Engagement Ring

di LaylaLaRed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - A big surprise ***
Capitolo 2: *** - Flashbacks and other bad things. ***



Capitolo 1
*** - A big surprise ***


Blair era seduta al tavolo dell’open bar, sorseggiando un drink la cui composizione le era sconosciuta.
Nate non avrebbe chiamato, ne era certa. Una parte di lei avrebbe voluto cedere a Chuck Bass, rivelargli che era affascinata dalla sua voce calda e roca, dal suo fisico perfetto, dal suo carattere complottista, dal suo modo di fare da gentleman. L’altra parte invece, orgogliosa com’era, avrebbe voluto sposare Nate Archibald in un vestito bianco da principessa e scarpe color panna di Jimmy Choo, con il perfetto anello dei Van der Bilt al dito e il bouquet di peonie preparato da Dorota.
Improvvisamente udì una voce “Si balla!”. Era Serena, stava cercando di ravvivare la serata.
Mancavano cinque minuti a mezzanotte.
I Will Survive di Gloria Gaynor partì, ad alto volume. L’espressione di Blair si faceva sempre più sconsolata mano a mano che l’orologio segnava un nuovo minuto.
“Balli?”, domandò una voce ben conosciuta.
Il cuore di Blair le balzò in gola. “Nate!”, esclamò, saltando al collo del ragazzo.
Il giovane le prese la mano, trascinandola sulla pista da ballo.
“Ciao Nate!”, salutò Serena, mentre faceva una giravolta al braccio di Dan.
“Serena…”, iniziò lui. La vista della ragazza lo accecava ogni volta, il profumo della sua fluente chioma bionda gli inebriava le narici, il suo sorriso gli ridava felicità ogni qual volta fosse triste. Era lei quella a cui avrebbe dovuto dare il suo anello, ma sapeva di non poter farlo.
“Hai qualcosa per me?”, gli domandò Blair con una punta di egoismo, “So che hanno comprato la Erickson Beamon…”, aggiunse con arroganza.
“Certo”, rispose lui affermativamente, continuando a far volteggiare il fragile corpo della ragazza.
Quando la melodia fu terminata, le luci si spensero e Blair si ritrovò abbracciata a Nate.
“Buon compleanno!”, urlarono tutti, e Serena posò sul tavolo dell’open bar una torta formata da cinque grossi pancakes alla fragola, come Blair aveva richiesto.
“Spegni le candeline ed esprimi un desiderio…”, sussurrò Chuck.
Blair gli rivolse un’occhiataccia, e soffiò sulle diciassette candele.
La folla si riversò in un applauso e Blair fu circondata da ragazze che urlanti chiamavano il suo nome e la riempivano di abbracci per augurarle buon compleanno, e da persone che le mettevano in mano pacchetti regalo.
Una mano sconosciuta la tirò verso di sé. Chuck Bass.
“Ho perso la scommessa, ma questo non vuol dire che tu ed io non possiamo rimanere scopamici”, commentò, accarezzando il mento di Blair.
Lei si dimenò, disgustata. “Chuck sei un maiale. Ed ora vattene”, ordinò.
“Blair ho una sorpresa per te”, si avvicinò Nate, con in mano la scatolina che sua madre gli aveva dato quella mattina.
Delle lacrime di felicità iniziarono a rigare il volto di Blair.
Nate si inginocchiò, aprì la scatoletta e recitò la classica formula “Blair Cornelia Waldorf, vuoi sposarmi?”, chiese.
Blair si portò le mani al viso, eccitata. “Si, si che lo voglio!”, esclamò, afferrando l’anello, infilandoselo velocemente al dito della mano destra e baciando il ragazzo.
“Organizzeremo una festa di fidanzamento e ci sposeremo in estate!”, strillò, allontanandosi verso l’open bar.
Qualcuno la bloccò, stringendole il polso.
“Avevo comprato io la Erickson Beamon. Speravo di riuscire a…”, disse la voce di Chuck Bass, infuriato.
“Speravi di riuscire a fare cosa? Sposerò Nate e avremo due bellissimi bambini insieme una volta laureati a Yale. Tu sei fuori dal mio futuro”, ringhiò Blair.
Serena si avvicinò ai due, senza notare la tensione.
“B! Perché tutti dicono che tu e Nate vi sposerete?”, domandò, analizzando la mano di Blair, che ella le mostrò, vanitosa.
“Oh B ma è stupendo! E’ l’anello di Anne, vero?”, fece Serena, sfiorando il grosso diamante che ricopriva l’anello dei Van der Bilt. Blair annuì e ricominciò a strillare.
Lo sapeva, sapeva che Nate si sarebbe pentito, sarebbe tornato da lei e le avrebbe chiesto di sposarlo. Lei avrebbe comprato un bell’abito di seta e tulle firmato da Vera Wang, una tiara e un collier di diamanti coordinati all’anello, delle Jimmy Choo color panna dello stesso colore del velo e una pochette da usare durante il ricevimento, che si sarebbe tenuto a casa Waldorf.
Poi, dopo che entrambi si sarebbero laureati a Yale con il massimo dei voti e lui fosse entrato in politica in contemporanea all’assunzione di lei alla Waldorf Design, avrebbero avuto due bellissimi bambini biondi somiglianti a tutti e due.
Dan la fermò “Ehi Blair! Hai visto Vanessa?”, chiese, sorridente.
“Vuoi dire quel cespuglio che hai trascinato alla mia festa? No, e ti conviene smettere di cercarla perché hai una Sunshine Barbie che non vuole nessuno all’infuori del suo Ken. Muoviti, Humphrey e va da Serena”, recitò lei, facendo ancora sfavillare il suo anello e incamminandosi verso la sua stanza.
Si accasciò sul letto, esausta. Chuck la raggiunse, correndo.
“Bass che ci fai qui? Ti ho detto che non fai parte del mio futuro”, commentò lei, stizzita e mettendosi seduta.
“Blair tu non capisci. Sono anni che ti vedo correre dietro ad un uomo che non ti ama, a cui non piaci…”, replicò lui, con gli occhi sofferenti.
“Staresti insinuando che tu mi ami?”, domandò lei, curiosa.
Lui tentennò. “Bene, non vedo alcun motivo per il quale dovrei lasciar perdere il mio matrimonio con Nate”, replicò lei, tornando a stendersi.
“Questa l’avevo presa per te”, disse lui, lasciando scivolare il pacchetto rosso dalle sue mani al letto della ragazza.
Lentamente, lei lo afferrò e scartò, priva di convinzione.
“Grazie”, disse secca, rigirandosi fra le mani la collana. La trovava bellissima, brillante, ma allo stesso tempo ambigua, misteriosa, ruvida al tocco. Descriveva Blair perfettamente.
Lui strappò la sua presa, e le girò delicatamente la testa, iniziando ad infilargliela.
Una volta agganciata, iniziò a brillare. “Sei bellissima”, commentò, sedendosi accanto a lei ed iniziando a baciarla.
Si lasciò trasportare dal bacio, svogliata. Lui tentò di sbottonarle il vestito, ma Blair fu astuta a tal punto da smettere e alzarsi, schifata.
“Tu non mi ami. Tu vuoi solo una donna, non la donna! E io non sono una qualsiasi…io sono speciale! Ieri notte è stato un errore…anche prima è stato un errore. Tu sei un errore!”, commentò, allontanandosi nervosa e sbattendo la collana a terra, lasciando Chuck con la camicia sbottonata, gli occhi preoccupati e il cuore spezzato.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** - Flashbacks and other bad things. ***


“Signorina Blair, oggi è il grande giorno!”, esclamò Dorota Kishlovsky, fidata cameriera dei Waldorf da quando Blair aveva l’età di tre anni.
“Dorota!”, si lamentò Blair, coprendosi la vista con il morbido cuscino di seta. Dopo che Nate Archibald le aveva donato l’anello di famiglia e le aveva promesso di sposarla, i due avevano “sancito l’accordo” e avevano continuato così per circa tre settimane.

2 WEEKS BEFORE

“Oh, Nate! Sei qui!”.
Blair si era preparata per quella grande sera: aveva disposto a Dorota di ordinare da Big Apple Florist le migliori peonie che avesse trovato in negozio, aveva fatto sistemare le lenzuola speciali, che aveva deciso di riservare per la prima notte di nozze, aveva comprato delle candele alla pesca e si era fatta prestare da Lily van der Woodsen della lingerie sexy nera e di pizzo di Victoria’s Secret, per cui la suddetta aveva svolto il lavoro di fotografa.
“Ciao Blair”, aveva salutato Nate, avvicinandosi alla ragazza.
L’atmosfera era perfetta: sarebbe andato tutto alla perfezione. Lei si sporse verso di lui, iniziando a baciarlo appassionatamente sul collo, il punto che di più le piaceva del giovane. Lui ricambiò, salendo con le fredde labbra e raggiungendo la bocca della ragazza, laccata di Dior rosso.
I baci si prolungarono, e ben presto Blair si ritrovò addosso solo gli slip e il reggiseno, mentre il resto della sua mise era stato strappato e lanciato sul pavimento. Poteva sentire le fredde mani di Nate percorrere il suo corpo, raggiungere la sua bocca e accarezzarla con dolcezza, disegnando il suo profilo. Poteva sentire il fiato alla menta del ragazzo spirarle negli occhi, ansante.
Non le stava piacendo.
Non come le era piaciuto Chuck.

“Signorina…sto davvero iniziando a preoccuparmi per lei: è il giorno del Ringraziamento e lei non ha toccato cibo!”, si era lamentata Dorota dopo aver notato che Blair, vestaglia in seta color carne e sandali Manolo Blahnik, aveva ingurgitato solo una ciliegia per colazione.
“Forse dovresti smetterla di preoccuparti per me, Dorota. Nelle ultime settimane ho contratto un virus intestinale che non mi permette di…”, la mora si interruppe, mossa da un conato di vomito. Ebbe appena il tempo di correre, diretta al bagno della cucina, che iniziò a rigurgitare.
“Merda…”, commentò, guardando la quantità di ciò che aveva rimesso: era una sostanza formata dalla cena del giorno prima, lo spuntino di mezzanotte e la breve colazione, che aveva sentito sullo stomaco come se ci fosse qualcosa dentro di lei.
“Forse dovrebbe andare di sopra a pulirsi e a farsi una doccia…”, consigliò Dorota, notando il pallore e lo stato della giovane.

2 WEEKS BEFORE

“Blair...stai bene?”, aveva domandato Chuck Bass, quando Blair Waldorf, perfetta regina dell’Upper East Side, era corsa via dalla sua stanza per rimettere.
“Si…”, biascicò lei fra un conato di vomito e l’altro.
Il giovane Bass stava iniziando a preoccuparsi: vedere Blair soffrire, per qualsiasi ragione, fisica o psicologica che fosse, lo faceva star male.
Spinse leggermente la porta e si avvicinò a Blair, che, testa china e sguardo sudato, sembrava sconvolta.
“Hai…ricominciato?”, domandò Chuck, con cautela.
Blair fece cenno di no con la testa, e si appoggiò alla vasca da bagno, provata. Delle lacrime iniziarono a rigare il suo viso.
Chuck non sapeva cosa fare. Era Chuck Bass, non era bravo a consolare se stesso, se non con l’alcol, e figurarsi se era a conoscenza di come consolare gli altri.
Si avvicinò alla ragazza, appoggiandosi sul pavimento. Tentennò…non aveva la più pallida idea di come comportarsi. Le sfiorò la guancia, con dolcezza. Lei sembrò stupirsi di quel gesto, perché per un attimo lo fissò con confusione, incatenando i suoi dolci occhi color cioccolato a quelli di lui, marroni e freddi. Posò il capo sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
Sarebbe potuta rimanere in quella posizione per sempre.

“Blair, tu non capisci. Hai queste nausee mattutine da circa due settimane, che è da quando sei andata a letto sia con Nate che con Chuck, a quanto pare…”, fece Serena, guardando con disappunto l’amica.
La mora la fissò. “Chissà da chi ho imparato…”, commentò acida.
“Oh andiamo...sono andata a letto solo con tre ragazzi: Nate, ed ero ubriaca, Ian, in collegio, e Dan, che è il mio fidanzato!", replicò Serena ovvia, contando sulle dita.
“Forse se tu non fossi mai andata con Nate io ora non sarei qui a penare", ribatté Blair, acida.
“E hai anche gli sbalzi d’umore”, terminò la bionda.
Blair si sfiorò il ventre per un attimo. “Pensi che Blair Waldorf sia incinta?”, chiese, alzandosi in piedi e mettendosi di profilo.
“Penso che Blair Waldorf dovrebbe fare un test e scoprire se renderà Nate, o Chuck, padre”, replicò Serena, avvicinandosi alla mora e prendendole le mani.
“Hey, qualsiasi cosa accada io sarò qui per te! E anche per tuo figlio, se ce ne sarà bisogno”, ridacchiò Serena, strappando a Blair un sorriso. “Adesso andiamo…Bendel non ha il reparto maternità e ti dimenticherai per un po’ di  questa storia”, commentò poi, afferrando la borsa posata su di un tavolino e trascinando la mano di Blair.

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