Indovina chi viene a cena!

di nari92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una sorpresa per Mr Gold ***
Capitolo 2: *** Una strana famiglia ***
Capitolo 3: *** L'ospite inatteso ***



Capitolo 1
*** una sorpresa per Mr Gold ***


Indovina chi viene a cena



 
Capitolo 1: Una sorpresa per Mr Gold
 
 
Era stata una giornata stressante al banco dei pegni. Prima Regina: nonostante stesse provando a diventare “buona” per amore di Henry sembrava non provare il minimo rimorso nel tormentare quotidianamente il suo nemico-amico di sempre. Pareva sentirsi legittimata ad agire così nei suoi confronti, quindi Rumpel era l’unico in città ad avere ancora a che fare con la Regina vecchio stile. Quella che, per l’appunto, irrompeva nel suo negozio furiosamente (una volta o l’altra avrebbe davvero rotto la campanella appesa sulla porta d’ingresso) blaterando di accordi da fare, questioni da discutere e ricordandogli costantemente che ora lui aveva un punto debole, che c’era Belle eccetera eccetera. Non era molto credibile in quanto cattiva, non ora che aveva aiutato Snow e il principe a cacciare Cora una volta per tutte, ma quella donna non voleva apparire cambiata agli occhi del suo rivale, nonché vecchio maestro, questione di orgoglio immaginava lui.
Quel giorno era entrata lamentandosi del fatto che il cane che Gold aveva regalato a Belle per il suo compleanno (un bellissimo setter irlandese che la ragazza aveva chiamato Lumière) aveva lasciato escrementi davanti alla sua porta di casa.
“accuse pesanti signor Sindaco” aveva risposto con un sorrisetto ironico lui “potrebbe anche essere stato Pongo o uno degli altri 20 cani in città. Ma se è stato lui, sicuramente ad attirarlo è stato il profumo delle sue lasagne appena sfornate, so che ha l’abitudine di lasciarle sul davanzale per raffreddarle.”
“non scherzi con il fuoco Mr. Gold” si era sporta sul bancone avvicinandosi pericolosamente “la prossima volta il suo bel setter potrebbe non fare ritorno alla casa con il colore più imbarazzante di tutta Storybrooke”
Gold non era riuscito a trattenere una risata “dal minacciare le persone ai cani, forse stai davvero migliorando Regina” ma lei era già uscita sbattendo la porta.
Pensava di essersi levato la seccatura della giornata quando vide arrivare Marco con un’aria che definire timorosa sarebbe stato un eufemismo. Iniziò uno sproloquio su quanto fosse difficile in quel periodo mettere da parte i soldi per l’affitto che –senza voler essere critici- era forse un po’ troppo esoso per un capannone riadattato a magazzino. Gold lo guardò interdetto per alcuni istanti, prima di fermare quel monologo senza capo né coda. Non smetteva di stupirlo come la gente si fosse messa in testa che, siccome Belle aveva ritrovato la memoria e l’amore per lui e suo figlio era arrivato con lui a Storybrooke, lui sarebbe diventato un benefattore, un bonaccione. Per quanto provasse a dimostrare a tutti che la realtà dei fatti era immutata la sua reputazione era irrimediabilmente danneggiata.
Ciò nonostante riuscì a mettere un po’ di paura a Geppetto prima di scacciarlo per chiudere il negozio in anticipo. Voleva andare velocemente, per quanto il ginocchio glielo permettesse, a casa, passando dal market più vicino in modo da comprare una bottiglia di Dom Pérignon, lo champagne preferito di Belle. Sorseggiarne un bicchiere insieme, immersi nella vasca da bagno con Sali profumati, era un’immagine che poteva sistemare anche una giornata come quella. E invece no, ovviamente era spuntato fuori Grumpy, il nano più fastidioso mai fuoriuscito da un uovo, chiedendogli, piuttosto sgarbatamente a dire la verità, di andare al campo dove stava crescendo la pianta di fagioli magici, per verificare che tutto stesse proseguendo al meglio. Ovviamente Leroy si era procurato un ottimo motivo per smuovere Gold, Belle era stata informata e ci sarebbe rimasta molto male se lui non avesse fatto del suo meglio per aiutare gli altri.
La visita alla pianta era stata una totale perdita di tempo, non c’era nulla che non andasse. Ma era servita a fargli perdere troppo tempo, il market era chiuso, così dovette dirigersi a casa a mani vuote, dove trovò la luce già accesa. Poco male, pensò Gold mentre girava la chiave per aprire, avevano in ogni caso tutta la serata per loro.

“Oh, sei arrivato finalmente, temevo ti fossi perso!”
Disse Belle andandogli in contro e posandogli un frettoloso bacio sulle labbra.
Gold capì subito che qualcosa non andava: non aveva mai visto Belle con un grembiule e in casa c’era un profumino cui era poco abituato. Non era il tipo da ignorare la situazione, essere sospettoso faceva parte della sua natura.
“A cosa dobbiamo la versione di Belle donna-di-casa?”
“Quanto la fai lunga, ho solo cucinato due o tre cosette, lo sai che ormai ho imparato a cucinare e ogni tanto mi piace sperimentare”
Belle non udì nessuna risposta da Rumpel e sperò ardentemente che non fosse già arrivato in sala da pranzo.
“Stai sperimentando anche su come apparecchiare per otto persone?”
Speranza vana.
Arresasi, Belle gli andò incontro asciugandosi le mani nel grembiule
“ho solo pensato che da quando Emma e Bae sono tornati in città non li abbiamo ancora invitati a cena… mai…così ho invitato loro, Mary Margareth, David e Regina qui da noi stasera… mi sembrava una cosa carina”
“ora spiegami da quale prospettiva invitare qui mio figlio, mio nipote, la madre di mio nipote, i suoi genitori che peraltro hanno la sua stessa età e la madre adottiva di mio nipote, che sarebbe anche la sua bisnonna adottiva ti è sembrata una buona idea? Senza contare il fatto che Regina ha cercato di far fuori metà delle persone che saranno sedute a tavola, e che l’unico con cui ci è andata vicino era l’unico a cui pare voglia bene. Oh, e poi mi odiano tutti.”
Belle ascoltò il discorso con un sorriso obliquo, divertita dalla tragicità comica di Gold. Poi gli si avvicinò posando un bacio leggero sulle sue labbra.
“andrà benissimo” gli sussurrò per tranquillizzarlo “e poi siamo una famiglia, strana e mal combinata forse, ma pur sempre una famiglia, quindi sarà il caso di farci l’abitudine non ti pare?”
Gold non si tranquillizzò molto a dire la verità ma capì che protestare oltre non sarebbe servito così si diresse al piano di sopra per togliersi la giacca e allentare il nodo della cravatta. Passò in bagno per sciacquarsi le mani e mentre si insaponava noto nel riflesso dello specchio una bottiglia e due bicchieri posati sul bordo della vasca da bagno; si sciacquò velocemente e prendendo l’asciugamano si avvicinò all’oggetto della sua curiosità. La bottiglia era un Dom Pérignon, esattamente il vino che avrebbe voluto comprare lui al mini Market e, accanto ai bicchieri, c’era un bigliettino scritto da Belle (riconosceva la scrittura fluida ed elegante) che diceva “per ringraziarti della pazienza che hai avuto con tutti stasera e per avermi resa felice.” Rumpel sorrise tra sé e sé. Non sapeva se considerare Belle molto dolce per avere così tanta fiducia in lui da sapere già prima che sarebbe stato paziente o se considerarla molto furba, per aver fatto in modo che leggesse il bigliettino in anticipo costringendolo così ad essere effettivamente paziente. In entrambi i casi la adorava.
Scese le scale lentamente, deciso a meritarsi la sua ricompensa.
Belle stava infornando il pollo arrosto e Gold fece un rapido scatto (il ginocchio avrebbe presentato il conto senz’altro il mattino dopo, ma poco gli importava in quel momento) per baciarla sul collo mentre si rialzava.
“Posso aiutarti a fare qualcosa?” le sussurrò all’orecchio
“Mah, il più è fatto, però potresti scegliere un vino che si abbini bene con le portate, te ne intendi più di me”
“Mmh devi dirmi cosa prevede il menu però..”
“pasta al forno, pollo con patate arrosto e per dessert il tiramisu”
“ti sei proprio impegnata vedo…beh direi che per il primo e il secondo andrà benissimo un rosso e per il dessert prenderò un bianco”
“bene”.
 
Mr Gold realizzò quanto quella cena e gli eventi che avrebbero potuto seguirla lo preoccupassero solo nel momento in cui il campanello suonò. Il suo battito cardiaco accelerò in un modo che neppure reputava possibile.
“Rumpel, puoi aprire tu? Sto togliendo la pasta dal forno!” Sentì a malapena la frase che Belle gli urlò dalla cucina e si diresse meccanicamente alla porta. Fece un respiro profondo che, in verità, non aiutò molto e girò la maniglia.
I sorrisi gentili sui visi di Emma e di Neal svanirono percettibilmente nel momento in cui la porta si aprì, segno evidente che avevano immaginato che ad aprire la porta sarebbe stata Belle. Henry invece non era affatto stupito  e con un “ciao nonno” sorpassò Gold entrando nell’ingresso per poi spostarsi rapidamente in sala, come se si trattasse della solita visita domenicale ai nonni, come se quella fosse una famiglia normale. Gold si trovò a pensare che, benché non condividessero dna in alcun modo, Belle e Henry erano forse i due che si assomigliavano di più in quella famiglia così mal combinata, pronti a lottare per chi amavano, a entrare nella vita di chi era loro accanto senza chiedere il permesso, ma al tempo stesso capaci di dare seconde possibilità a chi non ne avrebbe meritato neanche una.
Emma era troppo tesa e agitata per quella cena per rimproverare Henry di essere entrato senza chiedere il permesso;  riscuotendosi guardò Gold, che sembrava ancora più sconvolto di lei e gli sorrise imbarazzata porgendogli una teglia: “abbiamo preparato un antipasto”
“grazie…entrate, accomodatevi pure”
Neal passò accanto a suo padre rivolgendogli solo un cenno del capo. Le cose erano state strane a Storybrooke tra loro due: era evidente che Gold lo rivoleva nella sua vita, e lui si era reso conto di quanto, nonostante tutto, amasse suo padre. E forse stava davvero provando a cambiare. Ma aveva bisogno di tempo, di spazio, di fare un passo alla volta. Appese il cappotto all’appendiabiti in ingresso e poi lui ed Emma si fecero guidare dal padrone di casa in sala da pranzo, dove Henry aveva già acceso la televisione, comportandosi come  casa sua.
Emma ritrovò un po’ della suaforzae lo sgridò di getto
“Henry! Non sei a casa tua, non puoi entrare e accendere la televisione! Non-
“Oh non sgridatelo, davvero, mi fa piacere che si trovi a suo agio qui..” disse dolcemente Belle entrando, e Gold pensò che avrebbe sottoscritto in pieno quelle parole.
“Grazie Belle, ma credo che Henry dovrebbe imparare a chiedere il permesso”
“scusa…”
“ cosa stavi guardando comunque?”
L’intromissione di Neal gli fece guadagnare uno sguardo infuriato da parte di Emma ma un sorriso soddisfatto da parte di Henry e, visto che i secondi erano molto più difficili da ottenere dei primi, si compiacque del risultato ottenuto.
“È il superbowl! Vi siete tutti dimenticati che è stasera!”
Belle ovviamente non aveva idea di cosa stessero parlando, ma intuì che poteva essere un buon momento per lasciare da soli gli uomini, così chiese a Emma di aiutarla a portare tutto in sala da pranzo.
Gold rimase da solo vicino al tavolo mentre Neal raccontava a suo figlio di come avesse una volta assistito ad una clamorosa vittoria dei Saints dal vivo.
Stavano davvero legando molto, sicuramente più di quanto non avessero fatto Gold e Neal, pensò tra sé, ma i suoi (stranamente) cupi pensieri vennero interrotti dalla voce squillante di Henry.
“Nonno! Vieni a vedere, quest’azione è favolosa!”
Neal fece posto sul divano a suo padre e Emma pensò, mentre li guardava di sottecchi dalla porta della cucina, che visti così sembravano proprio dei normali nonno papà e nipote che guardano il superbowl. Si ritrovò a sorridere mentre il campanello suonava di nuovo e Belle correva ad aprire.
 
L’impatto di Belle con la nuova ospite non fu meno traumatico di quello di Rumpel, comprensibilmente, considerando che la donna che stava accogliendo a casa sua era quella che l’aveva tenuta in prigione per buona parte della sua vita, anche se fare calcoli sulle tempistiche era sempre difficile a Storybrooke. Fortunatamente però Belle, nonostante la sua giovane età aveva ben più autocontrollo dell’uomo con cui viveva, così si sforzò di fare un sorriso il più accogliente possibile a Regina.
“Regina, benvenuta!”
“Grazie Belle, questo è un dolce alle mele, ricetta di mia madre”
Quella che sarebbe stata, in qualsiasi altro contesto una normalissima frase di un ospite che porta un dolce a casa di chi l’ha invitato a cena, in questo caso sembrava più una minaccia di morte. Considerando i trascorsi di Regina con le mele. E considerando sua madre. Belle si impose di smettere di pensarci mentre accompagnava la nuova arrivata in cucina.
 
“Miss Swan, i suoi genitori sono in ritardo, problemi in paradiso?”
“Solo un piccolo diverbio su cosa portare questa sera, nulla di cui lei si debba preoccupare.” Rispose prontamente Emma con un sorriso fintamente rassicuratore.
“Ciao mamma!”
Non finiva di stupire Regina che, dopo tutto quello che avevano passato, per Henry lei sarebbe sempre stata mamma. Era commovente a pensarci, ma lui lo faceva con una naturalezza impressionante.
“Ciao Henry”. Quello che non diceva con le parole lo dicevano i suoi occhi.
“Suggerisco di regalare un orologio al nostro principe azzurro per il suo prossimo compleanno” Belle fece un sorrisino di disapprovazione al sarcasmo di Gold che appoggiato al suo bastone faceva la sua entrata in cucina.
La ragazza si sforzò di pensare a qualcosa da dire che non riguardasse il tempo atmosferico per smorzare quell’atmosfera tesa e rompere quel silenzio infernale, ma fu, letteralmente, salvata dalla campanella, in quanto i ritardatari Charmings fecero finalmente la loro entrata in scena.
“Belle ciao! Scusa il ritardo tantissimo, ma James voleva preparare i profitterol e io non mi ricordavo la ricetta, così ho telefonato a Granny, ma lei non c’era, c’era Ruby, che mi ha raccontato del suo appuntamento con Whale, a proposito sapevate che quei due escono insieme?? Insomma, non pensavo che l’avrei mai detto ma con lei credo che il nostro dottore metterà la testa a posto! Beh, a quel punto non sapevo a chi chiedere, così ho improvvisato, ma è venuto tardi e James non trovava la cintura così-”
“Mary Margareth respira!” Belle era rimasta travolta dal fiume di parole della regina ma Henry, che l’aveva avuta come maestra per parecchi anni era abituato alle sue classiche “frasi da ritardo” come le definivano in classe.
“Giusto Henry, grazie. Comunque qui ci sono i profitterol, non so come sono venuti però…”
“tranquilla, saranno ottimi”
Salutati gli ultimi arrivati Belle fece accomodare tutti in sala da pranzo
“Dieri che ora che ci siamo tutti possiamo iniziare”
Belle sorrise e mantenne la calma mentre tutti si accomodavano intorno al tavolo (rotondo, grazie a Dio, in caso contrario avrebbe già dovuto separare Regina e Gold dal litigare per il posto a capotavola), ma iniziò a capire la riluttanza del suo fidanzato di fronte a quella cena di gruppo. Forse aveva davvero esagerato mettendoli tutti insieme.
Non sapeva perché, ma aveva il forte presentimento che non sarebbe stata una cena tranquilla.
                                           
 
 
 
 
 
NOTE: ultimo delirio da post-esami! Il titolo è quello di un film vecchio che io trovo tanto caruccio ma non c’entra niente con la trama. Come speravo Bae è Neal e la frase di David sul pranzo del ringraziamento mi ha fatto venire questa idea (scema). Siccome l’avevo scritta prima di vedere la 2x16 ovviamente non tiene conto degli eventi recenti, qui Regina si è resa conto all’ultimo di chi era sua madre e l’hanno sconfitta insieme. Forse è un po’ stucchevole e piena di “bei sentimenti” ma per quanto mi riguarda Once è già abbastanza drammatico di suo in questi tempi…in ogni caso se è troppo fatemelo notare senza problemi! L’idea sarebbe di tirarne fuori due o tre capitoli, doveva essere una one shot ma viene troppo lunga, quindi dipende soprattutto dalle recensioni ecc! Baci e grazie a chi legge! ps ai fan di Gossip Girl il Dom Pérignon dovrebbe ricordare qualcosa!

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Capitolo 2
*** Una strana famiglia ***


Indovina chi viene a cena
 


Capitolo 2: Una strana famiglia
 

“Vi presento la mia famiglia
non si trucca, non si imbroglia
è la più disgraziata d'Italia,
anche se soffriamo molto
noi facciamo un buon ascolto
siamo quelli con l'audience più alto.”
G.Gaber 

 
 
 
 

Se si potesse rappresentare l’imbarazzo con una forma geometrica sarebbe senz’altro il cerchio. Questo era il pensiero di quasi tutti i commensali a casa Gold quella sera. Un tavolo rotondo impediva a chiunque di iniziare conversazioni che non coinvolgessero l’intera tavolata e costringeva tutti a guardare in faccia tutti.
Neal picchiettava sul tavolo nervosamente con il cucchiaino del dessert mentre con la coda dell’occhio lanciava sguardi a Emma, che reggeva i piatti a Belle, la quale serviva la pasta al forno. Gold notò che indossava le presine che le aveva regalato per il suo onomastico, con dei disegni di rose rosse.
Regina spostava l’attenzione da Henry ai Charming con uno sguardo che voleva trasmettere spavalderia ma che lasciava facilmente trasparire insicurezza.
“Ho saputo che stai facendo risistemare la biblioteca, Belle, hai dei nuovi volumi?”
La domanda di Snow fece tirare un sospiro di sollievo a tutti, finalmente un argomento di cui poter parlare, i libri, senza scatenare guerre mondiali.
“Sì, sì, dovrebbe essere tutto pronto per la prossima settimana, un donatore anonimo mi ha fatto recapitare dei volumi originali molto antichi e interessanti la settimana scorsa, così ne ho approfittato per riorganizzare tutto”
“E non hai idea di chi sia stato questo donatore anonimo?”
“Tiriamo a indovinare David Nolan?”
La domanda di Charming presupponeva una risposta talmente ovvia e dolce che Regina fu seccata dalla sua ingenuità, chi poteva aver compiuto un gesto così romantico per Belle se non Mr. Gold stesso?
Belle si sentì in dovere di difendere il Principe Azzurro a costo di dover mentire
“Non preoccuparti James, sulle prime non avevo capito nemmeno io che fosse stato Rumpel a mandarli..”
Mai fu detta menzogna più grande, aveva riconosciuto lo stile di Mr. Gold già dal pacchetto curato con cui le erano stati recapitati i tomi.
“E che libri sono?”
Neal non riuscì a tenere a freno la curiosità. Non voleva chiedere a suo padre quali fossero i suoi romanzi preferiti in questo mondo, ma al tempo stesso moriva dalla voglia di saperlo, non poteva farsi sfuggire l’occasione.
“Classici per lo più, i Tre Moschettieri, Cyrano, Guerra e pace….”
“Wow, mi piacerebbe venire a dare un’occhiata”
“Non ce n’è bisogno Henry, ho già messo da parte qualche romanzo d’avventura che penso ti possa interessare parecchio”
Henry sorrise a suo nonno, lasciando tutti, tranne Belle, sorpresi per la complicità nonno-nipote che si era creata in quei mesi.
“Beh, siamo tutti serviti, direi che si può cominciare, buon appetito!”
La pasta al forno era la specialità di Belle, e un piatto che Mr. Gold adorava, tutti furono piacevolmente colpiti dall’abilità ai fornelli di Belle.
“Accidenti Belle, è davvero squisita, potresti darmi la ricetta, dopo?”
Emma scoccò uno sguardo interrogativo a sua madre. Sicuramente in quanto a istinto protettivo non la batteva nessuno, ma la vita da single per 28 anni non l’aveva di certo resa una cuoca eccezionale. In tutta risposta Mary Margareth esclamò
“Che c’è, cerco di migliorarmi!”
“Ma certo Snow, e poi è una ricetta davvero semplice” accorse Belle in sua difesa
“Sicuramente è più difficile che comporre il numero del cinese take-away, ossia il massimo sforzo in cucina di Mary Margareth!”
L’esclamazione di Emma provocò una risata generale, perfino Regina si concesse un sorriso divertito, mentre Snow si fingeva offesa, soprattutto per il tradimento di Charming, che stava, inutilmente, tentando di soffocare una risata.
“Guarda che non ordinavo sempre cinese!”
“Oh, certo che no, a volte anche thailandese, italiano..”
“Insomma, non sarò una cuoca eccezionale, ma i fondamentali li so!”
“Ma certo, come mettere il sale nell’acqua per la pasta…”
“è successo solo una volta, e poi ero distratta, David era appena tornato con Kathryn, avevo la testa da un’altra parte!”
“Certo, certo, come vuoi…”
Snow capì che quella con sua figlia era una battaglia persa in partenza così rinunciò sbuffando, tra gli sguardi divertiti di tutti.
“Parlando di Kathryn, qualcuno sa che fine ha fatto? Non la vedo da prima che la maledizione si spezzasse…”
“Come mai così interessato James?” lo punzecchiò divertita Snow
“è pur sempre la mia ex moglie!”
“tecnicamente siete ancora sposati” puntualizzò Gold, ma Mary Margareth non apprezzò l’intervento.
“Vorrei solo sapere se sta bene, se ha ritrovato Frederick, e se ha avuto il suo happy ending…”
“Beh, su questo posso rassicurarvi io, la signora Nolan” disse Gold con un sorrisetto ironico “è passata nel mio negozio poco dopo che la maledizione fosse spezzata, cercando indicazioni su suo padre, ed era insieme ad un giovanotto.”
“Scusate, ma se c’è qualcuno che conosce la sorte che tutti voi avreste dovuto subire qui a Storybrooke, semai sono io” Regina intervenne accigliata “e Abigail si sarà senz’altro riunita al suo amato, sempre che lui sia riuscito a superare l’esame di maturità” commentò non senza una vena ironica
“L’hai mandato a scuola??” Gold era più scioccato che preoccupato
“Sì, perché, la cosa ti disturba?”
“Ma dove ti è venuto in mente??”
“Aveva un viso giovanile…” rispose la regina con noncuranza.
L’oscuro fece una smorfia scuotendo la testa mentre Belle ridacchiava.
“E Jefferson? Qualcuno sa che cosa gli è accaduto?” Henry chiese interessato
“Lui è sparito dalla circolazione, è parecchio che non lo si vede in  giro… almeno da quando ho cercato il suo aiuto per riportare indietro Emma e Mary Margareth…perché lo chiedi Henry? Non sapevo neanche che vi conosceste, voglio dire, al di là di ciò che hai letto nel libro..”
Belle rispose maliziosamente alla domanda ingenua di David “Henry non conosce molto bene Jefferson probabilmente, ma di certo conosce molto bene la piccola Grace, non è così? Ho notato che passavate molto tempo insieme alla libreria, la consigliavi su che libri leggere….”
“siamo solo amici, tutto lì” borbottò Henry imbarazzato arrossendo.
“In effetti non sembravate solo amici a scuola, quando si fermava il pomeriggio per aiutarti di matematica…” ammiccò Snow, complice di Belle nel far diventare scarlatte le guance del povero bambino.
Gold intervenne in suo soccorso “qualunque cosa sia la signorina Paige per il nostro ragazzo, Henry non faticherà ad ottenere le sue simpatie, ha senz’altro ereditato lo charme di suo nonno con le signore” disse posandogli una mano sulla spalla.
“Senza dubbio Gold, oltre al mio naso ha senz’altro anche il mio innegabile fascino …” si inserì Charming
“Fortunatamente non ha ereditato il suo acume però” commentò sarcastica Regina, guadagnandosi un’occhiataccia dalla famiglia Charming al completo, cui rispose con un sorriso a denti stretti.
“Comunque possiamo tornare alla parte in cui si sosteneva che Gold avesse più fascino di me? Pensavo di essere io il nonno attraente!”
“C’è differenza tra attraente e interessante, Nolan, se lo ricordi”     
Charming sbuffò, discutere con Gold era davvero qualcosa di impossibile.
“Inoltre se non sbaglio è stato proprio il Principe Azzurro a definirmi un don Giovanni
“E questo quando sarebbe successo??” chiese Belle preoccupata
“Quando sono riuscito ad ottenere un appuntamento con la più attraente frequentatrice di pub di basso profilo che io abbia mai incontrato…” disse Gold sorridendo di un sorriso obliquo.
Belle alzò gli occhi al cielo, non amava che le venisse ricordato il suo “periodo da donna succinta”, come lo  definiva ironicamente Gold.
“Non era troppo difficile ottenere un appuntamento con Lacey, da ciò che posso ricordare” si intromise Regina
Belle si sentì gli occhi di tutti puntati addosso e, contrariamente a Lacey, non si sentiva proprio a suo agio in questa situazione
“Oh, insomma, non ero in me stessa in quel periodo, non è colpa mia!”
“Belle, non devi vergognarti di quel periodo, di quella parte di te…tutti noi, sotto la maledizione mostravamo una parte di noi che non ci piace, che non amiamo, che vorremmo nascondere a tutti” la rassicurò Snow
“in effetti era lo scopo dell’intera maledizione, se non l’aveste capito” replicò Regina
“pensavo fosse quello di renderci tutti infelici”
“principalmente sì, ma anche a me piace fare le cose con stile, caro David” sorrise Regina. “e Lacey è stato davvero un colpo di genio”
“lo definirei diversamente ma tra noi c’è anche un minorenne” borbottò Gold.
“Allora, se tutti abbiamo finito, possiamo passare al secondo, abbiamo pollo con patate, spero piaccia a tutti!”
“io lo adoro!” esclamò Henry, seguito a ruota da tutti gli altri.
Neal era silenzioso da un po’.
Non riusciva a farsi un’idea chiara su suo padre, su chi fosse veramente. Questo Mr. Gold, pieno di fascino e buon gusto, di ironia, ma al tempo stesso capace di legare con un ragazzino di 11 anni e di avere al suo fianco una meravigliosa donna che lo amava, non ricordava affatto il Rumpelstilskin che conosceva lui, prima della maledizione, il codardo del villaggio che non era neanche riuscito a non far fallire il suo matrimonio.
E non ricordava neanche la creatura in cui si era trasformato dopo essere diventato l’Oscuro, non lo ricordava né fisicamente, né come modi di fare per lo più.
Mr. Gold sembrava un uomo sereno, in pace con sé stesso. Neal faticava ad ammetterlo, ma gli pesava che suo padre avesse trovato pace senza di lui.
Suonava egoista ma era deluso di non essere stato lui a cambiare il suo essere. E questo era il motivo principale per cui Neal non riusciva a legarsi più di tanto a Belle.
“Allora Neal, che lavoro avevi a New York a cui hai dovuto rinunciare?”
“Oh io…io non avevo un vero e proprio lavoro, facevo lavoretti saltuari ecco, piccole cose”
Emma sorrise, divertita dalla totale incapacità di mentire del suo ex fidanzato.
“Forse potrei trovarti qualcosa qui a Storybrooke, un lavoro che ti piaccia davvero, se mi permetti di aiutarti” si intromise cauto ma deciso suo padre.
“Grazie, ma mi sono arrangiato da solo per tutta la vita, penso di poter continuare a farlo” rispose gelido Neal.
“Oook, il secondo è servito, buon appetito a tutti!”
Il secondo non deluse le aspettative degli ospiti, perfino Regina si complimentò per la perfetta cottura.
Mentre il pollo veniva divorato, Charming iniziò a raccontare qualche avventura di cui solo Snow, che annuiva sorridendo e ogni tanto integrava i racconti, era a conoscenza. Henry lo ascoltava a bocca aperta e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, anche Emma era piuttosto interessata, un po’ orgogliosa di suo padre.
Dopo i primi momenti di difficoltà e di sconcerto Emma stava davvero iniziando ad apprezzare la sua famiglia, ad essere fiera di farne parte, a desiderare un amore vero come quello dei suoi genitori.
Neal era sempre perso nei suoi pensieri, ma fingeva di essere interessato, commentando i racconti di Charming con qualche “wow”, spesso a sproposito.
Rumpel, beh, è evidente, conosceva già  per filo e per segno quelle storie e, anzi, spesso c’era il suo zampino in mezzo.
Regina non poté evitare qualche battutina sarcastica, la sua specialità d’altronde.
Belle si alzò per sparecchiare e preparare i piattini per il dolce, e Gold accorse in suo aiuto.
“Finalmente soli” le sussurrò nell’orecchio appena arrivati in cucina. Belle sorrise e si girò verso di lui
“Sta andando bene, vero? Insomma, nessuno ha ancora minacciato di morte nessuno, quindi è tutto ok, giusto?”
Gold emise uno sbuffo a mo’ di risata “sì, sta andando meglio di come avevo previsto. A parte Bae, ma per quello non c’era da sperare…” aggiunse con una punta di amarezza.
“Lo sai, ci vuole tempo. Ma stasera è qui, è già qualcosa no?” lo rassicurò passandogli le braccia attorno al collo.
“Credo di sì, anche se penso sia qui solo per non dare un dispiacere a Henry”
“Il solito pessimista” disse lei ridacchiando “su, aiutami a portare i dolci di là!”
Non avevano fatto in tempo a sollevare i vari piatti da portata che il suono del campanello li costrinse ad interrompersi per andare ad aprire, questa volta insieme.
Fortunatamente la coppia aveva posato al sicuro i piatti, perché se così non fosse stato, lo shock causato dalla scoperta dell’identità del nuovo arrivato non avrebbe permesso a Belle e a Gold di tenere saldi i dolci in mano.
“So di non essere stato invitato stasera, ma sono pur sempre di famiglia giusto?”
Belle iniziò a chiedersi se fosse il caso di progettare delle uscite di sicurezza da casa Gold.

 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE: Scusate l’attesa, l’università non mi da tregua! Spero vi ricordiate ancora di me e che vi piaccia questo capitolo! Un Grazie speciale va a Parveth89 , che mi ha fatto venire in mente la canzone di Gaber, da cui la citazione, ho pensato che in effetti, famiglie più strane ce ne sono poche. Come al solito, qualsiasi consiglio/critica/insulto non troppo pesante è ben gradito! Alla prossima!

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Capitolo 3
*** L'ospite inatteso ***


   Indovina chi viene a cena
 


Capitolo 3: L’ospite inatteso
 

Belle strabuzzò gli occhi mentre il nuovo arrivato si puliva poco elegantemente gli stivali sul tappetino fuori da casa Gold. Quando ebbe finito, della scritta “welcome” restava solo una traccia sbiadita, anche se, in realtà, "welcome" non era certo il termine che rappresentava al meglio i pensieri di Rumpelstilskin riguardo l’ospite inatteso.
“Non osare avvicinarti a mio padre”
A Gold, che doveva ancora riprendersi dal primo shock, per poco non venne un infarto nel vedere suo figlio schierarsi in prima linea per difenderlo dal suo acerrimo nemico di sempre. Non se l’aspettava.
“Stai calmo, ragazzino, non sono qui per fare del male a nessuno. Ho solo saputo che l’arrosto di Belle è imbattibile” le lanciò un occhiata languida “e che la favolosa ricetta di Cora per la torta alle mele non è andata perduta insieme a lei”.
“Hook, non sei il benvenuto, non lo sei mai stato e mai lo sarai” Regina dichiarò perentoria
“Per una volta, Regina, mi trovi d’accordo. Ci sono persone che non cambiano mai” la spalleggiò Gold
“Strano, credo di aver già sentito queste frasi, e di chi si parlava? Ah già. Voi due”
“Non c’è nessuno in questa stanza che gradisca la tua presenza, pirata” di inserì James
“Io sì”
L’asserzione di Emma fece strabuzzare gli occhi a tutti i presenti, meno che a Henry, il quale osservava sua madre con l’aria di aver capito più degli altri.
“Emma stai scherzando spero, sai cos’ha fatto Hook? Sai quanti danni ha causato alla mia famiglia? Ha portato via mia madre, mi ha abbandonato ai bambini sperduti e all’ombra, ha tentato di uccidere mio padre e di far fuori tutta Storybrooke. Ti serve altro, per capire che tipo di persona è?” Neal era inferocito e Gold realizzò che forse suo figlio odiava il pirata più di quanto non facesse lui. E si sentì uno stupido per non averlo realizzato prima. A lui Hook aveva rubato la moglie, ma suo figlio era stato privato della madre in tenera età. Non l’aveva mai più rivista per colpa di quell’uomo.
“So benissimo quali sono le sue colpe, e credo che anche lui ne sia ben consapevole. Ma so anche quali sono le mie, quali le tue, quali quelle di tuo padre e quelle di Regina. Eppure siamo tutti qui attorno ad un tavolo a parlare come se nulla fosse stato. È perché ci siamo dimenticati di ciò che è stato o è perché abbiamo capito e perdonato?”
Le parole di Emma colpirono tutti. Nessuno in quella stanza poteva affermare di essere davvero puro, di non aver commesso un errore che aveva poi rimpianto per il resto della vita.
La prima a parlare fu Regina.
“Emma ha ragione. Credo che anche Hook abbia diritto ad una seconda chance. Io l’ho avuta con Henry, è giusto così. Ma sappi che sei in prova, pirata”
“Sono d’accordo con Regina. Non mi sento nella posizione di fare la morale a nessuno, neppure a Hook. Ma ti avviso, un solo passo falso e la fiducia che ti è stata data ti verrà tolta all’istante” decretò Snow, con l’assenso silenzioso di tutti gli altri partecipanti alla cena.
Tutti meno uno.
“Se pensate che io possa perdonare l’uomo che mi ha portato via mia madre quando avevo solo 7 anni siete tutti impazziti. Se resta lui me ne vado io”  Neal prese al volo il suo giubbotto dall’appendiabiti e se ne andò chiudendosi dietro la porta.
Emma fece per seguirlo decisa ma Gold la bloccò con una mano.
“Ci penso io. Vado a parlargli” sussurrò, incoraggiato dallo sguardo di Belle, che non staccava gli occhi dai suoi.
Il rumore del bastone si sentì ancora per qualche istante nel silenzio della sala, ma poi andò a confondersi non appena Rumpelstilskin arrivò alla terra del giardino.
Tutti gli ospiti rimasti in sala si guardavano piuttosto imbarazzati, finché David non ruppe il silenzio
“Scusate ma quei due non erano ancora ai ferri corti?”
“Si staranno riappacificando..” commentò Snow noncurante mentre Belle non distoglieva lo sguardo dalla porta.
“Per quanto io adori le riunioni familiari, la torta di mele, che poi è il pezzo forte della serata, senza offesa Belle, si sta raffreddando. Quindi propongo di lasciare quei due al loro destino e tornare in sala da pranzo, tanto non farà molta differenza”
Belle le lanciò un’occhiataccia ma poi fu la prima a tornare al suo posto e portare in sala da pranzo la torta di Regina. Tanto essere preoccupata da in piedi ed esserlo da seduta faceva poca differenza.
 
 
Neal aveva fatto davvero poco strada e Gold, nonostante il rallentamento del ginocchio malandato, impiegò appena cinque minuti a raggiungere suo figlio.
Lo trovò seduto sul ciglio della strada, i gomiti appoggiati sulle gambe e lo sguardo perso.
“Ti è sempre piaciuto sederti al lato della strada. Dicevi che ogni persona che passava raccontava una storia, anche se non parlava. E tu adoravi immaginare storie su di loro, indovinare da dove venissero, dove andassero, quale fosse il loro lavoro. Sei sempre stato un sognatore, ma al tempo stesso eri molto concreto”
“Non c’è contraddizione tra le due cose. Proprio perché si è realisti si deve sognare”
Gold si prese un minuto per riflettere su quello che gli aveva appena detto il suo Baelfire. Quel ragazzino era sempre stato così profondo. Aveva cercato, con gli anni, di nascondere ai più il suo vero animo. Ma con le persone a cui teneva davvero questo ritornava sempre a galla.
“Hai ragione a odiare Hook. Io l’ho fatto per molto tempo. Più di chiunque altro. Ma questo odio non mi ha portato a nulla; o meglio, non mi ha portato a nulla di buono. Finché nel tuo cuore ci sarà spazio per l’odio e la vendetta, non troverai mai la serenità che tanto cerchi”
“Cosa ne sai tu di cosa cerco..”
“Sono tuo padre” Neal non poté controbattere questa verità
“Proprio tu vieni a parlarmi di lasciar perdere l’odio e la vendetta? Tu che ne hai fatto una ragione di vita?”
“Proprio io. Perché so meglio di chiunque altro che questo non porta da nessuna parte, te lo posso assicurare”
Neal era combattuto. Da un lato avrebbe voluto lasciarsi andare con suo padre, e raccontargli tutto ciò che aveva nel cuore. Dall’altra l’orgoglio lo frenava, non voleva dargli vinta questa battaglia troppo facilmente.
Preferì mantenersi sul vago.
“E allora, cos’è che dà questa tanto agognata serenità?”
“L’amore”
“L’amore. E sentiamo, tu cosa ne sapresti dell’amore?”
“Più di quanto non ne sappia tu. Io sono insieme alla donna che amo, non mi pare si possa dire lo stesso di te”
Neal sbuffò, ma Gold sapeva di aver fatto centro.
Passò una macchina sfrecciando, probabilmente Ashley e Sean, quel povero ragazzo stava impazzendo per insegnare a guidare alla sua ragazza, ma non c’era proprio speranza.
“E cos’ha di tanto speciale l’amore di Belle da darti la serenità, cos’è che il mio amore di figlio non poteva darti?” Neal si pentì di averlo detto nell’istante stesso in cui aveva pronunciato quelle parole, ma non ne poteva più di tenersele dentro. Così, ecco, le aveva vomitate lì all’improvviso, senza un vero perché.
Gold prima sobbalzò. Poi non capì. E poi si diede dello scemo per non aver capito prima ciò che davvero faceva soffrire suo figlio.
Non c’entrava l’amore per Emma, e non c’entrava neanche l’essersi scoperto padre all’improvviso. E, paradossalmente, non c’entravano neanche tutti i problemi che loro due avevano avuto, non c’entrava l’abbandono, il varco, gli anni di lontananza e non c’entrava Milah. C’entrava che Bae si sentiva escluso dalla nuova vita di suo padre, surclassato.
“Bae…Bae, nessuno, nessuno potrà mai prendere il tuo posto nel mio cuore, tu..” Gold dovette interrompersi perché aveva la voce rotta dalle lacrime.
“Bae io ero un uomo senza scopo nella vita quando ti ho perso. Anzi, il mio unico scopo era ritrovare te. Ma più passava il tempo, più mi inaridivo dentro, senza di te a tirare fuori il meglio di me. È a quel punto che è arrivata Belle, a farmi riscoprire la parte più profonda di me. Ma ho sbagliato tutto anche con lei sai?
Mi ha perdonato però, e ora sto cercando di diventare un uomo degno del suo amore, e del tuo, Bae. 
Il mio amore non è una quantità fissa, da dividere in tante porzioni. Amo Belle, senza che questo riduca l’amore infinito che provo per te… E quando dicevo che l’amore dà serenità, io mi riferivo a te. Al tuo amore.”
Neal aveva provato a trattenere le lacrime per qualche istante, ma poi non era riuscito nell’intento. Perché erano lacrime di una vita, erano le lacrime della sua vita.
“Papà io…io pensavo mi avessi dimenticato, pensavo potessi essere felice senza di me, e non riuscivo a darmi pace perché io non ci riesco. Non riesco ad essere felice senza che tu faccia parte della mia vita, per quanto ci provi”
Gold seppe che le sue parole non sarebbero servite a molto, così fece una cosa che non faceva da molto tempo. Gold abbracciò suo figlio. Fu come fare un salto nel passato e tornare all’improvviso indietro di 300 anni, al loro ultimo abbraccio, la sera prima che Rumpelstilskin diventasse l’Oscuro. E ci furono scuse non dette e molte promesse in quell’abbraccio, come ve ne sono in tutti gli abbracci.
Passarono alcuni minuti o forse delle ore, ma padre e figlio non se ne resero conto.
 
 
“Comunque io sono con Emma, tanto quanto tu sei con Belle, se non di più” puntualizzò Neal, cercando di darsi un tono dopo aver sciolto l’abbraccio.
Gold sorrise
“E con quel se non di più cosa vorresti insinuare?”
“Beh, papà, diciamocelo, hai una certa età, è normale che certe cose risultino un po’…difficili?”
Gold rise. Aveva dimenticato quanto fosse bello ridere con Bae, quanto lui tirasse fuori il lato più innocente  e ingenuo di lui.
“Meglio che tu non faccia troppo lo sbruffone, Bae, tuo padre è ancora in ottima forma e ne avrebbe di cose da insegnarti, che tu ci creda o no..”
“Siamo suscettibili eh sull’argomento? Forse dovrei chiedere direttamente a Belle come vanno le cose, che dici?”
“Non ti azzardare! Se solo ci provi Emma verrà a sapere talmente tante cose sulla tua infanzia che la voglia di avvicinarsi a te le passerà del tutto!”
“Hai vinto, hai vinto”
Neal passò una braccio attorno alla spalla di suo padre.
“Dai papà torniamo a casa”
“Anche se c’è Hook?”
Al sentirlo nominare Neal si irrigidì.
“Tu pensi davvero che meriti una seconda possibilità?”
Gold sospirò
“Penso che io di seconde possibilità ne ho avute parecchie. E che spesso non le meritavo… Hook forse non è così diverso. Non credo che riuscirò mai a perdonarlo sinceramente di quello che ha fatto alla nostra famiglia, ma la colpa non è stata solo sua. Se Milah ed io ci fossimo amati davvero lei non avrebbe sentito l’esigenza di scappare. E poi non credo che avrebbe mai voluto ferire te”
“Ma l’ha fatto. Mi ha portato via mia madre”
“Lei se n’è andata liberamente Bae. Dobbiamo accettare questo, non eravamo abbastanza per lei, voleva di più la sua libertà, e se l’è presa. Hook è stato solo un mezzo, se così si può dire; se non fosse stato lui, sarebbe stato un altro”
“Se la metti così…va bene, proverò ad accettarlo.”
“Bravo Bae, è la scelta giusta…”
“Sì…è ora di tornare a casa”
 
 
“Certo che ce ne mettono di tempo” Hook, da quando aveva scoperto come funzionavano gli orologi lì a Storybrooke, non poteva fare a meno di guardare l’ora ogni cinque minuti. Trovava molto affascinanti quegli aggeggi, con tutti i loro ingranaggi particolari. E casa Gold, ovviamente, offriva il meglio del meglio.
“Se tu avessi evitato di portare via la madre al figlio di Rumpelstilskin forse ci saremmo evitati di passare mezzora nell’attesa di una riconciliazione familiare” intervenne Regina, preoccupata per la sua torta, sempre più a temperatura ambiente.
“ventinove minuti, per ora, per l’esattezza”
“come ti pare”
“E comunque non credo di essere io la causa di tutti i problemi di Baelfire e Rumpelstilskin”
“Sicuramente non li hai aiutati”
“Tu invece gli hai proprio reso la vita facile eh?”
“Avevo i miei buoni motivi” lo liquidò la Regina. “Belle, non potremmo almeno iniziare a mangiare la mia torta? Si sta raffreddando sempre di più!”
“La metteremo in forno qualche minuto, non voglio che Rumpel e Bae si perdano il dolce!”
“Ma in forno la rovini!”
“Regina, si può sapere qual è il problema con questa torta? Non fai che parlarne da quando siamo arrivati! Nessuno mette in dubbio le tue capacità culinarie, stai tranquilla!” asserì Snow, con il consenso di tutti i presenti.
“Non è per le mie capacità, è per mia madre” Regina abbassò lo sguardo.
“è la prima volta che la faccio da quando lei è morta, vorrei che fosse buona, tutto lì. È uno dei pochi ricordi che ho di lei”
La confessione di Regina fu accolta nel silenzio, nessuno sapeva bene come commentare. Così David fece la cosa più semplice e più giusta.
“Dall’odore sembra ottima Regina. E ora me ne taglio una fetta e la assaggio, giusto per controllare. Tranquilla Belle, Gold e Neal non si accorgeranno mai che l’ho presa”
Snow guardò orgogliosa suo marito. Forse non era il migliore nei discorsi, ma quando si trattava di gesti veri e sinceri nessuno lo batteva, era uno dei tanti motivi per cui lo amava.
“La miglior torta di mele che io abbia mai assaggiato! Non che tu abbia molte rivali, Regina” scherzò il principe.
“Ancora con questa storia? Mi iscriverò a un corso di cucina se è proprio indispensabile!” sbottò Snow, lievemente offesa, incrociando le braccia.
“Quello che so potrei insegnartelo io…se sei interessata”
Se fosse stata Belle a pronunciare quella frase, sarebbe stata solo la proposta di un’amica. Se fosse stata Emma, la supplica di una figlia. Se l’idea fosse arrivata da Granny sarebbe stato un po’ inquietante e Snow avrebbe preferito tirarsi indietro, ma tutto sommato non sarebbe stato così strano, dati gli istinti materni della nonnina verso l’intera popolazione di Storybrooke.
Ma la frase l’aveva pronunciata Regina, e si trattava quindi di un vero miracolo. A meno che, Snow dovette ammettere a sé stessa di averci pensato, Regina non la volesse avvelenare di nuovo; poco originale e spesso anche poco efficace, è vero, ma Regina aveva i suoi clichés. Scartata l’ipotesi dell’avvelenamento scattava quella, meno probabile, di un gesto sincero e totalmente disinteressato.
“Grazie Regina, mi piacerebbe davvero tanto..”
“Quando vuoi” Regina sorrise. Non di quei sorrisi inquietanti e scaltri, ma di quei sorrisi sinceri, di quelli che, per intendersi, di solito erano riservati solo a Henry.
Il quale, Henry, era già da un po’ andato a stravaccarsi sul divano con la tv accesa e Emma, esasperata quanto lui dall’attesa era andata a sedersi al suo fianco, perseguendo uno zapping selvaggio.
“Sei stata brava prima, a difendere Hook “ le disse Henry sorridendo.
“Mi sembrava giusto, in fondo un po’ mi ritrovo in lui. Ci vuole del tempo prima di concedersi di affezionarsi a qualcuno di nuovo. E ci vuole tempo per capire che ciascuno di noi ha bisogno degli altri, della famiglia in primis. Anche se è un po’ scapestrata come la nostra” aggiunse con un sorriso la Salvatrice.
“A me piace. È diversa dalle altre, ma è più vera, più genuina ecco.”
A Emma piacque l’espressione. Una famiglia genuina.
 
 
Il campanello della porta suonò finalmente e Belle tirò un sospiro di sollievo. Non sapevo di preciso di cosa avesse paura, ma di qualcosa aveva paura. Forse che la chiacchierata andasse male e che Gold cadesse in depressione. Oppure che Neal non l’avrebbe mai accettata come parte della famiglia. D’altronde aveva notato le occhiate che a volte le lanciava, ma aveva preferito non dire nulla a Rumpelstilskin, quei due avevano già abbastanza problemi. Sperava solo che Gold non dovesse un giorno scegliere tra lei e suo figlio; avrebbe senz’altro scelto lui, come era giusto, ma per lei sarebbe stato durissimo.
Tutte queste paure divennero concrete nell’istante in cui apriva la porta.
Si trovò faccia a faccia con Neal. Occhi negli occhi. E fu a quel punto che Neal la sorprese e le sorrise. Non fu un gesto eclatante, solo Belle, Neal e Gold lo percepirono, ma era un gesto che cambiava tutto.
 “Abbiamo pensato che un po’ di gelato non avrebbe guastato alla tua torta, Regina, abbiamo fatto male?” esclamò Gold rientrando. Si sentì strano nel pronunciare quelle parole, non era mai stato il buontempone, quello che interrompeva i momenti più tesi alleggerendo l’atmosfera. Forse era l’effetto che gli faceva essere nonno, o forse era solo che, anche se gli costava fatica ammetterlo, amava quella famiglia. Era così…così genuina.
“Un tocco innovativo non guasta mai” sorrise serena Regina.
“Io aggiungerei una bottiglia di dolce , l’ho comprato qua all’angolo e mi sono fatto consigliare, spero di aver azzeccato la scelta…” Hook estrasse una bottiglia da un sacchettino molto elegante. Nessuno l’aveva notato quando era entrato.
Neal prese in mano la bottiglia e lo soppesò, leggendo l’etichetta accuratamente.
“E ti sei fatto fregare, questo vino è una schifezza”
“Veramente?” Hook alzò un sopracciglio infastidito.
Tutti trattennero il respiro. Era stata solo una tregua temporanea, la loro?
“No, sto scherzando, è un ottimo vino, uno dei miei preferiti.” Tutti risero e Hook strinse la mano a Neal.
“Ricominciamo da zero, d’accordo ragazzino?”
“Proprio da zero non sarà mai, ma cerchiamo di dimenticare gli screzi passati. E godiamoci questo vino! Ah, se fai il bravo, Henry, potrai assaggiarne un po’ anche tu!”
“Che cosa? No! Non si è mai parlato dell’eventualità che Henry possa bere vino, scordatelo Neal!”
“E dai Emma, solo un goccio, mica si sbronza!”
“E ci mancherebbe ancora, no, non se ne parla! Regina?”
“Mi trova assolutamente d’accordo miss Swan, vino prima dei 18 anni è impensabile!”
“Beh, forse 18 è un po’ esagerato, ma siamo due contro uno, Neal, arrenditi!”
“Se l’opinione di un nonno conta qualcosa, Emma, allora siamo due contro due, mi dispiace ma devo appoggiare mio figlio in questa lotta…”
“E se serve l’appoggio di un altro nonno, mi schiero anch’io pro vino!”
“David!”
“Immagino sia superfluo aggiungere che un pirata è sempre dalla parte di chi vuol bere vino, giusto?”
Emma alzò gli occhi al cielo e si diede per vinta.
“E va bene, dategli vino, whisky, vodka, qualcosa da fumare e portatelo anche in un locale di spogliarelliste, tanto qui decidete tutto voi!”
“Sono sicuro che per il locale di spogliarellisti Lacey potrebbe darci ottime indicazioni, non è così?”
“Hook, so che abbiamo stabilito di andare oltre le nostre divergenze, ma ancora una battuta sul passato di Belle, di cui, peraltro, sei parzialmente responsabile, e non avrò problemi a tornare alle mie vecchie abitudini, tipo strappare le lingue a chi non parla in modo appropriato delle persone a cui tengo”
Rumpelstilskin riusciva ancora ad ottenere un certo effetto quando minacciava le persone e tutti i commensali si erano bloccati mentre lui parlava, in attesa di una risposta del pirata.
Hook rimase in silenzio qualche istante.
“Mi dispiace, Belle, davvero una battuta di pessimo gusto, puoi perdonarmi?”
Belle sorrise sollevata.
“Ma certo, in fondo non era troppo sbagliata come affermazione, credo di essere entrata in un locale del genere una volta…”
“Belle!!?”
Regina soffocò una risatina; sì decisamente Lacey era stata una gran trovata. Si pentiva di molte sue azioni nel passato, ma vedere Gold alle prese con una donna del genere era stato davvero troppo divertente.
“Ma ero sotto la maledizione! E poi non ho fatto niente, davvero!”
Gold stava per controbattere quando il campanello interruppe nuovamente la conversazione; Belle ne approfittò per evitare quella scomoda discussione e corse ad aprire la porta.
“Disturbiamo? So che non siamo invitati ufficiali, ma eravamo qui in giro e abbiamo pensato di passare a fare un salutino! E poi, detto tra noi, eravamo anche un po’ curiosi di vedere come si comportavano alcuni soggetti della famigliola…”
“Lei era curiosa, io no!”
“Oh ma taci, ne hai parlato tutta la sera, e cosa dirà Rumpelstilskin, e cosa farà Regina, e se arriva Hook!”
“Tranquilli, non siete mai un disturbo, accomodatevi!”
Mentre richiudeva la porta Belle iniziò seriamente a chiedersi se mai sarebbe riuscita a godersi quella benedetta bottiglia di Dom Pérignon con Rumpel.

 
 
 
 
 
 
NOTE: ecco qui un nuovo capitolo, temo un po’ troppo lungo, ma spero non troppo noioso! Spero anche che la reunion tra Gold e Neal non sia stata eccessivamente sdolcinata, ci tenevo a scriverla bene, ma fatemi sapere se l’avete trovata pesante.
Molti di voi avevano indovinato Hook (bravi), ora vediamo chi riesce ad indovinare chi sono i nuovi arrivati!
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo e ci sarà anche un momento solo rumbelle alla fine, ma può essere che sviluppi anche un po’ Swanfire.
Grazie a tutti delle recensioni e grazie anche a tutti i lettori silenziosi! :)
 

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