I divini Hunger Games - La figlia del mare.

di Chutch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** ANTEFATTI ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO I - CACCIA ALLA BANDIERA ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 2 - ANNUNCIO DEGLI HUNGER GAMES ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 3 - SOGNI ED INCUBI SI MESCOLANO ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 4 - L'ALBERO DI DAFNE ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 5 - NICOLE ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 6 - L'AMORE ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 7 - L'INIZIO DELLA FINE O LA FINE DELL'INIZIO? ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 8 - I PEGASI ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 9 - UN BACIO DI TROPPO ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 10 - UN ERRORE DIETRO L'ALTRO ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 11 - SCOPRO LA VERITA' SULLA MIA VICINA DI CASA ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 12 - UNA TRADITRICE E UN NUOVO FOCOSO AMICO ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 13 - ACQUA E FUOCO ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 14 - QUESTIONI DA RISOLVERE ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 15 - SEGRETI E VERITA' ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 16 - AQUILA E TRIDENTE ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 17 - IL SEGRETO DI DYLAN ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 18 - INTERVISTE ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 19 - LA SESSIONE PRIVATA ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 20 - L'ARENA ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 21 - ARRIVANO LE CACCIATRICI ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 22 - IL SIERO ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 23 - LA MORTE ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

Questa storia è diversa da tutte le altre, o è forse meglio dire che sono i personaggi ad essere molto particolari. In effetti la nostra storia parla della passione dei mortali, di amori, intrighi, alleanze, tradimenti, e molto altro. Questo racconto narra di una ragazza che insegue il suo sogno, semidea figlia di Poseidone, ella desiderava con tutto il suo cuore divenire dea. Un'impresa assai ardua. Se non fosse per gli Hunger Games.
Ogni 500 anni si svolge infatti un'edizione di questi giochi, vi prendono parte 24 tributi semidei appartenenti alle 12 cabine. Sono volontari poichè sono coloro che aspirano alla vita eterna. Ma per un così grande dono c'è sempre un grande prezzo, infatti solo uno di questi semidei raggiungerà il suo sogno. Tutti gli altri moriranno.
Agli Dei non è permesso intervenire in modo diretto ma molto spesso trovano comunque il modo di aiutare i propri figli, o di vendicarli.

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Capitolo 2
*** ANTEFATTI ***


Antefatti

Chiara, la nostra protagonista semidea, è una figlia di Poseidone. La sua storia è una delle più contorte, molti sono stati gli avvenimenti e gli eventi della sua vita.
All'età di dieci anni si è ritrovata a fuggire da un'idra, a undici ha combattuto contro le arpie, a dodici si è ritrovata faccia a faccia con un drago, a tredici è scampata per miracolo dalla trappola di un ciclope, a quattordici ha fatto la conoscenza di Dustin, un satiro che l'ha portata alla collina mezzosangue.
Qui, al campo, Chiara ha scoperto di essere figlia di Poseidone e di non essere l'unica. Percy e Chiara sono subito andati d'accordo, il ragazzo ha cercato di spiegare alla sorella tutto ciò che poteva. I giorni al campo passavano tranquilli: Chiara si allenava con la spada, cavalcava pegasi, tirava frecce (e c'entrava pure il bersaglio, con grande invidia del fratello!), e si faceva raccontare ogni sera una piccola parte dell'avventura di Percy e della sua compagnia. Si era fatta molti amici, superato l'imbarazzo iniziale (era una figlia dei tre pezzi grossi) era riuscita a trovare la simpatica compagnia di Nicolò (figlio di Ade), Eliot (figlio di Apollo) e Sasha (figlia di Ermes ) e ovviamente Dustin. Il gruppo non si formò subito, ci vollero più di qualche giorno o settimana ma una volta uniti non si divisero mai.

Un evento importante fu il quindicesimo compleanno della nostra protagonista. Chiara stava cenando con suo fratello al tavolo di Poseidone, quando lo stesso dio si presentò al campo. Aveva con se un dono magico. Veloce e schietto, diede il pacchetto alla figlia, due pacche sulla schiena al figlio e scomparve proprio come era apparso: in una nube di vapore. Chiara aprì il regalo e rimase abbagliata. Veloce si fece allacciare al collo quella bellissima collana da Eliot, che nel frattempo si era avvicinato. Ben presto, ovvero pochi minuti dopo aver messo al collo il gioiello, scoprì che poteva trasformarsi in una armatura, soltanto premendo il ciondolo, ovvero una perla. Ovviamente, come ogni dono magico, ricompariva sempre.
 
Un'altro avvenimento che è importante citare è quando, pochi mesi dopo, comparve al campo mezzosangue un'altro figlio di Poseidone, Stark. Il ragazzino - aveva circa undici anni - era piuttosto fastidioso, più volte aveva messo in imbarazzo Chiara davanti ai suoi amici e lei di certo queste cose non le perdonava. 

Dimenticando Stark, Chiara era una ragazza socievole che amava parlare con tutti anche se, alla fine, cercava sempre la compagnia dei suoi migliori amici, gli unici con cui si sentiva veramente se stessa. Dylan, insieme a Stark era l'eccezione: bellissimo figlio di Zeus, era il ragazzo più arrogante del campo.

Appena due o tre settimane dopo l'arrivo di Stark venne annunciato l'evento che cambiò molte vite, 24 per essere precisi, ovvero gli Hunger Games.
La scelta dei tributi era organizzata in modo semplice: ogni volontario inseriva il suo nome nella boccia appartenente alla propria cabina e in seguito avvenivano le estrazioni.

Dal momento in cui un ragazzo veniva estratto esso aveva una possibilità su ventiquattro di diventare immortale e ventitré su ventiquattro di essere ucciso.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO I - CACCIA ALLA BANDIERA ***


CAPITOLO 1
CACCIA ALLA BANDIERA


Mi sveglio di soprassalto. Un altro incubo, maledizione. Non ne posso più. Ormai è un mese che non riesco più a dormire. Percy mi aveva avvertita che sarebbero iniziati, ma non credevo fosse così stancante. Mi alzo dal letto e vado verso il bagno. Stark e Percy stanno ancora dormendo, quindi cerco di fare piano. Mi faccio una doccia veloce, mi vesto e sono pronta. Nel frattempo Percy si è alzato e sta litigando con Stark per non so cosa. Sto per uscire quando Percy mi chiama -Chiara il letto, devi rifarlo. E sistema un po' le tue cose, vuoi forse pulire il bagno per tutto il mese?-. Una volta messo tutto in ordine finalmente esco e vado a sbattere contro Eliot. 

-Ehi, che ci fai fuori dalla porta? Mi hai fatto prendere un colpo!- chiedo, allontanandomi un po' da lui. -Scusa, stavo venendo a chiamarti! Nicolò e Sasha sono già andati a far colazione!- così ci avviamo anche noi verso la mensa, parlando del più e del meno. Arrivati li ci dividiamo, io mi siedo da sola al tavolo di Poseidone, e inizio a mangiare. Pochi minuti dopo arrivano anche Stark e Percy che mi aggiornano sulle alleanze per caccia alla bandiera -Abbiamo con noi la casa di Efesto, Ade, Atena, Afrodite e Dionisio. Ho provato a convincere la casa di Apollo ma non mi hanno dato retta, sarà per la prossima volta.- dice con tono risoluto. -Okey, grazie per averci provato!- detto ciò inizia ad informarci su altre cose, per esempio che non puliremo il bagno... una bellissima notizia!
Finito di mangiare andiamo a prepararci. Nicolò e Sasha mi corrono incontro. -Allora, - dice Sasha -pare che saremo contro oggi, eh?!- continua, ridacchiando -Già, spero che non ve la prendiate se vinciamo..!- ribatte Nicolò in fretta.
-Dai Nico vieni, dobbiamo andare a preparare la strategia- gli prendo la mano e lo tiro perché si muova, noto che Sasha mi tira un'occhiataccia che spaventerebbe pure Crono. Pare proprio che sia cotta di Nicolò!

Organizzata la procedura da seguire, ci prepariamo. Con il dito faccio un po' di pressione alla perla che porto al collo e questa prende subito a trasformarsi in un’armatura. Così, pronti, ci avviamo al campo di battaglia. Io starò vicino al fiume: essendo figlia di Poseidone posso usare l'acqua per creare una barriera e non far passare gli avversari nel nostro campo. Percy e Stark invece andranno in attacco insieme a Nicolò. Poco prima dell'inizio Dylan si avvicina a me, è figlio di Zeus quindi sarà un nostro avversario, mi prende una ciocca di capelli e giocandoci mi dice arrogante -Su piccola, non ti preoccupare se perdete, d'altronde loro sono in netto vantaggio con me dalla loro parte.- e se ne va. Mi sento ribollire dalla rabbia. Mentre me ne vado noto che Eliot sta discutendo con Dylan. Sto per avvicinarmi quando sento Nicolò che mi tira via. -Dai Chiara, andiamo!-.

La caccia è iniziata da poco che subito compare uno dei figli di Ares sul perimetro, lo lascio alla cabina di Efesto che lo blocca e lo fa prigioniero. Percy mi ha detto di mantenere le forze per quando arriverà Clarisse, altrimenti non riuscirò a fermarla. Arrivano altri due gruppetti di nemici che vengono fatti anche loro prigionieri (uno era quasi riuscito a scappare quando si è bloccato a bocca aperta dopo aver visto una delle figlie di Afrodite.) dopo questi arriva Clarisse. E così io alzo il muro. Lei indietreggia insieme ai suoi e cerca un passaggio. Noto che insieme a lei ci sono Eliot e Dylan, entrambi hanno dei lividi in viso. Poi Clarisse dice qualcosa a Dylan ed io inizio a sentire piccole scosse in tutto il corpo, maledetto. -Fermate Dylan, o non riuscirò a mantenere il muro- urlo. Accorrono subito i figli di Atena e di Efesto. Lascio un piccolo varco e lo richiudo subito dopo il loro passaggio. Mi accorgo di star tremando e contorcendomi a causa delle scosse. Cado in ginocchio mentre i miei alleati stanno facendo il possibile. Il dolore aumenta, le scosse ora sono più forti. Non riuscirò a mantenere la concentrazione ancora a lungo. Sto per lasciarmi andare quando finalmente le scosse s’interrompono. Si, sono riusciti a bloccarlo. Con la coda dell'occhio vedo Percy che tiene in mano la bandiera dell'altra squadra e così lascio cadere il muro d’acqua e solo allora mi accorgo che non sono stati i miei alleati a fermare Dylan, è stato Eliot. E poi il buio.

Mi risveglio in infermeria. Vicino a me ci sono Nicolò e Sasha. Uno mi da l'ambrosia, l'altra il nettare. -Stai meglio?- mi chiedono dopo qualche minuto. -Si, sono solo un po' stanca ma cosa ė successo?- e così iniziano a raccontarmi. Finisco con lo scoprire che quando Eliot mi ha visto cadere ha dato un pugno a Dylan per farlo smettere, e beh, ha funzionato, se non fosse per il fatto che poi Dylan gli ha rotto una costola. -E ora come sta?- chiedo cercando di alzarmi per andare a vederlo. - Ehi, stai giù! Dove credi di andare? Eliot è nella stanza qui affianco, i suoi fratelli lo stanno curando.- dice Nicolò parandosi davanti a me.
Nel frattempo entra nella mia stanza anche Dustin che sta masticando delle lattine. -Chiara, mi hai fatto preoccupare!- -Ora sto meglio! Ma abbiamo vinto?- chiedo guardando Nicolò che, sorridendo, indica uno stendardo blu con sopra un tridente. -È bellissimo!-. Continuiamo a parlare per un po' fino a quando escono tutti per lasciarmi riposare. Io però non riesco a far nient'altro che pensare ad Eliot. A come mi ha aiutata. Così, la sera, quando sono sicura non mi veda nessuno, mi alzo e mi dirigo verso la camera accanto. Mi accorgo di essere un po' instabile ma trovo appoggio sui muri. Quando lo vedo, rimango senza parole. I sui capelli color biondo cenere sono tirati indietro. Il suo viso è violaceo a causa dei lividi. E il suo braccio è ingessato. Mi avvicino al suo letto e mi appoggio su una sedia, vicino a lui. Gli prendo la mano. -Chiara- dice con voce soffocata -Shh shh! Non parlare, sono qui! Non ti affaticare.- Lui ovviamente essendo un ragazzo non mi ascolta -Chiara, come stai? Io, io avevo paura che... quando sei caduta... io... non sapevo cosa fare.. Dylan non si fermava..-. Gli metto una mano sul petto per calmarlo, sperando non fargli male -Dylan è uno stronzo, è lui che ti ha conciato così?- chiedo, anche se già conosco la storia e vi posso assicurare che sono davvero infuriata con Dylan. -Si, però anch’io gli ho fatto male!- dice sorridendo. -Oh non ne dubito!- rispondo ridacchiando. Poi continuiamo a parlare per un po' fino a quando non ci addormentiamo.
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 2 - ANNUNCIO DEGLI HUNGER GAMES ***


CAPITOLO 2 - ANNUNCIO DEGLI HUNGER GAMES

-Portatela nella sua stanza, non dovrebbe stare qui!- sento dire da qualcuno.
Solo ora mi accorgo di essermi addormentata nella stanza di Eliot. Sento uno dei suoi fratelli avvicinarsi a me e scrollarmi leggermente. Io alzo la testa, ancora assonnata. Mi fa male il collo, a dir la verità mi fa male tutto.
-Chiara, ti porto nella tua stanza!- io annuisco. Con la mano delicatamente mi cinge la vita per aiutarmi mentre mi alzo. E poi, sempre delicatamente, mi solleva e mi porta nella mia camera. Dopo avermi appoggiata sul letto mi guarda severamente. - Devi riposare! E anche lui deve riposare. Okey?- io annuisco lentamente. -Tieni, questo ti aiuterà a guarire più in fretta- mi tende un pezzo di ambrosia e un bastoncino di non so quale radice e poi esce dalla stanza.

Il giorno dopo arriva Nicolò -Chirone dice che ora puoi uscire- oh! Non avete idea di quanto sia sollevata.
Prima di andare passo dalla stanza di Eliot. Sta notevolmente meglio. Ora riesce a parlare senza fatica e addirittura cammina. Hanno detto che entro questa sera lo dimetteranno. Lo saluto e mi avvio verso la capanna di Poseidone. Prima di arrivare però vedo Dylan. I suoi occhi azzurri sono cerchiati di nero, a causa dei lividi. Se non fosse per Nicolò che mi tiene io gli avrei già tirato qualche calcio. Cerco di trattenermi e proseguo. Arrivati alla mia capanna, Nicolò ed io entriamo. -Aspettami un attimo qui!- gli dico arraffando i primi vestiti che mi vengono alla mano. -Mi cambio e arrivo! - dico mentre mi avvio al bagno.
Mi faccio una doccia lampo ed esco. Guardandomi allo specchio vedo il mio corpo pieno di lividi e scottature. Passerà! Ora voglio solo andare a mangiare. Mi asciugo i capelli, mi vesto ed esco. In stanza trovo Nicolò che parla con Percy e Stark. Tutti si zittiscono quando esco. -Stavate parlando di me?- silenzio. -Su dai, Nico, andiamo a mangiare. È ora di pranzo.- lui si alza ed usciamo.
Mentre mi dirigo al tavolo di Poseidone noto Dylan che sta bevendo. Così mi avvicino. -Ti pentirai di ciò che hai fatto- gli sussurro all'orecchio e poi me ne vado. O meglio cerco di andarmene. Ma ad un certo punto la voce del Signor D. rimbomba chiara in ogni punto del campo e io mi paralizzo "Allora ragazzi sbrighiamoci, il qui presente bla bla bla annuncia i cinque centenari Hunger Games! Okey, se volete partecipare, per la prossima settimana ci saranno delle urne in cui dovrete inserire il vostro nome e bla bla bla. Ah! Chirone mi suggerisce di farvi notare che entreranno ventiquattro ragazzi in un’arena e ne uscirà uno solo. Che volete che sia, qualche sciocco eroe in meno! E ora, per favore, ho una partita di pinnacolo che deve di essere finita!".
A questo punto un gran bisbiglio si stende su tutto il campo. Mormorii confusi viaggiano da bocca in bocca. I compagni si scambiano occhiate furtive. Mentre mi dirigo alla capanna di Poseidone, sento pronunciare più di una volta il nome di Percy, forse credono che parteciperà a questi, come gli ha chiamati? Hunger Games? Non sapendo bene di cosa si tratta vado a chiedere a mio fratello.
Lo raggiungo e inizio subito a tempestarlo di domande -BASTA CHIARA! NON SO COSA STA SUCCEDENDO!- mi grida (A sua discolpa posso dire che riesco ad essere piuttosto rompipalle quando mi ci metto). E, quasi correndo, ci dirigiamo verso
la Casa Grande.
Quando arriviamo Chirone permette di entrare nel caseggiato solo a Percy -Mi spiace Chiara, solo i capogruppo possono assistere. Percy ti dirà tutto dopo!-. Dopo un paio di ore finalmente escono. -Percy, cosa succede?- -Vieni Chiara! Stark, muoviti! Adesso vi spiego tutto!-. Quando siamo dentro la casa Percy, che pare alquanto turbato, inizia a spiegare.
Gli Hunger Games sono dei giochi inventati dagli dei per promuovere il coraggio dei propri figli: partecipano ventiquattro tributi (un ragazzo e una ragazza), di dodici diverse cabine. Poiché le cabine sono più di dodici, saranno considerate solo le prime dodici che saranno complete, in altre parole le prime che avranno un ragazzo e una ragazza volontari. Dopodiché gli appartenenti alle cabine scelte avranno una settimana per inserire il proprio nome nell'urna apposita. Al termine della settimana avverranno le estrazioni che determineranno i ventiquattro partecipanti. Alla fine degli Hunger Games su ventiquattro tributi che saranno entrati nell'arena, solo uno ne sopravvivrà e colui sarà "promosso" a Dio.
Appena Percy finisce di spiegare, mi alzo -Io partecipo, Stark, Percy, chi di voi due viene con me?- dico sperando che la mia voce non sembri spaventata e sentendo tremare leggermente le gambe, in risposta ricevo solo silenzio. Percy è il primo a parlare -Io non vengo, come ben sapete non ho nessuna intenzione di diventare immortale! Ho già declinato una volta questo privilegio.- mi aspettavo questa risposta da lui, così guardo Stark. Nei suoi occhi vi leggo paura ma anche grande desiderio. So già che accetterà e la conferma arriva pochi istanti dopo -Si, voglio partecipare anch’io!- dice con la voce che gli trema leggermente. Percy pare contrariato -Vi farete ammazzare così! Solo uno sopravvive! Questo significa che anche volendo uno di voi due morirà, siete veramente disposti a tanto?- poi ci guarda negli occhi uno alla volta e vi legge la risposta.
Siamo disposti a correre il rischio. -Chiara, per favore ragiona, non ci sarà Eliot ad aiutarti, non ci sarà nessuno che ti aiuterà!- -Lo so Percy, io... io me la caverò! Percy io posso riuscirci!- gli dico in modo che Stark non senta.
A questo punto io e il mio fratellino ci dirigiamo subito alla casa grande, c'è già confusione ma riusciamo a intrufolarci, veloci scriviamo i nostri nomi su un bigliettino di carta azzurra e li imbuchiamo nell’urna di vetro con inciso il nome di nostro padre. Sento un lieve dolore sul polso sinistro, mi guardo e noto comparire un tatuaggio raffigurante un tridente e la scritta "Tributo".
Non so perché ma è a questo punto che sento il panico crescere. So di essermi condannata da sola. Così mi metto a correre cercando un luogo riparato dove poter sfogare la mia frustrazione e cercare di calmarmi. Quando mi accorgo di essere arrivata al fiume mi fermo. Mi tolgo le scarpe e immergo i piedi nell'acqua gelida. Poi, sentendo che questo mi calma e non vedendo nessuno nelle vicinanze, mi levo anche la maglia e i pantaloni (ovviamente nascondendoli dietro un cespuglio e pregando la ninfa cui appartiene affinché non li faccia trovare a nessuno) e m’immergo completamente nel fiume. Nuotando raggiungo il fondo del fiume e mi sdraio a pancia in su. Respirare in acqua mi fa sempre uno strano effetto ma ci sto facendo l'abitudine.
Non so per quanto tempo resto lì, so solo che ad un certo punto scorgo delle figure fuori dall'acqua. Così, cercando di non fare rumore torno in superficie.
Dalla voce riconosco Nicolò ed Eliot (che è probabilmente stato dimesso da poco). Sto per chiamarli quando capisco di cosa stanno parlando -Ho visto Chiara che si offriva, cosa pensi di fare ora?- chiede Nicolò -Non posso farci tanto, siamo anche noi tributi. Il problema è che non credevo di avere tanti amici nell'arena, speravo di... io... io non posso lasciare che lei muoia.- -Già, ti capisco amico! Lo sai che si è offerta anche Sasha? Io, non so come farò!- -Siamo nei casini! Casini grossi, enormi! La nostra unica speranza è che non venga scelta la nostra cabina! Le annunceranno questa sera! Ora andiamo che devo cercare Chiara per parlarle.- e così si dirigono verso le capanne. Io sono completamente scioccata, non posso credere che si siano offerti anche tutti i miei amici. Eliot ha ragione, la nostra unica speranza è che non siano scelte le loro cabine.
Con lo stomaco sottosopra esco dall'acqua, recupero i miei vestiti e li indosso, poi corro anch’io verso il campus.

Arrivo a mensa che sono già tutti seduti. Faccio appena in tempo a mandar giù un boccone di carne che il Signor D. si alza -Allora, le cabine che si sono aggiudicate la possibilità di partecipare agli Hunger Games sono le case di:
 

Ade

Apollo

Ares

Ebe

Ecate

Efesto

Ermes

Estia

Iride

Poseidone

Zefiro

Zeus

E ora tornate pure al vostro banchetto!-.

Io ed Eliot abbiamo appena il tempo di guardarci prima che questo cada a terra svenuto.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 3 - SOGNI ED INCUBI SI MESCOLANO ***


CAPITOLO 3: sogni ed incubi si mescolano.

Pov Eliot

Mi sveglio nel mio letto. Sono disorientato e non ricordo cosa sia successo.
Cerco di alzarmi ma sento una mano che delicatamente mi spinge giù. - La smetti di farmi prendere questi spaventi?- dice Chiara con espressione severa che però si addolcisce subito. -Ci hai fatto preoccupare! Come stai ora?- -Ho solo un po' di mal di testa- rispondo.
Chiara mi poggia una mano sulla fronte come per controllare la febbre e lo noto.
Il tatuaggio dei tributi. Ora ricordo perché sono svenuto. La mia casa è stata scelta per partecipare agli Hunger Games insieme a quelle di tutti i miei amici! Di tutti i miei amici e dalla ragazza che amo!
Mi guardo il polso sinistro, ancora niente... ho un'ultima possibilità, ovvero che non venga estratto io!
-Chiara?- la chiamo e la guardo dritta negli occhi, quegli occhi chiari e profondi
-Se dovessi esserci anch’io, nell'arena, uccidimi. Ti prego, non sopporterei l'idea di averti perso!- dico e vedo i suoi bellissimi occhi farsi lucidi.
-Non ci pensare neanche! Io non potrei mai!- mi risponde prendendomi la mano e stringendomela delicatamente.
-Io non potrei mai!- ripete più per ricordarselo a se stessa che per convincere me.
-Dovrai farcela! Sei forte, dovrai farlo!- e prima che lei risponda di no, la bacio. Non so con quale coraggio o quali forze, sento solo il dolce sapore delle sue labbra che sa di.. cioccolato?
-Pane e nutella eh?!- dico ridacchiando quando, dopo vari secondi, ci dividiamo. Lei improvvisamente avvampa, non credo di averla mai vista così rossa in viso e la cosa la fa sembrare ancora più tenera e bella. Balbetta qualcosa d’incomprensibile che assomiglia molto ad una scusa. Poi entra Sasha che appena ci vede, avendo probabilmente notato le nostre mani ancora intrecciate e le labbra leggermente arrossate, esce subito dalla stanza richiudendo la porta. Chiara ed io scoppiamo a ridere, poi lei mi prende la mano
-Su dai, tra poco c'è il falò, riesci ad alzarti?- annuendo mi tiro su dal letto e mi vesto (si, ero solo in mutande... è piuttosto imbarazzante) e ci dirigiamo fuori dalla casa di Apollo. Appena usciamo noto Sasha che sta parlando con alcuni dei miei fratelli
-No! Non potete entrare! Anche loro hanno bisogno dei loro spazi!- loro protestano dicendo che si devono preparare e quando ci vedono uscire sospirano all'unisono!
-Finalmente! Grazie agli dei hanno finito! Ma con comodo eh?! Alla buon'ora! Ah mascalzoni, cosa stavate facendo lì dentro eh?!- ma io non li ascolto, guardo solo Chiara e l'abbraccio. Insieme ci dirigiamo al falò. Quando arriviamo siamo ancora in pochi, le fiamme blu rivelano la tranquillità dei presenti. Solo ogni tanto guizza una fiamma scura, tendente al viola che indica tristezza ed infelicità. Ci sediamo su un tronco senza parlare, in un silenzio per niente imbarazzante. Poco più tardi ci raggiunge Nicolò
-Ho sentito che ci sono novità!- dice facendoci l'occhiolino e ridacchiando.
-Dai siediti qua e smettila di fare lo stupido!- dice Chiara con un sorriso, prendendolo per una mano e tirandolo giù a sedere.
In breve tempo arrivano molti altri ragazzi che si raccolgono intorno al fuoco. Se lo si osserva bene si può scorgere una figura minuta seduta proprio al centro del focolare, Estia ci rivolge un cenno e nella mia testa sento una voce che mi avverte "A te che sai guardare nel fuoco ti do un consiglio. Perderai chi ti è caro, soffrirai, ma avrai una grande ricompensa per questo: gli dei ti hanno scelto e non puoi tornare indietro!" poi la figura della dea tremola e scompare. Rimango sbigottito e Chiara se ne deve essere accorta perché mi sta scuotendo -Eliot! Eliot! Tutto bene?- annuisco e le dico di non preoccuparsi poi le cingo la vita con il braccio e cerco di scacciare quella terribile sensazione che mi è piombata addosso.
Dopo il falò accompagno Chiara alla sua capanna, ci diamo il bacio della buonanotte (beh sarebbe più corretto dire i baci) e mi dirigo verso la casa di Apollo.

Appena arrivo mi butto sul letto e nel giro di pochi secondi sto già sognando.
Sono in un posto che non riconosco, su una montagna forse, da qui riesco a scorgere un grande lago
-Ehm ehm sono da questa parte- sento dire alle mie spalle così mi volto e mi ritrovo davanti un uomo sulla quarantina decisamente attraente
-Apollo! Cioè padre, cosa ci fa nel mio sogno?- il dio scoppia in una risata fragorosa -oh! Bene! Mi hai riconosciuto anche così, sono in pochi che riescono a farlo sai? Di solito non sono così vecchio...! Comunque ragazzo mio io sono qui per avvertirti! Grandi cose si muovono sull'olimpo! Ogni dio sta cercando il modo di aiutare i propri figli, quando saranno nell'arena! Quindi figliolo stai attento quando sarai li dentro e ascoltami, guarda il sole!- 
-Ma padre, io non sono ancora stato scelto! Come fa a sapere che sarò io a...! Ah! Si, giusto! Voi Dei sapete tutto...! Ma padre? Perché proprio io? Perché non uno dei miei fratelli?- 
-Mi spiace ragazzo ma ti ho già rivelato troppo con questo sogno, ricordati solo di ciò che ti ho detto..!-
Mi sveglio di colpo, mi volto e mi accorgo che nel mio letto c'è qualcuno, scosto un po' le coperte e -Chiara? Cosa ci fai qui?- lei mugugna qualcosa d’incomprensibile e si rimette a dormire, a rispondermi ci pensa uno dei miei fratelli -E' venuta qua, era davvero spaventata, sembrava che la inseguisse qualcosa, ha chiesto di stare con te ed era talmente tanto spaventata che non me la sono sentita di mandarla via.- Chissà cosa le è accaduto, penso mentre le accarezzo la testa, spostandole i capelli dal viso. Poi lei piano apre gli occhi -Buongiorno cucciola!- dico -Buongiorno!- risponde lei sorridendo e accocolandosi tra le mie braccia.
-Chiara? Cos'è successo questa notte?-
-Mmh! Non voglio parlarne ora!-
-Ehi! È importante!-
-Io...io ho sognato di bruciare e quando mi sono svegliata la pelle mi scottava ancora. Quando credevo fosse tutto finito ho avuto un'allucinazione, ho visto una dea che mandava la casa di Poseidone in fiamme! c'era fuoco ovunque! Eliot, io ero terrorizzata! E così sono corsa qui...!- noto che ha un'espressione terrorizzata e la abbraccio. -Ehi la finite voi due è... imbarazzante!- riconosco la voce di Nicolò che è sulla soglia. -Vi sbrigate? Tra dieci minuti dobbiamo essere a fare colazione!- guardo l'orologio, è tardissimo! Ci alziamo e ci prepariamo, in pochi minuti siamo già fuori.

In mensa ci dividiamo, io mi siedo al tavolo di Apollo e inizio a mangiare, quando il Signor D. fa un annuncio -Oggi, a mezzogiorno preciso, si terrà la mietitura, proprio davanti alla casa grande.- il mio cuore salta un battito... so già che sarò estratto io ma una parte di me spera ancora che il mio nome scompaia da quella boccia. Pochi secondi dopo sento un urlo, mi giro e vedo Chiara per terra che si muove senza controllo e grida aiuto chiedendo a qualcuno di spegnere le fiamme.

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 4 - L'ALBERO DI DAFNE ***


CAPITOLO 4

L'ALBERO DI DAFNE


Mi sveglio sulla riva di un lago.
L’acqua mi bagna le caviglie e mi accorgo, con mio grande disappunto, di essere completamente fradicia. Mi alzo e mi guardo attorno.
Un fitto bosco circonda il lago che si estende per circa un chilometro e mezzo. Verso sud (o almeno quello che i miei sensi mi dicono è il sud) si intravedono delle piccole collinette mentre a Nord si stagliano alte e imponenti due montagne. Dopo aver provato a capire dove mi trovo, e senza esserci riuscita decido di entrare nel bosco per cercare… non lo so..! Ma sento che devo entrare nel bosco!
(Okey! So cosa state pensando! Ma com’è che questa si ritrova in un posto che non conosce, tutta da sola e non si preoccupa minimamente? Ecco vedete.. Quando siete dei semidei niente vi può più stupire).

Mentre cammino la foresta è in un silenzio inquietante ma non noto niente di strano, semplicemente continuo a camminare scegliendo a caso la direzione. Ad un certo punto noto un grande albero (non grande.. ma GRANDE!) una quercia, credo ma non sono sicura, non sono mai stata brava in biologia! I miei piedi si muovono da soli verso la pianta e anche se la mia mente sta gridando in tutte le lingue che conosco “noo!” io continuo ad avvicinarmi. Quando sono a pochi centimetri compare tipo una faccia nell’albero (avete presente Pocahontas?? ecco una roba del genere ma mooolto più terrificante!) e io per lo spavento inciampo e finisco a terra.
La “faccia” mi sta guardando, gli occhi sono chiari e mi inquietano alquanto.
Poi la “cosa” inizia a parlare –Chiara, era da tanto che ti aspettavo!- dice con la voce di una giovane fanciulla e vedendo che sono ammutolita riprende –Oh! Mia cara, capisco la stranezza della situazione ma ti prego, ascoltami e tutto sarà più chiaro! Ecco vedi, io sono Dafne, figlia di Amicla! Quando ero una giovane fanciulla adoravo la caccia e vivevo percorrendo le montagne insieme alle mie compagne cacciatrici sotto la protezione della dea Artemide. Un giorno però, appena dopo aver scoperto Leucippo che si era travestito da donna per stare in mia compagnia, Apollo tentò di rapirmi. Io cercai di fuggire ma poco dopo mi accorsi di non avere alcun vantaggio sul dio. Rendendomi conto che presto mi avrebbe presa, pregai Zeus il quale mi trasformò in pianta.-
Okey ora sono davvero scandalizzata! Certo, conosco la storia di Talia e le capacità di Zeus, ma per l’amor del cielo.. questa ha preferito essere trasformata in pianta piuttosto che stare con Apollo! Non ha respinto un dio qualsiasi ma Apollo! Stiamo scherzando!? Il dio più figo di tutti si era innnnamorato di lei e questa si fa trasformare in un albero? Bah! ma chi le capisce le cacciatrici! 

-Ah! Wow! Movimentata la tua vita eh?! Ma perché mi aspettavi?- chiedo curiosa.
-Devo avvertirti! La mia signora, Artemide, mi ha chiesto di informarti che qualcuno sull’olimpo trama alle tue spalle!-
-E’ la dea che compare nelle miei visioni vero? Chi è?- domando io.
-Oh cara! Ho la bocca cucita su queste cose.. se solo potessi dirtelo!- la vista mi si offusca per un attimo e poi ritorna a posto.
-Chiara, c’è un’interferenza! Qualcuno sta arrivando!- risponde e riesce a malapena a dire -Stai attenta ragazza, non sempre stare lontani dai ragazzi è un brutta cosa!- che prende fuoco! Tutta la foresta diventa un immenso focolare che mi accerchia. Provo a scappare ma il fuoco è ovunque e ben presto non ho più via di fuga! Il fuoco si avvicina piano, come un predatore che sta prendendo la spinta per buttarsi addosso alla preda. La mia pelle inizia a prendere fuoco. Io grido e cerco di spegnerlo, ma più mi muovo più le fiamme crescono. Il dolore è indescrivibile ed interminabile. Io continuo a gridare per un tempo lunghissimo e poi compare la dea.
-Perché mi fai questo? Perché?- urlo alla donna tra le lacrime.
-Devi essere forte! Tra poco affronterai cose ben peggiori di queste, io ti sto solo preparando! Credi che io sia cattiva? Che faccia questo solo per divertimento? Beh può anche essere che mi diverta ma Chiara, io sto cercando di insegnarti il significato di vigore e resistenza!-
-Sei un mostro!-
-Insultarmi, mia cara non servirà a niente, mi hanno dato appellativi peggiori di questo!- dice e poi scompare. E nello stesso momento un’ondata di acqua mia avvolge.
 
-Chiara? Chiara? Rispondimi! Chiara? Mi senti? riesci a vedremi?- sento dire da qualcuno. Apro gli occhi e noto che intorno a me c’è un sacco di gente.
-Chiara? Stai bene?- dice Eliot che, noto solo ora, è proprio sopra di me. Cerco di rispondere che no, non va per niente bene, che una pazza cerca di mettermi al rogo e che ho appena parlato con un albero ma di tutto ciò dalla mia bocca esce solo un rantolio. Allora provo a muovermi ma niente. Non ho la forza neanche per sollevare un dito. Eliot allora mi prende tra le sue braccia (e sempre una sensazione magnifica), mi porta alla casa di Poseidone e mi poggia sul letto. Mi da dell’ambrosia e un po’ di nettare. Dopodiché inizia a parlare –Chiara, dormi e recupera un po’ le forze!- mi dice e mi stampa un bacio sulla fronte poi prende una sedia e si mette vicino al mio letto. Io dopo poco mi addormento e per una volta dopo tanti mesi non faccio nessun sogno, nessun incubo.. niente di niente! 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 5 - NICOLE ***


CAPITOLO 5

NICOLE


-Eliot! Va a dormire! Ci pensiamo noi a lei, non ti preoccupare- sento dire da Percy.
-Preferirei restare qui? Posso?- chiede Eliot.
-Si! Okey! Però riposati!- risponde il mio fratellone.
Cerco di alzarmi piano e in modo indiscreto invece mi ritrovo tre paia di braccia che si allungano verso di me per aiutarmi ad alzare. Sono contenta che siano tutti pronti ad aiutarmi ma, ehi, così mi fanno sentire un’invalida. Comunque accetto il loro aiuto perché mi rendo conto che, altrimenti, non riuscirei ad arrivare neanche alla porta del bagno. Mi danno altra ambrosia e riuscendo ora a stare in piedi vado a fare una doccia. Mentre mi asciugo noto che il mio corpo è veramente scottato, se non fosse per il fatto che sono una semidea inizierei a pensare a delle stigmate! Inquietante vero?!
Quando esco dal bagno trovo Eliot e Nicolò che parlano di quanto sia strano ciò che mi sta accadendo, mentre Sasha sta discutendo con Percy e Stark su “cosa si debba fare con me”.
-Ehm Ehm! Ragazzi, non parlate di me come se non ci fossi!- sbotto. Tutti si girano a guardarmi all’unisono e la situazione m’imbarazza tanto che forse avrei preferito non parlare.
-Come stai?- mi chiede Eliot avvicinandosi a me e abbracciandomi delicatamente.
-Sono stata male ma ora sto meglio!- rispondo io cercando di non farlo preoccupare.
-Te la senti di andare al falò?- mi chiede Nicolò
-Si, certo, andiamo! Ehi non è che avreste qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame!- e come per risposta sento un brontolio arrivare dal mio stomaco. Velocemente Sasha tira fuori dal suo zainetto arancione delle barrette energetiche, caramelle, sacchetti di patatine, popcorn e molto altro. –Sà ma dove le prendi tutte ‘ste cose?-
-Ti sei dimenticata forse le mie mani dal tocco magico?- dice ridendo. Certo che non me lo sono dimenticato, e come si potrebbe? Lei è la figlia di Ermes più abile nel fregar le cose...! Se non trovi qualcosa, il 90% delle volte devi andarlo a cercare nel fortino che tiene sotto il suo letto!
Mangiucchio qualcosa e poi andiamo al falò, c’è chi canta, chi ride e chi balla. Noi ci sediamo sul nostro tronco e poco dopo Nicolò si alza –Arrivo subito devo fare una cosa! Chiara, tieni d’occhio i miei popcorn prima che Sasha me li prenda!- dice facendoci l’occhiolino e poi si allontana.
 
POV Nicolò/ Nike
 
Okey!
Ma lo sto facendo per davvero?
Oh miei dei!
Lo sto facendo per davvero!!
No! devo tornare indietro!
NO!
Nico... non ti azzardare a tornare indietro!
È li, proprio pochi passi avanti a te!
Devi riuscirci!
Devi farcela!
 
-Ciao, Nicole, come va?- due occhi azzurri come il cielo si voltano a guardarmi.
-Oh! Ciao, Nike! Come va?- sto tremando, credo! Ringrazio Estia per questo focolare, se non fosse per la dea, si vedrebbe il rossore del mio viso.
-Bene grazie! Ehm, ti volevo chiedere...- non faccio in tempo a finire la frese che il fratello, Dylan, le compare accanto.
-Ehi Nicolò ti sta dando fastidio?- chiede in modo protettivo alla sorella.
-No ma figurati! È tutto okey! Ora gradirei se ti allontanassi di circa cinque chilometri da me, grazie Dylan!- risponde in modo seccato lei.
-Stavi dicendo Nico?- chiede poi rivolgendosi a me.
-Io ehm… ti andrebbe di venire a sederti lì con noi?- dico indicando il nostro tronco.
-Volentieri! Era da un po’ che speravo me lo chiedessi!- risponde e il mio cuore raggiunge un numero sicuramente troppo alto di battiti. Sono così eccitato, era da tempo che cercavo il coraggio per invitarla ma temevo sempre che mi avrebbe respinto! D’altronde è la classica ragazza fuori dalla mia portata: abbastanza alta, fisico da paura, occhi del color del ghiaccio, lunghi capelli neri e, come se tutto ciò non fosse già abbastanza, è pure simpatica ed intelligente (al contrario del fratello).Credo di essere rimasto ammagliato da lei fin dalla prima volta che l’ho vista! Portava dei pantaloncini corti e la maglietta del campo. I capelli erano raccolti in unna complicata treccia e non portava un filo di trucco. Il grande problema è che Dylan è molto protettivo nei suoi confronti e, sinceramente, se fossi al suo posto la sarei anche io! Ovviamente Nicole (si gli dei non hanno molta fantasia con i nomi!) lo odia e questo le fa guadagnare un punto in suo favore. Insomma è la ragazza perfetta. E il fatto che si sia accorta di me mi rende l’essere più felice del mondo!
 
POV Chiara
 
Ah! La sensazione di stare tra le braccia di Eliot è una delle cose che preferisco, se poi ci aggiungiamo la tenue musica che suonano i satiri e la torta al cioccolato che Sasha ha preparato (è una cuoca eccellente) beh1 allora non potrei essere più felice.
Finalmente dopo tanto trambusto sono rilassata ma, sia mai che io abbia un momento di pace, mi ricordo improvvisamente del sorteggio che doveva avvenire oggi a mezzogiorno. Mi tiro su di scatto e –Eliot! Ma la mietitura? Chi saranno gli altri tributi?- -Hanno rimandato tutto a domani... dovevano essere presenti tutti i diretti interessati!- dice con voce spezzata e capisco di aver toccato un tasto dolente.
-Eliot! Mi dispiace!-
-Per cosa?- chiede lui
-Per l’arena, per il fatto che quando entreremo noi.. Oh dei! Non voglio neanche pensarci...!- dico e una lacrima fugace mi scorre il viso.
-Stai calma, non dobbiamo pensarci adesso! Okey? Non sappiamo neanche se io sarò in quell’arena! Okey? Non pensiamoci adesso, sta arrivando Nike!- dice con tono sicuro, ma sono creta che in realtà a più paura di me.
-Ma quella non è Nicole? La sorella di Dylan? Perché sta venendo qua?- chiedo io nel tentativo di cambiare argomento.
-Si è lei! Beh pare che Nicolò sia pazzamente innamorato di Nicole! Me l’ha detto l’altro giorno, al fiume! Ah! A proposito ti ho visto!- vorrei arrossire (anche perché nel fiume ero solo in biancheria intima) ma sono più preoccupata per la reazione di Sasha. La guardo e vedo che sta cercando di trattenere le lacrime, poi, lasciandosene scappare una, corre via! Io mi alzo per seguirla e Nicolò vedendomi andar via mi chiede -Ehi! Che è successo a Sasha?-
-Niente, non ti preoccupare! Arrivo subito! Okey? Ah! Ciao Nicole!- rispondo e poi rincorro la mia amica.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 6 - L'AMORE ***


CAPITOLO 6
 
L’AMORE

 
Sasha, dopo essere entrata nel bosco, si rannicchia sotto un albero. Mi avvicino a lei e mi siedo. -Sasha, io... ehm mi dispiace...!- non so cos’altro dire. Non sono mai stata brava a consolare le persone. -No... non è colpa tua, non ti scusare. Sono stata una sciocca a credere di piacergli.- mi risponde singhiozzando -Io però ci speravo tanto.- continua lei, con le lacrime agli occhi. -Ehm. Scusatemi?- dice una voce sopra di noi. Io mi guardo intorno ma non c’è nessuno. -Quassù- dice la voce misteriosa e solo allora mi rendo conto che è l’albero che sta parlando. Mi spavento tanto che a momenti cado e batto la testa. Per fortuna però Eliot (Eliot?) mi prende. Mi giro e vedo che il figlio di Apollo, Nicolò e Nicole ci hanno seguiti nel bosco. Al momento però mi rendo conto che chiedere spiegazioni ai miei compagni è l’ultima delle mie preoccupazioni, prima devo capire se l’albero è Dafne e cosa c’è di più facile di capirlo se non chiederglielo?
-Dafne? Sei tu?-
-Oh! che gentile! Ti sei ricordata!- e come potrei mai dimenticarmi di albero parlante, penso.
-Ma io pensavo che tu fossi vicino a quel lago, sulla montagna-
-Lago?- interviene Eliot
-Tu hai visto un lago nel tuo sogno? Anche nel mio ce n’era uno? Io ero su una montagna e da lì si vedeva appunto il lago e in fondo delle collinette!-.
-Allora è lo stesso posto! Ma perché l’abbiamo sognato entrambi? Cosa c’è d’importante in quel luogo?- chiedo e istintivamente cinque paia di occhi si puntano in quelli dell’albero.
-Perché guardate me? Io non so niente- dice ma nessuno le crede
-Okey, cercherò di spiegarvi qualcosa!- sospira.
Ovviamente ora dovete considerare la stranezza della situazione. Noi cinque che parliamo con un albero. Sasha che guarda in cagnesco sia Nicolò che la figlia di Zeus ed io (completamente fuori luogo) ancora abbracciata ad Eliot.
-Allora, iniziamo dal principio, gli dei stanno scegliendo il loro favorito. Stanno iniziando a puntare su chi vincerà gli Hunger Games. Ovviamente i genitori dei ventiquattro tributi stanno cercando di portare gli altri dei dalla propria parte ma questo spesso ha delle complicazioni. Alcuni cercano di sabotare i figli degli altri dei, altri cercano di prepararli, altri ancora danno consigli falsi. Dovete saper riconoscere chi vuole il vostro bene e chi no! Dovete scegliervi glia amici e i nemici con molta cura- ero talmente concentrata da ciò che diceva Dafne e dall’intera situazione che non mi rendo conto del tempo che passa. Quando guardo l’orologio il coprifuoco è passato già da un’ora e mezza. -Ragazzi, le arpie! Stanno per passare di qua!- e in conferma alla mia affermazione sentiamo un grido stridulo da far accappona la pelle. -Andiamocene! Grazie Dafne, ti sono molto riconoscente! Ora corriamo!- dico e subito scattiamo.
Per fortuna riusciamo ad arrivare alle capanne senza essere visti.
Al momento dei saluti (molto furtivi) tiro Eliot per un braccio -Ehi dove vai? Non lo sai che nella nostra capanna ci sono molti letti che aspettano solo di avere un ospite?- dico e sul suo viso compare un sorriso malizioso che mi fa avvampare. -Ehm... allora? Vieni?- chiedo cercando di nascondere l’imbarazzo -E come potrei dire di no!- risponde sempre con quel sorrisetto in volto. Ovviamente quando arriviamo si infila nel mio letto e non in uno di quegli “per gli ospiti”! Io mi accocolo vicino a lui e cosi ci addormentiamo. Ed io inizio a sognare.
 
Sono sempre vicino al lago ma questa volta non sono sola c’è Eliot. Sinceramente non so se anche lui sta facendo il mio sogno ma credo di si..! Ci guardiamo, lui mi prende la mano e iniziamo a camminare, in silenzio. Camminiamo distratti e senza sapere dove andare, poi di colpo ci fermiamo entrambi -L’hai sentito anche tu?- chiedo ad Eliot e lui annuisce leggermente. Riprendiamo a camminare ma questa volta cerchiamo di fare molto più silenzio. Dopo non so quanto tempo riusciamo ad arrivare su uno dei rilievi più alti delle montagne. E ci sediamo ad aspettare. Non so cosa aspettiamo di preciso ma quando appare Apollo mi sorprendo parecchio, non mi aspettavo lui, credevo sarebbe apparsa la dea. -Padre? Perché ci hai... ehm… “convocati”?- sento dire da Eliot. -Ragazzo mio, vi devo parlare! Accomodatevi pure su quel masso- dice il dio. Dopo esserci sistemati Apollo inizia a parlare -Chiara, ho saputo dei tuoi sogni. È strano che la dea ti abbia voluto proprio qui, sapete dove siamo?- chiede. Io ed Eliot dopo esserci guardati scuotiamo la testa così lui prosegue -Siamo sul monte Kynthos o Cinto, come lo chiamano ora i mortali. Qui Latona, mia madre, partorì me e mia sorella Artemide, dopo esser stranamente scampata all’ira di Era che, solitamente, non è molto generosa con le amanti di nostro padre Zeus.- dice e come un allarme, un pensiero inizia a martellarmi. Sapete quando capite inconsciamente qualcosa? Quando avete la risposta sulla punta della lingua? Ecco io sto provando questa frustante sensazione! -Apollo ma chi è la dea che mi fa andare a fuoco?- chiedo e la risposta che ricevo è -Questo dovrete capirlo voi!- Arg! Quanto odio quando gli dei fanno i misteriosi! -Io sono qui solo per dirvi che, beh approvo! Si insomma, VOI mi piacete. Anche se Poseidone non è tra i miei favoriti, siete una bella coppia. Uhm! Ora che ci penso dovrei intonare qualcosa per voi! Un sonetto o uhm no, meglio una canzonetta! Si una canzonetta sull’amor cortese!
“Meravigliosamente 
un amor mi distringe, 
e mi tene ad ogn'ora. 
Com'om, che pone mente 
in altro exemplo pinge 
la simile pintura, 
così, bella, facc'eo, 
che 'nfra lo core meo 
porto la tua figura.”

Mmh no, questa l’ho già fatta a scrivere a Iacopo da Lentini nel 1200! Bah penserò a qualcosa e vi farò sapere, per mio figlio non va bene una rima fatta così, su due piedi!- dice e poi di colpo mi sveglio. Il sole filtra dalla finestra e il rumore dell’acqua mi rilassa. Poi mi giro e vedo che Eliot sta ancora dormendo: probabilmente Apollo l’ha trattenuto…!
Allora mi alzo e vado a farmi una doccia.
Quando torno in camera trovo Eliot che parla con Percy e Stark. –Di cosa spettegolate?- chiedo io curiosa come sempre.
-Gli sto raccontando il sogno, c’eri anche tu vero?- mi chiede ed io annuisco.
Poco dopo ci avviamo verso la mensa. Sento ancora quella brutta sensazione di aver la risposta ad un grande problema sulla lingua… ma non riesco proprio a formularla.
 
POV SASHA
 
Mi chiedo perché io non possa passare una notte tranquilla. Se non sono i sogni a tenermi sveglia sono i pensieri, le lacrime e i rimpianti! Vado in bagno, ho gli occhi arrossati e si vede che ho pianto. Mi lavo il viso e torno nel mio letto ad abbuffarmi di cioccolato. Proprio mentre sto per aprire una scatola di cioccolatini che ho rubat.. ehmm preso in prestito, sento qualcuno che bussa alla porta ed essendo l’unica già sveglia vado ad aprire! Fuori dalla porta mi ritrovo Nicolò -Cosa ci fai qui?- chiedo con tono scocciato e un po’ arrabbiato.
-Io..ehm mi volevo scusare! Però cerca di capirmi, io non lo sapevo! Non potevo immaginarlo! Mi dispiace- mi dice e mi rendo conto che non ha tutti i torti. Io non gli ho mai detto niente, non ho mai fatto niente.
-Hai ragione, sono stata una stupida! Ora però per favore, lasciami in pace- dico e faccio per chiudere la porta ma lui la blocca con il piede -Ma Sasha… tu mi piaci!- m’immobilizzo. -Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo perché credevo di non piacerti, credevo… credevo che se te l’avessi detto, la nostra amicizia sarebbe saltata e non volevo perdere anche quella! Volevo che ci fosse qualcosa tra di noi, anche semplice amicizia! Mi bastava essere tuo amico per sentirmi felice.- dice e non faccio in tempo a rispondere che mi bacia. Un bacio vero! Non avevo mai dato un bacio vero! So di essere completamente rossa quando si stacca da me.
-Allora che dici? Ti prepari che andiamo a far colazione?-
-Si certo, arrivo subito!- e solo ora mi accorgo di essere ancora in pigiama.. un bellissimo pigiama bianco con tanti porcellini alati disegnati sopra. Che imbarazzo! Ma ora non m’importa.. Nicolò mi ha baciata ed è questa la cosa che conta ed è stato fantastico, anche se avrei preferito essere vestita un po’ meglio.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 7 - L'INIZIO DELLA FINE O LA FINE DELL'INIZIO? ***


CAPITOLO 7
 
L’INIZIO DELLA FINE O LA FINE DELL’INIZIO?

 
Dopo colazione andiamo alla lezione di tiro con l’arco, Eliot è un ottimo arciere ed è tutto merito suo se riesco a centrare il bersaglio.
-Chiara, vedi dov’è il bersaglio? All’incirca quanti metri sono?- mi chiede Eliot.
-Sono circa 30 metri-
-Sono 45! Quindi sposta il bacino in avanti in modo da puntare più in alto, ecco ancora un po’! okey e ora lascia!- e la freccia dopo una lunga traiettoria arriva a conficcarsi nella parte rossa del tabellone.
-Brava Chiara, ora guarda me!- dice Eliot prendendo il suo arco (ovvero un paio di occhiali da sole che semplicemente premendo le lenti si trasforma in un arco).
Veloce si mette in posizione e facendomi vedere il movimento scocca la freccia, credo sia inutile dirvi che centra il bersaglio in pieno.
Ci esercitiamo ancora per circa un ora e poi tocca a me insegnare qualcosa a lui.
Pare infatti che i figli di Apollo abbiano una certa avversione nei confronti dei cavalli. Insegnerò ad Eliot a volare con i pegasi a questo scopo chiamo mentalmente Blackjack, il pegaso di mio fratello Percy ed Ocean la mia cavallina, anche lei con delle bellissime ali bianche come il suo manto.
Quando arrivano in volo noto che Eliot è già nervoso -Ehi! Fidati di me, okey?- lui annuisce, anche se non mi pare molto convinto.
-BlackJack, grazie per essere venuto! Ti devo chiedere un enorme favore, Eliot ha un po’ paura di ehm... dei cavalli. Ma oggi vogliamo insegnarli che non c’è nulla da temere e che siete creature fantastiche! Per questo ti comporterai bene! Vero?!- il cavallo sbuffa dalle narici e nella mia testa sento -Solo perché sei tu eh?!- lo ringrazio per la collaborazione. Eliot allora sale sulla groppa di BJ ed io su Ocean.
Iniziamo facendo una semplice passeggiata per il bosco alternando il passo al trotto e accennando a un piccolo galoppo, dopodiché prendiamo il volo. Rimaniamo a quote basse e pare proprio che Eliot si stia finalmente rilassando.
Quando è completamente a suo agio, gli suggerisco di prendere il suo arco e di centrare dei bersagli che ho montato per lui.
Eliot preme le lenti dei Ray-Ban neri e subito si ritrova in mano l’arco, in pochi minuti ha già colpito tutti i bersagli.
Dopo questo breve training ci troviamo costretti a tornare con i piedi per terra: tra mezz’ora ci saranno le estrazioni per gli Hunger Games.
 
Arriviamo davanti alla casa bianca dov’è stato allestito un lungo tavolo con sopra ventiquattro urne trasparenti con incisa ciascuno il nome di uno dei 12 dei. In quelle di Poseidone noto esserci in ciascuna un solo bigliettino: uno per me e uno per Stark.
Ci dividiamo in due parti: da una parte le ragazze e dall’altra i ragazzi.
-Buongiorno ragazzi, tra poco estrarremo i nomi dei ventiquattro partecipanti agli Hunger Games: che la fortuna sia sempre a vostro favore!- dice il signor D.
-Proseguiamo!- continua poi il dio facendo un cenno ad Argo affinché cominci le estrazioni.
 
-Iniziamo con la casa di Ade- dice Argo immergendo la mano nelle due urne e pescando l’unico bigliettino che entrambe contengono.
-Anita Torres e Nicolò Manzoni- il mio amico e la sorella minore (una ragazza di origini messicane) si alzano e si portano dietro ad Argo, dove sono state poste delle chiese per i tributi.
Sapevo già di dover affrontare i miei amici in questa prova ma ora la cosa mi salta addosso come un puma inferocito che non mi vuole lasciare. Il mio stomaco si aggroviglia e sento che tra poco vomiterò.
-Continuiamo con la casa di Apollo- dice il mille occhi e la sensazione di nausea si fa più forte. Il mostro immerge le mani in altre due urne e ne tira fuori due bigliettini.
-Grace Evans e …- quando sento il nome di Eliot per poco non cado. Lui si dirige e si siede vicino a Nicolò, i due si guardano un attimo negli occhi e poi abbassano lo sguardo.
Dopodiché vengono chiamate i figli di Ares, di Ebe, di Ecate e di Efesto. Poi viene chiamata la casa di Ermes e anche Sasha si va a sedere sulle sedie dietro ad Argo che continua chiamando le case di Estia ed Iride.
-Per la casa di Poseidone: Chiara Caruso e Stark Newell- al sentire il mio nome inizio a sudare freddo, mi dirigo come un automa verso le sedie e non riesco a guardar in faccia nessuno dei miei amici sapendo che o morirò io o loro.
Infine chiamano i figli di Zafiro e Zeus tra cui Dylan e Nicole.
Il signor D. esclama dunque -Che i Divini Hunger Games abbiano inizio.-

Finita l’estrazione seguiamo Chirone all’interno della Grande Casa.
-Avrete due settimane per prepararvi e allenarvi. Prima però ci saranno la sfilata mentre alla fine degli allenamenti si terrà una sessione privata e a ciascuno sarà dato un voto che va da 1 a 12. Ma prima di pensare a queste cose ognuno di voi riceverà un dono magico dal proprio genitore divino, Argo vi accompagnerà fino all’Empire State Building!

Il viaggio sembrò durare un’eternità tenendo conto che nessuno fiatava e la tensione era altissima.
Arrivati all’Empire State Building saliamo fino al seicentesimo piano dove veniamo accolti ciascuno dal rispettivo genitore. Poseidone si avvicina a me e a Stark, indossa dei bermuda color cachi e una maglia estiva color blu oceano, e da a ciascuno un pacco.
-Ecco figlioli, questi sono per voi, sono molto fiero del vostro coraggio! Spero solo che almeno uno di voi due abbia fatto la scelta giusta.- dice e per un momento mi pare di vedere un leggero velo di tristezza nei suoi occhi ma la sua espressione cambia così velocemente che non ne sono sicura.
Scarto il pacco con estrema delicatezza, e noto una bellissima conchiglia con sopra incise delle piccole onde e un cavallo mentre nasce da queste, premendo ai lati si trasforma in una spada a due mani ben bilanciata.
-La spada è quella usata da Perseo in persona e la dono a te che sei la figlia del mare più coraggiosa. Sopra la conchiglia è raffigurata la creazione del cavallo! Puoi metterla tra i capelli, così!- dice aggiustandomela in modo da tenermi indietro una ciocca dei capelli.
-Padre, visto che potrei non averne più l’occasione, volevo chiederti perché non sei rimasto un po’ con noi dopo che beh, dopo che sono nata?- lui mi guarda e accenna ad un sorriso triste.
-Avrei voluto mia cara, ma essere uno degli dei più potenti purtroppo richiede molto impegno. Non posso assentarmi per troppo tempo o i miei fratelli potrebbero pensare di avere campo libero per beh, per distruggermi!- risponde, e poi aggiunge ridendo -È bello notare sul tuo viso le mie espressioni quando parli!- dopodiché rivolge qualche commento affettuoso anche a Stark (ovviamente affettuoso per provenire da un dio) e infine ci congeda con un “che il fato sia sempre a vostro favore”.

Dopo aver ricevuto i doni facciamo ritorno al campo mezzosangue. Sull’autobus Eliot si avvicina e (spodestando dal suo posto Stark) si siede vicino a me, mi prende la mano e io mi addormento appoggiandomi alla sua spalla e sogno o meglio sento solo una voce che mi ripete “Il monte Cito è la tua risposta: Apollo e Artemide sono nati su quel monte. La dea che ti ha chiamato ti ha portato proprio lì, dove ti ha portato anche Apollo” mi sveglio di colpo gridando “Artemide, è lei!” tutti sull’autobus mi guardano male ma non ci faccio caso e guardando Eliot dico -È Artemide! La dea che mi fa bruciare, è lei! Mi ha portato sul monte Cito, proprio come tuo padre! Mi ha portato sul monte in cui è nata! Dafne… Dafne era una cacciatrice! Mi ha detto che la mandava la sua signora, Artemide!- Eliot mi guarda ma poi abbassa subito lo sguardo.
-Tu lo sapevi?- chiedo
-Io… quando mio padre ci è apparso in sogno tu ad un certo punto sei scomparsa e lui mi ha rivelato il nome della dea ma mi ha anche detto che dovevi essere tu a capirlo perché altrimenti non saresti arrivata alla fine!-
-Alle fine di cosa?- chiedo.
-Non ne ho idea- mi risponde lui.
-Eliot, ma perché Artemide mi ha fatto questo...?- dico e subito la risposta mi appare chiara.
 
Poco prima di arrivare al campo Talia mi aveva chiesto di unirmi a loro ma io avevo declinato l’offerta. Talia mi aveva detto qualcosa del tipo “Noi ti proteggeremo comunque, anche se deciderai di innamorarti noi saremo con te figlia di Poseidone. Sei una risorsa importante e potresti tornarci utile.” Ma questo cosa vuol dire? Sono forse uno strumento della dea? E se si a cosa le servo? E come facevano a sapere già che ero figlia di Poseidone? Una miriade di domande affollano il mio cervello e sento che sto per scoppiare.
Se non fosse per Eliot che, notando il mio turbamento, mi abbraccia, starei già delirando.
Per fortuna arriviamo presto al campo dove si svolge la seconda fase della preparazione per Hunger Games: l’oracolo: ognuno di noi riceverà una profezia che non potrà riferire a nessuno.

Quando tocca a me Rachel fa un sorriso -Rilassati cara ma ti avverto che non sono responsabile di me nei prossimi minuti- e poi con una voce molto più potente e un tono serpentino dice -Il destino si compierà ma non senza sacrifici. Quattro amici e un traditore alla fine giungeranno. Nubi e Acqua lo incastreranno. Luce e Buio lo sconfiggeranno. L’eroe per salvare i suoi amici i segreti scoprirà. L’immortalità giungerà a colui che per primo cederà!- detto ciò l'oracolo si riscuote -Ehm..! okey! Ora puoi andare!- Esco dalla stanza e inizio a pensare alla parole della profezia ma non riesco a capirci molto: chi è il traditore? Chi sono i cinque amici? Ci siamo io, Eliot, Nico, Sasha e... chi è il quinto? Deve essere lui il traditore. E a chi si riferisce quando dice che Nubi e Acqua lo incastreranno? Sono io l’acqua o è Stark? Potrebbe essere Stark il quinto? E le Nubi chi rappresentano? Dylan? Nicole? E cosa vuol dire che devo scoprire i segreti dei miei amici per salvarli? E che l’immortalità arriverà al primo che cederà, cosa vuol dire? Non dovrebbe vincere chi resiste fino alla fine? E quali sono i sacrifici? Con queste domande vado a letto e non riesco proprio a dormire... nella mia testa continuano a rimbombare domande che trovano significato in un attimo ma che con la stessa velocità lo perdono. 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 8 - I PEGASI ***


CAPITOLO 8
 
I PEGASI

 
POV ELIOT
Mi sveglio con il sole in faccia, devo ricordarmi di chiedere a mio padre di partire un po’ dopo la mattina! Sono distrutto. Vorrei poter dormire per il prossimo secolo e mezzo. Questa notte mi sono addormentato per esasperazione. Non riuscivo a fare a meno di pensare alla profezia che mi aveva dato Rachel (e si che, essendo figlio di Apollo, dovrei capirle in fretta). La profezia recitava così “Al traditor che si finge amico tu non credere. Segui il Sole che verso l’Oceano ti porterà e lì una scelta compirai. La salvezza degli amici o la loro morte porterai.” Non molto incoraggiante vero? Insomma, un traditore? Una scelta? No basta, devo smetterla di pensarci! Esco dalla casa di Apollo e mi dirigo verso la mensa. In testa i miei Ray-Ban neri e in tasca un accendino che si trasforma in una spada, la quale emana una forte luce in modo da accecare gli avversari. Arrivato in mensa trovo Chiara seduto al tavolo di Poseidone che.. dorme?
-Ehi! Bella addormentata!- dico scuotendola. Le occhiaie le solcano i bellissimi occhi e il viso sciupato dalla notte insonne le conferisce un’aria molto triste. I capelli sono legati in una treccia che le cade sulla spalla sinistra mentre a destra una conchiglia le ferma una ciocca di capelli. Lei si alza di colpo borbottando un “Sono sveglia, sono sveglia!!” –Nottata in bianco eh?!- le dico e lei annuisce piano. Ci è proibito rivelare le nostre profezie ad altri ma in questo momento vorrei tanto parlarle dell’orribile e senza alcun senso precetto che l’oracolo mi ha riserbato. Noto che alcuni dei miei fratelli mi stanno chiamando.
-Cerca di riposarti dopo okey? Ci vediamo a mezzogiorno alle stalle?- chiedo. Lei mi guarda perplessa e accenna un sorriso di scherno -Tu che ti avvicini alle stalle? Devo essere in paradiso!- dice ridacchiando ed io la assecondo fingendomi un po’ imbronciato, il che mi fa guadagnare un bacio. -Okey, a mezzogiorno alle ... stalle! Ma sei sicuro?- dice lei ancora ridendo. Io annuisco e prima di allontanarmi le do un bacio sulla fronte.
 
Finito di fare colazione mi alleno un po’ con la mia nuova spada: è ben bilanciata, facile da manovrare e talmente tanto accecante che i miei avversari sono costretti a pararsi il viso permettendomi così di buttarli a terra con una facilità quasi innaturale. Riesco a sconfiggere tutti… tutti tranne Dylan che con la sua spada-emana-scintille è riuscito a mettermi in scacco. Ah quanto odio questo ragazzo!
 
Per fortuna il tempo passa in fretta: sembra passato un minuto che già sono le 12.00.
Mi avvio verso le stalle e trova Chiara già dentro che pulisce i cavalli. Mi avvicino e la bacio con tutta la forza che ho! Purtroppo dopo un po’ sono costretto a staccarmi per riprendere fiato e solo allora mi accorgo di Nico che ci guarda maliziosamente da dietro BJ.
-Prendetevi una stanza! Vi prego!- dice il mio amico con una finta smorfia indignata sul viso.
-Aaah! Ma non rompere Nike! Tu fai anche di peggio con Sasha!- dice Chiara alzando ed abbassando le sopracciglia come per sottolineare che la sua frase è piena di doppi sensi. Miei Dei! Quanto adoro questa ragazza!
-Su! Dai figaccione! Vieni qua a strigliare Ocean che vado a prendere le selle!- mi dice ed io ubbidisco, anche se, vi dico la verità, preferirei di gran lunga essere a giocare a basket piuttosto che strigliare questi puzzolenti cavalli.
-Va che ti sentiamo! Potresti insultarci silenziosamente?- sento dire nella mia testa da una voce femminile che non riconosco. Mi giro e noto Ocean che mi guarda male. No okey! È impossibile che quel cavallo mi stia parlando... i cavalli non sono animali intelligenti!
-Senti potresti smetterla! Noi mica veniamo a casa tua per insultarti- dice una voce indignata questa volta maschile. No, dove sono le telecamere? Sono su una specie di candid camera per semidei?
-Sono proprio stupidi gli eroi di questa generazione eh!? Asclepio l’ha capito appena ci ha visti!- continua la voce femminile. E proprio in quell’istante entra Chiara -Chi è che ha capito cosa appena vi ha visti?- chiede a voce alta. Deve essersi accorta che la sto guardando sconvolto perché mi chiede se sto bene.
-Sento i cavalli parlare!- le confesso credendo che mi prenderà per pazzo.. i figli di Apollo non sento gli animali parlare! Invece mi risponde -Certo! Il carro di tuo padre, beh quando guidava un carro e non una spider, era trainato da quattro cavalli: Piròo, Eto, Eòo e Flegonte! E in più Pegaso è paricolarmente legato a tuo padre.-
-Ma perché allora non li ho mai sentiti?-
-Non ne ho idea. So solo che i figli di Apollo non amano molto avvicinarsi ai cavalli e i cavalli fanno a meno di parlare con i figli di Apollo!- risponde lei risoluta.
Dopo aver sellato i due cavalli, aver salutato Nico e dopo aver indossato le nostre armature, prendiamo il volo. Io tiro fuori l’accendino e Chiara la conchiglia. Entrambi gli oggetti si trasformano in spade. Iniziamo a combattere a mezz’aria dicendo ai cavalli cosa fare e come muoversi. La luce che la mia spada emette è molto forte ma, ogni volta che colpisce quella di Chiara, la luce vacilla -L’acqua spegne il fuoco!- dice lei fiera di aver capito come battermi. Riesce a spegnere il bagliore della mia arma tenendola sempre a contatto con la sua e mi tira una gomitata! Porca boia (okey... non è questa la parola che pensavo...!) quanto è forte! Io abbasso la guardia e la spada vola giù, fortunatamente tra poco l’accendino mi ricomparirà nel suo “porta accendino” legato alla mia cintura ma fino ad allora sarò senza arma. Per cercare di schivare i colpi di Chiara chiedo a BJ di muoversi il più veloce possibile e questo, seppur non senza lamenti, esegue i miei ordini. Riesco a temporeggiare e l’accendino è ricomparso, lo afferro e sguaino la spada proprio nel momento in cui Chiara sta per mettermi ko, fortuna però vuole che riesco a muovere la spada fino al suo mento finendo così in una situazione di stallo. Nessuno si muove e poi in contemporanea abbassiamo le spade.
-Parità!- dice Chiara –Tutta fortuna, la tua!- continua lei ridendo.
Insieme torniamo alle stalle, dove lasciamo riposare BJ e Ocean che si sono meritati un sacco pieno di carote, dopodiché andiamo a sistemarci. Arriviamo davanti alla Casa Grande che sono ormai le sette di sera. Chirone ci ha radunati qui per darci un annuncio -Domani si terrà la sfilata nella grande Arena. I vostri abiti sono già pronti, li troverete nelle vostre case.- dice e come finisce, tutti si precipitano a vederli. Chiara ed io siamo gli unici che se la prendono comoda. Arriviamo alla capanno di Poseidone e vedo l’abito che indosserà Chiara. Il vestito è molto intricato: indosserà un abito corto semitrasparente tendente al rosa salmone-arancione che cade liscio sul corpo, sull’abito sono stati ricreati dei coralli rossi che cingeranno i fianchi e il seno della ragazza. I coralli proseguiranno anche sulle braccia sulle quali si attorciglieranno. Al collo porterà una stella marina rossa. In più sulle spalle scoperte indosserà un mantello di tessuto molto leggero dello stesso color dell’abito che in fondo ricreerà gli stessi coralli rosso fuoco. Le scarpe saranno alte e tendenti sempre al rosso-arancione. Già me la immagino in quell’abito stupendo. Noto che è molto affascinata dal suo nuovo vestito e quindi la lascio ammirarlo in tranquillità congedandomi con un bacio lieve sulle labbra e un “Buona notte”. Quando arrivo nella mia casa, non noto neanche il mio di abito. M’infilo nel letto e mi addormento. E sogno.
 

 
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 9 - UN BACIO DI TROPPO ***


CAPITOLO 9
 
UN BACIO DI TROPPO

 
POV CHIARA
Sono ancor sul monte cito da cui si scorgono bene le collinette verdi e il piccolo lago. Mi giro per iniziale il cammino ma mi ritrovo davanti uno specchio. La ragazza che vedo riflessa è una me un po’ diversa: indosso dei pantaloni neri e una giacchetta color argento. Noto che la me riflessa ha in mano un arco e dalle spalle spunta una faretra piena di frecce. Ho appena il tempo di capire che in quel riflesso sono una cacciatrice dopodiché nello specchio, alle spalle della ragazza che ho davanti, compare un’altra giovane. E’ impossibile dire quanti hanno abbia: qualcosa nel suo aspetto fa si che dimostri tranquillamente tra i dodici e vent’anni.
-Artemide!- dico con non poco risentimento per ciò che mi ha fatto passare.
-Oh! Che tono forte! Figlia di Poseidone, se solo tu ti unissi alle mie cacciatrici! Tu si, tu avresti le qualità per sostituire Talia quando ci sarà bisogno! Ma ami Eliot, vero?! Ah! Sciocchi ragazzi! Ti renderai a tempo debito di quanto possano farci soffrire! Non ti sorprendere se presto ti tradirà o se ti abbandonerà!- mi dice. E senza darmi il tempo di replicare continua dicendo -Comunque non sono qui per questo, avremo tempo per parlarne più avanti! Al momento è più importante darti il dono-. E così dicendo mi allunga un bracciale d’argento finissimo con il ciondolo di una lupa bianca e me lo lega al polso.
-Quando ne avrai bisogno, slegalo ed io manderò due delle mie cacciatrici per aiutarti. Ma ricorda che se le chiamerai qualcuno dovrà unirsi a noi.- continua tranquilla.
Probabilmente già sa che ne avrò bisogno e a quel punto io sarò costretta a diventare cacciatrice, pare che ci tenga proprio, anche se il motivo mi sfugge.
Accetto il dono ripromettendomi di non slegarlo mai. Artemide fa un cenno con il capo ed io di colpo mi sveglio.
Sono nel mio letto, il bracciale al polso e qualcuno che bussa con insistenza alla porta. Ancora mezza addormentata vado ad aprire e mi ritrovo davanti una donna che esclama dicendo “uh! Quante cose che dobbiamo fare qui!” e si mette subito ad armeggiare con i miei capelli e le mie unghie senza che io possa dire o fare niente. Ogni tanto sento che borbotta cose del tipo “i capelli così non vanno: guarda che doppie punte!!” o “Hai visto queste unghie?” e altre cose poco gentili.
Dopo circa tre ore sono finalmente pronta per la sfilata: l’abito mi cade sul corpo liscio come un lenzuolo. Un mantello scivola giù leggero alle mie spalle. Le scarpe con i tacchi sono stranamente comode. I miei capelli sono tutti spostati su una spalla mentre dall’altra la mia conchiglia tiene ferma una ciocca ribelle. Il leggero velo di trucco mi fa sembrare più carina.
La stilista, che ho scoperto essere una figlia di Afrodite, mi accompagna poi vicino ad una biga trainata da due bellissimi cavalli azzurri. Mancano ancora dieci minuti prima che i carri partano ed Eliot ancora non è arrivato. Il mio carro entrerà dopo quello di Zeus e subito dopo di me verrà il carro di Nico.
-Allora, sei pronta a sfilare davanti a tutto l’olimpo?- mi chiede una voce alle mie spalle.
-Dylan, cosa vuoi?- ringhio io.
-Come siamo scontrosi oggi, eh?!- dice sogghignando.
È davvero insopportabile questo ragazzo, se non fosse che è veramente carino..!
-Vai via Dylan!- gli dico.
-Che c’è? Hai paura che ci veda Eliot?- mi chiede con voce arrogante e prima che io possa ribattere, lui mi cinge i fianchi, mi avvicina a se e mi bacia. Io cerco di allontanarmi prendendogli il viso tra le mani e allontanandolo ma questa da solo l’idea che il bacio mi stia piacendo. Poi quando finalmente decide di lascarmi mi volto e noto così Eliot che dal suo carro ci guarda indignato e poi voltandosi se ne va. Io cerco di seguirlo ma una mano mi afferra e mi porta sul carro, dove Stark mi sta già aspettando.
-Su! Dai! Sali!- mi dice la stilista ed io sono costretta a darle retta perchè la biga si sta già mettendo in movimento. Quando il carro entra nella Grande Arena, questa è piena di semidei di ogni età che applaudono. Io sono ancora sconvolta per ciò che è successo ma notando Dylan che emette saette a tutto andare capisco che devo fare qualcosa con il calice d’acqua che mi hanno messo di fronte. Innalzo così una piccola colonna d’acqua che plasmo a mezz’aria con le forme di un cavallo. L’animale inizia a galoppare per l’arena, qualche volta impennandosi o nitrendo. Sono molto grata a Stark che invece crea una spirale d’acqua che ci gira attorno e nasconde così le lacrime che mi scivolano indisturbate sul viso. Non riesco a non pensare all’espressione di Eliot. Al leggero scuotimento di testa e la tristezza nei suoi occhi. Tutto ciò mi brucia dentro e mi sta facendo andare in crash il cervello. Quando però il carro si ferma una nuova sensazione mi sale dalla bocca dello stomaco e mi fa vergognare di me stessa: è il pensiero che effettivamente il bacio non mi ha lasciata indifferente, mi è piaciuto. Ciò mi sta uccidendo da dentro. Non riesco a smettere di pensare alle sue mani che mi cingono i fianchi con fare possessivo che mi ha fatto letteralmente sciogliere o alle sue lebbra che piano si muovevano sulle mie. Non avevo mai provato niente del genere con Eliot. BASTA! Devo smetterla di pensare o impazzirò!
 
Chirone inizia a parlare ma io non seguo niente di ciò che dice.
Incontro però lo sguardo di Nico che con la bocca mima “Ci parlerò io” il che dovrebbe rassicurarmi ma non ha altro risultato che farmi sentire ancora più in colpa.
 
POV ELIOT
Non riesco ancora a credere a ciò che ho visto. Ora che ci siamo fermati, dopo aver centrato tutti i padiglioni che avevano messo sul percorso, posso riporre l’arco. Ma non posso fare a meno di rivedere e rivedere e rivedere ancora la scena di Chiara che bacia Dylan. Che poi dico... Dylan? Perché? Gli occhi mi bruciano e vorrei essere ovunque tranne che qui, su questo carro a pochi metri di distanza da quell’insulso figlio di Zeus.
 
Quando usciamo dall’arena mi dirigo verso la mia capanna ma una figura mi si para davanti.
-Bacia bene la tua ragazza! Non credo meriti una mezza cartuccia come te!- dice Dylan sogghignando.  
La mia mano inizia a formicolare e dopo poco gli tiro un pugno sul naso. Lui indietreggia coprendosi il viso.
Quando si riprende inizio a sentire scosse in tutto il corpo che aumentano sempre più fino a quando le mie gambe cedono ed io cado a terra in ginocchio. Ad un certo punto le scosse si fermano e mi accorgo che Chiara sta spintonando Dylan dicendo di finirla. Poi si avvicina a me e cerca di aiutarmi a sollevarmi.
-Lasciami! Non ho bisogno del tuo aiuto!- dico allontanandola con una mano. Lei si sposta e nel suo sguardo leggo solo dolore. Una lacrima le riga il viso e questa volta è lei a voltarsi e ad andarsene.
Stringo la mano in un pugno e veloce mi dirigo dalla parte opposta.
 
Mi inoltro nel bosco e lì rimango a lungo. Perché l’ha baciato? Perché? Perché?
Non riesco a pensar a nient’altro che a questo. Rimango nel bosco fino a quando inizia a piovere. Quando torno nella mia capanna, saranno ormai le due di notte, la pioggia cade ormai da diverse ore. Vicino alla porta della mia camerata scorgo una figura. Mi avvicino un poco e quando sono a pochi passi, capisco che è Chiara. Da quanto tempo sarà qui? sotto la pioggia?
Vedendola non posso non sentire una fitta dritta al cuore. La scrollo un po’ e l’aiuto ad alzarsi. Lei mi guarda assonnata e quando capisce chi sono inizia a farfugliare qualcosa che non capisco. Forse scuse ma parla talmente veloce che non riesco a cogliere una sola parola. Dopodiché scoppia a piangere. Le lacrime le rigano il viso e gli occhi blu come l’oceano sono arrossati. Gli abiti che porta sono completamente fradici e non deve aver mangiato niente. Non riesco proprio a vederla così triste e distrutta ma non riesco neanche a perdonarla. Io mi fidavo e lei mi ha tradito, ha tradito tutto ciò che eravamo.
-Chiara, è meglio se ritorni alla tua capanna.- le dico cercando di sembrare impassibile ma noto subito che la voce mi trema.
-No, no! Io non voglio! Tu devi ascoltarmi! Io non ho fatto niente è stato lui... è stato lui!- dice e si accascia nuovamente a terra incurante dell’acqua. I capelli sono completamente arruffati ma lei non ci bada. Indossa ancora l’abito della sfilata. È davvero bellissima. Mi accovaccio e le metto una mano sulla spalla.
-Chiara vai a letto.. non c’è posto qui per te!- lei mi guarda sconvolta, improvvisamente si alza e mi abbraccia ed è solo ora che noto il bracciale che porta al polso.. la lupa è il simbolo delle cacciatrici possibile che lei… possibile che volesse unirsi a loro? Ora non mi interessa, non mi deve interessare! Dopo avermi dato un bacio sulla guancia, si volta e corre via. Eppure il pensiero che in qualche modo possa allontanarsi per sempre da me mi lascia un vuoto… NO! Basta, non devo più pensare a lei. E’ finita!
 
POV CHIARA
Corro via, non so dove sto andando so solo che le mie gambe non smettono di muoversi. La pioggia mi bagna il viso e m’inzuppa i vestiti, quantomeno, però nasconde le mie lacrime. Ad un certo punto arrivo al fiume. Senza pensarci due volto mi ci butto dentro completamente vestita e per un attimo, un attimo solo, l’acqua ha un effetto calmante ma poi tutto mi ripiomba addosso più forte di prima, con più foga. Quando arrivo sul fondo, rimango distesa a piangere per non so quanto tempo e finisco per addormentarmi.
 
Mi sveglio solo quando delle mani mi trascinano in superficie. Quando esco dall’acqua scorgo, alle prime luci del giorno, il viso di Dylan.
-Mi dispiace!- sussurra.
-Mi dispiace per tutto!- continua.
Sono talmente stanca che non riesco neanche a controbattere.
Gli occhi mi bruciano e vorrei scomparire, diventare invisibile e andare via, lontano da qui!
-Io non volevo ferirti, in nessun modo avrei voluto ferirti! Sono uno stupido!- il ragazzo mi pare veramente dispiaciuto e a quanto pare non ha dormito tanto neanche lui.
-Non è tutta colpa tua!- gli dico, anche se non ne sono convinta. Poi però mi torna in mente la sensazione che il bacio mi ha lasciato e me ne convinco. È colpa mia ciò che è successo!  
Mi alzo e m’incammino verso la mia capanna ma lui mi afferra il polso e mi costringe a girarmi.
-Ti prego Chiara! Perdonami! Non sopporterei sapere di averti provocato tanto dolore!- mi dice ed io non posso fare altro che annuirgli piano e tentare un sorriso.
Dopodiché mi avvio lentamente verso la mia camerata.

 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 10 - UN ERRORE DIETRO L'ALTRO ***


CAPITOLO 10
 
UN ERRORE DIETRO L'ALTRO

 
POV CHIARA
Quando arrivo al campo noto un gruppetto di semidei e Chirone.
Nico sta parlando con Sasha e Nicole e sembrano tutti e tre preoccupati.
Eliot è seduto davanti alla porta della sua cabina, all'incirca dov'ero io la sera precedente. Anche lui sembra molto triste. Si tiene la testa tra le mani e la scuote piano.
Dylan è a pochi passi dietro di me.
-Ti stavano cercando, io sapevo dove trovarti!- dice e pare un po' imbarazzato.
Quando mi avvicino al gruppo, tutti mi guardano.
-L'ho trovata!- esclama Dylan, però senza il suo tono da sbruffone, al contrario, pare… triste!
Eliot alza la testa e solo ora noto gli occhi arrossati e il viso bagnato. Lui fa per avvicinarsi ma poi si accorge di Dylan e deve essergli improvvisamente tornato in mente perchè era tanto arrabbiato con me che si costringe a risedersi.
Nicolò invece mi si avvicina e mi abbraccia -Chiara ci hai fatto preoccupare! Non ti trovavamo da nessuna parte- mi dice. Poi si avvicinano anche Sasha e Nicole. La figlia di Zeus guarda il fratello facendo un cenno. Poi anche lei mi abbraccia.
Mi giro, e vedo Dylan che si allontana, all’inizio mi chiedo il perché, poi noto che Eliot mi sta venendo vicino. Impossibile non notare gli occhi rossi, i capelli scompigliati. È davvero bellissimo, anche così! Anche ora!
Quando è a pochi metri da me gli altri si allontanano.
-Chiara, perchè lo hai fatto?- mi domanda con la voce rotta.
Vedendo la tristezza nei suoi occhi, il mio cuore salta un battito. Mi guarda dritto negli occhi, come a voler trovare una spiegazione. Come a voler cercare qualcosa che spieghi tutto. Sento che potrei sciogliermi in quegli occhi color nocciola, se solo non fosse così triste. Dove sono finiti gli occhi vispi e sempre felici? Quelli senza lacrime? Quelli che mi guardavano mentre dormivo? Dove sono gli occhi che tante volte ho osservato? Possibile che siano scomparsi con tanta velocità?
-Io, te lo giuro, non ho fatto niente!- appena pronuncio queste parole, lui sposta lo sguardo e capisco che non mi crede. Possibile che davvero non mi creda? Che mi veda come una ragazza senza cuore che gli farebbe questo? Possibile che si sia già dimenticato di ciò che abbiamo passato in questi ultimi, bellissimi, giorni?
Alle sue spalle noto che Dylan ci sta guardando e si avvicina piano. Quando parla è proprio dietro Eliot.
-Non è stata colpa sua. Sono stato io. Io l'ho baciata. Lei ha tentato di respingermi ma io non l'ho lasciata. È colpa mia.- sussurra. Gliene sono grata. Eliot senza girarsi mi dice -Mi dispiace ma non vi credo!- e il mondo mi crolla addosso. Eliot se ne va, torna alla sua cabina. Io mi siedo su un masso e le lacrime iniziano a scorrere più veloci di prima. Dylan mi segue e mi si siede vicino. Con un braccio mi fa avvicinare a lui ed io poggio la testa sulle sue spalle. Al momento è l’unica consolazione che ho.
 
POV DYLAN
Che cosa ho combinato? Penso mentre vedo Chiara così distrutta. Cosa mi è saltato in mente? Baciarla così! Ho soltanto rovinato tutto. Io la amo, nonostante quello che dice mio padre.
L'ho sognato diverse volte e tutte quante mi diceva che non era buona cosa, lei è figlia di Poseidone! Ma io come a mio solito l'ho ignorato ed ecco ciò che è successo.
Chiara si alza -Scusa ho bisogno di tornare al fiume.- sussurra.
-Ti posso accompagnare?- chiedo.
Lei mi guarda, capisco dalla sua espressione che sta soppesando le possibilità. Non c’è motivo per cui mi dica di si. Alla fine gli ho appena rovinato tutto ma per qualche strano motivo dice -Si, va bene!-.
Ci incamminiamo nel boschetto. Durante tutto il tragitto non diciamo mezza parola ma non è un silenzio imbarazzante, semplicemente non abbiamo niente da dirci. Poi quando arriviamo al fiume lei, che è circa due passi avanti a me, si ferma di colpo e si gira. Con mia grande sorpresa mi bacia. Le mani tra i miei capelli mi tirano verso lei. La prima volta le mie labbra avevano faticato per farsi spazio tra le sue ma ora e tutto più naturale. Io le cingo i fianchi e l'attiro a me. Questo bacio è molto meglio. Poi lei si allontana di un passo. Una lacrima le riga il viso. Povero, povero viso. Quante lacrime l'hanno bagnato in questi giorni a causa mia? Troppe.
Con una mano le asciugo il viso bagnato. Lei guardandomi dritto negli occhi mi sussurra -Mi dispiace. Sono una sciocca! Non avrei dovuto. Non avrei dovuto...!- ora sta guardando la punta delle sue scarpe. Io piano le premo i pollici sulla gola in modo che lei alzi il viso, ci guardiamo un attimo negli occhi e sicuri di ciò che vogliamo, finalmente, ci diamo un bacio in cui nessuno è preso alla sprovvista e, ragazzi!, se pensavo che il bacio di prima fosse meraviglioso questo è.. Wow! Continuiamo a baciarci con foga facendo qualche pausa solo per respirare. Avanzo piano fino a quando Chiara non si ritrova la schiena contro il tronco di un pino. Le sue gambe stringono forte intorno ai miei fianchi. Le tolgo la maglia e la butto a terra, poco dopo la stessa sorte tocca alla mia di tshirt. Poi, sempre con lei aggrappata, vado verso il fiume e beh... di quello che succede dopo non dico niente, lascio libero sfogo alla vostra fantasia!
 
POV ELIOT
Sono steso sul mio letto e non riesco a credere a ciò che ho fatto. Io credo a ciò che mi hanno detto. Io sono sicuro che Chiara non abbia fatto niente ma quel bracciale… se vuole diventare cacciatrice deve essere libera da qualunque legame. Deve essere una sua scelta ma la fitta che ciò mi procura e più dolorosa di qualsiasi pugno io abbia mai preso. Il fatto che potrebbe andarsene per sempre mi affligge ma non posso costringerla a rimanere. Non posso! Alla fin fine è una sua decisione. Si tratta della sua vita, non della mia. Ora non avrà più niente che la costringe qui e se sceglierà le cacciatrici, non avrà risentimenti.
Qualcuno bussa -Chiunque tu sia, entra ma lasciami in pace- urlo per farmi sentire. Dalla porta sbuca Nico. 
-Eliot, perchè l'hai lasciata andare?- mi chiede.
-Le cacciatrice, credo voglia unirsi a loro.-
-Ma cosa stai dicendo! Sai bene che non si unirebbe mai ad Artemide, almeno non dopo ciò che le ha fatto!-
-Aveva il bracciale con la lupa bianca.- dico e noto che anche Nico è sbalordito.
-Amico, ehi! Mi dispiace.- sussurra lui.
-Già anche a me!- rispondo sconsolato e con il morale sotto i piedi.
-Ora lasciami solo per favore!- continuo io.
-Certo! Ti aspetto a pranzo!- mi dice. 

Quando esce, decido che devo fare qualcosa. Così mi alzo, prendo la macchina fotografica e vado alla casa grande. Lì c'è una stampante e così inizio a scaricare le foto più belle: Chiara in groppa ad Ocean. Chiara che impara a tirare con l'arco. Io e lei davanti al focolare che ridiamo. C'è addirittura una foto di lei che dorme. È davvero bellissima. Gli occhi che brillano di felicità, molto diversi da com’erano oggi. Il sorriso sul viso. È davvero la cosa migliore che mi sia mai capitata. Sono proprio uno stupido. Le stampo tutte, le foto, e poi le attacco sul mio quaderno, sull'armadio, in bagno e ovunque ci sia un piccolo spazio. In questo modo lei sarà sempre con me, anche se deciderà di andarsene.
 
POV CHIARA
Mi sveglio sul mio letto. Gli occhi mi bruciano ma non capisco il perche? Poi tutto mi piomba addosso. Avete presente quando vi accade qualcosa di brutto e quando vi svegliate, credete che sia solo un sogno? Non avete mai provato il terribile peso che si butta sulle vostre spalle nel preciso momento in cui capite che non era un sogno? Beh, se non l’avete mai provato, è davvero terribile.
Nel momento in cui mi accorgo di ciò che ho fatto. Come? Come ho potuto? Dylan? Ci siamo sempre odiati? Eppure se ripenso alla leggera scossa che sento quando tocca la mia pelle. Una scossa totalmente diversa da quelle che mi aveva inflitto durante la caccia alla bandiera. Questa era... piacevole. Se ripenso ai suoi occhi color del cielo fissi sui miei. Se penso al suo corpo caldo contro il mio... beh se penso a questo non riesco a credere che sia stato un errore. Guardo l’orologio: è ora di cena.
-Quanto ho dormito?- chiedo a Percy che mi sta guardando stranito.
-Ti ha portato qui Dylan verso mezzogiorno.- mi risponde lui.
Ora che ci penso ho davvero un sacco di fame. Non mangio da ieri a mezzogiorno.
Quando arrivo inizio a rimpinzarmi come non ho mai fatto in vita mia. Appena vedo Eliot però una stretta allo stomaco mi impedisce di mangiare altro. Vedendo la sua espressione distrutta credo che sia meglio parlare a Dylan di quello che è accaduto.
Durante il focolare lo prendo in disparte.
-Non è mai successo niente, okey?! Almeno non per ora! Eliot… mi dispiace troppo per lui! Non posso fargli questo- dico al figlio di Zeus in un tono che non ammette repliche.
-Certo!- dice con sicurezza. Capisco solo dopo di averlo ferito.
Ma è mai possibile che chiunque mi stia vicino debba soffrire.. sempre?
Come se non bastasse questo Chirone annuncia che da domani inizieranno gli allenamenti per gli Hunger Games, il che mi ricorda che entro poco tutte le persone a cui voglio bene saranno nell’Ade e magari ci sarò pure io e vi assicuro che di certo non andrò a stare nei Campi Elisi, quanto meno non dopo ciò che ho combinato.

 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 11 - SCOPRO LA VERITA' SULLA MIA VICINA DI CASA ***


CAPITOLO 11
 
SCOPRO LA VERITA’ SULLA MIA VICINA DI CASA.

 
-Tra un mese da oggi entrerete nell'arena- dice un ragazzo alto e biondo.
-23 di voi moriranno!- continua.
-Uno diventerà un dio!- a questo punto si ferma per una pausa ad effetto. Come per farci assimilare l’idea della grandiosità di questa impresa. 
-Per ora vi allenerete in questo centro sportivo. La palestra sarà sempre a vostra disposizione. Ad ogni ora, in qualsiasi giorno per il prossimo mese. Beh che gli Dei siano sempre a vostro favore.- dice infine.

Con lo sguardo cerco Dylan che è in piedi vicino a una figlia di Afrodite. Mi ci vuole poco a comandare l'acqua della fontanella poco distante affinché la inzuppi completamente. Dylan alza lo sguardo su di me. Il fatto che non abbia avuto bisogno di cercarmi vuol dire che mi stava osservando già da prima. Il ragazzo mi si avvicina ma io inizio ad allontanarmi per dirigermi dietro la palestra, un posto un po’ più tranquillo. Quando è a pochi metri da me, inizio a sentire piccole scosse piacevoli in tutto il corpo. Dylan mi abbraccia da dietro.
-Gelosa?- mi sussurra nell'orecchio
-Ma chi? Io?- dico ridendo.
-Vuoi forse dirmi che Drew non l'hai infradiciata tu?- chiede 
-Non so a cosa ti riferisci!- gli rispondo, mi giro e lo bacio. Un brivido mi corre lungo il collo.
-Dov'è finito il "non è mai successo"?- domanda lecita, lo ammetto.
-Non riuscivo a starti lontana!- rispondo prima di baciarlo ancora e un’altra scossa che mi pervade.
-Sono così irresistibile?- mi chiede malizioso per poi riprendere a baciarmi. Le sue mani mi cingono i fianchi mentre le mie sono poggiate sul suo petto.
-Dylan? Ho fame! Andiamo a mangiare?- gli chiedo e lui si mette a ridere.
-Che c’è?- chiedo io fingendomi arrabbiata.
-Niente! Sei bellissima! Dai andiamo!- risponde lui stampandomi un bacio sul naso.
 
Quando arriviamo in mensa, nel momento stesso in cui ci sediamo al tavolo, comincia una guerra silenziosa tra me e il figlio di Zeus che, devo confessare, inizia proprio a causa mia. Appena ci dividiamo, infatti, comando all’acqua di schizzarlo, giusto un po’, così per divertimento! Il ragazzo contrattacca procurandomi piccole scosse in tutto al corpo che mi fanno fremere. Di rimando io gli bagno completamente la maglietta e lui risponde comandando il vento affinché mi scompigli tutti i capelli. Questo vuol dire guerra!  Chiedo ad un po' dell'acqua che ho nel bicchiere di gelare e questa mi da retta, dopodiché lascio scivolare il cubetto di ghiaccio improvvisato sulla schiena di Dylan il quale salta in piedi per il freddo improvviso. La battaglia finisce qui perché sia io che Dylan vediamo Eliot arrivare. Io mi rabbuio e cerco di non incontrare il suo sguardo, e lui del resto non cerca il mio. Finisco di mangiare velocemente dopodiché mi vedo con Nico e Sasha davanti alle porte della palestra. Nico ed io iniziamo dalla postazione di lancio dei coltelli, Sasha invece aspetterà che arrivi Eliot. Ci sono diversi padiglioni e così ci mettiamo l’uno di fianco all’altra, un ragazzo ci insegna come tenere i coltelli e in che modo lanciarli. Dopo un po’ di esercizio decidiamo che non fa per noi. Mentre ci spostiamo dal lancio dei coltelli a “Come riconoscere le piante?” Nicolò mi chiede -Lo sai perché non ti ha perdonata?- sinceramente mi aspettavo che iniziasse a parlarne ma questa domanda proprio no… non me la aspettavo!
-Perché mi ha visto baciare Dylan e crede che sia stata io!- gli rispondo cercando di rimanere impassibile ma nonostante ciò una lacrima sfugge al mio controllo, mi affretto ad asciugarla. Nico scuote la testa lentamente e poi con un dito indica il bracciale con la lupa bianca.
-Crede che tu ti voglia unire alle cacciatrici. È vero che vuoi farlo?- rimango scioccata. Certo che no, non mi unirei mai alle cacciatrici, quantomeno non di mia volontà.
-Certo che no, Nike!- rispondo, forse con un tono di voce troppo alto.
-Beh lui crede che sia così, ti ha voluta lasciare libera di scegliere. Pensava che se ti volessi unire alle cacciatrici non avresti dovuto aver nessun legame, in modo da non pentirtene.- mi risponde il mio amico.
-Come? Ma non capisco? Come ha potuto? Farmi soffrire così? Perché non me ne ha parlato? Così a scelto al mio posto! Anche se avessi preso in considerazione di andare con Artemide, sarebbe stata una mia scelta! Non sua!- questa storia mi sta facendo imbestialire. Come ha potuto. Lui non voleva lasciarmi libera di scegliere, lui HA SCELTO per me! Ha deciso di andarsene!
-Ehi! Pensava di aiutarti! Non te la prendere con lui!- mi risponde il ragazzo.
-Nike, tu non capisci, tu non hai idea di quello che ho passato in questi ultimi giorni. Tu non hai visto come mi guardava, come mi parlava.- gli rispondo e a questo punto non riesco più a contenere tutte le lacrime. La voce rotta e il respiro affannato. Ormai ci ho fatto l’abitudine viste tutte le lacrime che ho versato in questi ultimi tre giorni.
-Chiara, guardami! Guardami! Mettiti nei suoi panni. Lui pensava di aiutarti. Lui non voleva essere la causa di una tua risposta negativa a quella vita.- mi dice.
-Lui è sempre stato il motivo per cui non ho scelto le cacciatrici. Quando mi hanno trovato, la prima volta, io non ho accettato per Eliot. E sono sempre stata contenta di averlo fatto. Sempre! Ho rinunciato ad unirmi a loro perché conoscevo lui. Perché il pensiero che ci fossero ragazzi come lui mi convinceva che era stupido odiarli. È per questo che ho rinunciato, e lo farò sempre. A meno che io non ne sia costretta.- gli dico e dopodiché gli spiego la funzione del braccialetto, gli confesso che da sempre Artemide mi vorrebbe tra le sue ancelle. E proprio mentre gli dico che Talia sapeva già di chi fossi figlia, mi torna in mente un ricordo che da troppo tempo avevo perso. È come se mi avessero appena gettato una secchiata d’acqua gelida addosso.
Artemide… Artemide è la signorina Battaglia, la mia vicina di casa di quando vivevamo in campagna. Avevo circa cinque anni quando andammo a vivere lì e due anni dopo ci trasferimmo. Come ho potuto non ricordarmelo prima! Cecilia Battaglia era una ragazza di circa venticinque anni che spesso veniva a curarmi quando mia madre doveva lavorare. Avevamo un cavallo lì, ed è stata proprio Cecilia ad insegnarmi a cavalcare. La sua casa era esattamente di fronte alla nostra e la incontravo spesso quando andavo a scuola. Addirittura una volta, poiché avevo perso l’autobus, mi aveva accompagnato lei in macchina. Era sempre molto gentile e molti ragazzi le andavano dietro. Mi ricordo il fidanzato di mia madre, un tipo rispettabile ma che lavorava in una fattoria e quindi aveva sempre un puzzo tremendo addosso, mi ricordo che quando entrava in casa la signorina Battaglia non smetteva mai di fissarla. La ragazza però rifiutava le moine di tutti, diceva che i maschi erano idioti e che non voleva soffrire a causa loro.
Dopo che ci trasferimmo in città, spesso Cecilia veniva a trovarci. Portava sempre qualcosa di buono da mangiare ed io l’adoravo. Mia madre morì l’anno successivo al nostro trasferimento. Io scappai, tutti dicevano che era morta per un attacco di asma ma io avevo visto una figura sopra di lei che la soffocava. Nessuno mi credeva e mi diedero della pazza. Mi rinchiusero in un centro psichiatrico da qui fuggì la prima notte, non mi trovarono mai più. Vagabondavo da una città all’altra senza sapere dove andare e cosa fare. Un giorno, mentre ripassavo dalla fattoria per rivedere Sea, il mio cavallo baio che purtroppo era morto, Cecilia mi trovò a piangere nella stalla. Mi portò a casa sua e rimasi un po’ lì, poi però, un giorno la ragazza mi disse che ero in pericolo e che dovevo scappare, in pratica mi buttò fuori i casa e io rincominciai quel vagabondare. Avevo ormai quattordici anni e poco dopo fui portata al campo mezzo sangue da Duncan. Il mio satiro protettore. Prima di arrivare incontrai Eliot, che in diverse occasioni mi salvò la vita. Arrivati al campo, fui riconosciuta dopo un mese ma prima di ciò Artemide mi chiese di unirmi a lei ed io rifiutai, rifiutai per Eliot.
 
Mentre racconto tutto a Nico, questo rimane sempre più a bocca aperta.
-Ma quindi Cecilia è un po’ come la Tia Callidia di Leo Valdez? Sai il capogruppo della casa di Efesto?- mi chiede, io annuisco piano. Tutti conoscono Leo. 
-Devo dire che però Cecilia non mi ha mai messo in un forno!- rispondo io, cercando di alleviare la tensione. Per il resto del pomeriggio ci alleniamo, parlando poco, siamo distratti: io da Cecilia e Nico da Sasha, dovreste vedere gli sguardi che si lanciano!
Ad un certo punto mentre stiamo imparando ad accendere un fuoco che però non crei troppo fumo, Nico si alza e va da Sasha, confabulano un po’ e poi torna a sedersi.
-Cosa gli hai detto?- chiedo io curiosa come sempre ma non c’è verso per farmi dare la risposta. La quale arriva però poco dopo e la porta Eliot che mi sia avvicina e inizia a parlarmi.
-Io non lo sapevo. Ora mi hanno raccontato tutto. Ma io non potevo saperlo. Io non volevo che tu rinunciassi a qualcosa che volevi a causa mia.- mi dice e questa volta sono io che scuoto la testa. Sono io che gli dico di no. Mi ha fatto troppo male ciò che mi ha fatto passare. Non posso ancora perdonarlo. Non per ora. Glielo dico e lui capisce. Mi guarda, mi abbraccia e mi dice –non c’è problema, aspetterò tutto il tempo di cui avrai bisogno! Aspetterò fino a quando non mi perdonerai, prima però, ti prego, permettimi di essere tuo amico.- io annuisco, e credo che possa funzionare. Ho solo bisogno di trovare l’inizio di questa matassa ingarbugliata. Dopo questo riavvicinamento decidiamo di allenarci tutti insieme. Solo quando lancio uno sguardo a Dylan, vedo il lieve velo di dolore che è impresso sul suo volto. Mi avvicino a lui, solo una volta. Lui mi abbraccia. Io lo abbraccio. Piano gli sussurro all’orecchio -Andrà tutto bene! Andrà tutto bene, vero?!- e lui non può fare altro che sussurrarmi -Certo! Faremo in modo che vada tutto bene!-. Dopodiché mi allontano. Mi allontano di fatto ma nella mia testa continuo a pensare a lui. Ormai non riesco a far altro che pensare a lui.

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 12 - UNA TRADITRICE E UN NUOVO FOCOSO AMICO ***


CAPITOLO 12

UNA TRADITRICE E UN NUOVO FOCOSO AMICO

 
POV NICO
Mi sveglio di soprassalto dopo aver sognato diversi mostri che mi attaccavano. Ho un lieve languorino e quindi decido di andare a prendere qualcosa dalla mensa del campo. Entro di soppiatto per non farmi scoprire e mi avvicino alla dispensa. Prendo un pacco di patatine e una lattina di coca cola. Sto per richiudere il frigo quando sento qualcuno entrare. Mi accovaccio temendo di essere scoperto. Trovo un piccolo buco da cui spiare. La ragazza entra e prende un’ampolla con dentro un liquido violaceo che versa dentro una bottiglietta d’acqua. Appena i liquidi si mischiano quello violaceo diviene trasparente. I capelli sono raccolti e nascosti da un capello, è sempre girata di spalle e per tanto non riesco a capire chi sia. Prende la bottiglietta d’acqua ed esce. Appena sento la porta richiudere esco anch'io, prima, però noto qualcosa che brilla a terra, lo raccolgo. È un orecchino. Deve essere della ragazza. Vado verso le capanne, la ragazza è sparita. Torno a letto e solo quando mi copro con le coperte ricordo di essermi dimenticato le patatine e la coca cola. Merda! Non ho voglia di tornare in mensa quindi decido che mi terrò la fame e mi rimetto a dormire.
Sto ancora sognando. Questa volta non sono mostri, o perlomeno non all'inizio. Sogno di essere a un tavolo e di poter mangiare tutto quello che voglio. Okey l’allenamento mi ha fatto veramente venir fame oggi eh?! Poi però il sogno cambia e mi ritrovo al cospetto di -Artemide?- squittisco quando me la ritrovo davanti.
-Si ragazzo, sono proprio io. Sono venuta per avvisarti che colei che hai visto questa sera, in mensa, sta preparando una trappola per Chiara. Devi trovare quella bottiglia d’acqua e fare in modo che la tua amica non la beva per nessuna ragione. Ciò che è stato versato dentro è un liquido che farà addormentare Chiara per, non dico sempre, ma per tanto. E lei non può permetterselo. Deve compiere un’impresa. Hai presente la bella addormentata? Ecco una roba del genere. Quando si sveglierà, sarà troppo tardi per far si che il suo destino si compia.- mi dice e subito dopo mi risveglio. La fronte imperlata di sudore e un bruttissimo mal di testa. Prendo l’orecchino che ho trovato per terra la sera precedente e mentre me lo rigiro tra le mani, penso che, quanto meno, ho una traccia. Devo solo trovare chi ha l’altro.
Mi preparo in fretta, quasi correndo e subito mi dirigo alla capanna di Chiara. Busso e mi apre Percy –Ehi! Sai dov'è Chiara?- chiedo sperando di trovarla ma le mie speranze sono vane –E’ uscita poco fa, credo che sia con Dylan.- mi risponde. Inizio a cercarla ovunque, non so chi e quando potrebbe offrirle da bere e devo raggiungere prima che tocchi quella bottiglia. Quando la trovo e vicino a Dylan. Sono nelle stalle che stanno pulendo Blackjack e Ocean.
-Chiara, puoi venire un attimo? Ti devo parlare!- lei arriva guardandomi stranita.
-Ascoltami! C’è qualcuno che sta cercando di tipo avvelenarti.- lei mi guarda turbata ed io inizio a raccontarle tutto. Quando finisco le mostro l’orecchino che ho trovato.
-Questo... questo non è di Nicole?- mi chiede preoccupata. Sinceramente non ne ho idea e quindi chiediamo a Dylan che riconosce l’orecchino.
Possibile che sia stata proprio Nicole? Proprio lei? Possibile davvero che ci abbia tradito così? Non riesco a crederci. Non posso crederci. Per quanto io ami Sasha, Nicole era sempre stata, come dire, una distrazione per me. I suoi occhi blu come il cielo in inverno mi hanno sempre attratto. Me è possibile che adesso lei sia nostra nemica?
Dopo aver raccontato anche a Dylan l’accaduto (mi ha costretto Chiara, io non mi fido più di tanto) siamo andati a riferire il tutto anche ad Eliot e Sasha.
 
POV CHIARA
-Sapevo che non potevamo fidarci di lei!- esclama Sasha.
-Me lo sentivo che era una poco di buono!- continua gesticolando.
-E a te che pure piaceva!- dice indicando Nicolò.
-Okey ora basta Sasha! Anziché litigare fra noi perché non cerchiamo una soluzione? Qualcuno cerca di farmi addormentare per sempre e voi iniziate a litigare!- dico.
Silenzio.
Tutti mi guardano.
-Chiara ha ragione, dobbiamo trovare il modo di smascherarla!- dice Eliot che era stato in silenzio fino a questo momento, distante. Pensare che solo qualche giorno fa mi avrebbe abbracciata e mi sarei trovata sicura fra le sue braccia mi fa stare male. Loro continuano a parlare ma io non riesco a seguirli. Alla fine decidiamo che è meglio parlarne dopo ed io non posso far altro che correre al fiume. Quando arrivo, però noto qualcuno che sta parlando. È Leo Valdez! Quello della casa nove… quello di Tia Callidia. Da quanto vedo, sta provando diversi gridi di battaglia.
-Leo all'attacco!- grida mentre lancia una pigna infuocata in acqua.
-No... così non va bene ehm “Lanciafiamme”- urla ancora scagliando qualcos'altro d’infuocato nel fiume.
-No, no... non ci siamo! Devo aver più fantasia!- sussurra tra se e se.
-E se invece lasciassi stare questi gridi di battaglia e ti concentrassi sul comandare il fuoco- gli chiedo spuntando da un albero. Lui mi guarda contrariato ma solo per un attimo perché poi il suo viso si addolcisce. La pelle abbronzata e i capelli neri gli donano un fascino che ragazzi! Come ho fatto a non notarlo prima?!
-Figlia di… Poseidone giusto? Ti sei offerta per i DHG!- mi dice.
DHG serve per abbreviare Divini Hunger Games... troppo lungo per noi ragazzi scansafatiche.
-Si esatto!- e solo ora ricordo che anche lui è stato estratto.
-Io sono Chiara!- dico.
La sua mano è ancora infuocata e tanto per fargli capire che non sono da sottovalutare ordino all'acqua di spegnere le fiammelle.
-Impressionante!- dice lui schernendomi.
-Peccato che tu non possa CREARE l’acqua! Se dovessi trovarti lontano da un fiume, cosa faresti?- mi chiede ed io non so che rispondere.
-Mi arrendo! Questa l’hai vinta tu!- e scoppiamo a ridere.
-Comunque cosa ci fai tu qui?- mi chiede.
-Speravo di trovare un posto tranquillo! E tu invece? Stavi cercando uno slogan per far sapere ai nemici che sei lì vicino? Lo sai vero che nei film sarebbero tutti morti se urlassero davvero qualcosa ogni volta che si trasformano?-
-Come sei saccente! Sicura di non essere figlia di Atena?- mi dice e mi basta spingerlo giusto un pochino per farlo finire nel fiume. Quando esce, completamente bagnato, si leva la maglietta e inizia ad asciugarla con il calore delle sue mani.
-Forse forse è meglio dire figlia di Nemesi!- e ridacchia.
-Cos'è? Vuoi farti un altro tuffo?- chiedo io e non posso far a meno di notare che è proprio un bel tipo!
-No grazie! Non ci tengo!- mi risponde lui tirando fuori dalla sua cintura un pacchetto di m&m e offrendomene qualcuno.
-Grazie, come sei gentile! Ma da quella cintura puoi tirare fuori proprio di tutto?- gli chiedo.
-Beh all'incirca!- mi risponde.
-Quindi se ti chiedessi di prendere dei costumi da bagno potresti farlo?- lui ci prova e si.. compaiono due costumi da bagno. Mi lancia un due pezzi completamente nero con delle fiamme. Sempre in tema eh?!
-Grazie!- gli dico. Vado dietro un cespuglio e mi cambio. Quando torno, anche lui è in costume. Mi butto nell'acqua gelida. E lui mi segue.
-Riesci a fare anche tu quelle bolle sott'acqua, come Percy?- mi chiede ed io annuisco.
Andiamo sotto e creo una bolla il più grande possibile ma nonostante ciò io e Leo siamo molto vicini. Forse troppo. O forse no.
-Che figata!- esclama il figlio di Efesto.
Dopo aver nuotato un po’, usciamo dall'acqua.
-Ehi qualche volta dobbiamo rifarlo!-
-Sicuro! Domani alle... ehm, 4.30 qui, okey?- mi sento chiedere.
-Ci sarò, però il costume me lo tengo!- dico e scoppiamo a ridere.
 
Quando torno alla capanna Dylan mi stava cercando e sembrava davvero preoccupato, tanto che mi fa sentire in colpa. Dopo avergli spiegato che stavo bene e dopo averlo sottolineato più volte mi accompagna alla mia capanna. Sono davvero stanca. Mi da un bacio e poi mi sussurra –posso restare?- gli dico di si e ci sdraiamo nel letto insieme. Dopo pochi attimi io mi addormento con la testa sul suo petto.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 13 - ACQUA E FUOCO ***


CAPITOLO 13
 
ACQUA E FUOCO

 
Quando mi sveglio, alle prime luci del giorno, Dylan è ancora vicino a me. Noto che è completamente senza coperte e che a momenti cade giù dal bordo. Le sue braccia sono una sotto la mia testa e l'altro appoggiato al mio fianco. Prendo il lenzuolo e lo copro. Poi piano mi alzo. Prima di andare in bagno gli do un bacio e lui socchiude gli occhi -Dove vai?- mi chiede.
-Sono a farmi una doccia veloce, poi arrivo! Tu dormi ancora un po', è presto!- rispondo e mi dirigo verso il bagno. Proprio quando sto per entrare nel bagno noto che Stark è sveglio. I suoi occhi sono gonfi e non ci vuole un genio per capire che non è riuscito a dormire tutta la notte. Probabilmente ha anche pianto.
-Non riesci a dormire?- chiedo sedendomi sul suo letto. Lui si tira su e mi guarda. Gli occhi azzurri gli donano uno sguardo penetrante.
-No, non ho dormito per tutta la notte! Chiara, io ho paura!- dice lui e mi abbraccia. Lo abbraccio anch’io.
-Andrà tutto bene! Okey? Troveremo un modo! Lo troveremo. Lo prometto!- gli dico. 
Probabilmente non ci crede nessuno dei due, ma ci aggrappiamo a questa esile speranza. La speranza di fare la differenza! Di essere il cambiamento!
-Cerca di riposarti ora! Devi allenarti oggi!- gli dico alzandomi e sperando che riesca a prendere sonno.
-Sei una brava sorella!-
-Anche tu sei un bravo fratello! Anche se certe volte mi fai esasperare!-
 
Dopo essermi esercitata con il lancio dei coltelli, in cui sono notevolmente migliorata e dopo aver fatto arrampicata, mi dirigo verso il fiume. Tra poco dovrebbe arrivare Leo. Io mi cambio e mi butto in acqua. 
-Ti diverti senza di me?- sento dire da una voce alle mie spalle.
-Figuriamoci, come potrei mai...! Come si dice? No Leo... no party?- e scoppiamo a ridere.
Nuotiamo un po’, facciamo qualche gara che ovviamente vinco io! Poi lavoriamo su qualche grido di battaglia per Leo che pare averne proprio bisogno!
-Lo sai vero che non avresti abbastanza fantasia da inventarti un nome neanche se ti facessi quotidianamente di canne?-
-Già, credo che dovrò rinunciare! Aspetta e se fosse “tu non sai chi sono io! Sono colui che ti manderà al rogo?”-
-Ora che finisci la frase, il mostri ti avrebbe ucciso già una quindicina di volte! Non ti arrendere! Devi perseverare! Cosa ne pensi di… ehm… Repair boy!- dico ridendo.
-Mmm ci devo pensare! Però è figo!-
-Senti ma secondo te cosa succede se facciamo fuoco contro acqua?-
-Boh! Evaporerà! Credo!- e così, non avendo una risposta convincente facciamo l’esperimento: Leo manderà una colonna di fuoco ed io invece mi farò attraversare da una di acqua, vogliamo vedere cosa accade.
Il ragazzo è proprio di fronte a me. Iniziamo a richiamare gli elementi e a caricarli di forza, quando gli scagliamo l’uno contro l’altro, questi implodono e poi di colpo una folata mi butta a terra. Quando ci rialziamo, Leo mi guarda -Mmm! Meglio non riprovarci!- dice e sono totalmente d'accordo. Sono caduta a terra e mi sono fatta male ad un braccio. Lo sento tutto formicolante e questa sensazione si propaga lentamente per tutto il corpo. Guardo l’orologio: è tardissimo! Torno alla mia cabina ancora frastornata. Cerco di farmi passare la terribile sensazione che mi è piombata addosso ed esco. Nico mi raggiunge. -Corri Chiara, un ragazzo e una ragazza al falò! Sono stati riconosciuti da Poseidone!- mi dice. Cosa? Non è possibile! Corro e quando arrivo, una massa accerchia i ragazzi. Lei avrà circa dodici anni. I capelli sono scuri, come gli occhi. È più bassa di me e abbastanza magra. Sembra spaventata da quella folla che la accerchia. Il ragazzo invece sembra avere sui sedici, diciassette anni al massimo. I suoi capelli sono scuri e ricci mentre gli occhi sono di un intenso blu oceano. È certamente più alto di me e mi chiedo come mai non sia stato riconosciuto prima.
-Basta! Fate spazio! Spazio!- grida Percy.
-Lasciateli respirare!- continua.
Quando la folla si dirada Chirone chiama me, Percy, Stark e i due arrivati nella Casa Grande.
-Questa è la goccia che fa travasare il vaso! Lo capite vero? Insomma tre semidei, Zeus, poteva sopportarli, anche lui del resto ha avuto tre figli durante il patto... Ma cinque! Cinque sono davvero troppi. Si scatenerà una guerra!- ci dice e sembra veramente preoccupato.
-No! Non può essere! E Dylan? Questo vuol dire che...! No!- non posso crederci! Se ci penso! No, non riesco! Non posso lasciare Dylan! Non ora! E poi cinque figli. Questo mi fa domandare quanto mio padre tenesse a mia madre! Quanto poteva essere importante per lui se appena tre anni dopo si è fatta un'altra, stupida, mortale! E quanto poteva interessarle la madre di quel ragazzo se appena un ano dopo sono nata io? Quanto può esse valsa mia madre per lui se prima di me ha avuto due figli e dopo di me ha avuto altri due figli? Quanto? E quanto posso valere io per lui? Forse meno che mia madre! Mi accorgo di star piangendo. Esco dalla casa e corro via. Vado a sbatter contro Dylan. Lui mi abbraccia. Ha saputo.
-Noi lo supereremo! Dimostreremo che si sbagliano su noi! Che Zeus e Poseidone possono andare d’accordo! Saremo noi la prova! Okey?- mi dice, e vorrei tanto potergli credere. Vorrei poter credere di riuscire a convincere due fratelli tanto litigiosi. Vorrei poter credere a questa bugia come vorrei poter credere a quella che ho raccontato a Stark questa mattina. Vorrei che si potesse cambiare Tutto. Vorrei che la nostra vita fosse NOSTRA! E non dei nostri genitori. Vorrei.. Vorrei! Vorrei troppe cose! Troppe cose che non si possono avere. Cose che non sono possibili! Perché tra un mese sarò morta e con me tutti i miei amici. E anche mio fratello! Saremo tutti morti. Sento rimontare la rabbia e mi accendo. E non sto scherzando. Mi accendo... il fuoco divampa dalla mia pelle. Sto bruciando. Da rabbia passo al terrore. E dalla mano sinistra si libera una colonna d'acqua che mi avvolge e mi spegne. -Wow! Non sapevo che tu fossi capace di farlo!- mi dice Dylan. Già neanche io lo sapevo.
-Devi trovare Leo! Aiutami a cercarlo! Chiamalo presto- grido a Dylan che subito corre alla casa nove.
Poco dopo arriva il figlio di Efesto che mi guarda sbalordito... e lo capisco perché da una parte sono coperta dal fuoco mentre dall'altra dall'acqua!
Lui mi guarda sbalordito. Nel frattempo sono usciti tutti dalla Casa Grande e mi stanno fissando.
-Chiara, devi rilassarti! Respira! Tranquillizzati! Chiudi gli occhi e pensa ad un posto piacevole!-
mi dice Leo.
Eseguo i suoi ordini. Chiudo gli occhi e penso al fiume! Al rilassante ondeggiare!
-Chiara! NO! Niente acqua!- mi grida Leo.
Apro gli occhi per un attimo e vedo che il fuoco è sparito... solo una grande quantità di acqua mi avvolge. Torno a chiudere gli occhi. La prima cosa che mi viene in mente è l’abbraccio di Eliot, al quale subito si succede quello di Dylan.
-Okey! Ora riapri gli occhi!-
Quando torno a vedere sono di nuovo io! Senza fiamme o acqua.
Chirone mi guarda.
-Sei speciale! Hai ricevuto un dono dagli dei! Un dono molto grande e impegnativo…- mi sussurra.
E la cosa non è convincente.
-Passerai del tempo con Leo che t’insegnerà come controllarti! Da domani, tre ore al giorno! Non possiamo correre rischi!- annuncia.
Vedo Dylan e dalla sua espressione, noto che non è molto contento della cosa. Mi avvicino e lo bacio. Lui mi abbraccia.
-Ho avuto tanta paura- gli dico.
-Lo so! Ora è tutto finito, okey? Questa notte resto da te! Non si sa mai avessi bisogno di qualcosa!-
Io annuisco.
 
POV DYLAN
Sta tremando! La cosa che più mi fa rabbia è che ero impotente! Non ho mai provato tanta delusione per me stesso! Chiara… lei aveva bisogno di me ed io non ho potuto fare niente... non ho potuto fare nient’altro che chiamare un altro ragazzo.
Mentre siamo a letto lei, accoccolata tra le mie braccia, mi sussurra -Hai fatto ciò che ti ho chiesto! Non potevi fare di più!-
Mi chiedo come faccia a sapere sempre ciò che penso.
-Ti amo! Credo di amarti dalla prima volta che ti ho vista!- le dico dandole un bacio sulla fronte. Non potrei mai trovare un’altra che mi capisce come fa lei. Non esiste nessun altro come lei.
-Anche io ti amo!- mi risponde. I suoi occhi si chiudono e si addormenta. Le sposto una ciocca dal viso e poi chiudo gli occhi anch'io.

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 14 - QUESTIONI DA RISOLVERE ***


CAPITOLO 14
 
QUESTIONI DA RISOLVERE

 
Sono una spiaggia. Il sole sta quasi sorgendo. Il cielo è di molti colori e sfumature: dal rosso al giallo, dal violetto all’azzurro. Le onde del mare s’infrangono sulla sabbia rumorose. La spuma bianca è assorbita velocemente dai granelli di sabbia chiara che si estendono infiniti per diversi chilometri lungo la costa. A pochi metri dalla spiaggia, nell’immediato entroterra, si stende una grande foresta. Io sto camminando. I piedi affondano leggermente nella sabbia e l’acqua mi bagna le caviglie. La tranquillità di questo luogo mi rilassa eppure allo stesso tempo mi allarma. Continuo a camminare fino a quando dalle onde, proprio davanti ai miei occhi, un meraviglioso cavallo bianco esce al galoppo. Nitrendo e sbuffando si avvicina a me. Avvicina il muso alla mia mano. Io accarezzo la lunga criniera bianca.
-Seguitemi, mia signora- mi sussurra nella mente il cavallo. Lo seguo camminando a pochi passi di distanza. Ci inoltriamo nella foresta. Solo quando, dopo molto tempo, arriviamo in cima alla montagna, riconosco l’isola su cui mi trovo... è l’isola di Delo, l’isola che ospita il monte Cito. Ad un certo punto, raggiunto uno dei rilievi più alti, il cavallo si ferma. Si china leggermente a terra e mi permette di salirvi. Nel momento in cui m’isso sulla groppa del cavallo i miei abiti si trasformano. Ora indosso un giacchetto color argento e dei pantaloncini bianchi. Sulla schiena sento un peso e capisco che sono arco e frecce. E mentre penso “Oh! No! Ancora Artemide”, la mia ex vicina di casa, Cecilia Battaglia, mi compare davanti.
-Ciao figlia di Poseidone.- mi dice.
-Ho notato il tuo nuovo dono! Finalmente il momento è giunto! Gli Dei saranno felici di saperlo!- continua ed io proprio non capisco a cosa si riferisca. Lei, notando la mia espressione confusa, si spiega meglio.
-Il dono che hai ricevuto, il dono che ti è stato fatto è ciò che aspettavamo da tanto tempo. Finalmente! Tu rivoluzionerai il modo di vedere di certi tradizionalisti! La cosa che ancora è in dubbio è se tu vivrai oppure no! Ma l’importante è che tu compia il tuo dovere. Alcuni di loro stanno cercando di ostacolarti facendoti cadere in coma. A proposito della traditrice, ti do solo un suggerimento: Non è mai il primo sospettato… cerca tra i tuoi amici, perché forse non tutti ti sono poi così vicini!- finito di parlare mi guarda con affetto misto a tristezza.
-E’ un vero peccato che tu non voglia unirti a noi! Lo so! Già l’ho detto tante volte! Ma il tuo spirito combattivo darebbe una svolta al nostro gruppo! Permettimi solo di farti vedere come sarebbe la tua vita!- mi dice ed io annuisco… tanto vale accontentarla.
Ad un certo punto mi trovo in groppa ad Ocean e gli alberi mi scorrono veloci ai fianchi. Mi muovo come una saetta. Presto vedo delle ragazze che corrono alla mia stessa velocità nonostante loro siano a piedi. Volgo la testa e a destra trovo Talia che mi guarda, uno sguardo un po’ truce. Mi chiedo il perché e poi capisco: non porta più la fine coroncina argentea. Tasto la mia fronte e la sento lì, fredda a contatto con la pelle.  Alla mia sinistra trovo invece due ragazze: non so come io faccia a conoscerle ma so benissimo i loro nomi. La prima è Demi, una ragazza alta e chiara di pelle con occhi scuri e capelli, sempre scuri, a caschetto. La seconda invece è Lexy, una ragazza magra, anche lei ha capelli scuri e occhi dello stesso colore ma con uno sguardo intenso. Capisco di conoscerle perché venivano al campo. Lexy è figlia di Zeus mentre Demi è figlia di Demetra. Loro mi sorridono. Continuiamo a correre e poi, ad un tratto mi fermo. Svolto a destra e pochi metri più avanti vedo un’idra! È questo che cacciamo! Mostri! Tiriamo fuori gli archi e in assetto perfetto scagliamo le frecce. Avanziamo piano, continuando a scoccare le punte argentate contro l’idra. So come si uccide e così con un gesto della mano destra libero una bolla di fuoco che colpisce il mostro e lo incendia. Ben presto l’idra s’incenerisce completamente e la polvere dorata si disperde col vento. Lo sfondo cambia e ora mi trovo in un accampamento. Tante tende campeggiano sul suolo verdeggiante. Mi dirigo con certezza verso la tenda più grande. La mia. All’interno sono poggiati molti cuscini di colori diversi. Ci sono diversi tendaggi anche questi di svariati colori. Un tavolino troneggia nel centro e sopra sono poggiati diversi vassoi pieni di qualunque sfiziosità si possa desiderare.
-Saresti trattata come una Principessa!- sento dire da una voce.
-Saresti di più! Saresti una regina per tutte le tue sorelle!- continua la voce.
-Non cerco il potere!- dico io più per rammentarlo a me stessa.
La dea deve esserne accorta perché si lascia scappare un piccolo risolino.
In quel momento entrano nella tenda Demi e Lexy. Hanno in mano delle armi lucenti.
Noto la spada di Eliot e quella di Dylan.
-Abbiamo trovato queste armi a terra.- dicono quasi all’unisono. Lexy guarda in cagnesco la compagna e continua a parlare, questa volta da sola.
-I proprietari, due semidei, sono scomparsi, è probabile che siano morti!- una fitta, una tremenda fitta mi colpisce al cuore. Mi piego in due e la visone si ferma e si scheggia, come un vetro rotto.
-Tu li ami veramente!- dice scioccata la voce nella mia testa.
-Poche ragazze hanno questa reazione quando mostro loro la visione!- continua.
-Ma quindi è tutto falso? Quello che ho visto lo mostri a tutte? È tutto finto? Il cavallo, la tenda? Sarebbe sempre Talia la luogotenente?- chiedo, provando un po’ di gelosia che, sinceramente, mi chiedo da dove venga essendo che non ho intenzione di unirmi alla dea della caccia.
-Certo che no! Saresti tu! Ad ognuna mostro una visione di come sarebbe la sua personale vita qua. Le mostro la tenda che le apparterrebbe, le amiche che si farebbe, i successi che raggiungerebbe se si unisse a noi. E Per ognuna la visione è diversa. In ogni caso capisco che sarai veramente difficile da convincere ma non credere che non tenterò nuovamente!- mi dice la voce, che si fa mano a mano più potente. Appena l’eco di quelle parole si spegne nella mia testa, tutto intorno a me si fa buio.
 
Mi alzo presto. Non riesco a fare a meno di pensare a Demi e Lexy. Loro sarebbero le mie amiche se mi unissi alle cacciatrici. Continuo a domandarmi di cosa potremmo parlare. Quali sarebbero i pettegolii, di cosa rideremmo. Chissà cosa saremmo l’una per l’altra. E quali sarebbero i nostri argomenti preferiti. Non ne ho proprio idea. Non le conosco. Le ho viste solo di sfuggita, qui al campo. Non ho idea di come siano. Non ho idea di cosa riderebbero. Continuo a domandarmelo ma non ottengo alcuna risposta così ci rinuncio.
 
Dopo essermi preparata, mi avvio con Dylan in mensa. Prima di entrare mi fermo un po’ fuori a parlare con Eliot, Sasha e Nico.
-Chiara, lo so che sei preoccupata per tante cose! Ma dobbiamo ancora capire che intenzioni ha Nicole!- mi dice Eliot. Caspita, ha ragione. Con questa storia dei nuovi arrivati, dei miei nuovi.. ehm.. poteri? Con tutto ciò mi ero dimenticata di Nicole. Dylan si avvicina.
-Nicole sa di cosa parliamo. Dice di non essere lei la traditrice. Lei l’altra notte, quella in cui è stata vista da Nico era in camera con Annabeth. Stavano parlando di scolpire una nuova statua per il campo in onore di nostro padre.-
-Sta mentendo!- grida Sasha.
-Vuole solo proteggere sua sorella!- continua lei.
-E’ mai possibile che non si riesca a parlare tranquillamente?- replica Nico.
-A te piace ancora! La difendi sempre!- controbatte Sasha accusando Nico.
-Ma no! Cosa stai dicendo? Io semplicemente sto cercando di risolvere la questione! Se ci mettiamo sempre a litigare non ne usciremo più!-
-Concordo con Nico- dice Eliot.
-Ragazzi… basta!- la voce di Dylan è piena di preoccupazione.
Poi tutti mi guardano e intuisco cosa sta accadendo. Sono di nuovo in fiamme. Dylan cerca di avvicinarsi.
-No! Stai indietro!- gli grido. Non voglio che si faccia male a causa mia.
Chiudo gli occhi e penso a qualcosa di calmo. Il leggero fruscio della foresta. Il sole che filtra dalle finestre e la mattina mi sveglia. Il leggero ticchettio dell’orologio.
Quando sono finalmente rilassata, posso riaprire gli occhi. Non c’è traccia di fiamme sul mio corpo. I miei vestiti sono ancora integri e possiamo ricominciare a parlare. Questa volta nessuno si azzarda ad alzare la voce.  Decidiamo di parlarne con Chirone appena dopo gli allenamenti.
Quando entriamo in mensa, tutti mi guardano. Devono aver saputo della mia performance. Mi siedo al tavolo di Poseidone e questa volta c’è molta più gente. Mi siedo vicino a Stark e a Percy (i quali, stranamente, non stanno litigando). Percy sta parlando con Edoardo, il ragazzo che è arrivato ieri sera. Pare simpatico e si deve essere ambientato subito molto bene. La ragazza invece è seduta in angolino e parla poco. Sembra ancora spaventata dal luogo.
-Allora? Come siete arrivati qui?- chiedo cercando di attaccare bottone.
-Oh! Non siamo arrivati insieme!- mi risponde Edoardo. Ora sono confusa.
-Ah no? E tu come sei arrivato qui?-
-Mi ha portato Duncan, è un satiro vero?-
-Sei perspicace! Da cosa l’hai capito dalle corna o dalle gambe caprine?- chiede Stark.
-Non dargli retta! È sempre così!- diciamo in coro io e Percy.
-E tu Jade? Tu come ci sei arrivata?- deve sentirsi osservata perché diventa tutta rossa.
-Stavo scappando da degli uccelli giganteschi e mi sono ritrovata qui!- dice lei e le si legge la paura negli occhi.
-Erano gli uccelli del lago Stinfalo! Bastava fare un po’ di chiasso per mandarli via!- devo aver detto qualcosa di sbagliato perché anche le orecchie si tingono di rosso.
-Cosa farete adesso?- chiede Edoardo.
-Chiara e Stark andranno ad allenarsi nella palestra allestita per loro. Parteciperanno ai Divini Hunger Games!- dice Percy.
-E noi?-
-Voi verrete con me! Vi farò fare il giro del campo e poi vi allenerete anche voi, ma in posti diversi.- conclude Percy.
 
Ci dividiamo. Io e Stark aspettiamo fuori dalla mensa Dylan, Eliot, Sasha e Nico. Ci dirigiamo verso la palestra. Quando entriamo, Leo ci corre incontro e si unisce a noi. Ormai lascio da parte l’allenamento con i coltelli. Me la cavo meglio di tutti i miei compagni. Questa volta ci dirigiamo verso la postazione di combattimento corpo a corpo, senza alcuna arma. Io e Leo ci battiamo. È l’unico che sia disposto, conoscendo la mia indole a prendere fuoco. Quando iniziamo, è lui il primo ad attaccare. Si butta su di me. Un pugno mi colpisce il costato. Sento il mio cuore che mi martella nel petto. Con una gomitata me lo scrollo di dosso. E prendo fuoco. Ma questo non serve a niente perché Leo continua ad attaccarmi, certe volte riesco a scostarmi appena in tempo, altre volte i suoi pugni e le sue ginocchiate mi colpisco in pieno. Sono stesa a terra e Leo è in piedi sopra di me. Mi sposto di lato e questa volta cerco di evocare l’acqua. Dopo qualche sforzo mi sento inondare da una freschezza familiare. L’acqua mi turbina intorno e questa volta Leo si tiene a distanza. Adesso sono io che mi scaglio contro di lui, nonostante sia tutta dolorante. Le parti si rovesciano e Leo finisce sotto di me.
-Combattimento concluso. Vince la figlia di Poseidone.- annuncia l’allenatore.
-Fai male con quei gomiti, ragazza!- mi dice Leo con ancora il fiato grosso.
-Neanche tu ci sei andato tanto piano eh?!- ribatto mostrandogli i lividi sulle coste.
-Scusa!- dice lui e ci mettiamo a ridere. Siamo entrambi abituati ad aver tanti lividi sul corpo. Uno in più o uno in meno non fa tanta differenza.
 
Dopo questo combattimento corpo a corpo decido di allenarmi un po’ con la spada.
Il mio avversario è un figlio di Atena, è più piccolo di me ma è molto alto per la sua età. Essendo che la cabina di Atena non è stata scelta per partecipare ai Divini Hunger Games non dovrebbe essere qui ma ogni giorno permettono ad un gruppo di dieci persone di allenarsi con noi.
-Altair contro Chiara!- dice l’allenatore.
Il ragazzo si avvicina e mi guarda. Per un attimo sul suo viso lampeggia uno sguardo di terrore ma si riprende subito controllando le emozioni. Non so coma io faccia a capirlo. Scaldo tutto il mio corpo che arriva ad una temperatura piuttosto elevata lui afferra la spada e mi attacca ma non riesce ad avvicinarsi più di tanto. Io invece arrivo sempre dritta al segno. Dopo un po’ noto qualcosa nel suo sguardo. Gli è venuta un’idea. Questo si è che pericoloso. Con un solo movimento scompare alle mie spalle. Lo scudo mi piomba addosso ed è talmente grande che mi ritrovo rannicchiata nella conca di questo, completamente chiusa tra lo scudo ed il terreno. Le fiamme si spengono. Altair alza lo scudo e mi punta la spada alla gola.
L’allenatore mi guarda ed io annuisco.
-Scontro concluso vince Altair!-
 
Il mio successivo avversario sarà Dylan. La sua spada emette scintille. Quando mi sfiora, una scossa mi pervade il corpo. La mia spada non ha poteri particolari tranne quello di essere un’ottima conduttrice di energia. E così mi arriva la scossa, non solo quando la spada mi colpisce ma anche quando le due cozzano. L’unica possibilità che ho è quella di fargli cadere la spada dalle mani. Così uso il fuoco. Nel momento in cui mi tocca, mi accendo. Il fuoco scalda la lama e nonostante la scossa prolungata riesco a mantenere il controllo. La spada diventa incandescente fino al manico e Dylan è costretto a lasciarla andare. Finalmente la scossa si placa ed io lo posso buttare a terra.
 
Dopo aver vinto altri combattimenti, decido che è meglio andarsi a preparare per parlare con Chirone. Arrivo in camera e Jade è lì.
-Ciao!- dico.
Noto che dal braccio le cola un rivolo di sangue.
-Cosa ti è capitato al braccio?- gli chiedo.
-Una ragazza della casa di Ares, Jace!-
Jace è una ragazza magrolina ma sicuramente molto forte. Ha all’incirca l’età di Jade, ha capelli corti e scuri, scuri come del resto sono anche i suoi occhi.
-Non ti preoccupare! Passerà presto.- le dico e mi pare contrariata. Mi levo la maglia e inizio a medicarmi le mie di ferite. Appena vede i lividi, sussulta.
-Ma siete tutti così aggressivi qui?-
-Dobbiamo allenarci per combattere i mostri! Dobbiamo imparare molte cose! E le possiamo imparare solo sul campo!- gli rispondo.
Lei annuisce piano.
-Cos’è quella storia di Nicole?- mi chiede.
-Nicole è la sorella di Dylan, il mio ragazzo. L’altro giorno Nico ha visto una ragazza mettere un liquido in una bottiglia e la stessa notte ha sognato Artemide. La dea gli ha detto che la ragazza mi vuole far bere quella roba per mandarmi in coma.-
-E voi come fate a sapere che è Nicole?-
-Nico ha trovato un suo orecchino a terra!-
-Ma potrebbe averlo preso qualcun altro per incastrarla. Tu credi che sia stata lei?-
-Non so più cosa pensare.- le confesso.
 
Indosso una delle magliette del campo e dei pantaloncini blu. Mi dirigo verso la Casa Grande. Sono già tutti dentro.
-Allora cos’è accaduto?- chiede con tono solenne Chirone.
Nico racconta tutto ma non esplicita l’accusa. Neanche lui è sicuro di aver visto Nicole quella sera.
-Ragazzi, non potete essere divisi. Okey? Dovete rimanere uniti. Sei vi dividete raschiate semplicemente di mettervi l’uno contro l’altro! Per ora aspettate! Nessuna accusa è fondata. Qualcuno potrebbe volerla incastrare. Non pensateci per ora! Lasciate fare agli Dei! Semplicemente state in guardia! Solo questo!- ci dice Chirone.
 
Usciamo dalla Casa Grande molto delusi. Speravamo di risolvere la questione e invece ne siamo usciti ancora più confusi. Nella mia testa riecheggiano le parole della Dea “Non è mai il primo sospettato… cerca tra i tuoi amici, perché forse non tutti ti sono poi così vicini!." Questo mi abbatte ancora di più. Chi tra i miei amici finge solo di esserlo tramando invece alle mie spalle?
 
Quando torno alla mia capanna, i miei fratelli mi stanno aspettando.
-Allora? Avete scoperto qualcosa?- mi chiede Percy. Scuoto leggermente la testa.
-Si risolverà tutto!- mi dice cercando di consolarmi.
-Ho saputo che oggi sei riuscita a controllare il fuoco e l’acqua!- io annuisco.
-Non sempre però!-
-E’ già un buon inizio.-
Ci prepariamo per andare a letto. Prima di dormire ci passiamo pacchetti di patatine e CocaCola. Parliamo un po’ delle strane cose che abbiamo visto e Percy ci racconta qualcuno dei suoi interminabili scontri.
Alla fine si addormentano tutti ed io sgattaiolo in bagno. Li passo diverso tempo ad allenarmi. Alterno acqua e fuoco. Non sempre mi riesce facilmente. Certe volte perdo il controllo e divento una sfera in stile Yang e Yin solo che al posto del bianco e del nero ci sono acqua e fuoco. Svengo un paio di volte ma mi riprendo quasi subito. Continuo fino a quando vedo Leo entrare.
-Anche io lo facevo!- mi confessa.
-Cosa ci fai qui?-
-Ero venuto a veder se stavi bene! Sei stata forte oggi!-
Devo essere arrossita perché continua in fretta -Ovviamente non quanto me!- e giù a ridere.
-Ora però ti conviene riposare! Altrimenti la potenza diminuirà! Ti devi riprendere!- mi dice ed io lo ascolto. Mi accompagna alla capanna e davanti alla porta ci salutiamo. Quando m’infilo nel letto, sono talmente stanca che mi addormento subito.

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 15 - SEGRETI E VERITA' ***


CAPITOLO 15
 
SEGRETI E VERITA’

 
Sto sognando. Lo so perché mi trovo su una montagna che mai avevo visto. Tutto è immobile, silenzioso. Le foglie, l’aria… non si muove un filo d’erba.
Nel momento stesso in cui mi guardo intorno capisco due cose. La prima, non è il monte Cito. Questa montagna è molto meno verdeggiante, e la roccia che costituisce i grandi rilievi è bianca, spesso cade in lunghi precipizi che si fermano solo dopo svariati metri: non mi piacerebbe cadere da lì. La seconda, non dovrei essere qui.
Il cielo è di un grigio intenso, crederei in un imminente temporale se non fosse per l’immobilità del luogo.
Cammino lungo le rocce e i pendii per circa cento metri. Poi, di colpo, mi fermo. Sento delle voci.
-Perché non hai fatto ciò che ti ho ordinato?- chiede una voce maschile. Dal tono capisco che è un uomo molto potente.
-Io non avevo altra scelta che sbarazzarmi del liquido! Mi hanno scoperta! Ne sono sicura!- dice una ragazza.
La voce è familiare ma non riesco a riconoscerla. Cerco di avvicinarmi di più per sentir meglio e tentare di vedere in viso la ragazza. Sbuco in una piccola radura che purtroppo non offre molti luoghi per nascondersi quindi resto tra gli alberi e mi accovaccio dietro un enorme masso di pietra calcarea. Nonostante io sia ben coperta dalla vegetazione, sento di essere osservata… mi convinco che è solo l’agitazione. I due stanno parlando proprio al centro. Sulla destra una parete di roccia bianca sale per circa 50 metri fino a raggiungere un rilievo più alto, tutt’intorno alla radura invece gli alberi crescono maestosi e fanno da ingresso ad un’altrettanto maestosa boscaglia. L’uomo è sulla quarantina circa, i capelli leggermente brizzolati e due intensi occhi azzurri. In viso ha dipinta un’espressione d’ira e pare difficile pensare che possa contenerla. Mentre gesticola noto sul braccio una cicatrice a forma di zeta. La ragazza è di spalle, porta un cappello in cui sono raccolti i capelli e ad ogni parola dell’uomo pare farsi sempre più piccola. Mi soffermo un attimo sul cappello che indossa. È un classico berretto floscio invernale, sulle tonalità del blu e del verde. Quel cappello… io le ho regalato quel cappello! Ora so con sicurezza chi è la traditrice.
-Che scusa è mai questa? La ragazza doveva già essere sprofondata in un sonno eterno!- ripete con più foga e ferocia l’uomo.
-Mi dispiace! Spero non riferirà il fallimento a mio padre!- sussurra debolmente e tremante la ragazza.
-Non lo farò ma tu spicciati! Voglio vedere i risultati! Ti do tempo fino a quando entrerete nell’arena. La seconda settimana dei giochi sarà la tua scadenza. Se non porterai a termine questo compito, non avrò problemi a darti in pasto a qualche segugio infernale.- grida l’uomo consegnando alla ragazza una boccetta di liquido violaceo. Un fulmine squarcia il cielo.
-Si, Signore!- si congeda la ragazza facendo un piccolo inchino.
 
Il sogno cambia e mi ritrovo su una spiaggia. La riconosco. Il colore del cielo è questa volta tendente al violetto. La sabbia bianca fa sprofondare i miei piedi fino alle caviglie. Questa volta però non spunta nessun cavallo dalle onde ed io non m’incammino verso il folto della boscaglia. Proseguo sulla spiaggia e poi, d’istinto, mi butto in acqua. Una sensazione di freschezza mi avvolge. Il tranquillo ondeggiare mi culla.
-Sii forte! Combatti! Dimostra il tuo coraggio! Tu sei la nostra unica speranza per un cambiamento!- la voce di mio padre mi fa sussultare. È così piena di orgoglio per me che quasi mi fa piangere.
-Ti voglio bene papà!-sussurro.
-Anche io te ne voglio mia cara. E fidati di me. Tutti voi siete importanti. Tu sei molto importante per me. Vali tanto. E il mio cuore si strugge per non poter essere lì ad aiutarti. Io amo tua madre. L’amavo davvero. Non credere che non valesse nulla per me. È stato un dolore enorme, una fitta al cuore, quando è morta. Ma sta tranquilla. Riposa in pace nei Campi Elisi. Vorrei tanto poterti aiutare in questo difficoltoso cammino. Non c’è cosa più tremenda che vedere i propri figli in difficoltà e non poterli aiutare.-
-Stai già facendo tanto per me! Mi stai aiutando… dicendomi queste cose, mi stai già aiutando!- gli dico e pare che l’acqua mi accarezzi il viso.
Poi intorno a me, lentamente, tutto si fa buio.
Mi sveglio dolcemente, come cullata ancora dal mare. Quando apro gli occhi, la luce dalle finestre filtra debolmente. Guardo l’orologio. Sono le 4.00 del mattino. Cerco di aspettare che si sveglino tutti per rivelare loro ciò che ho scoperto ma un senso di premura mi attanaglia improvvisamente lo stomaco… devo svegliare gli altri e dirgli chi è la traditrice. Proprio mentre si stanno alzando, qualcuno bussa alla porta.
 
POV DYLAN
Sono davanti ad una casa buia. La via ospita altre abitazioni simili a questa. È una grande villa. Prima dell’ingresso c’è un piccolo cortiletto, l’erba è alta. Pare abbandonata da molto tempo. Le travi di legno del tetto sono ormai marce e bucherellate dalle termiti. La vernice si stacca dai muri ormai grigi. Entro, seppur con riluttanza. La porta cigola. All’interno la casa non è messa così male. Davanti a me trovo un corridoio in fondo al quale scorgo una luce. Parallela al corridoio si sviluppa una scala che porta al piano superiore. Salgo i gradini e mi trovo davanti due porte di legno. Mentre ne sto per aprire una, dall’altra sento un urlo. Pare la voce di un ragazzo. Corro per soccorrerlo. Quando arrivo davanti alla porta della cameretta una figura, un ventus, è sopra il bimbo e lo sta soffocando.
Cerco di entrare ma un campo di forza invisibile mi sbarra la strada. Sbatto le mani contro il muro che mi divide dal bambino per cercare di entrare. Urlo al ragazzo di stare calmo, di resistere. Prendo la spada e colpisco lo scudo difensivo ma niente.
-Mamma!-grida il bambino.
-Mamma, non respiro!-dice ora con voce soffocata.
-Mamma!-ripete ancora ma ormai la voce è solo un sussurro.
-Mamma!- un leggero mormorio.
Il ventus si alza.
-Mi spiace ragazzo ma è il prezzo per la mia libertà. Zeus me l’ha promesso.-dice la figura nera e se ne va.
Come esce dalla finestra il muro invisibile scompare ed io posso entrare. Troppo tardi, penso. Guardo la cameretta del ragazzo. Avrà si e no undici anni. Il suo corpo giace sul letto. Sul comodino ci sono delle sue foto con un altro ragazzo. Prendo in una mano una cornice fatta in casa con su scritto "io e il mio migliore amico” osservo la foto. Ci sono due bimbi che, travestiti da cavalieri medievali, duellano con spade di plastica. Guardano nell’obiettivo e sorridono. Uno è il ragazzo che giace nel letto. L’altro è... l’altro pare proprio Nicolò! Lo guardo meglio ma non c’è dubbio, è proprio lui. Una voce in corridoio mi risveglia dai miei pensieri.
-Lucas! Lucas!- una donna giovane si catapulta in camera senza degnarmi di uno sguardo.
-Lucas! Il mio bambino!-dice la madre abbracciando il corpo ormai senza vita del bimbo.
La donna non mi vede e capisco che sto vivendo un ricordo. Qualcosa di già accaduto. Piano piano la voce della donna si affievolisce nella mia testa e la camera si oscura fino a quando non vedo altro che nero.
Di colpo mi sveglio. La fronte imperlata di sudore.
Devo correre a raccontarlo a Chiara, non posso perdere tempo. Quando arrivo busso forte alla porta e mi apre Edoardo.
-Ciao! C’è Chiara?- il ragazzo annuisce ancora assonnato. E mi lascia entrare.
Chiara è già sveglia.
-Chiara? Che succede?- le chiedo. Lei non parla, mi abbraccia solamente. Poi all’orecchio mi sussurra -Credo di sapere chi è la traditrice!-.
 
POV LEO
Non riesco a dormire. Mi alzo e vado alla Casa Grande. Fuori fa freddo ma basta che io alzi leggermente la mia temperatura corporea e si sta già meglio. Quando arrivo, apro piano la porta. Non voglio svegliare nessuno. È ancora molto presto. Saranno le quattro di mattina…! Non so perché, non ci sono mai stato, ma sento come una forza, un richiamo che mi dice di andare in biblioteca. La biblioteca è una grane stanza piena di scaffali. L’odore delle pagine ingiallite mi è sempre piaciuto. Ci sono una trentina di scaffali. Io giro intorno. Le copertine dei libri sono quasi tutte in pelle. Alcuni più vecchi sono rilegati con i tendini di animali, quelli più moderni con semplici fili di nylon. Passeggio per un po’ ad un certo punto mi cade l’occhio su di un libro: “Motori Endotermici”. Non sapendo di cosa si tratta lo prendo dallo scaffale. Lo apro delicatamente e lo sfoglio. Ad un certo punto, mentre giro la quattordicesima pagina dal libro cade una foto. Ci sono due bimbi. Hanno chiaramente la stessa età e sono identici. Due gemelli, biondi e occhi color nocciola. Mi chiedo chi possa aver nascosto qui una foto. La osservo meglio. Qualcosa di quei bambini mi è familiare… ma si! Eliot! Sono due... due Eliot? Ma lui non ha un gemello! Almeno non qui al campo. Prendo la foto e ripongo il libro al suo posto.
-Tornerò a leggerti, eri interessante!- dico a bassa voce al libro e corro subito via. Mi dirigo alla capanna di Poseidone. Devo mostrare la foto a Chiara. Esco veloce dalla Casa Grande e mi dirigo verso le capanne.
Quando arrivo davanti alla porta busso. Mi apre un ragazzo alto, con i capelli ricci e gli occhi blu.
-Edo... c’è Chiara? Le devo mostrare una cosa! Subito!- lui annuisce e mi lascia passare.
-Chiara! Avvertimi quando decidi di fare le riunioni alle cinque del mattino!-dice il figlio di Poseidone.
-Riunioni?-balbetta lei. Io entro e mi guarda stranita.
-Leo? Che ci fai qua?- noto che c’è Dylan.
-Devo mostrarti una cosa ma se sei occupata, ne parliamo dopo!- mi guarda confusa poi si volta verso Dylan e capisce.
-Oh! Nono! Non ti preoccupare! Vieni! Cosa devi dirmi?- mi chiede e le mostro la foto. Pare molto scombussolata. Non so se sia per la foto o per tutto il resto.
-Leo, credo di sapere chi è la traditrice.- mi dice, Dylan annuisce, lo sa anche lui.
 
POV ELIOT
Sono seduto sul letto. La schiena poggiata alla testata e le gambe incrociate. Il sole filtra debolmente dalle ampie finestre. Chi ha costruito questa casa era un pazzo e aveva deciso che non voleva farci dormire. Due ampie vetrate sono rivolte ad oriente ed a occidente e proprio al centro, sul soffitto, è aperta una grande cupola di vetro. Grazie a questi finestroni la stanza è sempre illuminata da quando Apollo parte a quando Apollo arriva. Comunque sia, non è questo il motivo per cui alle 5.30 del mattino sono già sveglio. Il materasso da un paio di giorni è davvero scomodo. Strano considerato che in tutti questi mesi ci ho sempre dormito benissimo. Basta! Mi sono stufato! Mi alzo e tiro su il materasso con l’intento di scambiarlo con uno dei letti vuoti. Cioè che però trovo mi sorprende. Mi stupisco di me stesso… come sono riuscito a dormire con una bottiglia sotto il letto e non accorgermene prima? All’inizio penso che sia uno scherzo dei miei fratelli ma poi noto che il liquido all’interno pulsa di una leggera luce violacea. Come se ti volesse mettere in guardia. Capendo al volo di cosa si tratta, non oso neanche toccarla. Prendo una maglietta del campo e la avvolgo intorno alla bottiglia. Esco dalla capanna e poco importa che siano appena passate le 6.00… vado a bussare alla casa tre. Mi apre Edoardo -Sei qui per parlare con Chiara, vero?- mi chiede. Io annuisco.
-Benissimo, accomodati con gli altri!- gli altri? Penso mentre entro, poi però scorgo Chiara, Dylan e Leo che stanno parlando e capisco.. aaah! Gli altri!
 
POV CHIARA
No... anche lui? Penso mentre vedo entrare Eliot. La tensione tra Dylan e Leo si percepisce chiaramente e l’arrivo di Eliot sta peggiorando la situazione. Troppo testosterone in una stanza sola. Nonostante ciò non posso non notare che questa mattina Eliot è davvero bellissimo. La luce filtra dalle finestre alle sue spalle e i suoi capelli biondi s’illuminano. Gli occhi color nocciola sono chiari e lucenti. Si avvicina piano a noi. Io cerco con lo sguardo Edoardo che per la terza volta cerca di tornare a letto. Quando finalmente mi guarda, lo supplico con un’occhiata di restare. So benissimo che vorrebbe tornare a dormire ma viene e si siede vicino a me.
-Tanto oramai sono sveglio... raccontate anche a me!- dice mio fratello.
-A te cos’è capitato?- chiedo io ad Eliot il quale mi guarda un po’ perplesso.
-A cosa ti riferisci?-
-Beh! A tutti noi è capitato qualcosa di leggermente strambo!- chiarisce Leo.
Iniziamo a raccontargli il mio sogno, quello di Dylan e poi gli mostriamo la foto. Eliot mi guarda. Le lacrime agli occhi.
-Dove l’avete trovata?- domanda.
-L’ho trovata in biblioteca!- lui annuisce e capisco che lo sapeva benissimo.
-Davvero t’interessano i motori endotermici? Credevo che nessuno avrebbe mai letto quel libro!- dice stentando un sorriso... ma i suoi occhi esprimono solo tristezza.
-Era mio fratello gemello! Giocavamo sempre insieme. Un giorno però... faceva caldo e avevamo chiesto di poter andare al parco. Lì un signore l’ha preso. Ricordo ancora com’era... sulla quarantina, occhi azzurri cielo e i capelli leggermente brizzolati! Io non ho fatto niente per fermarlo. Mi sono nascosto. Ho avuto… ho avuto paura!- dice e nella sua descrizione ricordo l’uomo del mio sogno.
Quello che parlava con la traditrice. E tutto mi si fa più chiaro in testa. Il cielo grigio, il fulmine, la sua voce potente: è Zeus. Zeus trama contro di noi!
-Eliot? L’uomo che hai visto… aveva una cicatrice sul braccio a forma di zeta?- chiedo.
Lui annuisce.
-Come fai a saperlo?-
-Anche l’uomo del mio sogno l’aveva. Eliot… l’uomo è Zeus!- fuori scoppia un tuono.
Leo, Dylan, Eliot e perfino Edoardo mi guardano. So cosa si stanno chiedendo. Lo leggo nei loro occhi. Non possono aspettare ancora per saperlo.
-La traditrice non è Nicole.. è Sasha!-  lo dico, lo dico ma la voce mi trema e le parole fanno fatica ad uscire. La gola mi si fa secca e il cuore salta un battito. Lo stomaco mi si attorciglia. È lei la traditrice. La mia migliore amica.
-Come possiamo dimostrarlo?- chiede Leo.
-Forse sulla bottiglia ci sono le sue impronte!- suggerisce Dylan.
-No! Probabilmente ha fatto toccare la bottiglia a Nicole!- dice Edoardo.
-Dobbiamo trovare un modo!- sento dire da qualcuno alle mie spalle. È Nicolò!
Ha le lacrime agli occhi. Lui lo sospettava. Anzi ne era quasi sicuro. Lo si capisce dal suo sguardo.
-Nike, cosa ci fai qua?- gli chiedo. È una domanda inutile.
-Ho sognato Sasha… l’ho sognata mentre parlava con Zeus. C’eri anche tu nel sogno.- mi dice. Ecco perché mi sentivo osservata. Ma ora.. ora che sappiamo tutte queste cose.. cosa ne facciamo? Mi chiedo. La voce dell’oracolo mi rimbomba in testa “Il destino si compierà ma non senza sacrifici. Quattro amici e un traditore alla fine giungeranno. Nubi e Acqua lo incastreranno. Luce e Buio lo sconfiggeranno. L’eroe per salvare i suoi amici, i segreti scoprirà. L’immortalità giungerà a colui che per primo cederà!”. Ho scoperto i segreti di Eliot, Nico, Sasha... ma Dylan cosa nasconde? E Leo?
-Ho paura che dovremo aspettare l’arena per smascherarla davanti a tutti...! Prima non ne avremo l’opportunità!- dico e non so come faccia ad esserne tanto sicura.. so solo che aspetterà quel momento per attaccare.
-Ho una domanda. Perché Zeus vi vuole ostacolare?- chiede Edoardo.
Io lo guardo.
-Lui è un tradizionalista. Artemide mi ha parlato di qualcosa che deve cambiare nel comportamento degli dei... io permetterò questo cambiamento ma Zeus non lo vuole!- dico e sono sicura di non essere io a parlare perché fino a due secondi fa non lo immaginavo neanche.
-Anche Ermes è contro di noi!- dice Nico.
-Nel sogno... nel sogno Sasha pregava di non riferire nulla al padre! Ermes è uno dei cattivi!- conclude il figlio di Ade.
Ci guardiamo. Siamo tutti tristi. Non ci aspettavamo di essere traditi da Sasha. Non ci aspettavamo di combattere una ragazza di cui conosciamo tutte e che conosce tutto di noi.
Rimaniamo a parlare a lungo. Cerchiamo di cambiare discorso ma anche se parliamo di Enchiliadas, di spiagge meravigliose, di cieli mozzafiato, del sole al tramonto o dei segugi infernali, tutti pensiamo ad un'unica cosa.
Sasha, perché?
 

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 16 - AQUILA E TRIDENTE ***


CAPITOLO 16
 
AQUILA E TRIDENTE

 
Dopo la “splendida” mattinata passata insieme ai ragazzi, decidiamo, verso le otto del mattino, di andare a far colazione. Io, Edo, Percy, Stark e Jade ci sediamo a tavola. Io ho davanti al piatto dei pancakes blu. Inizio a mangiare quando Edo mi ferma. Indica il tavolo di Apollo.
-Ehy, chi è quella seduta davanti a Eliot?- mi chiede. La ragazza ha dei lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. Il viso ha una particolare forma a V e non mi sorprende che la madre l’abbia chiamata come la famosa attrice AnnaSophia Robb… sono davvero simili!
-E' AnnaSophia, ma si fa chiamare solo Sophia!- gli rispondo. Lui la guarda con aria sognante.
-Ehy, ehy... scordatela!- lui mi guarda perplesso.
-Esce solo con i figli di Atena!- continuo io.
-Ma sono così... sapientoni!- mi dice.
-Già! E voi siete delle Teste d’Alga!- Edo, Percy e Stark mi lanciano un’occhiataccia.
-Ma io vi voglio tanto bene!- mi affretto ad aggiungere.
-Jade, come va il braccio?- le chiede Stark, pare che i due abbiano particolarmente legato.
-Il braccio è a posto…- dice -Ma guardate qua- e scopre il torace. Il costato è completamente viola e giallognolo.
-Forse dovresti farti vedere!- le dico ma lei scuote la testa.
-Chi è che picchia tanto forte?- le chiede Edoardo con tono minaccioso.
-Jace, la figlia di Ares! Pare se la sia presa con me!- dice e lasciamo cadere il discorso.
Jace è la figlia prediletta di Ares dopo Clarisse.
-A proposito… oggi pomeriggio ci sarà la caccia alla bandiera!- dice esaltato Percy, ha sempre adorato quest’attività.
-Stiamo con la casa di Apollo, Ade, Zeus, Demetra ed Efesto. La Casa di Atena, Ermes, Ares, Afrodite, Dionisio saranno i nostri avversari.- continua tutto gasato.
 
Finita la colazione, andiamo ad allenarci.
Ormai riesco a tirare coltelli alla perfezione, accendere un fuoco senza creare troppo fumo, riconoscere le piante velenose e quelle commestibili, tirare con l’arco e centrare pure il bersaglio. Per tutto il tempo cerchiamo di evitare Sasha, uno scontro diretto non frutterebbe a niente.
Dopo un po’ decido di fare un corpo a corpo con Leo… mi servirà per imparare a controllare meglio Fuoco e Acqua.
Quando lo scontro inizia, mi fiondo su di lui ma il ragazzo mi si sposta proprio un secondo prima che il mio pugno colpisca il suo stomaco. Sgusciando a destra mi tira un calcio nel fianco e approfittando del mio sbilanciamento mi assesta un pugno sulle coste. Sono a terra e mi rendo conto di andare a fuoco, concentro le mie forze e intorno a me comincia a turbinare una colonna d’acqua. Mi alzo e ancora cerca di caricare Leo ma questo mi passa alle spalle e mi afferra da dietro. Gli tiro una gomitata in pancia e allenta la presa. L’acqua inizia a turbinare anche intorno a lui schizzandolo e rendendogli difficile mantenere la presa. Gli pesto un piede, reclinando velocemente la testa all’indietro gli colpisco con la nuca il naso e finalmente mi libero. Quando si riprende, dal naso gli cola un rivolo di sangue. Senza accorgersene prende fuoco anche lui. Mi arriva una gomitata in stomaco e mi piago in due. Ordino all’acqua che mi circonda di attaccarlo. Questa l’avvolge e lo scaraventa a terra.
-Combattimento concluso!- sento dire dall’allenatore.
-Tutta fortuna- mormora Leo pulendosi il sangue dal labbro.
-Scusa! Comunque sei una pippa Leo, due su due!- gli allungo la mano e lui l’afferra per rialzarsi, dopodiché mi da una piccola spinta “affettuosa”.
Purtroppo non abbiamo tempo per altri scontri, la caccia alla bandiera inizierà tra poco.
 
Quando arriviamo Percy ci stava aspettando.
-Ma dove siete finiti?- ci chiede.
-Scusa!- mormoriamo tutti.
-Okey, la disposizione è semplice: Chiara, Dylan, Leo ed io andremo a cercare la bandiera. Alcuni dei figli di Apollo e di Efesto creeranno un diversivo. Edo e Stark staranno al fiume insieme ai figli di Demetra. Ascoltatemi bene, lasciateli entrare ma non uscire dal nostro perimetro, chiaro?- chiede Percy, i due fratelli annuiscono.
-Nico, Eliot, Jade e la casa di Zeus invece staranno a proteggere la nostra bandiera.- continua Percy.
-Tutto chiaro?- annuiamo.
 
Premo la perla che porto al collo e questa si trasforma in armatura. Noto la faccia stupita di Edo e Jade, ancora non avevano visto la mia armatura.
-Ehi, come si fa ad avere una di quelle?- mi chiedo Edo.
-E’ un dono di papà!- rispondo io e lui s’incupisce.
-Non ti preoccupare, presto incontrerà anche voi!- gli dico.
 
Prendiamo posto e subito ci muoviamo. Dylan ed io attaccheremo da destra mentre Leo e Percy da sinistra. Chi prima arriva prende la bandiera e la riporta in territorio amico. La casa di Apollo e quella d’Efesto attaccheranno frontalmente in modo da portare su di loro l’attenzione.
Dylan ed io ci inoltriamo nel folto della foresta, la nostra bandiera si trovo su un’alta quercia nel lato ovest del bosco. Ci dirigiamo verso il pugno di Zeus.
 
POV LEO
Dopo esserci divisi, siamo andati diretti verso il pugno di Zeus. Cerchiamo di nasconderci passando di soppiatto sul lato sinistro. Non incontriamo resistenza. La bandiera è proprio davanti ai miei occhi. Percy mi fa un segno. Mentre stiamo per metterci a correre delle mani ci afferrano da dietro.
-Presi!- esclama Clarisse con tono beffardo.
-Allora Jace! Portiamoli da Annabeth! Lei saprà cosa farne!- dice. Sento premere le dita di una ragazzina sui polsi. È inaccettabile, preso da una tredicenne! Di colpo prendo fuoco. La ragazza allontana le dita dai miei polsi e afferra la spada. Io afferro un martello dalla cintura. Nel frattempo noto Chiara e Dylan che afferrano la bandiera, devo tenere distratte queste due furie.

POV EDO
Un gruppo di figli di Ares supera il fiume a una ventina di metri da noi. Noi lasciamo fare, come ci ha detto Percy. I figli di Demetra invece fanno crescere dei rovi intorno alle loro gambe. Alcuni riescono a superarli e si dirigono verso la vecchia quercia.
 
POV JADE
Un gruppo di armatissimi e giganteschi ragazzi ci carica. Sono tutti figli di Ares, cerco tra la folla. Jace non c’è! Brandisco l’arma che pesa quanto me e la sollevo con tutta la forza che ho. Un ragazzo corpulento si avvicina. Per un po’ riesco a schifare i suoi colpi ma poi non riesco più a reggere. Una luce abbagliante arriva su di me. È la spada di Eliot che colpisce il ragazzo. Nicolò evoca dei soldati-scheletro. Sono troppi. Non riusciamo a fermarli e questi ci prendono la bandiera.
 
POV EDO
Ecco che tornano. Hanno lo stendardo in mano. Io e Stark ci guardiamo e alziamo un piccolo schermo di acqua. I figli di Demetra alzano rovi altissimi che non permettono il passaggio agli avversari. Nello stesso momento vedo Chiara e Dylan arrivare. Portano lo stendardo nemico.
-Dobbiamo intrattenerli!- dice Stark. Mi sorprendo di quanto sia sveglio questo ragazzo. Per quanto certe volte sia testardo, alla fin fine è simpatico.
Brandisco la spada e attacco una ragazza. Lei mi guarda con odio. E mi tira un fendente sul fianco, poi un calcio sul petto mi butta terra. Veloce mi rialzo e questa volta sono io a buttarla a terra. Presto sono di ritorno i figli di Apollo. Noto Sophia mentre scavalca il fiume. Ha la spada in mano e quando atterra sull’altra sponda, attacca un ragazzo due volte più grande di lei. In pochi secondi quello è a terra. Si fa largo tra i nemici lasciandosi una striscia di caduti alle sue spalle. Vedo Chiara, ormai è a dieci metri dal fiume.
 
POV LEO
Jace e la sorella devono aver capito che le tratteniamo perché da un momento all’altro fermano le spade a mezz’aria e si mettono a correre. Noi riusciamo a bloccare alcuni figli di Atena ma altri ci sfuggono. Stanno ormai tutti rincorrendo Chiara e Dylan.
 
POV CHIARA
Ormai siamo arrivati. Qualcuno però mi attacca di fianco. Faccia appena in tempo a passare lo stendardo a Dylan che Altair mi butta a terra. Rotoliamo sull’erba alta. Quando mi rialzo, ho la spada in mano e attacco Altair su un fianco e girando gli colpisco la schiena. Lui cade in ginocchio davanti a me. Anche Dylan è attaccato. Mi liquido del figlio di Atena con un calcio in faccia che lo lascia a terra semisvenuto e corro ad aiutare Dylan che è circondato. Lui però con una scossa generale gli riduce tutti in ginocchio. Insieme scavalchiamo il fiume e portiamo così la bandiera in salvo.
Abbiamo vinto!
 
Sullo stendardo sta comparendo il simbolo dell’aquila ma un momento prima che si completi il disegno mi lancia l’asta ed io l’afferro al volo. Sullo stendardo compare ora metà aquila e metà tridente. Mai era capitata una cosa del genere. Un forte tuono scoppia in cielo e fa tremare tutto. Un fulmine colpisce un albero vicino e poi tutto torna normale. A questo punto Dylan mi bacia. Con forza, con intensità. Mi sciolgo letteralmente tra le sue braccia. Poi si china e mi fa salire sulle sue spalle. Alzo con vigore lo stendardo più unico che rare al cielo in segno di vittoria e intorno a noi scoppia un fragoroso applauso.
 
 
 
 
Angolo Autrice.
(okey, scusatemi per questo capitolo di “distrazione”: non sapevo cosa scrivere e come far continuare la storia ma avevo voglia di scrivere! S
cusatemi eventuali errori ma non avevo voglia di rileggerlo!)

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 17 - IL SEGRETO DI DYLAN ***


CAPITOLO 17
 
IL SEGRETO DI DYLAN

 
La sera della caccia alla bandiera, per l'unicità della nostra impresa, Chirone ci ha permesso di festeggiare a modo nostro. Direi che non è stata una grande idea da parte sua.
Al falò ci sono bevande di ogni tipo. Sacchetti di patatine e di pop corn passano di mano in mano. Ci sono tutti i ragazzi del campo. Dylan mi abbraccia da dietro e all'orecchio mi sussurra -Dopo questa saremo i miti del campo!- io sorrido -L'idea non mi dispiace- gli dico voltandomi e baciandolo.
-Bleah! Potreste smetterla ragazzi!- sento dire da Leo alle mie spalle.
-E poi è anche merito mio se abbiamo vinto!- sbotta con tono risentito.
-Ha ragione! Va anche a lui il merito!- dico guardando Dylan.
Lui mi fa un sorrisino e rivolgendosi a tutti esclama -Okey ragazzi ascoltatemi! Allora ringraziamo tutta la nostra squadra per questa vittoria! In modo particolare Leo che è stato così gentile da farsi prendere da una tredicenne! Grazie Leo!- e applaude. Ci mettiamo tutti a ridere, figlio d'Efesto compreso.
Continuiamo così: parlando, ridendo, ballando e facendo casino.
Ad un certo punto Edo mi si avvicina.
-Ehi!-
-Ehi! Ti diverti?- gli chiedo
-Si ma... visto che sei in assoluto la miglior sorella che ci sia..!-
-Cosa vuoi?-
-Ehm, potresti mettere una buona parola per me con Sophia? Si sa che voi ragazze vi date retta!-
-Mmm okey!- gli rispondo e lui se ne va tutto contento.
 
Sto cercando la ragazza ma è lei a trovarmi.
-Ciao Chiara!-
-Sophia! Ti stavo cercando!-
-Ah si?! Beh ti devo parlare un attimo!- dice con tono serio.
Mi prende il braccio e mi porta in un luogo più riparato.
-Senti! Mio fratello sta veramente male! Tu non hai idea di quanto stia soffrendo. Tu sei simpatica ma quello che gli stai facendo è così ingiusto!-
-Non sono stata io! E non voglio parlare di questo! Io gli ho chiesto troppe volte scusa e lui non mi ha perdonato... perché ora dovrei essere io?
-Perché lui ti ama!- dice e inizio a sentire gli occhi umidi.
-Devo mostrarti una cosa!- continua la figlia di Apollo.
Iniziamo a camminare e ci dirigiamo verso le capanne. Quando arriviamo davanti a quella di Apollo, entriamo. È tutto buio. Sophia accende la luce e mi porta davanti al letto di Eliot.
Il suo armadio, il baule in fondo al letto, i comodini… sono tappezzati da nostre foto.
-Lui ti ama!- ripete Sophia.
-Io no... io… io amo Dylan! L’ho amato! Ho amato anche Eliot! E mi dispiace che stia soffrendo tanto, è un bravo ragazzo ma non sono stata io a fargli questo... se l’è fatto da solo!- rispondo e il mio tono non ammette repliche. Quando torniamo al falò, è rimasta ormai poca gente. Mi avvicino ai miei amici e porto Sophia con me. Ci sediamo sul tronco. Io sono seduta vicino a Nicole e alla figlia di Apollo. Seduto davanti a me rivolto di spalle, c’è Dylan. Edoardo si è finalmente deciso a rivolgere la parola alla bella ragazza. Nico e Sasha stanno parlando. Abbia deciso di fare come se niente fosse, ma è difficile per tutti noi accettare che lei è la traditrice. Nessuno si fida più e l’aria è tesa.
Eliot sta discutendo con Nicole su cosa sia più importante -Se mio padre non facesse un po’ di casino con i temporali, la vegetazione morirebbe!- -Si ma se non ci fosse il sole non crescerebbe neanche.. la parola fotosintesi clorofilliana ti dice qualcosa?- - Stai scherzando vero? Senza acqua non germoglierebbero neanche!- - E cosa farebbero dopo essere germogliate se mio padre non se ne andasse a spasso con la sua spider?-
-Ragazzi siete impossibili!- dice Leo che è seduto sul tronco dietro di me in modo da sostenerci l’un l’altra con la schiena.
-Cosa stai facendo Leoncino!- chiedo.
-Ehy! Non mi chiamare così! Comunque sto costruendo qualcosa!-
-Ah si? Passa!-
Lui mi mette in mano un insieme d'ingranaggi che sta in un pugno ma pesa davvero tanto…
-E cosa sarebbe?-
-Ah! Non ne ho idea!- mi dice lui. E scopiamo a ridere!
Continuiamo a parlare e a ridere ancora per un’oretta, poi Dylan si offre di accompagnarmi alla mia capanna e ci avviamo così verso i dormitori.
 
POV EDO
Se ne sono andati via tutti. Rimaniamo solo io e Sophia. Devo ammettere che non è solo bella, è anche divertente e solare. Non smette mai di sorridere. I capelli biondi sono leggermente mossi e gli occhi azzurri, una rarità fra le sue sorelle, guizzano continuamente da una parte e dall’altra alla ricerca di qualcosa da scoprire, qualcosa di nuovo.
-Credo si sia fatto tardi!- mi dice.
-Devo tornare altrimenti Will si incazza e mi fa pulire la cabina!- continua. Certo, Will Solace è il capogruppo dei figli di Apollo.
-Certo!Ti accompagno!- mi affretto a dirle. Lei annuisce e insieme ci incamminiamo. In dieci minuti arriviamo davanti alla porta dei figli di Apollo.
-Grazie! Mi sono divertita questa sera!-
-Si! Anch’io!- lei mi abbraccia ed io ricambio. Poi mentre sta sciogliendo l’abbraccio, mi guarda un attimo negli occhi. Io vedo i suoi. Così limpidi e contenti. Poi mi bacia. Wow! Intraprendenti queste figlie di Apollo! Penso mentre le sue labbra si muovono lente sulle mie. Le sue mani sono tra i miei capelli. Le mie le cingono i fianchi e la attirano a me. Quando piano si allontana, mi sorride.
-Ci vediamo domani?-
-Puoi giurarci!-
Torno alla mia capanna con un sorriso ebete sulla faccia che proprio non riesco a togliermi.
Passo la notte insonne e non vedo l'ora che sia già domani solo per rivederla.
 
POV CHIARA
Sono in un piccolo appartamento. L’anticamera che costituisce l’ingresso porta a tre altre camere. La porta laterale alla mia destra è aperta e noto che c’è il bagno. Le altre due porte si trovano entrambe sulla parete davanti a me. Quella a destra porta al soggiorno mentre quella a sinistra è chiusa. Tutta la casa è al buio e l’unica luce filtra da sotto la porta chiusa. Poi improvvisamente sento tre distinti urli. Il primo è di una donna, urla per lo spavento e per la paura. Il secondo urlo è di un uomo che urla per la rabbia. La mia mano si poggia sulla maniglia proprio quando sento il terzo urlo. È di un ragazzo, avrà quattordici anni. Apro la porta e vedo la madre sul letto con un rivolo di sangue che gli cola dalla bocca, gli occhi ribaltati e un coltello piantato nella giugulare. Il ragazzo tiene in mano una forbice e steso davanti a lui, c’è l’uomo. Anch’esso è sdraiato e la sua camicia bianca e tinta ovunque di rosso, una piccola macchia si allarga dal suo petto sul pavimento e arriva fino alle scarpe del ragazzo. Questo ad un certo punto si alza da dove si era rannicchiato a piangere e si gira verso di me. I capelli neri, gli occhi azzurro cielo: è Dylan.
-Voleva uccidere la mia mamma! Io ho provato a fermarlo ma non ci sono riuscito! E così io ho ucciso lui!- dice rivolto dalla mia parte ma è come si mi guardasse attraverso. Mi giro e noto una figura nell’angolo. È buio e non riesco a vederne il volto. Immagino sia un altro semidio.
-Su! Andiamo! Prima che qualcuno chiami la polizia!- dice Dylan. La figura trema e piano si alza. È una ragazza ed è più bassa di Dylan. I due escono dalla porta e poi il buio mi avvolge.
 
Mi sveglio con il sole in viso. Veloce mi preparo ed esco dalla cabina.
Davanti alla mensa vedo Dylan, mi avvicino e lo tiro da parte.
-Cos’è successo quando avevi quattordici anni?- lui mi guarda stupito.
-Non capisco cosa intendi!-
-Cos’è accaduto a tua madre?- il suo viso è pallido. Continua a sbiancare e temo che stia per svenire.
-Chi te l’ha detto?- scuoto leggermente la testa
-L’ho sognato!- lui si guarda intorno.
-Io credevo che... speravo che nessuno lo venisse mai a sapere!-
-Dylan cos’è successo?-
Lui mi prende la mano e mi trascina verso la sua capanna. Quando entriamo, un tuono fragoroso scoppia.
-Sta zitto!- dice Dylan rivolto alla statua di Zeus. Mi fa sedere sul suo letto mi guarda per un attimo e poi inizia a raccontare.
-Vivevamo in un appartamento in periferia. Mia madre era sposata con un uomo, Jamie. Lui la picchiava... tutte le sere! Tutte, tutte le volte. Picchiava anche me. Poi un giorno mia madre decise di andarsene e lui afferrò un coltello dal manico e… e con una ferocia brutale lo piantò nella sua gamba. Ricordo ancora il suo viso. Mia madre aveva paura, mi guardò e mi disse di andarmene di scappare. Ma io non potevo. Cercai di colpirlo ma lui affondò il coltello… lo affondò nella sua gola. Mi si appannò la vista. Presi il primo oggetto che trovai… erano delle forbici. Le presi e colpì l’uomo più volte. Lui cercò di lottare ma morì prima di riuscire a riprendere il coltello. Me ne andai. Non ci sono mai più tornato.- le lacrime scorrono sul suo viso e gli occhi sono rossi. Non ho mai visto piangere Dylan e mi si stringe il cuore.
-Io ho ucciso un uomo capisci? Non è la stessa cosa che incenerire un mostro!- so di non poter comprendere il suo dolore però lo abbraccio cercando di dargli conforto.
-Mi dispiace! Davvero!- lui mi guarda.
-Ti posso dire una cosa?-
-Certo!-
-Io spesso la sogno! La rivedo in incubi mentre muore! Io non l’ho salvata!-
-Non potevi farci niente! Hai tentato! Hai tentato ma non ci sei riuscito! Non devi fartene una colpa! Non è colpa tua!-
-Io non l’ho fermato! Non sono stato abbastanza forte!-
-Ma lo sei adesso! Ora puoi combattere! Ora ti puoi difendere! Ora puoi difendere chi ami! Dylan! Guardami! Tu non sei colpevole! E so che non mi crederai! So che continuerai a pensare che sia tutta colpa tua ma anche io ci sono passata! Quando ho visto quel ventus, quando ho visto che era nella sua camera e che lei stava piano piano scivolando via da me, io non ho fatto niente. Solo quando ho rivisto il ventus e ho capito che anche se ci avessi provato, non ci sarei riuscita... solo allora mi sono messa l’anima in pace! Non ti chiedo di perdonarti adesso! Ma pensa a te! Tu sei qui! Tu devi vivere! Non puoi circondarti di fantasmi! Devi girare le spalle e proseguire. Devi vivere. Vivi con il pensiero che tu madre ti ama e ti ha sempre amato! Vivi con il pensiero che lei ti ha dato tanto e devi mantenere quel tanto che ti ha dato.. non disperderlo! Fanne tesoro! E se tu seguirai i suoi consigli, le vivrà sempre... vivrà per sempre dentro te! Vivrà nei tuoi gesti! Nelle tua abitudini! Nel tuo carattere e nelle tue parole! Sarà sempre con te!- le lacrime ora scorrono anche sul mio di viso. Gli prendo il viso tra le mani.
-Ama! Ama perché lei è amore!- gli dico. Le sue mani mi circondano ed io mi lascio andare. Ci baciamo tra le lacrime salate. Ci baciamo fino a quando non siamo troppo stanchi e gli occhi ci bruciano. Ci baciamo fino a quando piano ci addormentiamo l’uno di fianco all’altra. E dormiamo fino a quando un tuono fragoroso ci sveglia e ci riporta alla realtà. Usciamo dal dormitorio tenendoci per mano, sorregendoci l’un l’altra. Raggiungiamo in fretta il falò: Chirone deve fare un annuncio.
-Manca ormai solo una settimana al vostro ingresso nell’Arena perciò domani si terranno le interviste. I vostri vestiti sono già pronti e domani arriveranno gli stilisti a prepararvi. L’ordine sarà alfabetico rispetto al vostro genitore divino. Avrete venti minuti ciascuno per farvi adorare dagli Dei e da tutti gli spettatori. Che gli Dei siano sempre a vostro favore!-.

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 18 - INTERVISTE ***


CAPITOLO 18

INTERVISTE


Mi sveglio di soprassalto. Qualcuno bussa alla porta. Mi alzo e vado ad aprire. È la stessa ragazza che mi ha preparato per la sfilata. Porta con sé un abito tutto impacchettato. Tira fuori il vestito e rimango a bocca aperta: l’abito è a sirena di un verde acqua delicato. Il corpetto è formato da un busto con la scollatura a cuore che si unisce in diagonale alla gonna lunga tramite dei lacci argentati. All’incirca all’altezza delle ginocchia l’abito si stringe per poi sfasarsi in un’ampia coda a sirena.
I capelli sono vaporosi e leggermente mossi. Il trucco è delicato e per niente eccessivo. 
Quando arriviamo nello studio in cui si terranno le interviste ci fanno sedere in una stanza, dietro le quinte. 
Chiamano subito i figli di Ade, è un’intervista a due. Il presentatore è Chirone e mi solleva subito sapere che parlerò con qualcuno con cui ho familiarità.
 
INTERVISTA DI NICO e ANITA 
Un grande applauso scroscia quando i due semidei entrano in studio.
Sono entrambi vestiti di nero. Il ragazzo porta un completo gessato, mentre la ragazza un abito corto nero e luccicante con molto più tulle del necessario… nello stile Tim Burton.
CHIRONE: Benvenuti! Benvenuti! Salutate tutti gli amici di Ermes Channel
Nico e la sorella alzano la mano e prima di sedersi salutano e mandano baci a tutti gli spettatori in studio. Si possono notare semidei con diverse magliette per far riconoscere il Team che sostengono.
CHIRONE: Quanti anni avete?
ANITA: Io tredici ma sono più forte di molti semidei qui al campo.
NICO: Io ne ho sedici. 
CHIRONE: Allora, figli di Ade. Cosa si prova ad essere i figli del Dio tenebroso più potente.
NICO: E’ forte! Facciamo sempre paura e nessuno ci da fastidio.
CHIRONE: Pensate di essere avvantaggiati nell’Arena?
ANITA: Sicuramente avremo molte più possibilità di vincere. Abbiamo i soldati scheletro che ci possono aiutare e abbiamo i nostri trucchetti per prendere alla sprovvista gli altri concorrenti.
Sugli spalti alcuni battono le mani, altri annuiscono sicuri di aver scommesso sulla Cabina vincente.
CHIRONE: Questa è una domanda che farò a tutti i concorrenti: Come vi immaginate sarà l’arena?
ANITA: L’ho sempre immaginata come una specie di vulcano. Lava e fuoco ovunque. Poco cibo e tanta morte.
Chirone e gli spettatori annuiscono piano.
NICO: Io credo sarà un deserto. Penso che gli Dei ci metteranno a dura prova per vedere chi resiste di più.
Anche in questo caso il presentatore e il pubblico annuiscono.
CHIRONE: Sicuramente sarà una lotta all’ultimo sangue e vi metteranno alla prova in diversi modi. Siete a conoscenza del fatto che nell’arena potrebbero esserci dei vostri amici?
NICO: Purtroppo si! Ci Sono dei miei amici tra i concorrenti della casa di Apollo, Poseidone, Efesto, Zeus e la mia ragazza è nella casa di Ermes.
Degli “oh” e degli “ah” molto deboli e tristi si levano dal pubblico.
Il ragazzo ha gli occhi arrossati ma subito si riprende e guarda il suo intervistatore.
CHIRONE: Oh! Ragazzo! Questa si che è sfortuna! Ti auguro il meglio e possano gli Dei sempre essere a vostro favore!
Si sente un leggero bip e i due ragazzi si alzano.
Un applauso si diffonde in tutto lo studio di Ermes Channel.
 
INTERVISTA DI ELIOT e GRACE
Entrano due ragazzi piuttosto alti e letteralmente splendenti.
Il ragazzo indossa una giacca che emette luce e allo stesso modo la sorella porta un abito lungo molto ampio che illumina la ragazza come un sole accecante.
CHIRONE: Benvenuti! Miei cari! Sedetevi! Sedetevi! Ma come siete luminosi quest’oggi!
Grace sorride imbarazzata mentre Eliot sfoggia il suo sorriso malizioso.
CHIRONE: Allora! Se non erro, avete sedici e quattordici anni.
Dice rivolgendo lo sguardo prima a Eliot e poi alla sorella.
I due annuiscono.
CHIRONE: Dunque siete figli del più bello degli Dei olimpici… cosa pensate di vostro padre?
Si sente un tuono nella stanza.
CHIRONE: Certo Zeus... anche Lei è un dio sicuramente molto attraente.
Piccoli risolini scoppiano da tutto il pubblico.
GRACE: Beh! Nostro padre è un tipo okey! Si sa divertire! E direi che la quantità di fratelli e sorelle lo dimostra.
Molti sugli spalti applaudono e ridono.
ELIOT: E’ un padre fantastico. Soprattutto quando ci permette di guidare quella meravigliosa auto che... WOW!
CHIRONE: Ahahaha! Già! Vostro padre è un vero spasso! Ma ditemi, anche voi avete qualcuno contro cui vi sarà difficile brandire l’arma?
Eliot abbassa lo sguardo.
GRACE: Certo! Eliot dovrà fare i conti con la sua ragazza!
CHIRONE: Ah si?! E dimmi Eliot... chi è la tua ragazza?
Nella sala si fa silenzio e nessuno si muove.
ELIOT: … è la concorrente figlia di Poseidone, Chiara.
Tutti rimangono leggermente stupiti, soprattutto Chirone che conosce realmente i fatti.
CHIRONE: Capisco… beh, come v’immaginate voi l’Arena?
GRACE: Io spero sia qualcosa di simile ad una collina verdeggiante… si sarebbe un’ottima cosa!
ELIOT: Non ci ho mai pensato, a dir la verità. Preferisco rimanere con il dubbio piuttosto che illudermi e prepararmi ad un’arena che in realtà non dovrò affrontare.
CHIRONE: Ottima strategia Eliot! Credo che ora sia giunto il momento di lasciarci, salutate il nostro pubblico.
I due si alzano in piedi e mentre uscendo, salutano e mandano baci, suona il “Bip”.
 
POV CHIARA
Quando ho sentito Eliot, non volevo crederci... come si è permesso di raccontare quella bugia?
Quando vedo, nel piccolo schermo che ci hanno messo a disposizione, che stanno uscendo dallo studio, mi precipito verso di loro. Sono pronta a fare un bel discorsino ad Eliot che certo non dimenticherà ma prima che io possa anche solo avvicinarmi, Dylan mi precede tirando un pugno sul naso ad Eliot. Nel frattempo stanno chiamando i figli di Ares tra cui Jace ma non presto caso all’intervista perché anche Eliot ha colpito Dylan.
-Basta!- dico fulminando entrambi con lo sguardo. I due mi guardano e si fermano all’istante.
-Ma cosa vi è preso? Sembrate due bambini che litigano per un giocattolo! E se non l’avete notato io non sono un giocattolo! Eliot… come ti sei permesso? Come hai potuto! Sai benissimo che io sto con Dylan! Basta! Non voglio più vederti! Va via!- il ragazzo però anziché andarsene come gli ho chiesto si avvicina a me.
-Chiara! Io l’ho fatto perché ti amo!-
-Se tu mi amassi veramente mi lasceresti andare! Smettila di ossessionarti!-
-Non posso!-
-Allora scelgo io per te! Così come hai fatto tu, no?! Scelgo io! Non mi parlare mai più! Tu non sei più nessuno per me! Non dopo questo! Cosa ti è saltato in mente eh?! Credevi che dicendolo a tutti sarei tornata da te? Credevi che sarei tornata ad amarti dopo quello che mi hai fatto passare? Oh no! Se è questo che pensavi, mi spiace ma hai sbagliato di grosso!- lo sorpasso e vado verso Dylan lui però mi afferra il polso. La mia mano istintivamente prende fuoco e lui la lascia andare. Quando sono vicina a Dylan, il ragazzo mi abbraccia e mi passa una mano sula testa. Eliot si allontana lentamente e torna da sua sorella. Nel frattempo hanno già chiamato i figli di Ebe e di Ecate, ora tocca a Leo.
 
INTERVISTA DI LEO e BEATRICE
Nella sala scoppia un applauso fortissimo quando in studio si vede entrare Leo Valdez e la sorella.
Il ragazzo porta un completo nero dai bordi rosso fuoco, mentre la sorella un vestito a tubino rosso e arancio. I due si siedono e Chirone inizia a fare le domande.
CHIRONE: Allora, com’è essere figli del grande dio del fuoco?
Leo fa prendere fuoco la sua mano e con un sorrisino sulle labbra continua a parlare.
LEO: Beh amico! È una figata!
Il ragazzo si alza in piedi e prende completamente fuoco. Chirone pare un po’ spaventato da tutto quel calore.
CHIRONE: Leo, devo per caso ricordarti del grande incendio di Londra.
Il ragazzo sbianca e “si spegne”.
LEO: Oh! Già già!!
Il pubblico si lascia coinvolgere da una risata e un applauso generale.
CHIRONE: E tu invece Beatrice? Come ti trovi nella casa nove?
BEATRICE: E’ sensazionale! Avere questa capacità innata di creare le cose da poche viti è davvero una figata!
Il pubblico e l’intervistatore annuiscono.
CHIRONE: Secondo voi come sarà l’Arena?
LEO: Io spero che ci sia qualcosa da incendiare!
BEATRICE: Farebbe comodo avere dei cacciaviti sottomano.
Leo mette una mano nella sua cintura e tira fuori una chiave inglese e la passa a Beatrice.
LEO: Bea mi spiace... non ho trovato un cacciavite…!
Beatrice gli tira un pugno affettuoso sulla spalla.
BEATRICE: Stupido che sei!
E il pubblico esplode in un'altra risata.
CHIRONE: Okey ragazzi! Dobbiamo passare ai prossimi concorrenti! Che gli Dei siano sempre a vostro favore!
I due ragazzi si alzano. Leo saluta il pubblico e accetta volentieri i “Team Leo” gridati dalla gente. Beatrice invece tenta di trascinarlo via.
 
INTERVISTA DI SASHA e PHILIP
In studio si presenta una ragazza con un abito greco antico lungo, bianco e oro e un ragazzo vestito con un abito bianco e con gli orli sempre in oro.
CHIRONE: Benvenuti carissimi! Accomodatevi pure!
SASHA: Grazie Chirone!
Sasha si siede. Subito dopo aver stretto la mano a Chirone, anche il fratello Philip fa per sedersi ma prontamente toglie dalla sua poltrona un palloncino arancione.
PHILIP: Sasha, mi deludi! Davvero credevi non mi sarei mai accorto di questo palloncino per simulare gas gastrici?
Il pubblico scoppia a ridere.
SASHA: Beh ci speravo quanto meno!
PHILIP: Dovrò avvertire Travis e Connor lo sai vero…! Non accetteranno volentieri il tuo fallimento!
Il ragazzo scuote la testa e ride.
CHIRONE: Bene ragazzi! Che ne dite di illustrarci cosa pensate dell’Arena?
SASHA: Credo sarà un luogo che darà possibilità ad ogni semidio di tirare fuori il meglio di se!
PHILIP: Ciò che c’è da chiedersi è se tirerà fuori il meglio o il peggio… visto che dovremo affrontarci in un combattimento mortale.
CHIRONE: Giusta osservazione Philip! Alcune delle nostre Fan più scatenate ci hanno chiesto com’è stare in casa con i fratelli Stoll, voi sapete risponderci... dunque...?
PHILIP: E’ un vero spasso! Non sono bacchettoni e anche se ciò, certe volte, ci costringe a pulire i bagni, ci divertiamo da matti! Soprattutto con i loro scherzi…! Ovviamente è divertente per tutti tranne che per la vittima. Vero Sasha?
La ragazza annuisce.
SASHA: ricordo ancora quando hanno messo un serpente nella mia scarpa. Fortuna che non era velenoso e che non ne ho paura ma quando ho sentito qualcosa di viscido muoversi nella scarpa... Brr!
GEORGE: Ehy! Non siamo viscidi!
MARTHA: George, non stava mica parlando di noi!!
GEROGE: Ah davvero?
MARTHA: Già, idiota!
GEROGE: Idiota a chi eh?!
Iniziano a rincorrersi sul caduceo.
MARTHA: Raaaatto!
GEROGE: Ratto? Ratto! Dove?
PHILIP: George, Martha ti sta prendendo per i fondelli! Non c’è nessun ratto!
CHIRONE: Okey... Okey.. riprendiamo con la nostra intervista! Cosa pensate di vostro padre?
PHILIP: E’ un postino mediocre!
Il ragazzo sghignazza!
SASHA: Un ottimo ladro! Soprattutto quando si è portato via il mio bracciale. Papà, se mi senti... sappi che lo rivoglio indietro!
Il pubblico applaude e si sente l’ormai conosciuto “Bip”.
I due ragazzi salutano il pubblico e l’intervistatore dopodiché si alzano ed escono.
 
POV CHIARA
Sono ancora un po’ scombussolata per ciò che è accaduto prima e a ciò si aggiunge l’ansia per la mia intervista. E se non so cosa dire? E se faccio la figura della stupida? Arg! Non devo pensarci!
Chiamano i figli di Estia ed Iride e poi tocca a me. Ho il cuore in gola e temo che da un momento all’altro possa saltarmi fuori. Quando entro in studio una luce chiara mi abbaglia.
 
INTERVISTA DI CHIARA e STARK
Entrano due ragazzi vestiti di verde acqua. La figlia di Poseidone indossa un abito a sirena, mentre il fratello un completo semplice.
CHIRONE: Ecco a voi altri due figli di uno dei pezzi grossi dell’Olimpo! Benvenuti qui ad Ermes Channel!
I due si siedono e l’applauso iniziale si conclude.
CHIRONE: Allora! Santissimi Lumi! Stark sei così piccolo!! Quanti anni hai?
STARK: Ho dodici anni ma diciamo che è meglio non darmi fastidio!
Il pubblico ride.
CHIRONE: Immagino! I nostri amici qui, hanno saputo che Chiara ha dono molto particolare! Potresti mostrarcelo?
La ragazza annuisce e traballante sulle gambe si alza. Una mano prende fuoco mentre dall’altra si alza una colonna di Acqua. Dopodiché unisce i due elementi come a formare una sfera. I due combattono per non avvicinarsi ma alla fine sono costretti a piegarsi alla volontà della ragazza.
Gli spettatori applaudono.
Dopodiché la sfera si scioglie e si vengono a creare due cavalli in miniatura che si rincorrono, nitriscono e sgroppano per tutto lo studio.
CHIRONE: Complimenti! Davvero! In tutti i miei millenni mai avevo visto una cosa del genere!
Chiara torna a sedersi.
CHIRONE: Come v’immaginate l’arena?
STARK: Spero che ci sia un lago o qualcosa del genere!
CHIARA: L'immagino come una foresta tropicale o un posto del genere! Se fosse un deserto, non avrei comunque problemi potendo creare l’acqua ma preferire un posto meno caldo!
CHIRONE: Questa tua capacità ti avvantaggerà molto, non trovi?
CHIARA: Beh lo spero! Dopo tutte le lenzuola bruciate qualcosa dovranno pur offrirmi questi poteri!
CHIRONE: Cosa pensate di vostro padre?
STARK: E’ un bravo genitore! Un po’ assente ma è normale da queste parti! Credo che ci voglia veramente bene!
CHIARA: Sono più che sicura che anche se non può starci accanto fisicamente, ci è comunque accanto nella mente!
CHIRONE: Sicuramente! Senti Chiara, prima abbiamo incontrato il tuo ragazzo! Cosa mi sai dire di lui?
CHIARA: Beh! Chirone! Potrei dire tante cose di lui! Per esempio che è un bugiardo! Perché io non sono affatto la sua ragazza!
Degli “oh” scandalizzati provengono da tutta la tribuna.
CHIRONE: Ah no? E chi è allora il tuo ragazzo?
CHIARA: E’ Dylan! Figlio di Zeus! Ed io amo soltanto lui.
Questa volta si levano dagli spettatori degli “ah!” che ispirano tenerezza.
CHIRONE: Beh! Allora che gli Dei siano con te, Chiara, e con il tuo ragazzo! E ovviamente anche con il piccolo Stark! Ottimo ragazzi ora vi devo lasciare! Dobbiamo passare ai prossimi concorrenti!
Mentre il centauro parla, si sente il classico “Bip” che conclude l’intervista.
 
POV CHIARA
Il cuore smette di andarmi a mille solamente quando esco dallo studio. Dylan mi abbraccia
-Sei andata benissimo!- mi dice e spero vivamente che abbia ragione.
-Ragazzi! Che ansia! Non ne potevo più! Quando mi ha detto che potevamo andare mi sono sentita come se la forza di gravità si fosse improvvisamente dimezzata!-.
Stanno chiamando i figli di Zefiro. Quando terminano tocca a Dylan che è completamente in panico.
-Ehy! Se sono riuscita io, tu farai mille volte meglio! Non dimenticarti che sei un figo assurdo!-
Cerco di incoraggiarlo e dargli forza. Lui mi fa un sorriso forzato e poi entra in studio.
 
INTERVISTA DI DYLAN e NICOLE
In studio si presenta un ragazzo vestito con un completo nero dai ricami celesti e una ragazza con un abito lungo da sera dello stesso celeste.
CHIRONE: Bene! Siamo giunti alla conclusione!
DYLAN: Si sa che il meglio lo si tiene sempre per ultimo!
Il pubblico ride e con lui anche il presentatore!
CHIRONE: Bene! Voi siete i figli del Padre di tutti gli Dei! Il grande e potentissimo Zeus! Cosa si prova?
NICOLE: La gente si aspetta sempre molto di figli di Zeus ma la realtà è che non siamo molto diversi dagli altri. Si insomma siamo più forti ma è tutto qui.
DYLAN: E’ una responsabilità ma ci da anche tanti frutti. Insomma, quale altro semidio può dire di essere capace a volare?
CHIRONE: Nessuno! Senz’altro! Voi come l’immaginate l’Arena?
NICOLE: Una montagna innevata! Non so perché ho sempre avuto questa immagine dell’Arena.
CHIRONE: Interessante e tu invece Dylan?
DYLAN: Io spero solo che non faccia caldo! Non lo sopporterei!
CHIRONE: Immagino! Prima abbia incontrato la tua ragazza! Ci confermi che state insieme? No perché dopo le ultime confessioni siamo un po’ confusi.
Il pubblico annuisce.
Dylan sorride imbarazzato e abbassa la testa.
DYLAN: si! Si, è la mia ragazza!
Altri “ah!” si levano dal pubblico!
CHIRONE: Beh! Nicole, Dylan, vi auguro tutta la fortuna possibile e che gli Dei siano sempre a vostro favore!
I ragazzi si alzano e si dirigono fuori dallo studio.
 
POV CHIARA.
Quando Dylan esce dallo studio, mi abbraccia. C’è un piccolo rinfresco e li scorgo Eliot con il naso violaceo per il pugno tiratoli da Dylan. Vorrei avvicinarmi e fare pace con lui. Non è un cattivo ragazzo! Quello che ha combinato oggi però mi fa dubitare della sua persona. Non restiamo molto con gli altri. Io e Dylan abbiamo avuto una giornata per niente facile. Presto torniamo alle capanne.
Entriamo nella mia cabina, li ci liberiamo dei nostri abiti e ci infiliamo nel letto. La mia pelle a contatto con la sua. Il calore dei nostri corpi. Mi stringo a lui il più possibile. Non voglio incubi questa notte e l’unico che mi da sicurezza è il ragazzo sdraiato accanto a me. 

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 19 - LA SESSIONE PRIVATA ***


CAPITOLO19
 
LA SESSIONE PRIVATA.

 
Sono in un luogo scuro, fa caldo e ho la fronte imperlata di sudore. In mano ho la mia spada, il bronzo scintilla nel buio e noto gli intagli, i cavalli che nascono dalle onde, la lama è coperta dal sangue rubino di un ragazzo. È steso davanti a me, a pancia in giù. Piano lo ruoto sulla schiena. I capelli biondi. Gli occhi, anche se sono chiusi, so essere di un color nocciola profondo. Cado in ginocchio. Ho ucciso Eliot. L'ho fatto. Metto una mano sula sua testa del ragazzo e gli accarezzo i capelli. Le lacrime mi scivolano in quantità sul viso. Porto la mano all'altezza dell'addome. È qui che l'ho ferito. La mia mano si tinge di rosso. Ci siamo solo noi due. L'aria si fa pesante intorno a me. 
Una voce cupa, smorta, che mette i brividi comincia a parlare.
-Dovrai uccidere! Quando sarai nell'Arena, dovrai uccidere! Ucciderai i tuoi amici! Gli ucciderai senza neanche pensarci!- la voce ride e ride e continua a ridere. Tutto intorno a me gira e non si ferma. Cerco di alzarmi ma cado. Mi fermo e piangendo mi rannicchio in posizione fatale. Cerco di tapparmi le orecchie per non sentire quella risata glaciale ma non serve a niente, la voce mi perfora i timpani.
 
-Chiara! Svegliati!- sento dire da Dylan ma la voce è distante.
-Svegliati!- questa volta la voce è più chiara e vicina.
Apro gli occhi. Sto sudando. Sono in angolo della stanza, con le ginocchia al petto e le mani sulle orecchie, mi dondolo leggermente.
-Chiara guardami!- quando mi accorgo del suo corpo vicino al mio lo abbraccio stretto. Non voglio lasciarlo andare. Sto ancora piangendo. Lui si scosta da me e mi passa una mano sul viso.
-Calma ora! Era solo un incubo! Ci sono qui io!-
-Non era incubo, era peggio! C'era Eliot! L'avevo ucciso io e poi quella voce! Quella voce che non smetteva di ridere!-
Lui mi stringe tra le sue braccia. Rimaniamo così per un tempo indefinito.
Dopo poco smetto di singhiozzare. Sono ancora agitata però e i miei battiti cardiaci non ne vogliono sapere di rallentare.
-Dylan? Come faremo a salvarci tutti?-
Sul suo viso appare una smorfia. Era un tacito accordo quello di non parlare dell'Arena.
-Chiara... lo sai che non è possibile!- dice lui, la voce tremante e gli occhi lucidi.
-Dove troveremo il coraggio di uccidere i nostri amici? I nostri compagni? I nostri fratelli e cugini? Come faremo?-
Il ragazzo abbassa la testa.
-Dobbiamo trovarlo! Altrimenti moriremo!-
-Dylan, dove troverò il coraggio di ucciderti? Dimmelo perchè io non ne ho idea! Non credo di essere capace di fare una roba del genere.-
Mi prende una mano e la stringe forte.
-Non dovrai trovare il coraggio di uccidermi! Ci ho riflettuto tanto e ho deciso che se mai dovessimo rimanere tu ed io... mi ucciderò io!-
Scatto in piedi con un balzo.-Tu non lo farai! Perchè se tu lo farai io non vivrò mai più! Sapere che tu... no! Io non lo sopporterei! Preferirei essere sotto tre metri di terra piuttosto che vederti fare una cosa del genere!-
Lui sposta lo sguardo.
-Non è una tua scelta!- mi dice.
Gli prendo il viso tra le mani e guardandolo in quei profondi e penetranti occhi azzurri gli sussurro.
-Non te lo permetterò! Non lo permetterò mai!-
-Chiara! Uno di noi due deve morire! È così!-
-Forse no!- dico e sfioro il bracciale con la lupa.
-Forse possiamo vivere entrambi! Distanti ma possiamo vivere entrambi!- 
Con una mano sposta la mia dal bracciale.
-Non saresti felice tra di loro!-
-Sarei sicuramente più felice tra di loro che saperti morto a causa mia!- 
-Basta! Non voglio più parlarne!- sbotta lui.
-E quando vuoi farlo? Domani? Quando saremo già nell'Arena? Hai evitato il discorso dalle interviste, una settimana fa, e ancora non vuoi parlarne? Domani saremo dentro e una volta dentro dovremo morire!-
-Non ho intenzione di affrontare ancora questo argomento!- si alza, prende il suo zaino ed esce dalla capanna. 
Scivolo di nuovo sul pavimento. Rimango lì. Seduta a terra, dove mi sono svegliata.
Dopo poco qualcuno bussa alla porta ed io mi alzo per aprire. Mi ritrovo a faccia a faccia con Eliot.
Per tutta la settimana ci siamo evitati. Sto per chiudergli la porta davanti ma lui la blocca con un piede.
-Chiara! Aspetta! Lasciami parlare!-
Riapro la porta ma non lo faccio entrare.
-Mi dispiace per quello che è capitato! Sono stato un coglione! Lo ammetto, senza riserve! Ma ti prego! Non mi perdonerei mai di entrare nell'Arena senza averti chiesto scusa!-
Lo guardo. Gli dispiace davvero. Lo abbraccio.
-Okey, okey! Non voglio avere rimpianti o rimorsi quando saremo dentro!-
-Grazie!- mi sussurra lui e poi se ne va.
Faccio colazione velocemente e poi mi dirigo alla palestra degli allenamenti. Oggi ci saranno le sessioni private.

Quando mi chiamano, il cuore mi martella in petto, devo fare una buona figura.
Entro e la stanza è enorme. Chirone, il signor D. e i vari istruttori che ci hanno allenato in quest’ultimo mese sono tutti seduti in una tribuna. Devo mostrare ciò che so fare e in poco tempo. Posiziono otto manichini davanti a me a una decina di metri di distanza gli uni dagli altri in alcuni punti aggiungo degli ostacoli come rami, radici e altri oggetti. E inizio. Impugno tre coltelli e mi fiondo sul primo. Con un colpo secco taglio il manichino nel punto in cui dovrebbe trovarsi la giugulare. Scivolo sotto un ramo e colpisco il secondo lanciando il coltello, questo sta per conficcarsi leggermente più a destra rispetto la x. Dalla mano libero dell'acqua che avvolge il coltello e lo mette sulla giusta traiettoria. Il coltello si conficca nel manichino quando sono a tre metri da questo. Sorpassando la sagoma riprendo l'arma. Saltando supero una radice e ritrovandomi troppo vicina al terzo manichino per lanciare il coltello, libero una vampata di fuoco che lo arrostisce. Dopo averlo superato, un tronco cade davanti a me, mi ero scordata di averlo posizionato e per poco non mi schiaccia. Prontamente libero dell'acqua che lo sostiene e mi fa passare. Lancio un altro coltello contro il quarto manichino ma non riesco a riprenderlo. Me ne restano due. Schivo la rete di una trappola e il fuoco avvolge il quinto manichino. Tra il quinto e il sesto manichino devo passare su delle pietre che si spostano in continuazione, inciampo due volte ma non cado mai. Lancio un coltello nel manichino nel punto esatto della x sulla testa, purtroppo anche questo non riesco a recuperarlo. Mentre sto scivolando sotto un ramo, mi cade il terzo coltello, questa è sfiga. Prontamente recupero la conchiglia tra i miei capelli e questa si trasforma in una spada. Mozzo la testa al settimo manichino. Ne rimane solo uno. Supero saltando un "dirupo", un buco profondo tre metri e largo altrettanto, e avvolgendo col fuoco la lama, conficco la spada nell'addome dell'ottavo manichino.
Per un attimo c'è silenzio. Si sente solo me ansimare. Poi qualche allenatore applaude. 
-Complimenti! Ora può andare!- mi dice Chirone. Io faccio un leggero inchino ed esco dalla stanza. Sono in ansia. Non hanno detto niente di che! Non li ho stupiti abbastanza, però ho fatto del mio meglio... non avrei saputo che altro inventarmi...! Torno alla capanna distrutta e stanca. Mi faccio una veloce doccia e poi esco. I voti saranno annunciati durante il falò quindi rimango in ansia tutto il giorno.
Mi ritrovo con Dylan e questa volta non accenno neanche all’Arena. Stiamo un po’ insieme vicino al laghetto. Ci rilassiamo. È l’ultimo giorno che passiamo veramente insieme. È l’ultimo giorno in cui siamo noi due e nient’altro.
Quando finalmente arriva sera, mangio in fretta e con Nico sono la prima ad arrivare al falò. Ci sediamo sul nostro tronco e parliamo un po'. Lui è distrutto per la storia con Sasha. Non sa come comportarsi con lei. Ogni volta che la abbraccia, mi dice, non riesce a fare ameno di pensare al fatto che lei è la traditrice. Che ha avuto il coraggio di mentire a tutti noi. In poco tempo arrivano anche gli altri e dopo il riconoscimento di due figli di Nemesi, Chirone è finalmente pronto a rivelare i voti.
La casa di Ade :            Nico 9 e Anita 7
La casa di Apollo:         Eliot 8 e Grace 5
La casa di Ares:              Liam 8 e Jace 9
La casa di Ebe:               Darren 6 e Phoebe 7
La casa di Ecate:             Alec 7 e Karen 9
La casa di Efesto:         Leo 11 e Beatrice 6
La casa di Ermes:           Philp 6 e Sasha 5
La casa di Estia:             Theo 5 e Liz 2
La casa di Iride:              Derek 4 e Violet 3
La casa di Poseidone:   Stark 5 e Chiara 11
La casa di Zefiro:            Mark 3 e Coral 6
La casa di Zeus:           Dylan 10 e Nicole 8
 
Sono contenta dei voti, insomma, 11! Chi se lo aspettava? Lo abbiamo preso solo io e Leo! Credo che sia per il nostro particolare potere. Anche perchè altrimenti non me lo spiego...! Ora quelli che mi preoccupano di più sono i figli di Ares, di Ebe e di Ecate. 
Dopo aver saputo i voti, torniamo alle capanne. Questa notte Dylan non potrà rimanere da me e già la cosa mi terrorizza. Mi chiedo come farò a dormire sapendo che domani... sapendo che domani entrerò nell'Arena. Domani entrerò nell'Arena e non sono ancora pronta ad uccidere una persona. So che quando sarò lì non avrò problemi a difendermi ma l'idea di togliere la vita a qualcuno è terribile. Non riesco neanche a pensarci ora. M’infilo nel letto e non riesco a prendere sonno. Continuo a fissare il soffitto. Pensare che potrei anche non farcela. Fino ad ora mi sono sempre chiesta come avrei potuto fare a vivere con il peso della morte dei miei amici addosso. Ora mi chiedo quante misere possibilità ho di vincere. Sono debole. Sono una delle più deboli. Ho troppi amici, sono affezionata a troppe persone. Nel momento in cui uno di loro morirà, crollerò e a quel punto sarò un facile bersaglio. Mi chiedo come potrò sopportare la vista di tante persone morte. Mi chiedo se poi alla fine non sarò io a pregare qualcun altro di uccidermi. A un certo punto mi convinco che devo dormire o il giorno dopo non sopravvivrò neanche al bagno di sangue. Chiudo gli occhi ma nella mia mente continuano a passare immagini di morte. 
 
Mi sveglio completamente sudata. Mi preparo in fretta e continuo a pensare agli incubi che ho fatto... sangue, morte, cadaveri ovunque. La cosa peggiore è che tra poche ore sarà tutto vero.
Pochi minuti dopo arrivano gli stilisti, il ragazzo prepara Stark e la ragazza me.
Mi fa indossare dei pantaloni verde acqua scuro, lunghi e pesanti. Sono costituiti da due strati in modo da avere un pantalone leggero, uno appena più pesante e in fine, unendo i due, un pantalone decisamente più caldo. Dopodiché mi fa indossare una canottiera, una maglietta e una giacca a vento tutti e tre i capi dello stesso verde acqua scuro. Ci danno anche un piccolo zainetto con dentro tre barrette di ambrosia, una bottiglietta da mezzo litro d'acqua e una boccetta con 20 cl di nettare.
-Fa parte dell'equipaggiamento!- mi dice consegnandomi lo zaino dello stesso colore degli abiti. Quando siamo pronti, ci dirigiamo verso l'albero di Talia.
Molti altri ragazzi sono disposti in fila. I loro abiti sono uguali i nostri e si differenziano solo per il colore il quale varia a seconda del genitore divino.
Io e Stark ci posizioniamo in fila con gli altri.
Appena fuori dal perimetro del campo c'è un cavallo di ferro grandissimo, alto 20 metri circa. 
-Il cavallo di troia!- mormora qualcuno.
-Ma non era di legno?- chiede qualcun altro.
Nessuno però ottiene risposta.
Ci fanno salire, dentro il cavallo è diviso in due scomparti: i ragazzi a destra e le ragazze a sinistra. Sono seduta tra Violet, figlia di Iride e Coral, figlia di Zefiro. L’ansia cresce in continuazione. Ogni minuto che passa la mia morte si avvicina. Il viaggio dura diverse ore e quando finalmente arriviamo, ci fanno scendere uno per volta. Una ragazza mai vista mi accompagna in una stanza. Le pareti sono blu e non ci sono mobili. Solo un tubo di vetro campeggia al centro. A quella vista mi faccio prendere dal panico. Mi giro e cerco di superare la ragazza che però se ne accorge e mi blocca. Mi afferra le spalle e mi scrolla.
-Andrà tutto bene! Hai avuto undici alla sessione privata! Durante la sfilata e l’intervista hai fatto scalpore! Tu puoi farcela!- mi sussurra.
In qualunque caso, che possa farcela o no, ormai sono qui. Non ho altra scelta.
-Entra lì!- mi dice la ragazza. Ha i capelli biondi e gli occhi grigi, è sicuramente figlia di Atena. Io deglutisco e tremante entro nel tubo di vetro. Il cuore mi sale in gola e con questo anche la nausea. Lo stomaco mi si stringe e la testa mi pulsa.
"Dieci secondi" dice una voce metallica. Cerco di convincermi a non tremare ma è impossibile. Il tubo si chiude con uno scatto che mi fa prendere un colpo. L'invidia che provo per la ragazza davanti a me è indescrivibile. Lei non sta per rischiare la vita. Lei non sta per perdere i suoi amici. Il tubo si mette in movimento. Poco dopo l'aria sferza il mio viso e una luce accecante mi fa chiudere gli occhi. Ora inizia la vera sfida.
 
 
(Per tutti coloro che seguono la storia (o è minimamente interessato ^.^):
Beh innanzitutto vi ringrazio per seguirla perché mi fate veramente molto contenta, del tipo “Woooo! Qualcuno segue la mia storia! Mi sento importante!” xD
Poi volevo avvisarvi che mercoledì parto e per tutto il resto dell’estate sarò molto impegnata. Non so se durante questo periodo riuscirò ad aggiornare (spero di si). Se volete essere avvisati quando la storia riprenderà mandatemi un messaggio privato in modo da conoscere i vostri nickname e avvisarvi prontamente ^.^

Ovviamente Semele12, Edoatar, Dixon_Daryl e Sennar_190 (che strano chiamarvi così xD) siete già nella lista e non avrete bisogno di inviarmi un bel niente ^_^
Vi ringrazio tutti e Buone Vacanze Estive! :D

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 20 - L'ARENA ***


CAPITOLO 20

L'ARENA



POV EDO
Sono le otto del mattino quando esco dalla capanna e il campo è in gran fermento, eppure non è la solita gioia ciò che movimenta il campo, è uno strato d’irrequietudine che ha avvolto tutti. I semidei si portano davanti ai megaschermi fissati in mensa e vicino al falò e bisbigliano fra loro, qualcuno grida audacemente. Jace porta scritti sulle maglie i nomi dei due partecipanti figli di Ares, suoi fratelli. Alcuni intonano il nome di chi sostengono altri piangono. Le fiamme del falò non sono mai state tanto cangianti: il rosso dell’orgoglio, l’azzurro tenue della tristezza, il viola dell’odio. Io e Sophia siamo seduti su quel tronco ormai vuoto davanti al falò. Dopo più di dieci minuti che aspettiamo, le luci degli schermi si accendono. Sullo schermo compare Zeus che solennemente annuncia “L’inizio dei Divini Hunger Games”.
- E che gli Dei possano sempre essere in tuo favore. - conclude.
Una ripresa dall’alto inquadra l’Arena, ci sono un Vulcano, una foresta e un deserto che contiene l’unica fonte di acqua nel suo centro.
Quando mostra la Cornucopia d’orata rimango sbalordito, intorno, disposti a semicerchio ci sono i ventiquattro tributi. Non vorrei essere lì, in questo momento.
 
POV CHIARA
Sessanta secondi
Non vorrei essere qui, in questo momento, è l’unica cosa a cui penso. Non sta succedendo, mi ripeto. È inutile ingannarsi, sono qui e non posso cambiare questo. Sono qui e dovrò affrontare tutto, dovrò affrontare molto, moltissimo. Non credo di essere pronta ma ciò non ha importanza. Che io sia pronta o no devo combattere. Devo farlo.
 
Venti
Sono sulla pedana.
 
Diciannove
Sto tremando.
 
Diciotto
Sento solo il martellare del mio cuore.
 
Diciassette
Lo stomaco mi si attorciglia.
 
Sedici
Sto per vomitare, me lo sento.
 
Quindici
Sto sudando freddo.
 
Quattordici
La cornucopia è di fronte a me.
 
Tredici
C’è cibo.
 
Dodici
C’è acqua.
 
Undici
L’arena è divisa in tre parti.
 
Dieci
Un deserto.
 
Nove
Una montagna.
 
Otto
Una foresta tropicale.
 
Sette
La vista mi si annebbia.
 
Sei
Non riesco più a pensare.
 
Cinque
Guardo Eliot.
 
Quattro
Leo.
 
Tre
Nico.
 
Due
Dylan.
 
Uno
Una lacrima.
 
“Gong”
Il rumore metallico mette in movimento le mie gambe.
Pr qualche millesimo di secondo c’è chi rimane sulla pedana, incerto, ma poco dopo ventiquattro paia di gambe sono in movimento.
 
Corro verso la Cornucopia.
Da destra arrivano Dylan, Eliot, Leo e Nico. Da sinistra invece giungono Nicole e Sasha.
Dylan e Nicole sono vestiti di celeste, Eliot indossa degli abiti gialli, Leo è completamente vestito di rosso, Nico di nero e Sasha di verde.
Ci disponiamo in una specie di semicerchio di fronte alla cornucopia e sguainiamo le nostre armi.
Una ragazza mi si avvicina di fianco, è Violet.
Alza l’arma e tenta di colpirmi nel basso addome. All’ultimo secondo con la spada le paro il colpo. Ritrae la mano e tenta un altro affondo, impreparata mi difendo all’ultimo e la spada mi lacera il braccio. Mi allontano di tre passi, prendo una piccola rincorsa e con un semplice movimento mi ritrovo alle sue spalle. Le prendo il braccio con la lama e lo torco all’indietro. Lei s’incurva per il dolore e le poggio la mia lama alla gola.
Lei cerca di divincolarsi.
Devo farlo.
Mi ritornano in mente la glaciale voce del mio sogno e la terribile risata.
“Dovrai uccidere” sento risuonare nella mia testa.
La mano mi trema.
“Mi dispiace” sussurro all’orecchio della ragazza.
Chiudo per un secondo gli occhi.
Immagino di aver davanti una dracena e automaticamente la mia mano preme sul collo della ragazza e scorre di lato.
Il sangue zampilla e sporca il mio viso e le mie mani.
La ragazza smette di muoversi e sento un peso sul braccio che lascio subito andare.
In pochi secondi il corpo si dissolve in una luce azzurra.
Ho troppa adrenalina in corpo per fermarmi a pensare su ciò che ho fatto. Su ciò che sono diventata.
Prendo fuoco per evitare altri scontri.
Mi guardo intorno e vedo Eliot che, con un movimento simile al mio, decapita il figlio di Zefiro.
Nico sta fronteggiando Derek, figlio di Iride. Grazie alle ombre riesce a portarsi alle spalle del ragazzo e con un gesto veloce ed efficace lo trapassa con la sua spada. Il ragazzo cade in ginocchio e prima di toccare terra scompare in una luce azzurra.
Leo sta fronteggiando il figlio di Estia, Theo. Il ragazzo finisce a terra bruciato vivo da una palla di fuoco emanata da Leo. Quando si dice il fato…!
Sasha sta combattendo con Liz. La figlia di Estia procura una ferita al braccio a Sasha che però, approfittando della vicinanza, le conficca il ferro nell’addome.
Dylan sta combattendo con Phoebe, figlia di Ebe, le gli tira un calcio e lui cade carponi. La ragazza è proprio sopra di lui, alza la lama e nel momento in cui la abbassa chiudo gli occhi e volto lo sguardo, una lacrima mi scivola sul viso. No, non è possibile, quando apro gli occhi, sono sicura di intravedere una flebile luce azzurrina che svanisce e, infatti, è ciò che osservo, solo che quella luce si porta via la figura di Phoebe che è stramazzata a terra sanguinante.
Nicole, dopo una lunga lotta fulmina letteralmente Alec, figlio di Ecate.
In lontananza vedo scomparire in quella luce soffusa Carol, figlia di Zefiro, per mano di Karen, la sorella di Alec che pare non essersi minimamente preoccupata per la morte del fratello. Poco distante Jace sfonda il cranio di Philip con una scure.
Poi, piano piano, la radura pare svuotarsi e il tempo pare rallentare. Intorno a noi ora non c’è nessuno. Cerco Stark e non trovandolo mi preoccupo, inizio a chiedere ai miei amici dove sia e sto entrando in crisi quando Leo mi poggia una mano sulla spalla e m’informa che si è messo a correre verso il deserto. Beatrice, Anita, Grace, Liam, Jace, Darren e Karen si sono invece inoltrati nel fitto dell’Arena, alcuni verso la foresta, altri verso la montagna.
Nove morti, nove colpi di cannone.
Questi giochi sono appena iniziati e già vorrei che fossero finiti.


ANGOLO AUTRICE.
Okey, so di avervi fatto aspettare un sacco e so anche che questo capitolo è piuttosto corto ma rimedierò! Promesso! :)
   

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 21 - ARRIVANO LE CACCIATRICI ***


CAPITOLO 21
ARRIVANO LE CACCIATRICI
 
Dylan ed io siamo seduti in un angolo della cornucopia. Abbiamo catalogato tutto ciò che c’è dentro: armi e cibo sono in abbondanza ma l’acqua scarseggia. Abbiamo bloccato l’ingresso della cornucopia come meglio riuscivamo. Ora stanno tutti dormendo, un piccolo fuoco è acceso proprio all’ingresso. Fa freddo. Dylan sentendo che inizio a tremare si avvicina di più a me e mi abbraccia, stringendomi forte. Vorrei poter fermare il tempo e restare così per sempre, sembra quasi di essere tornati al campo, davanti al falò, se non fosse per il sangue raggrumato sotto le mie unghie. Notandolo cerco di toglierlo, ma niente, non va via. Ormai non sarò più la stessa, sono un’assassina… Violet non meritava di morire eppure io l’ho uccisa. Dylan mi guarda, da quando siamo qui, non abbiamo ancora parlato. Può sembrare strano, lo so, ma non riesco, mi sento un mostro, sento di non meritarlo. Una lacrima mi scende dal viso. Lui mi passa la mano infreddolita sul viso per raccoglierla.
-Perché piangi?- non gli rispondo, lui capisce, si sporge verso di me e mi bacia. Mi aggrappo a questo momento con tutte le mie forze, so che non ne arriveranno di altri... ogni attimo è prezioso.
Poi mi sussurra all’orecchio -Ti amo! Ti amerò per sempre!-
La luce soffusa del fuoco crea delle sensazionali ombre sul suo viso, negli occhi li brilla qualcosa. Lo abbraccio. -Ti amo! Ti amo anch’io!- dico stringendolo il più forte possibile. Lui mi passa il braccio intorno alla spalla e mi fa accoccolare sulla sua e in poco tempo mi addormento.
 
POV ELIOT
L’ho persa, l’ho persa per sempre, penso mentre sento Chiara e Dylan parlare. Perché l’ho lasciata andare così? Guardo le mie mani arrossate dal freddo e dal sangue, cosa sono diventato? Sto fermo per un po’ e mi concentro sui respiri dei ragazzi che mi circondano per capire se sono tutti addormentati, quando li sento regolari, mi alzo. Sono quasi sull’uscio della Cornucopia quando sento Dylan chiamarmi.
-Eliot! Dove vai?- chiede.
-Non sono affari tuoi!- rispondo con tono non poco irritato.
-Per quanto mi riguarda puoi anche farti ammazzare! È per lei che mi preoccupo, sarebbe distrutta se domani non ti vedesse e scoprisse che te ne sei andato così!-
-Oh su dai! A lei non importa niente di me!-
-Tu le interessi moltissimo! Troppo per i miei gusti!- faccio finta di non sentirlo ed esco dalla cornucopia.
Vedo che si scosta leggermente da Chiara e la appoggia alla parete, poi di corsa mi raggiunge. Mi appoggia una mano sulla spalla e mi dice -Davvero, amico! Non la abbandonare così!- sento il desiderio di tirargli un pugno in faccia. -Quando io sarò morto, avrà bisogno di te!- il braccio già in tensione si rilassa di colpo. Poi si gira e torna dentro. Io rimango solo pochi secondi fuori, al freddo e poi rientro anch’io.
 
POV EDO
Tutta la scena è stata ripresa da telecamere. Mi chiedo se, nel caso che Chiara vinca, gliela mostreranno. Io e Jade siamo in camera, con la televisione accesa da tutta la mattina. Sophia è addormentata sul mio letto, non riusciva proprio più a tenere gli occhi aperti. Percy invece è fuori, ha detto che non vuole assistere a questa carneficina. Lo capisco, ma io ho bisogno di guardare, se dovesse succedere qualcosa a Chiara o a Stark e io non fossi qui, credo non me lo perdonerei mai. A proposito di Stark, l’unico che si è diretto verso il deserto, ci ha visto giusto. Ha già trovato il lago che pare essere l’unica fonte di acqua. Scappando è riuscito a prendere qualcosa giusto per mantenersi in vita e per ora ci sta riuscendo, continua a camminare, non si stanca mai.
 
POV CHIARA
Sono nel buio più totale. Alzo lo sguardo e vedo, una piccola luce chiara che si avvicina facendosi sempre più grande. Possibile che io si morta senza rendermene conto? Che si astato così indolore? Chissà quale sarà la mia pena, nell’Ade! Con mia grande sorpresa invece di Cerbero vedo spuntare una graziosa fanciulla che riconosco essere Demi, la cacciatrice di Artemide, che si porta un dito al braccio e indica una catenella d’argento. A questo punto la disperazione mi assale.
-LO SO!- grido.
-Lo so! Lo so! Ma non posso abbandonarlo! Non posso!- dico mentre le lacrime mi offuscano la vista.
-Lo so!- mormoro ancora raggomitolandomi.
-Cosa? Cosa sai?- la voce familiare mi riscuote dai miei incubi. Quando mi sveglio, vedo Eliot che mi osserva con quegli occhi color nocciola spalancati e mi scuote, per un attimo vorrei poter godere della protezione offerta da quelle braccia. Poi sento un colpo di cannone e un pensiero orribile mi assale.
-Dov’è Dylan?- chiedo tirandomi su di colpo e sentendo le vertigini.
-Stai giù!- dice spingendomi delicatamente i polpastrelli sul petto per farmi stendere.
-È andato a raccogliere della legna e dell’acqua!-
-E l’avete lasciato andare da solo?-
-No, Leo, Sasha, Nico e Nicole sono con lui!- dice esasperato.
-Ma se venissero attaccati? Non ci hai pensato?- chiedo irritata con le lacrime agli occhi.
-Sono in quattro! Se la sanno cavare!- dice rivolgendo il viso da un’altra parte, concretamente ferito.
-Scusa!- mormoro ma lui non risponde.
-Scusa, davvero! È solo che non voglio perderlo così!-
.Già! Scommetto che avresti preferito che ci fosse andato io.-
Spero che la mia espressione non tradisca ciò che penso. Si, avrei preferito fosse andato lui, al posto di Dylan.
-Io...! Come fai a pensare una cosa così orribile?- sento le lacrime sul viso.
-Io ti amo, perché non vuoi capirlo? Dannazione! Ti ho sempre amato, dal primo maledettissimo giorno! E tu mi hai ferita, mi hai ferita quando non hai creduto in me. Io avrei fatto qualsiasi cosa per te, qualsiasi. Il mio cuore però si è lacerato nel momento stesso in cui hai detto che non mi credevi. Non sono più stata capace di curarmi, ho cercato qualcuno che lo facesse al posto mio, che si assumesse la responsabilità di risanare la voragine del mio petto ed è stato Dylan a farlo perché tu non c’eri. Tu non c’eri...-
Lui mi sta guardando dritto negli occhi, quegli occhi così profondi da poterci vedere l’infinito, quegli occhi caldi in cui tanto spesso mi sono rifugiata, quegli occhi così..
-E io, credi che io non ti ami? O non ti abbia amato?- sbotta lui con quel suo modo da arrabbiato che lo fa solo apparire più affascinante.
-Io... volevo lasciarti libera!-
-Ma non volevo essere libera! Volevo essere tua, solamente tua. Volevo che tu t’incazzassi con Dylan, che mi facessi sentire che mi amavi, che tra di noi non accettavi ostacoli, che eri pronto a rimediare tutto, che mi volevi.-
-Credo che sia ora di smetterla con tutto questo!- dice lui voltandosi verso il fondo della cornucopia e rannicchiandosi in un cantuccio, spelando una mela.
 
Dopo un’ora interminabile dal suono del cannone finalmente li vedo spuntare dalla boscaglia. Dylan corre a perdifiato sotto il caldo asfissiante, mentre il resto del gruppo cerca di stargli dietro. Quando mi vede, rallenta ma non si ferma. Appena arriva davanti a me, mi prende il viso tra le mani e piano sussurra -Sei viva!- quasi per accertarsene.
L’avete sentito anche voi il colpo di cannone?- chiede Nicole.
-Si- mormoriamo io ed Eliot insieme.
-Chiara, io...! Oh! Solo gli Dei sanno quanto ho pregato di trovarti qui. Ha gli occhi, di quell’azzurro cielo, completamente arrossati. Lo abbraccio più forte che posso.
-Sono qui! Siamo qui!-
Eliot nel frattempo si avvicina a Nico che risponde alla sua silenziosa domanda.
-No, non c’è acqua! Neanche una goccia!- tutti emettono un sospiro ed io impreco mentalmente.
 
Essendo quasi ora di pranzo ci mettiamo a cucinare Sasha accende un fuoco e inizia a preparare un brodo, così riusciremo a reintegrare un po’ di liquidi.
Appena è pronto, ci sediamo tutti vicini, al riparo, nella cornucopia. Qui quantomeno c’è un po’ di fresco. Ho una fame tremenda, dopo la “discussione” con Eliot non sono neanche riuscita a spizzicare qualcosa, ma meglio così. Ora prendo la ciotola di metallo in cui è versato il brodo e bevo fino a vedere il fondo. Appoggio la tazza e un improvviso giramento di testa mi assale. Guardo velocemente la ciotola, davanti a me e vedo qualcosa di grumoso e... viola. Un veloce sguardo a Sasha, mi sta fissando mentre si porta la sua ciotola alla bocca, e poi crollo a terra. Gli arti si muovono da sé e tremo. Sento delle voci confuse chiamarmi. Un dolore lanciante parte dallo stomaco e si diffonde per tutto il corpo, rendendomi pietrificata, nel momento in cui arriva alla testa, tutto si fa nero e sento solo delle voci, tante voci che si sovrastano l’una con l’altra.
 
 
POV DYLAN
-Chiara! CHIARA! Rispondimi! Chiara! Ti prego!- dico mentre la scrollo cercando di farla muovere. Ha gli occhi spalancati e il corpo molle. Non sono l’unico a gridare, dietro di me tutti stanno cercando di capire cosa le sia successo. Tutti tranne Sasha.
-Tu! Infame traditrice!- urlo mentre mi avvicino a lei. Le mie mani si stringono sulla sua gola, con poco sforzo l’alzo dal pavimento.
-Dimmi cosa le hai fatto?-
-Io... non le ho fatto niente- mente.
-DIMMELO!- sono completamente accecato dalla rabbia e dal dolore. Un fiume caldo scorre sulle mie guancie.
-Io... n-non lo s-so!- balbetta quella.
-Come faccio a guarirla, dimmelo o mi sarai inutile e a quel punto non esiterò a schiacciarti la testa su questa parete!-
Mi graffia le mani, le braccia, scalcia ma io non sento niente e la tengo saldamente.
-N-non lo so!-
-BUGIARDA!- grido infliggendole scosse in tutto il corpo. Gli occhi si rovesciano all’indietro e lei si affloscia sulle mie braccia.
È morta! È morta? No, è solo svenuta.
-Prendetemi della corda, subito!- dico e Nicole si precipita da me con del fil di metallo.
Appena sono sicuro che non riuscirà a scappare torno da Chiara. Eliot sta tenendo la sua testa sulle gambe e le tampona la fronte con una pezza umidiccia, le sta parlando, la prega di tornare da lui. Io m’inginocchio al suo fianco, la sto per baciare quando Leo mi ferma.
-Se ha bevuto del veleno, rischi di venirne a contatto.-
-Cosa m’importa, al massimo saremo nello stesso posto!-
-No, c’è un modo per curarla. Ne sono sicuro. Ho un piano- sentenzia.
Appoggia una mano sul suo braccio e forte, tira il bracciale della lupa.
Una luce accecante esplode e quando finalmente torno a vedere, due ragazze sono apparse proprio di fronte a noi.
 

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 22 - IL SIERO ***


CAPITOLO 22
IL SIERO

POV DYLAN
Due figure argentee si stagliano alte, gli archi tesi verso di noi e uno sguardo omicida. La prima a parlare è la cacciatrice più alta. 
-Siamo qui in missione da Artemide, dov’è Chiara?- chiede.
Con un cenno le indico la ragazza stesa a terra, pallida, immobile e con gli occhi spalancati. Le due cacciatrici seguono il mio sguardo e anche loro spalancano gli occhi per l’orrore. Si avvicinano frettolosamente a lei.
-Cosa le avete fatto?-
-Noi niente! E’ stata Sasha- grida Leo. 
-Sasha? Ma la Dea non vi aveva avvertito delle sue intenzioni? Come avete potuto lasciarla vicino alla Prescelta?-
-Prescelta?- mormoro.
-Chiara è importantissima ai fini della Dea.- spiega quella più magrolina chinandosi sulla mia ragazza.
-Cosa le stai dando?- urlo quando le versano un liquido argenteo in bocca.
-Serve per farla continuare a respirare, speriamo di essere in tempo! Io sono Demi e lei è mia sorella Lexy.-
-Speriamo di essere in tempo? Vuol dire che potrebbe morire? Potrebbe essere già morta?- sbotta Eliot.
Lexy piega il viso di una parte –Non morta, è meglio dire in coma… un coma che potrebbe durare anni.-
-Ma, voi la salverete! Vero?! Farete di tutto! Non è così?!- chiedo io disperato.
-Noi non siamo Dee, siamo semplici cacciatrici, non possiamo fare molto ma tenteremo tutto il possibile perché questo è l’ordine che ci è stato dato dalla Dea.- questa volta è Demi a parlare.
Io crollo a terra, con le mani sul volto così da coprire le lacrime. Io dovevo salvarla. Dovevo immaginare che Sahsa.. perché non l’ho fermata. La rabbia scorre nelle vene e di colpo mi alzo, vado verso la figlia di Hermes svenuta a terra, tiro fuori il mio coltello e lo avvicino lentamente alla sua gola. Voglio davvero farlo? Si, si devo farlo. Proprio quando il coltello tocca la pelle nuda di Sasha, Lexy mi blocca la mano. 
-Non vorrai trasformarti in un assassino?- chiede 
-Lo sono già!-
-Non macchiarti di sangue impuro!-
-Ma lei, lei l’ha uccisa!-
-Obbediva a degli ordini!-
-Poteva ribellarsi!-
-Non è sempre così facile come credi! Tu dovresti saperlo! Che prezzo enorme hai pagato per esserti ribellato?- la mente corre veloce a quel giorno, quello in cui ho ucciso per la prima volta. Sono sempre stato un assassino! E per sempre lo sarò! Non c’è niente che possa lavare la mia anima.
-Un gesto può salvarti- dice lei quasi leggendomi nella testa.
-Lo spero!- dico lasciando il coltello nelle mani di quella ragazza che pare sapere troppo su di me.
Mi allontano dalla figlia di Hermes e mi avvicino invece alla figlia di Poseidone, stesa a terra.
Le accarezzo i capelli, con una mano le chiudo le palpebre e le sussurro che andrà tutto bene. 
Andrà tutto bene…

POV CHIARA
Sono su una montagna, sempre la stessa. L’aria è immobile. Il cielo tende al viola. Il viola… io dovrei essere morta, realizzo. Ma questo non è l’Ade! È solo il monte Cito. Cammino senza sapere bene dove andare, i piedi mi guidano fino ad una piccola radura. Mi sto per sdraiare nel mezzo quando scorgo una figura. Mi avvicino al ragazzo biondo e quando questo, sentendo i miei passi, si gira, sobbalzo. Quegli occhi color nocciola li conosco fin troppo bene. 
-Eliot? Cosa ci fa qui? Anche… A-Anche tu?- il ragazzo scrolla la testa.
-Io non sono Eliot, tutti ci confondono sempre. Sono suo fratello, Liote.- dice il viso che mi è tanto familiare.
-M-ma tu non dovresti essere… beh si.. morto?- il ragazzo scuote nuovamente la testa.
-Sono in una specie di coma.. come te..!-
-Sai da quanto tempo sei qui?- 
-No… dopo un po’ perdi la voglia di contare i giorni, tanto non serve a niente!-
-Sei qui.. da tutto questo tempo, da solo?- lui scuote la testa. 
-Ci sono altri qui, ma tu, come ti chiami?-
-Chiara!- 
-Chiara? C-chiara... tu vivi in un fattoria?-
-Vivevo, si perché?- 
-Credo che una persona ti stia aspettando!- ti porto da lei dice la voce di Liote prendendomi per mano. La sua mano è molto diversa da quella di Eliot. La sua non ha i calli formati dalla spada, è liscia e morbida al contatto. Quasi correndo mi porta nel bosco, passando sotto alberi, guadando un fiume, e poi in un passaggio sotterraneo sempre in salita fino a sbucare su un precipizio, lì mi fa scalare una piccola parete e quando giungiamo su una delle vette più alte finalmente si ferma.
-Serena!- grida. A sentire quelle parole il cuore mi si ferma. Una donna dai capelli biondi e arruffati sbuca, gli occhi castani dietro agli occhiali che conosco tanto bene.
-Mamma?- chiedo incredula.
-Chiara? Chiara sei tu? Oh bambina mia, come sei cresciuta! Ti ho lasciato che eri.. eri così piccola.. così fragile. Lo sai che non volevo abbandonarti, lo sai vero? Non l’ho scelto io!- la voglia di correrle incontro è fortissima ma mi costringo a rimanere ferma.
-Ma mamma.. tu sei.. tu sei in una bara, s-sei al cimitero!- 
-No, bambina mia, Zeus mi tiene in un posto che neanche io so… ma respiro ancora.. fino a che rimani qui.. respiri ancora.- a questo punto non controllo più i miei piedi che automaticamente si dirigono verso di lei la quale mi accoglie con un abbraccio che vuole esprimere anni di assenza irrecuperabili, un abbraccio che tenta di colmare le grandi ferite nel mio petto.
-Mamma!- dico con le lacrime agli occhi -Non abbiamo tempo! Non so quanto rimarrò qui.. Ho bisogno di sapere chi altro c'è in questo!-
-Da questa parte della montagna c'è un ragazzo, Lucas si chiama, deve avere la tua età.-
-È l'amico di Nico! È sicuramente lui!- esclamo. Sono tutti qui, tutte le persone che abbiamo perso... Sono qui! 
-E non c'è anche un uomo, o un'altra donna?- chiedo pensando alla madre e al patrigno di Dylan, anche loro saranno su questa montagna.
-No, mi dispiace! Qui sono l'unica adulta, tutti gli altri sono ragazzi!-
-Ma quanti sono?-
-Centinaia!- 
-Perchè?-
-Zeus... Cerca di indebolire le persone che potrebbero contrastarlo!-
-Ma, qualcuno è mai tornato indietro?- 
-Non lo so... Qui scompare gente tutti i giorni ma non c'è modo di capire se se ne vanno perchè muoiono o perchè tornano a vivere!-
-Ma...!-
-Chiara, basta!- dice lei con quel tono che conosco fin troppo bene. Lo usava quando insistevo per mangiare i dolci, ricordo. Quando facevo i capricci per qualcosa. 
-Mi sei mancata- sussurro e le lacrime scivolano sul volto.
-Anche tu, amore mio! Anche tu mi sei mancata! Il mio tesoro!- dice abbracciandomi ancora.
-Ehm... Scusatemi? Posso..? Ehm.. Scusate?- dice la voce di una ragazza, una voce che conosco troppo bene...
-Sophia?- chiedo e le lacrime di gioia si tramutano in lacrime di dolore.

POV EDO
La scrollo più forte ma non succede niente.
-Sophia! Sophia svegliati, ti prego!- sussurro.
Quando mi sono svegliato, l'ho trovata stesa nel letto affianco al mio, ho provato a svegliarla ma non è successo niente e ora sono qui che cerco disperatamente di farle aprire gli occhi.
E non faccio caso alla televisione ancora accesa che parla di mia sorella, non la sento.

POV ELIOT
-Sasha si è svegliata!- dico mentre guardo la traditrice aprire gli occhi iniettati di sangue. Vedo Dylan irritarsi, diventare rosso dalla rabbia e gonfiarsi, sta per esplodere, lo capisco io e lo capisce anche la figlia di Hermes che inutilmente grida il nome di Nico.
-Mi dispiace Sasha ma non pensavo fossi davvero così crudele! Era tua amica, la tua migliore amica! Come hai potuto?- dice Nico dandole le spalle.
La ragazza scuote la testa con le lacrime che scorrono veloce sulle guancie.
-Voi non capite!-
-No, non capiamo! Non capiamo come tu abbia potuto fare un cosa del genere- ribatte il ragazzo.
-Sei una vergogna per tutti i figli di Hermes, poverino, due figli più stronzi di te e Luke non poteva averli. Fortuna che ci sono gli Stoll, altrimenti nessuno riporrebbe più una sola preghiera a tuo padre!- dice andandosene.
Sono stato tutta la notte ad assistere a questi battibecchii, ogni qualvolta Sasha si sveglia le ingiurie su di lei cascano come fiumi in piena e io non posso certo dire di essere stato tranquillo ma sicuramente so quando mi devo fermare.
Chiara non presenta nessun miglioramento e questo mi preoccupa, il suo corpo è ancora caldo e respira ma chi può dire per quanto tempo ancora? Temo che le cacciatrici non abbiano fatto niente di utile con lei. Demi, quella più alta, sembra sinceramente preoccupata per Chiara ma Lexy sembra più interessata a Sasha... Spero riescano a combinare qualcosa di buono. Mentre mi alzo per andare a prendere una boccata d'aria mi rendo conto del fortuna di non avere neanche uno specchio... non voglio vedere come sono ridotto. Esco fuori e la brezza della mattina mi sferza il viso, prendo un grosso respiro e tento di rilassare le spalle, chiudo gli occhi e penso a quando ero in ospedale e Chiara era venuta a farmi visita, cerco di ricordare quando ci siamo baciati e al sapore di nutella che aveva sulle labbra. Penso a quando lottavamo sui pegasi e quando le ho insegnato a tirare con l'arco. Penso alle decine, centinaia, di sere che in questi anni abbiamo passato l'uno affianco all'altra davanti al falò e alle sue fiamme cangianti. Penso, e i ricordi ne portano altri, più felici, che non fanno altro che ricordarmi quanto orribile sia la mia situazione. Quando finalmente mi decido ad aprire gli occhi una figura si distingue dal limitar del bosco, si avvicina piano, è Stark e ha l'acqua.

Poche ore dopo Stark è a conoscenza di tutto l'accaduto. All'improvviso si alza -Dylan vieni con me!- sussurra.
Piano si avvicina a Sasha. -Cerca nelle tasche della giacca!- e si mette a frugare anche lui, quasi all'unisono tirano fuori due boccette di liquido viola, una piena e l'altra vuota a metà. 
-E così non ne sapevi niente..!-chiede Dylan più rabbioso di prima. Ormai la ragazza non tenta più neanche di controbattere.
Mi avvicino anche io.
-Perchè l'hai fatto?-
-Mia sorella- è la sua unica risposta.
Le due cacciatrici nel frattempo tentano intrugli e "pozioni" di continuo ma non sembrano mai soddisfarle.. Sono sempre o troppo verdi e troppo poco gialle oppure tendono al rosso.. E il rosso non è un buon colore... Se sono bluastre sembrano contente ma finiscono con il ricredersi se notano pagliuzze dorate o grumi scuri. Eppure.. Mi sembra di sapere dove sbaglino.. Qualcuno, qualcuno al campo me l'aveva detto ma non ricordo chi...! Possibile che sia.. no.. no!
-Non pensavo che le cacciatrici fossero abili con... Le pozioni!- dico tanto per fare conversazione.
-E io non credevo che i maschi pensassero..!- risponde irritata Lexy. 
Meglio lasciar perdere... Chissà perchè sono così scontrose...!
Ormai qui non c'è niente da fare.. Gli altri tributi si ammazzano a vicenda e pare si siano dimenticati di noi o forse Artemide protegge le sue cacciatrici e quindi anche noi.. Bah qualunque o chiunque ne sia il motivo sono felice di non dovermi preoccupare degli altri concorrenti. Un problema in meno di cui occuparsi. Poi mentre osservo il cielo indaco un colpo di genio mi prende.
Corro dentro, prendo una delle fiale viola di Sasha e quella color blu a grumi neri delle cacciatrici e le mischio ciò che ottengo è l'indaco, un indaco liscio, senza grumi. Lo porto alle cacciatrici
-Provate questo!- loro mi guardano, anche Sasha mi osserva, nei suoi occhi leggo gratitudine ma anche un infinito odio.. Penso neanche lei sappia ciò che prova in questo istante. Poi l'odio nei suoi occhi sconfigge la gratitudine e la ragazza si alza dall'angolo in cui era stata cacciata, con le mani legate protese verso di me e verso la boccetta. Quando le sue unghie sono a pochi centimetri dal siero Nico si mette in mezzo e le conficca il pugnale alla bocca dello stomaco. Lexy si alza di colpo. 
-Cosa? Cosa hai fatto?- dice esterrefatta.
Dagli occhi di Sasha calano due lacrime e poi chiude gli occhi, la cacciatrice si china su di lei con delle bende e cerca di tamponare la ferita. Le da dell'ambrosia e io non capisco perchè tenti così disperatamente di salvarla, fatto sta che ci riesce, Sasha non muore e io mi chiedo se esserne felice o dispiaciuto. Nessuna delle due, sentenzio velocemente. Porto il liquido indaco alle labbra di Chiara.
-Eliot? Ne sei sicuro?- dice Dylan bloccandomi la mano, io annuisco.
-Okay, allora vai!-
Lascio scivolare sulla sua lingua il siero e aspetto. Aspetto uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, venti, trenta, quaranta secondi ma niente. Aspetto ancora, un minuto ma Chiara non da cenni di vita. Dylan sembra disperato. Aspetto ancora. Non mi voglio muovere.
-Eliot, basta, vieni via, non funziona!-
-No! Deve funzionare! Deve!-
-Eliot, basta!-
-No, è quella giusta, io lo so!-
-Eliot è inutile!- dice Dylan
-E-eliot?- sento borbottare dal basso. 
Un sospiro.
-Chiara!- la ragazza sbatte le palpebre e cerca di alzarsi ma Dylan non glielo permette. Il sorriso sul volto del figlio di Zeus è immenso. Si china e la bacia e vorrei.. vorrei con tutto il mio cuore essere al suo posto.
Tutti accorrono e si avvicinano. Chiara respira, parla e..
-Ho visto Liote!- dice.
Io mi ammutolisco.
-N-non è possibile! Lui è scomparso quando eravamo piccoli!-
-Eliot, ho visto tuo fratello, l'ho visto! Lui è vivo!-

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 23 - LA MORTE ***


CAPITOLO 23
LA MORTE

 
Tralasciando la fantasia dei nomi dei due fratelli figli d’Apollo (voluti così da un capriccio del padre che li trovava musicali), finalmente ci prepariamo a combattere, cosa o chi di preciso non so ancora bene.
Da quando mi hanno raccontato tutto quello che è accaduto non riesco a fare a meno di pensare che la profezia di Rachel si stia avverando
Il destino si compierà ma non senza sacrifici. Quattro amici e un traditore alla fine giungeranno. Nubi e Acqua lo incastreranno. Luce e Buio lo sconfiggeranno. L’eroe per salvare i suoi amici, i segreti scoprirà. L’immortalità giungerà a colui che per primo cederà!”.
Di sacrifici, mi pare di averne già fatti tanti, ora sappiamo che più che un traditore è una traditrice, Dylan e Stark hanno trovato il veleno, Eliot ha scoperto la cura per svegliarmi e Nico l’ha colpita prima che potesse attaccare Eliot. Il segreto di Nico era la morte di Lucas, quello di Eliot era il fratello, di Dylan il patrigno ucciso e di Sasha beh, è lei la traditrice. Ma chi è il primo ad essere caduto?
Una mano mi sfiora la spalla e l’ormai familiare profumo di Dylan mi avvolge, distogliendomi dai miei pensieri.
-Sei pronta? Dobbiamo andare.-
Fino ad ora siamo stati invisibili agli altri tributi grazie ad una benedizione di Artemide, odio dirlo, ma quella ci sa fare.
Vedo Demi e Lexy avvicinarsi, so cosa mi stanno per chiedere, stanno venendo a riscuotere.
-Sarai tu ad unirti alle cacciatrici?- mi chiede Demi
-Ho altra scelta, forse?-
-Beh in effetti...- la frase di Lexy viene interrotta dalla compagna.
-No, non hai altra scelta- conclude Demi
-Ma Lexy ha detto che c’è un’altra possibilità-
-Non devi essere per forza tu, può essere una ragazza qualsiasi, potrebbe essere Sasha, lei sarebbe disposta, per espiarsi-
-Ma se sarai tu ad unirti con noi avrai salva la vita e non solo tu-
Capisco cosa vogliono dire, ho la possibilità di restare libera, ma se mi unisco a loro, sono salva io ed è salvo Dylan o Eliot o Leo o Nico… vorrei poter salvare così tanta gente ma come posso se non riesco neanche a salvare me stessa?
-Io... non posso rispondervi ora-
-Dovremo saperlo domani, all’alba-
 
Finito il piacevole, si fa per dire, colloquio con le due cacciatrici ci avviamo verso il limitare del bosco, poco prima di entrare nel fitto Dylan mi prende la mano -Ti amo- sussurra al mio orecchio.
Il suono di quelle parole è così bello che per un attimo, per un solo millesimo di secondo, mi fa scordare dell’orribile situazione in cui mi sono cacciata.
-Ti amo- rispondo anch’io, perché è vero, lo amo, il cattivo che diventa buono, l’odio che diviene amore, è una fusione di elementi come acqua e fuoco che vorticano insieme e che si mescolano e diventano qualcosa di nuovo, di più bello, di più splendente.
 
E mentre penso a questo, accade qualcosa che non capisco subito, una figura alta esce da un cespuglio e lancia qualcosa, una scure, la vedo che è davanti a me, mi sta per colpire, sto per morire, questa volta per davvero, così mi giro per guardare Dylan ma non incontro il suo sguardo, bensì vedo la macchia scura del suo corpo che si butta davanti a me, non ho il tempo di gridare, non ho il tempo di spostarlo, la scure lo colpisce in pieno petto e lui cade addosso a me.
Siamo a terra, le lacrime che scendono dai miei occhi, non vedo Eliot e Nico che combattono contro la ragazza, vedo solo Dylan, vedo solo lui e quell’enorme macchia rossa che si espande troppo velocemente dal suo petto. Estraggo la scure e ciò che vedo mi distrugge, il foro lacera la carne in profondità, fino al polmone. Dylan ansima ed io chiamo Eliot in un disperato bisogno di lui, ho bisogno che faccia qualcosa, che lo guarisca, ho bisogno che… faccia qualcosa, qualunque cosa. Lui però non arriva e Dylan sbianca.
-Chiara, ho promesso di proteggerti, anche a costo della mia vita, e così è stato.-
-Perché? Perché hai promesso qualcosa di tanto stupido!-
-Perché ti amo, e lo dico davvero, ti amo e ti amerò finché gli dei esisteranno, fino a quando il cielo sarà sostenuto sopra le nostre teste, ti amerò per sempre, fino alla fine.-
-Aspettami-
-No, tu non dovrai mai venire, tu diventerai una dea, ma un piccolo segreto voglio confessartelo, tu sei sempre stata la mia dea- la sua voce si spezza, non riesce più a respirare
-Dylan, resta sveglio!-
-Dimmi che mi ami!- dice ormai con gli occhi socchiusi
-No, resta sveglio, non chiudere gli occhi!-
-Ti prego!- sussurra, abbandonando ogni resistenza
-Ti amo-
Un piccolo, fragile sorriso compare sulle sue labbra e mentre io mi chino su di lui per baciarlo un’ultima volta, mentre tocco per l’ultima volta le sue labbra, il suo corpo scompare in una luce blu.
E per la prima volta da anni ricordo quanto è doloroso perdere chi si ama, è come perdere un pezzo di noi, noi che non saremo ma più come prima.

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