Il Mondo delle Sette Chiavi di FaDiesis (/viewuser.php?uid=158060)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Libri luminosi e scosse ***
Capitolo 2: *** Un Saggio... stravagante. ***
Capitolo 3: *** Il viaggio comincia! ***
Capitolo 4: *** Paco ***
Capitolo 5: *** Arrivo nel Mondo dei Fantasy ***
Capitolo 6: *** Le terme ***
Capitolo 7: *** Nel Mondo di Paco ***
Capitolo 8: *** Le Sette Chiavi ***
Capitolo 9: *** In fuga ***
Capitolo 10: *** Ella ***
Capitolo 11: *** Di veleni e gomitoli ***
Capitolo 1 *** Libri luminosi e scosse ***
progettoEFP
Ricordo benissimo quel giorno. Anzi, quel
momento. L'attimo in cui fui scaraventata dentro un mondo parallelo. Un
mondo
fantastico, dove però ho anche rischiato la vita. Ero annoiata, stanca
e arrabbiata. Infatti, solo il giorno prima, la mia
professoressa di Italiano aveva dato a tutta la mia povera classe una
relazione
lunga quindici pagine sulla biografia di Giacomo Leopardi. Insomma, ok,
mi
piace Leopardi -l'Infinitoè la mia poesia preferita- ma non la
sua vita!
Siamo sinceri, non era un tipo così "gioioso"... Beh, erano le sette di
sera, e facevo ricerche in biblioteca dalle tre del
pomeriggio. Una stanchezza mostruosa. Mentre cercavo di mettere in
ordine le informazioni più importanti che avevo
trovato sui mille volumi ed enciclopedie (che mi guardavano minacciosi
dal
tavolo di legno su cui studiavo), sentii il primo richiamo che
annunciava la
chiusura della biblioteca.
Mi alzai di scatto, non aspettavo altro! Nonostante fossi
entusiasta di
terminare di studiare, ero troppo distrutta per esultare, così
cominciai
stancamente a mettere a posto i libri. Il reparto dove andavamo
risistemati i
libri si trovava all'ultimo piano, tanto per cambiare dovetti farmi tre
rampe
di scale a piedi. Arrivai col fiatone, trascinandomi fino a uno
scaffale pieno
di enormi volumi.
Criick.
Che cosa? Mi parse di sentire uno scricchiolio, ma non ce la
facevo ad andare a
guardare.
Criick criick.
Stavolta mi sporsi dal corridoio, magari era la commessa che
veniva per dirmi
di spicciarmi. No, invece non c'era proprio nessuno.
Criick criick. Criick.
Di nuovo! Posai velocemente La vita di Leopardi su una sedia lì
vicino e mi
affacciai giù per le scale: niente. C'era una signora anziana, una
brava donna
che conoscevo da anni, che con il dito seguiva la sua lettura su uno
spesso
fascicolo, e suo nipote Luke che dormiva beato su dei cuscini disposti
a L. Si
sentiva il frusciare dei fogli, e il lieve russare del bambino, ma non
quel
fastidioso Criick Criick.
Frustata ritornai nel mio spazio, avevo ancora quattro libroni
da mettere a
posto! Poi all'improvviso scorsi un luccichio... veniva da... ehi, non
mi ero
accorta che tra tutti quei libri grossissimi ce n'era uno minuscolo! Ed
era
proprio lui che brillava debolmente.
Con titubanza avvicinai la mia mano alla copertina marrone e
consumata.Quando lo afferrai, mi sentii percorrere lungo il braccio una
specie di scossa.
Strinsi i denti e non persi la presa, nonostante il brivido si stesse
fortificando sempre più.
Aprii la prima pagina, e il brillio si spense. Aggrottai le
sopracciglia, era
completamente vuoto. Non c'era scritto niente! Neanche una piccola
scritta,
neanche un punto, neanche un'immagine! Sarebbe bastato un "ciao"...
Che razza di scherzo era??! Indispettita, feci per chiudere il
libricino,
quando vidi che sulla copertina si disegnò davanti ai miei occhi, un
titolo.
Stavo diventando pazza. La scritta si stava formando da sola sul libro
vuoto.
IN GRECO!
Era così... invitante. Mi attravea, mi spingeva a toccarla... e
fu proprio
quello che incosciamente, e stupidamente, feci. L'ultima cosa che
sentii fu il
secondo richiamo della voce metallica registrata della biblioteca.
Poi vidi rosso.
-Ehi! Séfyr!- mi sentii chiamare. E sentivo anche un certo
dolore alla
schiena... e il mal di testa. -Séfyr!
Ma chi era che urlava il mio nome? Non mi parve di riconoscere
il timbro di
voce... e oltretutto sbagliava l'accento: si dice Sefyr, con
l'accento sulla
Y, non sulla E.
-Ehi, svegliati!!- uff, feci lo sforzo di aprire lentamente gli
occhi. E
sussultai, alzandomi all'improvviso.
C'era il viso scettico di un ragazzo che mi osservava da vicino,
un po' troppo
secondo i miei gusti.
-Alleluia- disse, alzando le sopracciglie- Buongiorno, Bella
Addormentata...
Lo guardai meglio, mandandogli stilettate con gli occhi. Aveva
una matassa di capelli
castani chiari- biondo cenere, e due occhi grigi con un’espressione di
sfida,
quasi arrogante, dipinta sopra. Quanti anni avrà avuto? Diciassette,
diciotto
al massimo.
Provai a parlare, ma mi uscii solo un rantolio soffocato. Avevo
la gola
secchissima.
-Aspetta. - continuò il ragazzo. Aveva un timbro di voce basso, ma
squillante e
pieno di energia allo stesso tempo. Era stranissimo.
Lo vidi frugare dentro una specie di tascapane di pelle, tirare
fuori una
borraccia e porgermela.
Stavolta fui io a guardarlo scettico. Chi me lo faceva fare di
accettare acqua-
anche se non ero proprio sicura che fosse acqua- da un tizio estraneo
che avevo
appena conosciuto?
-Oh, dai! Non fare la schizzinosa!- mi parlò con un tono
leggermente acido e
alzò gli occhi al cielo.
Sbuffai, e con una smorfia accettai la sua borraccia.
Assaggiai un sorso, non prima di aver scrutato il liquido
azzurrino-sembrava
quasi Powerade- con diffidenza. Sapeva di miele, più un pizzico di
cannella
e... menta?
Peccato che odiassi la cannella. Istintivamente sputai per
terra.
-Ma... cos'è questa schifezza??!-gli sbraitai contro.
-Beh, diciamo che è un'antica ricetta di famiglia. E diciamo
anche che non ti
piace, visto la tua... reazione. -stavolta era davvero infastidito.
Arrossii un
pochino, ma gli risposi sgarbatamente, proprio non mi stava a genio
quel tipo.
-Scusa ma tu chi sei? E dove sono?
Quel ragazzo impertinente fece la cosa che non mi sarei mai
aspettata: scoppiò
a ridere.
-Vedo che la mia medicina ti ha fatto proprio bene! Guarda che
voce acida, ti è
tornata... - ridacchiò un altro po', ma dopo aver visto la mia
espressione, si
fece più serio. -Mi chiamo Sean.
Gli posi la domanda che mi frullava in mente da quando mi ero
svegliata, a
questo Sean.
-Come facevi a sapere il mio nome?
Lui sorrise indicandomi il polso destro.
Ah, già. Avevo dimenticato che la mia migliore amica al mio
quindicesimo
compleanno (ovvero quasi due mesi fa) mi aveva regalato un bracciale
con
scritto il mio nome in oro e viola, i miei colori preferiti.
-Comunque si legge Sefyr- precisai.
-Scusa tanto.- disse Sean, rialzando ancora le sopracciglia.
-Hai origini
indiane?
Sbuffai. -Non hai risposto alla mia seconda domanda: dove cavolo
sono finita? E
se proprio lo vuoi sapere, no, non sono indiana, né ho origini indiane.
È solo
che mia mamma è fissata con l'India.
-Ah. Beh, benvenuta ad Eneta.
Eneta? Mai sentita... istintivamente mi venne in mente il
titolo del
libro luminoso in biblioteca (ero totalmente sicura che avesse qualcosa
a che
fare con questa storia) ... Era in greco... Eneta. Ma certo! Atene al
contrario.
Glielo feci notare, e lui fece un sorriso ambiguo. Non rispose.
Lasciai perdere
e mi guardai attorno. Mi trovavo sulla cima di una collina, con una
vista
magnifica. Riconobbi una costruzione, era un hotel dove avevo dormito
quando
ero stata in vacanza a Psyrri. In Grecia! Volli provare a verificare
se...
No, non era possibile.
Psyrri si trova a ovest di Atene, ne ero certa, invece lì era ad
est.
Controllai con un altro paio di città. Erano tutte all'inverso!
Il timbro strano di Sean mi distrasse dalla mia nuova scoperta.
-Piuttosto, cosa ci facevi svenuta nel parco davanti a casa
mia?- mi chiese con
curiosità.
Non mi fidavo di lui, lo avevo appena conosciuto e mi stava pure
antipatico.
Ma, non si sa perché, gli raccontai tutta la storia.
Sean annuì, comprensivo. Per fortuna, pensavo mi avrebbe presa
per matta!
-Succede, a volte, di entrare in un libro. - disse.
-Come succede??- gli chiesi io, allora era lui il matto! Insomma
non succede
tutti i giorni di essere catapultati dentro un libro!
-Vieni dentro, ci prendiamo un tè e ti spiego tutto.- propose,
mentre si alzava
e mi tendeva la mano per aiutarmi.- Così magari ti dai anche una
pulita.-aggiunse alludendo alla mia maglietta e ai miei jeans sporchi
di fango.
Lo guardai male e rifiutai la sua offerta, alzandomi da sola e
sgrullandomi i
pantaloni.
Avvistai una casetta proprio a cinque metri da dove ci trovavamo
e mi ci
diressi, senza neanche attenderlo. Quando arrivai, cercai di aprire la
porta
azzurra, ma un'intensa scossa mi percorse il braccio, provocandomi una
scottatura alla mano. E basta! Ne avevo abbastanza di scosse!
Sentii il ragazzo che mi si avvicinò sghignazzando.
-Il mio sistema di antifurto, la maniglia rileva le impronte
digitali. Non hai
voluto aspettarmi... e ben ti sta!- con questo aprì la porta senza
scosse né
bruciature.
Sbuffando, lo seguii all'interno e osservai la casetta. Era
spartana, con
quattro mobili in croce e un disordine da far concorrenza alla mia
stanza.
La cucina era sui toni caldi del rosso, arancione e giallo, e
sopra il lavabo
c'era uno scaffale pieno di spezie e tè diversi. Strano, erano
perfettamente in
ordine, in netto contrasto rispetto al resto della casa.
Mentre ero comodamente seduta, con i gomiti poggiati su un
particolarissimo
tavolo in mogano, dove il rumore del bollitore regnava sovrano, Sean mi
raggiunse con due tazze.
Assaggiai la bevanda, sperando che non avesse lo stesso gusto
dell'altra.
Sembrava normalissimo tè, però aveva un aroma dolciastro, quasi
nauseante.
Anche se dovevo ammettere che non era niente male.
-Ci ho azzeccato?
-Eh?- cascai dalle nuvole quando Sean mi parlò.
-Il gusto del tè... ti piace?- ripeté.
-Oh, sì... sì. A che cos'è?
-Al mirtillo e limone, pensavo che ti avrebbe "addolcito" un
po'.-sogghignò
lui. Gli feci una linguaccia di risposta.-Immagino che adesso tu voglia
sapere perché
sei qui.-continuò più serio.
Annuii.
-Devi sapere, che tanto, tanto tempo fa, il mondo era unico, uno
solo. Poi ci
fu una scissione... culturale, si può dire. Una parte del popolo
credeva nella
sapienza, nella letteratura, nelle arti, come la musica o il disegno.
Mentre il
resto, e purtroppo la maggioranza, dedicava tutto il tempo alla
tecnologia. E
poi... ci fu un dibattito, uno scontro, e la gente "non tecnologica"
fu scaraventata per chissà quale forza della natura, qui, nel Mondo
delle Sette
Chiavi.
Vedi, questo mondo parallelo ha tutta un'altra
organizzazione. Tutto è
basato su una cultura e su una saggezza differente, superiori. Ci sono
sette
regni principali (e molti altri minori) e ognuno di essi è legato ad
uno
specifico genere letterale: il Regno dei Romanzi d'Avventura, dei
Romanzi
d'Amore, dei Fantasy, dell'Horror, dei Gialli, delle Biografie e dei
Romanzi
Storici. Senza un ordine preciso, né una qualsivoglia regolarità, il
Sovrano di
ogni regno può spedire un libricino in una biblioteca a caso del Mondo
Reale,
che autonomamente decide chi trovare, chi ritiene giusto o adatto, e lo
trasferisce da noi.
Restai in silenzio. Adesso capivo tutto. E così... il libro
luminoso aveva
scelto me. Chissà perché.
Mi chiesi a quale regno poteva appartenere Sean... Avventura? O
forse Horror? Sì,
Horror è più adatto.
-E tu di quale genere sei?- glielo chiesi.
Lui sorrise e mi mostrò il collo. Aveva tatuato uno strano
disegno, che però
non riuscivo proprio a capire.
Non fece in tempo a rispondere che delle campane risuonarono,
assordandomi. La
cosa strana era che suonavano dentro la casa.
-Che succede?- urlai, per farmi sentire sopra il frastuono.
Ma Sean era troppo impegnato a mettere freneticamente a posto la
casa, buttare
pantaloni, fogli e pentole di qua e di là, per degnarsi di rispondermi.
Ma allora, cosa diavolo stava
succedendo?
Le petite angle du FaDiesis
Ehm, bene ragazzi... Come vi sembra? *occhioni teneroni del
gatto di shreck*
È solamente un progetto... quindi non so se può andare!
Mi scusa per la lunghezza del capitolo, ma è il primo, e vanno spiegate
le cose come stanno.
Allora, aspetto sia critiche che (lo spero tanto!) recensioni
positive! Recensite in tanti, per favore!
Ciao e Buon Natale!
FaDiesis
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Capitolo 2 *** Un Saggio... stravagante. ***
Progetto EFP, capitolo 2.
Che diavolo stava
succedendo?
Mi
chiesi ancora una volta.
Mi portai le mani alle orecchie, il suono delle campane si
faceva sempre più
acuto, e assordante.
-Falle smettere!-gridai a Sean, che era intento a incastrare un
mucchio di
cianfrusaglie dentro un armadio alto e stretto.
Lui neanche mi sentì -ci credo, con quel rumore- e continuò
agitato a mettere
in ordine.
Tutto d'un tratto il suono si arrestò e Sean chiuse a fatica una
credenza
gialla. Poi si accasciò a terra, esausto, ma solo per qualche secondo,
si alzò
subito e mi si avvicinò.
-Stai buona, ok? Non dire niente d’inappropriato, sii educata.-
mi disse.- Per
favore.
-Ma... perché? -gli chiesi. Non capivo il motivo di tutta
quell'agitazione!
-Ci sta venendo a trovare un... signore molto importante.
Capirai da sola -si
diresse verso la porta, quando sembrò ricordarsi qualcosa- Ah, non
giudicare
dal suo... aspetto e... -tornò indietro.
Mi si avvicinò ancora, e mi sistemò dietro l'orecchio un ciuffo
di capelli
ribelli che mi cadeva davanti agli occhi.
-Molto meglio. - disse con un sorriso malizioso.
Sbuffai infastidita.
Proprio nel momento in cui Sean si girò per andare alla porta,
si sentì
bussare.
Due colpi secchi e uno lungo.
Il ragazzo scattò sull'attenti.
Un colpo lungo e due secchi.
Era forse un codice morse, o qualcosa del genere?
La porta si aprì di scatto, e una nuvola di fumo invase la casa.
Un uomo ne
uscì tossendo, ed io riuscii ad intravedere la figura: grossa, tozza e
non
troppo alta.
Ero a bocca aperta. Quando finalmente il fumo si affievolì, vidi
chiaramente
questo misterioso signore: indossava una maglia a maniche corte rossa e
pantaloni corti al ginocchio, i capelli (ehm, forse non proprio
capelli, era
parecchio stempiato) erano grigi e spettinati. Due occhioni marroni
scrutavano
l'interno dell'abitazione di Sean con curiosità e attenzione.
Sembrava un pescatore! Mi scappò da ridere, sia per l'aspetto
del nuovo
arrivato che per la sua favolosa entrata in scena e mi venne spontaneo
battere
le mani in un fragoroso applauso.
Sean mi lanciò un'occhiataccia.
Io risi ancora più forte, ma che ci potevo fare? Ormai la
ridarella era
partita.
Il "pescatore" alzò prima un sopracciglio (e pensai che
a quel
gesto Sean volesse affogarsi nella teiera, ancora posata sul tavolo) e
poi,
beh, non si arrabbiò come temevo, ma s’inchinò più volte ripetendomi
"Grazie, grazie!".
Smisi di ridere, e cercai di darmi un minimo di contegno.
Il mio caaaalmo "coinquilino per 10 minuti" emise una risatina
nervosa, e si precipitò ad accogliere il tizio.
-Oh, buongiorno, Sommo Maestro. Si accomodi prego.- disse
concitato, mentre
l'altro sfregava gli stivali da pioggia sul tappetino blu davanti casa.
-Sean!
Ragazzo mio, come stai?- parlò il signore. C'era un che d’imponente
nella sua
voce.
-Oh, molto bene, grazie!- rispose lui, chinando un po' la testa
e sedendosi
accanto a me.
Il Sommo Mastro, così lo aveva chiamato Sean, prese posto e si
soffiò nelle
mani per farsi caldo: subito una brezza tiepida si diffuse per la
stanza.
Mi sentii più tranquilla.
Ci guardò negli occhi a turno. Era incredibile, nelle sue iridi
color nocciola
c'era una parvenza di conoscenza e sapere tanto grande che tutti i miei
professori messi insieme non avrebbero saputo eguagliare. E i miei
erano
professori molto intelligenti.
Non ressi la pressione del suo sguardo e abbassai il mio sulla
tazza di tè
ancora fumante.
-Leggi i fondi di tè? - mi rivolse finalmente la parola il Sommo
Mastro.
-No. Beh, non ne sono capace. - risposi. Mamma mia che risposta
stupida. Era
ovvio che non sapevo leggere dentro il tè!
Lui sorrise enigmatico, ma un attimo dopo era serio.
-Sefyr. La sai la storia di questo posto? - mi chiese. Chissà
perché non mi
stupii del fatto che sapesse il mio nome.
-Sean me l'ha spiegata un pochino...
-Allora credo che non ti dispiaccia se ti racconto la mia
versione.
Scossi la testa entusiasta. Ero proprio curiosa!
-Ero un bambino, quando mio nonno la narrò a me. -cominciò -Come
forse tu
sapevi prima di finire qui, esisteva un solo Mondo. La gente viveva
pacifica, e
in accordo tra loro. La voglia di vivere era così tanta, che i giovani
usarono
il cervello al sessanta per cento, invece che al dieci, come in genere
gli
esseri umani fanno. Essi cominciarono a inventare, e di conseguenza le
condizioni di vita si svilupparono. E fu proprio questo progresso in
crescente
aumento che provocò la divisione culturale di cui ti ha già parlato
Sean.
Non potei fare a meno di pensare ad alta voce: -Gli e-book.
Adesso
sostituiscono i libri di carta quasi in tutto e per tutto... La gente
sta
perdendo, sta dimenticando il piacere di sfogliare le pagine vere di un
libro,
che siano ingiallite dal tempo o fresche fresche di stampa...
-... di udirne il fruscio, di infilarci il naso dentro e
sentirne il
profumo....- continuò il vecchio.
Annuii pensierosa, seguendo la scia dei miei ricordi con
affetto: si fermò al
momento in cui il mio fratellone, quando ero ancora una bambina e
tornavo da
scuola, mi copriva gli occhi, mi portava davanti all'enorme e amata
biblioteca
di casa, e mi sorrideva. Non avevamo bisogno di parole, noi, ci
intendevamo
anche solo con uno sguardo o una smorfia del viso. E in quel sorriso io
capivo
che mi aveva fatto un regalo, un libro. A quel punto stava a me
trovarlo tra
tutti gli altri, io accarezzavo i volumi scorrendo lo sguardo sui
titoli, e
molto spesso lo trovavo subito.
Sorrisi con malinconia, erano ormai nove anni che era scomparso.
Il Sommo tacque, forse per farmi assorbire le sue parole o forse
solo per
rispetto dei miei pensieri che sembrava proprio saper leggere.
-In seguito ci fu un uomo -riprese, tirando fuori una consumata
Savinelli.- Fu
un grande uomo, colui che creò questo mondo. Era così convinto nel
potere
dell'antica conoscenza, che si mise a studiare libri di stregoneria...
- tirò
una boccata dalla sua pregiata pipa e si sentì un forte odore di
tabacco dolce.
- Il suo incredibile carisma attrasse molte persone, che lo
consideravano una
specie di eroe ribelle, opposto alle nuove scoperte tecnologiche e alla
massa.
In questo modo venne naturale dividersi in due parti: i sostenitori
della
cultura "arretrata" e quelli della cultura moderna. Come dicevo
prima, quest'uomo studiò quella che un tempo si chiamava "magia
primordiale" e riuscì a creare questo mondo parallelo. La storia della
sua
Dinastia e degli Usurpatori è lunga e travagliata, ma non te la
racconterò. Non
ora almeno.
-E i Sette Regni?- chiesi curiosa, ricordando l'accenno di Sean.
-Oh, sì. Certo. Anche questo è un racconto lungo e complicato-
mi rispose. -Per
adesso consideralo alla stregua una divisione territoriale, come degli
odierni
stati. Piuttosto volevo chiederti una cosa... Sai perché sono venuto?
Scossi la testa dubbiosa.
-Ho avvertito la tua presenza, come quella di ogni persona che
viene
catapultata qui, ma...
-Non ha il Marchio.- lo interruppe secco Sean.
-Esatto. Hai notato il tatuaggio che ha lui?- disse il Sommo
Mastro, indicando
il ragazzo.
-Sì!- esclamai- Me l'ha mostrato quando gli ho chiesto a quale
genere
letterario apparteneva... ma che significa?
-Proprio questo! È il simbolo dei generi. Ovvio che è diverso
per ognuno di
loro. Ma tu invece non ce l'hai. Strano...
Mi avvicinai a Sean e gli scossi quell'ammasso di capelli
biondicci dal collo,
volevo osservare meglio il suo Marchio. Sembrava quasi un uccello
strano ma...
adesso che guardavo meglio erano due cuori incrociati!
-Hai finito? Hai le mani fredde. - sbraitò, alzando un
sopracciglio Sean.
-Tu fai parte del Genere dei Romanzi d'Amore!- esclamai.
-Stupita?-mi chiese con scetticismo lui.
-E dire che pensavo fossi degli Horror... - scossi la testa
sorridendo
furbetta.
Sean mi fece una linguaccia di rimando.
Sentii uno stridolio e girai la testa, il Sommo Maestro si stava
alzando. Ci
sorrise, dicendo:- Mi dispiace interrompervi, ma si è fatto tardi, e ho
ancora
molte faccende da sbrigare.-Si frugò nelle tasche e tirò fuori una
pergamena,
me la porse. -Ecco, tieni. Credo che possa aiutarti a trovare il tuo
Marchio.
Ma non aprirla ora, è una pergamena speciale, deve passare un po' di
tempo con
te, prima di scriversi.
-Oh, grazie mille! È stato un vero piacere conoscerla...
-Luigi. Puoi chiamarmi Luigi. -disse lui mentre afferrava la mia
tazza di tè
ormai vuota, girando curiosamente il cucchiaino al suo interno.
-Luigi??!- esclamò sorpresissimo Sean.
-Calmati, testa calda. Per te sono ancora il Sommo Maestro. Oh,
ma guarda, il
tè preannuncia una grande avventura, e anche... mmh, un affetto
ritrovato. Beh,
vi saluto. -e con questo sparì.
-Luigi? Ma come?! Ti ha appena conosciuto e tutta questa
confidenza?? Non è
giusto!
Ma io pensavo ad altro... Cosa c'era scritto sulla pergamena?
Cosa voleva dire
con "grande avventura"? E con "affetto ritrovato"?
Ma soprattutto...
Leggeva davvero i fondi di tè??
Le petit
angle du FaDiesis
Bene... Ehm,
vi piace? *sgranocchia biscottino dondolando sui piedi*
Questo
capitolo era dedicato all'entrata di un nuovo personaggio, anche
parecchio importante!
Ma vi prometto che dal prossimo inizia l'avventura!
E...
sorpresi dal genere di Sean?? =D
Va beh, se
vi va di lasciare qualche commentino, a me fa molto piacere!
Chaud
FaDiesis
|
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Capitolo 3 *** Il viaggio comincia! ***
Mi rigirai nel letto, quella
sera proprio non riuscivo a prendere
sonno.
Sean mi aveva gentilmente
concesso il materasso posto sotto il suo
letto a castello. Le pareti della sua camera erano dipinte di un bel
blu
profondo, con appesi tanti poster di band che non avevo mai sentito
nominare.
Sbuffai e mi appoggiai su
un fianco, provai a chiudere ancora una
volta gli occhi, ma niente. Ero un po' agitata, per quel nuovo mondo,
per la
pergamena, per tutto.
Decisi di alzarmi, chissà
se una passeggiata fuori mi avrebbe calmato
un po'.
Feci attenzione a non far
rumore, non volevo svegliare Sean.
Mi girai a guardarlo.
Quando dormiva sembrava un bambino: mezzo
scoperto, una mano sotto il cuscino e l'altra che pendeva giù dal
letto. Dalle
labbra socchiuse un sottilissimo fischio e i
capelli gli cadevano in disordine sugli occhi
chiusi.
Sorrisi, scuotendo la
testa. Prima di uscire mi guardai attorno:
c'era una libreria, il letto a castello, un armadio bicolore (verde e
crema),
una cassettiera e una scrivania. Mi diressi verso quest'ultima, ero
curiosa di
scoprire cosa contenesse. Il giorno
prima avevo notato un lucchetto ad uno scaffale, e mi ero chiesta il
perché.
Sempre in silenzio, tastai
la scrivania in cerca di una chiave, ma
non la trovai. Proprio mentre stavo per rinunciare, il mio sguardo
cadde su un
album verde fluo.
Gettai un'occhiata a Sean.
Dormiva ancora, ed emise un leggero mugolio,
come un’ammonizione per quello che stavo per fare.
Senza pensarci afferrai il
blocco e mi precipitai in giardino.
Appena misi il naso fuori,
mi sentii subito meglio: l'aria era
frizzantina, e la luna brillava alta nel cielo.
Mi sedetti su un dondolo
sul porticato davanti a casa. Osservai l’album
interessata, era uno di quelli con le bustine trasparenti a proteggere
i fogli
all'interno.
Lo aprii, la prima pagina
era una specie d’intestazione, con
scritto il suo nome e la parola "DISEGNI" marcata in rosso acceso.
Continuai a sfogliarlo,
c'erano tantissimi disegni!!
Dai ritratti ai paesaggi,
dai fumetti alla natura morta, ma
soprattutto... com'è che si chiamavano? Quelli giapponesi...
-Manna, magma, manta... o
magna?- pensai ad alta voce.
-Manga.- Sean mi apparse
dietro alle spalle, facendomi sussultare.
Fermò il dondolo e lo
aggirò per sedersi anche lui.
-Beh?- domandò solamente,
indicando le sue opere. Non so voi, ma a
me poche parole e uno sguardo eloquente mi fanno sentire peggio di una
ramanzina ben accurata.
-Non riuscivo a dormire...
- borbottai io.
-Ah, e questo ti dà il
diritto di prendere le mie cose senza
permesso?- mi chiese, pungente.
-Ero solo curiosa!- mi
difesi, alzando le mani come a pararmi. -E
poi sono solo disegni!
-A cui tengo! E se ci
fossero state cose più importanti?! Dovevi
chiedermelo.-Sean alzò un po' il tono di voce.
Restammo in silenzio
alcuni istanti, sfidandoci con lo sguardo.
Ma abbassai il mio quasi
subito, in verità mi sentivo un po' in
colpa... solo un pochino, però. Anch'io davo di matto quando mi
toccavano il
mio adorato basso elettrico.
-Beh, ci facciamo un
panino, che dici?- fu la prima cosa che mi
venne in mente per allentare la tensione. E, in effetti, funzionò.
Sean scoppiò a ridere.-
Salame? -chiese, sghignazzando ancora.
-Aggiudicato!- e mi unii
alla sua risata.
Così rientrammo in casa,
per mangiare il nostro speciale spuntino
di mezzanotte.
Era quasi l'una e sul bel
tavolo di mogano erano rimaste ormai
solo le briciole.
-Sei bravo, comunque-
ammisi e Sean mi fece un gran sorriso.
-Grazie! Disegnare è la
mia passione, da quando ero piccolo... E a
te? Cosa piace fare? –
Ci pensai un attimo, prima
di rispondere.
-Suonare il basso. Mio
fratello aveva una band, e quando ero
piccola mi faceva... - m'interruppi bruscamente.
-Ti faceva?- chiese Sean
aspettando che continuassi.
Ma io non risposi e
guardai la tasca dei miei pantaloni. Stava
splendendo! Mi affrettai a tirare fuori la pergamena: era lì che
l'avevo tenuta
fino a quel momento.
Me la rigirai tra le mani
per un po', finché Sean non mi esortò
impaziente a dispiegarla.
Gli lanciai uno sguardo e,
esitante, la srotolai.
Il pezzo di carta emise un
ultimo bagliore, e poi si spense.
Guardai Sean dubbiosa, e lui alzò le spalle.
D'un tratto, la pergamena
scricchiolò, e lievi parole macchiarono
la superficie antica.
"Orsù, in
fretta, non
esitare!"
Sean ed io ci guardammo,
senza sapere che dire.
-Beh, non è possibile che
sia solo questo... - disse lui- Proviamo
a fare qualcosa!
-Tipo?
-Tipo... che ne so,
soffiare!
Alzai le spalle, depositai
la pergamena sul tavolo e cominciammo a
soffiarci sopra come due forsennati.
Solo quando fummo senza
fiato, mi resi conto che non aveva alcun
senso.
-Basta!- esclamai,
buttandomi sul divano.
Il ragazzo mi seguì e mi
si sedette accanto.
Sospirai, e ripresi il
regalo di Luigi, con l'intenzione di
osservarla per bene, ma appena le mie dita sfiorarono la carta, altri
versi si aggiunsero
al primo.
"Orsù, in
fretta, non
esitare!
Il viaggio sta
per cominciare.
Ciò che
cerchi, da secoli
esistente,
Troverai
controcorrente.
Quando in
acque calde e
sulfureo vapore
E sulle gote
un lieve rossore,
Il tempo
creerà,
Una lama,
affiorerà."
-'sulle gote un lieve
rossore'…- ripetei in un sussurro,
stringendo più forte la carta sfrigolante della poesia. - Cosa vorrà
dire?
-Non lo so… forse qualcuno
deve farti arrossire- ipotizzò Sean,
con l'ombra di un sorriso sul volto.
-Allora buona fortuna-
dissi sarcastica. Non ero mai stata una
ragazza che arrossiva facilmente, e ne ero fiera.
-Che dici, potrei provarci
io?- chiese il ragazzo con espressione
maliziosa.
-Tanto non ci riesci-
ribattei ostentando sicurezza con un
sorrisetto di sfida.
Sean fece spallucce, e si
sdraiò sul divano, appoggiando la testa
alla mia spalla. -Chi lo dice? Sai, ci so fare con queste cose...
Un breve lampo di rabbia
mi percorse il corpo. Che ragazzo
impertinente! Tuttavia non lo spostai, non so neanch'io perché.
Cercai di ragionare sul
significato del messaggio in rima. Un
posto caldo, con acqua e vapore... Poteva essere una vasca da bagno? O
magari una
cucina, probabilmente di un ristorante famoso e importante, quindi
abbastanza
grande da essere piena di vapore. Mmh, no. Non era una teoria che stava
in
piedi. Almeno non in questo mondo. E quella lama? Dovevo forse cercare
una
spada? E a che mi sarebbe servita?
Mentre pensavo alle
possibili ipotesi della missione, non mi
accorsi che stavo giocando con una ciocca bionda dei capelli di Sean.
Me ne
resi conto solo quando il ragazzo rise e disse divertito "Ehi, mi fai
il
solletico!", così lasciai stare i suoi capelli.
Lo guardai e vidi che mi
stava fissando con un'espressione strana.
Mi scostò dagli occhi un ciuffo della mia voluminosa chioma scura, e mi
parlò
in appena un sussurro.
-Non avevo mai notato i
tuoi occhi, lo sai? Sono incredibili, mai
visti di questo genere, viola! Così grandi, così particolari, così...
semplicemente belli.- incrociai il suo sguardo e, incredibile ma vero,
nei suoi
occhi grigi trovai un qualcosa che mi fece arrossire violentemente.
Mi girai dalla parte
opposta alla sua, non volevo che lo notasse.
O più sinceramente non volevo ammettere la mia sconfitta...
Bah, pensai, è solo per il
suo genere, sennò non ci sarebbe
riuscito!
Sentii Sean che scoppiava
in una fragorosa risata, e lo udii
esclamare: -Evidentemente la pergamena non si riferiva al tuo
"rossore"!
-Oh, finiscila!
-protestai, sferrandogli un leggero pugno sul
braccio- Piuttosto...
-... come troviamo il
posto con "acque calde e sulfureo
vapore"?-continuò Sean.
Annuii.
-Beh, sinceramente non lo
so! Pensiamoci...- propose. Wow, molto
utile, direi.
E non potei fare a meno di
pensare a quando ero piccola e guardavo
Winnie The Pooh, con quella canzoncina martellante che ripeteva "Pensa,
pensa, pensa e vedrai! Che la soluzione troverai!". Ma non lo dissi,
avevo
l'impressione che Sean mi avrebbe tirato qualcosa addosso se avessi
accennato a
quell’invenzione comunemente chiamata "TV".
Sbuffai, mentre sfogliavo
un giornale appoggiato sopra il tavolino.
Cercai un articolo
interessante, magari mi veniva l'ispirazione.
E venne.
Da cosa? Beh, da
un'inutile -che poi tanto inutile non era, visto
che mi si accese la lampadina- pagina di pubblicità.
Cosa pubblicizzava? Un
viaggio con il 60% di sconto ad una
sorgente termale nel Regno dei Fantasy.
Volevo farmi un viaggetto
alle terme? No, assolutamente!
E allora cosa centravano
con la missione??! Beh, terme! Piscine
calde, abbastanza bollenti da emanare vapore! Era lì che dovevamo
andare!
Urlai la mia idea a Sean e
gli spiaccicai direttamente in faccia
la rivista.
-Grande!- esultò lui- C'è
solo un piccolo problema...
-Cioè??
-Il Regno dei Fantasy è
dall'altra parte della Terra! -disse.
Evitai di commentare alla parola "Terra", mi faceva ancora un po'
effetto.
-Beh, ci saranno degli
aeroplani o qualcosa del genere! O siete
troppo saggi per queste tecnologie?-ironizzai- E queste frivolezze da
comuni
mortali?- sventolai il giornale.
-Ho detto che siamo più
acculturati, non che non ci sappiamo divertire... E
sì, possiamo prendere un
aereo, c'è il volo diretto "Biografie-Fantasy" tra un'ora.
In quel momento mi resi
conto che aveva appena smentito una cosa
che avevo dato per scontato: eravamo nel Regno delle Biografie, e non
dei
Romanzi d'Amore!
Toh, ne ero convintissima,
dato il genere di Sean. Chissà perché
non abitava nel suo regno... Non glielo chiesi, forse in seguito me
l'avrebbe
detto senza bisogno di domande inopportune.
-Forza, Sefi! Non facciamo
in tempo ad arrivare all'aeroporto!- con
uno slancio di entusiasmo il ragazzo prese un vissuto zaino marrone,
imbottendolo
di cose che riteneva fossero "utili" per il viaggio.
Al nomignolo "Sefi",
m'irrigidii. Argh, no! Odiavo quel
soprannome...
-No!- gridai nervosa.- Non
chiamarmi più così! In un antico
linguaggio indiano vuol dire "scimmia"!
Appena pronunciai quelle
parole capii di aver commesso un grosso,
grosso errore. Vidi disegnarsi lentamente un’ odiosa smorfia ironica
sul volto
di Sean.
-Ah, sì, Sefi?
E perché
non ti piace il nome "Sefi",
Sefi? Beh, sbrighiamoci, Sefi! Forza, Sefi, che facciamo tardi!- mi prese in giro con tono
squillante,
mentre afferrava un paio di chiavi e usciva dalla porta.
Non mi restò che seguirlo
affranta, sospirando e maledicendo la
mia lingua lunga.
Correvamo per i corridoi
laccati di bianco dell'aeroporto di
Eneta, affannati e gridando un "di qua!" di quando in quando.
Eravamo in ritardo.
Terribile ritardo.
E il tutto solo perché
litigando, in macchina, ci siamo distratti
e abbiamo sbagliato strada. Un sacco di tempo perso per niente.
Alla fine eravamo
arrivati, ma mancavano cinque minuti alla
partenza del nostro volo.
Con la mia solita
sfortuna, arrivammo al gate proprio in tempo per
vedere l’aereo decollare nel cielo plumbeo.
Ci buttammo demoralizzati
sulle sedie della sala d’attesa.
Passammo un quarto d'ora
abbondante a borbottare e discutere di
chi fosse la colpa, quando, all'improvviso una figura indistinta ci
piombò
davanti.
Era atterrata con una
gamba piegata e una distesa, e le mani fasciate
poggiate leggermente a terra.
Si alzò lentamente.
Piegò la testa.
E sorrise.
Le petit
angle du FaDiesis
Rieccomi!
:)
Allora,
siamo già al terzo capitolo! *.*
Vi
è piaciuto?! Lo spero!
Vorrei
ringraziare particolarmente JarOfHearts e la sua "mitica e misteriosa
forza", Layla Ribes e WrongHysteria (per i consigli grammaticali!!) che mi hanno
recensito i primi due capitoli, stimolandomi a proseguire! =D
Come al
solito, recensite numerosi! xD
Chaud
FaDiesis
P.s.= Dite la verità... gia vi manca Luigi! xDxD
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