I see your eyes

di MegamindArianna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** You miss me? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Prologo

Capelli neri e lisci. Occhi verdi. Fisico snello. Cos’altro potevo volere di più?
 
Forse non dover più indossare i pantaloni lunghi anche d’estate e fare il bagno con la muta da sub solo per nascondere la lunga e tremenda cicatrice che partiva dall’interno coscia e finiva al ginocchio e poter indossare un bel bikini o degli short che tanto adoravo.
 
Forse non avere quella orribile camminata a causa del trauma subito all’osso sacro.
 
Forse non dover sentire sotto le dita tutti quei fori che avevo sul collo e sulle spalle di un colore simile al lilla.
 
Questa sono io: Zoe Mitchell. Nome completo: Zoe Anna Mitchell.
 
Zoe significa vita; Anna significa grazia.
 
Non mi sono mai reputata graziosa, né tanto meno piena di vita. Non da quando i farmaci e la depressione sono entrate a far parte della mia vita di adolescente.
 
Mi dicevano sempre che dovevo uscire di casa ma adoravo starmene impalata davanti al computer. Ero un’asociale di prima categoria.
 
Tanti ragazzi mi facevano delle avance, ma io li ignoravo sempre.
 
E sono finita, quindi, ad avere una sola amica: mia madre.
 
Lei era l’unica con cui parlavo liberamente e la sola che capiva i miei problemi.
 
Da i miei coetanei ricevevo solo sguardi penosi e di mal celata inettitudine; credevano di sapere tutto.
 
Credevano di avere saputo tutto attraverso quotidiani, telegiornali locali e cose simili; erano per lo più pettegolezzi.
 
Fortunatamente tutto decadde quando I Vendicatori si presero un intero mese di prime pagine e servizi in tv. La mia notizia era finita nelle ultime pagine.
 
Ogni volta le andavo a leggere per scoprire ciò che scrivevano su di me e sulla mia vicenda. Sempre e solo balle.
 
Scrivevano cose senza senso; ogni volta teorie diverse che neanche avrei immaginato, ma che finivano sempre col darmi colpe che non avevo.
 
Il mio commento, però, non cambiava mai. Alla fine di ogni lettura mi prendevo una pillola per evitare di andare in crisi e farmi prendere dagli attacchi di panico.
 
Respiravo e, sbattendo il giornale sul tavolo, sussurravo a mio padre “Io… non ho ucciso quell’uomo.”




Angolo autrice:
*si schiarisce la voce* Buonasera!!!

Come va? Lo so che troncare qui è assolutamente sbagliato per chi prova un minimo di interesse per questa introduzione ma.... sto svilluppando pian piano il contenuto. Sicuramente sarò assente molto spesso a causa di scuola, musica ed altro.....

Sarei felice di sapere la vostra opinione, positiva o negativa che sia!

CIAOSS!!

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Capitolo 2
*** You miss me? ***


You miss me?


“Andiamo! Sorridi, bimba mia!” mi disse con un gridolino mia madre.
 
Alzai lo sguardo su di lei ma lo riabbassai subito.
 
Per la prima volta avevo deciso di indossare un vestito. Era nero, stretto in vita con la gonna a balze. La scollatura non era vertiginosa. Era semplice; lasciava intravedere poco.
 
Tirai giù nervosamente la stoffa del vestito nel vano tentativo di coprire ciò che era già coperto.
 
Infilai le mani nella pochette argentata. Le pillole erano lì dentro ed ero pronta in qualsiasi momento a prenderle.
 
Mia madre mi afferrò la mano. La tirò fuori dalla borsa e, amorevolmente, cominciò a carezzarla. “Piccola mia, non ti preoccupare. Sei bellissima. Le tue cicatrici non si vedono. Stai calma.” E strinse con forza la mano per fermare il tremolio. Mi sorrise.
 
“Davvero?”
 
“Ma certo! Ti ho mai mentito?” rispose. “Ora, però, fammi un bel sorriso.” E mi mise un dito sotto il mento, alzandolo leggermente.
 
Strinsi gli occhi. Gli angoli delle labbra si sollevarono da sole. Sicuramente sembravo un’idiota, ma a mia madre piaceva.
 
“Ecco: ora sei anche più bella.” E, detto questo, si voltò a guardare dinnanzi a sé “Ora però facciamo silenzio. Il film sta per cominciare.”
 
Accavallai la gamba destra sulla sinistra. Incrociai le braccia.
 
Con la coda dell’occhio vidi l’uomo di posto accanto al mio sbirciare sotto la mia gonna.
 
Sentii una piccata intercostale mozzarmi il fiato. Andai a tentoni nel cercare la pochette ma, di nuovo, mia madre mi fermò. Mi afferrò entrambe le mani e, sorridendo, sussurrò “Dai, facciamo cambio posto. Questa signora qui è molto simpatica.” E indicò con un cenno del capo un’anziana donna.
 
In un batter d’occhio, eravamo sedute l’una sul posto dell’altra. Appoggiai la borsetta a terra.
 
La donna, dopo avermi visto, sorrise benevolmente e si voltò a guardare l’inizio dello spettacolo.
 
Strinsi le gambe l’una all’altra. “Mamma?” sussurrai “Potresti spiegarmi cosa siamo venuti a vedere?”.
 
Rise. “E’ un film del 1936 e si chiama Tempi Moderni. Il protagonista è interpretato da Charlie Chaplin.”
 
“Charlie Chaplin? Non era il tuo attore preferito?”
 
“Esattamente! Ma silenzio! Non perdiamoci l’inizio.”
 
Sorrisi. Era l’unica nel suo genere. Amava i film di Charlie, adorava lavorare ma preferiva di gran lunga stare con me e tentare ogni santo giorno di farmi uscire. Magari, alla fine, si arrendeva; ma tirava fuori qualche attività da fare assieme: puzzle, Monopoli, Gioco dell’Oca e altri simili.
 
Ero molto fortunata con lei, perché nonostante il mio passato, la mia asocialità, la mia paura di tutto e di tutti, ha resistito e ha continuato a parlare del mio dolore con tranquillità; ma non in senso negativo. Trovava sempre il modo di affrontare la questione delicatamente, senza farsi mai sfuggire qualche parola di troppo.
 
Pensando a questo, afferrai la mano di mia madre. La strinsi forte, come a volerla ringraziare.
 
Ad interrompere quel momento, però, furono i sussurri degli spettatori.
 
“Che succede?” domandai alzando lo sguardo “credevo fosse un film e non uno spettacolo teatrale…”
 
“Già… “ rispose mia madre “Lo credevo anche io…”
 
Guardai il telo su cui il film era proiettato. Era diventato di un colore simile al verde e del fumo uscire da sotto.
 
Charlie cominciò a bruciare e così tutto lo scenario.
 
Dalla nuvola di fumo uscì una figura snella, alta e ricoperta da un’armatura verde e oro.
 
Iniziò a ghignare. “Buonasera!” e si mostrò in tutta la sua imponenza. “Vi sono mancato?”
 
Seguì una cacofonia di grida, stramazzi e pianti.
 
Mia madre, tentando di non perdere il controllo, mi fece alzare dalla sedia. “T-tesoro, vieni con me. dobbiamo a-andare…”
 
Voltai lo sguardo verso l’uomo in piedi. Sorrideva malignamente e, con un rapido movimento del capo, incontrò il mio sguardo.
 
Nella mia testa sentii la voce profonda e sensuale di un uomo. “Finalmente… l’ho trovata” diceva.
Sussultai.
 
Avevo già sentito quella voce.
Avevo già visto quel volto.
Avevo già visto quegli occhi verdi.
 
E sembravano infondermi una strana forza interiore; sembravano infondermi sicurezza.


- - - - 
 


Angolo autrice:

SAAAAAAAAAAALVE! Come va?
So che mi odiate in quanto sono passati un sacco di giorni da quando ho inserito il pirmo capitolo. Spero possiate perdonarmi! é.è

Comunque ho già preparato il prossimo capitolo ma prima devo aggiustarlo...

Ringrazio tantissimo Ghia9614 per aver inserito la prima recensione su questa fanfiction! Mi hai ispirato! XD

Alla prossima! Ciaoss!!

By MMA

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