Amore e odio, due facce della stessa medaglia

di _i will always believe_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I “Un brusco risveglio” ***
Capitolo 2: *** Capitolo II “Una strana giornata (I)” ***
Capitolo 3: *** Capitolo III "Una strana giornata (II)" ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV "Simo vs Ludo" ***
Capitolo 5: *** Capitolo V "Che l'inferno abbia inizio" ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI "E guerra sia" ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII "La guerra deve ancora iniziare" ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII "Ti odio ... o forse semplicemente mi piaci!" ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX "Se giudichi le persone non hai il tempo di amarle" ***
Capitolo 10: *** Capitolo X “Per essere felici ci vuole coraggio” ***



Capitolo 1
*** Capitolo I “Un brusco risveglio” ***


Ciao a tutti! Se siete entrati qui vi ringrazio da morire e spero sinceramente che la mia storia possa essere all'altezza delle vostre aspettative.
E' la mia prima fanfiction e devo dire che ho trovato un po' di difficoltà nel postarla, ma non demordo! Grazie ancora e buona lettura.

Capitolo I  “Un brusco risveglio”

Sono su una spiaggia ed è evidentemente estate visto che mi sto sciogliendo per il troppo caldo, ma non capisco una cosa: che diavolo ci faccio io qui? 

Cammino senza una meta, mi sento abbandonata a me stessa, sola e depressa perché nessuno è qui con me e mi sono persa. 

Nessuno mi aiuta, nessuno mi tiene compagnia, in questo meraviglioso paradiso terrestre.

Sono sempre stata una ragazza felice e con tante persone accanto a me anche se di vere amicizie ne ho poche per non parlare dell’amore! Ts, l’amore.

Non so neppure cosa significhi e non ne ho mai avuto l’occasione visto che a sedici anni non ho uno straccio di fidanzato.

Non che ne senta un assoluto bisogno, certo, ma vedere intorno a me costantemente coppiette felice che si sbaciucchiano e si scambiano paroline dolci di certo non aiuta a farmi sentire meglio e meno sola.

“Hai tempo a lavare calzini e mutande!" Pensa a studiare che è meglio!”

Quello che dice papà è vero, anche se lo dice principalmente per spingermi a studiare ancora di più,  ma non mi devo assolutamente sposare e tanto meno devo fare da serva a qualcuno!" 

Voglio solo al mio fianco una persona in grado di tirarmi su di morale e di farmi divertire come una pazza, ma non voglio che sia una mia amica per una volta.

Continuo a vagare in mezzo a questo mare di persone sorridenti, alcune si dirigo verso il mare per farsi una nuotata, altre giocano con le sorelline e i fratellini, alcune signore prendono il sole e i loro mariti

probabilmente ne approfittano per dare un’ occhiata alle ragazze in costume, che schifo. 

“Ti sei mai sentita sola in mezzo ad una folla di persone?”

Beh, direi di sì, ultimamente molto più spesso rispetto al passato, ma è tutta colpa dei miei stupidi ormoni in subboglio a causa dell’adolescenza.

Che poi mi chiedo, è vero che è un periodo della nostra vita che non ci dimenticheremo mai, nel bene e nel male, e che lo rimpiangeremo, ma perché diamine devo passare da momenti di euforia ad attimi di pura

depressione? 

Al momento l’adolescenza mi fa parecchio schifo. Ancora non capisco: come caspita sono finita su una spiaggia, sola, con un opprimente senso si sconforto, alla disperata ricerca di qualcuno noto che però

ovviamente non c è? Un attimo, ma quella non è Fede? E perché quando mi ha vista è corsa via?

“No no no! Ti prego, aspettami!”

Corro come una forsennata, ma per mia sfortuna la mia migliore amica, che da sempre odia educazione fisica come me, ha deciso di adottare il ritmo di Usain Bolt. Si può sapere cos ha il mondo contro di me!?

Scanso le persone cercando di non travolgerle, ma dato che sono sfigata come pochi al mondo inciampo in una maledetta paletta da spiaggia e mi sfracello al suolo facendomi pure male a una caviglia. Bene, oltre al

danno pure la beffa! Dio dimmi cos hai contro di me perché proprio non capisco cosa ti ho fatto di tanto male.

“Hey, tutto bene? Ti sei fatta male cadendo?”

Un soffio caldo mi colpisce la nuca facendomi rabbrividire, è la voce più profonda e roca e allo stesso tempo più bella che abbia mai sentito e per un attimo mi sembra di essere in pace con me stessa.

“Si si, credo solo di aver appoggiato male la caviglia, non è nulla. Grazie” dico girandomi, ma in quel momento sento qualcuno chiamarmi: “ Adele! Adeleeeeeeeeee! Svegliati che sono le 6.45 e non ho nessuna

intenzione di portarti ad Alba!” In quel momento il ragazzo dietro di me sparisce ed io mi sveglio.

“Mi sembrava che fosse un sogno, strano per altro. Certo che però quella voce..mmmm…. Su, è meglio che scenda se non voglio correre veramente 20 km per arrivare a scuola!” Detto questo mi alzo, prendo i vestiti che sono sul letto e scendo in bagno.

Nel giro di quindici minuti sono già in macchina con mio padre diretta verso la fermata del bus. Arrivati lo saluto e scendo dalla macchia. Stranamente c’è già Fede che mi attende con aria impaziente.

“Ti odio, sappilo.” Le dico quando ormai sono accanto a lei.

“ E perché mai di grazia?” Mi chiede tra lo scocciato e lo stupito.

“ Perché ho sognato di vederti in un momento di difficoltà e tu dopo avermi vista sei bellamente fuggita senza battere ciglio, stronza!” Le rispondo divertita dopo aver visto la sua faccia diventare prima curiosa e poi

fintamente arrabbiata per l’epiteto che le ho affibbiato.

“Ah si? Allora non ti do più le tue adorate caramelle! Così impari!” E mi fa la linguaccia.

“No no, va bene va bene. Scusa - dico facendo una faccia da cucciolo bastonato – Ora andiamo o il pullman ci lascia qui!”

Saliamo sul bus e stranamente ci sono due posti vicini perciò ci accomodiamo lì e iniziamo a sentire la musica dal mio mp3 mentre chiacchieriamo.

“Tu oggi hai educazione fisica vero?” Mi chiede Fede a un certo punto.

“Già, non me lo ricordare, ti prego. Oggi la prof ci dirà quando inizieremo quel maledetto corso di acquagym!” Dico accasciandomi contro il sedile disperata.

“Bene bene.. guarda il lato positivo: magari incontri un bel bagnino che ti fa la corte!” Dice ridendo.

“ Ah ah ah, molto divertente. Figuriamoci se qualcuno si degnerebbe mai di fare “la corte” – le rispondo mimando le virgolette- a me. So solo che saranno 4 lezioni di acquagym schifose e in più dovrò pure fare 4

lezioni di acquabike, di male in peggio!”

Parlando arriviamo a destinazione e scendo dal pullman con l’aspetto di un condannato a morte sapendo che oltre a quella terribile notizia si aggiungerà anche la possibilità di essere interrogata di greco e io, a causa

delle fanfictions a cui ho dedicato tutto il mio pomeriggio, so poco e niente.

Spero vi sia piaciuto questo primo piccolo capitolo, ma in ogni caso vi assicuro che migliora sia il modo di scrivere sia la storia nei prossimi! Cercate quindi leggere anche i successivi se avete voglia. Grazie di tutto!! =) se siete arrivati fin qui, perchè non lasciate una recensione magari? Mi rendereste la persona più felice del mondo. 

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Capitolo 2
*** Capitolo II “Una strana giornata (I)” ***


Capitolo II “Una strana giornata (I)”

Fede e io siamo appena entrate nel terminal quando una furia ci travolge in pieno e udite udite: è quel rincitrullito di Simone.

Simo è praticamente in tutti i miei ricordi insieme a Fede, noi tre siamo inseparabili ed è come se fossimo uniti da un filo invisibile che per quanto possa essere teso non si spezza mai.

Noi siamo i fantastici tre - come amiamo definirci – e ci sosteniamo sempre e comunque, nel bene e nel male.

Abbiamo tutti 16 anni, ma questo è l’unico fattore che ci accomuna infatti siamo totalmente differenti a livello sia fisico che caratteriale.

Simone è alto all’incirca 1.80 cm ed è snello, ha i capelli castani ed è inseparabile dalla sua cresta.

I suoi occhi sono castani e profondissimi, spesso pensierosi per una ragione o per un’altra, ed è uno dei ragazzi più solari che abbia mai conosciuto in vita mia.

Quando si accorge che o io o Fede siamo giù di morale fa di tutto per rianimarci: ci racconta barzellette scema, ci racconta le sue brutte figure quotidiane o ci fa fare cose folli e imbarazzanti come farci ballare in mezzo alla strada – cosa che ho avuto l’ebrezza di provare e che dopo tutto mi ha aiutata molto -.

Quando è necessario però ci fa sfogare e interviene solo se lo ritiene opportuno, perché il suo silenzio a volte è molto più efficace di mille parole.

Simo è anche il mio migliore amico, quello che conosco da quando aveva il pannolino e che sa cose di me che neppure Fede conosce e per questo spesso le sfrutta per ricattarmi, ma di certo neppure io perdo

occasione per fare lo stesso con lui.

Federica è indiscutibilmente la mia migliore amica, ci conosciamo dalle elementari poiché quando facevo seconda si è trasferita nella mia scuola. Inizialmente era timida e un po’ asociale, ma io e Simo non ce la siamo

lasciati sfuggire e l’abbiamo “trasformata” nella ragazza spigliata e solare che è ora.

Fede è una ragazza bellissima: ha capelli biondi appena mossi e occhi verdi ammalianti, ma nonostante questo non si vanta né tanto meno cerca di attirare l’attenzione.

E’ alta 1.63 cm ed è abbastanza slanciata con le curve nei punti giusti, ma come tutti ha dei difetti, ovvero una scarsa seconda di seno come me e i piedi piatti, cosa che io e Simo non smettiamo di

ricordarle per sfotterla amichevolmente.

A completare il terzetto ci sono io : Adele. Sono una ragazza come tante a dispetto di Fede e tendo il più possibile a mischiarmi fra la gente per non attirare l’attenzione.

Ho i capelli mossi che mi arrivano fino a sotto il seno e ho la tinta color rosso ramato; i miei occhi sono di un castano chiaro luminoso e verso l’esterno dell’occhio ci sono delle sfumature ocra che mi ha fatto notare

Fede.

Sono alta 1.70 cm e sono magra, cosa che mi porta ad essere praticamente una tavola da surf, infatti se esistesse una prima e mezza come taglia per i reggiseni per me sarebbe perfetta.

Una mia particolarità è che ho molti nei, cosa che molti riterrebbero un difetto, ma al contrario io li trovo carini e poi per la maggior parte sono sulla schiena perciò non mi infastidiscono.

Mia nonna mi ripete sempre il detto che narra che dietro ad ogni neo è celata una bella ragazza e a forza di dirmelo ho iniziato a vederli come un qualcosa che mi distingue dalla massa, quindi non mi infastidiscono.

Sono una ragazza piuttosto timida con chi non conosco e tendo a non riuscire a fare molte amicizie rapidamente e questo non mi piace perché ad esempio quando vado in vacanza con i miei non riesco a

relazionarmi con tranquillità con i miei coetanei, quindi trascorro tutta la vacanza con mia madre e mio padre e guardo da lontano i ragazzi e le ragazze divertirsi in acqua e fuori, mentre io mi rifugio dietro le mie cuffie

perdendomi nel mio mondo di pace e quiete che nessuno è mai riuscito a distruggere per mia fortuna.

Una volta conosciute le persone però inizio facilmente ad affezionarmi a loro e, sentendomi a mio agio, divento un pazza furiosa, come mi definiscono i miei due migliori amici.

Amo divertirmi con loro e spesso e volentieri non mi freno più come un tempo,non penso più troppo come un tempo e tendo a essere esuberante anche con le altre persone.

Il mio carattere ha iniziato a mutare con l’inizio delle superiori; mentre Simo frequenta l’Itis e Fede il Liceo Linguistico, io frequento il tanto temuto Liceo Classico.

Per tutto il primo anno ho studiato come una matta riuscendo a terminare l’anno con la media dell’8, ma nel corso della quinta ginnasio, ovvero di quest’anno, mi sono resa conto che la vita non è fatta solo di buoni

voti a scuola e lusinghe dei proprio genitori, bensì anche di divertimento puro e semplice da adolescente.

E’ stato così che mi sono aperta totalmente con i miei compagni ed ho iniziato a sentirmi viva, anche se i miei voti ne hanno risentito leggermente.

Simo, Fede e io frequentando scuole differenti non possiamo tenerci compagnia durante il tragitto verso scuola e ci separiamo quindi davanti al terminal, dove ci incontriamo di nuovo al termine delle lezioni.

Come al solito abbiamo chiacchierato troppo e mentre io ho ripensato ai miei cambiamenti e a quelli dei miei amici sono già le 7.45, segno che ho solo 10 minuti per arrivare a scuola; il che è praticamente un suicidio.

Saluto frettolosamente i miei amici che sono preoccupati per l’orario come me e ognuno corre verso la propria destinazione.


Mi infilo le cuffie nelle orecchie e faccio partire “We are who we are” delle Little Mix che mi tiene compagnia fino all’entrata della scuola dove mi attende la prof. Rossi, pronta per una carneficina di greco.

Entro trafelata, saluto tutti e come mi siedo entra la prof. Rossi con il suo sguardo assassino pre-interrogazione, segno che purtroppo non se ne è dimenticata.

Tiro fuori astuccio, diario e occorrente di greco e inizio a pregare tutti i santi del cielo affinché non mi interroghi perché sarebbe la volta buona che prendo 3 e un bel calcio nel culo da parte dei miei genitori.

La Rossi tira fuori il suo registro e una biro con lentezza studiata per farci impazzire e poi, con tutta la calma del mondo, inizia a mischiare i bigliettini.

Ne pesca due, quindi ho due possibilità su venti di uscire, ovvero una su dieci il che mi rassicura un po’, ma con la sfiga che mi perseguita non mi stupirei se entrambi i bigliettini portassero misteriosamente il numero 8, il

mio.

Sento chiamare Oberto, che è la secchiona della classe, e poi Mancini, mister-sono-figo-solo-io e automaticamente mi rilasso sulla sedia.

Ho ancora tutta l’adrenalina in circolo per la tensione e devo sbollirla quindi mando un messagio a Fede che sicuramente starà giocando con il suo cellulare:

“Non mi ha interrogata! Vittoria! Tu invece come sei messa oggi? Mi sono dimenticata di chiedertelo ...”

Come sempre in 50 secondi netti mi arriva la sua risposta:

“Oggi grazie a Dio non ho nulla per cui preoccuparmi quindi credo che giocherò tutte e 5 le ore e mezza al cellulare. Ora però ti lascio perché la prof. vedendo che tocco in continuazione l’astuccio mi ha detto di

piantarla se non voglio leggere a tutti i miei sms “amorosi.” A dopo, baci xx”

“Ok tesoro, ci sentiamo dopo. P.s. cerca di non farti beccare!”

Non sapendo cosa fare ascolto l’interrogazioni e come al solito la Oberto sembra un robot, la prof. non ha ancora finito di porle la domanda che lei è già partita come un razzo per rispondere.

Mancini invece si arrampica sugli specchi e ogni tanto supplica Luca con lo sguardo per farsi aiutare, peccato solo che lui ne sappia ancora meno dell’amico e non riesce neppure a trovare le risposte sul libro.

Mancini mi sembra disperato e mi fa anche un po’ pena quindi lo aiuto e gli suggerisco tutto ciò che so.

Dopo un’ora e mezza di torture i due tornano ai loro banchi e la Rossi inizia a elencare i loro errori, la sua predica dura la bellezza di 20 minuti, ma alla fine si blocca e consegna loro i pagellini con i voti: la Oberto 9.5

– come al solito- e Mancini 6/7.

Sono stata un’ottima suggeritrice dato che in media non prende più di 5.5/6.

Mister-sono-figo-solo-io mi guarda e mi mima con la bocca “grazie”, io gli sorrido e mi volto, iniziando così a parlare con la mia vicina di banco Beatrice.

Bea e io siamo molto legate e spesso usciamo anche insieme; è una ragazza carina e parecchio timida, ha un viso dolce e i capelli sono lisci, castani e a caschetto e spesso e volentieri la chiamo barboncino perché si

ostina a tenere la frangetta lunga anche se ci vede poco e niente.

Insieme ci divertiamo un mondo a splarlare dei prof. e a volte anche dei nostri compagni, che sono uno più particolare dell’altro, come noi due del resto.

Mentre stiamo parlando della Oberto ipotizziamo che sia un alieno venuto da un pianeta sperduto della Via Lattea e all'improvviso suona la campanella, dando così l’inizio della terza ora, quella di matematica.

L’ora vola in un baleno fra un’equazione e l’altra e finalmente inizia l’intervallo, durante il quale mi ingozzo di patatine e rubo merende a destra e manca per saziarmi.

Purtroppo la fine dei 15 minuti arriva troppo presto e quindi corro in bagno prima che la prof di educazione fisica mi uccida per il ritardo.

Sto per entrare in classe quando sento alle mie spalle qualcuno dire: “Dalla prossima settimana possiamo andare in V A le ultime due ore del mercoledì perché andranno in palestra.”

No no no, vi prego ditemi che non è vero!

Non sono ancora pronta psicologicamente per iniziare piscina così presto!

Entro in classe con una faccia da cane bastonato e Bea se ne accorge, quindi mi chiede che ho.

Io le sto per raccontare tutto quando la prof. Calosso entra tutta pimpante e ci urla felice: “Ragazzi preparate cuffie e costumi che mercoledì prossimo si inizia il corso in piscina!”

Tutti i miei compagni sono entusiasti della notizia e iniziano a parlare di cosa portarsi dietro, i ragazzi sperano di avere un’istruttrice “gnocca” mentre le ragazze pensano a come fare per non far notare la loro assoluta

mancanza di seno, cosa che preoccupa anche me.

Mi accascio sulla sedia e la mia amica fa lo stesso dato che l’idea non piace per nulla neanche a lei.

Ci guardiamo sconfitte per poi renderci conto che gli altri ci hanno lasciate sole e si sono incamminati verso la palestra, così corriamo come due disperate per raggiungerli.

Mentre mi cambio negli spogliatoi penso che la settimana prossima per me inizierà l’inferno e nulla potrebbe andare peggio.

“Guarda il lato positivo: magari incontri un bel bagnino che ti fa la corte!”

Sì certo, tutti cadranno ai miei piedi con quel costume intero che mi rende una tavola da surf e con la cuffia in testa a farmi sembrare un cinquantenne pelato.

Mi renderò solo ridicola e la mia poca autostima verrà calpestata dagli sguardi derisori e della battute dei miei compagni.

Speriamo almeno che non ci sia l’istruttrice dell’anno scorso perché era un’arpia!

Esco dagli spogliatoi e vado a sbattere contro Mancini, ma prima che gli possa chiedere scusa, ma bacia vicino alle labbra e mi soffia sul naso: “Grazie per prima, ti devo un favore”

Ciò che mi ha detto mi lascia inebetita per la sua sensualità, ma anche per la sua sincerità.

Mi sorride sornione probabilmente per la faccia strana che ho fatto e se ne va verso gli altri nostri compagni che ci guardano divertiti.

Bea mi corre incontro e mi dà uno schiaffetto sulla guancia per farmi risvegliare dalla mia catalessi.

Improvvisamente ritorno sulla terra e penso che l’inferno per me non inizierà il prossimo mercoledì, ma subito perché l’effetto che Ludovico Mancini ha su di me non mi piace proprio per niente e il sorriso sornione che ha fatto dopo avermi quasi baciata non mi rassicura per nulla.

Hola! La storia sta entrando pian piano nel pieno svolgimento. Che ne pensate? Lasciatemi una recensione se ne avete voglia! :)

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Capitolo 3
*** Capitolo III "Una strana giornata (II)" ***


Capitolo III “Una strana giornata (II)”

ADELE’S POV

Dopo aver corso per 20 minuti mi accascio a terra dolorante, non mi sento più la milza e probabilmente sto anche per vomitare. 

Bea è coricata accanto a me e respira come un aspirapolvere impazzito, siamo messe entrambe piuttosto male, ma non possiamo farci nulla se siamo due mezze seghe in tutti i campi sportivi. 

La prof mi guarda con compassione e mi dice: 

“Adele vai un attimo negli spogliatoi a rinfrescarti e portati dietro Beatrice, sembrate due stracci!”

Felice le sorrido e mi trascino Bea dietro fino alla porta quando sento la Calosso urlarmi:

“Mi raccomando, non svenite strada facendo e cercate di non vomitare altrimenti le bidelle mi uccidono e io a mia volta lo farò a voi!”

Scuoto la testa sorridendo, quella prof. è sempre la migliore – tranne per il fatto della piscina – e per un attimo noto Ludovico guardarmi intensamente e automaticamente arrossisco

perché sembra volermi spogliare con gli occhi.

Volto immediatamente il viso verso la porta ed entro negli spogliatoi alla velocità di un bradipo; Bea è praticamente morta quindi le do una mano a sedersi su una panchina.

Vado poi dai lavandini e faccio scorrere dell’acqua fresca sui polsi per facilitare il flusso sanguigno e quando mi sono un po’ ripresa vado a sedermi accanto a Bea che sembra essersi

risvegliata quasi del tutto. 

Stiamo per un po’ in silenzio per riprenderci del tutto e dopo più o meno dieci minuti decidiamo di tornare dagli altri per non far pensare alla prof che non vogliamo più fare niente, anche se

in verità è esattamente ciò che vorremmo.

BEA’S POV

Mi sento distrutta, ma con il supporto di Adele riesco a tornare in palestra senza fare danni; la prof ci nota e si sbraccia dall’altra parte del campo per farsi vedere così piano piano

riusciamo a raggiungerla. 

Tutti ci guardano, chi scocciato chi divertito, e diciamo alla Calosso che ora stiamo meglio e quindi possiamo partecipare anche noi alla lezione.

Non l’avessimo mai più fatto: oggi ci tocca giocare a calcio.

Dele e io ci guardiamo preoccupate poiché sappiamo che i nostri compagni sono piuttosto violenti e fanno falli a non finire e stiamo entrambe per contestare, ma la porf ci perevede:

“Non provate nemmeno a dire che state di nuovo male solo per non giocare altrimenti vi faccio correre per il resto della lezione e vi avverto che è ancora lunga.”

“ Va bene prof, cercheremo di fare del nostro meglio..” Rispondo titubante.

La prof soddisfatta inizia a spiegarci le regole basilari, ma i ragazzi – che le sanno a memoria – iniziano a guardarsi intorno per capire quali sono le ragazze meno imbranate e ovviamente

io e Adele non siamo fra queste. 

Noto che Luca mi fissa e la cosa mi imbarazza non poco perciò cerco di evitare il suo sguardo. 

Alla fine della spiegazione la prof. nomina Alberto e Luca per fare le squadre e io la mia amica ci sediamo a terra sconfitte perché sappiamo di non avere scampo.

Manchiamo solo più in quattro: io vado a finire in squadra con Luca, che non credo abbia consultato prima i suoi amici, mentre Dele finisce con Berto e Ludovico, povera ragazza! 

Io mi avvicino con cautela e mi tengo in disparte, ma Luca rovina i miei piani venendomi incontro e sorridendomi sincero.

Certo che ha un sorriso magnifico.. ma a che diavolo vado a pensare!? 

Lui cammina imperterrito verso di me e si blocca solo quando mi è davanti.

“Ti va bene giocare in difesa con me? Potrei evitare di farti placcare da quell’animale di Ludo e dagli altri e poi non eviteresti sforzarti più di tanto dato che sei anche stata male...” Dice con un sorriso che mi toglie il fiato.

“Certo certo, grazie per il pensiero.” Gli sorrido di rimando.

Insieme ci dirigiamo verso la nostra porta e chiacchieriamo del più e del meno mentre aspettiamo che la prof. fischi per l’inizio della partita. 

Luca è un ragazzo meraviglioso e l’ho sempre saputo: è alto e magro, ha i capelli biondi e gli occhi verdi e il suo sorriso ti riempie l’anima, ma non pensavo che fosse anche simpatico

dato che gira sempre con quello spocchioso di Ludovico.

Siamo in classe insieme già dall’anno scorso, ma non avevamo mai fatto un discorso lungo come questo e sono felice che sia accaduto.

ADELE’S POV

Guardo Bea sorridere sincera a Luca e spero sinceramente che quei due diventino amici, anche se in realtà si vede lontano un miglio che si piacciono.

L’avevo già notato da un po’ come Luca guarda in modo quasi adorante la mia amica, ma lei non se n’ è mai accorta.

Anche Bea mi ha sempre detto che lui è davvero bello, ma non si è mai sbilanciata più di tanto, forse per non illudersi

.

Persa fra i miei pensieri non mi sono accorta che Ludo mi si è avvicinato e mi guarda in maniera insistente che purtroppo mi fa arrossire un po’.

“Che c è?” Gli chiedo infastidita.

Niente, è solo che se stai tutto il tempo sulle nuvole rischi che qualcuno ti travolga, anche perché sei comodamente seduta a terra.”

Mi alzo velocemente e mi avvicino ancora di più alla porta dato che mi hanno messa in difesa, Ludo intanto si posiziona dall’altra parte e ogni tanto mi lancia degli sguardi fugaci, cosa che

mi infastidisce parecchio. 

Non avrei dovuto suggerirgli durante l’interrogazione, così magari ora non sarei in questa situazione fastidiosa.

La partita inizia e io riesco a malapena a capire dove si trovi la palla dato che i miei compagni sembrano in grado di correre veloce almeno quanto  Flashman.

In un nanosecondo sono vicini a me, ma non sapendo che cavolo fare mi giro istantaneamente verso la zona di Ludo che però è già accanto a me per aiutarmi.

Riesce ad intercettare la palla e con un solo colpo la lancia dall’altra parte del campo, dopo mi sorride strafottente e ritorna al suo posto. 

Boffonchio fra me e me quanto sia spocchioso poi mi volto verso Bea che, essendo in difficoltà come me prima, è aiutata da Luca il quale però, a differenza di Ludo, le sorride

comprensivo. 

La partita termina 0-0 e finalmente mi ricongiungo con Bea.

“Mi devi dire per caso qualcosa?” Le domando con un sorriso sornione.

“No no, figurati – la guardo male – ok, forse qualcosina da dirti ce l’avrei ... Ma non di certo qui!”

“Per me è uguale purché tu mi riferisca tutto il vostro discorso nei minimi dettagli, voglio anche sapere le pause che ha fatto.”

Insieme andiamo a cambiarci, ma prima di entrare negli spogliatoi sento qualcuno afferrarmi per un braccio: è Ludovico.

Sei una totale sbadata, ti sei dimenticata la felpa nel campetto da calcio. Ah a proposito, sei una vera schiappa, sappilo!” 

Lo fulmino con gli occhi, in questo momento lo sto veramente disprezzando.

“Grazie mister-simpatia. Non ho di certo bisogno che me lo faccia notare tu che non sono portata per lo sport, lo so da me. E grazie per la felpa, ora se permetti vorrei andarmi a

cambiare altrimenti per colpa tua rischio di perdere il pullman oltre che la pazienza.”

Detto questo prendo sotto braccio Bea e mi dirigo agli spogliato. 

Mi cambio in fretta e furia perché mi rendo conto di essere davvero in ritardo e salutando Bea mi infilo le cuffie e inizio a correre verso il terminal. 

Mancano solo cinque minuti prima che parta il pullman e sono consapevole di non potercela fare, ma all'improvviso appare quel rompiscatole di Ludo.

“Senti, che ne dici se ti accompagno con il motorino fino al terminal? Ci metteremmo pochissimo e tu non perderesti il bus. Inoltre mi sdebiterei con te per oggi, mi hai davvero salvato il culo.”

Lo guardo stralunata, da quando Ludo è diventato così gentile?

Beh, a parte il suo linguaggio poco fine.

Sono veramente indecisa, ma alla fine accetto il suo passaggio quindi mi metto il casco e, una volta partiti, mi stringo forte a lui per il terrore di cadere. 

Lo sento irrigidirsi per la mia stretta, ma poi si rilassa e in batter d’occhio siamo arrivati a destinazione.

“Grazie mille, senza il tuo passaggio avrei certamente perso il pullman - dico scendendo – Allora ci vediamo domani, grazie ancora”.

Mi sto per allontanare quando mi ruba un altro bacio  sulla guancia a cui non riesco a sottrarmi in tempo e prima che inizi a lamentarmi mi sorride per poi ripartire senza casco

. Quel ragazzo è proprio il tipico esempio di adolescente bello e scemo! 

Bello..? Bello!? Ok, è ufficiale: sto impazzendo.

Mi volto per correre in corsia, ma solo ora mi rendo conto che Fede e Simo sono proprio dietro di me e mi stanno guardando malefici.

Sarà un lungo viaggio…

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Capitolo 4
*** Capitolo IV "Simo vs Ludo" ***


Capitolo IV "Simo vs Ludo"



E’ da ormai più di un quarto d’ora che cerco di spiegare ai miei due migliori amici rincitrulliti ciò che è successo durante la mattinata fino al passaggio di Ludo, ma Fede mi blocca ogni 20 secondi

con versetti tipo
“ Uh uh uh e poi? E poi?”, “ Ma davvero!?”, “E’ un figo paura!”

“Quello sembra un maniaco comunque.” Mi dice ad un certo punto Simo, che si è perfettamente calato nella parte dell'amico protettore e gelosone.

Le sue attenzioni mi fanno sentire amata e importante quindi mi catapulto su di lui e lo abbraccio fortissimo.

“Mollami o muoio per stritolamento e asfissia! Comunque ti voglio tanto bene anche io.”

Mi guarda negli occhi dove riesco a scorgere tutto l’affetto che prova per me e non posso fare a meno di rifondarmi su di lui e di baciarlo su una guancia; sento Fede sbuffare quindi abbraccio

anche lei.

“Non ci posso fare niente se vi voglio un bene dell’anima e divento appiccicosa!” Dico sorridendo a 32 denti e con gli occhi brillanti.

In pochi minuti arriviamo alla nostra fermata e una volta in strada ci incamminiamo verso casa. Noi tre siamo inseparabili in tutto e il destino ha voluto che vivessimo in tre case vicine: la mia al

centro, a sinistra Simo e a destra Fede.

Ci salutiamo e ognuno si dirige verso casa sua.



FEDE’S POV


“Sono a casa!” Dico scaraventando a terra lo zaino e infilandomi le mie adorate ciabatte infradito blu.

“Ben ritornata!” Urla la mia adorata sorellina Sophia di 3 anni e mezzo, che è tutta la mia vita.

E’ vivace e sempre allegra e quando mi vede triste fa di tutto per tirarmi su di morale, inoltre è stupenda: bionda con gli occhietti verdi sempre brillanti come stelle.

La prendo in braccio e la metto nel seggiolone accanto al tavolo, poi saluto mia madre che sta riscaldando il mio pranzo e mi sorride amorevolmente, mio padre invece è già partito per andare

in ufficio probabilmente.

Mangio e racconto alle mie due interlocutrici la mia mattinata per poi rifugiarmi in camera mia, che è off limits per tutti.

Accendo il computer e sto un’ora su facebook per poi iniziare a studiare tedesco per la verifica del giorno successivo, che certamente sarà impossibile dato che il prof. ci odia con tutto il cuore.



SIMONE’S POV


Entro in casa che come sempre è deserta peggio del Sahara, poso lo zaino nel salotto e vado in cucina a vedere cosa mi ha lasciato mia madre da mangiare: la solita bistecca con carote, che a

dire la verità iniziano davvero a stufarmi.

Mio padre è in viaggio chissà dove per lavoro e mia madre è già ritornata in ufficio, dove starà fino alle 5 del pomeriggio.

Io ho sempre casa libera poiché i miei non ci sono mai e mio fratello Edoardo è all’università tutta la settimana, ma non riesco a vedere il lato positivo perché fin dalla più tenera età sono sempre

stato solo con la babysitter di turno e a volte con Edo, i miei genitori non c’erano mai e la cosa non ha ancora smesso di pesarmi.

Decido quindi di mangiare in fretta e di andare a trovare Dele per romperle un po’ le scatole e per indagare su questo lumacone che le gira intorno, devo pur difendere la mia migliore amica no?




ADELE’S POV


Dopo aver pranzato come una mucca all’ingrasso vado in camera mia e dico a mamma di non disturbarmi perché voglio stare un po’ in pace e soprattutto da sola, ma le concedo di far entrare sia

Fede che Simo perché sono certa che almeno uno dei due, come tutti i santi giorni, verrà a farsi due risate con me e a fare i cretini.

Accendo il mio portatile e mi connetto su facebook, dove vedo che mi è arrivato un messaggio. Lo apro curiosissima di sapere di chi possa essere, ma me ne pento praticamente

subito:


“Sai vero che ora che ti ho puntata non mi sfuggirai tanto facilmente? Ti avevo già notata, ma avevo altri obiettivi in testa quindi ti avevo lasciata perdere. Quando oggi però mi hai suggerito

ho capito che sarebbe stato meglio lasciar stare il resto e focalizzarmi su di te. Ora che lo so non avrai scampo, riuscirò a conquistarti e confonderti come tu stai facendo con me anche se

inconsapevolmente. A domani, Ludovico.”



Ho letteralmente la bocca spalancata e ho riletto il messaggio una cinquantina di volte almeno, non riesco ancora a credere ai miei occhi.

E’ stato un cretino a scrivermi cose così sfrontate, ma in alcuni punti sembra quasi … dolce.

Insomma, è un donnaiolo e uno stronzo di prima categoria, ma mi ha anche fatto capire che almeno un po’ gli piaccio - forse - e che mi aveva già notata.

Mi sento quasi .. lusingata e poi è innegabile che Ludovico sia un ragazzo davvero bellissimo, insomma: basta vedere come le ragazze gli sbavano dietro e con uno schiocco di dita gli cadano ai

piedi!

Questo però non significa che io sarò una di quelle ochette tutto trucco e niente cervello, mi rifiuto!

Io oltre alla bellezza in una persona guardo anche il carattere e l’atteggiamento e quelli di Mancini non si possono di certo definire esemplari per come si atteggia da Dio disceso in terra.

Cerco di riprendermi dallo stato di shock che quel cretino sfrontato mi ha causato, ma non riesco a pensare ad altro.

Da una parte sono totalmente furiosa visto che mi tratta peggio di un giocattolino usa e getta, ma dall’altra parte sono contenta che un così bel ragazzo mi abbia notata.



Non sono mai stata fidanzata e quasi nessuno in questi anni si è fatto avanti.

Mi ricordo di Giancarlo in prima elementare, che quando ha visto i suoi amichetti avvicinarsi mi ha dato un pugno per salvaguardare la sua reputazione e poi è corso da loro.

Di certo non ho mai avuto fortuna con i ragazzi, che sono tutti stupidi esibizionisti, ma magari questa volta potrebbe andare diversamente..



Ma che diavolo dico?! Diversamente? Con Ludo poi?! Sto diventando sempre più scema giorno per giorno, ma è innegabile che stia diventando per me come una calamita e la cosa mi preoccupa

parecchio.

Sono ancora immersa nel mio mondo quando qualcuno mi tocca una spalla e per lo spavento cado dalla sedia come un sacco di patate.



“Ma sei scemo per caso?” Dico capendo che è Simo, mentre lui si piega in due per le risate vista la caduta che ho fatto.

“Avresti dovuto vederti! Avrei dovuto filmarti e mandarti a paperissima, avremmo vinto sicuramente i 100000 euro!” Dice continuando a ridere fino alle lacrime.


Mentre parla si asciuga una lacrima che gli è caduta per il troppo ridere, ma vedendo la mia faccia a dir poco furibonda mi tende una mano e mi dà una mano ad alzarmi dal pavimento.

Sto di nuovo per insultarlo quando mi accorgo che è seduto al mio posto e sta leggendo qualcosa sul computer.. oh cavolo!


“Non leggere o ti uccido, ti avviso!” Ma è già troppo tardi e la sua sfuriata arriva subito.

“Ma cosa vuole ‘sto cretino? Salta fuori di punto in bianco, ti bacia senza il tuo permesso e pretende pure che tu gli cada ai piedi come una ragazzina in calore? Ma quanto è idiota quel

ragazzo!?”

“Calma Simo.. Fa solo lo sbruffone, ma non è veramente un cattivo ragazzo, credo.”

“Tu però mi prometti che non gli darai corda? – vedendo il mio sguardo perso nel vuoto spalanca gli occhi – Non ti piacerà mica VERO? Non scherzare Dele, non quell’idiota patentato ti prego!”

“Stai tranquillo, non cadrò ai suoi piedi come tutte le altre ochette. Per chi mi hai presa?”

Capisco subito che il mio tono risulta un po’ incerto e Simo, che mi conosce da quando avevamo entrambi il pannolino, lo nota subito.

“Dele senti, non voglio dirti niente, ma per favore fai attenzione a non farti fare del male. Lo sai anche tu che con quel lumacone – sputa l’ultimo termine con ribrezzo –non staresti mai bene

perché in un modo o nell’altro ti farebbe soffrire.”

“Simo ho capito, stai tranquillo. Non sono una sprovveduta e sai anche che io attendo il mio dolce principe azzurro dall’armatura lucente!” Dico sorridendo e Simo sembra sollevato.

Cambio subito discorso per distrarlo e, senza che se ne accorga, spengo il computer e con lui i miei problemi.



Trascorriamo insieme tutto il pomeriggio scherzando e ridendo con il risultato che nessuno dei due fa i propri compiti, ma non mi importa perché Simo è più importante.

Decido di invitarlo a cena e mia madre felice cucina per un intero reggimento; alla sera guardiamo un film e verso le 11 Simo torna a casa sua dato che Amelia, sua madre, lo starà dando per

disperso dato che in genere rientra a casa verso le 10 più o meno.



Corro in camera a fare lo zaino e mando un messaggio a Bea anche se so che non lo leggerà prima di domani mattina.

“Domani devi assolutamente arrivare prima a scuola per farmi copiare tutti i compiti. Ti voglio un mondo di bene, Adele xx”



Mi infilo il pigiama con di pail – anche se siamo ad Aprile – e mi corico sotto le coperte, sperando di non fare sogni strani come quello della notte precedente che ancora non mi ha abbandonata,

soprattutto la bellissima voce di quel misterioso ragazzo. Chissà se incontrerò qualcuno così affascinante anche nella realtà prima o poi.



Ancora non sapevo che i veri problemi per me dovevano ancora iniziare.






Bene, chene pensate? Si sta evolvendo bene la storia secondo voi?

Se siete arrivati fin qui, perchè non lasciate una recensione? :) *faccina da bambi*

Qui sotto vi lascio i link dei personaggi che mi sono immaginata per i protagonisti, ma mi raccomando: se voi avete immaginato altre persone semplicemente ignorate i miei!

Adele:

http://images4.fanpop.com/image/answers/280000/280713_1312716970581_202_300.jpg

Ludovico:

http://www.polyvore.com/cgi/img-thing?.out=jpg&size=l&tid=27987534


Simone:

http://www.fernandoirigoyen.com/resources/penn_badgley/Penn-Badgley-9.jpg


Federica:

http://photos.posh24.com/p/1315990/z/hollywood_celebrity/dianna_agron_long_straight_shi.jpg

Edoardo:

http://www.altezzaepeso.com/images/stories/famosos13/Chace-Crawford.jpg

Luca:

http://31.media.tumblr.com/0809ca1397eb9bbe1b3b3d4e4d0349e4/tumblr_mzd926XQu31sy8i1bo1_250.png

Beatrice:

http://3.bp.blogspot.com/-3PxXH3Ub6LA/UvwZMvSXJlI/AAAAAAAADAA/vVziz9UBoCE/s1600/frangia+lunga+Selena+Gomez.jpg

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Capitolo 5
*** Capitolo V "Che l'inferno abbia inizio" ***


Salve a tutti!  Questo è un capitolo importante perchè per la prima volta apprare *rullo di tamburi*: Mattia! Adele avrà un po' di problemi sia con lui che con Ludo, ma non vi voglio rovinare la sopresa perciò: BUONA LETTURA!




Capitolo V "Che l'inferno abbia inizio"




E’ di nuovo mercoledì e questo significa che è l’inizio della fine: oggi inizia il corso di acquagym e acquabike.



"Che cosa strana il tempo. Va veloce quando vorremmo che rallentasse, sembra eterno quando vorremmo che passasse in fretta."



Ho letto questa bellissima frase su facebook un po’ di tempo fa e non l’ho mai trovata così vera, infatti questa settimana è volata in un’ attimo.

L’ho passata tutta a studiare per le mille verifiche che ho dovuto affrontare o con i miei amici.

 In compenso per mia (s)fortuna non ho più parlato con Ludovico, che però non ha mai smesso un momento di fissarmi assorto o di spogliarmi con gli occhi.

Per questo motivo sono arrossita un miliardo di volte e quando quel cretino patentato se ne è reso conto ha sorriso soddisfatto: non ho fatto altro che ingigantire il suo enorme ego

 maledizione!

Bea ha cercato in tutti i modi di distrarmi da questa situazione, ma a causa del mio imbarazzo permanente non ci è riuscita molto bene.

 Al contrario mio la mia amica invece sembra molto a suo agio a parlare con Luca che dalla partita di calcio non ha smesso un attimo di guardarla e non fa altro che cercare di parlarle con una

 scusa o con un’altra.

 Devo ammettere che insieme sono veramente molto teneri e spero che Luca si faccia avanti presto perché conoscendo Bea lei non farà mai e poi mai il primo passo e dubito anche che accetti

 subito un suo possibile invito perché non si fida molto dei ragazzi anche se non fa altro che ripetere che Luca è diverso.

 Ahhh l’amour.





Arrivo in classe accompagnata dalle note di “Rock me” dei One Direction e prima che me ne possa rendere conto Bea mi è già saltata addosso con una faccia disperata.

“Bea che hai? Stai male per caso?” Le chiedo preoccupata.

“ No no, stai tranquilla. E’ che oggi iniziamo piscina e io non ti posso sostenere perché ho il ciclo.” Mi dice dispiaciuta.

“Cosa!?!? Bea non puoi farmi questo! Hai presente quanto sarà difficile per me muovermi come una cretina davanti a tutti senza la tua presenza. Voglio morire! Anzi no, ho un’idea: dirò alla

 prof. che anche io non posso fare piscina per il tuo stesso motivo. Sono un fottuto genio!”

“No Dele, tu devi partecipare perché sai già che la Calosso si annota tutto e ci permette di saltare le lezioni al massimo due volta, cosa farai quando avrai davvero il ciclo? Eh?”

“Merda Bea, sei una guasta feste! Mi arrendo, ma questa me la paghi sia chiaro!”

Mi rendo conto di aver alzato un po’ troppo la voce perché tutti mi guardano curiosi.

Mi vado a sedere sconfitta al mio posto e sto per aprire il libro di greco per ripassare quando la campanella suona.



Questa settimana so ancora meno greco della scorsa volta perché ieri ero così disperata per oggi che ho trascorso tutto il giorno a lamentarmi e a piangermi addosso con il risultato che se mi

 becca ce l’ho dritto in quel posto.


“Vai volontaria per caso?” Mi chiede Bea preoccupata quanto me.

“Ma che ti sei fumata stamattina? L’erba del cortile per caso? Certo che no, non so niente e se mi pesca sono fregata.”

La Rossi entra con il suo solito sguardo assassino e mi sento sprofondare ancora di più, sembra di cattivo umore e questo non è affatto un bene.

Bea mi guarda ancora più preoccupata e io cerco di farle un sorriso per rassicurarla, ma mi esce solo una smorfia di puro terrore.

Devo cercare di controllarmi, quel mostro capta la paura e se capisce che non ho studiato sono fottuta.


La strega ci dice di stare comodi – che poi non ho mai capito perché ci dobbiamo alzare  tutte le volte che entra un professore, non sono mica la regina Elisabetta II no? – e va a sedersi alla

cattedra.

 Tira fuori il registro e l’astuccio e inizia a parlare:

“Ho saputo che oggi inizierete il corso in piscina, mi raccomando non fate gli animali quali siete e controllatevi. Non vogliamo mica che le persone pensino che voi siete i tipici studenti del

 nostro preziosissimo liceo no? Se solo sento la professoressa Calosso lamentarsi di voi per qualsiasi cosa vi farò passare un anno d’inferno chiaro? E sapete benissimo che non scherzo, anche

 perché sono la vostra amata rappresentante di classe, quindi guai a voi se fate qualche eresia.”



Mentre parla non faccio che pensare a quanto la odio e a quanto vorrei strozzarla con le mie stesse mani, si sente il Dio in terra e ci tratta come deficiente e questo non mi va proprio giù.

 Come diamine si permette di trattarci così?! Animali? Noi? Ok, forse un po’ lo siamo ma non è proprio il caso di insultarci così apertamente!

 Se mi interrogasse ora penso che le sputerei in un occhio perché è vero che sono timida e educata, ma oggi ha proprio superato il limite.

 Poi il mio nome mi rappresenta perfettamente, infatti significa: 
“è tanto coraggiosa e raffinata quanto spietata con chi non rispetta i suoi ideali di giustizia.”

Guardo Bea sconcertata e lei lo è come me, poi mi volto verso i miei compagni: sembrano tutti sconvolti dalle parole della professoressa, ma mi stupisce vedere che anche Luca e Ludo, che in

genere sono piuttosto indifferenti a tutto, sembrino avere un fuoco che arde dentro i loro occhi e questo mi fa molto piacere.

 Magari potremmo andare tutti d’amore e d’accordo ... No mai, con Ludo mai!

Riporto la mia testa giù dalle nuvole in tempo per sentire che la Rossi non mi ha estratta e in un nanosecondo mi rilasso.

L’agitazione mi fa sempre venir voglia di fare la pipì così chiedo - cercando di non essere sgarbata – se posso andare in bagno e aspetto il consenso della stronza.




Faccio tutto il più lentamente possibile per non sopportare troppo la Rossi e poi mi dirigo verso la mia classe.

 Rimango sbalordita quando mi rendo conto che Ludovico è appoggiato al muro lì accanto e quando mi vede viene verso di me.

“Finalmente! Pensavo fossi caduta nella tazza del water!” Mi dice strafottente con il suo solito ghigno.

“Se vuoi solo rompere posso andare allora.”

Detto questo mi incammino, ma quando lo sto per superare mi afferra un polso e mi soffia all’orecchio:

“Non vedo l’ora di vederti in costume anche se credo che non ci sarà molto da osservare visto come sei piazzata.” Dice il ragazzo più stronzo che abbia mai conosciuto.

Immediatamente divento rossa come un pomodoro per l’imbarazzo e per la rabbia e lo trucido con lo sguardo, ma non faccio in tempo a rispondergli per le rime che si è già allontanato.


Lo odio, lo odio, lo odio con tutta me stessa! Come può dirmi una cosa simile!? Tanto più che vorrebbe conquistarmi l’idiota.

E’ proprio vero che la madre degli stupidi è sempre incinta, ma con lui si è proprio impegnata accidenti!
 

Rientro in classe più furibonda di prima e Bea se ne accorge.

“Che è successo?” Mi scrive su un foglio di carta.

“Ludovico è uno stronzo assurdo! Prima mi scrive che mi vuole conquistare e poi mi dice che non avrà niente di bello da guardare oggi che sarà in costume. Lo odio!”

Mentre lo scrivo mi scappa una lacrima di umiliazione, ma la asciugo subito perché non voglio farmi beccare né da Bea né da Ludovico.



La mattinata trascorre a tratti veloce e a tratti inesorabilmente lenta. Voglio solo tornare a casa e non pensare più a niente e a nessuno.

Alla fine dell’intervallo usciamo dal liceo e il bus che ci porterà in piscina è già lì ad aspettarci.

 Il tragitto è breve, dura solo 10 minuti, e poi scendiamo davanti a quella stramaledettissima piscina che sarà il mio incubo per otto settimane.

 Bea rimane nella grande sala vicina all’ingresso con Elisabetta, che ha anche il ciclo, mentre io entro negli spogliatoi con le altre nostre compagne.

Alcune sono felicissime perché finalmente potranno mettersi in mostra, mentre le altre, come me, sono disperate.

 Cerco di pensare a come fare a togliermi da quell’impiccio, ma non mi arriva nessuna illuminazione divina così sono costretta a prepararmi.

 Il costume fa sì che al posto di una seconda scarsa sembra che io abbia una retromarcia e la cuffia mi fa apparire a dir poco orribile.

In compenso l’accappatoio mi protegge da sguardi indiscreti e poco graditi - ovvero quello di Ludo e di tutti gli esseri viventi di sesso opposto che incontrerò -.

Andiamo tutte verso la piscina e io mi sento sempre peggio, ma poi un barlume di speranza mi rallegra un po’.

 Quando sono entrata ho notato che l’istruttrice-arpia che avevamo l’anno scorso ora serve al bar quindi prego tutti i santi del cielo affinché ci sia un’altra ragazza, magari dolce e gentile.

 Probabilmente però chiedo troppo.





Arrivata nella zona adiacente alla piscina mi accorgo che i ragazzi sono dalla parte opposta, ma quando volto il viso lo sguardo di Ludovico si incatena al mio perciò mi volto di spalle e mi stringo

addosso ancora di più l’accappatoi.



Mi guardo in giro e noto che ci sono solo donne anziane oppure ragazze incinte in piscina e in lontananza scorgo alcuni uomini, sui 30 anni, che mi mettono un po’ in soggezione, ma poi mi do
 
della stupida da sola perché di certo non verranno ad osservare un branco di ragazzine delle superiori.

All’improvviso noto che la prof. Calosso sta parlando con un ragazzo che mi dà le spalle e mi chiedo se lei, sposata e con tre figli grandi, ci stia provando, ma poi rido delle mie idee sceme e

capisco che probabilmente è un bagnino e si sta accordando con lui per evitare che una delle mie compagne affoghi anche se stanno facendo acquagym.

La Calosso ci nota e si incammina verso di noi e vedo che il ragazzo si sta voltando per seguirla.



Ci metto un attimo, ma poi mi rendo conto che quello non è un semplice ragazzo, bensì il dio Apollo disceso in direttissima sulla terra per noi.

Avrà circa 20 anni, i capelli neri come la pece un po’ spettinati e degli occhi così verdi da sembrare un prato primaverile.

I tratti del viso sono ben marcati ed è leggermente abbronzato.

Sarà alto probabilmente 1.85/1.90 cm ed è parecchio muscoloso. Lo si capisce dalla maglia blu attillata che indossa e dai paltoncini azzurri che lo fasciano a dovere.

Quel ragazzo è in tutto e per tutto un Dio greco, con o senza sangue immortale nelle vene, e si sta proprio dirigendo verso di noi in questo momento.


Sento le mie compagne squittire come animali in calore e mi vergogno per loro, al contrario io mi sento a disagio e cerco di nascondermi dietro alle altre come posso per non farmi notare.

Spero solo che la prof. ci presenti in fretta il bagnino in modo che se ne vada al più presto.



La Calosso ci raggiunge con Apollo al seguito e ci guarda con aria sognante.

“Ragazze vi presento Mattia, sarà il vostro istruttore per queste otto lezioni. Cercate di essere educate e di ascoltarlo perché da questo corso dipenderà il vostro voto di educazione

 fisica. Ed ora: buona lezione, ci vediamo dopo perché oggi non posso tenervi compagnia.”


Bene, ora posso rillassarmi perché finalmente il ragazzo se ne andrà per i fatti suoi  e arriverà la nostra istruttrice.
 
Un attimo ... un attimo!! La prof. ha detto “istruttore”? Istruttore!? Ma siamo tutti matti? Come può la Calosso permettere che quel gran pezzo di figo sia il nostro istruttore?

Rivoglio l’istruttrice-arpia, la pretendo! Coma diamine farò a non distrarmi e a non morire d’imbarazzo con uno così che mi dice di muovermi come una cretina?


Mi guardo attorno spaesata e vedo che mentre alcune mie compagne sono sull’orlo dello svenimento per questa notizia “strepitosa” altre sono già partite all’attacco facendo le gatte morte.

Io rimango un po’ in disparte con Alice, Gaia e Rebecca e cerco di farmi piccola piccola fino a scomparire, ma purtroppo non ci riesco nonostante tutti i miei sforzi.


Alzo lo sguardo per vedere se intano le altri si sono già incamminate, ma noto con mio stupore che Mattia mi sta guardando o forse è solo una mia impressione, ma mi sento a disagio lo stesso e
 
arrossisco quindi per non farmi sgamare distolgo immediatamente lo sguardo e intervengo a caso nel discorso delle mi compagne.

Mi sento ancora osservata, ma sono certa che sia solo un brutto scherzo che il mio cervello bacato e masochista mi sta tirando perciò cerco di non farci caso.


Sono disperata a livelli inimmaginabili e prego Dio e tutti i santi del paradiso perché mi svegli nel mio letto caldo scoprendo così che è stato solo un incubo.


L’ho già detto però che sono sfigata no? Infatti è tutto vero e con mio sommo dispiacere devo sbrigarmi a raggiungere le altre che stanno già per entrare in piscina.


Bene, che l’inferno abbia inizio, ma ti prego Signore: fa che non sia così terribile come immagino perché rischio di morire e sono ancora troppo giovane no? 





Bene bene, è così anche il bellissimo Mattia è apparso. D'ora in poi la vita di Adele cambierà e solo leggendo potrete scoprire come quindi vi aspetto al capitolo VI: "E guerra sia".



Qui vi lascio il link per vedere il mio Mattia, spero piaccia anche a voi perchè personalmente lo amo in tutto e per tutto.

Mattia
http://stainweb.altervista.org/_altervista_ht/adam-gregory.jpg

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Capitolo 6
*** Capitolo VI "E guerra sia" ***


Hey, questo capitolo è piuttosto lungo ed è anche uno dei miei preferiti. Il mondo di Adele va a scontrarsi con quello di  Mattia e per ora posso solo anticiparvi questo. Per capirne di più leggete e poi ditemi che ne pensate.
Ci vediamo più giù!




Rebecca, Gaia, Alice ed io corriamo verso le altre che si stanno già immergendo in acqua e dato che la sfortuna mi perseguita per poco non volo in piscina dato che sono scivolata su una pozza

d’acqua, ma grazie al cielo Ali mi ha aiutata.


Cacchio, iniziare con queste figure di merda allucinante non è promettente!


Ci precipitiamo tutte e quattro alla panchina di plastica per appoggiare gli accappatoi e poi ci dirigiamo verso il bordo della piscina, questa volta però non corro per sicurezza.

Guardiamo un po' spaesate le nostre compagne, ma loro sono così prese da Mattia che non si sono neppure rese conto della nostra assenza e, speriamo, della mia figuraccia.

Anche lui però, che dovrebbe essere responsabile, è troppo preso dalla loro corte spietata per rendersi conto che non siamo ancora in acqua o che per poco non mi ammazzo.



Infastidita e turbata per ciò che dovrò fare per la prossima ora entro in acqua e mi trascino vicino Alice che è essenziale data l’assenza di Bea e perché anche lei come me odia tutta questa

situazione assurda.

Guardo speranzosa  l’orologio della piscina, ma purtroppo capisco che sono solo passati 10 miseri minuti perciò decido di non essere masochista e di non controllare troppo frequentemente l’ora.


Mi volto e noto che probabilmente non inizieremo presto la lezione dato che le oche sono tutte al bordo della piscina e intrattengono con gesti maliziosi il nostro istruttore che non accenna

minimamente a fermarle e per questo sta perdendo sempre più punti.



Inizio a parlare con Becca e Ali dei compiti per domani e poi, non so come, finiamo a parlare dei ragazzi che stanno facendo nuoto.

“Ma hai visto che Luca sta diventando sempre più figo!?” Mi chiede tutta eccitata Becca.

“Diciamo di si, ma non credo che sia disponibile ...” Rispondo vaga; non voglio che Bea soffra per le troppe fans del suo spasimante.

“Cosa!? Uffa, non è giusto! Avrei voluto provarci.” Mi risponde dispiaciuta.

“Ma per favore! Non ne avresti mai avuto il coraggio, sei troppo timida!” Le fa notare Alice, che è la solita pragmatica.

“E’ vero, ma permettimi almeno di sognare un po’, sei la solita rompiscatole! Cambiando soggetto, Dele devi dirmi qualcosa?” Mi chiede con un ghigno malizioso e un po’ intimidatorio.

“Io? E cosa dovrei dirti?” Le chiedo spaesata, anche se sospetto ciò che sta per dirmi.

“Ludo ultimamente ti lancia certe occhiate di fuoco ... Sembra che ti voglia spogliare con gli occhi.” Mi racconta con un ghigno poco rassicurante la mia amica.



“Ragazze ora basta, dobbiamo iniziare la lezione! Disponetevi in modo decente altrimenti rischiate di farvi del male muovendovi.” Urla Mattia, salvandomi da Alice che quando vuole sa essere

molto persuasiva.

Con questo suo intervento ha inconsapevolmente acquistato un paio di punti.

“Forza ragazze, fate in fretta o non vi mando dall’idromassaggio alla fine!” Ci dice e le mie compagne, superficiali quali sono,  si affrettano a mettersi al porprio posto come se non poter  andare

là segnasse la fine del loro ottuso mondo, mentre sul volto di Mattia si forma una strana smorfia che non riesco a decifrare.

“Bene, ora iniziamo con dei movimenti semplici semplici che potete fare tranquillamente anche se siete poco coordinate, così evitiamo che qualcuno si faccia male.” Dice mandandomi uno

sguardo saccente.


No, ma dico: come si permette!? E' vero che sono un po’ goffa e prima per poco non mi sfracello nella vasca, ma non mi sembra il caso di guardarmi come se fossi un’idiota senza equilibrio.

I suoi punti ora sono sotto zero, in compenso mi rendo conto che si è accorto della mia figuraccia e arrossisco per l’imbarazzo.



Lo guardo di sbieco e lo fulmino con gli occhi: al diavolo l’imbarazzo e la timidezza!

Non può trattarmi da deficiente, anche perché ho fatto danza moderna per quattro anni e la coordinazione di certo non mi manca.

E’ solo che quando mi sento a disagio divento goffa e lui di certo non mi sta aiutando!

“Allora: iniziamo aprendo braccia e gambe in contemporanea per poi richiuderle subito dopo. Capito?”

Ci guarda come se fossimo senza cervello e questo, nonostante sia corretto per certe mie compagne, mi offende e sortisce lo stesso effetto anche su Becca, Ali e Gaia che mi

guardano con un sopracciglio alzato come se potessi dare loro delle spiegazioni.

Io mi limito ad alzare le spalle come per dire “Non so perché faccia così” e inizio a fare ciò che Mattia ci ha detto.




Il primo quarto d’ora passa così: facendo movimenti idioti e ridicoli che non servono neppure a riscaldarci.

Nonostante ciò le oche vicine a me non fanno altro che lamentarsi per gli eccessivi sforzi - no ma dico: stiamo scherzando!? - e questo aumenta la certezza di Mattia che siamo un branco di

cretinette e quindi ci tratta come tali.

Inizio seriamente a stancarmi di tutto, delle mie stupide compagne superficiale e di Mattia.



Guardo con una faccia sofferente le mie amiche e loro sospirano per farmi capire che siamo sulla stessa barca.

Questa lezione si sta rivelando un disastro sotto ogni punto di vista:

1 L’istruttore è un pallone gonfiato che ha un atteggiamento troppo altezzoso per i miei gusti,

2 Bea non è qui per sostenermi,

3 Per poco non mi ammazzo in piscina e ho fatto una figura di merda, sicuramentela prima di una lunga serie conoscendomi,

4 Il tempo sembra non passare.



Sbuffo irritata perché so che questa è solo la prima lezione di otto e in più devo anche affrontare acquabike che è molto peggio di acquagym.

“Non sei obbligata a restare qui se non vuoi.” Sento dire a Mattia e curiosa delle sue parole alzo lo sguardo per capire a chi sono rivolte.


Non l’avessi mai più fatto! Mattia si sta riferendo proprio a me e mi guarda piuttosto male.


“Io?” Chiedo sgranando gli occhi.

“E chi altro se no? Sei tu quella scocciata che sbuffa. Guarda che se non ti interessa la lezione nessuno ti obbliga a restare sai?” Mi dice strafottente.


Corrugo la fronte sconcertata: cosa gli ho fatto di male per farlo parlare così? Ho sempre fatto tutto ciò che ha detto senza lamentarmi e il mio sbuffo era generale, non volevo mica farlo

arrabbiare!


“Ma veramente io ...” Tento di parlare, ma quel buzzurro mi interrompe.

“Vuoi che chiami la Calosso o intendi lavorare?” Mi chiede con un ghigno soddisfatto.


E’ ufficiale: inizio seriamente ad odiare questo ragazzo!


“Ma veramente io starei lavorando!” Dico sprezzante in un momento di rabbia pura.

Mi pento subito del mio tono, ma quando vedo la sua faccia scioccata la vergogna per la mia maleducazione passa e sorrido strafottente.

Mattia lo nota e mi guarda in modo strano: un misto fra rabbia, stupore e divertimento.

“Bene possiamo riprendere e guai a chi osa interrompere la lezione!”

Mi lancia uno sguardo di rimprovero e ci ordina subito di fare un'altro movimento.

Lo guardo sconcertata perché è ovvio che non abbia fatto nulla, ma lui non si scompone.




Dopo una decina di minuti mi sento chiamare da Ali, che è vicina a me.

“Dele, Mattia non fa altro che guardarti male e quando ci dice cosa fare mi sembra che ti guardi in modo strafottente e ti faccia il verso. Ma lo conoscevi già? Che cavolo gli hai fatto?”

“Io non lo conosco e tanto meno gli ho fatto o detto qualcosa! Per te sono stata maleducata in qualche modo?”

“No, hai solo fatto bene a rispondergli per le rime. Per me se la tira troppo e poi che senso ha prendersela solo con te? Per cosa poi?”

“Infatti! E’ solo un cazzone!”
 Dico fra i denti per non farmi sentire dal diretto interessato e per non peggiorare ulteriormente la situazione.

Non ho mai risposto così a qualcuno che neppure conosco, ma di certo non mi è mai capitato di incontrare nessuno così ... così ... così accidenti!

Solo Ludo si avvicina a Mattia: belli e stronzi entrambi!



Chissà che sta facendo Ludo a proposito. No, non mi deve interessare! Non lo voglio più neppure come amico visto il modo in cui mi ha umiliata!



“Bene, potete andare all’idromassaggio per 15 minuti, qui abbiamo finto!”

Cado dalle nuvole e subito mi torna il sorriso per questa bella notizia.


“Tu ci vai?” Chiedo ad Ali.

“Si, tanto non mi faccio la doccia qui.” Dice con una faccia schifata.

“Ok, allora ci vediamo negli spogliatoi.” Le spiego, felice di poter fuggire da qui.



Non appena usciamo mi levo la cuffia che mi fa sentire a disagio, mi metto le ciabatte e vado verso il mio accappatoio per riprenderlo.

“Hey tu, aspetta.”

Mi volto, ma preferirei aver tirato dritto perché si tratta di Mattia.

“Si?” Chiedo nel modo più educato che posso.

“Allora la avvisiamo o no la Calosso?” Mi chiede con un ghigno beffardo sul viso.

Faccio una faccia strana probabilmente perché scoppia a ridermi in faccia e per questo sento la rabbia montare rapidamente.

“E perché mai?” Chiedo nascondendo un ringhio.

“Per il tuo comportamento da ragazzina maleducata.”

“Si può sapere cosa vuoi?!”

“Mi sembri tanto una che non vorrebbe una nota disciplinare dalla prof. vero?” Mi chiede sovrappensiero quasi con aria schifata.

“E con ciò? Non devo certamente rendere conto a te!” Sbotto ormai fuori controllo.

“Bene allora la devi smettere.”

“Ma di che diavolo parli!? Io non ho fatto assolutamente niente.” Scandisco bene parola per parola così magari quel celebroleso riesce a capire ciò che dico.

“Ah no?! Ti sembra carino sbuffare e mostrarti annoiata quando uno sta cercando di fare bene il proprio lavoro? E rispondere anche oltretutto?”

“Primo: stavo sbuffando perché non voglio fare questo corso, ma devo e non era rivolto a te in particolare.

Secondo: non mi mostro affatto annoiata, infatti ho svolto tutto ciò che ci hai detto di fare.

Terzo: non voglio mancare di rispetto a nessuno, tanto meno a una persona che non conosco per nulla.

Quarto: siamo realisti, per i primi dieci minuti se non di più non hai fatto altro che assecondare quelle oche e non hai fatto un bel niente.

Quinto: per poco non..” 
Ma mi blocco perché non voglio umiliarmi ulteriormente ricordandogli che stavo per cadere in acqua.

“Quinto: per poco non cadi in acqua perché sei goffa e disattenta.” Mi dice ridendo sotto i baffi.


Come cavolo ha fatto a capire ciò che stavo per dire?


“Poi sono io quella maleducata! Come ti permetti di dire certe cosa a qualcuno di cui non sai neppure il nome?!”

Mi volto per evitare di tirargli un pugno sul quel bel viso, ma lui mi insegue.

“Sai una cosa: mi voglio divertire, non dirò nulla alla tua amata prof.”

“Ti vuoi divertire!? Ma da piccolo sei caduto dal seggiolone e hai battuto la testa per caso?” Gli chiedo furibonda e lui ridacchia, facendomi emettere un ringhio di rabbia.

“Mi  farò parecchie risate nelle prossime sette lezioni.”  Constata come sovrappensiero.


Mi sfotte pure lo stronzo!


“Fai pure, ma ti assicuro che mi divertirò anche io.” Dico con un coraggio e una faccia tosta che non avrei mai pensato mi appartenessero.

Mattia mi guarda male; poverino, pensava che fossi una ragazzina che si lascia mettere i piedi in testa  lui. Ma per favore!

“Vuoi la guerra?” Mi chiede assottigliando gli occhi.

Un brivido mi percorre la schiena, ma non abbasso lo sguardo.

“E guerra sia.” Rispondo, per poi voltarmi immediatamente e incamminarmi verso gli spogliatoi.

Una volta entrata arrossisco violentemente e inizio a respirare in modo accelerato per lo sbigottimento e per la paura.

Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo!? Da quando so tenere così bene testa a qualcuno, a uno sconosciuto poi!?

Faccio una doccia velocissima che non mi serve a nulla e mi rivesto in tempo record; non aspetto le altre e corro subito da Bea perché devo raccontarle tutto e capire se ho davvero fatto o

detto qualcosa che lo possa aver fatto comportare così dato che io non riesco a comprendere il suo comportamento.

Appena esco dagli spogliatoi intravedo la mia amica e le corro incontro, ma poi mi accorgo che c’è anche la Calosso che sta parlando con Mattia, il quale quando mi nota mi indica alla prof.



In cosa mi sono andata a cacciare? E poi non aveva detto che non avrebbe parlato alla Calosso?


Accidenti a me e alla mia linguaccia!





Bene, la guerra tra Adele e Mattia è ufficialmente iniziata! Da qui in poi ci sarà da divertirsi, ma non so se le mie idee vi piacciono oppure no. Parecchie persone stanno leggendo la mia storia e questo mi rende così euforica che mi potrebbero tranquillamente rinchiudere in manicomio però nessuno mi lascia un suo parere, volevo quindi chiedervi per favore di recensire se potete perchè non so se ciò che scrivo vi piace o vi fa schifo! Aspetto con ansia i vostri commenti (belli o brutti non ha importanza purchè mi aiutino a migliorare).
Grazie mille e al prossimo capitolo! 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII "La guerra deve ancora iniziare" ***


Salve a tutti! Dopo quella che mi sembra una vita sono finalmente tornata! Non posso scusarmi abbastanza per il troppo tempo trascorso dall'ultima pubblicazione (MI DISPIACE  MI DISPIACE  MI DISPIACE  MI DISPIACE  MI DISPIACE  MI DISPIACE), ma ho passato un periodo pessimo nella mia vita e ne sono uscita da non molto. L'ispirazione è tornata, così come la voglia di scrivere. Ora sono qui e non posso che prometervi che non me ne andrò più; il capitolo è a mio parere una bomba e si sta avvicinando uno dei momenti clou del racconto. Bando alle ciance, vi lascio alla lettuta. Ci vediamo giù.

Capitolo VII “La guerra deve ancora iniziare”

BEA’S POV

Mi annoio da morire e nonostante ci sia Betta con me non posso far altro che sentirmi in colpa nei confronti di Dele.

So quanto lei odi questa situazione e io non posso esserle di supporto, almeno non come vorrei.

Più volte ho cercato di incrociare il suo sguardo per darle forza, ma non ci sono mai riuscita.

Devo ammettere però che sembra cavarsela piuttosto bene, magari non sempre visto che si è quasi sfracellata al suolo mostrando tutta la sua grazia.

 

 

In quel momento ho notato che Ludo è quasi uscito di corsa dall’acqua vedendo cosa stava succedendo e in qualche modo mi è sembrato davvero

molto preoccupato. In fin dei conti credo sia sincero riguardo ai suoi sentimenti, è semplicemente inesperto.

Vero è che ha avuto molti flirt e non si è fermato solo lì, ma per lui si è sempre solo trattato di storie da una botta e via, dell’amore vero non sa

assolutamente e questo lo mette in crisi, così si comporta da perfetto idiota.

Sono un’ottima osservatrice e non mi sfugge quasi nulla, ricordo perfettamente che il primo giorni di quarta ginnasio l’avevo notato.

E’ un ragazzo stupendo, non potrebbe essere altrimenti. Allora si era guardato in giro e il suo sguardo si era immediatamente soffermato su Adele che

all’epoca era ancora timida e insicura.

Lui però la guardava come se fosse un qualcosa di estremamente raro, da proteggere e so perfettamente che da allora non ha cambiato idea.

Semplicemente le cose non sono andate come tutti avremmo preferito.

 

 

Betta continua a parlarmi, ma io non le presto molta attenzione. Ormai sono partita per la tangente e non faccio altro che guardare Luca che in quel

costume grigio è a dir poco mozzafiato.

Lui ovviamente nota che lo sto fissando come una stalker e mi fa uno di quei suoi sorrisi mozzafiato che mi fanno implodere gli ormoni, già precari di

loro. Continuiamo così per tutta l’ora di lezione e per questo più volte viene ripreso dal suo istruttore.

Il tempo passa relativamente in fretta e finalmente vedo Adele uscire dall’acqua; dalla sua espressione  capisco che non vedeva l’ora. Stranamente

l’istruttore la segue e finalmente lo vedo da vicino.

 

 Dio santo che gran pezzo di fusto, penso che per le prossime sette lezioni mi sentirò mancare ogni trenta secondi. Potrebbe benissimo essere uno di

quei modelli perfetti di Abercrombie.

Sembra stiano litigando, ma mi sembra molto strano: cosa potrebbe mai essere successo?!

E’ sempre così: vai a scuola e non succede assolutamente nulla, manchi un giorno e scopri che il preside si è buttato dal tetto, il bidello ha lavato il 

pavimento in mutande e la prof. di arte ha improvvisato uno strip in corridoio durante l’intervallo.

 

Vedo la mia amica camminare velocemente verso gli spogliatoi sconvolta, mentre l’Apollo dei poveri si dirige verso il bar. Esattamente dove siamo

io,Betta e.. la prof! Accidenti, che ha combinato quella pirla di Dele!?

 

Il tizio, che ora come ora mi sta altamente sulle palle, arriva tutto felice e chiama la prof.

“Dimmi Mattia! E’ successo qualcosa per caso?”  Chiede la Calosso.

 “Non esattamente. C’è una ragazza che non lavora molto e volevo parlarne con te.”

ADELE’S POV 

    

“C’è una ragazza che non lavora molto e volevo parlarne con te.”

Merda merda merda merda.

Non sono ancora uscita dagli spogliatoi che sento queste parole, pronunciate dal mio diavolo personale. Alzo lo sguardo e lo vedo indicarmi, mentre la

Calosso mi guarda in modo indecifrabile.

Non aveva detto che sarebbe stato zitto!? Oltre ad essere stronzo allora è pure bugiardo, di bene in meglio.

Merda merda merda merda

Mi avvicino velocemente a Bea, ma: “Adele, puoi venire un attimo per favore?” Mi chiama la prof e vedo Mattia sorridere soddisfatto, ora sa il mio

stramaledettissimo nome.

“Mi dica prof…”

“E’ lei la ragazza? Sei sicuro?” Chiede rivolta a Mattia.

“Quella che le stava vicina, non la vedo qui.”

“Chi avevi accanto durante la lezione Adele?”

“Ehm, direi Alice. Mi scusi, ma perché?”

Sono sempre più confusa e non riesco a capirci nulla: la Calosso mi guarda sempre in modo strano, Mattia mi guarda vittorioso perché sa che sono un

misto di terrore e confusione, Bea mi guarda preoccupata mentre Alice, che sta uscendo ora dagli spogliatoi ignara di tutto, ci guarda incuriosita.

“Rossetti, vieni qui un atto. Devo parlarti.” Chiama Alice, che immediatamente diventa bianca come un lenzuolo.

“E’ vero che non lavori? Non mi sta affatto bene. Non mi hai mai dato problemi e non vorrei iniziassi ora. Se qualcosa non ti va bene parlamene

pure apertamente, ma non essere sfaticata. Vieni andiamo a parlare di là e non preoccuparti. Devo solo capire cosa non sta funzionando.”

Sono sconvolta: quindi quel cretino non ha davvero detto nulla riguardo a me …

“Tutto bene Adele?” Mi chiede Mattia, calcando parecchio sul mio nome.

“Sto da Dio, Mattia. Ora però mi devi spiegare perché hai messo nei casini Alice!”

“Semplicemente perché non ha lavorato adeguatamente. Non è un fatto personale.” Dice con un sogghigno che non mi piace affatto.

“Non per dire, ma le oche hanno fatto anche meno per la loro paura idiota di rompersi un’unghia – dico in tono sprezzante – Peccato che però loro

abbiano due salvagenti incorporati e di certo non ti dà fastidio vero? Così stai zitto, almeno avrai questo spettacolino personale per altre sette

lezioni. Mi fai quasi schifo, anzi leviamo pure il quasi.”

Mattia mi guarda sconvolto, ma in qualche modo divertiti e soddisfatto. Sapeva che non sarei stata zitta e che il suo comportamento avrebbe tirato fuori

tutta la mia grinta.

“Senti tigre, delle tua accuse non me ne faccio un bel niente. La tua amica non ha lavorato a dovere ed è mio compito riferire alla Calosso questo

genere di cose. Ringrazia la mia pazienza dato che non faccio lo stesso con te e riguardo al mio spettacolino personale, come tu lo definisci, ti

assicuro che non è formato da quelle quattro galline. Sono interessato a tutt’altro.” Dice lanciandomi uno sguardo più che eloquente che mi fa

arrossire violentemente.

Questa mia reazione lo fa sorridere in modo quasi sincero e prima di andarsene aggiunge: “Attendo con ansia la prossima settimana e ah, tieni a

bada quel ragazzino.”

Mi giro verso il posto che stava fissando fino ad un attimo prima di andarsene e noto Ludo, che sembra un mastino con la rabbia pronto ad attaccare.

Vedendo che lo sto osservando si alza dalla sedia e mi viene incontro.

“Che diamine voleva quel tizio!?”

“Ludo stai calmo, non è successo nulla. E’ uno stronzo e basta”

“Ti ha fatto qualcosa? Giuro che lo ammazzo.”

“Non mi ha fatto nulla, davvero. Solo sette lezioni, forse anche meno, e non lo vedrò mai più, grazie a Dio.”

“Prima stavi per cadere, ti ha guardata e non ha fatto un cazzo. Che razza di un istruttore è?! Ragazzo senza palle …”

“Hai visto che stavo cadendo?” Non so perché ma il fatto che se ne sia accorto e che si sia in qualche modo preoccupato mi fa sentire una strana

sensazione nello stomaco. Dio, perché tutte a me?

“No ehm ecco. E’ stato un caso … O al diavolo, è vero… e devo dire anche che in costume non rendi male. Mi aspettavo peggio.” Dice


sogghignando, è tornato il solito strafottente Ludo. Vederlo imbarazzato però è stato impagabile.

“Lo sai vero che non è il modo migliore per provarci?” Sono stanca di stare zitta e subire, come ho tenuto testa a Mattia posso farlo anche con lui.

Mancini incassa il colpo e non perde tempo a ribattere: “Certo, ma chi ti dice che ci stia davvero provando?”

“O che palle. Sei intollerabile. Hai degli sbalzi d’umore peggio di una donna incinta con gli ormoni impazziti.” Dico ridacchiando, in fondo è pur

sempre un ragazzo. Non posso mica pretendere chissà che.

Ludovico ride, ride veramente di gusto per la prima volta da quando ci conosciamo e il fatto che lo abbia fatto ridere io mi rende orgogliosa.

Improvvisamente inizio a ridere anche io e sembriamo due folli, ma non me ne preoccupo.

Mancini si avvicina e mi sussurra in un orecchio: “Sei fottutamente adorabile. Accidenti a te Dele.”

E’ la prima volta che mi chiama così e ha un effetto devastante su di me, la vicinanza poi non aiuta affatto.

Mi dà un bacio terribilmente vicino alle labbra e io rimango pietrificata, le guance in fiamme. Potrei morire.

Intravedo Bea sussultare sorridente, Luca sorridere soddisfatto, le mie compagne rodere di invidia, la prof. far finta di nulla e Mattia.. o la sua reazione è

stata estremamente soddisfacente.

Occhi di fuoco, mani strette a pugno, corpo teso e un piccolo sogghigno combattivo, come per dire: “La guerra deve ancora iniziare.”



Eccomi qui! Allora, cosa ne pensate? Vi ho stupiti oppure vi aspettavate accadesse qualcosa del genere? Questo è solo l'inizio e a mano a mano il racconto diverrà sempre più intenso e

ricco di avvenimenti, per non parlare dei colpi di scena! Bene, il prossimo capitolo è già stato scritto ed è quasi pronto per essere pubblicato. Voi nel frattempo che ne direste di lasciarmi

un vostro pensiero, un commento o anche farmi delle domande? Io sono qui per questo e non potete nemmeno immaginare quanto sarei felice nello scoprire che qualcuno ha recensito.

Fatelo quindi se potete e fate felice una piccola anima!! A presto,

Laura.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII "Ti odio ... o forse semplicemente mi piaci!" ***


Hola chicas! Come promesso eccomi qui con un nuovo capitolo che vi assicurò sarà sconvolegente.

Spero vi piaccia, a più giù.

Capitolo VIII “Ti odio … o forse semplicemente mi piaci!”

Nonostante tutto quello che è successo è come se per gli altri nulla fosse accaduto, ognuno vive la proprio vita normalmente senza prestare davvero attenzione a quelle altrui.

Mi sento in balia del destino, come se fossi impotente di fronte al mondo, ma mi rifiuto di non agire; è passato quel tempo in cui ero timida e insicura, incapace di impormi alle persone e agli avvenimenti: io sono padrona del mio destino.

Qualsiasi cosa accadrà la affronterò con intelligenza, senza farmi travolgere.

 

Sono con Simo e Fede nella mia stanza a parlare del più e del meno quando il mio cellulare inizia a suonare al ritmo di “Good girls are bad girls” dei fantastici 5sos. Mi catapulto giù dal letto e rispondo senza nemmeno guardare chi mi sta chiamando convinta si tratti di Bea, in cerca di aiuto visto che domani sarà interrogata di inglese.

“Pronto?” Rispondo decisa.

Dele, pensavo avresti fatto più resistenza a rispondere sai?” Mi dice  ridacchiando un’inconfondibile voce maschile.

“Mancini, Sei tu? Che caspita vuoi? Pensavo fosse Bea!”

Simo si è quasi strozzato con la saliva e Fede, affannata, cerca di aiutarlo.

“No cara, sono un figone dal quale tutte vorrebbero una chiamata.”

“Ma fammi il piacere. Ora riattacco giuro!”

Simo si è misteriosamente ripreso di botto e sorride soddisfatto, Fede lo guarda scocciata.

“No no no,scusa scusa. Ti ho chiamata per un motivo importante giuro!”

“Sarebbe a dire? Non ho tempo da perdere con elementi come te Ludo …” Non sono nemmeno convinta delle mie stesse parole e la cosa sta diventando preoccupante.

“Sai che domani Bea è interrogata di inglese? Ecco anche io e ho bisogno di un 8 per recuperare lo scorso 4. So che tu vai da Dio in questa materia e mi chiedevo se potessi aiutarmi …”

“Oddio ti hanno fatto il lavaggio del cervello, aiuto aiuto. Chiamate un’ambulanza vi prego!” Dico in tono sarcastico, al che i miei amici ormai allarmati mi guardano malissimo.

“Ti prego Adele, ne ho davvero davvero bisogno e di certo non chiamerò la Oberto cazzo!”

“Primo: datti una calmata, secondo: non dire parolacce ogni trenta secondi, terzo: va bene, ma come facciamo, per telefono?”

“Io non dico par … o grazie grazie grazie grazie mille!! No per telefono non ci capirei un ca … ppero.Va bene se sono da te tra tipo un quarto d’ora?”

“Oh ehm, si va bene. Sai dove abito?”

“Sì sì, tranquilla. A dopo, ciao!” Dice e riaggancia, senza nemmeno darmi il tempo di salutarlo.

 

“Adele dimmi che non è come penso, ti imploro.” Mi chiede Simone, non molto contento.

“Falla finita e lasciala in pace, noi ora ce ne andiamo e torniamo stasera dopo cena per sapere tutti i dettagli. Ciao ciao!” Dice Fede prendendo Simo per un orecchio e sparendo dietro la porta.

 

In tredici minuti esatti Ludovico arriva a casa mia e suona il campanello, pessima mossa.

Mia madre accorre tutta felice e vedendolo fa uno dei suoi spaventosi sogghigni soddisfatti, mi ricordano quelli di qualcun’altro …

“Entra pure caro, Adele è in camera sua. Secondo piano, seconda porta a destra. Vai tranquillo!”

“No mamma, sono qui veramente. Ciao Ludo!”

“Ciao …” Ludovico imbarazzato per la seconda volta, una delizia per gli occhi.

“Vieni vieni.”  Gli dico con una certa urgenza nella voce.

“Salve signora …” Saluta lui mia madre avvicinandosi a me con cautela, come una tigre in gabbia.

“A dopo, Ludovico.” Risponde mia madre con un tono di chi sa tutto anche se nessuno gli dice nulla.

Maledizione, dopo mi toccherà spiegarle un paio di cosucce.

 

“Allora Mr-senza-il-tuo-santo-aiuto-sono-fottuto, da dove vogliamo iniziare?”

“Carina camera tua … Me l’aspettavo più infantile” Mi dice sorridendo.

“No, quella fase l’ho accantonata circa 5 anni fa, sai com’è.” Sono solo 5 mesi, ma dettagli.

“Quindi mi aiuterai davvero?”
“No guarda, ti ho fatto venire fin qui solo per farti conoscere mia madre, in un modo alquanto imbarazzante, per poi mandarti via. Certo, idiota! Vogliamo iniziare?”

“Va bene, va bene. Chi è la donna incinta ora?!”
“Te ne sei ricordato …!?”

“Certo, di te non mi scordo nulla. Non potrei nemmeno volendo.”

Panico, stupore, imbarazzo, soddisfazione, orgoglio, felicità. 

“Ok … Iniziamo da Poe?”

“Perfetto.”

 

Abbiamo studiato per tre infinite ore, ma Ludo è stato spettacolare e penso che gli argomenti fossero già anche di sua competenza, per la maggior parte.

“Mi stai prendendo in giro, me lo sento …” Dico sovrappensiero, alla fine.

“Come? Assolutamente no! Che poi, per cosa?” L’espressione confusa di Mancini è un qualcosa di straordinario.

 

Come diamine fa ad essere bello anche con certe espressioni!? Io sembro un lama sdentato santo cielo!

 

“Per tutto. Avevi già studiato, non ti interesso davvero, le cose le sai …” In che casino mi sto cacciando, ca … ppero.

“E’ vero, avevo già studiato, ma mi hai aiutato davvero tanto. Hai risolto moltissimi miei dubbi.     Poi … mi interessi davvero,non so nemmeno perché io te lo stia dicendo, ma mi piaci sul serio, temo. Anzi no, ne sono certo. Ti chiedo quindi di pensarci. So che non hai alcuna esperienza – mi sento morire, perché lo sa?! – e non voglio pressarti, ma almeno pensaci. Sono serio, non avere paura del contrario e per una volta lasciati andare, provaci. Dammi una possibilità.”

“Io … Non so cosa dirti, giuro. Una cosa per certo la so però: in questo periodo sono confusa ed è colpa tua, maledizione. Ti penso anche quando non dovrei, mi chiedo cosa faresti al posto mio in determinate situazioni, mi confondi. Ti odio … o forse semplicemente mi piaci!” Ho sputato fuori tutto d’un fiato, pentendomene un momento dopo. Non ci avevo mai neppure riflettuto su davvero, eppure sentivo come un doloroso bisogno di dire quelle parole.

 

 La verità mi travolge come un treno in corsa: Ludovico Mancini mi piace.          

 

Lui è sconvolto, ma i suoi occhi brillano come mai li avevo visti fare prima.

Ad un certo punto si sporge dalla sedia e mi stringe forte a sé, come se avesse bisogno di una conferma, come se io fossi la sua ancora in un momento di tempesta.

Siamo rimasti così per non so quanto tempo, l’uno stretto all’altra in pace con  noi stessi.

Dopo un tempo che mi è sembrato infinito si stacca e mi guarda intensamente, come per chiedermi il permesso di baciarmi. Il mio primo bacio.

“Ludo, sarà un disastro. Non ho mai baciato nessuno, non ti piacerà e farò un casino e ti farò schifo io e …”

“Shhh silenzio. E’ impossibile che una cosa del genere accada; mi piaci ogni giorno di più dal primo giorno di quarta ginnasio. Ho aspettato così tanto perché questo accadesse ed ora è vero. Parli del tuo primo bacio come se fosse una problema, ma non è affatto così. Sono due anni che ti osservo e che chiedo agli altri se hai un ragazzo, uno che ti sta dietro o che so io. Tutto per il terrore che qualcun’altro potesse fare quello che io agognavo e non potevo avere. E’ un onore poter avere il tuo primo bacio e nemmeno te ne accorgi. Mi stai facendo il più bel regalo che io abbia mai ricevuto.”

Dice e senza lasciarmi rispondere mi si avvicina e posa le sue labbra sulle mie.

Pensavo che in un momento del genere avrei avuto mille pensieri in testa: “Cosa devo fare, come mi devo comportare …” ma niente di tutto questo è vero. Tutto viene naturale.

Prima baci delicati e poi sempre più desiderosi e passionali. Mi sento dannatamente felice e desiderata, come se sentissi il bisogno di restare attaccata a lui per il mio ossigeno personale.

Sicuramente faccio qualcosa di sbagliato, è normale, ma non me ne preoccupo. Gli piaccio per quello che sono: nonostante il mio carattere schifoso, il mio fisico poco prorompente, la mia inesperienza e non solo. Gli piaccio e lui piace dannatamente tanto anche a me.

 

Non so per quanto tempo ci baciamo, ma non è abbastanza. Mi stacco con il respiro affannato e in preda ad un assurdo imbarazzo nascondo il viso tra le mani, come per nascondermi.

 

E’ stato meraviglioso e voglio rifarlo ora, per sempre. Senza smettere mai.

“Sei stata fantastica, giuro. Non sto mentendo. Avevi già baciato qualcuno?” Mi chiede sornione.

“Idiota. Ho fatto un casino … ma apprezzo lo sforzo. Grazie, di tutto!” Dico sorridendo.

Lui mi fa alzare dalla mia sedia e mi mette a cavalcioni su di lui. Che imbarazzo,eppure è così nuovo ed eccitante.

“Vuoi provare a uscire con me quindi?” Mi chiede speranzoso.
“Pensavo fosse scontato.”
Dico e con l’adrenalina ancora in circolo gli prendo il viso tra le mani e lo avvicino al mio, baciandolo.

Eccomi qui! Allora che ne dite? Siete sconvolte oppure in qualche modo ve lo aspettavate? Cosa succederà in futuro nelle vite dei nostri protagonisti? Ovviamente per scoprirlo dovrete continuare a leggere!

Ora però siamo seri, devo darvi un annuncio: questa domenica partirò per Dublino dove starò per due settimane, di conseguenza non potrò pubblicare prima del mio ritorno.

Il prossimo capitolo però è già pronto quindi come metterò piede a casa la prima cosa che farò sarà pubblicarlo.

Che ne dite quindi in queste settimane di commentare e recensire, per dirmi  cosa ne pensate, darmi suggerimenti e opinioni o per farmi delle domande? Risponderò il prima possibile a tutti, promesso.

Come incentivo e regalo per l'attesa forzata vi lascio qui uno spoiler sul prossimo capitolo ;)


Dal capitolo IX “Se giudichi le persone non hai il tempo di amarle”:

"[...] Mi sono reso conto che mi hai completamente fottuto il cervello e pure gran parte del cuore.” Sputo fuori tutto d’un fiato.

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Capitolo 9
*** Capitolo IX "Se giudichi le persone non hai il tempo di amarle" ***


Eccomi qua! Non ho pubblicato ieri perchè problemi importanti me l'hanno impedito, ma per voi mi sono sforzata e l'ho fatto ora. 

Vi lascio allo sfavillante capitolo, a più giù.

“Se giudichi le persone non hai il tempo di amarle.”

Non ho mai davvero capito questa frase fino a che non mi sono presa una cotta stratosferica per Ludo.

L’ho sempre ritenuto  il classico bello e stronzo che si diverte a giocare con i sentimenti degli altri, quello che si passa una diversa a serata e anche di più.

In parte è vero, il suo comportamento non è certo mai stato quello di un santo immacolato, però tutto ha una spiegazione e io l’ho semplicemente ignorata; sono un’ipocrita, detesto che le persone giudichino gli altri quando in realtà sono come tutti e lo faccio anche io.

Di certo però il mio mondo è cambiato da giovedì scorso in maniera quasi totale: giovedì ho dato il mio primo bacio, ho realizzato di piacere a Ludo, che lui piace a me,non sono più single o almeno credo …

 

“La smetti di sognare ad occhi aperti? Sei così fastidiosamente mielosa.” Ridacchia Bea.

“Io non sogno ad occhi aperti, stavo solo pensando …”

“Cosa ti preoccupa?”

“Ti detesto, mi capisci senza nemmeno il bisogno di parlare. Non sono proprio preoccupata, solo che non so bene cosa siamo io e Mancini.”

“Smettila di chiamarlo così innanzi tutto. Lo so che le abitudini sono dure a morire, ma così non va. Comunque cosa intendi?”

“Ci siamo dichiarati, diciamo, siamo usciti tutta la settimana insieme, ma non siamo davvero fidanzati no?”

“Beh, non tecnicamente, ma in pratica siete la tipica coppietta felice. Dovreste parlarne.”
“Non voglio sembrare opprimente, ci manca solo che lo faccio scappare a gambe legate prima ancora che tutto inizi.”

“Allerta, ore dodici ore dodici. Nemico in arrivo con tanto di rinforzi.”

“Bea, che diamine vai dicendo?!”

Non faccio in tempo a girarmi del tutto per vedere che la fonte dei miei problemi e Luca sono davanti ai nostri banchi tutti sorridenti.

“Dele, posso parlarti un attimo?” Mi chiede Ludo.

“Sì certo …”

Ora, io di certo non ho esperienza, ma il fatto che sembri nervoso e che mi “abbia chiesto di parlare” non promettono proprio nulla di buono.

 

BEA’S POV

Sento la mia amica muoversi agitata sulla sedia e le stringo una gamba per rassicurarla. Sono quasi certa che Mancini voglia farle la fatidica domanda, ma lei che è la personificazione della negatività non sembra averlo capito, anzi: temo pensi tutt’altro.

“Posso sedermi vicino a te? Almeno ci teniamo compagnia mentre quei due si fidanzano e figliano nella stanza davanti ai bagni.” Dice ridacchiando Luca.

Ecco che le mie idee vengono confermate.

“Certo. Che mi racconti?”

“Niente di che, il solito. A parte il fatto che Ludo in questa settimana è ufficialmente partito per la tangente e parla sempre solo di Dele e di quanto sia magnifica, bella, simpatica, dolce e bla bla bla. Sta diventando pesante.”

“Diciamo che lei non è da meno! Almeno però ce l’hanno fatta. Ci hanno messo due cavolo di anni a comprende i loro sentimenti, ma ci sono finalmente riusciti.”

“Ecco, a proposito di capire i sentimenti …”

Oddio oddio oddio. Non ci posso credere, non può essere.

Ci parliamo molto spesso su Whatsapp, ma non pensavo avesse capito di piacermi.

Merda merda merda

Ora mi dirà di non preoccuparmi, ma che non ricambia e di essere meno assillante.

“In realtà dovrei dirti una cosa.” Mi dice con un’espressione terribilmente seria.

No ma guarda che non è il caso di preoccuparsi. Ormai loro sono a posto e dobbiamo solo sostenerli. Scusami ora ma vedo che Becca mi sta chiamando, vado da lei.” Dico alzandomi e fuggo.

“No ma io …” Cerca di dire Luca, ma io sono già lontana.

 Sono una codarda.

 

 

LUDO’S POV

Mi sento un completo idiota, sto sudando freddo e non riesco a stare fermo.

Mai e poi mai avrei pensato di potermi ridurre così, come il protagonista idiota e pappamolla del film che ho visto con Adele sabato sera.

Mi sono scritto il discorso e l’ho imparato a memoria a forza di leggerlo e rileggererlo in continuazione.

Ho pure fatto le prove con Luca; Dio, mi faccio terribilmente pietà da solo. Sono pessimo.

Non riesco neppure a guardare Dele in faccia, mi vergogno come un cane.

“Senti mi sto agitando. Ti prego parla o rischio di morire d’infarto qui.” Mi dice lei piuttosto irritata e pure bianca in volto.

Oddio non penserà mica che …

“Non ti sto affatto per scaricare, se è questo che pensi!”

La vedo immediatamente riprendere colore.

Inizia ad agitarsi, ha captato sicuramente qualcosa.

“Allora … Senti, al diavolo quel discorso di merda che ho scritto. Mi invento tutto sul momento. In questa settimana siamo stati praticamente sempre insieme, abbiamo scherzato, guardato film, camminato per chilometri senza stancarci, ci siamo baciati tanto da rimanere senza fiato e mi sono reso conto che mi hai completamente fottuto il cervello e pure gran parte del cuore.” Sputo fuori tutto d’un fiato.

Vede Dele rimanere letteralmente a bocca aperta e mi sfugge un sorriso.

 Lei se ne accorge e ricambia; i suoi occhi iniziano  a brillare e credo siano lo specchio dei miei.

“Mi sento un mocciosetto delle elementari, ma devo chiedertelo: vuoi essere la mia ragazza?”

“Pensavo non me lo avresti mai chiesto.” E’ la sua unica risposta.

Sto per parlare quando mi salta letteralmente in braccio e mi bacia facendomi sbattere al muro.

Capovolgo le posizioni e ora è lei attaccata alla parete fredda della stanzetta in cui ci siamo infilati; reclamo il bacio mordendole il labbro inferiore, ma lei non mi cede il comando.

Penso quasi commosso che la mia piccola sta crescendo, anche molto in fretta.

Le succhio la punta della lingua e la sento rabbrividire quindi continuo, ma all’improvviso sento un rumore di passi e so quanto lei sia perfetta a scuola.

Di certo non voglio costarle una ramanzina né tanto meno una nota sul registro.

 La faccio scivolare giù mentre mi guarda confusa e fa un verso di disapprovazione.

Musica per le mie orecchie.

Sbircio da dietro il muro e noto che è solo il bidello, con tanto di cuffiette nelle orecchie.

 

“Tu avresti smesso di baciare la tua ragazza solo per questo?!” Mi chiede Dele che si è materializzata accanto a me.

“Certo, non volevo farti beccare in una situazione poco consona all’ambiente.”
“Detto sinceramente: quel bacio valeva anche l’espulsione.”
“No, ma fammi capire: da quando sei diventata così spigliata?”
Chiedo ridendo, molto compiaciuto dell’effetto che ho su di lei.

Da quando ti conosco, diciamo, in un modo più intimo. Mi sono evoluta, molto in stile Pokémon.” Risponde con un sorriso furbo.

Non posso fare altro che ridere di gusto e avvicinarmi a lei.

Non posso non accontentarla no?

BEA’S POV

Sono passati almeno venti minuti da quando i piccioncini se ne sono andati, per fortuna questa è un’ora buca e nessun professore o bidello si è degnato di venire da noi.

 

Continuo a guardare Luca parlare con Berto e altri, ma mi sembra distante dalla conversazione e piuttosto pensieroso e irritato.

Non voglio pensarci però, sono un disastro ambulante. Non faccio che fare casini anche senza aprire bocca maledizione.

 

Mi allontano da Becca e Ali per andare in bagno, ma non sono ancora uscita dall’aula che vedo tornare un’euforica Adele rossa in viso e pure spettinata.

Inconsapevolmente vederla in quello stato mi fa sorridere e il buon’umore torna, sono infinitamente felice per lei.

“Scusa Ludo, ma visto come l’hai conciata è meglio che me la porti in bagno per darle una sistemata. Già che ci sei dattela anche tu eh.” Dico beffarda, facendo arrossire violentemente Dele e ghignare Mancini.

Sempre il solito.

 

ADELE’S POV

Dio che figura di merda.

Per fortuna mi ha vista solo Bea, altrimenti avrei preso a testa il muro fino a perdere i sensi.

Ludo se n’è andato compiaciuto, probabilmente spiattellerà tutto a Luca.

 Mi sta bene, l’importante è che non faccia casini dicendo cose inopportune anche agli altri.

 

“So quello che è successo, me l’ha detto Luca e il resto posso immaginarlo – se possibile arrossisco ancora di più – però voglio sapere tutto nei minimi particolari.” Dice Bea ridacchiando.

“Va bene va bene. Non dire mai più nulla del genere però, sono quasi morda d’imbarazzo!”

“Non si muore d’imbarazzo Dele!”

“Questo non significa che io non possa essere la prima!” Rispondo risoluta.

Mentra parlo suona la campanella, segno che sta iniziando l’intervallo e dopo mi aspetta la Calosso.

Merda merda merda.

La consapevolezza mi investe come un tornado.

Piscina, acquagym, Mattia.

Me n’ero quasi dimenticata in questa settimana.

Non oso immaginare cosa accadrà oggi …

Allora, eccoci qui.
Che ne pensate? Vi ho sorprese o no?
Il finale taglia la storia sul "più bello" lo so, ma un po' di suspance ci vuole assolutamente!

Spero con tutta me stessa che mi lascerete un commento, una recensione o qialunque cosa desideriate.
A presto con il nuovo capitolo, Laura
.

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Capitolo 10
*** Capitolo X “Per essere felici ci vuole coraggio” ***


Eccomi! Puntuale come un orologio svizzero.

Bando alle ciance, a più giù.

Capitolo X “Per essere felici ci vuole coraggio”

 

“Mattia purtroppo oggi è assente  quindi lo sostituirà Virginia, la ragazza che vi faceva acquagym l’anno scorso.”

 

Le parole della Calosso mi fanno spalancare occhi e bocca a tal punto che Bea, che mi è accanto, mi tira su il mento con una mano mentre ridacchia, seguita a ruota da Ludo.

Immediatamente il mio corpo si rilassa e sento un moto di euforia invadermi, stringo in un abbraccio fortissimo Bea e non prima di averla quasi soffocata la lascio.

L’idea di non dover  fronteggiare Mattia per almeno un’altra settimana mi fa sentire al settimo cielo e nemmeno il fatto che ci sarà l’Arpia a sostituirlo mi scalfisce.

 

Mi volto e salto letteralmente addosso a Ludo stringendolo forte a me, grazie a Dio ha una prontezza di scatti fulminea e mi prende al volo in due secondi netti. Se non ci trovassimo in disparte e semi nascosti dalla vista altrui non l’avrei mai fatto, ma l’adrenalina scorre con forza nelle mie vene e non riesco a contenerla.

Ludovico mi guarda negli occhi e subito mi bacia la fronte, dopo una guancia, l’altra, il naso, l’angolo della bocca e infine le labbra. Sa di farmi impazzire comportandosi così e lo stronzo gode nel sentirmi fremere per lui.

 

 

Sento la voce della prof. richiamare tutti e dire di andare negli spogliatoi così mi affretto a ricompormi e mi allontano senza dare troppo nell’occhio; non vedo più Bea, ma credo che vedendo il mio gesto abbia deciso di lasciarci un po’ di intimità.

 Amica perfetta è e rimane sempre.

 

 

La lezione passa incredibilmente in fretta e sono anche sopravvissuta alle mille radiografie che Ludo mi ha fatto in acqua e anche fuori.

Ovviamente non sono stata in grado di reggere il suo sguardo: non mi faccio schifo certo, ma il mio fisico non mi fa impazzire e con questo costume a un pezzo non posso che farmi ribrezzo. Per non parlare del tocco di classe che la cuffia mi dà, poi.

 

Ho cercato di nascondermi dietro a Bea, ma lei era in difficoltà tanto quanto me per colpa di Luca.

Gli ho anche detto di smetterla minacciandolo, ma l’effetto delle mie parole non è stato quello desiderato: l’ho semplicemente fatto sogghignare e aguzzare ancora di più la vista.

 

Lo odio. Lo odio.  Lo odio. Lo adoro.

 

“La smetti di cambiare espressione ogni trenta secondi per favore? Mi stai spaventando, sembri Psyco.” Mi dice Bea mentre usciamo dagli spogliatoi e ci sediamo in un angolo della sala d’entrata della piscina.

“Scusami, è che quel cretino mi manda ai pazzi.”

“E’ normale che ti abbia guardata.”

“Penso che il termine ‘analizzata’ renda meglio, credo che i suoi occhi siano in grado di fare i raggi x.” Dico rabbrividendo.

“Dele ragiona: sei la sua ragazza, ti adora e ti venera. Ti sbava dietro dal primo giorno di quarta ginnasio. E’ un cavolo di ragazzo di 17 anni con gli ormoni in subbuglio, cerca di capirlo.” Ride, la stronza.

“Esatto, dovresti sentire che discorsi mi fa a volte. Fossi in te ne avrei paura, giuro.” Interviene un Luca scarmigliato e con uno sguardo furbesco.

Ammettiamolo, questo ragazzo è un figo della madonna e ho come la sensazione che Bea stia implodendo. Povera cucciola, così impara a sputare sentenze. Il karma agisce sempre.

“Smettila di sparare puttanate Luca, non stiamo insieme nemmeno da un giorno e rischio già di essere mollato su due piedi, cazzo.” Ludo mi guarda con occhi da bambi e io non posso che sorridergli trasognata.

 

Mi manda gli ormoni a puttane, altro che.

 

“Figuriamoci, ha gli occhi a cuoricino quasi peggio dei tuoi. Voglio essere il tuo testimone di nozze e pure il padrino del primo figlio.” Ribatte il semideo prima di scoppiare in una risata rumorosa che coinvolge tutti.

 

“Ho avuto un’idea geniale, perché non andiamo a ballare questo sabato?” Se ne esce di punto in bianco il mio fidanzato mentre mi fa alzare per stringermi in un abbraccio da dietro. Uno dei gesti più dolci che io abbia mai avuto l’onore di ricevere, potrei anche sciogliermi ai sui piedi seduta stante.

“Io ci sto, eccome. Ho proprio voglia di uscire e andare a divetirmi.” Luca mi sembra decisamente entusiasta e cerca di coinvolgere anche Bea con lo sguardo.

Vedo la mia amica guardarlo come in trans e per farla riprendere le tiro un delicato calcetto al piede. Mi deve un favore per la figura di merda che le ho elegantemente evitato di fare.

“Sì per me va bene, tu Adele vieni vero?” Mi chiede lei implorante.

“Ovvio, pensi che potrei mancare per caso?”

Sento Ludo stringermi ancora di più a sé e dopo aver lievemente soffiato vicino al mio orecchio destro mi dà un bacio sulla nuca.

 

Credo  proprio che entrambi siamo nella fase lovey-dovey, quella che da single ho sempre invidiato alle coppiette felici.

 Mi dispiace per gli altri, ma ora è il mio momento e non intendo sprecarlo per nulla al mondo.

 

LUCA’S POV

 

Non credo di aver mai visto Ludo così sereno e felice, di cuore. Non l’ha mai ammesso, ma l’ho beccato infinite volte a fissare Dele in questi tre anni. Come lei si avvicinava a un nostro compagno e ci scherzava o quando sentiva che qualcuno ci voleva provare con lei la gelosia lo mandava fuori di testa.

Ora che però anche quel cretino del mio migliore amico è felicemente sistemato io sento il peso dei miei sentimenti incombere sulla mia testa.

 

Perché Bea non se ne accorge? Perché non capisce cosa provo per lei?

E se non ricambiasse? Un attimo mi sembra di sì e quello dopo mi convinco del contrario.

 

Come mi ha detto Ludo giorni fa: “Mi sento come una femminuccia, mi cago in mano all’idea di dirle apertamente cosa provo, una volta per tutte. Mi sento un coglione.”

La seconda parte del suo discorso però mi ha scosso: “Che cretino sarei però a stare zitto? Ci perderei solo alla fine. Anni a metterla su un piedistallo in privato e a prenderla per il culo in pubblico. La ridicolizzavo e la portavo inconsciamente ad odiarmi perché infondo non pensavo di meritarla. Alla fina la sai una cosa però? Vale sempre la pena di rischiare, qualunque cosa accadrà. Io così non voglio andare avanti e non dovresti nemmeno tu amico. Per essere felici ci vuole coraggio.”

 

Ho deciso ormai, sabato sera sarà il nostro giorno.



Hola! Ebbene sì, in questo capitolo di pura transizione non c'è nemmeno l'ombra di Mattia. Beh che dire, i personaggi iniziano ad evolversi e spero che li apprezziate. Sono come dei bambini per me *sigh sigh*.
Attendo con ansia vostri pareri, commenti e recensioni e se volete farmi domande non esitate a chiedere!
Alla prossima settimana,
Laura.

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