Ecco un nuovo capitolo
delle vicende di Turk della tribù di Merduk; questa volta il
nostro "eroe" si troverà di fronte una novità
alquanto "bagnata" e pericolosa che però lo
lascerà carico d'esperienza.
Senza contare il fatto
che a volte gli amici sono proprio degli adorabili pezzenti!
Quando Turk, della tribù di
Kul, incontrò il
signor Scoglio la prima parola che pronunciò fu
“sgnurf” che
grosso modo stava a significare: “oh cos'è questa
roba qua!”
Era il tardo pomeriggio di una bella
giornata estiva
e lui ed i suoi amici (oddio amici è una parola grossa per
quei
tempi, diciamo compagni di tribù) erano stati a caccia.
In quell'occasione si erano spinti
molto lontano,
forse anche troppo, visto che erano arrivati davanti alla scogliera
che separava il mondo delle acque da quello della terra.
Turk ed i suoi compagni rimasero in
silenzio davanti
a quella grande distesa di un bellissimo colore blu; era la prima
volta che vedevano il mare.
Gluk lo spaccone, Sbork il laido, Trash
l'imbecille
e Spetref il pauroso non avevano coraggio di avvicinarsi, eppure il
clima mite, l'assenza di vento rendeva lo specchio d'acqua calmo, e
l'infrangersi delle onde contro le rocce era pressoché
inesistente,
solo Turk lo smilzo raccolse il coraggio a due mani, anzi a due
piedi, visto che cercò di camminare su uno scoglio piatto
che
affiorava appena appena.
-Sgnurf?- Che grosso modo a stava a
significare:
“allora, com'è?”
Era Spetref a fare la domanda, il suo
timore era
così forte che si era rintanato dietro la stazza di Gluk,
fino quasi
ad entrargli dentro la pelliccia.
-Sgnurf!- Rispose Turk, spiegando che
quel “coso”
era duro, bagnato e pure scivoloso.
Quest'ultima caratteristica la
scoprì a sue spese.
All'improvviso i compagni udirono un
grido
terribile, allungarono il loro sguardo verso l'amico e lo videro
prima volare a mezz'aria e poi cadere nella grande pozza blu con
tanto di sonoro tonfo finale.
Turk era sprofondato nelle acque
profonde dello
“sgnurf”.
Fortunatamente grazie al principio
d'Archimede che
afferma che ogni corpo immerso in un fluido
riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per
intensità al peso del fluido spostato, e al fatto che
l'acqua salata
aiuta a galleggiare, il povero Turk risalì su come un tappo
di
sughero, ma non sapendo nuotare rischiava di cadere di nuovo
giù e
magari per sempre.
-Sgnurf!Sgnurf! “Aiutatemi
brutti figli di una
cavernicola senza pelliccia”!- Iniziò a gridare
sbatacchiando le
braccia a destra e manca.
Purtroppo per Turk , il
termine“sgnurf”
significava tutto e nulla, così i suoi amici cacciatori non
compresero che aveva bisogno d'aiuto, e di certo il loro raziocinio,
degno di un piccione in stato comatoso, non li aiutava un
granché.
Gluk comprese: “Ho voglia di
tette!”, Sbork “Mi
scappa la cacca!”, Trash “Tanto va il mammut al
lardo” ed
infine Spetref “Andate pure al villaggio senza di
me!”; così
nessuno, e ripeto nessuno, corse a dare una mano al povero Turk.
Anzi Gluk si mise pure a ridere
vedendolo annaspare
come una pantegana in procinto di annegare e di rimando anche il
resto del gruppo finì per rotolarsi per terra dalle risate.
In effetti Turk stava davvero per
morire, aveva
bevuto tanta di quell'acqua salata da non respirare quasi
più, e le
forze lo stavano abbandonando, sarebbe diventato ben presto cibo per
pesci se non avesse avuto in quell'istante un'idea a dir poco
geniale.
Lo scoglio pur essendo piatto e liscio
presentava
due piccole insenature; Turk ci appoggiò le sue mani e noto
con
meraviglia che non andava più sott'acqua.
Attaccato allo scoglio, come una
patella, il tapino
poté di nuovo respirare senza correre per l'ennesima volta
in quei
tremendi glu glu
.
Da
quella posizione
apparentemente sicura, non solo riuscì a vedere il suo
gruppo di
sodali bastardi sganasciarsi dalle risate, ma si accorse di quanto
fosse piccolo ed inutile davanti alla maestosità del mare,
che gli
appariva senza fine.
Nonostante
la paura che
lo pervadeva, gli occhi che bruciavano, e il respiro ancora
affannato, capì che quello “sgnurf” era
bellissimo e che poteva
diventare pure amico, se preso nel modo giusto.
-Sgnurf!
“che
meraviglia!”- Sospirò malinconico, e solo allora
il branco di
babbei si accorse che versava in difficoltà, così
alla meglio tardi
che mai, misero in moto la macchina dei soccorsi, o meglio la clava
dei soccorsi, visto che Gluk gli allungò quella come
appiglio.
Con
molte difficoltà, ed
il rischio di trovare non uno ma quattro salami a mollo (Spetref,
rimanendo fedele al suo nomignolo, era rimasto in disparte a fare il
tifo) a causa del viscidume che stava sulla roccia, Turk fu infine
portato sulla terraferma.
Se
la cavò così con
qualche escoriazione qua e là (quello scoglio era piatto e
liscio,
ma non quelli attorno) , ed una discreta bevuta di acqua salmastra.
Accompagnato
da Gluk e
Sbork si sdraiò su un prato verde che stava lì
vicino al fine di
asciugarsi e riprendersi dallo spavento.
Ok,
può sembrare
assurdo, nonché campato in aria, conoscendo il mare
scoglioso, che
nelle vicinanze ci sia un bel praticello magari pieno di
margheritine, ma siccome nessuno ancora ha visitato l'epoca
preistorica questa mia teoria non può essere smentita.
Turk
così imparò:
-
Che
fare lo sborone con gli amici non sempre ha un lieto fine.
-
Che
le cose nuove devono essere testate con estrema prudenza
perché possono essere davvero infide.
-
Che
se non chiedi aiuto correttamente alla gente che ti sta intorno, questi
non solo ti lasceranno nella cacca fino al collo, ma ti prenderanno
pure per i fondelli; perciò non lamentarti se hai chiesto un
bicchiere d'acqua e ti ritrovi con una fetta di prosciutto in mano.
-
Che
se non ti fai prendere dal panico puoi capire che quello che ha causato
la tua rovina, può invece salvarti la vita.
-
Che
nonostante l'insidia di certi posti, non si può non rimanere
affascinati; (promise a se stesso di visitare il mare al più
presto) .
-
Che
ostinarsi ad usare solo il termine “sgnurf” era
davvero degno di un popolo di cavernicoli!
Turk,
soddisfatto dei
tanti punti esperienza accumulati in quella giornata si mise le mani
dietro la testa, e con un sorriso beato sulla faccia rimase in
silenzio ad ammirare il sole che si spegneva nel mare, tingendolo di
un bel rosso fiammante.
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