Performance in a Leading Role

di MadLori___Aistra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Performance in a Leading Role

 
AU. Sherlock Holmes è un attore vincitore del premio Oscar e con una carriera in crisi, John Watson è un attore qualunque intrappolato in film romanzeschi. Quando verranno scelti per interpretare il ruolo di una coppia gay in un nuovo film, riusciranno a sorprendersi a vicenda? La loro relazione sullo schermo diventerà realtà?
 
 

Se non ne fosse stato già profondamente consapevole, Sherlock Holmes avrebbe saputo che la sua carriera stava lentamente scivolando nel dimenticatoio dal modo in cui le altre persone si comportavano nei suoi confronti mentre camminava attraverso l’ufficio del suo agente. Cinque anni prima, appena entrato , tutti gli sguardi si erano posati su di lui. Sorrisetti timidi, rossetti sulle guance, battiti di ciglia, grandi sorrisi orgogliosi. Le corse per preparargli il tè, per prendergli il cappotto. Quella sensazione di successo collettivo che derivava da uno dei loro attori era positiva. Forza, squadra, forza. Uno dei clienti dell’agenzia vinceva un Oscar ed era come se tutta la squadra avesse vinto la Coppa del Mondo. Le prospettive di tutti erano migliorate.
Oggi, era tutto un evitarsi generale. Quando il tuo ultimo film è stato un flop e quello precedente un motivo di grave imbarazzo, culminante in una serie di film insoddisfacenti, nessuno ha voglia di incrociare il tuo sguardo. Non otteneva più commissioni. Il suo prezzo di vendita stava affondando. Gli amministratori non erano in fila davanti alla porta di casa del suo agente, implorando per dargli un copione.
L’unica cosa positiva di tutto questo era che i maledetti paparazzi lo stavano lasciando in pace. Dio, lui odiava Los Angeles. Non che Londra fosse molto meglio; lì i giornali scandalistici erano anche peggio. Almeno sapeva dove avrebbe potuto trovare un po’ di pace. La comunità era più ristretta. Aveva frequentato la RADA con metà dell’industria cinematografica britannica. Qui ognuno pensava a se stesso.
Greg lo aspettava alla scrivania del suo assistente. Sorrise e gli strinse la mano. “Sherlock. Vieni dentro.”
Sherlock lo seguì nel suo ufficio sobrio. Greg era uno dei più potenti agenti ad Hollywood, ma era calmo ed efficiente. Era una delle ragioni per le quali Sherlock aveva scelto lui dieci anni prima, dopo che la sua prima nomination l’aveva improvvisamente trasformato in una merce pregiata. Non aveva bisogno di una cheerleader o qualcuno che accarezzasse il suo ego, lui aveva bisogno di un partner e Greg lo era stato.
“Ho buone notizie e cattive notizie,” disse Greg, sedendosi. Sherlock fece lo stesso. “Quale vuoi prima?”
“Penso di sapere già la natura di queste cattive notizie,” disse Sherlock.
“Ho parlato con David. Non ti faranno un’offerta.”
Sherlock sospirò. “Quella parte è mia, Greg. L’avrei resa fottutamente mia. Posso già vederla nella mia mente.”
“Io sono d’accordo. Ma loro stanno prendendo un’altra strada.”
Socchiuse gli occhi. “E quale sarebbe quest'altra strada?”
Greg esitò. “Non è stato annunciato niente, ma – ho sentito che vogliono dare la parte a Robert.”
La bocca di Sherlock si spalancò. “Per favore, dimmi che stai scherzando.”
“Non lo sto facendo.”
“Ha dieci anni in più di me! Il personaggio dovrebbe avere trent’anni!”
“David conosce Robert, loro hanno lavorato insieme precedentemente.” “L’uomo che interpreta ogni ruolo come se stesso!”
“E’ un buon attore, Sherlock. E i suoi ultimi due film hanno portato a casa buoni profitti. E lui non rende i suoi registi isterici sul set”
Sherlock tirò su con il naso. “La sola idea che Robert Downey, Jr ed io potremmo mai essere candidati per lo stesso ruolo è un insulto."
“Non montarti la testa. Hai ancora delle opzioni. Quentin ha chiamato ancora…”
“No.”
“E’ una parte davvero interessante.”
“E’ una piccola parte, ecco quello che è. Non accetterò uno di quei ruoli secondari di Quentin col marchio 'salviamo-ciò-che-è-stato'.”
“Lui ha salvato carriere in peggiori condizioni della tua, lo sai.”
“Non sono ancora nella condizione di dover supplicare quel rivenditore di film.” Fremette. “Non è vero?”
“No, non direi.” Greg incrociò le mani sul piano della scrivania. “Ma ci stiamo avvicinando, Sherlock. Tu mi paghi per essere onesto, quindi eccola qui. La maledizione degli Oscar è reale.”
Sherlock tirò su con il naso. “No, non lo è. E’ semplicemente una manifestazione di regressione verso la media. Un risultato eccezionale è un valore statistico anomalo, pertanto i successivi dati tenderanno verso la media che darà l’impressione di un declino.”
“In qualunque modo tu lo esponga non ne sei immune. Una volta sbocciata, anche la rosa più bella può appassire. Kanisza era cinque anni fa. Nessuno ha dimenticato di cosa sei capace. L’hai dimostrato più volte. Ma i soldi non ci sono e questa è l’unica cosa che conta.”
“Posso ricordarti che nessuno aveva previsto che Kanisza avrebbe raggiunto il successo finanziario che ha fatto? E la ragione per cui ha avuto quegli incassi è dovuta al mio Oscar per la mia performance?”
“Non ho bisogno che tu me lo ricordi. Faccio questo discorso ai registi e produttori ogni giorno. Ma riconquistare la fama perduta non è facile. E alcune tue decisioni da allora sono state – poco ortodosse. ”
Sherlock sospirò. “Vai avanti, dillo. Te l’avevo detto.”
“Non lo dirò. Sono il tuo agente, mi paghi per fare accordi al tuo posto, non per additare le tue scelte fantasiose. Ma tu non mi stai rendendo le cose facili.”
“Non mi interessa dei soldi. Tutto ciò che conta per me è il lavoro. Voglio solo qualcosa di interessante, qualcosa che mi metta alla prova. Se mi fosse importato solo del denaro, avrei accettato ruoli in drammi storici o come ‘cattivo’ in qualche film d’azione fino alla pensione, o fino a morire per la noia.”
“Hai appena descritto la carriera di Alan Rickman. Non criticare.”
“Alan può vivere di rendita fino alla fine dei tempi grazie ai vari di Harry Potter. Le sue preoccupazioni sono finite. Tutto quello che mi interessa sono ruoli che valgano il mio tempo e fatica.”
“Ma se i tuoi film non fanno soldi ti prenderanno per questi ruoli in piccoli film indipendenti e autofinanziati e dovrai trasferirti a Burbank. Puoi parlare dei soldi come se non ti importasse perché li hai. Per ora. Il successo del box office è direttamente traducibile in libertà artistica. Lo so che vuoi aiutare a creare copioni che pensi siano interessanti. Lo so che vuoi delle scelte. Per questo hai bisogno di essere sul mercato. E tu stai scomparendo velocemente.” Greg prese un respiro profondo. “Non possiamo affrontare un altro disastro come Schrodinger Paradox.”
Sherlock si inasprì, serrando la sua mascella. “Non è stata colpa mia.”
“No, non lo è stata.”
“Gli studios hanno massacrato quel film. Paul era maledettamente vicino a perdere la testa. I nuovi sceneggiatori hanno ucciso il copione.”
“Niente da ridire. Ma le recensioni…”
“La mia interpretazione è stata l’unica a ricevere critiche positive.”
“Non è stato abbastanza per salvare il film. Ha perso duecento milioni di dollari, Sherlock. E tu saresti dovuto essere un’attrattiva.”
“Non posso tirare su un’intera produzione! Ho firmato per un pezzo riflessivo e speculativo e i produttori hanno deciso che volevano un film d’azione futuristico!”
“Nessuno ti sta accusando.”
“Nessuno mi sta assumendo, d’altro canto.”
Silenzio. Finalmente, Greg sospirò. “Beh, non è ancora finita. Ho un paio di proposte interessanti.”
Sherlock si preparò. “Molto bene, sentiamo.”
“La prima potrebbe essere un franchising.”
“Un franchising? Sicuramente scherzi.”
“No. E’ qualcosa di un po’ atipico. E’ basato su una serie di libri, la serie Shadow Unit. Parla di una squadra di analisti comportamentali dell’FBI che indagano su fenomeni paranormali.”
“Suona ridicolo.”
“In realtà è abbastanza affascinante. Grintoso, oscuro e intelligente. C’è un fantastico personaggio per te; è un po’ più giovane di te, ma penso tu possa farlo. Lui è il genio della squadra.”
“Appropriato. Chi sta dirigendo questo pezzo forte?”
“Beh, tieniti forte. Sono i Coen.”
Sherlock spalancò gli occhi. “I Coen stanno iniziando un franchising paranormale?”
“E’ praticamente l’unico genere che non hanno intrapreso.”
“Hmm. Darò un’occhiata ai libri. C’è il copione?”
“Non proprio. Sono in fase di sviluppo.”
Sherlock cambiò espressione. “Quindi ci vorranno anni, sempre se verrà approvato.”
“Stanno prendendo decisioni per il cast, non può mancare così tanto.”
“Quali sono le altre proposte?”
“Beh, questa è una che penso considererai più delle altre. Ho avuto una chiamata da Ang Lee. E’ interessato a incontrarti per un ruolo nel suo nuovo film.”
“Che genere di film?”
“Parla di una coppia gay.”
“Oh, davvero originale, non è vero?”
“Questo non è Brokeback 2. Ang è veramente interessato a produrre film sulla vita delle coppie gay che non sia un ‘film gay’,” disse Greg, imitando le virgolette con le dita.
Sherlock si accigliò. ”Cosa intendi?”
“Non vuole che il film sia sui tradizionali temi del cinema gay. AIDS, omofobia, coming-out, religione e famiglia contraria. Lui vuole produrre un genere di film che potrebbe essere su una coppia qualunque, solo che questa coppia è formata da due uomini. Ho letto il copione. Penso che
sia sorprendentemente buono. Molto onesto, molto forte.”
“Non so, Greg. Recitare la parte di un omosessuale è un rischio. Non dovrebbe esserlo, ma lo è.”
“Guarda che cosa ha fatto per Heath Ledger.”
“Esempio sfortunato. Il povero tizio è morto.”
“Sì, ma prima la sua carriera era alle stelle.”
Sherlock sospirò. “Chi ha scritto il copione?”
“E’ una sceneggiatrice alle prime armi, Molly Hooper. A quanto pare ha scritto il copione con te in
testa.”
“Bene. Una monografia di una fan.”
“Non va letta in questo modo.” Greg cercò nella sua scrivania e tirò fuori il copione. Lo gettò a Sherlock. “Portalo a casa. Leggilo. Chiamami quando avrai finito e parleremo.”
 
Sherlock portò a casa il copione, nell'appartamento di Los Angeles in cui era costretto a stare. Si mise sul suo balcone con un po’ di vino e il suo portatile e incominciò a leggere.
Quattro ore dopo, chiamò Greg.
“Lestrade.”
“Greg, sono Sherlock.”
“Quindi?”
“Devo essere in questo film. Devo.”
“Sapevo l’avresti detto.”
“Il titolo deve essere cambiato, però. ‘Silenzio e morte?’ Maledettamente sinistro. Suona come un
film di Jim Jarmusch e sappiamo tutti che seminano il panico tra gli spettatori.”
“Ti do ragione per il titolo. Credo che si potrà discutere di questo. Quindi, vuoi che chiami Ang?”
“Digli che farò l'audizione per lui, se vuole.”
“Oh, stai acconsentendo a fare un'audizione per un ruolo?”
“Per questo, lo farò.”
“Non credo ne avrai bisogno. Tu sei l’attore che vuole.”
“Non mi interessa se mi paga una miseria. Devo farlo.”
“Non penso di averti mai sentito così eccitato per una parte.”
“E’ una parte fantastica. Posso vedere dove questa Hooper ha avuto ispirazione da me, ma
Benjamin è – non è me. Lui è in un bozzolo e c’è questo fantastico sviluppo ciclico che lei ha creatoper lui. E’ interessante.”
“Mi fa piacere che stai reagendo in questo modo. E non credo che dovrai preoccuparti del salario.”
“Hanno già trovato l’altro personaggio? Chi vogliono che faccia Mark?”
“Non sono davvero…”
“Perché ho delle idee su ciò. Oh, dovrei chiamare Jimmy, amerebbe questa parte – ma credo lui sia
già impegnato col sequel di Wanted. Sai chi potrebbe essere fantastico, Matt Goode. Ho fatto unepisodio di Buzzcocks con lui una volta, è adorabile.”
“Sherlock.”
“Cosa?”
Sentì Greg sospirare. “Ho paura che questo non ti piacerà. Non è stata fatta ancora nessuna offerta, ma il direttore del casting mi ha detto che Ang vuole John Watson.”
Lo stomaco di Sherlock si contorse. “Cosa?”
 
John sbattè le palpebre. “Sparane un’altra.”
Mike sorrise. “Non ti sto prendendo in giro, amico.”
“Smettila. Adesso smettila.”
“Sono serio! Scherzerei su qualcosa del genere?”
John afferrò Mike per il bavero, sorridendo. “Ang Lee vuole parlare con me a proposito di una parte? Una parte in cui non dovrò strabuzzare gli occhi davanti ad un'attricetta senza cervello
quindici anni più giovane di me?”
“Mi hai sentito perfettamente.”
“Richiamalo! Digli che lo incontrerò ora, oggi! Ovunque voglia!”
“Non vuoi leggere il copione?” disse Mike, ridendo.
“Oh, ha importanza?”
“Dovresti recitare la parte della “dolce metà” in una coppia gay.”
“Interpreterei un assassino transessuale se me lo chiedesse. Il copione è bello?”
“E’ sconvolgente. Potrebbe rivoluzionare la tua carriera, John.”
“Non prendermi in giro, Mike.”
“Potresti scappare dal ghetto delle rom-com.”
John si sedette pesantemente. “Come sono arrivato lì, in primo luogo?”
“Beh, il primo era bello, in realtà. Quella è la parte seduttiva. E ha fatto soldi. E allora le offerte erano tutte in quella direzione, e…”
“Prima di rendermene conto, cominciai ad accettare parti che neanche McConaughey avrebbe
voluto.” John sospirò e si passò una mano tra i capelli. “Solo sarebbe bello recitare in qualcosa di reale, qualcosa con della sostanza, con una co-star che potrebbe davvero recitare con me, non a.”
“Beh, potresti ottenerlo. Indovina chi vuole Ang come co-star?”
“Non ne ho idea.”
“Sherlock Holmes.”
Gli occhi di John si spalancarono. “Cavolo.” Si afflosciò. “Beh, questo è quanto, quindi.”
“Cosa intendi?”
“Per un progetto con Sherlock Holmes al seguito certo non sceglieranno me, Re dei Film Romantici.”
“Non esserne così sicuro. E’ passato un po’ di tempo da Kanizsa, la sua stella non splende più come
un tempo. Non credo che sia nella posizione di decidere il cast. Voglio dire, hai visto The Schrodinger Paradox?”
“Sì. Lui era l’unica cosa degna di valore nel film. Quel disastro ha scritto ‘interferenza degli
studios’ ovunque. Ho sentito che Haggis ha quasi avuto un crollo nervoso durante le riprese.” John sospirò. “Dannazione. L’opportunità di recitare con Sherlock Holmes. Dammi un pizzicotto, okay?”
“Chiamerò Ang e prenderò un appuntamento. Vorrà che tu e Holmes facciate un provino insieme. Voi due avrete sulle vostre spalle il peso dell'intero film che alla fine resterà in vita o sarà un
disastro solo grazie alla chimica tra voi, quindi vuole essere sicuro che ci sia.”
“Mandami per e-mail il copione, lo leggerò stanotte. Ma se è buono come dici, puoi dire a Ang che
lavorerò per caffè gratis e ciambelle.”
 
“Non posso credere che ho accettato di fare questa cosa.” mormorò Sherlock, avvolgendo e spianando il copione tra le sue mani.
“Chiudi il becco,” sbottò Sally, porgendogli il suo tè. “Tu reciterai questa parte.”
“Se loro prendono questi buffoni, il film affonderà. Tutto questo potenziale? Tutta la genialità di quelle pagine? John Watson manderà tutto a monte, con la sua recitazione affettata e le sue
scelte banali. Questo film richiede sottigliezza, non lo stile drammatico di un uomo abituato a scambiarsi delle battute definite adorabili con l’attricetta du jour.”
“Ha interpretato dei personaggi davvero belli quando ha incominciato, lo sai.”
“E quanto tempo è passato da quando gli è stato chiesto di fare qualcosa di più impegnativo di un
Meet Cute?”
“E’ un attore, come te.”
“E’ il classico ragazzo della porta accanto, il personaggio smorto dell'Uomo Rassicurante. Ho bisogno di un co-protagonista con il livello un po’ più alto del suo. Dammi qualcosa con cui
confrontarmi. Lui è un dannato muro bianco!”
Sally sospirò. “E ti chiedi come hai acquisito la reputazione per essere un tipo difficile con cui lavorare.”
“Sono difficile. Tutti i migliori lo sono.”
“Colpito e affondato, credo.”
“Questo copione richiede del lavoro pesante. C’è una scena in cui Mark scopre il corpo di suo fratello gemello dopo che si è suicidato! Questo non è materiale per un uomo i cui film hanno tracce
musicali con hits da Top 40!”
“Sei solo nervoso perché dovrai avere scene d’amore con lui.”
“Sono un professionista. Posso farcela. Ho già fatto scene d’amore prima.”
“Non con un altro uomo. Dai, dammi il tuo cappotto, lo sai che sudi prima di un provino. Vuoi guardare la telecamera con la faccia paonazza?”
“Cosa farei senza di te?”
“Non troveresti un’altra PA, questo è certo. Essere la tua assistente dovrebbe abilitarmi per il corpo diplomatico.”
“Quindi, tu l’hai mai incontrato? Watson, intendo? Forse quando hai lavorato per quel pubblicitario
terribile?”
“L’ho incontrato una volta, ai SAG awards. E’ veramente carino.”
“Carino. Che bellezza,” disse Sherlock. Raddrizzò le spalle mentre si avvicinavano all’ufficio della
produzione. “Va bene, giochiamo a questo gioco.”
Vennero portati in un ufficio che era stato allestito per il provino. “Ciao, Jim,” disse Sherlock, stringendo la mano al produttore, Jim Schamus. Si guardò intorno. “Ang non si unisce a noi, oggi?”
“Sta facendo un sopralluogo. Faremo una diretta in streaming con lui.”
“Capisco,” disse Sherlock, irritato. Avrebbe ampiamente gradito la presenza del direttore. “Hai già
conosciuto la mia assistente, Sally Donovan.”
“Si, ciao Sally,” disse Schamus.
“Jim, Ang è veramente serio riguardo John Watson?” Chiese Sherlock, cogliendo la palla al balzo
non appena furono lasciati soli. “Per questo materiale? Tanto varrebbe avere nel cast Timberlake.”
Jim ridacchiò. “Sai, nessuno credeva che Jim Carrey potesse farcela in Eternal Sunshine quando
l’abbiamo preso. Nessuno pensava che Michelle Williams fosse giusta per Brokeback.” Strizzò l’occhio. “Fidati di me, Sherlock. Il nostro direttore del cast sa cosa sta facendo.”
Sherlock aveva i suoi dubbi in proposito, ma lui non ebbe tempo di opporsi ulteriormente. La porta si aprì di nuovo ed entrò John Watson, sorridente e arrossato per l’eccitazione. Era accompagnato da una donna, ovviamente una parente, che sembrava essere la sua PA.
“Ah, John. Che piacere vederti,” disse Schamus, stringendo la mano di John.
“Jim, ciao. Che piacere vederti di persona, finalmente. Questa è mia sorella Harry, la mia PA.” Jim strinse la mano di Harry. Watson si girò e guardò Sherlock. In su. L’uomo era basso. “Signor Holmes!” disse, porgendogli la mano.
“Sherlock, per favore,” disse, mantenendo il suo tono niente più che cordiale. Strinse la sua mano.
“Diamine, se sei alto! John Watson, per favore chiamami John. E’ fantastico conoscerti, sono un tuo grandissimo fan. Credo di aver visto Rotisserie una dozzina di volte!”
Sherlock non poté fare a meno di ammorbidirsi un po’, sentendo quelle parole. Rotisserie era il suola sua preferita tra le sue performance, ma nessuno l’aveva mai mai nominato perché un oscuro
film artistico che aveva fatto all’inizio della sua carriera. “Grazie. Sono affezionato a quel film.” Watson gli sorrise con entusiasmo, sperando chiaramente in un ricambio di lode per i suoi film, ma
con grande disappunto di Sherlock, non poteva ripescare il nome di uno solo di essi. “Anche tu, ovviamente – sono un…fan,” gli uscì, sperando di essere stato convincente.
Il sorriso di John si affievolì un po’. Non sembrava volesse comprarselo. “Beh, sono davvero eccitato per questo progetto.”
“Come lo sono io.”
John si agitò un po’. “Beh, Jim, possiamo incominciare?”
“Sì. Abbiamo le telecamere fissate qui, una doppia copertura perciò pensate solo a interpretare la scena nel modo più naturale possibile.”
John mise il copione sul tavolo. Sherlock sollevò le sopracciglia. “Tu non leggi?”
“No, ovviamente.” Sherlock tirò su con il naso. “Non vorrei andare fuori testo fino a quando tutto il cast non avrà letto il copione. E’ un inutile modo di impiegare la memoria prima del previsto.”
“Io preferisco lavorare fuori dal copione. Mi dà più libertà d'azione” John scrollò le spalle e sgranchì il collo, prima da una parte e poi dall’altra. Sherlock mise giù il suo tè, facendo roteare gli
occhi oltre la schiena di John.
Entrò nella visuale della videocamera, il copione in una mano – sapeva almeno un pezzo della parte a memoria, ma non era ancora pronto a scartare la stampa – e si sedettero al tavolo messo lì per
simulare la panchina dove Benjamin e Mark si incontrano.
“Quando siete pronti,” disse Schamus.
John aveva la prima battuta. Sherlock aspettò, sistemandosi in modo da sembrare Benjamin. Quella prova non stava a valutare come interpretasse Benjamin, ma su come lui e John sarebbero sembrati sullo schermo. Sherlock sperava fosse una fallimento disarmante, francamente. Lui aveva già firmato il contratto per quel film, quindi era John colui che stavano testando. Se la loro interazione non fosse stata come Ang avrebbe voluto, avrebbero scelto qualcun altro come Mark. Sherlock poteva già immaginare quali altri attori avrebbero potuto recitare quella parte. Le possibilità erano allettanti.
E stava ancora aspettando. John se ne stava solamente seduto lì.
Stava per dire qualcosa quando la postura di John mutò e buttò un po' le spalle indietro e – era diverso. Difficile dire come, esattamente, ma lo era. Alzò lo sguardo verso Sherlock e disse la prima battuta. Era come una partita di tennis, attraverso il tavolo, e Sherlock si ritrovò a tornare dietro la
propria linea. John lo catturava con i suoi gesti e un sorriso incerto, il carattere esitante di colui che stava interpretando, e continuava a dialogare.
Sherlock si dimenticò quanto disperatamente volesse che John fallisse. Si dimenticò che quello era
un provino con quell’uomo. Se ne stava seduto e recitava la scena. Era facile, come seguire i passi del proprio partner di danza che si conosceva da una vita, come riadattarsi al solco che un tempo
avevi lasciato sul tuo materasso. Guardò appena il suo copione. Alcune delle sue battute non erano esattamente nel copione, ma John improvvisò risposte che si adattavano e continuò a far scorrere la
scena in modo naturale. Sherlock sentì il suo personaggio plasmarsi, ma plasmarsi con l'altro.
Era solo una scena di tre pagine. Finì nel giro di cinque minuti.
John sorrise, il personaggio che aveva appena indossato scivolò istantaneamente via, lasciandoselo
alle spalle. Sherlock strizzò gli occhi. “E’ stata davvero buona,” disse John. “Grande copione, non è vero?”
“Assolutamente,” disse Sherlock, ritornando padrone di sé. Si alzò in piedi. “Jim, Ang vuole un’altra scena?”
“No, credo che questa vada bene,” disse Jim. “Ci sentiamo.”
John fremette per poter stringere nuovamente la mano di Sherlock. “E’ stato davvero emozionante
recitare insieme a te, Sherlock. Spero lavoreremo insieme a questo progetto.”
Nel profondo di se stesso, Sherlock sperò la stessa cosa. “Esattamente,” fu tutto ciò che disse.
“E’ tutto. Ho una conferenza stampa questo pomeriggio,” disse, cambiando espressione. Tutti le odiavano. "Mi sarà richiesto di tessere lodi entusiastiche sulla mia co-star, che non ha sbagliato
neanche una battuta durante tutta la scena, tra l'altro. Buon pomeriggio!” Disse, con un gesto. E dopo sparì.
Schamus era ancora al telefono. Salutò Sherlock e lui e Sally lasciarono gli uffici della produzione.
“Pensavo che fosse abbastanza buono,” disse Sally.
Sherlock sbuffò. “Per favore, quell’uomo è banale. Appena una spanna sopra la recitazione da soap opera.”
“Ti è piaciuto, non è vero? Stai solo salvando la faccia, ora. Cos'è, preoccupato di sentirti tagliato
fuori da un uomo qualunque?”
“Sei ridicola. Per favore, vattene e sii in qualunque altro posto.”
Sally sorrise. “Amo quando diventi insicuro. Ottengo le frasi più deliziose.”
Salirono sulla macchina di Sally.
“Cosa devo fare questo pomeriggio?” Chiese Sherlock.
“Pomeriggio libero, in realtà. Hai un ricevimento stasera al Paley Center. Cosa vuoi indossare?”
“Oh, non mi interessa. Tira fuori qualcosa.” Aveva appena attraversato due isolati quando il cellulare di Sherlock suonò.
“Holmes.”
“Sono Jim Schamus, Sherlock. Pensavo ti sarebbe piaciuto saperlo. Ang ha amato il vostro provino.
Prenderemo John per il film. Hai il tuo Mark. Resteremo in contatto per gli incontri prima della produzione.”
“Va bene, Jim. Grazie.”
Terminò la telefonata, facendo un grosso sospiro. “Sembra che dovrò portare sulle mie spalle la banalità dell’uomo qualunque per questo film,” disse.
“Io non ci giurerei.”
“Se rovina il film, mi assicurerò personalmente che non lavori…”
“…più in questa città,” finì Sally per lui, ridendo. “Dove l’ho già sentita? Oh, giusto – non è l'ultima cosa che ti ha detto Lars prima di cacciarti dal suo set?”
Sherlock si infuriò. “E guarda come fu il film senza di me. Ridicolo danese minimalista masturbatore nullafacente.”
Sally scosse la testa. “Forse quello che ti serve è un John Watson per farti abbassare la cresta,
Sherlock.”
“Non ho bisogno di nessuno, Sally, men che meno di te, quindi controllati.”
“Non mi spaventi, lo sai. E non spaventi neanche lui.” Prese la superstrada, abbassando il finestrino. “Credo ci sarà da divertirsi.”

 
 
Note dell’autrice:
 
1.      Il David che prende Robert Downey al posto di Sherlock è David Fincher, regista di molti
film fantastici, incluso Se7en e Fight Club, che è diretto da RDJ in Zodiac.
2.      RADA è la Royal Academy of Dramatic Arts, una scuola che hanno frequentato molti grandi attori britannici. Sfortunatamente, Benedict Cumberbatch non è uno di quelli, lui è andato alla LAMDA, London Academy of Music and Dramatic Arts.
3.      Quentin è, ovviamente, Quentin Tarantino.
4.      Il direttore del film flop di Sherlock, The Schrodinger Paradox, era Paul Haggis, direttore di Crash.
5.      Shadow Unit, il materiale valutato dai fratelli Coen per un franchising, è una serie reale di storie thriller paranormali di un gruppo di fantascienza e autori misteriosi. Cercatelo, è
fantastico. Non ho informazioni circa i dettagli del film, li ho inventati.
6.       Jim Schamus è il CEO della Focus Features, la branca della casa artistica Universal, ed è il compagno di produzioni di Ang Lee da molto tempo. Loro hanno lavorato insieme in tutti i film di Lee.
7.       Il Jimmy che Sherlock considera come co-protagonista dovrebbe essere James McAvoy, che in realtà è uno stretto amico di Benedict Cumberbatch. Lui, infatti, è stato commissionato per il sequel di Wanted.
 
8.      Nota aggiuntiva: per chi non lo sapesse, Rom-com sta a significare ROMantic-COMedy.

 
Note della traduttrice:

No, non lo so. Non lo so perché ho incominciato, so solo che mi annoiavo e mi piace l’inglese. Questa è una storia un po’ originale ma che…è davvero bella, dall’inizio alla fine, vedrete! (se riuscirò a finirla, se vedrà mai la luce e se non morirò prima). Spero, quindi, di non aver fatto un casino assurdo e di essere stata perlomeno…coerente, credo. Grazie a chiunque lascerà una recensione. Devo ringraziare la splendida Irene per tutto l’aiuto che mi ha dato perchè le sono davvero, davvero debitrice.
 
Tutti i diritti e i complimenti vanno a MadLori,reale autrice di questa storia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Performance in a Leading Role

 





Sherlock era un po’ sottosopra quando sentì le chiavi di Sally nella porta. Entrò facendo un gran baccanocon le sue ridicole scarpe e mise le sue chiavi sul tavolo. “Sherlock?”
“Sono qui.”
Sentì dei passi avvicinarsi. “Chi diavolo credi di essere, Vincent Cassel?”
“Le persone continuano a dirmi che dovrei praticare questa cosa dello yoga. Lo sto trovando inutile e assurdo.”
Il volto di Sally entrò nella sua visuale mentre si chinava ad osservarlo. “Penso che tu lo stia facendo nel modo sbagliato.”
“Impossibile, Ho trovato molti video online veramente istruttivi, li sto seguendo con precisione.”
“I tuoi chakras sono allineati?”
“Non esistono cose come i chakras.”
“Potresti prenderti un vero istruttore di yoga, sai. Una telefonata ene avresti venti a competere per il lavoro.”
Sherlock tornò in posizione eretta, barcollando un po’ a causa del sangue affluito troppo in fretta dalla sua testa. “Chi mai su questa Terra si sottoporrebbe a tale pratica?”
“E’ molto popolare.”
“Quindi è ‘Jersey Shore’. C’è bisogno di qualificare ulteriormente la mia opinione?” andò in cucina in cerca di acqua.
“Ho qui il programma per la produzione del 'Film Omosessuale Senza Titolo'”
“Spero non sia questo il nuovo titolo.”
“No, solo una perla di mia invenzione.”
“Cerchiamo di non suggerirlo al povero sceneggiatore, okay?”
“Non me lo sognerei nemmeno. Lo sapevi che l’intera produzione è a Toronto?”
“Sì, ovviamente.”
“Huh. Mi sembra di andare in campeggio.”
“Sono sicuro che lo studio provvederà alle noi con gli adeguati comfort. Quanto è lungo il programma?”
“Una settimana di prova, otto settimane principali.”
“Otto settimane, hmm. Suppongo che sia un copione abbastanza lungo.”
“La lettura del copione e le prove saranno qui, ci vorranno tre giorni di tempo per impostare la produzione e dopo inizieranno le riprese vere e proprie.” Esitò. “Ho avuto una chiamata da Harry Watson.”
“Chi?”
“La PA di John. Sai. John? Il tuo co-protagonista?”
“Ah, sì.”
“Ha detto che a John piacerebbe incontrarti in privato. Una cena o qualcosa del genere. Solo per parlare del film, incominciare a conoscervi, quel genere di cose.”
Sherlock roteò gli occhi. “Ovviamente gli piacerebbe. Pensa che dobbiamo essere migliori amici per recitare insieme perché è un dilettante con la faccia da giullare che vuole piacere a tutti.”
“Ad alcune persone piace essere considerate simpatiche!”
“Non è certamente necessario per un'interpretazione realistica.”
“No, ma è necessario se vuoi che qualcuno voglia ancora lavorare con te, nel caso se ne ripresenti l'occasione”
“Se tu sei bravo abbastanza, loro lavoreranno con te indipendentemente dal fatto che tu sia amichevole o meno.”
“Sei veramente sociopatico, non è così? Non è solo una recita, è un autentico malfunzionamento  il tuo!”
“Non ho né il tempo né la voglia di cambiare il mio comportamento in modo da mettere gli altri più a loro agio. Se non lo sono è un problema loro.”
Sally sospirò. “A volte dovrei registrarti così quando gli altri mi chiederanno perché sei ancora single potrò semplicemente far partire il nastro e sarà tutto chiaro.”
Sherlock gettò la bottiglia vuota dentro la spazzatura da riciclare. “Chiama la PA di John e dille che una cena è accettabile. Organizzala per me.”
Sally se lo annotò sull'agenda. “Vedrai i Globes, stanotte?”
Ovvio che l’avrebbe fatto. Aveva già programmato tutto. I suoi popcorn preferiti, quelli al tipico gusto di aneto del negozio di gastronomia in fondo alla strada, una cassa di Orangina e gli ingredienti per una vodka tonics destinata al momento in cui della gente stupida avrebbe vinto i premi, rendendo il bere una necessità. “Eh. Credo di sì,” disse a Sally.
“John èuno dei presentatori, sai.”
“Davvero?” Sherlock sbuffò. “Non mi hanno mai chiesto di presentare. Vengo invitato solo se mi nominano.”
“Non te lo chiedono perché l’unica volta che hai presentato sei salito sul palco come un automa e hai letto le battute come se avessi una pistola puntata alla tempia e ciò ha reso molto chiaro che non provavi altro che disprezzo nei confronti di quel programma.”
Sherlock ci pensò su. “E’ stato così brutto?”
“Per favore. Le assi del pavimento erano meno rigide”
“Hm. Beh, l’intera faccenda è in ogni caso noiosa, con gli smoking e il tappeto rosso e le fan urlanti e tutti quei ridicoli comportamenti da ruffiani.” Rabbrividì. “Preferisco guardarli dal mio soggiorno.”
“Non è divertente il fatto che tu preferisca sempre l’opzione che hai ottenuto per essere stato un completo idiota?” Si diresse verso la porta. “Vado in tintoria e poi a prendere il copione modificato, okay?” Esitò. “Se ti fa piacere posso tornare e vedere i Globes con te.”
Avrebbe voluto dire “sì, per favore”. Sally era divertente mentre guardava le premiazioni. Il suo sarcasmo, solitamente destinato a lui, veniva reindirizzato sullo show in un modo che Sherlock trovava divertente. Si strinse nelle spalle. “Come ti pare.”
Sally sorrise. “Mi fermo al centro commerciale per comprare un po’ di Tim Tams.” Uscì dalla porta. Sherlock ghignò. Dio, odiava quella donna.
 
Sarah inclinò la testa. “Non mi piace la combinazione camicia/cravatta.”
“Ma – la stilista ha detto che…”
Lei agitò una mano. “Stilisti. Gli stilisti devono smetterla di vestirti come un agente di borsa cinquantenne con due bambini e una monovolume. Tu sei giovane e in gamba! Non vuoi questo look alla Regis Philbin.”
“Non sono più giovane e in gamba comelo ero un tempo.” John si accigliò. “Pensandoci, non credo di essere mai stato in gamba.”
“Perlomeno lo smoking va bene” gli sfilò la cravatta dal collo. ”Andiamo, dammi una mano, John. Saremo  insieme in un migliaio di foto stanotte.”
“E ci chiederanno quando ci siamo fidanzati o qualcosa di altrettanto terribile.”
“Allora noi diremo la vecchia frase ‘siamo concentrati sulle nostre carriere’, stringeremo mani e passeremo oltre.”
“Hai visto Perez Hilton ieri? Un’altra fonte non identificata sostiene che sei la mia copertura.”
Sarah rise, frugando nella pila disorganizzata di cravatte. “Se tutte queste fonti non identificate si riunissero potrebbero creare un esercito e mandare tutto all'aria"
“Sei sempre tu ad essere la mia copertura. Non è strano? Non hanno mai riferito il contrario.”
“Intendi la versione corretta?” si avvicinò, vittoriosa. “A-ha! Questa qui. Togliti la camicia, quel bianco non va bene.”
John guardò in basso, osservandosi. “Ci sono diverse tonalità di bianco?” Si strinse nelle spalle e si tolse la giacca, poi la camicia, lasciando che Sarah lo rivestisse. “Wow. Decisamente meglio. E se anche io riesco a vederlo, allora lo è di certo!”
Sorrise, restando dietro di lui e lisciando le pieghe della sua giacca. “Cosa faresti senza di me?” Gli accarezzò le spalle e si sedette per ritoccare il trucco. “Oh, giusto, staresti respingendo attricette ambiziose a destra e a manca.”
La guardò riflessa nello specchio. “Come sta Anthea?”
Sarah incontrò i suoi occhi, la tristezza che traspariva dalla sua espressione. “A casa. In balia di se stessa.” Sospirò. “La porterò con me ai red carpets dell’anno prossimo. Lo giuro. Questo film mi farà crescere artisticamente, John. Non riesco nemmeno a parlartene.”
“Sta andando bene?”
“Onestamente? E’ un sogno. Si tratta di quella sceneggiatura su cui tutti abbiamo fantasticato sopra ma che nessuno ha mai prodotto. Clint è brillante. Lui ha questo modo di parlare e dirigere, riesce a tirare su il morale di tutti. Questo è il miglior lavoro che io abbia mai fatto e so che direbbero tutti la stessa cosa. Ci commuoviamo a vicenda quotidianamente.”
John sorrise. “Ne sono contento. Potresti avere una nomination ai red carpets dell’anno prossimo.”
“Dio. Non dirlo. Mi porterai sfortuna.” Si guardò allo specchio. “E’ la mia occasione, John. Sarò in grado di emergere e la mia carriera sopravvivrà.”
“Lo spero. Dio, mi fa infuriare. In questo ambiente ci sono più gay che inviti a cena, ma nessuno sembra volerlo ammettere. Nessuno si rivela. Non lo capisco. E'questa città, giuro. A casa non sarebbe un così grande scandalo.”
“E’ facile per te, tu sei etero.”
“Più o meno.”
“Più o meno?” disse, inarcando le sopracciglia.
“Esiste un attore vivente che sia completamente etero? Ho i miei dubbi. Non lavori in questo settore con certe persone se non cambi sponda un paio di volte.”
“Questa è una conversazione troppo interessante per incominciarla in questo momento, quando siamo già in ritardo.” Si alzò e prese il suo braccio. “Andiamo, aitante uomo. Hai una statuetta da consegnare”
 
Sally era accovacciata sul divano di Sherlock con un piatto di nachos e una Orangina. Lui masticava cupamente i suoi popcorn all'aneto mentre guardava i suoi colleghi intervistati sul tappeto rosso,  ai quali veniva chiesto che cosa indossassero e se fosse un onore essere stati nominati.
“Okay,” disse Sally. “Hai intenzione di incominciare o cosa? Metà del divertimento – in realtà, quasi tutto il divertimento – è ascoltarti mentre fai a pezzi tutti quanti.”
Sospirò. Ovviamente lo era, ma non voleva che Sally sapesse fosse divertente anche per lui. “Cosa desideri sapere?”
“Lo sai! Chi tradisce il proprio partner? Chi è segretamente gay? Puoi dirlo dai segni della loro abbronzatura o simili, giusto?”
“Chi tradisce il proprio partner? Faccio prima a dire chi non lo fa.” Socchiuse gli occhi, guardando la sfilata di abbigliamento di marca. “Oh, buon Dio, poteva al meno cercare di essere più discreta al riguardo.”
“Riguardo a cosa?”
“Ha un amante molto più giovane. Guarda i suoi vestiti. Sta indossando abiti almeno dieci anni troppo giovanili per sua età, mentre di solito usa indumenti più appropriati. E tiene la mano sul gomito di suo marito invece di stringere la sua.”
“Questo potrebbe non significare niente.”
“No, guarda la sua mano destra. Sta indossando un anello, un anello piuttosto piccolo, troppo piccolo per esserle stato dato da suo marito. E’ un oggetto meno costoso degli altri. Un dono dal suo amante poco consolidato che ha meno gusto di lei o di suo marito. Piuttosto sfacciato da parte sua indossarlo davanti a lui. Probabilmente lo sa. Va bene per lui. Ho sentito che si sta scopando la sua agente.”
Sally si raddrizzò. “Guarda, c’è John! Oh, è fantastico!”
Sherlock la guardò. “Lo pensi veramente?”
“Grazie a Dio, sembra che abbia abbandonato quello stilista che lo vestiva come se fosse suo padre.”
“Hmm. E’ uno smoking carino. Quell’abbinamento di colori dovrebbe funzionare.”
“Funziona alla grande.” Lei stava sorridendo.
“Oh, ti piace parecchio , non è vero?”
“Penso sia adorabile. Così come mezza America. E tu lo scoperai, bastardo fortunato.”
“Non sarà una scopata!”
“Ho letto il copione! Dovrai fingere di fargli un pompino, lo sai.”
“Sono un professionista! Sono sicuro che lo farò in modo molto – artistico!”
“Sarah sta davvero bene.”
“Chi è?”
“Sarah Sawyer. Stanno insieme da circa un anno. Era una specie di attrice ma poi Clint l’ha scelta per interpretare la protagonista femminile in un film di suffragette in cui sta recitando. I pettegolezzi che girano su quel set sono sorprendenti. Ho un’amica che è la seconda AD e lei dice che Sawyer sarà sicuramente nominata l’anno prossimo.”
“Beh, ha bisogno di riconsiderare quale taglia sia più appropriata per lei. Un bel respiro profondo e potremo ammirarla in ogni sua parte.”
“Perez Hilton è fissata che lei sia la copertura di John, ma è solo un pettegolezzo.”
Sherlock rise. “La sua copertura? E’ il contrario.”
Sally si accigliò. “Huh?”
“Lei non è la sua copertura, lui è la sua. E’ lesbica.” Si avvicinò allo schermo e piegò la testa. “Lei ha una compagna da un bel po’. Almeno cinque anni…e la sua partner è incinta.”
Si avvicinò anche lei, osservando lo schermo dove John e Sarah stavano scambiando chiacchiere banali con Billy Bush. “Sei sicuro?” Sherlock si limitò a guardarla. “Oh, scusa. Ovvio che sei sicuro. Quindi John non è gay?”
“Beh, non si identifica come tale.Ma nessun uomo lavora come attore a lungo senza avere certe esperienze.”
“Incluso te?”
“Ho mai detto il contrario?”
"Me lo stai tenendo nascosto, Sherlock Holmes"
“Cosa, un’informazione che non è affar tuo?”
“Ehi, il giorno in cui qualcuno riporterà alla luce una foto sfocata di te che flirti con un tizio in un bar diventa affar mio, di Greg e del tuo addetto stampa.”
“Non c’è nessuna foto sfocata. Non mi abbasserei mai ad un comportamento così vergognoso.”
“Quindi, cosa? Affitti prostituti di alto bordo?”
“Non è una contraddizione?”
“Non lo stai negando!”
Sherlock inarcò un sopracciglio. “Sally. Davvero. Pensi onestamente che io dovrei pagare per del sesso?”
Aprì la bocca e la richiuse. “Okay, hai vinto tu.”
 
John bevve una grande sorsata della sua birra, rilassandosi un po’. Era ridicolo che, dopo aver girato più di venti film, avesse ancora il panico da palcoscenico quando presentava questi eventi, sebbene si trattasse di qualcosa di leggermente diverso. Tuttavia non aveva sbagliato le sue battute ed era riuscito ad stringere la mano di Russell mentre gli consegnava la sua statua, scambiandosi un falso mezzo-abbraccio con un uomo che non aveva mai incontrato e voluto incontrare in vita sua.
Ed ora la parte mediamente piacevole. Il party post-awards. Sarah se n'era andata a casa. Entrambi i loro addetti stampa avevano urlato al sanguinoso omicidio alla sola idea. “Sarà riportato che sei andato ai party da solo!” aveva strillato la sua. “Che lei se n’è andata senza di te! Problemi in paradiso!” Sinceramente non gli importava. Era entrato a far parte di questa messinscena su consiglio dei suoi stessi maledetti pubblicisti anche se, ad essere onesti, sapeva in cosa si stava cacciando. Sarah era un’amica, lui voleva aiutarla e odiava essere single a Hollywood. Non era interessato a perseguire un rapporto, ma erano infinite le donne che sembravano interessate a perseguire lui, o meglio il suo nome. “Ho bisogno di un cockblock permanente!” aveva urlato la sua addetta stampa dopo aver respinto una giovane attrice particolarmente insistente per la quarta volta. Gli occhi le si erano illuminati e lui aveva capito di essere nei guai.
Ma tutto quello pesava a entrambi. Sarah voleva poter uscire in pubblico con la donna che amava e John sentiva il peso della menzogna ogni qualvolta gli veniva chiesto di Sarah quando era ospite di qualche show televisivo o durante un’intervista. Aveva cercato di evitare l’argomento, ma tentare di far rispettare la propria privacy ai giornalisti era un compito per qualcuno più bravo di lui.
L’unico problema era che ora si trovava da solo alla festa. Sperava di incontrare alcuni amici, parlare un po’, ascoltare qualche gossip. E, se voleva essere totalmente onesto con se stesso, gongolare sottilmente per il contratto del film che aveva appena firmato di cui senza dubbio tutti avevano sentito parlare. Anche la prospettiva di scambiare due chiacchiere con persone che avevano lavorato con Sherlock prima di lui e che potevano dargli qualche dritta non era spiacevole. Se non fosse stato coinvolto a breve in una conversazione, avrebbe dovuto andare a cercarsela da solo. Finora, guardando da lontano, aveva contato almeno tre giovani attrici che speravano di ottenere una foto con lui, in modo da garantirsi un po’ di tempo sul US Weekly.
 Oh, grazie a Dio, pensò, avvistando un viso familiare. “Paul!” disse, agitandosi.
“Ohi, Watson!” arrivò come cenno di risposta. Paul emerse dalla folla, alto, biondo e vivace come non mai. John arginò l’invidia per la sua altezza. Avrebbe dovuto conviverci molto nei prossimi mesi. Gli attori erano, nel complesso, sorprendentemente bassi, ma Sherlock faceva perlomeno sei piedi pieni. Paul gli strinse calorosamente la mano, sorridendo. “Bel lavoro sul palco, stanotte. Non sei nemmeno inciampato sui tuoi stessi piedi, ben fatto.”
“Oh, grazie, stronzo. Congratulazioni per non aver vinto, comunque.”
Paul scrollò le spalle. “Non mi aspettavo il contrario. Era una nomination simbolica. Dov’è Sarah?”
“Oh, è andata a casa.” John non aveva bisogno di tergiversare. Quasi tutti in città sapevano della messinscena.
Paul annuì. “Quando nascerà il bambino, quindi?”
“Agosto.”
“Falle le congratulazioni da parte nostra, eh? Ho sentito qualcosa a proposito del film di Clint. Forse la vedremo sul palco l’anno prossimo e non come presentatrice.”
“E’ questione di tempo. Lei è davvero talentuosa. Sapevo che aveva solo bisogno trovare il progetto giusto.”
Paul sogghignò. “A proposito di progetti giusti…”
John arrossì e chinò la testa per nascondere il suo sorriso. “Lo so, lo so.”
“Ho letto il copione. Penso sia fenomenale. Mi sarei proposto io stesso per il ruolo di Benjamin, ma sono pieno di impegni. Credo che tu sia perfetto per questo ruolo.”
“Davvero?” John non poteva fare a meno di essere un po’ lusingato dalla sua lode. Aveva un grandissimo rispetto per Paul come attore e la sua opinione contava.
“Davvero.” Lo guardò e sembrò essere davvero sincero. John non pensò fossero solo chiacchiere. “Dico da anni che hai bisogno di uscire dal giro dei rom-com. E’ divertente una volta o due, ma quanti sono diventati?”
“Troppi.” disse John, prendendo un altro drink.
“Sei sulla strada giusta , John. Questo è quello di cui hai bisogno. Lascerai tutti a bocca aperta.”
“Grazie, amico,” disse John, incredibilmente commosso. “Grazie mille. Senti, tu non hai lavorato con Ang, vero?”
“No, ma Jenny sì, vuoi chiedere a lei? Credo stia prendendo un drink.” Paul allungò il collo, cercando sua moglie attraverso la stanza. Incrociò il suo sguardo e le fece un cenno. John si sistemò un po’. La moglie di Paul era una delle donne più belle a Hollywood, era sempre stata la sua cotta immaginaria. Li raggiunse, perfetta come al solito.
“Ehi, John,” disse, baciandogli la guancia. “Congratulazioni per il progetto. E’ davvero eccitante.”
“Grazie. Ascolta, com’è lavorare con Ang? Sto cercando di psicanalizzarmi.”
Lo guardò pensierosa. “Non aspettarti molte concessioni reciproche sul set. E’ molto silenzioso. Ti farà sapere quello che vuole, ma ti lascerà svolgere il lavoro da solo.”
“Hmm. Okay. Abbiamo una settimana piena di prove programmate.”
“Sì, ama le prove. Approfitta di questo tempo, è il momento in cui capirai davvero come vuole che reciti la parte. Non ti darà battute da leggere, lui – beh, alcune volte non sarà molto chiaro, c’è ancora un po’ di barriera linguistica in questo senso, ma ti farai un’idea.”
John annuì. “Okay. Grazie.”
“Fai affidamento su Jim Schamus. E’ fantastico, sarà un vero e proprio alleato per voi sul set. Dove girerete?”
“L’intero film sarà girato a Toronto.”
“Sarà ambientato a New York?”
“No, in realtà la storia è ambientata a Toronto. Sarà una novità. Non dovremo fare tutta quella cosa del 'Non posso credere che non è New York'” John prese un bel respiro. “Ma non è davvero Ang il motivo per il quale sono nervoso.”
Paul annuì. “Sherlock. E’ una parte del lavoro. Nessuno di noi due ha avuto il piacere. Russell dice che è un incubo.”
“Ho sentito dire che è tutto Meditazione e Metodo mentre sta lavorando.”
“Oh Dio, no,” disse Paul. “Sherlock non è Metodo. Quello richiederebbe una qualche conoscenza in ambito emotivo. No, è un mimo. E’ uno straordinario osservatore del dettaglio. Mi sedetti vicino a lui al pranzo per i candidati alle nomination, ai tempi di Kanizsa. Gli bastava semplicemente guardare una persona  per sapere con chi era andata a letto, come procedeva la sua carriera, l'andamento delle sue finanze e se stava o meno pensando di cambiare agenti. E ha sempre ragione. E’ un po’ inquietante. Non cerca di entrare nel personaggio. Lui osserva e riproduce. Con magnifici risultati.”
“Spero che sia abbastanza per questo film. E’ davvero molto emotivo, più dei soliti ruoli che interpreta.”
“Se voleva la parte deve esserne capace.”
“Speriamo. La nostra prova è andata bene. Penso che andrà bene.”
Paul sorrise. “Se è così, forse vedremote sul quel palco il prossimo inverno.”
John rise. “Sarebbe ora.”
 
Sherlock fu piacevolmente sorpreso di trovare John Watson quando arrivò al ristorante (assolutamente in orario, come era sua abitudine). Le persone d’affari erano spesso notoriamente in ritardo, sempre desiderosi di dimostrare che il loro tempo e la loro attenzione erano maggiormente richiesti rispetto a quelli altrui. John si alzò per stringergli la mano. “Sherlock, che piacere vederti” disse, sorridendo.
“Piacere mio,” disse, in modo neutro. Si sedette e fece un cenno al cameriere. “Vodka e tonic, per favore,” disse, notando che John stava bevendo una birra. Ovviamente. Si guardò intorno. Era un posto confortevole ma ovviamente di lusso, privato e silenzioso. Nessuno l’ha guardato due volte da quando è entrato e non c’erano paparazzi accampati fuori dall’ingresso. “Non ho mai mangiato qui prima d’ora.”
“E’ un segreto gelosamente custodito,” disse John. “Il vasto pubblico non lo ha ancora scoperto. Troverai il cibo davvero buono.”
“Ne sono sicuro.”
“Allora, hai guardato i Globes ieri notte?” Disse John, con entusiasmo.
“Devo averne visto qualche minuto qui e lì.”
“Ero tra i presentatori.”
“Oh. Peccato, devo essermelo perso.”
“Hai sentito a proposito della scenata avvenutadietro le quinte?”
Disse John, sporgendosi in avanti e rivolgendogli uno sguardo complice e un po' pettegolo.
“Perché avrei dovuto?”
“Marty e Chris Nolan hanno avuto un piccolo litigio. Sono volate delle parole.”
“Oh?” disse Sherlock, sperando di essere sembrato profondamente disinteressato, quando in realtà era tutto il contrario. Aveva adocchiato un progetto che sperava di proporre a Nolan il prossimo anno.
 “Non so quale sia stato il fattore scatenante. Ma sai che sono davvero in conflitto su chi dovrebbe accaparrarsi Leo.”
“Ovviamente Marty ne ha più diritto. Leo ha fatto un solo film con Chris, mentre è la nuova Musa di Marty. Oltretutto, Chris ha lavorato con Christian per anni.”
“Gli è andata male. Christian ha preso il primo treno di sola andata per la Città dei Matti, l’anno scorso. Chris avrebbe già fatto un passo indietro se Christian non fosse stato ingaggiato per Batman. Ha iniziato a frequentare molto assiduamente Joe, se hai notato.”
“Joe è uno da tenere d’occhio.”
“Sì, è vero.” John prese un respiro. “Beh. Ti ho chiesto di cenare perché pensavo fosse una buona idea per noi due conoscerci un po’. Lavoreremo insieme e a stretto contatto”
Sherlock ponderò le sue parole per un momento. Il solo fatto di dover meditare su cosa dire lo fece esitare un po'; normalmente avrebbe detto qualunque cosa gli fosse passata per la mente. “Non che non apprezzi il tuo entusiasmo, John, ma non c'è bisogno di creare un qualche tipo di rapporto tra di noi solo per recitare bene insieme.”
“Magari no, ma potrebbe rendere l’intera esperienza più piacevole.” John si mosse sulla sedia.
“Ti stai riferendo alle scene intime che dovremmo recitare.”
“Ti preoccupano?”
“No, dovrebbero? Pensavo avessi superato l'orrore per queste cose, con tutto il materiale romantico che hai trattato.”
“Questo è diverso. In quei film io bacio la ragazza, la musica sale e poi si affievolisce. E’ tutto molto innocente. Questo dovrà essere reale, crudo e onesto. Non avrò del rock leggero come colonna sonora nei momenti imbarazzanti.” John si mosse ancora. “E lo ammetto, sono preoccupato per ciò che ha detto Ang stamattina a proposito delle prove.”
“Cosa di preciso?”
“Ci farà provare separatamente.”
“Sì, mi aspettavo questo.”
“Davvero? Perché a me ha sorpreso parecchio. Qual è il senso di provare se non lo possiamo fare insieme?”
“Gireremo questo film in sequenze, quanto più possibile. Benjamin e Mark sono degli sconosciuti ad inizio film, si avvicinano con cautela l'uno all'altro e alla fine trovano un'intesa. Ang vuole lo stesso per noi. Non vuole che siamo già abituati alla presenza dell’altro quando cominceremo le riprese.”
John scosse la testa. “Non mi dispiace ammetterlo, Sherlock, ma non sono abituato a lavorare in questo modo.”
“Questo perché sei abituato a lavorare con registi incapaci, appena un passo avanti a quelli dei video musicali che si fanno vedere per lo stipendio, dire agli attori dove stare, rimanere in silenzio quando consegnano le battute e urlare ‘Taglia’. Ang è un artista. Ha delle autentiche visioni, visioni che noi dovremo rendere reali. Dobbiamo essere in sintonia con lui, non uno verso l’altro. Ciò che c’è tra i nostri personaggi si evolverà tramite il loro dialogo e le loro interazioni, non con le nostre. Cosa esiste o meno nella nostra relazione interpersonale non è rilevante.”
“Non so se sono capace di rimanere distaccato come fai tu. Devo accedere alle mie emozioni se voglio riprodurle.”
“Ognuno lavora in modo differente.”
“E ho lavorato con alcuni registi visionari, tanto per fartelo sapere” disse John, aggrottando leggermente la fronte. “Ho lavorato con Altman. Ero in Gosford Park.”
“Davvero?” disse Sherlock, sforzandosi di ricordare.
“Sì. Ho ricevuto una buona criticaper quella performance.”
“Non puoi aver passato molto tempo con Robert. Quel film non ha avuto qualcosa come cinquanta parti recitate?”
John sorrise. “Sì, c’era sempre un po’ di calca ai tavoli del catering. Ma Robert ci dava la sua più completa attenzione. Mi ha insegnato più lui in un giorno che le scuole serali di recitazione in più di un anno.” Sospirò. “Era un grande regista.”
“E’ vero,” concordò Sherlock. “Mi dispiace di non aver potuto lavorare con lui.”
Piombò il silenzio. Il cameriere arrivò a prendere le ordinazioni. Sherlock gli fece cenno di andare via, lasciando John ovviamente perplesso. “Non mangi?” chiese.
“John, non credo sia una buona idea per noi socializzare troppo. Come ho detto prima, Ang vuole che i nostri personaggi si evolvano insieme. Se lui ci tiene separati per le prove, dubito che sarebbe entusiasta nel trovarci a pranzo insieme.”
“Un pranzo non ci fa diventare migliori amici,” disse John.
“Mi dispiace, ma devo augurarti la buonanotte.”
John  lo trapassò con lo sguardo “Lavorerai sodo, non è vero?”
Sherlock ghignò. “Dipende interamente da te. Rispetta i miei metodi e i miei confini e ce la caveremo bene.”
Incrociò le braccia sul tavolo. “Non pensi che io sia giusto per questa parte, non è vero? Il tuo disprezzo per me e la mia carriera gronda da ogni parola che dici. Mi hai creduto a stento quando ti ho detto che ho lavorato in un film di Altman.”
Sherlock sospirò. “I ruoli che hai interpretato non sono quelli che mi aspetto di solito dalle mie co-stars.”
“Io non sono i ruoli che interpreto o i film a cui ho partecipato,” disse John, la sua voce che saliva di un tono.
“Questo film significa molto per me, John. Non voglio che venga rovinato a causa di cattive decisioni a proposito del cast.”
“Come me, per esempio?” della vera rabbia stava salendo in superficie. Sherlock sapeva che era solo questione di tempo prima che il noioso orgoglio e i sentimenti feriti rovinassero ogni possibilità che avevano di creare un buon rapporto di lavoro.
Sospirò. “Queste non sono mie decisioni.”
“E’ un tentativo di sabotaggio? Crearmi abbastanza disagio da farmene andare, così potrai andare a prendere McAvoy o chiunque altro tu voglia che sia Mark?”
“Neanche un po’. Non mi abbasserei mai a usare tali metodi.”
John si alzò. “Potrei sorprenderti, Sherlock Holmes.”
Sherlock gli rifilò un mezzo sorriso stanco. “La maledizione di essere me, John, è che raramente mi sorprendo.”
“Vedremo.” John si voltò e lasciò il ristorante.
Sherlock guardò la birra mezza finita di John e fece un cenno al cameriere. “Il conto, per favore.”
 
Dati chiave per il capitolo 2
1.                 Lo scherzo di Vincent Cassel deriva da una scena infame in “Ocean’s twelve” quando Cassel deve affrontare una dettagliata sequenza di strani movimenti da contorsionista del Cirque du Soleil, per usarla durante un furto.
2.                 Toronto viene usata come New York per le riprese, insieme al Canada, perché è più economico.
3.                 L’attrice con l'amante alla quale si riferisce Sherlock non è nessuno in particolare.
4.                 L’attore che John presenta ai Golden Globe è Russell Crowe.
5.                 La coppia che parla con John alla festa è Paul Bettany e Jennifer Connelly. Lei ha lavorato con Ang Lee in "Hulk". La descrizione dei suoi metodi di lavoro è tratta dalle dichiarazioni degli attori che hanno girato dei film con lui.
6.                 La litigata tra registi descritta da John coinvolge Martin Scorsese e Christopher Nolan, entrambi noti per lo stringere forti legami con gli attori e lavorarci insieme più volte. Dopo che la sua collaborazione di lunga data con Robert De Niro si esaurì, Scorsese sembrava aver trovato un nuovo partner in Leonardo DiCaprio, con il quale ha realizzato quattro film. DiCaprio ha recitato in "Inception" di Nolan e il rapporto di Nolan con Christian Bale è riferito come in declino dopo il comportamento inaffidabile e ritardatario di Bale. Joe è Joseph Gordon-Levitt, che ha recitato in "Inception" ed anche in "The Dark Knight Rises".
7.                 Robert Altman ha diretto un film intitolato "Gosford Park", che è brillante. Inutile dire che non ha come star John Watson.
 
Dati chiavi della traduttrice:
 
 “Jersey Show” è un  popolare reality show americano trasmesso su Mtv che parla di otto giovani italo-americani rozzi e volgari (i famosi tamarri) che basano la loro vita sul fare di tutto quello che è alla moda e trendy ma sforando nell'eccesso. Forse Sherlock con questa affermazione vuole criticare il fatto che lo yoga è diventata la nuova moda e tutti lo praticano solo perché è fashion e fa tendenza, anche se è la cosa più stupida e senza senso del mondo, o più semplicemente che tutti praticano questa attività perché seguire l'esempio dei protagonisti tanto famosi quanto volgari di questo reality.
 
 L'Orangina è una bevanda di origine francese prodotta per lo più in Algeria e composta da succo di arancia, limone, mandarino e pompelmo. Una versione della Fanta molto diffusa soprattutto nel Nord America.
 
I Tim Tams sono dei biscottini al cioccolato prodotti da una società australiana, la Arnott's. Si trovano tranquillamente se li cerchi su google e anche su wikipedia.
 
Philbin è un dei volti più noti della televisione americana dagli anni '60 ad oggi; ha presentato alcuni talk show e quiz come la versione americana di “Chi vuol essere milionario” (Who wants to be a millionaire) o America's Got Talent.
 
AD sta per Assistant Director, ossia il nostro Aiuto Regista. Il suo ruolo è quello di collaborare col regista, occupandosi dell'organizzazione del film, pianificando le riprese e organizzando il set per conto del regista stesso.
 
 
NOTE:
Oddio ma che cosa oscena. Il ritardo è incalcolabile, ho un’isteria fuori dal normale e devo solo ringraziare Irene per avermi aiutato ad uscire dal buio. Ringrazio anche tutte le altre mie compagne di avventura che mi hanno spronato a continuare il lungo e tortuoso cammino che è tradurre questa storia. Ringrazio tutte le recensioni che il primo capitolo ha avuto, anche quelle negative, che lo ammetto mi hanno inizialmente abbattuta a chiudere i battenti, ma che poi mi hanno dato anche la spinta decisiva a continuare. Nel caso ci fosse ancora qualcuno che seguisse questa storia, vi prego di dare suggerimenti nella traduzione, nel caso ne aveste, per questo non è solo un mio lavoro personale, ma serve per aiutare chi ha difficoltà con l’inglese ma ha comunque voglia di leggere delle belle e rare storie come queste. Alla prossima!

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