Seasons

di PervincaViola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Spring, ovvero di orgoglio paterno e ridenti nonnetti ***
Capitolo 2: *** Summer, ovvero di lacrime estive e stelle vicine ***
Capitolo 3: *** Autumn, ovvero di voli spericolati e foglie autunnali ***
Capitolo 4: *** Winter, ovvero di sorprese natalizie e Capopalestra studiose ***



Capitolo 1
*** Spring, ovvero di orgoglio paterno e ridenti nonnetti ***


  

 

Spring

"Di orgoglio paterno e ridenti nonnetti"

L'aria di Mentania era pregna di delicati profumi. Quella piccola cittadina, famosa per la sua aria pulita, in primavera si riempiva di fiori multicolore, che ondeggiavano nella fresca brezza.
Norman sedeva su un piccolo masso, intento a osservare due Illumise giocare sul pelo d'acqua di un piccolo stagno. Pensava a sua figlia, in viaggio per Hoenn. Come stava? Da pasticciona qual era, sarebbe riuscita a stare lontana dai guai?
Era così orgoglioso che avesse deciso di intraprendere la difficile strada della vita con i Pokémon, e vederla insieme a Torchic, il suo primo Pokémon, gli aveva scaldato il cuore. Ma era anche consapevole del fatto che prima o poi si sarebbe presentata a Petalipoli in cerca di una Medaglia e non sapeva se era pronto ad affrontare sua figlia in una lotta vera.
«È passata da Ciclamipoli» disse improvvisamente una voce alle sue spalle, con tono tranquillo.
«È per questo che hai voluto vedermi, Walter? Per dirmi che Vera ti ha sconfitto?» domandò con un sorriso Norman, senza nemmeno voltarsi, «Perché è così, vero?»
«Sì, e devo ammettere che mi sono davvero divertito. Era da molto tempo che non capitava un Allenatore così forte nella mia Palestra» rise Walter, ma subito tornò serio. «Ho saputo da Fiammetta che Vera ha battuto anche lei. Il prossimo sei tu, Norman».
« Mi stai stai dicendo queste cose perché pensi che non darò il mass-»
Walter lo interruppe.
«No, ma è pur sempre la tua bambina. Volevo solo dirti che è cresciuta e che ti somiglia molto. Non sarà facile affrontarla».
«Lo so» Norman pronunciò quelle due parole con tutto l'orgoglio di un padre. «Grazie per avermi informato che presto tornerà a casa».
«Oh, non usare quel tono da padre-nostalgico-che-sa-che-la-figlia-lo-sconfiggerà!» borbottò Walter, grattandosi la barba bianca, «Lo so che, in fondo in fondo, sei felice che abbia seguito le tue orme».
Un sorriso divertito si dipinse sul volto dell'uomo più giovane. Non gli si riusciva a nascondere nulla.
«Sei sempre il solito. Ma ti ringrazio...»
«E di cosa? Anzi, dovrei essere io a ringraziare tua figlia. Se non fosse stato per lei, Fiammetta non mi avrebbe offerto un giro gratis alle terme di Cuordilava. Non le è proprio andata giù che l'abbia battuta, e vuole che il nonnetto, come mi chiama lei, vada ad allenarsi sul Monte Camino con lei» gli fece l'occhiolino. «Quindi devo scappare, non vorrei che con il caratterino che si ritrova mi incenerisse, se arrivo in ritardo!»
La risata di Walter, forte e rimbombante, si sparse per la città mentre voltava le spalle al Capopalestra di Petalipoli.
Anche Norman si alzò e si incamminò con decisione verso il Tunnel Menferro. Sapeva che mancava poco e poi Vera sarebbe arrivata nella sua Palestra. Ma ora si sentiva pronto, come non lo era mai stato.

 

[458 parole]

 

 

Angolino dell'autrice:

Ciao! Non avrei mai pensato di pubblicare una raccolta a più capitoli, ma ci ho voluto provare. I Capipalestra di Hoenn sono quelli a cui sono maggiormente affezionata, quindi l'ho dedicata a loro.
E niente, in questa ci sono Walter e Norman che parlano di Vera, però come se fosse quella del gioco, visto che nell'anime ha preferito essere una Coordinatrice.
Non so se riuscirò ad aggiornare presto, visto che l'otto giugno parto per l'Egitto e starò via una settimana...al massimo lo farò appena torno.
Spero che questa flashfic vi sia piaciuta, ma non sono sicura che i personaggi siano IC, quindi ditemi voi!


Spero che vi dSperoS

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Capitolo 2
*** Summer, ovvero di lacrime estive e stelle vicine ***


 

Summer

"Di lacrime estive e stelle vicine"

Il cielo era di un azzurro terso, coperto da qualche nuvola bianca che Pat si divertiva a paragonare a dei Mareep. Il sole cocente si rifletteva sul blu profondo del mare, in cui gli abitanti di Verdeazzupoli cercavano di sfuggire dalla calura di quella torrida estate.
La bambina osservava divertita, ma anche con occhio attento, le acrobazie del fratello, che si esibiva in capriole in groppa a un enorme Wailord emerso dall'acqua. Poco lontano da lì, il suo Lunatone riposava all'ombra con il Solrock di Tell. Il suo sguardo celeste venne attirato da una famiglia che rideva allegra, e Pat sospirò.
Non avrebbe dovuto essere lei, a controllare suo fratello. Se suo padre fosse stato lì con loro, invece di vagare nello spazio alla ricerca di nuovi Pokémon, tutto sarebbe stato più bello.
Ma forse lo faceva per essere più vicino a qualcuno, pensò Pat, senza doversi nemmeno sforzare per ricordare sua madre. Forse, essere così vicino alle stelle da toccarle poteva rincuorarlo. Sua madre adorava le stelle.
Lacrime ribelli le solcarono le guance e lei le asciugò con rabbia: detestava piangere, e doveva essere forte anche per suo fratello.
«Stai piangendo?»
Come evocato dai suoi pensieri, Tell era lì davanti a lei, con i capelli grondanti d'acqua e un'espressione preoccupata.
«Ma no, stupido, mi è solo entrata della sabbia negli occhi!» cercò di trovare una scusa.
Lui annuì, non del tutto convinto. Si sedette sulla sabbia accanto a lei e fissò il sole, incurante dei raggi che gli ferivano gli occhi.
«Stavi pensando a lei, vero?» le domandò all'improvviso, stupendola. Non credeva che riuscisse a leggerle dentro con tanta facilità. «Lo so che oggi sono due anni che la mamma...» Tell non riuscì a continuare, il suo respiro si era fatto pesante.
Pat lo fissò, per poi prendergli una mano e stringerla forte, fino a che non sentì che almeno una parte della sua tristezza era svanita.
«Stasera ti va di guardare le stelle?» gli chiese, con una dolcezza che raramente usava con lui. Essere gemelli voleva dire condividere le stesse emozioni, quindi sapeva bene cosa stava provando Tell. Lui abbozzò un sorriso e annuì.
«Alla mamma piacevano tanto» sussurrò con voce incrinata. «Forse ha sposato papà perché pensava che l'avrebbe portata con sè nello spazio».
La prima risata della giornata sgorgò genuina dalle labbra di Pat. «Già, forse solo per quello...O anche perché cucina dei biscotti deliziosi!»
Gli occhi di suo fratello continuavano a essere lucidi, ma rise con lei.
Anche se sua madre non c'era più e suo padre era lontano, aveva sempre suo fratello. E quella era la cosa che contava di più.
«Sono contento di averti fatta ridere».
«E io sono contenta che tu sia mio fratello». Lui le strinse nuovamente la mano.
«Anche io».

 

[460 parole]

 

 

Angolino dell'autrice:

 

Ok, avevo detto che non sarei riuscita ad aggiornare, invece eccomi qui. È che non avendo molti compiti sono risucita a portarmi avanti con i capitoli, quindi forse riuscirò a pubblicare il prossimo anche domani.
Allora, penso che vi aspettevate una Flash felice, vero? Invece ho preferito andare controcorrente e farla un po' "triste". Non so se la madre di Tell e Pat sia morta davvero, ma nell'anime non ce n'è traccia, così ho inventato ^^
Spero che vi sia piuciuta!


 

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Capitolo 3
*** Autumn, ovvero di voli spericolati e foglie autunnali ***


 

Autumn

"Di voli spericolati e foglie autunnali"

Volare era sempre stato il sogno di Alice. Purtroppo, però, non aveva le ali, quindi doveva accontentarsi di stare sulla groppa dei suoi Pokémon uccello.
Vedere il mondo da un prospettiva diversa, sentire il sole scottarle la schiena e il vento che le spettinava i lunghi capelli indaco le dava la sensazione di essere lei, a volare.
L'autunno era sicuramente la stagione migliore per il volo: le foglie secche cadute dagli alberi volteggiavano nell'aria ed evitarle mediante audaci acrobazie aeree era un divertimento senza uguali, per Alice.
E lo spettacolo degli alberi per cui era famosa Forestopoli, colorati nelle calde tonalità del rosso cremisi e dell'arancione intenso, che scintillavano a causa della pioggia mattutina era qualcosa a cui non avrebbe mai potuto rinunciare.
Ma in quel periodo c'era qualcosa di ancora più affascinante: le esibizioni di Adriano, che allenava i suoi Pokémon per la Gara che si teneva ogni anno nella sua città.
Osservarlo mentre impartiva ordini al suo elegante Milotic, che risaliva la cascata vicina all'Istituto Meteo producendo onde brillanti, era diventata un'abitudine.
Adriano era un tipo strano, Alice lo aveva sempre pensato. Non era passato dalla Palestra per salutarla, quando era arrivato in città, ma quando la vedeva in cielo le rivolgeva un sorriso così luminoso che non poteva dubitare che non fosse sincero.
Una volta le aveva detto che per quanto bella fosse la sensazione di libertà data dall'essere più in alto di tutti, bisognava pur sempre ritornare con i piedi per terra. Lei non gli aveva nemmeno risposto, convinta che nulla avrebbe potuto farle provare le stesse emozioni, ma ora si ritrovava a considerare che forse un motivo per tornare a terra c'era.
Come se avesse potuto sentire i suoi pensieri, Adriano alzò lo sguardo. Il suo solito sorriso quel mattino aveva qualcosa di diverso, e Alice voltò la testa per impedirgli di vedere le sue guance diventare dello stesso colore delle foglie d'autunno.
Forse solo per lui e per il suo malizioso sguardo color acquamarina avrebbe potuto scendere dall'alta quota.
Perché bastava lui, per farla volare.

 

[341 parole]

 

 

 

 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutti!
Come avrete notato la coppia è una Alice/Adriano, ma non sono per niente sicura del carattere di entrambi. Forse questo è il capitolo che mi convince meno di tutti, sia per la lunghezza che per i personaggi, anche se adoro la Gracefulshipping.
Grazie infinite a chi ha recensito gli scorsi capitoli, vale a dire Mikashi, Sidney89, Blaite e Bionic-Gurls.
Questo è l'ultimo capitolo che pubblico questa settimana, perchè domani parto *esulta*
A presto!

 

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Capitolo 4
*** Winter, ovvero di sorprese natalizie e Capopalestra studiose ***


 

Winter

"Di sorprese natalizie e Capopalestra studiose"

Ferrugipoli era coperta da un soffice strato di neve, che addolciva il color acciao che caratterizzava quella moderna città. Il cielo grigio piombo sembrava minacciasse di nevicare di nuovo.
Rudi camminava con le mani in tasca, affondando il viso nella morbida sciarpa per cercare di scaldarsi. Non era per niente abituato a quel clima, a Bluruvia non aveva mai nevicato, anzi, le temperature rimanevano miti anche in inverno. Però doveva ammettere che quei cristalli ghiacciati avevano qualcosa di magico, che riusciva ad attrarre misteriosamente i suoi occhi blu. Osservò con un sorriso i bambini che giocavano davanti alla Scuola per Allenatori: si tiravano palle di neve ridendo sguaiatamente e costruivano splendidi pupazzi di neve con tanto di Baccapesche usate come naso, incuranti del freddo e delle madri che urlavano loro di tornare in casa per mettersi guanti e cappello.
Scosse leggermente la testa. Non era lì per perdersi a osservare bambini, ma per fare una sorpresa a Petra. Si avvicinò alla porta della Scuola e la aprì delicatamente, infilando dentro solo la testa: lei era lì, china a studiare su un libro. Era la solita, studiava anche la vigilia di Natale.
Stando attento a fare meno rumore possibile, chiuse la porta, lasciando fuori il vento gelido e gli schiamazzi dei bambini. Con passo felpato arrivò dietro la ragazza, così concentrata che nemmeno si era accorta del suo arrivo. Ghignando, Rudi allungò le braccia e coprì gli occhi di Petra con le sue mani gelide.
«Ken, smettila, tanto lo so che sei tu. È già la seconda volta che oggi cerchi di distrarmi, e ti ho detto che devo studiare» sbuffò Petra, scocciata per l'ennesima intrusione. Lui soffocò una risatina, per poi avvicinarsi al suo orecchio e parlare con tono canzonatorio.
«Sbagliato, non so nemmeno chi sia, questo Ken. Anche se come lui vorrei distrarre la mia Capopalestra preferita dai suoi libri».
Al sentire quella voce maledettamente conosciuta, Petra sobbalzò e si alzò di scatto, liberandosi dalla sua presa. Rimase a bocca aperta, rendendosi conto che era proprio lui, in carne ed ossa.
Dopo l'attimo di sorpresa, si gettò tra le sue braccia, stringendolo più che poté.
«Ehi, piano! Quasi non respiro!» esclamò Rudi, stringendola a sua volta.
«Avrei voglia di stringerti fino a farti esplodere» replicò lei, ma sorridendo, «mi avevi detto che non saresti venuto per quella gara di surf».
«E non sei contenta che il Grande Rudi abbia attraversato il mare solo per te?» chiese con un sorriso magnetico Rudi.
«Sì, ma visto che il Grande Rudi non mi ha avvertita,» e sottolineò le ultime parole con un'espressione corrucciata, «non ho preparato nulla per domani. Pensavo di trascorrere la giornata con Ken a mangiare gelato».
«Ancora con questo Ken? Chi diavolo è? Non dovrò mica sfidarlo?» chiese, quasi arrabbiato. Lasciava la sua ragazza sola per qualche mese e già qualcuno le correva dietro?
«Non sarai geloso?» rise Petra. «Non credo ci sia bisogno di sfidarlo, però sarebbe interessante vedere una lotta tra te e il mio Machoke. Sono sicura che vincerebbe Ken!»

 

[500 parole]

 

 

 

 

Angolino dell'Autrice:

 
Ebbene, sono tornata con l'ultimo capitolo: la stagione è l'inverno, e protagonista la coppia Rudi/Petra. Ho sempre pensato fossere perfetti insieme, fin da quando giocavo a Pokémon Zaffiro e così li ho inseriti. Ken è un nome a caso dato al Machoke di Petra, che è l'evoluzione del suo Machop .
Visto che è l'ultimo capitolo voglio fare i ringraziamenti finali a chi ha recensito e a chi ha semplicemente letto. Grazie in particolare a Mikashi, Nivees, Blaite, Bionic_Gurls e Sidney89 per aver recensito. Mi ha fatto molto piacere sapere che la mia raccolta vi è piaciuta.
Spero che apprezzerete anche l'ultimo capitolo.

 

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