Un amore non troppo facile

di Leke_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Vuoto ***
Capitolo 3: *** Cristalli ***
Capitolo 4: *** Pace relativa ***
Capitolo 5: *** Alcool ***
Capitolo 6: *** Il piano (parte 1°) ***
Capitolo 7: *** Il piano (parte 2°) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Flashback

 
Chiuse gli occhi e circondò il collo dell’albino con le braccia, congiungendo la sua bocca con quella di Riuga.
Un brivido gli scese lungo la schiena, le labbra di Riuga erano morbide, calde, e sapevano di fragola, l’unico frutto che non si sarebbe mai aspettato di sentire su un tipo come Riuga.
Fece per staccarsi, ma un paio di forti braccia lo presero per la vita impedendogli di allontanarsi dal torace muscoloso dell’altro.
Portò in dietro la testa, visto che almeno quella poteva muoverla, e fissò con sguardo interrogativo l’albino.
-Dopo quello che mi hai fatto passare credevi veramente che mi sarei accontentato di un bacio a stampo?- domandò Riuga con un ghigno.
Ginka abbassò la testa ed emise una specie di sbuffo misto a risata –Immagino di no…- rispose dandogli un secondo bacio, questa volta molto più intenso.
Riuga alzò una mano e con un veloce gesto slacciò la sciarpa bianca che copriva il collo del rosso, le sue labbra passarono velocemente dalla bocca al collo di Ginka, che questa volta non arrossì nemmeno.
Infondo era pur sempre di Riuga che si stava parlando no?
Di quel pazzo scatenato, che una volta aveva tentato di distruggere il mondo, e che poi era cambiato!
Perché avrebbe dovuto farlo? Lui era quello che aveva quasi ucciso suo padre no?
No! Lui non era più quel Riuga, era cambiato, ed era diventato quel ragazzo, che adesso stava facendo venire il batticuore al rosso.
Forse si poteva ancora migliorare, ma per adesso andava benissimo così! Infondo aveva ancora tutta una vita davanti per cancellare alcuni comportamenti del suo compagno.
 

Flashback

 
 
 
Ginka fissò il suo riflesso allo specchio, gli occhi nocciola ridotti a due fessure sprizzanti lampi d’irritazione.
-RIUGA VIENI IMMEDIATAMENTE QUI!- sbraitò tastando il livido violaceo che faceva bella mostra di se tra l’incavo del collo e della spalla.
-Hai chiamato?- la testa albina di Riuga fece capolino dalla porta del bagno, un sorrisetto divertito e al contempo malizioso gli si aprì in volto quando notò cosa stavano toccando le dita del compagno.
-Mi spieghi come faccio ad andare in giro con questo?- domandò il rosso decisamente irritato.
-Ma dai, se metti la sciarpa- replicò l’altro entrando in bagno, detto fatto, in un attimo Ginka aveva indossato la sciarpa e la maglia, e il livido era ancora perfettamente visibile grazie al forte contrasto che provocava con la sciarpa bianca.
Riuga scoppiò a ridere provocando le ire del compagno, che dal canto suo si chiedeva come ci fosse finito lui insieme ad un testone, masochista e con tendenze sadiche come Riuga.
Sospirò pesantemente, cominciando a pensare ad un modo qualunque per coprire quel succhiotto, poi una lampadina gli si accese nella testa.
Scostò malamente l’albino e si diresse verso il cassettone di camera sua, cominciò ad aprire tutti i cassetti alla ricerca di un determinato indumento, Riuga lo fissava incuriosito, gli occhi color oro divertiti e stranamente dolci.
-Trovata!- esultò Ginka estraendo dall’ultimo cassetto un maglioncino di cotone bianco dal collo alto.
-E quella da dove sbuca?- domandò stupito Riuga, non gliel’aveva mai vista addosso.
-Me l’ha regalata Masamune- rispose l’altro levandosi velocemente la sciarpa e la maglia ed infilandosi il maglioncino.
-Allora come mi sta?- domandò il rosso tenendo stretti i bordi delle maniche troppo lunghi, a dire il vero tutto il maglione era troppo lungo, gli arrivava fino a metà coscia, e le maniche lasciavano trasparire solo le punte di quattro dita.
Per non contare poi il fatto che fosse un po’ troppo largo per uno magro come Ginka.
L’albino lo squadrò da capo a piedi e un pizzicore gli solleticò le gote, si portò una mano al mento assumendo un’espressione pensante, doveva ammettere che per quanto quel maglione fosse grosso, addosso a Ginka assumeva tutto un altro aspetto.
Ginka era così carino con indosso quell’affare! Sembrava ancora più piccolo e magro di quanto non fosse già, quel maglione lo faceva assomigliare ad una persona facile da spezzare, una persona che bisogna proteggere a tutti i costi!  (Che puccioso che sei Riuga! *o* ndAutrice) (Muori! ndRiuga)
-Vuoi la verità?- domandò l’albino avvicinandosi.
-Ehm… si?- rispose titubante l’altro, indietreggiando, finche non si trovò spalle al muro.
-Ti sta malissimo!- Riuga ghignò quando il suo compagno sbuffò sonoramente.
Ginka si staccò dalla parete, e in due passi raggiunse l’albino, puntandogli il dito contro il petto come se volesse perforarlo.
-Un po’ di apprezzamento da te mai eh?- esclamò infastidito, per poi abbandonare la stanza, probabilmente diretto in cucina.
Fu il turno di Riuga sbuffare –Sei un bambino!- gli urlò dietro il possessore di Meteo ElDrago.
-Baka!- la risposta non tardò ad arrivare.
-Eh no! Questo no!- esclamò Riuga raggiungendo il salotto con poche falcate.
-Dove credi di andare?- domandò poi vedendo che il compagno si era infilato il cappotto azzurro e aveva preso la sua copia delle cavi di casa.
-Masamune e Tsubasa mi aspettando per pranzare insieme!- rispose acido il rosso.
-E ci vai con quell’affare?- domandò Riuga.
-È l’unica cosa che nasconde “I Segni Del Tuo Affetto”- disse mimando sulle ultime cinque parole delle virgolette con le dita –Chiudi la porta se esci! E ricordati che stasera verranno qui anche gli altri, quindi ti pregherei di lasciare la casa in ordine!- si raccomandò poi sbattendosi la porta di casa dietro le spalle.
Avevano litigato di nuovo. E di nuovo per un motivo idiota. E quella sera di nuovo avrebbero fatto pace. Se poi si contava cos’avrebbero dovuto fare quella sera…
 
 
 
 
 
Il vento freddo gli scompigliava i capelli bianchi.
Era fastidioso, terribilmente fastidioso –Ginka no baka!*- ringhiò tra i denti affondando le mani nelle tasche della giacca.
Possibile che quel ragazzino fosse così suscettibile? A volte il suo comportamento diventava veramente irritante, un attimo prima si aveva davanti un ragazzo così gentile e carino che le difese di chiunque gli stesse attorno crollavano inesorabilmente per permettergli di capovolgere completamente li proprio modo di vedere il mondo, esattamente com’era successo a lui, e un attimo dopo ci si ritrovava davanti ad un ragazzino dalla testa in fiamme capace di mandarti ai matti.
Era vero però che il continuo stuzzicare di Riuga non aiutava affatto, ma sul momento si divertiva troppo.
Il suo sguardo dorato si posò per un istante sulla vetrina di un negozio di giocattoli, e più precisamente su un peluche in particolare.
Un pensiero cominciò a ronzargli insistentemente nella testa.
 
COMPRAGLIELO!
 
Senza nemmeno accorgersene si ritrovò davanti alla porta in vetro del negozio indeciso se entrare o meno.
Ma poi pensò che sarebbe stato un buon modo per farsi perdonare, infondo il litigio era cominciato per causa sua, anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, e già che c’era gli comprava il regalo di compleanno.
Per cui perché non comprargli quel peluche?
Perché non mettere da parte, per una volta, il proprio orgoglio e fare un gesto carino?
Perché non provare a chiedere scu… scartata a priori, quello non l’avrebbe MAI fatto!
Perché? Semplicissimo: vergogna allo stato puro!
Dopo interminabili minuti passati sulla soglia del negozio finalmente si decise ad entrare.
Ne uscì dieci minuti dopo, rosso come il ciuffetto di capelli che aveva sulla destra e più incazzato di prima.
Si ripromise di non entrare mai più in un negozio di giocattoli, per nessuna ragione al mondo.
Escludendo pure le occhiate maliziose delle clienti quello che faceva veramente imbestialire era il fatto che le commesse sembrassero non capire una parola di giapponese, fatto sta che aveva dovuto minacciarle per avere quel benedetto pupazzo, e nel frattempo le clienti, sembravano aver trovato in lui un utile oggetto di svago.
Il risultato era stata la vergogna più pura, e l’istinto omicida che minacciava di prendere il sopravvento sulla ragione.
Guardò l’orologio che aveva al polso: 15,45
Sbuffò sonoramente, non aveva voglia di tornare nell’appartamento di Ginka, che ormai utilizzava come abitazione, ma d’altro canto non aveva la benché minima intenzione di girare senza meta come un vagabondo per le vie della città fino alle 19,30, per cui si decise a tornarsene nel proprio appartamento per farsi una bella dormita e far sbollire la rabbia.
 
 
 
 
 
Lo sguardo del rosso saettava dai suoi amici, alla porta d’ingresso, all’orologio, che ormai segnava già le otto passate.
-Ma dove diavolo è finito?- si domandò tormentandosi il labbro inferiore, era da più di mezzora che aspettava il suo suddetto ragazzo.
Era meglio togliersi il dente e dire a tutti quanti che si frequentavano il prima possibile, e allora perché, anche se si era raccomandato più e più volte di non fare tardi, alla fine era in ritardo lo stesso?
-Riuga no Baka!-
-Ginka tutto bene?- domandò Masamune attirando l’attenzione dell’amico.
-Eh? Ah, si! Non preoccuparti- rispose il rosso sorridendo a fatica.
-Posso sapere quanto dobbiamo ancora aspettare questo fantomatico ragazzo?- domandò seccato Kioya.
-Non ne ho idea…- sospirò Ginka tornando a tormentarsi il labbro, dire che aveva lo stomaco completamente sottosopra era riduttivo.
In quel momento il suono squillante del campanello fece sussultare il rosso, che si alzò come una furia dal tavolo correndo alla porta.
Al tavolo Madoka, Yu, Tsubasa, Kioya e Masamune si scambiaron0 degli sguardi perplessi, il loro amico era rimasto rigido e terribilmente suscettibile per tutti il giorno, un comportamento che non era affatto da lui.
-Sei sempre il solito!- la voce irritata di Ginka rimbombò nel silenzio della casa.
-Tsk, ho solo fatto un po’ tardi!- il cuore dei cinque ragazzi perse un battito, quella voce era...
-Ragazzi potreste venire di qua un momento?-
Si guardarono sconvolti, non poteva essere lui! Non poteva assolutamente!
Si alzarono lentamente, Madoka deglutì sonoramente, mentre le due pozze color cioccolato, che erano i suoi occhi cercavano il sostegno dei compagni.
Sostegno che non trovò da nessuno di loro.
Troppo sconvolti e shockati dalla cosa, nessuno si sarebbe mai aspettato…
-Ragazzi…- una zazzera di capelli color rosso fuoco, con poco sotto due occhi color nocciola leggermente (molto) preoccupati fecero capolino dalla porta –Ehm… io vi aspetto di là…- esclamò immediatamente dopo Ginka vedendo lo stato di shock in cui versavano i suoi compagni.
Arrivati in salotto tutte le loro paure e sospetti vennero confermati, e l’unica persona che non avrebbero mai voluto rivedere ora era li davanti a loro, con un braccio stretto attorno al collo del rosso.
-Heilà!-
Ginka si schiaffò una mano sugli occhi quando il suo ragazzo ghignò soddisfatto dalla reazione che aveva suscitato nei restanti cinque ragazzi.
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Minna! Matta ne! Come state? Eccomi tornata con una nuova storia della serie GinkaxRiuga, spero vi piaccia ^o^

Riuga: IO TI AMMAZZOOOOOOOO!!

Riuga è un pochino arrabbiato ^^" forse non gli piace troppo essere strapassazo così da me... ma chi se ne frega? xD
Comunque questa FF la dedico a artellpinklove perché ha avuto il coraggio di metterla tra le preferite *^* sono Shockata!
E a kisachan che mi ha esplicitamente detto che le sarebbe piaciuto leggere una GinkaxRiuga a capitoli!
Vi dico subito che non sarà lunghissima, 6/7 capitoli, 8 massimo =) bene con questo ho detto tutto e vi saluto.
Ah quasi dimenticavo, Ginka no Baka vuol dire idiota d'un Ginka... in pratica passano tutto il giorno a darsi dell'idiota a vicenda xD

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Capitolo 2
*** Vuoto ***


Il silenzio che seguì quella scoperta durò poco più di dieci secondi, poi il caos.
Masamune e Tsubasa afferrarono Ginka per le braccia, e lo trascinarono, letteralmente, in cucina, seguiti a ruota da Madoka, mentre Kyoya e Yu restarono in salotto a “far compagnia” a Riuga.
Per quaranta minuti, gli strilli di uno o dell’altro si sovrapponevano a vicenda, creando una sorta di cacofonia distorta di voci.
-POSSIBILE CHE NON POSSIATE PROVARE A FIDARVI?- l’urlo che cacciò Ginka ad un certo punto della conversazione, se così la possiamo definire, bloccò le proteste degli altri tre, calò il silenzio, almeno in cucina.
-Credetemi, anche io all’inizio avevo gli stessi dubbi- continuò il rosso, puntando gli occhi color nocciola sui compagni –Però poi ho provato a fidarmi di lui, e…-
-E cosa?- Tsubasa scattò in piedi –Ti rendi conto di c’è di la?- domandò indicando con l’indice la porta della cucina –Quel matto scatenato di Riuga, quello che ha tentato di conquistare il mondo, che ha tentato di ucciderti, che ha quasi ammazzato tuo padre… devo continuare?-
-Ci ha anche salvato la vita una volta, e durante il torneo mondiale di beyblade, ci ha aiutato non una ma DUE volte!- replicò Ginka sbattendo i palmi delle mani sul tavolo –Per voi conta soltanto quello che ha fatto in passato?-
-Certo che no!- rispose Masamune –Però…-
-Però cosa?-
-Però è difficile fidarsi di uno come lui- rispose Madoka al posto suo.
Ginka sbuffò pesantemente alzando gli occhi al cielo.
-Secondo me non è una buona idea frequentare uno come… beh frequentare Riuga!- asserì Tsubasa convinto –O almeno non è una buona idea per te-
-Co-cosa?- domandò Ginka –Scusami ma chi ti credi di essere?-
Tsubasa alzò le sopracciglia, sorpreso.
-Io per caso ti vengo a dire che le ragazze che frequenti non vanno bene per te?- continuò il rosso alzando sempre di più la voce –Per caso ti ho mai detto che le persone che frequenti non sono adatte a te? MA CHI VI CREDETE DI ESSERE TUTTI QUANTI?-
Madoka e Masamune si scambiarono uno sguardo perplesso –Ginka noi siamo solo preoccupati per te…- disse la castana.
-Non ce ne è bisogno grazie, ho diciotto anni, credo di essere in grado di badare a me stesso!- replicò il ragazzo sull’orlo di una pesante crisi di nervi.
Ora che i suoi amici si preoccupassero per lui, andava bene, infondo, ma molto in fondo, non gli dispiaceva neanche tanto.
Che non riuscissero a fidarsi di Riuga, poteva passare, anche lui aveva avuto quei problemi.
Ma che adesso provassero pure a dirgli che per lui Riuga non era “adatto” proprio non gli andava giù!
-Ginka noi non…-
-Ahhh ma la volete piantare? Alla fine aveva ragione! Dirvi le cose come stanno è stata una pessima idea!- sbottò il rosso uscendo dalla cucina.
La scena che gli si presentò davanti non era di certo delle migliori: Riuga e Kyoya che urlavano come degli ossessi e Yu, che osservava la scena come se si trovasse ad una partita di tennis, facendo saettare lo sguardo da uno all’altro.
-ORA BASTAAAAAAA!!- Ginka scoppiò nel vero senso della parola, si diresse a grandi falcate verso la porta e la spalancò –FUORI!- urlò indicando il pianerottolo –TUTTI!-
-Ginka ma che…?- la domanda di Madoka fu stoppata da un’occhiataccia truce del rosso.
-Non ne posso più! Non faccio altro che litigare, con chiunque, oggi con Riuga e adesso con voi!- esclamò, tremava da capo a piedi –Quindi uscite da qui! Tutti quanti!-
-Ma…-
-HO DETTO FUORI! È COSÌ DIFFICILE DA CAPIRE?-
I cinque ragazzi uscirono lentamente dall’appartamento e aspettarono sul pianerottolo che il rosso chiudesse la porta, cosa che non avvenne.
-Riuga vattene anche tu per favore-
-Cosa?- Riuga lo guardò sorpreso –Perché?-
-Per favore! Oggi non ce la faccio più-
L’albino lo guardò un istante, poi annuì, infondo lo capiva, ultimamente i loro litigi si facevano sempre più frequenti, e stando a quello che gli aveva detto, anche con gli altri non stava passando proprio un periodo d’oro.
-Ma domani torno e chiariamo questa faccenda- sussurrò passandogli affianco.
Il rosso richiuse la porta, si lasciò scivolare fino al pavimento.
Aveva caldo, ed il pavimento era fresco e piacevole.
-CHE SERATA SCHIFOSA!- urlò a pieni polmoni, era sicuro che i suoi amici dall’altra parte della porta della porta lo avessero sentito, ma non gli interessava minimamente.
Visto che era colpa loro se la sua festa di compleanno si era tramutata in un bordello come quello tanto valeva che sapessero quello che pensava.
E poi perché non instillare un po’ di senso di colpa addosso a tutti quanti?
 
 
 
 
 
Si rigirò nel letto, era grande, troppo per una sola persona.
Ormai era abituato a sentire sempre la presenza di Riuga dall’altra parte del letto, del suo corpo muscoloso e caldo che, non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, lo faceva sentire al sicuro, quasi come un muro incrollabile.
Ed ora quello spazio che da mesi era riservato soltanto all’albino era vuoto e freddo, e rendeva quel letto a due piazze veramente troppo grande.
Diede le spalle al vuoto, gli occhi spalancati che osservavano i contorni dei mobili illuminati dalla tenue luce della luna.
Inutile, il sonno proprio non aveva voglia di farsi ne vedere ne sentire per quella notte.
Si alzò, tanto non aveva senso tentare di dormire vicino al vuoto.
La poca forza di volontà che ancora stava tentando di tenere insieme tutti i pezzi della sua vita stava crollando poco a poco.
Si sentiva sempre più stanco e… debole.
Debole, perché senza Riuga gli sembrava di vivere immerso nel vuoto.
Debole perché non riusciva a far capire ai suoi amici quanto l’albino fosse importante per lui.
Debole perché nonostante sostenesse di saper badare a se stesso alla fine non era che una mera menzogna.
Arrivato in salotto si lasciò cadere a peso morto sul divano, però non capiva proprio come mai passare una notte senza Riuga gli facesse quell’effetto.
Ma forse il senso di colpa e di rottura che sentiva dentro non era solo causato dalla mancanza del fidanzato, c’era un altro motivo di sicuro.
E quel motivo premeva insistentemente all’interno della sua testa per essere ascoltato.
Niente sarebbe più stato come prima, ora che anche gli altri sapevano di loro due, non si sarebbero più potuti divertire come facevano un tempo.
Troppi pensieri l’uno accanto all’altro, che tentavano di sovrapporsi gli uni tra gli altri per avere la precedenza, ed una forte emicrania cominciò a martellare forte nella testa di Ginka.
Sospirò –Ci mancava pure il mal di testa…- con il palmo della mano premette forte sulla fronte, vicino al sopracciglio, scostando la frangetta, che senza la fascia ricadeva fastidiosa sugli occhi –Come se non avessi già abbastanza problemi-
Si sdraiò su un fianco, con la schiena rivolta verso gli schienali, per un attimo gli sembrò che il vuoto dietro di lui fosse scomparso, e quell’attimo bastò affinché il sonno decidesse finalmente, di alleviare con l’incoscienza le sue frustrazioni.
Si svegliò la mattina dopo, quando due lunghe dita affusolate gli toccarono il braccio.
 
 
 
 
 
Tock, tock, tock.
Niente.
Tock, tock, tock, tock.
Ancora nessuna risposta, Riuga sbuffò, possibile che non lo sentisse? Eppure non era presto.
Estrasse la sua copia delle chiavi di casa e dopo averla fatta scattare un paio di volte nella serratura entro nell’appartamento, trovando Ginka addormentato sul divano.
Strano, era sicuro che il primo ad andare a dormire sul divano sarebbe stato lui e invece…
-Ginka…- lo scrollò un po’ per un braccio, il ragazzo aprì gli occhi.
Erano arrossati e contornati da delle leggere occhiaie, se poi ci aggiungiamo il colorito cadaverico e l’espressione da morto di sonno, si capiva che non aveva passato una bella serata.
-Ma che hai?- domandò l’albino preoccupato, inginocchiandosi davanti al compagno, che nel frattempo si era messo seduto.
-Ma niente…- rispose l’altro tentando di alzarsi, soltanto che qualcuno lo afferrò per il polso ricacciandolo sul divano.
Inutile dire che per diversi minuti tutto il mondo girò sotto sopra, almeno nella testa del rosso.
-Ma che fai?- ringhiò massaggiandosi le meningi.
-Tu che fai?- rimbeccò l’albino alzandosi –Non hai dormito!-
Ginka lo guardo, non era una domanda, Riuga l’aveva capito subito che non stava affatto bene. (Tutti lo avrebbero capito, sei messo peggio di uno straccio! ndAutrice)
-E anche se fosse?-
Riuga sospirò –Possibile che ci riduciamo sempre a ringhiarci addosso?-
L’altro non rispose, si limitò soltanto ad abbassare la testa in modo che la frangetta gli coprisse gli occhi.
Un secondo sospiro dell’albino, che gli mise una mano sulla testa in segno d’affetto.
-Hai fame?- domandò dirigendosi in cucina.
-Un po’- rispose il rosso.
-Tu riposati ancora un po’, la colazione…- Riuga non riuscì a finire la frase che le braccia di Ginka gli circondarono le spalle, il rosso appoggiò la testa sulla schiena dell’altro, respirando profondamente.
-Proviamo a non litigare almeno per due giorni di fila?- domandò a mezza voce stringendo ancora più forte le spalle del fidanzato.
Riuga gli afferrò saldamente i polsi, e senza troppa fatica si sciolse dall’abbraccio dell’altro girandosi per guardarlo dritto negli occhi.
-Proviamo- acconsentì e gli scoccò un bacio sulle labbra.
-Ahi…- mugugnò l’altro allontanando velocemente il viso, mentre da un taglietto sul labbro inferiore una gocciolina di sangue premeva per uscire.
-Uff, devi fare per quelle labbra!- sbuffò Riuga seccato, poi ghignò malizioso, così come solo lui sapeva fare –Sono troppo morbide, mi fanno venire voglia di mangiarle!-
-Stupido!- e la risposta di Ginka non tardò ad arrivare, seguita da una sonora risata da parte di Riuga.
Infondo potevano anche provarci a non litigare per due giorni, chissà che non ci riuscissero davvero.
 
 
Angolo dell'autrice:

Olè! Ecco a voi il secondo capitolo! Che ne pensate? Vi è piaciuto? Non sono kawaii quei due alla fine? secondo me se *^*

Riuga: Io ti odio!

Me: Voglio scrivere una FF su Kung Fu Panda!! >.<

Riuga: Cosa? E questo che centra?

Me: Niente ma l'ho visto ieri sera e mi è venuta voglia di scriverne una!

Ginka: Su chi?

Me: Su Tigre e Tai Lung!

Riuga: Aspetta, ma non hanno tentato di uccidersi a vicenda?

Me: Si ma mi sono piaciuti troppo insieme *o*

Riuga: Tu sei matta!

Me: Ma dai, e te ne accorgi adesso? Ti facevo più sveglio!

No a parte gli scherzi, ho davvero voglia di scrivere una FF su Kung Fu Panda!! Comunque fatemi sapere che ne pensate del capitolo, chiedo umilmente perdono sul fatto che è veramente corto Dx
Comunque voglio ringraziare:

1) _Giu_Giu_Dark_
2) artellpinklove
3) sanaekito

Per le splendide recensioni, grazieeee!!

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Capitolo 3
*** Cristalli ***


Gli occhi cerulei di Madoka fissavano insistentemente il calendario come volessero incendiarlo.
Due settimane!
Erano passate due settimane dall’ultima volta che aveva parlato (diciamo urlato và! ndAutrice) con Ginka, e da allora nessuno di loro era più riuscito ad avere contatti col rosso, forse perché era sempre non contattabile, forse perché tutte le volte che andavano a casa sua l’appartamento era casualmente vuoto, o forse molto più probabilmente perché Ginka stesso li stava accuratamente evitando, fatto sta che nessuno aveva più saputo niente di lui da quindici giorni a quella parte.
Yu aveva addirittura ipotizzato ad un rapimento da parte di Ryuga (ho scoperto scriversi con la y  ^^” ndAutrice), ipotesi scartata per carenza di prove.
-Accidenti!- la castana imprecò tra i denti afferrando il telefono e digitando velocemente una serie di numeri.
Aspettò pazientemente finché una voce preregistrata non rispose con un secco: “segreteria telefonica” riattaccò l’apparecchio con tanta foga che per un momento temette di averlo rotto, poi fortunatamente lo schermo si riaccese di arancione dimostrando la grande resistenza di quell’oggetto.
L’aveva già sbattuto contro il muro QUATTRO volte!
Comincio a stringere convulsamente le mani attorno ai bordi della mensola dove aveva riposto il telefono, respirando profondamente.
Perché? Perché fa così?
Lo squillo acuto dell’oggetto sopra indicato la fece sobbalzare, si fiondò sul telefono come un cane randagio si fionderebbe su un pezzo di carne.
-Pronto? Ginka sei tu?- domandò sperando con tutta se stessa che fosse veramente così.
-No, sono Yu-la voce del più piccolo del gruppo le pervase i timpani, un’amara delusione le prese lo stomaco attorcigliandoglielo… sperava veramente che fosse Ginka.
-Oh, Yu ciao come stai?- cercò di non lasciar trasparire l’amarezza che sentiva in bocca nella sua voce, infondo Yu non centrava niente.
-Potrei stare meglio…-in quel momento un urlo molto simile a: -COME PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE?- proruppe dall’altro capo della linea.
Nei diversi minuti di shock che seguirono la castana riconobbe la voce sempre più alta e squillante di Tsubasa, che a quanto pareva stava litigando con qualcuno molto vicino al piccolo Yu.
-Ma… cosa succede?- domandò titubante, come se avesse paura di essere sentita dal loro amico.
-È meglio se vieni qui prima che Tsubasa si macchi del sangue di Ryuga!-
La ragazza sobbalzò –Ryuga? Che centra ora Ryuga?-
-Sbrigati! Siamo davanti al centro commerciale!-
La chiamata fu interrotta bruscamente, non prima però che una poderosa risata risuonasse all’interno del suo padiglione uditivo facendole accapponare la pelle.
Afferrò un cappotto a caso e si fiondò fuori di casa, non curandosi minimamente di chiudere la porta.
Se quello che aveva capito era giusto, e la furia di Tsubasa si stava veramente riversando su Ryuga era molto meglio intervenire prima di un genocidio di massa da parte dell’argenteo.
In quelle rare occasioni in cui il ragazzo dai lunghi capelli bianchi perdeva il controllo era veramente molto consigliato darsela a gambe, ma conoscendo Ryuga sapeva perfettamente che non avrebbe mai dato la soddisfazione a qualcuno di vederlo sconfitto.
L’eccezione alla regola era ovviamente Ginka.
Fortuna che casa sua non era molto distante, così in cinque minuti scarsi era già davanti all’entrata del centro commerciale, dove una lite tra ragazzi che conosceva stava sfociando in una vera e propria rissa.
Tsubasa aveva afferrato il bavero della giacca bianca di Ryuga, e ora lo stava tenendo fermo contro una delle vetrine del centro, mentre l’altro braccio era trattenuto a fatica da Masamune, che tentava in tutti i modi di impedire all’argenteo di picchiarlo a sangue e per finire Yu, aveva afferrato saldamente il cappotto di Tsubasa pronto a tirarlo indietro nel caso avesse voluto lanciarsi addosso al possessore di Meteo L-Drago.
Il tutto contornato dall’espressione divertita e per niente preoccupata di Ryuga stesso.
-Ragazzi!- urlò Madoka sbracciandosi per essere vista, i quattro focalizzarono l’attenzione su di lei per qualche minuto, prima che ognuno tornasse alla sua “mansione”.
-Che sta… Anf… succe… Anf… dendo?- domandò col fiatone, causato della folle corsa.
-Diglielo!- sibilo Tsubasa rivolto a Ryuga, il quale ghignò divertito.
-Dirle cosa?- domandò falsamente ingenuo.
-Non fare il finto tonto!- ringhiò l’altro, chiudendo l’altra mano in un pugno.
-Davvero Tsu-kun io non so di che cosa tu stia parlando!-
L’argenteo s’irrigidì –Non chiamarmi così!- ringhiò e Yu cominciò a tirare i lembi del cappotto verso di se.
-Perché? Non facevi tante storie quando eri un membro di Nebula Oscura- Ryuga ghignò, si vedeva lontano un miglio che ci provava gusto a stuzzicarlo.
-Tsubasa…- Madoka strinse forte la spalla del suo amico, facendo capire con un cenno della testa a Yu e Masamune di lasciarlo andare.
I due si guardarono dubbiosi, ma decisero di fidarsi e titubanti lasciarono la presa.
-Tsubasa ora calmati e dimmi quello che è successo-
Il ragazzo dai capelli argentei lasciò lentamente la giacca di Ryuga fulminandolo con lo sguardo –Ringrazia Madoka che mi ha fermato!- ringhiò a denti stretti.
-Dovevi solo provarci!- ammiccò l’albino incrociando le braccia al petto.
-Ora basta! Qualcuno mi spiega cos’è successo?- domandò la castana squadrando i ragazzi, uno per uno.
Yu e Masamune si guardarono preoccupati –Forse non è stata una buona idea…- mimò con le labbra Masamune.
-Mi sa che hai ragione…- rispose allo stesso modo il piccolo Yu, poco prima di arretrare di diversi passi insieme al compagno.
-Ecco vedi… il fatto è… che…- cominciò titubante il più piccolo per poi bloccarsi, come glielo doveva dire? Se s’infuriava anche Madoka era veramente la fine, e allora cosa doveva dire?
Scambiò un’occhiata spaventata con Masamune, e arretrarono ancora.
-Rgazzi, ma che fate?- domandò la castana a disagio –Così mi spaventate…-
-Beh…-
-Succede che questo… questo… questo… LUI!- urlò Tsubasa puntando l’indice contro Ryuga –Non si fa nessuno scrupolo a giocare con i sentimenti altrui!-
Madoka lo guardò confusa –Tsubasa io non… credo di aver capito- ammise in tutta sincerità dopo un attimo.
-Diglielo!- ordinò Tsubasa rivolto all’albino –Dille cos’è per te Ginka!-
 
 
 
 
 
In un secondo si ritrovò quell’impiccione addosso, non aveva nemmeno fatto in tempo a rispondere che Tsubasa l’aveva afferrato per il bavero della giacca bloccandolo contro il vetro del negozio.
Una reazione che avrebbe sorpreso e intimorito chiunque, ma lui era Ryuga, il possessore dell’invincibile Meteo L-Drago, uno dei più forti blaider del mondo ecc. ecc, e che cavolo! LUI non intimidiva davanti ad un tizio qualsiasi!
Vide Masamune afferrare saldamente il braccio del ragazzo dai capelli argentei, che era stato caricato all’indietro pronto a colpire con un violento pugno l’espressione strafottente e divertita di Ryuga.
-COME PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE?- urlò furibondo Tsubasa, e per poco non gli fracassò i timpani, da quanto era acuta la sua voce.
-Ma che urli?- domandò arricciando la bocca in una smorfia infastidita.
-Rispondi!- ordinò l’altro tentando di liberarsi dalla stretta del moro.
-Tsubasa ora calmati!- disse Masamune aumentando la stretta sul braccio dell’amico –Anch’io gli vorrei spaccare la faccia, ma ora non dargli la soddisfazione di vederti infuriato!-
Ryuga ghignò.
Soddisfazione? Diciamo pure divertimento!
-Soddisfazione?- domandò fissandoli entrambi con una faccia da schiaffi –Di pure divertimento!-
Gli occhi di Tsubasa s’infiammarono, così come quelli di Masamune, e per un momento il castano pensò veramente di lasciare andare l’argenteo e di aiutarlo a massacrare di botte il ragazzo che si trovava davanti.
(S)Fortuna volle che anche Yu afferrasse per il cappotto Tsubasa, cominciando a tirare verso di sé.
-Non è il momento degli istinti omicidi!- affermò serio fissando Masamune con i suoi due occhi verdissimi, l’altro annuì, peccato soltanto che Tsubasa non la pensasse così.
-Dimmi soltanto una cosa?- cominciò l’argenteo senza badare minimante ai compagni e concentrandosi sul suo “avversario” –Come puoi pensare a lui in quel modo?-
-Con delle cose chiamate sinapsi e neuroni- rispose l’albino picchiettando l’indice contro una meninge –Le conosci?-
Gli occhi di Tsubasa divennero poco più di due fessure, mentre Ryuga sorrideva soddisfatto, gli era sempre piaciuto stuzzicare la gente.
-Ragazzi!!- l’urlo di una voce che, purtroppo, conosceva li raggiunse.
Madoka li raggiunse, e con poche parole (vedi sopra) riuscì a convincere l’argenteo a lasciarlo andare.
-Diglielo?- ordinò Tsubasa –Dille che cos’è per te Ginka-
Sogghignò –Ginka? Niente di più di un…-
 
 
 
 
 
 
Sembrava un bambino, anche se aveva diciotto anni non gli dispiaceva affatto staccare la spina e farsi un giro per il centro commerciale anche solo per comprare un leccalecca.
Esattamente come quel giorno, che tranquillamente se ne andava in giro per i negozi con un dolcetto in bocca.
Se ne sarebbe andato dritto al Bey Park se il suo sguardo nocciola non fosse stato attirato dall’insolito gruppetto di persone che sembravano sul punto di menarsi esattamente davanti all’ingresso del centro commerciale.
Quasi gli venne un colpo quando riconobbe i capelli bianchi di Ryuga, in compagnia di Madoka, Masamune, Yu e Tsubasa.
Senza pensarci si precipitò all’uscita, una rissa nel pieno centro di Tokyo non era proprio la cosa migliore in quel momento.
Non l’avesse mai fatto!
-Ginka?- era la voce di Ryuga –Niente di più di un hobby-
Si bloccò, un hobby? Che voleva dire?
-Co-cosa?- Madoka lo guardò sconvolta, sembravano non essersi accorti di lui.
-Esatto, non penserai veramente che perché mi diverta con lui da un paio di mesi provi veramente qualcosa di profondo vero?-
Qualcosa si ruppe.
Sentì chiaramente un rumore simile ad un vetro infranto rimbombargli nella testa, mentre la consapevolezza delle parole di Ryuga gli perforavano il petto come lame taglienti.
Che scemo! Era stato un vero e proprio stupido, per mesi aveva creduto cecamente a quel ragazzo dagli occhi color oro che lo incatenavano tutte le volte, per mesi l’aveva amato senza riserve, e per mesi non si era accorto che lo stava prendendo in giro.
Fece un passo in dietro chiudendo gli occhi, e tremando come un bambino.
Dio come si sentiva stupido! Non aveva capito niente, NIENTE!
Si voltò e corse verso l’uscita secondaria, l’alternativa era schizzargli davanti ad una velocità folle con conseguente rischio di pedinamento.
Certo in fondo avrebbe dovuto aspettarselo, era di Ryuga che si stava parlando, era logico che lui non provasse alcun tipo di sentimento per lui, eppure in tutti quei mesi aveva veramente creduto che fosse cambiato, che tutte quelle parole che gli aveva sussurrato dolcemente la notte avessero un peso, oltre che un bel suono.
-Bastardo!- ringhiò appoggiando i palmi delle mani sulle ginocchia per riprendere fiato –Bastardo! Bastardo! Bastardo!-
Sentì le lacrime pungergli insistentemente gli occhi, ma non avrebbe pianto! Non per uno stronzo come Ryuga.
Non avrebbe versato nemmeno una lacrima per lui!
 
Non sei tu che decidi…
 
Era vero, non era lui a decidere. Non poteva decidere se piangere o meno, non poteva controllare i battiti sempre più lenti del suo cuore, che gli bruciava nel petto e gli procurava un dolore lancinante.
Non era giusto! Non era affatto giusto soffrire in quel modo per un essere come Ryuga! Perché lui doveva soffrire così tanto mentre quel bastardo se la rideva alla grossa?
Perché? Perché? Perché?
Qualcosa di caldo scivolò lentamente sulla sua guancia, lasciandosi dietro una scia di cristalli, immediatamente seguita dalle altre, le lacrime gli solcarono il volto, velando i suoi occhi con un mare di tristezza e rabbia che sul suo viso non era mai stato visto.
Dimenticarlo, ecco cosa doveva fare! L’unico modo per smettere di soffrire era dimenticarlo! Ma l’unico modo per farlo era incatenare il suo cuore in modo che smettesse di battere furiosamente per lui, e domarlo, come un animale selvaggio.
L’unico modo per smettere di soffrire, l’unico modo per dimenticare, l’unico modo per odiare: catene!
Odiare… no, non avrebbe mai potuto odiarlo, semplicemente perché lo amava troppo, poteva dimenticarlo, poteva smettere di soffrire per lui, poteva anche ammazzarlo di botte ma non avrebbe mai potuto odiarlo.
 
Dei cristalli continuano a bagnarti il volto.
Ti cadono sui vestiti,
Lungo la linea del collo,
Insinuandosi nella tua pelle, che al loro contatto diventa ghiacciata.
Stai piangendo! Per lui! Riuscirai ad abbandonarlo? Sarai in grado di andare avanti?
Riuscirai a colmare il vuoto che si è creato attorno a te?
 
Vuoto…
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:

Bene signori! Il capitolo finisce qui perché sono bastarda dentro e voglio farvi soffrre ^__^ allora che ne pensate? Vi piace? Vi fa schifo? Non ve l'aapettavate?
Mi odiate?
Tutti i commenti sono bene accetti! Vi avviso fin da subito che molto probabilmente il prossimo capitolo sarà una song-fic, sulle parole di Evil Angel o Angel of Darkness, devo ancora decidere tra queste due, a parte questo non ho più niente da dirvi, per cui io passerei ai ringraziamenti!

Quindi ringrazio:

1) kisachan
2) sanaeakito
3)_Giu_Giu_Dark_
4) artellpinklove

Grazie a Tuttiiii!!!!
Ora vado prima che qualcuno mi uccida!
Ciao! Ciao!

P.P. Mi scuso per il ritardo!

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Capitolo 4
*** Pace relativa ***


Flashback

 
Ginka entrò nell’appartamento senza tante cerimonie.
Sapeva che li avrebbe trovati tutti lì, in quel periodo si radunavano molto spesso a casa di Madoka, e conoscendola sapeva perfettamente che se era in casa la porta sicuramente non era chiusa.
Quindi non si sorprese minimamente quando li trovò tutti in soggiorno a parlare, seduti attorno al tavolino in legno basso con una tazza di tè davanti a ciascuno.
Le espressioni dei suoi amici invece erano l’esatto contrario, oltre che sorpresa si notava facilmente il bagliore preoccupato che lampeggiava in quattro paia di occhi, l’unico che sembrava solamente sorpreso era Kyoya.
Ma lui era il caso a parte, visto che era l’unico che non c’entrava veramente nulla in tutta quella storia.
-Visto che grazie al vostro intervento io e Ryuga abbiamo chiuso prima del previsto, ora mi aspetto un minimo di discrezione da parte vostra!- esclamò puntando i grandi occhi color nocciola in quelli cerulei di Madoka.
La castana li spalancò a sua volta –Ma…Ma tu…?-
-Ero dietro Ryuga quando ha detto che per lui sono solo un hobby-
-Cosa?- Kyoya era confuso, si vedeva lontano un miglio, le pupille blu marine saettavano da uno all’altro dei suoi amici, anche se nessuno di loro sembrava avere intenzione di spiegargli la situazione.
Alla fine fu Yu a rompere il silenzio che aveva seguito quella breve domanda, rivivendo velocemente quello che successe un paio di giorni prima, finito resoconto l’unica cosa che uscì dalle labbra di Kyoya fu un leggero –Ah-
Passarono diversi minuti così, senza che nessuno fiatasse, la verità era che si sentivano in colpa, infondo era successo tutto a causa loro e della loro testardaggine…
-Oh, piantatela!- sbottò Ginka irritato –Se dovevate sentirvi in colpa tanto valeva non immischiarsi no?-
Se ne andò, così com’era venuto.
Senza aspettare ulteriormente uscì da quell’appartamento ancora più seccato di prima, a dirla tutta sperava che qualcuno di loro avesse avuto almeno il buon gusto di scusarsi per tutto il polverone che avevano tirato su, e invece niente…niente, assolutamente niente, non una parola, un sospiro, un grugnito, a quel punto gli sarebbe andato bene pure incrociare lo sguardo con qualcuno, ma l’unico che sembrava non avere paura di fissarlo dritto negli occhi era Kyoya.
 

Flashback

 
 
Aggrottò le sopracciglia, contro chi aveva sbattuto?
Ah… ecco chi! Due grandi iridi color oceano lo fissavano seccate, e il canino troppo lungo spuntava leggermente dal labbro superiore.
-Guarda dove vai!- esclamò seccato Kyoya guardandolo dall’alto in basso.
-Hai ragione scusa- rispose Ginka.
Tentò di fare retromarcia e di andarsene, in quel momento nona aveva voglia di parlare con nessuno, tanto meno con Kyoya, eppure nell’istante esatto in cui fece un passo indietro il possessore di Leone lo bloccò per le spalle.
Ginka sbuffò irritato: ma perché tutte le volte che tentava di andarsene c’era sempre qualcuno pronto a fermarlo?
-Cosa c’è?- domandò seccato scoccando un’occhiataccia al ragazzo che aveva davanti.
Quello sorrise mostrando il canino arcuato –Da quant’è che non combatti?-
Il rosso aggrottò le sopracciglia, non capendo bene il senso della frase, poi una lampadina gli si accese nella testa –Oh… da quasi sette mesi- rispose fissando lo sguardo sul marciapiede alla sua destra evidentemente trovandolo improvvisamente interessante.
-Dov’é?- domandò il verde serio.
-Chi?-
-Pegasus!-
-A casa mia perché?-
 
Isola della Nebbia.
-Adesso… ti degni… di spiegarmi cosa…?- Ginka si appoggiò alla prima roccia che trovò in un disperato tentativo di restituire ossigeno ai polmoni gridanti vendetta –Sei matto!- concluse alla fine scuotendo la testa, e ne era assolutamente certo: Kyoya Tategami era un matto scatenato!
-Esagerato per una corsetta!- rispose il matto sopracitato con una scrollata di spalle, guadagnandosi un occhiata truce da Ginka.
-Corsetta?- sussurrò il rosso –Ti sembra una corsetta fare mezza Tokyo in dieci minuti, per prendere Pegasus e il traghetto per questa dannata isola? Per non contare l’ultima “corsetta” che mi hai fatto fare per arrivare fino a questa spiaggia!!-
Il “Leone” non gli diede retta, scrutando con lo sguardo la spiaggia completamente immersa nella nebbia.
-Si è perfetta-
-Cosa?-
-L’isola- rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo –Non hai ancora capito?-
Il possessore di Pegasus alzò un sopracciglio, poco convinto, poi le iridi nocciola si posarono sulla trottola blu che stringeva nel palmo della mano da un buon quarto d’ora.
-Oh…- fu l’unica cosa che uscì dalle sue labbra, ci era arrivato, alla fine.
-E allora cosa aspetti?- domandò Kyoya spazientito –Vuoi metterti in posizione o devo mandarti un invito scritto?-
In pochi secondi Kyoya afferrò bey e lanciatore, portando le braccia davanti a se, pronto a lanciare da un momento all’altro.
-Come mai vuoi combattere?- domandò Ginka piegando la testa di lato –Insomma perché proprio adesso?-
L’altro sbuffò roteando gli occhi al cielo –Cosa c’è di meglio? Una bella sfida a beyblade è quello che ci vuole per scacciare i brutti ricordi-
Il rosso sorrise –Va bene, mi hai convinto!-
I due si fronteggiarono per alcuni secondi poi…
-TRE…DUE…UNO! PRONTI? LANCIO!-
I due bey, a differenza di tutte le loro sfide precedenti, si fermarono l’uno davanti all’altro, in attesa dell’ordine dei rispettivi blaider.
-Che fai non attacchi?- domandò sorpreso Ginka.
Kyoya sorrise –Al contrario, vai Rock Leone!- il bey verde partì all’attacco, caricando Galaxy Pegasus, con una velocità e una potenza che ben pochi altri bey vantavano di possedere.
Peccato soltanto che Pegasus fosse uno di quei pochi, quindi, nonostante la potenza sprigionata, l’attacco di Leone non riuscì a fermare la rotazione del bey azzurro.
-Dai vieni!- urlò il verde cominciando a correre lungo la spiaggia seguito a ruota da Rock Leone.
-No, non di nuovo!- sospirò Ginka memore della corsa appena conclusa, eppure si ritrovò di nuovo a seguire quell’esaltato.
Alla fine si ritrovarono a correre per tutta l’isola, mentre i loro beyblade ingaggiavano continui scontri frontali, che la maggior parte delle volte generavano esplosioni di dimensioni più che considerevoli.
Si fermarono in una radura nel folto della foresta.
Era uno spiazzo abbastanza ampio, che permetteva sia a Pegasus che a Leone di acquistare velocità e sprigionare tutta la loro potenza.
-La finiamo qui?- domandò Ginka, aveva il fiatone, e i vestiti erano strappati in più punti, eppure sorrideva, per la prima volta dopo un mese intero di tristezza e solitudine finalmente era riuscito a sorridere di nuovo.
E tutto questo grazie a Kyoya, Leone e Pegasus.
In quei lunghi mesi non si era nemmeno reso conto di quanto gli fosse mancato prendere in mano il suo bey e lanciarlo alla massima potenza contro un avversario come Kyoya.
Aveva ragione! Kyoya aveva assolutamente ragione: non c’era niente di meglio di una bella sfida a beyblade per scacciare i brutti pensieri!
-Sono d’accordo!- rispose il possessore di Leone, versava nelle stesse condizioni del suo avversario, e un sorriso soddisfatto gli solcava il volto.
-Vai Leone! VERO LEONE MURO INSORMONTABILE!-
-Coraggio Pegasus! ATTACCO POTENZA DELLE STELLE!-
Un’immensa tromba d’aria attraversata da potenti scosse elettriche, s’innalzò dal bey verde, mentre il bey azzurro schizzò in aria, ricoprendosi immediatamente di un’aurea bianca, splendente come una stella cadente.
Il cavallo alato e il leone si scontrarono, la potenza del tornado, contro la potenza delle stelle, e un cratere delle stesse dimensioni di quelle causate da un meteorite, occupò lo spazio della radura.
 
 
 
 
 
-Ti ho trovato!-
-Uh? Mi cercavi?-
Si soppesarono per diversi minuti, senza che nessuno dei due proferisse parola, gli occhi di uno fissi in quelli dell’altro, immobili.
-Perché l’hai detto?- domandò il ragazzo dagli occhi color mare rompendo il silenzio.
-Cosa?- il suo interlocutore sembrava scocciato.
-Perché hai usato la parola: hobby?-
Ryuga sbuffò –Ancora con quella storia?-
-Si ancora quella storia!- Kyoya incrociò le braccia al petto –Ti conosco troppo bene e so che…-
-E da quando mi conosci?-
Il leone lo guardò stizzito, poi con un vago gesto della mano concluse la questione –Stavo dicendo, che per quanto tu possa esse cattivo, sadico, pazzo e incredibilmente stronzo, non saresti mai stato con una persona così al lungo, a meno che non t’interessasse veramente-
Ryuga alzò un sopracciglio –E con questo dove vuoi andare a parare?-
-Che lui in realtà ti manca!-
Ryuga scoppiò a ridere –Stai scherzando spero-
-Affatto!- lo sguardo di Kyoya s’indurì di colpo –Era chiaro come il sole che lui t’interessava davvero, ma tu, troppo orgoglioso per ammetterlo hai preferito mentire. Mi sbaglio forse?-
Ryuga non rispose, si limitò a fissarlo impassibile –Che differenza fa?- domandò alla fine sospirando –È stato abbastanza chiaro anche lui no?-
-Chiaro? Ma chi? Ginka?- il possessore di Leone alzò un sopracciglio –Credimi si sta ancora rodendo l’anima!-
-E allora cosa dovrei fare?-
Fermi tutti sto veramente dando retta a quella sotto specie di felino?!?
-Perché non provi con la parola scusa? E non farmi quella faccia! L’alternativa è farla finita davvero!-
 
 
 
 
 
Tock, tock, toc…
Tock, tock, tock, tock…
Insistente e fastidioso
A questo pensò il possessore di Galaxy Pegasus, quando un qualcuno di non bene identificato cominciò a bussare ripetutamente contro la porta.
-Arrivo!- urlò dalla cucina, a metà tra l’esasperato e lo sfinito.
Era veramente stanco, sia per la sfida con Kyoya di poche ore prima, sia per il mese infernale appena concluso.
Dopo la rottura con lui aveva sentito andare tutto in pezzi, pezzi che non era ancora riuscito ad aggiustare.
Certo, aveva salvato l’amicizia con Kyoya, aveva ripreso le sue attività di blaider anche se solo da un paio d’ore, e la buona volontà per rimettere insieme tutti i frammenti della sua vita c’era, eppure si stava ancora chiedendo come avesse fatto ad andare avanti per un mese senza collassare.
Arrivò alla porta con grandi falcate, di norma avrebbe posto la fatidica domanda: -Chi è?-, e di conseguenza non avrebbe sicuramente aperto, ma per qualche strana ragione, il fato volle che proprio quel giorno, la mano del giapponese si posasse sicura sulla maniglia abbassandola di scatto.
Scartò a priori l’idea che fosse qualcuno dei suoi amici, infondo da quando era successo il tutto si erano visti si e no due volte, entrambe con una fine non molto lieta, e per qualche strana ragione nemmeno l’idea che fosse Kyoya il misterioso visitatore, non aleggiò nella sua mentre per più di cinque secondi.
Ma non pensò mai, nemmeno per una volta a lui.
Quindi quando i suoi occhi incontrarono quelle due iridi d’orate, gli ci vollero diversi secondi per associarle ad un nome, e quando finalmente quel nome fece capolino, beffardo, dentro la sua testa, tentò di chiudere di scatto la porta, inutile dire che il “drago” al di là dello sbarramento di legno l’afferrò a sua volta tirandola verso di sé.
 
-VAFFANCULO RYUGA!-
 
Ecco, era quello che gli aveva urlato il giorno stesso in cui aveva scoperto la verità su di lui.
Esitò per un momento, mentre il ricordo di quel giorno ritornava a opprimerlo come aveva fatto nei giorni precedenti.
Ryga ne approfittò, quando sentì la presa di Ginka affievolirsi un po’, spalancò la porta senza troppe cerimonie, facendola sbattere violentemente contro il muro, il rosso passò lo sguardo da lui alla porta, senza emettere un suono per pochi secondi, poi scoppiò.
-Ma ti sembra il caso? POTEVI SCARDINARLA!- dettò questo la afferrò nuovamente intenzionato a sbatterla in faccia al ragazzo che aveva di fronte.
Ryuga lo bloccò tempestivamente, afferrandolo per un polso e tirandolo verso di se, poi gli circondò la vita con un braccio muscolo, guardandolo dall’alto in basso.
Non era affatto difficile, visto che lo superava in altezza di un buon venti centimetri.
L’altro ringhiò qualcosa, il tono troppo basso non permise al possessore di L-Drago di capire cosa, eppure avrebbe scommesso tutto quello che possedeva che il ragazzo dai capelli rossi lo avesse appena mandato all’inferno.
-Dobbiamo parlare!- cominciò calmo, stringendo ancora più forte il polso dell’altro, ora che l’aveva preso non voleva rischiare di lasciarselo sfuggire di nuovo.
-Io non ho niente da dirti!- ringhiò Ginka in risposta, non aveva ancora deciso se tirargli un pugno con il braccio libero, o aspettare che l’albino lo lasciasse di sua spontanea volontà.
-Allora mi ascolterai!-
-Non credo proprio!- rimase sorpreso dalla sfacciataggine dell’Imperatore dei Draghi –Dimmi, un po’, chi ti credi di essere per…-
Spalancò gli occhi, certo baciare una persona per zittirla era una cosa assolutamente normale, vero? (-.- ndTutti) (Che c’è? Non stava zitto! ndRyuga) (E dirgli di stare zitto no? ndAutrice)
E questa volta nessuno gli impedì di tirare un discreto pugno sulla nuca dell’albino.
-Ahia!- si lamentò quello guardandolo stupito, mentre Ginka ancora con il pugno alzato sosteneva il suo sguardo senza alcun problema.
-Oh piantala!- sbuffò il rosso –Non ti ho fatto niente!-
-Certo-
Ginka sobbalzò, le lunghe dita di Ryuga cominciarono a stuzzicargli i fianchi, nel punto in cui il rosso soffriva di più il solletico, e questo Ryuga lo sapeva bene.
-No dai il solletico non vale!- cercò di allontanarsi il più possibile dal torace del ragazzo, peccato soltanto che avesse a malapena la forza di reggersi in piedi, figuriamoci contrastare la forza di uno come Ryuga.
-Mi dispiace-
Stop.
Se possibile la mascella di Ginka si sfracassò al suolo con il rumore di un vaso infranto.
-Scu-scusa come?- domandò esterrefatto sicuro di aver capito male.
-Ascoltami bene, perché non lo ripeterò una seconda volta!- fece un respiro profondo, molto, molto profondo, nel frattempo il rosso aveva le sopracciglia così inarcate da scomparire sotto la frangetta.
-Mi dispiace ok? Sono stato un bastardo!-
Ah… beh almeno l’aveva capito –Non credo di aver capito…- rispose Ginka abbastanza shockato.
L’albino sbuffò –Non è vero che sei un hobby, era solo una bugia dettata dal mio maledetto orgoglio… hai capito adesso?-
Ginka annuì, dire che era ammutolito sarebbe stato l’eufemismo dell’anno.
Tentò di fare il punto della situazione: allora Ryuga era lì, davanti a lui e gli aveva appena chiesto scusa, cioè il grande e crudele Ryuga, l’Imperatore dei Draghi, il possessore del temuto L-Drago ecc. ecc. gli aveva appena chiesto scusa?
-Ora ho visto tutto!- esclamò a mezza voce il rosso, con gli occhi spalancati per la sorpresa –Ehm… Ryuga io non…- si bloccò, cosa doveva dire?
Sapeva benissimo che anche soltanto il pronunciare la parola scusa richiedeva uno sforzo notevole da parte dell’albino, eppure non se la sentiva di fidarsi di nuovo di lui, non dopo quello che era successo.
Respirò profondamente e chiuse gli occhi –Hai una settimana!-
-Cosa?- Ryuga lo guardò confuso.
Ginka aprì di scatto le iridi color nocciola, fondendole con quelle d’orate di Ryuga –Hai una settimana!- ripeté –Fammi capire che non mi stai mentendo, altrimenti addio!-
Ed ecco che ci ricascava… ancora!
 
 
 
Angolo dell’autrice:
 
*si getta in ginocchio*
Scusatemiiiiiiiiiiiii!! Oddio non sapete cos’è stato scrivere questo capitolo, che tra parentesi è pure brutto! (ç_ç) lo so che sono passati quasi due mesi dall’ultima volta che ho aggiornato, e non voglio tirare fuori scuse campate per aria, quindi siete liberissimi di odiarmi con tutto il vostro cuore.
Beh comunque non credo che ci sia molto da dire, teoricamente il capitolo quattro doveva essere una sond-fic, oltre che una specie di capitolo intermedio, e quello in cui quei due facevano una pace relativa sarebbe dovuto essere il prossimo, però stava venendo una tale lagna, che a metà capitolo ho cancellato tutto e l’ho riscritto da capo, aggiungendoci pure una battagli a beyblade.
 
Kyoya: A proposito chi ha vinto?
 
Me: Ehm… guarda il risultato lo lasciamo sospeso neh!
 
Kyoya: Perché?
 
Me: Perché molto sinceramente non ne ho idea! Comunque grazie per avermi fatto da cupido xD
 
Kyoya: Prego… -.-
 
Ora passo ai ringraziamenti veri:
 
  • tomboy
  • sanaeakito
  • kisachan
  • _Giu_Giu_Dark_
  • Artellpinklove
 
Spero di non avervi deluso con questo capitolo, e che vi possa essere piaciuto, ma soprattutto vi chiedo infinitamente scusa per il ritardo nel postare, scusatemi veramente!

Adesso vi lascio, ciao a tutti!

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Capitolo 5
*** Alcool ***


Ecco.
Ecco, ci mancava soltanto l’alcool per concludere in bellezza quella maledetta serata.
Quando aveva proposto una serata in compagnia, e dopo averci trascinato di peso Kyoya, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi dentro una stramaledettissima discoteca.
E lui odiava le discoteche, per la musica troppo forte forse, o forse per il continuo stuolo di ragazzine che casualmente cadevano tra le braccia del SUO Ryuga, ma molto probabilmente la causa era la prima.
Anzi sicuramente lo era! (Ceeeeerto! ndTutti) (>///< ndGinka)
-Come ci siamo finiti qui?- ringhiò serrando le dita attorno al terzo bicchiere colmo di Martini, mentre la causa secondaria della sua rabbia sorreggeva sorridente una ragazza con scarse capacità d’equilibrio.
-Vacci piano Ginka- disse Tsubasa alludendo al drink –È già il terzo!-
-Certo- e si portò distrattamente il bicchiere alla bocca, buttandone giù il contenuto in poche sorsate.
L’argenteo sospirò, rivolgendo la sua attenzione alla ragazza mora che gli sedeva accanto.
Madoka era incredibilmente bella quella sera, con un bel tubino nero, lungo fino a metà coscia, e delle scarpe in tinta con un accenno di tacco.
La mora sorrise di rimando, mostrando uno di quei sorrisi mozzafiato che sempre più spesso -e di questo due persone in particolare se ne erano accorte- lo pietrificavano sul posto, lasciandolo incapace di distoglie le sue iridi color ambra da quelle cerulee di Madoka.
E per la prima volta dall’inizio della serata in discoteca, un paio di iridi nocciola si posarono su un qualcosa che non fosse un altro paio di occhi color oro sormontati da una zazzera di capelli bianchi spettinati.
-Che mi sono perso?- da quella semplice domanda scaturirono diverse reazioni: Ginka serrò le mascelle trattenendo un ringhio, Tsubasa troncò riluttante il contatto visivo con quel sorriso, e Madoka quasi si slogò il collo alla velocità con cui si girò per dare le spalle al possessore della voce.
-Oh sei tornato!- esclamò Ginka fintamente sorpreso –E la tua amica ha smesso di cadere per terra?-
Ryuga alzò un sopracciglio confuso –Amica? Ma che hai?-
-Io? Niente- e qui il possessore di Galaxy Pegasus girò le spalle al suo ragazzo ordinando un ennesimo drink iper alcolico.
-Aspetta un attimo…- il sorriso sadico di Ryuga non lasciava presagire nulla di buono –Non è che sei geloso?-
Qui vi lascio immaginare la reazione seguente, con un Ginka furente, uno Tsubasa decisamente scocciato e una Madoka che… beh lei tentava in tutti i modi passare inosservata, visto i brividi di terrore che le scendevano lungo la schiena tutte le volte che si trovava nella stessa stanza con Ryuga.
Non che non avesse capito che era cambiato, e che voleva veramente provarci con il suo “Ragazzo in Prova” però i suoi occhi cattivi e il continuo ghigno sadico perennemente stampato in faccia le metteva decisamente i brividi.
-Io? GELOSO?- Ginka strinse convulsamente le mani attorno al collo del bicchiere –Ma quando mai?- concluse poi esibendo il miglior sorriso falso del suo repertorio.
Ryuga gli circondò le spalle con un braccio –Su via, lo sai che le altre femmine non le guardo nemmeno!-
-Ahahah spiritoso- sputò il rosso prima di buttare giù in un sorso un liquido trasparente molto simile all’acqua.
-Hei ragazzo vacci piano!- si voltarono e il voto del barista scivolò nel loro campo visivo, non era un uomo vecchio, anzi a dire la verità avrà avuto si e no trent’anni, con una zazzera disordinata di capelli biondi e un paio di ridenti occhi color viola malva.
Ginka alzò un sopracciglio.
-Ti sei scolato tre martini e un bicchiere di vodka, a meno che tu non sia già un bevitore accanito ti consiglio di fermarti qui per questa sera-
-Ah quindi questa era vodka?- domandò il rosso sorpreso –Strano credevo di non reggere bene l’alcool-
-Ho un’idea!- esclamò d’un tratto Ryuga –Facciamo una scommessa?-
Gli occhi di Ginka divennero poco più di due fessure –L’ultima volta che ho scommesso con te mi sono ritrovato incastrato in una relazione non proprio stabile, ricordi?-
-Non avrai paura vero?-
Tsubasa si schiaffò una mano in faccia e Madoka sospirò pesantemente.
-Che genere di scommessa?-
Appunto… mai insinuare che il possessore di Galaxy Pegasus fosse un codardo.
Ryuga sorrise –Vediamo quanta Vodka riesci a mandare giù prima di ubriacarti, se superi le due bottiglie vinci, se cedi prima vinco io!-
-E la posta?- domandò sospettoso.
-Beh se vinco io tu ammetterai di essere geloso- si fermò e ghignò vistosamente dopo l’occhiataccia truce del fidanzato –Se invece vinci tu farò quello che vorrai per un giorno intero-
-Ginka forse non è una…-
-Accetto!-
E Tsubasa per la seconda volta si schiaffò una mano in faccia.
-Dove sono Kyoya e Masamune?- domandò Rivolto alla moretta.
-Credo di aver visto Kyoya in compagnia di un paio di ragazze- rispose pensierosa Madoka –Masamune l’ho perso di vista nell’esatto momento in cui siamo entrati qui dentro-
-Però solo ad una condizione!- esclamò convinto Ginka, facendo volgere gli sguardi rispettivamente azzurro e ambrato dei loro compagni.
-Cioè?-
-Berrai anche tu! Vediamo chi regge meglio le due bottiglie!-
Ryuga sorrise, forse è meglio dire che ghignò, però ormai non fa altro che ghignare –D’accordo, ma lo fai a tuo rischio e pericolo! Barista, lascia pure qui due bottiglie di vodka!-
L’uomo sospirò –Lo vedo male quel ragazzino!-
Posò le bottiglie e se ne andò, infondo lui ci aveva provato ad avvertire quel rosso, se aveva deciso di non ascoltarlo erano solo affari suoi.
-Allora sei pronto?- domandò Ryuga.
-Certo!-
I due bicchieri vennero riempiti fino all’orlo, poi entrambi cominciarono a trangugiarne il contenuto come se non ci fosse un domani.
Dopo cinque bicchieri, e qui possiamo capire la loro l’incredibile resistenza all’alcool, erano ancora perfettamente lucidi.
Al numero dieci gli occhi di Ginka erano appannati da una leggera nebbiolina, ai ¾ della bottiglia aveva una certa voglia di ridere, alla fine aveva completamente perso la cognizione di tempo e spazio.
-Direi che ho vinto!- esclamò con un so… va bene con un ghigno Ryuga.
Ginka non rispose, semplicemente appoggiò la testa sul bancone e chiuse gli occhi, la luce gli dava un po’ fastidio.
-Posso averne ancora?- domandò dopo un paio di minuti passati in silenzio, indicando il bicchiere vuoto.
-Credo che per oggi tu abbia bevuto abbastanza!- Tsubasa intervenne rapidamente, spostando il bicchiere fuori dalle mire masochiste dell’amico –È meglio se ti accompagno a casa!-
-Posso accompagnarlo io a casa!- esclamò serio Ryuga.
-Certo! Chissà dove lo porti se lo lasciamo a te!-
-Che vuoi dire?-
-A casa mi accompagna Ryuu-Chan!- e la voce squillante di Ginka, che ormai era completamente partito per Dio solo sa dove, s’intromise nella conversazione.
-Ryuu-Chan?- il volto dell’albino divenne di un forte blu cobalto, incredibile come fosse degradante sentirsi chiamare in quel modo.
Tsubasa scoppiò a ridere, senza ritegno, guadagnandosi un’occhiata a dir poco cattiva/truce/assassina, dalla sua controparte, la quale però optato per il quieto vivere decise di lasciare correre.
Al contrario prese il suo ragazzo sotto braccio e senza dire una parola uscì dal locale, lasciandosi alle spalle uno Tsubasa rosso per le risate –perché siamo sinceri Ryuu-Chan fa ridere!- e una Madoka rossa per le non risate, diciamo pure che si stava trattenendo a stento dallo scoppiare anche lei.
-Sappi che questo Ryuu-Chan te lo farò pagare!- sussurrò l’albino appena furono all’aria fresca.
L’altro lo guardò piegando la testa di lato –Perché? Non ti piace?-
-Affatto! È degradante!-
Ryuga guardò il suo ragazzo, gli occhi da cerbiatto nocciola appannati dall’alcool, e alcuni ciuffetti di frangetta che erano scappati dalla fascia azzurra.
Istintivamente sorrise (no non ghignò, questa volta sorrise veramente! ndAutrice) in qualunque modo provasse a guardarlo, quel diciottenne dai capelli rossi e dagli occhi da cerbiatto era carino in qualunque situazione, anche da ubriaco.
-Dove stiamo andando?- domandò d’un tratto Ginka, dopo aver camminato in silenzio, e un po’ barcollante per un po’.
-A casa mia- rispose l’albino, anche se in quelle condizioni avrebbe potuto portarlo in qualunque luogo senza incontrare la benché minima resistenza.
-Ah-
Camminarono in silenzio fino all’abitazione di Ryuga, più che altro Ginka ci si lasciò letteralmente trascinare, ma alla fine riuscirono a varcare l’uscio di casa ancora indenni.
-Non mi sento troppo bene!- esclamò il rosso appoggiandosi allo stipite della porta.
-Ti prego se devo vomitare, fallo in bagno-
Ginka annuì, peccato soltanto che non dovesse proprio vomitare, soltanto aveva un forte mal di testa, una forte voglia di ridere senza alcuna ragione e una fortissima voglia di esternare i suoi sentimenti al suo ragazzo.
Quindi in preda alla sbornia si aggrappò al collo dell’albino e si abbandonò con tutto il peso sulle sue spalle, tanto che quest’ultimo fu costretto ad afferrarlo per la vita per evitare di cadere.
-Ma che combini?- domandò.
-Ti amo Ryuu-Chan-
Per la seconda volta Ryuu-Chan sorrise.
Forse era meglio metterlo a letto, stava decisamente delirando.
 
 
 
 
--Hei dove sono Ginka e Ryuga?- domandò Kyoya.
-Sono andati via, Ginka ha bevuto un po’ troppo!- rispose Madoka con un sorriso un po’ troppo tirato.
Il verde alzò un sopracciglio, Ginka e bere non stavano assolutamente bene nella stessa frase.
-Piuttosto sai dov’è Masamune?- domandò Tsubasa cercando con lo sguardo l’inconfondibile ciuffetto rosso del loro amico.
-Mi dispiace ma non ne ho idea- rispose il Leone con un’alzata di spalle –Sarà da qualche parte a cercare un blaider!-
Madoka sorrise –Andiamo non è poi così fissato!-
Kyoya le rispose con uno sguardo molto eloquente –Madoka siamo tutti dei fissati, l’unica eccezione sono Ginka e Ryuga, ma loro è soltanto perché sono più impegnati in altro-
Madoka ci pensò diversi secondi, prima di diventare colo bordeaux e uscire dalla discoteca con un urlo molto simile a: -KYOYA NO BAKAAAAAA!!!-
-E pensare che stavo scherzando…- esclamò il verde con una gocciolina in stile manga dietro la nuca.
Tsubasa al contrario sorrise, era un sorriso piuttosto ebete a dire la verità, ma in ogni caso era pur sempre un sorriso, rivolto a quella ragazza incredibile che era appena corsa fuori dal locale imbarazzata come pochi.
-Dì un po’…- Kyoya si appoggiò al bancone con i gomiti –Da quand’è che ti piace Madoka?-
E Tsubasa quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
-Ma che stai dicendo?- domandò rosso quasi quanto a sua amica.
-Tsubasa è chiaro come il sole, se ancora lo neghi siamo messi bene!- rispose disinteressato il verde.
-Non è affatto come credi!-
-Se lo dici tu…-
Ci furono diversi minuti di silenzio, poi Tsubasa si decise a parlare –Comunque perché tutto questo interessamento?-
-Non mi fraintendere!- Kyoya si affrettò a troncare in principio ogni deduzione sbagliata –Non m’interessa se ti piace oppure no, ma sono sicuro che se anche lei prova le stesse cose alla fine correrà a confidarsi con Ginka, che poi ne parlerà sicuramente con me, in pratica non voglio che la cosa mi si ritorca contro-
-E come mai Ginka dovrebbe venire a parlarne proprio con te?- domandò l’argenteo alzando un sopracciglio.
Kyoya liquidò la domanda con un gesto seccato della mano –È una storia lunga!-
-E io ho molto tempo-
-Ma io non ho voglia di raccontartela!-
Di nuovo silenzio.
-Comunque Madoka non prova assolutamente niente per me!- e di nuovo il tono convinto di Tsubasa lo ruppe.
Kyoya sogghignò divertito –È qui che ti sbagli! Lei è soltanto più brava di te a dissimulare le sue emozioni!-
 
 
 
 
Aprì un occhio. Troppa luce. Lo richiuse.
Tentò di ricordarsi cosa fosse successo la sera prima ma il mal di testa lancinante non era di grande aiuto.
Poi si accorse che c’era decisamente qualcosa di sbagliato in quel luogo, primo nella sua camera non c’era mai così tanta luce di primo mattino, secondo… da quand’è che il suo cuscino era così duro?
Più che un cuscino sembrava una tavola di legno.
Poi si accorse che c’era qualcosa che sbatteva a ritmo regolare contro la tavola di legno, e fu allora che comprese che quello sul quale era appoggiato non era il suo adorato cuscino.
Tentò di girarsi a pancia in su, ma un po’ per il post sbornia, un po’ per il fatto che qualcosa lo tenesse bloccato non si spostò di un millimetro.
Ora aveva due possibilità, la prima era aprire gli occhi e scoprire su chi era coricato, perché era letteralmente coricato sul corpo di qualcuno oppure poteva riaddormentarsi, fare finta di niente e aspettare che quel qualcuno si svegliasse.
Però visto che ormai era sveglio e che non si sarebbe di certo riaddormentato a causa del mal di testa non aveva senso aspettare che quella persona si svegliasse no?
Quindi li aprì di scatto, sforzandosi di non richiuderli immediatamente dopo, dannazione c’era veramente troppa luce! Ma chi era che aveva la camera così luminosa già di mattina presto?
Alzò lo sguardo, e quasi gli venne un infarto.
Oh beh, infondo avrebbe dovuto immaginarselo, chi altri avrebbe potuto abbracciarlo in quel modo se non Ryuga?
La cosa strana era che aveva una presa ferrea anche da addormentato.
-Accidenti!- sussurrò chiudendo un occhio invaso dalle lacrime –Cosa diavolo…?-
Si bloccò, almeno doveva fare il punto della situazione prima di pensare a come comportarsi.
Allora, la sera prima aveva scommesso con Ryuga, ok fin qui niente di troppo strano, si era ubriacato dopo una bottiglia di vodka, e aveva perso la scommessa, aveva seguito il suo ragazzo fino a casa sua senza opporre la minima resistenza, lo aveva seguito a letto come fosse un cagnolino e gli aveva praticamente urlato…
 
… … ……….
…………
 
-Ti amo Ryuu-Chan??- boccheggiò per diversi secondi, passando da un bianco cadaverico, a un rosso pomodoro per poi ritornare sulla tonalità del bianco porcellana.
Non aveva veramente pronunciato quella frase, vero?
Girò la testa giusto quel che bastava per guardare le mani del fidanzato incrociate attorno alla sua vita, poteva sempre cercare di sciogliere quell’abbraccio e poi darsela a gambe.
Si ce la poteva fare di certo, bastava soltanto afferrare molto delicatamente una delle due mani e spostarla il resto poi veniva da se, gli avrebbe scritto un biglietto dicendogli che per almeno un mese non si sarebbe più fatto vedere e poi… poi… beh per il resto ci avrebbe pensato in seguito.
Fissò un momento il viso di Ryuga, almeno voleva essere sicuro che fosse addormentato, prima di attuare il piano “Fuggi finché le circostanze te lo permettono!”
Afferrò molto delicatamente la mano del suo compagno, e sempre molto delicatamente l’alzò.
Ecco l’unica pecca del suo piano era l’incredibile sadismo dell’albino, insomma non poteva credere veramente di riuscire a scappare dalle grinfie di Ryuga con un’idea tirata fuori da chissà dove e in poco tempo.
-Vai da qualche parte?-
Le dita di Ryuga si serrarono attorno alla sua vita, ora sarebbe stato incredibilmente carino se il cosmo non lo avesse odiato così tanto da rifilargli un fidanzato con un sonno molto più che leggero!
Ma infondo che aveva fatto di male? Aveva pure salvato la terra più di una volta no? Perché per una volta la fortuna non poteva essere dalla sua parte?
-Ripeto: Vai da qualche parte?-
-C-chi i-io?- balbettò più per la sbornia che per la vergogna –N-no-
-Ah no?-
Ginka scosse il capo convinto –T-ti ho svegliato?-
-No, ero sveglio dal: Ti amo Ryuu-Chan- rispose l’albino sogghignando.
-Maledetto sadico!-
Ryuga si lasciò andare ad una poderosa risata –Ehi sapevi con ti stavi mettendo quando hai accettato questa relazione!-
-Ma vai al diav… volo!-
-Lo sai non sei credibile con i sintomi del post sbornia- gli mise una mano dietro la nuca, poi gli spinse la testa fino all’incavo tra il collo e la spalla, incastrandocela in mezzo.
-R-Ryuga l-lasciami!- protestò debolmente il rosso.
-Mmmmh no!- e qui Ryuga sorrise placido.
-D-devo vomitare!-
Certo che la vodka aveva un tempismo perfetto in quei casi!
Ginka corse in bagno non appena la presa ferrea dell’altro si sciolse, fortuna che non era lontano.
Ryuga preso un po’ in contro piede dalla velocità del compagno alla fine lo raggiunse in bagno, dove il possessore di Pegasus era intento a riversare tutto l’alcool trangugiato la sera prima, in una parola: Terribile.
-Ti senti meglio?- domandò l’albino quando i conati s’interruppero, lasciando un Ginka decisamente scombussolato appoggiato alla parete.
-Un… po’-
-Lavati i denti con questo- Ryuga gli passò spazzolino e dentifricio, aiutandolo ad alzarsi da terra.
Ci furono diversi secondi di silenzio, poi una domanda si affaccio nella mente del Cavallo Alato –Come mai tu sei perfettamente lucido?-
-Perché io sono abituato all’alcool- rispose sorridente l’Imperatore Drago –A differenza tua il mio limite è di quattro bottiglie-
-Qua-quattro bottiglie?- Ginka lo guardò basito –Ma… ma allora tu…-
-Te l’ho detto che se mi sfidavi lo facevi a tuo rischio e pericolo!-
-Potevi anche dirmelo…-
-E perdermi la tua spettacolare dichiarazione d’amore? Questo mai!-
-ERO UBRIACO!-
Ryuga lo prese per la vita –Lo so- sorrise divertito –Ecco perché ho aspettato fino ad ora per farti pagare pegno!-
-Scordatelo!-
-Ti tiri indietro?- l’albino inarcò le sopracciglia –Non me l’aspettavo-
Ginka sostenne il suo sguardo, anche se per restare in piedi aveva bisogno del sostegno dell’altro.
Ryuga ghignò, e velocemente lo prese tra le braccia, riportandolo a letto –Guarda che so camminare!- si lamentò il rosso, non ricevendo risposta, ovviamente.
-Ho sonno- disse Ryuga rimettendolo nel letto –Dormiamo ancora un po’-
-Mi fa male la schiena- questa fu la risposta del fidanzato –Non ho voglia di stare sdraiato-
-Allora tu resta sveglio mentre io dormo!-
Altri attimi di silenzio.
-Devi darmi una mano!-
Ryuga alzò un sopracciglio –A fare cosa?-
-A far dichiarare Tsubasa e Madoka-
-Co-cosa?-
Fu il turno di Ginka ghignare –Non vorrai tirarti indietro vero? Sei ancora nella settimana di prova ricordi?-
-Cos’è un ricatto?-
-Ricatto è una parola grossa!- esclamò il rosso sorridendo angelico –Chiamiamolo richiesta sotto minaccia-
-Capisco- l’albino si stese a pancia in su, respirando molto profondamente, come se si stesse addormentando.
-Allora mi aiuterai?-
-No non credo! No!-
-Mai sperare in un po’ di collaborazione da parte tua vero?- sbuffò il possessore di Pegasus.
-Ma tu non avevi mal di testa?-
In quel momento il suono squillante del cellulare di Ginka risuonò nella stanza, il ragazzo lo individuò quasi immediatamente, grazie allo schermo che s’illuminava ad intermittenza.
Con uno sbuffo si stese sul torace del suo ragazzo fino a raggiungere il comodino, poi prese l’apparecchio, lo aprì, rispose e si sistemò comodamente addosso all’altro.
-Pronto?-
-Ciao sono Madoka-
-Ah Madoka non urlare!- allontanò velocemente la cornetta dall’orecchio.
-Ma io non sto urlando…-
-Davvero? Comunque è successo qualcosa?-
-No, volevo sapere come stavi, e dirti che Mei Mei e il suo ragazzo verranno qui in Giappone tra un paio di giorni!-
-Mei Mei ha un ragazzo?-
-Già strano eh?-
-Beh non direi, infondo è una bella ragazza!-
-E chi sarebbe questa Mei Mei!- la voce di Ryuga s’intromise nella conversazione.
-Soltanto una nostra amica!- rispose distrattamente l’altro –Però Madoka, di preciso quand’è che dovrebbero arrivare?-
-È stata molto vaga su questo-
Ginka sospirò –D’accordo allora, vediamo di tenerci pronti in qualunque momento-
-D’accordo, e scusami se ti ho disturbato-
-Non fa niente, tanto non stavo facendo niente-
-Hei rosso guarda che pesi!-
Ginka gli fece la linguaccia, per nulla interessato.
Salutò velocemente Madoka, poi fissò nuovamente la sua attenzione sull’Imperatore, che, strano ma vero, fino a quel momento era rimasto piuttosto calmo.
-Allora ti alzi?- domandò quello scocciato, e con la cassa toracica un po’ compressa.
-No!- rispose l’altro sorridendo sornione –Sai ora mi è proprio venuto sonno, credo che dormirò-
Così disse e così fece, in un attimo aveva già appoggiato la testa sul suo nuovo cuscino, e nel giro di pochi secondi si era già riaddormentato, tranquillamente sdraiato sul corpo del suo ragazzo.
E in quel momento Ryuga si ripromise una cosa: mai, per nessuna ragione al mondo avrebbe lasciato che Ginka si ubriacasse di nuovo, e non solo perché la vodka aveva un pessimo tempismo nel decidere le situazioni in cui farsi risentire, ma anche perché con i sintomi del post sbornia quella testa rossa che ora dormiva tranquillamente sul suo petto rivelava una parte oscura, che in nessun’altra circostanza riemergeva.
Ovvero quella in grado di stracciarlo in un duello a botta e risposta.
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Ciao a tutti!!
*silenzio*
Ok lo so, mi merito la lapidazione per il ritardo…
*sbucano dal nulla i personaggi con in mano pietre e… massi?*
 
Autrice: HEI PIANO IO NON DICEVO SUL SERIO!
 
Ginka: Non urlare Dx
 
Autrice: Oh, scusa Gin-Gin avevo dimenticato la sbornia.
 
Kyoya: Certo che tu dovresti scrivere un libro: “Come distruggere la reputazione di gente per bene in cinque capitoli… forse anche meno”
 
Autrice: Trovi? Potrebbe essere un’idea… ah, ehm… Ryuga metti giù quel masso da bravo non vogliamo omicidi ^^”
 
Tsubasa: Non puoi biasimarlo, gli stai facendo fare una figuraccia.
 
Autrice: Allora in cinque capitoli gli ho fatto fare la figura del: bastardo, ragazzo premuroso, di quello che si vergogna facilmente, del menefreghista (ma lui lo è veramente), del sadico, del masochista, del KAWAII *^* *l’autrice si ricorda della scena dolce nel secondo capitolo* e del maniaco… si Tsubasa hai perfettamente ragione u.u
 
Tsubasa: Aspetta quand’è che ha fatto la figura del maniaco?
 
Autrice: Beh quella in realtà l’ha fatta solo davanti a me e Ginka, quando mi ha chiesto di aggiungere una certa “scena” nella fic…
 
Tutti: ???
 
Autrice: Diciamo che da rathing giallo passiamo a rosso…così lo capiscono tutti!
 
Autrice/Ginka: No comment >///////<
 
Ryuga: Io ho solo detto quello che le lettrici vogliono veramente da te u.u
 
Autrice: PIANTALA!! SAPPI CHE NON LO SCRIVERO’ MAI!!
 
Ginka: Le urla!! Dx
 
Autrice: Scusa… comunque posso pensare ad una bella scena Arancione… che dite?
 
Tutti: NO!
 
Autrice: Ma perché? D:
 
 
E salve a tutti, sono tornata!! Dite la verità ormai non ci speravate più neh? Oppure speravate di esservi sbarazzati di me e invece eccomi qui, a scrivere questa fic che non sta né in cielo né in terra, ringraziate la mia ispirazione che ha deciso di farsi risentire recentemente u.u”
Comunque con l’aggiunta di due nuove coppie, chiudiamo qui per oggi J
 
Ryuga: Alleluia!!
 
Quindi prima di andare ringrazio tutti quelli che hanno recensito fino ad ora.

Ciao a presto!

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Capitolo 6
*** Il piano (parte 1°) ***


Madoka sgranò gli occhi, incredula.
Le iridi cerulee che saettavano dall’uno all’altra, allora la ragazza era Mei Mei, di questo ne era certa, ma per quanto riguarda il ragazzo…
Capelli marroni scarmigliati, con delle ciocche ribelli sugli occhi, del colore del cielo, sorriso felice stampato in faccia, con una fila di denti bianchissimi, e neo sotto l’occhio, a completare il tutto oh sì, era proprio lui.
E per un momento la corvina credette di aver visto male, ipotesi scartata a causa del continuo avvicinamento di quel ragazzo.
-Hey ciao!- Mei Mei li salutò sorridente, divertita dalle espressioni stupite dipinte sui volti dei suoi amici, solo Ryuga non sembrava affatto interessato, ma lui sarebbe rimasto sorpreso solo quando a presentargli una ragazza sarebbe stato Kyoya.
-Ciao!- Yu la salutò ripresosi quasi subito dallo stupore.
-È bello vedervi- esclamò quel ragazzo –E… tu devi essere Ryuga giusto?-
Ginka si svegliò dal semi stato di incoscienza nel quale era caduto dopo aver visto quel viso, okay forse stavano esagerando, ma nessuno, e con nessuno intendo il vero senso della parola, si sarebbe mai aspettato di vederlo lì all’aereo porto in compagnia di Mei Mei.
Ryuga rispose con un semplice cenno della testa.
-Avete già un posto dove stare?- domandò Madoka.
Il ragazzo fece per rispondere ma Mei Mei lo precedette sul tempo –No, a dire il vero speravo di poter dormire da te-
Il ragazzo la guardò interrogativo, visto che avevano già prenotato una camera d’albergo perché avrebbero dovuto dormire da Madoka?
-Non c’è abbastanza spazio per entrambi!- esclamò Madoka pensierosa.
-Non c’è problema- rispose sorridente la cinese –Chao Xen potrebbe dormire da Ginka!- (Quanti di voi avevano capito che il famigerato ragazzo altri non era che Chao Xen? ndAutrice) (IO :) ndYu) (Yu, tu non fai testo! -.- ndAutice)
-Ehm, a dire il vero l’appartamento è piccolo e siamo già in due!- disse Ginka passandosi una mano tra i capelli imbarazzato –Non c’è spazio-
-Allora perché non vai a dormire da Tsubasa?- provò nuovamente Mei Mei.
-Scusa perché dovrei autoinvitarmi a casa di qualcuno se…-
La cinese tappò tempestivamente la bocca del fidanzato con una mano, poi lo prese per un braccio e lo trascinò lontano da orecchie indiscrete.
Il gruppetto di blaider che era andato a prenderli all’aereo porto li guardava perplesso, soprattutto Tsubasa che in tutta quella discussione non aveva avuto nemmeno il tempo di proferir parola.
Videro Mei Mei muovere le labbra velocemente, e il volto di Ciao Xen cambiare rapidamente espressione e passare dal perplesso allo sbigottito.
-Yoyo secondo te di cosa stanno parlando?- domandò Yu perplesso.
-Cosa vuoi che ne sappia io?- sbottò infastidito il possessore di Leone –E non chiamarmi in quel modo!-
-Ok Yoyo-
-Aaaaarg, non lo sopporto!-
Io avrebbe volentieri azzannato, però un briciolo di civiltà ancora lo possedeva quindi decise di lasciar correre commentando con un semplice –Piantala!- spazientito.
L’arrivo della coppia cinese li convinse a smettere di bisticciare.
-Tsubasa, potresti ospitare Chao Xen a casa tua?- domandò Mei Mei.
-Ehm, sì, perché no?- rispose l’argenteo un po’ disorientato.
Non che ci stessero capendo molto a dire il vero, però ormai avevano capito che a tentare di seguire i discorsi logici di Mei Mei ci si sarebbe capito ancora meno, quindi accettarono la nuova “sistemazione” dei cinesi senza porsi troppe domande.
Certo poi quando Mei Mei afferrò Kyoya, Yu, Ginka, Chao Xen e Ryuga per un braccio trascinandoli fuori, qualche domandina nella testa di tutti si affacciò beffarda: -Che avrà in mente?- Chao Xen –Cosa vuole fare adesso?- Ginka –Mi da già sui nervi!- Kyoya –Non la sopporto!- Ryuga –Cos’ha adesso?- Tsubasa –Perché è scappata via come una furia?- Madoka –Perché ci sta tirando?- Yu.
Ok quelle di Kyoya e Ryuga erano più affermazioni.
Raggiunto l’esterno dell’aereo porto si parò davanti ai cinque ragazzi, le mani sui fianchi e un’espressione seria che non le si addiceva affatto.
-Allora ragazzi!- cominciò con tono autoritario incrociando le braccia al petto –Da adesso diamo il via all’operazione “Sboccia l’amore per Madoka e Tsubasa!”-
Da questa affermazione seguirono vari minuti di silenzio interrotto dal piccolo Yu, che nel modo più ingenuo e candido possibile se ne uscì con la frase: -Ma perché Tsubasa è innamorato?-
I presenti caddero a gambe all’aria, con mille mila goccioline in stile manga dietro la nuca, Ryuga compreso, il che è tutto dire.
-Ma non te ne eri ancora accorto?- domandò Kyoya rialzandosi.
Yu per tutta risposta scosse la testa.
Il leone sospirò –Era lampante-
-E tu come l’hai capito Yoyo?-
Yoyo si trattenne a stento dallo sbranarlo seriamente –Magari dal comportamento che avevano? Sembravano due liceali in calore!-
-Sai Yoyo, mi sembra strano che proprio tu tra tutti te ne sia accorto-
Eh no, quello era troppo.
In quell’istante la belva feroce che da tempo dimorava nella mente del possessore di Leone, e che aspettava solo un buon pretesto per balzare fuori, prese il sopravvento, e in un attimo, il Leone Solitario balzò addosso all’Imperatore Drago, ruzzolando a terra e scomparendo in un nuvolone di polvere.
Ginka si schiaffò una mano in faccia, incredulo, mentre Mei Mei e Chao Xen fissavano la scena un po’ spaesati. Yu invece sembrava divertirsi.
-Però Yoyo e Ruru non ci vanno molto leggeri!- commentò il ragazzino incrinandosi pericolosamente verso di loro, Ginka lo afferrò per una spalla trascinandolo indietro, prima che Ryuga realizzasse di essere appena stato chiamato Ruru (HAHAHAHAHA xD ndTutti) (-.- ndRyuga)
-Ginka fai qualcosa, è pur sempre il tuo ragazzo no?- lo incitò Mei Mei.
-Ma dico sei pazza?- domandò Ginka decidendo di non approfondire il come facesse Mei Mei a sapere che lui e Ryuga fossero fidanzati –Non ho voglia di rimetterci la vita-
In quel momento arrivarono anche Tsubasa e Madoka, che facendo scivolare lo sguardo sul nuvolone di polvere dal quale provenivano spaventosi versi gutturali fecero per domandare qualcosa, venendo però zittiti da Ginka che esclamò un: -Kyoya e Ryuga si sono “arrabbiati”- piuttosto cupo.
L’argenteo alzò un sopracciglio interrogativo –Meglio non approfondire!- disse nuovamente il possessore di Galaxy Pegasus arretrando di qualche passo.
Dal nuvolone proruppe un terrificante ringhio.
Anche gli altri arretrarono, più distanza c’era tra loro e le due belve feroci meglio era.
-Che dite non dovremmo separarli?- domandò accigliato Chao Xen.
-Nah- rispose Ginka con un’alzata di spalle –Si stancheranno… prima o poi…- si bloccò pensieroso –Credo…-
 
 
 
 
-Ryuga sei ufficialmente un idiota!-
Il possessore di Meteo L-Drago parve voler trucidare con lo sguardo il ragazzo dai capelli rossi che gli medicava i numerosi tagli e lividi che si era procurato nel piccolo “scambio di opinioni” con Kyoya.
-Tsk!-
Ginka alzò gli occhi al cielo, applicando un cerotto sotto l’occhio destro del fidanzato, afferrò la scatola del pronto soccorso, per prendere un'altra scatola di cerotti, quando si accorse di averle finite tutte, o almeno tutte quelle per adulti.
-Oh, oh- bofonchiò frugando con le mani tra le varie garze e disinfettanti, insomma possibile che non ci fosse rimasto più nemmeno un cerottino?
Gliene bastava anche uno piccolo piccolo e invece niente, nada, assolutamente FINITI!
Già si immaginava la reazione di sconcerto quando avrebbe fatto vedere all’Imperatore Drago l’ultima scatola di cerotti che gli era rimasta.
-Che c’è?- domandò Ryuga spazientito dall’attesa, ci stavano mettendo decisamente troppo.
Il rosso alzò la scatola che aveva in mano, e l’albino spalancò gli occhi dall’orrore.
-No!- sentenziò secco alzandosi.
-Ma dai, tanto non se ne accorgerà nessuno!-
-No!-
-Ryuga quel taglio ti sanguina sull’occhio, e se poi fa infezione?-
-No!-
-E non rispondermi a monosillabi, mi sembri un disco rotto!-
Ryuga lo guardò male –No Ginka io non metterò un cerotto rosa con WhinnyThe Pooh!-
 
 
 
 
-Ma si piuò sapere che avete in testa tu e Ryuga?- domandò Madoka applicando un cerotto sulla guancia di Kyoya.
-Yoyo!- ringhiò quello per tutta risposta.
-Eh?-
-Il prossimo che mi chiama Yoyo lo divoro!- serrò i denti in uno scatto d’ira, mostrando i canini bianchi e acuminati, tanto che a Madoka scese un brivido lungo la schiena.
-Era per quello che litigavate?- la ragazza lo guardava basita.
Il leone alzò le spalle –Più o meno-
Madoka annuì stranita –Ma come vi siete conciati?- domandò dopo un breve periodo di silenzio –Guardati sei pieno di tagli e lividi- la ragazza indugiò un secondo di troppo sull’occhio nero e gonfio del possessore di Rock Leone, l’ultimo “regalino” lasciatogli da Ryuga, prima che riuscissero a separarli.
-Forse ho una benda per quello- esclamò sparendo nella stanza accanto, ritornò un paio di minuti dopo con una benda da pirata verde brillante, che porse al possessore di Leone.
Il ragazzo la prese e la indossò, lasciandosi sfuggire uno sbuffo.
-Sai non mi piace troppo!- disse il leone rimirando la sua immagine allo specchio.
-Secondo me ti sta bene invece- lo smentì la mora riponendo i cerotti e le bende nel kit di pronto soccorso –Ti dona un aria misteriosa, e alle ragazze piace!- concluse con un risolino.
-Davvero?- domandò Kyoya girandosi verso di lei.
La ragazza annuì, fece per prendere la scatola, ma delle lunghe e forti dita le serrarono il polso, si voltò di scatto incontrando le iridi color oceano del verde.
Quest’ultimo la costrinse a girarsi completamente verso di lui, tenendole un polso vicino alla faccia, e poggiando l’altra mano sul tavolo di legno dove Madoka spesso riparava i loro bey.
Madoka era bordeaux tanto i loro visi erano vicini, al contrario Kyoya non ne sembrava minimamente toccato.
-Anche a te piacciono i ragazzi misteriosi?- sussurrò accorciando ancora le distanze tra le loro bocche.
Gli occhi di Madoka indugiarono sulla bocca sottile del ragazzo, dalla quale il canino spuntava minaccioso.
Quando alzò gli occhi aspettandosi di trovare quelli da predatore di Kyoya, il suo cuore quasi perse un battito, guardò basita i lineamenti del suo amico cambiare, fino a delimitare il volto di una persona precisa.
I capelli si allungarono troppo, sfumando in bianco luminoso, il canino si accorciò fino a scomparire sotto il labbro, gli occhi persero il loro taglio affilato e tagliente colorandosi di un color ambra così dolce e caldo, che la ragazza non poté far altro che cominciare a sudare.
-Tsu-Tsubasa…- sussurrò senza voce mentre pregava con tutta se stessa che i muscoli del suo corpo riprendessero le normali funzioni motorie.
Tsubasa sorrise, avvicinando ancora di più i loro visi, quando ormai al contatto mancavano sì e no un paio di secondi, successe una cosa strana, e la testa di Tsubasa scattò di lato, lasciando che la luce inondasse di nuovo il volto della castana.
Madoka sentì la presa ferrea sul suo polso allentarsi fino a svanire, e quando il ragazzo, che fino a pochi secondi prima la stava per baciare, finalmente la lasciò libera di muoversi, la castana desiderò morire.
Kyoya ghignò soddisfatto, le diede le spalle e uscì dalla stanza, ora non bastava che farli dichiarare il prima possibile.
O almeno prima che Mei Mei partisse per la tangente inventando chissà quali piani assurdi per far sbocciare l’amore.
 
 
 
 
-TATEGAMIIIIII!-
Kyoya sobbalzò, poi si accorse che la voce era solo quella di Mei Mei, per cui tornò a lucidare il suo preziosissimo Rock Leone  come se niente fosse.
La ragazza spalancò la porta con un calcio, troppo arrabbiata per aprirla normalmente, trovando un Kyoya disinteressato all’interno della stanza.
Alla fine per la buona riuscita del piano “Sboccia l’Amore per Madoka e Tsubasa” avevano deciso di separasi e di passare un po’ di tempo a casa dei due spasimanti, quindi lui, Yu e Mei Mei si erano provvisoriamente trasferiti a casa di Madoka, anche se sarebbero stati un po’ stretti, mentre Chao Xen, Masamune (perché avevano coinvolto anche Masamune in quella follia) e Ginka a casa di Tsubasa (Ryuga si era semplicemente rifiutato di partecipare a quella pazzia).
-Cosa combini? EH?- domandò furibonda la cinese.
Kyoya alzò per un attimo lo sguardo su di lei –Di che parli?- domandò riportandolo sul suo adorato bey.
-Perché oggi hai fatto finta di baciare Madoka?- domandò con ancora più rabbia la proprietaria di Acquario.
-Oh quello…- a Kyoya sfuggì una risatina.
-Si quello!-
Il leone scrollò le spalle –Non le ho fatto niente, non te l’ha detto?-
-Si che me l’ha detto!- Mei Mei si portò le mani sui fianchi –Ma perché l’hai fatto? Hai già dimenticato il piano “Sboccia l’Amore per Madoka e Tsubasa”?-
Kyoya si alzò raggiungendo in pochi passi la cinese.
La sovrastava in altezza, quindi dovette piegarsi per poterla guardare dritta negli occhi, la ragazza non si mosse di un millimetro.
-Dovresti ringraziarmi sai?- esclamò calmo –Almeno così non dovrai sudare sette camicie per far confessare a Madoka il suo amore “segreto” per Tsubasa-
-Cos…? Ma io lo sapevo già!- sbuffò irritata la cinese –È stata proprio Madoka a dirmelo!-
-Allora adesso ne abbiamo la conferma!-
-Tategami, cos’è successo la dentro?-
Il leone sorrise malizioso –Vedo che la tua amica non ti ha raccontato proprio tutto-
Mei Mei fece per ribattere, ma il verde la sorpassò veloce, dirigendosi in cucina, infondo tutto quel parlare di Madoka e Tsubasa gli stava mettendo fame.
 
 
 
 
Avendo fregato i computer di Madoka e Tsubasa, e utilizzandoli come “telefoni” per potersi parlare a distanza –E qui i proprietari di tali oggetti si domandavano: perché non utilizzare dei telefoni normali?- non sorprendeva poi più di tanto trovare tre ragazzi chini sul piccolo oggetto a parlare fitto e a voce bassissima con altri tre ragazzi dall’altro capo.
Quello che stupì il possessore di Eagle, fu l’urlo mastodontico, agghiacciante e infuriato che proruppe dal piccolo schermo, e che apparteneva ad una persona che conosceva bene.
Decise per tanto di non approfondire il perché Modoka fosse infuriata e si defilò nella sua camera da letto, dove almeno lì avrebbe potuto avere un po’ di pace.
Due minuti dopo, un esagitato Chao Xen sfondò la porta della sua camera con una mossa di karate, fiondandosi all’interno, senza il permesso del proprietario ovviamente.
Pace? Ha poteva pure dimenticarsela!
-Chao Xen- Tsubasa aprì le ante dell’armadio dove il cinese si era nascosto –Cos’è successo?- non era molto sicuro di volerlo sapere, ma infondo Chao Xen era un suo amico quindi…
-Ma-madoka e Me-Mei Mei sono…-
-Arrabbiate?- domandò il possessore dell’aquila, ricevendo un semplicissimo segno d’assenso da parte dell’amico.
-E perché mai di grazia?-
-Hanno cancellato tutti i dati di dei bey dal computer di Madoka-
-Oh-
Tsubasa sgranò gli occhi, dopo un attimo di confusione: dati, computer, Madoka, cancellati…
-COSA?- urlò, gli occhi fuori dalle orbite.
Il cinese annuì terrorizzato, Mei Mei e Madoka infuriate erano uno spettacolo spaventoso, quasi gli dispiaceva per Kyoya e Yu, quasi.
-Ma come…?-
Chao Xen scosse la testa -Da quello che ho capito Kyoya ha schiacciato per sbaglio la tastiera cancellando tutto-
-Quel ragazzo è un pericolo pubblico!- pensò sconcertato l’argenteo, insomma possibile che dovunque andasse succedesse sempre qualcosa di spiacevole? (Hey! ndKyoya)
Ginka e Masamune entrarono nella stanza in quel momento, con due girandole al posto degli occhi.
-Accidenti quanto urlano!- esclamò Masamune accasciandosi a terra.
-Già!- anche Ginka si accasciò a terra.
-Allora?- domandò Chao Xen ansioso.
Ginka e Masamune si scambiarono un’occhiata sbieca –La vedo male per Kyoya- risposero all’unisono, cupi.
Il possessore di Virgo trattenne un brivido, anche se non gli piaceva ammetterlo, Mei Mei quando si arrabbiava gli faceva veramente paura.
-Oh a proposito!- Masamune sembrò illuminarsi –Domani un’amica di Madoka organizza una festa a casa sua-
Tsubasa alzò un sopracciglio –Madoka ha delle amiche?-
-Solo perché passa molto tempo con noi, non vuol dire che non avesse una vita sociale prima di conoscerci- rispose Ginka sorpreso –Davvero pensavi che non avesse delle amiche?-
-B-beh… si, cioè io…- l’aquila abbassò la testa, rosso di vergogna.
-Certo che ha delle amiche!- la vocina della sua coscienza si premurò di rimbombargli nella testa –Infondo è una bella ragazza, forse ha anche dei pretendenti, anzi magari ha un fidanzato che ha voluto tenere segreto a tu…- eh no, così si stava facendo i filmini mentali pero!
-Ad ogni modo, siamo tutti invitati!- riprese il possessore di Sriker, dopo il momentaneo attimo d’imbarazzo –L’orario è domani alle 18-
-A proposito Tsubasa hai uno smoking?-
 
 
Angolo dell’autrice.
 
Ok, lo so, sono in ritardo, però andiamo abbiate un po’ di cuore, la scuola mi impegna tantissimo Dx
Cooooooomunqueeeeee… (sperando in un vostro perdono)
Salve ragazzuoli, come state?
Speravate di esservi liberati di me neh? E invece eccomi qua, a rompere le palle, giusto perché non ho niente da fare x3
Allora il capitolo si conclude qui, e in teoria (ma solo in teoria) dovrebbe essere il penultimo, il che vuol dire che se la mia mente bacata non tira fuori idee senza senso possiamo tranquillamente concludere con il prossimo capitolo (Evva… ndTutti) (*Estrae Zangetsu con sguardo omicida* @_@ ndAutrice) (… ndTutti)
In definitiva ringrazio tutti quelli che recensiscono /leggono/seguono (meglio detti: persone normali che hanno progressivamente perso la lucidità mentale -_- ndRyuga) (hahaha spiritoso! >.< ndAutrice) (so che sembrerà strano ma sono d’accordo col drago ndKyoya) (Oddei O.O ndTutti) questa follia.
Ciao e alla prossima.
p.s. ringraziamento speciale a Kyoya che mi fa da “cupido” da un po’ di tempo a questa parte ^-^ (Prego, ma figurati -.-“ ndKyoya)
p.ps. FIRMATE anche voi la petizione per eliminare DEFINITIVAMENTE quella piaga di Doji (questa l’appoggio! ndRyuga)

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Capitolo 7
*** Il piano (parte 2°) ***


Okay, questa non se l’aspettava.
Seriamente, poteva immaginarsi di tutto, ma il ritrovarsi all’interno di una sala da ballo in perfetto stile ottocentesco per il diciottesimo compleanno dell’amica di Madoka, per di più con uno smoking addosso, l’aveva lasciato… sorpreso?
Che poi, chi la conosceva l’amica di Madoka? Lui no di certo, quindi perché aveva diavolo aveva accettato di andare? (avevo bisogno di una sala da ballo quindi ho tirato fuori una “vecchia” amica di Madoka u.u ndAutrice) (in pratica siamo qui per un’altra tua idea folle? ndRyuga) (Più o meno ndAutrice)
-Tsubasa-
Si voltò, incontrando quello sguardo color cielo, che lo aveva convinto a partecipare a quella festa piena di estranei.
Solo dopo aver fatto una nuotata tra le iridi azzurre di Madoka si decise ad espandere la sua visione a tutto il resto della sua figura.
Era bella quella sera.
Indossava un bellissimo vestitino bianco, che non aveva mai visto, lungo fin sotto le ginocchia, senza spalline, con particolari ricami in argento lungo il corsetto.
A coprirle le spalle indossava uno scalda cuore bianco, con le maniche che s’ingrossavano leggermente a partire dai gomiti.
Infine ai piedi aveva delle belle scarpe in tinta con un accenno di tacco.
Per non parlare del leggero strato di trucco che aleggiava sul suo viso.
Insomma in poche parole la trovava semplicemente bellissima.
-Ciao!- la salutò sorridente –La tua amica fa le cose in grande-
Madoka trattenne a stento una risata –Già, Akiko non fa mai le cose in piccolo!-
Tsubasa alzò un sopracciglio, interrogativo.
-È la festeggiata- rispose Madoka all’espressione interrogativa del ragazzo –Si chiama Akiko-
-Oh…-
-MADO-CHAAAAAN!-
In un istante Madoka venne, letteralmente, investita da un tornado in abito da sera rosso.
Quando la povera meccanica si rialzò dolorante, aveva, attaccata al collo, una ragazza dai capelli neri acconciati con dei boccoli sulle punte, lasciati ricadere sciolti sulle spalle e dagli occhi color viola malva, che possedevano un taglio obliquo… raffinato. (*o* ndRagazzi) (-.-“ ndRagazze)
-Ciao Akiko- mormorò la castana massaggiandosi la testa.
-Quanto tempo è passato!-
-Già, non ci vediamo da quasi un anno!- guardò Tsubasa per un momento, prima di sciogliere l’abbraccio con cui la mora ancora la teneva sotto torchio.
-Akiko lui è Tsubasa- disse indicando il ragazzo che aveva assistito alla scena perplesso.
La festeggiata cambiò atteggiamento in un attimo, e se l’istante prima si era ritrovato davanti una furia rossa in pieno visibilio ora quella che aveva davanti era una ragazza dai mondi tanto raffinati quanto decisi.
La vide allungare una mano verso di lui, con un sorriso in volto, e quando la strinse, la sua presa venne di gran lunga superata da quella della festeggiata, che serrò le dita attorno alla sua mano.
-Piacere- esclamò sorridente.
-Piacere mio-
-Sei il ragazzo di Madoka?-
I due interessati divennero talmente tanto rossi che il ciuffetto di capelli sulla sinistra della testa di Ryuga sarebbe morto d’invidia.
-No, no, no, no! NO! Che diavolo ti salta in testa?- domandò la meccanica velocemente.
La ragazza inarcò leggermente le sopracciglia, poi sorrise.
-Scusate, errore mio!- lasciò la mano di Tsubasa e si allontanò di qualche passo –Mado-chan, ora vado, ho molte persone da salutare- esclamò girandosi verso la sua amica –Ma non allontanatevi, okay?-
Detto questo se ne andò.
O sarebbe meglio dire che schizzò via, afferrando due ragazze per le spalle e trascinandosele dietro.
Chi lo sa, forse non si era nemmeno accorta di aver afferrato proprio Mei Mei.
 
 
 
 
-MASA-CHAAAAAN!-
Come per Madoka, Masamune fece appena in tempo a girarsi perché una massa di capelli blu gli volasse tra le braccia.
Istintivamente si fece forza sulle ginocchia per non ruzzolare a terra, e solo quando si sentì nuovamente stabile e in pieno possesso delle sue facoltà fisiche (e mentali xD ndAutrice) allontanò la ragazza che gli aveva circondato il collo con le braccia.
I suoi occhi s’illuminarono –Hitomi!-
-Che ci fai qui?-
-Tu che ci fai qui?-
-Io sono un’amica della festeggiata-
-Davvero?-
-Ehm… mi spiace disturbarvi ma… spieghereste anche a noi cosa sta succedendo?-
I due si voltarono, scoprendo che tutti li stavano fissando perplessi, beh tutti tranne Kyoya.
-Oh si! Ragazzi lei è Hitomi- cominciò il possessore di Sriker –Ci siamo conosciuti quella volta in discoteca… ma scusate Kyoya non ve l’ha detto?-
In quel momento sei paia d’occhi saettarono sul possessore di Leone.
-Che c’è?- sbottò quello irritato.
-Come che c’è?- domandò Mei Mei indicando i due ragazzi abbracciati.
-Com’è successo?- fece invece Ginka, curioso di sapere come avesse fatto un tipo come Masamune a trovarsi una ragazza, e per giunta una gran bella ragazza.
Fu così che il corvino cominciò a raccontare.
 

Flashback

 
-Kyoya?-
-Che c’è?-
-Credo di essermi innamorato-
Ora come mai tra tutti quel matto di Masamune avesse beccato proprio lui già era strano, ma anche l’apprendere che si era innamorato…
Insomma Masamune? Amore? Ragazza?
Naaaa, impossibile!
-Co-cos’hai fatto tu?-
Masamune inarcò le sopracciglia, era così tanto strano? (non puoi immaginare quanto! ndAutrice)
-La vedi quella ragazza?- il proprietario di Striker indicò con un dito un tavolo, ad una decina di metri da loro, era uno di quei tavolini rotondi, addossati al muro, proprio sotto un faretto che lo illuminava, quindi non gli fu molto difficile individuarlo.
Sedute in circolo, attorno a quel benedetto tavolino, c’erano cinque ragazze, e il dito di Masamune ne indicava una in particolare: aveva una cascata di capelli blu, ondulati con alcune ciocche della frangetta che le ricadevano scompigliate in mezzo ai grandi occhi color miele.
Il possessore di Leone gli schiaffeggiò il braccio perché lo abbassasse.
Il corvino non diede molta importanza a quel gesto e, anzi, continuò imperterrito.
-Non la trovi bellissima?-
Kyoya alzò un sopracciglio.
-Ma certo che è bellissima!-
Kyoya alzò anche l’altro sopracciglio.
-Vorrei andarla a salutare!-
-E allora fallo cosa vuoi da me?-
-Però è insieme alle sue amiche…-
-Cosa sei, timido?-
-E se poi mi rifiutasse?-
-Oh. Mio. Dio! Ma che male ho fatto?- -Barista, mi dia un Kamikaze!-
Il possessore di Striker si girò verso il suo amico con aria interrogativa –Un kamikaze?-
-Senti se vuoi andarla a salutare va da lei e fallo! Che bisogno c’è di restare qui a parlare con me?- domandò il leone scolando il bicchiere pieno di liquido alcolico, ed ignorando la domanda perplessa del corvino.
-Si ma…-
-Ma?-
-Mi vergogno!-
-(-_-) Oddio mio, non ci posso credere!- sbottò il verde schiaffandosi una mano in faccia.
Veloce come una saetta afferrò il compagno per un braccio, e lo trascinò senza troppe cerimonie al tavolo delle tre ragazze.
Masamune si lasciò trascinare, con grande sorpresa di Kyoya, fino al tavolo, senza opporre la minima resistenza.
C’era da dire però, che anche l’ultimo neurone del corvino aveva raggiunto i suoi compaesani alle Maldive preso da una forte crisi di panico.
-Scusa- Kyoya richiamò l’attenzione della ragazza dai capelli blu toccandole un braccio.
Quando si girò, e quando le sue iridi color miele cozzarono contro quelle violacee di Masamune, ogni funzione intellettiva –e motoria- del blader si ridestarono.
-Il mio amico vorrebbe parlarti- esclamò ancora il verde, indicando Masamune, che, da parte sua, aveva cominciato a sudare freddo.
-E il tuo amico sarebbe…?-
-M-mi chiamo Ma-Masamune…-
Kyoya si schiaffò per la seconda volta una mano in fronte. Prefetto. Ora aveva pure cominciato a balbettare!
-Piacere Masamune. Io sono Hitomi- la blu si presentò cordiale, alzandosi dal tavolo e porgendogli una mano aperta.
Masamune la strinse esitante, acquietandosi appena, ma non appena si lasciarono, calò un nuovo e imbarazzante silenzio.
Il leone sbuffò, li afferrò entrambi per le spalle, e con un gesto secco li lanciò nel bel mezzo della pista da ballo, urlando un –Perché non ballate, così potete parlare!-.
I due cozzarono l’uno contro l’altro, ristando per diversi istanti spalla contro spalla, senza fiatare, poi, Masamune, notando i gesti stizziti con cui Kyoya lo “incoraggiava” ad attaccare bottone, si fece coraggio: -Hai voglia di… ballare?- domandò, accennando ad un sorriso.
Hitomi annuì, mostrando un sorriso smagliante, che quasi raggiungeva le orecchie.
Il dj mise un lento, incitando i “cavalieri” a cingere la vita delle loro “dame” per poter ballare in modo più consono: ovvero restando praticamente appiccicati gli uni agli altri.
Quando poi Hitomi vide una ragazza dagli affilati occhi color malva ritornare al loro tavolo, sorridendo maliziosa, si appuntò mentalmente di ringraziarla.
Oh, e di ringraziare anche quel ragazzo dai capelli verdi seduto al fianco di Akiko, che le aveva risparmiato l’imbarazzo di essere trascinata, da una pantera, fin da Masamune.
 

Fine flashback

 
-Capisco- Ginka si grattò la nuca, annuendo –Quindi Kyoya sta facendo da cupido un po’ a tutti in questi giorni-
-Ripetilo, e uscirai di qui senza gambe!-
-…-
Hitomi scoppiò a ridere –Beh, se non ci avesse pensato lui a presentarci lo avrebbe fatto Akiko.-
Ci fu silenzio per un paio di secondi.
-Ah, vuoi dire la ragazza dai capelli neri? Quella che ha convinto il dj a mettere il lento?-
La blu annuì, ridacchiando all’espressione confusa di Masamune, mentre Kyoya sembrava solo divertito dalla situazione.
Il possessore di Striker, fece per ribattere, in qualche modo, ma prima che potesse aprire bocca, una furia in abito da sera rosso circondò i colli di Mei-Mei e Hitomi con le braccia.
-Hitocchan, dobbiamo parlare!- urlò un’esaltata Akiko, e senza aspettare risposta alcuna trascinò le due ragazze su per le scale, zigzagando tra gli invitati, straniti da quella stramba performance.
Due minuti dopo era nuovamente al piano di sotto.
Si piantò davanti a Kyoya, afferrandolo per un braccio –Kyo-chan, vieni anche tu, più siamo e meglio è!-
E Kyoya, mentre veniva trascinato, afferrò un braccio di Ginka, che di riflesso afferrò la giacca di Ryuga.
Il risultato fu la decimazione del loro gruppo.
Masamune e Chao Xin si fissarono, immobili, per vari secondi.
-Cos’è… successo?- domandò il cinese, stranito: si era appena visto soffiare la ragazza da sotto il naso!
-Boh…-
E Masamune non era d’aiuto.
 
 
 
 
Tutto ciò era ridicolo. Impossibile. Oltraggioso. Assurdo.
Era assurdo che lui, il grande Imperatore Drago, dovesse sorbirsi i vaneggiamenti di tre, pardon, quattro ragazzine in piena tempesta ormonale.
No! questo non l’avrebbe mai accettato.
Si sistemò meglio sulla scrivania, sbuffando.
Beh, d’altro canto una delle ragazzine era Ginka, quindi…
Lanciò uno sguardo a Kyoya, appoggiato alla parete, che gli rispose con la stessa espressione sofferente dipinta sul muso ferino.
Ryuga storse il naso, quando comprese con orrore che stavano pensando alla stessa identica cosa:
 

BASTAAAAAAAA!!

 
-Allora è deciso!-
Il volto delle due belve scattò verso la proprietaria della voce.
-Procederemo in questo modo per il piano “Sboccia l’amore per Moka e Tsubasa”!-
Mei-Mei si alzò in piedi, affiancando Akiko, e alzando un pugno verso il cielo (o soffito, vedete voi) come un glorioso e fiero condottiero esclamò : -Quei due entro sta sera si metteranno insieme!-
Ginka e Hitomi si scambiarono un’occhiata poco convinta.
-Non vi sembra eccessivo?- Hitomi.
-Ma va là, vedrai che alla fine ci ringrazieranno!- Akiko.
-Secondo me invece ci ammazzeranno- Ginka –O meglio, Madoka ci ammazzerà-
-Ma figurati, ci farà una statua invece (u.u)- Mei-Mei.
-Dubito…- Hitomi e Ginka.
Kyoya e Ryuga sospirano.
Ma chi glielo aveva fatto fare?
 
 
 
 
Madoka si guardò in torno, cercando con lo sguardo, lungo il grande corridoio deserto, la snella figura di Akiko.
Non trovandola si lasciò sfuggire un sospiro, abbandonandosi con le spalle contro la porta della stanza.
Chissà di cosa voleva parlarle.
Sentì uno scalpiccio leggero, e, mettendosi sull’attenti, si mise alla ricerca di una chioma corvina finemente acconciata, ma non fu il nero che le sue iridi cerulee incontrarono, bensì l’argento liscio e lungo dei capelli di Tsubasa.
L’aquila e la meccanica rimasero fermi, a fissarsi per un tempo indefinito, senza spiccicare parola, poi non appena il torpore alla lingua si dissolse, Madoka prese parola.
-Ciao, Tsubasa, hai per caso visto Akiko?-
-No.- il possessore di Eagle scosse la testa –Io sto cercando Ginka, mi aveva detto di venire qui-
-A me lo aveva detto Akiko…-
Ci fu nuovamente silenzio.
-Ma cosa…?-
Una strana pressione li spinse contro la porta della stanza, che, a causa dell’urto contro due spalle, si spalancò, lasciando cadere al suo interno i corpi avvinghiati dei due.
L’unica cosa che vide Madoka, prima che il dolore alla spalla le appannasse gli occhi, furono le espressioni ghignanti di Kyoya e Ryuga.
Poi un sonoro “klang” pervase la stanza.
La cosa brutta, era che assomigliava terribilmente al rumore di una serratura che veniva chiusa.
Tsubasa si alzò, reggendosi la spalla dolorante, e appoggiando la mano alla maniglia in ottone fece abbassarla, ma quella rimase perfettamente immobile.
L’argenteo sgranò gli occhi, fulminato dalla consapevolezza di essere rimasto chiuso dentro.
O meglio di essere stato chiuso dentro, e per di più con la ragazza che lo faceva sudare freddo da mesi…
-Oh merda…-
 
 
 
Angolino di un'autrice psicopatica
Sssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!! Dopo sei mesi ho finalmente aggiornatoooooooooooooooooooooooooooo, yyyyyyyyyyyyyyyyeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

Kyoya: La pianti di allungare così le parole?!?

Me: Nnnuo! *^*

 
Sì, beh, potete lanciarmi addosso quello che volete ma no! Ryuga no! Ryuga fa male ç___ç
Sto delirando...... @____@
Allora lo dico subito, la mia altra ficcy (ce cosa orribile da dire) non sarà aggiornata tanto presto, perchè so cosa voglio scrivere nei prossimi quattro capitoli, ma non riesco a metterli su carta, e ho pezzetti di storia scritti da tutte le parti, sì, pure sui post-it, quindi vi chiedo di non linciarmi e di non aspettare un aggiornamento a breve, ok? Grazie :) anche perchè la mia mente sta partorendo un'altra
cosa su beyblade, che sto tentando di mettere su carta, quindi abbiate pazienza ancora per un po', farò del mio meglio xD
Detto questo ecco a voi il penultimo (sì, è il penultimo, e non guardatemi così che so che vi fa piacere) capitolo della mia GinRyu (in quanto prima scrittrice su questa coppia esigo il diritto di sceglierne il nome!), che spero vi sia piaciuto, ma ne dubito.
Vabbé, io vi salutp, e chiedo scusa a quei buoni samaritani che hanno recensito lo scorso capitolo e che da sei mesi aspettano questo sgorbio qui sopra T__T
Come farei io senza di voi?
A presto e grazie a tutti
LekeLeke

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