Ti amerò anche domani

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro ***
Capitolo 3: *** Confidenze ***
Capitolo 4: *** Pensieri e cioccolata ***
Capitolo 5: *** Incertezze ***
Capitolo 6: *** Consapevolezza ***
Capitolo 7: *** Festa ***
Capitolo 8: *** Dichiarazione ***
Capitolo 9: *** Coerenza ***
Capitolo 10: *** Primi passi ***
Capitolo 11: *** Justin Cullen ***
Capitolo 12: *** Festa ***
Capitolo 13: *** Ti amerò anche domani ***
Capitolo 14: *** Santi cartoni animati! ***
Capitolo 15: *** Passo importante ***
Capitolo 16: *** Tempus fugit ***
Capitolo 17: *** Vendetta ***
Capitolo 18: *** Paura ***
Capitolo 19: *** Mi sento a casa ***
Capitolo 20: *** Vigilia di Natale ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una volta mio padre mi disse che non importa quanti ostacoli troviamo sul nostro percorso; se davvero vogliamo qualcosa, con impegno e buona volontà, la otterremo.

Me lo disse il giorno in cui gli confessai di essere incinta a soli diciotto anni. Dopo un primo momento di confusione e di rabbia, mi abbracciò e pronunciò quella frase così rassicurante a cui io, però, non diedi il giusto peso. Pensai che fossero le parole di un padre che non voleva accettare il fatto che la sua unica figlia si fosse rovinata la vita per sempre.
Mia madre morì in un incidente stradale quando avevo solo otto anni e, nel preciso instante in cui i medici ci dissero che non ce l’aveva fatta, io diventai l’unica ragione di vita per mio padre. La sua luce, la sua speranza, il suo orgoglio. Per questo aspettai due mesi prima di parlargli della mia gravidanza. Non riuscivo a sopportare l’idea di dargli un dispiacere così grande. Non mi importava di dover mettere la parola fine alla mia adolescenza. Non ero mai stata una ragazza molto vivace ed estroversa. Non era un problema non uscire con gli amici, ma sapevo che mio padre sognava per me un futuro brillante, e sapevo anche che con un bambino in arrivo quel futuro sarebbe stato difficile da raggiungere.
La mia gravidanza durò tutto l’ultimo anno di liceo e io partorii due bellissimi gemellini il 3 luglio del 2008, pochi giorni dopo la consegna dei diplomi. Quando me li misero in braccio per la prima volta, capii perfettamente cosa volesse dire la frase di mio padre sull’ottenere ciò che davvero si desidera. Io desideravo una vita splendida per i miei bambini e avrei fatto di tutto per riuscire nel mio intento.
Oggi, cinque anni dopo, ho una laurea, un piccolo appartamento, una macchina un po’ scassata, un lavoro e due splendidi e sani bambini. E posso dire in tutta coscienza di essere soddisfatta e di avere un padre fiero di me. Non navigo nell’oro e non ho un uomo al mio fianco, ma la mia vita mi piace così com’è. Non sento il bisogno d’altro. I miei figli non hanno un padre perché il mio ex non se l’era sentita di affrontare una simile responsabilità, ma sono comunque due bimbi felici, e questo mi basta.

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Capitolo 2
*** Incontro ***


Ciao a tutte! Sono felice che l’inizio della storia vi sia piaciuto. Questo capitolo non mi soddisfa molto perché mi sono resa conto che sono una frana a raccontare una storia al presente. Con il passato è molto più facile, mentre usando il presente sembra tutto in stile diario di bordo. Comunque questa è la mia prima storia, sono una principiante, e spero di riuscire a migliore il mio stile andando avanti. Se avete consigli da darmi, sono tutti ben accetti. Qualsiasi cosa pensiate, sia essa positiva o negativa, fatemela sapere. Servono anche le critiche per crescere, purché siano costruttive. Ora vi lascio al primo capitolo. Grazie davvero per le incoraggianti recensioni. Non avete idea di quanto mi abbiano fatto piacere. Un bacione!


Bella

Giovedì, 3 Gennaio 2013

Oggi è il primo giorno di lavoro dopo le vacanze di Natale.
Per tutti è un trauma riprendere la vita frenetica di sempre dopo dieci giorni di ferie passati a mangiare, mangiare, mangiare.
Per me è peggio. Perché invece di rilassarmi e divertirmi ho dovuto affrontare uno dei più potenti attacchi di influenza che io abbia mai visto.
Purtroppo la malata non ero io, ma i miei figli: Christian e Jace.
Quei due disgraziati fanno sempre tutto in coppia, anche ammalarsi. Non ho avuto un momento di tregua.
Solo ieri hanno cominciato a riprendersi, e io oggi devo andare al lavoro e per di più fare bella figura per l’arrivo del nuovo manager, quando invece vorrei solo mettermi a letto e dormire tutto il giorno.
La vita è ingiusta.
Perché deve arrivare oggi il nuovo capo? Anzi, perché devo avere un nuovo capo?
Mi trovavo così bene con l’altro.
Rosalie era un manager esemplare, una bellissima donna e una persona gentile e comprensiva. Si è ritirata quando ha scoperto di essere incinta e, siccome ha già due aborti alle spalle, ha deciso di dedicarsi completamente al suo benessere e a quello del bambino.
Ovviamente sono felice per lei e le auguro ogni bene, ma era così bello sapere che se avessi avuto qualche problema, e con due figli piccoli i problemi non sono rari, avrei potuto contare sulla sua comprensione.
Il nuovo capo è un uomo, dunque quasi sicuramente non capirà le difficoltà di una madre sigle.
E se non mi lasciasse uscire prima dal lavoro nel caso in cui i gemelli avessero un’emergenza?
Io dovrei andare lo stesso e lui mi licenzierebbe.
Basta! È inutile fasciarsi la testa prima di romperla.
Oggi lo incontrerò e cercherò di fare buona impressione malgrado le occhiaie da vampiro.
Ieri sera non sono riuscita a trovare la forza fisica necessaria per asciugarmi i capelli dopo la doccia, e ovviamente sta mattina sembro Crudelia De Mon.
Ho optato per una treccia alla francese che dona ai miei capelli una parvenza di ordine ed eleganza. Ho impiegato venti minuti a farla, ma ne è valsa la pena.
Ho addirittura scelto i miei vestiti con maggior cura del solito. Voglio vedere che tipo è questo nuovo capo.
Se mi accorgerò che non è un tipo di troppe pretese, come spero, potrò indossare vestiti meno eleganti e formali, ma per oggi mi rassegno ad una gonna sopra il ginocchio nera, giacca in tinta, camicetta bianca e LORO: le scarpe con il tacco alto.
So già che anche sta sera non mi asciugherò i capelli.
Sento il campanello suonare. È mio padre che è venuto a curare i bambini.
“Chris! Jace! È arrivato il nonno.” urlo dall’ingresso per farmi sentire dalle due pesti mentre apro la porta.
“Ciao papà! Come va oggi la schiena?” gli chiedo mentre lo aiuto a sfilarsi la giacca.
“Bene grazie! Pronto a farmi massacrare dai miei due topolini!” risponde tutto sorridente.
Mezzo secondo dopo due piccoli uragani gli volano tra le braccia.
“Nonno! Sai che ho fatto una costruzione con i lego a forma di mostro?”, “Nonno! Mi dondola un dentino! Arriverà presto la fata dei denti!”. Parlano contemporaneamente e mio padre cerca di dar retta a tutti e due.
Se non fossi in ritardo, rimarrei volentieri a godermi la scena. È sempre divertente vedere il burbero e baffuto Charlie Swan sciogliersi come neve al sole davanti ai suoi nipotini.
Ripeto a mio padre tutte le istruzioni riguardo medicine, minestrine e numero del pediatra, saluto i miei due angeli e il mio santo paparino e mi avvio verso la macchina.
Una volta arrivata al lavoro mi dirigo nell’area relax con la speranza che un po’ di caffeina possa sostituire la quasi totale assenza di sonno.
Mentre mi piego per prendere il bicchierino del caffè mi cade la borsa che ovviamente avevo lasciato aperta e tutto il contenuto (tra cui tampax super assorbenti, monetine, fazzoletti sporchi e caramelle) si sparge  sul pavimento rotolando in ogni direzione.
Imprecando mi inginocchio a raccogliere il disastro e con la coda dell’occhio intravedo un uomo che tossisce come a mascherare una risata, ma gli bado poco perché nel frattempo sento la voce del diavolo in persona: “Grazie Bella! Sta mattina ero un po’ depressa all’idea di dover tornare al lavoro, ma vederti gattonare per terra mi ha tirato su il morale. Ci vediamo in sala riunioni tesoro!”.
Non ho bisogno di girarmi per sapere a chi appartiene quella orrida voce stridula. È Irina: un demonio con le fattezza di un angelo mandato sulla Terra per torturarmi.
In realtà non so perché lei non mi sopporti.
Sono simpatica con i pochi colleghi che considero amici e mantengo un basso profilo con tutti gli altri.
Non mi faccio mai notare troppo, quindi davvero non mi spiego che problema abbia con me.
Io, invece, ho tutte le ragioni del mondo per odiarla: è stronza, un po’ troia, è alta un metro e ottanta e non arriva a pesare 45 kg. Insomma…il mio rancore è più che motivato, ma il suo proprio no.
Finisco di raccogliere il disastro sul pavimento e arriva Alice, la mia ancora di salvezza in questo luogo ostile.
È una ragazza di venticinque anni sempre allegra e ottimista, che per qualche strana ragione ha trovato in me la sua migliore amica. Siamo diversissime, ma ci troviamo bene insieme.
“Ehi Bella! Che fai inginocchiata per terra? Se vuoi riposare ci sono i divanetti!”
“Ti prego Alice, dammi la forza! Oggi non ce la posso fare. E devo anche incontrare il nuovo capo.” le dico mentre bevo, finalmente, il mio meritato caffè.
“Perché dici così? Magari è simpatico. Ehi! Sei uno schianto oggi!”
“Grazie! E comunque è un uomo. Dunque, per definizione, un essere privo di sensibilità.”
“Bè…allora speriamo che sia gay!”
“Sarebbe perfetto! E se invece fosse uno stronzo?”
“In quel caso speriamo che sia figo!”
“Ma cosa c’entra?”
“Avresti qualcosa di bello da guardare!”
“Tu sei folle!”
In quel momento ci passa davanti il tizio che rideva di me nell’angolo della sala relax. Mi ero dimenticata di lui.
Non riusciamo a vederlo in faccia, ma notiamo una massa di capelli sconvolti biondo rame e un culo da paura. Sono una mamma, ma certe cose le noto anche io!
È ora di andare in sala riunioni.
Ad ogni passo sono sempre più nervosa. Forse non avrei dovuto bere il caffè.
Entriamo e appena la sala si riempie il Grande Capo, Michael Lorence, inizia a snocciolare i soliti convenevoli.
Io intanto mi guardo attorno e lo vedo.
È lui per forza. Il signor Culetto D’Oro. Quei capelli sono unici. È l’uomo più spettacolare del mondo: alto, slanciato, con gli occhi più verdi che siano mai stati creati e due labbra tutte da mordere.
E ovviamente, siccome sono sempre stata e sempre sarò una grandissima sfigata, viene presentato come Edward Cullen, il nuovo brillante manager venuto a sostituire la cara Rosalie.
Dio, ti prego, fa che non abbia sentito quello che ci siamo dette io e Alice!
Finito il discorso, il signor Lorence congeda tutti quanti, e io, facendomi piccola piccola, scappo alla mia postazione.
Chiamo mio padre per sapere come stanno i miei due ometti e inizio ad archiviare alcune pratiche.
Dopo mezz’ora il Grande Capo accompagna il mio nuovo capo nel suo ufficio che è proprio di fianco alla mia scrivania.
Mi alzo e mi stampo in faccia un sorriso che va da un orecchio all’altro.
Mr Culetto Da Urlo mi si avvicina sorridendo, mi stringe la mano e così ci presentiamo cordialmente.
Alice aveva ragione! Quest’uomo potrebbe anche essere il più bastardo del mondo, ma guardarlo sarà sempre e comunque un immenso piacere.
Il signor Lorence se ne va soddisfatto e l’adone qui presente, assumendo un’espressione dispiaciuta, mi dice: “Sono desolato signorina Swan, ma sono completamente etero. Spero che questo non la renderà ostile nei miei confronti. Però giuro che sono un bravo ragazzo. La mia nonna me lo diceva sempre!”.
Merda!
“Oddio! Signor Cullen, io sono così mortificata. Erano solo stupide chiacchiere tra colleghe. Sono sicura che sua nonna avesse ragione e che lei sia un ottima persona molto sensibile, e” interrompo la mia raffica di cazzate balbettate non appena vedo la sua espressione divertita. Santo cielo devo stare zitta! Come mi viene in mente di dire certe cose?
“Stia tranquilla! Non mi sono offeso. Ricominciamo da capo, le va? Io mi impegnerò ad essere un uomo eterosessuale sensibile e lei si impegnerà a non avere pregiudizi nei miei confronti”.
Sorrido imbarazzata e accenno un ok bisbigliato.
“Ottimo” prosegue lui “allora può sistemare e stampare, per favore, la pratica riguardante l’ultimo ingaggio pubblicitario che abbiamo ottenuto? Appena è pronta me la porti subito. Grazie!”.
Detto ciò entra nel suo ufficio e io mi sporgo in avanti per avere un’ultima fugace visione di quei due glutei marmorei.
Mi viene voglia di sculacciarlo.
Ora però mi ci vuole concentrazione.
Lavoro di buona lena per un’oretta. Nel frattempo è arrivata una giovane donna molto bella ed elegante. È chiusa nel ufficio del signor Cullen da venti minuti buoni. Deve essere una sua vecchia cliente.
La pratica è pronta. Mi alzo, busso alla sua porta e aspetto una risposta. Vengo invitata ad entrare e li trovo entrambi in piedi, vicini alla scrivania. Lui le tiene un braccio sulla vita e lei appoggia la testa sul suo petto.
Decisamente non è gay. E decisamente quella non è una sua cliente.
“Tanya ti presento la mia segretaria, Isabella Swan. Signorina Swan questa è la mia fidanzata, Tanya Denali.”
Ci salutiamo, consegno le pratiche e prendo congedo.
Mentre esco sento la biondona dire: “Eddy! Ho pensato che per pranzo potremmo andare nel nuovo ristorante giapponese che ha aperto a due isolati da qui. Dicono che sia molto chic”.
Tornando alla mia postazione penso che gente come Edward Cullen e la sua fidanzata sono proprio di un altro mondo. La mia idea di pranzo è un tramezzino con pollo, formaggio e guacamole. Magari non è particolarmente chic, ma è molto buono e molto poco costoso.
La giornata passa abbastanza tranquilla tra pratiche da riordinare, caffè da portare e telefonate da fare. Alle quattro saluto il signor Cullen e gli auguro una buona serata.
“Anche a lei Isabella.” mi risponde.
“Bella”
“Come?”
“Mi chiami Bella. Mi sento in disgrazia quando qualcuno usa il mio nome completo perché mio padre mi chiamava così solo quando era arrabbiato con me!”.
Lui mi guarda con un sorriso dolce e mi dice: “Va bene Bella! A domani allora”.
Guidando verso casa ragiono sul fatto che ho decisamente preso una cotta per il mio nuovo capo.
Poco male! Ne avevo una anche per quell’attore protagonista di una saga sui vampiri.
Mi è passata abbastanza in fretta.
C’è da dire però che di sicuro non lo incontravo tutti i giorni!
Pazienza! È fidanzato. Quindi non c’è pericolo che io possa mettermi in testa strane idee. Sembra un’ottima persona, e sono felice di lavorare con lui. Per il momento.

Appena entro in casa pago e saluto la babysitter che è venuta a dare il cambio a Charlie quando lui è andato al lavoro in centrale.

Appoggio giacca e borsa, mi levo le tanto odiate scarpe e mi dirigo nella camera dei bambini.
Sono tutti e due addormentati nel letto di Jace.
Eccoli qui i miei uomini. Sono loro la mia vita. Tutto il resto non conta.
Do loro un tenero bacio sulla fronte per controllare la temperatura e poi mi dedico alle solite occupazioni come pulire casa e cucinare.
Mentre preparo il sugo per la pasta i bambini si svegliano, corrono ad abbracciarmi e mi raccontano tutta la loro giornata.
La mia vita potrà anche sembrare noiosa, ma è mia e io la amo così com’è.

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Capitolo 3
*** Confidenze ***


Ecco qui il secondo capitolo. Voglio ringraziare tutti quanti: chi ha messo la mia storia tra le seguite, chi tra le preferite, chi tra le storie da ricordare e chi legge e basta. Un grazie speciale va a coloro che hanno recensito. Siete davvero fantastiche e decisamente troppo buone. Come al solito voglio che mi facciate sapere se c’è qualcosa che non vi convince nella storia. Ho un dubbio: posto troppo velocemente? Io pubblico un capitolo al giorno perché in questo periodo sono in ferie e ho molto tempo libero, ma non vorrei che qualcuno rimanesse indietro. Lo chiedo perché ho notato che le recensioni, anziché aumentare, sono diminuite. Ho pensato che forse qualcuno non fa in tempo ad accorgersi che ho pubblicato di nuovo, oppure lo scorso capitolo non è piaciuto a tutti. Fatemi sapere anche questo. Grazie di nuovo. Un bacio grande grande!

Edward


Giovedì, 3 Gennaio 2013

Oggi è il mio primo giorno come manager nel settore pubblicitario dell’agenzia Benton&Lorence. 
È stato un colpo di fortuna ottenere questo lavoro.
L’agenzia per cui lavoravo prima faceva concorrenza a quella del signor Lorence, ma per quanti sforzi venissero fatti eravamo sempre al secondo posto.
Sono stato il primo a sapere che avrebbero avuto bisogno di assumere un nuovo dirigente.
Mia cognata Rosalie lavorava proprio per la B&L, e quando ha comunicato a tutta la famiglia che aspettava un bambino e che si sarebbe licenziata, io mi sono subito adoperato per ottenere il suo incarico.
E ovviamente ce l’ho fatta.
Il mio curriculum scolastico e lavorativo è esemplare. Non c’erano ragioni per assumere un altro al posto mio.
Quindi eccomi qui! Carico, motivato e soprattutto desideroso di dimostrare a tutti quello che posso fare.
L’unica nota stonata della giornata riguarda la mia fidanzata, Tanya, con cui ho litigato questa mattina.
Stiamo insieme da due anni, le nostre famiglie si conoscono e vanno d’accordo, abbiamo due carriere ben avviate e non siamo più due ragazzini. Io farò trentuno anni a Giugno, lei ne ha fatti trenta lo scorso Novembre.
Lei, quindi, pensa che sia ora di fare il grande passo.
Ha ragione. Ci sono un sacco di buoni motivi per sposarci.
C’è un unico problema: io non voglio.
E non perché non la amo abbastanza. Lei è fantastica, bellissima, intelligente, simpatica.
Semplicemente io non mi sento pronto.
Tengo troppo alla mia libertà. Non voglio ancora rinunciarvi.
Prima o poi mi deciderò, ma voglio che sia una mia scelta. Non voglio essere obbligato a sposarmi perché il suo orologio biologico ha iniziato a farsi sentire.
Ed ecco spiegato il litigio di sta mattina.
Mi ha chiamato per augurarmi buona fortuna e ha insinuato poco velatamente che, ora che la mia carriera sta prendendo il volo, si potrebbe parlare più concretamente di “certi progetti per il futuro”.
Io ho cercato, come al solito, di prendere tempo e lei non l’ha presa bene.
Meglio non pensarci!
La mattinata è andata bene.
Appena arrivato in agenzia mi sono recato nell’area relax per rilassarmi con un caffè, e ho assistito ad una scena decisamente buffa: una brunetta davvero molto graziosa è riuscita, non so come, a far cadere la sua borsa e a spargerne il contenuto ovunque.
Non sono stato in grado di trattenere una risata che ho prontamente nascosto con qualche colpo di tosse poco credibile.
Vederla imbarazzata a raccogliere tutto quel disastro mi ha fatto tenerezza, e stavo per offrirle il mio aiuto quando è arrivata una bionda attraente.
Non deve essersi accorta di avere avuto uno spettatore, altrimenti non avrebbe fatto così tanto la stronza.
Almeno credo.
Sparita la bionda, la brunetta è stata raggiunta da una specie di folletto saltellante.
E qui inizia la parte divertente!
Le due ragazze, che da quanto ho capito si chiamano Bella ed Alice, hanno iniziato a parlare proprio di me.
Hanno fatto ipotesi riguardo la mia sessualità, il mio aspetto fisico ed il mio carattere.
Io ero sbalordito e divertito allo stesso tempo.
Non sapevo se palesare la mia presenza e far sapere loro che ero io il nuovo “terribile” capo o se starmene in silenzio a godermi lo spettacolo.
Ho optato per il silenzio.
Questo siparietto mattutino mi ha fatto bene.
Ha aiutato a sciogliere tutta la tensione che avevo addosso e mi ha permesso di affrontare le presentazioni ufficiali con il personale e la riunione con il capo, Michael Lorence, con uno spirito decisamente rilassato.
Dopo un tempo che mi è sembrato infinito sono stato finalmente accompagnato nel mio ufficio e, prima di entrarci, l’ho vista.
Era ancora più carina di quanto ricordassi.
Mi ha sorriso anche se sembrava un po’ a disagio.
Dopo esserci presentati le ho detto fingendomi dispiaciuto: “Sono desolato signorina Swan, ma sono completamente etero. Spero che questo non la renderà ostile nei miei confronti. Però giuro che sono un bravo ragazzo. La mia nonna me lo diceva sempre!”.
Lei è diventata rossa come un pomodoro e ha iniziato a balbettare qualche scusa.
Non so il perché, ma questa ragazza mi fa venir voglia di proteggerla.
Sembra fragile e forte al tempo stesso. Mi piace!
Le ho fatto capire che non mi ero offeso e ci siamo messi subito al lavoro. Io nel mio ufficio e lei alla sua postazione.
E ora sono ancora nel mio ufficio, intento a concludere un contratto iniziato da Rose.
Sento il telefono squillare e rispondo subito. È l’interno di Isabella.
“Signor Cullen, c’è qui la signorina Denali che desidera vederla. La faccio entrare?”
“Certamente Isabella, grazie!”.
Non so ancora se Tanya è qui per fare pace o per continuare la litigata.
Entra nel mio ufficio sorridendo e si chiude la porta alle spalle.
Forse anche questa volta l’ho scampata!
“Edward! Amore mio, mi dispiace così tanto per sta mattina! Tu sei nervoso e agitato per il nuovo lavoro, e io che faccio? Ti sto con il fiato sul collo. Mi perdoni?”. Mi chiede mettendo su un broncio da bambina di cinque anni.
Mi fa quasi ridere, ma mi ucciderebbe se lo facessi quindi le rispondo solo “Ma certo Tanya! Non preoccuparti è tutto a posto”.
Passiamo i venti minuti successivi a fare i fidanzati programmando weekend e cenette.
Cerco di essere accondiscendente perché non voglio rischiare che tiri fuori ancora il discorso del matrimonio.
Non capisco perché deve avere tutta questa fretta. Stiamo così bene adesso!
Poco dopo sentiamo bussare. È sicuramente Isabella con la pratica che le ho chiesto.
E infatti entra e si ferma un attimo sulla soglia, forse un po’ stupita per la posizione in cui siamo io e Tanya.
Non perdo tempo e faccio le presentazioni: “Tanya ti presento la mia segretaria, Isabella Swan. Signorina Swan questa è la mia fidanzata, Tanya Denali.”
Si salutano ed Isabella esce dopo aver appoggiato la pratica sulla mia scrivania.
Tanya mi propone di pranzare insieme in un ristorante giapponese. Io accetto e le do appuntamento per le tredici.
Il resto della giornata passa in fretta, e riesco a fare un buon lavoro grazie agli appunti lasciati da Rosalie e all’efficienza della mia segretaria.
Alle sedici Isabella entra nel mio ufficio.
“Signor Cullen, io vado a casa. Le auguro una buona serata!”
“Anche a lei Isabella.” le rispondo con un sorriso.
“Bella”
“Come?”
“Mi chiami Bella. Mi sento in disgrazia quando qualcuno usa il mio nome completo perché mio padre mi chiamava così solo quando era arrabbiato con me!”.
La guardo e non posso fare a meno di pensare che quel lieve rossore sulle sue guance, il quale sembra non abbandonarla mai, le dona davvero molto: “Va bene Bella! A domani allora”.
Rimango in ufficio fino alle diciassette e quando torno a casa mi sento soddisfatto e fiducioso.
Il lavoro mi piace e la mia segretaria sembra un’ottima persona.
Sono sicuro che lavoreremo bene insieme.

Bella

Venerdì, 18 Gennaio 2013

Le ultime due settimane sono andate molto bene.
I gemelli sono tornati alla scuola materna e io ho ingranato con il nuovo capo.
Ci intendiamo a meraviglia e, per quanto mi piacesse Rosalie, non rimpiango che se ne sia andata.
Il signor Cullen non mi fa svolgere solo le solite mansioni da segretaria. Mi chiede consigli e discute con me riguardo le strategie migliori per ottenere gli ingaggi.
Dice sempre che vuole fare un lavoro perfetto e che in due si pensa meglio.
Un giorno mi ha detto: “Io sono creativo, ma a volte mi fossilizzo troppo su un’idea e non riesco a concludere niente. Mi serve il parere di qualcuno che veda il progetto da un altro punto di vista. Lei hai una mente aperta e brillante, Bella. Mi aiuta molto”.
Io ero arrossita dalla gioia e lo avevo ringraziato con il mio solito farfugliare impacciato.
E poi mi ha fatto IL sorriso. Quello che solo lui sa fare.
Se, per qualche ragione, non dovessi più vederlo, lo ricorderei così: con lo sguardo dolce e quel sorriso appena accennato che ti riscalda il cuore.
La cotta non mi è ancora passata, ma mi consola sapere che tutta la componete femminile e omosessuale dell’agenzia è messa come me, se non peggio.
Quella vacca di Irina ci prova spudoratamente ogni volta che ne ha l’occasione, ma lui non se la fila.
E io ci godo immensamente.
La sua fidanzata è venuta spesso a trovarlo e vanno sempre a pranzare insieme in qualche posto lussuoso.
Lo so perché mi occupo io di fare le prenotazioni.
Tanya è indubbiamente una splendida donna, però è un po’ troppo altezzosa.
Mi guarda come se fossi inferiore a lei.
Ma non è vero. Abbiamo solo due vite estremamente diverse.
Il fatto che lei vesta Gucci e abbia sempre i capelli freschi di parrucchiere non la rende una persona migliore.
Però è una donna decisamente fortunata. Questo lo devo ammettere.
Quei due sono una coppia fantastica.
Oggi è una giornata stranamente mite per la stagione.
Ho voglia di uscire e fare una passeggiata, ma non posso. Devo lavorare.
Alle tredici il signor Cullen viene alla mia postazione e fa una cosa che non aveva mai fatto prima: mi invita a pranzo.
“La ringrazio per l’offerta, ma io mangio sempre un tramezzino qui alla mia scrivania per non perdere tempo, così posso uscire dal lavoro alle sedici anziché alle diciassette” gli rispondo.
“Suvvia! Per una volta non muore nessuno. Per favore! Odio mangiare da solo e voglio approfittare dell’assenza di Tanya per andare al Mc Donald. È la mia passione, ma non riesco mai ad andarci!”
“Bè…come dire di no al Mc Donald?”
“Perfetto! Andiamo!”.
Ci avviamo verso l’uscita e sento qualche sguardo curioso guardarci con troppa insistenza.
Cos’hanno da fissare? Non sto facendo nulla di male!
Una volta arrivati al Mc ordiniamo e lui insiste per pagare tutto. Dopo qualche resistenza da parte mia, paga e ci accomodiamo ad un tavolino.
“Come mai rinuncia alla pausa pranzo per uscire un’ora prima? Io non riuscirei mai a stare tutto il giorno chiuso in ufficio.”
“Lo faccio perché se non esco dal lavoro per le quattro non faccio in tempo ad andare a prendere i miei figli alla scuola materna”
Si ferma con i denti affondati nel panino e mi guarda stupito.
“Lei ha figli? Sembra così giovane!”
“Ho due gemelli. Faranno cinque anni a Luglio. Li ho avuti che non avevo ancora diciannove anni”
“Come si chiamano?”
“Christian e Jace”
“Sono eterozigoti?”
“No! Sono uno la fotocopia dell’altro. Anche se di carattere sono diversissimi”
“Mi piacerebbe avere figli un giorno”
“Ha una splendida fidanzata. È già sulla buona strada!”
“Decisamente no. Non sono ancora pronto. È Tanya quella che vuole fare tutto e subito. Io preferirei aspettare”
“E allora non si metta fretta. Mi perdoni, non voglio essere invadente, ma lo dico per esperienza. Fare una cosa così importante, come sposarsi o fare figli, senza sentirsi sicuri è un errore. Si finisce per rovinare tutto. Quando sarà pronto, avrà tutto il tempo per mettere su famiglia e sarà fantastico. Prima no.”
“Sta parlando della sua situazione?”
“No! Di quella del padre dei bambini.”
“Mi giudicherebbe un impiccione se le chiedessi di parlarmi di lui? Ovviamente solo se la cosa non la mette a disagio!”
Gli sorrisi serena e iniziai il mio racconto: “David si è ritrovato di punto in bianco in una situazione più grande di lui e non era pronto ad affrontarla. Appena ho scoperto di essere incinta ci siamo lasciati. Il nostro amore era ancora troppo acerbo e non ha retto ad un cambiamento così sconvolgente. Io gli dissi che comunque fossero andate le cose tra di noi, non gli avrei mai impedito di fare da padre ai suoi figli. E lui ci ha provato davvero ad essere un buon papà. Ma un mese dopo la nascita di Christian e Jace mi disse che non ce la faceva più. Che ogni volta che veniva a trovarci gli sembrava di far visita a dei cuginetti. Più una seccatura che un piacere. Mi disse anche che non sapeva quale fosse la causa. Forse l’essere troppo giovane o il non vivere insieme. Non lo sapeva. Sta di fatto che non si sentiva un padre. Io non mi arrabbia. Per me non è mai stato un problema fare sacrifici per il bene dei miei angeli, ma io li considero la mia vita. Capii che costringerlo a stare con i bambini avrebbe solo causato del male a tutti. Decidemmo quindi che i bambini sarebbero stati solo miei. Firmammo tutte le carte necessario e ci dicemmo addio civilmente. Chi può dire cosa sarebbe successo se non fossi rimasta incinta? Forse saremmo rimasti insieme e dopo anni avremmo avuto figli e lui sarebbe stato il padre più felice del mondo. Non lo sapremo mai. Quello che so è che prendere scelte importanti senza sentirsi pronti ad affrontarne tutte le conseguenze non può essere altro che un errore.”
Il signor Cullen ha ora uno sguardo pensieroso. “Quindi, secondo lei, non devo cedere alle insistenze di Tanya?” mi chiede.
“Oddio no! Voglio dire…mi sono resa conto solo ora di essere stata inopportuna. Mi dispiace! Le nostre situazioni sono molto diverse. Lei è un uomo adulto. È sicuramente in grado di gestire qualunque situazione.”
“Sono convinto del contrario. E non è stata inopportuna. Stia tranquilla.”
Ora mi sento decisamente a disagio. Gli ho fatto un monologo noiosissimo di un quarto d’ora.
Penserà sicuramente che non voglio che stia con la sua ragazza.
Ma quanto sono idiota?!
È che c’era un’atmosfera così tranquilla e rilassata, che mi è venuto spontaneo confidarmi con lui.
Finiamo di mangiare e torniamo in ufficio. Alle quattro in punto lo saluto velocemente e mi avvio verso casa ancora imbarazzata, ma felice di avere davanti un intero weekend prima di doverlo rivedere. 

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Capitolo 4
*** Pensieri e cioccolata ***


Eccomi qui! Volevo inserire delle immagini in questo capitolo, ma non ho idea di come si faccia. Come al solito, grazie a tutti quelli che leggono la mia storia. Un grazie speciale a dancing e a paride che mi hanno fatto notare degli errori nello scorso capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo. Bacissimi!


Edward

Sabato, 19 Gennaio 2013

Non faccio altro che pensare alle parole che mi ha detto Bella ieri a pranzo.
Ha sicuramente ragione sul fatto che non devo prendermi la responsabilità di un matrimonio se non mi sento pronto, ma io ora mi chiedo se lo sarò mai.
So di tenere molto alla mia libertà e ai miei spazi, ma può essere davvero solo questo il problema?
Già da ragazzo sognavo, in un futuro non ben definito, di sposarmi e fare dei figli. Sono molto legato alla mia famiglia e ho sempre desiderato formarne una con la donna che amo.
Quindi so per certo di volere le stesse cose che vuole Tanya, però…
Però non ci riesco.
Provo ad immaginarmi tra un anno, sposato con Tanya. E immagino come mi sentirei a tornare a casa da lei dopo una pesante giornata di lavoro, magari un po’ nervoso.
Non mi piacerebbe. Tanya non riesce mai a calmarmi, anzi…se sono già un po’ alterato per i fatti miei, con lei intorno mi incazzo per davvero.
Lei riesce sempre a rigirare ogni situazione e farmela vedere come se fosse tutto un mio errore, un mio malinteso.
Non mi capisce!
Non capisce che a volte ho bisogno solo di un po’ di comprensione.
Sono umano anch’io. Ho bisogno di bere, di mangiare, di respirare, di ridere, di lamentarmi, di piangere, di urlare e di tante altre cose.
È per questo che non riesco ad accettare di dover dire addio alla libertà che un matrimonio mi toglierebbe.
Avere i miei spazi personali mi serve come l’aria.
Mi serve perché ho bisogno di essere me stesso qualunque sia il mio umore.
Con Tanya mi diverto molto: andiamo ad un sacco di feste e di cene, e anche il sesso è fantastico.
Ma stiamo veramente bene insieme solo quando entrambi siamo sereni e tranquilli.
Non dovrebbe essere così.
Io dovrei cercare e trovare in lei il conforto di cui ho bisogno quando mi sento giù.
E invece in quei momenti la evito e lei fa lo stesso.
Dice che non mi sopporta quando metto il muso, quindi in sua presenza cerco sempre di essere sorridente e spensierato.
Ma a volte è faticoso.
Ed è sempre un sollievo tornarmene nell’intimità di casa mia dopo essere stato con lei quando non sono di buon umore.
Non so più niente.
Sono confuso e non so cosa pensare.
Voglio tutto e non voglio niente.
Mi piace davvero Tanya, ma non mi basta.
Non riesco ad immaginarla come la compagna della mia vita.
È possibile che in futuro io cambi idea?
Non lo so. Spero!
Ma è giusto che sia così?
È giusto che io le faccia sprecare con me anni della sua vita, quando non so se potrò mai darle quello che mi chiede?
Basta! Non ce la faccio più.
Ho filosofeggiato abbastanza per oggi.
Però sono arrivato alla conclusione che d’ora in avanti mi impegnerò per capire davvero cosa voglio.
I miei pensieri vengono interrotti dal campanello.
Vado ad aprire e mi ritrovo davanti Tanya in tacchi alti e trench elegante.
Lo apre e mi fa vedere cosa c’è sotto: NIENTE!
O meglio…c’è la sua pelle liscia e leggermente abbronzata.
“Ciao bambino! Hai voglio di giocare un po’ con la tua maestrina?” mi chiede maliziosa.
E, nonostante tutti i buoni propositi di poco fa, non posso fare a meno di farla entrare e di baciarla con passione.
Come dicevo prima, sono umano anch’io!

Bella

Domenica, 20 Gennaio 2013

Mi sveglio sentendo un movimento sotto le coperte.
Sorrido. So cos’è.
Apro gli occhi e vedo Christian quasi totalmente sepolto sotto il piumone con la testolina appoggiata sulla mia spalla, e dall’altra parte Jace che è quasi completamente steso su di me con il capo nell’incavo del mio collo.
Ieri sera li ho messi ha dormire nei loro lettini. Devono essersi svegliati di notte.
E io non li ho nemmeno sentiti infilarsi nel mio letto. Sono proprio un ghiro!
Esiste un risveglio migliore di questo?
No, io non credo.
Rimango nel letto immobile per qualche minuto a bearmi di questo momento così semplice eppure così straordinario.
Bacio la fronte ad entrambi e, piano piano, prima uno e poi l’altro, aprono gli occhietti.
“Buongiorno mamy!” farfuglia Jace assonnato.
Christian invece sorride, mi stampa un bacio sulle labbra, richiude gli occhi e torna a dormire.
“Ehi pigrone, sveglia!”
“No! Ho sonno. Sta notte ho fatto un incubo”
“Amore mi dispiace. È per questo che siete venuti nel lettone della mamma? Cos’hai sognato?”
“Un mostro”
“Se il nonno non la smette di farvi vedere Sanctuary, giuro che lo sgrido!”
“Ma mamy! A noi piace tanto” interviene Jace.
“Si, certo! Ma dopo avete gli incubi”
“Solo Chris, perché è un fifone”
“Non è vero! Non sono un fifone”
“E invece si”
“E invece no”
“Ora basta!” li interrompo “Jace, tuo fratello non è un fifone. Capita a tutti di avere gli incubi. Chiedigli scusa”
“Scusa Chris!” mormora dispiaciuto.
“E poi quel telefilm fa un po’ paura anche a me!” aggiungo io.
“Ma mamy…allora sei tu la fifona!” dice Christian e tutti e due scoppiano a ridere.
“Piccoli impertinenti! Vi meritate proprio una bella punizione. Vediamo…come potrei punirvi? Ci sono! Cinque minuti di solletico!”
“Nooo!” urlano in coro ridendo.
Scappano dal letto e io li rincorro, li prendo e li torturo per bene con il solletico al pancino.
Finita la lotta andiamo in bagno e facciamo colazione.
“Allora puzzole! Che volete fare oggi? Andiamo al parco?”
“No mamy fa freddo! E poi noi volevamo chiederti una cosa” dice Jace.
“Cosa?”
“Ecco..vedi, in televisione hanno detto che oggi escono i Croods al cinema. Noi volevamo chiederti se ci potevi portare a vederli”.
Sorrido intenerita nel vedere la loro esitazione. Sanno che la Domenica voglio che stiano un po’ fuori a prendere aria, ma hanno ragione. Oggi fa davvero molto freddo e poi anche a me piace andare al cinema.
“Ma certo che vi porto. Facciamo così: andiamo al cinema e poi a bere la cioccolata con la panna. Che ne dite?”
“Siiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!”.
Dopo aver pranzato a casa di mio padre, io e bambini ci dirigiamo al multisala.
Una volta arrivati prendiamo una porzione gigantesca di pop corn, un succo di frutta a testa e ci accomodiamo nelle nostre poltroncine.
Il cartone è bellissimo. I bambini hanno riso tutto il tempo, e anche io.
Una volta finito usciamo dalla sala e allora lo vedo.
Bellissimo in jeans sbiaditi e dolcevita bianco, con al fianco la sua altrettanto bella fidanzata.
Anche lui mi ha vista. Sorride e mi raggiunge seguito da una riluttante Tanya.
“Bella, buongiorno! Anche lei al cinema?”
“Si! Siamo venuti a vedere i Croods”.
Lui guarda i bambini sorridendo e io faccio le presentazioni: “Bambini, questo è il signor Cullen, il capo della mamma, e la donna al suo fianco è la sua fidanzata. Signor Cullen, signorina Denali, loro sono Jace e Christian, i miei figli”.
Tanya mi guarda un po’ sbalordita e poi dice: “Oh! È rimasta incinta da adolescente. È tutto chiaro!”.
Tutto chiaro cosa?
Sta stronza!
Il suo perfetto fidanzato le lancia un’occhiataccia, poi si piega sulle ginocchia e chiede ai bambini: “Allora campioni, vi è piaciuto il cartone”.
Chris e Jace, all’inizio un po’ intimiditi, si rilassano nel vedere il sorriso dolce di Edward.
Come li capisco!
“Si signore! È stato fantastico!” gli risponde Jace.
“Non chiamatemi signore. Chiamatemi Edward. E direi che anche la vostra mamma potrebbe chiamarmi per nome”.
“Bè…io non saprei” dico imbarazzata.
“Insisto! Almeno fuori dall’ufficio”
“Va bene…Edward”
“Edward, vuoi venire con noi a bere la cioccolata?” chiede Chris.
Io divento rossa e dico mortificata: “Christian, il signor Cull..voglio dire, Edward è in giro con la sua fidanzata. Avrà di sicuro altro da fare.”
“No, veniamo con piacere. Giusto Tanya?”
E qui cala un momento di imbarazzante silenzio.
Mi fa più piacere di quanto dovrebbe il fatto che voglia venire con noi a fare una cosa tanto banale come bere la cioccolata.
Però è abbastanza chiaro che Tanya non condivide questo piacere.
Tuttavia risponde: “Certamente!”.
Edward, incredibilmente, sembra non accorgersi dell’umore tetro della sua ragazza e dice con entusiasmo: “Perfetto! Allora andiamo tutti a bere la cioccolata!”.
“Con la panna, vero?” domanda Jace.
“Certo! Per chi mi hai preso?”.
Io sono senza parole.
Non immaginavo che fosse così bravo con i bambini.
Riesce ad essere simpatico e spontaneo.
È meraviglioso!
Ok, ora basta. Non è un uomo libero, e per di più la sua fighissima fidanzata è proprio qui di fronte a me con stampato in faccia il sorriso più finto e contrito che io abbia mai visto.
Entriamo in un bar e ordiniamo quattro cioccolate con panna e un caffè al ginseng.
Il caffè, ovviamente, è per Tanya.
Mentre ci gustiamo quelle bombe caloriche, ridiamo e scherziamo.
È bellissimo vedere i bambini tutti eccitati nel raccontare ad Edward le loro parti nella recita che stanno preparando alla scuola materna.
Ed Edward è spettacolare. Sembra rapito dai discorsi dei bambini. Non me l’aspettavo.
Al momento di pagare insisto per provvedere a tutti io e vinco.
Quando ci lasciamo sento uno strano calore nel petto e sono ancora più confusa di quando l’ho salutato Venerdì pomeriggio in ufficio.
Così non va bene per niente.

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Capitolo 5
*** Incertezze ***


Buongiorno a tutti! Ho faticato a scrivere questo capitolo. Non so perché, ma mi ci è voluto più del solito per stenderlo. Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono la mia storia e vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate. Sono abbastanza ripetitiva, lo so. Vi lascio al capitolo. Bacioni!
 

Edward
 
Domenica, 20 Gennaio 2013
 
Quando Tanya questa mattina mi ha proposto di andare al cinema a vedere “The Big Wedding” non ero molto entusiasta. Però mi sentivo in colpa per i pensieri che ho fatto Sabato e, anche se lei non ne sapeva niente, volevo farmi perdonare.
Ero pronto ad affrontare due ore di noia totale seguite da qualche giro per i negozi.
Quello che non mi aspettavo era d’incontrare la mia dolce segretaria.
Sembrava ancora più giovane di quanto appare di solito. Indossava dei semplici jeans aderenti, una maglietta e una felpa con stampato dietro uno dei sette nani. I capelli erano sciolti e il viso completamente struccato.
Non mi ero mai accorto che la sua pelle candida fosse adornata da una spruzzata di chiarissime lentiggini.
Non sono riuscito a trattenere un gran sorriso appena l’ho vista.
Mi sono subito diretto verso di lei seguito da Tanya, e solo allora ho visto due bellissimi bambini.
Da lontano non mi è sembrato che somigliassero a Bella perché sono entrambi biondissimi e con gli occhi azzurri, ma quando mi sono avvicinato ho notato subito che la loro forma del viso è identica a quella della madre.
Bella ci ha presentati e io ho colto l’occasione per passare finalmente al “tu” con lei.
Almeno fuori dall’ufficio.
Siamo andati a bere la cioccolata insieme ed è stato fantastico.
Io ero rapito dai racconti di Christian e Jace. Non ho mai avuto a che fare con i bambini, ma se sono tutti come questi due, potrei anche decidere di farne una dozzina.
È stato bellissimo vedere Bella nel ruolo di mamma. È attenta, premurosa e divertente.
Quei due ometti sono fortunati.
Quando ci siamo lasciati mi sono sentito strano. Avrei voluto seguirli e continuare il pomeriggio con loro.
E ora sono in macchina e mi sento una merda perché ho pensato quelle cose su Bella e perché, senza neanche accorgermene, non ho cagato di striscio Tanya.
Direi che sono proprio un campione nel farmi perdonare!
Lei non mi rivolge la parola e lungi da me aprire bocca e rischiare il linciaggio.
La porto a casa sua e mi chiede di entrare.
Sinceramente non ne ho voglia, ma lo faccio lo stesso.
“Edward, che sta succedendo?” mi chiede prima ancora di aver chiuso la porta alle nostre spalle.
“Non capisco di cosa stai parlando” che faccia da culo che sono! So benissimo di cosa sta parlando.
“Ah! Non lo sai? Sto parlando del tuo sguardo da pesce lesso nei confronti della tua segretaria”
“Non è così. Sono stati i bambini ad avermi conquistato”
“E perché?”
“Io li ho trovati adorabili”
“Io li ho trovati rumorosi”
“Non è vero”
“Edward! Dimmi cosa sta succedendo. Ti sento distante in questo periodo. C’è qualcosa tra te e quella mocciosa della tua segretaria?”.
Ora vorrei davvero tanto dirle di non parlare così di Bella, ma rischierei la vita.
Cerco però di essere sincero: “Bella non c’entra. È solo che sono un po’ confuso.”
“Confuso riguardo a cosa?”
“Riguardo alla nostra relazione”
“Cos’ha che non va la nostra relazione?” chiede con una punta di terrore nella voce.
Faccio un respiro profondo per darmi coraggio e gli spiego ogni cosa: “Io non riesco a vederti come compagna della mia vita. Non riesco a desiderare di sposarti. Di fare una famiglia insieme a te”.
Passano secondi interminabili dove lei sta in silenzio con gli occhi lucidi e io mi sento il re delle merde.
Poi dice: “E quindi vuoi lasciarmi? Vuoi buttare via due anni felici passati insieme solo perché sei un eterno bambino che non ha voglia di impegnarsi?”.
“Non è quello che intendevo. Io la voglia una famiglia. È solo che non sono sicuro di volerla con te”. È difficilissimo dire queste parole. Il suo volto è una maschera di disperazione.
“Edward, ti prego, non mi lasciare! Miglioreremo. Staremo benissimo insieme. Mi impegnerò e diventerò la donna con cui vuoi passare il resto della tua vita. Se non c’è un’altra, è inutile che butti via tutto. Non c’è un’altra, vero?”.
Penso a Bella e mi chiedo se dietro al senso di serenità che provo nello stare con lei ci sia altro. Non lo so. Non credo. È troppo presto per dirlo.
Quando sono con lei non ho voglia di sbatterla al muro e di baciarla con passione. Credo di vederla più come una possibile amica.
Quindi rispondo: “No. Non c’è nessun’altra”.
“E allora ti prego, Edward, dacci un’altra possibilità”
“Non lo so. E se non cambiasse niente? Sprecheresti solo del tempo a stare con me”
“Sono disposta a rischiare. Ti prego!”
Cosa devo fare? Sono davvero sicuro di non poter amare Tanya come merita?
In fin dei conti, non ho mai provato sentimenti più forti per un’altra donna.
“Va bene. Riproviamoci, ma per favore, non parlare più di matrimonio. Quando e se mi sentirò pronto, mi farò avanti io. Ora non lo sono, e mi agita sentirti parlare di quello in continuazione”
“Si, si! Va bene. Quello che vuoi. Mi dispiace di essere stata insistente. Ti ho solo spaventato e così ti ho fatto allontanare da me. Non lo farò più. Giuro!” e mi abbraccia forte.
Io ricambio e mi chiedo se ho fatto la scelta giusta.
Sono stato sincero e adesso lei è consapevole del fatto che non so se potrò mai darle quello che vuole.
Proveremo a cambiare e a vedere se funziona.
Se così non fosse, ci lasceremo. E questa volta per sempre.
Ma una possibilità gliela devo dare.
Di questo ne sono convinto.
 
Bella
 
Mercoledì, 19 Giugno 2013
 
Domani è il compleanno di Edward.
L’ho scoperto un mesetto fa, quando mi ha chiesto di fotocopiargli la carta d’identità.
In questi cinque mesi ha visto altre tre volte i bambini.
Li ho dovuti portare in ufficio perché per una settimana intera la scuola materna ha chiuso a causa di problemi con l’impianto idraulico, e dato lo scarso preavviso non ho potuto organizzarmi per bene con la babysitter.
Poverini! Sono stati ore intere buoni e tranquilli a disegnare e a giocare con il Nintendo.
Sono una mamma fortunata.
Edward è stato molto comprensivo e paziente. Appena aveva un momento libero, lo dedicava a far divertire i miei angeli.
Per questo ho deciso che oggi pomeriggio preparerò per lui una piccola torta che gli porterò domani.
Voglio ringraziarlo e fargli capire quanto io gli sia riconoscente.
Tanya viene meno spesso a trovarlo rispetto a prima. E ogni volta che la vedo sembra strana, quasi cauta.
Non so cosa le sia successo, sta di fatto che continuo a pensare che sia una donna fortunata.
La mattinata e il primo pomeriggio passano lenti e noiosi.
Con questo caldo lavorare è una tortura.
Alle sedici saluto Edward e vado a prendere i bambini alla materna.
Appena arriviamo a casa ci laviamo le mani, ci mettiamo comodi e prepariamo gli ingredienti per fare il dolcetto.
Ho deciso di preparare un tortino di ricotta e cioccolato e, con la pasta frolla che avanza, farò anche dei biscotti per i bambini.
Ovviamente, grazie all’ “aiuto” di Chris e Jace, sporchiamo un po’ ovunque.
Appena inforno tutto, mi dedico a pulire e le pesti fanno dei disegni per Edward sdraiati sul pavimento.
“Mamy! Dici che a Edward piaceranno i nostri disegni?” mi chiede Jace.
“Ma certo! Gli piaceranno molto”
“Però uffi! Volevamo darglieli noi” interviene Chris.
“Non si può amore”
“Dai mamy!”
Quando fanno quel musino triste, non riesco a resistere.
“Fatemi pensare. Potrei venire a prendervi alla scuola materna al solito orario, per poi ritornare in ufficio tutti insieme e fargli una sorpresa. Tanto rimane sempre fino alle cinque”
“Grande mamma!”, “Grazie mamy! Non vedo l’ora di vedere che faccia farà!”.
Sorrido al loro entusiasmo.
Spero di non aver esagerato. Non vorrei che Edward fraintendesse.
Ma alla fine cosa c’è da fraintendere? È solo una torta!
E se mi chiederà qualcosa, dirò che è stata un’idea dei bambini.
Che cagasotto che sono!
 
Edward
 
Mercoledì, 19 Giugno 2013
 
Domani è il mio compleanno.
Trentuno anni.
Dio mio! Ma come hanno fatto a passare così in fretta?
Domani sera andrò a cena dai miei e dopo Tanya vuole che vada a casa sua per darmi il suo regalo.
Le cose tra di noi sono normali.
Lei è molto più premurosa di prima. Capisco che si impegna davvero, ma per me non è cambiato niente.
Anzi no. Non è vero!
Ora è più piacevole stare con lei. Anche quando sono di cattivo umore cerca sempre di starmi vicino.
Però io ancora non riesco a pensare a noi due sposati. E questo mi preoccupa.
Non possiamo andare avanti così per molto.
Dovrò parlargliene presto.
Inoltre penso sempre di più a Bella.
Non capisco cosa provo per lei.
Mi piace. Sempre. Qualunque cosa faccia.
E i suoi figli sono eccezionali.
Sto bene quando sono con lei. Quando sono con loro.
Cosa vuol dire tutto ciò?
Non lo so, ma dovrò cercare di scoprirlo il prima possibile.
In questa situazione di continua incertezza non posso più vivere. 

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Capitolo 6
*** Consapevolezza ***


Ciao a tutti! Sono molto felice di aver ricevuto sette recensioni nello scorso capitolo. Grazie infinite! Ora mi dedico a qualche spiegazione: i miei Edward e Bella non si innamorano a prima vista. Questa storia parla di un percorso di formazione sentimentale di due persone comuni. Sono due bravi ragazzi. Non hanno atteggiamenti stupidi e adolescenziali, almeno spero, però sono due essere umani. Perciò sbagliano. A me non sembra strano che Edward dia un’altra possibilità a Tanya, anche se si è rivelato un errore. Le ha parlato sinceramente, ed era la prima volta che le esponeva quale fosse il suo reale problema. Non vedo quindi la stranezza nel riprovare a stare insieme, visto che lei promette di impegnarsi di più. E comunque, in fin dei conti, ad Edward, Tanya piace. È una donna altezzosa ed egocentrica, ma ce ne sono molte come lei. Per il resto è bella, giovanile e divertente (almeno con lui). Dunque spero che lo perdoniate presto per essere tornato insieme a Tanya. Vi lascio al capitolo. Ditemi se vi piace, se vi fa schifo, se ci sono errori, orrori e quant’altro. Volevo anche chiedervi di consigliarmi qualche bella fan fiction da leggere. Ora che sono passata da lettrice ad autrice ho poco tempo per cercarle da sola. Bacini!
 
Edward
 
Giovedì, 20 Giugno 2013
 
Trentuno anni. Dio! Oggi me ne sento sessanta.
Sta notte non ho chiuso occhio. Lo stronzo dell’appartamento sotto il mio ha dato un megaparty.
Ma chi fa una festa il Mercoledì sera?
E poi non si può fare tutto quel rumore! Quel coglione non ha mica una villa nel deserto. Abita in un grattacelo con circa altri quattrocento onesti lavoratori che il Giovedì mattina si devono alzare presto.
Per un po’ sono stato tentato di andare a chiedergli di fare meno chiasso, poi ho pensato di chiamare la polizia, e dopo ancora ho ragionato sul fatto che se proprio non potevo dormire, potevo almeno unirmi alla festa.
Alla fine sono rimasto nel letto a fissare il soffitto fino alle sei del mattino, orario in cui i rumori sono cessati.
Circa due secondi dopo aver chiuso gli occhi è suonata la sveglia.
Ora sono davanti allo specchio del bagno e vorrei buttarlo giù dalla finestra.
Sono pallidissimo, la mia pelle è di una tonalità di bianco tendente al verdino, e i miei occhi...poveri!
Di solito sono così bellini. Adesso sono iniettati di sangue e vagamente sporgenti.
Sembro un Chihuahua incazzato.
Buon compleanno Edward, cento di questi giorni!
Col cazzo!
Arrivo in agenzia in ritardo e nervoso, e nell’ascensore incontro Irina.
Mi fa gli auguri (come cazzo fa a sapere che oggi compio gli anni?) e ci prova spudoratamente.
Di solito la rifiuto con garbo, ma oggi non sono in grado di essere garbato, quindi sto in silenzio.
Non rispondo né alle sue parole né ai suoi gesti, e quando arrivo al mio piano scendo senza voltarmi.
Lei è ammutolita.
Ben le sta! Così impara a fare sempre la troia!
“Buongiorno Bella!” la saluto cordialmente. Con lei, magicamente, riesco ad essere gentile.
“Buongiorno signor Cullen! Gradisce un caffè?”
“Sì. Doppio. Amaro. Grazie.” Sembro un robot.
Lei sorride e va a prepararmelo.
Ma come? Non mi fa gli auguri?
Forse non sa che è il mio compleanno. Ma come fa a non saperlo? Le avevo detto che compio gli anni a Giugno e ha avuto tra le mani la mia carta d’identità.
Insomma..siamo in ottimi rapporti, pensavo che controllasse.
Magari non gliene frega niente.
Ma perché? A me interessa il suo compleanno.
E io ho controllato! So perfettamente che è il 13 Settembre.
Poteva fare lo stesso.
Non dico che doveva appendere festoni e palloncini, ma almeno un cordiale “buon compleanno” poteva dirmelo.
Stronza pure lei.
Oggi sono stronzi tutti. Pure io!
Mi porta il caffè e va alla sua postazione a lavorare.
Cerco di farlo anche io, ma è assai difficile. Ogni tre schifosi secondi mi suona il telefono.
A quanto pare solo Bella non sa che oggi è il mio compleanno, perché tutto il resto del mondo mi chiama per farmi gli auguri.
A partire da mia madre, fino ad arrivare ai cugini di terzo grado che praticamente neanche conosco.
Mi chiama persino qualche ex cliente e io sto esaurendo la mia già limitata riserva di pazienza giornaliera.
Ho voglia di uccidere.
Almeno ci fosse un qualche ragno in giro da schiacciare per sfogarmi un attimo, ma niente!
Stronzi pure loro!
Grazie al cielo Tanya non è venuta per pranzo.
Non sarei stato molto gentile, e non voglio trattarla male visto che ho deciso di lasciarla a giorni.
Alle sedici Bella mi saluta tranquilla e beata e se ne va. Io ricambio il saluto senza nemmeno alzare lo sguardo.
Ci sono rimasto male.
È un po’ una cazzata, soprattutto considerando quanto mi abbiano dato fastidio le tremila telefonate di auguri, però ci tenevo che se ne ricordasse.
Sono una checca.
È una donna che lavora e con due figli di cui occuparsi.
Il compleanno del capo non è di sicuro tra le sue priorità.
Però io mi sento trascurato lo stesso.
Persino il signor Lorence mi ha fatto gli auguri. Per la miseria!
Cosa le costava?
Quasi quasi me ne vado via prima oggi. Tanto non sto concludendo niente.
Sto per mettere le mie cose nella ventiquattro ore quando sento bussare alla porta.
“Avanti”
“Sorpresa!” urlano in coro Bella, Christian e Jace.
Sono sbalordito. Non me l’aspettavo.
Allora non se n’è dimenticata!
Sto sorridendo talmente tanto che tra poco mi si bloccherà la mascella.
I bambini si fanno avanti, uno con una piccola torta con sopra una candelina accesa e l’altro con due disegni in mano.
“Tanti auguri Edward!” dicono insieme.
“Grazie mille! Davvero non ho parole”. Giuro che sto per commuovermi.
“Ti piacciono i nostri disegni Eddy?”. Penso che sia stato Jace a chiedermelo, però non ne sono sicurissimo.
“Sono meravigliosi!”. Su uno ci sono disegnati due bambini biondi e un uomo dai capelli rossi che si tengono per mano in un prato. L’altro raffigura gli stessi bambini e lo stesso uomo a  fare il bagno nel mare.
Credo di avere gli occhi lucidi.
Si fa avanti anche Bella e mi dice: “Tanti auguri signor Cullen! Soffi sulla candelina”
“Solo se mi chiami Edward”
“Ma siamo in ufficio”
“Siamo fuori dal tuo orario lavorativo e poi oggi è il mio compleanno, quindi decido io”
“Va bene Edward! Soffia sulla candelina ed esprimi un desiderio”.
E lo faccio. Desidero di poter passare tanti altri momenti come questo.
Mi sento felice come quando da piccolo mia madre mi organizzava splendide feste di compleanno con tutti i miei amichetti.
I bambini battano le mani e io chiedo: “Chi vuole un po’ di torta?!”
“Io! Io!” urlano.
Io e Bella ridiamo e lei mi porge un coltello e dei tovaglioli.
I bambini si accomodano con le loro fette di torta ben strette tra le mani sul piccolo divanetto del mio ufficio, mentre Bella si siede di fronte alla scrivania.
Ci sorridiamo e poi addentiamo la torta.
“Questa torta è fenomenale!”
“Grazie! È merito dei bambini. Mi hanno aiutata loro”
“Oh! Deve’essere stato divertente”
“Si, però sarebbe stato più divertente se qualcun altro avesse pulito al mio posto”.
Sorrido e osservo i bambini. Non li ho mai visti così silenziosi.
Sono concentratissimi sulla torta.
“Pensavo che non ti fossi ricordata del mio compleanno” dico a Bella.
“Volevo farti uno scherzetto! Ci ho quasi ripensato quando sta mattina ti ho visto di umore nero, ma ho tenuto duro e alla fine siamo riusciti a sorprenderti, giusto?”
“Decisamente! Mi avete fatto una gran bella sorpresa. Grazie davvero”.
Quando tutti finiamo di magiare la torta, Bella e i bimbi si alzano per andarsene.
“Che programmi avete ora?” non voglio ancora separarmi da loro.
“Pensavamo di andare al parco” mi risponde Bella.
“Posso venire con voi?” sono patetico.
Bella sembra sorpresa. “Certo, se ti fa piacere”
“Mi fa molto piacere”
Anche ai bambini sembra far piacere.
Usciamo dall’agenzia tutti insieme e ci dirigiamo al parco ognuno con la propria macchina.
Cosa sto facendo?
Perché voglio stare sempre con loro.
Non riesco a capirmi. Non ho mai provato nulla del genere.
Bella è dolcissima. Mi sento calmo e in pace quando sto con lei.
E le risate di quei due cuccioli mi rendono felice.
Sono uguali, eppure così diversi.
Jace è vivace ed espansivo, mentre Christian è un timidone, ma una volta superato l’iniziale imbarazzo si apre anche lui.
E sono così simili a Bella. Hanno il suo stesso sorriso.
Lei è bellissima, ma stranamente non mi scatena le stesse reazioni delle altre.
Sono sempre stato un uomo molto passionale e fisico con tutte le donne che ho avuto.
Con Bella, invece, vorrei passare ore intere a baciarla e coccolarla, e a fare l’amore con lei.
Ecco! Cazzo! L’ho detto!
È davvero possibile che io sia innamorato di lei?
Com’è successo?
E soprattutto quando?
Non me ne sono neanche accorto.
È molto diverso da quello che provo per Tanya. È più profondo.
Cosa devo fare?
Ora sicuramente niente, perché sono arrivato al parco.
Ci penserò dopo. Non voglio fare cazzate davanti ai suoi figli.
Loro sono già a giocare sull’altalena mentre Bella li spinge.
Li raggiungo e l’aiuto.
Intanto chiacchieriamo e i bambini ci dicono cosa vorrebbero per il loro compleanno.
Mancano meno di due settimane.
Mi piace questa atmosfera tranquilla e rilassata.
È di gran lunga il miglior compleanno che abbia mai passato. Il ché è assurdo visto che ho sempre avuto feste strepitose.
Sono decisamente innamorato.
Ma non sono innamorato solo di Bella. Sono innamorato della sua piccola famiglia.
Vorrei farne parte.
Si sono fatte già le sei e devo andare a casa a prepararmi per la cena.
Saluto i bambini poi mi giro verso Bella e le do un bacio sulla guancia.
Forse non era proprio la guancia. Era più l’angolo della bocca.
Lei si fa completamente rossa e io le dico: “Grazie ancora per la sorpresa, Bella. Avete reso questo compleanno speciale”.
Sulle sue labbra sboccia il sorriso più bello che abbia mai visto e io vorrei baciarla ancora, invece mi giro e me ne vado.
Per il momento è giusto così.
Credo.
 
Bella
 
Giovedì, 20 Giugno 2013
 
La devo smettere di pensare a lui.
Ma come faccio?
Oggi pomeriggio è stato favoloso, un sogno.
Ecco appunto, un sogno, cioè un’illusione.
Mi sto illudendo.
Lui è il mio capo ed è fidanzato. Io sono la sua segretaria e sono una madre.
Quel bacio non era nulla.
È stata una questione di geometria. Ha calcolato male l’angolo e basta.
E poi magari neanche gli interesso.
Lui è gentile con tutti.
Ed è gentile perché è una persona stupenda, unica, meravigliosa..
Cazzo, basta!
Non voglio più pensare a lui.
Impresa quasi impossibile dal momento che Jace e Chris non parlano d’altro che di questo pomeriggio, ma fa niente.
Sono una donna adulta e posso darmi un contegno.
Ora mi dedico alla cena, poi laverò quelle due pesti, leggeremo una favola e li metterò a letto.
Come al solito.
Non posso però impedirmi di pensare che sarebbe tutto più bello se lui fosse con me a condividere questi momenti semplici e speciali.
 

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Capitolo 7
*** Festa ***


Buongiorno, buonasera, buon mattino! Posto leggermente in ritardo perché oggi ho dedicato un po’ di tempo a correggere gli errori di battitura degli scorsi capitoli. Rileggere una cosa subito dopo averla scritta, e rileggere la stessa cosa a distanza di tempo sono due cose completamente diverse. Leggere subito dopo aver terminato un capitolo serve a poco, perché essenzialmente me lo ricordo quasi a memoria, quindi non mi rendo conto degli strafalcioni che faccio. Di conseguenza anche questo capitolo avrà qualche problemuccio. Io l’ho riletto, ma mi sarà sicuramente scappato qualcosa, quindi lo correggerò per bene in seguito. Ringrazio tutti quanti e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate. Buona lettura! Bacissimi!
 
Edward
 
Giovedì, 20 Giugno 2013
 
Sono a casa dei miei genitori, seduto al tavolo del soggiorno con tutta la mia famiglia e quella della mia fidanzata.
Che angoscia!
Davanti a me Tanya, mio padre alla mia sinistra e Rosalie, con un pancione di otto mesi e mezzo, alla mia destra.
Mia cognata è radiosa. È stato tutto molto difficile per lei, perché in passato ha avuto due aborti e anche questa gravidanza è stata a rischio, ma ora che è quasi arrivata al termine e che tutto procede per il meglio è bellissima e trasmette serenità e gioia.
Mio fratello Emmet gongola di felicità.
È un piacere vederli insieme.
Mentre mangiamo la seconda portata e tutti sono intenti a discutere di un nuovo libro celebrato dalla critica, Rosalie mi chiede: “Allora Edward, come va il lavoro?”
“Alla grande, grazie!”
“Non ti fai mai vedere, e quindi non riesco ad informarmi, ma muoio dalla curiosità, come va con Bella? L’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che ti trovavi bene con lei”.
Sorrido e penso che ora mi trovo molto più che bene con lei. “Si, Rose, tranquilla! Bella è un’eccellente segretaria”. Perché mi guarda in quel modo strano?
“Cos’era quel sorriso?” mi chiede di getto.
“Quale sorriso?”
“Quello che hai fatto un momento fa mentre parlavi di Bella”
“Di cosa parli? Io sorrido sempre così. È il mio sorriso!”
“Non è vero. Sembravi rincoglionito! Era un po’ il sorriso che fa Emmet quando mi guarda pensando di non essere visto”
“Quindi credi che mio fratello sia rincoglionito?!”
“Non cambiare discorso e non fare lo gnorri! Sai benissimo cosa intendo dire. Secondo me tu consideri Bella molto più che una segretaria”.
Ma com’è possibile? Si capisce così tanto? Penso di no, altrimenti Tanya mi avrebbe già decapitato.
Penso che la mia faccia sbalordita parli da sé, perché aggiunge: “Tranquillo! Non vi ho spiato. È solo che ti conosco Edward, e conosco anche Bella. Ho sempre pensato che ti sarebbe piaciuta e ho anche pensato di presentarvi, ma tu stai con Tanya e lei ha due bimbi piccoli. Non mi sembrava il caso. Però, a quanto pare, voi due non siete del mio stesso parere”.
Sembra decisamente compiaciuta. Come se quello che provo per Bella fosse merito suo. Mi sta facendo paura!
“Non è come credi. Bella mi piace e forse anche io piaccio a lei.. spero, ma non è successo niente. Niente che vada oltre un normalissimo rapporto d’amicizia. Non potrei mai tradire Tanya.”
“Ma stai pensando di farlo”
“No! Con Tanya le cose non stanno andando bene da tempo e ho deciso di lasciarla giorni fa. Sto solo aspettando il momento adatto.”
“E Bella?”
“Non lo so. Ci ho messo una vita a capire cosa sento perché è una cosa diversa da tutto quello che ho provato fino ad ora. Mi sento felice quando sono con lei, ma non è una cosa esaltante. Non so come spiegarmi. Sto bene con lei. Punto. E quando non sono con lei vorrei vederla, parlarle, anche solo ascoltare il suo respiro, e..”
“Edward” mi interrompe Rosalie “sei strainnamorato”.
Sospiro abbattuto e rispondo: “Lo so”.
“Ehi voi due! Cosa state confabulando?” è Richard, il padre di Tanya che ha parlato. Chiaramente rivolto a noi.
“Niente signore. Edward mi stava aggiornando sugli sviluppi di una campagna pubblicitaria che avevo iniziato a progettare prima di ritirarmi”.
Grazie Rosalie! Io non sarei stato in grado di inventare una palla convincente.
Poco dopo arriva il momento del dolce e dei regali.
La torta è bellissima ed è stata chiaramente presa in pasticceria. Probabilmente sarà costata una fortuna.
I regali sono sofisticatissimi.
E in tutto ciò io riesco solo a pensare alla piccola torta che Bella e i bambini mi hanno preparato con le loro mani, e ai disegni.
Sono diventato un sentimentale. Che schifo!
Quando arriva il turno dei genitori di Tanya di darmi il regalo, vorrei morire.
Mi hanno regalato un viaggio ai Caraibi per due, in un resort a cinque stelle, della durata di una settimana, volo compreso.
Gesù, aiutami!
“Signori Denali, voi siete troppo generosi. Io davvero non so cosa dire. Non posso accettare. È troppo!”
“Sciocchezze ragazzo mio! Tu e Tanya vi meritate una sana vacanza” mi risponde Richard.
Non credo che la penserà così dopo che avrò mollato sua figlia.
Ma come faccio?
Che palle!
Ecco a cosa serve procrastinare! Ti mette in un mare di merda.
Mi sento uno stronzo.
Quando finalmente arriva il momento di andare, vorrei solo buttarmi nel mio letto e recuperare il sonno della notte precedente, e invece devo andare da Tanya.
Di male in peggio!
Tanya è stata stranamente silenziosa questa sera. Era tutta concentrata a mandare messaggi col cellulare.
Magari ha un amante!
Oh..quanto sarebbe comodo se fosse davvero così.
Ecco! L’ho detto io che sono uno stronzo.
Come posso pensare cose del genere?
Entriamo in casa sua e per poco non mi viene un infarto.
“Sorpresa!” urlano circa duecento persone.
Oh.mio.Dio.
Mi ha organizzato una festa a sorpresa.
Ci sono tutti i miei amici e i suoi, e anche gente che non mi sembra di conoscere.
Ehi! Ma quello seduto sul divano è Michael Newton della seconda liceo? Come diavolo ha fatto Tanya a scovarlo?
Vengo bombardato da auguri, vodka e regali.
Nell’angolo vicino alle scale vedo un DJ con tanto di consolle.
Il gigantesco loft di Tanya è ora pieno di gente. Non si respira.
Non mi diverto.
Vorrei essere a casa.
Anzi, vorrei essere con Bella.
Ma come faccio a lasciare Tanya dopo che mi ha organizzato una festa del genere.
Ci avrà impiegato una vita.
Ci sono pure dei camerieri che servono stuzzichini e bevande, e un barista.
Qualcuno mi uccida.
La serata sembra non finire mai.
Giustamente la mia ragazza mi sta appiccicata addosso come se fosse una piovra e io mi sento uno schifo fisicamente, mentalmente, spiritualmente..
Probabilmente in questo momento i vicini di Tanya staranno pensando le stesse cose poco carine che pensavo io ieri notte sul tizio del piano di sotto.
Alle quattro e mezza, finalmente, si svuota la casa.
Tanya mi salta letteralmente addosso.
All’inizio ricambio i suoi baci e le sue carezze, ma poi mi fermo.
Non posso più andare avanti così.
È tutto sbagliato.
Se continuo ad aspettare il momento giusto per lasciarla, finirò male.
Non esiste un momento giusto per fare queste cose.
Bisogna tirare fuori le palle e parlare.
Io mi sento quasi castrato dalla situazione di merda in cui mi trovo, ma recupero quel poco coraggio che mi è rimasto e parlo: “Tanya, fermati!”
“Che c’è? Vuoi andarle nel letto?” ansima senza smettere di baciarmi il collo e di slacciarmi la camicia.
Io le fermo le mani, le alzo il viso in modo tale che mi guardi negl’occhi e le dico: “No. Dobbiamo parlare.”
“Non ti è piaciuta la festa?”
“La festa è stata grandiosa, davvero. Non dovevi”
“L’ho fatto con piacere perché ti amo”.
Signore dammi la forza!
“Tanya! Non dovevi davvero. Io.. io non so come dirtelo, ma..”
“Mi vuoi lasciare di nuovo!” non è una domanda. Ha capito.
“Mi dispiace tantissimo! Io c’ho provato, ma non posso farci niente. Mi dispiace! E mi dispiace anche di aver aspettato tanto per dirtelo. Cercavo di trovare il momento adatto”
“E ti sembra questo?” mi chiede piangendo.
“No, ma non potevo più andare avanti. Mi dispiace!”
“Smettila di dire che ti dispiace!” ora sta proprio urlando.
“Ma  è la verità. Tanya, tu sei fantastica. È solo che non sei quella giusta per me.”
“C’è qualche possibilità di farti cambiare idea?” mi domanda a testa bassa.
“No” e mi dirigo verso la porta “Addio Tanya.”
“Addio Edward” la sento bisbigliare.
Prima di uscire per l’ultima volta da quella casa, lascio sulla mensola all’ingresso la busta con dentro i biglietti del viaggio ai Caraibi.
Mi sento male e mi sento bene.
Mentre guido verso casa penso agli errori che ho fatto.
Non avrei voluto farla soffrire così, ma è successo.
Non le ho detto di Bella perché in fin dei conti non è successo niente con lei, e poi avevo già preso la mia decisione prima di aver anche solo immaginato di provare qualcosa per lei.
Non ho sbagliato, credo. Ma allora perché mi sento un bastardo?
Avrei davvero bisogno di fare una bella dormita, ma fra poco più di due ore suonerà la sveglia.
Sono quasi tentato di darmi malato domani al lavoro, ma cambio idea all’istante.
Voglio vedere Bella. Devo vedere Bella.
Ho bisogno di capire cosa prova per me.
 
Bella
 
Giovedì, 20 Giugno 2013/Venerdì, 21 Giugno 2013
 
“Bella, ripigliati! Lui è cotto di te, e tu sei cotta di lui. Rassegnati! È così e basta”
“Ma Alice, come puoi dire certe cose? Non sai se io gli interesso, e poi, se così fosse, sarebbe un casino!”
“Ora giuro che ti ammazzo! Di cosa abbiamo parlato nelle ultime due ore?”
“Hai ragione. Scusami! Ora è meglio che andiamo a dormire”
“Si, è meglio. Buonanotte! E..Bella, non pensarci troppo. Se deve accadere qualcosa, accadrà”
“Va bene Alice. Grazie infinite. Buonanotte!” e attacco il telefono.
L’ho chiamata dopo essermi fatta la doccia e siamo state al telefono per ore.
Abbiamo parlato di tutto quello che è successo tra me ed Edward da quando ci siamo conosciuti, e io ora mi sento ancora più agitata di prima.
Sarà meglio che vada a farmi un camomilla se voglio sperare di chiudere occhio.
Domani dovrò vederlo e mi serve almeno qualche ora di sonno per poter affrontare questa cosa che sta succedendo.
Anche se probabilmente è tutta una mia macchinazione mentale.
Uffa! Non ci voglio pensare adesso.
Ci penserò domani.

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Capitolo 8
*** Dichiarazione ***


Bella
 
Venerdì, 21 Giugno 2013
 
Sono alla mia postazione da soli dieci minuti e già mi scoppia la testa.
Sta mattina, anziché il caffè, ho preso una camomilla nella speranza di calmare un po’ i miei nervi.
Ma poi per che cosa dovrei essere nervosa? Non è successo assolutamente niente.
Insomma..Edward è stato gentile, premuroso, dolce e meraviglioso con me e i bambini ieri, ma ho sempre saputo che è una persona molto cortese con chiunque.
È gentile addirittura con Irina! Il ché è tutto dire visto che solo gli uomini che vogliono usufruire dei suoi garbati servizi sono gentili con lei. E lui ha fermamente dimostrato di non essere interessato alle grazie di quell’arpia.
Quindi potrebbe anche darsi che io mi stia facendo mille problemi per niente, però…
È davvero possibile che io mi sia immaginata ogni cosa?
Quei sorrisi e quell’aria felice e spensierata dovranno pur contare qualcosa.
Oddio! Ho sentito il campanello dell’ascensore.
È sicuramente lui.
E ora che gli dico? Lo chiamo Edward? No, no e poi no! Siamo in ufficio.
“Buongiorno signor Cullen” che voce stridula che mi è venuta fuori.
Ed eccolo lì! Che sorriso!
A stento trattengo un sospiro estasiato.
Lo fa a chiunque o solo a me? Sembra così dolce!
“Buongiorno Bella” la sua voce è musica.
Io arrossisco, sorrido e mi stringo nelle spalle come una cazzo di scolaretta.
Devo sembrare una mongoloide.
“Come stanno i bambini?”
“Benissimo! È stata un’impresa metterli a letto ieri sera. Erano ipereccitati per il pomeriggio passato insieme a lei, signor Cullen”
“Per favore, chiamami Edward”
“No! Voglio dire.. non mi sembra appropriato. Siamo in ufficio.”
“Come preferisci. Però  sappi che a me farebbe solo piacere”
Meglio cambiare argomento.
“Desidera un caffè?”
“Sì, grazie! Sta mattina ho un sonno pazzesco”
“Deve aver  festeggiato molto ieri sera!”
Lui esita un momento e dice: “si.. ho festeggiato fino a tardi”.
Ecco! Ma perché non sto zitta? Ora sembra a disagio.
“Vado subito a prepararle il caffè. Glielo porterò nel suo ufficio”.
Detto questo, scappo via.
Non per molto purtroppo. Cinque minuti dopo sono di nuovo davanti a lui a porgergli il caffè.
Sto per uscire, quando mi chiede: “Bella, pranzeresti con me oggi?”
“Bè.. non saprei. Ho molto lavoro da fare”
“Insisto!”
Digli di no!
“Ok!” sono una cretina.
Sorride e dice: “Allora alle tredici si va a pranzo. Buon lavoro!”.
Devo dire che ho proprio una volontà di ferro!
E ora? Come devo interpretare tutto ciò?
Cazzo! Sono già le nove e mezza e non ho ancora concluso niente.
Questa situazione mi sta facendo uscire fuori di testa!
 
Mezzogiorno e cinquantanove.
La mattinata più o meno produttiva è trascorsa in fretta, e ora è arrivato il tanto temuto momento.
Vedo la porta dell’ufficio di Edward aprirsi e vedo lui uscire tutto sorridente.
Si dirige verso di me e io mi sciolgo.
“Pronta per il pranzo?”
 
Edward
 
Venerdì, 21 Giugno 2013
 
Questa mattina l’ho passata tra le nuvole!
Un po’ perché ho talmente tanto sonno che concentrarmi sul lavoro è impossibile, e un po’ perché il pensiero che Bella abbia accettato di pranzare con me mi rende euforico.
Morale della favola: in quattro ore non ho concluso niente.
Ma non mi importa. Oggi nulla potrebbe togliermi il sorriso.
Potrei anche schiacciare un cacca di cane, anzi di cavallo, e continuerei ad essere felice e spensierato.
Ho intenzione di parlare chiaro con Bella.
Non ho idea da dove iniziare, ma qualcosa mi verrà in mente.
 
Ora stiamo aspettando il cameriere, seduti ad un tavolino un po’ apportato di un ristorante carino (non voglio confessarle il mio amore mentre mi sbrodolo con la salsa barbecue dei panini del Mc Donald).
Mentre sfoglia il menù le dico: “Bella! Ho bisogno di parlarti di una cosa seria”.
Lei abbassa la testa e balbetta “Di co..cosa?”
“Tu..tu mi piaci” l’ho detto. Probabilmente un bambino delle elementari avrebbe fatto di meglio, ma l’importante è fare il primo passo.
Lei non dice niente e continua a guardare verso il basso.
Ahia! Brutto segno.
“Bella ti prego dimmi qualcosa!”
Dopo qualche altro momento di silenzio, fa un sospiro e dice: “Io..”
“I signori hanno deciso cosa ordinare?” la interrompe una cameriera.
La uccido. Giuro!
La faccio licenziare!
“Per me ravioli ai funghi, grazie” parlo molto lentamente con il mio miglior tono minaccioso.
La cameriera mi guarda sconvolta.
Hai paura tesoro? Fai bene! Mi hai fatto incazzare.
“Anche per me” bisbiglia Bella.
La cameriera se ne va in fretta e furia e io aspetto con pazienza il seguito del discorso di prima.
Niente!
Probabilmente si deciderà  a parlare il secondo prima che ci portino le pietanze.
“Bella!” cerco di sollecitarla gentilmente.
“Io non so cosa dire” meglio di niente. Non molto incoraggiante, ma era peggio un pungo in un occhio.
“Non voglio spaventarti Bella. Voglio solo capire se anche io ti piaccio un po’”
Accenna un sorriso.
Finalmente! Un segno positivo. Iniziavano a sudarmi le mani per l’ansia.
“Ok” dice “cercherò di essere schietta. Anche tu mi piaci. Sarebbe incredibile il contrario. Ma ci sono mille motivi per i quali questi sentimenti sono sbagliati”
“Perché?”
“Tanto per incominciare, sei fidanzato”.
Merda! Forse il modo giusto per iniziare sarebbe stato quello di dirle che ho mollato Tanya.
“No! Ho lasciato Tanya ieri sera”.
Lei sembra sconvolta.
“Non l’avrai fatto a causa mia, spero?!”
“Ci stavo già pensando da tempo. Le cose con lei non andavano più bene da mesi”.
“Ok. Un ostacolo in meno, ma c’è ne sono molti altri”
“Tipo quali?”
“Sei il mio capo”
“Non me ne importa niente”
“Importa a me! La politica aziendale sconsiglia le relazioni sentimentali tra dipendenti, e vieta espressamente quelle tra persone che lavorano a stretto contatto. Io sono la tua segretaria personale, Edward! Chi credi che licenzierebbero se dovessero scoprire che abbiamo una relazione?! Il brillante manager o la segretaria facilmente sostituibile? Io ho due figli da mantenere! Non posso permettermi di perdere il lavoro” è molto agitata.
Non ci avevo riflettuto.
Mentre penso a cosa rispondere, arrivano le ordinazioni.
Mi è passato l’appetito.
“Ci sono altre motivazioni?” chiedo infine.
“Perché? Questa non ti sembra sufficiente?”
“Non ho detto questo. Voglio sapere se c’è qualche altro motivo”
“Ci sono Chris e Jace”
“Cosa intendi dire?” sono confuso.
“Intendo dire che presto o tardi ti accorgerai che avere una relazione con una madre single non è divertente”
“Ti assicuro che non potrebbe succedere mai”
“E invece si. È già successo. In questi anni sono uscita con alcuni ragazzi, ma non è mai durata più di qualche mese. Le mie priorità sono i miei figli. Il mio tempo libero devo passarlo con loro. Voglio passarlo con loro. A te ora potrà non sembrare un problema, ma ti accorgerai che non è così”
“Io adoro i tuoi figli, e mi sembra che anche loro si trovino bene con me. Non sarebbe un problema per me dividerti con loro. Bella, tu forse non hai capito che io sono innamorato di te e di quei bambini. Riesco ad essere veramente felice sono quando sto con voi. Non potrei mai considerare Chris e Jace un problema o un fastidio”.
 
Bella
 
Venerdì, 21 Giugno 2013
 
Sono senza parole.
Edward ha detto di amare me e i miei figli. Non ci posso credere.
Mi sento sopraffatta. Non so cosa fare.
Posso gestire tutto questo?
Ora non lo so.
Parlo a fatica. Ogni parola mi toglie un po’ di forza.
“Edward, tu hai detto delle cose bellissime. Sei un uomo meraviglioso e non puoi immaginare quanto vorrei lasciarmi andare. Ma ho troppo da perdere. Troppo! Non so se me la sento di rischiare così tanto. Mi capisci?”.
Lui accenna un lieve sì con il capo.
“Anch’io provo per te qualcosa di molto profondo, ma non posso buttarmi a capofitto in questa relazione senza pensare alle conseguenze. Tu devi pensare solo a te stesso. Io devo pensare a me e ai miei figli. Ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere”.
Mi alzo e torno in agenzia. Non ho toccato cibo.
Quando Edward rientra, si chiude in ufficio.
Alle sedici me ne vado senza salutarlo.
È doloroso sapere che sta male a causa mia.
Ma devo riflettere su tutto quanto.
Non so cos’altro fare.
 
Edward
 
Sabato, 22 Giugno 2013
 
È l’una di notte e io ancora non dormo.
Vorrei essere con Bella in questo momento e rassicurarla. Dirle che andrà tutto bene.
Ma non posso.
Le sue obbiezioni sono tutte lecite, ma io vorrei egoisticamente che le mettesse da parte e si gettasse tra le mie braccia.
Le lascerò un po’ di tempo, e dopo, se non si convincesse a stare con me, la sottoporrò ad un corteggiamento così sfiancante che dovrà cedere per forza.
Non posso farci niente.
Mi manca l’aria al pensiero che lei non sarà mai mia.
Voglio stare con lei e con i bambini, e lotterò per ottenere ciò che voglio.
 

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Capitolo 9
*** Coerenza ***


Salve! Nove recensioni.. WOW! Ne sono onorata! Sono felice cha abbiate tutti capito che Bella non poteva buttarsi ad occhi chiusi in una relazione con Edward. A volte nella vita, purtroppo, è necessario che la ragione si sostituisca ai sentimenti. Questo non vuol dire che non ci potrà essere un lieto fine. Nelle mie storie ci sarà sempre! Chi ha paura di un eventuale ritorno di Tanya può stare tranquillo. Io cerco di rendere i miei personaggi il più possibile REALI. Tanya si è già abbassata una volta a pregare letteralmente Edward di non lasciarla. Ha avuto la sua seconda opportunità, ci ha provato, ma non è bastato. Edward le ha detto chiaro e tondo che non può amarla. Quante donne esistono al mondo che insisterebbero? Tanya ha fatto tutto quello che poteva, e lo sa. E, siccome nessuno dei miei personaggi è uno psicopatico e/o un esaurito e/o un isterico, lei non si umilierà cercando di sedurlo di nuovo o di vendicarsi. Queste cose succedono in Beautiful, non nelle mie fan fiction. Ora vi lascio al capitolo. Baciotti!
 
Bella
 
Sabato, 22 Giugno 2013
 
Sta notte ho dormito poco.
Alle tre del mattino mi sono alzata e sono andata a prendere i bambini nella loro cameretta.
Uno alla volta, li ho trasportati in braccio fino al mio letto.
Dopo poco dormivo anche io.
Sono come un calmante per me. Da quando sono nati, se c’è qualcosa che mi agita o mi turba, stare vicino a loro mi rilassa.
Ora li osservo fare colazione sul tavolino del soggiorno con gli occhi incollati alla tv.
Stanno guardando La Casa Di Topolino.
Quel cartone secondo me è fatto apposta per rincretinire le persone.
Io ogni tanto, senza neanche accorgermene, mi ritrovo a canticchiare la canzone dello Strumentopolo.
Quando me ne rendo conto, mi guardo intorno imbarazzata per capire se qualcuno mi ha sentita.
Fin’ora sono stata beccata solo da mio padre che mi ha preso per il culo per un quarto d’ora.
Ero a casa sua e stavo lavando i piatti sovrappensiero. Lui mi ha raggiunta in cucina e mi ha chiesto cosa diavolo stessi cantando. Che vergogna!
Sto divagando.
È proprio vero che, quando mi concentro sui bambini, sono in un altro mondo.
Comunque dovrei approfittare di questo loro momento di ipnosi da cartone animato per riflettere.
Almeno fino a quando non richiederanno di nuovo la mia attenzione, cosa che potrebbe accadere presto.
Però non ho voglia di pensare ad Edward.
E poi è inutile!
So che gli ho promesso che avrei riflettuto sulla nostra situazione, ma pensare non cambierà le cose.
Lui è il mio capo; non si possono avere relazioni all’interno dell’agenzia; il mio lavoro mi serve.
Punto.
Mi sembra fin troppo chiaro.
E poi c’è la questione dei bambini.
Hanno visto Edward solo cinque volte e già gli sono affezionati.
Posso davvero farlo entrare nelle nostre vite in pianta stabile con il rischio che prima o poi finisca tutto?
Come si sentirebbero Chris e Jace?
Loro non sembrano soffrire per l’assenza di un padre, ma imporre loro una figura paterna da amare e che presto a tardi potrebbe lasciarli sarebbe orribile.
Si sentirebbero abbandonati.
So che questo discorso dovrebbe valere per qualsiasi uomo sulla faccia della Terra, ma Edward è speciale.
Mi preoccupa la connessione che si è da subito instaurata tra lui e i miei figli. È stata una cosa immediata.
So già che si amerebbero moltissimo tutti e tre, ma se tutto finisse?
Non è improbabile che succeda. Le relazioni finiscono ogni giorno.
Basta guardare Edward e Tanya! Sembravano perfetti, e invece..
Non è tutto oro quello che luccica.
Quanto vorrei che fosse tutto più facile!
Probabilmente sono io che mi complico tutto con le mie paure forse fondate o forse no.
Ma davvero non riesco a lasciarmi andare.
È proprio vero che fare il genitore è il lavoro più difficile del mondo.
Si ha sempre paura. Di ogni cosa.
Io adesso ho addirittura paura di una cosa bellissima come l’amore.
“Mamma! Ci porti qualche altro biscottino per favore” mi chiede Chris ridestandomi dai miei pensieri.
“Certo cucciolo!”.
 
Sono le quindici e mi trovo in centro.
I bambini li ho lasciati da mio padre dopo aver pranzato tutti assieme.
Papà ha notato il mio turbamento, ma l’ho rassicurato dicendogli che sono solo un po’ stanca.
Ora devo fare la spesa, comprarmi una gonna per l’ufficio e un nuovo paio di jeans, e infine cominciare a guardarmi intorno per il compleanno delle pesti.
Quest’anno è più difficile perché stanno crescendo. Iniziano a diventare consapevoli del mondo che li circonda.
Loro vorrebbero tantissimo un cane, ma come posso prendermene cura visto che lavoro tutto il giorno?
Dovrebbe stare sempre da solo in un piccolo appartamento.
Sarebbe diverso se avessi il giardino, ma non ce l’ho.
E quindi? Cosa compro?
Stavo pensando ad un computer, ma forse è troppo presto. E poi costerebbe un patrimonio.
Vabbè! Io entro lo stesso nel negozio di elettronica. Guardare non costa niente.
 
Sono già le diciotto e non ho concluso niente per i regali. Brava Bella!
Sto volando verso casa di mio padre per recuperare i bambini, per poi correre come il vento a mettere via la spesa prima che le cose surgelate mi si scongelino.
Sono sempre di corsa!
Certo che se decidessi di stare con Edward, lui mi potrebbe aiutare.
Ma che pensieri faccio?!
Non posso decidere di stare con Edward per avere un aiuto.
Però mi piacerebbe tanto..
Ora basta! Devo smetterla.
Con Edward è più no che si. È lunedì glielo dirò.
 
Edward
 
Lunedì, 24 Giugno 2013
 
Non sto più nella pelle. Tra poco parlerò con Bella.
Avrei voluto farlo sta mattina, appena arrivato in ufficio, ma lei mi ha detto che preferiva farlo a fine giornata, in modo tale da poterci concentrare sul lavoro prima.
In parte ha ragione, però non mi è sembrato un inizio promettente.
Rimarrà in ufficio anche dopo le quattro apposta per parlare con me. Chris e Jace staranno con suo padre.
Li ho visti pochi giorni fa, ma già mi mancano.
Sono agitato!
Bella entrerà a momenti.
Sento bussare. “Avanti!”
“Ehi!” mi dice timida dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.
“Ehi!” le rispondo io.
Silenzio.
Ecco qui un dialogo fra cerebrolesi invertebrati.
“Accomodati, prego” ma che cazzo dico? Non è mica un colloquio.
Lei si siede, si osserva le mani, e inizia il suo discorso senza guardarmi: “Edward, io ti sono grata per essere stato onesto e sincero con me, e anch’io voglio esserlo. Quello che voglio fare e quello che devo fare sono due cose diverse. Però sono una madre, quindi devo essere responsabile. Quindi per me è un no. Mi dispiace.”
Mi alzo di scatto, giro intorno alla scrivania e mi inginocchio accanto lei.
Le prendo le mani e guardandola negl’occhi le dico: “Non rinunciare subito. Bella, devi darci una possibilità!”.
Con lo sguardo cerco di trasmetterle tutto il mio amore.
Mi sa che ci riesco, perché lei gira la testa per non fissarmi!
E ricomincia con le solite storie: “Edward, devi cercare di capirmi. Io.. i miei figli. Devo pensare a loro prima di tutto, e ..”
E a questo punto non ce la faccio più.
La bacio. Con le labbra, con i denti e con la lingua.
E non riesco a smettere perché è la cosa più bella del mondo.
La sua bocca è così morbida. È perfetta per me.
Credevo che Bella non mi suscitasse forti passioni?
Eccomi servito!
La stenderei qui sulla scrivania in questo momento.
Invece mi stacco e le dico a fior di labbra: “Ti amo”.
Lei chiude gli occhi, appoggia la sua fronte sulla mia e risponde: “Ti amo anch’io”.
Si può essere più felici?
Mi scoppia il cuore nel petto. È bellissimo.
Quando riapre gli occhi, noto che sono lucidi di lacrime.
“Ehi piccola! Non piangere”
“Edward, ho paura”
“Sta tranquilla! Andrà tutto bene. Quello che stiamo facendo è la cosa giusta”
“Come puoi esserne certo?”
“Una cosa così bella non può essere sbagliata”
E finalmente la vedo sorridere.
 
Bella
 
Lunedì, 24 Giugno 2013
 
Bè.. devo dire che, quando prendo una decisione, niente e nessuno può farmi cambiare idea!
La carne è debole.
Non c’è altro da dire.
È bastato un solo bacio (e che bacio!) per farmi capitolare.
Posso credermi tosta quanto voglio, ma davanti ad Edward non capisco più nulla.
Sono terrorizzata.
Sono felice.
Sono un caleidoscopio di emozioni.
Io ed Edward avremmo dovuto parlare, invece abbiamo pomiciato fino a quando non è giunta l’ora di andare a prendere i bambini.
Neanche fossimo due adolescenti.
Quindi, ora, non so niente.
Non so come ci comporteremo al lavoro, con i bambini, con mio padre, con la sua famiglia.
Non so niente. E non mi piace.
Cazzo, Bella!
Sta zitta e goditi il momento!
 

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Capitolo 10
*** Primi passi ***


Ciao a tutti! Siccome in un paio di recensioni mi è stato chiesto di fare i capitoli un po’ più lunghetti, io ora chiedo a tutti quanti un parere: preferite che io posti tutti giorni i miei soliti capitoli un po’ cortini, o che posti una volte ogni due/tre giorni qualcosa di più sostanzioso? Ovviamente, se preferite la pubblicazione giornaliera, io non posso fare di più. Trovare l’ispirazione, scrivere un capitolo, rileggerlo, modificarlo e poi correggerlo richiede molto tempo. Quindi.. ditemi voi cosa devo fare. A me non cambia niente. Vi lascio al capitoletto. Baciotti!
 
Edward
 
Lunedì, 24 Giugno 2013
 
Sto sognando ad occhi aperti.
Non riesco a togliermi dalla testa il ricordo di quelle labbra così dolci e morbide, di quel corpo schiacciato contro il mio.
Non ho mai provato sensazioni del genere. Mai!
Ed era solo un bacio. Chissà come mi sentirò quando…
No! Non devo pensare a certe cose, altrimenti so già come andrà a finire.
E io non mi toccherò pensando a lei come se fossi un tredicenne!
È una cosa da sfigati.
Però non mi sentivo molto sfigato quando l’ho fatto prima nella doccia!
Sono senza speranza. Ora che ho avuto un assaggio, voglio tutta la torta.
Devo resistere. Posso resistere!
Ho trentuno anni, sono uomo!
C’è da dire, però, che ho anche un’erezione di tutto rispetto da più di venti minuti e comincia davvero a dare fastidio.
Ma non posso ammazzarmi di seghe finché non avrò Bella completamente!
È una cosa squallida.
Io non la voglio solo per “quello”.
Devo essere forte e resistere.
Però quella sua piccola lingua che lecca il mio palato..
Facciamo che sarò forte da domani. Ora sarà meglio andare in bagno.
 
Edward
 
Martedì, 25 Giugno 2013
 
Durante la pausa pranzo io è Bella abbiamo discusso sul da farsi.
Mi ha spiegato della sua paura di far affezionare troppo i bambini ad una persona che potrebbe facilmente uscire dalle loro vite.
Io non lo posso neanche immaginare. Mi fa male il solo pensiero.
Amo tutti e tre, e non potrei mai lasciarli.
Non sono mai stato più certo di una cosa in vita mia. E gliel’ho detto.
Lei mi ha sorriso dolcemente e siamo andati avanti a pianificare.
Abbiamo stabilito che in ufficio non ci saremmo nemmeno sfiorati.
Da Lunedì a Venerdì, dalle nove alle diciassette io sarei stato il stato il signor Cullen, il capo gentile ma esigente, e lei sarebbe stata Bella, la segretaria professionale e competente.
Nulla di più, nulla di meno.
Fuori dall’agenzia ci saremmo frequentati normalmente. Come una comune coppia.
Non vedo l’ora!
In fin dei conti, mi sembra un buon piano.
Se al lavoro manteniamo un comportamento professionale, non vedo perché qualcuno dovrebbe sospettare qualcosa.
Potrebbero sempre vederci fuori dall’agenzia, ma io onestamente credo che non fregherebbe a nessuno.
Sono pronto a scommettere che tra i vari dipendenti ci sono numerose relazioni più o meno serie.
Proprio l’altro giorno ho visto Jasper del settore commerciale che faceva il cascamorto con Alice, l’amica di Bella.
Quindi mi sento abbastanza tranquillo su questo fronte.
Bella non lo è altrettanto, ma sono sicuro di riuscire a rasserenarla facilmente.
Diventa incredibilmente distratta quando è tra le mie braccia, e si dimentica di tutto ciò che la circonda.
E siamo solo ai baci!
Chissà come diventa quando…
Merda! No!
Non ci devo pensare.
Troppo tardi.
Mi sa che rimanderò di un altro giorno l’inizio della mia “dieta”.
Ora vado in bagno.
 
Bella
 
Venerdì, 28 Giugno 2013
 
Sono emozionatissima.
Edward porterà me e i bambini a mangiare allo Spizzico e poi a giocare al Minigolf.
Chris e Jace ne sono entusiasti.
Speriamo che vada tutto bene!
Siamo tutti pronti, però io sono lo stesso davanti allo specchio grande del bagno a fissare la mia immagine riflessa.
Ho i capelli legati in una semplice coda alta, una semplice canottiera nera, dei semplici jeans e delle semplici sneakers.
Trucco quasi assente. Ho messo solo il mascara.
Forse dovrei vestirmi e truccarmi in maniera un po’ più sofisticata, ma stiamo andando in un fastfood, non in un ristorante di lusso.
Però quasi quasi un filo di matita me lo metto. Non faccio in tempo a pensarlo che suona il citofono.
Oddio, che ansia!
“Mamma! È arrivato Eddy!” urla Jace a squarciagola.
Mi precipito  in soggiorno e chiedo: “Gli avete aperto?”
“Certo mamy”.
Un minuto dopo sento bussare alla porta e va Chris ad aprire.
“Permesso” mormora Edward timidamente.
Ma quanto è bello? Me lo mangerei!
“Avanti” mi affretto a rispondere.
“Ciao Eddy!”
“Ciao campioni! Come state?”
“Io bene, Chris invece ha pianto prima perché gli dondola un dentino e gli fa male!” risponde Jace.
“Ho pianto perché tu mi hai spinto e io ho picchiato proprio sul dentino che dondola. Antipatico!” si difende Chris.
“Smettetela! Che cosa penserà Edward di voi?”.
Edward intanto se la ride di gusto.
“Allora siete pronti?” chiede appena si riprende.
“Sììììì!” ululano i bambini.
Prendo la maxiborsa, la mia felpa e quelle dei bambini e sono davvero pronta ad uscire.
 
Edward ci sta riaccompagnando a casa.
Le pesti sono addormentati sul sedile posteriore.
Io mi sento un po’ a disagio. La serata è stata magnifica. Edward è stato perfetto.
Ma sembravamo una famiglia. È stato strano. Non ci sono abituata.
E inoltre è troppo presto.
Edward ha aiutato i bambini al minigolf, mi ha tenuta per mano, ci ha comprato il gelato.
Non so.. io mi faccio sempre troppi problemi per niente, però..
Lui può dire quanto vuole che i bambini non sono un peso, ma sono convinta che, quando in passato immaginava un primo appuntamento, non pensava a spizzico e minigolf.
“Siamo arrivati. Ti aiuto a portare su i bambini” mi dice.
“Grazie”
Io prendo Jace e lui Chris e dopo qualche peripezia riusciamo a portarli in casa.
Accompagno Edward alla porta e, prima di poter dire qualcosa, mi bacia.
Profondamente e a lungo.
“Non volevo farlo davanti ai bambini, ma non resistevo più” mi sussurra a fior di labbra.
E questa volta lo bacio io.
Quando ci stacchiamo di nuovo mi dice: “Questa serata è stata fantastica, Bella. Ti prego, non pensare che avrei preferito qualcosa di diverso. È stato tutto perfetto” e il suo sguardo è talmente sincero che non posso fare a meno di credergli.
A quanto pare i miei dubbi mi si leggono in faccia.
“Mi fa davvero piacere”.
Un ultimo bacio e se ne va.
Io chiudo la porta e sospiro.
 
Edward
 
Sabato, 29 Giugno 2013
 
Ieri sera è stato tutto bellissimo.
Sono al settimo cielo.
Oggi purtroppo non posso vedere Bella e i bambini perché lei pranza da suo padre e io ceno dai miei.
Però ci vedremo domani.
Sono stato invitato direttamente da Chris e Jace a fare la merenda con loro.
Non vedo l’ora!
È ovvio che io Bella staremo sempre insieme. La amo troppo.
Deve per forza essere la mia anima gemella.
Sto ancora fantasticando sul mio amore peggio di una ragazzina alla prima cotta quando inizia a squillarmi il cellulare.
È mia madre.
“Pronto!”
“Edward! Sono in ospedale. Devi venire qui subito!”.
 

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Capitolo 11
*** Justin Cullen ***


Scusate il ritardo! Oggi non mi sono fermata un attimo. Ora sono stanchissima e mi devo svegliare tra meno di cinque ore. Non ho idea di quanti errori ci saranno nel capitolo. Lo correggerò con più attenzione in un momento di maggiore lucidità. Lo prometto. Grazie infinite per le recensioni. Siete tutti fantastici. Risponderò domani (anzi oggi) perché ora non ne ho la forza. Buona lettura. Baciotti!
 
Edward
 
Sabato, 29 Giugno 2013
 
“Edward! Sono in ospedale. Devi venire qui subito!”
“Oddio! Cos’è successo mamma? Sta male papà? Tu? Dimmelo dannazione!”
“E se mi lasci parlare magari te lo dico! È Rosalie. Le si sono rotte le acque”
“Ma è una bellissima notizia!”
“Si caro, ma abbiamo bisogno di te qui”
“Perché? Sta male?”
“E secondo te in che modo TU potresti aiutarla se stesse male? Devi venire per Emmet. Non è in se. Né io né tuo padre riusciamo a calmarlo. Tu però ci sei sempre riuscito”.
È vero. Io sono sempre riuscito a calmare il mio fratellone grande e grosso, ma con un cuore tenero e sensibile.
Emmet è una delle persone che ammiro di più.
È leale, responsabile, gentile, giusto. È  buono come il pane.
E ha trovato la sua perfetta metà in una donna tutto pepe come Rosalie.
Sono perfetti insieme. Li ho sempre invidiati.
Fino a poco tempo fa vederli uno accanto all’altra mi faceva capire quanto mi mancasse qualcosa, ma non capivo cosa perché avevo Tanya e l’amavo.
O meglio, pensavo di amarla.
Ora ho capito.
Mi mancava l’amore. Quello vero.
Quello che ti fa sentire bene quando ti svegli la mattina e ti fa dormire sogni tranquilli quanto ti addormenti la sera.
E adesso che l’ho trovato mi sento l’uomo più fortunato del mondo.
“Edward! Allora, ci sei? Ti sei addormentato?” mia madre mi riporta sulla Terra.
“Sì, scusa mamma. Ci sono. Dieci minuti e sono lì” e riattacco.
Sto per diventare zio!
 
Venti minuti dopo sono in ospedale e mi ritrovo davanti un Emmet in lacrime.
Ma non qualche lacrimuccia. Sono proprio copiose e grosse lacrime di coccodrillo.
“Emmet, ma che succede?” gli chiedo correndogli incontro.
“Edward! Rosalie.. io.. il bambino.. sono inutile.. mi agito.. e le infermiere.. sono inutile!”
???
“Ehi! Calmati fratellone. Va tutto bene!”
“No che non va tutto bene!” mi dice disperato “Io dovrei essere con la mia Rose in questo momento. Ma quelle vacche delle infermiere mi hanno cacciato. Dicono che sono troppo agitato. Come osano? Sono solo svenuto per tre secondi quando le hanno fatto l’epidurale, ma mi sono ripreso subito”
“Ti devi calmare o non ti faranno nemmeno sbirciare nella sala parto!”
“Ma come faccio a calmarmi quando la mia Rose è tutta sola mentre fa nascere mio figlio!” urla tra i singhiozzi.
In risposta gli tiro uno schiaffo. Ma non un buffetto sulla guancia. Proprio un bel ceffone a mano aperta. Di quelli che lasciano il segno.
E, magicamente, mio fratello si riprende.
Quando è fuori di testa come in questo momento, servono a poco le parole gentili. Ha bisogno di un bello scossone. E io gliel’ho dato.
Mi fissa per qualche secondo con ancora gli occhi lucidi e poi mi dice: “Sono proprio un megacoglione!”
Io annuisco con aria saggia.
“Devo andare da mia moglie e da mio figlio, e devo essere forte” aggiunge.
Detto questo, si avvia con passo deciso verso la sala parto e sparisce al suo interno.
“Io non vi capirò mai” dice mia madre.
Le sorrido e l’abbraccio. Mio padre appoggia una mano sulla mia spalla e aspettiamo.
Aspettiamo la nascita di questo nuovo piccolo Cullen.
 
È nato! Justin Cullen.
L’abbiamo visto di sfuggita, ma è bellissimo. 3,750 kg di assoluta tenerezza.
Rosalie sta bene, il bambino sta bene, Emmet sta bene.
Stanno tutti bene.
Mia madre piange come una fontana, e mio padre cerca invano di nascondere gli occhi lucidi.
Io sono felicissimo per mio fratello. Si merita questa gioia.
E in questo momento così bello e speciale sento il bisogno di chiamare Bella e di raccontarle tutto, quindi mi allontano un attimo dal gruppo e compongo il suo numero.
 
Bella
 
Sabato, 29 Giugno 2013
 
Edward mi ha appena chiamato.
È nato Justin, il bambino di Rosalie.
Edward è commosso. Lo posso capire chiaramente dalla voce.
E io mi sento importante perché ha scelto di condividere le sue emozioni con me.
Sono le quattro del pomeriggio e sono a casa di mio padre.
I bambini si sono appisolati sul divano e mio padre è comodamente spaparanzato sulla poltrona.
Torno a sedermi vicino ai bambini e gli sorrido.
Lui mi guarda con fare sospettoso e mi chiede: “Chi è?”
“Chi è chi?”
“Chi è il ragazzo che ti fa brillare gli occhi in quel modo. Lo conosco?”
“Papà non so di cosa tu stia parlando” e invece lo so. E lo sa anche lui.
“Sputa il rospo!”
“Papà, ti prego, non sono una bambina”
“Tu sei e sarai sempre la mia bambina. Ora parla!”.
Non a caso è un poliziotto.. capisce sempre tutto al volo, e quando ti fa una domanda non puoi fare a meno di rispondere sinceramente.
“Si chiama Edward Cullen, ed è il mio capo”
“Ahia”
“Lo so! Non c’è bisogno che tu mi dica niente. Abbiamo già deciso di essere super professionali sul lavoro”
“E i bambini?”
“Li conosce già, e loro lo adorano” gli rispondo senza riuscire a trattenere un sorriso.
“Se fa sorridere così mia figlia, e piace ai miei nipoti, non posso fare a meno di essergli grato. Quand’è che me lo presenti?”
“Siamo solo all’inizio”
“Se lo dici tu!” sembra piuttosto dubbioso.
 
Ho appena messo a letto i bambini e sto per andare a farmi la doccia, quando sento la vibrazione del cellulare.
È un messaggio di Edward.
 
Non vedo l’ora che sia domani per potervi rivedere tutti e tre.
Vi penso e vi amo.
Edward
 
Il mio cuore fa le capriole.
Come può dire sempre la cosa giusta anche per messaggio?
Vado in camera dei bambini, sollevo Chris e lo metto nel lettino di Jace.
Loro, automaticamente, si stringono uno all’altro e io li fotografo con il cellulare.
Mando la foto ad Edward in risposta al suo messaggio e spero che capisca tutto quello che provo per lui.
 
Edward
 
Domenica, 30 Giugno 2013
 
Sta mattina sono andato a trovare Rosalie e il bambino.
L’ho tenuto in braccio per qualche minuto e ho avuto paura.
Paura perché in quel momento quella creatura così fragile e perfetta era affidata a me, e per un attimo sono riuscito a immaginare la paura che deve provare costantemente un genitore.
La paura che prova Bella.
E ora sono davanti a casa sua, deciso più che mai a dimostrarle il mio amore e a meritarmi il suo.
La foto che mi ha mandato ieri è bellissima e significa molto per me.
Mi viene ad aprire lei, accogliendomi con quel suo sorriso timido e dolce.
“Ciao zietto!” mi saluta.
“Ciao piccola!” le rispondo.
“Eddy!” Chris e Jace mi piombano letteralmente addosso e io rido del loro entusiasmo.
“Ciao bambini!”
“Entra Eddy! La mamma ha fatto la crostata con la crema pasticcera, le more e i lamponi. Siamo stati bravi e abbiamo aspettato te per mangiarla” mi dice Jace.
“Si, e poi il nonno ci ha dato un puzzle grandissimo dell’Era Glaciale 3 e vogliamo che ci aiuti a farlo” continua Chris.
Vedo Bella imbarazzata che sta per intervenire, ma la precedo dicendo sincero: “Non vedo l’ora!”.
 
Il pomeriggio è passato in un lampo.
Allontanarmi da quella casa è stata una sofferenza fisica.
Ormai ci sono dentro fino al collo.
Sento di far parte delle loro vite.
Sento che è giusto così.
So che dovrei essere cauto e paziente, ma è difficile quando si ama così tanto.
I bambini mi hanno invitato alla loro festa di compleanno che si terrà Mercoledì prossimo alle cinque nell’area giochi di un centro commerciale.
Io ho cercato lo sguardo di Bella per avere il suo consenso ad accettare e lei mi ha sorriso incoraggiante.
Le cose vanno sempre meglio.
 

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Capitolo 12
*** Festa ***


Buongiorno carissimi! Anche oggi sono stanchissima e quindi non rispondo delle cacchiate che ho scritto. Perdonatemi. Sto davvero crollando dal sonno, quindi vi lascio subito al capitolo e vado a dormire. Prometto che risponderò domani a tutte le bellissime recensioni che mi avete scritto. Grazie di cuore a tutti quanti. Baciotti!

Bella
 
Martedì, 2 Luglio 2013
 
Sto esaurendo!
Organizzare la festa di compleanno di due bambini di cinque anni è veramente spossante.
Ci sono gli inviti da scrivere e consegnare, i piatti e i bicchieri da comprare, i palloncini da gonfiare, i festoni da appendere, i dolci da cucinare.
In momenti come questi vorrei avere un esercito di sorelle a cui chiedere aiuto, e invece sono sola.
Ho Alice, ma onestamente credo che sarebbe più un impiccio che altro.
Fortunatamente Domenica mattina sono riuscita a trovare i regali per i bambini.
Ho optato per due Ipod con tanto di custodie super resistenti per evitare brutti incidenti con le cadute che sicuramente dovranno subire.
Chris e Jace adorano la musica.
Tutta. Di ogni genere.
Dalle canzoni della Disney, fino al rock anni ’80, passando per la musica classica.
Mi sembra un regalo adatto.
Tanto so già che riceveranno un milione di giocattoli dagli amichetti, quindi ho pensato che avrebbero gradito qualcosa di un po’ più tecnologico rispetto al solito.
 
Ora sono appena arrivata al lavoro e sono già alla mia scrivania in attesa dell’arrivo di Edward.
Faccio fatica a scandire bene le parole perché aprire la bocca è una tortura.
Ieri sera, dopo aver messo a letto i bambini, ho gonfiato cinquanta palloncini tutti da sola.
“Buongiorno Bella!”
Non mi sono nemmeno accorta che Edward è arrivato. Sono proprio a pezzi!
“Buongiorno capo” lo saluto sbiascicando le parole.
Mi guarda preoccupato e mi chiede: “Stai bene?”
“Sì, tranquillo. Faccio solo un po’ di fatica a parlare. Ieri sera mi sono praticamente slogata la mascella gonfiando i palloncini per la festa”
“Potevi chiamarmi. Ti avrei aiutato volentieri”.
Giuro che non ci ho nemmeno pensato.
Le ho sempre organizzate da sola le feste dei miei figli, e non sono abituata ad avere qualcuno disposto ad aiutarmi.
Come al solito, lui intuisce tutto dal mio sguardo e mi dice: “Bella, non sei più da sola. Ora ci sono io con te.”
Io non so se ridere o piangere, quindi per sicurezza non faccio nessuna delle due e gli rispondo: “Forse è meglio metterci al lavoro. Avevamo stabilito di non parlare di queste cose in agenzia”.
Lui sospira pesatamente, ma alla fine annuisce e se ne va in ufficio.
L’ho offeso?
Cosa dovevo rispondergli?
Va tutto troppo velocemente. Io non ci capisco più nulla.
È così bello averlo accanto, ma è anche spaventoso.
Non so esattamente il perché, ma so che mi fa paura.
E poi è vero che avevamo deciso di non affrontare certi discorsi durante l’orario di lavoro!
 
Edward
 
Martedì, 2 Luglio 2013
 
Devo riuscire a trovare il modo per convincerla a fidarsi.
So che dovrebbe essere un processo spontaneo, ma per Bella è più difficile.
Non si tratta di convincerla a fidarsi di me, ma piuttosto a fidarsi di sé stessa.
È sempre attenta e pacata nelle risposte, e intuisco che è perché non sa bene cosa è meglio fare.
Ha paura di affrettare troppo i tempi, lo capisco.
Ma non può impedire ciò che sta accadendo.
È una cosa naturale. Io sento con ogni fibra del mio essere che è così che deve andare e sono sicuro che per lei è lo stesso, solo che cerca di convincersi del contrario per poter guadagnare tempo.
Devo avere pazienza e impegnarmi per farle abbassare tutte le sue inutili difese.
E quando io mi impegno seriamente in un progetto, non fallisco mai!
Domani c’è la festa dei bambini.
Mi hanno detto che adorano la musica, così ieri, subito dopo il lavoro, sono andato a comprare  due chitarre classiche per bambini.
Sono due gran belle chitarre, e io me ne intendo.
Sono simili a quella che ho a casa, solo che sono un po’ più piccole.
Se Bella me lo permetterà, ho intenzione di insegnare loro a suonarle.
Hanno un talento naturale per la musica.
Ho notato subito che entrambi hanno un buon orecchio.
Non vedo l’ora di vedere le loro reazioni quando vedranno i miei regali.
Sono emozionatissimo.
 
Bella
 
Mercoledì, 3 Luglio 2013
 
Oggi è il giorno del compleanno dei miei due tesori.
Non posso credere che sono già passati cinque anni da quando sono nati.
Non dimenticherò mai quel giorno e la gioia che ho provato tenendoli tra le mie braccia per la prima volta.
Ora sono in camera loro e li guardo dormire.
Mi avvicino ai lettini e con dolcezza li sveglio: “Ehi! Svegliatevi dormiglioni! È il giorno del vostro compleanno.. prima vi svegliate e più a lungo durerà”.
Vedo quattro occhietti aprirsi sonnacchiosi, e due splendide boccucce distendersi in un due sorrisi identici.
“Buongiorno mamy” mi dicono insieme.
“Tanti auguri gioie mie”.
Consegno loro i pacchetti con gli Ipod.
Non voglio che aprano i miei regali in mezzo alla confusione della festa.
Devono farlo subito.
“Wow mamma! Forte! Cos’è?” mi chiede Jace.
Io rido e gli spiego a cosa servono e come funzionano.
Li ho già caricati con tantissime canzoni.
I bambini sono contentissimi e io non potrei essere più soddisfatta.
I loro sorrisi mi ridanno energia.
Ieri, dalle diciassette a mezzanotte, ho preparato una torta gigantesca con la crema al mascarpone, un salame al cioccolato lunghissimo, due teglie di pizza e una di focaccia da tagliare a quadratini e da servire come stuzzichini insieme a patatine e salatini.
Ho finito di pulire e di sistemare tutto all’una e solo dopo ho potuto fare la doccia e andare finalmente a letto.
Quindi adesso dovrei sentirmi come minimo devastata dalla stanchezza, ma non è così.
Mi sento piena di forze.
 
Dopo aver sbaciucchiato per bene i miei angeli, facciamo colazione, ci laviamo e ci vestiamo.
In macchina cantiamo alcune delle canzoni che ho caricato sui loro Ipod e, quando li lascia alla campo estivo, mi salutano con un abbraccio più lungo e caloroso del solito.
Ora sarà meglio andare in agenzia.
Devo lavorare sodo perché ho bisogno di uscire alle quindici per poter andare ad addobbare la sala che ho prenotato e per poter sistemare cibi e bevande.
I bambini li andrà a prendere mio padre.
Io devo pensare a predisporre ogni cosa.
Deve essere tutto perfetto.
 
Edward
 
Mercoledì, 3 Luglio 2013
 
Sono le sedici e quarantacinque e direi che giunto il momento di avviarmi.
Mi sento un po’ agitato.
Solo ora ho pensato che probabilmente alla festa ci sarà anche il padre di Bella.
Come mi devo comportare?
Sa già di me?
Io non ho ancora detto niente ai miei per il semplice motivo che sono tutti concentrati su Rosalie e sul nuovo arrivato.
Non ho avuto l’occasione per raccontare di Bella, ma presto lo farò.
Lei l’avrà fatto?
Non lo so.
Cazzarola! Avrei dovuto informarmi prima.
 
Arrivo al centro commerciale dove si terrà la festa, prendo le chitarre impacchettate e mi dirigo verso l'aria bimbi.
Come entro, i bambini corrono subito verso di me e mi salutano: “Ciao Eddy!”
“Ciao festeggiati! Buon compleanno!”
“Grazie!”.
“Dove posso appoggiare i regali?”
“Laggiù. Anche se non dovevi disturbarti” mi dice Bella indicandomi un divanetto già colmo dei regali portati dagli altri bambini.
“Certo che dovevo! Cinque anni sono un traguardo importante! Vanno festeggiati per bene”.
“Eddy, lo sai che la mamma ci ha regalato un Ipod a testa?” mi chiede Chris.
“Sì, sono fortissimi! E ci sono su un sacco di canzoni” continua Jace.
Sto per ribattere, quando vedo avvicinarsi un uomo sui quarantacinque anni.
Bella ci presenta un po’ imbarazzata: “Edward, questo è mio padre, Charlie Swan. Papà, questo è Edward Cullen, il mio..” si blocca un attimo come se non sapesse cosa dire, ma dopo un attimo di esitazione prosegue sicura “il mio Edward”.
Sono in paradiso.
Stringo la mano al signor Swan che mi sorride amichevole.
Sono praticamente estasiato.
Bella mi ha definito “il suo Edward”.
Mai definizione fu più azzeccata.
Sono suo. Anima e corpo.
Per il momento più anima che corpo, ma spero di poter approfondire presto anche l’altro aspetto.
 
La festa inizia e tutti quanti mangiamo tantissimo e ridiamo.
I bambini si divertono, e noi adulti interveniamo di tanto in tanto per suggerire qualche gioco e a volte per parteciparvi.
Quando arriva il momento di aprire i regali mi sento nervoso.
Ma il nervosismo passa subito quando vedo le facce incantate di Chris e Jace davanti alle chitarre.
Bella mi si avvicina e mi dice: “Edward, tu sei pazzo! Avrai speso una fortuna”
“Ma no! Non ti preoccupare”
“Dovrò iscriverli ad un corso di chitarra” dice sovrappensiero.
“Potrebbero prendere lezioni da me. Sono piuttosto bravo a suonare”
“Davvero lo faresti? Non voglio che ti senti costretto”
“Bella! Sarebbe solo un piacere per me”.
Mi sorride e poi dice timidamente: “Mi dispiace che non riusciamo mai a stare soli. So che non è così che dovrebbero essere i primi appuntamenti”
“E allora ti invito ufficialmente ad un appuntamento solo per noi due. Scegli tu la sera che ti è più comoda. Quando tuo padre è libero, o la babysitter. Prometto di riaccompagnarti a casa entro mezzanotte, Cenerentola”
“Oh Edward! Sarebbe davvero fantastico”.
Evvai!
Potrò baciarla in tutta tranquillità per una sera intera, e poi.. chissà.
Potrebbe anche succedere qualcosa in più.
 

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Capitolo 13
*** Ti amerò anche domani ***


Salve a tutti! Anche oggi posto un po’ in ritardo, ma è stato per una giusta causa.. hanno fatto su rai1 la principessa Sissi e, anche se l’ho visto un milione di volte, non ho potuto fare a meno di incollarmi alla tv. Detto questo, ammetto di essere un po’ delusa. Per lo scorso capitolo ho ricevuto solo cinque recensione. Vuol dire che il capitolo non è piaciuto a tutti quanti? Se è così potete dirmelo tranquillamente. Il silenzio, però, non lo so proprio interpretarlo. Può voler dire tutto, o può voler dire niente. Spero di ricevere più pareri per questo capitolo. Ho scritto una nota anche alla fine. Ci vediamo giù!
 
Bella
 
Venerdì, 5 Luglio 2013
 
Oggi mi sento al settimo cielo. E anche un po’ agitata.
Questa sera andrò a cena a casa di Edward.
So che significa che probabilmente ci sarà anche un dopocena, e io lo voglio.
Non ho esitato nemmeno un istante quando mi ha proposto di andare a casa sua.
So che stiamo insieme solo da pochi giorni e che nessuno ci corre dietro.
In realtà non so nemmeno se stiamo davvero insieme, però desidero il suo corpo da morire.
Forse dipende dal fatto che non possiamo mai stare da soli.
A volte, quando siamo insieme nel suo ufficio, sento distintamente la tensione sessuale che scorre tra noi due, e so che la percepisce anche lui.
Però abbiamo deciso che in agenzia non avremmo fatto passi falsi, e tutti gli altri momenti in cui ci vediamo sono da condividere con i bambini.
È bello stare tutti e quattro insieme, ma inizio a sentire il bisogno fisico di stargli vicina più intimamente.
Tutto questo desiderio, però, non cambia il fatto che io mi stia cagando addosso dalla paura.
È più di un anno che non sto con qualcuno in QUEL senso.
In tutta la mia vita ho fatto sesso con quattro uomini (sarebbe meglio dire ragazzi), e non è mai stato qualcosa di veramente passionale.
Sono convinta che con Edward sarebbe diverso.
Lui ha tutta l’aria di uno che di esperienza ne ha da vendere, e io so di non essere al suo livello.
E se dovessi sbagliare qualcosa?
Che palle!
Non voglio avere paura. Ho sempre paura.
Mi sta succedendo una cosa fantastica e voglio godermela.
Punto.
 
Edward
 
Venerdì, 5 Luglio 2013
 
Sta sera deve essere tutto perfetto.
Bella si deve sentire a suo agio.
Quando le ho chiesto di venire a casa mia, non ero per niente sicuro che avrebbe accettato.
Mi sono detto “o la va o la spacca”.. ed è andata!
Ho deciso che cucinerò per lei. Non sono un grande cuoco, ma mi impegnerò al massimo.
Ancora non riesco a crederci.
Sono così abituato a non avere un momento da solo con lei, che non mi sembra vero di poter passare un intera serata insieme come una vera coppia.
Verrà a casa mia alle sette.
Mi ero proposto per andare a prenderla, ma lei dice che è inutile e che verrà con la sua macchina.
Non mi sentivo così esaltato dal giorno della mia laurea.
È come se fossi in capo al mondo e potessi fare qualunque cosa.
La situazione tra me e Bella non è ancora ben definita, ma sta sera voglio chiarire tutto.
Voglio farla conoscere alla mia famiglia, voglio essere presentato come il suo fidanzato, e voglio che troviamo un modo adatto per spiegare ai bambini cosa sono diventato per la loro mamma.
E voglio fare l’amore con lei.
 
Ora sono le cinque e mezza e sono appena arrivato a casa.
Mi metto subito ai fornelli.
Per antipasto ho comprato una selezioni di formaggi e miele.
Come primo piatto, invece, farò le melanzane alla parmigiana. Mi sono fatto mandare via mail la ricetta da mia madre, con tanto di spiegazione dettagliatissima.
Ho raccontato ogni cosa alla mia dolce mamma, e anche lei è felicissima.
Mi ha detto di essere cauto e che non vede l’ora di conoscerla.
E io non vedo l’ora di presentarla a tutti quanti.
 
Sono le sei e mezza.
Le melanzane sono nel forno. Saranno pronte a momenti.
Ho apparecchiato il tavolo sulla terrazza.
Questa sera c’è una brezza gradevolissima e sarà magnifico mangiare all’aperto con tanto di vista sulla città.
Sento suonare il telefono.
È Bella!
“Ehi piccola! Tutto bene?” le chiedo spensierato.
“No, non va tutto bene” dalla voce mi sembra molto turbata.
“Cosa succede?”
“Jace ha la febbre. Non posso uscire di casa”
“È qualcosa di grave?”
“No, solo qualche linea e un po’ di mal di testa. Ma devo restare comunque con lui”
“Va bene. Non ti preoccupare. Non è un problema. Rimanderemo ad un altro giorno” sono delusissimo.
So che non è colpa di nessuno e che è giusto che lei stia a casa, ma sono comunque amareggiato.
Bella non sembra da meno.
“Scusa Edward. Sono pessima, lo so. Perdonami”.
Sto per rassicurarla dicendole che capisco che deve stare con Jace, ma non faccio in tempo.
Ha già attaccato.
Cazzo!
 
Bella
 
Venerdì, 5 Luglio 2013
 
Lo sapevo che era tutto troppo bello per essere vero.
Che illusa che sono stata.
Io sono una madre. Non posso pretendere di avere la vita sentimentale spensierata e divertente di qualsiasi altra ragazza.
Era ovvio che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere.
Ed è un bene che sia avvenuto così presto. Almeno Edward si accorgerà subito com’è la situazione, e potrà uscire dalla mia vita senza troppe tragedie.
L’ho sentito chiaramente dalla sua voce che ci è rimasto male.
Lui è stato gentilissimo e comprensivo come al solito, ma ho capito subito che era deluso.
E come potrebbe essere altrimenti?
“Mamma! Ho sete”.
La vocetta mogia mogia di Jace mi distoglie dai miei pensieri.
“Ti porto subito un bicchiere d’acqua, angioletto”.
Anche Chris sta iniziando a non sentirsi bene.
È micidiale come siano sempre in sintonia.
Non c’è mai stata una sola volta in cui uno dei due si sia ammalato da solo.
 
Faccio mangiare i bambini e li metto subito a nanna.
Non credo che avranno problemi sta notte.
La febbre non è alta. Una bella dormita farà ad entrambi bene.
Ora posso deprimermi come si deve.
Sono arrivata alla conclusione che se Edward non romperà con me, lo farò io.
Probabilmente lui pensa che può sopportare tutte queste cose, ma con il passare del tempo si stancherà.
Essere una madre vuol dire avere una vita fatta di imprevisti e ritardi.
Ci saranno ancora un sacco di appuntamenti che dovrò annullare per qualche problema con i bimbi.
Mi sembra assurdo portare avanti una cosa che prima o poi finirà di sicuro.
Mentre faccio questi pensieri, non posso impedire a qualche lacrima di bagnare le mie guance.
Ed è proprio in quel momento che sento bussare alla porta.
Guardo dallo spioncino. È Edward.
“Cosa ci fai qui? Come hai fatto ad entrare?” gli chiedo dopo aver aperto la porta.
“Sono entrato dal portone mentre usciva una signora. Posso entrare?”.
Non so se è una buona idea, ma mi scosto lo stesso per farlo passare.
“Hai pianto” non è una domanda. Si vede benissimo dai miei occhi rossi.
“Cosa sei venuto a fare Edward?”
“Sono venuto a impedirti di fare una cazzata”
“Di cosa parli?”
“Parlo del fatto che ora vuoi tagliarmi fuori. Non lo fare. Non è un problema se la serata è saltata. Ce ne saranno altre”
“Edward, sai perfettamente che succederà ancora. E non ti azzardare a dire che non è un problema! Non mi sembravi felice al telefono”
“Certo che non ero felice. Ma questo non cambia le cose. Bella, io ti amo e non sarà qualche linea di febbre a impedirmi di starti accanto”
“E domani, Edward? Cos’accadrà domani? Quando Chris e Jace staranno di nuovo male e io dovrò annullare un altro appuntamento. Quando vorrai stare con me, ma non potrò perché dovrò andare ad un colloquio con gli insegnanti o ad una festa di compleanno. Quando né Charlie né la babysitter potranno tenere i bambini. È questo il mio futuro Edward! È così la mia vita. Quindi dimmi tu cos’accadrà!” sono fuori controllo. Non sto urlando, ma il mio tono di voce è affannato e agitato.
Edward mi prende il volto tra le mani e io cerco di sfuggire al suo sguardo.
“Bella, guardami per favore”.
Fisso i miei occhi nei suoi e lui prosegue: “Mi chiedi cos’accadrà domani quando avrai di nuovo qualche imprevisto, e io ti rispondo che sarò accanto a te. Che vorrò sempre stare con i tuoi figli. Che non rinuncerò mai a te. Bella, ti amerò anche domani”.
E io lo bacio. Non posso fare altro. È un bacio profondo e dolcissimo, bagnato dalle lacrime che non smettono di uscire dai miei occhi.
Appena ci stacchiamo, lo prendo per mano e lo porto in camera mia.
Spogliarci a vicenda sembra la cosa più naturale del mondo.
Non c’è imbarazzo né pudore.
Quando siamo entrambi nudi, Edward si dedica al mio corpo con baci e carezze.
Poco dopo siamo una cosa sola.
Ci amiamo lentamente, con passione. Soffochiamo i nostri gemiti con baci interminabili, e quando arriviamo al culmine, con pochi secondi di distanza l’uno dall’altro, ci guardiamo negli occhi.
Ora siamo abbracciati nel mio letto. È tutto perfetto.
“Ti amo Edward”
“Anch’io ti amo, Bella. Tu e i bambini siete la mia vita adesso”.
 
Eccoci alla fine del capitolo. Ho pensato molto a come descrivere la loro prima volta, e sono arrivata alla conclusione che una telecronaca dettagliata non sarebbe andata bene. Secondo me, bisogna essere davvero molto bravi per descrivere un rapporto sessuale dettagliatamente, e io non lo sono. Su questo sito ho letto un po’ di tutto. Ci sono autrici che hanno davvero un talento naturale e riescono a scrivere CERTE COSE in maniera esplicita senza essere volgari, e autrici che scrivono dei veri e propri orrori pornografici. Io ho deciso di affrontare l’argomento “sesso”, ma di prenderlo un po’ alla larga. Spero condividerete questa mia scelta. A prestissimo. Baciotti!
 

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Capitolo 14
*** Santi cartoni animati! ***


Buondì! Dovrei decidermi a scrivere i capitoli di giorno anziché di sera quando sono distrutta, però non ho il tempo. Perdonate quindi gli eventuali e probabilissimi errori che troverete. Li correggerò quando la mia mente sarà più lucida. Lasciatemi un piccolo parere, così mi fate contenta. Grazie per le recensioni a tutti quanti, nessuno escluso. Buona lettura. Baciotti!
 
Edward
 
Sabato, 6 Luglio 2013
 
È stata la notte più incredibile della mia vita.
Sono stato con molte donne, ma nessuna è come Bella.
È stato tutto naturale e semplicissimo. Senza l’impaccio che di solito caratterizza un uomo e una donna la prima volta che stanno insieme intimamente.
Era come se io conoscessi già e il suo corpo, e lei il mio.
Ci siamo adattati l’uno all’altra perfettamente.
È decisamente destino.
Ora mi sto rivestendo, mentre Bella è ancora nel letto e mi fissa.
Ha gli occhi languidi, i capelli scompigliati e il corpo nudo scarsamente coperto da un lenzuolo leggere. Non è mai stata più sexy.
Ho voglio di spogliarmi di nuovo e riprendere da dove ci siamo interrotti poco fa, ma devo andare a casa a farmi una doccia e a cambiarmi.
Non sarebbe un bene se i bambini, svegliandosi, mi trovassero nel letto della loro mamma.
Tornerò per le sette con la colazione e io e Bella proveremo a spiegare loro quello che sta succedendo tra noi due.
Che Dio me la mandi buona!
So già di piacere molto a Chris e a Jace, ma un conto è essere l’amico simpatico della mamma, tutt’altra cosa è esserne il fidanzato. Potrebbero pensare che io voglia tenere Bella tutta per me, o che lei avrà meno tempo da passare con loro a causa mia.
In fondo hanno solo cinque anni e da quando sono nati hanno avuto la loro mamma tutta per loro.
Non è improbabile che non gradiscano un cambiamento.
Spero con tutto il cuore di riuscire a far capire che non voglio rubare il loro tempo. Voglio semplicemente essere presete.
“A dopo piccola!” saluto Bella con un bacio a fior di labbra.
“A dopo!” mi risponde lei sorridendomi con quel suo sorriso dolcissimo.
È davvero difficile girarmi e andarmene, ma devo farlo.
I bambini sono andati a letto molto presto ieri sera. Potrebbe svegliarsi a breve.
Do un ultimo bacio a Bella e me ne vado.
 
Bella
 
Sabato, 6 Luglio 2013
 
Mi sento rilassata. Il ché è strano visto che ho dormito si e no un’ora e un quarto in tutta la notte.
E che notte!
Non mi aspettavo che fra me ed Edward potesse esserci tanta complicità.
Tutte le mie paure si sono rivelate infondate.
Ho appena finito di farmi la doccia e mi sto asciugando per bene i capelli.
Voglio essere presentabile per quando arriverà Edward tra meno di un’ora.
Finisco di asciugare quella massa informe che mi ricopre la testa e vado a dare un occhiata ai bambini.
Dormono ancora.
Controllo se sono caldi, ma hanno le fronti belle fresche. Per fortuna la febbre è passata.
Mi dirigo in sala, mi stendo sul divano, e mi permetto di ripercorrere nella mia mente la notte meravigliosa che è appena passata.
È stato tutto perfetto.
Sento il rumore di passi leggeri, apro gli occhi e mi ritrovo davanti i miei tesori.
“Buongiorno angeli!”
“Buongiorno mamy!” mi dicono.
“Come vi sentite sta mattina?”
“Io bene!” dice Chris.
“Anche io!” afferma Jace.
“Tra poco arriverà qui Edward con la colazione. Ci porterà brioches e fagottini al cioccolato. Contenti?”
“Sììì!”
Non avevo dubbi! Speriamo che vada tutto bene.
Poco dopo suona il citofono.
Quando Edward entra in casa, lo accolgo con un gran sorriso e un “Ciao” quasi ansimato.
So che vorrebbe baciarmi, e lo vorrei anche io, ma per il momento non possiamo.
“Ciao Eddy!” lo salutano i bimbi.
“Buongiorno! Come state?”
“Meglio ora, grazie!” risponde Chris.
“È vero che ci hai portato la colazione?” domanda Jace.
Edward ride e mostra una busta di cartone dalla quale proviene un odore delizioso.
Ci sediamo tutti al tavolo in cucina e iniziamo a mangiare quelle prelibatezze insieme a della spremuta d’arancia per i bambini, e a del caffè per me ed Edward.
So che è il momento giusto per spiegare le ultime “novità”, ma non è facile.
Inaspettatamente è proprio Chris ad iniziare il discorso.
“Sono contento che fai colazione con noi, Edward” dice mio figlio.
Io colgo l’occasione al balzo e chiedo: “Quindi per voi non è un problema se Edward dovesse stare con noi qualche volta?”
“No, a noi piace Edward. Se poi ci porta ancora una colazione così buona ci piacerà ancora di più!” mi risponde Jace. Chris annuisce con vigore all’affermazione del fratello.
“Bene! Perché anche a lui voi piacete molto, e anche io gli piaccio. E vorremmo passare un po’ più di tempo insieme come..” come cosa? Mi sento impacciatissima.
“Come Topolino e Minnie?” mi viene in soccorso Jace.
Santi cartoni animati!
“Si amore! Esattamente così” più o meno.
“Ok mamy! Eddy, ci porti ancora al minigolf un giorno? A noi è piaciuto tanto!”
Edward, che fino a quel momento era rimasto in silenzio con uno sguardo un po’ apprensivo, distende le labbra in uno splendido sorriso e risponde: “Quando volete!”
“Evviva! Mamy, quando possiamo andare?
“Anche sta sera se Edward non ha altri impegni”
I bambini gli rivolgono uno sguardo implorante, quello a cui nemmeno io so resistere, e lui cede immediatamente.
Dovrò insegnargli a dire di no a quei birbanti ogni tanto, altrimenti rischia di ritrovarsi costantemente impegnato a portarli in giro a divertirsi.
So per esperienza che è difficile dire di no ai miei figli.
E loro lo sanno bene. Quelle piccole carogne!
Hanno già imparato a sfruttare i loro visetti adorabili per estorcere consensi ad ogni loro progetto.
Sono due piccole pesti, ma è impossibile non amarli.
 
Edward
 
Sabato, 6 Luglio 2013
 
Dire che è andata bene!
I bambini sembrano accettarmi nella loro vita e io non potrei essere più felice.
Passiamo insieme tutta la mattina e li lascio poco prima di pranzo perché devono andare a casa del nonno.
Li passerò a prendere alle sette. Ceneremo insieme e andremo al minigolf.
Non vedo l’ora!
Torno a casa e mangio quello che avevo preparato per la sera prima.
Però.. buono!
E ora che faccio?
Cosa facevo prima di incontrare Bella e i bambini?
C’era Tanya, ma non stavo tutti i Sabato con lei.
Cosa facevo quando ero da solo?
Fatico a ricordarlo. Mi sembra passata una vita intera.
Mi annoio. Quanto manca alle sette?
Gesù! Sono solo le tre. Che palle!
Chiamo mio fratello, magari mi fa passare un po’ il tempo.
Compongo il numero e attendo.
“Pronto?” risponde al quinto squillo.
“Ehi fratellone! Come va? Tutto bene?”
“Edward?”
“No, sono il mago di Oz! Ma certo  che sono Edward! Chi altri dovrebbe telefonarti dal mio cellulare e chiamarti fratellone?”
“Non lo so. Però so che tu non mi chiami mai. Ti è successo qualcosa?”
“No, volevo solo sentirti”
“Edward.. ti senti bene?”
“Mamma mia! È così assurdo che io voglio parlare con te?”
“È dai tempo del college che non mi chiami per fare quattro chiacchiere tra fratelli!”
Ci penso un attimo e mi rendo conto che è vero.
Che stronzo che sono!
“Va bè! Ora ho deciso di tornare alle vecchie abitudini. Come sta il mio perfetto nipote?”
“Benissimo! È un torello. Mangia in continuazione. È sempre attaccato al seno della mia Rose. Vedessi come sono belli insieme!”
“Diventerà grande e grosso come il suo papà!”
“Si! E bello come la sua mamma. Tu? Cosa mi racconti? Mi sembri strano in quest’ultimo periodo. Più felice. Secondo me, lasciare Tanya ti ha fatto bene”
Si nota così tanto? Emmet non sa ancora nulla di Bella. A meno che Rosalie non gli abbia raccontato di quello che ci siamo detti il giorno del mio compleanno, ma dalle sue parole mi sembra di capire che sia stata zitta al riguardo.
Direi che il momento di dirglielo.
“Ho conosciuto una donna meravigliosa”
“Lo sospettavo! Chi è? Come si chiama? Che taglia porta di reggiseno?”
“È la mia segretaria, si chiama Bella, e direi che porta su per giù una terza” gli rispondo ridendo.
“Beccato! Vuol dire che ci avete già dato dentro! La tua segretaria dici.. bene bene! È un cliché che non passa mai di moda. È una cosa seria?”
“Decisamente sì! Sono già innamorato cotto. E adoro anche i suoi due figli”
“Urca! Situazione complicata”
“Un po’, ma non mi spaventa”
“Mi sembri molto deciso! Sono felice per te Edward. La mamma lo sa?”
“Sì, anche lei è contenta. Non vedo l’ora di presentarla a tutti”
“E io non vedo l’ora di metterti in imbarazzo davanti a lei”
“Grazie tante!” gli dico ironico.
“Che fratello maggiore sarei altrimenti?”
Andiamo avanti a parlare per un po’ e quando finisce la chiamata sto ancora sorridendo.
Mi ero scordato quanto è bello parlare con Emmet. Mi fa sempre ridere.
Ora è meglio che mi dedichi un po’ alla nuova campagna pubblicitaria alla quale sto lavorando.
Più mi tengo occupato e meno sentirò la mancanza di Bella e dei bambini.

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Capitolo 15
*** Passo importante ***


Come al solito, è tardissimo e sono stanchissima. Ringrazio tutti immensamente per l’appoggio. Vorrei davvero rispondere ora alle recensioni dello scorso capitolo, ma non ne sono in grado. Perdonatemi!  Vi lascio subito alla lettura e vado a letto. Buonanotte!
 
Edward
 
Sabato, 6 Luglio 2013
 
È normale che tutto quello che sto vivendo mi sembri familiare?
Sta sera ho portato Bella e i bambini al minigolf, e mi è sembrato normale.
Come se nella vita non avessi fatto altro.
Eppure sono abbastanza sicuro di aver passato ogni Sabato sera degli ultimi sedici anni a sbronzarmi a megafeste con amici e ragazze.
Curioso!
Ho persino accompagnato i bambini in bagno.
Quando al Mc Donald Jace ci ha informati che gli scappava la pipì, Bella si è alzata per accompagnarlo, ma Jace le ha detto che non gli piaceva andare nel bagno delle donne perché lui è un maschio, e che voleva andare in quello degli uomini con me.
Nel mentre io gongolavo come un matto. Mi sono sentito importante.
Ed è assurdo! Come fa una persona ad essere felice perché ha accompagnato dei bambini a pisciare?
So che è ridicolo, ma è come mi sono sentito io.
Mi piace tutto.
Mi piace tenere per mano Bella, mi piace ascoltare i discorsi dei bambini, mi piace giocare con loro, portarli in bagno, mi piace mangiare insieme il gelato. Mi piace ogni singola cosa.
Evidentemente sono diventato un uomo dai gusti semplici.
Prima mi piacevano la vodka, i party esclusivi e i ristoranti di lusso.
Un bel cambiamento!
 
Bella
 
Sabato, 27 Luglio 2013
 
Queste settimane sono state un sogno.
È bello avere qualcuno che ti sta accanto, che ti sostiene e che ti coccola.
Soprattutto che ti coccola.
E che coccole!
Avevo paura che col passare del tempo Edward si stancasse di dover stare in continuazione dietro ai bambini, ma non è stato così.
Li adora. È più felice quando sta con loro, e lo stesso vale per Chris e Jace.
A parte mio padre, non hanno mai avuto una figura maschile a cui far riferimento.
Edward li fa giocare a football al parco, fa la lotta con loro, suona la chitarra con loro.
Cose che prima non faceva nessuno.
Siamo tutti più felici, e tra poco lo saremo ancora di più visto che per tutto il mese di agosto l’agenzia è chiusa e io ed Edward avremo un sacco di tempo libero.
Al lavoro ci comportiamo sempre con la massima professionalità, ma è difficile.
Sarà bello poter essere noi stessi ininterrottamente per un mese intero.
In queste tre settimane sono andata spesso a casa di Edward, di tanto in tanto anche con i bambini.
La prima volta che ce li ho portati ero terrorizzata.
Quel costosissimo attico è pieno di apparecchiature tecnologiche e di oggetti fragili che i miei figli potrebbero rompere anche solo guardandoli.
Per fortuna è andato tutto bene. Per ora!
Per questa sera il fratello di Edward, Emmet, ha organizzato un barbecue nel giardino di casa sua.
Ha invitato anche me, Chris e Jace.
Sono decisamente nervosa. Ovviamente ci sarà tutta la famiglia di Edward e io ho una gran fifa di non piacere.
Grazie al cielo conosco già Rosalie!
Edward ha già incontrato mio padre alla festa dei bambini, però si sono rivisti Domenica scorso.
Charlie è venuto a casa mia verso le undici del mattino per farmi una visita a sorpresa, e in quel momento era presente anche Edward.
Alla fine abbiamo pranzato tutti insieme. 
Mio padre gli ha fatto diverse domande sulla sua vita, ma si capiva che era soddisfatto nel vedere me e i bambini così rilassati e a nostro agio vicino ad Edward.
Ma in fin dei conti che motivi poteva avere per non apprezarlo?
Edward è uomo maturo, premuroso, bellissimo, dolcissimo e gentilissimo.
La sua famiglia, invece, ha tutte le ragione per essere mal disposta verso di me.
Sono una madre single, incasinata e con due figli a carico.
Non sono esattamente il tipo di donna che una mamma vorrebbe per il proprio figlio.
Quindi, incrociamo le dita per sta sera!
 
Edward
 
Sabato, 27  Luglio 2013
 
Sono appoggiato alla portiera della mia macchina, proprio sotto casa di Bella.
Sto aspettando che lei e i bambini mi raggiungano per andare da mio fratello.
Sono emozionato. Li presenterò alla mia famiglia.
È un passo importante, e sono felice che Bella abbia accettato di compierlo.
Eccoli che arrivano!
“Ciao splendori!” li saluto.
“Ciao Eddy!” ricambiano i bambini.
“Edward, dici che va bene questo vestito? È troppo informale?” mi chiede subito Bella nervosa.
“Oddio, Eddy! Dille tu che sta bene! La mamma si è provata almeno cento vestiti e cento scarpe” si intromette Jace.
“Ehi! Non dovresti tradire così la tua mamma!” dice Bella imbronciandosi.
“Ma dai, mamy! Non te la prendere. Sei bellissima” interviene Chris.
La squadro da capo a piedi. Direi che sono d’accordo.
Indossa un vestito blu leggerissimo che le arriva poco sopra il ginocchio. Non è aderente, ma è stretto poco sotto il seno da un finissimo cinturino marrone in tinta con i sandali bassi.
È così che immagino la ninfa di un fiume.
È semplicemente stupenda.
“I bambini hanno ragione Bella. Sei meravigliosa!”
Lei arrossisce e finalmente si decide a stamparmi un bacio sulle labbra.
“Grazie” mi sussurra.
Ho voglia di mangiarla di baci, però non so se i bambini lo apprezzerebbero, quindi mi limito a salire in auto e allacciare la cintura, imitato subito dopo dagli altri.
 
Venti minuti dopo, tra chiacchiere e risate, arriviamo a casa di Emmet.
È una bella villa di due piani più taverna, con un bel giardino tutto recintato.
La macchina dei miei è già qui.
Manchiamo solo noi.
“Bambini, mi raccomando, comportatevi bene!” li avvisa Bella.
“Si, mamy! Ce l’hai già detto mille volte”
“Dai piccola, sta tranquilla!  Andrà tutto a meraviglia” le dico stringendole la mano.
Lei fa un respiro profondo e poi annuisce.
Siamo pronti!
Ci dirigiamo tutti insieme verso la mia famiglia.
Rosalie ci viene incontro sorridente.
“Ciao Bella! Che piacere rivederti. E anche voi bambini. Come siete cresciuti!” dice mentre abbraccia tutti e tre.
“Ciao Rosalie!” la salutano educatamente i bambini.
“Ehi Rosalie, sei un incanto! Come stai?” le chiede Bella.
“Mai stata meglio! Oh.. ciao Edward! Mi stavo scordando di te”
“Ciao cognatina!”
“Su, venite! Dobbiamo fare le presentazioni” e trascina Bella verso i miei genitori e mio fratello.
I bambini sembrano un po’ sperduti.
Mi avvicino a loro e li prendo per mano.
“Ehi campioni! Vi va di conoscere il mio fratellone. È con lui che facevo la lotta quando ero piccolo”
“Davvero? E chi vinceva” mi domanda Chris.
“Sempre lui”
“Wow! Ma allora è fortissimo”
“Più che fortissimo, è grandissimo. Dai! Ve lo presento”
E raggiungiamo Bella che si sta avvicinando ai miei genitori.
“Mamma, papà, questa è Bella e loro sono i Chris e Jace” li presento.
“Tanto piacere signori Cullen” dice Bella stringendo la mano prima ad uno e poi all’altro.
“Oh, ti prego, chiamaci Esme e Carlisle, per favore!” dice mia madre.
Bella sorride e annuisce.
“Anche voi dovete chiamarci per nome, piccolini” è mio padre a parlare rivolto ai bambini.
Si avvicina anche Emmet con in braccio Justin, in testa un cappello da cuoco e addosso un grembiule con su scritto Mangiare è un diritto. Digerire è un dovere.
Ma sei enorme!” i bambini hanno letteralmente la bocca spalancata.
“Jace!” lo riprende immediatamente Bella.
Mio fratello ride di gusto e dice: “Ma no! Hanno ragione.. sono un gigante! Sono felicissimo di conoscervi. Io sono Emmet, e questo meraviglioso bambino è mio figlio Justin”.
“Com’è piccolo!” dicono in coro i bambini.
“È vero, ma da grande diventerà grande e grosso come il suo papà!” afferma mio fratello tutto orgoglioso.
 
La serata passa tranquilla tra aneddoti imbarazzanti su di me, discorsi dei bambini, pianti di Justin e risate spensierate.
Bella con la sua dolcezza ha conquistato la mia famiglia, e la vivacità dei bambini ha fatto ridere tutti quanti per l’intera serata.
È così che voglio che sia la mia vita: tranquilla, serena.. felice.
 

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Capitolo 16
*** Tempus fugit ***


Mi dispiace, ma anche questa volta non riesco a rispondere alle recensioni. Lo farò presto, giuro! Lo vedete quanto vi voglio bene? Pur di postare i capitoli, sto sveglia fino ad orari improponibili. Domani mi ci vorranno le cannonate per tirarmi giù dal letto. Anzi... oggi, visto che sono le due e mezza di mattina. Vi ricordo di perdonare gli errori. Io rileggo, ma a quest’ora è difficile capirci qualcosa. Correggerò in futuro. Buona lettura. Baciotti!
 
Bella
 
Domenica, 1 Settembre 2013
 
“Tempus fugit”dicevano i latini.
“Che palle!” dico io.
Domani si torna al lavoro. Non voglio assolutamente.
Tra l’altro, quella che viene sarà la settimana più di merda dell’anno.
La scuola materna non è ancora aperta e il campo estivo è chiuso da un pezzo, quindi i bambini devono stare tutto il giorno con quella sanguisuga della babysitter che, in quattro giorni, mi scucirà 250 $.
È praticamente una rapina!
Voglio stare ancora in ferie a giocare con i bambini e a farmi coccolare da Edward.
Non è giusto che Agosto sia passato così in fretta.
Posso dire senza ombra d’incertezza che è stato il mese più bello della mia vita.
Siamo stati in piscina, al parco, all’acquario e in un sacco di altri posti fantastici.
I bambini non si sono mai divertiti tanto ed è stata una gioia vederli così felici e spensierati.
Il loro legame con Edward si fa ogni giorno più stretto.
Adesso, se qualcosa li spaventa o li mette a disagio, non cercano protezione solo da me, ma anche da lui.
Per me è un sollievo perché, siccome Chris e Jace sono stati cresciuti esclusivamente da me, sono sempre stati troppo attaccati alle mie gonne. Questo li ha portati a faticare molto per riuscire a fidarsi delle altre persone, come le maestre o anche solo il pediatra.
Ora invece sono più aperti e meno timorosi.
Sarò sempre grata ad Edward per questo, anche se lui non si rende conto di nulla.
Lui sostiene di non aver fatto niente di speciale.
Dice che siamo noi a meritare la sua gratitudine per tutto quello che gli diamo, ma non è così.
Lo so bene.
Edward ci ha cambiato la vita, a me e ai bambini.
Eravamo felici tutti e tre insieme prima di conoscerlo, ma ora che lui è con noi è come se ci sentissimo finalmente completi.
Come se prima ci mancasse una cosa di cui non sapevamo di aver bisogno.
È strano ed è bellissimo.
In quest’ultimo mese il rapporto tra me ed Edward si è evoluto.
Passare così tanto tempo vicini ci ha portati ad un nuovo grado di intimità e di conoscenza reciproca.
Prima eravamo spinti l’uno verso l’altro dal profondo sentimento che provavamo, ma ora sapere anche cose stupide come che odia i capperi e che gli piace guidare la sera con le strade vuote, mi fa sembrare tutto quanto più reale.
Lo amo dal profondo del mio cuore.
Lo amo di un amore completo e disinteressato, puro e incontrollabile.
E so che anche per lui è lo stesso.
Ho trovato l’altra metà della mia mela, e non me la lascerò sfuggire.
Ho intenzione di passare con lui il resto della mia vita. Non voglio sprecare neanche un secondo del tempo che ho da passare con lui.
Tranne che al lavoro.
Che palle!
 
Edward
 
Lunedì, 2 Settembre 2013
 
Oggi si ritorna alla dura vita lavorativa.
Non so se ne sono in grado.
Come faccio a stare tutto il giorno con Bella, senza poterla baciare o toccare?
Abbiamo passato un mese intero praticamente appiccicati l’uno all’altra, e adesso dobbiamo tornare a mantenere le distanze.
Praticamente una tortura!
Per non parlare poi del fatto che vedrò molto meno i bambini, e la cosa non mi piace proprio.
Ci siamo trovati benissimo insieme quest’estate.
Non voglio che tutto finisca.
Voglio continuare a portarli al parco, e al mercato, e in piscina.
E invece non posso.
Ho sempre amato il mio lavoro, ma penso che d’ora in poi mi starà un po’ scomodo.
Basta con questi pensieri!
Le cose non cambieranno solo perché sono finite le vacanze.
Farò come al solito il mio dovere in ufficio e poi mi ritaglierò dei momenti da passare con Bella e le pesti.
Parcheggio la macchina fuori dall’agenzia ed entro.
Fuori dall’ascensore incontro Irina.
Cazzo!
È troppo tardi per decidere di prendere le scale. Ormai mi ha visto.
“Buongiorno signor Cullen! Che piacere rivederla. La trovo in forma” cinguetta civettuola appena la raggiungo.
“Grazie Irina! È davvero molto gentile” punto. Non le chiedo se sta bene e non ricambio il complimento. Spero che capisca l’antifona.
Le porte dell’ascensore si aprono ed entriamo.
Ma non c’è qualcun altro che deve salire?
Devo stare per forza da solo con lei?
“Signor Cullen, mi scusi se mi permetto, ma la sua fidanzata, la signorina Denali, sta bene? Non si è più vista qui in agenzia”.
Ma come minchia fa a sapere certe cose?
“Io e Tanya non stiamo più insieme da mesi” le rispondo laconico.
“Oh che peccato! Non può capire quanto mi dispiace. Sa..anche io mi sono da poco lasciata con il mio ragazzo, e ora mi sento tanto sola. Immagino che per lei sia lo stesso. Nessuno ci capisce! Un sacco di uomini si sono offerti di farmi compagnia, ma nessuno può comprendere il mio dolore. Lei invece è come me. Sono sicura che ci intenderemmo a meraviglia io e lei!”.
Ma che troietta spudorata che è!
Non si vergogna?
L’avrò rifiutata un milione di volte. Come può pensare che io ora sia interessato ad approfondire la nostra conoscenza?
“Io, invece, penso di no. Mi scusi.. sono arrivato. A rivederci!”
Sogna stronza!
Mi dirigo verso il mio ufficio e, come sempre, trovo Bella già pronta alla sua postazione.
“Buongiorno signor Cullen” mi dice maliziosamente.
“Buongiorno signorina Swan! Passato buone vacanze?”
“Ottime! È stato tutto molto divertente, e anche eccitante”.
Comincia a fare caldo qui dentro.
Solo Dio sa con quale forza di volontà evito di prenderla e divorarla di baci.
 
Bella
 
Venerdì, 6 Settembre 2013
 
Finalmente questa settimana infernale è finita.
Oggi mi sono fermata fino alle diciassette per poter finire di archiviare una pratica.
Sta sera Edward cenerà a casa mia e poi guarderemo tutti insieme un bel cartone.
I bambini hanno scoperto che non ha mai visto il Re Leone, e hanno deciso di rimediare facendoglielo vedere oggi.
Avrei potuto ergermi in difesa di Edward, ma il Re Leone è il Re Leone.
Almeno una volta nella vita DEVE essere visto!
Io ed Edward usciamo dal lavoro insieme.
Mi accompagna fino alla mia macchina e mi bacia.
Non dovremmo. È pericolosa baciarci così vicini all’agenzia, ma sono tre giorni che non riusciamo nemmeno a sfiorarci, quindi cedo e rispondo al bacio.
“Ci vediamo alle sette” mi dice subito dopo.
“Non vedo l’ora” gli rispondo.
 
Bella
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Il lunedì è sempre un peso, però oggi mi sento più tranquilla rispetto a settimana scorsa.
I bambini sono tornati a scuola e,anche se loro non ne sono molto felici, non devo più preoccuparmi della babysitter.
Sto ordinando l’agenda della settimana quando sento squillare il telefono.
È l’interno di Mary, la segretaria del signore Lorence.
“Pronto”
“Bella, il capo vuole vederti subito”
“Come mai?” chiedo un po’ preoccupata.
“Non lo so, però ti devi muovere”
“Ok! Arrivo”.
Cosa caspita vuole da me?
Dovrei avvisare Edward, ma al momento è al telefono con un cliente.
Mi dirigo in fretta verso l’ufficio del signor Lorence che è due piani più in alto.
Busso e, appena vengo invitata ad entrare, apro la porta.
Il capo è seduto sulla sua poltrona dietro la scrivania.
“Prego signorina Swan, si accomodi pure”
Mi siedo di fronte al lui un po’ impacciata. Mi stanno sudando le mani.
Mi guarda intensamente e poi mi dice: “Potrebbe, per favore, avere la cortesia di spiegarmi cosa significa questa?”.
Mi porge un foglio che afferro meccanicamente.
È una fotografia.
Una fotografia che ritrae me ed Edward intenti a baciarci fuori dall’agenzia.
Merda!
 

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Capitolo 17
*** Vendetta ***


Allora bella gente.. anche oggi niente recensioni. Dovete assolutamente perdonarmi. Giuro davvero che risponderò. Il tempo che ho è molto poco. Ho iniziato a pubblicare questa storia quando ero in ferie. Ora sono di nuovo al lavoro e la questione si fa difficile. Tra l’altro non ho capitoli pronti. Io ho in mente solo le linee generali della storia e il carattere dei personaggi, il resto viene da sé mentre scrivo, e questo richiede tempo. Faccio di nuovo le mie scuse e vi lascio al capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Baciotti!
 
Bella
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Sono nel panico più totale.
Non riesco a spiccicare parola.
“Allora?” mi esorta il signor Lorence.
“Io.. non so cosa dire”
“Potrebbe dirmi, per esempio, cosa sperava di ottenere con questo atteggiamento scorretto?”
“Come?” non capisco.
“Lei sa che la politica aziendale non approva le relazioni tra dipendenti che collaborano a stretto contatto, vero?
“Sì” rispondo a testa bassa.
“E, nonostante ciò, ha pensato bene di sedurre il signor Cullen. Dico bene?”
“No! Non è andata così”
“Abbiamo un testimone che, oltre ad avervi visti scambiare effusioni fuori dall’agenzia e avervi fotografati col cellulare, sostiene di aver notato da tempo in lei un comportamento inappropriato nei confronti del signor Cullen. La stessa persona mi ha confessato di non essere venuta a parlarmene prima per propri scrupoli di coscienza. Non voleva denunciare il fatto, senza prima avere la certezza della veridicità della sua intuizione.”
“Non è così! Le posso assicurare che mai al lavoro mi sono comportata in modo inappropriato”
“Signorina Swan! Parliamoci chiaro: lei ha o no una relazione con il signor Cullen, il suo capo?”
“Sì, è vero. Ma, la prego di credermi, tutto si è svolto all’infuori dell’orario lavorativo.”
“Quindi dovrei credere che le affermazioni del testimone sono false?”
“Sì! Non so chi le possa aver detto delle cose del genere, ma giuro che sono false”
“Anche se fossero false, resta il fatto che lei sta intrattenendo una relazione con il suo capo. Si rende conto che è assolutamente inappropriato e opportunistico? Che è un atteggiamento scorretto nei confronti dei suoi colleghi che faticano per meritarsi promozioni o anche solo per mantenere il loro posto di lavoro?”
“Io non capisco come la mia relazione con il signor Cullen abbia a che fare con tutto questo”
“Non mi faccia ridere! Vuole insinuare che non ha iniziato a frequentare il signor Cullen per ottenere favoritismi?”
Credo di stare per sentirmi male.
Ho le lacrime agli occhi, ma cerco di trattenerle.
“No! Non c’entrano i favoritismi. Nel mio lavoro non è cambiato niente da quando frequento il mio capo”
“Ah no?! Quindi lei non sa che il consiglio di amministrazione da due mesi sta valutando a quale dipendente, tra i segretari, dare un promozione! Lei non sa che i manager sono parte in causa per quanto riguarda la scelta! Lei non sa che il signor Cullen si è prodigato per far conoscere le sue qualità! Dico bene?”
Oddio! Edward ha fatto questo?
Non avrebbe dovuto! Non voglio fare carriera così.
Voglio meritarmi quello che ottengo.
“Io non ne sapevo niente”
“Naturalmente! E, mi dica, si aspetta che io le creda? Ha contravvenuto alla norma aziendale riguardo i rapporti tra colleghi. Con il suo capo, tra l’altro. Ho motivo di supporre che lei fosse, come dire.. interessata”.
Mi sento a pezzi.
Andava tutto così bene.
Come faccio a tirare avanti se mi licenzia?
“Signore, la supplico di credermi. Io e il signor Cullen abbiamo una relazione seria che non ha nulla a che vedere con il lavoro. Io non sapevo nulla della promozione.”
“Mi sta mettendo in una situazione complicata. Come pensa che dovrei comportarmi ora?”
Sto in silenzio. Non credo che si attenda una risposta.
Tengo lo sguardo basso e calde lacrime hanno iniziato a rigarmi il viso.
Non so più cosa fare.
Il signor Lorence schiaccia un pulsante sulla scrivania e parla all’interfono: “Maria, mi mandi immediatamente il signor Cullen. Grazie”.
Aspettiamo in silenzio e dopo pochi minuti sentiamo bussare.
“Avanti!” dice il signor Lorence.
“Ora, signorina Swan, può tornare alla sua postazione. La farò richiamare quando avrò di nuovo bisogno di parlare con lei” mi congeda.
Io mi avvio in silenzio verso la porta e sorpasso un Edward decisamente confuso e preoccupato.
Una volta chiusa la porta alle mie spalle, mi fiondo letteralmente in bagno e mi sfogo con un pianto liberatorio.
 
Edward
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Quando sono stato avvisato di recarmi nell’ufficio del signor Lorence, non avevo idea di cosa mi aspettasse.
Appena ho visto Bella, con lo sguardo basso e gli occhi ludici, uscire in fretta dalla stanza, sono rimasto pietrificato.
Non capivo cosa diavolo fosse successo.
Ora ho capito.
Il signor Lorence mi ha fatto accomodare e, senza dirmi una parola, mi ha mostrato una foto che raffigura me e Bella che ci baciamo.
So anche quando è stata scattata. È di Venerdì scorso.
Ora sono ancora immobile a fissare quella foto.
“Signor Cullen” esordisce il capo “può capire che mi trovo in difficoltà. Questo genere di cose sono sempre molto spiacevoli. So perfettamente che può capitare di.. inciampare, ma tutto ciò è comunque inappropriato”
“Io non sono inciampato. Mi sono innamorato. Io e la signorina Swan non stiamo intrattenendo una relazione basata sul sesso o sull’interesse lavorativo. Stiamo insieme seriamente. E, soprattutto, non è mai capitato che la nostra storia influisse sul lavoro. Siamo entrambi professionali in agenzia. Il fatto che io abbia sempre presentato tutti i miei progetti in tempo e che sia riuscito a recuperare un gran numero di clienti, glielo potrà dimostrare.” Parto in quarta. Tanto so già dove vuole andare a parare.
“Suvvia Cullen, non se la prenda! La persona che vi ha fotografati, afferma di aver notato che la signorina Swan ha spesso un comportamento provocatorio nei suoi confronti”.
Se la situazione non fosse così grave, riderei.
Bella, la mia Bella, che assume un comportamento provocatorio?
Se penso a quanto ho dovuto faticare per convincerla a stare con me..
Ho una gran voglio di prendere a pugni qualcuno.
E ho già una mezza idea su chi potrebbe essere il destinatario.
“Mi faccia indovinare..” dico “scommetto che è stata la signorina Irina Smith a fotografarci e a riferirle quelle assurdità”
“Come fa a saperlo?” mi chiede stupito.
Ora la sputtano per bene quella vacca.
Me ne strafotto se finisce nei cazzi anche lei.
Non doveva fare questo a Bella.
“La signorina Smith ha spesso manifestato, più o meno velatamente, l’intenzione di iniziare una relazione sessuale con me. E so che ha avuto storie di questo genere con altri dipendenti dell’agenzia. Io l’ho sempre rifiutata, e l’ultima volta è successo Venerdì scorso. Mi sembra chiaro che la signorina in questione abbia visto me e la mia segretaria baciarci fuori, e sottolineo fuori, dell’agenzia e abbia pensato bene di vendicarsi. Neanche fossimo all’asilo.”
Il signor Lorence mi sembra spaesato.
Non mi sembra intenzionato a licenziarmi, ma le lacrime di Bella mi fanno pensare che per lei non valga lo stesso.
Può farlo. È lui il capo.
Ma se lo fa allora deve licenziare tutti gli altri dipendenti che hanno avuto storie con i loro collaboratori.
So già alcuni nomi, e me ne frego se è un’infamata.
Mi sembra l’unico modo per salvare Bella.
Licenziare lei e tutti gli altri colpevoli dello stesso “peccato”, vuol dire fare fuori metà agenzia.
E ovviamente me ne andrei anch’io.
Voglio proprio vedere se ha il coraggio di fare una simile follia.
“Lei può affermare con sicurezza che la sua segretaria non sta con lei per interesse? E allora che mi dice della promozione. Non è un favoritismo il suo?”
“No! Se io e la signorina Swan non fossimo stati insieme, avrei ugualmente caldeggiato la sua candidatura. Se lo merita. È sempre efficiente e puntuale nel suo lavoro, ma non fa solo questo. Mi aiuta e mi da idee eccellenti. Ha presente la scelta di tutti quei colori per la campagna pubblicitaria della nuova marca di zaini? È stata un’idea di Bella! E quella magnifica canzone per la pubblicità della Volvo? Un’altra idea di Bella. E potrei andare avanti ancora. È creativa, è brillante e si impegna a fondo sul lavoro. Non vedo chi più di lei possa meritarsi una promozione. E le posso assicurare che lei non ne sa niente. Non mi avrebbe permesso di elogiarla davanti al consiglio di amministrazione. Senza contare il fatto che non è stata lei a sedurmi. Sono stato io a convincerla a stare insieme. E se lei ora decide di licenziare lei, dovrà licenziare molto altra gente che non solo si intrattiene con colleghi, ma lo fa qui in agenzia durante l’orario di ufficio”
“Mi sta ricattando?”
“No. Le sto solo spiegando come stanno i fatti. Io e la mia segretaria non abbiamo una relazione sul lavoro. Nemmeno ci tocchiamo quando siamo qui. Stiamo insieme solo ed esclusivamente fuori, quindi non vedo dove sia il problema.”
“Potrei anche decidere di non licenziare la signorina, ma di sicuro non posso permettere che lavoriate insieme. Dovrebbe come minimo cambiare reparto, altrimenti potrebbero esserci delle lamentele”
“Lei ha ragione. Avrei dovuto venire a parlarle subito e chiederle questo trasferimento tempo fa, ma in tutta onestà non credevo che a qualcuno interessasse la nostra vita privata”
“Va bene! Penserò al da farsi. Ora può andare”.
Grazie Gesù!
Esco da quell’ufficio e tiro un sospiro di sollievo.
Ho tenuto duro e non mi sono dimostrato intimorito, anche se in realtà me la stavo facendo sotto dalla paura.
Devo andare subito da Bella.
Sarà disperata e non vorrei che pensasse cose stupide come lasciarmi.
Può stare certe che non glielo permetterei.
Risolverò tutto quanto.
 

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Capitolo 18
*** Paura ***


Dovete perdonarmi. Lo so che ve lo chiedo sempre, ma dovete farlo. Il capitolo l’ho finito alle due di notte, ma non riuscivo a rileggerlo. Avevo troppo sonno. Lo pubblico ora durante la pausa. Vi chiedo di nuovo scusa. Spero che non si dovrà più ripetere una situazione del genere. Buona lettura. Baciotti!
 
Bella
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Mi sento umiliata. Mi sento colta in flagrante. Mi sento come se fossi stata punita e meritassi la punizione.
È più forte di me.. non ci posso fare niente.
Quando sono riuscita a laurearmi, mi sono ripromessa che al lavoro avrei dato sempre il meglio.
Mi sembra di aver tradito me stessa ora.
So perfettamente che non è così.
So che il signor Lorence non ha capito niente di quello che lega me ed Edward, ma è comunque mortificante questa situazione.
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, a quando avevo diciotto anni.
Molte persone, all’epoca, guardandomi il pancione pensavano che io fossi una stupida che si era rovinata la vita. Lo capivo chiaramente dai loro sguardi.
Addirittura, quando l’ecografista mi ha detto che i miei figli sarebbero stati gemelli, mi ha parlato come se il fatto che fossero due fosse la mia giusta punizione.
Mi hanno fatto sentire inadeguata. Come se i miei figli fossero sbagliati.
E la cosa che più mi faceva stare male era che anche io all’inizio la pensavo così, e quindi sapevo che tutti quanti vedevano Chris e Jace come una sfortuna che mi era capitata.
Ci ho messo quasi tre mesi a comprendere che i miei bambini non erano un errore.
Lo stesso vale per la mia storia con Edward.
Ho impiegato  del tempo per capire che era giusta, naturale ed inevitabile, e ora mi sento sporca dopo aver ascoltato il giudizio del capo.
Da quando ho iniziato a lasciarmi andare con Edward, non mi sono più posta il problema di cosa avrebbero pensato gli altri.
La nostra relazione è rimasta pressoché segreta, quindi non mi ero ancora scontrata con il giudizio altrui.
Potrei dire che non mi interessa, ma non è così.
So che non è importante.
Ovviamente non rinuncerei mai al mio amore solo perché chi ci sta intorno non comprende quello che proviamo, ma non posso fingere che non mi faccia stare male sapere che il nuovo sentimento che sto provando, che io so essere giusto e puro, venga considerato qualcosa di sconcio, squallido e sbagliato.
Era ovvio che tutti avrebbero pensato che mi stessi approfittando di Edward, ma io ero talmente lontana da questa ottica, che l’idea non mi ha neanche sfiorato la mente.
Non so cosa fare ora.
Come comportarmi.
Dovrei uscire da questo bagno e tornare a lavorare alla mia postazione come se niente fosse?
Come se non stessi seriamente rischiando di essere licenziata?
Non è giusto tutto questo.
Eppure continuo a sentire quella spiacevole sensazione di essermelo meritato.
Le relazioni sul lavoro sono proibite, eppure io mi sono legata al mio capo.
È vero che non è mai successo niente di niente all’interno dell’agenzia, ma è comunque scorretto nei confronti dei miei colleghi.
Infatti, senza neanche saperlo, avrei potuto ricevere presto una promozione solo per il fatto che il mio superiore è innamorato di me.
Che giornata!
Sono passata dall’essere segretaria con posto sicuro e quasi promozione inconsapevole, a essere segretaria con posto molto insicuro e promozioni inesistenti all’orizzonte.
Chissà come la prenderà mio padre.
Lo deluderò nuovamente. Non riesco a sopportarlo.
È inutile stare ancora chiusa in questo bagno.
Meglio tornare alla mia scrivania a lavorare. O a liberarla dalle mie cose eventualmente.
Mi dirigo verso il mio piano e quando arrivo non riesco a riprendere il lavoro interrotto circa mezz’ora fa.
Sono immobile e continuo a fissare la fotografia dei miei figli posata tra il computer e il fax.
Non riesco a fare altro.
Tra poco arriverà Edward.
Non so se me la sento di vederlo, ma non ho molte alternative.
 
Edward
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Esco dall’ascensore e mi dirigo a passo spedito verso la scrivania di Bella.
Lei è lì seduta intenta a guardare una foto di Chris e Jace.
Hai gli occhi rossi e gonfi. Le spalle basse come se stesse portando un peso troppo grande per il suo fragile corpo. E forse è proprio quello che sta facendo.
“Bella!” la raggiungo.
Non risponde, si limita a girare la testa nella mia direzione.
Ha lo sguardo vuoto, come se in realtà non mi vedesse.
Mi inginocchio di fianco a lei e le prendo le mani.
“Bella, amore! Non ti devi preoccupare. Ho parlato io col capo. Vedrai che si risolverà tutto”
“Abbiamo sbagliato, Edward”
“No! Non pensarlo neanche per un secondo. Quello che c’è fra noi è giusto!”
“Lo so, ma dovevamo trovare una situazione prima di iniziare tutto quanto. Non capisci che siamo stati degl’irresponsabili? Cosa credevamo? Che nessuno avrebbe mai scoperto niente? Questo non è un lavoro temporaneo, era ovvio che presto si sarebbe saputo che stiamo insieme! Siamo stati stupidi. Troppo concentrati nella nostra bolla di felicità per poter pensare concretamente al futuro”
“Hai ragione, ma si risolverà tutto lo stesso. E poi non credevo che davvero importasse a qualcuno. Irina è stata un’infame a fare quello che ha fatto”
“È stata Irina? Ma perché? Non ci siamo mai piaciute, ma questo è troppo. Voleva farmi licenziare? E se mi licenziano davvero? Edward, come faccio? I bambini hanno bisogno di un sacco di cose..”
“Bella, calmati! Fai un respiro profondo e ascoltami attentamente. Ho parlato chiaramente con il signor Lorence. Gli ho spiegato che quello che gli ha riferito Irina era falso, gli ho parlato delle avance che mi ha fatto ripetutamente, e..”
“Cosa? Pensavo che ormai fosse storia vecchia. È andata avanti a provarci? Non ho parole. È indecente quella donna!”
“Calmati! Ho anche spiegato al capo che Irina ha avuto delle storie con altri dipendenti e che all’interno dell’agenzia non siamo gli unici ad avere una relazione non consentita”
“Edward! Non avresti dovuto farlo! Così metterai nei guai un sacco di gente”
“Per farti mantenere il posto di lavoro, non guarderei in faccia nessuno. E comunque non succederà niente. Il signor Lorence non può licenziare tutti quanti. E se lo facesse, dopo sarebbe costretto ad assumere gente nuova, e quasi sicuramente si ripresenterebbe la stessa situazione. Bella, le relazioni tra colleghi sono una cosa normale. Per questo non mi sono preoccupato più di tanto. Non avevo però calcolato la cattiveria di Irina. E in più il fatto che ci fosse in ballo quella promozione..”
“A proposito della promozione! Come ti è saltato in mente, Edward? Come hai potuto pensare che io volessi far carriera in questo modo?”
“Credi che se non fossimo stati insieme non ti avrei proposta come candidata? Ti impegni a fondo, hai delle grandi idee, sei sempre efficiente. È vero che non devo farti favoritismi, ma non voglio nemmeno penalizzarti solo perché stiamo insieme. Ti meriti quella promozione! Però purtroppo anche questa cosa a partecipato a creare la brutta situazione in cui ci troviamo ora. Sono più che certo che, senza la questione della promozione e senza le parole di Irina, al signor Lorence non avrebbe fatto né caldo né freddo sapere che stiamo insieme. L’ho convinto a non licenziarti. Probabilmente ti trasferirà ad un altro reparto. Devi stare tranquilla. Non perderai il lavoro”
“Oh Edward! Mi sono sentita così spaventata. E se il signor Lorence ci imponesse di non stare più insieme?”
“Non lo farà! Non può farlo. E comunque non ci lasceremmo anche se ciò fosse possibile. Me ne andrei io, e se lui ti licenziasse, ti manterrei io. Non vedo il problema”
“Sei assurdo”
“Non sono d’accordo. Comunque non dobbiamo preoccuparci di questo. Tra oggi e domani il signor Lorence ti convocherà di nuovo nel suo ufficio e probabilmente ti comunicherà in quale reparto dovrai lavorare. Tu però stai tranquilla. Me lo prometti, amore?”
“Farò il possibile. Speriamo che vado tutto come dici tu.”
“Fidati di me. Ti amo”
“Ti amo anch’io, ma ora è il caso che torniamo a lavorare. Se non finiamo le pratiche in tempo, il grande capo penserà davvero che la nostra storia ci distoglie dai nostri doveri”.
 
Bella
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Il signor Lorence non mi ha ancora convocata.
Non so se esserne felice o meno.
Ora sto andando a prendere i bambini.
Uscire dall’agenzia e stato come tornare a respirare dopo un lungo periodo di apnea.
Parcheggio la macchina davanti alla scuola materna, ed entro a prendere Chris e Jace.
Appena mi vedono, mi corrono incontro come al solito.
Io li stringo forte forte a me e li bacio.
“Mamy, finalmente sei arrivata! Oggi il tempo non passava più” dive Chris.
“Adesso la mamma vi porta a bere la cioccolata con la panna, poi andiamo al parco giochi, va bene?”
“Sì, grazie mamy!” “Sei la mamy migliore del mondo!”.
Sorrido ad entrambi e li abbraccio di nuovo.
Salutiamo la maestra e ce ne andiamo. Voglio passare un po’ di tempo in tranquillità con i miei figli.
Lontani da tutto il resto.
In questo momento ho bisogno di loro.
 

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Capitolo 19
*** Mi sento a casa ***


Salve! Ecco qui il capitolo 19. Ormai siamo agli sgoccioli.. la storia è quasi giunta al termine. Penso che ci sarà un altro capitolo e poi l’epilogo. Ringrazio tutti quanti per il sostegno. Senza di voi non sarei andata avanti a scrivere. Oggi sono un po’ nervosetta perché ho appena finito di leggere “Nel profondo di te”, il terzo libro della Crossfire Series di Sylvia Day. Mi piacerebbe davvero molto che fosse una fan fiction da poter commentare. C’è qualcuno di voi che l’ha letto e vorrebbe dirmi cosa ne pensa? Io sento il profondo bisogno di parlarne con qualcuno. Divento matta se non la faccio e, purtroppo, non conosco nessuno con cui confrontarmi. Se qualcuno ha letto il romanzo e ha voglia di parlarne un po’, può contattarmi. So che è una cosa stupida, ma sono una lettrice accanita e possiedo una profonda anima critica. Tenermi tutto dentro mi fa innervosire. Scusate per lo sfogo, soprattutto perché non c’entrava assolutamente niente con la storia. Mi dispiace. Buona lettura. Baciotti!
 
Bella
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Mi sento un po’ più calma ora.
Passare qualche ora immersa nella tranquilla innocenza dei miei figli mi ha fatto rilassare.
Edward mi ha promesso che non verrò licenziata, e io gli credo.
Anche perché non abbiamo fatto niente di male.
È vero che la nostra relazione è sempre rimasta fuori dalle mura dell’agenzia, ed è vero che ci sono altri dipendenti che si trovano nella nostra stessa situazione e che non si fanno gli scrupoli che ci siamo fatti noi.
Il trasferimento mi sembra un giusto compromesso.
Mi dispiacerà non lavorare più con Edward, ma forse è un bene.
Continuando a lavorare insieme avremmo rischiato, in futuro, di cedere alla passione, e in quel caso sì che sarei stata licenziata se fossi stata scoperta.
L’importante è che non è successo nulla di irreparabile.
Ho avuto abbastanza tempo per pensare con razionalità  alla questione, e sono arrivata alla conclusione che, se Edward ha convinto il signor Lorence che quello che ha detto Irina è falso, non c’è nessun motivo per licenziarmi.
Non si possono licenziare così su due piedi le persone senza giusta causa.
E la causa non c’è.
Io ed Edward lavoriamo splendidamente insieme, siamo sempre puntuali nelle presentazioni dei progetti, non ci sfioriamo durante l’orario lavorativo, e non ci lasciamo influenzare dal nostro rapporto quando lavoriamo.
Devo stare tranquilla.
Sarebbe comico se domani, dopo tutta la fatica che ho fatto per convincermi che non corro rischi, il signor Lorence me la mettesse in quel posto e mi licenziasse.
Bè.. magari, più che comico, sarebbe tragico.
No! Non devo pensare a queste cose.
So che non sarà così.
Edward gli ha spiegato tutto.
Se merito di essere licenziata io, lo merita anche buona parte dei miei colleghi.
E se licenzia me e non loro, io avrei ogni diritto di fare ricorso.
Ovviamente non lo farei mai e poi mai, ma come può saperlo il capo?
Ora non ci voglio più pensare.
Domani conoscerò il mio destino.
Mi concentro sui bambini, che stanno guardando Peppa Pig in televisione.
Odio profondamente quel cartone, e non comprendo come possa piacere ai bambini.
E non mi riferisco solo ai miei figli.
Quell’orribile cartone piace ad un sacco di marmocchi.
Che fine hanno fatto Sailor Moon, Pollon, Magica Emy, Rossana, Lady Oscar e tutti gli altri?
Ma il cartone che odio più di tutti è Dora l’esploratrice.
Se trovo lo stronzo che l’ha inventato l’ammazzo.
C’è stato un periodo in cui i gemelli ne erano praticamente innamorati.
È stato un sollievo quando hanno deciso di abbandonare Dora e dedicarsi a Peppa.
Il ché la dice lunga!
Che pensieri inutili che faccio quando sono in ansia.
È come se il cervello pensasse di proposito stronzate per non farmi rimuginare su cose spiacevoli.
È un po’ un meccanismo di autodifesa.
Molti animali ne adottano uno.
L’opossum, per esempio, per salvarsi la pelle è in grado di fingersi morto irrigidendosi su un fianco con la bocca aperta e gli occhi fissi.
Io, invece, penso ad un mare di cazzate.
Sono come un opossum.
Oddio! Che pensieri del cazzo.
 
Edward
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Sono fuori casa di Bella.
Adesso mi faccio aprire e vado da lei.
Ho un po’ paura.
Paura che non mi voglia al suo fianco.
Paura che l’ansia provocata dall’aver rischiato di perdere il posto di lavoro la porti ad allontanarsi dalla causa di quella situazione: io.
Non permetterò che accada.
La farò ragionare e le farò comprendere che non serve a niente buttare via la nostra relazione.
Faccio un respiro profondo e le citofono.
“Chi è?”
“Sono Edward. Mi apri per favore?”
Il portone si apre subito.
È un buon segno, vero?
Salgo le scale di corsa e trovo Bella sulla porta che mi aspetta.
“Ciao” mi saluta.
“Ciao”
Mi fa entrare e i bambini corrono ad abbracciarmi.
Li saluto e poi tornano davanti al tv.
“Possiamo parlare un attimo?” chiedo a Bella.
“Sì” mi porta in camera sua e lascia la porta aperta per poter sentire i bambini nel caso avessero bisogno di qualcosa.
“Bella, io.. so che è stato orribile quello che è successo oggi. Questo pomeriggio ti ho lasciata in pace di proposito. Ho capito che avevi bisogno di un po’ di tempo per riflettere. Poi sta sera stavo per chiamarti per sapere se andava tutto bene, ma ho capito che non volevo parlare, volevo stare con te. Bella, non devi cercare di allontanarmi. È comprensibile che tu ora ti senta confusa, ma non sprecare la cosa stupenda che abbiamo creato insieme. Ti prego, non farlo!” ho parlato velocissimo. Mi stupirei se Bella avesse capito tutto quanto.
Però sembra aver afferrato quantomeno i dettagli salienti, perché mi sorride, mi prende una mano e l’appoggia sulla sua guancia.
“Edward, calmati! Non ho mai avuto intenzione di chiudere con te. Non ci ho pensato nemmeno quando pensavo che fosse l’unica soluzione per tenermi il lavoro. Sapevo che, se fossi stata licenziata, avrei potuto contare su di te. Comunque ti ringrazio per aver capito che avevo bisogno di calmarmi e di avermi lasciato del tempo per ragionare. Ora sono più tranquilla. Hai ragione tu, non c’è motivo per temere il peggio. Spero! E anche se dovesse accadere, come credi che potrei superare tutto senza averti accanto? Edward, io ti amo, e sono sicura di voler passare il resto della mia vita con te. Tutto il resto posso affrontarlo se ho te e i bambini.”
Sono senza parole, e sono commosso.
Un’imbarazzante lacrima mi tradisce scivolando lungo la mia guancia.
Bella la asciuga con un bacio leggero e poi fa unire le nostre labbra.
Rispondo con entusiasmo e soprattutto con tanta lingua.
Cos’ho fatto per meritarmi questa donna?
È lei ad interrompere il bacio.
“Ti va di andare a guardare orribili cartoni animati con i bambini?”
“Solo se posso tenerti stretta”
“Affare fatto”.
Si dirige verso la porta, ma prima che possa uscire dalla stanza la fermo.
“Bella, ti amo anch’io”
Mi sorride dolcemente e dice: “Lo so”.
Torniamo in soggiorno e ci accomodiamo sul divano vicino ai bambini.
Bella appoggia la testa sul mio petto, e io le tengo un braccio intorno alle spalle.
I bambini, senza dire una parola, si accucciano sopra di noi.
Jace sulle mie ginocchia e Chris su quelle di Bella.
E, anche se il cartone che stiamo guardando è la cosa più orribile che io abbia mia visto, non vorrei essere in nessun’altro posto al mondo.
Mi sento a casa.
 
Bella
 
Martedì, 10 Settembre 2013
 
Sono appena arrivata in agenzia e devo ammettere che, nonostante tutte le rassicurazioni di Edward, sono un po’ nervosa.
Spero davvero che vada tutto bene.
Questa giornata è iniziata nel migliore dei modi.
Edward, per la prima volta, è rimasto a dormire a casa mia tutta la notte.
Mi ha svegliato con dolci baci e carezze, e abbiamo fatto l’amore ancora mezzi addormentati.
È una cosa che consiglio a chiunque per sciogliere i nervi.
È meglio del valium e della camomilla!
Edward mi ha aiutato a svegliare i bambini e si è fermato a fare colazione con noi.
Anche i bambini erano tranquilli e rilassati.
È stato tutto perfetto.
Alle otto è tornato a casa sua per cambiarsi.
Ora sto aspettando impaziente una telefonata da parte della segretaria del signor Lorence.
Sono quasi le dieci, ma ancora niente.
Che ansia!
Finalmente sento squillare il telefono.
Ovviamente è la chiamata che aspettavo.
Mi precipito al piano del capo e busso alla sua porta.
“Avanti!”
Cazzarola! Mi scappa la pipì in modo assurdo, però devo tenermela.
Non posso mica iniziare il colloquio chiedendo se mi fa usare il suo bagno.
Ma perché non ci sono andata prima?
“Buongiorno signor Lorence”
“Buongiorno signorina Swan. Ho pensato a lungo alla sua situazione. Il signor Cullen mi ha fatto rivalutare il mio primo pensiero. E, anche se il vostro comportamento rimane comunque inopportuno, ho capito che non influisce sul lavoro. Ed è questo quello che conta. Ho fatto un’attenta analisi dei progetti che avete portato a termine, e ho notato che avete la più alta percentuale di successo di tutta l’agenzia. Sarei un cretino a licenziarvi, soprattutto considerando che il signor Cullen afferma che molte idee vincenti sono sue, signorina. Però non ho intenzione di permettervi di lavorare insieme. Chi può sapere cosa succederà? Potreste lasciarvi in malo modo e, per quanto maturi possiate essere, il vostro lavoro di squadra ne risentirebbe di sicuro. Non sapevo come fare per evitare lamentele. Per risolvere tutto avrei dovuto separare una segretaria dal suo manager e non è cosa facile da compiere senza che vengano fatte troppe domande. Ma sta mattina è successa una cosa che ha risolto tutto. Il signor Hale, del settore commerciale, ha voluto parlare con me del fatto che sta iniziando una relazione con la sua segretaria, la signorina Brandon. A quanto pare è tempo di amori anche se non siamo in primavera! Abbiamo concordato che sarebbe stato meglio anche per loro un trasferimento. Questa situazione ha un ché di miracoloso, non crede? Ovviamente lei andrà a lavorare con il signor Hale, e la sua collega lavorerà per il signor Cullen.”
Non ci posso credere!
Ho paura che a momenti, per il sollievo, mi farò la pipì addosso.
Alice ha fatto un miracolo.
Ieri mi ha chiamata per chiedermi di andare con lei a scegliere il regalo per suo cugino che si sposa, e io le ho spiegato brevemente il casino combinato da Irina e mi sono scusata perché non avevo propria voglia di accompagnarla.
Sapevo già che si stava frequentando con Jasper, e sono felice che almeno loro abbiano messo le mani avanti e siano stati sinceri con il capo per evitare disastri.
Quasi sicuramente è stata la mia esperienza a convincerli sul da farsi, e ne sono immensamente felice.
Non avrei potuto desiderare segretaria migliore per Edward e, anche se non conosco molto bene Jasper, so che è un bravo manager.
“La ringrazio infinitamente per la comprensione. È una soluzione perfetta.” gli rispondo sorridente.
“Capirà anche lei, signorina Swan, che non potrà ottenere quella promozione di cui abbiamo parlato ieri. Non voglio che circolino voci in agenzia. Comunque le posso assicurare che nemmeno la signorina Smith la riceverà. Le ho fatto un richiamo. D’ora in poi credo che non vi darà più fastidio. Ma lei e il signor Cullen dovete stare attenti. Non ammetterò comportamenti inadeguati nella mia agenzia. Un altro passo falso e lei è fuori. Sono stato chiaro?”
“Certo signore. Non la deluderò.”
“Benissimo. Il trasferimento avverrà Lunedì prossimo. Nel frattempo lei e la signorina Brandon dovete consultarvi in modo tale che il cambio non ostacoli il lavoro dei manager. Ora può andare.”
Sono felicissima! È andato tutto per il meglio.
Alice mi ha salvato la pelle.
La adoro.
Non vedo l’ora di dirlo ad Edward.
Ma prima devo fare la pipì!
 
Salve! Ecco qui il capitolo 19. Ormai siamo agli sgoccioli.. la storia è quasi giunta al termine. Penso che ci sarà un altro capitolo e poi l’epilogo. Ringrazio tutti quanti per il sostegno. Senza di voi non sarei andata avanti a scrivere. Oggi sono un po’ nervosetta perché ho appena finito di leggere “Nel profondo di te”, il terzo libro della Crossfire Series di Sylvia Day. Mi piacerebbe davvero molto che fosse una fan fiction da poter commentare. C’è qualcuno di voi che l’ha letto e vorrebbe dirmi cosa ne pensa? Io sento il profondo bisogno di parlarne con qualcuno. Divento matta se non la faccio e, purtroppo, non conosco nessuno con cui confrontarmi. Se qualcuno ha letto il romanzo e ha voglia di parlarne un po’, può contattarmi. So che è una cosa stupida, ma sono una lettrice accanita e possiedo una profonda anima critica. Tenermi tutto dentro mi fa innervosire. Scusate per lo sfogo, soprattutto perché non c’entrava assolutamente niente con la storia. Mi dispiace. Buona lettura. Baciotti!
 
Bella
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Mi sento un po’ più calma ora.
Passare qualche ora immersa nella tranquilla innocenza dei miei figli mi ha fatto rilassare.
Edward mi ha promesso che non verrò licenziata, e io gli credo.
Anche perché non abbiamo fatto niente di male.
È vero che la nostra relazione è sempre rimasta fuori dalle mura dell’agenzia, ed è vero che ci sono altri dipendenti che si trovano nella nostra stessa situazione e che non si fanno gli scrupoli che ci siamo fatti noio.
Il trasferimento mi sembra un giusto compromesso.
Mi dispiacerà non lavorare più con Edward, ma forse è un bene.
Continuando a lavorare insieme avremmo rischiato, in futuro, di cedere alla passione, e in quel caso sì che sarei stata licenziata se fossi stata scoperta.
L’importante è che non è successo nulla di irreparabile.
Ho avuto abbastanza tempo per pensare con razionalità  alla questione, e sono arrivata alla conclusione che, se Edward ha convinto il signor Lorence che quello che ha detto Irina è falso, non c’è nessun motivo per licenziarmi.
Non si possono licenziare così su due piedi le persone senza giusta causa.
E la causa non c’è.
Io ed Edward lavoriamo splendidamente insieme, siamo sempre puntuali nelle presentazioni dei progetti, non ci sfioriamo durante l’orario lavorativo, e non ci lasciamo influenzare dal nostro rapporto quando lavoriamo.
Devo stare tranquilla.
Sarebbe comico se domani, dopo tutta la fatica che ho fatto per convincermi che non corro rischi, il signor Lorence me la mettesse in quel posto e mi licenziasse.
Bè.. magari, più che comico, sarebbe tragico.
No! Non devo pensare a queste cose.
So che non sarà così.
Edward gli ha spiegato tutto.
Se merito di essere licenziata io, lo merita anche buona parte dei miei colleghi.
E se licenzia me e non loro, io avrei ogni diritto di fare ricorso.
Ovviamente non lo farei mai e poi mai, ma come può saperlo il capo?
Ora non ci voglio più pensare.
Domani conoscerò il mio destino.
Mi concentro sui bambini, che stanno guardando Peppa Pig in televisione.
Odio profondamente quel cartone, e non comprendo come possa piacere ai bambini.
E non mi riferisco solo ai miei figli.
Quell’orribile cartone piace ad un sacco di marmocchi.
Che fine hanno fatto Sailor Moon, Pollon, Magica Emy, Rossana, Lady Oscar e tutti gli altri?
Ma il cartone che odio più di tutti è Dora l’esploratrice.
Se trovo lo stronzo che l’ha inventato l’ammazzo.
C’è stato un periodo in cui i gemelli ne erano praticamente innamorati.
È stato un sollievo quando hanno decisa di abbandonare Dora e dedicarsi a Peppa.
Il ché la dice lunga!
Che pensieri inutili che faccio quando sono in ansia.
È come se il cervello pensasse di proposito stronzate per non farmi rimuginare su cose spiacevoli.
È un po’ un meccanismo di autodifesa.
Molti animali ne adottano uno.
L’opossum, per esempio, per salvarsi la pelle è in grado di fingersi morto irrigidendosi su un fianco con la bocca aperta e gli occhi fissi.
Io, invece, penso ad un mare di cazzate.
Sono come un opossum.
Oddio! Che pensieri del cazzo..
 
Edward
 
Lunedì, 9 Settembre 2013
 
Sono fuori casa di Bella.
Adesso mi faccio aprire e vado da lei.
Ho un po’ paura.
Paura che non mi voglia al suo fianco.
Paura che l’ansia provocata dall’aver rischiato di perdere il posto di lavoro la porti ad allontanarsi dalla causa di quella situazione: io.
Non permetterò che accada.
La farò ragionare e le farò comprendere che non serve a niente buttare via la nostra relazione.
Faccio un respiro profondo e le citofono.
“Chi è?”
“Sono Edward. Mi apri per favore?”
Il portone si apre subito.
È un buon segno, vero?
Salgo le scale di corsa e trovo Bella sulla porta che mi aspetta.
“Ciao” mi saluta.
“Ciao”
Mi fa entrare e i bambini corrono ad abbracciarmi.
Li saluto e poi tornano davanti al tv.
“Possiamo parlare un attimo?” chiedo a Bella.
“Sì” mi porta in camera sua e lascia la porta aperta per poter sentire i bambini nel caso avessero bisogno di qualcosa.
“Bella, io.. so che è stato orribile quello che è successo oggi. Oggi pomeriggio ti ho lasciato in pace di proposito. Ho capito che avevi bisogno di un po’ di tempo per riflettere. Poi sta sera stavo per chiamarti per sapere se andava tutto bene, ma ho capito che non volevo parlare, volevo stare con te. Bella, non devi cercare di allontanarmi. È comprensibile che tu ora ti senta confusa, ma non sprecare la cosa stupenda che abbiamo creato insieme. Ti prego, non farlo!” ho parlato velocissimo. Mi stupirei se Bella avesse capito tutto quanto.
Però sembra aver afferrato quantomeno i dettagli salienti, perché mi sorride, mi prende una mano  l’appoggia sulla sua guancia.
“Edward, calmati! Non ho mai avuto intenzione di chiudere con te. Non ci ho pensato nemmeno quando pensavo che fosse l’unica soluzione per tenermi il lavoro. Sapevo che, se fossi stata licenziata, avrei potuto contare su di te. Comunque ti ringrazio per aver capito che avevo bisogno di calmarmi e di avermi lasciato del tempo per ragionare. Ora sono più tranquilla. Hai ragione tu, non c’è motivo per temere il peggio. Spero! E anche se dovesse accadere, come credi che potrei superare tutto senza averti accanto? Edward, io ti amo, e sono sicura di voler passare il resto della mia vita con te. Tutto il resto posso affrontarlo se ho te e i bambini”
Sono senza parole, e sono commosso.
Un’imbarazzante lacrima mi tradisce scivolando lungo la mia guancia.
Bella la asciuga con un bacio leggero e poi fa unire le nostre labbra.
Rispondo con entusiasmo e soprattutto con tanta lingua.
Cos’ho fatto per meritarmi questa donna?
È lei ad interrompere il bacio.
“Ti va di andare a guardare orribili cartoni animati con i bambini?”
“Solo se posso tenerti stretta”
“Affare fatto”.
Si dirige verso la porta, ma prima che possa uscire dalla stanza la fermo.
“Bella, ti amo anch’io”
Mi sorride dolcemente e dice: “Lo so”.
Torniamo in soggiorno e ci accomodiamo sul divano vicino ai bambini.
Bella appoggia la testa sul mio petto, e io le tengo un braccio intorno alle spalle.
I bambini, senza dire una parola, si accucciano sopra di noi.
Jace sulle mie ginocchia e Chris su quelle di Bella.
E anche se il cartone che stiamo guardando è la cosa più orribile che io abbia mia visto, non vorrei essere in nessun’altro posto al mondo.
Mi sento a casa.
 
Bella
 
Martedì, 10 Settembre 2013
 
Sono appena arrivata in agenzia e devo ammettere che, nonostante tutte le rassicurazioni di Edward, sono un po’ nervosa.
Spero davvero che vada tutto bene.
Questa giornata è iniziata nel migliore dei modi.
Edward, per la prima volta, è rimasto a dormire a casa mia tutta la notte.
Mi ha svegliato con dolci baci e carezze, e abbiamo fatto l’amore ancora mezzi addormentati.
È una cosa che consiglio a chiunque per sciogliere i nervi.
È meglio del valium e della camomilla!
Edward mi ha aiutato a svegliare i bambini e si è fermato a fare colazione con noi.
Anche i bambini erano tranquilli e rilassati.
È stato tutto perfetto.
Alle otto è tornato a casa sua per cambiarsi.
Ora sto aspettando impaziente una telefonata da parte della segretaria del signor Lorence.
Sono quasi le dieci, ma ancora niente.
Che ansia!
Finalmente sento squillare il telefono.
Ovviamente è la chiamata che aspettavo.
Mi precipito al piano del capo e busso alla sua porta.
“Avanti!”
Cazzarola! Mi scappa la pipì in modo assurdo, però devo tenermela.
Non posso mica iniziare il colloquio chiedendo se mi fa usare il suo bagno.
Ma perché non ci sono andata prima?
“Buongiorno signor Lorence”
“Buongiorno signorina Swan. Ho pensato a lungo alla sua situazione. Il signor Cullen mi ha fatto rivalutare il mio primo pensiero. E, anche se il vostro comportamento rimane comunque inopportuno, ho capito che non influisce sul lavoro. Ed è questo quello che conta. Ho fatto un’attenta analisi dei progetti che avete portato a termine, e ho notato che avete la più alta percentuale di successo di tutta l’agenzia. Sarei un cretino a licenziarvi, soprattutto considerando che il signor Cullen afferma che molte idee vincenti sono sue, signorina. Però non ho intenzione di permettervi di lavorare insieme. Chi può sapere cosa succederà? Potreste lasciarvi in malo modo e, per quanto maturi possiate essere, il vostro lavoro di squadra ne risentirebbe di sicuro. Non sapevo come fare per evitare lamentele. Per risolvere tutto avrei dovuto separare una segretaria dal suo manager e non è cosa facile da compiere senza che vengano fatte troppe domande. Ma sta mattina è successa una cosa che ha risolto tutto. Il signor Hale, del settore commerciale, ha voluto parlare con me del fatto che sta iniziando una relazione con la sua segretaria, la signorina Brandon. A quanto pare è tempo di amori anche se non siamo in primavera! Abbiamo concordato che sarebbe stato meglio anche per loro un trasferimento. Questa situazione ha un ché di miracoloso, non crede? Ovviamente lei andrà a lavorare con il signor Hale, e la sua collega lavorerà per il signor Cullen.”
Non ci posso credere!
Ho paura che a momenti, per il sollievo, mi farò la pipì addosso.
Alice ha fatto un miracolo.
Ieri mi ha chiamata per chiedermi di andare con lei a scegliere il regalo per suo cugino che si sposa, e io le ho spiegato brevemente il casino combinato da Irina e mi sono scusata perché non avevo propria voglia di accompagnarla.
Sapevo già che si stava frequentando con Jasper, e sono felice che almeno loro abbiano messo le mani avanti e siano stati sinceri con il capo per evitare disastri.
Quasi sicuramente è stata la mia esperienza a convincerli sul da farsi, e ne sono immensamente felice.
Non avrei potuto desiderare segretaria migliore per Edward e, anche se non conosco molto bene Jasper, so che è un bravo manager.
“La ringrazio infinitamente per la comprensione. È una soluzione perfetta.” gli rispondo sorridente.
“Capirà anche lei, signorina Swan, che non potrà ottenere quella promozione di cui abbiamo parlato ieri. Non voglio che circolino voci in agenzia. Comunque le posso assicurare che nemmeno la signorina Smith la riceverà. Le ho fatto un richiamo. D’ora in poi credo che non vi darà più fastidio. Ma lei e il signor Cullen dovete stare attenti. Non ammetterò comportamenti inadeguati nella mia agenzia. Un altro passo falso e lei è fuori. Sono stato chiaro?”
“Certo signore. Non la deluderò.”
“Benissimo. Il trasferimento avverrà Lunedì prossimo. Nel frattempo lei e la signorina Brandon dovete consultarvi in modo tale che il cambio non ostacoli il lavoro dei manager. Ora può andare.”
Sono felicissima! È andato tutto per il meglio.
Alice mi ha salvato la pelle.
La adoro.
Non vedo l’ora di dirlo ad Edward.
Ma prima devo fare la pipì!

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Capitolo 20
*** Vigilia di Natale ***


Come sempre, chiedo scusa per il ritardo. Questo capitolo mi ha praticamente richiesto tutto il giorno. Non perché sia particolarmente profondo o complicato. In realtà è un capitolo stupido con dentro tre cazzatine in croce, però è stato difficile completarlo. Credo che sia perché è l’ultimo e mi dispiace che sia finita. Il fatto è che ho postato talmente velocemente che mi sembra assurdo che questa esperienza sia già giunta al termine. Alla fine sono passati solo ventuno giorni dall’prologo. Quindi sono davvero un po’ giù, anche se manca ancora l’epilogo. Comunque devo ringraziarvi tantissimissimo per le recensioni. QUATTORDICI..wow! Grazie infinite, siete tutti fantastici. Buona lettura. Baciotti!
 
Bella
 
Martedì, 24 Dicembre 2013
 
Oggi è la vigilia di Natale.
Sono iniziate le tanto sospirate ferie e i bambini sono a casa da scuola.
Mi sto abituando a lavorare con Jasper.
Certo.. non è come collaborare con Edward, però mi piace. È un’ottima persona.
Ora ho sinceramente bisogno di riposo.
Non c’è niente di più faticoso dello shopping natalizio.
Tra l’altro quest’anno ho dovuto scervellarmi per trovare il regalo anche alla famiglia di Edward, dal momento che il mio caro fidanzatino dice di non avere idee.
Abbiamo deciso di fare tutti i regali insieme, ma alla fine sono io che giro e rigiro per i negozi.
Lui sostiene che sono cose da donne.
Sfaticato!
Adoro la famiglia di Edward.
Mi ha accolta a braccia aperte e fanno sentire me e i bambini amati e accettati.
Quando ci invitano a cena, mi chiedono sempre di portare anche Charlie.
E sono infinitamente grata a loro per questo.
Ho sempre paura che sia troppo solo e che si senta abbandonato, ma ha trovato un compagno di avventure in Carlisle.
Quei due insieme fanno morire dalle risate.
Sta sera ci troveremo tutti, ma proprio tutti, a casa Cullen per scambiarci i regali.
A mio padre abbiamo preso un nuovo servizio da pesca.
Per Carlisle ed Esme ci siamo messi insieme ad Emmet e Rosalie e abbiamo prenotato una settimana intera alle Barbados tutto incluso.
Dicono sempre che vorrebbero viaggiare e rilassarsi, ma Esme è una vera e propria chioccia.
Non vuole allontanarsi per timore che possa succedere qualcosa ai suoi figli più che trentenni mentre lei è via.
Le ci vuole una spintarella, e gliela daremo noi con una vacanza già tutta prenotata e pagata.
Per Rose abbiamo pensato  di organizzarle un incontro con un fotografo professionista specializzato in foto di bambini. Lei adoro le foto, e riempie casa sua di cornici. Con il nostro regalo potrà farsi bella con l’aiuto di truccatore e parrucchiere, e mettersi in posa insieme a Justin e ad Emmet su un vero e proprio set fotografico. Ce l’ha sempre avuta l’anima della modella. Sono sicura che le piacerà.
Ad Emmet abbiamo recuperato, grazie ad un’asta su internet, una pallina da baseball firmata da Joe DiMaggio, il suo idolo. Ha tutte le sue partite su dvd. Edward mi ha detto che, quando l’ex giocatore è morto, suo fratello ha pianto come una fontana.
Infine ci sono i regali per i quali sono più emozionata: quello per i bambini e quello per Edward.
Dopo averci pensato a lungo, io ed Edward abbiamo deciso di prendere il tanto sospirato cane.
Siamo andati in un canile e abbiamo scelto un dolcissimo bastardino a pelo corto di quattro anni.
So che probabilmente Chris e Jace avrebbero preferito un cucciolo, ma quando l’ho visto e mi hanno raccontato la sua storia, mi sono innamorata di lui.
Si chiama Oscar e ha vissuto viziato e coccolato con una signora anziana fino ai due anni.
Poi la donna è morta e nessuno dei parenti ha voluto tenerlo.
È vero che ci sono cani che non hanno mai avuto una casa, ma Oscar sa cosa vuol dire essere amato e coccolato.
Poi tutto gli è stato tolto ed è finito per due anni in canile.
Vorrei fare qualcosa per tutti quei poveri cani, ma ne posso aiutare solo uno, e ho scelto lui.
È di statura piccola, pesa poco più di 6 kg e abbiamo già pensato a vaccinarlo e a mettergli il microchip.
Tra l’altro, è abituato a fare i bisogni nella lettiera come i gatti.
Questo era un requisito fondamentale per il nostro cane, dal momento che dalle otto e mezza fino alle sedici passate nessuno potrà mai portarlo fuori a fare i bisogni.
Per il momento Oscar è a casa di Edward, poi lo porterà da me la mattina di Natale.
Il regalo più difficile da recuperare è stato proprio quello per il mio fidanzato.
Ho faticato moltissimo per riuscire a recuperarlo.
Il 29 Dicembre ci sarà un concerto dei Muse, che lui adora, e i biglietti sono introvabili.
Io ho mandato e-mail su e-mail, mi sono iscritta ad un sacco di siti per avere informazioni, ho fatto decine di telefonate, e alla fine sono riuscita a recuperare due biglietti per le prime file, pagandoli il triplo del loro valore.
Direi che ho fatto un miracolo.
Sono proprio brava!
 
Edward
 
Martedì, 24 Dicembre 2013
 
Sono agitatissimo, nervosissimo e spaventatissimo.
Non so se riesco ad arrivare a fine serata.
Sono una merda a reggere la tensione.
Quando andavo all’università, il giorno prima di ogni esame stavo malissimo.
Crampi allo stomaco, vomito, diarrea.
Non ero propriamente un bel vedere in quei momenti.
E il fatto di essere preparatissimo non cambiava niente.
Ed erano solo esami!
Quindi, in questo momento mi sento cento volte peggio.
Questa mattina ho vomitato tre volte.
Ho la faccia grigio-verde e gli occhi gonfi.
Ma come faccio?
Come cazzo faccio a chiedere alla donna che amo di sposarmi, se in questo momento assomiglio Lurch, il maggiordomo della famiglia Addams?
Volevo che fosse una cosa romantica, e invece probabilmente, quando glielo chiederò, sarò piegato in due dai crampi.
Che palle!
So che non dovrei avere paura.
Si.. insomma.. sono ragionevolmente certo che mi dirà di sì.
Perché dovrebbe dirmi di no?
Però potrebbe anche farlo.
Magari pensa che è presto. Che non siamo pronti.
Ne ho già parlato con Charlie e mi ha detto che è sicuro che andrà tutto bene.
Ne ho parlato anche con i bambini.
Ho chiesto loro cosa pensavano della possibilità di vivere tutti e quattro insieme, e mi hanno guardato perplessi dichiarando che ero un po’ matto perché vivevamo insieme già tempo.
In effetti dormo praticamente sempre da Bella.
Sono quasi sempre con loro.
Quindi hanno ragione.
Ho cercato di spiegare loro la differenza tra lo stare insieme e l’essere sposati e mi hanno ripetuto che secondo loro non cambiava niente.
Poi Jace ha fatto un commento che mi ha stupito: “La mamma è sempre più felice quando stai con lei. Se sposarsi vuol dire stare sempre insieme, allora dovevi farlo tanto prima”.
Parlare con loro mi ha tolto un peso dal cuore.
Hanno promesso che non avrebbero detto nulla alla mamma.
E io ero calmo e tranquillo.
Ieri.
Oggi è un’altra storia.
Voglio chiederglielo appena arriviamo a casa dopo la cena dai miei genitori.
Quando i bambini dormono.
Nella mia testa mi immagino un momento perfetto.
Però ci scommetto tutto l’oro del mondo che balbetterò come un cretino.
Sono un cretino.
Ma non è che è troppo presto?
Se mi dice di no, poi cosa succede?
Mi molla?
E io che faccio?
Ma non può dirmi di no.
Non può!
E perché non può? Certo che può.
Chi glielo impedisce?
Oggesù!
Mi viene di nuovo da vomitare.
 
 Bella
 
Martedì, 24 Dicembre 2013
 
La giornata è passata in un lampo.
Non ho praticamente visto Edward, e quando è venuto a prenderci per portarci a casa dei suoi, non mi è sembrato che stesse troppo bene.
Aveva un aria sbattuta e sciupata.
Gli ho chiesto cos’avesse, ma lui mi ha detto di non preoccuparmi, che era solo un po’ stanco.
Bah.. se lo dice lui!
La serata sta passando tranquilla e serena, mi piace quest’atmosfera intima e felice.
Edward però sembra sul punto di svenire.
Non ha mangiato praticamente niente e ha detto due parole in croce.
Sono decisamente preoccupata.
Quando ci scambiamo i regali, ci sono baci, sorrisi, ringraziamenti.
È tutto così bello.
Io Edward ci siamo accordati per scambiarci i nostri più tardi a casa.
Forse è meglio farlo domani mattina, così appena rincasiamo, può mettersi subito a letto a dormire.
 
Edward
 
Mercoledì, 25 Dicembre 2013
 
Siamo arrivati da poco a casa di Bella.
I bambini sono crollati subito.
Abbiamo dovuto svestirli e mettere loro il pigiama mentre già dormivano.
Io ho un nodo allo stomaco e la gola secca.
Ora Bella è in camera.
Si è tolta le scarpe e si struccata.
La raggiungo, e mentre cammino verso di lei sento che la tasca con dentro l’anello di fidanzamento appartenuto a sua madre Renè pesa più che mai.
È come se fosse un macigno anziché una semplice scatolina con anello.
“Amore, vuoi metterti subito a letto? Vuoi che ce li scambiamo domani mattina i regali?” mi chiede con sguardo dolce.
Cosa? Stare ancora così per una notte intera?
Piuttosto mi faccio fare la ceretta all’inguine.
“No, meglio ora” la mia voce esce decisa.
Bene! Pensavo peggio.
“Ok! Allora faccio prima io” recupera la sua borsa e ne tira fuori una busta.
Sorride e me la porge “Buon Natale, amore!”.
Apro la busta e.. non ci credo!
Come ha fatto?
Ho provato a recuperare i biglietti del concerto dei Muse, ma non c’è stato verso di recuperarli.
“Piccola, non ho parole. Grazie! Come ci sei riuscita?”
“Ho venduto il mio corpo in cambio di quei biglietti” mi dice seria.
Io la guardo sbalordito e lei scoppia a ridere.
“Scherzavo, scemo! Mi sono impegnata e li ho trovati”
“Sei fantastica! Non vedo l’ora di andare insieme a te al concerto”.
La bacio, e quando mi stacco mi rendo conto che ora tocca a me.
“Ok.. ora.. ora è il mio turno, vero? Si, ok. Va bene. Ehm.. io.. io.. oddio Bella, mi sto cagando addosso!”
Non posso credere di averlo detto veramente.
Ho introdotto la proposta di matrimonio che intendo fare a momenti alla donna che amo con un “mi sto cagando addosso”.
Che coglione!
Bella mi guarda preoccupata e dice: “Oh amore, mi dispiace! Ho notato che questa sera stai poco bene. Su, vai! Corri in bagno. Io intanto vado a prepararti la borsa dell’acqua calda”
Oddio! No, ma cos’ha capito?
“No, Bella! Non intendevo quello. Io.. ho solo un po’ di paura”.
Prendo un respiro profondo, estraggo la scatolina dalla tasca, la apro e mi inginocchio.
“Bella, io ti amo da morire. Non posso immaginare la mia vita senza te e i bambini. So che stiamo insieme solo da sei mesi, ma io sono sicurissimo del nostro amore e so che lo sei anche tu. Vuoi farmi lo straordinario onore di diventare mia moglie?”
Gli occhi di Bella sono spalancati e lucidi di lacrime.
Sta in silenzio per qualche secondo fissando l’anello, e io nel frattempo penso che se non mi risponde immediatamente muoio qui e ora.
Alla fine i lucciconi strabordano dai suoi occhi e, con voce tremante, mi dice solo un  semplicissimo e giustissimo “Sì!”.
Mi sento come se stessi volando.
Con un sorriso a 180° e gli occhi lucidi, le infilo l’anello di sua madre al dito.
Bella mi fa alzare e mi bacia con passione.
Le nostre lacrime si mischiano e, come dotate di una loro volontà, le nostre mani iniziano a spogliarci a vicenda.
Non sono mai stato così felice.
Questo è l’inizio della mia nuova vita. 

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


Che dire? Fatico a credere che sia davvero finita. È stata una bellissima esperienza. Questa è la mia prima storia, ed è anche il mio primo tentativo di scrittura. Di solito navigo molto di fantasia, ma non ho mai scritto su carta (o su computer) le storie che inventavo. Ora so che posso farlo bene o male. Di sicuro scriverò ancora. Non so esattamente quando, ma lo farò. Come ho già detto ad alcuni di voi, credo che, prima di pubblicare una nuova storia, la scriverò per intero. Voglio aggiornare con frequenza, ma è un lavoro troppo faticoso scrivere un capitolo al giorno. Non ne ho il tempo. Quindi voi aspettatemi! Controllate ogni tanto, e prima poi troverete una mia nuova storia. Ringrazio mille volte tutti quanti hanno letto questa fan fiction e soprattutto ringrazio che l’ha recensita. Siete degli angeli e siete tutti troppo buoni. Vi lascio all’epilogo. Baciotti!
 
Edward
 
Sabato, 12 Dicembre 2015
 
Sono le otto di sera, e io e i bambini stiamo rientrando a casa dopo un pomeriggio passato fuori.
Ci siamo incontranti con mio fratello Emmet e il piccolo Justin, che ormai ha due anni e mezzo, per passare un po’ di tempo da veri uomini.
Prima siamo andati a berci la cioccolata con la panna, poi siamo andati al parco a giocare a palle di neve e dopo ancora siamo andati al Mc Donald a mangiare schifezze.
In teoria non avevamo previsto di abbuffarci così tanto, ma Chris e Jace hanno sfoderato il loro sguardo da cuccioli a cui io non ho ancora imparato a resistere nonostante viviamo insieme da due anni ormai.
Ci siamo divertiti un mondo, soprattutto quando Justin si è buttato il ketchup su una mano per poi spalmarselo allegramente fra i capelli.
Ci sono stati dei secondi di assoluto silenzio, poi io e i bambini siamo scoppiati a ridere.
Emmet si è voltato sbalordito verso Justin che ha sorriso candidamente al padre.
Mio fratello ha cercato di pulire il disastro dai capelli castani del figlio, borbottando dell’ira di Rosalie se avesse scoperto quel pasticcio.
È stato un piacere passare un pomeriggio solo noi maschietti, ma adesso non vedo l’ora di rintanarmi nella mi accogliente casetta.
Io e Bella ci siamo sposati il 27 Luglio 2014.
È stata una giornata fantastica e Bella era bellissima con il suo abito da sposa e i fiori di Pesco tra i capelli.
Non potrò mai dimenticare l’emozione che ho provato quando l’ho vista percorrere la navata al braccio di Charlie e con i bambini che le camminavano davanti impettiti e orgogliosi di fare strada alla loro mamma.
Nei mesi precedenti il matrimonio abbiamo messo in vendita il mio attico e il suo appartamento, e abbiamo iniziato a cercare una cosa tutta nostra.
Ci siamo innamorati di una villetta in stile provenzale con un bel giardino spazioso.
Ci ha pensato Bella ad arredarla con l’aiuto di mia madre, e ci siamo potuti trasferire solo una settimana prima del matrimonio.
Entro in casa seguito dai bambini, e Oscar ci viene incontro scodinzolando felice.
“Ciao piccolino” gli dico accarezzandogli il pelo corto.
“Ciao Oscar!” lo salutano Chris e Jace.
“Ragazzi toglietevi le scarpe, altrimenti sporcate ovunque, e datemi le giacche così le metto via”.
Obbediscono e sistemo tutto.
Ci dirigiamo in soggiorno seguiti dal cane e ci fermiamo sulla soglia tutti quanti, affascinati dall’immagine che ci si para davanti agli occhi.
Bella è sdraiata sulla poltrona reclinabile davanti al camino acceso.
Sta dormendo e, sdraiata a pancia in giù sul suo petto, c’è Olivia.
Olivia, o Liv come la chiamiamo noi, è la nostra bambina nata poco più di un mese fa.
Guardarle insieme, con i volti rilassati nel sonno, mi scalda il cuore.
Mi sento così fortunato ad avere tutto quello che ho.
Sono incantato dalla loro bellezza, ma vengo distratto da Chris che mi strattona i pantaloni.
“Papà, tira fuori il cellulare e fai una foto. Sono troppo belle così”
“Si, papà! Sbrigati, prima che si sveglino” interviene Jace.
Sorrido a quelle due pesti ed estraggo l’Iphon dalla tasca dei jeans.
Mi avvicino a mia moglie e a mia figlia e scatto loro qualche foto da diverse angolazioni.
La luce particolare, creata dal fuoco acceso, fa sembrare la loro pelle di un bellissimo colore ambrato.
Scatto l’ultima foto e vedo le palpebre di mia moglie tremare leggermente, per poi sollevarsi e rivelare quei suoi occhi stupendi.
Mi vede e sorride.
“Ben tornati! Vi siete divertiti?” mi chiede a voce bassa mentre con una mano inizia ad accarezzare la piccola schiena di Olivia che continua a dormire tranquilla.
I bambini le si avvicinano.
“Sì, mamma! È stato fortissimo fare a palle di neve con papà e zio Emmet! E poi Justin si è anche sporcato tutto di ketchup quando siamo andati a mangiare.”
“Oh! Allora è stata proprio una supergiornata! Ora però andate in bagno e spogliatevi, così vi faccio il bagnetto e poi ci guardiamo un bel film tutti insieme.”
I bambini si allontanano e io mi avvicino ancora di più alla poltrona.
“Tutto bene amore? Sei riuscita a riposare un po’?”
“Sì, io e questa pigrona ci siamo fatte proprio una bella dormita! E abbiamo anche fatto tutte e due il bagnetto. La prendi, così mi posso alzare?”
Non me lo faccio ripetere due volte.
Prendo delicatamente la mia piccola batuffola tra le braccia e la cullo.
“Ehi principessa! Il tuo papà è tornato, sei felice?” le chiedo quasi sussurrando.
Lei apre piano gli occhi, sbadiglia con quella sua boccuccia perfetta e poi si rimette a dormire.
Bella ride di gusto e mi dice: “Ti trova già noioso! Se fa così ora, pensa a come si comporterà quando avrà quindici anni!”
“Non mi trova noioso. Si è riaddormentata perché sa che tra le braccia del suo papà è protetta e può dormire sogni tranquilli. E quando avrà quindici, saprà ancora che la proteggerò sempre”.
Mia moglie si mette in punta di piedi e mi da un leggero bacio sulle labbra.
“Tu sarai il suo eroe per tutta la vita, anzi il nostro eroe”
Le sorrido felice e le do un altro bacio, prima di vederla allontanarsi per raggiungere i bambini in bagno.
Vado in camera nostra e poggio Liv nella culla di fianco al letto.
È adorabile.
Io e Bella abbiamo iniziato a parlare di dare un fratellino o una sorellina ai gemelli poco più di un anno fa.
Eravamo sposati da qualche mese e già saldamente insediati nella nuova casa.
Abbiamo deciso che Bella avrebbe fatto un controllo generale e, se il medico le avesse dato il suo benestare, avrebbe interrotto la pillola.
Non avevamo intenzione di preoccuparci di cose come il calcolo dei giorni più fertili, orari più idonei per concepire e cose così.
Sarebbe successo quando doveva succedere, e poco dopo Bella era incinta.
Me l’ha detto un bel giorno di inizio Marzo, e per quanto la cosa non avrebbe dovuto sconvolgermi più di tanto visto che ci stavamo provando da tre mesi, a momenti non sono svenuto.
Ho pianto dall’emozione.
E io che prendevo in giro Emmet quando si lasciava andare ai suoi momenti di eccessiva sensibilità!
Dev’essere una cosa genetica. Siamo tutti delle donnette in famiglia!
Ne ebbi la conferma il giorno in cui nacque la mia piccola Liv.
Bella, tra una contrazione e l’altra, mi parlava con dolcezza cercando di tranquillizzarmi.
L’ostetrica che ha fatto nascere la nostra bimba ci ha poi detto che mai, nei suoi trent’anni di esperienza, ha assistito ad un parto durante il quale ha avuto più timori per il padre che per la madre.
È evidente che non era presenta alla nascita di Justin.
Ora, non per vantarmi, ma io almeno non sono svenuto. Al contrario di Emmet.
Però devo dire che c’è mancato poco.
Quando hanno messo Olivia sul petto di Bella subito dopo la sua nascita, quando l’ho accolta per la prima volta tra le mie braccia, quando l’abbiamo presentata  a Chris e a Jace, sono tutti momenti in cui le emozioni che stavo provando hanno rischiato di mandarmi ko.
Mi dirigo verso il bagno della camera da letto matrimoniale, mi spoglio ed entro in doccia.
Da quando conosco Bella, la mia vita è stato un continuo susseguirsi di esperienze bellissime.
È tutto bello.
Anche quando siamo in disaccordo, non mi sento mai infelice.
Se a volte capita di arrabbiarci l’uno con l’altro, poi discutiamo e risolviamo la questione.
E poi di solito facciamo l’amore.
Quindi direi che alla fine è bello anche litigare.
Ma la cosa più bella in assoluto è sentirsi chiamare papà.
La prima volta è stato il giorno prima del matrimonio.
Per rispettare la tradizione, sono andato a dormire a casa dei miei genitori e i bambini sono voluti venire con me.
Mentre li mettevo a letto, Jace mi ha chiesto se per me era un problema se mi chiamavano papà.
Io ho detto loro che potevano chiamarmi come volevano e che non dovevano sentirsi costretti a fare niente che non volessero fare solo per farmi un favore.
In realtà in cuor mio avevo pregato perché venisse quel momento, ma non osavo sperare che sarebbe giunto tanto presto.
A quel punto Chris mi ha detto che loro non hanno mai avuto un papà, né hanno mai sentito il bisogno di averlo perché avevano la mamma e questo è sempre bastato. Ma ha anche aggiunto che quando pensano a come dovrebbe essere un padre, pensano a me, e che sarebbero felici di avermi come papà.
E ovviamente, siccome io sono io, mi sono venuto gli occhi lucidi.
Li ho abbracciati e baciati e ho detto che non potevo desiderare dei figli migliori.
Quando prima di addormentarsi hanno bisbigliato “Buonanotte papà” mi sono sentito leggero come una piuma.
Farei di tutti per quei due, come farei di tutto per Bella e per la piccola Olivia.
Esco dalla doccia, mi asciugo e mi infilo velocemente il pigiama.
Torno in camera e controllo la culla. Trovo Liv con gli occhi spalancati che guarda il soffitto.
Non piange, né si lamenta.
Avvicino il mio volto al suo e, non appena mi vede con chiarezza, si apre un delizioso sorriso sdentato.
È da pochi giorni che ha imparato a farlo e ogni volta è un tuffo al cuore.
La prendo fra le mie braccia e la strapazzo di baci.
“Ehi! Così me la consumi!” sento la voce di Bella.
Mi giro e la trovo accanto alla porta che mi osserva con occhi luminosi e una finta espressione di rimprovero.
“Non è vero! A lei piace quando papà le da i baciotti dappertutto. Non è vero Liv?”
“Dai signor papà, porta la bambina e la culla in sala. Io finisco di asciugare i capelli delle pesti e poi arriviamo a guardare il film” mi dice mentre si allontana.
Riappoggio Olivia nella culla e la porto in sala, vicino al divano.
Poco dopo arriva anche il resto della ciurma.
Chris e Jace si tuffano sul divano, Bella mette su il dvd, prende la bambina e si accomoda anche lei sul divano tra le mie braccia.
Mentre parte il film, la vedo slacciare i primi bottoni del suo pigiama e avvicinare al suo seno la testolina di Olivia che inizia a succhiare con entusiasmo.
Esiste qualcosa di più bello?
Sicuramente no.
Mi rilasso e mi godo il mio Sabato sera tranquillo e sereno con la mia famiglia.
 

 

Fine
 

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