LA TORRE DI ASTRONOMIA
CAPITOLO 1
(Piccola prefazione - mi "dispiace" annunciare che questa fic non
sarà di due capitoli come previsto ma mi sta venendo più lunga ;_; Indi
modifico il titolo del capitolo, sorry ;_;)
Appoggiò la fronte contro il
vetro gelido della finestra.
Da quell'altezza si sentiva invincibile, e non riusciva a trattenere un
sorrisino compiaciuto.
La foresta proibita, nera e imponente, frusciava a ritmo col vento. In
lontananza poteva scorgere le luci di una città babbana a chissà quante miglia
di distanza.
Solo.
Lui e quel vetro.
Era ormai una settimana che si rifugiava nell'aula isolata e buia. Con la scusa
di studiare il cielo per gli imminenti esami di Astronomia sgattaiolava fuori
dalla Sala Comune della sua Casa e saliva quelle scale col cuore in fremito.
Poi si fermava lì. Ad osservare tutto come se ne fosse il padrone.
Il potere.
Nella sua vita aveva tutto quello che desiderava.
Le persone si prostavano ai suoi piedi, era intelligente, uno studente modello.
Aveva amici che gli leccavano il culo da mattino a sera, una ragazza fissa
sempre disponibile, e altre dieci altrettanto disponibili quando aveva voglia di
cambiare aria.
Il potere, tutto il potere che voleva.
Limitato ma l'aveva.
Ancora qualche anno. E anche il resto sarà tutto mio.
Allungò una mano come per toccare tutto quello che c'era oltre quel vetro.
Mio.
Udì dei passi avvicinarsi. Dei passi molto sbrigativi e pesanti.
Si allontanò di botto dalla finestra intenzionato a farsi trovare impegnato
nello studio di qualche sconosciuta galassia.
La porta in legno, scricchiolante e leggera, si aprì con cautela.
Draco preferì non voltarsi fingendo di essere assorto completamente dalla
lettura.
"Che ci fai tu qui, Malfoy?"
Il ragazzo si voltò di scatto.
Hermione Granger, ferma sul ciglio della porta, lo scrutava cinica.
Draco ebbe l'istinto di scoppiare a ridere ma si limitò a spalancare gli occhi
con sorpresa.
"Potrei chiederti lo stesso Mezzosangue"
Le labbra di lei si strinsero per un secondo e Draco fu certo che stesse per
replicare alla sua offesa. Ma la ragazza proseguì altezzosa a camminare
dirigendosi dall'altro lato della grossa aula.
Accese un lume e lo poggiò su un banco piuttosto malridotto accanto ad
un'enorme manuale astronomico che portava in braccio con estrema cura.
Draco soffocò uno sbadiglio e si avvicinò divertito alla Granger intenzionato
a rovinarle qualunque cosa volesse fare.
"Che c'è Granger? Eri talmente preoccupata per gli esami che hai
lasciato Potty in bianco stanotte?" cercò di modulare la voce nel tono
più cattivo possibile ma il pensiero della Granger e di Potter a letto insieme
era talmente ripugnante che non riuscì ad essere incisivo come voleva.
La Granger si limitò a lanciargli un'occhiata assassina ed estrasse una mappa
stellare che scrutò con attenzione maniacale.
Draco gliela tirò via di mano e la osservò divertito "Ehi anche io sto
ripassando questo punto! Granger..." la osservò malizioso con un
sorriso che, sapeva benissimo, avrebbe sciolto in un attimo decine di ragazzine
della sua Casa "...se mi paghi potrei farti...copiare"
sottolineò con cura l'ultima parola aspettando che lei lo schiaffeggiasse,
dandogli la soddisfazione di averla innervosita a sufficienza.
Ma la Granger non doveva essere proprio in vena. Lo guardò supplichevole e tese
la mano. Draco si perse per un secondo ad osservare quanto diversa fosse
quell'espressione dalla maschera saccente e odiosa che la ragazza portava ogni
giorno e gli rese subito la mappa, quasi automaticamente.
"Grazie."
La sua voce odiosa riecheggiò leggera nell'aula per qualche secondo.
Draco si rabbuiò.
Raccolse le sue cose e senza proferir parola uscì dalla stanza.
*
La Sala Grande, ad ora di cena,
era travolta da urla e chiacchiere di qualunqe genere.
Chris Warrington e Adrian Pucey, i suoi migliori amici, erano impegnati in un
piccolo dibattito sul Quidditch ma Draco preferì starne fuori.
Consumò il suo pasto in silenzio lanciando, di tanto in tanto, occhiate in
tralice al tavolo di fronte a lui.
La Granger, di spalle, chiacchierava allegramente con i suoi amici delle
meraviglie.
Qualche volta si toccava i capelli come per vedere se fossero ancora attaccati
alla testa.
Draco si chiese cosa ci trovava la gente di amabile in quella schifosa
mezzababbana e si alzò dal tavolo ancora più nervoso della sera precedente.
Scongiurò mentalmente che la sua presenza la sera prima facesse desistere la
Granger a tornare nel suo piccolo rifugio.
Già si sentiva male al solo pensiero di dover dividere l'aula con la presenza
sgradita della ragazza.
I test di Astronomia, importantissimi per chi ambiva un Eccellente ai M.A.G.O.
dell'anno successivo, si sarebbero tenuti dopo quattro giorni e lui doveva
ancora riuscire a ripassare tre quarti del libro.
Scese velocemente nei sotterranei, afferrò libri e mappe astronomiche, e corse
su per le scale sperando di avere più fortuna.
*
La Granger era già là, chissà
da quanto tempo.
Si voltò per un attimo sentendolo arrivare ma subito tornò a guardare il libro
davanti a sè.
Anche se per un momento, Draco notò che stava sorridendo radiosa.
Le si avvicinò incuriosito e sbattè una mano con forza sul banco per attirare
la sua attenzione.
Stava ancora sorridendo.
"Che hai da essere così allegra? Sei felice di vedermi?"
Lei alzò il capo lentamente e, per un attimo, Draco sperò che la risposta
fosse si.
"Credo di aver trovato una costellazione non presente sulla mappa..."
continuò a sorridere e nella sua voce si notava un'eccitazione fuori dal
normale. Draco scosse la testa serio.
"Dove?"
Lei si alzò e una scia di profumo al muschio gli solleticò il naso. La seguì
fino ai vecchi telescopi situati nell'ala est della Torre e attese che lei
trovasse la posizione giusta. Non potè fare a meno di notare che, dalla prima
volta che l'aveva scrutata attentamente, doveva aver messo su un pò di forme.
Se prima la corporatura gracilina faceva sempre pensare a lei come una ragazzina
esile, ora dava più l'impressione di una giovane donna.
"Ecco guarda."
Draco si chinò a guardare con estremo interesse e sobbalzò appena.
"Dovresti dirlo alla Professoressa Sinistra, Granger. Magari trova un
voto migliore di Eccellente da affibiarti" disse con una punta di
sarcasmo mentre si allontanava con le mani ficcate nelle tasche.
Lei fece una smorfia e si tornò alla sua postazione di studio lasciando
scausalmente lì la sua mappa astronomica.
Draco la raccolse e la osservò assorto.
"Ha! Allora è domani..."
La reazione della Granger fu proprio come se l'aspettava.
Per un momento fu titubante sul se alzare la testa o no, ma quando scorse Draco
con in mano la sua Mappa le si illuminarono gli occhi e tornò ad avvicinarsi,
combattendo interiormente col suo orgoglio, dato che il ragazzo sapeva qualcosa
di cui lei non era a conoscenza.
Draco sorrise largamente e le porse la Mappa con l'aria di chi ha appena vinto
un grosso premio.
"Cosa c'è domani, Malfoy?" finse noncuranza mentre afferrava
la sua Mappa dalle mani del ragazzo.
Lui sorrise più largamente "Se te lo dico che ci guadagno, Granger?"
Lei lo fulminò con lo sguardo e Draco fu ancora più divertito. Afferrò di
nuovo la Mappa e la tenne alta sulla sua testa.
"Se riesci a prenderla te lo dico."
Si rendeva conto che la Granger, essendo almeno 15 centimetri più bassa di lui,
avrebbe dovuto prendere una scala per raggiungerlo.
Lei prese una sedia e vi salì sopra. Gli strappò di mano la mappa e per un
attimo i loro occhi si incontrarono.
I loro visi erano alla stessa altezza e a pochissima distanza.
Draco ebbe l'impulso di avvicinarsi ancora di più ma lei scese subito dalla
sedia e corse verso la sua borsa, ficcandogli dentro le sue cose con fretta
crescente.
Lui rimase a guardarla mentre si muoveva il più veloce possibile e solo in quel
momento si rese conto di cosa era successo poco prima.
Si era creato un contatto. Un fragile contatto.
E lei lo aveva spezzato prima che fosse troppo tardi.
Lo superò con la borsa in spalla ed un'espressione completamente terrorizzata.
"Domani sera...passerà la cometa Tabur...alle dieci di sera!"
le urlò dietro.
Lei in tutta risposta affrettò il passo e fiondò nel buio delle scale.
*
Draco si sentì un enorme cretino
il giorno dopo. Preferì saltare la cena e rimase in camera sua avvolto nel
silenzio del Dormitorio maschile.
La porta cigolò poco dopo e Pansy Parkinson gli scivolò alle spalle con un
sorrisetto.
"Ciao Draco..."
Lui si limitò ad annuire.
Il pensiero di aver desiderato, anche se per un attimo, che la distanza tra lui
ed Hermione Granger fosse ridotta al minimo, lo faceva infuriare.
Si era lasciato sfuggire di mano la situazione ed era arrivato a trattarla come
se fosse una sua amica intima.
Se fosse stata un'altra ragazza, anche Grifondoro naturalmente, ci avrebbe
sicuramente pomiciato senza riserve e, con un pò di fortuna, se la sarebbe
addirittura portata a letto.
Ma la Granger era la feccia delle donne. Anche se era diventata più graziosa
rispetto agli anni prima, rimaneva sempre la feccia delle donne.
Pansy si inginocchiò davanti a lui e prese a sbottonargli i pantaloni
lentamente.
Draco si svegliò dai suoi pensieri e le spostò la mano con fare brusco.
"Ora non mi va. Devo studiare."
La ragazza lo guardò allontanarsi in un misto di delusione e rabbia.
"Ti aspetto! Anche se ti dovessi aspettare tutta la notte, Draco, ti
aspetto!"
Lui le fece un cenno di saluto con la mano e si richiuse la porta alle spalle
con forza.
*
Decise di non salire alla Torre
quella sera. Perchè se lei fosse stata lì avrebbero guardato quella cometa
assieme.
E aveva paura di farlo.
Scese in giardino con l'aria da cane bastonato e alzò istintivamente gli occhi verso la finestra dalla quale dominava la foresta.
Buio.
La Granger, forse, doveva aver pensato, come lui, di godersi lo spettacolo
altrove.
Vedendola scappare aveva provato l'intenso impulso di correrle dietro e
schiaffeggiarla, perchè in un certo senso l'aveva rifiutato.
Nessuna ragazza lo aveva rifiutato. Mai.
Se lei non c'è, io sarò solo.
Lei magari se ne era anche dimenticata.
Le aveva urlato dietro della cometa con la timida speranza di ritrovarla la sera dopo,
affaccendata sul suo banco a studiare l'avvenimento.
E poi era scappato lui per primo.
Camminò ancora, con l'andamento di un leone in gabbia, misurando le strisce di
terra umida coi passi combattuto sul da farsi.
Senza neanche avere la lucidità di riflettere sulla propria azione, si voltò e
corse a perdifiato per
le scale
Spalancò la porta della Torre respirando affannosamente.
Si guardò attorno, l'aula era completamente vuota.
Il banco, la sera prima ricoperto di pergamene e mappe stellari, spoglio e
polveroso.
Chiuse gli occhi stringendo i pugni. Desiderava ascoltare quella vocetta
fastidiosa dargli dello stronzo. Con tutto se stesso.
Si stese sul pavimento ad osservare il cielo.
Il soffitto della Torre era stato incantato in modo tale da avere una visuale
della materia di studio sempre disponibile.
L'orologio segnava le 22 e 10.
Udì un sordo tonfo provenire dall'angolo più remoto della stanza e
un'imprecazione fatta a bassa voce.
"G...Granger?" alzò la testa ma non vide nulla.
Si alzò in piedi di scatto e raggiunse il punto dal quale era arrivato il
rumore.
Riconobbe la sua Mappa a terra accanto ad una lanterna spenta.
Non era solo.
Poteva sentire un respiro a poca distanza da lui.
Allungò la mano titubante e cozzò con forza contro qualcosa.
Un lieve gridolino spaventato si alzò di fronte a lui.
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CONTINUA
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I Pg della saga non sono miei,
ma appartengono a JK Rowling!
* Solo una piccola nota. *
Non mi intendo MINIMAMENTE di Astologia e mi sono limitata a inserire una cometa
che conosco solo per sentito dire. Siate clementi se descrizioni, luoghi e date
non coincidono.
Sanae
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