Prima del grande Silenzio

di purplelight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il silenzio ***
Capitolo 2: *** Cospirazioni part 1 ***
Capitolo 3: *** cospirazion part 2 ***
Capitolo 4: *** cospirazioni part3 ***
Capitolo 5: *** rivelazioni part 1 ***
Capitolo 6: *** rivelazioni parte 2 ***
Capitolo 7: *** Il signore del tempo ***
Capitolo 8: *** il complesso di dio ***
Capitolo 9: *** tanto tempo fa ***
Capitolo 10: *** Collisioni parte 1 ***
Capitolo 11: *** Collisioni parte 2 ***
Capitolo 12: *** Rabbia ***
Capitolo 13: *** il segreto ***
Capitolo 14: *** Perdite. part 1 ***
Capitolo 15: *** IL VORTICE DEL TEMPO ***
Capitolo 16: *** Doctor Who ***
Capitolo 17: *** PRELUDIO ***
Capitolo 18: *** Colpe ***
Capitolo 19: *** L'inizio ***
Capitolo 20: *** Dovere ***
Capitolo 21: *** RITORNARE ***
Capitolo 22: *** Padre e Figlio ***
Capitolo 23: *** Presagi ***
Capitolo 24: *** il lato oscuro del tempo part 1 ***
Capitolo 25: *** IL VALEYARD...il lato oscuro del tempo part 2 ***
Capitolo 26: *** IN DIVENIRE ***
Capitolo 27: *** Prima del Grande silenzio...parte 1 ***
Capitolo 28: *** Prima del Grande silenzio...parte 2 ***
Capitolo 29: *** Prima del Grande silenzio...parte 3 ***
Capitolo 30: *** Prima del Grande silenzio...parte 4 ***
Capitolo 31: *** Prima del Grande silenzio...parte 5 ***
Capitolo 32: *** Prima del Grande silenzio...parte 6 ***
Capitolo 33: *** Prima del Grande silenzio...parte 7 ***
Capitolo 34: *** Il SILENZIO parte 2 ***
Capitolo 35: *** Le trame del Tempo ***
Capitolo 36: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** il silenzio ***


1 capitolo





Quando uscì fuori vide il cielo gonfiarsi di nuvole nere. L'aria era piena di fumo e di polvere rossa...si poteva fiutare benissimo
la morte.
Prese la mano di sua figlia, le coprì il volto con il cappuccio e incominciò a correre.
Forti tuoni, rombi di astronavi che si spezzavano, cadendo per terra, incendiando l'erba e gli alberi.
Non si riusciva quasi più a vedere la luce dei due soli, il fumo stava inghiottendo tutta la città.
Correvano, lei  e la figlia sui detriti di quella che un tempo era la capitale di una civiltà millenaria...la più antica di tutte.
In quel momento era ridotta a massi di pietre sparse per terra, e a rottami di navicelle dalek.
Lei, aveva il cuore in gola. Doveva raggiungere il suo Tardis e scappare.
Non l'aveva trovato, aveva cercato di mettersi in contatto telepaticamente ma si era mostrata un'impresa inutile. In tutto quel caos
di voci che si chiamavano l'un l'altra urlando soccorsi, aiuti. Non riusciva a trovarlo, come se fossero piombati in un groviglio
di messaggi bisbigliati e interrotti.
Strinse la mano della figlia. Dovevano salvarsi.

Arrivò alla piazza, o meglio quella che un tempo brillava di marmi e di pietre blu lapislatzuli e smeraldi. Il mosaico sotto ai suoi piedi
era franato, crepato. E da queste crepe si poteva intravvedere il cuore pulsante di Gallifrey...un fiume di lava, guizzante.
Il colore della lava contrastava con il nero cupo che sovrastava la città.
Altri signori del tempo correvano a palazzo, rinchiuso in una bolla di cristalli rifrangenti, trovando le porte chiuse.
Tra la ressa le sembrò di intravvedere il Corsaro, egli teneva in mano una sciabola di laser viola. Il viso sporco di sangue e gli occhi
terrorizzati.
Spingeva contro la porta, sperando di riuscirla aprire.
-Lekosh!- urlò lei alzando una mano, cercando di farsi notare in quella moltitudine di voci.
Lui sembrò sentirla e si girò di scatto verso di lei.
Vedendola sorrise di gioia e lasciando le fila si precipitò a stringerla.
-Yoisl! pensavo che la vostra casa fosse stata rasa al suolo...hanno detto che la parte ovest della città era stata invasa-
Lei annuì con degli occhi gonfi di lacrime.
-Hanno distrutto tutto...io e Dara ci siamo nascoste dentro al rifugio...Thetha aveva detto che sarebbe servito...io ai tempi
lo prendevo per pazzo...ma evidentemente aveva ragione...nessuno avrebbe pensato che l'avrebbero fatto veramente-
Il Corsaro la guardò dolcemente, accarezzandole il viso -nessuno...l'avrebbe pensato- sussurrò.
Un altro tuono. Fortissimo questa volta fece tremare la terra.
-Stanno attaccando ancora?- urlò Yoisl stringendo la figlia a sè, cercando di proteggerla dalle pietre che cadevano dalle macerie dei
palazzi.
-Questo è l'ultimo...prima di superare le mura!...dobbiamo assolutamente entrare dentro al palazzo...Rassilon è impazzito! si è
barricato dentro e non vuole far entrare nessuno!-disse il Corsaro abbracciando le due donne e  spingendole verso l'interno
del portone.
La terra tremò ancora e ancora, con più violenza. Il pianeta si stava spaccando da dentro.
I signori del tempo si inginocchiarono per evitare di cadere, ammassati l'uno sull'altro in una disperazione collettiva.
Da ovest arrivò una scarica di vento gelido, puzzava di sangue. Un soffio di morte li investì facendoli vacillare.
Poi di nuovo, la polvere si estese e arrivò ai polmoni. Incominciarono a tossire, con i polmoni costipati.
Yoisl si portò la mano sul viso, toccò la polvere e la leccò cercando di decifrarne la provenienza.
Gli occhi le si sgranarono. Strattonò il Corsaro -Lekosh! questa non è polvere...sono i nostri soldati...-
Il Corsaro fece una smorfia di disgusto e la strinse a sè.
-Non dobbiamo essere noi i prossimi-

Quando le porte si aprirono, stridendo, molti sospirarono. La speranza ormai li aveva abbandonati e aveva fatto posto alla incredibile
stanchezza.
Lei, Dora e il Corsaro entrarono velocemente. La bambina tossiva ancora e guardava la madre con gli occhi arrossati di terrore.
Yoisl la strinse e la consolò, Dora non voleva più camminare, diceva che le gambe le si stavano trasformano in pietra e ogni
passo era per lei insopportabile.
La madre la prese in braccio e continuò a camminare accarezzandole i lunghi capelli castani.
Yoisl era distrutta, fisicamente e moralmente. Aveva visto morire tanti signori del tempo, cadere uno dopo l'altro davanti a quei mostri.
Anche i bambini non avevano risparmiato.
Chiuse gli occhi, cercando di scacciare via la paura. Sapeva che in un modo o nell'altro sarebbero riuscite a salvarsi. Aveva nascosto
il Tardis dentro alla stanza di suo marito, dentro al palazzo, nel suo ufficio.
Ringraziò che il Palazzo non fosse stato bombardato. Se fosse stato così avrebbe veramente avuto poche chanches per la fuga.
Strinse Dora ancora di più.  Non si sentiva una vigliacca. Aveva assistito a scene che avrebbero fatto impazzire chiunque ma lei
era rimasta fredda,impassibile e aveva affrontato le situazioni bene, al meglio che poteva.
Gli occhi suoi e del Corsaro si incrociarono mentre stavano per attraversare la seconda sezione. La parte amministrativa.
Le mura, enormi e bianche del ponte cadevano in basso, fino a perdersi nell'oscurità delle profondità del pianeta. In alto, delle volte
a botte si aprivano scuarci di cielo, un tempo rosso, adesso nero petrolio.
I loro passi riecheggiavano nell'enorme stanza.
Il ponte sospeso sul nulla tremò. Un'altra bomba. Sentirono le urla dei signori del tempo lasciati fuori vibrare nei loro cuori...
Lei esitò un istante...era giusto? stava facendo la cosa giusta?
Il Corsaro la guardò. I suoi occhi azzurri penetranti le imposero di continuare a camminare, di ritornare, dura, impassibile.
-Theta...l'hai sentito?-
Lei scosse la testa. Dentro aveva il terrore che lui fosse caduto...che si fosse perso...
Quando era partito lo aveva stretto a sè, tremando.
Lui le aveva dato un bacio e le aveva ripetuto di nascondersi. Aveva visto quegli occhi castani, così forti, risoluti spaccarsi in un pianto
Non aveva voluto assumere il comando. Non lo aveva chiesto. Gli era stato imposto.
-Hanno detto che si sarebbe fermato al fronte nord...lì la situazione, dicono, che non è così tragica...- rispose lei.
Il Corsaro stette alcuni secondi in silenzio. Poi sorrise stringendo la mano a Yoisl- Ha la pelle dura Thetha...quello neanche con
mille cannoni dalek lo sfondi-
Lei sorrise triste. Sperò che avesse ragione.

Arrivarono al suo ufficio
Quando aprirono la porta videro la stanza tutta in soqquadro. C'erano una montagna di carte per terra, strappate con inchiostro
versato. Le ante degli armadi erano aperte. La poltrona ribaltata.
-Ma cos...ma cosa è successo qui?- Il Corsaro entrò.
-Non non lo so...sembra che qualcuno sia arrivato prima di noi...- sussurò Yoisl inchinandosi per raccogliere alcuni appunti di suo marito.
-Che cos'è?-  chiese il Corsaro vedendo lo sguardo di Yoisl spalancarsi, stupito.
-Questo...questo...-
-Yoisl che cos'è?-
Il Corsaro prese gli appunti. Li lesse...e  mentre li leggeva il panico e un senso di straniamento gli riempirono il cuore.
-Ma non è possibile....-
-Theta l'aveva detto...che è possibile...mi ricordo...ha fatto ricerche su ricerche...ma io non gli ho creduto...- si prese la testa tra le mani.
Dora la guardava mentre piangeva.
Yoisl incominciò a capire perchè il suo matrimonio si stava sfaldando da tempo...lei era sempre stata troppo occupata con la politica
che aveva perso di vista i continui avvertimenti di suo marito. Lui aveva ragione su tutto...lui e Koschei.
Koschei l'avevano esiliato, rinchiuso in galera per quelle affermazioni...la guerra del tempo...la pazzia di Rassilon...il vortice del tempo
che vacillava da un punto all' altro delle dimesioni.
Suo marito si era ritirato autonomamente dalla scena pubblica, schifato, disse, da tanta arroganza.
Ma a lei non le era importato si era affidata alle parole degli altri, lasciandolo solo, un'altra volta.
-Quindi...è possibile avere la veggenza su tutto il creato, tutto il tempo...?pensavo non si potesse vedere...pensavo che fosse una
forza troppo instabile...persino per Rassilon...questo farebbe di noi...degli Dei-  sussurò incredulo il Corsaro.
-I creatori della realtà,della intera realtà, con il potere di distruggerla e di ricrearla a nostro piacimento....- continuò Yoisl asciugandosi
le lacrime.
-Ma...questo non si può...anche se potremmo teoricamente...noi non possiamo diventare Dei...-
Yoisl si alzò- cosa credi? come è nata questa dannata guerra? ...dio- sorrise ironica- non ce l'avrebbero mai fatto fare...nessuno-
-Cosa stai dicendo?-
-E' un potere enorme...ed è dentro le mani dei signori del tempo, ben più grande di quello che noi credevamo! ben più profondo
e radicato al nostro essere di quel che avevamo mai intuito...il mondo a nostra immagine e somiglianza...l'universo...-
sorrise di nuovo. Un sorriso amaro .
Il Corsaro scosse la testa. Ancora incredulo.

-Abbiamo poco tempo Lakosch...dobbiamo andarcene...- Yoisl spostò la scrivania, scoprendo la botola nel pavimento.
Lui annuì.
Scesero gli scalini di granito verde.
Faceva freddo, tanto freddo. Le pareti erano incise con delle scritte in Gallifrelliano antico. Brillavano nell'oscurità.
Il Corsaro cercò di tradurle ...vi erano trascritte le profezie degli antichi...ironicamente c'era anche quella della guerra del tempo.
Poi lo videro. Il Tardis. Una cupola blu, pareva una piccola campana .
-Ecco...- sorrise lei.
Battè contro la porta del Tardis. Ma lui non si aprì.
-Cosa succede?- chiese allarmato il Corsaro.
Yoisl continuò a battere con la mano. I cuori le battevano all'impazzata. Come poteva essere? perchè non si apriva...di solito la faceva
sempre entrare.
-Cosa c'è?- richiese il Corsaro.
-Non lo so... non si vuole aprire...è come se non mi riconoscesse....-
-Ma è impossibile!-
Il Corsaro cercò di dargli un spallata ma niente da fare...la porta non si apriva.
La terra ricominciò a tremare. Dal soffitto della botola cadevano dei piccoli pezzi di pietra. Il palazzo stava crollando?
No...non era possibile.
-Yoisl apri quella maledettissima porta!- urlò il Corsaro.
-Non ci riesco!-
Entrambi spinsero contro la porta ma il Tardis rimaneva chiuso. - Ti prego! facci entrare!-


,.,,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,,.,.,.,.,,.,.,.,.,.,.,.,.






Si strinse nel mantello rosso...stracciato.
Non c'era più niente.
Il pianeta tremò ancora.  Si aprirono altre crepe nel terreno...squarciando definitivamente Gallifrey.
Si passò le mani sul viso. Umido di sudore e sporco di polvere...sapeva che non era polvere.
Un brivido gli percosse la colonna vertebrale.
Erano rimasti soli.
La bambina lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime, lui le strinse la piccola mano. Dolcemente.
-Nonno...e adesso?-
Lui scosse la testa, soffocando il pianto. - Non lo so...proprio non lo so...-
Da lì a poco il pianeta sarebbe esploso. Aveva perso. Avevano perso tutti.
Poi, incredibilmente senti quel rumore di campane. Tanto famigliare.
Si girò e si ritrovò il Tardis davanti.
Era sopravvissuto. Il suo Tardis!
Era venuto a prenderlo.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia. CIao....per evitare confusioni(sono una pasticciona!) faccio una specie di legenda dei personaggi: theta: il dottore Koschei:il maestro Lakosh:il corsaro Yoisl:la moglie gallifreiana del dottore Dora:la figlia più piccola del dottore Susan:la nipote del dottore

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Capitolo 2
*** Cospirazioni part 1 ***


gallifrey 2 Allora....faccio una piccola legenda così non andate in confusione:
Theta:il dottore
Koschei: il maestro
Yoisl: moglie del dottore gallifreiana
Grosha:secondo genito del dottore

Capitolo 2: Cospirazioni parte 1


Il rosso del sole entrò dalla finestra.
Passava come una linea rosso fuoco nella stanza in penombra.
Aveva chiuso le persiane. Voleva riposarsi.
Si massaggiò la testa. Non voleva pensare a quello che aveva appena scoperto. La sola idea lo terrorizzava.
Non avrebbe resistito ancora. Lo sapeva.
Sospirò.
Non sapeva come dirlo a Yoisl. Lei non gli avrebbe creduto. Si sarebbe rinchiusa nella sua stanza, ignorandolo.
Anche quella situazione gli pesava immensamente.
Ma....in quel momento aveva problemi molto più importanti e purtoppo anche peggiori.
Si alzò dalla poltrona. Si sistemò la camicia, il colletto.
Pensò, guardandosi allo specchio che stava veramente invecchiando...in quella sua rigenerazione. La sua seconda da quando era
nato.
Si toccò i capelli brizzolati, mossi e corti. I suoi occhi castani erano lucidi dalla stanchezza si stringevano come lame sul suo viso stanco
Si sitemò i baffi neri e prendendo il pettine si tirò indietro i capelli,cercando di dare una parvenza di ordine alla sua immagine.


Suo figlio Grosha era in camera. Stava leggendo un libro. Si ricordò sorridendo che era all'ultimo anno di accademia.
Il volto del ragazzo era dolce e un ciuffo di capelli castani gli cadeva sugli occhi.
Poi si accorse di essere osservato - Ciao papà- sorrise, mostrando delle fossette alle guance.
Lui ricambiò il gesto del figlio con uno dei suoi migliori sorrisi - stai studiando?-
-Sì....fisica del buchi neri...niente di chè....-disse riposando gli occhi sul libro.
-Ah...vabbè...quando hai finito vai a prendere tua sorella che sta ritornando dalla gita alle lune di Koystn-
-Perchè? tu dove vai?-
-Devo andare al Palazzo-


Stava camminando su, per i sentieri dei passi argentati. Lì, dove nascevano le querce millenarie, con le loro foglie argentee che al
tramonto specchiavano i soli formando dei giochi di luce nel sottobosco. Sul terreno vi erano come scintille, rosse, gialle
blu, viola, la luce delle foglie che dipingeva delle saette.
Il tronco delle querce era immenso, ad un altezza di uomo corrispondeva ciuquanta, cento volte. Non si riusciva quasi a vedere il cielo
ma la luce filtrava ed era bellissima.
Theta rifletteva sulle scritte che aveva tradotto il giorno prima con Koschei.
Se fosse stato vero quello che avevano scoperto allora ci sarebbe stata una guerra,di sicuro. Rassilon puntava a quello.
Quel potere era troppo. Non si poteva tenere. Doveva assolutamente essere liberato....se così non fosse, non osava immaginare le
ripercussioni che poteva avere un potere di tale portata.
Schioccò la lingua. Infastidito.
Aveva paura di quello che poteva vedere. Non voleva vedere ciò che doveva esser fatto se il pericolo si fosse fatto più vicino.Reale.
Ma la sua testa gli riproponeva quelle immagini. Immagini di sofferenza....tanta sofferenza. Di terrore.
E avrebbe dovuto farlo lui. Scosse la testa.
No. Non lo avrebbe mai fatto...avrebbe piuttosto visto l'universo morire piuttosto che compiere quella scelta.

Entrò dentro la grande sala del consiglio
Le mura avorio si ergevano a centinaia di metri. Alzando lo sguardo avresti visto solamente il buio. Non la fine.
Lovned, Sususch, Corparok e Natay sua madre, lo guardavano severi a capo della tavola c'era Rassilon. Lo guardava, indignato
dalla sua stessa presenza, la mascella contratta e quegli occhi di ghiaccio, impassibili, dentro ai quali non si poteva cogliere
alcuna compassione, ma solamente disprezzo e odio.
-Cosa sei venuto a fare Theta.... di nuovo per i tuoi stupidi giochetti di prestigio?sono stufo!....la fama ti ha dato alla testa?- disse
acido Rassilon.
-La fama ha dato alla testa te...non me Rassilon- rispose a tono Theta.
Rassilon gli lanciò uno sguardo d'odio. Accavallò le gambe e incrociò le braccia.
-Cosa vuoi....noi, in questo momento abbiamo questioni di altissima importanza...non ho tempo per le tue profezie da quattro soldi...-
Theta scosse la testa. -Non sono profezie Rassilon....qua si parla dell'intero divenire...non ci sarà fine, non ci sarà inizio e non
ci sarà pace nel mondo che tu vuoi Rassilon...ascoltami...è una follia, ti supplico di darmi retta....ci stai portando verso un punto
di non ritorno...ci stai facendo cadere nell'oblio- tuonò Theta continuando a sostenere lo sguardo di Rassilon.
Rassilon scoppio a ridere - tu...tu....chi è che ha dato il dono dell'imortalità ai signori del tempo?tu Dottore?- diede un pugno nervoso
al tavolo, facendo tremare con il suo urlo le pareti del consiglio.
Theta sospirò- Non mi chiamo il Dottore, quello è un aggettivo al mio status Rassilon....non sono quello che tu mi vuoi far diventare-
Rassilon sorrise -Theta...figlio di Kronus e della governatrice Natay....sei cresciuto sempre nell'agio...non hai mai avuto
nessun problema...il bambino perfetto...ma incredibilmente solo...sei sempre stato strano... Dottore? oh sì che uso il tuo nome
perchè è quello che ti è stato dato all'iniziazione...tu la neghi...sei debole, emotivo- lo guardò con disprezzo - sei così
diverso da noi...un altra razza...non sei mai stato come noi...mi fai ribrezzo...nonostante molti facciano il tuo nome
per il comando dell'esercito...per la prossima battaglia...io, personalmente preferirei Koschei...peccato che sia pazzo-
Theta fece finta di non aver sentito. Quello sulla sua emotività era uno dei suoi tasti dolenti. Molti l'avevano abbandonato per questo
motivo. Non poteva permettersi di essere qualcos'altro che non un signore del tempo. Rigido, imparziale, impassibile, duro.
Lui non lo era. E questo lo faceva soffrire terribilmente.
Strinse i pugni e continuò a sostenere lo sguardo di Rassilon - Ti prego Rassilon...ascoltami-
-Basta....ora...vattene...-urlò colpendo il suolo con il bastone- o vuoi raggiungere il tuo amico in eslio?-
Theta indietreggio. Non poteva.
Non poteva esporsi troppo, avrebbe perso i suoi figli e quello era la cosa che non voleva.
Ingoiò la rabbia e l'umigliazione e sorrise ironico.
-No...-si inchinò- no mio signore-

Yoisl stava leggendo i bandi per l'iscrizione al pubblico direttorio. Doveva farcela ad entrare dentro al consiglio.
 Le sarebbe sicuramente giovato alla sua carriera di diplomatica. Bevve un sorso di Lantra (bevanda a infusione di erbe) e scosse
la testa esausta.
Stava lavorando troppo in quel periodo. La sua sete di conoscenze la schiacciava lì, su quella sedia quasi tutto il giorno.
Sperò di essere stata sorteggiata come rappresentate per i comuni a ovest, così avrebbbe avuto la forza di contrastare Rassilon
in quella folle idea della separazione delle razze.
Stavano andando verso un regime. E nessuno se n'era reso conto. Occupavano la mente gli altri, scartanto la vita reale, chiudendo
gli occhi davanti a un lento degrado morale e costituzionale.
Lei doveva fare qualcosa.
Theta rientrò in casa. Lei lo capì perchè lui era l'unico che sbatteva la porta e strisciava contro il tappeto di seta Naveriana. Stroppicciandoglielo
Sopirò.
Lui si era ritirato dal lavoro da tempo ormai. Da quando Koschei era stato arrestato. Theta non lo aveva mai capito, l'aveva
difeso a spada tratta davanti alla giuria.
Tutti l'avevano guardato non nascondendo il disgusto che provavano per lui...per tutto quello che lui in quel momento rappresentava.
Era stato un rivoluzionario del fronte costituzionale. Aveva avuto tanto coraggio ad affrontare quei muri che erano gli anziani del consiglio
Theta era stato il primo che aveva capito che qualcosa non stava andando nel verso giusto, aveva preso la situazione in mano
e li aveva giudicati e affrontati. Erano stati lunghi mesi di dibattiti in Senato. E Theta si era ritrovato sfinito e solo, alla fine.
I compagni l'avevano abbandonato per paura di ripercussioni sulle loro famiglie. L'unico che aveva continuato a sostenerlo era stato
Koshei, ma quando si era imposto sulla questione delle " armonie d'essere trascendentali " ci fu gente che lo fischiò e lo derise.
Incominciarono a dire che era pazzo e ad emarginarlo. Koshei era distrutto dai pettegolezzi. Mentre camminava nei corridoi del
Palazzo era oggetto di bisbigli. Poi arrivò il giorno dell'incarcerazione. Avevano trovato nel suo laboratorio
il progetto per la mano dell'immortalità. Un guanto di ferro che se messo a contatto con un cadevere aveva il potere di rianimarlo e
strapparlo alla morte. Ciò non era moralmente accettabile.
Koschei fu accusato di eresia, di amoralità verso il normale svoglimento del divenire. E fu rinchiuso, dentro alle prigioni di Lorendore.
Theta si era riufiutato di credere al progetto di Koschei, non me l'aveva mai detto, continuava a dire. Non ne ero a corrente.
Ma la sua fiducia vacillò al procedere delle indagini e al accumularsi di altre nuove prove.
Da allora decise di lasciare il posto come direttore di ricerca all'università di Hohosh.
I lavori a cui stava impegnando il suo tempo da anni furono bruciati  e il suo corso cancellato.
Theta aveva assistito impotente allo sgretolamento della sua vita. Aveva incominciato a parlare di complotti, di un potere enorme
che li avrebbe distrutti. Lei non gli aveva creduto....era sempre stata a conoscenza della follia di Rassilon ma questo non c'entrava
con il potere di tutti i signori del tempo. Theta stava tirando la corda con le sue teorie basate sul niente.
Parlava di una formula, di un composto che li avrebbe fatti diventare degli esseri trascendentali capaci di governare il tempo a loro
piacimento. Non poteva esistere. Era qualcosa che usciva dalle regole del gioco.
Vide suo marito sedersi sulla poltrona e fissare con aria annoiata il parco della loro casa.
L'erba rossa che si piegava al vento tiepido dell'ovest e gli alberi dorati che cantavano con le loro fronde.
Aveva di nuovo l'aria triste, malinconica Yoisl non lo sopportava più. Le toglieva l'entusiasmo.
Guardò alla sua destra il pacco con dentro gli ultimi documenti di divorzio. Doveva darglieli e tutto sarebbe finito.

-Cosa c'è? ora ti do fastidio solamente con la mia presenza?....sembra che sia diventata una moda- sussurrò Theta fissandola
senza pietà con i suoi profondi occhi castani.
Lei non lo guardò - La tua presenza mi è sgradita da tempo....e riguardo alla moda...l'hai voluto tu....-
Theta fece un risolino isterico- Ah...l'ho voluto io? no mia cara Yoisl, tutti in questo mondo negano l'evidenza....-
-L'evidenza di che cosa...la follia di Rassilon è risaputa...anche tua madre lo dice...tra poco lo rimanderanno ai confini del Nord...
a marcire con le sue idee sulla razza e sul potere...-sussurrò infastidita Yoisl.
-Ti pare che lo faranno veramente...io ne dubito...dentro al consigio si sta creando il terrore...mia madre è impotente, l'ho vista
oggi, muta come un pesce, lo sguardo serrato per terra...no Yoisl, sta succedendo qualcosa di brutto...di tremendamente brutto...-
Yoisl alzò lo sguardo al cielo...-stai diventando paranoico...piantala...-
Theta scosse la testa. Ormai era diventato impossibile parlane.
Si alzò ed uscì. Non ce la faceva più a stare dentro quella casa.

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Capitolo 3
*** cospirazion part 2 ***


gallifrey 3



Il cielo stava diventando bordaux,  incominciavano a vedersi delle stelle. Una lama di fuoco si estendeva su tutto
l'orizzonte illuminando le terre a ovest.
Theta si strinse nel mantello rosso. La sentiva. La poteva percepire. La guerra.
Rassilon avrebbe convocato i capi degli altri stati...convincendoli dell'utilità di quell' abominio. Le sentiva le urla. Lo tormentavano
da mesi.
Perchè gli altri non lo sentivano? cosa stava succedendo? non riusciva a trovare la soluzione. Qualcuno stava schermando
il flusso temporale e questo non era facile...doveva avere una forza enorme per bloccarlo.
Continuò a camminare nella vale del vento perenne.
Le montagne si ergevano immense, prima dorate poi ramate, in uno scambio di luce mosso dal vento, limpido e freddo. L'erba
veniva tagliata da raffiche e in cielo volavano aquile rali. Cantavano la canzone della tristezza.
Le poteva sentire. Un pugno nello stomaco.
La prima volta che era venuto lì. Un bimbo in lacrime....che correva. Continuava a correre e non voleva fermarsi, mai, mai più.
Fu al giorno d'inniziazione,  l'aveva guardato. Il vortice del tempo. Ne era rimasto folgorato...impaurito.
E poi l'aveva visto....l'aveva percepito, il momento della sua scelta. Il terrore si impadronì del suo corpo. Strappandogli il cuore e
buttandiglielo lontano.
A 8 anni aveva perso tutto. E incominciò a correre...quella fu la sua prima fuga.
Da allora i suoi occhi furono velati dalla tristezza e dalla disperazione. Si coprì il volto con le mani. Bloccando il singhiozzo.
Si sentiva così vuoto. Solo.
Lo era sempre stato. Gli altri passandogli accanto percepivano quella sua nota di malinconia e lo abbandonavano non appena questo
suo peso, celato nella sua anima, affiorava.
Koschei era stato l'unico amico di quella tremenda infanzia.
. Anche lui. geniale, emotivo....ma purtroppo pazzo.
A volte si colpiva la testa, in preda a scariche d'adrenalina urlando - li senti?-. Deriso,  incompreso .
Solamente Theta l'aveva capito, era riuscito a farlo entrare dentro ai canoni severi della  civiltà dei signori del tempo.
E avevano incominciato a lavorare insieme.
Delle sere si ritrovavano a suonare le chitarre, componendo duetti sublimi, malinconici, allegri...imponenti.
Ma Koschei era stato mandato nelle prigioni di Loreda.
E si sentiva di nuovo solo.
La sua compagna Yoisl un tempo dolce e saggia lo stava lasciando. Lei aveva  la mente offuscata dalla politica, da quel veleno,
da quel cancro che stava stritolando e distruggendo tutto quello che c'era di buono in quella civiltà. Ormai in declino.
Cadde a terra in ginocchio. Era stanco.
Si prese la testa tra le mani. Non sapeva cosa fare.
La scelta....era lì, difianco a lui.


Shoon sorrideva.
Stringeva dentro alla mano la chiave della camera d'argento. Era la prima volta che l'avrebbe guardata.Un misto di eccitazione e
di paura gli strinse lo stomaco.
I suoi compagni gli misero una mano sulla spalla cercando di incoraggiarlo. Tutti i signori del tempo erano venuti ad assistere
all'apertura della camera d'argento. Lo guardavano con occhi duri, in attesa della visione.
Lui, figlio di Theta Sigma Eliopolis e di Yoisl Tetra Lush , erde della dinastia sovrana del mondo di ovest
era riuscito a superare la prova, l'ultima.
Si sentiva finalmente libero, dopo quel passo sarebbe potuto entrare nel consiglio. Come sua nonna.
 Mostrò la chiave. e aprì la porta.
Dentro avrebbe visto il suo futuro e sarebbe stato il suo segreto. Per sempre. Tutti i signori del tempo conoscevano il loro destino.
Ognuno di loro aveva una particolare missione...alcuni ne venivano ispirati, altri venivano travolti dalla pazzia...altri invece scappavano.
Quello che scappò, fu suo padre. Vigliacco si sotrasse alla legge.
Quando entrò dentro la camera chiuse gli occhi, e si concentrò in attesa della rivelazione.
Ma vide solamente buio. il buio gli entrò dentro la mente. Un senso di vuoto.
-C'è qualcosa che non va... professore....- sussurrò sbigottito il ragazzo,
Il professore entrò dentro la camera. - Non c'è nessun problema Shoon...cosa c'è?-
-Sento freddo e vedo nero...sembra il buio-
Il Professore scosse la testa -può capitare...certi vedono subito....altri...devono aspettare- disse abbracciando il ragazzo.
Shoon si accasciò, deluso. Lui fu colui che non poteva vedere.


Mentre camminava mano per mano con sua moglie Browslie, risentì quella fitta di dolore alla testa e quella sensazione di vuoto,
-Shoon cosa c'è?- le chiese lei guardandola con dei bellissimi occhi verdi.
Lui restò interdetto alcuni secondi. Poi sorrise- ho visto il buio-
Browslie lo guardò sconcertata....- dove nella camera d'argento?....-
Lui annuì.
-Dicono che si veda il futuro...ma a volte bisogna aspettare...-
-L'hai detto a tuo padre?-
Lui scosse la testa - Non lo vedo da tempo...mia madre dice che sia uscito fuori di testa...dopo che Koschei è stato chiuso in carcere
...mamma ha detto che continua a blaterare su possibili apocallissi...mio padre è sempre stato così...a volte mi stupisco che
sia lui ad avermi generato....era così debole. Soggetto a sbalzi d'umore...a paranoie  infondate.-
disse Shoon rattristito. Una fitta al cuore, il pensiero che lui potesse assomigliare a suo padre lo fece rabbrividire.
Non era mai andato d'accordo con il padre, l'aveva sempre visto troppo distante dal suo modo di essere.
Troppo solo, rinchiuso in quel laboratorio a lavorare tutta la notte e tutto il giorno. Non rideva molto. Anche se a volte se ne usciva con
battutte ironiche che lasciavano molti dubbi sulla sua bontà.
Abbracciò la moglie e le baciò i capelli. - Non sarà niente amore mio...approposito...come sta Susan?-
La donna sorrise dolce.
-Susan è a casa, si sta preparando per l'inniziazione....-


- Sta arrivando Theta...- si picchiò sulla testa, con le pupille degli occhi che si contravano continuamene, impreda a visioni.
Lui lo guardò con tristezza e annuì.
Gli prese la mano e gliela strinse forte, poteva sentire gli scatti di nervosismo, poteva sentire il corpo tremare del suo caro amico
Koschei
-Lo so...-
Koschei fece un profondo respiro. Faceva fatica a tenere le mani ferme, si muovevano agitatate, contratte da tensioni interne.
Strinse le labbra. -E' terribile sentirsi impotenti eh? Theta...dei perfetti imbecilli in un branco di idioti, schifosi...-
Theta sospirò - sai perchè percepiamo solo noi questo?....non è logico...dovrebbero captare tutti i segnali...ma lo sappiamo solo
noi- disse cercando di cambiare argomento abbassò lo sguardo, indagando alla prigione dietro a Koschei.
-Oh Theta! loro non hanno mai capito la reale natura dei signori del tempo...troppo potere, troppa arroganza...ti guardano supponenti
come se fossero degli dei... no no no....io vedo oltre...adesso sono solo visioni spaccate, poi buio, e poi....amico mio...ci
perderemo....ooooh si...non ho capito cosa voglia dire ma uno dei due un giorno morirà...e saremo entrambi persi...-
-No Koschei...io vedo che moriremo tutti...neanche uno si salverà eee...-
Koscei lo fissò con i suoi occhi gialli. Sorrise, di un sorriso quasi maligno, folle.
-E ci sarà una scelta, uno di noi due dovrà farla - lo guardò duramente- e ti giuro, se non lo farai tu, lo farò io...abbiamo visto le stesse
cose, io e te, nel vortice...non c'è niente di buno. Lo sai....cazzo è ironico! si pensava di aver trovato l'elisir della saggezza
delle tolleranza...e guardaci adesso, dei cani che litigano per avere il pezzo più grosso di carne...ripugnante!-
-Rassilon è uscito di mente totalmente...si sta impossessando del consiglio e se andrà avanti così si attirerà gli odi di tutte le potenze
aliene...- Theta lo guardò in cerca d'aiuto.
-No...non si può fare niente...io sono qui, rinchiuso dentro a delle sbarre di laser radioattivo, ogni notte mi sveglio invaso dal caldo
e dalla puzza...tu invece....mi fai pena-
Theta strinse i pugni. Ferito.
-Cosa avrei dovuto fare?- urlò indignato.
Koschei lo guardò divertito - fare meno l'amico gay...qua ci scambiano tutti per una coppietta...non so se a te fa piacere ma a me
questo provoca il vomito...sei troppo sentimentale...sei rimasto ore e ore a difendermi in quella dannata aula senza agire
te lo avevo detto che l'avrebbero fatto, ti avevo detto anche cosa fare dopo, ma tu no, ti sei cagato sotto e hai preferito recitare
la parte dell'uomo distrutto...svegliati!scemo! certe volte penso che Rani avesse ragione su di te...Vigliacco-
Theta era distrutto. Gli occhi vitrei dalla paura. Il viso pallido e scavato.
Koschei lo capiva, lo guardò con dolcezza - ma...lo so...scusami...è che stare qui mi manda in bestia...so che dovrai farla tu quella
scelta...non è leggera. Ti spacca dentro....L'unica cosa che secondo me vale la pena di fare adesso è scappare.-
Si avvicinò al viso dell'amico e lo guardò dritto negli occhi. -Andiamocene via...-
Theta scosse la testa - No, non posso...ci sono i miei figli...-
Koschei scoppiò in una grande risata - Dai Theta...Shoon ti odia, non ti sopporta- sorrise- gli ricordi troppo sè stesso, Graosh è apatico
e ottuso...ha preso tutto da tua moglie e Dora è una lattante-
Theta si lazò, facendo cadere la sedia, gli occhi pieni di rabbia- Non parlare così dei miei figli.!-
Koschei lo guardò triste - Lo sai cosa accadrà...Shoon ieri ha guardato nella camera d'argento....non ha visto niente...solamente il buio
Theta lo guardava con odio e paura - può accadere, può non essere ancora pronto....- sussurrò.
Koschei gli strinse la mano a scosse la testa -no...Dottore...ha visto il buio... mi dispiace-

to be continued......

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Capitolo 4
*** cospirazioni part3 ***


Gallifrey 4 Cospirazioni parte 4


promemoria : Theta - il dottore
                        Lakosh- il Corsaro
                       Koshei- il maestro
 


Theta camminava a testa bassa.
Il viso sembrava quello di un fantasma. Gli occhi assenti e le mani dietro alla schiena che si stringevano debolmente l'una all'altra.
La bocca pareva una smorfia di dolore.
Dentro al petto sentiva un peso enorme, che schiacciava il torace e lo faceva ansimare senza alcun apparente motivo.
Alzò lo sguardo.
Infondo alla strada si ergevano i palazzi come enormi tubi rossi, luccicanti di sole cadmio. La città era vicina.Intorno delle poderose
mura corallo splendevano, riflettendo bagliori di luce rosa.
Quelle meravigliose mura color corallo sarebbero satate distrutte in meno di due mesi. Infiammata e violentata. Appariva così
ai suoi occhi. Nella sua testa che vedeva il futuro.
Si sentì svuotato...pensò a Rassilon, al suo odio, alla sua arroganza....a quello stupido tentativo di rivalsa verso il tempo e l'ineluttabile
decadimento dell'essere.
. Ma quella colpa...quella colpa l'avrebbe portato e trascinato all'inferno per tutta la sua vita.

Rassilon si guardò il guanto, acciaio, alla mano.
Quello strumento lo faceva sentire potente. Nulla e nessuno avrebbe più avuto il coraggio di opporsi a lui.
Quanto potere era dentro a quel marchingegno. La vita e la morte ormai erano due sponde pronte ad unirsi grazie
al ponte che era quel guanto. E lui! lui sarebbe stato il proprietario. Lui! non sarebbe mai morto....lui avrebbe deciso chi doveva
vivere o morire.
Un sottile sorriso gli apparve sul volto, quel volto che pareva una pietra con occhi di ghiaccio e anima gelida.
Dietro di lui Shusush era retto con occhi languidi e secchi.
Il viso rosso, solcato da profonde rughe era corrucciato in un espressione viscida. Dai capelli, lucidi di sporco, cadevano piccole
scaglie di pelle, bianca e la lingua striciava da un lato all'altro delle labbra, rosse e sottili.
-Shushu....lo sai cosa vuol dire questo?-
-Si mio signore....-
-Vuol dire che nessuno potrà dirmi di no...- strinse gli occhi-  questa volta non avrò nessuna pietà....mi dovranno rispetto,senza alcun
indugio-
sospirò.
-Poi sai cosa penso...è stata un ottima idea quella di incastrare Koschei...quel pazzo era andato così vicino...così tanto vicino a scoprire
il progetto H.T.B.T che dovevamo fermarlo assolutamente.... naturalmente nessuno di quegli idioti lo ha creduto...solamente
quel babbeo di Theta...oh, meglio Dottore...- gli scoppiò una grande risata che riecheggiò per tutti i sotterranei del palazzo che attendevano
oscuri, il passaggio delle truppe, come se dalle mura trasudasse una rabbia sconosciuta.

Theta entrò dentro al chiostro di Saltasso.
Si sedette, appoggiando la testa al bancone. Non lo faceva spesso, o meglio, l'avrà fatto due volte l'azione di ubriacarsi.
Non era da lui. Lui che aveva così paura della sua stessa ombra, lui che preferiva fuggire piuttosto che affrontare il suo destino.
Compierlo. Aveva ancora lo stomaco che si stringeva.
Arrivò l'oste.  Goyeush Bruto Shull....IL Barbaro si faceva chiamare ma in realtà era un vecchio signore del tempo,
con una grossa barba rossa che ai tempi delle pacificazioni interstellari, lavorava come ingegnere all'interno dell Hohosh.
L'università mondiale di Gallifrey. La sua università.
Se lo ricordava nella sua precedente incarnazione, un uomo molto meno imponente e gentile, sempre rosso con due occhi dolci color del miele.
La nuova rincarnazione era grosso, alto due metri, con un naso lungo...a campana e la barba sempre rossa enorme
che si stendeva su tutta la gonfia pancia.
Gli occhi però erano sempre quelli tra i più dolci e sempre color del miele.
Il Barbaro sorrise. - Pensavo di non trovarti mai qua...è una sorpresa Dottore...oh scusa, Theta-
Theta alzò una mano in senso di scusa - Tranquillo...quel nome per me è una tortura...non sono mai stato un proprio vero Dottore...
da quella volta che curai quegli immigrati del pianeta Howkroux, i miei studenti, vedendomi toccare quei malati senza protezione
sorridendo, mi riconfermarono quel nome....ormai sono diventato il Dottore per molti...tranne che per me...poi lo sai, il nome che
ti danno all'iniziazione dicono che provenga da un lato, profondo del tuo carattere, celato dietro al tempo stesso del tuo concepimento
....del tuo essere. Ma io, sfortunatamente, mi conosco...e sono molto distante dal concetto di Dottore-
Il Barbaro gli diede una pacca sulla spalla - No Theta...non dire così...sei troppo duro con te stesso, bevi-
Gli allungò un po di sidro.
Theta sorrise e ne bevve un sorso.
Di fianco a lui, si accorse in quel momento c'era un altro uomo che beveva il suo vino da solo. Sentì i cuori balzare.
Il Corsaro era difianco a lui!
-Lakosch!- urlò Theta aprendo le braccia in cerca di un abbraccio.
Il Corsaro sorrise e gli corse incontro. Stringendolo con forza e con gioia.
-Amico mio...da quanto tempo-
-Sarà da un secolo Lakosch!- il Corsaro lo guardò con i suoi profondi occhi blu -Ma ti sei rigenerato, guarda questa barbetta, un secolo
fa non ce l'avevi!eee....oh mio dio...sei brizzolato, allora tutti invecchiano prima o poi?- scherzò ancora dando un pugno
sul braccio dell'amico.
Si guardarono negli occhi e si abbracciarono di nuovo, per ritrovare nel contatto fisico quel rapporto tanto intenso.
-Anche tu ti sei rigenerato...guarda che bello che sei diventato! per te sono quattro? quattro secoli? e poi sarei io il vecchio...
però non capisco...perchè più invecchi e più ringiovanisci nel fisico?- chiese Theta ridendo.
Il Corsaro si passò una mano sulla guancia, aveva poca barba e il viso di un venticinquenne mentre Theta stava superando fisicamente
la quarantina....eppure dei due il più vecchio era il Corsaro. Strana la vita.
-Non lo so amico mio...ma sicuramente ci deve essere l'imbroglio!- strizzò l'occhio schioccando la lingua.
Si misero a ridere entrambi.
-Cosa ci fai in città...quando tu ritorni da uno dei tuoi viaggi significa che non sta accadendo niente di buono...- disse Theta.
Il Corsaro annuì tornando serio.
-Lo sai, suppongo...ho sentito delle strane voci sul Dottore dalla periferia della galassia Bolkx 4...voci di rivolta...voci che parlano
di un personaggio coraggioso che ha provato ad opporsi alla tirannia e alla follia di Rassilon...- sussurò sorridendo il Corsaro
stringendo una mano sulla spalla di Theta.
Theta scrollò il capo - Amico mio....come mi piacerebbe avere quel coraggio che tu mi affidi, ma purtroppo la realtà è molto
più oscura di quello che a volte si nota sulla superficie...sono un vigliacco...avevano ragione...non riesco a seguire la voce che
mi fu sussurrata all'età di 8 anni, per paura...e non sono un Dottore...la mia anima non è in grado di sostenere un simile nome,
la mia forza vacilla alle spinte del tempo che Lakosch...il tempo è veramente tiranno e senza pietà, sta calando la notte sulla
civiltà dei signori del tempo ma nessuno vuole sentire...sono sordi ai tuoni e ai tremori che preannuciano la loro uscita da questo
universo, diventano ogni giorno più avidi, più arroganti, più supponenti...folli.- disse Theta con occhi incredibilmente tristi.
Il Corsaro annuì muto.
-Lo sai che sono stato chiamato per il comando di un plotone di lotta...i Dalek stanno arrivando, ma molti non lo sanno, Rassilon
ha celato il segreto fino ad oggi...ma, penso...non riuscirà ancora per molto...i Sycorax e i Notrowakex, alleati dei Dalek stanno
già invadendo la periferia esterna alla nostra galassia...sinceramente, penso che tra pochi giorni Rassilon dovrà ufficialmente
dichiarare guerra se non vuole fare la fine del topo con il gatto- il Corsaro aveva gli occhi duri.
Theta lo guardò, lo sapeva già, lui.
-Hanno anche fatto il tuo nome per il comando generale...- continuò il Corsaro.
-No...tu lo sai che non sono uno stratega...-
-Lo sei stato...e anche uno dei migliori....-
-Non sono un soldato-
-Ma sei una delle più grande menti della nostra storia, Theta, se ti sarà chiesto, tu non rifiutare...potresti salvarci-
Theta scosse la testa, visibilmente contrariato.
-E Koshei...?- chiese poi.
-Koschei ci guiderà tutti.... lo sai di cosa è capace di fare quel pazzo-
-Non è pazzo-puntualizzò Theta.
Il Corsaro sorrise dolcemente.-  Siete sempre stati legati...solamente tu potevi stargli vicino...ma...evidentemente non troppo
ho visto che ha combinato con il guanto dell'immortalità.-
Theta si girò stupito- non ci crederai anche tu?-
Il Corsaro scosse la testa .- No certo che no... è un trucco di Rassilon per allontanare Koschei dal progetto H.T.B.T-
-H.T.B.T?-
-harmonies to be transcendental...armonie d'essere trascendentali....-
-E che cos'è?-
IL Corsaro sorrise...- E' una favola di Rassilon...nella sua follia e megalomania un composto che cambierebbe il dna dei signori
del tempo in essere trascendentali, astratti, fatti di puro concetto, capaci di modellare la realtà
a loro piacimento...naturalmente senza alcuna prova scientifica..ebbene... ha impiegato tutta una squadra di ricerca
tra i quali c'era Koschei...- Theta spalancò gli occhi incredulo - quando?-  -due anni fa... quando tu e Koschei stavate lavorando
sul pulsar vicino alla cascata della medusa...- - Ma come è possibile...siamo sempre stati insieme in quel periodo...me ne sarei accorto
ma ...ah!- capì- hanno usato il Tardis-.
Il Corsaro lo guardò con durezza, indagando sugli occhi castani dell' amico alla ricerca di un indizio - Non si sa molto...sai lavorando
con IL Bravo...sei sempre abbastanza sotto controllo ma...una cosa ho capito....Koschei si è allontanato dal compito e si è avventurato
in zone proibite, ficcando il naso su questioni che dovevano rimanere segrete...il trucco del guanto dell'immortalità è stata una
trappola bella e buona, Rassilon ha solamente utilizzato il genio di Koschei per il suo tornaconto e quando no gli è servito
più...l'ha eliminato...nessuno avrebbe creduto a Koschei, ma all'intero consiglio sì...e così adesso aspetteranno che la guerra
scoppi per liberare Koschei e farlo combattere...utilizzarlo e poi ributtarlo via, di nuovo-
Theta non ci poteva credere.
Era rimasto schifato. Adesso capiva a che cosa portava il piano di Rassilon, ad innescare una guerra per aver poi una scusa per
utilizzare quell'assurda pozione...come unica e possibile via di fuga.

to be continued











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Capitolo 5
*** rivelazioni part 1 ***


gallifery 5 Prime rivelazioni part 1




Il dottore guardò l'orologio appeso al muro.
Segnava le 7 di sera. Si era addormentato sul tavolo.
Si passò nervosamente le mani sulla faccia, per svegliarsi dal torpore. La rabbia gli faceva bollire ancora il sangue, digrignò i denti pensando alla sera prima, quando il Corsaro gli aveva detto tutto del progetto H.T.B.T...era qualcosa che avrebbe preferito non accadesse, che non fosse vera...ma lui purtroppo riusciva a vederli, nella sua testa, i momenti intrecciarsi e costruire la trama degli eventi che avrebbero portato al quel terrificante preludio.
Sperava tanto di sbagliarsi.
Non aspettava altro il momento in cui i suoi figli e sua moglie l'avrebbero deriso, questa volta giustamente, per la sua eccessiva
paranoia e lui alzando le braccia avrebbe dichiarato la sua sconfitta.
Sperò che tutto quello che stava accadendo fosse un sogno...un terribile incubo. Ma il tempo gli dava sempre più ragione.
Aveva tanto desiderato la conoscenza, la capacità di saper comprendere tutto....ma adesso...che vedeva il futuro come mai gli era capitato prima si sentiva molto più impotente di quando non sapeva  e il futuro rimaneva una dolce e fragile incertezza.

-Corsaro!-
la voce di Rassilon rimbombò come un tuono in tutto il capannone, ove si trovava il primo plotone.
Rassilon arrivò davanti al comandante Corsaro. Rassilon sorrise, fiero, riconoscendolo e ammirando il suo tatuaggio sul braccio.
Un segno della flotta navale Konrdyus, valorosa nave dello spazio che partì un secolo prima per sconfiggere il nemico ai confini
della nebulosa della medusa.
Ritornarono vincitori, seguiti dai tamburi di guerra ....tumtum-tumtum. Quattro colpi. Il battito di un signore del tempo.
-Spero che il vostro Plotone sia in grado di sostenere la difesa delle mura della nostra città...- sussurrò Rassilon all'orecchio del
Corsaro. Lui rabbrividì alla glaciale voce dell'imperatore del consiglio.
-Certamente mio signore- e si inchinò stringendo i denti. Detestava fare quelle cose...ma purtroppo il suo grado di comandante non gli permetteva di opporsi ad una azione. Doveva ancora eseguire,solamente, senza fare domande.
Rassilon sorrise, viscido e si girò verso il generale il Professore.
Il Professore era alto e asciutto, gli occhi duri, di un blu profondo cobalto ,sempre ad indugiare oltre i confini delle domande.
 Era vecchio molto vecchio, si diceva che fosse arivato alla sua dodicesima incarnazione...l'ultima, di un signore del tempo.
Fisicamente sembrava un uomo sulla cinquantina, i capelli neri, ancora, e il viso elegante.
 Fu uno dei generali che guidarono la prima battaglia contro i Dalek, sconfiggendoli, sguainando la spada di laser.
Attaccando senza pietà.
La sua mente era veloce, infallibile e fredda.
Ma era anche ricordato come un signore del tempo che sapeva perdonare...di alto valore morale.
Aveva contrastato Rassilon trecento anni prima. Non provava molta simpatia per quel genere di uomini. Arroganti e vuoti.
-Spero per lei, che riesca a difendere la parte Ovest...dicono che sia la più soggetta ad attacchi per colpa della sua conformazione
geologica...ma di lei, Professore, abbiamo fiducia. Faccia del suo meglio.- disse sorridendo Rassilon.
Il Professore serrò le mascelle. Lo stavano mandando a morire. Lo sapeva.
Le terre dell'ovest erano una trappola per ambi gli schieramenti, montagne per nascondersi e una pianura sconfinata per morire.
Ma non aveva paura. Se il suo sacrificio avrebbe permesso a molte famiglie di salvarsi, rallentando l'invasione dei dalek, lui era in pace.
-Bene!- urlò Rassilon risalendo sul trono che si era fatto portare appositamente in quel capannone.
-Vi informo che stiamo entrando in guerra... I sycorax e Notrowakex ci stanno attaccando nei nostri pianeti....periferici della nostra galassia.
Stanno uccidendo tutti i signori del tempo, senza pietà. E adesso, mi hanno costretto a ricambiare...mandando i miei soldati
per combattere....per difenderci dalla pazzia che sta contaminando l'universo...buona guerra miei fratelli!- urlò Rassilon, alzando il
pugno....d'acciaio. Seguirono dei rumorosi applausi, molti signori del tempo, accecati dalla paura di perdere il loro potere appoggiavano
e sorridevano alla guerra imminente ma altri, che se ne stavano in disparte, pregavano silenziosamente nei loro cuori.
Tra questi, il Corsaro e il Professore si scambiarono uno sguardo di terrore.

-Koschei....-
Rassilon era arrivato alla prigone di Lorendore. Era davanti alla cella di Koschei, lo fissava.
Koschei sorrideva, con gli occhi folli, e un sorriso stretto, falso sul viso.
-Rassilon...mi era sembrato strano non vederti arrivare prima...hai sempre bisogno dei giocattoli tu...quando ne perdi uno, corri subito
a recuperarlo, per poi stancarti e buttarlo di nuovo...- disse ironico Koschei.
-Zitto pazzo!- urlò Rassilon coplendo le sbarre con un pugnale laser, facendo scoppiare delle saette.
Rimanerono in silenzio.
La puzza delle prigioni e delle lattrine saliva dai piani inferiori, impregnando i vestiti di fetido odore di sangue misto ad escrementi.
-Lo sai perchè sono qui?- domandò Rassilon
Koschei annuì - io...ti...servo...- scandì la frase koschei sempre più divertito.
-La tua misera guerra, tu l'hai vista vero Rassilon.? come andrà a finire? non ci sarà vittoria....ma solo morte. Il Dottore te l'ha detto,
....ma tu non ti fidi di lui...lo sai chi è veramente. Lo sai, lo si legge da come lo guardi...con disgusto, con odio...e con terrore-
poi Koscei scoppiò in una risata, grassa.
-Koschei so anche che sarai tu a fermarlo...io mi fido di te...lo sai cosa significa...se non lo fermerai...il cielo cadrà e le stelle moriranno
e noi...cesseremo di esistere.- sibilò Rassilon con occhi che per un istante, si contrassero in un gesto di paura.
koschei rise ancora più forte - tu mi chiedi di uccidere il mio migliore amico? l'uomo che mi ha sempre aiutato?...no no no...non sono
io ad essere pazzo, sei tu Rassilon, ti fai dei viaggi enormi...- Lo guardò attraverso le sbarre, i suoi occhi gialli arsero di rabbia.
-Uccidimi- disse, sputandogli addosso.
Rassilon si asciugò lo sputo sulla faccia. E lo guardò con odio.
-Ti potrei aiutare...lo sai in che senso- sussurrò poi Rassilon.
Koschei scosse la testa, adesso però serio in volto - Non- si-può!....ci hanno provato, ci ho provato...questi maledetti tamburi continuano
anno dopo anno sempre più forti...mi risucchiano tutto- sussurrò Koschei prendendosi la testa tra le mani.
Rassilon sorrise.
-Io ho travato un modo...fidati Koschei...Maestro!-
Koschei alzò lo sguardo e fissò Rassilon, gli occhi travolti dal dubbio.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--..-..-

La notizia travolse il pianeta in meno di due ore.
Molti signori del tempo  rimasero alibiti, spaventati...era da tanto, troppo tempo che non c'era una guerra.
Loro erano sempre stati pacifici.
Natay stava correndo nei corridoi del Palazzo, i cuori in gola . Doveva avvisare suo figlio. Theta.

Lo trovò sotto un ulivo che guardava il cielo, ammaliato, trasformarsi bordoux e irradiare l'ultimo bagliore.
Era dimagrito tantissimo. I capelli pazzi, brizzolati, con il ciuffo che gli cadeva continuamente sugli occhi.
Il naso aquilino , sorrise pensando a quando era bambino, era sempre rivolto al cielo...sempre rivolto alle stelle.
-Ciao figlio mio...-
Theta si voltò di scatto e sorrise. Si tolse gli occhiali guardando la madre con quegli occhi intensi e penetranti castani.
-Ciao madre...-


-Lo sapevo- disse infine.
-Come lo sapevi?-
-Ho avuto delle visioni mamma...terribili....ce le ho ormai da mesi...la città violentata, in fiamme...Gallifrey, l'intero pianeta,
spezzato da dentro...e morte, tanta morte- singhiozzò Theta, adesso poteva liberarsi, li sì, poteva piangere, accanto a sua madre
che riusciva a comprenderlo, incredibilmente saggia e nobile.
Lei lo guardò con compassione e lo abbracciò.
-Tu non sei mai stato come gli altri...lo diceva sempre anche tuo padre....- sussurrò la madre.
-Perchè solamente io e il Koschei riusciamo a vedere questo?perchè lo sento?- disse Theta guardandola con occhi vitrei.
Natay  scosse la testa.
-Kronus, tuo padre, aveva detto che sarebbe arrivato un giorno dove due signori del tempo avrebbero fatto la differenza tra
l'essere e il nulla...erano tutte favole che prendeva dai testi antichi, personaggi leggendari che viaggiavano nel tempo
senza meta, persi...dove il segreto che celavano bruciava nel centro della nebulosa della medusa, dove si dice fossero nati, stati
concepiti...- disse Natalv.
-Ma sencondo la laggenda tutti i signori del tempo sono stati concepiti nella nebulosa della medusa...-
La madre annuì.
-Kronus era troppo vecchio...stava lavorando alla traduzione di un testo sacro,,,del culto di Odwottroch...l'ultima volta che l'ho visto
mi aveva detto che i cuori gli si erano spezzati, da un dolore inimagginabile...poi scomparve, lasciandoci...Theta...lui andò a morire
sotto il sole di Kondros  e quel testo fu bruciato- finì la madre.
Theta scosse la testa di nuovo - ma non ho capito cosa centro io con mio padre? con al sua leggenda?-
La madre sorrise dolcemente -Tuo padre l'ha sempre saputo, perchè ti svegliavi di notte spaventato dagli incubi...l'ha sempre saputo
cosa potevi aver visto dentro al vortice il giorno della tua iniziazione-
Theta la guardò ancora, non aveva capito.
La madre aveva gli occhi lucidi - Tu sei il Dottore...uno dei personaggi leggendari....e questo personaggio viene ad un certo punto
messo ad un bivio...terribile mi disse tuo padre...una scelta-
Theta si alzò bruscamente. - Ma cosa stai dicendo io sono Theta Sigma...non sono il Dottore, io non sono il Dottore!-
-Ma è il nome che ti hanno dato all'iniziazione....- sussurrò la madre.
Theta strinse i pugni.
-Tutti hanno dei nomi fasulli, a tutti gli viene dato quel nome, ci sono altri dottori a Gallifrey, perchè io dovrei essere quel Dottore!-
Tutto stava diventando così surreale, non poteva essere vero.
-E allora il Maestro? cosa mi dici di lui....?-
la madre sorrise di nuovo - Anche lui...lo sai cosa sente...i tamburi...sono ricordati nel culto di Odwottroch...-
-Ma cosa sei venuta a feare qui?perchè mi dici queste cose?-
-Perchè tu puoi e potrai sempre scegliere...sono venuta qui per aiutarti-.....

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Capitolo 6
*** rivelazioni parte 2 ***


galligrey 6 Rivelazioni parte 2


- Ci sono momenti Theta, nell tempo e nello spazio che sono fissi, devono succedere...guai se non accadessero, stravolgerebberono
l'intero flusso del tempo stesso, oscillereberono le diverse dimensioni e infine collassereberono... creando il nulla.
E Theta, tu sei uno di questi punti...il perchè tu sia VERAMENTE importante per gli eventi che accadranno tra poco...e dopo la guerra e fino alla fine del tempo stesso....tuo padre aveva accennato di un Fiume che nasceva e che poi andava a morire nel Tardis blu a forma di cabina...e di un lupo,un lupo cattivo... Theta, ricordatelo, un lupo cattivo.
Questi sono i punti fissi...e tu devi compiere la scelta giusta...non devi avere paura, non devi indietreggiare se anche questo per
te significasse  perdere tutti i tuoi cari... le persone che tu ami di più al mondo.... i tuoi figli... allora, Dottore, tu dovrai fare quella
scelta, che ti spaccherà il cuore- sussurrò Natay in lacrime.
Theta la guardò con il terrore che gli sgorgava dagli occhi. Scosse la testa ripetutamente.
Non voleva crederci. Non era reale. Era solamente un brutto incubo.
-NO!....Lupo? il fiume? che cosa stai dicendo?- sbottò isterico allontanandosi dall'abbraccio di sua madre.
Lei lo guardò con occhi tristi. Moriva dentro mentre diceva quelle frasi.
-Theta, fidati, ci sono cose che tu vivrai, posti dove andrai...che hanno ben più importanza dei tuoi sentimenti di oggi, devi riuscire a sopportare il distacco...mi dispiace...devi compiere la scelta...devi distruggere Gallifrey prima che sia troppo tardi-
Qualcosa si spezzò dentro, faceva male, malissimo...doveva scappare, fuggire via, il più lontano possibile. L'aveva sempre saputo.
L'aveva sempre intuito che dentro di lui si celava un mostro. Il mostro che distruggerà il suo mondo, i suoi amici, i suoi cari...i suoi
figli....
Si guardò le mani, tremante.
Non ci credeva. Avrebbe visto l'universo morire piuttosto che fare quello che gli fu sussurrato due secoli prima.
Sua madre lo guardò con ansia, dagli occhi cadevano delle lacrime argentee - Theta...Dottore...tu sarai l'ultimo signore del tempo-
chiuse gli occhi...- ed è così che deve essere-


Correva. Correva come mai aveva corso in vita sua.
L e lacrime gli rigavano il volto.
Aveva voglia di urlare di morire.
Le immagini giravano dentro alla sua testa come un fiume in piena. Non era quello il suo futuro, non poteva esserlo. Non voleva.
Correva. Correva come mai aveva corso in vita sua, correva nell'imensità della pianura del Silenzio, in quell'immenso mare rosso
che si estendeva fino all'orizzonte, cangiante nel suo colore dorato e rame. Il cielo sopra la sua testa. Nero. Come se fosse un preannuncio di morte.
Ci furono due eclissi quel giorno. I soli color rosso cadmio erano diventati neri e oscurarono tutto Gallifrey in una stretta di dolore.

Koschei guardava il suo Tardis rosso con occhi vacui. Senza pietà.
Ormai ne era sicuro. L'avrebbe fatto senza pietà. Avrebbe distrutto Theta. E avrebbe difeso il suo pianeta.

Azionò la console. Quello era il suo ultimo viaggio con quel Tardis. Poi l'avrebbe fatto esplodere. Scomparire. Come tutti gli altri.
Rassilon lo guardava da dietro. Sorrise.
I fili del destino si stavano finalmente allacciando. Gallifrey sarebbe diventata ancora più potente. Avrebbe finalmente dominato su
tutto il creato....e loro...sarebbero diventati Dei.

Shoon ritornò a casa. Aveva camminato a lungo. Quella paura restava stantia dentro di lui e gli corrodeva lo stomaco.
Doveva sapere cosa stava succedendo. Troppe coincidenze si stavano affiancando alla sua visione di buio.
Entrando dentro la vide, sua madre, i capelli ramati raccolti in una treccia. Il viso contratto.
Yoisl sosregiava una tisana davanti alla finestra. Ansiosa.
La luce aranciata le illuminava il volto. Davanti a lei...i prati e gli alberi si piegavano adun nuovo vento...freddo, che piegava violentemente le fronde e sferzava il volto.
-Hai sentito?- la guardò con paura.
Sua madre annuì.
-Incominceranno domani, hanno detto che tutti i cittadini saranno pregati a prestare servizio...non ci vedo niente di buono...la cosa mi
fa rabbrividire...devo contattare tuo padre...è da giorni che non ritorna a casa...ma tu?-sorrise cambiando discorso.
Si avvicinò al figlio. Guardandolo con dolcezza.-come è andata nella camera d'argento?-
Shoon abbassò lo sguardo, il suo volto si rabbuiò. DI nuovo quella senazione di vuoto, dilagava nei suoi pensieri. Li fermò.
-Madre...ho visto il buio-
Yoisl sentì i cuori sprofondare. Non poteva essere. Nessuno aveva visto, percepito il buio. Il nulla non poteva essere sentito.
-Non è possibile...ci deve essere stato un problema di connessione temporale...- si avvicinò a Shoon accarezzondogli il volto.
Gli occhi verdi, puri, liberi...il viso: un ovale perfetto, la carnagione leggermente scura e lo sguardo profondo, i capelli corvini corti
e le basette appena fatte...un naso aquilino, come quello del padre.
Era incredibilmente bello.
-Non è mai capitato che qualcuno vedesse il buio...è impossibile...sarà stato sicuramente un errore...- continuò Yoisl.
Il ragazzo la strinse debolmente tra le braccia.
-Madre...lo sento dentro di me...non è un errore...è entrato dentro di me...e ...ho paura- singhiozzò- ricordi quando papà parlava del buio? quella visione che preannuncia la morte?-
Strinse i denti- solo un uomo senza anima può vedere il buio...un uomo cancellato dall' esistenza-
Yoisl scosse la testa e lo guardò, negli occhi. - E' un errore Shoon fidati....sarai solamente molto stanco...- lo rassicurò ancora.
Lei si tranqullizzò...quelle erano dinuovo le filastrocche del marito...favole antiche senza senso.
Purtoppo Shoon, a suo parere, doveva cominciare a non avere più così paura del futuro...doveva formarsi. Non correre. Diventare saldo come una
pietra e forte come una stella. Quelle erano paranoie...ereditate dal padre.
Sospirò. Gli assomigliava così tanto.
Si stupì come avessero potuto condividere due secoli insieme. Lei ad un certo punto aveva deciso di mettere la testa a posto...
di non affidarsi più all'istinto....ma solamente alla ragione.
Theta si era perso. E stava facendo perdere anche Shoon. Lo odiò in quel momento, con tutta sè stessa.

Quando Theta rientrò a casa aveva voglia solamente di stringere a sè i suoi figli. Ricordarsi chi era stato un tempo e dimenticare quei giorni. Ma non doveva andare
così... incominciò l'ascesa dei suoi incubi più grandi
Quando entrò Theta vide tutti i suoi figli seduti a tavola, cupi, tristi che guardavano in basso. Davanti a lui arrivò Yoisl. Gli occhi
azzurri, arsero di rabbia.
-....non cambi...invecchi ma rimani il solito vagabondo...solitario...un cattivo...lupo...solitario...-
-Sono andato ad informarmi...sulla questione delle armonie d'essere trascendentale....ho scoperto cose che ti farebberono accapponare la pelle- sussurrò lui a denti stretti.
-Sei così tanto impegnato con te stesso che ti dimentichi che hai dei figli...- ribattè Yoisl.Voleva ferirlo di nuovo.
-No mai...me ne dimenticherei...- disse girandosi verso di loro.
Dora la più piccola gli sorrise incerta. Grosha scosse il capo. Shoon lo gaurdava triste...vedeva che voleva parlare...ma restava muto.
Un colpo di nuovo ai cuori.
Davvero era così che lo vedevano i suoi figli? un cattivo lupo solitario?
-Tu e la tua guerra...sarai ben contento di quello che è successo..hai avuto di nuovo ragione...sei sempre in giro...e io...e io che un tempo credevo di essermi sposata con il grande Theta Sigma...
scompari per giorni, non avvisi...sei una delusione....- lei scandì le sillabe.
Theta non parlò.
Indietreggiò piano, con movimenti meccanici e uscì dalla porta. Di nuovo. Senza dire niente fuggì.

Shoon l'aveva raggiunto.
Theta si era seduto davanti al fiume.Il figlio constatò che da lontano sembrava molto più vecchio di quello che era...suo padre.
-Padre!- urlò il ragazzo.
Theta si girò, sorrise debolmente e gli fece cenno di sedersi accanto a sè.
Shoon si sedette e restò muto alcuni istanti a guardare quell'uomo...malinconico, con quella tristezza..incredibilmente profonda dipinta sul volto.
Un ombra buia che avvolgeva tutto il suo essere...poteva sentire il dolore del padre. Non l'avrebbe mai accettato...ma loro due erano così similiò
Il ragazzo sospirò. Non poteva negare la sua natura.
-Perchè sei venuto qui?...pensavo che tu in particolar modo mi odiassi...- sussurrò Theta.
-No...non ti odio...ho solamente paura di assomigliare a te...per questo...sono distante...- Shoon strinse i pugnii.
Theta lo abbracciò - Stai bene?- disse poi con voce rauca.
Shoon annuì a fatica. Doveva dirlo...lui era lunico che poteva capirlo.
- Padre...ho visto il buio...madre dice che è stato un errore...della camera d'argento...io però lo sento...
lo sento ed ho paura...-
Theta lo guardò con le lacrime agli occhi.
Scosse la testa, lo strinse a sè ancora più forte. Desiderava veramente tanto avere torto.
-Che cosa significa padre?- chiese Shoon.
Non poteva dirglielo. Non in quel momento. Non nel suo futuro. Non ne aveva il coraggio...ma...gli avrebbe negato la verità? Sua madre era stata sincera. Lui come si sarebbe comportato con il figlo?
Sarebbe stato così vigliacco a mentirgli?
Provò a respirare ma sembrava che gli mancasserò i polmoni. Sembrò che tutta l'aria fosse sparita. Sembrò che il mondo si fosse
fermato.
Guardò suo figlio...-significa che morirai....- lo disse con la voce spezzata...- tutti moriranno...-
Shoon lo fissò. Gli occhi lucidi. La bocca aperta. I cuori sembravano uscirgli dal petto.
Lo sapeva.  Suo padre non aveva fatto altro che confermare le sue paure.
Si allontanò con uno scatto. Rigido.
-E Browslie?- chiese.
Theta annuì.
In quel momento Shoon si mise a piangere...era straziante...Sentiva il terrore salire alla gola e bloccargliela.
-Come?- sussurrò poi.
- In guerra..- rispose con una smorfia di dolore il padre.
Shoon si asciugò velocemente le lacrime.
- Ma cosa diavolo sta succedendo?- domandò ancora Shoon.
-Nascondetevi tu e tua moglie con la bambina...ho fatto un bunker,molto tempo fa sotto alla nostra casa...quando la guerra incomincerànasconditi là con la nostra famiglia...proteggili-
-Ma se io morirò?- rispose urlando il ragazzo.
Theta sorrise tristemente - si può cambiare il futuro...e io ce la farò! non lascerò che tutto scompaia...-

to be continued.....





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Capitolo 7
*** Il signore del tempo ***


gallifrey 7
Il Signore del tempo

Koschei camminava con passo veloce,coplendo rumorosamente il pavimento con i tacchetti di ferro dei suoi stivali
nel corridoio della caserma.
Le mura verdi brillavano acide, abbagliando gli occhi.
Lui, con lo sguardo duro, un sorriso appena accennato, crudele...fissava la porta che irradiava la luce rossa dei soli.
Fuori l'uscita, fuori i suoi uomini....strinse i pugni...il suo destino stava per compiersi. Finalmente.
Arrivò sul terrazzo.
Al tramonto i due soli erano palle di fuoco ardenti in collisione con l'orizzonte. Sotto di lui 10,000 soldati.  Una distesa di mantelli rossi
le spade in mano, legati allle braccia gli scudi dorati e gli elmi splendenti al tramonto.
Ispirò l'aria. Lo sentiva il tetro odore di guerra. Bruciava.
I tamburi rullavarono, le trombe suonavano imponenti nell'aria di Gallifrey.
koschei alzò le mani. La musica si interruppe bruscamente seguita da pochi bisbigli che si spensero in pochi secondi.
Calò un silenzio irreale. Nessun rumore. Silenzio.
I suoi occhi gialli si dilatarono. Lo vedeva. Lo sentiva scorrere dentro le vene...il suo trionfo.
- Fratelli!- urlò.
I soldati colpirono ripetutamente il terreno con i loro scudi, facendo tremare la terra.
-Io...sono...il...Maestro!- ruggì e le voci si alzarono in un coro di guerra. Lo acclamarono.
Lui sorrise. Tutte quelle voci, tutti quei battiti...quattro. Ritmati. quattro.
-Schiacceremo i Dalek, li elimineremo dal creato, loro! dovranno inchinarsi alla fine della battaglia...prostrarsi ai nostri piedi...
supplicare perdono per cotanta arroganza....Gallifrey, vincerà!- urlò.
In quel momento. Nel momento in cui i signori del tempo appoggiarono la grande guerra...il destino incominciò a sgretolarsi, sotto
al peso della superbia e della pazzia.

Theta stava correndo verso la piazza grande della città.
Le strade erano vuote... vi era una calma irreale.
La notte stava oscurando la città. Tutte le luci erano spente.
I palazzi vuoti e l'umido del aria calda saliva dal terreno ingoiando i mosaici che pavimentavano il suolo in una nebbia blu.
Solamente la luna, grande, enorme riusciva ad illuminare i palazzi.
Theta correva disperato, doveva incontrare Koschei.
L'aveva saputo.
Koschei era stato scelto per guidare la grande guerra. Theta aveva pregato che lui non accettasse. Sarebbe stata una carneficina
e nessuno avrebbe vinto.
Doveva capire, scoprire perchè Koschei aveva accettato...conoscendolo sapeva che odiava Rassilon più di ogni altra cosa.
Correva e inciampava...doveva andare più in fretta.
Percepiva ormai l'essenza di Koschei dileguarsi, spostarsi verso nord. Andare via dalla città.

Quando arrivò lo trovò ad aspettarlo.
Una sagoma scura, seduta sui grandi gradoni di marmo bianco.
Gli occhi gialli brillavano al buio. Aveva sempre avuto qualcosa di felino...e quello erano gli occhi.
I suoi occhi, pazzi, sfuggenti.
-Dottore....-
-Non mi chiamo così...lo sai bene...-
Un riso di scherno.
Koschei si avvicinò ridendo sguaiatamente.
-Perchè hai accettato?- gli domandò con voce atona Theta.
Koschei sorrise.
Aspettò un attimo per rispondere, si mise le mani in tasca, dentro ai pantaloni neri, di pelle.
-Mi può aiutare...-
Theta fece una smorfia - Rassilon? a Rassilon non importa niente di te...ti vuole solamente usare...per poi buttarti via come ha fatto
con il progetto H.T.B.T...-
Koschei aprì appena gli occhi, sembrò sorpreso - Ne sei a conoscenza?-
Theta annuì - è l'idea più folle che avessi mai sentito...un puro esempio di pazzia-
-Già- sussurrò Koschei.
Ci pensò su. Scosse ripetutamente la testa come per liberarsi da delle formiche insistenti.
-Sta peggiorando Theta...e io non voglio morire....-
- Allora non ti affidare a Rassilon!...hai paura di morire e ti affidi a Rassilon?...Koschei...stai veramente male...-
-e cio cosa ti ho detto scemo!- gli urlò con dolore Koschei.
-Dai koschei...fidati di me...andiamo via..come avevi detto tu...fermiamo Rassilon...io e te, so che possiamo farcela- Theta allungò
una mano, per tranquillizzare l'amico.
- Io e te?- sussurrò Koschei.
Theta annuì - sì...metteremo fine a questa guerra e poi partiremo...finalmente saremo in pace...-
Il volto di Koschei si schiarì di colpo. Forse Theta aveva ragione...ma ...non sapeva chi era ...se parlava così non sapeva chi era...
- Tu...sai chi sei vero?- chiese Koschei con un triste sorriso.
Theta annuì scuro in volto.
-Il tempo si può cambiare...-
Koschei rise di nuovo.
-No...no tu..non adesso...siamo andati troppo in là....lupo cattivo...-
Theta lo guardò stranito.
-lupo cattivo?-
Koschei si passò la lingua sui denti pregustando la faccia di Theta dopo aver scoperto cosa c'era dietro a quel nome.
-Lupo cattivo...- ripetè divertito.
Koschei alzò gli occhi al cielo stellato.
-La leggenda...tu sei ..lupo cattivo...bad wolf...chiamalo come vuoi...sinceramente ci sono ancora cose che non ho capito ma
evidentemente tutto porta a te...lupo cattivo-
-Cosa significa...-
-Lupo cattivo?...è colui che ha la forza del tempo...che può manipolare la realtà...vedere tutto il tempo e dividerlo...il creatore...lupo cattivo-
-Scusa non ho capito....io sarei dio?- esclamò Theta ridendo. Era assurdo!
Ci fu un attimo di silenzio.
-Ma che dici? dio non esiste!- continuò Theta.
Koschei lo fissò muto, sospirò - non sai niente del culto di Owddtorch...?-
Theta annuì.
- So che è esistito all'inizio del tempo...- disse il dottore.
Koschei scosse la testa - no, no, no- mosse l'indice in segno di dissenso -prima del tempo....dottore-
-Non esiste niente prima del tempo...-  Theta non ci credeva...avrebbe accettato l'ipotesi di un culto avvenuto all'inizio, durante, dopo il tempo
ma prima del tempo...no...quello usciva fuori dalle sue regole.
-Dottore...Dottore! è possibile che tu non capisca niente!...il tempo ha una radice così profonda che non si può percepire,toccare,studiare...
non si può nemmeno immaginare! ma se una cosa tu non la puoi toccare ciò non significa che non esista o non sia esistita-
sussurrò Koschei sorridendo.
Theta fece una smorfia stancata - non mi parlare come un teologo...non sono la persona giusta per queste cose...-
-Comunque...secondo questo culto...c'era il Dottore...all'inizio di tutto...l'unico, l'ultimo? il primo? essere-vivente-
Theta indietreggiò di qualche passo. I cuori tamburellavano come impazziti dentro di lui.
-Non è possibile-
-Piantala di ripetere non è possibile!...riguardo allo spazio e il tempo non si sa molto...o meglio si sa che esiste il tempo, che sia uno
e uno solo! che sia ognipresente e ogni scente...sappiamo che i nostri Tardis non si costruiscono, sono vivi....ma se questo tempo
questa dimensione che noi chiamiamo tempo non sia eterno? non sia una linea retta? non sia una linea curva e neanche un folle zigzag
ma sia più simile al cerchio? ...un eterno ritorno a sè stesso?-
Theta lo guardò con occhi spalancati...- il tempo non ha forme, non ha luoghi ma ha dei punti fissi....-
-Esatto Theta! Esatto! punti fissi...e tu sei il primo di tutti questi-

Theta aveva la gola secca. Non riusciva a parlare.
Più ci pensava e più lo trovava assurdo.
-E se dio non fosse un essere incorporeo? ma fosse un signore del tempo...i giochi cambierebbero...una cosa così blasfema e assurda
che guarda oh!...è vera- continuò.
-E Rassilon?- chiese Theta ancora sotto shock.
-Rassilon è uno stupido...lui, pensa che con quella pozioncina da quattro soldi, l'immortalità  e il resto lo trasformassero in un dio...- schioccò la
lingua divertito ed eccitato- ma...non in Dio...non in te Dottore-
- Ma cosa stai dicendo?-
Koschei lo guardò duramente - Non ti sembra vero? non è cambiato nulla da prima...oh! bam! sei diventato dio ma non voli in nuvolette
rosa, non guardi l'universo dall'alto beandoti di come cambiarlo....essere Dio, è molto più faticoso di quello che dicono in giro vero?-
sorrise ironico - dio non esiste...esiste solamente un signore del tempo all'interno del tempo...Rassilon non ha mai capito niente di
cosa significhi creare e avere il potere...potere equivale a responsabilità e responsabilità eqivale a scelte...e tu Dottore...tu di scelte
stando alla leggenda ne farai molte, troppe....colui che non si ferma mai, che continua a correre...che fugge da cosa? da sè stesso?
dalla felicità?....colui che dimenticherà il suo nome e ad ogni domanda che gli sarà posta lui rispondera....Dottore chi?-

Sembrava che gli avessero tirato numerosi pugni allo stomaco.
Un dolore dentro. Guardava Koschei con occhi increduli.
-Dottore chi?- ripetè Koschei.
-Ed è per questo che ti devo fermare...che devo impedire che la leggenda si compia...che il tuo destino si compii...perchè sarai tu
ad uccidere tutti, sarai tu a stravolgere il normale corso del tempo...purtroppo Rassilon mi è accanto sì...ma dai, mica sono tanto cattivo adesso
chi è il mostro?- continuò koschei.
Theta scosse la testa , le parole gli uscirono senza che lui se ne accorgesse, spontanee - i signori del tempo si sono spinti troppo in là
non posso, permettere che distruggano tutto l'universo per un loro vanto- disse. Poi si ritrovò in lacrime.
La sua vera anima si rivelò in quello stesso istante . Tremò.
Koschei strinse gli occhi a lama.
-E' per questo che ti devo uccidere-


to be continued.....

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Capitolo 8
*** il complesso di dio ***


gallifrey 8
Il complesso di dio



Si avvicinò con calma estraendo un pugnale...il laser rosso brillava nell'oscurità.
Theta indietreggiò. Non ci poteva credere.
Koschei sorrise di rabbia - pensa...sarò il primo ad uccidere...un dio...-rise- e tutto questo è tremendamente eccitante-
L'umidità aumentava, alzando la nebbia resa blu dalla luce della luna.
-Koschei! cosa stai facendo!...tu non crederai a queste assurde favole! io non sono quello che tu pensi!- urlò Theta.
-Oh si che lo sei Dottore...solamente...non vuoi crederlo...sei schiacciato dal tuo stesso nome...e scappi. Poi, tanto per la cronaca
io non credo...io ne sono fermamente convinto-

Gli si buttò contro con una ferocia inaudita.
Theta si scansò velocemente. In preda al panico si frugò nelle tasche. Non trovò niente. Non girava mai con le armi.
Controllò nella tasca dei pantaloni e lo trovò...l'aveva usato per disinstallare il codice del bunker. Il cacciavite sonico.
Al secondo attacco Theta bloccò il pugnale, repentinamente, con il cacciavite.
Koschei rise di gusto - cosa fai...mi blocchi con un cacciavite?-
-Non è un cacciavite...è un cacciavite sonico!- urlò azionandolo.
Un suono stridente, ad altissima frequenza si sparse nell'aria.
I palazzi tremarono.
Koschei si tappò le orecchie doloranti.
-Onde sonore...xt...fastidioso eh?- sussurrò Theta.
-Ahh....accidenti!- urlò Koschei.
Theta si allontanò. Correndo, alzando il volume del cacciavite guardando Koschei inginocchiarsi al suolo.
Quando sparì tra i vicoli Koschei alzò lo sguardo e diede un pugno per terra. Se l'era fatto scappare. Di nuovo.

Non aveva quasi più fiato.
Cadde a terra. I polmoni gli bruciavano.
Si girò nell'erba guardando nel buio della notte le stelle splendere nel manto nero del cielo.
Doveva cercare risposte.
Non credeva a quello che gli aveva detto Koschei. Non era possibile.
Un signore del tempo dentro al tempo. Un signore dello spazio. Un signore dell'universo.
Scrollò il capo.
Doveva esserci dietro ancora altro...non esisteva nessun prima del tempo. Il tempo era la dimensione dove si formavano le cose.
Fuori dal tempo non c'era nulla. Il vuoto. L'inferno.
Si alzò.
La giacca blu era tutta stroppicciata. Il suo volto madido di sudore. Le gambe doloranti dallo sforzo.
Strinse i denti.
Doveva andare a trovare Trescoasch...

Trescoasch viveva sopra il monte della solitudine.
Una montagna enorme imponente, bianca di neve e di ghiaccio. Fredda. Gelida.
Theta camminava sul sentiero.
Il vento fischiava forte, bruciandogli la faccia.
Il cielo brillava con l'aurora di un rosa antico, i raggi dei soli appena nati  vibravano sul ghiaccio.

la casa di Trescoasch era una semplice capanna si mattoni e paglia, nascosta tra i pochi alberi che coloravano un punto del monte
d'oro e d'argento.
Arrivò davanti alla porta. Sentiva i canti dei Soluron invocati.
Trescoasch doveva aver incominciato a fare le funzioni. L'aria era piena di energia.
Aprì la porta e lo trovò immerso tra gli spiriti degli antenati. Non si vedevano, non si toccavano....si percepivano.
Erano energia. pura energia. Si poteva sentire. Concentrandosi.
I Soluron...la traccia di quel che rimaneva di quelle vite. Informazioni bisbigliate. Ricordi sfocati.
Trescoasch gli dava le spalle.
Alzò la braccia.
-Ti aspettavo... Dottore...-

-E' da cento anni che non ti vedo...- sussurrò Trescoasch guardandolo con gli occhi rosso sangue.
Era albino. Tremendamente bianco. La pelle sottile si posava sulle ossa quasi trasparente.
Dicevano avesse più di duemila anni....ogni sua rigenerazione era vissuta duecento anni...chi azzardava a trecento. Era uno
dei più vecchi signori del tempo ancora in vita.
Il suo sguardo era penetrante, incuteva paura. La sua voce profonda e vibrante.
Theta annuì in silenzio.
Trescoasch respirò profondamente. -Lo sapevo che saresti venuto...prima o poi...quando il tempo sarebbe finito...me lo aveva detto
tuo padre...Kronus- chiuse gli occhi, perdendosi in un pensiero antico - Kronus...il grande cugino del Re...Kronus sapeva tutto...già da mille
anni...so che la sua perdita è stata dolorosa per tutti...terribile...ma quello che ancora più mi rattrista è aver perso la sua conoscenza-
Theta restò muto.
Il pensiero di suo padre era ancora un nodo per lui. Non riusciva a non pensarci all'ultimo sguardo che gli aveva fatto. Si sentiva morire.
Appena fuori dall'accademia. Occhi neri, sconfinati....avvolti in un urlo silenzioso di angoscia.
-Le cause della sua morte non si sanno ancora...era vicino al sole di Krontz....poi chi dice che ci sia stato un brillamento...chi che sia
stato un omicidio...chi un suicidio. Neanche io lo so, figliolo, ma...di sicuro non è stato un caso...- riprese l'anziano.
-Io sono venuto qui...per... bad wolf- cambiò velocemente argomento Theta.
Trescoasch sorrise.
-Ci sono cose, Theta-Sigma,che si rivelano pericolose a distanza di tempo...punti fissi...mondi paralleli in perenne contatto...
una scelta produce infinite possibilità differenti, che nascono, e muiono in un continuo evolversi del tempo stesso, senza mai sbagliare-
Theta non capì.
- Ho incontrato Koschei...lui parlava di bad wolf...parlava di questo dio...dell'eterno ritorno...e sosteneva che fossi io...voglio sapere
se questo è vero...se è possibile...-
-Koschei... ha parlato di dio?....dipende da che significato vuoi dare alla nozione di dio...mortale, si...eterno pure....bad wolf non è altro che il tuo futuro...
ci sono cose, Theta-Sigma, che si rivelano pericolose...a distanza di tempo...tanto tempo.-
Theta sgranò gli occhi.
-non ho capito...-
Trascoasch si alzò e gli posò una mano sulla spalla.
-Vuoi vedere bad wolf?- chiese poi.
Theta restò sconcertato alla domanda... - è possibile?-
Il vecchio annuì.
Toccò le tempie di Theta. Fece una lieve pressione. Scavando nella mente.

Si ritrovò in una spiaggia immensa....chiusa tra due pareti di roccia che scendevano a picco sul mare.
Il vento gelido.
Il cielo era azzurro, macchiato da nuvole grigie. Che pianeta era?
Poi vide una ragazza con i capelli biondi avvicinarsi a lui.
Era giovane. Giovanissima.
Non la percepì come un signore del tempo...non era della sua razza...era aliena..era umana.
Si toccò il petto. Aveva due cuori. Era ancora lui.
Si voltò di scatto e vide il Tardis. Una cabina...blu.
Nel riflesso dei vetri...si trovò cambiato.
Un giovane. I lineamenti dolci e gli occhi profondi...assai più vecchi dei suoi.
Si toccò i capelli scompigliati. La faccia magra.
Era lui.
Provò un dolore. Il cuore spezzato.
Provò un senso d'amore. Forte...immenso. Impossibile.
Gli veniva da piangere. E non sapeva il perchè.
Quella ragazza.
Lo guardava con le lacrime agli occhi.
Parlarono.
Ma non era lui. Era quel ragazzo che sussurrava quelle frasi alla ragazza.
-Rose Tyler- diceva.
Rose Tyler ti amo...pensava.
Lei in lacrime. Si stavano lasciando.
Dovevano lasciarsi.
Un dolore acuto di nuovo al petto.

Si ritrovò in un altro pianeta.
Tre lune rischiarivano il paesaggio. Dolce. Viola.
E la vide. Ancora lei...quella ragazza...Rose.
Gli stringeva la mano e sorrideva. Si sentì il cuore sciogliere in una morsa dolce.
Si toccò il petto.
Non era lui. Aveva solo un cuore.


Buio.
Davanti a lui orde di navi da guerra. Lo spazio si apriva...ma era buio,niente stelle. Solamente un sole brillava in quella inquietante oscurità.
In mano aveva un pulsante. Doveva schiacciarlo.
Ma aveva una paura immesa. Si risentì un mostro. Non capì a cosa serviva quel pulsante ma intuiva che fosse una cosa
spaventosa....che stava per fare qualcosa di terribile.
Uno deve ancora morire. Un eco di una battaglia non ancora vissuta.
Gli arrivò un pensiero automatico. Bad Wolf...sussurrava..e la terribile intuzione che passato e presente fossero in quel momento così
tanto vicini da essere sovrapposti, l'uno sull'altro.
Rivide Rose guardarlo con le lacrime agli occhi, entrare dentro il tardis.
Dopo, un esplosione di luce dorata. Il Tardis scomparì tra la polvere e assieme a lui la ragazza....

Rabbia.

Si vide con l'altro sè stesso. Erano uno davanti all'altro.
Strinse i pugni. Si riconosceva. In quegli occhi verdi...il viso giovanissimo. Un papillon. Uno sguardo tristissimo e antico.
Il giovane sorrise appena.
Poi si girò...e cadde nel buio.



Riaprì gli occhi e si ritrovò a fissare Trascoasch.
Il vecchio sorrideva -vivrai molto più allungo di qualsiasi altro signore del tempo...perderai tante cose...che non torneranno mai più...
distruggerai mondi e ne creerai di nuovi. Sarai come il fuoco, il ghiaccio, il buio e la luce...come il tempo in un epoca dove l'oscurità
avvolgerà le stelle e inghiottirà l'intero creato. Ma tu, Dottore...riuscirai a dare vita di nuovo a tutto questo...l'oggi, il domani e il passato.
Tu sei nato molto tempo fa...il tuo segreto brucia al centro della nebulosa della medusa. E non morirai mai perchè tutto è incominciato
da te e rincomincerà dalla tua essenza...da un tuo sacrificio...-
Theta lo guardò con spavento.
-Questo è tutto- disse poi Trascoasch. Si inchinò a lui.
Theta si alzò tremante.
Si passò le mani sulla faccia.
Sudava freddo.
Poi guardò il vecchio con occhi freddi. Si congelò tutto dentro, in un istante.
-Non ti inchinare...- sussurrò. - ti prego..non lo fare...-
Trascoasch si rialzò.
-Tu sai cosa devi fare adesso...-
Theta annuì. La paura gli avvolgeva il cuore.
-Non dirlo a nessuno...ricordatelo....questo è il tuo grande segreto...custodisci...proteggi il tempo.- il vecchio sorrise- siamo nelle tue mani....passato,presente e futuro-

Theta guardava i soli morire dietro l'orizzonte.
Una striscia di fuoco lo avvolgeva nella sera.

to be continued.....

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Capitolo 9
*** tanto tempo fa ***


Tanto tempo fa....


Stava camminando a fatica.
Il sangue gli grondava dalla fronte. L'esplosione era stata tremenda.
Aveva distrutto tutto.
Le navi erano scomparse. E l'ultimo sole. Stava piano spegnendosi. Non esplose.
Implose in uno scatto nervoso. Blu. Stava per diventare un nocciolo di ghiaccio. Nel buio più assoluto.
Lui si toccò il petto. Gli faceva male. Un dolore lancinante. Il suo unico cuore.
Si lasciò cadere per terra. Prendendosi la testa tra le mani e sciogliendosi in un pianto lungo, pieno di sofferenza.
Era rimasto solo.
Questa volta veramente. Non c'era più nessuno....alla fine del tempo.

........................................................................................ Il dottore la vide arrivare.
I riccioli biondi che le cadevano sul viso.
-Ciao...dolcezza...-
Lui sorrise. Due fossette gli comparvero sulle guance. Gli occhi dolci, gentili si soffermarono
sugli occhi di lei. Vispi. Intelligenti.
-Pensavo non dovessimo vederci mai piu?- disse ridendo e colpendo la console del Tardis con un piccolo pugno....era colmo di gioia.
-Nonostante tutto tu sei sempre il dottore...in tutti i tempi...riesci sempre a scampare...e a salvare le persone che ami...non ti smentisci mai...- rise di gioia.
Poi. Gli corse incontro.
Si abbracciarono e si scambiarono un bacio.
-Sono stato bravo? eh?- sorrise di nuovo il Dottore.
Lei gli scompigliò i capelli.
-Lui è stato bravo...molto intuitivo...mi ha /mi hai salvato....e poi sei arrivato tu...-
sorrise.- E mi hai tirato fuori dalla libreria..incredibile....sei un genio!lo devo ammettere!-
Lui socchiuse gli occhi, gongolandosi come un buffo pagliaccio.
-Ehh...beh..- sussurrò, poi ritornò serio e sfiorò il volto di lei con dolcezza -non ti avrei perso..no..ho avuto paura...ma sapevo che ce l'avrei fatta...River...-

............................................................................................. Il dottore si stava stringendo dentro al suo cappotto marrone.
La temperatura stava calando.
Tutto, lentamente si stava congelando. La nave aveva ormai esaurito tutta l'energia.
Lui scosse la testa.
Stava piano piano morendo assiderato. Il suo corpo umano non avrebbe resistito ancora a lungo. Scansò via la paura. Sinceramente non ne aveva più.
Rose, se n'era andata...chiuse gli occhi...il dolore sembrava strappargli il cuore in un taglio netto...come lei...il Tardis era morto.
Poteva benissimo morire lì...solo...morire come stava morendo l'universo in quel ormai luce fioca che era l'ultimo sole. Il sole di Kondros.
Ricordò la morte del padre....duemila anni prima...suo padre era scomparso dentro a quel sole. Non aveva mai saputo la causa. Dopo tutto quel tempo nessun indizio...
Sospirò.
Si sentì un vigliacco.  Aveva indietreggiato, scuotendo la testa,non voleva farlo.
 Aveva avuto paura.
 Non aveva voluto scegliere.
 Non quella volta.
 Non di nuovo quella scelta.
E scelse lei. Di nuovo.
La scelta più importante...la prese lei.
Lui si limitò a guardarla, impotente mentre il suo più grande amore stava morendo.
Lei scelse.  Si continuava a ripetere.
Lei scelse mentre azionava il bottone dentro al Tardis per distruggere quei mostri. Per porre fine finalmente a quel abominio. Quella cosa che non doveva essere.
Non l'aveva vista. Non la poteva vedere.

Scoppiò di nuovo a piangere. Singhiozzando nel silenzio più assoluto. Lui...l'ultimo.


............................................................................................. River guardava allegra il pannello di controllo.
Tutto normale.
I valori temporali combaciavano.
- Vedi...? sempre il solito paranoico tu....-
Il dottore si girò di scatto con gli occhi tristi - non darmi del paranoico..ti prego, quello no-
sussurrò.
E lei sentì il dolore dentro a quelle parole. Sentì quella fitta profonda dentro al cuore di lui,  crescere. E comprese.
Non disse nulla. Non voleva peggiorare il momento.
Sorrise poi.
-Lo sai bene che stavo scherzando...-
- Lo so...ti conosco ormai da tempo...la solita River...irriverente!- tornò a sorridere.
-Bene, bene, bene...dove andiamo adesso?- continuò saltellando allegro intorno alla console.
-Sai...non lo so...dobbiamo festeggiare il nostro ritorno!...mmmm....cosa ne dici di Pallokronikus 8? non ci siamo mai andati....-
Lui rise - Ahhh! perfetto...mi hanno detto che fanno un dolce al merluzzo spettacolare!-
Tirò la leva.
-E Clara?- chiese River poi.
-Clara è ritornata a casa...dove doveva essere...-sussurrò con un velo negli occhi, preoccupato.
-Ma alla fine era veramente lei?-
Lui non le rispose. Continuava a schiacciare i bottoni della console.
River sospirò.
Sapeva che il dottore aveva delle zone oscure, dove non potevi entrare senza il suo permesso. Vedeva gli occhi tristi, annebbiati da un senso di malinconia, sprofondare nel buio più assoluto.
E lì...era il limite.

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Capitolo 10
*** Collisioni parte 1 ***


Collisione part 1



Il buio si stava impadronendo dello spazio.
Il dottore rabbrividì.
Ormai aveva le dita assiderate.
Solamente un bagliore...di un azzurro chiaro rimaneva come riverbero nella nave.
Si lasciò andare.
I ricordi gli piombarono nella testa come un fiume in piena...le sue vite precedenti, tutte le persone che era stato.
 Rabbia, odio, amore, avventura, ansia...gioia..speranza....
Le sentiva tutte quelle emozioni. Chiuse dentro al suo unico cuore.
Umano.
Sorrise. Alla fine era diventato umano....si ricordò dell'anziano della sua gente....che gli aveva sussurrato che sarebbe cambiato, sarebbe cambiato tutto nel suo futuro.Sarebbe diventato Bad Wolf .... Che avrebbe perso cose che non sarebbero mai più ritornate e che sarebbe vissuto a lungo, più a lungo di qualsiasi altro signore del tempo....
Ai tempi ci aveva creduto. Aveva creduto che ogni suo dannato sacrificio avrebbe riportato ordine nel tempo.
Aveva affrontato tutto quanto gli era accaduto....si era macchiato di terribili cose....era stato duro, impassibile...letale...aveva rinunciato a troppe cose...
Ma tutto questo...non aveva portato a niente. Solamente ad altra sofferenza.
E ora. In quella nave. Moriva. Non più come signore del tempo ma come uomo.
Aveva sbagliato tutto quel vecchio.
Rise...magari c'era qualcuno che lo poteva aiutare? non c'era più nessuno.
In quel universo. Tutto era morto..... Tutto stava morendo
...............................................................................................

Il dottore camminava nel suo Tardis.
Si guardava nello specchio. Il suo volto prima giovanissimo stava invecchiando. Inesorabilmente.
Era ancora preoccupato per quelle oscillazioni tra le dimensioni.
Era stato un attimo e poi era ritornato tutto normale.
Corrugò la fronte. Pensieroso.
Dai dati gli era parso che l'universo avesse avuto un piccolo mancamento, come se fosse stato squarciato, come se si fosse creata una falla.
Sospirò.
Forse si stava sbagliando.....ma lui, non sbagliava mai.

River stava studiando nella sua stanza.
Quando erano scesi sul pianeta, aveva trovato un vecchissimo libro, quasi del tutto sgretolato tra le sabbie del deserto di Tdwoctroho.
Non l'aveva mostrata al dottore. Non aveva voluto.
Non sapeva che cos'era ma c'era qualcosa che sussurrava nella sua testa di tenerlo segreto.
Non gli era quasi mai capitato...ma era una sensazione inquietante.
Scosse la testa...infastidita.
E ricominciò a posizionare i frammenti di pergamena.
Gli idiomi erano sconosciuti...di una lingua antichissima...neanche il Tardis riusciva a decifrarli.
Doveva subito trovare la traduzione ma...era veramente difficile...non riusciva a scovare nessun testo che facesse riferimento a quella lingua.

-Non dovresti mentirmi River...-
la voce del Dottore arrivò come un sussurro triste da dietro di lei.
Lei si voltò si scatto.
Sorrise appena, per nascondere il suo disagio.
-Io come te mento sempre...-
Lui sorrise dolcemente.
-Cosa hai trovato? - chiese poi avvicinandosi lentamente.
Lei si alzò, come a nascondere il suo lavoro.
-Niente che a un signore del tempo possa importare- disse cercando di distogliere il dottore dallo sguardo posato sulle pergamene.
-River...ho visto...non penso che tu possa tradurlo...- disse infine . Gli occhi erano velati da un ombra buia.
River restò stupita da quello sguardo. Di nuovo. Tremendamente triste.
-Perchè?- chiese lei. Un filo di voce. Di nuovo quella sensazione inquietante. Una stretta allo stomaco. Un brivido di freddo.
Il dottore sospirò e si sedette di fianco a lei.
La guardò. E lei riuscì a vederlo fin dentro...un abisso di ricordi. Tanti...neanche uno felice.
Lui giovane, giovanissimo...un bambino magro con gli occhi già vecchi. Solo.
Giocava in mezzo ad un prato rosso. Solo. Correva piangendo. Solo.
Tutta la sua vita spesa  a fuggire da se stesso.
E adesso era lì che la fissava stanco.
- La conosci la profezia di Owddtorhc?- sussurrò poi.


-Ma quindi tu saresti...dio?...è......è questo il tuo segreto?- River era sconvolta.
Guardava quel uomo che pensava di conoscere meglio di chiunque altro, pensava di conoscere ogni suo segreto...le aveva raccontato di tutta la guerra del tempo....le aveva detto il suo nome.
Lui sorrise piano....- Bad wolf...- disse poi.
-Clara c'entrava con tutto questo....?-  domandò poi.
Lui annuì.
-E Rose?-
Lui annuì di nuovo....ma i suoi occhi ebbero un momento di vuoto, al nome della compagna perduta.
River lo sapeva. Lui l'aveva amata quella donna.Veramente tanto...
Lei e Rose erano stati i due amori della sua vita. Lo sapeva.
Con Rose aveva avuto quella storia tormentata...resa impossibile dal motivo che fossero tristemente diversi...non avrebbe mai potuto rimanere accanto ad un umana.  Il dolore per la perdita sarebbe stato troppo forte.
 E lui aveva desistito a quel impulso d'amore, soffocandolo, in un lutto silenzioso.
-Bad Wolf è quello che io dovrei diventare... un creatore...di infinito....sinceramente non so come possa essere ancora possibile...visto che lei non c'è più e Clara è ritornata dove doveva essere...-
-Ma questo libro...Theta...che cos'è?- domandò ancora River con gli occhi lucidi. Aveva capito di colpo tutte le tensioni del dottore. Quella sua abitudine a scansare il piacere e la felicità. La sua responsabilità nei confronti di tutti. Il suo addossarsi le colpe...continuamente...
Il dottore rilesse le pergamene... fece un respiro profondo...
-Questo è il libro di mio padre...-

La parola padre nella bocca del dottore era strana. Stranissima.
A lei aveva appena accennato, per sbaglio di suo padre...
-Mia madre mi disse che ce l'aveva con lui...quando morì...qui...qui vicino...nel sole di Kondros-continuò il dottore con gli occhi fissi sul libro.
- Ma è questo...il sole di  Pallokronikus 8...-
Lui annuì.
-Sì...il libro appartiene al culto di Owddtorhc...sinceramente non ne so molto...io pensavo che fosse stato scritto agli inizi del tempo...poi qualcuno mi corresse e mi rivelò che fosse di ben più remote origini..- sorrise -prima del tempo...naturalmente questo  è impossibile...ma...se non riesci a vedere o a toccare qualcosa...ciò non significa che non esista o non sia esistita no?- gli scappò un riso.
River continuava a fissarlo incredula.
- Sai...delle grosse parolone sulla fine del tempo e dello spazio...- accarezzò lentamente i pezzi di carta una nota di malinconia nei suoi occhi -...è passato così tanto tempo....-.
-Oh River...ci sono cose...River...che a distanza di tempo...di tanto tempo...si rivelano pericolose- sussurrò poi ricordando le parole di Trescoasch.
-Non ho capito scusa...?-
Il dottore la guardò, adesso con gli occhi gelidi.
-E' ora River...che io paghi il conto-

to be continued....


(piccola nota dell' autore).....ho speso questi due capitoli per introdurre la questione Dottore.... il motivo su come e perchè Theta diventa il dottore in un intricato gioco tra le dimensioni e tempi....perchè...come non si sa niente del passato del Dottore...non si sa neanche della sua fine!
Tranquilli...capitolo dopo capitolo dispiegherò tutta la trama....tassello dopo tassello!!!! ( me ignobile!)
buon giorno o buona sera a tutti...di nuovo!

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Capitolo 11
*** Collisioni parte 2 ***


Gallifreiy 11 doc COLLISIONI parte 2



Strinse la spada.
Stupenda...di corno antico. Il manico era intarsiato di disegni che rievocavano la storia di Gallifrey.
Tutte le tappe dell'evoluzione di quella specie, che si perdeva nei millenni...
Tutti i rappresentanti del consiglio erano di fornte a lui.
Koschei alzò lo sguardo...prima disgustato...e poi indecifrabile, un misto tra euforia e rabbia.
- Maestro! questa è la spada di Wothraimond...il guerriero che distrusse il sigillo di Hoar, ai confini della nebulosa della medusa.
....non ci deludere...- disse Rassilon sostenendo lo sguardo di Koschei.
Koschei fece una smorfia e poi alzò la spada, in alto. Un lampo viola scaturì dal manico, seguito da un tuono.
La stanza, prima oscura di illuminò di una forte luce rossa.
Koschei rise.
Le pareti del consiglio tremarono.

Natay si coprì gli occhi con le mani.  La guerra era cominciata.

Erano a migliaia le navi. Galleggiavano nell'aria. Missili beta scoppiavano su tutto il pianeta creando funghi di radiazioni viola.
Il corsaro urlava, correndo, schivando i colpi di laser. Davanti a lui altri compagni cadevano uno dopo l'altro, stretti in un urlo di dolore
prima di esplodere e trasformasi in polvere dorata.
Si nascose dietro un masso.
Il respiro veloce. Una gamba ferita.
Lo scudo posto davanti a sè, come ulteriore protezione.
Erano ormai al limite. I rinforzi tardavano ad arrivare.
Se ci avessero messo ancora solo un ora sarebbero morti tutti.
I Dalek avevano invaso i due pianeti gemelli di Kontz. Adesso stavano attaccando Lox8.
Avevano avuto molte perdite...troppe.
Non si erano aspettati un esercito tale. Le nuovi armi, potenti che avevano creato i Dalek sapevano neutralizzare i Tardis e distruggere
un signore del tempo in un solo colpo. I corpi si scomponevano in atomi. Si dividevano le molecole e scoppiavano.
Quello che restava era una polvere dorata e poi rossa per terra, poi disgustosamente , alzata dal vento, provocava delle tempeste di sabbia.
Solamente. Non era sabbia.
Mentre camminavano la polvere gli entrava negli occhi e nella bocca. Costringendoli ad inghiottire i resti dei compagni.
Tutto ciò era disgustoso. Raccapricciante.
Prese una bomba e la buttò al di là delle rocce.
Esplose. Sentiva le urla dei Dalek, sofferenti. Sorrise di gusto.

Koschei era dietro alla postazione di controllo della nave.
Rabbrividì.
Erano nello spazio aperto.
Poteva vedere la flotta nemica. Le stelle venivano oscurate dal numero di navi. Sembrava uno sciame di locuste.
La luce si spegneva al loro avanzare.
 -Maestro...cosa facciamo?- sussurrò il tenente hsukshei.
-Preparate le testate ad urto atomico...veloce!- disse Koschei.
-Testata uno...partita-
-Testata due...partita-
-Testata tre...partita...-
Ci fu un esplosione e poi luce. Una luce blu che accecò tutti per diversi minuti.
Koschei provò ad aprire gli occhi.
Costatò sconcertato che non avevano inferto nessun danno al nemico.
I signori del tempo restarono muti.
-Maestro...Maestro!- urlarono, cercando nuovi ordini da Koschei.
Lui rimase in silenzio alcuni attimi, pensando.
-Azioniamo la matrice di buchi neri...li inghiottiremo-

Un vortice viola. Il senso di compressione in corpo.
La gravità aveva incominciato a comprimersi in un vorticoso campo d'energia. Nera.
-Impostare lo stabilizzatore di gravità grado 137-
-fatto-
-e adesso...potenziare matrice..-
Il vortice incominciò a ingrandirsi. Intorno di era formata una corona d luce. Incominciava ad inghiottire le stelle vicine.
La nave dei signori del tempo oscillò. Poi sembrò cadere dentro al turbine.
Koschei si aggrappò alla poltrona di comando.
-Aumentare stabilizzatore...grado 250! sbrigatevi!- urlò.
Un soldato tirò la leva. La nave si assestò.
-Maestro!-
Koschei sorrise - Ecco ragazzi...adesso godiamoci lo spettacolo-

Le navi Dalek venirono risucchiate velocemente.
Il buco nero si espanse ulteriormene.
Tutti in sala di comando esultarono.
Il Maestro sorrideva. Si girò.
-E adesso torniamo...-
Uno scossone. Il Maestro si voltò.
Gli occhi velati di terrore.
Erano di nuovo davanti a lui. Le navi. Enormi. A migliaia.
-Ma come diamine....-
Un altro scossone.
La nave incominciò a muoversi. Si stava dirigendo verso il buco nero.
-Tenente! potenza al massimo...!- urlò il Maestro isterico. Sudava...e questo non gli capitava spesso.
-Siamo al massimo Maestro! non riusciamo ad uscire dal cono gravitazionale...stiamo finendo giù-
-Togliti inetto!- la sua voce alterata, scostò bruscamente il tenente dal pannello di comando.
Incominciò a lavorare.
Aveva poco tempo...alzando lo sguardo poteva vedere le navi dei suoi compagni cadere dentro al buco nero.
Venivano risucchiati dentro velocemente.
Pregò. Le sue mani erano veloci sulla tastiera. Stava facendo tutto manualmente. I cuori, battevano veloci.
Si stavano avvicinando sempre di più. Si poteva incominciare a sentire il tempo comprimersi...un formicolio avvolse il suo corpo.
Schiacciò l'ultimo tasto.
La nave incominciò a fermarsi e ad uscire lentamente dalla zona del cono gravitazionale.
Sospirò.
Ce l'aveva fatta.

Purtroppo adesso erano circondati.
Una voce metallica si collegò alla nave.
- Avete perso...arrendetevi...altrimenti sarete sterminati-
Il Maestro chiuse gli occhi.
Strinse dentro la tasca un oggetto...un orologio...aveva deciso di usarlo...solamente se fosse arrivato al limite della sopportazione.

.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.
-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


Lo spazio si apriva davanti a lui. La nebulosa della Medusa splendeva, viola, in una nuvola di gas e detriti.
Azionò la leva di contenimento temporale. Guardò con occhi tristi ancora quel libro.
Dentro a quelle pagine c'era scritto tutta la storia dell'universo. Dall'inizio alla fine.
Nessun errore.
L'inizio dell'universo dinamico. Fatto da ere e da altre civiltà. Non dalla loro. Non più. Non doveva essere.
Chiuse gli occhi in un accenno di dolore.
Ripensò a suo figlio.
L'aveva lasciato quel giorno davanti all'accademia, il  terzo giorno dalla sua iniziazione. Non era riuscito a salutarlo.
Lo aveva guardato, con l'angoscia nel cuore, entrare dentro all'edificio.
E lui si era voltato, ricambiando, lo sguardo. Gli occhi del ragazzo erano già talmente vecchi e pieni di solitudine.
Lui aveva sofferto a vedere suo figlio già così...tremendamente solo...e poi....sapendo della sua vita futura....gli si spaccava il cuore.
Ma doveva voltarsi. Non doveva indietreggiare. Non doveva aver paura....doveva sopportare il distacco.
Lui aveva vissuto a lungo...troppo a suo parere...aveva visto tante cose...compresa la nascita del tempo...
Lui era lì....lui sarebbe stato li.
Scosse la testa e sorrise.
 Il tempo era veramente qualcosa di folle...e tutto si poteva dire...tranne che fosse logico.
Schiacciò il tasto per azionare la nave.
Una nave per attraversare il buio, il vuoto.
Doveva essere lì il varco dimensionale...davanti al sole di Kondros.
Chiuse gli occhi, salutando mentalmente la sua famiglia e schiacciò il tasto per l'accensione e la propulsione.
Un esplosione.Un bagliore blu.
Kronus scomparve, tra la luce accecante del sole di Kondros.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


Quando arrivò ....la luce era scomparsa.
Intorno a lui il buio più totale.
Controllò le coordinate...era uscito dal vuoto...ma non c'era nulla...sospirò...aveva letto anche quella parte.
Un tempo dove le stelle verrano avvolte dal buio più nero e il vuoto si espanderà, senza fermarsi, senza rallentare.
Fece una scansione delle attività vitali intorno a lui.
Adesso doveva trovarlo. Pregò che non avesse ritardato.
Ed eccola. Due battiti...purtroppo stanchi...lenti...quasi morenti...ma erano ancora lì.
Sorrise.
L'aveva ritrovato...suo figlio.

.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.


La vista lo stava abbandonando.
Cercò di stringere i pugni...ma non riusciva più a sentire le mani...ormai completamente assiderate.
Il suo sangue si stava raffreddando.
Incominciava a sentire qualche vampata di calore.
Stava avvenendo.
La sua morte.
Il dottore chiuse gli occhi....ricordando la sua Rose, riassaporando il momento in cui l'aveva baciata.
 In cui era diventato umano.
Si immaginò in quella baia...il volto di lei che lo guardava confusa e poi il suo coraggio, finalmente, la sua anima di ferro cadde
e al suo posto si ritrovò l'uomo. Lui poteva amare finalmente...e credeva a quei tempi che avrebbe potuto trascorrere tutta una vita,
lunga, normale, monotona...con lei.
Chiuse gli occhi.

Kronus lo trovò per terra.
Lo poteva riconoscere anche se non era più un signore del tempo...ritrovava i lineamenti simili, incredibilmente simili a Theta nella prima
vita..
Si avvicinò.
Gli sfiorò il viso e ci ritrovò lui.
Lo prese in braccio....la paura lo avvolse...era arrivato troppo tardi? quanta vita c'era ancora in lui?
E strinse quel suo corpo troppo debole per la sua anima.
Troppo freddo persino per lui.
Corse dentro alla nave.


Quando il dottore riaprì gli occhi vedeva quell'immagine sfocata davanti a lui.
Un immagine incredibilmente famigliare....così lontana....quasi persa.
Cercò di mettere meglio a fuoco.
Non ci riusciva. La testa gli continuava a pulsare. Un dolore atroce.
Pensò che se non era morto allora quella era veramente la prima volta che vedeva un miracolo...vero.
Poi una mano fredda gli si posò sulla fronte...
Non riuscì a capire chi fosse...svenne.

Un odore famigliare.
Di muschio rosso e alberi tagliati.
E limone. Si ricordò i limoni che stavano vicino a casa sua...a Gallifrey. Limoni dorati, grossi come una testa di un uomo. Enormi.
Succosi.
Quando era bambino, ricordava che se li mangiava di nascosto da sua madre, andando sopra al monte del silenzio.
Restava lì per ore e ore a guardare le nuvole bianche, formarsi nel cielo arancione.
Sorrise al ricordo.
Provò ad aprire gli occhi.
La luce glieli bruciava. Li richiuse e si lasciò calmare dall' odore.


to be continued......

p.s
ragazzi, se volete darmi un aiuto con dei consigli! sono sempre graditi! buona giornata!!!

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Capitolo 12
*** Rabbia ***


gallifrey 12 Rabbia


Aprì gli occhi.
Non c'era più freddo. Si mise a sedere.
Era su un letto. Controllò le mani...avevano riacquistato colore...erano calde. Strinse i polpastrelli,incredulo,per riprovare la sensibilità....
Era vivo...
gli occhi sgranati e un debole sorriso sulla faccia.... Era vivo...
Ma come aveva fatto...?
Controllò la stanza.
Alte pareti dorate e rubini e zaffiri incastonati tra di esse...infondo una porta chiusa...sopra un numero...11.
Un oblò...fuori buio. Niente. Qualcuno lo aveva salvato....c'era ancora qualcuno?...

Si alzò. Il corpo magro, segnato dalle ferite. Barcollava ancora.
La gamba gli faceva male...non riusciva a poggiare tutto il peso. Sentiva l'osso schiacciarsi e bruciare immensamente sotto
al ginocchio.
Scosse la testa...non riusciva a capacitarsi di quella situazione...era praticamente impossibile che una persona si fosse salvata.
L'aveva vista... La fine dell'intero universo. Del tempo e dello spazio. In un esplosione scura che aveva spazzato via ogni stella, ogni
galassia in un baleno...poi il silenzio. Il grande silenzio era calato.
Aprì la porta....

Suo padre lo fissava. Gli occhi azzurri, brillanti.
Quel viso anziano, dolce...il suo mantello viola, come se lo ricordava...lungo, gli cadeva da una spalla, coprendogli il braccio.
Si accorse di esserselo dimenticato...il viso di suo padre. L'aveva scaraventato in un punto della sua memoria, muto, rendendolo
innocuo...una difesa per non soffrire ulteriormente.
E adesso era lì. Sembrava l'avesse visto recentemente.
Una stretta al cuore.
-Papà...- un sussurro. Le lacrime agli occhi. Il viso contratto in un espressione incredula.
-Dottore...- sussurrò il padre, sorridendo di gioia e aprendo le braccia verso il figlio.
Il Dottore corse verso di lui e lo abbracciò....sembrava un ragazzo, tremante che abbracciava il padre dopo una tragedia, un grosso spavento...
Kronus strinse il figlio.
Era veramente strano il tempo...lo aveva abbandonato,  davanti all'accademia poco tempo prima....con la voce tremante e giovane....e ora
era lì che lo riabbracciava...dopo tanto tempo...millenni...ma per lui erano passate solamente poche ore.
Non avrebbe mai potuto saperlo. Non avrebbe mai potuto scoprire il perchè se ne fosse andato, nel momento in cui lui aveva più bisogno del
suo aiuto, del coraggio di un padre, della sua conoscenza. Chjuse gli occhi.
E continuò ad abbracciarlo.
Non parlarono per alcuni minuti. Sentiva il corpo del Dottore tremare dal pianto.
Lo sentiva tremendamente stanco...strinse i denti...lo sapeva...se lo aspettava...l'aveva letto.
Quanto aveva sofferto suo figlio?....quante scelte aveva dovuto fare sopportandone le conseguenze spietate..? quanto aveva dovuto
rinunciare? A che cosa?
Guardò il viso distrutto del figlio. Gli occhi vecchi...antichi...segnati.
Theta, il signore del tempo prima di diventare il Dottore, aveva già quegli occhi...ma tutti quei millenni non avevano fatto altro
che aggiungerci altre sofferenze.
-Tranquillo figlio mio....andrà tutto bene- sussurrò Kronus cercando di calmare il figlio...purtroppo però conosceva il futuro...ci sarebbe
stato altro dolore...per lui.

Il dottore era pallido. Guardava il motore della nave avviarsi.
Si passò la lingua sui denti. Lo sguardo era ancora triste assorto nei pensieri.
-Perchè ora?- sussurrò, passandosi una mano sulla faccia sconvolto.
Il padre non rispose. Si limitò a schiacciare altri tasti sulla console.
Il Dottore si voltò innervosito.
-Perchè ora!?- urlò poi alzandosi e scaraventando i libri sul tavolo di fianco con una manata. I nervi gli stavano saltando.
La mascella contratta nell'emozione di rabbia. I pugni stretti.
Il suo corpo sembrava un arco teso, che vibrava, minacciando di spezzarsi.
Era arrabbiato...era arrabbiato con tutto.
Perchè suo padre era ritornato proprio in quel momento? duemila anni dopo? una vita dopo, passata tra atroci sofferenze e perdite
immense? Perchè? non era mai morto...come aveva fatto credere.
Aveva permesso a Rassilon di prendere il potere...aveva permesso tutto quello...con la sua scomparsa....
Gallifrey aveva perso il suo equilibrio politico da quando Kronus, suo padre, era scomparso...facendo piombare il pianeta nella
più totale confusione. Dopo erano accadute le rivolte, la dittatura di Rassilon...la pazzia dei signori del tempo.
-Lo sai che cosa è successo dopo che sei sparito?...la guerra del tempo...ma penso che tu lo sapevi già...-annuì con una smorfia di
rabbia- con il tuo libro!- colpì di nuovo il tavolo con un calcio - La mia vita! La mia vita padre! la mia vita è stata un inferno!...-urlò.
Kronus scosse la testa sorridendo. Sapeva che era il dolore che stava parlando, non il Dottore.
-Perchè me ne sono andato?....- sorrise dolcemente guardandolo - per salvarti figlio mio...-

to be continued.......

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Capitolo 13
*** il segreto ***


IL SEGRETO

Kronus sorrise appena e scosse la testa.
-Ho fatto le cose troppo in fretta...ho avuto paura di perderti quando ho saputo di cosa stava  parlando quel libro...mi si è spezzato il cuore  sapere cosa ti aspettava...e poi comunque...c'ero anch'io nella leggenda...- rise con occhi lucidi, strinse nella mano qualcosa -alla fine...-.
Il Dottore lo guardava pallido. Il viso ancora, avvolto in un espressione tesa.
-  Non sapevo che avesse una fine l'universo...il Maestro un giorno mi disse che io ero il primo punto fisso...non ci volevo credere...Poi ci fu la guerra del tempo - corrugò la fronte cercando di scansare il dolore - ero stato costretto...Rassilon non poteva fermare il normale scorrere del tempo...dovevo fermarlo...- strinse i pugni - e...li ho uccisi...nessuno doveva sopravvivere...- una nota di dolore nella voce.
-Ma hai salvato Susan....- disse Kronus guardandolo.
Il Dottore sorrise amaramente - lei se ne andò...dopo...- ispirò-  l'avevo promesso...che l'avrei protetta...l'importante è che adesso sia felice...- sussurrò.
-Hai continuato a viaggiare per tanto tempo e poi sei diventato umano...- Kronus lo guardò sorridendo.
Il Dottore abbozzò una smorfia e gli occhi gli si riempirono di lacrime. Un nodo in gola gli stringeva le parole, tenendole chiuse, soffocandole in bocca.
Kronus annuì in silenzio - per amore?- chiese poi.
Il Dottore scosse la testa. - No...- rise  passandosi la mano sugli occhi per asciugarsi le lacrime -...per un caso...per un legame...-
- Non esiste il caso...- sussurrò poi Kronus.
Il Dottore fece un gesto con la mano...come per scansare via qualcosa....lo guardò con occhi gelidi- risparmia questa battuta per dopo...non ho più voglia di parlare-
- Non provare a fuggire un altra volta Dottore!- lo ammonì il padre girandosi, imponente e fissandolo con occhi duri, azzurri, ardenti di forza.
Il dottore sorrise ironico. Lo sguardo perso, triste. Sconfitto dagli eventi e dal tempo stesso.
-Sono già scappato...innumerevoli volte...ma adesso no... non riuscirei- chiuse gli occhi - Sinceramente...non ne ho più la forza e la voglia...nè il motivo- sussurrò con voce roca.
SI avvicinò a Kronus, fissandolo senza pietà. Era stanco di portare ancora quel peso...ancora quella colpa...solamente lui.
Era stanco di sentirsi continuamente in colpa per tutte le cose che capitavano.
-E po arrivi tu...- rise -no! no!...tu vieni qui...hai letto solamente un libro...formi un paradosso e arrivi qui...dicendomi che devo essere salvato e accusandomi di essere sempre scappato?- alzò la voce -  IO,,,sono sempre stato qui...nel mondo reale! affrontando cose che farebbero impallidire perfino te...Kronus!....ma che comunque continui a giudicare senza risparmiarti! io ho perso cose che non ritorneranno mai...ho dovuto custodire segreti antichi che no dovevano mai essere rivelati e adesso ristagnano corrodendomi anno dopo anno, secolo dopo secolo...dentro di me! dentro di me! e adesso tu, vieni qui dicendomi che sono sempre scappato? beh....anche se scappavo mi trovava sempre, in ogni posto dell'universo! stai tranquillo...la fuga è sempre stata un'amara consolazione di quello che mi attendeva, sempre.!- urlò tremante.
Kronus restò immobile.
Un attimo. Un secondo. Guardando gli occhi rossi del figlio.
-Io so cosa hai visto...- sussurrò poi.
Il Dottore indietreggiò, l'espressione persa di nuovo.
-Tu...hai visto questo momento...non mentire a te stesso, Theta...ti prego non farlo ancora-
- Impossibile, stai mentendo.....-
-No, non sto mentendo...tu hai visto il buio...proprio come tuo figlio...Shoon...sei scappato...spaventato....e l'hai visto...il tempo...la sua morte..il suo essere mortale proprio come lo sono tutte le cose....hai visto il suo decadimento, violentato da innumerevoli guerre ed egoismi.. .nonostante i Signori del Tempo avessero cessato la loro corsa....altre razze di altre civiltà si sono autodistrutte...tutto ha una fine...e questo non è male...non necessariamente... è questo concetto che ti ha portato fino a qui...fino alla fine del tempo stesso...- Kronus sorrise di nuovo e scosse la testa -lo hai sempre saputo...lo hai sempre fatto....creato...l'amore.... il vero atto d'amore che si può fare è rispettare il tempo...e la sua fine...lo scorrere incessante e il suo interrompersi...la natura della vita è questa...e tu...tu Theta sei riuscito ad amarlo e a rispettarlo questo tempo, accettando tutte le conseguenze, con dolore, con rabbia...con amore...le chiavi di tutto, figlio mio...sono queste...l'amore e la comprensione...e tu, ce l'hai sempre avute...nonostante tutto...-.
Il Dottore lo guardava con gli occhi spalancati. Non disse nulla. Strinse solamente più forte i pugni. Come se l'avesse scoperto, come se avesse capito veramente la sua più grande paura....quella di perdere tutti quelli che amava, tutte le cose che aveva amato e....stranamente  era anche questa la sua grande rabbia. Che lo teneva in continua tensione...
Il suo segreto....
l'amore.
Il vero amore per tutto il creato, la volontà e la sua disposizione al sacrificio per questo..,per l'essere, l'esistenza di tutto, in tutti i suoi aspetti.
L'aveva sempre saputo...l'aveva sempre combattuto e allo stesso tempo accettato....in una continua lotta interiore....tra il giusto e lo sbagliato, tra il piacere e l'accettazione del dolore...delle conseguenze...e il prenderne atto e seguirle. Con sofferenza. Con sforzo.
Lui era quello che non si era piegato alla vanità dell' essere.
Kronus sorrise...

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Capitolo 14
*** Perdite. part 1 ***


.perdite. part 1








Sorrise ancora...
Lo sapeva che suo figlio avrebbe capito. Avrebbe capito il suo compito. L'aveva visto nel suo sguardo, dopo che gli aveva detto di sapere cosa aveva visto nel vortice del tempo.
Il dottore si passò le mani sulla faccia, cercando di rilassarsi. Non ci stava capendo niente.
-Adesso sei pronto...- sussurrò Kronus.
-Cosa?-
Kronus lo scansò e si diresse verso la console della VPDTIES ( vehicle passages dimensional time in the empty space in ita veicolo per passaggi dimensionali nello spazio vuoto).
-Sei pronto ad incontrare l'altro te stesso...- sussurrò.
Il Dottore spalancò gli occhi, incredulo, sbigottito.
-Ma che cosa stai dicendo?-
Kronus sorrise - Non ho tempo per portarti su Gallifrey....pensavo di trovarti meglio, dico, sull'astronave...non in quello stato...ci hai messo tre ore dentro alla stanza rigeneratrice per rimetterti in forze! ho perso tre ore sulla tabella di marcia...adesso dobbiamo andare a riprendere te stesso....-disse Kronus azionando le leve di spostamento dimensionale, la nave tremò in un rombo.... i motori erano in sovraccarico.
Il dottore scosse la testa, - Ma che cosa stai dicendo?- gli urlò tenendosi ad una colonna della sala di controllo, cercando di non cadere.
Il padre si girò - Nell'altro universo....il te stesso signore del tempo...!- spiegò.
Il Dottore alzò un sopracciglio, confuso.
-Ma non ero io a dover salvare l'universo?- disse poi con ironia.
Kronus lo guardò divertito...il tempo era veramente illogico...l'illogicità del tempo andava veramente oltre ogni immaginazione.
-Si...in un certo senso...ma non ora...- urlò e spinse la leva di accelerazione.
Una luce blu. Scomparvero nel nulla.


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Il dottore si sistemò il papion.
Si guardò nello specchio. Era pronto.
Aveva letto tutto del libro...
Guardò fuori dal oblò del Tardis...il sole di Kondros ardeva, rosso, immenso...vecchio.
Là dentro, in quella stella, ardeva una porta dimensionale....la porta forava di netto il tempo,
creando un tunnel di comunicazione in tutti i punti dell'universo. Facendoti apparire nel punto esatto dove dovevi essere, in quel momento.
Si strinse nella giacca marrone a scacchi...la sua preferita...era di nuovo preoccupato.
la Tardis avrebbe sostenuto tutta quella energia?
La porta dimensionale l'avrebbe fatta collassare su se stessa, facendola cadere in qualche altro punto...come era capitato già diverse volte....risucchiandole tutta l'energia.
Scosse la testa.
Doveva provarci.
River lo guardava con ansia.
-Dottore?- domandò vedendolo in chiuso, in un espressione di preoccupazione.
-Si River?-
Lei si avvicinò e l'abbracciò, dolcemente.
-Ricordati che puoi sempre scegliere....- gli sussurrò.
Il Dottore la guardò e le sorrise.
-Lo so...grazie mille...per il tuo sostegno...- le disse baciandola sulle labbra. La guardò...e la strinse a sè con forza.
-Ma a volte la scelta giusta è quella di dover accettare la fine delle cose che non vorresti finissero...mai...- sospirò.
River lo guardò stranita...- cosa?-
Il Dottore la guardò con un sorriso triste, stringendo lievemente la presa sulle guance di lei.
-Tutte le cose devono finire....- sussurrò.
River lo abbracciò forte...non aveva capito. Si scostò un attimo dal suo abbraccio e lo guardò negli occhi, cercando di capire.
-Cosa c'è scritto in quel libro...Dottore ti prego...dimmi....-
Il Dottore fece un lungo e profondo sospiro...girandosi lentamente, dandole le spalle.
-Oggi...finirà il tempo...-

-Come?-
Il Dottore si strinse nella giacca....- Dovremo passare per la porta dimensionale nel sole di Kondros....al centro della nebulosa della medusa....che brilla...e dove arde è arso e arderà il mio segreto....- rise e poi la guardò serio - vuoi ritornare a casa?-
River lo guardava sbigottita....non aveva tempo per pensare...non ce l'aveva mai avuto con lui...lei doveva decidere se correre ancora....solamente quello...perchè per quanto tu pensi di riuscire a stargli dietro...un giorno dovrai smettere....
Scosse la testa -no...- ma non oggi.

-Bene...e adesso...andiamo...- disse il Dottore.
Schiacciò il tasto e guardò la sua Tardis...- ti prego Sexy...non mi mollare...- sussurrò.
Il motore della  Tardis cominciò a muoversi...velocemente, stava caricando per partire...
lui chiuse gli occhi.

Un rumore sordo...come dei vetri rotti. Come un esplosione.
Il Dottore e River vennero scaraventati sulle pareti della Tardis...e sembrò che precipitassero.
Cadevano.
Il Dottore provò ad alzarsi e ad andare davanti alla console quando un lampo blu.
Un tuono.
Lui gli si materializzò davanti. Il viso asciutto...gli occhi rossi e la pelle strappata da tagli.
Non ci poteva credere.
Lui schiacciò i tasti velocemente, tirando le leve di sospensione molecolare e di sovrapposizione dimensionale. Un altro lampo.
La Tardis si riequilibrò .

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Si guardava a bocca aperta.
Lui.
Il Dottore passato. La sua decima rigenerazione...umana....
Il torso nudo e ferito, i capelli spettinati e il viso duro che lo guardava.
-Dio mio...sono veramente caduto in basso....- esclamò la sua metacrisi fissandolo.
Poi si avvicinò, lo strinse forte...poteva sentire la sua emozione.
-Ohhh!!!...ma che bello....stavo entrando in un sole a porta dimensionale, stavo per bruciarmi irrimediabilmente dentro alla stella e poi...puff...vengo salvato da un me stesso umano di un altra dimensione...bene....come va?- si mise serio- perchè sei qui...non dovresti - sussurrò .
I due si guardarono, l'uno di fronte all'altro.
L'undicesimo Dottore poteva percepire la nota di rabbia negli occhi dell' altro.
Gli occhi rossi di lacrime e il viso emaciato...doveva essere successo qualcosa di terribile nell'altro universo....
-No...non dovrei...non dovrei veramente stare qui...- sussurrò poi il decimo voltandosi e rimettendosi a schiacciare i tasti della console.
-Ma... tu...- River stava fissando il decimo con stupore - ma tu che ci fai qui?-domandò  guardando poi il suo Dottore.
Il decimo sorrise - River...ti ho salvata?-
Lei non capì...poi si ricordò della libreria...della sua morte e poi della sua salvezza...era stato lui. Il decimo Dottore...sorrise e annuì - certo dolcezza....- sussurrò poi guardandolo con tenerezza.
-Dov'è Rose?....-domandò l'undicesimo, interrompendoli bruscamente, guardando l'altro sè stesso con occhi gelidi.
Il decimo non si girò a guardarlo...non parlò, tenne gli occhi bassi, continuando a lavorare con la console.
-Dov'è! Rose!?....rispondimi!- continuò l'undicesimo urlando. Dritto, fermo...pareva una statua da quanto era contratto.
Il decimo restò muto di nuovo.
-Dottore, calmati!- disse River, aveva visto il bagliore, quel buio nei suoi occhi. La sofferenza lo stava dilaniando, dentro...lei, poteva percepirla crescere dentro di lui.
L'undicesimo non l'ascoltò e si avvicinò alla sua metacrisi...gli diede uno spintone, facendolo cadere di lato.
Il decimo non rispose. Occhi vuoti che guardavano il nulla. Restò per terra.
-Dov'è?! Rose!-urlò di nuovo lui.
River corse a fermarlo mentre stava per alzare un pugno per colpire l'altro sè stesso.
L'aveva scoperto...che il Dottore aveva molti lati oscuri...che non potevano essere toccati, senza il suo permesso.
-No! non lo fare Dottore...ti prego...- River si mise tra loro due. Come per dividerli, per proteggerli entrambi da quella loro costante...un ambivalenza di luci ed ombre.
Lo guardò con forza. Lei...una delle poche che riusciva a sostenere il suo sguardo con irriverenza, con saggezza...con calma.
-Non lo fare...-ripetè River con voce decisa.
Il DOttore indietreggiò e si prese la testa nelle mani,spingendosi violentemente i palmi sul mento, per bloccare i singhiozzi.
Pianse. Pianse forte.


to be continued....

allora mi scuso per questi capitoli così corti...ma purtroppo adesso non ho tanto tempo a disposizione per provare a scriverne uno più lungo...anche perchè i temi da approfondire sono molti e sarebbe complicato...veramente tanto cercare di farli combaciare tutti logicamente in così poco tempo...ma verso il fine settimana penso che ce la farò,
Allora per adesso riuscirò a concludere un tema alla volta. Un capitolo e un tema.
Grazie a chi legge e a Mia che mi ha sostenuto per tutti questi 13 capitoli....
un abbraccio a tutti....^_____^
ci vediamo al prox capitolo! spero di pubblicarlo domani...se ce la faccio.

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Capitolo 15
*** IL VORTICE DEL TEMPO ***


IL VORTICE DEL TEMPO



-Io ero lì...Dottore...- sussurrò il decimo asciugandosi le lacrime con le mani.
Era per terra, inginocchiato, curvo su se stesso, il viso in un espressione di dolore.
-Ero alla fine del tempo...all'ultima guerra del tempo...i Dalek...e gli umani...hanno distrutto tutto...tutto l'universo è stato spazzato via in una manciata di secondi...tranne il sistema della nebulosa della medusa...il suo unico sole...Kondros bruciava ancora...avvolto dai detriti e dai gas di mille stelle...- chiuse gli occhi - tutto quello che noi abbiamo temuto ai tempi dei Signori del tempo si è avverato...ma non con noi...con gli umani...tredici miliardi di anni dopo...-
si alzò guardando l'altro se stesso.
- Ho ricevuto una chiamata d'aiuto...nel mio Tardis...ho provato a sincronizzarmi con le coordinate, anche se il tempo della sorgente della chiamata era troppo lontano...ci sono riuscito...ho aperto una breccia nel vortice e mi sono ritrovato lì....alla fine del tempo....dove non brillava nessuna stella e le orde di navi di entrambi gli schieramenti continuavano a combattere, nella follia più grande, per avere l'immortalità...avevano risucchiato tutto...tutta l'energia dell'universo per ottenere quel desiderio così egoista....-
Schioccò la lingua, gli occhi rossi - e Rose mi ha salvato...si è sacrificata...è stata una sua decisione...lo so...-  strinse le labbra, il suo volto arrossì dallo sforzo, tentava di non piangere ancora.- e io non ho potuto farci niente...l'ho guardata mentre entrava nel Tardis....l'ha fatto scoppiare...io...sinceramente non so perchè sono sopravvissuto....- rise, buttando la testa all'indietro guardando il soffitto ,rise, di una risata amara- e guardami, ora, che sono umano, l'unica volta che potevo morire...sono sopravvissuto...roba da pazzi...-.
L'undicesimo lo guardava tremante di rabbia.
-Tu la dovevi proteggere...- sibilò.
Il decimo aveva le lacrime agli occhi...- non ce l'ho fatta...- sussurrò.
-Se questo è accaduto è perchè è stata una decisione di Rose...lo sai Dottore...lei ti ha salvato...hai il diritto di essere arrabbiato...ma non fare in modo che la tua emotività ti annienti- disse River, stringendo un braccio, dell'undicesimo.
Lui scosse la testa e strinse i denti.
Riuscì ad ingoiare di nuovo la rabbia, il dolore....la colpa. Ma gli occhi gli vibravano...nervosi...
-Perchè sei venuto qui?- chiese poi avvicinandosi alla console del Tardis.
Il decimo si alzò e lo guardò....- Kronus è venuto a prendermi....-
L'undicesimo Dottore si girò spalancando gli occhi...suo padre era morto duemila anni prima...proprio lì...in quel sole...un colpo al cuore. La rabbia.
Di nuovo.
Il decimo sorrise. Sapeva cosa stava provando...in fondo era sè stesso.
-Ma....è...morto...- riuscì a dire.
Lui scosse la testa...-no...non è mai morto...-
-come?-
Il decimo sospirò - non bruciò nella stella...come tutti dicevano...non fu assassinato nè fu un suicidio...aveva letto il libro...sul culto di Owdttroch...aveva letto tutta la storia dell'universo...dall' inizio alla fine...sapeva di quello che saremo diventati...era a conoscenza di quello che abbiamo visto nel vortice del tempo, nell'iniziazione ...e...sapeva che saremo morti...oggi- restò muto per qualche secondo, guardando la faccia dell'altro sè stesso velarsi di paura.
-Non ci sono altre vie di fuga, Dottore , non una...sono qua per portarti dove tutto sta finendo...- lo guardò con occhi tristi...- sta arrivando...è già qui...le hai notate? le falle nel vortice...? la realtà si sta comprimendo...la bomba è già stata lanciata...e adesso tutto finirà-
Il Dottore annuì, non riusciva a parlare.
Il decimo si voltò e prese dalla tasca una chiave...era d'oro e platino.
-Tieni... stringila- gliela porse. -Questa serve per ritornare sulla nave di Kronus...- disse .
-Un teletrasporto?- chiese l'undicesimo.
Lui annuì.
L'undicesimo di voltò verso River, la guardò, abbozzò un sorriso triste.
Lei aveva gli occhi pieni di lacrime.
- E adesso?- sussurrò lei con voce roca.
Lui allargò il sorriso, mentendo spudoratamente. -Ci vedremo dopo...-
Lei rise, asciugandosi piano le lacrime.
-Non mentire...finirà tutto?- chiese guardandoli entrambi.
Loro non parlarono, gli occhi sgranati puntati su di lei.
Un brivido di paura la trapassò.
Sospirò.
- E' così che finisce tutto?...- rise di nuovo -...pensavo a qualcosa di più spettacolare...che ne so...un esplosione cosmica ad urto dimensionale...non so...a Satana che veniva e ci mangiava tutti...è così che finisce?-
- Tutto deve finire...prima o poi...lo sai...-disse l'undicesimo.
River lo abbracciò.
-Ti posso dire che questa volta ho paura...?- sussurrò lei stringendolo.
Lui si limitò ad aumentare la pressione dell'abbraccio, cullandola lentamente mentre piangeva.
Il decimo li guardava. Dentro aveva il cuore spezzato a rivedere quella scena. Lui che si lasciava di nuovo con il suo amore. Lui che rinunciava a tutto....alla sua vita...
Si voltò di scatto. Nascondendo il dolore.
Dentro stava morendo...ripensando a Rose...alla sua morte...contrasse le dita nel nervosismo...avrebbe voluto baciarla, stringerla, dirle di non avere paura...invece non ne aveva avuto tempo. Questo lo stava uccidendo. Non riusciva ad essere altruista per un altro se stesso che aveva avuto l'opportunità di salutare la donna amata...no...non quella volta.
-Dai...muoviti...- sussurrò poi, con lo sguardo buio, facendo cenno all'undicesimo di venire vicino a lui.
L'undicesimo strinse di nuovo River nelle braccia, un ultima volta e la lasciò.
Lei in lacrime.
-Non avere paura...continua a correre...- le sussurrò all' orecchio.
Poi si mise di fianco al decimo e scomparirono in un bagliore blu.


Si ritrovarono di colpo nella nave di Kronus.
Lui li guardava sorridendo, stringendo un orologio blu in mano.
-Ben venuto...Dottore..- disse abbracciando l'undicesima rigenerazione.
Lui chiuse gli occhi e strinse il padre.
Poi Kronus si staccò e lo guardò. - Sei pronto?- gli chiese.
Il Dottore sorrise e annuì - sì....adesso...sì-
-Devi andare in quella stanza...c'è una porta.., la numero 11...e tu ci devi entrare...lo sai cosa devi fare?- continuò Kronus stringendogli gentilmente il braccio, come se una parte di lui avesse voluto trattenerlo, li con lui.
- Devo...ricreare l'universo...-
-Sì figlio mio...la tua anima...devi dare tutta la tua anima per questo...te lo ricordi vero?- sorrise- l'anima non è fatta nè di atomi nè di quanti...ma solamente di ricordi...quando ti risveglierai...avrai salvato il tempo....ma non sarai più tu...sarà come rinascere dimenticandoti di tutto...sarà come morire...questo tu lo sai...vero?- Kronus lo guardava con le lacrime agli occhi.
Lui sorrise, gentile....l'avrebbe fatto...per salvare River...per salvare tutti gli amici che lo avevano accompagnato nei suoi viaggi...perchè amava...ora lo sapeva. Riusciva ad amare. Poteva amare...e non aveva più paura di quella porta... non più.
-Lo so....sì questo lo so...-
Kronus sorrise leggermente.
Prese l'orologio e glielo mise in mano...stringendogliela.
- Accendilo...questo orologio trasmetterà i tuoi ricordi all' universo che sta collassando...un energia, una spinta, uno scambio di essenze...quella morente del tempo e la tua...- gli occhi gli brillarono.
Il Dottore gli sorrise - grazie...- sussurrò. Kronus lo strinse nelle braccia.
Poi si girò verso il Dottore umano, l'altro sè stesso.
Il decimo gli sorrise - Grazie ancora...- .
Lui rise - lo sai che dopo ritornerà tutto come prima?...la potrai rivedere-
L'altro scosse la testa con gli occhi lucidi - no...ho paura di no...- di nuovo le lacrime - la nostra anima riuscirà a bloccare l'onda di vuoto...ma, l'altro universo è perso...perso per sempre...-
Il Dottore lo guardò triste, abbassò lo sguardo.
-Ma...non ti preoccupare...non è finita qui...dopo toccherà a me - disse il decimo facendogli un occhiolino, cercando di buttare indietro le lacrime.
L'undicesimo lo guardò,
Gli occhi spalancati. Allora era lui?.... Gallifrey...la guerra del tempo....il libro...il Dottore...
Il decimo sorrise comprendendo che l'altro sè stesso aveva capito.
-Ooohh si...- si limitò a dire e l'abbracciò - non è una fine Dottore- sorrise- è un' inizio-


.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-..-.-.-.-..--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-..-.-.-.-.-.-


Quando entrò nella camera numero 11 non ebbe più paura.
Guardò il vortice del tempo aprirsi davanti ai suoi occhi e contorcersi in uno spasmo...stava per morire....
Prese l'orologio...l'aprì.
Non sarebbe stato più lui... lo sapeva...si sarebbe svegliato non ricordando niente...il nulla...il buio.
Sorrise....si vide nell'altro capo del vortice. Un bambino magro, spaventato lo fissava...quando quel bambino riuscì a vederlo veramente scappò....ed incominciò a correre. Non fermandosi mai ......

to be continued.....

Ecco...stavo scrivendo e ho deciso di farlo finire qui il capitolo....^__^....ma poi ho pensato....dai ...va bene così....facciamoli stare ancora sulle spine...anche se penso che ormai stiamo arrivando alla fine :(....ma vabbè è meglio così...tutte le cose prima o poi devono finire.
Al prox capitolo!!!!





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Capitolo 16
*** Doctor Who ***


DOCTOR WHO


Il Dottore umano stava leggendo il libro.
Le pagine erano ormai tutte rotte, sgretolate...specialmente l'ultima parte. Non si riusciva quasi più a leggere.
Passò un dito sulla pergamena, sentendone la ruvida consistenza.
Tutta la sua vita era scritta in quelle pagine.
Sospirò. Mille anni....Mille anni di vita di un Signore del tempo.
Sorrise sofferente. Colui che era scappato, correndo...e non si era mai fermato, mai guardato indietro...
Kronus gli mise una mano sulla spalla...
-Lo sai perchè ti ho portato qui?- sussurrò. Il viso contratto in un espressione cupa.
Il decimo annuì. -Si...-
-Devo ucciderli tutti...- continuò.
-Devi andare a parlare con tuo figlio Shoon...devi dirgli che cos'è il buio...devi farti aiutare da lui...-
Il Dottore si girò. Il cuore gli si stava spezzando...lo sapeva che era stato lui ad uccidere suo figlio...era stato lui a accendere le matrici e a bloccare i Tardis, neutralizzarli in modo che nessuno potesse scappare da quella carneficina.
Si guardò allo specchio. Il suo riflesso era quello di un mostro...dopo mille anni. Ancora.
Si passò una mano tra i capelli, prese un grande respiro.
-A te, Dottore, questo compito...non te lo meriteresti...- disse suo padre guardandolo con occhi lucidi. - Mi dispiace...-
Il Dottore aveva gli occhi vuoti persi - devo scegliere tra la morte dei miei figli e la continuazione dell'universo...Bad Wolf...sono veramente il lupo cattivo che raccontavo loro da piccoli...- la voce rotta dal pianto - ...Rose, rinascerà...in questo nuovo universo...?- domandò.
Kronus annuì.
Si morse il labbro.
Kronus controllò l'orologio. - Siamo in ritardo...puoi e potrai sempre scegliere...ricordatelo...-
IL Dottore sorrise ironico. Dentro era distrutto...la scelta...la scelta era solamente un presupposto formale...la scelta, non esisteva. E lui purtroppo l'aveva sempre saputo.
Aveva i muscoli tutti tesi, un fischio nelle orecchie.
-ok- disse annuendo, i suoi respiri tremavano...non riusciva a deglutire.
Il padre lo guardò, sentiva il dolore crescergli nel petto.
-Andiamo...-

-La nave non ha abbastanza energia per portarti direttamente su Gallifrey...non posso rischiare..tieni!- gli lanciò in mano la chiave teletrasporto - vai a casa tua, tuo figlio dovrebbe essere ancora lì, stai attento, non sei più un signore del tempo...non verrai percepito come tale e sarai... -  - invisibile- finì il Dottore per Kronus. Il padre gli sorrise -e...poi devo fare un ultimo viaggio...- sussurrò Kronus tra i rumori del motore della nave.
-Dove?- chiese incuriosito il Dottore.
Kronus sorrise e prese il libro...- a dare questo ad una persona...-
No...non poteva essere....
-Trescoasch?-
Kronus annuì.
La trama del tempo stava arrivando al suo culmine...Owdttroch...Doctor Who....
-Il culto di Owdttroch...è il culto di Doctor Who...libro scritto nel futuro...ai confini del tempo stesso...prima del tempo stesso...il primo punto fisso...- disse Kronus.
-La gente, di ogni razza e civiltà continuerà a chiedersi Doctor chi?...un signore del tempo...il creatore....che custodisce il tempo stesso...il resto, come tu sai...è leggenda-
Il Dottore scosse la testa...non era possibile.
-E adesso...vai!- gli diede in mano la chiave e lo spinse via....


to be continued.........

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Capitolo 17
*** PRELUDIO ***


PRELUDIO


Fu un lampo, blu, accecante.
Un colpo al fianco destro.
Chiuse gli occhi.
Si sentì cadere nel vuoto, una sensazione che durò alcuni minuti.
Urlò. O almeno...era quello che pensava di fare mentre il suo corpo si scomponeva in atomi, teletrasportandosi.
Si sentì bruciare le membra, in un dolore lucido.
Poi il niente.

Quando riaprì gli occhi, scoprì la luce arancione battergli sul volto.
Strinse le mani, sentendo l'erba umida tra di esse.
Fece un profondo respiro, tossendo...sentiva il fianco dolere, in fitte lancinanti.
Si mise a carponi, stringendo gli occhi dal dolore...e riconobbe il rosso vermiglio dell'erba di Gallifrey.
Un dolore misto a gioia gli prese il petto, facendolo ansimare ad occhi spalancati, increduli.
Un nodo in gola sembrava soffocarlo, stringendo, in un'angoscia profonda...antica.
Aprì la bocca...boccheggiando, voltandosi di scatto con la testa per guardarsi intorno.
Il vento gelido gli sferzava il volto, bruciandogli la pelle e gli occhi.
E la vide.
Una distesa di macerie fumanti...grossi palazzi sgretolati in mille pezzi, spiccavano in mezzo a turbini di polvere rossa...rabbrividì...in alto un cielo, cupo, sinistro, lampeggiava e tuonava facendo vibrare le poche mura rimaste.
Si alzò a fatica,barcollando, urtato dalle possenti raffiche del gelido vento che imperversava su quella che poco tempo prima era il parco di una città enorme, imponente, meravigliosa.
Cercò di bloccare il terrore che montava velocemente dentro al cuore...piano impossessandosi di lui. Un incubo dimenticato nei secoli.
Una paura che bussava, quotidianamente, alla sua coscienza ogni giorno della sua vita.
Il ricordo, terribile, indelebile di quel giorno si era materializzato di nuovo, in quel momento, davanti ai suoi occhi.
Quella colpa. Quel rimorso. Tutto quel dolore si univa alla tragedia appena passata del suo amore. Forandogli il cuore, spezzandoglielo di nuovo.
Si passò la mano tra i capelli arruffati, ansimando. L'ansia visibile nella sua espressione contratta.I suoi occhi, come due abissi di terrore.
Indietreggiò.
Gli stava crescendo la voglia di scappare...in fondo...sapeva di essere un vigliacco....ma si ricordò ben presto che di non aver scelta. No. Non quella volta.
Sentì il suo coraggio vacillare.
Un tuono. Questa volta tremendo.
Uno squarcio in cielo, un lampo...una saetta viola, accecante....simile, troppo simile ai raggi paralizzanti dei Dalek.
I ricordi lo assalirono, vividi, travolgendolo dentro al dolore sopito. Le immagini si susseguirono, irruente, senza pietà nella sua testa, costringendolo a piegarsi, stremato...riproponendo le scene strazianti di quel giorno...di quella carneficina.

Sentì un tremore, forte, come un profondo lamento di lava e di rocce provenire dal basso.
Un ringhio agonizzante del pianeta.
La terra incominciò a guaire... spaccandosi in crepe profonde, incandescenti di fuoco.
Il pianeta stava incominciando a sbriciolarsi, di nuovo, sotto ai suoi occhi...
Si ricordò. Quel giorno.

Rimase attonito, tra i rombi di morte assordanti, ad osservare quella morte orrenda, violenta del suo mondo. Impotente....come sempre.

.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


 Strinse i denti fino a sentire il sapore di ruggine del sangue delle sue gengive, fino quasi a  spezzarseli in quella morsa.
Urlò di un dolore allucinante.
Girò il volto, coperto di sudore e di grumi di grasso, guardando il pavimento.
I suoi compagni giacevano in terra smembrati, mutilati, decapitati...sopra ad una pozza di sangue scuro.
Poteva sentire l'odore rancido e penetrante dei corpi in decomposizione.
Sopra di lui, gli occhi metallici del Dalek, lo fissavano inespressivi.
Si agitò inutilmente, costretto su di una panca di ferro...le mani, i piedi immobilizzati da dei lacci di cuoio.
Li avrebbero potuti uccidere subito con dei laser...bruciandoli con un fascio di onde xt...ma avevano preferito la tortura... aprendoli, tranciandoli...lasciandoli morire dissanguati...vivisezionandoli.
Il suo viso, aveva perso quel ghigno folle che lo aveva sempre contraddistinto. Perfino i tamburi nella sua testa sembravano essersi fermati, bloccati, da un dolore ben più forte.
La lama sul suo braccio era arrivata ormai fino all' osso.
Il Maestro poteva vedere il suo sangue grondare a terra, scivolando sulle fredde gambe della panca.
Strinse i denti, ancora.
Piangeva dal dolore.
Aveva visto cose orribili...crani aperti, strappati di netto...addomi sventrati di signori del tempo ancora vivi...le urla di terrore e di dolore invadere la nave...in un agghiacciante spettacolo di violenza.
Aveva visto tutti i suoi compagni morire, schiacciati in torchi enormi, poi, diventare polvere...
I suoi occhi, spalancati, ormai testimoni di un incubo.
Doveva trattenersi per non vomitare, nauseato da tutto quell' orrore.
Si contrasse ancora, vedendo un altra lama avvicinarglisi alla fronte, sfiorandolo.
Cercò di stringere i pugni, cercò di alzare il busto verso l'alto, liberandosi.
Nessuno era scappato.
Provò con tutte le sue forze...sapeva, controllando il braccio martoriato, che doveva tirare. Ancora.
Solo così sarebbe riuscito a liberandosi...doveva mutilarsi.
Alzò la spalla urlando.
Un colpo netto.
Il dolore sordo gli fece quasi perdere i sensi. Cercò di rimanere lucido.
Il sangue cadeva a fiotti dalla suo braccio mozzato.
Riuscì a girarsi, colpire il pulsante...i lacci lo lasciarono quasi istantaneamente. Diede un calcio rabbioso al Dalek, il mostro si ribaltò.
Veloce, il Maestro si guardò intorno, cercando un bastone o un altro oggetto per distruggere il Dalek...appena di fianco a lui vi era una lunga barra di metallo.
Prese la spranga, con la sua unica mano e lo colpì violentemente, ripetutamente.
Poi, quando si accorse di averlo spaccato definitivamente, scoppiò in un urlo disperato, raggomitolandosi su se stesso, in preda al dolore.
Doveva scappare... aveva poco tempo prima che le telecamere lo inquadrassero.
Corse veloce, tra i corridoi rossi che puzzavano di morte e di sudore.
Arrivò fino alla sala C566...i Dalek passavano in una marcia di guerra, puntando i loro occhi meccanici sulle pareti, scannerizzando ogni singolo centimetro del perimetro.
Ansimava.
Stava perdendo troppo sangue...la sua vista era annebbiata e faceva fatica a respirare per le numerose ferite inferte nella tortura.
Scosse la testa.
Doveva arrivare al ponte B...doveva riuscire a scappare.
Aveva ancora la spranga in mano...quella sarebbe stata la sua unica arma... contro i laser dei Dalek. Le possibilità di sopravvivenza erano scarse...ma...se non ci avesse provato sarebbe sicuramente morto lì, in quella nave gelida perso in un punto dello spazio.
Si preparò a colpire.
Balzò addosso al Dalek, colpendolo selvaggiamente sul capo. Gli strappò con la bocca l'occhio neutralizzando i suoi sensi.
Un rombo, una sirena.
L'avevano scoperto.
I muscoli tesi in quel gesto disperato...corse.

Riuscì ad arrivare davanti all'oblò delle navicelle.
Tremava dalla paura. I versi, metallici, dei Dalek si facevano sempre più vicini.
Colpì il pannello di apertura con forza, le porte si aprirono.
Ce l'aveva fatta....
Si precipitò davanti alla navicella e riuscì ad accedere all'interno del file pilota.
I suoi occhi, gialli, brillarono.
Prese l'orologio che aveva tenuto in tasca...doveva scomparire...andare il più lontano possibile. Alla fine del tempo stesso...
Dei fasci dorati lo avvolsero mentre la navicella usciva dall' hangar e si perdeva nello spazio scuro.

to be continued.....


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Ecco....piccola continuazione...del Grande Silenzio...aggiornerò presto...prestissimo...
baci!!

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Capitolo 18
*** Colpe ***


COLPE



L'aria era densa e odorava di bruciato, agli occhi, la vista sfocata nei turbini rossi di quella che non era sabbia...ma...il resto della sua specie.Arrancò verso la foresta, ormai, quasi piegata dai venti.
Gli alberi nei lampi parevano argentei e le loro fronde fischiavano frustate dalla tempesta.
Il suo corpo umano tremava dal gelo, invaso da fitte di freddo come spilli sulla pelle.
Correva.
Nella sua mente il pensiero di ricordare la strada di casa. Appena si chiariva, il ricordo, subito scivolava via, veloce dalla memoria.
Le parole di suo padre rimbombavano, peggio dei tuoni in cielo. Il suo compito, terribile, lo attendeva al varco di casa, negli occhi dei suoi figli...dove avrebbe pianto per più di mille anni.
Intorno a lui, ormai al riparo dal vento, si sollevavano le voci degli spiriti soli, quegli antenati, che sussurravano parole di morte e di rabbia.
Se li ricordò, da giovane, all'accademia si discuteva spesso dell' esistenza di queste anime, maligne, infide, frustrate dalla vita passata...covavano ancora le angosce di quel che erano stati....si trovavano ai piedi del monte della Solitudine.
Loro potevano vedere tutto...erano testimoni dell'intero tempo.
Rabbrividì.
Sapeva cosa potevano fare...sapeva che potevano schiacciare chiunque, cantando la storia delle loro vite...illustrando il male e il bene dell'anima...giudicando....umiliando.
Ebbe paura.
Paura di sentirsi dire quello che era...paura di guardarsi indietro. Aveva fatto cose terribili.
Continuò a correre più forte, per scappare da quelle voci che stavano ormai urlando, stridule, ridendo, schernendolo.
- Oh! ma chi abbiamo qui?....il più temibile degli esseri...colui che ha ucciso, ucciso e ucciso... Dottore! girati!...smettila di scappare...- la voce era terribilmente famigliare....non l'ascoltò...continuò a correre.
-Dottore! non potrai fuggire ancora per molto...lo sai...cosa devi fare....- ancora.
Chiuse gli occhi, i polmoni gli bruciavano, non ce la faceva più. Ormai...era un uomo. Non aveva più la resistenza di un Signore del Tempo.
Quando li riaprì se lo ritrovò davanti.
Sè stesso.
L'altro sorrideva, folle...la paura gli prese la gola...scosse la testa, era uno spirito. Niente di più...niente di più
-Eccoti qui....- sussurrò lo spirito.
-Quindi...resisterò anche alla morte....- disse il Dottore cercando di sorridere, ironico, con gli occhi pieni di paura.
L'altro fece una smorfia ed inclinò la testa ...sul collo aveva una profonda ferita rossa, come un anello di sangue. Indietreggiò automaticamente...la vista del sè stesso morto gli provocava un certo ribrezzo.
-Tu...resisti a tutto...sfortunatamente...nonostante il tuo fragile corpo umano...la tua anima è ancora forte...-
-Cosa vuoi da me?- chiese, gli occhi nocciola dilatati.
L'anima lo guardò divertito, passandosi la lingua sui denti...-  voglio che tu ti fermi...non sai quello che stai facendo...il cerchio del tempo e blablabla...stronzate...sarà una continua sofferenza...per avere che cosa?...- sorrise, gelido in volto - la morte...una morte ciclica...la colpa?...tu sei così tremendamente sentimentale, godi, ad avere costantemente questa scure sulla testa- lo spirito si passò nervosamente le mani sul viso, sfregandolo violentemente, in movimenti convulsi. Poi si fermò.
Il volto, il suo volto, pallido, spettrale brillava nell'oscurità. Negli occhi opachi, velati, si poteva leggere la rassegnazione, la profonda tristezza ristagnante di una vita travagliata e dannatamente vecchia.
-Ma cosa stai dicendo?...no....no...-
-Ohddai Dottore... non dirmi che ti sei divertito in questi ultimi mille anni? non fare l'ipocrita...la odi...la tua vita...non hai più niente...contando che devi andare ad uccidere i tuoi stessi figli- rise sguaiatamente - tu, il paladino della pace...li hai uccisi tutti...- alzò gli occhi - ops...scusa...li ucciderai tutti...anche se una l'hai già fatta fuori... eh? la biondina umana?...l'amore della tua viscida vita?...ahahahha...quella là credeva di poter amare uno come te....ma non gli hai raccontato tutto...- si avvicinò al Dottore, che ormai, era rigido, teso, lo sguardo duro, assente.
Lo spirito gli fece un occhiolino - bugiardone!...sì, tu non ti smentisci mai...chi era quello?...ah sì...il Valeyard...poveri idioti, pensavano fosse qualcun altro...si pensava fosse l'ultima rigenerazione...quell' rammollito col papion...invece...oh! sei tu...l'ibrido...- gli prese il viso tra le mani, gelate e lo costrinse a fissarlo negli occhi.
- Tu...mi...disgusti...- sibilò poi.
Il Dottore aveva gli occhi lucidi...non osava ribattere...sapeva che l'altro sè stesso aveva ragione.
Era un mostro. Si accasciò per terra. Di nuovo. Non riusciva a pensare...
-Ce la farai?- la voce della sua anima era ancora divertita...- a guardare negli occhi Shoon e sparargli un colpo, qui- si posò il dito sulla fronte - dritto in testa...uccidere Gosha, stringergli il collo fino a farlo crepare...e poi scappare via...in attesa che l'altro te stesso, arrivi lì e si chieda...perchè? chi?...chi ha fatto questo ai suoi figli?...- Sorrise sadico, piegando di nuovo la testa, guardandolo di sbieco.
-chi? Dottore?-
Il Dottore stava stringendo la terra sotto le sue mani, dagli occhi cadevano copiose le lacrime. Singhiozzava in un pianto isterico.
-Poi...morirai...sì....tu morirai...- il volto dell'anima piano divenne rosso...si coprì di crepe...la pelle si stava staccando lentamente dalla carne. Fino a che la sua faccia non divenne una maschera di sangue. Un sorriso tirato in quel volto sfigurato.
-E farà male...terribilmente male...-
Si rannicchiò su sè stesso, coprendosi il capo con le braccia, dondolandosi.
Due occhi nocciola lo fissavano....- Vale tutto l'universo...una vita piena di colpe?- domandò di nuovo l'anima, questa volta con un tono dolce.
Il Dottore continuava a piangere.
-Pensaci....-


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Capitolo 19
*** L'inizio ***


L'inizio


L'anima lo guardava, ora , con dolcezza.
-Pensaci...- ripetè e poi si dissolse in una nuvola d'argento.
La foresta intorno a lui taceva adesso, solamente le foglie degli alberi nel loro lento canto, si sentivano.
Il Dottore alzò la testa sudata, ancora contorta in una smorfia di pianto...tremava.
Aveva paura.
Si alzò lentamente, ansimando, e ricominciò a camminare, zoppicando.
Buttò la testa indietro, stringendo i denti.
Non era più sicuro di niente. Quella era la sua anima...morta. Era rimasta là, tra l'oscurità ad aspettarlo per tutto quel tempo.
Per ricordargli la sua scelta.
Lo spirito Silente...il suo destino...
Sarebbe morto violentemente...aveva visto il suo volto tumefatto...marchiato dal fuoco.
Si coprì il viso, rabbrividendo.
Quando era Signore del Tempo questo non lo aveva mai turbato...la morte, perchè sapeva che sarebbe sopravvissuto, nonostante....ma adesso, che era umano, un essere completamente finito...la cosa lo spaventava molto.
Dopo la sua morte non ci sarebbe stato niente...buio...il freddo più totale. La sua anima non era altro che un eco di quello che era stato, delle parole astratte.
Ma...lui...non sarebbe più ritornato. Non ci sarebbe mai più stato.
Sorrise amareggiato.
Sarebbe rinato ? forse...in un altro ciclo del tempo...ma il suo destino rimaneva quello. Non doveva cambiare niente. Non sarebbe cambiato niente.
Ma lui, quello di ora, sarebbe morto.
No...non gli riusciva facile pensarlo, no...non era così forte...tutti gli esseri viventi quando avanzano verso la loro fine hanno paura...e lui, non faceva eccezione.
Continuò ad avanzare nell'oscurità della notte...o meglio...quella che sembrava, dato il nero intenso del cielo.
Il pensiero dei suoi figli lo atterriva...sapeva che non avrebbe retto lo sguardo di Shoon...l'aveva già visto morire una volta...vederlo una seconda lo avrebbe distrutto. Ma...si continuava a ripetere che quel gesto era necessario. Doveva essere.
L'anima, la sua anima lo aveva messo in guardia verso le sue colpe...le sue azioni passate e future.
Infilò una mano nella tasca estraendone un ciondolo.
Una pietra azzurra, brillante...una goccia di stella che aveva regalato a Rose.
Aveva promesso di vegliare sul tempo...a suo padre e a lei, qualunque cosa fosse accaduta.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


Stava seduto sulla poltrona. Dieci occhi puntati su di lui...il consiglio attendeva impaziente una sua decisione.
-Theta...allora?- gli domandò la madre, con occhi acquosi, sporgendosi sul lungo tavolo d'avorio.
Lui si stava lisciando i baffi neri, guardandosi nel Grande Specchio delle Verità...la sua immagine rifletteva quella di un vecchio, scuro in volto, con degli occhi infinitamente tristi....
i capelli spettinati, ormai quasi più tendenti all' argento che al nero e delle profonde occhiaie violacee sotto allo sguardo, tormentato.
Quello era diventato.
Un vecchio paranoico e stressato.
Rassilon aveva un' espressione disgustata in volto...gli dava le spalle e stringeva in mano lo scettro, contraendo ripetutamente i muscoli del viso, percosso dal nervosismo.
Non avrebbe mai voluto chiedere al Dottore di prendere il posto di comando...ma la situazione stava precipitando e il Maestro era disperso...
Rassilon aveva paura. Aveva paura di lui.
Aveva trovato delle scritte, nella caverna sotterranea del Palazzo...incisioni che raffiguravano il Bad Wolf...la fine della loro civiltà.
Molti di quelle iscrizioni avevano come costante...oltre a Bad Wolf anche il nome del Dottore...Sigma...Theta.
Questo lo aveva turbato molto...tanto da allontanare Theta dalla scena politica e universitaria...diminuendo il suo potere.
In quel momento, quella decisione gli metteva i brividi.

Theta si alzò, respirando profondamente e guardò il consiglio, lanciandogli uno sguardo stanco, abbattuto. Stringeva in mano un diamante blu...una goccia di stella...la prima stella dell'universo...un piccolo Big Bang. Gliela aveva data Trescoasch guardandolo negli occhi stringendolo in un abbraccio.
-Proteggi l'universo...anche se questo vorrà dire mentire per mille anni...a tutti...alle persone che ami di più...dovrai ingannarle...manipolarle...annientarle...- il vecchio lo guardò negli occhi, tremante, alzando un dito, quasi ammonendolo come se avesse scoperto la sua anima, impaurita, confusa... - non vacillare...neanche una volta....se lo farai, tutto cesserà di essere...-.
Questa...era stata la sua promessa...ingannare. Dentro fu come se il suo spirito si scindesse, spezzando il suo cuore una prima volta. Sgranò gli occhi guardando sua madre. Le sorrise debolmente.
- Va bene...- disse.
Tutti i membri del consiglio tirarono un sospiro di sollievo. Si avvicinarono e lo abbracciarono, ringraziandolo.
Lui si lasciava stringere, il corpo abbandonato in quelle braccia...in volto, due occhi vuoti fissavano un punto imprecisato della sala. Si sentiva sprofondare...il male allo stomaco, un bruciore forte al petto.
Aveva mentito.



To be continued......

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Capitolo 20
*** Dovere ***


DOVERE


l campo si estendeva per migliaia di chilometri...in una immensa pianura rossa.
Gli elmi e gli scudi dorati brillavano alla poca luce che riusciva a perforare la densa coltre di fumo nero che stava ormai avvolgendo l'intero pianeta.
Rossi erano i mantelli, rossa era la terra...rosse erano le raffiche di quel vento, una polvere di vita...e di morte.
I Signori del Tempo si preparavano al combattimento, davanti alle mura di corallo della grande Città di Akroysee....la città dei Re.
In mano gli scudi leggendari e le lance d'argento, l'espressione severa dei soldati si perdeva all'orizzonte, tracciato da un contrasto cangiante di rosso e di nero, il cielo.
Davanti alle numerose fila dei plotoni, Theta, vestito con tunica color porpora, in capo un elmo dorato, retto,stoico... in una posizione statuaria fissava la flotta nemica avanzare.
Nell' aria si levarono rumori di cinghie tirate, vibrazioni di onde xt....e le urla dei Krokus, profonde nel loro canto di guerra. Dietro...silenziose, inquietanti le enormi navi Dalek, scure...e fredde.
-Alzare lo scudo!- urlò Theta guardando il suo tenente...il Corsaro.
Il Corsaro annuì e diede l'ordine.
Una cupola di plasma coprì l'intera città, racchiudendola in una bolla. La bolla del Tempo.
Una barriera infrangibile. Potente...che sfruttava i flussi temporali.
Non poteva essere oltrepassata...mai....

Un tuono ed un lampo viola.
I raggi distruttori delle navi Dalek sbatterono pochi metri distanti da Theta. La terra dinnanzi a lui si crepò, scavando fin sotto alle viscere del pianeta.
Avevano incominciato ad attaccare.
- Compagni!....scudi e lance...non abbiate paura!...loro non passeranno...non fin quando ci sarò io al comando!...preparate i cannoni atomici! colpite le navi!- urlò lui voltandosi verso i suoi soldati.
Sfilò dalla cintura la spada di laser blu, portandola al cielo. - Loro non passeranno!-.
I Krokus, alieni enormi, dalle sembianze di orchi con occhi rossi di sangue correvano verso di loro. La fanteria dei Signori del Tempo si precipitò a contrastarli.
I mostri cedevano alle lance di litios temporale, colpiti da profonde vibrazioni, crollavano a terra, gli occhi riversi e la mente cancellata.
Il Corsaro sorrise. Erano dei grossi scimmioni, usati come muro per altre creature, ben più potenti.
Di fatto, dietro alle fila dei Krokus, stavano arrivando i Gooieri...i ladri di tempo.
Uomini, all' apparenza, tutti con occhi di un blu profondo, senza pupille, due pozzi cobalto...succhiavano i tempi, utilizzando le oscillazioni dimensionali. Creature inquietanti...gli antipodi dei Signori del Tempo.
Avanzavano sorridendo, in mano le spade...dalle lame taglienti, fatte con crani di Hos...potevano tranciare di netto le dimensioni e scomporre i raggi temporali.
In quel momento...incominciava la battaglia.



Il Dottore arrivò davanti al fiume.
Se lo ricordava...aveva allevato i suoi figli, più di mille anni prima lì. Gli venne un conato di vomito...al pensiero di quello che doveva fare.
Si piegò in due, un dolore lancinante allo stomaco, un bruciore intenso...le ferite della guerra...dentro gli organi stavano cedendo. Si sentì incredibilmente stanco.
Si appoggiò ad un tronco. Ansimando.
Chiuse gli occhi.
Immaginò una giornata di tanto tempo prima...quando non sapeva...il cielo arancione, brillante...il fiume dall'acqua turchese...e le risate dei suoi figli.
Quello era il suo grande dolore.
L'amore.
Fissò con occhi assenti il terreno. Perso.



To be continued...........

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Capitolo 21
*** RITORNARE ***


RITORNARE


-Chi è la?-
Si voltò di scatto. Il cuore batteva veloce.
Incontrò i suoi occhi.
Fu come se l'ultimo pezzo di quel cuore, già agonizzante, si staccasse violentemente. Un dolore forte...si sentì svenire alla sua voce. Non si accorse che stava scivolando per terra.
Ma qualcuno corse a sostenerlo. Quegli occhi. Verde smeraldo.
Un sorriso gentile, dolce...quei capelli castani arruffati. Identici ai suoi.
Gli prese la mano velocemente e gliela strinse, tremante. Lo fece per risentire il contatto...quella stretta che gli era mancata così tanto...la mano del figlio.
Il ragazzo lo guardò con occhi spalancati, stupito dal gesto.
-Stai bene?- chiese tirandolo su.
Il Dottore sorrise leggermente abbassando lo sguardo, non riuscendo a sostenere gli occhi del ragazzo.
-Sì...-
Il ragazzo lo fisso attentamente....qualcosa lo turbava in quell'uomo...- chi sei?-
Lui lo guardò con occhi lucidi, gli mise una mano sulla spalla. Non riuscì a dire niente.
Svenne, esausto tra le braccia di Shoon.

Quando si riprese lo ritrovò di nuovo davanti a sè.
Il volto mezzo coperto dall'ombra e l'altra metà colorata da una luce aranciata...dietro le pareti bianche, linde ed un corridoio a vetrate illuminato dai due soli. Se la ricordò...l'odore inconfondibile dei fiori di campo e d'agrumi, un aroma dolce che si disperdeva nella casa quando al secondo ciclo dell' anno la natura su Gallifrey si risvegliava regalando fiori enormi e pompelmi dolci e profumati, rosa. Se lo ricordò...meraviglioso.
La sua casa. Splendida.
Suo figlio lo osservava.
- Chi sei?- chiese ancora.
- ...mi sono perso....- sussurrò il Dottore, riuscendo a sostenere lo sguardo di Shoon.
Il ragazzo si alzò dalla sedia ed incominciò a camminare intorno a lui...il mantello verde sulle spalle ...ed una mano sulla cintura, di fianco alla spada.
- Sono giorni bui per Gallifrey...penso che tu sappia della guerra...non posso fidarmi di te....potresti essere una spia...hanno raso al suolo la parte sud della città...la parte nord, questa è ancora indenne...ed io devo difenderla- continuò Shoon guardando un punto imprecisato della stanza, assorto, si voltò, riguardando il Dottore - comunque...ti ho scannerizzato...e...non sei un Signore del Tempo, questo mi potrebbe bastare per ucciderti... in questo periodo non tolleriamo estranei...rappresenti una minaccia...ma ti do una possibilità...se mi dici chi sei ti risparmierò la vita- disse il ragazzo, accese l'arma e gliela puntò contro. Gli occhi tremanti.
-Non avrò nessuna pietà straniero...ho già visto scorrere troppo sangue della mia gente...dimmi chi sei-.
Il Dottore sorrise leggermente....se lo sarebbe aspettato da suo figlio...lo conosceva...stava bluffando. Non avrebbe fatto male ad una mosca...sospirò...non avrebbe alzato un dito neanche contro il suo assassino. Si strinse le labbra amareggiato. Non si era mai odiato tanto come in quel momento. Non era mai stato così lontano da sè stesso come in quel momento.
Abbassò lo sguardo.
-Non lo so...- disse.
-Come non lo sai!- urlò Shoon.
-Me lo sono dimenticato...non ricordo-
Il ragazzo gli corse dietro, alzandogli la testa, prendendolo dai capelli e puntandogli la lama di laser alla gola. Il Dottore poteva sentire la tensione del figlio.
-Mi dispiace...- sussurrò il ragazzo.
Il Dottore chiuse gli occhi trattenendo il fiato.
Era pronto...non avrebbe fatto resistenza...sarebbe finito tutto lì. Trescoasch e suo padre avevano torto...lui era un vigliacco.
Sorrise...un pensiero gli passò nella testa...sarebbe stato suo figlio ad ucciderlo. E questo pensiero gli sembrò giusto...gli piacque.
Attese.
Attese.
Ma non sentì niente.
Riaprì gli occhi e vide gli occhi del ragazzo fissarlo, lucidi. Il volto attonito.
Lasciò cadere la spada ed indietreggiò.
-Non ce la faccio...-...tremava.
Il Dottore scosse la testa...deluso. Imprecò dentro di sè....quello poteva essere la sua salvezza...avrebbe potuto finalmente sentirsi libero...in pace.
-Perchè non ce la faccio?....chi sei tu?-
Poteva vedere il senso di smarrimento di suo figlio...poteva sentire il loro legame...


to be continued.......

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Capitolo 22
*** Padre e Figlio ***


PADRE E FIGLIO


Shoon guardò quei lineamenti...quell'umano sembrava avere intorno a 30-35 anni ma aveva degli occhi...quegli occhi...tremendamente vecchi, troppo per un uomo...dentro c'era un fuoco...un fuoco freddo e triste che ardeva in mezzo alle pupille.
Gli parve di intravvedere suo padre in quello sguardo. Era possibile?
Quel pensiero lo fece tremare...
- Papa'...?-  domandò incredulo.
Il Dottore si alzò con calma...si passò le mani sudate sul volto e gemette. Non riusciva più a trattenersi. Delle lacrime gli rigarono il viso.
Non disse niente. Attendeva...suo figlio lo avrebbe riconosciuto per sempre e questo gli faceva tanto male, non perchè non voleva essere scoperto ma soltanto...significava che quello che aveva detto il maestro, mille anni prima era vero...entrambi, avevano visto il buio...il loro legame. Una tragedia.
-Ma...cosa...ma...- Shoon lo guardava e non riusciva a parlare. Si avvicinò a lui. Gli toccò la faccia...la fronte...il naso...le guance...cercando di ritrovare il volto di suo padre...
Poi scese sul suo petto...sentendo i battiti.Due.
Rialzò lo sguardo confuso incontrando gli occhi del Dottore.
-Sei così tanto vecchio...- disse.
Il Dottore scoppiò in una risata sonora -Solamente questo?-
Shoon sorrise e l'abbracciò, stringendolo forte...suo figlio era sempre stato troppo emotivo...come lui....
Lo strinse sentendo per un istante il corpo distendersi...rilassarsi, in quel gesto di tenerezza. Per un attimo si dimenticò di tutto...della guerra...del futuro e del passato....del tempo. Sembrò quasi che esistesse solamente quell'attimo. Unico ed infinito.
Stettero per molto tempo abbracciati, cercando di prolungare il più possibile quella pace...intuendo l'estrema precarietà del loro futuro.
Shoon sentì il padre molto vicino...mentre lo stringeva poteva ascoltare il suo pianto, straziante...il dolore vibrante dentro al suo corpo. Percepì la sua stanchezza....antica.
Lo guardò. Così tanto giovane esteriormente...umano per di più...non se ne capacitava.
- Perchè sei qui? da dove vieni?...padre...- chiese Shoon, guardandolo con occhi colmi di speranza...magari, pensava...era venuto per salvarli, arrivato da un futuro lontano aveva trovato il modo di porre fine a quell'incubo.
Il Dottore ricambiò con uno sguardo triste...poteva immaginare i pensieri di suo figlio...gli occhi radiosi,sempre pieni di fiducia.
Sospirò...gli avrebbe dato quel che voleva...mentendo. Subito accennò un sorriso, di quelli falsi...chiunque avrebbe potuto capirlo, ma Shoon aveva nel cuore il sole...non era capace di vedere il male e lui, questo, lo sapeva. Si odiò di nuovo...era diventato veramente crudele...
-Sono cambiato...per arrivare qui. Adesso sono un uomo, i Dalek, in questa epoca non mi possono intercettare...- disse.
Shoon sorrise - Sei venuto a prenderci vero?...-
Gli occhi del Dottore ora erano due pozzi castani, lucidi. Si sforzò di nuovo...per non far trapelare la disperazione dal suo sguardo.
Annuì.
-Oooh!si!...lo sapevamo che non ci avresti abbandonato!vieni...ci sono anche Browslie e Susan...- lo prese per le spalle e lo trascinò nel corridoio entusiasta.
Dentro il Dottore aveva come un buco...un buco che si stava allargando sempre di più...sentiva che stava implodendo, dentro...il dolore lo stava divorando.


Riconobbe il pavimento chiaro, in parquet di noce maestra...le tende rosse alle finestre ampie....i fiori, posti in vasi di diamante blu...questo lo fece commuovere...la sua casa.
Mentre avanzava, di fianco Shoon, sfiorava le mura in pietra bianca, fredda e dura.
Voltò per un attimo il capo, per non farsi vedere le piccole lacrime che gli solcavano le guance.
Poi, arrivarono al salone...e alla grande porta finestra al centro con la visione del suo parco, l'erba piegata dal vento, il fiume turchese...gli alberi, i cedri...i grandi pioppi argentei sulle sponde, le loro fronde, si ricordò...bisbigliavano nei lunghi pomeriggi estivi.
Sentì il cuore sciogliersi...
I periodi felici, i suoi figli piccoli che giocavano su quel fiume, le loro voci e la luce abbagliante dei giorni d'estate.
Si avvicinò piano al vetro poggiando una mano su di esso, come a volerlo trapassare.
Nel volto, dipinta la malinconia e il rimorso.
Shoon lo guardò e sorrise.
-Ti ricordi?...quando eravamo piccoli e tu e la mamma ci facevate giocare sotto al grande cedro...poi raccoglievamo i limoni e i frutti e li facevamo appassire al sole, con lo zucchero...per fare L'uhghush ( dolce ai canditi, una specie di torta)....-
-L'uhghush...- sussurrò il Dottore, sorridendo.
-Quanto era buono...tutti gli agrumi del mondo...dicevo vero?- chiese poi guardando il figlio.
Shoon annuì sorridendo.
-Quanto tempo...- disse poi voltandosi verso Shoon.
-Quanto tempo è passato...mi ero quasi scordato...- sussurrò poi, abbassando lo sguardo, quasi vergognandosi di qualcosa. Di aver dimenticato.
- Quanto tempo sei stato via?...perchè sei scappato?- domandò Shoon.
Il Dottore scosse il capo...- Tanto...mille anni figlio mio...-rispose, senza pensarci.
Il ragazzo sembrò sorpreso - Ma perchè così tanto...- assottigliò gli occhi, confuso - cosa ci succederà? perchè sei dovuto scappare?da dove vieni...?-
Il Dottore gli lanciò uno sguardo triste, non poteva dirgli la verità...- da molto molto lontano...-


to be continued......

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Capitolo 23
*** Presagi ***


Presagi


- Non mi hai risposto...da dove vieni?-
Il Dottore non rispose. Si limitò a guardare fuori dalla finestra.
Shoon distolse lo sguardo da suo padre...la ritrosia del padre nel dire il suo futuro lo metteva a disagio...sapeva che in casi di emergenza, di balzi temporali , bisognava stare molto attenti a rivelare le cose...quella era una delle prime regole dell' Accademia...di un viaggiatore del tempo...la consapevolezza di non poter cambiare niente...del passato, del presente e del futuro.
Ogni viaggiatore del tempo custodiva il suo segreto per tutta la sua vita, dentro al cuore e all' anima...per quello era considerata una vita solitaria...certe cose non si potevano condividere.
Questo era un handicap...ti costringeva a mentire alle persone amate. A creare una barriera...non lasciarsi mai andare veramente.
Non tutti i Signori del Tempo di fatto viaggiavano con i Tardis...pochi aveva il permesso di usarli...erano considerate le armi più potenti nell'universo e il possessore, un triste custode.
Provò per un attimo pena per quell'uomo che doveva essere suo padre.
Gli occhi scavati da profonde occhiaie nere, il volto ferito come il corpo...le mani graffiate e tremanti toccavano il vetro della finestra. Guardava fuori teso, l'espressione di chi si è salvato, da chi è fuggito...trasparente si leggeva l'angoscia dentro agli occhi.
Capì, in quel momento che non gli avrebbe detto niente...a lui, non restava altro che fidarsi di suo padre...un uomo che non aveva mai conosciuto veramente...di cui sapeva poco e niente.
L'avrebbe fatto?
.....Shoon dentro era come il sole. Cristallino, pulito...pieno di fiducia.
Appoggiò una mano sulla spalla del padre...
Il Dottore si voltò, gli occhi sgranati dalla stanchezza...sorrise appena - è bellissimo...come me lo ricordavo...l'unica cosa che non cambia...è la bellezza....- sussurrò -c'è bellezza ovunque...-
Il figlio sorrise.
-Dai...non vuoi rivedere Susan?- chiese.
Il Dottore annuì, non sorrise, non fece nulla...si limitò a seguirlo, tra i corridoi illuminati.

Sua nipote era seduta per terra...i capelli castani cadevano sulle piccole spalle. Un sorriso a quattro denti si allargava sul viso.
Restò immobile. Gli sembrò strano...rivederla così piccola. Lei...la nipote che lo aveva accompagnato nell'universo...si ricordò della loro fuga...la piccola mano tra la sua in mezzo alle macerie e al fumo di quel giorno. Terribile. Ma lei era....
Stupenda, dolce Susan...
- Te la ricordi no?- chiese Shoon notando che il padre aveva spalancato gli occhi alla sua vista.
Il Dottore sorrise e annuì...- la mia Susan...-
Browslie, la compagna del figlio lo guardava stranita...- ma...ma...è uguale a te Shoon...-sussurrò analizzando con lo sguardo il viso del Dottore. - Sono possibili somiglianze tra rigenerazioni con i parenti stretti...infondo è mio padre....- rispose Shoon.
Provò a toccarlo in volto...- Theta...sei tu?-
Il Dottore la guardava...Browslie era sempre stata molto intelligente...una degna erede degli Hokronitòs...la famiglia cugina del Duca di Akronysee...nipote diretta di Koschei...strinse gli occhi al pensiero del suo più grande amico...della sua follia...il tempo non era stato clemente neanche con lui.
Poteva rivederlo, il Maestro, negli occhi gialli, brillanti della nipote...aveva capito. Acuta come lo zio.
Broswslie scosse la testa preoccupata, poi guardò il compagno, Shoon...- Dentro ha il fuoco di tuo padre....ma...è freddo...- disse. Fece due passi indietro e prese in disparte Shoon - è una minaccia...-
- Ma cosa dici?...è Theta...è mio padre...non ci farebbe niente-
- Non ti fidare Shoon...c'è qualcosa dentro  quell'uomo che mi dà i brividi...-
Shoon si divincolò dalla sua presa, la guardò con occhi severi...- non ci farà niente...è mio padre...-
Browslie aveva lo sguardo triste - Spero che tu abbia ragione...lo spero proprio...ho intuito il futuro...e ti posso assicurare che mette paura...-
Shoon la guardò gelido - Come mio padre...non sai guardare oltre...riuscite solo a vedere il lato oscuro del tempo...-
-Tu invece cosa vedi?- domandò veloce Browslie adirata...sapeva che lo aveva toccato una ferita aperta per il compagno...doveva farlo...doveva riuscire a scrollarlo e fargli vedere la realtà.
Shoon abbassò gli occhi- il buio...-
Browslie lo abbracciò - stai in guardia amore mio...- gli sussurrò all'orecchio mentre con lo sguardo fissava il volto di quell'uomo che diceva di essere Theta...gli occhi erano vuoti e freddi.
Tremò...


to be continued........

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Capitolo 24
*** il lato oscuro del tempo part 1 ***


IL LATO OSCURO DEL TEMPO PART. 1



I fulmini fendevano il cielo abbagliando i soldati che accecati si fermavano per alcuni secondi di tregua dalla lotta.
Combattevano nel fango rosso, sommersi da una pioggia acida battente, gelida e tossica...erano stremati, si lasciavano cadere per terra sfiniti dalla stanchezza e dai gas....vi erano continue esplosioni dorate, l'energia delle varie rigenerazioni dei Signori del Tempo che venivano colpiti a morte  scoppiava come un lampo ...potevano sopravvivere...purtroppo però l'aria era stata contaminata da radiazioni di particelle xt...non facevano in tempo ad attuare il procedimento che ogni molecola del corpo veniva nuovamente eliminata . Sul campo vi erano già molti cadaveri, tutti ammassati di ambi gli schieramenti.
Il Corsaro tremò....chi veniva colpito...moriva veramente...non si sarebbe rigenerato.
Riuscì a contrastare un colpo di un Goieri, lo scudo alzato ribattè un fendente liberando delle vibrazioni dimensionali che mutavano le cellule del corpo, scomponendole in atomi...facendolo dissolvere nell'aria...come se non fosse mai esistito.
Strinse i denti dallo sforzo...per il contraccolpo venne rigettato indietro, in quella poltiglia rossastra che erano i resti dei suoi compagni...una melma color ruggine che sapeva di morte.
Intontito cercò di alzarsi, strinse i denti dal dolore, il foro nella sua caviglia grondava sangue...arrancò nella battaglia. Guardò intorno a lui...ogni istante vi era uno scoppio di luce dorata...le rigenerazioni dei Signori del tempo...seguita da un lamento straziante. Ogni istante moriva un Signore del Tempo.
Rabbrividì...il panico lo avvolse...stavano perdendo, venivano schiacciati come moscerini dai raggi delle navi Dalek.
Doveva trovare Theta...scrutò nel caos di corpi,luci e pioggia...chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sulla sua aurea.
Theta aveva un aurea forte, imponente...brillante...nobile. Unica.
Lo trovò...nella sua mente comparse il colore di Theta...un blu indaco intenso. Il colore del Tempo.
Lo vide, il mantello porpora strappato ...mezzo bruciato, egli affrontava senza timore i Gooieri trafiggendoli con la spada. Era l'unico di quella fila ancora in piedi. Non indietreggiava, avanzava. Si sentì rincuorato dalla forza del Signore. Il suo comandante non era caduto.
-Theta...comandante...in questa zona stiamo avendo numerose perdite...mi dispiace dirlo...ma è meglio iniziare la ritirata...- mandò un messaggio alla mente di Theta.
Theta si girò, il viso deluso...triste...- passeranno per le mura...-
-Dentro alla città abbiamo ancora dei Plotoni...è l'unica soluzione comandante..-
Riuscì a vedere i suoi occhi...sentì una sensazione di gelo pervadergli fino in fondo all' anima. L'ombra stava calando. La sentì, una fitta ai cuori...e rimase sconvolto da quella rivelazione...era riuscito a leggergli nella mente...terribile...il Maestro aveva ragione...bisognava eliminarlo.
restò imbambolato per alcuni istanti.
Bad Wolf....
-Tu sei....- sussurrò.
Theta sorrise debolmente....- adesso lo sai...- disse, prese in mano una goccia blu. Un big bang. Un esplosione...una lacrima di stella.
-E ora...- sibilò Theta, gli occhi d'improvviso si accesero d'oro...una forza immane, potente - vai via dalla mia mente!- urlò...lo sguardo diventato crudele.
Il corsaro cadde riverso coprendosi la testa, dentro sentiva come se un fuoco bruciare, dilaniargli l'anima...quella era l'ira dell'ultimo Signore del Tempo.
Adesso capiva tutto...non ci sarebbe stato un futuro...non per loro...nessuna speranza.
Terrore.
SI alzò ed incominciò a correre. Doveva scappare...rifugiarsi nella città.
Arrivò alle porte e prima di entrare...vide un bagliore blu...una sfera calda inghiottire tutto il campo di battaglia...poi...un terribile boato...
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.



Un boato, forte, come un esplosione fece tremare le mura della casa.
Shoon e Browslie si voltarono di scatto.
-Che cos'è?- urlò Browslie prendendo in braccio la piccola Susan.
Shoon abbracciò la compagna poi si voltò verso il Dottore.
Gli occhi adesso duri.
-Che cos'è?...- chise.
Il Dottore prese un profondo respiro, si girò ancora verso la finestra. Il Cielo si stava oscurando...le nuvole di gas xt stavano arrivando anche al nord. Si strinse la spalla, come per trattenersi da dei tremori.
Ormai...stava iniziando...non poteva più tornare in dietro...li guardò, tutti e tre con occhi lucidi. Un nodo in gola. La morte nel cuore.
- E' incominciato...- sussurrò...


to be continued.........

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Capitolo 25
*** IL VALEYARD...il lato oscuro del tempo part 2 ***


IL VALEYARD



Il cielo era diventato nero come la pece. Il vento si fece più forte, riuscendo a piegare i tronchi dei pioppi, quasi, spezzarli.
Il Dottore pose una mano sulle mura...chiuse gli occhi.
Sentiva un male alla testa..la vista appannata...il cuore perdeva battiti...non sarebbe riuscito a durare più di due giorni. Si portò la mano sul petto, stringendo quell'unico cuore...pregando per la sua anima.
Adesso tutto era molto più chiaro...un perfetto cerchio...sarebbe stato lì alla fine a all'inizio...suo padre Kronus aveva provato una pena infinita per la sua vita....ed aveva ragione.
Riguardò il viso del figlio, attonito, spiazzato. Strinse in mano quella goccia azzurra...che ai tempi della grande guerra lo aveva trasformato in un assassino...obbligandolo a portare una maschera per mille anni, celare la sua anima nera...sanguinaria.
Nessuno aveva mai dubitato che lui fosse buono...un emblema di saggezza e di compassione...rise, ironico...la sua anima,nella foresta aveva ragione...lui era il male. E nessuno se n'era mai accorto.
La sua colpa?...quella di non aver mai smentito niente...il suo rimorso?...quello di non aver mai potuto scegliere di essere qualcos'altro.
Lui, esisteva per una ragione ben precisa...e questa era quella di mettere fine a tutto.
Lui...il Dottore Umano...
Si ricordò la sua nascita...qualcosa lo aveva legato a Donna...qualcosa di antico, tremendamente antico. Le sue parti si erano scisse in quel momento, alla sua nascita...la parte che avrebbe ricreato il tempo...e la parte che lo avrebbe distrutto...lui.
Fissò negli occhi il figlio... il buio...Bad Wolf...anche Shoon l'aveva visto...uno sbaglio...un errore dentro alla sua prole. Shoon non poteva esistere...entrambi erano troppo simili...sarebbe stato qualcosa in più in quel pazzo disegno...un errore... uno sbaglio che poteva porre fine a tutto.
Sapeva che doveva essere freddo, duro...impassibile...ma questo, non era mai stata una sua caratteristica. Lui era debole...era sempre stato debole.
Dentro sentì che l'ultimo pezzo del suo cuore si stava distruggendo...era arrivato il momento.
Adesso...era senza cuore.
Il viso contratto, gli occhi fissi.
- Papà?...-  Shoon indietreggiò appena, spostando Browslie e la bambina dietro di lui.
Negli occhi del padre vi era la follia, un cambiamento repentino...non lo riconobbe più.
-Papà?- chiese di nuovo.
-Non...sono...tuo..padre...- mugugnò il Dottore, a denti stretti...delle lacrime sul viso, parevano come solcare un muro di pietra, freddo.
Prese la spada a terra.
Shoon e Browslie lo guardarono atterriti, confusi.
Il Dottore levò l'arma in aria.

Non sentirono niente. Solamente un leggero bruciore sotto la gola. Shoon guardò il padre...gli occhi gelidi. Non capì.
Poi la sua testa cadde dal corpo, tranciata di netto dalla lama. Così anche Browslie.
I corpi si piegarono e si accasciarono per terra, mutilati...poi un bagliore dorato...
- No!- urlò il Dottore e affondò di nuovo la lama nei loro corpi.
La luce si spense poi piano si trasformò in una leggera polvere dorata...
La bambina dietro lo fissava...si era salvata. Non disse una parola.
L'immagine dell'uomo, davanti a lei...nera.
Il Dottore ansimava...la sua violenza si era finalmente rivelata...la sua vera essenza...
Spense la spada e si voltò...uscì dalla casa lasciando la bimba muta...sapeva...che dopo sarebbe ritornato a prenderla...Theta...non lui.

to be continued.....


ps. capitolo breve per introdurre il Valeyard.....

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Capitolo 26
*** IN DIVENIRE ***


IN DIVENIRE



Si passò la lingua sui denti...il viso contratto, gli occhi rossi.
Si guardò le mani, sporche del sangue di suo figlio...il liquido ancora caldo scivolava sulla sua pelle...
Deglutì. Si strinse il braccio forte...come a volerselo spezzare.
C'era qualcosa che non andava...sentiva salire la tristezza dalla gola...si toccò il petto...il cuore.Dentro...non aveva più niente...era vuoto.
Gli occhi...due vetri opachi...senza alcuna emozione. Poi...la sentì...squarciargli il torace...gonfiargli lo stomaco...la disperazione.
Scosse la testa...come per risvegliarsi da una trance. Lo shock...
Cadde in ginocchio...il volto pallido.Le lacrime uscivano ma lui non se ne rendeva conto.
Si morse un braccio...soffocando i gemiti accasciandosi per terra.
Era così...che era?...scosse la testa. Tutta quella violenza..dentro di lui...era esplosa, accecandolo in un istante...strinse i pugni.
« non sono tuo padre» gli aveva detto...gli occhi, umidi di lacrime.
Era un mostro...non era suo padre.
Schiacciò violentemente la fronte sulle fredde piastrelle rosse del patio, davanti all'ingresso della sua casa, di fianco a lui un pezzo di vetro.
Scorse la sua immagine riflessa...gli occhi gonfi e la faccia macchiata di sangue...si ricordò della sua anima...gli aveva detto che sarebbe morto presto...questo sembrò sollevarlo un attimo dal dolore costante...poi capì.
 Quello era il suo destino...odioso...non c'era mai stata la felicità. No. Soltanto dolore. Nessuna scelta per lui.
Battè un pugno forte per terra...non era giusto..niente lo era. Ringhiò di dolore.
-Oh...- gemette, poi... annuì con sè stesso, tremante, come se fosse riuscito ad accettare tutto.
Sapeva che non era ancora finita...doveva compiere la profezia...fino alla fine. Non poteva cedere...non in quel momento.
Provò ad alzarsi. Avanzò in uno scenario che poteva parere l'inferno...in cielo cupo, tagliato da fulmini rossi e da tuoni imponenti...i prati rigogliosi, in pochi minuti erano morti, grigi per terra...e il terreno aveva incominciato a creparsi aprendosi in gole colme di lava incandescente.
I suoi occhi spenti...persi nel nero più profondo.

..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-


La città era nel caos più totale.
La gente correva isterica ad ammassarsi sul portone della bolla temporale...chiuso.
Dal cielo cadevano i pezzi delle torri dorate che pochi mesi prima sovrastavano l'intera Valle della Solitudine, si frantumavano sugli antichi mosaici di smeraldi e di rubini spaccando il suolo.
I palazzi stavano cadendo uno ad uno, seguiti da rumori di bombe e di laser puntati sulle ultime difese della città...i Tardis scoppiavano sotto le mura, incatenati a campi temporali, che neutralizzavano il loro potere. Tale energia sarebbe bastata a creare dei nuovi big bang...i Dalek e i Gooeri riuscivano a trasformarla per alimentare i loro missili a particelle sub atomiche...con i quali colpivano i corpi degli ultimi Signori del Tempo che provavano a difendere le mura.
Forti bagliori dorati illuminavano d'improvviso il cielo...di morte.
Il Corsaro stringeva la spada in mano, difendendosi dai continui attacchi dei Gooeri. Ormai stavano entrando dentro alla città... ammazzavano senza pietà...anche i bambini.
Molti piccoli cadaveri di fatto erano adagiati per terra...smembrati e sfigurati dalla violenza dei Gooeri.
Il Corsaro era ancora sconvolto dalla scoperta che aveva fatto poco prima...di Theta...del Dottore. Era lui il sanguinario guerriero che avrebbe distrutto tutta la civiltà dei Signori del Tempo. Non riusciva a crederci. Il pensiero lo faceva tremare ancora...
In tutti quegli anni nessuno se n'era mai accorto...
Si era fatto esplodere sul campo di battaglia...con la lacrima di stella...ma conosceva bene le risorse del suo comandante. Sicuramente si era salvato.
Aveva visto la luce dorata dentro ai suoi occhi...astuto...si era rigenerato mentre scoppiava in aria...nello stesso istante, sommando le energie...restando in vita.
Adesso poteva essere ovunque... se lo avesse trovato...l'avrebbe ucciso.


to be continued.......

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Capitolo 27
*** Prima del Grande silenzio...parte 1 ***


PRIMA DEL GRANDE SILENZIO part 1



Ce l'aveva fatta.
Theta si guardò le mani...tremanti...una luce aranciata, brillante svanire. La rigenerazione era completata.
Nuova pelle, nuovi capelli...nuovi denti...e nuovi occhi. Si passò le mani sul volto per conoscerne i lineamenti...i suoi.
Era stata una esplosione...poi le fiamme lo avevano avvolto in una spirale di calore e d'energia. Ed era cambiato.
Il viso da quarantenne era sparito,sostituito da uno più giovane...occhi scuri e un ovale perfetto, i capelli corvini corti, tirati indietro. Le mani...erano lunghe e sottili il fisico asciutto.
Ansimava.
Scosse la testa, ricordandosi. Il Corsaro l'aveva scoperto. Abbassò lo sguardo a terra...non doveva essere così, questo gli dispiaceva molto...sapeva bene, cosa avrebbe fatto il suo tenente.
La paura poteva portare le persone a fare cose insensate...il Corsaro lo avrebbe cercato e tentato di uccidere.
Strinse il pugno...dentro aveva ancora la lacrima di stella...la guardò...la superficie, prima liscia e brillante aveva delle crepe.
L'energia della sua rigenerazione l'aveva spaccata. Non poteva più essere riutilizzata.
Questo era un problema...Trescoasch gli aveva detto di non distruggerla...mai...che sarebbe stata la sua ultima arma alla fine del tempo.
Ma aveva perso il suo potere...era un normalissimo pezzo di pietra adesso.
Diede un calcio per terra, imprecò.
E ora...cosa avrebbe fatto?
Poi l'idea gli passò nella mente...sorrise....
Il Tardis.

.-.-...-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


Quando arrivò davanti alla città in fiamme erano ormai passate tre ore.
Le braccia erano ancora incrostate di sangue e il suo cuore batteva lento.
Vide la polvere, i palazzi distrutti, le mura ormai quasi sgretolate...come barriera vi erano i Tardis...che venivano utilizzati come ultima arma.
Risentì l'angoscia della morte...anche se non era più un Signore del Tempo poteva percepire le urla dei Tardis dentro la mente...morivano...stavano morendo tutti.
La prima volta che aveva assistito a quella scena straziante non ci aveva fatto tanto caso...si ricordò...stava correndo da lei...Sexy...era passato sopra i cadaveri dei suoi parenti senza alcun rimorso...dentro aveva solamente la paura di poter fallire...di non riuscire a compiere la missione affidatagli da Trescoasch...dopo...avrebbe pianto per tutta la sua vita quel suo atteggiamento...lui lo sapeva.
Il Dottore strinse la spada nella mano.
Era pronto.

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to be continued...............



N.T

Ebbene compagni miei...stiamo arrivando alla fine... nei prossimi capitoli si chiariranno molti misteri del Dottore / Theta....

Grazie per aver letto questa storia fin qui...grazie veramente a Mia che mi ha sostenuto in tutto questo entusiasmante viaggio....questa storia non sarebbe arrivata fino a qui se non ci fosse stata lei ad incoraggiarmi...GRAZIE....e ringrazio anche a chi non ha recensito, magari svariati motivi, spero comunque vi sia piaciuta....

Un grande abbraccio a tutti

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Capitolo 28
*** Prima del Grande silenzio...parte 2 ***


PRIMA DEL GRANDE SILENZIO part 2


Dottore

Camminava in mezzo alla polvere.
Una nuvola scura avvolgeva ogni cosa dentro ad una città ormai in ginocchio. Le urla...la morte e la disperazione....non cambiavano mai. In tutti tempi e mondi, nei ricordi e nei sogni...rimaneva uguale il dolore.
Nessuno lo notava. Nessuno poteva farlo...erano tutti intenti a sentire le auree dei parenti ed' amici, lui, non era altro che un uomo...non vibrava più di quell'energia millenaria. Ormai creatura finita.
Abbassò lo sguardo...il pensiero, più di prima lo terrorizzava...sapeva fin troppo bene come sarebbe finita...non avrebbe avuto nessuna seconda opportunità...nessuna possibilità di redenzione...forse, si toccò il cuore...solamente dentro. Tra le mani sporche del sangue dei suoi figli avrebbe trovato il senso.
La sua natura...terribile. La sua anima...nera. Rabbrividì...poi...sentì come una spallata...qualcuno gli cadde addosso.
Chiuse gli occhi. Sapeva cosa stava succedendo...adesso riusciva a vedere...tenne strette quelle braccia...le sue...
Lei.
Due occhi verdi smeraldo, pieni di paura lo fissavano tremanti.
Tanto tempo era passato da quando aveva deciso...da quando non aveva più pensato a lei, accantonandola in un luogo dimenticato della sua memoria...negando la crudeltà con la quale l'aveva trattata. Lì, in quell'ultimo giorno.
Yoisl. Sua moglie.
La donna teneva la bambina, Dora, stretta al petto...sua figlia.
Avrebbe dovuto ucciderle lì. Tutta la sua famiglia doveva essere sterminata.
Si fissarono qualche istante.
Doveva farlo. Strinse il suo braccio, combattuto. Infilata nella cintura aveva la spada...Doveva...non poteva cedere...
Yoisl cercò di liberarsi dalla sua presa. Percepiva qualcosa di orribile in quegli occhi...doveva scappare.
Lui, poi...la lasciò. Fece scivolare il braccio, ciondolante sul fianco. L'espressione sfinita.
Si morse la mano, di nuovo. Non ce la faceva...
La donna lo guardò, sembrò stupita...poi si girò ed incominciò a correre.
Il mantello rosso, gonfiato dal vento delle esplosioni.
L'osservo mentre si allontanava, scomparendo piano nella folla...in mezzo al dolore e alla distruzione di Gallifrey.


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theta

Aveva lasciato il Tardis dentro ai sotterranei di casa sua.
Stava correndo tra i boschi, neri, strappati dal vento. Si sentivano in lontananza le grida di dolore dei Signori del tempo...come un eco straziante tra le valli della Solitudine. Il cielo vibrava di viola, migliaia di bombe cadevano, spezzando la terra. Il pianeta si stava spaccando.
Doveva correre più veloce...il momento, sentiva, stava arrivando.
Avrebbe usato il Tardis...il cuore pulsante della sua nave per donare l'energia sufficiente per una seconda esplosione alla lacrima di stella. E poi...quando sarebbe arrivato quel giorno...l'avrebbe usata...
Nella mente aveva ancora le parole severe di Trescoasch...l'universo era in pericolo...le dimensioni potevano collassare in qualsiasi momento.
Non poteva cedere....non poteva permettersi di aver paura...no...
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Yoisl - Corsaro/Lekosh

Arrivò alla piazza, o meglio quella che un tempo brillava di marmi e di pietre blu lapislatzuli e smeraldi. Il mosaico sotto ai suoi piedi
 era franato, crepato. E da queste crepe si poteva intravvedere il cuore pulsante di Gallifrey...un fiume di lava, guizzante.
 Il colore della lava contrastava con il nero cupo che sovrastava la città.
 Altri signori del tempo correvano a palazzo, rinchiuso in una bolla di cristalli rifrangenti, trovando le porte chiuse.
 Tra la ressa le sembrò di intravvedere il Corsaro, egli teneva in mano una sciabola di laser viola. Il viso sporco di sangue e gli occhi
 terrorizzati.
 Spingeva contro la porta, sperando di riuscirla aprire.
 -Lekosh!- urlò lei alzando una mano, cercando di farsi notare in quella moltitudine di voci.
 Lui sembrò sentirla e si girò di scatto verso di lei.
 Vedendola sorrise di gioia e lasciando le fila si precipitò a stringerla.
 -Yoisl! pensavo che la vostra casa fosse stata rasa al suolo...hanno detto che la parte ovest della città era stata invasa-
 Lei annuì con degli occhi gonfi di lacrime.
 -Hanno distrutto tutto...io e Dara ci siamo nascoste dentro al rifugio...Thetha aveva detto che sarebbe servito...io ai tempi
 lo prendevo per pazzo...ma evidentemente aveva ragione...nessuno avrebbe pensato che l'avrebbero fatto veramente-
 Il Corsaro la guardò dolcemente, accarezzandole il viso -nessuno...l'avrebbe pensato- sussurrò.
 Un altro tuono. Fortissimo questa volta fece tremare la terra.
 -Stanno attaccando ancora?- urlò Yoisl stringendo la figlia a sè, cercando di proteggerla dalle pietre che cadevano dalle macerie dei
 palazzi.
 -Questo è l'ultimo...prima di superare le mura!...dobbiamo assolutamente entrare dentro al palazzo...Rassilon è impazzito! si è
 barricato dentro e non vuole far entrare nessuno!-disse il Corsaro abbracciando le due donne e  spingendole verso l'interno
 del portone.
 La terra tremò ancora e ancora, con più violenza. Il pianeta si stava spaccando da dentro.
 I signori del tempo si inginocchiarono per evitare di cadere, ammassati l'uno sull'altro in una disperazione collettiva.
 Da ovest arrivò una scarica di vento gelido, puzzava di sangue. Un soffio di morte li investì facendoli vacillare.
 Poi di nuovo, la polvere si estese e arrivò ai polmoni. Incominciarono a tossire, con i polmoni costipati.
 Yoisl si portò la mano sul viso, toccò la polvere e la leccò cercando di decifrarne la provenienza.
 Gli occhi le si sgranarono. Strattonò il Corsaro -Lekosh! questa non è polvere...sono i nostri soldati...-
 Il Corsaro fece una smorfia di disgusto e la strinse a sè.
 -Non dobbiamo essere noi i prossimi-


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-..-.-.-.-.--.-.-.

Theta

La sua casa era distrutta. Le mura, di marmo bianco, giacevano per terra...ridotte in pezzi.
Boccheggiò...si passò una mano tra i capelli, sconvolto, tremante.
Si avvicinò piano alle macerie.
L'erba, un tempo rigogliosa....era grigia e secca...gli alberi, spezzati, cadevano sulla polvere nera...il fiume si era prosciugato...erano rimaste solamente delle pozze di acqua scura.
Nell'aria sentiva le particelle xt. Veleno.
Era riuscito a salvarsi, prima, con l'energia della lacrima di stella...adesso sentiva le molecole piano incominciare a corrodere i suoi tessuti organici...se n'era dimenticato del gas...era letale ai Signori del Tempo.
Sarebbe morto in due giorni...se non avesse trovato il Tardis. Scosse la testa, intontito.
Si chiese se i suoi figli fossero rimasti nel bunker...
Un brivido.
Sapeva cosa sarebbe successo...poteva intuirlo...ma continuava a sperare che il tempo potesse essere cambiato. Se lo ripeteva mentre camminava verso quella che doveva essere la porta d'ingresso.
Entrò in quello che era il soggiorno...ormai, poche mura ancora in piedi...poi lo prese un senso di smarrimento...come un presentimento...un aurea oscura.
Davanti a lui un muro.
La parete che dava alla camera del figlio...Shoon...
Qualcosa era accaduto dietro a quel muro...qualcosa di terribile... il freddo gli prese lo stomaco. Sbirciò tremante.

La polvere dorata brillava ancora...intorno il sangue...scuro.
Sentì la morte. Si coprì il voltò, il dolore sembrava una spada dentro al torace.
Cadde in ginocchio davanti ai resti di suo figlio...e della sua compagna...poteva ancora sentirne l'aurea.
Non erano stati i Dalek...nè i Gooeri...avrebbe sentito il loro odore.
No...colui che aveva ucciso suo figlio...era un alieno...che non conosceva.
-chi era?....chi era stato?-


to be continued........



N.T


Ciaooo....allora...dopo aver visto The Name of the Doctor mi sono sentita combattuta se finire o no questa fic. Siccome la mia fine sarebbe stata ben diversa da quella che si può intuire dagli ultimi episodi.
Poi ho detto....dai! proviamo comunque a vedere come va a finire questa Versione...in un universo alternativo! (o finale alternativo)

al prox capitolo! ciao a tutti!!!!

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Capitolo 29
*** Prima del Grande silenzio...parte 3 ***


PRIMA DEL GRANDE SILENZIO PART 3


THE DOCTOR


Stava salendo le numerose scale imponenti del Palazzo che si arrampicavano sulle mura avorio di quella torre che pareva ergersi ad altezze infinite e perdersi nel nero...
Gli edifici dei Signori del Tempo...fuori piccoli...dentro immensi.
Il Palazzo, la sede del Consiglio superiore dei Signor del Tempo, un labirinto enorme...all'interno celava i segreti di tutti i mondi e tempi possibili. Camminarci all'interno poteva dare un senso di stordimento...dovuto alle oscillazioni dimensionali che si contraevano e si dilatavano in continuazione, in un pulsare incessante.
Le stanze apparivano buie, senza confini.
Il suo ufficio, era in alto... ai piani dei Generali di guerra.
Ad ogni passo che compiva si ritrovava sempre più stanco. Sentiva il suo cuore piano spegnersi...affaticato. Si strinse il petto colpito da una fitta.
Aprì la bocca, barcollando, in cerca d'aria.
La vista stava incominciando ad appannarsi. Scosse la testa per riprendersi.
No.
Non sarebbe morto così...lo sapeva...
Continuò a salire....verso il buio.


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


THETA

Stringeva tra le mani la polvere dorata.
Gli occhi persi, fissavano il luogo dove il figlio era morto. Chiudendo gli occhi poteva percepire il dolore degli istanti precedenti alla sua dipartita.
Aveva sofferto.
Pianse...pianse in silenzio.
Il Maestro aveva ragione....Shoon aveva visto il buio...una maledizione. Che li avrebbe legati fino alla fine dei tempi.
Il freddo percepito davanti al vortice nel tempo...duecento anni prima...quando ancora bambino aveva scorto nell'infinito la sua fine...una sagoma di un giovane uomo...con un ombra negli occhi...buia... e aveva avuto paura. Corse via e non si fermò più.
L'aveva sempre saputo....ma aveva negato tutto a sè stesso fino a quel giorno. La sua natura...scritta nella nebulosa della Medusa, il suo segreto...l'amore, quello che non avrebbe mai potuto rivelare, intriso nel sangue della sua gente...la sua rabbia.
Non era altro che quello...un assassino.
Non era riuscito a proteggere i suoi figli...nè la sua gente.
Si alzò lentamente.
Doveva scappare...andare il più lontano possibile. Scomparire...

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Yoisl- Corsaro/Lakosh


Quando le porte si aprirono, stridendo, molti sospirarono. La speranza ormai li aveva abbandonati e aveva fatto posto alla incredibile
 stanchezza.
 Lei, Dora e il Corsaro entrarono velocemente. La bambina tossiva ancora e guardava la madre con gli occhi arrossati di terrore.
 Yoisl la strinse e la consolò, Dora non voleva più camminare, diceva che le gambe le si stavano trasformano in pietra e ogni
 passo era per lei insopportabile.
 La madre la prese in braccio e continuò a camminare accarezzandole i lunghi capelli castani.
 Yoisl era distrutta, fisicamente e moralmente. Aveva visto morire tanti signori del tempo, cadere uno dopo l'altro davanti a quei mostri.
 Anche i bambini non avevano risparmiato.
 Chiuse gli occhi, cercando di scacciare via la paura. Sapeva che in un modo o nell'altro sarebbero riuscite a salvarsi. Aveva nascosto
 il Tardis dentro alla stanza di suo marito, dentro al palazzo, nel suo ufficio.
 Ringraziò che il Palazzo non fosse stato bombardato. Se fosse stato così avrebbe veramente avuto poche chanches per la fuga.
 Strinse Dora ancora di più.  Non si sentiva una vigliacca. Aveva assistito a scene che avrebbero fatto impazzire chiunque ma lei
 era rimasta fredda,impassibile e aveva affrontato le situazioni bene, al meglio che poteva.
 Gli occhi suoi e del Corsaro si incrociarono mentre stavano per attraversare la seconda sezione. La parte amministrativa.
 Le mura, enormi e bianche del ponte cadevano in basso, fino a perdersi nell'oscurità delle profondità del pianeta. In alto, delle volte
 a botte si aprivano scuarci di cielo, un tempo rosso, adesso nero petrolio.
 I loro passi riecheggiavano nell'enorme stanza.
 Il ponte sospeso sul nulla tremò. Un'altra bomba. Sentirono le urla dei signori del tempo lasciati fuori vibrare nei loro cuori...
 Lei esitò un istante...era giusto? stava facendo la cosa giusta?
 Il Corsaro la guardò. I suoi occhi azzurri penetranti le imposero di continuare a camminare, di ritornare, dura, impassibile.
 -Theta...l'hai sentito?-
 Lei scosse la testa. Dentro aveva il terrore che lui fosse caduto...che si fosse perso...
 Quando era partito lo aveva stretto a sè, tremando.
 Lui le aveva dato un bacio e le aveva ripetuto di nascondersi. Aveva visto quegli occhi castani, così forti, risoluti spaccarsi in un pianto
 Non aveva voluto assumere il comando. Non lo aveva chiesto. Gli era stato imposto.
 -Hanno detto che si sarebbe fermato al fronte nord...lì la situazione, dicono, che non è così tragica...- rispose lei.
 Il Corsaro stette alcuni secondi in silenzio. Poi sorrise stringendo la mano a Yoisl- Ha la pelle dura Thetha...quello neanche con
 mille cannoni dalek lo sfondi-
 Lei sorrise triste. Sperò che avesse ragione.

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TO BE CONTINUED...............



N.T



Ultimi capitoli....vi consiglio però di andare a rileggere i primi capitoli...così capirete meglio.... la fine è l'inizio...l'inizio è la fine....^________^


un grande abbraccio

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Capitolo 30
*** Prima del Grande silenzio...parte 4 ***


prima del grande silenzio part. 4


THE DOCTOR

La porta, enorme, d'argento brillava  davanti a lui.
Si appoggiò esausto allo stipite, ansimando. Gli occhi, vitrei dalle lacrime e dallo sforzo.
Avrebbe rimesso tutto a posto...
Sistemato i punti nel tempo...ricreato il suo passato e futuro. Come doveva essere.
Fece un lungo respiro.
Controllò il pass del suo ufficio...sorrise...se lo ricordava.
Aveva messo come chiave la lacrima di stella.
Dischiuse il pugno liberando la piccola pietra che incominciò ad illuminarsi di una tenue luce azzurra...la sua ultima arma.
La porta si aprì, lentamente. Era giunto il momento.

Entrò.
Tutto era in ordine...la poltrona nera...la sua scrivania con le pergamene....il suo lavoro sull' H.T.B.T....armonie d'essere trascendentali.
Prese il foglio.
Era incredibile quanto i Signori del Tempo fossero ormai colmi d'arroganza...sorrise...forse non era stato lui a creare tutto quello...forse era qualcosa che doveva accadere...una specie di reazione in risposta alla cecità di una razza, ormai in declino...morale...
Dopo tutti gli anni passati a viaggiare nell'universo aveva capito che il Tempo non poteva essere comandato...nè previsto così facilmente...lui...era un essere senziente. I Signori...un virus da abbattere.
Scosse la testa...
Non si può conoscere tutto...non si può prevedere ogni cosa...bisogna essere capaci d'accettare l'imprevedibilità della vita...corta, lunga, triste...felice....non c'è un Dio che veglia sul creato...non c'è niente. Solamente il Tempo.
E lui...era il mezzo...un tramite...
Niente di più.
Mise l'H.T.B.T dentro al cassetto...sapeva...sarebbe stato aperto...


Si voltò con aria greve...sentiva sulle spalle tutto il peso del tempo...tutto la sua colpa, la sua bellezza...la crudeltà e severità. Il mistero che da sempre circonda il creato.
Passò una mano tra i capelli...ansimando...
La sua Tardis...doveva cercarla...doveva essere lì...buttò a terra la sedia e spostò gli scaffali...
Azioni, studiate...la camera lo sapeva...
Sotto ad ogni mobile vi era un sensore...una password memorizzata...
Rise compiaciuto...era sempre, sempre stato geniale...
Ed ecco...
Il pavimento tremò...la botola di contenimento si stava creando.
Sotto la Tardis...

to be continued......

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Capitolo 31
*** Prima del Grande silenzio...parte 5 ***


PRIMA DEL GRANDE SILENZIO parte 5




THETA

Scomparire.
Negli occhi sgranati, cupi di Theta c'era il vuoto.
Stringeva i pugni, il volto basso e la mascella contratta.
L'ombra dentro al cuore.
Chiuse gli occhi...
Non lo sentiva...il suo Tardis.
Non riusciva a captarlo.
Poi...come un sussurro...l'aurea di sua nipote...la piccola bambina di Shoon...
La sua energia pulsava debole tra le macerie.
Corse.
Piangeva.
La piccola Susan piangeva...e stava soffrendo terribilmente.
La trovò nascosta tra le pietre, accovacciata...il piccolo faccino tra le esili gambe. Dagli occhi nocciola scendevano delle lacrime d'argento.
Sentì l'anima sollevarsi...era viva.
L'abbracciò...la strinse forte al petto. La bimba non emetteva nessun suono, solo, le piccole ditine strette al suo mantello e il viso contratto.
Cercò nella sua mente e vide dentro di lei...un ombra. Due occhi vecchi come il Tempo.
L'assassino.
Un brivido gelido lo percosse, facendolo tremare.
Chi era?
Sentiva, che lo conosceva...soltanto, non riusciva a ricordare chi era...
Suo mal grado il tempo...aveva teso la trama della sua vita crudelmente, negandogli ogni indizio...su sè stesso. Non poteva immaginare la sofferenza e la strana ironia della sua esistenza...scoprirsi come proprio carnefice...e vittima.
Theta...si alzò. La bimba tra le braccia.
Doveva proteggerla.
Doveva prendersi cura di lei.

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YOISL/IL CORSARO

Arrivarono al suo ufficio
 Quando aprirono la porta videro la stanza tutta in soqquadro. C'erano una montagna di carte per terra, strappate con inchiostro
 versato. Le ante degli armadi erano aperte. La poltrona ribaltata.
 -Ma cos...ma cosa è successo qui?- Il Corsaro entrò.
 -Non non lo so...sembra che qualcuno sia arrivato prima di noi...- sussurò Yoisl inchinandosi per raccogliere alcuni appunti di suo marito.
 -Che cos'è?-  chiese il Corsaro vedendo lo sguardo di Yoisl spalancarsi, stupito.
 -Questo...questo...-
 -Yoisl che cos'è?-
 Il Corsaro prese gli appunti. Li lesse...e  mentre li leggeva il panico e un senso di straniamento gli riempirono il cuore.
 -Ma non è possibile....-
 -Theta l'aveva detto...che è possibile...mi ricordo...ha fatto ricerche su ricerche...ma io non gli ho creduto...- si prese la testa tra le mani.
 Dora la guardava mentre piangeva.
 Yoisl incominciò a capire perchè il suo matrimonio si stava sfaldando da tempo...lei era sempre stata troppo occupata con la politica
 che aveva perso di vista i continui avvertimenti di suo marito. Lui aveva ragione su tutto...lui e Koschei.
 Koschei l'avevano esiliato, rinchiuso in galera per quelle affermazioni...la guerra del tempo...la pazzia di Rassilon...il vortice del tempo
 che vacillava da un punto all' altro delle dimesioni.
 Suo marito si era ritirato autonomamente dalla scena pubblica, schifato, disse, da tanta arroganza.
 Ma a lei non le era importato si era affidata alle parole degli altri, lasciandolo solo, un'altra volta.
 -Quindi...è possibile avere la veggenza su tutto il creato, tutto il tempo...?pensavo non si potesse vedere...pensavo che fosse una
 forza troppo instabile...persino per Rassilon...questo farebbe di noi...degli Dei-  sussurò incredulo il Corsaro.
 -I creatori della realtà,della intera realtà, con il potere di distruggerla e di ricrearla a nostro piacimento....- continuò Yoisl asciugandosi
 le lacrime.
 -Ma...è vietato...anche se potremmo teoricamente...noi non possiamo diventare Dei...-
 Yoisl si alzò- cosa credi? come è nata questa dannata guerra? ...dio- sorrise ironica- non ce l'avrebbero mai fatto fare...nessuno-
 -Cosa stai dicendo?-
 -E' un potere enorme...ed è dentro le mani dei signori del tempo, ben più grande di quello che noi credevamo! ben più profondo
 e radicato al nostro essere di quel che avevamo mai intuito...il mondo a nostra immagine e somiglianza...l'universo...-
 sorrise di nuovo. Un sorriso amaro .
 Il Corsaro scosse la testa. Ancora incredulo.


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The Doctor

Scese gli scalini di granito verde.
Faceva freddo, tanto freddo.
Le pareti erano incise con delle scritte in Gallifrelliano antico. Brillavano nell'oscurità.
Il Dottore sorrise debolmente ...vi erano trascritte le profezie degli antichi...ironicamente c'era anche quella della guerra del tempo...alzò gli occhi al buio...la sua vita era stata uno strano puzzle, uno scherzo assai sadico del Tempo.
Poi la vide. La Tardis. Una cupola blu, pareva una piccola campana .

Inclinò la testa, meravigliato.
Ormai si era così tanto abituato alla cabina della polizia che gli sembrava strano vederla per come era realmente. Una campana...del tempo.
Si avvicinò.
Posò una mano sulla sua superficie...liscia...era così giovane, benchè  fosse allo stesso tempo così antica...e splendida. Sexy.
Battè due volte.
E la porta si aprì.
Sorrise...dopo tutto quel tempo...
Lo aveva sempre conosciuto...era rimasta lì, ad aspettarlo.
-Ciao...amica mia...-



To be continued..........

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Capitolo 32
*** Prima del Grande silenzio...parte 6 ***


PRIMA DEL GRANDE SILENZIO parte 6




Theta

Un boato riecheggiò tra la valle ormai, spenta e desolata.
Un'altra bomba. Spezzò la terra inghiottendo i campi rossi e gli alberi argentei in una gola buia e profonda.
Theta si voltò di scatto.
Il pianeta stava morendo...aveva poco tempo...
Il suo Tardis probabilmente si era spostato, avvertendo il pericolo...dove poteva essere?...
Poi si ricordò...prima della guerra...un posto...che non esisteva se non in un limbo...una bolla temporale. Piccola, minuscola...sotto alla sua scrivania.
Strinse la piccola Susan tra le braccia...
Avanzò.
Dentro, nel cuore, la paura...poteva leggere la trama del suo futuro...ci sarebbe stato un bivio...uno dei primi.
Questo, lo terrorizzava più di qualunque altra cosa.

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The doctor


Chiuse gli occhi.
La sua Tardis di nuovo davanti a lui.
Le pareti erano blu cobalto, alte...brillanti, al centro il cuore, sembrava respirare di luce bianca.
Accarezzò le superfici e ad ogni tocco un ricordo...la storia di tutto il suo lungo viaggio lontano da Gallifrey...una fuga...una meravigliosa fuga ai confini del tempo e dello spazio.
La sua vita, un cerchio perfetto all'interno del tessuto della realtà e delle possibilità.
Aprì gli occhi.
Il suo sguardo adesso vivo, bruciava di passione...la paura aveva lasciato il posto al senso di dovere e di responsabilità.
Il suo lato oscuro non era altro che una tappa obbligata del suo percorso...per raggiungere la reale visuale degli avvenimenti.
Un esistenza vissuta giorno dopo giorno in gradi più bui....fino a lui. Adesso sapeva...il Valeyard.
Sorrise....la verità la maggior parte delle volte è ambigua...folle....lui esisteva per uno scopo preciso.
Azionò la leva.
Rise, come impazzito, e dagli occhi cadevano delle lacrime miste a gioia e dolore.
E adesso poteva sentirli i tamburi di Gallifrey, mentre si buttava al centro del vortice del tempo unendo le dimensioni e i tempi in una lunga ferita. La sua vita.
La luce riempì di colpo il Tardis...come un esplosione fatta di calore e di emozione.
Tutti i ricordi, le sfumature...pulsare dentro al suo cuore...unico.
Risentì tutto il suo essere, passato, presente e futuro scorrere lungo il corpo...

In quel momento era in tutti i posti, in ogni tempo.

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Yoisl- il Corsaro/Lakosch

-Abbiamo poco tempo Lakosch...dobbiamo andarcene...- Yoisl spostò la scrivania, scoprendo la botola nel pavimento.
 Lui annuì.
 Scesero gli scalini di granito verde.
 Faceva freddo, tanto freddo. Le pareti erano incise con delle scritte in Gallifrelliano antico. Brillavano nell'oscurità.
 Il Corsaro cercò di tradurle ...vi erano trascritte le profezie degli antichi...ironicamente c'era anche quella della guerra del tempo.
 Poi lo videro. Il Tardis. Una cupola blu, pareva una piccola campana .
 -Ecco...- sorrise lei.
 Battè contro la porta del Tardis. Ma lui non si aprì.
 -Cosa succede?- chiese allarmato il Corsaro.
 Yoisl continuò a battere con la mano. I cuori le battevano all'impazzata. Come poteva essere? perchè non si apriva...di solito la faceva
 sempre entrare.
 -Cosa c'è?- richiese il Corsaro.
 -Non lo so... non si vuole aprire...è come se non mi riconoscesse....-
 -Ma è impossibile!-
 Il Corsaro cercò di dargli un spallata ma niente da fare...la porta non si apriva.
 La terra ricominciò a tremare. Dal soffitto della botola cadevano dei piccoli pezzi di pietra. Il palazzo stava crollando?
 No...non era possibile.
 -Yoisl apri quella maledettissima porta!- urlò il Corsaro.
 -Non ci riesco!-
 Entrambi spinsero contro la porta ma il Tardis rimaneva chiuso. - Ti prego! facci entrare!-


 to be continued......

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Capitolo 33
*** Prima del Grande silenzio...parte 7 ***


Prima del grande silenzio parte 7



Fu un lampo, blu, accecante.
 Un colpo al fianco destro.
 Chiuse gli occhi.
 Si sentì cadere nel vuoto, una sensazione che durò alcuni minuti.
 Urlò. O almeno...era quello che pensava di fare mentre il suo corpo si scomponeva in atomi, scindendosi.
 Si sentì bruciare le membra, in un dolore lucido.
 Poi il niente.
 
Quando riaprì gli occhi, scoprì una luce delicata azzurra scaldargli il volto.
 Strinse le mani, sentendo l'erba umida tra di esse.
 Fece un profondo respiro, tossendo...sentiva il fianco dolere, in fitte lancinanti.
 Si mise a carponi, stringendo gli occhi dal dolore...e riconobbe il verde brillante dei giardini della terra.
Si volto esausto, stendendosi su quel morbido prato.
In alto il cielo era blu indaco...una tonalità tendente al viola.
Brillavano nitide ed enormi le galassie,splendevano quattro mezze lune, arancioni...illuminando la valle di quiete.
Intorno a lui si estendevano prati verdi e dorati piegati da una fresca brezza...in lontananza, come una bianca corona le montagne innevate, immense, grandiose..
All'orecchio il suono del vento fischiare tra le tenere foglie delle querce e dei tigli.
Era meraviglioso....un paradiso.

C'era pace.
Incredibile pace.
Non si accorse di stare piangendo...le lacrime rigavano il suo volto stanco...ancora una volta la morte sembrava lontana...ritardata.
Si portò le mani al viso.
Era vivo.
Di nuovo....e questo non aveva senso.
Poco prima si era sentito bruciare dentro al lampo del tempo...il suo corpo doveva essere stato ridotto a brandelli. Non c'era nessuna spiegazione.

-Non stare a cercare una risposta...figlio mio...non la troverai...nessuno la trova-
la voce.
Si voltò.
Kronus, suo padre era in piedi di fianco a lui. Sorrideva...e per la prima volta, aveva dipinta in volto un espressione rilassata, felice.
Allargò le braccia verso di lui.
Il Dottore si alzò, confuso...- non ho capito, padre...io...dovevo morire...-
-Tutti noi dobbiamo morire...ma non siamo noi a decidere quando e come...-
-Ma...nel bosco...la mia anima...-
-Tu hai visto quello che saresti diventato...un giorno...-
Il Dottore abbassò lo sguardo, continuava a non capire...
-Un giorno...?-
Il padre annuì - Tu sei nato per uno scopo preciso Dottore...tu sei un umano...ma hai un anima da Signore del Tempo...Donna Noble...tutta la trama della tua vita unita...per arrivare a te-
Si voltò, indicando un punto all'orizzonte.
Dietro i campi dorati a sud si alzava un fumo nero e una luce rossa....- per arrivare a lui...-
Un soffio di vento gelido sferzò il suo viso, improvvisamente.
-Tutto sta andando come doveva... i campi di Tranzalore... stanno incominciando a bruciare...-
Una tremenda scossa fece vibrare il terreno... Kronus lo guardava, ora, serio.
-Non chiederti niente...non c'è nessuna risposta...non c'è mai stata....tra non molto capirai...-


to be continued

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Capitolo 34
*** Il SILENZIO parte 2 ***


IL SILENZIO parte 2






Arrivò sotto le mura, ormai macerie, della città.
Le urla di dolore che prima avevano riempito l'aria si erano interrotte bruscamente.
Non c'era nessuno...il cielo nero vibrava di una polvere dorata che si posava leggera su quel che restava dei palazzi, cattedrali...torri...della grande Akronysee.
Tutto questo era terribile.
Theta strinse a sè la nipote, nascondendo il viso nei vestiti della bambina...trattenendo a stento i singhiozzi.
La sua vita...il suo popolo...gli amici...la sua famiglia. Non c'erano più.
Restava il vento a fischiare, soffiando via le essenze dei Signori del Tempo...sabbia buttata nell'oblio.
Solamente il Palazzo rimaneva intatto...racchiuso in quella bolla temporale, l'unica barriera tra loro e la morte. Un tentativo estremo.
Rassilon e il consiglio erano di fatto prigionieri dentro ad essa...non avrebbero potuto mai più uscire.
Si erano condannati ad un esilio eterno.
Per cosa?....il loro ego, la superbia aveva divorato la sua civiltà da ormai molto tempo. Le conseguenze erano sempre state prevedibili....
Si erano spinti oltre la linea permessa. Il loro declino, insieme a quello dei loro nemici...una manna per l'intero universo.
Suo malgrado...Theta...lo sapeva da tutta la sua vita...

Si guardò intorno. Tremava...il freddo Gallifreyano era spaventoso...la temperatura scendeva a - 50 gradi C. Adesso che le fiamme della battaglia si erano spente e il cuore del pianeta morto...la crosta stava incominciando a ghiacciarsi.


Si strinse nel mantello rosso...stracciato.
 Non c'era più niente.
 Il pianeta tremò ancora.  Si aprirono altre crepe nel terreno...squarciando definitivamente Gallifrey.
 Si passò le mani sul viso. Umido di sudore e sporco di polvere...
 Un brivido gli percosse la colonna vertebrale.
 Erano rimasti soli.
 La bambina lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime, lui le strinse la piccola mano. Dolcemente.
 -Nonno...e adesso?-
 Lui scosse la testa, soffocando il pianto. - Non lo so...proprio non lo so...-
 Da lì a poco il pianeta sarebbe esploso.
 Aveva perso.
Avevano perso tutti.
 Poi, incredibilmente senti quel rumore di campane. Tanto famigliare.
 Si girò e si ritrovò il Tardis davanti.
 Era sopravvissuto. Il suo Tardis!
 Era venuto a prenderlo.
 Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia.

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Corse nella direzione dove proveniva quel suono. Inciampò tra i massi dalla foga.
I cuori battevano veloci.
Correva.
Correva veloce.
Poi, in mezzo a quel pulviscolo dorato tra i venti e le luci delle stelle morenti lo  vide brillare
del suo intenso colore blu.
Una cabina.
Una cabina della polizia, stava davanti a lui.
Indietreggiò.
Riconobbe la strana bellezza di quella forma...l'eleganza....quello, non era il suo Tardis.
Scosse la testa, stupito.
Poi la porta si aprì di colpo...il Tardis sembrò urlare dal dolore e stridere le sue campane in note sempre più alte.
Lo accecò la luce del suo interno,bianca e potente....dopo alcuni secondi un uomo sbucò da essa, cadendo bruscamente a terra.
Lasciò sua nipote con un buffetto sul naso ed andò velocemente vicino all'uomo.
Era caduto, il viso e il petto nel fango...gli abiti stracciati e le spalle coperte di sangue.
Theta appoggiò la mano sulla sua schiena.
Due battiti, non quattro.....
Cosa ci faceva un umano dentro ad un Tardis?
Girò il corpo per guardarlo in faccia.

Socchiuse gli occhi...
quello che gli avevano fatto era qualcosa di tremendo.
Era una maschera di sangue...non riuscivano a distinguersi neppure i lineamenti. La pelle sul collo si staccava come creta secca.
Ma nonostante tutto...era ancora vivo.
-Ohi...svegliati!- cercò di scuoterlo un poco...delicatamente.
L'uomo aprì gli occhi...
Theta restò abbagliato dalla loro profondità...aveva sempre saputo che gli umani avevano una vita limitata...ma quegli occhi...quelli...erano i più vecchi che avesse mai visto.
Tutto ciò era incredibile...
da dove veniva...
come aveva fatto ad arrivare fino a lì? alla fine di tutto?
L'uomo lo guardò...e Theta si sentì invadere l'anima...di freddo, paura....amore.
- Chi sei?- sussurrò Theta...gli occhi spalancati, i cuori paralizzati.
Lui sorrise tra il rosso della carne viva e il sangue.
-Riportami a casa Dottore...- riuscì a dire...- sono tanto...tanto...stanco-

-Io non sono il Dottore...- rispose Theta.
L'uomo, allungò una mano sulla spalla del Gallifreyano e lo attirò a sè...
lo guardò dritto, negli occhi.
Quello sguardo, Theta, non se lo scordò mai...dentro si celava il mistero più grande dell'universo.
-Lo diventerai...- si guardò intorno, tremante...- sei l'unico...l'ultimo Signore del Tempo...tu sei il Dottore, Theta...-
Non riuscì a controbattere. Dopo tutto quello che aveva passato...non riuscì veramente a negare.
Si alzò.
-Susan...- chiamò sua nipote.
La bambina arrivò di fianco a lui, stringendogli una gamba.
-Aiutami a riportare a casa questo signore...-
Caricò sulle spalle l'uomo...ed entrò dentro al Tardis.

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to be continued........



Penultimo capitolo....sono emozionata!!!! ^____^  .....
buona lettura!

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Capitolo 35
*** Le trame del Tempo ***


LE TRAME DEL TEMPO



Tremava tutto.
Il vortice del Tempo si stava dissolvendo. Theta tirò la leva del ridimensionamento di probabilità.
Un nuovo scossone.
Stava scappando.
Si voltò verso l'uomo steso a terra...respirava a fatica.
La logica gli suggeriva di non fidarsi....di buttarlo fuori...c'era qualcosa in lui che lo turbava enormemente.
-Chi sei?- chiese di nuovo.
L'uomo sorrise....- Sai...è ironico che questa domanda me la stia ponendo proprio tu...- disse cercando di alzarsi.
Theta fece un passo indietro...come spaventato.
-Ma l'ironia è una parte fondamentale degli eventi...- continuò fissandolo atono.
-Tu non sei umano...cosa sei?-
-Un uomo che sta morendo...da tanti, troppi anni...caduto nei campi di Tranzalore...-rise -...mi ha strappato la pelle del viso, prima di morire...sfigurandomi...- si toccò il volto con la mano tremante...di colpo gli occhi si riempirono di lacrime.
-So cose....che nessuno dovrebbe sapere...segreti...terribili...alla quale non viene data nessuna risposta...perchè se la verità fosse realmente rivelata, sarebbe troppo severa ed ingiusta da poter credere...non ci sono linee nei destini, nè bravi o cattivi...i contorni della verità, non sono mai stati delineati, anzi, sono offuscati e difficili da intendere...la realtà si cela dietro ad una maschera di sangue e di dolore...in un urlo straziante, dentro al buio più totale....-
Si fermò e sorrise debolmente.
-L'unica cosa che permane in tutto questo assurdo divenire-allungò la mano, posandogliela sul cuore - è l'amore...- abbassò lo sguardo....- questo, so...in mezzo a tutte le illusioni...l'amore è l'unica cosa reale, che permette di sperare...di aspettare e di resistere qualsiasi tortura. Il vero materiale di cui sono fatte le cose.-
Theta era attonito.
Lo guardava e vedeva un umano...ma sapeva fin troppo bene che tutto era forchè quello.
-Chi sei?- domandò ancora d'istinto.
Lui sorrise ancora.
-Tu chi sei?-

Si guardarono.
Poi...nessuno dei due disse una parola.
-Dove vuoi che ti porti?-
L'uomo sospirò guardando il cuore della Tardis brillare.
-Powell Estate.. Londra...pianeta Terra- sussurrò, tossendo sangue.
Stava morendo.


Vide il Tardis scomparire dietro i mattoni rossi dei palazzi.
Fece un profondo respiro... faceva male...i polmoni ormai erano quasi pieni di sangue...
Si accasciò per terra...
La sentiva arrivare...la morte.
E c'era la neve.
Una polvere bianca, fredda che si posava sul suo viso...smembrato.
Attorno a lui un silenzio irreale.

Ed ecco. Il suono.
La Tardis.
Comparve sempre splendida...blu.
La porta si aprì ed uscirono il Dottore e Rose Tyler.
Li vide entrambi sorridere, tenersi per mano.
Tossì di nuovo macchiando la neve di rosso.
I due si girarono di colpo.
-Oh mio dio...- Rose si portò le mani sulla bocca.
Il Dottore corse subito da lui, aiutandolo a sedersi.
-Ehi!ehi!svegliati!- urlò il Dottore scuotendolo.
Lui lo guardò...e fu come fissare uno specchio.
Dopo tanto, tanto tempo.
Poi si voltò verso di lei...
il cuore si riempì d'amore...e quando chiuse gli occhi...si spense.

E' impossibile prevedere il Tempo...
lui...mente sempre.


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Capitolo 36
*** EPILOGO ***


EPILOGO




........
..............

Una luce rossa in mezzo al buio pulsa...lenta...
La notte è calata e le risposte vibrano, sussurrate... come echi dentro al Tardis morente.

..............

Il sangue del Valeyard gocciola sul mantello nero...la faccia, strappata, dilaniata, stretta nel pugno dell' ultimo Signore del Tempo.
Gli occhi ancora aperti fissano il vuoto. Per la prima volta.


I campi di Tranzalore  ormai non sono che tombe e lapidi scure sulle montagne incandescenti dell'ultima grande guerra del Tempo.

..................

L'uomo l'ha ucciso.
...è scappato, zoppicando...il volto sfigurato.
ed... ha mantenuto la promessa...

................


-vivrai molto più allungo di qualsiasi altro signore del tempo...perderai tante cose...che non torneranno mai più...
 distruggerai mondi e ne creerai di nuovi.
Sarai come il fuoco, il ghiaccio, il buio e la luce...come il tempo in un epoca dove l'oscurità avvolgerà le stelle e inghiottirà l'intero creato.
 Ma tu, Dottore...riuscirai a dare vita di nuovo a tutto questo...l'oggi, il domani e il passato.
 Tu sei nato molto tempo fa...il tuo segreto brucia al centro della nebulosa della medusa. E non morirai... poichè tutto è incominciato
da te e di nuovo comincerà dalla tua essenza...da un tuo sacrificio...-


.........................


Kronus chiuse il libro.
Aveva gli occhi umidi dal pianto...
Si alzò ed andò in camera del figlio.
Lo vide minuscolo nella culla.

Dovette appoggiarsi al muro per non cadere.
Il cuore gli si era spezzato.
Un dolore immenso.
Accarezzò quel piccolo bambino con delicatezza... e provò pena per il suo futuro.

Lo guardò.
Prese un profondo respiro.
La verità lo faceva tremare....la consapevolezza d'avere davanti l'universo...infinito.


The end



N.T

Ed ecco....l'ho finita. Veramente questa volta.
Rileggendola mi sembrava di non aver dato sufficienti indizi per capire chi è veramente il Dottore.
Naturalmente non l'ho scritto...ma penso che si intuisca la portata del soggetto...^___^.
E che dire...mi sono veramente divertita a scrivere questa storia...
Proprio tanto tanto....e mi dispiace che sia finita.
Fatemi sapere se è piaciuta anche a voi.
Un bacione!!!!

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