le sue riflessioni. Gli sembrava quasi impossibile credere che la ragazza che gli stava affianco fosse la stessa che quella notte aveva avuto il potere di richiamare un buio tanto fitto su un mondo in cui alberga la luce più pura e luminosa. E come altri prima di lui, si chiese dove la keyblader nascondesse tutta quella forza, che un giorno si sarebbero trovati ad affrontare.
Un varco di luce frenò il fiume dei suoi pensieri e si alzò immediatamente quando ne vide uscire i suoi due compagni mancanti all'appello.
-Axel, Demyx, che succede?- chiese loro, quando si fu avvicinato.
-Salve capo!- esclamò il rosso. -Il re dice che mancano poche ore all'avvistamento del nuovo mondo e vuole che i ragazzi facciano ritorno sulla gummiship, per evitare quello che è successo nel primo mondo in cui sono stati, dove io e Demyx non siamo riusciti ad arrivare.-
-Quindi il tempo è scaduto?- domandò il Maestro del keyblade, frenando la sua corsa.
-Esatto Sora.- rispose il Notturno Melodico. -Perciò andate a prendere le vostre cose: il viaggio riprende!-
Senza proferire verbo, Jessie si alzò e si incamminò per raggiungere la stanza che divideva col compagno, immediatamente seguita da quest’ultimo che l’affiancò.
-Kairi tu aspetta qui.- disse il keyblader dai capelli castani, correndo dietro ai due amici.
La principessa annuì e si avvicinò al Ritornante dai capelli rossi. -Axel posso chiederti un favore?-
-Mh? Certo Kairi, dimmi pure.- rispose lui, inclinando il capo in segno di curiosità.

-Ma che fine ha fatto Axel? E Kairi?- domandò Riku, quando ritornato nel giardino aveva notato l’assenza dei due compagni.
-Kairi gli ha chiesto qualcosa e l’ha portata da qualche parte, ma non so dove.- spiegò Demyx. -Mi ha solo detto di non preoccuparsi e che torneranno per tempo sulla gummiship.-
-Capisco, bè allora andiamo, non ha senso rimanere ancora qui.- riprese l’argenteo, gettando uno sguardo alla custode del Tramonto, che se ne stava in silenzio con la sua sacca issata sulla spalla destra.
Salutarono i Ritornanti e la regina Minnie, che lasciarono ogni raccomandazione, dopodiché preceduti dal biondo numero IX, i tre custodi attraversarono il varco di luce, lasciandosi alle spalle la pace e il calore del Castello Disney, per ritrovarsi in pochi istanti, tra le pareti metalliche della nave spaziale, immersa nel silenzio glaciale dello spazio profondo.
Quando il passaggio luminoso si chiuse, Jessie sospirò e prese un profondo respiro, avvertendo il cuore finalmente libero dal peso che vi gravava dalla notte precedente. Si sentì leggera come una foglia sull’acqua ferma di un lago e sentì che il braccio sinistro riacquistava rapidamente il suo tepore, dimenticandosi del gelo che lo aveva avvolto fino a qualche attimo prima.
-Ti senti meglio vero?- le chiese il custode dell’Alba, accorgendosi del suo sollievo.
-Da ieri mi sembrava di essere schiacciata da un peso ma ora che ho lasciato quel mondo comincio a stare meglio.- rispose con un piccolo sorriso stanco.
-Perché non vai a riposare un po’?- intervenne il re. -Mancano ancora diverse ore di viaggio…-
-Grazie del consiglio Maestà, ma non credo di poter riposare come facevo al castello.- replicò Jessie. -Resterò qui tranquilla e mi godrò ciò che rimane del viaggio.- detto questo, si issò meglio la sacca in spalla e si girò per portarla nella sua cabina, ma l’argenteo la anticipò.
Mettendo una mano sulla sua, sciolse la presa che aveva sui lacci della sacca e la prese con sé. -Ci penso io, tu vai a sederti.-
Jessie annuì e si accomodò sul suo sedile, osservando fuori dall’oblò lo scorrere dei puntini luminosi nel nero dell’universo, come perle preziose abbandonate sul fondo scuro dell’oceano. S’incantò a guardare quell’immensità buia, che divora ogni luce, e non si accorse del progressivo abbassarsi delle sue palpebre che lentamente la spinsero nel regno di Morfeo.


***


Lunedì 16 giugno 2008, ore 17.30.
-Come hai detto?- domandò incredula. -Hai paura di Jessie?-
La rossa abbassò lo sguardo sul bicchiere d’acqua che teneva tra le mani e sospirò.
Come suggeritole da Sora, la principessa del cuore aveva deciso di parlare dei timori che sentiva verso la compagna di viaggio, ma pensò che fosse meglio farlo con una persona che la conoscesse più di chiunque altro. Così, prima di andarsene dal Castello Disney, Kairi aveva chiesto ad Axel di portarla sulla Terra per incontrare Andrea.
La ragazza dalle iridi azzurre la stava fissando stupita dall’altro lato del tavolo, mentre il Ritornante alle sue spalle osservava la keyblader come se avesse appena detto un’assurdità.
-Forse… forse non mi sono spiegata bene…- riprese titubante. -Durante l’allenamento di questa notte, Jessie sembrava un’altra persona. I suoi modi, la sua voce… erano freddi, così diversi dal solito… non so perché, ma ne ho avuto paura.- spiegò, incerta per poi rialzare lo sguardo sull’altra ragazza. -Andrea, tu hai mai avuto paura di Jessie e del suo potere?-
-Kairi ma cosa stai dicendo?!- chiese il ragazzo, incapace di trattenersi. -E’ assurdo!-
La giovane scosse il capo, negando. -Axel se ci fossi stato anche tu, sicuramente avresti pensato qualcosa di simile…-
-So di cosa parli.- intervenne la terrestre, attirando gli sguardi di entrambi. -La prima volta che ho visto Jessie con il keyblade tra le mani, mi sono spaventata. Sapevo già cosa fosse in grado di fare, ma vederlo con i miei occhi è stato diverso, perché non pensavo che la mia amica più cara potesse nascondere tanta rabbia e tanta paura.- disse, scatenando sconcerto nei due amici. -Esatto, Jessie è la prima a provare paura verso se stessa e ciò che potrebbe fare se solo volesse. Anche se quella volta, la sua paura più grande era che accadesse qualcosa a me, visto che quei cosi con gli occhi gialli si erano avvicinati troppo.- proseguì, perdendosi per un istante nel ricordo di quella calda sera. -Kairi, tu mi hai detto che Jessie ha creato una sorta di nebbia fitta e nera, giusto?-
La custode annuì. -Sì. Era talmente scura che era impossibile vederci attraverso, ma Jessie si muoveva senza problemi al suo interno, come se la conoscesse a memoria.-
Un sorriso amaro attraversò il viso dell’altra ragazza. -In effetti, credo che sia così.- riprese Andrea. -Jessie mi ha sempre descritto nello stesso modo ciò che vede quando si perde nei suoi ricordi…-
-Ma questo significa…-
-Ascoltami Kairi.- la interruppe la castana. -Non devi avere paura di Jessie, perché lei per prima ne ha e tutta questa paura non servirà a nessuno. Quando c’è buio, Jessie cambia atteggiamento, per impedirsi di cedere ad esso ed esserne schiacciata.-
-Se non riesci a sconfiggerli, unisciti a loro…- citò Axel, cupo.
-Più o meno è così. Quando combatte tra le ombre, Jessie diventa quasi come loro… fredda, distante, silenziosa, ma è sempre lei. Anche se nell'ultimo periodo è cambiata molto, nel profondo rimane la stessa.- concluse, con un piccolo sorriso nostalgico.
La rossa abbassò lo sguardo, sentendosi in parte colpevole.
-Quando Jessie è stata qui qualche giorno fa mi ha raccontato cos’è successo con i due spiriti, che ancora non ho capito da dove siano arrivati.- riprese Andrea. -E mi ha spiegato molto vagamente cosa può fare con il potere che ha ricevuto da Anike perché aveva paura solamente a parlarne…- disse. -Lo ammetto, mi sono spaventata a sentire quelle cose, ma non potevo abbandonarla perché Jessie aveva bisogno di me.-
La keyblader e il Ritornante ascoltarono rapiti il discorso della ragazza, invidiando l'amicizia che la legava alla custode del Tramonto: un legame profondo che andava oltre ogni ostacolo che poteva trovarsi davanti. All'improvviso, Andrea allungò le braccia sul tavolo per stringere le mani dell'altra fra le sue.
-Kairi, io purtroppo non posso viaggiare insieme a voi e Jessie ha ancora bisogno di qualcuno che la aiuti a non cadere ed a non perdersi nei suoi ricordi, quindi per favore sconfiggi le tue paure e stalle vicina al posto mio.- pregò la castana, aumentando la stretta.
La rossa passò lentamente lo sguardo dalle sue mani al viso della terrestre e nelle iridi azzurre, lesse tutta la sua ansia per l'amica e l'intensità della sua richiesta di aiuto. Pochi secondi dopo, riabbassò gli occhi e si chiese se il suo coraggio sarebbe stato sufficiente per sconfiggere i suoi timori.






Come al solito, a me non piace nulla di ciò che ho scritto <.< Forse solo la fine dello scontro tra Jessie e Riku mi soddisfa, ma bo... il giudizio è sempre vostro u.u Alla prossima!
See ya!


L'angolino dedicato a voi u.u

lettore 01: Ciao caro :3 Ti ho risposto per mail al tuo commento dell'altra volta, ma non ti ho più detto che la mia assistente mikyfantasy è arrossita fino alla punta delle orecchie per i tuoi complimenti XD Anyway, spero che questa prima metà ti sia piaciuta :3 A presto!!! ^^




Prima di salutarci per rivederci chissà quando, ringrazio con un abbraccio enorme Ventus per aver messo la fic tra le preferite, arigatou :3 E ovviamente ringrazio anche chi ha letto soltanto, siete sempre così tanti *v* Vi adoVo tutti!!!! *spupashamento generale* Alla prossima volta!
See ya!!!

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Capitolo 75
*** Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [seconda parte] ***


Salve gente!!! Indovinate chi è tornato? xD Proprio io!!! xD Scusate se ci ho messo tutto questo tempo per finire un cavolo di mezzo capitolo, ma purtroppo mi sono successe troppe cose in questi ultimi mesi e qualcuno di voi lo sa. Probabilmente ci metterò sempre di più ad aggiornare perché l'università mi occupa praticamente tutta la giornata e alla sera la voglia di scrivere è decisamente poca ahimè. Ora però basta ciarlare inutilemente u.u Godetevi il capitolo! Buona lettura!!!


Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [seconda parte]


Si svegliò disturbata da una coppia di voci, provenienti dalla stanza accanto.
Curiosa per natura, la bambina scostò le coperte e si alzò, muovendosi piano nella camera che divideva con la sorellina. Si avvicinò alla porta socchiusa e sbirciò, notando così le ombre dei genitori che, capì, si trovavano nel salotto.
Suo padre parlava a voce alta e comprese che doveva essere adirato per un qualche motivo, ma la bambina non l'aveva mai sentito usare quel tono per parlare con sua madre. Non riuscì a cogliere i dettagli di quel diverbio, ma quando udì il proprio nome urlato in una frase, il suo cuore fece una capovolta improvvisa.
Sempre senza far rumore, tornò al suo letto e si rintanò sotto le coperte, piangendo in silenzio con un unico pensiero che vorticava nella sua mente di bambina.
-È colpa mia se litigano.-

Scattò a sedere, riprendendo fiato come se fosse appena riemersa da una lunga apnea, artigliando i braccioli del sedile. Avvertì una mano posarsi sulla sua spalla destra e si voltò, trovando un paio di iridi color acquamarina intrise di preoccupazione.
-Tutto bene?- le chiese, scrutandola in viso.
-Sì, stai tranquillo.- rispose Jessie con un sorriso tirato. -Ho solo bisogno di un po' d'acqua.- continuò, alzandosi per dirigersi alla cabina adibita a cucina.
Riku osservò i suoi movimenti senza proferire verbo, sospirando pesantemente quando la vide uscire dalla sala comandi e la porta si fu richiusa alle sue spalle.
-Perché non sei andato con lei? Si vede lontano un chilometro che volevi seguirla…- asserì Sora, seduto alla destra dell'amico.
-Perché ho capito che voleva stare sola…- ammise tristemente. -Quando avrà bisogno di me, lo capirò.-
Il bruno portò le mani dietro la nuca e sollevò lo sguardo al soffitto, perdendosi nei suoi pensieri. -Proprio come diceva Axel… comincia a chiudersi e ad allontanarsi da noi…-


***


Si appoggiò con la schiena alla parete ed emise un lungo sospiro, mentre portava la mano destra alla tempia nel vano tentativo di frenare l'avanzata di un fastidioso mal di testa. Chiuse gli occhi e cercò di scacciare dalla mente i frammenti del ricordo appena vissuto sotto forma di sogno.
-Non perdono tempo…- pensò sconsolata. -Ho appena lasciato il Castello e già riprendono a darmi il tormento… dannati ricordi.-
Sbuffò e si rimise in piedi per procurarsi il famoso sorso d’acqua per cui si era allontanata dalla sala comandi. Versato il liquido nel bicchiere, si avvicinò all'oblò e si mise ad osservare il nero dello spazio trapunto di stelle, senza guardarlo realmente. Nel frattempo, la sua mente saltava libera di pensiero in pensiero, passandoli uno dietro l'altro, evitando di fermarsi per più di un istante. Bevve l'acqua lentamente, mentre avvertiva una sensazione nuova e si passava la mano sinistra sul ventre, per stringere il fianco opposto. Vuotò il bicchiere e non si voltò quando udì dei passi dietro di sé.
Per qualche secondo, nulla si mosse e la custode del Tramonto non fu da meno, attendendo che il visitatore parlasse per primo.
-Jessie… devo parlarti…-
-Dimmi Kairi, ti ascolto.- rispose, voltandosi verso la principessa che la guardò a sua volta, dopo aver alzato gli occhi.
La rossa deglutì e studiò le mosse della compagna fino a fissare le sue iridi color nocciola, trovandovi una nota di curiosità immersa in uno spartito di tranquillità. Si fece avanti di un passo e prese un profondo respiro prima di parlare.
-Jessie… io voglio chiederti scusa.-
-Per cosa?-
-Dopo l'allenamento… ho iniziato… ad avere paura di te e del tuo potere e sono stata presa dai dubbi… se potevo ancora fidarmi di te, oppure no…- disse, mantenendo le iridi fisse in quelle dell'altra.
-E ora hai trovato una risposta ai tuoi dubbi?- chiese la castana senza mostrare alcuna inquietudine.
-Sì. Ho parlato con Andrea… e ho capito che la mia paura è inutile e immotivata… perciò, scusami Jessie.- affermò, chinando appena il capo.
La ragazza rimase in silenzio per qualche istante, dopodiché sorrise e appoggiò il bicchiere sul tavolo per poter mettere entrambe le mani sulle spalle della principessa, che rialzò il viso.
-Apprezzo le tue scuse Kairi, ma non sono necessarie.- replicò. -La tua reazione è stata più che naturale e mi dispiace averla causata. Non sono stata in grado di controllarmi fino in fondo e il buio che ho richiamato, ha finito con l'influenzarmi.-
-Ma non è stata colpa tua…-
-Una parte di colpa è sicuramente mia. Ancora una volta ho permesso al lato buio del mio cuore di prendere il sopravvento e ho rischiato di fare del male a te e agli altri…-
-Allora, quella nebbia…?- domandò stupita Kairi, trovando la conferma delle parole di Andrea sulla reale natura dell'incantesimo evocato dalla compagna.
-Già, quella nebbia creata dalla magia, era una specie di manifestazione del mio cuore… o meglio, di quella parte in cui albergano i miei ricordi più cupi…- chiarì, riportando le braccia lungo i fianchi. -Non so come sia successo, ma col tempo, quella magia si è modificata in questo modo e in quel buio fitto, i miei ricordi fluttuano come spettri pieni di rancore…- aggiunse, girandosi nuovamente verso l’oblò e posando lo sguardo sul profondo universo che li circondava.
Si strinse nelle braccia e cercò di allontanare l’ondata di sensazioni richiamata da quel discorso. Prese un profondo respiro e si voltò in direzione della compagna di viaggio, che la osservava con uno sguardo indecifrabile, poiché troppe erano le emozioni e i pensieri che vorticavano al loro interno.
-Kairi, ti faccio ancora tanta paura?- domandò, pensando che fosse quello il filo che si aggrovigliava nella mente della principessa. -Rispondi sinceramente.-
-Un po'…- ammise, dopo qualche istante. -…ma mi impegnerò per fare in modo che svanisca del tutto.- rispose con un sorriso. -Voglio essere tua amica e voglio mantenere la promessa che ho fatto ad Andrea.-
-Una promessa?- chiese Jessie curiosa.
La giovane annuì, portando le braccia in avanti per stringere le mani dell'altra fra le proprie. Ne avvertì il calore intenso ma piacevole e per un istante le osservò. Notò i segni lasciati dalla sua vita di keyblader, ma le trovò anche piccole e fragili come le sue. Era la prima volta che le vedeva così da vicino e si stupì un poco di vederle così diverse da come se le era immaginate.
-Le ho promesso che ti sarei stata vicina e che ti avrei aiutata, ma non lo faccio solo perché è stata lei a chiedermelo. Lo faccio anche perché voglio conoscerti meglio e non posso farlo se mi arrendo di fronte alle mie paure.- disse Kairi, rialzando le iridi sul volto dell'amica, leggendovi una sorpresa così grande da farla sorridere ancora di più. -Andrea mi ha raccontato qualche episodio della vostra amicizia, ti ha dipinta come una persona stupenda e voglio…- s'interruppe, scorgendo una punta di timore nello sguardo color nocciola della custode del Tramonto. -Tranquilla, non mi ha detto niente sui ricordi che ti fanno ancora soffrire. Se vorrai, sarai tu stessa a parlarne… e se non ci sarò io ad ascoltarti, ci sarà Riku, o Sora, o Axel… ok?-
Jessie annuì, stranita e leggermente confusa dalla piega presa da quel discorso. Non aveva mai voluto approfondire più di tanto il rapporto con i compagni di viaggio, dal momento che era abituata a starsene sulle sue, se non c'era Andrea nei paraggi, poiché era l'unica a conoscerla in ogni sua sfaccettatura.
-Mi permetti di essere tua amica?- le chiese ancora, aumentando la stretta sulle sue mani.
Rifletté bene sulla richiesta della ragazza e trovò ironico il fatto che fosse arrivata proprio in quel momento. Negli ultimi giorni si era allontanata ancora di più a causa delle sue paure e senza accorgersene aveva iniziato a chiudersi anche con Riku, nonostante quanto era avvenuto tra loro, e capì di aver commesso lo sbaglio più grande che potesse fare. Il suo compagno era sempre pronto a tendergli una mano per uscire dal profondo baratro in cui involontariamente si stava cacciando, e ora con delicata prepotenza, un altro braccio era comparso per sostenerla.
La castana sorrise commossa e pensò che forse non c'era nulla di male, nell'aprire il suo cuore a Kairi un po' alla volta, soprattutto perché anche la sua amica più cara vi aveva riposto fiducia e l'aveva mandata da lei per assicurarsi che non rimanesse sola.
Entrambe le custodi avevano paura di qualcosa, ma la rossa stava cercando di superare i suoi timori, dando prova della propria forza di volontà e del proprio coraggio. Non voleva deluderla, quindi, si disse che non sarebbe stata da meno.
-Sì, possiamo provarci…- rispose infine, stringendo a sua volta le dita intorno a quelle dell'altra.
Il viso di Kairi s'illuminò, dopodiché fece un paio di passi, trascinando gentilmente la compagna con sé. -Vieni, torniamo di là. Quando sono arrivata ho trovato Riku che faceva avanti e indietro in sala comandi con Sora che tentava di farlo sedere.- rise.
-Poveretto, non pensavo di essermi allontanata per così tanto.- rispose Jessie, facendosi scappare una risata.
-Come mai sei venuta qui? Non penso che quel bicchiere d'acqua fosse l'unico motivo… sempre se vuoi dirmelo, ovvio.- aggiunse la principessa, donando un sorriso d'incoraggiamento alla compagna.
-Bè ecco… Avevo bisogno di starmene un po' con i miei pensieri.- disse, abbassando lo sguardo.
-Brutti pensieri?-
-Non tutti… la maggior parte, ecco.-
-Allora lasciali perdere.- sentenziò la rossa, fermandosi nel corridoio. -Ignorali e concentrati su altro. È unitile che continui a tormentarti, perciò rivolgi la tua attenzione a qualcos'altro. Va bene?-
-Ci proverò.- consentì la castana, lasciando l'altra soddisfatta del risultato.
A quel punto ripresero a muoversi in direzione della sala comandi e man mano che si avvicinavano, alle loro orecchie giungeva sempre più chiaro il mormorio delle voci dei loro compagni, che si erano chiusi a cerchio accanto al sedile su cui prendeva posto il custode dell'Alba.
-Cos'avete da parlottare come vecchie signore all'ora del tè?- chiese la castana divertita, causando una risata nella compagna.
Tutti i presenti, eccetto il mago di corte che era impegnato a tenere sotto controllo la gummiship, si voltarono verso le ragazze.
-Allora?- aggiunse Kairi.
-Nulla di che!- esclamò Axel. -Ho chiesto com'erano andati gli allenamenti e ho raccontato a Sora e Riku del nostro monotono viaggio senza di voi.- spiegò poi, avvicinandosi alle due. -Andrea ti manda i suoi saluti e un pugno in testa, che evito di darti.- disse alla keyblader del Tramonto, che rise.
-Perché un pugno in testa?-
-Perché lei ha chiamato più volte sulla radio e ti cercava, ma tu non c'eri. Così quando ho portato lì Kairi, mi ha chiesto di riferirti che sei una testona e di non dirle di chiamare quando vuole se poi non ci sei sulla nave. Ah, e alla fine mi ha raccomandato il pugno.- concluse ridendo.
-Quella ragazza non cambierà mai.- aggiunse Jessie divertita. -Mi farò perdonare in qualche modo.-
-Jessie, vieni un attimo con me? Vorrei parlarti.- esordì l'argenteo, dopo che si fu alzato dal sedile.
La castana annuì e si avviò verso la sua cabina, congedandosi dai compagni con un lieve sorriso, con Riku al seguito. I membri del gruppetto li osservarono chiudersi nella stanza, dopodiché si guardarono l'un l'altro senza sapere cosa pensare.
-Kairi hai ottenuto qualcosa parlando con Jessie?- chiese il Ritornante dai capelli scarlatti.
La ragazza sorrise soddisfatta. -Abbiamo chiarito tante cose e forse sono riuscita a darle un po' di speranza… però Andrea aveva ragione…- sospirò, lasciando la frase in sospeso. -Spero solo di essere in grado di starle accanto e di aiutarla.-
-Sono sicuro che ci riuscirai.- affermò Axel con un sorriso. -E poi, non dimenticare che ci siamo anche noi.-
-Hai ragione.- ammise la principessa del cuore.
-Ora però tocca a Riku.- intervenne Sora, guardando la porta che li separava dai due compagni. -Lui è l'unico che può impedire a Jessie di isolarsi, senza imporre la sua presenza.-
Un silenzio unanime approvò le parole del castano, che emise un piccolo sospiro prima di imitare gli amici e tornare a sedersi in attesa della fine di quel tratto di viaggio.


***


Chiusa la porta alle sue spalle, il ragazzo alzò lo sguardo sulla compagna e la osservò muoversi lentamente nella cabina in direzione dell'oblò e rivolgere la propria attenzione al profondo oceano di stelle e vuoto che li avvolgeva come una coperta. Senza esitare, le si avvicinò e la abbracciò tirandosela contro il petto, poi posò il viso sulla sua spalla sinistra, baciandone la parte scoperta. Finalmente la sentì calda e sorrise d'istinto.
-Perché sorridi?- chiese la castana, avendo percepito il movimento delle labbra sulla pelle.
-Così.-
-E cosa volevi dirmi?-
-Volevo sapere se era sul serio tutto a posto… quando ti sei svegliata eri pallida e spaventata.- spiegò Riku, incrociando le braccia attorno al suo ventre. -Cos'hai sognato? Ti va di dirmelo?-
Jessie si irrigidì appena a quella richiesta e per un istante smise di respirare. Combattuta tra i suoi timori e la tentazione di parlarne con il proprio compagno, rimase in silenzio con gli occhi fissi sullo sfrecciante panorama sempre uguale e diverso al contempo. Le sembrò che il tempo rallentasse e che tutto ciò che le stava attorno si zittisse all'improvviso, mentre rifletteva su quale fosse la strada giusta da prendere. Avvertì le labbra dell'argenteo che le posavano un nuovo e leggero bacio sulla spalla e inconsciamente si rilassò, prendendo un profondo e lungo respiro.
-Calmati Jessie, non abbiamo fretta.- sussurrò il custode all'orecchio della castana, che udì appena quelle parole ma che, al contrario, sentì chiaramente il ritmo delle sue pulsazioni e cercò di seguirlo con le proprie.
Lo trovò perfetto e pian piano vi si adeguò con dei respiri profondi e quieti, simili a quelli tipici del sonno.
Socchiuse un momento gli occhi e si perse nel ricordo da cui era nato l'ultimo incubo che l'aveva tormentata con il suo dolore. -Non era uno dei peggiori…- cominciò prendendo fiato, come se stesse per tuffarsi da una rupe. -Ero piccola… forse avevo nove anni o meno…-
Riku non si mosse né parlò, si limitò ad ascoltare la sua compagna, che nel frattempo aveva abbassato il tono di voce, probabilmente senza volerlo. La sentì irrigidirsi e rabbrividire, per un solo istante.
-Era notte e stavo già dormendo da un pezzo, quando le voci dei miei genitori mi hanno svegliata… Non capivo cosa stessero dicendo… la mia maledetta curiosità mi ha fatta alzare dal letto… per andare ad aprire un po' la porta e… sbirciare nell'altra stanza.- si fermò un momento, cercando di impedire alla propria voce di tremare. -…mio padre era arrabbiato per qualcosa… non l'avevo mai sentito parlare in quel modo… e mi sono spaventata…- un nuovo e inatteso brivido la scosse, quando davanti alle sue iridi si ripresentò la scena vista in sogno e ancora una volta vide se stessa, accucciata dietro alla porta della stanza che divideva con la sorella, ad ascoltare il litigio dei genitori. -…non ho capito molto di quello che si sono detti… ma poi… poi ho capito che parlavano di me… e di quello che succedeva a scuola… era colpa mia… stavano litigando per colpa mia! Mia!- urlò.
La castana serrò gli occhi, che avevano già versato qualche lacrima, per impedirsi di vedere quei momenti. Tuttavia, fu inutile, poiché nella sua mente quel frammento di memoria lontano dieci anni, scorreva all'infinito come la pellicola di un film. Non si era nemmeno resa conto che l'argenteo l'aveva voltata e stretta tra le braccia per farle sentire la sua presenza ed evitare che si perdesse in se stessa.
-Calma, non piangere più.- le sussurrò all'orecchio. -E' passato Jessie, ricaccialo nel suo angolo, puoi farcela.-
La ragazza però, udì a malapena le parole del suo compagno, anche se sapeva che era accanto a lei e che la stava abbracciando, le sembrò lontano e irraggiungibile. Attorno a sé, vedeva solo il nero infinito della sua mente e davanti, una bambina, rannicchiata contro una porta inesistente che piangeva per una colpa che credeva sua.
-Riku…- chiamò in un soffio. -Riku aiutami…- disse, stringendo i pugni sul suo petto.
Senza fretta, il custode dell'Alba rispose a quella disperata richiesta di aiuto. Le prese il viso fra i palmi, avvertendo il calore delle gocce saline che ancora scendevano dai suoi occhi chiusi, e le posò un bacio leggero sulle labbra roventi senza pretendere nient'altro. Gli sembrò di stringere una lampada dai bordi di carta, poiché in quel momento, la sua compagna era fragile come un foglio di carta di riso ed era talmente sottile che poteva vedere chiaramente il fuoco che l'alimentava: una fiamma rossa e viva ma traballante perché scossa da una forza più grande.
Jessie, invece, fu attraversata dalla fresca sensazione portata improvvisamente dalle labbra del ragazzo, simile a quella donata dalla pioggia in un'afosa giornata estiva. Ne assaporò ogni frammento, lasciando che fluisse nel suo corpo e nella sua mente per spazzare via quel ricordo infelice e rispedirlo da dove era venuto. Lentamente, il suo corpo frenò i suoi tremiti, la presa ferrea delle sue dita sulla maglia del compagno si rilassò e il suo cuore, che aveva cominciato a battere ad un ritmo tale da farle sentire il rimbombo nelle orecchie, si placò, tornando a seguire la cadenza del battito che gli stava vicino.
Fu Riku a sciogliere il contatto e dopo aver creato una distanza sufficiente tra il suo viso e quello di Jessie, finalmente si specchiò nelle sue iridi color nocciola, circondate da un lieve rossore dovuto al pianto, e vi lesse parte dell'immensa confusione che la stava tormentando. Si fece scappare un sorriso amaro, dopodiché le asciugò le ultime lacrime e fece scendere le mani fino ai suoi fianchi.
-Come ti senti ora?-
-Meglio…- sospirò lei, appoggiando la testa alla sua spalla. -Grazie Riku.-
-Non devi ringraziarmi, io per te ci sarò sempre.-
-Appunto, grazie di esserci.-
L'argenteo sorrise senza replicare. -Vuoi stenderti un po'? Manca ancora più di un paio d'ore alla meta prevista, puoi approfittarne per riposare.- suggerì.
-Solo se rimani.-
-D'accordo.-

Un leggero ma secco bussare attirò la sua attenzione, facendogli sollevare il viso. -Avanti.-
Silenzioso e cauto, il Ritornante dalla chioma scarlatta si fece avanti con passi decisi e si avvicinò al letto, osservando la scena che gli si presentava davanti con la tenerezza dipinta in volto. Con i capelli sparsi sul cuscino, l'espressione distesa, il corpo appena rannicchiato e una mano stretta in quella del compagno, la custode del Tramonto dormiva un sonno placido dal respiro quieto. Gli parve assurdo che la guerriera prescelta dalle chiavi oscure, terribile in battaglia come il fuoco che controllava, e la ragazza tranquilla e indifesa che aveva davanti fossero la stessa persona. Il keyblader dai capelli argentei le sedeva accanto, con le gambe tese e la schiena appoggiata alla testata del letto.
-Che succede Axel?- domandò curioso. -Siamo arrivati?-
Il rosso annuì. -C'è un problema però. Pare che questo mondo sia circondato da una barriera un po' particolare e quindi ci sarà parecchio movimento durante il passaggio.-
-Ho capito.- rispose con un sospiro, mentre posava una mano sulla spalla della castana per scuoterla. -Jessie? Jessie svegliati.-
Cogliendo di sorpresa entrambi, la giovane aprì immediatamente gli occhi, dopodiché si mise a sedere con un piccolo sbadiglio.
-Dormito bene?- le chiese il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Mi sono riposata.- disse, guardandosi attorno rapidamente. -E' successo qualcosa?-
-Dobbiamo andare a sederci in sala comandi, fra poco atterreremo.- spiegò Riku, mettendosi in piedi.
La castana lo imitò. -Ricevuto… vado a darmi una rinfrescata e vi raggiungo.- asserì, chiudendosi nel bagno della cabina.
Rimasti soli, i due ragazzi si scambiarono uno sguardo poco convinto, prima di uscire e allontanarsi dalle orecchie della ragazza.
-Ha riposato dice.- asserì Axel.
L'argenteo annuì. -L'aveva detto al castello di re Arold, che d'ora in avanti avrebbe fatto attenzione a non addormentarsi del tutto. Anche se sembrava un sonno profondo il suo, in realtà non lo era.-
-Hai ragione…- rispose il rosso con un sospiro, entrando per primo in sala comandi e attirando l'attenzione dei compagni di viaggio.
-Dunque?- domandò Riku, avvicinandosi alla postazione del pilota per osservare dal vetro dell'abitacolo, il mondo su cui sarebbero atterrati a breve.
Ai suoi occhi color acquamarina, si presentava un bel pianeta azzurro, coperto qui e là da grandi spazi di terra, tinteggiata di verde e marrone, dove non era nascosta dallo strato di nubi, che volteggiavano su di esso. Per metà inondato dalla luce della stella più vicina, al lato opposto mostrava un buio pesto che si affacciava su un altro corpo celeste poco distante, tinto di grigio.
-Dunque…- ripeté il mago di corte. -Dalle rilevazioni fatte finora è uscito che questo mondo deve essere pieno di conflitti in corso, perché pullula di oscurità in ogni angolo… però, sembra che i nostri nemici si siano stanziati in un luogo specifico. In più, c’è una strana barriera che lo circonda…- spiegò.
-Ma quella… è la Terra.-
Tutti i presenti si voltarono verso la custode del Tramonto, trovandola sbalordita da ciò che vedeva.
-Ne sei sicura?- chiese re Topolino.
-Dovrei vedere più da vicino la conformazione dei continenti, ma per ora ne sono certa al novanta per cento.-
-Può darsi che sia identico al tuo mondo sai?- intervenne Paperino. -Ti assicuro che le coordinate sono diverse e poi mi sarei accorto se fossimo tornati indietro.- spiegò.
-Paperino ha ragione.- aggiunse Sora. -L’universo è immenso, quindi può capitare di trovare due mondi simili o uguali.-
-E poi…- riprese il mago. -…il tuo mondo era circondato da satelliti di ogni tipo, mentre qui non se ne vede nemmeno l’ombra.-
-In effetti hai ragione…- rispose la ragazza, dopo aver osservato meglio la sfera immersa nel silenzioso oceano di stelle. -…però ho una strana sensazione…- sussurrò.
-Come?- chiese il castano.
-Niente, pensavo ad alta voce.-
-Bè, credo che restare qui a guardarlo non ci faccia attraversare la barriera.- disse Riku.
-Una barriera?- domandò Jessie.
-Esatto e da quel che vedo dagli ultimi dati, si direbbe che sia una barriera spazio-temporale.- fece il papero. -Sembra quasi un buco cosmico sotto forma di barriera… ben strano.- affermò, alzandosi il berretto per grattarsi il capo.
-Siamo in grado di passare?- chiese il custode della Catena Nobile.
-Penso di sì, dopotutto quando abbiamo viaggiato con Sora siamo stati in mondi con epoche diverse dalla nostra e siamo passati da un buco cosmico. Se questa barriera segue lo stesso principio, dovremmo riuscire a passare senza problemi.-
-Dovremmo?- deglutì Kairi. -E se non…-
-Non ci pensare, noi ci riusciremo!- intervenne Pippo, posando una mano sulla spalla della principessa.
-Pippo ha ragione!- esclamò Sora. -Ci fidiamo di Paperino e della gummiship!-
Il mago di corte ghignò. -Una fiducia ben riposta amico! Sedetevi e lasciate fare a me!-
Tutti annuirono, compresi i due Ritornanti che dopo aver salutato gli amici, assicurandoli che si sarebbero rivisti più tardi una volta atterrati e al sicuro, attraversarono un varco per tornare al Castello Disney. Ogni passeggero presente sulla nave rossa e gialla prese il suo posto, allacciandosi le cinture per puntare il proprio sguardo sul pilota, che stringeva la cloche tra gli arti piumati.
-Ok.- asserì il mago di corte, sistemandosi il berretto da marinaio. -Andiamo!- esclamò, spingendo la gummiship in avanti, direttamente contro la barriera del mondo che volevano raggiungere.
Come un corridore sulla linea di partenza, la nave partì di scatto a tutta velocità, con gli scudi alzati, pronta ad affrontare l'ostacolo invisibile agli occhi dei suoi passeggeri, ma non ai suoi. Infatti, sul radar tenuto d'occhio da Paperino, la sottile circonferenza, che attorniava quel punto vivo dell'universo, si faceva sempre più vicina.
-Tenetevi forte! Dieci secondi all'impatto!- avvertì, cominciando un sussurrato conto alla rovescia, imitato in silenzio dai suoi compagni.
-Nove…- pensò Jessie, stringendo la presa sul sedile senza distogliere l'attenzione dal vetro che le mostrava quel mondo identico al suo e che le donava una forte sensazione di nostalgia.
Riku gettò un'occhiata alla ragazza e sorrise d'istinto nel vederla decisa e battagliera, pronta ad affrontare tutto ciò che si sarebbe posto sul suo cammino da quel momento in avanti. Re Topolino, seduto alla sua destra, non spostò nemmeno per un istante lo sguardo dalla schiena del pilota, che più volte si era dimostrato un amico fedele e sempre presente al suo fianco, indipendentemente dalla situazione in cui poteva venirsi a trovare.
-Quattro.- soffiò Kairi, serrando gli occhi per riaprirli immediatamente e specchiarsi in quelli di Sora, quando avvertì la sua mano sulla propria e quando udì la sua voce pronunciare il numero seguente.
Il Maestro del keyblade donò un sorriso sicuro alla compagna, che ricambiò la stretta e allungò le labbra. Accanto a loro, Pippo osservava l'amico di una vita con uno sguardo tranquillo, di chi sa per certo che ogni cosa sarebbe andata per il meglio. -Uno.- mormorò con un sorriso.
L'impatto con la barriera fu violento e improvviso.
Tutti sbatterono contro lo schienale, lasciandosi sfuggire qualche gemito per via del colpo ricevuto e serrando le palpebre per un momento soltanto. Paperino fu l'unico ad impedirsi di battere ciglio davanti alla forza di quello schieramento privo di forma, poiché mai e poi mai avrebbe ceduto ad esso.
Ad un tratto, la gummiship iniziò a tremare. Dapprima con una leggera vibrazione, poi però con delle scosse simili a quelle provocate da un terremoto di basso grado. Una goccia di sudore freddo cadde dalla fronte del pilota, che era talmente concentrato, da non accorgersi del tremore che stava scuotendo la nave. L'attenzione dei suoi occhi, era tutta per ciò che stava accadendo fuori dalle pareti metalliche, poiché lentamente il muso avvolto nello scudo, stava scivolando attraverso la barriera, senza procurarle alcun danno, come un sasso che cade nell'acqua e ne viene inglobato. Non potevano permettersi di sconvolgere i mondi più di quanto stessero già facendo.
Deglutì e mentre la mano sinistra teneva la cloche puntata in avanti, la dritta scivolò su una leva accanto, per spingerla piano e attivare gradualmente i motori supplementari, che si trovavano sui fianchi della nave. Come se fosse stata spinta da una strana curiosità e dalla grinta del suo pilota, la gummiship si fece strada attraverso la barriera, centimetro dopo centimetro, sempre tremante come una foglia in balia di un temporale, che si ostina a restare attaccata al proprio ramo.
Il mago di corte ignorò gli scossoni e rimase con gli occhi fissi sul monitor che gli indicava la posizione della nave. Infatti, quando vide che metà della nave aveva ormai oltrepassato l'involucro invisibile ai suoi occhi, riportò entrambe le mani sulla cloche e si tenne pronto per il momento in cui, privo di forze a trattenerlo, il loro mezzo sarebbe schizzato in avanti. Paperino diede il via ad un nuovo conto alla rovescia, dopo aver stretto la propria cintura di sicurezza, invitando i compagni a fare lo stesso.
-Ci siamo!- urlò, nell'istante in cui la gummiship, finalmente libera da vincoli, fu sparata come un proiettile verso il mondo verde e azzurro che attendeva solo il loro atterraggio.
Con maestria ed esperienza, il pilota tirò la cloche, cercando di frenare l'avanzata della nave, e spostò la mano sulla leva dei motori ausiliari per spegnerli lentamente. Quando fu certo di aver abbassato totalmente la leva, il papero si dedicò ai motori principali per ridurre la velocità ed evitare che si gettassero a capofitto sull'atmosfera del mondo, finendo come un pezzo di carbone nelle fiamme di un camino. Compiuto anche quel passo, senza incappare in problemi di alcun genere, il mago di corte si preoccupò di trovare un punto d'atterraggio e optò per la zona in cui le strumentazioni avevano rilevato un'alta concentrazione di Oscurità, probabilmente dovuta ai loro nemici. Annuendo a se stesso, gettò la nave in una rapida giravolta e digitò le coordinate dell'area prescelta.
Tirando un sospiro di sollievo, i passeggeri allentarono la presa sui braccioli dei sedili e si rilassarono, godendosi l’atterraggio della gummiship, che fu tranquillo e privo di difficoltà. Superati gli strati più esterni dell’atmosfera, Paperino provvide ad avvolgere la nave con la sua consueta invisibilità per non destare l’attenzione degli abitanti del mondo.
Sorvolarono una vasta distesa pianeggiante, seguita poi da una foresta di alberi dal fitto e verdeggiante fogliame, in cui trovarono una radura abbastanza ampia e protetta da poter ospitare il loro mezzo di trasporto senza problemi. Posati finalmente i piedi a terra, i guerrieri della Luce si guardarono attorno curiosi e attenti, soprattutto la custode del Tramonto, in cerca di indizi che potessero dirle che quello era il suo mondo o una sua perfetta copia. Jessie osservò il cielo, che lentamente si schiariva e si tingeva di un limpido azzurro, e le fronde che circondavano lei e i suoi compagni, a tratti illuminate dai primi raggi solari.
-L'alba…- pensò Riku, voltandosi verso la compagna, che studiava i dintorni con meticolosità.
La vide alzarsi in volo, appena sopra i rami più alti per scoprire cosa si trovasse oltre l'esercito di piante. I suoi occhi color nocciola si spostarono in ogni direzione, incontrando un'ampia distesa di campi coltivati davanti a loro, a sud sorgeva un villaggio composto da piccole case spartane, mentre a nord la foresta si estendeva per altri incalcolabili chilometri e la sua fine sfuggiva al suo sguardo. Alle loro spalle, invece, da cui provenivano i primi raggi del sole nascente, vi erano altri campi coltivati e qualche abitazione. Tuttavia, fu tra l'est e il nord che la custode fermò il suo esame, dove prendeva posto un'imponente montagna avvolta da una fitta nebbia, che non le permetteva di distinguerne le forme precise, ma non sulla cima, che era ammantata da un leggero alone rosa, conferendole un aspetto tetro e solenne al contempo. Abbassando lo sguardo, Jessie notò un centro abitato poco più corposo rispetto ai precedenti, che si trovava esattamente a metà strada tra la foresta e l'inquietante e misteriosa altura.
La castana tornò a terra rapidamente, affiancando il mago di corte. -Paperino da che parte era concentrata l'Oscurità che hai rilevato prima?- domandò.
-Nord-est, perché?-
-In quella direzione ho visto una montagna poco rassicurante.-
-Bè, allora abbiamo trovato il nostro obiettivo no?- intervenne Sora con un sorriso, portandosi le mani dietro la testa.
-Pare di sì.- rispose Jessie.
-Allora forza!- esclamò Topolino. -Tutti in marcia in direzione nord-est!-


***


Il ragazzo si alzò in piedi, sistemandosi la fedele spada al fianco prima di rivolgere una rapida occhiata al sole che faceva capolino dall'orizzonte. Si domandò quanto ancora sarebbe durata quella battaglia, che occupava quasi ogni giorno della sua bizzarra e turbolenta esistenza. La sua e quella dei suoi compagni.
Si voltò a guardarli, e fu soddisfatto di trovarli in piedi e pronti per riprendere il viaggio.
-Possiamo andare?- chiese con una punta di impazienza.
-Certo Inuyasha, quando vuoi.- rispose la ragazza dai folti capelli neri.
-Benissimo. Andiamo, direzione toro-tigre!-









Finito! A me come sempre, non mi convince... almeno non nella sua integrità, di alcune parti posso sentirmi soddisfatta, ma con altre mi viene solo voglia di mangiarmi le mani <.< Spero che a voi piaccia e scusate se sono caduta un pò di tono, ma questo capitolo l'ho scritto a più riprese (troppe) e il risultato è quello che avete visto... Mi auguro di tornare presto con il seguito, dove finalmente ci butteremo a capofitto nel mondo di Inuyasha e compagni! A presto!!
See ya!



L'angolino dedicato a voi u.u

Ciccio85: Ragazzo mio, non esiste che io mi dimentichi dei lettori u.u Sono contenta che il chap ti sia piaciuto :3 Spero che questa seconda parte sia stata all'altezza della prima. A presto! Byeee!!!

lettore 01: Carissimo, spero di non averti fatto aspettare troppo xD però come vedi, io torno sempre u.u Mi auguro che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che soddisfi le tue aspettative ^^ Alla prossima!!! Saooo!!!

soral: Gemellina :3 Grazie del papiro a cui ho già risposto con un altro papiro xD Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo ok? :3 Ciau <3




Anche per oggi siamo giunti alla fine dell'aggiornamento... e come sempre passo a fare gli ultimi ringraziamenti u.u Dunque, credo che molti di quelli che mi seguono abbiano cambiato nick, ma penso di essere riuscita a riconoscervi comunque XD Di sicuro so che Cipotta91 e Franz3v sono nuovi tra coloro che hanno aggiunto la fic ai preferiti, quindi vi do un abbraccio mega gigante <3 Arigatou :3 Poi... visto che non sono sicura di avervi riconosciuti tutti tutti, vi lascio un ringraziamento generale: un grazie enorme a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite e/o le seguite... sono sempre commossa nel vedervi in così tanti ç___ç E poi ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto! Lo sapete vero che vi adoVo? :3 Ovvio che lo sapete, sciocchina me che mi faccio certe domande ù.ù
Spero di tornare presto con il prossimo capitolo, ma non so quando riuscirò a mettermi al lavoro... Alla prossima!!!!

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Capitolo 76
*** Capitolo 74: Osuwari! ***


La li ho!!! Dopo trentordici secoli di assenza, sono finalmente tornata!!! Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma purtroppo quest'anno sono successe troppe cose e non ho avuto davvero il tempo per dedicarmi alle fan fiction. Comunque sono riuscita a fare in tempo per il compleanno dello sclero!!! *parte musichetta di buon compleanno* Ma non siamo qui per fare la piega ai pinguini, quindi diamoci dentro! Buona lettura na no da!!!


Capitolo 74: Osuwari!


Le fiamme scoppiettavano allegre al centro di quella piccola e silenziosa radura, creando dei complessi e agitati giochi di sfumature scure, con le ombre dei guerrieri della Luce. I custodi, il mago di corte e il cavaliere, erano riuniti attorno al piccolo ma vivo fuoco, dopo aver camminato tutto il giorno in quella fitta foresta, di cui ancora non si intravedeva il margine. Quando il sole si era spinto ben oltre la linea dell’orizzonte e il cielo era da tempo tinto di rosso, i sette compagni avevano deciso di fermarsi per mangiare e passare la notte. La volta celeste sopra di loro sgombra di nubi, era tinta di un blu intenso e profondo, in cui le stelle brillavano come diamanti ovunque si volgesse lo sguardo. La luna piena, in mezzo a quell’elegante trionfo di luci, pareva una perla, perfetta nel suo prezioso candore.
La custode del Tramonto rimase per un istante senza fiato di fronte a quel maestoso spettacolo, che a casa sua non avrebbe mai potuto apprezzare appieno. Sospirò, pensando al suo mondo ed a quelle poche persone a lei care, che forse non avrebbe più rivisto. Aveva nostalgia di casa e dei momenti sereni che aveva passato prima che il keyblade e Kingdom Hearts entrassero nella sua vita, decretandone una svolta inimmaginabile. Dal giorno in cui si era ritrovata padrona e schiava al contempo di quelle due armi leggendarie, la sua esistenza non era più stata la stessa e ora, il suo destino incombeva su di lei con la sua imponenza, proprio come il cielo sopra la sua testa. Con un lungo respiro, fece a se stessa la domanda che si poneva ormai da quel lontano giorno in palestra, ma che era sempre rimasta senza una risposta…
Fu l’enorme sbadiglio del cavaliere armato di scudo a distrarla dalle sue elucubrazioni. Sorrise, osservandolo mentre si stropicciava gli occhi stanchi e il papero seduto al suo fianco lo imitava senza volerlo. Si alzò stirando le braccia in alto e attirando l’attenzione su di sé.
-Credo che sia meglio andare a dormire. È tardi e domani ci aspettano ancora molte ore di cammino.- asserì. -Farò io il primo turno di guardia.-
-Sei sicura?- chiese Topolino. -Anche tu sarai stanca.-
-Non preoccupatevi Maestà, sono abituata più di voi a star sveglia durante la notte e poi da quando abbiamo lasciato il Castello Disney sono in piena forma.- disse con un sorriso tirato, quasi dispiaciuta per le difficoltà che aveva incontrato in quel mondo pieno di Luce.
-Capisco, però quando inizierai ad avere sonno chiama uno di noi ok?-
-Va bene.- acconsentì, mentre i due custodi più giovani le davano la buona notte e andavano a stendersi nei loro sacchi a pelo, dando le spalle al fuoco.
Dopo di loro, fu il turno del Re, seguito immediatamente da Paperino e Pippo, che non ci misero molto a cedere il passo al sonno. Il custode dell’Alba invece, non si mosse dalla pietra su cui sedeva e mantenne lo sguardo sul piccolo falò.
-Tu non vai a dormire?- gli chiese, tornando a sedersi al suo fianco.
-Prima volevo farti una domanda.- rispose lui, rivolgendole l’attenzione delle sue iridi color mare.
-Sentiamola.- lo incitò.
-A cosa pensavi prima, mentre guardavi il cielo?-
Jessie si lasciò andare ad un piccolo sorriso, per nulla disturbata dall’osservazione del ragazzo. -Pensavo a casa mia… e al fatto che lì non avrei mai potuto vedere così bene le stelle.- spiegò tranquilla, tornando a posare lo sguardo sull’infinito soffitto che li sovrastava. -Nel tuo mondo si vedono così?-
Riku sorrise. -Anche meglio, soprattutto in riva al mare.-
-Parlami di casa tua, sai che ancora non so da dove vieni?- domandò ridendo piano per non svegliare i compagni.
-Davvero non te l’ho detto?- replicò stupito, ricevendo un cenno di diniego. -Allora te ne parlo volentieri…-
Per l’ora che seguì, l’argenteo descrisse le Isole del Destino con minuzia di particolari e come si presentavano a ogni stagione, dandole modo di immaginare il più facilmente possibile quei luoghi lontani. Dalle isole principali, passò poi all’isola in cui lui, Sora e Kairi avevano passato la loro infanzia e le narrò anche dei giorni in cui l’Oscurità giunse da loro.
-In quei giorni terminammo la costruzione della zattera con cui avevamo intenzione di lasciare il nostro mondo… io e Sora facevamo continuamente delle gare per deciderne il nome, chi sarebbe stato il capitano e chi avrebbe diviso un paopou con Kairi…-
-Un paoche?- chiese confusa la ragazza.
-I paopou sono dei frutti a forma di stella che crescono solo sulla nostra isola, e c’è una leggenda legata a loro.- disse, facendo una breve pausa. -Se due persone dividono uno di questi frutti, si dice che saranno legate per l’eternità.-
-E’ una bella storia… e così volevi dividerlo con Kairi eh?- lo stuzzicò la castana.
Riku arrossì, prima di rispondere. -E’ stato tanto tempo fa! Ero ancora un ragazzino!-
-Lo so sciocchino!- rise lei, dandogli un bacio sulla guancia. -Vai avanti a raccontare, alla fine siete riusciti a lasciare il vostro mondo con la zattera?-
-Purtroppo no…- rispose tristemente. -La notte prima della partenza, l’Oscurità attaccò il nostro mondo e lo distrusse. Io mi salvai perché avevo scelto spontaneamente di seguirla, Kairi svanì dopo aver lasciato il suo cuore a Sora, mentre lui è finito su un altro mondo dopo la scomparsa delle isole.- concluse, stringendo i pugni e dandosi la colpa per quanto era accaduto anni prima.
La keyblader gli posò una mano sulla spalla. -Non darti colpe che non hai Riku.- disse, interpretando la sua espressione di rammarico. -Sei cresciuto e cambiato da allora. Non ha senso accusarti di un errore che hai commesso, ma al quale hai rimediato.-
Il ragazzo inclinò il capo, posando così la guancia sul dorso della mano della compagna. -Hai ragione…-
-Sono curiosa di vederla la tua isola, da ciò che mi hai detto, sembra un vero paradiso.- riprese Jessie, tornando a guardare le stelle.
-La vedrai.- affermò lui con sicurezza.
Jessie sospirò. -Riku…-
-Ho detto che la vedrai.- ripeté, abbracciandola e portandosela al petto. -Dammi pure dello stupido o quello che vuoi, ma io sono convinto che alla fine di tutta questa storia tu sarai con me.-
Senza dire altro, la ragazza si rilassò tra le sue braccia e nascose il viso nella sua felpa, per evitare che vedesse la lacrima solitaria che le aveva solcato il viso. Tra i suoi pensieri affiorò nuovamente la solita domanda, che ormai l’accompagnava come un segno indelebile.

-Perché sono stata scelta io?-

***

-Spiegami un po’… perché siamo tornati qui?- domandò annoiato, guardandosi in giro.
L’uomo scosse la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli neri. -Perché il capo vuole saperne di più sulle mosse del nemico e Malefica è l’unica in grado di dirci qualcosa.- spiegò, salendo le scale del buio e lugubre salone.
-Aha…- rispose Xigbar, sbadigliando.
-Ma perché perdo tempo a parlare con te?- chiese a se stesso il Feroce Lanciere.
-Che hai detto?!-
-Niente, niente…- rispose non curante Xaldin, fermandosi in cima all’ultimo scalino. -C’è qualcosa che non va…-
Il Ritornante fece scorrere i propri occhi viola da destra a sinistra ma nulla appariva diverso da come si era presentato le due volte precedenti. Un religioso silenzio avvolgeva il castello in cui la strega aveva trovato dimora e solo un lieve alito di vento smuoveva di tanto in tanto i pesanti tendaggi, entrando da piccole e introvabili fessure.
Quel maniero, sempre più somigliante a un anziano che lentamente si lascia andare allo scorrere del tempo, smettendo di curarsi di sé e di ciò che gli accade intorno, non mostrava alcun cambiamento visibile o invisibile e questo insospettì maggiormente il numero III.
-Che la strega se ne sia andata?- buttò lì Xigbar, prima di cacciare l’ennesimo sbadiglio.
L’altro rifletté su quell’eventualità, poiché a quel punto della storia essa non era del tutto improbabile. -Può darsi, ma l’avremmo trovata in qualche modo… non è così facile nemmeno per lei, sparire nel nulla così di punto in bianco.- rispose Xaldin, riprendendo ad avanzare. -Proviamo a cercarla di sopra, magari è in biblioteca…-
Il Tiratore Libero sbuffò, ma poi annuì e seguì l’amico su per la scalinata, gettando occhiate a destra e a sinistra, poiché anche lui aveva notato che nonostante tutta quella “normalità”, qualcosa era indubbiamente cambiato dalla loro precedente visita.
Giunti nel corridoio di destra, si fermarono un istante a osservarlo e storsero il naso. Le fiaccole occasionali che l’ultima volta scoppiettavano allegre sulle pareti di gelida pietra, erano tutte spente e da nessuna proveniva la consueta scia di fumo, che solitamente segue lo spegnimento di una fiamma. Questo, poteva significare solamente che quei fuochi fatui, erano stati annullati ormai da molti giorni. Ora, l’unica fonte di luce era prodotta da un inconsueto raggio argenteo prodotto dalla luna, che filtrava da una delle ampie finestre, a causa dello spostamento di una delle pesanti tende scure.
I due Ritornanti si guardarono di sfuggita, dopodiché ripresero a muoversi, mantenendo alta la guardia, pronti a estrarre le loro armi in caso di bisogno. Raggiunsero lentamente le due porte presenti in quell’ala del castello e senza pensarci due volte, Xaldin spalancò la porta di legno nero, che si mosse senza emettere alcun suono o fruscio.
-Ehi strega ci sei?- chiamò il numero II, sbirciando oltre la spalla del compagno, il quale stava scrutando ogni angolo che poteva raggiungere con lo sguardo.
Avanzò in silenzio e neanche lì trovò delle differenze, rispetto a quanto aveva potuto vedere la volta prima. Si inoltrò tra gli scaffali neri, ricolmi di libri provenienti da ogni luogo e risalenti ad ogni tempo, scrutandoli uno ad uno, finché il suo piede sinistro non sbatté contro qualcosa che si trovava sul pavimento. Abbassò lo sguardo e vide un volume aperto. Si chinò e lo raccolse, accorgendosi che solo la pagina di destra era scritta, mentre quella che la seguiva sembrava addirittura nuova. Lesse distrattamente quelle poche ed eleganti righe, ma sgranò gli occhi quando ne comprese il significato.
-Ehi Xaldin, la strega non c’è neppure nella stanza accanto… possibile che sia dall’altra parte?- esordì il Ritornante con la benda, avvicinandosi al compagno. -Ohi, ci sei? Che leggi?- domandò, girandogli intorno e gettando uno sguardo al libro e alla sua copertina. -Questo non è il libro della profezia che ci ha letto la strega l’altra volta?-
-Proprio lui e l’ho trovato a terra, aperto su questa pagina.-
-Non mi pare sia un buon segno.-
Il numero III annuì appena, chiudendo il libro e portandolo sotto al braccio. -Andiamo a controllare nell’altra ala.-
Sempre taciturni come fantasmi, ma con andatura più rapida, i due uomini si diressero verso la stanza in cui avevano trovato Malefica per la prima volta. Si fermarono di fronte alla pesante porta di legno, sulla quale una coppia di draghi era ancora impegnata in un feroce duello, scoprendola socchiusa. L’uscio si mosse docile e senza emettere alcun verso, mentre veniva aperta dalle caute mani di Xigbar, che con altrettanta prudenza mosse un paio di passi nella piccola stanza, trovandola lugubre e silenziosa, ma soprattutto vuota.
-La cosa comincia a farsi seccante.- sputò il Tiratore Libero, studiando l’ambiente con l’iride dorata, fin dove arrivava la fioca luce delle poche fiaccole accese lungo il corridoio.
-A chi lo dici…- sbuffò una terza voce dall’angolo più buio della stanza, facendo voltare immediatamente i Ritornanti. -E’ veramente seccante non avere nulla da fare.-
-Marluxia…- sibilò il Feroce Lanciere. -Cosa ci fai qui?-
-Un giro.- buttò lui, alzandosi ed avanzando verso gli ex compagni e scrutandoli dall’ombra del cappuccio nero. -E voi? Cercate Malefica per caso?-
-E se così fosse?- replicò il numero II.
-Bè, stareste sprecando tempo. La strega se n’è andata.-
-E dove sarebbe andata di grazia?-
Il Leggiadro Sicario rise a labbra strette. -Ma da nessuna parte. Se n’è andata, fine della storia.-
-Bastardo…- ringhiò Xaldin. -Sei stato tu?-
-Io? Oh no, io non possiedo un simile potere, ma la mia compagna sì.- disse, esibendo un lungo ghigno. -Malefica aveva esaurito il suo compito ed è stata tolta dal gioco.- proseguì. -La ruota del destino ha già avviato il suo giro e coloro che non rientrano nelle previsioni, saranno eliminati uno alla volta.- spiegò, impugnando la sua falce dalla lama d’antracite lucida, che brillava lievemente alla debole luce delle fiaccole. -E voi siete i prossimi sulla lista dell’ultimo emissario.-
Dopo un rapido sospiro, il Ritornante dai lunghi capelli color carbone si girò verso il suo compagno e gli spinse tra le mani il libro della profezia, prima che potesse evocare la sua arma.
-Che diavolo fai Xaldin?!- domandò stupito.
-Torna alla base e avverti il capo di quanto successo.- asserì serio, fissandolo nel suo unico occhio visibile.
-Xaldin non dire stronzate, io non ti mollo qui! Combatterò anch’io contro questo traditore!-
-Ragiona! Il tuo potere è più utile ai custodi, contro di lui bastano le mie lame! Muoviti!-
Xigbar sputò a terra e ringhiò un istante. Il suo compagno aveva ragione, ma come poteva abbandonarlo?
-Maledetti sensi di colpa! Era tutto più semplice quando ero un Nessuno!- pensò il Tiratore Libero, stringendo il pugno destro.
-Perché pensi che lo lascerò andare via così facilmente?- chiese Marluxia divertito. -Poveri sciocchi, non siete cambiati per niente dai tempi dell’Organizzazione. Mi auguro che siate pronti ad essere cancellati!- urlò, lanciandosi verso i due avversari, brandendo la sua arma con entrambe le mani.
Una folata di vento investì la stanza, creando ancor più caos al suo interno, e tre delle sei lance di Xaldin fermarono l’avanzata della nera lama portatrice di morte.
-Cosa cazzo stai aspettando?! Che ti ci mandi a calci?! Vai!- urlò, aprendo un varco alle spalle dell’amico.
-Ho capito!- esclamò l’altro, saltando nel varco. -Vedi di tornare indietro! Mi devi ancora quella famosa birra!-
-Io mi ricordavo che tu me ne dovevi ben tre, ma stai tranquillo! Non ti libererai facilmente della mia presenza, occhio di falco!- lo prese in giro, mentre impugnava altre due lance e l’ultima rimaneva sospesa tra lui e il nemico.
-Sfotti, sfotti! Se ti fai battere vedrai quanto ti prenderò per il culo!- replicò, lasciando che il varco si richiudesse davanti a sé. -Non lasciarti sconfiggere, Xaldin…-

***

Il vento soffiava leggero tra le ampie fronde di quella fitta ed apparentemente infinita foresta.
Al sorgere dell’aurora, Riku aveva svegliato i compagni, che più o meno affettuosamente, gli avevano dato il buongiorno. Dopo una rapida colazione, erano subito ripartiti, per fermarsi nuovamente a pranzare, quando il sole era giunto al punto più alto del suo lento percorso.
Fu nel pomeriggio inoltrato, che ormai dava i primi segnali della venuta della sera, che il capitano dei cavalieri reali, in testa al gruppo, diede la tanto attesa notizia.
-Ragazzi! Finalmente siamo arrivati! Vedo la fine della foresta!-
Il custode della Catena Regale alzò il capo immediatamente e senza attendere un istante di più, corse in direzione degli ultimi alberi, incitando gli amici e abbandonando la frescura fornita dal tetto di fogliame. Paperino e Pippo lo inseguirono con pari entusiasmo, facendo ridere la principessa, l’argenteo e il Re dalle orecchie tonde.
-Ma fanno sempre così?- chiese Jessie, indicando i tre, che si guardavano attorno estasiati.
-Credo di sì.- le rispose Kairi ridendo. -Fanno sempre cose bizzarre.-
La castana annuì dubbiosa, dopodiché tornò a concentrarsi sui propri passi e su ciò che si muoveva attorno a loro. Fin dalla notte precedente, durante il suo turno di guardia, aveva percepito delle presenze. Erano lontane dal punto in cui si trovavano lei e i suoi compagni, e inoltre, potevano essere dei semplici ed innocui viaggiatori di quel mondo, perciò aveva preferito non allarmare il gruppo. Tuttavia, un po’ di prudenza di certo non poteva far male.
Quando anche lei e i restanti membri della compagnia raggiunsero l’esterno, osservarono con occhi curiosi la grande distesa d’erba che avevano di fronte, la quale precedeva a sua volta un’ordinata scacchiera di campi coltivati, di cui ogni quadro presentava un colore differente. Quel magnifico spettacolo, paragonabile al quadro di un abile pittore, rifletteva la luce del sole a seconda dell’intensità del vento, che in quegli spazi aperti e privi di ostacoli, soffiava senza timore. Jessie spostò lo sguardo oltre i campi e vide un piccolo agglomerato di una trentina di case, probabilmente di legno. Tutte molto piccole, erano state erette a poca distanza l’una dall’altra e circondate su due lati dalle coltivazioni, verso ovest si trovava un corso d’acqua, attraversato da un semplice ponte, mentre il lato sud dava su un sentiero sterrato, che proseguiva oltre la visuale a cui poteva giungere l’occhio umano.
Infine, a nord-est, sorgeva l’inquietante ed imponente montagna che la custode del Tramonto aveva avvistato quando erano atterrati e che sembrava essere la fonte dell’energia oscura rilevata dagli strumenti della gummiship.
-La situazione qui sembra abbastanza tranquilla, non trovate anche voi?- domandò Sora, studiando le casupole con sguardo critico.
-In effetti, sembra tutto in ordine.- concordò Riku. -Possiamo provare a scendere e chiedere se hanno visto Heartless o Nessuno in giro, o se qualcuno sa qualcosa.- propose.
-Perché no? Provare non costa nulla.- disse il Re, riprendendo il cammino.
Il Maestro del keyblade lo affiancò, seguito quasi immediatamente dal mago di corte e dal cavaliere e dai tre custodi, che avanzarono uno accanto all’altra, con il keyblader dell’Alba al centro, e la castana alla sua sinistra che si guardava intorno.
Scesero la collina su cui erano sbucati, uscendo dalla foresta, e raggiunsero un sentiero che passava proprio in mezzo a due campi di mais. Alle loro orecchie giungevano i suoni più disparati e fu tra essi che la giovane dai capelli castani udì le risate di alcuni bambini, che probabilmente stavano giocando tra le alte spighe. Si fermò un istante ad ascoltarli e sorrise, pensando che forse erano arrivati in tempo per evitare che quelle risate cristalline si rompessero per sempre.
-Qualcosa non va Jessie?- le chiese l’argenteo, dopo aver proseguito di un paio di passi.
-No, tutto bene.- rispose lei, con un sorriso, volgendo ancora per un attimo lo sguardo in direzione delle voci. -Adesso arrivo.- avvertì, riprendendo a camminare.

-Il pulito sporco è già, e lo sporco si pulirà…- cantarono tre voci poco distanti.

Jessie si fermò ad occhi sgranati, prima di girarsi di nuovo verso il punto in cui dovevano trovarsi quei bambini.

-Tanto spesso troppo bene uguale al male è, ed il male tante volte il bene porta in sé…-

Le parole di quella che pareva essere un’innocente canzone popolare, fecero venire i brividi alla castana, che ci ragionò sopra mentre ricominciava a mettere un piede avanti all’altro per raggiungere i suoi compagni. In quelle strofe si potevano vedere i ruoli dell’Alba e del Tramonto e delle vicissitudini capitate a Riku per primo, e a lei in quei giorni.
Riku era caduto vittima dell’Oscurità, ma poi era riuscito a trovare la strada per la Luce, mentre lei che si aggirava tra i guerrieri della Luce, era una creatura dell’opposto. Che bene poteva mai portare una come lei?
Scosse la testa, cercando di scacciare quelle frasi e corse al fianco del ragazzo dai capelli argentei, che l’accolse con un luminoso sorriso e una mano, pronta a stringere la sua.
Tuttavia, non fece in tempo a ricambiare la stretta, perché qualcosa di poco definito fece fermare l’intero gruppo.
-Che succede?- chiese Kairi.
-Qualcuno sta venendo verso di noi.- sussurrò Topolino. -Sembra avere molta fretta.-
-Ehi voi!- urlò una giovane voce maschile dal tono spavaldo, precedendo l’entrata in scena del suo proprietario, che frenò la sua corsa a pochi passi da loro, portandosi sulla spalla una spada dalla lunga e larga lama.
Il ragazzo era vestito con un kimono rosso come il fuoco, sulle cui spalle risaltavano le lunghe ciocche argentee della sua chioma. Queste, a loro volta, circondavano anche il suo viso su cui spiccavano le iridi color ambra, coperte a tratti dalla frangia. Tuttavia, fu il suo capo ad attirare l’attenzione dei custodi poiché da esso spuntavano due orecchie di forma triangolare, identiche a quelle dei cani.
-Ehi voi!- ripeté il giovane. -Siete demoni al servizio di Naraku?- domandò, studiandoli uno per uno. -Non provate a negarlo! Ho sentito la vostra puzza di demone già ieri notte nella foresta!-
Jessie inarcò un sopracciglio a sentire quelle parole. -Possibile che fossero loro quelli che ho sentito ieri?- pensò, senza distogliere lo sguardo dal tale.
-Demoni?- chiese Sora, piegando la testa da un lato. -Mi sa che hai sbagliato persone, noi non conosciamo nessun Naraku.-
-Sarà anche così, però il vostro odore non mente! Solo i demoni puzzano così! E voi dovete essere dei demoni potenti per avere forma umana!- replicò, puntando la spada contro di loro. -Allora? Confessate con le buone o devo ricorrere alle cattive?-
-Perché ho come un brutto senso di de ja vù?- domandò Riku con un sospiro, ripensando all’interrogatorio subito dagli Alchimisti di Stato.
-Inuyasha!- urlò una voce femminile alle spalle del ragazzo. -Inuyasha rispondi!-
-Kagome! Miroku! Sango! Li ho trovati!- gridò lui in risposta, senza spostare l’attenzione dei propri occhi.
Pochi istanti dopo, alle sue spalle comparvero tre persone dall’aspetto umano. Un uomo vestito da monaco, che impugnava un bastone con un simbolo sacro in cima; una donna dai capelli castani raccolti in una lunga coda che vestiva con una tuta nera dall’orlatura rosa e che stringeva tra le dita della mano destra l’impugnatura di quello che sembrava un gigantesco boomerang; e infine, una ragazza dai capelli neri vestita in modo totalmente differente dai compagni, poiché indossava un’uniforme scolastica e portava uno zaino giallo sulle spalle, la quale a sua volta era stata affiancata in seguito da uno strano gatto dal pelo bianco con tre code ondeggianti, e da un bambino dai capelli color nocciola che al posto delle gambe aveva delle zampe simili a quelle di una volpe e una buffa coda che gli spuntava da dietro la schiena.
-Sono loro quelli che hai percepito ieri sera?- domandò l’uomo, scrutando il gruppo.
-Certo che sono loro Miroku, non senti anche tu l’aura che emanano?- domandò scocciato Inuyasha.
-In effetti non hanno l’aura degli esseri umani normali, ma neanche quella dei demoni.- spiegò Miroku, fissando i propri occhi sul sovrano del Castello Disney.
-Però puzzano come le emanazioni di Naraku!- ringhiò nuovamente il ragazzo.
-Aspetta un momento Inuyasha!- esclamò la ragazza dai capelli neri dietro di lui, mentre frugava nel suo zaino, sotto gli sguardi curiosi dei compagni.
-Kagome non abbiamo tempo da perdere! Dobbiamo raggiungere il monte Hakurei e questi sono sicuramente degli scagnozzi di Naraku!- ribatté l’argenteo, caricando un colpo di spada.
-Ragazzi state attenti!- avvertì Sora, richiamando il keyblade come gli altri custodi, mentre Paperino evocava il proprio scettro e Pippo il suo scudo.
-Basterà un colpo di Tessaiga a farli fuori! Cicatrice del-
-A cuccia!-
Quando la mora urlò quell’ordine, sotto gli sguardi increduli dei guerrieri della Luce, Inuyasha finì sbattuto a terra, come se fosse stato trascinato da un aumento improvviso della forza di gravità.
-Ka… Kagome… posso… sapere perché?- chiese tutto tremolante a causa del colpo ricevuto.
-Perché io quei ragazzi li ho già visti!- esclamò Kagome, indicando Riku e Jessie, che si scambiarono un’occhiata dubbiosa e sorpresa, domandandosi chi fosse quella ragazza e dove e quando potesse averli visti.




Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ora vi lascio che ho le ore contate sulla chiavetta! Alla prossima che, come sempre non so quando sarà xD Scusate se non rispondo alle recensioni, ma sono di frettissima!
See ya!!!


Ps: per farmi perdonare del ritardo, vi linko una sorpresina x3
http://mikimpazzita.deviantart.com/gallery/30704703

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Capitolo 77
*** Capitolo 75: Fiore rosso x viscida Oscurità x Luce perduta ***


Buona sera e buon anno (in ritardo, ma datemelo buono su ù.ù) a tutti!!! Ebbene sì, sono ancora viva e laureata xD Vi chiedo perdono per essere sparita ancora una volta, però tra la laurea, altre faccende personali, l'ispirazione partita per i caraibi senza di me, l'uscita dello special e tante altre cose che sono successe... davvero la mia voglia di scrivere è quasi svanita del tutto... per la mancata sparizione e il mio improvviso ritorno ringraziate due persone che mi sono state vicine sostenendomi e compiendo il miracolo poco più di due giorni fa ù.ù
Ora però passiamo al capitolo che mi accingo a postare ù.ù Avevamo lasciato Jessie e compagni con Inuyasha e il suo gruppo, mentre all'ormai abbandonato castello di Malefica, Xaldin alle prese con il Ritornante traditore: come sarà finita in questi due scenari? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!


Capitolo 75: Fiore rosso x viscida Oscurità x Luce perduta


Xaldin indietreggiò, schivando l’ennesimo fendente della lama nemica e aumentò la presa sulla lancia che teneva tra le mani. Gettò una rapida occhiata attorno a sé, accorgendosi solo in quel momento che durante lo scontro, si erano spinti verso l’ingresso del corridoio, che dava direttamente sulle scale del salone d’ingresso.
Fu la tetra risata dell’avversario a risvegliarlo dal suo esame e a richiamare l’attenzione delle sue iridi viola. Richiamò altre due lance, le ultime che gli erano rimaste insieme a quella che teneva in mano, e le fece galleggiare ai suoi fianchi, mentre evocava un turbine di vento che lo sollevò dal pavimento. Non ricordava che il rosato fosse a quel livello quando erano ancora compagni e si sentì invadere dalla rabbia per non essere riuscito a procurargli delle ferite che andassero oltre quelle superficiali: danni che non lo avevano scosso nemmeno per un istante. L’ex membro dell’Organizzazione XIII si era rivelato più pericoloso di quanto apparisse, fin dalle prime battute del loro scontro, e con pochi ma precisi colpi era riuscito a privarlo di tre delle sue sei lance.
Il Leggiadro Sicario interruppe la sua risata. -Vuoi riprovarci? Ancora?- domandò incredulo. -Xaldin, Xaldin…- disse, negando appena col capo. -Non lo sai che col tempo bisogna cambiare i propri trucchi? C’è il rischio di annoiarsi.-
-Parla per te, finora non mi hai di certo fatto vedere roba nuova.- ribatté.
-Hai ragione, sono uno sbadato…- ammise, riprendendo a ridacchiare. -Ti mostrerò qualcosa d’inedito, ma poi non dire niente alla custode, altrimenti mi rovini lo show.-
Pronunciata quell’ultima parola, il Ritornante oscuro batté il manico blu della propria arma sul pavimento di pietra e dalle fessure fecero capolino dieci viticci purpurei. Inizialmente sottili e in apparenza fragili, si allungarono e s’ispessirono, flettendosi sinuosamente come la coda di un gatto pronto ad attaccare, fino a raggiungere la larghezza di circa tre dita e una lunghezza impossibile da calcolare a causa della loro posizione ripiegata. Quando smisero di crescere, e furono germogliate quattro foglie per ognuno, ne spuntò un altro. L’ultimo ramo, dalla corteccia più scura rispetto ai suoi simili, recava un bocciolo sulla cima e una volta che ebbe terminato il suo sviluppo, esso si schiuse rivelando i petali di un garofano rosso. Lentamente, essi si aprirono, uno dopo l’altro, mostrando con eleganza ciò che celavano al loro centro: il busto di una donna dalla pelle scura e dai lunghi capelli bianchi, che ricadevano delicatamente sul seno nudo e le incorniciavano il viso, su cui spiccavano due occhi totalmente rossi dalla pupilla sottile. Quelle inquietanti iridi fissarono immediatamente il Feroce Lanciere, riconoscendolo come il proprio obiettivo, e le labbra della creatura, nere come la più buia delle notti, si tirarono in un ghigno, lasciando intravedere ai suoi angoli una coppia di candidi e aguzzi canini.
-Oh merda…- pensò il numero III, incrociando lo sguardo con l’essere evocato dal suo avversario. -Questo mostro non promette niente di buono… tanto meno di semplice…-
Marluxia sollevò la falce, poggiandola sulla propria spalla, e piegò la testa verso sinistra. -Ti piace il mio fiorellino? Lo sai che io vado pazzo per le rose…- disse, calcando particolarmente il tono sull’aggettivo rivolto a se stesso. -…ma il garofano rosso, simbolo della rabbia, mi ha particolarmente ispirato per questa novità di repertorio.-
-Mi avrai impressionato con il tuo bel fiore, ma non credere di avermi intimorito! Ci metto poco a fargli una potatura come si deve!- esclamò determinato il moro.
-Oh no, Xaldin, il mio fiore appena sbocciato non ha bisogno della potatura… ma necessita di essere nutrito in vista dello scontro con la custode.- spiegò il rosato, con tono vago.
-E di cosa si nutre questo scempio del giardinaggio?- domandò l’altro, creando un turbine di vento attorno a sé. -Il solito concime non gli va a genio?-
-Non paragonare la mia Sophia ad una pianticella qualsiasi, ha bisogno di nutrimento di prima qualità…- accennò, mentre la donna al centro dei petali spalancava la bocca per emettere un sibilo, simile a quello dei serpenti, e al contempo esibiva il resto dell’appuntita dentatura. -…la mia bambina ha fame Xaldin, che ne dici di darle un po’ di quella tua bella luce?-


***


I due custodi spostarono la loro attenzione sulla ragazza dai capelli neri, di cui avevano carpito a malapena il nome durante quello strambo diverbio con il ragazzo vestito di rosso, che era stato schiantato a terra. Al loro fianco, gli altri guerrieri della Luce osservarono perplessi gli amici, dopodiché rivolsero gradualmente lo sguardo sulla giovane, scoprendo che anche i compagni di quest’ultima erano intenti a fissarla come se avesse appena detto una bestialità.
-Cosa c’è?- domandò la mora, sentendosi al centro degli sguardi di tutti, ma senza abbassare il dito che teneva puntato sui keyblader.
-Ehm… Divina Kagome…- iniziò il monaco alle sue spalle, facendosi avanti di un passo. -Puoi spiegarci dove hai visto questi due ragazzi?-
-Li ho visti nel mio tempo!* Aspetta!- esclamò, tornando a scavare nel suo zaino. -Prima per colpa di Inuyasha ho dovuto smettere di cercare…-
L’uomo, incuriosito, si sporse sulla borsa, che pareva contenere più cose di quante ne potesse realmente portare, per tentare di dedurre su cosa si affannasse tanto la sua compagna di viaggio.
-Ah! Eccolo qui!- fece dopo qualche secondo la ragazza, risollevandosi e mostrando con orgoglio ciò che aveva trovato.
-Della carta?- domandò il bambino innocentemente con la coda.
-Un giornale…- mormorò invece la custode del Tramonto, sgranando gli occhi, mentre i suoi pensieri giungevano ad un unico e terrificante traguardo. -Oh no…-
-C’era la loro foto sul giornale un paio di settimane fa.- spiegò, cercando la pagina con la notizia che le interessava. -In realtà non è molto chiara, però sono sicurissima che siano loro…-
-Una foto? E che cos’è?- chiese ancora il bambino, mentre Inuyasha si rialzava, continuando a fissare gli stranieri con diffidenza.
-Ecco qui! Guardate!- sentenziò infine, aprendo il giornale e rivolgendolo verso i diretti interessati, che trattennero il fiato.
Tutti si avvicinarono per esaminare il quotidiano: i compagni di Kagome, guardarono affascinati l’oggetto prima di concentrarsi sull’immagine che riportava al centro delle due pagine, mentre gli amici dei custodi rimasero increduli davanti alla foto che avevano di fronte. Nonostante la sfocatura, sullo sfondo era ben distinguibile la facciata della scuola frequentata da Jessie, che si trovava sospesa in aria, esattamente davanti al Darkside, ad armi sguainate; Riku invece, poco riconoscibile, era a terra involontariamente rivolto verso l’obiettivo che aveva effettuato lo scatto.
Con mani tremanti, la prescelta con i capelli castani si protese verso il giornale. -Posso?-
La mora annuì e glielo porse, scrutando però il suo viso, che in pochi attimi si fece pallido e passò da un’espressione incredula, ad una di terrore. Jessie studiò la foto, dopodiché slittò sulle parole che la circondavano per scoprire cos’era stato detto, ma solo in quel momento si accorse che erano ideogrammi e che era in grado di leggerli. Non si chiese il perché e si concentrò sulla lettura, che la sconvolgeva sempre di più ad ogni riga.
-Il mondo intero sa cos’è successo…- mormorò la ragazza. -Quasi cinque anni di sudato anonimato mandati a farsi friggere in pochi secondi!- proseguì, stringendo le dita attorno ai fogli. -E come se non bastasse, la notizia è arrivata fino all’altro capo del mondo! Maledizione!-
-Jessie, calmati adesso…- intervenne il custode dell’Alba, posandole una mano sulla spalla. -Agitarti non cambierà lo stato delle cose, o sbaglio?-
La castana tremò per qualche istante. -Hai ragione…- sospirò poco dopo, prendendo lunghi respiri. -Non mi aspettavo che una cosa del genere passasse inosservata, è ovvio, ma nemmeno che se ne parlasse su tutto il pianeta!-
-Ehi Jessie…- chiamò Sora. -…di quando hai lottato con Marluxia non dicono niente?- domandò poi, pentendosi immediatamente di averlo fatto, perché l’amica era sbiancata di nuovo.
A quella sera non aveva minimamente pensato, poiché troppo sconvolta dalla foto e dall’articolo di quel giornale dell’estremo est. Man mano che le tornava alla mente quello scontro, ricordò che non aveva nulla a coprirle il viso e il grido di vendetta del Leggiadro Sicario le rimbombò in testa come un’eco, dopodiché prese a sfogliare le pagine del quotidiano, temendo di trovarvi qualcosa in proposito.
-Complimenti!- gli sussurrò la principessa della luce all’orecchio.
-Scusate…- s’intromise Kagome. -Se può farti stare tranquilla, non ci sono state altre notizie su di te.- asserì. -Però, da qualche giorno, spariscono sempre più persone.- spiegò preoccupata. -Non si sa che fine facciano e non ci sono tracce… è come se svanissero nel nulla.-
-È sicuramente opera loro…- mormorò la castana, riportando l’attenzione sul giornale. -Dobbiamo sbrigarci a chiudere questa faccenda.-
-Hai ragione.- intervenne Riku. -Riprendiamo il cammino.- aggiunse, guardando i compagni.
-Voi non andate da nessuna parte!- tuonò Inuyasha, facendosi avanti a spada sguainata.
La comparsa di quell’arma lasciò perplessi i guerrieri della Luce, poiché mentre all’inizio appariva come una normale katana, ora si presentava come una spada dalla lama larga e ricurva, simile a una lunga sciabola.
-Fermati Inuyasha!- esclamò la mora, frapponendosi tra il compagno e gli stranieri. -Sono brave persone! Hanno combattuto per difendere la gente nel mio tempo!-
-Le persone cambiano Kagome, questi tizi puzzano!- ribatté il ragazzo, puntando l’arma contro di loro. -Ora levati di mezzo!-
-No!- sentenziò lei, fissando le iridi d’ambra dell’altro con le proprie, nere come il carbone.
Qualche attimo dopo, però, sussultò nell’avvertire una fonte di calore sulla spalla destra che la fece voltare, e incontrò gli occhi color nocciola della keyblader del Tramonto.
-Kagome, giusto?- domandò, ottenendo un cenno d’assenso. -Non ho capito dove siamo, ma mi è chiaro che io e te veniamo dallo stesso posto. Ti ringrazio per aver preso le nostre parti, ma il tuo amico non ha tutti i torti a voler stare alla larga da noi.- disse con voce tranquilla. -Non abbiamo motivo di lottare. Non siete voi quelli che cerchiamo e noi non abbiamo nulla a che fare con questo Naraku. Comprendo benissimo quello che senti Inuyasha, credimi, ma non siamo tuoi nemici.- concluse, incrociando lo sguardo del ragazzo vestito di rosso, che lo sostenne per un tempo che parve infinito, finché non sospirò e rinfoderò la spada.
-Avete tutti un aspetto strano, ma l’odore lo è ancora di più. Specialmente il tuo.- affermò. -Posso sapere cosa sei? Non puoi essere un semplice essere umano.-
La prescelta fece un sorriso ambiguo. -È vero, non sono una semplice umana, ma da ciò che vedo, nemmeno i tuoi compagni di viaggio lo sono e tu per primo non sei umano, o sbaglio?-
Inuyasha sgranò gli occhi per un istante, prima di stringerli e di emettere una specie di ringhio. -Come hai fatto a capirlo?-
-L’hai detto tu che non sono un essere umano comune.- asserì, prima di girarsi improvvisamente, dando le spalle ad Inuyasha.
-Ehi! Stavi parlando con me!- urlò il ragazzo.
-Riku, li senti anche tu?- domandò Jessie, ignorando Inuyasha.
-Certo, si sente puzza d’Oscurità e aumenta sempre di più.- rispose il custode dell’Alba, guardando tutt’attorno a sé. -Sono tanti.-
-Da che parte?- chiese re Topolino.
L’argenteo si voltò, puntando gli occhi acquamarina in una zona alla sua destra, nel folto del campo di granturco. -Il punto preciso non riesco a trovarlo, ma sono qui vicino.-
-Ma cosa sta succedendo?- si azzardò a domandare il bambino con la coda di volpe, arrampicandosi sulla spalla di Inuyasha.
-Non lo so Shippo, ma sta arrivando qualcosa, ora lo sento anch’io.- mormorò, fissando la schiena della ragazza dai lunghi capelli castani.
Il silenzio si fece avanti a testa alta come un ospite inatteso, sfilando tra gli astanti come un invisibile fantasma, ridendo delle loro disgrazie, senza proferire suono poiché privo di voce. Il vento soffiava leggero, facendo ondeggiare pigramente le dorate spighe e portando con sé l’odore nauseabondo delle creature in arrivo su quel mondo sfortunato.
Furono delle grida, poco lontane e colme di terrore, a squarciare quel tetro quadro dalle tinte scure.
-No!- urlò la custode del Tramonto, alzandosi in volo. -Vi precedo!- buttò ai compagni, volando in direzione di quelle voci, che aveva immediatamente riconosciuto in quelle dei bambini che aveva udito poco prima.
Non ascoltò i richiami degli amici e focalizzò la sua attenzione sull’orrore che si stava espandendo a pochi passi dal punto in cui si trovava: l’oro del campo stava venendo divorato da un brulicante nero con incredibile velocità, e le grida di paura delle persone s’innalzavano sempre più, alla comparsa inarrestabile delle creature partorite dal Regno Oscuro. Jessie si fermò un istante e fece correre lo sguardo su quell’oceano sporco di petrolio, tuttavia, quando li scorse in mezzo ad un gruppo di spighe riverse al suolo, era ormai tardi. Mentre la sua mano destra si chiudeva sull’elsa della Via del Tramonto, uno dei tre bambini cadde sotto gli artigli affilati di un famelico Shadow, attratto dalla purezza del suo giovane cuore, come uno squalo solleticato dall’odore del sangue.
Il corpo del piccolo scomparve in una scia di luci e il cuore fu rapidamente inghiottito da una sfera d’Oscurità, dando vita ad un nuovo Heartless, che affiancò il compagno e puntò immediatamente i suoi brillanti occhi gialli sui bambini rimasti. Seduti a terra e stretti l’uno all’altro, i due fissarono con terrore la creatura che aveva attaccato il loro amico, trasformandolo in un essere identico a lui. Zittiti dalla scena a cui avevano assistito e incapaci di trovare la forza di alzarsi per fuggire, non riuscirono a far altro che tremare, piangere e fissare quegli esseri, che mossero le antenne prima di darsi lo slancio per saltare sulle prede.
I bambini serrarono d’istinto gli occhi e attesero quel colpo che li avrebbe distrutti. Ciò che avvertirono però, furono una folata d’aria e un sibilo, seguiti da un tonfo secco, come il rumore di qualcosa che cade a terra. Sollevarono le palpebre e non seppero come reagire davanti a quelle lame scure, che avevano trafitto le due creature al centro del corpo, inchiodandole al suolo. Gli Shadow svanirono, riducendosi in polvere nera, e i piccoli sollevarono lo sguardo, seguendo la linea delle armi e, oltre il letale filo, trovarono il loro salvatore chinato in avanti e solo quando alzò il viso, incontrarono le sue iridi color nocciola, calde e fredde al contempo, circondate dalle lunghe ciocche castane.
-State bene?- chiese la custode, osservandoli da capo a piedi e ottenendo un rapido assenso. -Adesso statemi vicini.- aggiunse, estraendo i keyblade dal terreno e dando loro la schiena.
Annuendo ancora, i bambini non distolsero gli occhi dalla custode e si alzarono, nonostante le gambe tremanti, per avvicinarsi a lei. Quella figura femminile ammantata di nero gli incuteva un certo timore, però, dall’innocenza dei loro sette anni, avevano compreso che quanto stava accadendo intorno a loro era pericoloso e che quella strana ragazza apparsa dal niente, era la loro unica speranza di salvezza.
Jessie sentì i bambini dietro di sé e concentrò la sua attenzione sui nemici in arrivo, che considerò decisamente troppi per lei, in quel momento sola e poco propensa ad usare il fuoco in quelle circostanze: un campo di granturco non era il posto migliore per uno scontro a suon di fiamme. Saldò la presa sulle chiavi e ridusse gli occhi a due fessure, quando vide un gruppo di cinque Neo Shadow farsi avanti a fauci spalancate. Sollevò il braccio sinistro, pronta a lanciare l’Artiglio della Notte, ma il grido dei bambini la fece voltare: alle sue spalle avevano appena fatto la loro entrata in scena sette sinuosi e leggiadri Ballerini.
-Pareva strano che ancora non si fossero presentati…- pensò, serrando le labbra e girandosi per avere sott’occhio entrambi i gruppi di avversari e per tenere i bambini lontani il più possibile da loro.
Come in un teso duello tra pistoleri, si attendeva solo il segnale che avrebbe dato il via alle danze.
Ad un tratto, udì un sibilo e sorrise, voltandosi in direzione degli Heartless per scagliargli contro l’arma che teneva nella mancina, mentre ad essa si univano il Flower Key e la Via per l’Alba, sorprendendoli da dietro ed eliminandone tre in totale. Contemporaneamente la chiave del Giorno e la sua gemella saettarono accanto alla custode del Tramonto, senza sfiorarla, per andare a colpire i Nessuno, che, però, riuscirono a scampare a quell’attacco tenuto da troppa distanza.
Gli sfuggenti Senza Cuore si dispersero, agitandosi come foglie al vento, per poi ricongiungersi e gettarsi verso il centro dello scontro, in cui si trovavano i cuori che li avevano attirati fin lì. Nel frattempo, i keyblade erano svaniti e tornati nelle mani dei loro proprietari, che li avevano nuovamente sollevati, come fieri soldati che non accettano la resa, affiancati dallo scettro del mago di corte.
Sei voci s’alzarono tra le grida di terrore degli abitanti di quel luogo. -Thundaga!-
Incalcolabili furono le saette che nacquero da una plumbea nube comparsa all’invocazione della magia e che colpirono i nemici rimasti, riducendoli in polvere, che si perse in quel vento carico del tipico odore delle battaglie, ferroso, oscuro e traboccante di paura.
La castana si rilassò, liberandosi delle proprie armi ed emettendo un lungo sospiro, come se fino a quel momento avesse trattenuto il fiato. Alzò lo sguardo e sorrise quando vide i compagni uscire dalla foresta di grano per raggiungerla con pochi passi.
-Jessie stai bene?- le chiese subito Riku, guardando prima lei e poi i bambini nascosti dietro di lei, che lo fissavano con un’espressione che non riuscì a decifrare.
-Sì, per un attimo ho temuto di dover usare più del keyblade per distruggere i nemici, ma per fortuna siete arrivati in tempo.- disse, prima di voltarsi verso i due piccoli corpi tremanti, che alla comparsa dei guerrieri della Luce, si erano aggrappati ai suoi pantaloni. -E anche loro non si sono fatti nulla.-
-Non scappare più via così.- intervenne Kairi, attirando la sua attenzione. -Ci hai fatto prendere un colpo.-
-Non volevo, scusa Kairi, ma non potevo ignorarli se sapevo di fare in tempo… mi dispiace solo, di aver comunque tardato…- mormorò la ragazza, tornando a guardare i bambini per poi voltarsi quando avvertì qualcuno avvicinarsi.
I piedi nudi toccarono terra producendo solo un debole fruscio, che fu surclassato dai pesanti passi che lo seguirono. -Ehi tu!- urlò il ragazzo, puntando l’indice destro contro la castana. -Ora voglio sapere chi diavolo sei! Se non sei un demone, che razza di creatura saresti?-
-Inuyasha che modi!- urlò Kagome, scendendo dalla sua schiena. -Abbiamo lasciato indietro Miroku, Sango e Shippo!-
-Ci raggiungeranno.- sentenziò lui. -Allora? Sto ancora aspettando una risposta!-
Jessie sospirò. -Lasciati dire che hai pochissima fantasia, in pochi minuti mi hai chiesto sempre le stesse cose.- asserì, proseguendo prima che l’altro potesse ribattere. -Ti spiegherò, ma ora non è il momento. Come vedi, ci stanno attaccando e dobbiamo sbrigarci.-
Topolino si avvicinò alla compagna, puntando i suoi occhi neri sul viso dell’argenteo vestito di rosso. -Jessie ha ragione, dopo avrai le risposte che cerchi, ma ora dobbiamo unire le forze!-
-Propongo di separarci.- si fece avanti Sora. -Copriremo più zone e forse faremo prima.-
-Sono d’accordo.- rispose il re. -Ma qualcuno di noi deve stare con Inuyasha e i suoi amici, perché se non riescono a distruggere gli Heartless e i Nessuno saranno nei guai.-
-Fermi un attimo!- sbraitò Inuyasha. -Non abbiamo bisogno della balia! E poi cosa sarebbero questi Nessuno? E gli Heartless?-
-Sono le creature che abbiamo distrutto prima.- riprese la custode del Tramonto. -E quelle che stanno arrivando ora.- aggiunse, sfoderando la Via del Tramonto, pronta a difendersi, imitata immediatamente dai suoi compagni.
Sul terreno erano comparse dieci polle nere come l’abisso più profondo e da esse sbucarono altre ombre di forme diverse: c’erano i Soldati Aerei, con le loro ali da pipistrello, i famelici Powerwild, che accovacciati come le scimmie si guardavano attorno incuriositi, i comuni Soldati, con gli artigli pronti a colpire, e in aria svolazzavano a gruppi di tre i Jazz Cremisi, i Blues Smeraldo e i misteriosi Wizard con lo scettro in posizione d’attacco. Le creature rimasero ferme per ben pochi istanti, prima di separarsi e sparpagliarsi alla ricerca di cuori da divorare. Solo il gruppo di terra rimase al suo posto per affrontare i portatori di quelle forti luci.
-E quelli cosa sono?!- esclamò Kagome, mentre impugnava il suo lungo arco e preparava una freccia.
-Heartless.- rispose semplicemente Sora, stringendo la presa sulla Catena Regale. -Andiamo Kairi!- esclamò quando ormai era già partito all’inseguimento, schizzando a destra nel dorato mare di granturco.
La principessa corse subito dietro al castano, scomparendo alla vista del resto del gruppo, davanti al quale le ombre rimaste non facevano una mossa.
-Paperino! Pippo! Andiamo anche noi!- sentenziò il custode della Catena Nobile, approfittando di quella strana calma.
-Agli ordini Maestà!- risposero i due, affiancando il loro sovrano che partì nella direzione opposta ai due ragazzi. -Riku, Jessie, fate attenzione!-
-Li lasciate andare così?- chiese la ragazza armata di arco.
-Sanno il fatto loro, non c’è bisogno di preoccuparsi.- disse il prescelto dell’Alba. -Mi preoccupa il fatto che rimangano fermi. Normalmente non avrebbero permesso agli altri di allontanarsi con questa facilità.- proseguì, indicando gli avversari con un cenno del capo.
-Sicuramente c’è sotto qualcosa.- intervenne la castana. -Io rimango qui con Inuyasha e Kagome, tu cosa vuoi fare?- domandò al compagno.
Il ragazzo si voltò e incatenò le proprie iridi con quelle color nocciola dell’altra. -Resto con te.- affermò, richiamando Omi con il solo pensiero.
Mille e più gocce cristalline fuoriuscirono dal suo orecchino per prendere le fattezze della maestosa fenice d’acqua, che pochi attimi dopo si librò sopra il suo padrone, emettendo il suo richiamo.
-E questa cos’è?!- urlò Inuyasha, estraendo la katana che immediatamente si trasformò nella lama ricurva.
-Un’amica.- rispose tranquilla Jessie, prima di abbassarsi a livello dei bambini che erano ancora accanto a lei. -Ascoltatemi bene, voi adesso dovete stare vicini a Kagome, ok?- avvertì con un sorriso, accennando alla mora che annuì. -Coraggio.-
I piccoli guardarono la custode, poi la ragazza dai capelli neri, dopodiché si fissarono tra loro, scrutando i rispettivi sguardi scuri. Infine, acconsentirono con un cenno del capo e sgattaiolarono rapidamente vicino alle gambe di Kagome. Jessie si rialzò ed evocò anche l’Artiglio della Notte, seguita da Riku che richiamò la Via per l’Alba e ordinò a Omi di proteggere la ragazza dai capelli corvini armata di arco e i due bambini.
Inuyasha li affiancò. -Kagome, tu resta indietro. Quei cosi… emanano un odore nauseabondo.-
-E’ l’Oscurità.- disse il custode. -Pronti?-
-Certamente.- ghignò la ragazza, lanciandosi contro gli avversari con le braccia dietro la schiena.
Il primo a cadere sotto la nera lama della chiave della Notte fu un Heartless dal corpo di primate, colpito da un rapido fendente, dopo aver tentato una strenua difesa contro il keyblade del Tramonto. Le altre ombre si fecero indietro. Sapevano bene chi era quella donna terribile, sapevano di cosa era capace, lo avvertivano chiaramente. Tuttavia, non si fecero intimorire ulteriormente e si gettarono a capofitto su quelle luci forti e attraenti, come un branco di formiche davanti ad una gustosa manciata di zucchero.
I ragazzi invece, imitarono Jessie e in breve si ritrovarono a menare fendenti su fendenti per distruggere gli avversari. Riku sfruttò lo scontro frenetico per allenarsi sul controllo dell’acqua e man mano che il tempo passava, le sfere che riusciva a creare contemporaneamente raddoppiarono: da due divennero quattro e poi otto. Ne bastavano un paio per indebolire i Soldati, che poi finiva con un colpo ben assestato della Via per l’Alba. I Powerwild, al contrario, si dimostrarono più resistenti e, facendo di questo il loro punto di forza si gettarono su Inuyasha, che nonostante tutti i suoi attacchi non riusciva ad eliminarne nemmeno uno di quei bizzarri e orrendi avversari.
Improvvisamente, l’urlo dei bambini lo distrasse dalla scimmia che aveva di fronte e si voltò. Inorridì quando vide quattro Soldati che, con gli artigli protesi, avevano circondato la sua compagna che tentava invano di tenerli lontani con le sue frecce.
-Kagome!- chiamò, dando le spalle al nemico per andare in aiuto della ragazza.
Tuttavia, l’Heartless lo trattenne saltandogli sulla schiena e ancorandosi alle sue spalle.
-Levati! Maledetto!- ringhiò l’argenteo, prima di afferrare la lunga coda dal pelo blu e tirarla in avanti per strapparsi di dosso l’ombra, senza però ottenere quanto sperato.
-Inuyasha non ti muovere!- avvertì Riku dietro di lui, dopodiché colpì l’avversario con un fendente che lo tagliò esattamente a metà e liberò il cuore che l’aveva generato.
Il ragazzo dagli occhi d’ambra fece un passo in avanti prima di voltarsi verso l’alleato. -Grazie, ora però devo andare da Kagome!-
Il custode dell’Alba scosse il capo. -Non ce n’è bisogno, c’è Omi con lei. Guarda.- replicò, indicando avanti a sé con un cenno.
Inuyasha si girò nuovamente e si stupì nel vedere quelle creature cadere una dopo l’altra sotto le possenti ali di quella fenice e i suoi attacchi d’acqua, come foglie secche che crollano sotto la forza dell’impetuoso arrivo del vento invernale. Dopo aver distrutto l’ultimo, il volatile spalancò le ali e lanciò il suo delicato verso per dichiarare la propria vittoria.
-Come vedi è tutto a posto.- sorrise Riku.
-E la tua amica, invece?- chiese di rimando l’altro, puntando le iridi ambrate sulla rapida figura della custode del Tramonto. -Da ciò che sento, non mi sembra che per lei sia tutto a posto.-
Gli occhi acquamarina del keyblader scattarono sulla castana e per un istante, trattenne il fiato: Jessie si muoveva agilmente fra i pochi Heartless rimasti, usando solamente l’Artiglio della Notte.
Anziché la rassicurante chiave del Tramonto, nella mano destra della ragazza sostava un’ondeggiante sfera di fuoco dai bordi bluastri. Ad ogni nemico ferito dal keyblade, alcune fredde lingue infuocate si staccavano dal corpo principale e si attaccavano al bersaglio per poi espandersi su tutto il suo corpo e consumarlo fino a ridurlo in un mucchio di cenere nera, che in seguito liberava il cuore corrotto. Il lato macabro di quella danza di guerra era la lentezza con cui gli avversari venivano distrutti e la precisione di quel fuoco oscuro, poiché nulla a parte la vittima colpita, veniva intaccato né bruciato.
Quando anche l’ultimo Powerwild si ritrovò a terra agonizzante e avvolto in quelle letali fiamme, la custode del Tramonto si fermò ansimante al centro del piccolo gruppo di roghi che aveva creato, se lo avesse fatto inconsciamente o meno, gli spettatori non seppero dirlo. La osservarono in silenzio, rimanendo alle sue spalle, mentre spegneva il fuoco che si agitava sul suo palmo e si liberava dell’arma, per poi portarsi le mani davanti al viso e fissarle.
Le iridi color nocciola della ragazza mostravano orrore e disgusto verso ciò che aveva compiuto e verso ciò che si muoveva dentro se stessa, accomodandosi in ogni anfratto del suo essere: un’Oscurità viscida e intensa, che non era lontanamente paragonabile a quella che aveva percepito al Castello Disney. Tuttavia, la cosa che la sconvolgeva maggiormente era che una parte del suo cuore aveva gioito nel compiere quella tetra tortura e ne era uscita appagata.
-Cosa sto diventando?- domandò a se stessa con terrore.


***


Xaldin deglutì e fece mezzo passo indietro, stringendo la lancia tra le mani e senza distogliere lo sguardo da Sophia.  Lentamente, il fiore dai petali rossi l’aveva spinto quasi in fondo al corridoio. Ormai era arrivato alla cima della rampa di scale, che dopo una decina di gradini perdeva il sostegno del muro, dando inizio alla balaustra, si allargava e compiva una curva per poi gettarsi nell’ampio salone d’entrata. Un altro passo e sarebbe caduto all’indietro. Aveva solo tre lance e il vento come armi da poter sfruttare contro quell’imprevisto avversario.
-In questo dannato corridoio non c’è abbastanza spazio!- pensò, richiamando altro vento, che lo sollevò di mezzo metro da terra e lo trascinò indietro. -Prendimi se ci riesci!- urlò poi alla pianta, che gli soffiò contro come un gatto mentre lo osservava sfuggirle, con ira profonda.
Marluxia sbuffò annoiato, incamminandosi lungo le scale al fianco del fiore. -Che perdita di tempo… Sophia, prendilo come ti ha chiesto.-
La creatura rispose con una risatina e annuì all’ordine del suo padrone, guardando dall’alto al basso il suo prelibato pasto.
Il numero III, invece, non fece in tempo a far nulla, perché si sentì afferrare le caviglie da una presa stretta e sottile, come quella di una corda, e quando abbassò lo sguardo vide quattro radici violacee che uscivano dalle fessure delle mattonelle di pietra per avvolgersi su di lui. Ripresosi dallo stupore, impugnò una seconda arma e le calò entrambe per recidere quei vincoli, dopodiché si fece circondare nuovamente da una barriera di vento e si alzò in volo, arrivando alla stessa altezza della sua avversaria, che ringhiava per il dolore delle ferite. Xaldin ghignò e richiamò la terza lancia accanto a sé per poi scagliarla sulla bestia.
Man mano che avanzava, l’arma aumentava la velocità e, ad un tratto, il vento l’avvolse, creando una barriera della sua stessa forma e producendo un acuto fischio. Sophia però, non si mosse per schivare il colpo o deviarlo, spalancò la bocca e produsse un urlo agghiacciante e d’intensità così alta che fu possibile vederne l’onda propagarsi fino alla lancia in movimento, che rallentò fin quasi a fermarsi. Il moro digrignò i denti e scagliò una seconda arma, che affiancò la prima e, dando più forza e vento ad entrambe, cercò di penetrare la controffensiva dell’avversaria.
-È davvero seccante stare a far niente…- soffiò ancora una volta il rosato, portando una mano alla bocca per nascondere uno sbadiglio. -Sophia, basta giocare.- sentenziò grave.
In risposta, la creatura aumentò la forza del grido, riuscendo così a respingere la coppia di lance, che cominciarono a indietreggiare, finché non furono spezzate a metà dalle spire di un ramo purpureo che era sbucato all’improvviso scendendo dal soffitto.
Perso il contatto con le sue armi, che precipitarono al suolo producendo un tintinnio metallico, Xaldin barcollò all’indietro, come se si fosse spezzata l’invisibile corda di un tiro alla fune, sentendosi intontito, ma senza abbandonare la sua ultima lancia. Ansante per lo sforzo compiuto, cercò di prendere quanta più aria possibile in quel momento di tesa e silenziosa pausa. Nel frattempo la sua mente lavorava frenetica alla ricerca di un modo per distruggere la pianta divoratrice di luce, perché lasciarla a piede libero significava solamente dar vita ad una serie di guai per i custodi e i suoi compagni. Inoltre, la ritirata non era prevista dal suo programma, quindi continuò a pensare.
-Un attacco ravvicinato sarebbe un suicidio… soprattutto con quel pazzo lì accanto.- ragionò, fissando l’annoiato Leggiadro Sicario per un istante, prima di tornare a prestare attenzione alla pianta, il cui viso era attraversato da un ghigno famelico e uno sguardo determinato. -E un attacco a distanza è inutile… Maledizione!- pensò, restando perplesso subito dopo, quando nel suo campo visivo entrò della polvere che cadeva dal soffitto.
Alzò i profondi occhi viola e mentre si apostrofava con gli epiteti più offensivi che conosceva per non essere stato attento a ciò che gli stava attorno, aumentò l’intensità della barriera di vento che lo proteggeva e fuggì dai lunghi rami che Sophia aveva fatto crescere nelle crepe delle pareti per giungere fino al punto che si trovava sopra la sua testa. Non aveva, però, luogo in cui ripararsi perché l’intero salone era finito sotto il controllo del fiore simbolo della rabbia: da ogni fessura spuntavano viticci e rami di lunghezza e spessore sempre diversi, ma con l’unico scopo di catturarlo. Schizzò per l’ampia sala come un insetto impazzito che non vuole finire nella rete del cacciatore o nella ragnatela del predatore in paziente attesa che qualcuno cada nella sua trappola.
Guardò alle proprie spalle e sopra di sé, vedendo che una coppia di rami particolarmente spessi e lunghi lo stava seguendo in ogni cambio di direzione, dopodiché tornò a guardare davanti appena in tempo per schivare un'altra appendice arboricola, che infrangendo ogni sua speranza, non si annodò né scontrò con le altre. Non osò avvicinarsi alle pareti, perché avrebbe significato gettarsi tra le braccia del nemico, quindi continuò a girare in tondo finché non si ritrovò al centro della stanza, ormai ridotta ad una terrificante e ingarbugliata giungla priva d’uscita. Le pesanti e usurate tende che oscuravano le finestre, avevano ceduto al peso delle estremità di Sophia e la luce del primo quarto di luna illuminava a stento i pochi anfratti rimasti liberi dall’invasione, mentre l’antico e decaduto lampadario era stato avvolto da quelle soffocante spire. Xaldin deglutì, pensando che avrebbe potuto fare la sua stessa fine.
Tuttavia non si arrese e prese l’ultima decisione e fermò la sua folle e inutile fuga.
-Non ho molta scelta…- pensò, ormai determinato a non cambiare idea.
Spinse la rotazione del vento al suo limite massimo e ingrandì la barriera. Vide i suoi lunghi capelli neri volteggiare come coriandoli in una tempesta, ma ghignò nel vedere le punte dei rami indietreggiare per evitare di essere ridotte in briciole, dopodiché strinse la sua ultima lancia e la puntò in avanti, pronto a farsi largo per raggiungere la creatura partorita dalla mente folle dell’ex numero XI.
-O la va, o la spacca.- mormorò, prima di gettare un poderoso grido di battaglia e scagliarsi in direzione del suo obiettivo.
All’udire quell’urlo, dall’altra parte della fitta foresta di rami, Marluxia inarcò un sopracciglio, stupito. -Ancora non l’hai preso?- domandò poi, quasi seccato.
La creatura scosse il capo, ma spalancò la bocca famelica e indicò un punto preciso davanti a sé. -Sta venendo qui? Che mossa stupida.- sentenziò secco, impugnando la falce. -Sono stanco di questo gioco. Aprigli la strada, sai cosa fare.-
Sophia proruppe in una risata sguaiata e pian piano cominciò a districare i suoi rami, per posizionarne altri attorno al punto in cui sarebbe arrivato il Feroce Lancere. Il Ritornante oscuro invece, rimase in attesa al suo fianco e si circondò con un turbine di petali neri. Nell’esatto momento in cui il numero III uscì dalla trappola della pianta, Marluxia scattò e si scontrò con l’avversario. L’impatto tra le due forze diametralmente opposte provocò un’onda d’urto che si scontrò con le pareti più vicine, aumentandone le crepe.
Il moro digrignò i denti e cercò di farsi avanti, ma l’altro gli tenne testa senza grandi sforzi, lasciandolo incredulo. -Maledetto… come hai fatto a…-
-…diventare così potente?- lo anticipò. -Semplice: sono sceso ancora più giù nell’abisso dell’Oscurità e il merito è tutto della piccola Jessie.- cinguettò con un sorriso poco rassicurante, muovendo la testa da un lato, in modo tale da spostare i capelli e mostrare la tumefazione che lo sfigurava. -Quando mi ha fatto questa… la rabbia e l’odio mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno spinto sempre più giù… e ciò che hai visto oggi è il risultato di quel tuffo inaspettato ma gradito.- aggiunse prima di tornare alla completa serietà. -Adesso però è tempo di dichiarare il game over, non credi?- domandò, sollevando la falce per calarla sull’avversario.
Nonostante la presenza della barriera, Xaldin sollevò istintivamente la lancia, posizionandola in orizzontale, ma sgranò le iridi d’ametista, quando vide la propria protezione fondersi con il vortice del rosato e la sua buia lama scendere su di lui. Lo scontro tra le due armi produsse uno stridio metallico e qualche scintilla, ma tutto ciò ebbe la stessa durata di un battito di ciglia, perché in pochissimi istanti, la mezzaluna nera trapassò la barra della lancia come se avesse tagliato del burro lasciato al sole per troppo tempo.
Più che incredulo, il Ritornante vestito di bianco osservò i pezzi della sua lancia separarsi per sempre e non si accorse che il vortice di vento e petali taglienti si era estinto come un raggio di sole che svanisce dietro le nubi, lasciando la strada aperta e sgombra ai rami purpurei che ancora torreggiavano attorno ai due contendenti. L’attimo seguente, Xaldin percepì un intenso dolore alla schiena che passò rapidamente al centro del petto e l’ultima cosa che vide fu il ghigno follemente divertito di Marluxia.
-Buon appetito, mia adorata Sophia.-




*Piccola guida per chi non conosce Inuyasha (contiene spoiler!!): questo anime/manga narra le avventure del mezzodemone cane Inuyasha, di Kagome Higurashi e dei loro compagni di viaggio che devono recuperare tutti i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti e sconfiggere Naraku, un mezzodemone che ama intessere intrighi fitti e imprevedibil e che vuole impadronirsi della Sfera. La storia si svolge a cavallo tra il Giappone feudale, più precisamente nell'epoca Sengoku (1467-1573), e nel Giappone contemporaneo perché è da lì che viene Kagome, erede di un tempio shintoista nella Tokyo attuale, che finisce nel passato tramite il pozzo mangia-ossa che si trova appunto, nel tempio della sua famiglia.
Una particolarità del legame tra Kagome e Inuyasha è il curioso comando "A cuccia!" (in giapponese "Osuwari"), che permette alla ragazza di far schiantare a terra il mezzodemone solo pronunciando il comando, tramite il rosario che quest'ultimo porta al collo ovviamente contro la sua volontà ù.ù
Io mi sono inserita durante il loro viaggio verso il monte Hakurei (fine quarta serie, inizio della quinta se non ricordo male xD), in direzione Toro-Tigre (per noi occidentali Nord-Est), alla ricerca di Naraku, che è fuggito dopo uno scontro avvenuto nel luogo in cui si nascondeva, ovviamente dopo aver fatto la sua buona dose di danni. Inoltre, ho cambiato l'anno di provenienza di Kagome, perché nel Giappone da cui proviene lei corre l'anno 2001 (se non sbaglio eh!), mentre l'anno di Jessie è il 2008. Per dare un pò di pepe a tutto, ho voluto fare in modo che Jessie e Kagome venissero dallo stesso anno dello stesso pianeta Terra.


**Per il nome del fiore Sophia, invece, mi sono ispirata al leggendario Sephiroth, l'Albero della Vita (o Albero Sefirotico) della cultura ebraica.



Che dire di più? Ah sì, come al solito, non mi piace per niente e l'ultima parte avrei voluto scriverla meglio, ma dopo aver passato settimane a scrivere e cancellare di continuo la stessa frase, sono semplicemente andata avanti senza più fermarmi ed è uscito ciò che avete letto. Spero che vi sia piaciuto comunque e mi auguro di non farvi aspettare troppo per il seguito, perché cari miei, i casini veri devono ancora cominciare! Alla prossima! See ya!!!



L'angolino dedicato a voi u.u
lettore 01: Ben ritrovato :3 Sono contenta di averti stupito con la mia galleria di foto a cui penso di aggiungerne di nuove in vista della prossima fiera a cui intendo portare Jessie come cosplay ù.ù Spero che il capitolo ti sia piaciuto!! A presto!!!

masterof dark: Ciaoooo :3 La prima foto l'avevo fatta in casa con la mia fotocamera del piffero per quello è venuta scura x3 Ehhh... Tra Marluxia e Xaldin è finita come hai letto ù.ù E la canzoncina... "cos'avrà voluto dire??" [cit.] xD Spero che il capitolo ti sia piaciuto :3 Ciuuuuuu!!!

Lizzie Sora: Gemellina mia cara <3 Purtroppo Marluxia è ancora in giro, ahimé ù.ù Ma per lui ho in mente altre cose... Goditi questa pucciosità tra Riku e Jessie perché, sempre purtroppo, ce ne sarà sempre meno xD Sapessi che cos'ho in mente... Muahahahahah!!!!!! Fammi sapere cosa pensi del capitolo :3 Chuu <3

Ciccio85: Ehilà :3 stavolta è colpa mia xD Sono contenta che il precedente capitolo ti abbia fatto ridere :3 Questo invece, probabilmente ti ha fatto piangere, ma bisogna mantenere un equilibrio ù.ù Fammi sapere che ne pensi! Ciauuu!!!

Firely: Carissima :3 Ricordati, io sono ovunque ù.ù  xD Tranquilla che ai 100 ci arrivo di sicuro e probabilmente li supero anche xD Spero di avere un tuo commento su questo capitolo :3 A presto!!!! :3



Come sempre ringrazio tutti quelli che hanno messo la fic tra le preferite, le seguite e le ricordate :3 Mi dispiace non potervi ringraziare ognuno per uno ma ho perso il conto di chi è entrato, chi se n'è andato e chi ha cambiato nick xD Poi ringrazio anche chi legge soltanto, siete sempre tantissimi tutti quanti e io vi adoVo sempre tantissimo tutti quanti xD
(spero) A presto! See ya!!!!

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Capitolo 78
*** Capitolo 76: Notizie x shock x malessere ***


Buona sera a tutti lettori e lettrici! =3 Sono stata brava no? 'Stavolta sono passati solo poco più di tre mesi :D E spero di ridurre notevolmente i tempi visto che ancora non sono riuscita a trovare un lavoro e finché sono a casa ho intenzione di dedicarmi alla scrittura per migliorare e finire una cosa originale che avevo iniziato e magari provare a farla pubblicare. Anyway, non siamo qui per parlare dei fatti miei u.u Avevamo lasciato il povero Xaldin in una brutta situazione, cos'avrà causato? Leggete e scoprite! Buona lettura!!!

ps: in questo capitolo avremo rating arancione e scene non per stomaci delicati


Capitolo 76: Notizie x shock x malessere


“La «Morte Rossa» aveva a lungo infierito sul paese. Mai pestilenza era stata più fatale e più orribile. Il sangue era il suo avatar e il suo sigillo: il rossore e l'orrore del sangue. Erano acuti dolori e improvvisi capogiri, e poi un abbondante sudore sanguigno fino alla dissoluzione. Le macchie scarlatte sul corpo e specialmente sul volto della persona colpita erano il bando di peste che escludeva la vittima da ogni aiuto e da ogni pietà da parte dei suoi simili. E l'attacco, il progredire e la fine del male erano gli episodi di mezz'ora in tutto.”
[“La maschera della Morte Rossa” - Edgar Allan Poe]


-Ma che diavolo…-
La Ninfa Selvaggia si guardò intorno, rimanendo sconcertata nel vedere le condizioni in cui verteva l’antico e silente maniero, che per grazia e volere di chissà quale Dio era ancora in piedi. Il soffitto, le pareti, il pavimento e persino le scale che conducevano al piano superiore, erano ricoperti di crepe e buchi, come se qualcosa si fosse scavato la strada a forza tra le fondamenta del castello. Xemnas si fece avanti senza proferire verbo, ma con l’apprensione dipinta in viso, al suo fianco Xigbar, con l’angoscia e la paura per il peggio che percorrevano ogni fibra del suo essere, era alla ricerca di un qualsiasi segno dell’amico che era stato costretto a lasciare indietro.
-Xaldin dove cazzo ti sei cacciato?- pensò, spaziando l’intero androne con l’iride dorata, prima di correre in direzione delle scale e risalirle, facendo attenzione a non mettere il piede in fallo.
Tuttavia, non raggiunse mai l’ultimo gradino, né il pianerottolo soprastante, poiché ciò che vide lo fece fermare e gli gelò il sangue nelle vene.
-Xigbar che succede?- domandò Axel, muovendosi per raggiungerlo insieme ai compagni.
-Non è possibile…- mormorò, fissando incredulo e inorridito ciò che restava del Feroce Lanciere. -Xaldin…-
Il Ritornante giaceva scomposto sul gelido lastricato di pietre rotte, con un braccio cadente in avanti e l’altro riverso all’indietro, piegato in una posizione innaturale, le gambe erano raccolte al petto, come se si fossero poste a difesa dei centri vitali, i lunghi capelli neri gli coprivano a tratti il viso, rivelando solo parte della smorfia di dolore che l’aveva deformato e che sarebbe rimasta impressa in eterno nel cuore di chi la stava osservando. Sotto il corpo freddo e immobile s’era allargata una pozza di vischioso sangue scuro, originata da una ferita che non potevano vedere, infine, l’ultimo dettaglio che colpì il gruppo fu il colorito della pelle del numero III, perché anziché essere pallido come avrebbe dovuto, era scuro, quasi nero, come se fosse ricoperto dai bubboni della peste.
-Cosa può essergli successo?- domandò a bassa voce Demyx, distogliendo lo sguardo da quella macabra visione e posandolo sul Burattinaio Mascherato che stava alla sua destra.
-Difficile dirlo così su due piedi…- rispose il Ritornante dagli occhi grigio-blu, avvicinandosi al corpo. -Vexen?-
Il numero IV invece, lo aggirò e s’inginocchiò per osservarne la schiena. -Credo d’aver trovato qualcosa…-
Zexion lo raggiunse, affiancato immediatamente dal Superiore, che sgranò gli occhi nel vedere la probabile causa della morte del Feroce Lanciere: una profonda ferita all’altezza del cuore, dal profilo circolare e i bordi neri, come se fossero stati bruciati, da cui proveniva la colata di sangue.
-Suppongo che la cosa che gli ha provocato questa…- riprese il Freddo Accademico. -…sia la stessa che ha provocato i danni che possiamo ammirare su ogni superficie di questa topaia, ma cosa sia esattamente non saprei…-
-Marluxia da solo non avrebbe mai potuto procurare simili danni, dev’essere stata una sua diavoleria… sua o dell’ultimo emissario.- proseguì Zexion. -Lui non è mai stato in grado di fare cose del genere.-
-Capisco.- sentenziò il numero I. -Axel, vieni qui e dimmi se questi ti sembrano i segni di una bruciatura…-
Il rosso si mosse subito, serio e determinato a dare il suo contributo, tuttavia quando rialzò lo sguardo smeraldino, mostrò solamente una grande confusione.
-Quella è sicuramente una bruciatura, ma non è stata provocata da una fiamma, di nessun genere.- spiegò. -I bordi sono neri e arricciati, ma non hanno il tipico segno di corrosione del fuoco, dev’essere stato qualcos’altro…-
-È stata l’Oscurità.- proferì nuovamente il biondo ricercatore, prima di rialzarsi. -L’ho studiata abbastanza per riconoscerne i segni… all’inizio pensavo fosse opera di una fiamma generata da una fonte di potere oscuro, ma le parole di Axel e il colore della pelle mi hanno fatto giungere a questa conclusione.-
-Perché ha quel colore?- domandò il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Semplice: la sua luce è stata prosciugata fino all’ultima goccia. La cosa che l’ha attaccato, ha mirato direttamente al cuore e l’ha usato come accesso a tutta la luce che scorreva nell’organismo.- spiegò, lasciando i compagni senza parole.
-Xigbar?- intervenne la voce del Notturno Melodico, che guardava preoccupato il numero II. -Xigbar, cos’hai?-
Il Tiratore Libero tremava, completamente in balia di sentimenti che non avvertiva da molto tempo. Rabbia verso il suo compagno che nonostante la sua sicurezza era stato sconfitto. Tristezza per la sua perdita. Odio verso colui che aveva osato tanto. Con i pugni serrati, le nocche sbiancate e i denti stretti, stava facendo di tutto per impedirsi di esplodere e correre alla ricerca del Leggiadro Sicario per vendicare l’amico, che in quel momento avrebbe tanto voluto prendere a pugni.
-Maledetto bastardo…- sputò a denti stretti. -Come diavolo hai potuto mollare in questo modo, eh?!- urlò, tendendo ancora di più le braccia tremanti e aumentando la stretta sulle mani, che si ferirono a causa delle unghie. -Sapevo che eri un coglione, ma non credevo fino a questo punto! Come ti sei permesso di morire?!- urlò ancora, senza badare alle lacrime che scendevano anche dall’occhio coperto. -Sappi che cercherò chi ti ha ridotto così e glielo farò rimpiangere amaramente, ma sappi anche… che se dovessi crepare nel tentativo e finire per pura sfiga dove sei tu ora… ti prenderò a calci in culo finché mi sarà possibile, hai capito razza di idiota?!-
Rimasero tutti in silenzio ad osservare l’ansante Xigbar. Chi sconcertato, chi spaventato, da quella catena di reazioni e parole. Dal canto suo, il Tiratore Libero li ignorò totalmente, impegnandosi per riprendere il controllo di quel tumulto di pensieri e sentimenti, che lo scuoteva dall’interno con una potenza che non avrebbe mai creduto possibile. Fu solo dopo qualche minuto che decise di reagire e muoversi. Si passò un braccio sul viso, per asciugarlo con la manica della candida maglia, dopodiché si voltò per scendere le scale.
-Capo, io raggiungo i marmocchi.- annunciò. -Muoviti ossigenato, senza di te non posso andare da nessuna parte.-


***


Il sole stava tramontando di nuovo, amplificando l’oro di quegli immensi campi coltivati grazie ai suoi splendenti raggi, che andavano via via svanendo oltre l’orizzonte occidentale.
Seduta sul ramo di un albero dal fitto fogliame, con la schiena appoggiata al solido tronco, Jessie non osservava la meravigliosa opera d’arte realizzata da Madre Natura, ma i suoi occhi seri e colmi di preoccupazione erano fissi sulla sua mano sinistra e la sua mente era concentrata sul combattimento che era seguito al salvataggio dei due bambini, alla continua ricerca del perché e del quando fosse avvenuto quel terrificante cambiamento. Purtroppo, la sua ricerca non stava dando buoni frutti, poiché era certa di non aver utilizzato consapevolmente l’oscurità celata nel suo cuore, che in quegli ultimi giorni sembrava essere cresciuta ulteriormente, tuttavia, restava il fatto che l’aveva usata e quando se n’era resa conto tutto era ormai finito.
-Com’è potuto succedere? Io non volevo usare il fuoco nero e nemmeno ricordo da che momento ho cominciato… eppure è successo…- pensò sbuffando, rivolgendo prima un’occhiata al disco rosso e oro, poi alla luna piena in ascesa dal fronte opposto.
-Il pulito sporco è già e lo sporco si pulirà.- recitò, ricordando la canzone che i bambini le avevano ripetuto al termine dello scontro su sua richiesta. -Tanto spesso troppo bene uguale al male è, ed il male tante volte il bene porta in sé…- proseguì prima di sospirare e portarsi le braccia dietro la testa.
-Hai finito?- le domandò una voce seccata, proveniente dal ramo sottostante.
-Di fare cosa?- replicò, senza nemmeno dare attenzione al nuovo arrivato.
-Di sbuffare e sospirare. Sei irritante.- rispose Inuyasha, mantenendo il tono.
-Nessuno ti obbliga a star qui a guardarmi, puoi anche scendere, sai?-
-Tsk! I tuoi amici volevano chiamarti, ma non volevano disturbarti, figurati che hanno impedito al tuo amico con gli occhi verdi di raggiungerti. Alla fine mi sono stufato di sentire le loro discussioni e sono venuto ad avvisarti che hanno accompagnato Miroku a fare un giro nei dintorni.- spiegò, ottenendo un cenno del capo in risposta.
La castana sospirò ancora, dopodiché si preparò per saltare giù dall’albero.
-Non ho idea di cosa ti sia successo oggi, però credo di capirlo.- riprese il ragazzo, attirando l’attenzione della custode. -Non scenderò nei dettagli, ma più di una volta mi è capitato di perdere il controllo a causa della mia parte demoniaca, senza che me ne rendessi conto.- spiegò, comprensivo, domandandosi al contempo da dove uscisse quell’inconsueta generosità.
-La tua parte demoniaca?- domandò lei.
-Esatto, io sono un mezzodemone, quindi ho una parte umana e una demoniaca. Per un certo periodo di tempo non sono stato in grado di controllare la seconda.-
-Capisco… allora non siamo poi tanto diversi io e te…- rispose Jessie amaramente, prima di tornare con i piedi per terra, seguita da Inuyasha.
S’incamminarono e si mossero in direzione di una piccola radura in cui i due gruppi avevano deciso di fermarsi per la notte. Un fuoco scoppiettava al centro della cerchia di alberi e cespugli, e poco distante erano stati ammucchiati i vari sacchi a pelo insieme al voluminoso zaino di Kagome, che stava preparando la cena per tutti, insieme alla sua compagna Sango e Kairi, la quale per prima si accorse del loro arrivo.
-Jessie! Eccoti finalmente!- esclamò, alzandosi per andarle incontro. -Parlando con Kagome abbiamo scoperto che stiamo andando nello stesso posto, quindi faremo la strada insieme.-
La keyblader si stupì per l’incredibile coincidenza, ma fu distratta dalla reazione esagerata del mezzodemone al suo fianco, che scattò in direzione della mora in evidente stato di rabbia.
-Kagome! Perché cavolo ti sei messa a raccontare i fatti nostri a questi tizi?!- esclamò furente.
-Non mi sembra di aver fatto nulla di male.- replicò tranquilla la ragazza, continuando a tenere d’occhio il fuoco.
-Poi, non per dire…- intervenne Jessie con un sopracciglio inarcato. -…ma tu poco fa cosa pensi di avermi detto?-
-Quello non c’entra!- sbraitò lui, arrossendo lievemente per l’imbarazzo. -Kagome sei sempre la solita…-
-A cuccia!- comandò lei, causando lo schianto immediato del compagno sul terreno, che prese a borbottare maledizioni verso tutto e tutti. -Non fare caso a Inuyasha. Kairi e Sora ci hanno detto che siete diretti al monte Hakurei, esattamente come noi.-
-E ci state andando per via di quel tale che Inuyasha ha nominato stamattina?- chiese la castana, sedendosi accanto a lei.
-Naraku, già. Abbiamo raccolto qualche informazione e sembra che si sia rifugiato da quelle parti. Il fatto strano è che quella è una montagna sacra, in teoria un demone come lui non potrebbe nemmeno avvicinarsi.- disse la studentessa.
-Sacra? Spero tu stia scherzando, quella montagna mi è sembrata più inquietante che altro.- ribatté. -Comunque, voglio togliermi una curiosità: ho capito che siamo nel passato, ma in che anno di preciso?-
-Ci troviamo nel periodo Sengoku, per gli Occidentali dovrebbe corrispondere ad una ventina d’anni prima della fine del Medioevo, e in quest’epoca di guerre esistono ancora i demoni e la Sfera dei Quattro Spiriti.- spiegò Kagome.
-Che sarebbe?- chiese la rossa.
-È un gioiello che può donare grandi poteri a chi lo possiede ed è stato sempre causa di scontri tra umani e demoni, finché non è andata in pezzi.- sospirò la mora, come se fosse abbattuta. -Noi siamo in viaggio per recuperare tutti i frammenti, ma è una lotta contro il tempo perché anche Naraku li sta raccogliendo.-
-Ho capito.- disse Jessie. -E tu come ci sei finita qui?- domandò poi, curiosa. -Non è così facile fare un viaggio temporale.-
Kagome si lasciò andare ad una risatina. -In effetti non hai tutti i torti… in poche parole, da generazioni la mia famiglia custodisce un tempio shintoista, e a causa della Sfera dei Quattro Spiriti che era nascosta nel mio corpo, un demone mi ha trascinata qui attraverso un pozzo che si trova in un magazzino del tempio…-
Le due custodi la fissarono per un istante con tanto d’occhi, dubbiose ma non del tutto incredule di fronte a quel racconto tanto surreale.
-Bè, credo che non farò altre domande a riguardo, la faccenda sembra fin troppo complessa…- disse la castana, guardando la mora, che abbassò lo sguardo sul fuoco.
-Già…- sospirò. -E voi invece? Come siete capitati qui?-
-Domanda lecita.- replicò. -Cercherò di risponderti senza scendere nei dettagli… Le creature che avete visto oggi stanno invadendo ogni angolo dell’universo per impossessarsi dei cuori delle persone e il nostro compito è quello di fermarli… o almeno provarci, perché non sempre riusciamo ad arrivare in tempo.- spiegò, ripensando allo sguardo terrorizzato e perso di quel bambino che si tramutava rapidamente in uno Shadow.
-Ma cosa siete voi?- chiese Inuyasha, interrompendo le sue elucubrazioni.
-Siamo custodi del keyblade.- rispose re Topolino, avvicinandosi affiancato dai due ragazzi e dal monaco Miroku, a sua volta seguito da Shippo e Kirara, il demone gatto con tre code.
-Che cos’è il key… blade?- chiese con fatica il bambino, sedendosi accanto a Kagome.
-Questo.- disse Sora, richiamando la Catena Regale. -I keyblade sono le nostre armi.- aggiunse, prima di farlo svanire in una scia di luci.
-Capisco…- intervenne Sango, osservando incuriosita il castano. -…però non hai risposto alla domanda di Kagome, ci hai detto perché siete qui, ma non come ci siete arrivati…- asserì, guardando Jessie, che annuì.
-Come ho detto, la minaccia che combattiamo si sta spargendo per tutto l’universo, noi viaggiamo da un posto all’altro per risolvere la situazione e siamo finiti qui perché abbiamo rilevato una forte Oscurità, ma abbiamo dovuto attraversare una barriera spazio-temporale… forse Kagome riesce a capire meglio quello che dico perché viene dal futuro.- spiegò la custode del Tramonto.
-Più o meno…- confessò la mora.
-Io ho capito solo che dovrò sopportare il vostro odore per altro tempo!- esplode il mezzo demone.
-Inuyasha!- lo riprese Kagome. -Sono stata io a proporre di viaggiare insieme!-
-Sei la solita stu- iniziò il ragazzo, prima di finire schiantato a terra come in precedenza. -Maledetta Kagome…-
-Così impari, razza di maleducato!- replicò la ragazza, per poi voltarsi verso il monaco. -Dimmi Miroku, com’è la situazione?-
-Per fortuna siamo riusciti a limitare i danni e i sopravvissuti non hanno subito ferite gravi… però sono morte molte persone.- disse l’uomo, sedendosi accanto a Sango.
-Paperino e Pippo dove sono?- domandò Kairi, non vedendo i compagni.
-Paperino stava tentando di curare alcune persone, cercando di non farsi vedere, e Pippo è rimasto con lui, non si sa mai.- rispose il re con una piccola risata.
-Allora sarà meglio aspettare il loro ritorno per cenare.- sentenziò la studentessa.
-Non ce ne sarà bisogno.- intervenne il mago di corte, facendosi largo tra una coppia di alberi, seguito dal cavaliere. -Anzi, ti conviene preparare due porzioni in più.- aggiunse, indicando alle proprie spalle, mentre il Tiratore Libero e lo Sfidante del Destino facevano il loro ingresso in scena, silenziosi e cupi come mai erano stati visti dal gruppo dei guerrieri della Luce.
-Ragazzi… cos’è successo?- chiese Riku, guardandoli con preoccupazione crescente.
-Una terribile disgrazia…- iniziò il biondo con gli occhi bassi, ricevendo immediatamente uno schiaffo alla nuca da parte dell’altro Ritornante. -Ma che fai?!-
-Smettila di fare il melodrammatico, Xaldin t’infilzerebbe con una lancia se lo sapesse.- rispose il numero II, fulminandolo con l’unica iride visibile. -Purtroppo, quell’idiota di Xaldin è stato sconfitto da Marluxia.- annunciò, incrociando le braccia e rimanendo immobile di fronte allo sconcerto dei custodi e dei loro compagni di viaggio.


***
Inuyasha OST 3 29 - Hakudoushi

Il demone si mosse appena dalla sua posizione, volgendo i propri occhi sullo specchio che Kanna teneva tra le mani.
-E così è lei.- disse con un ghigno, osservando la custode del Tramonto con i suoi compagni. -Lei aveva ragione, l’ho riconosciuta immediatamente. Direi che la sua sorpresa è riuscita in modo perfetto.-
Marluxia non rispose in alcun modo alle parole di Naraku e mantenne lo sguardo sull’immagine riflessa dallo specchio, digrignando appena i denti come una bestia costretta a trattenersi dall’azzannare la sua preda. L’odio per la ragazza cresceva ogni giorno di più, ottenendo la supremazia nel suo cuore già corrotto dall’Oscurità, come un roveto che lentamente ma inesorabilmente prende il sopravvento sulle piante del sottobosco, soffocandole. Tuttavia, questo suo sentimento doveva essere frenato, perché non gli era permesso di ucciderla, come aveva fatto con Xaldin, e questa proibizione, oltre ad alimentare la scintilla del suo risentimento, conferiva un ottimo terreno per la sua rabbia, che rischiava di liberarsi.
Naraku lo degnò di una mezza occhiata e si fece scappare una piccola risata, che però non sfuggì alle orecchie del Leggiadro Sicario, che irritato, inarcò un sopracciglio.
-Qualcosa ti diverte?- domandò, ricacciando il sentimento di vendetta da dov’era uscito e nascondendolo alle iridi scure del suo nuovo e poco gradito alleato.
-Oh, nulla di particolare…- rispose vago il demone, riportando lo sguardo sullo specchio. -Tuttavia, mi domandavo se riuscirai a portare a termine il compito che ti è stato affidato, visto ciò che ti muove…-
Il rosato sghignazzò. -Non ti credevo tanto curioso… diffidi forse delle sue parole?- chiese, mantenendo le braccia incrociate e muovendo qualche passo in quella buia e umida caverna.
-Non oserei mai.- rispose mellifluo Naraku. -Ciò che ha detto si è sempre rivelato veritiero.-

.: [-----] :.

Giaceva immobile su quella stuoia, osservando con occhi offuscati da un morboso desiderio carnale, la bella sacerdotessa che lentamente e con agilità abbandonava la grotta anche per quel giorno, per fare ritorno alle sue mansioni.
Maledisse il proprio corpo da misero umano, chi aveva osato ridurlo in quel putrefacente stato, ma soprattutto maledisse il fato, per non avergli concesso il lusso della morte, al posto di quell’estenuante agonia che si ripeteva sempre uguale a ogni sorgere del sole e della luna. Le sue membra bruciate fin nel profondo non gli avrebbero mai più permesso di muoversi e uscire per godere delle meraviglie del mondo, invece lo condannavano a starsene lì sdraiato e inerme, a guardare l’oggetto dei suoi sogni più segreti e malsani senza poterlo nemmeno sfiorare.
Posò lo sguardo sulla candela e implorò che cadesse sulla paglia del suo giaciglio e che lo bruciasse fin nelle viscere una volta per tutte, almeno si sarebbe evitato quel dannato supplizio.
-Vorresti un corpo nuovo?- domandò una voce sensuale e accomodante alle sue orecchie, senza però mostrarsi ai suoi occhi stralunati, che corsero fin dove potevano per cercare la fonte di quel quesito tanto invitante.
-Vorresti quella sacerdotessa tutta per te, è così?- chiese ancora, ottenendo una folle risata come risposta.
-E faresti qualsiasi cosa per averla? Sei disposto a rinunciare a quella poca umanità che è rimasta nel tuo cuore colmo d’odio?- proseguì la voce misteriosa, decifrando la giusta combinazione per giungere nel profondo dell’anima di quell’essere corrotto dalla perdizione.
L’uomo rise. -Sì! Sì!-
-Allora…- rispose la voce, facendo una pausa in cui la grotta si riempì di creature demoniache d’ogni forma e dimensione, ma con un unico fattore comune: la malvagità. -…non ti resta che fonderti con questi demoni e dire addio al misero corpo che possiedi!-
Una nuova risata riecheggiò tra le pareti della grotta illuminata solamente da una debole candela. -Fate di me quel che volete bestie dannate!- urlò l’uomo, attirando l’attenzione delle creature, che si avvicinarono con gli occhi puntati su di lui. -Divoratemi! Avanti! Banchettate con la mia anima nera e corrotta! Che aspettate?! Lo sento che non desiderate nient’altro che divorarmi!-
Un solo istante frenò i demoni, ma fu breve e subito dimenticato, perché quell’orda di malvagità si gettò sul corpo del moribondo, cercando di cibarsi di quanti più pezzi possibili, spingendosi fin nelle sue viscere. Nella foga, urtarono quell’innocente candela, che cadde e rotolò fino alla stuoia intaccandone gli intrichi e trasformando tutto in un quadro degno dell’Inferno.
Non passarono che pochi minuti, e da quel macabro e disgustoso banchetto dagli invitati maledetti si generò una luce nera e cupa, che brillò nel cuore dell’incendio per poi schizzare fuori dalla grotta e dirigersi lontano tra gli alti alberi della foresta. Ogni animale si nascose quando la figura umana d’aspetto si mosse tra le due grandi sequoie, compiendo i primi passi di quel corpo nuovo e perfetto. L’uomo sollevò il braccio, coperto dalla pelliccia bianca di un babbuino, e fissò orgoglioso la pelle rosea e sana.
-Sei soddisfatto di ciò che hai ottenuto sacrificando la tua umanità?- domandò ancora la voce, comparendogli di fronte in una vorticante nube di polvere nera.
-Molto.- ghignò. -Della mia umanità non me ne importa nulla, ora sono un demone, ben più forte di qualsiasi umano!-
-Allora non dimenticare mai chi ti ha fatto questo dono, brigante Onigumo.- sentenziò, mostrando un braccio sinistro dalla pelle scura, con la mano tesa per poter essere stretta come simbolo d’alleanza. -Ricordati dell’Emissario, perché un giorno tornerà per farti saldare questo debito.-
Il demone allungò a sua volta la mancina, per suggellare quel patto dannato. -Non lo dimenticherò.-

.: [-----] :.

-Bene, allora non devi dubitare nemmeno delle mie capacità.- replicò Marluxia, con tono duro. -Domani agiremo e vedrai che non resterai deluso.- aggiunse, avvicinandosi a Kanna per puntare gli occhi blu sullo specchio, che cambiò l’inquadratura dell’immagine, mostrando l’intero gruppo presente nella radura. -Neanche la presenza di quei due mi impedirà di arrivare alla custode… preparati piccola Jessie, sta per alzarsi il sipario sull’Inferno.- pensò, allargando le sue labbra in un ghigno sadico e folle.


***


Kingdom Hearts splendeva silenzioso e immobile sul cielo di ciò che restava della preziosa Sacra Reggia, ormai ridotta ad una gelida costruzione di cristallo nero, che emanava un’aura oscura quasi da ogni poro.
La fanciulla dai lunghi e fini capelli blu uscì dalla seconda torre a destra del corpo principale e camminò sotto quella fulgida e fredda luce, che non nuoceva in alcun modo sul suo corpo snello e avvolto in un paio di corti jeans e una canottiera nera monospalla, che lasciava libero il braccio sinistro. La ragazza dai bui occhi da felino si fermò nel mezzo del cortile, mutando le sue membra in una tetra meridiana, che avrebbe segnato sempre lo zenit notturno, e osservò le proprie mani, puntando l’attenzione sulla mancina, tanto diversa dalla sorella di destra, e la sua pelle color cioccolato, unico frammento di memorie lontane che le appartenevano e che al tempo stesso le erano estranee.
-Il tempo è quasi giunto. Finalmente riavrò ciò che mi spetta di diritto.- pensò con un sorriso soddisfatto. -Ormai manca veramente poco… spero che tu sia pronta Jessie, il buio è sempre alle tue spalle, che smania dalla voglia di saltarti addosso.-
Rise appena la ragazza dal viso color latte, incrociando le dita bianche con quelle nere, gemelle e sconosciute insieme, prima di svanire in una nuvola di polvere nera e raggiungere le pedine che aveva raccolto con pazienza e accuratezza, pronta a sfruttarle nella sua strategia per poi eliminarle dal gioco e sostituirle al momento opportuno.


***


Il racconto di Xigbar, molto particolareggiato nonostante i reclami del numero X, aveva lasciato tutti i presenti scossi fin nel profondo: i guerrieri della Luce si erano chiusi nel silenzio, increduli e storditi, alla scoperta di ciò che era diventato il Leggiadro Sicario e ciò che era riuscito a mettere in pratica; invece, i componenti del gruppo di Inuyasha erano rimasti in ascolto, cercando di cogliere qualche dettaglio che li aiutasse a comprendere in cosa erano coinvolti i nuovi arrivati, ma all’udire di un tale scempio, inaudita opera di una mano mossa unicamente dalla follia, preferirono farsi da parte. L’unico suono che ravvivava la radura, era il crepitio delle fiamme, che lentamente consumavano i ceppi da cui erano nate, come un lauto pranzo tanto atteso.
La custode del Tramonto sembrava persa in un mondo tutto suo, fatto di mille ragionamenti, di “se” e di “ma”, tuttavia era tardi per lasciarsi schiacciare da simili pensieri e sensi di colpa, perché anche se avesse trovato cento e più vie d’uscita, Xaldin non sarebbe tornato indietro, mai più. Nonostante fosse già seduta sul terreno, accanto al fuoco scoppiettante, sentì il bisogno di appoggiarsi a qualcosa per non sprofondare in quel vortice che era diventata la sua mente e per non essere soffocata dalla nausea che le stava chiudendo lo stomaco in una morsa sempre più stretta.
Non si accorse dello scorrere del tempo, né della ciotola di riso che le era stata data e che aveva accettato con un cenno del capo, per poi mangiarla nella solitudine del suo stato di trance apparente. Fu il custode dell’Alba a farla riemergere da quel pozzo di pensieri inesauribili che si rincorrevano tra loro, come bambini che giocano a guardie e ladri, senza mai raggiungere un punto finale.
-Tutto ok?- le domandò, fissando i suoi occhi color nocciola, ora vivi e vigili.
-…credo di sì, la notizia mi ha lasciata un po’… sconvolta, ma mi riprenderò.-
-Però non hai una bella cera, sei sicura di star bene?- chiese ancora, studiando il suo viso dal pallido colorito, tipico della stanchezza o della presenza di una malattia.
-Non preoccuparti, mi basterà riposare qualche ora e starò meglio.- assicurò lei, donandogli un piccolo sorriso.
-Allora vieni con me, ho preparato i sacchi a pelo.- la informò alzandosi in piedi e dandole una mano per aiutarla a fare lo stesso.
La castana accettò l’aiuto e si guardò in giro per costatare che la notte era già scesa su di loro e che doveva essere inoltrata, perché il buio s’era fatto fitto tra gli alberi che li circondavano come fiere guardie scelte, ma che a tratti era trafitto dagli argentei raggi della candida sfera che brillava nel blu del firmamento.
-Ma chi farà la guardia stanotte?- domandò, mentre l’argenteo la guidava verso i sacchi a pelo.
-Se ne occuperà Inuyasha, ha detto che lo fa sempre, quindi non devi darti pensiero. Potrai riposare tranquillamente.- disse Riku, fermandosi accanto ad un albero dove Sora e Kairi si stavano già sdraiando per dormire, anche loro silenziosi e con una luce di dolore negli occhi, che però lentamente andava svanendo, mutando in accettazione e in un motivo in più per lottare.
Il keyblader accompagnò la compagna nei movimenti e la convinse a stendersi, mentre cercava di capire cosa potesse averla spenta in quel modo. La notizia portata dai due Ritornanti era stata come una doccia gelata in pieno inverno, però avvertiva che nella mente e nel cuore della castana si stava muovendo qualcos’altro. Fu in quel momento che il Tiratore Libero si chinò su di loro, fissando la ragazza con l’iride dorata prima di metterle una mano sulla spalla.
-Ragazzina, butta nel cesso quei fottuti sensi di colpa, Xaldin non lo vorrebbe e poi, bastano i miei per inimicarmi un suo possibile fantasma, credimi.- sentenziò, come un fulmine a ciel sereno, ottenendo in risposta un lungo sospiro rassegnato.
-Se Marluxia fosse morto quella sera…- mormorò Jessie, socchiudendo gli occhi.
-Avremmo perso te.- replicò grave Xigbar. -Probabilmente, se avessi ucciso quel bastardo, saresti caduta nell’Oscurità e non avresti più potuto aiutare nessuno…- aggiunse, dopodiché le diede una pacca su quella stessa spalla e mostrò un sorriso beffardo. -In ogni caso, non abbatterti, ho già giurato che prenderò Xaldin a calci in culo se lo raggiungerò all’altro mondo, vorrà dire che lo farò anche da parte tua!-
Per un momento, Jessie rise e ringraziò il Ritornante, che si gettò nel sacco a pelo accanto al suo, con le braccia incrociate dietro la testa.
-Non ti ci abituare, normalmente non sono così schifosamente sentimentale. Oggi è un’eccezione, domani tutto torna come sempre.- rispose, prima dare la schiena ai due custodi, augurando una rapida buona notte e zittendosi subito dopo.

Era sicuramente passata la mezzanotte quando una serie di fruscii attirò le sue acute orecchie, che si mossero con un paio di scatti alla recezione del rumore. Sollevò appena le palpebre e vide la figura che da seduta passava alla posizione eretta, per poi muovere dei passi malfermi. La osservò spingersi verso il limitare della radura, appoggiarsi ad un albero con entrambe le mani e poi correre via, per quanto le concedesse la poca stabilità delle gambe. Aprì del tutto gli occhi e seguì i movimenti della fuggitiva con l’udito, finché non ne sentì i gemiti di dolore, i colpi di tosse e infine, il crollo accompagnato da un’inspirazione prolungata che precedette dei conati di vomito, violenti e sfibranti.
Rimase in ascolto, indeciso se portare aiuto o meno, ma si decise quando sentì chiaramente una caduta e la tipica quiete notturna tornare a regnare nella foresta. Inuyasha si alzò, senza emettere il minimo rumore, e andò a frugare nello zaino della compagna, finché non trovò una bottiglia d’acqua.
-Miroku.- sussurrò, posando una mano sulla spalla del monaco, che reagì immediatamente, sedendosi nel sacco a pelo. -Mi allontano un momento.- aggiunse, indicando con lo sguardo il posto vuoto tra i dormienti.
-Va bene.- asserì l’uomo, guardandolo correre in una ben precisa direzione.
La raggiunse in una manciata di secondi grazie a dei rapidi balzi, trovandola stesa su un fianco a pochi passi dal risultato del suo rigetto. Si inginocchiò al suo fianco e la sollevò con estrema delicatezza, dopodiché la scosse per destarla da quello stato di dormiveglia dato dalla stanchezza improvvisa e prima di quanto si aspettasse, si ritrovò a specchiare i suoi occhi d’ambra in un paio di iridi color nocciola, opache e offuscate.
-…che ci fai…qui?- domandò Jessie, prendendo ampi respiri.
-Lascia perdere, sciacquati la bocca piuttosto.- ordinò, porgendole la bottiglia e attendendo con pazienza che la ragazza eseguisse quanto aveva detto.
Troppo stanca, fisicamente e mentalmente, per fare domande, la keyblader si sciacquò la bocca e le labbra, dopodiché bevve un po’ d’acqua a piccoli sorsi e si rilassò involontariamente nella presa del mezzodemone, che non aveva distolto lo sguardo nemmeno per un attimo.
-Va un po’ meglio?-
-Sì… grazie.- rispose in un sussurro lei.
L’altro annuì. -Vuoi restare qui ancora un po’ o preferisci tornare?-
-È meglio se torniamo indietro…- disse la castana, appoggiandosi al ragazzo per potersi alzare, ma fallendo nel tentativo di muovere anche un misero passo, fu così che si sentì sollevare e prendere in braccio. -Grazie anche per questo…-
-Se aspettiamo che tu ti riprenda facciamo mattina.- replicò semplicemente Inuyasha, voltandosi e prendendo la via del ritorno con passi morbidi e veloci. -Sono sorpreso che tu sia riuscita ad arrivare tanto lontano al buio e nelle condizioni in cui eri…-
-Vedo bene al buio e mi sarei allontanata anche di più se avessi potuto…- ammise, chiudendo gli occhi e posando la fronte sul petto dell’altro.
-Che succede?- chiese lui preoccupato. -Stai di nuovo male?-
-Mi… gira la testa…- disse a fatica, mentre l’ennesima ondata di nausea le serrava la gola. -Perché sto così male? Che diavolo succede?- pensò, stringendosi alla veste del mezzodemone.
-Andiamo.- concluse Inuyasha, riprendendo a camminare più velocemente che poteva, senza sballottare troppo la ragazza per evitarle un peggioramento del suo malessere.
Al suo ritorno, il monaco, ora davanti al piccolo falò, lo guardò con preoccupazione evidente e fece per andargli incontro, ma il mezzodemone scosse il capo perché fu lui a sedergli immediatamente accanto per spiegargli velocemente cos’era accaduto. Fecero diverse ipotesi, da un avvelenamento allo shock per la morte del compagno di cui aveva ricevuto notizia quella sera stessa, ma lei stessa negò entrambe le cose e li avvisò che cominciava a sentirsi meglio. Tuttavia, rifiutò di tornare a dormire o anche solo a sdraiarsi nel sacco a pelo, anzi, quando fu libera dal sostegno delle braccia di Inuyasha, si sedette vicino a lui per unirsi alla veglia notturna.
-Fa un po’ come ti pare.- sentenziò il mezzodemone, incrociando le gambe e unendo le mani nelle maniche della veste.






Et voilà ù.ù Che dire? Bè, anzitutto, povero Xaldin ç___ç M'è dispiaciuto farlo secco, ma oh! sono esigenze di copione e poi sono soddisfatissima della scena iniziale del capitolo col suo cadavere ù.ù Poi, credo che la scena di flashback di Naraku e la scena con la ragazza dalla chioma blu abbiano sollevato tanti dubbi e tante domande a cui sarà data risposta a tempo debito. Infine, cosa starà succedendo a Jessie? Vi lascio con la domanda, ma sicuramente ne troverete la risposta ù.ù
Ma ora la smetto di rompere e fuggisco! Alla prossima!
See ya!


L'angolino dedicato a voi ù.ù

lettore 01: Eh sì, la situazione si complica sempre di più! Per Sophia mi sono ispirata alle succubi, demoni femminili che si cibavano degli uomini dopo averli sedotti, invece l'Albero della Vita me l'hanno suggerito :3 Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero di non impiegarci troppo a scrivere il prossimo x3 Bye!!!

Firely: Cara :3 *abbraccia* Purtroppo Xaldin ha fatto caput, ma come ho detto è stata un'esigenza di copione ù.ù Ti è venuta voglia di disegnare Sophia? *.* Se lo facessi ne sarei estremamente onorata u.u Quando ho scritto il pezzo del giornale ho pensato la stessa cosa che hai detto tu xD "Ma non li beccano mai?" xD Quindi sgamata ù.ù Sono contenta che i miei combattimenti ti piacciano :3 però ti confido un segreto, ormai sono a corto di idee per quelli, quindi dovrò inventarmi cose nuove per non ripetermi xD Spero che anche questo capitolo ti soddisfi e ti colpisca ^^ Ciauuuu <3

Lizzie Sora: Gemellina mia bella <3 Sophia verrà ridotta a bonsai, sta tranquilla, quando e come lo vedrai ù.ù e per il povero Xaldin ci hai visto giusto... spero che la sua scena all'inizio non ti abbia sconvolto troppo <.< Marluxia diventa sempre più odioso e potente sì... Axel, eh? *si gira dall'altra parte per un momento e nasconde il copione* Axel, sarebbe una bella idea, ma in questo mondo il tuo rosso non si vedrà ù.ù Jessie adora i pargoli e poi... *si autocensura lo spoiler* e Riku non le stacca gli occhi di dosso, come giusto che sia ù.ù Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto :3 Chuuuu <3



Come sempre ringrazio anche chi legge soltanto, chi ha messo la fic tra le preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare, e anche chi l'ha messa in un più di una di queste tre cose ù.ù io vi adoVo tutti quanti e vi voglio tanto tanto tanto tanto tano bene x3 Ci vediamo al prossimo capitolo!!!! See ya!

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Capitolo 79
*** Capitolo 77: Legame x Ricordi x Ragni ***


Buona sera a tutti!!!! :D Finalmente sono tornata ù.ù speravo di fare in tempo per il compleanno dello Sclero, ma ahimé ho tardato di un mese e dieci giorni... mi perdonate vero? *occhioni da cucciolo bisognoso di coccole* Ovvio che mi perdonate ù.ù *arriva il Banditore con il copione* Alla buon'ora! Stavo per annunciare il capitolo senza averlo in mano! *l'omino si inchina* Sì, sì, perdonato... Ora fa il tuo lavoro... *l'omino annuisce e comincia a suonare la sua trombettina, ovviamente una musichetta a caso* Ooook.... Detto questo, vi lascio al capitolo (decisamente più lungo degli altri), spero che vi piaccia =3 Buona lettura!!!!


Capitolo 77: Legame x Ricordi x Ragni


Il mattino si mostrò stranamente in fretta dopo quella notte tormentata. Come un pulcino dal forte e irrefrenabile desiderio di uscire dall’uovo e vedere il mondo che lo circonda, così i raggi del sole camminarono lesti tra gli alberi della foresta, posandosi ovunque riuscissero a giungere. A braccetto con la luce chiara dell’alba, giunse una brezza leggera e tiepida che smuoveva le pigre foglie, simile alle delicate dita di un pianista che si muovono rapide sui tasti bianchi e neri.
Questa vivace e serena coppia di elementi destò il custode dai capelli argentei, che si girò di schiena per sbadigliare e voltarsi poi alla sua destra, dove la sera prima s’era addormentata la sua compagna. Vedere il sacco a pelo vuoto, però, lo svegliò immediatamente e sgranò gli occhi acquamarina, mentre balzava a sedere guardandosi attorno con frenesia alla ricerca della ragazza. La trovò quasi subito, seduta al fianco di Inuyasha, con lo sguardo fisso sul falò, persa in chissà quali pensieri. Studiò il suo viso, scorgendolo stanco e pallido più di quanto ricordasse, tuttavia, nell’ombra dei suoi occhi lesse una nota d’ansia e d’inquietudine, che lo spinsero ad alzarsi velocemente per raggiungerla. Si chinò accanto a lei, donandole un sorriso e un sereno buongiorno, in risposta però, ricevette un’espressione evidentemente tirata e si preoccupò.
-Come ti senti?- le domandò, passandole le dita sulla guancia dal basso in su, fino a posarvi l’intero palmo e lasciando che lei si appoggiasse a sua volta.
-Ho riposato male, nulla di grave…- rispose, non badando all’occhiata del mezzodemone accanto a sé.
Riku annuì, accettando le parole della ragazza e celando l’espressione colma di dubbi, altrimenti rivelatrice del suo reale giudizio, ossia che non credeva assolutamente a quanto aveva sentito. Comprese che la custode nascondeva qualcosa e sperò che prima o poi gliene parlasse, ignorando cocciutamente l’idea che si stesse allontanando da lui.
-Hai fatto colazione almeno? Ci aspetta una lunga camminata oggi.-
-Sì…- riferì con una leggera titubanza. -Stai tranquillo e mangia anche tu, non puoi dirmi di fare una cosa e poi non farla tu per primo.- aggiunse, con un piccolo sorriso.
-Hai ragione.- disse il ragazzo, sorridendo in risposta e dandole un bacio sulla guancia.
Mentre si alzava per andare alla ricerca di qualcosa da mettere nello stomaco, il custode dell’Alba pregò Kingdom Hearts, perché la sua compagna si facesse avanti durante il viaggio e gli rivelasse quale fosse la fonte dei suoi fitti pensieri.
Al contrario, Jessie sentì il senso di colpa farsi ancora più grande e istintivamente serrò con forza le labbra, come per impedirsi di parlare.
Dopo che il mezzodemone l’aveva recuperata poco lontano dal campo, non era nemmeno tornata a sdraiarsi per paura che quello strano malessere ricomparisse per tormentarla e costringerla ad allontanarsi di nuovo. Era quindi rimasta al fianco di Inuyasha, senza mostrare ulteriori segni di stanchezza o sonnolenza, facendosi reciproca compagnia in quella notte silenziosa e chiedendo a lui e al monaco di non rivelare nulla di quanto accaduto. Inoltre, aveva mentito di nuovo sulla colazione, perché la sola idea di mangiare, in quel momento la disgustava soltanto.
Percepiva chiaramente lo sguardo del ragazzo che le stava accanto, perciò si voltò e ricambiò, pregandolo tramite le sue iridi color nocciola di non intervenire in quella conversazione già conclusa.
Circa un’ora più tardi, erano ormai tutti svegli e pronti a partire, quindi raccolsero i sacchi a pelo e si avviarono lungo il sentiero che li avrebbe condotti fuori da quella piccola macchia di alberi e poi in un’ampia pianura verdeggiante, in cui a detta di Sango, sorgeva un villaggio di poche case.
Accanto a Riku, la custode del Tramonto metteva un passo avanti all’altro, assorta nei propri pensieri, cogliendo distrattamente i discorsi delle tre ragazze che aveva davanti e che avevano fatto amicizia con una facilità estrema. Per l’ennesima volta da troppe ore, stava cercando di capire il perché di quel malore, da dove provenisse, da cos’era stato provocato, ma soprattutto, voleva far luce sulla strana e intensa sensazione di disagio che era comparsa dopo di esso. Era simile a ciò che aveva percepito quando si era avvicinata alla Prima Pietra della Luce, ma al tempo stesso era diversa.
-Siamo arrivati alla fine della foresta!- esclamò Shippo, correndo avanti e sporgendosi oltre gli ultimi alberi, per osservare con i suoi giovani occhi la grande pianura erbosa attraversata da uno stretto sentiero di terra spoglia, e sovrastata dall’imponente e minacciosa figura del monte Hakurei, sempre avvolto da uno scialle di tenue nebbia rosa.
Pochi passi e l’intero gruppo raggiunse il demone volpe, posando ogni sguardo sull’altura.
-Stiamo andando là?- domandò il Tiratore Libero, ottenendo un assenso dal sovrano del Castello Disney. -Seguendo quale pista? A parte l’Oscurità che ne esce, mi pare ovvio.-
-Nessuna in particolare.- intervenne Sora. -Però, se raggiungiamo la montagna, è possibile che ci imbattiamo in Marluxia o nell’Emissario, oppure in qualsiasi altra cosa che è nostro compito distruggere.-
-Sempre molto precise le missioni dei custodi.- commentò il numero II. -Voi invece?- chiese, voltandosi verso il gruppo di Inuyasha.
-Noi siamo diretti alla montagna sacra perché secondo le informazioni che abbiamo raccolto, sembra che il nostro nemico si sia nascosto là, nonostante la sua natura maligna.- spiegò il monaco con serietà, mettendosi tra Sango e Kairi, che all’improvviso s’irrigidirono.
Tuttavia, mentre la prima chiudeva gli occhi, digrignando i denti per la rabbia, la principessa della Luce arrossì di colpo e cacciò un grido, per poi allontanarsi di scatto dall’uomo.
-Kairi che succede?!- esclamò il Maestro del keyblade, affiancandola e notando il suo rossore.
-Lui… mi ha…- balbettò, incapace di continuare la frase a causa della sorpresa.
-Che ti ha fatto?- chiese ancora il castano, non capendo a cosa alludesse la compagna.
-Siamo alle solite…- disse Shippo con un sospiro.
-Miroku…- intervenne Sango, sollevando il suo enorme boomerang, mentre veniva circondata da un’aura minacciosa. -…posso chiederti cos’avevi in mente, quando hai deciso di palparci il sedere?- domandò, lasciando interdetti i guerrieri della Luce.
Serio e composto, il monaco si portò una mano sotto il mento. -Bè Sango, mi pare ovvio, come sempre sono alla ricerca di donne che possano darmi degli eredi. A proposito…- s’interruppe, voltandosi verso la principessa della Luce, prendendole le mani tra le proprie. -Signorina Kairi, vorreste fare un figlio con me?- se ne uscì con una naturalezza inaudita, come se quella che aveva fatto fosse una richiesta comune.
Se possibile, la custode del Flower Key arrossì ancora di più, lasciando che il suo viso sfidasse la chioma che lo circondava, mentre accanto a lei, Sora la imitava, restando con la bocca spalancata in una muta espressione d’incredulità, come quasi tutti i suoi compagni.
La possente arma di Sango cadde pesantemente sulla testa del monaco, facendolo cadere a terra. -Razza di maniaco!- urlò la ragazza prima di voltarsi dall’altra parte e riprendere il cammino seguita da Kirara.
-Perdonalo.- intervenne Kagome, posando una mano sulla spalla della rossa. -Lui fa così con tutte le ragazze che gli capitano a tiro, non darci troppo peso.- spiegò con un timido sorriso di scuse, ottenendo un lieve cenno d’assenso dall’altra ancora in stato di “shock”.
-A proposito, Miroku perché non l’hai chiesto anche a Jessie?- fece il demone volpe, saltando sulla spalla della mora.
-Mi pare evidente, Shippo.- rispose l’uomo, rialzandosi con l’ausilio del suo bastone. -Per mancanza d’occasione, ma rimediamo subito…- proseguì voltandosi verso la castana. -Signorina Jessie vorreste-
-Azzardati a finire la frase e giuro che ti do fuoco.- algida e terribile, la keyblader del Tramonto aveva zittito il monaco, fulminandolo con i suoi occhi furenti.
A dar man forte alle sue parole, si fecero avanti dei brevi spruzzi di fiamme dalle sue mani, serrate lungo i fianchi. -Se abbiamo finito di perdere tempo, direi di proseguire.- aggiunse, incamminandosi con passo deciso fuori dalla foresta e coprendosi la testa col cappuccio.
-Sai che ti dico, Miroku?- asserì Inuyasha. -Ti sei salvato per poco, secondo me, aveva tutta l’intenzione di bruciarti vivo.- confessò, guardando l’amico ancora immobile per la risposta ricevuta.
Ripresosi dallo sgomento momentaneo, Riku scagliò un’occhiata all’uomo. -Ti consiglio non fare più simili proposte.- dopodiché corse accanto alla compagna, cercando di guardarla in viso, con scarso successo.
-Jessie?-
-Dimmi.- sputò, rabbiosa, evitando di dargli anche solo un’occhiata.
L’argenteo inarcò un sopracciglio, stranito di fronte a quella manifestazione d’ira. -Sei arrabbiata per quello che ha detto il monaco?-
-No.-
-E perché allora?-
-Non lo so, forse più tardi passerà.- replicò secca e infastidita.
Il custode dell’Alba rimase ancor più turbato di fronte a quel comportamento e il desiderio di cercare di capire cosa l’avesse provocato era sì grande, ma era restio a porre ulteriori domande, quindi si limitò a camminare al fianco della castana, chiusa in un ferreo mutismo. Nel frattempo, il resto del gruppo aveva ripreso a muoversi, ed era ormai giunto alle spalle dei due keyblader. A quel punto, Riku si voltò per lanciare uno sguardo d’aiuto in direzione della principessa della Luce, che rispose immediatamente tramite le sue profonde iridi blu. Ripresasi bene dallo shock subito poco prima, Kairi allungò il passo per raggiungere l’amica e dare manforte all’argenteo, però qualcuno fu più veloce di lei. Con le mani nascoste nelle ampie maniche della sua veste, Inuyasha si fece avanti in silenzio, lasciando di stucco i suoi consueti compagni di viaggio e incuriosendo quelli nuovi.
Jessie percepì la presenza del mezzodemone accanto a sé e lo ringraziò mentalmente per averla difesa da un'altra serie di domande da parte degli amici. Nemmeno lei sapeva spiegarsi l’origine di quella rabbia e del nervoso, spuntati praticamente dal nulla in pochi minuti senza un particolare motivo. Esattamente come la nausea che, ancora una volta, le stava salendo dallo stomaco alla gola. Riuscì a trattenere un colpo di tosse tra le labbra serrate, lasciando che si sentisse appena e che passasse inosservato, ma fallì con le sensibili orecchie canine di Inuyasha, che le gettò una rapida occhiata per valutare le sue condizioni. Nell’osservarla si chiese nuovamente il perché di tutta quella premura nei riguardi di un’umana dalla dubbia provenienza che possedeva un odore strano, non apparendogli però tanto sgradevole come in principio, e che proprio come lui, celava un lato oscuro, su cui non aveva controllo.
Un nuovo colpo di tosse, questa volta forte e chiaro, subito seguito da altri due della stessa intensità, lo risvegliò dai suoi pensieri e attirò l’attenzione di tutti gli astanti. Riku si chinò immediatamente sulla compagna, che nel frattempo si era fermata e si era portata la mano destra alla bocca.
-Che succede?- domandò Sora, affiancando l’amico.
-Non lo so…- rispose con ansia evidente. -Jessie, cosa-
-Vuoi andare vicino agli alberi?- chiese invece il mezzodemone, sovrapponendo la sua voce a quella del custode e mostrando calma e sicurezza.
La mancina che si strinse alla sua veste bastò come affermazione, quindi prese la keyblader tra le braccia e fece dietrofront per dirigersi verso la piccola macchia di alberi. -Kagome! Prepara dell’acqua fresca!- urlò alla mora, compiendo il primo e lungo salto.
Mosso da una sensazione spinosa, che da tempo non avvertiva, il custode dell’Alba corse dietro ad Inuyasha, che con due balzi aveva già raggiunto il limitare della foresta appena superata. Tornata con i piedi per terra, la custode del Tramonto cadde immediatamente in ginocchio e dopo un ultimo colpo di tosse, prese a rigettare quel poco che le era rimasto nello stomaco.
Appena le fu accanto, Riku le posò una mano sulla fronte, mentre con l’altra tratteneva i lunghi capelli castani. Dopodiché si voltò in direzione del mezzodemone, che se ne stava a pochi passi da loro, in silenzio e con lo sguardo perso sull’orizzonte. Lo guardò in cagnesco, roso da una gelosia che sapeva non aveva ragione di esistere, a cui però non era proprio in grado di mettere un freno, finché non riuscì a rivolgergli la parola.
-Spiegami cosa sta succedendo.-

-Probabilmente la signorina Jessie non vorrebbe che ve lo dicessi, ma ritengo che sia giusto informarvi.- esordì serio Miroku, dopo che Pippo aveva domandato cosa fosse preso alla custode. -Anche questa notte si è sentita male. Si è allontanata dal campo in silenzio, solo Inuyasha se n’è accorto e l’ha seguita.- spiegò. -Quando l’ha riportata indietro ha detto che neanche lei sa a cosa sia dovuto questo malore, lo credeva passeggero, ma evidentemente non è così…-
Kairi abbassò lo sguardo sulle proprie mani, sentendosi impotente. -Ancora una volta ha voluto tenersi tutto dentro…-
-Già, sembra che nemmeno Riku sapesse qualcosa di questo malore… però, è strano il legame che ha creato con Inuyasha…- intervenne Sora. -All’inizio non poteva vederla, invece ora la aiuta…-
-Credo che in realtà si somiglino molto più di quanto possiamo immaginare.- disse Kagome, stringendo una bottiglia d’acqua tra le mani. -Tempo fa, Inuyasha ha dovuto affrontare la parte demoniaca di se stesso, che era fuori controllo. Credo che abbia visto Jessie nelle sue stesse condizioni e questo l’ha spinto ad aiutarla.- asserì, guardando la figura del ragazzo da lontano. -È davvero cambiato.-
-E sta tornando indietro.- fece ad un tratto Luxord. -Da solo.-

Cessato il malore della compagna, il custode dell’Alba aveva raccolto un po’ d’acqua tra i palmi chiusi a coppa, dandogliela da bere e per sciacquarsi il viso, ora spaventosamente pallido. Si girò nuovamente verso Inuyasha, che ricambiò appena lo sguardo.
-Se devi dirmi qualcosa fallo.-
-Puoi lasciarci soli? Vi raggiungiamo tra un momento.- chiese il keyblader, aiutando la ragazza a sedersi con la schiena contro un albero vicino.
-Va bene, però mettiti in testa una cosa: a me lei non interessa.- disse tranquillo, prima di incamminarsi per raggiungere nuovamente il gruppo. -Vi aspettiamo.-
Lo osservò allontanarsi, poi riportò le iridi color acquamarina sul volto della castana, quasi priva di energie e senza fiato. Cacciò un lungo sospiro, chiudendo un momento gli occhi prima di tornare a fissarla.
-Perché non mi hai detto che stavi male?- domandò.
-Non volevo farti preoccupare…- buttò lei, voltandosi dall’altra parte, non riuscendo a reggere il confronto con il suo sguardo.
-E non hai mangiato stamattina, vero?- indagò, anche se conosceva già la risposta.
-Non mi andava.- replicò.
-E non sai perché hai iniziato a star male?-
-Se lo sapessi avrei cercato di porvi rimedio, ti pare?-
Riku sospirò ancora. -E se incontrassimo Marluxia o un gruppo di avversari? Come pensi di riuscire a combattere in queste condizioni?-
-Combatterei lo stesso, non sarà della stupida nausea a mettermi fuori gioco.- rispose, piccata, mentre cercava di alzarsi lentamente, appoggiandosi all’albero.
-Non mi sembra tanto stupida, visto come ti ha ridotta.- fece, squadrandole il viso.
-Quando ero a casa sono stata peggio e sono uscita comunque per eliminare Heartless e Nessuno, quindi non ci sono problemi.- disse, ormai in piedi, lottando contro un capogiro violento che minacciava di farla ricadere per terra.
-Ma qui non si tratta di nemici di basso livello!- esclamò Riku, alterandosi. -Parliamo di Marluxia o della cosa che ha persino ucciso Xaldin!-
-E quindi cosa dovrei fare? Nascondermi da qualche parte e stare a guardare?! Mi spiace ma hai sbagliato a capire!- ribatté Jessie, alzando la voce e pentendosi l’istante dopo di averlo fatto a causa di una forte fitta alla testa. -Maledizione… mancava solo questa…-
-Non dico che devi nasconderti, ma non sei in condizioni di affrontare uno scontro!-
-Non mi interessa, io combatto e basta! Fine della storia!-
-Sei peggio di un mulo!- esplose il ragazzo, tirando un pugno al tronco dell’albero a poca distanza dal capo della compagna, che sussultò appena. -Non capisci che voglio solo proteggerti?!-
-Lo capisco benissimo, ma non è necessario mettermi da parte!- replicò ancora. -So badare a me stessa! L’ho sempre fatto e continuerò a farlo! Non voglio diventare un peso!-
-Se continui a intestardirti così lo sarai!- buttò l’argenteo, prima di imporsi la calma, poiché urlando era certo che non sarebbe arrivato da nessuna parte.
Posò le mani sulle spalle della ragazza, che respirò a fondo mentre si appoggiava al tronco dell’albero. -Io non ti vedrò mai come un peso, ok? Ti proteggerò e sarò al tuo fianco per sostenerti, però se tu ti allontani da me, non posso aiutarti…-
La castana tacque, cogliendo sincerità e premura negli occhi e nella voce del suo compagno, sentendosi un’ingrata e una sciocca. Abituata a fare affidamento solo su se stessa e sulle sue forze, non concepiva l’idea di potersi appoggiare totalmente a qualcuno in quel momento di fragilità e debolezza.
-Scusa…- mormorò. -…è che sono solita arrangiarmi in qualche modo, dato che sono sempre stata sola. Questa nausea poi mi rende nervosa, non volevo arrabbiarmi con te prima…-
Riku però, era rimasto perplesso e inquieto di fronte a determinate parole. -…che significa che sei sempre stata sola?-
Jessie sgranò gli occhi, impietrita, perché solo in quel momento si rese conto di ciò che aveva detto. Sospirò e abbassò lo sguardo, consapevole che ormai non poteva tirarsi indietro e che il custode dell’Alba non l’avrebbe lasciata andare se non avesse ottenuto le sue risposte.
-Non c’è nessun significato nascosto, quelle parole significano solamente ciò che dicono.- disse, puntando le sue iridi in quelle acquamarina dell’altro. -Tu sei stato fortunato, Kairi e Sora sono sempre stati al tuo fianco, per aiutarti e starti vicino quando ne hai avuto bisogno. Io, invece, sono cresciuta in solitudine con le prese in giro e le offese dei miei compagni, che non mi hanno mai accettata né voluta…- confessò, stringendo la stoffa del cappotto nei pugni. -…non ero diversa da loro, venivo solo da un’altra città, eppure… ero come loro, ero normale, eppure non mi hanno voluta…- proseguì, ignorando le lacrime che avevano preso a scorrerle sulle guance. -…può sembrare una sciocchezza, perché ci sono sicuramente situazioni peggiori, ma ti assicuro che andare a scuola ogni giorno sapendo cosa mi aspettava, era diventato un incubo…- deglutì, cercando di controllare la sua mente, impedendole di continuare il percorso dei suoi pensieri. -…da quando l’Emissario s’è messo a giocare con i miei ricordi, rivedo quelle scene una dopo l’altra…-
-E Andrea?- domandò il ragazzo, sapendo della stretta amicizia che le univa.
-Andrea è entrata nella mia vita quando ormai ero arrivata al fondo ed ero troppo stanca per provare a risalire di nuovo… lei però, è riuscita farmi emergere, ma ci sono voluti anni…- spiegò, tremando appena. -Ora, però, l’Emissario non fa altro che bombardarmi con quei ricordi… dopo tutta la fatica che ho fatto per superarli… è stato tutto inutile…- terminò, incapace di porre un freno alle lacrime e al tremore.
Sgranò gli occhi, quando si vide stringere in un abbraccio istintivo e in cui si sentì piccola e ancora più fragile di quanto fosse già.
-Mi dispiace…- mormorò contro il petto del compagno.
-Che cosa?- domandò lui in risposta, accarezzandole la schiena.
-Essere diventata un peso… prima con il malore e adesso con quello che ti ho detto…- rispose con tono colpevole. -Mi dispiace…-
-Non dire sciocchezze.- ribatté il keyblader dell’Alba. -È terribile che tu abbia passato un’infanzia del genere… però, è passato, devi pensare al presente con tutte le tue forze e mettere da parte questi ricordi. Non ti chiedo di dimenticare tutto dall’oggi al domani, è impossibile, ma devi cercare di resistere. E quando sentirai di non farcela, io sarò pronto ad aiutarti, te l’ho già detto.- disse, sciogliendo la stretta per poterla guardare in volto e donarle un sorriso d’incoraggiamento.
Lei sorrise di rimando, passandosi una mano sul viso per asciugarlo dalle lacrime, che continuavano a scendere. -Grazie…- cercò di dire, prima di essere interrotta da un bacio improvviso e delicato dell’argenteo.

I grandi e distesi raggi del sole al crepuscolo accarezzavano la pianura con dolcezza, dando un ultimo saluto e augurando una notte serena, mentre si ritiravano lentamente oltre l’orizzonte. I due gruppi di viaggiatori erano ancora in marcia, decisi a raggiungere il piccolo paese prima del sopraggiungere del buio. Proseguivano a ritmo sostenuto, avvolti da un quieto e leggero silenzio, in cui risuonava solamente il fruscio delle code di Kirara, che sotto gli occhi stupiti dei guerrieri della Luce si era ingrandita, probabilmente superando le dimensioni di un leone, offrendosi di trasportare la custode del Tramonto, sfiancata dal suo malessere.
Distogliendo lo sguardo dal sentiero che si stagliava di fronte a lui, su cui torreggiava la grandiosa figura del monte Hakurei, Riku lo posò sul corpo di Jessie, che riposava tranquilla sulla schiena del demone gatto. L’argenteo poteva solo immaginare cosa avesse realmente passato la sua compagna, vittima di una solitudine imposta che poi era diventata parte integrante del suo essere, finché non era stata ricondotta fuori da quel pozzo freddo e nero. Tuttavia, non poté che invidiare la sua forza di volontà, capendo che doveva esserne servita molta per potersi rialzare e tornare a vivere davvero. Distese le labbra in un lieve sorriso, mentre le sfiorava la guancia con le dita per poi sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio, facendo il più delicatamente possibile per evitare di disturbare il suo riposo.
Pochi passi più indietro, Inuyasha osservava la coppia con iridi pensierose. Grazie al suo udito era riuscito ad ascoltare ogni parola che i due keyblader si erano scambiati ed era rimasto colpito dal racconto della ragazza. Come mezzodemone, lui non era mai stato accettato né dagli umani né dai demoni, mentre la castana nonostante fosse una normale bambina umana, aveva subito il suo stesso destino e mai come in quel momento, si sentì in grado di capire pienamente i sentimenti di qualcun altro. Si girò a guardare Kagome, sperando che non le fosse capitato di vivere una situazione come quella.
-Tra poco avremo visite.- esordì Xigbar, fermandosi al fianco di re Topolino e attirando tutti gli sguardi su di sé.
-Come fai a saperlo?- domandò Sango, impugnando il suo boomerang.
-Una grande fonte di Oscurità si sta avvicinando…- intervenne la custode del Tramonto, scendendo dalla schiena di Kirara e prendendo a guardarsi attorno.
Per confermare le parole dei due compagni, quindici pozze scure da un metro di diametro si aprirono intorno a loro costruendo una circonferenza e come delle bocche fameliche insoddisfatte del loro pasto, rigettarono altrettante creature dall’aspetto sinistro. Una squadra di Heartless con sembianze da ragno e l’inconfondibile stemma rosso e nero, che spiccava sulla fronte grigia ricoperta da un sottile strato di peluria come il resto del corpo. Le otto zampe fremevano picchiettando sul terreno erboso della pianura, scavando dei piccoli solchi, mentre le fauci si aprivano e chiudevano a scatti, e le quattro paia d’occhi gialli, disposte una sull’altra, fissavano con bramosia i possessori di quei cuori tanto luminosi.
-Che odore disgustoso… peggio dei cadaveri.- sputò Inuyasha, coprendosi per un attimo il naso con la manica sinistra, mentre con la dritta impugnava Tessaiga.
-A giudicare dall’aspetto, devono essere opera di Naraku.- valutò Miroku, affiancando il mezzodemone.
-Non farti ingannare.- intervenne Sora, pronto in posizione di guardia con il keyblade tra le mani. -Questi sono Heartless, non demoni.-
-Cosa ti fa pensare che siano opera di questo Naraku?- chiese Luxord, richiamando quattro carte per ogni mano.
-Il ragno è la sua firma.- spiegò il monaco.
-Non mi stupirei se Marluxia avesse tentato un nuovo esperimento.- disse Riku, mentre alle sue spalle Omi prendeva forma dalle incalcolabili gocce d’acqua che fuoriuscivano dal suo orecchino. -Jessie…- chiamò, ottenendo un breve cenno dalla castana, che non osava staccare lo sguardo dai nemici che aveva di fronte. -Fai attenzione.-
-Farò del mio meglio.- rispose lei, evocando una sfera di fuoco davanti a sé, che rapidamente si allungò, prendendo le fattezze di un serpente sibilante, che scattò immediatamente sull’obiettivo prescelto, seguito dalla sua evocatrice.
Rapido e sfuggente, il ragno si fece indietro, evitando l’attacco della Via del Tramonto e sputando un getto violaceo dalla bocca, che colpì il rettile di fiamme, causandone l’esplosione. Le gocce che non toccarono il serpente caddero al suolo, che cominciò a bollire e corrodersi, come se fosse entrato in contatto con dell’acido.
Le iridi color nocciola della keyblader si ridussero a due fessure nascoste nel buio del cappuccio.
-Ragazzi, state lontani dalla roba che sputano questi cosi!- urlò ai compagni, mentre richiamava l’Artiglio della Notte nella mancina e tornava all’attacco.
-Ce ne siamo accorti!- replicò Paperino, guardando con occhi critici la chiazza piena di bolle che c’era accanto alla sua zampa, per poi scagliare un Thundaga sul ragno che aveva davanti.
Il fulmine si abbatté con violenza e rapidità sull’avversario del mago, riuscendo a colpirlo in pieno e sbalzandolo indietro di un paio di metri, dove cadde a pancia in su e rimase immobile con le zampe chiuse verso il centro del corpo.
-Ah! Questo ti ha fatto male… vero…?- l’enfasi che era sgorgata all’inizio della frase s’era velocemente spenta, come la sua voce che s’era ridotta a un sussurro disperato, mentre i suoi occhi neri guardavano allibiti l’avversario che dopo aver mosso nuovamente le zampe aveva preso ad agitarsi da un lato all’altro per rigirarsi e tornare a combattere. -Oh, oh…-
Poco lontano, Inuyasha strinse le mani intorno all’elsa di Tessaiga e lanciando un grido di battaglia balzò sull’avversario per tagliarlo a metà con un fendente, ma l’unica cosa che ottenne fu un paio di zampe scheletriche seguite da una scia di sangue verdognolo, mentre il loro proprietario fuggiva indietro soffiando e ringhiando.
-Dannate bestiacce, se usassi la Cicatrice del Vento vi avrei già spazzate via tutte!- urlò furioso il mezzodemone, rimettendosi in posizione di guardia.
-Non puoi farlo Inuyasha!- replicò Kagome al suo fianco. -Siamo circondati e con la Cicatrice del Vento rischieresti di colpire anche noi!-
-Credi che non lo sappia?!-
La mora lo ignorò e incoccò una freccia per scagliarla contro la creatura che stava fronteggiando. Appena partito, il dardo fu avvolto da una luce rosa, che costrinse il bersaglio a indietreggiare, insieme ai due ragni che gli stavano ai lati, chiaramente infastiditi dall’energia sprigionata dalla freccia.
-Sembra che la freccia sacra della Divina Kagome sia dannosa per loro!- intervenne Miroku, respingendo un ragno con il suo bastone, in cui iniziò a far fluire parte della sua aura benefica.
-Freccia sacra?- domandò la principessa del cuore, accanto alla ragazza.
-Sì, io sono una… sacerdotessa, diciamo, e posso fare in modo che le mie frecce siano avvolte dal potere sacro.-
-Allora direi di provarci anche noi!- esclamò la rossa. -Sora, Maestà!-
-Hai ragione Kairi!- rispose il castano, puntando il keyblade sugli Heartless che aveva davanti, imitato dal sovrano del Castello Disney.
-Sancta!- pronunciarono insieme i due custodi, liberando due raggi di luce bianca che prima di andare a colpire i bersagli prestabiliti si divisero in dieci fasci ciascuno, diventando a loro volta delle sfere, che come proiettili infallibili andarono a segno, causando un’unica grande esplosione, che investì la coppia di ragni vicini.
-Lux Sacra!- al comando, il Flower Key diede vita ad una grande sfera luminosa dai riflessi argentei, che in pochi secondi si divise in dieci globi più piccoli, affiancati da delle lame argentate, taglienti come rasoi.
I quattro ragni finiti nel mirino della magia, si allontanarono in fretta, muovendosi all’indietro come gamberi, ma non furono in grado di sfuggire alla forza devastante di quella luce pura, che li investì in pochi attimi, aprendo un piccolo cratere al momento dell’impatto. Diradatesi le nuvole di polvere sollevate dagli attacchi, da cui fuggirono i cuori che erano stati corrotti dall’Oscurità, si poté vedere che degli avversari erano rimasti pochi e fumanti pezzi, che dopo qualche secondo si ridussero in polvere.
Incoraggiata dal successo dei nuovi compagni di viaggio, Sango puntò lo sguardo determinato sul ragno che Inuyasha aveva colpito poco prima, privandolo di un paio di zampe, e che si era portato in seconda linea.
-Hiraikotsu!- urlò, lanciando il suo enorme boomerang che travolse il nemico azzoppato squarciandolo e dividendolo in due sbeccate metà.
-Se sei riuscita a farlo fuori significa che questi non sono normali Heartless… Marluxia deve aver trasformato i demoni in Heartless o qualcosa del genere…- osservò Kairi, sollevando il keyblade e affiancando Miroku seguita da Sango.
-È davvero così potente?- chiese il monaco.
-Purtroppo sì.- intervenne re Topolino, avvicinandosi a Shippo e Kirara che si erano ritrovati contro due ragni. -A questo punto però, mi domando se non si sia unito al famoso Naraku…-
All’improvviso, un urlo di dolore attirò l’attenzione dei ogni guerriero che si girò nella direzione da cui si era levato.
-Sora!- gridarono la principessa e il sovrano, inorriditi nel vedere il loro amico a terra sdraiato su un fianco, che gemeva e gridava a causa di una ferita di cui non riuscirono a scorgere l’origine.
Fu il custode dell’Alba a soccorrerlo per primo e sbiancò quando vide il braccio sinistro del castano coperto dalla sostanza violacea prodotta da quei ragni. Senza perdere altro tempo, lo sollevò portandoselo al petto e facendo attenzione a non entrare in contatto con l’acido, dopodiché chiamò Omi, che rapidamente si affiancò a loro in attesa di un ordine preciso da seguire.
-Ti copro io, fai quello che devi.- disse lo Sfidante del Destino, evocando un cerchio di carte intorno ai due ragazzi e alla fenice. -E non preoccuparti per Jessie, c’è Xigbar con lei.-
Riku annuì, tornando a concentrarsi sul Maestro del keyblade, che ad occhi serrati e denti stretti, cercava di trattenersi dall’urlare ancora. -Sora, adesso devi fidarti di me.- esordì, guadagnandosi un cenno rapido e quasi invisibile.
Rialzato lo sguardo sul volatile dal corpo liquido, il keyblader diede il suo comando e Omi obbedì in silenzio si posizionò dietro di lui per avvolgere entrambi con le sue ali, chiudendoli in una culla d’acqua pura e limpida. Stringendo la mano sana dell’amico, Riku si augurò che la sua idea bastasse per cancellare le tracce di quella sostanza acida.

-Ragazzina, che ne dici di liberarci una volta per tutte di queste schifezze?- fece il Tiratore Libero, battendosi la spalla con una delle due pistole di cui era armato.
-Dico che hai ragione, perché ne ho piene le scatole.- rispose algida la castana, gettando un’occhiata al muro di carte creato da Luxord.
-Stai tranquilla, l’ossigenato sa il fatto suo.- assicurò, intercettando il suo sguardo.
-Benissimo allora.- concluse, prima di dar vita a un cilindro di fuoco, che per una manciata di istanti la nascose tra le proprie lingue, per poi dividerlo in cinque larghi fasci, che nuovamente assunsero le sembianze di serpenti.
-Con te non ci si annoia di certo!- rise Xigbar. -Questo te lo lascio, io vado ad aiutare i due cagnoloni!-
-Nessun problema.- dichiarò lei, ordinando alle fiamme di lanciarsi contro il ragno che stava fronteggiando.
A fauci spalancate, i rettili di fuoco accerchiarono il nemico, che prese a indietreggiare per scampare da quella manovra. La sua fuga, però, risultò inutile, perché ben presto cinque delle sue zampe furono catturate dalle roventi bocche fornite di zanne e lingua biforcuta. Si accasciò a terra e osservò con le sue iridi brillanti come stelle, come gli avversari si fecero rapidamente indietro lasciando il passo alla loro evocatrice, che si dirigeva a gran velocità nella sua direzione. Il ragno sputò ancora il suo acido per fermare la sua avanzata, ma un serpente lo intercettò, causando un’esplosione e celando la sua padrona nella nube di polvere grigia. L’ultima cosa che l’Heartless vide furono i candidi artigli della chiave oscura, puntati verso il centro del suo grottesco muso.
Le fiamme nere si levarono alte, consumando fino all’ultima briciola il nemico della custode del Tramonto, che poco dopo si ritrovò in ginocchio ansante e preda di un nuovo attacco di nausea.

Quando finalmente, l’ultimo ragno cadde sotto il letale filo di Tessaiga, un silenzio innaturale scese sull’innocente zolla di terreno che aveva fatto da campo di battaglia, finché i rapidi passi di re Topolino e di Kairi non lo spezzarono di nuovo. Il primo corse dalla keyblader ancora a terra, mentre la principessa si diresse a grandi passi dai due amici, ora non più protetti dalla barriera, né da Omi che emise il suo richiamo e poi si tramutò in un fiume di gocce cristalline, per fare ritorno nel frammento di zaffiro che la ospitava.
Il custode dell’Alba fissava l’amico privo di sensi che teneva tra le braccia con un misto di paura e aspettativa. La sostanza acida era stata debellata e ciò che restava della pelle, nella zona colpita, appariva slabbrato e completamente nero, bruciato, ma per fortuna, il respiro del Maestro del keyblade era regolare e il suo viso nell’incoscienza era sereno.
-Riku!-
La voce preoccupata dell’amica attirò i suoi sensi, ma quando rialzò gli occhi la vide già al suo fianco per essere informata delle condizioni del castano.
-Come sta?-
-Bene…- sospirò l’argenteo. -…purtroppo non ho potuto fare più di così perché per eliminare l’acido ho impiegato più energia del previsto, infatti Omi non potrò più chiamarla, almeno per oggi. Comunque, credo che si sveglierà tra poco.- spiegò, adagiando l’amico a terra.
-Grazie Riku.- rispose lei, sollevata. -Vai da Jessie ora, ha bisogno di te.-
Senza farselo ripetere una seconda volta, il ragazzo si alzò e corse dalla compagna.

Mezza accasciata a terra, la custode si sorprese di non aver ancora rigettato la poca acqua che aveva bevuto e quei bocconi di pane che le avevano fatto mangiare a forza, visto il peso che avvertiva alla bocca dello stomaco. Accanto a lei, il sovrano dalle orecchie tonde provò a massaggiarle la schiena  con movimenti lenti e circolari, per aiutarla a concentrarsi sul suo respiro che, da affannoso e irregolare, tornò al suo consueto ritmo, dandole un minimo di sollievo.
-Meglio?- le chiese il compagno, dopo averla curata con una magia.
-Sì, grazie…- disse la ragazza, sollevando il viso. -Temo di aver esagerato con l’ultimo attacco…- rifletté a voce alta.
-Hai usato ancora il fuoco nero?- domandò Riku, chinandosi su di lei.
-Sì, ma non l’ho fatto di proposito.- spiegò, portandosi seduta. -Mi è salito di nuovo il nervoso di oggi, così dal nulla, e ho perso la testa… non so cosa…- si bloccò, fissando un punto preciso oltre le spalle del custode dell’Alba, imitata dagli altri compagni di viaggio.
Davanti a loro si era aperto un varco. Un varco buio e all’apparenza viscido, che preannunciava solo una cosa.
-Marluxia…- sputò il Tiratore Libero, puntando l’iride dorata sul Leggiadro Sicario, che stava uscendo dal passaggio oscuro seguito da una seconda persona avvolta dalla pelliccia di un babbuino bianco.
-Naraku.- ringhiò invece, Inuyasha, preparandosi ad attaccare.
La folle risata dell’ex numero XI sembrò congelare il tempo. -Piccola Jessie, finalmente ci rivediamo.-
In quel momento, l’ultimo raggio di sole scomparve oltre l’orizzonte e la luna piena si accomodò nel cielo, invadendo ogni spazio con la sua fredda presenza.





Anche per oggi abbiamo finito! Sembra che Xigbar abbia una possibilità di vendicare il suo amico Xaldin, ma ci riuscirà? Mi immagino tutte le domande che vi affollano il cervello su quanto sta accadendo a Jessie. Non temete, probabilmente fra... due o tre capitoli al massimo dovrei rivelarlo, quindi forse per gennaio saprete qualcosa xD Spero di riuscire a velocizzare gli aggiornamenti xD Anyway, i nostri eroi avevano appena fatto secchi questi strani Heartless a forma di ragno, ora si trovano davanti la coppia Marluxia-Naraku, ce la faranno a sconfiggerli? Lo saprete nel prossimo capitolo!
See ya!


L'angolino dedicato a voi ù.ù

lettore 01: La morte di Xaldin è stata un colpo per tutti, me compresa ç____ç In questo capitolo ho delineato bene o male la trama generale di Inuyasha e alla fine, non so se farò intervenire altri personaggi, eventualmente comunque, metterò un piccolo specchietto riassuntivo =3 Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! A presto!!!!

Lizzie Sora: Gemellina mia bellissima <3 Cosa starà mai succedendo a Jessie? Chi lo sa ù.ù *il Banditore la indica con una freccia lampeggiante* Grazie omino inutile, cosa farei senza di te... *l'omino sorride e annuisce* Sì, ok... dicevo ù.ù No, niente sfere del drago, mi spiace xD Xaldin è andato e andato resta xD chi altro lo seguirà? Boooo ù.ù Sono contenta che le mie descrizioni ti siano piaciute x3 Lentamente sto scoprendo tutte le carte della gatta, ma per ora, non posso rivelare quella più importante, eh no ù.ù Spero che questo capitolo ti soddisfi come il precedente! Alla prossima gemellina!!!! <3<3

little_drawing: Carissima, ben arrivata =3 Ti sei appena messa in pari e io già aggiorno, lo so sono un demonio xD Gli insulti di Xigbar erano tutti dettati dal profondo ammmoooooreeee che nutre per Xaldeeeen xD Scherzi a parte, Xigbar lo insulta perché gli vuole bene e non sa come fare per dare sfogo al suo dolore, quindi si arrabbia xD Ti è piaciuta Sophia? Buono a sapersi... *muahahmeggia perché sa* Il malore di Jessie è strano, già già ù.ù ti dico solo una cosa: nei capitoli indietro (quanto indietro non te lo dico, sì sono un demonio di nuovo xD) c'è scritto il perché del suo malessere ù.ù Se scopri qualcosa, scrivimi in via privata, così se indovini sarà il nostro piccolo segreto ù.ù Per l'autografo del Banditore ci sto lavorando, purtroppo ho avuto problemi con fotoschioppo e sto diventando matta a installarlo di nuovo. Appena ce l'ho comunque lo avrai ù.ù A presto bella! Ciauuuuu!!!! =3




Come sempre da un pò di capitoli, non mi ricordo più chi era chi, chi seguiva, chi ricordava, chi preferiva, chi tutto e chi niente, quindi facciamo così ù.ù
Vi ringrazio tutti tutti :D Chi segue, chi ricorda, chi preferisce e anche chi legge soltanto! ù.ù E ricordatevi tutti che io vi adoVo!!! :D Alla prossima!!! See ya!!!
Ah, quasi dimenticavo... *schiocca le dita e il Banditore cade nella consueta botola gridando aiuto* Mi mancava questa cosa... *schiocca le dita e scompare in una nuvola di fumo like a ninja*

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Capitolo 80
*** Capitolo 78: Lobelia x Voce x Not Alone ***


*arriva in sella a un cavallo nero* La li ho!!!! Ben ritrovati fedeli lettori! *arriva il Banditore a dorso di mulo e suona la trombettina* Ora che ci siamo tutti, possiamo passare alle cose importanti ù.ù Ci ho messo solo tre mesi a scrivere il capitolo nuovo, viva me!!!! *la trombettina suona ancora* Anyway, non ho scritto un capitolo, ma un papiro, quindi non mi perdo troppo in ciarlume... *lei e l'omino si guardano* l'arte del neologismo signore e signori ù.ù Dicevo! Dato che il capitolo è lungo, vi lascio ù.ù Buona lettura na no da!!!


Capitolo 78: Lobelia x Voce x Not Alone


Divertito come un bambino al parco giochi, il Leggiadro Sicario fece scorrere le sue iridi su tutti i personaggi che gli stavano di fronte e il suo ghigno s’allargò a dismisura, quando vide il numero II che quasi ringhiava e che l’avrebbe incenerito con il solo sguardo se avesse potuto.
-Xigbar, stavolta non fuggi? Non hai altri pezzi di carta da portare in salvo?- chiese sfrontato, trattenendosi dall’esplodere in una nuova risata. -Dubito che Xaldin sarebbe sopravvissuto, anche con il tuo aiuto, però sarebbe stato senza dubbio più divertente se ti fossi fermato anche tu.-
-Taci bastardo!- tuonò il Tiratore Libero, furente. -Pagherai per averlo ammazzato!-
-Oh, ma non sono stato io.- replicò con voce falsamente dolce. -Non direttamente almeno, ma devi averlo capito anche tu, o sbaglio?-
-Allora che aspetti a far uscire il mostro che hai creato?!- lo sfidò, facendosi avanti di un passo. -Prima farò a pezzi lui, poi verrà il tuo turno!-
Marluxia ridacchiò. -Non c’è bisogno che la richiami: la mia Sophia era già qui, quando siete arrivati.-
A quella frase sibillina, tutti presero a guardarsi intorno con ansia.
I due Ritornanti per primi, consci delle capacità e del carattere subdolo dell’ex numero XI, evocarono nuovamente le armi: le pistole nelle mani del Tiratore Libero e un gruppo di cinque carte prese a vorticare attorno al biondo. Jessie, ora in piedi, con la Via del Tramonto fra le mani cercò di percepire una terza energia oscura, che indicasse la presenza dell’essere che aveva avuto la meglio sul Feroce lanciere ma nulla si rivelava alla sua mente attenta. Accanto a lei, il custode dell’Alba e Inuyasha facevano lo stesso, fallendo miseramente. L’aria era satura di puzza d’Oscurità e l’acido che gli avversari precedenti avevano riversato sul terreno, contribuiva a insozzare sempre di più la zona con il loro odore di marcio e putrefazione.
Incoccata una freccia, Kagome si era posta schiena contro schiena con Sango e Miroku, pronta a difendersi da qualsiasi attacco a sorpresa, mentre come i compagni falliva nella ricerca di un’ulteriore aura maligna, poiché il Ritornante traditore aveva espanso a dismisura la propria, avvolgendo qualsiasi cosa. La principessa del cuore, invece, aumentò la stretta sul corpo del Maestro del keyblade, che ancora non dava segno di ripresa, e cercò di tenere a freno la paura, per mantenersi lucida e non abbassare la guardia. Topolino, affiancato dai suoi fedeli compagni, si avvicinò ai due custodi per proteggerli da un possibile attacco a sorpresa, che poteva arrivare da qualsiasi direzione.
-È sottoterra!- gridò improvvisamente il mezzodemone, portando gli occhi ambrati sul terreno. -La sento muoversi!-
Ricevuta quell’informazione, il gruppo si allargò d’istinto, prendendo a scrutare il terreno con occhi frenetici e ansiosi. Di nuovo, la risata divertita del nemico dai capelli rosa spezzò l’etere e irritò gli animi dei guerrieri della Luce.
-Coraggio Sophia, non farti attendere oltre, non essere maleducata.- civettò poi, fissando l’ex compagno dai capelli bianchi e neri, che ricambiò lo sguardo con un ringhio a denti stretti.
Quando, poi, l’istante dopo la keyblader dai capelli rossi urlò, tutti si voltarono e videro la ragazza stretta al compagno svenuto, ma entrambi erano avvolti tra le spire di una grossa radice purpurea, che li aveva sollevati a un’altezza che andava ben oltre due metri da terra. Senza perdere tempo, il re dalle orecchie tonde saltò sulla compagine e la risalì per un tratto, per poi iniziare a colpirla con numerosi fendenti, che però non ottenevano nulla di più di semplici scalfitture. Pippo lo imitò, indietreggiando e lanciando il proprio scudo, conseguendo il medesimo risultato, come Paperino, che tentò di andare a segno con una magia di basso livello, per timore di ferire gli amici.
-Levatevi tutti!- avvertì Inuyasha, scagliandosi a sua volta con Tessaiga protesa e avvolta in piccoli vortici d’aria. -Cicatrice del Vento!- urlò, prima di menare un fendente devastante, che travolse la parte di radice vicina al suolo distruggendola.
I due custodi improvvisamente liberi dalla loro prigionia, caddero verso il suolo, ma non lo toccarono mai grazie al provvidenziale intervento del giovane demone volpe, che si era trasformato in una bizzarra e morbida sfera rosa, dotata di arti sottili come fili alle cui estremità pendevano delle sfere gialle, che prendevano il posto di mani e piedi.
-Kairi? Tutto bene?- chiese il bambino alla ragazza, risvegliandola dal suo breve momento di shock.
-Sì, nulla di rotto… ma Shippo? Sei tu?- domandò a sua volta, confusa.
-Sì!- rispose Shippo, prima di cominciare a sollevarsi. -Ora sarà meglio che ci allontaniamo, almeno finché Sora non si riprende!-
-Kirara vai con loro!- esclamò Sango, voltandosi verso il demone gatto che, però, non le obbedì perché intento a fissare qualcosa che si trovava alle sue spalle. -Kirara? Cosa…?-
La voce le si spense immediatamente, come agli astanti che si erano girati a loro volta per vedere cosa fosse accaduto. Lo Sfidante del Destino si era ritrovato in coda al gruppo, quando tutti erano stati attirati dall’urlo della principessa del cuore, e nessuno di loro si era accorto della presenza di un secondo viticcio violaceo. Neanche il numero X, finché non era stato trafitto alle spalle.
I tremanti occhi azzurri del Ritornante scrutarono tutt’attorno con incredulità, dopodiché, il capo si girò appena per costatare che quel ramo era ancora saldamente conficcato nel torace. Tornò a guardare avanti a sé, incontrando lo sguardo inorridito della custode del Tramonto e poi quello incredulo del Tiratore Libero, che infine, gli corse incontro. Spalancò la bocca in un grido senza voce e respiro, quando avvertì quella sorta di tentacolo muoversi attorno al suo cuore, per accarezzarlo come un tesoro prezioso, e poi stringerlo, facendogli provare un dolore intenso. Si sentì spezzato, come un rametto che viene calpestato senza riguardi, e poco dopo gli sembrò di essere trascinato via, risucchiato da un vortice impetuoso. Cadde in ginocchio, mentre la vista si faceva opaca e perdeva i contatti con ciò che lo circondava.
Giunto alle spalle del compagno, Xigbar sparò a ripetizione sulla radice, con l’intento di romperla o di farle mollare la presa. Tuttavia, l’unico effetto che ottenne, a parte qualche bruciatura superficiale, fu di far agitare la compagine e di conseguenza il corpo di Luxord, causandogli altri danni. Quando però, ai suoi proiettili si unirono una freccia di Kagome e un colpo del bastone del monaco, la porzione ferita s’illuminò per poi sbriciolarsi e diventare polvere.
Il numero II prese il compagno per le spalle, evitandogli di cadere disteso al suolo, purtroppo però, quando vide la sua pelle parzialmente coperta da alcune chiazze scure, capì che probabilmente era troppo tardi. Nemmeno tentò di rimuovere quel poco che restava del viticcio, ancora tenacemente attaccato al cuore dello Sfidante del Destino, il cui respiro si era ridotto a rantoli e colpi di tosse, che gettavano gocce di sangue.
-Luxord?- chiamò, posando delicatamente il biondo a terra, poggiato sul fianco. -Oi, non t’azzardare a crepare anche tu!- urlò con rabbia mista a paura.
Paura sì, perché il pensiero di perdere un altro dei suoi compagni lo gettava in un confusionale stato di timore. Il timore di non riuscire poi a vendicare il caduto. Una mano si strinse al suo braccio e sussultò, quando la sua unica iride incontrò quelle schiuse dell’altro.
-…andiamo occhio di falco… non dirmi che ti dispiace…- mormorò con fatica.
-Energiga!- esclamò Riku, fermandosi accanto ai Ritornanti.
L’aura verde smeraldo circondò il ferito solo per pochi istanti, poiché s’infranse quasi immediatamente. Segno inequivocabile del fatto che non si poteva fare nulla per salvare il numero X, che a sorpresa aprì la mano con cui aveva attirato l’attenzione dell’amico poco prima ed evocò una carta. Sul retro a sfondo composto di quadretti bianchi e grigi, si stagliava il dieci in caratteri romani di colore nero, mentre davanti sul candido bianco, era disegnato il quadrante di un orologio diviso in sei cerchi concentrici con altrettante lancette: tre per indicare l’ora, con minuti e secondi, con la terza in movimento, e le restanti per indicare una data, composta di giorno, mese e anno.
-…prendi questa e non fare lo schizzinoso come al solito…- disse Luxord, porgendo l’oggetto al Tiratore Libero con dita tremanti. -…ne avrai bisogno…-
Riluttante ad accettare ciò che stava accadendo, Xigbar prese la carta, studiandola con sguardo ansioso, finché non scomparve in una piccola scia di luci, che circondarono la sua mano, illuminandola per un momento.
-Maledizione… Tra te e Xaldin… non so chi si debba prendere più calci.- sussurrò, scatenando una piccola risata nell’altro.
-Gli riferirò il tuo… messaggio…- replicò, chiudendo le palpebre che si erano fatte improvvisamente pesanti. -…ehi… sconfiggilo… non voglio rivederti… prima…- soffiò, mentre il compagno si alzava in piedi, dandogli le spalle.
-Contaci ossigenato.- dichiarò il Tiratore Libero, incamminandosi a passo deciso per raggiungere Jessie, che si era posizionata davanti al gruppetto per difenderlo in caso di necessità, che stranamente non si era presentata.

Lo sguardo infuocato di rabbia e tristezza della castana lo divertiva sempre di più.
Aveva fermato di proposito l’attacco, dando ai guerrieri della Luce il tempo che serviva per riorganizzarsi, perché la sua vendetta voleva gustarsela un boccone alla volta e assaporarla con piacere. Per non parlare dell’ira che traboccava dall’occhio dorato dell’uomo accanto a lei, una vista semplicemente sublime per la sua mente distorta e per il baratro nero e vuoto che era diventato il suo cuore.
Inclinò di poco la testa sul lato sinistro, mentre il suo viso si deformava in un’espressione di pura pazzia.
-Vieni cara Sophia, mostrati ai nostri avversari.- chiamò con voce suadente.
Fu un attimo, la radice che aveva attaccato Kairi e Sora si ritirò e il terreno sul lato libero del Ritornante oscuro si riempì di crepe e da alcune sbucò una decina di viticci purpurei, che man mano s’ispessivano e allungavano, guadagnando spazio sul terreno e presentando delle foglie dai bordi seghettati. Infine, comparve l’undicesimo ramo, di una tonalità più cupa rispetto ai suoi fratelli, con il suo bocciolo di garofano rosso in cima, che poco dopo si schiuse per mostrare la creatura che celava al suo centro: il vero volto di Sophia era quello di una donna dalla carnagione scura, i capelli bianchi e due occhi rosso sangue.
-Cos’è quella cosa…?- domandò re Topolino, agghiacciato dalla visione di quell’essere, che gli soffiò contro, come un serpente.
-Bada a come parli. Sophia è molto permalosa, e Xaldin l’ha scoperto a sue spese.- rivelò il rosato con una leggera risata.
-Quell’abominio pagherà per le vite di Xaldin e Luxord. Puoi giurarci!- gridò furente il numero II.
-Oh no, Xigbar, stai fraintendendo. Sophia non c’entra niente col giocatore d’azzardo.- affermò Marluxia, gettando lo sconcerto nei suoi avversari.
-Non starai dicendo che…- mormorò Jessie, voltandosi verso Kagome e Miroku, ancora accanto al corpo privo di vita del biondo, per poi guardare con terrore la compagine recisa che sbucava dal terreno, ma che si ritrasse subito dopo.
-È così ovvio! Mostrati anche tu, Illvilja!-
L’ordine del Leggiadro Sicario fu eseguito immediatamente e cinque nuovi viticci purpurei fuoriuscirono dal suolo. Privi di foglie, si accomodarono accanto alla prima pianta, attorcigliandosi su loro stessi e si fermarono solo quando spuntò il sesto, più robusto, con il suo bocciolo che si aprì rapidamente, rivelando tre petali sul davanti e due dietro, tinti di un blu che sfociava nel violetto. Esattamente nel mezzo si ergeva un busto femminile dalla pelle chiara e le forme perfette, aveva dei corti capelli biondi, che le avvolgevano il viso candido come porcellana, su cui brillavano due terrificanti occhi scarlatti, come quelli di Sophia, e un ghigno diabolico dai canini lunghi e scintillanti.
-Illvilja è nata da poco e aveva bisogno di nutrirsi… una bellissima lobelia, non trovate?- domandò l’ex numero XI, oltremodo compiaciuto dell’effetto che aveva sortito l’entrata della seconda creatura.
Atterriti, i due gruppi di guerrieri non riuscivano a distogliere lo sguardo da quella coppia di esseri, che parevano essere usciti da una versione in apparenza più delicata dell’Inferno. Con le iridi tremanti, fissarono prima Sophia silenziosa e pronta a eseguire ogni ordine del suo padrone, poi passarono alla bionda accanto a lei, che ricambiava il loro esame con un’espressione piena di fame e un morboso desiderio di avventarsi sui loro cuori luminosi.
-Mh, temo che Illvilja non abbia mangiato abbastanza…- borbottò il rosato a un tratto, attorcigliando una ciocca di capelli sulla punta dell’indice destro.
-Ti rammento le mie richieste.- intervenne rapidamente il demone al suo fianco, nascosto nel cappuccio della sua pelliccia.
-Non preoccuparti Onigumo, le tue preziose pedine non verranno toccate.- rispose l’altro, senza neanche guardarlo. -Avete capito signorine?- domandò rivolto alle due piante, che annuirono a malincuore, agitando le loro compagini con evidente frustrazione. -Direi che vi siete riposati abbastanza.- concluse, richiamando la sua falce che dall’ultima volta aveva cambiato totalmente aspetto, modellandosi secondo le perverse inclinazioni della mente del suo possessore.
Il lungo manico, che superava di dieci centimetri buoni l’altezza del suo padrone, dal vecchio e luminoso blu s’era tinto di un nero cupo e stantio, che dall’estremità inferiore fino a una spanna dalla cima, era avvolto da uno strato di bende grigie e consunte. Sull’apice superiore prendeva posto un cilindro metallico da cui sorgevano ben due lame: quella principale che svettava in avanti come l’ala di un pipistrello e smagliante come uno specchio, su cui si rifletteva l’immagine del viso eccitato di Marluxia, e una seconda più piccola, somigliante a un macabro artiglio rivolta verso il lato opposto.
-Era ora.- dichiarò Naraku, sollevando il braccio sinistro.
A quel gesto, s’aprirono dieci varchi oscuri che liberarono altrettanti Heartless dalle sembianze di ragno, più grossi rispetto ai precedenti e di colore diverso: questi si presentarono con un pelo ispido ramato e un grugno su cui spuntavano quattro paia d’occhi d’un giallo offuscato.
-Ti credevo un tipo paziente.- replicò l’ex numero XI, posandosi l’arma su una spalla.
-Un conto è avere pazienza, un altro perdere tempo.- disse calmo. -Attaccate.- ordinò alle sue creature, che rapide partirono in direzione dei consueti avversari del loro padrone.
-Avanti Marluxia! Fatti sotto!- urlò il Tiratore Libero, strappandosi via la benda e rivelando l’occhio destro, composto da due iridi concentriche, una castana e quella attorno dorata, esattamente come quella sinistra.
Passarono pochi secondi e l’intero occhio brillò, iniziando a emettere una sorta di fiamma di un arancio intenso. Nel frattempo, tra le mani del Ritornante erano apparse le sue fedeli pistole, cariche e pronte a colpire il loro bersaglio.
-Quindi non sono l’unico ad avere nuovi assi nella manica…- sghignazzò il rosato. -Perché no, Xigbar? Per ora, possiamo intrattenerci. Sophia, il custode dell’Alba è il tuo obiettivo. Illvilja, piccola mia, tu resterai qui per adesso.- istruì, avanzando verso il suo avversario prima lentamente per poi intraprendere una lunga corsa.
Il numero II si voltò di scatto, donando un’occhiata decisa e indubbia alla custode dai capelli castani, che serrò la mascella e i pugni, ma annuì, dopodiché si gettò verso la sua lotta.

L’argenteo si vide superare rapidamente dai ragni appena comparsi e li ignorò, puntando le iridi acquamarina sulla pianta che aveva attaccato i suoi amici, ottenendo uno sguardo sadico e famelico in risposta. Non gli cedette e strinse la presa sulla propria arma, lasciando intendere che non sarebbe caduto tanto facilmente. Avvertì la keyblader del Tramonto al suo fianco, ansante ed evidentemente stanca, ma pronta a battersi ancora.
-Sei sicura di farcela?- le chiese.
-Devo. Quella cosa può attaccarti da tutte le parti e senza Omi due occhi in più ti serviranno.- rispose Jessie, impugnando la Via del Tramonto con entrambe le mani.
-Ci aggiungo pure i miei e la mia magia.- dichiarò il mago di corte, fermandosi all’altro lato del ragazzo. -I miei incantesimi sono praticamente inutili contro quei ragni, ma la piantina non mi sfugge.-
-Sora e Kairi?- domandò il custode.
-Sono ancora sospesi in aria con Shippo, ci raggiungeranno.-
-Allora andiamo!- esclamò la ragazza, evocando una sfera infuocata e spedendola verso l’avversaria, che accusò il colpo riparandosi dietro una delle larghe radici.
Il fuoco prese subito il sopravvento sul corpo vegetale, inghiottendone una parte. Sophia soffiò e sbatté il viticcio sul terreno per spegnere il piccolo incendio, mentre ne allungava altri quattro sui nemici e tre li lasciava sparire nel sottosuolo.
Puntando in avanti il proprio scettro, Paperino scagliò un potente Firaga verso il busto della donna, per poi farsi indietro e scattare lateralmente per schivare un affondo avversario. Tuttavia, non fu abbastanza lesto da evitare il colpo della radice sbucata vicino al suo piede sinistro e si ritrovò a rotolare su ciò che restava del verde prato che avevano trovato al loro arrivo. Correndo l’uno parallelo all’altra a pochi passi di distanza, Riku e Jessie si diressero verso il corpo di Sophia, che sul fianco destro recava i segni dell’attacco appena subito. Scamparono velocemente ai tentativi d’offesa dei viticci visibili e per pura fortuna, riuscirono a restare in piedi dopo le violente frustate portate da quelli nascosti nel terreno.
Il Thundaga del pilota giunse in loro aiuto, stordendo le appendici purpuree del garofano rosso, che ringhiò e strillò, dando voce al suo disappunto per quelle interferenze per poi tornare a fissare i due ragazzi in avvicinamento.

-Quindi è questo che nascondevi sotto la benda da pirata?- domandò sprezzante il Leggiadro Sicario, intercettando l’ennesimo proiettile luminoso del numero II, che comparve in quell’unico istante per poi svanire nuovamente. -Una maggiore velocità nei tuoi spostamenti?- proseguì, menando un fendente alla sua sinistra. -Mi aspettavo qualcosa di più!-
Xigbar si materializzò a testa in giù, incrociando le sue pistole intorno all’asta della falce.
-Mi sto ancora scaldando!- ghignò il Tiratore Libero, allontanando l’arma avversaria e sparendo di nuovo nella luce di un varco.
Pochi attimi dopo, il rosato vide comparire attorno a sé tanti piccoli passaggi luminosi delle dimensioni di una mano aperta, infine di fronte a lui a pochi passi di distanza si materializzò l’avversario con una pistola indirizzata al suo petto e l’altra esternamente al proprio corpo, la punta di entrambe che svaniva in un alone bianco. Il numero II esibì un ghigno, che per un momento fece sudare freddo il Ritornante oscuro e gli riportò alla mente i giorni in cui ambedue erano Nessuno, i momenti in cui aveva visto quella stessa espressione: durante le missioni, quando davano la caccia ai cuori in maniera scellerata, colpendo a caso.
Nel medesimo istante in cui Xigbar premette le dita sui grilletti, Marluxia sgranò gli occhi blu evocando una barriera di petali neri, che prese a vorticare intorno al suo corpo. I proiettili di luce arancio partirono velocissimi, passando dalla canna delle pistole ai varchi. I primi si abbatterono sullo scudo nemico perforandolo e aprendo la strada ai successivi, che giunsero al bersaglio.
Ringhiando di rabbia con il viso nascosto tra le braccia sanguinanti, come altre parti esposte, per i colpi ricevuti, il Leggiadro Sicario reagì liberando un’onda di Oscurità e sferzando l’aria con la lunga falce, che sfiorò appena il petto dell’avversario. Il Tiratore Libero indietreggiò con uno scatto, preso alla sprovvista dalla reazione del rosato e lo fu ancora di più, quando vide la benda che avvolgeva il manico dell’arma sciogliersi e agitarsi per poi spingersi nella sua direzione. A quel punto, Xigbar scomparve velocemente per riapparire alla sinistra del nemico e sparare una serie di proiettili. Tuttavia, si accorse troppo tardi che i lembi bigi della falce l’avevano raggiunto per stringersi attorno ai suoi polsi.
-Ti ho preso, occhio di falco.- asserì l’ex numero XI, fissandolo con iridi intrise di follia.
-Che bravo, se avessi le mani libere applaudirei.- ribatté il numero II, divertito. -Adesso che mi hai preso…- iniziò. -…non posso di certo mancarti!- esclamò, puntando le pistole in avanti.
-Nemmeno io!- urlò di rimando Marluxia, correndo verso di lui con la falce pronta a colpire.

La freccia intrisa di potere sacro sibilò nell’aria per poi centrare in pieno il suo bersaglio che raschiò il terreno con le lunghe zampe e si accasciò con un gemito strozzato, dopodiché svanì in una scia di polvere e liberò il cuore che l’Oscurità aveva corrotto e trasformato secondo il suo volere. Kagome fece un passo indietro, mentre la mano tornava automaticamente alla faretra, ma si fermò, sentendo qualcosa di solido a contatto con il tallone e si voltò un istante per vedere contro cosa aveva sbattuto. Spostò immediatamente il piede senza distogliere lo sguardo dal corpo freddo e immobile dello Sfidante del Destino, deducendo in secondo luogo che gli aracnidi oscuri li stavano spingendo sempre più indietro, mostrandosi più resistenti e tenaci dei loro predecessori.
Davanti a lei, Miroku e Sango erano finalmente riusciti ad abbattere un altro avversario, però ne restavano ancora sei. Al suo fianco, Kirara ruggì mentre allontanava un nemico con una poderosa zampata, che rispose sputando uno spesso filo violaceo. La tela andò ad avvolgere l’arto del demone gatto, che si lamentò per il dolore e si dibatté per liberarsi dalla presa.
-Lux Sacra!-
La potente magia della principessa della Luce si abbatté sul ragno con ferocia, disintegrando lui e il suo malefico filo, per poi ridurre tutto a un ammasso di polvere luccicante, da cui fuggì il cuore che era stato ghermito. Il demone gatto si accucciò per dedicarsi con insuccesso alla zampa che era rimasta ferita: del morbido pelo bianco a tratti striato di nero, non rimaneva che uno strato di pelle bruciata.
-Mi dispiace Kirara, se avessi più energie ti curerei…- esordì la rossa, ricevendo un piccolo miagolio in risposta.
-Kairi!- chiamò la sacerdotessa andandole incontro. -Come sta Sora? E Shippo?-
-Sora è andato a dare una mano a Inuyasha, invece Shippo è rimasto sopra di noi, per lui è più sicuro stare lì.- spiegò la custode, rimettendosi in posizione di guardia per essere pronta all’assalto del nemico che si stava avvicinando. -Dobbiamo farli fuori in fretta, ormai siamo quasi tutti stanchi…-
-Hai ragione.- concordò la mora, incoccando un nuovo dardo e puntandolo sull’aracnide più vicino.

-Moccioso mi sei d’intralcio!- sbraitò il mezzo demone, levando la spada e gettandosi all’inseguimento del rapido avversario, sembrando un pazzo al seguito di una mosca fastidiosa.
-Se continui a corrergli dietro non lo ucciderai mai!- replicò il castano. -Vuoi capirlo o no?!- aggiunse, liberando un sottile raggio dalla Catena Regale che colpì in pieno il nemico in fuga, immobilizzandolo.
-Tessaiga!- urlò Inuyasha mentre piombava sul ragno per poi tagliarlo in due asimmetrici pezzi senza pietà. -Tsk! Potevo riuscirci benissimo da solo, sai?- disse, rialzandosi con fare spavaldo.
-Sì, sì…- mormorò Sora, troppo stanco per ribattere ancora. -Comunque prego, è stato un piacere darti una mano.-
-Invece di dar fastidio a me…- sottolineò l’altro. -…avresti fatto meglio ad andare subito dai tuoi strani compagni.- sentenziò, facendo voltare il ragazzo, che sgranò gli occhi e si diresse dagli amici.
A qualche metro di distanza da loro il custode della Catena Nobile e il suo fedele compagno cavaliere tenevano testa a un nemico dimostratosi incredibilmente caparbio e più rapido rispetto ai suoi simili. Il keyblader puntò la sua arma e generò un fascio di luce, che corse verso l’obiettivo divorando la distanza a tutta velocità. Tuttavia, la creatura fuggì prima indietreggiando e poi aggirando l’ostacolo, per avvicinarsi nuovamente alla preda e gettare un’ampia dose di acido dalla bocca.
Topolino si mosse per saltare, ma un dolore intenso e bruciante lo frenò, insieme ad una poderosa stretta. Abbassò lo sguardo sulle gambe e le vide avvolte in una ripugnante ragnatela violacea, sfuggita al suo sguardo perché distratto dal primo attacco.
-Attenzione!- gridò il capitano dei cavalieri, ponendosi a difesa del suo re e parando col proprio scudo la sostanza pericolosa. -Maestà, state bene?- domandò, senza voltarsi mentre scagliava la sua protezione, mutandola in un’offesa che prese di striscio l’avversario, obbligandolo a farsi indietro ancora una volta.
-Più o meno…- confessò a denti stretti, liberandosi con un gemito degli ultimi residui di tela con l’aiuto del keyblade. -Se riuscissi a lanciare…- disse, interrompendosi a causa dell’intervento di due voci.
-Sancta!-
-Cicatrice del Vento!-
Le candide sfere di luce accompagnarono le terribili sferzate di spada, che squarciarono la terra lungo il loro cammino, finché quel colpo di zanne purificato non raggiunse l’Heartless, travolgendolo e lasciandone solamente il ricordo.
-Ragazzi… tutto a posto?- chiese il Maestro del keyblade con affanno evidente.
Il sovrano del Castello Disney si liberò della propria arma e si sedette, stringendo i denti. -Se non era per Pippo, a quest’ora starei decisamente peggio di così… però non so tra quanto potrò muovermi…-
-Sempre pronto ad aiutarvi, Maestà!- esclamò il cavaliere, mettendosi sull’attenti.
-Io credo che per oggi tu abbia dato il tuo contributo.- intervenne il mezzodemone, osservando il custode della chiave gemella con serietà. -Lo sento dall’odore che in quelle ragnatele c’era il veleno di Naraku, probabilmente te ne sei liberato abbastanza velocemente per non perdere i sensi, ma fidati se ti dico che da lì ti alzerai solo a battaglia conclusa e aiutato da qualcuno.- spiegò. -Sempre che quel bastardo non ci ammazzi prima.- concluse, voltandosi verso la figura avvolta nella pelliccia di babbuino bianco, digrignando i denti.
Inuyasha strinse la prese sulla propria spada, per poi lanciarsi in una corsa sotto gli sguardi attoniti dei tre guerrieri della Luce. -Naraku!-
-Ma…!- esordì Pippo, allungando un braccio come se volesse tentare di fermarlo.
-Lascialo perdere.- fece Sora, scuotendo la testa. -Inuyasha è- s’interruppe all’improvviso a causa di un grido disperato, che squarciò l’aria e lo fece voltare in un’altra direzione, col sangue che si gelava nelle vene.
Correre fu la sola cosa che il cervello gli suggerì di fare.

Within Temptation - It's the fear

-Maledizione!- pensò furente, mentre si piegava nuovamente in avanti per tossire.
Prese rapidamente ad armeggiare con la cerniera del cappotto per toglierlo, perché all’improvviso s’era tramutato in una camicia di forza che le opprimeva il petto, ma finché non era stata scagliata lontano da un viticcio violaceo non aveva minimamente pensato di fermarsi. Sputò altra saliva, poi riprese a respirare a fatica per la stanchezza dovuta allo scontro e ai colpi di tosse.
-Allora custode? Ti stai divertendo?- la gelida voce dell’Emissario risuonò nella sua mente ormai allo stremo.
-No… per favore, vattene.- ringhiò Jessie, stringendo la terra tra le mani. -Non posso dar retta pure a te, vattene!- esclamò, alzandosi.
L’Emissario rise. -Non ci sentiamo da tanto tempo, sono passata per ricordarti che ci sono sempre…-
-Altro?- domandò con sarcasmo la custode del Tramonto, facendo vagare lo sguardo alla ricerca dei due compagni.
-Mh… a pensarci bene, sì!- affermò divertita la ragazza dai capelli blu, manifestando la candida mano destra nella mente della castana e puntando il dito indice in avanti. -Se cerchi il custode dell’Alba è laggiù, insieme a quello strambo papero.-
Jessie seguì la rotta indicata da quella voce maledetta e la paura la scosse con la stessa intensità della magia Quake. Fece per muoversi, ma inaspettatamente le gambe s’erano fatte pesanti come macigni, il suo respiro era diventato veloce e il suo corpo aveva iniziato a scaldarsi. Digrignò i denti e si sforzò di fare un passo, ma si sentiva come schiacciata a terra.
-Finché non avrai ascoltato tutto ciò che ho da dirti, non andrai da nessuna parte… e non preoccuparti, quella bestiaccia risponde prima a me e poi al Leggiadro Sicario.- informò la voce.
-Allora dimmi quello che vuoi e poi lasciami andare!- pensò la keyblader, stringendo i pugni.
-Quanta inutile fretta… come vedi, ci troviamo quasi nella stessa situazione di quando eri con gli Alchimisti, e la mia proposta è sempre la stessa: sfrutta l’oscurità che scaturisce dai tuoi ricordi. Avrai una vittoria veloce e indolore, per i tuoi compagni, ovvio.-
-Te lo scordi!- replicò.
La ragazza sbuffò. -Se stai pensando di usare quell’attacco dovrai stare parecchio attenta, lo sai che rischi di incenerire anche il custode dell’Alba?-
-So quello che faccio.- disse Jessie, determinata a non cedere alla pericolosa proposta dell’Emissario. -E poi, non sono sola.-
-Allora ti propongo una sfida.- ghignò la ragazza. -Vediamo se sarete più veloci tu e i tuoi compagni, oppure io…-
-Che cosa…- la domanda che stava per porre le morì in gola, quando tutto attorno a lei si fece buio e davanti ai suoi occhi si fece vivo un ricordo lontano ma fresco come una ferita ancora aperta.

-Smettetela!- urlò la castana, tra le lacrime.
-Ehi struzzo, passa il tempo eppure continui a vestirti con tuta e scarpe da ginnastica uscite da chissà quale mercato, non ti vergogni?!- rise una ragazza dai capelli neri.
-Stai dicendo che si vestiva in questa maniera anche alle elementari?- domandò un ragazzo che portava un caschetto biondo, suo nuovo compagno di classe.
-Già! Poi da quella volta che si è rovinata il suo “bellissimo” vestito bianco, non l’abbiamo più vista con una gonna! Solo orribili tute!-

La custode cadde su un ginocchio, portandosi una mano alla tempia, mentre intorno a lei riprendeva forma il campo di battaglia, con i suoi rumori e odori.
-Maledetta…- sibilò, rialzandosi subito ed evocando la Via del Tramonto. -Riku!- gridò con disperazione, correndo verso l’avversaria e puntando lo sguardo sul punto da raggiungere, mentre l’Emissario continuava a bombardare la sua mente con piccoli flash del suo passato.

Si voltò e sorrise nel vedere il suo nemico lanciarsi contro di lui con il consueto fervore e la solita rabbia che facevano ribollire il suo sangue misto. Indietreggiò velocemente, scivolando sul corto manto erboso, come se il terreno fosse ghiacciato, e schivò il terribile fendente della zanna del demone cane. Inuyasha ringhiò, atterrando in ginocchio per risollevarsi subito dopo.
-Naraku! Questa volta sei morto!-
Il demone avvolto dalla pelliccia rise di gusto. -Puoi provarci Inuyasha!-
-Non sottovalutarmi! Cicatrice del Vento!- la lama di Tessaiga squarciò l’aria, dopodiché colpì il terreno, liberando il proprio potere in una serie di lacerazioni parallele che corsero fino a raggiungere il loro obiettivo, centrandolo in pieno.
Il mezzodemone esultò, osservando il corpo del suo avversario ridursi in brandelli ammantati di pelo bianco, tuttavia, la sua gioia ebbe una vita effimera: ciò che rimase di Naraku si ridusse presto in polvere invisibile e al suo posto comparve una specie di bambola di legno, stilizzata per raffigurare una persona, a cui era legato un capello nero. L’argenteo rinfoderò la spada e con rabbia si avvicinò alla bambolina, che nel frattempo s’era spezzata in due orizzontalmente.
-Tsk! Era un dannato simulacro! Di nuovo!- sputò, distruggendo i pezzi di legno sotto il proprio piede. -Che tu sia maledetto Naraku!-
In quel momento, la concentrazione ossessiva che l’aveva isolato dal resto del mondo svanì e i suoi sensi ripresero a registrare quanto gli stava accadendo intorno. In particolare, il suo olfatto e il suo udito lo allarmarono, costringendolo a voltarsi in direzione della custode del Tramonto.
-Merda! Che altro succede ora?!-

Fu un attimo e si ritrovò steso prono al suolo, confuso e con le tempie pulsanti. Scosse il capo, dopodiché spostò lo sguardo sui piedi e vide la caviglia destra stretta in una piccola spirale purpurea: alla fine, le radici avversarie l’avevano raggiunto. Cercò di rialzarsi, ma Sophia lo precedette dando più corda alla compagine, che sgusciò dal terreno e si sollevò come un cobra pronto ad attaccare, trascinandolo con sé e lasciandolo a penzolare a testa in giù. Serrò gli occhi, preso momentaneamente dalle vertigini, poi allungò il braccio destro per lanciare una magia contro l’appendice della pianta, ma si ritrovò senza fiato e stordito quando impattò violentemente col suolo di schiena, che cominciò a bruciare di dolore. Sotto di sé, la terra tremò lievemente, poi si sentì trascinare verso una meta sconosciuta per poi essere sollevato per la seconda volta.
-Thund- Ah!- il suo nuovo tentativo di reagire con un incantesimo fu infranto e boccheggiò, sentendo una presa attorno alla gola, a cui portò istintivamente le mani, graffiando la radice che lo teneva in scacco, nella vana speranza di liberarsi.
Avvertì vagamente un altro viticcio che si muoveva sul suo torace, desideroso di affondarvi per cibarsi della luce del suo cuore. Tuttavia, il garofano rosso, che ora lo fissava con le iridi illuminate da un’espressione indecifrabile, apparendo come un misto di perversione e qualcosa che non riuscì a comprendere, sembrava volersi godere il momento in cui l’avrebbe trafitto.
Cercò di volgere lo sguardo altrove, ma l’unica cosa che vide con la coda dell’occhio, fu il corpo immobile del mago di corte, privo del suo fedele scettro magico, riverso sul terreno e coperto qua e là di macchie scure. Senza che se ne accorgesse, le palpebre e le braccia si erano fatte pesanti, al contrario della testa che gli apparve sempre più leggera. Prima di cedere all’incoscienza, che bramava la sua mente come il più prezioso dei tesori, chiamò con un sussurro la fenice d’acqua, però il mondo divenne buio e il custode dell’Alba non seppe se v’era stata risposta al suo richiamo.

Nell’esatto momento in cui la voce della custode del Tramonto esplose in un terribile grido di guerra, un’onda d’acqua rovente come lava, si liberò dall’orecchino di Riku per gettarsi sulle membra femminee di Sophia, che si agitò con rabbia, sollevando le braccia al cielo accompagnate da un urlo di dolore. Combattiva come una leonessa in difesa del proprio territorio, Jessie strinse la presa sulla sua chiave, che s’incendiò di fiamme rosse, e balzò sul garofano rosso, puntando alla radice che imprigionava il suo compagno. Quando la lama del keyblade scalfì l’appendice purpurea, vischioso sangue scuro schizzò tutt’attorno, imbrattando il viso della castana, che non mollò la presa e aggrappandosi a una delle ampie foglie, cercò di affondare ancora di più con l’arma, mentre le lingue di fuoco intaccavano la superficie vegetale per poi spingersi in profondità.
Sophia espresse in un ruggito tutta la sua sofferenza, voltandosi imbestialita verso la keyblader, che ricambiò lo sguardo, mostrando gli occhi color nocciola sgranati all’inverosimile con la pupilla ridotta a un puntino smarrito. Sollevò di nuovo la Via del Tramonto per colpire la compagine nel medesimo punto, riuscendo a tagliarla fino a metà, dopodiché l’aggredì con il fuoco che terminò il lavoro, mentre lei saltava in avanti e atterrava con una capriola sul terreno, per sfuggire agli altri arti della pianta umana.

Si portò il cuscino al viso, per nascondere le lacrime e soffocare i singhiozzi che le scuotevano il petto fino a farle male.
-Perché piangi?-
L’imponente voce di suo padre risuonò tremenda come un tuono alle sue orecchie, spaventandola e spingendola a piangere ancora di più.
Debole. Non era altro che una debole.
-Allora?!-
Abbassò il cuscino, rivelando gli occhi arrossati dal pianto. -A scuola… non fanno altro che… prendermi in giro…-
-Chi?-
-Tutti! Non voglio più andarci!- urlò la ragazza non più bambina.
-Non dire stupidaggini, tu a scuola ci vai eccome!-
-No!-
-Piantala e vedi di fare la cartella, è quasi ora di andare a letto.- replicò l’uomo, voltandosi per uscire dalla stanza.
-Io non voglio andare a letto e nemmeno a scuola! Non mi serve a niente!-
-Ti ho detto di smetterla e smetti anche di piangere! È fastidioso e inutile!-
-No, no e poi no!- urlò alla porta ormai chiusa.
Riprese il cuscino e vi affondò la testa. Neanche piangere le era più concesso.
Era un fastidio. Una cosa inutile.

-Jessie! Attenta!-
La voce del Maestro del keyblade la risvegliò dal ricordo con cui l’Emissario la stava bombardando e schivò appena in tempo un colpo di Sophia.
-Portalo via!- ordinò al ragazzo, mentre tornava all’attacco.
Sora rimase immobile per un istante, prima di tornare a dedicarsi al suo migliore amico, per liberarlo dalla radice che ancora gli serrava la gola. Riconobbe i passi in arrivo alle sue spalle e non perse tempo a voltarsi.
-Kairi! Prendi Paperino, dobbiamo allontanarci!- gridò alla compagna, che deviò immediatamente il percorso e si fermò al fianco del mago di corte, spaventandosi nel vedere le condizioni in cui versava.
Il cielo, sgombro di nubi in quella notte luminosa, le permise di contare fin troppe macchie di sangue scuro sulle candide piume, ma le concesse anche di scorgere i movimenti decisi e regolari del petto del papero. Lo raccolse e lo strinse a sé con estrema delicatezza, per evitargli altro dolore, poi si guardò in giro alla ricerca del suo scettro. Tuttavia, riuscì a individuarne solamente la sommità a un paio di metri di distanza, il resto del magico bastone non lo vide nei dintorni, quindi si girò, chiamando il castano, che reggeva il custode dell’Alba.
-Andiamo!- rispose lui, cercando di correre il più velocemente possibile nonostante il peso sulle spalle.
-Jessie cosa farà? Non possiamo…-
-Credo che abbia qualcosa in mente.- disse, interrompendola. -Forse…- le parole gli morirono in gola, quando si vide sfrecciare accanto una macchia rossa e argentea. -Inuyasha!-

Si portò la mano sinistra sul fianco opposto, che leso da una ferita poco profonda gettava sangue a ogni suo movimento. Liberò la dritta dal keyblade e se la passò sulla fronte per asciugare il sudore che minacciava di caderle sugli occhi.
-Energia…- mormorò, curando meglio che poté il fianco, dopodiché strinse i denti e le dita di entrambe le mani, che si armarono istantaneamente, e intraprese una nuova corsa.
-Ehi tu!- chiamò il mezzodemone affiancandola. -Che intenzioni hai?-
-Distruggere quell’abominio, ma devi allontanarti o rischi di restare coinvolto!- lo ammonì Jessie, scartando di lato per evitare una sferzata.
-Tsk! E cosa mai vorresti fare? Bruciarla come volevi fare con Miroku?-
-L’idea è proprio quella, solo più devastante.- buttò schietta, senza guardare l’altro. -Se non vuoi finire in cenere, ti consiglio di andartene.-
-E lasciarti da sola, per poi essere accusato di vigliaccheria? Neanche per sogno! E non dimentichiamoci del tuo compagno, sarei costretto a picchiarlo per levarmelo di torno!- spiegò, saltando.
-Tu non…-
-Non preoccuparti, la mia veste mi proteggerà dalle fiamme, fai quello che devi.- concluse, guardandola di sfuggita.
Con un sospiro, la castana capitolò. -D’accordo. Coprimi, devo avvicinarmi il più possibile.- disse, scattando in avanti seguita a ruota dal ragazzo, che aumentata la presa sulla spada cominciò a menare fendenti per allontanare le radici che osavano avvicinarsi.

Dopotutto, anche lei non era forse inutile?
Era debole. Una ragazzina debole che non sapeva far altro che piangere, perché di difendersi da sola non era capace. Ci aveva provato, ma i suoi sforzi l’avevano ripagata nel peggiore dei modi: aveva ottenuto il doppio delle offese e delle prese in giro. Nulla di positivo.
Debole e inutile.
Fastidiosa e non voluta.
Se fosse sparita, non avrebbe più dato problemi. Nessuno di loro l’avrebbe rimpianta. Nemmeno chi affermava di volerle bene.

Scosse la testa e compì un lungo salto, trasformandolo in un breve e rapido volo, che la portò esattamente di fronte alle iridi sanguigne di Sophia. Il garofano rosso gridò e soffiò all’avversaria, esprimendo tutto il suo desiderio di farla a pezzi. Desiderio che le era stato negato da chi l’aveva creata.
Jessie ghignò e con gesto repentino e inaspettato, trafisse la pianta nel punto in cui le sembianze umane incontravano quelle vegetali.
-Barriera magica inversa!-
In pochi istanti, una leggera ma resistente barriera rosata comparve sul campo di battaglia, chiudendo al suo interno i due guerrieri e la loro avversaria, che ululò di dolore: i suoi rami purpurei erano stati recisi dalle mura evocate dalla custode.
-Chiave che conduce al buio…- mormorò Jessie, interrompendosi a causa delle unghie che l’avevano appena trafitta sulle braccia.
Ignorò con difficoltà il dolore, il sangue e le immagini e i pensieri che l’Emissario continuava a farle scorrere nella testa. -…sigilla questo luogo, così che nulla potrà interferire e sfuggire alla tua lama…- proseguì, sapendo di aver dimenticato qualcosa della formula di sigillo, ma si augurò che quanto avesse detto fosse bastato.
Non aspettò di scoprirlo, chiuse gli occhi e lasciò svanire la chiave della notte. Sia che avesse fallito, sia che avesse vinto quella battaglia, sapeva di non essere sola.
-Esplodi fiamma del crepuscolo!-






Rieccoci alla fine.
Anche Luxord è caduto, ma prima di andarsene ha lasciato i suoi poteri al suo compagno brontolone, speriamo che ne faccia buon uso ù.ù A proposito di Xigbar, rendiamo a Cesare quel che è di Cesare e confessiamo: per il suo occhio sbarluccicante e fiammeggioso (?) mi sono ispirata a Zaraki di Bleach e a Black Rock Shooter. Marluxia ha cambiato falce, mi sembrava il momento adatto, visto che ci avviciniamo a io-so-cosa. Se volete vedere la falce di Marly-chan andate qui, perché probabilmente con la mia descrizione non ho reso al meglio la sua figaggine.
Illvilja mi è venuta spontanea come idea, come quella di eliminare Sophia, lo so che l'avevo appena creata, ma abbiate pietà del mio cervello macchinoso. Illvilja è una Lobelia Siphilitica, che nel linguaggio dei fiori indica la malevolenza, da qui il suo nome in svedese. Ad Inuyasha e compagni ho dedicato veramente poco spazio, mi auguro almeno di aver rispettato l'IC. Nella prossima puntata, invece, inquadrerò maggiormente lo scontro tra i due Ritornanti. Topolino e altri della banda sono stati messi ko senza pietà, ma ho bisogno di spazio e tutto ha un suo perché ù.ù Probabilmente non vi sareste aspettati Riku, ma amputargli un arto mi sembrava eccessivo -per adesso-, quindi ho dovuto ridurlo ad uno schifo guaribile.
I ricordi di Jessie ho voluto spostarli sulla destra, per allontanarli dal narrato regolare senza ricorrere ogni volta ad asterischi o altri segni grafici.
L'ultima parte vede contrapporsi l'idea attuale di Jessie con i suoi ricordi che tentano di convincerla dell'esatto contrario... conviene abituarsi al casino perché d'ora in poi sarà questa l'atmosfera ù.ù
Dovrei aver detto tutto, credo... Quindi mi auguro che 'sto papiro vi sia piaciuto!
Alla prossima!
See ya!!!!





L'angolino dedicato a voi ù.ù

little_drawing: Carissima :3 avevo fotocoso... si è impallato e non vuole saperne di fungere come prima ç___ç Per fortuna la mia sister lo usa per scuola, quindi c'è comunque un pc in casa che lo possiede ù.ù Quindi eccoti l'autografo del Banditore!!!! Click! Spero che sia di tuo gradimento ù.ù Come questo lunghissimo capitolo! xD A presto!!!! Ciauuu!!!

Lizzie Sora: Gemellina mia adoratissima <3 Hai ragione, i nostri eroi non partiranno tanto presto... purtroppo sono tutti ridotti a uno schifo inguardabile ù.ù Purtroppo Sesshomaru e gli altri non compariranno, mi spiace ç___ç Avrei voluto inserire una gag comica con Koga, ma non ci sto con l'evoluzione della storia e poi entrerebbero in gioco altri personaggi e sono già troppi quelli che ho xD Come vedi sto facendo "pulizia", ma non posso mettermi ad eliminare anche personaggi non "miei" ù.ù  I miei ragni hanno riscosso successo, spero che la loro versione potenziata non sia da meno xD Spero che questo capitolo ti piaccia come il precedente :3 A presto bellissima!!! Ciauuu <3




Ora passo agli ultimi ringraziamenti della giornata! Ringrazio tantissimo chi ha messo la fic tra le preferite, chi l'ha messa tra le seguite e chi tra le ricordate. Ogni giorno compare qualcuno di nuovo e io sono così felice!!! :D *va in brodo di giuggiole e il Banditore lo assaggia* Ma! °-° *gli tira un ceffone* 'Gnorante! Era una metafora! *se ne va mogio mogio* Dicevo... ah, ecco! Poi ringrazio anche chi legge soltanto, siete tantissimi pure voi :3 e io vi adoVo tutti quanti tanto tanto <3<3 Ci vediamo al prossimo capitolo!!! See ya!!! *schiocca le dita e il Banditore cade nella botola, mentre lei sparisce in una nuvola di fumo like a ninja*

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Capitolo 81
*** Capitolo 79: Carte x Fiamme x Veleno ***


Buona sera :3 Arrivo relativamente presto (?) con il capitolo nuovo ù.ù e... bo, nel senso ci sono un sacco di cose e spero che vi piacciano, poi alla fine farò il mio solito comizio (?) e vediamo ù.ù Buona lettura! :3


Capitolo 79: Carte x Fiamme x Veleno


Evangelion 3.0 - The Ultimate Soldier

Strinse la presa sulla sua arma, portando la mano al centro dell’asta, e la fece roteare davanti a sé per proteggersi dai proiettili luminosi che per i suoi gusti gli avevano procurato già troppi danni. Il Leggiadro Sicario diede una rapida occhiata al proprio corpo, osservando con odio ogni bruciatura che era stata aperta sul soprabito, tutte circondate da una macchia di sangue che rendeva l’indumento ancora più scuro. Terminata la raffica di colpi, sferzò l’aria con due fendenti della falce e liberò una doppia coppia di fasci tinti d’ossidiana, come gli affilati petali che li avvolgevano e seguivano come servitori fedeli.
Dall’altro lato del campo di battaglia, Xigbar digrignò i denti e gettò uno sguardo irritato alle bende grigie che ancora gli serravano i polsi. Poteva allontanarsi e tirare, ma quelle macabre corde non si spezzavano, anzi si allungavano a seconda della distanza, per poi ridursi non appena si tornava più vicino. Si riscosse dai suoi pensieri, quando vide le lame d’antracite che si dirigevano a gran velocità verso di lui. Cercò di fuggire indietreggiando, ma le bende lo trattennero con una forza maggiore, quindi sollevò le armi e sparò a ripetizione, nel tentativo di rallentare l’offesa nemica o di deviarne il percorso. Tuttavia, fu uno sforzo vano e la risata dell’avversario lo colpì duramente alle orecchie, come se gli avesse appena tirato uno schiaffo e lui non avesse potuto far altro che incassarlo, umiliandosi.
-Ok ossigenato, vediamo se i tuoi poteri sono utili per qualcosa o se erano tutta estetica.- pensò, abbandonando la pistola che teneva nella dritta per muoverla orizzontalmente davanti a sé, trattenendo il fiato.
Al suo gesto, dal terreno emersero due carte da gioco, identiche a quelle che era solito evocare lo Sfidante del Destino. Come una resistente muraglia, i due baluardi incassarono l’attacco diretto al loro nuovo padrone, lasciandosi infilzare dalle lame e dai petali taglienti, per poi scomparire insieme a loro, come se non fossero mai esistiti. Nonostante la riuscita della sua difesa, il numero II storse il naso, insoddisfatto, perché sperava che le carte recidessero le bende, invece, quelle erano ancora lì, come a prendersi gioco di lui.
-È inutile Xigbar.- esordì Marluxia. -Puoi provarle tutte, ma non riuscirai a separarti da me e dalla mia falce.-
-Sai? La cosa mi dà fastidio e il doverti dare ragione mi disgusta.- rispose il Tiratore Libero. -Però, ehi, hai ragione. Queste bende da mummia sono più resistenti del rudere che sembrano, quindi per liberarmene, dovrò romperti le braccia.-
-Provaci occhio di falco, non aspetto altro.-
L’attimo seguente, il Leggiadro Sicario si gettò in direzione del nemico, dando al contempo un ordine mentale alle bende della falce, che si tesero di colpo e trascinarono Xigbar verso il loro padrone. Colto alla sprovvista, il Ritornante inciampò con un passo, ma riuscì a mantenere l’equilibrio e non provò nemmeno a opporsi alla forza di quelle fasce, al contrario, si lanciò a sua volta richiamando quattro carte da gioco nella mano destra. Le scagliò davanti a sé, ma Marluxia replicò con altrettanti petali neri, annullando l’attacco avversario, dopodiché sollevò la propria arma e si fermò all’improvviso puntando il piede sinistro sul terreno, caricò lateralmente il fendente e sferzò l’aria.
Il Tiratore Libero impossibilitato a frenare come l’altro Ritornante, continuò ad avanzare e si armò con la seconda pistola, usandole entrambe come uno scudo, che gli evitò di finire affettato, ma non di essere spinto a terra con violenza, come una palla che viene battuta da una mazza da baseball. Rotolò un paio di volte prima di alzarsi su un ginocchio e sparare una raffica di colpi, in gran parte respinti dal manico e dalla lama della falce. Tornato in piedi si diede una nuova e potente spinta per lanciarsi in un corpo a corpo. Le pistole si abbatterono con forza inaudita sul manico della falce, che vibrò nelle mani del suo proprietario.
I due avversari ripresero quel frenetico balletto muovendosi avanti e indietro, girando in tondo, e saltando per schivare e colpire. La loro velocità aumentava di pari passo, finché non divennero due confuse macchie in continua collisione, l’una bianca e l’altra nera, agli occhi di eventuali spettatori, che non avrebbero mai potuto emettere un pronostico, poiché i due Ritornanti apparivano in parità.
Come le loro armi, anche i loro sguardi si scontrarono più e più volte e nemmeno su quel ring nessuno dei due parve cedere: l’occhio fiammeggiante del Tiratore Libero splendeva come un piccolo sole su ciò che restava di quella distesa erbosa bagnata dalla luce della luna, e al suo fianco l’iride dorata ne rifletteva i bagliori come uno specchio; gli occhi blu dell’ex numero XI, uno nascosto dalle ciocche rosa, invece, erano freddi e profondi come faglie marine, ricolmi di rabbia e di quella follia che degenerava sempre di più.
In quello scambio di battute, in cui entrambi avevano sfoderato sogghigni e sorrisi deviati, le loro vesti andavano lacerandosi e macchiandosi di sangue a ogni fendente o proiettile andato a segno, ma sotto gli strati di stoffa insieme a tagli e ferite d’arma da fuoco comparivano anche lividi e contusioni, causate da colpi sferrati con il manico della falce e con le pistole, usate per lo sfondamento. Ai loro piedi, la terra buia e calpestata si abbeverava involontariamente dei liquidi schizzi scarlatti che piovevano dai corpi dei combattenti, gemendo in religioso silenzio sotto i loro movimenti sempre più veloci.
I Ritornanti si scontrarono ancora una volta, incrociando le loro armi che separarono i loro respiri ormai affannati, e in quel momento il viso del Leggiadro Sicario si deformò in un’espressione di puro sadismo, che fece rabbrividire il suo avversario. Le fasce attorno ai polsi di Xigbar si strinsero con uno schiocco simile a quello di una frusta e il rosato richiamò un fitto sciame di petali neri, che vorticò attorno a entrambi per qualche secondo, prima di gettarsi sul Tiratore Libero, che cercò di riparare almeno il volto nascondendolo tra le braccia.
Il numero II strinse i denti e socchiuse gli occhi, subendo l’attacco e pensando rapidamente a come reagire. Fece svanire le pistole e serrò i pugni fino a sbiancarsi le nocche, quindi fece scattare il polso sinistro in avanti, passando attraverso la gabbia di lame, e mirò al viso del nemico, colpendolo con forza inaudita sullo zigomo destro, appena sotto l’occhio. Marluxia urlò, colto alla sprovvista, perdendo la concentrazione e con essa il controllo sui suoi petali, che si riversarono sul terreno come foglie morte.
-Maledetto!- abbaiò sofferente, portandosi una mano sulla zona colpita e già segnata dall’ustione, ricordo del fuoco della custode del Tramonto.
Nel frattempo, Xigbar si era già allontanato di una decina di passi, stringendo un’arma nella mancina con cui sparò più volte all’unico braccio del rosato che ancora reggeva la falce. L’ex numero XI gemette e ringhiò per il dolore, mentre la sua arma sfuggiva alla sua presa e cadeva sul letto di petali scuri.
-Tsk! Neanche ferirti al braccio e separarti da quel tagliacarte è servito.- commentò il guerriero della Luce, notando con disprezzo le bende ancora strette sui suoi polsi, prima di tirarle verso di sé per avvicinare l’arma dell’altro, che tuttavia non si mosse di un millimetro, come se fosse incollata al suolo. -Ma che diavolo ha quell’affare?!-
Il Leggiadro Sicario ridacchiò, puntando l’unica iride visibile sul numero II. -La mia bambina non si fa impugnare dal primo che passa, occhio di falco.- spiegò tetro, raccogliendola e impugnandola nella dritta, mentre l’altro arto restava tremante lungo il fianco.
-Proverò qualcos’altro allora.- replicò il moro, concedendosi un piccolo ghigno e sollevando di nuovo la mano destra, libera dalla pistola. -Vediamo quale altro regalino mi ha lasciato quel donnaiolo di Luxord!-
-Vuoi giocare d’azzardo? Credo che il biondo ti abbia lasciato il suo stupido vizio…- disse il Leggiadro Sicario divertito, prima di zittirsi e osservare le quattro enormi carte comparse dal nulla come fantasmi, che avevano preso a girargli intorno. -Che diamine ha in mente?- pensò guardingo, stringendo la presa sulla propria arma, mentre le corde avevano guadagnato lunghezza per sollevarsi e scavalcare quel sottile muro in movimento.
Le carte, numerate dall’asso al quattro con il seme dei fiori, continuarono indisturbate la loro ipnotica danza, silenziose e rapide come artiste d’incalcolabile talento nel pieno di un’esibizione, aumentando la velocità al compimento di ogni giro. Corsero una dietro l’altra, mantenendo sempre la stessa distanza senza mai raggiungersi, e divennero così veloci da poter essere confuse tra loro. Il Ritornante digrignò i denti e socchiuse gli occhi, concentrandosi per non lasciarsi travolgere da quell’irritante girotondo. All’improvviso, però, le carte si fermarono e si spinsero verso di lui, esplodendo in una cascata di coriandoli bianchi e neri non appena lo sfiorarono.
Stupito per un istante, il rosato sbatté le palpebre un paio di volte, come per capire se fosse cambiato qualcosa e se fosse rimasta traccia di quei bizzarri strumenti di combattimento. Si fece scappare una risatina di scherno, per poi tornare a guardare l’avversario, che lo stava ancora fissando in silenzio.
-Tutto qui Xigbar?- domandò. -Mi aspet- s’interruppe, vedendolo svanire di colpo e restando completamente di sasso nel rivederselo a due palmi dal naso con un sorriso sprezzante stampato in faccia.
-Pare che l’ossigenato oltre all’estetica, abbia rivisto anche l’efficacia dei suoi attacchi.- disse. -Sei diventato lento, Luxia.- proseguì, chiamandolo con il diminutivo, che sapeva, gli dava terribilmente sui nervi, persino quando era un Nessuno s’infervorava in qualche bizzarra maniera, e il ricordo gli allargò il sorriso.
L’ex numero XI si vide puntare la pistola rimasta in campo dritta sul petto, a una ventina di centimetri di distanza. Deglutì, serrando ancora di più la presa sul manico della propria arma e riservando all’altro uno sguardo che avrebbe ghiacciato quell’iride infuocata se solo avesse potuto. Si mise a pensare a una via d’uscita, che non implicasse l’uso della falce, perché anche se la posizione della lama gli era del tutto favorevole -gli sarebbe bastato muoverla per tagliare una gamba all’avversario- purtroppo non poteva sfruttarla a causa della lentezza che quelle carte gli avevano lanciato addosso, e nemmeno le sue difese vegetali potevano essergli di grande aiuto vista la vicinanza. Fu lì che si ricordò dell’altra arma di cui disponeva, e si trattenne dal mostrare emozioni diverse sul suo viso.
-Che aspetti occhio di falco? Sembravi così ansioso di spararmi.- esordì, lanciandogli un’altra occhiata che rigurgitava odio.
Il Ritornante vestito di bianco sistemò meglio il dito sul grilletto. -Hai ragione, mi stavo perdendo in ragionamenti che prevedevano l’umiliarti.-
-Sarai pure un essere di Luce, ma sei sadico come quando eri un Nessuno.-
-Come te del resto, la differenza è che tu sei peggiorato di brutto.- replicò il numero II. -Addio, Luxia.-
Nello stesso istante in cui il colpo partì, una radice purpurea si scontrò violentemente con il braccio del Tiratore Libero, sbilanciandolo e cambiando la traiettoria del proiettile. Il dardo prese in pieno il braccio già ferito del Leggiadro Sicario, che si morse le labbra, bagnandosi il mento di sangue, pur di non lasciarsi sfuggire nemmeno un sussurro di quel bruciante dolore che si era aggiunto al precedente. Xigbar, invece, si vide strappare via la propria arma e solo grazie alla sua nuova velocità riuscì a schivare una seconda compagine, che altrimenti lo avrebbe sbattuto al suolo con una violenza inaudita. Illvilja ridacchiò compiaciuta del proprio lavoro, che si concluse l’istante seguente con la distruzione della pistola del numero II tra le grosse spire dei suoi arti vegetali, che schiacciarono e stritolarono l’oggetto riducendolo in pezzi.
-Io sarò diventato lento… ma la mia lobelia no.- esordì il rosato, con affanno evidente.
Il Tiratore Libero trattenne un ringhio, impugnando l’arma rimastagli nella mancina. Fissò trucemente il suo avversario e la sua creatura uscita da chissà quale inferno, tenendosi pronto a difendersi o schivare un qualsiasi attacco da parte loro. Tuttavia, sapeva che non avrebbe potuto sfuggire in eterno o comunque combattere ancora per molto, perché anche lui era ormai stanco e la fiamma tinta d’arancio aveva iniziato a bruciare con minore intensità.
Un movimento sotto i suoi piedi lo risvegliò da quel momento di stasi e saltò all’indietro, evitando per poco la lunga radice della pianta, che lo inseguì e lo colpì senza difficoltà, poiché all’improvviso le bende strette attorno ai suoi polsi avevano iniziato ad accorciarsi, trascinandolo verso il loro padrone. Prima di impattare col terreno sulla spalla destra, il moro sparò una raffica di proiettili, che ferirono la bionda di striscio. Illvilja soffiò come un gatto mollandogli un’altra sferzata in pieno addome, che lo scagliò a qualche metro di distanza, lasciandolo senza fiato e privo della sua arma, che cadde alle sue spalle, e con la vista ancora offuscata.
-Avanti bambina… divoralo.- invitò l’ex numero XI con una risatina.
La donna dalla pelle nivea si leccò lascivamente le labbra e alzò una compagine, puntandola sul Ritornante e caricandola in una breve rincorsa. Tuttavia, la sua espressione di sadica gioia mutò immediatamente in una di sofferenza e si ritrovò a emettere dei mugolii sconnessi, quasi fosse sull’orlo del pianto. Si voltò verso la zona in cui stava combattendo il garofano rosso e ruggì in direzione della cupola scarlatta che aveva reciso le radici della sorella, provocandole un dolore indescrivibile, che solo lei poteva capire.
Marluxia seguì lo sguardo della sua creatura e sorrise amaramente quando comprese che la sua Sophia stava per essere sacrificata. -Mi dispiace occhio di falco, ma la mia presenza è richiesta altrove…- disse, liberandosi della falce, con cui svanirono le fasce che fino a quel momento avevano tenuto in trappola il numero II.
-Non… non azzardarti ad andartene!- esclamò Xigbar, inginocchiandosi e tossendo.
Il rosato lo ignorò e aprì un varco accanto a sé. -Purtroppo si sta facendo tardi, come vedi la piccola Jessie sta per chiudere la sua partita. Illvilja, sai cosa devi fare.- aggiunse, attraversando il passaggio che si chiuse alle sue spalle.
La lobelia annuì, richiamando le sue radici con cui si scavò la strada nel terreno, per svanirci l’istante seguente.
-Dannazione!- urlò Xigbar, battendo il pugno sinistro al suolo e serrando gli occhi.
Digrignò i denti e lanciò nuovi improperi, maledicendo il suo nemico e se stesso, perché nonostante tutto ciò di cui era dotato aveva fallito. Tremante per la rabbia e la frustrazione e provato dagli ultimi attacchi ricevuti, il Ritornante si alzò in piedi, scuotendo la testa per gettare via i pensieri negativi. Lo scontro restava in sospeso, ma non si sarebbe arreso, anzi si sarebbe accanito ancora di più per mantenere la sua promessa.
Fu in quel momento che tra le palpebre chiuse filtrò una forte luce rossa, che lo intimò ad aprirle del tutto. Lo sgomento e la sensazione di paura che lo colsero furono così grandi da fargli dimenticare il proprio fallimento e ringraziò un dio qualunque per non essere all’interno di quella barriera, in cui si stava svolgendo la più terribile delle battaglie.

Eliminato l’ultimo ragno, Miroku e Sango si voltarono in cerca dei loro amici, intravedendo, però, solo Kagome e Shippo accanto ai nuovi compagni di viaggio, o per meglio dire, gli unici due presenti.
-Divina Kagome!- chiamò il monaco, avvicinandosi alla ragazza, china sul custode della Catena Nobile. -Cos’è successo?-
-Nelle ragnatele c’era il veleno di Naraku…- rispose rapida lei, guardando con occhio esperto le ferite che lambivano le gambe del prescelto. -Mi dispiace, ma non ho con me le erbe medicamentose e neanche bende a sufficienza… dovrai aspettare…- spiegò, sincera, abbassando lo sguardo.
-Non preoccuparti…- replicò Topolino, stringendo i denti a una fitta di dolore. -Non è così grave, posso resistere.-
-Kairi e Sora dove sono?- chiese invece Sango, con Kirara tra le braccia, tornata alle sue normali dimensioni. -E Inuyasha?- chiese poi, non vedendo il mezzodemone nei dintorni.
Il movimento del cavaliere armato di scudo rispose ai suoi quesiti. Indurito lo sguardo per vedere più lontano, Pippo fece per correre in aiuto dei ragazzi che apparivano al limite delle loro forze, ma si fermò all’improvviso, voltandosi verso il suo sovrano e mettendosi sull’attenti.
-Vostra Maestà, devo andare. I nostri amici hanno bisogno di me.- annunciò, per poi rivolgersi al resto dei presenti. -Lo affido alle vostre cure.- disse, dopodiché scattò a tutta velocità, andando incontro ai due custodi.
-Mai vista una fedeltà simile…- costatò Miroku, allibito. -E sta già tornando indietro…-
-Pippo esagera sempre…- commentò il re dalle orecchie tonde, facendosi scappare una risatina prima di tornare immediatamente serio, quando vide lo stato dei suoi compagni. -Ma cosa…?- provò a chiedere, mentre il Maestro del keyblade e il suo cavaliere si avvicinavano con il prescelto dell’Alba apparentemente incosciente, sostenuto da entrambi.
-Sembra che Riku abbia solo perso i sensi…- disse infatti Sora, riprendendo fiato e sdraiando il ragazzo sul terreno. -Almeno… credo… Paperino invece…- proseguì incerto, girandosi in direzione della principessa della Luce, che ben presto lo affiancò, mostrando il mago dormiente tra le sue braccia ora sporche di sangue.
Topolino sgranò gli occhi neri, incredulo di fronte a un simile quadro di disfatta.
-Inuyasha?- domandò Kagome, guardando la rossa dritta nelle iridi blu mare. -Dov’è Inuyasha?-
La custode del Flower Key posò a terra il compagno ferito, stendendolo su un fianco con dolcezza, dopodiché si rialzò e ricambiò lo sguardo intenso della sacerdotessa, che aveva unito le mani, intrecciando le dita, in una muta preghiera.
-È rimasto indietro con Jessie.- rivelò, volgendosi verso il punto da cui era giunta e indicando la tenue cupola rosa, che era sorta pochi secondi prima, ma cui nessuno aveva fatto caso, poiché l’urlo di dolore prodotto da Sophia non l’aveva oltrepassata.
-Kairi… cos’è quella barriera?- chiese Sango.
-Quella è una magia che solo Jessie è capace di usare, se l’ha evocata significa che ha intenzione di usare l’ultima carta che le rimane…- spiegò Sora, inginocchiandosi accanto all’amico dai capelli argentei e posandogli due dita sul collo segnato di viola a causa della stretta della radice. -Non devi temere per Inuyasha, sono sicuro che non sarà coinvolto.-
-Coinvolto in cosa…?- la mora strinse ancora di più le mani fino a sbiancarle.
-È diventata rossa…- fece Miroku, muovendo qualche passo. -Perché…- le parole, però, morirono ancor prima di essere concepite dalla sua mente a causa della terrificante vista che riempì i suoi occhi e quelli di tutti i presenti.

Brian Crain - Fire

Il fuoco divampò all’improvviso, eseguendo il volere della sua padrona.
Le lingue incandescenti, in un tripudio d’arancio, rosso e giallo, si alzarono e si spinsero tutt’attorno, nascondendo tra le loro distruttive spire la custode e la creatura che dovevano debellare da quel mondo.
Voltatasi un attimo prima che all’interno della barriera si scatenasse l’inferno, Jessie lanciò una magia Shell sul mezzodemone, per proteggerlo dalla fame delle fiamme che aveva liberato, non perché non credesse alle parole di Inuyasha riguardo i suoi abiti, ma perché non sapeva fino a che punto il suo desiderio di lasciarlo incolume avesse raggiunto la parte più intima del suo attacco per non coinvolgerlo più di quanto avesse già fatto.
Dal canto suo, l’argenteo sgranò all’inverosimile gli occhi ambrati, non accorgendosi della sfera che per un secondo aveva brillato intorno a lui. Fu un attimo e la ragazza dai capelli castani era svanita, circondata da quel fuoco che gli apparve dotato di volontà propria. Una volontà furente e devastante, che per un momento soltanto lo spaventò. Senza perdere tempo si era nascosto nella sua veste, confezionata con la pelle dell’Hinezumi*, che lo avrebbe difeso da quelle fiamme apparentemente indomabili, e nonostante facesse un caldo insopportabile persino per lui, rabbrividì quando all’interno della barriera si diffuse l’urlo di Sophia.
Il garofano rosso ululò, sentendo le sue radici che rapidamente venivano divorate dalle fauci di quella bestia immateriale. Puntò gli occhi scarlatti traboccanti d’odio, sulla keyblader del Tramonto, che gli stava innanzi, immobile ad eccezione per la lunga chioma castana che volteggiava agitata alle sue spalle, come un lungo mantello. Le iridi color nocciola erano cupe, quasi spente, ma quando ricambiarono il suo sguardo si accesero di rabbia. Quella stessa rabbia che l’aveva mossa ad attaccare.
Irritata e consapevole della morte che la stava reclamando a gran voce, Sophia allungò le braccia verso la ragazza, per stringere le mani attorno al suo collo e toglierle quell’espressione dal viso. Tuttavia, quando guardò i propri arti gridò ancora una volta: la bella e liscia pelle scura era ormai un ricordo, perché le fiamme l’avevano divorata quasi del tutto, attaccandosi alle fibre muscolari, e lo stesso era accaduto al suo busto dalle forme seducenti e perfette, come anche ai suoi vermigli petali, svaniti quasi del tutto in un turbine di cenere. Con un ultimo urlo di frustrazione, la mortale Sophia si portò le mani tra i capelli bianchi, anch’essi presi d’assalto dalla morsa feroce dell’incendio, accettando ciò che le stava accadendo, poiché sapeva che non vi era più alcuna via di fuga.

Come una grossa nube di temporale che tace dopo aver sconquassato il terreno sotto di sé con i suoi dardi, il fuoco del crepuscolo smise di ruggire e lentamente si ritirò verso il centro di quel tumultuoso caos, lasciando dietro di sé solo terra bruciata, ancora fumante. Retrocedendo un po’ per volta, le fiamme liberarono la figura di Inuyasha, che non avvertendo più il calore attorno a sé, si azzardò a tirar fuori la testa dalla sua veste, rimasta miracolosamente intatta, e in quel preciso momento la magia Shell che lo aveva circondato a sua insaputa esplose come una bolla di sapone. Tuttavia, il mezzodemone neanche questa volta se ne curò, poiché la sua attenzione era tutta rivolta verso la custode, ancora nascosta in quel rovente bozzolo. Man mano che indietreggiavano, le lingue incandescenti guadagnarono velocità, finché non rivelarono il corpo della loro evocatrice, in piedi davanti a un mucchio di cenere grigia.
Tremante e ritta sulle gambe per puro miracolo, la castana fissava con occhi quasi chiusi ciò che restava della bella e micidiale Sophia: un ammasso di polvere, che emanava un tanfo ripugnante così forte che le fece salire un conato di vomito. Riuscì, però, a ricacciarlo da dov’era venuto, bruciandosi la gola, e riprendendo a respirare con un pesante affanno, sentendosi completamente sfinita e a un passo dal perdere i sensi, mentre la barriera divenuta rossa grazie al sigillo, si crepava come il guscio di un uovo e cadeva in pezzi, che a loro volta si disgregavano in un istante. Mosse le dita, lasciando svanire la Via del Tramonto perché sapeva che altrimenti le sarebbe caduta, e con cautela si girò, alzando lo sguardo sul mezzodemone, rallegrandosi nel costatare che non aveva subito alcun danno. Poi, spinse ancora più lontano la propria mente e fu invasa da un moto di sollievo quando percepì il pulsare fresco e rilassante del cuore di Riku. In quel momento, le sue gambe cedettero e il suo corpo non le obbedì più. Si afflosciò su se stessa come un sacco che è stato svuotato di colpo e cadde in avanti, preparandosi a ricevere il duro impatto con il suolo.
Qualcosa largo come l’altezza del suo addome, però, le impedì di ritrovarsi riversa a terra e la sostenne trasversalmente come una sorta di braccio. Udì vagamente un grido -un’imprecazione in realtà- e si sentì stringere dalle spire di quel sostegno salvatore e sconosciuto, che la sollevò e la trascinò da qualche parte. Fu uno spostamento talmente rapido che le fece girare la testa, ora pericolosamente silenziosa, al punto da causarle un moto di nausea e un breve attacco di tosse. Quando si fermò, due prese si strinsero attorno ai suoi polsi, sollevandole le braccia a croce, e ciò che l’aveva sostenuta fino a quel momento si avvolse intorno alle sue gambe, immobilizzandole. Ansante e con la vista offuscata sollevò il capo per cercare di capire dove fosse stata portata e tremò nel vedere il sadico sorriso di Marluxia a pochi centimetri dal suo viso.
-Piccola Jessie, eccoci qua.- proferì civettuolo, nonostante la stanchezza e le ferite ancora sanguinanti. -Non la farò tanto lunga, il tempo stringe e i tuoi compagni sono a dir poco molesti.- aggiunse prima di gettare uno sguardo alle spalle della castana. -Illvilja.-
La lobelia annuì sghignazzando, facendo ondeggiare i corti capelli biondi, e allungò rapidamente le proprie radici disponendole in un intricato groviglio tutt’attorno a sé e al proprio padrone per poi liberare getti gassosi di veleno dai numerosi pori di cui erano dotate. Ben presto, una malsana e fitta nuvola violacea circondò i tre, che divennero delle sagome sfocate agli occhi degli osservatori.
-La mia Illvilja è un fiore velenoso, merito di Naraku… non l’avevo detto?- fece il Leggiadro Sicario ridacchiando. -Ma veniamo a noi. La tua stanchezza e lo stato in cui sei ridotta per aver usato quella tecnica non sono sufficienti per i nostri scopi, perciò dobbiamo provvedere.- proseguì.
-Cosa…?- balbettò Jessie, sentendo un paio di mani che le scorrevano tra i capelli e sussultò quando le strapparono di dosso il lato destro della maglietta a dolcevita, mettendo in mostra la clavicola, il collo e parte della schiena, mentre il pezzo davanti si afflosciava scoprendo parte del reggiseno. -Che cosa… vuoi…-
-Che cosa voglio farti?- domandò il rosato, interrompendola. -Come ho detto le tue condizioni attuali non ci bastano, perciò Illvilja le peggiorerà.-
Trattenendo il respiro, la keyblader sgranò gli occhi e l’istante dopo cercò di dimenarsi, ma la presa delle radici era ferrea e dato il suo agitarsi, quella che le circondava le gambe salì ulteriormente lungo il suo corpo, fino a stringerle l’addome. In seguito, Jessie avvertì le labbra della donna sul proprio collo, dove posarono un bacio leggero, come un segno preparatorio, poi giunse il dolore che le tolse il fiato. I lunghi canini della creatura affondarono nella sua carne, rilasciando lo stesso veleno che stava appestando l’aria intorno a loro, solo in forma liquida e viscosa, che penetrò nei suoi vasi sanguigni e iniziò a diffondersi, indebolendo ancora di più il suo corpo già provato.
La castana si ritrovò ad annaspare, avvertendo un’orribile sensazione di soffocamento, come se le avessero chiuso le vie respiratorie. Chinò il capo e tossì, cercando nel frattempo di riprendere il controllo sulla respirazione e soprattutto di non cadere nell’incoscienza perché sapeva che l’Emissario era sempre in agguato, ma non le fu concesso altro tempo per concentrarsi sui suoi pensieri. La bionda la prese per il mento e la costrinse a rialzare il viso, facendole incrociare le brillanti iridi blu del Ritornante oscuro, che aveva assunto un’espressione folle resa inquietante dall’ampia ustione che gli deturpava il lato destro del volto.
-Ora, piccola Jessie, è il momento che inizi a sprofondare nel buio.- esordì, posandole la dritta sugli occhi, ben aperta per vederli tremare e riempirsi di terrore.
La mano fu avvolta da un’aura talmente scura che celò ogni piega e ogni fibra del guanto di pelle nera, infittendosi sempre di più.
-Soffri. Disperati. Implora pietà.- mormorò Marluxia, spingendo il palmo in avanti e trasmettendo l’oscurità del proprio cuore ai bulbi oculari della ragazza.
Non appena avvertì quella viscida invasione, la custode serrò inutilmente le palpebre e altrettanto vanamente tentò di opporsi e scosse il capo intrappolato tra le mani di Illvilja e ora quella del Leggiadro Sicario. Infine, nel momento stesso in cui sentì le iridi bruciare e trasmetterle un’insostenibile dolore urlò con tutto il fiato che possedeva.






*Veste di Inuyasha: L'abbigliamento di Inuyasha è basato su una "tenuta da monaco", nel Giappone del periodo dello "Stato di Guerra". Gli indumenti rossi sono fatti del "Pelo del Topo di Fuoco (Hinezumi)", che si dice sia a prova di fuoco e "più forte delle semplici armature". Queste parole sono comprovate in numerosi incidenti avvenuti durante la vicenda. La referenza storica può essere trovata nella vecchia fiaba folkloristica giapponese "Taketori Monogatari", o "La Storia della Lancia di Bamboo." La "Veste del Topo di Fuoco" permette ad Inuyasha di resistere al fuoco e, in alcuni casi, alle lame. La Veste funziona anche su altri, ai quali Inuyasha presta la Veste perché potrebbero averne bisogno più di lui. Tuttavia, la Veste perde le sue qualità di armatura durante la luna nuova, così come Inuyasha perde i suoi poteri demoniaci.

[Fonte: Wikipedia]

Info di servizio: Come ho detto alla sua presentazione, Illvilja è una Lobelia siphilitica, ed è un fiore velenoso. Per la nube di veleno mi sono ispirata a quelle che usa Naraku, visto che come dichiarato da Marluxia il merito di questa caratteristica è suo ù.ù



Dunque, eccoci.
Lo scontro tra Xigbar e Marluxia mi sembra un pastrugno, ma tutto deriva dal fatto che mi sembra di scrivere sempre le stesse cose e quindi cerco di trovare un modo per non annoiarvi. Il giudizio comunque, rimane vostro.
L'intermezzo con il resto del gruppo serviva solamente a dare un quadro sulla situazione dei personaggi che potranno rendersi utili o meno nel prossimo capitolo che, probabilmente sarà l'ultimo di questa "fase". Ma ne riparliamo dopo.
La ripresa nella barriera con Inuyasha, Jessie e la fine di Sophia. Questa scena è quella che ho scritto prima del resto, perché ormai sono ridotta a dover scrivere prima le scene che ho in mente per dopo, e ci sono un po' affezionata, non chiedemi come mai, non lo so xD
Il finale. Vi ricorderete di certo (?) dell'ultima strofa della profezia in cui si parlava del primo buio. Bene, la risposta al perché di tanta crudeltà è lì dentro ù.ù Spero che come finale vi sia piaciuto e che pure il resto sia stato di vostro gradimento.
Veniamo dunque alla questione "il prossimo capitolo sarà l'ultimo".
Come vedete dai numeri, il prossimo sarà il capitolo 80, una bella cifra che mi ha fatta pensare, così sono giunta a questo: il capitolo 80 chiuderà lo Sclero e aprirà una nuova fan fiction, "l'atto finale" di tutta la storia. Non so quanti capitoli saranno, pochi no di certo e alcuni pezzetti li ho già scritti (vedete sopra). Lo Sclero non è più tale già da un po', però non sono mai riuscita a trovarci un titolo nuovo. Invece, ora, giunta a questo punto della vicenda ce l'ho fatta, ma lo Sclero rimarrà lo Sclero, quindi, anche per una questione di numeri, comincerò una storia nuova.
Ho voluto anticiparvelo già ora perché mi sembra giusto condividerlo con voi fin da subito, invece di farvi la sorpresa la prossima volta. Spero che tutto questo non vi sia di disturbo ^^ Alla prossima dunque!
See ya!


L'angolino dedicato a voi ù.ù

darkroxas92: Darky x3 Eh, ma tutti basTonti sono per te ù.ù Naraku e l'Emissario si somigliano parecchio in effetti, ma come ho detto in passato, Naraku ha avuto un ottimo maestro per la subdola arte della tortura psicologica ù.ù Luxord ci ha lasciati... *depenna nome dalla lista* come sempre sono esigenze di copione coff coff...
Avevo avvertito che ci stavamo avviando verso l'apocalisse e insomma, non potevano uscirne tutti illesi tranne chi so io, giusto? ù.ù Pensavo di sorprenderti con Riku xD Paperino era lì per caso ù.ù
La mia bellissima Sophia D: Come sarebbe a dire che ti stava antipatica? Illvilja la odierai me lo sento D: Insieme a Marluxia, ovvio ù.ù
Grazie per il commento e per i complimenti x3

Lizzie Sora: Gemellina mia <3 Se il capitolo precedente l'hai trovato triste in certi punti... questo probabilmente ti avrà causato un'enorme botta di tristezza <.< e il tuo odio per Marluxia sarà tipo alle stelle <.< Sophia è finita alla brace e temo che pure l'antipatia verso Illvilja sia decuplicata xD Grazie mille per la recensione :3 Spero che anche questo ti piaccia :3 ciauu!!!

little_drawing: Ciao cara :3 Eh già, non ho avuto pietà per nessuno, ma sarà questa la politica della mia fic d'ora in avanti ù.ù Non odiarmi ç_ç Credo che nella recensione tu abbia fatto un errore xD Non è morto Lexaeus, ma Luxord xD Io e il Banditore siamo contenti che l'autografo sia stato di tuo gradimento ù.ù *l'omino annuisce e ringrazia per la torta* Detto questo, grazie per la recensione :3 ciauuu!


Eccoci qua, agli ultimi ringraziamenti ù.ù Ultimi, ma non meno importanti e per farli bene metterò l'elenco di tutti quanti!

Ringrazio chi ha messo la fic tra le preferite:
Ayume, chaska, Ciccio85, Cipotta91, Deby92, EmanueleBixx, fenicex8, Firely, Franz3v, Frenz93, Gattina9, iivirtex_silent, Inazuma Sisters, lettore 01, LightRoxas, logan_weasley, LoveyouMacca, Midnight9, Mikhi e Sashy.

Ringrazio chi ha messo la fic tra le seguite: Aurora95, BeRRy_aPPle, chaska, Chicchi22, darkroxas92, Deby92, EmilioOblivion, Leda Swan, lettore 01, LightRoxas, little_drawing, Lizzie Sora, logan_weasley, Marimo, masterof dark, Prof_Wikiki, Ventus, Verya, Xanum.

Ringrazio chi ha messo la fic tra le ricordate: Arashi Roxas, D_Cocca, Legendary Reshiram.

Ovviamente ringrazio anche chi legge soltanto :3 Siete sempre così tanti :3 E io vi adoVo tutti :3
Detto questo, ci vediamo alla prossima!
See ya!

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Capitolo 82
*** Capitolo 80: Grida x Sconfitta x Inizio ***


Buona sera a tutti! Eccoci con l'ultimo capitolo di questa lunghissima fan fiction! Non mi perdo via in discorsi inutili e vi lascio direttamente alla lettura, cirivediamo giù :3



Capitolo 80: Grida x Sconfitta x Inizio

.: L’inizio della caduta :.

Quando il Tramonto inizierà la discesa,
Un primo buio lo schiaccerà
Allontanandolo di un passo dalla Luce
E spingendolo sulla linea di confine.
L’Emissario giungerà
E sarà l’inizio di una notte nera
In cui nessun bagliore potrà brillare.


Cowboy Bebop - Session #23

Sulla piana erbosa era calata una calma irreale e inquietante, gelida e opprimente come un banco di nebbia, accompagnata da un silenzio fatto di respiri sospesi e piccole speranze, che tremavano ridotte quasi all’impotenza, minacciando di spegnersi e soffocare, come la flebile fiamma di un cerino chiuso in un barattolo di vetro. All’interno della cupola rossa, però, stava avvenendo l’esatto contrario e i compagni del mezzodemone e della custode del Tramonto potevano solo immaginare il fragore di quelle fiamme terribili che avrebbero potuto far scempio di tutti loro senza alcuna difficoltà.
Il Ritornante vestito di bianco, superata la sorpresa per quella vista infernale, s’incamminò più svelto che potè per ricongiungersi al resto del gruppo, infrangendo quella fredda stasi con i suoi pesanti e stanchi passi, attirando l’attenzione del keyblader castano che lo raggiunse e lo sostenne, aiutandolo a sedersi.
-Non badare troppo a me… sono giusto un po’ ammaccato…- mormorò, stringendo i denti a causa di una fitta di dolore proveniente dall’addome. -Dovete correre da Jessie!- esclamò col poco fiato rimastogli, richiamando ogni sguardo su di sé. -Marluxia la attaccherà!-
-Quando la barriera si romperà, Jessie sarà senza forze!- intervenne Kairi, rammentando con orrore gli effetti negativi di quella tecnica.
-Allora non c’è un minuto da perdere!- affermò il monaco, stringendo il rosario di perle azzurre che gli avvolgeva il polso destro. -Sango, tu rimani qui con la Divina Kagome.-
-D’accordo Miroku, ma sta’ attento.- pregò la ragazza, ricevendo un assenso.
-Kairi, Pippo, anche voi restate qui.- sentenziò Sora.
-No! Vengo anch’io!- ribatté la rossa, stringendo i pugni. -Potrò essere d’aiuto con il Lux Sacra!-
-Ha ragione.- s’intromise il Tiratore Libero, recuperando la benda dalla tasca dei pantaloni per coprire nuovamente l’iride destra. -Portati la principessa e non discutere, a fare la guardia alle retrovie ci penso io, posso sempre aprire un varco, ma stanco come sono vi sarei solo d’impiccio e quel mezzo cagnolino non farebbe altro che lamentarsi.-
-Va bene.- acconsentì il keyblader dopo qualche secondo. -Andiamo!- aggiunse poi, rivolto ai due che lo avrebbero accompagnato per poi iniziare a correre in direzione del campo di battaglia.
Topolino li osservò attentamente con i suoi occhi neri come la pece e deglutì, quando avvertì un brivido lungo la schiena, che gli fece agitare le orecchie tonde.
-State attenti.- mormorò, attirando lo sguardo del suo cavaliere che, nonostante tutto, sorrideva ancora, pienamente fiducioso nella forza dei suoi amici.

Non avevano compiuto che pochi, rapidi, passi quando il fuoco iniziò ad arretrare, diventando sempre più docile, come una belva ormai sazia che si ritira nella sua tana per godersi il meritato riposo dopo la caccia. Intravidero la figura di Inuyasha, rannicchiato su se stesso e completamente avvolto dalla sua veste, che poco dopo si rialzò, restando immobile a fissare avanti a sé, mentre anche la custode del Tramonto riemergeva da quel distruttivo palcoscenico. L’istante dopo, delle fiamme scarlatte non era rimasto altro che il tetro ricordo e la castana si girò del tutto, mentre la barriera s’incrinava per poi infrangersi e perdere pezzi come un vecchio strato d’intonaco che per troppi anni aveva coperto un’anonima parete. E nel momento in cui l’ultima traccia dell’incantesimo svaniva nell’etere, la sua evocatrice esaurì definitivamente le proprie energie e persino Inuyasha si rivelò troppo lento a soccorrerla.
La videro cadere e afflosciarsi come un fiore che appassisce in pochi istanti, dopodiché la lunga radice purpurea di Illvilja entrò nel loro campo visivo, raccogliendo la keyblader e portandola lontano da loro a una velocità incredibile, che li lasciò tutti di sasso.
-Dannazione!- imprecò il mezzodemone, furioso per essersi lasciato sorprendere con tanta facilità. -Maledetto vigliacco!-
Lo seguirono immediatamente quando scattò per andare in aiuto della ragazza, che ora si trovava tra le braccia pallide della lobelia, esattamente di fronte al Leggiadro Sicario, che nonostante le ferite sembrava ancora in grado di nuocere. Specialmente sull’inerme e stremata keyblader, che non poteva fare nulla per difendersi.
Scorsero lo sguardo blu dell’unica iride visibile del Ritornante oscuro puntato su di loro, ma non ne compresero il significato, finché la terra non prese a tremargli sotto i piedi. Ovunque, spuntarono radici, larghe e sottili, sguscianti come serpenti nell’acqua, sistemandosi in una fitta ragnatela circolare ed emettendo, l’istante dopo, un gas viola da ogni singolo foro di cui quella coriacea pelle vegetale era dotata. In poco tempo, tutta l’area coperta dalle compagini della bionda creatura fu appestata e invasa da una densa nebbia purpurea.
Il mezzodemone frenò la propria corsa a pochi passi dalla cupola di gas e digrignò i denti, mentre si copriva il viso con la manica della veste.
-Dannato Naraku.- mormorò con un ringhio, assottigliando lo sguardo per cercare di scorgere le figure che si trovavano al centro del muro tossico, senza però riuscirci.
-Inuyasha!- chiamò il monaco, fermandosi al suo fianco. -Questo è…?- domandò, sospettando già la risposta quando percepì l’aura demoniaca di cui era intrisa la nube.
-Veleno di Naraku. Non possiamo entrare.- affermò con rabbia l’argenteo. -E non posso nemmeno spazzarla via con Tessaiga, rischio di colpire anche lei.-
-Sora…- intervenne la principessa della Luce, attirando l’attenzione dei compagni. -Forse, la magia Tornado potrebbe…-
Il castano rifletté velocemente. -Possiamo provarci!- rispose, impugnando la Catena Regale, imitato dalla rossa che richiamò il Flower Key.
-Cosa avete in mente?- chiese Miroku.
-Vogliamo usare un incantesimo per creare un vortice d’aria, con quello dovremmo riuscire a- la spiegazione del custode, però, fu bruscamente interrotta da un grido.
Un grido acuto, pieno di dolore, che fece accapponare la pelle a tutti, persino al resto del gruppo, che nonostante la distanza riuscì a udire perfettamente quello sfogo straziante, grazie all’assenza di qualsiasi altro suono o rumore. Fermatosi per un solo innocente attimo, l’urlo scoppiò una seconda volta, come se l’aguzzino stesse infierendo su una ferita già profonda e sanguinante, finché non si spense di nuovo, zittendosi definitivamente.
Sconvolta e impallidita, Kairi allentò la presa sul keyblade, che cadde a terra con un breve tintinnio, prima di svanire in una scia di luci, e si portò le mani al viso, contorto in un’espressione di terrore. Soffocò un singulto, mordendosi il labbro inferiore, e sbatté le palpebre sulle iridi lucide, mentre il suo cervello non riusciva a fare altro se non produrre pensieri funesti.
I tre ragazzi sgranarono gli occhi, impietriti e sconvolti di fronte all’anteprima di una possibile quanto probabile disfatta. Furente, Sora strinse la presa sull’elsa della propria arma per sollevarla al cielo notturno, pronta a scagliare la magia, mentre il suo sguardo celeste si faceva determinato e incrollabile.
-No.- pronunciò grave, gettando un’occhiata alla compagna e intuendone le tetre riflessioni. -Non pensarlo neppure.- aggiunse con un tono rigido, che non ammetteva repliche, stringendo i denti per non cadere lui stesso in conclusioni terribilmente negative. -Jessie è viva, ne sono certo.-
-E fai bene giovane prescelto.- intervenne una voce femminile poco distante, facendoli voltare tutti e quattro verso il punto in cui era comparso un vortice di polvere nera. -Non è di certo mia intenzione perdere la custode del Tramonto.- aggiunse con tono divertito, segnalando l’ovvio.
-Chi diamine sei tu?- domandò Inuyasha, sfoderando gli artigli e assottigliando lo sguardo.
-Quello è il nostro nemico.- rispose Sora, trattenendosi a stento dal correre e fare a fette la fonte dei loro problemi. -L’ultimo Emissario dell’Oscurità.-
-Tsk! Perché non mostri a tutti il tuo brutto muso, eh?- sfidò l’argenteo.
L’essere celato dalla nube vorticante ridacchiò, sinceramente divertito da quella manifestazione di rabbia e odio. -Se lo facessi, dove starebbe il divertimento? Verrà il momento in cui mi mostrerò, mezzodemone, ma tu non sarai lì ad ammirarmi, mi spiace.- disse con fare civettuolo.
-Ti faccio passare io la voglia di ridere!- gridò Inuyasha, sguainando nuovamente la propria spada e lanciandosi rapidamente verso la nuvola nera per trapassarla con un fendente.
Tuttavia, la polvere si disperse come uno sciame infastidito per poi spostarsi di qualche metro e riunirsi in un vortice compatto e ronzante, accompagnata da una risata agghiacciante.
-Quanti sforzi inutili, mezzodemone… ora capisco perché Naraku si diverte tanto con uno come te!- esclamò, continuando a ridere.
-Maledetta…- ringhiò l’argenteo, rialzandosi e mettendosi in posizione d’attacco. -Troverò il modo di farti a fette!-
-Smettila Inuyasha!- lo riprese Sora, fissandolo negli occhi. -Non dobbiamo sprecare le energie!-
-Quanta determinazione custode del Giorno e che sguardo…- commentò l’Emissario con tono serio. -Il tuo predecessore ne sarebbe fiero.-
-Cosa state facendo a Jessie?- domandò lui, ignorando quelle parole. -Cosa le avete fatto?!-
-Come sei scortese… quest’individuo a metà sta avendo una brutta influenza su di te.- asserì la ragazza dai capelli blu, con tono dispiaciuto, senza rivolgersi minimamente a Inuyasha che stava per assalirla di nuovo, ma che fu trattenuto dal monaco. -Per rispondere alla tua domanda: come ho detto prima, non ho intenzione di perdere la custode del Tramonto, ma conquistarne la forza.- svelò, enigmatica. -Avrei potuto farlo semplicemente eliminando il custode dell’Alba, ma è ancora presto… e non sarebbe stato altrettanto divertente.-
L’ultima rivelazione ebbe lo stesso effetto di una doccia fredda per i due keybladers, che per la prima volta tremarono di fronte alla loro avversaria, comprendendone finalmente le reali capacità. L’Emissario poteva decidere della vita di chiunque a seconda dei propri capricci, come un ordigno a orologeria ideato dalla fredda e calcolatrice mente di un folle che fa del mondo il suo giardino in scatola.
-Potete stare tranquilli, liberare la scacchiera dalla vostra presenza non rientra nei miei progetti, non ora almeno.- aggiunse, zittendosi l’attimo seguente a causa di un’arma che squarciò la nuvola di polvere, attraversandola e disperdendola di nuovo, per poi conficcarsi nel terreno.
-La Via per l’Alba!- pronunciò Kairi in un fiato, girandosi immediatamente verso la direzione da cui era provenuto il keyblade, oltre il nugolo frusciante di sabbia scura, trovandovi la malferma figura dell’amico dai capelli argentei. -Riku!- chiamò, preoccupata, cercando di scorgere il suo viso tra le ombre delle ciocche chiare.
-Oh, non credevo che saresti stato in grado di raggiungerci, custode dell’Alba.- disse l’Emissario, ricomponendo la propria copertura a pochi passi dal punto in cui era stata colpita. -La piantina di Marluxia ti ha ridotto proprio male…- lo schernì, mentre il gruppo si riuniva attorno al compagno sfinito, di cui saltarono all’occhio le precarie condizioni.
-Cosa sei venuto a fare, stupido?- domandò Inuyasha, mettendosi al suo fianco con la spada in pugno, mentre Riku richiamava la propria chiave. -Mi chiedo come diamine sei riuscito ad arrivare fino qui, e perché te l’hanno permesso, visto che ti reggi a malapena in piedi.- commentò, guardandolo di sfuggita.
Il ragazzo non rispose sia perché impegnato a concentrare la poca forza rimastagli nelle gambe sia perché la gola gli bruciava terribilmente e il solo respirare gli procurava un dolore non indifferente. Sul lato scoperto si posizionò Sora, che lo fissò con aria di rimprovero e occhi preoccupati, ma mai come quelli della principessa del cuore, che temeva di vederlo crollare da un momento all’altro. Cercò di sorriderle, ma gli riuscì solamente una smorfia tesa, che si spense allo scoppio d’ilarità dell’Emissario.
-Davvero, non sarebbe stato divertente eliminarti anzitempo giovane Alba. E se penso a ciò che ti aspetta… quello sarà uno spettacolo decisamente esilarante!- esclamò con tono acuto, completamente delirante.
Riku ringhiò, riducendo gli occhi a due fessure e muovendo un tremante passo in avanti, in un sicuramente vano tentativo di attaccare la donna che si celava tra le spire di polvere nera e farla tacere una volta per tutte, mettendo così fine al suo strafottente discorso. Tuttavia, si fermò l’attimo dopo, perché accanto al turbine ronzante si era aperto un varco oscuro da cui uscì l’ex numero XI, evidentemente stanco, ma ghignante come una soddisfatta iena che è riuscita a rubare il pranzo al fiero leone; e tenuta sottobraccio, al pari di un tappeto arrotolato, stava la keyblader del Tramonto, mortalmente immobile e abbandonata sull’arto che la reggeva.
-Jessie!- urlarono Sora e Kairi, coprendo il soffio liberato dalle labbra del loro amico, che aveva cercato di chiamare la propria compagna, fallendo miseramente e procurandosi un’ulteriore fitta di dolore.
Il Leggiadro Sicario allargò il suo sorriso, che s’inarcò maggiormente sul lato destro, quindi inclinò il capo per mostrare totalmente la propria espressione gioiosa e appagata, liberando la parte sfigurata del suo pallido volto.
-Scusate se vi ho fatto aspettare…- disse, prima di gettare innanzi a sé il corpo della ragazza, che impattò con un tonfo sordo sul terreno, come un’inanimata bambola di stracci, e rotolò fino ai piedi del gruppo di compagni, fermandosi su un fianco e volgendo loro il viso bagnato di lacrime e le palpebre schiuse, nascoste da una ciocca di capelli.
Cadendo letteralmente in ginocchio, Riku si sporse verso la castana con sguardo addolorato e colpevole, muovendo le labbra per pronunciare il suo nome e scostandole i capelli, per poi inorridire alla vista dei suoi occhi. Opachi e fissi nel vuoto, appannati come il vetro di una fredda finestra. Spaventato, le posò una mano sulla guancia umida, concedendosi un breve sollievo nel sentirla calda come la ricordava, poi scese al collo per sentire i battiti del cuore, avvertendoli lenti e deboli, ma comunque segno di una vita ancora presente che stava lottando per non spegnersi.
-È stato difficile controllarmi. Le sue urla erano così dannatamente eccitanti…- riprese il Ritornante. -Mi prudevano le mani e la ferita che mi ha lasciato bruciava come se fosse nuova…- sibilò, sfiorando lo sfregio con la punta dell’indice.
-Siete dei mostri!- sputò Kairi, furente, stringendo i pugni e gli occhi. -Era debole e non poteva difendersi! Siete dei vigliacchi!-
-Bada a come parli ragazzina!- tuonò Marluxia, sollevando il braccio destro per evocare la falce.
-Fermo.- s’intromise l’Emissario con tono autoritario e inflessibile, impedendogli di compiere azioni impulsive. -Non è il caso di prendersela per così poco… anche se una delle principesse dal cuore puro non dovrebbe riversare tanta rabbia.- continuò, terminando con fare accomodante.
-Cosa le avete fatto?- ripeté Sora, portando la rossa dietro di sé.
-Ti lascio un indizio custode del Giorno, svelarti il mio progetto per intero sarebbe troppo semplice.- provocò la donna, ottenendo più di uno sguardo colmo d’astio. -Desidero il potere della custode del Tramonto, quindi la sfinirò, lentamente, e non potrà sfuggirmi, finché non cederà e sarà lei stessa a implorarmi di accoglierla tra le mie braccia. Come intendo raggiungere il mio scopo, lo lascio indovinare a voi.-
Ancora una volta si prese gioco di loro, trattandoli come topolini indifesi intrappolati tra gli artigli di un gatto, guardandoli dall’alto in basso come esseri inferiori e impotenti di fronte alle sue subdole armi.
-Quella di oggi non è che una spintarella, un primo passo verso ciò che la attende dietro l’angolo…- proseguì all’improvviso, attirando anche l’attenzione delle iridi del keyblader dell’Alba, costringendole a lasciare la figura inerme stesa al suolo. -Questo è solamente il principio, l’orlo di un baratro profondo fatto di disperazione e suppliche inascoltate.- dichiarò con ferma convinzione, lasciando che le sue parole si diffondessero nell’aria, marcando ogni particella con la minaccia che celavano.
-Te lo impediremo!- ribatté il Maestro del keyblade all’improvviso, avanzando di un passo. -Jessie non cadrà mai nelle tue mani!-
-Molto eroico da parte tua.- rise l’Emissario. -Vedrò con i miei occhi come intenderai fermarmi, soprattutto ora, che è già cominciata.- avvertì. -Ma si è fatto tardi… è venuto il tempo di andarcene, statemi bene d’accordo?- salutò giuliva, prima di svanire nel nulla, proprio com’era arrivata, insieme a Marluxia che indietreggiò all’interno del varco oscuro, che lo inghiottì e si chiuse senza lasciare alcuna traccia di sé e del suo passeggero.
Lo stesso accadde alla nube di veleno liberata da Illvilja. La bolla di venefico gas si ritirò verso il proprio centro, convogliandosi nel corpo della lobelia, che fissò i guerrieri con le iridi scarlatte e rivolse loro una tetra risata, mentre si puliva le labbra sporche di sangue con il dorso della mano, già lorda sulle dita, per poi leccarlo via, assaporandone ogni goccia. Dopodiché, richiamò le lunghe radici e scomparve rapidamente sottoterra, lasciando dietro di sé una profonda buca e un silenzio teso e pesante, pieno d’angoscia e stagnante di sconfitta.
Fu Miroku il primo a ridestarsi, chinandosi sulla custode del Tramonto per valutarne le condizioni, sotto l’attento e preoccupato sguardo del giovane dai capelli argentei. Con gesti rapidi ma delicati, per evitare di procurarle altro male, la fece stendere sulla schiena e solo in quel momento notò i profondi fori che aveva sul collo, da cui colava un misto di sangue e un denso liquido scuro.
-Maledizione!- imprecò, quando ne avvertì l’odore pungente e l’aura negativa, per poi guardare le iridi spente della giovane, priva di sensi e probabilmente inconsapevole delle sue gravi condizioni.
Le abbassò le palpebre e rivolse lo sguardo al cielo, scorgendo la luna ben oltre la metà del suo percorso, ma fortunatamente lontana dal tramontare, come la luce dell’aurora che ancora non aveva fatto capolino dall’orizzonte orientale.
-Bisogna far presto!- esclamò, attirando lo sguardo di tutti. -Il veleno è già in circolo e dobbiamo provvedere a coprirle gli occhi, la luce del sole potrebbe danneggiarli ancora di più.- spiegò, gettando nel panico i tre custodi. -Inuyasha…-
-Ho capito.- rispose prontamente il mezzodemone, inginocchiandosi per prendere la castana tra le braccia e scattare verso il resto dei compagni, all’oscuro di quanto accaduto negli ultimi minuti.
Sentendosi impotente più che mai, Riku osservò con ansia il ragazzo dagli occhi ambrati che correva via, veloce come il vento. Strinse i denti e serrò le palpebre, tirando un pugno al terreno con un gemito di rabbia e dolore, e accusando se stesso e la sua debolezza.
-Non darti colpe che non hai.- mormorò il monaco, posandogli una mano sulla spalla. -E soprattutto, non è il momento. Anche tu hai bisogno di cure.- aggiunse, donandogli un sorriso rassicurante e facendogli passare un braccio intorno alle proprie spalle. -Sono certo che la signorina Jessie si riprenderà.-
-Miroku ha ragione.- concordò Sora, afferrando l’altro braccio dell’amico per sollevarlo. -Abbiamo perso, ma di certo non ci arrenderemo.-
Riku guardò entrambi per un istante, dopodiché si limitò ad annuire e concentrarsi per mettere un piede avanti all’altro, stando attento a non inciampare nei propri passi e a non intralciare i compagni che lo sostenevano. Nel frattempo, una parte della sua mente non poteva fare altro che riflettere sulle parole dell’Emissario, che oltre all’impronta della minaccia erano marchiate dall’ombra della promessa. Una promessa indelebile, di cui nessuno avrebbe potuto ostacolarne il compimento.
Il custode della Catena Regale macinava un pensiero dietro l’altro, senza mai smentire quanto aveva detto poco prima all’amico. Non si sarebbero arresi, mai. Erano caduti, ma si sarebbero rialzati e avrebbero ripreso la lotta dove l’avevano interrotta. Erano forti, tutti loro, e insieme, fidandosi l’uno dell’altro, ce l’avrebbero fatta. Quella notte l’avrebbero ricordata per sempre, ma non potevano permettersi di farsi schiacciare. Rivolse uno sguardo all’argenteo, trovandolo stanco nel corpo e nell’animo, e si ripromise di sostenerlo e aiutarlo a tornare in piedi, poi si voltò verso la custode del Flower Key, che gli camminava accanto e ne incontrò le iridi blu mare, cupe e abbattute. Le sorrise, incoraggiante e determinato, facendole capire che non l’avrebbe mai lasciata sola.
Kairi ammirò il sorriso del suo compagno, leggendone il messaggio e invidiandone la determinazione ma comprendendo di doverla prendere come esempio. Aveva promesso ad Andrea che sarebbe stata accanto a Jessie, che avrebbe sconfitto la sua paura e nulla al mondo le avrebbe impedito di adempiervi. Durante quegli ultimi minuti, s’era fatta prendere dallo sconforto e aveva ceduto ai suoi timori, ora però doveva metterli da parte, perché da quel momento in avanti non ci sarebbe stato più spazio per la debolezza.
Il pensiero dei tre prescelti confluì a loro insaputa in un'unica frase, terribile e pericolosa come la punta di una freccia a cui bastano pochi centimetri per trafiggere il cuore del suo bersaglio.
-Siamo solo all’inizio.-






Quindi eccoci.
Me lo sono chiesto per un sacco di tempo quando e se sarebbe mai arrivato questo momento, la fine dello Sclero.
Non voglio annoiarvi con paroloni o chissà quali frasi, quindi, mi limiterò a dirvi grazie. Grazie per avermi seguita fino a qui, per avermi incoraggiata, sgridata quando sono stata troppo autocritica, e per tutte le recensioni che avete lasciato, che sono state il mio carburante. Se non ci foste stati voi a leggere, dubito che sarei arrivata a questo punto. Per cui, grazie.
Concludo con la solita formula.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi soddisfi.
Ci rivediamo al prossimo aggiornamento, con il primo capitolo di "Le fiamme del Tramonto".
Già che ci siete, ditemi se questo titolo vi piace xD
See ya!





L'angolino dedicato a voi ù.ù

darkroxas92: Darky my dear :3 Eh, insomma, Xigbar ha tirato fuori l'occhio fiammeggiante e ha ricevuto i poteri di Luxord, per equilibrare le cose ho dovuto fargli secca una pistola. Altrimenti mi diventava troppo power player xD Sophia se n'è andata... ti dirò che un pò m'è dispiaciuto <.< La sua presenza mi ha illuminata in quanto a idee ù.ù Non sei l'unico che odia Marluxia di pari passo con l'andare dei capitoli xD Non so in quanti quante volte mi hanno scritto "Il mio odio verso Marluxia continua a crescere" xD Il finale sinceramente speravo di farlo meglio di così (sì avevo in mente qualcosa di ancor più violento ù.ù).  Chissà come la prenderà Riku... mah ù.ù Lo vedrai presto... forse ù.ù Grazie per il commento :3

Lizzie Sora: Gemellina mia cara :3 Tutte le tue recensioni ultimamente cominciano con un "Oh mio Dio! D:", devo preoccuparmi? xD Ora hai scoperto cos'ha fatto Marluxia a Jessie, forse, ma ti starai domandando cosa farà l'Emissario... muahahahah ù.ù Sono contenta che lo scontro, la scena delle fiamme e la decisione di donare a Xigbar i poteri di Luxord ti siano garbate ù.ù Spero che anche questo finale ti abbia soddisfatta :3 Grazie del commento!

Frenz93: Figlio mio!!!! *^* Quale gioia vederti tra i miei lettori in questo luogo remoto *^* Parlando seriamente, mi hai lasciato una recensione bellissima che mi ha commossa. Vedere che la fan fiction a cui ho dedicato (e continuo a dedicare) energie, pensieri e progetti continua a piacere mi dà una grandissima soddisfazione, che mi stimola a dare sempre il massimo e a migliorarmi dove ancora magari sbaglio (perché capita eh!). E vai tranquillo, i pregi si fa sempre in tempo a elencarli, ma i consigli sono importantissimi, vedi di ricordarteli! ò_ò Spero che l'ultimo capitolo ti sia piaciuto :3 Grazie del commento!




Per concludere, ringrazio Kingdom500 per aver messo la fic tra le preferite; LaHire per averla messa tra le ricordate; Alister2410, EnricoZapping e Kingdom500 per averla messa tra le seguite.
Inoltre, ringrazio tutti quelli che leggono soltanto, come sempre siete tantissimi e non posso che esserne contenta! Spero che mi seguirete anche nella prossima fic! :3
Detto questo, alla prossima!
See ya!

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