Ricordami

di Black_Yumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


L'odore dell'incenso si propagò in fretta per tutta la stanza quando Bonnie l'accese.

Era da qualche giorno che aveva preso la sua decisione; voleva dimenticare a tutti i costi tutta la sofferenza che aveva provato in quegl'anni.

Tracciò un cerchio magico e accese una candela nera, mentre meditava per alcuni minuti sull'operazione che stava per compiere.

Non si sarebbe tirata indietro questa volta, pensò mentre le immagini che aveva visto quel pomeriggio le vorticavano in testa non lasciandola in pace.

Prese una piccola quantità di cera nera, e la riscaldò sulla fiamma della candela, in modo che divenne abbastanza malleabile.

La lavorò in maniera da riprodurre una testa con le sue fattezze; si tagliò un dito, facendo colare sulla scultura delle gocce di sangue.

Con lo stesso dito, partendo dalla fronte, stese il suo sangue dalla fronte fino al mento, poi la passò sul fumo dell'incenso di mirra ripetendo le parole scritte nel libro: le aveva imparate a memoria tanto le aveva lette.

Alcune lacrime le scesero dagli occhi, ma ricomponendosi esclamò l'incantesimo.


 

Demoni del male e schiere nere,

penetrate nella testa di Bonnie McCollough affinché perda la memoria!

Che dimentichi il suo dolore, grazie all'alleanza della mia volontà

e del potere della vostra mente!


 

Finito di recitare l' incanto, prese un ago e lo passò per tre volte sul fumo dell'incenso; lo riscaldò e lo ficcò nella testa di cera, ripetendo con forza sempre più crescente il precedente incantesimo.

Ripeté la stessa operazione con gli altri due aghi che aveva davanti a lei.

Visualizzò la sua persona come si presentava in quel momento; sentì sulla sua pelle la stoffa ruvidi dei pantaloni pigiama, la maglia pesante che la riscaldava in quella serata d'inverno e i suoi capelli rossi portati sciolti sulle spalle, che le solleticavano la fronte.

Si immaginò mentre aveva dei problemi di memoria e non si ricordava più chi era, e gli spiriti che continuavano a tormentarla affinché la candela non si sarebbe spenta da sola.

Uscì all'aperto, mentre l'aria fredda le entrava nelle ossa.

Si portò davanti ad un albero, dove ormai le foglie non crescevano più ed era rimasto lì senza che nessuno si curasse di lui.

Appese la testa di cera all'albero, e ritornò in casa.

Salì le scale e appena fu arrivata in cima, un capogiro la colse, l' incantesimo stava per fare effetto, questo fu l'ultimo pensiero che la colse prima che divenne tutto buio.



 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Prima di iniziare a leggere vi devo fare una piccola precisazione che mi sono scordata di farvi nel capitolo precedente.

Bonnie non si è scordata di tutte le avventure che ha vissuto in quegli' anni, e nemmeno dei suoi amici.

Ha solo dimenticato Damon e quello che provava per lui, in pratica tutto quello che lo riguarda è stato rimosso dalla mente della ragazza.

Dopo avervi detto queste due cosette vi auguro buona lettura!


 


 

Il giorno dopo Bonnie si svegliò, ma sotto di sé non sentì il suo morbido letto e il dolce tepore delle sue coperte, ma al contrario c'era qualcosa di freddo e duro.

All'inizio la ragazza non volle aprire gli occhi, avendo timore di quello che avrebbe potuto vedere, ma poi si decise che voleva capire.

Aprì un occhio e mettendo a fuoco vide qualcosa di bianco; aggrottò le sopracciglia confusa, non capendo cos'era quella cosa sotto di lei.

Aprendo anche l'altro occhio, cercò d'alzarsi ma un capogiro la colse, finendo per battere il mento su quel piano duro.

Aspettò qualche secondo, mentre si massaggiava la parte lesa e tentò di rialzarsi e questa volta ci riuscì.

Si guardò intorno, accorgendosi solo in quel momento di essere nel corridoio della sua casa, ma non capì come aveva fatto ad arrivarci!

Con passo malfermo raggiunse la sua stanza, e appena aprì la porta un odore dolce e deciso l'invase.

Andò dentro la camera e si fermò solo quando urtò qualcosa col piede, abbassò lo sguardo e vide una candela consumata rotolare fino ai piedi del letto, dove si fermò.

La raggiunse e la prese in mano, per poi riporla insieme alle altre che aveva sistemate all'interno di una scatola per scarpe abbastanza capiente.

Si guardò intorno guardando se c'era qualcos'altro fuori posto, e vide un cerchio tracciato con del gesso, lo cancellò; era ancora confusa e non capì perché aveva fatto un' incantesimo, non ne sentiva il bisogno e non era in ansia come le succedeva sempre dopo averne fatto uno.

Cercò di ricordarsi cosa fosse successo la sera prima, ma una fitta alle tempie le fece strizzare gli occhi, mentre boccheggiando si portò entrambe le mani alla testa, tentando di fermare quel dolore; cadde in ginocchio mentre sentiva le forze che l'abbandonavano pian piano.

Facendo un gran sforzo riuscì a raggiungere il letto e issandosi si sdraiò su di esso, aspettando che quel strazio finisse.

Chiuse gli occhi, sperando che quel tormento scemasse almeno un po', e facendo dei respiri profondi sentì che pian piano le stava passando.

Quando aprì gli occhi quelle fitte erano scomparse, ma ritornarono quando pensò al motivo che le venivano.

Si girò su un fianco, affondando la testa nel cuscino e mordendo la fodera per non urlare dal dolore, mentre alcune lacrime le salivano agli occhi a causa di tutta la sofferenza che stava provando.

Presto nuove lacrime le scesero, mentre dei singhiozzi le sfuggivano dalle labbra e poco dopo si trasformò in un vero e proprio pianto; non riuscì più a frenarli.

Sommerse ancora di più il viso nel cuscino, mentre si girava a pancia in giù e stringeva fra le mani la coperta, nel frattempo agonizzava a causa di quello che stava provando.

Presto il pianto divenne più silenzioso fino a che non si fermò del tutto.

Quando Bonnie si portò le mani al viso, asciugandosi le ultime traccie del pianto, rimase sdraiata a guardare il soffitto, ancora più confusa, ma al momento non voleva pensarci.

Restò immobile per tempo interminabile, poi decise di farsi una doccia per scacciare dalla sua pelle quel senso di stanchezza che aveva addosso da quando si era svegliata, e per eliminare le traccie delle lacrime che aveva versato.

Rimase per un bel po' di tempo sotto l'acqua calda, sentendosi subito meglio.

Uscì solo quando si ritrovò con le mani raggrinzite, a causa di tutto il tempo passato sotto la doccia.

Quando mise piede fuori da quel luogo, ebbe appena il tempo di mettersi un asciugamano intorno al corpo bagnato che sentì il campanello suonare.

Corse ad aprire, stando ben attenta a non scivolare a causa dei piedi ancora bagnati.

Quando aprì la porta si ritrovò davanti Meredith, Bonnie non ebbe il tempo di dire nulla che la sua amica la abbracciò stretta, come non faceva da tempo.

La rossa rimase un po' confusa per il comportamento della mora, visto che non succedeva spesso che dimostrasse così tanto affetto.

     - Bonnie, mi dispiace moltissimo per quello che è successo ieri! Elena non avrebbe mai dovuto comportarsi in quel modo, sia nei tuoi confronti che in quelli di Stefan e Damon.- disse Meredith preoccupata.

     - Meredith, chi è Damon? Io non conosco nessuno con questo nome!.- esclamò Bonnie sempre più confusa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Meredith rimase basita quando udì quelle poche parole pronunciate dalla sua amica.

Non era possibile che Bonnie si fosse dimenticata di Damon.

In quel momento l'unica opzione che le venne in mente fù che doveva per forza trattarsi di uno scherzo.

Non c'erano altre spiegazioni, in fondo la rossa era innamorata del vampiro dalla prima volta che l'ha visto.

Altrimenti significava che si stava semplicemente proteggendo, non volendo dimostrarle quanto in realtà stesse male.

Dopo vari minuti superò la sorpresa, e chiese a Bonnie se si era veramente dimenticata del ragazzo.

Anche se per lei era difficile ammetterlo, il vampiro era veramente affascinante, e non sarebbe mai stato così semplice scordarlo.

   - Meredith, veramente! io non so chi sia questo ragazzo! - disse Bonnie - perché continui a chiedermelo, se ti ho già detto che non l'ho mai sentito nominare! -

Ok, si disse Meredith, ragioniamo; Bonnie ha detto che non sa chi sia Damon, quindi l'unica soluzione sarà farle conoscere il ragazzo in questione.

Nel frattempo la mora si congratulò con se stessa per l'idea brillante che aveva pensato.

   - Bonnie che ne dici di venire con me, così ti presento questo fantomatico ragazzo, che ne dici?- le chiese Meredith.

   - Per me va bene - esclamò Bonnie, curiosa di conoscere questo misterioso ragazzo di cui parlava la sua amica.

Poco dopo le due ragazze uscirono, dirette al pensionato.


 


 

Dopo qualche minuto arrivarono a destinazione, e fecero appena in tempo ad arrivare davanti alla porta e a bussare, che qualcuno aprì l'uscio.

Stefan che aveva udito i passi e le voci delle due ragazza, andò ad accoglierle.

Il vampiro vide Bonnie corrergli incontro, per poi stringerlo con le sue esili braccia.

Il ragazzo restituì l'abbraccio all'amica.

Stefan appariva sciupato e Bonnie non ne comprese il motivo.

Fece accomodare le due ragazze, per poi condurle in salotto dove c'era qualcun altro ad attenderli.


 

 


 Damon aveva in mano il suo immancabile bicchiere di whisky, e lo sorseggiò lentamente gustandosi il suo sapore.

Sentì il dolce odore della sua streghetta ancora prima che si fece vedere, e si chiese che gusto potesse avere il suo sangue.

Non gli era mai nemmeno passato per la testa di assaggiarlo, sarebbe stato come profanare qualcosa di sacro. Era talmente pura che non avrebbe mai osato prendere nemmeno una goccia di quel liquido denso e caldo.

Poco dopo le due ragazze, seguite da suo fratello fecero il loro ingresso.

Bonnie si fermò all'improvviso appena lo notò, e le sue gote si imporporarono.

Non aveva mai visto un ragazzo così bello in tutta la sua vita, era semplicemente meraviglioso.

La rossa lo guardava curiosa e nel suo sguardo c'era qualcos' altro che il vampiro non sapeva spiegarsi.

Poi lei gli sorrise e fece qualche passo fino a raggiungerlo, per poi allungargli una mano.

   - Ciao! Tu devi essere Damon, vero? - domandò Bonnie con la sua voce squillante, mentre con la mano ancora sospesa in aria aspettò che il ragazzo le strinse la sua mano.

Damon rimase sorpreso e non sapeva nemmeno cosa stava succedendo, per fortuna intervenne Meredith.

   - Ragazzi, non so cosa stia succedendo, a quanto pare Bonnie non sa più chi sia Damon, sembra che si sia dimenticata completamente di lui. - esclamò Meredith rivolta al maggiore dei fratelli Salvatore.

Damon non avrebbe mai immaginato che un giorno il sua piccolo pettirosso potesse dimenticarsi di lui; non gli era mai nemmeno passata per la testa una situazione del genere, visto che a prescindere la credeva veramente improbabile.

Egoisticamente volle che la ragazza si ricordi subito di lui : agognò che rievocasse quando l'aveva salvata dai Malack, il primo bacio che si erano dati, o quando l'aveva aiutata a scappare da Shinichi.

Ogni volta che la ragazza era in pericolo, dentro di lui scattava il bisogno di salvarla, era più forte di lui.

Anche se Damon non l'ammise mai a nessuno, Bonnie aveva sempre avuto un piccolo spazio nel suo cuore.

Era l'unica persona che lo amava nonostante tutti gli sbagli che ha commesso in quegli anni, e ora che si era dimenticata di lui si sentiva vuoto.

Per l'ennesima volta aveva perso qualcuno a cui teneva, ma avrebbe fatto tutto il possibile per rimediare.

   - Chi è stato a ridurre in quel modo la Streghetta?- sibilò Damon, cercando di controllarsi.


 


 
Stefan non lo aveva mai visto così furente, nemmeno quando ha scoperto quello che Elena ha fatto ad entrambi.

Sentì ancora una volta quella morsa che gli attanagliava lo stomaco e il cuore; come ogni volta che pensava alla bionda, decise di ignorarla.

   - Meredith credi davvero che ebbe fatto tutto di proposito? Chi avrebbe mai voluto fare questo ad una ragazza buona e gentile come Bonnie? E poi perché non si ricorda solamente di Damon?- Domandò Stefan.

   - Non lo so! quando sono arrivata a casa sua mi ha chiesto chi era Damon! sembra che tutto quello che lo riguarda sia stato rimosso dalla mente di Bonnie.- gli rispose Meredith.

I due amici si voltarono verso l'amica e notarono che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che osservare Damon, che seguì incantata ogni sua mossa.

Cosa che fece anche il moro; guardò di sottecchi la rossa mentre pensò ad un modo valido per farle ritornare la memoria.

   - Per ora bisogna scoprire chi sia stato a farle questo, forse aveva qualcosa contro Damon- suppose Stefan.

   - Hai ragione, in questo caso è meglio che io e Damon andiamo a cercare delle informazioni in giro, mentre tu Meredith puoi dare un'occhiata ai libri della Signora Flowers. -

   - D'accordo Stefan.- rispose Meredith.


 


 



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Scusate se ci ho messo così tanto per aggiornare, ma per farmi perdonare in questo capitolo verrà svelato una piccola parte di quello che ha combinato Elena.


 


 

Ormai erano passate parecchie ore da quando Damon e Stefan si erano messi in viaggio.

Il minore dei fratelli Salvatore aveva appena finito di parlare al telefono con la Signora Flowers e dopo averle spiegato la faccenda, la donna gli riferì che forse una sua amica poteva essergli d'aiuto.

Damon era perso nei suoi pensieri da quando erano partiti e da all'ora non aveva aperto bocca.

Questo non aveva fatto altro che impensierire Stefan visto che non capiva il silenzio del fratello e non poteva leggergli nella mente dopo che si era premurato di schermare i suoi pensieri.

La macchina sfrecciava velocemente sull'asfalto e intorno a loro si vedevano solo dei colori confusi, ma nonostante questo Damon non rallentava.


 


 

Teneva gli occhi fissi sulla strada davanti a lui, e non ascoltava nemmeno suo fratello.

Desiderò solamente arrivare presto a destinazione per cercare di risolvere quella situazione.

Ancora non riusciva a comprendere chi poteva aver fatto una cosa del genere alla streghetta, ma ancor di più non capiva perché si era dimenticata solo di lui.

Gli bruciava ancora quello che Elena aveva fatto a lui e a suo fratello, visto che tutto quello che provavano per lei era frutto di un incantesimo molto oscuro.

Quando questo è svanito, entrambi hanno capito quello che c'era sotto. Ed era finito con la ragazza sbattuta fuori di casa e loro due emotivamente distrutti, visto che non riuscivano ad accettare quello che era successo.

In tutto quel tempo non si erano resi conto di nulla visto che ogni volta che incontravano qualcuno che attirava la loro attenzione, il viso della bionda entrava subito nei loro pensieri e li distraeva.

Solo Bonnie qualche volta riusciva a disincantarlo da Elena e anche se per quest'ultima provava qualcosa, non riusciva a fare a meno di essere protettivo verso il suo uccellino.

Quando la spiava mentre dormiva o quando veniva a trovarli alla pensione si sentiva subito meglio e in pace, desiderava molto provare quella sensazione dopo così tanto tempo che non aveva fatto altro che nascondere i suoi sentimenti alla gente che gli era vicino, ma allo stesso tempo ne era spaventato, in quanto era comunque una cosa a lui nuova.

Per questo voleva che Bonnie si ricordasse tutto quello che era successo tra loro.

Per fortuna la Signora Flowers gli aveva dato una mano, sapeva che anche a lei stava molto a cuore la giovane e non riusciva a immaginare che qualcuno potesse farle del male.

Mancava poco alla loro meta e finalmente avrebbero scoperto quello che succedeva, o almeno lo sparava.


 


 

Subito dopo aver finito di parlare con Stefan, la Signora Flowers chiuse subito la chiamata ancora scossa per quello che aveva sentito.

Si sedette sul letto, visto ce le gambe non l'avrebbero retta ancora a lungo.

Non capiva chi potesse aver fatto una cosa del genere a Bonnie; era molto affezionata a quella ragazza e la considerava come una nipote.

Ripensò a quello che era accaduto e non comprendeva come mai Bonnie si fosse dimenticata solo di Damon.

Sapeva quello che la ragazza provava per il vampiro, lo vedeva nel suo sguardo ogni volta che lei lo guardava.

Un misto fra amore e dolore, cosa che vedeva specialmente quando lui non faceva altro che guardare la bella Elena, mentre la rossa veniva emarginata dai suoi amici che non facevano altro che metterla da parte non ritenendola adatta.

Per questo decise che il suo soggiorno era durato abbastanza a lungo.

Si alzò dal letto e iniziò a mettere le valigie sul letto per poi riporre i suoi vestiti al loro interno.

Quando finì fece un piccolo incantesimo per sollevare i due bagagli e poi andò al piano di sotto così da spiegare alla sua amica la situazione che l'aveva portata alla decisione di andare a casa prima.

Dalla sua spiegazione la donna capì la sua preoccupazione per quella ragazza e le riferì che poteva andare via tranquillamente, e di tenerla informata dei fatti e chiamandola se aveva bisogno di aiuto.

Il viaggio in treno durò un paio d'ore, nelle quali ripensò più volte a quello che era accaduto a Bonnie, e cercando di trovare una soluzione, ma prima di arrivare a qualche conclusione doveva vedere la ragazza per capire meglio.

Il paesaggio cambiò velocemente quando si avvicinò sempre di più alla sua meta.

Dopo tre quarti d'ora arrivò a Fell's Church e si alzò in piedi, per poi farsi aiutare da un uomo a tirar giù le sue valigie.

Dopodiché si avviò verso la sua macchina impaziente di arrivare a casa.


 


 

Quando scese dalla macchina si accorse che intorno a lei c'era molto silenzio, lasciò le valigie nel portabagagli e si avviò verso la porta d'ingresso.

Aprì la porta e si avviò verso il salotto.

Appena varcò la soglia gli occhi le caddero sul divano, dove una piccola figura dai capelli rossi riposava.

Andò verso di lei e le scostò i capelli dal volto con una carezza, per poi coprirla con una coperta trovata lì vicino.

Sul tavolo c'erano numerosi volumi di magia aperti.

Riportò lo sguardo sulla ragazza addormentata e guardò il suo volto rilassato.

Quando sentì dei passi si voltò.

- Buon giorno Signora Flowers, non immaginavo che arrivasse così presto. Spero che il viaggio sia andato bene - l'accolse Meredith con in mano due tazze di the, probabilmente una era per la ragazza che stava riposando, visto che non poteva sapere del suo arrivo.

L'anziana le rivolse un sorriso, accettando volentieri la tazza che la ragazza le porgeva.

In fondo era meglio se lasciavano riposare ancora per un po' la rossa.

- Grazie cara. Il viaggio è stato un po' stancante ma ne è valsa la pena, mi ha fatto molto piacere rivedere la mia vecchia amica Charlotte - le rispose, per poi andarsi a sedere su una poltrona, mentre Meredith andò nuovamente al tavolo spostando un paio di libri per avere un po' di spazio.

Stettero tutte e due in silenzio gustandosi la bevanda calda, mentre sentirono il dolce odore di frutti di bosco che sprigionava il fumo che saliva dalla tazza che avevano in mano.

Questo le aiutò a distendere un po' i nervi.

La donna finì di bere la sua bevanda e posò la tazza sul tavolino lì vicino.

- Meredith, ti va di spiegarmi meglio quello che è accaduto alla piccola Bonnie? Stefan mi ha chiamata ma non mi ha spiegato come sono andate le cose. -

- Sinceramente nemmeno io capisco molto quello che è successo, trovo solo insolito il fatto che Bonnie si sia dimenticata solo di Damon. -


 


 

Damon e suo fratello passarono il pomeriggio in cerca dell'amica della Signora Flowers.

Voleva delle risposte, ma non riuscivano a venire a capo della situazione.

Ci misero una settimana per ritrovare l'anziana.

Ogni tanto ricevevano le telefonate di Meredith, dove li metteva al corrente che la rossa non aveva ancora ricordato nulla che lo riguardasse.


 


 

La strega Maxime era una donna abbastanza in carne, con i capelli ormai bianchi e portava i segni della sua età avanzata.

Prima di arrivare dalla donna decisero di farsi un giro per la città, così da poter trovare meglio dov'era la bottega della strega.

Los Angeles era sempre caotica, proprio come se la ricordavano ma era sempre bello visitare quel posto.

Alla fine riuscirono a trovarla, aveva aperto un negozio in pieno centro e l'insegna era difficile notarla in mezzo a tutti quei colori sgargianti.

Il locale era pieno di oggetti di ogni genere, molti dei quali erano stravaganti.

La donna indossava un abito lungo fino alle caviglie, di un verde brillante con dei ricami in oro.

Dentro si respirava un forte profumo di incenso, cosa che rendeva quasi l'aria irrespirabile, per fortuna sia a Stefan che a suo fratello Damon non serviva respirare.

Appena lui e Stefan entrarono nel suo negozio, l'anziana gli venne in contro, per poi fargli un cenno per seguirla in un posto più appartato.

- Siete qui per delle risposte vero? - chiese la donna, anticipando i due visitatori.

- Si, vorremmo sapere cos'è accaduto ad una nostra amica, per qualche motivo non si ricorda più chi è mio fratello. - disse Stefan, mentre aspettava impaziente delle risposte.

La donna chiese un oggetto appartenuto alla ragazza e Stefan le diede un sciarpa bianca che Meredith gli aveva dato prima di partire.

L'anziana prese in mano l'indumento e pian piano il suo sguardo si fece vacuo.

- Spesso per cancellare qualcosa che ci fa soffrire è molto meglio dimenticarla, non lo pensate anche voi? - controbatté Maxime ancora persa nelle immagini che le scorrevano davanti agli occhi.

- Dove vuole arrivare? - domandò Damon.

- La vostra amica strega, si è auto inferta da sola quell'incantesimo, ed è solo colei che l'ha scagliato che può scioglierlo. Non so dirvi altro. - disse Maxime restituendo la sciarpa a Stefan.

- Come è possibile che sia riuscita a farlo tutto da sola? È impossibile! - continuò Stefan, cercando più risposte.

- Voi avete sempre sottovalutato quella ragazza, dentro di sé ha un grande potere che non aspetta altro che uscire. Non so di preciso cosa l'abbia portata a fare una cosa di genere, ma sono sicura che non riuscirete a farle ricordare qualcosa che lei non vuole. Se non si ricorda più di Damon Salvatore, significa che è lui la causa di tutto il dolore che ha provato la ragazza. - disse la donna.

Damon non avrebbe mai immaginato che fosse stato lui la ragione che ha portato la sua streghetta a farsi quell'incantesimo, ma avrebbe trovato qualsiasi modo possibile per far si che la rossa si ricordi nuovamente di lui.

Era giunto il tempo di ritornare a Fell's Church, mentre Damon sapeva che appena giunto in quel paesino poteva mettere in atto il piano che pian piano si formava nella sua testa.


 



 

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