Amore immortale

di Emma morelamponi
(/viewuser.php?uid=453102)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.I ***
Capitolo 2: *** Cap. II ***
Capitolo 3: *** Cap. III ***
Capitolo 4: *** Cap. IV ***
Capitolo 5: *** Cap. V ***
Capitolo 6: *** Cap. VI ***
Capitolo 7: *** Cap VII ***
Capitolo 8: *** Cap. VIII ***
Capitolo 9: *** Cap. IX ***
Capitolo 10: *** Cap X ***
Capitolo 11: *** Cap. XI ***
Capitolo 12: *** Cap. XII ***
Capitolo 13: *** Cap. XIII ***
Capitolo 14: *** Cap. XIV ***
Capitolo 15: *** Cap. V ***
Capitolo 16: *** Cap XVI ***
Capitolo 17: *** Cap. XVII ***
Capitolo 18: *** Cap XVIII ***
Capitolo 19: *** cap XIX ***
Capitolo 20: *** cap. XX ***
Capitolo 21: *** Cap XXI ***
Capitolo 22: *** Cap XXII ***
Capitolo 23: *** cap XXIII ***



Capitolo 1
*** Cap.I ***


Cap. I

 

Era stanca delle prese in giro dei suoi, cosiddetti, “amici”! non facevano che ripeterle sempre la solita frase: “Sogna, sogna, Angelica! La Terra Di Mezzo, non esiste e men che meno i tuoi amati Elfi. Né loro, né Aragorn e compagnia bella! Torna con i piedi per terra, alla realtà! Torna con la gente vera!!”

Normalmente, avrebbe risposto per le rime, a questa loro…. Chiamiamola battuta, và. Ma non questa volta. Sospirò, tristemente, e si allontanò. Cominciò a correre nel bosco, senza meta, addentrandosi sempre di più nella folta vegetazione. Ad un certo punto, sorrise. Il perché non lo sapeva, ma stava bene. Vide un albero, che dal tronco unico, si divideva in due. Decise di salirci e di aspettare di calmarsi e, magari, tornare indietro dagli altri. Si stupì della sua stessa agilità, e non si accorse del suo cambiamento fisico. Già, era tornata ad essere un’ Elfo, senza saperlo. Si rilassò fra quei rami di quercia, senza pensarci troppo. Se era pazza? Sì, probabile, secondo i … secondo quella compagnia. Niente a che vedere con “la compagnia dell’anello” , anche se anche loro eravano nove. “Meno una, ora…”pensò ridacchiando. Ancora non si rendeva conto, di quanto era successo, perché non la stavano cercando.

Poi ecco le loro voci. Com’erano lontane… che stava succedendo?! Erano vicinissimi all’albero e la sua voce era vicina. << Sono qui sopra, ragazzi.>> disse ad alta voce. Niente. Continuavano a chiamarla, senza vederla, né sentirla. Sentii una risata e un fruscio, alle sue spalle. si voltò e guardò giù. Un elfo biondo, la stava guardando con i suoi occhi azzurri fùlgidi e ridenti, a illuminargli il suo splendido volto. Lo guardò a sua volta, chiedendosi se non fosse per caso, Hàldir di Lòrien! Sembrava proprio lui, in effetti.  - Hàldir? -  sussurrò piano, quasi avesse paura che potesse sparire. L’ aveva comunque sentita, poiché annuì e andò vicino all’albero.

- Daro!! - “Ferma!!” le disse, prima di salire sull’albero e raggiungerla. Era molto, ma molto vicino. - Sei bellissima… ma chi sei?-

- Stavo per chiedermelo io stessa… non pensavo di essere nata elfa! Il mio nome non lo ricordo. Nel mio mondo o, meglio, in quello di quelli che probabilmente mi stanno ancora cercando, mi chiamo Angelica. - gli rispose, con cortesia. -  Mi chiedo perché sono qui… -

- Ti hanno fatta tornare i Signori di Lorien. Mae Govannen, Angelica!- le disse lui, abbracciandola con trasporto. Ricambiò l’abbraccio, con il stesso suo trasporto. Nel farlo persero l’equilibrio e si ritrovarono a terra, lei sopra di lui. L’ aveva protetta… ora però era lì che gemeva, dolorante. Povero Haldir…

- Scusa, mi dispiace.- disse e fece  per togliersi da sopra il suo corpo ma lui la fermò. - Non vuoi che mi sposto, perché? -

- E’ la prima volta che vengo travolto da una bella donna come te. -  le rispose guardandola intensamente. Poi si riscosse e la fece spostare dal suo corpo. Si alzò e l’aiutò ad alzarsi. - Vieni, i miei Signori attendono… -  le disse prendendola per mano. Camminarono nella foresta e ogni albero o foglia, sembrava darle il benvenuto, con i suoi vividi colori. Sentiva di appartenere a questo posto, da sempre ma, ora ne aveva la certezza. Apparteneva a Lothlorien. Ma, soprattutto, apparteneva ad Haldir.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap. II ***


Cap. II

 

Angelica (continueremo a chiamarla così, fino a quando non le sarà rivelato il suo vero nome), guardò Haldir, furtivamente. Non era anch’egli un elfo Silvano? Se era così e, senza dubbio, lo era, perché sembrava fidarsi di lei? Non diffidavano, essi, degli estranei? degli stranieri? Era talmente presa in quelle domande, che sembravano non avere risposte, che trasalì quando Haldir si voltò verso di lei, con un sorriso. – Siamo quasi arrivati. Quella è Caras Galadhon. Mae Tollen, Angelica. (benvenuta, Angelica.) Qui è anche casa tua. Scusa, non volevo spaventarti. – le disse, incrociando le dita alle sue e si fermò. – Vorrei tanto baciarti… ma… -

- Haldir…- lei sorrise e si avvicinò a lui un po’ di più. Gli circondò il collo con le braccia e stava per baciarlo, quando, da abbastanza lontano, risuonò un corno che non era quello che Haldir era abituato a sentire. Lo riconobbe comunque, poiché era quello che veniva suonato a Imladris. – Era un corno elfico, questo, vero?- chiese all’elfo, che sembrava non volersi staccare da lei. Lui annuì, ridacchiando. La strinse ancora per un attimo, quindi la lasciò andare.

- Credo che il bacio dovrà aspettare…. – le disse , accarezzandole una guancia. – Non sono molto lontani. Ci raggiungeranno presto. –

- Pronto a correre, Haldir? – gli rispose lei. Con uno scatto si allontanò qualche metro da lui, dirigendosi verso Caras Galadhon. – andiamo Haldir… se non ti dai una mossa, arriverò per prima, dai  signori di Lorien. – gli disse, ridendo.

- E’ impossibile, mia cara. – le disse lui, raggiungendola in pochi secondi e superandola, fin troppo facilmente. Era già più lontano, quando le disse, voltandosi – vieni, su. – e, da quel momento, corsero assieme.

Entrarono a Caras Galadhon, e lei rimase senza fiato, per la bellezza  del posto. Lo aveva visto nei suoi sogni, tante volte, tantissime. La realtà, però, almeno per una volta, superava i suoi sogni. “Ma sono proprio sveglia o sto sognando?!” pensò, camminando ora, più lentamente, per godersi la visione.

- Siamo arrivati, Angelica. Fra poco saprai chi sei davvero e cosa vogliono da te… - le disse Haldir. La ragazza gli sorrise, gli occhi azzurri scintillanti come gli zaffiri. Angelica guardò in su e si sentì piccola, quasi insignificante, al confronto di quegli elfi stupendi che, ora, la guardavano con curiosità. – Ti sento tesa, Angelica. –

- Beh, non è che si incontrino i Signori di Lorien, così spesso. Anzi, nel mio caso, è proprio la prima volta. Va bene, sono pronta. – gli disse con un sorriso un po’ tirato, ma ugualmente splendido.

- Sei sicura?! – le chiese lui e lei annuì.

Presero a salire, sotto sguardi curiosi di splendenti elfi. Arrivarono al Talan  regale e Haldir le disse di aspettarlo lì, che sarebbe subito tornato da lei, per accompagnarla dai suoi sovrani. Haldir si avviò alla sala dei due troni e si avvicinò ai due Signori. Galadriel, guardò il fidato elfo, con un sorriso del tutto speciale, ma triste. Lei già sapeva che sarebbe stato mandato al Fosso di Helm, che sarebbe stato mandato a morire. Chiuse gli occhi, le si stringeva il cuore se ci pensava… poi li riaprì e gli chiese: - Haldir, la ragazza è qui? –

- Sì, mia Signora, lei è qui. –

- Falla venire, dunque. – gli disse il sovrano, guardando Galadriel e poi Haldir.

Egli annuì e si congedò tornando da Angelica. – Vieni con me, Angelica. – le disse. Lei annuì e lo seguì fino alla base della scala, da dove ora stavano scendendo i due splendenti sovrani. Abbassò il capo, lentamente poi, altrettanto lentamente lo rialzò, incapace di staccare gli occhi di dosso ai Signori di Lorien. La loro bellezza la turbava profondamente, soprattutto quella di Dama Galadriel.

- Mae govannen, Haladiel Gildoriel. – le disse Celeborn, sorridendole. – Benvenuta a LothLorien. –

- Grazie, mio signore Celeborn. Sono lieta di essere qui, di nuovo fra la mia gente… - rispose lei, inchinandosi ai sovrani. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap. III ***


Cap. III





E così, sono figlia di Gildor!!... Ora capisco molte cose…” pensò persa nelle sue elucubrazioni mentali.


- Stai bene, Haladiel? – le chiese sire Celeborn, in tono gentile. Prima che potesse rispondere alla sua domanda, però, risuonò nell’aria e ormai molto vicino, il corno che aveva interrotto lei e Haldir, quando stavano per baciarsi. – Re Elrond è arrivato. Haldir… -


- Sì, mio Signore. Haladiel… - s’inchinò lievemente e, poco dopo, era sparito dietro la porta. Lei voltò nuovamente lo sguardo e vide lo sguardo disperato di Galadriel.


- Dama Galadriel, mia regina, state bene? – le chiese, in tono mesto. In realtà, sapeva benissimo cosa la tormentava perché, lei stessa ne era vittima. Il pensiero di Haldir al Fosso di Helm, la tormentava e l’angosciava. Le toglieva il respiro e la stava distruggendo. Perché l’arrivo di Elrond, la turbava così tanto?! Un brivido gelido, le passò in ogni fibra del corpo.


- Sto bene. Ma sono preoccupata e tu sai perché. Quante volte, Haladiel? Quante volte hai fatto questo incubo, mia cara? – le chiese la bellissima sovrana. – La stessa scena, lo stesso identico dolore, ogni volta sempre troppo forte. I tuoi risvegli, sudata ed in lacrime e la sera hai paura ad addormentarti, non vuoi addormentarti, per non sognare, ancora una volta, la sua morte… -


- Mia regina… anche una sola volta è troppo!! Ma come fate a saperlo? –


- Ti vedevo con lo specchio, ti osservavo!! … sei l’unica speranza. Ma ne parleremo dopo, lui sta tornando. – le rispose, cercando di non far trasparire tutta la sua angoscia.


Si voltò e guardò il suo amato elfo entrare nella sala del trono, con al seguito re Elrond, un elfo biondo che, guardandola, le sorrise in modo particolare. Non come Haldir, ma in modo… paterno. Poteva essere Gildor, suo padre? Sì, poteva. Dietro all’elfo biondo, venivano i due gemelli, fratelli di Arwen. Entrambi mori di capelli, come la loro bellissima sorella, che tanto ammirava, con due occhi azzurro ghiaccio, talmente belli da togliere il fiato.


- Mae Govannen, signori. Benvenuti a Lothlorien. – disse la Dama della Luce, voltandosi, poi, verso di lei. I suoi occhi, ancora puntati sul biondo e nobile elfo che seguiva Elrond, vestito di una tunica argentea, fermata in vita da un’alta fascia in raso azzurro dello stesso colore, del lungo mantello in raso pesante e lucido, la fece sorridere. – Haladiel, mia cara, eri molto piccola, troppo giovane per poter rimanere qui, mentre noi combattevamo la guerra dei cinque eserciti. Tuo padre decise di mandarti in quel mondo che tu detesti tanto, per salvarti la vita, sperando che, un giorno, ti potesse rivedere. –


- E’… lui? È mio padre? – le chiese allora lei e, mentre Galadriel annuiva, si voltò verso l’uomo ed egli le tese le braccia, allargate e pronte per un abbraccio. Esitò solo un istante, quindi si tuffò fra le sue braccia e Gildor la strinse a sé. – Nin Adar (padre mio) … - disse soltanto. Non servivano parole, parlavano il suo abbraccio e le sue lacrime di gioia.


- Nin Sell (figlia mia), finalmente. – disse lui, stringendola a sé tra gli applausi e la commozione generale. – stai bene? –


- Sì. Tu, Adar? – si sentiva euforica in quel momento. Non pensava che a godersi quell’istante. Lui annuì e la strinse di nuovo per un lungo minuto. Non era più sola come nel mondo, da cui era tornata e, ora, oltre ad Haldir aveva pure suo padre! Le persone più importanti per lei.


- Conosci già, re Elrond? – le chiese, facendola voltare verso di lui, tenendole le mani sulle spalle, gentile e rassicurante.


- Sire Elrond… - s’inchinò al re di Gran Burrone, portando la mano destra sul cuore. – E’ un piacere conoscervi, per me. –


- Lo è anche per me, rivederti qui. – Disse lui, sorridendole. La guardò negli occhi e lesse il suo turbamento, profondo e angosciante. Sospirò, ma non disse nulla. Haldir era vicino. – Sei una ragazza ben educata. Ma hai anche un carattere fiero e combattivo, esattamente come tuo padre. –


Haldir ed Haladiel si guardarono, intensamente, per un lungo istante. A nessuno sfuggì il loro gioco di sguardi e la Dama sorrise, per poi dire: - Sei stanca, Haladiel? –


- Forse un poco! – Le rispose. Sapeva cosa voleva dirle e, infatti, la sentì distintamente nella sua mente “Il momento è giunto. Dobbiamo parlare da sole, nella tua stanza. Prendi congedo, li rivedrai stasera a cena!” e io annuii. Si voltò verso il suo sovrano e chiese il permesso di ritirarsi. Permesso che le fu immediatamente accordato. Salutò il padre ed i presenti, s’inchinò ed uscì dalla sala del trono, seguita da Galadriel e dallo sguardo amorevole di Haldir che, però, si domandava cosa c’era sotto. “Perché tanta segretezza? Cosa mi nascondono?! Spero non abbiano intenzione di mandare Haladiel a combattere! Devo stare all’erta.


Ahi, Haldir, ci hai azzeccato in pieno….














Il mio adorato elfo (secondo me questa immagine è la migliore per rappresentarlo!)


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap. IV ***


Cap. IV
 
Dama Galadriel e Haladiel, avevano appena finito di parlare e se n’era appena andata, quando qualcuno bussò alla sua porta. – E’ aperto. Entra pure, Adar. –
- Come sapevi che ero io? – chiese stupito, entrando.
- Chiamala sensibilità elfica… sei mio padre, no?! – Gli fece cenno di sedersi sul letto, accanto a lei e gli chiese: - Dama Galadriel, mi ha detto che hai forgiato tu, la mia spada… Perché? –
- Perché sei come me. Ti ho cresciuta io e, quando ho scoperto che ami Haldir, in modo così totale, ho forgiato la tua spada. È un onore per me!! –
- Mi piacerebbe vederla!! Però… prima vorrei sapere una cosa!! – lui annuì e lei gli chiese:- Mi hai detto che mi hai cresciuta tu. E mia madre? –
- Lei ti ha lasciata sola. Ci ha lasciati soli. Lei mi ha tradito. Non mi amava più. Forse, non ero abbastanza nobile per lei, ma mi aveva lasciato la ricchezza più grande  che io potessi desiderare: te. –
- Oh, Adar, mi dispiace per te, hai sofferto tanto? –
- Sì, tantissimo. – le rispose, accarezzandole una guancia. Lo abbracciò e Gildor la strinse a sé. – Ma per fortuna c’eri tu, tesoro. Non fare male ad Haldir, non farlo soffrire come ho sofferto io. Se non lo ami davvero… -
- Io amo Haldir. Io non posso rinunciare a lui, è l’uomo che vorrei accanto!! Purtroppo non mi è dato di sapere se riuscirò nella mia missione, ma non lascerò nulla d’intentato. Ciò che mi dispiace di più, è che dovrò lasciare te. – gli disse, stretta fra le sue braccia. – Ho un dovere, verso i miei sovrani; lo capisci, vero? – Egli annuì, gli occhi velati di lacrime. – Adar! Non… non piangere. Sii fiero di me, prega perché io torni viva e, magari, anche con Haldir vivo. Ti voglio un bene immenso, ricordalo sempre. –
- Anch’io, Haladiel. Che Iluvatar ti benedica, Nin Sell. (figlia mia). Vieni, andiamo a vedere la tua spada. – Le disse. Uscirono dalla stanza e videro Haldir, venir loro incontro . – Haldir… mae govannen!! (ben incontrato) – gli disse Gildor, chinandosi leggermente e annuendo a mò di saluto.
- Haladiel, Gildor… - fece lo stesso, il Capitano dei Galadhrim. Lei s’inchinò ma lui le prese il viso nelle mani e disse: - Non inchinarti a me, Haladiel. Nemmeno voi, Gildor. Ci vediamo più tardi a cena. Buon proseguimento… - disse loro e, con passo fiero, passò oltre. La giovane, si voltò a guardarlo e vide i lunghi capelli biondi ondeggiargli sulla schiena e desiderò poterglieli accarezzare. Notò il portamento fiero. Testa alta, sguardo fisso davanti a sé. Ma sentì che Haldir era triste. Un nodo le serrò la gola, le lacrime le pungevano gli occhi, premendo per uscire. Sospirò, cercando di reprimerle.
- Forse dovresti lasciarle uscire… - le sussurrò all’orecchio suo padre, - non fa bene trattenerle, certe emozioni. –
- Non posso! Forse domani piangerò… oggi, no. Oggi… io devo essere coraggiosa. Per me e per Haldir. Andiamo, Adar… - gli disse, proseguendo con lui, verso la sala del trono, dove aspettavano Sire Celeborn e re Elrond.
 
Haldir, pensieroso e cupo, se ne stava seduto su un ramo di un albero, appena fuori dal Caras Galadhon. Poco prima, era entrato nell’armeria per controllare che le armi, archi e spade, fossero in perfetto ordine per la battaglia. Le aveva contate, c’erano tutte. L’armaiolo, però aveva un arco Galadhrim fra le mani e ne stava tendendo la corda. – Heranis, di chi è quell’arco?! –
- Capitano! … è di… Haladiel. – disse a disagio. Non avrebbe dovuto dirglielo, lo sapeva ma, resistere allo sguardo indagatore di Haldir, gli era sempre stato impossibile. Haldir, per fortuna, non gli chiese altro. Non avrebbe potuto mentirgli, sarebbe stato un vero disastro se lo avesse saputo. Intanto i sospetti del Capitano, sembravano ingigantirsi. Non posso permettere che Haladiel combatta!! Devo stare più attento che mai!!  È troppo importante per me. È la prima volta che tengo così tanto ad una donna… mi sto innamorando di lei.Anzi, lo la amo dal primo istante che l’ho vista su quell’albero…sorrise, triste. e se non tornassi? Se rimanessi ucciso? Scosse il capo, deciso. Lasciò penzolare una gamba, sospirando.
- Haldir… fratello, a che pensi?! O… dovrei dire a chi?! – gli chiese Rùmil, raggiungendolo sul grosso ramo. – Hai paura per lei? È così? –
- Sì… per lei… e per me! – gli rispose Haldir. – Ho un sospetto e mi sta rodendo dentro, Rùmil. Non so nulla di preciso, ma… Heranis mi ha detto che Haladiel ha un arco Galadhrim. Perché? Cosa ne deve fare, lei di un arco? –
- Beh, è un elfo anche lei. Se non ho capito male, ha sempre fatto tiro con l’arco, prima di arrivare qui e… a quanto mi ha detto Dama Galadriel, era campionessa assoluta, nella sua regione… - gli disse, tranquillo. – Quello probabilmente, è un regalo di Sire Celeborn. Non hai notato, che i nostri sovrani, l’hanno presa in simpatia? Sarà perché tu sei… diciamo… molto preso da lei?… -
- Preso è dire poco! – disse Haldir, sollevato. Suo fratello Rùmil, riusciva a calmare sempre le sue ansie. – Grazie Rùmil… -
- E di cosa, fratello mio?! È sempre un piacere, poterti aiutare. Siamo fratelli. Tu faresti lo stesso per me e Orophin, no? –
- Certo!! – gli disse, sorridendo. – posso chiederti una cosa, Rùmil? Lei, ti piace? –
- Haladiel? Diciamo che… non mi dispiacerebbe, averla per cognata!! – gli disse, strizzandogli l’occhio e gli diede una pacca sulla spalla, per incoraggiamento. – Non te la far scappare, eh?! – gli disse ancora e saltò giù dall’albero.
 
Haladiel e suo padre, intanto, erano arrivati nella sala del trono. Sire Elrond e Celeborn, la guardarono con ammirazione mentre maneggiava la bellissima spada forgiata da suo padre. Naur Halthol  (fuoco che protegge).
- Adar, combatti con me… - gli disse, con gli occhi che brillavano di sfida.
- Io? Attenta… ti batterei troppo facilmente! – le rispose avvicinandosi a lei, la mano destra sull’elsa della spada, pronto a sguainarla. Ma esitante nel farlo.
- Questo è tutto da vedere!! Nin Adar, devo pensare che hai paura? – ribatté, con un sorriso scanzonato. Un sorriso scaltro e malizioso si fece largo sulle labbra di Gildor, che estrasse la sua spada e la sollevò.
- Difenditi! – la esortò.
Il duello fu lungo ed estenuante ma non si arrese fino all’ultimo istante, quando si ritrovò seduta a terra, di botto. Con gli occhi sgranati per la sorpresa, disse: - Wow… questo sì che era un vero duello. Si vede che sei maestro d’armi, Adar.!! Non credo che ti potrò mai battere!! –
- Però te la cavi più che bene!! – disse sire Celeborn, andandole vicino e tendendole la mano per alzarsi. – sei bravissima, Haladiel. Vai a riposarti ora, elfa di Lorien!! –
- Grazie, mio signore… - gli rispose, afferrandogli la mano e alzandosi con agilità. si congedò e uscì, emozionata, dalla stanza. 


questi sono i miei due sovrani preferiti (CELEBORN e GALADRIEL) secondo la mia visione, nella storia
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap. V ***


Cap. V
 
Haldir le si avvicinò, sotto lo sguardo malizioso e curioso dei suoi sovrani e di suo padre. – Ti va di ballare, Haladiel? -  le chiese tendendole la mano.
- Certo Haldir… volentieri. – gli rispose, alzandosi in piedi e prendendo la mano che le tendeva. Gli sorrise, scivolando fra le sue braccia forti e sicure. È meraviglioso stare fra le tue braccia Haldir! Pensò, sorridendogli con dolcezza.
- Guarda, guarda. – esclamò re Elrond, che stava tornando in quel momento. – Haladiel con Haldir!! Non l’avrei mai detto… -
- No? – replicò Sire Celeborn, con un sorriso malizioso e divertito. – Mi stai dicendo, che non ti eri accorto che quei due, sono così presi l’uno dall’altro?! –
- Loro due? Insieme?! – disse re Elrond, incredulo, sorridendo. Li guardò e si voltò verso suo padre. Gli chiese: - Ne saresti felice, Gildor? –
Suo padre si voltò verso di loro e disse:- Molto. Haldir è affidabile e innamorato di lei. Basta guardarlo… - e, nel finire la frase, si voltò verso Elrond. In quel momento, Haladiel ed Haldir, si erano stretti un po’ di più. Lui la guardò negli occhi e lei fece altrettanto. Le prese il viso fra le mani e si chinò su di lei. Era emozionato quanto Haladiel, fissava le sue labbra carnose senza decidersi. Di cosa hai paura, amore mio? Baciami, amore… di sicuro io non ti rifiuto!! Ti amo, Haldir!! 
Quando la sua bella bocca, le sue labbra toccarono le sue, le mancò la terra sotto i piedi. Era da sempre innamorata di questo elfo così coraggioso e leale, verso i suoi sovrani che ora erano anche i suoi. Si staccò da lei per qualche istante, poi la baciò con più decisione, forse anche con la disperazione di chi sa cosa lo aspetta il giorno dopo e non sa se mai ritornerà..
I tre sovrani, (Galadriel, Celeborn ed Elrond) e Gildor si voltarono tutti di scatto verso di loro, che non badavano più a nessuno e sorrisero. Qualcuno dal ramo di un albero vicino, emise un fischio. Rùmil!! Orophin, si era coperto gli occhi, ridacchiando divertito.
Quando si staccò da lei, la strinse forte e lo stesso fece Haladiel. Sorrisero, un sorriso malandrino e felice, in quel momento. – Stiamo dando spettacolo!! – le disse Haldir, prendendole il mento fra due dita.
 
 
- Vero. Ma dimmi, Haldir… ti importa così tanto? – gli chiese, continuando a guardarlo e stringerlo a sé, ignorando gli sguardi dei sovrani e di suo padre e dei fratelli di Haldir.
- Mmm… no!!! – le rispose lui, fissandole la bocca, per un lungo istante. – La tua bocca, è una tentazione continua, Haladiel. –
Rise, gli circondò il collo con le braccia e lo baciò, brevemente. – Anche la tua per me, mio caro! –
- E questo, secondo te, era un bacio?! –
- Sì, perché? – gli rispose, maliziosa. Sapeva benissimo cosa voleva da lei. Ma non lì davanti a tutti. Voleva Haldir, tutta la sua persona. Esclamai rivolta ai presenti: - Miei signori, Adar, vorrei allontanarmi un po’, con Haldir. Posso andare? –
- Certo, andate pure. – disse la Dama, strizzandole l’occhio. Poi, si volse verso Haldir e gli disse: - Mi raccomando Haldir, abbi cura di lei… - era, in realtà, un modo per dire “Sii Gentiluomo”. Haldir annuì e s’inchinò a Galadriel ed ai presenti e lo stesso fece Haladiel.
 
I due elfi, si allontanarono. Si misero a correre ed uscirono dal Caras Galadhon, verso la foresta. Giunsero ad un grande albero, al suo confine, e lei si guardò attorno, per vedere se rivedeva la quercia che l’aveva riportata a casa. Si rese conto che non c’era più e sospirò, sollevata.
- Pensi che ti lascerei tornare in quel mondo, Haladiel? Te lo puoi scordare, tesoro. –
- Mi vuoi qui, Haldir? –
- Sì, ti voglio con me per l’eternità. – le disse, guardandola profondamente negli occhi. Sembrava spingersi nella sua anima, fino in fondo, dolce e insieme inesorabile. Era una sensazione davvero speciale, sentire Haldir nel suo cuore. Ci sarebbe rimasto per sempre, ne era certa.
- Anche se… dovessi andartene nelle Aule di Mandos, Haldir? –
- Anche così, sì. Vorrei che vivessi, però, in quel caso! Prima o poi, ritornerei, reincarnato in me stesso e con gli stessi sentimenti per te. E tu, mi aspetteresti? – le chiese, cercando il suo sguardo. Lo trovò e vi lesse la sua risposta. “Sì”. Era l’unica risposta possibile. – Ti amo, Haladiel. Meled nin. (amore mio) –
- Le Mel, (Ti amo) Haldir. – gli dissi. Posò la bocca sulla sua, e ne prese possesso, baciandola appassionato. Mosse le labbra, facendole schiudere le sue, incontrando così la sua lingua, in una danza dei sensi che portò entrambi a perdere la consapevolezza del tempo e dello spazio, in cui si trovavano. Quando staccò la sua bocca dalla sua, erano entrambi senza fiato. – Vieni, saliamo. Questo è il mio Talan. –
- E’ casa tua? – gli chiese, commossa.
- Sì. Sai salire su un albero, vero? – la prese in giro lui, scherzoso.
- Meglio di te, Galadhrim! – gli rispose lei, balzando su un ramo perpendicolare al tronco, arrampicandosi, poi sempre più su. Si issò sul Talan, con estrema agilità e, poco dopo, fu gettata a terra, da un veemente Haldir. La baciò, coinvolto e amabile ad un tempo. – Haldir, ma ti pare il modo?! Eh sì, che Galadriel si è raccomandata… - rise, mentre lui, con molta passione, l’accarezzava sotto il corto abito, che portava quella sera.
- Mi dispiace, ma non posso farci nulla. Tu hai acceso un incendio, dentro di me. È tutta la sera che ti guardo e non desidero altro che possederti, farti mia. – le rispose, risoluto.  
- Ma… qui? – proferì, in un soffio, mentre il suo tocco si faceva intimo, inebriante e impetuoso. Cominciò a spogliarlo anche lei, a toccargli il petto muscoloso, finché rimasero entrambi nudi. Soli nella foresta quieta, erano gli unici esseri a respirare ansimanti, cercandosi reciprocamente, il sangue che scorreva come fuoco liquido, nelle vene.
Quando Haladiel e Haldir, si congiunsero fu perfetto. L’unione fu totale, non solo due corpi si univano, ma due anime. Anime che si erano cercate e aspettate troppo a lungo, per poter aspettare ancora. Sì, era valsa la pena  aspettare. – Tu… Haladiel, eri… -
- Dillo, Haldir. Ero?... –
- Eri Vergine!... io sono il tuo primo uomo?! – annuì, felice, il respiro ancora ansimante. – Ma… ti ho… fatto male? –
- Solo un po’, all’inizio. Poi era tutto perfetto. Adesso mi dici come faccio io a lasciarti andare?! –
- Devo farlo, sono il Capitano dei Galadhrim, lo sai! Cercherò di tornare intero e vivo. – le disse, commosso quanto lei.
Già, ma senza Haladiel, non potresti mai salvarti, Haldir…
 
  
 
 
  

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap. VI ***


Cap. VI
 
Come previsto da Dama Galadriel, Haldir la lasciò molto presto quella mattina. Le diede un lungo bacio e abbandonò la sua stanza che era ancora buio e, le stelle, brillavano ancora alte nel cielo blu scuro, che pareva velluto, ricamato di scintillanti gemme preziose.
Haldir, perdonami. Verrò con te, con l’inganno ma sono costretta a farlo, non mi lasceresti mai combattere…considerò.
spalancò l’armadio enorme e, dal fondo, tolse l’arco Galadhrim. Questo arco è magnifico, davvero. Grazie sire Celeborn!!  
Bussarono alla porta. – Sono Galadriel. –
- Venite, è aperto. – andò all’uscio e l’aprì, ancora con l’arco in mano. Ella sorrise e, quel sorriso, lo avrebbe portato con sé, sempre. – Dama Galadriel… - s’inchinò a lei, ma lei la fece rialzare.
- La figlia di Gildor, non deve inchinarsi a me. Guarda, quella è l’armatura dei Galadhrim. – le disse.
- E’… stupenda. Ma mi fa venire alla memoria che vado in quella battaglia, con l’inganno e contro il volere di Haldir. Non vorrebbe che io guerreggiassi, lo so da me… ma non posso fare in altro modo. Iluvatar mi perdoni, ma non posso lasciarlo andare nelle Aule di Mandos, senza aver azzardato di impedirlo. – disse e notò l’anelito di sollievo, che uscì dalle labbra di Dama Galadriel. – eh, pensavate davvero che mi tirassi indietro? Non sono il tipo, credetemi! Solo, mi spiace di doverlo fare alle spalle di Haldir. –
- Lo so. Grazie, Haladiel! – disse, mentre lei si infilava i calzoni, che le avvolgevano le gambe, facendola credere ancora più armoniosa. Indossò la camicia in raso porpora, la infilò nei pantaloni e strinse la cintura. – Che bella creatura, ha dato al mondo, il nostro Gildor. – sostenne ancora la dama.
Sorridendo – semplicemente, mia signora, ho un padre bellissimo. – le disse. Risero assieme, poi Galadriel, l’aiutò a indossare l’armatura, nel modo giusto. Era un’elfa onesta, di nobili nascita e casata, visto chi l’ aveva concepita: Gildor Inglorion. Egli le aveva insegnato la buona condotta, il valore e l’onestà. Ora, Haladiel era leale verso coloro che tanto amorevolmente, le avevano dato accoglienza nel loro reame.
Qualcuno, batté alla porta della sua camera. Lei e la Dama si scambiarono un’ occhiata, allarmate. Chi era?! inghiottì e, con voce tremolante, disse: - Sì? -
- Sono Sire Celeborn. Posso entrare? - diede risposta il sovrano di Lothlorien, con un sorriso mesto. Gli spiaceva doverla inviare in combattimento, al Fosso di Helm ma, anche se non lo palesava, teneva ad Haldir quanto la sua signora e Haladiel. E teneva molto anche a lei.
- Certo, mio signore. Entrate pure, sire Celeborn. – proferì, accostandosi allo specchio. La dama, le allungò il mantello, di un colore tra il verde scuro ed il grigio, con il cappuccio. Sire Celeborn entrò e la vide. Stette affascinato a guardarla. – Mio Signore, qualcosa non va? –
- No, all'opposto. Anche abbigliata per la battaglia, siete un incanto, Haladiel. Un solo appunto; manca l’elmo. – disse egli, traendolo da dietro la schiena. – posso avere l’onore, mia carissima elfa? –
- L’onore è tutto mio. Cosa ho fatto per guadagnarmi tanto affetto?! – gli domandò, andandogli vicino e inchinandosi, alla sua sfolgorante regalità. Le pose l’ elmo sul capo e poi la fece alzare. La guardò negli occhi, scandagliandole l’anima. In quel attimo, qualchedun altro picchiò alla porta e domandò: - Chi è?! –
- Sono tuo padre, Haladiel. – gli aprì la porta e lui, la guardò con venerazione e disse: - Semplicemente bellissima. - e l’ abbracciò con energia. – è giunta l’ora di andare, Haladiel. Si stanno già disponendo a muoversi. Fra poco, marcerai con loro. È una grande concessione, quella che ti viene accordata, Haladiel… saluta tutti, dobbiamo proprio andare, ora.
Fu così che, salutati i sovrani, un’ultima volta, si decise a partire.
 
_ _ _
 
Davanti a loro, il Fosso di Helm. Dietro, gli orchi. Erano giunti, alla fine e, il profetico momento, era vicino, molto prossimo. Ne era, alla sola idea, spaventata ed esaltata allo stesso tempo. Il corno suonò, i cancelli furono aperti e marciarono fin dentro le mura, dove si fermarono, frattanto che Haldir comunicava con uno sconcertato re Theoden, che non riusciva a credere a questo evento. – Porto notizie da Elrond di Gran Burrone… -  iniziò Haldir. Già sentire la sua voce, le fece prendere coraggio. Il timore di non farcela, era in ogni modo molto forte ma, la sua feroce fermezza a salvarlo era predominante, ora. Toccò l’elsa di Naur Halthol con la mano sinistra, fino a farsi sbiancare le nocche mentre, con la destra, lambiva l’arco Galadhrim, dono del re di Lothlorien. Quando vide scendere Aragorn rimase davvero a bocca aperta. Mai uomo mortale, le era parso maestoso quanto lo era lui. egli e Haldir si abbracciarono. Poco dopo, con uno scatto secco e un pestare di tacchi degli stivali si voltarono contemporaneamente tutti quanti e, in quel momento, guardò in su, affascinata da una corporatura vigorosa e slanciata, alta ed elegante, dalla pelle chiara, quasi perlacea e i biondi capelli, lunghi a coprirgli la schiena e lisci. Un essere così perfetto da sembrare quasi finto. Ma neppure finto… un miraggio. Aveva di fronte nientemeno che il principe di Bosco Atro: Legolas. Egli si avvide di Haladiel ma,  qualche cosa nel suo sguardo disperato, che si muoveva velocemente da lui ad Haldir, lo convinse a sorriderle, come per rassicurarla. I suoi occhi azzurri, sfolgorarono come zaffiri, nella tenebra, rischiarata esclusivamente dalle fiaccole della rocca, ma non rivelò nulla. Mai.
Si disposero sulle mura e la giovane elfa, fu messa vicino ad Haldir, poco più in là alla sinistra e dietro Legolas. Se Aragorn sapeva di lei, non lo diede a vedere e, forse, era preferibile così. Anzi, di sicuro! Non voleva che Haldir la scoprisse. Lo scontro ebbe inizio, violento. Haldir tirava una freccia dopo l’altra, dicendosi: Haladiel è qui, la sento. Lei combatte nelle nostre schiere, ma dov’è?!  E nel frattempo, ogni tanto la cercava con lo sguardo, cercando anche di capire l’ inspiegabile ragione, per cui Galadriel l’avesse mandata a combattere, ma senza riuscirvi.
Si passò alle lame. Poi, venne “quel momento”. Non sapeva manco quanti orchi aveva trucidato, prima che Aragorn dicesse “Haldir, nella fortezza!!”.  Haldir annuì e, ai suoi Galadhrim, diede ordine di ritirarsi, mentre ancora lui combatteva. Venne ferito all’avambraccio, lei sentiva i sudori gelati lungo la schiena, tutto ciò che, sognando, aveva intuito, si stava avverando, disgraziatamente. Scattò in avanti, notando l’orco che alzava la spada e, ancora prima che potesse pensare di abbassarla lo trapassò da parte a parte, con suo grande compiacimento. Ritirò la spada e, questo, lo fece cadere all’indietro. Gli saltò sopra e gli tagliò la testa, con un colpo sicuro.
- Haladiel… - sentì la voce di Haldir, alle sue spalle. Si voltò e lo vide muoverle vicino, vacillando. Evidentemente, la ferita gli dava delle complicazioni. Fece appena in tempo a soccorrerlo, che venne meno.
- Haldir… - chiamò il suo uomo. Non rispondeva. – Meled nin,(amore mio) no! … NON. CEDERE. ORA. – disse con enfasi, sgomenta. Qualcuno, le pose la mano sulla spalla. Si voltò, era Legolas. – Aiutalo, ti prego. – gli bisbigliò, spaventata all’idea di poterlo perdere.
- Vieni, accompagniamolo dentro!! Si sanerà, non ti angosciare!! Gli hai salvato la vita, sei molto coraggiosa. Dovrai esserlo, ancora. – le disse il principe, sorridendole amabilmente. Il sorriso affabile che le rivolse, le risollevò il morale e Haladiel, annuì.
Lo portarono dentro e lo posarono sul suo mantello rosso. Legolas sparì dietro una porta e tornò, assieme ai gemelli, principi di Imladris e figli di re Elrond. Poi tornò ad uscire e lei lo seguì con lo sguardo, auspicandosi che la scampasse, poiché, per lui, la battaglia non era finita, ancora.
Poi, tornò a guardare Haldir. 
 
 
 
 
  

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap VII ***


Cap. VII
 
Passarono due giorni e due notti, ma Haldir non dava segno di volersi svegliare. Era disperata, scoraggiata, sentiva di aver mancato. – Ho fallito… - dichiarò, scontenta di se stessa.
- Non dirlo manco per scherzo, Haladiel! Non ti voglio sentire parlare così!! Lo hai salvato, ce la farà! … Haldir è forte. – le disse Elladan, uno dei gemelli, figli di re Elrond. Il più avvenente dei due, a suo parere ed il più volitivo. Elrohir, era similmente attraente,  e di indole più amabile.
- Elladan, ha ragione. – le disse, uscendo dalla stanza ove era stato messo Haldir.
- Elrohir… sarà, ma mi sento ugualmente un fallimento.- disse, trattenendosi nella sua amarezza. Elrohir sorrise. La giovane elfa gli chiese – Come sta?! –
- E’ sveglio. Ti vuole vedere… - diede risposta il giovane principe di Imladris.
Haladiel si alzò in piedi. – Sul serio, Elrohir? –
- Sul serio, sì. Lui è fuori pericolo, cara Haladiel. Ora vai, non farlo aspettare. Si innervosisce e non gli giova, in questo momento. –
- Vado! Spero solo che non se la sia presa troppo… -
Elrohir rise e lei scrollò il capo, per nulla rallegrata e assai inquieta. Inalò a fondo e contò fino a tre, prima di abbassare la maniglia ed entrare.
- Vieni, Haladiel. Di cosa hai paura?! Sono sempre io, il tuo Haldir. – le disse lui, con un delizioso sorriso. – Avevi coraggio per combattere e non l’hai ora, per venire da me, tesoro mio?-
- Ho paura che tu sia arrabbiato con me. Non tanto per aver combattuto, quanto, piuttosto, per averti fuorviato. Potrai mai perdonarmi, mio benamato Capitano?! -  gli domandò, mentre gli afferrava la mano sana. – In ogni caso, lo rifarei se fosse necessario. Vederti vivo, è impagabile! –
- Mi chiedi di perdonarti, per avermi salvato la vita?! Ti amo da impazzire, Haladiel, sei la mia donna, la mia adorata compagna. Non c’è nessun altra, né ci sarà mai oltre te. – disse e la baciò, attirandola a sé. La sua bocca era vellutata, eccitante, Il suo bacio inebriante e auspicava non entrasse alcuno, perché anelava davvero a protrarre all’infinito, quel suo bacio. Ma, ahimè! Ecco che entrò Legolas e dopo di lui, pure Aragorn.
- Credo sia meglio tornare più tardi, Legolas!! – disse Aragorn, il futuro re di Gondor. Ma loro li fecero rimanere ambedue. – Ne siete certi?! –
- Assolutamente, sì! Ci mancherebbe! Non potremmo mai cacciare l’erede di Isildur ed il principe di Bosco Atro… - esclamò, contenta di vederli. La battaglia era finita, erano vivi e la gente di Edoras salva. – L’arrivo di Eomer, è stato provvidenziale. –
- Sì. Domani noi partiremo, siamo venuti a salutarvi. Haladiel, le porte di Minas Tirith, saranno sempre aperte, per te, come per Haldir. Ti ringrazio per l’aiuto, ci è stato prezioso! –
- Non… non ringraziatemi, Aragorn… ero qui per salvare Haldir, per questo motivo, la mia amata Sovrana, mi ha mandato. – disse, avvampando.
- Eh? – fece Haldir, sbalordito.
- In ogni caso, hai combattuto e hai salvato un nostro amico. – disse Legolas. – Ho scritto a mio padre e mi ha pure risposto. -
- Coosa?! Ma … ma perché… e cosa vi ha detto, se non sono indiscreta?! – Gli chiese, allarmata. Aveva una strana sensazione, qualcosa che sarebbe successo in un futuro assai prossimo. Aveva imparato a non sottovalutare i suoi sogni ed il loro significato.
- Sarà a Lothlorien, prima del tuo arrivo. – le rispose Legolas, colpito dalla sua espressione, spaventata. – Cosa ti succede? sei impallidita. –
- Ni.. niente Legolas. –
- Ah, no? – esclamò, entrando, Orophin. – Se hai sognato la battaglia del Fosso di Helm e la morte di mio fratello, tanto che sapevi esattamente quando intervenire, perché non ascolti i tuoi sogni?! –
- Che vuoi dire, Orophin? – gli chiese Aragorn. – Cosa ha sognato, Haladiel? – la guardò stringersi ad Haldir, che le accarezzava i capelli con premura.
- Questo, è quanto mi ha detto: “Orophin, la vita di tuo fratello dipende da me. Devo rimanere il più possibile vicino a lui, sopra le mura. Puoi non credermi, ma tuo fratello verrà ferito ad un braccio. Dietro a lui, un orco cercherà di ammazzarlo! Ecco, io devo riuscire a uccidere quell’orco, prima che lui uccida Haldir!!” E lo ha fatto! Ero lì e l’ho visto, con i miei occhi. – guardò il braccio ferito di Haldir e fasciato da bianche fasce . – e la ferita è lì, a testimoniare che lei ha detto il vero!! –
- Sapevo dell’arrivo di Eomer, prima che Gandalf dicesse ad Aragorn “All’alba del quinto giorno, guarda ad est”. Anche quello lo avevo sognato e lui è arrivato. Ma stavolta non è un vero e proprio sogno, Orophin. È solo una sensazione! Re Thranduil, porterà qualche guaio… soprattutto per me. – disse lei, sorridendo alla faccia stupita di Aragorn.
- Dobbiamo ripartire, allora! – le disse Haldir.
- Non sei in grado di viaggiare, Haldir. – dichiarò, decisa.
- Ho detto che ripartiamo! Io, sono il Capitano! –
- Sempre testardo, tu, eh? – gli disse Legolas, serissimo.
- Sì, sono testardo e deciso a fare di testa mia. Lo sai, Legolas!! – Gli disse alzandosi. Era più vigoroso di quanto Haladiel avesse immaginato e lo contemplò, mentre si tirava in piedi, senza eccessivo sforzo. – Sto bene. Haladiel, vieni qui. –
Lei si avvicinò e lui la strinse a sé, per un lungo istante. – Sei il mio eroe, Haldir! Nulla potrà più separarci. – lui sorrise, prendendo poi possesso della sua bocca in un lungo bacio struggente e inebriante.
 
_ _ _ _ _
 
Al loro ritorno a Lothlorien, furono accolti come degli eroi. Lei, in particolar modo, venne accolta con tutti gli onori ma, l’unica cosa che le importava era che stava con Haldir vivo e vegeto, dietro di lei, in sella a RochMir (cavallo gioiello), uno dei migliori cavalli di Rohan, uno dei Mearas, regalatole da Eomer in persona. Un destriero come quello, nemmeno se lo sarebbe mai, sognata nel mondo da cui era tornata. E nel quale non sarebbe mai più andata, ora ne era certa. Ora la sua famiglia era qui, il suo amore era con lei.
Entrarono nel Caras Galadhon ed il suo cuore si riempì immediatamente di una gioia incontenibile, quanto quella di aver salvato Haldir. Davanti ad Haladiel, c’era suo padre. – Adar nin!! – diede in un piccolo grido felice. Scese dal cavallo e gli volò fra le braccia, tese verso di lei. – Quanto mi sei mancato, padre. Stai bene? – gli chiese, allontanandosi di un passo.
- Sì, sto bene. E vedo che anche tu, stai bene. – le rispose, guardandola con attenzione. – Sei stanca, vero? –
- Abbastanza, ma non mi lamento. Purtroppo siamo tornati in pochi, questo mi fa molto male. Ogni volta, che un elfo cadeva, era una pugnalata al cuore. Ma ero lì per salvare il Capitano, poiché tale era la mia missione. Ebbene, guarda Adar, ci sono riuscita. – esclamò, compiaciuta. Suo padre guardò Haldir che ora si stava avvicinando, portando RochMir, per le redini. Haladiel guardò oltre le spalle di suo padre e vide la sua benamata sovrana, Dama Galadriel,  venir loro incontro. Dietro a lei, sopraggiungeva anche il suo amato re, Celeborn. Dietro ai sovrani, arrivavano altri due re. Sì, avete capito bene, due. Uno dei due, lo conosceva di persona: re Elrond. Per lei, conoscere questo re, era stato un onore persino troppo grande, vista l’enorme saggezza e la gentilezza, la forza d’animo che lo contraddistinguevano. Insieme a lui, arrivava un quarto re. Egli era biondo di capelli, che gli scendevano lunghissimi e lisci a coprirgli la schiena, per intero. Era davvero possente, alto e regale nelle movenze. Trasalì, guardando i suoi occhi. Azzurri e splendidi, come quelli di suo figlio ma, ai suoi occhi, gelidi. Vi brillava una fredda fermezza nei suoi progetti e, pur non conoscendone l’ identità, tremò mentre, quella orribile sensazione di minaccia, tornava ad essere più presente che mai.
- Hinoheleg… (occhidighiaccio) – sussurrò, più a se stessa che ad alcuno. Infatti, non la sentì nessuno, a parte suo padre che era vicino a lei. Egli la guardò comprensivo, annuendo.
 
 
 
  


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap. VIII ***


Cap. VIII
 
Non appena Haladiel ebbe salutato i suoi beneamati sovrani, Dama Galadriel invitò re Thranduil, a farsi avanti per conoscerla. Haladiel guardò re Thranduil con sguardo guardingo e interessato, allo stesso tempo.
Anche lui la fissò negli occhi, con il suo sguardo azzurro e glaciale. Le giunse vicino e la guardò con uno sguardo licenzioso. Sembrava volerla sedurre, all’istante e la nostra giovane elfa, voltò la vista verso Haldir, che ribolliva  di rabbia faticosamente controllata. Non gli piaceva proprio come la guardava il re di Bosco Atro.
Calma, Haldir. Non succederà nulla, tesoro. Io amo te, lo sai!!
Tornò a voltarsi e s’inchinò al re. Egli al contrario dei suoi Sovrani gradiva e anelava che si inchinasse a lui. Se questo ti fa apparire più potente…
- Alzati, ora. Basta così, Haladiel. – mi disse in tono asciutto, con voce fonda, che sembrava venire dalle profondità terrene.
- Certo, re Thranduil… - esclamò, con un sorriso sardonico. I suoi occhi lampeggiarono per lo sdegno. I di lei sovrani, intravidero il suo viso, offuscarsi, quello di Thranduil, sbiancare.
- Legolas, mi… mi ha parlato di te, come di una giovane, battagliera elfa. Ma anche di una ragazza amabile. Cosa ti ho fatto, perché tu mi debba trattare così?! – proferì, cambiando il tono di voce, per non farsi sentire dagli altri, nella sala. Era sagace, quel re. La sovrastava, con la sua elevata statura. Torreggiava su di lei, infondendole una notevole soggezione. La giovane fece un passo indietro, ma avrebbe voluto darsi alla fuga, distante da lui.
- Nulla… ma non mi fido di voi. – rispose Haladiel, con un lieve inchino.
- Cosa?! Ma perché! – sembrava colpito, da questa diffidenza. Appunto, sembrava. La sua sensazione di pericolo, si esasperava ogni istante di più.
- E’ una sensazione che ho, da quando ho sentito il vostro nome. – disse lei, muovendo qualche passo indietro, ancora. – Ricordate di chi sono figlia? – gli chiese, gli occhi che scintillavano di una luce fredda.
- Certo, Haladiel. – rispose, glaciale. – Certo che so di chi sei figlia. –
Parlarono ancora qualche istante, fronteggiandosi. Poi lei si allontanò, andando a rifugiarsi, fra le braccia di Haldir. Solo lì si sentiva al sicuro, amata e protetta. In quel momento, re Thranduil vide quanto lei era dolce e, ancora di più, la desiderò per se stesso.
Sì, Haladiel era in pericolo!!
- Va tutto bene, Haladiel? – le chiese suo padre, avvicinandosi a lei, dopo aver gettato uno sguardo omicida a re Thranduil. Abbracciò sua figlia e lei sorrise, ricambiando quell’abbraccio protettivo, con grande letizia. Suo padre era sacro, per ella; venerava suo padre.
-  Sì, Adar!! Va tutto bene. E tu? Non mi sembri così sereno, come vuoi far credere. –
Gildor sorrise, sospirando. – Va tutto bene, non devi impensierirti per me. Guarda, hai Haldir che è ansioso quanto me! –
Re Thranduil, si era allontanato, eppure continuava a guardare Haladiel, con parecchia voglia,  suscitando un’ occhiata di rimprovero, da re Celeborn e re Elrond, nonché quello di Dama Galadriel. Basta, smettila Thranduil! Lei non è tua, non lo sarà mai.Gli comunicò con la mente ed egli si voltò verso la Dama, sentendosi preso in trappola. Tutti erano dalla parte di Haladiel, a quanto figurava. Tutti a proteggerla, quella… ma che ha di così speciale?!La voglio per me… e la otterrò a qualsiasi costo. Pensò, ordendo un piano per portarla via.
Piantala Thranduil!Ancora la voce della Dama, nella sua testa.
Si voltò verso Haladiel, poi tornò a voltarsi e prese congedo.
 
_ _ _ _ _
 
Passarono i giorni, re Thranduil era sempre più deciso. Haladiel, ora, aveva davvero paura, per se stessa. Ma, come tante volte accade, purtroppo la situazione volgeva a favore di re Thranduil, che la trovò sola.
Malauguratamente, era uscita dal Caras Galadhon in solitaria. Era armata, aveva con sé la spada, forgiata dal suo amato genitore e la stava ammirando, con un sorriso. Nella lama, vide l’immagine riflessa di re Thranduil che avanzava verso di lei, piano, senza far rumore. Se sperava di  prenderla di sorpresa, si sbagliava di grosso. Aspettò, aspettò… e si alzò voltandosi e puntandogli la lama alla gola. Lo sguardo di Thranduil si fece sprezzante e disse in tono tagliente – Pensi basti questo a fermarmi, Haladiel? –
- Fermarvi, Thranduil?- Chiese lei, spaventata. – fermarvi… per cosa! –
- Per… questo. – le disse lui, in tono asciutto. La sollevò di peso e si allontanò con lei, fino al limitare della foresta. – Stai ferma, o il cervo si spaventa. – le disse ancora, caricandosela davanti sul cervo gigantesco.
- No!! Voi non potete farlo… verranno a liberarmi!! – ribatté la giovane, dibattendosi e rivoltandosi, contro re Thranduil, irosa.
- Ho detto ferma! – dichiarò lui, fiero. Incitò il suo Aras e questo iniziò la corsa. – Ora starai con me, a Bosco Atro. –
- TI. ODIO. – urlò lei dimenandosi, ma sempre con meno forza. Ora dominava la paura, in lei. Non si era nemmeno accorta che gli aveva dato del tu e non le importava.
- Ma mi amerai, vedrai… -
- dovrete usarmi violenza per avermi! E, dopo questo, la vendetta di Haldir sarà terribile. Per non parlare, poi, di quella di mio padre! –
- Mi vorrai, Haladiel, come mai hai voluto qualcuno! –
- Povero illuso! – proruppe lei, alterata da una collera violenta.
 
  
  

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cap. IX ***


Cap. IX
 
Thranduil era semplicemente furente. Haladiel, rifiutava ogni sua offerta di cibo e, da quando si erano accampati, non gli rivolgeva la parola e se ne stava stesa, avvolta nel suo mantello, con gli occhi ostinatamente chiusi per non guardarlo. L’aveva chiamato “Hinoheleg” (occhidighiaccio) e si era allontanata da lui, senza però tentare la fuga. Strano. Aveva paura o era semplicemente stanca?
 
_ _ _ _ _
 
Haldir, Rumil e Orophin,  tornarono a Caras Galadhon scoraggiati, Haldir anche adirato con se stesso. “Perché l’ho lasciata andare da sola? Perché non ho saputo difenderla? Lei, non… io devo trovarla. La seguirò a Bosco Atro, poiché è là che la sta portando, il maledetto.”
- Haldir… guarda! Naur Haltol… e sterco di cervo. – gli disse Orophin, inquieto e teso. – La deve aver disarmata, prima di portarsela via. – prese in mano la spada, triste. – Non hai intenzione di lasciarla al re, vero? –
- Stai scherzando, spero. Orophin, io amo Haladiel e ne sono certo, lei ama me. Ha rischiato la sua vita per la mia e in questi giorni, sentivo la sua tensione, la sua paura, come la mia. Lei è speciale, fratello. –
- Ti aiuterò, per quanto mi sarà possibile farlo!! Te lo prometto, Haldir. Non sarai solo! Mai! –strinse la spalla al fratello e Haldir, si commosse.
- Grazie. – gli rispose il Capitano, stringendo la mascella. – Come lo diciamo a Gildor?! –
- Lo so già. – gli disse a questo punto il padre della nostra giovane elfa. – sospirò pesantemente, angosciato. – Ma non è colpa tua, Haldir. –
- Come state, Gildor? Non deve essere un momento felice, per voi. – gli chiese Rùmil, gentile.
- Malissimo, sto malissimo.-
- Lo immagino, Gildor. Vi ringrazio per non aver incolpato mio fratello. - gli disse Orophin, con un sorriso comprensivo.
- Non ho mai pensato che Haldir, possa essere colpevole! Lui, sta soffrendo anche più di me. - disse, guardandolo in viso. Si avvicinò e gli disse: - Lei ti ama e non ti tradirà!! -
- Lo so, ma... - iniziò lui. - Se lui la... -
- Non oserà farlo! - gli disse a quel punto Sire Celeborn, arrivando dai giardini, dove era stato fino a poco prima con la Dama. – A dire il vero, Galadriel, sta facendo di tutto per entrare nei pensieri di Haladiel, ma la ragazza dev’ essere troppo stanca, per ricevere il pensiero di Galadriel… -
- Mia figlia è con quell’essere… - proferì Gildor, con un senso di disgusto che gli prendeva lo stomaco. Si coprì gli occhi, disperato. – Ho già perso mia moglie a causa sua… ma Haladiel, è come me… -
- Sì, Haladiel è diversa… anche per questo, sono preoccupato per lei. È mia, la responsabilità. – disse re Celeborn, angosciato.
- Non credo, sire. Penso sia mia la responsabilità, di quanto è successo. – dichiarò Haldir, sconsolato.
- Come? – gli chiese Gildor.
- Se io non l'avessi lasciata sola, se le avessi impedito di uscire da Caras Galadhon da sola, adesso sarebbe qui, con noi. -
- Non ti colpevolizzare troppo, Haldir!! Quello è un mio parente, avrei dovuto capire, che c'era qualcosa che non andava! Ha esagerato! Se lo sapesse il principe... - proferì il sovrano, passeggiando avanti e indietro, sul tappeto erboso interrogandosi sul da farsi. Era parecchio adirato con il re di Bosco Atro. Non aveva mai fatto nulla di così stupido, prima d' ora.
- Non farebbe nulla!! - esplose Haldir. - Haldir, ma che cosa c'è che non va?! - gli chiese Gildor, preoccupato dalla stizza del Capitano.
- Legolas... Legolas ha scritto a suo padre, quando era al Fosso di Helm, raccontandogli di quello che Haladiel, era stata capace di fare, per salvarmi la vita!! -
- Non penserai, spero, che volesse separarvi!! Probabilmente, voleva soltanto parlare di Haladiel, perché l' ammira. - gli disse re Celeborn, con un sorriso. - Legolas, mai è stato men che corretto, Haldir. -
- Forse, ma Haladiel aveva una brutta sensazione. Dovevate vedere i suoi occhi... -
- E, a quanto pare, ne aveva ragione!! Con mio fratello, sire, sapeva esattamente ciò che sarebbe successo! Lo aveva sognato e quello che mi disse... - Fece Orophin, passandosi una mano fra i capelli, nervoso. Raccontò anche al sovrano, quanto era successo e gli riferì le parole di Haladiel. - Lei ha paura, mio signore! -
- Tauriel... - esclamò re Celeborn. - È il Capitano delle guardie di re Thranduil... è la nostra sola speranza!! Soltanto lei può aiutarci! -
- E cosa vi fa pensare che ci aiuterebbe? - gli chiese Gildor - È fedele al re, come lo è Haldir alla Dama e a voi! -
- Ma è cresciuta con gli stessi princìpi morali di Legolas!! - ribatté, re Celeborn.  
 
_ _ _ _ _
 
- Haladiel? - la chiamò il re di Bosco Atro, scrollandola con delicatezza, perché si svegliasse. Con un mugugno, lei aprì gli occhi. - Alzati, dobbiamo ripartire! - le disse, alzandosi in piedi.
Lo guardò di sottecchi, poi accettò di prendere la sua mano, perché la aiutasse ad alzarsi in piedi. - Grazie. -
- Non c'è di che. - le rispose, gentile.
- Scusate, devo avere un aspetto orribile. - sussurrò debolmente lei.
- No, sei bella, Haladiel. - le disse, avvicinandolesi, stringendola all' improvviso contro il suo solido petto muscoloso e cercando la sua bocca, per un bacio. Ma non la trovò, perché stornò il viso di lato. Rabbiosa, lo respinse fulminandolo con lo sguardo. - Io non sono vostra!! Non lo sarò mai!! -
- Sì! Lo sarai, Haladiel! Da Bosco Atro non riuscirai a scappare!! Dovessi tenerti prigioniera cento anni, tu sarai mia! -
- Le vostre minacce, scivolano come acqua su di me! Non m' importa, tanto prima o poi.... -
- NO!!! Non riuscirai a convincere nessuno dei miei sudditi, nessuno dei miei soldati ad aiutarti a scappare!! -
- Cosa pensate che penserebbe Legolas, del vostro comportamento?! Sembrate un bambino capriccioso, davvero! - proferì, sarcastica. Era assai Stanca. I litigi con il re la stavano stancando; quel viaggio, che sembrava interminabile, le sue maledette avances, che non desiderava affatto. Tutto, tutto davvero. "Solo Haldir, solo i miei sovrani, solo mio padre... Solo loro, non mi stancherei mai di vedere, solo con loro, vorrei stare!! Se soltanto potessi comunicare con Dama Galadriel... La mia dolce regina... "   


questo è mio padre, Gildor

 bel papino, eh?
e questa sono la nuova io (grazie a IRIS BLU)
    

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cap X ***


-Cap. X –

 

Erano arrivati. Ora erano davanti alla reggia di re Thranduil e i portali si stavano aprendo.

- Benvenuta, mia cara. - le disse, tenendole la mano sull' addome. La sentì sospirare, rassegnata. - Vedrai, ti piacerà vivere qui, con me! -

- Mio signore, mae govannen, sire! Bentornato. - gli disse Tauriel, inchinandosi, con un sorriso. - se posso chiedere... Lei chi è?! -

- Una mia ospite! Starà qui, con noi. - le rispose il re. Lei la guardò e non sembrava affatto a suo agio. No, peggio, era tristissima e i suoi occhi bellissimi, talmente azzurri da far male agli occhi quasi, erano colmi di lacrime. "Haladiel, ha due occhi azzurri che fanno pensare al cielo d'estate!" Questo, le aveva scritto Legolas. Ora, però, quegli stessi occhi erano pieni di una infinita malinconia, una profonda nostalgia. Ciò, le diede da pensare e pensò, alle parole del suo re, e notò che vi era una certa durezza, nel tono con cui le disse. "É una mia ospite..." Una ospite non piange, non si dispera così!! Una ospite?... E per quanto tempo?! "Starà qui con noi!" Un tempo indefinito. “NO. Qua, lei non è una ospite!” Non osò dare voce a quel pensiero, non voleva. La assalì una nausea tremenda, si voltò e corse via.

- Ma cosa... - Si chiese il re, scendendo dal cervo, per poi tendere le braccia ad Haladiel, per aiutarla a scendere. Lei, gli sorrise ironica, accettando di farsi aiutare.

- Temo, che per voi arrivino guai a cascata, re Thranduil. - gli disse Haladiel, appena i suoi piedi ebbero toccato terra. Un sorriso diabolico, le aleggiò sulle labbra. - Quella, se non vado errata, era Tauriel!! -

- Come fai a conoscerla? - Le chiese, nervoso. Era agitato, perché Tauriel era corsa via così? Sentì Haladiel, ridere con una risata cattiva, la vide buttare indietro il capo e scuoterlo. Poi si calmò e lo fissò, con uno sguardo freddo, omicida. Per un attimo, Thranduil, ebbe quasi paura. - Allora, mi rispondi? - le chiese, aggressivo e duro.

- Certo!! Me ne ha parlato Legolas. Mi ha detto, e con un certo orgoglio, che è stata addestrata da Gildor, mio padre, per quanto riguarda la spada! E da Haldir, per l' arco. Inoltre... É legata a un Noldor! E lui, è un discendente di Maedhros... - gli disse, con sguardo tranquillo. Lo vide agitato e guardò il cervo che si allontanava, dentro il bosco. - Re Thranduil, state bene? - tornò a guardarlo, era un pò pallido.

- Cosa te ne importa?! – le Disse in tono aspro. - lo so, che mi vorresti morto. -

- Dite, siete impazzito, re Thranduil? - lo fronteggiò, sdegnosa. - Ma come vi permettete?! -

- Non è vero? - le chiese, avvicinandosi ancora di più. Ma lei non mostrava nessun timore, solo rabbia. - Nel sonno, tu parli. -

- Non vi voglio morto!! -

- Meno male!! - le disse, ridendo ironico. Era così bella... Gli facevano mancare il fiato, quei suoi occhi azzurri. La collera, le faceva brillare lo sguardo, ma era anche l'unica emozione che mostrava in quel momento. Non avrebbe avuto altro, in quell' occasione, ma non importava. - Perché sei così ostile, Haladiel?! -

- Avete anche il coraggio di chiederlo, grande re degli elfi?? - scattò, inviperita.

Quel "grande re degli elfi", detto da lei in quel modo, lo irritò così tanto, che la piantò in asso, esattamente dov' era. Fece qualche passo e, senza voltarsi, né fermarsi, le disse: - Datti una mossa. Non ho tutto il giorno per starti dietro. -

- Uhuuh! Siete arrabbiato, eh! -

- Haladiel... - Le andò vicino, le prese il mento fra pollice e indice, e le premette la bocca sulla sua, morbida e sensuale e lei, gli morse il labbro inferiore. - Accidenti! Oh, Haladiel... Non ho una Pazienza infinita. -

- nemmeno io! Toglietemi le mani di dosso. - La sentì rispondere, mentre con le mani, spingeva contro il suo petto. Istintivamente, la strinse ancora di più e la baciò, stavolta con cattiveria e in modo brutale. La voleva, lei doveva essere sua.

MAI, Thranduil. Non lo sarà MAI!!

 

_ _ _ _ _

 

- Cosa vuoi fare?! Haldir, sei impazzito?! - Chiese Galadriel, al suo Capitano delle guardie. Lui si voltò, il viso contratto in una espressione rabbiosa e preoccupata. Ebbene, preoccupata lo era anche lei, lo erano tutti. Ma la rabbia che vedeva nei suoi bellissimi occhi... - Haldir, vuoi farti ammazzare? - gli chiese.

- Mia signora... Vi ho sempre obbedito ciecamente ma, stavolta.... - Le rispose, deciso. Si alzò in piedi, risoluto e irremovibile. - Lei è Haladiel, la mia donna. La stessa che non avete esitato a mandare al Fosso di Helm, la stessa che mi ha salvato la vita, dama Galadriel. -

Lui la guardò, con il suo sguardo intenso e privo di menzogna era il suo cuore, ma colmo di un amore che nemmeno lei poteva immaginare esistesse in lui. Gildor, non poteva affidare sua figlia a uomo migliore.

- Haldir... non ti ho detto di non andare, ma non farlo da solo. -

- Non sarò Solo. C'è Tauriel, ad aspettarmi! Guardate, c'è il suo falco. - Le rispose, con un sorriso. Tauriel, lo avrebbe aiutato, insieme a Falarin, il suo vice. Avevano capito subito, che qualcosa non andava. Lei era troppo triste, per essere un ospite e lui troppo aggressivo nel parlare. - C'è anche il suo vice, Falarin, che la sostiene. Falarin, è Noldor. Come voi, come Gildor e sua figlia. -

- Ma... E i tuoi fratelli? - Gli chiese la Dama, perplessa. Non fece in tempo a risponderle, Rumil era già pronto e ben determinato a partire.

- Pensavi, ti lasciassi partire da solo, Haldir? Pensi che io sia così stupido da non aver capito, che te la volevi svignare? -

- Rumil, io devo andare da solo!! - Si sentì rispondere da suo fratello. Era troppo preoccupato, anche se non voleva darlo a intendere. Si voltò verso la Dama, ciò che lei avesse deciso, lui avrebbe obbedito. - Rumil, mi dispiace, ma sai che devo andarci da solo. Però, non ti angosciare troppo... C'è Tauriel, che mi aspetta, assieme a Falarin. -

- Non puoi farcela, soltanto con il loro aiuto! - Gli disse la dama, al posto di Rumil. Guardò la sua sovrana, con immensa gratitudine. - É un rischio troppo grande!! -

- Mia signora, lei... – iniziò Haldir, con sguardo cupo. - Lei ha corso rischi ben peggiori, per me, al Fosso di Helm. -

- D' accordo, sia come tu vuoi! Andrai solo. - Gli disse dama Galadriel. "Haldir, sei troppo testardo, maledizione!!" pensò. - Tu, Rumil, vieni con me... - Lui annuì e la seguì, senza fiatare. Ma, prima, salutò il fratello. Si abbracciarono, e Haldir, si raccomandò che Rumil salutasse Orophin e Gildor, da parte sua.

Partì quella sera, un solo ed unico pensiero. Riprendersi la sua Haladiel.

Non riuscì a prendere sonno, quella notte, proprio no. Troppi pensieri, il desiderio di tenerla fra le braccia, di baciarla a lungo. Era arrivato al confine con Bosco Atro, ora doveva solo entrare. Era appena l'alba il bosco era buio, tetro esattamente come lo ricordava. "Maledizione, re Thranduil. L'avete portata qui, in questo maledetto posto!" pensò andando avanti, circospetto, lungo la Via Silvana. Arrivò al Rivo tenebroso, cercò un punto ove si restringesse, per saltare e attraversò. "Fortuna mia, che sono elfo e non nano."

- Fermo dove sei, elfo. - Gli disse una voce femminile, dura. Rise, riconoscendola. - Che cosa fai qua? Chi... Haldir!! - Lei lo abbracciò fraternamente. - Sono felice che sei qui! Vieni, Falarin. É Haldir o Lorien! -

- Finalmente. Non posso più sopportare le lacrime, sul bel viso di Haladiel!! - Disse Falarin, appoggiando le mani sulle spalle di Haldir. - É distrutta dal dolore, povera creatura. -

- cosa le ha fatto?! - chiesi lui, accigliandosi. - l'ha... -

- pensi davvero, che lo permetterei, Haldir?! - Si sentì rispondere da Tauriel, in tono deciso. - Andiamo! Haladiel, ha bisogno di te! - Gli disse poi. Haldir la seguì lungo il sentiero e, con lei, arrivò ai portali della reggia. Ad un segnale di Tauriel, i cancelli furono spalancati e dietro di loro, richiusi. Lei gli fece cenno di nascondersi, stava arrivando il re. Fu lesto e si nascose in una nicchia, proprio di fianco al sovrano.

- Tauriel, come mai sei rientrata così presto?! -

- Non mi andava di rimanere fuori, mio signore! Posso portare Haladiel a vedere come ci addestriamo, Sire?! -

- certamente, Tauriel. Anzi, perché non le dai una spada e non la alleni un pò?! - Le dissi, sorridendo. Haladiel, non era una carcerata, poteva muoversi, andare ovunque, purché fosse con Tauriel e Falarin, a tenerla sott' occhio. - Dalle anche un arco. -

- Grazie, sire. Ma... Dove state andando?! Ci sono gli orchi, in giro!! –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

  
questo è Falarin
       

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Cap. XI ***


Cap. XI
 
Caspita, come reciti bene, mia cara!!” pensò Haldir, dal suo nascondiglio. “Però attenta a non esagerare! Dalla sua faccia, direi che è arrabbiato!” Quando il sovrano se ne andò e fu abbastanza lontano, Tauriel, lo fece uscire dal nascondiglio e lo fece entrare nella vera e propria reggia. Era davvero bella, anche se non era Lothlorien e, stranamente, era assai luminosa. Haladiel stava mangiando, aveva troppa fame per rifiutare ancora il cibo, che le veniva offerto. Eppoi, era così buono!! Davvero appetitoso.
- Vedo che mangi. Ora, non rifiuti più il cibo. - Le disse Falarin, approvando e sorridendole gentile. Qualcuno bussò alla porta e Falarin andò ad aprire sperando, come lei, che non fosse re Thranduil. Rise, entusiasta.
- Questa poi! - Si spostò dalla porta e disse: - Haladiel, guarda chi c'è!! Lo conosci, vero? -
Lei alzò lo sguardo dal piatto, che aveva appena finito di consumare.
- Haldir!! - si alzò di scatto, dalla sedia. - Certo che lo conosco. É il mio unico uomo! É il mio tesoro. - Disse con un gran sorriso. Haldir la strinse a sé, dolcemente e la baciò, teneramente, sulla fronte. - Amore mio. - Gli disse lei, soltanto. Stretta fra le sue braccia, si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
- Piccola!... Quanto mi sei mancata!! - Le sussurrò all' orecchio, baciandola poi, lieve, sul collo. -Stanotte, ce ne andiamo. -
- Mi porterai a casa, Haldir? - Gli chiese, pensando alla sua amata Lothlorien. Pensò a suo padre. Pensò ai sovrani, ai fratelli di Haldir. Ma, soprattutto, pensò al suo amato elfo che, il suo amore, se lo meritava davvero tutto.
- Sì, ti porto a casa. Ti porto via con me. - La strinse ancora per un istante. - Non so come ringraziarti, Tauriel. Davvero. -
- Non occorre, Haldir. É merito tuo e di suo padre, se oggi sono Capitano delle guardie. - Rispose Tauriel, indicando Haladiel. - Ciò che ha fatto il re, è inconcepibile e molto, troppo grave. -
- Assolutamente, vero. - Dichiarò una voce maschile. Dove l'aveva già sentita, Haladiel, quella voce... Dove? Non fu costretta a pensarci su, lui si fece vedere.
- Principe! - Disse lei, non sapendo se ridere o piangere. Era troppo felice.
- Già, proprio io. Ma ti ho detto di chiamarmi per nome, o sbaglio? - Disse ad Haladiel, facendole un Buffetto sulla guancia. Le strizzò l'occhio. - Per te, sono solo Legolas. - Egli sospirò pesantemente. - Mio padre, non deve sapere che io sono qui!! - Disse, sorridendo apertamente ad Haldir. - Ci starai tu, nella mia camera. Io starò in quella di Falarin, tanto non credo che dormirò. Stanotte, io aiuterò due amici a tornare a casa. - Dichiarò, voltando i suoi favolosi occhi azzurri ad Haladiel. - Mi dispiace. Se non avessi scritto a mio padre, di te, non saresti qui. -
- Non importa. - Gli rispose lei. – Non potevi sapere, che tuo padre avrebbe agito in modo tanto sconsiderato. -
- Rapire qualcuno, è un atto che viene punito molto severamente, dagli Elfi. Se poi a compierlo è un Re... Potrebbe essere costretto ad abdicare. - Disse Legolas.
- Ma lui, questo, lo sa? - Gli chiese preoccupata, Haladiel. Lei diventò subito cupa, quando Legolas annuì. - Che stupido... Oh, scusa. Sto parlando di tuo padre, di un re. -
- Hai ragione, però. - Le rispose il Principe.
- Pensi che i Valar... - Gli chiese lei, senza terminare il discorso. - Non voglio che ciò accada. A me, basta tornare a casa, con Haldir!! Non desidero che tuo padre, perda il suo diritto a regnare. É vero, mi ha rapita, ma... Io chiederò di mantenere il massimo riserbo, su questo increscioso avvenimento. Ora lo chiedo a voi, poi lo farò con i sovrani... Con tutti i sovrani!!... E con mio padre. -
- Non finirai mai di stupirmi, Haladiel. -le disse Haldir, con uno sguardo stupito e commosso. Legolas, lo era ancora di più, infatti ora le lacrime gli rigavano le guance. Lei, gli andò vicino e le asciugò dolcemente. - Ti auguro di trovare una donna come lei, legolas!! - Gli disse Haldir e il giovane principe annuì, abbracciandola.
Poi la lasciò e lei abbracciò Haldir, guardandolo con amore infinito, totalmente ricambiato da parte del suo amico.
 
_ _ _ _ _
 
Haldir, si era ritirato nella sua camera, anzi, quella di Legolas e si stese sul suo letto da Principe, pensando ad Haladiel e, a quanto forte, fosse la sua paura di perderla, prima di arrivare alla reggia e vederla. No, non l'aveva persa. Anzi, era sempre più sua! Sempre più legata a lui. Aveva visto nei suoi occhi, l'immensa gioia di vederlo; aveva sentito le sue braccia, stringerlo, il suo amore circondarlo con infinita dolcezza. Lei, era l'Elfa della sua vita. La sua unica compagna possibile. Con Haladiel, voleva dividere qualsiasi cosa, voleva essere il suo compagno, il suo migliore amico ed il suo amore. Soprattutto questo: il suo amore. La voleva come sua moglie e come madre dei suoi figli. Sorrise, pensando a Gildor, con un in braccio un nipotino... Anzi, rise proprio.
- Perché ridi? - Gli chiese Legolas, entrando nella stanza.
- Pensavo a Gildor, con un nipotino in braccio. - Rispose Haldir, ancora ridendo.
Ridacchiò anche il principe, cercando di immaginarselo. Poi disse: - Dobbiamo andare. - E rise ancora. - Gildor, nonno... - Scosse il capo.
- Sì, Legolas. Prima o poi, lo sarà. - Rise anche Haldir, a quel pensiero. Però... Se pensava che la sua bellissima regina, era la nonna di Arwen, Elladan ed Elrohir... - Oh, Legolas, pensaci. Diresti mai che Dama Galadriel, è una nonna? -
- No... Se non lo sapessi, no. -
- Di che parlate, voi due?! - Chiese loro, Falarin, quando arrivarono alla stanza di Haladiel. Lei era pronta; non si fece aspettare.
- Andiamo! - Disse loro Legolas. - Ci dirigeremo a Esgaroth. Siate silenziosi, non una parola. Mio padre ha l'udito fino. -
- Sì, lo so. Lo so bene. - Rispose, Haladiel, veemente. - Grazie, legolas. Tu ci sei di grande aiuto. -
- Ci mancherebbe!! Non so come hai fatto a resistere! Sei forte, Haladiel. E tu, Haldir, sei fortunato. Trovarne così... - Sospirò, stancamente.
Non era facile, uscire da lì e lui lo sapeva. Li condusse per lunghi corridoi silenziosi, ove i loro passi, seppur silenziosi, un po’ di rumore lo facevano. Sentirono una porta che si apriva, lei tremò di paura. - Niente paura. É Alerios, ci aprirà i cancelli. -
Erano quasi arrivati ai cancelli, quando lei sentì un rumore sospetto di passi. - Legolas... - Li sentì anche lui e li fece nascondere; si nascose anche lui. Haladiel, pregò che non fosse Thranduil, non doveva essere lui... E invece sì. Era il re.
Dov'era Haladiel?! Thranduil non riusciva a trovarla da nessuna parte. Stava tentando di evadere da Bosco Atro, ne era certo. Dov'erano i soldati?! La porta della stanza di Alérios, era rimasta aperta. Forse, nella fretta di seguirla ai cancelli... Decise di andare ai cancelli. Rimase fermo per qualche istante, in ascolto. Troppo silenzio. Non poteva sfuggirgli l'avrebbe sentita, se si fosse mossa. No, non c'era. Se ne andò, forse si stava sbagliando! Tornò indietro, alle stanze.
Legolas aveva avuto davvero paura, per Haladiel. Vedere il padre comportarsi così, gli dava la nausea. Quello, non era suo padre. Quello era uno sconosciuto, suo padre era diverso! - Dobbiamo muoverci, lui tornerà, non s'arrenderà finché non la trova! E se la trovasse... - Non osava immaginare cosa l'avrebbe costretta a fare, in quel caso. L'avrebbe tenuta segregata nella sua camera, fino a quando avrebbe ceduto. No, non doveva succedere. Si mossero cauti, ma in fretta. Legolas la sentì piangere, era terrorizzata. Vide Haldir, tenerla stretta e annuì, felice di vederlo prendersi cura di lei, tanto teneramente. Haldir, le prese la mano, mentre superavano i cancelli aperti. Alérios, augurò loro buona fortuna e richiuse i cancelli. - Che i Valar ci proteggano!! - disse il Principe, mentre si incamminavano verso la libertà dei due elfi di Lorien, verso Esgaroth....
 
 
 
Note : Questo capitolo, mi è piaciuto tantissimo scriverlo, e, onestamente, spero di avervi dato qualche emozione. Avevo una certa tensione, nello scrivere e spero che la suspence, la possiate sentire anche voi.
Sì, è arrivato il principe (caro Legolas!!) visto?
Un grazie particolare a chi mi sostiene sempre, con molto calore. GRAZIE!!
 
 ragazzi, questo è RochMir, il mio cavallo. un Mearas
 
 quello regalato da Eomer
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Cap. XII ***


  • Cap XII
 
Haladiel era terrorizzata, si vedeva lontano un miglio. Haldir la guardò, tremava tutta. La strinse a sé, cercando di trasmetterle un po’ di forza, un po’ di coraggio. La baciò sulla bocca, con passione e, questo, sembrò rasserenarla. - Haladiel, tesoro... Dobbiamo andare! -
- Andiamo, allora. In fretta, anche. - Gli rispose lei. Cominciarono a correre, più veloci di prima, tenendo dietro a Legolas, che li conduceva sicuro. Era davvero veloce, Haladiel. Non lo guardava, era troppo impegnata a seguire Legolas. Ma la sentiva molto vicina, molto presente, con lui.
- Tutto bene, Haladiel? - Si premurò di chiederle Falarin, quando rallentarono un po’, e lei annuì, sorridendo. - Ci siamo, quasi. - Disse guardandosi intorno, furtivo. Prese la mano di Tauriel e la strinse nella sua.
- Non abbiate paura, amici miei! - disse Legolas, con un sorriso - Ricordate che io sono il principe, dopotutto!! E sto scappando con voi! -
- Non è così semplice.... - Ribatté Tauriel, - Tu non hai visto i suoi occhi!! -
- Hinoheleg (occhidighiaccio)!! Così lo chiama Haladiel!! - Disse allora Haldir, mentre lei abbassava lo sguardo, sospirando. Legolas, si voltò e pose la sua mano, sulla spalla del suo amico e gli sorrise, infondendogli coraggio.
Il principe non vedeva l'ora di vederli al sicuro, lontani sulle barche. Sentì Tauriel, mormorare: - No, non può essere. -
Si voltò e la guardò; era pallida in viso. - Tauriel? -
- Quanto manca, Legolas?! -
- Ci siamo!! Ecco Esgaroth! Ora darò il segnale convenuto, loro saliranno sulla barca e saranno liberi!! -
- Fai in fretta, Principe!! Dai quel segnale, tuo padre sta venendo qua e il cervo, è veloce. - Disse. Mandò di nuovo il suo falco, in modo che depistasse il sovrano ma, quest'ultimo, non era così stupido da cascarci.
Per chi lo prendevano?! Non era così sciocco, da non capire che gliela stavano portando via. Per fortuna, il suo Aras (cervo) era piuttosto veloce.
Legolas vide la paura, negli occhi dei suoi amici. Ma dovevano rimanere calmi, ce l'avevano quasi fatta. Erano a Esgaroth!! Dette il segnale convenuto e gli fu risposto. - Ci siamo. Haldir, Haladiel.... Arrivederci. - li abbracciò entrambi, poi Tauriel e Falarin, fecero lo stesso. - Salite, presto!! - Li fece salire sulle barche, in fretta. Non ci fu tempo per ulteriori saluti, le barche si allontanarono velocemente. Erano salvi.
- Namarìe, Re Thranduil! - Disse,  Haladiel, con un sorrisetto trionfante e un tantino maligno.
Come era stato possibile? Chi lo aveva tradito?! La sua collera, aumentò in modo esponenziale. Lei, era già così lontana... Ma non era ancora finita. Si avvicinò al molo, dove avevano probabilmente attraccato. E si soffermò a guardare le barche allontanarsi
- Sire Thranduil... - Era la voce del Capitano delle sue guardie e sembrava triste. - Permettete una parola, mio signore? -
- NO! Vai via, Tauriel. Lasciami... Lasciami solo. - La sentì sospirare e si voltò a guardare che andava via. La collera, lasciò il posto ad una tristezza infinita. - Tauriel? - La chiamò, poi, e lei si fermò. Si voltò e rimase in attesa, calma. - Ti dovrai trovare un altro Re!! Io... Ho... -
- Lo so. So tutto!! Capisco che non mi vogliate più al vostro servizio, davvero. Ma, an Eru (per Eru), non mi pentirò mai... -
- Allora... - Le disse, sdegnato.
- Sì, signore. Io l'ho aiutata, ma non soltanto io... -
- C'ero anch'io!! - Dichiarò Falarin.
- Ed io!! - Esclamò il principe.
- Legolas!! - Fece per avvicinarsi ma Legolas stese una mano davanti a sé, respingendolo. - Anche tu... -
- Adar!! Come hai potuto... - Lo guardava con disprezzo. Il suo unico figlio, lo rifiutava.
_ _ _ _ _
 
Haladiel guardò Haldir, con un sorriso. - Non me ne andrò più in giro, da sola, promesso. - Gli disse, baciandolo poi, sulle labbra. Erano così morbide, dolci. - Sono stata una sciocca, lo ammetto. -
- Solo un po’, amore. É stata anche colpa mia, però. Se io non ti avessi lasciata sola, non sarebbe successo! Se Legolas, non avesse scritto a suo padre.... -
- Haldir! NO! Perché, fai così?! Legolas, ha fatto molto per noi. Ha rischiato per farci scappare! - Gli ricordò lei, guardandolo in viso. - Ti amo, Haldir, ma Legolas, non si tocca!! Siamo intesi? - Lui annuì ed ella lo baciò.
Erano approdati, ora dovevano attraversare la Radura Orientale, passare vicino a Dol-Guldur e proseguire oltre, fino all'Anduin. Avrebbero attraversato e sarebbero stati al sicuro. Nella radura, molti cavalieri elfici, attendevano lei e Haldir che, da quando gli aveva intimato di lasciare in pace Legolas, non le rivolgeva più la parola. Egli salì sul suo cavallo, lei ritrovò RochMir e lo accarezzò a lungo, sul collo muscoloso, dal pelo serico. Abbracciò Orophin, che gliel'aveva portato. Lo riconobbe sotto l'elmo.
- Cos'ha Haldir?! Perché non ti parla? E non ti guarda? Avete litigato? -
- Gli ho soltanto detto che Legolas, non si deve toccare. Non capisco, Orophin. Non deve essere geloso, io non sono come mia madre! Per me... C'è solo Haldir! - Disse Haladiel, sconsolata, salendo a cavallo.
Si fermarono soltanto al crepuscolo. Haladiel, dopo aver mangiato qualcosa, si stese vicino ad un albero e chiuse gli occhi, mentre due grosse lacrime, le rigavano le guance.
Haldir si stese vicino a lei, circondandole la vita, coprendo entrambi, con il suo mantello. - Ti prego, perdona questo elfo così sciocco. - Le disse, in un sussurro. Lei, sospirò girandosi. - Ti amo! Non potrei vivere lontano da te, Haladiel. -
- Ti amo, Haldir! Ma mi fai star male, così. Non hai motivo di essere geloso!! -    
- Scusa!.... Haladiel, mi perdoni? - Le chiese, desiderando che lei lo stringesse fra le braccia.
- Mmmh.... Non lo so.... - Fece lei, con un sorrisetto furbo. Lo guardò con i suoi splendenti occhi azzurri, ridacchiando divertita. - Haldir, Haldir, Haldir... Sei... Incredibile!! Pensi sul serio, che potrei vivere senza di te?! Certo che ti perdono, Meled Nin (amore mio)! Ma non farlo più, mi fa stare male... - Gli disse lei. Si baciarono, appassionati e lui la strinse forte al suo corpo. La sentì tremare, ma non era per il freddo. Lo desiderava.
Voleva fare l’amore con Haldir, lo desiderava da quell’unica notte, in cui si erano uniti, prima della battaglia al Fosso Di Helm. Sembrava passato un secolo, anzi un’ Era. – Haldir, ti voglio. –
- Lo sai, che siamo in mezzo a troppi soldati? Temo che dovrai accontentarti di baciarmi, per stanotte. – Si sentì rispondere, da un Haldir malizioso, con gli occhi che gli sfavillavano per la gioia ed un sorriso ammiccante sulle labbra. La baciò ed Haladiel lo ricambiò, andando però a toccarlo, sotto il mantello, sulle parti intime e sorrise, da discola, mentre lui gemeva.
- Ooops! – proferì poi, sorridendo furbescamente. – Non ho proprio resistito… scusa. –
Se non la smetteva, soldati o non soldati, l’avrebbe presa lì. Haldir gemette. Era così arduo, opporsi al desiderio di averla… di godere con lei… ma non potevano e, in qualche modo, riuscì a resistere. – Lo faremo, Haladiel, ma non qui. Quando saremo sul mio Talan, come quella notte. Ma non ora, non possiamo. –
- Va bene, Haldir. Aspetterò… -

ecco il mio Haldir... bello lui...tesoro


ho scelto questa, perché è dal Fosso di Helm che per Haladiel  e Haldir tutto comincia....

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Cap. XIII ***


Cap XIII
 
Nella notte, stretta ad Haldir, si lasciò andare ad un sonno davvero profondo. Si rilassò, godendo del tepore delle sue forti braccia, intorno a sé. Non c'era qualcosa di più perfetto.
L'alba, li accolse con i suoi colori e i suoi canti di uccelli. Haldir, era sveglio da un po’ e la guardava come si guarda qualcosa di straordinario. - buongiorno! - gli disse, accarezzandogli una guancia, teneramente. - pensavo fosse solo un bel sogno, da cui mi sarei svegliata in un letto, a Bosco Atro. -
 
- No! É realtà... E io sono vero. Puoi toccarmi se vuoi! -
 
- Non... Non provocarmi! - Gli disse sogghignando. - Potrei non rispondere delle mie azioni!! -
 
- Dai, alzati pigrona! Dobbiamo ripartire. - le disse aiutandola ad alzarsi.
 
- Haldir, manca molto?! Continuo a non sentirmi fuori pericolo. Re Thranduil è astuto e crudele. -
 
- Non devi preoccuparti. Ci siamo noi!! - Le disse Orophin, - Non tornerai là, non temere. -
 
- Non correrà il rischio, di vedersi costretto ad abdicare, se non è stupido. In ogni caso, con te c'è Haldir. - le disse un giovane elfo che non credeva di aver mai visto fra i Galadhrim. - Guai a chi ti tocca!! Eh, Haldir? -
 
- ci puoi giurare!! - Haldir guardò il suo amico, osservare Haladiel con curiosità. Non vi era malizia nei suoi occhi, né alcun tipo di voglia, né lussuria, come invece ne aveva letta negli occhi di Re Thranduil. Soltanto curiosità e, da buon elfo, un leggerissimo velo di diffidenza. Sospirò, guardandola fare una leggera colazione. Lei si alzò in tutta la sua degna statura, tipica dei Noldor. In silenzio, si preparò per partire. - Ehi, Haladiel, sei silenziosa, stamani. - Le alzò il mento, con pollice e indice e la obbligò a guardarlo. "No, non piange!! Ma è molto seria, adesso." Le accarezzò i capelli, stringendola a sé. - Qualcosa non va? -
 
-No, tutto bene. Stavo pensando a Tauriel e Falarin, chissà che faranno!! -
 
- Spero che il loro gesto, non costi loro troppo! É stato nobile, ma cosa succederà ora?! - Le disse quasi in un sussurro. L'abbracciò, stringendola forte, facendosela aderire addosso. Mugugnò qualcosa, la desiderava troppo. - Andiamo, forza. -
 
- Sì, andiamo! Non credo l'ora di ritrovare tutti! - Gli rispose, sorridendo.
 
Poco dopo, erano tutti in sella e lei, cavalcava in testa con Haldir. La guardò. Non si stupiva, se Thranduil, la voleva per sé, era davvero bellissima, la sua donna. Ma, appunto, era la sua donna!! Soltanto SUA. Cavalcarono a lungo, ma se tutti i loro cavalli, in vista dell'Anduin, iniziavano a cedere alla stanchezza, RochMir, avrebbe potuto correre per miglia, tanta era la sua energia. O, visto che erano in vista del grande fiume, attraversarlo a nuoto.
 
- Quanta energia! Sembra sapere di essere a casa! - Si sentì dire Haladiel da Orophin, che sembrava invidiarla per la fortuna che aveva! No, non era invidia... Era... ammirazione.
 
- Un giorno di questi, puoi montare RochMir se ti va. - Gli disse lei, con un grande sorriso. - É favoloso, te lo assicuro!! -
 
- Grazie tante! É un Mearas! - Le disse Haldir, con un sorrisetto furbo. - Ma io dubito che Orophin, riesca a montare quel cavallo! -
 
- Sento un tono, di presa in giro, nella tua voce, Haldir! - Gli disse, lei  sorridendo divertita.
 
- No, non è così! - Le rispose lui, avvicinandosi e fermando il suo cavallo. - Guarda là, Haladiel! –
 
Haladiel guardò dalla parte, cui le indicava Haldir. - NO!! Non può averci raggiunti, cosa... Cosa facciamo?! -
 
- Andate, voi due! - Disse loro il fratello di Haldir, facendoli scendere sulle grosse barche, che in pochi minuti, attraversarono il fiume e li fecero sbarcare sull'altra riva. Erano a casa! Orophin, si avvicinò al Re di Bosco Atro, sorridendo quasi divertito. - A quanto pare, Sire Thranduil, vi è andata male!! -
 
- Sì! Ma non ero venuto, per cercare di riprenderla. Ero venuto per chiederle perdono... E per ringraziarla! -
 
- Ringraziarla?! Per cosa, Sire Thranduil? - Non gli avevano detto nulla al proposito.
 
- Per... Quello che sta facendo! Potete dirglielo voi, Orophin? - Vide che il giovane elfo annuiva. - Grazie! E... Addio! - Guardò un ultima volta, al di là del fiume. Haladiel fece impennare RochMir, in segno di addio, lui alzò il braccio, e voltò il cervo.     
 
Haladiel esultò, era finita. - Ce l'abbiamo fatta! - Esclamò al colmo della gioia. Si voltò e lo stesso fece Haldir. - Noro lim, RochMir, noro lim!!! Portami a casa! - Il cavallo nero, scattò in avanti, insieme a quello di Haldir.
_ _ _ _ _
 
Re Celeborn, sentì il corno suonare nella foresta. "Sono tornati!" - Rùmil, apri i cancelli. -
 
- Sì, mio Signore! - Gli rispose questi, allontanandosi in tutta fretta. Il sovrano di Lothlorien, era al colmo di una gioia profonda, che veniva dal cuore. Rùmil, non vedeva da molto tempo il re, sorridere così. Men che meno, lo aveva visto sorridere, da quando Re Thranduil, aveva compiuto un atto tanto scellerato.
 
Dama Galadriel, affiancò il marito e lui le prese la mano e ne baciò il dorso. - É stato avvertito Gildor? - Chiese lei.
 
- Io sono qui. - Disse Gildor, sorridendo ai sovrani. Era al settimo cielo. Quella che stava entrando dai cancelli nel Caras Galadhon, era proprio Haladiel.
 
Haldir scese dal suo cavallo, che consegnò ad un elfo stalliere e aiutò Haladiel a scendere. Lei, lasciò il suo amato Mearas solo dopo averlo coccolato un poco. - Guarda, Haladiel. - Le disse, indicandole con un gesto della mano, i sovrani e suo padre.
 
- Adar... Sire Celeborn... Ris Galadriel... - Haladiel si avvicinò lentamente, quasi avesse paura che svanissero, come in un sogno. Il suo cuore, impazzì nel vederli e la sua vista si appannò, quando dopo aver salutato i suoi Re con un profondo inchino, venne stretta affettuosamente dalle loro braccia. - Adar nìn... - Abbracciò suo padre, per ultimo. Ma vi era una ragione ben precisa: fu l'abbraccio più lungo e struggente, quello nel quale liberò le sue lacrime di gioia, ma non solo quelle. Anche le sue ansie se ne andarono, con quelle lacrime. - ecco, ora basta con le lacrime o qua finisce che allago Lothlorien! - Disse staccandosi da suo padre, con un grande sorriso. I due sovrani risero, assieme a lui. Lei si voltò verso Haldir e gli sorrise, felice, tendendogli la mano. - Se sono qua, lo dovete a questo splendido elfo! -
 
- No, non solo a me! Siamo stati aiutati. Abbiamo degli amici favolosi! - Le rispose lui, incrociando le sue dita alle sue. - Non fosse stato per Tauriel e Falarin... E per Legolas, non saremmo qui. -
 
- Lo avrei detto, Haldir. So benissimo, che non ce l'avremmo fatta da soli!! Ma senza di te, non ce l'avrei fatta davvero. TU mi hai dato la forza e il coraggio. Soltanto la tua costante presenza al mio fianco, il tuo amore poteva farlo. - Lo baciò, dolcemente sulle labbra.
 
- Legolas, era con voi?? - Chiese Re Celeborn, stupefatto. - Dovete raccontarmi tutto. Ma non subito, vedo che sei stanca. Anche tu, Haldir... -
 
Cosa cercava di dir loro Sire Celeborn? Haladiel non ne aveva idea ma, in ogni caso, non poté far nulla che venne trascinata via dalla sua regina. - Hai bisogno di riposarti... E di un bagno caldo. Vieni, così ti rilasserai un po’. -
 
- Grazie, mia Signora. - Le disse lei, con un sorriso stanco. - Ho proprio un grande bisogno di rilassarmi... Dama Galadriel. - Ora che erano sole, poteva chiamarla per nome, finalmente.

la mia Galadriel
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Cap. XIV ***


Cap XIV
 
 
 
- Ben tornata a casa, Haladiel. Sei stanca vero? - Le chiese la sua sovrana guardandola in viso. - Ma sei anche un po’ triste... Perché?! -
 
- Sono preoccupata, Dama Galadriel, non triste. - Le rispose Haladiel, raggiungendola sul letto dove si sedette con un sospiro. - Tauriel e Falarin, che faranno ora?! -
 
- Stai troppo in ansia per loro. Non dovresti temere per quei due... - Le rispose Dama Galadriel, rivolgendole uno dei suoi misteriosi sorrisi. - Se la caveranno, non temere. -
 
Lei guardò la sua sovrana con molta ammirazione. - Voi sapete... Come fate?! -
 
- Ti leggo la mente, mia cara Haladiel!! So perché lo fai e il tuo è un atto generoso. -
 
- Ho l'impressione che vogliate qualcosa da me! Mi sbaglio nin Ris? (mia regina) -
 
- Entreresti nei Galadhrim, se te lo chiedessi? -
 
Il suo cuore perse un battito e guardò la dama, stupefatta. Poi dichiarò - Sarebbe un grande onore per me. Accetto con gioia e vi ringrazio, dama Galadriel. Ma... Haldir, cosa ne penserà?! -
 
- Dovrà accettarlo! - Galadriel rise. Lei la guardò e sorrise. - É il mio volere! Mio e di mio marito, Sire Celeborn! -
 
- Non potrà far altro che accettare!! - Convenne la giovane elfa.
- Bene, ora che te ne ho parlato e hai accettato, mi sento sollevata. - Le annunciò lei. Haladiel rimase a bocca aperta per lo stupore. - Haladiel, qualcosa non va? -
 
- Avevate paura che rifiutassi, Galadriel? - Le domandò stupefatta e incredula.
 
- Esattamente! - Le rispose lei annuendo. Bussarono alla porta e Galadriel sorrise, scaltra. - Questo è Haldir. Deve aver già terminato di parlare con il Re. -
 
Haladiel andò ad aprire e vide che era proprio lui, il suo Haldir. - Haldir... Meled nin (amore mio) entra. -
 
- Mia adorata Haladiel... - Disse entrando e baciandola sulle labbra, teneramente. Poi, vista la sovrana, le si inchinò profondamente. - Scusate, mia Signora! Non vi avevo vista. -
 
- Non importa, Haldir. A domani! - Li salutò entrambi e uscì dalla camera della giovane.
 
Haldir, una volta uscita la dama, chiuse la porta a chiave e disse alla sua donna che era venuto il momento per loro due soli. Le giunse vicino e la tirò a sé e lei sentì le farfalle nello stomaco. - Ora sei tutta mia! - Le disse malizioso. - Ma tu non vuoi salvarti da me, no?! -
 
- No! E tu? - Gli accarezzò il viso. Si alzò in punta di piedi perché, sebbene fosse alta, il suo amato Haldir con il suo metro e novanta, torreggiava su di lei. Lo baciò con passione crescente, unendo la lingua a quella di lui in una danza sensuale.
 
- Haladiel... - Haldir sussurrò il suo nome sulle sue labbra e la prese in braccio, per poi adagiarla sul morbido grande letto in centro alla stanza. Ci si stese anch'egli e lentamente la spogliò. Era stupenda e lui si meravigliava sempre per l'immensa fortuna di aver accanto una donna così. La vide socchiudere gli splendidi occhi azzurri e sorridergli ammaliante e maliziosa.
 
- Haldir, sei una visione che merita di essere notata! - Gli disse togliendogli l'ultimo indumento sopra la cintola. Lo accarezzò dolce e sensuale, facendolo fremere di desiderio fino al recesso più intimo del suo essere. Adorava questa donna! - Tu sei mio. Lo sai vero? -
 
- Certo. Certo che lo so! E tu?... Sai di essere solo mia? - Le disse accarezzandole un fianco e percorrendo il suo magnifico corpo con una lunga, infinita, carezza sensuale. Erano entrambi consapevoli di appartenere l'uno all'altra e viceversa. Quando entrò in lei, Haladiel gemette. Le vide una lacrima brillare negli occhi. - Tesoro ti... Ti ho fatto male? -
 
- Cosa?!... No... Oh, no. Sono soltanto un po’ troppo emozionata, Haldir. Non fermarti Haldir! Non ora! - Gli disse con un espressione felice. Continuò a muoversi su di lei e dentro di lei, aumentando però il ritmo e, sussurrandole parole dolcissime, portò entrambi in vetta al piacere. Alla fine si accasciò al suo fianco ma senza uscire e si strinse al suo corpo. - Haldir sei favoloso! - Gli sussurrò Haladiel prima di baciarlo brevemente ma con passione.
 
_ _ _ _ _
 
- Haldir e Haladiel, hanno bisogno di stare un po’ soli... - Disse Galadriel a Gildor che sorrise scaltro. - Gildor Inglorion! A cosa pensi?! -
 
- Io? Nulla. - Gildor rise, pensando a sua figlia e Haldir assieme. - Voi, Dama Galadriel, cosa pensate?! - E le fece un sorrisetto furbo.
 
- Mmmh... So a cosa penso io! - Disse Re Celeborn entrando nella sala del trono. - Mia cara, ha accettato? -
 
- Sì! Haldir riesce ad accettare che lei diventi una Galadhrim? - Gli chiese la Dama, mentre Sire Celeborn le baciava il dorso della mano stretta nella sua.
 
- Sì! Ha accettato ma solo perché è il nostro volere. - Le rispose il re, serio. - Haldir ha soltanto paura per lei, Galadriel. - Ripensò all' espressione accigliata di Haldir e sospirò.
 
- É naturale! Haldir è davvero innamorato di mia figlia. Accetterà qualsiasi sua decisione, Sire. - Rispose Gildor al re, sorridendo. -  Anche quelle che potrebbero essere pericolose!! -
 
- E voi Gildor? Voi accettate la scelta di vostra figlia? -
 
- Sì! Sono orgoglioso di avere una figlia come lei! - Dichiarò poi Gildor con un ampio sorriso.
 
Galadriel osservò Gildor e non poté far altro che dare ragione a sua figlia, quando diceva che suo padre era bellissimo! Lo era davvero. Soprattutto quando sorrideva. - Si vede che Haladiel è tua figlia. - 
 
- Sul serio?! Da cosa, Dama Galadriel? - Le chiese lui con un grande e splendido sorriso sulle labbra.
 
- Ha lo stesso sorriso che hai tu! É bella come te! - Gli rispose lei. Celeborn si accigliò. Era geloso! Dopo così tanti anni, amava ancora come il primo giorno la sua adorata Galadriel. Lei lo guardò dolcemente. - Celeborn... Ma tu sei geloso!! -
 
- Io?! - Si difese il sovrano. - Ti amo Galadriel. Che male c'è se sono geloso?! -
 
- Anch'io ti amo, Celeborn. E non credere che io non sia nemmeno un pò gelosa!! -  Gli rispose Galadriel, stringendosi a lui. Non poteva nemmeno pensare a una vita senza di lei. Era tutta la sua vita, specie dopo che Celebrian la loro amata figlia, se n'era andata dalla terra di mezzo, lasciandoli soli.
 
- Sai Gildor, hai una figlia davvero eccezionale! - Gli disse il Sovrano. Gli appoggiò la mano sulla spalla. - E Haldir è fortunato a poterla amare! -
 
- É sempre stata un amore di bambina! mi ricordo, sai, quando la prendevo in braccio. - Gli disse la sovrana con un bellissimo e dolce sorriso. - Lei ci stava volentieri, in braccio. É sempre stata così! Anche se preferiva stare con te Gildor. -
 
- Non so se sono stato un buon padre. Ero troppo preso dal mio dolore, mentre tutto ciò che avrei voluto era.... essere un buon padre.
 
- Sì, lo so. Lo sei sempre stato. Non so quante volte te lo devo ripetere. Te la portavi in giro, sulle spalle e facevi qualsiasi cosa con lei. É sempre stata una bambina molto amata. - disse il Sovrano. - Ora è una splendida donna! Solare, generosa come pochi. Al suo posto, non so se sarei riuscito a concedere a Re Thranduil di regnare ancora! -
 
- Nemmeno per Legolas? - Gli chiese allora Dama Galadriel. - Lei lo ha fatto per il Principe! -
 
- Sì! É generosa! Lo confermo. - Disse ancora il Sovrano. Poi guardò Gildor e sorrise. - E non potrebbe essere diversamente. L'unica  cosa di cui è avida non è materiale! É amore! Ma non l'amore di chiunque. Lei vuole essere amata dalle persone che lei stessa per prima ama. -
 
- Che marito saggio! - Sussurrò Galadriel. - Ma dici il vero! Ed è facile amare Haladiel. -
 
_ _ _ _
 
Haladiel si accoccolò vicino ad Haldir, che la stringeva da dietro. Sospirò stringendogli la mano nella sua. - Haldir? -
 
- Mmmh?... - Le rispose lui, giocando con i suoi capelli castano scuro. - Che c'è Haladiel? -
 
- Ti dà fastidio che io abbia accettato di entrare nei Galadhrim? - Gli chiese titubante. Lui la fece voltare verso di sé e la strinse forte.
 
- Non ti devi preoccupare! Haladiel io ti amo e il mio amore non diminuirà per le scelte che fai! -
 
- Oh, tesoro! É meraviglioso sapere di averti accanto qualsiasi cosa accada! Tu sei meraviglioso! - Gli disse, baciandogli le labbra delicatamente. Haldir sembrò gradire la cosa e lei accarezzò le sue labbra con le proprie.
 
- Haladiel?? - Le disse lui, travolgendola e facendosela ritrovare sotto di sé. - Vuoi un ripasso? -
 
- Su cosa?! - Finse di non sapere cosa intendesse, solo per stuzzicarlo un pò e giocare con lui.
 
- Su come si deve baciare un uomo come me?! - Rispose Haldir, con un sorriso provocante. Lei gli attirò il capo e lambì le sue labbra con la lingua per poi incontrare la lingua di Haldir in una danza sensuale. Fu un lungo appassionato bacio e il desiderio fra loro eruppe come la lava dal vulcano. - Non credo tu abbia bisogno di un ripasso... - Lui la penetrò avanzando un poco dentro di lei, inviando un brivido di piacere nel suo corpo perfetto. Cominciò a muoversi nel suo calore, prima lentamente poi sempre più veloce e più potente. La sentì gemere di piacere e continuò ad amarla con sempre più passione.
Il piacere supremo li colse quasi di sorpresa e li trascinò in un precipizio senza fine. Gridarono all'unisono dopo poche spinte vigorose che li trasportarono lontano, troppo in fretta. - Oh, Haladiel! Tesoro... Tutto bene?! -
 
- Non potrebbe essere... meglio... di così!! E tu mio... adorato... Haldir? - Gli chiese ancora ansante. Lui la baciò teneramente.
 
- Haladiel io non potrei essere più felice!! - le rispose.
 
Si strinsero uno all'altra e si addormentarono avvinghiati e felici di poter stare di nuovo assieme.   
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Cap. V ***


Cap. XV
 
Quando si svegliò era sola. Haldir non era con lei e Haladiel si chiese dove fosse. Sorrise, però, al ricordo della loro notte di infuocata passione. Si alzò e indossò una maglia verde scuro e sopra una tunica color verde bosco orlata da ricami color oro, che rappresentavano le foglie di Lorien. Indossai dei pantaloni attillati in pelle marroncina e degli alti stivali in cuoio. Afferrò la sua spada "Naur Haltol" e la guardò ammirata. Suo padre aveva fatto un lavoro eccellente, con questa spada. Si allacciò la cintura e infilò l'arma nel fodero e prese arco e faretra, con le frecce. Uscì dalla sua stanza e si trovò faccia a faccia con re Elrond. - Sire Elrond! -
 
- Haladiel, cara! Che piacevole incontro! Tutto bene? -
 
- Si, Sire e voi? - Represse uno sbadiglio e lui fece un sorrisetto furbo. - Scusatemi! Non ho dormito molto stanotte! -
 
- Colpa di Haldir, suppongo! -
 
- O merito?! - Ribatté lei con un sorriso malizioso.
 
- Come vuoi tu cara! Dov'è?! -
 
- Sarà... - di nuovo uno sbadiglio. - Cielo! Scusate. Dicevo... Sarà in giro a controllare che tutto sia a posto! -
 
- Uhmmm ... E tu? Quando lo farai?! -
 
- Cosa? - Gli chiese Haladiel. Non sapeva che i sovrani avessero riferito al re che sarebbe diventata una Galadhrim.
 
- Non hai accettato di divenire una Galadhrim? -
 
- Ah sì! Beh, fino al giuramento non ne faccio ancora parte. Quindi no, non farò il giro d'ispezione! - Gli risposi con un allegro sorriso. - Voi e Sire Thranduil siete amici vero? - dissi poi, tornando seria.
 
- Lo eravamo perlomeno. -
 
- Non lo siete più soltanto perché mi ha rapita? - Gli chiese Haladiel seria. - Io gli ho concesso di continuare a regnare e voi non riuscite a perdonarlo? -
 
- Non lo hai perdonato però! - Le disse re Elrond, mentre scendevano per raggiungere i sovrani di Lothlorien il padre di Haladiel e Haldir per la colazione. 
 
Haladiel abbassò il capo accigliata. - Non ci riesco. Non per me, Sire Elrond. Per ciò che ha fatto a mio padre. - Arrivarono alla porta del salone e poco dopo entrarono assieme.
 
- Buongiorno! Haladiel vieni a sederti qui! - le disse il padre. Lei gli sorrise e dopo un rapido bacio su entrambe le guance lo abbracciò e si sedette,  salutando tutti i presenti. Lei guardò Haldir e lui ricambiò il suo sguardo, con la stessa dolcezza con cui lo guardò Haladiel.
 
- Non ho mai visto due Elfi, guardarsi come si guardano quei due! - Disse Dama Galadriel con un sorriso malizioso e insieme dolce. Re Celeborn sorrise anche un po' divertito e Haladiel guardò i suoi sovrani, sorridendo loro e arrossendo lievemente.
 
- Stavamo ricordando prima... - le riferì suo padre con un sorriso furbo. La guardò spalmare il burro su una fetta di pane e poi sopra la marmellata. - Hai bisogno di energia, tesoro?! -
 
- Sì! "Qualcuno" stanotte non mi ha concesso molto riposo! - Sorrise ad Haldir e lui ricambiò con un grande sorriso. - Non che mi sia dispiaciuto, sia chiaro! -
 
- Figuriamoci a me! - Rispose Haldir reagendo alla provocazione della sua amata fidanzata.
_ _ _ _ _
 
"Non riesco a levarmela dalla testa! Non m'importa di regnare se non posso avere Haladiel! Ma non posso rapirla un' altra volta. Ho perso, non mi rimane che arrendermi all' evidenza di non poterla avere! Dannazione... Se soltanto non si fossero messi in mezzo..." Pensò il Sovrano di Bosco Atro mentre Legolas entrava nella sala del trono.
- Cosa c'è, Legolas?! Sei preoccupato all' idea di dovermi lasciare solo? -
Gli disse in tono duro e brusco. - O, invece, ti preoccupa il pensiero che potrei tentare di rapire di nuovo Haladiel?! - guardò suo figlio con uno sguardo gelido. Era la prima volta che padre e figlio, re e principe, avevano un contrasto simile. Erano sempre andati più che d'accordo.
 
- Adar... Le tue parole e il tuo tono, mi feriscono. Sono venuto a salutarti, Aragorn ha bisogno di me! - Detto questo il Principe si voltò e si allontanò, uscendo dalla sala del trono senza che suo padre gli avesse rivolto la parola. Una lacrima scese lungo le guance lisce di Legolas e Falarin se ne accorse.
 
- Oh, Principe. Tuo padre non ti ha salutato?! Forse non avremmo mai dovuto aiutare... -
 
- Non dici sul serio, vero? Io non mi sono pentito nemmeno per un secondo! Haldir e Haladiel, sono due carissimi amici per me!! - gli rispose il principe, serio.
 
- Nemmeno noi, ci siamo pentiti. Stai attento Legolas! - Gli disse a quel punto Tauriel mentre lo abbracciava. Il re fece la sua comparsa in quel momento e tese le braccia al figlio. Tauriel sorrise e gli disse - Va da lui, Legolas. -
 
Legolas e suo padre si abbracciarono e il re chiese perdono a suo figlio. Si salutarono lasciandosi in pace, con il perdono l'uno per l'altro.
Poi Legolas partì.
_ _ _ _ _
 
Haladiel e Haldir, finita la colazione, si allontanarono da soli. Andarono fino al limitare della foresta di Lothlorien. Haladiel era pensierosa e Haldir era preoccupato.
- Haladiel... -
 
- Sì, Haldir? - Lei gli sorrise dolcemente, accarezzandogli una guancia. - Dimmi amore, qualcosa non va? -
 
- No, io sto bene. Ma tu? Ti vedo così assorta... - Le strinse la mano, incrociando le dita con le sue.
 
- Pensavo a stanotte... - Gli confessò in un sussurro e le sue guance arrossirono. Gli cinse il collo con ambo le braccia e gli sorrise.
 
- Che bel pensiero! - Replicò il Capitano dei Galadhrim. - Mia cara... Se vuoi possiamo replicare! -
 
- Vor.. vorresti un figlio? - Gli chiese stupita. Haldir la guardò tenero e le baciò la fronte.
 
- Non lo nego. Mi piacerebbe!! - Si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani nelle sue. Poi le chiese: - So che forse è troppo presto, ma.... Mi vuoi sposare?! Vuoi essere mia moglie Haladiel? -
 
- Sì, sì e ancora sì! Certo che ti sposo!!! - Gli rispose esultante e al colmo della gioia. Haldir si alzò e la sollevò fra le braccia, facendola piroettare. Poi la baciò lasciandola senza respiro. - Mio Capitano!!... -
 
- Dobbiamo parlare con tuo padre! -
 
- Assolutamente!! E subito! - Gli rispose lei. La ragazza era al colmo della felicità. - Prima che cambi idea! -
 
- Ti assicuro che non accadrà! - Le disse Haldir. - Ti amo! - La baciò con passione e lei lo ricambiò altrettanto appassionatamente.
 
Stavano camminando da pochi minuti, quando il suo fine udito da Elfa captò un rumore sospetto tra il fogliame. - Haldir... - Vide che incoccava una freccia ed ella estrasse la sua spada dal fodero. - Yrch! (Orchi) - Urlò mentre degli orchi venivano loro incontro minacciosi.
 
- Attenta, Haladiel!! Non li sottovalutare! - Le disse Haldir, scoccando la freccia. Ne fece fuori due, poi passò alla spada. Ce n'erano troppi, almeno una decina e sebbene anche Haladiel fosse piuttosto abile, non potevano farcela. Poi, all' improvviso, il Capitano vide cadere quattro di loro e poi altri tre. Ne rimanevano due che stavano addosso ad Haladiel. Si scagliò ma non era necessario. Haladiel li uccise quasi immediatamente con due affondi davvero micidiali e, poco dopo, si erse e lo guardò sorridendo trionfante. Haldir si portò la mano destra sul cuore e s'inchinò leggermente. Lo stesso fece lei e poco dopo se la trovò stretta addosso. La strinse anch'egli e vide i suoi fratelli, raggiungerli. - Rumil, Orophin, vi ringrazio! - disse Haldir guardandoli sorridere.
 
- E ci mancherebbe! Certo che Haladiel... Ragazza mia, hai un grande coraggio!! - Disse Rùmil con ammirazione e, rivolgendosi a Orophin, gli chiese: - Ha combattuto così al Fosso di Helm? - 
 
- Sì, Rùmil! E lì, combatteva contro gli Uruk. Mi ha salvato la vita!! - Gli rispose suo fratello Haldir. - Le ho appena chiesto di sposarmi!!! - Guardando i suoi fratelli in attesa di risposta, fece un sorrisetto furbo. Poi si decise a rispondere - ... Ha detto di sì. - 
 
- Che magnifica notizia! Avremo una cognata! - Disse Orophin abbracciando Haladiel, con caloroso affetto. - Bisogna festeggiare! -
 
- Io aspetterei... Non l'abbiamo ancora detto a mio padre!! - Esclamò Haladiel con un grande sorriso felice. Li guardò entrambi e poi disse - Ma in ogni caso, sono felice che approviate. -
 
- Beh, vedere nostro fratello così felice, non può che renderci felici! Benvenuta in famiglia, Haladiel!! - Disse Rùmil abbracciandola con affetto.
 
- Grazie! Mi commuovete ragazzi! Venite con noi e saprete cosa deciderà mio padre! Ma non ditelo a nessuno per strada, d'accordo? - Enunciò Haladiel con un caloroso sorriso.
 
- Come desideri!! – Proferì Orophin, inchinandosi lievemente con la mano destra sul cuore.
 
Ridendo e scherzando si avviarono tutti e quattro, verso Caras Galadhon e Haldir ridacchiò ed esclamò: - Ehi, mi piacerebbe vedere la reazione di re Thranduil, a questa notizia!! -
 
- Mmmh, non lo sopporti eh?! Possiamo sempre scrivere a Tauriel e Falarin! - Gli rispose Haladiel con un sorrisetto malefico. - Non appena mio padre darà il consenso, daremo la notizia anche a loro! Loro ne saranno felici, Thranduil un po’ meno!! -
 
- Ne sono convinto!! - Rùmil sorrise. Un sorriso diabolico gli si allargò sulle labbra. - Gli verrà l' orticaria al sol pensiero! Pagherei per vedere la sua faccia!! -
 
- A chi lo dici! - Replicò Orophin, mentre Haladiel e Haldir si guardavano emozionati. A loro non importava altro se non avere il consenso del padre di Haladiel. 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Cap XVI ***


Cap. XVI.
 
Haladiel e Haldir arrivarono a Caras Galadhon e salirono su per la scala che saliva a spirale, lungo il tronco del gigantesco albero. Un Elfo li annunciò ed entrarono nella sala del trono.
 
- Haladiel, Haldir... Vi pensavamo in giro. - Disse loro il re, andando  incontro ai due giovani.
 
- Lo eravamo, mio Signore. Ma Haldir ed io... Ecco... Cercavamo mio padre. Ci hanno detto che era qui con voi. -
 
- Mi dispiace, se n'è appena andato! - Rispose loro il Sovrano. - Che avete combinato, voi due?! - Chiese il Re piuttosto divertito.
 
- Cosa... No, nulla di quello che voi pensate Sire! - Gli rispose Haldir arrossendo. - Ma è comunque una buona notizia!!... Almeno spero!! -
 
- E non potete dirmela? - Fece il Re, ergendosi in tutta la sua regale e maestosa statura.
 
- Temo di no, mio Re! - Gli rispose Haladiel sorridendo misteriosa. - Prima di potervene parlare vorrei dirlo a mio padre! -
 
- Va bene. Ma sta pur tranquilla che darà il suo consenso! - Le rispose il Sovrano, strizzandole l'occhio. Lo guardò meravigliata. "Ma come ha fatto?! D'accordo, non è nato ieri però..." - Allora è vero! -
 
- Vero? Cosa?! - Disse la voce profonda di Gildor alle spalle di Haladiel. - Che succede?! -
 
- Adar nin! Sono qui perché... Haldir mi ha chiesto di sposarlo! Sono qui per... - Non fece in tempo a finire la frase che suo padre la strinse a sé. Poi la guardò intensamente e quindi sorrise.
 
- Hai il mio consenso!! Lo avete entrambi! Sono felice che hai accettato di sposarti con Haldir! Non potevo concedere la tua mano a un uomo migliore! - Le disse suo padre confermando ciò che, lei stessa, pensava di Haldir.
 
- Gildor sono io ad essere fortunato! Non potevo desiderare qualcosa di meglio! - Dichiarò Haldir guardando la sua adorata Haladiel. - Haladiel?... Pensi che ora possiamo dirlo a tutti?! -
 
- Sì! Direi di sì! - Dichiarò la giovane al colmo della gioia. - Ma prima... - Si alzò in punta di piedi e baciò Haldir con passione. Haldir la strinse di più, approfondendo il loro bacio, mentre Re Elrond entrava nella sala del trono e Sire Celeborn se la rideva, divertito dalla faccia del sovrano di Imladris.
 
- Gildor? Che succede?! - Chiese Re Elrond, dopo aver salutato suo suocero.
 
- Succede che bisogna festeggiare! Haldir e Haladiel si sposano! - intervenne Sire Celeborn e, notando che Dama Galadriel entrava in quel momento, esclamò - Galadriel sai che Haldir e Haladiel si sposano? -
 
- Davvero?! É meraviglioso!! Bisogna festeggiare!! Immagino tu sia al settimo cielo, Gildor! - Disse lei, posandogli una mano sulla spalla, in un tocco amichevole e gentile che però fece ingelosire il Sovrano. - Per la verità credo che i più felici siano tua figlia e Haldir! -
 
Haldir e Haladiel annuirono all'unisono e tutti sorrisero felici per la loro felicità. Era più che evidente quanto si amassero quei due. Haladiel notò che re Elrond si era incupito. - sire Elrond... Qualcosa non va? -
 
- No! Non ti preoccupare, va tutto bene. Davvero! - Le rispose il re. Haladiel era preoccupata, non aveva mai visto tanta malinconia negli occhi di qualcuno. "Ho capito!! Gli deve mancare moltissimo la sua amata Celebrian!!" Pensò abbassando il capo. "Eppure... Se a re Elrond manca come moglie... Ai miei sovrani mancherà come figlia!" Si voltò verso suo padre e gli sorrise. Pensò a quanto doveva mancargli quando era nell' altro mondo. Si strinse dolcemente ad Haldir e lui la baciò sui capelli.
 
- Festeggiamo allora... - Disse poi il re e la regina disse che avrebbe organizzato la festa per il giorno successivo. Haldir e Haladiel si congedarono e si allontanarono da soli. Si lanciarono in una corsa sfrenata e raggiunsero il margine della foresta e si arrampicarono sull'albero, fino al Talan di Haldir.
 
- Finalmente un po' soli!! - Gli disse lei, abbracciandolo. - Io e te... -
 
Lui le fece il solletico e lei cercò di resistere ma poi, dovette toccare il punto giusto, perché Haladiel cominciò a ridere sfrenatamente. Scivolò sul pavimento del Talan, trascinandolo con sé e le cadde sopra. - Haladiel!!! Per quanto mi piaccia l'idea, ora non possiamo fare nulla!! -
 
- Vero! É pieno giorno!! - Gli rispose lei fingendo il broncio. - É quasi mezzogiorno, direi. -
 
- Ora di pranzo!! - Le rispose lui. I suoi due fratelli, stavano cucinando della carne con le patate. - Ecco Orophin e Rùmil! Senti che profumino... -
 
- Senti che rumorino che fa il mio pancino!! - Gli disse lei ridendo. Lui rise con lei. 
 
- Vieni, raggiungiamoli sul loro Talan. - Le porse la mano e lei l'afferrò fiduciosa. "Non riesco quasi ancora a crederci!! Lei diventerà mia moglie!!! Valar! Quanto ti amo Haladiel..." Pensò mentre se la stringeva addosso. La strinse forte quasi come a volersela spalmare addosso e la baciò lentamente e profondamente. Il loro lungo bacio venne interrotto dal richiamo di Orophin. Haladiel si spostò e valutò la distanza tra i due Talan e scosse il capo.
 
- Non saltare! - Le disse serio Rùmil. - É troppo largo! -
 
- Lo so. Vieni, Haldir. Scendiamo!! - esclamò lei, lasciandosi scivolare lungo il tronco. Aspettò il suo amato Haldir e salirono assieme sull' altro Talan. Lei si accomodò vicino a Orophin, per il quale aveva grande simpatia ed egli le tese il piatto con le patate e la carne. Ella si mise a gambe incrociate e, sorridendogli, prese il piatto e la forchetta. - Grazie Orophin. -
 
- Non c'è di che! - le rispose lui, sorridendole. Haladiel vide Haldir con un espressione torva. Era geloso marcio. Non pensava potesse essere tanto possessivo. Era assurdo. Amava soltanto lui e nessun altro. Lo guardò dritto negli occhi azzurri e lui ricambiò lo sguardo, mettendoci tutto l'amore possibile. Ed era tanto. Era... Infinito. Come il suo... Forse di più.
 
- Haldir, fratello mio... Non essere geloso di noi. Lei è tua e tua soltanto! Non vedi come ti guarda? Noi siamo suoi amici, i suoi futuri cognati, ma solo questo!! - Disse Rùmil che lo aveva visto incupirsi.
 
- Siete anche i miei fratelli, ragazzi!! - Affermò lei con un largo sorriso.
 
Li abbracciò entrambi e Haldir sorrise divertito. La guardò e ridacchiando le disse: - Fratelli? I fratelli non fanno certe cose... -
 
- Haldir!! - Lo ammonì ma era vero e Haladiel si divertiva a scherzare. "Non me la posso prendere!! Io sono come lui!!" - Non ho detto che tu sei mio fratello!!! -
 
Risero e scherzarono ancora per un po’. Restarono con i fratelli di Haldir per quasi tutto il pomeriggio e fino a l'ora di cena. Cenarono tutti assieme e parlarono fino a tardi. Poi lei e Haldir lasciarono Orophin e Rùmil e scesero dal loro talan per andare su quello del suo amato Capitano. Lui la fece stendere accanto a sé e coprì entrambi con delle coperte e delle pellicce. Poi la strinse e si addormentarono quasi subito.
 
Il mattino dopo Haladiel si svegliò con il profumo del caffè che le solleticava le narici e le fece spalancare gli occhi su una visione magnifica: Haldir a petto nudo. - Buongiorno tesoro! - Le disse sentendo il suo sguardo su di sé. La baciò appassionato e impetuoso. Mise la mano sotto la camicia che lei si stava infilando e le toccò il seno, frizionando un capezzolo fra pollice e indice, facendola gemere forte e la baciò sul collo. - Questa.. è la dimostrazione... Che io non sono tuo fratello. -
 
- Sei il mio uomo Haldir... e che uomo!!! - Esclamò felice lei, accarezzandogli una guancia. - Io devo andare da Dama Galadriel. Tu che programmi hai? -
 
- Batterti con la spada! -
 
- Mi stai sfidando? - Haladiel rise mentre lui le dava una mano ad alzarsi e annuiva con un sorrisetto ironico. - Cos'è quel sorrisino Capitano? Pensi che non possa batterti? -
 
- In effetti... - Le rispose ridacchiando. Haladiel gli schioccò un bacio sulla bocca e insieme, poco dopo, scesero dall'albero e si avviarono verso Caras Galadhon. La strada non era molto lunga ma avevano il tempo per parlare. - Dimmi Haladiel... Com'era vivere nel mondo dal quale sei tornata? Avevi degli amici? -
 
- Se si possono chiamare amici, quelli... Dubitavano della nostra esistenza! Ne dubitano ancora, probabilmente... -
 
- Soltanto della nostra?? - Le chiese prendendola per mano.
 
- No! Non solo di noi elfi!! Loro dubitano di tutto il nostro mondo!! Pensa che ero parte di una compagnia di nove elementi! - Lei sorrise e lui ridacchiò. - A me ricordava la compagnia dell'anello... Ma solo per il numero. E se lo dicevo anche soltanto per scherzare... Mi... –
 
- Ti prendevano in giro. -
 
- Sì. Non facevano che ripetermi che non esisteva il nostro mondo. Ma alla fin fine non è meglio così? -
 
Haldir annuì anche un po’ divertito. - Chissà come ci sono rimasti, quando sei sparita! Ti staranno ancora cercando... -
 
- No. Non credo. - Disse lei sorridendo. - E neanche me ne importa. Per loro ero solo una squilibrata, non credere. -
 
- Gli uomini!!! - Le disse e Haladiel sorrise divertita. - Intendo la razza Umana. Quella del mondo da cui sei tornata! Aragorn è diverso!! -
 
- Appartiene alla razza umana, però!! -
 
- Ma è cresciuto in mezzo agli Elfi, con loro... -
 
- Sì!! Mi piacerebbe rincontrarlo un giorno!! Magari sarà re!! - Haldir la strinse a sé e la baciò con impeto. - Posso sapere che ti prende? -
 
- Scusa! Non ho resistito... - Si scusò Haldir, con un sorrisetto malizioso. - É troppo bello baciarti! -
 
- Non sei geloso di Aragorn allora!! - Gli disse felice.
 
- No! Aragorn è troppo innamorato di Arwen Undomiel, per poter pensare ad una dama che non sia lei!! - Le rispose Haldir sorridendole dolcemente. - Come me, che non posso nemmeno pensare di poter vivere senza te. - 
 
- Nemmeno io, Haldir!! -

GUARDATE QUIbello eh?

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Cap. XVII ***


Amore immortale Cap. XVII.
 
Quella mattina, quando Haladiel giunse da dama Galadriel la trovò ansiosa e preoccupata. Quando le chiese cosa la turbasse le rispose - C'è qui qualcuno che non ti aspettavi di rivedere! -
 
- Chi?!... NO. - Quel "no" così disperato colpì la Dama dritta al cuore. La paura di Haladiel la fece quasi sobbalzare.
 
- So che non vuoi rivederlo ma... - Le disse Galadriel in un soffio. Vide che Haldir si irrigidiva, gli occhi gli sfolgoravano d'ira e lei, la regina di Lothlorien, si sentì debole. Davanti a sé c'era un Elfo arrabbiato, una giovane Elfa senza la forza di reagire che si teneva aggrappata al suo amato come ad un àncora di salvezza e un re arrabbiato per l'accoglienza glaciale che gli era stata riservata.
 
- Haldir... - Haladiel pronunciò il suo nome come una supplica e lui la strinse più forte, sostenendola. Lei gli rivolse un sorriso grato e dolce. Haldir guardò il sovrano con un profondo rancore. Come osava tornare a farsi vedere?!
 
- Cosa ti succede, Haladiel?! - Chiese guardando Haldir che lo fissava con odio feroce e la Dama che, molto probabilmente, lo stava commiserando. - Ma di cosa hai paura?... Non sono qui per tentare di rapirti. -
 
Haladiel lo fissò e lui si avvicinò. - Statemi lontano! Non mi fido di voi!! - Il re si fermò chiuse gli occhi e respirò profondamente. Poi li riaprì su di lei, scaraventandole addosso uno sguardo di ghiaccio. - Hinoeleg!!... Non siete affatto cambiato. Ditemi cosa volete e non se ne parli più! -
 
- Desidero il tuo perdono.... - Lui la vide scuotere il capo e capì che non gli avrebbe mai concesso il suo perdono. - No? Perché?! Mi lasci regnare ma non mi perdoni? -
 
- MAI!!! Conoscete il significato di tale parola, sire Thranduil? Non avrete mai quello da me!! - Gli rispose la ragazza alzando il mento, fieramente.
 
- Ricordati che stai parlando con un re. - Le disse Thranduil aspramente. Haldir si voltò verso la Dama e la regina sorrise all'Elfo biondo. Cosa voleva dire Ris Galadriel con quel sorrisetto? Se lo chiese mentre già Haladiel gli rispondeva.
 
- Vero! Siete re!! ... Vorrei vi ricordaste che lo siete ancora, per mio volere però. - Gli rispose piccata.
 
- Re Celeborn lo avresti perdonato, se avesse fatto una cosa del genere! -
 
- come osate?! - gli puntai "naur haltol" alla gola. - voi siete l'essere più meschino della terra di mezzo, sire Thranduil. Non vi ho lasciato governare per fare un favore a voi! Io l'ho fatto per Legolas!! Re Celeborn è degno d'essere chiamato re! Un'azione tanto indegna da parte vostra, re Thranduil, è la causa stessa del male che vi vogliamo ora. E che voi stesso vi siete procurato. Il mio re e la mia regina non li macchierete con le vostre parole, sire!! - Gli disse lei con ardente convinzione, rinfoderando la spada. Lui la fissò e lei gli tenne testa, tenendo su di lui i suoi splendidi occhi azzurri. Fu il sovrano ad abbassarli per primo e, solo allora, lei tolse il suo per guardare il suo amato Haldir. - Scusate mia signora, - Disse poi. - Ho bisogno di allontanarmi da qua. -
 
- Va' pure. Anche tu Haldir... Io sto bene. - Disse la Dama annuendo con un sorriso. Dopo che i due si furono allontanati si voltò verso il re. Con tono pacato gli disse - Non sareste dovuto tornare qua. -
 
- Avete ragione dama Galadriel. Vedo che non mi viene concesso il perdono. -
 
- Vi meraviglia? Haladiel è già stata fin troppo generosa, con voi. Fosse stato per noi, non sareste più re!! - Enunciò la Dama della Luce, rivolgendogli un rapido sguardo e un sorriso che avrebbe gelato chiunque. "Haladiel è più che degna di diventare una Galadhrim!! Ha difeso il suo sovrano e con che saggezza ha risposto a re Thranduil!!" - Ho una festa di fidanzamento da organizzare per cui se volete scusarmi... -
 
- Fidanzamento? Di chi?! -
 
- Ma di Haldir e Haladiel, no?! - annunciò lei tutta felice. - Addio, Thranduil. - E se ne andò lasciandolo esterrefatto a guardarla a bocca aperta.
 
_ _ _ _ _
 
- Come stai?! Bevi questa. Ti farà stare meglio! - Disse Gildor a sua figlia, accarezzandole i capelli. Lei sorseggiò piano, mentre Haldir guardava sire Elrond che aveva una faccia scura.
 
- Eppoi mi chiedete perché non lo perdono?! - Disse ad Haladiel. - Haldir la vedi anche tu... É così... -
 
- Sconvolta? - Rispose Haldir e sospirò. - Sì Sire Elrond. Haladiel è davvero troppo terrorizzata. Ma ha avuto il coraggio di puntare la lama alla sua gola, quando ha fatto insinuazioni sul nostro re!! -
 
Haladiel abbandonò il capo sulla spalla di suo padre e chiuse gli occhi. - Nessuno, e lui meno di tutti, deve dire qualcosa contro il mio re! -
 
- Scusate... Vorrei accompagnare io mia figlia alla sua stanza. - Haldir e Sire Elrond annuirono e suo padre la fece alzare e la sostenne mentre se ne andavano.
 
Haldir disse - Non si può andare avanti così! -
 
- Non doveva tornare! - Asserì re Elrond annuendo gravemente.
 
_ _ _ _ _
 
- Che succede, figlia mia?! - Chiese Gildor, sedendolesi accanto sul letto.
 
- Sto bene, adar nin. Davvero. - Haladiel gli prese la mano, tenendola nelle sue. Gli disse che gli voleva bene e che voleva che lui fosse felice della sua unione con Haldir.
 
- E lo sono, tesoro. Tu e Haldir siete fatti per stare assieme. Era molto preoccupato per te. Ti ama tantissimo!! Ma sono convinto che lo sai questo. -
 
- Certo che lo so! Come potrei non saperlo?! Oh, adar, sono così felice! - Gli cinse il collo con le braccia e lui la strinse a sé. - Io e Haldir, legati per l'eternità... Quasi non ci credo!! -
 
- Eh, piccola mia... Non sei più piccola! Adesso sei una bellissima donna!! Fra poco sarai una Galadhrim e la moglie del Capitano! -
 
- Ma tu sei sempre mio padre!! Sono la figlia di Gildor!!.. Ogni qualvolta ci penso, mi sento l'Elfa più fortunata della Terra Di Mezzo!! -
 
- Davvero? Mi rendi felice, lo sai? - Le disse lui commosso. Lei lo fissò per un lungo istante e quando stava per rispondergli qualcuno bussò alla sua porta. Guardò suo padre e lui annuì con un sorriso. 
 
- Dama Galadriel... - Haladiel era sorpresa. - Vi prego entrate. -
 
- Buona sera Gildor! - Disse Galadriel dopo essere entrata nella stanza di Haladiel. - Buonasera anche a te, Haladiel cara. -
 
- Dama Galadriel... Quale piacevole visione. Buonasera a voi. Bene, vi lascio sole. - Disse Gildor arrossendo.
 
- No, non occorre. Ero venuta per vedere se Haladiel stava abbastanza bene da voler festeggiare. -
 
- Oh sì!! Sto bene, Dama Galadriel. Non rinuncerò a festeggiare il mio fidanzamento con Haldir per... -  Si bloccò per un istante cercando il termine adatto a definire il re di Bosco Atro. - Per il re di Bosco Atro. -
 
- Molto bene!! Ne sono lieta. - Le sorrise e Haladiel ricambiò. Galadriel la vide sorridere scaltra e furba e fece un sorriso malizioso prima di chiederle cosa le saltasse in mente.
 
- Potremmo invitare il re... Ci sarebbero i fratelli di Haldir che darebbero chissà cosa, per vedere la sua faccia all'annuncio del nostro fidanzamento!! -
 
- Ohi, ohi!! - La Dama rise. Aveva una risata bellissima e arrivò alle orecchie di Haladiel, come una bella melodia. Galadriel cercò di restare seria ma, probabilmente, più pensava alla faccia del sovrano più l'attacco d'ilarità si palesava. - Povero Thranduil, che brutto momento potrebbe passare!! - In realtà Dama Galadriel era d'accordo con lei e Gildor se la rideva di gusto. - Haladiel... Non possiamo farlo. -
 
- Lo so. Non voglio umiliarlo più di quanto lo sia già stato. Dopotutto, sebbene non possa perdonarlo, gli ho pur sempre concesso di continuare ad essere re!! E come re va trattato! -Rispose Haladiel, guardando fuori. - E fino a prima che mi rapisse, voi eravate suoi amici. No, non tu adar nin. -
 
- Ha commesso un grave reato, Haladiel. - Le rispose Dama Galadriel avvicinandosi alla ragazza e posandole le mani sulle spalle. - Noi non riusciamo a fare come fai tu. Sei un Elfa... Sei un eccezione mia cara. -
 
- Merito dell'educazione datami da mio padre... - Rispose lei. Gildor guardò sua figlia da padre orgoglioso, quanto lei lo era di lui. 
 
- Mmmh... Non solo questo, figlia mia!! Il tuo animo generoso è una qualità che viene da dentro di te. Haldir se n'è accorto subito. Lui ti adora! - Le disse suo padre abbracciandola. Poi guardò la dama. - E non solo lui. Anche i tuoi sovrani ti amano e stimano molto. Credi forse sia così scontato e facile, entrare nel corpo dei Galadhrim? Non devi mai pensare che sia una cosa da tutti! É un privilegio di pochi. -
 
- Lo so! É un onore per me. Ma... Mia signora... Non ho abiti da sera... -
 
- Guarda nel tuo armadio! - Le disse la Dama. - Scegli quello che vuoi. -
 
Che bello. Avrebbe avuto un abito elegante per la sua festa! Aprì le porte del guardaroba e guardò gli abiti appesi. Le brillavano gli occhi. Erano tutti bellissimi! Fu colpita da un abito color blu cobalto. Era meraviglioso. Semplicemente stupendo. - Questo è... Superbo!! Eccezionale. - Esclamò sorridendo entusiasta.
 
- Con quello farai diventare Haldir un pò più geloso e possessivo!! - La avvisò Galadriel.
 
- Mmmh.... Vale la pena provarlo!! - Disse allora la bella Haladiel strizzando l'occhio al padre. Egli ridacchiò e annuì, dopodiché uscì dalla stanza. Lei rimase con Galadriel che l'aiutò a indossare il vestito. Si guardò allo specchio e rimase sbalordita. - Ma sono io?... - Chiese.
 
- Sì, Haladiel, sei tu!! - Le rispose la regina commossa e poi disse - Questo era di Arwen. -
 
- Ma... Non posso... - obbiettò Haladiel che, sebbene l'abito le stesse d'incanto, non voleva rovinarlo. "Ecco perché mi sentivo una principessa!! É l'abito di Arwen!!" pensò con un sorriso.
 
- No, infatti non puoi!! Tu devi! - Le disse la stessa Arwen. Le aveva aperto la regina. - Sei splendida e... Haldir è molto fortunato. - Arwen rise piano e le confidò - É molto emozionato!! -
 
- Sarà anche molto più geloso e possessivo, temo! - Disse Galadriel alla nipote. Haladiel rise anche se era un po' tesa. - Non temere, re Thranduil se n'è andato. -
 
- Mi dispiace che si sia comportato tanto male con te. - Le disse Arwen, sistemandole una coroncina sui capelli. - Ma sei stata fin troppo generosa con lui. Pretendere il tuo perdono è troppo. Eccoti pronta!!... Ora però ti dovrai spogliare nuovamente. Ci vuole un bagno caldo! Ti rilassi e ti prepari con calma. Noi torneremo più tardi! -
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Cap XVIII ***


Haldir pensò ad Haladiel per tutto il pomeriggio. Era, forse, troppo geloso e possessivo? Probabilmente sì. "Eppure non mi ha mai dato motivo di essere geloso!!" Pensò il bel elfo mentre si preparava per la loro festa di fidanzamento. "Lei non è come sua madre!! Non è Mireth. Chissà che avrei fatto, fossi stato al posto di Gildor. Sarei impazzito di gelosia e rabbia? Oppure avrei dimostrato la stessa dignità e l'autocontrollo del mio futuro suocero?!" Si sistemò la tunica blu e si guardò allo specchio.
Era felice. Stava per fidanzarsi ufficialmente con la sua splendida donna.
Una volta pronto si diresse al giardino, ove si teneva la loro festa. Vi incontrò una persona che non sperava proprio di rivedere. - Tauriel!! - L'abbracciò e le baciò le guance. - Come stai? -

- Sto benone! Anche tu vedo. Haladiel? - Gli chiese poi.

- Si sta ancora preparando. - Le rispose Haldir, con un ampio sorriso.

- Pensi le farà piacere rivedermi? - Gli chiese un pò titubante. - O le ricorderò l'accaduto e... - Non fece in tempo a dire altro, perché vide il capitano trasalire mentre guardava Haladiel, andargli incontro più bella che mai. Anche Tauriel rimase a bocca aperta.

- Oh, che bellezza Haldir! È splendida! Davvero... Perfetta. - Disse Tauriel, guardando Haladiel scendere la scala che con la sua spirale sembrava avvolgere l'albero ed esserne essa stessa parte. Ma le molte lanterne elfiche, non emanavano la stessa splendida luce che era nello sguardo di Haladiel, mentre guardava il suo amato. Haldir le rivolse un inchino, la mano destra sul cuore e un sorriso dolcissimo sulle labbra.

- Haladiel sei... Bellissima. - Le disse il capitano, prendendole la mano e portandosela alle labbra per poi, con dolcezza, baciarne il dorso. Lei si avvicinò e gli cinse il collo e baciò Haldir sulle labbra.

- Che bacio ragazzi!! - Esclamò Orophin assai divertito.

- Tutta invidia la tua!! - Proferì Haldir, stringendo la fidanzata, geloso.

- Ci puoi giurare!! Ma sono felice per te fratello mio. - Gli battè la mano sulla spalla. - Non potevi trovartene una migliore. -

- Vero. - Dichiarò Haladiel convinta. - Quante Elfe hai conosciuto, Orophin, che fossero andate in guerra a salvare il proprio uomo?! -

- Nessuna. - Ammise il fratello più giovane del Capitano. - É molto geloso, vero? -

Haladiel annuì e sorrise. - Ma a me piace così. Non lo cambierei con nessuno il mio Haldir. - Ridacchiò entusiasta. - Lo adoro. -

- Ah! Io adoro te. - Le sussurrò Haldir all'orecchio. Poi si volse verso la folla e annunciò il loro fidanzamento. Ci fu una vera e propria ovazione e allo sfumare di essa, Haldir dichiarò aperti i festeggiamenti. Cinse la vita ad Haladiel e, stretti l'uno all'altra e viceversa, si avviarono ai giardini dove si teneva la loro festa. Erano superbi a vedersi. "Sono in completa sintonia!!" pensò la dama, sorridendo ai due che le andavano incontro. - dama Galadriel, sire Celeborn, grazie per tutto questo. - Disse poi Haldir e s'inchinò ai due sovrani.

La Dama vide Haladiel fare lo stesso. Sorrise e disse loro: - Sono lieta di aver potuto fare qualcosa per voi, miei cari. Siete una coppia bellissima e avete combattuto per arrivare a questo momento. Sempre uniti e fedeli l'una all'altro e viceversa. Possiate essere felici per l'eternità!! -

- Augurio che vi voglio ripetere anch'io, miei cari Galadhrim. - Intervenne re Celeborn a quel punto. Haladiel sentendosi chiamare "Galadhrim" avvampò emozionata e commossa e Haldir sorrise, stringendola a sé. "Ma quanto sei bella, Haladiel!!" Pensò poi desiderando di poter avere qualche minuto da soli per poterla baciare in santa pace.   

Haladiel era entusiasta ed era... Sì era felice. Non poteva essere altrimenti, con Haldir al suo fianco. Notò che Tauriel la stava guardando e le sorrise andandole incontro per abbracciarla con affetto.

- Ma allora... Non ce l'hai con me. - Le disse la giovane Elfa, Capitano delle guardie di re Thranduil.

- Avercela con te?! Sei matta per caso? Non fosse stato per il tuo aiuto probabilmente, in questo momento, sarei ancora prigioniera del tuo re. E, credimi, per me sarebbe stato un inferno. Tu e Falarin.... - Si guardò intorno ma non lo vide. - Tauriel... Perché non è con te?! -

- É tornato a Bosco Atro, insieme a Re Thranduil!! Uno di noi doveva farlo... - Rispose Tauriel, sospirando pesantemente.

- Sta cercando di separarvi. - Esclamò Haldir, con uno sguardo triste. - É di una perfidia... -

- Ma è pur sempre il re... - Obiettò Tauriel con un mesto sorriso.

- Valar, che ho fatto?! - Ribattè Haladiel a questo punto, scrollando il capo e stringendosi al suo amato Capitano Galadhrim.

- Hai salvato l'onore di Legolas, ecco che hai fatto figlia mia!! - Le rispose il padre, stringendola per un abbraccio paterno e amorevole. - Hai fatto la cosa giusta e so quanto ti è costato farlo. Ho visto la furia nei tuoi occhi... la furia e la paura di essere di nuovo allontanata da Haldir. -

- Il terrore vorrai dire. Ma non gli concederei una seconda possibilità!! - Ribattè Haladiel con un ghigno malefico sulle belle labbra rosee. - Né per Legolas né per altri!! Quindi mi auguro non sia tanto stupido da riprovarci! -

- Me lo auguro anch'io. - Disse Tauriel, sospirando. - Ma ora non pensiamoci. Ormai Falarin è andato con lui. Questa è la vostra festa, amici miei. Il mio solo rammarico è di non essere riuscita ad impedire che si avvicinasse ancora a te e i tuoi cari. Mi dispiace, davvero. -

- Vieni, Tauriel, fai festa con noi. - Le disse Orophin, stringendola alla vita. Guardò Haldir che era allibito. - Che hai, fratello?! So che è fidanzata! -

- Appunto!! E Falarin è quasi più geloso di Haldir. - Esclamò Haladiel scoccandogli un'occhiata divertita.


La festa di fidanzamento durò quasi tutta la notte ma... Haldir e Haladiel si ritirarono nella stanza della fanciulla amata. Si amarono, appassionati e dolci, fin quasi all'alba  del mattino seguente, quando si addormentarono esausti, l'una nelle braccia dell'altro. Furono lasciati in pace fin all'ora di pranzo. Li svegliò re Celeborn dicendo loro di darsi una mossa, altrimenti avrebbero saltato il pranzo. Il sovrano si stava divertendo e rideva mentre li esortava a muoversi.

_ _ _ _ _

Il re di Bosco Atro era nervoso e camminava avanti e indietro per la sala. "Accidenti a lei e al suo Galadhrim!!" Inveì contro Haladiel e Haldir. Ma inveire contro di loro non lo avrebbe comunque calmato. Più pensava alla giovane Elfa che gli aveva reso la vita impossibile, più gli veniva la tentazione di rapirla di nuovo! "E questa volta... Stavolta non riusciresti a scappare!!" Vide entrare Falarin e gli sorrise forzatamente. - Dimmi Falarin... - Gli disse ostentando una calma che era ben lungi dal provare. Era semplicemente furioso.

- No... nulla... soltanto, Tauriel sta tornando. Tutto qui. - Gli rispose lui esitante.

- Oh, bene. Mi auguro si sia divertita... - Gli disse il sovrano in tono glaciale.

-Lo spero per lei. Non mi piace saperla lontana da me.-

-Falarin...Nemmeno a me piace essere alllontanato. Mio cugino, re Celeborn, è stato il primo a farlo. Poi mi hanno abbandonato anche gli altri. Cos'ha, Haladiel, da portarseli tutti dalla sua parte? - chiese il sovrano.

Falarin era stupito da quella domanda. "è haladiel. Il suo cuore e il suo coraggio, sono la sua forza. E leale e fedele al suo Haldir come ai suoi sovrani. E, questo, re Celeborn e la Dama lo hanno notato." - Ha un cuore grande. E leale ai suoi sovrani, che riconosce come, propei e ama Haldir, oltre ogni limite possibile.-

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** cap XIX ***


Era rimasta sola. Dov'era Haldir? Si era alzato prima di lei, La bella Haladiel aveva una sensazione bruttissima che la lasciava senza respiro e carica di angoscia. " Lo rifarà... Ci proverà di nuovo!!" Qualcuno bussò e lei disse con filo di voce. - Si? -

- Sono Re Elrond. Posso entrare? -

- Un momento re Elrond...- Fini di vestirsi e apri la porta. - Sire... entrate!! -

- Haldir è uscito in perlustrazioe. Non è da solo, non temere. So che hai paura che accada di nuovo, ma siamo preparati. - le disse il re di Gran Burrone con un sorriso. - Haldir è con i suoi fratelli... e con tuo padre e, con loro, c'è anche Glorfindel!! -

- Glor... Glorfindel? "Quel" Glorfindel? - chiese lei, decisamente stupefatta. - E... Lui dirà ai Valarciò che ha combinato il re? -

- Si!! "Quel" Glorfindel!! Non dirà nulla ai Valar se non tenterà di rapirti, Haladiel. Temo per te, mia cara. - le rispose sire Elrond sospirando. - La tua vita, potrebbe essere in pericolo... -

- Oh!! - gemette Haladiel indietreggiando, fino a trovarsi seduta sul letto. Poi chiese: - Mi vuole uccidere? - Al cenno d'assenso del sovrano di Gran Burrone cominciò a tremare. Era palesemente atterrita e le sue guance erano pallide, esangui. - Ma... perchè?! Non gli ho fatto niente. Gli ho conceso pure di continuare a regnare... -

- Ma non lo hai perdonato e lui si è sentito allontanato anche da noi.- affermò Elrond guardando fuori dalla finestra. Si voltò verso di lei e le chiese. - Pechè non lo hai perdonato e non lo perdoni Haladiel? -

- Ha rubato la donna a mio padre!! O meglio, Mia... Mireth è andata da lui ma re Thranduil non ha di certo snobbato l'occasione!! - Haladiel vide sire Elrond, scurirsi in volto a scuotera il capo. - Cosa volete dire, re Elrond? -

- Ti sbagli Haladiel. Thranduil tua madre l'ha rifiutata più volte e... - Fu interrotto dal suono del corno elfico. - Dev'essere successo qualcosa. Rimani chiusa qui dentro. Non osare è, pericoloso. -


- Thranduil!! ... Oh Valar!! - Esclamò Celeborn, avvicinandosi a suo cugino. - Che ti hanno fatto?! -

- Mi ha... Mi ha salvato la vita, mio Signore. - Proferi Haldir sconvolto. - Mi ha detto che era qui per fare del male ad Haòadiel, ma poi l'ho sentito pronunciare queste parole: " Ma cosa è successo?! Cosa sto facendo?!" e ho capito che era stato fatto un incantesimo su di lui. Mio signore Celeborn... credo che qualcuno gli abbia fatto un incantesimo fin dall'inizio. E quello che glielo ha fatto ha perso ora i suoi poteri. - Haldir vide entrare re Elrond e la vide sbiancare in volto. Dietro a lui veniva Haladiel. Lo guardò ondeggiare, per poi svenire fra le braccia di suo padre. Il Capitano abbassò lo sguardo e mormorò una preghiera. senti una mano sulla spalla e si voltò verso Glorfindel. - Non dite nulla ai Valar, vi prego... -

No, non dirò nulla. Non te preoccupare, il re si riprenderà. - Gli rispose il Vanyar, preoccupato. re Elrond lo guardò e guardò Haladiel che era rinvenuta e ora piangeva. Glorfindel la guardò avvicinarsi al corpo di re Thranduil. Si avvicinò a lei e le mise una mano sul capo e l'accarezzò. - Chiamalo. Tu sola, puoi farlo tornare. -

- Io? Ma... - Obiettò Haladiel. Guardò Haldir e lui le sorrise con dolcezza. Guardò il suo signore, Celeborn, e vide nei suoi occhi angoscia e ansia e capi che lo aveva perdonato e voleva che vivesse. Haladiel sorrise e prese la mana del sovrano di Bosco Atrio e in Elfico Sindarin, gli disse: - Re Thranduil, te perdono. Ritorna, ti prego... Sire torna... ti prego. - La ragazza senti la stretta della sua mano e, con la propria libera, copri quella del sovrano. Thranduil mormorò il suo nome e un sommesso "grazie". Poi apri gli occhi e Haladiel disse: - Sia Lodato Ilùivatar... Il re è tornato. - Guardò i suoi occhi per un lungo istante e noto che la freddezza, aveva lasciato il posto a uno sguardo caldo e color del cielo. Ed a un sorriso triste e dolce allo stesso tempo. - E strano!! Non ho più la sensazione di pericolo e di minaccia, a starti cosi vicino. Re Elrond cos'è successo? - chiese la giovane lasciando la mano di Thranduil, che sospirò ed emese un gemito di dolore, quando lo sollevarono su una barella che due Elfi, su ordine della Dama che ora accarezzava la fronte del re, avevano portato. Haladiel sospirò quando lo ortarono via e andò ad abbracciare Haldir, che era molto preoccupato. - Haldir, tesoro, cosa c'è? -

- Abbiamo sbagliato, Haladiel. re Thranduil non agiva cosi di sua spontanea volontà, ma era sotto un potente sortilegio. -

- Come ha fatto, ora, a togliersene? - gli domandò dubbiosa.


Passarono alcuni giorno e non era mai andata a far visita a re Thranduil, ne lui aveva chiesto di lei. Ma forse non asava farlo. Haladiel s'incupi a questo pensiero. lei lo aveva davvero perdonato. Occupata in questi cupi pensieri, non si accorse che stava andando a cozzare contro il suo signore. Quando se ne accorse era già troppo tardi. - Oh, scusatemi vi prego. -

- Non fa niente Haladiel. Quali oscuri pensieri, invadono la tua mente? Sei preoccupata? Ti va di parlare? - le disse Celeborn notando un velo di lacrime affuscarle lo sguardo.

- Ora che il sortilegio è stato spezzato, il re non ha mai chiesto di vedermi. Il mio perdono era sincero... Non capisco. Non sta bene?! - Si sedette sulla panca di pietra. - Adesso è lui che non perdona me?! -

- No. Non pensarlo mai. Vuoi che ti accompagnio da lui? - quando la vide annuire, sorrise annuendo. - Haldir è già stato da lui, oggi. -

- Senza di me?! Bravo!... - ribattè lei ridendo lievemente. - Povero Haldir... si dev'essere spaventato parecchio!! Hanno massacrato Thranduil!... E un miracolo che sia ancora vivo! -

- Ha una tempra forte, si riprenderà. - le rispose il saggio e potente signore di Lorien.

- E se non volesse vedermi? - si chiese la ragazza. - Non importa...rischerò. - Celeborn le mise una mano sulla spalla e le sorrise, compressivo. Salirono lungo una lunga scala che saliva a spirale attorno ad un albero gigantesco. Era illuminata da moltissime lanterne. Durante l'ascesa nessuno dei due perlò. Entrambi persi in piensieri cupi, anche se diversi.

- Giorni celesti! Ma che avete voi due?! - chiese la dama, uscendo nel corridoio. - Ah... ho capito!! E per re Thranduil. Entra Haladiel! Lui ti aspetta da giorni... - La guardò intensiamente e lei le concesse di leggere e conoscere i suoi sentimenti e le sue paure. "Non temere. Non ha nessuna intenzione di farti del male." Haladiel annui e prese un gran respiro, prima di entrare. Galadriel trattenne il marito. - Devono parlarsi da soli, marito mio. Lasciamoli... - Celebron annuì e chiuse la porta. Prese la mano di Galadriel e la baciò sul dorso. Poco dopo si allontanarono lasciando soli Haladiel e re Thranduil.

- Haladiel... - la voce del re era poco più che un sussurro. - Vieni vicino, ti prego. Non avere paura, non ne hai motivo!! -

- Si, sire. Pensavo non voleste vedermi... - gli rispose lei. - Grazie... per aver salvato la vita ad Haldir. -

- Era giusto cosi. Pensavo lo stesso di te. - le rispose lui, sorridendole.

- Davvero?! Il mio perdono era sincero... - ribattè ricambiando il sorriso del re. Gli si avvicinò ancora di più e gli sfiorò la guancia con un bacio. - Per fortuna siete tornato in voi. E siete vivo. -

- Già. Ha ragione Falarin... - il re sorrise, furbo.

- Su cosa?! - Haladiel sorrise nel sentire il nome dell'amico.

- Su te e Haldir. Lo ami davvero...oltre ogni limite possibile... -

- Si. E lui ama me. - dichiarò lei con un sorrisso tenero. - Ci siamo fedeli!! -

- Moltissimo. Tuo padre ti ha educata bene e lo ammirò moltissimo. Dico davvero... - vide Haladiel commuoversi e le asciugò una lacrima sulla guancia. - So cosa vuol dire crescere un figlio da soli... Tuo padre è in gamba!! -

- E io ammirò voi per come avete cresciuto Legolas. Lui vi ha perdonato prima di me. -

- Prima di voi, tutti. -

- Avremmo dovuto capirlo. Ho sbagliato nel giudicarvi, ma sono contenta di avervi lasciato regnare. Ho fatto la scelta giusta, ora loso. - gli disse lei. Si alzò e gli sorrise cordiale. - Ora vi lascio riposare. Ne avete bisogno. -

- Si! Haladiel... grazie per essere venuta a parlarmi. -

- Non c'è di che sire. mi augurò che in futuro potremo definirci... amici. - gli disse Haladiel e il re di Bosco Atro annuì. Quando chiuse gli occhi, lei sorrise e usci piano dalla sua stanza. Egli sorrise e si addormentò, sereno.


Haladiel, vide Haldir andarle incontro e gli rivolse un sorriso luminoso. Sorriso che il Galadhrim ricambiò con lo stesso trasporto e lo stesso calore. La strinsè a sé e la baciò con passione. - Mi hai trascurato in guesti giorni. - le disse lui.

- Lo hai fatto anche tu!! - gli rispose lei.

- Dovremo rimediare allora. - le disse lui all'orecchio, per poi baciarla sul collo. - Sei d'accordo? -

- Dipende. - Haladiel gli sorrise da vera furbetta e Haldir si portò la mano della sua amata elfa, sull'erezione che spingeva contro il tessuto dei pantaloni. Lei ridacchiò e mormorò: - Andiamo via da qui, prima che qualcuno noti questo!! -

- Si!! sarà meglio... e in fretta. O scoppia tutto!! - esclamò lui, ridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** cap. XX ***


Quando Haldir apri gli occhi, il suo  sguardo fu agguantato da due splendenti occhi color cielo e un sorriso che avrebbe rischiarato e illuminato la giornata di chiunque. - Haladiel, amore mio, sei già sveglia? - le domandò, con un sorriso salace. Poi affermò provocante: - Avrei dovuto stancarti di più!! -

- Hai fatto la tua parte, credimi. Io sono più che soddisfatta!! Non avrei potuto desiderare di più. - dichiarò Haladiel con un sorriso licenzioso. - Ma se vuoi... - lambì le sue labbra con la lingua. E si ritrovò sotto di lui, dominata dal suo corpo forte e soggiogata al suo sguardo ardente e pieno di desiderio. Poi si rammentò del sogno. - Haldir.... aspetta!! - gli chiese e, di seguito, enunciò. - Ho fatto un sogno questa notte. -

- Un sogno, Haladiel? Uno dei tuoi, premonitori, come quelli degli attacchi a Lorien? - le domandò lui e lei fece un cenno affermativo con la testa. - Vuoi parlarmene? -

- Certo amore mio!! E stato un bellissimo sogno, sai? Amore, ho sognato la fine della "Guerra dell'Anello"!! Gondor ha vinto, "Quei ch'è senza corona, di nuovo re sarà" e Sauron è sconfitto. Accadrà presto, forse oggi stesso! - gli rivelò Haladiel. La reazione di Haldir, non la colse di sorpresa. Il gaudio del capitano, era il suo!! La giovane Elfa era non felice, di più. - Dovremmo parlarne con la Dama, non credi? E con il nostro Signore Celebron, naturalmente. -

- Si!! ... No!! Ti propongo un'altra cosa!! - le disse con un sorriso amorevole. - Usciamo da Caras-Galadhom e andiamo sul Cerin-Amroth. Da li, saliremo sul Talan. Si può vedere molto lontano. Ci portiamo qualcosa da mangiare e stiamo li per la giornata!! Cosa mi rispondi? -

- Si, certo. Ma se succede qualcosa, io voglio tornare indietro e dirlo ai miei Signori! - vide lo sguardo del suo amato offuscarsi. - Cos'hai Haldir?! Cosa c'è che non va, amore mio? -

- Perchè non vuoi stare sola con me, tutto il giorno? Ti da' cosi fastidio? -

- Ehi, ehi, ehi!! ... Haldir sei il mio amre, il mio uomo e la mia vita. Come puoi anche solamente concepire un'idea simile?! - ribattè Haladiel dispiaciuta. Si strinse forte a lui, appoggiando la propria fronte al suo petto. - Andiamo su quel Talan io e te soli, per tutto il giorno... e la notte... e tutto il tempo che vuoi!! -

- Voglio solo stare un pò con te da solo!! - la strinse e le baciò i capelli. - Sei cosi occupata con i preparativi delle nostre nozze... -

- si, ma... - lo baciò sul petto. - Ti sto trascurando. Scusa Haldir!! Ti amo e, questa, è l'unica cosa importante!! Io e te, insieme, per sempre. Questo conta. -

- Ti amo Haladiel Gildoriel!! -

- Anch'io Haldir!! - lo baciò a lungo, appassionatamente e, una volta staccatasi da lui, ridacchiando gli disse: - O mio caro perfetto Elfo, aiutami a resisterti, altrimenti qui finisce che non usciamo più!! -

- Non ti posso aiutare mia cara!! Non sono perfetto. - le disse, accarezzandola sui fianchi. - E tu sei troppo irresistibile!! -

- Haldir!! - gli disse in tono allegro. - Alzati o chiamo mio padre. -

- Non lo faresti mai!! -

- Sicuro? - lo vide ridere e alzarsi in piedi. - Ora si ragiona. -

- Ah, ah!! - ridacchiò il bel capitano, muovendole il dito davanti alla faccia. Come per dire "No, mia cara!! Non hai vinto tu!!" E le disse: - Dovrai urlare molto di più per chiamare tuo padre. Quando saremo soli sul Cerin Amroth... -

- Ma sentilo!! - Haladiel si abbottonò la camicia in raso color grigio perla e s'infilò, ridendo. Il giubetto in pelle dello stesso colore e senza maniche. - Cosa ti fa pensare che io lo chiamerei una volta là? Mi so difendere... Se voglio! - s'infilò anche i pantaloni di pelle grigio perla.

- E tu vuoi? - si avvicinò alla sua adorata fidanzata e le prese il viso nelle mani. Vide nei suoi occhi il suo amore totale e sconfinato e la baciò con passione e foga. Un incendio divampava in lui, rendendolo quasi selvaggio. - Scusa... Ma... -

- No, non ti scusare. E stato favoloso Haldir. - gli rispose lei, andando a stringersi al suo amato capitano. - Adoro quando sei cosi "vulcanico". -

- Ah si? - le sorrise e poi la baciò sulla fronte, con dolcezza. - Haladiel, vita mia... Se sei pronta, andiamo. -

- No, mi manca il mantello. - Infatti si era già messa la cintura con la spada, al fianco. Si avvolse nel mantello blu scuro bordato in pelliccia bianca, alzò il capuccio. Haldir  fece lo stesso. Entrambi afferrarono arco e faretra nello stesso momento e si guardarono ridendo. - Ora possiamo andare! -

Haldir annuì e girò la chiave nella toppa. Fece un "clack" secco e rumoroso e la sua eco, si propagò per tutte le stanze dei Talan reali. - Haladiel, era meglio se questo sogno, lo facevi quando eri sul mio Talan! - le sussurrò all'orecchio, ridendo piano. Rise anche lei e una volta fuori si zittirono entrambi. Cominciarono la lunga discesa della scala illuminata dalle lanterne. Haladiel era velocissima. All'improvviso si fermò e si voltò. - Haladiel? -

Gli fece cenno di tacere. Continuarono a scendere piano e con passo felpato. - Si alzano cosi.... cosi presto di solito? - gli chiese con il fiato corto, spegnendo la lanterna.

- No, di solito no. - le rispose Haldir. - Hai visto chi era? -

- Non proprio. Ma... Sembrava Re Elrond. - rispose dubbiosa. fece spallucce, lo prese per mano e si avviarono alle scuderie e, quando entrarono, vi era un gran silenzio. - senti che pace. -

- Forza andiamo. Sul Talan ci sarà pace tutto il giorno, qui no. - le disse facendo uscire Lothmir dal suo box. Lei sorrise e fece lo stesso con Rochmir. Gli diede una mela e lo accarezzò sul muso. haldir sorrise e pensò "Beato te Rochmir! Quante coccole..."

______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Erano giunti, dopo una buona mezz'ora di cavalcata folle, al Cerin Amroth ed erano saliti sul Talan. Haldir la strinse a sè, mentre guardavano sorgere il sole. - Vi è ancora oscurità su Mordor. - disse lui.

- Si, Haldir. ma il mio sogno era positivo!! - dichiarò lei con un sorriso. L'attesa fu lunga e snervante. Lei si sedette fra le gambe di Haldir aderendo a lui, con la schiena al suo petto forte e muscoloso. Sentì contro i lombi la sua eccitazione e rise piano. - Haldir ti stai eccitando!! - Non si voltò ma lo senti gemere e senti le sue braccia stringerla più forte. - Siamo soli qui, vero? -

- Assolutamente si!! - le risposse Haldir facendola girare verso di sè. La baciò sulla bocca con passione. - Vuoi farlo, Haladiel? -

- Pensi che possiamo? - Haladiel si morse il labbro inferiore e ciò eccitò ulteriormente il bello e fiero capitano Galadhrim. In quel momento un raggio di sole sbucò dal grigio e scuro cielo sopra Mordor. - Si. Sta succedendo....- Si tirò in piedi. Haldir fece lo stesso e le prese la mano. - Monte Fato sta per esplodere!! Frodo e Sam... Ah!! Haldir guarda!! Le aquile...-

- Si, sono Gwahir e i suoi fratelli. - esclamò lui stringendola forte. Erano euforici. - Vanno a prendere Frodo e Sam. -

- Ma... Saranno vivi? - chiese Haladiel a bassa voce.

- Non li hai sognati? - le chiese Haldir, dolcemente. - Io li ho conosciuti... -

- Com'erano? Non li ho sognati ma Dama Galadriel me ne ha parlato. - Si strinse ad Haldir con dolcezza e amore. Lo baciò teneramente e lui sorrise. - Sei la mia vita. -

- E tu la mia. Siamo debitori per la vita a re Thranduil, Haladiel. -

- Si. Gli siamo debitori e spero che ora lui sia in pace, con se stesso. -

- Se lo è, è solo merito del tuo perdono. Sono orgoglioso di te e sono un uomo fortunato! E spero tu sia felice di essere mia. -

- Si, felicissima.- gli rispose felice e sorridente.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Cap XXI ***


- Posso sapere dove siete stati, fino ad ora? - chiede Gildor a sua figlia. Era al colmo dell'apprensione. - E buio ed è pericoloso... -

- Adar, ti sei preoccupato... Mi spice, giuro!! - Haladiel baciò sulla guancia Gildor e gli regalò un sorriso bellissimo. - Oh, ma c'era Haldir con me. -

- Eh si, ma potevi avvertire. Siete spariti all'alba!! - ribattè suo padre, piuttosto serio.

- Guarda che re Thranduil, non mi rapirà più sai?!- scherzo Haladiel che, in realtà, non vedeva l'ora di esternare e svelare il vero motivo della sua uscita con Haldir. - Noi siamo andati sul Cerin Amroth, Adar. -

- Cosa vi ha spinto lassù?! - chiese loro, il bello e nobile figlio di Inglor.

- Il mio sogno, padre. - gli rispose la bellissima Haladiel, con un sorriso che le illuminava lo splendido volto, incornicianto da una folta massa di capelli bruni che ora le scendeva, in morbide onde, fin sotto il sedere. - Haldir vai a chiamare i nostri Signori e Sire Elrond? ... Anzi, forse è meglio che noi andiamo da loro. -

- Si, è meglio. - asseri Haldir. - Io vado a vedere se Sire Elrond, è con loro o se debbo chiamarlo. Intanto, annuncio voi. Non cominciare senza di me. -

- Non lo farò, promesso. E i tuoi fratelli? -

- Siamo qui!! - esclamò Orophim, sopraggiungendo insieme al fratello.

- Cosa succede?! - osservò Haladiel che sorrideva lietamente. - Haladiel? -

- Orophim, cosa vai pensando?! Non dirmi zio, non ancora. - Vide Orophim avvampare e rise, divertita. Poi tornò seria e Haldir ridacchiò, sparendo su per la lunga scala.

- Peccato. Non mi dispiacerebbe diventare zio!! - esclamò Rùmil, sorridendò e lasciando stravolti padre e figlia, seguendo il fratello su per la lunga scala.

- Quei due sono incredibili!! - esclamò Haladiel, scrutando il padre che le porgeva il braccio, ridacchiando. - Temo che ti abbiamo sconvolto un pò padre. -

- Non più di tanto. Sicura che non divento nonno? - ribattè Gildor, mentre si avviavano. Guardò la sua amata figlia. Ormai Haladiel era diventata donna. E che donna!! Non aveva nulla da invidiare ad Arwen, lei.

- Sicura. Al cento per cento!! - replicò la ragazza con un sorriso furbo.

- Peccato!! - Gildor rise. Lei no. Quando furono in cima alla scala videro che Haldir li stava aspettando. - Spero che ci darete buone notizie... -

- Lo saranno. - rispose Haldir. - Re Elrond è già qui, aspettano solo noi. Vieni Haladiel, sono tutti impazienti di ascoltare ciò che hai da dire. - prese Haladiel per mano, sorridendole in maniera dolcissima. Insieme entrarono nella sala del trono, inchinandosi poi ai loro Signori.

- Miei cari Galadhrim, buonasera. - disse la dama, rivolgendosi cosi ai due fidanzati ma anche ai due fratelli di Haldir. - Benvenuto Gildor, figlio di Inglor. -

- Grazie, Dama Galadriel. Sire Celebron... - disse Gildor, inchinandosi ossequiosamente. Quest'ultimo gli sorrise, annuendo.

- Miei cari amici, credo sia giunto il momento che Haladiel ci sveli il motivo per cui oggi è salita sul Cerin Amroth. - proferì Celeborn volgendosi verso la giovane. Poi proseguì, invitandola a parlare. - Cosa ti ha spinta là? Parla pure liberamente Haladiel. -

- Si, mio Signore. Stanotte ho fatto un sogno e stamane questo stesso, mi ha spinta a svegliare Haldir di buon'ora e trascinarlo con me sul Cerin Amroth. Anche se poi, in realtà, è stato Haldir a propormi questa uscita. - ammise, rivolgendo un sorriso che mozzò il respiro al capitano Galadhrim. - Grazie, Haldir. - egli annuì, felice.

- Oh, via... Non tenerci sulle spine!! - esclamò re Elrond, agitato. Ciò fece sorridere la giovane.

- Sire Elrond, dov'è andata a finre la vostra proverbiale pazienza?! Ma vi capisco, Signore. Dopotutto ciò che sto per dire, riguarda molto da vicino Aragon... E quindi vostra figlia, e mia grande amica, Arwen. Ebbene... - annunciò voltandosi verso i suoi Signori. - La "Guerra dell'Anello" è finita. -

- Finita?! - esclamò la Dama, raggiungendola e prendendola per le spalle con dolce fermezza. - Finita... come?! -

- L'Anello è stato gettato nel Baratro, come sarebbe dovuto accadere molti anni fa, se Isildur avesse ascoltato re Elrond.... e invece ci volevano due piccoli coraggiosi Hobbit, a compiere quest'impresa!! -

- Oh, Haladiel!! - la Dama fu la prima ad abbracciarla, commosa. Poi fu abbracciata dal suo amato Signore Celeborn; da Re Elrond che la strinse davvero a lungo. Haladiel ricambiò con grande affetto il sovrano di Imladris, poi venne il turno di suo padre, quindi dei fratelli di Haldir e , infine, il suo amato capitano che diede prova della sua grande passione, baciandola con trasporto. - Bravo Haldir, ma non consumarla troppo!! - disse la Dama, con un sorriso dei suoi. - Haladiel, il tuo vestito da sposa è pronto... Anche il tuo, Haldir. -

- Grazie, mia Signora. - disse Haldir, con un sorriso soddisfatto. - Non vedo l'ora di fare di Haladiel mia moglie. -

- E io di te mio marito. Ma... Chi ci sposa?! - chiese lei, sorridendo.

- Lo faccio io, se volete. - ribattè Sire Elrond. Haladiel e Haldir, annuirono all'unisono. - Bene!! Quando? -

- Il tempo di lasciar arrivare qui re Thranduil, Sire Elrond. Io e Haldir gli dobbiamo molto. - rispose Haladiel. Vide  la Dama chiamare a sè un bellissimo falco bianco e affidargli un messaggio per il re di Bosco Atro. Si chiese se avrebbe accettato e sperava ovviamente in un si. - Speriamo accetti!! -

- Non vedo perchè non dovrebbe!! - ribattè Sire Celeborn con un sorriso. - Al massimo fra quattro giorni il re sarà qui. Il matrimonio sarà fra cinque giorni... Va bene? -

- E perfetto Mio Signore! - rispose Haldir afferrando la mano di Haladiel, con amore. - E cosi fra pochi giorni io e te saremo uniti in matrimonio!! - proferì emozionato. - Spero che sia davvero eterno. -

- Lo sarà. Ti amo Haldir!! -

- Che romantici... - esclamò Rùmil, con sarcasmo che sapeva di gelosia. - Bah!! Mio fratello si è decisamente rammollito!! -

- L'amore rende forti, non ramolllisce!! - obiettò il Signore di Lorien, rivolgendo un grande sorriso ai due fidanzati. - Non sono d'accordo con te Rùmil. Come puoi dire che si è rammollito. Quando invece è più forte che mai? -

- Mi meraviglio di te, fratello!! - gli disse Orophin, con uno sguardo severo. - Rifletti, prima di parlare! ... Sai meglio di me, cosa hanno dovuto passare per arrivare a questo momento. Io sono felice di quello che vedo. -

- Grazie Orophin! - gli disse Haladiel, con un grande sorriso ed egli annuì. Haldir era commosso. Abbracciò il fratello con affetto e gli sorrise. Sebbene fosse il più giovane dei tre, era spesso più maturo di Rùmil. - Sono felice di averti per cognato! E anche te Rùmil. Siete come fratelli per me... - vide Haldir sorridere e disse: - Loro, non te! - Il suo sguardo fu eloquente e a Gildor scappò una risata per la risposta del capitano a sua figlia. La risata fu contagiosa e li prese uno ad uno. Nemmeno il Signore e la Dama potettero resistere, sebbene cercassero di mantenere un certo contegno. - Non... Occorreva che tu... -

- Si invece. - proferì Haldir con sicurezza, stringendosela al petto.

- Amici miei... Non pensate che dovremmo festeggiare? - propose la Dama. Guardò Haladiel che era stanchissima. - Tu e Haldir, potete ritirarvi se lo desiderate. Si vede che siete logori per la stanchezza. E un periodo impegnativo per voi, lo so. -

- Vi ringrazio, miei Signori. - replicò Haladiel grata. - Io e Haldir, siamo davvero stanchi. -

- Andate, allora. - disse il loro Signore, in tono gentile. - Fate buon sonno. E a domani. -

- Buonanotte! E buon continuo di serata a voi! - proferì Haldir. Inchinatisi ai Signori di Lorien e a re Elrond e dopo aver salutato il padre di lei si accomiatarono. Non appena toccarono la base della scala si scambiarono uno sguardo d'intesa. - Passeggiata notturna Haladiel? -

- Fino al tuo Talan... Poi... - proferì lei con un sorriso sensuale. Lui capi l'antifona e ridacchiò. No, non erano stanchi. Erano solo felici di essere soli loro due.  Haladiel incrociò le dita a quelle di Haldir e, in breve tempo, sparirono nel cuore della foresta quieta e silenziosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Cap XXII ***


Cap XXII

 

Molti giorni erano passati, da quando Haladiel era tornata nella Terra di Mezzo; molte cose erano accadute, prima che lei e Haldir, il suo amatissimo Elfo, si potessero unire in matrimonio. Certo, la “Guerra dell’Anello” era finita e, per loro fortuna, nel bene. Poteva dirsi felice… molto felice. Ma Haldir era felice come lei? Lo guardò, mentre ancora teneva gli occhi chiusi. Eppure non stava dormendo, ne era certa. Passò un dito sulle sue labbra morbide e calde e si abbassò su di lui, per baciarlo teneramente e lui, con sua grande sorpresa, l’afferrò alla nuca e un istante dopo, si trovò sotto di lui, la sua bocca sulla propria, le loro lingue che danzavano assieme una lunga danza dei sensi. Tutto era così perfetto… troppo per durare. Infatti qualcuno venne a chiamarli.

 

- Ehi, voi due… oggi è il quinto giorno, oggi vi sposate!! – Disse loro Orophin da sotto l’albero. Era davvero felice per suo fratello e Haladiel.

 

- Orophin, fratellino… noi volevamo distrarci ancora un po’!! ci lasci qualche altro minuto? – Haldir guardò di sotto e vide suo fratello più giovane, scuotere il capo e ridere.

 

- Anche se lo volessi, non potrei. La Dama vi aspetta!! … anzi a dire il vero, aspetta Haladiel. Tu sei atteso dal nostro Signore Celeborn. Datti una mossa, fratellone!! – Orophin rise nel sentirlo brontolare eppure sapeva con certezza che avrebbe obbedito all’istante. Era fatto così, Haldir.

 

- Mmmh… pensa amore, oggi ci sposiamo. Dopo vivremo per sempre insieme. Io ora devo andare lo sai. La mia Signora aspetta e non ho intenzione di farla rimanere in attesa troppo a lungo. – disse Haladiel con enfasi, baciandolo poi sulle labbra dolcemente e alzandosi per vestirsi.

 

- Non vedo l’ora, amore. Quando io e te saremo sposati, nessuno potrà più separarci. Ti adoro Haladiel… davvero. – le accarezzò il morbido seno da sopra la tunica. Lei scostò la sua mano, allegramente e altrettanto allegra, gli agitò l’indice davanti, come a volergli dire “No, mio caro.” Ed Haldir rise.

 

- Ci vediamo all’altare, tesoruccio. –

 

- Ci puoi giurare, mia cara. Ci puoi giurare!! – le rispose il bel Capitano Galadhrim, sorridendole con calore. Per lui era la sua dea. Non vi era nessun’altra Elfa che avrebbe mai potuto volere, a parte lei. Haladiel. Il suo sogno si stava per realizzare.

 

 

- Ti vedo agitato, Gildor… - Gli disse Thranduil cercando di farlo rilassare. Ma dubitava di riuscirvi, sinceramente. Era sua figlia quella che si stava per sposare alla fin fine. Probabilmente sarebbe stato agitato quanto lui, se era Legolas a sposarsi.

 

- Vorrei vedere te, se fosse Legolas a sposarsi… - Gildor rise piano. Era commosso, per davvero. Sua figlia si stava per sposare. Era felice che si unisse in matrimonio con Haldir. Egli era perfetto per la sua Haladiel. Non avrebbe potuto desiderare un compagno migliore per la propria figlia.

 

- Probabilmente reagirei come te, Gildor. Ma mio figlio, ancora non si sposa… non ha ancora trovato l’anima gemella. –

 

- Prima o poi accadrà anche a lui. Sire Thranduil, hai mai pensato a rifarti una vita? – gli chiese lui, indossando il mantello blu, orlato d’argento. Lo osservò e vide che si vergognava. “A cosa stai pensando, re Thranduil? Il passato è il passato e indietro non si può tornare, lo sai!!”

 

- Ci ho pensato quando… che stupido!! Non avrei dovuto mai rapire Haladiel, lo so. – Il Sovrano di Bosco Atro si passò le mani sul viso, in un gesto scoraggiato. – Ero sotto il sortilegio, ma… -

 

- Appunto. Nessun ma, Sire… non eri in te. – Replicò Gildor in tono mite ma fermo. – D’accordo, hai rapito mia figlia, ma poi hai salvato il suo compagno. –

 

Thranduil sorrise al padre di Haladiel e gli chiese: - Mi hai dunque perdonato anche tu, Gildor? – Egli annuì ed il Re sospirò, sollevato.

 

- Ti abbiamo perdonato tutti. – Aprì la porta e disse, ridendo – Ma ti conviene andare da Haldir, prima che si arrabbi. Oggi non è molto paziente!! Non vede l’ora di sposarsi… -

 

- Sì, lo credo. Ma di solito le spose ritardano, no? – rispose il sovrano con un sorriso furbo, mentre uscivano dalla stanza. Gildor rise con lui e annuì. – Anche se spero non ritardi troppo, Haladiel. –

 

- Mia figlia? Conoscendola, non credo. –

 

- Evidentemente non vede l’ora di unirsi ad Haldir. – Il Sovrano di Bosco Atro abbassò il capo, indugiando in pensieri bui e orribili. “Povera Haladiel!! Se non fossi tornato in me, avrei tentato di ucciderla quel giorno! E avrei lasciato Haldir agli orchi…”

 

Il figlio di Inglor si voltò e notò che Thranduil si era fermato, cercando di allontanare quei pensieri spiacevoli. Gli chiese: - Qualcosa non va Sire? Cosa turba la vostra mente?! –

 

- Stavo pensando… al passato. Se non fossi tornato in me, quel giorno avrei azzardato di assassinare tua figlia e, di certo, non avrei messo in salvo Haldir. –

 

- Ma così non è stato. Sire… dovresti perdonare te stesso. Fallo per Haladiel, se non per te stesso. Fallo per Haldir, anche. Lascia al passato ciò che è del passato. -

 

- Hai ragione, Gildor… concentriamoci sugli sposi. Non dovresti andare da tua figlia, tu? –

 

Gildor si voltò e gli fece un sorriso scaltro, prima di bussare e proferì – Sì, ma preferisco porgere un’ultima raccomandazione allo sposo. In fin dei conti, gli sto affidando mia figlia… giusto? –

 

- Temi che Haldir non sia all’altezza?! Te lo assicuro, non c’è Elfo che potrebbe amare di più Haladiel.- gli ribatté Thranduil, con un sorriso che lasciava trasparire tutto l’affetto, che provava verso quella straordinaria coppia.

 

- No, non temo questo. Assolutamente no. So che è alla sua altezza e che mia figlia, è all’altezza di Haldir. Ma che suocero sarei, se non gli facessi almeno qualche raccomandazione? –

 

- Già!! Che suocero saresti?! – Gli ribatté Haldir, con un sorriso divertito. Gildor e Haldir si abbracciarono. – sei agitato Gildor? –

 

- Forse un poco… - ammise il padre della sposa, vedendo che, invece, il bel Capitano Galadhrim pareva essere tranquillo e sicuro di sé. E felice, molto felice. – A quanto pare tu sei molto tranquillo invece… -

 

- Non crederlo. Sono certo che tutto andrà bene ma sono molto emozionato. Fra poco, tua figlia sarà mia moglie e io mi sento l’uomo più ricco del mondo. Non la vedo da stamattina e già mi manca. – Poi, scorgendo il Sovrano sorridere, enunciò: - Scusate, Sire, non vi ho nemmeno salutato come si deve. Perdonate, se potete, la mia maleducazione. – e s’inchinò profondamente al Sovrano di Bosco Atro ed egli annuì leggermente, colpito dalla buona educazione ed il rispetto, mostrati da Haldir.

___________________________________________________________

 

- Che bella… sei stupenda, Haladiel. – le disse Arwen, contemplando la sposa, nel girarle intorno. – Haldir rimarrà davvero a bocca aperta!! -

 

Haladiel sorrise assai divertita. – Spero che almeno riesca a pronunciare il suo sì!! – Si avvicinò allo specchio e rimase palesemente molto colpita dalla splendida figura che vi vedeva riflessa. Quell’abito bianco con ricami d’argento, impreziosito da gemme bianche, dono di re Thranduil, la faceva sembrare una regina dei ghiacci. – Ma sono io? – Si osservò e rimirò più volte, piroettando su se stessa. Guardò il corpino aderente fino in vita che riluceva di luce argentea. L’argento si perdeva nella gonna ampia, in filamenti allacciati a foglie di Lorien, sempre in argento. Lo scollo ampio a barchetta era orlato da preziosi e complicati ricami dello stesso colore di quelli della gonna che si intrecciavano convergendo, poi, al centro della scollatura dove una grande gemma bianca, spiccava in tutto il suo splendore. Bussarono alla porta, proprio mentre s’infilava le scarpe e Arwen le metteva al collo una collana di perle bianche e un paio d’orecchini anch’essi di perle bianche. – Sì? Chi è?! -

 

- Tuo padre. – le disse semplicemente Gildor, con la voce screziata dalla commozione. “La mia piccola si sposa… oh, Valar!!”

 

- Entra Adar nin. Sono pronta. – vide il padre mettere piede nella stanza e rimanere immobile, a guardarla stordito ed emozionato da tanta era la leggiadria da lei mostrata. – Padre? Va tutto bene? -

 

- Come? Sì, sì sto bene. Vieni, fatti abbracciare!! - Gildor la circondò con le braccia, stringendola con affetto paterno. Era incantevole in quell’abito nuziale. Cercò di riprendersi . Di riconquistare il suo, solitamente forte, autocontrollo. Tuttavia non era tanto semplice dal momento che la sua diletta figlia si accingeva a unirsi in matrimonio, con l’amato capitano Galadhrim.

 

- Scusate se interrompo le vostre effusioni di padre e figlia ma… Haldir starà aspettandovi all’altare. Probabilmente inizierà a darti per scomparsa se non ti muovi a raggiungerlo… - le disse Arwen, sogghignando divertita. – Va bene farsi attendere ma così è troppo. Andiamo, su… -

 

- Sì, sarà meglio andare. Non vorrei cambiasse idea… - rispose Haladiel, sorridendo.

 

- Probabilmente penserà che quella che ha cambiato idea sia tu, se non ci muoviamo. – le rispose la Dama, sorridendo scaltramente.

 

Risero e si avviarono tutti assieme. “È arrivato il nostro giorno, mio amato Haldir. Oggi, è il giorno in cui io e te, dopo averne passate tante, ci sposiamo!!” meditò con un sorriso. Non appena furono alla base della lunga scala, che saliva a spirale, intorno all’enorme Mallorn reale , la Dama le disse di attendere che avesse raggiunto suo marito, Celeborn e poi sarebbe partita lei. – Sì, mia Signora. – Haladiel annuì emozionata. Quando la Dama raggiunse Celeborn che la prese per mano, dette il segno agli arpisti ed essi cominciarono a suonare ed Haladiel, regale come una regina, al braccio del padre alquanto emozionato, cominciò ad avanzare. Negli occhi una gioia immensa, un emozione così forte da travolgerla nel cuore, giunse infine davanti a Sire Elrond al fianco dello sposo che non riusciva più a smettere di guardarla. Haladiel lo guardò e gli disse: - Sei bellissimo!! – e lo abbracciò con amore.

 

-Tu sei meravigliosa!!... ma sei in ritardo. – le disse lui, sorridendole.

 

- Le spose si fanno sempre aspettare!!... giusto, Haladiel? – Le disse Re Elrond sorridendole ammiccante e Haladiel ridacchiò annuendo. – Cominciamo? -

 

- Sì. Cominciamo!! – Rispose Haladiel con voce decisa. Haldir annuì vivamente.

 

- Haldir, vuoi tu prendere la qui presente Haladiel, come tua legittima sposa? -

 

-Sì, lo voglio. – Rispose il Capitano Galadhrim, con molta sicurezza.

 

- Prometti di amarla e rispettarla? E di esserle sempre fedele, ogni giorno della vostra vita insieme, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia? – domandò Sire Elrond.

 

- Lo prometto. – rispose Haldir in tono fermo. Non riusciva a togliere gli occhi da Haladiel.

 

- Haladiel vuoi prendere, tu, Haldir come tuo legittimo sposo? – le chiese Re Elrond.

 

- Sì!! Certo che lo voglio. – Rispose la figlia di Gildor, con un sorriso radioso. Se Haldir aveva temuto per il suo rifiuto, ora si lasciò andare ad un sospiro di sollievo. Haladiel non disse nulla ma aveva notato il suo sospiro e sorrise al suo sposo.

 

- Prometti di amarlo e rispettarlo? Di essergli sempre fedele ogni giorno della vostra vita insieme, nella gioia come nel dolore, nella salute come nella malattia? -

 

- Lo prometto. – La sposa annuì voltandosi, poi, a guardare Haldir. Mancavano solo gli anelli a unirli definitivamente. Vennero portati poco dopo e Haldir prese l’anello di Haladiel e lei gli sorrise.

 

- Haladiel, prendi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. – e le infilò l’anello al dito. – Con questo anello io ti sposo!! -

 

Haladiel prese l’altro anello e lo baciò. – Haldir prendi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. – glielo infilò al dito e gli disse: - Con questo anello io ti sposo!! -

 

Re Elrond sospirò soddisfatto e con un gran sorriso, annunciò con voce chiara e limpida: - E’ con grande gioia che dichiaro Haldir e Haladiel, marito e moglie. Possa Iluvatar benedire questa unione. Haldir puoi baciare la sposa!! -

 

Haldir non se lo fece certo ripetere. Prese fra le braccia la sua sposa, sua moglie, e la baciò con passione e sensualità allo stesso tempo, scatenando un ovazione vera e propria. – Ti amo Haladiel! Giuro che se ci fosse qualcuno che tenta di portarti via a me ora che sei mia moglie, la pagherebbe cara!! -

 

- Mio amatissimo marito, luce della mia vita. Pensi che non valga lo stesso, per me? - sorrise con dolcezza. – Dopo che mi sono messa a fare l’ammazza Orchi, al Fosso di Helm e ti ho salvato la vita, dopo che sono riuscita a fare di te mio marito, pensi forse che lascerei che, una qualsiasi Elfa, ti porti via da me? Povera lei… - gli prese il viso nelle mani e sussurrò sulla sua bocca: - Povera lei, se ci prova e baciò il marito appassionatamente suscitando un consenso ancora più potente di quello precedente.

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** cap XXIII ***


Amore Immortale
Cap XXIII

Haldir vide che Haladiel non stava bene e le si avvicinò, premuroso. – Tesoro, qualcosa non va? – 

- Non lo so, Haldir. Mi gira la testa. È … è la prima volta, che mi succede così. – rispose a suo marito, con un sorriso tirato. – Non riesco a capire cosa sia accaduto. Ho mangiato ciò che avete mangiato anche voi, ma… ho un po’ di nausea. - 

- Nausea, Haladiel? – le chiese Sire Elrond, avvicinandosi ad Haldir e sua moglie. Si chinò su di lei e posò una mano sul suo ventre, solo leggermente arrotondato. Aveva notato che era un po’ pallida, non doveva essere la prima volta che accadeva. – Hai avuto ancora nausea, in questi giorni, mia cara?! - 

- S.. sì!! – rispose ella esitante. Non afferrava, dove voleva arrivare Sire Elrond? – Cosa c’è che non va, Sire Elrond? - 

Un ampio sorriso brillante stese le labbra del sovrano, quando le domandò: - Da quanto tempo non hai il ciclo? – dopo guardò Haldir che aveva sobbalzato, manifestamente felice. Egli doveva esserci arrivato. Haldir gliene chiese conferma con lo sguardo e Sire Elrond annuì ed enunciò – Complimenti, Haldir. Haladiel, tu aspetti un bimbo!! -

- Siete sicuro, Sire Elrond? – chiese la bella figlia di Gildor, commossa. 

- Al cento per cento, mia cara!! – le rispose Elrond, spiando la sua reazione che, ovviamente, fu gioiosa. – Devi averlo concepito a Eryn Lasgalen!! - 

- Ho concepito un figlio con Haldir, nel regno di Sire Thranduil?! – scrutò Haldir che, in quel momento, meditava probabilmente sull’effetto che avrebbe fatto una notizia del genere al grande re degli Elfi Silvani. Scoppiarono a ridere nello stesso istante ed anche a Sire Elrond, fuggì un sorriso divertito e malizioso. Passato il momento della risata, Haladiel si alzò in piedi. Si avvicinò ad Haldir, che l’abbracciò e posò la propria mano sul suo ventre, ancora piatto. – Haldir… amore mio!! Avremo un bambino!! – lui la baciò con passione e quando si staccò dalla sua compagna, ella vide una lacrima di commozione, brillare nei suoi bellissimi occhi azzurri. Si commosse anch’essa, stringendosi al corpo forte del suo amatissimo uomo. – Sento che sei felice anche tu, mio amore. -  

- E ciò ti meraviglia? Sei mia moglie e questo è nostro figlio, frutto del nostro amore!! Vieni andiamo a dirlo a tutti. – le rispose, passandole un braccio attorno alla vita. Si avvicinarono ai loro Signori, ai figli di Elrond ed ai fratelli di Haldir e al padre di Haladiel. – Miei Signori, caro suocero... a lungo quando andai a Bosco Atro a riprendermi Haladiel, ho pensato a una possibilità del genere e mi sembrava remota. Al tempo scherzai anche con Legolas, su questo. L’idea di vedere Gildor, con un nipotino in braccio, onestamente, mi divertiva un mondo!! Oggi, non è più soltanto qualcosa di irreale. – Vide lo sguardo di Gildor farsi sfavillante e annuì, sorridendogli. – Sì, Gildor. Sarai nonno. - 

- Oh!! Sono così… felice!! Vieni qui, bambina mia… - strinse sua figlia con amore paterno. Risero e piansero, commossi, l’uno delle braccia dell’altro. Poi furono i fratelli di Haldir ad abbracciarla. – Non strapazzatela troppo… - disse Gildor, per alleggerire il momento di commozione. Haldir rise ma guardava Haladiel con amore ancora più immenso se possibile. 

- Spero sia un po’ meno testardo di suo padre, però!! – Sire Celeborn, rise strizzando l’occhio ad Haladiel. – Altrimenti avrà il suo bel daffare, la nostra Haladiel. –

- A me basta che sia sano e possa crescere sereno e felice, mio Signore. – rispose Haladiel con un sorriso amabile. – Lui o lei, avrà la sua mamma!! … non lascerò mai Haldir e mio figlio. Anzi, nostro figlio. - 

Celeborn voltò il capo verso Gildor, che aveva sobbalzato alle parole della figlia. Il fatto di non aver avuto una madre presente, le pesava dunque così tanto?! – Tuo padre, Haladiel, non può che essere orgoglioso di te. –

- Come io lo sono di lui, mio Signore Celeborn. Non potrei esserlo di più!! - Haladiel guardò suo padre e gli rivolse un enorme sorriso felice. - Tutto ciò che oggi ho, ce l'ho per merito suo. -  

- No, tesoro. Haldir è con te per merito tuo! - le ribatté e poi gli sfuggì un sospiro. Sorrise ed esclamò: - E, se vogliamo ammetterlo, di Re Thranduil! - 

- Dobbiamo dirlo, è stato generoso con noi. - proferì Haladiel in tono sicuro. - Mio marito è con me, me lo ha reso integro rischiando la sua vita. E quasi perdendola. Avrebbe potuto far finta di niente, andare avanti per la sua strada. É un grande Sovrano. -

- Sì!! É un grande re! - le disse Dama Galadriel. - Anche se, all'inizio lo abbiamo detestato. Rapirti non era stata una buona azione e noi abbiamo pensato che fosse frutto della sua follia. Invece dietro tutto questo c'era Saruman. - 

- Sono felice di sapere che è colpa sua ma... Se Re Thranduil avesse perso la vita, la mia vendetta contro l'infido traditore sarebbe stata devastante per lui!! - ribatté Haldir, abbracciando da dietro l'adorata moglie. Fu dato ordine di proseguire il viaggio e il Capitano chiese alla sua sposa: - Te la senti di viaggiare? - 

- Assolutamente sì, Haldir. Come puoi anche solo pensare che io mi perda il matrimonio di Aragorn e Arwen?! E poi ora sto meglio, molto meglio. - gli rispose lei, voltandosi fra le sue braccia. - Sempre che non ci siano complicazioni e impedimenti per via del nostro bambino. - e si voltò verso Sire Elrond che le sorrise e le disse che non vi era alcun problema per il pupo. - Ecco, vedi?! Andiamo... Non fare il papà ansioso e apprensivo, che se cominci adesso, poi che farai?! -

Questa risposta di Haladiel scatenò una bella risata in tutti i presenti ma, in particolare, i suoi fratelli si stavano piegando in due dalle risate. - Questa me la paghi, Haladiel!! - sussurrò Haldir all'orecchio di sua moglie. In realtà se la stava ridendo anche lui, anche se per un altro motivo. 

- Oh, guardami... Sto tremando di paura! - rintuzzò la giovane che non riusciva più a smettere di ridere.

- Viaggerai sul carro, è meglio se non vai a cavallo. - le disse Elrond ed ella annuì. - Signori si riparte! - diede ordine il Sovrano e nessuno osò obiettare, dato che non mancava molto a Minas Tirith e tutti quanti non vedevano l'ora di arrivare, anche se ognuno per il suo motivo, era ovvio. 


Arrivarono, finalmente, a Minas Tirith e la bellissima figlia di Gildor, si svegliò dal suo sonno proprio in quel momento. Erano davanti ai cancelli della città. Solo il ventre leggermente arrotondato, rammentava a tutti loro il suo stato di gravidanza. E il suo viso radioso, i suoi occhi che mandavano bagliori azzurri e raggianti, carichi del suo noto entusiasmo per le cose nuove e belle che poteva osservare e guardare in quel momento e la sua allegria li rendeva tutti felici, sebbene il viaggio fosse stato molto lungo. Haladiel aveva dimenticato il suo malessere. Era davanti a qualcosa di davvero immenso. Suo padre le chiese: - É come l'avevi sognata? - riferendosi ovviamente alla cittadella.

- No! É ancora più meravigliosa di quanto mi aspettassi, dato che non è un luogo Elfico! Minas Tirith è la perla del regno di Gondor. - rispose Haladiel seria.

Glorfindel suonò il corno Elfico e qualche minuto dopo, i pesanti cancelli della città furono aperti. Haldir si avvicinò alla moglie che lo aveva chiamato e le disse - Sicura di voler camminare, amor mio? -

- Sicurissima!! Sto bene, Haldir, davvero! - lo guardò in viso e lui le sorrise, sfiorandole le labbra con un tenero bacio, pieno d'amore. 

- Come vuoi, tesoro. Quando sei stanca, me lo dici, vero?! - le chiese con dolcezza, ma anche con un sorriso ironico e divertito. - Prima di svenire, mi raccomando!! -

- É il tuo modo di "farmela pagare"? - Haladiel rise, si voltò e s'incamminò raggiungendo i suoi due cognati e, presali a braccetto, esclamò allegra: - Spero non siate così apprensivi, cari cognati, non come il testone di vostro fratello!! - 

- No. No, puoi stare tranquilla. Lo vediamo che stai bene!! - le rispose Orophin, attirandosi uno sguardo omicida da suo fratello Haldir. - Non hai fame, Haladiel? - le chiese poi, sentendosi brontolare lo stomaco.

- A dire il vero... Sì! Sto morendo di fame. - le piacevano i suoi cognati. Erano allegri e la loro compagnia la metteva di buon umore. - Rùmil, Orophin... Sento i vostri stomaci brontolare. Molto! -

- Strano che tu senta i loro stomaci brontolare, dato che il tuo amato Haldir, brontola anche di più. - esclamò Legolas, sghignazzando. La sua voce bella e profonda e la risata inconfondibili, la fecero voltare e, poco dopo, lei lo strinse in un abbraccio stretto e potente. - Sei felice di rivedermi, a quanto vedo. Come è andato il vostro viaggio?! -

- Bene, direi! - gli rispose Haladiel, staccandosi dal Principe quasi subito. - A parte qualche mancamento... mio, ovviamente. -

- Sei stata male Haladiel? Mi dispiace. - esclamò nuovamente Legolas, serio. La vide sorridere da monella e la osservò meglio. Fu in quel momento che lei alzò la mano sinistra e lui vide un anello d'oro con  incastonate piccole ma luminosissime gemme bianche. - Sei sposata? Vi siete sposati, Haladiel? - guardò anche Haldir che annuì con un grande luminoso sorriso felice. 

- Sì! Mi sono sposata... Ma non solo. Non noti nulla, Legolas? Osservami bene. - gli disse lei, radiosa. Non poteva sfuggirgli quel particolare, sebbene lei facesse di tutto per non appoggiare la mano sul ventre.

- Se tanto mi dà tanto, RochMir non potrai più cavalcarlo per un bel po’! - Eomer, rise alla faccia esterrefatta del figlio di Sire Thranduil. - Via, Legolas... Non c'eri ancora arrivato?! -

- Aspetti un bambino?! - enunciò l'Elfo con un gran sorriso. 

- Sì!! - rispose Haladiel, semplicemente. Si girò verso Haldir che ora era impegnato in una conversazione con il padre di lei, Gildor, e con Glorfindel. Sentendo lo sguardo della moglie su di sé, il bel Capitano si voltò e la guardò con tenerezza per un lungo istante, prima di tornare alla sua conversazione. - Sono fortunata, molto fortunata. - dichiarò poi con gioia.

- Sì. Davvero. - le confermò il Principe affabilmente. - Venite, seguiteci. Ci ha mandati Aragorn. Si sta preparando, non è potuto venire di persona. Se ne dispiace, ma vi incontrerà più tardi. - disse poi a tutti loro. S'inchinò a Re Elrond e ai Signori di Lòrien. Lo stesso fece con Gildor e Glorfindel che erano di nobile casato. Sorrise ad Arwen che lo ricambiò con dolcezza. - Dovrai attendere anche tu, mi spiace. -

- Non preoccuparti Legolas. Ho ancora tutta una vita mortale da godere con Aragorn!! - esclamò con un sorriso, la bellissima figlia di Elrond. Haladiel la guardò con un espressione un po’ malinconica. Evidentemente stava pensando a re Elrond, a come si potesse sentire in quel momento. Arwen sentì lo sguardo di Haladiel su di sé e le chiese: - Tu e Haldir, cosa farete?! - 

- Noi partiremo per Valinor... - le rispose Haldir, per entrambi. Sua moglie annuì, decisa. Non vi era dubbio su quello! Né c'era motivo di discuterne. Haldir e Haladiel avevano preso quella decisione, molto tempo prima. I suoi fratelli erano pronti pure loro. Sebbene costasse loro lasciare Lothlorien, che amavano moltissimo, avrebbero seguito i loro signori. 


Dopopranzo furono date loro le stanze e vi si ritirarono per potersi riposare o, comunque, rilassarsi. Haldir e Haladiel erano stanchissimi. Soprattutto lei. Il viaggio era stato lunghissimo già di suo. Se poi vi aggiungeva il malessere che l'aveva colpita quell'ultima mattinata di viaggio, poteva ben dire che le era passata sopra una "cavalcata dei Rohirrim"!! - Sono esausta, Haldir!! -

- L'ho notato tesoro! Finalmente puoi riposare su un vero letto, amore mio. Vuoi che ti massaggi un po’ la schiena? - le chiese, posandole un bacio sui capelli. Lei sorrise e lo baciò, strofinando le proprie labbra contro le sue, in un chiaro invito ad aprirle. Haldir accolse quella tacita esortazione con molto piacere e lasciò che lei approfondisse quel loro meraviglioso bacio. Fecero l'amore lentamente e senza alcuna fretta, sensualmente e stando attenti a non far del male al bambino che ora cresceva nel grembo dell'amata moglie. 



Quella sera tutti gli Elfi che erano venuti a Minas Tirith, si riunirono per cenare assieme. Ad un certo momento Haldir vide il padre di Haladiel parlare con una bellissima Elfa dai lunghi capelli di un rosso Tiziano e dai bellissimi e intensi occhi tra l'azzurro e il verde acqua. - Mmmh... Interessante!! Haladiel, guarda tuo padre! - esclamò rivolgendosi alla propria adorata moglie.

La giovane spostò lo sguardo dalla Dama all'adorato padre, rimanendo per un attimo inebetita dalla sorpresa. Poi disse: - Se lo prende in giro, la elimino!! -

- Ohooh! Sanguigna la nostra Haladiel. Ma va bene così! - dichiarò Sire Elrond, con un sorriso. - Sei una brava ragazza. Tuo padre ti ha cresciuta molto bene!!... E Haldir è un uomo fortunato. Sarai una buona madre, per i vostri figli. -

- Grazie, Sire Elrond. - rispose Haladiel, dedicando un sorriso luminoso al Sovrano di Imladris. - Questo è il complimento più bello che potevate farmi. -

- Ho solo detto ciò che penso! É la verità! - ribatté Elrond, serio. 

- E così la pensiamo anche noi. Tutti noi!! - intervenne Celeborn a quel punto. Haladiel era commossa. Appoggiò il capo alla spalla di suo  marito, il suo amatissimo capitano Galadhrim
ed egli la cinse con amore. 


I festeggiamenti per il matrimonio di Arwen e Aragorn furono stupendi ma ricordarono ad Haladiel e Haldir che non avrebbero mai più rivisto tutti loro. Non avrebbero visto più i luoghi che avevano tanto amato. "Non vedrò mai più la mia amata Lothlorien! Non incontrerò mai più Legolas, né suo padre! Non rivedrò Tauriel e Falarin! Tutto ciò mi rattrista un po’.... ma in ogni caso, non voglio farlo pesare sugli altri. Non sarebbe giusto!" pensò lei mentre guardava gli altri ballare e cantare e divertirsi. Ricambiò il sorriso ad Aragorn quando lui le passò vicino e le sorrise per primo. Quando tornò le tese la mano e prese la sua, invitandola a ballare. Ella si alzò, fece un leggero inchino e danzò con Aragorn per ben due balli. Ne concesse uno pure a Eomer e un altro a Faramir. Nessuna, a quanto pareva, era gelosa del proprio compagno. Forse perché lei non aveva occhi che per Haldir? E il bel capitano non vedeva che lei? Lui sì, era geloso. Ma si fidava di Haladiel e lo dimostrava in ogni occasione. 

- Finalmente tua moglie ride, Haldir. - gli disse Legolas, sorridendo.

- Probabilmente pensa a chi non vedrà più, quando ce ne andremo. Probabilmente pensa anche a tuo padre, Legolas. Ora che erano diventati amici, ce ne andiamo. Non è facile per lei accettare questo. Credo le pesi più di quanto vuole dare a vedere, amico mio. –

- Perché ve ne andate, Haldir? –

 Perché vogliamo seguire i Nostri Signori… perché è giusto. Il nostro tempo qui, è giunto al termine. Noi desideriamo crescere i nostri figli a Valinor. Anche lei lo vuole. E c’è un altro motivo per cui lei vuole andarsene… -

- Suo padre, Haldir? -  

Il Capitano annuì e sospirò. – Non gli vuole chiedere un così grande sacrificio, Principe. Questa è l’ultima nave per Valinor, non ce ne saranno altre… - Haldir guardò il Principe con affetto e gli disse: - Anche tu rimani qui, non è così? –

- Sì! Finché Aragorn sarà in vita almeno. Non ti preoccupare, manterrò la promessa che vi ho fatto. Tornerò a casa da mio padre!! - 

- Questo è molto importante per noi. Anche se lo è di più, per lei!! -

- Mio padre cosa pensa del fatto che ve ne andiate?! - chiese il Principe, sorseggiando il suo vino. - Non penso che gli faccia piacere. E anch'io, a dire il vero, ne sono molto dispiaciuto. -

- Pensi che Haladiel sia felice di lasciarvi qui?! Non ci è indifferente la cosa! Aspetta un momento... - gli disse Haldir. - Sta accadendo qualcosa. Orophin e Rùmil, non volevano partire e... Ma guarda un pò Gildor? Non riesco a sentire ciò che dicono ma Haladiel sembra elettrizzata, felice! -

- Miridiel! è merito suo!! - esclamò Legolas con un sorrisetto soddisfatto.

- Qui c'è lo zampino di un re! E, se tanto mi dà tanto, questi è Thranduil! Tuo padre! - Haldir sogghignò, scaltramente e si mosse verso Haladiel. La strinse forte e chiese notizie che gli vennero opportunamente riferite da Gildor. - Haladiel, tu... Sei felice di questa decisione? Vuoi davvero rimanere?! - ero felice se saremmo rimasti e quando lei annuì le baciai la bocca, tirando un sospiro di sollievo. Accarezzai il ventre a mia moglie e lei posò la propria mano sulla mia, sorridendo felice. - Vieni con me, Haladiel. -

- Qualcosa non va? – gli chiese Haladiel ansiosa.

- No, tutt'altro. Soltanto che vorrei averti un pò soltanto per me. -

- Oh, tesoro! Ti senti trascurato?! - la ragazza sorrise e strizzò l'occhio al padre che ricambiò con una risata divertita. - Scusateci... - e si allontanò con il marito. Si eclissarono entrando nel folto delle piante e si sedettero sull'erba. Haldir le coprì il corpo con il proprio, accarezzandola in modo sensuale e voluttuoso. - Haldir, se.. sei matto? -

- Sì! Sono completamente pazzo di te!!! - le rispose tenendola stretta al su corpo. Stettero abbracciati per molto e in silenzio. Non c'era bisogno di parole, fra loro. Non sempre almeno...

Finisce così la loro storia. Non partirono per Valinor, ma non tornarono a Lothlorien. Andarono a vivere su un Talan enorme, a Eryn Lasgalen e, vicino a loro abitavano il padre di Haladiel e la nuova moglie, Miridiel. Thranduil era felice di averli nel suo regno, loro erano felici di starci. Haladiel e Haldir ebbero quattro splendidi figli. Gilmir, il primo maschio e poi una femmina, Halwen e infine due gemelli; lui, Kelmir e lei Kelwen.
 
Fine


Spero vi sia piaciuta la mia storia! Io ho pianto in questo capitolo ma non me ne vergogno perché come dice Gandalf “Non tutte le lacrime sono un male!!”
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita e recensita e chiunque sia passato a leggere semplicemente. GRAZIE




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1911523