It's War

di Black_Sky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1, incontri ***
Capitolo 2: *** Chi gioca con Sirius Black... ***
Capitolo 3: *** CAP 3 Dolce partenza, o quasi. ***



Capitolo 1
*** Cap.1, incontri ***


È una mattina come tante altre, a Busto, città del nord Italia.

Nel liceo artistico Paolo Candiani, la scuola che frequento c’è però molta confusione: pare che qualcuno abbia dato fuoco alle aule al terzo piano e alla palestra, anche se però l’incendio è stato spento poco dopo dai vigili del fuoco.

Io mi chiamo Sara, ho 17 anni e frequento questa scuola da due anni.

Ormai, forse per abitudine, non faccio più caso ai ragazzi che mi lanciano occhiatine maliziose davanti al portone d’ingresso oppure a quelli che subito prima dell’inizio delle lezioni sono ancora nel grande cortile a fumare erba.

Non è una novità, qui succede molto spesso, se non sempre.

Attraverso di corsa tutto il corridoio fino ad arrivare ella mia classe per poi sedermi accanto alla mia migliore amica Elisa che mi ha tenuto gentilmente il posto giusto in tempo per l’inizio delle lezioni.

La prima ora ci tocca la professoressa Guglielmo, l’insegnante di matematica e geometria.

Io me la cavo abbastanza bene ed ho una media dell’8, così comincio quasi subito a farmi i cavoli miei.

Comincio a disegnare su un angolo del banco e aspetto l fine dell’ora, rispondendo quando interpellata, alle domande della prof.

Seconda ora, ma la storia non cambia. Questa volta però c’è italiano, con la prof Basso, ed io continuo a farmi gli affari miei. Vengo disturbata da Gaia che mi picchia sulla spalla con insistenza.

Quando alzo la testa e sto per urlarle contro mi accorgo della ragazza sulla porta: è alta, magra e con i capelli rosso fuoco legati in una coda bassa.

Non capisco cosa stia dicendo alla professoressa, fatto sta che la Basso mi fa uscire dicendomi che è una questione molto importante.

Appena esco trovo fuori dalla porta un signore dai capelli e la barba bianca ed un vestito alquanto strano, due ragazze, la prima con la pelle abbronzata e i capelli lunghi neri legati in una treccia, la seconda con la pelle chiara e i capelli cortissimi e marroni ed infine un gruppetto di ragazzi.

Appena metto il naso fuori dalla porta tutti si girano per guardarmi.

Solo in quel momento riconosco l’uomo dai capelli bianchi: è Albus Silente, il preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Quelli attorno devono essere perciò maghi e streghe.

Due del gruppetto di ragazzi mi osservano e sorridono ebeti, un altro mi guarda incuriosito e un altro ancora proprio ha la testa tra le nuvole.

Il ragazzo incuriosito era molto carino, con i capelli biondi e lisci un po’ lunghi e gli occhi azzurri ma appena nota il mio sguardo su di lui diventa rossissimo e si mette a osservare il pavimento, come se sia la cosa più interessante al mondo.

Uno dei due idioti si mette a ridere più forte alla vista dell’amico rosso come un pomodoro e il mio sguardo si sposta su di lui.

Anche lui è molto carino: ha i capelli castani scompigliati e ribelli, gli occhi color cioccolato dietro le lenti tonde degli occhiali e il fisico asciutto di chi ama fare sport.

Poi, mentre finisco di decidere come sia quel tipo vengo interrotta da una flebile voce che fa: << James, hai fatto colpo …>>

Sposto lo sguardo sul ragazzo che ha parlato, quello piccolo che gli stava accanto divinizzandolo e che aveva la testa nelle nuvole quando tutti mi fissavano. È più piccolo degli altri, con i capelli color topo e gli occhi piccoli e chiari. Sotto il mio sguardo si fa ancor più piccolo e si nasconde dietro all’amico, l’ultimo.

Sposto lo sguardo su quest’ultimo: è il più alto, atletico, con i capelli neri lunghi e mossi, gli occhi grigio fumo contornati da lunghe ciglia nere.

Ci fissiamo per un po’ a vicenda, lui con un sopracciglio alzato e lo sguardo divertito, io con le braccia incrociate e lo sguardo di sfida.

Dopo un po’ il Professor Silente tossicchia e noi ci voltiamo verso di lui.

<< Salve Sara, spero tu mi abbia riconosciuto. Sono qui per chiederti di tornare. Devi aiutarci.>> mi dice in inglese, poi continua << comunque la ragazza dai capelli corti si chiama Alice, quella con la treccia Mary, i ragazzi sono il timido Peter, Remus il biondo, James il ragazzo con gli occhiali e Sirius.>>

Sirius, dove l’ho già sentito?

Vabbè.

Poi mi giro verso la rossa e mi trovo davanti ad un volto familiare, quello della mia vecchia amica Lily.

Eravamo vicine quando ancora abitavo in Inghilterra, poi io mi sono trasferita per motivi familiari e non l’ho più vista, almeno fino ad ora. Lei mi sorride e come se nulla fosse ci abbracciamo.

Poi mi presenta le altre due ragazze: quella abbronzata si chiama Mary, l’altra invece è Alice.

Silente poi mi prende da parte per finire il discorso iniziato prima.

<< Allora? Cosa ne pensi? >> mi chiede il professore guardandomi.

<< Mi riconoscerebbero. Non credo sia una buona idea tornare in quella scuola. >> dico sicura.

<< Qui nessuno a parte me e la signorina Evans sa della tua natura. Agli altri h solo detto che sei una strega molto potente che ci potrà aiutare nella Grande Guerra, loro non lo sanno. Se ti riconosceranno ci penseremo, ora abbiamo bisogno di te. Solo nelle ultime 2 settimane sono morti 15 babbani, di cui 9 bambini dai 2 ai 14 anni. Sei indispensabile in questo momento.>>

Ripenso un po’ a tutte queste cose prima di accettare.

***

È ormai sera.

I ragazzi sono a dormire in sala, Silente nella stanza degli ospiti e le ragazze qui con me, nella mia stanza.

La mattina, dopo l’incontro, era passata in fretta.

Silente era andato via lasciando tutti i ragazzi li, dicendo di voler vedere come se la sarebbero cavata i suoi allievi.

Così ho dovuto annunciare alla classe dei nuovi compagni di classe per un giorno.

Appena i miei compagni hanno visto entrare le ragazze si sono messi a fischiare, come al solito, facendo i pagliacci e le ragazze continuavano a guardare Sirius e James, che se la godevano alla grande.

Dopo un’intera giornata passata tra le risate isteriche delle mie compagne di classe e i patetici tentativi di attaccare bottone con Lily dei miei compagni finalmente è suonata la campanella di fine giornata ed io sono tornata a casa.

Appena arrivata a casa mi sono buttata sul divano stanchissima.

Dopo qualche minuto mi è suonato il campanello e sono andata ad aprire la porta.

Erano Silente e i ragazzi che mi hanno chiesto se potevano dormire lì per quella notte,così l’indomani saremmo andati ad Hogwarts.

Ed eccoci in questa situazione.

Do’ un’occhiata alla stanza: è ampia e con le pareti ricoperte completamente da graffiti fatti da me tutti colorati, il letto a castello in ferro con le coperte con le stampe di fumetto in bianco e nero e il pavimento bianco.

Per terra quel pomeriggio avevo sistemato dei futon, i materassi giapponesi,  per me e Lily.

Lily si è addormentata da poco mentre Mary e Alice stanno dormendo già da più di un ora.

Mi alzo, cercando di non fare rumore ed esco dalla stanza, attraverso i corridoi della casa fino ad arrivare in sala, dove James e Sirius stanno parlando cercando di non far troppo casino per non svegliare i due amici che dormono come ghiri.

Passo oltre per non disturbarli e cerco di andare sul balcone.

Arrivo lì davanti e apro la portafinestra per poi uscire e guardare il paesaggio.

Mi metto con le braccia appoggiate alla ringhiera in ferro e rimango lì pensierosa per un po’.

Poi mi siedo su una delle quattro sedie in ferro attorno al tavolino tondo. Fa abbastanza freddo, dato che siamo a fine di febbraio. Il mio pigiama poi è composto da un paio di leggins neri felpati ed una maglia extra large sfumata dal blu al bianco, con le maniche morbide e larghe.

Rimango li e dopo un po’ mi adormento, pensando a quello che succederà l’indomani.

 


NOTE DELL'AUTRICE
Non ammazzatemi vi prego!
Questa storia la voglio dedicare a Sara, una mia cara amica che mi ha dato l'ispirazione per il la long.
Grazie mille amica mia, grazie di essere ciò che sei veramente, senza preoccuparti di ciò che la gente pensa di te.
Grazie mille per il sostegno e per l'appoggio.
Grazie per essere una delle poche persone vere e leali che conosco
Kira

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Capitolo 2
*** Chi gioca con Sirius Black... ***


Mi sveglio con la luce dell’alba che illumine il balcone di casa mia.

Rientro poichè fa troppo freddo per rimanere fuori e poi voglio vestirmi per fare un ultimo giro della città prima della partenza.

Cerco di non fare rumore per non svegliare nessuno, passo davanti al salotto a passo spedito ma qualcosa attrae la mia attenzione: Peter sta dormendo con la bocca aperta e la testa a penzoloni sul divano, Remus invece sta sulla poltrona composto, con la testa leggermente piegata verso il basso e le labbra leggermente tirate in un sorriso, James è a pancia in giu, con le gambe e le braccia aperte a mo’ stella marina e Sirius, dorme sul….. no…. Sirius non c’è.

Vabbè, sarà in bagno…

Torno sui miei passi e vado in camera mia.

Anzi, arrive davanti a camera mia e mi becco una porta in faccia.

Lily e Alice sono furiose.

Pare che i due mancanti all’appello cioè Sirius e Mary abbiano deciso di divertirsi…

Che schifo, che si trovino un’altra parte, non in camera mia.

Apro la porta ed entro nella mia stanza.

La scena che mi si presenta è questa: Sirius in mutande che dorme sopra le coperte n

Ella stessa posizione di James però in stile Pippi Calzelunghe, con I piedi sul cuscino, mentre Mary è raggomitolata nella coperta. Con passo felpato raggiungo il letto con in mano un annaffiatoio pieno d’acqua.

Quando sono lì inizio ad annaffiare quei due che si svegliano di colpo.

<> urla lui.

<< Bhè dopo aver seminato si annaffia bene la terra, non lo sapevi?!>> gli rispondo sorridendo io mentre continuo a fargli la doccia.

La poveretta che se ne sta affiance non dice nulla.

<< Ma la vuoi piantare?! Sono sveglio, sono sveglio!>> inizia ad urlare Sirius, che ormai ha I capelli attaccati al viso.

Metto giù la mia arma e mi giro per prendere i vestiti nell’armadio.

<< Vedete di pulire un po’ questo macello voi due>> dico prima di uscire dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.

 

 

Quella ragazza mi da sui nervi.

Come osa venire li e gettarmi l’acqua addosso?!

Sarà pure carina, anzi, bella ma non può fare così.

Ci vuole una bella vendetta.

Di quelle che si ricordano per il resto della vita.

Esco dalla stanza e cerco il bagno per cambiarmi.

Sono in mutande e pergiunta bagnato fradicio.

Per fortuna Remus ha portato il cambio per tutti… quell ragazzo è magnifico!

Vado in sala e frugo nella borsa del mio amico fino a trovare I miei Jeans neri e la T-shirt dei Beatles.

In quell momento James si svegli e mi prende per la caviglia, facendomi cadere per terra.

<< Almeno dopo le tue notate potresti vestirti Felpato!>> mi sbadiglia il mio migliore amico.

Mi rialzo furioso e corro a cercare il bagno.

Quando finalmente trovo una porta sul fondo del corridoio che potrebbe essere quella del bagno, cerco di raggiungerla.

Sono quasi arrivato quando qualcuno spalanca la porta ed io gli cado addosso.

Mi trovo faccia a faccia on un’alquanto incazzata Sara. I nostril nasi si sfiorano e rimango incantato dai suoi occhi ancora una volta, esattamente come il giorno prima.

Anche lei mi guarda e continuamo a fissarci a vicenta per n po’.

Poi lei fa un mezzo sorriso e poi dice << Potresti spostarti Sirius? Grazieee>>

Io mi alzo e le porgo la mano per aiutarla.

In fondo io sono un cavaliere.

Lei la afferra e la tiro su.

Solo adesso che mi è così vicino noto che è più piccola di me di circa una decina di centimetri.

Indossa una canottiera lunga rossa e dei jeans stretti scuri.

I capelli biondi sono lisci e lunghi fino a metà schiena e gli occhi azzurrissimi sono vispi e furbi.

Quando mi ricordo di essere in mutande divento rosso.

Non tanto per a vergogna, sono abituato ad andare il giro in mutande, quanto per la rabbia dello scherzo  di prima.

<< Scusa dovrei andare, non posso stare qui tutto il giorno>> mi dice lei svegliandomi dai miei pensieri I vendetta.

Solo in quell momento noto di starle praticamente appiccicato e di starla tenendo per la vita.

La lascio bruscamente e la faccio uscire chiudendo la porta subito dopo.

Mi vendicherò, quella ragazza si è messa contro di me, e si sa, chi gioca con il fuoco, rischia di bruciarsi, e con Sirius Orion Black l’ustione è garantita.





NOTE DELL'AUTRICE
 in questo capitolo bhe non succede un gran che però serve per continuare la storia.
Non si capisce ancora nulla da questa faccenda però Sirius Black ha trovato qualcuno che gli tiene testa.
Ringrazio Simone che mi ha aiutata e mi aiuterà a scrivere i capitoli in cui il punto di vista è di un personaggio maschile e Sara che si è prestata per questa storia.
grazie ille a tutti quelli che hanno letto questa storia e Marty Evans che ha recensito il primo capitolo.
bacioni
Kira

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Capitolo 3
*** CAP 3 Dolce partenza, o quasi. ***


 

CAP 3

Torno in camera mia e inizio a preparare le valige.

La valigia, in fondo non mi serve molta roba.

Inizio a tirare fuori i vestiti dall’armadio.

Quando ho scelto cosa portare prendo la borsa di pelle ed inizio ad infilare dentro tutti i vestiti.

Per fortuna  è dotata di un incantesimo di estensione irriconoscibile.

Ho messo via tutto in poco tempo, una decina di minuti.

Poi mi accorgo di una busta per terra, la raccolgo e la apro.

“Le vorrei ricordare di portare ad Hogwarts anche un vestito da sera, per una festa importante ed elegante.

Io sono fuori, a vedere la città che è magnifica, tenga d’occhio I ragazzi.

Albus Silente”

Speriamo solo che il vestito non serva per le feste del  professor Lumacorno. Sono pallosissime.

Scelgo tra la moltitudine di abiti da sera che ho nell’armadio.

Ne ho di tutti i tipi ma alla fine ne prendo uno a caso.

Sono molto fiera della mia valigia/borsa.

Gli altri sono tutti fuori in cortile ad aspettarmi ed io sono ancora qui.

Giro camera mia in lungo ed in largo, cercando di imprimerla nella memoria.

Questa era la mia vita ed ora devo abbandonarla, abbandonare tutto quello che avevo costruito, per tornare nel mondo magico.

Metto sotto braccio la borsa e prendo il chiodo di pelle dal letto.

Esco dalla porta e mi trovo zuppa.

Sono appiccicosa, così mi tocco i capelli e mi trovo le mani impiastrate di quello che sembra miele.

Poi sento ridere dietro di me e mi giro.

Sirius è accasciato a terra e sta ridendo come un pazzo.

Poi si rialza e si avvicina, con un sorriso sadico sul vlto.

 

 

Sto ridendo a crepapelle.

Mi sono vendicato.

Ma quando si gira mi fa tenerezza.

I capelli le cadono davanti al viso e sono dorati, dal tato miele che le ho fatto cadere in testa.

Poi alza la testa e mi guarda ed io non ce la faccio a vederla così.

Questa ragazza mi farà impazzire.

Mi avvicino e lei mi sorride.

Poi si avvicina anche lei.

Siamo ormai vicinissimi e penso anche che possa riuscire a strapparle un bacio.

E lei mi abbraccia.

Mi passa le mani nei capelli.

E in quell momento mi ricordo.

<> le urlo addosso cercando di staccare quella ragazza con addosso il miele.

<< Perchè? A te non piace il miele?!>> risponde lei ridendo.

Quando finalmente riesco a staccarla sono tutto appiccicoso anche io.

Lei poimi passa affianco e si mette a correre.

Poi mi ricordo. Il bagno. Devo andare a cambiarmi.

Cazzo.

 

 

Sto ridendo come una stupida in bagno.

Mi sto lavando i capelli ed intanto penso alla faccia di Sirius quando l’ho abbracciato.

Aveva una faccia ebete.

Quando finalmente ho finite di lavare i capelli me li asciugo con la magia e mi do una pulita.

Esco dal bagno e mi trovo davanti ad un pulitissimo Sirius, che deve aver usato anche lui la magia.

L’unica pecca sono i capelli.

Non sono tornati a posto del tutto.

<< Carina la nuova acconciatura Sirius >> dico io con la faccia più seria che riesco a trovare.

Lui si avvicina di nuovo e mi guarda negli occhi.

Siamo nuovamente vicinissimi.

<< Mi vendicherò Sara. Ti passerà la voglia di farmi scherzi del genere. >>

Mi sta minacciando?!?!

<< Guarda che è colpa tua! Mi hai fatto cadere in testa almeno tre litri di miele! >> gli urlo io con una faccia stupita.

<<  Tu mi hai annaffiato questa mattina!>>

<< Mhà. Sai com’è! Ti sei messo a fare I tuoi comodi nel mio letto! >>

Silenzio.

Silenzio imbarazzante.

<< Non finisce qui Tesoro>> mi dice con aria di sfida.

Poi se ne va.

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