Quello che aveva perduto

di ToscaSam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la richiesta ***
Capitolo 2: *** Ce la faremo ***
Capitolo 3: *** non ditemelo ... ***
Capitolo 5: *** ... adesso lo aveva ritrovato ***



Capitolo 1
*** la richiesta ***


Il consiglio era riunito.
L’oracolo e gli altri due membri del triumvirato a capo di Kandrakar stavano in piedi al centro della grande sala. Il bianco delle pareti rifletteva la serenità di quel luogo e di tutti i membri che lo componevano: volti sereni, privi di apparenti preoccupazioni.
Eppure qualche animo turbato era presente, ed era ben visibile agli occhi di tutti; come una macchia nera in un lenzuolo candido. Non vi era qualcosa di esplicitamente diverso dal resto della folla taciturna, solo il volto di una persona anche se apparentemente placido era in realtà rassegnato, sconfitto.
Orube stava dinnanzi alle scalinate su cui sedevano i consiglieri della fortezza e si rimetteva al giudizio dell’oracolo e dei due suoi pari.
L’oracolo conosceva i suoi pensieri, tuttavia taceva e attendeva che colei che aveva chiesto l’udienza parlasse.
-          Illustri membri del consiglio …  –
La voce che parlava era quasi irriconoscibile, se qualcuno conosceva Orube da molto tempo.
Era una voce stanca e affranta.
-          … espongo anche a voi la mia richiesta di essere rimandata al mio pianeta natale, Basiliade. Confido nella vostra decisione. –
Un discorso molto breve, pronunciato quasi a fatica, senza fiato.
A guardarla bene, infatti, non sembrava nemmeno più la stessa Orube che tutti conoscevano: non aveva la sua posa fiera e disinvolta, da vera guerriera, ma stava ricurva su sé stessa e si reggeva le spalle come una bambina insicura e indifesa.
l’apatia con cui le sue parole furono pronunciate suscitò un grande silenzio al’interno della sala, molto più profondo e inquieto di quello che finora regnava nel luogo.
La guerriera se ne stava ora più in disparte, aspettando cupamente che qualcuno emettesse una frase.
La situazione rimase in stato di stallo per qualche istante, poi l’onorevole Yan Lin prese la parola con voce animata:
-          Piccola Orube, sei sconvolta! Ma non avanzare richieste affrettate, pensa a quello che lasci alle tue spalle. Sono sicura che unendo le nostre forze troveremo un modo per … -
-          La congrega ha ascoltato la tua richiesta, Orube di Basiliade. Ora puoi andare. Il consiglio valuterà e deciderà –
L’oracolo zittì Yan Lin verbalmente e le lanciò uno sguardo di rimprovero. L’anziana consigliera aggrottò le sopracciglia, ma tacque.
Endarno salutò la ragazza indicandole la via per ritirarsi, poi chiuse le porte e ritornò al suo posto.
 
-          La ragazza non è più in sé, la Terra ha avuto su di lei effetti peggiori del previsto-
Disse un consigliere aprendo il dibattito.
-          Dovremmo accogliere la sua richiesta. Le sue ultime esperienze l’hanno indebolita fisicamente e psichicamente –
-          La Terra è uno dei pianeti più complicati da vivere, la ragazza non era pronta-
-          La sua missione con le Guardiane è finita da un pezzo, che senso ha tenerla ancora legata a quel pianeta?-
-          E sia, Oracolo, saggi membri del Triumvirato, avete udito il parere della congrega!-
-          Siamo favorevoli! –
-          Concordiamo con la richiesta della giovane di Basiliade!-
 
Yan Lin si fece avanti e parlò con voce alterata:
-          No! No, invece! Il suo desiderio non è quello di ritornare a Basiliade, lei vuole restare più di ogni altra cosa sulla Terra! –
Un consigliere alzò un sopracciglio:
-          Ci confondi, onorevole Yan Lin, l’ha detto lei stessa … -
-          Ma non lo capite, consiglieri della congrega, che Orube è rimasta sconvolta dagli avvenimenti legati alla vicenda del Libro degli Elementi, di Jonathan Ludmoore? Non lo capite che ha perso quello che non aveva mai trovato, né a Basiliade, né a Kandrakar, né in nessun altro luogo? L’amore! È l’amore che l’ha ridotta così! La perdita dell’uomo che amava, Cedric di Meridian, divenuto un semplice umano, proprio come voleva essere lei!-
-          Follia! Il servo del tiranno di Meridian! –
Gridò un consigliere.
-          Il prigioniero che scontava la sua pena! –
-          Vergogna! –
-          Vergogna?! – insistette Yan Lin: - è stato proprio per fargli capire il senso della vita che l’Oracolo lo ha mandato là! Lui è riuscito a  … -
-          Ora basta onorevole Yan Lin, amica mia-
Disse Himerish. Pacato.
Yan Lin lo guardò stupita per una seconda volta.
-          Ma oracolo … -
-          Quello che dite voi membri della congrega è vero – continuò Himerish alzando una mano per far segno di tacere: - ed è vero anche quanto dice la mia cara amica Yan Lin. Tuttavia la richiesta di Orube è inconciliabile con il suo desiderio più intimo. A noi è stato chiesto di valutare l’idea del suo ritorno a Basiliade e questo non esclude una possibile nuova convocazione per lei da parte di Kandrakar. Sono certo che Orube sarebbe disponibile a qualsiasi nostra futura chiamata e risponderebbe alle necessità della fortezza. Noi dobbiamo decidere questo: se sia legittimo il suo desiderio di ritornare alla sua casa –
-          La sua casa è sulla Terra, oracolo –
Aggiunse Yan Lin, accorata.
-          Non una parola di più, amica mia, te ne prego –
-          Nemmeno per sogno!-
Gridò Yan Lin.
I membri della congrega sconvolti bisbigliavano “ che impudenza!” e si tappavano la bocca con una mano.
-          Sono stata una terrestre anche io, e rimango un’umana tutt’ora. Io so cosa si provi a vivere a contatto con i sentimenti mentre voi non conoscete la potenza dell’aria della Terra! La vera richiesta di Orube non è quella che ha esposto e io la comprendo perché capisco cosa provi un essere umano quando subisce una perdita come è toccato a lei! Se accettiamo di rimandarla su Basiliade risponderemmo un “no” chiaro e tonro alla richiesta più forte che ella serba nel suo animo, ovvero quella di provare a cambiare le sorti di Cedric di Meridian! Egli non è propriamente morto, e l’oracolo lo sa. Sono sicura che una soluzione si potrebbe trovare … -
-          Yan Lin, ti prego. Sai che noi non possiamo intervenire nel corso degli eventi. Il nostro compito è quello di osservare. –
-          Si, ma quando le minacce ci interessano da vicino non esitiamo a contrattaccare, vero? Quando Phobos si è impadronito del corpo del’onorevole Endarno per prendere il potere sulla fortezza, non siamo rimasti impassibili, vero?-
-          Non attaccarmi così, Yan Lin. La congrega sa quale è il nostro compito nei confronti nella fortezza –
-          E la congrega sa anche quanto Orube, così come le guardiane, ci sia stata di immenso aiuto nelle ultime minacce. È questo il modo di ripagare la sua lealtà? Pugnalandola alle spalle? La congrega, inoltre, sa anche che questo è ora un Triumvirato di cui io sono una parte, dunque la mia idea deve essere valutata e considerata. Tale la mia, tale quella tua, oracolo, tale quella di Endarno. –
L’oracolo sorrise lievemente e sospirò, ritornando impeccabilmente serio.
-          E la tua parola verrà ascoltata, Yan Lin. Che la congrega valuti le possibilità che abbiamo. Non farò di più: che scegliate di seguire il mio pensiero o quello dell’onorevole Yan Lin mi comporterò di conseguenza. Sta bene che sia la congrega a decidere. Tu però Yan Lin, amica mia, dovrai accettare la decisione che verrà presa qualunque essa sia. –
-          Lo farò, ma anche tu, oracolo. –
L’oracolo assentì in silenzio poi lasciò il tempo alla congrega di riflettere ed emettere una decisione .

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Capitolo 2
*** Ce la faremo ***


Orube se ne stava nella stanza che le era stata affidata a giocare passivamente con l’acqua contenuta in una grande vasca. Sentiva che la sua mente avrebbe potuto iniziare un flusso di pensieri a partire da quelle gocce bagnate, arrivare a Irma la detentrice dell’acqua, a Will, alle Guardiane, a Heaterfield, alla Ye Olde….. no, decise che non era il caso di iniziare a farsi male nuovamente. Si girò a pancia in su e chiuse gli occhi.
Quella pace che regnava nella fortezza di Kandrakar era stata snervante i primi tempi in cui si era rifugiata là; ora le appariva come il perfetto sfondo per la sua mente svuotata e devastata.
I suoi sensi sviluppati le fecero intuire un lieve zampettare in lontananza: doveva essere We, che gironzolava lì vicino. Nemmeno lui la faceva più starnutire, la sua apatia aveva raggiunto livelli esorbitanti, ma Orube se ne infischiava del tutto. La voglia di vivere, di essere attiva, di essere la miglior guerriera non le andava più a genio.
Adesso che ci pensava forse non era stata una buona idea chiedere al consiglio di ritornare a Basiliade, terra di combattenti. Che avrebbero detto di lei? Che ruolo avrebbe avuto là?
Decise che nemmeno questo filone di pensieri era dea seguire, adesso.
Se l’Oracolo avesse deciso che doveva tornare a Basiliade, così avrebbe fatto; il poi attualmente non la interessava, o comunque era troppo impegnativo per pensarci.
Sentì dei passi molto lontani dalla parte opposta a quella di We: provenivano dal corridoio. La cosa non la interessò minimamente, perché la fortezza era piena di persone che camminavano in su e in giù ad ogni ora; tuttavia questi passi sembravano seguire il percorso che conduceva al corridoio davanti alla sua stanza …. Alla grande porta ….
Toc! Toc!
Un fremito scosse la guerriera distesa a terra: non se l’aspettava questa visita; del resto , non fece altri movimenti sintomo di vitalità: si ributtò nella sua silenziosa apatia senza curarsi né di chi fosse entrato, né di che cosa volesse.
 
-          Orube, mia cara –
Drizzò le orecchie come un gatto: era Yan Lin, la nonna di Hay Lin. Le stava, simpatica nonostante non la conoscesse, perché la trattva come se fosse la sua nonna. Le diceva cose affettuose come cara , tesoro, bambina mia … cose che nessuno nemmeno sua madre le aveva mai detto in tutta la sua vita.
Non rispose visibilmente.
Yan Lin si sedette silenziosamente accanto a lei.
Non parlò.
Poi chissà perché accadde una cosa che fu del tutto involontaria, da parte di Orube; una cosa a cui mai aveva pensato e di cui non aveva mai sentito minimamente la necessità: scoppiò a piangere.
Pianse molto forte come non aveva mai fatto nemmeno quando era nata, rifugiò il voto nella tunica di Yan Lin stringendo i pugni.
Si sorprendeva di sé stessa, eppure non riusciva a controllarsi.
Piangeva, piangeva, piangeva senza sapere se le sarebbero mai finite le lacrime.
Yan Lin dal canto suo, senza giudicare o fare esclamazioni, le cominciò ad accarezzare dolcemente i capelli  e a cantare piano piano una canzone in una strana lingua che agli orecchi di una abitante di Basiliade, sembrò bellissima.
La saggia attese in tranquillità che lo sfogo finisse.
Orube, quando le lacrime vennero meno e le guance le facevano male per il contatto con la stoffa, singhiozzò:
-          Perché?! Perché è successo questo?! Non si meritava di morire così! Era una brava persona! Lo era! Lo posso garantire io!-
Yan Lin la fece parlare, poi rispose pacificamente, senza smettere di accarezzarle i capelli lucenti e scuri:
-          Lo so, Orube. Fidati, anche io lo so. Ho visto il suo cambiamento. È stato solo merito tuo. –
Orube gemette e Yan Lin continuò:
-          Il destino è crudele, se al suo interno si intrecciano contatti con persone crudeli. Lui ha legato il suo destino a molte persone crudeli che l’hanno condotto per vie orribili. Ma poi ha intrecciato il suo destino al tuo … -
-          … ed è morto!-
Gridò Orube stringendo i pugni.
-          … no, Orube. Non lo è –
A Orube si fermò il cuore per qualche secondo e una morsa strinse lo stomaco.
-          Cosa?-
Alzò lo sguardo verso Yan Lin: era uno sguardo disperato, di chi vede l’ultimo barlume di luce che se gli verrà negato pure quello, si lascerà uccidere dall’oscurità per sempre.
-          La congrega ha deciso che non ti manderà a Basiliade. Ha deciso anche che proverà in ogni modo a ripristinare quanto è stato distrutto all’interno del libro magico che custodisci. Ciò che non avviene nel mondo reale non può essere reale e definitivo. Ludmoore non è più una minaccia: la sua vita terrena era finita da un bel pezzo e la sua esitenza era legata solo a quel volume. Ma per Cedric-pronunciò quel nome con molta grazia e Orube fremette di nuovo- non era ancora scoccata l’ora terrena e non ha fatto particolari patti che lo legano in eterno al libro. Sarà necessaria molta, moltissima, energia magica. Abbiamo bisogno delle nostre forze, del cuore di Kandrakar … ma soprattutto di te: tu devi affidarci quel libro, se vuoi, ed avere fiducia.-
Orube con movimenti febbrili si voltò di scatto, raccolse il volume che giaceva accanto a sé e lo gettò fra le mani dell’onorevole Yan Lin, inginocchiandosi ai suoi piedi.
-          È presto per ringraziarmi, bambina mia. Ma abbi fede. Troveremo  il modo. Ce la faremo- 

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Capitolo 3
*** non ditemelo ... ***


-          Hai capito bene, Irma. E non fare quella faccia!-
Disse Hay Lin con tono stizzito.
Si lisciava una lunga ciocca dei capelli scuri, nervosa.
-          Ed io dovrei rinunciare al mio sabato pomeriggio per andare a risolvere chissà-che-mistero nella fortezza al centro dell’infinito degli infiniti? Ma per favore!-
-          La nonna ha detto che è importante! Ha detto che è una cosa che ci riguarda da vicino!-
Sbuffò Hay Lin, innervosita ancora di più.
-          Se Kandrakar ci chiama, non possiamo starcene qui, Irma. Lo sai –
Intervenne Will, guardando la sovrana dell’acqua con aria severa e poggiando una mano sulla spalla di Hay Lin.
-          Yan Lin non ti ha detto altro?-
-          No.- Gemette la giovane orientale, come se fosse sofferente. Le dava immensamente fastidio quando qualcuno non prendeva sul serio quello che sua nonna aveva da dire: - quando mi è apparsa in sogno, stanotte, ha detto che dovevamo raggiungerla il più presto possibile, perché qualcuno ha bisogno del nostro aiuto. La faccenda, ha detto, ci interessa molto da vicino. Non mi ha detto altro, Will, ti prego, non farmelo ripetere –
Will volse lo sguardo alle altre sue amiche, che sedevano nel giardino dello Sheffield volte a consumare la merenda durante i dieci minuti di intervallo.
-          Che ne dite? Andiamo a Kandrakar appena finita la scuola? –
-          E ai nostri genitori che diciamo? –
Chiese Taranee.
-          Potremmo sempre inventarci che mangiamo insieme al Golden e poi facciamo un giro insieme. È una bella giornata, sono sicura che non vi diranno di no!-
Rispose Will, guardando Taranee negli occhi.
Cornelia si passò una mano fra i capelli, sistemandoseli dietro l’orecchio:
-          Allora ci ritroviamo a casa della Rudolph non appena suona la campanella. E vediamo di esserci tutte
-          Taci, Corny. Non ho mai detto che non verrò. – rispose Irma, sentendosi chiamata in causa:- Sono proprio curiosa di sapere chi ha bisogno del nostro aiuto il sabato pomeriggio, magari l’Oracolo ha bisogno di consigli su che vestiti mettersi stasera per andare a fare baldoria! –
La campanella dell’intervallo suonò per la seconda volta. Annunciando che l’orario delle lezioni doveva essere ripreso.
Le guardiane si salutarono con un occhiata d’intesa e si diressero nelle rispettive aule fino a che le ore di scuola non giunsero al termine.
 
 
Una volta fatta girare la chiave con un clack sonoro, le ragazze si affacciarono alla finestra per vedere se vi fosse qualche occhio indiscreto ad osservarle.
Si trovavano nella casa appartenuta alla loro metamondese insegnante di matematica, poi passata alla loro vecchia compagna Orube.
Non parlavano spesso di lei, perché un velo di tristezza si dipingeva sui loro volti freschi ogni volta che si avvicinavano all’argomento. La pensavano molto spesso e si chiedevano se mai l’avrebbero rivista serena.
-          Cuore di Kandrakar –
Al comando di Will, il monile uscì dal palmo della sua mano, lucente e prezioso.
La luce invase tutte le stanze della casa, gli occhi delle guardiane, i loro spiriti, il tempo e lo spazio e in un baleno si sentirono risucchiate verso l’ignoto e poi …
Pop!
Aprirono gli occhi e attorno a loro si ergeva la candida sala del consiglio della fortezza di Kandrakar.
Trovarono l’oracolo che le attendeva, solitario in mezzo alla grande stanza.
-          Ed eccoci qui! Sparate: qual è il problema? –
Ridacchiò Irma con esuberanza.
Hay Lin le diede un pizzicotto.
 
-          Benvenute guardiane –
Le salutò Himerish.
-          Abbiamo risposto alla vostra chiamata, Oracolo. C’è qualcosa che non va? –
Himerish abbassò lo sguardo.
-          Non spetta a me parlarvi di questo, ora. La congrega ha preso una decisione negli ultimi tempi, una decisione molto singolare. Seguite Endarno – disse Himerish indicando con il palmo aperto una porta in lontananza, dietro la quale si scorgeva la figura di Endarno. – Egli vi accompagnerà nel luogo in cui sarete utili alla fortezza, come sempre avete fatto e per cui vi sono sempre grato –
Le guardiane si diressero sospettose verso il luogo indicato: Endarno era molto taciturno e senza nemmeno proferire parola fece cenno a loro di essere seguito.
 
-          Insomma! Qualcuno può spiegarci che succede? –
-          Non essere impudente, guardiana –
Rispose il saggio alla provocazione della detentrice del potere dell’acqua.
-          Ma ha ragione, Endarno. Siamo state convocate qui per una questione urgente e non sappiamo nemmeno chi dobbiamo aiutare … -
Rispose Will, sperando in una qualche spiegazione.
-          Non sarà mica successo qualcosa alla nonna?!- chiese Hay Lin guardandosi intorno, notando l’assenza di Yan Lin.
-          Yan Lin sta bene –
-          E allora …? –
-          Non abbiate fretta, Guardiane di Kandrakar! Le risposte che attendete le troverete varcata quella soglia –
Disse infine, indicando l’ingresso di una stanza.
-          Ma è una staffetta o cosa?!-
Sbuffò Irma, sempre più annoiata.
Seguita dalle sue compagne, si diresse dentro la stanza, grande, con una lunga vasca piena d’acqua. Tutti si aspettava di vedere meno che …
-          Orube! –
Gridarono le guardiane all’unisono.
Corsero ad abbracciarla, ma la trovarono ancora passiva e con poche energie. Eppure una luce diversa brillava nei suoi occhi.
Al fianco della ragazza stava Yan Lin, che teneva in mano il Libro degli Elementi di Ludmoore.
-          Nonna! … Cosa è successo? Perché hai quel libro in mano? … Non si sarà rifatto vivo quel tizio degli elementi!-
Disse Hay Lin con faccia sconvolta.
-          No, piccola mia. Ma c’è una questione ancora irrisolta all’interno di questo libro –
-          Ma noi abbiamo scritto “fine!”, cosa può esserci di irrisolto?-
Chiese Irma allungando lo sguardo.
-          Cedric –
Disse Will, guardando Orube negli occhi.
Orube annuì.
-          Cosa? Ma noi l’abbiamo visto … -
Taranee si interruppe, lanciando uno sguardo veloce al volto di Orube, per vedere che effetto avevano avuto le sue parole.
Cornelia si schiarì la voce, poi parlò:
-          Non capisco. Abbiamo visto quello che è successo a Cedric nella caverna all’interno del libro. Come può esserci qualcosa da fare? –
-          Oh c’è moltissimo da fare, Cornelia – disse Yan Lin seria.
Lanciò uno sguardo a Orube.
La ragazza fremette e parlò con voce flebile:
-          Il libro non è un mondo reale. Se voi mi poteste aiutare, io ve ne sarei eternamente, infinitamente grata, sarei … -
Will si avvicinò e le prese le mani:
-          Orube, se c’è qualsiasi cosa che possiamo fare per riportare in vita Cedric, noi lo faremo –
 
Si sentì un soffocato “come no!” da parte di Irma, subito ripresa da Hay Lin.
-          Accidenti Hay Hey, scherzavo! –
 
Orube sostenne lo sguardo di Will: una qualche forza si stava riaccendendo in lei e questo bastò per stampare un largo sorriso sulle labbra della custode del cuore.
-          Cosa dobbiamo fare?-
Disse Will.
Yan Lin prese la parola:
-          Ai tempi in cui il tiranno di Meridian fu sconfitto, Caleb fu tramutato in una primordiale forma di Mormorante: un fiore di cui vi ricorderete molto bene –
Cornelia fremette.
L’anziana saggia continuò:
-          I vostri poteri vennero alterati dalla custode delle stille Luba, ed essi sfuggirono al vostro controllo creando un Cangiante … –
Stavolta fu Orube a fremere, sentendo nominare la sua vecchia maestra.
-          … I poteri dei cinque elementi si riunirono in un'unica persona, Cornelia. Cornelia usò quella grande e immensa energia per … -
-          … per dare nuova vita a Caleb, che era stato privato della sua vita a causa di un incantesimo-
Concluse la guardiana della Terra, cominciando a capire.
-          Volete che creiamo un nuovo cangiante?!-
Chiese Irma guardandosi intorno, per capire il parere delle sue amiche.
-          No, Irma - rispose Yan Lin, placida. – Io avvicinerò le stille degli elementi, tenendole sotto controllo, senza farle toccare. Voi sprigionerete tutta la vostra energia verso il cuore di Kandrakar … -
-          E io … - disse Orube: - … farò da tramite: sarò il conduttore da cui il flusso magico passerà per raggiungere il libro, che terrò stretto in una mano –
 
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi Will evocò il cuore di Kandrakar.
-          Yan Lin. Diteci quando dobbiamo farlo. Fosse l’ultima cosa che faccio nella mia vita, non vi deluderò –
Yan Lin sorrise e dette una pacca a Orube, a cui gli occhi si stavano riempiendo di grandi lacrime.
La vecchia saggia si spostò sulla sinistra della stanza:  si trovavano nella stanza delle stille e anche se non ci avevano fatto caso finora, da un lato vibravano e ruotavano cinque grandi sfere colorate e luminose.
Yan Lin vi si posizionò dinnanzi e imponendo le mani verso di esse cominciò ad avvicinarle, causando un forte fascio di luce e vento.
-          Adesso Will! –
Gridò, mentre si sforzava di contenere l’immenso sprigionamento di energia che aveva causato.
Le guardiane si avvicinarono al Cuore.
-          Che facciamo Will? –
Chiese Taranee.
-          Pensate a Cedric, con tutta l’intensità possibile. Immaginate che sia qui, materialmente, proprio come lo vedevamo tutti i giorni alla libreria di Heaterfield –
Rispose la ragazza rossa, piena di determinazione.
Non appena le quattro ragazze chiusero gli occhi per concentrarsi e liberare il loro potere, il Cuore si gonfiò e iniziò a emanare una fortissima luce.
Orube era rimasta come pietrificata, quasi spaventata.
Non sapeva cosa sarebbe successo.
Non voleva sperare, né tantomeno voleva scontrarsi con la delusione di veder fallire questo estremo tentativo.
-          Non avere paura, Orube –
Disse Will facendole segno di avvicinarsi.
-          Porgi la tua mano sopra la mia. Prendi il controllo del Cuore di Kandrakar … -
Le sorrise.
 
Orube si sentì stringere il cuore come in una morsa.
Guardò il Cuore, poi il Libro, poi di nuovo il Cuore.
Chiuse gli occhi, respirò, poi pose la sua mano su quella di Will, sentendosi invadere da un potere infinito, immenso.
 
Un fiume in piena le inondò le vene, il cervello, la psiche. Gridò: era una sensazione incredibile, impossibile! Non si poteva sostenere, non in un corpo solo!
Tese il braccio nella cui mano stringeva il Libro degli Elementi e lo vide venir colpito dalla scarica che la stava attraversando.
Strinse gli occhi.
Forte.
Fortissimo!
Poi qualcosa esplose, ci fu un’onda energetica che spinse le cinque guardiane più Orube in cinque diversi punti dell’immensa sala.
 
Silenzio.
 
-          Accidenti che botta! –
Disse Irma rialzandosi, mentre si massaggiava la nuca.
-          Cos’è successo?-
Chiese Taranee alzandosi di scatto.
 
Yan Lin sedeva, stanca, accanto alle stille, che ora avevano ripreso a volteggiare alla loro primitiva distanza.
Orube si rialzò, tremando.
Guardò il centro della stanza e cacciò un grido.
Diverso da quello di prima: questo era un grido di terrore.
 
Al centro della stanza giaceva, immobile, un lungo e viscido essere dalle sembianze mostruose.
Era la forma metamondese di Cedric.
 
Orube gli si slanciò incontro con un balzo simile a quello di un felino.
Raggiunse la sua grande testa e la sollevò dal suolo:
-          Cedric! Cedric! Rispondimi! Cedric! –
Le lacrime le gonfiavano gli occhi.
-          Perché non risponde?! Che cosa è successo?! –
Gridò la giovane di Basiliade verso Yan Lin.
 
-          … Non ditemi che voi lo stavate immaginando in versione lucertola, ragazze! –
Bisbigliò Irma alle sue amiche.

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Capitolo 5
*** ... adesso lo aveva ritrovato ***


Quello che era stato il corpo del capo delle Guardie di Meridian ai tempi del tiranno, il principe Phobos, giaceva ora privo di vitalità, in mezzo alla stanza delle stille nella fortezza di Kandrakar.
Una creatura di un altro pianeta, appartenente ad una razza semifelina, al popolo di fieri guerrieri del pianeta di Basiliade, si teneva quel volto mostruoso in grembo, accarezzandolo.
Gli occhi del gigantesco rettile erano aperti, ma sbarrati, fissi, immobili. Come quelli di un morto.
Questo dava i brividi alla giovane di Basiliade.
Questo la faceva fremere con convulsi scatti e singhiozzi.
-          Cedric … - sussurrò: - torna da me … -
Le lacrime di Orube bagnavano il volto serpentino di Cedric, impassibile, freddo.
Un lieve gemito continuo, come un fischio, si propagava nell’aria e proveniva dalle labbra del mostruoso serpente.
-          Perché fa così? –
Orube si guardava ora intorno in cerca di spiegazioni, o semplicemente di aiuto.
Yan Lin si avvicinò ansando: la manovra che aveva appena effettuato le aveva richiesto una grande fatica.
-          C’è qualcosa di strano … è vivo, ma è come se non lo fosse –
Orube, dopo aver ascoltato tali parole, si ripiegò sul volto della creatura e appoggiando le sue labbra impallidite sulla fronte verde, lo strinse forte a sé.
Will si sentì stringere lo stomaco: capiva bene quello che Orube stava provando; lo stesso le era capitato quando aveva saputo che Matt era stato inglobato dal libro.
Si era piegata su sé stessa anche lei, incapace di combattere il dolore che la circondava. Si era aggrappata ad un pupazzo, un pupazzo che le ricordava ciò che aveva perduto.
Cornelia la risvegliò da quell’ondata di malinconia, tastandole un fianco con delicatezza, per richiedere la sua attenzione.
-          Will … anche Caleb si era comportato così-
-          E come sei riuscita a farlo tornare normale?-
-          Bastò una mia lacrima –
Disse la bellissima bionda, con una punta di amarezza nella voce.
Will guardò la scena di Orube che stringeva Cedric al petto.
Sussurrò all’amica:
-          Credo che di lacrime se ne siano versate anche troppe. Non dire questo a Orube. Non servirebbe … -
Si asciugò gli occhi con il dorso della mano: le veniva da piangere.
-          Caleb dopotutto era una emanazione magica … per Cedric che è un essere vivente a tutti gli effetti servirebbe di più –
Aggiunse Irma, che aveva ascoltato lo scambio di parole fra Cornelia e Will.
 
Il silenzio era rotto solo dai singhiozzi strozzati di Orube e dai bisbigli leggeri delle Guardiane.
-          Possiamo tentare un’ultima cosa –
Yan Lin ruppe il silenzio con tono deciso e severo.
Orube smise di singhiozzare e tese le orecchie in direzione della saggia di Kandrakar.
-          No, Orube, non agitarti. Devi fidarti delle guardiane, perché quello che si può ancora fare è in mano loro –
Orube strinse forte la faccia allungata del rettile che aveva appoggiata alle sue ginocchia, guardando con occhi supplichevoli e di totale affidamento verso le cinque amiche in piedi dinnanzi a lei.
-          Che cosa possiamo fare … noi?-
-          Pensaci bene, Hay Lin, nipotina mia. Per Caleb, emanazione magica del principe Phobos, servì lo scintillio di una lacrima della nostra Cornelia per farlo tornare in vita … -
-          … ma noi conosciamo una luce molto più forte e intensa che quella di una singola lacrima. Dico bene, onorevole Yan Lin?-
Disse Will, a cui si accese un sorriso determinato.
Yan Lin la guardò e i loro occhi si strinsero in un unione d’intesa.
-          Elyon! –
Gridò Cornelia.
La silenziosa approvazione di Yan Lin ebbe un piacevole effetto.
Le guardiane esalarono come un sospiro di sollievo e si abbracciarono a vicenda.
-          Elyon è la più brillante luce in tutto l’universo! E inoltre lei è la regina di Meridian! –
-          Lei ci aiuterà!-
Yan Lin si spostò al centro della stanza e usando la mano destra aprì un varco nel pavimento.
-          Non dite che è giorno prima che il sole sia sorto, anche se è già visibile l’alba. Non gonfiate il cuore di Orube con la vostra sicurezza. Noi non sappiamo se Elyon potrà risolvere i nostri problemi … -
Orube guardò speranzosa verso il varco:
-          E io non posso in nessun modo andare, onorevole Yan Lin? –
La sua voce era soffocata, affievolita da pianto violento cui era stata protagonista principale.
Cornelia si staccò dal gruppo delle guardiane e con passo sinuoso ondeggiò verso la guerriera sconfitta.
Si accovacciò al suo fianco, le mise entrambe le mani sulle spalle e si fece fissare negli occhi. Quelli color ambra di Orube cercarono nel mare celeste degli occhi di Cornelia una risposta, un conforto, una spiegazione.
-          Tu devi rimanere qui a vegliare su Cedric. Lui non può né vederti nérisponderti, ma sente tutto quello che gli dici e che gli fai. Se tu smettessi di chiamarlo, di abbracciarlo, … lui perderebbe il contatto con la realtà e anche l’ultima briciola di speranza che abbiamo svanirebbe per sempre. –
Orube non distolse lo sguardo dalla detentrice del potere della Terra: pensò che sotto la sua maschera dura e fredda, essa nascondeva un cuore caldo, fatto di miele.
-          Resterò qui –
Disse convinta, ma più che altro commossa.
Mentre Cornelia si allontanava, Orube si chinò di nuovo sul volto del rettile e gli accarezzò la fronte, sussurrandogli il suo nome.
Insieme alle altre guardiane, Cornelia varcò il portale che Yan Lin aveva aperto e per un attimo credette di cadere nel vuoto. Come quando uno sta per addormentarsi e scalcia immaginando di cadere da un’altura, Cornelia si slanciò in avanti e per poco non perse l’equilibrio aprendo gli occhi e accorgendosi di essere in piedi sulla terraferma.
La terra che calpestavano non era buia, non era triste, non era cupa: Meridian risplendeva di una purezza che non aveva mai visto nel corso di tutti si suoi secoli.
 
-          Le guardiane! –
Gridò una  voce.
Le ragazze si voltarono e trovarono dinnanzi ai loro occhi una folla sorridente che si mise ad esultare ed applaudire.
Erano comparse nei pressi della piazza cittadina, luogo affollato di gente dabbene e serena.
-          Le guardiane che hanno riportato la Luce sul nostro pianeta! –
-          Evviva le guardiane! –
-          Un urrà per le guardiane di Kandrakar!-
-          Evviva! –
Molti bambini si avvicinarono per abbracciare le nuove arrivate, molti si fermarono a fare domande a chiedere mille particolari a fare mille complimenti e ringraziamenti.
-          Insomma, Irma, il bagno di folla che avevi sempre desiderato, èh? –
-          Puoi scommetterci Hay Hey! Alla prossima tournée ci chiederanno anche gli autografi e i poster! –
-          Ragazze, non dimentichiamoci perché siamo qui – le rimproverò Cornelia.
-          Uffa, sempre a guastare le feste, lei! –
Sbuffò Irma, poi tutte insieme si avviarono il più velocemente possibile (per quanto trattenute dalla folla) al castello della Luce di Meridian.
 
 
-          Le Guardiane sono qui?! –
Elyon balzò giù dalla sedia come presa da un improvviso spavento.
Il sorriso stupito che le si era dipinto sul volto radioso tuttavia fugava ogni dubbio.
-          Si, mia signora! Desiderano riceverla con estrema urgenza –
Annunciò una serva inchinandosi rispettosamente.
-          Falle entrare subito, Nadhari! Ho tantissima voglia di vederle! –
La serva si inchinò nuovamente, salutando la sovrana e dirigendosi nei corridoi.
Elyon saltò sul letto raccogliendo una tunica da mettere sopra la veste leggera da camera che stava indossando.
La sua stanza era ordinata, brillante, degna di una regina quale lei era.
Sulla scrivania dove Elyon sedeva fino a poco fa erano sparsi tuttavia dei fogli e dei pennelli, insieme a una serie di vaschette di colore.
Mentre la sovrana del Metamondo si abbottonava la tunica si sentì chiamare:
-          Quanto tempo, Ellie! –
La voce di Hay Lin la fece voltare, raggiante, e quando vide tutte e cinque le sue migliori amiche saltò loro letteralmente in braccio.
-          Come sei bella Ellie, sei serena e felice!-
-          Lo sono, Cronelia! – disse Elyon abbandonandosi all’abbraccio della sua migliore amica, affondando il volto nel suo petto; ne riemerse pochi istanti dopo, notando un velo di freddezza in quella manifestazione di affetto: - non si può dire lo stesso di voi, però. Che cosa succede? Cornelia, perché sei preoccupata? –
-          Non riguarda noi, Elyon. Riguarda Orube … e Cedric –
-          Cedric?! È riuscito ad evadere dalla Torre delle Nebbie? –
Elyon si guardò intorno, spaventata.
-          No, Elyon. È stato l’oracolo che ha deciso di lasciarlo vivere sulla Terra per fargli imboccare la via della redenzione. L’ha privato completamente dei suoi poteri e lo ha confinato sul nostro pianeta –
Elyon sorrise, amaramente:
-          Mi sembra un’ottima punizione. Anzi, un ottimo modo di fargli fare finalmente la cosa giusta –
-          Non è finita qui, Ellie. Sono successe parecchie cose da quando Cedric è stato condannato a vivere come un normale essere umano. Ha trovato un libro magico, che era appartenuto ad un vassallo di tuo fratello, un certo alchimista di nome Jonathan Ludmoore. Il libro ha inglobato Matt e …-
-          Matt?! Matt Olsen?! Voglio dire … quel Matt Olsen?!-
-          Proprio lui! Insomma, per farla breve siamo riusciti ad entrare nel mondo di questo libro magico e a recuperare Matt. Ma abbiamo pagato un caro prezzo … -
-          Che cosa è successo? –
Elyon inclinò di lato la testa e i suoi capelli color cenere ondeggiarono con lei.
-          Cerdic era d’accordo con Ludmoore per farsi restituire i poteri in cambio del cuore di Kandrakar, ma al momento opportuno ha deciso da quale parte stare. Il periodo di riabilitazione sulla Terra gli aveva fatto capire il valore di cose che non aveva mai neppure immaginato –
-          Cioè? –
-          Ellie … Cedric si è sacrificato per salvare Orube, perché ne è innamorato –
Elion si ritrasse.
Sbatté le palpebre un paio di volte.
-          Cedric … è morto? –
La notizia la colpì più del previsto.
Cornelia le prese la mano:
-          No, Ellie, ma è vivo per pochissimo. Caleb ti ha raccontato di come io l’ho riportato in vita, vero? Quando era diventato un fiore! Ellie, se tu non provi ad aiutarci Cedric morirà per sempre, definitivamente. E Orube è disperata, non sai quanto e come stia soffrendo! –
Elyon era ancora sconvolta e … stupita.
-          Cedric è innamorato? E per davvero? –
-          Si, Ellie. La Terra lo ha fatto diventare un altro. Lui non sarebbe mai più una minaccia. Lui ha capito cosa sia importante! –
-          Tutto questo è … stranissimo! – Elyon riprese fiato un secondo: - … ho conosciuto Cedric come il più grande maestro degli imbrogli e della finzione. Eppure siete sincere. Cedric … innamorato … sacrificato … -
La regina di Meridian portò una mano alla fronte.
-          Che stiamo facendo ancora qui? Portatemi da lui! –
Disse rivolgendo alle ragazze uno sguardo grande quanto i suoi occhi verdi potessero abbracciare.
 
 
Nella Fortezza Orube stava perdendo ogni speranza.
Sentiva quel lieve gemito fischiante e la spaventava molto più di quanto l’avrebbe spaventata un silenzio tombale.
Yan Lin l’aveva lasciata sola, forse per riservatezza, forse per andare ad avvisare l’Oracolo ed Endarno dei fatti accaduti.
Si ritrovò a fiutare come una felina l’oggetto delle sue cure: i capelli biondi avevano lo stesso profumo intenso di cui Cedric era perennemente impregnato. Sapeva di buono, di dolce, ma allo stesso tempo di polvere e di libro antico. Ogni respiro le ricordava un attimo diverso nel quale lui l’aveva guardata o le aveva rivolto parola durante il suo soggiorno presso la Ye Olde Bookshop.
-          Cedric. Non te ne andare, ti prego. Anche tu sei stato per me la migliore accoglienza che potessi trovare su un pianeta alieno. Mi hai trascinata in un mondo sconosciuto a entrambi. E ora che fai? Mi ci abbandoni? Non puoi farmi questo, non posso lasciarti andare un’altra volta … Cedric, non dimenticarti chi sei. Sei un uomo meraviglioso, Cedric! Svegliati! Non sei il mostro che credi, Cedric. Sei un uomo meraviglioso … sei un essere umano meraviglioso, speciale. Non voglio tornare a Basiliade, Cedric. Non voglio più stare a Kandrakar. Voglio stare a Heaterfield con te, Cedric. Dovunque tu sia io voglio stare con te. Non da sola, mai più da sola.  Con te, solo con te. Non andare via, Cedric, non lasciarmi qui da sola un’altra volta … -
Le sue parole erano poco più che un sussurro e il volto di rettile che accoglieva in grembo veniva coperto dai suoi capelli, dalle sue lacrime e dalle sue carezze.
 
Dopo qualche istante indefinito Orube sentì posarsi sulla schiena una mano.
Si voltò impaurita: i suoi sensi non l’avevano avvisata, era troppo concentrata sul suo dolore.
Il misto di emozioni che provò fu folle: Elyon, accompagnata dalle cinque Guardiane, risplendeva e illuminava la stanza delle stille nella fortezza di Kandrakar.
-          Oh maestà! Sei venuta per aiutarmi! Oh buona maestà! –
Disse Orube fissando la radiosa sovrana di Meridian.
-          Non chiamarmi così, Orube! Dopotutto noi ci conosciamo, siamo amiche! –
-          Lo so che Cedric ti ha raccontato molte menzogne in passato, ma ti prego, lui non è più quello che era prima, lui ora è cambiato, lui è … -
-          Tranquilla, amica mia – Disse Elyon poggiandole la mano che prima l’aveva toccata sulla schiena, su una spalla: - non sono qui per giudicare Cedric. Sono qui per fare il mio possibile per aiutarlo. Perché ho fiducia nel suo cambiamento e perché ti voglio bene –
Un rumore di porte che si aprono suggerì al gruppo di ragazze di voltarsi:
l’Oracolo, seguito da Yan Lin ed Endarno, stava facendo il suo ingresso.
-          Benvenuta Luce di Meridian, la Fortezza è onorata di ospitarvi in questo luogo di pace –
-          Pace a voi, Oracolo. Le Guardiane mi hanno raggiunta in cerca di aiuto che intendo del tutto concedergli. Spero che questo non vi manchi di rispetto, Oracolo –
-          No, affatto, Elyon. Yan Lin ha fatto capire a tutta la congrega che l’egoismo claustrofobico con cui Kandrakar si è comportata nei confronti di molte vicende è fuori luogo e non si addice al nostro comportamento –
-          Siamo venuti qui per aiutarvi, Luce di Meridian- disse Endarno inchinandosi a Elyon.
-          Endarno … sono molto felice di rivedervi-
Elyon ricambiò l’inchino.
-          Vogliamo donarti il nostro aiuto, Elyon- aggiunse Yan Lin: - ti offriremo l’aiuto magico di cui necessiti e che noi possiamo darti –
Elyon sorrise, poi inginocchiandosi dinnanzi al corpo di Cedric, si sfilò la Corona di Luce.
Fece cenno ai membri del Triumvirato di Kandrakar che se volevano procedere quello era il momento; così fecero: Himerish, Endarno e Yan Lin emanarono un raggio di energia pura e candida verso la Corona, che prese a brillare e a vibrare ancora di più.
Elyon, con tutta la grazia di cui le sue belle mani erano capaci, pose sul capo di Cedric la Corona di Luce, carica di tutta la buona magia di Meridian, sua terra natia, e di Kandrakar, luogo che gli aveva concesso la vita da umano.
La stanza si illuminò di bianco puro, né più luce né più ombre per una manciata di secondi.
Coloro che occupavano la stanza si sentirono invasi da un’ondata di immenso potere, innocente, buono, grandissimo.
 
 
 
-          … Orube? –
Una voce familiare pronunciò quell’insieme di lettere.
Era una voce sorpresa, senza fiato, sconvolta.
Orube alzò finalmente la testa e fra le sue braccia non trovò più la mostruosa testa del rettile … ma l’affascinante faccia umana di Cedric.
Aveva gli occhi stralunati, chiari, persi nello stupore; vagavano nello spazio circostante e si erano fermati sul volto di Orube.
-          Cedric! Oh sei tu! Sei vivo! –
Orube gli si gettò addosso, quasi soffocandolo con il suo peso corporeo, stringendolo in un abbraccio che nessun essere umano sarebbe stato capace di caricare di così tanti sentimenti.
-          Piano … Orube … coff! … io non … -
-          Oh scusa! Scusami! –
Disse Orube drizzandosi di nuovo in ginocchio, accarezzando il volto dell’uomo che amava, sempre poggiato sulle sue gambe.
-          Elyon? –
Gli occhi dell’ex reo metamondese fremettero.
Elyon sorrise e fece cenno a cedric di tastarsi la testa.
Cedric alzò febbrilmente un braccio e posò la mano sulla sua fronte.
Orube osservava ogni suo movimento con gli occhi gonfi di lacrime pronte a esplodere di gioia da un momento all’altro.
-          Ma questa è … la Corona di Luce?!-
Cedric si sfilò velocemente il prezioso oggetto e dopo averlo osservato lo allungò senza pensarci a Elyon.
Elyon osservò il braccio teso, stupita.
-          Sei davvero cambiato, Cedric! –
Era commossa.
Riprese la corona e se la mise in capo.
Cedric posò il suo sguardo adesso negli occhi di colei che ancora lo stava sorreggendo.
-          Orube … i tuoi occhi brillano … come un sole –
Allungò la mano verso il volto della ragazza e gli appoggiò il palmo su una guancia; seguì con il pollice il percorso di una lacrima sfuggita al controllo della guerriera.
Non riusciva a proferire parola, non riusciva a dire niente.
 
-          Bentornato Cedric di Meridian –
La voce dell’Oracolo ruppe quell’infinito attimo fatto di sguardi e sentimenti.
Cedric cercò di voltarsi per vedere cosa gli accadeva intorno e Orube lo aiutò a mettersi a sedere.
-          Ma dove mi trovo? Sembra … Kandrakar –
-          Infatti è così. Alzati in piedi, Cedric, è giunto per te il momento di fare una scelta importante –
Orube aiutò Cedric ad alzarsi in piedi e la sua mano scivolò lungo il suo fianco e toccò il braccio di lui. Lui afferrò la manica della veste di Orube, involontariamente, come per impedire che il tocco di lei lo abbandonasse.
Quando si accorse di quello che aveva fatto, Cedric ritirò la mano e fissò Orube negli occhi, spaventato. Lei lo osservava, adorante, e sapeva che il suo carattere era ancora restio alle pulsioni umane.
Si guardò intorno, spaesato, e passò in rassegna tutti i volti che componevano la piccola folla presente nella stanza.
-          Ascoltami, Cedric –
Ripeté gentilmente l’Oracolo.
Il Metamondese fissò colui che parlava, stupito di poter di nuovo udire e vedere.
-          La tua ultima azione nel mondo incantato del Libro degli Elementi mi ha fatto capire che la tua riabilitazione è terminata. Da questo momento in poi io non sarò più qui per sottoporti un castigo per il tuo passato.-
A Cedric si illuminarono gli occhi e continuò a guardarsi intorno, stupito dalla meraviglia di essere di nuovo vivo.
-          Tuttavia … - continuò l’Oracolo: - devo costringerti a prendere una decisione molto importante riguardo al tuo futuro. Grazie a Orube, a Yan Lin, alle Guardiane e a Elyon, tu sei libero dalla prigione di inchiostro in cui eri stato confinato. Ora ti chiedo: che cosa vuoi fare? Si aprono due varchi di fronte a te. Io non avrei niente in contrario se la tua scelta fosse quella di tornare a Meridian, tua città natale, con il pieno controllo dei tuoi antichi poteri. –
Elyon sorrise dolcemente:
-          E Meridian ti accoglierebbe a braccia aperte –
Himerish continuò: - Oppure puoi decidere di tornare sulla Terra, privo di ogni potere magico, esattamente come ti avevo lasciato al momento del tuo esilio –
 
Cedric si ricompose, schiarendosi la voce.
Pareve molto più lui, adesso, e la sua posa era composta e rettilinea.
Abbassò lo sguardo per pochi secondi, si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-          Signore- disse: - la vostra malignità è illimitata –
Tutti sgranarono gli occhi e Orube strinse i pugni.
-          Avete impostato il vostro pomposo discorso in modo tale da farmi cadere in trappola per l’ennesima volta. Meridian è la mia casa natale, luogo al quale lego ricordi spiacevoli: invidia, brama, odio, falsità … ma voi celate tutto questo nelle vostre parole con la promessa che io là potrò vivere felice, visto che mi restituirete i poteri di cui mi avete privato. Ebbene, voi tutti mi conoscete e sapete quanto io brami il potere. Lo bramo più di ogni altra cosa al mondo … -
Irma si avvicinò a grandi passi, ma Cornelia la trattenne.
-          … perciò- continuò Cerdic: - non mi lascerò sfuggire il potere più grande di qualsiasi altro trucchetto da fattucchiere, ora che l’ho trovato. Voi avete finto che la terra fosse un luogo desolato e privo di magia. Ma se pensavate di tenermelo nascosto per sempre, beh, vi sbagliavate.-
Cerdic si voltò e tese il braccio verso Orube. Esitò un attimo, poi le afferrò entrambe le mani, e non staccò i suoi occhi chiari da quelli di lei.
-          La mia decisione è dunque dettata dalla mia sete di potere, inestinguibile. Che cosa me ne farei di inutili capacità di mutare le mie sembianze? Che cosa, ora che ho trovato una magia in grado di devastare qualsiasi sentimento o emozione io avessi mai provato a Meridian? Ho deciso di restare sulla Terra, insieme all’unica creatura in grado di condividere con me il più grande e potente potere magico. Desidero farla mia regina e mia complice finché questo esile corpo umano me lo permetterà –
Così dicendo accarezzò i capelli scuri di Orube, inclinò la testa e la baciò.
Orube schizzò come un gatto cui hanno gettato un secchio d’acqua, ma dopo essersi ritratta in quel primo momento, contrattaccò, da vera guerriera, e rispose a quella dolcezza fredda e delicata di Cedric con tutta la forza e il fuoco di cui era capace.
Fu il bacio più strano che qualcuno avesse mai visto, sembrò quasi come uno scoglio spigoloso che si fonde e si incrina a contatto con un iceberg. Eppure fu agli occhi di tutti un meraviglioso segno di qualcosa di grande, che va al di là della comprensione.
L’oracolo, suo malgrado, sorrise, e così fecero Endarno e soprattutto Yan Lin.
-          Sei un vero romanticone, sai?-
Disse Irma tirandogli una gomitata.
L’Oracolo intervenne prima che Irma rischiasse la vita.
-          Dunque i cancelli di Meridian ti si chiudono, Cedric. Tu rinasci adesso come essere umano a tutti gli effetti, per sempre.-
-          Non cercare di tentarmi, oracolo-
Rispose Cedric con tono quasi infido e minaccioso.
-          E dai, serpentone!- insistette Irma: - puoi sempre chiedere un passaggio a noi se avrete voglia di passare un week-end dalle tue parti!-
Will salvò di nuovo la situazione lanciando a Cedric e Orube uno sguardo caldo e accogliente:
-          Davvero. Quando avrete bisogno di noi, saremo sempre ponte ad aiutarvi. Sapete dove trovarci-
-          E voi sapete dove trovare noi –
Disse Orube, stringendosi al petto di Cedric, annusando ancora una volta il suo profumo meraviglioso.
Quello che aveva perduto, adesso finalmente, l’aveva ritrovato.
 
 
 
 
 
 
 
->Angolo dell’autrice <-
Salve a tutti coloro che hanno letto la mia breve/lunga fan fiction. Vi ringrazio infinitamente di essere arrivati fin qui, perché significa che la lettura vi ha entusiasmato e avete voluto portarla fino in fondo.
Premetto che il fumetto W.I.T.C.H. è stato l’accompagnatore insostituibile della mia prima adolescenza e ora che vedo la soglia dei 20 anni avvicinarsi sempre di più vengo presa spesso da attacchi nostalgici per quel passato che mi ha fatta così tanto sognare.
La perdita di Cedric e la scomparsa definitiva di Orube dal fumetto mi hanno devastata. Il fumetto, dopo la serie di Ludmoore è caduto veramente in basso, verso una fine così indegna di cui non voglio parlare oltre.
Questa fiction vuole essere il mio grido disperato contro il mancato happy ending per la storia d’amore più bella dell’intero fumetto. Vuole essere uno spiraglio che mi è mancato e che sono stata costretta a costruirmi da sola.
Vi ringrazio ancora per aver seguito questa mia fantasticheria fino alla fine.
Un abbraccio
Nerina
(p.s. E DOVE CAVOLO HANNO FATTO FINIRE JOEL?! Ridatemi Irma e Joel! Vengo lì e distruggo tutto!!)

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