Storia di noi due

di anastasia in love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Storia di noi due ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Storia di noi due ***


A Paolo,perché l’idea è stata sua …
A Elena,perché come me non riesce ad aspettare l’11 giugno.
E a Diana,semplicemente perché è lei.
 

 
# divano


Toby le sfila la maglia così, con urgenza, consapevole del poco tempo che hanno a disposizione. I baci si fanno più intensi e le carezze sempre meno incerte, mentre lei comincia pian piano a riprendere confidenza con il corpo di lui, più forte e possente di quanto ricordasse.
-“ Resta con me, non partire più! “ – le mormora lui all’orecchio tra un bacio e l’altro, mentre lei gli afferra la cintura con mani tremanti, incapace di fermarsi. Chiude gli occhi e in un attimo lui la trascina sul divano, e prega Dio che i genitori di Spencer non si decidano a rientrare in casa proprio in quel momento.
Sarebbe così semplice prenderla in braccio e portarla in camera da letto, ma la sua pelle è così calda, il suo respiro così affannoso e quel divano così invitante, che Toby in un attimo smette di pensare. Semplicemente spegne il cervello, mentre il cuore gli si spappola in petto al pensiero di averla lì tra le sue mani, ancora una volta, dopo settimane di agonia attaccato ad uno stupido telefono.
-“ Resta con me Spencer, resta con me … “ – le sussurra ancora, mentre con una mano le sfila dolcemente gli slip che cadono a terra accanto al divano, insieme al resto dei loro vestiti.
Spencer non risponde, incapace di staccarsi dalle sue labbra. Philadelphia, i corsi all’Università, il suo stage al giornale,sembra tutto senza importanza, come lontano anni luce. Adesso c’è Toby, c’è quel divano, c’è la paura di essere scoperti, c’è la voglia di fare l’amore,di nascosto, come ai tempi del liceo. Quel week-end è solo il loro, e così Spencer si stringe a lui, terrorizzata da quella valigia che la porterà lontana da Toby verso un’esistenza che, senza di lui, non si può chiamare vita.      [ 296 words ]
 
 
# luna park

 
Il sorriso di Spencer sembra quello di una bambina mentre con mani impazienti stringe l’orso di peluche che Toby ha vinto per lei sbaragliando tutti gli altri ragazzi che, come lui, volevano regalarlo alle loro fidanzate. Spencer è orgogliosa di Toby mentre gli stringe la mano e insieme a lui si incammina verso il carretto dello zucchero filato. Toby divora il suo in pochi minuti, ma Spencer è così presa dalle mille giostre su cui vorrebbe salire, che alla fine ne lascia a lui più della metà e corre a prendere i biglietti per la Casa degli Orrori.
Poi è il turno della ruota panoramica, delle macchine scontro, delle altalene e perfino della cartomante.
Toby segue Spencer da una parte all’altra del luna park comprandole tutto ciò che vuole, e intanto osserva il suo sguardo sognante davanti alle gabbie con i conigli che i suoi non le permetteranno mai di tenere in casa. 
A fine serata Toby l’accompagna a casa a piedi,approfittando dell’aria mite di primavera che già profuma di fiori d’arancio e gelsomino.
Toby porta in braccio il peluche e il pesce rosso che ha vinto per lei al tiro al bersaglio,mentre Spencer continua a mangiare orsetti di gomma leccandosi di tanto in tanto le dita unte e appiccicose.
Una volta arrivati Toby la bacia a lungo, attirandola a sé ogni volta che lei,datogli un ultimo bacio, si decideva a rientrare in casa. Quella sera Spencer dormì nel suo letto accoccolata all’orsetto che lui le aveva regalato, non sapendo che Toby era tornato indietro a comprarle quel coniglio che lei tanto aveva desiderato.      [ 264 words ]

 
 
# gelosia

 
Toby strinse il nodo della cravatta con un gesto strozzato e d’un tratto si sentì a disagio e del tutto fuori luogo. Quella cena era uno sbaglio e lui lo sapeva bene, ma Spencer aveva insistito così tanto che alla fine aveva ceduto. Così aveva indossato la giacca più bella che aveva e alle otto in punto si era presentato a casa Hastings con una bottiglia di vino e lo sguardo perso e impaurito di chi è pronto al peggio.
Melissa e Wren erano tornati insieme e, seppur stupiti da una notizia tanto inaspettata, i signori Hastings avevano invitato i due a cena, chiedendo a Spencer di portare anche Toby. Ma se durante l’insalata la conversazione aveva spaziato dalla politica allo sport e al futuro college per Spencer , durante l’arrosto fu chiaro a tutti che l’idea di quella cena era stata non solo sbagliata, ma anche del tutto ridicola.
Il signor Hastings continuava a fissare Toby con disprezzo, Wren non faceva che mandare occhiate furtive a Spencer, bellissima nel suo abito di pizzo nero, e così Toby aveva continuato a mangiare in religioso silenzio, pregando nel profondo che quella ridicola farsa finisse il più presto possibile.
Ma una volta rimasto solo con lei, in veranda, avevano cominciato a litigare. Spencer era scoppiata in lacrime e Toby, consapevole di aver esagerato, l’aveva stretta tra le braccia finchè lei non sembrò calmarsi del tutto.
-“ Non voglio litigare più … “ – aveva sussurrato lei voltandosi a guardarlo negli occhi.
-“ E’ colpa mia, mi dispiace! “ – aveva detto lui, baciandole teneramente la fronte. -“ Ma non mi piace il modo in cui ti guarda! Non ti ha tolto gli occhi di dosso per tutta la sera … “
Spencer aveva accennato un sorriso. -“Mi piaci quando fai il geloso,mi fai sentire importante … “
-“ Non sono geloso, è solo che quel tipo non mi piace! Ti giuro che gli spaccherei la faccia e … “ – aveva replicato lui, stringendo i pugni per la rabbia. Ma Spencer aveva cominciato a baciarlo dolcemente, e all’improvviso tutto il suo Mondo aveva ricominciato a girare nel verso giusto, mentre il ricordo di quella cena si faceva sempre più lontano e sbiadito.
-“ Io ti amo Toby, e nessun altro ragazzo mi farà cambiare idea su questo … “ – aveva mormorato lei,staccandosi dalle labbra di lui e abbracciandolo forte.
Toby avrebbe voluto dirle che si, era geloso di Wren, che odiava quel dottorino perfetto e quel suo stupido accento inglese, che si sentiva imperfetto e inferiore, lui che era un semplice manovale.
Avrebbe voluto dirle di non partire per il college, che suo padre voleva spedirla a New York solo per allontanarla da lui.
Avrebbe voluto dirle che per lei avrebbe fatto a botte con il Mondo, che per lei si sarebbe spaccato la schiena tutti i giorni per non farle mancare niente, che con lei avrebbe voluto avere dei figli, un cane e una staccionata bianca in fondo al viale della casa che un giorno le avrebbe costruito.
Ma Toby non riuscì a trovare le parole giuste e così continuò a cullarla dolcemente, in silenzio, geloso anche del fatto che Wren avesse condiviso con lei l’aria, lo spazio, il tempo e quella fetta di crostata alla ciliegia che Spencer aveva lasciato a metà.      [ 549 words ]
 

 
 
 
 
Eccomi tornata,cari fan Spoby! Sono così ossessionata da questa coppia che mi sono rimessa all’opera da un paio di giorni,e la mia mente malata ha partorito quest’ultimo lavoro che spero apprezzerete in tanti.
Sono piccoli flash di vita quotidiana che non sono mai stati visti all’interno del telefilm,ma che secondo me colgono almeno in parte tutto l’amore che l’uno prova nei confronti dell’altro.
 Non sono posti in ordine cronologico e non hanno una vera data di riferimento:sono solo frutta della fantasia malata di una povera scrittrice in erba!

Spero che apprezziate il mio lavoro,perché se sarà così ho intenzione di scrivere altri capitoli,perciò non siate timidi,fatemi sapere cosa ne pensate,per me è davvero importante!E soprattutto,qual è il vostro # preferito?

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Alla mia piccola Didi.
 

# telefono
 

-“ Quando torni?”-
Spencer si sdraiò più comodamente sul letto, stiracchiandosi le gambe doloranti per gli intensi allenamenti di hockey che aveva avuto nel pomeriggio. 
Era quasi estate, e una leggera brezza profumata entrava dalla finestra gonfiando le tende e accarrezzandola dolcemente.
La voce di Toby arrivò forte e chiara dall’altra parte del telefono, e per lei fu come un pugno allo stomaco che quasi le tolse il respiro. Erano due settimane che era via per lavoro, ma solo quella sera Spencer ebbe l’impressione che, se non lo avesse rivisto subito, all’istante, di sicuro sarebbe impazzita.
La sua voce, il suono della sua risata, quel modo buffo e adorabile di strascicare le vocali – Spencer chiuse gli occhi, sentendosi all’ improvviso vuota e tremendamente triste.
Nelle sere calde come quella, Toby le portava sempre il gelato al caffè – il suo preferito – e spesso se ne stavano insieme, abbracciati sul dondolo del portico, parlando di tutto o restando semplicemente in silenzio ad ascoltare il fitto chiacchiericcio dei grilli.
Ed era ancora immersa in quei pensieri, quando ad un tratto sentì qualcosa che tintinnava contro il vetro della finestra. Spencer si alzò di scatto, e un lungo sorriso emozionato le affiorò sul viso quando vide Toby lì, in piedi, proprio sotto la sua finestra, con il telefono ancora tra le mani.
Dieci minuti più tardi si stavano letteralmente strappando i vestiti di dosso, incuranti dei genitori di Spencer che guardavano la TV proprio al piano di sotto.      [244 words]


# motocicletta
 

A Spencer piaceva andare veloce e così Toby accellerò, sperando di arrivare in spiaggia prima di mezzogiorno. I suoi genitori erano via per il week end, e così Toby era passato a prenderla presto quel sabato mattina, felice di stare lontano da Rosewood, con lei, anche solo per un paio di giorni.
Aveva affittato una piccola casetta di legno, proprio in riva al mare, dove dalla terrazza della loro stanza si poteva ammirare il tramonto e far colazione insieme al profumo di salsedine.
La moto correva veloce e le braccia di Spencer lo stringevano teneramente mentre Toby, sorridendo, progettava quella piccola fuga d’amore.
Avrebbero dormito fino a tardi, passeggiato in riva al mare e pranzato insieme in veranda con le poche cose che avevano portato. E la sera, dopo cena, avrebbero fatto il bagno nudi alla luce della luna.
-“ E’ bellissima!”- disse Spencer scendendo dalla moto e togliendosi il casco, fissando la casa come se fosse stata irreale.
-“ Tu lo sei … “- sussurrò Toby prendendola in braccio e avviandosi verso la porta.
E dopo aver trascorso tutta la giornata in spiaggia, quella sera Spencer crollò sul divano e si addormentò mentre Toby finiva di lavare i piatti in cucina.
E lui la trovò così – la pelle arrossata, i capelli ancora bagnati, i piedi sporchi di sabbia – e rimase a fissarla, immobile, per chissà quanto tempo, chiedendosi se ci fosse al Mondo qualcosa di più bello e più tenero della sua piccola Spencer che dormiva così, serenamente, con le mani strette a pugno come se fosse ancora una bambina.          [261 words]
 

# ricordi


Spencer camminava al suo fianco in silenzio, cercando disperatamente qualcosa da dire. Avrebbe voluto prendergli la mano e stringerla forte, ma aveva paura di essere invadente, e così si fermò vicino ad una colonna, in silenzio, lasciando che lui andasse avanti da solo. Toby si avvicinò alla tomba di sua madre  e sistemò con cura un mazzo di fiori che qualche minuto prima si erano fermati a comprare.
Aveva  gli occhi lucidi e lo sguardo fisso a terra: avrebbe voluto  piangere, ma non lo avrebbe  mai fatto davanti a Spencer. Erano quasi le tre del pomeriggio di una torrida giornata di agosto, le cicale cantavano nascoste tra gli alberi e l’aria profumava di fiori e uva fragola, eppure tra quelle lapidi aleggiava un velo leggero e umido che aveva ricoperto di muschio quelle più in basso. Spencer era ancora immersa in quei pensieri, quando Toby le fece segno di avvicinarsi.
-“ Mi ricordo di tua madre” – sussurrò lei.  – “ Veniva sempre in chiesa la domenica  e preparava delle torte fantastiche.” -
Spencer si sentì una stupida, ma c’era qualcosa nel silenzio e nello sguardo di lui che la metteva a disagio.
-“ Io invece ricordo le piccole cose.” – mormorò lui sfiorando la lapide con la punta delle dita. -“ Il colore del suo rossetto, il suo sguardo preoccupato quando cadevo dalla bici e l’odore forte di mughetto ogni volta che mi nascondevo nel suo armadio. “
-“ Sarebbe stato fiero di te, Toby!” – disse lei all’improvviso, afferrandogli la mano. –“ Sei forte, sei buono, sei gentile, e sei la persona più onesta che conosca… “-
Toby le strinse la mano a sua volta, con gli occhi lucidi e rossi.
-“ Sai una cosa, Spencer? Tu sei la mia famiglia. Tu mi hai salvato. Tu mi rendi l’uomo più felice della terra , e se penso che un giorno potrei perderti , come ho perso lei, io…”
Le lacrime scivolarono lente dai suoi occhi di cristallo mentre Spencer lo abbracciava e affondava il viso nel suo petto.
-“ Tu non mi perderai mai, Toby. Mai. “  E gli baciò una ad una le lacrime che gli avevano rigato il volto, ricordandosi all’improvviso di quando lo aveva visto piangere, all’inizio della loro storia, e aveva capito che Toby non era il mostro che lei aveva sempre immaginato.    [385 words]




Secondo capitolo di questa raccolta di “momenti Spoby”! Come al solito tengo a precisare che questi frammenti non hanno un filo cronologico o tematico,ma sono solo frutto della mia mente “malata” e ormai super eccitata per l’inizio della quarta stagione!
 Mi piacerebbe davvero ricevere qualche recensione,in modo da capire quali sono i difetti o i pregi di questi frammenti, e capire così come migliorare di volta in volta. Perciò mi raccomando, ci conto!
Un abbraccio,
Anastasia
 
PS. Qual è il vostro # preferito?

 





 







 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


# vendetta

Toby le stringe la mano teneramente, attento a non toccare nessuno dei tubicini che dal petto di lei arrivano ad una macchina che le conta stancamente i battiti del cuore. Spencer è pallida, ha le labbra secche, gli zigomi lividi e un taglio profondo e irregolare le solca la fronte appena sopra il sopracciglio destro. E' grave, e lui lo sa, eppure neanche per un attimo ha perso la speranza. La speranza di un "ciao", dei suoi occhi aperti o semplicemente di un impercettibile movimento delle sue dita. Ma Spencer non parla, non apre gli occhi, non si muove di un millimetro da più di dieci giorni.
Eppure Toby è ancora lì, seduto sulla stessa sedia su cui trascorre tutte le notti, imbottito di caffè e tranquillanti che gli servono per non dare di matto. Perché Spencer non può morire, perché Spencer è la sua famiglia, la sua casa, il suo porto sicuro.
La luce al neon gli brucia gli occhi, non ricorda più’ l’ultima volta in cui ha mangiato, dormito o fatto una doccia, eppure resta lì e le stringe la mano, dicendole qualsiasi cosa gli passi per la testa. A volte piange, si dispera e impreca contro Dio e contro A per quello che le è successo, ma la maggior parte delle volte è sereno e le promette che non litigheranno più per il telecomando, che rinuncerà a tutte le partite in Tv per aiutarla a ripassare la lezione, che indosserà più spesso la giacca e che la pianterà di lasciare residui di dentifricio sul bordo del lavandino.
Le ore sono scandite dal carrello delle infermiere che stride insopportabilmente nel corridoio, eppure quelle ore, seppur con lentezza esasperante, scorrono inesorabilmente, e i giorni diventano undici, quindici e poi venti, mentre Toby, impotente, guarda Spencer spegnersi pian piano davanti a lui. Ed è allora che un pensiero gli attraversa la testa, come una scarica elettrica, e per un attimo si sente di nuovo vivo. Troverà  –A  e la ucciderà, lentamente e con gusto, fosse anche l’ultima cosa che farà su questa Terra. 
  [ 343 words ]

 
 
# ballo

E’ stata categorica, e solo adesso, ad un mese di distanza, Spencer se ne rende conto. Ha preteso che per il loro matrimonio imparassero a ballare, tutti e due, e non una volta Toby si era lamentato in sua presenza.
Spencer ci pensa adesso, mentre allaccia le scarpe alte che usa per ballare, seduta in disparte ad aspettare Toby. E lui arriva puntuale come ogni mercoledì, gli occhi bassi, lo sguardo incerto e le guance rosse per la vergogna. Spencer lo sa, lui odia ballare, eppure per farla contenta ha detto di si. Ha accettato di lavarsi e cambiarsi al volo dopo il lavoro per raggiungerla alle lezioni di ballo che lei aveva scelto e che lui aveva pagato. E non una volta le aveva fatto pesare la sua schiena a pezzi, la voglia di mettere qualcosa sotto i denti dopo ore passate al cantiere e le correzioni arroganti del maestro cubano che ogni volta sottolineava la sua assoluta mancanza di senso del ritmo.
Spencer lo sa, lui odia ballare, eppure finge sempre il contrario e cerca di abbozzare un sorriso ogni martedì a cena, quando lei gli ricorda la lezione del giorno successivo ( “ Otto in punto, Toby, non ti dimenticare!” ). Spencer lo sa, lui farebbe tutto per lei, e quella del ballo è l’ennesima conferma, la prova del nove, l’indizio inconfutabile. E cosi si alza, gli va incontro e lo abbraccia, mentre lui si scusa per aver tardato cinque minuti, ma c’era traffico sulla statale.
“Andiamo via!” – sussurra Spencer.
“  Via? Perché? Enrique non viene più? “
“ No – risponde lei – andiamo via perché ti amo e so che odi stare qui. “
“ Ma, guarda che non è vero… “ – comincia lui, ma lei lo ferma con un bacio.
“ Non me ne frega niente se al nostro matrimonio non  sapremo ballare. Io so che tu sarai lì con me e non mi farai cadere. Perché è quello che fai tutti i giorni, tu non mi lasci cadere. “  
     [ 334 words ]

 
 
# futuro

Quando pensava al futuro, Spencer si immaginava così: una donna in carriera, forte, indipendente, e una laurea in legge alla UPENN che avrebbe abbellito il salotto moderno del suo appartamento a pochi passi da Central Park. Avrebbe vinto una causa dietro l’altra, e la sera avrebbe festeggiato bevendo Margarita al Country Club, mentre la sua agenda fioccava di cene di lavoro, partite a squash e brunch domenicali a base di fragole e champagne.
Ma adesso, a quasi 35 anni, Spencer si rende conto di quanto fosse stata stupida in passato, perché nessuna cena, nessun brunch e nessuna serata al Country Club l’avrebbero resa tanto felice come lo era in quel momento, stracarica di buste della spesa e con un pancione tanto grande da renderle difficile ormai anche guidare. Spencer viveva ancora a Rosewood e al posto di un modernissimo appartamento abitava in una casa grande e luminosa, circondata da un bellissimo giardino dove Toby amava preparare il barbecue ogni domenica d’estate. Non si era laureata in legge ma in giornalismo e al posto del Margarita tutte le sere assaggiava la cena che i gemelli finivano immancabilmente per rovesciarsi addosso. Il salotto era tempestato di giochi, la montagna dei panni da stirare stava pericolosamente per crollare e non ricordava più l’ultima volta in cui aveva dormito per otto ore di seguito, ma Spencer era felice così, e non avrebbe cambiato la sua vita con quella di nessun altro.
Amava Toby come il primo giorno, e non c’era niente di più bello al Mondo che guardarlo giocare con i bambini, e quando riuscivano a metterli a letto presto, finivano sempre per fare l’amore sul divano sopra una mezza dozzina di peluche che le torturavano fastidiosamente la schiena. Al mattino si facevano le coccole a letto e Toby le preparava sempre il caffè mentre lei volava da una stanza all’altra per preparare i gemelli per l’asilo. E poi non passava giorno senza che lui parlasse al suo pancione, raccontando al loro bambino che avrebbe avuto una madre semplicemente perfetta.

Quando pensava al futuro, Toby si immaginava così: solo e incompreso, il ragazzo dagli occhi azzurri e crudeli, perché per la gente del posto sarebbe rimasto sempre Toby il guardone, Toby il maniaco, Toby l’assassino di Alison, Toby lo sfigato della porta accanto.
  E invece un bel giorno Toby realizza che la sua vita è praticamente perfetta. Sono le sei del mattino del dodici aprile, è domenica, e dalla finestra della loro camera da letto si intravede appena il sole che fa capolino dalle montagne. Si, la loro. Perché accanto a lui c’è Spencer, con un pancione così grande che le coperte sembrano quassi arrampicarvisi addosso. La guarda, estasiato, ma la sua mente vola lontano, e non può che pensare a quanto sia felice. Certo, il lavoro al cantiere è duro e più di una sera è crollato davanti alla TV con la schiena completamente a pezzi, ma non esisteva niente di più bello al Mondo che tornare a casa stanco morto e vedere i suoi bambini corrergli incontro e urlare “papà”, o guardarli giocare in giardino mentre lui, in garage, finiva di verniciare le biciclette per il loro sesto compleanno.
E poi c’è lei, Spencer, la donna che gli ha dato tutto questo: quella Spencer che lo prende ancora per mano quando vanno a fare la spesa, quella Spencer che riesce ad essere incredibilmente sexy anche lavando i piatti, quella Spencer che indossa sempre le sue camicie dopo aver fatto l’amore senza sapere che è una cosa che lo fa letteralmente impazzire.
Ed è un movimento impercettibile di Spencer che lo riporta alla realtà, perché lei lo sta abbracciando con gli occhi ancora chiusi e gli sussurra all’ orecchio “buongiorno”. E lui le sta sfilando la camicia da notte, lentamente, quando all’improvviso i gemelli entrano correndo nella stanza e cominciano a saltare sul letto come due indemoniati. Ecco, comincia una nuova giornata, forse la più bella della sua vita.[ 656 words ]



 
Eccoci arrivati al terzo ed ultimo capitolo di questa FF! Ringrazio soprattutto tutte le persone che hanno letto e recensito la storia: grazie, siete stati molto gentili! Mi scuso per non aver risposto alle vostre recensioni ma ogni volta che premevo invio la mia risposta veniva cancellata (della serie: butta questo computer, una buona volta!), ma ci tengo a farvi sapere che sono state molto molto apprezzate!
Avete visto la 4x12? Io si, e vi assicuro che non so come farò ad aspettare il 22ottobre per la puntata speciale di Halloween!


Spero come al solito che questi tre # vi siano piaciuti (a me tanto, soprattutto l’ultimo che è il mio preferito, e il vostro?)!
A presto,
Anastasia

 

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