Sole, mare, mafia

di Bei e Feng
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una vacanza in stile Vongola ***
Capitolo 2: *** A.A.A. Cercasi interprete disperatamente ***
Capitolo 3: *** Solo prodotti tipici siciliani ***
Capitolo 4: *** Castelli di sabbia e venditori ambulanti ***
Capitolo 5: *** Una storia toccante ***
Capitolo 6: *** Piccoli incidenti, un bagnino; grossi scandali, una videocamera ***
Capitolo 7: *** In tredici a tavola... con lotteria estiva ***
Capitolo 8: *** Siamo al completo! ***
Capitolo 9: *** Buonanotte e sogni d'oro ***
Capitolo 10: *** Pesci fuor d'acqua ***
Capitolo 11: *** Sistemazioni... scomode ***
Capitolo 12: *** Notti agitate ***
Capitolo 13: *** Gite in barca a vela, mosconi precari e pescatori irritati ***
Capitolo 14: *** Ed ora... terme! ***
Capitolo 15: *** Cenone di Ferragosto ***
Capitolo 16: *** Gran finale ***



Capitolo 1
*** Una vacanza in stile Vongola ***


Nata dalla richiesta di mio cugino di scrivergli una ff con tutti i personaggi di Reborn (esclusi i Vongola di prima generazione), questa storia è ambientata alla fine della quinta saga, più precisamente all'inizio dell'estate successiva all'ultimo scontro.
I primi capitoli di questa fanfiction (ce ne saranno molti) erano già pronti da settembre dell'anno scorso, ma visto che l'estate era appena finita ho trovato fuori luogo e nostalgica l'idea di metterla subito, e così ho aspettato fino adesso. ^^
I primi quattro capitoli, perlopiù introduttivi e un po'monotoni, verranno pubblicati secondo queste date:
il 19/5 (ovvero oggi) il I;
il 30/5 il II;
il 12/6 il III;
il 22/6 il IV.
Dal quarto in poi, oltre che prendere una svolta ultrademenziale, i capitoli verranno pubblicati secondo il solito tempo di aggiornamento (cioè una volta al mese).
Detto ciò, se volete andare avanti, buona lettura e (forse un po'troppo in anticipo) buona estate! :D


- Sveglia Imbrana-tsuna! E' domenica, sono già le 5:45 del mattino e tu stai ancora poltrendo! - la voce di Reborn rimbombò nelle orecchie di Tsuna, accompagnata da un fastidioso e penetrante suono di tamburello.
Il ragazzo aprì gli occhi pigramente. Che cosa era preso a quel bambino? La scuola era finita, l'ultimo scontro si era concluso nel migliore dei modi già da una settimana, e questo era dovuto solamente a Tsuna e alla sua capacità di unire un gruppo eterogeneo come quello dei suoi alleati. Reborn sembrava essersi dimenticato per l'ennesima volta di essere salvo solamente grazie all'idea del suo allievo.
E doveva aver anche dimenticato le sette ore di fuso orario che separano il Giappone dall'Italia.
Il Decimo Vongola guardò il suo katekyo travestito da sciamano.
- Che cosa stai facendo? - borbottò.
- Questa è la danza africana per svegliare gli elefanti: sembra funzionare anche con te. - rispose l'altro, con la sua solita vocina canzoniera.
Il ragazzo sorrise di fronte a quell'ennesima stravaganza. Poi si mise a sedere sul letto, con gli occhi ancora socchiusi.
- Quindi sarei un elefante? - chiese, divertito.
Il bambino ricambiò quel sorriso, che però, a differenza di quello del Vongola, aveva un vago accento di presa in giro che Tsuna, ancora addormentato, non riuscì a cogliere.
- Lascialo decidere a lei. - disse Reborn, accennando a qualcuno dietro di lui.
Sawada seguì quel cenno con aria addormentata. E poi sbarrò gli occhi, ricacciandosi sotto le coperte per l'imbarazzo.
- C-Ciao, Kyoko... - disse il mucchio di coperte tremando.
Lei sorrise. Tsuna sarebbe voluto sparire per l'imbarazzo, ma l'emozione di vedere il volto dolce della ragazza ancora una volta lo tratteneva, e ardì a sporgersi da sotto la matassa di coperte. Lanciò una rapida occhiata alla sua stanza, ma se ne pentì immediatamente: la camera era nel caos completo. Magliette e pantaloni sparsi sul pavimento e sullo schienale della sedia, cartacce delle patatine per terra davanti alla TV, dove i joystick della playstation erano ancora collegati dal giorno prima (quando Tsuna aveva giocato per l'ennesima volta con Lambo). Certo non era quella l'immagine che voleva presentare a Kyoko della sua casa e, in particolare, della sua camera.
- Hai veramente una bellissima camera, - disse invece la ragazza, guardando verso la finestra. - Il panorama è bellissimo. -
- Non ti sembra disordinata? - si lasciò sfuggire Tsuna.
- Per niente. Quella del mio fratellone è molto peggio! - e sorrise.
Tsuna ricambiò quel sorriso, figurandosi Ryohei che dormiva nella palestra della Namimori sotto lo sguardo timorderòamortesco del proprietario di casa (Hibari).
- Ero venuta a chiederti se volevi venire con me al mare, stamattina. - disse Kyoko, sempre sorridente.
- Certo! Verrò certamente! - esclamò Tsuna, impacciato ma emozionato e felicissimo. Come poteva dire di no a quegli occhi??? - Puoi aspettarmi per qualche minuto? -
- Sicuro! - sorrise Kyoko, uscendo. - Ti aspetto all'ingresso. Partiamo tra mezz'ora. -
Tsuna restò per un attimo imbambolato a fissare la porta appena richiusa. Kyoko-chan gli aveva appena chiesto di andare al mare con lei!... Non ci poteva credere...
Voleva un pizzicotto!...
- NON E' POSSIBILE! - urlò Tsuna, quando lo raggiunse un calcio di Reborn. Possibile che l'Arcobaleno lo dovesse svegliare anche dalle sue fantasticherie?
- Sbrigati! Solo le ragazze si fanno attendere! - lo rimproverò il bambino.
Tsuna ubbidì, e mise ancor più in disordine la stanza per trovare asciugamano, crema solare, borsa, ecc. Reborn lo osservava, esaminando ogni suo movimento.
- Per curiosità - chiese il bambino, sorridendo. - Quando è stata l'ultima volta che sei andato al mare? -
Tsuna arrossì di nuovo, imbarazzato. Si ricordò solo in quel momento che l'ultima volta che aveva messo piede in spiaggia aveva appena cinque anni.
Ma per fortuna i costumi di suo padre gli entravano perfettamente.

Dopo un'ora di pullman, i due ragazzi raggiunsero un areoporto. Be'... definirlo areoporto era un complimento: quello di fronte a cui si trovarono sembrava più una pista d'atterraggio improvvisata nel nulla, dove stava parcheggiato un jet privato di lusso. Un uomo in giacca e cravatta stava fermo, in piedi, davanti al grosso macchinario. Quando Tsuna e Kyoko si avvicinarono abbastanza, il Vongola lo riconobbe, e sbarrò gli occhi.
- Kyoko Sasagawa e Tsunayoshi Sawada? - chiese.
Tsuna avrebbe voluto rispondere: "Sono rimasti imbottigliati nel traffico.", afferrare la mano di Kyoko e portarla via, lontano da lì e da altri guai.
Ma fu lei a prendere la sua mano, emozionata come se avesse vinto alla lotteria.
- Siamo proprio noi! - esclamò, entusiasmata.
- Prego, accomodatevi pure dentro. - li invitò gentilmente l'uomo.
- Wow! - esclamò la ragazza, trascinando l'amico nel jet, seguiti dall'estraneo. Kyoko e Tsuna si accomodarono (in realtà Tsuna restò teso come una corda) su due sedili vicini (anzi, gli unici due sedili del jet).
- Kyoko, forse sarebbe meglio... - il ragazzo avrebbe voluto concludere con un "scendere subito e andarsene in fretta"; ma le parole gli morirono in gola, mentre vedeva l'uomo chiudere la portiera del jet, tagliando ogni via di fuga.
- Hai ragione, Tsuna. - disse Kyoko, improvvisamente seria.
Sawada la guardò esterrefatto. Nonostante le avesse già da tempo rivelato la storia della mafia, non credeva che Kyoko potesse capire, intuire subito una situazione come quella. Ma... Tsuna sorrise tra sé e sé. Kyoko non era mica una stupida!...
- Bisogna sempre allacciare la cintura di sicurezza! - continuò lei, sorridendo, allacciandosi la cintura di sicurezza.
"NON INTENDEVO QUELLO!!!" urlò il ragazzo nella sua mente, immaginandosi mentre piangeva, si strappava i capelli, e poi si buttava dal finestrino... E invece rimase lì, immobile, senza avere il coraggio di dire o fare niente, anche perché non poteva falro: aveva lasciato i guanti a casa.
Tsuna si stava ancora chiedendo cosa fare, quando una voce parlò da un fantomatico altoparlante, rivolta ai due passeggeri. Una voce familiare e amichevole:
- Benvenuti su questo jet preparato apposta per voi! Partiremo immediatamente, ma prima qualche informazione: il viaggio durerà almeno dodici ore. Il comandante, cioè io, vi consiglia (se ci riuscite) di dormire e riposare. Al momento dell'atterraggio verrete svegliati dal sottoscritto. Per qualsiasi cosa, non esitate a chiamare. Il tempo atmosferico previsto a destinazione è ottimo, la temperatura è compresa tra i 25°C e i 30°C. Ci sono domande? -
"Sì," si chiese Tsuna. "DOVE STIAMO ANDANDO???"
- La nostra sistemazione in albergo? - domandò Kyoko, sempre più entusiasta.
"ALBERGO??" Tsuna continuò ad urlare mentalmente, sembrando in preda a qualche crisi, mentre ascoltava immobile, guardando la schiena dell'uomo in giacca e cravatta (che poteva scorgere oltre l'oblò della porta del pilota). "E TU QUESTA LA CHIAMI UNA GIORNATA AL MARE???"
- All'arrivo un nostro rappresentante vi accompagnerà all'hotel. Altro? -
- No, grazie infinite. Siamo soddisfatti. - rispose la ragazza.
- Bene, allora spegnete i telefoni. - l'uomo si voltò verso di loro. - La compagnia aerea 'Vongola & Co.' vi augura un buon viaggio verso l'Italia! -
In quel momento gli occhi esterrefatti di Tsuna incontrarono quelli calmi e fermi del Nono.

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Capitolo 2
*** A.A.A. Cercasi interprete disperatamente ***


Capitolo un po'povero, ma l'ho già detto: il meglio inizierà già dal terzo. Qui troviamo Tsuna e Kyoko alle prese con i tipici problemi che si hanno quando si trascorre una vacanza al mare: la ricerca di un ombrellone, insegnare ai bambini come nuotare e, in questo caso, problemi con la lingua.
Buona lettura! ^^

Tsuna non dormì. Non ci riuscì. Passò dodici ore insonni, guardando Kyoko che dormiva profondamente, rannicchiata sul sedile, con la testa reclinata sulla sua spalla e la mano appoggiata inconsciamente sul suo avambraccio.
Poco prima dell'atterraggio, il Nono, attivato il pilota automatico, raggiunse Tsuna. Il ragazzo lo guardò, furioso, ma lo sguardo calmo e il sorriso dell'anziano lo tranquillizzarono immediatamente.
- Reborn mi ha detto che sei un ottimo nuotatore. Spero che il posto ti piaccia. - disse il Nono.
- Reborn!... Lo sapevo! - borbottò Tsuna. - Il solito bugiardo!... -
Gli occhi dell'anziano esaminarono quelli del ragazzo.
- Mi dispiace di aver coinvolto anche lei, - si scusò, accennando a Kyoko. - Non era nelle mie intenzioni, ma Reborn ha insistito... Ha detto che si divertirà. -
- Ma perché questa vacanza? - chiese il ragazzo, quasi indispettito da quella decisione presa a sua insaputa.
- Per celebrare te e i tuoi compagni. Voglio che sia la vacanza migliore che tu abbia mai passato. -
- Scommetto che è stata un'idea di Reborn... - mugugnò Tsuna. Il Nono ridacchiò: suo nipote ci aveva azzeccato in pieno.
- Quanto durerà? Dove stiamo andando? - domandò ancora il Decimo, che non aspettava altro che la fine di quella storia.
- Durerà quanto vorrai tu. Non voglio forzarvi a restare più di quanto volete voi. -
Kyoko si mosse, attirando l'attenzione dei due Vongola.
- Sta per svegliarsi. E' bene che me ne torni ai comandi. - disse l'uomo, facendo per andarsene.
- Ehi, aspetta! Non mi hai detto dove siamo diretti! - esclamò il ragazzo, quasi sobbalzando.
L'anziano sorrise. - In Sicilia. -
Tsuna strabuzzò gli occhi, mentre l'istinto di paracadutarsi attraverso il finestrino dell'aereo si presentava nuovamente.
- Buona vacanza ad entrambi! - si congedò suo nonno, sparendo così come era apparso.

L'atterraggio fu più improvvisato della partenza: Tsuna pregò per la buona riuscita della manovra, immaginando già il jet schiantato al suolo. Ma almeno questo non accadde.
Dopo un breve viaggio in auto, lui e Kyoko uscirono dalla vettura, che ripartì quasi subito.
La coppia si guardò attorno: quella dove erano arrivati aveva tutta l'aria di essere una bellissima spiaggia dell'Italia meridionale. I due ragazzi non ricordavano di aver mai visto un mare così bello come quello.
E nemmeno una spiaggia libera così affollata.
Spesero un bel po'di tempo a trovare un palmo di spiaggia dove potersi sistemare. Quando finalmente lo trovarono, Tsuna piantò l'ombrellone, poi andò a prendere il suo asciugamano nella borsa, ma prima che potesse appena sfiorarla, quella si aprì da sola, e il ragazzo capì perché pesasse tanto.
- LAMBO! I-PIN! - urlò Sawada. - CHE CI FATE QUI? -
- Oh, Tsuna, come sei stato carino: hai portato anche loro! - disse Kyoko, entusiasta.
- Tsuna, perché la crema solare ha un sapore schifoso? - chiese improvvisamente Lambo.
Tsuna sbiancò. - L'HAI BEVUTA?? -
- Come sono carini! - sospirò Kyoko, rivolgendosi a Tsuna. - Sanno nuotare? -
Il Decimo non ne aveva la più pallida idea, ma credeva che Lambo, soprattutto per età celebrale, non fosse in grado di nuotare.
- Forse sarà meglio comprargli dei braccioli o delle ciambelle. - disse infine.
- Lambo-san vuole i braccioli! - urlò il bambino, attirando le ire dei loro vicini di ombrellone.
- E I-Pin la ciambella! - esclamò la bambina.
E si avviarono tutti e quattro verso il primo negozio di articoli da mare che trovarono.
Tsuna si avvicinò al venditore.
- Buongiorno. Avremo bisogno di un paio di braccioli e una ciambella. - ma solo quando il venditore lo guardò attonito si ricordò che il Giappone si trovava un pochino più a est da lì.
Il ragazzo provò a parlare in inglese, ma l'uomo non sembrava capire. Che fare? Tsuna si voltò verso Lambo, che si stava divorando la scorta di caramelle che era solito mettere nei capelli. Non aveva altra scelta: quel bambino era l'unico tra loro quattro a sapere l'italiano...
- Lambo, puoi chiedere gen-til-men-te a questo signore se ci può dare un paio di braccioli e una ciambella? - chiese con una voce a metà tra il supplichevole e il minaccioso al suo Guardiano del Fulmine.
Lambo non rispose, e saltò immediatamente sul bancone. Tsuna si pentì immediatamente di quella decisione, vedendosi già in tribunale come responsabile per gli insulti che il bambino avrebbe detto.
E infatti, dopo un paio di battute che gli altri non capirono, il venditore e il bambino si misero a litigare aspramente, poi l'uomo li cacciò, rimproverandoli, senza che Kyoko, Tsuna e I-Pin capissero nulla. Ma sulla soglia della porta...
- Ti ho detto di levarti dalle scatole! Sei sorda??? -
- Gokudera!!! - urlò Tsuna, riconoscendo la voce di Hayato.
- Decimo! - accorse subito il fedele braccio destro. - Quando il Cavallone mi ha chiamato per dirmi che Voi eravate qui, ho setacciato tutta l'isola per raggiungerVi! Ma questa cretina mi ha seguito: mi perdoni! -
- Bada a come parli! Maleducato! - obiettò un'altra voce.
- Haru! - esclamò Kyoko, allegra.
- Oh, Kyoko, che bello vederti! - rispose Haru, comparendo dietro Gokudera, e rivolgendosi poi a Tsuna. - Mio Tsuna! Dove pensavi di andare senza di me, la tua Haru? -
Tsuna non le fece caso, e non pensò alla possibile reazione di Kyoko. Era troppo impegnato ad abbracciare Gokudera, felicissimo del suo tempismo che, per una buona volta, era stato perfetto.
- Meno male che ci sei! - disse il Vongola, raccontando all'amico italiano cos'era successo.
Gokudera sulle prime tentò di uccidere Lambo strangolandolo, ma Tsuna riuscì a convincerlo a lasciar stare il bambino e a parlare con il venditore. Hayato si avvicinò all'uomo ancora irritato, unì le mani e si chinò, in segno di scusa. Poi accennò ad una ciambella e ad un paio di braccioli alle spalle del venditore. Subito l'altro li prese e glieli diede, indicando con le dita il prezzo. I sei pagarono, salutarono e poi uscirono.
- Gokudera, perché non hai rivolto una parola al venditore? - domandò Haru, perplessa.
- Il fatto è che... - rispose Hayato, esitante. - Non ricordo nemmeno una parola di italiano. -
- Il linguaggio dei gesti è certo quello più comprensibile ovunque. - commentò Kyoko.
- Ottimo lavoro, amico! Senza di te ci avrebbero mandato in tribunale. - disse Tsuna.
- No, Decimo! Non lo avrei mai permesso! Solo due persone ci sarebbero finite: - disse il Guardiano della Tempesta. - Quella dannata mucca... - e si voltò verso Lambo, che gli stava facendo le boccacce cantilenando "Lambo-san ricorta meglio l'italiano di Gokuscemo".
- ...ED IO! - concluse, afferrando la gola del bambino, mentre Haru gli dava dei pugni sulla testa, intimandogli di lasciare 'il povero Lambo'.
- Andiamo a fare un tuffo? - propose Kyoko, salvando Tsuna da una crisi di nervi.
- Così insegneremo ai bambini a nuotare! - suggerì Haru, entusiasta.
Tsuna ripiombò nella crisi di cui sopra, prevedendo già i risultati di quella proposta che Kyoko, invece, aveva accolto con eccessivo entusiasmo. Gokudera cercò di dissuadere Haru dalla sua idea, ma lei era irremovibile, e nonostante l'intervento di Tsuna, parteggiante per Hayato, le ragazze non cambiarono idea.
Così Haru e Kyoko si impegnarono ad insegnare a I-Pin a nuotare, mentre al Decimo e al suo braccio destro fu riservato il compito più duro...
- Devi capire, cretino, che se non ti levi quel costume vai a fondo come un sasso! - urlò Gokudera già in acqua con Tsuna a Lambo, che li guardava dalla riva, per niente convinto di entrare in mare.
- Ma io ho sempre fatto il bagno con il costume. - rispose il Bovino.
- Forza, Lambo! E' caldo: non hai bisogno di quel costume da mucca. - insistette Tsuna, notando che il bambino stava cominciando a sudare.
Alla fine Lambo cercò la cerniera del costume e cercò di aprilo, ma la lampo era bloccata.
- Non si apre. - disse il bambino, perplesso.
Gokudera iniziò ad imprecare, mentre Tsuna sospirò, uscendo dall'acqua e cercando di aprire la cerniera che, in effetti, sembrava immobile.
- Dannazione! Non si muove! - esclamò il ragazzo, dopo svariati tentativi di aprire il costume. - Gokudera! Vieni a darmi una mano. -
Gokudera accorse più per aver udito la voce di Tsuna che non per voglia di aiutare quella peste.
Le ragazze, intanto, facevano i complimenti a I-Pin per i rapidi progressi che stava compiendo nell'imparare a nuotare. Mentre facevano una pausa giocando a schizzarsi, Haru ebbe la sciagurata idea di guardare nella direzione di Gokudera e Tsuna.
- CHE STAI FACENDO AL POVERO LAMBO??? - urlò lei, impallidendo.
- Non lo vedi, oca? Sto cercando di levargli il costume da mucca. - rispose sgarbatamente l'altro, mentre cercava di tagliare il costume del bambino con un paio di forbici da unghie e Tsuna teneva fermo a stento Lambo che si agitava furiosamente.
- Ma gli fate male così! - continuò lei, accorrendo disperata, disarmando Gokudera e rimproverando entrambi i ragazzi, e chiedendo solo allora spiegazioni.
- Non si ricorre mai a metodi così drastici per levare un vestito quando la lampo non si apre. - disse lei, una volta che Tsuna le ebbe spiegato con calma la storia. - E poi non c'è alcun problema: abbiamo comprato i braccioli apposta per non farlo andare a fondo. - E tornò da Kyoko e I-Pin.
Allora Gokudera e Tsuna seguirono il consiglio di Haru e cercarono di convincere Lambo ad indossare i braccioli, ma probabilmente sarebbe risultato più semplice cercare di aprire la lampo del suo costume con le forbici per unghie.
-  Per quale diavolo di motivo non vorresti metterti questi dannati braccioli, STUPIDO RUMINANTE? - urlò Gokudera, dopo il millesimo tentativo, sull'orlo di una crisi isterica.
- Li voglio verdi, non arancioni! - rispose il bambino, saltellando. - E voglio che ci sia scritto sopra il mio nome! -
Tsuna nascose il volto sulla spalla di Gokudera, abbandonandosi ad un urlo di sfogo, mentre l'altro ribolliva come una teiera riscaldata.
Ma poi, per fortuna, Hayato ebbe un'idea. Si congedò rapidamente (ma sempre rispettosamente) dal Decimo e si allontanò, ritornando pochi minuti dopo con un sacchetto di caramelle.
- Lambo-san vuole le caramelle! Lambo-san vuole le caramelle! -  urlò il bambino, saltellando allegramente.
Gokudera lo ignorò e fece cenno a Tsuna di seguirlo in acqua. Gli porse il sacchetto, Sawada prese una caramella e poi Gokudera ne prese una per sé. Mentre la masticava mostrava il sacchetto a Lambo, che lo guardava con occhi grossi come palline da golf.
- Se vieni a nuoto fino a qui ti darò tutto il sacchetto. - sentenziò Gokudera. - Ci stai? -
Il volto di Lambo s'illuminò, e senza nemmeno infilarsi i braccioli il bambino si gettò in acqua. Con una tecnica sgraziata ma incredibilmente funzionante raggiunse Gokudera, che però aveva già passato il sacchetto a Tsuna. Lambo si diresse verso di lui, ma il sacchetto era nuovamente nelle mani di Hayato. E continuarono così per qualche altro minuto, sotto lo sguardo sorpreso e divertito delle ragazze.
Quando i due insegnanti decisero che bastava così, lasciarono finalmente il sacchetto nelle mani di Lambo. Sfortunatamente per i due neoistruttori, il bambino lanciò un'occhiata a quello che stavano facendo le ragazze. Vedendo che I-Pin, nettamente avanti a lui, aveva già imparato ad andare sott'acqua, volle fare lo stesso.
- VOGLIO ANDARE SOTT'ACQUA!!! - strepitò il bambino, sbattendo i piedi per terra.
- Guarda, tonto: si fa così! - disse Gokudera, scocciato. - Ti devi tappare il naso, - e si tappò il naso. - E poi vai giù. - e s'immerse completamente in acqua.
Tsuna, intanto, si voltò a guardare le ragazze e arrossì. Com'era carina Kyoko in costume!...
Un improvviso schizzo d'acqua che gli raggiunse la schiena lo riportò a quello che stava accadendo dietro di lui.
- LAMBO! - urlò, sgranando gli occhi e staccando Lambo dalla testa di Gokudera.
Il braccio destro del Decimo smise finalmente di annaspare e riemerse con un grosso respiro, paonazzo e spiritato.
- Lambo... Perché stavi tenendo la testa di Gokudera sott'acqua? - chiese Sawada al bambino.
- Ryohei dice che è un polipo... - rispose la peste, serio. - I polipi non vivono in acqua? -
- SEI UN ASSASSINO! - urlò Gokudera, cercando di fiondarsi su Lambo, senza però calcolare che il bambino era tenuto da Tsuna e che quindi finì anche lui sott'acqua.
Quando Tsuna riemerse si trovò di fronte la faccia di un Gokudera stravolto e dai capelli fradici.
- DECIMO! Mi dispiace!!! - si scusò, disperato, inchinandosi in acqua e sollevando involontariamente schizzi addosso a Tsuna.
- Gokudera! Gokudera! Basta! - esclamò il Decimo Boss dei Vongola, cercando di proteggersi dagli schizzi con le braccia.
- MI SCUSI! - urlò ancora più forte il Guardiano della Tempesta, accorgendosi di averlo involontariamente bagnato. - Aspettate qui! Torno subito! -
- Ma Gokudera, sono già bagnato: non fa niente!... - cercò di spiegargli Tsuna, pur sapendo che, quando Hayato si metteva una cosa in testa, era quella e basta.
Ritornò pochissime frazioni di secondo dopo con un asciugamano da mare, con il quale gli asciugò il volto e i capelli.
- Gokudera, smettila! Stai bagnando tutto l'asciugamano! - protestò il ragazzo, notando che tre quarti del telo da mare erano praticamente in acqua.
- Non Vi preoccupate, Decimo! L'asciugamano non è il Vostro... - lo rassicurò l'altro, sorridente.
- Gokudera, che stai facendo al mio asciugamano???... - urlò Haru, furiosa. - Ma dov'è Lambo??? - aggiunse poi, preoccupata, guardandosi attorno.
- Eccolo qui! - esclamò I-Pin, tenendo Lambo per la coda del costume e sollevandolo fuori dall'acqua.
- Oh, meno male che sta bene! - sospirò Haru, rincuorata.
- Non so voi, ma noi ci siamo stancate di fare le insegnanti. Che ne dite di una nuotata? - propose Kyoko, allegra.
- Certamente! - esclamò Tsuna.
- Vengo anch'io, Decimo! Datemi il tempo di mettere da qualche parte questo asciugamano. - rispose subito Gokudera.
- Lambo! I-Pin! - chiamò Haru, rivolta ai bambini. - Venite con noi? -
- SI'!!! - risposero in coro i due, saltellando.
- Allora andiamo! -
E cominciarono a nuotare.

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Capitolo 3
*** Solo prodotti tipici siciliani ***


Qui l'autrice comincia a dare chiari segni di pazzia in attesa del culmine. ^^ Ripeto che questo sarà solamente l'inizio.
In questo capitolo i nostri poveri vacanzieri sono alle prese con i capricci dei bambini...
 
Dopo essere stati in acqua per un bel pezzo, uscirono e si asciugarono al sole fino a quando il caldo non iniziò ad essere fastidioso.
- Decimo, vuole qualcosa di fresco? I gelati italiani sono buonissimi. - disse Gokudera, sbucando improvvisamente di fronte alla faccia del Decimo mezzo addormentato al sole.
- Lambo-san vuole il sushi! - urlò una palla a macchie bianche e nere che saltellava allegramente ai piedi di Hayato.
- Tu, stupido bovino, dove credi di trovare un negozio di sushi in Sicilia??? - sbraitò il Guardiano della Tempesta, afferrando il bambino.
- Là, scimmia! - rispose con tono di superiorità Lambo, indicando una bancarella a pochi metri dalla spiaggia, che riportava i caratteri giapponesi di 'sushi'.
- Stavolta mostro broccolo avere ragione. - ammise I-Pin, confusa.
- Il grande Lambo ha sempre ragione, e Gokuscemo ha sempre torto! - urlò, trionfante, Lambo.
Gokudera, al solito, iniziò a rincorrere il Guardiano del Fulmine. Inutile dire che Haru, in difesa del suo coraggioso (perché di coraggio ce ne vuole!) compito di 'Guardiano della Scemucca', si mise alle calcagna di Gokudera per salvare il bambino.
Kyoko rideva, I-Pin tifava per Hayato e Tsuna faceva finta di non conoscerli. L'inseguimento sarebbe durato per un bel po', se poi non fosse passato di lì un giovanotto alto e biondo in costume da bagno, al quale Lambo tagliò la strada. Il poveretto cercò di evitare il bambino, ma non ci riuscì, e cadde rovinosamente a terra con la faccia sprofondata in trenta centimetri di sabbia. Gokudera e Haru si fermarono, mentre Lambo continuò a scorrazzare, ignaro di cosa fosse accaduto sopra di lui.
- O MIO DIO!!! - l'urlo stridulo di Haru costrinse Gokudera a tapparsi le orecchie. - GOKUDERA!!! E' TUTTA COLPA TUA! -
- Il professore! - mormorò Kyoko, sorpresa.
- DINO! - esclamò Tsuna, accorrendo a salvare l'amico.
- Cavallone?! - disse Gokudera, confuso. - Ma che diavolo ci fa quel defi...! DECIMO! L'aiuto io a tirarlo fuori dalla sabbia! -
E i due ragazzi tirarono fuori il boss dei Cavallone, che era svenuto.
- Non vi preoccupate: ci penso io a farlo rinvenire... - lo sguardo che Gokudera rivolse a Lambo non piacque affatto a Tsuna.
 
- LASCIAMI! IMBECILLE! - urlava Lambo, mentre Hayato gli immergeva ripetutamente la testa nell'acqua del mare, credendo che i capelli del bambino potessero funzionare allo stesso modo di una spugna, cioè trattenere acqua.
Quando Gokudera credette di aver torturato Lambo abbastanza, tornò dagli altri e strizzò i capelli del bambino sopra la faccia di Dino.
Il ragazzo si svegliò di soprassalto, ancora confuso e stordito.
- Oh, Tsuna, ben arrivato! - disse il boss dei Cavallone. - Credo di aver urtato un pallone di cuoio... Com'era duro! Volevo farti una sorpresa, ma sembra che io sia stato scoperto. - rispose l'amico.
Lentamente, Dino si rimise in piedi.
- Cosa avete in programma? - chiese, sorridendo.
- Il "pallone di cuoio" voleva del sushi. - Hayato fulminò Lambo con un'occhiataccia.
- E noi del gelato. - concluse Haru.
- Penso che vi accompagnerò. - annunciò Dino.
E così andarono tutti quanti alla bancarella di sushi che Lambo aveva indicato loro.
Il venditore di sushi dava loro le spalle.
- Buongiorno! - esclamò Dino in italiano. - Vorremmo una porzione di sushi. -
Il venditore si voltò. Un grosso punto interrogativo e uno esclamativo ancora più grande riempivano la faccia di Yamamoto Takeshi.
- Yamamoto! -
- Tsuna! Ragazzi! Che bello vedervi! - rise Yamamoto. - Gokudera!... - il ragazzo divenne improvvisamente perplesso. - Tu non dovevi portare Uri dal veterinario? -
“E ci crede pure!” Tsuna si mise le mani tra i capelli.
- E tu che ci fai qui? Sapevo che eri al ristorante di tuo padre per dargli una mano. - osservò Gokudera, sviando la domanda.
- Infatti sono qui per esportare il Takeshi sushi in Italia! - il ragazzo era entusiasta. Si mise a ridere. - Peccato che io non capisca una parola di italiano! A questo il bambino non aveva pensato! -
Tsuna non ebbe bisogno di chiedere chi fosse il bambino in questione.
- Ma adesso basta parlare! Mangiate a volontà! Questi sono i bocconi più prelibati, e per voi sono gratis! -
Yamamoto fece per togliere la tenda che copriva il cantuccio dedicato alla cucina, ma quando la tolse... c'erano tre persone chine sul bancone a divorare sushi.
Gokudera si voltò e vomitò, riconoscendo Bianchi.
- REBORN! - urlò Tsuna, riconoscendo il suo tutor.
- Fuuta! - esclamarono all'unisono Lambo e I-Pin, riconoscendo il bambino.
- Ma cosa...? - cercò di chiedere Tsuna, prima che i tre, scoperti, si dessero alla fuga e sparissero così come erano apparsi. E senza lasciare tracce di sushi.
- Pagherò io i danni. - disse Dino, estraendo la sua famigerata carta d'oro (che in presenza della famiglia di Sawada veniva estratta venti volte più spesso del normale).
- Non ti preoccupare, Dino. E' meglio così - disse il Guardiano della Pioggia, senza smentire la sua allegria onnipresente. - Almeno ora posso fare una pausa dal lavoro! -
Così Takeshi chiuse la bottega, e tutti insieme raggiunsero la gelateria più vicina.
 
Neanche avessero fatto apposta, alla gelateria incontrarono la CEDEF al completo, con tanto di Colonnello che spizzicava Lal Mirch, gabbiano dell'arcobaleno sul tetto del negozio, Iemitsu che divorava gelati alla fragola, e Basil che provvedeva a rifornirlo ogni due minuti, cosa che non smise di fare neanche quando si accorse di Tsuna e degli altri.
Anche la CEDEF, stando al racconto dell'allievo di Iemitsu, era venuta per il Decimo.
Basil accettò volentieri l'invito del boss dei Vongola a seguirlo al loro ombrellone, ma ne portò saggiamente un altro, sapendo bene che se sotto un ombrellone ci si entra a stento in quattro, figuriamoci in nove!
 
Mentre tornavano indietro gustandosi i loro buoni e freschi gelati, ovviamente doveva esserci qualcosa a guastare quella pace inconsueta...
- Lambo-san non ha ancora avuto il suo sushi! Sbrigatevi, ho fame! - strepitò Lambo.
Gokudera addentò involontariamente il suo gelato, ghiacciandosi i denti.
- Mi dispiace, piccoletto: ho finito il sushi. Non ne ho più! - disse Yamamoto, sorridente, stringendosi nelle spalle.
- Ma io voglio il sushi!!! - piagnucolò il bambino, a voce ancora più alta.
- Lambo-chan, non lo vuoi proprio un gelato? Nemmeno se ti accompagna Haru a prenderlo? - chiese la ragazza, con voce smielata, chinandosi verso di lui.
Il bambino si calmò. - Lambo-san lo prende solo se glielo chiedete per piacere. - rispose, deciso, dopo un minuto di riflessione.
Tsuna scosse il capo: quel bambino era indescrivibilmente odioso anche per lui.
- E se Cretidera gli fa da cavallo! - concluse il bambino.
- TE LO SCORDI!!! - urlò Gokudera, furioso, facendo per saltare addosso a Lambo, ma Yamamoto lo trattenne.
- Gokudera! Insensibile! Vuoi far soffrire un bambino così dolce e adorabile negandogli di giocare con te? - intervenne subito Haru, indignata, contro Hayato. - Dovresti vergognartene! Sei senza cuore! -
- E tu sei semplicemente...! - ribatté l'altro, dibattendosi.
- Calma! - intervenne subito Yamamoto, sorridente. - Non ti preoccupare, Gokudera! Se vuoi ti darò una mano. Vedrai: sarà più divertente di quanto pensi! -
Gokudera rispose grugnendo.
 
- In guardia! - esclamò Yamamoto, ridendo e sferrando un attacco con il dorso della "lama" di una delle spade giocattolo di legno che avevano comprato pochi minuti prima.
- Non mi prendi! Non mi prendi! - lo canzonò Lambo, facendogli le boccacce e ridendo, schivando l'ennesimo colpo di Takeshi, che raggiunse in pieno (per l'ennesima volta) la testa di Gokudera, che teneva il bambino pezzato sulle spalle.
Gli spettatori stavano comodamente seduti su due panchine. Su una, Kyoko, Haru e I-Pin ridevano e applaudivano, tifando le prime due per Lambo e l'altra per Yamamoto. Sull'altra panchina Basil e Dino assistevano alla scena divertiti, mentre Tsuna guardava il suo Guardiano della Tempesta, impietosito per l'ennesimo capriccio di Lambo che Gokudera aveva dovuto accontentare.
- Yamamoto! Lambo! Ora smettetela. Abbiamo lasciato la roba incustodita: non voglio brutte sorprese. - disse Tsuna, alzandosi.
- Agli ordini, Tsuna! - esclamò allegramente Yamamoto, gettando la spada per terra e rivolgendosi al bambino. - Hai vinto tu: complimenti! -
Gokudera alzò lo sguardo con tutta l'aria di voler benendire il suo Decimo per quell'intervento a suo favore, ma non ne fu in grado perché Lambo gli saltò in testa per appoggiare i piedi per terra.
- Lambo-san ha vinto! Evviva! - esclamò il bambino, saltellando verso Kyoko e Haru che lo riempirono di coccole e complimenti.
Mentre si avviavano verso la spiaggia, Dino diede uno sguardo al suo orologio.
- Sono le due passate! - esclamò. - Volete fare pranzo? -
- Wow! Non ho mai mangiato la pasta italiana!!! - esclamò con entusiasmo Haru.
- Bene! Basil ed io andiamo a cercare un buon ristorante. Saremo qui tra pochi minuti. -
Una volta rimasti soli, gli altri si accomodarono sotto gli ombrelloni.
Poi Gokudera ebbe un'idea...
- Ehi, Mr Baseball! - e si alzò in piedi.
Yamamoto, incuriosito dal tono allegro della voce di Hayato, si voltò verso di lui.
- Perché non giochiamo a palla - proseguì l'albino, afferrando Lambo (che, aiutato da I-Pin, si stava coprendo di sabbia) e mostrandolo a Yamamoto. - Con questo adorabile bambino? -
Ovviamente Takeshi sorrise in risposta.
E si rimisero a giocare. Gokudera faceva l'arbitro, Kyoko, Haru, I-Pin e Tsuna gli spettatori e Yamamoto e Lambo i giocatori.
- Allora, bambino - disse Yamamoto, giocherellando con una palla. - Sai già come si gioca, vero? -
- Lambo-san sa tutto! - rispose il bambino, sollevando la mazza da baseball.
- Allora tieniti pronto! - lo avvertì Takeshi, preparandosi e lanciando la palla con la forza smisurata che usava di solito per lanciare una palla.
Lambo, travolto dalla palla, finì un paio di metri più in là.
Kyoko applaudì.
- Oh, povero piccolo! - esclamò Haru, coprendosi la bocca e spalancando gli occhi.
- Uno a zero per Mr Baseball! - annunciò Gokudera, allegro, incurante della reazione sconvolta di Haru.
Tsuna capì subito che Hayato aveva programmato tutto, sfruttando l'ingenuità e la forza incontrollata di Yamamoto quando lanciava una palla e la stupidità di Lambo.
Il bambino si rialzò, irritato.
- Scusami, piccoletto: non sono riuscito a controllarla. - si scusò Takeshi. - Sei pronto ora? -
- Il grande Lambo è sempre pronto! - rispose sicuro Lambo.
- Palla in arrivo!!! - urlò Yamamoto, lanciando la palla.
Accorgendosi che la dose di forza impiegata da Takeshi era sempre la stessa, il Bovino pensò bene di schivarla chinandosi. La palla lo sorvolò e andò a finire in acqua.
- Va Lambo-san a prenderla! - esclamò il bambino, facendo per buttarsi in acqua, ma Gokudera lo trattenne.
- Che cosa ti salta in mente, stupida mucca? - urlò il Guardiano della Tempesta.
- Non lo vedi? - disse Yamamoto, più calmo ma non meno preoccupato. - Il mare è troppo mosso! Anche io avrei paura di andare a prenderla, con quelle onde così alte. -
- E' molto strano - intervenne Kyoko, perplessa. - Il mare qualche ora fa era piatto come una tavola, e adesso è così mosso da fare paura! Com'è possibile? -
- Poco fa è passato uno yacht: deve essere stato la causa di queste onde. Ma non vi preoccupate: finiranno tra poco. - spiegò Dino, appena tornato insieme a Basil.
- MA IL GRANDE LAMBO VUOLE ANCORA GIOCARE A PALLA!!! - piagnucolò il bambino, battendo i piedi.
- Ma non lo capisci, deficiente, che il mare è mosso??? - gli chiese Gokudera, spazientito, scuotendolo come una bomboletta spray.
- Gokudera! - intervenne subito Haru, afferrando Lambo e tirandolo a sé. - Lascia stare questo angioletto e vai a prendere la palla! -
- Angioletto? - rispose Gokudera. - Mi rifiuto di ammazzarmi per quell' 'angioletto' rompiscatole con le corna! -
- SEI CATTIVO QUANDO FAI COSI'! - urlò lei, scoppiando in lacrime e abbracciando Lambo così forte da soffocarlo.
- Andrò io a recuperare la palla, non vi preoccupate! - disse alla fine Dino, sorridente, avviandosi verso l'acqua.
- Oh, grazie! Tu sì che sei gentile! - esclamò Haru, smettendo di lamentarsi e stritolando ancora più forte il bambino;poi rivolse una linguaccia a Gokudera, che rispose con una smorfia.
Tsuna seguì con lo sguardo Dino. Sapendo che, di solito, capitava di tutto al boss dei Cavallone, non era affatto convinto di lasciarlo andare da solo, con quel mare così mosso. Ma Dino entrò in acqua senza alcun problema, e iniziò a nuotare cavandosela tutto sommato bene, a dispetto delle onde. Sawada dovette ricredersi: forse stavolta al suo fratellone non sarebbe successo nulla.
Ma dovette ricredersi ancora quando lo vide scomparire (lui e la palla) sotto un'onda.
Gli otto rimasti a riva osservarono l'acqua in attesa che il loro compagno riemergesse. Quando videro che non dava segno di riemergere, Gokudera imprecò, e si affrettò con Yamamoto a raggiungere la riva (erano gli unici che potevano portare Dino a nuoto fino a lì).
Fecero per buttarsi in acqua, ma in quel momento un'onda più grande delle altre raggiunse la riva, portando con sé Dino.
- Non ti smentisci mai, eh, Cavallone? - gli chiese Gokudera, mentre lui e Yamamoto lo aiutavano a mettersi seduto.
Il Cavallone tossì.
- Pare proprio di no. – rise.
- E la palla??? Avevi detto che saresti andato a prenderla!!! - intervenne Lambo, irritato.
- Infatti eccola, piccolo! - rispose Dino, porgendogli la palla. - Sono riuscito a prenderla prima che l'onda mi sommergesse, e non l'ho lasciata, contento? -
Ma Lambo era già tornato a giocare.
"Ingrato!" pensò Tsuna.
Dino restò a bocca aperta: questa proprio non se l'aspettava!
- Andiamo a mangiare? - propose sorridente Kyoko, come se fosse arrivata in quel momento.
Gokudera e Yamamoto rimisero in piedi Dino.
- Subito! - rispose lui, allegro. – Basil ed io abbiamo trovato un buon ristorante a pochi passi dalla spiaggia. -
E si diressero verso il ristorante di cui il ragazzo aveva parlato loro.

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Capitolo 4
*** Castelli di sabbia e venditori ambulanti ***


Eccoci finalmente ai deliri veri e propri!
Se mentre leggete vi chiedete il perché, una risposta non ce l'ha nemmeno l'autrice. XD
Per il resto, buon divertimento!
P.S. Ho concluso che pubblicando una volta al mese, questa ff finirebbe più o meno tra un anno, quindi, per non annoiarvi e non farvi attendere troppo, la pubblicazione dei capitoli per questa storia farà un'eccezione e avverrà una volta a settimana (di sabato, a meno che non ci siano problemi)! ^^ Dalla prossima fic ricomincerò ad aggiornare secondo la solita scadenza mensile.
 
- Lambo-san vuole fare i castelli di sabbia! - strillò improvvisamente Lambo.
- Castelli di sabbia?? - ripeté Tsuna, appena svegliato dalla catalessi in cui il gioco lo aveva fatto sprofondare.
Il Decimo stava infatti giocando a carte con Yamamoto, Basil e Gokudera, che aveva insistito per stare in coppia con lui. Ma Tsuna era completamente inutile perché non sapeva giocare, nonostante Dino lo aiutasse talmente tanto da giocare quasi al posto suo.
Erano tornati ai loro ombrelloni da meno di cinque minuti.
- Sì, come quei bambini laggiù! Anche I-pin volere fare castello! - aggiunse I-pin, indicando dei ragazzi che facevano i castelli di sabbia.
Gokudera e Tsuna sussultarono.
- Perché non andate a giocare con loro? - propose Haru, che prendeva il sole su un lettino accanto a Kyoko.
- Sono sicura che vi divertirete. - aggiunse l'altra.
- E' meglio... di no. - boccheggiò Tsuna, distogliendo lo sguardo dai bambini che aveva indicato I-Pin.
- Oh Tsuna, come sei premuroso! - sospirò Haru. - Vuoi essere certo che i genitori di quei bambini siano delle brave persone! -
- Ma cosa hai capito, stupida! - esclamò Gokudera. - Quelli... -
E si fermò, mentre il Decimo gli faceva cenno di stare zitto.
"Meglio che Haru capisca quello che vuole che non come stanno veramente le cose, almeno in questo caso." si disse Tsuna.
Infatti, apparentemente non c'era niente di anormale: era una semplice famigliola che giocava in riva al mare a fare i castelli di sabbia.
Ma c'era poco da definire 'normale' in una famiglia dove il padre era Chikusa Kakimoto, la madre era Chrome Dokuro e il figlio era Fran.
- Ma quella è Chrome! - esclamò Kyoko, riconoscendo la ragazza.
- Ho capito, Gokudera! - esultò Haru, convinta di aver indovinato. - Hai una cotta per Chrome e non ti vuoi far vedere da lei! Ah!... Com'è romantico!!! -
"Quella scema ha la capacità stupefacente di non capire niente!" pensò Hayato.
Improvvisamente Chrome si accorse di essere osservata, e si voltò nella direzione di Sawada e famiglia, facendo loro un timido segno di venire. Tsuna, non percependo pericoli in vista, andò verso di lei con gli altri.
- Boss, non si preoccupi - spiegò la ragazza, esitante. - Siamo qui in vacanza: non abbiamo intenzione di combattere. -
- Chrome, mi sembri un po'... stanca. - osservò Kyoko, accorgendosi dell'aria affaticata dell'altra.
- Sei sicura di stare bene? - chiese Haru.
- Forse avresti bisogno di una pausa. - propose Yamamoto.
- Ma noi dobbiamo finire il castello di sabbia! - protestò Fran. - Vero Chrome? Vero Chiku? -
- Mukuro-sama ci ha ordinato di non perderlo di vista. - disse Chrome.
- Ma questo è sfruttamento minorile!!! - protestò Haru. - State morendo di caldo! -
- E il castello? - chiese Fran.
- Lambo-san aiuterà il signor Mela a fare il castello di sabbia! - esclamò Lambo, entusiasta.
- Anche I-Pin! - esultò I-Pin.
- Mi chiamo Fran! - precisò il bambino francese, irritato. - FRAN!!! -
- E allora perché hai un cappello a forma di mela? - domandò il Bovino.
- E allora perché tu, anche se hai un costume da mucca, ti chiami Rambo? -
- Mi chiamo Lambo! - urlò Lambo. - LAMBO!!! -
- LA PRENDO IO! BAYOOON!!! -
Un'ombra atterrò sul castello di sabbia, distruggendolo. Pochissimi secondi dopo, Ken Joshima uscì scodinzolando dalla sabbia, con una pallina da tennis tra i denti.
- RIDAMMELA, DEFICIENTE! -
Quella voce autoritaria e furiosa gelò il sangue nelle vene di Tsuna, costringendolo a voltarsi.
Una sagoma con una curiosa acconciatura e una ragazza dai capelli rossi, entrambi in versione tennis, stavano correndo verso di loro, ognuno con una racchetta in mano.
- Mukuro-sama! - esclamò Chrome.
- Mukuro Rokudo! - mormorò Sawada. - MM! -
- STUPIDO KEN!!! - strillava Fran, picchiando il cane con una paletta di plastica.
Gokudera estrasse immediatamente la dinamite.
- Calma, Fiammifero Ambulante - disse MM, annoiata. - Siamo qui in vacanza. -
- Kufufufu... Sawada, hai una fortuna sfacciata: ogni volta che ti incontro, sono sempre troppo occupato per poterci divertire. E stavolta, che non sono occupato, sono in vacanza!... - disse Mukuro, rivolgendosi poi a Ken, con rabbia. - ...Ken! Lascia questa dannata palla! -
- Stavamo giusto discutendo su chi potesse badare ai bambini mentre Chrome e Chikusa facevano una pausa... - disse Dino, allegro.
Ken e Mukuro smisero di contendersi la palla e guardarono per un breve attimo le facce infuriate di Fran, Lambo e I-Pin.
- AHI! - urlò Mukuro, improvvisamente. - Ken, perché mi hai morso? -
- Ma capo... io... - cercò di protestare il ragazzo, ma ricevette un calcio da MM.
- Dobbiamo prendere del disinfettante per il capo. Sta sanguinando. -
- Ma io non l'ho morso... - cercò di protestare Ken, ricevendo un altro calcio, stavolta da Mukuro.
E i tre sparirono così come erano apparsi.
- Di questo passo non risolveremo niente... - sospirò Dino.
- VOOOOOOOOOI!!! COMPRATE QUALCOSA, CAZZO! -
Tutti trasalirono. Poi trattennero a stento una risata. Squalo stava in piedi davanti a loro carico di roba da capo a piedi e con un espressione infuriata in faccia.
- Squalo! Che ci fai da queste parti? Sei venuto anche tu per salutare Tsuna? - chiese Dino, allegro.
- Certo che no, Cavallone. Non me ne frega un bel niente di Sawada! - Poi gli occhi dello spadaccino si posarono su Yamamoto. - VOOOI!!! Tiri ancora di spada? -
- Ehm..., veramente no. - rispose il ragazzo, sorridendo.
- VOOOOOOOOOOOOI!!! IO TI AMMAZZO!!! - urlò, agitando la spada e tentando di saltare addosso a Takeshi, ma Dino lo fermò in tempo.
- Squalo-dono, - intervenne Basil. - Non ci ha ancora detto che ci fa qui vestito da... venditore ambulante. -
- Stupido boss... - borbottò Squalo.
- Xanxus?! - esclamò Tsuna, incredulo. - Non dirmi che c'è anche lui! -
- State zitti, idioti! E ascoltate! - disse l'uomo, gettando a terra il suo carico con disprezzo e sedendosi. - La storia è molto più complicata di quanto sembri:... -

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Capitolo 5
*** Una storia toccante ***


Qui Squalo ci spiegherà che cosa (e soprattutto chi) lo ha spinto a vendere lungo la spiaggia.
E credo che la risposta sarà molto più demenziale di quello che vi aspettate.

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO:
- Basta! - sbatto i pugni sulla tastiera del mio povero computer. - E' ora di dire a chi legge che ci sei anche tu! -
- Va bene. - risponde la mia compagna di pazzie, seduta accanto a me, con aria indifferente, guardando la tv.
- Prima, diciamolo francamente, la storia era interamente la mia, le gag erano le mie, le situazioni le mie,... facevo tutto io e tu stavi a guardare che non scrivessi "Tunsa" al posto di "Tsuna" oppure "opi" invece di "poi"... -
- Ma anche adesso è così. -
Le do un cazzotto in testa.
- In pratica, - proseguo. - Voglio svelare ai lettori la presenza di una vera e propria coautrice che collaborerà con me a tutti gli effetti da questo capitolo in poi e per tutte le altre fanfiction che seguiranno. Semplicemente ritengo ingiusto non comunicarlp prendendomi tutto il merito. -
- Devi scrivere "Semplicemente ritengo ingiusto non comunicarlo prendendomi tutto il merito". -
Mi sbatte la testa sulla tastiera per vendicare il cazzotto.
- Appunto. - borbotto, scocciata.


Detto questo, buon divertimento! :D



Sette ore prima, su un lussuoso yacht in mezzo al mare a cinquecento metri dalla costa, (lo stesso che aveva provocato le onde che stavano per ammazzare Dino) la vita per i Varia scorreva serena come ogni giorno: Lussuria, da brava mamma, riordinava le stanze degli altri; Belphegor lucidava i coltelli, poi li lanciava sul muro, li riprendeva e li lucidava di nuovo; Levi tentava inutilmente di attirare l'attenzione del boss con qualche piccolo lavoro, Mammon era in camera sua, Xanxus, sulla sua solita poltrona, si lamentava di avere fame, e Squalo litigava con lui dalla stanza accanto.
-  FECCIA! HO FAME! - urlò il primo.
- VOOOOOOOI! IO NON SONO LA TATA! - rispose il secondo.
- Qualcuno mi ha chiamato? <3 - chiese Lussuria dal piano inferiore.
- NON ME NE FREGA NIENTE DI COSA TU POSSA ESSERE! - urlò ancora Xanxus. - VOGLIO UNA BISTECCA, ORA! -
- E A ME NON FREGA NIENTE DI COSA VUOOOOI! - rispose lo spadaccino.
- Squalo! Smettila di trattare così il Boss! Fa'quello che ti dice! - lo rimproverò aspramente Levi dal terrazzo.
- FACCIO QUELLO CHE MI PARE! - urlò Superbi.
- Shishishishishi! Se c'è una zuffa, vuole partecipare anche il principe. - informò Belphegor dal salotto.
In quel momento, normalmente, Levi sarebbe sceso dal terrazzo, si sarebbe fiondato nella camera di Squalo, e si sarebbero azzuffati. Poi sarebbe intervenuto Bel, e, infine, Luss avrebbe portato la cassetta del pronto soccorso. In ultimo, Xanxus avrebbe messo fine a tutto con uno sparo di pistola in aria.
E invece, un urlo proveniente dalla camera di Mammon li fece raggelare.
- Aiuto! Boss! Siamo rimasti al verde!!! -

- Allora, ricapitolando: quali spese abbiamo fatto? - chiese Mammon, facendo avanti e indietro per il salotto.
Gli altri Varia erano lì con lei. Belphegor stava disteso sul divano, a giocare con i coltelli, Squalo stava appoggiato contro il muro sulla soglia della porta, Luss stava seduto su una sedia, Xanxus stava sulla sua amata poltrona, e Levi ai suoi piedi.
- Bistecche. - intervenne Squalo, grugnendo e guardando di sbieco Xanxus. - Bistecche italiane di prima qualità. Tonnellate e tonnellate. Almeno duecentomila yen. -
- Spade dell'epoca Edo, con foderi decorati in oro. - intervenne Levi in difesa del Boss. - Ducentoundicimila yen. -
- Shishishi! E che saranno mai! - ironizzò Bel.
- Trenta set di coltelli di ogni forma, in oro bianco, intarsiati di diamanti e madreperle. Più tre corone incastonate di pietre e cammei. Non voglio nemmeno dire la cifra! - continuò Levi, guardando Belphegor.
- Trattamento completo ai baffi e ai capelli, più una quantità esorbitante di ombrelli scadenti comprati dal primo venditore che capita. - ribatté il principe, mentre un coltello d'oro bianco si conficcava nel muro dietro Levi. - Almeno Trecentomila yen. -
Gli altri non reagirono: Mammon stava in ginocchio per terra con la testa tra le mani, piangendo in silenzio i suoi risparmi spariti tra bistecche, coltelli, spade e trattamenti di bellezza. Luss tacque a proposito del suo nuovo balsamo di tigre bianca e del suo profumo targato Armani. Xanxus non disse niente delle sue nuove extension e del famoso parrucchiere francese che gliele aveva messe, né di quella miriade di bottiglie di champagne che, nella stiva, accompagnavano la scorta di bistecche messa sotto accusa da Squalo.
E lasciarono che Levi tirasse i capelli a Superbi, che questo strappasse i baffi all'altro insieme a Bel, e che Levi riempisse di cazzotti i denti del principe.
Alla fine, due ore dopo, Xanxus, stufo e ancora affamato, alzò una pistola e sparò al soffitto, ripristinando l'ordine del suo Firmamento. Poi si scomodò per dare un ordine.
- Voi tre fecce andate a trovare dei soldi. Voialtri due li seguirete più tardi. -
Era implicito che lui non avrebbe fatto niente. Oh, giusto, precisiamo una cosa: le tre fecce erano Bel, Squalo e Levi; e gli altri due erano Mammon e Lussuria.
Così Squalo e Belphegor presero una barchetta a remi (di proprietà di Luss), facente parte dello yacht, e, con Squalo che remava, percorsero i cinquecento metri che li separavano dalla riva.
Levi preferì andare da solo per dimostrare al capo quanto era bravo a fare i lavori da sé.
Luss e Mammon li guardarono allontanarsi, poi si misero a giocare a scacchi per ingannare il tempo.
Xanxus era già sparito nella stiva a svuotar bottiglie.

Bel e Squalo raggiunsero la riva. Si guardarono attorno in cerca di un'ispirazione, come qualche vecchietta da derubare, per esempio. Ma non c'era niente del genere, solo ombrelloni, bagnanti, e... gli occhi di Belphegor brillarono da sotto la frangetta bionda del ragazzo. Un sorriso malizioso riempì la porzione scoperta del suo volto, mentre richiamava l'attenzione di Squalo con un colpetto sulla spalla. Quando questi si voltò, Bel sogghignò e rise, indicando un uomo che, carico di roba, camminava tra gli ombrelloni.
- Va bene, buona fortuna. - disse Squalo.
- No, mio caro: un principe non può. Fai tu! -
- No no no! Non se ne parla nemmeno! -

- VOOOOOOOOI! E la storia finisce qui. -
L'urlo di Squalo mise fine alla storia. Tutti erano confusi e quasi increduli.
- E la fatina con la fratina? - chiese Fran.
- La fatina, eh?-  ripeté Squalo, furioso. - Se la becco, la fatina, le stacco le ali! -
- Oh, che storia triste... - sospirò Kyoko.
- Noi non dovremmo comprare niente, - aggiunse Haru. - Ma se hai bisogno di soldi per mantenere la tua famiglia... -
L'immagine che le due ragazze si erano fatta della 'famiglia' Varia era questa:
Squalo = ragazzo padre isterico
Lussuria = mamma premurosa
Mammon = figlia maggiore, punk, in piena crisi adolescenziale, molto attaccata alla sua paghetta settimanale
Levi = secondogenito, genio incompreso
Belphegor = terzogenito, con forti crisi di identità (perché si credeva un principe) ma sano dal punto di vista dentale
Xanxus = figlio minore ancora in fasce, ma già in preda all'alcolismo
Insomma, una bella famigliola che solo queste due sveglissime ragazze potevano immaginare!
- Quindi ha bisogno di danari. - concluse Basil.
- Mi è venuta un'idea. - disse Dino, ma non era il solo ad aver avuto un'illuminazione.
- Squalo, trenta euro all'ora vanno bene? - chiese Yamamoto.
- Per cosa? - domandò lo spadaccino.
- Te lo diciamo dopo, per adesso dicci se ti sembra un buon prezzo. - rispose Gokudera.
Squalo ci pensò un attimo, per nulla convinto.
- Almeno cinquanta. - disse.
- Affare fatto! - esclamò Dino, soddisfatto.
- Ora ti spieghiamo di cosa si tratta. - sorrise Yamamoto.

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Capitolo 6
*** Piccoli incidenti, un bagnino; grossi scandali, una videocamera ***


Mentre i nostri vacanzieri si godono un po'di riposo, c'è chi lavora...
Questo sarà un capitolo prettamente tranquillo: nulla di impegnativo, solo un susseguirsi di eventi 'calmi' in stile Vongola. In poche parole, un semplice pomeriggio trascorso al mare nelle ore 'vive' del pomeriggio (dalle cinque alle otto).
P.S. Le autrici in questo mese non assicurano di poter rispondere tempestivamente alle recensioni per motivi di connessione a internet ( ma ci proveranno in ogni modo) ;)
Buona lettura!


- Buon divertimento, allora! -
- Torneremo presto. -
E così se ne andarono.
I-Pin, Lambo e Fran risposero con le loro vocette acute. Si assentarono dalla loro 'occupazione' per pochi secondi, poi ripresero a lavorare. I-Pin continuò a fare le trecce a Squalo, Lambo riprese a mangiare caramelle e a riempire la bocca dello spadaccino con le cartacce, mentre Fran curiosava tra la roba che Superbi avrebbe dovuto vendere.
E la povera vittima sopportava pazientemente (o quasi). Era un Varia, l'Imperatore della spada, un assassino professionista... che si ritrovava a fare il baby-sitter! E' proprio vero che ormai è difficile trovare un lavoro inerente a ciò che si è studiato per tutta una vita!... Era profondamente ferito nell'orgoglio, ribolliva di rabbia, avrebbe affettato tutti al grido di battaglia di 'VOOOOI!', ma i cinquanta euro promessi dai marmocchi lo frenavano. Ma, forse, lo frenava ancora di più la promessa del Cavallone: cento euro all'ora se avesse permesso che i bambini lo avessero spupazzato senza che lui perdesse le staffe...
...Poi I-Pin gli tirò i capelli.
- VOOOI! - tentò di esclamare Squalo, sputando le cartacce delle caramelle di Lambo, che gli riempivano la bocca. - Non mi tirare i capelli! -
- I-Pin può fare tinta? - chiese la bambina.
- Di che colore? - grugnì l'uomo.
- Fucsia! - esclamò la bambina, entusiasta.
L'espressione di Squalo era semplicemente disgustata. Fece fatica a rispondere (anche perché ora Lambo aveva iniziato a tirargli le guance per creare varie facce).
- Basta che non li tagli. -
- Giochiamo al padrone e al servo? Lambo-san è il padrone! - urlò Lambo.
- Non mi piace! - si oppose Fran.
- Tanto il servo lo fa lui! - obiettò il bambino pezzato, indicando Squalo.
- No! I-Pin sta facendo tinta! - protestò I-Pin, mentre passava il colore a tempera fucsia sui capelli argentei dello spadaccino.
- Perché hai i capelli bianchi? - domandò il bambino francese a Squalo, accorgendosi dei capelli bianchi dell'uomo.
- Perché sono cazzi miei. - rispose lui.
- Sei stressato? -
Squalo non rispose. Nella sua gola e nella sua mente gli insulti ribollivano come il magma di un vulcano in piena attività. Insulti che non erano solo per Fran, ma anche per lo stress in persona: Xanxus.
- Anche il maestro è stressato, - continuò il bambino. - Per questo ha i capelli blu: se li tinge! -
- Ora I-Pin può truccare? -
La voce della bambina riportò Superbi alla dura realtà.
- Col cavolo! - esclamò l'assassino.
- Allora lo smalto. Quale smalto preferisci? - chiese I-Pin.
- Mettiglielo fucsia! - propose Lambo. - Si addice con i capelli. -
Squalo pregava perché tutto ciò finisse presto. Ma il peggio non era ancora arrivato.

Intanto...
- AAAAAAAHHHHHHH!!! -
- Gokudera!!! -
Il ragazzo uscì immediatamente dall'acqua, ancora lamentoso, imprecando sia in italiano che in giapponese.
- Che ti è successo? - chiese, preoccupato, Tsuna.
- Un fottutissimo non so cosa! - urlò Hayato.
- Cosa? - chiese Yamamoto.
- Non lo so cosa! Ma quel qualcosa mi ha distrutto un piede! - rispose il ragazzo dolorante.
Sulla pianta del piede di Gokudera c'era una ferita.
- Capita di trovare degli oggetti taglienti tra la sabbia. - disse Dino. - Bisogna chiamare il bagnino e chiedergli una cassetta del pronto soccorso. -
- Andrò subito! - disse Haru.
- Ti accompagnerò io. - si offrì Dino.
- Vengo anch'io, Haru! - si unì Kyoko.
E tutti e tre andarono a cercare il bagnino.
- Decimo! Se becco quel dannato oggetto che mi ha ridotto così... - iniziò Gokudera.
- Gokudera-dono, si calmi. - tentò di calmarlo Basil.
- Gokudera, non ti preoccupare. - lo calmò Tsuna.
- Decimo, mi perdoni per questo! - piagnucolò Hayato.
- Gokudera-dono, rifletta: Sawada-dono non le deve perdonare nulla, perché lei ha fatto il suo dovere: con codesto piede ferito lei ha protetto quello di Sawada-dono. Ha fatto ciò che doveva fare. - osservò Basil.
- Hai ragione. - sospirò Gokudera. - Ora che so di aver fatto il mio dovere, posso morire in pace. -
"Ma che morire in pace?" urlò Tsuna nella propria testa. "E' solo una ferita!"
- Ma Decimo, mi perdoni! - riprese pochi attimi dopo a piagnucolare la Tempesta.
"Oddio!" gli occhi di Tsuna erano quelli di un pesce palla: quel ragazzo era fissato!
- Non essere tragico, Hayato. -
Quella voce inizialmente fu riconosciuta solo da Gokudera, che fece una faccia paragonabile a quella che faceva ogni volta che vedeva Bianchi. Ma quella non era la voce di sua sorella. Tsuna e Basil si voltarono. Il secondo sorrise, mentre il primo sbarrò ancor di più gli occhi. Quello sarebbe dovuto essere il bagnino??
- Non può essere! - urlò Gokudera.
- Calmati, ti ho detto. - rispose il bagnino, circondando la spalla di Kyoko (Haru si era allontanata da lui per precauzione). - Ah, dimenticavo: io curo solo le donne! -

- Mammon, dove sono Squ-chan e Bel-chan? - chiese Lussuria a Mammon, una volta raggiunta la riva.
Con la sua famosa mappa, l'illusionista individuò Squalo, ma sbiancò sotto il cappuccio, lasciandosi sfuggire un flebile 'Oddio!'
- Che c'è che non va? E' successo qualcosa? - chiese Luss, preoccupato.
- No, non è questo - rispose l'Arcobaleno. - E' che... be', adesso vedrai. -
E così andarono dove si trovava Squalo.
- Adesso I-Pin finito! - esclamò I-Pin, guardando, orgogliosa, la sua opera.
Vedendo Squalo truccato, Mammon si coprì ancora di più gli occhi con il cappuccio. Gli occhi di Lussuria, invece, brillarono.
- E' un capolavoro! - mentre parlava, l'uomo con gli occhiali aveva un nodo alla gola.
Vedere Squalo con una tonnellata di mascara sulle ciglia, con i capelli raccolti in due lunghe trecce fucsia abbellite all'estremità di ogni ciocca da un fiocchetto verde fluo, le unghie in tinta con i capelli, l'ombretto verde fluo e il lip-gloss perlato non è un bello spettacolo per chi legge. Dico solo che era una bella bambolina che aveva colpito al cuore Luss!
- Ragazzina, tu hai talento! - si complimentò Lussuria con I-Pin. - Permettimi di darti un consiglio: questi vestiti non si addicono a lui: sono troppo macabri, sportivi,... non so nemmano come chiamarli. Ci vuole stile! Mamma Luss ti darà una mano! Bambino pezzato, cerca un vestitino da principessa! -
- STA'LONTANO DA ME, PERVERTITO! - urlò Squalo, tentando di indietreggiare, ma sbattendo contro il lettino.
Mammon si riprese solo allora. Si affrettò ad individuare Belphegor, poi corse a chiamarlo. Per il piano che aveva in mente, ci voleva un genio della cattiveria.

- Ma si può sapere che vuoi da me, Mammon? - chiese Bel, seguendo Mammon, indignato e infuriato, giocherellando minacciosamente con i suoi coltelli.
L'Arcobaleno lo aveva appena separato da due belle ragazze che non avevano occhi che per il suo ghigno regale. - Vedrai che ti piacerà. - gli aveva assicurato l'illusionista. - E' molto meglio di due ragazze: è la cosa più divertente della tua vita. -
E quando lo spettacolo si presentò alla fratina del principe, il ragazzo dovette ammettere che Mammon aveva ragione: Lussuria stava insegnando ai bambini, seduti in cerchio attorno a lui, come si veste una principessa... E Squalo era la principessa. Anche Belphegor restò scioccato dal nuovo look di Superbi, che tentava di sfuggire all'attillatissimo vestito fucsia che Luss stava cercando di mettergli addosso.
- Filma subito, Bel! Questo ci frutterà quattrini. - disse Mammon, dando una videocamera in mano al principe.
- Ushishishishishi! Ci puoi contare, Mammon. Il principe non si rifiuta di fare una cosa così cattiva! Ushishishishishi!! - rispose Bel, riprendendo immediatamente la scena.
- Levati dai piedi, pervertito! Io quello non me lo metto!... - urlava lo spadaccino. Ma quando si accorse di Belphegor e della videocamera, divenne ancora più furioso. - VOOOOI! PRINCIPE DEL CAZZO!!!  METTI GIU' QUELLA VIDEOCAMERA O IO... -
- O mio Dio! La principessa mi minaccia! Aiuto! Aiuto! - lo sfotté il principe, sempre continuando a filmare. - Ushishishishishi! Comunque ti sta molto bene quello smalto, cara! Shishishishishishishiahahahahah!!! -
- BASTARDO!!! FIGLIO DI... - continuò Squalo, la vena del collo tesa come una corda di violino.
- Non sono parole che si addicono ad una principessa, queste. E poi, non vorrai insegnarle ai bambini! - rise ancora di più Bel.
- Fatina! Alza di più la telecamera, che così non lo prendi bene! - lo avvertì improvvisamente Fran.
- Tu sta'zitto! - lo zittì il principe, mostrandogli un coltello. - Io e te abbiamo un conto in sospeso nel futuro. Non mi rovinare la vacanza con quella tua vociaccia del cazzo! -

- Non può essere! - ripeté Gokudera, attonito. - Shamal... bagnino... -
- Nessuno ti ha detto di curarlo. - precisò Dino. - Noi volevamo solo la cassetta del pronto soccorso. -
- E l'ho portata, Cavallone! Calmati! - rispose Shamal, sempre circondando le spalle di Kyoko.
- Ma se curi solo le donne che diamine ci sei venuto a fare qui??? - chiese Gokudera, furioso.
- Be'... è ovvio: con queste belle signorine!... - rispose lui, con le stelle al posto degli occhi.
- AHII! Vattene, pervertito! - urlò Haru, scaraventando a terra il dottore con una mossa di arti marziali.
"Quella ragazza mi stupisce ogni volta!" esclamò Tsuna tra sé e sé, prima di ritrovarsi tra le braccia di una Haru disperata, ancora sconvolta dall'atteggiamento del 'bagnino'. Perché quella ragazzina lo doveva sempre mettere in imbarazzo davanti a Kyoko-chan? Però Kyoko rideva... Meglio così!
- Ecco fatto! - esclamò Basil, dopo aver medicato il piede di Hayato. - Non sarà facile per lei camminare, Gokudera-dono: dovrà appoggiarsi a qualcuno. -
- Non ti preoccupare, Gokudera! - esclamò una voce allegra che il cervello di Gokudera identificò come 'quella dell'Idiota del Baseball', pochi secondi prima che Yamamoto e Dino aiutassero Hayato a mettersi in piedi. - Appoggiati a noi, vedrai che sarà divertente! -
"Divertente..." come risposta, la Tempesta grugnì.
- Torniamo dai bambini? - propose Chrome, esitante.
- In effetti Squalo non è un tipo affidabile. - commentò Dino. - Va bene, andiamo a vedere cosa stanno combinando. -
E così tornarono indietro agli ombrelloni. Inutile dire che, quando tornarono e si trovarono davanti quello spettacolo... Be', dico che persino Chikusa accennò ad una minima vibrazione del labbro superiore!
All'estrema sinistra, Belphegor e Fran giocavano, ovviamente, al Guglielmo Tell (Fran al sole, sprofondato nella sabbia fino al collo, con il suo onnipresente cappello sulla testa, e Bel seduto comodamente all'ombra sulla sdraia, che tirava i coltelli al cappello, fischiettando una canzoncina che aveva ben poco di rassicurante); a qualche metro da loro, Lussuria stava seduto su una sedia da regista a guardare, commosso, I-Pin vestita da principe (Luss aveva proposto la parte del principe a Belphegor, ma lui, conoscendo l'uomo con gli occhiali da sole, aveva declinato senza troppi ripensamenti) che, piegata su un ginocchio, faceva una commovente dichiarazione che era un po'troppo sprecata per una principessa come Squalo. Poi arrivò Lambo vestito da drago, e I-Pin lo cacciò a suon di colpi di kung-fu. E Mammon riprendeva tutto senza sosta.
Chrome sbarrò gli occhi e poi svenne tra le braccia di Chikusa.
Gokudera coprì gli occhi del suo adorato Decimo, ripetendo a velocità supersonica litanie da esorcista.
Dino assunse un'espressione imbarazzata. Basil e Yamamoto risero.
Kyoko e Haru applaudirono la scenetta di Lambo e I-Pin, sostenendo che Bel, Mammon, Luss e Squalo 'ci sanno proprio fare con i bambini!'. Povere ignare!
Improvvisamente un'inconfondibile risata precedette l'entrata in scena di Rokudo Mukuro.
- Mukuro-sama... - rinvenne Chrome, sentendo la voce del suo amato Ananas.
Il povero illusionista sembrava il più sconvolto di tutti, soprattutto dalla vista di Squalo conciato in quel modo.
- Non credevo di aver prenotato in una spiaggia di travestiti... - disse, prima attonito, poi divertito. - Ma se la prossima volta ti vestirai di nuovo così, potrei farci un pensiero, Superbi. Quelle trecce fucsia sono un incanto. Kufufufufuahahahah!!! -
- VOOOOI! Faresti meglio a stare zitto: non hai neanche vent'anni e sei costretto a tingerti i capelli perché sono già bianchi! -
Mukuro trasalì. Si guardò attorno alla ricerca del suo inutile allievo (era ovvio che solo la mente malefica di Fran poteva rivelare informazioni così preziose ai nemici). Ma quando vide Bel e Fran, l'illusionista restò un attimo attonito, prima di riprendersi.
- Che cosa stai facendo al mio allievo? - urlò, furioso, avvicinandosi con passo minaccioso al principe.
- Oh, fatina, adesso il maestro ci farà il sedere a strisce!... - disse Fran, atono.
Belphegor si giustificò, per niente impressionato da Mukuro:
- Io faccio quello che mi pare, perché io sono un princ... -
- Perché è incredibilmente geniale! - esclamò Rokudo, con occhi malvagi, sedendosi accanto a Belphegor. - Fa'provare anche me! Sei un genio!... è geniale! -
Chrome sbarrò nuovamente gli occhi e svenne. Chikusa era attonito mentre guardava il suo capo che si cimentava come lanciatore di coltelli.
Poi tutto tornò alla normalità che tanto caratterizza i Vongola: Tsuna era andato a prendere qualcosa da bere al bar più vicino con Basil, scatenando l'ira di un infermo Gokudera che, suo malgrado, giocava a carte con un sempre-solare Yamamoto che non faceva caso alle sue imprecazioni. Chrome stava svenuta sul lettino, sorvegliata attentamente da Chikusa. Kyoko e Haru chiedevano a Luss (scambiato ovviamente per una donna dagli attentissimi occhi delle due ragazze) come riuscisse a tenere a bada un'orda di figli scatenati (che per loro sarebbero stati i Varia). I-Pin e Lambo giocavano con la sabbia. Mukuro e Bel si cimentavano ancora nel lancio dei coltelli. E Squalo, ricevuta la paghetta e l'extra promesso, stracciò il vestito che gli aveva messo Lussuria e stette tutto il tempo in acqua, a cercare di mandare via la tempera dai capelli e il make-up di I-Pin dalla faccia (ovviamente con ben pochi risultati). Per eliminare lo smalto voleva tagliarsi le estremità delle dita, ma Dino stava cercando di convincerlo ad abbandonare l'idea.
Insomma, la solita e invidiabile tranquillità dei Vongola e dei loro affiliati, ripresa incessantemente dalla videocamera di Mammon.
Ma chi arrivò, in quel momento, a bordo di uno yacht nero pece, fregandosene dell'obbligo di ormeggiare la barca da un'altra parte che non fosse la spiaggia dei bagnanti? Xanxus, ovvio.
- FECCE!!! - urlò. - Io ho ancora fame! -
- Che bello! Siamo proprio tutti! - esclamò Yamamoto, entusiasta. - Perché non facciamo un altro bagno? -
- Non ne hai mai abbastanza di bagni, eh? - grugnì Gokudera, seduto sul lettino.
- Ah, è vero, tu non puoi... - rifletté Takeshi, sorridendo. - Allora ti faremo compagnia, sei contento? -
L'espressione di Hayato faceva trasparire tutto il suo entusiasmo, che non c'era.
Xanxus si sedette su una sedia da regista, si guardò attorno e poi si rivolse a Squalo:
- Feccia! Vai a prendere la poltrona: voglio mangiare qui. -
- VOOOI!!! Stupido boss! - rispose lo spadaccino. - Mi rifiuto! -
Ma Xanxus si era già addormentato.
E Lambo aveva già adocchiato le sue pistole. E gliele prese.
- Wow! Sono veramente belle queste pistole giocattolo! - e le puntò su Gokudera. - Chissà se sono cariche... -
Il proiettile colpì Gokudera alla stessa gamba del piede ferito. Hayato cercò di lanciarsi addosso al bambino, ma fu costretto a sedersi perché la pianta del piede gli faceva troppo male. Lambo, scampato il pericolo Gokuscemo, si guardò attorno in cerca di un capro espiatorio, e una volta individuato Yamamoto, gli affidò le pistole senza troppi complimenti. Con l'entusiasmo che gli si addice, Takeshi guardò un attimo le armi, rievocando i bei tempi in cui giocava a fare il gangster. Ma mentre Luss e Squalo si accorgevano di quello che stava succendendo e cercavano di intervenire, Fran tirò i pantaloni di Yamamoto per attirare la sua attenzione e gli chiese in prestito le pistole. Una volta ottenute, il bambino (per sperimentarle) sparò (secondo lui senza prendere la mira) centrando in pieno l'ananas del suo maestro. Abbandonate le pistole nella sabbia, Fran scappò dalle grinfie di Mukuro passando, malauguratamente, sopra i coltelli che Bel aveva accuratamente lucidato e allineato di fronte a sé su un asciugamano da mare, scatenando l'ira del proprietario.
Nella confusione generale Tsuna e Basil tornarono e il Decimo, ignaro di tutto quello che era successo, trovò una coppia di pistole nella sabbia. Le raccolse, perplesso, chiedendosi di chi fossero, e non appena vide la grossa X incisa sulle due armi, ne indovinò il proprietario e rabbrividì.
- Feccia! - una voce autoritaria alle sue spalle lo fece impallidire. - Ridammele istantaneamente! -
E Tsuna riconsegnò subito le pistole al suddetto proprietario, che, rimessele nelle fondine, ribadì la sua fame.
- Se il boss ha fame, andiamo a cena. - propose Mammon, senza smettere di riprendere la scena. - Cercheremo Levi più tardi. -
- Ottima idea, Mammon. - concordò Belphegor, recuperando i coltelli. - Ma se evitassimo proprio di cercare Levi? -
Il Decimo Vongola tirò un sospiro di sollievo, non appena vide i Varia andarsene.

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Capitolo 7
*** In tredici a tavola... con lotteria estiva ***


Questo è un altro capitolo 'calmo' XD, incentratro sulla cena dei nostri vacanzieri e sul loro breve dopocena... ^^
Buona lettura! :)


Intorno alle otto e mezza i Vongola decisero di andare a cena, e la maggior parte dei Kokuyo si dette alla fuga cogliendo l'occasione per lasciare Chrome e Fran agli altri. Dino li portò in un ristorante vicino, abbastanza grande e non troppo caro. Era un locale accogliente, pieno di gente, ma tranquillo.
Presero un tavolo vicino alla finestra, dove potevano godere di un'ottima vista sul mare, che al tramonto era uno spettacolo: calmo, calmissimo, neanche fosse un pavimento; l'acqua color dell'argento, decorata dalle sfumature rosa delle nuvole, perfettamente riprodotte sulla superficie tranquilla e appena increspata, e sulla quale aleggiava un'atmosfera di tranquillità, che veniva espressa alla perfezione dal piacevole raschiare delle onde sulla riva.
(Chiedo scusa per la sfogatura manzoniana sovrastante)
Unirono due tavoli per trovare un minimo di spazio vitale dove mangiare. Nonostante ci fosse il menù, Dino insistette per prendere delle pizze.
Curiosamente, la cena procedette tranquilla (se si escludono le imprecazioni di Gokudera perché il suo coltello non tagliava niente, le urla di Lambo che reclamava altra pizza, lo stridere del coltello di Tsuna sul piatto, le posate di Dino -in modalità incapace- che volavano ovunque, Haru che urlava a Chrome e Kyoko perché non riusciva a sentirle con tutta quella confusione, e Fran che si lamentava con voce atona dicendo che la pizza faceva schifo).
Poi, improvvisamente, una macchia pezzata saltellò davanti a Gokudera.
- Il piccolo Lambo chiede scusa a Gokuscemo per tutti i dispetti che gli ha fatto, ed è dispiaciuto che si sia fatto male. - disse Lambo, a testa bassa, porgendo una bottiglia d'acqua al Guardiano della Tempesta e poi affrettandosi ad andare in bagno.
Gokudera, sorpreso, sospirò, poi aprì la bottiglia e bevve.
Che la Scemucca fosse buona, in fondo?
- EHI! IO TI AVEVO DATO LA BOTTIGLIA PER TENERLA MENTRE ANDAVO IN BAGNO!!! - strillò il bambino, saltando addosso ad Hayato e facendolo strozzare. - NON DOVEVI BERE!!! -
- Odioso...! - mormorò Gokudera, tossendo e scaraventando Lambo a terra.
- Gokudera! Non lo trattare male! - lo rimproverò Haru, seduta accanto a lui, mentre il ragazzo cercava di riprendere fiato, senza successo.
- Dammi... una... mano... stupida! - cercò di dire lui, tossendo.
- Solo se ti scusi con Lambo-chan! - disse lei.
- Ricattatrice!... - imprecò il Guardiano della Tempesta, rivolgendosi poi a Lambo con un tono di voce che poteva sembrare tutto ma non certo rassicurante e affettuoso. - Vieni qui, piccola creatura...! - e riprese a tossire, cercando di accarezzare la testa di Lambo, seduto ora accanto a lui, e reprimendo l'istinto di schiacciarla.
- Così va meglio! - sorrise la ragazza, dandogli finalmente una pacca sulla schiena e facendolo riprendere.
Ma questo era ancora (e solo) l'inizio.
Più o meno alla terza pizza, Haru, Kyoko e Chrome erano stanche, e Basil (l'unico oltre Dino a sapere quale e dove fosse l'albergo dove la famiglia Vongola soggiornava per quella vacanza) le accompagnò. Gli altri li avrebbero raggiunti verso mezzanotte. Non appena le ragazze uscirono, le luci si spensero e una voce potente si diffuse tutto intorno grazie ad un microfono:
- Buonasera signore e signori! Stasera l'animazione di questo locale farà scintille ALL'ESTREMOOO!!! -
In quel momento un immenso fascio di luce si accese, illuminando una pedana rialzata di mezzo metro e investendo in pieno Ryohei Sasagawa versione mare: ciabatte, pantaloncini rosso fuoco e maglietta bianca con su scritto a lettere cubitali: 'ANIMAZIONE ESTREMA!'
Nel silenzio generale Yamamoto rise e applaudì.
- E tu non lo incoraggiare! - lo spintonò Gokudera, ancora scioccato da ciò che aveva appena visto.
Inutile dire che i capelli di Tsuna passarono dal castano al platino.
- Benvenuti a tutti! Vi auguro buona cena, e vi annuncio il programma di stasera - continuò l'animatore, sfogliando un plico di fogli che alla sua apparizione in scena teneva sottobraccio. - Per prima cosa abbiamo la baby-dance, e io farò l'istruttore. Poi si giocherà alla lotteria con dei fantastici premi!!! DIVERTIMENTO ESTREMOO!!!.... Cosa? - l'animatore appoggiò l'indice e il medio sulle cuffie che indossava e si aggiustò il microfono. - Mi dicono che sei bellissime persiane non hanno trovato posto a tavola... Come?... Non sono persiane?... Poco importa! I nostri clienti saranno comunque contenti delle ospiti! Chi vuole accoglierle? -
Silenzio di tomba.
Poi una sagomina balzò sul palco, prese il microfono e disse, con una voce nasale e acuta:
- Tsuna si offre volontario. -
REBORN! Il nome tuonò nella mente di Tsuna non appena il ragazzo udì quella voce, poi il bambino balzò giù dalla pedana, e si avviò verso un tavolo per due, illuminato dalla luce flebile di una candela, dove lo attendeva Bianchi.
- Sawada, ti stimo! - continuò Ryohei, mentre Reborn riprendeva posto a sedere. - So che le farai accomodare al tuo tavolo ALL'ESTREMOOO! Non deludermi! -
Ora i capelli di Tsuna erano diventati identici a quelli di Gokudera: chi erano quelle sei? Perché erano lì? E che cosa sarebbe successo? Che dire a Kyoko-chan??? e senza che il Vongola potesse porre obiezioni, sei sagome di diversa altezza si avvicinarono al loro tavolo e presero posto tra di loro. Nessuno degli amici di Tsuna, né il ragazzo stesso era in grado vedere le sei arrivate, perché le luci erano ancora spente. E l'inizio non era dei migliori: erano in tredici a tavola.
Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di sentire cosa ne pensasse il suo iper intuito, che Ryohei diede il via alla baby-dance. Il Vongola non si sorprese di trovare al posto del DJ Fuuta: era ancora impietrito nel tentativo di scoprire l'identità delle sei ragazze.
Per fortuna intervenne l'allegria di Yamamoto:
- Qual buon vento vi porta qui, ragazze? -
- VOOOOI!!! 'Ragazza' lo dici a tua nonna! -
Per tutta risposta, Yamamoto rise.
- E così, voi sareste le 'sei bellissime persiane'? - chiese divertito Dino.
- Quel cazzo di microfono non funziona! - borbottò Squalo.
- Noi abbiamo detto di essere 'sei persone', e all'orecchio di quel cretino è arrivato 'sei persiane'. - spiegò Mammon, annoiata.
- Però il sentirmi dare della 'persiana' mi lusinga!... <3 -
- Allora vedi di appenderti ad una finestra il prima possibile, e di farci il piacere di levarti dai piedi, pervertito. - commentò Bel.
- Oh, è tornata la fatina... Sciò sciò fatina! Sciò sciò! Stavolta ho anche un amuleto: non mi potrai fare niente. - disse improvvisamente Fran.
Nella completa oscurità un ceffone volò dalla mano di Belphegor verso la faccia di Fran, ma incontrò prima quella di Levi, il quale si fiondò immediatamente sul principe, scagliandosi invece contro il suo adorato Boss. Lussuria tentò di intervenire con la cassetta del pronto soccorso, investendo invece Tsuna e calpestando Lambo.
Solo allora le luci si accesero.
- La baby dance è finita. Un applauso caloroso ai nostri giovani ballerini! Ed ora passiamo alla lotteria: ad ogni persona che vorrà partecipare, verrà dato un biglietto con su scritto un numero, in cambio di un'offerta libera. Se il numero che avete sul biglietto corrisponde a quello estratto, vincerete un premio. Ci saranno cinque estrazioni e altrettanti premi. Vai, Fuuta, porta i biglietti. Buona fortuna a tutti!!! -
Mentre Fuuta passava per i tavoli con il cestino dei biglietti e raccoglieva i soldi, la calma al tavolo di Tsuna & Co. si ristabilì quasi completamente. E anche i Vongola presero ciascuno un biglietto, mentre i Varia, d'accordo con Mammon, ne presero solo due.
- Cominciamo ALL'ESTREMOO!!! - esclamò Ryohei. - Con il numero... 5! -
Un tipo di qualche tavolo poco distante da quello dei Vongola si alzò per ritirare il premio, ottenendo un tappo di sughero.
Alla vista del premio, Gokudera stava per buttare via il suo biglietto, quando l'animatore chiamò proprio il 78, e il ragazzo si trascinò a ritirare quel che gli spettava, che altro non era che...
- Uhuh! Lei, signor Testa a Polipo, è proprio fortunato! - annunciò Ryohei a voce alta. - Ha vinto un giro di mezz'ora in pattino con l'animatore e il bagnino! -
Gokudera avrebbe preferito il tappo di sughero.
Dopo il 24, che era un altro tizio sconosciuto, fu la volta del 51.
- Signore, il suo premio è fenomenale!!!! - urlò Ryohei. - Lei ha vinto un fantastico copricapo da giullare!!! -
Un grugno fu l'entusiastica risposta, poi Xanxus cedette il suo premio al suo vice, che lo rifiutò con un urlo supersonico, rifilandolo a Bel, poi a Levi e infine a Luss, che invece lo accettò di buon grado.
- Ed ora, signori, l'ultimo numero. - disse l'animatore, con tono solenne e lento. - Il... 43! -
- Lambo-san ha vinto! - urlò il bimbo-mucca, entusiasta, salterellando davanti a Ryohei. - E vuole tante caramelle! -
- Macché caramelle, ragazzo mio! Questo è molto meglio: un pettine! -
- E che cos'è un pettine? Si può mangiare? -
- E' una cosa che i tuoi capelli non hanno mai visto. - intervenne Gokudera, ridacchiando.
- Zitto, Lambo-san ora ha un pettine! - urlò Lambo, brandendo l'oggetto neanche fosse un'ascia. - Ed è potente! -
- Aiuto! Un bimbo-mucca di cinque anni mi vuole pettinare i capelli! Salvatemi! - rise Hayato.
- STA' ZITTO!!! - urlò Lambo, lanciandosi su Gokudera.
Ovviamente il braccio destro del Decimo si difese con i candelotti di dinamite. Inutile fu la corsa di Yamamoto, Tsuna e Dino per evitare il peggio: i candelotti esplosero, sbalzando tutti lontano dal tavolo. Fran cadde tra le braccia di Belphegor, finito dall'altra parte del locale; la poltrona di Xanxus scivolò diversi metri più in là, con il suo passeggero completamente indifferente; Tsuna volò sul lampadario del soffitto, e lì rimase appeso per un po'; Gokudera venne sbalzato addosso a Ryohei e Fuuta, e gli altri contro le pareti. Fatta eccezione per Reborn e Bianchi, che continuavano a mangiare e a chiacchierare, e Lambo, che finì dove, se non nel piatto di un altro ospite del locale?
... Ma chi era l'ospite?
Be', cominciò con lo stringere lentamente le posate, poi, mentre Lambo scuoteva la testa per riprendersi, l'ospite disturbato lasciò coltello e forchetta e infilò una mano sotto la giacca, estraendone qualcosa.
Tsuna ebbe un brutto presentimento.
- Lambo! Va'via da quel piatto! Lui è...! - cercò di urlare Sawada.
Mentre Lambo saltava via dal piatto, l'ospite si alzò lentamente e si voltò, chinando leggermente il capo.
- Ora basta. - disse, con voce calma ma con tono di ordine.
- Oddio!... - mormorò Dino, sconvolto.
- Sarete tutti morsi a morte. -
- AAAAAAAAAHHHHHHH!!! -

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Capitolo 8
*** Siamo al completo! ***


Da qui non rispondiamo più delle nostre azioni! ^^
Non vogliamo dire altro sul capitolo...!
Invece dobbiamo informarvi di un particolare che ci era sfuggito: per problemi di connessione, forse non saremo in grado di rispondere alle recensioni che metterete in questo capitolo. Inoltre, c’è una certa probabilità che il prossimo capitolo venga aggiornato domenica 28 invece di sabato 27.
Detto questo, buona lettura! :)
 
Finalmente, i nostri ragazzi sfuggirono all'ira di Hibari, chi con più graffi, chi con meno, e raggiunsero l'albergo, mettendosi in salvo. Impiegarono un po'di tempo per tirare Tsuna giù dal lampadario, ma alla fine della loro odissea, il Decimo Vongola, il suo tutor, i suoi Guardiani, il boss dei Cavallone e co. riuscirono ad arrivare a destinazione. I Varia, invece, restarono nel locale per un altro po'di tempo: Xanxus, infatti, pretendeva che il capitano trovasse un modo per riparare la sua poltrona, il cui schienale si era rotto all'impatto con il muro del locale.
Passata mezz'ora, Squalo uscì con un urlo furioso, senza essere riuscito nel suo scopo. Gli altri lo seguirono, incamminandosi verso l'albergo. Avrebbero voluto prendere un taxi, per risparmiare tempo, ma non appena Mammon calcolò il prezzo di una corsa, impallidì e li costrinse ad andare a piedi. E tutti si dovettero adattare... o quasi.
Con immensa invidia di Levi, Xanxus obbligò Squalo a portarlo a cavalcioni in sostituzione della poltrona.
- Io ho sonno, feccia! - borbottò il boss al suo cavallo.
Meglio non riferire la risposta di Squalo.
- Cantami una ninna-nanna! - tuonò il cavaliere.
- VOOOOI!!! COOOSA??? -
- Dormi bambino... - iniziò a cantare Luss.
Prontamente, Bel gli lanciò un coltello, disgustato.
 
Essendosi persi per strada, impiegarono mezz'ora per raggiungere l'albergo. Squalo, che precedeva gli altri, riuscì a stento a raggiungere la reception con il suo peso sulle spalle. Il poveretto in giacca e cravatta dall'altra parte del bancone cercò di non manifestare la sua perplessità di fronte ai due curiosi personaggi che gli venivano incontro.
- I signori desiderano? - chiese, esitante.
- Abbiamo prenotato una suite per cinque. - ansimò Squalo.
- Cinque??? - ripeté Levi, perplesso, dato che erano in sei.
- Esattamente - rispose Bel al ragazzo della reception, ridacchiando. - Una suite per cinque con la cuccia per il cane. -
- Intero piano, cinque camere, altrettanti bagni, terrazzo, piscina interna, tv al plasma,...? - chiese il ragazzo.
- Sì, è quella. - rispose Squalo.
- L'abbiamo data via. - disse l'altro, perplesso.
- VOOOI!!! Ma cosa vi salta in mente??? -
- Signore, avete annullato la prenotazione ieri. -
- BRUTTO... -
- Ecco le vostre valigie, che ci avete spedito due giorni fa. -
- CHE COOOSA??? -
- Guardi - disse il giovane, mostrandogli lo schermo del computer, dove la loro prenotazione risultava cancellata.
- Ma...? - borbottò Squalo, mentre Mammon saltava sul bancone, impallidendo alla vista dello schermo.
Xanxus, dal canto suo, dormiva e borbottava nel sonno.
- Chi è stato? - Mammon era disperata. - Tutti quei soldi risparmiati con la prenotazione andati... Puff! - accompagnò l'onomatopea con un ampio gesto delle braccia. - Chiunque sia stato la pagherà per questo!!! -
Luss la prese in braccio, cercando di calmarla.
- Oggi siamo al completo, ma potrei consigliarvi un altro albergo non troppo caro... - propose il giovane della reception. - L'indirizzo è Piazza Fontana Asciutta 42. Lo troverete subito. Si chiama... -
Ma i Varia se ne erano già andati.
 
- Dovrebbe essere questo. -
I sei si fermarono davanti ad una porticina grande quanto una feritoia, abbellita da fiorellini secchi. In effetti, nella zona di quella "Fontana Asciutta" tutto era secco o asciutto. E quell'albergo non faceva eccezione.
Bel allungò una mano e suonò il campanello. Non rispose nessuno. Riprovò ancora, poi un'altra volta ancora. E non ottenne niente.
Allora Mammon si sporse per leggere la targhetta.
- Ospizio Fiorellini Gialli. - sentenziò.
- Oh, che nome grazioso! - esclamò Luss, entusiasta.
- Andiamocene, prima che il pazzo decida di farci stabilire qui a vita. - sentenziò Levi.
E così, chiedendo ai passanti, trovarono un altro indirizzo, peccato che fosse scritto in caratteri illeggibili.
- Dite che capiranno la nostra lingua? - chiese Levi, perplesso.
- Di certo non capiranno te. - rispose Squalo.
- Sentite un po'chi parla! Ushishishi! -
- Purché si paghi poco... - Mammon si strinse nelle spalle, precedendoli nell'albergo.
L'interno era arredato in uno stile a dir poco originale: pareti salmone scuro, archi delle porte coperti da pesanti tende arancioni e gialle, pavimento di travi di legno, bancone d'ebano e, su questo, tra statuette di giada, avorio e legno, c'era un vassoio con dei bastoncini d'incenso che bruciavano, riempiendo la stanza di quel caratteristico odore. Esitante, Levi suonò il campanello, e poco dopo un curioso personaggio con tanto di tonaca da monaco tibetano, capelli e barba completamente rasati comparì quasi dal nulla, congiunse le mani e fece un profondo inchino.
- I signori desiderano? - chiese gentilmente.
- Dove siamo? - domandò Squalo, sconvolto.
- Questo è l'albergo Ho^m. Benvenuti. -
- E quanto costano le camere? - domandò prontamente Mammon.
L'uomo sorrise. - Nulla, signorina. Non accettiamo soldi. -
Un sorriso si stampò sul volto dell'illusionista. - Benissimo... -
- Per un giaciglio di paglia non chiediamo più di una preghiera. -
- Ehi! Sono un principe, mica un cavallo! - urlò Bel, indignato.
- Però siamo al completo, mi dispiace. Potreste provare a questo indirizzo. Credo che vi piacerà: non è nemmeno troppo caro... Buon divertimento! -
 
I Varia si fermarono davanti alla curiosa costruzione in cemento che stava appena fuori dalla città, che aveva più l'aria di un nightclub che non di un albergo.
- Spazzatura... - commentò Xanxus, che si era svegliato da poco. - Fammi scendere, feccia! Come letto sei scadente, e come portantina è meglio non parlarne. -
Squalo non ci pensò due volte a scaricarlo a terra con tutta la grazia che si addice ad uno come lui.
- Andiamo! - li esortò il capo, precedendoli.
Non troppo convinti, gli altri lo seguirono. Appena entrarono, ogni dubbio sparì: erano capitati sicuramente in un harem: cuscini di tutti i colori sparsi sul pavimento, e donne in abiti succinti e con il volto coperto dal mento al naso che, con sguardi provocanti ballavano sulle note di canzoni sensuali.
Sotto il suo cappuccio, Mammon impallidì più di tutti gli altri.
- E questo sarebbe un albergo? - disse Bel, confuso. - Dove diavolo ci ha mandati...? -
- Fuori c'era scritto Nightclub Forti Emozioni. - rispose Levi.
- E perché non l'hai detto prima, stupido??? - urlò Squalo.
In quel momento una donna vestita allo stesso modo delle altre si avvicinò loro.
- Salve ragazzi! Cosa volete? -
- Ho sonno. - rispose Xanxus, senza batter ciglio.
- Oh, be'... siamo al completo. Ma se volete dividere la stanza con qualcuna di noi... ottanta euro a persona. -
- Signora! - esclamò Mammon, con voce infantile, dopo aver sentito la cifra. - Sono forse cose da dire davanti ad una bambina, queste? Andiamo via! -
E l'Arcobaleno strattonò i pantaloni di Bel, cercando, con successo, di essere il più infantile possibile per convincere la donna a mandarli via.
- Mi scusi, signorina, - le chiese Luss, cortesemente. - Non è che conosce un albergo qui nei dintorni? Sono ore che stiamo andando in giro e non ne abbiamo trovato uno che non fosse al completo. -
- Un albergo, eh? - ripeté lei, prima riflettendo, e poi sorridendo, divertita. - Provate a questo indirizzo. -
E consegnò loro un biglietto.
 
- E no! Questa proprio NO! - esclamò Squalo.
Anche gli altri, come lui, erano a dir poco sconvolti di fronte all'edificio grigio pieno di finestre e alla scritta sobria che annunciava la presenza del 'Convento delle suore di Santa Giuggiola'.
- Io ho sonno. - sentenziò per l'ennesima volta Xanxus.
- Se il Boss ha sonno dobbiamo ubbidire! - fece eco Levi.
- Qui il principe sono io. - gli ricordò Bel. - E io non entrerò lì dentro! -
- Per una volta concordo con lo psicopatico cieco. - sentenziò Squalo.
- Bambini, calmi. Entriamo, vediamo com'è, e se non ci piace... - disse Luss.
- Dormiamo per strada. E' anche conveniente. - concluse Mammon.
E i sei si avviarono verso il gigantesco portone d'ingresso del convento. Xanxus suonò il campanello.
- Chi è? - rispose una voce gracchiante dal citofono.
Il capo dei Varia rispose brontolando.
- Siamo in sei. - precisò Squalo, alle sue spalle.
- Va bene, potremo fare qualcosa. Entrate dal cancello dell'edificio accanto: qui c'è il rischio di crolli. - rispose la voce.
Luss, Bel, Squalo, Xanxus, Levi e Mammon raggiunsero il cancello di ferro, e pochi attimi dopo questo si aprì con un cigolio poco rassicurante. Un po'preoccupati, i Varia si fecero avanti, fermandosi nel piazzale oltre il cancello, che si chiuse con lo stesso cigolio alle loro spalle.
- Chi siete? - chiese una voce minacciosa.
I sei si voltarono quasi contemporaneamente verso la suora truce apparsa dal nulla.
- Siamo sei persone in cerca di un dannato posto dove dormire... - spiegò Squalo.
- Vuoi che ti tiri le orecchie, giovanotto? - chiese la suora, indignata. - Questo è un convento, mica un'osteria! - la donna fece una pausa, alzando lentamente un braccio e indicando alla loro sinistra. - Andate. La superiora vi sta aspettando. -
E così come era apparsa, la sagoma sparì nel buio completo del cortile.
- Oddio... - mormorò Bel. - Sembrava pure più spettrale di Mammon! -
- Ehi, sgancia duemila yen per risarcire l'insulto! - protestò l'illusionista, tendendo la mano verso il principe, in attesa dei contanti.
- Mettili sul mio conto... - Bel liquidò la situazione con un ghigno.
- Bene, - disse Mammon, prendendo il taccuino da sotto il mantello. - Allora siamo a 3.000.000.000 di yen. Ora andiamo! -
Percorrendo un tortuoso sentiero raggiunsero una serie di scale quasi infinita. Le salirono tutte e arrivarono di fronte ad una porta a vetri. Aperta quest'ultima, attraversarono un lunghissimo corridoio, alla fine del quale stava un'altra suora, ancora più austera della precedente, e ancora più avanti negli anni.
- La pace sia con voi. - annunciò, solenne.
- Magari! - sospirò Bel.
La suora si irrigidì. - I giovani...! Avete mangiato? -
- No. - risposero, in coro.
- Sono desolata: la cucina è chiusa. -
- Anche le stanze sono chiuse? - si informò Squalo.
- Di quelle ne abbiamo quante volete. - rispose la suora.
- E ci credo! Con queste facce! - borbottò il principe.
- Quanto verranno a costare le camere? - chiese subito Mammon.
- Dipende: una singola, due da tre, o sei singole? - rispose la donna.
- Una suite. - precisò Xanxus.
- Non ne abbiamo. Ve ne daremo una da sei. L'unica. - disse la suora. - Vi verrà a costare trenta euro a testa. -
- Bene. -  sorrise l'illusionista, nell'udire finalmente un prezzo tutto sommato ragionevole.
La suora si avvicinò ad un piccolo armadietto semi-mimetizzato nell'ombra e ne estrasse una chiave. Poi la porse ai Varia, sempre con quello sguardo serio.
- Questa è la chiave della vostra stanza. Terzo piano dodicesima stanza a destra. Domani sveglia alle sei. -
- Cosa??? -
- Questa è casa nostra! O state alle regole, o sarete buttati fuori! - si voltò nuovamente e sparì nell'ombra. - Buonanotte! E dite le preghiere! -
- Andiamo un po'a dormire... - propose Bel, prendendo le chiavi dalla mano di Squalo e precedendo gli altri su per le scale.
 
- Ma dove siamo capitati??? - urlò Belphegor, cercando di autodefenestrarsi, mentre Mammon e Luss lo trattenevano.
- Boss! Che facciamo? - chiese Levi al capo.
Ma Xanxus si era già riversato su un letto, e dormiva profondamente.
- Stupido boss! - borbottò Squalo, guardandosi attorno.
La stanza era molto grande, ma incredibilmente spoglia: un armadio microscopico, che impediva a Luss di metterci dentro tutti i suoi svariati vestiti, sei letti uno di seguito all'altro, una finestra che dava sulla strada, e, cosa ancor più inquietante, crocefissi ovunque. Cosa inusuale anche per un convento.
- Coraggio, ragazzi! E' solo per una notte! - li incoraggiò Mammon.
Ma quante cose potevano accadere in una notte!...
 
Precisiamo che non abbiamo niente contro suore e/o conventi e/o alberghi e che ciò che è raccontato in questo capitolo è ispirato a fatti realmente accaduti alle sottoscritte ed esagerati per adattarli ai Varia! ^^

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Capitolo 9
*** Buonanotte e sogni d'oro ***


Bene, ora che i nostri assassini hanno trovato un alloggio più o meno confortevole, dovranno passarvi la notte...
Buona lettura! :)

Mentre Luss era in bagno (l'unico della stanza, che dovevano condividere in sei), i restanti Varia avrebbero avuto il tempo di fare almeno venti pranzi di matrimonio. Però, alla fine, verso le due di notte, riuscirono tutti ad addormentarsi, anche se la nottata non sarebbe stata affatto tranquilla...
- Feccia! Ho sete! -
La pedata che Squalo ricevette in faccia dal suo vicino di letto di destra lo svegliò di soprassalto.
- Vooooi! Bastardo di un boss! - borbottò lo spadaccino, trascinandosi in bagno per riempire il bicchiere da portare al suo capo.
Ritornando indietro, l'uomo inciampò sugli arnesi di Levi, che il loro proprietario aveva lasciato sparsi sul pavimento. A parte queste disavventure, Squalo raggiunse Xanxus, porgendogli il bicchiere, ma l'altro si era già riaddormentato.
Mugugnando parole incomprensibili, Superbi appoggiò il bicchiere sul comodino e si rimise nel letto per godersi il suo meritato riposo.
Si era appena addormentato, quando Levi iniziò a russare. Lo spadaccino gli lanciò un'occhiata. Quello era troppo anche per lui. Afferrò il bicchiere e lo  rovesciò lentamente, ma con studiata precisione, sul collo del vicino di letto di sinistra (che era Levi), che però non fece una piega.
Squalo, ormai privo di sonno, trascorse una mezz'oretta a guardare il soffitto. Quando...
cri cri... cri cri... cri cri...
Lo spadaccino si alzò di scatto.
cri cri... cri cri... cri cri...
- Che diavolo è? - domandò, scocciato.
cri cri... cri cri... cri cri...
- Dannato pervertito, smettila di limarti le unghie! - esclamò Bel, rivolto a Luss.
- Ma non sono io! - rispose Luss, perplesso.
cri cri... cri cri... cri cri...
- Credo sia un grillo. - intervenne Mammon.
cri cri... cri cri... cri cri...
- Chi cavolo mi ha buttato l'acqua addosso??? -
- Sei sicuro di non essertela fatta sotto? Ushishishishi! -
cri cri... cri cri... cri cri...
- Basta bambini: dobbiamo liberarci di quel grillo, altrimenti Xanxino potrebbe svegliarsi. - disse Luss. - E se si sveglia... -
cri cri... cri cri... cri cri... cri cri... cri cri... cri cri...
- Ushishishishi! Presto quel bastardo salterino non canterà più, ve lo assicura il principe!... - rise Bel, giocando con i coltelli. - Levi, prendilo tu! -
- Io ubbidisco solo al Boss! - ribatté l'uomo, indignato.
- Basta! - esclamò Mammon, esasperata. - Se non volete prenderlo, mandatelo di fuori! -
- Io non ho intenzione di scomodarmi per così poco! - rispose Bel.
- Ma è così carino!... - sospirò Luss.
- Io seguo gli ordini del Boss. - ripeté Levi.
- Fanculo il grillo! - borbottò Squalo, rificcandosi sotto le coperte, imitato dagli altri.

Un'ora dopo, accompagnati dal canto del grillo, i Varia stavano passando la notte distesi tra le coperte dei loro letti. Squalo fissava il soffitto, con gli occhi arrossati, sull'orlo di una crisi di nervi; Bel lanciava i coltelli sulla parete di fronte al suo letto, poi tirava il filo che aveva legato loro, ritrovandoseli tra le mani e ricominciando tutto da capo; Luss si limava le unghie canterellando, Mammon contava i risparmi per prendere sonno, Levi non so bene cosa stesse facendo, quando, improvvisamente...
- Non me ne frega se non sei d'accordo con me, - disse il boss, alzando la pistola e puntandola davanti a sé. - Voglio solo farti capire che ho ragione. -
L'atmosfera restò immobile per un lungo periodo di tempo, mentre i Varia si guardarono, perplessi, avvicinandosi al loro capo, che parlava nel sonno. Poi, con molta cautela, Mammon abbassò la pistola.
- Eccola! - sospirò Xanxus, sorridendo. - Ti amo! -
Levi tentò di buttarsi fuori dalla finestra, ma sfortunatamente per gli altri rimase incastrato.
I restanti quattro si avvicinarono ancora di più al loro capo, in attesa.
Il boss si girò sul letto, sempre sorridendo. - Poltrona!... -
Imprecando, i cinque svegli se ne tornarono a letto.

Una volta riaddormentati tutti, solo Squalo restava sveglio. Per l'ennesima volta stava per assopirsi, quando un improvviso scricchiolio dal letto a sinistra di quello di Levi attirò la sua attenzione.
Lo spadaccino si voltò di scatto, riconoscendo la sagoma che si stava alzando.
- Ah, sei tu. -
Ma Luss lo ignorò, si alzò e andò dritto in bagno. Nemmeno pochi secondi dopo era già fuori.
- Mi sono di nuovo dimenticato il ferro da stiro!... - sospirò, aprendo l'armadio.
Squalo si rizzò a sedere. Ferro da stiro? Nell'armadio?
- Ehi, ma ci stai con la testa??? -
- Ma certo, Squ-chan - rispose Luss, sorridendo e voltandosi verso la finestra in fondo alla stanza (Squalo era dalla parte opposta). - Vuoi che ti insegni a stirare le camicie? -
- Camicie??? -
- Ma certo! E poi devo lavare le magliette di Bel-chan: è così raffinato da portare delle magliette di cachemire, e sono costretto a lavarle a mano! E poi devo mettere un altro carico nella lavatrice, o rischierete di restare senza vestiti!... -
- Ma che discorsi fa? -
Squalo si voltò verso il letto di Bel, da dove proveniva quella voce.
- Le mie magliette sono di cotone! - continuò il principe. - Le maglie invernali sono di lana d'angora, ignorante! -
- Eh no! Due sonnambuli NO! - borbottò Squalo, esasperato.
- Sonnambulo sarai tu! Il principe è sveglissimo! - rispose Belphegor.
- Allora, Squ-chan - proseguì il sonnambulo. - Prima di tutto devi prendere una camicia... -
- Lascia stare la mia maglietta a righe! - Bel lanciò un coltello a Luss.
- Va bene, ne prenderò un'altra. - disse Luss, lasciando la maglietta di Bel e prendendo i pantaloni di Levi. - Vedi, Squ? Devi prendere questa maglietta e metterla in lavatrice. - si diresse allora verso la finestra (che doveva essere la lavatrice secondo la sua concezione dello spazio) e li lanciò fuori.
- Poi devi chiudere lo sportello. - e chiuse la finestra. - E premere questo bottone. - accese la tv. - Per spegnere, infine, devi ripremere il bottone. - e la spense. - E' tutto chiaro? -
- Non proprio - disse il principe, maligno. - Perché non lo rifai di nuovo, magari con un'altra maglietta di Levi? -
- Ma certo, Bel-chan! - rispose Luss, sorridente.
E ripeté il procedimento prima con la giacca di Levi, poi con i suoi stessi pantaloni e la sua stessa giacca. Alla fine, però, Levi si svegliò e si accorse di quello che stava succendendo. Si accorse anche che la cagione di tutto era Bel, e iniziarono a picchiarsi, mentre Luss continuava a lanciare vestiti dalla finestra (pardon: nella lavatrice), fino a quando tutti gli inquilini della camera non furono svegliati da quella confusione (compreso il sonnambulo), e si accorsero di essere rimasti senza abiti civili, se non il pigiama (escluso Xanxus che si era buttato sul letto completamente vestito).
Quando Luss si svegliò e si accorse di cosa era successo, cercò di riparare offrendo i suoi abiti in prestito ai suoi compagni, che rifiutarono senza esitazioni. In seguito ad una lunga e accesa discussione, i sei stabilirono, sebbene poco convinti, che avrebbero chiesto in prestito dei vestiti alle suore il giorno seguente.

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Capitolo 10
*** Pesci fuor d'acqua ***


Salve! :)
Non abbiamo niente da dire riguardo al capitolo, se non che qui abbiamo raggiunto l'apice della pazzia e del delirio.
Invece, abbiamo molto da dire a proposito del prossimo capitolo. A causa di un evento improrogabile, siamo felici di annunciarvi che il prossimo aggiornamento avverrà venerdì 9 agosto e... avrete una piccola sorpresa. No, due! Niente di che, ma speriamo che vi possano far piacere. ^^
P.S. Le risposte a eventuali recensioni della settimana dal 9 al 18 avverranno con ritardo.
Detto ciò, buona lettura e a venerdì! :)


- LA MESSAAA!!! -
Bel scattò a quattro zampe come un gatto indemoniato, guardandosi attorno, spriritato.
- LA SANTA MESSAAA!!! - ripeté la potente voce gracchiante e cantilenante, accompagnata da un suono di campanaccio, proveniente dal corridoio fuori dalla camera.
Levi cadde dal letto, facendo un botto che svegliò tutti gli altri.
- LA SANTA MESSA DELLE SEIII!!! - continuò la suora centenaria, allontanandosi.
- Cosa succede, capitano? - Mammon cercò di allontanare le nebbie del sonno dalla sua mente.
- VOOOI!!! Non sono io!!! -
Rapidamente (per quanto la cerimonia del trucco di Luss potesse loro permettere) scesero le scale che portavano al piano di sotto. In fondo a queste, una suora truce li aspettava.
- Dove credete di andare in pigiama? - chiese la donna, quasi minacciosa.
- Ho fame. - sentenziò Xanxus, fronteggiandola senza alcun timore.
- Alla santa messa si assiste digiuni e vestiti. La cappella è dall'altra parte. - continuò la vecchia, indicando la grande porta dall'altra parte del corridoio.
Xanxus la guardò, quasi minaccioso, alzando un dito in segno di ammonimento: - Ma poi si mangia, vero? -
- Certo. - rispose la suora. - Ma ora sbrigatevi, che inizia la messa! -
- Mi scusi, - le chiese Luss. - Non è che ha dei vestiti per noi? Ieri notte è successo un piccolo incidente per cui i miei bambini li hanno persi tutti, a parte Xanxino e me. -
- Vestiti per voi? Quattro? - la donna li guardò attentamente uno ad uno. - Forse sì. Venite con me. -
Li guidò lungo un corridoio buio e stretto, poi girò a destra e aprì una porticina. Per qualche minuto la suora tastò il muro in cerca probabilmente di un interruttore. Quando lo trovò, accese una lampadina. La luce giallastra illuminò sei abiti da monaca di dimensioni diverse.
- A parte questi avete altro? - chiese Squalo, per nulla convinto.
- Ci crede forse persone da andare in giro come voialtri giovanotti scostumati? - rispose lei, indignata. - O questi, o niente! Non vorrete certo le tonache del parroco! -
Bel, Squalo, Mammon e Levi si guardarono con aria disperata.

- Non vi preoccupate: non appena usciamo da qui, comprerò qualche abito a basso prezzo in qualche negozio economico. - sentenziò Mammon, mentre si incamminava con gli altri Varia, con l'entusiasmo che si addice loro, verso la cappella indicata dalla suora.
- Mi dispiace, Mammon-chan, ma i tuoi soldi, che erano nel mantello, sono caduti di sotto con i vestiti. - confessò Luss, imbarazzato dalla possibile reazione dell'illusionista.
L'Arcobaleno impallidì sotto il cappuccio variopinto che Luss le aveva cucito in quattro e quattr'otto con gli avanzi di qualche vestito dai colori eccessivi che si era portato dietro (dato che le tonache erano troppo grandi per lei).
- Non potevi stare zitto, per una buona volta? - borbottò Squalo, cercando di non inciampare nella veste che era stato costretto ad indossare.
- Capitano, non credo che ormai ci sia più nulla di cui sorprendersi o spaventarsi: abbiamo toccato il fondo. - rispose Bel, ferito nel suo orgoglio principesco.
- Quel vestito è ridicolo, feccia! - commentò Xanxus, divertito, rivolgendosi a Squalo, con l'unico scopo di farlo arrabbiare. E, infatti, lo spadaccino avvampò di rabbia e cercò di affettarlo, inciampando però nel cordone della tonaca e finendo a terra, scatenando uno scroscio di risate da parte del suo capo come non ne aveva mai sentite.
Levi si indignò per non aver ricevuto un commento simile da parte del suo Boss.
Non appena aprirono la porta della cappella, si trovarono in uno stanzino impregnato d'incenso, dove c'erano sì e no tre panche, e una sola libera (evidentemente destinata in precedenza a loro). Non appena i sei fecero il loro ingresso nella stanza, tutte le sorelle presenti si voltarono verso di loro, quasi sospettose. Indifferenti, i Varia presero posto sulla panca, e cedettero a Levi il posto d'onore (cioè il pavimento).
Attesero per tre quarti d'ora l'arrivo del prete (l'unico di tutta la zona). Per tutto quel periodo Xanxus brontolò e si lamentò con Squalo, che lo sopportò pazientemente in silenzio fino a quando non resistette più e lo ammonì di stare zitto.
In quel momento, però, una suora apparve alle loro spalle e dette uno scapaccione sulla nuca dello spadaccino. Come questo si giustificò, quella gli fece cenno di stare in silenzio. Poi se ne andò.
Quando finalmente la messa cominciò, era ormai passata un'ora. Sfortunatamente per le orecchie dei poveri Varia, la maggior parte delle suore era più stonata di una campana rotta e l'addetta a suonare l'organo partiva quando meglio credeva.
Una volta finita la messa, i nostri poveri assassini fecero per andarsene a gambe levate, ma...
- Dove credete di andare? - chiese la superiora, alle loro spalle.
- Via. - rispose timidamente e poco convinto Squalo, voltandosi.
La donna si inalberò con aria indignata. - Oggi c'è la processione lungo le strade del paese per celebrare l'Assunzione, anche se la festa è domani. Abbiamo proprio bisogno di sei giovani come voi per trasportare le statue, per sorreggere l'altoparlante e gli stendardi, per dirigere i cantori e per recitare le preghiere. -
I Varia guardarono, desiderosi di fuggire all'istante, la suora che contava sulle punte delle dita i doveri che loro avrebbero dovuto svolgere. Ma qualcuno non credeva che quella situazione fosse così tragica come gli altri la vedevano.
- Io ho sempre sognato di dirigere un coro! - batté le mani Luss, con aria estasiata, prima che gli altri potessero rispondere con un 'no' secco. Poi si rivolse al suo capo. - Tu vuoi restare, Xanxino? -
Il Boss dei Varia lanciò un'occhiata poco rassicurante a Squalo, con un sogghigno maligno stampato in faccia.

Al suono della campana della chiesa poco distante, una lunga fila di gente uscì dalla cappella del convento di Santa Giuggiola con passo lento, procedendo con la stessa andatura lungo le stradine del paesello, fiancheggiate da una marea di gente che assisteva con aria solenne e ammirata. Ad aprire la processione c'era lo stesso sacerdote che aveva celebrato la messa, alle sue spalle le statue sorrette da Bel, Levi e da altri dieci volontari, e dietro Luss che, camminando all'indietro, porgeva un microfono alle suore davanti a lui e le dirigeva con la mano libera. Dopo le suore stonate, seguiva Mammon che teneva un foglio con le preghiere e un microfono, e infine il povero Squalo, che sorreggeva, oltre al megafono, il peso del sentire chiaramente le voci stonate sopra la testa. E dietro ancora, i fedeli che si erano accodati loro (Xanxus non c'era perché si era offerto di aiutare un paio di suore a 'preparare' il rinfresco successivo alla processione).
Ma quel che era peggio era il percorso che i nostri poveri uomini pii dovevano intraprendere: un lungo cammino di quaranta minuti tra salite, discese, stradine dissestate, vicoletti e persino qualche scalino.
- Adesso però possiamo andare. - disse sicuro Squalo alla superiora, una volta rientrati in chiesa e ricevuti dal prete la benedizione e l'invito al rinfresco che si sarebbe tenuto nella piazza più vicina.
- Non prima della veglia. - rispose lei, truce.
- VEGLIA??? -
- Non si urla in chiesa, miscredente! -
- Ma la Veglia si fa solo a Pasqua e a Natale, per quanto ne sapevo io! -
- Ebbene, noi la facciamo anche in occasione della celebrazione dell'Assunta, e voi con noi. -

La Veglia sarebbe dovuta durare per almeno cinque ore, ma già dopo le prime tre i Varia erano stremati: mentre le suore pregavano restando costantemente sveglie e attente, Xanxus si era addormentato più o meno tre volte, Squalo era stato rimproverato dalla superiora per essersi appisolato almeno cinque volte, Bel aveva già squartato un paio di cuscini dei poggiapiedi per sfuggire alla pazzia e Levi aveva russato per almeno venti minuti di fila.
Poi, fortunatamente, Mammon si avvicinò timidamente ad una suora e le tirò l'orlo della veste, attirando la sua attenzione.
- Mi scusi, madre, posso andare al bagno? - le chiese, con aria esitante.
- Ma certo, angioletto, vai pure. - le disse quella, dandole una carezza affettuosa sulla testa incappucciata.
Mammon si avviò di corsa fuori dalla cappella dove si erano ritirati in preghiera. Gli altri Varia la guardarono, sorpresi dalla facilità con cui era riuscita ad ingannare le suore, poi, in punta di piedi, la seguirono fuori di lì.
Nessuno si accorse della loro fuga, e i nostri assassini poterono evadere dal convento senza troppi problemi.
Ma una volta in giardino...
- Dove credete di andare? - chiese la stessa suora che aveva risposto loro la notte prima al citofono.
- Oh no!... - mormorò Squalo.
- Via. - rispose Xanxus, per niente spaventato, e anzi, quasi con tono di ordine.
- E sia. - disse lei, lasciando tutti a bocca aperta. - Ma dovrete partecipare allo spettacolo di abilità organizzato della parrocchia che si terrà nella piazza del paese dopodomani. -
- Che genere di abilità? - chiese Levi, preoccupato, rendendosi conto di non avere altra abilità se non quella di essere il cagnolino del Boss.
- Qualsiasi abilità con cui possiate essere in grado di fare per intrattenere il pubblico, per esempio il giocoliere, il barzellettista, il cantante, il mago, il poeta, il musicista,... - rispose la suora, proseguendo. - Con i soldi delle offerte che raccoglieremo, finanzieremo la costruzione di un oratorio per i ragazzi di questo paese. Contiamo molto sulla vostra partecipazione e le vostre abilità. -
- Ci penseremo. - rispose rapidamente Mammon, pensando solo a scappare, prima che le altre suore si accorgessero della loro assenza.
- Ma certo che verremo! - rispose invece entusiasta Luss. - Così insegnerete a me e ai miei bambini a fare quei meravigliosi centrini che... -
Ma in quel momento venne trascinato da Squalo dietro agli altri, che avevano già oltrepassato i cancelli del convento di corsa.

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Capitolo 11
*** Sistemazioni... scomode ***


Bentornati a all'undicesimo capitolo di 'Sole, mare, mafia'. Come avrete potuto notare, questa volta avete ben due capitoli (anche se questo vuol dire che la prossima settimana non ci saranno capitoli, e quindi riprenderemo il regolare aggiornamento tra due settimane).
In questo episodio (?) la notte dei Vongola!
Buona lettura! :)


Torniamo ai Vongola e a dove li abbiamo lasciati, cioè in quell'albergo dove i Varia avevano accidentalmente annullato la prenotazione.
Dopo l'iniziale spaesamento del poveretto della reception quando Lambo, I-Pin e Fran ebbero devastato la hall, i nostri vacanzieri si fecero consegnare le chiavi delle proprie stanze e si diressero verso l'ascensore.
Ma proprio mentre stavano per entrare, si accorsero di un foglio appeso sulla porta di quest'ultimo:

Ciaossu, ragazzi! Questo è l'elenco delle vostre stanze e dei loro occupanti, scelto secondo criteri studiati accuratamente dal sottoscrittto. Vi invito a sistemarvi il prima possibile: domani vi aspetta una giornata impegnativa,
Reborn


CAMERE RAGAZZE

n. 193, II piano
Haru
Chrome

n. 195, II piano
I-Pin
Kyoko


CAMERE RAGAZZI

n. 58, I piano
Lambo
Dino

n. 51, I piano
Tsuna
Gokudera

n. 237, III piano
Fuuta
Yamamoto

n. 241, III piano
Ryohei
Fran
Basil

Tsuna era convinto, mentre leggeva la presentazione di quel foglio, che Reborn ne avrebbe combinata un'altra delle sue. Invece, una volta letti i gruppi, si accorse che sembravano essere stati fatti secondo un criterio per il mantenimento della quiete, al contrario dei soliti usciti dai lanci di un dado. E il Vongola quasi non credette ai propri occhi.
- Ora andiamo. - concluse Dino, consegnando a Tsuna, a Yamamoto e a Basil le chiavi delle stanze dei loro gruppi. - Mi raccomando: siete responsabili di queste chiavi e dei vostri compagni di stanza. -
E salirono in ascensore, fermandosi ognuno al piano dove si trovavano le loro camere. Yamamoto, Basil e Fran trovarono i loro compagni di stanza ad aspettarli di fronte alle porte delle camere loro assegnate.
I ragazzi infilarono le chiavi nelle serrature e aprirono le porte...
O almeno si sarebbero dovute aprire.
(Terzo piano)
- Che cosa buffa: la porta non si apre! - rise Yamamoto, sedendosi sulla moquette del corridoio.
- Secondo le mie classifiche, - disse Fuuta, sorridendo, appoggiato contro la porta. - Questa è la serratura più complicata di tutto l'albergo. -
Qualche camera più in là...
- IO VOGLIO SALTARE SUL LETTO!!! - strepitò Lambo, aggiungendo subito dopo, con aria sognante: - E poi voglio fare la nanna... con la pancia piena della roba del frigobar!... -
- Calmati, piccoletto: vedrai che riusciremo ad entrare. - lo rassicurò Dino, sorridendo nervoso e cercando di nascondergli la chiave che aveva appena rotto accidentalmente nel tentativo di aprire la porta.
(Primo piano)
- Non Vi preoccupate, Decimo: aprirò io questa porta ingrata! - si offrì subito Gokudera, un candelotto in mano.
- GOKUDERA!!! - strillò Tsuna, cercando di fermarlo. - Leva quel coso!!! -
Alcune camere più in là...
- Apriti ESTREMO!!! - ordinò Ryohei alla porta.
- Si dice 'sesamo'. - lo corresse Fran, seduto a terra con aria annoiata.
In poche parole solo I-Pin, alla quale bastò bussare alla porta della sua stanza perché Kyoko le aprisse, riuscì ad entrare in camera.
Improvvisamente il cellulare di Tsuna squillò.
- Pronto? -
- Ehi fratellino, -
- Ah, sei tu, Dino. -
-  Già. Io e Lambo abbiamo un problemino con la chiave, e anche Basil mi ha comunicato la stessa cosa. Tu, invece? -
- Anche noi non riusciamo ad entrare. - rispose Tsuna.
- Che ne dici di fare un salto con noi alla reception? - propose il Cavallone.
- Ottima idea. - concluse il Decimo, riuscendo finalmente a sottrarre a Gokudera il candelotto, per fortuna non ancora acceso, che il bombarolo aveva appena piazzato vicino al cardine più basso della porta. - Vi raggiungiamo subito. - e chiuse il telefono. - Andiamo, Gokudera, dobbiamo farci cambiare la chiave della stanza. -
E scesero al piano inferiore, dove incontrarono i loro amici. L'impiegato della reception si scusò e sostituì le loro chiavi con quelle esatte. Così i nostri vacanzieri poterono tornare alle loro camere con la certezza che stavolta sarebbero entrati.
- Decimo, ricordatevi che sono sempre ben disposto a far rigare dritta questa porta. - disse Gokudera, mentre Tsuna infilava la chiave nella serratura.
- Mi auguro non ce ne sia bisogno, Gokudera. - rispose il ragazzo, girando la chiave. Quando abbassò la maniglia, la porta si aprì e la luce dell'ingresso si accese automaticamente, illuminando uno stretto corridoio con il pavimento rivestito di moquette verde scuro. I due ragazzi percorsero il breve corridoio e si ritrovarono in quella che doveva essere la camera da letto.
Tsuna cercò di accendere la luce, ma la lampadina si doveva essere fulminata. Gokudera si offrì di andare in esplorazione a tentoni, quindi camminò attraverso la stanza allungando le mani per riconoscere gli oggetti: c'erano cinque letti, dei quali forse uno matrimoniale, una scrivania con la tv e una finestra. Poi tornò indietro e riferì a Tsuna il rapporto di quell'esplorazione, concludendo con l'offrire al suo boss il letto matrimoniale, mentre lui avrebbe dormito su uno dei singoli.
Mentre Sawada si chiedeva il perché di così tanti letti, Gokudera si diresse verso il suo letto, passando per il centro della stanza.
- Decimo, - disse. - Ho il Vostro permesso di farmi una docciAAA!!! -
E poi un tonfo.
- Cos'è successo??? - chiese Tsuna, confuso e preoccupato, guardandosi inutilmente attorno nel buio più completo.
Un gemito. Poi il Decimo udì Gokudera rialzarsi e imprecare.
- Sono stati molto gentili a portarci i bagagli fin qui, ma certo potevano anche riparare la luce! - borbottò.
Tsuna stava per dire che loro non avevano dei bagagli, quando Hayato lo interruppe, distogliendo da lui questo pensiero:
- A parte questo, ho il Vostro permesso di farmi una doccia? -
- Certo, vai pure. - rispose Tsuna. - A proposito, come sta il tuo piede, quello ferito? -
- Molto meglio. Credo che adesso sia ora di levare la fasciatura. - rispose Gokudera, congedandosi con un inchino accompagnato da un solenne 'Vi ringrazio infinitamente per il Vostro permesso di avermi concesso di fare la doccia', prima di ritornare nel corridoio-anticamera e prendere la prima porta a destra, che era quella del bagno.
Non appena Tsuna sentì la chiave girare, si incamminò, a tentoni, alla ricerca del letto matrimoniale di cui gli aveva parlato Hayato. Quando lo trovò, ci si abbandonò sopra ad occhi chiusi, sospirando, pieno di stanchezza.
Chissà se si sarebbe potuto riposare?...
Sussultò. C'era qualcosa che gli piccava contro la guancia, su quel cuscino.
"Ma cos'è?" si chiese allontanando istintivamente la testa e spostandosi un po'più verso destra. Poi si addormentò.
Un braccio gli circondò il petto, e Tsuna schiuse gli occhi, incontrando il volto sorridente di Kyoko.
"Kyoko!..." Tsuna arrossì, mentre la ragazza gli accarezzava dolcemente i capelli. "Che bello vederti qui!"
Poi lei parlò:
- Quante volte ti ho detto che non devi salire sul mio letto? -
Tsuna la guardò, perplesso. Che voce strana che aveva la sua Kyoko!
- Deficiente! - concluse lei, con quella voce maschile, spingendolo con forza giù dal letto matrimoniale.
Il ragazzo si svegliò di soprassalto, la mente ancora avvolta dalle nebbie del sonno in cui era appena sprofondato. Estrasse dalla tasca il suo cellulare per fare luce, ma la sagoma sul letto fu più veloce di lui.
Tsuna impallidì rendendosi conto che le carezze di Kyoko erano state solo un dolcissimo sogno, e che ora di fronte a lui c'era un incubo fatto persona: quella sagoma inconfondibile che, ancora sdraiata sul letto, si puntellava con un gomito e appoggiava il mento sulla mano dello stesso braccio, tenendo il cellulare con l'altra.
Il Vongola avvertì anche un sorrisetto malizioso da parte dell'altro.
... E un'inequivocabile risata.
- Ho sempre detto che avrei voluto incontrarti da solo, ma non era questa l'occasione che aspettavo, - disse lo sconosciuto, ridacchiando malizioso. - Sawada Tsunayoshi... Kufufufu... -
- AAAHHH!!! -
La porta della camera n. 51 scomparve in seguito all'esplosione di uno dei candelotti di Gokudera che, non appena ebbe udito l'urlo del suo boss, si era subito precipitato in suo aiuto. Di lì a pochi secondi, infatti, dal fumo dell'esplosione emerse la sagoma bianca di Hayato in accappatoio, ancora fradicio di acqua, che teneva in braccio uno Tsuna al quale mancavano solo i capelli bianchi per essere effettivamente spiritato.
Al grido di 'ATTENTATO!!!' Gokudera sfrecciò in direzione dell'uscita di emergenza, sotto l'acqua che fuoriusciva quasi impazzita dagli antincendio. Ma come raggiunse la porta si scontrò frontalmente con chi altri, se non con il Cavallone?
- Che succede??? - chiese Dino, gli occhi sbarrati, cercando di rialzarsi.
- UN ATTENTATO!!! - gli urlò in faccia Hayato, rimettendosi in piedi di scatto.
- Rokudo Mukuro è in camera nostra!!! - strillò Tsuna, ancora a terra.
- Ahahahahahahah!!! Gokuscemo, fai proprio ridere con quell'accappatoio!!! - Lambo si rotolava a terra dalle risate.
Gokudera imprecò contro gli antincendio che gli impedivano di accendere la dinamite.
- Rokudo Mukuro??? - ripeté attonito Dino. - Noi avevamo in camera Ken e Chikusa! -
- Eh?! -
- Sawada-dono! -
Basil e Yamamoto corsero verso di loro dall'altra parte del corridoio, seguiti dai loro coinquilini.
- Le nostre camere erano già occupate da altri! - spiegò Basil.
- Nella nostra c'era il piccoletto! - aggiunse Yamamoto, sorridente. - Ci ha cacciato via con una pistola giocattolo! -
"REBORN!" esclamò tra sé e sé Tsuna, borbottando.
- Andiamo a chiedere spiegazioni alla reception. - propose Dino, guidandoli al piano inferiore.

A parte la perplessità, a stento nascosta, manifestata dal solito poveretto della reception nel vederli per la terza volta (e stavolta completamente bagnati), ai nostri ragazzi furono assegnate nuove stanze, e anche i gruppi cambiarono: avendo ora a disposizione due camere da quattro, Dino, Yamamoto, Tsuna e Fuuta andarono in una camera e Gokudera, Lambo, Ryohei e Basil nell'altra. Essendo Fran di troppo, Mukuro accettò di prenderlo con sé, rinunciando alla sua camera singola (anche se munita di due letti).
Vorrei augurare ai nostri arzilli vacanzieri una buona notte, ma anche loro, come i Varia, scopriranno che la notte può essere molto lunga e, soprattutto, animata!...

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Capitolo 12
*** Notti agitate ***


Continuano le disavventure dei nostri giovani mafiosi! XD
Non abbiamo altro da dire se non "divertitevi! :D".


Quando finalmente riuscirono a sistemarsi stabilmente nelle loro camere erano passate da poco le undici e mezzo. Nessuno era entusiasta di quelle nuove sistemazioni, ma tutti le accettarono in silenzio, prendendole chi come un dovere, chi come un semplice calcio nel fondoschiena da parte della sfortuna.
- Maestro, ho caldo! - si lamentò Fran, girandosi per l'ennesima volta su uno dei lettini singoli che l'altro gli aveva assegnato.
- Non me ne importa, ma il tuo letto scricchiola, quindi evita di muoverti! - Rokudo si ributtò lungo, sospirando.
Fran tacque, e Mukuro stava quasi per riaddormentarsi, quando udì nuovamente la sua voce:
- E se facessimo a cambio? -
L'illusionista si spiaccicò il cuscino in faccia, esasperato. Quando si sentì più calmo, si rivolse al suo allievo:
- Va bene. -
E così fecero. Da quando fecero a cambio di letto, Fran non si mosse più, cadendo in un sonno profondo. Ma nonostante ciò, Mukuro non riusciva a dormire. Si girò da una parte, poi dall'altra. E il suo letto scricchiolava. Che problema aveva quel dannato materasso??? L'illusionista provò gli altri tre letti restanti, e tutti scricchiolavano. Alla fine concluse che quello che stava facendo era inutile. Si alzò e barcollò verso il matrimoniale.
- Fran, quei letti sono scomodissimi. Fammi un po'di spazio. - disse.
Ma il ragazzino dormiva troppo profondamente per sentirlo.
Allora Mukuro entrò nel letto. Si era appena addormentato quando il suo allievo lo urtò, svegliandolo e svegliandosi.
- Maestro, ho perso completamente il sonno. - si lamentò Fran.
- Conta i gufi. - gli suggerì lui.
- Ci ho già provato. Che posso fare? - rispose il bambino.
- Vuoi del latte caldo? -
- Sono intollerante al latte. -
- Una camomilla? -
- Non mi piace. - disse, annoiato. - Giochiamo? - aggiunse poi, con aria speranzosa.
"Tentar non nuoce: magari si addormenta per la noia..." pensò Mukuro, alzandosi e aprendo la valigia in cerca di qualche cosa di simile alla Settimana Enigmistica.

Nella camera accanto, intanto, Gokudera spegneva la sua centesima sigaretta nel posacenere del tavolino del balcone. Hayato alzò lo sguardo al cielo, che preannunciava un giornata splendida. Dopo qualche minuto sentì qualcosa frugargli nella tasca dei pantaloni. Quando si voltò vide Lambo estrarre dalla stessa tasca il suo pacchetto di sigarette.
- Che strane caramelle!... Lambo-san le vuole provare subito! - e si fiondò in camera.
- Torna qui, imbecille!!! - urlò Gokudera, precipitandosi dentro. - Quelle non sono caramelle! -
- Gokudera-dono, così non risolverà niente: sa com'è fatto Lambo. - disse Basil, impegnato nel disfare le valigie.
- Visto che ne sai così tanto, tu, perché non mi dai una mano? - gli chiese Hayato, scocciato che Basil venisse ad insegnargli come trattare un bambino piagnucoloso.
- Lo farei se potessi, ma devo sistemare i bagagli. - rispose il ragazzo.
- Fallo fare a Testa a Prato e vieni ad aiutarmi! - ribatté Gokudera, scocciato, facendo tiro alla fune con Lambo per il pacchetto di sigarette.
- Sasagawa-dono? E' a farsi il bagno! -
Gokudera trattenne un urlo di rabbia, strattonò il pacchetto fino a che Lambo non lo lasciò nelle sue mani, poi andò al bagno e... trovò Ryohei addormentato nella vasca piena d'acqua. Infuriato, il Guardiano della Tempesta aprì al massimo la manopola dell'acqua della vasca.
- AFFOGO ALL'ESTREMO!!! - urlò Ryohei, non appena il violento getto d'acqua lo colpì in volto, svegliandolo di soprassalto.

Quando furono di nuovo tutti riuniti in camera, Gokudera cominciò la sua ramanzina, facendo notare loro che, essendo membri della famiglia Vongola, dovevano farsi rispettare e non essere causa di imbarazzo per il Decimo, a partire da Lambo e Ryohei.
- Che ve ne pare di andare a dormire? E' già tardi e io sono due giorni che non dormo. - concluse, ripensando a tutti i giri che aveva fatto nei giorni precedenti per cercare Tsuna.
- Agli ordini, Gokudera-dono! - rispose Basil, entusiasta, infilandosi il pigiama.
- Ottima idea! - esclamò Ryohei, anche lui soddisfatto. - Così domani potrò fare i miei allenamenti più fresco e più riposato! -
- Al grande Lambo non piace. - obiettò il bambino.
- Questo vuol dire che è un'idea perfetta. - osservò Gokudera, sorridendo. - Bene, andiamo a dormire. -

- Kaki-pi!!! - piagnucolò Ken, girando per la stanza con aria agitata.
- Non siamo a casa nostra, Ken. - rispose Chikusa, girando una pagina del libro che stava leggendo.
- Non ce la faccio più!!! -
- Datti una calmata: è solo per una notte.
- Ma io non ci sono abituato! E poi che sarà mai? Non se ne accorgerà nessuno! -
- Io non ti consiglio di farlo. -
- Non farò tanto rumore, vedrai! -
Chikusa sospirò.
- Fa'come ti pare. -
Ken si fiondò sul balcone e lanciò l'ululato più forte che avesse mai fatto.
Quindi lo raggiunsero una lampada e le imprecazioni di MM.
- Io ti avevo avvertito. - concluse Chikusa, chiudendo il libro e spegnendo l'abat-jour. - Buonanotte! -

Gokudera era nuovamente sul balcone a fumare, nel tentativo di prendere sonno. Lambo lo aveva tenuto in piedi tutto il tempo con le richieste più assurde che gli potevano venire in mente, lasciando il povero Guardiano della Tempesta senza sonno ma pieno di stanchezza.
Hayato si alzò, spense la sigaretta sul posacenere e rientrò in camera, poi si rimise sotto le coperte.
Di lì a poco Basil, il cui letto era il più vicino alla finestra, fu svegliato da una strana sensazione di caldo, più forte rispetto a quella che qualcuno può sentire nelle notti afose estive. Sbatté pigramente le palpebre un paio di volte, poi si voltò. C'era una strana luce calda nella direzione della finestra, come di...
- AL FUOCO!!! - urlò, lanciando via le coperte e precipitandosi al bagno.
Il suo grido svegliò Gokudera di soprassalto. Quando vide le tende e il tavolino del balcone andare a fuoco, si affrettò ad indossare le scarpe e a tirar giù le tende per saltarci sopra nella speranza di spegnere l'incendio, proprio mentre Basil usciva dal bagno con due bicchieri pieni d'acqua.
Così si svegliò Ryohei, che appena si rese conto di ciò che stava accadendo, spazzò via le coperte e saltò in piedi sul letto.
- CORRO A PRENDERE UN ESTINTORE ALL'ESTREMO!!! - urlò, precipitandosi verso la porta della stanza saltando da un letto all'altro, svegliando Lambo.
- Anche Lambo-san vuole saltare sui letti! - esclamò il bambino, imitando Ryohei.
- Smettila! Non è il momento! - obiettò Gokudera, che per una buona volta non gli mise le mani al collo, preferendo sbattere i piedi sulla tenda.

- Non riesco nemmeno a credere che sia potuto succedere... ero convinto di averla spenta prima di tornare a dormire... - sconvolto, Gokudera teneva la testa tra le mani, chiedendosi come potesse essere stato così distratto da non aver spento bene la sigaretta.
- Non disperarti, Testa a Polipo - Ryohei gli dette una pacca amichevole sulla spalla. - Questa sarà una buona occasione per lasciar perdere il fumo e dedicare una vita alla salute e allo sport. - poi aggiuse, sussurandogli nell'orecchio. - Entra nel club di boxe! -
Gokudera non gli saltò addosso: si sentiva a tutti gli effetti la causa di quell'incendio.
Ci fu un breve attimo di pausa, durante il quale il rumore dell'acqua che cadeva dagli antincendio riempì quello strano vuoto, bagnando tutti gli inquilini della camera.
- Gokudera-dono, c'è qualcosa che non mi convince in tutta questa storia - intervenne Basil, pensieroso. - Come può un accendino muoversi da solo, accendere una sigaretta, e creare un incendio che si propaghi fino alle tende? -
- Ahahahahahah! Idiodera ha mandato a fuoco la camera! Ahahahahahah! - Lambo deridé Hayato, additandolo.
Basil lo guardò attentamente per un attimo, con l'aria di chi avesse appena risolto un caso intricato.
- Lambo, - disse, tendendo una mano verso il bambino. - Fammi vedere un attimo la mano sinistra. -
- In effetti, che cosa ti è successo alla mano? Il palmo è nero, come se ti fossi... - osservò Ryohei.
- BRUCIATO!!! - urlò Gokudera, furioso. - SEI STATO TU!!! -
- Non è vero: questo è carbone. - disse Lambo, ficcandosi la mano in bocca. - Al grande Lambo piace mangiare il carbone! -
- TE LO DO IO IL CARBONE, CORNUTO!!! - urlò Gokudera, afferrandogli il collo. - Mi hai fatto passare per un piromane! -
- Lasciami, deficiente!!! - urlava Lambo, divincolandosi. - E poi quelle caramelle facevano schifo! -
- Ti ingozzo io di caramelle, adesso! -
- Aspetti, Gokudera-dono! Gli lasci raccontare cos'è sucesso. - intervenne Basil, strappando il bambino dall grinfie del ragazzo, mentre Ryohei tratteneva Hayato.
- Poco fa il grande Lambo è sceso dal lettino ed è andato sul balcone. Quando ha visto le caramelle di Gokuscemo è salito sul tavolo e ha aperto il pacchetto. Ha provato a masticarne una, ma faceva schifo. Allora Lambo-san ha visto il coso strano che sputa fuoco che usa Idiodera, e lo ha preso. Ha acceso una caramella e ha fatto come fa lui. - e indicò Gokudera, che ancora si dibatteva dalla stretta di Ryohei. - Ma faceva schifo lo stesso. Lambo-san l'ha sputata sulla mano, si è bruciato e così l'ha lanciata... ma è finita sulla tenda ed è andato tutto a fuoco. - e abbassò gli occhi. - Così il piccolo Lambo ha pensato che fosse meglio tornare a nanna... -
- Ora ti faccio fare io la nanna! PER SEMPRE!!! -
- Credo che dovremo chiedere ospitalità a qualcuno. - disse Basil. - Prendete le vostre cose e seguitemi. -

- Un altro! - esclamò Fran, mostrando a Mukuro il cruciverba che aveva appena finito di completare da solo.
Mukuro bofonchiò qualcosa di incomprensibile, dirigendosi mezzo addormentato verso la valigia. Fran lo aveva fatto stare in piedi fino ad allora, chiamandolo ogni dieci minuti per avere un nuovo cruciverba da completare, e più Rokudo cercava di trovarglieli difficili, più il bambino sembrava farli rapidamente.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta. L'illusionista dette al suo allievo un altro cruciverba, poi andò ad aprire. La sua faccia assonnata comparve dietro alla porta.
Non appena vide i quattro completamente zuppi che avevano bussato, fece per richiudere e girare la chiave, ma Basil fu più rapido di lui, e infilò un piede tra la porta e l'arco di questa.
- Ci scusi, Mukuro-dono, - il ragazzo chinò il capo, sorridendo. - Abbiamo avuto un piccolo incidente nella nostra camera e non possiamo più dormirci: vorremmo chiederle ospitalità. -
Rokudo guardò nel corridoio fuori dalla stanza, come se sperasse di trovare qualcuno sveglio a cui rifilare quei quattro, ma non c'era nessuno.
- Le promettiamo che non faremo alcunché per disturbarla. - aggiunse Basil.
- Speriamo... - sospirò lui, facendoli entrare.
Dopo quel criciverba, Fran decise di essere abbastanza stanco per poter andare a letto, e tutti si infilarono sotto i lenzuoli e spensero la luce. Un leggero venticello che si era appena alzato dava una vaga possibilità di poter dormire senza soffrire il caldo. Ma...
- Mela. - la voce lenta e cantilenante di Lambo svegliò Mukuro e Gokudera dal sonno precario in cui si erano adagiati appena pochi minuti prima.
- Mh? - mugolò Fran, assonnato, in risposta.
- Ciao. - rispose Lambo.
Gokudera si girò dall'altra parte, troppo stanco per picchiare quell'idiota e sperando che la finisse presto.
- Mela. - chiamò nuovamente il bambino pezzato.
- Mh? -
- Che fai? -
- Cerco di dormire. -
Mukuro, senza sapere bene come farli stare zitti, ma determinato a voler dormire almeno tre ore, lanciò un'occhiata a Fran.
Di lì a poco...
- Mela. -
- Mh? -
- Ti disturbo? -
- FINITELA!!! - risuonarono, all'unisono, le voci di Mukuro e Gokudera nelle orecchie dei due bambini.
E spuntò l'alba.

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Capitolo 13
*** Gite in barca a vela, mosconi precari e pescatori irritati ***


Salve! :) Questo capitolo è stato messo in anticipo per cause che vanno al di là della nostra volontà.
Questa settimana troveremo i nostri personaggi alle prese con i passatempi della mattinata...
Buona lettura! :)


Gokudera e Mukuro, gli unici che non avevano chiuso occhio per tutta la notte, vedendo sorgere il sole, avrebbero dato tutto per restare a letto un altro paio di ore, ma proprio allora una voce che dette la nausea ad Hayato li chiamò.
- Svegliatevi, dormiglioni! - disse Bianchi, bussando alla loro porta. - Riunione generale nella hall. -
Mentre Fran, Lambo, Ryohei e Basil si svegliavano pigramente, soddisfatti della loro dormita e soprattutto riposati, Mukuro e Gokudera si scambiarono degli sguardi esasperati e rassegnati: sapevano che ignorare Bianchi voleva dire morte certa, e quindi, di malavoglia, si alzarono dai loro letti, si lavarono, si vestirono e insieme agli altri si trascinarono pigramente al piano di sotto.
- Gokudera! - Tsuna sbarrò gli occhi di fronte alla faccia di Hayato, segnata dall'insonnia. - Che cosa ti è successo? -
- Salve, Decimo! Come va? - chiese Gokudera, sforzandosi di sorridere, ma risultando ebete per la stanchezza degli occhi.
- Gokudera, sei brutto così! - esclamò Haru.
- Ma ti sei guardata allo specchio di recente? - le si rivolse lui, scocciato. Poi tornò a parlare a Tsuna. - Non sono riuscito a dormire per tutta la notte. Né io né Rokudo. - e si voltò a guardare con aria omicida Lambo.
- Capisco. - rispose il Decimo, dando una pacca sulle spalle di Hayato. - Forse è bene che voi due andiate a prendere un caffè e poi a rilassarvi alle terme, che ve ne pare? -
- Io... - Gokudera, confuso, si voltò verso Mukuro, che, con le stesse occhiaie di Gokudera, stava parlando con una preoccupatissima Chrome. - ... E lui??? Non posso venire con Voi? -
- Hai bisogno di riposarti: non ti preoccupare, torneremo presto. -
- Dove andate??? -
- Andiamo in paese a fare un giro turistico: Dino ci farà da guida. -
- Il Cavallone? - Gokudera, incredulo e quasi spaventato, si buttò ai piedi di Tsuna. - Ma io conosco benissimo questo paesino: lasciatemi venire con Voi! -
Il povero Decimo cercò di levarselo dai piedi, imbarazzato da quell'improvvisa reazione.
- Non disperare, Gokudera! - intervenne Yamamoto, allegro. - Mentre tu ti rilasserai qui nell'hotel, gli altri faranno un sacco di foto! E ci divertiremo tutti quanti! Se vuoi venire con me, io vado a fare vela in spiaggia. Puoi stare sulla riva a guardarmi: è divertente! -
- Se non la smetti di dire che ogni cosa 'è divertente'... - borbottò Gokudera, con tono di minaccia.
- E poi Kyoko, Chrome ed io resteremo qui con i bambini: non sarete da soli! - intervenne Haru.
Gokudera grugnì.

Dopo aver fatto una ricca colazione all'italiana, tra paste e caffelatte, i nostri turisti uscirono dall'albergo per andare verso il paesello lì vicino, il velista si diresse verso la spiaggia e i rimanenti, invece, s'incamminarono verso le terme.
Ma proprio mentre stavano camminando, il telefono di Gokudera squillò. Un numero sconosciuto.
- Pronto, chi è ? - chiese il bombarolo.
- Come 'chi è'? - ripeté la voce allegra e squillante dall'altra parte. - Sono io, Testa a Polipo: Ryohei Sasagawa! -
Gokudera represse l'istinto di chiudergli in faccia.
- Forse non mi hai riconsciuto perché sto chiamando con un altro cellulare. - disse Ryohei. - Infatti sono in spiaggia e ti sto aspettando. -
- Aspettarmi?... - ripeté Hayato, confuso.
- Certo! Ricordi il premio che hai vinto alla lotteria estiva? Devi fare il tuo giro in pattino con il bagnino e con me! -
- Senti, Testa a Prato - rispose Gokudera, perdendo la pazienza. - Non ho voglia di giocare adesso, e non è il caso di farmi arrabbiare più di quanto non lo sia già, quindi fammi il piacere di non richiamare! -
E mentre Ryohei protestava dall'altra parte, Hayato chiuse la telefonata e infilò il telefono nella tasca dei pantaloni.
- Chi era? - chiese Haru, incuriosita.
- Un rompiscatole che aveva sbagliato persona da tormentare. - grugnì Gokudera.
In quel momento il telefono di Kyoko squillò.
- Pronto! Ehi, fratellone! Dove sei? - rispose la ragazza, solare. - Perché sei così adirato?... Ma certo che lo dico a Gokudera!... Possiamo venire anche noi?... Davvero?! Grazie fratellone, arriviamo subito! - una volta chiusa la telefonata, si rivolse agli altri con un grande sorriso. - Mio fratello ci ha invitato ad andare in spiaggia, specialmente Gokudera. -

La spiaggia distava meno di cinque minuti a piedi dall'albergo, e nonostante Gokudera, confidando nella stupidità di Haru, che li guidava, sperasse in un suo errore, la ragazza non si sbagliò.
Quando arrivò, il gruppo trovò il pattino rosso del bagnino sulla riva, e, seduto al posto del rematore, Shamal. Non appena li vide, il bagnino accolse le ragazze con un grande sorriso, senza prendere minimamente in considerazione i ragazzi.
Haru reagì con un acuto 'ahi', avvinghiandosi ad un Gokudera schifito dalla vista del bagnino e indignato per la reazione della ragazza. Chrome, non essendo mai salita su un pattino, cercava con agitazione la mano di Mukuro, accanto a lei, troppo timida per confessare esplicitamente la sua paura. Quando riuscì a prenderla, o almeno credette di averla presa, si sentì rassicurata. Ma non appena la mano del ragazzo scansò la sua quasi con rabbia, la ragazza arrossì dall'imbarazzo e si voltò rapidamente, confusa e perplessa, incrociando lo sguardo irritato di Gokudera, pronto a lanciare una serie di insulti a quella che credeva essere Haru. I due abbassarono immediatamente gli occhi, imbarazzati e sorpresi, mentre qualche metro davanti a loro Mukuro si voltava a guardarli ridacchiando, soddisfatto della propria illusione.
- Allora avevo ragione, Gokudera! - esordì improvvisamente Haru, alla quale non era sfuggita quella scena. - Hai proprio una cotta per Chrome! -
Per fortuna Hayato non ebbe tempo di risponderle, perché Kyoko lo precedette:
- Avete visto Fran? -
Il gruppo si guardò attorno, riscontrando l'assenza del bambino. Chrome andò in panico al pensiero che potesse essergli successo qualcosa, mentre Mukuro non era più in sé dalla gioia all'idea di essersi liberato del suo inutile allievo.
- Certo, è a fare vela con Yamamoto. - si ricordò Haru, trovando finalmente una scusa per sfuggire alle grinfie di Shamal.
- Possiamo andare a riprenderlo? - chiese timidamente Chrome, sollevata, mentre Mukuro imprecava per quel sogno mancato.
- Ovviamente! - rispose Haru, sollevata, spingendo le amiche e I-Pin lontano da lì.
Mukuro, Lambo e Gokudera proseguirono verso il pattino.
- Ma dove vanno quelle belle signorine? - chiese Shamal, deluso, guardandole allontanarsi. - Vado a vedere se hanno bisogno di una mano... -
- Fermi tutti! - Ryohei sbucò da non so bene dove, arzillo come al solito. - Finalmente il vincitore è arrivato, e se voglio tornare in tempo per essere al Mini Club ESTREMOOO!, dobbiamo partire subito! - l'animatore lanciò un'occhiata all'orologio da polso e infine dette una pacca affettuosa sulle spalle del bagnino. - E poi cosa ti importa delle ragazze? Senza di loro si sta sempre molto meglio! - infine si rivolse a Gokudera. - Cosa stai aspettando, Testa a Polipo? Sali a bordo e andiamo! Sarà un'esperienza entusiasmante all'ESTREMOOO!!! -
Gokudera imprecò, salendo rapidamente sul pattino. Quando si sedette, incontrando lo sguardo scettico di Shamal, Hayato gli rispose con una smorfia, voltandosi poi verso la riva. Ma lì trovò (oltre a Lambo che trotterellava per la spiaggia) Mukuro seduto a terra che lo guardava ridacchiando sommessamente. Il Guardiano Della Tempesta avrebbe voluto trasformare l'acconciatura ad ananas del ragazzo in una pera, ma qualcun altro, involontariamente, lo vendicò.
- Ehi, tu, ragazzo con i capelli a foglie di carciofo, - intervenne Ryohei, gesticolando in direzione di Mukuro. - Vieni a darmi una mano a spostare il pattino in acqua! -
Allibito, l'illusionista sbarrò gli occhi, indicando sé stesso come per dire 'Ma chi? Io?'
- Su! - lo esortò l'animatore. - Alzati e vieni, così anche tu e il bambino potrete fare un giro con noi! -
Suo malgrado, Mukuro aiutò Lambo a salire a bordo, poi aiutò Ryohei a spingere il moscone in acqua, e alla fine salì anche lui.
- Bene, - esclamò Ryohei, quando si furono allontanati abbastanza dalla riva. - Abbiamo mezz'ora a partire da adesso - dette un'occhiata all'orologio e si rivolse a Gokudera, seduto di fronte a lui. - Hai qualche richiesta in particolare, Testa a Polipo? -
Hayato grugnì in risposta.
- Meglio così! - sorrise l'animatore. - Il giro lo sceglierò io. -

Intanto, a riva, Yamamoto e Fran erano appena tornati dal loro giro in barca a vela, mentre Kyoko, I-Pin, Haru e Chrome li aspettavano.
- Ehilà, ragazze! - le salutò Takeshi, allegro. - Cosa ci fate qui? -
- Siamo venute a riprendere Fran. - disse Chrome, timidamente.
- E perché? - chiese il bambino, il volto impassibile.
- Perché andiamo a fare una gita in moscone! - rispose Kyoko, felice.
- Ah. - commentò il bambino, impassibile, voltandosi verso il mare alla ricerca dell'imbarcazione.
Ma non appena si accorse della presenza del suo maestro a bordo del moscone, l'atteggiamento di Fran cambiò totalmente, e iniziò a strattonare e a pregare Yamamoto di portarlo là.
Come di sua natura, Takeshi acconsentì alle richieste del bambino, e non solo lo fece salire a bordo della barca che aveva noleggiato, ma fece salire anche le ragazze, prendendo poi il largo verso l'altra imbarcazione.
- Ehi, guardate chi c'è là! - esclamò Ryohei, riconoscendo i ragazzi sulla barca a vela e agitando la mano in segno di saluto. - Ciao! -
- Salve, signorine!!! - salutò Shamal, lasciando i remi a sé stessi e sporgendosi verso la barca a vela in avvicinamento.
- Idioti! - urlò Gokudera, teso come una corda di violino. - Smettetela di fare i deficienti e riprendete i remi prima che il moscone... -
In quel momento il pattino urtò qualcosa, e Gokudera venne scagliato addosso a Shamal, ancora estasiato dalla vista delle ragazze in barca a vela. Mukuro sfoderò prontamente il forcone e lo conficcò nel legno del pattino, avvinghiandocisi con tutte le sue forze; mentre Lambo e Ryohei non furono abbastanza rapidi e caddero in acqua. Ma mentre il bambino venne salvato da Haru e Kyoko e fatto salire a bordo della barca a vela, l'animatore fu preso a bordo dai due poveri pescatori in barca a remi che il pattino aveva appena urtato.
Improvvisamente Yamamoto rise a alzò la mano in segno di saluto.
- Questa non è zona balneare. - disse, da sotto il suo cappello da pescatore, quello che aveva ripescato Ryohei, minaccioso, ignorando il saluto di Takeshi.
- Eh, sì, lo so, amico! - rispose l'animatore, allegro, alzando gli occhi sul suo interlocutore. - Ma certe cose non dipendono da noi! -
L'altro restò per un attimo immobile, come per valutare le parole di Ryohei, poi lo ributtò in acqua. Con il suo impeccabile stile di nuoto, l'animatore raggiunse la barca a vela, dove venne ripescato da sua sorella e da Yamamoto.
Il pescatore, intanto, si voltò inaspettatamente e con un gesto quasi innaturale verso Mukuro che, avvinghiato al suo tridente, cercava di non cadere in acqua.
Rokudo, indifeso, sfoderò un sorriso tirato: - Sai, Kyoya, quel cappello da pescatore ti dona molto. -
Con un ghigno malizioso, il Presidente del Comitato Disciplinare estrasse un tonfa da sotto il giubbotto di salvataggio.
- Vediamo invece se a te stanno bene i bernoccoli. -
Il tentativo di omicidio di Hibari fu prontamente sviato dall'altro pescatore (Kusakabe) che trattenne il suo capo appena in tempo, mentre questo cercava di divincolarsi furiosamente dalla sua stretta.
Mukuro ne approfittò per buttarsi in acqua e nuotare fino alla barca a vela, dove Yamamoto lo accolse ben volentieri (com'era solito fare con tutti, ormai).
Gokudera, dopo aver osservato la fuga di Rokudo, si associò. Peccato che un crampo lo dovesse prendere proprio quando era ormai prossimo alla barchetta, e che nessuno si fosse accorto dei suoi annaspi, se non Lambo, che ovviamente ne approfittò per sfotterlo:
- Ahahahahahah!!! Gokuscemo, sei proprio stupido quando affoghi! Ahahahahahah!!! -
Solo la povera Chrome udì la voce del bambino e si voltò, trovandosi di fronte il ragazzo che annaspava. Senza sapere bene cosa fare, ma nella speranza di poterlo aiutare, tese un braccio ad Hayato, che le afferrò il polso. Ma il peso maggiore di Gokudera trascinò entrambi in acqua.
Improvvisamente Mukuro sentì qualcuno tirargli l'orlo della maglietta, e quando si voltò, incontrò il volto inespressivo di Fran.
- Che vuoi? - domandò Rokudo, sbuffando.
- Perché Chrome si è buttata in acqua? - chiese il ragazzino. - Posso farlo anch'io? -
L'illusionista sbarrò gli occhi, voltandosi verso destra, dove credeva di trovare la ragazza. Ma, non vedendola, si precipitò a tuffarsi e recuperò Chrome, riportandola sulla barca.
- Non dovresti buttarti in acqua se non sai nuotare, piccola Chrome. - le disse Rokudo, disteso accanto a lei, con tono affettuoso e vellutato, ma pur sempre indefinibile, mentre la ragazza riprendeva fiato.
- Mukuro-sama... - rispose Chrome, sorpresa, la voce apprensiva, mentre i suoi grandi occhi viola osservavano le gocce d'acqua salata che dai capelli blu del ragazzo scendevano lungo il suo volto sottile e regolare, sfiorando le labbra increspate in un sorriso dolce e maligno allo stesso tempo.
- Sì? - chiese lui, senza mutare espressione facciale.
Chrome scattò a sedere, gli occhi ancora più sbarrati di prima.
- Lui è ancora sott'acqua! - esclamò, preoccupata.
Mukuro sbuffò, si tirò in piedi e si trascinò verso il bordo della barca, ributtandosi nuovamente in acqua, riemergendo poco dopo con Gokudera privo di sensi. Quando lo lasciò sul pavimento dell'imbarcazione, le sveglissime Haru e Kyoko si erano appena accorte di quello che era successo, e si stavano occupando di Chrome.
Lentamente Gokudera riprese conoscenza, ma il caso volle che ritornasse in sé proprio quando...
- Chrome, vada pure che queste sono cose che non possiamo prevedere, - la detestabile voce di Haru, che parlava con Chrome, fu una delle prime cose che fecero riprendere conoscenza ad Hayato. - Ma come può piacerti un tipo talmente animalesco come Gokudera??? -
- PIACERLE??? IO??? - ulrò Gokudera, balzando in piedi. - Ma cosa ti salta in mente? -
"PIACERLE??? LUI???" l'ananas di Mukuro, seduto accanto a Chrome, vibrò per lo spavento.
- Ma... non è così:... - cercò di spiegare Chrome, sempre più paonazza e imbarazzata. - Lui non mi piace... -
- Non c'è bisogno di negarlo, ora. - la interruppe Haru, sicura di sé come una zitella che parla di mariti. - Ho capito benissimo cosa c'è tra voi due, - e circondò le spalle dell'amica, sempre più imbarazzata, con aria ancor più sicura. - E per questo sono pronta a darti una mano. Ma ne parleremo con più calma in albergo. -

Una volta a destinazione, Ryohei si precipitò al suo appuntamento al mini club ESTREMOOO!, portando con sé, su suggerimento delle ragazze, anche Lambo, I-Pin e Fran.
Yamamoto restò con gli altri, per la gioia di Gokudera che, dopo essersi visto bocciare la sua stessa proposta di iscrivere Takeshi al Mini Club, ora doveva persino fargli da tata e, inoltre, sopportare la presenza poco piacevole di Rokudo.

Intanto, al Mini Club ESTREMOOO!...
- Ben arrivati, bambini! Vi sentite carichi oggi? - urlò Ryohei alla piccola folla di bambini (tra cui Lambo, I-Pin, Fran e Fuuta) radunati di fronte a lui.
- Sììì!!! - risposero tutti quanti in coro, entusiasti.
- Allora cominciamo... -
- ALL'ESTREMOOO!!! -
- Ottimo! - esultò l'animatore, il pugno in aria. - Questa volta per voi ho un gioco fenomenale: una caccia al tesoro! Sapete come si gioca, vero? -
- Sììì!!! -
- Allora mettetevi in coppia e cominciamo!!! -

- Sai, Strambo, non mi piace stare in coppia con te. - disse Fran, atono.
- Neanche a me, Mela. - borbottò Lambo, con il broncio. - Ma non è colpa mia se Testa a Salsiccia voleva stare in coppia con Fuuta ed io sono dovuto stare in coppia con te! -
- Quindi tu volevi stare in coppia con lei. - concluse il ragazzino.
- Ma che hai capito??? - strillò Lambo, battendo i piedi per terra. - Io volevo stare in coppia con Fuuta! -
- Capisco. -
- Cosa? -
- Che sei veramente infantile. -
- NON E' VEROOO!!! -
- Smettila di frignare e cerchiamo i biglietti. L'esaltato ha detto che dovrebbero essere tra il giardino e le piscine termali. -
- Allora andiamo alle terme! - esclamò Lambo, precedendo Fran verso il centro benessere.

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Capitolo 14
*** Ed ora... terme! ***


Capitolo molto lungo (probabilmente il più lungo di tutta questa storia), ma speriamo di non annoiarvi! :)
Continuano le attività vacanziere dei nostri mafiosi, questa volta... terme e beach volley!
Buona lettura! :)


Le ragazze avevano già prenotato per massaggi e quant'altro. Gokudera, Yamamoto e Mukuro, invece, non avendo fatto alcuna prenotazione, si recarono in una delle piscine termali, deserta. Takeshi si ricordò improvvisamente di aver lasciato il costume da bagno in camera, e corse a recuperarlo, mentre Hayato si chiedeva come quel ragazzo potesse andare a fare un giro in barca a vela senza portare addosso il costume.
Così i primi ad entrare in acqua furono Gokudera e Mukuro.
- E' un po'troppo calda, non trovi? - Hayato si sentì tanto lo Scemo del Baseball nel pronunciare quella frase per rompere il silenzio in cui erano stati fino a quel momento.
Mukuro, dalla parte opposta della piscina, in acqua fino alla vita, lo guardò senza rispondere per un po', poi sorrise e ridacchiò.
- Che hai da ridere? - scattò subito il bombarolo dalla poca pazienza, facendo un passo verso Rokudo, e portando una mano alla tasca dei jeans, ricordandosi solo allora di essere in costume da bagno, in poco più di un metro di acqua e disarmato, in compagnia di quello là.
- Non mi sarei mai aspettato di passare un'intera mattinata con te. - rise l'illusionista. - Che incubo! -
- Pensi forse che io volessi stare qui con te? -
- No, infatti - rispose Mukuro, con tono di provocazione. - Tu hai troppo da fare con Tsunayoshi. -
- Non osare parlare del Decimo in quel modo! - tuonò Hayato, minaccioso.
- Ah, sì? E sennò cosa mi fa...? -
Uno schizzo d'acqua investì in pieno la faccia di Rokudo, colto di sorpresa. Guardò Gokudera, non troppo sicuro di cosa fare.
- Kufufufu!... - rise. - Sei proprio infanti... -
E un altro schizzo d'acqua lo raggiunse.
Stavolta Mukuro reagì senza troppi complimenti, rispondendo all'altro con la sua stessa arma. E a sua volta Hayato rispondeva ai suoi colpi. Di lì a poco due impiegate delle terme dovettero minacciarli di cacciarli dalla piscina per la quantità d'acqua che stavano facendo fuoriuscire a suon di schizzi e per quella che avevano già fatto fuoriuscire.
- Visto che cosa hai fatto? - Rokudo rimproverò Gokudera, non appena le due se ne furono andate. - Hai fatto persino arrivare quelle due povere impiegate! -
- Ehi, - ribatté l'altro, brontolando. - Mica è tutta colpa mia, Ananas! -
- Non chiamarmi 'Ananas', esaurito! -
- A chi stai dando dell'esaurito? -
- Ad un ragazzo di quindici anni che continua a farsi prendere in giro da un marmocchio di cinque reagendo ancora più infantilmente di lui! -
- Ma senti chi parla! Quello che di anni ne ha sedici e si indigna se viene chiamato 'Ananas'. E come se non bastasse, reagisce agli scherzi di un bamboccio di dieci anni come se avesse la metà della sua età! -
Mukuro attese, sospirò e rise sommessamente.
- Siamo proprio nella stessa barca, vero? - disse.
- Mi auguro di scendere presto, allora. - rispose Gokudera, grugnendo.
- Parlavo in fatto di poppanti, idiota! -
Hayato rispose con una smorfia e Mukuro decise di non dargli corda.
E la radio cominciò a cantare...

' Help!
I need somebody...
Help!
But there's anybody...
Help!
You know I need someone...
Heeelp! ' [...]*                                                                                                                            

* ("Help!" dei Beatles)

- Ah, questa canzone!... - sospirò Mukuro.
- Mi piace ascoltarla quando la Mucca mi fa diventare matto... - aggiunse Gokudera, con la stessa aria sognante.
- E a me quando Fran... -
Mukuro si bloccò improvvisamente. Poi si guardarono, allibiti.

In quel momento tornò Yamamoto con il suo costume da bagno azzurro e bianco.
- Yo, ragazzi! - esclamò, allegro. Poi guardò la piscina quasi svuotata d'acqua e i suoi amici che cantavano allegramente a squarciagola appoggiandosi l'uno sulla spalla dell'altro, quasi come due ubriachi.
Finita la canzone, i due cantanti si strinsero calorosamente la mano.
- E' stato un vero piacere cantare con te. - disse Gokudera.
- E per me è stata una vera sorpresa trovare qualcuno che, come me, ami questo gruppo! - aggiunse Mukuro.
Yamamoto, senza aver capito niente di ciò che era accaduto, sorrise:
- Mi sa che mi sono perso qualcosa, vero? -

- Questo è l'ingresso delle terme. - annunciò Fran, fermandosi di fronte alla porta che conduceva alle terme.
- Bene, allora entriamo e troviamo quei biglietti! - esclamò Lambo, entusiasta, precedendo l'altro lungo il corridoio.
Scesero una lunga serie di scale, fino ad un pianerottolo dove la strada si biforcava. Si aveva così la possibilità di girare a destra, verso le terme, o di scendere ancora più in basso, verso la palestra.
- Per le terme di qua! - esclamò Lambo, indicando la strada a destra.
Fran guardò il cartello, poco convinto, poi scosse il capo, diniego.
- E perché no??? - chiese Lambo, attonito.
- Perché il primo biglietto è qui. - rispose Fran, andando a sbirciare dietro i cartelli, ed estrendone, poco dopo, un foglietto piegato. - Eccolo qui. -
- E che dice? Che dice? - il Bovino saltellò intorno a Fran, mentre le due indicazioni sopra di lui, in cima ad un'asta, gli cadevano in testa.
Fran aprì il biglietto e lesse, solenne: - Centro estetico 'Le Gorgoni'. Sauna, manicure e massaggio cinese. Duecento euro. -
- Andiamo a 'Le Golosoni'!!! - esclamò Lambo, andando a passo spedito verso le terme.
- Mi sa che questo è uno scontri... - cercò di dire Fran, stringendosi poi nelle spalle quando si accorse che ciò che stava cercando di dire era tutto inutile, e che l'altro non l'avrebbe ascoltato. Così si rassegnò e lo seguì fino a quando non si trovarono di fronte ad una porta chiusa con una targhetta con su scritto 'sauna'.
- Ci siamo! - esclamò Lambo, trionfante. - Ora dobbiamo solo entrare. -
- Non sarà facile. - osservò Fran, cercando di aprire la porta, inutilmente.
- E non ce ne sarà bisogno. - aggiunse il Bovino, con aria di superiorità. - Sicuramente il secondo biglietto è qui. - e iniziò a girare come meglio credeva delle manopole vicino alla porta.
- Strambo, mi sa che hai sbagliato anche stavolta. - osservò il ragazzino francese, scettico.
- Non è vero! - piagnucolò Lambo, sbattendo i piedi a terra. - Il Grande Lambo stava esaminando attentamente gli indizi. -
Fran soffocò una risata con un finto attacco di tosse.
- Va bene, ora andiamo verso il centro massaggi. -

Malauguratamente, quella sauna non era vuota: subito dopo aver terminato il loro siparietto, Mukuro e Gokudera, seguiti da Yamamoto, avevano avuto la sventurata idea di passare un po'di tempo lì dentro.
- Voi non avete un po'caldo? - chiese Yamamoto, sorridendo, allegro.
- In una sauna deve essere così, idiota! - rispose Gokudera, seduto dalla parte opposta della sauna con le braccia incrociate. - Se però ti sembra troppo, vado ad abbassare la temperatura. - e si alzò, andando a girare una manopola per abbassare il calore.
Ma nonostante ciò, avevano ancora caldo.
- Credo che l'idiota, invece, abbia ragione. - osservò Mukuro, seduto a destra di Hayato e a debita distanza da entrambi. - E' troppo caldo qui dentro, più che in una sauna normale. -
- Sarà il tipo di sauna... - azzardò Yamamoto, le mani dietro la nuca, vago e senza alcuna preoccupazione. - Ma se non vi piace, possiamo sempre uscire. - disse, abbassando la maniglia della porta.
Ma questa era chiusa a chiave.

A qualche chilometro di distanza, nello stesso momento, i restanti vacanzieri facevano ritorno verso l'albergo, le macchine fotografiche e i cellulari pieni di foto, e le braccia cariche di souvenir di ogni sorta. Erano esausti, ma soddisfatti.
Tornato in albergo, Tsuna pensò bene di andare a cercare Gokudera, che di certo non avrebbe gradito più a lungo la compagnia di Rokudo. Così, accompagnato da Basil, il Decimo perlustrò tutto l'albergo in cerca di Hayato, non trovandolo da nessuna parte. Stavano giusto cercando nelle terme, quando, passando di fronte alla sauna, udirono chiaramente qualcuno che picchiava con insistenza contro la porta della stanza.
Più spaventati che sorpresi, i due ragazzi sbloccarono la maniglia della porta e l'aprirono.
Non appena ci fu abbastanza spazio per passare, tre sagome si fiondarono fuori dalla sauna. Il primo, fatti poco più di tre passi, si buttò sul pavimento freddo, il secondo scivolò subito dopo aver superato la porta e il terzo uscì più lentamente, buttandosi poi a terra perché ne aveva voglia.
- Gokudera, cos'è successo??? - chiese Tsuna, confuso, riconoscendo i tre superstiti.
- Troppo caldo... là dentro!... - ansimò Gokudera, rimettendosi faticosamente in piedi. - La porta... chiusa a chiave!... -
- In effetti le manopole sono completamente sballate, come se qualcuno ci avesse giocato... - osservò Basil.
- Se non sapessi che quel bamboccio pezzato è con quell'esaltato, direi che è stata opera sua... - borbottò Hayato, rivolgendosi poi al Decimo, carponi e con la fronte a terra, come al solito. - Vi ringrazio infinitamente di essermi venuto a salvare, Decimo. Perdonatemi per averVi fatto... -
- Ho capito, Gokudera, basta così, non devi scusarti... - rispose Tsuna, sospirando alle solite formalità inutili ed eccessive dell'amico.
- Ehm... Sawada-dono! - chiamò Basil, chino a terra a pochi metri dagli altri, come se stesse esaminando una mattonella particolare del pavimento.
- Cosa c'è, Basil? - chiese Tsuna, avvicinandosi.
- Non vorrei insinuare sospetti, ma... questa non è la coda di Lambo? - rispose il ragazzo, mostrando al Decimo la coda da mucca del costume di Lambo.
"Oddio! Ora Gokudera andrà su tutte le furie!" pensò Tsuna.
- Hai visto, Gokudera? E' stato Lambo a farci questo scherzo! - esclamò Yamamoto, sorridente, voltandosi verso il suo amico, senza però trovarlo. - Gokudera? - chiamò ancora, perplesso. Poi si rivolse a Tsuna. - Ehi, Tsuna, sai dov'è Gokudera? -
Sawada e Basil si voltarono, riscontrando non solo l'assenza di Gokudera, ma anche quella di Mukuro.
Il Decimo ebbe un brutto presentimento.
- Dobbiamo ritrovarli subito. - disse, serio, precendendo Yamamoto e Basil fuori dalle terme.

Intanto, Fran e Lambo avevano raggiunto la palestra. Non appena Fran accese l'interruttore della luce, una lampadina che emetteva un pallido chiarore biancastro illuminò un grosso stanzone pieno zeppo di attrezzi impilati nei quattro angoli e con una decina di macchine ginniche per qualsiasi genere di esercizio.
- Bello! - esclamò Lambo, guardandosi attorno. - Il Grande Lambo vuole sollevare i pesi! -
- Sta'attento. - lo avvertì Fran, guardandosi attorno.
- Ehi, guarda, c'è un biglietto! - disse il Bovino, mostrando un biglietto a Fran.
- Il tesoro che voi cercate è in fondo al corridoio... -
- Che stiamo aspettando? Dobbiamo prenderlo prima di Testa a Salsiccia! - strillò Lambo, uscendo di corsa.
Fran lasciò cadere a terra il biglietto, e seguì il suo compagno di squadra.
Raggiunta la fine del corridoio, Lambo si guardò attorno, perplesso. Quando Fran lo raggiunse si accorse che non c'era nessun tesoro.
- Lo sapevo che Testa a Salsiccia era arrivata prima di noi! E se non abbiamo trovato il tesoro è solamente tutta colpa tua! - piagnucolò Lambo, indispettito.
Fran lo ignorò completamente, focalizzandosi sul pavimento.
- Ehi, Strambo, - disse. - Non ti sembra che questo pavimento abbia qualcosa di strano? -
- Eh? - Lambo lo guardò, allibito, poi guardò il pavimento. - Perché? -
- Sembra che ci sia stata stesa sopra... - osservò Fran, indifferente.
- UNA RETEEE!!! - strillò l'altro, mentre, in un batter d'occhio la rete sotto di loro scattò verso l'alto, avvolgendoli da capo a piedi e sollevandoli ad un metro e mezzo da terra. Lambo si agitava come un pesce fuori dall'acqua, e Fran era completamente rilassato.
Improvvisamente, da una porta socchiusa uscirono, uno dietro l'altro, Gokudera, Ryohei e Mukuro.
- Gokuscemo! - esclamò Lambo, infuriato.
- Maestro. - disse Fran, completamente indifferente.
- E alla fine vi abbiamo presi! - esclamò Gokudera, trionfante.
- Ehi, Testa a Polipo, guarda che senza di me non avresti combinato niente! - esclamò Ryohei, sorridendo e mostrando i due buchi lasciati dai denti che Gokudera, dopo essere sgattaiolato via con Mukuro, gli aveva fatto saltare con un cazzotto per sapere dove fossero i bambini.
- Ehi, Ryohei, - chiese Lambo. - Dov'è il tesoro? -
- Vuoi il tesoro, eh? - disse Gokudera. - Te lo do io, il tuo tesoro: un tesoro di botte! -
- E adesso che li abbiamo presi? - chiese Ryohei, fermando Hayato appena in tempo.
- Meritano una bella punizione. - rispose il bombarolo, ora più calmo, lanciando un'occhiata omicida a Lambo.
- Lambo-san non vuole la punizione!!! - piagnucolò Lambo, strattonando la corda della rete come un pazzo. - Vuole tante caramelle!!! -
- Neanche io voglio la punizione, - assentì Fran, voltandosi poi verso il suo compagno di prigionia. - Che dici, ce ne andiamo? -
- Subito! - annuì Lambo.
Di fronte agli occhi increduli dei ragazzi, Lambo e Fran si dissolsero in una nube di fumo viola, e poco dopo, quando il fumo sparì completamente, li videro correre via lungo il corridoio.
Tutti e tre si lanciarono all'inseguimento dei due fuggiaschi.

Tsuna, Basil e Yamamoto stavano ancora cercando Gokudera e Mukuro. Dopo aver setacciato l'albergo, il centro benessere e le piscine, si diressero verso la spiaggia, e arrivarono appena in tempo per evitare l'esecuzione capitale di Lambo e di Fran da parte di Rokudo e Hayato, mentre Ryohei, seduto a terra, li guardava.
- Su, - li esortò Tsuna, esausto. - Andiamo a farci una bella doccia. -
- Non prima del torneo di pallavolo, Tsuna. -
Sawada gelò da capo a piedi nel riconoscere quella voce nasale alle sue spalle, poi, alla sorpresa subentrò la disperazione, e il ragazzo si trattenne a stento dal buttarsi a terra e scoppiare a piangere, strappandosi i capelli, nonostante sapesse che, essendo arrivato Reborn, sarebbe successo qualcosa che non andava bene.
- Ora seguitemi. - concluse il katekyo, saltando sulla testa di Tsuna per puro dispetto, e poi tornando a terra per guidarli ad un campetto di beach volley lì vicino. Là c'era già un sacco di gente, cioè gli altri Vongola, i Varia, Dino e la restante parte della gang di Kokuyo.
- Sarebbe stato troppo scontato fare Vongola contro Varia e Kokuyo, quindi ho pensato bene di rendere questo torneo un po'più divertente - disse Reborn.
Quando l'Arcobaleno diceva 'divertente', Sawada sapeva bene che doveva preoccuparsi per la propria incolumità.
Reborn prese una penna (che altri non era che Leon trasformato) e scarabocchiò qualcosa sul foglio, che poi mostrò a tutti:


TORNEO DI PALLAVOLO IN STILE VONGOLA!

SQUADRA "VORIA"
- Tsunayoshi Sawada
- Xanxus
- Lussuria
- Mukuro Rokudo
- Belphegor

SQUADRA "VANGOLA"
- Dino
- Squalo Superbi
- Basil
- Gokudera Hayato
- Yamamoto Takeshi

- I nomi sottolineati sono quelli dei capisquadra. - spiegò Reborn. - Vi ricordo che nello stile Vongola è ammesso tutto. -
- EEEHHH??? - Tsuna, al solito, era esterrefatto. Ma era anche preoccupato dai suoi compagni di squadra.
- Ushishishishishishishi! Ti ricordo che il principe non farà niente. - precisò Bel a Sawada.
Tsuna non seppe perché, ma si sentiva osservato da uno sguardo poco rassicurante, e si voltò nella direzione da dove proveniva quell'aura nera. I suoi occhi sbarrati ne incontrarono altri due rossi cupi.
- Fecce! - si limitò a mormorare Xanxus, fulminando uno Tsunayoshi già terrorizzato.
Poi quello sguardo lo lasciò. Mentre Tsuna ancora tremava per l'occhiataccia del capo dei Varia, qualcuno si gettò su di lui.
- Non è giusto! Io e il Decimo non possiamo essere separati! - protestò Hayato, avvinghiandosi al braccio destro del ragazzo. - E poi non posso stare in squadra con Lo Scemo del Baseball! - aggiunse, disperato.
- Chi protesterà dovrà pagare un milione di yen. - disse Reborn.
- VOOOOI!!! Vedete di prendere quella palla o vi faccio a fette!!! - urlò Squalo alla sua squadra.
- Sawada-dono, ci mostri quello che sa fare. - sorrise Basil.
- Giochiamo! Sarà sicuramente divertente! - rise Yamamoto.
- Allora che vinca il migliore. - disse Dino.
- Che il torneo abbia inizio! - annunciò Reborn. - Ah! Dimenticavo: a Leon piace andare per conto suo, quindi state attenti. -
"Leon?" Tsuna era esterrefatto. "Non dirmi che Leon è...?"
Nella mano del suo padrone, il camaleonte assunse la forma di una palla verde, e l'Arcobaleno lo lanciò nel campo. Sembrava dover cadere vicino a Dino, che da bravo giocatore, si affrettò a prenderlo. Invece la 'palla' cambiò improvvisamente traiettoria, sfiorando la testa di Bel. Xanxus la bloccò con una mano, senza battere ciglio, e la lanciò sulla nuca di Tsuna con una forza tale da far cadere il futuro boss dei Vongola con la faccia sprofondata nella sabbia del campo.
Vangola 1. Voria 0.
Haru, I-Pin e Kyoko facevano le ragazze pon-pon non si sa bene per quale squadra. Mammon documentava con la videocamera, e Reborn, l'arbitro, dormiva.
Squalo alla battuta.
- PALLOOOOOI!!! - che vorrebbe dire 'PALLA!', credo.
Leon sorvolò il ciuffo verde di Luss. Mukuro lo prese, ma prima che potesse fare qualcos'altro, la palla gli sfuggì di mano, volò dall'altro lato verso Basil, che la prese e la lanciò a Yamamoto... Oddio!
- HOME RUN! - urlò il ragazzo, lanciando la palla dall'altra parte.
Stavolta Leon non si oppose alla traiettoria del lanciatore, e si precipitò su Tsuna. Con un verso stridulo, il Vongola (o dovrei dire Voria) si affrettò a cercare di prendere la strana palla verde. L'avrebbe mancata, se quella non gli fosse rimbalzata sulla testa finendo tra le mani di Luss, e poi... avrebbe voluto raggiungere Bel, ma quei coltelli non la ispiravano, e tornò improvvisamente indietro, verso il Cavallone, che inciampò sui suoi stessi piedi, mancandola.
Vangola - Voria 1 pari.
Tutto come prima, dagli 'spalti'.
Belphegor alla battuta... No, è sostituito da Mukuro perché dice che un principe non si piega nemmeno per lanciare una palla.
Mukuro alla battuta.
Leon vola, poi torna indietro, finisce tra le mani di Bel che lo lancia a Xanxus. Tsuna già si copre la testa con le braccia, ma il capo dei Varia scaglia la palla in faccia a Squalo, che se la prende in pieno, ma la recupera Gokudera, che la passa a Basil... o almeno ci prova: Leon torna indietro, tra le mani di Luss, ma poi cambia ancora traiettoria e finisce ai piedi di Tsuna.
Vangola 2. Voria 1.
Dopo nemmeno due minuti, Vangola 4. Voria 1. Gokudera era in ansia: non poteva permettere che il Decimo perdesse. Doveva fare qualcosa. Chiese una pausa a Reborn, svegliandolo dal suo pisolino. Il katekyo-arbitro gliel'accordò.
Cinque minuti dopo, quando la pausa era terminata, gli spettatori erano spariti (eccetto Mammon), e anche due giocatori.
- VOOOI!!! Dove sono quei due??? - urlò il capo dei Vangola.
Improvvisamente Gokudera e Yamamoto (i due giocatori assenti) fecero la loro comparsa.
- Decimo, - disse Hayato. - Scusi il mio ritardo, ma ho trovato il numero di componenti per costruire una SSD, cioè una 'Squadra di Supporto Del Decimo'. -
E mostrò a tutti i presenti un foglio:

'SQUADRA DI SUPPORTO DEL DECIMO' (SSD) di supporto alla VORIA
- Hayato Gokudera
- Lambo
- I-Pin
- Fran
- Yamamoto Takeshi

- Lambo caposquadra??? - domandò Tsuna, incredulo.
Yamamoto rise, mentre Gokudera chinò il capo, scuro in volto.
- Sono stato costretto: le ragazze non volevano aiutarmi, e la Mucca era disposta ad aiutarmi solo se faceva il caposquadra. - spiegò Gokudera, aggiungendo, borbottando. - Se fosse stato per me, non avrei chiamato nessuno di loro. Neanche Lo Scemo del Baseball. -
- VOOOOI!!! Voi, come osate ribellarvi al vostro caposquadraaa??? - urlò Squalo, furioso.
- Perché è divertente! - esclamò Yamamoto. - Divertiamoci! -
- Sììì!!! - le urla dei bambini li raggiunsero presto.
- Aspettate! Ci siamo anche noi! -
Quella nuova voce li raggiunse improvvisamente, ma ancor più improvvisamente li raggiunse un foglio:

'SQUADRA IN ROSA!' (indipendente)
- Sasagawa Kyoko
- Bianchi Gokudera
- MM
- Miura Haru
- Chrome Dokuro

E così la partita iniziò ad evolvere, impedendo a chiunque di capire quale fosse la larghezza del campo, ormai diviso in tre squadre. Ma qualcuno se ne accorse:
- Non è affatto sportivo giocare così! La squadra dei Vangola è in vantaggio ALL'ESTREMOOO!!! E poi mia sorella non può giocare! -
E l'ennesimo foglio raggiunse l'arbitro:

'SQUADRA ESTREMA!' (di supporto alla VANGOLA)
- Chikusa Kakimoto
- Ken Joshima
- Levi-A-Than
- Ryohei Sasagawa

- Non potete partecipare!!! - urlò Gokudera, additando Ryohei, furioso. - Siete solo in quattro! -
- Questo non è esatto - obiettò Ryohei. - Perché io sono un tipo ESTREMOOO! e valgo per due! -
- Smettila di dire cavolate! -
Quella breve discussione venne troncata dal suono di un piccolo aereoplano che passavava a distanza ravvicinata sopra di loro. Un aereoplanino tutto bianco.

- Bene, siamo arrivati. - disse una delle due passeggere del veivolo, guardando la spiaggia e i giocatori sotto di sé, entusiasta. - Credo possiamo procedere con lo scarico. -
- Come desiderate, Principessa! - disse il capitano del veivolo, rivolgendosi al pilota in divisa candida. - Pilota! Scaricare i volantini! -
- Agli ordini, capitano! - esclamò il pilota, allegro, tirando una leva sotto gli occhi ammaliati dell'altra passeggera, seduta accanto a lui.

Non appena i giocatori videro piovere su di loro una quantità industriale di biglietti di mille colori, interruppero immediatamente la partita, restando con i nasi all'insù per diverso tempo. Poi, mossi dalla curiosità, presero ognuno un biglietto. Tutti riportavano lo stemma della famiglia Vongola e la stessa scritta:

'Siete tutti invitati al gran ballo di Ferragosto in stile Vongola che si terrà domani sera alle ore 20.
Presentatevi a quell'ora su questa spiaggia.
Vongola Nono.'

- Missione completata con successo, capitano! - esclamò, allegro, il pilota del piccolo aereo.
- Perfetto! - sorrise il capitano, soddisfatto. - Ora possiamo provvedere all'atterraggio, Principessa? - Gamma si rivolse a Uni.
- Certo! - sorrise lei.
- Subito! - esultò il pilota, ingozzandosi di marshmallow e preparandosi per l'atterraggio. - Allacciate le cinture di sicurezza e spegnete i cellulari... Ops! -
- Cosa 'ops!'? - chiese Gamma, minaccioso.
- Mi sono dimenticato di montare le ruote! - esclamò Byakuran, ridendo.
Senza perdere tempo, Gamma si fiondò sui paracaduti, ne infilò uno e poi afferrò Uni, lanciandosi fuori dal finestrino, tenendo la ragazza stretta a sé e aprendo il paracadute.
- Gamma, non starai esagerando? - chiese Uni, perplessa.
- E' per la vostra protezione, Principessa. -
- Gamma-kun, sei sempre così esagerato! - rise Byakuran, svolazzando a poca distanza da loro due, con Bluebell avvinghiata al collo, mentre l'aereo sprofondava nell'acqua.

- Bene, sono arrivati anche loro. - disse Reborn, riponendo il binocolo sotto la giacca. - In base ai risultati della partita, stabiliamo che il vincitore è... Leon. A parte questo, ora che avete ricevuto i biglietti, vi propongo un altro gioco: guardia e ladri. Le regole le sapete. Ciao ciao! - e il katekyo si dileguò, lasciando Varia, Vongola, Kokuyo, eccetera, da soli.
- Perché se n'è andato così in fretta? - chiese Yamamoto perplesso. - Ma chi fa la guardia? -
Nessuno seppe rispondergli in quel momento, ma la risposta stessa non tardò ad arrivare:
- Con questo avete toccato il fondo: questa confusione deve avere fine, e i responsabili devono essere stroncati senza pietà. -
Tutti si voltarono di scatto verso la sagoma nera del Presidente Del Comitato Disciplinare che, già armato, aspettava solo di entrare in azione.
- La guardia la faccio io. - disse. Poi, improvvisamente, un sorrisetto che aveva più l'aria di un ghigno spuntò sul suo volto. - Cominciate a correre, erbivori. -
- AAAHHH!!! -

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Capitolo 15
*** Cenone di Ferragosto ***


E così siamo arrivati al penultimo capitolo di questo tripudio di deliri :'( . Ma non disperate: avete ancora un altro capitolo, dopo questo, per ridere! ;)
In questo numero (abbiamo sbagliato i calcoli: è questo, in assoluto, il capitolo più lungo della storia. Scusateci!) i nostri personaggi sono alle prese con le preparazioni per il ballo di Ferragosto, e con il ballo stesso. ^^
Buona lettura!


- Decimo, - chiese Gokudera a Tsuna, passandosi una mano sulla nuca che aveva ricevuto una delle tonfate fatali di Hibari, una volta che loro due e alcuni superstiti si furono messi in salvo dai tonfa del Presidente del Comitato Disciplinare nella hall dell'albergo. - Chi avete intenzione di invitare al ballo? -
- Invitare? - ripeté Tsuna, seduto su una poltrona di fronte ad Hayato, ancora sconvolto per ciò che era appena accaduto, massaggiandosi la spalla indolenzita dalle tonfate di Kyoya.
- Certo, Tsuna - intervenne Yamamoto, seduto sul tappeto, solare nonostante il labbro che Hibari gli aveva rotto. - Bisogna invitare una ragazza quando c'è un ballo. Nei film è sempre così! -
- Inutile insistere, bombarolo - s'intromise Mukuro, in piedi a qualche metro da loro, il collo dolorante. - Tsunayoshi non ti inviterà al ballo: inviterà Sasagawa. -
Fortunatamente Yamamoto trattenne Gokudera dal ridurre in cenere l'illusionista.
"Oddio! Perché l'ha detto?" Tsuna gelò da capo a piedi, nel sentire le parole di Rokudo, lanciando un'occhiata preoccupata a Ryohei, dietro di lui. "Il Fratellone l'avrà sicuramente sentito, e non permetterà mai che io inviti sua sorella!"
- Sawada! - esclamò infatti la voce indignata di Sasagawa, in piedi accanto a Gokudera. - Non credere che io mi metta una gonna per ballare con te! -
Tsuna tirò un sospiro di sollievo. "Per fortuna Ryohei non capisce niente!..."
- A parte gli scherzi, chi inviterai, Tsuna? - chiese Yamamoto, sorridente, rivolto al Decimo.
Sawada lanciò una rapida occhiata a Ryohei, come per valutare la possibile reazione del pugile alla risposta che avrebbe voluto dare, poi, decidendo di non rischiare, liquidò la risposta alla domanda di Takeshi con un vago 'beh... non saprei...'.

Le ragazze, invece, erano state tra le prime ad allontanarsi dalla spiaggia, più o meno non appena avevano intravisto Uni e Gamma paracadutarsi giù dall'aereo. Colpite da quell'entrata ad effetto (a loro detta) molto romantica, li avevano raggiunti e avevano invitato la ragazza a seguirle in albergo, evitando così, a loro insaputa, l'attacco mortale di Hibari. In quel momento, si trovavano tutte in camera di Kyoko e I-Pin, mentre Gamma aveva insistito per aspettare fuori, non volendosi allontanare più di qualche metro dalla sua Principessa.
Mentre Chrome, Haru, Kyoko, Bianchi e Uni si mettevano d'accordo per andare a fare compere il mattino seguente, I-Pin guardava con aria pensierosa il biglietto che aveva preso in spiaggia. Da bambina della sua età, il cui universo era tutto rose e fiori, non desiderava altro che partecipare a quel ballo, così come vi avrebbero partecipato le ragazze, una volta avuto un vestito. Ma lei era troppo piccola. Chi l'avrebbe invitata? Lambo? Non fosse mai! Magari Fuuta, ma era già un po'più grande. E poi le ragazze, con la testa persa tra fantasticherie e possibili modelli e colori di vestiti, l'avevano totalmente esclusa, non sapendo che lei, invece, avrebbe voluto tanto partecipare, e invitare una certa persona.
- Dove stai andando, I-Pin? - chiese Bianchi, guardando la bambina che stava abbassando la maniglia della porta, cercando di non dare nell'occhio.
- Be'... ecco... - la bambina cercò di inventarsi una scusa valida, senza però trovarne alcuna.
Ma Bianchi si alzò in piedi, senza attendere una risposta, e la superò, aprendo la porta.
- Vieni, ti accompagno. - disse, sorridendo.
I-Pin, perplessa, uscì. La ragazza chiuse la porta e poi si incamminarono lungo il corridoio del loro piano, verso l'ascensore.

- Oh, mi sento proprio lusingato!!! - esclamò Luss, stringendo il biglietto d'invito al petto e percorrendo a giravolte l'intera stanza che era stato costretto a dividere con Levi. - Devo subito comprare un vestito! - smise improvvisamente di volteggiare, pensieroso, poi si rivolse al suo compagno di stanza, trionfante. - Levi-chan, tu e gli altri mi darete una mano: andremo a fare shopping e vi comprerò un sacco di bei vestitini colorati! -
- Oddio!... - mormorò Levi, con l'aria di chi si trovasse in un incubo, seduto sul suo letto, chinando il capo fino alle ginocchia.
- Non ti azzardare! - urlò Mammon, sbucando da dietro una porticina che collegava la camera sua e di Bel con quella di Luss e Levi. - Abbiamo lavorato sodo per guadagnare quei pochi spiccioli che abbiamo! E poi, se li spendessimo per comprarti qualcosa, a cosa sarebbe valsa la fatica di rubare questi dal secchio dell'Humana e ad infilarci nel carretto di un trattore per risparmiare una corsa in taxi fino qui? -
- Inoltre il principe non ha intenzione di indossare i tuoi 'vestitini colorati', Lussuria! - obiettò Bel, comparendo dietro Mammon e facendo il verso a Luss nel pronunciare quel 'vestitini colorati'.
- VOOOI!!! - Squalo sbucò da una porta opposta a quella da dove erano comparsi Mammon e Bel. - Un po'di rispetto per chi li ha guadagnati, quei soldi! -
- Chissà perché, - disse Luss, pensieroso. - Ma queste mi sembrano le parole che mi dicevano in occasione della festa del... -
- Papààà, voglio del whisky!!! - urlò Xanxus, alle spalle di Squalo.
- VOOOI!!! - gli rispose Superbi, imbarazzato, mentre Bel sghignazzava senza ritegno. - Non rompere tu!!! -

- Credo di capire come ti senti - sospirò improvvisamente Bianchi, una volta che lei e I-Pin furono arrivate in spiaggia. - Sei piccola, e per questo non puoi ballare. - fece una breve pausa, guardando in aria. - Anche io vorrei invitare il mio Reborn... -
Il sole era ormai tramontanto da tempo, e il cielo si era già tinto del colore scuro della notte. Un sottile spicchio di luna appena sorta torreggiava in alto, accompagnato da alcune stelle appena spuntate e dalla luce ancora timida.
- Lo sai? - chiese poco dopo Bianchi, continuando a guardare il cielo. - Si dice che se si vede una stella cadente e si esprime un desiderio, questo si avveri. -
I-Pin la guardava, sognante, come se stesse osservando un abile prestigiatore cimentarsi in un numero di magia molto difficile.
- Ci vogliamo provare? - le chiese Bianchi, rivolgendole un sorriso solare. - Del resto cosa abbiamo da perdere? -
- Proviamo! - esclamò la bambina, entusiasta, sorridendo anche lei.
Bianchi la prese in braccio e restarono lì, immobili, con gli occhi fissi al cielo, fino a quando la prima stella cadente di quella serata non passò di fronte ai loro sguardi, ripagandole della lunga attesa.
- L'hai espresso? - chiese Bianchi alla bambina, che annuì, fiduciosa in quella infondata leggenda appena raccontatale. - Allora andiamo. -
E così tornarono in camera.

L'indomani mattina fu speso da tutti gli invitati a svaligiare negozi in cerca di qualcosa di elegante, mentre il pomeriggio fu dedicato ai preparativi rimasti, cioè i più importanti...
Ore 16:10. Camera di Tsuna.
- Allora, Decimo? - chiese Gokudera, ansioso, saltando in piedi non appena Tsuna varcò la soglia della porta della propria camera, dove si erano radunati tutti i ragazzi (eccezione fatta per Hibari, ovviamente, e per Lambo, che era fuori a giocare con I-Pin, Fran e Fuuta). - Ha accettato il Vostro invito? -
- A dire il vero... non sono riuscito a parlarle. - rispose Tsuna, chiudendo la porta e guardando, uno ad uno, i volti speranzosi dei suoi amici, che attendevano l'esito del suo invito a Kyoko.
Ci fu un coro di sospiri delusi.
- Fratellino, non è male essere timidi, - lo rimproverò Dino. - Ma esserlo troppo può dare problemi! -
- Sawada, non ti preoccupare - Ryohei, l'unico ignaro che la ragazza che il suo amico voleva invitare fosse sua sorella, gli appoggiò amichevolmente una mano sulla spalla. - Hai solo bisogno di allenamento. Quindi ora siediti, e prova con me! Io sarò la ragazza, e tu mi dovrai invitare. -
- Eh? - esclamò Tsuna, sconvolto da quella proposta.
- Mi sembra un'ottima idea! - assentì Yamamoto. - Cominciamo subito! -
Ryohei si sedette sul bordo del letto, le braccia incrociate, in attesa. Tsuna, in piedi di fronte a lui, lo guardava, imbarazzato e confuso.
- Allora, Tsuna? Perché mi hai chiamato? - chiese il pugile, con la voce sforzata per essere abbastanza femminile.
Tsuna rabbrividì, reprimendo l'istinto di tirare qualcosa in faccia al suo amico, poi si concentrò. Si schiarì la voce un paio di volte, più per prendere tempo che non per necessità, e infine cominciò a parlare:
- Scusami per averti scomodato... - e alzò gli occhi su Ryohei, come per avere un giudizio su quell'inizio.
Sasagawa lo guardava con lo sguardo di quella che, probabilmente, voleva essere una ragazzina speranzosa e sulle spine, ma che risultava del tutto stomachevole.
- Io... io... io volevo... farti... una richiesta. - lentamente, Tsuna stava acquisendo un po'più di sicurezza.
Ryohei restava immobile, sbattendo ogni tanto le palpebre più rapidamente del normale, e senza distogliere lo sguardo da Sawada. Gokudera, alle sue spalle, aveva l'espressione di chi stesse guardando un film horror alquanto truculento.
- Bene... - riprese Tsuna. - Io... io... io vorrei... ecco... che... tu... che tu... venissi al ballo con me. -
L'atmosfera della stanza restò per un attimo immobile, e Tsuna cercò di ripensare a ciò che aveva detto, esaminando attentamente ogni parola, come per trovarci qualche errore di pronuncia o lapsus, ma non ne riscontrò.
Poi, in una frazione di secondo, i suoi amici scoppiarono in uno scroscio di applausi. Yamamoto e Dino ridevano, Ryohei era entusiasta, Basil e Gokudera un po'confusi.
- Sawada, - disse poi Ryohei, circondando le spalle dell'amico con un braccio, mentre la sua espressione facciale tornava normale. - Se fossi stato nella tua ragazza, avrei accettato immediatamente. -
- Avete un futuro da attori. - commentò Dino, applaudendo.
- Meno male che è finita... - mormorò Gokudera, sconvolto, rivolgendosi poi con rabbia a Sasagawa. - Non ti azzardare più a proporre idee simili, Testa a Prato! - poi si rivolse a Yamamoto, che ancora rideva. - E tu sta'zitto! -
- Bene, Sawada-dono, - concluse Basil, soddisfatto. - Ora potete andare a dichiararvi! -
Ora restava solo l'esame vero e proprio.

Ore 17:00. Corridoio sul quale si affacciavano le camere delle ragazze.
MM passava di lì per entrare in camera e prepararsi per il ballo. Avrebbe indossato quanto di più elegante aveva nel tentativo di abbordare qualche vecchio mafioso riccone che, sicuramente, si sarebbe presentato alla festa. Stava giusto passando di fronte alla camera di Kyoko e I-Pin, quando udì una voce.
- Chrome, forse è meglio che tu vada a prepararti - disse Haru. - Se vuoi fare colpo su di lui devi essere molto curata. Tra poco verrò anche io in camera. Se vedi Kyoko, dille che ho io la chiave della sua stanza. -
- Va bene. - rispose Chrome, timida.
"Lui???" MM gelò e si fermò di scatto. "Non staranno parlando mica di Mukuro-chan???"
Improvvisamente la ragazza udì il suono della porta che stava per essere aperta. Si guardò attorno rapidamente, e non appena individuò una nicchia ospitante una finestra, e si fu accertata di poterci entrare, si fiondò lì e si nascose. Qualcuno uscì dalla stanza proprio in quel momento, e MM si affacciò. Chrome stava richiudendo la porta e si stava dirigendo verso la propria camera.
"Dannata ragazzina! Vuoi provare a fare colpo su Mukuro-chan, eh?" MM ribolliva di rabbia. "Se è così, ti darò una bella lezione!"
- Ehi, Chrome. - disse, uscendo dal suo nascondiglio.
La ragazza si voltò, sorpresa di udire la voce dell'altra.
- Vuoi che ti dia una mano a prepararti? - le chiese MM, con un'aria maligna negli occhi che Chrome, sfortunatamente, non riuscì a notare.

- Pensi che questo mi possa stare bene, Tsuna-kun? - chiese Kyoko al ragazzo, mostrandogli un vestitino a pois.
- Be'... io... - cercò di rispondere Tsuna, imbarazzato, senza sapere nemmeno lui cosa dire.
Kyoko era entrata in camera sua da poco più di un paio di minuti per chiedergli consigli sul vestito da indossare alla festa, e gli altri ragazzi si erano trasferiti nella camera di Ryohei, Basil, Lambo e Gokudera per lasciarli da soli.
- O forse è meglio quest'altro? - incalzò lei, tirandone fuori un altro dalla fantasia rossa e viola.
- Kyoko... - si decise finalmente lui. - Io... prima devo chiederti una cosa. -
- Cosa? - chiese lei, perplessa.
- Si tratta... del ballo. - disse Tsuna.
Kyoko non rispose.
- Io... io... io... - l'immagine della faccia 'femminile' di Ryohei gli tornò improvvisamente di fronte agli occhi, pur essendo il pugile diverse stanze più in là. - Io vorrei... - le prese entrambe le mani, imbarazzato.
- Vorrei... che tu... che tu venissi... al... al ballo... - disse il ragazzo, gli occhi bassi. - Con me. -
Per un attimo ci fu un lungo periodo di silenzio. Ancora più imbarazzato, Tsuna lasciò le mani della ragazza, senza nemmeno alzare gli occhi da terra. Come anche durante la prova che aveva fatto con Ryohei, ripensò ad ogni singola parola che aveva pronunciato, senza trovare nessuna gaffe.
- Va bene. -
- Cosa? - domandò Tsuna, sconvolto.
- Ho detto: va bene. - ripeté Kyoko, divertita.
- Wow! - mormorò il Decimo, lasciandosi sfuggire un flebile sorriso non ancora convinto. - Comunque credo che questo vestito ti stia meglio di entrambi. - disse poi, mostrando alla ragazza un terzo.

Ore 17:40.
I-Pin stava aspettando il ritorno di Kyoko di fronte alla porta della loro camera, quando Lambo passò da quelle parti.
- Testa a Salsiccia, sei proprio stupida! Non hai neanche le chiavi della stanza! - la canzonò immediatamente il bambino rompiscatole.
- Lambo, vieni qui! - urlò I-Pin, correndogli dietro.

Ore 18:30.
- Adesso voglio proprio sapere perché siamo stati chiamati qui, korà! - esclamò Colonnello, raggiungendo tutti gli altri Arcobaleno nel corridoio del primo piano.
Ovviamente erano tutti ospiti in quell'albergo in quanto invitati alla festa di quella sera.
- Reborn, se questa è un'altra delle tue...! - Lal Mirch minacciò il tutor.
- Ti posso assicurare che io non c'entro niente. - rispose Reborn.
- Di chi è stata l'idea di questi biglietti? - chiese Fon, apparendo da chissàdove, seguito immediatamente dopo da Skull che cercava di entrare dalla finestra con un po'di difficoltà.
- Spero solo che non si debba pagare, per partecipare. - puntualizzò Mammon.
- Credo che tu possa stare tranquilla per i tuoi risparmi, Viper. - osservò Verde.
- Abbiate pazienza, lo sapremo presto. - li rassicurò Uni, sorridente.
Ma proprio in quel momento i due bambini pestiferi fecero il loro ingresso dall'altro lato del corridoio. Gli Arcobaleno si scansarono per farli passare, e non sarebbe successo niente se I-Pin non avesse lanciato a Lambo uno dei suoi gyoza-ken, facendolo cadere di fronte agli Arcobaleno, a terra, in un mare di lacrime, mentre il suo bazooka usciva dalla matassa di capelli del bambino, precipitando su di loro.
- Si può sapere che sta succedendo? - chiese Fran, atono, uscendo dalla propria stanza che, guarda caso, era lì davanti.
Nessuno gli rispose, ma non appena la nube causata dall'esplosione del bazooka si dissolse, gli undici presenti del corridoio erano cresciuti di ben dieci anni.

Ore 19:00
Kyoko e Haru, pronte per la festa, svoltarono per raggiungere l'ascensore, quando una sagoma scura apparve loro davanti quasi senza preavviso.
- AAAHHH!!! - strillarono, paralizzate dalla paura.
La sagoma sobbalzò, poi si ritrasse, imbarazzata. Le due ragazze tacquero, osservandola attentamente. Aveva i capelli sciolti, separati da una riga in mezzo, che le scendevano lungo il volto, coprendole l'occhio destro, e raggiungendo le spalle. La carnagione era letteralmente cadaverica, le labbra tinte di un rossetto color vinaccia volutamente sbavato, l'ombretto prugna il cui colore aveva la stessa consistenza della tempera, messo a casaccio sulle palpebre e una quantità eccessiva di mascara nero sulle ciglia. Aveva un macabro vestito nero mezzo strappato e scollatissimo, lungo fino ai piedi, dove calzava un paio di tacchi neri vertiginosi.
- Chrome! - esclamarono Kyoko ed Haru, riconoscendo la Morticia Addams che si trovavano davanti.
- Ma come ti sei conciata!? - urlò Haru.
- Io... - Dokuro cercò di spiegare che non era opera sua.
- Santo Cielo! Vieni con me: ti darò una bella aggiustatina! - esclamò Miura, afferrandola per un braccio e trascinandola con sé, seguita da Kyoko.

Bianchi stava giusto mettendosi il rossetto, quando qualcuno bussò alla porta.
- Avanti - disse. - E' aperto. -
- Bianchi-chan, ho bisogno di una mano. - disse I-Pin, alle sue spalle, esitante.
- Che cosa c'è?... Eh?! - chiese Bianchi, voltandosi e restando di stucco, nel trovarsi di fronte una I-Pin quindicenne.
- Credo che il desiderio si sia avverato, ma i vestiti che avevo scelto non mi entrano più. Mi sta bene solo la divisa di lavoro che porto in questo momento. - spiegò la ragazza cinese, confusa.
- Ma come hai...? Questo vuol dire che anche Reborn... - balbettò la sorella di Gokudera, esterrefatta. - No, me lo spiegherai più tardi. Adesso siediti pure sul letto. Vado a vedere se ho qualche vestito per te... -

- Qualcuno di voi sa dove sia Ryohei? - chiese improvvisamente Yamamoto, alle spalle di Tsuna e Gokudera.
- L'ultima volta che l'ho visto era in camera a prepararsi. - rispose Basil, alla sua destra.
- Ma quanto ci mette? - esclamò Dino, alla sinistra di Takeshi.
Loro erano già tutti pronti e si stavano avviando verso la spiaggia, con le loro divise eleganti addosso e i garofani nel taschino, ma di Ryohei avevano perso le tracce.
- Quello stupido Praticello!... - bofonchiò Gokudera.
Ryohei apparve al'improvviso in fondo al corridoio. Indossava un'elegante giacca bianca, cravatta rosso bordeaux e...
- Ryohei, perché ti stai portando dietro quel carrello? - gli chiese Yamamoto, notando che Sasagawa si stava coprendo la parte inferiore del corpo con uno di quei carrelli che usano le cameriere per trasportare le lenzuola e quant'altro.
Il pugile tacque per un attimo, poi sospirò.
- Sawada, la tua dichiarazione è stata così commovente... - e scansò il carrello. - ... che ho deciso di accettare di indossare una gonna per ballare con te ALL'ESTREMOOO!!! -
Gli occhi di Tsuna raddoppiarono di dimensione alla vista della gonna viola che il pugile si era messo.
- Ma cosa ti salta in mente??? - urlò Gokudera, raggiungendo Ryohei e conducendolo a calci nel sedere in camera. - Nessuno qui ti ha invitato a ballare!!! Vai subito a metterti un paio di pantaloni, idiota!!! -
- Oddio... - si limitò a mormorare Tsuna, guardando Yamamoto e gli altri che ridevano.

Ore 20:05, spiaggia.
Si erano tutti radunati lì da almeno cinque minuti, ma la spiaggia era deserta. Qualcuno stava già proponendo di tornare in albergo, quando, improvvisamente, videro una nave avvicinarsi sempre di più. Dopo una decina di minuti poterono identificarla chiaramente come una rompighiaccio. E sulla prua di questa rompighiaccio...
- Buonasera, signore e signori! Benvenuti al primo Cenone e Ballo di Ferragosto in puro Stile Vongola! - sulla prua della nave, ora abbastanza vicina alla costa, Iemitsu dette loro il benvenuto. - Vi verranno mandate delle scialuppe attraverso le quali potrete salire a bordo, dove avrà luogo la festa. Ogni scialuppa può contenere un massimo di sei persone. Quindi non spingete e ci vediamo a bordo! -
Di lì a poco una quantità industriale di scialuppe riempì la riva. A gruppi di sei tutti gli invitati salirono e raggiunsero la rompighiaccio. Poi furono condotti in un grande spazio interno, addobbato dei colori allegri e sgargianti dell'estate e con decorazioni floreali stile hawaiano. Tre lati della grande stanza erano stati completamente occupati da tavoli lunghi quanto i lati stessi e ricchi di ogni ben di Dio. Dal soffitto celeste pendeva un maestoso lampadario dal colore bronzeo e le pareti erano occupate in parte da finestre e in parte da specchi, che avevano probabilmente lo scopo di ingannare chiunque entrasse, e convincerlo che la stanza fosse più grande di quanto non lo fosse. Della petroliera che un giorno fu quell'imbarcazione non era rimasto nulla, se non la struttura esterna.
Mentre gli invitati continuavano ad osservare, incantati, la stanza in tutta la sua bellezza, Iemitsu, in giacca e cravatta, si fece largo tra di loro, accompagnato da un'elegante e giovane donna in un abito da sera semplice, blu notte.
- Diamo inizio alla festa e alle danze! - annunciò il capo della CEDEF, facendo un cenno a Shoichi, Spanner e Giannini, che fecero partire la musica. - Auguro a tutti un buon Ferragosto! -
Seguì l'appaluso dei presenti, che lentamente si riversarono nella stanza e, con altrettanta timidezza, dettero inizio alle danze, o all'assalto al buffet.
- Tsuna-kun! -
Tsuna non seppe nemmeno lui come potesse riuscire a sentire quella voce in mezzo a tanta confusione, eppure ci riuscì, e si voltò. Per un attimo gli mancò il fiato, alla vista della ragazza che gli veniva incontro: Kyoko indossava un vestito da cocktail rosa salmone, che le arrivava poco più su del ginocchio. Teoricamente non aveva nulla di speciale, ma forse il colore salmone aveva fatto colpo sul tonno.
- Tsuna-san! -
Un'altra voce, che Tsuna proprio non si aspettava di udire, lo raggiunse dalla parte opposta. Si voltò appena in tempo per vedere Haru che si faceva largo tra la folla in un vestitino corto color buccia d'arancio e con una collanina di perle al collo.
- Andiamo a ballare? - gli chiese, impaziente e tutta sorrisi, non appena lo raggiunse.
- Ballare? - ripeté lui, confuso.
- Ma certo! Non ti ricordi la meravigliosa dichiarazione che mi hai fatto oggi pomeriggio? Eri talmente timido da non essere neanche uscito dalla tua camera! - rise Haru. - Adesso te lo racconto... -

Quel pomeriggio, mentre Tsuna era in camera con gli amici, Haru si trovava a passare da quelle parti. Passando di fronte alla camera di Tsuna, sentì una voce da dietro una porta tossire, con la stessa aria di chi volesse attirare l'attenzione di qualcuno. La ragazza si fermò, perplessa. Un secondo colpo di tosse, poi una voce familiare iniziò a parlare, esitante:
- Io... io... io volevo... farti... una richiesta. -
Haru arrossì.
- Sono pronta... - rispose, esitante.
La voce continuò:
- Bene... Io... io... io vorrei... ecco... che... tu... che tu... venissi al ballo con me. -
La ragazza restò per un attimo paralizzata dallo stupore e dall'imbarazzo.
- Verrò... molto volentieri... - disse, esitante, ma soddisfatta e al settimo cielo dalla gioia. - Allora a stasera! - e salterellò via lungo il corridoio.

- Ecco cos'è successo. - concluse Haru, sorridente.
Tsuna non sapeva come spiegarle che quella era solamente una prova per dichiararsi a Kyoko. Ma in quel momento Gokudera, che stava osservando la scena da lontano, si avvicinò.
- Decimo, questa ragazzina Vi sta importunando? - chiese.
- Ah, eccoti finalmente, Gokudera! - esclamò Miura, facendo dei cenni alle sue spalle. - Ho speso molto tempo per aiutare Chrome a prepararsi, quindi vedi di trattarla bene e di farle tanti complimenti! -
E in effeti Haru aveva fatto un buon lavoro: Gokudera stesso avrebbe stentato a riconoscere Chrome, in quel tubino turchese dalla gonna svolazzante, con i capelli sciolti fino alle spalle e una ciocca che copriva l'occhio destro.
Gokudera e Tsuna balbettarono qualcosa di incomprensibile, confusi e sorpresi di fronte a tanta eleganza da parte della ragazza.
- Boss, è tutta opera di Haru, - spiegò la ragazza, intrecciandosi i capelli e facendo involontariamente tintinnare i braccialetti di metallo che aveva al braccio sinistro. - Io non sarei stata in grado di fare niente da sola... -
- Su, Gokudera! - la interruppe improvvisamente Haru, rivolta ad Hayato. - Che cosa aspetti ad invitarla a ballare? Non è abbastanza carina per te? -
- Che...? - esclamò lui, indispettito.
- Ma io non so ballare... - si giustificò timidamente Chrome.
- Non ti preoccupare, Chrome, - rispose Miura, afferrando Gokudera. - Adesso ti faccio vedere io come si balla! Gokudera, vedi di starmi dietro con i passi. -
- Cosa...? - urlò il bombarolo, ma Haru lo stava già facendo ballare.
Tsuna stava per invitare Kyoko a ballare, quando Iemitsu si avvicinò a lui, accompagnato dalla giovane donna che gli era accanto durante l'inizio delle danze.
- Allora, che te ne sembra di questa festa? - chiese il padre al figlio.
- Be'... - cercò di rispondere Tsuna, cercando, senza successo, di identificare la giovane donna.
- Ah, capisco... - lo interruppe l'uomo, circondandogli le spalle con un braccio. - Non sei il tipo per questo genere di cose... -
- Esattamente. - assentì Tsuna, senza distogliere lo sguardo dalla donna, che si stava guardando attorno, con la stessa aria vaga di Kyoko. Il Decimo non sapeva perché, ma aveva qualcosa di familiare.
Improvvisamente lei incontrò lo sguardo di Tsuna, e il ragazzo finalmente la riconobbe.
- MAMMA??? - urlò, sconvolto.
- Oh, mio Dio, signora Sawada, quel taglio di capelli le sta un incanto! Per non parlare del vestito! - esclamò Kyoko, sorridente. - E che bell'anello! -
- Oh, questo me l'ha regalato Iemitsu per il nostro ultimo anniversario. - spiegò la donna, osservando l'anello d'oro che aveva al dito medio della mano sinistra. - Ci tengo moltissimo. Tu sei una degli amici di Tsuna, vero? -
- Cara, non importunare gli amici di Tsuna con i tuoi discorsi. Andiamo a ballare e lasciamoli divertire. - la rimproverò il marito con un sorriso, portandola via di lì. - Vuoi che ti presenti i miei colleghi di lavoro nel settore del petrolio? -
Il Decimo tirò un sospiro di sollievo nel vedere i suoi genitori allontanarsi.
"Petrolio, eh?" si chiese Tsuna tra sé e sé. "Quando si deciderà a dirle la verità?"
Sawada stava per chiedere per la terza volta a Kyoko di andare a ballare, quando...
- Gokudera! Come ballerino sei scadente! - Haru lanciò Gokudera verso Chrome. - Mio Tsuna, vieni a ballare con la tua Haru! - e afferrò il braccio di Tsuna, senza che questo riuscisse ad opporre resistenza, mentre Kyoko li guardava, sorridendo.
Gokudera, intanto, si diede alla fuga, ma per sua sventura incontrò sua sorella, appena arrivata in compagnia di una ragazza cinese. E trattenne un conato di vomito.
- Hayato, ti ho detto che fumare troppo ti fa male. - lo rimproverò lei, mentre Gokudera si fiondava fuori dal salone, verso il ponte della nave.
- Bianchi! - esclamò Kyoko, raggiungendo le due ragazze. - Chi è questa ragazza che ti accompagna? -
- Lei?... - la sorella di Gokudera cercò di inventarsi un'identità per I-Pin adulta, dato che l'acume di Kyoko non l'aveva riconosciuta. - Be', lei è... -
- Somiglia molto ad I-Pin... - osservò Sasagawa.
- Perché infatti è sua sorella maggiore... - rispose Bianchi, cercando un nome che suonasse vagamente cinese.
- I-Chin. - concluse I-Pin, con un sorriso. - Mi chiamo I-Chin. -
- Molto piacere, io sono Kyoko Sasagawa. - Kyoko le strinse la mano. - Ma dov'è I-Pin? -
- Si è sentita poco bene. - mentì Bianchi.
- Oh, mi dispiace. - sul viso di Kyoko si stampò per un attimo un'espressione di tristezza, ma poi tornò il solito sorriso. - Comunque le somigli veramente tanto! E hai veramente un bellissimo vestito!... -
I-Pin arrossì, mentre alle loro spalle, improvvisamente, apparve Ryohei.
- Sorella, vuoi ballare con il tuo fratellone ESTREMO? - chiese il pugile a Kyoko.
- Volentieri, fratellone. - rise la sorella.
E Ryohei la trascinò nella pista.
Non appena i due si furono confusi tra la folla, I-Pin si voltò verso Bianchi.
- Come mai Kyoko non mi ha riconosciuto? E perché mi hai detto che non dovevo assolutamente guardarmi allo specchio? - le chiese, perplessa.
- Non voglio che ti imbarazzi troppo. - le spiegò Bianchi. - E poi ti ho truccato talmente bene che nemmeno tu potresti riconoscerti. -
Improvvisamente Bianchi si voltò.
- C'è Romeo... - borbottò tra i denti, guardando Lambo adulto che passava poco più in là. Poi il suo volto si raddolcì, tornando a guardare di fronte a sé. - Ma io ho il mio Reborn!... - e in quel momento un Reborn alto almeno quattro volte la sua altezza normale di bambino di un anno venne incontro a Bianchi.
- Bianchi, questo vestito verde prato ti dona molto. - disse. - Vorrei parlarne più a lungo in pista, che te ne pare? -
- Oh, Reborn... - sospirò lei, completamente perduta nella contemplazione del suo amato, lasciando I-Pin all'ingresso della stanza.
Pochi metri più in là, MM era stata avvicinata da Lussuria, colpito dall'eleganza del tubino aderente nero della ragazza e dai suoi accessori d'oro, e, desideroso di ricevere qualche consiglio di moda, le aveva attaccato un bottone infinito. Certo quella non era la compagnia che una ragazza in cerca di quattrini avrebbe voluto avere per quella serata, ma la sorte volse dalla sua parte.
- Signorina, lei vorrebbe ballare? - le chiese ad un tratto Luss.
- Ballare? Io? - ripeté lei, squadrando il completino sgargiante del suo interlocutore, per nulla convinta ma non dandolo a vedere. - Non penso. -
- Neanche con uno dei miei bambini? - insistetté il Varia.
MM guardò quei quattro ceffi, ai suoi occhi uno più patetico dell'altro, e scosse il capo, diniega.
-  Neanche con Bel-chan? Ha la sua età... -
- No, guardi, non penso proprio... -
- Be', sì, il fatto di essere un principe spesso lo fa comportare in modo strano, ma... -
- Ha detto 'principe'? - ripeté MM, sentendo odore di riccone in avvicinamento.
- Oh, sì, Bel-chan è un principe, ma... non sappiamo bene di quale regno... -
- Ma un principe a tutti gli effetti? Con la corona? -
- A dire il vero io quella non la considererei una corona, ma... sì, dovrebbe esserlo. -
- Allora credo che su di lui un pensierino potrei farcelo... - accettò MM, avvicinandosi poi a Bel con aria provocatrice.
- Ehi, ho sentito dire che sei un principe, è vero? - disse la ragazza a Bel.
Il ragazzo si voltò verso di lei e sfoderò uno dei suoi soliti ghigni. - Hai sentito bene. -
- Mmmhhh... Interessante... - commentò MM, afferrandolo per un braccio. - Perché allora non parliamo un po'del tuo regno a ritmo di musica? - e lo trascinò in mezzo alla folla di ballerini.

Proprio in quel momento, Lal Mirch entrò nel salone. Dopo essersi guardata attorno, tra gli Shimon che restavano un po'in disparte, Naito Longchamp e famiglia che, come al solito, sembravano essere lì senza un preciso motivo, Skull che cercava (ovviamente senza successo) di invitare Mammon (perennemente incappucciata e con l'unico tocco femminile di un paio di tacchi a spillo economici), gran parte degli invitati dediti alle danze e qualche altro a dimezzare il cibo, non trovando Colonnello, decise di imitare gli altri, e di mettersi in un angolo, in attesa che il suo fidanzato si fosse presentato.
Finalmente il povero militare, visibilmente a disagio nel completo elegante che indossava, la raggiunse e le sorrise.
- Veramente un bell'abito, Lal. - commentò, osservando l'abito dai colori degli abiti mimetizzanti.
Lei grugnì.
- Scontrosa come sempre, vero? - sorrise di nuovo lui, tirandola in mezzo alla folla. - Perché non balliamo un po'? -
Così iniziarono a ballare, e per un po'di tempo non si scambiarono alcuna parola.
- Quella non è la collana che ti ho regalato io? - le chiese improvvisamente lui, per rompere un po'il ghiaccio.
- Che acume! - esclamò lei, ironica.
- Nella scatola era molto bella. -
- Nella scatola, eh? -
- Sì, mi era piaciuta, così l'ho comprata... E siccome non sapevo che farci, l'ho data a te! - concluse il ragazzo, sorridendo, con tono scherzoso.
Lal trattenne ancora per poco l'espressione imbronciata che aveva di solito, intuendo il tono di scherzo dell'altro, e lasciò che un sorriso contenuto le increspasse leggermente le labbra.
"In fondo Lal non è un tipo così difficile." osservò Colonnello, tra sé e sé.
Poi, improvvisamente, Lal sparì alla sua destra.
- Cambio della dama! - spiegò Reborn, di fronte allo sguardo perplesso di Colonnello.
- Reborn!... - borbottò, alzando uno sguardo imbarazzato su Bianchi, che sarebbe dovuta essere la sua compagna di danza.
- Reborn! Non cambi mai! - borbottò Lal Mirch al suo compagno di ballo.
- Mi piace troppo vederti con la faccia imbronciata! - rispose lui, con aria dispettosa. - E comunque sei più carina quando non sei in divisa militare. -
Senza alcun preavviso, quella che aveva tutta l'aria di essere la canna di una pistola si piantò nel fianco di Reborn.
- E a me non piace vederti a meno di un metro da me! - disse lei, minacciosa. - Ora smamma! -
- Oh, Lal Mirch... la solita brontolona!... - ridacchiò Reborn, ritornando da Bianchi.

I-Pin stava passeggiando in mezzo alla folla, guardandosi attorno, imbarazzata. Tutti la guardavano con lo stesso sguardo perplesso che le aveva rivolto Kyoko non appena l'aveva vista. Probabilmente nessuno la riconosceva, ma tutti avevano la stessa sensazione di conoscerla. Spostando rapidamente gli occhi dall'ennesimo volto perplesso, incontrò il riflesso dei suoi occhi in uno specchio e si fermò, guardandosi.
Il mascara che Bianchi le aveva messo dava l'impressione che le sue ciglia fossero più lunghe, e fu la prima cosa che I-Pin notò del suo look, insieme ai capelli sciolti, lunghi oltre le spalle. Poi guardò il vestito: un abito modesto rosso decorato con motivi floreali color oro, con le maniche a giro, senza grandi scollature e la gonna che le sfiorava il ginocchio. Restò anche colpita da quanto fossero alte le scarpe nere con il tacco che Bianchi le aveva messo.
Stava ancora guardandosi allo specchio con un'espressione sorpresa, quando si accorse che il numero di sguardi rivolti verso di lei era notevolmente aumentato. Imbarazzata per sentirsi così al centro dell'attenzione, si avvicinò rapidamente all'ingresso del salone e si fiondò in bagno per nascondersi agli sguardi altrui.
Quando credette di essere pronta ad affrontare nuovamente quegli sguardi perplessi, uscì dal bagno, incappando in una sagoma nera con una fascia rossa a caratteri dorati sul braccio. I-Pin trasalì, riconoscendolo, e si scansò, credendo che il ragazzo volesse entrare nel bagno. Il cuore le batteva in modo quasi incontrollato. Ma nonostante la ragazza si fosse scansata, lui restò lì, e I-Pin, pur non guardandolo, poteva sentire i suoi occhi scuri e penetranti posati su di lei. Cosa che la fece agitare ancora di più.
- Sei l'unica ragazza il cui vestito rispetti le misure fissate dal Comitato Disciplinare. - disse lui, con voce calma e indecifrabile.
Poi tese una mano verso la ragazza, e lei trovò il coraggio di alzare gli occhi sul volto di Kyoya, impassibile come sempre. Esitante, I-Pin appoggiò la sua mano su quella di Hibari e rientrarono nel salone.
Chissà perché, ma quegli sguardi perplessi non sembravano più così imbarazzanti...
La ragazza quasi non si rese conto di star ballando con quel ragazzo che aveva potuto vedere solamente dal basso. Nonostante il fatto che lui non parlasse e sembrasse così freddo e distaccato, I-Pin si sentiva a suo agio, ed era sicura di poter dire di essere soddisfatta del desiderio espresso la sera prima. Poi, improvvisamente, qualcuno le afferrò le braccia. Sorpresa, la ragazza si voltò, incontrando il volto di Ryohei.
- Cambio della dama! - spiegò il pugile, di fronte ad un Hibari indignato, allontanandosi con I-Pin, che guardava il Presidente del Comitato Disciplinare, come per invocare un aiuto silenzioso.
Con passo silenzioso, misurato e inquietante, Kyoya raggiunse i due, poi appoggiò una mano sulla spalla di Ryohei, che si voltò.
Un sorrisetto maligno si stampò sul volto del Presidente del Comitato disciplinare.
- Cambio della dama! - disse, scaraventando Ryohei dall'altro lato della stanza, a bagno nel contenitore del punch, e riprendendo a ballare.

In mezzo a tutta questa attività frenetica di scambi di coppie, i Varia restarono in disparte, fatta eccezione per Belphegor, in pista con MM. Xanxus guardava con i suoi occhi di brace tutta la confusione che lo circondava. Stranamente, se n'era stato calmo fino a quel momento, lasciando che Squalo bevesse con calma qualche drink e si riposasse. Lo spadaccino stava giusto finendo il suo secondo drink analcolico, quando...
- Feccia! Voglio ballare! -
Superbi tentò di non prendere a morsi il bicchiere per la rabbia.
- Non credo che Mammon abbia voglia di ballare, Boss. - disse Levi.
- Ma io non voglio ballare con lei, io voglio ballare sulla mia poltrona! - poi si rivolse a Squalo. - Feccia, falla ballare! -
- VOOOI!!! Per chi mi hai preso? Per il mago Merlino? - urlò Squalo, indignato. - Non posso farla muovere! -
Xanxus si voltò verso di lui con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
- Certo che puoi, feccia: è tutto un lavoro di forza. -

- Falla fare una giravolta! - ordinò Xanxus.
Il povero Squalo fece uno sforzo sovrumano per far fare un mezzogiro alla poltrona.
- Ora un casquet! -
- Eh, no! Questa NO! -
- CASQUET!!! - tuonò il capo dei Varia, estraendo una delle sue due pistole.
Il suo urlo risuonò per tutta la stanza, e le varie coppie danzanti, per nulla spaventate da quella pistola, prendendo le parole del boss dei Varia come un invito o un'esortazione, si cimentarono ognuna in un casquet.
- Ok, ok, non ti arrabbiare! - acconsentì precipitosamente Superbi, spaventato dalla possibile reazione di Xanxus ad un suo ulteriore rifiuto, tirandosi praticamente addosso la poltrona, e non restando schiacciato per miracolo.

- CAMBIO DELLA DAMA ALL'ESTREMOOO!!! - la voce di Ryohei tuonò nell'intera sala, facendo bloccare tutti.
Reborn e Bianchi decisero che per loro bastava così, e il tutor condusse la sua compagna in disparte.
- Vuoi che ti porti da bere? - le chiese.
- Volentieri. - rispose Bianchi. - Gradirei un Martini. -
- Vado subito a prenderlo. - si congedò Reborn, avvicinandosi al lato consecutivo a quello dove si era appartato con Bianchi. Mentre si avvicinava, si accorse di una porta socchiusa e semimimetizzata nel muro. Incuriosito, l'assassino si affacciò all'interno, trovando Giannini che, seduto ad una scrivania, stava cercando di riparare qualcosa.
- Giannini? - esclamò, confuso.
- Ah, sei tu, Reborn. - il tecnico alzò di scatto lo sguardo dal suo lavoro, cercando di coprirlo alla vista di Reborn.
- Cosa stai facendo con il bazooka di Lambo?... - chiese il tutor. Ma proprio mentre stava pronunciando quelle parole, la risposta a quella domanda lo raggiunse da dietro.
- Sei stato tu a modificare quel bazooka! - esclamò Verde, comparendo alle spalle di Reborn.
- Be'... io... - cercò di giustificarsi Giannini.
- Come ti è saltato in mente? - entrarono anche Lal e Colonnello.
- Io... - mormorò il tecnico.
- Su, parla! - lo incalzò Skull.
- Non abbiamo intenzione di pagare per ottenere una tua confessione. - puntualizzò Mammon, facendo anche lei il suo ingresso.
- Vediamo cos'ha da dire. - Fon guardò Giannini con uno sguardo hibaresco.
- Ragazzi, lasciatelo parlare! - li rimproverò Uni.
- Io non lo so! - esclamò infine il tecnico, esasperato da tutte quelle pressioni.
- Ma tu sei un genio!!! - esclamarono tutti e otto insieme, saltandogli addosso per abbracciarlo. - Quanto durerà l'effetto? -
- Per un paio di giorni... credo. - rispose Giannini, confuso.
- Sei un genio a tutti gli effetti!!! - esclamò Reborn. - Dovresti giocare più spesso allo scienziato pazzo! -
E gli otto intrusi uscirono, mentre Giannini tirava un sospiro di sollievo.

Intanto, di fuori...
- Cambio della dama! - esclamò Ryohei, strappando Haru via da Tsuna. - Su, Sawada! Balla con mia sorella! -
- Eh? - esclamò Tsuna, che non si sarebbe mai aspettato di sentire quella frase.
- Te l'ho detto: cambio della dama! - e sparì tra la folla.
Finalmente Tsuna, con il volto dello stesso colore del vestito di Kyoko, poté ballare con la sua ragazza.

Durante il 'cambio della dama' precedente, Chrome si era trovata a ballare con Yamamoto. Il poverino aveva cercato di metterla a suo agio con la sua allegria e la sua semplicità, e la ragazza si era trovata abbastanza bene, ma quando il 'cambio della dama' successivo la lasciò senza cavaliere, Chrome si mise subito in cerca di chi stava cercando dall'inizio di quella serata: Mukuro.

- Hai visto come MM fa la cascamorta con quel babbuino? - borbottò Ken, mentre si portava alla bocca una quantità industriale di patatine.
- Certo, Ken. - rispose Chikusa, senza prestargli in realtà la minima attenzione, sorseggiando un drink.
- E hai visto invece Chrome che fa la ragazza timida timida con quell'idiota che pensa solo alle palle da baseball? -
- Ovvio, Ken. -
- Ma chi se lo prenderebbe mai uno che pensa solo alle palline? -
- Non saprei. - rispose Kakimoto, pensando che, in fondo, un fanatico delle palline gli stava rivolgendo la parola in quel momento.
Improvvisamente Shamal, completamente sbronzo, si avvicinò ai due poverini e circondò le spalle di entrambi con le braccia.
- Salve ragazzi! Voi non ballate? - chiese, visibilmente ubriaco. - Ci sono tantissime belle ragazze... Vedete quella là? Ora vado ad invitarla! - e si avviò, barcollante, verso Haru.
- Se ritorna con le sue gambe ballo con te, Kaki-pi. - borbottò Ken.
- Va bene. - accettò Chikusa, divertito.
Di lì a poco Shamal tornò con una guancia notevolmente più gonfia dell'altra.
- Ha detto di no. - spiegò, con una faccia ebete.
Ken imprecò, entrando in pista con Chikusa.

Chrome uscì dal salone e, dopo aver percorso una breve serie di scale a chiocciola, raggiunse il ponte in coperta. Era deserto, eppure era addobbato allo stesso modo del piano inferiore. La ragazza restò a lungo ad ammirare il mare nero, sul quale i riflessi della luna, delle luci della petroliera e della festa si infrangevano sull'acqua increspata. Chrome si guardò intorno. In un angolo del ponte c'era un piccolo gazebo completamente circondato da un telo bianco.
Si chiese a lungo se fosse il caso di andare a dare un'occhiata al gazebo, ma quando udì delle voci che si avvicinavano, decise che fosse d'obbligo trovarvi rifugio, e si nascose lì.
Peccato che non fosse stata la prima ad avere quell'idea.
- Oh,... - trasalì, sorpresa, trovandosi di fronte Mukuro intento a leggere. - Mukuro-sama... mi scusi... esco subito. - e si affrettò ad uscire, ma la voce dell'illusionista la fermò:
- No, Chrome, se vuoi puoi restare. Sono qui solo per sfuggire a Fran e godermi un po'di pace. -
Chrome richiuse la tenda che aveva appena aperto e restò lì, in piedi.
Quando finalmente Mukuro alzò gli occhi, accorgendosi che la ragazza era ancora in piedi, le sorrise e le fece cenno di sedersi accanto a lui.

Fuori, in coperta, intanto...
- Ma qui il mare è bellissimo! - esclamò Kyoko, affacciandosi dal parapetto dell'imbarcazione e osservando l'acqua.
Tsuna, accanto a lei, taceva, in cerca delle parole adatte per una dichiarazione a tutti gli effetti. Già non era stato facile chiederle di appartarsi, e dichiararsi sarebbe stata un'impresa.
- Kyoko, io... -
- Ecco quali sono le scale per arrivare in coperta! - esclamò una voce familiare alle orecchie di Tsuna, mentre tre quarti della sua famiglia mafiosa si riversavano in coperta.
"Ce la farò?" si chiese tra sé e sé Tsuna. "Basta! Ora o mai più!..."
- Kyoko, - disse, quasi tutto di un fiato. - Questa giornata è stata bellissima per me. Vorrei uscire più spesso insieme a te. Vorresti diventare la mia ragazza? -
Il silenzio della ragazza fu l'unica risposta che Tsuna ricevette.
"E ora cosa ho sbagliato?" si chiese il Decimo. "Perché ho un brutto presentimento?"
- Be'... a dire il vero... questo non me lo sarei mai aspettato da te, giovane Vongola. -
Disperato, Tsuna si voltò. Accanto a lui non c'era più Kyoko, ma Lambo adulto.
"COOOSA??? MI SONO DICHIARATO... A LAMBO???" urlò nella propria testa, prima di voltarsi in cerca di Kyoko.
La sua bella era esattamente accanto ad Haru a fare i complimenti a Uni per il vestito nero e bianco che indossava.
"Non è proprio destino!..." sospirò il ragazzo tra sé.
Poi, improvvisamente, un fischio penetrante zittì tutti, costringendoli a voltarsi in direzione del mare, dove dal nulla cominciarono ad apparire dei coloratissimi ed elaboratissimi fuochi artificiali.
- Mio Tsuna! Facciamoci una foto con i fuochi d'artificio! - esclamò Haru, avvinghiandosi a Tsuna.
In un batter d'occhio anche Kyoko, Yamamoto, Gokudera, Dino, Basil, Lambo, Reborn, Bianchi e Ryohei si misero in posa intorno al loro decimo, mentre Fuuta scattava la foto.

Era ormai passata mezzanotte, e la maggior parte degli invitati era tornata in albergo. Haru non era una di questi: lei, infatti, aveva ancora voglia di ballare, e tormentava il povero Luss, che non sapeva come fare: i Vongola erano mezzi distrutti dal sonno, Bel era impegnato con MM e i restanti Varia erano esausti. O almeno lo erano tutti tranne uno.
- Squ-chan! Vorresti ballare con questa gentile ragazza? - Luss si rivolse al povero Squalo, che cercava di eseguire l'ennesima pretesa assurda di Xanxus: sollevare la poltrona.
- VOOOI!!! Ho altro da fare!... urlò lo spadaccino, soffocando una pesante imprecazione.
- Ma va'! Vedrai che ballare con lei sarà più divertente! - gli assicurò Lussuria, sbattendo il povero Superbi addosso ad Haru.
- E poi, se non sai ballare, ti insegnerò io! - esclamò Miura, contenta.
- Va bene... - sospirò Squalo, lasciandosi trascinare da Haru, interessato solamente ad avere un po'di tranquillità.
I due ballarono per alcuni minuti sotto gli occhi lucidi e commossi di Mamma Luss, quelli divertiti e canzonatori di Xanxus... e sotto lo sguardo dell'obiettivo della telecamera di Mammon.
Intanto, Bel e MM continuavano a ballare.
- Allora, principe, cosa te ne sembra di me? - gli chiese lei, con un sorriso accattivante.
- Mah... - Belphegor si strinse nelle spalle.
- Mi sposeresti? -
- Ehi, non pensare che io voglia impegnarmi a quest'età! -
- Lo dico solo per dire! Neanche io vorrei sposarmi a quest'età! -
- Se lo dici per dire... penso di sì. - sorrise lui.
MM ricambiò quel ghigno con uno sguardo soddisfatto.
- Ma con quali soldi pagherebbe il matrimonio, sempai? - chiese Fran, alle loro spalle. - Lei non ha neanche il becco di un quattrino. -
- COOOSA??? - strillò MM, smettendo di ballare e fissando il ragazzo apatico alle spalle del principe con occhi isterici. - Ma lui è un principe! -
- Sì, il titolo gli è rimasto, - rispose il ragazzo. - Ma se continua a comprare tutti quei coltelli, presto dovrà dare via anche quello. -
- Ah, sì? - domandò la ragazza, guardando Belphegor con rabbia. - Brutto babbuino! - e gli lanciò la borsetta in faccia, prima di recuperarla e andarsene con aria indispettita.
Ancora frastornato da quel colpo (probabilmente MM aveva messo un mattone nella borsetta), Bel cominciò a barcollare.
- Su, sempai, mi conceda questo ballo. - disse Fran, facendolo ballare.
Completamente frastornato, Bel annuì.
Poi Ryohei si svegliò di soprassalto.
- Ed ora, signori e signori, incoroniamo il re e la reginetta di Ferragosto! - urlò, andando a prendere i premi e porgendoli a Squalo e ad Haru. - E siete voi! -
- Ooohhh... com'è bello! - esclamò Haru, stropicciando il peluche che aveva ricevuto come premio. - Sembra proprio il mio Tsuna! -
- Sono felice che il premio le piaccia. - disse Ryohei, soddisfatto, rivolgendosi poi a Squalo. - E lei, signore, cosa ne dice del suo regalo?... Non l'ha ancora aperto???... Si sbrighi!... E non dorma! -
Squalo, mezzo addormentato, si decise finalmente a scartare il suo voluminoso regalo. Quando lo ebbe potuto scartare abbastanza da poter capire di cosa si trattasse, restò per un attimo perplesso.
- Uhuh! Incredibile! Lei, signore, ha vinto un premio fenomenale - annunciò Ryohei, sbadigliando, ma sempre con tono estremo. - Un trattore... -
- Ma... - chiese Mammon, confusa. - E noi cosa ci dovremmo fare con un trattore... -
- ...gentilmente offertoci dalla Chicco! - concluse il pugile, entusiasta.
- Perché non lo provi, feccia? - propose Xanxus, divertito, al suo povero vice.
Squalo, esasperato, cercò di entrare in quel trattore giocattolo visibilmente troppo piccolo per un ventenne come lui, e quando ci riuscì, Xanxus guardò con aria sognante il povero spadaccino che cercava di restare a bordo e di girare il volante, bloccato dalle sue ginocchia.
- VOOOI!!! Ma che razza di premi sono??? - urlò Squalo, furioso.
- Signore, contenga il suo entusiasmo per il premio. - lo avvertì Ryohei. - Comunque questi sono i premi che spettavano ai migliori ballerini della baby dance, ma siccome ho pensato all'ultimo momento a questa storia del re e della reginetta, li ho dati a voi. -
Improvvisamente a Luss venne in mente una cosa, e afferrò il microfono di Ryohei:
- Tesori, per piacere, ascoltatemi! Domani sera, i bambini ed io faremo un piccolo spettacolo di improvvisazione per la parrocchia. Siete tutti invitati a partecipare, e l'ingresso è ad offerta libera. Ci vediamo domani sera al teatro comunale alle 21:00! -


Noi invece ci vediamo sabato prossimo! ^^

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Capitolo 16
*** Gran finale ***


Innanzitutto ci scusiamo per il ritardo: ci sono stati degli imprevisti che non abbiamo calcolato.
E siamo arrivati alla fine di questa sgangherata storia estiva! In quest'ultimo capitolo si chiariranno tutte cose rimaste irrisolte (che non sono molte). Se vi è piaciuta, noi autrici ne siamo felici, altrimenti... lo siamo lo stesso per la vostra pazienza. ^^
Ma cominciamo con lo spettacolo.
Quindi buona lettura e a presto!!! ;)
 
 
Tsuna e i restanti invitati allo spettacolo della parrocchia arrivarono al teatro comunale con una mezz'oretta di ritardo per cause lambesche, ma, per loro fortuna, i Varia si sarebbero dovuti esibire più o meno a metà spettacolo, quindi non si persero nulla di fondamentale. Quando da dietro il sipario rosso emerse un'austera suora in nero, annunciando il siparietto di Lussuria e Levi-A-Than, e partirono i consoni applausi, Ryohei e Yamamoto tirarono fuori un paio di trombette da stadio che Gokudera fece sparire in un batter d'occhio.
Allora, improvvisamente, il sipario si alzò su uno sfondo da Lago Dei Cigni, dove, nella semioscurità creata dalle luci dalle tonalità più tenui, si stagliavano due sagome in controluce. Una più slanciata, e l'altra più robusta. Tsuna aveva un orrendo presentimento che, non appena il palcoscenico venne investito dalla luce giallognola di un faretto, divenne certezza, e poté così vedere i volti truccati a mo'di tragedia greca dei due Guardiani dei Varia, poi la calzamaglia a fiori di Luss e il tutù rosa confetto di Levi. Dopo un profondo inchino, i due ballerini si cimentarono in un ballo di danza classica, ispirato al Lago Dei Cigni, dove Luss cercava di mettere tutta la sua passione e Levi dava il peggio del peggio.
Kyoko, e Haru seduta dietro di lei, entusiaste, applaudivano. Tsuna, accanto a Kyoko, guardava, inchiodato alla sua poltroncina, la scena imbarazzante che gli stava passando davanti agli occhi. Yamamoto e Ryohei incoraggivano i ballerini con rumorosi applausi e Gokudera, accanto a Tsuna, cercava di far cozzare le teste vuote di Sasagawa e Takeshi.
Quando questa scenetta finì, e il sipario si richiuse di fronte all'inchino dei due ballerini, Tsuna tirò un sospiro di sollievo, Ryohei si era commosso per una danza tanto ESTREMA!, mentre Haru e Kyoko chiedevano il bis.
 
Intanto, dietro le quinte, Squalo osservava con ansia la scenetta di Luss e Levi e la gente che applaudiva.
Nervoso, si rivolse a Bel, dietro le quinte insieme a lui, seduto su una sedia e intento a pettinarsi i capelli.
- Voooi!!! Principe imbecille, cosa facciamo noi due??? - mormorò Squalo, furioso.
- Boh! - rispose il Principe, vago e per nulla preoccupato.
- Ehi, fecce, - intervenne Xanxus, con un ghigno che non prometteva niente di buono. - Io un'idea ce l'avrei. -
E indicò loro il trattorino giocattolo che il boss stesso aveva insistito per portarsi dietro.
- Eh no, eh! - esclamò Squalo, irritato. - Io con il principe pazzo non ci penso neppure! -
- A chi hai dato del principe pazzo? - sibilò Belphegor, furioso.
 
Poco dopo un'altra suora uscì da dietro il sipario, annunciando il turno di Superbi Squalo e Belphegor. Seguirono i soliti applausi e l'incursione di Ryohei con una delle trombette da stadio sequestrate da Gokudera, poi il pugile andò 'a fare un saluto' agli occupanti della fila di fronte, accompagnato da un cazzotto del bombarolo.
Haru sbarrò gli occhi, e richiamò l'attenzione di Hayato con l'aria della nonna che si rivolge al nipote dopo aver scoperto qualcosa di sconveniente guardando fuori dalla finestra.
- Ma Gokudera! Non vedi cosa sta facendo Ryohei??? Non gli dici niente??? - squittì la ragazza, perplessa.
Il ragazzo lanciò un'occhiata a Testa a Prato, atterrato tra le braccia di una Chrome imbarazzatissima e sotto gli occhi di un Mukuro diventanto nero dall'ira.
Senza aggiungere niente, Gokudera grugnì, e il sipario si aprì. Per un breve attimo la scena rimase vuota, poi si udì un suono di clacson giocattolo, e il trattorino che Ryohei aveva regalato a Squalo comparve sulla scena a velocità bradipo, portando con sé Bel e Squalo travestiti da pagliacci, accompagnati dagli applausi e dalle risate dei presenti. Il principe, rannicchiato praticamente sulle spalle dello spadaccino, suonava un clacson dritto nelle orecchie del povero guidatore imbronciato. Arrivati al centro del palcoscenico, Superbi cacciò Bel fuori dalla 'vettura' e fece per tornare dietro le quinte, sempre a bordo del trattorino, ma Belphegor lo precedette e lo fermò porgendogli la mano destra in segno di scusa. Squalo, brontolando, la strinse, e la ritrasse di scatto, percependo una scossa elettrica.
Nuova risata dagli spalti.
Allora Squalo saltò addosso al suo collega, che si scansò appena in tempo per evitarlo. Poi, mentre lo spadaccino stava per rimettersi in piedi, Bel gli saltò sulle spalle, utilizzando i suoi capelli come redini.
- Allora? - chiese Belphegor, ridacchiando. - Ti penti di avermi dato del principe pazzo? -
- No! - affermò Squalo, disarcionandolo.
Bel stava per rimettersi in piedi, quando Squalo gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi. Disgustato e con aria da snob, il principe fece per rialzarsi da solo, ma il suo capitano lo afferrò saldamente per un polso e lo scaraventò dietro le quinte. Rivolse poi un profondo inchino e un grande sorriso agli spettatori, e uscì di corsa a bordo del trattorino, tra le risate e gli applausi generali. 
 
Ormai alla fine dello spettacolo fu presentato il siparietto degli ultimi due rimasti: Xanxus e Mammon. Mentre Tsuna si chiedeva, applaudendo, che cosa avrebbe potuto combinare Xanxus, il sipario si aprì, e su una scena completamente vuota, comparve il boss dei Varia, seduto sulla sua amata poltrona e con Mammon (evidentemente l'effetto della modifica apportata da Giannini al bazooka di Lambo era già terminato, contro le previsioni del tecnico) seduta sul ginocchio destro del boss.
- Feccia, sbrighiamoci a fare questo numero. - borbottò lui. - Mi sono già rotto. -
- Perché tutta questa fretta? Non vedi che bel pubblico che abbiamo davanti? - rispose Mammon, ironica.
Un 'Oooh!' di ammirazione si levò dalla platea. Yamamoto, attonito, guardava la scena con la stessa aria di un bambino che guardasse un domatore di leoni al lavoro, incurante di Gokudera che cercava di fargli capire che quelle erano due persone e che Mammon non era un pupazzo.
- Adesso voglio ventimila yen per ogni 'Oooh!' che mi giungerà alle orecchie! - protestò l'Arcobaleno, indignata.
Gli spettatori risero, credendola una battuta.
- Quarantamila! - rincarò Mammon, sempre più piccata.
Un altro scroscio di risate e di applausi.
- Feccia, inventati qualcosa! - ordinò Xanxus, sbuffando e facendo per tirare fuori una delle sue pistole.
- Capo, che ne pensi se parliamo un po'dei tuoi sottoposti? - intervenne Mammon, precipitosamente.
Il boss la guardò, torvo.
- Poi si mangia, sì. - rispose l'illusionista, mentre dal pubblicò partiva un altro scoppio di risate.
Xanxus grugnì, probabilmente in modo affermativo. Allora Mammon estrasse un telecomando da sotto il mantello, lo puntò al di sopra della platea e premette un bottone, accendendo quello che aveva tutta l'aria di essere un proiettore, che stampò sulla parete alle sue spalle (e di fronte agli spettatori) un'immagine. Una foto, per l'esattezza.
La platea rise di nuovo.
- Che cosa ne dici di lui? - chiese l'Arcobaleno al suo capo.
Xanxus guardò con aria annoiata la foto proiettata sulla parete che rappresentava Levi in versione estiva, in lacrime di fronte al suo cono gelato caduto a terra.
- Patetico. - grugnì l'uomo, mentre, dietro le quinte, il Guardiano Del Fulmine dei Varia brandiva uno dei suoi parafulmini nel tentativo (sviato da Lussuria) di accoppare Mammon, e Squalo e Bel ridacchiavano.
- Io lo trovo simpatico. - disse l'illusionista, mentre gli spettatori ridevano. - Passiamo alla successiva. - e cliccò un pulsante del telecomando, cambiando immagine.
Stavolta la reazione del pubblico fu disomogenea: qualcuno scoppiò a ridere e per poco non andò in crisi, altri sgranarono gli occhi, e altri ancora accolsero quell'immagine con un fischio ammirato. Yamamoto e Ryohei urlarono un 'Vai così, Squalo!', e Squalo stesso avvampò d'ira, mentre Xanxus coprì uno scoppio di risa con un falso colpo di tosse.
- Questa devi ammettere che è divertente. - commentò Mammon, sorridendo, divertita.
- Forse hai ragione, feccia. - annuì Xanxus, ammirando il povero Squalo nelle sue vesti principesche, che urlava contro l'obiettivo, infuriato.
Stavolta, dietro le quinte, Lussuria dovette trattenere lo spadaccino dall'affettare Levi, che si era appena cimentato in una imitazione di Superbi versione femminile con tanto di ombrellino parasole, causando una crisi di risate al principe dei Varia.
- Se il pubblico lo permette, passiamo alla prossima immagine. - disse Mammon, cercando di non ridere.
Una risposta affermativa si levò dagli spettatori, e l'illusionista premette un pulsante, passando all'immagine successiva, accompagnata dalle risate del pubblico.
- E questa? - chiese Mammon al suo capo.
Xanxus si strinse nelle spalle, di fronte alla foto di un Bel completamente frastornato che ballava tra le braccia di un Fran ovviamente inespressivo.
Il principe cercò di raggiungere il palcoscenico, trattenuto dal povero Lussuria, che cercava contemporaneamente di dissuadere Levi e Squalo dal fare l'imitazione dell'immagine.
- Non ti è piaciuta? Vediamo cosa ne pensi della prossima. - disse Mammon, premendo per l'ultima volta il bottone.
Uno scroscio di risate ancora più sonore raggiunse il palcoscenico dalla platea, di fronte ad una foto che immortalava il povero Superbi Squalo soccombere sotto il peso di Xanxus e della sua poltrona durante il ballo di Ferragosto.
Il 'VOOOI' furioso dello spadaccino si confuse e venne soffocato dalle risate accorate del pubblico.
Xanxus annuì, compiaciuto.
- Questa è bella! - disse. - Proiettane delle simili! -
In quel momento Squalo comparve da dietro le quinte, rosso in volto.
- Adesso vi faccio vedere io cosa vi proietto! - borbottò, spingendo la poltrona via dal palco, mentre gli spettatori li salutavano con un caloroso applauso e un altro scoppio di risate. 
 
All'uscita del teatro, i Vongola restarono a lungo ad aspettare i loro attori, senza sapere che la loro squadra assassina, dopo una lunga zuffa che aveva messo k.o. lo spogliatoio, i magazzini, qualche costume, diverse scenografie e tutte le quinte del teatro, si era già dileguata dall'uscita posteriore.
Restarono ad aspettare inutilmente lì per una mezz'oretta, poi furono costretti ad andarsene per non perdere il loro volo per il Giappone.  Ritornati a casa, ognuno lentamente riprese le sue solite abitudini:
Casa Sawada...
Tsuna varcò l'uscio di casa, si levò lentamente le scarpe e salì al piano di sopra, aprendo la porta della propria camera. Incurante del letto ancora disfatto dal giorno della sua partenza, si buttò sulle lenzuola, esausto, chiudendo gli occhi e sospirando al pensiero che quella vacanza di sopravvivenza era appena terminata.
Un'improvvisa sensazione lo costrinse ad aprire gli occhi, incontrando la faccia malandrina del suo tutor.
- Reborn... - disse il ragazzo, gli occhi socchiusi, praticamente mugugnando nel cuscino.
- Cosa credi di fare, Imbranatsuna? - gli chiese Reborn, senza mutare espressione.
"Sento aria di idee assurde e poco piacevoli..." pensò Tsuna, puntellandosi con i gomiti.
- Perché? - domandò il Decimo, sospettoso.
L'Arcobaleno sorrise, divertito:
- Domani comincia la scuola, e devi ancora fare tutti i tuoi compiti. -
- EH??? - urlò Tsuna, cadendo dal letto.
- Ma non sei l'unico. - concluse Reborn, saltando fuori dalla finestra. - Ciao ciao! -
- Cosa...? - cercò di chiedere Sawada, massaggiandosi la testa, prima che un coro di voci alle sue spalle attirasse la sua attenzione e lo facesse voltare verso la porta, dove Gokudera, Yamamoto, Haru, Ryohei, Kyoko e Chrome stavano in piedi davanti a lui, imbracciando ciascuno un paio di libri e quaderni.
- Siamo venuti a fare i compiti con te! - esclamarono, contenti, all'unisono.
Tsuna rise, sollevato, al pensiero che, quando una pena è condivisa, ci si sente molto meglio.
 
Ex scuola di Kokuyo...
Mukuro, seduto sul divano, guardava pensieroso la parete opposta, illuminata dai colori accesi del tardo pomeriggio, che filtravano da una finestra alle sue spalle.
- Cosa fai, maestro? Conti i buchi della parete? - chiese una voce atona e infantile alle sue spalle.
Afferrato il forcone, Mukuro, senza nemmeno voltarsi per prendere meglio la mira, trapassò il cappello dell'allievo, poi rimise l'arma per terra, al suo fianco, senza proferir parola e senza distogliere lo sguardo dalla parete.
Era infatti lo stesso Fran a renderlo così pensieroso: ad una settimana dal loro ritorno a casa, l'illusionista non riusciva ancora a spiegarsi come quell'inutile bamboccio fosse riuscito a risolvere a velocità impressionante i cruciverba che lui, quella notte che era rimasto senza dormire, gli aveva dato per farlo addormentare. Non poteva essere riuscito a farli con il suo normale quoziente intellettivo! E quindi? Che spiegazione dare a questo prodigio?
Mukuro si voltò, osservando Fran che, chino a terra al centro della stanza, stava armeggiando con i proprio bagagli. L'illusionista si alzò, avvicinandosi al suo allievo e sbirciando nella valigia senza attirare l'attenzione del ragazzino. E restò senza parole: tra indumenti e svariati oggetti per la toletta erano infilati ritagli di diverse settimane enigmistiche che riportavano le soluzioni dei cruciverba che Mukuro aveva dato al suo allievo.
Allibito, il ragazzo alzò gli occhi su Fran che, accortosi del suo sguardo, lo osservava con occhi vuoti.
- Allora è così che risolvevi i miei cruciverba! - esclamò Rokudo.
- Maestro, il fatto è che le riviste che avevi portato con te erano vecchie di almeno tre anni, e io sono riuscito a prendere i numeri successivi, dove c'erano le soluzioni. - spiegò l'allievo, atono. - E non è stato difficile nasconderle tra le pagine delle Settimane Enigmistiche che mi passavi di volta in volta... -
Fran si fermò: lo sguardo omicida del suo maestro non prometteva nulla di buono.
 
Villa Varia...
- Feccia, ho sete! - un proiettile infuocato attraversò la porta della camera di Squalo, sfiorando il capo dello spadaccino addormentato (che sperava di godersi un meritato riposo).
- VOOOI!!! Hai un bicchiere pieno d'acqua sul comodino, e se non vuoi prenderlo, fattelo prendere da quel leccapiedi! - rispose Squalo, svegliandosi di soprassalto e girandosi dall'altra parte.
In quel momento un altro proiettile sfrecciò sopra di lui.
- Non voglio l'acqua: va'a prendere qualcos'altro! - ordinò il boss. - Con il trattore giocattolo! -
Squalo scaraventò le coperte via dal letto e si alzò, imprecando e borbottando mentre usciva dalla stanza, percorreva il corridoio e poi scendeva le scale. Avrebbe continuato così fino a che non fosse rientrato nel letto dopo aver consegnato al boss 'qualcos'altro' da bere, se non fosse stato per quella strana luce proveniente dall'ingresso, dove stava per entrare per poi raggiungere la cucina.
Una volta terminate le scale, lo spadaccino, con prudenza e un po'di sorpresa, sbirciò nella stanza tenendosi nascosto. Poi sbatté gli occhi, perplesso.
Che ci faceva il pervertito lì a quell'ora?
Luss stava seduto alla scrivania davanti al computer che tutti i Varia avevano in comune (anche se alcuni di loro ne avevano uno personale, ma ufficialmente quello era l'unico).
Squalo restò a guardarlo, in attesa. A quanto pareva il pervertito era di nuovo in uno stato di sonnambulismo. E aveva ancora a che fare con la 'lavatrice', che stavolta era il computer.
- Lussuria, forse la lavatrice è nello stanzino qui accanto? - gli chiese Squalo, dopo averlo osservato a distanza per qualche minuto.
- Ma no, Squ-chan - rispose lui, voltandosi. - Quello è l'armadio. -
Così Squalo ebbe l'occasione di guardare meglio ciò che l'altro Varia stava combinando: era finito, inconsciamente, su un sito religioso.
- E se ci pensassi io alla lavatrice? - si offrì Squalo. - Tu devi riposare. -
Luss si alzò dalla sedia, commosso.
- Come sei dolce oggi Squ! - e dette un buffetto alla tenda. Poi ritrasse improvvisamente la mano, sorpreso. - Santo cielo! Mettiti un po'di crema idratante in faccia: hai la pelle che sembra la stoffa della tenda! Comunque grazie ancora, Squ... Sai usare la lavatrice, vero? -
- Certo. - annuì Squalo. - Ma ora levati dai piedi prima di combinare un macello con quella 'lavatrice'. -
E Luss ubbidì, scendendo le scale che conducevano in cantina con la convinzione di salire le scale per andare in camera sua. Lo spadaccino si accertò di averlo chiuso a chiave per evitare che combinasse altri guai, prima di andare a spegnere il computer. Ma qualcuno doveva averlo preceduto.
- Mammon! - esclamò Squalo, trovando l'Arcobaleno seduta al computer, mentre scorreva la cronologia con aria stravolta.
- Non è possibile!... - mormorò Mammon, ancora sconvolta. - Non può essere!... -
- Che cosa? - chiese lo spadaccino, scocciato.
- Quel deficiente... è stato lui a cancellare la prenotazione! - Mammon si abbandonò sulla tastiera del computer scoppiando in un pianto inconsolabile. Poi si alzò di scatto e saltò giù dalla sedia, dirigendosi verso la cantina. - IO LO AMMAZZO!!! -
Squalo prese in braccio l'illusionista appena prima che questa potesse raggiungere la porta della cantina, e la trattenne.
- Volete stare zitti? - la voce di Levi giunse loro dal piano di sopra. - Il Boss vuole dormire! -
- Sai dove vi mando, a te e al boss? - Squalo digrignò i denti, furioso.
- FECCIA!!! Io non ho ancora avuto qualcosa da bere! - urlò allora Xanxus.
- VOOOOOOI!!! Stupido boss! Io non sono un barista! - rispose Squalo, indignato.
- Anche il principe vuole qualcosa da bere. - intervenne Bel.
- Allora vattelo a prendere! - strillò di rimando lo spadaccino.
In quel momento squillò il telefono. E Bel, dal telefono della sua camera, rispose:
- Chi è che rompe nel cuore della notte?... Ma che bella sorpresa!... - poi coprì la cornetta, rivolgendosi a Squalo, al piano inferiore. - Capitano! E' per te! -
- E chi è? - rispose lo spadaccino, cercando di trattenere Mammon e, contemporaneamente, di avvicinarsi al telefono dell'ingresso.
- Amici... Shishishishi! - disse il principe, ridacchiando.
Mentre pensava a come fare a fettine Bel, Squalo alzò il ricevitore.
- Pronto? - disse.
- Il convento di Santa Giuggiola all'apparecchio. Vogliamo ringraziarvi per la generosa donazione che avete fatto al nostro convento via internet poco fa. La useremo per ripagare i danni che avete fatto al teatro comunale. E vi invitiamo anche all'inagurazione dell'oratorio che siamo riusciti a costruire con i soldi delle offerte per lo spettacolo. L'evento si terrà tra un mese. -
- Donazione?! - ripeté Mammon, che aveva sentito chiaramente. Afferrò l'apparecchio dalle mani di Squalo. - E di quanto? -
- Convertendo gli yen in euro... sono esattamente trentaquattromilanovecentonovanta euro. -
Mammon riattaccò, stravolta. Guardò Squalo, altrettanto sconvolto.
- LUSSURIA! SEI MORTO!!! - urlarono, furiosi.
 
FINE
 
 
 
Bene, questo è tutto.
Noi ci siamo divertite un mondo, e siamo rimaste ENTUSIASTE dal discreto successo che questa storia ha avuto. Avremo voluto prolungarla, ma avvicinandosi l'inverno, ci è sembrato fuoriluogo. ^^ Però non ci siamo arrese, e abbiamo in programma uno... va bene, chiamiamolo seguito di 'Sole, mare, mafia' che si intitolerà, molto probabilmente, 'Sole, mare, Varia', e ovviamente sarà incentrato sui nostri carissimi assassini di questo manga/anime esilarante. Ma stiamo parlando della prossima estate.
Ora è il momento dei ringraziamenti, che dobbiamo rivolgere a chi ha seguito questa pazzia, ma soprattutto a chi ha recensito, costantemente e per sedici capitoli, con una puntualità SPETTACOLARE (e più invidiabile di quella di un orologio svizzero), informandoci ogni volta su ciò che era piaciuto loro del capitolo. (Grazie infinite a tutte e tre: Kyoite, musa07 e SweetHell! Vogliamo farvi dono di questo piccolo omake per ringraziarvi <3 Speriamo vi piaccia :D)
 
 
 
OMAKE
 
Abbiamo voluto chiedere ai personaggi di questa storia cosa pensassero delle loro disavventure esperienze in questa fic. Loro ci hanno risposto con una rivisitazione de 'Le ragazze' di Ron:
 
Kyoko: Questa nostra estate in Occidente                                                         Fran: A rompere le scatole al sensei... coi sudoku 
Yamamoto: Mi è sembrata proprio divertente                                                      Belphegor: Poi tre marmocchi ed una principessa... Superba!
I-Pin: Eravamo anche in un bel po'                                                                     Squalo: Siam passati dalle spiagge ai conventi
Tsuna: E io non mi son ripreso ancor                                                                 Mammon: Coi miei soldi ai quattro venti
Gokudera: In Italia con il Juudaime                                                                
Ryohei: Siam venuti dall'ESTREEEMO Oriente, sai perché?                               Dino: Tre volte sono inciampato
Haru: Per rilassarci tutti insieme al Bel Paese, qui all'hotel                                  Levi: Il mio Boss si è annoiato
Basil: In queste giornate di mare più belle...                                                       Xanxus: Quelle fecce ho schiavizzato
Lambo: ... Mangio tante caramelle!   ... Caramelle!                                             Lussuria: E' stata un'esperienza entusiasmante
Botta in testa al Guardiano del Fulmine da parte di Gokudera.                            
Kusakabe: Dall'albeggiare fino a sera                                                                Byakuran: Tra marshmallow e aereoplani senza ruote
Hibari: C'è stata assai poca calma vera                                                             Gamma: Son rimasto senza parole!
Mukuro: Io ho dormito molto poco                                                                     Bianchi: Ora siam di nuovo tutti a casa
Ken: Ho ululato un po'per gioco                                                                         Spanner & Shoichi: Senza nessuna tabula rasa
Chikusa: ...                                                                                                      Reborn: Siamo stati insieme allegramente
Chrome: Siamo stati un poco a tu per tu                                                            Uni: E questo qua è tutto e il resto è niente!
                                            
 
 
 
Grazie ancora a tutti! Ci vediamo alla prossima pazzia! :D
 
Bei e Feng

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