Due parole che ancora non mi hai detto...

di mikilily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per cinque lettere può aspettare. ***
Capitolo 2: *** Le due parole che ti dissi... ***
Capitolo 3: *** la consapevolezza dell'amore. ***



Capitolo 1
*** Per cinque lettere può aspettare. ***


Seduta sul letto sfatto infilò, ben attenta a non smagliarla, la calza in seta nera; Questa aderiva perfettamente alla pelle bianca della gamba, accarezzò il ginocchio fino ad arrivare alla coscia. Tirò ancora un poco e poi con clic l’agganciò al reggicalze, ripeté gli stessi movimenti anche per l’altra gamba, infine, si sollevò.
- Ho sentito che Potter ha ottenuto l’incarico come capo del dipartimento auror - disse l’uomo alle sue spalle. Il tono di voce giunse alle orecchie della donna come disinteressato, ma sapeva che nonostante tutto quell’informazione lo incuriosiva.
- Sì - rispose afferrando la longuette in seta che solo un’ora prima aveva poggiato sulla poltrona di pelle bianca stile Barcellona.
Si girò appena verso il letto incrociando gli occhi dell’uomo che nudo stava ancora disteso sui morbidi guanciali, osservandola.
Merlino quanto era bello.
Il lenzuolo di seta nera accarezzava la sua pelle umida e accaldata dall’amplesso appena avuto.
Vanitoso.
Il suo corpo, flessuoso, teso e muscoloso, era nudo e lui, incurante di questo, continuava a guardarla attendendo altre informazioni.
Egocentrico.
- Ci sarà un galà, sono stati stilati molti inviti - disse agganciando il reggiseno, a lui brillarono gli occhi. – credo che sia arrivato anche a te – aggiunse mantenendo un tono distaccato.
Come faceva a essere sensuale ed eccitante anche dopo l’amplesso?
Perché quella donna per i suoi sensi era diversa da tutte le altre che aveva incontrato nella sua vita? Ogni volta che la osservava rivestirsi sprigionava in lui un istinto animale, si costrinse a rimanere ancora lì a letto per ammirarla.  Un’aura particolare l’avvolgeva mentre con movimenti eleganti si rivestiva per ritornare in ufficio.
L’avrebbe fatta ancora sua, se non sapesse che si sarebbe scoperto, rivelandole qualcosa che a stento riusciva ad ammettere a se stesso.
Una volta, al massimo due amplessi ma nulla più, si doveva contenere. Non poteva mostrarsi debole: non con lei.
- Forse... - rispose vago senza smettere di guardarla – di quel genere di inviti se ne occupa la mia segretaria - replicò.
Hermione si morse il labbro voltandogli le spalle per non mostrare il suo imbarazzo, prese la camicia e la infilò, le dita tremarono leggermente mentre infilava i piccoli bottoncini in raso nelle asole.
- Quindi non andrai?- domandò infilandosi la camicia di seta color rosa cipria dentro la gonna.
Che t’importa ci saranno i tuoi amici, si rispose lui.
- No - rispose secco.
Hermione prese aria mentre con una mano ravvivava i capelli. Si girò ancora una volta verso l’uomo che non si era ancora alzato dal letto.
Fuori, Londra era ancora a lavoro, ma questo a Draco Malfoy non importava; si era preso una pausa più lunga del solito, in fondo, non doveva rendere conto a nessuno: la società in cui lavorava era sua.
- Io andrò - disse la donna – l’ho promesso a Ginny- aggiunse.
Provò un fastidio proprio lì sotto il cuore, non riuscì a trattenersi.
- Andrai con Weasley?- domandò Draco, alzandosi finalmente dal letto. Hermione si girò curiosa sperando di scorgere in lui una sorta di gelosia, ma il suo viso non rivelò nulla, camminava nudo per la stanza con elegante disinvoltura: era bellissimo.
- No - rispose riacquistando lucidità - si è fidanzato con una Francese: Valentine Dubois, mi pare faccia la segretaria nello studio del medimago Nott.
- Non la conosco... - rispose vago avvicinandosi a lei.
Devo informarmi con Theo, sperando che questa mi tolga definitavene quello straccione dalle palle: le ronza sempre attorno come le api al miele.
Per fortunapensò Hermione, almeno c’è ancora qualcuna che non è finita nel suo letto.
- Immaginavo - replicò invece, girandosi per poterlo guardare negli occhi. Respirò piano, inalando il suo profumo: menta e sandalo.
- Quindi, questo weekend non ci vedremo ? - domandò ancora mentre lui giocava con un suo ciuffo ribelle.
- Uhm, no... - rispose – non sono in città –
Quello stupidissimo congresso a Parigi...ricordò.
Hermione trattenne il fiato.
- Quindi è per questo che non andrai al galà? - domandò ancora, lui sollevò gli occhi guardandola curioso.
- Perché sei tanto interessata se andrò o meno a questo stupido galà per Potter – disse continuando a giocare con il suo ricciolo.
- Non è per Harry il galà - replico contrita – è per festeggiare i successi del Ministero - aggiunse convinta.
 Lui scosse il capo lasciandole il ciuffo, le sue iridi grigie indugiarono sul viso della donna: sapeva di averlo infastidito.
- Che cosa cambia?  È grazie a Potter e alla sua squadra che il Ministero Magico Inglese festeggia. È stato lui ha catturare quel mago, mi pare –
Hermione non replicò, non vi era bisogno Draco le aveva girato le spalle e concluso quello scambio di opinioni.
Morgana! Perché ogni volta che parlavano dei suoi amici finivano per litigare.
No, non stavano litigando, si corresse tra sé e sé. Le coppie litigano e noi non lo siamo.
- Si è fatto tardi, è meglio se vado – ribadì afferrando la borsa, lui la guardò distrattamente.
Prese un respiro e socchiuse gli occhi mentre infilava le sue decolté nere.
- Ci vediamo – disse lui distrattamente infilandosi in bagno.
- Sì certo... ci vediamo – rispose ma il suo tono di voce era stridulo e titubante e prima di mostrarsi debole ai suoi occhi si smaterializzò.
- Hermione... – pronunciò Draco uscendo dal bagno con un asciugamano intorno alla vita.  Rimase stranito nel non trovarla più nella sua stanza patronale.
Merlino! Questa mi farà impazzire, ora che l’è preso?!

**

La sala era piena di gente quella sera, Hermione non faceva altro che stringere mani e sorridere cercando di sembrare più serena possibile: passare indenne al radar di Ginevra Weasley in Potter era un’impresa ardua se non impossibile.
Prese una tartina dal vassoio in argento che un cameriere le offrì passandole affianco, mentre osservando distrattamente la pista dove Ron e la sua nuova fidanzata Valentine ballavano guancia a guancia.
Sembrano affiatati.
- Carini vero?- domandò Ginny alle sue spalle, Hermione annuì voltandosi un poco per guardare l’amica che le mise tra le mani un flûte.
- Detesto queste feste perché ti portano a bere e mangiare anche se non ne hai voglia - disse giusto per parlare.
- Tranquilla è solo dell’acqua viole- replicò Ginny, guardandosi intorno curiosa - dovresti abituarti a bere qualcosa di più pesante, giusto per scordarti chi frequenti – le ricordò.
Hermione sussultò.
- Tranquilla nessuno sospetta nulla – aggiunse – anche se... -
- Ginny ti prego – la signora Potter sollevò gli occhi al soffitto e contò mentalmente: uno, due ...
- Lo sai è solo una cosa così. L’abbiamo presa così come viene, senza impegno e coinvolgimento emotivo... -
- Certo Hermione, se lo dici tu – rispose la donna.
- Sì è per questo, poi te l’ho detto non appena uno dei due o entrambi troveremo un compagno, interromperemo -
Ginny scosse il capo.
Come no...
- Allora perché non accetti l’invito di William, è così carino e dolce, ha un buon lavoro ed è veramente una brava persona – disse Ginny, cercando di convincere la sua migliore amica a uscire con il giovane e simpatico collega di suo marito.
- Non lo conosco – replicò Hermione, sperando così di troncare quel discorso sul nascere: si sbagliava.
- Infatti, per questo dovresti uscirci: per conoscerlo. Guarda è lì. William, ehi William – lo richiama Ginny. Il giovane auror, due metri d’altezza, carnagione ambrata e sue vivaci occhi azzurri, venne loro incontro sfoderando un delizioso e ammiccante sorriso non appena scorge accanto  alla signora Potter la figura di Hermione.
Morgana, ma è una congiura?!
Hermione sorride imbarazzata, sente gli occhi dei presenti su di se mentre l’uomo le bacia la mano con galanteria. Ginny gongola per il gesto e le fa l’occhiolino.
Si allontana mentre William porge il braccio a Hermione e la tratta come una regina.
Si vergogna mentre il chiacchiericcio attorno a se si fa insistente, sa che la stanno guardando ma non può fare nulla, Ginny è scomparsa e le sembra da maleducate lasciare il ragazzo nel bel mezzo della sala , poi è gentile e non si merita affatto un trattamento simile, quindi rimane.
- Ti va di bere qualcosa? – domanda William.
- No grazie. Ho bevuto già abbastanza, temo che se bevo ancora potrei cadere e dare spettacolo-.
Sbagliato! Lo sto già dando, si disse sorridendo.
- Un ballo?- domandò ancora William. Hermione non seppe che cosa rispondere; Guardò gli occhi azzurri e limpidi dell’uomo davanti a se e riflette
Da quando non ballava? Tanto, troppo tempo. Sicuramente Draco non l’avrebbe mai portata a ballare, Draco non la portava da nessuna parte. A lei era sempre andata bene così, non erano certo una coppia.
Va bene, ma se ti schiaccio i piedi sappi che non è colpa mia, sono loro che vanno dove gli pare.
Lui rise e poco dopo anche lei lo seguì. William, poi, la condusse fino al centro della sala, le prese le mani portandole sul petto.
- Non c’è bisogno di far grandi passi, mi accontento di stare così, fermo a guardarti- Hermione sentì le guance imporporarsi.
Che cosa le era saltato in mente? Perché aveva accettato di ballare con lui? Era chiaro che era interessato a lei e ora avrebbe dovuto spezzargli il cuore.
Una musica melodiosa risuonava nella sala, William le stringeva le mani erano calde e vellutate, Hermione trattenne il fiato cercando di sembrare tranquilla.
- Prego, giratevi per una foto- William la strinse forte posandole un bacio sulla guancia mentre il flash l’ abbagliò.
Quando si scansò dall’auror il magicfotografo era già su un’altra coppia. Sollevò lo sguardo stupita.
- Spero non ti dispiaccia- pronunciò un imbarazzato William.
- Perché dovrebbe dispiacerle – rispose Harry alle sue spalle, Ginny le scoccò uno sguardo ostile e il cuore di Hermione perse un battito.
- Capo – disse l’auror.
- Tranquillo va tutto bene William , ma ora credo che sia ora di rientrare-
Gli occhi azzurri dell’uomo si incupirono, ma non le importò. Salutò tutti e andò via.
Doveva smetterla di dar ascolto a Ginny, la prossima volta avrebbe disertato quei galà. La prossima volta sperò che Draco fosse in città.

**

L’indomani e il giorno dopo ancora, i giornali non parlano d’altro che del bacio tra Hermione Granger e l’avvenente auror William Frost, perfino sua madre che normalmente non si occupa di gossip le ha chiesto lumi sul giovane.
Lei, dapprima sorpresa, non ha saputo rispondere: come aveva fatto una Babbana a ricevere notizie tramite la Gazzetta del profeta? Poi, l’intuito che non l’ha mai abbandonata, le porta alla mente la sua migliore amica:
Chi, se non la signora Potter, aveva informato sua madre?
Sbuffa cercando di concentrarsi sul lavoro.
Ormai è lunedì il clamore su quelle foto sembra assottigliarsi ma ha una strana sensazione: come un nodo in mezzo allo stomaco.
Paura.
Non vuole pensarci ma sa bene cosa la preoccupa: lui è rientrato la notte prima e non l’ha sentito.
Che si sia stancato?
Poggia la piuma sul tavolo cercando di prendere aria, guarda l’ora, il cuore batte più del lecito: trema e non sa perché.
Bugia, lo sa ma non vuole ammetterlo.
Cosa fa il lunedì?Si chiede. Ha una riunione. Ha sempre una riunione dalle nove alle undici e mezza.
Sono appena passate le dodici, ha certamente finito.
Così, si alza dalla scrivania, afferra la sua borsa e si smaterializza.
 Se è finita lo deve sapere.
Sa che si renderà ridicola, ma deve capire, lo deve vedere almeno un’ultima volta.
Piomba nel suo studio all’attico: è accaldata, è nervosa e non è attesa.
La segretaria di Draco la guarda stupita ma non gli importa, avanza quasi a passo di marcia verso la sua porta. Nemmeno bussa, la apre di colpo infischiandosene della donna alla sua spalle che la segue affannosamente.
Passerà un guaio, ma non gli importa le è sempre stata antipatica.
I loro occhi si incontrano subito, vede stupore in quelli Draco sente il cuore esplodere.
È finita veramente.
- Hermione - la sua voce è sempre uguale: ferma e decisa. Si sente male non si aspettava di vederla lì, lo stupore è evidente.
Ti ha già sostituita.
- Capo non sono riuscita... - pronunciò la segretaria alle spalle di Hermione. La Granger vorrebbe schiantarla solo per aver distolto Draco.
Oca.
 - Tranquilla Kimberly, non c’è problema. Puoi andare – la congeda così senza ulteriori parole. La porta si chiude subito dopo, il silenzio li avvolge mentre i suoi occhi grigi sembrano cercare qualche cosa che Hermione non riesce a comprendere.
- Sei rientrato? – domandò.
Draco sembra stupito ma fa finta di niente.
- Sì, ieri sera- rispose.
Perché sei qui? Cosa vuoi ancora?
Non ti basta quello che hai fatto? Vorrebbe urlarle, ma sta zitto; la guarda mantenendo la solita maschera impassibile.
- Pensavo mi chiamassi, così ... - Hermione lascia cadere la frase imbarazzandosi per essere così stupida.
Perché era andata fin lì nel suo studio? Per farsi umiliare?
- Pensavo fossi impegnata – rispose Draco distogliendo lo sguardo e posandolo poco distante dalla Gazzetta del Profeta poggiata sul tavolino.
Una stretta al cuore.
Che idea si è fatto?
Che gli importi... Impossibile?
- Non lo sono - rispose sicura.
Lo sguardo di Draco la scruta attentamente.
- Si dice il contrario - replicò lui, alzandosi dalla poltrona nel quale era seduto, fa due passi fino al mobile bar per versarsi un goccio di firewhisky.
Hermione trattenne il fiato: è geloso.
No stupida, non illuderti a lui non importa. Ne trova a migliaia di donne come te, migliori di te.
- Sono illazioni, hanno creato una storia dal nulla - risponde giustificandosi; si maledice per questo.
- Ci sono le foto - replica Draco senza nemmeno guardarla.
Dannazione a causa di quelle foto non ho dormito tutta la notte; Vorrebbe urlarlo ma non dice nulla.
Attende ancora, spera che lei confessi di voler un altro così da riprendere in mano la sua vita.
Sa che non è così, lei è troppo importante e non vuole perderla ma ha paura: è un codardo.
Hermione, invece, fa un passo verso di lui, ormai è vicina, se allunga il braccio lo può toccare Draco sente il suo profumo.
La stringerà ancora tra le braccia? Si domanda.
- Se sei interessata a quell’uomo, dovresti smetterla di frequentarne altri - la sua frase è come un colpo dritto al cuore.
Fa male anche a lui pronunciarla, ma se quello che c’è scritto sul giornale è vero: deve sapere e allontanarla.
Hermione sente le gambe cedergli, ma resiste.
-Draco - lo chiama, lui si gira la trafigge con i suoi occhi grigi e continua a bere senza mai distogliere lo sguardo.
Trema e sa di essere pallida. Non mostra più alcuna maschera: è nuda davanti ai suoi occhi.
Non si vergogna, è una donna innamorata e ora ammetterlo non fa male come sapere che a lui questo non importa. Forse non gli è mai importato.
- Hermione dovresti ... -
- No – risponde a voce alta – non ho fatto nulla. Puoi benissimo non credermi, ma ... – lascia la frase a metà ha perso perfino la forza di parlare.
Si sta umiliando.
Si era ripromessa che non l’avrebbe mai fatto per nessuno. Nemmeno per lui.
L’orgoglio però, in quel momento è l’ultima cosa cui pensa.
Gli volta le spalle, fa due passi verso la porta.
È finita si ripete.
Non è mia iniziata.
Lui le afferra il braccio, la costringe a guardarlo negli occhi: un brivido corre lento lungo la schiena.
Draco non dice nulla, la bacia con necessità e ardore. Le gote si bagnano, ma lui sembra non accorgersene e se lo fa non dice nulla.
Quando si staccano le accarezza il viso e poi la stringe a se.
Sei l’unica donna che voglio.
Sei solo mia.
Dovrebbe dirglielo ma si trattiene, non gli piace esprimere i suoi sentimenti a parole, a lui piacciono le cose concrete, i fatti.
- Forse è venuto il momento di uscire allo scoperto - lo dice piano sussurrandolo a fil di labbra. Il cuore di Hermione trema, le mani accarezzano il petto dell’uomo.
- Ti amo - sussurra lei, sa che lui sta sorridendo. Vorrebbe tanto che anche Draco riuscisse a dichiararle il suo amore ma per il momento si accontenta: ora sono una coppia.
Per sentire quelle cinque letterine può aspettare, sì aspetterà.

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Capitolo 2
*** Le due parole che ti dissi... ***


Uscì dal bagno allacciando la vestaglia in seta, che aderì al suo corpo nudo; Anche quella notte l’avrebbe passata da lui, ormai le capitava spesso, era un mese che avevano preso a frequentarsi con regolarità anche se, nonostante le intenzioni, non era ancora riuscita a parlare con i suoi amici.
Come poteva andare da Harry e Ron e dirgli, senza non aspettarsi conseguenze nefaste, che lei, Hermione Jean  Granger, si vedeva con Draco Malfoy. Gli avrebbe uccisi o senza dubbio scioccati.
Ammettere di fronte ai ragazzi che si era addirittura innamorata di Draco, dopo tutto l’odio del passato la preoccupava.
Era una vigliacca? No, ma aveva paura di perdere i suoi amici.
E se le avessero voltato le spalle, se non avessero accettato la sua scelta.
Non poteva scegliere, non voleva scegliere tra loro e Draco perché aveva paura. Sì, lei coraggiosa e valorosa Grifondoro aveva paura della sua scelta.
- Hermione, non vieni a letto?- la domanda di Draco la distolse dai suoi pensieri.
La donna guardò in un punto della stanza in cui sapeva esserci il letto, il suo uomo era disteso lì sopra e come al solito, nessun lenzuolo copriva le sue nudità: vanesio. Draco la guardava pensieroso, la flebile luce della luna illuminava a stento il suo volto, gli occhi grigi brillarono, mentre con una mano accarezzava i suoi capelli spettinati, erano state le sue mani a fare quel lavoro ai preziosi crini dorati dell’uomo.
Un brivido e la consapevolezza di non avere più alcuna speranza: lo amava.
Aveva paura perché sapeva che alla fine avrebbe scelto lui, avrebbe scelto Draco.
- Si ora - rispose avvicinandosi e dando le spalle al letto, slegò la vestaglia nell’istante in cui le mani di Draco le afferrarono i fianchi.
- Non sei ancora sazio?- domandò divertita mentre il cuore iniziava a battere frenetico.
Di te, mai... pensò Draco.
Lui non rispose le mordicchiò l’orecchio sinistro soffiando sul collo, un brivido scese lungo la schiena, mentre Draco iniziava a baciarle il collo senza mai smettere di accarezzarla, la vestaglia era caduta ai suoi piedi.
No, non era saziosi rispose lei, mentre ancora una volta per quella sera la passione li avvolse.

**

Si accoccolò meglio tra le sue braccia, appoggiò il capo sul suo sterno sentendo il battito del cuore di Draco regolarizzarsi lentamente, il suo profumo invase le narici: menta e sandalo, mentre i peli scarni del petto solleticavo il naso di Hermione.
Lo accarezzò con la mano, affondando le dita in quei peli fini e biondi, la pelle era accaldata e umida dal sudore ma non le importò: continuò a giocherellare con le dita.
Il silenzio e l’oscurità ammantavano i loro corpi, stavano sempre zitti dopo aver fatto l’amore, Hermione sollevò lo sguardo un attimo incontrando i suoi occhi, sorrise mentre lui le baciava la tempia.
Vorrei che questi momenti durassero in eterno.
Vorrei riuscire a dirtelo senza sembrare stupida e sdolcinata, si corresse tra sé e sé decise di non dire nulla.
- Domani ho una partita - la voce di Draco era ancora roca nonostante fossero passati diversi minuti dall’amplesso.
- Partita?- chiese stupita Hermione – Che genere di partita?- domandò ancora, sollevandosi un poco per poterlo guardare meglio. Il lenzuolo che fino a quel momento teneva stretto sul petto scivolò, scoprendole un seno a Draco, quel particolare non sfuggì.
- Quidditch - replicò con una strana luce negli occhi ora fissi sul corpo della donna.
Non riesco a resistere nemmeno un attimo senza toccarla. Non oso nemmeno immaginare cosa farò il giorno che accetterà di uscire a cena con me, se mai vorrà uscirci. Ormai è passato un mese da quando le ho detto che voglio fare sul serio. Che desidero che tutti sappiano che è mia, solo mia, ma lei cerca ogni scusa per rintanarsi qui dentro questa stanza.
Uno sguardo ammaliato al corpo nudo di Hermione e un sorriso estasiato si dipinse sul viso di Draco Malfoy.
Non che mi dispiaccia stare qui con lei nuda affianco a me, sopra di me...
- Non sapevo giocassi ancora - disse Hermione interrompendo le locuzioni mentali dell’uomo.
- Alcune volte se non ho impegni ricomponiamo la vecchia squadra di Serpeverde, così per divertirci un poco-
- Merlino! Chi sono i poveri malcapitati che subiranno le vostre angherie e scorrettezze?- domandò Hermione storcendo il naso.
Draco si avvicinò un poco per poterla guardare meglio quegli occhi scuri e grandi lo guardavano curiosi, il naso arricciato e la bocca imbronciata la facevano sembrare una bambina, anche se quella donna che l’aveva stregato come mai nessuno aveva mai fatto, non aveva più nulla di infantile
- Non lo so Caposcuola Granger- la canzonò baciandole il naso.
- Come non lo sai?- domandò in un sussurro Hermione mentre portava le mani sul petto di Draco.
- Ha organizzato Theo -
- Nott?-
- Sì Hermione, Theodor Nott. Theo - specificò Draco imitando il suo tono saccente.
- Pensavo che ... -
- Siamo ancora amici, li frequento meno ora visto i mille impegni e rispettive relazioni - disse guardandola un attimo – ma ci sentiamo e siamo molto legati - ammise. Hermione si stranì era strano sentire Draco raccontargli del suo privato, soprattutto se questo non era ricollegabile alla loro storia. Sapeva che Blaise Zabini era un suo amico, oltre che un collega di Hermione molto simpatico e disponibile, che sua madre Narcissa era felice che stessero insieme, visto che lei stessa le aveva dato il benvenuto in famiglia, ma non sapeva che vi fossero altri amici o conoscenti con cui fare i conti.
Perché in quasi due anni di relazione clandestina non aveva mai sentito parlare di partite di quidditch tra serpeverde e di Nott?Si domandò Hermione.
- Capisco – disse, accoccolandosi ancora una volta sul petto dell’uomo, coprendosi il seno con il lenzuolo. Draco protestò accarezzando il lembo del tessuto che teneva stretto tra le dita accarezzandole, infine, delicatamente la pelle nuda.
- Vorrei venissi - disse Draco, mentre continuava a giocare con il capezzolo della donna.
Hermione sentì il cuore fermarsi.
- Dove?- domandò.
- A vedermi giocare - replicò Draco fermandosi un attimo –se ti va intendo, non voglio... – cercò di dire l’uomo.
- Va bene - rispose Hermione, pentendosi un attimo dopo aver accettato.
Che cosa avrebbe fatto per tutto il tempo: chiacchierato con le altre ragazze?
Impossibile, se aveva capito bene Nott stava con Daphne Greengrass, da quanto si diceva sui giornali, e Blaise, nonostante la simpatia che provava per lui, aveva una grande pecca amava Pansy Parkinson, ultima cosa se non la più brutta lei detestava il quidditch.
Draco le sorrise, era raro che lo facesse in pubblico anche se con lei ultimamente si era sbottonato parecchio.
-Dopo andiamo a mangiare tutti insieme, credo che sia l’occasione giusta per uscire allo scoperto: meglio tra amici che a un galà del ministero - finì.
Hermione sentì la gola seccarsi e le parole vennero meno, annuì cercando di calmare il battito del suo cuore. Era agitata, lo sapeva ma sperava che Draco non se ne accorgesse, interpretando quel suo silenzio come eccitazione per le carezze per nulla discrete che le stava riservando.
Come era possibile che avesse ancora voglia di fare l’amore dopo aver sganciato quella bomba?
Già a lui che importa , quelli erano suoi amici era lei che sarebbe andata a pranzo con il nemico, ma doveva aspettarselo lei, con un suo ex nemico, ora ci andava perfino a letto.

**

Si stiracchiò un poco sentendo la schiena tendersi, allungo le braccia e batté più volte gli occhi prima di aprirli. Il sole penetrava dalla finestra aperta, le tende, anche se ancora tirate, non schermavano i raggi. Sospirò girandosi dalla parte del letto in cui sapeva trovarsi Draco, si stranì trovandolo vuoto e con una mano tastò le lenzuola sentendole fredde.
Si era alzato dal letto e lei non se n’era accorta.
- Signora - un elfo si smaterializzò all’improvviso, Hermione sobbalzò afferrando le lenzuola per coprirsi, l’elfo nemmeno se ne curò avanzando verso il letto con un vassoio carico di cibo.
- Il signore mi ha detto di pendermi cura di lei, signora -
- Io non sono la tua signora - disse Hermione sconvolta. Come osava mandarle un elfo domestico sapeva che lei detestava quel genere di sfruttamento...
Morgana! Passi le tue notti al vecchio manor, è logico che ci siano gli elfi, cosa pensi che sia lui a cucinare per te quando ti invita a cena qui? Si domandò adirata sapendo già la risposta.
L’elfo abbassò il capo.
- Certo che lei è mia signora, il signore mi ha detto che lei è la sua signora, quindi è anche signora di Tibly- replicò l’esserino.
- Prego mangi – aggiunse posando il vassoio sul letto e dopo aver fatto un inchino sparì.
Hermione però non toccò cibo aveva lo stomaco chiuso e non appena si accorse di una busta bianca poggiata sotto una bella e profumata rosa rossa, la prese tra le mani e l’aprì.

Buongiorno dormigliona!
Dormivi così beatamente che non ho voluto disturbarti, ho dato ordine ai miei elfi affinché si prendano cura di te. Quindi, mangia tutto quello che hanno preparato, sono dei bravissimi cuochi e se qualcuno non mangia quello che loro cucinano con tanto amore hanno la tendenza a infilare le orecchie nel forno ancora caldo: tu non vuoi che succeda?
Dio che stronzo, mi sta ricattando.
Preparati con calma la partita inizierà verso le dieci al vecchio stadio di Wembley, tranquilla useremo incantesimi anti babbani e nessuno si accorgerà di nulla.
Ti aspetto, Draco.

Hermione portò al naso la rosa che Draco le aveva fatto mettere sul vassoio, l’annusò inebriandosi del suo dolce profumo.
Adulatore.
La posò sulla parte del letto in cui normalmente dormiva lui e infine mangiò.
Quando ebbe finito si andò a preparare, una doccia veloce la ridestò dal sonno, mentre l’ansia iniziava a impossessarsi di lei.
Era sulle spine, tra poco avrebbe rivelato al mondo che stava con Draco, non era pronta per affrontare da sola quel momento anche se lo desiderava. Voleva mettere in chiaro con tutte che quell’uomo bello e potente che tutti i giorni appariva nella gazzetta del profeta, era suo.
Infilò i jeans che aderivano al corpo come una seconda pelle, mise la camicia a pois neri che lasciava intravedere la sua lingerie questa volta castigata visto la trasparenza dell’indumento e infine, si indossò la giacca scura a taglio maschile: era pronta e senza indugiare ancora si smaterializzò.
*
Londra era avvolta da una strana atmosfera o forse era lei che si sentiva diversa; camminava lentamente verso gli spalti, in lontananza si sentivano risate e urla, tutto nella norma visto che su quel suolo si stava svolgendo una partita di quidditch.
Salì le scalinate che l’avrebbero portata agli spalti , il cuore batteva forte e le mani le sudavano, a stento riusciva a guardare dove stava mettendo i piedi.
Perché si era infilata quelle decolté così alte se sapeva che avrebbe dovuto stare su delle grate con il rischio di rompersi il tacco?
Si diede della stupida ma quella mattina , visto cosa stava per fare non ci stava con il cervello.
Trattenne il fiato prima di salire l’ultimo gradino e poi espirò quando ormai era giunta alla meta, davanti a se il campo verde di Wembley si ergeva in tutta la sua bellezza; tre anelli a sinistra e tre anelli a destra adornavano quel vecchio terreno di gioco ormai usato solo per le partite della nazionale di calcio inglese, nel cielo i giocatori già volavano sulle loro scope.
Hermione guardò su alla ricerca di Draco e il cuore si fermò riconoscendo alcuni giocatori avversari. Un brivido scese lungo la schiena e all’improvviso, nonostante il caldo sole che baciava la sua pelle, sentì freddo.
- Hermione - la voce famigliare di Ginny la ridestò si voltò a sinistra e la vide la sua migliore amica come un automa la raggiunse superando le altre spettatrici.
- Che ci fai qui?- domandò la Weasley – come ti sei vestita?- aggiunse guardandole i piedi.
- Io... - cercò di ribattere ma non riuscì a dire nulla, interrotta da una serie di sfortunati eventi.
- Hermione sei venuta a fare il tifo per noi? Come l’hai saputo?- la voce di Harry era ben udibile, secondo Hermione in tutto il campo, le sue domande non attendevano risposta e Hermione non era intenzionata a darne alcuna.
Tremava forse per la prima volta, sapeva che oggi avrebbe deluso qualcuno, perfino lei era delusa da se stessa e dalla sua codardia.
Annuì preoccupata vedendo comparire un sorriso rassicurato sul viso del suo migliore amico, Harry non sospettava nulla e nemmeno Ron che la salutava vicino ai tre anelli sembrava preoccupato.
- Hermione sei bellissima oggi - la voce di William colpì Hermione come una bolide in pieno viso, sbiancò un attimo mentre le gote si imporporavano.
Sapeva che a nessuno era sfuggito quello che il collega di Harry le aveva detto, la Parkinson e la Greengrass la guardavano e chiacchieravano tra loro, era certa che stessero parlando delle foto che solo un mese prima erano uscite sulla gazzetta.
Per tutte le sottogonne di Morgana.
- Potter, Bloon se siete pronti noi vorremmo incominciare - Harry si girò a guardare Draco Malfoy che livido lo fronteggiava a poca distanza dal punto in cui il capo auror si trovava.
Merlino come ti detesto, pensò Draco.
Se non fosse per te lei... dannazione!
- Certo Malfoy iniziamo – rispose Harry scuotendo il capo non appena Draco si era girato.
“Imbecille” mimò con la bocca Harry rivolgendosi a Ginny e Hermione.
- Hermione, se segno ti dedicherò i gol- disse William sorridendo affabile all’indirizzo della Granger.
Hermione si irrigidì.
- Bloon fossi in te, sarei più interessato a non cadere dalla scopa, non sembri molto abile su una scopa  - replicò Draco Malfoy con cattiveria. Le sue parole veleggiarono nell’aria provocando le risatine delle sue amiche e uno sbuffo sonoro di Ginny.
Ti distruggo se solo osi avvicinarti ancora a lei, a costo di litigare con Hermione.
Non ammetto che la mia donna sia corteggiata davanti a me da un damerino qualsiasi.
Hermione incrociò i suoi occhi un solo istante: era furioso e lei, ne era certa, era la causa di tutto.
- Perché sei qui?- domandò Ginny quando finalmente si furono allontanati tutti.
- Ginny ti prego -
La signora Potter soffocò una risata.
- Hai sentito che giocava e non hai resistito - disse l’amica.
- No, mi ha invitato lui - replicò offesa proprio quando Valentine, la nuova fidanzata di Ron, arrivò sedendosi accanto a loro.
Morgana! Allora fa sul serio ?!Pensò la signora Potter.
- Hanno già iniziato? – domandò ma nessuna delle due rispose, la francese non se ne curò salutando con le mani il suo fidanzato.
Sentiva gli occhi di Ginny su di se, ma non le importò: guardò in cielo e trattenne il fiato, sapeva che per William quella sarebbe stata una partita orribile.
Gli occhi di Draco, il suo viso contratto, la sua postura rigida lasciavano intendere a chi come lei lo conosceva bene che Malfoy si sarebbe vendicato, William aveva ancora una volta flirtato con lei e lei non era riuscita a dire nulla per freddare l’auror.

**

Il boccino d’oro roteava tra le dita di Draco Malfoy, gli ex Serpeverde avevano vinto, il loro capitano tutto tronfio poggiò i piedi per terra guardandosi in giro. Hermione trattenne il fiato guardandolo, il cuore si strinse in una morsa dolorosa, lui nemmeno si girò a guardarla.
Tristezza.
 Ginny andò incontro a Harry che non riusciva a mascherare il suo scontento, Ron veniva abbracciato e consolato da Valentine, William atterrò poca distanza da Hermione che sussultò ancora persa nei suoi pensieri.
- è andata male - disse sconsolato l’auror, Harry sollevò lo sguardo furioso ma poi, non disse nulla.
Hermione lo conosceva bene e sapeva che mai il buon Harry Potter avrebbe affossato un amico , anche se lo riteneva il responsabile di quell’umiliante batosta : cinquanta a trecento per i Serpeverde.
Non avevano mai perso così sonoramente, non avevano mia perso contro i Serpeverde, contro Draco.
- Se non si sa volare è meglio non salire su una scopa, se poi non sai nemmeno giocare a quidditch fossi in te eviterei di promettere dediche o quant’altro – disse Malfoy avvicinandosi con la solita andatura elegante.
Bellissimo e mio, pensò Hermione stupidamente, anche se, il tono e la postura che il suo fidanzato mostrava davanti ai suoi amici ricordava un Draco diverso, un Draco Malfoy versione Hogwarts.
- Dai su, non litighiamo - li interruppe Blaise Zabini frapponendosi tra i due – abbiamo organizzato una specie di pranzo dopo partita, volete unirvi?- domandò ancora Blaise rivolgendosi direttamente a Harry, Nott si era affiancato a lui osservando il gruppo degli ex Grifondoro.-Ragazze?- domandò Harry volgendo ora i suoi occhi verdi verso sua moglie e l’amica, la rossa Weasley annuì Hermione sentì le guance ardere.
- Va bene - disse a bassa voce.
- Quanto entusiasmo Granger - la sua voce fu come ricevere un pugno nello stomaco, non replicò.
Che cosa avrebbe potuto dirgli? Non era certo euforica di pranzare con lui e Harry essendo ben conscia del fatto che si sarebbero punzecchiati ogni istante, poi c’era il problema William che non la smetteva nemmeno un istante di provarci non capendo il pericolo in cui andava incontro: stava giocando con il fuoco.

**

Ginny fece sedere William di fronte a Hermione, Draco aveva seguito con attenzione la scena, era livido e i suoi occhi grigi saettavano da lei alla signora Potter posandosi infine sull’auror Bloon.
- Hermione che bello siamo seduti uno di fronte all’altro - disse l’auror.
La Granger annuì preoccupata ma non disse nulla ascoltando le mille chiacchiere e vaneggiamenti di William.
- Sabato c’è un concerto al Godric, suonano i felicitate; sono riuscito a procurarmi due biglietti, ti va? - disse William.
Hermione divenne rossa e balbettò la prima scusa che le venne in mente.
- Penso di essere impegnata... – disse, ma l’auror continuò per buona parte del pranzo a domandarle un appuntamento.
Damerino.
Se avesse potuto l’avrebbe cruciato lì davanti a tutti pensò Hermione ma era convinta che il grande Draco Malfoy non si sarebbe sporcato le mani e quando distolse lo sguardo iniziando a parlare con Astoria Greengrass la gelosia la corrose fino alle viscere.
Bastardo
- Hermione - Blaise Zabini con la sua solita voce melodiosa e simpatica la riportò al presente – hai ricevuto l’invito per la cena in onore di Mia -
Hermione portò la sua attenzione verso il moro che stava poco lontano da lei.
Mia, che c’entrava ora la stagista del ministro?
- Sì  -
- Andrai? - domandò il moro.
Pansy Parkinson sbuffò senza vergogna, Ginny la guardò curiosa, mentre il resto della comitiva sembrava interessantissima allo scambio di parole tra Hermione e Blaise.
- Sì, perché tu non vai?- domandò stupita, era convinta che i due fossero amici o forse lo erano stati, sicuro erano in ottimi rapporti e ogni volta che incontravano Mia negli anditi del ministero si salutavano cordialmente.
Blaise sembrò pensarci un attimo
- Beh, io non ci vedo nulla di male. Sì, vorrei andarci solo che la mia fidanzata non è molto convinta – ammise.
- Penso - disse Pansy – che sia veramente da maleducati fare una cena ed invitare il proprio ex senza invitare la sua nuova compagna, ma da Mia Fusterbeng non posso aspettarmi certo grandi cose -
Hermione sgranò gli occhi stupita, Nott scosse il capo e con lei Daphne, mentre Draco sembrò finalmente interessarsi al discorso.
- Dai Pansy ancora gelosa di Mia?- chiese.
La Parkinson fece una smorfia schifata.
- Assolutamente no - replicò stizzita sbattendo la forchetta sul tavolo e alzandosi, a Blaise si spense il sorriso.
- Scusatemi- disse la Parkinson alzandosi e uscendo.
- Pansy- disse Blaise vedendola andare via –Pansy non fare la ...-
Blaise non terminò la frase che la sua fidanzata era già scomparsa oltre la porta.
- Credo che la Parkinson sia gelosa - constatò Ron.
- Credo che dovresti farti gli affari tuoi Weasley- replicò Draco.
- Beh che ho detto?! è evidente che è gelosa, non so come sia questa Mia ma sono convinto che... -
- è molto bella – disse Astoria - ma è sempre stata innamorata di Draco non di Blaise- ad Hermione andò di traverso l’acqua.
- Che cretinata... – replicò Malfoy.
Volle chiederli se anche lui era stato invitato, ma non osò dire nulla si sentiva ferita e offesa per non essere stata informata di quante donne lo desideravano.
Merlino sai che è uno degli uomini più desiderati del mondo magico, si disse, solo ora te ne rendi conto?!
- Beh non tanto cretinata, non era forse Mia, quella che aveva fatto emettere i volantini per il vostro matrimonio dopo che te l’eri... - replico Nott divertito per la piega che stava prendendo il discorso, Blaise l’avrebbe assecondato se non fosse con la testa decisamente da un’altra parte.
- Per favore siamo a tavola - disse Hermione pallidissima.
- Merlino! Non pensavo fossi ancora così tanto bacchettona – disse Nott.
Hermione aprì la bocca ma fu William a parlare.
- Sì vede che non la conosci, Hermione è mille miglia lontana da quel genere di persone che frequentate voi - concluse ricevendo uno sguardo d’assenso del suo capo.
- Ah sì, perché tu Bloon la conosci forse?- domandò Draco furioso.
- Malfoy?!- lo richiamò Hermione.
- Rispondimi Bloon ?- domandò ancora il biondo ignorando il richiamo della sua fidanzata.
Io ti distruggorimuginò tra se Draco.
- Draco smettila! – urlò Hermione battendo le mani sul tavolo. In quell’istante tutti fecero silenzio, Draco si sedette un’altra volta ,visto che, la rabbia l’aveva portato ad alzarsi di scatto, poggiò la schiena alla sedia e guardò irritato prima William poi Hermione.
- Esilarante! Dopo anni riusciamo a litigare perfino a causa di una che nessuno a parte uno o due in questa tavola conoscono- disse Daphne sconcertata.
 
- Non stiamo litigando per questo Greengrass,- lo corresse Harry,- ma perché il tuo amico insinua cose su Hermione che non... -
- Mi hai stancato Potter, me ne vado - Hermione sentì il cuore spaccarsi, lo seguì con lo sguardo fino a quando Draco uscì dalla sala.
Era incredula.
- Merlino come fate a sopportarlo è perfino peggio di come lo ricordavo - aggiunse Harry.
Blaise stava quasi per rispondere al capo auror ma fu interrotto dal rumore sordo di una sedia strisciata a terra. Hermione si alzò senza nemmeno porgere le sue scuse uscì.
- Ora si ride - disse Theo alzandosi, Harry e Ron curiosi lo seguirono, William in un primo momento rimase seduto come Blaise ma poi anche lui uscì a vedere cosa stesse succedendo, Ginny e Daphne furono le ultime ad alzarsi lo fecero con ritrosia quasi scocciate di lasciare i loro posti.

**

- Draco - la voce di Hermione era tesa e preoccupata, così parve a Draco che era in procinto di smaterializzarsi nel suo studio per far scemare la rabbia accumulata.
- Hermione – ribadì lui, girandosi per fronteggiarla, con la coda dell’occhio vide che i loro amici, quasi tutti erano usciti per vedere cosa stesse succedendo.
- Ti ha invitato?- domandò la donna i suoi occhi grandi e scuri brillavano alla luce del sole, era pallida e spettinata per via del vento.
Draco fece un passo riducendo le distanze, Harry si irrigidì osservando la scena, il silenzio avvolse tutti, nessuno osò dire nemmeno una parola.
Hermione sollevò gli occhi specchiandosi nelle iridi di Draco, il cuore prese a battere, lo faceva sempre quando erano così vicino, quando lui la guardava in quel modo. Sentì la sua mano gelida accarezzarle il viso, giocare con un ciuffo che era sfuggito alla coda per metterla poi dietro l’orecchio.
- Draco -, lo richiamò Hermione - Mia ha invitato anche te?- domandò. La sua voce era ora un sussurro, sapeva di tremare. Non avrebbe voluto mostrarsi a lui gelosa e preoccupata , ma non poteva farci nulla, lo amava.
Il loro rapporto era così da tempo lei si corrodeva nella gelosia per le tante pretendenti che aspiravano a rubare il cuore dell’uomo che amava e la sua parte di letto. Sarebbe stato semplice se tutti sapessero che era lei la donna che lui amava, ma lui non le aveva mai detto di provare per lei qualcosa di così profondo; certo aveva deciso di uscire allo scoperto ma alla fine non avevano annunciato nulla a nessuno, lei stessa si era trattenuta da dirlo ai suoi amici.
Merlino, lo sto perdendo.
- Sì- le soffiò quasi sulle labbra .
- Hermione fece un passo indietro scottata da quell’ammissione.
- Andrai?- chiese.
Draco rise di gusto senza mai distogliere i suoi occhi da quelli di Hermione.
Sei gelosa. Sei bellissima. Sei mia.
- Tu andrai al concerto dei felicitate ?- domandò Draco curioso sollevando il sopracciglio.
Hermione sgranò gli occhi, sorridendo subito dopo.
Sei geloso. Sei bellissimo. Sei mio.
Draco la guardò curioso avvicinarsi a lui, il profumo di Hermione lo inebriò e quando si sollevò sulle punte per baciarlo finalmente si sentì bene.
Quel bacio, nella strada principale di Diagon Alley, sancì agli occhi di tutti i presenti l’inizio della stranissima storia tra Draco Malfoy e Hermione Granger.
Harry e Ron erano rimasti senza parole, Blaise e Theo erano soddisfattissimi mentre William aveva il cuore spezzato.
Draco la strinse a se facendo aderire i loro corpi, sciolse la coda, inserendo le dita tra i capelli, la baciò con passione, era sua.
- Ora, siamo usciti allo scoperto- disse staccandosi da lei.
Hermione sospirò un attimo poi lo ribaciò.
Non riusciva a stragli lontano, non più ormai.
Però, aveva paura a girarsi per non dover vedere la rabbia e lo stupore di Harry e Ron, lo sconcerto in William e il disgusto dei Serpeverde.
- Draco – lo richiamò Hermione, poggiando il capo sul petto dell’uomo.
- Tranquilla va tutto bene, se stiamo insieme va tutto bene - affermò alla fine prendendole il viso tra le mani - Se stai con me va sempre tutto bene- aggiunse baciandola.
- Ho paura che... - lui capì immediatamente il suo timore, scoccò uno sguardo oltre le spalle della donna, Harry Potter era ancora lì, immobile ad osservarli e con lui Ron Weasley: sembravano scioccati.
- Immagino che per te loro siano più importanti di me - cercò di dire Draco, ma venne interrotto.
- No – rispose Hermione, chiudendoli le labbra con le dita. - Tu per me se i importante. Tu sei la persona più importante -
Draco sorrise, anche i suoi occhi brillarono, la baciò con trasporto e fu un sussurro o solo suggestione ma Hermione sentì un “ ti amo” echeggiare tra il vento e i suoi capelli.
- Anch’ io -  rispose Draco che la guardò e non sembrò stupito.
- Ti amo anch’io Hermione – ammise Draco stringendola a se quasi timoroso di guardarla per non dover rivelarle l’essenza più intima di sé.
Sei l'unica che ho mai amato, l'unica .
Il cuore della donna batté furioso sul petto, finalmente l’uomo che amava era riuscito a dirle quelle due parole, l’aveva capito di essere importante. Quel bacio davanti a tutti aveva dato inizio alla loro relazione, ma quelle due parole per lei erano la conferma che per Draco Malfoy lei, Hermione Granger, era importante. Era l’unica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** la consapevolezza dell'amore. ***


***
Respirò affondo inalando il dolce profumo dei suoi capelli: albicocca e avena. Sorrise non visto, mentre con i polpastrelli faceva scivolare lentamente la giacca nera a taglio maschile, questa cadde a terra e Draco la spostò con il piede.
Baciò il collo bianco di Hermione, assaporando piano ogni istante come fosse l'ultimo, infilò le mani sotto la maglia arrivando al pizzo del reggiseno, accarezzò i bordi frastagliati, solleticando la pelle accaldata della sua fidanzata, poi lo abbassò con uno strattone .
Non fu delicato e lei, si lamentò con uno sbuffo; aveva però gli occhi chiusi e un viso estasiato, sapeva che stava godendo sotto le sue amorevoli attenzioni, la conosceva bene, era la sua donna da quasi due anni.
L'unica.

Sollevò la maglia agevolato dai movimenti della sua donna che distese le braccia fin sopra la testa, ora poteva vedere il suo seno scoperto dal pizzo nero, ora poteva succhiare, mordere le sue gemme rosa; non attese ulteriormente e si buttò su di lei, schiacciandola tra il suo corpo e il muro.
- Draco – sussurrò Hermione eccitata mentre accarezzava la schiena ancora coperta dalla camicia.
- Draco – lo richiamò ancora con voce roca, cercando di staccarsi da lui, ma era inutile desiderava ardentemente che Draco, il suo Draco, la portasse ancora sulle nuvole a un passo dalle stelle, lì nel punto più alto. 
Lui per farla tacere, la baciò con trasporto chiudendole la bocca e giocando con la sua lingua.
Ansimò.
I jeans scuri che coprivano le sue gambe scivolarono lungo i fianchi fino a terra, Draco li scalciò facendoli finire vicino alla giacca.
Si staccò dalla sua bocca per respirare, ormai erano senza fiato e lei abile come una gatta sbottonò ogni bottone con calma, senza mai staccare i suoi occhi da quelli di Draco, gli morse una spalla e lui la schiacciò ancora.
Quando le gambe di Hermione si attorcigliarono al suo bacino, Draco sentì il suo membro fremere dalla voglia di entrare in lei. Le afferrò i glutei sodi sollevandola un poco per poter sentire il leggero triangolino di pizzo sfregare sulla patta dei suoi pantaloni, il seno nudo di Hermione accarezzava il suo petto, la voleva possedere su quel muro, lì e subito.
- Hermione - l'urlo di Harry Potter li fece sobbalzare presi dall’eccitazione non si erano nemmeno accorti della smaterializzazione.
Hermione sbarrò gli occhi incredula le mani saettarono subito a coprirsi i seni nudi, Draco si girò di scatto: era pronto ad uccidere.
Avrebbe ucciso il migliore amico della sua donna se questo avesse osato guardarla.
-Cosa cazzo stai facendo, Malfoy ?- urlò Harry sconvolto. Hermione era nascosta dietro a Draco, a stento riusciva a coprirsi, era imbarazzata come mai le era successo. Era nuda davanti al suo migliore amico, nascosta dietro le spalle, per fortuna larghe, di Draco.
- Cosa stai facendo tu , Potter? Come osi entrare in casa, senza... -
- Questa non è casa tua, Malfoy – replicò Harry livido - ti ho chiesto che stai facendo? - Hermione stai bene? - domandò ancora l'auror, i suoi occhi furiosi andavano da Malfoy a Hermione.
- Se ti ha fatto del male, posso arrestarlo, anzi, sarei felicissimo di prenderlo a pugni e buttarlo dentro una volta per tutte – finì il capo auror Harry Potter.
- No Harry – replicò con voce rotta dall'imbarazzo - noi, io … va tutto bene. Tranquillo -
- Ora sparisci - urlò Draco.
- No - replicò Harry - togliti dalle palle Malfoy, devo parlare con Hermione e tu, non c'entri nulla. Tu, non conti – rispose con rabbia.
Draco assottigliò lo sguardo, facendo un passo verso l'auror.
Io ti ammazzo, come osi.
- Chi ti credi di essere Potter, qui, quello che non conta un cazzo sei tu, non certo io -
- Hermione- urlarono in simultanea.
La donna era bianca, nuda e ora si sentiva alle strette tra due dei tre uomini più importanti della sua vita, l'altro, suo padre, se l'avesse vista in quel momento sarebbe morto d'infarto.
- Non guardarla Potter - urlò Draco frapponendosi tra lei e Harry.
- Non ti permetto di guardarla – aggiunse furiosamente Draco cercando di nascondere la nudità della sua donna con il suo corpo.
Hermione boccheggiò osservando gli occhi di Harry rendersi conto in quell'istante della sua nudità , imbarazzato abbassò lo sguardo e si girò Hermione fu lesta afferrò i suo vestiti e si rivestì.
Draco la guardò indignato staccandosi.
- Andiamo in salotto - disse Hermione ritrovando un po' di coraggio, bastava non guardarli in faccia si ripeté avanzando nella piccola stanza.
- Volete da bere: Harry? Draco? - si girò verso la porta immaginando che i due non si fossero mossi di un millimetro, infatti disgustati uno dall'altro di trucidavano con lo sguardo. Stavano lì, ricordando senza proferir verbo quanto si odiavano, quanto pur essendo cresciuti e maturati, la rabbia e l’odio non era mai scemata.
Hermione sbuffò afferrando i bicchieri, versando poi una generosa dose di Whisky incendiario aggiungendo del ghiaccio.
Non attese la loro risposta e mandò, grazie alla magia, i due bicchieri colmi di liquido ambrato verso i due uomini.
- Sedetevi e bevete - disse con tono deciso, i due ubbidirono anche se Draco le lanciò uno sguardo di sfida. Strinse i denti e si morse la lingua, per non rivolgersi a loro in modo cattivo anche se avrebbe voluto schiantarli entrambi.
Stupidi.
Ottusi.
- Hermione cosa diavolo sta’ succedendo?- chiese Harry, sedendosi in una delle due poltrone in cotone beige che abbelliva il piccolo salotto di casa Granger.
- Mi dispiace Harry- rispose e Draco la trafisse con i suoi occhi grigi, Hermione 
sapeva che la stava guardando ma fece finta di nulla concentrandosi su Harry.
- Avrei dovuto dirtelo – ammise, Harry sgranò gli occhi incredulo.
- Già, avresti dovuto dirgli che non sono cazzi suoi chi frequenti – replicò Draco.
Merlino! Come puoi sminuire la nostra relazione davanti a questo demente, davanti a Potter.
- Perché, con tutti quelli che ci sono al mondo, con tutti quelli che farebbero carte false per uscire con te, hai scelto quello che non ti merita? Lui, non sa nemmeno cosa vuol dire ... – domandò Harry.
- Potter io sono qui - gli ricordò Draco.
Hermione prese aria scuotendo il capo, quei due non sarebbero mai andato d’accordo, mai.
- Sentiamo cosa intendi per meglio: uno come William Bloon?- domandò irridendolo Draco.
-Sì, William è perfetto per Hermione, se tu non ti fossi messo in mezzo, ora loro sarebbero... –
-Potter io e la tua amica stiamo insieme da due anni- enunciò Draco, alzandosi dalla poltrona affianco a quella di Harry in cui si era seduto – qui, se qualcuno si è messo in mezzo, non sono certo io. Hermione – disse poi volgendo i suoi occhi sulla donna che era rimasta senza parole – ci vediamo a cena da mia madre – aggiunse. Draco fece un passo, posandole un bacio sulla tempia consegnandole il bicchiere in cui nemmeno un goccio era stato bevuto, poi girò le spalle e si smaterializzò.
Harry la guardava: era pallido e sudato, i suoi occhi verdi erano sgranati, Hermione bevette tutto il liquido che il bicchiere conteneva, la gola bruciò, ma nulla era in confronto agli occhi di Harry che la osservavano feriti.
L'aveva deluso, aveva evitato di dirgli la verità per non farlo soffrire.
Invece, ora che aveva scoperto il suo segreto, ora che aveva smascherato la sua relazione con Draco, Hermione  immaginava che Harry non la volesse più come amica, la odiasse, gli facesse ribrezzo.
- Come è potuto succedere? - chiese con voce monocorde - come hai potuto non dirci che uscivi, che … Diammine Hermione è Draco Malfoy?- urlò.
- Lo so – ammise buttando fuori l'aria – lo amo – gli confidò – e oggi anche lui mi ha detto di a... -
- Ti prego - disse Harry scacciando con la mano il pensiero che Malfoy sapesse amare. Che Draco Malfoy sapesse amare Hermione Granger, la sua migliore amica mezzosangue.
- Chi lo sa?- domandò.
- I suoi genitori - disse – i suoi amici - aggiunse prendendo aria – Ginny- finì.
Il cuore di Harry perse un battito e l’unica cosa possibile fu bere tutto d’un sorso il Whisky incendiario.
Hermione sta con Malfoy.
Malfoy, Draco Malfoy è geloso, lui...
Merlino è impossibile.
È uno scherzo, un brutto scherzo di cattivo gusto.
Harry Potter, colui che aveva salvato il mondo magico dal terrore di lord Oscuro era scioccato e la causa era lei e la sua relazione con Draco.
Lo vide alzarsi e versare un’altra dose abbondante di Whisky, non disse nulla lo osservò in silenzio aspettando che lui parlasse.
Non parlò.
Harry bevette senza mai smettere di guardare il liquido nel bicchiere, poi sollevò lo sguardo incrociando gli occhi tristi di Hermione, era tesa, in allerta, spaventata.
Era a causa di Malfoy, si disse.
No, era lui la causa della tristezza della sua amica, con lui era felice, il sorriso che gli aveva donato al locale, quello estasiato che aveva quando li aveva sorpresi in atteggiamenti intimi...
Merlino! Hermione andava a letto con Malfoy: non riusciva a crederci, non voleva crederci, gli faceva senso immaginarseli.
Sapeva cosa in quel momento passava per la mente della sua amica, conosceva ogni sfumatura del suo carattere, le sue paure, le sue angosce.
Sapeva perché non era riuscita a confessargli quella relazione, aveva paura di essere messa di fronte a una scelta.
Sì, la conosceva bene, sapeva che era preoccupata di perderlo, ma sapeva altrettanto bene che se come diceva Malfoy si frequentavano da quasi due anni, Hermione avrebbe scelto lui, il suo vecchio nemico e non certo Harry.
Sospirò e sorrise allargando le braccia, Hermione si alzò di scatto e corse incontro a Harry.
Non disse nulla, quell’abbraccio valeva mille parole.
 
**
L’aveva abbracciata stretta, si era sentita amata e protetta, per Hermione il consenso di Harry era importante, per lei Harry era una parte di famiglia, il fratello che non aveva mai avuto.
Lui l’aveva abbracciata ma non aveva detto nulla, né che era contento, né che accettava la sua relazione con Draco, né che voleva ricominciare da capo con lui, conoscerlo. Harry non aveva detto nulla, per fortuna non le aveva chiesto di scegliere, perché se l’avesse fatto, lei l’avrebbe deluso e perso per sempre e non voleva perderlo: era egoista, voleva tutto.
Voleva sia Harry sia Draco, li voleva entrambi nella sua vita: uno come amico e l’altro come compagno.
Forse era solo un sogno, uno stupidissimo sogno di una donna innamorata che sperava di vedere il proprio uomo e l’ amico fraterno andare d’accordo, invece quei due continuavano a odiarsi.
Non avrebbero mai smesso di farlo erano talmente diversi e uguali che era impossibile andassero d’accordo.
Merlino!Urlò frustrata.

**

Il vestito in seta blu accarezzava la pelle illuminata dalla sottile polvere profumata, tirò su le braccia e con un movimento non molto naturate riuscì a chiudere la lampo dietro la schiena. Si guardò allo specchio e con l’aiuto della magia cercò di lisciare i capelli, era tutto impossibile, quella sera non volevano rimanere.
- Oggi non è giornata - disse tra i denti e pensare che lui...
Sbuffò ricordandosi le sue parole: - Ti amo anch’io Hermione-
Sospirò portando una mano sul cuore e sorrise allo specchio, la giornata era stata difficile, non come si era aspettata svegliandosi nel suo letto al manor. Era andata a vederlo giocare a quidditch non sapendo che gli avversari era la squadra auror di Harry, aveva dovuto sorridere alle avance di William, sopportare le chiacchiere e le occhiate sdegnate del suo uomo e poi scoprire che una delle sue colleghe voleva Draco al punto tale da confezionare le partecipazioni senza il suo consenso.
Però, poi, lui le aveva detto che l’amava e nemmeno Harry e la sua rabbia l’avevano scalfita, anche se non le aveva dato il suo benestare.
Era forse necessario?Si domandò. No, non lo era anche contro il parere di tutti, lei sarebbe rimasta con Draco, le aveva detto che l’amava, l’aveva baciata in pieno centro a Diagon Alley e ora andava a cena a Malfoy manor.
Alla fine decise di raccoglierli in uno chignon, Narcissa avrebbe apprezzato , Draco no, lui amava i suoi capelli vaporosi.
Lo aveva confessato da poco e lei, da quel giorno, li aveva lasciati sempre liberi, senza costrizioni.
Si truccò velocemente e come ultimo tocco mise un paio di orecchini pendenti, grandi e pesanti. Questi, erano ovali in oro bianco e pietre nere, era stato Draco a regalarglieli l’ultima volta che si era recato all’estero, era stato il primo regalo da quando stavano insieme; prima, si limitava a fargli doni particolari come lingerie e libri, mai un gioiello.
Ad essere sincere, ricordò Hermione, lui aveva tentato di regalarle altri ninnoli, ma lei li aveva rifiutati.
- Sembra che mi stai gratificando per quello che facciamo a letto – gli aveva detto, lui non le aveva mai più comprato nulla tranne quegli orecchini, non meno di una settimana prima.
Sospirò ancora e infine si smaterializzò.

**

La sala era illuminata da una luce bianca, pallida e fredda, un silenzio irreale avvolgeva le tre figure che attendevano l’arrivo dell’ospite: il padrone di casa stava seduto sulla sua comoda poltrona nera, aveva il capo e i lunghi capelli ormai bianchi poggiati sulla morbida pelle, gli occhi erano chiusi, non dormiva affatto anche se a occhio estraneo poteva sembrare, nella mano sinistra stringeva il suo bastone con il pomello in argento raffigurante un serpente: Lucius meditava; Narcissa stava seduta poco distante, l’abito che indossava era elegante e raffinato, una veste da strega cucito appositamente per lei da una sarta di fama mondiale, i capelli erano raccolti con uno chignon stretto, il viso era sempre bello anche se alcune rughe si intravedevano attorno agli occhi e le labbra, leggeva nell’attesa dell’ospite un libro babbano che si era fatta prestare dalla compagna di suo figlio; Draco stava in piedi davanti al camino di marmo bianco, guardava un grosso ceppo ardere senza in realtà vederlo, nella mente mille pensieri e tante preoccupazioni.
Tra le mani stringeva un grosso bicchiere di cristallo in cui aveva versato del vino elfico, non bevette nemmeno lì, a casa sua, era ancora teso da tutto quello che era successo in quella lunga giornata.
Dopo essere rientrato da casa di Hermione si era fatto una doccia per scacciare la frustrazione e la rabbia, non c’era riuscito temeva di aver commesso un errore: aveva lasciato la sua donna sola con Potter e quest’ultimo, era certo, l’avrebbe persuasa a lasciarlo.
Lei l’avrebbe lasciato? Si domandò.
Forse sì, si rispose. Forse loro, tutti loro erano più importanti.
Non avrebbe mai ammesso una cosa simile con nessuno, Draco Malfoy che si reputava inferiore agli altri, che si reputava inferiore a Harry Potter :mai.
Tibly, il fedele elfo domestico dei Malfoy, annunciò l’arrivo di Hermione e tutti e tre volsero i loro occhi verso la porta; la giovane strega avanzò a passo deciso nella sala, era tesa, lo si capiva dal sorriso stirato e dalle mani contorte.
- Buona sera – disse guardando per un attimo tutti e tre per poi osservare il suo fidanzato
- Buona sera a te, Hermione cara - rispose Narcissa, Lucius non disse nulla, la salutò con un semplice cenno del capo, mentre Draco, ancora fermo vicino al camino, la guardava aspettandosi da un momento all’altro di essere lasciato per sempre.
- Ciao - disse Hermione avvicinandosi ancora a lui, Narcissa e Lucius si alzarono dalle poltrone e si incamminarono verso la sala da pranzo.
- Ciao - rispose Draco.
- Che cosa hai?- domandò Hermione.
- Nulla - rispose frettolosamente.
- Non sembra, sei teso, distante... ho fatto qualcosa? -
Lui poggiò il bicchiere sulla mensola e si girò per poterla guardare meglio.
- Hai raccolto i capelli - disse sfiorandole il viso con un dito.
- Non volevano rimanere ed ero in ritardo – ammise.
- Che ti ha detto Potter? quando mi lasci? - Domandò schietto.
Hermione strabuzzò gli occhi, incredula.
Aveva paura che lo lasciasse? Possibile che non la riteneva abbastanza intelligente da ragionare con la sua testa.
- Quello che dice Harry, non è importante, non per noi e io, Draco, non ho nessuna intenzione di lasciarti -
- Lui però, avrà... -
- Draco mi hai sentita? Non ti lascio, oggi mi hai finalmente detto quelle due parole e non ti lascio – ribatté decisa.
- Erano così importanti?- chiese accarezzandole le spalle.
- No, non lo erano ma è bello sapere che mi ami anche tu, è bello sentirtelo dire -
Draco poggiò le labbra sulla fronte di Hermione.
- Pensavo che i miei gesti ti avessero già mostrato cosa provavo e provo per te - rispose – eh dire che sei considerata la strega più brillante degli ultimi vent’anni- aggiunse prendendola in giro.
- Quando si tratta di te, perdo la mia proverbiale lucidità, Malfoy- replicò.
Lui rise e poi la baciò.
- Anch’io – disse infine quando dovette staccarsi dalle sue labbra.
 

***

 
Hermione si guardò allo specchio esaminando con sguardo critico l’abito in seta verde che le fasciava il corpo, la scollatura era troppo profonda e quasi si imbarazzò osservando i suoi occhi grigi indugiarvi.
Prese aria mentre Draco avanzo a piccoli passi dietro di lei, non perse un solo movimento: poggiò un ‘astuccio in velluto blu sul mobile in legno vicino alla specchiera, aprì il pulsante e prese tra le mani il prezioso collier in diamanti e smeraldi. Aprì la bocca estasiata nell’istante in cui Draco, lo fece scivolare sul suo collo, lo sfiorò con le dita.
- Ora questo abito è perfetto - disse in un sussurro Draco, Hermione sentì un brivido salire lento lungo la schiena.
- è bellissimo – disse sfiorando ancora il prezioso gioiello.
- No, tu sei bellissima Hermione, sei bella anche senza abiti eleganti e vecchi gioielli di famiglia – ribadì Draco.
- Adulatore - rispose donandogli un bacio.
- Ti prego, non fare così- la riprese Draco staccandosi un poco dal corpo caldo della sua donna - o questa sera, non andremo da nessuna parte – la informò.
Hermione rise divertita.
La desiderava sempre e questo non poteva che farle piacere.
- Sei assurdo, hai sempre voglia... -
- Di te, sempre - replicò sorridendo malizioso. Poi le donò il braccio e si materializzarono al galà in onore del Ministro.
La sala era già gremita di gente, la musica echeggiava melodiosa, in molti stavano al centro e ballavano infischiandosene di tutti, fu in quel momento che Draco Malfoy e Hermione Granger fecero il loro ingresso.
Il tempo quasi si fermò, i maghi e le streghe invitati al galà aspettavano da giorni quel momento: i giornali non parlavano altro che della nuova coppia, da quando poche settimane prima li avevano fotografati a cena in un locale molto intimo e alla moda, erano sulla bocca di tutti.
- Sei tesa?- domandò Draco.
-Un po’- ammise.
-Tranquilla ci sono io - replicò Draco individuando Blaise e Pansy e raggiungendoli sempre con la solita andatura lenta ed elegante.
- Oh pensavo che non ci avreste considerato visto la notorietà - li prese in giro Blaise.
Pansy sbuffò.
- Non dargli retta Hermione, è un cretino - replicò Pansy, rivolgendo uno sguardo ostile al fidanzato.
- Ma voi, litigate sempre? domandò sorpresa.
- No, solo quando lui fa lo scemo, cioè sempre – rispose Pansy facendoli ridere tutti tranne Blaise che sconsolato si guardava intorno.
- Certo che siete veramente simpatici-
- Sì Blaise, lo sappiamo non c’è bisogno che ce lo dica anche tu – aggiunse Draco mettendo un braccio intorno alla vita di Hermione.
- Allora come va?- domandò Pansy – i preparativi? – chiese ancora cercando di trattenersi dal guardare dove Blaise avesse posato gli occhi, sperando con tutto il suo cuore che lì non ci fosse Mia.
Dannatissima gelosia.
- Vanno - risposero Draco e Hermione – manca ancora un po’ perché la casa sia finita- aggiunse la Granger.
- Ci credo, il tuo fidanzato vuole un castello tipo manor- replicò Blaise volgendo nuovamente la sua attenzione su i suoi amici
- Ci serve - replicò Draco
-Tre piani e duecento stanze, dimmi e per cosa ti servono Draco?- domandò divertito.
- Non hai idee di quanti abiti ha Hermione- rispose serio.
- Draco?!- lo richiamò lei.
- è forse una bugia? – domandò .
- No, ma non è questo il motivo per cui vuoi una casa così spaziosa -
- Immagino sia perché in una casa piccola tutti gli scheletri che hai non possono entrarci- la voce di Harry fu come una doccia fredda.
Il cuore mancò un battito.
- Harry- disse Hermione stupita, Draco gli riservò un’occhiata truce e una smorfia schifata.
-Ti piacerebbe Potter, ma non ho alcuno scheletro che la mia fidanzata già non conosca-
Harry lo guardò ancora un attimo prima di volgere i suoi occhi verde verso l’amica.
- Sei bellissima, troppo bella per lui - aggiunse.
Draco si irrigidì, ma si morse la lingua.
- Dici?- rispose Hermione ridendo beccandosi anche lei uno sguardo torvo di Draco.
- Ormai non ho più scelta aggiunse giocando con il grosso anello che Draco le aveva messo al dito alcuni giorni prima chiedendole di diventare sua moglie.
- Contenta tu - replicò.
- Certo che è contenta, diglielo Hermione - disse Draco furioso.
- Sì Harry sono contenta, va bene così?- rivolgendosi al suo fidanzato che si sentì offeso per come si era rivolta a lui -  ora se non ti dispiace mi porti a ballare – aggiunse.
Draco la guardò stupito, ma non si fece pregare le prese la mano delicatamente la portò alle labbra e la baciò e infine la condusse al centro della sala.
Tutti, nessuno escluso, osservò quella scena, Draco e Hermione nemmeno se ne resero conto, loro si guardavano negli occhi mentre i loro corpi veleggiavano eleganti nella sala.
- Sono una bellissima coppia - disse Pansy.
- Già- rispose Ginny, non troppo convinta.
- Si amano – aggiunse Blaise.
- Questo l’avevo capito - replicò Harry, vedendo gli occhi di Hermione brillare e le sue labbra distendersi in un sorriso radioso.
- Per lei è importante che voi, siate felici della sua scelta -
- Felici... -  ripeté Harry – se lei è innamorata e lui ricambia, noi siamo con lei nonostante non apprezzi chi ha scelto come compagno –
- Non scegliamo noi di innamorarci- replicò Pansy –accade- aggiunse e Ginny annuì alle parole della ex Serpeverde.
Blaise si voltò a guardarla e senza nemmeno chiederle nulla la condusse nella sala, anche loro ballarono stretti stretti infischiandosene degli sguardi divertiti dei presenti.
- Signor Potter, che dici! mi porti a ballare o devo cercarmi un altro cavaliere?- domandò Ginny.
Harry sbiancò va bene che la sua migliore amica stesse con Malfoy, ma che sua moglie si guardasse intorno non lo poteva accettare.
Harry condusse Ginny al centro della sala, la strinse tra le braccia e iniziò a ballare, non aveva mai amato quel genere di cose ma per farla felice era disposto a fare tutto .
Stretto alla sua Ginny si permise di  guardarsi intorno,  con la coda dell’occhio osservò Malfoy: Hermione aveva poggiato la testa sul suo petto, lui le sussurrava qualcosa all’orecchio, sembravano rilassati e felici.
Sussultò quando intuì quelle due parole: -Ti amo-, le aveva detto. Allora era vero lui l’amava e in quel momento sorrise.
- Va tutto bene Harry ?- domandò Ginny.
- Forse è bene dire ad Hermione che siamo al suo fianco in questa pazzia -
- Quale pazzia?-
- Beh sta con Malfoy, lo vuole sposare... - Ginny rise.
- Ci conviene, o accettiamo Malfoy o la perdiamo - rispose Ginny e Harry non disse nulla sapeva che sua moglie aveva ragione.
Purtroppo aveva ragione ma era anche convinto che se lui avesse sgarrato, non sarebbe uscito indenne dalla sua ira.
Harry incontrò per un attimo gli occhi scuri della sua amica, le sorrise e le disse, mimandolo con la bocca che anche questa volta era dalla sua parte.
Gli occhi di Hermione si sgranarono poteva vederli brillare anche da lì, perfino Malfoy si girò verso di loro per capire il motivo dell’immobilità della sua compagna. Harry annuì ancora e anche lui capì.
Non erano servite parole per dare il suo consenso, non ne servivano loro sarebbero rimasti insieme comunque ma sapeva che per la sua amica saperlo al suo fianco era importante, lui le voleva bene come a una sorella e per lei ci sarebbe sempre stato.
 
 
 
 
 
 
 
 

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