Acqua che Scorre

di postergirl84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I - L'idiota ***
Capitolo 2: *** Atto II - La Ragazza del Coyote Ugly ***



Capitolo 1
*** Atto I - L'idiota ***


Atto I
L'idiota

“Che cazzo vuol dire che ti sposi?” Blocco il pallone fra le mani e guardo il mio migliore amico stringersi nelle spalle.
“Hai presente… chiesa, fiori, tutte quelle cose che piacciono alle donne.”
Gli passo la palla e lui fa qualche palleggio prima di andare a canestro.
“Certo che ho presente, Taylor,  ma avete vent’anni. È incinta?”
 “No.”
Stavolta vado io a canestro e sbuffo. “ E perché diamine ti sposi, allora.”
“Mark, non rompere.  Vuoi farmi da testimone, sì o no?”
“Ma sì certo, amico.” Un altro canestro. Mi fermo per prendere fiato e lui si avvicina.
“Ok, grazie. Ora ho una notizia per te.”
“Lo sapevo che era incinta.”
Sbuffa e mi ruba la palla dalle mani. “Jenny si è molata con Jordan.”
“E tu come…”
“È arrivata piangendo a casa nostra e Lotte mi ha cacciato via.”
Guardo la palla rotolare via e prendo una bottiglietta d’acqua.  Jenny. La immagino nuda nel mio letto da quando… bhe da quando ho capito perché una donna dovrebbe stare nuda in un letto.  “Quanto devo aspettare secondo te per chiederle di uscire.”
“Non chiederle di uscire.”
“Cosa?”
Prende anche lui una bottiglietta e si piega sulle ginocchia riprendendo fiato. “Ragiona, le sbavi dietro da anni e non hai ottenuto niente. Cambia tattica.  Alle donne piace.”
“Gli piace cosa?”
“Che non sbavi per loro. Con Charlotte ha funzionato.”
“Ha funzionato che? Appena lei dice qualcosa tu prima scodinzoli e poi esegui.” “Che cazzo dici, Mark. Se mai è il contrario.”
“Come dici tu, amico.”
“Li vuoi i miei consigli o no”, dice riprendendo il pallone.
“Ma sì, ok proviamo.” Tanto peggio di così.
 

***

Porto il caffè alle labbra e storco il naso, in questo posto lo fanno davvero pessimo. Quanto vorrei poter ordinare una birra. Estraggo il telefonino dalla tasca e guardo l’ora. Tamburello le dita sul tavolo, essere nervosi non è una cosa da ragazze? E poi eccola lì. Si guarda intorno finché non mi vede, si sposta una ciocca di capelli dietro le orecchie ed inizia a camminare verso di me con passo spedito. Quelle gambe prima o poi mi manderanno al manicomio e quella minigonna nera.  Calma e non sbavarle dietro come al tuo solito. Puoi farcela, amico.
Oramai mi è di fronte, la osservo e lei scosta la sedia. Sorride. “Ciao.”
“Ehi.” Bevo un altro sorso di caffè. “Allora che succede? Perché volevi vedermi?”
Sembra colta di sorpresa dalla mia domanda. Si leva gli occhiali da sole e giocherella con l’asta.
“Beh, non è ovvio? Per il matrimonio di Taylor e Charlotte. ”
“Il matrimonio?”
“Immagino sarai il testimone , io sono la damigella. Il regalo…”
“Aspetta, Jenny, frena. Manca ancora un secolo.”
“Sei mesi passano in fretta.”
Sei mesi passano in fretta? Ma perché le donne sembrano tutte impazzire quando sentono la parola matrimonio?
“Jenny, credo che… davvero, abbiamo tempo.”
“No che non abbiamo tempo.”
Conosco abbastanza bene Jenny da sapere che quando è in questo stato è meglio non discutere, annuisco e lei blocca un cameriere ordinando un caffe.
“Quindi, qual è il piano?” chiedo sorridendole.
“Ora ti spiego”, risponde lei. Si perde dietro un giro di parole che smetto di seguire quasi subito. Sarà davvero rosso come sembra il reggiseno sotto quella camicia?
Alla fine del pomeriggio e dopo altri cinque caffè, l’unica cosa che ho capito è che venerdì ci rivediamo. E di certo non mi lamento.

 

***

È ufficiale, io non mi sposerò mai, sono solo il testimone e Jenny mi ha riempito l’agenda d’appuntamenti . Ho sempre saputo che la sua pignoleria rasentava la pazzia ma nelle ultime ore mi sembra pure peggiorata.
“Jenny… aspetta.” Ma come riesce a correre così tanto con i tacchi?
Si volta e mi guarda sbuffando. “Che c’è?”
“Non capisco perché stiamo affittando questa, ecco questa…”
Sbuffa un'altra volta . “Si chiama terrazza, Mark, terrazza. E la stiamo affittando per la festa.”
“Ecco, appunto. Di che festa parliamo? Tu organizzi l’addio al nubilato, io al celibato. Separati, no?”
Batte il piede per terra e mi guarda come se fossi una sottospecie di animale selvatico, infine ignora le mie parole e si rivolge al direttore del locale. “Lo prendiamo. Le do la conferma della data in settimana.”
Lui prende un appunto su un agenda nera e poi si allontana lasciandoci soli in terrazza.
“Non è un bel posto?” chiede appoggiandosi alla balaustra.
“Sì, ma…”
“È per la festa di fidanzamento. Possibile che tu non ci riesca ad arrivare?”
“Una festa di fidanzamento per Lotte e Tay?”
“Certo. Mica per noi.”
“Non stiamo insieme, noi.” Eh? ma che sto dicendo? Ricorda, non provarci con lei.
Jenny sospira , si arrotola una ciocca di capelli fra le dita e poi si volta.
“No, noi no. E comunque a Charlotte piacerà. Non sa di volerla ma in realtà… la conosco ed è una ragazza. A noi ragazze piacciono le cose romantiche, anche se facciamo finta di no.”
“Ehi.” Mi avvicino e allungo una mano. No, cazzo, non devo toccarla, non devo provarci. “Stai bene?”
Scuote appena la testa. “No, cioè sì. Sto bene.” Non toccarla, non sfiorarle i capelli, resta impassibile. Ma se stesse bene non avrebbe quell’espressione. Certo si è appena lasciata con il suo ragazzo, starà pensando a lui. Sono un idiota.
“Jenny?” Mi avvicino  ancora di un passo. “Pensi che la terrazza della Torre Eiffel si possa affittare?”
“Cosa? La Torre Eiffel?”
“Sì, cioè Parigi.  Credo che tu ti meriteresti una cosa del genere.” Bravissimo, Mark. Questo sì che è mantenersi indifferente.
Lei sorride e allunga una mano a spostarmi gli occhiali da sole. “Grazie, Mark.”
Rispondi, di qualcosa ma non balbettare come un idiota. “P…prego.” Ecco appunto.
Sorride ancora e si avvicina di un altro passo. No. Porca miseria, che mi ha detto Taylor? “Uh… guarda, Jenny , un gabbiano.”
Lei sgrana gli occhi e fa un passo indietro. “Cosa?”
“C’è un gabbiano là, guarda.”
Si volta. Come faccio a essere così idiota, come faccio?
“E quindi?”
“E quindi, niente .. è un bel animale, no?”
“Mark? Credo sia ora di andare.”
Perché accidenti ho parlato di quello stupido gabbiano invece di baciarla?
Dannato Taylor e le sue stupide teorie su come conquistare una donna. E perché poi io ho pure deciso di dargli retta? Perché sono un idiota, ecco perché.

 

****

 

Fermo l’auto sotto casa di Jenny e lei cerca le chiavi nella borsa.
“Vuoi entrare?”
“Devo andare.”  Va bene, cerchiamo di uscire da questa falsa in modo dignitoso.
“Ok.” Sbuffa e apre la portiera.
“E che… devo andare davvero.”
“Mark, non ti inventare scuse, ok?”
“Non è una scusa.”
“Certo, come no.”
Esce dalla macchina e cammina spedita verso casa.
La raggiungo. “Ehi,” la blocco afferendola per un braccio.
“Io e Jordan ci siamo lasciati. Non te l’ha detto Taylor?”
“Sì.”
“E allora perchè non ci hai ancora provato con me?”
Spalanco gli occhi e lei sbuffa di nuovo.
“Perché… ecco… io e che…. Ma poi… allora …. Uomo.”   No, mi sa che non sta capendo.
“Mark? Ti senti bene?”
No, per niente. Mi sudano le mani. Ok, non sei un ragazzino, comportati da uomo.
Scuoto la testa.
“Vuoi saperlo perché ci siamo lasciati?”
Altro cenno di testa. Dio, penserà che sono ritardato.
“Mi spiace, non lo so neanche io. Però se mi baci potrei scoprirlo.”
“Io… cioè… bacio.”
“Io l’ho sempre detto a Lotte che sei idiota ma non credevo così tanto.”
Idiota,  idiota, idiota. Lo so, dovrei stamparmelo in fronte a scritte cubitali ma ora Jenny si sta avvicinando e sta passando le mani sulla mia maglietta. Mi tira verso di lei e… mi bacia. Sarò anche un idiota ma questo è….
“Mark? sai non credevo che un idiota baciasse così bene.”
Ride e io non capisco più niente. Ma anche un idiota come me sa che fare ora: riprendere a baciarla.

 

 

Angolo autrice.

Se siete capitati qua per caso so che non ci avrete capito molto ma questa storia è un missing moment di una decisamente molto più lunga: Benzina sul Fuoco
Mark e Jenny sono solo due personaggi di contorno, i migliori amici dei protagonisti ma per una volta i riflettori si sono spostati su di loro.
Se invece avete già letto il resto, spero di avervi strappato un sorriso e che Mark sia proprio come ve lo aspettavate.
Lunedì prossimo posterò la seconda e ultima parte.
Con affetto
Noemi

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Capitolo 2
*** Atto II - La Ragazza del Coyote Ugly ***


Atto II
La Ragazza del Coyote Ugly

Afferro la spazzola e salto sul divano.
“Don't you know, don't you know, that you can't fight the moonlight, no you can't fight it, it's gonna get to your heart. There 's no escape from love.”
Prendo il telecomando e alzo il volume delle stereo.
“You can try to resist, try to hide, from my kiss ,but you know, but you know that you, can't fight the moonlight.”
“Jenny.”
“No matter what you do, the night is gonna get you…”
“JENNY.”
“Underneath the starl…” Sposto i capelli di lato e… la musica smette. Che accidenti è successo? Riapro gli occhi e mi accorgo della mia migliore amica che, di fronte allo stereo, mi fissa scuotendo la testa. “Charlotte.”
Scendo dal divano e mi sistemo il vestito. “Non ti ho sentito… cioè hai usato le chiavi?”
“Jenny, davvero? Le ragazze del Coyote Ugly?
“E allora? Era il nostro film preferito.”
“Ma credevo avessi superato questa ossessione assurda per diventare una di loro.”
“Non è un’ossessione, Charlotte.”
“Ah, e il Coyote che ti sei fatta tatuare sul fianco?”
“Ero ubriaca e non è carino ricordarmelo.”
Mi siedo sul tavolino e Charlotte si mette davanti a me sul divano.
“Allora che succede?” Visita non prevista. Vediamo che ha combinato stavolta.
“Dimmelo tu, Jenny. Che succede?”
Oh, no. Non parleremo di me. E poi che succede a me? Niente, di niente. Assolutamente niente. “Charlotte. Ti ha dato l’anello.”
Lei aggrotta la fronte. “Eh?”
“L’anello. Sì, mio dio è enorme. Ma quando… Cioè.”
Mi allunga la mano e io fissa lo smeraldo all’anulare.  Porca miseria.
“Ieri sera e te l’ho detto per telefono, Jenny. Non cambiare discorso.”
“Non sto cambiando discorso ma vederlo di persona. Cioè è stupendo, sicuro che l’ha scelto da solo?”
“Sì, credo di sì.” Ritira la mano ed io sospiro. “E comunque non sono qua per parlare del mio stupido anello”, continua lei.
“Lotte, uno smeraldo non è mai stupido.”
“Allora non sono qua per parlare del mio, non stupido anello, ma di te. Quando mi volevi dire che tu e Mark vi siete baciati?”
Chiudo gli occhi. Il bacio. Mark. Non avevo stabilito che non era mai successo? E ora cosa ne sa lei?
“Sì, ma non ci siamo davvero baciati... cioè, non sembra ma sa baciare benissimo! No, va be', che cosa? Lotte, ma che fai, ti immagini le cose? Mica l'ho baciato! Ok, un piccolo bacio... oddio, smettila, non è successo niente!”
Oddio perchè mi fa male il petto? Mi trema pure la voce.
Charlotte sospira e poi mi prende la mano. “Lo sapevo che sarebbe successo prima o poi. Dove sono i sali?”
“Non mi servono i sali, Lotte. Sto bene, sto benissimo. Ero un po’ scossa l’altra sera per Jordan e… ok va bene, ci siamo baciati.” L’ho detto perfetto. Ci siamo baciati , ho baciato Mark, l’idiota. E mi è pure piaciuto.
“Ok. Hai baciato Mark e…”
“E niente io non sono come te. Mille mila paranoie, voglio ma non posso. No, non sono così.”
“Scusa ma mi stai offendendo?”
“No, ti sto dicendo le cose come stanno. Tu sei quella delle seghe mentali, io sono quella che agisce.”
Agire, agire, agire, e quindi che faccio adesso?
“E quindi che fai adesso?”
“Quello che non faresti tu. Allora, se io fossi te adesso starei a chiedermi che pensa lui, che penso, io e che non è possibile che Mark lo conosco da troppo tempo, e so che ha sempre avuto una cotta per me, perché io a differenza tua, cara la mia signorina mi sposo, le cose le capisco. Ed era palese che Taylor ti morisse dietro ma tu, no. Non ti accorgi delle cose finché non ci sbatti contro e invece io, io lo sapevo e ok, era anche divertente e che lui è buffo, ed è anche carino a suo modo. Mi dice sempre quelle cose dolci, mi sta sempre dietro e porca miseria bacia in una maniera incredibile e sì, non ha un gran fisico e ha pure l’aria un po’ da sfigatello ma...”
“Ma insomma, Jenny, ti piace o no?”
“Sì mi piace.” Oh porca miseria, davvero? “Anzi ora glielo vado a dire.”
Mi alzo in piedi e prendo la giacca, mica sono del tutto certa di quello che sto facendo, ma ho appena detto che io sono un tipo deciso e non mi rimangio la parola.
“Gli vai a dire cosa e dove?”
“Oggi è mercoledì, sarà al college. Vado là e gli dico... se lo ribacio e basta?”
“Cioè, vuoi bussare alla sua stanza e saltargli addosso?”
“Esatto. Grazie, Charlotte, ottima idea.”
Borsa, chiavi della macchina.
“Jenny, almeno hai la biancheria abbinata addosso?”
Il rossetto dove l’ho messo? “Sì credo di sì. Oddio è Mark, non è importante.”
“Jenny…”
“Vado sì, vado.” E se poi va male? Oh andiamo è Mark non può andare male. “Tu mi aspetti qua, vero?”
Si alza in piedi e mi raggiunge. “Non ne hai bisogno ma buona fortuna.”
 

 
Centoquattro, centocinque, centosei. Scorro i numeri sulle porte delle stanze e poi mi blocco. Non era la centocinque? Perché le stanze in questo college sono tutte uguali? Insomma, nel mio non era così , se volevo vedere uno bastava che… ok, sto divagando. La stanza di Mark, devo bussare alla stanza di Mark.
Centocinque eccola qua.
Do un'altra passata di rossetto, sistemo l’orlo del vestito e busso.
La porta si apre quasi subito e io trattengo il respiro finché non lo vedo. Sgrana gli occhi.
“Jenny?”
Agire. Agire, devo agire. Mi alzo sulle punte e … lo bacio. Sì, decisamente lo sto baciando.
Passa le mani dietro la mia schiena e mi stringe un po’ di più. Ma dove accidenti ha imparato a baciare così… a saperlo prima.
Mi stacco per riprendere fiato e lui sorride. “Wow e io che avevo appena sperato arrivasse una pizza. Direi che tu…”
“Mark? Non parlare.”
“Perché?”
Scuoto la testa e lui mi da un altro bacio. “Perché adesso mi fai entrare, facciamo l’amore e poi... non so probabilmente lo facciamo un'altra volta. Non abbiamo tempo per parlare.”
“Jenny, scusa però questo devo dirtelo. Sei davvero la donna della mia vita.”
Lo bacio. Questa volta è stato lui a lasciarmi senza parole.
 

 
Angolo autrice.

E così si concludono davvero le avventure di Taylor, Charlotte e di tutti quei personaggi che hanno gravitato intorno a loro.
Ancora una volta, con tutto il cuore GRAZIE per aver fatto parte di questo viaggio.
Al prossimo mondo immaginario.
Con affetto
Noemi

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