Moonlight desentsu: Il risveglio dei cuori

di Princess_Mars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La sala giochi ***
Capitolo 3: *** Assidui incontri (corretti i dialoghi) ***
Capitolo 4: *** Ricordi e sogni ***
Capitolo 5: *** La festa di Motoki ***
Capitolo 6: *** Presagi ***
Capitolo 7: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** Un'amicizia che profuma d'amore ***
Capitolo 9: *** L'amore bussa alla porta ***
Capitolo 10: *** Una giornata indimenticabile! ***
Capitolo 11: *** Sentimenti ritrovati ***
Capitolo 12: *** Vivere l'amore: il futuro è minacciato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Tengo a precisare che questo primo capitolo, scritto molto tempo fa, è solo una sorta di introduzione a quel che sarà la storia stessa.
Infatti è l’esatta descrizione della fine dell’episodio 46 di Sailor Moon, in Italia intitolato “La vittoria delle guerriere Sailor”.
Detto questo vi auguro buona lettura e mi metto a lavoro per scrivere il capitolo vero e proprio della storia.
Buona lettura!!!

Prologo:

 

“Amiche mie... grazie di... tutto!”

 

Svegliarsi la mattina con i primi raggi del sole, la sveglia che suona alle 7.00, sentire la mamma che grida dal corridoio: “Alzati Bunny è ora!” e io mezza addormentata che rispondo: “Ancora cinque minuti!”.

Correre come una disperata, senza nemmeno avere fatto colazione per prendere l’autobus, arrivare in ritardo, entrare in classe, essere costrette ad andare in presidenza.

Studiare, studiare e poi prendere brutti voti e dopo le lezioni, andare con le amiche a prendere un gelato, guardare con occhi estasiati le vetrine dei negozi del centro, è questa la vita che voglio!

Voglio una vita fatta cosi.

Sono queste le piccole cose che mi rendono felice,che mi rendono felice!

 

“E’ un miracolo! Non solo hanno sconfitto il regno delle tenebre, ma sono ritornate sane e salve sulla Terra!”

“Si hai ragione, ma c’è una cosa che mi dispiace. Hanno cancellato ogni ricordo ora, non sanno più di aver combattuto insieme.”  
Artemis sorrise alla sua Luna e le disse

“Non preoccuparti, si conosceranno di nuovo e torneranno ad essere amiche!”

“Dici davvero?” chiese Luna con gli occhietti colmi di speranza

 

Usagi e Naru passeggiavano per città appena finite le lezioni.

La bionda, come al solito aveva preso un brutto voto al compito in classe e disperata se ne lamentava con la migliore amica.

Arrabbiata e desiderosa di non voler più vedere quel foglio, lo accartocciò e lo gettò alle sue spalle non rendendosi conto che aveva colpito un giovane, molto carino che camminava dietro di lei.

 

“Ahhhh non sopporto i fallimenti!”
“Hey! Stai più attenta testolina buffa! Che brutto voto, devi applicarti molto di più, perché non studi?”

“Pensa agli affari tuoi!”

 

E detto questo gli fece una linguaccia.

Mamoru Chiba! Odiava quel ragazzo, era da qualche mese che le dava il tormento prendendola in giro ogni volta che si incontravano.

Naru invece trovò il ragazzo bellissimo e disse che secondo lei avrebbero formato una bella coppia, ma Usagi non sembrò essere d’accordo con la migliore amica.

 

La vita aveva ricominciato a scorrere normalmente, i nemici del regno delle tenebre erano stati sconfitti e tutti erano tornati alle proprie faccende quotidiane, con la differenze che la loro mente aveva cancellato ogni ricordo della guerra, della loro amicizia e soprattutto dell’amore favoloso che aveva unito Sailor Moon e Tuxedo Kamen.

Allontandosi da quel tipo cosi maleducato le ragazze si fermarono al Crown per fare una partita ai video games.

Il poster di Sailor V era esposto in vetrina e Usagi per un momento rimase ipnotizzata dalla figura di quella ragazza dai lunghi capelli biondi.

Aveva sempre ammirato l’eroina che dava la caccia ai criminali e a cui avevano dedicato un video gioco, ma in quel momento stava provando una sensazione strana, come se l’avesse conosciuta.

Diede la colpa alla sua fervida immaginazione ed entrò con Naru in sala giochi.

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Capitolo 2
*** La sala giochi ***


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Capitolo 2

 

Destinazione sala giochi “Crown”.
Era quello il punto d’incontro della maggior parte degli studenti del quartiere di Juban, che al termine delle lezioni si concedevano sempre un paio di ore di svago per giocare ai video games o per bere semplicemente un caffè prima di rincasare.
Della stessa abitudine era anche Usagi, che non perdeva occasione di passare per il locale e affogare i dispiaceri per i suoi scarsi risultati scolastici in una bella coppa di gelato alla fragola anche se, il motivo principale era un altro.
Alto, atletico, dai capelli biondi e gli occhi castani Motoki era il gestore della sala giochi preferita di Usagi.
Erano ormai due anni che lavorava li e Usagi ne era follemente innamorata.
Vuoi per i suoi modo gentili, vuoi per il bell’aspetto aveva fatto breccia nel cuore della ragazza che spesso e volentieri si tratteneva li più del dovuto facendo tardi a casa e di conseguenza sorbirsi le paternali della mamma molto insoddisfatta della figlia.

Motoki era uno studente universitario, di conseguenza aveva qualche anno più di lei, ma Usagi non se ne curava, era dell’idea che se l’amore deve nascere non fa troppe distinzioni di età.

Bastava che lui la salutasse con le sue solite maniere gentili, che il suo cuore iniziava a battere all’impazzata e a farla sciogliere come burro al sole.

Quel giorno aveva proprio bisogno di vederlo e di giocare un po’, sapeva che non se lo sarebbe meritato dopo quel vergognosissimo 30/100 che aveva ricevuto al test di inglese, ma non se ne curò.
In quel momento vedere Motoki era la cosa più importante, si disse.

Trascinò Naru dentro con sé e si guardò attorno con aria curiosa per vedere dove fosse Motoki.
Lo scorse dopo pochi istanti mentre conversava molto apertamente con una brunetta dall’aspetto diligente e garbato.
Dovevano essere molto in confidenza da come parlavano e lei era davvero molto carina.
Una fitta di gelosia pervase Usagi che restò ferma ad osservarli mentre ridevano e scherzavano.
Restò ferma ad osservarli mentre si torturava le unghie, quando Naru, mortificata nel vedere la migliore amica osservarli in quel modo. La prese per un braccio e la trascinò al bancone salutando Motoki con entusiasmo per attirare la sua attenzione.

Motoki distolse lo sguardo dalla brunetta e guardò in direzione delle due ragazze salutandole sorridente.

Usagi ricambiò dolcemente, arrossendo di colpo.
La vista di Motoki le provocava sempre quel genere di emozioni che non riusciva a controllare:
rossore del viso, batticuore, voce tremante, era cotta a puntino.
Restò ad osservarlo estasiata fantasticando di fare una passeggiata nel parco con lui.
“Usagi!”
...
“Usagi”
...
“USAGI!!!”
Al terzo richiamo la bionda volse lo sguardo verso Naru ormai spazientita.
“Usagi è tardi e io devo andare a casa” sbuffò la brunetta
“Dai Naru-chan, aspetta ancora un altro po’!”
“Scordatelo! Ti ho accompagnata fin qui, erano questi i patti. Ora devo proprio andare a studiare! Domani abbiamo la verifica di matematica, nel caso te ne fossi dimenticata.”
“Che noia che sei, Naru!”
“Fa come vuoi, io ti consiglio di andare a casa a studiare se non vuoi collezionare l’ennesima insufficienza”
Ottenne come risposta un grugnito, ma furono poi interrotte da una voce profonda dietro di loro.
“Fossi in te seguirei il suo esempio, biondina!”
Al suono di quella voce si girò come una iena verso colui che si era intromesso nel discorso suo e di Naru.
“E tu che cavolo vuoi?”
“Niente, il mio era soltanto un consiglio disinteressato. Con i voti che prendi passerei il tempo con la teta china sui libri invece che davanti ai video giochi che rincoglioniscono il cervello. Tu l’aria sveglia non ce l’hai neanche un po’, vuoi peggiorare la situazione?” rise beffardo scatenando l’ira di Usagi.
“Fatti gli affaracci tuoi razza di maleducato!
“Come vuoi, ma la prossima volta non gettarmi i tuoi compiti andati male in testa, testolina buffa!”
“Come mi hai chiamata? Non permetterti più a chiamarmi cosi, chiaro???”
“Come desideri! Testolina buffa!” disse ridendo andando verso Motoki e quella misteriosa ragazza che appena lo vide, lo salutò calorosamente.
Usagi osservò la scena da lontano, quando finalmente Motoki le prestò attenzione.
“Usagi!!!”
“Ciao Motoki!!!”
“Devi scusare Mamoru, gli piace scherzare, spero tu non ti sia offesa! E devi scusare anche me se non ti ho accolta prima. Guarda per riparare al danno ti offro una bella coppa di gelato al cioccolato.”
“Accetto molto volentieri!” rispose sorridendo
Prese posto al bancone seduta su uno sgabello e attese che il giovane le preparasse il gelato.
Si guardò attorno e casualmente posò gli occhi su Mamoru e la ragazza del mistero che parlavano.
Sembrava essere un discorso serio, Mamoru ascoltava attentamente ciò che la brunetta aveva da dirgli.
All’improvviso Mamoru alzò lo sguardo per spostarlo verso la loro osservatrice che si girò di scatto verso Motoki che nel frattempo le aveva portato il gelato.
“Credi che stiano bene insieme?”

“Come?”
“Mamoru e  Sara. Secondo te formerebbero una bella coppia?”
“Perché mi fai questa domanda? Non li conosco, non posso esprimere dei giudizi...” rispose distratta
“Ho notato che li stavi fissando e per questo ti ho domandato cosa ne pensassi... “
“Come... oh no no... mi ero distratta guardando nel vuoto...” si affrettò a rispondere Usagi
“All’università tutti li considerano una coppia... sono amici dai tempi del liceo”
Usagi lo guardò
“Sai io Mamoru e Sara siamo grandi amici fin dai tempi delle medie, abbiamo frequentato le superiori assieme e cosi anche l’università. E Sara è cotta di Mamoru sin dai tempi del liceo. Ma lui sembra non accorgersene... in fondo gli farebbe anche bene una compagnia femminile, ma secondo il mio giudizio Sara non è la donna giusta per Mamoru, troppo seria e perbene a mio avviso. Lui ha bisogno di vitalità, di allegria...”
Usagi fissò Motoki mentre parlava di Mamoru con aria triste e poi guardò Mamoru.
Lei intanto aveva iniziato a ridacchiare e Mamoru continuava ad ascoltarla impassibile, li fissò ancora, poi le cadde lo sguardo sull’orologio appeso alla parete e trasalì.
“Oh no! È tardissimo! Scusa Motoki devo scappare o la mamma mi rimprovererà di nuovo!”
“Va bene, ciao Usagi, a domani!”
“A domani!!!” squittì mentre le porte si chiudevano dietro di se.

Ma perché si è messo a parlare di quell’antipatico Motoki oggi? Cosa vuoi che me ne importi... la vita sentimentale di quello sbruffone non è affar mio e di certo con quel carattere che si ritrova dubito fortemente che riuscirà a trovare una donna che lo ami!”

                                                                       ***

 

Aveva il fiatone, ma arrivò finalmente a scuola.
Si stava cambiando le scarpe quando un ragazzo la chiamò.
“Usagi!!!”
Doveva aver riconosciuto a chi apparteneva la voce che si girò scocciata e rispose al saluto
“Ciao Umino!”
“Pronta per il test di matematica?”
Il test!!! Se n’era completamente dimenticata.
La sera prima al posto di studiare aveva letto i suoi fumetti preferiti fino a tarda notte lasciando completamente perdere la matematica.
Sbuffò e depressa si incamminò verso l’aula.
“Non hai studiato vero Usagi?” le chiese l’amico dai buffi occhiali
Non rispose, ma sospirò.
“Dai Usa, ti aiuto io oggi. Ti passerò tutte le risposte!”
“Davvero?”
“Tutto per la mia Usagi!!!”
In fondo non era poi tanto male avere Umino che le faceva la corte, poteva rimediare i compiti in classe, lui era cosi bravo.
Aveva la media del 100, un futuro promettente avanti a se ma era di aspetto davvero terribile.
Basso, aveva degli occhiali spessi come due fondi di bottiglia e i capelli arruffati. Era davvero brutto.
Sospirò ancora. Non poteva essere Motoki a farle la corte?
Depressa prese posto al suo banco, dopo circa cinque minuti entrò il professore che intimò la classe a restare in silenzio perché iniziava il test.
Umino le passò le risposte giuste per raggiungere la sufficienza, soddisfatta consegnò il test e pregò che tutto fosse andato per il meglio.
Quel pomeriggio Naru aveva lezioni di nuoto per cui non sarebbe venuta con lei al Crown.
Sospirò, come avrebbe voluto un bel gruppo di amiche per andare a divertirsi insieme dopo la scuola.
Non che avesse solo Naru, ma con le altre compagne di classe non si era instaurato il gran bel rapporto che aveva con l’amica brunetta.
Decise di andare comunque da sola alla sala giochi, in fondo li c’era sempre Motoki, si disse sorridendo.
All’uscita il suo buffo amico le corse dietro, chiamandola a squarciagola.
Alzò gli occhi al cielo e si fermò.
“Umino, dimmi tutto!” disse sfoderando un falso sorriso
“Posso accompagnarti?”
“Fa come vuoi” rispose riprendendo a camminare
Prese posto al suo fianco e insieme passeggiavano.
Arrivarono al Crown e come sempre c’era Motoki che salutò Usagi e osservava il buffo ragazzino al suo fianco.
“Ciao Usagi! Vuoi provare il nuovo gioco di Sailor? È arrivato oggi!”
“Mi piacerebbe tanto Motoki, ma ho lasciato il portafogli a casa...”
“Ma non preoccuparti piccola, offro io” le rispose facendole l’occhiolino
“Sei gentilissimo, grazie” rispose Usagi con gli occhi che le brillavano
Nel ringraziarlo le era caduta la cartella dalle mani,si abbassò per raccoglierla, stessa cosa fece Umino scontrando la sua testa contro quella di Usagi.
“Ahia” gridò
In quel preciso momento entrò Mamoru che vide tutta la scena, fu più forte di lui e commentò:
“Che bella coppia di imbranati, state proprio bene assieme, sapete?” disse ridendo
Usagi lo fulminò con lo sguardo, poi diede uno spintone a Umino che si stava ancora contorcendo per il dolore.
Era evidente che stava esagerando, ma voleva attirare l’attenzione di Usagi su di se, senza alcun successo.
“Sei soltanto un brutto idiota”
Brutto no, non lo era di certo, ma di sicuro doveva darsi molte arie per questo lo insultò.
Lui rise.
“Attenta testolina buffa, se fai quelle smorfie inizierai a somigliare al tuo ragazzo e non è che lui sia tanto affascinante!”
“Per prima cosa non chiamarmi così idiota! In secondo luogo Umino è solo un mio amico!” sbuffò spazientita.
Andò poi da Motoki che l’aspettava con l’aria perplessa davanti al video gioco mentre Umino deluso la salutò e andò via.
“Testolina buffa, non è modo di comportarsi questo! Hai lasciato da solo il tuo accompagnatore...”
“E’ voluto venire lui, non l’ho invitato di certo io e poi non sono affari suoi idiota!”
“Mamoru dai lasciala stare!”  lo riprese Motoki
“A proposito, è venuta per caso Sara? Mi aveva chiesto alcuni appunti sulla lezione di anatomia, ha detto che sarebbe venuta qui...”
“Parli del diavolo... eccola che entra..”
“Ciao Mamoru, buona sera Motoki!- salutò educatamente Sara facendo un inchino
In un niente presero a parlare di lezion, tirocini, lavoro... tutti argomenti che Usagi ignorava completamente.
Usagi li osservava... si sentiva leggermente in imbarazzo in mezzo a quegli studenti universitari 
Guardò l’orario e pensò che si era fatta ora di rientrare.
“Motoki... io devo andare”
“Oh Usagi la nostra partita?”
“Sarà per la prossima volta... a domani!”
Lanciò una breve occhiata verso Mamoru e Sara e uscì fuori dal locale.
“Motoki quando finirai di illuderla?” gli chiese Mamoru
“Ma cosa stai dicendo? È solo una ragazzina delle medie, è come una sorella per me.”
“E’ evidente che ha una cotta per te... e con i tuoi modi di certo non ti fai odiare. Cerca di farle capire che la vostra è solo un’amicizia, perché non credo che lei ti consideri soltanto un “fratello”.”
Motoki guardò perplesso Mamoru.
“Dai Mamoru secondo me esageri... “
“Fa come ti pare!” gli rispose “Vado a casa, ciao ragazzi!”
Sara stava per dire qualcosa, ma si bloccò “Ciao Mamoru”

Intanto Usagi stava tornando a casa e pensava a quello che era successo al bar.
Si accarezzava la testa ancora dolorante e pensava a come l’aveva trattata quell’antipatico di Mamoru.
“Ma come si permette quello stupido! È davvero odioso!” sbuffò mentre apriva la porta di casa.

Ed ecco il primo vero capitolo di questa fan fiction.
Allora vi spiego alcuni punti:
Usagi è innamorata di Motoki. Si è cosi, in effetti nella prima serie è pazza del biondino finché non scopre che Tuxedo Kamen (Milord) non è altro che Mamoru, colui che le dava il tormento ogni volta che la vedeva, quindi ho deciso di tornare proprio da dove eravamo rimasti.
Umino è innamorato di Usagi... si è vero, lui poi si invaghì di Naru, ma ho voluto fare questa modifica solo per rendere più divertente la storia.
Sara, se ben ricordate ella appare nella quarta serie nell’episodio 132 “La coppia perfetta” ed era innamorata di Mamoru.
Nella puntata dicono che erano amici sin dai tempi della scuola e che frequentavano la stessa università, per cui ho deciso di inserirla.
Le ragazze arriveranno, state tranquille!
Grazie per l’attenzione, alla prossima!!!

 

 

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Capitolo 3
*** Assidui incontri (corretti i dialoghi) ***


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Capitolo 2

“Luna, sta vicino alla principessa, non allontanarti mai da lei, soprattutto in questo delicato periodo!”
“Cosa vuoi dire Regina Selene?”
“Una nuova battaglia è vicina mia cara Luna, purtroppo i tempi di pace stanno per terminare.”
“Devo assolutamente riunire le guerriere allora...e devo risvegliare i ricordi di Usagi”
“Con calma Luna, per ora c’è ancora tempo, ma stai all’erta. Questa battaglia riguarderà la principessa e il principe e il loro futuro...”
“Vuoi dire che la prossima minaccia verrà dal futuro?”
“Non mi è concesso di dire nient’altro...  ma è importante che il principe e la principessa, ovvero Mamoru e Usagi si innamorino senza l’ausilio di alcuna magia... solo cosi riacquisteranno i ricordi e potranno combattere i nuovi nemici”
“Ma se nemmeno si sopportano... come faranno... non capisco regina Selene...”
“E’ importante perché la prossima missione metterà alla prova il loro amore...” disse con tono di chi non ammette repliche ulteriori.
“Va bene... vigilerò sulla principessa e farò in modo che i due si incontrino più spesso... regina Selene... ma credi che riusciranno...”
“Luna, mia cara gattina ... abbi fiducia nel destino. Li ha fatti incontrare una volta, li ha fatti innamorare nelle vesti di Sailor Moon e Tuxedo Kamen... sono sicura che sarà gentile... ora vai... il tempo che mi è concesso si è esaurito... in bocca al lupo Luna... e veglia su mia figlia!” disse sparendo in un bagliore di luce
La gattina rimase sola, poi annuì e corse via nella notte.

Era in ritardo! Ancora! Non l’avrebbe sicuramente passata liscia stavolta.
Come se non bastasse consegnarono i risultati del compito di inglese, che aveva ripetuto nuovamente per il quale non aveva studiato, non volle nemmeno guardare il voto, già sapeva che era stato un totale fallimento.
Si... di sicuro la professoressa l’avrebbe trattenuta oltre l’orario scolastico a scuola per ripetere il compito.
Infatti andò proprio come temeva, come punizione fu costretta a trattenersi in aula dopo le lezioni per studiare ed eseguirlo ancora un’altra volta.
Usagi non trascorse bene quella giornata, a partire dalla notte precedente che l’aveva tormentata con uno strano sogno e per questo motivo non chiuse occhio fino alle 6 del mattino, per poi svegliarsi alle 8 in punto!
Finite le lezioni, si recò in un’altra aula per scontare la sua “pena”; li si accorse che non avrebbe trascorso quelle due ore da sola, infatti seduta in terza fila c’era una ragazza dai capelli castani raccolti in una coda e che portava una divisa differente da quella di Usagi e di tutte le alunne del liceo di Juban.
Sorridendo nervosamente salutò e si andò a sedere davanti la ragazza che rispose al saluto con un cenno del capo, poi tornò a concentrarsi sul suo compito.
Usagi che era una chiacchierona, cercò di sciogliere la tensione iniziando a parlare:

“Anche tu qui, eh...!”

La ragazza alzò lo sguardo per poi tornare ai suoi doveri, senza degnarla di risponderle.
Usagi tentò ancora:
“Cosa hai combinato tu per stare qui? Io sono arrivata in ritardo e per giunta sono andata malissimo al test  di inglese che mi avevano fatto ripetere, e adesso sono costretta a rifarlo, ma so già che sarà un fiasco perché non ho studiato nulla...”
La ragazza sospirò e disse:
“Ti dispiace? Sto cercando di finire il mio compito...”
“Oh... scusa... non volevo disturbarti, credimi... è solo che sono una persona molto chiaccherona e quando inizio a parlare, lo faccio senza rendermi conto di...”
La ragazza emise un grugnito stavolta, Usagi capì, alzò le mani in segno di resa e tornò a concentrarsi sull’inglese.
Le due ore passarono molto lentamente, a compito finito, finalmente le due ragazze poterono lasciare l’aula.
Nei corridoi ormai deserti si imbatterono in un gruppo di ragazzi che avevano appena finito gli allenamenti di calcio,la ragazza che era in classe con Usagi, si fermò a salutare uno di loro che per tutta risposta la scansò dicendo:
“Ma lasciami perdere, lo vuoi capire che a me piacciono le ragazze e non i maschiacci?”
L’affermazione ferì la povera ragazza e fu seguita da una risata di gruppo che causò l’ira di Usagi che corse in aiuto alla sconosciuta urlando contro i maleducati:
“Ma come ti permetti tu di insultare cosi questa ragazza? E voi come vi azzardate a ridere di lei? Siete dei caproni e degli idioti... e lei è troppo bella per te stupido!” urlò facendo poi una linguaccia e lasciando i ragazzi straniti.

“Non dovevi... difendermi!” sorrise la ragazza
“Ma figurati... sono bravi solo in gruppo certi elementi... presi uno ad uno non valgono un soldo...”
“Piacere Usagi, io mi chiamo Makoto!”
“Sono felice di conoscerti...” sorrise Usagi “Cosa fai di bello ora?”
“Non saprei... ho voglia di rilassarmi...”
“Vuoi venire con me alla sala giochi? La mia amica Naru non c’è... e non mi va di andare sola... almeno sfogheremo la nostra comune sventura con i video game! Che ne pensi?”
“Credo sia un’ottima idea!”


Insieme andarono al Crown: finalmente Usagi poteva vedere Motoki, non era più in sé dalla gioia.
Lui era li, dietro il bancone che chiacchierava con un cliente.
Le due ragazze avanzarono verso il biondino, che appena vide Usagi le sorrise e le fece un cenno di saluto con la mano.
“Motoki... ciao!!!”
“Oh ciao Usagi... che bella ragazza... chi è una tua amica?”
Usagi soffocò una fitta di gelosia e fece le dovute presentazioni: Motoki aveva fatto un complimento alla sua amica, che era arrossita e gli aveva dato la mano.

“Lei è la mia amica Makoto, frequenta la mia stessa scuola...”
“Come mai sei venuta cosi tardi oggi? Stai frequentando qualche corso?”
“No... veramente...”
“Ma cosa dici Motoki? L’hanno punita sicuramente per qualche insufficienza...” si intromise un ragazzo che aveva una voce che Usagi conosceva fin troppo bene
“Tu cosa c’entri? Fatti gli affaracci tuoi, hai capito?”
“Sei comica testolina buffa, quando ti arrabbi sembri una palla con gli occhi e con quei capelli sembri ancora più buffa...” disse per poi ridere
“Ma ti sei guardato allo specchio? Chi ti credi di essere? Sei solo un topo da biblioteca, ecco cosa sei!”
Topo da biblioteca? Questo non glielo aveva detto mai nessuno, rise divertito e contrattaccò
“Si, magari lo sono, ma so di essere molto meglio del tuo amichetto dagli enormi occhiali...”

Usagi arrossì, gli fece una linguaccia e andò verso i video giochi seguita da Makoto che nel frattempo era rimasta ad osservare Motoki estraniandosi dal battibecco che si stava manifestando al suo fianco.
“Cavolo che carino, Usagi sai dirmi se è fidanzato?”
“Lo era, poi la sua ragazza ha scelto di studiare all’estero, continuarono a sentirsi tramite lettere e telefono, ma si sono poi resi conto che il sentimento andava via, via scemando e hanno deciso di troncare... bello vero?”
“Si è molto carino...”  annui Makoto “E a quanto pare hai una cotta anche tu...”
“Si... hai indovinato...”
“Sai, salta subito all’occhio, da come diventi rossa quando lo vedi e quando ti prende in giro...”
“Makoto, ma di chi stai parlando???”
“Ma di quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi blu... giusto?”
“Certo che no... io parlavo di Motoki! Non di quell’antipatico...”
“E allora perché sei arrossita?” rise Makoto...
“Perché sono furibonda, non lo sopporto, lo odio e mi è antipatico!!!”
Makoto sorrise e iniziò a giocare con l’amica.

                                                                               ***

Ami Mizuno era la ragazza più intelligente dell’istituto Juban.
I suoi voti erano sempre altissimi e se non ci fosse stato un limite al massimo, lei di sicuro lo avrebbe superato.
Oltre ad essere un’eccellente studentessa era una ragazza molto gentile, educata e dal carattere chiuso.
Vuoi per mancanza di tempo, vuoi per invidia di qualcuno, la povera ragazza non aveva mai avuto delle amiche con qui chiacchierare alla fine delle lezioni e spesso dopo la scuola si chiudeva in biblioteca.
La scuola di Usagi aveva diverse squadre che praticavano alcuni sport.
I ragazzi il calcio e le ragazze la pallavolo, ma, oltre alle squadre sportive ce n’era una formata dagli studenti più intelligenti della scuola.
È inutile dire che tra questi c’era anche Ami.
In squadra c’era Umino, anche lui un bravissimo studente e Naru che anche se non sembrava era una ragazza molto diligente.
Naru passava molto tempo con il gruppo dei “cervelloni”; chiamati cosi da Usagi, e non aveva più molto tempo da dedicare all’amica e un po’ le dispiaceva, così quel giorno propose al gruppo di andare alla sala giochi per festeggiare la loro vittoria per aver passato le selezioni scolastiche per partecipare al campionato di Matematica per i licei.
Ebbene si, il ministero organizzava queste piccole gare per le scuole dedicate esclusivamente a chi studiava tanto e prendeva voti molto alti, premio, una borsa di studio per l’Europa e per continuare gli studi in Germania.
Uno stage che sarebbe durato un anno e che avrebbe dato, per chi lo avesse vinto, l’opportunità di conoscere un’altra cultura e di poter frequentare università prestigiose come Harvard, Princeton o Yale.
Un sogno che si avvera per una studentessa che desidera seguire le orme della madre e diventare un medico.
Naru, Umino e Ami entrarono in sala giochi, presero posto e ordinarono un tè caldo per ciascuno.
In quel momento entrarono anche Usagi e Makoto che dopo aver salutato Motoki andarono verso il tavolo dov’era seduta Naru.
Naru si alzò e salutò l’amica:
“Oh Usagi, scusa... sono sparita... sono davvero pessima come amica, però, questi giorni di studio sono serviti, ho finalmente passato le selezioni e parteciperò alle eliminatorie della prossima settimana per il campionato di matematica dei licei. Oltre a me parteciperanno Umino ed Ami, e solo uno di noi rappresenterà la scuola al campionato.” disse eccitata “Ti presento Ami... e ho come l’impressione che sarò proprio lei a vincere tra di noi”
“Piacere Usagi” disse stringendole la mano “lei è Makoto.”
“Piacere di conoscervi ragazze” sorrise Ami
“Tu sei la ragazza più brava della scuola, vero?” le chiese Usagi
“Usagi non essere impicciona... lo sei, vero?” le chiese Makoto a sua volta
“Senti da che pulpito... Ami benvenuta tra di noi... se vorrai aiutarmi nei compiti e ad essere brava come te, sarò ben lieta di accettare!”
Ami restò senza parole e annuì con l’aria alquanto imbarazzata
“Usagi... sei sempre la solita... devi studiare per andare bene a scuola...”

“Dovresti farlo anche tu, Makoto...”
“Si ma io vado un po’ meglio di te... tu sei proprio un caso disperato... oggi hai preso un’altra insufficienza, ed era un compito che ti hanno fatto ripetere ben due volte...” disse Makoto sventolando l’ultimo test di Usagi andato malissimo.
Usagi per tutta risposta prese il foglio, lo accartocciò e lo gettò alle spalle.
“Ancora... ehi testa bernoccoli, ma mi hai preso per un cestino della carta straccia??? Oh no... un’altra insufficienza... che vergogna... testolina buffa... di questo passo non solo ti bocceranno, ma ti regrediranno di livello.”
Era ancora una volta lui, il suo incubo peggiore: Mamoru!
Non solo lo aveva incontrato la sera prima, ma anche quel pomeriggio e iniziava a stufarsi.
“Tu sei sempre tra i piedi? Vuoi lasciarmi in pace?”
“Mi chiedo la stessa cosa anche io... testolina buffa, stai tranquilla non ho nessuna intenzione di stare con te... studia mi raccomando!”
“Se devo studiare o meno sono affari miei, hai capito???”
Makoto ed Ami li guardavano e sorridevano nervosamente.
“Facci l’abitudine... se continuerai a frequentare questo posto li vedrai spesso litigare... Mamoru la prende sempre in giro e lei si infuria... ma devo anche dire che ha ragione...”
“Makoto! Sei mia amica, dovresti difendermi...!”
“Usagi tu gli hai gettato il compito in faccia e non ti sei nemmeno scusata... e non deve essere la prima volta, mi pare di aver capito...”
“Infatti... hai sentito te lo dicono anche le tue amiche testolina buffa!”
“E tu finiscila di chiamarla cosi!” questa volta si rivolse a Mamoru “su fate la pace e comportatevi da persone adulte!”
“Testolina buffa da persona adulta?” rise Mamoru
“Come ti permetti?Idiota!”
“Usagi! Basta!” urlò Makoto “Su, datevi la mano e fate gli adulti, basta litigare!”
“Sarà ma tanto mi sarà antipatico lo stesso!”
“E tu resterai sempre una bambina viziata e immatura!”
“Almeno ho la gioia di vivere e ho delle amiche che mi amano per quella che sono, tu cos’hai? Vieni sempre qui da solo. Scommetto che nemmeno i tuoi genitori possono sopportarti!” e gli fece una linguaccia
All’improvviso il cuore di Mamoru, provò una gelida fitta, il volto si fece scuro e rispose:
“Pensa agli affari tuoi e cresci una buona volta, la vita non è fatta solo di gioie.”
Si congedò e se ne andò.
“Usagi... ma cos’è accaduto?” le chiese Makoto “Appena hai nominato i suoi genitori si è molto arrabbiato...”
“Ma non li ho mica offesi... ho solo detto che ha un caratteraccio e che per questo motivo nemmeno loro lo possono sopportare.”
Motoki che aveva assistito alla scena da lontano, si avvicinò a loro.
“Usagi... forse non sai una cosa...”
“Dimmi tutto Motoki!!!”
“Mamoru non ha più i genitori... li ha persi quando era bambino, il giorno del suo sesto compleanno...è un tasto molto dolente per lui, perché non ha mai sfogato quel dolore...”
Usagi si pose le mani sulle labbra e restò ad ascoltare Motoki
“Erano usciti per fare una passeggiata, quando all’improvviso suo padre perse il controllo dell’auto e finì fuori strada. A nulla valsero i soccorsi, sia lui che la madre morirono subito dopo in ospedale, si salvò lui soltanto... da allora ha sempre vissuto tra una casa famiglia e gli zii che non appena avevano qualcosa da fare, che fossero vacanze o feste di Natale lo spedivano in istituto. Forse è cosi perché non ha mai avuto gioie nella vita, ormai la pensa cosi... ma non è un cattivo ragazzo... è solo un po’ chiuso.”
“Motoki... io non so che dire... mi dispiace davvero tanto... forse dovrei scusarmi...”
“No lascia stare, perché capirebbe che ti ho parlato... tra circa una settimana si farà rivedere qui e tornerà tutto come prima...”
“Se lo dici tu...”
“Lo capisco perfettamente...” esclamò Makoto “Anche io ho perso i miei genitori da bambina... so cosa vuol dire crescere soli senza l’aiuto o il sostegno di una madre e di un padre... è difficile...”
Usagi abbracciò l’amica poi guardò fuori... non sapeva che quel ragazzo cosi antipatico con lei avesse un passato così triste, avrebbe voluto fare qualcosa, ma non sapeva cosa.
Decise in primis di non cedere alle sue provocazioni e che sarebbe stata gentile e soprattutto che avrebbe guardato bene alle sue spalle prima di gettare i compiti in classe falliti.

Ci pensò anche a casa, non si sentiva allegra, aveva nel cuore una strana malinconia e tutta dovuta a quel ragazzo; se fosse capitata a lei una cosa del genere non era sicura che ce l’avrebbe fatta, anzi era certa che fosse così.
Iniziò ad ammirarlo, non solo aveva subito quel bruttissimo lutto che sicuramente ancora lo lacerava dentro, ma aveva vissuto sempre da solo ed era arrivato a frequentare l’università con ottimi risultati.
Adesso sentiva che qualcosa nei suoi confronti era cambiato, non le stava più antipatico, adesso capiva cosa provava quel ragazzo tanto solo e triste, nel vederla allegra e gioiosa con tanti amici meravigliosi che le volevano bene.
Lui aveva solo Motoki.
Ma c’era un’altra sensazione che la invadeva ora, era come se quella storia non le fosse nuova... le sembrava di averla già sentita... pensò di avere le traveggole, poi guardò l’ora e dato che si era fatto tardi, decise di infilarsi sotto le coperte e andare a letto.
L’indomani sarebbe iniziata una nuova estenuante giornata!


                                                                                  ***

 
“E’ ora di ricordare, guerriera della forza e della passione. Devi risvegliarti”

Quattro ragazze al suo fianco, un uomo mascherato e una strega davanti a loro.

Una principessa dai lunghi capelli biondi che piangendo, coccolava tra le braccia il suo principe deceduto.

Poi una grande distesa di neve e i pianti di una ragazzina disperata. Attorno a lei la morte e la disperazione.

 

Una ragazza dai lunghi capelli corvini aprì gli occhi e urlò spaventata.

Si mise a sedere sul letto e guardò verso la finestra, si era innervosita per cui si alzò dal letto e uscì dalla sua stanza per andare a prendere un bicchiere d’acqua.

“Cosa mai poteva significare quell’incubo che la perseguitava da più di un mese ormai?” se lo chiedeva in continuazione, ma non era riuscita a trovare nessuna risposta.

Guardò l’orario: erano le 4.30 del mattino e ormai aveva perso sonno, decise così di andare nella stanza del sacro fuoco e cercare di trovare una risposta alle sue domande.

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Capitolo 4
*** Ricordi e sogni ***


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Capitolo 4

 

“E’ ora di ricordare, guerriera della forza e della passione. Devi risvegliarti”

Quattro ragazze al suo fianco,  un uomo mascherato e una strega davanti a loro.

Una principessa dai lunghi capelli biondi che piangendo, coccolava tra le braccia il suo principe deceduto.

Poi una grande distesa di neve e i pianti di una ragazzina disperata. Attorno a lei la morte e la disperazione.

 

Una ragazza dai lunghi capelli corvini aprì gli occhi e urlò spaventata.

Si mise a sedere sul letto e guardò verso la finestra, si era innervosita per cui si alzò dal letto e uscì dalla sua stanza per andare a prendere un bicchiere d’acqua.

“Cosa mai poteva significare quell’incubo che la perseguitava da più di un mese ormai?” se lo chiedeva in continuazione, ma non era riuscita a trovare nessuna risposta.

Guardò l’orario: erano le 4.30 del mattino e ormai aveva perso sonno, decise così di andare nella stanza del sacro fuoco e cercare di trovare una risposta alle sue domande.
Rei era una ragazza molto carina, dolce ma con un carattere particolare che non l’aveva mai aiutata nel trovare degli amici sinceri che le volessero bene, anzi in molti parlavano male di lei credendo compiesse riti voodoo a causa del suo essere una chiaroveggente e una sacerdotessa.

Ma ella ricordava di non essere stata sempre sola nella sua vita, nel profondo del suo cuore conservava una sensazione di calore che le dava un intenso benessere, ma non riusciva a capire bene cosa.

Ricordava solo di essere stata unita a qualcuno da un profondo legame.

Sorrise, doveva avere le traveggole, lei era sempre stata una ragazza piuttosto solitaria, non si era mai fermata con le compagne di classe e mangiare un gelato o non era mai andata in giro per i negozi con le amiche, ma quali amiche?

Lei aveva solo il nonno e i suoi due corvi al santuario, ma dato che il mondo era corrotto e la vera amicizia era così difficile da trovare, aveva pensato che era meglio vivere cosi.

Stanca di cercare risposte che non riceveva, si alzò e andò a fare una doccia, era mattina, il sole stava sorgendo e si stava prospettando l’arrivo di una bella domenica.

Decise che era meglio uscire, aveva bisogno di distrarsi.
Ormai le giornate erano migliorate e la pioggia, il vento e le neve avevano ormai lasciato posto al sole che pian piano stava riprendendo tutto il suo splendore che ha alla fine dell’inverno.
Dopo essersi preparata con molta cura, uscì di casa e andò alla fermata dell’autobus, guardò gli orari e notò con molto disappunto che il suo era già passato e che sarebbe trascorsa almeno una buona mezz’ora prima che ne arrivasse un altro.
Sospirò e decise di continuare il tragitto a piedi.
Passò davanti un cinema e notò una locandina, la cui figura disegnata le sembrava familiare.

“Prossimamente il film di Sailor V” lesse  “Eppure questa ragazza ha un volto, una conformazione che mi sembra familiare... oh sto vaneggiando, forse è meglio che vada a prendermi un gelato, magari incontro qualche bel ragazzo che mi chieda di trascorrere la giornata con lui”  pensò divertita, ma mentre era ancora girata verso la locandina, un uomo la strattonò e le strappò la borsa dal braccio correndo via a grande velocità.

Il tempo di rendersi conto di ciò che era successo, che urlò: “al ladro, mi ha scippata” e si mise all’inseguimento del delinquente.

Rei era molto atletica, riusciva ancora a vedere il ladruncolo che scappava con la sua borsa e dentro di se pensava di vivere davvero in un mondo sporco, dato che nessuno aveva avuto l’idea di aiutarla a fermarlo.

Usagi e Makoto camminavano felici e sorridenti venendo dalla direzione opposta, si stavano dirigendo al crown per giocare al nuovo video gioco di Sailor e per vedere Motoki, di cui si era innamorata anche la bruna.

Avevano deciso di conquistarlo e la perdente non avrebbe avuto rancori verso l’amica*.

Erano proprio davanti la sala giochi, Usagi si girò verso Makoto sorridendo, quando un uomo che aveva una borsetta rossa in mano la travolse e le cadde addosso.

La bionda cadde per terra, batté lievemente la testa e il ladro si alzò di tutta fretta, per poi fuggire.
Rei si fermò per riprendere fiato e Makoto aiutò Usagi ad alzarsi.
“Maledetto... la ... mia... borsa!” esclamò Rei con il fiatone “ Stai bene? Mi dispiace... spero non ti sia fatta male, ma quell’uomo mi ha derubata...”
Makoto guardò in fondo un uomo che correva tra le macchine.
“I miei soldi, i documenti... oh no le chiavi...” disse disperata “devo acciuffarlo!”
“Stai qui... ti aiuto io!” esclamò Makoto ghignando
“Ma no... non devi disturbarti per me!”
“Oh non ti preoccupare, lo fa con piacere...” rispose Usagi a una Rei interdetta
Makoto corse verso il ladro e sparì alla vista delle due.
“Dai tra poco ti riporterà la borsetta... Nel frattempo vieni con me al Crown, fammi compagnia. Makoto tornerà presto con la tua borsa!” le confidò facendole l’occhiolino “Perdonami, ti parlo e non mi presento, il mio nome è Usagi... piacere!”
Quei nomi riecheggiarono nella mente di Rei... “Makoto e Usagi”; “Usagi e Makoto”...
Li ripeté più volte nelle sua mente, quando, ad un tratto Usagi la riportò alla realtà
“Ci sei? Non aver timore, riavrai tutte le tue cose” le disse sorridendo accompagnandola a un tavolo “Motoki” urlò a gran voce attirando l’attenzione del ragazzo che la salutò da lontano arrossendo “ci porteresti un frappé al cioccolato e vaniglia e per la mia amica... Cosa vuoi?” le chiese
Rei che era ancora assorta nei suoi pensieri alzò lo sguardo e la guardò
“Prego?”
“Cosa vuoi?” ripeté
“Ah per me... un tè ai frutti rossi, grazie!”
Rei tornò ai suoi pensieri. Come mai quelle ragazze avevano dei nomi cosi familiari? Come mai quello stesso posto dove si trovava non le sembrava nuovo... come mai quella ragazza che sedeva di fronte a se le ricordava tanto qualcuno?
“Tutto bene?”
“Si... si grazie... Sono solo in pensiero... perdonami, non ti ho ancora detto come mi chiamo.. il mio nome è Rei, piacere di conoscerti Usagi”
Nel frattempo arrivò Makoto con la borsa di Rei in mano che restituì alla legittima proprietaria.
“Ed eccomi qui! “
“Che ti avevo detto! Makoto è un portento!”

Rei passò la giornata con quelle due ragazze, e presto i pensieri che le davano il tormento andarono via in un battibaleno.
Non sapeva come spiegarselo, ma le sembrava che quelle due fossero sue carissime amiche...
“Ragazze?” le chiamò Rei attirando la loro attenzione
“Si?” risposero in coro
“Non so voi... ma ho come l’impressione di avervi già conosciute... non è che ci siamo già viste da qualche parte?”
“Non saprei” rispose Makoto “Che scuola frequenti?”
“La “T.A Girls Accademy”... “
Le due ragazze restarono a bocca aperta. Quella era una scuola molto facoltosa.
Istituto femminile, religioso che accoglieva ragazze di famiglie benestanti.
“E voi?” chiese Rei guardandole mentre sorseggiava il suo tè
“L’istituto Juban” risposero nuovamente in coro
Quelle due sembravano essere molto amiche, Rei le guardava quasi con malinconia e forse un pizzico d’invidia.
Makoto, la ragazza più alta deve volere molto bene a Usagi, e lei di sicuro la contraccambia.
Fu distratta nuovamente dalla voce di Usagi che a gran voce richiamava un’altra ragazza
“Ami”
Rei si girò e vide una ragazza dal caschetto blu che sorrideva ad Usagi.
“Vieni qui! Siediti con noi”
“Usagi è inutile che speri di fartela amica, non migliorerai così i tuoi voti!” la prese in giro Makoto
“Finiscila! Mi fai così meschina? E’ che la vedo sempre da sola, assorta nei suoi pensieri, noi l’abbiamo conosciuta e io per educazione la invito a prendere qualcosa con noi!”
Ami intanto si avvicinò e salutò con un inchino le presenti.
“Ma quanta formalità... dai siedi con noi, Ami!” esclamò Usagi facendo spazio affianco a lei
Ami sorrise e si convinse.
Le era simpatica quella ragazza così allegra e dai buffi codini.
Rei avvertì di nuovo quella sensazione... si convinse che alla fine della giornata,avrebbe consultato il sacro fuoco, solo così poteva trovare delle risposte a quelle domande.
Decise di rilassarsi e di passare la giornata con quelle ragazze cosi simpatiche e di rilassarsi.
Tra un tè, un frappé, e qualche dolcetto le quattro ragazze fecero velocemente amicizia; nei loro cuori stava esplodendo qualcosa, come una dolce sensazione di tepore che ricordavano di aver già sentito.
Mentre le ragazze chiacchieravano, ce n’era un’altra, che le osservava da lontano.
Era seduta in un tavolo, in quello stesso bar e sorrideva guardando verso di loro.
Aveva dei lunghi capelli biondi che teneva in ordine con un fiocco rosso, e un paio di meravigliosi, grandi occhi azzurri.
Minako, questo era il suo nome, le stava osservando da tempo, in disparte come lo era sempre stata nella sua vita. In disparte da tutti e da tutto, aveva due passioni: la pallavolo, sport in cui era un asso e il canto, un arte in cui desiderava sfondare, ma non poteva perché destinata a compiere una missione di vitale importanza e a cui avrebbe mantenuto fede per sempre.
Si alzò e dopo aver pagato il conto andò via, non prima di aver dato un ultimo sguardo a quelle che erano le sue amiche e che presto avrebbe rincontrato, in circostanze purtroppo non allegre.

In quel stesso momento al Crown entrò Mamoru, che si sedette al bancone.
Usagi se ne accorse e lo seguì con lo sguardo, lo vide sedersi e salutare Motoki.
Arrossì, poi distolse lo sguardo. Si sentiva terribilmente in colpa per le brutte parole che gli aveva detto due giorni prima, voleva chiedergli scusa, ma cosi gli avrebbe fatto capire che Motoki le aveva detto della sua sventura.
Decise di agire in un’altra maniera, con la scusa di prendere dei gettoni per giocare si alzò e avanzò saltellando verso Motoki seguita da Makoto.
Mamoru alzò lo sguardo e la vide avvicinarsi; Motoki nel frattempo stava preparando il caffé.
Usagi era impaziente e nello stesso tempo a disagio, con Mamoru vicino che beveva il suo caffè e Makoto che la osservava guardare Mamoru.
“Motoki” esordì Mamoru all’improvviso “C’è la tua amica con gli odango sulla testa che ti cerca”
Usagi non rispose a quella provocazione, cosa che meravigliò Mamoru che rincarò la dose:
“Motoki... c’è la tua amica somarella...”
Niente, Usagi inghiottiva e continuava ad ignorare
Terzo tentativo
“Motoki... c’è testolina buffa... la biondina fidanzata con quel nanetto dagli occhiali grossi e rotondi...”
Colpita e affondata!
“Per tua informazione, Usagi non è fidanzata... Mamoru” intervenne Makoto
Usagi continuava a non dare retta alle provocazioni di Mamoru che la continuava ad osservare e fu li che vide un velo di tristezza nei suoi occhi, un’espressione che gli era familiare, che ricordava di aver già visto... ma che non riusciva a comprendere come.
Arrivò Motoki sorridendo come sempre e servì alle due ragazze un paio di gettoni
“Ecco a voi, la prima partita ve la offro io”
Le due ragazze accettarono sorridendo e corsero ai video giochi, seguite poi da Ami e Rei.

“Le hai detto qualcosa? Vero?”
“Prego?” rispose Motoki cadendo dalle nuvole
“Dai, non fare il furbo con me... le hai raccontato di me! È evidente... non mi ha risposto male stavolta!”
“ Sai era rimasta talmente male dalla tua reazione che ho voluto dirle come stanno le cose. È mortificata, poverina. Si sente in colpa...”
“L’avevo capito... anzi ero sicuro che tu le dicessi tutto riguardo quella brutta storia”
“Mamoru, sai, non devi pensare cosi male di Usagi. Lei può sembrare una sciocca, in realtà è una ragazza solare ed allegra. Ad esempio, vedi Makoto, la sua amica?”
“Veniva sempre qui a giocare sola, perché questa sala giochi la frequenta un ragazzo che le piaceva. Non aveva amiche, anzi veniva sempre emarginata.”
“Quindi?”
“Usagi ha subito legato con lei... tutti la schivavano perché considerata violenta e attacca brighe, quando in realtà non è così!”
Mamoru le osservò e capì cosa voleva fargli intendere Motoki.
“Non credere che Usagi sia una sciocca... anzi è una ragazza dal cuore d’oro. Si a scuola non ottiene grandi risultati, ma ti assicuro che lei non è la classica ragazzina viziata che potrebbe sembrare.
Quando le ho detto di te, stava quasi per mettersi a piangere.”
“Ma dai! È vero?” Mamoru sorrise.
“Giuro!”
“Capisco... cambiamo argomento... allora cosa vuoi fare per il tuo compleanno? Diciotto anni sono un traguardo importante!”
“Una bella festa a cui tu devi partecipare, porta anche Sara se vuoi...”
Mamoru lo interruppe
“Aspetta... cosa vuoi dire?”
“Non c’è del tenero tra voi?”
“Ma che dici...certo che no... siamo solo amici...”
“Come vuoi, dicevo insomma, voglio organizzare una bella festa per sabato prossimo, credo che inviterò Usagi e le sue amiche.”
“Servirai anche il latte caldo con il miele?”
“Quanto sei stupido, Mamoru!”
Mamoru rise, poi si alzò per tornare a casa.
“Io vado a casa, devo finire un’importante relazione. Ci vediamo domani”
“Ciao Mamoru”
E mentre Mamoru se ne andava via, Usagi guardava verso l’ingresso e lo vide scomparire poco dopo.  


Il pomeriggio successivo, Makoto chiese ad Usagi di accompagnarla a fare un servizio.
Usagi uscì di casa con la sua gattina Luna a seguito, come al solito.
Si incontrarono al bar e dopo un tè si recarono assieme al cimitero.
Makoto orfana dei genitori, andava spesso a visitare la loro tomba e lo faceva sempre da sola; questa volta chiese alla sua amica Usagi di venire con lei, perché voleva condividere con la sua amica quel dolore che non va mai via e che ora era pronta ad esternare.
Usagi acconsentì di buon grado e presa l’amica sottobraccio iniziò a camminare tra i silenziosi sentieri.
Arrivarono alla tomba, Makoto si inginocchiò e pose un mazzo di tulipani in onore dei genitori defunti.
Usagi le posò una mano sulla spalla che la bruna strinse nella sua.
Restarono li, in silenzio per dieci minuti, Usagi rispettò quel momento, quando all’improvviso Luna le scappò e corse via.
“Oh no! Luna!”

“Dai andiamo a recuperarla...”
“Makoto, perdonami...”

“Non preoccuparti... è ora di andare adesso!”
Usagi annuì e insieme si avviarono alla ricerca di Luna.
La videro subito dopo accanto a un ragazzo inginocchiato davanti una tomba. Gli faceva le fusa.
Usagi iniziò ad avvicinarsi, ma si bloccò ad un certo punto perché riconobbe il ragazzo. Era Mamoru.
Luna non voleva saperne di andare via e nonostante i continui richiami di Usagi, restava tra le gambe di Mamoru che curioso osservava la macchia a forma di Luna sulla fronte e l’accarezzava piano sul capo.
Poi si alzò in piedi con la gatta tra le braccia e avanzò verso Usagi:

“Testolina buffa, non sai che non si grida in un camposanto?”
“Ho solo chiamato la mia micia... non ho urlato!”
“Potevi avvicinarti e riprenderla come ho fatto io... “ rise “ pare che io gli piaccia più di te”
“Fa cosi  con tutti, non montarti la testa!”
“Non è vero, non l’ho mai vista fare cosi con nessuno... “ intervenne Makoto
Usagi guardò l’amica in modo torvo
“Almeno per il poco tempo che l’ho vista...”
“Vi saluto ragazze... ciao Makoto... ciao odango!”
Makoto ridacchiò e ricambiò il saluto, Usag gli fece una linguaccia, poi guardò in fondo e quando si assicurò che Mamoru se ne fosse andato si avvicinò alla tomba e li vide le foto di un uomo e una donna.
“Dovevano essere i suoi genitori... la mamma aveva gli occhi blu, proprio come i suoi. Chissà quanto deve aver sofferto dopo la loro scomparsa...”
“Sai Usagi, io un po’ lo capisco... in fondo abbiamo avuto esperienze uguali. Non credo sia una cattiva persona... è solo il suo modo di fare per fare amicizia con chi gli è particolarmente simpatico.”
“Makoto, cosa vuoi insinuare?”
“Niente, niente!” ridacchiò “Adesso andiamo che è tardi, forza!”

In tarda serata Usagi si mise a letto e pensò intensamente a Mamoru e al suo sventurato destino che lo ha reso orfano a soli sei anni.
Più ci pensava e più le sembrava di conoscere quella storia; ma la cosa che più la lasciava sorpresa era il fatto che pensava a Mamoru e sentiva un innato bisogno di stargli vicino.
E con la mente impegnata nel ricordo di quell’incontro chiuse gli occhi e si abbandonò al richiamo di Morfeo.

“Non riusciva a vedere bene i loro volti, ma era evidente che fossero un uomo e una donna rinchiusi in un ascensore. Parlavano e sorridevano, forse si stavano raccontando qualcosa di bello e si voltava come imbarazzata dallo sguardo di lui.
All’improvviso qualcosa che proveniva dall’alto sembrò attirare la loro attenzione: un vortice infuocato stava per raggiungerli e segnare la loro fine!
Poi, all’improvviso un fascio di luce rosa, un disco bianco che volava e un’esplosione!
E un uomo, dai capelli lunghi raccolti in una coda bassa, vestito con una divisa grigia che rideva.
L’uomo si gira, sorpreso dalla voce di qualcuno... un qualcuno che gli pareva di conoscere...
Poi tutto si evolve in fretta, l’uomo cattivo aggredisce la ragazza e l’uomo di interpone per proteggerla e poi cadere ferito tra le sue braccia, mentre lei con le sue lacrime richiamava a se un gioiello con il quale sconfisse il perfido uomo e attuò una metamorfosi.”

Aprì gli occhi all’improvviso, si mise seduto sul letto:
“Ancora quel sogno... ma perché mi sento sempre agitato quando lo faccio? Cosa significa??”
Mamoru mise la testa fra le mani, poi si alzò e uscì fuori al balcone.
Portò lo sguardo al cielo; la luna quella sera era alta e regnava su nel cielo, regina della notte incontrastata, bellissima e romantica.
E mentre osservava la Luna si ritrovò senza volerlo a pensare ad Usagi.

Usagi si risvegliò da quel sonno tormentato
“Ma che sogno ho fatto... e per di più, perché mi sembra cosi dannatamente familiare?”
Si sentiva agitata, come se dovesse accadere qualcosa.
Si alzò e andò fuori al balcone ad osservare la luna, che da sempre le trasmetteva serenità ogni volta che la osservava.
E senza volerlo anche lei stava pensando a Mamoru.

*mi riferisco all’episodio 29 della prima serie di Sailor Moon: “La ragazza di Moran” , quando Usagi e Makoto (Bunny e Morea) entrambe cotte di Motoki (Moran) decidono di conquistarlo e promettono di non portar rancore all’altra se lui avesse scelto una delle due.

Bene, eccomi qui con un nuovo capitolo. È entrata in gioco anche la mia Rei che ha subito stretto amicizia con le ragazze. Ho ritenuto opportuno farle conoscere grazie allo scippatore, Makoto non avrebbe resistito e gliele avrebbe suonate per bene! 

Ha fatto capolino anche Minako che ha dato l’impressione di conoscerle gia... non vi dico altro, il resto lo saprete nel prossimo capitolo.
Per quanto riguarda Mamoru e Usagi, beh per loro ho una sorpresa in serbo, ma la storia è ancora lunga!
Grazie per l’attenzione care lettrici, un abbraccio dalla vostra “Princess_Mars” ;)
ps: un saluto speciale va alla mia cara amica e autrice Miss Demy, che mi da sempre grandi consigli e ha tanta fiducia in me, e che ha realizzato il brand per la mia storia! 








 

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Capitolo 5
*** La festa di Motoki ***


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Capitolo 5

Essere distratto durante una lezione, non era da lui, ma quella mattina Mamoru non era particolarmente sveglio, infatti uscì dall’aula prima della fine delle lezioni.
Sara, che non lo aveva perso di vista per tutto il tempo fece la stessa cosa e lo seguì per i corridoi dell’università.
Lo vide che sorseggiava un caffè bollente e guardava fuori dalla finestra con aria distratta.
Gli si avvicinò e gli rivolse la parola:
“Non è da te abbandonare una lezione... cosa c’è? Ti vedo stanco...”
“Si in effetti la notte scorsa non ho dormito quasi per niente...”

“Hai qualche pensiero che ti affligge?”
“Niente di particolare... dai andiamo fuori di qui, oggi voglio rilassarmi. Ti va di farmi compagnia?”
Non se lo fece ripetere due volte e acconsentì subito.
Mamoru le piaceva, tanto anche, e riuscire a strappare un appuntamento con lui era come vincere alla lotteria.
Era una bella giornata di sole, Sara si mise timidamente sotto braccio a Mamoru e insieme iniziarono a passeggiare.
La primavera si faceva ormai sentire in tutto il suo splendore, i ciliegi erano in fiore e regalavano ai sentieri dei parchi soffici tappeti di petali rosa e le coppiette innamorate si baciavano accoccolate sulle panchine.
Usagi quello stesso pomeriggio, era uscita con Makoto e insieme si dovevano recare in un negozio di abbigliamento per acquistare un vestito da indossare alla festa di compleanno di Motoki che si sarebbe svolta la medesima sera.
In quello stesso negozio ebbe la felice idea di recarsi anche Sara per lo stesso motivo.

Fare colpo su Motoki! Era questo che volevano entrambe e per l’occasione dovevano indossare un vestito che le facesse sembrare un po’ meno liceali, poiché avrebbero partecipato ad una festa di universitari.

Usagi era già al quarto vestito, Makoto non aveva indossato ancora nulla di ciò che la commessa le aveva propinato.
Non aveva mai indossato dei vestitini e si vergognava a mettere in mostra il proprio corpo.
La simpatica biondina, uscì dal camerino indossando un abitino bianco, a tubino che la fasciava perfettamente e metteva in mostra le fresche forme di ragazza di quindici anni.*
Makoto la guardò sorridendo:
“Sei bellissima” esclamò
“Dici davvero Mako-chan?”
“Si! Questo abito ti dona parecchio!”
“Allora mi fido di te e lo prendo... sai piace molto anche a me!” disse guardandosi ancora allo specchio, poi scrutò l’amica e notò che non aveva indossato nessuno degli abiti che la commessa le aveva consigliato.

“E tu? Non provi ancora nulla?” le chiese
“Usa-chan io non sono una ragazza che usa abitini del genere... non mi sentirei a mio agio...”
“Mmh... secondo me ti sbagli. Dovresti valorizzarti, sei bella, alta... una donna deve essere sempre carina e a posto.”
“Che sciocchezze...” rispose una voce maschile alle sue spalle
“Scommetto di sapere chi è il rompiscatole, impiccione, che sta sempre tra i piedi che adesso sta sfidando la mia pazienza, che sta interrompendo il discorso tra me e la mia amica!!!” esclamò Usagi visibilmente irritata
“Non sei affatto brava a dare consigli faccia di luna. Una bella ragazza è una ragazza che sa essere generosa, che possiede dei forti ideali in cui credere, qualità che tu ahimè, sembri di non possedere...” **
Usagi lo interruppe
“Non sono affari tuoi! Io sono una ragazza piena di amici che apprezzano il mio carattere e non ti permetto di offendermi in questa maniera, tu non mi conosci hai capito? Lasciami in pace, idiota!”
Usagi grugnì e tornò nel camerino per cambiarsi.
Makoto si avvicinò a Mamoru e gli disse:
“Hai sbagliato a dirle quelle cose... lei è una ragazza dolcissima e credimi ha molti più ideali lei di quell’oca che ti porti dietro alla sala giochi ogni tanto e che ora è qui e ha osservato tutta la scena”
Mamoru rimase spiazzato, Makoto prese un abito dalla catasta ed entrò nel camerino.
Rimase a guardarla entrare, rifletté che in effetti, aveva ragione, non conosceva Usagi e non sapeva com’era fatta dentro.
In cuor suo forse sapeva già che era buona, ecco perché cercava di stuzzicarla in ogni modo; quella ragazza cosi solare, gioiosa e perennemente allegra.
Era capace di far sembrare bellissima anche una fredda giornata di inverno.
Sospirò e sorrise, poi si voltò verso Sara che lo vide pensieroso:
“Ogni volta che incontri quella biondina cambi d’umore.”
“Come scusa?”
“Prima pensavi ai fatti tuoi, dopo che hai incontrato quella ragazza che prendi sempre in giro hai un sorriso stampato sul volto che ancora non va via...” rispose Sara guardandolo sottecchi mentre ripiegava l’abito che aveva scelto.
“Ma cosa dici” sorrise nervoso per poi cingerle le braccia.
Si scontrò con Usagi anche in quel momento, lei girò il viso dall’altro lato indignata e andò via dal negozio seguita da Makoto.
Mamoru però doveva togliersi un dubbio e richiamò l’attenzione della ragazza castana:
“Makoto!”
“Mh?”
Le si avvicinò e in disparte le chiese:
“Perché hai voluto parlarmi cosi bene di Usagi facendo un confronto con la mia amica?”
Makoto sorrise, si schiarì la voce e gli rispose:
“Diciamo che volevo placare la tua curiosità sulla mia di amica...” enfatizzando la parola “mia”
Spiazzato! Per la seconda volta!
Una ragazzina del liceo lo aveva messo di nuovo in difficoltà.
Non che lui fosse un grande uomo, aveva solo diciotto anni ed era al primo anno di università, ma si sentiva adulto rispetto a loro, ma quella volta era stato battuto.
Usagi era fortunata, era davvero piena di amici che le volevano un gran bene e glielo dimostravano sempre.
E si rese conto che la stava pensando ancora e fu li che ebbe come un flashback, istantaneo, velocissimo di una ragazza bionda, con un lungo abito bianco che lo guardava in lacrime.
                                                      ***
La sera non si fece attendere e cosi la festa di Motoki dei suoi 19 anni.
Un’età normale, non importante come i 18, ma che meritava comunque di essere festeggiata.
La festa si teneva in un localino in centro, facilmente raggiungibile a piedi per le persone non motorizzate.
Era una specie di discopub, illuminato da luci al neon blu; il dj stava sistemando i suoi dischi e intanto aveva messo su un po’ di musica da atmosfera che accompagnava le chiacchiere degli invitati.
Usagi e Makoto fecero il loro ingresso fasciate nei loro abiti nuovi:
Makoto, per l’occasione aveva scelto un abito nero con un’unica spallina, lungo fino al ginocchio e con uno spacco che arrivava a metà coscia, Usagi il tubino bianco che aveva provato al negozio.
Poco dopo arrivò anche Mamoru con Sara e Motoki corse ad accoglierli, soffermandosi a salutare Makoto più del dovuto.
La ragazza, non abituata a ricevere molte attenzioni arrossì e si voltò verso Usagi che li guardava sorridendo.
La musica iniziò subito ad essere movimentata e la festa iniziò.
Sara cercava i trascinare Mamoru in pista, che visibilmente annoiato, aveva preso posto al bancone del bar e sorseggiava un cocktail.
La brunetta sbuffò, poi scorse due amiche di corso e si lanciò a ballare con loro.
Usagi ballava con Makoto e Mamoru si rese poi conto che la stava osservando da diversi minuti.
Rideva, scherzava con la sua amica, si divertiva; Motoki era giunto e si era messo a ballare con entrambe.
Vicino aveva due giovani ragazzi, compagni di corso di Motoki che, già abbastanza brilli si spintonavano e buttavano giù cicchetti di rum.
Sospirò e tornò a guardare il trio che gioioso si sfrenava in pista.
Motoki incontrò il suo sguardo, congedò le ragazze e andò dal suo amico.
“Mamoru! Cosa fai qui seduto? Vieni a ballare con noi... Sara dov’è?”
“Con le sue amiche... e comunque no, non mi trascinerai a ballare, sai che non amo le discoteche!”
“Sei noioso... mio nonno è più moderno di te!”
“Esci con lui allora” rispose ridendo
“Ah ah ah... che simpatico...”
Motoki si sentì spintonato e finì addosso a Mamoru; i due ragazzi che ingurgitavano i bicchierini di rum si erano spintonati per gioco e colpirono il biondo.
“Scusa Motok...” biascicò uno di loro dandogli una pacca sulla spalla e alzando il bicchiere, questa volta sembrava essere un cocktail, e brindando al ragazzo, si incamminò con l’amico in pista per ballare.
I due ragazzi, ormai ubriachi fradici si scatenarono in folli balli, osservati da Mamoru.
I suoi occhi colsero anche il momento in cui uno di loro fece segno verso l’amico indicando Usagi facendo gesti che di signorile avevano ben poco.
Avvertì una sensazione fastidiosa, che non riusciva a comprendere, ma non distolse lo sguardo e continuò ad osservare la scena.
Con lo sguardo cercò Makoto, che si era seduta perché troppo stanca, fu raggiunta poi da Motoki che le portò da bere.
Li vide chiacchierare, pensò che erano carini, sorrise e poi tornò a guardare Usagi che ballava e quei due ragazzi che la ronzavano attorno e lei sembrava non rendersene conto nemmeno.
Si alzò e andò in bagno, guardando sempre verso Usagi che ballava sola.
Usagi sentiva caldo, per cui smise di ballare e si incamminò fuori al locale per prendere una boccata d’aria.
L’aria fresca le fece bene, le sembrava di non riuscire più a respirare nel locale camminò un po’ e mentre stava per tornare, i due ragazzi ubriachi le si postarono davanti.
Usagi si spostò lateralmente ma questi la bloccarono uno per lato e prendole le braccia iniziarono a parlare con lei.
“Ciao biondina...”
Usagi sorrise nervosamente “Chi siete?”
“Ti abbiamo vista ballare... abbiamo visto come richiamavi la nostra attenzione con questo vestitino bianco...” disse l’altro mangiandosela con gli occhi
“Volevamo conoscerti... come ti chiami biondina?”
“U...Usa...Usagi”
“Oh... ma che nome tenero...” disse il primo accarezzandole i capelli
“Ragazzi... adesso vorrei tornare dai miei amici”
“Calma... che fretta c’è?” dissero questa volta insieme stringendole le braccia.
Usagi stava per mettersi a piangere, mentre i due mettendole una mano alla bocca la stavano trascinando poco lontano dal locale in un vicolo buio.
Usagi morse la mano del ragazzo che l’aveva ammutolita, questo di tutta risposta le diede un ceffone sul viso.
“E’ inutile che urli biondina... non ti sentirà nessuno”
E cosi le si avvicinarono al collo tentando di levarle l’abito.
Nella foga le strapparono una bretellina del vestito, e ridendo trionfanti stavano per far fare la stessa fine all’intero capo finché due mani o due braccia molto forti li presero ciascuno per il collo per sbatterli uno contro l’altro.
Uno svenne subito, l’altro rimase a terra e lentamente si rialzò.
Usagi chiuse gli occhi, in lacrime, con l’abito rotto che le scopriva parte del reggiseno, si rannicchiò su se stessa e iniziò a piangere.
Il ragazzo corse verso Mamoru per attaccarlo, ma il moro prontamente seppe difendersi e con un pugno lo stese per terra.
Si massaggiò la mano, poi corse da Usagi che piangeva disperata e impaurita.
Le si avvicinò quasi timidamente, prese il suo mento con le dita e le offrì un fazzoletto per farle asciugare le lacrime.
“Usagi... stai bene? Ti hanno per caso fatto del male?”
La bionda alzò lo sguardo e fece no con la testa; solo in quel momento si era resa conto che a salvarla era stato il suo acerrimo nemico, quel ragazzo che le dava il tormento ogni giorno.
Non poteva credere ai suoi occhi!
“Ce la fai ad alzarti?” le chiese preoccupato
Spinta da una forza misteriosa, o forse solo per cercare un po’ di conforto, si buttò tra le braccia di Mamoru e pianse stretta al suo petto.
In un primo momento di titubanza il ragazzo restò spiazzato, la terza volta quel giorno,ma poi la strinse forte accarezzandole i capelli.
“Grazie... Mamoru... se tu non fossi intervenuto...” non riuscì a finire la frase
“Ssh... stai tranquilla adesso... ci sono io. È tutto finito, non piangere Usagi”
La strinse più forte e lei si aggrappò al suo petto, annuendo e mostrando un timido sorriso fra le lacrime.
“Dai andiamo via di qua, è tardi e non vedendoti gli altri potrebbero preoccuparsi”
Usagi si staccò, quasi a malincuore.
Si alzò cercando di sistemare l’abito, Mamoru dispiaciuto, si tolse la giacca e gliela mise sulla spalla.
“Tieni, cosi puoi coprirti”
“Grazie... ah Mamoru?”
“Dimmi...”
“Non mi va di restare a questa festa... voglio andare via... potresti accompagnarmi...?
Mamoru la guardò e non rispose
“Oh scusa... tu sei in compagnia... dai fa nulla torno da sola a casa...Oppure, vado da Makoto”
“Non scherzare... sola non ti lascio andare, Makoto è con Motoki e io non sono venuto in compagnia, non preoccuparti”
“Ma quella tua amica...”
“E’ un’amica, non la mia ragazza, capirà” disse sorridendo
“Va bene... vado solo a prendere il giacchino e la borsa dentro.”
Mamoru annuì e l’aspettò fuori.

Camminavano insieme, Usagi si sentiva un po’ a disagio.
Mamoru la stava accompagnando a casa, anzi Mamoru l’aveva salvata da un’aggressione, era intervenuto appena in tempo, prima che accadesse il peggio e lei gliene sarebbe stata grata in eterno sicuramente.
Erano arrivati ormai quasi a casa sua e Usagi, fece un sospiro, si fermò e gli disse:
“Mamoru... vorrei dirti qualcosa”
“Dimmi” rispose guardandola curioso
“Innanzi tutto volevo ringraziarti ancora. Il tuo intervento mi ha salvato da qualcosa di molto brutto e io te ne sarò grata in eterno”
“Usagi stai tranquilla, non devi sentirti in debito. Era dovere mio salvarti da quei due delinquenti”
“In secondo luogo” lo interruppe “Volevo scusarmi per averti detto quelle bruttissime cose quel giorno al Crown, non volevo essere cattiva o maleducata. Non sapevo della tua brutta esperienza, non mi sarei mai permessa... ecco... scusa”
Mamoru sorrise, e li vide ciò che Makoto e Motoki volevano fargli notare.
Usagi era una ragazza dolce e sensibile, anche se a volte dava l’aria di essere una ragazzina sciocca e viziata, aveva un cuore buono dentro di sé.
“Stai tranquilla... non lo sapevi... è tutto passato”
“Capisco... mi dispiace davvero tanto, in ogni caso. E non arrabbiarti con Motoki, non voleva esser indiscreto... voleva solo farmi capire perché quella volta te l’eri tanto presa... oh che vergogna... scusa ancora...”
“Usagi... è tutto apposto...se serve a farti stare più tranquilla, va bene accetto le tue scuse, ok?”
Usagi sorrise.
“Sai una cosa?”
“Cosa?” le chiese curioso
“Stasera mi ha chiamata per nome...” ridacchiò
“E’ vero... è grave” rispose ridendo
Usagi rise con lui
“Stiamo avendo una conversazione normale... che ci sta succedendo?” chiese la biondina
“Non ne ho idea...” rise lui
“Forse è l’inizio di un’amicizia” sorrise Usagi
“Può darsi” rispose Mamoru
Ormai erano arrivati sotto casa di Usagi
“Sono arrivata... beh... grazie ancora... Mamoru!”
“Ok testoli... ehm Usagi!”
“Hey!!!”
“Dai scherzavo... tra amici si scherza, no?”
“Questa te la concedo... beh io entro... allora... amici?” gli propose porgendogli la mano
“Amici!” rispose Mamoru prendendo la mano di Usagi e stringendola.

Usagi lo salutò e sparì dietro la porta di casa sua, Mamoru sorrise ancora e poi si avviò verso casa sua.
Salì in camera sua e si ritrovò a pensare alla serata, ma tutto passò in secondo piano perché ormai la sua mente era occupata dal volto di una sola persona, quel ragazzo dagli occhi cobalto che era intervenuto in suo soccorso e l’aveva stretta a lui.
E in quel momento ricordò la sensazione che aveva provato tra le braccia di Mamoru ed era come se quella stessa sensazione, l’avesse già provata, tanto tempo prima.





*Ho volutamente aumentato l’età delle protagoniste, so benissimo che nell’anime hanno 14 anni.
** Mamoru dice queste cose a Usagi durante un episodio della prima serie, perdonatemi ma non ricordo più quale: quando ho preso l’appunto ho dimenticato di trascrivere anche il numero dell’episodio dal quale ho tratto le parole di Mamo. 




Eccomi qui, finalmente dopo tanto tempo, con il capitolo 5 di questa fan fiction.
Sono due giorni che scrivo, che spremo le meningi in cerca di ispirazione e questo è ciò che ne è tratto.
Spero non restiate deluse dal capitolo.
Vi prometto che d’ora in poi le cose si faranno più interessanti, per tutti.
Colgo l’occasione per ringraziare tutte voi che mi seguite e recensite ogni volta.
Non mi resta che salutarvi e rinnovare l’appuntamento al prossimo capitolo, sperando che riesca a pubblicarlo il meno tardi possibile.
Ciao a tutte, Valentina!

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Capitolo 6
*** Presagi ***


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Capitolo 6



La sala illuminata da tante luci, era gremita di gente allegra, che sembrava stesse festeggiando qualcosa.
Apparve poi lei, fasciata da un lungo abito bianco come la neve, era felice e il cuore le batteva forte.
Tutto attorno a lei sembrava ricoperto di cristallo splendente, si sentiva potente e bella come non mai e al capo portava una corona.
Poi, vide comparirle un uomo davanti. Sembrava essere un principe bellissimo, anche se non riusciva a guardarlo bene negli occhi perché nascosti da una mascherina bianca.
Poco importò, perché l’uomo misterioso che sembrava essere davvero molto affascinante, le sorrise e prendendole una mano la cinse a se per poi volteggiare nella sala, dando il via a un ballo a cui parteciparono poi anche gli altri invitati.

Il sole del primo giorno di primavera filtrava attraverso le tende della finestra della stanza di Usagi, che dolcemente dormiva, mentre un distesa dorata di capelli biondi era sparsa sul materasso coperto dalle immancabili lenzuola rosa.

L’espressione sembrava serena, evidentemente stava facendo un bel sogno, ma l’improvviso e tanto odiato suono della sveglia la riportò alla realtà.

Aprì gli occhi blu e si girò verso l’orologio:

Stranamente quella mattina si era svegliata presto.

Si portò seduta e si girò verso la finestra mentre un lieve sorriso le si dipinse sul volto.

Era il 21 marzo, era finalmente arrivata la primavera la sua stagione preferita e anche se era tempo di esami, li avrebbe affrontati con più allegria, perché aveva dato l’arrivederci alle fredde e uggiose giornate invernali.
Si stropicciò gli occhi e pensò al sogno che aveva fatto, ripensandoci aveva sentito nel cuore una strana sensazione di benessere, un’emozione particolare che non le era familiare, che aveva già provato, o meglio che ricordava di aver già provato.
Guardò verso la finestra di nuovo, si ritrovò a pensare alla sera prima, a Mamoru e a come lui l’aveva salvata dai due ragazzacci che l’avevano puntata.
Si era ricordata di come l’aveva poi stretta a se, forte e il cuore iniziò a batterle forte.
Solo in quel momento stava pensando a cosa aveva provato appoggiata al suo petto e stranamente si era sentita bene, appagata e non sapeva ancora spiegarsi perché, si era anche  sentita felice.

Poi rivolse la sua attenzione all’abito rovinato posato sulla spalliera della sedia della sua scrivania.

L’immagine del viso di Mamoru le comparve all’improvviso avanti agli occhi e arrossì.

Andò a farsi la doccia, ma la sua mente era sempre impegnata da un unico pensiero, o meglio era concentrata a pensare una sola persona: Mamoru Chiba!
Lui, il suo acerrimo nemico, il ragazzo che le aveva sempre dato il tormento, che la prendeva in giro per le sue numerose insufficienze o per i suoi atteggiamenti  a detta di lui infantili e bizzarri.

Si preparò velocemente, indossando la divisa scolastica, prese un toast dalla tavola e scappò veloce fuori casa non curandosi dello sbigottimento della madre a vederla in piedi di buon’ora.

A scuola era più distratta del solito, assorta nei suoi pensieri, non si era accorta che la professoressa Haruna, l’aveva richiamata più volte per poi sbatterla fuori, inoltre aveva preso anche un’insufficienza gravissima all’ultimo test di inglese.
Alla fine delle lezioni, l’insegnante la richiamò per parlare con lei delle sue lacune.
“Usagi, non ci siamo!”
La biondina, calò la testa e annuì afflitta.
“Dato che sono buona, mi dispiace per te, voglio concederti l’occasione di recuperare questo compito.”
“Davvero? Oh professoressa lei è davvero buona”
“Ovviamente le domande saranno diverse, ma gli argomenti sono sempre gli stessi. Studia, fatti aiutare da qualcuno, ma per favore cerca di prendere almeno la sufficienza, anzi per alzare la tua media dovresti prendere almeno 80 su 100. Mi raccomando... hai una settimana di tempo per ripassare. Adesso vai, ci vediamo domani.”
“Grazie, arrivederci!” fece un inchino, aprì la porta e andò via, con l’ennesima insufficienza da aggiungere alla sua collezione.

L’unico luogo in cui voleva rifugiarsi in quel momento era la sala giochi, dove vide Makoto che giocava all’ultimo video gioco di Sailor V.
Al locale c’era anche Ami concentrata a leggere un libro, andò a salutarla con l’intento di chiederle un favore.
“Ami, ciao!”
La ragazza dai capelli corti alzò lo sguardo e ricambiò con un sorriso il saluto.
“Ciao Usagi! Come stai?”
“Non mi lamento... come te la passi tu invece?”
“Non mi lamento neanche io... hai bisogno di qualcosa?”
“Beh... ecco”
“Posso aiutarti in qualche modo?”
“Ero solo passata a salutarti... e si a chiederti un aiuto!”
“Dimmi pure!”
“Ecco, tu sei un genio e io sono una somara... ho bisogno di una mano con l’inglese! Potresti darmi delle ripetizioni?”
“Oh Usagi, per quando ti servono?”
“Da subito...” rispose mesta la biondina
“Ti aiuterei con tutto il cuore, ma mi sto preparando per quel famoso concorso per ricevere quella borsa di studio*,  potremmo anche farcela ma potrei dedicarti solo poche ore... e a quanto vedo tu hai bisogno di un grosso aiuto... e poche ore non bastano!”
“Ho il recupero di questo test la prossima settimana... se non lo passo è la fine...” rispose ancora con le lacrime agli occhi
Ami guardò il test e quel misero 25 su 100 conseguito, e deglutì imbarazzata.
“Non voglio toglierti del tempo prezioso... scusa”
“No aspetta Usagi... dai potremmo farlo la sera tardi, se ti va...”
Usagi stava per rispondere, quando qualcuno arrivato all’improvviso alle sue spalle, interruppe le ragazze ed esclamò:
“Che brutto voto!...”
Usagi, che aveva riconosciuto quella voce, si girò e fulminò con lo sguardo Mamoru, che prese in mano il compito e lo esaminò attentamente.
“Certo che dovrai farne di ore di studio per recuperare...Usagi.”
“Ce la metterò tutta... e smettila di prendermi in giro!”
“Non ti sto sfottendo, al contrario... ti sto dando un consiglio!”
“Ami ha detto che potrebbe aiutarmi, ma non voglio disturbarla, non siamo grandissime amiche, ma lei è un genio e magari può darmi qualche ripetizione... ma...”
“Ma?”
“Ha un concorso per vincere una borsa di studio da utilizzare in Europa, e aiutare me significherebbe per lei distrarsi dai suoi doveri. Non voglio che per colpa mia, non si concentri abbastanza per il suo test”
Mamoru si accarezzò il mento, ascoltandola. Vide che era realmente disperata, per questo motivo, prese una decisione, augurandosi di non pentirsene.
“Ti aiuto io!”
“Come???”
Anche Makoto si era avvicinata e incredula aveva sentito Mamoru che con gentilezza si offriva di aiutare Usagi a studiare.

“Ho detto che ti aiuto io. Ti va?”
Usagi, sorpresa dall’atteggiamento di Mamoru, sgranò gli occhi, per poi rispondere positivamente alla sua proposta.
“Non ti vorrei disturbare, io sono davvero un caso disperato...”
“Amo le sfide... allora che ne dici?”
“Se non supero il test, sono davvero nei guai... la mia risposta non può che essere positiva, Mamoru”
“Va bene, allora inizieremo domani...”
“Di sabato???” protestò Usagi
“Si di sabato!” rispose Mamoru con il tono di chi non ammette repliche
Usagi chinò la testa e si arrese, l’indomani avrebbe fatto lezioni con lui, il suo peggior nemico, anzi nuovo amico...
Lo osservò mentre salutava Motoki:
“Devo ammettere che è davvero un bel ragazzo: spalle larghe, alto, un bel viso, occhi blu, capelli neri come l’ebano...”
Sgranò gli occhi... “non può essere continuò a pensare... a me non piace quel ragazzo, assolutamente NO!”
“Testolina buffa?”
“Eh... si?” le sembrò di svegliarsi da una sorta di torpore
“Allora domani inizieremo le nostre lezioni. Ti voglio sveglia, mi raccomando!” rise Mamoru
“Non mi prendere in giro e non chiamarmi in quel modo, altrimenti non se fa più nulla!”
“Guarda che non devi fare un favore a me, bensì a te stessa. Se non vuoi, vorrà dire che domani mi terrò libero e mi riposerò.”
“Va bene, va bene... dove ci vediamo domani?”
“Vieni alle 2 di domani pomeriggio a casa mia.”
“Si... va bene... hai detto casa tua???”
“Perché vorresti per caso studiare qui al centro di ogni distrazione?”
“Potremmo andare in biblioteca...”
“In biblioteca c’è l’obbligo di stare in silenzio, io devo spiegare e per farlo devo usare la voce, a meno che tu non sappia il linguaggio dei segni, ma avrei dei problemi perché io non lo conosco.”
“Va bene, va bene... come sei pesante...”
“Non preoccuparti, non sono un malintenzionato... a domani”
le disse con un sorriso disarmante che le fece mancare un battito.
Perché si sentiva cosi attratta da quel ragazzo, e cos’erano quelle sensazioni cosi particolari, strane che avvertiva da quando lui l’aveva stretta al suo petto... non riusciva più a levarsi dalla mente il suo viso e soprattutto il ricordo di quando l’aveva salvata.

Era notte fonda ormai, due gatti e una ragazza bionda dai lunghi capelli si erano riuniti nel parco cittadino.
Dovevano discutere di un’importante e delicata decisione, quella di svegliare o meno i ricordi delle altre ragazze.
Minako, da capo del gruppo era rimasta l’unica che ricordava tutto della precedente vita e delle battaglie contro il Dark Kingdom e dal futuro aveva ricevuto un ordine:
“Devi risvegliare i ricordi delle altre combattenti, Sailor Venus”
“Ma tu chi sei... cosa vuoi e soprattutto perché devo richiamare le mie compagne?”
“Devi salvaguardare la principessa e il principe... il loro futuro è in serio pericolo...”
“La principessa e il principe? Vuoi dire Sailor Moon e Milord? Cosa vuoi dire parlando del loro futuro?”
“Tutto sarà spiegato a tempo debito, Sailor Venus prendi questo ciondolo e con esso risveglia le altre, meno che la principessa della Luna; non è il caso di metterla in pericolo già da adesso”
“Pericolo? Non ci sto capendo più nulla... Usagi corre dei rischi? Voglio capire cosa sta accadendo!Dannazione”
“Il principe e la principessa dovranno combattere per salvaguardare il loro amore, la prossima missione è concentrata soltanto su di loro e sul futuro che li aspetta...è giusto che adesso si conoscano di nuovo senza essere influenzati dai ruoli che avevano nelle loro vite precedenti. Questa sarà la prova del loro amore... una prova che dovranno affrontare da soli. Presto la principessa verserà molte lacrime, ma il destino ha deciso cosi.”
“Dobbiamo tornare a combattere molto presto, vero?”
“Si... tenetevi pronte e mi raccomando devono innamorarsi come esseri umani normali, solo chi ricorderanno tutto e saranno pronti per la prossima guerra”
“Va bene, allora farò come hai detto... ma posso sapere chi sei?”
“Io sono Sailor Pluto!”

Minako prese un lungo sorso d’aria, poi la buttò fuori e annuì.
In pochi secondi si trasformò e balzando sui tetti dei palazzi corse a fare ciò che le era stato ordinato.
In quel preciso istante Rei, Ami e Makoto si svegliarono di soprassalto.

*Ami durante la seconda serie dell’anime, decide di partire per la Germania perché ha vinto una borsa di studio. Viaggio che poi non farà più per restare con le sue amiche. Ho voluto inserire questa parte, di sicuro lei in quei giorni stava studiando molto.

Ed eccomi qui, di nuovo tra di voi con questo nuovo capitolo.
Intanto, ringrazio tutte voi che avete recensito e vi prometto che risponderò presto alle vostre recensioni.
Questo capitolo ho voluto dedicarlo sia al nuovo sentimento di amicizia nato tra Mamo e Usa che alle ragazze e alla missione futura, che voi conoscete perché si tratta della Luna Nera; vi avviso già da ora che sono intenzionata a modificare qualcosa.
Se credete che non farò lasciare Mamo e Usa, vi sbagliate, quella parte la seguirò fedelmente, ma cercherò di non essere troppo cattiva!!!
J
Adesso vado, spero che il capitolo vi piaccia. Un bacione a tutte voi mie care lettrici!
J
 

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Capitolo 7
*** Di nuovo insieme ***


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Capitolo 7

Si era trasformata ed era andata di corsa al santuario di Rei Hino; il loro quartier generale, dove si riunivano per discutere delle battaglie e per rilassarci davanti un buon tè caldo.
Sorrise la guerriera di Venere ripensando a quei dolci momenti trascorsi in compagnia delle sue migliori amiche, pregustando il momento in cui le avrebbe riabbracciate anche se in circostanze poco felici.
Certo una nuova minaccia avrebbe sconvolto le loro vite tornate da poco normali, ma ci sarebbe voluto ben altro per distruggere quel legame tanto solido quanto unico e che le avrebbe aiutate in ogni momento no, donando loro nuova forza.
Le guerriere Sailor,  quella notte sarebbero tornate, ma ciò che contava era che presto sarebbero di nuovo tornate amiche.
Aprì il ciondolo a forma di stella, lo stesso ciondolo di Sailor Moon, quell’amuleto magico che in una vita precedente Serenity aveva donato a Milord come pegno di un amore infinito, lo stesso che aveva salvato Mamoru ormai preda della regina Beril.
La melodia partì e una luce bianca si diffuse attorno a sè.

Come ipnotizzata Rei si alzò dal letto e si diresse fuori il Santuario, con gli occhi fissi verso un punto vuoto si incamminò verso Sailor Venus che commossa la osservava.
Nello stesso momento, scorse le teste di Makoto e Ami, che sempre in trans avanzavano verso di lei, attratte dalla musica che proveniva dal ciondolo.
“Avete fatto in fretta ragazze!” esclamò sorridendo la guerriera di Venere.
Luna e Artemis erano appena sopraggiunti, dopo aver compiuto la missione di portare la ragazze da Rei.
Trasportate da una strana forza, le tre ragazze sfiorarono il carillon e in un lampo, una luce fortissima invase i loro corpi fino a mostrar loro dei flashback delle loro passate gesta.

Cinque youma create apposta per eliminarle una dopo l’altra, ognuna con le stesse caratteristiche di ogni guerriera, una per ognuna di loro e di una forza di gran lunga maggiore dei mostri a cui erano abituate.
Ma nulla era troppo per la coraggiosa Sailor Jupiter, la prima che si batté contro tutte loro, sacrificando si la propria vita, ma riuscendo comunque ad eliminare una di loro grazie al potere del fulmine.

“Non c’è tempo per le lacrime principessina, per favore fa come ti ho detto!”
Spirò.

“Devo farlo ora finché sono ancora in tempo...” e morì anche la guerriera di mercurio, dopo aver distrutto il diadema di uno dei quei youma grazie al quale riusciva a creare illusioni per confonderle.

“Sta attenta...”
“Lasciatela andare... vi darò il cristallo d’argento, ma lasciatela andare...”
“NON DEVI DIRLO NEANCHE PER SCHERZO, BUNNY!”
E anche lei, la guerriera di venere fu eliminata, lasciando Sailor Mars e Sailor Moon da sole...

“Sai... anche se litighiamo è bello conoscerti...”
“No aspetta ascoltami! Questa volta tocca a me affrontare i mostri...”
Rei sorrise, sapeva che doveva sacrificarsi anche lei e lo avrebbe fatto senza paure...
Ne erano rimaste due, due contro una, fino alla fine... e allo stremo delle forze le finì tutte e due...
“Non ho ancora finito... pronta a fare fuoco... azione!”

Con le lacrime agli occhi, Ami, Rei, Makoto e Minako si guardarono negli occhi, sorrisero poi si unirono in un unico abbraccio fatto di singhiozzi e sussulti, di pianti di gioia e tristezza.
Erano finalmente riunite, ora dovevano solo aspettare che il destino compiesse il suo dovere, senza interferire in nessun modo con la magia: Erano questi gli ordini venuti dal futuro.

Il giorno dopo si erano riunite al solito bar.
“Ma queste guerriera di cui ci hai parlano la notte scorsa, Sailor Pluto, chi è e da dove viene?” chiese Makoto mentre sorseggiava un tè
“Non so dirvi altro, mi ha solo comunicato di risvegliarvi e di proteggere in incognito Usagi. Ha aggiunto che i suoi ricordi li deve riacquistare da sola come è già accaduto prima della grande battaglia.”
“Perché?”  chiese Rei sempre più curiosa “Non tenerci sulle spine!”
“Vuoi davvero saperlo?” chiese Minako
“Si, allora?”
“Sei sicura? La risposta potrebbe turbarti!”
“Minako, ci siamo appena ritrovate e ho già voglia di strangolarti! Sputa il rospo, dai!” chiese stizzita Rei non curandosi dei risolini divertiti delle amiche
“Perché deve prima nascere l’amore tra lei e Mamoru...”
“Immaginavo...” sorrise Rei ricordando dei suoi pianti notturni dopo aver scoperto il mistero che legava Milord e Sailor Moon.
Ma ormai era storia chiusa.
“Di questo non dobbiamo preoccuparci ragazze! Da oggi Usagi prenderà lezioni private di inglese da Mamoru. Per una settimana si vedranno assiduamente...” disse Makoto
“Povero Mamoru, non avrà giorni facili davanti a lui!” esclamò Rei ricordandosi degli scarsi risultati di Usagi a scuola.
“Sono sicura che tutto andrà bene e che i due si riavvicineranno ... anzi credo sia già successo... oh eccola che entra!” rispose Minako

Usagi entrò al Crown, si girò attorno e scorse Makoto seduta al tavolo con le altre.
Conosceva Ami, poiché frequentava la sua stessa scuola, ricordava Rei perché la sua amica Makoto l’aveva aiutata con lo scippatore ma la ragazza bionda col fiocco rosso non aveva idea di chi fosse.
Per educazione, dopo aver salutato si presentò a Minako e si ripresentò a Rei.
Tutte e quattro avevano gli occhi lucidi, morivano dalla voglia di riabbracciarla, ma non potevano fare passi falsi, la invitarono a sedersi con loro, per mangiare un gelato.

“Ragazze, per quanto mi piacerebbe, non posso... ho lezioni private di inglese. Sto aspettando il mio insegnante.”
“Chi Usa-chan? Mamoru?”
Usagi arrossì.
“Beh si... lui si era offerto di aiutarmi...”
“E tu hai accettato... ma sbaglio o ti stava molto antipatico?” la stuzzicò ancora Makoto divertita
“Mako-chan per favore... si è impietosito dei miei bruttissimi voti e dato che la professoressa mi ha dato una seconda possibilità, avevo urgente bisogno di lezioni perché ho il compito tra una settimana e......”
“Ho capito , ho capito.. il tuo ragazzo... oh scusa, il tuo insegnante è li...”
“Makoto!”
“Testolina buffa? Devi stare a chiacchierare ancora per molto tempo? Forza andiamo, saluta le tue amiche! È ora di studiare!”
“Arrivo... e non chiamarmi cosi, ho detto!” gli urlò dietro facendogli una linguaccia
“Ciao Makoto, ciao a tutte ragazze, a presto!”

Sorrisero, ricordando la loro preziosa amica.
Non era cambiata affatto la loro cara Usagi, lo spirito del gruppo, anche se nei suoi occhi avevano scorso una luce diversa.
Si erano ricordate, poi di quando con i loro spiriti avevano aiutato la principessa Serenity a debellare per sempre Queen Metaria, in quel momento lei era cresciuta, era maturata un po’ e il loro sacrificio era valso a qualcosa.
Adesso, però un altro pericolo stava per minacciare la quiete e loro erano tornate per quel motivo e presto sarebbe tornata anche Sailor Moon. 

Mentre camminavano, Usagi notò che Mamoru aveva un casco sotto il braccio, curiosa gli chiese come mai, ma non fece in tempo a sentire la risposta che lui la scortò davanti una moto di grossa cilindrata e le prestò un secondo casco preso da uno scomparto sotto la sella.
“Sei impazzito? Io non ci salgo qui con te, ci tengo alla mia vita!” – esclamò contrariata incrociando le braccia
“Come vuoi... – disse sogghignando – ci vediamo a casa mia allora “ e – sotto gli occhi di Usagi salì sulla moto e partì sgommando.
“Come ci arrivo se non so nemmeno dove abiti???” gli urlò dietro.
Tornò dopo qualche istante: “Piaciuto lo scherzetto?” – le domandò ridendo e porgendole nuovamente il casco – da testolina buffa, andrò piano, non preoccuparti, monta su!
Sorrideva: quanto era bello quel sorriso, e si era stampato nella mente di Usagi, suo malgrado.
Un po’ intimidita dal trovarsi cosi vicina a lui, si mantenne leggermente ai suoi fianchi, lui sorrise ancora con il suo sguardo accattivante e Usagi pensò che Mamoru fosse ancora più sexy con il casco.
Fece sparire subito quei pensieri, mentre lui le prese le braccia e la tirò verso di sé:
“Reggiti forte - le disse con quel tono rassicurante che aveva – abbracciami”
Usagi obbedì e arrossì ancora con il cuore che le batteva a più non posso.
Mamoru sfrecciava veloce per la città, ma lei sembrava non accorgersi nemmeno della rapidità con cui il ragazzo spingeva sull’acceleratore, si era appoggiata alla sua schiena e lo stringeva forte, ed era la seconda volta che si sentiva cosi bene; era già successo quando Mamoru l’aveva salvata dai due ragazzi ubriachi.
Anche Mamoru, dal canto suo non era estraneo a certe sensazioni che Usagi gli regalava e mentre lei lo teneva stretto, lui pensava a come si sentiva in sua presenza e soprattutto a come si era sentito quella sera che l’aveva difesa.
Ormai se ne era reso conto, quella ragazza buffa lo aveva colpito in qualche modo, anche quando credeva fosse una stupida immatura senza valori.
Era la sua vitalità che lo aveva colpito e quando c’era lei si sentiva allegro come non lo era mai stato in vita sua, anzi non ricordava molti momenti felici, ma quel rapporto con Usagi lo rallegrava sempre tanto.
In un certo qual modo le piaceva, le era simpatica e prenderla in giro, era l’unico modo per attirare la sua attenzione e ci era riuscito in pieno.
Poi la famosa sera del compleanno di Motoki: quando la vide in balia dei due ragazzi malintenzionati non era riuscito a trattenere la voglia di rompergli la faccia e correre a salvarla.
Si avrebbe difeso qualsiasi ragazza, ma vedere “lei” in quelle condizioni lo aveva particolarmente scosso.
Si ridestò dai suoi pensieri appena si accorse di essere arrivato a casa sua.
Scese nei box, parcheggiò la moto.
“Andiamo? - disse rivolgendosi ad Usagi – ci aspetta un intenso pomeriggio di studio.
Salirono in casa sua e il ragazzo l’accompagnò in salone – “accomodati – fece mettiti comoda, prepara le tue cose mentre io vado a prendere qualche libro che può aiutarti”
I suoi modi erano gentili, era diverso da come si comportava di solito quando si incontravano.
Certo erano diventati amici, ma lui non aveva mai smesso di prenderla, bonariamente in giro, cosa che non fece a casa sua.
Usagi mise sul tavolo, fogli, quaderni i libri e il suo test di inglese andato male; mentre attendeva il suo insegnante si guardò attorno a se.
L’appartamento di Mamoru era semplice, pulito, molto ordinato e con una libreria piena di libri di argomenti diversi.
Un bel divano, una televisione, mobili da salotto sui quali erano poggiati diversi soprammobili, un vaso di fiori, e un portafoto.
Usagi, incuriosita da quell’unica foto presente in quella casa si avvicinò per guardarla meglio.
La foto ritraeva un bambino sorridente avanti una torta di compleanno  che aveva sei candeline, e accanto a se un uomo e una donna.
Lui aveva i capelli castani e gli occhi neri, lei era bionda e aveva gli occhi azzurri.
“Che bella donna” esclamò, non accorgendosi della presenza di Mamoru alle sue spalle.
Si girò e vide che la stava osservando – “ Oh... scusa non volevo ficcare il naso nelle tue cose...”
“Non fa nulla, testolina buffa. Loro sono i miei genitori, abbiamo scattato questa foto il giorno del mio sesto compleanno... - si fermò un momento – dai ora andiamo a studiare che è meglio.
“Va bene” – rispose



Le ragazze erano riunite al santuario di Rei, con Luna e Artemis.
“Ragazze – la gatta nera incominciò a parlare – è un vero piacere per me rivedervi tutte e potervi parlare di nuovo. Spero stiate tutte bene.”
Le ragazze annuirono, Artemis continuò:
“Avremmo preferito ritrovarci in circostanze più piacevoli, ma abbiamo dovuto risvegliarvi per parlarvi di un pericolo che si sta per avvicinare. Non sappiamo bene di cosa si tratti, ma temiamo che questa minaccia venga da futuro.”
“Temo che questa sarà una battaglia più dura di quella contro il regno delle tenebre – mormorò Ami pensierosa – tuttavia, io sono pronta a combattere di nuovo e ad adempiere ai miei doveri di guerriera. Anche se dovrò studiare la notte per recuperare il tempo perso.”
Le ragazze restarono a guardarla allibite; no la loro Ami non sarebbe mai cambiata.
“Ragazze – continuò poi ancora Luna – presto tornerete a combattere, la cosa più importante ora è che il principe e la principessa riacquistino i ricordi da soli. Non posso dirvi altro”
“Si innamoreranno di nuovo, io ne sono sicura” – esclamò Rei.
“E presto torneremo a prendere in giro la nostra Usa-chan!” - continuò Minako
Le ragazze annuirono ancora e risero, unendo le loro mani una sopra l’altra e guardandosi complici.
Le guerriere Sailor erano tornate!



Buonasera a voi mie amate e fedeli lettrici.
Come avete potuto constatare dai numerosi aggiornamenti, ho una forte carica ispiratrice in questo periodo e come dice la mia amica Baby, potrebbe essere l’aria di primavera.
Ed eccomi qui con questo nuovo capitolo dedicato maggiormente alle ragazze e ai loro ricordi ritrovati, finalmente si sono riunite e presto saranno pronte per la nuova battaglia che le aspetta, che come potete benissimo immaginare, si tratta della “Luna Nera” del principe Demando.
Mamoru e Usagi studieranno assieme e si vi prometto che nel prossimo capitolo dedicherò loro più tempo.
Mi scuso se spesso non rispondo alle recensioni o se rispondo in ritardo, per cui colgo l’occasione per ringraziarvi tutte qui, grazie per il vostro sostegno e per complimenti che mi fate. Siete dolcissime!
Adesso vi saluto e vi do l’appuntamento al prossimo capitolo.
Auguri di Buona Pasqua a tutte voi, Valentina!

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Capitolo 8
*** Un'amicizia che profuma d'amore ***


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Capitolo 8

Gli invitati a quella splendida festa sembravano felici, con i volti coperti da una maschera ballavano sorridenti un valzer.
Una principessa, dall’espressione malinconica guardava nel vuoto, finché non le si avvicinò un principe affascinante, con gli occhi nascosti da una mascherina che le prese una mano e le chiese di ballare con lui.
Si sentiva felice stretta a lui...

Si era di nuovo svegliato, nel cuore della notte e ancora a causa di quel sogno strano che gli sembrava tanto familiare; cosa che lo rendeva ancora più singolare era il fatto che gli sembrava di aver davvero vissuto quei momenti.
Nello stesso momento anche Usagi si era svegliata di colpo, dopo aver fatto il medesimo sogno.

Era una settimana ormai che studiavano.
Sbuffò e mentre si preparava sbirciava fuori dalla finestra; un timido sole splendeva nel cielo contornato da poche nuvole, sembrava che il pomeriggio si presentasse abbastanza buono.
Pomeriggio che avrebbe preferito trascorrere in compagnia di Makoto, Naru e altre amiche, invece le toccava studiare, ma il pensiero che il suo insegnante non era affatto male l’aveva rasserenata.
Arrossì mentre faceva quel pensiero e finiva di prepararsi, questa volta scegliendo una maglietta un po’ più scollata del solito.
Uscì di corsa da casa verso il Crown, voleva concedersi una partitina ai video giochi prima di recarsi da Mamoru e li incontrò Makoto, in compagnia delle ragazze della volta scorsa.
Andò a salutarle.
“Makoto!!!”
“Usa-chan, siedi con noi”
Usagi si sedette e salutò le altre ragazze che la guardavano sorridenti.
“Anche oggi hai lezione, vero?”
“Eh si... – rispose sospirando – ultimo giorno... Oggi rifarò il compito che ho sbagliato la volta scorsa.”
“Cosa hai ripassato?” – le chiese Ami
“Il simple present, poi mi ha fatto tradurre alcuni piccoli brani... paradigmi, passato... una faticaccia!”
“Forza Usagi, sono sicura che ce la farai!” – la incoraggio Minako con un sorriso solare
Usagi la guardò e sorrise di rimando “Lo spero tanto, grazie... “
“Minako... mi chiamo Minako!”
“Ecco, Minako. Sembri molto simpatica... – le disse – ragazze voi come trascorrerete questo pomeriggio?”
“Abbiamo deciso di andare a fare spese... peccato che tu non possa venire Usagi!” – le rispose Makoto
“Eh... già!”
“Non sembri molto amareggiata...” mormorò Rei che nel frattempo era rimasta zitta.
“Come, scusa?”
“Ho detto che non sembri molto dispiaciuta...” ripeté mentre sorseggiava il suo caffè
Usagi arrossì.
“Beh... e ci credo... la prenderei anche io un’insufficienza per avere ripetizioni da un insegnante come Mamoru... come sei fortunata Usagi!” concluse la mora
Usagi avvertì una lieve fitta di gelosia, Mamoru era un bellissimo ragazzo e aveva sicuramente un mare di ammiratrici e a volte era come se non potesse sopportarlo.

Le ragazze la guardarono, avevano già capito che Rei moriva dalla voglia di punzecchiarla come aveva sempre fatto in passato, ma data la delicata situazione con uno sguardo eloquente, la invitarono a smettere.
Rei obbedì e concluse:
“Dai Usagi, non fare quella faccia, stavo solo scherzando! E’ solo che mi sei molto simpatica e volevo giocare un po’ con te... ”
“Usa-chan, credo che si stia facendo tardi, è ora che tu vada... – intervenne Makoto tempestiva e prendendo dalla sedia di fianco la sua un pacco – ecco Usagi, questo è un dolce che ho preparato stamattina, portalo a Mamoru per ringraziarlo.
“Mako-cha grazie, sei dolcissima!!!” la ringraziò Usagi abbracciandola forte
“Buona giornata Usagi” – la salutò Rei e cosi fecero tutte le altre
“Ciao ragazze, spero di passare una bella giornata tutte insieme, cosi ci conosceremo meglio!”
E cosi andò via e si incamminò da Mamoru.
Motoki si avvicinò al tavolo delle ragazze: “ E’ vero allora?” – chiese curioso
“Cosa?” rispose Makoto
“Che Usagi prende lezioni da Mamoru?”
“Eh si... strana la vita eh?” rispose Makoto senza guardarlo negli occhi
“Eh si... quei due sono come due calamite secondo me... non me la raccontano giusta... va beh, fatti loro! Desiderate qualcos’altro signorine?”

Makoto sorrise di rimando, poi si fece seria.
Aveva riacquistato i ricordi legati al passato e ad Usagi, di conseguenza aveva anche ricordato che Motoki era fidanzato con Reika e ciò la rese triste.
Le amiche capirono e la confortarono con un solo sguardo complice e lei ne fu felice; aver riavuto le sue amiche del cuore era stata la cosa più bella che le fosse potuta capitare, per l’amore ci sarebbe stato tempo.

Restano a scherzare e ridacchiare, poi si resero conto che il sole aveva pian piano lasciato il posto a dei grossi nuvoloni, decisero quindi, di andare alle multisala per vedere se davano un film interessante.
Era bello, molto bello essere di nuovo unite e se Usagi non fosse stata impegnata sarebbero state complete, come ai vecchi tempi.

“Un po’ di mi dispiace per Usagi. Noi al cinema e lei costretta a studiare, per giunta inglese, materia che odia” - esclamò Ami.
“Ma va... sono sicura che con Mamoru non sarà così terribile studiare... anzi! - rispose Makoto – io avevo già notato un’attrazione prima di riacquistare i ricordi. Forse erano anche rimembranze dei vecchi tempi... “
“Fatto sta che lei adesso è in compagnia di un bel ragazzo, noi siamo qui da sole!” disse Rei
“Io propongo di andare alla ricerca di qualche bel ragazzo – fece Minako che poi si rivolse a Rei – ma tu poi non ti eri innamorata di Yuchiro?”
“Ma cosa dici, Minako?” urlò la mora mentre arrossiva
“Dai, dai scherzo...” squittì la bionda
“Ragazze vogliamo scegliere un film e smettere di fare questo baccano? Ci stanno guardando tutti!”
“Ami dai... siamo di nuovo insieme... è giusto che riprendiamo a fare le cose che facevamo prima!!!”
Ami sorrise, era vero... aveva ritrovato le sue amiche e con esse la felicità.

Nel frattempo, Usagi si era ritrovava sotto la pioggia, senza ombrello, bagnata fradicia e anche arrabbiata.
Era entrata di corsa nel palazzo di Mamoru e aveva bussato alla sua porta.
Quando lui l’aprì non poté trattenere un sorriso divertito.
“Cos’è successo? Hai fatto la doccia vestita?” le chiese ridendo
“Ah ah ah... molto divertente Mamoru!” spingendolo di lato per farsi spazio ed entrare.
“Dai, non te la prendere stavo solo scherzando... forza vai in bagno, fatti una doccia calda e asciugati. Ora ti do un asciugamano e qualcosa di asciutto da indossare.”
“La doccia??” urlò la biondia
“Si , testolina buffa... se non vuoi prenderti una polmonite! – le gridò dalla camera da letto, tornando poi con un grande asciugamano e una tuta –  Tieni – disse – ti aspetto... ma cos’hai in mano?”
“E’ il dolce che ha preparato Makoto, spero non si sia rovinato sotto l’acqua...”
“Non credo... dai vai ad asciugarti!”
Usagi annuì e si chiuse in bagno.
Sotto il rilassante getto caldo della doccia, la bionda si lasciò andare ai pensieri.
La settimana di studio a stretto contatto con Mamoru le era servita, era migliorata molto nello studio, forse perché il suo insegnante era un bel ragazzo, ma anche perché doveva ammetterlo, lui era un bravissimo e molto paziente e con un’inaspettata dolcezza le aveva spiegato tutto per filo e per segno.
Si perse cosi tanto nelle sue riflessioni che non si rese conto che la mente si era soffermata alla fisionomia di Mamoru, ai suoi occhi blu e i capelli d’ebano; di colpo si fece porpora.
Dopo circa un quarto d’ora uscì dal bagno, si asciugò e si vestì, poi rifletté sulla possibilità di legarsi i codini ma avrebbe perso troppo tempo e lasciò i capelli lunghi sulle spalle.
La tuta di Mamoru le andava larga, ma non se né curò, anzi le piaceva indossare i suoi abiti e chiudendo gli occhi si strinse le mani attorno al corpo.
Senza rendersene conto si ritrovò a pensare a Mamoru nel momento in cui l’aveva stretta quando la salvò dalle grinfie dei due maniaci e un lieve sorriso si dipinse sulle labbra.
Si decise poi a uscire dal bagno, ma udì delle voci provenire dal salone e si fermò ad origliare:

“Allora Mamoru... cosa ne dici? Una cenetta noi quattro. È tornata anche Reika che vuole riallacciare i rapporti con Mokoti, potremmo divertirci tutti insieme senza pensare all’università.”
“Sara te l’ho detto ho degli impegni, non posso proprio... sarà per un’altra volta”
“Mah... sei sempre impegnato... hai saltato anche la gita lo scorso weekend, per far cosa, non so... eppure sei solo, non hai nessuno... potresti anche evitare di fare sempre l’asociale!”
Mamoru, a quelle parole strinse i pugni, Sara si rese conto della gaffe e si scusò.
“Perdonami... – mormorò poggiando il capo sul suo petto e sfiorandogli il viso continuò – dai Mamoru, pensaci... e poi potremmo restare un po’ soli” ammiccò sfiorandogli i capelli
Un rumore li fece girare.

“Oh vi chiedo scusa... non volevo... disturbarvi... e che è caduto questo libro...  – Usagi non sapeva che dire, si sentì molto imbarazzata e forse anche molto delusa dalla scena che aveva visto. – Me ne vado via subito... Mamoru... potevi dirmi che avevi ospiti oggi...”
Si girò di spalle, aveva gli occhi lucidi. Non capiva perché, non erano fatti che le riguardavano dopotutto, ma si sentiva inspiegabilmente triste. Chiuse gli occhi, tirò su col naso e espirò.
“Usa, stai tranquilla – disse Mamoro fermo – Sara è venuta qui di sua spontanea volontà, io non l’avevo invitata, se ne sta per andare – esclamò poi alla fine dopo essersi tolto con forza le sue mani di dosso.
“Sara, come ti ho detto, non sono interessato alla tua proposta, adesso puoi andare, ho da fare”
“Non sapevo ti interessassero le liceali ora, Mamoru”
“Non sono affari tuoi, credo di essere stato già abbastanza chiaro con te!”
“Vaaaa beneee!!! – esclamò Sara, poi guardò Usagi e continuò – Non piangere Usa, Mamoru nonostante le mie avances non ha mostrato alcun interesse... “
“Vattene Sara!” sbraitò Mamoru
Lei ridacchiò mettendo le mani avanti - “Va bene, va bene... me ne vado... Ciao, ciao!!!”
Andò via sbattendo la porta che Mamoru chiuse a chiave dietro di se.
Calò il silenzio attorno a loro, fu lei a interromperlo:
“Non... non pensare male... mentiva... non stavo piangendo... mi sentivo solo in imbarazzo...”
“Testolina buffa, stai tranquilla... dai non ci pensare... sei pronta a ripetere il compito?”
“Si...” sorrise e andò a sedersi accanto a Mamoru.

Le ragazze intanto si erano riunite al santuario di Rei perché Luna le aveva convocate per parlar loro di una cosa importante.
La gatta non si fece aspettare troppo e arrivò sempre in compagnia del fedele Artemis.
“Ragazze... purtroppo non sono belle notizie quelle che vi porto” iniziò la gattina
“Le nostre indagini ci hanno portato a scoprire che la nuova minaccia si sta insidiando sul nostro pianeta.”
“E’ terribile! – esclamò Rei – cosa possiamo fare ora?”
“Non temete... vi ho già avvisate in modo da farvi allenare prima” continuò Luna
“Io sono pronta... gliele suonerò per bene a questi mostri mangia energia” disse Makoto scrocchiandosi le dita
“Ecco le vostre nuove penne, ragazze”
Con una capovolta la gattina nera fece comparire le penne magiche a forma di stella.
“Tenetevi pronte... presto ci riattaccheranno!”
La ragazze annuirono e si trasformarono, l’addestramento stava iniziando!

Usagi stava finendo il compito, Mamoru che nel frattempo si era alzato, la osservava dalla cucina mentre preparava il tè e tagliava due fette di torta.
La vedeva concentrarsi e mordicchiare la matita, e sorrise, poi si rese conto di essere rimasto imbambolato a fissarla mentre studiava.
I capelli sciolti le stavano benissimo ed erano lunghissimi.
Si era appena reso conto di quanto fossero belli quei capelli che morbidi sfioravano la spalla appena scoperta di Usagi.
Quella t-shirt troppo lunga le scopriva un po’ le spalle, quelle candide spalle che lui aveva stretto quella sera.
Si ridestò dai suoi pensieri e tornò in cucina prima che lei potesse accorgersi che la stava fissando.
“Cosa mi sta succedendo... perché tutto d’un tratto mi sono messo a fissare Usagi in quel modo? Certo che quei capelli sono davvero bellissimi... ha ma che sto dicendo... lei è testolina buffa, una ragazzina...”
Quando tornò nel salotto con il vassoio in mano , vide che si era alzata e stava di nuovo guardando la foto che lo ritraeva bambino assieme ai genitori.
“Quella foto l’ho scattata il giorno del mio sesto compleanno...”
“Oh Mamoru.. scusami ... ho di nuovo ficcato il naso tra le tue cose... perdonami...”
“E’ la seconda volta che la guardi... dai vieni a bere il tè prima che si fredda.”
Usagi obbedì
“Quella sera, il 3 agosto, io, mia madre e mio padre uscimmo per fare una passeggiata in auto. Mentre percorrevamo una curva, l’auto sbandò e finì fuori strada. Loro morirono sul colpo, io finii in coma. Mi risvegliai dopo una settimana e non ricordavo nulla... sapevo solo che mi chiamavo Mamoru Chiba e che avevo perso i genitori... pensa non ricordavo nemmeno le loro facce... se non fosse per questa foto, non saprei nemmeno com’erano...” – sorrise amaramente

“Mamoru... mi dispiace tanto... anche per quelle terribili cose che ti dissi quella volta al crown, dev’essere stato bruttissimo vivere cosi. “
“Beh... bello non è stato e non preoccuparti, come potevi sapere?”
“Si è vero... ma è stato maleducato da parte mia. Spero tanto che la vita ti ripaghi un giorno, anzi ne sono sicura... anzi devo dirti la verità, prima credevo fossi un buffone e ti consideravo una persona meschina e antipatica... adesso penso proprio di aver cambiato opinione sul tuo conto.”*
“Grazie Usagi... anche tu sai... avevo scambiato la tua irruenza e allegria per immaturità e infantilismo, invece devo dire che non lo sei affatto. Mi hai fatto ricredere...”
Risero, forse anche per esorcizzare l’imbarazzo del momento.
“Sai, non so perché ti ho raccontato queste cose... di solito non parlo mai di me... solo Motoki conosce quel capitolo della mia vita...”
“Mamoru... è bello che tu abbia cosi tanta fiducia in me e sappi che rispetterò queste tue confidenze... alla fine siamo amici, no? – esclamò sorridendo – adesso, mi controlli il compito?
Mamoru sorrise e annuì, poi prese il foglio e lo lesse.
Usagi mangiava la torta di Makoto a piccoli pezzetti, per il nervosismo, poi finalmente dopo cinque minuti Mamoru distolse lo sguardo dal compito e lo diede nuovamente ad Usagi:
“Bene testolina buffa, bravissima. Hai superato l’80 % del compito e lo hai fatto tutto da sola!”
“Davvero??? È grandioso!!!” – esultò saltandogli al collo per abbracciarlo – “Grazie mille Mamoru... devo soltanto ringraziare te... “
D’istinto anche lui l’abbracciò, poi si staccarono e lui continuò: “Sono sicuro che domani andrà bene e se lo passerai andremo a festeggiare, ti porto al parco giochi... ma devi fare la brava bambina!”
“Il parco giochi?? Che bello......... hey... ma cosa mi fai dire... sono troppo grande per queste cose!!!”
“Dai anche a me piace andare e poi  c’è un nuovo gioco di azione simulata da provare.**
“Ossia?” chiese Usagi curiosa
“Una roba con le pistole laser... se vuoi puoi invitare anche le tue amiche... io chiamo Motoki... che ne dici? Andiamo domenica!”
“Grandioso!”
“Ma solo se passi il test!”
“E se non ce la faccio?” – chiese triste
“Ce la farai, stai tranquilla!” le rispose facendole l’occhiolino.

La sera a casa, Usagi non faceva altro che pensare a Mamoru, alla giornata trascorsa con lui, alle sue confidenze. Un turbine di emozioni aveva invaso la sua mente, non era tanto nervosa per il compito dell’indomani, quanto per l’appuntamento con Mamoru.
Non riusciva ancora a spiegarsi il perché di tutte quelle sensazioni strane che avvertiva quando lo aveva vicino,ma una cosa era chiara , si sentiva felice, soprattutto dopo che aveva cacciato Sara di casa.
 
Mamoru, nel suo letto rifletteva.
Si era ritrovato a pensare ad Usagi, soprattutto ai capelli che ricadevano sulle sue spalle appena scoperte dalla sua maglietta.
Le aveva parlato di lui con tanta naturalezza di cui persino lui si era meravigliato, non capiva più nulla in quel periodo, quando era con lei il cuore gli batteva forte e si sentiva bene, si quella ragazza dal carattere spumeggiante lo faceva stare bene.
E si era anche reso conto che non vedeva l’ora che arrivasse la domenica per passare del tempo con lei.
Qualcosa vibrava nell’aria ed era qualcosa di bello, cosi chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia di Morfeo.



Piaciuto il capitolo??? Spero proprio di si... Ebbene le cose si fanno più interessanti a quanto pare.
Come avevo già detto nel precedente capitolo, avrei dedicato questo ad Usagi e a Mamoru.
Avete visto che ho saltato l’intera settimana di studio, ma ho riflettuto e per non sembrare ripetitiva e noiosa, ho deciso di saltare direttamente all’ultimo giorno, anche perché credo che mi avvicinerò presto alla conclusione di questa prima parte della storia.
E cosi si sono avvicinati, non vedo l’ora di leggere cosa ne pensate, siate docili!!!
J
Chiariamo alcuni punti:
*nella prima serie, episodio 34 “La principessa della luna”, Mamoru parla con Usagi mentre sono chiusi nell’ascensore e lui le racconta dei genitori morti nell’incidente. La storia che fossero morti il giorno del suo compleanno l’ho presa dal manga, se non ricordo male l’avevo proprio letta li.
** durante la prima parte della seconda seria, durante la saga dell’albero dell’oscurità, Mamoru e Usagi si incontrano al luna park e vanno al Laser droom con Michelle (Narumi) e François (di lui non ricordo il nome originale). Credo che ricorderete quella puntata, episodio 50 intitolato “Realtà virtuale o vera?”, dove Usagi e Mamo passano del tempo insieme! ;)
Detto questo, vi lascio e vi do l’appuntamento al prossimo capitolo! A presto!!!






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Capitolo 9
*** L'amore bussa alla porta ***


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Capitolo 9

Era andata!
Aveva consegnato il compito e adesso stava pregando, stava sperando che fosse andato bene o che avesse almeno raggiunto la sufficienza.
Si era ricordata dei consigli di Mamoru “stai tranquilla, guarda il foglio e affronta le domande con determinazione... non lasciarti intimorire, le cose che possono sembrare difficili all’apparenza, sono sempre facili da risolvere... è normale che il test ti sembrerà difficile, ma è tutta una questione psicologica... ora che lo sai partirai avvantaggiata!”
Mamoru, che per una settimana le aveva dato una mano.
Che paziente le aveva spiegato ogni singola regola, irregolarità, curiosità e modi di dire inglesi.
Spiegato e rispiegato.
Sorrideva felice mentre rifletteva su quel ragazzo e arrossì ancora; era dura ammetterlo ma Mamoru le piaceva e se ne era accorta dal momento in cui si era sentita triste perché non avrebbero più studiato assieme, ma il fatto di dover passare una domenica con lui l’aveva un po’ rallegrata, certo sempre se avesse passato quel compito maledetto.
La professoressa Haruna le aveva detto che le avrebbe consegnato il compito corretto entro la fine delle lezioni; il suo cuore scalpitava e si meravigliò di se stessa anche quando non finì il suo pranzo, sotto gli sguardi sbalorditi di Ami, Makoto e Naru.
Nella sua testa balenava milioni di pensieri, per distrarsi alzò lo sguardo verso il cielo terso e splendente, azzurro come il mare profondo, profondi come erano gli occhi di Mamoru mentre lo fissava durante le lezioni private, e cosi la mente riprodusse il bel viso del moro che prese il primo posto tra tutti i pensieri di Usagi.
Era inutile, più cercava di non pensarlo e più le tornava alla mente, con il suo sorriso disarmante e i capelli d’ebano morbidi e setosi.
Si alzò di scatto cacciando un piccolo urlo.
“Usa-chan, ma cos’hai?” le chiese Naru preoccupata
“Sei in pensiero per il test, vero?” fece Ami
“Si... ho la tremarella... spero che sia andato bene... sapete sbadata come sono...” rise nervosa Usagi 
Ami e Makoto si scambiarono uno sguardo d’intesa, non era il test che preoccupava Usagi, bensì qualcos’altro ed esse avevano ben capito di cosa si trattava, o meglio “di chi”.
“Sapete... – aggiunse poi – Mamoru ha detto che se il test va bene per festeggiare potremmo andare al luna park dove hanno aperto un gioco di realtà virtuale... roba di azione e sparatutto... ovviamente ha esteso l’invito a tutte...” si affrettò poi ad aggiungere
“Bel modo per festeggiare... – rispose Makoto – sarà divertente giocarci... io ci sto!”
“Verrà anche Motoki...”
Makoto si fece scura in volto e si ammutolì improvvisamente, si era ricordata del male che provava e di essersi invaghita del gestore del Crowm.
“Bene... porterà Reika?”
“Reika... tu sai di Reika?”
“E’ la sua ragazza, no?”
“Ex ragazza... si sono lasciati... pare che lei si sia data alla pazza gioia durante i suoi vari viaggi di studio... lo so perché me lo ha detto Mamoru... Sara, la loro amica voleva organizzare un’uscita a quattro ma lui non ha accettato... cosa che voleva anche Reika per riavvicinarsi a Motoki.
Non so nei dettagli i motivi, ma so per certo che non sono più insieme.”
Il volto di Makoto si illuminò per un secondo.
“Mako-chan so che ti piace Motoki... potresti approfittarne domenica pomeriggio per trascorrere del tempo con lui...”
“E tu lo trascorrerai con Mamoru, vero Usagi?” – la riprese Ami saccente
“Cosa dici Ami...???” rise imbarazzata
“Si vede lontano un miglio che hai una cotta per lui, ma non c’è niente di male... anzi vi vedo bene insieme, sai?” rispose ancora l’amica dal caschetto blu
Usagi sorrise amaramente “Ami, amica mia... non credo che a lui piacciano quelle come me...”
“Usa-chan... un ragazzo non perde una settimana dietro una ragazza che non gli piace per farle ripetizioni di inglese tantomeno la invita a passare il pomeriggio insieme...”
“Si ma ha esteso l’invito anche a voi...”
“Ma lo ha detto a te... noi potremmo anche non venire...”
“No Makoto, ti prego... dovete venire, anzi chiamate anche quelle altre due ragazze... più siamo meglio è... poi cosa fai ti lasci scappare la possibilità di passare un pomeriggio con Motoki?”
“Non me la perderei per nulla al mondo” rispose ridendo contagiando le amiche.
L’ora del pranzo trascorse come al solito, tra chiacchiere e scherzi finché la campanella non ricordò loro di tornare tra i banchi e soprattutto il risultato del test di Usagi.

Alla fine delle lezioni, la professoressa Haruna chiamò Usagi mentre l’aula si svuotava; Makoto che passò per la sua aula le disse all’orecchio che l’avrebbero aspettata fuori per andare poi insieme al Crown.
“Bene Usagi... volevo parlare cinque minuti con te riguardo al compito... devo dire che sono rimasta molto sorpresa...ma sono anche molto arrabbiata!!!”
Usagi sorrise nervosa, non riusciva a capire in che modo l’insegnante era rimasta meravigliata, sperava in positivo.
“Mi vuoi dire come hai fatto ad andare cosi bene???” le urlò sventolandole davanti gli occhi il compito con un bell’85 su 100 che fece restare di sasso Usagi stessa... non avrebbe mai creduto di prendere un voto cosi alto, soprattutto in quell’odiata materia.
“Beh... ecco durante tutta la settimana ho preso ripetizioni... un amico mi ha dato un grande aiuto” disse poi abbozzando un sorriso.
La professoressa la scrutò e rispose: -“ beh questo tuo amico ha compiuto un miracolo... dovresti studiare di più con lui... bravissima... e adesso cerca di fare sempre cosi... ora puoi andare ... buona serata Usagi!”
“Buona serata professoressa Haruna...”
Usagi fece un inchino e uscì fuori chiudendo la porta dietro di sé.
Corse spruzzando felicità da tutti i pori e abbracciò forte Makoto
“Mako-chan!!! – Urlò -  ce l’ho fatta... ho preso 85... è andata benissimo!!! “
“Brava Usa-chan... sono molto contenta per te... adesso dobbiamo solo andare a festeggiare questo bel voto...” le disse facendole l’occhiolino, poi si affrettarono per andare al Crown.
Alla sala giochi era tutto come al solito, Usagi si guardò attorno e scorse Motoki, ma non vide Mamoru.
Un piccolo velo di delusione le si era dipinto sul volto, poi sentì le porte aprirsi dietro di sé e lo vide entrare.
Era entrato Mamoru e gli occhi di Usagi si illuminarono dalla felicità e dall’emozione.
Lui la vide e sorrise di rimando, avanzando verso di lei per salutarla.
“Allora biondina, come è andato il test? Vedi che sei hai preso un’altra insufficienza non ti aiuto più!”
“Come sei antipatico... per tua informazione è andato benissimo... ho preso 85!”
“Ma come può essere... non ci credo!!!” Mamoru sgranò gli occhi scherzando
“Essere gentile non è proprio da te, vero? Guarda un po’ qui e dimmi se questo non è un buon risultato!” gli rispose facendo la finta offesa sventolandogli sotto al naso il test con il bel voto in bella mostra.
Mamoru sorrise... Usagi esultò saltellando.
“Bravissima Usagi... sono fiero di te e di me!!!” disse ridendo
“Sono contenta... ed è tutto grazie a te!!!” strillò saltandogli addosso e abbracciandolo sotto gli occhi di tutti.
Un colpo di tosse li ridestò, Makoto ridacchiava e Ami era arrossita.
“Allora dobbiamo organizzare l’uscita di domenica... – riprese Mamoru – ci siete anche voi ragazze?”
“Mah... non so... avrei da fare...” rispose vaga Makoto
“Io devo studiare...” replicò Ami
“Ragazze... avevate promesso che sareste venute con me!!!”
Le amiche ridacchiarono e Makoto le disse: “Sicura di volerci tra i piedi quel giorno?”
Usagi grugnì e le guardò in modo torvo.
“Dai stavamo scherzando... oh ecco arrivano Rei e Minako... che ne dici se invitiamo anche loro per l’uscita di domenica?”
“Si, certo!!!”  rispose Usagi eccitata.
Poi guardò negli occhi Mamoru e un brivido le percorse la schiena, ed entrambi ebbero un flashback istantaneo.
Un principe e una principessa che si abbracciavano felici, poi dietro di loro fuoco e fiamme che li fece perdere di vista...

Usagi chiuse e aprì gli occhi, stessa cosa fece Mamoru... si guardarono complici, come se avessero capito di aver avuto la stessa visione, ma per paura di fare la figura dei pazzi non ne parlarono.
Mamoru cambiò subito espressione e disse:
“Ragazzi, io adesso devo scappare... ci vediamo dopodomani allora... ciao a tutti!!!”
Usagi restò ferma a fissarlo andare via salutandolo con un sorriso e un cenno della mano, anche un po’ delusa poiché sperava di passare del tempo con lui, ma si rincuorò pensando alla domenica successiva.
Intanto le ragazze si erano sedute per trascorrere il pomeriggio insieme.
Era strano essere riunite tutte di nuovo, ricordare tutto con Usagi unica ignara del passato, anche se lo sarebbe stato solo momentaneamente.
Erano emozionate e felici ma anche lei iniziava a sentire qualcosa dentro in compagnia delle sue amiche, certe sensazioni non l’avevano abbandonata mai e si sentiva serena in loro compagnia.
Lo stesso pensavano le altre felicissime di riavere Usagi con loro, entusiaste di essersi ritrovate anche se in circostanze non belle.
Sapevano che dovevano affrontare una battaglia più difficile, ma unite nessuno le avrebbe battute.
“Oggi dobbiamo festeggiare il successo di Usagi a scuola, ragazze!!!” – esordì Makoto
Usagi sorrise mostrando le dita in segno di vittoria.
“Dato che a scuola è una somara, per un colpo di fortuna e grazie a Mamoru ha avuto un bel voto in inglese...” continuò ancora la castana non curandosi dell’atteggiamento contrariato di Usagi nei suoi confronti
“Vuoi farmi fare brutte figure con le nostre nuove amiche, Mako-chan???” le rispose irritata
“Ma è vero che a scuola vai male e che oggi hai avuto un bel voto... e poi guarda impareranno a conoscerti... col tempo... anzi credo che ti conoscano già molto bene!!!” replicò ancora
Usagi non capì l’ultima frase dell’amica, ma si guardò attorno e un altro veloce flash back le partì in mente.
Un’unica nitida immagine, che ritraeva una donna altissima, enorme e una principessa, la stessa ragazza dei sogni e delle allucinazioni dell’ultimo momento e le due erano una di fronte all’altra pronte forse a battersi.
Quell’immagine le sembrava troppo reale che restò a pensarci su per un po’ di tempo senza rendersi conto che il suo gelato stava sciogliendosi nel bicchiere.
“Usagi!!!”
“Usagi!!!”
“Usagiiiiiiiiiii - la richiamò stavolta Rei – il tuo gelato si sta sciogliendo... stai bene?”
“Oh... si si... – disse ridendo – stavo solo pensando se Mamoru vorrà darmi lezioni di matematica, magari mi farà prendere un bel voto anche in quella disciplina! - disse trangugiando il gelato
rimasto per poi alzarsi – adesso devo scappare a casa, non vedo l’ora di far vedere ai miei questo bel voto!”
Scappò per poi salutarle velocemente.
Le ragazze sorrisero, la loro Usagi non sarebbe mai cambiata, ma loro l’adoravano proprio per questo suo carattere sbarazzino e contagioso e l’avrebbero protetta altre infinite volte.


Usagi bussò alla porta di casa impaziente di mostrare il test alla mamma.
La donna aprì la porta e si ritrovò sul naso il foglio con il bel voto in alto a destra e il sorriso a trentadue denti si Usagi che saltellava felice sul pianerottolo di casa.
“Figlia mia, sei stata miracolata???” le chiese incredula Ikuko che aveva ancora gli occhi appiccicati al foglio.
“Mamma... dai... invece di farmi i complimenti ti metti a fare stupide battutine? Non sei felice?”
“Sono molto fiera di te, figlia mia! Per premiarti ti preparo la torta di limoni che ti piace tanto, contenta?”
“Contentissima!!! Grazie mammina – le disse abbracciandola e baciandola – ora corro di sopra, faccio la doccia e torno giù ad aiutarti.”
“Va bene tesoro” rispose sorridendo Ikuko.

La cena con la famiglia filò liscia come l’olio, Ikuko era una grandissima cuoca e Usagi adorava la cucina di sua madre.
Il dolce fu il tocco di grazia finale per completare quella succulente cena che la mamma aveva preparato per festeggiare il bel voto della figlia.
“Tesoro – esordì suo padre Kenjii – spero che questo non sia un caso isolato, vogliamo vedere altri bei risultati come questo... – si pulì le labbra con il tovagliolo e riprese – a proposito, come hai fatto ad avere un bel voto in cosi poco tempo? Hai preso ripetizioni?”
“Beh... si papà... un mio amico mi ha dato un grande aiuto!”
“Benissimo... e dimmi un po’, chi è questo giovanotto? È un bel ragazzo per caso?”
“Si papà è un bel ragazzo che frequenta il primo anno di università... ed è davvero un bel ragazzo” disse Usagi con occhi sognanti.
“Devo dedurre che questo ragazzo ha fatto colpo... vero figlia mia? Hai gli occhi che brillano come due stelle!” disse Ikuko
“Colpo? Quale colpo? Usagi devi dirmi qualcosa?” Kenjii sembrò come impazzito
“Ma caro, la nostra Usagi ha 15 anni, è giusto che conosca qualche ragazzo... – poi si rivolse sottovoce alla figlia – cosa c’è tra di voi?”
“Siamo amici... e domenica usciremo, ma con le nostre amiche e Mokoti” rispose Usagi sempre a voce bassa
“Ho capito.. hai via libera... è tutta meritata questa uscita per te... ma lunedi devi rimetterti a stdiare sodo e se questo ragazzo ti sa trascinare in maniera positiva è giusto che tu lo frequenti!”
“Grazie mamma”
Kenji stava rosicchiando il tovagliolo - “cosa avete da confabulare voi due?”
“Oh caro, quante storie per un amico... d’altronde non ha fatto che bene a nostra figlia frequentarlo dato che le ha dato ripetizioni tutta la settimana... e non mangiarmi i tovaglioli” sbraitò alla fine dandogli uno scappellotto dietro la nuca.
Usagi rise di gusto... immaginò lei e Mamoru in quel momento prendersi in giro e scherzare... poi arrossì vergognandosi di quel pensiero... cosa avrebbe mai potuto vedere di buono in lei un ragazzo come Mamoru Chiba?
Lei era solo una liceale e lui era uno studente universitario, un abisso li separava e Mamoru non avrebbe mai avuto altri interessi oltre all’amicizia nei suoi confronti; sorrise pensando a come era nata la loro amicizia, poi tornò cupa perché sapeva che non avrebbe avuto altro da lui... ma forse si stava sbagliando... non aveva fatto i conti con il destino.

Mamoru solo nella sua casa, si iniziava a sentire un po’ vuoto.
Certo che dovette ammettere che Usagi alla sua casa aveva regalato un’aria nuova.
Abituato a stare sempre solo, con lei quei pomeriggi si era sentito come non si sentiva da tempo, allegro, spensierato proprio come era lei... dopotutto lei con il suo carattere contagiava tutti.
Sorrise pensando di essere un pazzo a pensare quelle cose di lei, ma poi si rese conto che pazzo non era ma era felice di conoscere una ragazza cosi e si sentiva ansioso di rivederla la domenica per trascorrere l’intera giornata insieme.
L’unica cosa che non riusciva a spiegarsi era come mai quando lei gli era vicino aveva quelle allucinazioni e perché faceva quegli strani sogni che tanto gliela facevano tornare alla mente.
Sbuffò... poi i suoi pensieri furono interrotti dal citofono che suonava.

“Si, chi è?” rispose scocciato
“Oh Mamoru... sono Usagi... volevo darti una cosa, ma se disturbo vado via...”
“Ma quale disturbo testolina buffa... Sali dai.”

Usagi trovò la porta già aperta quando salì a casa di Mamoru: “è permesso?” chiese
“Si... entra, entra”
“Ciao Mamoru... sai mia madre per ringraziarti di avermi aiutata ti ha preparato una torta ai limoni, spero che ti piaccia... beh ne ha fatte due, una per la famiglia e una per te...”
“Io adoro i dolci... grazie Usagi!” disse Mamoru sorridendo
“Allora io vado... ci vediamo domenica?”
“Dove vai?”
“Torno a casa... tra l’altro la gatta è scappata e sono in pensiero per lei... ci vediamo allora” disse Usagi intimidita.
“Ok... come vuoi... comunque se hai bisogno di altre ripetizioni sarò ben felice di dartele... – addentò un pezzo di torta, poi continuò – mmmh a patto che mi porti ancora torte cosi buone!”
concluse ridendo
“Affare fatto” – rispose Usagi sorridendo di rimando – ora vado a cercare Luna... ciao Mamoru...”
Usagi corse per le scale e si diresse verso il parco alla ricerca di Luna.
Ormai si era fatto buio e il parco era deserto, per cui Usagi decise di sbrigarsi.
“Luna... Luna... dove sei ???”
Si guardava attorno, stringendosi le braccia poiché la temperatura era calata.
Poco dopo scorse due figure che camminavano insieme e riconobbe la sua gatta nera assieme a un gatto bianco che curiosamente aveva la stessa macchia a forma di mezzaluna sulla fronte.
Usagi corse dalla sua micetta e la prese in braccio: “Dove te ne sei andata??? Non vorrai farmi trovare dei cuccioli in casa?” – le disse ridendo
Artemis arrossì, poi una voce lo chiamò: era Minako.
Usagi la riconobbe e la salutò:
“Ciao Minako... non mi dire che questo gatto bianco è tuo? Sai che l’ho visto gironzolare nei pressi di casa mia? Secondo me è innamorato della mia Luna... vedi sono anche uguali...”
“E’ vero, credo che tu abbia ragione... lui è Artemis, il mio gatto bianco... ti va di fare due chiacchiere Usagi?”
“Si ... altri dieci minuti posso ancora restare in giro...”
Sorrisero entrambe.
Chiacchierando con Minako, Usagi riconobbe tanti lati di se stessa, a parte la somiglianza fisica, ma anche caratteriale, parlarono di tante cose e nel cuore delle due ragazze si risvegliò qualcosa che si era assopito da tempo.
Minako sentiva tanto la mancanza della sua gemella Usagi, aveva organizzato il tutto per incontrarla e darle una cosa che le spettava di diritto.
“Usagi... lo sai... del nostro nuovo gruppo tu sei quella che più sta simpatica... perché mi somigli!” – disse ridendo – “Per questo voglio regalarti questo ciondolo... è un pegno di amicizia, perché sento che noi diventeremo grandissime amiche... tu non pensi la stessa cosa?”
“Sai Minako... io la penso come te... e ti ringrazio per questo dono, anche se non capisco il motivo che ti spinge a darmelo...” mormorò Usagi maneggiando il ciondolo a forma di stella.
“Diciamo solo che presto lo capirai... dai ora si è fatto tardi... corri a casa, va bene?”
“Si mamma!!!”
Risero e si salutarono e ognuna con il proprio felino prese la strada di casa, in de sensi opposti della strada.
Nella strada del ritorno, Usagi si rese conto di essere seguita da qualcuno.
Accelerò il passo senza girarsi, ma sentì che anche la persona che era dietro di lei aveva accelerato.
Iniziò a sudare freddo, finché il suo inseguitore la fermò prendendola per un braccio.
“Usa-chan!”
Era solo Umino!
“Umino, ma cosa ci fai qui a quest’ora? Mi ha messo paura, stupido!”
“Oh Usa-chan mi dispiace... ma ti seguo da quando sei uscita da quel palazzo li...” disse indicando il condominio di Mamoru, dove si vedeva perfettamente il suo balcone chiuso.
Usagi sospirò sconsolata, forse stava già dormendo... come avrebbe voluto che ci fosse stato lui con lei in quel momento al posto di Umino.
“Umino... come ti è saltato in mente di seguirmi? Cosa vuoi?”

“Ti ho vista e volevo vedere cosa facevi... oh Usa-chan il parco è cosi romantico a quest’ora... che ne dici di tenerci la mano e passeggiare abbracciati?”
“Ma cosa ti dice la testa??  Umino non ho nessuna intenzione di passeggiare con te mano nella mano... e ora fammi andare a casa, che è tardi!”
“Dai bambola... resta con me, ti prego... il tempo di un bacino” la implorò con le labbra protuse...
Usagi fece un’espressione alquanto schifata e lo scansò... “Umino, vai a casa e lasciami stare!”
“Dai Usa-cha... una passeggiatina mano nella mano fino a casa tua!!!”
“Umino ho det...” non terminò la frase che una voce che conosceva fin troppo bene anticipò quello che lei voleva dire.
“Mi pare che la ragazza ha detto che vuole essere lasciata in pace... che ne dici di girare al largo?”
“E tu chi sei?” chiese Umino con sfrontatezza
“Sono un suo caro amico che tra poco ti prenderà a sberle se non le lasci subito il braccio!”
Umino lo sfidò con lo sguardo, ma poi si arrese subito notando che Mamoru era molto più alto di lui, poi si girò verso Usagi e la vide intenta a guardarlo con gli occhi che le brillavano.
“Ah... ora capisco... - calò la testa e iniziò a frignare come un bambino – come sono sfortunato!!!” urlò per poi scappare via sconsolato sotto gli sguardi allibiti di Mamoru e Usagi.
“Ti cacci sempre nei guai... meno male che ci sono io e che il rospo del tuo spasimante è innoquo...”
Usagi arrossì quando Maoru disse “meno male che ci sono io” e rise della battuta su Umino.
“E’ amore non corrisposto...” poi arrossì ancora quando lui le fu più vicino e le prese una mano:
”Stai bene?” le chiese serio
“Certo!”
“Lo sai che potevi incontrare qualcuno di più pericoloso?”
“Si è vero... mi dispiace...” chinò il capo
“Non devi scusarti sciocchina - le disse sorridendo dandole un piccolo buffetto sulla fronte – è solo che è pericoloso camminare a quest’ora per una ragazza... dai ti accompagno a casa, la passeggiata con me vuoi farla? O mi cacci anche?”
“Per questa volta può andare, ma non prendere il vizio!” sorrise Usagi felicissima di camminare di fianco a Mamoru.
Luna li precedeva, come se avesse voluto dar loro un po’ di privacy, era effettivamente cosi, ma loro non lo sapevano ma fu quella l’impressione che ebbero.
Mamoru le porse il braccio “Prego miss, puoi appoggiarti se vuoi!
Usagi sorrise ancora, più emozionata che mai e si mise sottobraccio a Mamoru.
“Mamoru?”
“Si?”
“Come mai eri in giro a quest’ora?”
“Non avevo sonno... poi mi sentivo agitato e sono sceso per fare una passeggiata... e pare che sono capitato nel posto giusto al momento giusto... è destino che debba salvarti dai cretini!”
Risero e si fissarono per un secondo, per poi continuare la loro passeggiata.
Entrambi in quel momento si sentivano sereni e appagati, forse anche felici.
Mamoru non ricordava nemmeno quale fu l’ultima volta che si sentì cosi tranquillo e sereno in vita sua, stare con Usagi gli faceva bene, ormai lo aveva capito e forse si era anche accorto che quello che iniziava a provare per lei non era semplice amicizia e gli parve di capire che anche Usagi la pensava come lui.
Non era uno sciocco, era abituato agli sguardi languidi delle sue compagne di università, capiva quando una ragazza era cotta di lui; ma con Usagi era diverso, in lei riuscì a leggere l’innocenza di una ragazza alle prese con i primi amori, la purezza di una quindicenne che non aveva mai nemmeno baciato nessuno, la dolcezza che pian piano lui aveva scoperto in lei studiando insieme.
Decise che avrebbe continuato a frequentarla come amico, non voleva fosse solo un momento e avrebbe penato nel vederla soffrire.
Ma solo quel pensiero gli fece capire che da lei non voleva solo amicizia.
Senza rendersene conto Usagi appoggiò la testa alla spalla di Mamoru e cosi stette finché non arrivarono a casa sua.
Ci rimase un po’ male, avrebbe voluto restare ancora con lui, ma era tardi e doveva rientrare.
“Allora... grazie ancora Mamoru...”
“Dovere” le rispose
“Ci vediamo domani... ?” chiese titubante
“Certo... ci vediamo al Crown, cosi organizziamo la giornata di domenica... va bene?
“Si è perfetto...” rispose ancora lei emozionata
“Bene... dai entra e chiudi la porta cosi vado via tranquillo...”
Usagi annuì sorridendo, poi colta da un’improvvisa follia lo abbracciò.
“Grazie di tutto... sai prima credevo tu fossi un antipatico, odioso e viziato... mi sono ricreduta... sei un ragazzo bravissimo... grazie per le cose che hai fatto per me, non eri tenuto...”
“Figurati... sono contento che tu abbia cambiato opinione su di me, anzi ti dirò... ho capito perché tanta gente di vuole cosi bene e da un po’ di tempo a questa parte ti apprezzo anche io per queste tue qualità”
Sorridevano entrambi ancora abbracciati, finché la voce di una donna l’interruppe da dentro casa.
“Usagi... saluta il tuo fidanzato prima che tuo padre si svegli... conosci bene com’è geloso, poverino, non vorrai farlo piangere di nuovo...”
Mamoru arrossì, Usagi imbarazzata rispose: “Mamma... Mamoru è un mio amico... non è il mio ragazzo...”
“Ah ma lui è il tuo insegnante privato??? Complimenti... – disse guardandolo da capo a piedi - caro quando vuoi sei invitato qui a cena, ovviamente quando mio marito è fuori per lavoro... sai è cosi geloso di nostra figlia... hai gradito la torta?”
“Mamma non tempestarlo di domande... “ si affrettò a rispondere Usagi imbarazzata
“Si signora, la torta era deliziosa... - si limitò a rispondere Mamoru – beh ora devo andare... ci vediamo domani in sala giochi, Usa!!! Buonanotte signora Tsukino!!!”
“Buonanotte Mamoru... ti aspetto!!!”
Mamoru salutò con un cenno della mano da lontano, Usagi rientrò preceduta da sua madre che tutta eccitata voleva sapere i dettagli su Mamoru.
“Allora vi siete baciati?”
“No mamma... forse prima se tu non ci avessi interrotti magari... “ non finì la frase perché iniziò a vergognarsi.
“Figlia mia.. vi vedo bene insieme... stai tranquilla, se è  destino qualcosa di bello tra di voi succederà!”
Ikuko abbracciò sua figlia e le diede un bacio sulla fronte – “Dai ora vai a letto, o domani mattina non ti sveglierai in tempo per comprare un vestito nuovo da indossare domenica...” le sussurrò la madre facendole l’occhiolino.
“Grazie mammina, sei stupenda!!!”
“Buonanotte piccola!!!”
“Buonanotte mamma, ti voglio bene!”

Nel letto, Usagi faticava a prendere sonno, si rigirava continuamente nel letto e pensava intensamente a Mamoru.
Si mise seduta a guardò fuori dalla finestra; le stelle brillavano nel cielo notturno di primavera e la mente le faceva apparire su nel cielo blu il volto di Mamoru che le sorrideva dolcemente... si era appena resa conto di essersi innamorata del suo ex nemico, ma lui avrebbe mai ricambiato?
Si ributtò sul letto continuando a pensare a lui e coccolata da questo dolce pensiero si abbandonò al sonno.

Mamoru, stava invece pensando a lei e alle sensazioni speciali che provava in sua presenza, l’allegria che era capace di espandere e con la quale contagiava tutti quelli che le erano vicino.
Non ricordava di essersi sentito cosi bene in vita sua e pensò che il merito doveva essere per forza di quell’uragano biondo che tanto prendeva in giro.
Sorrise pensando ancora all’ultima settimana trascorsa insieme e decise che le avrebbe offerto altro aiuto per i compiti, sia per darle una mano e soprattutto per restare un po’ con lei.
Qualcosa di nuovo era nato nei cuori di quei due giovani, anzi stava germogliando, poiché il seme era stato piantato tempo addietro.


E dopo tanto, ma tanto, tanto, tanto tempo sono tornata. Non me ne vogliate, ma sono state settimane intense; ho lavorato moltissimo (per fortuna) e non avevo tempo e forze di mettermi al computer per scrivere.
Ora che sono momentaneamente di nuovo libera ho potuto scrivere e pubblicare questo nono capitolo, che spero vi piaccia.
Si avrei dovuto raccontare della giornata al parco, ma avrei fatto un salto troppo grande escludendo parecchi punti importanti.
Ed ecco che i nostri protagonisti si stanno scoprendo sempre più affezionati; è evidente che il destino li sta aiutando moltissimo.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e soprattutto spero di scrivere e pubblicare il capitolo 10 al più presto.
Vi devo avvisare però, che non credo che riuscirò a completare la storia presto; il 4 giugno parto per lavorare come animatrice e non potrò portare il pc con me, tantomeno scrivere.
È ovvio che appunterò su carta tutte le idee, cosi a settembre potrò completare la fan fiction per poi dedicarmi al seguito.
Mi dispiace moltissimo dovervi lasciare con l’amaro in bocca, ma vi prometto che entro la fine del mese leggerete il prossimo capitolo.
Grazie a tutte voi per le belle recensioni e scusate se non rispondo a tutte, ma sappiate che sono felicissima di sapere che la mia storia vi sta coinvolgendo e lavorerò sodo per farvela amare ancora di più.
Vi abbraccio e rinnovo l’appuntamento al prossimo capitolo... un bacione, Valentina!
 

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Capitolo 10
*** Una giornata indimenticabile! ***


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Capitolo 10

La domenica non si fece attendere troppo.
Erano le 11 del mattino e Usagi era in piedi, avanti al letto, con in dosso il solo telo e umida di doccia, indecisa su cosa indossare per l’appuntamento con Mamoru... o meglio l’appuntamento con Mamoru e tutti gli altri, corresse il suo pensiero storcendo un po’ il naso.
Avrebbe desiderato che tutti dessero loro buca, ma Makoto stava per arrivare a casa sua e lei non era ancora pronta.
La giornata era abbastanza calda, cosi decise di mettere una gonnellina con un top a collo alto senza maniche, mise un giacchetto e completò il tutto con un trench.
Si guardò allo specchio, non del tutto soddisfatta, decise quindi di mettere un delicato rossetto e due gocce di profumo.
Certo che passare tutta la giornata da sola con lui era un’idea che avrebbe gradito molto, ma era sicura che sarebbe riuscita a ritagliare dei momenti con lui, dopotutto due sere prima si era stretti in un abbraccio molto affettuoso e dolce e chissà, forse un prossimo sarebbe durato di più, o sarebbe sfociato in altro.
Arrossì ancora... poi riflettè: lei non aveva mia dato un bacio a un ragazzo e il pensiero che il primo potesse essere quel promettente studente di medicina che prima tanto odiava la metteva in agitazione.
Lui era più grande, forse aveva avuto altre esperienze nella sua vita e lei era l’imbranata di turno che si era infatuata di un bellissimo ragazzo più grande di lei.
Decise di non pensarci più e uscì dalla sua stanza.
In quello stesso momento la madre la chiamò:
“Usagi! È arrivata la tua amica Makoto!!!”
“Va bene mamma... scendo subito...” urlò dandosi un ultimo sguardo allo specchio prima di uscire.

Per strada con Makoto era silenziosa, guardava in basso e sentiva il cuore batterle forte.
“Allora... sei felice di uscire con Mamoru oggi?”
“Sono felice di uscire tutti insieme! Dopo tanti giorni di studio intenso questo è quello che ci voleva...” rispose Usagi nervosa e rossa come un pomodoro maturo.
“Certo... come no... Usa-chan siamo grandi amiche ormai... con me puoi confidarti... si vede lontano un miglio che sei cotta di Mamoru... non essere nervosa, sono sicura che lui non ti abbia chiesto di vederti solo per trascorrere una domenica diversa... non gli sei indifferente se è questo che vuoi sapere... - le rivelò la bruna guardandola sottecchi – ti sei messa in ghingheri... e hai messo anche il profumo, furbona! “ rise ancora la ragazza dagli occhi verdi.
“Tu pensi Mako-chan? – rispose con un sorriso – A quanto vedo mia cara amica, non sono l’unica che oggi si è voluta valorizzare un po’ di più” – rispose alla provocazione ammiccando al lucidalabbra e all’appena accennato rimmel sulle ciglia di Makoto che regalavano ai suoi occhi verdi uno sguardo più intenso.
“Se mi prendi in giro, non t lo faccio provare” disse ridendo
“Lo hai qui con te? Ti prego mettimene un po’”
“Come mai? Devi fare colpo su qualcuno Usa-chan?”
“Mako-chan ti prego...”
“Dai scherzo... andiamo al Crown cosi te ne metti un po’” le rispose facendole l’occhiolino.

Erano tutti riuniti alla sala giochi, le ragazze erano pronte, Motoki era stato sostituito da un collega e anche Mamoru era appena arrivato.
Usagi era emozionatissima e iniziò a sentire le farfalle nello stomaco appena Mamoru le si era avvicinato per salutarla.
Makoto li osservò e sorrise, felice per la sua amica; poi rivolse lo sguardo a Motoki che scambiava due parole con le sue amiche.
Volse lo sguardo verso di lei e le si avvicinò:
“Makoto!!!”
“Ciao Mokoti!!!” rispose timida
“Mi hanno detto che sei un portento negli sport e che hai talento anche in questi tipo di action games; che ne dici di giocare in coppia?”
“Beh... ecco...”
“Hai paura di perdere per caso?” la provocò il biondino
“Io??? Ma cosa dici... certo che giocherò con te caro!” gli rispose sogghignando
Anche Mamoru e Usagi chiacchieravano delle stesse cose:
“Pronta testolina buffa?”
“Beh... io non sono una grande amante di questi giochi violenti!!”
Mamoru scoppiò in una fragorosa risata.
“Cos’hai da ridere?”
“Non li ami o non sai giocarci?”
“Non è importante... ora andiamo prima che cambi idea!!!”
“No... te ne vai lasciandomi da solo?”
Usagi lo guardò, sorrise e poi rispose:
“Vedi resto solo per farti compagnia... io sono una signorina, non mi attraggono queste cose!”
“Hey biondina cosa vorresti dire???” la voce di Makoto la fece trasalire
“Niente... non arrabbiarti...” rispose Usagi ponendo le mani avanti a una Makoto finta arrabbiata.
“Dai ragazze – fece poi Mamoru placando le risate generali – andiamo perché sono sicuro che troveremo molta folla al luna park... cammina, testolina buffa!”
“Arrivo... e non chiamarmi in quel modo irritante! E soprattutto... non darmi ordini!!!”
“Dai che scherzo!!!”

La passeggiata verso il luna park fu allegra e divertente, i ragazzi ridevano assieme, ignari del destino che presto li avrebbe travolti di nuovo.
Ma quello sarebbe venuto più tardi, era giusto ora divertirsi e svagarsi anche perché avevano tutti sgobbato sui libri e meritavano una giornata cosi.
Usagi si sentiva felice e non vedeva l’ora di giocare in coppia con Mamoru sperando chissà di arrivare a uno nuovo stadio del loro rapporto che già sembrava navigare in ottime acque.
Finalmente arrivati, il gruppo si apprestò a fare la fila che purtroppo era infinita.
Lamenti di disappunto di manifesteranno, ma non tutto fu perduto, per fortuna Motoki conosceva un addetto ai giochi che non curante del disappunto della gente che c’era prima fece passare la comitiva che vergognosa e rossa, a testa china varcò l’ingresso del plesso.
“Vedete cosa vuol dire fare un caffè al volo a un ragazzo che sta facendo ritardo al lavoro? – sghignazzò Mokoti – poi quando hai bisogno ti ricambia!”
“La tua gentilezza ci ha salvato gran parte della domenica... mitico Motoki!!!” esultò Usagi
In quel momento passarono accanto a loro Sara con Reika che si fermarono a salutare Mamoru e Motoki, quest’ultimo molto freddo nei riguardi della ex, le fece un breve cenno per poi tornare vicino a Makoto e infilarsi gli strumenti di gioco indosso.
“Motoki, se vuoi andare con lei, va pure... magari risolvete i vostri problemi...”
“No... ormai non abbiamo più nulla di cui parlare e poi sono venuto qui per giocare e non per alterarmi... e sarebbe maleducato lasciarti sola, non trovi?” – le rispose dolcemente provocandole un leggero rossore sulle gote.
Usagi nel frattempo era andata in bagno e quando era tornata aveva visto nuovamente Sara civettare con Mamoru; le mani e la testa di Sara erano dolcemente poggiate sul petto di Mamoru, poi aveva alzato lo sguardo e gli aveva detto qualcosa.
Mamoru sembrava tranquillo; Usagi rimase talmente delusa da quella vista cosi melensa e falsa da parte della brunetta, che per istinto scappò via.
Mamoru la vide correre con la coda dell’occhio, per un momento rimase interdetto, poi comprese e si mollò dalla presa di Sara:
“Sara, come ti ho già detto, questi sono atteggiamenti che non mi piacciono se mirati a ferire qualcuno o solo per ottenere qualcosa. Un abbraccio deve venire dal cuore e io non li do a chiunque. Ora se vuoi scusarmi devo andare a cercare una mia amica, buona giornata!”
Sara sentì un brivido gelido nel cuore. Mamoru l’aveva ancora rifiutata, eppure aveva sempre sperato di riuscire ad avere una possibilità con lui.
Si era accorta che a Mamoru quella ragazzina dai lunghi codini biondi era molto simpatica, ma non credeva al punto tale da rifiutarla in quel modo.
Si rassegnò e richiamò Reika che intanto guardava da lontano Motoki e Makoto che scherzavano tra loro.
“Sai Reika, io non capisco ancora come certi uomini siano cosi attratti da squallide ragazzine...”
“Stai attenta grande donna che la ragazzina te le suona!” – la voce furibonda di Makoto fece fermare le due universitarie
“Come hai detto?”
“Hai capito bene... di sicuro la mia amica ha molte più qualità di quanto tu possa immaginare e sappi che se tenterai ancora di metterle i bastoni tra le ruote, dovrai vedertela con me... hai capito?” Makoto le avvicinò il viso al suo guardandola dritto negli occhi e scrocchiandosi le dita.
Motoki ridacchiando la trascinò via tra l’imbarazzo generale delle amiche che era da tanto che non vedevano una delle classiche reazioni di Makoto.
“Beh... le serve da allenamento!” fu il commento di Minako che si mise una mano alla bocca dopo lo sguardo interrogativo di Mamoru
“Beh... sai... una piccola scarica di adrenalina prima di giocare!!!” squittì la bionda
“Dai ragazze avviamoci, anche perché Usagi è scappata via... dobbiamo dividerci e cercarla...”
“Iniziate... la cerco io... ci vediamo tra un po’!” – rispose Mamoru che prese correndo la direzione di Usagi.
Le ragazze annuirono sorridendo. Tutto stava andando perfettamente, Mamoru e Usagi si erano avvicinati senza l’ausilio di alcuna magia, il destino stava correndo nel verso giusto e questa era forse l’unica cosa che le teneva serene in vista della nuova battaglia.
L’orologio radiotrasmittente di Minako suonò.
La ragazza nascosta dietro una colonna rispose subito; erano Luna e Artemis con delle notizie.
“Minako!”
“Dimmi Luna!”
“Abbiamo fatto un giro del Luna Park e abbiamo avvertito un’energia sospetta, allerta le altre!”
“Sarà fatto!”
 Chiuse la conversazione e corse ad avvisare le amiche.
“Luna mi ha appena detto che dobbiamo stare molto attente... potrebbe esserci già un attacco oggi.”
“Sicura... io non ho avvertito nulla!” rispose Rei stringendosi le braccia
“Uhm... forse i tuoi poteri si sono affievoliti...” rispose ancora Minako
“Cosa vorresti dire?” tuonò
“Che forse i tuoi poteri non sono più un granché!” ridacchiò la bionda
“Vuoi provarli su di te??? Sei molto più irritante di Usagi, lo sai?”
Minako rise – “Dai sto scherzando...”
Rei non la rispose, si limitò a incrociare la braccia e ad avanzare nella grande sala. – “ Anche in coppia con te dovevo capitare... meno male che con noi c’è anche Ami”
“Grazie... se vuoi vado anche sola!”
“Ne saresti capace?”
“Beh... in realtà potrei perdermi in questi labirinti... “ ridacchiò ancora mettendosi un braccio dietro la testa
“A proposito, chissà se Mamoru e Usagi si sono incontrati...” disse Ami
“Spero di si... in ogni caso noi vigileremo”  fu la risposta sicura e matura di Rei.
Tutte e tre annuirono e continuarono a camminare.

Il gioco della realtà virtuale era un mondo nuovo per Usagi che sola, si aggirava per i lunghi corridoi della grande sala.
“Che stupida... ma come mi è saltato in mente di fissarli e scappare via piagnucolando... Cosa avrà pensato Mamoru... che brutta figura... non posso pensarci...”
“Che stai confabulando? – una voce la interruppe – “Parli da sola adesso?” rise poi
“Mamoru!!!”
“Come ti è saltato in mente di correre via? Questi sono labirinti e ti saresti potuta perdere... sei proprio una testolina buffa!”
Usagi tacque felice di rivederlo affianco a sé, gli corse incontro.
“Meno male che sei arrivato... iniziavo a sentirmi strana qui da sola...”
“Non ti posso lasciare sola un momento che scappi via...” le rispose
Per tutta risposta Usagi annuì, poi continuò: “Dai... andiamo a sparare a questi mostri virtuali!”
Mamoru annuì e insieme corsero.

Usagi osservava Mamoru sparare indistintamente tutti i bersagli del gioco, senza muovere un solo dito poiché incapace di farlo, ma per lei l’importante era partecipare, ovviamente partecipare con Mamoru.
Ormai era fatta, se ne era innamorata, la vista di Sara con lui l’aveva sconvolta e la sua sola presenza le scatenava una tempesta ormonale di cui si vergognava enormemente.
Poi il pensiero tornò all’episodio precedente e si fece scura in volto, Mamoru la notò e le chiese il motivo.
“Cos’hai biondina?” con il suo solito tono
“Niente... lascia stare”
Mamoru che aveva capito che era diventata triste a causa di Sara le si avvicinò posandole una mano sulla spalla che le fece partire un brivido lungo la schiena.
“Usagi, ti sei per caso offesa perché la mia amica mi ha abbracciato?” le chiese ridendo per prenderla un po’ giro.
Sentendosi toccare nel profondo, gli mostrò la lingua e disse:
“Ma cosa vuoi che mi interessi? Va pure da lei e non disturbarmi!” gridò senza rendersi conto che stava piangendo e che lui l’aveva vista.
“Usagi! Ma cosa ho detto di male?”
Ma lei era scappata via in lacrime, rossa di vergogna mentre dentro sé continuava a maledirsi per le ripetute brutte figure della giornata.
Adesso si che si era giocata ogni possibilità con lui!
Possibilità? Ma quando ne ha mai avute... si portò le mani alla testa e chiuse gli occhi e nello stesso momento una forte scossa di terremoto la fece cadere a terra mettendo all’erta Mamoru e le altre ragazze che si guardarono negli occhi comprendendo bene che poteva non trattarsi di una normale scossa di assestamento, bensì qualcosa di più grave.
Infatti la prima fu seguita da una ancora più forte, rumorosa e spaventosa che costrinse la gente a scappare via spaventata e lo staff e cercare di tenere la calma.
Makoto, Minako, Ami e Rei corsero via lasciando solo il povero Motoki.
“Makoto, dove vai???”
“Devo trovare Usagi... lei ha paura dei terremoti... tu vai fuori... ci vediamo tra poco, non preoccuparti per me!” gli urlò dietro seguita dalle altre.

La terra continuava a tremare ad intermittenza, disturbando anche la corsa delle ragazze alla ricerca di Usagi che nel frattempo si era seduta, con le ginocchia al petto a piangere spaventata.
Mamoru finalmente la raggiunse di nuovo e le andò vicino abbracciandola e stringendola forte.
“Hei, non avere paura... ci sono io qui con te...”
“Oh Mamoru... cosa sta succedendo?”
“Stai tranquilla... adesso smette... o almeno spero”
Un nuovo forte boato fece urlare di paura Usagi che si strinse alle spalle di Mamoru.
“Aiutami... ho paura... portami via di qua...” piagnucolò.
Nel frattempo si erano accese le luci di emergenza e l’aria si era fatta più scura, poi all’orizzonte comparve una figura che non sembrava fare parte del gioco.

Rei si fermò all’improvviso.
“Rei, cosa succede” – chiese Ami preoccupata
“Ragazze, avverto delle strane presenze... dobbiamo stare molto attente...”
“Io credo che sia arrivato il momento di trasformarci ... di nuovo!”
Le ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa, pronunciarono le rispettive formule e poi corsero a salvare la loro principessa.
La figura misteriosa stava avanzando verso Usagi e Mamoru, dalla mano fece partire un’ondata di energia che li investì in pieno ferendoli e scaraventandoli per metri.
Mamoru e Usagi si rialzarono frastornati, la figura si stava avvicinando sempre più e mentre stava per dar loro il colpo di grazia una scia di nebbia la fermò per poi essere avvolta da una forte scarica elettrica che la fece cadere a terra urlante di dolore.
Le guerriere Sailor erano arrivate finalmente e in quel momento, qualcosa nella mente di Usagi si mosse.
Le ragazze si posero avanti a Usagi che continuava a stringersi tra le braccia di Mamoru tremante e spaventata.
Usagi osservava le quattro ragazze muoversi e scattare per infierire attacchi alla figura maligna che li aveva attaccati e ogni movimento sembrava ricordarle qualcosa.
Anche a Mamoru sembrava di aver già visto e conosciuto bene quella quattro ragazze nelle fuku colorate e con la mente cercava di riflettere, di capire dove e in che occasione avesse già visto le misteriose combattenti.
La figura misteriosa fece un balzo e si avventò su Usagi che restò impalata a fissare il suo aggressore, ma Mamoru pronto di interpose prendendosi un colpo sulla schiena e svenendo tra le sue braccia.
“Mamoru!!!” urlò Usagi piangendo
Mamoru sembrava essere molto sofferente.
Usagi gli accarezzò il volto e iniziò a singhiozzare.
“Mamoru... perché lo hai fatto?”
“Testolina... buffa... non piangere... io ho la pelle dura sai?”
“Mamoru... - riuscì soltanto a dire – perché ti sei beccato quel colpo per me...?”
“Perché sentivo che dovevo farlo...– rispose con un sorriso per poi catturarle una lacrima con il dito – va tutto bene piccola... non piangere...”
“Io... io... mi sento cosi in colpa... io... questa situazione l’ho già vissuta...”
“Le guerriere erano in difficoltà, si erano distratte dalla drammatica situazione e il mostro le aveva legate.
Sailor Venus allora fu costretta a richiamare l’attenzione di Usagi:
“Usa-chan”
Usagi la fissò, come faceva a conoscerla?
“Usagi... prendi il carillon a forma di stella che ti ho regalato!!!” – le urlò contro
“Il ciondolo... ma quello me lo ha regalato la mia amica Minako... tu come fai a sapere di quel monile?”
“Usagi... non fare troppe domande... apri il ciondolo.. fallo subito!!!”
Usagi, intimidita dal tono di Sailor Venus obbedì all’istante, prese il ciondolo dalla borsa e lo aprì.
E una luce invase l’intera stanza facendo capitolare Usagi e Mamoru ormai privo di sensi all’interno di un palazzo, un enorme palazzo che si trovava niente poco di meno che sulla Luna!

Ed eccomi qui, a distanza di pochi giorni ad aggiornare ancora questa storia che sta per finire e che so già che mi mancherà.
Devo dire che sono stata fortunata, perché sono stata colta da una forte ispirazione che mi ha permesso di terminare questo decimo capitolo.
Posso quindi dirvi che ne sono rimasti due, di cui uno sarà soltanto conclusivo di non troppe pagine, per concludere spero di riuscire a finire questa storia prima di partire per il lavoro estivo, per poi tornare a settembre con il seguito che ovviamente prenderà spunto dalla saga della Luna Nera e li vi anticipo che ne vedremo delle belle.
Renderò la storia diversa anche questa volta, ma se ne parlerà prossimamente.
In sostanza, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, che vi abbia colpito e che soprattutto non vi abbia deluso.
Spero di finirla prima di partire, ma se tutto andrà bene conto proprio di riuscirci.
Colgo l’occasione adesso di ringraziarvi tutte per le bellissime recensioni che mi lasciate e per le belle parole che leggo ogni volta nei vostri commenti, siete fantastiche e mi date sempre la voglia di scrivere, grazie a tutte voi ancora.
Soprattutto in questo periodo che non sto bene e sono due settimane che sono chiusa in casa a deprimermi a causa di una terribile bronchite assassina!!! (GRRRR)
Adesso vi lascio e aspetto di conoscere le vostre opinioni, e scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, prometto che recupererò... beh care guerriere della luna... vi abbraccio a vi do l’appuntamento al prossimo e penultimo capitolo... un bacione a tutte voi, la vostra Princess_Mars!!!
J







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Capitolo 11
*** Sentimenti ritrovati ***


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Capitolo 11

 

Usagi riaprì gli occhi. Il forte bagliore l’aveva quasi accecata tant’è vero che aveva ancora le braccia sul viso per proteggersi.
L’improvviso silenzio la fece tranquillizzare, si alzò da terra e iniziò a guardarsi attorno.
Si trovava in un luogo che non aveva mai visto prima, ma che stranamente le sembrava familiare.
L’aria era ferma, il cielo era blu e trapuntato di stelle luminose che Usagi osservava estasiata ed anche un po’ in ansia, visto e considerato che si era ritrovata in quel posto misterioso senza sapere come.
Attorno a lei rovine di qualcosa che una volta doveva essere stato un palazzo reale; colonne portanti distrutte, macerie ovunque, desolazione e solitudine.
Un senso di abbandono e inquietudine pervase il suo animo in quel momento; ricordava di aver già visto quel luogo, addirittura quando era ancora intero e splendente.
Si girò dietro di se e vide Mamoru riverso per terra.

“Mamoru!!! – urlò correndo e chinandosi verso di lui – Mamoru... ti prego svegliati!”
Sentiva le lacrime pungerle gli occhi, mentre cercava di risvegliare Mamoru con dei colpetti sul viso, poi strinse la sua mano e iniziò a piangere:
“Mamoru... ti è successo questo per colpa mia, tu hai difeso me e ti hanno fatto del male... ti prego... – tirò su col naso – svegliati... svegliati Mamo-chan”
Mamoru non si svegliò.
Usagi urlò con tutte le sue forze, poi il carillon si riaprì e una intonò una melodia.
Il suono attirò la sua attenzione,poi una voce la chiamò:
“Principessa Serenity”
Usagi si girò verso la voce misteriosa.
“Ce l’hai con me? Mi dispiace, ma hai sbagliato persona, il mio nome è Usagi e non Serenity...” rispose poco convinta di quello che stava dicendo e meravigliata di questo.
Pian piano quella voce prese un’identità. La regina Selene apparve in tutto il suo splendore.
“Lo so piccola mia, ma sei anche Serenity la principessa della Luna, nonché mia figlia”
Usagi si sentì ancora più confusa, ma sempre più meravigliata del fatto che quelle parole, quella donna e quei luoghi le sembravano dannatamente familiari.
“Ti senti confusa, è normale, ma adesso ricorderai tutto... sfiora il ciondolo...”
Usagi la osservò, la regina Selene le sorrise dolcemente.
La ragazza obbedì, sfiorò il ciondolo e davanti a lei si proiettarono le immagini del suo passato più recente.

“Ora mi presento: Il mio nome è Luna ed è tutto il giorno che ti sto cercando...

Potere del cristallo di luna, vieni a me...!

Sei stata davvero fantastica. Ci incontreremo ancora... arrivederci Sailor Moon...” *


“Come mai ti interessano i cristalli dell’arcobaleno? Oh scusa se è un segreto non sei tenuto a rivelarmelo...

I cristalli dell’arcobaleno e il cristallo d’argento mi servono per ricordare...”


“Non c’è tempo per le lacrime principessina, per favore fa come ti ho detto!
Spirò.

Devo farlo ora finché sono ancora in tempo...” e morì anche la guerriera di mercurio, dopo aver distrutto il diadema di uno dei quei youma grazie al quale riusciva a creare illusioni per confonderle.

Sta attenta...
Lasciatela andare... vi darò il cristallo d’argento, ma lasciatela andare...
NON DEVI DIRLO NEANCHE PER SCHERZO, USAGI!
E anche lei, la guerriera di venere fu eliminata, lasciando Sailor Mars e Sailor Moon da sole...

Sai... anche se litighiamo è bello conoscerti...
No aspetta ascoltami! Questa volta tocca a me affrontare i mostri...
Rei sorrise, sapeva che doveva sacrificarsi anche lei e lo avrebbe fatto senza paure...
Ne erano rimaste due, due contro una, fino alla fine... e allo stremo delle forze le finì tutte e due...
Non ho ancora finito... pronta a fare fuoco... azione!”

“Le mie amiche...!”

“Non posso baciarti Mamoru, le mie amiche non hanno potuto baciare i loro cari prima di andare via e non è giusto che io abbia questo privilegio...”

Calde lacrime bagnavano il viso di Usagi che si era appena trasformata nella principessa Serenity e singhiozzava abbracciata alla regina Selene.

“Bentornata figlia mia...”
“Come ho potuto dimenticare tutto? Mamoru, Luna... le mie amiche... oh no sono in pericolo, devo correre a salvarle!”
“Stai tranquilla... – fece comparire una spilla – ecco, qui è custodito il cristallo d’argento. D’ora in poi lo utilizzerai per trasformarti. La tua nuova formula sarà “Potere del cristallo d’argento, vieni a me”
Usagi annuì, poi osservò Mamoru.
“Non ti preoccupare, lui sta bene. Adesso devi tornare sulla Terra e aiutare le guerriere Sailor”
E improvvisamente sparì.
Ad Usagi non rimase che recitare la formula e trasformarsi.

Una grande luce li riportò sulla Terra; le guerriere erano stremate, la figura misteriosa sembrava essere davvero molto forte.
Avevano bisogno di Sailor Moon e del suo potere; non si fece desiderare di più.
Si tolse il diadema e colpì in pieno il mostro al cuore che finì per terra ferito.
“Sailor Moon” gridarono in coro le ragazze
“Amiche mie!” rispose Usagi commossa correndo verso di loro per abbracciarle – “Mi siete mancate... come ho potuto dimenticare... oh ragazze che bello rivedervi... dopo quello che è successo...” disse singhiozzando
“Usagi, ora non è tempo per le lacrime, finisci il mostro, adesso!”
Comparve davanti a se un nuovo scettro e udì nuovamente la voce della regina dirle:
“Questo è il tuo nuovo scettro, sconfiggi il nemico principessina!”

Decisa Sailor Moon puntò lo scettro e scatenò il suo potere contro la figura malvagia che appena colpita fin’ disintegrata.
Le ragazze si unirono in un grandissimo abbraccio per festeggiare, poi Usagi corse verso Mamoru che finalmente riaprì gli occhi.
“Mamoru... ti prego svegliati... dimmi che stai bene...” chiese preoccupata
“Si... sto bene... ma tu chi sei e dov’è Usagi? Cos’è successo???”
Sailor Moon sgranò gli occhi, Mamoru non si era ricordato, restò bloccata per un attimo finché arrivo Sailor Mars a trascinarla via lasciando il ragazzo perplesso.

 

Mamoru correva per i labirinti disperato alla ricerca di Usagi.
“Usagi... testolina buffa dove sei???”
“Mamo...ru” – stava per chiamarlo Mamo-chan ma si fermò per tempo.
“Usagi... - corse da lei e l’abbracciò – come stai? Sei ferita?”
“No... no sto bene... voglio soltanto andare a casa... è stata una giornata dura...”
“Hai ragione... vedrai ci rifaremo... anche se vorrei capire cosa sia accaduto...”
“E’ stato di sicuro un corto circuito... un problema loro... non ne parliamo più...va bene?”
“Sarà... ma ti vedo strana... sei sicura di stare bene?”
“Si... sto bene... sono solo un po’ stanca, tutto qui” disse sforzandosi di sorridere
Le ragazze li raggiunsero, Minako notò subito lo sguardo triste di Usagi.
“Mamoru, tu stai bene? È il caso che anche tu vada a riposare, dopotutto sei svenuto... accompagneremo noi Usagi a casa.”
Mamoru non rispose, non voleva di certo lasciare una ragazza da sola dopo quello che era accaduto, di certo non sapeva ancora chi erano quelle ragazze e che non sarebbero di sicuro andate a casa, almeno in quel momento.
“Non vorrei essere maleducato... accompagnerò Usagi, e poi tornerò a casa mia.” disse serio
“Mamoru... sei un ragazzo stupendo – mormorò Usagi abbracciandolo e poggiando la testa sul suo petto – ma sei stato ferito a causa mia, non voglio che ti preoccupi ancora per me. Tanto sono in compagnia delle mie amiche e io apprezzo tantissimo il tuo gesto, ma adesso ti prego, vai a riposare... anzi Motoki assicurat che torni a casa sano e salvo, va bene?”
Motoki annuì: “Certo Usagi, lo accompagno io, non preoccuparti!”
“Ci vediamo domani ragazzi... buona serata” – esclamò Ami poi si allontanò con Usagi che a malincuore si staccò dall’abbraccio di Mamoru e Minako che si erano già avviate seguite da Rei e Makoto.

Come ai vecchi tempi, si erano riunite al santuario di Rei.
“Ragazze... è bellissimo riavervi di nuovo qui... amiche mie... non vi ho mai ringraziato per quello che avete fatto per me...”
“Dovere...” rispose Makoto sorridendo e abbracciandola
“Dai Usa-chan ora basta piangere! Siamo tutte qui riunite, felici, in salute e pronte a suonarle anche a questi nuovi mostriciattoli ultraterreni!” squittì Minako
“E se... e se dovesse accadere di nuovo... “
“Beh... adesso siamo sicure che il cristallo d’argento ci proteggerà come ha già fatto dopo la battaglia con il Regno delle Tenebre. Adesso però è ora di pensare al presente. La Terra è in pericolo di nuovo e dobbiamo combattere per salvarla.” – sentenziò Rei
Usagi annuì sorridendo; era felice di averla ritrovata anche se con lei litigava spesso, le voleva un mondo di bene e sapeva che anche Rei ricambiava il suo affetto allo stesso modo, non lo dava a vedere ma le voleva tanto bene.
Aveva ritrovato le sue amate amiche e quel pensiero per un momento le fece dimenticare il fatto che Mamoru non aveva ricordato.
Tornò ad essere triste.
“Usa-chan, cos’hai?” le chiese premurosa come sempre Minako
“Mina-chan... secondo te come finirà tra me e Mamoru?”
“Amica mia, devi solo avere fiducia... hai visto cosa ha fatto oggi per te?”
“Si...”
“E non è un gesto che farebbe qualsiasi uomo... lui prova qualcosa per te come tu provi qualcosa per lui... vi eravate gia innamorati prima che tu ricordassi... ora aspetta che lo capisca lui e non preoccuparti, il destino vi è amico!”
“Grazie amica mia... – mormorò abbracciandola – adesso però mi è venuta fame, che ne dite di ordinare una pizza?”
“Sei sempre la solita mangiona, Usagi! Non cambierai mai!” – la rimproverò Rei
“Ricominci? Cosa posso farci se ho fame?”
“Tu hai sempre fame testolina buffa che non sei altro! Diventerai una cicciona e non sarai più in grado di combattere... e non è che tu sia una grande guerriera...!”
“Cosa vorresti insinuare?”
“Quello che ho detto!”
“ADESSO TI STRANGOLO REI!”
“Prova a prendermi... “
Le ragazze si guardarono tra loro rassegnate, con i ricordi erano tornate anche i litigi che tenevano vivo il rapporto tra tutte e cinque.
“Ragazze basta o ve le suono! - urlò Makoto. Rei e Usagi si fermarono  e la guardarono – finitela... in ogni caso... ho fame anche... Ami chiameresti la pizzeria?”
Rei e Usagi restarono ferme a guardarla, poi Makoto rise – “Almeno vi ho fatto smettere di bisticciare!”
Le cinque ragazze risero e ordinarono finalmente la cena.

Tornata a casa in serata, Usagi corse in camera sua.
“Luna!”
“Finalmente sei tornata... domani devi andare a scuola lo sai? Corri a letto!”
“Luna... amica mia... finalmente possiamo tornare a fare le nostre chiacchertate...” mormorò abbracciando la sua gattina e fece le fusa
“Anche io sono felice di poterti parlare di nuovo amica mia... adesso però vai a dormire, hai avuto una giornata stressante e devi riposare”
“Si... vado subito...”

Nel frattempo Mamoru era steso sul letto a riflettere.
“Perché Usagi era cosi strana oggi? Cosa le sarà accaduto? È cambiata dopo quello strano episodio...testolina buffa... quando ti sei stretta a me prima di salutarmi mi sei sembrata cosi triste... mi sono sentito male nel vederti in quel modo. – sorrise  - non è possibile... testolina buffa credo proprio di essermi innamorato di te...
Si addormentò subito dopo con Usagi regina dei suoi pensieri.

Un luogo lugubre e tetro, una donna meschina alta dai lunghi capelli rossi e un principe, lui stesso che le bacia il dorso di una mano.
Una ragazza, dolce, bionda e con gli occhi azzurri e lui che l’aggredisce senza alcun ritegno.
“I nemici del regno delle tenebre devono essere distrutti...”

“Il poter del male è troppo radicato in Endymion ragazzina... mi dispiace per te... lui è mio!”

“Ti prego Mamo-chan, non farlo... sfioralo...”
La ragazza bionda che tanto gli ricordava la ragazza che aveva visto quello stesso pomeriggio al luna park e stranamente anche Usagi lo implorava di sfiorare quel ciondolo.
Obbedì.
Una luce invase il suo corpo e vide avanti a se altri momenti della sua vita:
un compito andato male sulla testa; un uomo mascherato che salvava da un pericolo quella stessa ragazza; quei due stessi che si scambiavano un dolce bacio sotto la romantica luce della luna.
“Usako...scappa da questo brutto posto, trovati un bravo ragazzo e dimentica questa brutta avventura”
“Io l’ho già trovato i ragazzo che fa per me...”
Morì tra le sue braccia.

Mamoru si svegliò di soprassalto. Si portò seduto sul letto e con la testa tra le mani riflettè.
“Usagi...Io.  Sailor Moon...Milord. La principessa Serenity... Endymion... come ho potuto dimenticare tutto?
Devo correre da lei... – poi guardò l’orario – meglio di no... sono le 4.00 del mattino. Domani mi farò trovare all’uscita di scuola, le farò una bella sorpresa...” pensò sorridendo “ Il nostro amore finalmente potrà vivere senza più alcun contrasto... speriamo solo che questa nuova minaccia non ci faccia più soffrire...”

La giornata di scuola sembrava lunga e interminabile.
Usagi fremeva dalla voglia di andare al Crown per incontrare Mamoru che era sempre presente nei suoi pensieri.
“Usa-chan ma cos’hai?” le chiese Naru sottovoce
“Naru-chan ... ho una commissione importante da fare dopo... e sono molto in pena...”
“Dai... tra poco è finita... stai tranquilla... ma cosa devi fare?”
“Oh niente di particolare...” disse sorridendo
“C’è di mezzo un ragazzo, vero? Quel bel fusto di Mamoru? Ah beata te...”
“Beh ecco...”
“Dai tra poco lo vedi... vai al Crown?”
“Si... spero di trovarlo li...”
“Si... ne sono più che sicura!”  rispose l’amica sorridendo

Finalmente le lezioni finirono e Usagi corse fuori dall’aula, ma fu fermata da Makoto e Ami.
“Usagi! Cosa stai facendo, dove corri?”
“Devo uscire di scuola, ho da fare!”
“Devi andare al Crown?” – le chiese maliziosa Ami
“Beh... si... voglio vedere Mamo-chan.”
“Mi dispiace, ma dobbiamo andare in riunione da Rei... niente Mamoru per te. È una distrazione... forza andiamo!” – esclamò Makoto
“Makoto, ma cosa dici???”
L’amica scoppiò a ridere – “Avresti dovuto vedere la tua espressione... – continuò a ridere – ti ho fatto uno scherzetto, che c’è di male?”
Anche Ami rise – “Dai Usa-chan, stavamo scherzando... forza usciamo di scuola, sembra che stai scappando da una prigione...”
Le ragazze uscirono fuori, furono raggiunte da Umino e Naru che corse da Usagi e darle una pacca sulle spalle.
“Usagi... andiamo alla sala giochi?” le chiese con tono eloquente
“Di corsa...”
“Ehm... Usa-chan, non credo ci sia bisogno che tu venga con noi...” – disse Ami
“E perché?”
“Guarda li...” rispose indicando dritto davanti a loro.
Mamoru con due caschi in mano, appoggiato alla sua moto e un’orda di ragazze riunite attorno a lui con gli occhi a cuoricino.
Qualcuna lo aveva anche implorato di portarla a fare un giro.
“Mi dispiace, sto aspettando la mia ragazza...
Restarono deluse e incuriosite. Chi era la fortunata?
Usagi che osservava la scena fu presa da una grande fitta di gelosia mista a manie assassine nei confronti delle ragazze riunite attorno al suo Mamo-chan, come osavano avvicinarsi a lui?
Mamoru poi la notò e le sorrise facendole segno di avvicinarsi.
“Ciao ragazza innamorata - la prese in giro Naru – Ci vediamo domani a scuola... e non fare troppo la monella, anche se con uno come lui è difficile trattenersi...”
“Naru-chan! Ma cosa dici!!!” – rispose Usagi
“Devi ammettere che ho ragione... cos’è preferiresti Umino?”
“Certo che no! - rispose Usagi – comunque si, il mio Mamo-chan è bellissimo... è un principe!
Salutò le amiche e corse da Mamoru. Non poté trattenersi e gli saltò in braccio.
“Ciao... ma che sorpresa bellissima... oh scusa, non volevo essere cosi irruente... mi dispiace...”
“Non ti preoccupare... mi fa piacere che sei felice di rivedermi...”
Usagi notò qualcosa nel suo sguardo. Aveva gli occhi lucidi.
“Mamoru stai bene?”
“Certo... – disse mettendo il casco – dai infila questo e salta su, ti porto in un posto”
Non se lo fece ripetere due volte.
Lo abbracciò e poi partirono.
Appoggiò la testa contro la sua schiena e chiuse gli occhi inebriandosi del suo profumo.
La vicinanza di Mamoru le regalava sempre sensazioni dolci e emozioni forti, era innamorata pazza di lui, se ne era innamorata prima di riacquistare i ricordi e anche se non sapeva se lui ricambiava, il fatto che lui era andato a prenderla a scuola l’aveva resa felice e dato quella speranza che riposava nel suo cuore.
La moto sfrecciava veloce sfidando il vento, Usagi si strinse ancora di più a Mamoru, lui sorrise rallentando leggermente.
Si fermò in un parco.
Parcheggiò la moto, poi prese Usagi per mano e la portò a fare una passeggiata.
Usagi era arrossita, ma strinse con piacere la sua mano.
“Usagi...”
“Si... dimmi”
“Scommetti che indovino qual è il tuo fiore preferito?”
Usagi restò interdetta, non capiva quella domanda, guardava Mamoru sorriderle e continuava a non capire.
“E come indovineresti, scusa?”
“La vuoi vedere una magia...?”
In quel momento Usagi sgranò gli occhi.
“Non può essere...sarebbe troppo bello”  pensò
Poi lo vide far comparire dal nulla una rosa rossa e capì.
“Ma... Mamo-chan... “
“Dimmi...”
“Non voglio dirlo... dimmelo tu ti prego...”
“Dirti cosa?” disse sorridendo mentre le si avvicinava sempre di più
“Che ti ricordi tutto?”
“Innanzi tutto, cosa più importante, volevo dirti che ti amo Usako... - Usagi avvampò – in secondo luogo, si... ho ricordato tutto piccola mia. Stanotte ho fatto un sogno.”
“Oh Mamo-chan... cosa hai sognato?”
“Tutte quelle brutte cose che ti ho fatto quando ero succube di quella strega di Beryl... mi dispiace piccola mia. Ti ho fatto soffrire tanto!”
“No, non devi scusarti. Non eri in te, eri sotto il potere malvagio di quella megera. Ma tu che potevi uccidermi, non lo hai fatto, ti sei fermato e mi hai ascoltato.”
“Era il mio cuore che ti ha sentito, il mio cuore che ti è sempre appartenuto” – mormorò prendendole le mani nelle sue.
“Mamo-chan... ti amo tanto!”
“Ti amo tanto anche io...”
“Che bello poterlo dire finalmente!”
Mamoru la guardò incuriosito.
“È ora di confessarti che io mi ero già innamorata di te prima di ricordare tutto ieri... ti amavo già”
“E tu lo sai che anche io mi ero già innamorato di te prima che stanotte sognassi tutto?”
“Da... davvero?” gli chiese. Ormai le lacrime le avevano rigato il volto
“Hey perché piangi ora? – le chiese asciugandole il viso con i pollici – su smettila, adesso è ora di sorridere ed essere felici, finalmente!”
“Sono lacrime di gioia, amore mio!” rispose affondando il viso sul suo petto.
Lui la strinse forte e le baciò la testa.
“La mia amata testolina buffa... “ disse sorridendo

Lei sorrise guardandolo negli occhi, lui le si avvicinò sempre di più e strinse il suo corpo tra le braccia, cingendole la schiena con un braccio mentre con l’altra mano le prese il viso e lo avvicinò al suo per poi sfiorarle le labbra prima dolcemente poi unirono le loro bocche in un bacio che avrebbero ricordato per tutta la loro vita.

E finalmente si sono baciati!!! Siiiiiiiii *fuochi d’artificio, spumante, festoni e musicaaaaaaa*
Finalmente sono arrivata al fatidico punto che tutte aspettavate, quello del bacio, del loro risveglio ma soprattutto della confessione reciproca dei loro sentimenti.
Questo capitolo l’ho scritto in una sola giornata, anzi pomeriggio, avevo promesso e l’ho fatto.
Non voglio lasciarvi con le cose in sospeso, non potrei mai!
Tre mesi sono troppi e poi quando torno voglio dedicarmi al seguito. ;)
Posso dirvi dunque che la fan fiction è conclusa e che il prossimo capitolo sarà solo conclusivo e in ogni caso introduttivo alla prossima serie.
Molto probabilmente finirà con l’arrivo di Chibiusa.
Spero di riuscirlo a scrivere prima del 4 giugno, giorno della mia partenza, ma anche se non dovessi riuscirci, non disperate, come ho già detto è un capitolo conclusivo, sarà corto come il prologo.
Ringrazio tutte voi che recensite, anzi devo rispondervi per ringraziarvi personalmente tutte.
Inizio col farlo qui, siete fantastiche e grazie per le belle parole che riservate sempre per me, grazie anche alle lettrici silenziose.
Beh spero che questo capitolo vi sia piaciuto, aspetto i vostri giudizi... e vi lascio al prossimo appuntamento.
Se non dovessimo “risentirci” auguro già da ora a tutte voi delle vacanze grandiose e spensierate!
Un bacione a tutte voi e alla prossima!!!
J


Ps: Una dedica particolare a Rosa, la carissima Red85 che recensisce ogni capitolo. Il capitolo che tanto aspettavi è finalmente arrivato, spero che la scenetta tra Rei e Usagi ti sia piaciuta e ti abbia fatto sorridere un po’! Ci si vede sul gruppo, un abbraccio! J

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Capitolo 12
*** Vivere l'amore: il futuro è minacciato ***


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Capitolo 12

Era una splendida giornata di primavera e una bambina di circa cinque anni, correva allegramente tra i sentieri dei giardini della sua grande casa.
Usagi amava correre per quelle stradine immerse nei prati verdi e inebriarsi del profumo dei fiori che la sua amica Sailor Jupiter curava amorevolmente.
I suoi genitori la guardavano giocare da lontano sorridenti e stretti in un abbraccio, amavano la loro principessina più di ogni altra cosa al mondo e l’avrebbero protetta ad ogni costo.
Le guerriere Sailor arrivarono da loro, Sailor Mars guardò negli occhi la donna, si compresero.
“Usagi... vieni subito qui!” gridò la donna rivolgendosi alla bambina
“Ma mamma, voglio giocare un altro pochino...” implorò la piccola
“Non fare storie... giocherai domani, adesso vieni da “
Non fece in tempo a finire la frase che un boato la fece sussultare; la bambina si spaventò e corse a gambe levate dalla madre che con occhi ricolmi di terrore guardava su nel cielo che nel frattempo si stava facendo sempre più scuro.
Da una navicella che si piantonò proprio in mezzo ai maestosi giardini, scese un uomo, molto affascinante, dai capelli argentei e gli occhi viola.
Un sorriso beffardo era dipinto sulle sue labbra mentre si stava dirigendo verso la donna che stringeva la piccola tra le braccia.
Le si era parato davanti e cercò di toccarle il viso, prontamente la donna si spostò e gli schiaffeggiò la mano.
L’uomo non si arrese, la prese con violenza per il braccio e le prese il viso con una sola mano.
“Che piacere rivederti, regina Serenity, mio sogno proibito, mia fantasia più desiderata. Sei davvero bellissima lo sai?” sibilò alle sue orecchie stringendola a se e cercando il suo fondoschiena.
“Non mi toccare... lasciami... lasciami stare!”
“Quando fai cosi mi piaci ancora di più... diventi più desiderabile mia dolce regina della città di cristallo...”
“Sei un maiale... Demand non mi toccare, o sarò costretta a...”
“Sarai costretta a fare cosa, a usare il cristallo d’argento contro di me rischiando poi la vita?”
Nel frattempo la bambina era scappata nel castello e si aggirava per le stanze.
“Eccola, deve trovarsi qui... aiuterò io la mamma da quel brutto cattivone” si disse mentre entrava nella stanza e si dirigeva verso una teca di cristallo.
La aprì e restò affascinata nel vedere il prezioso gioiello che vi era custodito, allungò le mani per toccarlo, ma fu avvolta da un forte bagliore e il monile sparì.
“Oh no... il cristallo d’argento è scomparso... è tutta colpa mia... come farò adesso ad aiutare la mia mamma?”
“Eccoti... piccola Lady devi venire subito con noi...” urlò Sailor Mars correndo verso la bambina
“Sailor mars, devo dirti una cosa importante!”
“Non c’è tempo bambina... adesso devi ascoltarmi, va bene?”
La bambina annuì.
“Ti accompagno da Sailor Pluto, tu devi restare con lei finché non torneremo a prenderti, va bene?”
“Ma cosa sta succedendo? Dimmelo, ti prego... dove sono i miei genitori?”
“Non pensare a loro, stanno bene... – rispose la guerriera di marte poco sicura di quello che stava raccontando alla bambina – ma c’è della gente cattiva che dobbiamo sconfiggere e tu potresti correre dei pericoli stando qui... non temere, li sistemiamo e ti veniamo a riprendere”
La bambina si fidò di lei, e le sorrise.
Prima di entrare nello spazio di Sailor Pluto diede un bacio e un abbraccio alla guerriera che le sorrise
“E’ un bacio portafortuna... a dopo amica mia!”
“A dopo piccola lady...” le rispose guardandola con occhi tristi.
Non sapeva perché ma quello le sembrò un addio.

Demand aveva ancora la regina Serenity tra le sue grinfie.
“Sto già pregustando il momento in cui sarai mia e dovrai esaudire ogni mio desiderio...”
“Te lo puoi scordare!” gli sbraitò sputandolo in faccia
Demando sorrise ancora, ripulendosi con la manica del vestito.
“Oh no... a meno che non vuoi vedere la tua bambina morta, devi fare tutto quello che ti dico... ti dovrai piegare a me, diventare la mia donna, l’oggetto dei miei desideri.”
Le baciò il collo. Serenity avvertì la sua lingua umida, chiuse gli occhi, poi lo spinse via.
Finalmente una rosa rossa lo colpì in pieno viso.
“Tu non avrai proprio nulla e guai se osi toccare mia figlia, ti ammazzerò con le mie mani!”
“Oh...è arrivato il valoroso principe che salva la sua principessa dall’orco cattiva... il cavaliere senza macchia e senza paura... hai finito?”
Endymion cacciò la spada
“Ho appena iniziato... come hai osato toccare mia moglie?”
“E’ davvero bella... e presto sarà mia. E’ davvero irresistibile!”
“Dovrai passare sul mio cadavere!”
“Sarà un vero piacere fare l’amore con lei proprio davanti al tuo corpo senza vita...”
Serenity tremò al solo pensiero, Endymion lo fissò negli occhi furibondo e si parò davanti la moglie.
“Illuso... non accadrà mai, te lo puoi scordare!”
“Preferisco morire piuttosto che donarmi a te!” aggiunse Serenity protetta dal marito.
Finalmente arrivarono le guerriere Sailor che si misero in posizione d’attacco per difendere il re e la regina.
In quello stesso momento arrivò correndo la piccola Usagi, curiosa di vedere cosa stesse accadendo, mentre Sailor Pluto la stava rincorrendo disperata.
La bambina vide davanti a se il padre con la spada in mano, le guerriere Sailor pronte a combattere e la mamma disperata.
“IL CRISTALLO D’ARGENTO! E’ SPARITO IL CRISTALLO D’ARGENTO!”
Un maligno sorriso si dipinse sul volto del principe Demando e dei suoi guerrieri.
“Il coniglio!” disse una donna dalla voce stridula
“Ammazziamolo!” disse un uomo dai capelli blu come la notte.
“La bambina... Endymion la bambina!” Urlò Serenity con tutte le sue forze
Ednymion non riuscì a proteggerla perché un raggio nero lo colpì scaraventandolo dentro il palazzo a una velocità assurda.
“Endymion... amore mio!” urlò Serenity disperata
Le guerriere Sailor erano state attaccate da quattro perfide donne che si presentarono come le “Quattro sorelle persecutrici”.
E poi c’era Demando che si stava preparando ad uccidere la bambina terrorizzata.
“Usagi, ti avevo detto di stare nascosta, perché sei tornata qui?”
“Sailor Mars... io io...” scoppiò a piangere
“Troppo tardi.. adesso morirai e tua madre sarà mia.. tutto questo sarà mio!” concluse poi ridendo perfidamente.
Le scagliò contro un raggio nero, ma Serenity prontamente la coprì con il suo corpo restando colpita.
Le guerriere Sailor si girarono all’improvviso e fondendo i loro poteri crearono una barriere protettiva che salvò la regina, ma la fece cadere in un letargo che sembrava morte.
Gli occhi della bambina si riempirono di lacrime, Demando sussultò, poi preparò un altro attacco ma fu fermato da una voce spettrale.
“Fermati altezza”
“Grande saggio... cosa vuoi?”
“Qui ormai non c’è più nulla da fare...”
“Io voglio quella donna, voglio quel regno...” urlò stringendo i pugni
“E lo avrai!”
“Come?”
“Li attaccheremo dal passato... e sono sicuro che li ritroverai anche la tua amata regina...”
Endymion ferito uscì fuori dal palazzo.
“Non l’avrai mai... il nostro amore è forte... tu... tu non riuscirai mai a distruggerlo...”
Demando lo guardò con sufficienza e rise beffardo.
“Staremo a vedere, caro principe della Terra... Staremo a vede quanto vi amata nel passato...  sono sicuro che la conquisterò prima di te”
“Re... io sono un Re... tu sei un misero principe, di un misero pianeta...” rispose a fatica, ormai le forze lo avevano abbandonato
Demando strinse i denti, voleva attaccarlo, ma il grande saggio lo fermò
“Tutto a suo tempo, sua altezza...”
“Papà” urlò la bambina
“Piccola mia... non preoccuparti per me... scappa via... Sailor Pluto...”
“Sua maestà... Endymion... “ si inginocchiò verso di lui
“Occupati della mia bambina... sai già quello che devi fare... mandala nel passato, mandala da noi, la proteggeremo... fai presto... deve avvisare le guerriere Sailor del passato della minaccia, prima che arrivino loro... “
Pluto con gli occhi lucidi, annuì.
“Mi sono sempre fidato di te, sei il nostro braccio destro e ami mia figlia come se fosse tua... aiutala...” disse per poi chiudere gli occhi.
Pluto controllò le sue pulsazioni, erano molto deboli.
Le guerriere Sailor a capo chino avevano preso la regina e si erano volatilizzate.
Anche i nemici erano spariti e lei sapeva benissimo dove si erano recati.
“Piccola lady”
“Pu...”
“Adesso devi fare una cosa... tieni, prendi questa!
“Cos’è?”
“E’ la chiave del tempo che ti permetterà di viaggiare nel mondo spazio temporale e di andare nel passato”
“Nel passato?”
“Si piccola mia... devi andare nel passato e cercare il cristallo d’argento, Sailor Moon e le guerriere Sailor, loro ti aiuteranno”
“Ma Pu... io...”
“Non fare storie... adesso devi andare... vattene!” le urlò quasi
La piccola obbedì, prese la chiave tra le mani, chiuse gli occhi e partì per quel viaggio che avrebbe ricordato per tutta la vita.

“Pluto...” sussurrò Endymion
“Sua maestà...”
Endymion sorrise
“Siamo stati amici per tanto tempo... sono ancora Mamoru...”
Sailor Pluto arrossì e continuò “Adesso sei il Re della Terra...”
“Ero... ero il Re della Terra... adesso è tutto finito per noi. Dobbiamo solo sperare che nel passato riescano a combattere questa minaccia, in modo da non far ripetere tutto questo”
“Sono sicura che riusciranno nell’intento...”
“Ora devo pensare a me e Serenity...”
“Cosa vuoi fare?”
“Devo mettere alla prova il loro amore, Demando ci ha minacciati, devo prepararli per la battaglia che li vedrà protagonisti in prima linea. Provocherò degli incubi al me stesso del passato dove gli intimerò di lasciare Usagi altrimenti morirà. Se la lascerà, ma nello stesso tempo continuerà ad amarla e se lei continuerà ad amarlo allo stesso modo anche se lui la eviterà, allora si che saranno davvero pronti e che il loro amore sarà un amore vero e puro.”
Pluto annuì, poi lo aiutò a rientrare.


Era il giorno del loro matrimonio, finalmente. I loro amici stappavano le bottiglie di spumante e si stavano recando alla sala ricevimenti per festeggiare insieme a loro. Sorridevano e si guardavano, non resistettero, dovevano scambiarsi un altro bacio.
Le labbra non fecero in tempo a sfiorarsi che un forte boato e un terremoto che squarciò la terra da sotto i loro piedi e inghiottì tutti gli invitati. Una voce dal tono profetico li fece trasalire.
“Mamoru se sposerai Usagi una serie di catastrofi si abbatterà sulla Terra e la tua amata morirà tragicamente... devi lasciarla se tieni alla sua vita...”
Mentre Usagi cadeva in un baratro profondo chiamando il suo nome per poi perire e lasciarlo solo nella più completa oscurità.


Mamoru si svegliò di soprassalto.
“Che razza di sogno... – si girò verso l’orologio – oh sono le 9 del mattino e alle 10.30 ho appuntamento con Usako.”
Aveva promesso che l’avrebbe portata a fare un giro in barca, dato che quando frequentava Rei fece lo stesso.
Usagi non sopportava questa cosa e gli intimò di fare questa cosa romantica con lei.
Sorrise pensando alla sua gelosia e ai suoi modi di fare.
L’avrebbe amata fino alla fine, per tutta la vita, finalmente il destino crudele che gli aveva tolto i genitori troppo presto, gli aveva restituito quella felicità che gli aveva sempre negato.
Usagi con il suo carattere, la sua allegria gli aveva fatto riscoprire la gioia di vivere.
Gli tornò alla mente l’incubo che aveva fatto, pensò che erano soltanto paure nascoste di perdere l’amore della sua vita e la felicità ritrovata.
Andò a fare una doccia calda, il getto dell’acqua sul corpo lo fece rilassare e non pensare più al sogno spaventoso di quella notte; finito mise un asciugamano alla vita e andò a prepararsi un caffè.
Suonarono alla porta.
“Ma chi sarà di domenica mattina, a quest’ora per giunta?”
Andò ad aprire.
“Mamo-chan!” una testolina bionda gli si fiondò sul petto ancora un po’ umido.
“Usako, come mai sei venuta qui?”
“Stamattina mi sono svegliata molto presto, ho fatto i biscotti e non vedevo l’ora di vederti amore mio”
Mamoru sorrise e la invitò ad entrare.
Usagi entrò saltellando e si recò in cucina.
“Piccola, vado a vestirmi, torno subito”
“Ma no, perché?” gli urlò
Avrebbe potuto benissimo restare cosi, bello com’era e con il fisico che si ritrovava era davvero uno spettacolo per occhi... lo avrebbe ammirato per tutta la giornata.
“Usako?!” rispose Mamoru guardandola stralunato
Usagi arrossì e si chiuse nel silenzio, Mamoru sorrise e andò in camera sua.
Si, il suo fidanzato era davvero bellissimo e aveva un fisico scolpito e cosa più importante era tutto suo, sorrise sorniona ripensando al suo Mamo-chan con soltanto l’asciugamano legato in vita.

Mamoru tornò vestito dalla sua camera.
Due tazze di caffè fumanti erano già sul tavolo e in piattino erano stati messi un po’ di biscotti.
“I biscotti li ha fatti la mamma... io non sono brava in cucina... ma prenderò lezioni da Makoto, cosi imparerò qualcosa e ti preparò tanti manicaretti!”
Mamoru sorrise e l’abbracciò.
Finiti i caffè e mangiati i biscotti uscirono di casa per dedicare del tempo a loro stessi e fare un giro in barca, come era stato stabilito.
Il sole splendeva alto e caldo nel cielo, Mamoru remava e Usagi si godeva il paesaggio circostante.
Arrivati al ponte, scesero dalla barchetta e si abbracciarono sorridenti, felici di stare insieme e di amarsi, finalmente.
Un sorriso, uno sguardo e due labbra che si incontrarono in un dolce bacio che venne poi interrotto dall’arrivo di una piccola peste dai capelli rosa, che avrebbe portato non pochi guai alla povera Usagi, che ancora non lo sapeva ma c’erano ad aspettarla tanti problemi e molta sofferenza.

Fine... per ora!



Ed ecco, in tempo record l’ultimo aggiornamento della mia fan fiction.
Ho raccontato, a modo mio gli avvenimenti del futuro, come Chibiusa è arrivata a Tokio e cosa è successo prima di quell’appuntamento. È inutile dirvi che il sogno di Mamoru è il famoso incubo che lo spingerà a lasciare Usagi, ma il tutto sarà approfondito nel seguito che arriverà a settembre.
Adesso credo proprio che non scriverò più, anche perché devo dedicare gli ultimi giorni nella mia città agli amici e a preparare tutto l’occorrente per la partenza che sarà il 4 giugno, alle 7.15 del mattino... (urla disperataaaaaaaaaaa :D)
Scherzi a parte, tornando alla storia, beh adesso è terminata, spero che vi sia piaciuta, di non avervi deluse e che questo capitolo vi sia piaciuto, soprattutto la parte riguardante Mamoru con l’asciugamano... ehehehe bello vero? :P
Beh ragazze mie, io vi saluto e rinnovo l’appuntamento a settembre quando pubblicherò il seguito di questa storia... “Moonlight Desentsu 2... la luna nera!”
Uno spoiler? Mamo lascia Usagi ma lei... lei sarà ben più forte di come l’abbiamo vista nell’anime... si stravolgerò la trama e creerò una storia tutta nuova che spero amiate come avete amato questa storia, chissà magari anche di più!
Dato che parto, vi auguro buone vacanze, anche se il clima di questi ultimi giorni non sembra essere propriamente estivo... ma noi siamo fiduciose, no?
Arrivederci a settembre e grazie a tutte voi che mi avete recensito, letto e inserito la mia storia tra le preferite.
Grazie a tutte voi e a presto!
Valentina!!!

Grazie a:
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cate_s 
cri88 
Geco 
Giuliii 
Kitri 
love candy 77 
Marisa92 
Miss Selenity
Princess Emma
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serenity82 
stella93mer

per aver inserito la mia storia tra le preferite

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Suwako Fullbuster 
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Two girls and a heart 
Zonami84 
 
_Sofia_

per aver inserito la storia tra le seguite.

Grazie a tutte voi!!! Alla prossima!!!
J 
 


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