Fragilità il tuo nome è donna

di Lui_LucyHP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Autore forum e EFP:  Lui_LucyHp (uguale forum e Efp) 
Titolo: Fragilità il tuo nome è donna
Genere: Commedia, Generale Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Black, Un po' tutti, Altro Personaggio
Pacchetto: Lucius/Narcissa, pacchetto 1 (Vestito, Ricevimento, Beige – Gli ostacoli del cuore)
Avvertimenti: AU Rating: Verde
Introduzione: La storia si svolge nella Corte del Re Guglielmo III, durante gli ultimi giorni del 1694. Narra del ricevimento organizzato per il fidanzamento di Lucius e Narcissa, dove qualcuno approfitta per portare avanti i propri piani.
Nda:
Re Guglielmo III e la moglie, la Regina Maria, sono personaggi realmente esistiti, anche se la storia che qui ho inventato su di loro è frutto della mia fantasia. Il loro matrimonio, secondo le mie ricerche, non era affatto ben riuscito e il Re ha avuto più di un'amante. Nella storia tutti i personaggi nominati, meno uno, sono Babbani. 

I Nobili sono divisi in due fazioni: pro e contro la borghesia, una mia interpretazione della vicenda che nel mondo Magico vede pro e contro i Mezzosangue e Sanguesporco. 

Prima classificata al contest "Can I have this dance?" di EmmaStarr. 
Quarta classificata al contest "Contest al contrario (edite)" di DonnieTZ.

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Capitolo 1

20 Dicembre 1694

 

 

Le strade di Londra erano sempre peggio.
Mendicanti e prostitute provenienti dai bassifondi ormai riempivano anche i viali principali, mescolandosi alla borghesia medio-alta che occupava i quartieri migliori. Non che per il Conte Lucius Malfoy facesse qualche differenza. Per lui esistevano solo due classi sociali: i nobili, a cui apparteneva, e tutti gli altri. 
Che fossero poveri mendicanti o ricchi borghesi non faceva differenza, non erano di sangue blu, e quella era l'unica cosa che per lui contava.
Detestava apertamente girare per la città e solitamente preferiva trascorrere il suo tempo al Palazzo Reale, assieme alla più alta nobiltà o nelle numerose dimore di famiglia sparse tra Inghilterra e Scozia.
Quel giorno però aveva un incontro molto importante, di cui pochi erano a conoscenza, e non poteva avvenire in nessun luogo riconducibile a lui o ad altro membro della nobiltà che stava dalla loro parte.
Controllò che nessuno di sua conoscenza fosse nelle vicinanze e si infilò in uno dei vicoli più malfamati della città. Ignorò gli sguardi ammiccanti di alcune prostitute sedute sugli scalini di un alto palazzo grigio e aprì la porta del Secret's Time, una delle numerose locande a ore che ormai sorgevano ovunque. 
Non aveva mai capito il senso del nome che aveva il posto, dato che non era affatto un segreto quello che vi accadeva al suo interno. 
Era il posto perfetto per l'incontro; nessun nobile avrebbe mai messe piede in quel posto, non con tutte le cortigiane che si trovavano a Corte.
Il locale era piccolo e sporco. La polvere sul pavimento era talmente alta che il tacco dei suoi stivali non producevano alcun rumore. Si avvicinò al bancone, appena più pulito del resto del locale, e sedette su uno degli sgabelli. Subito una donna minuta e abbastanza in carne si materializzò davanti a lui, pronta a prendere l'ordinazione.
«Tre dita di Whisky».
La donna appoggiò un grosso bicchiere di vetro sul bancone è versò la bevanda ambrata, prima di farlo scivolare verso di lui.
Sorseggiò lentamente la bevanda facendo scorrere lo sguardo nel piccolo locale. Era piuttosto affollato, soprattutto la zona a sinistra del bancone, dove si trovavano le scale che portavano alle camere dei piani superiori.
Diede le spalle al bancone e fissò le persone sedute sulle poltroncine sgualcite che facevano da arredamento. Il suo sguardo cadde su una figura avvolta in un mantello scuro, in uno dei posti più nascosti della sala, che si guardava intorno. Quando i loro occhi si incontrarono, fece un lieve cenno con il capo e Lucius capì che era la persona che stava cercando.
Appoggiò il bicchiere vuoto sul bancone, assieme a qualche moneta, e raggiunse l'uomo.
«Alexander Fletcher?» chiese, prendendo posto accanto all'uomo.
«Sì, signore» rispose quello, con voce rauca. Gli abiti trasandati e la puzza che aleggiava attorno all'uomo fecero rabbrividire Lucius. Gli fu subito chiaro il motivo per cui il Duca Riddle non si era presentato personalmente all'appuntamento: nessuno avrebbe voluto farsi scoprire in compagnia di gente come quel Fletcher.
«Il Duca ha detto che avete qualcosa utile alla nostra causa».
«Assolutamente» fece l'uomo, estraendo dalla tasca un piccolo sacchetto di pelle. «Un cucchiaino di questa meraviglia basterebbe a far fuori un elefante e non lascia alcuna traccia».
«Com'è possibile che non lasci alcuna traccia?» chiese Lucius. «Ogni sostanza lascia sempre qualche segno».
«Non questo, ve lo posso assicurare».  
«Ma come?»
«Magia».
«Molto bene» disse Lucius. Non era del tutto convinto, ma Riddle si fidava dell'uomo e lui si fidava di Riddle. 
Facendo attenzione che nessuno attorno stesse guardando, nascose il sacchetto in una delle tasche interne e lasciò sul tavolo un altro sacchetto, pieno di monete.
«Cinquecento sterline, come d'accordo».
Si alzò e lasciò la locanda per tornare a Palazzo e consegnare il sacchetto al Duca.
Presto la Corte avrebbe avuto argomenti di conversazione più interessanti del matrimonio avvenuto tra il Conte James Potter e Lily Evans, una borghese che era stata la dama di compagnia della Duchessa Ariana Silente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

28 Dicembre 1694

 

Narcissa continuò a fissare il suo riflesso nell'ampio specchio della stanza che occupava alla Corte. Per quanto ricco ed elaborato fosse il suo vestito, non riusciva proprio a farselo piacere. Per quanto la madre ripetesse che era ricco, elaborato e beige, il colore che andava di moda quell'anno, non si sentiva affatto a suo agio. Guardandosi ora, con l'abito addosso, non poté fare a meno di confermare l'idea che si era fatta quando le era stato recapitato: assomigliava fin troppo alle tende che la Regina Maria aveva fatto appendere poco tempo prima in tutto il palazzo.

«Non discutere e indossalo questa sera» le aveva detto la madre, quando aveva provato ad obiettare. «Il Conte Malfoy lo ha scelto personalmente per te e, dato che si tratta del ricevimento in onore del vostro fidanzamento, è buona norma che tu lo indossi».

Si alzò dal letto e il peso del tessuto fece scendere la scollatura dell'abito, già fin troppo accentuata, di qualche centimetro.

«Direi che lo ha scelto pensando a una delle tante cortigiane, più che per me» borbottò, cercando di sollevare il corpetto e nascondere il possibile, senza molto successo.

Uscì dalla stanza e raggiunse il salone secondario, dove avrebbe aspettato l'arrivo di Lucius.

«Finalmente sei qui!» esclamò la sorella Bellatrix, da poco diventata Marchesa Lestrange, che camminava nervosamente vicino alle porte che conducevano al Salone Principale e alla Sala da Ballo. «E per amor del cielo, tirati su quel vestito! Sembri una prostituta della città».

Narcissa si astenne dal commentare come avrebbe fatto di solito perché non voleva litigare con la sorella davanti alla madre, che aveva già abbastanza problemi. Solo tre mesi prima, Andromeda, la sorella di mezzo, aveva abbandonato la famiglia per sposare un borghese qualsiasi e si era trasferita in Francia. Il cuore del Conte Black, padre delle tre ragazze, non aveva retto il colpo e aveva cessato di battere pochi giorni dopo la fuga.

L'anziana Contessa Black era rimasta sola con due figlie, un matrimonio molto vicino e un fidanzamento da annunciare.

«Me l'ha regalato il Conte Malfoy» commentò, fredda. «L'ho indossato solo per non fargli un torto, ma quando saremo sposati non mancherò di fargli notare la sua mancanza di gusto».

«Oh, ma perché aspettare dopo il matrimonio?» chiese una fredda, strascicata voce alle sue spalle. «Non temete, Contessina Black, non romperò il fidanzamento solo perché voi non approvate i miei gusti in fatto di moda».

Narcissa sentì il sangue fluire dal volto e raggiungere l'orlo bordato del piccolo strascico con cui terminava il vestito. Avrebbe dovuto controllare chi aveva attorno prima di parlare; era una delle prime regole che aveva imparato della vita di Corte.

«Conte Malfoy, buonasera» salutò, girandosi e rivolgendo un piccolo inchino all'alto uomo biondo che era appena arrivato. «Non fraintendete, apprezzo molto il gesto, ma temo che il vestito non sia un modello adatto a me...»

«No» disse Lucius, puntando i freddi occhi grigi in quelli azzurri della ragazza. «Decisamente non fa per voi, ma non credo sia il modello».

Afferrò senza tante cerimonie la sua mano sinistra e infilò un grosso anello all'anulare; il grosso diamante centrale era circondato da una fila di tanti piccoli brillantini.

«L'anello di fidanzamento è nella nostra famiglia da secoli» spiegò Lucius, lasciando la mano. «Vedi di trattarlo bene».

E tu farai meglio a trattare bene me, che sono meno buona e tranquilla di quanto pensi.     

«Allora, entriamo?» chiese la Contessa Black, ansiosa di ufficializzare il fidanzamento dell'ultima figlia davanti a tutta la Corte.

Narcissa prese un bel respiro, appoggiò la mano sul braccio che il Conte le porgeva e seguì la madre e la sorella all'interno del Salone dov'era già riunita maggior parte della Corte.

Stare al centro dell'attenzione non erano cose per lei e di solito, nelle serate di Corte, cercava sempre di stare in disparte a chiacchierare con le poche ragazze che poteva considerare amiche. Quella sera però, gli occhi di tutti sarebbero stati puntati su lei e Lucius. Non era ancora cominciata e già non vedeva l'ora che finisse.

 

***

Il giro di cortesia a tutti i Nobili era sembrato interminabile a Lucius, che era stato costretto a rivolgere la parola a persone come il Duca Silente, il neo Conte Potter e consorte, per finire con i Baroni Weasley, in attesa dell'ennesimo figlio. Tutta gente piena di idee positive sulla borghesia che avrebbe contribuito di sicuro alla rovina della Corte inglese. Quella sera però avrebbero subito un duro colpo e, forse, avrebbe fatto tornare la nobiltà unita come mai era stata nei secoli passati.

Finalmente, quando anche il Re e la Regina si furono complimentati per le future nozze, fu libero di uscire nel terrazzo dove sicuramente lo stavano aspettando.

Scese la scalinata di pietra che portava al piccolo giardino interno e raggiunse le figure che si erano raggruppate attorno ad una grossa quercia.

«Il nostro promesso sposo è arrivato, finalmente» sibilò il Duca Riddle, con un ghigno sarcastico dipinto sul volto che tanto faceva sospirare le donne di Corte, dalle adolescenti che avevano appena fatto il loro ingresso in società alle molto più agiate signore che aspettavano solo di lasciarla definitivamente.

«Perdonate l'attesa, Duca» disse, chinando brevemente il capo, in segno di saluto.

«Non temete, Lucius, non ce l'ho con voi. Dopotutto è la vostra festa e non ho alcuna intenzione di rovinarla».

Lucius non capiva cosa volesse dire l'uomo. Avevano organizzato tutto per quella sera, che fosse sorto qualche problema all'ultimo e avessero cambiato i piani? Ma, a giudicare dalle facce perplesse degli altri presenti, non era l'unico ad aver perso qualche informazione.

«Duca, se non colpiremo questa sera, quando sarà?» chiese il barone Goyle.

«Colpiremo questa sera, ma gli effetti si avranno domani. La sostanza che userò agisce a distanza di qualche ora, per nostra fortuna» spiegò il Duca, trasformando il ghigno in un sorriso talmente freddo che avrebbe ghiacciato qualunque fuoco. «Sarebbe un guaio che il cugino del Re venisse arrestato per omicidio e rivelasse i nomi dei nobili coinvolti nel piano».

«Come agirete?»

«Con questo» rivelò il Duca, indicando uno degli anelli che portava alla mano destra. Era d'argento, con una grossa pietra nera al centro che l'uomo sollevò, rivelando una piccola cavità al suo interno colma di una polvere violetta. «In meno di dieci ore la Corte avrà un funerale da organizzare».

Estrasse dalla tasca un foglio piegato in quattro che porse a Lucius.

«Cos'è?»

«Un foglio importante; nascondetelo con cura» spiegò Riddle. «Mi fido di voi come di pochi altri, Conte Malfoy. Non deludetemi. Ora torniamo nel Salone, stanno per iniziare le danze e qualcuno deve aprirle assieme alla promessa sposa, no?»

Si diressero separatamente verso il Salone, per non destare sospetti.

 

***

Le danze erano entrate nel vivo e Lucius era impegnato a stare dietro alla sua fidanzata. Detestava ammetterlo, ma Narcissa Black era decisamente meglio di lui in quell'attività. Lo aveva condotto dall'inizio e lui l'aveva lasciata fare, anche perché stava scoprendo un lato della ragazza che non si aspettava affatto. Cominciava a pensare che Narcissa non fosse proprio la ragazza buona e tranquilla che aveva sempre visto a Corte.

Da quando avevano cominciato a ballare non aveva smesso un attimo di lanciargli strane occhiate, come se sapesse qualcosa di quello che lui e altri nobili stavano architettando.

«Non così, Conte Malfoy!» esclamò la ragazza, all'ennesimo sbaglio durante il minuetto. «Un passo a destra, uno indietro a sinistra, un altro a destra e un quarto di giro» ripeté nuovamente. «Nel minuetto i passi devono formare una zeta».

Lucius sbuffò spazientito.

«Quando me l'hanno insegnato, si faceva un cerchio».

«Quello era due anni fa» spiegò Narcissa, che sembrava divertita. «L'anno scorso era cambiato e si formava una esse, mentre ora è diventata zeta».

«Beh, grazie al cielo l'alfabeto è finito» commentò Lucius strizzando un occhio. «E anche la musica».

Le ultime note del violino non si erano ancora spente che già l'orchestra riprendeva con una nuova melodia.

«La Bourrée è in assoluto il mio ballo preferito» commentò Narcissa, andando a posizionarsi nella fila di donne che si era formata poco lontano, mentre Lucius raggiunse la fila di uomini e si posizionò di fronte a lei.

I componenti delle due file si mossero contemporaneamente, sincronizzati come se fossero una cosa sola. Due rapidi passi avanti, un tocco di mano al proprio compagno e due passi indietro. Poi di nuovo... e ancora.

Lucius lo trovava un ballo noioso, ripetitivo e troppo schematico, come tutti i balli di corte. Preferiva di gran lunga un diverso tipo di danza, se così si poteva chiamare, e non vedeva l'ora di praticarne un po'. Probabilmente Lady Clairwater sarebbe stata più che disponibile quella sera, non aveva smesso di fissarlo per un attimo da quando aveva messo piede nella stanza.

Finalmente anche la Bourrée terminò e il Maestro annunciò l'ultimo ballo, la Contraddanza.

Dopo un'infinita serie di passi, inchini e giri, terminò anche l'ultima musica e la Corte si congedò per la notte.

Lucius accompagnò Narcissa e la madre nelle loro stanze, le salutò e poi si diresse verso la sua camera.

Lungo le scale che portavano al piano superiore incrociò il Duca Riddle, che aveva un'espressione soddisfatta sul volto.

«Tutto come programmato» mormorò quando Lucius gli fu accanto, prima di superarlo come se nulla fosse.

Quando raggiunse la sua stanza, mise una mano nella tasca in cui aveva riposto il foglio che il Duca gli aveva affidato, ma la trovò vuota.

Il suo cuore perse più di un battito quando si rese conto che tutte le sue tasche erano vuote. Non aveva la minima idea di quando poteva essere caduto il foglio; aveva ballato nel Salone, si era spostato nella sala attigua dov'era stato servito il rinfresco e più volte era stato nella terrazza, durante qualche pausa nelle danze. Il foglio poteva essere ovunque e, peggio ancora, poteva essere stato trovato da chiunque.

Non aveva la minima idea di che cosa vi fosse scritto, ma sicuramente era qualcosa di molto pericoloso, altrimenti il Duca lo avrebbe conservato personalmente.

Avrebbe voluto uscire dalle sue stanze per cercare il foglio, ma non poteva assolutamente rischiare che qualcuno lo vedesse fuori quella notte; non con quello che sarebbe successo. La cosa migliore, cercò di convincersi, era aspettare la mattina seguente, svegliarsi prima di tutti gli altri e scendere a controllare. Se non avesse trovato nulla, avrebbe evitato Riddle per un po', il tempo necessario per decidere come confessare l'accaduto.

Mentre si preparava per la notte, immerso com'era nei suoi pensieri, non poté impedirsi di sussultare quando bussarono alla porta.

«Sono Lady Clairwater» disse una voce femminile.

«Anna, che piacere vedervi» sorrise, dopo aver aperto alla donna che per qualche ora gli avrebbe fatto dimenticare i suoi guai.

 

***

La mattina dopo il piano di Lucius andò a farsi benedire, assieme a quelli dell'intera Corte che si svegliò al grido di una spaventata cameriera.
«La Regina è morta!»

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

C'è un principio d'ironia Nel tenere coccolati I pensieri più segreti E trovarli già svelati* (Elisa - Gli ostacoli del cuore)

2 Gennaio 1695

 

Il funerali della Regina si svolsero in una fredda mattina invernale, al cospetto dell'intera Corte e di tutti i borghesi che avevano voluto prendere parte alla cerimonia solenne, per onorare la donna che li aveva tanto apprezzati e considerati.

Il Re, che negli ultimi giorni era parso provato dalla morte dell'amata moglie, sembrava essersi ripreso, anche se per tutta la durata della messa tenne lo sguardo puntato sul pavimento.

Narcissa conosceva bene quel comportamento: era lo stesso che aveva adottato la madre alla morte del marito, il Conte Black. Tutti sapevano quanto Guglielmo III amasse la moglie Maria, nonostante il matrimonio fosse stato combinato e nessuno era stato sorpreso di vedere il Re crollare.

Narcissa si asciugò gli occhi con il fazzoletto che aveva portato con sé, certa che si sarebbe commossa.

«Suvvia, Narcissa, un po' di contegno» sibilò Lucius Malfoy, seduto al suo fianco.

«Non mi sorprende che non vi interessi nulla della morte della Regina dato che non avete mai fatto mistero di mal sopportare alcune sue idee» mormorò in risposta. «Comunque, gradirei un po' di rispetto per quanti invece l'amavano, perché è stata una brava Regina, che ha saputo sostenere il Re e tenere unito il popolo come pochi sanno fare».

«Sciocchezze».

Ignorò l'ultimo commento dell'uomo che tra poche settimane sarebbe diventato suo marito e tornò a concentrarsi sulla cerimonia, e ad asciugarsi le lacrime. L'unica consolazione era che non era la sola a piangere la sua Regina.

Al termine della messa seguirono la bara nel cimitero della chiesa, dove il Re aveva fatto costruire un chiosco in pietra e marmo dove far riposare la moglie in eterno.

Con la coda dell'occhio vide Lucius raggiungere un gruppo di Nobili che si teneva in disparte e che non sembrava affatto rattristato dall'evento, anzi sembrava soddisfatto; e lei sapeva perché.

«Narcissa, cara, ti prego accompagnami all'interno, nel Salone» disse la Contessa Black, con fatica. «Non mi sento molto bene, comincio ad avere una certa età».

«Certo, madre».

Prese la donna sotto braccio e la accompagnò fuori dal cimitero, cercando di non preoccuparsi troppo. Dopo pochi minuti furono raggiunte da Lucius.

«Cosa succede?»

«Mia madre non si sente bene» spiegò Narcissa. «La accompagno dentro il Palazzo, dove potrà riposare un po'».

«Bene, era proprio la scusa che mi serviva per lasciare quella farsa».

Narcissa lo fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla di fronte alla madre.

Lasciò la donna in una comoda poltrona in uno dei salotti del Palazzo, accerchiata dalla servitù che la seguiva e uscì nel terrazzo chiuso, dove poco prima si era rifugiato Lucius.

«Voi e i vostri amici sembrate parecchio soddisfatti della morte della Regina» commentò, quando lo ebbe raggiunto, vicino alla porta che conduceva all'esterno. «La cosa non mi piace, si potrebbe pensare che centriate qualcosa».

«Ma come vi permettete di fare un'affermazione simile?» esclamò l'uomo, fingendo un tono indignato che non ingannò Narcissa; era una donna, non una stupida.

«Mi permetto eccome, dato che ho questa» esclamò soddisfatta, estraendo un foglio dal corpetto dell'abito nero che indossava. «La lista che voi avete perso al ricevimento mentre ballavate; contiene i nomi di alcuni nobili che hanno contribuito a comperare una Polvere velenosa, per uccidere la Regina».

«Datemi quel foglio!» esclamò Lucius, facendo qualche passo verso di lei con la mano tesa.

«Non penso proprio» disse, sorridendo e infilando nuovamente il foglio nel corpetto. «Oh, non osereste toccarmi prima del matrimonio» aggiunse, cogliendo lo sguardo dell'uomo.

«Potrei anche farlo».

«Io chiamerei aiuto e potrei raccontare una storia qualsiasi, mentre voi non potreste fare nulla, se non raccontare che stavate cercando quel foglio... Immaginate il guaio».

Si stava divertendo un mondo e lo avrebbe tenuto in pugno per un bel po', giusto per vendetta.

«Siete perfida, Contessina».

«Ed è tutta colpa vostra. So tutto, Lucius, vi ho sentiti parlare al Ricevimento del vostro piano di uccidere qualcuno, ma non mi sarei mai aspettata che fosse la Regina».          

Nei giorni che avevano separato la morte della Regina dal funerale, aveva parlato spesso con Lucius, che le era parso parecchio preoccupato, e non aveva potuto fare a meno di stuzzicarlo, specialmente quando lui le aveva confessato di aver perso qualcosa di importante.

Sapeva che il futuro marito faceva parte di quella fazione di Nobili che andava contro la borghesia, la classe sociale che si stava affermando sempre di più nel paese e che, almeno numericamente, aveva già da un po' superato quella nobiliare, ma non avrebbe mai pensato che si fosse fatto coinvolgere fino al punto di organizzare l'omicidio della Regina. Era rimasta molto delusa, soprattutto perché lei aveva adorato la donna che per anni era stata la compagna del Re, lo aveva aiutato nel governo del paese e, molto spesso, lo aveva sostituito negli eventi in cui non poteva essere presente.

Probabilmente anche quello aveva contribuito ad aumentare il mal contento verso la Regina, oltre alla simpatia per la classe borghese; gli uomini avevano ancora la convinzione (presunzione, secondo Narcissa) che la donna fosse un essere limitato ed inferiore, il cui unico ruolo fosse la cura della casa e dei figli. Purtroppo per Lucius però, il vecchio Conte Black aveva cresciuto tutte e tre le figlie con le stesse idee libertarie che avevano cominciato a circolare da qualche tempo. Narcissa e le sue sorelle sapevano leggere, scrivere e far di conto; lei stessa ormai aveva sostituito il padre nell'amministrazione delle proprietà dei Black e avrebbe continuato a farlo anche una volta sposata.

Se Lucius pensava di aver scelto una ragazza buona, tranquilla e, soprattutto, accondiscendente, si sbagliava di grosso e quello era il suo modo di farglielo capire.

«Perché non me lo avete restituito la sera stessa?» chiese il Conte Malfoy, gli occhi pericolosamente stretti in due fessure. «Dopotutto il fidanzamento è stato ufficializzato, non ci sarebbe stato alcuno scandalo se foste venuta nella mia camera di notte».

«Sfortunatamente per voi, quando quella sera mi sono avvicinata alla vostra stanza per riportarvi il foglio, ho sentito che vi stavate divertendo ancora molto e mi era sembrato fuori luogo interrompervi, anche se avrei tanto voluto farlo».

«Dal vostro tono si direbbe che non approvate le mie scelte in quanto a costume».

«Esattamente, Conte. Il matrimonio dei miei genitori, seppur combinato, ha funzionato molto bene e mio padre non è mai ricorso a compagnia femminile che non fosse mia madre. Da voi mi aspetto lo stesso».

La fragorosa risata di Lucius attirò l'attenzione di alcuni membri della servitù che stavano passando in quel momento e irritò parecchio Narcissa.

«Non ridete! Terrò io questo foglio, in un posto sicuro dove nemmeno voi lo potrete trovare e, se vi sbottonerete ancora con qualche donna di dubbia moralità, lo consegnerò personalmente al Re».

«Aspettate... Voi state facendo tutto questo per vendetta contro i miei passatempi? Da quando una donna può permettersi di comandare l'uomo?»

«Da adesso, per quanto mi riguarda. Ve l'ho detto che non sono proprio la ragazza tranquilla e sottomessa che tutti credono. Ho una testa e la so usare molto bene, per vostra sfortuna. Vedrete con i vostri occhi di che cosa è capace una donna, soprattutto quando si tratta di uomini».

«Oh, Contessina Black, così mi lusingate però; si direbbe che siete innamorata di me» disse Lucius, mentre un ghigno si formava sul bel viso.

Narcissa sentì le guance in fiamme e, per la prima volta da quando si trovava di fronte al Conte Malfoy, abbassò lo sguardo sul pavimento.

«N-no, non è vero...»

Voltò le spalle all'uomo e tornò quasi di corsa all'interno del salotto dove la madre stava riposando, ma non poté impedire alla voce di Lucius di raggiungerla.

«Sarete una perfetta Contessa Malfoy, Narcissa».

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