Real Love

di Chrystal_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo ***
Capitolo 2: *** Il football dell'amore ***
Capitolo 3: *** Gelosia ***
Capitolo 4: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 5: *** L'attacco di Carmen ***
Capitolo 6: *** Un'inaspettata emozione - Nicole ***
Capitolo 7: *** Un'inaspettata emozione - Carmen. E un inaspettato incontro ***
Capitolo 8: *** False speranze ***
Capitolo 9: *** Piccole interferenze ***
Capitolo 10: *** Scelte avventate ***
Capitolo 11: *** Una serata al cinema ***
Capitolo 12: *** Pessimo tempismo ***
Capitolo 13: *** Una serie di sfortunate incomprensioni ***
Capitolo 14: *** Un bacio di troppo ***
Capitolo 15: *** Colpo d'occhio ***
Capitolo 16: *** Il potere delle apparenze ***
Capitolo 17: *** Il giorno del provino ***
Capitolo 18: *** "Sei proprio speciale Carmen Ferrara" ***
Capitolo 19: *** Scontro ***
Capitolo 20: *** Posso essere il tuo cavaliere? ***
Capitolo 21: *** Il ballo (pt. 1) ***
Capitolo 22: *** Il ballo (pt.2) ***
Capitolo 23: *** Il ballo (pt. 3) ***
Capitolo 24: *** Verità svelate ***
Capitolo 25: *** L'ora della scelta ***
Capitolo 26: *** Nuovi equilibri ***



Capitolo 1
*** L'arrivo ***


                                            Real Love



 Salve! Questa è la prima fan fiction che scrivo, e ho deciso di farne una su popular perchè adoro questo telefilm e ci ho sempre fantasticato! Spero che la storia vi piaccia, tratta di Edward, un personaggio inventato da me che si trasferisce al Kennedy e li la sua vita e quella di un personaggio del telefilm si incrociano inevitabilmente...per saperne altro leggete!
PS: le frasi in corsivo sono i pensieri di Edward in questo capitolo mentre lo stampatello normale è la narrazione...buona lettura!


Capitolo uno: L'arrivo

Arrivai al Kennedy con la speranza di non essere etichettato il ragazzo-oggetto con cui era bello uscire per accrescere la proprio popolarità. In tutti questi anni di scuola era stato così...e a differenza del pensiero di altri non era affatto bello...non essere amato per quello che si è...
Era frustrante per me; avevo persino deciso di vestirmi male, trascurarmi ma niente era funzionato. Se devo dire la verità in un certo periodo della mia vita ero stato escluso da tutto e da tutti, e per cosa poi? Forse perchè ero pieno di brufoli, nel periodo della pubertà e sembravo un bambino brutto troppo cresciuto. Mi ricordo che le persone erano molto scortesi con me in quel periodo, tranne  i "grandi" si intende, loro sono sempre buoni e mi hanno sempre dato speranza. Avrei desiderato avere una famiglia in quei momenti...

"Hey, oggi arriverà il nuovo studente proveniente dalla Kingmarks school, non vedo l'ora di conoscerlo..." disse Brooke avvicinandosi a Nicole che era intenta a truccarsi usando come specchietto il suo armadietto.
"Ha-ha" mugugnò
"Nicole..mi stupisci...arriva un bel ragazzo e tu sbuffi in quel modo?"
"Vedi tesoro...sarà soltanto uno dei soliti pompati che pretende di giocare come quoterback e conquistare l'intera squadra di cheerleader"
Brooke le poggiò una mano sulla fronte.
"Ma Nicole...hai la febbre?"
"No." rispose Nicole seccamente.
"Sicura?" chiese Brooke sospettosa.
"Certo che sono sicura"
"Sai ti ho visto conquistare parecchi maschietti pompati...come li chiami tu...e diciamo che hai saltato subito il periodo di corteggiamento..." disse ridendo sommessamente
"Be...non posso mentirti Brooke!" disse Nicole ridendo allegramente.

Fu in quel momento che entrando la vidi...aveva un sorriso bellissimo...soprattutto quando rideva...era fantastica...

Edward entrò in quel momento nella scuola e, percorrendo i corridoi, cercò di orientarsi come meglio poteva.
"Nicole!" disse Brooke
"Cosa c'è?"
"Guarda!" e mettendosi alle sue spalle la fece voltare.
"Ah." fece Nicole.
"Ah?! Guarda quant'è carino!"
Fu allora che Edward rivolse la sua attenzione alle due ragazze e quasi si avvicinò.
"Si be...dipende dai punti di vista" disse Nicole dura camminando verso la classe della professoressa Glass.
Brooke meravigliata del comportamento dell'amica la seguì stupita e divertita al tempo stesso.
Edward rimase a guardare lo strano comportamento delle due ragazze ma poi ritornò subito sulla sua cartina...finchè la campenella non scatenò una confusione terribile...così che Edward perse la cartina di mano e mettendosi una mano nei capelli rimase fermo e si guardò in torno privo di ogni speranza nel poter trovare la sua classe.


                                                                    ****

Brooke fece un sorriso a Josh, il quaterback della sqadra di football della sciola nonchè ragazzo più ambito e popolare della scuola.
Nicole come al solito sorrise sbuffando dello strano comportamento amoroso dei due. Brooke era la sua migliore amica e, anche se poteva non sembrava, le voleva un gran bene.
"Buon giorno piccoli mostriciattoli!" disse entrando la prof. Glass.
Tutti si accomodarono ai loro posti.
"Prima di incominciare la lezione, cosa che io salterei volentieri, vorrei presentarvi il nostro nuovo arrivo..il signor Edward Kudoh" disse e con gli occhi cercò il precedente nominato.
"Signor Edward?" chiese.
In quel momento Edward entrò nella classe, era un ragazzo alto, con i capelli corti e scuri come gli occhi, la pelle era molto chiara ed era di una bellezza incredibile.
"Mi scusi...non trovavo più la classe" disse imbarazzato. Una risatina generale invase la classe.
"Bene...vedo che ci ha onorato della sua presenza" commentò la Glass.
Edward rimase li impiedi ma incrociato lo sguardo della Glass ebbe chiara l'idea che avrebbe dovuto prender posto.
Si sedette vicino ad una ragazza dai capelli rossi che gli rivolse un sorriso.
"Visto che ora ci siamo tutti direi che potremo incominciare la lezione...o no i libri non vi serviranno per ora, prendete le provette, lavorerete a coppie." disse la prof. Glass
"Ciao, io sono Carmen" disse la ragazza che era seduta accanto a lui.
"Piacere mio! Io sono Edward" disse sorridendo.
Cominciarono a parlare. Carmen era davvero una ragazza simpatica, forse un po robusta ma questo a lui non importava. Mentre parlavano preparavano le provette e Carmen continuava a far cadere provette o liquidi strani che Edward prontamente recuperava.
Brook si girò verso Nicole e le fece cenno di guardare Edward.
"Ah!" fece Nicole seccata. Era vero, quel ragazzo era davvero carino e sembrava anche gentile ma non aveva la minima voglia di essere ingannata nuovamente...
L'ora della Glass finì ed Edward capì ceh avrebbe dovuto avere una buona dose di fortuna per trovare la classe in cui si sarebbe svolta la prossima lezione oppure avrebbe dovuto affidarsi a Carmen. Ma non servì nemmeno farle una domanda che lei gli disse:
"Dai andiamo insieme alla prossima lezione!"
Edward accettò subito. Nel tragitto gli furono presentate due ragazze e un ragazzo. Si chiamavano SAm e Lily le due ragazze mentre il ragazzo si chiamava Harrison.
Trascorsero tutto il giorno assieme e si dimostrarono davvero simpatici.
La prima settimana infatti trascorse così ed Edward fu così felice di aver trovato degli amici che quando Harrison lo invitò a giocare a golf con lui era al settimo cielo.
Ma fin'ora Edward non aveva fatto i conti con il suo cuore...

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Capitolo 2
*** Il football dell'amore ***


Il football dell'amore...


Edward durante la sua settimana di scuola non aveva mai interagito con altri studenti che non fossero Harrison, Sam, Lily o Carmen. Andò così alla bacheca per vedere se poteva iscriversi a qualche corso.
C'erano foglietti d'appertutto ma uno coronava sugli altri:quello per il provino per diventare cheearleader.
"Ehi pivello che ci fai qui?" chiese una voce alle spalle.
"Nic! Ciao..." disse Brooke stringendogli la mano.
"Piacere io sono Edward" disse con la massima disinvoltura.
"Io sono Brooke e lei è Nicole..." disse preoccupata per la prossima reazione dell'amica. Edward come ragazzo le piaceva ed, anche se era già occupata, non voleva bruciarsi possibilità.
"Eri interessato a qualche club?" chiese B. gentilmente.
"Si...volevo vedere se c'era qualcosa che potesse prendermi un po di tempo"
"Mmh...perchè non fai una prova con la squadra di football della scuola? Se vuoi posso farti parlare con Josh..il capitano della squadra"
"Nonchè tuo ragazzo" precisò Nicole tra la fierezza e l'acidità.
"No, mi spiace Edward è già impegnato vero?" disse Sam arrivata all'improvviso alle sue spalle
"Cosa?"
"Vuoi provare con il giornale?" chiese Sam.
"Scusami Sam...ma credo che la carriera di scribacchino non sia adatta a lui." disse Brooke ancora più acida di quanto lo era stata Nicole.
"Be guarda" fece acidamente Nicole rivolta a Edward "qui c'è il club di scacchi, ci vanno tutti gli sfighati come la tua compagnia."
Un silenzio calò irremediabilmente...
"Proverò col football grazie" fece con sorriso verso Brooke "e riguardo alla mia compagnia per quanto siano sfigati sputano meno veleno di te" e detto questo se ne andò.
Nicole rimase a bocca aperta e mentre pensava già ad una vendetta Brooke la guardò torvo.
                                                                 
                                                                      ******

Edward si recò nello spogliatoglio dove, infilatosi la tuta, raggiunse Josh e pesentandosi disse che voleva sostenere il provino per entrare nella squadra.
"Per prima cosa vieni qui" disse Josh con un gran sorriso. Edward salì su una bilancia e gli fu misurato il peso.
"Ehi niente male... ora andiamo in campo".
"Coach questo è Edward vorrebbe fare il provino." disse battenfo una pacca sulla spalla ad Edward.
Intanto Sam, Harrison, Lily, Carmen si erano accomodati sugli spalti in contemporanea a Brooke e a Mary Cherry.
"bene ragazzo, hai muscoli...prendi la palla e fammi vedere un bel lancio!"
Edward superò la prova egregiamente, aveva mandato il pallone lontanissimo e alle altre prove era stato eccelso.
"Dove hai imparato a giocare così?" fecerp sorpresi. Finito l'allenamento e qindi la prova se ne andarono tutti tra Edward che continuò a d allenarsi.
Si girò verso gli spalti e i suoi amici gli fecero cenno che lo aspettavano fuori mentre Brooke gli sorrise e Mary cherry...be Mary Cherry lanciandogli un bacio scivolò e finì a gambe all'aria.
Quando tutti se ne furono andati lanciò la palla in alto...troppo in alto...
"Ehi stallone" Fece una voce sugli spalti " hai perso questo" e gli lanciò la palla che gli arrivò in pieno petto facendolo vacillare.
Si girò e vide Nicole che si dirigeva verso di lui.
"E così vorresti entrare nella squadra di football" commentò sempre venendo verso di lui.
"Certo" Nicole di colpo scivolò ed Edward prontamente la prese cadendo a terra così da attutirle il colpo.
Dopo un po di imbarazzo nel rialzarsi i due si ritrovarono faccia a faccia.
"tutto bene?"
"Si...grazie" disse rossa Nicole. In effetti quel ragazzo le piaceva...e anche tanto.
Edward le sorrise e lei per togliere tutto quell'imbarazzo che le animava il viso gli prese la palla e fece :" Vediamo se sai prenderla la tua palla!" e corse via.
Edward la inseguù e riuscì a prenderla fermandola per il bacino e sollevandola leggermente verso l'alto. Il loro gioco continuò fino a che non si accorsero che era ormai tardi e il buio stava scendendo.
"devo dire che sei davvero forte stallone..." fece Nicole ridendo.
"Vuoi vedere?" disse Edward e fece per prenderla e sollevarla.
"nono! mi fido...ihihihi"
Andarono all'uscita del campo dove gli amici di Edward lo stavano aspettando già da tanto e un po rossi per la corsa un po per l'imbarazzo si salutarono.
"Ci vediamo..." fece Nicole e di colpo si voltò e corse via.
Edward era al settimo cielo e anche quando raggiunse i suoi amici non faceva altro che sorridere e pensare a lei...cosa che stava facendo anche Nicole.
"Ehi perchè sorridi come un idiota?" gli chiese Harrison mentre andavano verso la macchina.
"niente...pensavo..."
"E a cosa?" fece H. malizioso.
"Ma niente...al football..." e dicendo questo sorrise ancora di più.

"Nicole perchè sorridi così? Non ti ho mai visto così felice e gongolante." le disse Brooke ridendo.
"Niente..pensavo..."
"E a cosa?"
"Al football..." disse pensando ad Edward e al giorno in cui avrebbe potuto rivederlo.


Spero che via sia piaciuto come regalo di Natale! Auguri a tutti!
a lory: spero che questo capitolo ti sia piaciuto così da farti ricordare meglio il telefilm!
a fireman: spero che questo nuovo capitolo sia stato altrettanto capace di far aumentare il tuo fuoco di lettore

a goky: sperando che non ti sia annoiata e che anzi, ti sia piaciuto!

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Capitolo 3
*** Gelosia ***


popular 3 Voglio scusarmi del ritardo con cui posto qeusto nuovo capitolo ma non ho davvero avuto tempo in questi giorni! Ed inoltre pensavo che non fosse bella come fan fiction...ma sepro che questo capitolo catturi la vostra attenzione e sopratutto vi piaccia!! Buona lettura!

Gelosia


Nicole andando a prendere Brooke il giorno dopo, a scuola, si era convinta che non avrebbe più dovuto essere scorbutica soprattutto con Edward.
Sperava infatti che lui la notasse e, la apprezzasse per quel che era.
Con questi pensieri e promesse a se stessa raggiunse la casa  della sua migliore amica.
"Ciao!" disse Nicole sorridendo.
"Ciao Nick!" rispose prontamente al saluto Brooke.
Durante tutto il viaggio non fecero che parlare dei nuovi trucchi e di quelli che era più alla moda, del nuovo film di Guinett che volevano a tutti i costi andare a vedere e di molte, molte altre cose che animavano ogni giorno la loro giornata.
"Allora" disse Brooke quando ormai erano arrivati "sei pronta per i provini?" con un sorriso che sottintendeva la cattiveria di Nicole a scegliere le candidate.
"Ma certo!" rispose Nicole ma con un sorriso buono, divertito, non come le altre volte che nascondeva una vena di crudeltà insana.
Si diresse ridendo verso il Kennedy High ed entrarono di gran carriera. Come al solito tutti le osservavano; la loro bellezza era innata e la loro popolarità non faceva che accrescere il loro prestigio.
Nicole accompagnò Brooke al suo armadietto e li vide Edward. Stava aprendo l'armadietto a fianco a quello dell'amica e quindi anche affianco al suo ed...era così bello... Nicole non era l'unica che in quel momento lo stava osservando. Una decina di ragazze lo squadrava con gli occhi, speranzose che lui si girasse e rivolgesse loro un ciao ma Nick era sicurissima che lei era la prescelta, loro non presentavano alcune concorrenza...
Stupide...pensò Nicole ma subito si riscosse dai suoi pensiero ricordandosi della sua promessa.
"Uuu! Guarda chi c'è..." disse maliziosa Brooke.
Nicole sbuffò ma non riuscì a manscherare l'effetto delle guancie rosse che quel ragazzo scaturiva in lei. Brooke se ne accorse e fece per aprir bocca ma subito Josh la baciò.
"Ciao!" disse guardandola con occhi sognanti.
"Ciao!" continuarono a guardarsi come ebeti e Nicole impaziente di raggiungere Edward strattonò via Brooke da quell'atmosfera amorosa.
"Andiamo. Vi vedrete dopo piccioncini" .
Josh fece un gesto accondiscendente con le braccia e se ne andò con Sugar Daddy.
Ma sorpresa delle soprese, Edward era stato raggiunto da Carmen:. Ridevano allegramente e Nicole fu turbata da quella vista.
Possibile che una grassona come Carmen Ferrara possa rubarmi...lui! pensò Nicole e stava già per farle uno dei suoi soliti dispetti quando Brooke la girò a sè e le disse:
"Se davvero vuoi conquistarlo allora non credo che un piano per attentare alla vita di Carmen possa attirare la sua simpatia...la sua attenzione si...ma la sua simpatia no..." e detto questo scoppiò a ridere per la faccia rossa dell'amica. Nicole diventò ancora più rossa sia per la rabbia di vedere Carmen divertirsi con Edward sia per l'osservazione più che vera dell'amica. Decise allora di fare un gesto che non avrebbe mai fatto...ovvero quello di salutare Carmen introducendosi così nel loro discorso. Si avvicinò sorridente e ancora rossa con Brooke al fianco che sorrideva.
"Carmen" disse poco interesasta ma pur sforzandosi di essere socievole "Ciao Edward!".
"Nicole!" sorrise Edward. I suoi occhi si illuminarono e Carmen lo notò istantaneamente. I due ragazzi erano infatti rimasti a sorridersi come due iguane pigre e, a differenza di Brooke che rideva;, Carmen ne fu quasi gelosa e strattonando Edward si congedò trascinandolo con sè.
"Ehu Carmen...piano!" disse Edward ormai quasi di corsa per tenere il passo dell'amica.
"Sta per incominciare la lezione!"disse Carmen. Lo trascinò nell'aula di biologia e si sedettero ai loro posti dove ricominciarono a ridere. Entrò Nicole del tutto furente con al fianco Brooke che stava cercando di calmarla ma con scarsi risultati. Si sedettero anche loro e Nicole di colpo si ricompose.
La lezione proseguì tranquilla e Nicole di punto in bianco toccò la schiena di Edward. Lui si girò sorpreso e disse "mi hai chiamato?". Lei, naturalmente tutta rossa, cominciò a balbettare ma Edward le mise un dito sulle labbra come in segno di stare zitta e disse "Se artiglio ci scopre ci ammazza!" e rise piano.
Nicole ormai scoraggiata si accasciò sul banco e sbuffò pensando che non avrebbe mai potuto conquistarlo ma improvvisamente il ragazzo le passò un biglietto con scritto: ci vediamo a pranzo così possiamo parlare con più calma ok?
Lei rispose con un sorriso e quando giunse l'ora di pranzo corse via da Brooke che non si preoccupò nemmeno di inseguirla tanto sapeva che non l'avrebbe raggiunta. Giunta alla mensa si guarò in giro e si sistemò i capelli controllando che tutto fosse a posto poi prese un vassoio fece di corsa la fila, e questa volta senza scostare May Tuna che era indecisa da un'ora su cosa prendere, e raggiunse Edward appena lo ebbe individuato con lo sguardo.
"Ciao! Scusa per il ritardo..." fece lei "è tanto che aspetti?" chiese.
"Sapendo che dovevo aspettarti il tempo è volato..." disse lui arrosendo.
Erano molto impacciati ma dopo un po cominciarono a parlare normalmente e si divertirono molto.  
Intanto...Carmen osservava Edward e Nicole con una faccia a dir poco contrariata e disgustata...un misto tra gelosia e angoscia e...rabbia...
Lily, Sam e Harrison erano invece abbastanza felici di vedere ridere Edward..seppur con Nicole...
"Guardate Edward come sorride! Nemmeno con noi è così raggiante!" disse Lily.
"E si, peccato che sia con Nicole..che spreco!" Disse Sam. Tutti scoppiarono a ridere meno che Carmen.
"Perchè che spreco?" domandò allarmata.
"Be...è ovvio...guarda come si guardano quei due" sogghignò Harrison.
"Cosa vuoi dire H-Harrison?" chiese ancora più preoccupata Carmen.
"Be..dico che..."cominciò Harrison.
"Si stanno innamorando!" ulularono Sam e Lily in coro con un cenno della testa di Harrison.
Carmen rimase a bocca aperta e mentre gli altri ridevano lei pensava...Ma com'è possibile che una serpe come Nicole possa conquistare quel ragazzo? Proprio QUEL ragazzo? Non poteva trovarsene un altro? O lo faceva per dispetto? Oppure ne era davvero innamorata? Devo fare qualcosa...qualcosa per separarli!

Ringraziamenti

goky: grazie di cuore! spero che questo capitolo ti piaccia!
fireman: Grazie per tutti i commenti! Mi sproni ogni volta a continuare a scrivere! Senza di te non so se continuerei!!! Continua a leggere ti prego e spero di non averti deluso con questo capitolo!
lory:
Con l'augurio che questo capitolo ti abbia catturato più degli altri!
4everpopularboy:  Un nuovo lettore? Sono entusiasta che tu abbia letto la mia fan fiction e che ti sia piaciuta! Su tuo desiderio ho continuato il capitolo! Grazie soprattutto per il commento pieno di...sentimenti, che mi ha ispirato a scrivere questo nuovo capitolo! Ti sembra di conoscermi? Chissà...sono felicissima di averti conosciuto! E spero di risentirti presto!



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Capitolo 4
*** L'inizio della fine ***


popular -l'inizio della fine                                                                                                      L'inizio della fine


I giorni proseguirono come Edward non potè nemmeno desiderare nei sogni. Si vedeva molto spesso con Nicole con cui aveva un feeling strepitoso. Alla mattino lui l'aspettava sempre all'armadietto di lei, si appoggiava alla parete e aspettava con un enorme sorriso. Questo suo comportamento certo non faceva che attirare l'attenzione degli altri, soprattutto delle ragazze che adoravano rimanere a rimirarlo sospirando.
Andavano insieme ad ogni lezione e la fortuna volle che la professoressa Glass nel cambiare i posti li fece capitare proprio vicini...

"Buon giorno mon peti mostriciat!" (francese scadente...io so il tedesto! argh! NdA) disse la Glass entrando in classe ed annunciando l'inizio della lezione.
"Buon giorno..." dissero tutti un po assonnati. Era una tiepida mattinata d'autunno, un lunedì perfetto per stendersi sul prato e osservaro l'infinità del cielo...
"Bene, oggi test, stupidi e svogliati scolaretti liceali!" annunciò con un tono insanamente sadico nella voce.
"CoOoOoOosa?!" esclamarono tutti in coro. Molti fogli volarono in aria per lo sconcerto e l'umore di tutti precipitò come il Titanic quando fece collisione con un iceberg.
"Questa mattina mi sono svegliata e mi sono detta: Bobby fa un bel test in latino a questi insubordinati ragazzi viziati. Ma poi ho guardato fuori e ho scoperto che era lunedì...così ho deciso di sconvolgervi in un altro modo" il silenzio calò sovrano "Preparatevi a lasciare i vostri amichetti...non so con chi possiate finire...ma ringraziate il mio stupendo e sensuale pc che vi ha accoppiati di banco. Su muovetevi!"
Molti sospiri si sentiro ma due sguardi si incontrano...come due danzatrici che si sfidano e aspettano perenni che l'altra si stanchi, continuano a ondeggiare osservandosi senza mai perdere lo sguardo dell'altra...così Carmen fissò Nicole che a sua volta, accortasi dell'ochiataccia di lei, si girò
e la osservò sprezzante.
-Non so perchè quella mi stia guardando così...ma non deve comunque permettersi di farlo!" poi pensò ad Edward e ritornò gongolante.
"Ecco qui le posizioni" disse la Glass appendendole alla parete.

Sam Mcpharson - Brooke Mcqueen
Emory Dick - Mary Cherry
Lily Esposito - Josh Ford
Edward Wills - Nicole Julian
Carmen Ferrara - Harrison John
Sugar Daddy -George Austin

Tutti si precipitarono ad osservare le loro nuove postazioni, e molti uff si levarono nella classe. Soltanto due sguardi erano del tutto accesi.
Nicole diventò tutta rossa e cominciò a sorridere continuamente. Andò da Brook e mentre la professoressa Glass stava cercando di far ritornare l'ordine, prese il braccio di Brook e lo strinse forte.
"Ahi! Nicole sei impazzita?" chiese Brook. Ma l'istante dopo la guardò negli occhi e vide che stavano fissando Edward, che nel mentre si stava sedendo al suo posto. "Ah ma tu sei impazzita...ma per Edward!" esclamò Brook.
"SSH! Non urlarlo!" disse tutta imbarazza Nicole. Era la prima volta che un ragazzo le faceva quell'effetto.
"E menomale che era un pompato! Dopo mi racconti tutto!" disse e lasciò che Nicole se ne andasse a sedersi vicino ad Edward che le rivolse un sorriso talmente solare che quasi l'acceva.
"Che fortuna eh..." esordì Edward.
"Eh?" disse Nicole che era rimasta inebetita.
"No...niente" disse Edward e si mise a ridere.

Intanto Carmen si sedette in fondo, dietro a Brook, e non rivolse neppur il saluto a Harrison. Era talmente arrabbiata... con tutte le persone che c'erano doveva proprio capitare con lei?!
No...Carmen non avrebbe permesse che Nicole l'avesse vinta anche questa volta. Avrebbe dimostrato che lei era una stupida vipera ed Edward l'avrebbe sicuramente evitata...magari stando con lei...in fondo a Carmen sembrava di stare simpatica a Edward...
-Ma si!- pensò - lo inviterò al cinema!-
E guardò Nicole con un sorriso maligno...

Mi scuso se ho ritardato col postare questo capitolo ma ho avuto molto da fare...aggiornerò più spesso, sorry!

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Capitolo 5
*** L'attacco di Carmen ***


L'attacco di Carmen L'attacco di Carmen

I giorni di scuola si susseguirono tranquillamente anche tra i tanti test demenziali di Bobby Glass e tra l'agitazione per il ballo di metà anno.
Infatti si stata avvicinando il Natale e la scuola cominciava a risentire di quella stanchezza che, dopo mesi di scuola, gli studenti si portavano dietro.
Per il comitato di preparazione del ballo natalizio fu nominata presidente Brook e naturalmente Nicole come vicepresidentessa. C'era un unico intoppo in tutto ciò...anche Carmen partecipava al comitato.
Tra le due c'erano stati solo sguardi di fuoco ma ormai molti avevano notato l'ostitlità che stava per scoppiare con una rissa tra le due. Tutti tranne Edward ovviamente che tra i suoi nuovi amici, il football, la scuola e Nicole non aveva avuto più tanto tempo. Il suo gruppo non si lamentava del suo frequentarsi spesso a pranzo con Nicole invitandola a volte anche al loro tavolo e lui ne era abbastanza contento anche se sembrava che Carmen non gradisse mai la compagnie delle cheerleader.
Strano...pensò Edward Carmen voleva diventare una cheerleader e dovrebbe essere contenta di avere le sue future colleghe a pranzo con lei. Proprio non capisco perchè metta il broncio così e cerchi di parlare solo con me...ma non capisce che potrebbe diventare loro amica e facilitarsi l'entrata?
Poi sa ballare anche molto bene e sarebbe tutto più facile...Mah, ragazze.

"Edward aspetta!"
Ed stava camminando verso la classe di biologia per ripassare un po' prima del test quando fu fermato da una voce che lo chiamava.
Si girò e vide Carmen che gli correva incontro tutta accaldata.
"Ed..edwar..."
"Hey Carmen, tutto bene?"
"Be no...cioè si, sai la corsa" disse sorridendo " Volevo congratularmi con te per aver ottenuto il posto nella squadra di Josh Ford e poi volevo chiederti anche un favore...non vorrei disturbarti ma davvero, credo tu sia l'unico che sia disposto a darmi una mano"
"Ma certo Carmen, dimmi. Se posso aiutarti lo faccio volentieri."
"Be ecco...magari domani pomeriggio o...anche oggi pomeriggio...ti andrebbe di aiutarmi col ballo? Sai devo fare il provino per entrare nell cheerleadere vorrei che qualcuno mi desse la sua opinione su come ballo e...si..cioè...io credo che tu sia abbastanza imparziale ma se hai impegni lo chiedo a Lily o a Harrison o a..."
"Ok, va bene"
"...o a Sam o...cosa? Davvero? Grazie!" disse e lo abbracciò saltandogli addosso proprio quando vide che Nicole svoltava l'angoloe veniva dalla loro parte.
"Che sta facendo quella cicciona?!" dissi Nicole infuriata alla vista di Carmen avvinghiata a Edward.
Brook la guardò preocuppata e la strappò via, portandola in bagno.

Arrivò il pomeriggio ed Edward si avviò dentro la scuola, nella palestra dove le cheerleader solevano allenarsi nelle giornate di pioggia.
Entrò e si trovò di lato gli spalti e di fronte il grande spazio che la palestra offriva. Buttò lo zaino da una parte e si mise ad osservare lo spazio circostante camminando avanti e indietro.
Di colpo sentì le note di una musica abbastanza movimentata e le parole del cantante cominciarono subito. Si girò e vide Carmen scendere sorridente dagli spalti e camminare fino a lui. Alla distanza di un metro cominciò a danzargli intorno senza mai togliergli gli occhi di dosso.
Il ballo era ritmato e seguiva bene la musica catturando l'attenzione di Edward che guardava stupido Carmen. Non si immaginava che danzasse così bene. Sarebbe entrata sicuramente nelle cheerleader anche se alcuni potevano ritenerla sopra il peso consentito.
Dopo 4 minuti la musica finì e Carmen si fermò proprio a due centimetri dal volto di Edward guardandolo languidamente.
-Voglio proprio vedere se non l'ho conquistato.- Pensò Carmen.
Intanto un'altra musica aveva cominciato a suonare dallo stereo e la ragazza sembrava sempre più intenzionata a baciare il ragazzo che però si scostò con un sorriso d'imbarazzo.
"Be...Non ho parole Carmen. Sei più che brava, sarai ammessa di sicuro e farai un figurone al provino" disse Ed.
Carmen un po' delusa della reazione del ragazzo pensò che fosse timido e che non volesse affrettare le cose, ma sapeva ormai che era sulla buona strada.
"Grazie. Ci tenevo tanto alla tua opinione. Hai visto che entrata?" disse Carmen ridendo.
"Si, mozzafiato" rise a sua volta Edward.
I due continuarono a chiaccherarono e, prese le proprie cose, si incamminarono verso l'uscita esterna che dava sul cortile della scuola.
Edward però non era stato l'unico ad assistere al ballo di Carmen, un'altra persona li stava scrutando da dietro la porta interna alla scuola.
Quella cicciona...io l'ammazzo! Devo assolutamente seguirli, Carmen potrebbe cercare ancora di abbindolarlo e non lo permetterò.  Pensò Nicole attraversando la palestra di corsa e nascondendosi dietro un albero mentre i due si erano fermati per salutarsi.
"Be allora ciao Carmen, ci vediamo domani. E ancora complimenti" disse Edward con un sorriso.
"Si...grazie,ciao."
Edward stava per incamminarsi verso la fermata dell'autobus  quando Carmen rlo fermò toccandogli un braccio.
"Senti Edward...sai...fanno al cinema un nuovo film di Guinett e si...come futura cheearleader devo farmi una cultura di quelle cose...è un'attrice molto amate da Brook e per far conversazione dovrò averne visto almeno uno...e io li ho visti tutti vecchi...di anni fa...quindi mi chiedevo...se volessi venire al cinema con me." disse Carmen tutta rossa.
"Carmen..."
"Si perchè sai come sono fatte Lily e Sam, non verrebbero mai a vedere un film del genere!"
"Carmen..:"
"Se non vuoi non importa!"
"Carmen!" disse Ed prendendola per le spalle "calma, verrò al cinema." disse sorridendo e dandole un bacio sulla fronte prima di allontanarsi e salire sul pullman.
"Che bello!" esclamò Carmen saltellando verso l'auto. Era raggiante, a dir poco. A differenza di Nicole che ribolliva di rabbia dietro l'albero dove si era nascosta.

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Capitolo 6
*** Un'inaspettata emozione - Nicole ***


Un' inaspettata emozione - Nicole

 

Carmen rimase con un sorriso a trentadue denti a guardare Edward finchè il pullman non partì. Lo salutò con la mano e pur sentendosi una completa idiota iniziò a saltellare dirigendosi verso il parcheggio.

 

Nicole intanto era a bocca aperta e se un fumetto avesse potuto raffigurarla le sarebbe sicuramente uscito del fumo dal naso e dalle orecchie.

Come aveva potuto? Non avrei mai immaginato che una come Carmen potesse anche solo pensare alla possibilità di uscire con Edward. Non aveva notato che tra loro non c'era quel feeling che invece accomunavo me e Ed? E per di più si è fatta avanti... Non la lascerò vincere, questo è poco ma sicuro!

Si diresse furente alla sua auto e senza rispettare né i segnali stradali che incontrava né il limite di velocità arrivò a casa di Brooke dove, parcheggiando (anche se sarebbe più corretto dire frenando), prese in pieno i bidoni dell'immondizia sul vialetto dell'amica.

Nicole fece un lungo respiro e chiuse gli occhi. La sua testa era nel pallone e la rabbia stava lasciando spazio a qualcosa che non le era comune provare, che non si concedeva mai di provare.

“Nic tutto ok? Ho sentito un rumore e pensavo fosse esploso un'altra volta l'estintore alla fine della strada. Dovresti andare più piano se no un giorno ti ritroverò con l'auto direttamente in cucina” disse ridendo. Si avvicinò all'amico che non dava segni di scendere dalla decappottabile.

“Certo alla fine mi faresti un favore, così papà si convincerebbe a rifare la cucina. È troppo stretta per poter cucinare cibi salutari come si deve e...Nic?”

Brooke ormai era di fronte all'auto e stava osservando l'amica. Nicole aveva lo sguardo nel vuoto e appena si avvicinò alla sua portiera notò una lacrima che le rigava la guancia.

“Che cosa succede Nic? Se è per i bidoni non è successo niente...”

Nicole però continuava a stare zitta.

“Dai mio padre non dirà niente. Magari se gli diciamo che erano in mezzo al vialetto d'entrata mi lascerà continuare a venire in macchina con te” disse e le mise una mano sulla spalla.

Nicole allora alzò lo sguardo e fissò l'amico negli occhi.

“Non so cosa mi succeda.”

“Vieni dentro dai, così ti offro un frullato di fragole”

Nicole riabbassò lo sguardo e la sua espressione mutò di colpo. La rabbia si rifece viva come un'onda che le risaliva le vene. Diede un pugno sul volante e così facendo schiacciò involontariamente il clacson.

“Quella cicciona l'ha invitato a uscire.”

“Di chi stai parlando?”

“Non doveva neanche fantasticare su una cosa del genere!” I suoi occhi si restrinsero fino a diventare una strettissima fessura colma d'odio.

Brooke cercò di capire meglio ma l'amica era talmente concitata che era difficile seguire ciò che stava dicendo.

Nicole allora guardò Brooke e vedendola tra il preoccupato e il confuso disse esasperata: “Sto parlando di quella porcella di Carmen Ferrara! Invece che passare il tempo col club del buco nero della bellezza o mangiando qualche tonnellata di snack ipercalorici ha invitato Edward al cinema!”

“Magari hai capito male.”

“Sono sicura di ciò che ho sentito!”

“Scusami ma ne sei sicura?”

“Si! Li stavo spiando.” Brooke la guardò con lo sguardo di una mamma che sorprende il figlio con le mani nel barattolo di biscotti. “Be li ho visti assieme e Carmen mi sembrava un po' troppo gongolante e...senti non sei la corte marziale!”

“Ok,ok, calma. Hai sentito almeno che ha risposto lui?”

“Secondo te perchè sono così sconvolta?”

“Quindi ha detto di si.”

Nic strinse le labbra e serrò forte la mascella. Sentiva che stava per crollor ecosì strinse le mani sul tavolo della cucina dell'amica. Brooke allora tirò a sé Nicole e l'abbracciò. La conosceva da così tanto tempo ma vederla sul punto di piangere era così straordinariamente insolito che si sentiva sconvolta pure lei per empatia.

“Non puoi essere sicura che non sia un'uscita come amici. Magari se lei non l'intende così lui pensa che sia solo una cosa tra amici”

Nicole si sciolse dall'abbraccio e passandosi la mano sull'occhio destro inumidito cercò di riprendere il controllo di se stessa.

“Tu dici?”

“Ma certo. In fin dei conti Edward fa parte della loro cerchia di amici. Josh lo ha sentito dire l'altro giorno in spogliatoio che nel week end era andato con Harrison a giocare a golf e non penso che tra loro ci sia qualcosa di romantico”

Brook riuscì a strappare all'amica un sorriso.

“Dai adesso andiamo al centro commerciale e io compro quel fantastico top azzurro identico a quello che Gwinett portava nella foto su Cosmo e tu magari potresti trovare qualcosa che faccia colpo su Edward tanto da fargli girare la testa” E con un sorriso malizioso trascinò l'amica per un braccio fuori di casa.

“Grazie Broook” Nicole riuscì a dire solo questo. Non era abituata a farsi aiutare e a farsi vedere così emotiva, persino con la sua migliore amica.

“Non devi ringraziarmi. L'unica cosa che devi fare è lasciare guidare me.”

Le strappò le chiavi di mani sorridendo e Nicole non potè fare a meno di ridere.

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Capitolo 7
*** Un'inaspettata emozione - Carmen. E un inaspettato incontro ***


Un'inaspettata emozione – Carmen. E un inaspettato incontro


Carmen parcheggiò fischiettando e continuò fino a quando non arrivò in camera sua dove si buttò a letto senza preoccuparsi della doga che scricchiolava ogni volta che ci saltava sopra.

“Lily! Ti disturbo? Non sai cosa mi è successo!” esclamò al telefono senza aspettare che l'amica potesse dire pronto.
“No, tu non sai cosa sto facendo! Quello stupido di Josh Ford sai cosa aveva addosso? Dei pantaloni di pelle. Di P-E-L-L-E. E temo che per comprarseli abbia venduto a qualche multinazionale farmaceutica il suo cervello visto che non riusciva a capire perchè fosse sbagliato indossare un cadavere.”
“Capisco ma c'è qualcosa che devi assolutamente sapere. Oddio...non puoi nemmeno immaginarlo.”
Ma Lily non stava nemmeno ascoltando l'amica.
“Così non potendo convincere uno stupido giocatore di football ho deciso di scrivere un volantino e appenderlo su tutte le bacheche. Non sai che immagini intendo mettere, spero che la tipografia non mi guardi di nuovo come se fossi una svitata.”
“Lily io ho invitato fuori Ed...”
Una voce dall'altra parte della cornetta eccheggiò fino alle orecchie di Carmen.
“Carmen scusa ma a mia madre serve l'auto e così mi faccio dare un passaggio per andare a stampare i volantini. Ci vediamo domani così ti mostro la mia opera che spero salverà qualche povero bovino!”
Un suono metallico sostituì la voce di Lily a indicare che la chiamata era finita.
Carmen buttò lontano il telefono. Nemmeno il fatto che l'amica non l'avesse ascoltata poteva sminuire la felicità che le scoppiava  nel cuore.
Aveva invitato Edward. Non sapeva nemmeno dove aveva trovato il coraggio. E lui aveva detto di si. Con un sorriso per di più.
Non le sembrava vero. Forse era solo un sogno. Un bellissimo sogno che se ne sarebbe andato aprendo gli occhi. Un ragazzo così dolce e così carino che poteva avere chiunque aveva detto di si a lei. Lei che aveva qualche chilo di troppo, che non era nemmeno una cheerleader e che aveva l'abitudine di scoppiare a ridere proprio mentre stava mangiucchiando qualcosa, proprio di fronte a lui.
Eppure sembrava tutto vero. 
Si addormentò così com'era, ancora con addosso i vestiti e con il sorriso più vero e più grande che avesse mai fatto in tutta la sua vita.
 
Intanto al centro commerciale...
“Nic questo ti piace? Pensi  che mi stia bene?”
“Intendi dire se penso che a Josh piaccia?” Nicole  aveva ripreso tutta la sua sicurezza e, a quanto appariva, la sua sincerità e la sua malizia.
Brook si staccò dalla sua immagine allo specchio e guardò divertita l'amica che stava scartando un mucchio di vestiti dalle stampelle a cui erano appesi.
Nicole trovò qualcosa che faceva al caso suo e si avvicinò allo specchio davanti a cui Brook stava sostando da oltre 10 minuti.
“Nicole ma è bellissimo! Se non lo prendi tu potrei provarlo io. Con quel top Edward si dimenticherà persino il nome di Carmen.”
“Mmm.”
Sorridendo Brook spostò di nuovo l'attenzione sul suo look. Non era completamente sicura che le stesse bene come al suo idolo cinematografico.
Nicole si accorse che la bionda amica era consumata da un dubbio che non aveva il ben che minimo fondamento.
“Avanti Brook, sei divina. E poi Josh non lo noterà nemmeno.”
Brook si voltò a guardare l'amica allarmata. “Perchè? Pensi che non gli piacerà?”
“Ma no, sciocca!  Intendevo che Josh non è preoccupato tanto a cosa ti metti addosso. Penso si curi di più di ciò che sta sotto i vestiti”
“Nicole!” esclamò Brook a bocca aperta anche se con una nota di divertimento nella voce.
Una commessa che stava sistemando alcuni abiti li vicino le stava osservando.
Brook fece cenno a Nic che aveva esagerato e che qualcuno le aveva sentite.
“Be che c'è? Ho solo detto la verità!”
“D'accordo Nic, allora lo prendo.”  Mentre si rimetteva i suoi vestiti nella cabina di prova chiese all'amica se volevano passare al bar a bere una centrifuga prima di tornare a casa.
Una volta uscita si diressero alla casse dove pagarono i rispettivi vestiti.
“Ma come, non lo provi nemmeno? E se non ti va bene?”
“I soldi non sono un problema. E poi pensi che non conosca a memoria le mie misure? Tesoro” disse Nicole compiaciuta tirando fuori il suo griffatissimo portafoglio e porgendo i soldi alla commessa “un corpo come il mio non si scorda. Le misure le so a memoria meglio di tutta la fimografia di Gwinett”
“Sei sempre la solita Nicole!”
Si diressero ridendo al bar e mentre aspettavano di trovare un tavolo libero dove sedersi Brook notò il fratello di Carmen seduto tutto solo.
“Nicole guarda! Quello non è Leo?”
“Chi scusa?”
“Il fratello di Carmen!”
“O mio dio, dovevi proprio nominarla?”
“Andiamo a salutarlo, magari possiamo sederci con lui. Non credo che troveremo un tavolo libero tanto presto”.
Nicole controvoglia si lasciò trascinare. In passato aveva cercato di sedurre Leo ma ora il fatto che fosse il fratello di Carmen (e non sapeva davvero come spiegarsi un tale legame di sangue) le dava ancora più fastidio perchè le ricordava la sua attuale acerrima nemica.
“Ehi ciao Leo, ti ricordi di noi?”
Il ragazzo dai capelli castani e dalla strana somiglianza a un tipico attore di soap alzò lo sguardo dalla tazza di caffè che stava stringendo e notò le due ragazze che lo fissavano in piedi.
“Mmh...ci conosciamo?”
“Ma si, alla festa di Carmen!”
“Aah ora mi ricordo. Brook giusto? Eravate al compleanno di mia sorella lo scorso anno.”
“Esatto al pigiama party.”
Leo guardo Nicole un po' imbarazzo e divertito allo stesso tempo. L'anno scorso si era presentata in camera sua mostrandogli con spregiudicatezza il fatto che non si depilasse le ascelle.
Se non fosse stato per Sam che aveva interrotto quell'imbarazzante momento non avrebbe saputo cosa fare.
“Allora che ci fate qui?”
“Volevamo sederci a un tavolo ma siamo capitate proprio quando il locale è tutto pieno. Stai aspettando qualcuno? Non ti dispiace se ci sediamo un attimo?”
“Amm, no certo che no. Stavo aspettando alcuni amici del liceo ma temo che arriverrano con un forte ritardo. Quindi sedetevi pure.”
Nicole si mostrò poco interessata per tutti i venti minuti successivi in cui Brook cercava di non far cadere la conversazione.
Quando finalmente se ne andarono Brook le disse: “accidenti Nicole ti ricordi? È ancora bello come James Dean. Ma immagino che tu non l'abbia neppure notato...”
Infatti Nicole stava pensando soltanto a una cosa, o meglio a una persona.

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Capitolo 8
*** False speranze ***


False speranze

 

Il giorno dopo Carmen si svegliò così tardi che non si affrettò nemmeno nel prepararsi dato che in ogni caso aveva già perso le prime due ore.

Andò in bagno, si sciacquò la faccia e l'immagine che vide allo specchio per la prima volta dopo tanto tempo le piacque. Anche se il trucco era da togliere e rifare e i capelli erano tutti spettinati Carmen era radiosa. Non come le donne incinte (almeno, così si dice) ma come qualcuno che ha trovato un po' di pace o qualcosa di molto di più, qualcosa di indescrivibile ma comunque meraviglioso.

Quando arrivò in cucina non potè fare a meno di canticchiare mentre prendeva una tazza di caffè e nemmeno il fatto che quest'ultimo fosse freddo e non proprio di qualità potè rabbuiarla,

Si appoggiò con la schiena al lavabo dando le spalle alla finestra che dava sul loro giardinetto interno.

Niente sembrava scalfirla. Tutti i problemi sembravano così lontani che quasi non ci credeva a ciò che stava provando. Nemmeno la preoccupazione per i problemi di alcolismo della madre le tolsero il sorriso; certo le premeva il fatto che continuasse a superare gli obbiettivi prefissati agli Alcolisti Anonimi ma quel momento era tutto suo. Per una vita aveva cercato di conquistarsi una fetta di vita senza guardare sempre gli altri vivere e ora che era giunto il momento non poteva rinunciarvi.

Anche se avesse voluto probabilmente non ce l'avrebbe fatta.

Sorseggiò piano il suo caffè, quel giorno era suo e niente e nessuno le avrebbe fatto fretta.


 

Harrison battè un pugno sulla schiena di Edward che stava frugando nel suo armadietto.

“Ehi! Mi hai fatto prendere un colpo!”

“E tu hai muscoli persino sulla schiena!” disse Harrison mimando la slogatura della mano.

Edward sorrise, prese il suo libro di scienze e chiuse l'armadietto.

“Questo week end mia madre ha un appuntamento e io non voglio rischiare di vedere la sua nuova conquista a casa così mi chiedevo se ti andasse di giocare a golf di nuovo. Se andiamo verso le due non troveremo nessuno.”

“Golf? Questo week end?”

“Si, io ci andrei anche ora ma so che sei uno studente diligente quindi rispetto i tuoi valori da bravo ragazzo della porta accanto” scherzò Harrison.

“Umm, non saprei”

“Ah capisco. È perchè in realtà non giochiamo a golf. Io ti straccio a golf. Ma dai sarò buono. Ti offro la possibilità di dirti ogni volta la mazza migliore, quella giusta per lo meno. E non un driver per un semplice metro e mezzo!”

“Ti ho mai detto che sei un amico?” Sorrise Edward “No in realtà non sono sicuro di essere libero. Ho detto a Carmen che l'avrei accompagnata a vedere il nuovo film di quell'attrice che adora. Così da aiutarla nella sua acculturazione per avere qualche bonus per entrare nelle cheerleader.”

“Intendi quello con Gwinett Paltrow?”

“So che è bionda...”

Entrarono in classe e Edward andò al suo posto seguito da Harrison che occupò il posto accanto al suo.

“Ma perchè non l'ha chiesto a Lily o a Sam?”

“Pensava che non sarebbero mai venute a vederlo per...non tradire i loro valori suppongo”

Harrison scoppiò a ridere ma si interruppe quando si accorse dell'arrivo di Nicole.

“Harrison ti sei perso?”

Harrison alzò gli occhi al cielo e dando una pacca a Edward andò al suo posto.

“Ciao Nicole” disse Edward sorridendole e togliendo i suoi libri dal tavolo per farle spazio.

Nicole lo salutò. Per un attimo voleva fare la persona fredda e distaccata. In fin dei conti lui aveva accettato; ma ricordando le parole di Brook si convinse a guardarlo negli occhi e sorridergli non appena vide il suo di sorriso.

Strano...lui sembra far finta di niente. Quindi forse è realmente come diceva Brook. Carmen, quella cicciona impicciona, per lui è solo un'amica. Forse non riusciva a dirle di no, poteva pur essere un'opera di beneficenza in fin dei conti...

Si sentiva quasi sollevata da questi pensieri finchè fu costretta a interromperli per prestare attenzione a un'altra delle abominevoli lezioni della Glass.

Per tutto il tempo Edward fu il solito con lei e a Nicole sembrò che a un certo punto lui stesse flirtando (pur in maniera molto soft) con lei.

Quando a fine lezione le chiese se volevano pranzare insieme le sue paure si facevano sempre più piccole.

Forse davvero sono giunta alle conclusioni sbagliate... Pensò camminando a fianco di Edward che si era offerto di portarle i libri fino all'armadietto così da poter andare in mensa insieme.



 

“Ecco qui ragazzi, guardate il risultato di due ore di fatica personale e altrettanto tempo per convincere il tipografo che non stavo pubblicizzando un invito alla promiscuità o che fosse tutta una copertura per lo spaccio”

Sam smise di mangiare le patatine fritte che aveva nel piatto e prese uno dei volantini di Lily.

“Lily hai fatto davvero un ottimo lavoro!”

“Brindo al tuo zelo!” disse George alzando il suo succo di frutta.

“Davvero ti piace? Sam è mia amica e tu potresti darmi un parere più oggettivo.”

“Certo! E il fatto di averli fatti di colori diversi attirerà più persone.”

“Ragazzi ma dov'è Carmen? Qualcuno di voi l'ha sentita?” chiese Sam.

Tutti scuoterono la testa.

“Si starà preparando per il film” si intromise Harrison sedendosi al tavolo di fronte a Sam.

“Che cosa?” fece l'amica.

“Ieri ha chiesto a Edward di accompagnarla a vedere il nuovo film che la tua migliore amica Brook adora.”

Sam era indecisa se lanciare tutte le patatine in testa a Harrison ma alla fine optò per fulminarlo con lo sguardo e risparmiare le sue succulente patatine fritte..

“Con Edward?”

“Si, ne sei sorpreso George?”

“Be non pensavo uscissero. Cioè lui sembra più preso da Nicole e ogni volta che ne parla ha quel sorriso da pesce lesso che ho quando penso a Sam” disse dando un bacio sulla guancia alla sua ragazza.

Sam e Lily si guardarono tra lo stupito e la confusione.

“Non penso sia un'uscita, lui non me l'ha descritta come tale. Carmen gliel'ha chiesto perchè sapeva che voi due non l'avreste mai accompagnata. E dalla vostra espressione sembra che ci abbia visto giusto”

La conversazione ben presto cadde e ritornaro a parlare della campagna di sensibilizzazione di Lily che di tanto in tanto lanciava qualche frecciata a Harrison per il panino al ragù che aveva scelto al posto dell'insalata.



 

Nicole e Edward intanto erano seduti l'uno di fronte all'altra in mensa ed erano tutti presi a parlare del fatto che tutti e due odiavano le lunghe e stupide pubblicità nel bel mezzo di un film e, anche se ci era voluto impegno, Nicole gli fece ammettere che Colazione da Tiffany era tutto sommato un film gradevole.

“Guarda che lo dico solo per te.” rise Edward

“Non reggi un confronto eh? Vuoi darmela buona perchè usciresti sconfitto dalla discussione! E perchè sotto sotto ti piace...” disse Nicole col suo fare civettuolo.

“No, lo dico perchè non è tanto il film che mi piace ma il pensiero di poterlo un giorno vedere con te.”

Nicole rimase per un attimo senza fiato.

“Lo sopporteresti per me?” si ricompose subito

“Sopporterei molte cose per te Nicole” lo sguardo di Edward era fisso su quello di Nicole e sembrava che potesse succedere qualcosa di più quando di colpo lo sguardo di Nicole incrociò l'arrivo baldanzoso di Carmen.

Edward che dava le spalle a ciò che stava monopolizzando Nicole, la cui espressione di colpo si era indurita, non poteva sapere che il cambio d'umore della ragazza fosse dovuto non alla sua battuta.

“Scusa, ho esagerato”mormorò Edward pensando di essere andato troppo in là e che lei quindi non apprezzasse. Eppure gli era sembrato che tra loro le cose potessero evolversi.

Nicole però non lo sentì nemmeno.


 

“Ciao ragazzi!” esclamò Carmen.

“Dov'eri finita Carmen? Hai saltato tutta la mattinata di lezioni!” le rispose Lily.

“Mi sono svegliata tardi. Che si dice?”

“Guarda il volantino di Lily” Harrison le porse un foglio rosa chiaro.

“Lily ma è fatto davvero bene. È molto...incisivo.” disse Carmen osservando l'immagine della mucca che diceva -Io non sono un paio di pantaloni. Muu!-

Sam però non sembrava molto interessata a far continuare la conversazione sul progetto di Lily.

“Allora Carmen... programmi speciali per questo week end?”

Carmen sorrise ancora di più.

“Vado al cinema con Edward. Ha accettato capite?”

George guardò Harrison e sussurò “Forse non era proprio una cosa tra amici...”

I minuti seguenti furono pieno di gridolini e “Ma dai!” tanto che i due ragazzi decisero di defilarsi presto da discorsi a loro parere troppo femminili per il loro cromosoma Y.

 

 

“Nicole tutto bene?” Era da un minuto buono che Nicole non rispondeva.

Edward, non ricevendo risposta, si girò verso il punto in cui la ragazza rivolgeva il suo sguardo.

Tuttavia proprio in quel momento arrivarono Brook e Josh seguiti da Mary Cherry che si mise subito seduta a fianco di Edward prendendogli il braccio.

“Ooh, ma come sei muscoloso. Scommetto che potresti sollevarmi con un solo braccio. Oppure potresti farmi anche altro con queste braccia...” ammiccò Mary Cherry.

Edward strabuzzò gli occhi e rise, non sapendo bene che altro fare.

Anche Brook aveva notato che l'amica era bloccata.

“Nicole? Nic? Terra chiama Niiic”

Solo quando le toccò un braccio Nicole sembrò tornare tra loro.

“Ah, eh, cosa?”

“Eri distratta.”

“oh scusa. Ma da quando sei qua Brook?” Nicole non aveva notato niente. Non aveva nemmeno sentito Edward che si scusava con lei. Nella sua mente c'era solo Carmen Ferrara che, con un largo sorriso, probabilmente stava raccontando della sua conquista al club degli sfigati.

Edward però non aveva la minima idea del tarlo che stava consumando Nicole e, pensando di averla sconvolta in qualche modo, decise di defilarsi.

“Visto che ora ci siete voi io andrei.”

Nicole di colpo lo guardò. L'espressione del ragazzo le sembrava seria e anche un po' triste.

Brook notò che l'amica non riusciva a dire niente per fermarlo e tentò invano di far stare Edward con loro per un altro po'.

“No grazie ma ho finito di mangiare e devo andare a prendere gli schemi di football, sono ancora un po' incerto su alcuni e se non li imparo bene il coach mi confinerà in panchina per tutta la stagione”

“Eh si! E visto come giochi ci servi!” disse Josh mettendosi in bocca mezzo hamburger.

Edward si allontanò anche se nel profondo avrebbe voluto sapere se aveva davvero azzardato troppo con Nicole.

Eppure mi sembrava che tra noi ci fosse qualcosa... pensò mentre si dirigeva fuori dalla mensa.

“Nicole che succede? Avete litigato?”

“No anzi andava tutto bene.” Nicole raccontò tutto all'amica dicendo che quasi le credeva e di come lui aveva flirtato con lei fin quando non aveva visto Carmen Ferrara entrare tutta contenta, fin troppo felice.

“Vedrai che non è come pensi...”  

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Capitolo 9
*** Piccole interferenze ***


Piccole interferenze

 

Il pomeriggio durante l'allenamento di football Edward non riusciva a dare il cento per cento. Continuava a pensare al fatto che forse aveva osato troppo con quella frase ma più ci pensava e più non capiva. Non era poi così terribile e flirtare gli era sembrato reciproco

Avrò forse non visto qualche suo segnale?

Uscì tra le grida dell'allenatore deluso per un'inconcludente allenamento.

Stava per andare nel tunnel che portava agli spoiatoi dal campo quando Harrison lo fermò.

“Hei, non è che stai pensando troppo a Carmen?”

Edward alzò gli occhi al cielo sorridendo.

“Pensavo che la nuova star del football sapesse fare di meglio. Sai hai proprio l'aria di chi ha problemi di cuore amico. Non lo sai che l'amore fa alla competizione sportiva?”

“E tu che ne sai di sport?” lo rimproverò scherzando Edward e appoggiandosi alla staccionata degli spalti.

“Ha ha ha. L'umorismo l'avete persino voi energumeni del football. No, a parte gli scherzi, va tutto bene?”

Edward si tolse il casco, si passò una mano tra i capelli bagnati e abbassò lo sguardo sospirando.

Poi si voltò e si fermò a fissare in direzione delle cheerleader che si stavano allenando in campo.

Harrison seguì il suo sguardo. Probabilmente era per Nicole. Non capiva proprio come un ragazzo buono come lui e brillante che non aveva mai mostrato alcun interesse per entrare nel gruppo dei più cool a scuola e che aveva preferito la vera amicizia (cosa molta indicativa del suo carattere,a quanto pensava harrison) potesse interessarsi a una ragazza come Nicole.

All'inizio aveva avuto paura che anche lui si sarebbe interessato a Sam (anche se lei in fondo stava già con George) perchè era bella e intelligente ma i suoi timori si erano dimostrati infondati.

Con Carmen non ci aveva mai pensato ma in cuor suo preferiva l'amica (che pur non essendo una ragazza da copertina aveva un grande cuore) piuttosto che l'arpia meretrice del Kennedy High.

“Non capisco proprio. Potresti averle tutte lo sai?”

Edward non rispose.

“Be' anche se non approvo molto le tue scelte puoi parlarmene. Siamo amici no?”

Edward si rivoltò verso l'amico e gli sorrise.

Harrison ha capito tutto.

“è che mi sembrava di poter...Mi sono fatto un po' più avanti ma ho paura, dalla sua reazione, di aver travisato le cose. Forse ho capito che c'era qualcosa quando invece...”

Harrison non fece in tempo a rispondere all'amico che Carmen arrivò alle loro spalle e si sporse per salutare Edward.

“Ciao ragazzi! Volevo vederti giocare essendo l'unico ragazzo atletico del nostro gruppo...”

“Carmen ti ho mai detto che ti voglio bene?” Harrison non capiva proprio perchè nessuno in quel liceo considerasse il golf un vero e proprio sport.

Edward disse loro che andava a cambiarsi e che se lo aspettavano 20 minuti si sarebbe affrettato a uscire.

Josh si era già fatto la doccia e sentendo George che parlava con Edward del fatto che aveva scampato l'uscita al cinema di un nuovo e troppo sdolcinato film (dato che a Sam la Paltrow non interessava minimamente visto che dava una concezione sbagliata, retrograda e sessista di donna) si avvicinò.

“Allora anche tu sei stato costretto a vedere quel film per ragazze?”

“Si in un certo senso”

“Ed è la vostra prima uscita?” Brook ne aveva già parlato con lui per cui sapeva che Edward avrebbe accompagnato Carmen.

“Si, non sono mai stato al cinema prima d'ora qui in città. Ma penso non cambi molto da tutte le altre sale d'America no?”

“E già amico!” disse Josh e, dandogli una pacca sulla spalla aggiunse “e anche se cambiasse qualcosa non ce ne accorgeremmo tanto annoiati saremo da quel film! Che cosa non si fa per le ragazze!”

Edward sorrise e non disse niente.

Brook gli aveva chiesto di cercare di capire se l'uscita con Carmen era più di una serata tra amici ma Josh non sapeva che altro. Dalla reazione di Edward però non sembrava che fosse un appuntamento amoroso, tuttavia non poteva averne la certezze e quelle faccende da ragazza in realtà non lo interessavano gran che. L'unica cosa che contava per lui era che il nuovo arrivato non si era dimostrato interessato alla sua Brook e questo gli bastava. Non che si sentisse minacciato ovviamente, anche perchè alla fine non l'avrebbe mai ammesso.

 


 

Nicole vide che Edward non aveva brillato negli allenamenti e pensò che poteva essere per non avergli prestato la minima attenzione dopo la stupenda frase che lui le aveva rivolto.

Così stava per andargli incontro quando, messi per terra i pon pon, si bloccò vedendo che Carmen Ferrara sopraggiungeva.

Quella cicciona...ma è possibile che me la ritrovi sempre tra i piedi? Gli è così spudoratamente appiccicata che se togliessimo la sua stazza non si noterebbe la differenza con una zecca.

Brook sentendola borbottare e vedendo che l'amica era furente e c'erano buone probabilità che saltasse addosso a Carmen laa fermò in tempo.

“Nic non credo che insultandola o attentando alla sua vita potresti far colpo su di lui”

Nicole allora tentò di ricomporsi e finiti gli allenamenti andò a cambiarsi di fretta così avrebbe potuto raggiungere Edward e parlargli prima che se ne andasse a casa.

Nicole uscì di corsa dallo spoiatoio femminile lasciando l'amica che ancora doveva togliersi la divisa azzurra.

Eccolo, Edward era lì, fermo, Forse la stava aspettando. I loro occhi si incrociarono e lui sembrò quasi sorriderle.

Carmen, notando l'imminente arrivo di Nicole, prese a braccetto Edward che però non staccò per un attimo gli occhi dalla bionda cheerleader.

Era quasi a metà strada quando una voce la fermò.

“Nicole?”

Nicole si girò e vide Leo in con i pantaloncini e una maglietta bianca stringendo nella mano destra una racchetta da tennis.

“Non ho proprio tempo ora...”

“Wow, eppure un anno fa non sembravi così scostante”

Nicole lo guardò negli occhi inviperita.

Sperava che il suo rovinoso provarci col fratello di Carmen Ferrara fosse solo un ricordo molto lontano e di sicuro ora non era per niente interessata a un deja vu.

“Forse perchè l'anno scorso sembravi molto più interessante di quanto sei in realtà. A quanto pare crescendo si impara”.

Leo si mise a ridacchiare e Nicole decise di non prestargli ulteriore attenzione.

Tuttavia quando si girò Edward era ancora a braccetto con Carmen ma si stava allontanando dandole le spalle.

“Dannazione!”

Brook che era appena uscita guardò l'amica dispiacendosi per lei. Non ci voleva. Un anno fa sarebbe quasi stata contenta per Nicole e per le attenzioni di Leo ma ora non ci voleva proprio.

“Ehi piccola, ti sono piaciuto in campo?” Josh le diede un bacio sulla guancia cingendola con un braccio i fianchi.

Brook sorrise e rispose con un bacio.

Josh aveva notato che Brook stava osservando l'amica in compagnia di un ragazzo.

“Nicole ha una nuova conquista? Non è un po' grande?”

“Non è proprio giusto definirla conquista...”

“A proposito di Nicole! Ho cercato di chiedere qualcosa a Edward ma niente.”

“Nel senso che non ti ha voluto rispondere?”

“No ma non ha detto che era un'uscita non amichevole. Da come rispondeva non sembrava che lo fosse. Ma è solo una mia impressione. Non saprei davvero dirti.”

Brook rimase un po' delusa ma si fece trascinare via dal suo quarterback.

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Capitolo 10
*** Scelte avventate ***


Scelte avventate 

Il giorno dopo Nicole entrò nell'edificio scolastico con la speranza di trovare al più presto Edward per potergli spiegare cos'era successo.

Lo vide da lontano, era davanti al bagno delle ragazze e stava parlando con Lily che probabilmente gli stava porgendo uno dei suoi soliti volantini animalisti e ambientalisti che propinava a chiunque e in qualsiasi momento.

Il suo cuore sussultava sempre quando lo vedeva.

Finalmente mancavano solo pochi metri per raggiungerli e lui alzò il suo sguardo.

Il contatto dei loro sguardi sembrò generare scintille e Nicole fu contenta di vedere sul suo volto un sorriso.

Forse non ce l'ha con me per come mi sono comportata ieri...

Ancora due metri e l'avrebbe raggiunto quando Carmen si materializzò al suo fianco artigliando il suo braccio e guardandola con odio puro.

Nicole però non si fece scoraggiare, non stavolta.

“Ciao Edward!” disse sorridendogli “Carmen” la liquidò in fretta.

Edward le sorrise. Stava per risponderle quando la campanella suonò e Carmen senza troppi complimenti lo trascinò via.

Nicole rimase a bocca aperta e impietrita sul posto.

Brook che era appena arrivata notò l'amica e la raggiunse.

“Ciao Nic!” Tuttavia non ricevette alcuna risposta.

“Nicole che succede?”

Nicole si girò e le raccontò del suo tentativo fallito di poter chiarire con Edward.

“Ormai è tardi Brook. Stasera andrà al cinema con Carmen e io non lo vedrò per il resto delle lezioni.”

“E se invece di buttare la spugna tu non partissi con un controattacco?”

“Che intendi?” disse Nicole incuriosita.

“Be ho visto come Leo ti guarda. Potresti invitarlo al cinema così da far ingelosire Edward. Mollerà di sicuro Carmen vedendoti con un altro.”

Nicole ci pensò e anche se non gli andava per niente di parlare ancora con quel fastidiosissimo ragazzo che aveva tanto bramato un anno prima decise che forse Brook, stavolta, aveva ragione.

Si diresse verso il campo di tennis tutta impetitta e lì vi trovò Leo, nella sua classica tuta bianca da tennista intento a raccogliere tutte le palle gialle sparse per il campo.

“Nicole, hai deciso di fare uno sport serio con un esperto?” disse Leo appena la vide.

Nicole si schiarì la voce e decise di togliersi il cerotto con uno strappa veloce invece che girarci attorno.

“No, niente di ciò. Sono venuta a chiederti se ti andava di uscire al cinema. Con me ovviamente”

Leo le si avvicinò, passandosi la racchetta da una mano all'altra con aria compiaciuta.

Si fermò di fronte a lei e la squadrò da capo a piedi con tutta la malizia possibile.

Nicole notò cosa stava facendo e anche se in passato le avrebbe probabilmente fatto piacere, in quel momento non fece altro che infastidirla ulteriormente.

“Non ho molto tempo da perdere ora.” disse e vedendo che lui sembrava ancora più divertito girò i tacchi e fece per andarsene.

Lui le corse incontro e le si parò davanti. Poteva sentire il suo respiro sulla sua faccia.

“Con molto piacere” disse baciandole la mano. Lei gliela sfilò e mormorando un “Bene” frettoloso e freddo se ne andò.


 

A mensa Edward non andò da lei e rimase seduto per tutto il tempo a fianco di Carmen che continuava ad approfittarsi a toccarla per ogni minima scusa.

Brook, dopo aver saputo il successo dell'amica, le aveva garantito che la cosa avrebbe sicuramente funzionato, nonostante Nicole non ne fosse proprio entusiasta.

“Dai Nicole” le bisbiglio ad un orecchio, così da non essere sentita dagli altri “in ogni caso passerai una serata con un bel ragazzo. Se non ricordo male l'anno scorso ti piaceva parecchio.”

Nicole emise un grugnito e si alzò dal tavolo.

Finite le lezioni si diresse verso l'aula studio e dopo essersi seduta notò con sorpresa che il posto a fianco al suo era occupato da Edward.

Dopo un po' di imbarazzo i due ricominciarono a scherzare e passarono un'ora facendo tutt'altro che i compiti.

Ormai erano le quattro e lui si offrì di aiutarla a portare i libri all'armadietto e ad accompagnarla al parcheggio.

“Sei sicuro non ti serva un passaggio?”

“No, ho già chiesto ad Harrison.” disse mentre lei apriva la portiera. Lui le fermò la mano e le disse “Certo, se avessi saputo che l'alternativa eri tu...” Nicole sorrise. Voleva chiarire tutto ma non sapeva come spiegargli che era...gelosa di Carmen Ferrara.

“Nicole, mi spiace per l'altro giorno. Ti chiedo scusa, non avevo intenzione di offenderti, probabilmente sono andato oltre.”

Nicole lo guardò meravigliata. A cosa si stava riferendo?

Edward aspettò che lei dicesse qualcosa ma vedendo che la ragazza sembrava molto sorpresa cercò di spiegarsi meglio.

“Forse ho travisato tutto. Non ti avrei detto che sopporterei molte cose per te se avessi saputo che tu magari non ti faceva piacere.”

Nicole aprì la bocca stupefatta.

“No, non mi ha dato fastidio, anzi. Io...”

Edward sorrise e si stava avvicinando a lei quando una voce alle sue spalle li interruppe.

“Nicole! Allora ti vendo a prendere io o ci troviamo direttamente al cinema?”

Edward si voltò. Il ragazzo che aveva visto il giorno prima ora gli si trovava di fianco e li stava fissando.

Nicole per conto suo sbarrò gli occhi.

No...anche stavolta! Non può essere...

Edward guardò prima lui poi Nicole e facendo un cenno con la testa a mo' di saluto si allontanò, rabbuiandosi di colpo.

“Allora?” le disse Leo parandosi di fronte a lei al posto dove prima c'era Edward.


 

Una volta a casa Nicole chiamò subito Brook ma ci vollero due chiamate prima che l'amica rispondesse.

“Pronto?”

“Brook! Che diavolo stavi facendo? Non hai sentito il telefono?”

“Nic?”

Nicole cominciò a raccontare a raffica ciò che era successo e Brook fu costretta a fermarla per farle ripetere tutto di nuovo ma molto più lentamente.

“Oddio Nicole, questa non ci voleva.”

“Che faccio Brook? Il tuo consiglio è stato un disastro!”

“Aspetta non ha senso buttare tutto alle ortiche. Ormai quello che è fatto è fatto e tu non hai proprio la certezza di ciò che ci sia tra Edward e...”

“Non nominarla!” ululò Nicole al telefono. Era già molto nervosa di suo per poter sopportare di sentire il suo nome.

“In ogni caso” continuò Brook “non sarebbe carino disdire tutto all'ultimo.”

“Ma che stai dicendo Brook?” Nicole non capiva più l'amica.

“Dico solo che puoi ancora avere i tuoi vantaggi”. Brook suggerì che tanto valeva andare al cinema con Leo così che avrebbe potuto osservare Carmen e inoltre potevano venire con lei e Josh così da rendere il tutto una semplice uscita tra amici e niente di troppo equivoco.

Nicole, non trovando altre soluzioni, si lasciò convincere.

 

 

Edward tornato a casa si buttò sul letto scaraventando lo zaino dall'altra parte della stanza, senza fare troppa attenzione a dove sarebbe andato a finire.

Allora è vero, lei esce con un altro. Eppure non ci posso credere. I suoi sorrisi me li sono immaginati? È possibile che abbia travisato tutto?

Una parte di lui non voleva ammetterlo ma l'altra era sempre più convinta che lei forse era già occupata e che lui aveva visto solo ciò che voleva vedere, ovvero solo una disponibilità che altro non era che gentilezza nei suoi confronti.

Si mise un cuscino sulla faccia e aspettò alcuni minuti così.

Si sentiva così confuso. Ripensando a quel ragazzo scagliò via il cuscino e facendolo sbattè la mano sul comodino. Il telefono cadde con un tonfo sulla moquette.

Non sono proprio dell'umore per andare al cinema e non ci tengo a vedere quei due assieme.

Con questi pensieri Edward si ritrovò a fissare il telefono. L'idea di chiamare Carmen per disdire tutto stava diventando sempre più possibile quando il telefono squillò.

“Pronto Edward? Ciao! Ti chiamavo per sapere se volevi che ci incontrassimo già al cinema e se magari ti andasse di partire un po' prima così prendiamo i posti migliore e chiacchieriamo un po'.”

Carmen era partita in quarta.

“Carmen io...”

“Non dico di molto, magari mezz'ora così ci vediamo anche i trailer dei film in uscita..”

“Carmen ecco io stavo per chiamarti...non so se riesco. Non mi sento molto...” non riuscì nemmeno a finire la frase.

Dopo un attimo di silenzio Carmen rispose “Oh si, trannquillo. In fin dei conti non è un film così bello. Non ti preoccupare, davvero.” Carmen continuò a rassicurarlo ma Edward capì che ci era rimasta molto male.

“Carmen aspetta. Stavo scherzando. A che ora vuoi che ti venga a prendere?”

Non riuscì a dirle di no.

Magari non vedrò nemmeno quei due...

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Capitolo 11
*** Una serata al cinema ***


Una serata al cinema

 

Arrivati al cinema si diressero nella parte centrale delle poltrone e lì Carmen cominciò a chiaccherare e ad aggiornarlo su tutta la carriera cinematografica di Gwineth Paltrow.

“Lo so che forse ti sto annoiando...” Edward infatti era impegnato a guardarsi nervosamente attorno con la paura, e forse anche la speranza, di vedere Nicole.

“No, anzi. Potrò capire meglio il film così.” disse ritornando a porre la giusta attenzione alla sua amica.

Cercò allora di parlare anche lui e per un attimo si dimenticò di tutto il resto. Forse, in fondo, sarebbero potuti andare a vedere quel film a un'altra ora o semplicemente avrebbero guardato un altro film in programmazione.


 

“Eccoci qui, entriamo?” Leo prese sottobraccio Nicole che guardò allarmata Brook.

Brook le fece un sorriso di incoraggiamento e senza ulteriori preamboli presero i biglietti ed entrarono nella sala quando ormai le luci erano già spente.

Leo non spostò il suo braccio ma Nicole neanche se ne accorse. Stava scrutando tutta la sala per scorgere la sagoma di Edward.

Brook si strinse a Josh che riuscì a non addormentarsi almeno per i primi venti minuti di film.

Essendo vicina anche a Nicole notò che l'amica continuava ad agitarsi stringendo fino all'inverosimile i bracioli della poltrona.

Seguì il suo sguardo e notò che era riuscita a scorgere Carmen ed Edward. Sporse il collo anche lei ma non notò che i due fosse troppo vicini.

Appena arrivò la pausa trascinò l'amica in bagno.

“Nicole dai calmati. Li ho visti anche io e non mi sembravano in atteggiamenti...amorosi”

Nicole però aveva gli occhi un po' troppo sgranati e un po' troppo fissi.

“Nicole” disse Brook più decisa prendendo l'amica per le spalle “vedrai che non è affatto come temi. Goditi il film dai.”

“è una parola” bofonchiò Nicole.

“E poi pensa che anche tu al tuo fianco hai un bell'accompagnatore...”

Brook però non insistette oltre su questo tasto notando la smorfia di Nicole.


 

“Ehi amico! Ti sei addormentato anche tu?” Josh diede una pacca ad Edward notando che era dietro di lui nella fila per i pop corn.

Edward lo ignorò. “Josh tu sai mica se quei due stanno assieme?” chiese a bruciapelo.

“Chi? Nicole e l'altro ragazzo intendi?”

Edward annuì trattenendo il respiro. Presto la risposta sarebbe arrivata e lui non era sicuro di volerla sentire.

“Be non penso stiano proprio assieme. Sai com'è Nicole...”

Josh continuò a fare battute di cattivo gusto ma Edward non lo stava più ascoltando. Rimase in silenzio per tutto il tempo della fila e senza dire una parole prese i pop corn e tornò al suo posto più confuso che mai.

Durante la proiezione non riusciva a concentrarsi minimamente sul film e nemmeno su Carmen che timidamente cercava invano di parlargli.

“Vedi quella è l'altra attrice che ha recitato in altri due film con...” Carmen infatti non finì la frase notando che il ragazzo era come assente e tormentato da qualcosa. “Edward va tutto bene?”

Edward non rispose subito.

“Sai mica chi è quello?”

Carmen si girò capendo che si stava riferendo a Leo, suo fratello.

“Si è mio fratello.”

Edward la guardò con più interesse di quanto l'avesse guardata in tutta la serata.

“Davvero? E sai mica se lui e Nicole stiano...?”

Carmen non sapeva seriamente cosa dire. Poteva approfittarne ma non se la sentiva del tutto di mentire, in fondo a lui ci teneva e se fosse funzionato non voleva costruire tutto su una bugia. Così si limitò a non rispondere notando che comunque lui era troppo preso da altre cose per ascoltarla.

Edward infatti si era girato e aveva notato, con sua grande sorpresa, che Nicole lo stava già fissando. Si girò di nuovo e pur sforzandosi di guardare il film non riuscì a farlo.


 

Finito il film Edward e Carmen incontrarono fuori dal cinema Brook e gli altri che li invitarono ad andare al bar li di fronte per non dover concludere la serata così presto.

Si misero tutti a parlare e Nicole ed Edward ben presto, nonostante l'iniziale silenzio spezzato solo da alcune occhiate reciproche, si ritrovarono vicini.

“Allora il film ti è piaciuto?” fu Edward a spezzare il silenzio.

“Si, anche se non mi ha presa molto. E com'è andata a te? Com'era la tua...accompagnatrice?”

“Neanche io l'ho seguito molto. E Carmen è stata una buona amica a sopportarmi” disse Edward sorridendole. Ora che la guardava negli occhi tutti i dubbi sembravano passare in secondo piano.

Buona amica? Pensò Nicole. Il cuore le fece un salto in petto.

“E il tuo ragazzo invece? A lui è piaciuto?” quelle parole costarono a Edward uno sforzo immenso.

Nicole sentendo la parola ragazzo si sentì avvampare. Lui sembrava quasi geloso viso che si era rabbuiato al solo pronunciare quella parola.

“Ragazzo? Edward volevo dirtelo proprio prima ma non ne ho avuto il tempo...non è come sembra, credimi”

Edward alzò lo sguardo dalla sua tazza di cappuccino. La fissò e il suo sorriso sembrò allargarsi.

Nicole allungò una mano verso di lui e stava per chiarire ulteriormente la situazione quando tutto il gruppo si alzò pronto per andare.

Carmen si avvicinò a Edward e fissò minacciosa Nicole.

“Edward andiamo?”

Lui però non la stette a sentire e continuò a fissare Nicole.

Questa volta non potrai fermarmi, no, questa volta niente si metterà in mezzo. Pensò la bionda cheerleader.

Si avvicinò ad Edward e appoggiandosi sulle braccia di lui si alzò in punta di piedi e gli diede un baccio sulla guancia.

“Lunedì pomeriggio ti spiego tutto, te lo prometto.” staccandosi, con le labbra ancora in fiamme per il contatto, Nicole guardò il ragazzo negli occhi. Lui sorrise e le sfiorò un braccio.

Non ci credo...allora mi sono seriamente sbagliato.

Edward sarebbe rimasto lì imbambolato se Carmen non lo avesse preso per un braccio e portato fuori dal locale.

Intanto tutti gli altri, tranne Josh che era ancora intento a ingurgitare il suo caffè, avevano notato la scena, pur reagendo in modi differenti. Brook sorrideva dolcemente all'amica mentre Leo la guardava fisso, molto serio.

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Capitolo 12
*** Pessimo tempismo ***


Pessimo tempismo

 

Il lunedì finalmente arrivò e sia Edward che Nicole non vedevano l'ora di potersi vedere. Non avendo biologia la mattina non erano mai riusciti a incrociarsi a scuola.

Edward era a dir poco su di giri. Saltò addirittura di mangiare e corse in macchina alla fioreria più vicina dove comprò un mazzo di tulipani rossi.

Tornò a scuola e parcheggiò. Prese dal sedile i fiori e decise di evitare le vie troppo trafficate e piene di altri ragazzi per non farsi fermare da nessuno a causa del mazzo che aveva in mano.

Ora non aveva tempo di dare spiegazioni a nessuno, l'unica cosa importante era poterla vedere.

Dentro di sé sapeva, o per lo meno sperava, che lei dicesse che in realtà tra lei e quell'altro ragazzo non c'era assolutamente niente.

 

Nicole era già al campo di football. Era andata con un largo anticipo perchè non riusciva a stare seduta in classe un istante di più. Dapprima si era seduta sugli spalti e poi si era spostati ai margini del campo, dove di solito sostavano l'allenatore e i ragazzi in panchina.

Ma anche là si sentiva troppo irrequieta.

Il bacio che gli aveva dato continuava a perseguitarla ogni volta che chiudeva gli occhi e il week end era sembrato più lungo di quanto fosse in realtà. Era stata una tortura aspettare due giorni ma sapeva che ne sarebbe valsa la pena.

Lui non si era scostata e le era sembrato molto preso.

Carmen Ferrara non ha fatto colpo, ne sono sicura. Lui vuole me, soltanto me. E io...io voglio lui come non ho mai voluto nessun altro.

Camminò fino al centro del campo e li si fermò. Cercò di godersi quei momenti di attesa pregustandosi l'attimo in cui ogni cosa sarebbe andata al suo posto e niente avrebbe più potuta creare interferenze tra di loro.

Chiuse gli occhi e lasciò che il vento le accarezzasse la faccia.

Non mi ricordo neanche quando mi sono sentita così felice come ora.


 

Edward arrivò e si avvicinò al campo quando di colpo si fermò.


 

Nicole sentì cingersi la vita da due mani che la fecero voltare e un istante dopo si ritrovò stretta in un bacio.

Leo era arrivato alle sue spalle e l'aveva presa per la vita facendola voltare e baciandola.

 

Edward vide i due stretti a baciarsi. Tutto si fermò, il suo mondò si fermò. I fiori gli caddero di mano e si sparsero sul prato ben curato.

Il fruscio del vento fu interrotto dal rumore del suo cuore che si ruppe. Letteralmente.

Senza sapere cosa stava facendo si girò e se ne andò.


 

Nicole aprì gli occhi e video che il ragazzo che la stava baciando non era Edward.

Spinse via Leo e rimase a guardarlo stupefatta.

“Ma come osi?” gli strillò contro.

Leo sorrise compiaciuto e soddisfatto “Dai che in fondo ti è piaciuto”

Nicole non ci vide più e gli assestò una sberla.

Leo però non si scompose e avvicinandosi di nuovo al volto di lei, passandosi una mano sulla guancia colpita le sussurrò “Mi piacciono di più le donne combattive.”


 

Nicole si lasciò scivolare via il fastidio di quell'incontro.

Ora l'unica cosa importante è chiarire tutto con Edward. Non sarà qualcosa o qualcun'altro a distrarmi o a rovinare tutto.

Rimase per un'altra ora e mezza ad aspettare ma Edward non arrivò.

Perchè non arrivi? Dove sei finito?

Brook, che passava di lì, notò l'amica al centro del campo da football e la raggiunse.

La trovò un confusa e triste e si fece spiegare cos'era successo.

“è molto strano che non sia qui. Non vorrei che gli fosse successo qualcosa...”

Brook osservò l'amica seriamente preoccupata.

“In ogni caso sta scendendo il buio, non penso verrà più per oggi. Andiamocene a casa.” Nicole annuì seguì l'amica.

Arrivate alla fine del campo Brook di bloccò e notò i fiori ma Nicole era troppo sconvolta per prestarci attenzione.


 

Edward era in macchina e senza neanche accorgersi si ritrovò di fronte al proprio vialetto di casa.

L'immagine di Nicole e Leo stretti a baciarsi non riusciva a lasciarlo.

Come è possibile? Eppure voleva chiarire...ma forse voleva dirmi ben altro. Ma perchè dirmelo così? E perchè farmi credere tutto il contrario...

Sempre come un automa aprì lo sportello e lo richiuse, dirigendosi verso casa. Fece le scale senza curarsi che in casa ci fosse qualcuno e si sedette sul proprio letto con lo sguardo perso nel vuoto.

Rimase così finchè non notò che nella camera si era fatto troppo buio e che doveva accendere la luce.

Non si era accorto che erano passate ben tre ore da quando era tornato a casa. In quel momento però il tempo proprio non gli interessava. Un senso di vuoto veniva di tanto in tanto riempito da delle profonde fitte di dolore all'altezza della bocca dello stomaco. Non se ne capacitava.

Si stese a letto. Pensava e ripensava a tutto ciò che poteva averlo indotto a pensare che lei ricambiasse. Eppure più cercava di ricordare e più non trovava niente che gli suggerisse che qualcosa del genere sarebbe capitato.

Gli vennero in mente le parole di Harrison e quelle di Josh su Nicole. Non aveva voluto credergli. Con lui lei si era sempre comportata molto bene.

Come potevo credere che saremmo giunti a questo punto?

Un forte senso di rabbia lo invase. Non era tanto verso Nicole o verso Leo. Quando pensava a lei continuava a provare dolore e tristezza e anche un bel po' di incredulità.

La rabbia era verso di lui. Per non aver capito, per non aver visto qualcosa che l'avrebbe salvato da quest'ondata di disperazione.

Strinse le lenzuola in pugno. Chiuse gli occhi ma non riuscì a dormire. Riuscì solo a piangere, in silenzio, senza neanche volerlo.

 

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Capitolo 13
*** Una serie di sfortunate incomprensioni ***


Una serie di sfortunate incomprensioni

 

Il giorno dopo a scuola Nicole arrivò prima del solito. Voleva incontrare Edward e chiedergli come mai non fosse venuto. Pensava che anche lui stesse provando le stesse sensazioni che avevano invaso lei quel pomeriggio.

Quella sensazione di farfalle nello stomaco durante l'attesa. Il suo sguardo al cinema, ma anche in altre occasioni, glielo avevano fatto intendere. Non si era sottratto al bacio e pensava seriamente che fosse stata un po' geloso di Leo.

Ma allora perchè non sei venuto?

Rimase seduto al suo banco di biologia aspettando che Edward entrasse mentre la classe piano piano si riempiva.

Brook le passò a fianco e con un sorriso di incoraggiamento mosse le labbra per dire “Andrà tutto bene”. Nicole ricambiò con un sorriso ma più il tempo passava e più lei era nervosa dal momento che di Edward, stranamente sempre puntuale o in anticipo, non c'era la minima traccia.

Mancavano ancora cinque minuti all'inizio della lezione quando nel banco vicino al suo si sedette Carmen Ferrara, tutta sorridente. Sam si girò verso di lei e con fare ammiccante le chiese se c'erano novità.

Nicole sapeva benissimo a cosa poteva riferirsi. Cercò di evitare l'ondata di ira che le salì. Non poteva farsi distrarre dagli stupidi pettegolezzi del cinema. Voleva solo che Edward entrasse e si sedesse con un sorriso accanto a lei.

Il suo desiderio si avverò un istante prima che la Glass segnasse con una delle sue battutacce l'inizio della lezione.

Edward infatti si affrettò al suo posto ma invece che salutarla non la degnò di uno sguardo e spostò la sedia quanto più vicino al bordo del tavolo più lontano da lei.

Nicole lo guardò.

Ma che sta facendo?

Per i primi venti minuti rimase a fissarlo cercando di capire perchè si stesse comportando in maniera così fredda.

Forse gli è successo qualcosa.

“Edward....” incominciò ma lui fece finta di non sentirla.

Ci riprovò e gli sfiorò un braccio ma prima che potesse seriamente toccarlo lui si girò a guardarla.

Il suo sguardo però non era quello dolce che le riservava sempre. Questa volta sembrava ferito e pieno di rabbia.

Nicole rimase con la mano sospesa a mezz'aria senza sapere bene cosa fare, essendo rimasta spiazzata.

Non riuscì a capacitarsene e aspettò la fine della lezione per poter parlare con lui con più facilità.

Tuttavia, appena suonata la campanella Edward si alzò di colpo e se ne andò senza degnarla di uno sguardo.

Rimase a bocca aperta. Un sacco di pensieri le stavano frullando in testa.

Di sicuro qualcosa deve essere successo. Sembrava che ce l'avesse con me. Sono praticamente cerca che ce l'abbia con me. Ma per quale motiv...

Prima di finire di pensarlo sentì Carmen ridacchiare alle domande provocatorie e maliziose sul cinema di Sam e Lily.

Di colpo tutta la confusione che aveva in testa si fermò.

Deve essere stata Carmen. Gli avrà detto qualcosa su di me. Non ci sono altre spiegazioni.

Come una furia si alzò dalla sedia e si parò di fronte alla sua nemica.

“Era una bella giornata...” fece Sam non appena vide che Nicole le aveva raggiunte.

Nicole la ignorò incenerendola con uno sguardo.

“Se pensi di poterlo allontare per te ti sbagli” Nicole la stava fissando intensamente.

Carmen fece per alzarsi “Non so davvero di cosa tu stia parlando Nicole, io...”

“Sai bene di cosa parlo” disse trattenendola per un braccio “Tu pensi di piacere a uno come lui? Ti sbagli? Neanche se Edward avesse gravi problemi di vista potrebbe interessarsi a una stupida grassona come te. Chissà come ti nominerà nel suo curriculum per il college. Forse come beneficenza per la salvaguardia delle balenottere” disse stringendola ancora di più.

“Nicole, lasciami, mi fai male!”

“Prova a dirgli dell'altro che la tua inutile mente elabori e te la farò pagare. Amaramente.”

Brook vide cosa stava accadendo e si diresse verso l'amica.

Carmen rimase a fissare Nicole senza sapere bene cosa dire. Era sempre stata scortese con lei ma i suoi occhi e il suo tono di voce la ferirono talmente tanto dentro che le salì un groppo in gola.

Nicole se ne andò un istante prima che la professoressa Glass potesse intervenire.

Corse in bagno cercando di soffocare le lacrime che premevano sotto le palpebre.

Rivedeva l'espressione di Edward e più ci pensava più le sembrava che qualcuno la stesse pugnalando.

Si fermò soltanto quando vide la sua immagine allo specchio. Gli occhi erano leggermente arrossati e le sue labbra non riuscivano a chiudersi.

Abbassò lo sguardo perchè non sopportava vedersi così.

Brook la raggiunse in bagno. Aveva visto il gelo tra i due e la reazione di lei contro Carmen.

Si chiedeva cosa potesse essere successo.

Quando arrivò in bagno vide l'amica in piedi di fronte a uno degli specchi che stava fissando il lavandino.

“Nicole...”

Nicole si girò verso di lei e Brook quasi impallidì vedendo l'espressione dell'amica. Non l'aveva mai vista così. Mai.

Si diresse verso di lei e l'unica cosa che le venì in mente di fare fu abbracciarla.

Nicole si lasciò abbracciare e quando affondò il volto cominciò a piangere.

Non sapeva cosa dire a Brook. Neanche lei se lo spiegava.

“Credi che Carmen abbia detto qualcosa su di te vero?”

Ma in fondo a lei non riusciva a nascondere molto in quel periodo.

Annuì in silenzio e singhiozzando.

Brook era stupefatta. Non c'erano altre spiegazioni. Edward le era sempre sembrato un bravo ragazzo e tra i due sembrava che finalmente le cose potessero sistemarsi ed evolversi ma ciò non era successo. Non potevano esserci molte altre spiegazioni possibili.


 

Intanto seduti a un tavolo in mensa Lily, Sam ed Harrison tentavano di far calmare Carmen che era rimasta sconvolta dall'attacco di Nicole.

“Dai Carmen, non devi credere a una sola parola che esce dalla bocca velenosa di quella vipera”

Harrison le massaggiò la schiena cercando di far calmare i singhiozzi che scuotevano l'amica.

Edward arrivò cupo col vassoio mezzo vuoto.

Quando si sedette notò che tutti i suoi amici stavano attorno a Carmen.

Si riscosse dalla sua tristezza e chiese “Che succede?”

Carmen non riuscì a dire niente e per tutta risposta singhiozzò ancora più forte.

Sam gli raccontò in breve cos'era successo e appena finì di parlare Edward, che aveva sempre di più strabuzzato gli occhi, si alzò di scatto.

Si protese verso Carmen e le disse “Stai tranquilla, ora ci penso io.” Partì in quarta lasciando là tutto, senza che Harrison potesse fermarlo chiedendogli dove stava andando.

Prima gioca coi miei sentimento e poi si permette anche di offendere i miei amici? Se pensa che funzioni così si sbaglia. Potrà pur aver ferito me ma non si deve permettere di farlo con altri.

La rabbia lo invase e fu quasi un sollievo perchè spazzò via tutta la tristezza e le domande che dal giorno prima lo stavano tormentando.

Si diresse verso il bagno delle ragazze non avendo visto in mensa né lei né Brook.

L'istinto gli suggeriva dove doveva andare.

Camminò spedito e senza farsi troppi problemi spalancò la porta del bagno delle ragazze.


 

Nicole stava ancora piangendo con Brook che tentava di consolarla pur tenendosi per sé tutti i dubbi.

Di colpo sentirono la porta spalancarsi e una figura maschile rimase per un attimo sulla soglia avvolta nell'ombra.

Senza far passare ulteriori secondi videro Edward avanzare verso di loro.

Brook continuava a tenere l'amica ma si erano distaccate quel tanto per poter guardare il ragazzo che di colpo si era fermato.

“Edward che ci fa qui?” chiese Brook.

“Come hai potuto Nicole? Non ti bastavo io? Dovevi per forza prendertela anche con lei?”

“Edward io...” Nicole rimase sorpresa.

“Chi ti credi di essere per sputare tutte quelle cattiverie?!” Edward stava praticamente urlando.

Brook tentò di placarlo “Edward forse hai travisato la situazione...”

“No, la tua amica ha chiarito bene ogni cosa. Vero Nicole?” disse rivolgendo il volto furente alla ragazza.

“Edward non so di cosa tu stia...”

Edward fece un passo avanti.

“Ce l'avrai fatta con me ma non pensare di poter ancora ferire i miei amici. Lascia in pace Carmen Ferrara, lei non c'entra niente. Hai già fatto troppi danni.” e detto questo si girò e se ne andò risbattendo la porta.

Nicole rimase esterrefatta e impietrita.

Brook non sapeva capacitarsi di ciò che era successo. Eppure Edward gli era sembrato un ragazzo per bene e intelligente. Eppure sembrava aver dato retta a Carmen senza prima ascoltare l'altra campana. Non ci credeva e sapeva che se lei era così incredula, Nicole probabilmente lo era ancora di più.

“Nicole mi spiace così tanto...” disse vedendo l'espressione distrutta dell'amica che per un attimo rimase a fissare nel vuoto, poi nascose il volto nell'abbraccio dell'amica e si abbandonò a un pianto pieno di tristezza.

 

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Capitolo 14
*** Un bacio di troppo ***


Un bacio di troppo


 

Per le due settimane successive la situazione si cristallizzò.

Harrison vedeva l'amico sempre più taciturno e cupo e Brook notava che Nicole era sempre molto triste.

Alle lezioni di biologia la tensione tra i due era quasi palpabile. Dopo quell'episodio in bagno Nicole coi giorni aveva cominciato ad essere molto arrabbiata con Edward. Pensava che lui fosse diverso e invece aveva preferito dare credito a un'altra.

Sembrava che i due facessero di tutto per evitarsi e fare a gara a chi si alzava prima per correre via dal banco condiviso.

Non si parlarono praticamente per nulla se non lo stretto necessario per qualche esercizio di coppia, ma si vedeva che tutti e due ne avrebbero volentieri fatto a meno.

“Nic forse dovresti guardare avanti...hai più sentito Leo?” Brook non sapeva che altro fare per tirare su l'amica.

“No.” rispose lei acidamente. Ormai rispondeva a tutti così ed era tornata molto più cattiva di prima.

Edward invece non riusciva quasi più a dormire. Tutto ciò influiva molto sulle sue prestazioni scolastiche ma soprattutto su quelle sportive. Gli allenamenti andavano sempre peggio, passava più tempo a terra dopo esser stato placcato rispetto a quello in cui riusciva a correre per ricevere la palla.


 

Mercoledì pomeriggio Nicole si recò agli allenamenti delle cheerleader. Dopo due settimane era diventata bravissima a non osservare di sottecchi Edward che giocava. Tenendo conto anche del fatto che ogni volta che lo guardava lui era a terra.

Brook stava dando gli ordini per una nuova formazione durante il ritornello e Nicole si mise in disparte a guardare il campo da football.

Non avendolo visto tirò un sospiro di sollievo e decise di andare in bagno, visto che ci sarebbero voluto altri quindici minuti prima che Mary Cherry riuscisse ad eseguire gli ordini.

Attraversò i corridoi e oltrepassata una porta si fermò.

C'è qualcuno qui dentro. Mi sembra...

Guardando dallo spiraglio che porta semichiusa aveva lasciato video un giocatore di football seduto su un tavolo con la faccia tra le mani.

Il cuore le si fermò. Era Edward. Rimase per molti secondo a osservarlo. Stranamente la rabbia scese e per un attimo fu tentata di entrare.

Ciò gli fu impedito dal rumore di passi che si avvicinavano. Si nascose così dietro l'angolo per rischiare di non essere sorpresa a spiarlo.

I passi si diressero proprio verso l'aula dov'era Edward e vi entrarono.

Nicole fece capolino dal suo nascondiglio e tornò a osservare.

Il sangue le si gelò nello vene.


 

“Edward, è tutto a posto?”

Edward sollevò il viso. Carmen era alle sue spalle e lo stava guardando con molta preoccupazione e allo stesso tempo dolcezza.

“Si. Mi sono preso una pausa.”

“Non va molto bene col football?”

Edward sorrise “No, sono parecchio...distratto in questo periodo.”

Carmen si sedette sul tavolo di fronte al suo così da poterlo guardare in faccia.

“Edward se hai bisogno di parlare o di qualsiasi cosa, puoi contare su di me. In ogni momento” disse avvicinandosi e toccandogli una spalla.

“Grazie Carmen” Edward le sorrise.

“Ovviamente riguardo al football non sono sicura che sarei utile ma...”

Edward sorrise ancora di più e lei si mise a ridacchiare.

I loro sguardi si incontrarono e rimasero a fissarsi un po' più a lungo.

Dai Carmen, questa è la tua occasione.

Si avvinò alla faccia del ragazzo e lo baciò.

Edward rimase fermo ma non sembrò ricambiare il bacio.


 

Questo è troppo. Pensò Nicole. Un'ondata di disperazione, tristezza, rabbia la avvolse, come se le risalisse le vene.

Si girò e se ne andò senza neanche sapere bene dove andare.

 

Carmen si scostò piano e rimase a fissarlo in attesa di una sua qualche reazione.

Edward sospirò piano e disse “Carmen scusa, io...”

“Scusami non dovevo...”

“No, non pensare che sia per te. Sembra un discorso fatto ma è colpa mia. Ho ancora il cuore troppo dolorante e spezzato per poter...Non voglio farti soffrire Carmen. In questo momento non potrei starti accanto come tu vuoi. Scusami.”

Carmen rimase in silenzio mordendosi le labbra . Non l'aveva proprio respinta ma nemmeno era successo ciò che lei sperava.

Edward si era accorta che l'aveva fatta rimanere male ancora una volta.

“Carmen sei un'amica stupenda. Non voglio farti stare male, ti prego, scusami” disse accarezzandola su una guancia.

“No, hai tutto il diritto di dirmi ciò che provi. Mi dispiace tu stia male Edward.”

Edward sorrise.

Possibile che si preoccupi più di ciò che stia provando io che di ciò che prova lei?

Le prese le mani e la tirò su dal tavolo su cui era ancora seduto.

“Dai vieni. Ti offro la possibilità di vedermi sbattere continuamente a terra a football. E per di più è gratis.” Carmen sorrise e si lasciò prendere sottobraccio.


 

Nicole si ritrovò in bagno a fissare la sua immagine allo specchio.

Ancora una volta sono qui, in lacrime, per colpa sua e di quella cicciona.

La tristezza si trasformò piano piano in rabbia. Si appoggiò con le mani al lavabo e abbassò la testa chiudendo gli occhi.

La rabbia le risaliva come un mare in tempesta. Tutta la tristezza stava lasciando spazio a un'ira implacabile. Era così arrabbiata. Con lui, per aver preferito Carmen Ferrara. Con lei per esserci intromessa e probabilmente averla messa in cattiva luce. Con se stessa per essersi cacciata in una situazione del genere. Lei era Nicole Julian. Da quando aveva preso il potere dopo la morte per anoressia della guru cheerleader Marley si era ripromessa che non sarebbe più stata vulnerabile, che nessuno l'avrebbe più ferita.

Si girò verso le foto delle reginette appese alla parete. Vide quella di Marley che la fissava con il suo solito sorriso. Il sorriso che si era portata nella tomba.

Fece una smorfia e in quel momento le ritornò in mente il sorrisetto di Carmen, il bacio tra i due e fu troppo. Scagliò un pugno alla foto e il vetro della cornice si ruppe riversandosi sul divanetto.

Sul pavimento, oltre alle schegge di vetro caddero anche alcune gocce di sangue. Nicole si fissò la mano sentendo scorrere qualcosa di caldo tra le dita.

Si era tagliata. Prese dei klineex dalla borsetta e si tamponò.

Ormai l'infermeria era chiusa e lei non aveva propria voglia di vedere, parlare o dare spiegazioni a nessuno.

Tenendosi stretta la mano si diresse verso l'auto nel parcheggio. Prima di oltrepassare le porte d'ingresso della scuola le si parò di fronte Leo.

“Ehi, sempre di fretta eh?”

“Vattene” ringhiò Nicole. Non aveva l'energia per sopportare altre seccature.

“Che ti sei fatta?” disse prendendole la mano.

“Niente che ti riguardi.”

Lo scansò e uscì verso il parcheggio.

Lui però non demorse e le andò dietro. Lei si affrettò a cercare le chiavi nella borsetta ma le caddero di mano.

Lui le fu subito accanto e gliele raccolse.

“Non dovresti andare in ospedale?”

“No, me lo so cavare benissimo da sola.”

Leo si fermò a osservarla divertito.

“Ma se non riesci nemmeno ad aprire la portiera dell'auto come credi di poter guidare fino a casa?”

Nicole non lo stava neanche ascoltando. Lui allora la prese per la vita e dolcemente la fece scostare un po' dall'auto. Le aprì la porta ma prima che lei potesse sedersi al posto di guida le tenne ferma la portiera cosicchè non potesse passare.

“Avanti, è stata una giornata pesante. Non ho davvero voglia di prenderti a calci.”

Leo la squadrò ancora più divertito e malizioso.

“ Potrebbe anche essere piacevole.” Nicole si spazientì e tentò di aprire la porta ma lui non aveva intenzione di mollare.”

“Avanti ti porto a casa mia. Lì ho le medicazione giuste, se non vuoi andare a farti vedere da qualche dottore questa è l'unica alternativa che hai.”

Nicole lo fissò con disgusto.

“Non penserai che ti lasci andare da sola?”

Lui la spostò e si mise alla guida.

Lei, rassegnata, aggirò l'auto e si sedette al posto accanto al suo sperando che se lo lasciava fare forse il tutto sarebbe finito molto più in fretta.

Rimase zitta sbuffando per tutto il tragitto mentre lui si tratteneva a stento dallo sghignazzare apertamente.

“Eccoci arrivati”

Nicole rimase di sasso. Ma certo, lui viveva ancora a casa con i suoi genitori. Il che voleva dire che stava ancora in casa con la sorella, Carmen Ferrara.

“Io non posso entrare li...” sussurrò.

Leo non l'aveva sentita dal momento che era già sceso.

“Nicole, andiamo?” ma lei non si mosse e affondò le unghie nella pelle del sedile su cui era seduta.

“Va bene” disse lui e le aprì la porta.

“Che stai facendo?” chiese lei presa alla sprovvista. Lui le stava mettendo una mano dietro la schiena e l'altra sotto le ginocchia.

“Be se Maometto non va alla montagna...” rise lui “mi toccherà portarti in braccio. Anche se immagino che non sarà poi così spiacevole.”

Nicole lo allontanò e decise che era meglio andare sulle sue gambe.

Lo seguì dentro casa e constatò con suo grande sollievo che erano soli in casa. La condusse in bagno dove la disinfettò e le mise una prima benda.

“Vieni le altre le ho in camera” uscì dal bagno e camminò lungo il corridoio.

Lei lo seguì ma si fermò quando vide appesa un muro una foto di Carmen.

L'ondata di rabbia e dolore tornò ad attraversarla. L'immagine di lei che si protendeva verso Edward e lo baciava la investì con tutta la forza possibile.

“Nicole?” La ragazza smise di fissare la foto e lo raggiunse.

Lui stava trafficando dentro un borsone e lei intanto ne approfittò per guardarsi intorno.

Quella camera se la ricordava bene. Di fianco a lei c'era il puff blu su cui si era seduto e tentando di ammaliarlo era stata umiliata dall'arrivo di Sam Mcpherson.

Eppure ora era tutto diverso. Se un anno fa avrebbe fatto carte false per trovarsi lì da sola con lui ora non le importava molto. Anzi le dava quasi fastidio.

“Ecco” disse lui mettendosi di fronte a lei e prendendole la mano. Gliela fasciò e dopo aver fatto ciò, continuando a mantenere il suo sguardo sui suoi occhi gliela baciò.

“Così passa tutto” e continuò a baciargliela.

Nicole non lo allontanò stavolta. Chiuse gli occhi. Le tornarono in mente le parole di Brook e pensò che forse aveva ragione.

Lui si fermò e stavolta le si avvicinò fino a baciarla facendola cadere sul letto.

Nicole si lasciò baciare. Non provava niente ma qualcosa in quel momento scattò in lei.

Rispose al bacio e si strinse ancora più a lui. Forse così avrebbe cancellato tutta la tristezza che si sentiva dentro e forse, l'avrebbe anche fatta pagare a quei due.

Nota dell'autrice 
Lo so, ho abbandonato questa storia molti anni fa (lo riconosco, non avrei dovuto, ma l'ispirazione era volata via), quando le visite era davvero molte, ma vedo che, almeno nell'ultimo capitolo il numero di visite è cresciuto. Per cui ringrazio tutti coloro che silenziosamente seguono lo sviluppo (eh si, un po' tortuoso) delle vite di Edward, Carmen e Nicole.
Spero che i colpi di scena che ho in mente vi piacciano e continuino a incuriosirvi tanto da proseguire con gli altri capitoli.
I commenti sono sempre ben accetti ma anche solo il fatto che qualcuno lo legga è un grande regalo oltre che una grande soddisfazione. Quindi grazie, e spero che questo nuovo capitolo vi piaccia.

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Capitolo 15
*** Colpo d'occhio ***


Colpo d'occhio

Il  giorno dopo Harrison era andato a vedere l'amico agli allenamenti. Da un po' di tempo l'aveva visto molto giù e voleva andare a parlargli o per lo meno fargli vedere che era presente se mai avesse avuto voglia di sfogarsi.
Lo trovò seduto sugli spalti a osservare la squadra che faceva alcuni esercizi tra una prova e l'altra.
“Pensavo stessi correndo dietro alla palla” disse scherzosamente dandogli una pacca sulla spalla.
“Quello è il calcio Harrison” 
Almeno era riuscito a strappargli un sorriso.
Aspettò che l'amico dicesse qualcos'altro ma notò che stava  fissando le cheerleader.
“Edward odio vederti così”
Edward osservò l'amico e notò che era preoccupato.
“Credevo...credevo che lei provasse ciò che provavo io.”
“Mi dispiace amico” Harrison non sapeva ancora cos'era successo tra i due ma di sicuro il modo in cui si ignoravano suggeriva niente di buono.
“Già. Penso che se continuo a rimanere qua il coach mi ucciderà.  Vado a farmi prendere a calci” disse Edward alzandosi.
Harrison sorrise e rimase a osservare l'amico mettersi in formazione.
Mentre aspettava che il quaterback, sostituto di Josh, scegliesse l'azione, guardò oltre le spalle dei suoi compagni e scorse Nicole dare ordini alle altre ragazze.
Nonostante avesse il cuore spezzato non riusciva a togliersela dalla testa e non provare un misto di piacere quando la vedeva.
Si mise in formazione. Cercò di concentrarsi e mentre correva avanti riuscì a intercettare la palla. 
Stava correndo in avanti quando il suo sguardo fu catturato da una scena che purtroppo aveva giù visto. La stessa che gli aveva spezzato il cuore.


Lo stesso giorno,di  pomeriggio, Nicole si presentò agli allenamenti delle cheerleader.
Con quella mano non poteva fare gran che ma era comunque decisa a occupare tutto il suo pomeriggio.
Stavano provando a fare una nuova  coreografia e Mary Cherry come al solito faceva una mossa giusta e venti sbagliate.
Mentre era in disparte osservò il campo fa football. I giocatori erano impegnati in una sorta di mischia e Nicole non riuscì a scorgere Edward. 
Meglio così Pensò
Josh lasciò la squadra per andare un attimo a bere e Brook ne approfittò per passare un minuti col suo quaterback lasciando il comando a Nicole.
“Allora ragazze proviamo a fare almeno un minuto senza lasciare che  Mary Cherry ci travolga tutte.” disse battendo le mani.
“Forza, uno due tre...” Mentre stava per dare il via due mani la presero per la vita e la costrinsero a girarsi. Leo la baciò senza lasciarle la minima possibilità di sottrarsi a quel bacio.
Tutta la squadra delle ragazze si mise a ridacchiare e persino l'attenzio di Brook verso Josh fu interrotta per vedere come mai fosse salito quel brusio dalla sua squadra.
Vedendo quella scena sorrise sperando che la sua amica potesse finalmente voltare pagina.
Prima che Nicole potesse anche solo pensare di reagire si sentì dal campo un fortissimo rumore e alcuni giocatori si misero a correre verso un punto.

Harrison corse in campo. La scena gli era sembrata quasi da film. Aveva visto l'amico prendere la palla e correre in avanti finchè non si era voltato verso le cheerleader dove Nicole stava baciando un altro ragazzo. Poi si era rivoltato e l'amico era a terra immobile, dopo esser stato placcato da un giocatore grosso almeno il doppio di lui.
“Edward, edward mi senti?”
“Presto, fategli aria!” urlò il coach. “Portate dei sali. É solo svenuto”
Edward aprì un po' gli occhi e vide sopra di sé  delle sagome scure.
I suoni gli sembravano lontani e attutiti come se fosse sotto acqua.
L'ultima cosa che si riguardava era Nicole che baciava di nuovo Leo. Gli sembrava un incubo.


Nicole si staccò da Leo senza prestargli troppa attenzione dopo aver visto che il ragazzo che stavano trasportando dentro era Edward. Si ritrovò a seguirli lungo i corridoi.
In quel momento tutto la rabbia verso di lui era passata. Voleva soltanto sapere se stava bene.
Si fermò di fronte alla porta dell'infermeria.
Voleva entrare ma sentiva anche che era sbagliato.
Brook raggiunse l'amica di corsa.
“Andiamo via Nic” disse tirandola per un braccio “Non penso ci faranno entrare.”
“Brook non posso...non riesco ad andarmene.”
“Ci dirà tutto Josh stai tranquilla”
Nicole annuì e seguì l'amica. 


“Bella botta eh?” Harrison stava guidando. Si era offerto lui di portare a casa l'amico che dopo il grosso colpo ricevuto non era in condizioni di fare il tragitto da solo.
Edward continuò a guardare fuori dal finestrino. 
“Edward so che forse non lo vuoi sentire ma probabilmente lei non ti merita. Togli pure il probabilmente. So che vederlo così per la prima volta può far male ma lei ha fatto la sua scelta. Sei un ragazzo troppo speciale per soffrire per una come lei.”
Edward sospirò. Si guardò le mani e raccontò all'amico tutto l'accaduto di alcune settimane prima. Del cinema, di quando era andato a comprarle i fiori e di come era arrivato vedendo i due assieme.
“Oddio, mi dispiace. Non lo sapevo”
“Tranquillo. Te ne avrei parlato ma stavo troppo male per farlo e non riuscivo nemmeno a...”
Harrison annuì.
Parcheggiò sul vialetto di casa dell'amico.
“Almeno non era la prima volta. Col tempo vedrai farà meno male.”
Edwaard osservò l'amico. Sapeva che stava parlando più per se stesso riguardo a Sam e sapeva anche che stava mentendo.
“Dovremmo darci man forte l'un l'altro mi sembra” disse stringendogli la spalla.
Harrison sorrise e capì che l'amico gli aveva letto nel pensiero.
“Grazie Harrison” disse Edward prima di uscire dall'auto “e non solo per il passaggio. Speriamo che sia come dici tu.”
Harrison salutò l'amico e aspettò che entrasse in casa prima di fare la retromarcia e andarsene con in testa mille pensieri.
Come  poteva capire l'amico. Anche lui soffriva molto nel vedere Sam e George assieme ma aveva troppa paura per farsi avanti, paura di essere respinto e preferito a un ragazzo che lei conosceva da così poco mentre loro due erano amici da anni.


Brook era in macchina con Nicole. L'amica sembrava troppo scossa per poter guidare.
“Allora...tu e Leo?” 
Nicole  si ricordò solo allora di aver piantato in asso il ragazzo con la benda ancora in mano che gli aveva promesso di portarle il giorno prima, mentre la stava medicando in bagno.
“State assieme? Uscite?” Brook cercò di far distrarre l'amica. Aveva visto di quanto la vista di edward privo di conoscenza l'avesse scossa. Pensava che fosse andata avanti ma probabilmente era difficile lasciarsi alle spalle tutti i sentimenti. Non aveva mai visto l'amica presa così da qualcuno e le era dispiaciuto dover ricredersi su Edward dopo la sfuriata nel bagno.
Anche lei era tutt'ora incredula. Quand'era a mensa con loro si era comportato bene, era stato molto simpatico e gentile con tutti loro pur facendo parte di un gruppo loro avversario, per così dire.  E sembrava davvero preso da Nicole, lo aveva visto dal mondo in cui la guardava, l'ascoltava.
Eppure da come si erano evoluti gli eventi non poteva essere un po' arrabbiata con lui. Il suo comportamente era stato esagerato e non si era mai dato la briga di darle il tempo di spiegare tutto.
Nicole fece una smorfia.
“è solo passato a darmi il ricambio per la medicazione” 
Solo allora Brook notò che l'amica si era fatta male.
“Che ti è successo Nicole?”
Nicole le raccontò tutto e finì per raccontarle anche di com'era andata a casa di Leo.
“Forse ti farà bene. Io gli darei una possibilità.”
“Si, forse.” Anche Nicole era tentata. Ma qualcosa dentro di lei non voleva proprio.

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Capitolo 16
*** Il potere delle apparenze ***


Il potere delle apparenze

 

Edward rimase a casa a riposare per quattro giorni che gli sembrarono lunghissimi. Grazie al cielo però i suoi amici lo venivano spesso a trovare e non gli permettevano di pensare troppo a Nicole e Leo.

Era soprattutto Carmen a fargli visita con la scusa di portargli i compiti e fargli vedere qualche passo per l'imminente prova per entrare nelle cheerleader.

Edward era contento di poter esserle utile dopo averla fatta rimanere male per ben due volte.

Avrebbe voluto ricambiare i sentimenti di lei ma si sentiva ancora troppo giù e scottato per poter anche solo pensare di uscire con un'altra ragazza. Aveva persino riserve a uscire con Harrison per paura di incrociarli da qualche parte.


 

Nicole in quei giorni si sentì sollevata dal non vedere Edward così da poter cercare di voltare pagine. Tuttavia si rese ben presto conto che una cosa è dirla e un'altra metterla in atto.

Leo la veniva a prendere e uscivano, una volta aveva addirittura pranzato con lei e con i suoi amici e nonostante le dessero ancora un po' fastidio le sue avance, stava cercando di tenersi quanto più impegnata e far tacere quella parte di sé che voleva a tutti i costi chiedere notizie di Edward.

Fu grazie alle sue pseudo amiche che un giorno l'argomento venne fuori.

“Allora Josh sai mica come sta quel gran bel ragazzo?”

Josh smise di addentare il suo panino al ragù e guardò con aria interrogativa Mary Cherry.

Leo comparve alle spalle di Nicole e dopo essersi seduto accanto a lei disse “Si sta riprendendo ho sentito. Mia sorella praticamente vive da lui.”

Nicole trasalì. “Vive da lui?” chiese quasi in un sussurro.

“Si passa tutto il tempo lì.” Poi la strinse a sé e le sussurrò all'orecchio “Meglio così no? Così ci lascia la casa libera...” e la baciò sul collo.

Nicole non lo sentì neanche e rimase impietrita.

Brook notò l'espressione di terrore sul volto dell'amica e tentò di cambiare discorso parlando del prossimo provino che lei e Nicole stavano organizzando.


 

“Edward!” Sam, Lily ed Harrison si alzarono e fecero posto all'amico che finalmente era tornato a scuola.

“Ciao ragazzi, come state?”

Anche Edward era contento di vederli. Tornare a scuola voleva dire rivedere Nicole ma non ce la faceva più a starsene a letto tutto il giorno.


 

“Chi non muore si rivede eh” disse Josh osservando dal loro tavolo Edward.

Nicole alzò lo sguardo e lo vide in piedi sorridente che stava per sedersi accanto ai suoi amici.

Avrebbe voluto andare anche lei a chiedergli come stava ma non sapeva come lui avrebbe reagito.

Al diavolo! Pensò e si alzò.

Non fece nemmeno in tempo a fare un passo che vide Carmen correre verso Edward e abbracciarlo mentre lui la prendeva sottobraccio sorridendo.

Si risedette senza dire una parola e smettendo subito di guardarli.

“Nicole...” Brook aveva notato il tentativo dell'amica fallito.

“Ci vediamo dopo” disse e corse via lasciando lì il vassoio ancora pieno (almeno per la sua dieta) di cibo.

“Che ha Nicole in questo periodo?” chiese Josh con la bocca piena. Brook però non gli rispose e continuò a seguire con gli occhi l'amica che usciva dalla mensa.


 

Che stupida che sono stata. Ma non rifarò più lo stesso errore. Vide Leo che si stava esercitando contro il muro e soffocando tutta l'amarezza che aveva in bocca si diresse verso di lui con un sorriso.


 

 

I giorni seguenti si susseguirono pigri e senza ulteriori colpi di scena.

Il provino per le cheerleader si stava sempre di più avvicinando e Carmen era quanto mai nervosa.

Al tavolo di Brook invece le altre ragazze non sembravano così preoccupate.

“Ehi Nic” fece Mary Cherry quando lei si sedette svogliatamente al suo fianco “ devi assolutamente dircelo. Come hai fatto a conquistare un fusto del genere? È quasi meglio del mio Harrison John!”

Nicole la ignorò. Cominciò a mangiucchiare la sua insalata. Aveva provato a sentire qualcosa per Leo ma i suoi baci, persino i suoi sguardi, continuavano a darle fastidio. Era molto strano. Lei non era così. Avrebbe voluto odiare Edward ma non ci riusciva. Non del tutto. Con Carmen invece tutto era più semplice. Se già prima non poteva sopportarla ora detestarla le veniva ancora più semplicce.

“Sapete invece chi intendo conquistare io?” disse Poppy alzando maliziosamente le sopracciglia.

Brook si separò da Josh e rivolse la sua attenzione alla ragazza, come fecero tutti gli altri.

“Quel bel giocatore di football” disse schioccando la lingua “era da un bel po' che l'osservavo.”

“Chi intendi?”

“Edward ovviamente.” Mary Cherry sputò lo snack che stava ingurgitando.

“Edward! Allora siamo in due!”

Le due si misero a discutere mentre Brook osservava di nascosto la reazione di Nicole, il cui sguardo si era indurito ancora di più del normale.

“Non penso sia disponibile” disse in maniera quasi robotica.

“Che cosa?” fecero in coro le due.

“E con chi starebbe?” chiese Poppy, incredula.

“Con Carmen Ferrara.” Dire quel nome le fece venire un conato. Mise giù la forchetta facendola sbattere violentemente sul piatto.

“No, non ci credo. Stai scherzando?”

Nicole però non rispose e si limitò a stringere la mandibola.

Il discorso andò avanti per un po' fino a che non si stufarono e si misero a spettegolare di altro.

Brook però sapeva che l'amica continuava a pensare a Edward e Carmen e che nessun altro discorso l'avrebbe distratta da quel pensiero.


 

Ben presto il pettegolezzo che Carmen ed Edward stessero assieme si sparse e il giorno dopo giunse alle orecchie della stessa Carmen, anche se in maniera alquanto insolita.

Stava facendo la fila con Sam e Lily alla mensa quando April Tuna si avvicinò, come al solito un po' troppo, e con una strana smorfia le disse “Carmen Ferrara se avessi un fan club quello sarebbe per te.”

Carmen si girò e sorridendo la ringraziò “Ma di cosa stai parlando April?”

“Ma di te ed Edward! Conquistare uno così...tu, una come noi! O Carmen Ferrara...” disse e l'abbracciò prima di andarsene.

Sam e Lily rimasero a fissarsi a bocca aperta e volevano chiedere spiegazioni a Carmen ma quest'ultima non diede loro il tempo che pagò e andò di fretta a sedersi, sentendosi gli occhi di molti addosso.

Era già abbastanza nervosa per i provini di quel giorno e non le serviva ulteriore pressione. Quel pettegolezzo le avrebbe certamente fatto piacere se fosse fondato. Edward però l'aveva respinta, anche se con molta gentilezza, e tornare a rivangare il suo fallito tentativo le faceva ancora un po' male.

Sam e Lily si affrettarono ad andare a sedersi davanti all'amica e aspettarono per un minuto buono che lei iniziasse a far loro qualche delucidazione. Carmen però non alzò gli occhi dal piatto.

Sentiva i loro sguardi fissi e sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa ma non sapeva né cosa né come iniziare a parlare.

“Carmen tu e...”

“state assieme? Ma perchè non ce l'hai detto subito?” completò la frase Sam.

Carmen si decise ad alzare gli occhi dal piatto.

“Magari. No, non stiamo assieme.”

“Ma l'uscita al cinema?” chiese speranzosa Lily.

Carmen sospirò e raccontò tutto alle amiche. Del cinema, del bacio che gli aveva dato e del fatto che lui ancora non si sentisse pronto e che per questo non voleva farla star male.

Sam e Lily rimasero per un attimo a riflettere.

“Be...c'è sempre uno spiraglio aperto.” disse Lily alzando uno dei lati della bocca.

Sam voleva dire all'amica che il fatto che Edward non stesse con Nicole era un'ottima cosa e che non era stato proprio un rifiuto. Preferì però stare zitta vedendo che l'amica era un po' giù ed era ancora più agitata vista di lì a un'ora avrebbe dovuto fare il famigerato provino.

“Che ne dici se veniamo a vederti al provino?”

Carmen sorrise e ringraziò mentalmente Sam per non aver aggiunto altro.  



Nota dell'autrice
Sono contenta di vedere che qualcuno segue ancora i progressi di questa storia (chissà cosa riserverà il futuro per Carmen, Nicole ed Edward. Voi cosa sperate?) e mi scuso per il ritardo con cui posto questo nuovo capitolo.
Devo ammetterlo, è un capitolo un po' marginale, più di transizione insomma. Inizialmente era accorpato alla parte più "d'azione", ma sarebbe stato un papiro, non un capitolo! Così ho deciso di ridurlo, sperando che vi stuzzichi un po' di curiosità.
Un grazie di cuore a voi lettori, spero di non deludervi. Alla prossima!

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Capitolo 17
*** Il giorno del provino ***


Il giorno del provino

 

“Allora ragazze ora io e Nicole vi faremo vedere alcuni passi. Voi osservateli bene e poi quando sarà il vostro turno, una alla volta, li ripeterete. Ah, prima che inizi voglio ricordarvi che il fatto di essere state tra le cheerleader precedentemente non vi dà alcuna priorità nel riessere ammesse. Bene, Nic metti la musica”

Nicole fece partire lo stereo e lei e Brook si misero a ballare.

“Ok, ragazze, ora tocca a voi!”

Una alla volta le ragazze cercarono di replicare ciò che avevano visto e dopo di ciò facevano una prova libera.

Mary Cherry riuscì a cadere almeno cinque volte e riuscì a strappare un sorriso persino a Nicole oltre a far ridere tutte le persone che osservavano dagli spalti.

La musica ripartì e fu il turno di Carmen. Prima di cominciare guardò le sue amiche che le sorrisero per incoraggiarla e pensò che gli spalti su cui erano sedute erano gli stessi in cui aveva ballato per Edward. Con questo bel ricordo in mente si mise a ballare e diede il meglio di sé.

Nicole inizialmente non volle osservarla ma poi alzò gli occhi e si fermò a fissarla. La sua espressione probabilmente era colma di disprezzo ma ciò non impedì a Carmen di finire la sua esibizione.

Una volta che tutte ebbero finito di ballare Brook fece aspettare le ragazze e andò a discutere con Nicole sul giorno in cui sarebbero usciti i risultati e la lista chi era entrata.

Carmen stava aspettando in piedi soddisfatta di sé quando sentì una voce alla spalle riferirsi a lei.

“Allora Carmen, complimenti. Non so come tu abbia fatto ma complimenti”

“Si Carmen dicci, lo hai pagato? O è solo un'opera di beneficenza?”

“Cosa?” disse lei girandosi verso Poppy e Mary Cherry.

“Non pensare che stando insieme, in so quale modo, con Edward ti dia qualche vantaggio” disse Poppy mettendosi le mani sui fianchi.

“Ragazze io non intendo...”

Carmen non riuscì a fermare la furia di quelle due che continuarono a insultarla.

Lily e Sam accortesi della situazione raggiunsero l'amica che se ne andò senza aspettare ciò che Brook aveva da dire e senza neanche dire una parola. Lily le andò dietro dopo aver dato dell'idiota alle due ragazze.

Sam però si fermò e mise subito in riga Poppy e Mary Cherry.

Brook, che non aveva fatto in tempo a fermare quella rissa verbale, si voltò verso Nicole che aveva appena smesso di mettere a posto delle carte.

“Sam, non mi sembra che tu abbia fatta il provino” disse senza smettere di guardare le carte.

“Vattene al diavolo Nicole” rispose Sam.

“O con molto piacere. Ma prima fammi il favore di uscire dal nostro campo di allenamente. A meno che tu non voglia ballare e far vedere a tutti quanti quanto tu sia priva di ogni coordinamento motorio.”

“E forse tu puoi toglierti la parrucca e mostrare a tutti le corna che nascondi”

“Sai capisco che tu voglia difendere il club degli sfigati dedicato a Carmen Ferrara ma come ti ho già detto o te ne vai o balli e mostri a tutti l'inutilità del tuo scheletrico e mascolino corpo. Avanti, stiamo aspettando” disse Nicole che intanto si era avvicinata a Sam.

I loro volti per poco non si sfiorarono e dopo uno sguardo pieno d'odio che si scambiarono Sam se ne andò mandandola di nuovo al diavolo e ridendo. Prima di andarsene del tutto però si girò e disse: “Sai non so proprio come abbia fatto qualcuno a crederti una persona per bene” Nicole capì benissimo a chi si riferiva e rimase a fissarla con uno sguardo omicida “ Menomale che alla fine ti riveli comunque per ciò che sei, una vera bastarda”.

Nicole non rispose e fece un passo avanti che fece indietreggiare Sam che se ne andò senza aspettare un'ulteriore reazione della bionda cheerleader.

Nicole si guardò intorno e vide che tutti la stavano guardando. “Che avete da guardare? Qui abbiamo finito.” disse e tornò al tavolo per prendere le sue cose.

Brook le andò incontro ma Nicole fece capire che voleva rimanere sola.

Mentre lasciava l'amica sola non potè fare a meno di chiedersi cosa intendesse dire Sam. La stessa cosa se la chiese anche Nicole mentre, furente, prendeva la borsa e usciva dalla palestra.



Nota dell'Autrice
Eccomi ancora qua con un altro capitolo! Mi rendo conto che sia un po' corto ma almeno l'azione sta di nuovo proseguendo rispetto al capitolo scorso che era più riflessivo. La scelta della lunghezza è voluta, avrei altrimenti dovuto fare un capitolo lunghissimo o spaccare in maniera non adeguata il prossimo capitolo.
Sono contenta di vedere che c'è ancora qualcuno che mi segue (almeno dalle visite!) e spero che questo faccia a faccia tra i due gruppi vi piaccia e vi stuzzichi un po' di curiosità. Chi l'avrà vinta? E gli equivoci finiranno presto o tardi? Chi lo sa, di sicuro a loro piace complicarsi la vita! Alla prossima e grazie mille per seguirmi, anche se in silenzio!

 

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Capitolo 18
*** "Sei proprio speciale Carmen Ferrara" ***


Sei proprio speciale Carmen Ferrara”
 


 

Due giorni dopo Carmen era seduta con gli altri a mensa e continuava a tamburellare le dita sul tavolo.

“Carmen calmati. Sei stata fantastica al provino, non devi temere assolutamente niente.”

“Si Carmen, io non ti ho visto ma sono sicuro che riuscirai ad entrare nel quinto girone dell'inferno”

“Harrison!”

Si misero a ridere. Carmen sorrise; si sentiva molto nervosa. Era sicura di aver dato il meglio di sé e di esser stata migliore di molte altre ma non era la prima volta che faceva il provino e che veniva scartata.

“Ragazze vado a prendere un po' d'aria.” In realtà tutti sapevano che voleva vedere se Brook aveva già appeso la lista delle ammesse.

“Vuoi che veniamo con te Carmen?” chiese Lily.

“No no, tranquilli. Vado da sola.”

Carmen si alzò e si diresse in corridoio.

Eccola là la bacheca. Man mano che si avvicinava il cuore le batteva fortissimo. C'era un nuovo foglio e più si avvicinava più scorgeva il simbolo delle cheerleader stampato su di esso.

Era a un passo dal foglio ormai, poteva leggerlo.

 

Poppy Fresh

Virginia Living

Samantha Fay

Mary Cherry

 

Cosa?

Riscorse di nuovo con la lista, stavolta col dito.

Il suo nome non c'era. Di colpo il battito del cuore le invase le orecchie e le sembrò di non sentire altro. Le braccia le caddero lungo i fianchi.

Si girò senza rendersi conto di ciò che il suo corpo stava facendo.

Si ritrovò ben presto nella sua auto seduta. Si guardò allo specchietto e vide che le lacrime avevano già cominciato a scorrerle lungo il visto.



 

Edward si diresse in mensa un po' in ritardo ma vide che i suoi amici erano ancora seduti. Gli andò incontro e una volta seduto si mise a mangiare ascoltandoli.

Dopo un po' si girò verso Harrison che tentava di difendere l'uso delle modelle in bikini e gli chiese: “Ma Carmen non c'è oggi?”

“Ha detto che andava a prendere un po' d'aria” le rispose Lily.

Edward ebbe una strana sensazione. Dopo un po' si rese conto che era tardi e che doveva andare subito a prendere la borsa da football che aveva lasciato in auto. Si congedò dai suoi amici e rifece lo stesso percorso fatto da Carmen. Passando di fianco alla bacheca la sua attenzione fu attirata dal foglio appena in mezzo ad essa. Si fermò e vide che erano i risultati ai provini di cheerleading.

Lesse i nomi ma non vi trovò quello di Carmen.

Ebbe il sospetto che l'amica potesse aver già visto i risultati e, avanzando per i corridoi, tentò di vedere se era entrata in qualche classe per stare un po' sola.

Non trovandola uscì dalla scuola e si diresse verso la sua auto. Mentre stava per aprire la porta vide riflessa sul finestrino l'auto di Carmen.

Si diresse verso di essa e vide Carmen singhiozzante dentro l'auto, al posto di guida.

Bussò sul finestrino e subito dopo entrò.

“Carmen mi dispiace davvero tanto” disse mettendole una mano sulla spalla.

“No no va tutto bene” disse lei.

Lui tirò fuori un pacchetto di fazzoletti dalla tasca e gliene offrì uno.

“No che non va bene. So quanto ci tenessi.”

Carmen per tutta risposta singhiozzò.

“Sono solo delle stupide a non averti presa. O devono non vederci proprio perchè ti ho vista ballare e sei fatastica”

Carmen lo guardò e gli sorrise ma non riuscì a fermare le proprie lacrime.

Edward le strinse la spalla ma Carmen disse “No davvero, va tutto bene. È solo un periodo in cui sta andando tutto storto.” Edward ebbe la sensazione che quella frase si riferisse anche a lui. Probabilmente anche lui aveva contribuito a farla sentire così.

Carmen vide la faccia di Edward incupirsi e gli strinse una mano affrettandosi a dire “Ma no no stai tranquillo! Davvero sto bene. Mi spiace solo che i pon pon li dovrò agitare sugli spalti per tifare per te alle partite.”

Edward le sorrise. La sua amica aveva appena ricevuto una bella batosta eppure tentava comunque di farlo ridere dal momento che l'aveva visto un po' giù negli ultimi tempi, dimenticando anche i suoi problemi o scherzandoci su.

Sei proprio speciale, Carmen Ferrara. Pensò stringendole a sua volta la mano.


Nota dell'autrice
Eccomi di nuovo qua! Mi scuso per il ritardo ma è dovuto solo al  fatto che, avendo visto meno visite del solito, non avrei voluto postare un nuovo capitolo mentre quello precedente era ancora da leggere. Che dire di questo? Be', probabilmente arrivati a questo punto l'avrete già scoperto e avrete visto che le cose si smuovono un bel po'. Ma  non pensate che sia finita qui, anzi, questo è solo l'inizio...
Un grazie di cuore a chi legge ancora questa serie, è davvero importante per me.

 

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Capitolo 19
*** Scontro ***


Scontro




 

Harrison non ci poteva credere. Finalmente l'amico aveva consentito ad uscire fuori per andare al centro commerciale cosicchè non rimanessero chiusi in casi a studiare per poi finire a giocare ai videogames.

Era talmente contento che acconsentì ad accompagnare Edward al negozio di sport che si trovava al piano terra del centro commerciale.

“Allora preferisci partire dal basso e concedermi la tua compagnia in un negozio da uomini?”

“Si ma solo perchè so quanto adori le scale mobili!” disse Harrison spintonandolo dentro il negozio.

Una volta usciti Harrison era un po' deluso, non c'era nemmeno un articolo riguardante il golf e il commesso, quando gliel'aveva chiesto, sembrava non essere nemmeno a conoscenza della sua esistenza.

“Te l'avevo detto che non era uno sport!” lo canzonò Edward scoppiando a ridere.

“Ha ha ha. Molto divertente, davvero” ma anche Harrison si unì al buonumore, ormai così raro, dell'amico.

Mentre ridevano Harrison diede uno spintone a Edward che barcollò un attimo girandosi verso l'amico per dirgli qualcosa.

Di colpo però si scontrò con qualcosa e finì quasi per terra, rimanendo inginocchiato e tenendo tra le braccia qualcuno.


 

Ma chi è questo stupido che non guarda dove va?

Durante l'impatto Nicole chiuse gli occhi e sentendosi a pochi centrimetri dal terreno li riaprì.

Non ci posso credere, non può essere.

Si ritrovò a pochissima distanza dal volto di Edward, completamente aggrappata a lui, alle sue braccia che facevano in modo che lei non cadesse del tutto a terra.

I pacchetti che teneva in mano con dentro i frutti di uno shopping tutt'altro che piacevole era finiti per terra ma Nicole non se ne curò minimamente.

Il tempo sembrava essersi fermato. Persino la posizione un po' scomoda in cui era finita non le dava il minimo fastidio. Era completamente persa negli occhi di lui che, stranamente a quanto avrebbe potuto prevedere, non avevano neanche una punta d'odio, di fastidio o di rancore.

Erano sorpresi, probabilmente come i suoi. E altrettanto come i suoi non riuscivano a staccarsi dal contatto visivo che tra di loro si era instaurato.

I rumori tutt'attorno era attutini e le sembrava che il cuore le battesse all'impazzata. Aveva quasi paura che, da tanto forte era il ritmo, lui potesse sentirli e staccarsi così da lei.


 

Anche Edward fu preso alla sprovvista. Pensava di aver ormai fatto un passo avanti con tutta quella faccenda ma di colpo ecco che tutti i sentimenti si ripresentavano per poi scomparire.

La bocca di lei era leggermente aperta per la sorpresa e anche i suoi occhi non accennavano a staccarsi dai suoi.

Si erano dimostrati la loro ostilità più volte a biologia e se negli ultimi tempi la rabbia di lui era scemata quella di lei invece sembrava essere cresciuta tanto che era lei ad andarsene per prima non appena la campanella decretava la fine della lezione di biologia.

Eppure eccola là, che lo fissava, senza la minima ombra negli occhi.

Harrison non sapendo bene che fare rimase lì a guardarli senza nascondere la sorpresa attraverso la bocca completamente spalancata.


 

“Nicole! Nicole! Tutto bene?” Brook che aveva visto l'amica cadere da lontano era corsa verso di lei ma prima di poter aiutare l'amica a rialzarsi fu presa dalla stessa sorpresa dei tre.

Vedendo che l'amica era tra le braccia di Edward e che i due sembravano ipnotizzati l'uno dall'altra per poco i pacchetti che aveva in mano non le caddero.

Guardò Harrison che stava fissando la scena. Sembrava anche lui altrettanto sorpreso e non dava alcun segno di reazione.

Prima che potesse anche solo elaborare un'azione arrivò Leo.

“Nicole! Che è successo?”

Edward sentendo la voce del ragazzo si svegliò. Lo guardò in volto e vide che era molto vicino e con un'aria molto minacciosa.

Nicole notò soltanto la reazione di Edward che si stava staccando da lei e la stava aiutando a rialzarsi.

Senza accorgersene gli strinse un braccio quasi a volergli dire “Ti prego non lasciarmi”.

“La prendo io” ringhiò Leo.

Edward si alzò e fece in modo che anche Nicole si alzasse dandole sostegno.

Una parte di lui non la voleva lasciare ma fece un passo indietro e allungò le braccia per porgerla a Leo che ormai le era completamente addosso.

Nicole sentì le mani di Leo su un fianco e una fitta di fastidio la fece rabbrividire.

Ormai Edward stava per lasciarla quando, appoggiato il piede destro, Nicole fu colpita da una fitta.

“Ahi” disse e si accasciò.

Edward la prese in tempo prima che potesse cadere.

Erano di nuovo stretti l'uno all'altra. Nicole per un attimo si ritrovò a ringraziare la sua caviglia dolorante.

“Forse è meglio se ti fai vedere da qualcuno” disse Brook mentre, riscossasi anche lei dalla sorpresa, stava cercando di raccogliere i pacchetti che Nicole aveva fatto cadere a terra.

“No, no sto bene” bofonchiò lei ancora in stato confusionale.

“Andiamo Nicole, ti porto a casa” si propose Leo.

Edward però non la mollò subito.

“Sei sicura di star bene?” le chiese.

Nicole rimase a fissarlo. Le parole le erano morte in gola.

Edward non aspettò a lungo la risposta e cedette la ragazza tra le braccia di Leo che la prese in braccio e senza tante cerimonie la portò subito via.

Edward aiutò Brook a raccogliere gli ultimi sacchetti. Ne rimaneva ancora uno per terra e mentre allungava la mano per prenderlo il lembo del vestito che conteneva scivolò fuori.

Era blu scuro. Si fermò a osservarlo prima di riporlo di nuovo dentro la confezione.

Dall'etichetta capì che la misura non era certo quella di Brook.

Probabilmente era il vestito per il ballo. Sicuramente era il vestito per il ballo.

Edward rimase un attimo a sfiorarlo sapendo cosa voleva dire.

Nicole sarebbe andata al ballo con Leo.

Brook, anche lei inginocchio, notò l'esitazione di Edward.

Il ragazzo, sentendo lo sguardo dei due su di lui, mise in fretta il vestito nel sacchetto e rialzandosi lo porse a Brook.

Lei lo ringraziò e un sorriso un po' imbarazzato li salutò dirigendosi quasi correndo verso Leo e Nicole.

“Non so davvero cosa dire. Stai bene Edward?” Harrison finalmente riuscì a parlare.

Edward continuò a osservare Leo camminare piano verso l'uscita tenendo in braccio Nicole.

Nicole sembra felice con lui. È stata lei a scegliere Leo credendo che sarebbe stata la scelta migliore per se stessa. Molto probabilmente lo è. Forse ha visto ciò che io non riuscivo a vedere. E forse è ora che anche io vada avanti.

Quella consapevolezza lo colpì come se una raffica di vento gli sferzasse il viso. Eppure allo stesso tempo si sentì un po' più leggero.

Sorrise mentre li vedeva varcare le porte scorrevoli per uscire dal centro commerciale.

Forse i suoi sentimenti per lei non sarebbero mai morti ma il pensiero che lei fosse felice lo rassicurò. Lo fece stare meglio, dopo tanto tempo.

Si girò verso Harrison sorridendo: “Si, finalmente si.”



Nota dell'Autrice
Eccoci ad un altro capitolo. Finalmente le cose si smuovono un po'. Edward torna a respirare e sembra giunto a una consapevolezza che gli potrebbe permettere di voltare pagina. La domanda è: e Nicole?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato anche l'immagine (non c'entra moltissimo, se vi ricordate è della prima serie, proprio degli inizi, ed è a scuola, ma è già un sacco difficile trovare immagini di Popular in rete, a quanto pare è stato dimenticato dal popolo digitale). 
In ultima, ma non meno importante, vorrei ringraziare osmipaola per aver letto e recensito il capitolo precedente, spingendomi così ad aggiornare più in fretta. Spero che questo capitolo ti piaccia!
E un grazie anche a tutti coloro che leggono in silenzio, nella speranza di non avervi deluso ma sorpreso e divertito.
Ah! Preparatevi al prossimo perchè le sorprese non sono finite qui...

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Capitolo 20
*** Posso essere il tuo cavaliere? ***


Posso essere il tuo cavaliere?


 

L'allenamento di football del giorno dopo andò meglio di quanto sperasse. Finalmente riusciva a non incespicare e a non farsi placcare subito. Riusciva persino a intercettare la palla e così a non sentire il fiato del coach sul collo.

Dopo due ore l'allenamento era finito e, fatta una doccia veloce, salutò alcuni compagni che si stavano trattenendo a parlare negli spoiatoio.

Si diresse al parcheggio e guidò fino a casa.

Arrivò in camera sua ed era talmente esausto che si buttò sul letto con ancora lo zaino in spalla.

Se ne sbarazzò e spingendolo via lo fece andare a sbattere al comodino che traballò.

Edward alzò la faccia dal cuscino a controllò di non aver fatto troppi danni.

Era caduto il telefono e mentre allungava la mano per raccoglierlo sentì sul pavimento qualcosa.

Erano i biglietti del cinema.

Tutti i ricordi di quella serata gli vennero in mente.

Ma stranamente non fu il pensiero di Nicole a fare da protagonista. Dopo un attimo ripensò a Carmen e a come non le aveva prestato la minima attenzione soprattutto durante la seconda parte del film. E lei nonostante tutto non aveva detto niente, anzi era stata più che paziente.

Gli era stata accanto in ogni momento, persino quando lui era costretto a letto e anche quando si leccava le ferite per Nicole nonostante i sentimenti che provava per lui. Ci era sempre stata, e lui non se n'era mai davvero accorto.

Senza rendersene conto stava componendo il numero della ragazza sulla tastiera del cordless. Non si era neanche preoccupato del fatto che avrebbe benissimo potuto rispondere anche Leo.

Fortunatamente ciò non accadde.

“Pronto?” era la voce di Carmen.

“Ciao Carmen, sono Edward.”

“Oh, ciao Edward! Come stai?”

“Tutti bene, sono solo un po' stanco per via degli allenamenti. Senti...ti disturbo?”
“No, certo che no” disse Carmen. Era stupita che lui l'avesse chiamata.

“Bene. Ti stavo pensando” Carmen si drizzò a sedere buttando da parte il giornale Teen che stava sfogliando distesa a pancia in giù sul letto.

“Ecco mi rendo conto che lo stia facendo all'ultimo momento e probabilmente sarai già impegnata ma...ti andrebbe di venire al ballo con me?”

Carmen spalancò la bocca ed inspirò a fondo. Non riusciva neanche a respirare.

“Carmen?” Ma la ragazza non riusciva ad emettere alcun suono.

“Se non ti va o se sei già impegnata lo capisco. Una ragazza come te di sicuro...”

“No!” urlò al ricevitore tanto che Edward fu costretto ad allontanarsi dal telefono.

“No?”

“No, cioè si. Si, mi farebbe piacere venire al ballo con te.”

Edward sorrise. “Si? Bene, anzi benissimo. Allora ti chiamo domani o a scuola mi dici di che colore è il tuo vestito così con sbaglio i fiori.”

Si salutarono e appena mise giù Carmen si mise a saltellare in giro per la camera emettendo dapprima delle piccole urla fino a fare una vera e propria confusione.


 

“Carmen vuoi smetterla con tutto questo casino?!” disse Leo che non riusciva a sentire niente.

“Scusami Nicole ma mia sorella è impazzita”

“Allora non è così solo a scuola” Nicole si stava struccando allo specchio in camera sua e non era molto interessata a parlare con Leo.

Dalla sera prima era rimasta parecchio scossa e non aveva smesso neanche un attimo di pensare alla sensazioni che aveva provato tra le braccia di Edward.

Pensava di odiarlo ma appena i loro occhi si erano incontrati ogni rancore era svanito.

Si sentiva confusa. Odiarlo era molto più facile. Le permetteva di non sentire.

Non era riuscita neanche a parlarne con Brook da tanta confusione che aveva in testa. Probabilmente parlarne avrebbe reso quella confusione ancora più reale.

“Allora vengo a prenderti io?”

Nicole non la stava nemmeno ascoltando. “Quando scusa?”

“Ma come quando? Per il ballo! Visto che non sono un tuo professore non sarà un problema. Ho già preso i biglietti.”

“Ah.” Nicole non aveva propria voglia di andare al ballo. E di sicuro non con lui.

“Carmen smettila!” Leo prese a pugni la parete per tentare di far calmare la sorella che era nella stanza accanto.

“Scusami Nicole, ci sentiamo domani così mi dici ok? Ciao piccola!” Leo mise giù e Nicole si sentì quasi sollevata dal non dover più ascoltarlo.

Osservò l'abito blu scuro appeso all'anta dell'armadio.

Andare al ballo. No, assolutamente no.



Note dell'Autrice
Sono di nuovo qua, con un altro capitolo. Spero vi sia piaciuto, soprattutto per il fatto che le cose stanno per smuoversi un bel po'. Edward sembra essersi stancato di leccarsi le ferite e forse è pronto a voltare pagina, con Carmen. Ma Nicole non sembra molto intenzionata, o per la meno contenta, di fare altrettanto. Che ne dite, andrà al ballo alla fine?
Posso dirvi che dividerò il prossimo capitoli in vari capitoli, visto che il ballo sarà un momento...ricco di sorprese! E si, le cose da adesso cambieranno e non ci sarà nemmeno un momento di tranquillità per Edward, Nicole, Carmen ed anche per tutti i loro amici. Non vi resta che continuare a seguire la storia!
Ora, passando ai ringraziamenti, vorrei dire un grosso grazie a Paola  Granger per aver commentato il capitolo precedente ed aver aggiunto questa fan fiction nelle preferite. Grazie! Sei uno sprone ad aggiornare!
E un grazie a tutti coloro che leggono e seguono la storia, se vi va, fatemi pure sapete cosa ne pensate e magari cosa vorreste che accadesse.

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Capitolo 21
*** Il ballo (pt. 1) ***


Il ballo
(Parte 1)


 

A Carmen sudavano le mani e non riusciva a smettere di toccare il braccialetto coi fiori che Edward le aveva regalato, coordinato al suo che teneva sul taschino della giacca dello smocking a livello dell petto . Si era presentato a casa sua nonostante la presenza di Leo ed era persino entrato aspettando in atrio che lei scendesse dalla lunga rampa di scale.

Lei si era sporta dal primo piano ma non era riuscita a vederlo. Aveva potuto sentire soltanto sua madre che, probabilmente un po' alticcia, accoglieva calorosamente Edward.

Preoccupata che la madre potesse essere seriamente molesta si precipitò senza troppa grazia giù dalle scale e si fermò soltanto quando vide che Edward la stava fissando con un sorriso sulle labbra.

Forse anche lei poteva avere una possibilità.

In men che non si dica si era ritrovata all'ingresso della palestra che quella sera era stata addobbata per il ballo.

Le pareti erano ricoperte da striscioline blu e argento che brillavano al contatto con le luci che danzavano per la sala quasi al ritmo della musica messa dal dj. Alcuni era già in pista mentre altri si dividevano tra i tavoli e l'area buffet-punch.

“Hanno fatto davvero un buon lavoro” disse Carmen riuscendo a smettere di torturare il fiore al polso “la stanza è bellissima, non sembra neanche più la palestra!”

Edward le poggiò una mano sulla schiena per spingerla avanti, sul ponticello finto dove i nuovi arrivati sostavano per una foto o semplicemente per passare alla pista da ballo.

Carmen, sentendo il tocco del ragazzo, si innervosì di nuovo.

Edward lo notò e prese la mano della ragazza togliendola dal fiore.

Giunti sul ponte si fermò per una foto e le sussurrò un attimo prima del flash: “Il posto è molto bello ma non regge il confronto con te”.

Carmen sorrise e fu sicura che la foto l'avrebbe ritratta con un leggero rossore sulle guance.

“Allora...” ormai erano di fronte alla pista da ballo e tra i due sembrava essere salita una coltre di imbarazzo.

“Carmen!” Sam emerse da un angolo oscuro della pista e, superato George con cui stava ballando, raggiunse i due dando due baci sulla guancia all'amica.

“Ma sei bellissima!”

“Grazie Sam, anche tu sei splendida”Aveva avvisato sia Lily che Sam che sarebbe andata al ballo con Edward ma notò che l'amica sembrava comunque piacevolmente sorpresa.

“Sono così contenta che siate venuti. Insieme” Sam lanciò uno sguardo di intesa a Carmen che arrossì ancor di più.

Non avendo il coraggio di vedere la reazione di Edward cercò di cambiare discorso. “Ma Lily dov'è?”

“Non lo so, dev'essere da qualche parte. Penso stia evitando Emory”.

“Ehi Sam ma quello non è George?” Edward aveva notato un ragazzo in fondo alla pista che si agitava un po' imbarazzato e faceva strani segni con le mani nella loro direzione.

“Chi?” chiese Sam prima di girarsi e seguire lo sguardo di Edward “Ah! Oddio, ho lasciato George da solo. Sarà meglio che vada prima che si faccia prendere troppo e cominci a fare il robot.”

I tre si salutarono e Carmen ed Edward si ritrovarono di nuovo da soli.

Il ragazzo, per evitare un eventuale momento di silenzio, invitò la ragazza a bere qualcosa.

“Buona idea. Tutte queste luci mi hanno messo sete...” disse Carmen dirigendosi verso il tavolo del punch. Lì trovarono Lily intenta a controllare che i bicchieri di plastica fossero destinati una volta finita la festa alla raccolta differenziata, e Harrison che era rimasto in disparte osservando Sam da lontano ballare.

Edward diede un'occhiata all'amico sperando di potergli dire con gli occhi che capiva e che gli era vicino.


 

“Che ne dici, ci lanciamo in pista?” Leo si era stretto a Nicole e le avvolgeva con un braccio le spalle.

Brook osservò l'amica rimanere in silenzio serrando le labbra.

Non sembrava voler ballare. Anzi. Era tutta intenta a scrutare in giro con lo sguardo, con fare nervoso e quasi...impaurito.

“Brook, tesoro, ti dispiace se vado un attimo a cercare Sugar?”

Brook alzò lo sguardo al soffitto. Il solito Josh.

“Si ma mi dovrai un ballo in più”

Josh la ringraziò e dopo averle dato un bacio veloce sulla guancia sparì tra la folla che ormai cominciava ad affollare la palestra.

Leo stava spingendo Nicole verso la sala da ballo e la ragazza sembrava non accorgersene, impegnata com'era a guardarsi intorno.

“Nic mi accompagni in bagno?”

Leo sembrò fulminarla con lo sguardo ma Nicole ringraziò silenziosamente l'amica per averla strappata da quella situazione.

Non aveva alcuna voglia di ballare stretta a Leo. Non sapeva nemmeno come lui era riuscito a portarla al ballo.

In bagno riuscirono a trovare due specchi vicini e ci si fiondarono per non farseli rubare dalle altre ragazze che transitavano aspettando di poter scrutare il risultato di due ore di oculato make-up.

“Non è fantastico essere qui assieme?” esordì Brook, cercando di spezzare il silenzio in cui l'amica era piombata.

“Mmm” Nicole mugugnò osservando se il mascara che aveva applicato a casa fosse a posto.

“E poi con i nostri ragazzi. Non potrebbe essere una serata migliore non trovi?” ma Nicole non rispose.

“Come vanno le cose con Leo?”

Nicole rispose distrattamente con un freddo “Tutto normale”.

“Lui è molto preso da te. Pende dalle tue labbra. L'hai sedotto proprio bene” scherzò la cheerleader sapendo che l'amica tendeva ad andare subito al sodo coi bei ragazzi.

Nicole guardò in basso e subito dopo tornò a fissare il suo volto allo specchio.

“Ho detto qualcosa che non va?” aggiunse notando il silenzio e la reazione dell'amica.

“Non è successo niente se è questo che vuoi sapere”

Brook si girò a guardarla con la bocca leggermente aperta dalla sorpresa.

“Non che le occasioni non ci siano state ma...”

A Brook non servì che l'amica finisse la strada.

“Pensi ancora a lui”

Nicole smise di mettersi il lucidalabbra e sospirò.

Brook si girò verso l'amica e le poggiò le mani sulle spalle.

“Nic, dovresti lasciare stare. Leo ti adora. Non ti sto dicendo di sposarlo e so che dimenticare...sia difficile. Ma prova a dimenticare tutto, almeno per stanotte. Non ti farà male, avrai solo un po' di pace. Te la meriti no?”

Nicole sorrise all'amica e si diressero fuori dal bagno.

 



Note dell'Autrice
Finalmente al ballo! Da questo momento ne succederanno di cose...ma non per svelarvi altro possiamo dire che le acque non si calmeranno tanto presto e che succederà qualcosa che darà uno scossone a questo triangolo/quadrato che si è creato. In ogni caso, come avrete già capito, il ballo occuperà un po' di spazio per cui ho deciso di dividerlo in varie parti. Questo è stato un po' il preambolo ma vi posso assicurare che già dal prossimo, soprattutto dal prossimo, accadrà qualcosa che rimetterà le cose in gioco, molto più dello scontro al centro commerciale tra Edward e Nicole. 
Per cui, se ne avete pazienza, vi esorto a continuare a seguirmi e, magari, a farmi sapere cosa ne pensate.
E ora passiamo ai ringraziamenti:
-un grande grazie a Paola Granger per aver recensito il capitolo precedente e per aver continuato a seguirmi, non sai quanto sia importante per me!
-un grazie  a tutti coloro che seguono e hanno seguito la storia. Spero che continui a piacervi.
Che dire? Alla prossima!

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Capitolo 22
*** Il ballo (pt.2) ***


Il ballo
(Parte 2)

 
 

Carmen, Edward, Lily ed Harrison erano seduti ad un tavolo ai lati della pista da ballo.

Harrison non era dell'umore migliore e Lily, dopo un momento di complimenti per il vestito di Carmen e qualche occhiata ambigua e maliziosa verso Edward, si era di nuovo lanciata in una discussione animata sull'importanza del riciclo.

“Avanti Harrison. Stando qui a fissarla non otterrai niente. Perchè non ti avvicini e le chiedi di ballare?”

Harrison emise una sorta di grugnito e ingurgitò tutto il contenuto del bicchiere di fronte a lui.

Edward sospirò e ritornò con l'attenzione a Carmen. La ragazza non sembrava ascoltare troppo l'amica (e nemmeno Lily sembrava parlare realmente a lei) e il suo sguardo era fisso sulla pista da ballo.

“Me lo concedi un ballo?” Carmen alzò lo sguardo e vide Edward di fronte a lei, mentre le porgeva una mano.

Gli strinse la mano e sorridendo si lasciò guidare dal ragazzo.

“Sii clemente, non sono bravo come te” le disse lui abbozzando qualche mossa.

Carmen rise vedendo che, per quanto lui si sforzasse, sembrava parecchio buffo.

Dopo poco la musica finì e fu sostituita da un lento. Carmen fece per andarsene quando Edward la tirò a sé.

“Dove vai? Forse con questo sembrerò meno imbranato”

Carmen lo fissò stupita.

Deve essere un sogno. Non può essere la realta. Pensò.

Voleva darsi un pizzicotto ma si accontentò del tocco di Edward e del suo sguardo fisso nel suo.

Posò la testa sulla sua spalla e si lasciò cullare sperando che quel ballo non finisse mai.

“Sai, aveva ragione Sam. Sei davvero bella stasera”

Carmen si strinse ancora di più a lui conscia del fatto che probabilmente lui avrebbe sentito il suo cuore battere all'impazzata.

Tutto procedeva benissimo fin quando Edward sbandò, perdendo quasi l'equilibrio. Qualcuno li aveva urtati.

Non si staccarono del tutto ma Edward si girò per vedere contro chi erano finiti.


 

Oh no. Non può essere. No, no, no.

Nicole stava ballando con Leo quando di colpo erano finiti addosso ad un'altra coppia. Ma non era una coppia qualunque.

Quando a tutti fu chiara la situazione sembrò che la musica si fosse fermata e che il silenzio fosse sceso. Nessuno dei presenti fece in tempo a dire qualcosa poiché Leo, dopo aver guardato con odio Edward strinse a sé ancora di più Nicole e si allontanò dai due.

Nicole era paralizzata. É vero, era lì con un altro ragazzo e ormai sapeva che tra i due c'era qualcosa ma vederlo le faceva comunque male. Un male che sembrava crescerle sempre più.

Leo non smise di stringerla e continuò imperterrito ad ondeggiare.

Era troppo sconvolta per provare fastidio per quel contatto così intrusivo che non si accorse subito che il ragazzo la stava baciando sul collo.

Quando se ne accorse si risvegliò e non riuscì più a sopportare.

Lo allontanò con forza e fece per andarsene.

“Nicole dove vai?”

“In bagno” disse senza fermarsi e voltarsi.

Scansò varie coppie e quando si ritrovò in corridoio, lontano da tutte quelle luci e quel frastuono, la testa cominciò a girarle.

Non riusciva a non pensare a Edward, e a Carmen. E più ci pensava e più la testa le girava..

Devo soltanto arrivare in bagno.

Arrivata a metà strada però scivolò, sbattè su un armadietto nel disperato tentativo di aggrapparsi a qualcosa e si ritrovò a terra, incapace di alzarsi per un dolore lancinante a livello della caviglia.

 

 

Subito dopo l'impatto a Carmen era gelato il sangue nelle vene.

Stava andando tutto bene, troppo bene, dovevo aspettarmelo. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo sul volto di Edward. Aveva paura di leggervi tutti i sentimenti per Nicole, e non per lei.

Edward però non la lasciò e continuò a oscillare nel tentativo di mettere in fila due passi di danza.

Carmen si decise allora a guardarlo e vide che lui non aveva mai smesso di guardarla e di sorriderle.

Il lento finì presto e tutti ricominciarono a dimenarsi.

Edward non si staccò subito dalla ragazza ma non potè non notare che Carmen era tutta rossa in volto.

“Carmen ti senti bene?”

“Si, si, fa solo un po' caldo.” In realtà era ancora tremante al pensiero di Nicole.

“E' meglio che ti prenda qualcosa da bere, ti va un po' d'acqua?”

Si allontanarono dal centro della pista.

“Stai tranquillo io sto bene”

Arrivati al tavolo delle bevante non c'era neanche un po' d'acqua.

“Potrei andartela a prendere, ho una bottiglietta nell'armadietto. Ma non ti lascio qui sola, potresti sentirti male. Dov'è Harrison quando serve?”

Scrutò in giro ma di Harrison non c'era neanche l'ombra.

Carmen era lusingata dalla premura del suo cavaliere e non voleva che lui smettesse di sorreggerla, anche se in realtà non aveva molto bisogno.

Edward però era sempre più inquieto e Carmen lo tranquillizzò dicendogli che lo avrebbe aspettato scambiando due chiacchere col fratello che era là vicino.

Edward le sorrise e, convintosi, si allontanò.






Note dell'Autrice
Buongiorno a tutti! Mi scuso sin da ora per il piccolo ritardo con cui posto, mi sono presa del tempo per altri progetti di altri fandom. In ogni caso spero che questo capitolo mi scusi. Lo so, è più corto rispetto al solito, ma per trattare questo momento decisivo ho voluto dividerlo, altrimenti risulterebbe lunghissimo, cosicchè non vi annoierete troppo.
Vi consiglio vivamente di aspettare il prossimo capitolo, è lì che le cose inizieranno a cambiare. Secondo voi  Edward chi troverà in corridoio?
Passiamo ai ringraziamenti. Un grazie grandissimo a Paola Granger per continuare a seguirmi e recensire ogni capitolo di questa fan fiction. Mi sproni a continuare a postare. E un grazie anche a tutti gli altri lettori silenziosi

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Capitolo 23
*** Il ballo (pt. 3) ***


Il ballo
(Parte 3)



 

Aprì le porte e avanzò per il corridoio quando di colpo, dietro l'angolo sentì un forte rumore metallico seguito da uno sordo.

Incuriosito si diresse verso la fonte del rumore.

Quando girò l'angolo vide una sagoma a terra e si diresse velocemente verso di lei per prestarle soccorso. Quando si inginocchiò la toccò ma ritrasse subito la mano riconoscendo il profilo e la voce.

“Ahia...”

“Nicole? Cos'hai fatto?”

Nicole smise di massaggiarsi la caviglia e si voltò di scatto.

Era Edward e per un attimo le sembrò quasi che la domanda non fosse rivolta alla caduta ma al fatto che al ballo la accompagnasse un altro ragazzo, con cui aveva trascorso, anche se non così volentieri, buona parte del tempo che avrebbe preferito trascorrere con lui.

“Io...”

“Aspetta, ti porto in infermeria. Riesci ad alzarti?”

Nicole continuò a fissarlo e riuscì soltanto a scuotere la testa.

“Ok, allora ti prendo io.” Senza molti sforzi Edward la sollevò e tenendola in braccio si diresse verso l'infermeria.

“Aspetta, provo ad aprire io” riuscì a dire Nicole notando che il ragazzo non sarebbe riuscito a liberare una mano per prendere la maniglia a meno di non farla cadere.

“Non si apre”

Edward provò ad aprila dandole un colpo con la schiena ma la stanza era effettivamente chiusa.

Senza pensarci due volte si mosse e cambiò direzione.

Nicole avrebbe voluto chiedergli dove stava andando ma in quel momento una parte di lei trovava così piacevole stare stretta a lui che non osò rovinare il momento.

“Ecco” disse Edward e la appoggiò su un tavolo. “Rimani qua”

“Ma questa è l'aula di biologia” esclamò Nicole notando che lo sagoma in fondo all'aula non era di una persona ma era soltanto lo scheletro della signora Glass.

“Esatto” disse Edward aggirando la cattedra.

Si abbassò e maneggiando qualcosa tornò verso di lei con una lattina in mano.
“Non è molto ma può andare come pronto intervento.”

Le sollevò la gonna del vestito con un po' di imbarazzo e gli appoggiò la lattina sulla caviglia.

Nicole rabbrividì al contatto con la lattina.

“Dove...come facevi a sapere che la teneva qui?”

“Ti ricordi quella volta che siamo scoppiati a ridere e che la Glass ci ha ripresi?”

Nicole annuì ricordando i tempi in cui si parlavano e lei non vedeva letteralmente l'ora di poter fare biologia solo per passare del tempo con lui.

“Ecco a fine lezione ho dovuto fermarmi per riordinare le provette che avevamo usato in classe per l'esperimento e...mentre lei si era assentata ho notato uno sportellino fare capolino da sotto la cattedra. Così approfittando della sua assenza mi sono avvicinato e ho visto che era un mini frigo. A quanto pare è pazza del succo di limone Splash.” disse sorridendo e continuando a fissare la lattina.

Nicole sorrise. “Be' allora quella punizione è servita a qualcosa. Ma come mai io mi sono salvata?”

“Perchè penso che la Glass volesse tentare qualche avance. E forse tu non sei il suo tipo”

“Stai forse dicendo che non sono abbastanza bella per fare colpo su di lei?” lo rimbeccò lei.

Era da parecchio che non scherzavano così e le era riuscito così naturale che se ne stupì l'istante stesso in cui ebbe finito di pronunciare quella frase. Ma non se ne pentì. Lui la guardò negli occhi e scoppiò a ridere. Anche lei si unì alla sua risata e quando l'effetto comico finì lei gli mise la mano sopra la sua per indurlo a guardarla e gli disse “Grazie, davvero”

Edward provò un brivido di piacere inequivocabile al contatto con la mano di lei. Era la stessa dolce e tempestosa sensazione che aveva provato molto tempo fa al cinema.

La guardò negli occhi e le sorrise.

“Come sta la caviglia?”

“Un po' meglio. Non è il migliore dei pronto soccorso ma mi fa meno male.”

“Sei sempre la solita” rise lui.

Lei si fermò a fissarlo. Quella risata le era sembrata così dolce che equivaleva quasi ad averle fatto una carezza.

“Aspetta ti aiuto a sederti” disse facendole poggiare le mani sulle sue spalla e prendendola per la vita. “Ecco, ora provo a toccarti la caviglia e tu mi devi dire se ti fa male.”

Si inginocchiò un po' e tastò la parte dove prima c'era la lattina che ora Nicole teneva in mano.

Nicole era combattuta tra il dolore e il piacere del tocco di lui.

“Mmm, penso che possa reggere. Non è così grave, solo una storta.”

Lui continuava a guardarle la caviglia in ginocchio.

“Non sapevo fossi anche un dottore”

“No” sorrise lui rialzandosi e aiutandola a scendere dal tavolo “Ma gioco a football e le storte sono frequenti.”

“Già giusto. Football” bofonchiò lei.

Lui la prese di nuovo per la vita e l'aiuto a scendere dal tavolo sui cui era seduta.

Tuttavia Nicole si sbilanciò troppo e mise tutto il peso proprio sulla caviglia traballante.

Finì addosso ad Edward che la sostenne prontamente. Quando Nicole si scostò dal suo petto, sui cui era andata a sbattere, i loro visi erano così vicini che ognuno dei due poteva sentire il respiro dell'altro.

“Io...scusa, ti cado sempre addosso. Io...mi dispiace.”

“A me no” disse lui guardandole le labbra e scostandole una ciocca bionda di capelli dietro l'orecchio. “E poi l'importante è che ti prenda”

“Si, hai proprio una buona presa.” aggiunse lei senza staccare i suoi occhi da quelli del ragazzo.

Strinse le sue mani sulle braccia di lui. “E' un'ottima cosa...per il football.”

I loro volti erano sempre più vicini e ora potevano sentire anche i battiti accelerati del loro cuore.

“Nicole...” mormorò lui ormai a un passo dal baciarla.

“Si?” disse lei in un sussurro.

“Non sei abbastanza bella. Sei bellissima.”

Il tempo per un attimo sembrò fermarsi e nessuno dei due si accorse di star trattenendo il respiro.

Edward stava per baciarla ma d'un tratto qualcosa lo fermò. Gli sembrava di avere un peso a livello del petto e sapeva bene di cosa si trattava. Il fiore. Quel fiore che era abbinato con quelli che aveva dato a Carmen, la ragazza con cui era venuto al ballo, che gli era stata vicino nonostante i suoi rifiuti. Non poteva farle questo, lo voleva, ma non se lo sarebbe mai perdonato.

Fece un passo indietro sempre tenendo Nicole. Lei lo guardò in attesa.

Continuò ad allontanarsi e quando fu ad almeno tre passi da lei abbassò la testa. Quanto gli pesava ciò che stava per fare. Nicole era senza parole e impietrita sul posto.

“Stai attenta alla caviglia, è meglio che ci metti ancora del ghiaccio questa notte” disse lui e prima di scappare via aggiunse “Lui...è un ragazzo fortunato. Sei davvero bellissima Nic.” e sparì oltre la porta.

Nicole si portò una mano sulle labbra come a sentire se c'era ancora qualche traccia del respiro di lui che aveva sentito fino a poco fa.

 

 

“Nicole sei sicura che...”

“No, preferirei tornare a casa.”

Leo annuì fissandole la caviglia. “Però a casa ho una pomata che fa miracoli. Un mese fa ero caduto e con quella mi è bastata una notte di riposo e il giorno dopo ero come nuovo. Se vuoi...”

Nicole non sembrò nemmeno sentirlo. Brook, che aveva trovato l'amica molto confusa in corridoio mentre si reggeva a qualche armadietto, le era ancora vicino per sostenerla.

“La porto a casa io.” disse d'un tratto.

Leo fece per ribattere quando Nicole alzò lo sguardo, pieno di gratitudine, e si strinse al braccio dell'amica.

“E Josh?” chiese, in un sussurro.

“Lui se la caverà.” Poi, prese le borsette, lei e Brook si avviarono verso l'uscita dirette verso casa.

Per tutto il tragitto Nicole guardò fuori la finestrino, forse ignara o noncurante degli sguardi di Brook.

“Sei sicura di star bene?”

Nicole annuì e ringraziandola zoppicò verso casa.






Note dell'Autrice
Mi devo innanzitutto scusare per il mostruoso ritardo con cui posto. Non mi ero accorta di aver aggiornato a inizio settembre e pensavo che fosse passato meno tempo. Perdonate la mia sbadataggine ma spero che con questo capitolo sia valsa la pena di attendere un po' di più rispetto al solito.
Non posso promettere di essere puntuale settimanalmente come fino a poco tempo fa ma mi impegnerò per non farvi stare troppo sulle spine.
Ora, passiamo al capitolo. Finalmente un  momento tranquillo tra i due! E non si prendono nemmeno a insulti, è un grosso risultato. Avete visto, o intravisto, qualcosa tra i due? Se è così...siete sulla buona strada. Più o meno.
Il ballo è finito (finalmente direte voi) ma ciò che è successo è solo il primo passo per dipanare tutto questo groviglio tra Edward, Carmen, Nicole e Leo.
Che altro dire? Le soprese non sono ancora finite, anzi. Ce ne saranno delle belle, ve lo assicuro.
E devo dirvi che anche Nicole, ma non solo, potrebbe darvi delle sorprese.
Spero di non avervi delusi e che continuerete a seguirmi.
Ora passiamo ai ringraziamenti. Un grazie infinito a Paola Granger che continua a seguirmi e mi fa apprezzare ancora di più il momento in cui aggiorno. E un grazie anche a tutti i lettori silenziosi. Se vi va di lasciare un commento, anche cortissimo, di qualunque genere, fatelo pure, non può farmi che piacere.
Alla prossima!

 

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Capitolo 24
*** Verità svelate ***


Verità svelate
 



 

“Brook andiamo, senza non vinco.”

“Josh per favore, non fare il bambino. Non ho idea di dove siano i tuoi calzini fortunati.” Brook sospirò. Era da dieci minuti al telefono con Josh eppure lui non sembrava rassegnarsi. “E poi perchè dovrebbero essere proprio a casa mia?”

“Perchè l'altro giorno ho portato il borsone da te e Sugar invece che studiare ha fatto casino come suo solito.”

Brook sospirò. “Ora scendo a vedere. Aspetta” disse con il cordless ancora all'orecchio.

Scese le scale ma prima di arrivare al piano di sotto Josh ululò un “Trovati!” che per poco non la fece cadere.

Nonostante il fastidio rise e mise giù. Stava per tornare su a preparsi per la partita quando sentì due voci in cucina.

“Mi preoccupa. L'altra sera è tornato e sembrava sconvolto. Preoccupato direi. Proprio ora che stava meglio...” Brook si sporse un po' di più, senza farsi vedere e vide che a parlare era stato Harrison, seduto di fronte a Sam che mangiucchiava una mela.

“Non capisco. È successo qualcosa tra lui e Carmen?”

“Non penso centri Carmen. Penso sia per Nicole.”

“Nicole? Ma non è un capitolo archiviato?”

Harrison scosse la testa. “Non sai tutta la storia.”

Sam smise di mangiare e si sporse in avanti. Harrison le raccontò della serata al cinema e di tutto il resto.

“Cosa?! Edward era andato al campo per dirle che era innamorato di lei e ha trovato Nicole che baciava un altro?!” Sam aveva la bocca spalancata.

“Non un altro. Il fratello di Carmen. E per di più il giorno dopo lei ha fatto anche piangere Carmen...”

Sam era stupefatta. “Io non lo sapevo.”

Harrison sospirò. “Si be', non è una cosa di cui gli fa piacere parlare.”

Sam rimase a rimuginare. “Eppure al ballo sembrava preso da Carmen.”

Harrison alzò le spalle. “Quando è tornato dai corridoi si era dimenticato anche dell'acqua per Carmen. E non è riuscito a spiccicare una parola.”

“Pensi che sia rimasto male nel vedere Nicole e Leo al ballo assieme?”

Harrison la guardò di sottecchi. “A te non farebbe male vedere la persona che ami con qualcun altro?” La domanda però sembrava più rivolta a loro due che al caso Edward. Gli bruciava ancora averla vista saltellare per la pista con George.

Sam diede un altro morso alla mela, tristemente.

Si alzarono e si prepararono per andare a vedere la partita di football. “Mi aveva detto che stava bene, che aveva superato tutto. Forse è stato solo un momento.” disse Harrison prendendo lo zaino dallo sgabello.

Sam sorrise, non troppo convinta. “Ma si, sicuramente è così.”

Anche Brook aveva la bocca aperta e, stringendo il telefono, cose su per non farsi vedere.

Doveva chiamare Nicole e avvisarla. Era stato tutto un fraintendimento.

Edward era venuto, non le aveva dato buca, ma se ne era andato quando l'aveva vista tra le braccia di Leo pensando così che lei non fosse interessata o peggio, che lo avesse preso in giro.

Si chiuse la porta della camera alle spalle e digitò in fretta il numero dell'amica.

Squillava. “Avanti Nic, rispondi”. Tuttavia, dopo molti squilli, Brook capì che Nicole non era in casa.

“Certo!” disse, dandosi una pacca sulla fronte. “Sarà sicuramente alla partita di football.”

Prese la borsa, ci ficcò alcune cose come le chiavi, e corse alla macchina. Doveva sbrigarsi.



 

“Uno, due, uno, due. Mary Cherry non stai dando schiaffi all'aria. Dobbiamo impegnarci di più nel secondo tempo.” Nicole stava cercando di mettere ordine tra le cheerleaders, senza troppo successo.

“Nic!” Brook arrivò tutta trafelata.

“Brook!” Nicole zoppicò un passo avanti. “Ma dove ti eri cacciata? Ti sei persa il primo tempo.”

Brook scosse la testa. Era senza fiato.

“Ti ho chiamata ma non ti ho trovata a casa.”

“Sono venuta prima. Avevo bisogno di...distrarmi.”

Brook si chinò sulle ginocchia e, quando finalmente accumulò abbastanza ossigeno nei polmoni in fiamme, si rialzò, prese l'amica per le spalle.

“Nic dobbiamo parlare.”

Nicole osservò confusa l'amica tutta rossa. “Non sono molto in vena. Non è stato un gran week-end...” cominciò ma Brook l'aveva presa per il gomito trascinandola via a forza.

“Ahia, Brook, vai più piano.” Brook non ci badò e la trascinò sulle tribune, dove però non c'era nessuno.

Quando la lasciò andare si appoggiò sulla ringhiera.

“Brook la partita sta cominciando e, se lasciamo quelle da sole, si uccideranno tra loro invece che eseguire la coreografia.” disse indicando Mary Cherry che tentava di issarsi su una compagna.

“Nicole non puoi nemmeno immaginare cosa ho...”

Nicole la interruppe subito. “E non voglio parlare del ballo, o di Leo o di altre uscite a quattro con te e Josh.”

Da quando avevano lasciato il ballo Nicole aveva tentato di evitare Leo ma lui l'aveva tempestata di chiamate ed era anche venuto a trovarla senza preavviso. Lei era riuscita a liquidarlo dopo molte avance e molte insistenze su massaggi miracolosi. Aveva continuato a pensare a Edward e alla fine era giunta alla conclusione che, se lui si era allontanato così, era perchè stava con Carmen. Voleva stare con Carmen. E l'aveva soccorsa solo perchè...be' perchè era il ragazzo più gentile e adorabile che avesse mai conosciuto.

Brook aprì le mani, facendole segno di star zitta.

“Non si tratta di questo. Nic! È stato tutto un malinteso, un enorme fraintendimento. Edward era venuto, era venuto per te, per dirti che ti amava!”

Nicole s'irrigidì. “Cosa?”

Brook le prese le mani e cominciò a raccontarle dalla chiamata di Josh a ciò che aveva sentito dire da Sam ed Harrison.

“No...” Nicole si accasciò sulla ringhiera. Si sentiva quasi mancare.

“Lui era venuto per te. Ma ti ha vista che baciavi Leo...” Nicole alzò lo sguardo. “Cioè Leo che baciava te e chissà cos'avrà pensato. Per quello ti ha trattata così! Per quello era freddo e ti ha urlato contro in bagno!”

A Nicole sembrava che il mondo si fosse fermato. Si sentiva come in una bolla, inebetita e confusa.

Guardò l'amica con la bocca aperta e poi guardò in campo, cercando di scorgere tra i tanti giocatori Edward.

Quando la partita finì Nicole corse, un po' zoppicando, verso gli spoiatoi.

Brook le fu subito dietro e la fermò in tempo, prima che entrasse nello spogliatoio maschile.

“Aspetta” le fece. Riuscì a intercettare Josh che la informò che Edward e gli altri erano già sotto la doccia.

“Ho vinto amore!” disse Josh saltellando. Brook gli concesse un veloce bacio e si voltò, ma Nicole era già sparita.

 

 

Edward stava infilando l'asciugamano nel borsone e tornare all'auto, dove probabilmente avrebbe trovato i suoi amici ad aspettarlo, quando si fermò.

Nicole era di fronte a lui, con gli occhi rossi e le mani tremanti.

“Nicole. Che ci fai qui?”

La ragazza non gli rispose.

Lui si avvicinò e vide che stava tremando ancora di più.

“Tutto bene?” Lei non rispose.

“Edward...” Non sapeva da dove cominciare.

“Vuoi sederti?” chiese lui, guardandole la caviglia che giorni prima le aveva medicato con una lattina ghiacciata della professoressa Glass.

“No!” urlò lei. “Io volevo te, Edward. Io ero venuta per te al campo da football. Poi è sbucato lui ma non volevo, è stato lui a baciare me, non io. Io l'ho allontanato ma tu non l'avrai visto. E hai pensato che ti stessi imbrogliando ma non è vero. Capisci, non è vero?”

Edward era rimasto in piedi a fissarla, senza capirci molto.

“Nicole forse dovremmo...”

Nicole lo prese per mano, gli occhi pieni di lacrime e di speranza.

“Lasciami spiegare meglio, ti prego. Ti ricordi quando ci siamo dati appuntamento al campo da football?”

Edward serrò la mascella.

“Nic, non credo sia il momento adatto per rivangare il passato.”

“E invece lo è. Perchè io ero venuta e ti ho aspettato lì. Ma prima che tu arrivassi Leo mi è arrivato alle spalle e mi ha baciata. Per un attimo ho pensato fossi tu e poi, quando ho visto che era lui, l'ho allontanato, l'ho respinto. Ti ho aspettato ma tu non sei più arrivato e alla fine me ne sono andata credendo che mi avessi dato buca. Che non ti importasse. Quando poi in classe eri così freddo pensavo che Carmen ti avesse detto qualcosa contro di me e non ci ho visto più, l'ho aggredita.

Il litigio in bagno...tu che mi urlavi contro...ho pensato che non ti importava davvero di me...”

Edward era rimasto immobile. Tutti i pezzi del puzzle ora erano andati al loro posto e si sentì così stupido per aver pensato che Nicole lo avesse preso in giro.

“Io pensavo che tu e Leo...”

Nicole si avvicinò di più, senza togliergli gli occhi di dossi, cercando di captare ogni minima espressione sul suo volto.

“No. A me piacevi tu. Io volevo te Edward. Non sono la ragazza migliore del mondo ma tu mi rendevi migliori, mi sentivo meglio di fianco a te.”

Una lacrime le scese sulla guancia. Abbassò lo sguardo guardando le sue mani intrecciate a quelle del ragazzo.

Forse è troppo tardi. Pensò.

Era pronta a sentire il rifiuto come uno schiaffo. Invece non arrivò niente del genere.

Edward la strinse a sé e, lasciando cadere il borsone, si avvicinò col volto al suo.

Nicole sentì il cuore scoppiarle nel petto. Un'ondata di gioia e di sollievo si stava irradiando in tutto il corpo.

Le loro labbra erano sempre più vicine quando un rumore sordo li fece girare di scatto.

Carmen era in piedi di fronte a loro, con le braccia ancora protese per reggere il dolce che era caduto a terra.

Gli occhi le si riempirono di lacrime.

“Scusate” mormorò, chinandosi per raccogliere il dolce ma, non riuscendoci, scappò via.

“Carmen!” urlò Edward staccandosi da Nicole.

Fece alcuni passi, poi lasciandole le mani, le disse “Scusa, ti prego...perdonami.” Detto questo corse via per inseguirla.

Nicole rimase con le braccia penzoloni e le mani che sembravano stringere l'aria, memori del calore e del contatto con la pelle del ragazzo.

È davvero troppo tardi. Pensò.

Chiuse gli occhi e strinse le labbra. Doveva far forza su tutta se stessa per non piangere, per non farsi vincere da quella fitta che la stava assalendo. Di nuovo.

“Nicole! Ti volevo tenere un posto in tribuna ma sono arrivato tardi.”

Una voce dietro di lei comparve a spezzare il silenzio.

Leo si stava avvicinando sempre più e di colpo seppe cosa doveva fare. Ci aveva messo un sacco di tempo, si era sempre sentita confusa ma ora sapeva che la cosa giusta da fare era lasciarlo.

Non poteva continuare a imbrogliarlo ma soprattutto a imbrogliare se stessa. Non provava niente per lui e stare con Leo solo perchè Edward non la voleva non era una soluzione. Era più semplice ma non era la cosa giusta, per nessuno.

Aprì gli occhi e si girò quando sentì Leo prenderla per il braccio.

Sorrise tristemente mentre una lacrima le rigava la guancia. Non avrebbe avuto Edward ma aveva fianalmente fatto luce su ciò che sentiva e su ciò che era successo.

“Tutto bene?” chiese lui, quando notò la lacrima.

“Si, ora si.” sussurrò.

Forse non era troppo tardi per tutto.

 

 

Nicole mise la mano in borsa e trovò subito le chiavi della macchina.

La caviglia le doleva ancora ma, grazie a una nottata di riposo, una busta di piselli surgelata e gli antidolorifici della madre, riusciva a guidare tranquillamente.

Aprì la porta e salì in auto, sedendosi al posto di guida.

Buttò la borsa sul sedila a fianco al suo e, sospirando, appoggiò la testa sullo schienale, lasciando che le immagini di ciò che era successo poco prima la investissero con tutta la loro iconica forza.

Menomale che stai bene. Così potremmo farci un giro al centro commerciale e poi magari potresti venire a casa mia... Ho la casa libera finalmente e potremmo stare un po' insieme.” Leo si avvicinò a lei, sfiorandole con alcune dita il braccio e posandole le labbra sull'orecchio. “Potrei massaggiarti la caviglia. Ho delle mani d'oro sai...”

La bocca scese sul suo collo ma, prima che potesse poggiare le labbra sulla pelle di lei, Nicole lo prese per le spalle e dolcemente lo allontanò.

E' finita Leo.”

Lui si allontanò da lei, fissandola incredulo. “Se è per il centro commerciale possiamo saltarlo. Oppure se non te la senti per la caviglia, non fa niente. Posso aspettare.”
Nicole scosse la testa. “Non per molto comunque. Sei così sexy con la divisa...” Leo si riavvicinò a lei ma ancora una volta la ragazza lo bloccò.

Non funziona tra di noi.” Nicole tolse le mani del ragazzo dai suoi fianchi. “Ti sto lasciando, Leo.”

Fu come se l'avesse preso a schiaffi. Si scrollò la testa e fece una risata, incredulo.

Ma che stai dicendo, Nicole?”

Lei fece un passo indietro, sospirando. “Sarebbe inutile sia per te che per me continuare questa... relazione. Non voglio essere troppo dura, ma non provo niente per te.”

Leo strinse i pugni e contrasse la mascella. Di colpo la sorpresa e il dolore avevano lasciato posto alla rabbia.

Lo stai facendo per lui?” sibilò.

Nicole abbassò lo sguardo. “No.”

Leo sembrò esserne rincuorato. Si riavvicinò di un passo. “Lo sai che lui non ti vuole. Sta con mia sorella, e non è il ragazzo giusto per te. Tu hai bisogno di un uomo, un uomo forte che sa quello che vuole. Un uomo come me.” Era di nuovo a pochi centimetri di distanza dalla ragazza.

Edward potrebbe anche ricambiare i miei sentimenti ma non ti sto lasciando per lui. Non per quello che tu pensi, in ogni caso.”

Leo tornò a rabbuiarsi.

E' finita perchè non sono innamorata di te. E' finita perchè starei con te, così come ho fatto, solo per cercare di riempire un vuoto, ma non sarebbe giusto, per nessuno dei due. Anche se Edward non mi vorrà mai non mi importa.”

Ma...”

E' inutile.” disse lei, ora più dura. Strinse le labbra e girò i tacchi, lasciando il ragazzo in piedi, con i pugni stretti.

Quando chiuse la porta alle spalle lo sentì urlare il suo nome, ma non si fermò, andò dritta al parcheggio.

Nicole inspirò a fondo e strinse il volante.

Era vero, Edward era corsa da Carmen, non era rimasto con lei. Ma non poteva più fingere con se stessa, non poteva più stare con Leo per convincersi che non provava niente per quell'altro ragazzo.

Non era giusto per nessuno, specialmente per lei.

Era stata dura ma si sentiva un po' più libera. La verità faceva male, tuttavia non fingere più con se stessa era una gran bella soddisfazione. Era come se quel peso che aveva sentito addosso per tanto tempo ora si fosse sciolto, fosse scomparso.

È giusto così, Nicole. È giusto così. Si ripeté mentalmente prima di mettere in moto.

 

 

“Carmen!” Edward corse via, anche se a malincuore.

Era finalmente a un passo dalle labbra di Nicole, della sua Nicole, e all'improvviso il mondo sembrava essere esploso.

La cercò dappertutto e tornò addirittura al campo da football ma nemmeno lì la trovò.

“Harrison!” Urlò vedendo l'amico che stava discutendo con Sam.

“Ehi!” disse lui, dandogli una pacca sulla spalla. “Bella partita, amico!”

Edward riprese fiato in fretta. “Avete visto Carmen?”

Sam scosse la testa e, senza aspettare oltre, Edward li salutò e corse via.

Quando arrivò al parcheggio mise una mano sopra gli occhi, per schermarsi dal sole, ma non vide né Carmen, né la sua auto.

L'unica cosa che vide fu la macchina di Nicole che si allontanava.

Le braccia gli caddero lungo i fianchi, come se fossero state di piombo.

A quanto pare, le aveva perse tutte e due.



 
Note dell'Autrice
 
 
 
Ecco un altro capitolo! Questa volta sono stata più puntuale e spero, anche con la lunghezza maggiore rispetto al capitolo precedente, di essermi fatta perdonare. Non tiratemi subito della frutta addosso, anche se vi capirei. Stavano per baciarsi e di colpo arriva Carmen, non ci voleva. Ma chi dice che le abbia perse tutte e due? Finalmente, come avrete capito dal titolo, la verità è venuta a galla -Brook, per una volta, ne ha fatta una buona-  e ora sta solo a Edward decidere con chi vuole stare. 
Per voi chi sceglierà? Posso dirvi subito che lo scoprirete nel prossimo capitolo. E posso anche dirvi che siamo vicini alla fine di questa fan fiction, ma non sono ancora pronta per chiudere tutto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi esorto a dirmi cosa ne pensate e, se ne avrete voglia, a continuare a segirmi per sapere come andrà a finire. Questa volta sono riuscita persino a intrudurre di nuovo le immagini che, se avete letto il capitolo, dovrebbero calzare bene con la trama.
Ora passiamo ai ringraziamenti. Un grande, grande, grande grazie a Paola Granger che continua a seguirmi e a recensire, capitolo dopo capitolo. E un grazie anche a tutti coloro -tutti voi se state leggendo queste note- che leggono questa storia. Alla prossima!

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Capitolo 25
*** L'ora della scelta ***


L'ora della scelta


 

Edward si avvicinò al tavolo dei suoi amici, riuniti insieme per consumare il pranzo in mensa.

“Edward! La star del football!” Harrison batté le mani, lasciando perdere per un attimo il suo succo.

Edward però sembrava assente. Aveva provato a chiamare a chiamare Carmen ma lei non gli aveva mai risposto nel week-end. Inoltre non osava parlare con Nicole prima di aver avuto notizie dell'amica, sarebbe quasi stato un tradimento.

Nemmeno lui in fondo sapeva come comportarsi. Provava forti sentimenti per la bionda cheerleader e avrebbe voluto, con tutto se stesso, baciarla a fine partita, soprattutto dopo aver saputo che era stato tutto un malinteso. Era rimasto a letto tutto il fine settimana, confuso degli avvenimenti e delle notizie assorbite. Se Leo non fosse arrivato, chissà a che punto sarebbero ora.

Di sicuro non si sarebbe sentito così in colpa e con un'emicrania che lo stava lacerando.

Si sedette accanto ai suoi amici, ma non toccò cibo.

Rimase semplicemente ad aspettare Carmen, che però non arrivò.

Quando la pausa pranzo finì, Edward si diresse controvoglia alla lezione di biologia. Aveva la nausea, e non perchè avrebbero dovuto aprire delle rane morte proprio dopo aver mangiato.

Alzò lo sguardo e, vedendo Lily, gli corse a fianco.

“Edward!” Lo salutò lei. “Anche tu a biologia. Ti andrebbe di firmare la mia petizione contro l'uccisione di povere rane da laboratorio?”

Lui non la badò. “Si, certo. Hai mica visto Carmen?”

Lily cercò una penna nello zaino. “No, oggi non è venuta a scuola. Ecco.” disse porgendogli un foglio spiegazzato e una penna. “Firma qui.”

Edward mise la propria firma come un'automa. “E l'hai sentita?”

Lily corrugò la fronte, pensierosa. “Ora che mi ci fai pensare, l'ho sentita di sfuggita stamattina, giusto mezzo minuto.”
Edward strinse il foglio tra le mani. “E sta bene?”

Lily si morse un labbro. “Si, lei sta bene. Penso abbia avuto un problema con la madre.” Dopo un attimo di silenzio, lo prese per un braccio e lo condusse in disparte. Lo fece chinare un po'. “Sua madre ha avuto un ricaduta. Credo sia per questo che non è venuta.”

Edward rimase senza fiato. Diede un veloce abbraccio alla ragazza e, ringraziandola, corse via.

“Ma come? Non vieni a biologia?” gli urlò dietro lei, ma senza ricevere risposta.

Edward aveva capito e, soprattutto, sapeva benissimo dove trovare Carmen.

Corse in corridoio, pur sapendo che era vietato e, quando girò l'angolo, finì per scontrarsi con qualcuno.

“Sembra che io e te non possiamo fare a meno di colpirci.”

Edward abbassò lo sguardo e vide Nicole di fronte a sé.

“Nicole. Scusami, non ti avevo vista.” si chinò subito a raccogliere alcuni fogli che l'impatto aveva fatto cadere alla ragazza.

Quando si rialzarono, Nicole sorrise. “Grazie.”

Lui la guardò. Era bellissima, come sempre. Ma quella mattina sembrava più tranquilla, più serena del solito. Vide nei suoi occhi una domanda, una domanda che, probabilmente, sarebbe rimasta inespressa.

“Nicole, senti io...”

“Ho capito perché le sei corso dietro.” disse lei.

Lui annuì, e si morse il labbro. “Vieni a biologia?” chiese lei.

Edward scosse la testa. “Devo andare. Devo andare da Carmen.”

Nicole abbassò lo sguardo. “Capisco.” Fece per andarsene quando lui la fermò, prendendola dolcemente per mano.

“Nicole aspetta.” Chiuse gli occhi e sospirò. “Non pensare che... Nicole è così difficile parlartene. Ci ho pensato per tutto il fine settimana e solo poco fa ho capito. Nicole, non credere che io non provi niente per te. Io sono innamorato di te, e ciò che sto per dirti ti spezzerà il cuore, ma sappi che spezzerà il cuore anche a me. Per quanto io sia innamorato di te, non posso fare questo a Carmen. La distruggerebbe, e lei ha già perso molto. È vero, è stato tutto un malinteso tra noi, ed è terribile che sia andata così, perché non puoi neanche immaginare quanto io voglia...quanto io volessi stare con te.” Le strinse le mani e la guardò tristemente negli occhi. “Ma Carmen c'è sempre stata per me, e non posso ignorarlo. Glielo devo, Nicole. Non voglio farla soffrire.”

Nicole non sentì neanche un briciolo di rabbia dentro di sé. Sarebbe stato semplice odiare Carmen per ciò che lui le stava dicendo, ma in fin dei conti sapeva che non era colpa sua. Edward aveva fatto la sua scelta e, se Carmen l'avrebbe reso felice, allora era giusto che stesse con lei.

Tirò su col naso e represse alcune lacrime.

“Nicole, perdonami.” sussurrò lui.

Lei si liberà dalla stretta, cercando di imprimere nelle pelle il ricordo del suo tocco, del suo calore.

“Vai.” disse soltanto.

Edward rimase a fissarla, con gli occhi lucidi. Avrebbe voluto baciarla e stringerla a sé, ma tutto quello che fece fu sorriderle e allontanarsi.

Nicole rimase per un minuto buono ferma, in corridoio. Poi inspirò a fondo e si incamminò verso l'aula di biologia.

 

 

“Carmen.” disse soltanto, non appena la vide, da sola, seduta in fondo all'aula dove si tenevano gli incontri di self-help per parenti di tossicodipendenti e alcolisti.

Lei alzò gli occhi appena, quel tanto che bastava per svelare le occhiaie profonde e il rossore che li cerchiava.

“Carmen.” disse più dolcemente, avvicinandosi a lei. Non la toccò, aveva quasi paura che sarebbe saltata via al minimo tocco.

Si guardò in giro. Quella stanza era proprio triste.

Si mise di fronte a lei, accucciandosi sul pavimento.

“Carmen.” disse per la terza volta, più timoroso. “Come stai?”

Carmen però non rispose. Si torturò le mani, cercando di nascondere il tremore che le faceva agitare.

“Lily mi ha detto che tua madre non è stata bene.”

Carmen annuì, mordendosi le labbra per non piangere.

“Mi dispiace tanto, Carmen. Sei una persona così bella, non ti meriti tutto questo.”

Le lacrime cominciarono a rigarle il volto. Alzò gli occhi e fissò il ragazzo in ginocchio di fronte a lei.

“Non ti meriti nemmeno ciò che ti ho fatto. Ti chiedo scusa, Carmen.” Edward guardò in basso.

Le porse un fazzoletto di carta e aspettò paziente che la ragazza si calmasse.

“Io... Grazie.” mormorò.

Edward sorrise e le strinse le mani tra le sue. Con suo grande sollievo, la ragazza non lo respinse.

“Non so cosa mi sia preso.” Cercò di scusarsi lei.

Lui la zittì, appoggiandosi meglio sul ginocchio che toccava terra.

Le accarezzò il volto, togliendole una lacrima con il dito.

“E' del tutto comprensibile che ti senta così. La colpa non è tua, Carmen, te lo assicuro.”

Lei si strinse nelle spalle, di colpo sentiva il freddo attraversarle i vestiti. Il ragazzo rimase lì, in silenzio, senza mai allontanarsi.

“E' tutto sbagliato.” mormorò lei e scoppiò a piangere. Allora Edward si alzò e l'abbracciò, lasciando che lei gli bagnasse la camicia con le lacrime.

Passarono alcuni minuti e dopo un po' Carmen finalmente si calmò.

Tirando su col naso, e asciugandosi di nuovo gli occhi, disse: “Sei proprio un bravo ragazzo. È fortunata Nicole. Spero solo che lei ti meriti.”

Lui si scostò da lei e, prendendole il volto fra le mani, la fissò intensamente. “Non sono affatto un bravo ragazzo, Carmen. So che alcune lacrime sono anche a causa mia, e non sai quanto mi senta in colpa per questo.”

Carmen tentò di sorrise, ma le uscì soltanto una smorfia. “Non fa niente, davvero. Non è colpa tua se la ami.”

Edward rimase zitto. Poi le alzò il mento, affinché lei lo guardasse negli occhi.

“Carmen, tu per me ci sei sempre stata. Mi hai riservato un sorriso persino quando dentro eri a pezzi, e questo non lo posso dimenticare. Non lo voglio dimenticare. Mi sei stata accanto quando non c'era nessuno, senza mai essere troppo invadente.”

Le sorrise, accarezzandole il volto. “Non ho intenzione di lasciarti, Carmen.”

Alla ragazza tremarono le labbra. Lo osservò attentamente, e non scorse alcuna traccia di menzogna nei suoi occhi.

“Tu non...?”

“Non ti lascerò.” disse lui, più risoluto.

Carmen avrebbe voluto dire qualcosa, o per lo meno abbracciarlo, ma non riuscì a dire o fare niente di ciò. Rimase semplicemente immobile, singhiozzante.

La stanza di colpo cominciò a riempirsi, segno che la pausa dell'incontro era finita. Edward vide parecchi sguardi su di sé, come ad indicare che doveva andarsene.

Tornò a concentrarsi su di lei, e le ripeté: “Non ti lascerò, Carmen.” Poi si chinò su di lei, le diede un bacio sulla guancia, e, facendosi largo, se ne andò.






Note dell'Autrice
Buona domenica a tutti! Mi scuso del ritardo con cui aggiorno ma ho dato spazio alla Rumbelle Week e, avendola adorata -anche se è dire poco-, ho lasciato in sospeso "Real love" e il triangolo amoroso tra Edward, Carmen e Nicole.
Dal titolo spero avrete compreso che, finalmente, Edward ha scelto. Mannaggia a lui! Sto cominciando a odiarlo. A quanto pare ha scelto Carmen, credendo che  fosse la cosa più giusta da fare. Ma lo è davvero? Lo vedrete nel prossimo capitolo. Anche perchè, diciamocelo, lei sarebbe davvero felice con al fianco una persona per cui non ha la prima posizione in classica?
Il capitolo è corto, è vero, ma non disperate, l'ho fatto solamento perchè unirlo al passaggio successivo l'avrebbe reso troppo lungo e si spezzava bene così, dal punto di vista del contenuto.
Voi che dite della scelta di Edward? Credete che resisterà? E che Carmen accetterrà questa scelta? Qualunque siano le vostre risposte vi invinto a confrontarle col prossimo capitolo che pubblicherò -si spera- non prestissimo, da una a due settimane.
E ora vorrei ringraziare Paola Granger che mi segue con assiguità e ha la grandissima pazienza e gentilezza di farmi sapere con una recensione il suo parere. Grazie di cuore!
E un grazie a tutti i lettori silenziosi, spero che il capitolo non vi abbia delusi. 
Alla prossima!



 

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Capitolo 26
*** Nuovi equilibri ***


Nuovi equilibri


 

“Nicole, tutto ok?”

Nicole stava sistemando a terra alcuni materassini per l'allenamento di quel pomeriggio.

“Ma certo, Brook, perchè me lo chiedi?”

Brook si morse il labbro. Si ricordava ancora di quel che l'amica le aveva detto qualche giorno fa.

Si era seduta tranquillamente, da sola, al suo posto a biologia. Sembrava essere stata attenta per tutta la lezione ma Brook sapeva che, in realtà, c'era qualcosa sotto.

Durante una piccola pausa Brook si era alzata e l'aveva raggiunta. Nicole sorrideva, in maniera molto strana, quasi amara.

Allora le aveva toccato il braccio e, senza neanche alzare la testa, l'altra aveva mormorato: “Ha scelto.”

Quando infine erano uscite da scuola Brook l'aveva seguita ma, a parte uno sguardo strano e il solito ambiguo sorriso, non era riuscita a cavarle niente di bocca.

Solo andandola a trovare nel pomeriggio, Nicole, con gli occhi lucidi, le aveva raccontato tutto.

Dal quasi bacio, all'arrivo di Carmen, allo scontro con Edward e alla sua scelta.

“Oh, Nicole. Mi dispiace così tanto.”

Lei allora aveva scosso la testa e si era tamponata con un kleenex un lato degli occhi.

“Doveva finire così.”

Brook allora l'aveva abbracciata, avvolgendole le spalle con un braccio.

“Ma che dici, Nic? Non è affatto vero, tu sei...”

“Io sono stata terribile. E non solo per vendetta. Ho trattato malissimo Carmen e i suoi amici -e molti altri- anche quando non mi aveva fatto niente. È quello che mi merito. E lui di certo non si merita me,è giusto che sia andata così.”

Brook voleva replicare, ma Nicole aveva scosso la testa per farla tacere, sorridendo tristemente.

“Davvero Brook, è giusto così. Grazie comunque, di tutto.”

Brook aveva ricambiato il sorriso, non troppo convinta, e l'aveva stretta a sé, dolcemente. “Sei la mia migliore amica Nic. Ci mancherebbe che non ti stessi vicino.”

Nicole aveva lasciato che l'amica l'abbracciasse, pur sapendo che il dolore che provava dentro non sarebbe stato sanato così semplicemente. Poi l'aveva allontanato e con una scherzosa gomitata le aveva detto: “Ehi, non penserai che basti questo a farmi perdere il mio smalto?” Nicole aveva ancora in volto il suo amaro sorriso e Brook non se la sentì di rispondere. Sapevano tutte e due la risposta.

Infatti era passata una settimana o poco più e Brook era ferma ad osservare l'amica che sistemava i materassini a terra, utili alle tante piroette mortali di Mary Cherry.

Da quando avevano parlato, Nicole non era più la stessa. Non aveva più fatto battutine cattive, nemmeno quando Emory le era quasi caduto addosso. Non aveva proferito alcun insulto o mormorio contro Carmen che sembrava non staccarsi mai dal fianco di Edward.

“Sei sicura di stare bene?” le chiese ancora.

“Se Mary Cherry non mi cadrà addosso, starò benone.” disse lei.

Brook non volle insistere di più.

“Questo fine settimana io e Josh andiamo al cinema e prima ci facciamo un giro al centro commerciale. Sai com'è Josh, non sopporta neanche un'ora di shopping. Quindi ti va di venire con noi?”

Nicole non smise di lavorare. “Grazie dell'invito Brook, ma pensavo di rilassarmi in un centro benessere.”

“Davvero, non farai da terzo incomodo.”

“Perchè Josh chiederà a un suo compagno di football di aggiungersi o perchè Josh sbadiglierà tutto il tempo?”

Brook arrossì. “Io e Josh vorremmo solo che tu...”

Nicole si girò e per la prima volta la guardò negli occhi. “Sto bene, davvero. E tu goditi Josh.”

Sorrise ma non si poteva dire che i suoi occhi avessero fatto lo stesso. Erano quasi vuoti, tristi, feriti e... rassegnati.

“Nic...” non fece in tempo nemmeno ad avvicinarsi che un vocio femminile invase la palestra. L'allenamento stava per iniziare e non c'era più tempo per chiacchiere del genere.

 

 

“Voglio proprio andare al negozio di dischi, questo pomeriggio. Voi ragazze siete con me?” chiese Sam, addentando una mela.

Lily annuì. “Magari potrei far appendere alcuni volantini nella bacheca.”

“Mi stai forse dicendo che verresti solo per quello?”

Lily sorrise e arrossì. “No, certo. Anche per i dischi.”

“E magari per il commesso molto carino.”

Carmen aprì la bocca, sorpresa e divertita.

“Che cosa? Lily!”

Lily alzò le mani, come per difendersi. “Ehi! Io non ho detto niente!”

“No, ma la tua espressione e il tuo silenzio è stato più che eloquente.” rise Sam.
“Per non parlare del rossore...” ghignò Carmen, sbucciando un'arancia.

Lily alz gli occhi al cielo.

“Stai parlando del mio rossore? E del tuo ogni volta che guardi Edward?”

Carmen bofonchiò un “Non è vero” cercando di non strozzarsi con lo spicchio che aveva in bocca.

Sam rise. “Lily hai centrato il punto. Dov'è ora Edward? Non ti stacchi mai da lui.”

Fu il turno di Carmen per arrossire.

“Sarà da qualche parte con Harrison.” mormorò imbarazzata.

Sam rincarò: “Allora Carmen, tu sei dei nostri oppure vai a vedere il tuo ragazzo che si allena?”

“Io...”

Lily scoppiò a ridere. “Andiamo Sam! Non torturarla così. Lasciala godersi il suo campione.”

Carmen le lanciò un'occhiataccia.

“Ehi! Se fosse il mio di campione, non mi ci staccherei neanche un attimo.” Le due amiche le fecero l'occhiolino e Carmen, divertita ed anche frustrata, si alzò, lasciandole sole a ridere.

Mise a posto il vassoio e si diresse fuori dalla mensa.

Vide da lontano molte giacche blu da football e corse loro incontro, riconoscendo il profilo di Edward.

“Edward!” gli fu subito a fianco, col fiatone.

“Carmen.” disse lui, sorpreso. “Che ci fai qui?”

“Volevo... volevo chiederti se potevo venirti a vedere agli allentamenti questo pomeriggio.”

Edward sorrise. “Ma certo.” Poi, guardando i suoi compagni allontanarsi, aggiunse: “Prima però dovrei finire la relazione per biologia.”

Carmen annuì, contenta e l'accompagnò in biblioteca.

Si sedette accanto a lui e lo osservò scrivere. Le sembrava di avere delle lenti rosa addosso. Da quando stava con lui, tutto le sembrava più dolce e solare. Forse era questo il famoso effetto dell'amore che si vedeva tanto nei film. In ogni caso, qualsiasi cosa fosse, lei di certo non se lo voleva far scappare.

Lui non l'aveva lasciata, anzi si era precipitato al gruppo self-help. Nessuno, prima d'ora, l'aveva mai fatto, nemmeno i suoi amici.

E da allora l'aveva chiamata ogni sera e le aveva mandato il messaggio del buon giorno.

Era da due settimane e più che uscivano assieme e lui era sempre stato un perfetto gentiluomo.

Anche ora era completamente catturata da lui. Molte volte a lezione doveva stare attenta a non imbambolarsi troppo, era stata ripresa già troppe volte.

Stava già sognando quando qualcosa, o meglio qualcuno, la riscosse dai suoi sogni ad occhi aperti.

Nicole era appena entrata in biblioteca e si stava dirigendo verso un tavolo vicino al loro.

Stava quasi per sedersi quando gli occhi dei tre si incrociarono.

Sembrava quasi che avessero visto un fantasma. Nicole si allontanò subito ed Edward abbassò lo sguardo, si schiarì la voce e tornò a concentrarsi sulla sua relazione.

Carmen non poté fare a meno di osservarli. Stavano deliberatamente evitando di guardarsi, o per lo meno di guardare nella stessa direzione.

Di colpo si trovò a riflettere su quelle ultime settimane.

Era vero Edward aveva scelto lei e Nicole si era visibilmente fatta indietro, completamente. Non c'erano più state battutine o sguardi d'odio. Non fiatava nemmeno quando lei ed Edward erano seduti vicini a biologia. Erano cortesi, niente di più. Eppure c'era qualcosa, se lo sentiva.

Edward sorrideva, le stava accanto, la ascoltava sempre ma sembrava comunque da un'altra parte. Sembrava triste e rassegnato, pur nascondendolo. E la cosa ancora più brutta era che Nicole rispecchiava appieno tutto ciò.

Apparivano, ad occhi più attenti, come due anime vuote e allo stesso tempo in pena.

Scosse la testa. Forse non era così. Forse si stava sbagliando, stava immaginando cose che non c'erano. Dopo tutto li aveva visti quasi baciarsi, eppure lui era corso da lei, le aveva detto esplicitamente che non l'avrebbe lasciata.

Il problema però sembrava rimanere, solo che non aveva per niente intenzione di ammettere una cosa simile.

Lui l'amava? Non glielo aveva detto.
Si morse il labbro e cominciò a torturarsi le mani. Sentiva il cuore batterle sempre più forte mentre il sudore faceva capitolino sulla pelle.

“Carmen? Mi stai ascoltando?”

La ragazza si riscosse.

“Cosa?” chiese, guardandolo.

“Ti ho detto che ho finito.”
“Ah, uhm, si.” prese la borsa da terra e, dopo aver urtato la sedia, si diresse fuori dalla biblioteca, seguendo Edward.

Prima di andarsene si voltò ad osservare Nicole. La bionda però non aveva fatto cenno di aver alzato la testa. Forse si era immaginata tutto.

Sorrise e, scuotendo la testa, si convinse che la sua era solo paura, un timore infondato e leggermente paranoico.

“Aspettami, vado a consegnare la relazione e torno subito.”

Dopo pochi minuti seguì Edward fino al campo e lo salutò con un dolce bacio sulla guancia. Si separarono e, mentre il ragazzo andava a cambiarsi negli spoiatoi, lei si accomodò sulle tribune.

Prese un quaderno degli appunti, giusto per avere qualcosa in mano, sapendo benissimo che per tutto l'allenamento non avrebbe fatto altro che mangiare con gli occhi Edward.

Dopo quindici minuti il campo si riempì di caschi bianchi e maglie azzurre.

Carmen si schermò gli occhi dal sole, cercando il numero di Edward tra i tanti giocatori. Era difficile distinguerlo tra le tante magliette azzurre che correvano qua e là. Anche schermandosigli occhi dal sole, il compito si stava dimostrando arduo, tanto arduo che non si accorse subito dell'entrata in campo delle cheerleaders, anche loro con una divisa azzurra.

Carmen cercò di non dar loro troppa importanza e di concentrare il proprio sguardo solo sull'individuare Edward. Tuttavia non ci riuscì e analizzò ogni singola ragazza pon-pon che si stava preparando ai margini del campo da football.

Quando notò che Nicole non era tra loro, il sangue tornò a scorrerle nelle vene, ridonando alla pelle del volto un po' di colore.
Scosse la testa e fece un respiro profondo. Edward aveva scelto lei, e per quanto incredibile fosse, non doveva più farsi logorare dal dubbio e dalla gelosia. Era suo e non di Nicole. Non l'aveva lasciata, era rimasto con lei.

Strinse le ginocchia sotto i palmi e sorrise, cercando di pensare ad altro. Doveva stare tranquilla, non c'era nulla da temere.

Allora perchè in quel momento, in cui Nicole era appena entrata in campo e stava raggiungendo pigramente Brooke, le si era gelato il sangue nelle vene e continuava a rivedere il ricordo di Edward e della bionda cheerleader che stavano per baciarsi?






Note dell'Autrice
Eccoci ad un altro capitolo! Mi scuso per il ritardo con cui posto e spero che continuerete lo stesso a seguirmi.
Ho deciso inoltre di far finire questa fan fiction (se mi è possibile, s'intende) proprio  il giorno in cui mi sono iscritta a Efp. Forse è un capriccio, ma ci tengo a festeggiare l'anniversario completando la fan fiction con cui ho iniziato, e la prima che ho scrito.
Passato alla storia in sè, questo è un capitolo tranquillo e di transizione. Volevo illustrare come si fosse evoluta la situazione (anche se, diciamocelo, non è un vero e proprio equilibrio, anzi è tutto appeso ad un filo!) dopo la corsa e la scelta di Edward per Carmen.
Non sembra molto felice, almeno agli occhi di Carmen. C'è da chiedersi se è lei che se lo immagina o se ci ha visto giusto. All'inizio ho dato spazio anche a Nicole per far vedere che ce la sta mettendo tutta, dopo la bella batosta che ha ricevuto. E soprattutto che, nonostante tutto, ha, per ora, messo da parte la cattiveria. Forse.
Le immagini all'inizio (sono riuscita a trovarne di coerenti con questo capitolo) simboleggiano, le prime,  Nicole che parla con una Brook molto preoccupata, mentre le seconde  raffigurano Carmen e Lily che scherzano, felici. 
Ringrazio tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo.
Alla prossima!

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