Era amore. Tutto qui

di M a i
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parole che non possono parlare ***
Capitolo 2: *** Paura d'essere amati ***
Capitolo 3: *** Sbagliando si continua a sbagliare ***
Capitolo 4: *** Quando amare è vivere ***
Capitolo 5: *** Non avere una meta ma voler camminare ***
Capitolo 6: *** Amare o non amare ? Amare. Sempre e comunque ***



Capitolo 1
*** Parole che non possono parlare ***


 

Ben poco ama colui che può esprimere a parole quanto ami.
Dante
 

- Ted ? –
- Umh ? –
- Quanto mi ami ? –
Ted si solleva piano facendo leva su un braccio mentre porta una mano a coprirgli la vista per non essere accecato dal sole di luglio.
- Non saprei risponderti, Meda –
La ragazza scruta, con la fronte aggrottata,  il suo volto allegro.
- Perché ? Dovrebbe esserti facile, se mi ami davvero –
Ted si lascia andare a una risata cristallina mentre le scosta delicatamente una ciocca ribelle dagli occhi e gliela rimette dietro all’ orecchio.
- Meda, come potrei esprimere a parole quanto è grande il mio amore per te ? Se potessi farlo significherebbe che ti amo ben poco.  –

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Capitolo 2
*** Paura d'essere amati ***


L'amore è come le epidemie: più uno le teme, più è esposto al contagio.
Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795 (postumo)



Dei passi risuonano solitari nel corridoio deserto.
Andromeda ha il naso affondato in un libro pesante. Due braccia l’afferrarono all’improvviso trascinandola in un’aula.
- Perché mi eviti ? –
La ragazza si sistema la divisa, stizzita, per poi lanciare un’occhiataccia al ragazzo che ha di fronte.
- Io non ti evito. –
- Invece sì, ed è perché mi temi. –
Un brivido e una verità che le scappa dalla bocca.
- Io non temo te, temo quello che potresti donarmi –
Un sorriso divertito attraversa il viso del Tassorosso.
- Non lo sai, Andromeda Black ? L’amore è come una malattia contagiosa: più ne si ha paura, più si rischia il contagio. -

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Capitolo 3
*** Sbagliando si continua a sbagliare ***


L’amore comincia quando ci accorgiamo di aver sbagliato ancora una volta.
Ennio Flaiano, Melampus, 1970

 
Le sue labbra si posano sulle sue, le loro anime si cercano e s’incontrano lì dove le loro labbra si toccano.
 E Andromeda si scosta, scuotendo la testa.
- Baciandoti sbaglio, accarezzandoti sbaglio, solo l’essermi innamorata di te è uno sbaglio –
- A volte sbagliare è giusto. – le mormora Ted.
- No, sbagliare ti insegna a non compiere nuovi sbagli. Ma io continuo ad amare anche se, mi è stato insegnato che nella vita è il più grosso errore che si possa fare -  sussurra lei. 
- L’amore non è mai un errore, Meda. E il tuo amore è cominciato perché ti sei accorta di aver sbagliato ancora. -  

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Capitolo 4
*** Quando amare è vivere ***


Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita.
Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982

 
Andromeda si rimira nello specchio, il candore dell’abito da sposa  talmente intenso che sembra emanare luce propria. Si gira per osservarsi da ogni angolatura, con occhio critico.
- Smettila, Meda. – la rimprovera bonariamente Ted alzando gli occhi al cielo - Sei perfetta con questo vestito, proprio come lo eri con quello precedente e quello precedente ancora –
La Black gli lancia un occhiataccia dallo specchio.
- Primo, tu non dovresti essere qui, è inaudito che lo sposo aiuti la sposa a scegliere il vestito. Secondo, questo non mi sta affatto bene, mi ingrassa. –
Il ragazzo la raggiunge e la stringe da dietro in un tenero abbraccio.
- Sono delle idea che dirai la stessa cosa anche dopo un’altra decina di cambi. – sospira baciandole il capo – Sarebbe stato tutto molto più semplice se ti fossi sposata con un Purosangue, come dovevi. Sarebbe stata tua madre a scegliere l’abito e tu non saresti impazzita. –
Gli occhi scuri della ragazza si addolciscono, si volta per incontrare il suo sguardo fattosi triste.
- Forse, ma avrebbe voluto dire lasciarsi sfuggire l’amore. –
- E allora ? –
Andromeda si volta di nuovo, abbandonandosi contro il petto del ragazzo, chiudendo gli occhi.
- E allora, Ted Tonks, avrebbe voluto dire anche lasciarsi sfuggire la vita, quella che non ho mai vissuto prima d’incontrarti. - 

[ double drabble,  216 ]

 

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Capitolo 5
*** Non avere una meta ma voler camminare ***


L'amore può condurci all'inferno o al paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. 
Paulo Coelho, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto, 1994

 
Sono seduti su una panchina solitaria di un parco londinese, la luna fa bella mostra di se in quella serata di luglio.  Solo le cicale intonano il loro canto ma nella testa di Andromeda c’è molto più rumore. Porte che sbattono, minacce di un padre che non riesce più a imporsi sulla figlia ribelle, urla isteriche di una donna appena rinnegata dalla figlia; tutti suoni sentiti poche ore prima che ora si fanno sempre più acuti e fastidiosi  per le orecchie della ragazza. 
- Che cosa c’è ? – le domanda Ted accortosi della tua inquietudine.
- Le ultime parole di mia madre, continuano a tornarmi in mente –
Ted appoggia la sua giacca sulle spalle della ragazza per poi cingergliele con un braccio.
- Quali sono state ? -
- Dove ti condurrà questo amore, Andromeda ? Dove ti condurrà, traditrice del tuo sangue ? – ripeté lei mentre delle lacrime le solcavano il volto,  inevitabilmente.
- E dove ti condurrà questo amore, Meda ? – le chiede lui sollevandole il mento con le dita. Scrutando le sue iridi nere, Ted, può leggere chiaramente la certezza nella risposta che sta per dargli.
- Non lo so, Ted. Potrebbe portarmi al Paradiso così come all’inferno. Ma non mi importa. Perché comunque mi porterà sempre in qualche luogo, e io di stare ferma non ce la faccio più. – 


[double drabble   223 ]

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Capitolo 6
*** Amare o non amare ? Amare. Sempre e comunque ***


 E' preferibile l'aver amato e aver perduto l'amore, al non aver amato affatto.
(L. Tennyson)

 
Si rigira tra le lenzuola col sudore che le imperla la fronte. Apre gli occhi e a tentoni cerca l’interruttore della lampada sul comodino. Le capita  spesso di svegliarsi nel cuore della notte, quasi sempre ormai.
- Ted ? – sussurra appena voltandosi dalla parte del letto dove dorme suo marito. Ma lui non c’è. Un venticello fresco entra dalla finestra del balcone, socchiusa.  Andromeda si districa dalle coperte e a piedi nudi e camicia da notte la raggiunge. Una figura solitaria è appoggiata al parapetto. Lei sorride avvicinandosi in punta dei piedi a Ted.
- Non riesci a dormire ? –
L’uomo si volta e accarezza il volto della donna.
- Non sono il solo a quanto pare –
- Ti tormenta qualcosa, vero ? –
Ted si lascia andare in un sospiro.
- E’ che a volte non posso fare a meno di chiedermi se tu non abbia dei ripensamenti  –Andromeda si appoggia anche lei alla ringhiera, lo sguardo rivolto alle stelle.
- Sì, a volte ne ho. Perché il dubbio che tra noi possa finire e io perda il tuo amore non può fare a meno di affacciarsi nella mia mente. Ma anche se fosse così non tornerei sui miei passi. Preferirei aver amato e aver perduto l’amore, al non avere amato affatto. 
I loro occhi s’incontrano e la promessa è quella dell’eternità.

 [ double drabble; 222 ]

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