The Twilight Saga

di Violet Sparks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New Moon ***
Capitolo 2: *** Eclipse ***
Capitolo 3: *** Breaking Dawn ***



Capitolo 1
*** New Moon ***


Note personalioriginariamente questa fan fiction doveva essere una sola e lunga one shot!Poi però ho pensato che fosse più carino ammorbarvi il più a lungo possibile con questa stupidaggine di dimensioni bibliche ed ecco qua che per magia, la OS diventa una mini-long di tre capitoli!
Dite che andrei abbattuta? La protezione civile è d’accordo con voi! Prima di lasciarvi alla lettura vorrei farvi qualche appunto:


- Per prima cosa, grazie per l’accoglienza nel fandom! Le recensioni sono state bellissime per la mia prima fan fiction e appena avrò un po’ di tempo cercherò di ricambiare, perché so quanto possa essere gratificante e d’aiuto un commento per uno scrittore in erba!
- Vi prego fan di Twilight, non ve la prendete! La storia e i commenti degli Sterek al riguardo sono del tutto ironici! Amo la saga, ho riletto i libri anche un paio di volte e ho anche i dvd a casa! Davvero non voglio offendere nessuno.
- Non sono Team Edward né Team Jacob, né odio Bella! Tutte le battute sono a sfondo ironico e sono necessaria per la trama della fan fiction!
- Non ho messo l’avvertimento “spoiler” perché do per scontato che il mondo intero sappia la trama dei libri della Meyer! Se mi sto sbagliando e quella eccezione sta leggendo questa nota… FUGGI VIA DA QUI!

 

 





New Moon
 
 

Un’altra estenuante sessione di allenamento si era appena conclusa.

I beta del branco salutarono Derek uno dopo l’altro; Erika e Boyd mano nella mano, Isaac con un cenno del capo viste le braccia rotte, Jackson a braccetto con la sua Lydia e infine Scott con la solita espressione inebetita, tipica di quando Allison decideva di graziarlo con un po’ di attenzione in più del normale.

I due avevano rotto da mesi, ma se l’alpha si era illuso che la cosa avrebbe migliorato la situazione, inducendo magari Scott a concentrarsi di più sugli allenamenti e accettarlo finalmente come leader, si era sbagliato di grosso. Il ragazzo era sì entrato a tutti gli effetti a far parte del suo branco, ma non lo ascoltava quasi per niente, troppo occupato a pendere dalle labbra della cacciatrice e di giorno in giorno, non si contavano le volte in cui Derek era costretto a richiamarlo, per distoglierlo a turno o dalle gambe di Allison o dal suo sorriso o dai suoi capelli fluenti, eccetera, eccetera, eccetera…

Come poteva un uomo ridursi in quello stato pietoso, Derek non avrebbe mai smesso di chiederselo.

Scosse la testa rassegnato e una volta assicuratosi che ognuno dei cuccioli avesse lasciato la radura, si affrettò a recuperare il suo borsone, per intraprendere la via della sua nuova abitazione. Non vedeva soprattutto l’ora di buttarsi sotto la doccia, suo zio Peter si era praticamente sbizzarrito coi confort nel nuovo loft e sebbene Derek trovasse inutili nove cose su dieci –vedi lavatrice multifunzione, come se uno dei due si mettesse davvero a fare il bucato!- la vasca idromassaggio non rientrava assolutamente tra quelle.

Già stava pregustando il momento in cui l’acqua calda avrebbe avvolto la sua pelle e il getto di vapore avrebbe preso a massaggiare i suoi muscoli indolenziti, quando un puntino rosso, dall’altra parte della radura, non attirò all’improvviso la sua attenzione.

Strinse un po’ gli occhi verdi per osservare meglio e quando finalmente riuscì ad identificare la figura, sbuffò spazientito, mollando la borsa e qualsiasi sogno di meritato riposo.

Stiles se ne stava, infatti, seduto tra le radici di un albero a qualche metro di distanza, così preso dalla sua lettura da non essersi nemmeno accorto di essere rimasto solo e che ormai anche Derek stava andando via.

Il lupo allora si avvicinò a lui con aria minacciosa, fino ad arrivargli a qualche centimetro dalle gambe incrociate e si schiarì rumorosamente la voce, per farsi notare. Stiles di tutta risposta continuò a leggere imperterrito, girando la pagina, come se niente fosse.

Adesso che ci faceva caso, Derek si era completamente dimenticato che anche Stiles era venuto ad assistere, insieme a Lydia, all’allenamento di quel pomeriggio. Solitamente era impossibile non notare la sua presenza, visto la marea incontrollata di parole che fuoriusciva a scatti regolari dalla sua bocca: incitamenti vari, commenti sulle mosse dell’uno o dell’altro lupo neanche fosse un videogioco, chiacchiere da parrucchiere con Lydia stessa, consigli mai richiesti e mai ascoltati, lamentele, borbottii, informazioni assolutamente inopportune su come intendeva passare il resto della serata col suo alpha…

Se la sua natura di mannaro non lo esentasse da qualsiasi tipo di disagio fisico, Derek probabilmente se ne sarebbe tornato a casa, ogni volta con un grandissimo mal di testa.

Quel giorno, tuttavia, il ragazzino era stato stranamente silenzioso, aveva accompagnato Scott nel primo pomeriggio, ma dopo un rapido saluto al branco, si era eclissato sotto allo stesso albero accanto al quale lo aveva appena trovato Derek, con la testa affondata nel suo libro, dal quale non aveva staccato gli occhi nemmeno per un attimo.

L’alpha non poté fare a meno di chiedersi quale straordinaria opera d’arte contenesse quel volume, dato che era riuscito nella millenaria impresa di zittire per più di trenta secondi quella piaga umana che era Stiles Stilinski.

“Allora sei capace anche a tacere, quando ti ci metti di impegno!” disse, sorridendo ironico.

La risposta di Stiles fu un mugolio di assenso, senza neanche alzare gli occhi verso la figura del lupo.

Un ringhio ferino si librò nell’aria.

“Stiles, ma mi stai ascoltando?!”

“Certo, Scott!  Allison è uno schianto oggi! Hai ragione!”

Derek andò su tutte le furie. Non solo quell’impiastro si era permesso di salutarlo come fosse uno qualunque quello stesso pomeriggio, ma adesso si permetteva pure di ignorarlo, scambiandolo per il suo migliore amico. Indispettito come un bambino, strappò il libro dalle mani del ragazzino e lo nascose dietro la schiena, in modo che non potesse in alcun modo arrivarci.

Stiles sembrò come ridestarsi da un lungo sonno. Ci mise qualche secondo a riconnettersi con la realtà e rendersi conto del furto appena avvenuto, ma dopo un po’ che le sue mani continuavano a stringere il vuoto, finalmente si accorse delle lunghe gambe che torreggiavano innanzi a lui e sollevò gli occhi a rallentatore, fino a incontrare le zanne esposte del licantropo.

Deglutì a fatica, cercando di guardarsi intorno, oltre la figura mastodontica del suo “pacifico” ragazzo, alla ricerca di una qualche via di fuga.

 “Derek! Dove sono tutti?” chiese nervoso, più per distrarre l’alpha che per saperlo davvero.

“Sono andati via, Stiles, mezz’ora fa!”

“Come sarebbe a dire! Ed io come faccio a tornare a casa? Ero venuto in macchina con Scott!”

“Te ne saresti accorto se non fossi stato troppo occupato a leggere! Piuttosto…” cominciò, cacciando il volume da dietro la schiena “… deve essere un libro davvero interessante se è riuscito nell’impresa di farti stare zitto…”

Stiles scattò in piedi più veloce della luce e senza neanche dare il tempo a Derek di vedere la copertina, lo costrinse a tendere il braccio verso l’alto, in modo che non potesse recuperarlo. Il ragazzino istintivamente cominciò tutta una serie di goffi tentativi per strappare il libro dalle mani del lupo, saltellando a destra e a sinistra e quasi arrampicandosi su di lui, ma a quello bastò sfiorarlo con un dito per allontanarlo da sé e pressarlo contro la corteggia ruvida del tronco.

Resosi conto che la forza fisica non lo avrebbe per niente aiutato, Stiles cambiò tattica e si concentrò per trovare le parole giuste per fare cedere il ragazzo.

“Ok, grande alpha…” disse, lanciandogli un’occhiata inviperita “… Molla quel libro e nessuno dei due rimarrà senza sesso questa settimana, d’accordo?”

Derek si limitò a sollevare un sopracciglio, per niente turbato dalla minaccia.

“Stiles, l’ultima volta che hai fatto una promessa del genere, mi sei saltato addosso dopo neanche ventiquattro ore!”

“Tsk! Stavolta sarà diverso!”

“Ah sì? Nel senso che riuscirai a resistere almeno un pomeriggio intero?”

“No, caro mio, nel senso che ci penserà Jacob Black a soddisfarmi!”

Stiles non si rese conto dell’errore appena compiuto finché gli occhi di Derek non brillarono di rosso e la leggera pressione sul suo petto, non si trasformò in una presa d’acciaio sul suo collo, in modo talmente violento e repentino da togliergli il fiato. Un ringhio terribile mise a dura prova i suoi poveri timpani e lo costrinse a chiudere gli occhi, terrorizzato.

Il fatto di frequentarsi da qualche mese lo avrebbe salvato dalla furia del licantropo? Non era del tutto sicuro…

“Chi è Jacob Black?” tuonò Derek, traumatizzando a morte almeno mezza foresta.

Il ragazzino deglutì a fatica e tremando come una fogliolina, cominciò a lanciare tutta una serie di occhiate al volume ancora saldamente stretto tra le dita di Derek. Insospettito dal suo silenzio e da quegli sguardi, l’alpha abbassò finalmente il braccio e con una lieve torsione del polso, cercò la copertina del libro in modo da poterne leggere il titolo, sgargiante nello sfondo nero per il suo colore amaranto. In effetti, ci mise qualche secondo per assimilare l’informazione e capacitarsi di ciò che i suoi occhi cremisi avevano appena letto -nonostante il benedetto titolo non fosse neanche troppo lungo e anzi contasse di sole due paroline- ma quando la sua mente si dimostrò finalmente pronta a reagire, ritirò unghie e zanne e mollò la presa su Stiles tanto bruscamente che per poco il ragazzino non finì col sedere per terra.

Provò a trattenersi, davvero, chiamò a raccolta tutto il suo autocontrollo, ma alla fine proprio non ce la fece, rilassò i muscoli e lasciò scoppiare quel piacevole solletico che minacciava di raschiargli la gola.

Fu così che, miracolo dei miracoli, Derek Hale si mise a ridere.

Non il suo solito sorrisetto stentato e neanche quel ghigno un po’ malefico, che tutti trovavano ugualmente affascinante, ma una vera e propria risata di quelle che partono dallo stomaco, che ti fanno lacrimare gli occhi, di quelle che Derek non si concedeva da tempo e ormai credeva di aver dimenticato.

Stiles, raddrizzatosi accanto al tronco, rimase inebetito davanti a quello spettacolo, perché, davvero, non c’era un giorno nel quale egli non pensasse che il suo ragazzo fosse tremendamente bello, ma in quel momento, in quel preciso momento, sembrava irradiare luce da ogni poro della pelle ed era come un raggio di sole nella crepa di un muro, che lotta di potenza in quel filo circondato dall’ombra. Rimase così in religioso silenzio a godersi a pieno la rarità di quel suono, finendo per sorridere e dimenticare l’imbarazzo, senza neanche rendersene conto.

“New Moon?!” articolò Derek, cercando di riacquistare un po’ di controllo “Seriamente, Stiles?!”

“Me li sta prestando Lydia!” rispose piccato il ragazzino.

“Te li sta prestando?! Vuol dire che hai intenzione di leggere tutta la saga di questa roba!”

“Certo che sì! Ieri ho finito Twilight, stamattina ho iniziato quello lì!” disse, indicando il libro che ancora il lupo non si decideva a restituirgli “Devo arrivare fino all’ultimo libro, se voglio sapere come andrà a finire la storia, sai?”

Derek strabuzzò gli occhi smeraldo.

“Tu non sai come và a finire questa cretinata? Davvero? Lo sa perfino Peter che è stato in coma per anni!”

Stiles sollevò le spalle mortificato e “No, non ho mai visto neanche i film! Perché, li conosci anche tu per caso?”

“Laura mi ha trascinato a vederli al cinema, quando eravamo a New York… ma io ero sotto minaccia, tu perché diavolo vuoi sorbirti queste stupidaggini?”

Il ragazzino incrociò le braccia al petto e neanche stesse per discorrere di una tesi filosofica, alzò il mento in modo superbo e guardò Derek con un lieve tono di superiorità talmente buffo, che il lupo arcuò un sopracciglio e per poco non scoppiò a ridere di nuovo.

“Non capisco perché voi tutti vi divertiate a denigrare la Meyer e i suoi benedetti libri! Non sono affatto male! Ok, ammetto che qualche capitolo melenso poteva anche essere risparmiato ma… ehi! Per il resto è scritto bene e a modo suo è anche avvincente!”

Derek continuò a squadrarlo evidentemente dubbioso, ma tutto a un tratto lo vide abbandonare la sua espressione da critico letterario, per rivolgergli un’occhiata calda e profonda e cominciare lentamente ad avvicinarsi a lui. Incantato dal movimento diabolico delle sue ciglia sempre troppo fitte, il lupo si rese conto che Stiles era arrivato innanzi a lui, solo quando le loro bocche si trovarono ormai ad una distanza irrisoria.

Ingoiò il suo profumo, mentre un sorrisetto malizioso si dipinse sul volto del ragazzino.

“E poi, sai com’è, tolti Bella e il suo vampiro sbrilluccicoso, ci sono due o tre personaggi molto interessanti…” snocciolò con voce suadente, circondando il collo del licantropo con le braccia.

“Ma non mi dire…”

“Uno in particolare è così…. Come dire? Realistico! Assolutamente realistico…”

“Devo essere geloso?”

“Magari giusto un pochino…” sussurrò Stiles ormai sulle sue labbra e l’attimo dopo si ritrovò coinvolto in un bacio lento e profondo, di quelli che solo il ragazzino sapeva concedergli, pieni di promosse e saporiti, come se gli concedesse di assaggiarlo per tutto il tempo che il lupo poteva ritenere opportuno.

Derek allora lo accontentò senza nemmeno pensarci, sollevando una mano per prendergli il viso e approfondire il piacevole contatto, ma fu proprio nell’attimo in cui abbassò la guardia, che Stiles ne approfittò per strappargli finalmente il libro dalle mani e sfuggire alla sua presa, prendendo a correre giù per la foresta.

Il grande alpha si concesse solo un ultimo mezzo sorriso, prima di lanciarsi al suo inseguimento.


 
 




Continua…
(1/3)

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Capitolo 2
*** Eclipse ***


Note autore: dalla regia mi dicono che la nuova puntata di Teen Wolf è una crocifissione volontaria per le shipper Sterek e che starò lì a straziarmi fin che la morte non deciderà di mettere fine alle mie sofferenze! Non so voi, ma con queste prospettive, mi sono fiondata a scrivere roba Sterek in automatico e ho deciso di pubblicare oggi stesso il secondo capitolo della mini-long, sperando di strapparvi un sorriso!
Valgono ancora gli avvertimenti del capitolo precedente e… niente, vi lascio questa baggianata, mentre attendo, penso come quasi tutti voi, i sub ita!
Risponderò alle recensioni di tutti questa sera, tranquilli!
Stiamo unite, compagne, niente ci fermerà! :’)
 




Eclipse
 
 

Il problema fu che Derek non si rese realmente conto di quanto deleterio potesse dimostrarsi per i suoi fragili nervi, avere uno Stiles fan sfegatato della saga di Stephanie Meyer, almeno finché non si ritrovò a sbatterci il muso contro.

Gli esempi, neanche a dirlo, sembravano infiniti.

Come quella volta in cui Stiles aveva insistito per dormire da lui e nel bel mezzo della notte, quando ormai anche il licantropo aveva ceduto al sonno, aveva pensato bene di fargli venire un mezzo infarto.
 


“Oh mio Dio! Oh mio Dio! Oh mio Dio!”
Derek aprì gli occhi di scatto, messo così in allarme da quell’urlo improvviso e subito balzò seduto sul proprio letto, pronto ad affrontare il nemico. Quando osservò intorno a sé, tuttavia, l’unica cosa che trovò fu la quiete della propria camera, accompagnata da uno Stiles quasi accucciato vicino alla luce fioca dell’abatjour, praticamente agitatissimo e con ancora quello stramaledetto libro stretto tra le mani.
A quel punto l’alpha pensò seriamente a circa cento modi diversi per dargli fuoco e farla pagare alla scrittrice, mentre il ragazzo gli rivolgeva un broncio da cucciolo e decideva di arrampicarsi sulle sue gambe.
“È terribile, Derek! Una catastrofe!” disse con gli occhioni sgranati “Quella stupida di Bella si è buttata giù da una rupe giusto per confermare la sua totale idiozia! Allora Jacob l’ha salvata e si stavano per baciare, ma poi è arrivata Alice e Alice non vede i lupi come Jacob, capisci! Quindi credeva che Bella fosse morta! Intanto Rosalie ha detto della visione di Alice a Edward ed Edward ha telefonato a casa sua, chiedendo del padre di Bella, ma ha risposto Jacob che gli ha detto che Charlie era ad un funerale, ma ovviamente non quello di Bella! Però adesso Edward la crede morta davvero e sta andando in Italia dai Volturi per farsi uccidere e oddio! Oddio! Oddio! Sto male!”
Derek rimase così immobile e teso dalla rabbia che per la prima volta si lasciò scivolare addosso quella fiumana incontrollata di parole, senza sbattere la testolina bacata dell’adolescente a destra e a sinistra o meglio ancora, cercare di staccargli la lingua con un bacio.  A Stiles, tuttavia, quella calma assassina terrorizzò ancor più che un qualsiasi ringhio e solo dopo qualche secondo di perplessità, si decise a guardare l’orologio elettronico sul comodino, così da rendersi conto del guaio che aveva appena combinato.
“Tu non stavi dormendo, vero?” chiese, deglutendo sonoramente, ma già ben conscio della risposta. Derek non emise un suono, ma a braccia conserte si voltò verso quelle “3.45” sgargianti sullo sfondo della radiosveglia.
Stiles prese a ridere istericamente.
“Va bene…. Adesso facciamo conto che niente di tutto questo sia mai successo, d’accordo? Tu fingi che sia stato tutto un brutto, brutto sogno ed io me ne sto qui, spengo la luce e poi…”
“E poi prendi il tuo cuscino e vai a dormire sul divano.” concluse Derek, scrollandoselo di dosso senza troppe cerimonie e facendolo capitolare dall’altra parte del letto. Stiles mise su un nuovo broncio da guinness, ma Derek lo ignorò bellamente, per tornare disteso e dargli le spalle.
“Ti giuro che me ne sto buono! Ti prego! Il divano è scomodo! Fa freddo! Ti scongiuro!” provò a piagnucolare.
“Fuori di qui o butto dalla finestra te e il libro.”
Stiles afferrò allora il suo cuscino e si avviò verso la porta con la coda tra le gambe.
“E… Stiles?” lo richiamò d’un tratto, facendogli riempire il cuore di speranze “Prova a dormire nel letto di Isaac o, peggio ancora, di Peter ed io spezzo le gambe a te e a loro, sono stato chiaro?”
La risposta del ragazzino gli arrivò in forma di cuscinata dritta sulla testa.
Lui, semplicemente, sorrise.

 

Derek ancora storceva il naso a quel ricordo e sinceramente, visti gli eventi successivi, non poteva a fare meno di chiedersi se avesse fatto bene a resistere all’impulso di stracciare una ad una, le pagine di quel libro o minacciare Lydia Martin di non dare più di queste strane idee al suo compagno, altrimenti l’avrebbe pagata cara. Almeno quella volta, Stiles aveva avuto la decenza di farsi perdonare, svegliandolo direttamente la mattina dopo con un piacevole pompino, ma per quanto riguardava tutti gli altri incresciosi episodi, la già flebile pazienza di Derek era stata messa a dura prova.

Come se non bastasse, quei piccoli traditori del suo branco sembravano divertirsi un mondo a mettere il dito nella piaga.
 


Derek era tornato molto prima dall’allenamento quel giorno, aveva fatto la doccia direttamente a casa di Isaac, la più vicina al bosco, dopodiché si era fiondato sulla sua Camaro, dritto verso il nuovo loft, già pregustando la fantastica serata che aveva organizzato. Dopo giorni di estenuanti trattative, era infatti riuscito a convincere Peter a lasciargli casa libera per la notte e aveva già mandato un messaggio a Stiles, nel pomeriggio, chiedendogli di vedersi. Spinse perciò il piede sull’acceleratore col cuore a mille e quasi le mani gli tramavano dall’eccitazione, mentre afferrava il pomello della porta. Aveva dato le chiavi a Stiles proprio in vista di “emergenze” del genere e vista la perspicacia del ragazzo e i suoi ormoni adolescenziali, si immaginava di trovarlo come minimo già nudo e pronto a fargli una sorpresa sul suo letto, ma la realtà dei fatti si dimostrò purtroppo molto diversa da quello che il lupo si aspettava.
Innanzi agli occhi inorriditi e spalancati di Derek vi erano infatti un Peter e uno Stiles –decisamente troppo vestito- seduti sul comodo divano del suo loft, intenti a guardare un film sul televisore al plasma, con tanto di popcorn e bibite gassate disseminate qua e là per la stanza e talmente concentrati sulle scene da non essersi nemmeno accorti dell’arrivo dell’alpha. Derek cacciò allora un ruggito spaventoso, ma tutto ciò che ottenne dai due fu uno “shhhh” concitato e tutta una serie di lamentele.
“Zitto! Questa scena è importantissima!” protestò Peter, al quale Derek rivolse un’occhiataccia. Sentendosi osservato, il vecchio zio alzò su di lui gli occhi celesti, quasi spazientito dal fatto che il nipote lo stesse disturbando.
“Si può sapere cosa diavolo ci fai tu qui?” sputò fuori l’alpha, sempre più irritato. Stiles ingoiò un'altra manciata di popcorn, come se niente fosse.
“Stiles ha finito New Moon e adesso ci stiamo vedendo i due film, prima che inizi Eclipse! Ma lo sai che la mamma vampira lì, non è affatto male? Devo fare qualche ricerca su internet…”
Derek si concesse un “facepalm” da record: poteva capire Stiles e le sue ossessioni da teenager, ma che anche un uomo adulto, fatto e finito, come Peter si mettesse appresso a queste cavolate era quanto di più ridicolo avesse mai sentito.
“Avevi detto che stasera mi avresti lasciato casa libera!”
“Ah, era stasera?”
“Sparisci!”
“Oh, fai il bravo! Bella sta per dire ad Edward che sa che lui è un vampiro! È un momento catartico! Mettiti comodo anche tu!”
Più che mettersi comodo, l’unica cosa che avrebbe voluto fare il lupo era strangolare quei due imbecilli e costruirsi un’arma con cui abbattere la Meyer direttamente con le loro ossa! Tuttavia, gli bastò dare un’occhiata al suo ragazzo, notare i suoi occhioni luccicanti e appassionati, per arrendersi definitivamente e mandare a puttane tutti i piani della serata. Non gli rimase allora che sedersi tra Stiles e Peter –fino ad allora troppo vicini, per i suoi gusti- e pregare tutti i santi che ricordava in paradiso, affinché un blackout generale colpisse Beacon Hills o che almeno quella estenuante tortura finisse al più presto.
In un barlume di speranza, mandò un messaggio ad Isaac, chiedendogli di raggiungerlo al loft e illudendosi che magari sarebbe riuscito ad intrattenersi un po’ con lui: qualsiasi cosa andava bene, persino star lì a osservare il soffitto o contare le ragnatele. Neanche a dirlo, Isaac si precipitò al loft, ma Derek non ebbe il tempo di parlare che il beta notò le immagini sullo schermo al plasma e cominciò: “Ehi! Ma quello è New Moon?”
“Sì, abbiamo appena finito di vedere Twilight!” disse Stiles, con fare distratto e accoccolandosi sulla spalla addormentata del suo annoiatissimo e frustratissimo alpha.
“Siete già arrivati alla parte in cui lui la molla? No, perché è la mia preferita…” ed eccolo lì, anche lui, unica salvezza del suo capo branco, sistemarsi accanto a Peter e cedere alle lusinghe di Edward, Bella e il loro patetico amore strappalacrime.
Una congiura, oh sì, quella doveva essere una congiura…

 


Grazie al cielo Boyd –santo lui e il giorno in cui aveva avuto la brillante idea di trasformarlo- era accorso in suo aiuto a metà serata, ma a quel punto Derek si era già dovuto sorbire due ore di film e la sua salute mentale cominciava a dar segni di cedimento. Pur di distrarsi, ad esempio, le sue sinapsi in depressione avevano preso a formulare strambe visioni di roba a tre con lui, Stiles e quel lama con gli addominali di nome Jacob Black nel bel mezzo della foresta e sì, il suo ragazzo gli doveva come minimo tre decenni di psicoanalisi per togliersi quelle brutte immagini dalla testa! Meno male che lui e Stiles non si vedevano da due settimane, il tempo necessario al licantropo per sbollire la rabbia ed evitare malaugurate carneficine ai danni del ragazzo.
 


“Derek, perchè tu non mi hai mai chiesto di sposartI?”
Il povero alpha aveva sputato la sua spremuta d’arancia per tutto il tavolo.
“Cosa hai detto, scusa?!”
“Prima di venire a letto con me, perché non mi hai chiesto di sposarti? Edward l’ha fatto con Bella, ci tiene alla sua purezza e alla sua anima!”
“Quindi non vuoi più fare sesso con me finché non ci sposiamo?” 
“Perché ci sposiamo?”
“Assolutamente no!”
Stiles, dall’altro lato della cornetta, si morse le labbra. Derek sapeva sempre come metterlo nel sacco.
“Che c’entra! Tu non sei mica un vampiro! E poi ormai il danno è fatto, brucerò all’inferno insieme a te! E se sei d’accordo, visto che, insomma, il nostro destino è già segnato, ci conviene farlo il più spesso possibile! Anche se… da parte tua mi aspettavo un po’ più di attenzione nei confronti della mia innocenza e della mia consequenziale dannazione eterna! Sai, forse capisco perché Lydia e tua sorella Laura preferiscono Edward a Jacob! Ok, forse non sprizza sesso da ogni poro della pelle come lui o… come te! Ma deve essere proprio un bravo fidanzato, di quelli che piacciono alle ragazze, super romantici e…”
“Stiles, quanto ti serve per finire tutta la saga?”
“Mmh… tra la scuola e il lacrosse, penso almeno due settimane, perché? Vuoi che ti presti i libri?”
“Ci sentiamo tra due settimane, Stiles!”
“Cosa?! Perché?!”
“Perché se nomini ancora uno a caso tra Bella, Edward o Jacob, ammazzo te e loro, ok? Quindi ci rivediamo tra due settimane, quando tutto sarà finito e gli eventi di questo mese saranno soltanto un doloroso ricordo.”
“…. Derek?”
“Sì, Stiles?”  
“È la frase più lunga che io ti abbia sentito dire in tre anni che ti conosco! Bravissimo! Stai facendo pratica? No, perché davvero… Derek? Derek, mi senti? Penso sia caduta la linea! Deeerekk?”



Due settimane.

Due silenziose, meravigliose, forse giusto un tantinello frustranti settimane.
 
 
 
 
 Continua (2/3)...

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Capitolo 3
*** Breaking Dawn ***


Note Autore Doverose: io non volevo cadere nel porno. Ve lo giuro, volevo descrivervi una scenetta tranquilla, piena di fluff e miele… mi sono girata un secondo… e Derek e Stiles erano nudi a fare roba! Non che penso dispiaccia a nessuno, credo…
Comunque, vi informo che sto scrivendo una Sterek dietro l’altra (quasi tutte a rating rosso, perché gli Sterek ispirano sesso, qualcuno l’ha mai notato?!) e tra una baggianata e un mezzo porno, c’è scappato anche l’esperimento di una long cui mi sto affezionando sempre di più, quindi… tenete d’occhio Efp!
Buona lettura!




Breaking Dawn
 


Derek Hale era appena sopravvissuto ad un allenamento sfiancante, era tornato nel suo appartamento strisciando i piedi per terra, senza neanche avere la forza di alzarli, dopodiché si era buttato sotto la doccia per uscirne un’ora dopo, decisamente più rilassato e –grazie alla mano che gli aveva tenuto compagnia durante quelle due settimane di digiuno volontario- meno frustrato di prima.

Sperava con tutto se stesso che Stiles si muovesse a finire lo stramaledetto libro, altrimenti i suoi poveri nervi –e, diciamocelo, soprattutto i suoi poveri ormoni- sarebbero collassati da lì a breve.

Ciondolò per il soggiorno del loft, beandosi della luce del tramonto che faceva bella vista di sé attraverso le ampie vetrate. Amava quel posto proprio per questo, dopo anni di buio e macerie, quegli spazi così ampi e ariosi lo tranquillizzavano come poche cose negli ultimi tempi, gli ricordavano il periodo di New York, uno dei primi felici dopo la tragedia.

Frizionò distrattamente i capelli ancora umidi e si lasciò cadere sul divano, pianificando di rimanerci fino a che gli occhi non gli si fossero chiusi o la luce del plasma non lo avesse stordito abbastanza da convincerlo ad andarsene a letto.

Neanche a dirlo, non appena le sue gambe lunghe toccarono i cuscini, un bussare concitato lo distolse da ogni suo più roseo progetto.

Inveì un paio di volte prima di dirigersi verso lo scocciatore di turno e un ringhio sommesso ruppe per qualche secondo il silenzio perfetto della casa. Con ogni probabilità si sarebbe ritrovato davanti la faccia desolata di Isaac o quella strafottente di suo zio Peter e la solita tiritera del “ho dimenticato le chiavi”… ecco, prima o poi Derek avrebbe ficcato quelle benedette chiavi in un posto davvero poco carino a tutti e due: era così difficile ricordarsi una cosa così basilare come le chiavi di casa?!

Scosse la testa e crucciò le sopracciglia ripassando mentalmente la sua ramanzina, ma non appena ebbe aperto la porta, una trottola non meglio identificata nell’ordine gli si lanciò addosso, chiuse la porta dietro di sé e lo spalmò sulla superficie liscia.

Derek fece appena in tempo a riconoscere il volto di Stiles che quello si fiondò sulle sue labbra, coinvolgendolo in bacio passionale e osceno.

“Stiles…” tentò poco convinto, ma non riuscì a dire altro, mentre il ragazzino scendeva a torturargli l’orecchio in un modo necessariamente da dichiarare illegale. Tentò di trattenere i sospiri, ma dopo quattordici giorni di carezze solitarie, alla fine si arrese ad una lunga sessione di gemiti poco virili, rimasti intrappolati nella sua gola da quelle che ormai erano settimane.

Ovviamente l’alpha moriva dalla voglia di conoscere il motivo di tutta quella foga: gli ormoni di Stiles erano famosi per le loro voglie improvvise e Derek amava sacrificarsi per loro, eppure non era mai successo che il ragazzo prendesse l’iniziativa in modo così violento, quasi bisognoso… vero anche che il pensiero di fermarlo, non lo sfiorò neanche per un secondo e seppure lo avesse fatto, di sicuro il suo inguine avrebbe urlato all’ammutinamento, data la piacevole pressione cui lo stavano sottoponendo le dita di Stiles.

Riuscì a ritrovare un po’ di controllo, solo quando l’adolescente si allontanò da lui il necessario per sfilarsi la maglietta e cominciare a sua volta a spogliarlo.

“A cosa devo tutto questa… energia?” snocciolò Derek sulle sue labbra. Dopo avergli sfilato la canotta, Stiles si era rimpossessato della sua bocca e adesso lo trascinava per la cintura fino al divano. Con un sorriso malizioso, lo spinse leggermente, in modo da farlo cadere seduto e subito si sistemò a cavalcioni sulle sue gambe, prendendo a lambirgli il collo.

Nonostante sapesse di non poter lasciar segni sulla pelle di Derek, quest’ultimo lo sentì succhiare forte e mordere una spalla, fin quasi a fargli uscire il sangue.

“Stiles…”

“Parla di meno…” gli sussurrò il ragazzino all’orecchio e sì, dopo quello il licantropo ebbe  la conferma che qualcosa non quadrava.

Insomma, se il logorroico Stiles nonsocosasiailsilezio Stilinski pronunciava una frase simile o il mondo era caduto sottosopra e non se ne era accorto oppure qualche idea bislacca stava occupando la sua testolina bacata.

Derek dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per fermare le mani che erano arrivate finalmente a sbottonargli i pantaloni e si apprestavano a intrufolarsi dentro i suoi boxer, dove un’erezione per niente interessata alle spiegazioni, attendeva soltanto di essere soddisfatta. Come se non bastasse, non appena il lupo gli ebbe bloccato i polsi, il ragazzino gli rivolse un’occhiata talmente bisognosa, quasi ferita, che il più grande per poco non venne così, senza neanche bisogno di ulteriori stimolazioni.

Fu distratto dalla lingua di Stiles, nuovamente in cerca della sua e si scostò giusto in tempo per non finire coinvolto nell’ennesimo bacio.

“Mi vuoi spiegare, per cortesia?”

“Sei sicuro di volerlo sapere proprio adesso?” chiese Stiles, mordendosi le labbra in modo maledettamente languido e spingendo il proprio bacino contro il suo, palesando all’attenzione del licantropo la stoffa umida dei suoi boxer.

No, a quel punto Derek non era affatto convinto di voler fare altro se non qualcosa di strettamente legato al sesso, ma la sua testa si mosse in automatico con un cenno di assenso.

Stiles sbuffò, ma stese le labbra in un sorriso.

“Sai chi sceglie, alla fine, quella pazza di Isabella Swan?” domandò in maniera retorica, fissando l’alpha dritto negli occhi smeraldo e liberandosi al contempo della presa d’acciaio sui suoi polsi; con le mani libere tornò a spogliarlo, sfilò la cintura dai passati e cominciò a tirare giù i pantaloni, insieme ai boxer. “Edward Cullen! Il vampiro sbrilluccicoso, pallido come la morte! Insomma, è patetico! Bisognerebbe essere ciechi e masochisti per preferire lui a Jacob Black!” proseguì indignato, ma arrivato a quel punto, Derek non riusciva a seguire molto il discorso, per quanto fosse banale.

Stiles era inginocchiato in mezzo alle sue gambe.

Stiles era inginocchiato in mezzo alle sue gambe e il sorriso che gli stava rivolgendo era malizia pura.

“Sarai d’accordo che un affronto del genere non può essere tollerato…” disse, mentre si avvicinava per lambire gli addominali definiti di Derek e intanto scendeva pericolosamente verso il basso “Io che ho la possibilità, ho il dovere morale di fare quello che lei non ha fatto! È un obbligo nei confronti dell’umanità, non trovi?”

Il lupo ebbe appena il tempo di pronunciare un “Assolutamente” poco convinto, che la lingua di Stiles percorse tutta la sua lunghezza, regalandogli un brivido da capo a piedi.

Lo torturò così per un tempo che sembrò infinito, suggendo di tanto in tanto la vena più esposta e colpendo con piccoli guizzi la sua punta congestionata. Quando finalmente si decise a lasciarlo scivolare sulla sua lingua morbida, alzò gli occhi dritti verso Derek e l’alpha dovette combattere con tutto se stesso la voglia di abbandonare la testa all’indietro sul divano, piuttosto che godersi lo spettacolo che era la sua erezione stretta tra le labbra di Stiles.

Dio, era la cosa più bella del mondo…

La bocca di Stiles sembrava creata apposta per quello, per accogliere la sua durezza e scorrere sulla sua pelle tesa e congestionata.  Amava il modo unico in cui lasciava incavare le guance, i suoni gutturali, osceni, prodotti direttamente dalla sua gola; adorava il modo in cui lo guardava dal basso, così profondo, intenso, quasi pieno di venerazione, ma più di ogni altra cosa, impazziva per il modo erotico con cui si abbandonava al suo tocco, gli permetteva di stringergli i capelli e scopargli la bocca, fino in fondo, fino a lasciarsi raschiare la voce.

Come aveva potuto resistere due settimane senza una cosa del genere, come era riuscito a sopravvivere trecentotrentasei ore senza le labbra di Stiles impegnate sul suo cazzo…

Sentì le sue dita bollenti stimolare i testicoli e la porzione di pelle cui la sua bocca non riusciva ad arrivare. Avrebbe voluto godersi quella sensazione ancora per un poco, ma l’astinenza autoimposta lo aveva reso ultrasensibile a qualsiasi provocazione, così si liberò in quell’antro bollente pochi minuti dopo, stringendo i capelli del ragazzino e aspettando che ingoiasse, prima di liberarlo della sua morsa.

Sfinito, lasciò la testa finalmente ciondolare sul divano, intanto che Stiles tornava ad arrampicarsi sulle sue gambe e gli donava qualche bacio a fior di pelle, prima di appoggiarsi su di lui.

“Hai visto, quei libri non sono poi così male…”

“Peter sa che li ha finiti?”

“Ho mandato lui ed Isaac a prendere i dvd! Domani sera facciamo una maratona!”

Derek sbuffò contrariato, continuando però a carezzare la schiena di Stiles.

“Ma da adesso a domani sera abbiamo tutto il tempo del mondo…” lo tranquillizzò il ragazzino e avvicinata la fronte alla sua, sorrise, ricordando al lupo, con un movimento di bacino, la sua erezione ancora bisognosa di attenzioni.

Derek gli morse le labbra, ma rispose con un altro sorriso, mentre lo sollevava tra le sue braccia e raggiungeva la camera da letto. Adagiò il ragazzo sul materasso per poi infilarsi tra le sue gambe e coinvolgerlo in un bacio languido e passionale, che un po’ sapeva di lui, un po’ sapeva di fragole. Si fece strada tra i suoi glutei lentamente, preparando la carne in maniera più doviziosa del solito, ben conscio che i giorni di astinenza dovevano essersi ripercorsi anche su di lui e le sue sensazioni.

Preso il posto delle sue dita, si spinse nell’intimità del suo corpo senza fretta, lasciando che riprendesse familiarità con la sua erezione e si aprisse per lui naturalmente, cedendo alla voglia e al piacere. Gli era mancato così tanto stare dentro di lui, che quando se ne rese conto si sentì come un mendicante tornato a casa dopo un lungo viaggio, un pezzetto di puzzle perso nei meandri di un cassetto che infine ritrovava il suo posto nel mondo.

Fecero l’amore tutta la notte e rimasero nudi, sulle lenzuola sfatte, fino al giorno successivo, recuperando uno ad uno tutti i baci perduti in quei quattordici giorni.

Solo all’alba, quando il sole minacciava di sorgere in cielo e il sonno rendeva le palpebre troppo pesanti, Stiles si accoccolò al petto di Derek, incastrò la testa contro la sua spalla e aspettò di prendere sonno lì, con la sua barba rada che gli pizzicava la fronte.

Ovviamente, prima di addormentarsi, riuscì ancora a spiccicare qualche parola…

“Derek?”

“Sì, Stiles?”

“Tu non hai intenzione di mollarmi per una neonata dal nome orribile come Renesmee, vero?” chiese, seriamente preoccupato.

Derek rise, nel dormiveglia.

“Tranquillo, Stiles, per ora non è nei miei piani…”

 
 




THE END
 
 
 

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