I Tre Demoni Bianchi di MajoWriter (/viewuser.php?uid=464471)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le tre sorelle ***
Capitolo 2: *** Il viaggio ***
Capitolo 3: *** Il villaggio maledetto ***
Capitolo 4: *** Il grande problema di Tamuril ***
Capitolo 5: *** Il primo amore ***
Capitolo 6: *** Il maleficio ***
Capitolo 7: *** La foresta millenaria ***
Capitolo 8: *** Il nemico ***
Capitolo 9: *** La trappola ***
Capitolo 10: *** Ricordi ***
Capitolo 11: *** La grande capitale Cornelia ***
Capitolo 12: *** La spedizione ***
Capitolo 13: *** L'uomo misterioso ***
Capitolo 14: *** La dimora dei draghi ***
Capitolo 15: *** Le tre prove ***
Capitolo 16: *** La scelta ***
Capitolo 17: *** Verità ***
Capitolo 18: *** Addii ***
Capitolo 1 *** Le tre sorelle ***
PREMESSA: questa storia è stata scaturita da una domanda su Ask.fm: dovevo inventare una storia basandomi solo ed esclusivamente sull'ascolto di questa melodia http://www.youtube.com/watch?v=jR3kdhoIbBI. Inizialmente è stato difficile: avevo i soggetti, ma non sapevo come implementarli. Poi ragionando e scrivendo le prime righe, tutto è scaturito! Spero che possa divenire un racconto gradevole. Grazie per l'attenzione e buona lettura!
ATTENZIONE! Questo che state per leggere è, come lo chiamo io, un HDRemix. Siccome non ero soddisfatto di come fosse scritto in precedenza questo racconto, ho deciso di sistemarlo, capitolo per capitolo. Chiamerò questa pratica appunto HDRemix (il nome gioca sui remake HD dei vecchi videogiochi per le console in HD). Tutti i capitoli verranno rivisitati e corretti, quindi se non trovate questo messaggio all'inizio del capitolo, è perché quel capitolo non è ancora stato trattato. Vi pregherei di non leggerlo se avete iniziato a leggere questi HDRemix. Potete trovare il vecchio capitolo a questo indirizzo: http://majowriter.blogspot.it/2013/06/i-tre-demoni-bianchi-parte-1.html.
CAPITOLO 1
LE TRE SORELLE
C'erano un tempo, in una terra lontana, tre sorelle: forti come demoni e belle come angeli, indossavano delle eleganti armature bianco perla. Erano tre mercenarie, le più temibili mercenarie che il continente di Gatam avesse mai conosciuto. Erano i Tre Demoni Bianchi.
Titania, la sorella maggiore, abile ed impavida guerriera. I lunghi capelli rossi e lisci che le scivolavano lungo la schiena, gli occhi rossi, pieni di rabbia, un viso dai lineamenti forti e decisi ed un corpo grande, possente, ma comunque femminile, di una bella donna, in grado di sopportare il peso di quell'imponente armatura. Un'armatura che nemmeno i più forti cavalieri del regno riuscirebbero a trasportare, adornata da simboli e ghirigori vari che ne aumentavano la bellezza e con, sulla schiena, l'immagine di un falco. Nessun graffio o scheggiatura. Questo faceva capire quanto temibile potesse essere Titania.
Leonora, la secondogenita, abile nelle arti magiche. Portava dei capelli a caschetto viola e un paio di occhiali dalle rotondi lenti che risaltavano i suoi grandi e timorosi occhi neri. Aveva un bellissimo fisico, il più bello tra le tre sorelle. Ovunque andasse, incrociava sempre gli sguardi della gente che la osservava. Sguardi pieni di desiderio per gli uomini e di invidia per le donne. La sua armatura era più aggraziata rispetto a quella di Titania, avendo anche un gonnellino per facilitare i movimenti. Sulla sua armatura, erano riportate diverse rune magiche e, sulla schiena, l'immagine di un gufo.
Kate, la più piccola delle sorelle, non era seconda a nessuno nell'utilizzo dell'arco. Aveva dei bellissimi capelli dorati, abbastanza corti ed ondulati. I suoi occhi azzurri invece erano cristallini ed innocenti, proprio come quelli di un bambino. E pieni di speranza, come ogni giovane. Aveva anche due belle e soffici guance con sfumature di rosso. Uno dei passatempi preferiti dalle sorelle era quello di strapazzarle. Non era molto alta, essendo ancora una ragazzina, però era agile e scattante. La sua armatura era la più leggera delle tre ed anche quella con meno accessori. D'altronde, per un cecchino non è necessario essere protetti in ogni punto. Sulla schiena, l'armatura riportava l'immagine di un'aquila.
Il loro nome era temuto su tutto il continente. Al solo udirlo, la gente scappava o tremava in preda al terrore. Da brave mercenarie quali erano, dovevano fare ciò che gli veniva ordinato: uccisioni, rapine, trasporto di merci preziose, spedizioni... ogni cosa a loro andava bene, purché ben pagata. Non avevano regole... eccetto una: nessun legame affettivo. Non potevano permettersi nessuna debolezza data dal sentimentalismo. Come mercenarie, il loro compito era di portare a termine la missione assegnatagli con successo, senza esitazione. Tuttavia, tra di loro c'era un legame indissolubile: tutte avrebbero dato la vita pur di salvare un'altra del gruppo in difficoltà. Titania in particolare, essendo la maggiore, era molto protettiva nei confronti delle sorelle.
Un giorno, le tre sorelle furono inviate ad uccidere un drago per conto del re di Garland, uno dei più grandi feudi di tutto il continente di Gatam. La missione durò diversi giorni, ma alla fine le ragazze riuscirono ad avere la meglio su quel drago. Come prova della riuscita della missione, Titania decise di riportare la testa del drago al castello di Garland.
Giunsero infine davanti alle porte di ingresso della città, sporche e puzzolenti, con una testa di drago in putrefazione e stanche per l'estenuante viaggio intrapreso.
«Bene, siamo finalmente giunte a Garland! Ora non mi resta che andare a consegnare la testa di questo drago al re e ricevere la nostra meritata ricompensa... forse chiederò anche un piccolo extra, non è stata proprio una passeggiata sconfiggere 'sto bestione» disse Titania trionfante.
«Hai ragione sorellona, per un attimo me la son vista veramente brutta... per fortuna che avevo da poco appreso quell'incantesimo temporale per rallentare i nemici, altrimenti mi avrebbe fatta a fettine!» replicò Leonora.
«In quel caso ci avrei pensato io, con una freccia dritta nell'occhio destro. Però mi domando... quand'è che hai imparato quell'incantesimo?» domandò curiosamente Kate.
«Oh, è grazie a questo libro che ho 'preso in prestito' dagli archivi segreti della biblioteca reale. Ahahah!»
«E brava la mia sorellina! Bene, mentre io vado a consegnare questa testa, tu Leonora vai a cercare una locanda, mentre tu Kate vai a comprare qualcosa da mangiare per cena. Hai ancora qualche soldo, vero?»
«Certo sorellona! Solo che non capisco come mai non ci facciamo ospitare dal re in persona... insomma, alla fine gli abbiamo fatto un grosso favore ed il minimo che potrebbe fare sarebbe ospitarci per la notte!»
«Abbiamo già affrontato questo discorso Kate... siamo delle mercenarie e non siamo viste di buon occhio. Oggi abbiamo aiutato il re di questo feudo, domani potremmo assassinarlo per ordine di qualcun altro. Dormire nelle stanze del castello sarebbe troppo pericoloso, rischieremo di venire uccise dalle guardie reali e non voglio assolutamente correre questo rischio» sentenziò Titania.
«Ho capito... beh, allora vado a comprare qualcosa per cena. Cosa preferite, carne o pesce?»
«Carne!»
«Pesce!»
«... arriverà il giorno in cui riuscirete a mettervi d'accordo su cosa mangiare?» disse sconsolata Kate.
«Oggi si mangia carne, devo recuperare le forze. Mi son portata questa testa di drago dalla grotta in cui l'abbiamo scovato, fino a qui. Avrò diritto a scegliere cosa mangiare per cena?» disse autorevolmente Titania.
«Ed io allora, che ve l'ho immobilizzato e gli ho dato il colpo di grazia con quella lastra di ghiaccio?» replicò polemicamente Leonora.
«Ma veramente l'ho ucciso io con una freccia nel cuore!» disse stizzita Kate.
«RAGAZZE! Io sono la sorella maggiore, io decido: oggi si mangia carne» tagliò corto Titania.
«Non potrai utilizzare questa scusa per sempre!» si lamentò Leonora.
«Sì invece: sono e resterò sempre la sorella maggiore, ahahahah!»
«... imparerò un incantesimo per invecchiarmi ed allora sarò io la sorella maggiore!»
«... forse è meglio muoversi, si sta facendo buio» disse Kate per chiudere la discussione.
«Hai ragione. Bene ragazze, ci vediamo nella piazza centrale tra due ore. Siate puntuali»
«Quanto vorrei che quella testa ti mordesse», bisbigliò Leonora.
«GUARDA CHE TI HO SENTITA!», urlò Titania in lontananza.
Benché fosse uno dei feudi più grandi ed importanti di tutto il continente di Gatam, Garland si presentava come un tranquillo villaggio rurale, composto da un mercato e poche attività commerciali. Dalla piazza, subito dopo l'ingresso principale, si dipanavano altre tre vie: quella a nord puntava al quartiere residenziale, dove vi erano le abitazioni degli abitanti ed il castello del re. Mentre Titania stava percorrendo quella via, gli sguardi degli abitanti si posavano sull'enorme testa di drago che la ragazza stava trascinando, macchiando la strada ciottolosa di pezzi di scaglie di drago. Quella ad ovest puntava al mercato, dove si era diretta Kate, mentre quella ad est portava al quartiere adibito al ristoro, pieno di locande e stalle. Era qui che Leonora doveva trovare un luogo dove passare la notte.
"Se non riuscissi a trovare una locanda dove passare la notte e dovessimo accontentarci di una stalla in cui dormire, è la volta buona che Titania mi staccherà la testa" pensò timorosamente Leonora.
Kate stava girando per le varie bancarelle del mercato, in cerca di carne di qualità. Purtroppo si era fatto tardi, il sole stava quasi per tramontare e la carne migliore era già stata acquistata. Ma Kate non demorse e continuò a cercare. Dopo aver girovagato un po', notò una bancarella semi nascosta in un viottolo. Sul bancone c'era carne di tutti i tipi: maiale, manzo, vitello e vari volatili. È lì che vide le più belle bistecche di cinghiale che avesse mai visto in vita sua.
«Bistecche di cinghiale! Titania sarà contentissima, è il suo piatto preferito» disse entusiasta. Poi, rivolgendosi all'anziano uomo dietro al bancone, disse: «Mi scusi, quanto vengono queste bistecche?»
«Il cinghiale è un animale abbastanza raro da queste parti piccola... sicura di avere abbastanza soldi?» chiese dubbioso il vecchio.
«Certo che sì! Per i mercenari non c'è prezzo che non si possa pagare»
L'uomo scrutò meglio la ragazza ed esclamò: «Perbacco, sei un Demone Bianco! Perdona questo povero vecchio, purtroppo la mia vista non è più quella di una volta...»
«Lei sai chi sono?»
«Solo un pazzo o un cieco non saprebbe chi siano i tre Demoni Bianchi! D'altronde, quell'armatura bianca non da luogo a dubbi... e siccome stavo facendo il madornale errore di scambiarti per una normale ragazzina, ti farò un 'piccolo' sconto: solo una moneta d'argento a bistecca! Normalmente ne costerebbero cinque, ma non posso far pagare così tanto ad una così abile assas... ehm, volevo dire, ad una così graziosa ragazza!». Il vecchio era visibilmente intimorito.
«Non so come ringraziarla! Allora ne prendo sei, la mia sorellona ha un appetito da leone»
Il vecchio cominciò a tremare. "Si starà riferendo al 'Demone Possente, Titania la Sterminatrice'... spero che la carne sia di suo gradimento... non voglio morire....", pensò tra sé e sé.
«Allora la ringrazio! Spero che a mia sorella piaccia questa carne»
Il vecchio urlò e scappò in preda al panico.
«Cosa avrò mai detto di male?» disse Kate. Un piccolo sorriso comparve sul suo viso.
Il sole era ormai completamente calato. La ragazza mise la carne nella sua borsa e si incamminò per raggiungere il luogo dell'appuntamento. Appena uscita dal vicolo però, si scontrò con qualcuno. L'urto la fece sbalzare all'indietro, facendola cadere a terra insieme alla borsa contenente le bistecche.
«Ti sei fatta male?», disse cordialmente una voce.
«Ai ai... ma vuoi guardare dove vai?! Forse non ti è chiaro chi io sia, perché altrim...», la ragazza non riuscì più a pronunciare una parola. Davanti a lei c'era un ragazzo alto, bello e distinto, benché fosse vestito solamente di stracci. Aveva dei lunghi capelli castani che gli si posavano dolcemente sulle spalle e due grandi occhi azzurri che rapirono immediatamente la ragazza. Un bel mento marcato chiudeva il quadro di quello che sembrava un viso scolpito di una statua.
«Perdonami, ero sovrappensiero e non guardavo dove andassi» disse il ragazzo.
«...eh? Come? Cosa? Chi sei tu?» Kate era ancora confusa.
Il ragazzo raccolse la borsa da terra e la porse a Kate: «Mi chiamo Marcus, piacere di conoscerti Kate!»
«Ah, p-piacer.... un momento, come fai a conoscere il mio nome?»
«Ma vuoi scherzare? Tutti in tutto il continente conoscono il leggendario trio dei Demoni Bianchi: il Demone Possente, Titania la Sterminatrice. Il Demone Avvenente, Leonora l'Ancestrale. Ed infine tu, il Demone Silente, Kate l'Eterea. Si può dire che io sia un vostro grande ammiratore, però non pensavo proprio avrei avuto la fortuna di imbattermi in una di voi, specialmente tu! Dovresti essere quella che non si fa sorprendere, ma che anzi, sorprende sempre la sua vittima e la fredda con il suo poderoso arco! Non è così?»
«S-sì che è così! Ero semplicemente sovrappensiero, tutto qui!», disse con una punta di rabbia, proseguendo con: «Grazie comunque per avermi raccolto la borsa»
«È così che fa un vero gentiluomo» il ragazzo porse gentilmente la borsa a Kate. «Ora però devo andare, mi ha fatto veramente piacere conoscerti! Spero di incontrarti ancora in futuro»
«A-anche per me... M-M-Marcus!», le guance di Kate iniziarono ad arrossire più del solito.
Il ragazzo sorrise dolcemente e se ne andò. Kate rimase immobile per qualche minuto a fissare il vuoto. Una bambina le si avvicinò e le disse: «Perché stai lì ferma immobile? Non ti senti bene? Sei tutta rossa in viso»
Una donna corse ad afferrare la bambina e la portò via da lì: «Maria, ma sei pazza? Quella è una dei Tre Demoni Bianchi! Avrebbe potuto ucciderti!»
Kate, che aveva sentito tutto, tornò in se e, chinando la testa, si avviò verso la piazza centrale.
Giunse la sera e le ragazze erano alla locanda 'Il Drago Imperiale'. Una locanda tranquilla, con pochi tavoli per mangiare al piano terra e tre camere da letto al piano superiore. Nessun bardo ad allietare la gente con le sue canzoni. Titania odiava i bardi e Leonora si assicurò che non ve ne fossero quella sera. L'insegna raffigurava un drago nero con una corona in testa ed una lancia in una zampa, con le ali spiegate ed in posizione eretta.
«Non potevi scegliere un'altra locanda? Questo nome mi disgusta» si lamentò Titania.
«Oh no, mi dispiace tanto, io non sapevo che i draghi ti disturbassero!» disse ridacchiando Leonora.
«Non sei simpatica, sapevi BENISSIMO quanto odiassi i draghi, mi son lamentata per tutta la missione. Non l'avrei accettata se il compenso non fosse stato lauto»
«Sarà.... eheh» Leonora si divertiva a punzecchiare Titania.
«Dannata sfrontata, osi prenderti gioco di me così apertamente... sai che potrei fartela pagare?»
«Dai, quando vuoi!»
«NON OSARE SFIDARMI!» urlò Titania, battendo un colpo sul tavolo.
Il silenzio avvolse la locanda. Tutti i presenti smisero di mangiare e di bere per osservare cosa stesse succedendo. La quiete fu rotta dall'arrivo del cameriere: «Ecco a voi le vostre bistecche, cotte a puntino come ci avete ordinato... spero siano di vostro gradimento»
«Era ora, stavo morendo di fame! E voi tutti, continuate a mangiare!», tuonò la ragazza, facendo voltare immediatamente tutti i presenti che ripresero a mangiare.
«E brava Kate, questa vota hai fatto proprio un colpaccio! Era da tanto che non mangiavo delle bistecche di cinghiale. Avrei preferito del pesce spada certo, ma mi accontento» disse Leonora con l'acquolina alla bocca.
«Sai che non ho avuto scelta...» rispose sconsolata Kate. «Beh ragazze, buon appetito!»
Kate stava per avventarsi sulla bistecca, quando Titania si alzò in piedi e, con un rapido colpo, fece cadere la bistecca a terra con tutto il piatto che si frantumò in mille pezzi provocando un forte rumore. Il silenzio calò di nuovo, ma questa volta nessuno ebbe il coraggio di girarsi. Il cameriere accorse subito al tavolo delle tre ragazze e chiese timoroso: «C...c'è f-forse qualcosa che non va?»
«Queste bistecche... assaggiane una» disse Titania fissando negli occhi il cameriere. Uno sguardo quasi demoniaco fece tremare di paura il cameriere. Malgrado ciò, acconsentì senza problemi ad assaggiare un pezzo della bistecca di Leonora. Immediatamente la sua bocca si riempì di bava e collassò a terra in preda agli spasmi, finché non rimase immobile, senza più respirare. Qualche persona urlò, altre svennero, altre ancora fuggirono dal locale in preda alla paura. Al suono di quelle grida, i cuochi uscirono dalla cucina e si precipitarono da Titania, seguiti dal padrone della locanda.
«Cosa sta succedendo qui?» disse il locandiere.
«Uno dei vostri cuochi ha messo del veleno nelle nostre bistecche. E mi ero pure raccomandata di non fare scherzetti, che tanto me ne sarei accorta!» disse in modo autoritario Titania.
«Ma veramente noi non abbiamo messo nessun veleno! Figuriamoci se siamo così pazzi da sfidare il temibile trio dei Demoni Bianchi!» disse uno dei cuochi.
«Ed allora chi è stato? Sicuramente non il cameriere visto che ha assaggiato la pietanza senza batter ciglio. Se avesse saputo che fosse avvelenata, avrebbe quantomeno opposto resistenza!»
«Non può essere stata una di voi invece?»
Dalla cucina uscì un altro cuoco, completamente vestito di nero e con una mannaia in mano.
«E questo da dove esce fuori?» chiese ironicamente Leonora, continuando con: «Perché mai avremmo dovuto avvelenare la nostra stessa cena?»
«Non ne ho la più pallida idea. So solo che ho sentito delle urla e sono uscito dalla cucina con questa mannaia. Se cercavate una scusa per creare problemi, l'avete trovata»
Titania fece uno scatto verso il cuoco e gli assestò un sonoro pugno sul naso, fracassandoglielo all'istante. Il cuoco finì a terra, senza avere il tempo di reagire in alcun modo. «Io non ho bisogno di scuse per creare problemi. Se solo volessi, potrei radere al suolo questa locanda! Credi di poterci minacciare con una stupida mannaia?»
Il locandiere intervenì per mettere fine alla discussione: «Forse dovremmo tutti calmarci.... Mi dispiace in primo luogo per l'accaduto e per il comportamento del mio subordinato. Le assicuro che non accadrà più. In secondo luogo, mi permetta di offrirvi il miglior pasto e la migliore stanza che la nostra locanda dispone, il tutto gratuitamente»
«Avete capito finalmente con chi avete a che fare. Bravo locandiere, sei un uomo saggio! Forza ragazze, rimettiamoci a tavola» disse Leonora.
«NO», tuonò Titania, «Noi non resteremo qui un minuto di più. Hanno provato ad avvelenarci e ci hanno accusato di essere noi le responsabili. Decliniamo l'offerta e ce ne andiamo. A mai più rivederci»
«Ma Titania... dove mai andr...» Leonora non riuscì a finire la frase. Lo sguardo di Titania era quello di un demone pieno di rabbia. La ragazza sapeva che quando era in quello stato non era il caso di discuterci, quindi si zittì e chinò la testa. Le tre ragazze si allontanarono, mentre un forte chiacchiericcio cominciò ad innalzarsi per tutta la locanda.
«Quella è una pazza, mi ha rotto il naso!» disse il cuoco, alzandosi e raccogliendo la mannaia da terra
«Ma hai una minima idea di chi fossero quelle ragazze?» gli domandò il locandiere.
«No... ma se le ribecco, non saranno così fortunate!» disse il cuoco mentre faceva oscillare la mannaia.
«Sei così desideroso di morire? Quelle tre ragazze sono i Tre Demoni Bianchi! Possibile che tu non le abbia mai neanche sentite nominare?»
Il cuoco divenne bianco in volto e cominciò a sudare freddo. La mannaia gli cadde dalle mani, conficcandosi a terra. Non aveva mai visto di persona i Demoni Bianchi, ma ne aveva sempre sentito parlare. Storie raccapriccianti.
«Ora capisci? Mi domando chi sia il pazzo ad aver provato ad avvelenarle.... mai e dico mai mettersi contro i tre Demoni Bianchi» disse il locandiere scuotendo la testa.
Le tre ragazze si allontanarono dalle mura della città, cacciarono qualche cervo e si accamparono intorno ad un fuoco, mangiando le loro prede. Titania aveva sbollito la rabbia, la caccia l'aveva sfogata per bene.
«Titania, perché non sei voluta rimanere? Avremmo avuto un pasto da re ed una lussuosa camera, piuttosto che dormire per terra e mangiare carne di cervo!» si lamentò Leonora
«Non ti piace il cervo?» disse sarcasticamente Titania
«Non è questo il punto! Il punto è che...»
«Il punto è che non potevamo rimanere lì» tagliò corto Titania.
Calò un imbarazzante silenzio. La sorella maggiore proseguì: «Avevamo attirato troppo l'attenzione, la gente avrebbe saputo che avremmo pernottato lì e quindi avremmo potuto correre parecchi rischi. Già questa storia dell'avvelenamento non mi piace proprio. Kate, domani dovrai portarmi nel luogo dove hai acquistato quella carne»
«Stai sospettando del venditore?»
«Sì, sospetto che lui ti abbia riconosciuta e che quindi abbia provato a fregarti, mettendo del veleno nella carne»
Kate rispose contrariata: «Sai benissimo che non è così, che me ne sarei accorta. Non sono così stupida, so riconoscere se c'è del veleno su della carne cruda! Alla locanda c'erano troppe spezie e non ho potuto accorgermene... per fortuna che ci hai pensato tu. Ad ogni modo, escludo nella maniera più assoluta che possa essere stato il vecchio che me l'ha venduta: inizialmente non si era accorto chi fossi, quando però mi ha guardata meglio e se n'è accorto, il suo atteggiamento è cambiato; provava paura, leggevo il terrore nei suoi occhi. Mi ha perfino scontato il prezzo della carne, un ottimo scontro aggiungerei! E comunque sono stata attenta, non ha fatto movimenti strani e sono sicura di aver controllato la carne quando me l'ha data»
«Ed allora tutto questo rimane un bel mistero.... oh beh, avremmo tempo domani mattina per approfondire l'argomento. Sarà meglio andare a dormire ora»
«È stata una giornata davvero snervante, sono esausta.... Beh buonanotte ragazze» disse sbadigliando Leonora
«Buonanotte» rispose freddamente Titania.
Con un veloce colpo di mano, il Demone Possente generò uno spostamento d'aria talmente forte che spense il fuoco. Non c'era luna quella sera, così l'oscurità le avvolse all'improvviso.
«Buonanotte....». Kate era irrequieta. Non faceva altro che pensare a quel ragazzo.
"Marcus.... possibile che sia stato lui? Ma no, che vado a pensare... è solo un sempliciotto. Un bel sempliciotto... ma cosa sto pensando?! Forse è il caso che vada a dormire....", dopo questo pensiero, la ragazza chiuse gli occhi e si addormentò. |
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Capitolo 2 *** Il viaggio ***
Giunse
finalmente l'alba. Kate si svegliò con i primi raggi del sole che
illuminarono il suo dolce viso angelico.
Titania:
«Ben alzata dormigliona!»
Non
appena si fu completamente svegliata, Kate vide Titania intenta a
trattare della selvaggina, mentre Leonora stava accendendo un fuoco con
della legna e l'uso della magia.
Kate:
«Buongiorno sorellone», disse sbadigliando,
«come mai siete già in piedi?»
Titania:
«Già in piedi? Sei tu che dormi troppo!
È già l'alba e non abbiamo ancora fatto
colazione. Forza, non perdiamo ulteriore tempo che abbiamo molta strada
da fare»
Leonora:
«Come al solito Titania si è svegliata prima di
tutte, è andata nei boschi qui vicino a prendere un po' di
legna ed a cacciare un po' di selvaggina per colazione»
Kate:
«Di nuovo carne a colazione...»
Titania:
«Tieni», disse lanciando qualcosa a Kate che
afferrò al volo: «È un sacchetto di
bacche, penso siano ottime per fare colazione a te che non gradisci la
carne.... come farai a diventare grande e forte se ti nutri di quelle
cose ancora lo devo capire»
Kate:
«Grazie sorellona!», la ragazza cominciò
a gustarsi le bacche. Anche se sembrava una burbera autoritaria,
Titania farebbe di tutto per le sue due sorelle. Dopo aver fatto
colazione, le tre ripresero il cammino verso la loro prossima meta.
Kate:
«Dove andiamo di bello questa volta?»
Titania:
«Stiamo andando a Tamuril, il feudo di Re Tolomeo.
È un feudo molto più grande ed importante di
Garlant. Lì sicuramente troveremo qualche bel lavoretto ben
remunerato»
Kate:
«Ma non ci bastano i soldi che abbiamo guadagnato con
l'ultima missione?»
Leonora:
«Kate ha ragione, con l'ultima missione dovremmo aver
guadagnato abbastanza da poter oziare per minimo tre
settimane»
Titania:
«Beh, ho voluto donare gran parte della somma a tutti quei
bambini che non hanno più una famiglia ed un posto dove
andare. E fidatevi che Garlant era piena di questi piccolini»
Le
altre due ragazze guardarono Titania con uno sguardo dolce e
compassionevole.
Titania:
«E SMETTETELA DI GUARDARMI COSI'! SAPETE BENISSIMO PERCHE'
L'HO FATTO! ED ORA INCAMMINIAMOCI, NON VOGLIO TARDARE
ULTERIORMENTE!»
Le
due ragazze risero. Sotto quella corazza batteva un cuore d'oro,
benché tutte e tre fossero delle spietate assassine
all'occorrenza. Le tre sorelle si incamminarono verso quello che era il
secondo feudo più grande di tutta Gatam: Tamuril. Il viaggio
si stava svolgendo con calma e tranquillità, senza
imprevisti o sorprese varie... finché non incontrarono un
folto gruppo di persone con cavalli e carovane, intente a fare una
sosta.
Titania:
«Che fortuna incontrare delle persone proprio qui, magari
possono darci delle informazioni utili! Andiamo a sentire cosa possono
dirci riguardo a Tamuril»
Le
tre ragazze furono accolte benevolmente dal gruppo che
iniziò subito a stringersi intorno a loro facendo
complimenti e domande.
«Non
ci posso credere, i Tre Demoni Bianchi! Ragazze io sono un vostro
grande ammiratore!»
«È
vero che una volta avete sconfitto dieci draghi con un colpo
solo?»
«Io
so che Titania una volta diede un calcio ad una montagna, facendola
diventare una pianura!»
«Leonora,
è vero che puoi evocare le creature
dall'oltretomba?»
«Kate
sei bellissima! Possiamo vedere il tuo arco?»
«Se
si unissero a noi, la nostra compagnia sarebbe imbattibile, oltre che i
nostri affari salirebbero alle stelle!»
«Calmi
calmi, lasciatele respirare». Un grosso uomo pelato si stava
facendo largo tra la folla di curiosi, fino ad arrivare faccia a faccia
con Titania. Era più alto di lei, muscoloso, con dei
simpatici baffetti. I suoi occhi marroni osservavano con intensa
ammirazione la ragazza.
Endo:
«Salve, mi presento: il mio nome è Endo. Sono a
capo di questa compagnia mercantile che si occupa di scambi commerciali
per conto di Cornelia, la città imperiale»
Titania:
«Caspita, allora sei un pezzo grosso!»
Endo:
«Beh, la nostra compagnia è abbastanza importante,
riforniamo sia la corte imperiale, sia la città. Senza di
noi, l'impero avrebbe dei forti problemi.... quindi direi di
sì, siamo importanti AHAHAHAH!»
Titania:
«Quindi conoscete queste terre?»
Endo:
«Beh dipende... dove dovete andare?»
Titania:
«Siamo dirette a Tamuril, volevamo avere un'udienza con Re
Tolomeo»
Endo:
«Ah sì sì conosco Tamuril. Vieni pure
nel mio 'ufficio' così che possa spiegarti bene quale strada
prendere»
Titania:
«Uomo, ci stai forse provando con me?»
Endo:
«Provarci con Titania la Sterminatrice? Nemmeno un pazzo
oserebbe tanto»
Un
sorrisetto beffardo comparse sulla faccia della ragazza:
«Meglio così, non sarò costretta ad
ucciderti»
Endo:
«G-grazie! Prego, da questa parte»
Titania
si allontanò insieme ad Endo, mentre Kate e Leonora rimasero
intrappolate nella morsa dei curiosi.
«Da
quanto tempo è che pratichi la magia?»
«È
difficile fare la vita che fate? Come siete arrivate a diventare dei
mercenari?»
«Quanto
pesa il tuo arco Kate?»
«Esiste
un incantesimo per curare la peste?»
Le
due ragazze erano esasperate. Improvvisamente un gruppo di bambini con
una donna si misero davanti a Leonora e supplicarono: «Per
favore signorina maga, possiamo vedere qualche magia?»
Leonora,
che non sapeva resistere ad un dolce faccino di un bambino innocente,
acconsentì e si allontanò, seguita da tutta la
folla curiosa di vedere delle magie dal vivo. Kate rimase da sola....
ma notò che una persona era rimasta lì
anziché seguire la folla.
Kate:
«TU! Che ci fai tu qui?»
Marcus:
«Ciao Kate! Io lavoro per la Compagnia di Endo anche se sono
stato assunto da poco e per ora mi occupo dei compiti ingrati come
prendersi cura dei cavalli e pulire le carovane. Non mi fanno ancora
avvicinare alle merci, non si fidano. Ma è giusto
così. Tu invece, perché sei qui?»
Kate:
«Io e le mie sorelle ci stavamo dirigendo
verso Tamuril. Ora mia sorella maggiore Titania è
andata a parlare con Endo per farsi spiegare bene la strada»
Marcus:
«Caspita è ancora abbastanza lontano e sta calando
il sole.... forse vi conviene andare ad Adumio»
Kate:
«Adumio?»
Marcus:
«È un piccolo villaggio non lontano da qui. Ci
sono stato un paio di volte, lì la gente è
cordiale e disponibile, sicuramente non avrete problemi a farvi
ospitare per passare la notte»
Kate:
«Beh, grazie del consiglio Marcus! Voi invece dove andate di
bello?».
Marcus:
«Siamo diretti a Cornelia, la città imperiale, ma
prima dobbiamo racimolare la merce alla città di
Valicus»
Kate:
«Ed è lontano? Ce la fate ad arrivarci prima che
faccia buio?». Kate diventava particolarmente apprensiva
quando c'era di mezzo quel ragazzo.
Marcus:
«Sì sì, non ti devi preoccupare.
Saremmo potuti andare insieme, se solo Valicus non si trovasse dalla
parte opposta di Tamuril. Anche perché, dopo aver fatto
rifornimento, dovremmo passare comunque per Tamuril prima di andare a
Cornelia, abbiamo delle consegne da fare anche lì»
Kate:
«Capisco... è un vero peccato»
Marcus:
«Già, ci avrebbe fatto comodo avere come scorta i
famigerati Tre Demoni Bianchi, eheh»
Kate:
«.... antipatico!»
Marcus:
«Ora scusami, ma devo tornare alle mie mansioni. Mi ha fatto
veramente piacere rivederti, spero potremmo vederci presto di
nuovo!»
Kate:
«Già, ha fatto piacere anche a me»,
disse arrossendo in viso, «Buon lavoro!»
Marcus
si allontanò fino a sparire, così la ragazza
raggiunse sua sorella maggiore intenta a far divertire i bambini.
Leonora:
«E questo è il trucco del fuoco che assorbe
l'acqua»
Bambini:
«Ancora! Ancora!»
Leonora:
«Bambini... basta, sono stremata, non ce la faccio
più»
Bambini:
«NOOOOOOOOO», scoppiò un pianto generale.
Leonora:
«Su bambini, non fate così.... non piangete...
»
Kate:
«Che cattiva che sei, hai fatto piangere questi poveri
bambini!» disse sorridendo.
Leonora:
«Ah sei qui tu? Dove sei stata per tutto questo tempo?
Aiutami con questi bambini, forza»
«SILENZIO!»
Una
voce cupa ed autoritaria fermò quel piagnisteo infernale.
Leonora:
«Titania, per fortuna che sei tornata»
I
bambini alla vista della ragazza scapparono via impauriti. Solo uno
rimase.
Titania:
«Bene bene, abbiamo un impavido!»
Bambino:
«N-non m-mi f-f-fai p-paura»
Titania:
«Ah sì? Beh vediamo....». La ragazza si
avvicino al bambino, fino ad esserne faccia a faccia: «.....
BUH!»
Il
bambino non riuscì più a trattenersi e si fece la
pipì addosso. Successivamente scappò via
piangendo. Alle altre persone non piacque il comportamento adottato
dalla ragazza, allontanandosi sdegnati ma senza farlo notare.
Leonora:
«Ci serviva Titania per avere un po' di pace»
Titania:
«È perché voi due non siete
così autorevoli. Bisogna avere il polso di ferro, anche con
dei bambini»
Kate:
«Hai parlato con Endo? Che ti ha detto?»
Titania:
«Purtroppo c'è ancora un bel po' da camminare
prima di arrivare a Tamuril. Per questa notte dovremmo trovare
un posto per accamparci.
Leonora:
«Uff... dormire di nuovo all'aperto.... questo non
farà bene alla mia pelle ed alla mia schiena»
Titania:
«Sempre a lamentarti tu»
Leonora:
«Beh, scusami se preferisco dormire in un comodo
letto!»
Kate:
«Ragazze ragazze, non litigate, ho io la soluzione! Prima ho
parlato con una persona che mi ha detto che nelle vicinanze
c'è un piccolo villaggio di nome Adumio. Mi ha detto che
lì la gente è ospitale, non avremmo problemi a
farci ospitare per la notte!»
Leonora:
«Ma è fantastico! Che stiamo aspettando? Partiamo
subito!»
Titania:
«Un momento... chi è questa persona? È
affidabile?»
Kate:
«È un ragazzo che ho già incontrato
quando eravamo a Garlant. Mi è sembrato abbastanza
affidabile»
Titania:
«Mmmmm non sono molto convinta»
Leonora:
«Suvvia Titania, cosa potrà mai capitarci? Siamo i
Tre Demoni Bianchi, non c'è niente che non possiamo
affrontare! E poi ho seriamente bisogno di un letto dove
dormire!»
Kate:
«Se vuoi posso rimanere alzata io a fare la guardia questa
notte, se proprio non ti fidi»
Titania:
«Ok, mi avete convinto. Dirigiamoci verso questo
villaggio»
Leonora:
«Kate, ti devo un favore!»
Kate:
«Lo aggiungerò alla lista»
Leonora:
«Ma che antipatica!»
Le
due ragazze risero mentre Titania era immersa nei suoi pensieri. Il
gruppo salutò la Compagnia di Endo e si diresse verso il
villaggio di Adumio. Dovettero attraversare una folta foresta prima di
raggiungere il villaggio. Fortunatamente lungo il tragitto non
trovarono ostacoli di nessun tipo. Titania si tranquillizzò
leggermente. Una volta uscite dalla foresta, videro all'orizzonte il
villaggio. Sembrava un posto tranquillo. Però a circa 100
metri dal villaggio e per tutto il perimetro, c'erano delle strane
insegne a forma di 'X' piantate nel terreno, come a rappresentare il
territorio di proprietà del villaggio.
Titania:
«Strano che un villaggio così piccolo voglia
marcare così visibilmente il proprio territorio. Contando
anche il fatto che non mi sembra abbiano chissà quali
raccolti o mandrie»
Leonora:
«Magari son semplicemente dei fanatici, smettila di
preoccuparti inutilmente»
Titania:
«Scusami se ci tengo alle nostre vite!»
Kate:
«Non mi sembra il caso di litigare. Piuttosto andiamo a
chiedere a qualcuno se c'è una locanda in cui passare la
notte»
Le
tre ragazze arrivarono nel villaggio e videro che la gente era
silenziosa, camminando a testa bassa. Anche i bambini erano seduti e
tranquilli invece che correre e giocare spensierati.
Titania:
«Almeno qui sono tutti calmi e non dovrò alzare la
voce»
Kate
si avvicinò ad una giovane donna e chiese se c'era una
locanda che potesse ospitarle per la notte. La donna se ne
andò senza nemmeno guardarla in faccia.
Leonora:
«Certo che son parecchio maleducati... il tuo amico non aveva
detto che erano ospitali?»
Kate:
«Non è un mio amico, ci conosciamo appena! E
comunque sì, è abbastanza strano...»
Un'anziana
vecchietta si avvicinò alle ragazze per offrire loro aiuto.
Vecchia:
«Scusate... cercate per caso un alloggio dove passare la
notte?»
Kate:
«Sì signora, lei sa dove possiamo
trovarlo?»
Vecchia:
«Andate in fondo a questa strada... sulla destra troverete la
"Locanda delle Illusioni". Troverete senz'altro una stanza per passare
la notte»
Kate:
«La ringraziamo infinitamente signora, è stata
gentilissima!»
Vecchia:
«Se fossi in voi mi accamperei nella foresta qui vicino....
è sicuramente un luogo più sicuro».
Detto questo, l'anziana signora si allontano rapidamente.
Kate:
«Che strana vecchietta...»
Leonora:
«Poverina, non ci sta più con la testa»
Titania
era sempre più dubbiosa. Arrivate alla locanda, riuscirono a
prenotare una stanza. Il padrone diede loro le chiavi della stanza e
mentre stavano dirigendosi verso essa, egli fece una raccomandazione
alle tre sorelle: «Quando il sole sarà calato, non
uscite dalla vostra stanza per nessun motivo»
Titania:
«Cosa intende dire?»
Padrone:
«Questo villaggio.... E' MALEDETTO!»
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Capitolo 3 *** Il villaggio maledetto ***
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Titania:
«Ecco, la porta è chiusa a chiave. Dovremmo poter
stare tranquille ora»
Leonora:
«Secondo me ti stai preoccupando un po' troppo, Titania.
Magari quelle persone sono solo un po' stressate e quindi
straparlano»
Titania:
«Sorellina, dovresti sapere meglio di me che in questo mondo
non bisogna fidarsi di niente e di nessuno. Per questa sera
è meglio rimanere qui in questa stanza»
Leonora:
«Ma io sto sentendo i morsi della fame, non credo di poter
resistere!»
Titania
estrasse dalla sua sacca un sacchetto più piccolo contenente
delle bacche, le stesse che diede a Kate quella mattina:
«Ecco, possiamo mangiare queste. Ce ne sono in abbondanza per
tutte»
Leonora:
«... non riusciranno mai queste bacche a riempire il mio
stomaco! Morirò di fame, lo so....»
Titania:
«È meglio che non mangi troppo, rischieresti di
ingrassare. Sei la più carina del gruppo, se dovessi
ingrassare invece che 'Demone Avvenente' ti chiameranno 'Demone
Tondeggiante'»
Leonora:
«Non sei spiritosa, sorellona cara»
Titania:
«Suvvia, fattela una risata qualche volta!»
Kate:
«Silenzio voi due.... il sole è tramontato e
c'è del movimento in città»
Le
tre sorelle si affacciarono alla finestra della loro stanza, situata al
primo piano della locanda. Ciò che videro fu uno spettacolo
raccapricciante: l'intero villaggio era gremito di gente armata intenta
a ferirsi ed uccidersi a vicenda. Uomini adulti, anziani, donne,
bambini... tutti avevano almeno un'arma: coltelli, forconi, asce,
accette, balestre, spade, archi, pietre, bastoni.... ce n'era per tutti
i gusti. Uomini che accoltellavano a sangue freddo le loro donne.
Gruppi di bambini armati di armi contundenti che circondavano uomini e
donne, assaltandoli ripetutamente provocando tagli più o
meno profondi, fino a far morire le vittime dissanguate. Anziani che si
davano fuoco tenendo per mano dei bambini senza lasciarli fuggire.
Donne che tagliavano la testa ai loro mariti e ai loro figli. Ed
ancora, bambini che dai tetti armati di arco e balestre colpivano gli
anziani, più lenti ed indifesi, colpendoli alla testa o al
collo. Anziani che avvelenavano donne e bambini facendogli mangiare
torte avvelenate o direttamente la fiala di veleno. Uomini intenti ad
impiccare i propri figli. Le tre sorelle erano rimaste interdette.
Leonora:
«Ma che diavolo sta succedendo qui?»
Kate:
«Che spettacolo orribile...»
Titania:
«Deve essere la maledizione di cui parlava il
locandiere»
Improvvisamente
la porta della loro stanza cominciò a tremare. C'era
qualcuno fuori alla porta che voleva entrare con insistenza.
Titania:
«State indietro, me ne occupo io»
La
porta stava cedendo sotto i colpi incessanti di un'ascia. Si
aprì una fessura dalla quale le ragazze poterono
vedere il locandiere intento a dare colpi alla porta per
farla crollare.
Kate:
«Ma non era stato lui ad assicurarsi di non uscire dalla
stanza? Perché ora vuole attaccarci?»
Titania:
«Guarda i suoi occhi... sono spenti. Non è in se,
è come se stesse agendo inconsciamente»
La
porta cedette ed il locandiere si scagliò contro Titania,
facendo cadere la sua ascia sulla testa della ragazza.
Leonora:
«Attenta!»
Titania
afferrò l'ascia con le sue mani, fermando il colpo:
«Tsk, come se questo possa risultare un problema».
Subito dopo diede una sonora testata al locandiere che finì
a terra con la testa fratturata, in un lago di sangue.
Leonora:
«Uff, c'è mancato poco»
Kate:
«Di che ti preoccupi? La sorellona è
imbattibile!»
Improvvisamente
un sasso ruppe il vetro della finestra ed alcune schegge ferirono Kate
al bracco sinistro.
Titania
corse subito alla finestra per vedere chi fosse stato, mentre Leonora
provvide subito a medicare Kate. Fuori, di fronte alla locanda, c'era
un gruppo composta da tre bambini ed una bambina, tutti armati di
sassi, fionde e coltelli. Il gruppo iniziò a tirare tutto
ciò che aveva sotto mano, colpendo la bianca armatura di
Titania o sfiorandola. Bastarono pochi secondi per far spazientire la
ragazza che con un balzo li raggiunse. I bambini impugnarono i coltelli
e corsero verso Titania.
Titania:
«Che seccatura... se li colpisco rischierei di fargli molto
male. Non mi resta nient'altro da fare»
La
ragazza si voltò dando le spalle ai bambini e, rivolgendosi
verso la finestra, disse: «Ragazze, tappatevi le
orecchie!»
Leonora:
«No aspetta, non vorrai!»
Kate:
«È troppo tardi, finirai di medicarmi dopo.
Tappati le orecchie, presto!»
Le
ragazze si coprirono le orecchie. Titania fece un profondo respiro, si
girò e, mentre un bambino era saltato per accoltellarla alla
faccia, cacciò un urlo devastante. Lo spostamento d'aria
generato da quell'urlo fece sobbalzare all'indietro di svariati metri
quel povero bambino che si trovava a distanza estremamente ravvicinata
con Titania, oltre a fargli sanguinare le orecchie, il naso e gli occhi
a causa di lesioni interne. Gli altri bambini invece svennero. Nel
raggio di 10 metri tutti i vetri vennero frantumati, mentre nel raggio
di 2 metri, le abitazioni subirono danni ingenti. L'urlo si protrasse
molto più avanti, mettendo all'erta gli altri abitanti del
villaggio e facendo scappare gli animali nelle vicinanze. Uno stormo di
uccelli si levò dalla vicina foresta, fuggendo terrorizzato.
Titania:
«Ecco fatto, spero abbiano capito la lezione!»
Le
altre due sorelle si affacciarono, alterandosi contro la loro sorella
maggiore.
Leonora:
«Ma sei impazzita? Stavo medicando Kate, ti sembra il
modo!?»
Kate:
«Non era il caso di usare l'urlo del Demone, non
trovi?»
Titania:
«Beh, ma almeno così il problema è
stato risolto. Che c'è di male scusate?»
Kate:
«Potevi trovare un modo meno traumatico per risolvere la
questione... hai praticamente fatto una strage»
Titania:
«Veramente ho fatto fuori solamente il locandiere ed un
bambino che stava per accoltellarmi alla faccia... gli altri son solo
svenuti. Da quando sei così sentimentale, eh Kate? Non
sarà per via di quel tuo 'amico'?»
Kate:
«M-ma di c-che stai parlando!»
Titania:
«Ed allora perché sei diventata tutta
rossa?»
Kate:
«D-deve essere per via delle cure di Leonora!»
Leonora:
«Ma se ti ho semplicemente fasciato il braccio!»
Kate:
«.... ad ogni modo, guarda gli effetti del tuo urlo cara
sorellona!»
Un
folto numero di persone con aria poco amichevole si stava dirigendo
verso Titania.
Titania:
«Uff... ed io che volevo evitare di fare una strage»
Leonora:
«Aspetta... guarda, sta sorgendo il sole»
I
primi raggi dell'alba colpirono il villaggio ed i suoi abitati che
improvvisamente si fermarono e lasciarono cadere a terra le armi. Come
per magia i danni alle abitazioni vennero riparati: i vetri rotti
tornarono come prima, le travi ammaccate tornarono lisce e splendenti,
le case bruciate tornarono come nuove. In più, tutte le
persone che quella sera erano state brutalmente uccise o si erano
suicidate, tornarono in vita senza nemmeno un graffio.
Titania:
«Ma che sta succedendo qui....»
Leonora
vide che il locandiere si stava rialzando: la ferita alla testa era
sparita, come anche il sangue in terra e sui vestiti. Era come se non
fosse successo nulla.
Locandiere:
«Ah siete voi.... buongiorno. Spero abbiate riposato
bene», disse volgendo lo sguardo altrove.
Leonora,
in preda ad uno scatto d'ira, corse verso l'uomo e lo
afferrò per il collo, alzandolo pochi centimetri da terra:
«Buongiorno? Dormito bene? MA STAI FORSE
SCHERZANDO?»
Kate
si strinse il braccio sinistro e notò che le faceva ancora
male. Intanto Titania era tornata in stanza.
Titania:
«Leonora, lascialo andare. Il nostro amico qui deve spiegarci
molte cose. Dove possiamo parlare»
Leonora
lasciò andare l'uomo che cadde in ginocchio e tossendo
disse: «V...venite nel mio ufficio... vi
racconterò tutto...»
L'ufficio
del locandiere era in realtà una cantina. Lì
erano presenti vecchi libri e scartoffie varie.
Locandiere:
«Tutto iniziò due settimane fa. Il nostro era un
villaggio tranquillo ed ospitale. Non abbiamo mai fatto del male a
nessuno, anzi ci siamo sempre resi molto disponibili nel caso qualche
straniero venisse a farci visita.
Kate:
«Ed infatti il vostro villaggio ci è stato
consigliato da una persona della Compagnia di Endo»
Locandiere:
«Mi dispiace signorina, non abbiamo molti contatti con il
mondo esterno. Non conosco questa Compagnia di Endo»
Titania:
«Avete una foresta ed un ruscello nelle vicinanze, risorse ed
animali non vi mancano è normale che non abbiate motivo di
interessarvi al mondo che vi circonda. Continua pure»
Locandiere:
«È proprio come dice lei. Ad ogni modo, la nefasta
notte di due settimane fa accadde il misfatto: gli abitanti del
villaggio divennero particolarmente aggressivi e cominciarono ad
attaccarsi a vicenda, mietendo numerose vittime. Nessuno sembrava in
grado di agire liberamente, era come se qualcuno ci controllasse. Tutto
questo vortice di morte e distruzione continua fino al sorgere del
sole: quando le prime luci dell'alba colpiscono il villaggio, torniamo
ad avere il controllo di noi stessi. I danni causati vengono riparati
come per magia e chi è deceduto torna di nuovo in
vita»
Kate:
«Ma è terribile...»
Locandiere:
«E non è tutto, ora arriva la parte più
terribile: ognuno di noi mantiene il ricordo di ciò che
è successo! Sono due settimane che andiamo avanti ad
ucciderci a vicenda per poi ricordare tutto. È una vera
agonia!»
Kate:
«Poverini, provo pena per loro. Chi può essere
stato a fare una cosa tanto crudele?»
Titania:
«Il mondo è crudele, piccola Kate. Anche senza un
motivo, la gente può fare del male al suo prossimo. Prima
capirai questa cosa e prima riuscirai a vivere decentemente»
Kate:
«Ma non c'è niente che possiamo fare?»
Leonora:
«TROVATA!»
Tutti
si girarono verso la ragazza che improvvisamente aveva urlato,
apparentemente senza motivo.
Titania:
«Cosa hai trovato?»
Leonora:
«La maledizione che affligge questo villaggio!»
Kate:
«Dove hai preso quel libro che hai in mano?»
Leonora:
«Ehm... l'ho 'preso in prestito' dalla sezione proibita della
biblioteca reale del castello di Garlant. Sono sicura che non se ne
accorgerà mai nessuno, era lì a prender polvere!
Ad ogni modo... ecco qui. Mi sembrava di aver già sentito
questa maledizione... ed eccola qui: Proelium Decretorius. È
un'antica maledizione di tipo demoniaco, chiunque l'abbia lanciata deve
essere in grado di interagire col regno dei demoni. In pratica, al
calar delle tenebre, visto che i demoni odiano la luce del sole,
chiunque si trovi nel raggio della maledizione perde qualsiasi
sentimento umano e diventa simile ad un demone, non provando sentimenti
ma solo voglia di uccidere. Tutto ciò fino alla ricomparsa
del sole che inibisce momentaneamente la maledizione, facendo tornare
tutto alla normalità. La maledizione non agisce sui singoli
individui, bensì su di un'area»
Titania:
«Beh ma allora perché non vi allontanate dal
villaggio? Basterebbe questo per non essere più soggetti
alla maledizione, giusto?»
Leonora:
«Purtroppo non è così semplice.
Chiunque sia stato influenzato almeno una volta dalla maledizione,
è legato ad essa in modo indissolubile. Se prova ad
allontanarsi dall'area di azione della maledizione, viene carbonizzato
all'istante. Credo di capire a cosa servano quei cartelli a forma di
'X' poco distanti dal villaggio...»
Locandiere:
«Esatto signorina, ha indovinato. Abbiamo delimitato i limiti
su cui agisce la maledizione. Oltrepassando quel punto moriremo
all'istante, senza possibilità di salvarci o tornare in
vita»
Kate:
«Ma... questo vuol dire che siamo condannate anche
noi!?»
Leonora:
«Fortunatamente no, la maledizione colpisce solamente nel
momento in cui è stata lanciata. Presumo che foste tutti nel
villaggio quando successe»
Locandiere:
«Solamente alcuni di noi erano fuori a raccogliere della
legna... ricordo ancora che quella sera provarono a farci ragionare e
noi li uccidemmo brutalmente.... la mattina quando tornammo in noi fu
traumatico. Uno di quegli uomini fu ucciso proprio da sua moglie e suo
figlio, fu una tragedia. Ricordo ancora le lacrime di quella donna, non
smetteva di piangere...»
Titania:
«Ora capisco anche il comportamento degli abitanti del
villaggio e perché perfino i bambini non sono allegri e
spensierati»
Kate:
«Esiste per caso una cura?»
Locandiere:
«Purtroppo temo di no.... siamo destinati a questo girone
infernale per l'eternità»
Leonora:
«Ed invece no! Qui viene descritta una procedura per spezzare
la maledizione: basta eliminare tutti coloro colpiti dalla stessa! In
questo modo la maledizione scomparirà»
Locandiere:
«Non mi sta prendendo in giro signorina?»
Leonora:
«Leggi tu stesso!»
Locandiere:
«Ehm... purtroppo non so leggere, mi dispiace! Ma voglio
fidarmi! Ma chi può essere in grado di eliminare tutti gli
abitanti del villaggio? Perfino noi non arriviamo ad eliminarci
completamente a vicenda in una notte»
Titania:
«Ci penseremo noi tre!»
Locandiere:
«Voi tre signorine? Siete sicure di farcela contro tutte
quelle persone?»
Titania:
«Sicuramente non lo sai, vivendo in questo sperduto
villaggio, ma noi siamo i Tre Demoni Bianchi, dei mercenari fortissimi
ed assetati di sangue! Per noi sarà uno scherzo farvi fuori
tutti!»
Locandiere:
«Ah ecco! Non ho mai sentito quel nome, ma se dite
così mi fido! Bene, cosa possiamo fare per ringraziarvi del
vostro aiuto?»
Titania:
«Calma buon uomo, non vendere la pelle dell'orso prima di
averlo preso. Prima di tutto dobbiamo radere al suolo l'intero
villaggio! Dobbiamo avere un territorio di caccia privo di ostacoli, in
modo che nessuno possa nascondersi!»
Locandiere:
«Bene, andiamo nella piazza centrale, dobbiamo divulgare la
notizia a tutti!»
Una
volta nella piazza centrale, le tre sorelle parlarono a tutti gli
abitanti del villaggio lì riuniti. Inizialmente erano
abbastanza titubanti, ma poi grazie all'aiuto del locandiere, si
fidarono ed acconsentirono a stare al piano. Cominciò quindi
la demolizione del villaggio. Titania a mani nude riusciva a demolire
una casa, Leonora grazie alla sua magia riusciva ad incendiare
più abitazioni contemporaneamente, mentre Kate aiutava gli
altri uomini demolendo con martelli, asce e quant'altro. Riuscirono a
radere al suolo l'intero villaggio in tempo per la sera.
Locandiere:
«Non sappiamo come ringraziarvi... davvero, grazie per
l'aiuto che ci state offrendo»
Il
sole stava calando. Nella piazza si erano formati due gruppi: l'enorme
gruppo dei villici a sinistra e le nostre tre eroine sulla destra.
Locandiere:
«Oramai il sole sta calando... è quasi ora.
Speriamo di non farvi troppo male!»
Titania:
«Casomai è il contrario, non venite a lamentarvi
la mattina di come vi abbia fracassato la testa!»
Ci
fu una risata generale.
Locandiere:
«Bene, è giunta l'ora. Ci vediamo in mattinata...
in bocca al lupo e... grazie!»
Il
sole era calato. Gli occhi dei villici si erano spenti ed il loro
atteggiamento divenne aggressivo.
Titania:
«Ci siamo... mi raccomando, non trattenetevi. Nessuna
pietà!»
«Ricevuto!»,
dissero le altre due in coro.
La
battaglia si scatenò. Titania era irrefrenabile: uccideva a
destra e a manca, divertendosi. Leonora carbonizzava tutti coloro che
le venivano contro, mentre Kate si occupava della gente sui tetti.
Tutto stava filando liscio: un massacro a regola d'arte.
Kate:
«E questo è l'ultimo!», la ragazza
scoccò una freccia che si impiantò proprio nella
fronte del locandiere.
Leonora:
«Finalmente è tutto finito! Abbiamo sconfitto la
maledizione»
Nell'udire
quelle parole, Titania si accorse troppo tardi dell'enorme sbaglio che
avevano fatto. Il sole spuntò ed illuminò le
macerie ed i corpi senza vita dei villici. Ma non succedeva nulla.
Kate:
«Un momento... come mai non tornano in vita?»
Leonora:
«Già, è strano.... eppure abbiamo
seguito le istruzioni alla lettera! Che sta succedendo?»
Kate:
«Forse abbiamo commesso qualche errore?»
«Nessun
errore» disse Titania seriamente, «Abbiamo
semplicemente sconfitto la maledizione. E visto che non c'è
più la maledizione, non possono più tornare in
vita»
Kate:
«Che... che cosa abbiamo fatto....»
Leonora:
«... dannazione! Perché non mi è venuto
subito in mente? Dannazione, dannazione, dannazione!», la
ragazza era in ginocchio, tirando pugni al terreno.
Titania:
«Forza ragazze... non è il momento di farsi
prendere dai sentimentalismi. Qui non abbiamo più niente da
fare. Prendiamo le nostre cose ed andiamocene. Proseguiamo
verso Tamuril»
Kate:
«Ma Titania...»
Titania:
«Niente 'ma'. Coraggio, muoviamoci»
Titania
cominciò ad avviarsi, lasciando indietro le sorelle.
Kate:
«Forza Leonora, alzati.... Titania ci sta lasciando
indietro»
Leonora:
«... a volte la invidio davvero tanto. Vorrei avere io il suo
carattere freddo e distaccato. Come fa a rimanere così
impassibile di fronte a quanto abbiamo fatto?»
Kate:
«È la nostra maledizione. D'altronde abbiamo
deciso tutte insieme di diventare dei mercenari ed ora non possiamo
lamentarci»
Leonora:
«Hai ragione... dai raggiungiamola»
Le
tre sorelle ripresero il cammino verso la loro meta: Tamuril. Quando
furono abbastanza lontane, il villaggio ed i suoi abitanti cominciarono
a sparire pian piano. Nel giro di pochi minuti, quelle terre tornarono
vuote, come se non ci fosse mai stato nessun villaggio. Era come
se Adumio non fosse mai esistito.
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Capitolo 4 *** Il grande problema di Tamuril ***
Mancava
ormai poco all'arrivo a Tamuril e sia Kate che Leonora erano taciturne,
tristi ed affrante, ripensando a ciò che era successo al
villaggio di Adumio.
Titania:
«Beh, che cosa vi prende? Siete state zitte per tutto il
viaggio. Vi ho lasciato fare, ma ora basta, non rattristatevi!
È vero, abbiamo fatto una strage che avremmo potuto evitare,
però così non saremmo state in grado di annullare
la maledizione. Pensateci: è meglio aver dato la pace eterna
a quella povera gente o lasciarli in un limbo infinito costretti a
soffrire in eterno? Secondo me abbiamo fatto la scelta
migliore»
Leonora:
«Ma quelle povere persone innocenti.... si sono fidate
ciecamente di noi. E noi... non siamo state in grado di
salvarle...»
Kate:
«O forse loro avevano previsto fin dall'inizio come sarebbe
andata, però non ci hanno detto nulla. Forse volevano
veramente farla finita, smettere di soffrire a quel modo»
Titania:
«Kate ha ragione. Probabilmente si erano accorti di tutto e
ci hanno lasciato fare ugualmente per raggiungere la pace
eterna»
Leonora:
«Forse avete ragione....»
Titania:
«Certo che abbiamo ragione!»
Leonora
sembrava più sollevata. Si ripromise di non prendere
più decisioni alla leggera, ma di ponderare bene sulla
giusta decisione da prendere.
«Guardate!»,
disse Kate correndo, precedendo Titania.
Titania:
«Siamo arrivate... questa è Tamuril!»
Davanti
a loro si prestava uno spettacolo magnifico: Tamuril, il secondo
più grande feudo di tutto Gatam. La città era
costruita in argilla con tetti in mattone, nulla a che vedere con le
capanne di legno di Garlant. Il mercato era una cosa fantastica, pieno
di bancarelle che vendevano oggetti e cibo provenienti da diversi
villaggi. Ma il pezzo forte era il palazzo imperiale che sovrastava
tutto con la sua imponenza.
Titania:
«Ragazze, direi di recarci subito a palazzo per avere udienza
con re Tolomeo e...»
«I
TRE DEMONI BIANCHI!»
Un
ragazzo urlò a squarciagola quando le vide, attirando subito
una folla di curiosi che cominciò a fare domande come di
rito.
«Ma
è vero che Titania può sollevare fino a 1000
kg?»
«Leonora
sei bellissima, sposami ti prego!»
«Kate,
riusciresti a colpire una formica da un km di distanza?»
Leonora:
«Scusateci, andiamo di fretta»
Kate:
«Volevamo chiedere udienza al re»
«Ma
il re non riceve così, senza preavviso. Dovete scrivere una
lettera per chiedere udienza ed aspettare una sua risposta»
«Già,
anche se siete i Tre Demoni Bianchi, non credete che avrete un
trattamento speciale»
«Io
la mia lettera l'ho mandata tre anni fa e sto ancora aspettando una
risposta!»
«Per
loro il re farà un'eccezione»
Una
guardia imperiale irruppe in mezzo alla folla, seguita da altre guardie
imperiali.
Guardia:
«Il re vorrebbe avervi a palazzo per un'udienza, è
estremamente importante»
Titania:
«Bene, era proprio quello che volevamo. Solo una cosa non mi
convince... come facevate a sapere che eravamo in città? Non
sarà mica una trappola?»
Guardia:
«Nessuna trappola. Il mago di corte, Menémago,
può vedere tutto, è un divinatore eccezionale. Ha
previsto il vostro arrivo, ecco perché siamo qui»
Titania:
«Sareste potuti arrivare anche un po' prima, ci saremmo
risparmiate questa scenetta patetica con questi villici»
«Hey
attenta a come parli tu! Chi ti credi di essere?»
Titania:
«VIENI A DIRMELO IN FACCIA SE NE HAI IL CORAGGIO!»,
tuonò la ragazza.
La
folla si dileguò impaurita.
Leonora:
«Avresti potuto urlare prima, eheh»
Guardia:
«Bene, visto che abbiamo risolto la seccatura, vi prego di
seguirci»
Il
corteo imperiale scortò le tre sorelle fin dentro al
castello, nella sala del trono. La sala era lussuosissima, con tappeti
pregiati, tende di velluto, quadri e stendardi. Il trono era rivolto
nella direzione opposta del centro della sala. Un piccolo uomo pieno di
folti capelli castani che gli coprivano il viso, era lì
vicino: «Sire, sono arrivate».
«Grazie
Menémago, gira pure il trono». Il piccolo uomo
eseguì l'ordine. Sul trono era seduto un uomo non troppo
anziano, ma con barba, baffi, sopracciglia e capelli completamente
bianchi. Sembrava un uomo forte per la sua età, con un
fisico ben scolpito. I suoi occhi neri infondevano una sensazione di
paura ed inferiorità. Egli era re Tolomeo, uno dei
più grandi re di tutto Gatam.
Tolomeo:
«Ben arrivate, mie dolci ospiti. Sono desolato per avervi
convocato qui in fretta e furia, ma la situazione è
abbastanza critica»
Titania:
«Non dovete preoccuparvi, avevamo comunque intenzione di
chiedervi udienza per sapere se c'era qualcosa che potevamo fare in
cambio di denaro»
Tolomeo:
«È proprio quello che vorrei proporvi!»
«Ma
se ha con se un indovino, non doveva già sapere che volevamo
chiedergli udienza per un lavoro?», bisbigliò Kate
a Leonora, la quale ridacchio.
Menémago:
«Smettetela di confabulare voi due, può capitare
che faccia degli errori, non sono infallibile!»
«Chiedo
scusa per l'indisponenza delle mie due sorelle», disse
Titania lanciando un'occhiataccia alle due ragazze, facendole
rabbrividire.
Tolomeo:
«Non ha importanza, Menémago non se l'è
mica presa. E poi ci sono questioni più importanti da
discutere»
Titania:
«Vi ascoltiamo, procedete pure»
Tolomeo:
«Come ben saprete e avete avuto modo di vedere, Tamuril
è un grande feudo. Il suo mercato ha merci provenienti da
diversi villaggi, limitrofi e non. Il sostentamento di Tamuril si basa
principalmente sul commercio: senza di esso, il feudo se la passerebbe
veramente male. Qual è il problema quindi? Semplice: gli
orchi! Da qualche tempo, un gruppo di orchi provenienti dalla catena
montuosa di Kulas, sta razziando e distruggendo le risorse
destinate a Tamuril dei villaggi vicini: distruggono i campi, decimano
il bestiame, si cibano perfino degli agricoltori e allevatori stessi!
È veramente un terribile cataclisma, a lungo andare saremo
costretti ad allontanare la gente del feudo altrimenti non ci sarebbe
abbastanza cibo per tutti»
Kate:
«Perdonate l'intromissione e l'insolenza, ma non basterebbe
inviare delle truppe per fermarli?»
Tolomeo:
«Credi che non ci abbia già pensato? Ho inviato
truppe su truppe, ma nessuno riesce a fermare quegli orchi. Credo
abbiano qualcosa di diverso... ma non so dire cosa»
Leonora:
«E cosa vi fa pensare che noi possiamo fermarli?»
Tolomeo:
«Ragazza, credi davvero che sia così sprovveduto?
Voi siete i Tre Demoni Bianchi, conosciute in lungo e in largo. Le
vostre gesta sono oramai delle leggende. Avete addirittura ucciso un
drago, solo voi tre. Noi per uccidere un drago abbiamo dovuto unire gli
eserciti di Tamuril e Cornelia, ricevendo comunque copiose perdite. Vi
prego, siete la nostra unica speranza....»
Menémago:
«È la prima volta che il nostro re Tolomeo
supplichi qualcuno. Come potete vedere, la situazione è
veramente disperata. Verrete lautamente ricompensate se è
questo che vi preoccupa»
Titania:
«Accettiamo l'incarico! Rispediremo quegli orchi a calci
nelle loro montagne desolate!»
Tolomeo:
«Che notizia magnifica! Bene, vi darò i dettagli
del piano». Il re batté le mani ed una guardia
portò una mappa della zona, proseguendo con: «Come
potete vedere, questa è la mappa del territorio intorno a
Tamuril. Fin'ora gli orchi hanno razziato le risorse di Rabastra,
Neptunia e Zagaria, proseguendo sempre verso ovest. La prossima in
lista è Calladio. E qui c'è un problema ancora
più grande: tra qualche giorno dovrebbe presentarsi
lì la Compagnia di Endo, è una compagnia che
usiamo per effettuare degli scambi commerciali con le città
lontane e vicine. L'avevamo mandata a prendere delle provviste alla
città di Valicus ed ora dovrebbero andare a prendere il
restante carico a Calladio. Se però dovessero arrivare
lì e trovare gli orchi, l'intero carico sarà
perduto, rappresentando un'enorme perdita per Tamuril. E questo non
possiamo assolutamente permetterlo. Posso mettervi a disposizione
cavalli, uomini, armi.... chiedete e vi sarà dato. Qualsiasi
cosa pur di fermare quegli orchi»
Kate
cominciò ad innervosirsi: "La Compagnia di Endo.... dove
c'è anche Marcus... non posso permettere che gli capiti
qualcosa di male!", pensò.
Titania:
«Abbiamo avuto modo di incontrare la Compagnia di Endo,
sappiamo quanto sia importante il loro lavoro. Allora, per prima cosa
ecco cosa faremo: noi tre andremo a Calladio per prime. Ci serviranno
cavalli forti, robusti e resistenti per portare noi e le nostre
armature, cavalli in grado di portare oltre 200 kg di peso»
Tolomeo:
«Modestamente la nostra scuderia ha una parte speciale di
cavalli di razza, addestrati appositamente per guerrieri d'elite
appartenenti alla guardia imperiale di Cornelia con il compito di
difendere l'imperatore. Questi stalloni sono forti, decisi, resistono a
pesi e pressioni estreme, riuscendo comunque ad essere veloci. Avrete
tre di quei cavalli. Serve altro?»
Titania:
«Perfetto, in questo modo noi saremo le prime ad arrivare e
potremmo scontrarci direttamente con gli orchi. Ad un giorno di
distanza dalla nostra partenza, invierete una seconda spedizione
formata da 10 guardie scelte insieme ad una carovana di provviste
imperiali. Se tutto va come previsto, dovrebbero arrivare dopo che
avremmo sconfitto gli orchi, così da poterci ristabilire
senza togliere le preziose risorse destinate al mercato di Tamuril.
Qualche obiezione?»
Tolomeo:
«Nessuna, son ben disposto a separarmi da qualche mia
provvista personale, pur di salvare il mio regno ed il mio popolo.
Quando avete intenzione di partire?»
Titania:
«Immediatamente! Non c'è tempo da perdere, prima
arriviamo e meglio sarà»
Tolomeo:
«Perfetto, vi faccio preparare i cavalli. Quando sarete
pronte, recatevi ai cancelli di ingresso di Tamuril, troverete
ciò che avete chiesto»
Titania:
«Vi ringraziamo re Tolomeo. Ci rivedremo tra qualche giorno.
Non vi preoccupate, tutto si sistemerà per il
meglio»
Le
tre ragazze non persero tempo e, dopo aver mangiato qualcosa alla
taverna del paese, si presentarono ai cancelli di Tamuril dove le
attendevano tre stalloni purosangue: Diablo, Fenrir e Luna. Diablo era
uno stallone possente ed imponente: con un manto nero come la notte e
gli occhi rossi come il sangue, sembrava un cavallo dell'oltretomba.
Poteva trasportare tranquillamente 500 kg senza accusare nessun
fastidio e raggiungere contemporaneamente la velocità di 30
km/h. Fenrir deve il suo nome al re dei lupi: aveva un manto argenteo
che brillava nella notte, insieme ai suoi occhi gialli. Riusciva a
trasportare sui 200 kg senza sforzo, raggiungendo i 50 km/h. Era
più debole di Diablo, ma sensibilmente più
veloce. L'ultima, Luna, era una cavalla dal manto bianco, con gli occhi
azzurri. Poteva trasportare solamente 150 kg senza sforzo ed arrivare
ad una velocità di 40 km/h. A differenza degli altri due
però, riesce a resistere per molto più tempo
sotto sforzo, andando avanti anche per giorni senza mangiare.
Titania
e Diablo si guardarono intensamente e.... improvvisamente si diedero
una testata. Entrambi non fecero una piega, quindi la ragazza disse:
«Ho trovato il mio destriero» e montò in
sella. Leonora era affascinata dal manto di Fenrir che lo fissava senza
dire una parola. Il cavallo le si avvicinò e si
chinò, come fosse un invito a farla salire. Anche Leonora
aveva trovato il suo destriero. Rimanevano solo Luna e Kate, che
esclamò: «Sei rimasto solo tu». La
cavalla nitrì indispettita.
Kate:
«Ah ma sei una femmina! Avevano detto che ci avrebbero dato
degli stalloni... scusa mi dispiace». La cavalla
sfregò il suo viso con quello di Kate che
ridacchiò: «Sembri simpatica, vuoi essere il mio
destriero?». La cavalla nitrì forte.
Kate:
«Ok allora... andiamo!» e saltò in
sella. Le tre ragazze erano pronte e partirono alla volta di Calladio.
I cavalli erano veloci e non si lamentavano del peso che stavano
trasportando.
Titania:
«Che velocità! Di questo passo arriveremo a
Calladio prima di sera, giusto in tempo per preparare una strategia
contro questi orchi»
Leonora
si era addormentata sul soffice manto di Fenrir.
Kate:
«Ma guarda quella... riesce a dormire anche mentre sta
galoppando!»
Luna:
«Hhhhiiiiiiiiii»
Kate:
«Sei d'accordo con me anche tu vero? Eheh»
La
cavalcata procedette senza intoppi e finalmente le tre sorelle
arrivarono nel villaggio di Calladio. Le persone, vedendo Diablo,
temettero che fossero arrivati degli invasori e diedero l'allarme.
«A-andate
v-v-ia!» urlò un contadino mentre puntava un
forcone verso Diablo e Titania.
Titania:
«Non abbiate paura, non siamo degli invasori. Siamo stati
mandati qui da re Tolomeo per impedire agli orchi di radere al suolo
anche questo villaggio»
Contadino:
«Orchi?»
Titania:
«Sì, non siete stati avvertiti? Degli orchi stanno
facendo razzia nei villaggi vicini, il prossimo bersaglio siete voi,
quindi il re....»
Contadino:
«ORCHI! E STANNO ARRIVANDO QUI! SI SALVI CHI PUO'!»
Ci
fu un trambusto generale di gente che scappava in maniera confusa e
disordinata.
Titania:
«Ora capisco perché il re non aveva divulgato la
notizia....»
Diablo
scosse la testa.
Leonora:
«.... ehm yaaaaaawwnnnn siamo già
arrivati?»
Kate:
«Ben svegliata, eh?»
Luna:
«Hhhhhhiiiiiiiii»
Leonora:
«Cosa mi son persa?»
Titania:
«La grande fuga degli abitanti di Calladio. Ora il villaggio
è completamente nostro!»
Leonora:
«Bene, possiamo fare baldoria allora!»
Kate:
«Leonora sei incorreggibile... presto, mettiamo i cavalli
nella stalla e pensiamo subito ad una strategia di difesa»
Leonora:
«.... sei proprio antipatica, sai?»
Fenrir
sbuffò.
Dopo
aver sistemato i cavalli nella stalla, le tre sorelle entrarono in una
capanna ed iniziarono a discutere su di una possibile strategia.
Titania:
«Allora, cosa sappiamo degli orchi?»
Leonora:
«Io li ho studiate: generalmente sono stupidi, ma abbastanza
intelligenti da poter parlare e fare dei semplici ragionamenti. Non
sono così stupidi da invadere il territorio degli umani per
esempio»
Titania:
«Esatto e questo è già il primo punto
che non mi torna: perché una banda di orchi dovrebbe
invadere i nostri territori? Continua pure Leonora»
Leonora:
«Seconda cosa, la loro forza: un orco in media ha
l'equivalente di forza di 5-6 uomini adulti. Gli esponenti
più forti possono raggiungere le 8-9 volte. Ma anche
così i conti non tornano: supponendo di avere un gruppo di
10 orchi, inviando un piccolo esercito che li indebolisca dalla
distanza e poi dia il colpo di grazia nel combattimento ravvicinato,
non dovrebbero esserci problemi nello sconfiggerli»
Titania:
«Esatto anche qui. Mi sono meravigliata quando re Tolomeo ha
detto che non sono riusciti a farli fuori... che si tratti di orchi
anormali?»
Leonora:
«Non è da escludere. Visto che non sappiamo con
che tipo di orchi avremmo a che fare, direi di ideare una strategia
basata sull'effetto sorpresa. Titania, tu costruirai delle trappole
intorno al perimetro del villaggio in modo da rallentarli; io
piazzerò delle trappole magiche nel villaggio facendo in
modo che si attivino solo sugli orchi, mentre tu Kate sarai di vedetta
sulla collina qui vicino ed attaccherai a distanza. Siete
d'accordo?»
Titania:
«Un piano impeccabile, non conoscendo il numero e la forza
dei nostri avversari, puntare sull'effetto sorpresa è la
cosa migliore. Bene direi di...»
Kate:
«Credo che il tuo piano non si possa attuare.... ho sentito
un rumore»
Le
tre sorelle uscirono dalla capanna e videro avvicinarsi in lontananza
delle oscure figure.
Kate:
«Distinguo chiaramente sette individui... sì sono
sette orchi»
Leonora:
«C'è qualcosa che mi turba.... riesco a captare
qualcosa nell'aria, ma non riesco a capire cosa»
Titania:
«Qualunque cosa sia, tenete gli occhi bene aperti. Anche se
sono solamente in sette, non dobbiamo abbassare la guardia»
I
sette orchi si fermarono improvvisamente.
Titania:
«Beh? Perché non si muovono
più?»
Kate:
«Forse ci stanno studiando?»
Leonora:
«Lo escluderei, gli orchi sono troppo stupidi per studiare i
propri avversari e decidere delle strategie»
Titania:
«HEY VOI! VENITE QUI SE NE AVETE IL CORAGGIO!»
Leonora:
«Non credo sia il caso di indispettirli in questo
modo....»
Titania
si voltò verso Leonora e disse: «Non conosco altri
modi per attirare l'attenzione del nem...»
Un
grosso masso colpì in pieno Titania, facendola volare contro
la capanna, distruggendola parzialmente.
«TITANIA!»
urlarono all'unisono le altre due ragazze.
Leonora:
«Sono incredibilmente forti e veloci per essere degli orchi!
Titania si è distratta solo un secondo»
Kate:
«Stai attenta, ne stanno arrivando degli altri!»
Le
due ragazze riuscirono ad evitarli tutti. Uno, però, stava
cadendo proprio sulla capanna dove era rimasta sepolta Titania. Una
forte onda d'urto fece volare via i detriti ed una mano
disintegrò quel masso. Era Titania che si era ripresa dal
colpo ricevuto poc'anzi. Un rivolo di sangue scendeva lentamente dalla
sua fronte, fino ad arrivare alla bocca. Titania lo leccò
con la sua lingua: «Però, niente male questi
orchi. Penso che mi divertirò». Impugnò
la sua Bastard Sword e si buttò all'attacco. Gli orchi,
vedendo che Titania veniva loro contro, si divisero formando coppie da
due ed andando ogni coppia contro una delle ragazze. Un solo orco
rimase sulle retrovie a guardare.
Leonora:
«Strategie di gruppo? Ma non è possibile! Di
solito gli orchi attaccano in branco, senza dividersi tra gli
avversari!»
Kate
cercava di colpire i suoi avversari, ma questi si muovevano troppo
velocemente: «Accidenti, sono più agili di quanto
credessi!»
Leonora:
«Altra anomalia... gli orchi sono forti, non agili!
C'è veramente qualcosa di strano in questi esseri....
vediamo come se la cavano con il fuoco, il loro nemico
naturale!». La ragazza iniziò ad attaccare con
magie basate sul fuoco. Lanciò prima delle palle di fuoco
che furono opportunamente schivate. Passò poi ad un muro di
fuoco per proteggersi. Qui però assistette ad una cosa che
mai avrebbe pensato di assistere in vita sua: un orco saltò
attraverso la barriera di fuoco, superando la paura e facendosi giusto
qualche ustione superficiale sull'armatura di pelle che indossava.
Leonora poté vedere in faccia quell'orco: aveva la pelle
completamente nera e gli occhi rosso sangue, con delle lacrime di
sangue che scendevano fino alle guance. La ragazza era paralizzata
dallo stupore. L'orco le diede una sberla e la fece volare a pochi
metri lontano da lì. Anche Kate non se la passava bene,
costretta ad indietreggiare sempre di più fino a raggiungere
un punto morto. Decise quindi di utilizzare una bomba fumogena per
potersi coprire la fuga, ma quegli orchi non ci cascarono e riuscirono
a catturarla. Uno di questi la teneva per la vita, nella sua enorme
mano. L'unica che riusciva a tenergli testa, seppur con qualche
difficoltà, era Titania. Malgrado i suoi colpi di spadone,
gli orchi continuavano ad attaccare, senza sentire il dolore. Leonora
venne presa per una gamba e trascinata verso l'orco che era rimasto in
disparte.
Leonora:
«Quello deve essere il loro capo... vogliono offrirmi in
sacrificio!»
Kate:
«Dannazione, non riesco a muovermi!»
Titania:
«Maledetti, ma perché non vanno giù?
Eppure li sto colpendo con tutta la mia forza!»
Un
orco riuscì a fare uno sgambetto a Titania che cadde in
ginocchio. Quando alzò la testa, vide che l'altro orco stava
per colpirla con una mazza chiodata.
«HHHHHIIIIIIIHHHHHIIIIIIIII»
Un
nitrito fece fermare l'attacco dell'orco che si girò dalla
direzione da cui proveniva.... venendo colpito fortemente da uno
zoccolo. Questo colpo lo fece allontanare di alcuni passi finendo per
cadere a terra.
Titania:
«Diablo? Cosa sei venuto a fare?». Il cavallo non
mosse un muscolo, continuando a fissare il nemico. La ragazza si rimise
in piedi, asciugandosi il sudore dalla fronte e disse:
«Così vuoi combattere al mio fianco eh?»
Diablo:
«PPPPPRRRRRFFFFF HHHHIIIIIIIII»
Titania:
«Bene, allora... fatevi sotto!»
Dall'altra
parte, Kate era ancora a battere le mani sulla mano dell'orco, nella
speranza che la lasciasse andare: «Lasciami, lasciami,
lasciami andare stupido orco!»
«HHHHIIIIIIIIII»,
un calcio ben assestato e l'orco mollò la presa.
Kate:
«Luna! Sei venuta a salvarmi, grazie!»
Luna:
«HHHIIIIIII!»
Kate:
«Bene, ti mostrerò quanto può essere
temibile un'arciere a cavallo!». La ragazza saltò
in sella a Luna e cominciò a scoccare frecce intorno ai due
orchi, mentre la cavalla galoppava a gran velocità. Dopo
aver formato un cerchio di frecce, Kate urlò:
«CRYSTAL NET!». Non appena finì di
pronunciare quelle parole, una rete di cristallo intrappolò
i due orchi. «Visto Luna? Anch'io mi intendo un po' di magia!
Se ne staranno buoni per un po'»
Luna:
«Hhhhhhiiiiiiii»
Leonora:
«Lasciami andare, brutto orco puzzolente! Mi stai rovinando
tutto il vestito!»
L'orco
buttò la ragazza davanti al suo capo. Il grosso e possente
orco la guardava intensamente con i suoi occhi iniettati di sangue.
Stava per colpirla con la sua mazza, quando improvvisamente si
sentì un urlo.
«HHHHHIIIIIUUUUUUU»
Sembrava
un verso di un lupo.... ma anche quello di un cavallo! Era Fenrir, il
cui manto brillava intensamente sotto i raggi lunari. Con un calcio
allontanò il possente orco e portò in salvo
Leonora in un posto sicuro.
Leonora:
«Grazie per avermi salvata Fenrir»
Fenrir:
«PPPPAAAARRRFFFF»
Leonora:
«Sai... sei veramente strano per essere un cavallo! Ad ogni
modo, ho capito cos'è capitato a questi orchi»
«Leonora!
Stai bene?», Kate arrivò galoppando.
Leonora:
«Sì sto bene anche se me la sono vista brutta,
fortuna che è arrivato Fenrir a salvarmi.... tu invece come
te la sei cavata?»
Kate:
«Anche io me la stavo vedendo brutta, ma poi è
arrivata Luna che mi ha liberata dalla morsa di quell'orco. Grazie al
Crystal Net son riuscita ad intrappolarli!»
Leonora:
«E brava la mia sorellina! Hai visto che quelle lezioni di
magia non sono state una perdita di tempo?»
«Ragazze,
tutto bene?», anche Titania si riunì al gruppo.
Kate:
«Titania! Per fortuna stai bene... che fine hanno fatto i
tuoi avversari?»
Titania:
«Ah li ho sistemati, è stato facile»
«HHHHHIIIIIII»,
replicò Diablo, quasi disarcionando Titania.
Titania:
«Hey hey, calmati. Sì, lui mi ha dato una
mano»
Diablo
scosse la testa contrariato.
Leonora:
«Comunque ragazze, ho capito cosa affligge questi orchi: sono
vittime di un incantesimo chiamato Insania Vena. Questo incantesimo
aumenta in maniera spropositata l'afflusso e la quantità di
sangue nel corpo. Ecco perché hanno tutto quel sangue negli
occhi, non riuscendo neppure a contenerlo completamente. Solitamente
questo incantesimo uccide il bersaglio su cui viene lanciato, non
riuscendo l'organismo a gestire quelle enormi quantità di
sangue. Però se lanciato su un bersaglio particolarmente
robusto e resistente come appunto un orco, potrebbe funzionare, creando
dei super guerrieri: il costante afflusso di sangue al cervello ed al
resto del corpo, li rende veloci e pericolosi. Fortunatamente esiste
una cura: basterà lanciare un incantesimo di ghiaccio per
bloccare momentaneamente l'afflusso di sangue ed annullare
così l'incantesimo. Mentre io vado ad occuparmi degli orchi
che avete messo fuori combattimento, voi sistemate gli altri»
Titania:
«Sarà uno scherzetto, vero Diablo?»
Diablo
non fece una mossa.
Titania:
«Eddai, stavo scherzando prima, non te la sarai mica
presa?»
Diablo:
«Ppprrfff»
Kate:
«Andiamo a prendere quei bruti! Sei pronta Luna?»
Luna:
«HHHHHIIIIIIIIII»
Le
due ragazze, grazie all'aiuto dei propri destrieri, affrontarono senza
difficoltà i due rimanenti orchi.
Titania:
«Bene, resta solo il capo... questo me lo voglio prendere io
da sola. Non te la prendere Diablo».
Il
cavallo sembrò capire. Non appena la ragazza scese, si
allontanò silenziosamente.
Kate:
«Fagli vedere chi sei Titania!»
Il
combattimento iniziò quasi istantaneamente: lo spadone di
Titania e la mazza chiodata dell'orco si scontrarono più e
più volte, senza che nessuno ebbe la meglio. L'orco allora
diede un forte pestone al terreno, facendolo tremare. Titania non
riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde all'indietro. L'orco
ne approfittò subito colpendola in testa con la sua mazza.
«.....
tsk, ora sei scoperto!», Titania contrattaccò
dando un sonoro pugno direttamente in faccia all'orco. Il colpo di
mazza chiodata ricevuto però, era particolarmente forte e la
ragazza cadde a terra frastornata. L'orco si accarezzo lievemente la
guancia colpita dal pugno, alzò nuovamente la mazza
chiodata, pronto a colpire con tutta la forza che aveva in corpo. I
cavalli erano troppo lontani per poter intervenire, mentre Kate non
sarebbe riuscita a colpirlo in tempo con una delle sue frecce.
«TORMENTA
ABISSALE!»
Dal
terreno sotto all'orco si levò una tormenta che lo
investì in pieno, congelandolo all'istante.
Leonora:
«Ops, forse ci sono andata pesante»
Titania:
«L'avrei sistemato anche da sola»
Leonora:
«Un semplice grazie è più che
sufficiente. Non avresti comunque potuto batterlo, era troppo potente
in quello stato. Però sono rimasta impressionata, sei
riuscita a colpirlo con un pugno in pieno viso!»
Orchi:
«Capo! Come staiiiii? Perché essere diventato
ghiacciolo?»
Leonora:
«State tranquilli, domani mattina starà
già meglio. Che ne dite ora di andarci a fare una bella
dormita? Siamo tutti stanchi»
Orchi:
«Noi d'accordo»
È
notte fonda. Umani ed orchi dormivano sotto lo stesso tetto, nella
capanna del capo villaggio, abbastanza grande per ospitarli tutti. Ma
c'era qualcuno che non riusciva a prendere sonno.
«Non
sono riuscita a batterti.... ed ora sei un pezzo di ghiaccio. Mi
basterebbe un solo pugno per mandarti in frantumi.
DANNAZIONE!». Titania tirò un pugno al terreno per
la rabbia: «Perché non sono più forte?
Come spero di difendere le mie due sorelle in questo stato? Io... devo
diventare più forte, devo proteggerle. L'ho promesso alla
mamma....»
La
notte passò e finalmente giunse il giorno. Gli abitanti del
villaggio cominciarono a riavvicinarsi al villaggio.
Contadino:
«Hey guardate gente! Qui c'è un orco surgelato! Mi
basterà un solo colpo per farlo fuori, state a
guardare»
«Prova
solo a sfiorarlo e sei morto». Da dietro la lastra di
ghiaccio comparve Titania. Era stata sveglia tutta la notte a fare la
guardia all'orco. Il povero contadino fuggì impaurito.
Capovilaggio:
«Finalmente se ne sono andati tutti, che bello tornare a
casa!», ma non appena aprì la porta di casa, si
trovò davanti a se un orco.
Capovillaggio:
«UN ORCOOOOO SI SALVI CHI PUO'!»
Ricominciò
il caos del giorno prima.
«FERMI
TUTTI!» tuonò Titania. I villani si bloccarono per
la paura. Titania spiegò a tutti la situazione e finalmente
si calmarono. Il capo villaggio fu contrariato che degli orchi abbiano
dormito in casa sua, ma bastò qualche moneta d'oro per
fargli cambiare idea. Giunse di nuovo la sera ed arrivarono le
provviste ed i rinforzi richiesti da Titania. Nel frattempo il capo
degli orchi si era finalmente scongelato.
Titania:
«Finalmente sei uscito da quella prigione di
ghiaccio»
«Yaaaaaaa
libero finalmente! Grazie umana per vegliato su di me. Mio nome
è Ogretto. Come fare per ricompensare te per aver salvato me
e miei uomini da incantesimo cattivo?»
Titania:
«Un modo ci sarebbe... però vieni, andiamo a
mettere qualcosa sotto i denti. Dobbiamo rimetterci in forze!»
Lo
stomaco di Ogretto brontolò: «Già avere
tu ragione. Si mangia!»
Quella
sera venne organizzato un bel banchetto, con tanto di balli e musica.
Gli orchi e la gente si divertivano e riuscivano a coesistere
pacificamente.
Contadino:
«Allora non sono vere le storie su voi orchi, che siete
cioè dei mostri assetati di sangue!»
Orco:
«Assetato sangue io? No, io mangiare foglie di albero ed
erba»
Contadino:
«Un orco vegetariano... non l'avrei mai detto! Se vuoi posso
darti qualche verdura del mio orto, ci stai?»
Orco:
«Non vedere l'ora di assaggiare, gnammy!»
Paesana:
«Ma è vero che voi orchi non sentite la
fatica?»
Orco:
«No»
Paesana:
«Ed è vero che potete stare intere settimane senza
mangiare?»
Orco:
«No»
Paesana:
«Ed è vero che puzzate?»
*scorreggiando*
Orco: «Zì»
«AHAHAHAH»
Ogretto:
«Ogretto deve proprio ringraziare te umana Titania per questa
festa. Dimmi ora tuo desiderio!»
Titania:
«Vorrei scontrarmi con te. Un incontro a mani nude, senza
armi. Il primo che va al tappeto, perde»
Ogretto:
«Tu volere sfidare me a incontro di botte? Tu essere
pazza»
Titania:
«Che c'è, hai paura?»
Ogretto:
«Paura io? AHAHAHAHAH! Io accetta. Spera che tu non cada
subito»
Titania:
«Stavo per dire la stessa cosa»
Finita
la festa, gli orchi e gli abitanti del villaggio si radunarono intorno
a Titania ed Ogretto per assistere allo scontro del secolo.
Ogretto:
«Io essere pronto, quando vuoi tu»
Titania:
«Che lo scontro abbia inizio!»
Fu
uno scontro memorabile che durò diversi giorni. Nessuno dei
due voleva cedere: entrambi continuavano a tirare pugni in faccia
all'altro, sperando che questi crollasse. Alla fine però, la
svolta.
Titania:
«Anf... anf.... però, non credevo fossi
così forte anche da normale!»
Ogretto:
«Anf... anf... io no credere.... anf.... che tu essere....
anf.... così forte per umana.... anf»
Titania:
«Beh.... è il momento di farla finita»
Ogretto:
«Sono d'accordo..... anf»
I
due si scagliarono l'uno contro l'altra, urlando con tutto il fiato che
avevano in corpo. Entrambi si colpirono con un pugno in faccia, cosa
che li fece sbalzare all'indietro. Stavano vacillando, ma nessuno
ancora cedette. Dopo qualche secondo, il colpo di scena.
Orchi:
«NO CAPO!». Ogretto era a terra, stremato.
Capovillaggio:
«LA VINCITRICE È TITANIA LA
STERMINATRICE!»
La
folla era in visibilio.
«Anf...
anf... hai visto? Ce l'ho fatta a batterti.... anf...», disse
Titania con il sangue che le usciva dal naso e la gengiva gonfia.
«Brava
umana... bel lavoro!», rispose Ogretto con un occhio mezzo
chiuso e la guancia gonfia.
La
ragazza allungò una mano verso l'orco per aiutare ad
alzarlo. Quel gesto ribadì il legame di pace e rispetto che
incorreva tra gli orchi e gli umani.
"Vorrei
tanto sapere chi ha avuto la brillante idea di lanciare
quell'incantesimo su questi orchi....", Leonora non riusciva a
togliersi dalla mente questo pensiero.
«HEY
SONO ARRIVATI! È ARRIVATA LA COMPAGNIA DI ENDO!».
Un contadino avvertì tutti dell'atteso arrivo della
compagnia.
Kate
non era più in se per la gioia. Finalmente l'avrebbe
rivisto. Finalmente avrebbe rivisto Marcus.
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Capitolo 5 *** Il primo amore ***
Kate
corse in prima fila per assistere all'arrivo della Compagnia di Endo,
seguita da altre persone. Il resto della folla rimase a congratularsi
con Titania e a deridere il gruppo degli orchi.
«Non
siete così tanto forti se il vostro capo si è
fatto sconfiggere da una donna umana! Ahahahah», li derise un
contadino.
«Come
osi umano! Vieni qui che ti divoro in un attimo!»
urlò un grosso orco mentre teneva Ogretto per un braccio,
aiutandolo a camminare.
«Lascia
stare... non sa di cosa parla. Quella donna... non è umana.
La sua forza è paragonabile a quella di un vero e proprio
demone» disse Ogretto ancora un po' stordito.
I
villici avevano profondo rispetto e timore per Titania, la donna che
aveva sconfitto il capo degli orchi a mani nude! Leonora intanto era
intenta a curare le ferite della sorella grazie all'aiuto della magia.
Titania:
«Sembra sia arrivata la Compagnia di Endo. Chissà
come stanno?»
Leonora:
«Dopo che ti avrò curata potrai andare a
vedere»
Titania:
«E tu non vieni?»
Leonora:
«Prima devo curare anche le ferite di Ogretto, non posso
certo lasciarlo in quelle condizioni»
Titania:
«Certo che puoi!»
Leonora:
«Ed allora lascerò così anche
te!»
Titania:
«MA IO SONO TUA SORELLA!»
Leonora
rise e continuò ad usare la sua magia curativa. Intanto Kate
era alla disperata ricerca di Marcus: vedeva passare tutte facce
conosciute, Endo in primis, ma di Marcus nemmeno l'ombra. Oramai la
Compagnia era completamente entrata in città.
"Lui
non c'è.... possibile che abbia abbandonato la Compagnia?",
pensò tra sé e sé Kate. Delusa e
sconsolata, tornò indietro tenendo il capo chinato.
«Cercavi
qualcuno?»
"Quella
voce!", Kate si girò con un'espressione di immensa gioia. A
pochi passi da lei c'era Marcus accanto ad un cavallo.
«Cercavi qualcuno?» ripeté il ragazzo
con un sorriso sulle labbra.
«Nessuno
in particolare...», disse arrossendo Kate.
Marcus:
«Allora mi ero sbagliato. Credevo stessi aspettando
me»
«Sì!
Cioè, no! Cioè io.... ecco....», la
ragazza era nella confusione più totale. Nel frattempo, Luna
si era liberata dalle redini che la tenevano legata alla stalla ed era
arrivata dalla ragazza. Con il musetto la stava spingendo verso Marcus.
Kate:
«Hey Luna! Cosa ci fai qui? Che ti prende?»
Marcus:
«Questo cavallo è tuo?»
Kate:
«È una cavalla. Sì diciamo che
è mia: io e le mie sorelle abbiamo dovuto prendere in
prestito dei cavalli per una missione importante. Ora che l'abbiamo
completata penso che li restituiremo»
Marcus:
«È un vero peccato, sembrate essere molto
legate... hey ci sono! Che ne diresti di fare una cavalcata insieme a
me?»
Luna:
«HHHHIIIIIIIIIII»
Marcus:
«Anche lei sembra essere d'accordo, eheh»
Kate:
«Ah... io veramente... non so se posso allontanarmi»
Marcus:
«Suvvia, che può succederti? Sei uno dei Tre
Demoni Bianchi, sarei io quello in pericolo nel ritrovarmi da solo con
te!»
Kate:
«.... spiritoso!»
Marcus:
«Avanti allora, seguimi! Vediamo se la tua cavalla riesce a
starmi dietro». Il ragazzo saltò in sella al suo
destriero e cominciò a cavalcare allontanandosi dal
villaggio di Calladio.
Kate:
«Hey aspettami! Andiamo Luna!»
Luna:
«HHHHHHIIIIIIIII»
La
ragazza saltò in sella alla cavalla ed insieme inseguirono
Marcus. Kate si sentiva strana: era la prima volta che inseguiva un
ragazzo per non fargli del male, ma anzi per gioco. "Cosa mi prende?
Perché mi sento così felice?", pensava lei.
Intanto Marcus entrò in una foresta, sperando di poter
seminare la ragazza. "Povero sciocco! In questo modo ci ha facilitato
il compito. Cavalcare in mezzo a tutti quegli alberi non
sarà affatto facile per un sempliciotto come lui.... un bel
sempliciotto devo dire.... MA COSA STO PENSANDO?", pensò
Kate arrossendo. L'inseguimento continuò ancora per qualche
minuto, finché i due non si ritrovarono in una zona al
centro della foresta senza alberi e con un piccolo laghetto nel mezzo.
C'erano tante tipologie di fiori e diversi animali che andavano ad
abbeverarsi in quel laghetto dall'acqua cristallina. Il vento, spirando
dolcemente, inebriava l'aria di un profumo paradisiaco dato dai fiori
presenti. Kate non credeva ai suoi occhi. Rimase per qualche secondo
immobile, ammirando quel paesaggio, dimenticandosi completamente di
Marcus.
«Allora,
ti piace?» disse una voce proveniente dalle spalle della
ragazza che girò la testa e vide Marcus che le si affiancava
in sella al suo cavallo.
Kate:
«Come facevi a sapere dell'esistenza di un simile posto
all'interno di questa foresta?»
Marcus:
«È semplice: una delle tante volte che abbiamo
sostato nel villaggio di Calladio, io sono andato a farmi una cavalcata
per conto mio e, senza volerlo, ho trovato questo posto. Bello
vero?»
Kate:
«È un posto stupendo, altro che bello!»
Marcus:
«Sì intona perfettamente al colore azzurro dei
tuoi occhi»
Kate
arrossì nuovamente. I due ragazzi lasciarono liberi i
cavalli che andarono ad abbeverarsi e successivamente a riposarsi nelle
vicinanze del laghetto. Loro invece rimasero seduti sull'erba, in mezzo
ai fiori. L'atmosfera che si era venuta a creare era magica.
Kate:
«Guarda quante varietà di fiori! E che buon
profumo che emanano»
Marcus:
«Già, in questo luogo ci sono diverse
varietà di profumi, alcuni anche abbastanza rari.
Fortunatamente non è stato scoperto dai mercanti, altrimenti
avrebbero distrutto questo piccolo paradiso per i loro affari»
Kate:
«Beh, devono pur riuscire a guadagnare e vivere in qualche
modo»
Marcus:
«Ci sono tanti modi per guadagnarsi da vivere senza dover per
forza distruggere la natura che ci circonda»
"Che
ragazzo dolce e sensibile....", Kate era sempre più cotta.
Marcus:
«Ah ecco, quasi mi dimenticavo! Com'è andata nel
villaggio di Adumio? Siete state trattate bene? Il locandiere
è simpatico come sempre?»
Kate
si fece cupa in volto. Il ricordo dell'ultima freccia scoccata sulla
fronte del povero locandiere tornò a tormentarla in mente.
Marcus:
«Ho forse detto qualcosa che non va?»
Kate:
«Vedi Marcus.... devi sapere che il villaggio di Adumio
è stato colpito da una terribile
maledizione.....». La ragazza continuò a spiegare
per filo e per segno tutti i fatti accaduti. Marcus ascoltò
in silenzio senza batter ciglio. Una volta che la ragazza ebbe finito,
gli occhi di lui si riempirono di lacrime.
Marcus:
«Quelle persone... cosa avevano fatto di male? Che colpa
avevano? Erano così gentili..... così
disponibili.... perché tutto questo? Chi può
essere mai stato a fare una cosa simile? PERCHE'?»
Kate:
«Mi sono fatta anch'io le stesse domande, ma non ho trovato
risposta. Chiunque sia stato, deve pagare. E molto caro»
Marcus,
continuando a piangere, abbracciò la ragazza che rimase
interdetta. Era la prima volta che si faceva toccare da qualcuno che
non fossero le sue sorelle: benché indossasse la sua
durissima armatura bianca, Marcus avrebbe potuto pugnalarla facilmente
al collo o alle giunture delle braccia, impedendole di usare qualsiasi
arma e quindi di difendersi. Ma lui non l'ha fatto. Quel ragazzo che
abbracciava quella fredda armatura, era in cerca solo di un po' di
conforto. Kate iniziò ad accarezzargli dolcemente la testa.
«Quelle
persone... mi hanno trattato come fossi uno di loro.... come se facessi
parte della loro famiglia... non meritavano quella fine!»,
disse Marcus singhiozzando, continuando con: «Tu sei un
mercenario giusto? Ti prego, trova ed uccidi il colpevole di tutto
questo! Sono disposto a pagarti, dandoti tutto ciò che ho!
Metterò da parte quanti più soldi possibile e se
riuscirai nel tuo intento, sarò felice di darteli. Tutto pur
di vendicare quelle splendide persone!».
Kate
stava sorridendo: «Non c'è bisogno che tu mi dia
niente. Anche io voglio trovare l'artefice di tutto questo e fargliela
pagare!». "Non pensavo che fosse così sensibile...
che ragazzo d'oro", pensò successivamente.
Marcus
si asciugò gli occhi e guardò intensamente la
ragazza.
Kate:
«C-che c'è? P-perché mi s-stai
fissando?», disse visibilmente imbarazzata.
Marcus:
«Niente, pensavo»
Kate:
«A cosa?»
Marcus:
«Pensavo: come mai una ragazza così carina,
gentile e dolce come te si è messa a fare il mercenario? A
diventare anche una spietata assassina pur di guadagnare
qualcosa?»
Kate:
«Ah... mi dispiace, ma non posso dirtelo»
Marcus:
«La mia non era una domanda che necessitava di una risposta.
Ero soltanto rammaricato. Potresti vivere una vita normale, avere un
ragazzo, sposarti, avere dei bambini... vivere felice»
Kate:
«M-ma c-c-che dici!? N-non c-credo che s-sarei
così i-i-interessante!»
Marcus
allungò una mano ed accarezzò i suoi capelli. La
ragazza non si mosse. «Hai dei bellissimi capelli dorati. Due
occhi azzurri purissimi. Delle labbra piene di passione, che ti fanno
venir voglia di..... di.....»
Kate:
«Di.... di.....»
I
volti dei due ragazzi si stavano avvicinando sempre di più.
Entrambi chiusero gli occhi, pronti a provare una sensazione mai
provata prima. Le labbra erano quasi a contatto....
«HHHHHIIIIIIIII»
Il
nitrito di Luna interruppe i due ragazzi che si allontanarono
visibilmente imbarazzati. Senza guardarsi in faccia si dissero.
Kate:
«Si sta facendo buio, forse dovremmo rientrare...»
Marcus:
«Sì... forse hai ragione....»
Luna
passò loro davanti, inseguendo una farfalla.
"Dannata
cavalla!", pensò Kate piena di rabbia.
I
due salirono in sella ai propri cavalli e si avviarono verso il
villaggio di Calladio. Kate fu la prima ad uscire dalla foresta e
quindi si fermò ad aspettare Marcus. "Se Luna non ci avesse
interrotti... io e Marcus ci saremmo....."
«Hey,
guarda qui Kate!»
Kate
si girò verso quella e voce e.... venne baciata da Marcus,
che nel frattempo le si era affiancato. Fu un lungo e passionale bacio.
Quando Marcus staccò le sue labbra da quelle di Kate, lei
provò un profondo dolore. Voleva provare ancora quella
magnifica sensazione, mai provata prima. Voleva ancora avere un
contatto così ravvicinato ed intimo. Voleva ancora farsi
travolgere dalla passione. Marcus la guardò e, sorridendo,
disse: «Forza, l'ultimo che arriva è uno
gnomo!», quindi partì al galoppo in direzione del
villaggio. Kate era ancora nel mondo dei sogni. "Mi.... mi ha baciata!
Il mio primo bacio.... ed è stato bellissimo! Possibile che
sia veramente interessato a me? Che sia interessato ad un mercenario
senza scrupoli? Ora come mi dovrei comportare? Devo dirlo alle mie
sorelle?". Tante domande frullavano nella confusa testa di Kate.
«Guarda
che se non ti muovi vincerò io!»
La
voce in lontananza di Marcus la fece destare dai suoi pensieri.
Kate:
«Hai sentito Luna? Facciamogli vedere di che pasta siamo
fatte!»
Luna:
«HHHHHHIIIIIIIIIIII»
La
cavalla cominciò a galoppare in direzione del villaggio, ma
oramai Marcus era troppo avanti. Quando arrivò a Calladio,
Marcus sembrava sparito. Dei forti schiamazzi provenivano dalla casa
del capo villaggio.
«ANCORA
UNA VOLTA!»
«D'ACCORDO,
MA CHE SIA L'ULTIMA QUESTA VOLTA!»
Kate
scese da Luna ed entrò per controllare cosa stesse
succedendo. Titania ed Ogretto erano alle prese con una sfida a
'braccio di ferro'. Leonora notò Kate e le si avvicino.
Leonora:
«Oh eccoti qui Kate! Ma dov'eri finita?»
Kate:
«Sono andata a fare una passeggiata con Luna»
Leonora:
«Hai tirato con l'arco?»
Kate:
«No, perché?»
Leonora:
«Non ti sei accorta che ti manca una freccia?»
Kate
controllò la faretra: «Hai ragione! Deve essermi
caduta quando sono scesa da cavallo. Vado a controllare fuori, magari
la ritrovo»
Leonora:
«Non metterci troppo che stiamo per partire, dobbiamo tornare
a Tamuril per informare re Tolomeo del successo della
missione. Non appena Titania batterà di nuovo Ogretto saremo
pronte a partire»
Kate:
«D'accordo, non ci metterò troppo
tempo!». La ragazza uscì e si diresse verso Luna
che si trovava una decina di metri più in la, sentendo nel
frattempo diverse urla.
«HAI
VINTO ANCORA, NON È POSSIBILE! UN'ALTRA!»,
riconobbe la voce di Ogretto.
«HO
DETTO CHE QUELLA ERA L'ULTIMA! ARRENDITI, SONO PIU' FORTE DI
TE!», era chiaramente la voce di Titania.
"Incorreggibili..."
pensò Kate. Arrivata da Luna si guardò in giro ma
non trovò nulla. «Hey Luna, hai mica visto in giro
una delle mie frecce?»
Luna:
«hiiiii»
Kate:
«Dove posso averla persa? Forse nella foresta quando ero
insieme a....», quel ricordo la fece arrossire.
Improvvisamente una freccia si conficcò sul terreno a pochi
passi da lei. Un foglio era legato all'asta. La ragazza divenne seria,
pensando a qualche minaccia imminente. Prese il foglio e lesse.
L'espressione cambio in un istante. Strinse il foglio a se e
guardò in alto nel cielo, lasciando che una lacrima
scendesse lungo il suo viso.
"Mia
dolce Kate,
ti
sei mai fermata a guardare il cielo notturno? Avrai notato sicuramente
tanti piccoli punti che noi chiamiamo 'stelle'. In mezzo a quei punti,
ce n'è uno molto più grande, che usiamo chiamare
'luna'. Mi sono sempre affidato a lei che mi ha guidato durante la mia
strada. Oggi, la Luna mi ha guidato verso un qualcosa di grandioso, un
qualcosa di inestimabile, un qualcosa di cui non potrei più
fare a meno.... oggi la Luna mi ha avvicinato a te. E ha anche provato
ad ostacolarmi.... ma non mi sono arreso, eheh! Forse non ci vedremo
per un po'.... ma quello che volevo dirti è: non perdere mai
la speranza. Quando sei triste o sei sconfortata... alza gli occhi al
cielo. Fatti guidare dalla luna. Quella stessa luna che mi ha permesso
di incontrarti. Quella stessa luna che mi ha fatto innamorare....
Quella
luna che mira sempre verso di te, invidiosa della tua bellezza. Quella
luna che mi permetterà di ritrovarti. Sempre.
Ci
rivedremo presto e ti dirò le parole che non ho potuto dirti
oggi.
Il
tuo Marcus."
«KAAAAAATEEEEE
SMETTILA DI GUARDARE LA LUNA E VIENI QUI! DAI CHE STIAMO
PARTENDO!». La voce di Titania la fece tornare in se. Si
asciugò il viso e corse verso le sue sorelle, piena di gioia
e voglia di vivere.
Ogretto
era in un angolo a piangere, consolato da altri orchi. I villani erano
divertiti dalla scena. Le tre sorelle erano in sella ai propri
destrieri, pronte a partire alla volta di Tamuril.
Titania:
«Su con la vita Ogretto! Allenati e presto ci sfideremo di
nuovo. E vedi di farmi divertire di più la prossima
volta!»
Ogretto:
«Puoi contarci Titania, la prossima volta vedrai come ti
concio per le feste!». Anche gli orchi si prepararono a
tornare sulle montagne di Kulas, salutando tutti e scusandosi ancora
del disagio arrecato. A salutare le tre sorelle c'era anche la
Compagnia di Endo, con quest'ultimo in prima fila. Di Marcus nemmeno
l'ombra. Ma questo a Kate non importava, andava bene così.
Era finalmente felice. Felice di aver scoperto l'amore.
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Capitolo 6 *** Il maleficio ***
Le
tre sorelle cavalcavano nella notte, guidate dalla luce delle stelle e
della luna. Quella luna bellissima che Kate non smetteva di fissare.
«Se
non la smetti di guardare la luna, finirai per sbattere»
disse Titania con supponenza.
Kate
tornò in se ed abbassò la testa.
Leonora:
«Che ti prende Kate? È da quando abbiamo lasciato
il villaggio che sei strana»
Kate:
«Non ho niente, solo che questa notte la luna è
particolarmente bella, non trovate?»
Titania:
«Mah, a me sembra la luna di sempre»
Leonora:
«Piuttosto, il re non si arrabbierà se ci
presentiamo a quest'ora?»
«Vorrà
sicuramente sapere l'esito della missione, non risulterà un
problema svegliarlo», disse Titania. Era abbastanza
preoccupata per sua sorella Kate: non era mai stata così
distratta. "Che le sia successo qualcosa? Magari è sotto
l'influsso di qualche stregoneria causata dall'incantesimo che ha
colpito gli orchi contro cui abbiamo combattuto?". Non si dava pace per
questo.
Kate:
«Eccoci arrivati, vedo in lontananza le mura di
Tamuril»
Leonora:
«Come faremo a farci annunciare?»
Kate:
«Non ce ne sarà bisogno, vedo delle guardie al
cancello. Forse sono lì che ci aspettano»
Arrivate
davanti al cancello, vennero accolte dalle guardie: «Vi
stavamo aspettando. Il re ha ordinato ad un gruppo di guardie di
aspettare il vostro ritorno qui, nei pressi del portone di ingresso,
organizzando dei turni di guardia. Il mio collega si
prenderà cura dei vostri cavalli. Se volete seguirmi, vi
condurrò da re Tolomeo». Le sorelle lasciarono i
cavalli e seguirono la guardia. Arrivati nella sala del trono, la
guardia disse: «Attendete qui, vado ad annunciarvi al
re».
«Vedo....
un oscuro futuro per il biondo Demone....». L'indovino di
corte, Menémago,
stava vagando per la sala del trono indossando un bizzarro pigiama.
Titania:
«Cosa ha detto l'indovino?»
Guardia: «Ah non
fateci caso. L'indovino Menémago soffre di sonnambulismo.
Capita quindi di ritrovarlo in giro per il castello che farfuglia frasi
senza senso. Vado ad avvisare il re, voi rimanete qui. Cercate di non
infastidirlo, potrebbe avere un brusco risveglio e reagire
male». Detto questo, la guardia uscì dalla sala
del trono. Titania era ancora più nervosa: "Biondo
Demone.... si stava sicuramente riferendo a Kate... questa storia mi
piace sempre di meno".
«Ben
tornate mie splendide guerriere!», re Tolomeo fece il suo
ingresso nella sala e si sedette sul trono. «Che ci fa qui
Menémago? Soffre ancora di quei disturbi di
sonnambulismo?»
Guardia:
«Temo di sì, mio signore»
Tolomeo:
«Potresti gentilmente condurlo nei suoi alloggi? Non voglio
che il mio indovino se ne vada in giro per il castello a tarda
notte»
«Come
desidera, mio signore». La guardia prese in custodia
l'indovino e lo condusse verso la sua stanza.
Tolomeo:
«Ed ora parliamo di affari. Spero che abbiate buone notizie
per me»
Titania:
«Certamente. Gli orchi che abbiamo fronteggiato erano sotto
l'influsso di un incantesimo maligno che li rendeva più
forti e reattivi. Ecco perché un esercito non era abbastanza
per affrontarli»
Tolomeo:
«E voi come siete riuscite a sconfiggerli?»
Titania:
«Sul piano fisico erano più forti di noi, ma
è bastato annullare l'incantesimo per farli tornare innocui
come agnellini»
Tolomeo:
«Mi risulta difficile associare degli orchi a degli innocui
agnellini... ma ditemi, come siete riuscite ad annullare
l'incantesimo?»
Leonora:
«L'incantesimo a cui gli orchi sono stati sottoposti aumenta
in maniera spropositata l'afflusso e la quantità di sangue
nel corpo. È bastato un incantesimo di ghiaccio per calmare
i loro 'bollenti spiriti'»
Tolomeo:
«Tutto qui? Solo del ghiaccio?»
Kate:
«Beh non direi tutto qui: abbiamo rischiato la nostra vita,
quegli orchi erano fortissimi!»
Titania:
«Kate! Mostra un po' di rispetto!»
Tolomeo:
«Oh no, la piccola ha ragione. Mi scuso per il mio
comportamento superficiale. Beh, tutto è bene ciò
che finisce bene. Ed ora, come da accordi, è giunto il
momento che vi dia la giusta ricompensa. Chiedetemi tutto
ciò che volete, è il minimo per aver salvato
l'intera Tamuril!»
«Quello
che vi chiediamo, re Tolomeo, è di poter tenere i cavalli
che ci avete dato ed una ricompensa di 1000 monete d'oro»,
disse Titania, pensando anche "Forse ho esagerato con le richieste....
dovrò prepararmi a trattare, come al solito".
«Solo
questo?» chiese sorpreso re Tolomeo, «Mi sarei
aspettato molto di più, come un castello o un terreno o
tante ricchezze! Ero già pronto a dover trattare, ahahah! Se
è solo questo che volete, ve lo concedo senza problemi,
anzi! Voglio darvi 3000 monete d'oro, così che possiate
dividerle equamente. In più voglio che restiate qui per la
notte, nella stanza più bella del castello»
"Cosa? È forse impazzito? O si tratta di una
trappola? Meglio essere caute....", pensò Titania, prendendo
poi la parola: «Voi siete troppo gentile, re Tolomeo, ma non
possiamo approfittare oltre della vostra gentilezza. Andremo in qualche
umile locanda dove passeremo qualche ora di sonno, per poi ripartire la
mattina presto e..»
Tolomeo:
«Insisto! Capisco il vostro punto di vista: siete dei
mercenari e vivete con il costante pericolo di venir fatte fuori... ma
vi posso assicurare che qui siete al sicuro. Non ho la minima
intenzione di farvi del male, anche perché potrebbe servirmi
nuovamente il vostro aiuto in futuro. Voglio solo potermi sdebitare il
più possibile per il grande servigio che mi avete offerto.
Non vi rendete minimamente conto di aver salvato l'intera Tamuril e non
solo! La Compagnia di Endo mercanteggia anche con la capitale Cornelia:
salvando loro, hai salvato gran parte dell'economia di Gatam!»
Le
parole di re Tolomeo sembrarono convincere Titania che
acconsentì a soggiornare nel castello: «Non
sappiamo come ringraziarvi per la vostra infinita gentilezza e
disponibilità. Siete veramente un sovrano
magnanimo»
Tolomeo:
«Questo è il minimo, ve l'ho già detto.
Guardia! Accompagna le signore nella stanza più lussuosa del
castello ed accertati che abbiano tutto ciò che
desiderano!»
«Come
desidera, mio sovrano!» disse la guardia, prendendo in
custodia le tre ragazze.
La
stanza era di un lusso sfarzoso: un enorme letto a baldacchino con
tende di velluto bianche semi trasparenti, delle tende rosse anch'esse
di velluto, tappeti persiani con eleganti motivi incisi sopra, mobili
di mogano e diversi specchi appesi alle pareti. C'era perfino un bagno
privato nella porta adiacente.
Guardia:
«Spero che la stanza sia di vostro gradimento. Per qualsiasi
cosa, io sono qui fuori insieme al mio collega»
Titania:
«Non ce n'è bisogno, potete benissimo andare a
riposarvi»
Guardia:
«Mi è stato ordinato di soddisfare ogni vostra
richiesta e così farò. Se avete bisogno, non
esitate a chiamarmi. Buon riposo». Detto questo, la guardia
uscì, lasciando le chiavi della stanza su di un comodino
vicino al letto, in modo che le ragazze potessero chiudersi dentro. Nel
frattempo Titania stava controllando la stanza in cerca di trappole.
Leonora:
«Suvvia Titania, non mi sembra il caso di essere
così sospettosi. L'hai visto anche tu quanto sia stato
gentile e disponibile re Tolomeo»
Titania:
«È proprio per questo che non mi fido.
Perché mai un re ricco e potente dovrebbe preoccuparsi tanto
per dei mercenari?»
Kate:
«Te l'ha detto: abbiamo salvato l'economia di Tamuril e del
continente in generale!»
Titania:
«Sarà... ma non mi fido lo stesso. Vai a chiudere
a chiave la porta Kate»
La
ragazza chiuse a chiave la porta e si affacciò alla
finestra, osservando ancora la luna.
Titania:
«Allontanati subito da quella finestra, potresti venir
colpita da una freccia!»
«Sigh....»,
Kate sospirò sconfortata e si buttò sul letto
contrariata. «Buonanotte» disse freddamente.
«Secondo
me stai esagerando. Ma francamente non mi sembra l'ora adatta per
discutere... buonanotte» aggiunse Leonora, che si mise a
dormire vicino a Kate.
"Tsk,
stupide ragazzine. Non hanno ancora capito che in questo mondo non
bisogna fidarsi di nessuno" pensò Titania. Benché
ci fosse abbastanza spazio nel letto, lei si sedette su una sedia,
dormendo leggermente e stando sempre all'erta. Giunse finalmente
l'alba. I primi raggi del sole illuminarono la stanza. Sentendo il
calore del sole sulla sua pelle, Titania tirò un sospiro di
sollievo: "Finalmente è mattina.... posso svegliare le
ragazze".
«Forza
ragazze, è ora di sveg... MA CHE DIAVOLO... !?»,
Titania non riusciva a credere ai propri occhi.
Leonora,
ancora assonnata, disse sbadigliando: «Yaaawwnnn che hai da
urlare di prima mattina Titania? Non sai che la rabbia ed il nervosismo
fanno venire le rughe?»
Titania
continuava a fissare un punto indefinito.
Leonora:
«Che stai fissando?», si girò nella
direzione in cui guardava la sorella ed esclamò:
«COSA STA SUCCEDENDO?!?!»
Kate:
«Yawn, che avete da urlare tutte e due? Stavo facendo un
bellissimo sogno e...»
Titania
si alzò, prese uno specchio dal muro e lo mise davanti a
Kate, urlando: «GUARDA TU STESSA!»
Kate:
«Ma..... ma.... MA CHE COSA SUCCEDE?»
Un
alone nero veniva emanato dal corpo di Kate. Si sentì
bussare alla porta.
«Tutto
bene lì dentro? Che cosa succede?», chiese una
guardia da dietro la porta.
Titania
si affrettò ad aprire la porta ed urlò alle
guardie: «CHIAMATE SUBITO L'INDOVINO DI CORTE E FATELO VENIRE
QUI IMMEDIATAMENTE!»
Guardia:
«È successo qualc...»
Titania:
«PRESTO!»
Le
guardie, impaurite, corsero ad avvertire Menémago che venne
condotto in fretta e furia nella stanza delle ragazze. Solo a lui fu
permesso di entrare, mentre le guardie rimasero fuori a fare la guardia
ed assicurarsi che nessuno entrasse.
Menémago:
«Uhm, che aura singolare»
Titania:
«Tu l'avevi previsto!»
Menémago:
«E quando?»
Titania:
«Ieri sera! Hai farfugliato qualcosa riguardo ad un 'oscuro
futuro', riferendoti ad un 'biondo Demone'. Stavi ovviamente parlando
di Kate!»
Menémago:
«Ne sei sicura? Ricordo solo di aver fatto un brutto sogno...
camminavo scalzo su del ghiaccio e sentivo molto freddo»
Titania
diede un pugno al muro per la rabbia, frantumandone una parte.
Menémago tornò subito serio, iniziando a
spiegare: «Dall'aura nera emanata dal corpo di vostra
sorella, deduco che si tratti di un maleficio. È per caso
entrata in contatto con qualche sorta di incantesimo o oggetto
incantato?»
Leonora:
«Abbiamo combattuto contro degli orchi sotto l'influsso
dell' Insania
Vena»
Menémago:
«Ahhhh capisco capisco...», continuò
rivolgendosi verso Kate: «Dimmi cara, hai avuto del contatto
fisico con uno di questi orchi?»
Kate:
«.... sì... uno di questi orchi mi ha presa con la
sua enorme mano e mi ha stretto nella sua morsa...»
Menémago:
«Mmmm potrebbe essere che in quel frangente, parte
dell'incantesimo si sia trasferito a te, ma come maleficio»
Titania:
«E questo cosa comporta?»
Menémago:
«Temo che vostra sorella sia destinata a diventare un
demone»
Titania:
«COME!? UN DEMONE?»
Menémago:
«Purtroppo sì. Quell'aura nera ne è la
prova: il suo corpo sta reagendo al maleficio che si è
insinuato dentro di lei»
Leonora: «Esiste una cura?»
Menémago:
«Beh.... sì. È un miracolo
più che una cura concreta»
Titania:
«Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo faremo, non possiamo
lasciare che nostra sorella diventi un demone più di quanto
non lo sia già»
«Grazie
Titania....» disse sarcasticamente Kate.
Menémago:
«Beh, non lontano da qui si vocifera che esista una foresta
magica: la foresta millenaria. Nessuno l'ha mai vista né sa
come arrivarci. Circolano solo delle voci riguardo una folta nebbia, il
mare e la luna..... All'interno di questa foresta, cresce la
leggendaria pianta di Rabanasco, le cui foglie possono curare gli
effetti di questo maleficio. È tutto scritto sul mio antico
libro di alchimia. Ripeto che questo è più un
miracolo che una speranza concreta, nessuno sa se questa foresta sia
mai esistita e se questa pianta possa davvero curare il maleficio in
questione»
Titania:
«Se noi ti portiamo delle foglie di Rabanasco, tu sei in
grado di creare una pozione?»
Menémago:
«Certo che sì, è tutto scritto nel mio
libro di alchimia!»
Titania:
«Bene, è deciso. Andiamo Leonora, abbiamo del
lavoro da fare»
Leonora:
«Ti seguo»
Kate:
«Hey, ed io che faccio?»
Titania:
«Tu rimarrai qui buona buona. Non possiamo rischiare che le
tue condizioni si aggravino»
Menémago:
«Ragazze.....»
Kate:
«Non ci penso nemmeno, non me ne starò qui ad
aspettare il vostro ritorno divorata dall'ansia!»
Titania:
«Ma è troppo pericoloso! Se poi incontrassimo
qualcosa che velocizzi il procedimento e ti trasformassi subito in un
demone?»
Menémago:
«Ragazze.....»
Kate:
«Farò attenzione. Io sono la causa di tutto questo
ed io voglio aiutare a porvi rimedio!»
Leonora:
«Ma ragiona Kate.... nemmeno la mia magia può
sconfiggere un maleficio così potente. Staresti
più al sicuro se rimanessi qui...»
Menémago:
«RAGAZZE!»
Titania:
«COSA VUOI, VECCHIO?!»
Menémago:
«Mi ero dimenticato di dirvi una cosa importante... se Kate
non berrà la pozione entro il tramonto di oggi, si
trasformerà irrimediabilmente in un demone. Forse non
è il caso di perdere tempo in chiacchiere....»
Titania:
«CE LO POTEVI DIRE ANCHE PRIMA, VECCHIO! LEONORA, KATE....
FORZA, ANDIAMO!»
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Capitolo 7 *** La foresta millenaria ***
Le
tre sorelle erano pronte a partire per la leggendaria foresta
millenaria, quando si sentì bussare alla porta.
«Sono
re Tolomeo, ho sentito che ci sono dei problemi. Posso
entrare?» disse una voce proveniente da fuori. Titania
aprì la porta e si ritrovò davanti re Tolomeo.
Titania:
«Vogliate scusarci sire, ma andiamo abbastanza di fretta.
Dove possiamo trovare i nostri cavalli?»
Tolomeo:
«Sono nelle stalle reali, una guardia vi guiderà
fin lì. È successo qualcosa?»
Titania:
«Menémago vi spiegherà tutto, ora
dobbiamo andare. Al nostro ritorno, dovremmo fare una chiacchierata
molto importante, vi pregherei di tenervi libero»
Tolomeo:
«Per voi sono sempre disponibile. Solo che ora sono anche
preoccupato. Cosa c'è che non va?»
Titania
si allontanò senza rispondere al re. Leonora e Kate si
scusarono e seguirono la sorella. Re Tolomeo si rivolse ad una guardia
lì vicino: «Beh, cosa fai lì impalato?
Scortale fino alla stalla dove sono i loro cavalli!»
Guardia:
«A-ai vostri ordini, mio re! S-solo che q-quella
r-r-ragazza....»
Tolomeo:
«Niente tentennamenti, fai come ti ho ordinato!»
La
guardia corse dalle ragazze stando ben attento a non avvicinarsi troppo
a Kate.
Tolomeo:
«Quella ragazza.... Menémago, spiegami
tutto»
Menémago:
«Sì, mio re»
I
cavalli delle tre sorelle avevano una stalla tutta per loro, com'era
giusto che fosse per i cavalli speciali. Non appena le ragazze giunsero
al loro cospetto, Fenrir e Luna ebbero paura e si fecero prendere dal
panico. Diablo, invece, rimase fermo e pacato, guardando Kate con uno
sguardo di compatimento.
«NON
ABBIAMO TEMPO PER QUESTE STORIE, CALMATEVI E PREPARATEVI A
PARTIRE!» tuonò Titania. Le due bestie si
calmarono immediatamente. "Ma siamo sicuri che sia la ragazzina bionda
ad essere il pericolo?" pensò la guardia. Prepararono le
selle, ma Luna aveva ancora paura dell'aura nera emanata da Kate.
«Luna,
non devi avere paura.... sono sempre io, Kate!», la ragazza
cercava di convincere la sua cavalla.
Luna:
«Hiiii.... hhiiiii....»
Kate:
«È solamente un maleficio che ho contratto. Stai
tranquilla, non è contagioso. Solo che adesso ho bisogno del
tuo aiuto: devi portarmi in un posto il più in fretta
possibile! Posso contare su di te?»
Luna:
«HHHHIIIIIIII»
Le
tre sorelle montarono in sella ai relativi destrieri e partirono in
direzione del mare.
Leonora:
«L'indovino ha accennato a della nebbia, al mare ed alla
luna.... non so cosa voglia dire, ma se c'entra il mare è
lì che dobbiamo dirigerci!»
Kate:
«Ma la spiaggia è grandissima, come facciamo a
sapere quale sia il punto preciso?»
Titania:
«Nessuno ce lo dice... dobbiamo solo sperare ed avere fortuna
di trovarlo il prima possibile»
Dopo
qualche ora di cavalcata, arrivarono finalmente all'inizio della costa.
Titania:
«Bene, ora non ci resta che percorre tutta la costa in cerca
di qualcosa di sospetto»
Leonora:
«Non sarebbe meglio far riposare i cavalli?»
Diablo
fece un nitrito rabbioso. «Vedi, anche Diablo ha capito la
situazione e non vuole perdere tempo. Continuiamo senza soste e senza
discutere ulteriormente» disse Titania. La cavalcata sulla
spiaggia procedeva senza intoppi.... e senza sorprese.
Titania:
«Dannazione... qui non c'è niente! Solo scogli,
sabbia, sassi, conchiglie e qualche pesce!»
Kate:
«Aspetta Titania.... continuiamo ad avanzare, forse ci
siamo!»
Titania:
«Cosa intendi dire?»
Kate:
«Fidati... poi ti spiego»
Le
tre ragazze continuarono ad avanzare... finché non si
ritrovarono improvvisamente in un banco di nebbia fittissima.
Titania:
«E questa nebbia da dove esce fuori?»
Kate:
«Avevo visto giusto allora!»
Leonora:
«Ma è impossibile! Anche se tu vedi meglio di noi
due, avremmo dovuto notare anche noi questa nebbia non appena ci
fossimo avvicinate!»
Kate:
«Mah, forse è questo maleficio a darmi dei poteri
particolari...»
Titania:
«Potere demoniaco eh? Ad ogni modo, ora siamo qui.... qual
è il prossimo passo?»
Leonora:
«L'indovino ha parlato della luna e del mare. Forse quando la
luna si riflette sul mare accadrà qualcosa?»
Titania:
«Ma non possiamo aspettare la notte! Quando il sole
tramonterà, la povera Kate diverrà un
demone»
Leonora:
«Lo so, per questo ci sono qui io! State a
vedere.....». La ragazza rivolse le mani verso il mare e
pronunciò una formula magica: «LUNA
PERNOX!». Dalle sue mani uscì un globo di luce che
si diresse verso il mare per poi andare verso l'alto, fare qualche
metro ed infine esplodere. «Ecco fatto, ammirate».
Una luna piena si palesò davanti a loro.
Titania:
«Stupefacente.... e questo quando l'avresti
imparato?»
Leonora:
«Me l'ha voluto insegnare a tutti i costi il Maestro... nel
caso avessi provato interesse nella pratica della trasformazione in
lupo mannaro»
Kate:
«Me lo immagino, un lupo mannaro terribilmente sexy»
«N-non
prendermi in giro!» disse arrossendo Leonora.
Passò
qualche minuto, ma non successe assolutamente nulla.
Leonora:
«Mmmm forse non è la luce lunare che serve....
forse è un'altra cosa»
Titania
chinò il capo e notò una cosa alquanto singolare.
«Forse ci sono!» esclamò,
«Leonora, riusciresti a sollevare una grossa
quantità d'acqua? Diciamo tutta l'acqua che riesci a vedere?
Mi bastano anche pochi centimetri»
Leonora:
«Non c'è problema, lascia fare a me:
GRAVITATION!». La porzione di mare racchiusa nel banco di
nebbia cominciò a levitare. Una misteriosa luce apparve dal
fondale.
Titania:
«Come sospettavo!»
Kate:
«Wow sorellona, come hai fatto a capirlo?»
Titania:
«Mi è bastato osservare la sabbia, nel punto in
cui ci trovavamo era bagnata, così come più in
la, mentre prima stavamo correndo sulla sabbia asciutta. Quindi ho
ipotizzato che la luna c'entrasse con le maree: sollevando il livello
del mare ecco che appare la foresta millenaria! O almeno una specie....
lo scopriremo arrivando a quella luce. Per quanto tempo può
durare il tuo incantesimo Leonora?»
Leonora:
«Beh, più o meno due ore, stiamo pur sempre
parlando di una porzione di mare!»
Titania:
«Sarà sufficiente. Forza, andiamo!»
Il
livello del mare non si era semplicemente alzato.... un gigantesco
parallelepipedo d'acqua si era formato nel cielo. Quel tratto di mare
era particolare: non era profondo, serviva solamente a nascondere
ciò che si trovava sotto di esso, ovvero la foresta
millenaria. Ovviamente il tutto era frutto di un antico incantesimo. Le
tre sorelle poterono avanzare a cavallo dei propri destrieri, andando
in profondità verso quella luce. Dopo pochi minuti di
cavalcata, arrivarono nei pressi di quella che sembrava un'imponente
porta... di cristallo.
Titania:
«Strano, mi sarei aspettata di trovare della vegetazione
dovendo essere una foresta.....»
Leonora:
«A volte l'apparenza inganna... e pure i nomi!»
Kate:
«Beh, proviamo ad entrare»
La
porta si aprì da sola, come se volesse lasciar entrare le
tre ragazze. I cavalli però sentivano che quello non era un
luogo sicuro ed erano irrequieti.
«Diablo,
anche tu hai paura?» disse Titania mentre cercava di
tranquillizzare il suo cavallo che si stava dimenando. Anche gli altri
cavalli non stavano fermi un attimo. «Ho capito... Ragazze,
da qui in poi si prosegue a piedi. Tenete gli occhi bene
aperti». Nel frattempo l'aura emanata da Kate si faceva
sempre più densa. Non appena furono dentro, la porta si
richiuse alle loro spalle e... la foresta sparì. I tre
cavalli rimasero comunque lì, in attesa del ritorno delle
padrone.
L'interno
della foresta millenaria era un luogo incantato: era una foresta ma non
di alberi, bensì di cristalli. Verdi smeraldi luccicanti di
grandezza variabile. Erano così splendenti che ci si poteva
specchiare.
Titania:
«Questo posto mi convince sempre meno... state molto
attente»
Leonora:
«Sono solo dei cristalli Titania, cosa c'è da
avere paura?»
Titania:
«Possibile che tu sia così incosciente? Siamo in
un luogo magico pieno di cristalli e per te è come se fosse
tutto normale?»
Leonora:
«Beh sì.... non sento nessuna presenza
ostile»
Titania:
«Nemmeno io la sento, ma non per questo dobbiamo abbassare la
guardia! Non bisogna fidarsi di niente e di nessuno in questo mondo. DI
NIENTE E DI NESSUNO!»
Kate
abbassò lo sguardo ripensando a Marcus: "forse dovrei
aspettare un altro po' prima di renderle partecipe di quanto mi sia
successo...". L'esplorazione della foresta procedeva tranquillamente
senza intoppi, quando all'improvviso Titania notò con la
coda dell'occhio.... un demone! Era riflesso sulla parete di cristalli
alla loro destra. La cosa che più la preoccupò
è che il demone aveva preso il posto di Kate. Non vedendo
più la sorella, Titania impugnò la sua Bastard
Sword e sì girò di scatto, scagliando un colpo
verso il demone ed urlando: «CHE NE HAI FATTO DI MIA
SORELLA!».... ma dovette fermarsi. La lama della spada era ad
un palmo di distanza dal naso della povera Kate che rimase immobile
dalla paura.
Leonora:
«Titania! Che ti prende, sei impazzita per caso?»
Titania:
«Ma veramente... nel riflesso sul muro ho visto chiaramente
l'immagine di un demone! Guardate anche voi, è un
dem...». L'immagine di Kate era chiara e nitida nel riflesso.
«Che strano... ero sicura che prima ci fosse un
demone»
Kate:
«Magari la mia aura nera ti ha tratto in inganno»
Titania
era sicura di aver visto un demone. Malgrado ciò, le ragazze
proseguirono. Dopo qualche metro, notarono un'altra cosa abbastanza
strana: il riflesso di Leonora era sparito!
Leonora:
«Hey ma... dov'è finito il mio riflesso?»
Titania:
«Ve l'avevo detto che c'era qualcosa di strano!»
Kate:
«Ma... cosa sono quelle orecchie da coniglio rosa sulla mia
testa?»
Titania:
«Quelle orecchie con quell'aura maligna ti rendono veramente
inquietante Kate, eheh!»
Kate:
«La smetti di ironizzare sulla mia aura?!» disse
indispettita.
Leonora:
«Ho capito cosa succede.... queste sono tutte illusioni.
Evidentemente la foresta è un luogo magico che confonde
chiunque vi entri.... ma perché tutto ciò? Cosa
deve proteggere?»
Titania:
«Una foglia di Rabanasco! Ora son sempre più
convinta che siamo sulla strada giusta!»
Le
tre sorelle continuarono a camminare, finché non arrivarono
in una grossa area circolare: al centro vi era una piramide a base
triangolare. Su ogni lato vi era riportato un simbolo diverso: c'erano
raffigurati un'aquila, un gufo ed infine un falco.
Leonora:
«E questo... che cos'è?»
Kate:
«Che strana costruzione....»
Titania:
«State indietro, non sappiamo se sia pericolosa o
meno»
Improvvisamente
la piramide brillò e la facciata raffigurante un'aquila
divenne uno specchio. Da quello specchio uscì fuori un
gigantesco ragno albino.
Titania:
«Oh ma guarda, un ragno gigante»
Leonora:
«Tutto qui? Pensavo peggio, molto peggio»
Kate:
«.... uccidetelo.....»
Titania:
«Come hai detto Kate?»
Kate:
«UCCIDETELO!!!!»
Leonora:
«Hey, che ti prende Kate?»
Kate:
«IO DETESTO I RAGNI, LI DETESTO CON TUTTA ME STESSA! NON
RIESCO PROPRIO A SOPPORTARLI, QUANDO NE VEDO UNO VADO NEL PANICO PIU'
TOTALE!»
Titania:
«Non preoccuparti, ci penseremo io e Leonora a farlo fuori,
tu resta indietro»
Kate:
«A...anche volendo... non... non riesco a... muovere... le...
gambe....»
«Caspita,
non ti facevo così fifona», disse Titania mentre
si scagliava contro il gigantesco ragno. Spiccò un salto ed
esclamò: «E con questo, la facciamo
finita!», tagliando in due il povero ragno con un solo colpo
di spadone. Le due metà del ragno sparirono in una nuvola di
fumo nero.
Leonora:
«Problema risolto.... come ti senti Kate?»
Kate:
«Devo un attimo riprendermi.... cinque... no, facciamo dieci
minuti»
Titania:
«Non abbiamo tutto questo tempo... forza, andiam..»
Dallo
specchio posizionato sulla piramide uscì nuovamente lo
stesso ragno di prima.
Kate:
«NON È POSSIBILE! È UN
INCUBO!»
Leonora:
«Fatevi da parte.... questa volta ci penso io! BOLIS
INFERI!». Una grossa meteora di fuoco si abbatté
sul ragno, carbonizzandolo all'istante. Il solito fumo nero ne
sancì la sconfitta.
Leonora:
«Ecco fatto, puoi riaprire gli occhi e...»
Lo
stesso ragno riapparve di nuovo. «Ok no, tienili ancora
chiusi» continuò Leonora.
Titania:
«Quante volte dovremmo ancora ucciderlo?»
Le
due ragazze continuarono ad uccidere la grossa bestia più e
più volte. Finché a Leonora non venne un'idea:
«Forse ho capito come mai continua a tornare... magari questa
è la rappresentazione della paura di Kate e quindi
è lei a doverla affrontare»
Titania:
«Uhm sì, il discorso fila. Forza Kate, uccidi
quella bestiaccia»
Kate:
«No ragazze.... parliamone»
Titania:
«Non c'è tempo Kate! Uccidi quel coso!»
Kate:
«Ma quello... è un ragno gigante... è
peloso.... ha otto zampe.... e quattro occhi.... no, non ci
riesco»
Leonora:
«Smettila di comportarti così Kate! Se non lo fai
fuori, colpirà ed ucciderà la persona a cui tieni
di più!»
Nella
mente di Kate si palesò Marcus. Questo le diede il coraggio
di impugnare l'arco e di scoccare una freccia proprio in mezzo alla
fronte del ragno. Non appena la freccia lo colpì, il ragno
sparì in una nuvola di fumo bianco e lo specchio si
frantumò in mille pezzi.
Leonora:
«Era come avevo previsto allora!»
Titania:
«Vedi? Con la giusta motivazione riesci a farle le cose. Ed
ora dimmi, qual è la persona a te più cara,
Leonora od io?»
Entrambe
le ragazze osservarono Kate, in attesa di una risposta. «Beh
ma è ovvio.... ho pensato ad entrambe!».
Mentì spudoratamente.
Titania:
«Lo immaginavo. E brava la nostra sorellina che ci vuole
tanto bene»
Kate
divenne tutta rossa, ma non per l'emozione bensì per la
vergogna di aver mentito alle sue sorelle.
Leonora:
«Sulla prima facciata era raffigurata un'aquila, l'animale
con una vista acutissima. Possiamo associarlo a Kate»
La
piramide roteò fino a mostrare la facciata con il gufo che
divenne anch'essa uno specchio.
Titania:
«Il gufo è da sempre un simbolo per indicare
qualcuno di saggio. Penso che questo sia associato a te
Leonora»
Kate:
«Chissà quale sarà la tua paura, eh
Leonora?»
Leonora:
«Mah... chissà.... vediamo un po' cosa
uscirà dallo specchio»
Una
figura umana si era materializzata oltre lo specchio.
Kate:
«Per fortuna non è un'altra
bestiaccia....»
La
figura oltrepassò lo specchio e si palesò alle
ragazze: era Titania!
Titania:
«.... EH????»
Kate:
«E questo cosa significa? Leonora, hai così paura
di nostra sorella?»
Leonora:
«... sì. HO IL TERRORE DI TITANIA, VA
BENE?»
Titania:
«AHAHAHAH QUESTA È DAVVERO BELLA,
AHAHAH!»
Kate:
«Eheheh, perdonami ma è troppo divertente, non
riesco a smettere di ridere, ahahahah!»
Leonora:
«Sì... ridete ridete»
Titania:
«Visto che è la tua paura, a te l'onore di
sconfiggermi... ehm sconfiggerla, Leonora.... ahahah»
"Finalmente....
la mia vendetta....." pensò Leonora. La ragazza si
avvicinò, mentre la falsa Titania si mise in posa per
combattere. Fece un passo ma venne subito folgorata da un fulmine e
cadde a terra.
«E
questo non è niente.... eh... eh..... eh....»
disse Leonora come fosse in uno stato di trance. Cominciò a
lanciare incantesimi a raffica: «Paries Inferi!..... Lituus
Crystallus!.... Fulgur Globus!.....Venenum Fatalis!....Interminatus
Tremor!......» generando rispettivamente un muro di fiamme
che avvolse la falsa Titania, un grosso cristallo di ghiaccio che la
trafisse, una sfera di fulmini che la folgorò, un mantello
di veleno che l'avvelenò ed infine un terribile terremoto
che la devastò. «Allora ti piace eh? EH? Non fai
più la gradassa ora eh? Dov'è finita tutta la tua
forza, EH? Reagisci avanti! Non dai più ordini ora? EH? Non
ho ancora finito, preparati....»
La
vera Titania poggiò una mano sulla spalla della sorella e le
disse: «Penso che possa bastare». Leonora si
fermò ed iniziò a sudare freddo, dicendo:
«Ehm... non è come sembra... era solo per essere
sicuri di averla sconfitta...». Titania le si avvicino
all'orecchio e le sussurrò: «Faremo i conti una
volta che questa brutta storia sarà terminata....
contaci....», allontanandosi con un sorriso sulle labbra.
La
falsa Titania scomparve in una nuvola di fumo bianco. Anche il secondo
specchio era in frantumi. Mancava l'ultimo.
Kate:
«Il falco... il cacciatore alato per eccellenza. Questo mi sa
tanto che è il tuo Titania»
Titania:
«Lo sto aspettando.... sono proprio curiosa di vedere cosa
salterà fuori. Avanti, ti sto aspettando!» disse
in segno di sfida, rivolgendosi alla struttura. La piramide si
girò e mostrò la facciata con il falco che subito
divenne uno specchio. Un'altra figura umana comparve oltre lo specchio.
Titania:
«Un essere umano eh? Chi potrà mai essere? Non ho
certo paura di patetici e deboli esseri umani»
Leonora:
«Potrebbe essere il nostro Maestro?»
Kate:
«Non penso: benché sia incredibilmente forte,
nostra sorella non ha mai avuto paura di lui. Solo un profondo
rispetto»
Leonora:
«E allora chi potrà mai essere?»
Titania:
«Tsk, ci stai mettendo troppo. AVANTI! ESCI DA QUELLO
SPECCHIO SE HAI CORAGGIO! IO SONO QUI CHE TI STO ASPET...».
Si interruppe bruscamente. Dallo specchio apparve una figura umana
coperta dal fuoco. Aveva una camminata lenta e goffa. Sembrava soffrire
a causa delle fiamme che l'avvolgevano. Titania era immobile mentre
osservava quella creatura che, lentamente, avanzava verso di lei.
Leonora:
«No... non può essere....»
Kate
iniziò a singhiozzare, mentre i suoi occhi si riempirono di
lacrime. Ma quella creatura aveva un solo obiettivo: Titania. Passo
dopo passo, si avvicinava sempre di più alla ragazza.
«Tit...a.....ni....a.....
Tit.....a......ni.....a......» ripeteva debolmente.
Leonora:
«Titania.... REAGISCI!»
Kate:
«TITANIA» disse singhiozzando.
La
creatura era a pochi centimetri da Titania. La ragazza aveva lo sguardo
abbassato ed era ancora immobile. Quell'essere allungò una
mano, come per voler accarezzare dolcemente la guancia della ragazza. A
quel punto, Titania alzò lo sguardo, uno sguardo pieno di
odio e rabbia. Strinse forte il suo spadone in una mano e, con un
singolo colpo, tagliò a metà quella creatura con
un taglio orizzontale. Mentre il busto stava cadendo a terra, il viso
della creatura continuava a fissare Titania.... versando qualche
lacrima. Dopo pochi secondi, la creatura scomparve in una nuvola di
fumo bianco. Le due ragazze corsero verso la loro sorella maggiore.
Leonora:
«Titania... come stai?»
Kate:
«... quella.... era la m....»
Titania
conficcò con violenza la sua spada nel terreno, generando
una frattura di notevoli dimensioni: «Troviamo la foglia di
Rabanasco ed andiamocene da qui. Non voglio più vedere
questo luogo in vita mia». La sua voce incuteva timore...
molto più di quanto ne avesse mai incusso prima.
Anche
l'ultimo specchio era rotto. La piramide si aprì e, al suo
interno, comparve una strana pianta: aveva foglie grandi ed azzurre
attaccate ad uno stelo verde.
Leonora:
«Il Rabanasco! Allora esiste sul serio!»
Kate:
«Presto... prendiamone una foglia» disse
asciugandosi le lacrime dal viso.
Titania
si avvicinò alla pianta e la tagliò alla radice.
Kate:
«Ma... ci serviva solo una foglia. Perché fare
questo?»
Leonora:
«Lasciala stare.... quando è in questo stato
è meglio non contraddirla. Ora capisci perché
è la mia più grande paura?»
Kate
annuì rabbrividendo.
«Dobbiamo
sbrigarci, abbiamo perso fin troppo tempo. L'incantesimo di Leonora sta
per esaurirsi» disse Titania mentre teneva l'intera pianta di
Rabanasco con la mano destra. Il ritorno fu tranquillo, quasi piacevole
se non fosse per l'umore di Titania che rovinava quella bella atmosfera
tra i cristalli di smeraldo. Non appena giunsero alla porta, la foresta
si materializzò davanti ai cavalli. La grande porta di
cristallo si aprì e le tre sorelle uscirono,
ricongiungendosi ai propri destrieri. Una volta salite in sella, i
cavalli corsero con quanto fiato avevano in corpo, fino a raggiungere
la riva. Un attimo dopo, l'incantesimo si interruppe e l'acqua ricadde
a terra, sommergendo la foresta millenaria.
"A
mai più rivederci" pensò Titania.
Uscite
dalla nebbia, le tre ragazze si accorsero che il sole stava quasi per
tramontare.
Leonora:
«Diamine Kate.... guardati!». L'aura maligna era
molto più densa.
Titania:
«Non abbiamo più molto tempo.... svelta Kate,
corri a palazzo e porta questa pianta con te! Tu hai il cavallo
più veloce e sei la più leggera tra noi tre,
arriverai sicuramente in tempo se vai da sola. Noi ti
raggiungeremo»
Kate:
«D'accordo.... Hai sentito Luna? Corri come il
vento!»
Luna:
«HHHHHIIIIIIIIIII»
La
cavalla iniziò a correre più veloce che
poté, raggiungendo una velocità veramente
notevole per un cavallo. In poco tempo, arrivò al castello e
consegnò la pianta di Rabanasco a Menémago che ne
fece subito una pozione.
Dopo
qualche ora, le altre due ragazze arrivarono al castello. Durante tutto
il tragitto per raggiungere il castello di Tamuril, Titania non
proferì parola. Le due si fiondarono nella sala del trono
dove trovarono re Tolomeo, Menémago e Kate intenti a
discutere allegramente. La ragazza non aveva più alcuna aura
maligna: il maleficio era stato debellato!
"Dio
ti ringrazio...." pensò Titania tirando un sospiro di
sollievo. Leonora corse ad abbracciare la sorella.
Tolomeo:
«Ben arrivate. Vostra sorella Kate ci stava raccontando
dell'avventura che avete vissuto. Caspita, veramente una brutta cosa
quella di affrontare le proprie paure così, a viso aperto.
Ma per fortuna ve la siete cavata! Siete anche riuscite a far arrivare
in tempo una foglia di Rabanasco...»
Menémago:
«Non solo una foglia, mi avete portato tutta la pianta! Non
so come ringraziarvi, avete fatto molto per la ricerca scientifica ed
il futuro di Gatam!»
Tolomeo:
«...sì. Prima che Menémago mi
interrompesse stavo appunto dicendo che sono nuovamente in debito con
voi. Quindi, vorrei ascoltare cosa avevate da dirmi prima che lasciaste
il mio castello questa mattina»
Titania:
«Non qui, è meglio parlare in un luogo sicuro,
lontano da occhi ed orecchie indiscreti»
Tolomeo:
«.... sembra una faccenda piuttosto seria..... va bene,
venite pure nella mia stanza privata. Lì dovremmo essere al
sicuro, nessuno potrà spiarci»
Una
volta nella stanza, Titania fece subito il punto della questione:
«Visti i recenti avvenimenti, sono arrivata alla conclusione
che qualcuno stia attentando alla vita dei Tre Demoni Bianchi»
Tutti
nella stanza rimasero senza fiato.
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Capitolo 8 *** Il nemico ***
Kate:
«Attentare alla nostra vita? Come fai a dire una cosa del
genere?».
Leonora:
«Già, è impensabile che qualcuno voglia
farci fuori. Insomma, siamo i Tre Demoni Bianchi, dei mercenari quasi
imbattibili. Nemmeno un intero regno potrebbe riuscire a
sconfiggerci!»
Tolomeo:
«A malincuore devo concordare con la signorina Leonora:
nemmeno il mio esercito ha potuto nulla contro quegli orchi mentre voi
siete riuscite a risolvere brillantemente la questione»
Titania:
«Il sospetto mi è venuto da quando ci hanno
servito quel cibo avvelenato a Garlant»
Leonora:
«Ma forse è stato un errore del cuoco che ha messo
del veleno per topi anziché le classiche spezie come
condimento della bistecca»
Titania:
«Poi c'è stato il villaggio maledetto»
Kate:
«Semplice sfortuna. Quando siamo arrivate lì, il
villaggio era già spacciato»
Titania:
«Infine abbiamo avuto questa faccenda degli orchi con
conseguente maleficio»
Tolomeo:
«Temo anche qui si sia trattata di una sfortunata
coincidenza: quegli orchi era già da qualche giorno che
depredavano i villaggi intorno a Tamuril e nessuno sapeva del vostro
arrivo qui. Anche Menémago ha avuto la visione del vostro
arrivo solamente qualche ora prima del vostro arrivo
effettivo»
Titania:
«Quello che mi fa sospettare non sono i fatti presi
singolarmente, ma presi nel loro insieme: è impensabile che
una serie di circostanze sfortunate siano capitate proprio a noi tre,
per di più tutte di seguito»
Tolomeo:
«Quindi... tu dici che qualcuno vi ha prese di mira....
sospetti già chi possa essere il colpevole?»
Titania:
«Bah, non saprei.... Kate mi ha detto di aver incontrato un
ragazzo facente parte della Compagnia di Endo che le ha indicato la
strada per il villaggio risultato poi essere maledetto. Questo ragazzo
inoltre l'aveva già incontrato a Garlant, luogo dove hanno
provato ad avvelenarci»
Kate:
«È impossibile che sia colpa sua!». La
ragazza difendeva a spada tratta Marcus.
Titania:
«E spiegami come mai»
Kate:
«È molto semplice: se fosse lui il responsabile di
tutte queste cose, perché mai avrebbe dovuto lanciare
quell'incantesimo sugli orchi? La Compagnia sarebbe arrivata
a Calladio e sarebbe stata sterminata, lui compreso!»
Leonora:
«Il ragionamento non fa una piega»
Titania:
«Magari lui fa solo finta di appartenere alla
compagnia?»
Kate:
«O magari sei tu che sei paranoica?»
Le
due sorelle si guardarono con aria di sfida.
Leonora:
«Ragazze, ragazze... non litighiamo. Ragioniamo piuttosto,
senza incolpare nessuno. Ci sono capitate diverse disavventure ed
abbiamo anche rischiato grosso a volte, ma anche io dubito che questi
fatti siano da attribuire ad una persona specifica.... Ad ogni modo, tu
cosa proponi Titania?»
Titania:
«Il mio piano è quello di attirarlo in una
trappola»
Leonora:
«Una trappola? E come?»
Titania:
«Mi servirà il vostro appoggio, sire»
Tolomeo:
«Potete contare su di me! Se davvero esiste un individuo che
mira alle vostre vite, voglio che sia fatto fuori in men che non si
dica. Non posso certo rischiare di perdere dei mercenari
così affidabili!»
Titania:
«Vi ringrazio. Ecco il piano....»
«UDITE
UDITE! I TRE DEMONI BIANCHI ANDRANNO A SCONFIGGERE IL LEGGENDARIO
SFINGELEONE, IL MOSTRO CHE DIMORA NEL DESERTO DI BRUMA. VENITE AD
AMMIRARLE PRIMA DELLA LORO PARTENZAAAA. UDITE UDITEEEEE». Il
portavoce del re era in piazza ad annunciare la partenza dei Tre Demoni
Bianchi per una missione molto rischiosa: uccidere lo Sfingeleone, il
mostro che infesta il deserto di Bruma, nel mezzo tra Tamuril e
Cornelia. Una grande folla di curiosi si radunò per
partecipare e dare il loro saluto ai tre mercenari. Un gruppo di
guardie circondava le tre ragazze in sella ai propri destrieri durante
l'avanzata nella città, onde evitare ogni possibile
attentato.
«Uccidete
quel mostro e rendete il deserto di Bruma un luogo sicuro»
«Leonora
ti amooooo!»
«Non
sforzatevi e bevete molta acqua che nel deserto fa caldo»
«Suderete
tantissimo con quelle armature.... non è meglio indossare
degli abiti più leggeri?»
Titania:
«Quanti stupidi commenti»
Leonora:
«Ma poverini, vogliono solamente darci il loro appoggio, a
modo loro»
«Hey,
ma siete proprio voi?», un uomo si fece largo tra la folla,
cercando di raggiungere le tre ragazze.
Titania:
«Endo! Alla fine ce l'avete fatta ad arrivare eh?»
Endo:
«Ce la siamo presa comoda sì, ahah. Voi piuttosto,
cosa state facendo?»
Titania:
«Stiamo andando in missione per conto di re Tolomeo: dobbiamo
sconfiggere lo Sfingeleone che infesta il deserto di Bruma»
Endo:
«Capisco... beh, in bocca al lupo!»
Leonora:
«Mi raccomando, spargi la voce! Più sostenitori
abbiamo e più la nostra forza cresce!»
Endo:
«Contateci, vi farò dell'ottima
pubblicità! Ahahahah»
"Non
possiamo rivelare a nessuno il nostro piano. Non che sospetti di un
sempliciotto come Endo, ma sempre meglio essere prudenti",
pensò Titania.
Kate
intanto, dopo aver visto Endo, allungò lo sguardo sulla
folla, nella speranza di vederlo.... ed eccolo finalmente! I loro
sguardi si incrociarono e fu come se l'intera folla fosse sparita
all'istante... c'erano solamente loro due. Marcus fece un cenno con la
testa a Kate che capì immediatamente, cominciando ad
allontanarsi dal gruppo.
Titania:
«Dove stai andando? Rimani con il gruppo»
Kate:
«Mi allontano un attimo per controllare il mio
equipaggiamento, torno subito»
Titania:
«Non l'hai già controllato prima?»
Kate:
«Temo di non averlo controllato come si deve.... non ci
impiegherò molto, promesso!»
Titania:
«Va bene... ma fai presto che siamo quasi giunte ai cancelli
di Tamuril»
Kate
non ascoltò l'ultima frase di Titania e si infilò
in un vicolo. Scese da Luna e corse verso Marcus che la stava
aspettando a braccia aperte. I due si abbracciarono: un lungo, tenero e
dolce abbraccio. Dopo di che si guardarono negli occhi e si baciarono.
Un lungo, tenero e dolce bacio.
«Potrei
perdermi nei tuoi occhi e ritrovare sempre la strada che porta al tuo
cuore» disse Marcus con fare poetico.
«Ho
seguito il tuo consiglio.... mi sono affidata alla luna. Ed infatti ti
ho ritrovato» disse timidamente Kate.
Marcus:
«Cosa sta succedendo? Sono appena arrivato in
città e ho visto questo trambusto»
Kate:
«Stiamo partendo per una missione assegnataci da re Tolomeo:
andiamo a sconfiggere lo Sfingeleone, il mostro che infesta il deserto
di Bruma». "Non posso dirti la verità Marcus, mi
dispiace.... mia sorella si è raccomandata di non rivelare a
nessuno il piano" si disse tra sé e sé.
Marcus:
«Ne ho sentito parlare qualche volta durante i miei
viaggi.... è un mostro abbastanza pericoloso vero?»
Kate:
«Non sarà un problema per i Tre Demoni
Bianchi!»
Marcus:
«Promettimi solo una cosa....», il ragazzo
abbraccio la ragazza e la strinse forte a se. «Promettimi che
non ti succederà niente...»
Kate
era felice: finalmente qualcuno che non fossero le sue due sorelle si
preoccupava per lei: «Non ti devi preoccupare.... non mi
accadrà nulla. Se dovesse accadermi qualcosa, non potrei
più rivederti.... e non posso permettere che ciò
accada!» disse diventando tutta rossa in viso.
Marcus:
«Eheh, ben detto! La nostra prossima tappa con la Compagnia
sarà a Cornelia, ci vedremo lì?»
Kate:
«Dopo aver sistemato lo Sfingeleone penso che torneremo a
Tamuril per fare rapporto a Tolomeo e poi ci sposteremo a Cornelia....
o almeno mi batterò con tutte le mie forze purché
si vada a Cornelia!»
Marcus:
«Così mi piaci! Ora è meglio che tu
vada, non vorrei che le tue sorelle si preoccupassero non vedendoti
più tornare»
Kate:
«Hai ragione... spero di rivederti presto Marcus.... mi
mancherai»
Marcus:
«Anche tu... tantissimo....»
I
due si diedero un ultimo, passionale abbraccio prima di separarsi
nuovamente. Kate uscì dal vicolo in sella a Luna e si
ricongiunse al gruppo.
Titania:
«Eccoti finalmente. Tutto apposto con
l'attrezzatura?»
Kate:
«Sì, nessun problema»
Leonora:
«Va tutto bene? Perché hai gli occhi
rossi?»
Kate:
«Non è niente, solamente della polvere che mi
è entrata nell'occhio»
Titania:
«Vedi di fare più attenzione, la tua vista acuta
ci serve quando siamo in missione. Non possiamo permetterci che tu te
la rovini»
Kate:
«Sempre a pensare alle missioni.... sto cominciando a
stufarmi di questa vita»
Titania:
«Faccio finta di non aver sentito. Eccoci arrivate ai
cancelli. In marcia, verso il deserto di Bruma!»
Le
tre ragazze cavalcarono a tutta velocità, non sapendo ancora
cosa le aspetta.
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Capitolo 9 *** La trappola ***
Dopo
un'ora abbondante di cavalcata, ecco intravedere lo sconfinato deserto
di Bruna.
Leonora:
«Dannazione, non siamo ancora arrivate e già sento
un caldo infernale»
Kate:
«E non ci siamo portate nemmeno molta acqua.... come
faremo?»
Titania:
«Possibile che il caldo vi abbia già dato alla
testa? Leonora, sei una maga....»
Leonora:
«Ah già, che sciocca! GELUM REPAGULA!»
Una
coltre di aria gelida circondò le ragazze ed i loro cavalli.
Kate:
«Aaaahhhh, ora va molto meglio!»
Titania:
«Muoviamoci, lo Sfingeleone si trova proprio nel mezzo del
deserto. Spero che i cavalli ce la facciano a resistere»
Diablo
sbuffò come per dire "ma per chi mi hai preso? Certo che ce
la faccio!". Cominciò la lunga cavalcata verso la tana dello
Sfingeleone. Il deserto di Bruma era un luogo inospitale: senza acqua,
senza vita. Faceva così caldo che non crescevano nemmeno
piante grasse. Era solo un saliscendi di dune. Dovettero fare diverse
soste perché Luna non ce la faceva a tenere il passo in quel
terreno così accidentato, un paio di volte
rischiò anche di cadere.
Kate:
«Ma non siamo ancora arrivate? La povera Luna non ce la fa
più»
Titania:
«Sssshhhh.... ho sentito un rumore»
L'unico
rumore che si sentiva era il lieve spirare di un vento caldo che
smuoveva un po' di sabbia. Diablo cominciò ad essere
irrequieto. «Presto, via di qui!» disse Titania,
cavalcando verso una duna particolarmente alta. Leonora
seguì la sorella, mentre la povera Kate rimase indietro a
causa della spossatezza di Luna. In quel preciso momento, la sabbia si
aprì sotto le zampe della cavalla e le due vennero
inesorabilmente inghiottite. Titania in sella a Diablo si
avvicinò a quella voragine e vi saltò dentro,
lasciando il cavallo sul bordo. Dopo pochi secondi, un urlo straziante
ruppe il silenzio del paesaggio. Luna e Kate vennero sbalzate fuori
dalla voragine, mentre una grossa creatura dall'aspetto di uno
scarafaggio ma con una coda e delle zampe da leone e dei capelli come
quelli di una sfinge, fuoriuscì dimenandosi ed urlando dal
dolore. Sulla schiena della creatura vi era Titania, che aveva
conficcato il suo spadone nella carne del mostro. «Kate,
allontanati e prendi posizione. Leonora, comincia ad usare i tuoi
attacchi magici. Io lo colpirò direttamente da qui su.
Buttiamo a terra questo bestione! E mi raccomando.... occhi aperti,
sapete a cosa mi riferisco»
«RICEVUTO!»
dissero all'unisono le altre due.
Lo
Sfingeleone uscì completamente dalla sabbia. Non era poi
così grosso come si supponeva. Aveva però artigli
affilati e delle lunghe zanne che fuoriuscivano dalla bocca.
«Ma
che razza di animale sei?» disse Titania mentre per non
cadere si reggeva al suo spadone conficcato nella carne del mostro.
Leonora:
«GELIDUS INFERI!»
La
sabbia sottostante lo Sfingeleone si raffreddò all'istante,
congelandosi e congelando anche le zampe del mostro.
Titania:
«Finalmente ti sei fermato. Ottimo lavoro Leonora. Ed ora
diamogli il colpo di gra...»
La
bestia si liberò facilmente dalla morsa di ghiaccio e
riprese a dimenarsi, facendo quasi cadere Titania dal suo dorso.
Leonora:
«Ma... è impossibile! Come ha fatto a liberarsi
così presto?»
Titania:
«Temo che sia a causa delle temperature.... se il giorno in
questo deserto fa un caldo infernale, di notte la temperatura deve
abbassarsi così tanto fino a ghiacciarne la superficie. Ecco
perché non ci sono piante né altre forme di vita.
Questo Sfingeleone è l'unica creatura che vive in questo
territorio, avrà sviluppato delle caratteristiche
particolari di resistenza alle basse ed alte temperature»
Leonora:
«Quindi se non posso colpirlo con il fuoco o con il
ghiaccio... mi rimane il fulmine!»
Titania:
«Aspetta prima di colpirlo, non vorrei trovarmi ancora qui
sopra e venire folgorata!»
Leonora:
«Mi hai preso per una stupida? Intanto carico il colpo,
voglio colpirlo con un incantesimo bello potente....»
Titania:
«Va bene... ah, quanto si dimena. Devo farlo calmare
altrimenti rischi di mancarlo»
Leonora:
«Ho un'idea! Lascia la tua spada conficcata nella sua
schiena, la userò come conduttore!»
Titania:
«Ottima idea! Aaaaahhhh, stavo per cadere. ADESSO MI HAI
PROPRIO SCOCCIATO!». La ragazza spiccò un balzo
fino ad arrivare alla testa ed assestò un sonoro pugno sulla
testa del mostro che, stordito, si calmò. Successivamente
Titania saltò via dalla bestia ed urlò:
«ORA LEONORA!»
Leonora:
«Annienta i miei nemici con la tua furia divina... PUNICEUS
FULGUR!»
Il
cielo sopra lo Sfingeleone divenne cupo: grosse nuvole apparvero dal
nulla e cominciarono ad accatastarsi. Un grosso fulmine scarlatto si
materializzò da quelle nuvole e si scagliò
inesorabile sullo spadone di Titania, propagandosi per tutto il corpo
del mostro.
«È
IL TUO TURNO KATE!» urlò Titania.
Non
molto lontano da lì, in una duna solitaria, Kate stava
osservando la situazione, guardandosi nel frattempo intorno, in cerca
di questo fantomatico nemico. "Come fanno anche solo minimamente a
pensare che sia Marcus il colpevole di tutto... mah, forse avranno
capito tutto e sono semplicemente gelose.... Ah il segnale di Titania,
tocca a me!". La ragazza stava facendo uno dei suoi ragionamenti,
portandola a distrarsi. L'amore le aveva proprio dato alla testa. Ma
ora toccava a lei finire la bestiaccia: "Una sola freccia alla testa
dovrebbe bastare. Devo concentrarmi, non posso sbagliare... il
bersaglio è anche immobilizzato grazie alla magia di
Leonora. Devo stare calma, non è la prima volta....
perché sono così agitata? Che mi
succede?»
«ALLORA
KATE, TI VUOI MUOVERE?» incitò Titania.
"Ecco
ecco! Odio quando mi mettono fretta! Allora, un bel respiro profondo,
contiamo fino a tre..... uno.... due...."
Kate
scoccò la freccia che però prese tutt'altra
direzione, andando dritta verso Titania.
Leonora:
«Titania, attenta!»
Titania
afferrò la freccia al volo, bloccandola a pochi centimetri
dal suo naso: "MA CHE STA COMBINANDO QUELLA SCEMA? DOPO FACCIAMO I
CONTI!" pensò furibonda. Mise due dita in bocca e
fischiò per richiamare Diablo che corse subito da lei. La
ragazza montò in sella al volo ed insieme cavalcarono verso
una zampa della bestia che nel frattempo si era ripresa dal colpo di
Leonora. Con la sua coda colpì la maga, che si
attaccò ai peli della stessa, urlando: «FATEMI
SCENDEREEEEE, MI VIENE DA VOMITAREEEE». Nel frattempo, Diablo
con una serie di salti si arrampicò sulla zampa dello
Sfingeleone, arrivando sul suo dorso. «Andiamo Diablo,
facciamola finita!». Il cavallo corse in direzione della
spada che Titania afferrò senza fermarsi e, successivamente,
si diresse verso la testa del mostro che provò un sospiro di
sollievo non avendo più quello spadone conficcato nel dorso.
«Questo è stato il tuo ultimo sospiro!»,
all'altezza del collo, Titania saltò via da Diablo ed
atterrò sulla testa della bestia, conficcandole lo spadone
direttamente nel cervello. Lo Sfingeleone si accasciò a
terra esanime. Leonora poté scendere a terra, frastornata
come non mai. Titania estrasse lo spadone dalla testa del mostro,
salì in sella a Diablo e, rivolgendosi a Leonora, disse:
«Prendi Fenrir ed andiamo da Kate,
IMMEDIATAMENTE!». Leonora non aveva ancora piena padronanza
dei suoi arti, ma riuscì comunque a montare in sella a
Fenrir ed a seguire Titania.
Arrivate
sulla duna dove si era appostata Kate, notarono che Luna era
irrequieta. Avvicinandosi ancora di più alla cavalla, videro
Kate a terra, immobile.
Titania:
«Alzati, non è il momento di riposare!
C'è mancato poco che compromettessi l'esito della missione.
Mi spieghi cosa ti passa per la testa? EH? ED ALZATI
MALEDIZIONE!»
Kate
non mosse un muscolo.
Titania:
«Non sperare di cavartela in questo modo, non sei
più una bambina e...»
Leonora:
«ASPETTA TITANIA, GUARDA LI'!». La ragazza
indicò la gamba di Kate: c'era un piccolo graffio che
però aveva dato origine ad un grosso gonfiore che non
accennava a diminuire. A pochi centimetri nelle vicinanze, un rarissimo
esemplare di 'scorpione dorato' si aggirava tranquillamente.
«Quello è un esemplare di scorpione dorato....
è già raro di suo, non può trovarsi
qui, nel modo più assoluto. Poche gocce del suo veleno sono
in grado di addormentare un elefante, mentre una dose più
massiccia può arrivare ad uccidere una balena adulta! Per
fortuna Kate è stata presa solamente di striscio, ma anche a
giudicare dal gonfiore sulla gamba, ha assorbito troppo veleno per un
essere umano giovane come lei. Rischia di morire se non la curiamo
subito!»
«Beh,
tutto qui? Doveva essere questa la trappola? O voi siete cadute nella
mia? Uhuhuh», una voce proveniente da una duna molto alta e
poco distante da loro attirò l'attenzione delle due sorelle.
La sagoma di un individuo si ergeva sulla cima della duna. Avendo il
sole contro però, le ragazze non erano in grado di vedere la
sua identità. Potevano capire solamente dal tono di voce che
si trattasse di un individuo maschile.
Titania:
«Chi sei tu, maledetto!»
«Sono
solo uno che si annoia, tutto qui» rispose il misterioso
individuo.
"Allora
non mi sbagliavo.... c'è veramente qualcuno che ci vuole
morte. Ma perché? Perché questo accanimento?"
pensò Titania.
Leonora:
«Sei stato tu a portare qui questo esemplare di scorpione
dorato?»
«Forse
sì, forse no, chi lo sa....» rispose divertito.
«SMETTILA
DI FARE L'IDIOTA!» tuonò Titania. La sua voce
risuonò per tutto il deserto. «Non capisco come tu
abbia fatto a prendere alla sprovvista mia sorella, ma ti assicuro che
la pagherai molto cara»
«Beh
è stato facile, mi è bastato celare lo scorpione
dorato nell'ombra grazie alla mia magia. In questo modo la ragazza non
ha potuto avvertirne la presenza ed è stata punta, proprio
nel momento di scagliare la freccia! Ironia della sorte la freccia
è andata proprio nella tua direzione»
Titania:
«Quindi ci hai spiate»
«Ho
visto tutto il combattimento contro quel bestione, aspettando il
momento adatto per intervenire». il misterioso individuo non
sembrava spaventato da Titania che ribolliva di rabbia. «Vi
consiglio di portarla subito da qualche medico, prima che sia troppo
tardi.... uhuhuh» detto questo, l'individuo
schioccò le dita e sparì nel nulla.
Titania:
«Giuro che me la pagherà....». La
ragazza stringeva i pugni con rabbia.
Leonora:
«Non c'è tempo per farsi prendere dalla collera,
dobbiamo portare nostra sorella da un medico!».
Allungò una mano verso lo scorpione dorato, congelandolo
all'istante. Prese successivamente il cubetto di ghiaccio e lo mise in
una sacca: «Questo ci sarà utile per creare un
antitodo. Ed ora muoviamoci!». Leonora saltò in
sella a Fenrir, mentre Titania adagiava il corpo di Kate su Luna,
legandola bene facendo in modo che non potesse cadere. «Conto
su di te Luna, non mi deludere» disse la ragazza guardando
negli occhi la cavalla.
Luna:
«HHHHHIIIIII!»
Titania,
montando in sella a Diablo, disse: «Dirigiamoci subito verso
Cornelia, la città imperiale. Lì troveremo
senz'altro un medico in grado di curare Kate. Non abbiamo tempo da
perdere.... siate veloci come il vento!». Detto questo, il
gruppo partì alla volta della città imperiale
Cornelia.
La
dura lotta contro il tempo ha avuto inizio.
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Capitolo 10 *** Ricordi ***
Il
gruppo riprese a muoversi. Luna sembrava reggere bene il passo degli
altri cavalli, molto più forti e possenti di lei. Il
pensiero che la sua padrona stesse male e potesse morire da un momento
all'altro, le dava la forza per non mollare e continuare a cavalcare a
velocità sostenuta.
Titania:
«Dannazione, ci siamo fatte fregare come delle
principianti!»
Leonora:
«L'hai visto anche tu.... quello strano tipo utilizzava forme
di magia che non avevo mai visto prima. Non è possibile
sparire con il solo schioccare delle dita!»
Titania:
«Non mi interessa dei suoi stupidi trucchi di magia! Quello
che non riesco a sopportare è come ci abbia fregato. E
soprattutto come abbia messo in pericolo nostra sorella Kate! Se mi
ricapita tra le mani, non rimarranno nemmeno le ossa»
Leonora
sapeva che quanto detto da Titania era la pura verità: aveva
la forza e la volontà per fare ciò che aveva
appena detto.
«M...
ma... mamma......», Kate stava delirando.
Leonora:
«Accidenti, deve avere la febbre alta. Spero non stia facendo
un incubo»
"Non
far riaffiorare certi ricordi Kate.... non farti ulteriormente del
male...", pensava Titania.
«D...dove...
dove è... andato... il papà...?»
32
anni prima. Un uomo ed una donna si incontrano durante un torneo di
'braccio di ferro'.
«Non
pensavo di finire in finale contro una donna!», disse
sorpreso l'uomo.
«Non
penserei nemmeno di vincere se fossi in te», rispose stizzita
la donna.
«Mi
piace questo comportamento aggressivo ed autoritario in una
donna!»
«Quando
avrò finito con te, cambierai idea»
L'incontro
iniziò ed i due erano in assoluta parità.
«Però...
sei forte per essere una donna!»
«Lo
prendo come un complimento, signor maschilista!»
L'incontro
andò avanti per diversi minuti in assoluta
parità, quando l'uomo decise di fare sul serio e
cominciò ad abbassare il braccio dell'avversaria.
«Mi
dispiace, ma temo di aver vinto», disse in maniera arrogante
l'uomo. Il braccio della donna aveva quasi toccato il tavolo, quando
ella esclamò: «Quindi questa sarebbe la tua vera
forza... veramente notevole per un uomo. Peccato che io sia molto
più forte». Non appena finì la frase,
la donna ribaltò il risultato, facendo perdere l'uomo.
Quest'ultimo non poteva credere a ciò che era appena
successo. Gli altri uomini deridevano il perdente, mentre si
complimentavano con la vincitrice. La donna si avvicinò a
lui e disse: «Mai e ripeto MAI sottovalutare una
donna.....» andandosene per la propria strada con la coppa
tra le mani.
«Aspetta!»
disse l'uomo raggiungendola. «Non avevo mai incontrato una
donna con la tua forza! Ti chiami Venera... giusto?»
Venera:
«Esatto. Beh, anche tu non te la cavi male... Atticus,
giusto?»
Atticus:
«Sì! Mi stavo domandando se ti andrebbe di vederci
a cena questa sera....»
Venera:
«Caspita, non perdi tempo tu eh?»
Atticus:
«La prima donna che mi abbia battuto a braccio di ferro, non
posso farmela sfuggire ahahah!»
Venera:
«.... almeno sei sincero. E sembri anche simpatico!
Perché no? Ci vediamo questa sera. E non provare a fare
strane mosse, sono molto più forte di quanto abbia mostrato
oggi»
Atticus:
«Non ne avevo la minima intenzione, ci tengo alla
pelle!»
Venera
sorrise dolcemente. Malgrado la sua forza fisica, era veramente una
bella donna: aveva dei capelli corti rossicci con qualche chiazza di
biondo, un viso angelico contornato da due bellissimi occhi azzurro
chiaro. Atticus invece era il tipico contadinotto dal fisico robusto:
aveva dei capelli blu che gli arrivavano alle spalle, leggermente mossi
ed un paio di occhi neri. Un naso ben marcato ed una bocca larga
chiudevano il quadro. Quella sera, i due si incontrarono e cenarono
insieme. Parlarono e parlarono e parlarono ancora.... finendo per
innamorarsi l'uno dell'altra! Entrambi erano dei contadini, decisero
quindi di gestire una fattoria insieme. Ci volle un anno
perché il tutto fu avviato con successo. Avevano proprio una
bella fattoria, con il bestiame ed i vari campi per il raccolto. In due
riuscivano benissimo a gestirla: mentre Venera spaccava la legna a mani
nude, Atticus dava da mangiare al bestiame. Mentre Venera seminava a
mani nude, Atticus raccoglieva le uova e mungeva le mucche. Mentre
Venera metteva a mani nude i ferri agli zoccoli dei cavalli, Atticus
raccoglieva i prodotti dall'orto. E tutto questo durò per un
anno... quando non sopraggiunse il primo dono dal cielo.
Venera:
«Hai già deciso per il nome?»
Atticus:
«Se sarà un maschio, Goro, se sarà una
femmina, Titania».
Nacque
così Titania, vivace bimba dai capelli ed occhi rossi che
all'età di 5 anni spaccava già la legna a mani
nude. Dalla nascita della piccola però le cose cambiarono
considerevolmente: Venera era stata provata dal parto e dovette
rinunciare ai compiti più faticosi... cosa che provvide
Atticus a sopperire. I compiti quindi si invertirono, con l'unica
differenza che la legna la spaccava Titania! La bimba era molto legata
ai suoi genitori, specialmente a suo padre. Dopo una lunga giornata di
lavoro, i due andavano sempre a fare una cavalcata insieme, immersi nel
tramonto e nelle praterie, mentre mamma Venera era a casa a preparare
la cena. Una sera, mentre erano di ritorno da una cavalcata, camminando
lungo un torrente furono attaccati da un cinghiale. Titania si mise
subito davanti a suo padre e tremando urlò contro il
terribile cinghiale: «N-non o-osare a-a-av-avvicinarti a
m-mio p-p-p-padre!», mostrando i pugni. Il cinghiale
però non aveva intenzioni amichevoli: abbassò la
testa e caricò la piccola. Titania chiuse gli occhi e
sferrò un pugno davanti a se. Quando li riaprì,
vide il cinghiale steso per terra davanti a lei con un grosso
bernoccolo sulla testa.
Titania:
«H-hai visto papà! L'ho steso l'ho
steso!»
Atticus:
«E brava la mia figliola! Come avrei fatto senza di te? Ti
meriti un grosso bacio, vieni qui». L'uomo diede un bacio
sulla fronte della piccola Titania, più altri tre sulla
guancia destra. Dopo di che la prese per mano e ripresero a camminare
verso casa. "Quel bernoccolo sono stato io a farglielo, però
vicino ce n'era uno più piccolo.... possibile che Titania
sia già così forte?" pensò Atticus.
Passarono
altri due anni, ora Titania aveva ben 7 anni e..... una sorellina! Era
nata Leonora, bambina dai capelli viola e gli occhi neri,
particolarmente sveglia ed intelligente. All'età di 5 anni
già leggeva libri sulla magia. Dopo questo secondo parto,
Venera si indebolì ulteriormente. Oramai faceva solo le cose
più semplici all'interno della fattoria. Benché
Titania dava anch'essa una mano, Atticus stava cominciando a sentire il
peso di quella vita: la mattina si alzava, svolgeva tutte le mansioni
aiutato da Titania, per poi la sera rilassarsi un poco ed andare a
dormire, stremato dalla fatica. A volte capitavano anche dei capricci
tra Titania e Leonora che lui doveva prontamente sanare dove non ci
riuscisse Venera. Un giorno, mentre Titania era intenta a trasportare
della legna per prepararsi al periodo invernale, vide Leonora che stava
leggendo. Adirata, fece cadere la legna ed andò dalla
sorella. Leonora vide un'ombra proiettarsi sul libro, alzò
gli occhi e vide sua sorella con un'espressione poco rassicurante.
Titania:
«Che stai facendo Leonora?», domandò con
una punta di veleno.
Leonora:
«Oh ciao Titania. Sto leggendo questo libro. Parla di magie,
incantesimi, principi, principesse, draghi, demoni.... è
veramente avvincente!»
Titania:
«Perché non sei ad aiutare me e papà?
Sai che c'è un sacco di lavoro da fare?»
Leonora:
«Ma io non sono forte come voi due.... come potrei
aiutarvi?»
Titania:
«Beh non puoi dirlo se prima non ci provi. Guarda quella
legna laggiù, prendila e portala in casa! SUBITO!»
Leonora:
«Sì sì ho capito.... ma non urlarmi
contro che mi fai paura!»
La
piccola Leonora provò a sollevare un legnetto, ma senza
risultato.
«Non
è possibile che tu non riesca a sollevare nemmeno un
legnetto. Forza, riprova! E questa volta, mettici un po' più
di convinzione», sbraitò Titania.
Leonora
prese di nuovo il legnetto e questa volta ci mise più forza.
Riuscì a sollevarlo, ma cadde all'indietro sbattendo la
testa. Cominciò a piangere.
«Che
sta succedendo qui?», Venera, sentendo dei rumori, venne a
controllare la situazione. «Perché Leonora sta
piangendo?»
Titania:
«Perché non è giusto che lei stia qui
senza far nulla»
Venera:
«Titania te l'ho già spiegato, tua sorella non
è portata per questo genere di lavori. Lei è una
studiosa e...»
Titania
«Una studiosa che non combina nulla dalla mattina fino alla
sera!»
Venera:
«Non parlare così di tua sorella!», la
donna tirò un pugno contro il muro per incutere timore alla
ragazzina.... ottenendo solo un grosso livido sulla mano come risultato.
«Che
sta succedendo qui?», Atticus arrivò chiedendo
spiegazioni.
Titania:
«Leonora è inutile e la mamma si è
appena fatta male nel tentativo di spaventarmi»
Atticus:
«Tesoro.... te l'ho già detto: non sei
più quella di un tempo, non fare questi sforzi»
Venera
annuì. Aveva un'espressione triste e delusa.
Atticus:
«E tu che cosa hai appena detto riguardo a tua
sorella?»
Titania:
«Che è inutile»
Atticus:
«Tua sorella NON è inutile. Chiedile subito
scusa»
Titania:
«Non ci penso nemmeno! Finché non mi
dimostrerà di saper fare qualcosa, continuerò a
ripetere che è inutile!»
Atticus:
«Titania PER FAVORE...uh senti anche tu questa puzza di
bruciato? Come se qualcuno stesse dando fuoco a della legna»
Titania
annusò l'aria e disse: «È vero.... e
proviene da dietro la mamma!»
Dietro
la donna c'era Leonora che stava facendo pratica di magia elementale,
bruciando quel legnetto che non riusciva a sollevare. Le facce stupite
dei suoi familiari la riempirono di orgoglio. Si rivolse quindi verso
Titania e disse: «Hai visto? Non sono inutile!». Da
quel giorno, Leonora si allenò nell'uso delle arti magiche
insieme a sua madre, benché quest'ultima non sapesse nulla
di magia. Così, mentre da una parte avevamo Leonora e Venera
aspiranti maghe, dall'altra c'erano Atticus e Titania che badavano alla
fattoria. Ma Atticus era sempre più stanco. Non era questa
la vita che aveva sognato. Passò un altro anno e qualche
mese. Dopo una dura giornata lavorativa, Atticus tornò a
casa stremato.
Venera:
«Amore, indovina!»
Atticus:
«Tesoro.... sono stanchissimo, non ho tempo per gli
indovinelli»
Venera:
«Ah sei stanco... beh, tra qualche mese potrai avere un nuovo
aiutante!»
Atticus:
«Vuoi dire che...»
Venera:
«Esatto, sono di nuovo incinta!»
Atticus:
«....»
Venera:
«Beh? Tutta qui la tua reazione? Pensavo ne fossi stato
felice...»
Atticus:
«Sì sì, sono felice... scusami amore,
ma è stata una giornata veramente dura...»
Nella
mente di Atticus stava nascendo qualcosa... un pensiero tanto semplice
quanto pericoloso. Un giorno dovette andare in città per
sbrigare degli affari. Al suo ritorno non sembrava più lo
stesso.
Titania:
«Papà, finalmente sei tornato! Che ne diresti di
andare a fare una cavalcata, come ai vecchi tempi?»
Atticus:
«Non oggi Titania, sono abbastanza stanco e vorrei andare a
riposarmi....»
Titania
ci rimase male, ma continuò comunque a fare le sue faccende.
Nel frattempo, Venera e Leonora erano ancora ad addestrarsi nell'uso
della magia. Leonora era diventata molto più brava ed ora
padroneggiava alla perfezione incantesimi di fuoco e di acqua.
Venera:
«Bene Leonora, ora potrai aiutare anche tu nella fattoria.
Potrai irrigare i campi, dar da bere alle bestie, bruciare le foglie
secche o le piantagioni oramai marce... insomma, avrai del lavoro da
fare»
Leonora:
«Si mamma! Non vedo l'ora di dare una mano, così
Titania non dirà più che sono inutile».
Venera vide Atticus passare nella stanza accanto, senza fermarsi a
vedere i progressi della figlia. «Continua un po' da sola
Leonora, torno tra poco». La donna fermò il marito
poco prima che entrasse in camera da letto: «Beh, sei tornato
e non mi dici niente? Allora, com'è andata in
città?»
«Sì,
scusami Venera ma sono abbastanza stanco e vorrei andare a dormire....
ti racconterò tutto domani... scusami ancora»
disse Atticus chiudendosi la porta della camera da letto dietro di se.
"'Venera'....
non mi chiamava per nome da anni ormai.... che ti succede, Atticus?",
pensò la donna mentre teneva una mano sulla porta della
camera da letto. Il giorno Titania mostrava a Leonora le mansioni che
doveva eseguire. Atticus e Venera rimasero soli in casa e cominciarono
a parlare.
Atticus:
«Venera.... è questa la vita che hai
sognato?»
"Mi
ha chiamata di nuovo per nome...", pensò la donna,
rispondendo con: «Cioè vivere con l'uomo che amo
ed avere due figlie stupende con una terza in arrivo? Beh non proprio,
pensavo che ne sarebbe arrivato solo uno di figlio. Sono felice della
vita che faccio» disse con il sorriso sulle labbra.
Atticus:
«Non era questo che intendevo.... noi un tempo eravamo
fortissimi, tu eri molto più forte di me! Ed ora guardaci,
gestiamo una fattoria con due figlie ed una terza in arrivo. Le nostre
giornate sono piatte, monotone. Potevamo partire all'avventura e
compiere imprese epiche!»
Venera:
«Per quanto mi riguarda, stiamo per compiere la terza di
gesta epica!»
Atticus:
«Perché ti rifiuti di capire? Io sono stufo di
questa vita, STUFO!»
Venera:
«NON ALZARE LA VOCE, NON VOGLIO CHE LE RAGAZZE TI SENTANO
PARLARE IN QUESTO MODO!». Venera era adirata e
colpì forte il tavolo con un pugno, finendo per farsi male.
Atticus:
«Vedi, è proprio a questo che mi riferivo. Non ti
fa rabbia essere diventata così debole?»
Venera,
tenendosi la mano dal dolore, disse: «Sei proprio cambiato...
un tempo ti saresti preoccupato per me...»
Atticus:
«.... perché non ce ne andiamo? Abbandoniamo
questa vita e ricominciamo. Portiamo le ragazze con noi, la loro forza
e capacità ci sarà sicuramente utile! Ho
incontrato delle persone l'altro giorno in città
e...»
Venera:
«AH QUINDI NON È UN'IDEA PARTITA DA
TE!», urlò furibonda la donna.
Atticus:
«Non alzare la voce, rischi di allarmare le ragazze»
Venera:
«Non ci provare. E chi sarebbero queste persone?»
Atticus:
«Gente che ci garantirebbe un futuro senz'altro
migliore!»
Venera:
«Basta, non voglio sentire oltre. Il nostro futuro
è qui, in questa fattoria e con le nostre figlie! Se a te
non sta bene, puoi anche andartene, non voglio trattenerti ed essere la
fonte della tua infelicità. Solo, lascia stare me e le
ragazze»
Atticus:
«Non vuoi proprio capire...». L'uomo si
alzò ed uscì, sbattendo forte la porta. Venera si
sedette e scoppiò a piangere.
Titania
era intenta a spaccare la legna, a mani nude ovviamente. Atticus le si
avvicinò e cominciò a parlarle:
«Titania, non sei stanca di questa vita? Spaccare legna,
trasportare legna, ferrare cavalli, coltivare campi....».
Titania:
«No papà, a me piace questa vita insieme a te e la
mamma.... e sì, anche a quella rompiscatole di Leonora. Sto
bene e sono felice. Perché questa domanda?»
Atticus:
«Oh no niente.... era solo un'idea.... continua pure mia
cara». Titania fissò il padre con un'aria
interrogativa, riprendendo poi a spaccare la legna. L'uomo quindi si
spostò verso i campi dove c'era Leonora intenta ad
irrigarli. «Ciao Leonora. Sei diventata veramente brava
nell'uso della magia!»
Leonora:
«Grazie papà!»
Atticus:
«Senti.... sei felice qui? Con me, la mamma e
Titania?»
Leonora:
«Certo che sono felice! Anche se Titania a volte è
antipatica e mi fa i dispetti... le voglio comunque bene. Voglio bene a
tutti voi!»
Atticus:
«Capisco.... quindi non vorresti fare un viaggio da qualche
parte, magari di qualche anno?»
Leonora:
«Oh no, io sto benissimo qui! C'è tutto quello che
io possa desiderare! Perché questa domanda
papà?»
Atticus:
«Nulla... solo semplice curiosità... continua pure
il tuo lavoro». Leonora scrollò le spalle e
continuò ad irrigare i campi con la sua magia.
"Sono
tutte contro di me, dannazione...... ma non ha importanza, oramai ho
preso la mia decisione. Domani sarà il grande giorno, il
giorno della mia rinascita!", uno strano sorriso si dipinse sulla
faccia di Atticus.
Il
giorno seguente, il tempo era cupo: nere nuvole si stagliavano su tutta
la fattoria, rendendo l'atmosfera lugubre e triste. Atticus aveva
preparato uno zaino e stava uscendo dalla fattoria prestissimo. Venera
cercò di dissuaderlo a tutti i costi.
Venera:
«Dove credi di andare? Perché vuoi
abbandonarci?!»
Atticus:
«Sei stata tu a dirmi che ero libero di andare»
Venera:
«NON PENSI AL BAMBINO CHE STA PER NASCERE!? VUOI DAVVERO
PRIVARLO DELLA FIGURA PATERNA?»
Atticus:
«Abbassa la voce o sveglierai le bambine, non voglio che mi
vedano partire»
Venera:
«Ah ora ti importa di loro? Che ne sarà di noi se
tu partirai?», la donna era con le lacrime agli occhi.
Atticus:
«Ve la caverete bene anche senza di me, Titania e Leonora
sono in gamba e manderanno avanti la fattoria alla grande!»
Venera:
«Non capisci, non vuoi proprio capire! Senza di te saremo
perse!»
Atticus:
«Mi dispiace... ma ho preso la mia decisione... addio Venera,
saluta le ragazze da parte mia»
Venera:
«NO, NON TI LASCERO' ANDARE!». La donna
afferrò la vita dell'uomo, abbracciandolo. Lui si
girò e la guardò negli occhi, quegli occhi pieni
di lacrime e di dolore. Successivamente la spinse via, facendola cadere
a terra. La donna urlò dal dolore, ma lui sembrò
non interessarsene ed uscì dall'abitazione. "Mi dispiace, ma
non è questo ciò che voglio.... io aspiro molto
più in alto". Sentendo i pianti della madre, Titania si
svegliò e sopraggiunse all'ingresso: «Manma
cos'è successo? Perché sei a terra e stai
piangendo? Dov'è papà?». La donna non
rispose e continuò a piangere. Titania notò la
porta aperta, quindi corse fuori. Vide il padre che si stava
allontanando, in direzione della foresta.
Titania:
«PAPA'! DOVE STAI ANDANDO!». L'uomo non si
girò, continuando ad avanzare per la sua strada. La ragazza
cercò di raggiungerlo correndogli dietro, ma venne colpita
alla fronte da un sasso che la fece cadere a terra. Del sangue
cominciò a sgorgarle dalla fronte.
«Devo
dedurre che nessuna di loro abbia deciso di seguirti»
Atticus:
«Esatto»
«A
te sta bene così?»
Atticus:
«Sì, non ho rimpianti»
«Come
preferisci.... allora seguici»
E
così Atticus sparì nella foresta, seguendo altri
due uomini....
Venera
intanto si era trascinata fino alla porta, urlando il nome di Titania
che era ancora a terra. Leonora intanto fece la sua comparsa
all'ingresso e, vedendo sua madre a terra, si avvicinò per
aiutarla, chiedendo cosa stesse succedendo: «Mamma
perché sei a terra? Cosa sta succedendo? Dov'è
papà?». La donna abbracciò la figlia e,
non riuscendo a fermare le lacrime, disse: «Tuo padre
è dovuto partire per lavoro... non sappiamo quando
ritornerà»
Leonora:
«Però tornerà, non è
vero?»
«Certo
che tornerà!», disse la donna urlando di dolore.
Intanto
Titania si era ripresa. Si alzò in piedi, con delle linee di
sangue che le macchiavano la faccia e colavano a terra, ed
urlò con quanto più fiato avesse in corpo. Dei
tuoni accompagnarono quell'urlo pieno di dolore e di rabbia.
Passò qualche mese e nacque finalmente la piccola Kate:
capelli color biondo oro ed occhi azzurri purissimi, era la
più gracile di costituzione delle tre. Questo ulteriore
parto, indebolì ancora di più Venera, costretta
ad occuparsi solamente delle faccende di casa. Passarono cinque anni e
la piccola Kate trovò un arco nella cantina, durante una
delle sue 'ispezioni segrete'. Alla piccola piaceva giocare
all'esploratrice. Prese quindi quell'arco e delle frecce ed
uscì a fare pratica. Inizialmente era completamente
imbranata, ma aveva un buon occhio: riusciva infatti a notare piccoli
particolari anche a distanze considerevoli. E così, mentre
Titania oramai quasi ventenne si occupava di far andare avanti la
fattoria, Leonora continuava a studiare magia, aiutando in quel che
poteva. La piccola Kate invece continuava ad esercitarsi con l'arco,
sperando di essere utile anch'essa in futuro. Venera era fiera di loro:
anche senza Atticus riuscivano a cavarsela egregiamente. Leonora
chiedeva ogni tanto quando tornasse il padre, mentre Kate voleva
saperne di più sul padre che non ha mai conosciuto. Quando
ciò accadeva, Venera cercava di dare delle spiegazioni
plausibili, cercando di non lasciarsi andare e piangere a dirotto.
Doveva essere forte, per le sue figlie. Titania invece era l'unica alla
quale non interessava sapere nulla del padre: le aveva abbandonate
senza ritegno, lasciandole sole al loro destino. Non si fidava
più di nessuno, a parte le sue sorelle e sua madre che le
accudiva così amorevolmente. Si ripromise che sarebbe
diventata più forte, per aiutarle. Ma i problemi iniziarono
ad arrivare: non c'erano abbastanza soldi per pagare tutte le varie
spese, i debiti cominciavano ad accumularsi e Venera prese la decisione
di vendere tutte le bestie: «Vivremo solo coltivando i campi,
basterà per farci vivere più che
dignitosamente» diceva con un filo di voce. Titania prese la
decisione di allenare nel tempo libero sia Leonora che Kate nella
caccia: in questo modo avrebbero risparmiato molto sul cibo ed
avrebbero potuto guadagnare anche qualcosa. Passò un altro
anno, Kate aveva 6 anni e sapeva già cacciare con l'arco,
riuscendo a cacciare conigli, lepri, piccoli uccelli, volpi e cervi.
Leonora invece ne aveva 13 ed era diventata molto brava con la magia:
riusciva infatti a tenere testa a cinghiali, aquile, falchi e lupi.
Infine Titania, la più forte delle tre, era in grado di
stendere un orso a mani nude. Tutto questo avendo solo 20 anni di
età. Un giorno, con una scusa, Leonora si
allontanò insieme a Titania dalla fattoria: «Ho
visto un orso ENORME nella foresta, se riusciamo ad abbatterlo potremmo
guadagnarci una fortuna!»
Titania:
«Mi hai convinta! Kate, rimani con la mamma. Fai quello che
ti dice senza discutere, intesi?»
Kate:
«Sì Titania, puoi contare su di me!»
Le
due ragazze si allontanarono e scomparvero nella foresta.
Venera:
«Ora che se ne sono andate possiamo cominciare ad organizzare
la sorpresa!»
Kate:
«Sì che bello, una festa a sorpresa per Titania!
Ma perché proprio oggi?»
Venera:
«Perché oggi è il 28 agosto, il giorno
in cui Titania è nata ed è quindi il suo
compleanno»
Kate:
«Ma non lo abbiamo mai festeggiato... perché oggi
sì?»
Venera:
«Perché Titania oggi compie 20 anni, diventa
finalmente una signorina e può già cercarsi un
marito.... vorrei tanto che trovasse un bravo ragazzo e vivesse la sua
vita, invece di rimanere inchiodata qui a prendersi cura di tutte
noi....», una lacrima scese dal volto della donna.
I
preparativi procedevano senza intoppi, quando improvvisamente si
sentì un rumore di vetri rotti proveniente dall'ingresso. Le
due si trovavano nella sala da pranzo, distante una decina di metri
dall'ingresso. Venera disse subito a Kate di nascondersi nell'armadio:
non voleva che sua figlia corresse rischi inutili benché
sapesse difendersi. «Nasconditi qui dentro e, non appena la
situazione è favorevole, scappa ed esci di casa! Mi hai
capito?»
Kate:
«Si mamma, farò come dici tu». La
piccola si nascose dentro l'armadio, portandosi l'arco e qualche
freccia per ogni evenienza.
"Sicuramente
sarà un ladro venuto a rubare. Non immagina però
che siamo povere...", pensò Venera, impugnando un coltello.
La sala era piena di addobbi e cibarie varie. Qualcuno irruppe
goffamente nella stanza.
Venera:
«Finalmente ti sei fatto vedere. Cos'è che vuoi?
Oro? Gioielli? Soldi? Beh, ho una brutta sorpresa per te: purtroppo
siamo povere, non abbiamo nulla»
«Dannazione,
questo si che è un problema.... Beh, mi
accontenterò di te e del cibo qui presente» disse
l'uomo fissando con aria vogliosa la donna.
Venera:
«Cos'hai intenzione di fare?»
«Non
lo immagini? È da molto tempo che non tocco una
donna....»
Venera:
«Stai attento, ho un coltello. Non costringermi a farti del
male»
«Ribelle
eh... MI PIACE!» disse l'uomo facendosi passare la lingua
sulle labbra. Iniziò una colluttazione che vide l'uomo
prendere il braccio armato di coltello della donna e sbatterla contro
pareti e mobili. Kate sentiva i rumori, ma le era stato ordinato di non
uscire finché la situazione non su favorevole. L'uomo
riuscì a far cadere la donna: le tolse il coltello dalla
mano e lo buttò lontano, distendendosi quindi sopra di lei.
«Ed ora ci divertiamo... stai tranquilla e lasciami
fare» disse lui con la bava alla bocca.
Venera:
«Ok, starò tranquilla... dopo questo!».
La donna diede un forte calcio ai testicoli dell'uomo che cadde a terra
rantolando dal dolore. «KATE, ADESSO!»
urlò lei. La bambina uscì dall'armadio e, senza
vedere cosa stesse succedendo, corse verso la porta d'ingresso, uscendo
dall'abitazione. Era terrorizzata, la paura non le permetteva di agire
consciamente e quindi di aiutare sua madre.
«Maledetta
puttana....» disse l'uomo ancora a terra agonizzante.
La
donna riprese il coltello da terra e si avvicinò all'uomo,
pronta a pugnalarlo mortalmente: «Beh, direi che è
finita. Ora calmerai i tuoi bollenti spiriti... per sempre!».
Stava per pugnalarlo alla schiena, quando l'uomo fece uno scatto in
avanti, buttandosi con tutto il suo peso sulla donna. I due vennero
sbalzati contro un tavolo apparecchiato e con una lanterna accesa al
centro. Il tavolo venne ribaltato, facendo cadere tutto ciò
che vi era sopra. La lanterna si infranse a terra ed il pavimento
cominciò a prendere fuoco. Quello scatto improvviso,
portò l'uomo a farsi pugnalare involontariamente al petto,
morendo sul colpo. Venera era distesa a terra, con un cadavere su di
essa dal peso non indifferente. Impiegò un po' di tempo
prima di riuscire a toglierselo di dosso, ma era troppo tardi: le
fiamme avevano avvolto l'intera stanza e stavano cominciando ad
espandersi per tutta la casa. Come se non bastasse, durante la caduta
si era slogata una caviglia. Era quindi impossibilitata a camminare.
Provò a trascinarsi, ma il terreno era troppo caldo e le
fiamme non permettevano di muoversi liberamente.
"Perché
la mamma ancora non esce....", Kate, vedendo le fiamme, stava
cominciando ad essere seriamente preoccupata, ma la paura non le
permetteva ancora di muoversi.
«Vorrei
tanto sapere dove l'hai visto questo orso», disse Titania
seccata.
«Ma
è vero, ti giuro che l'ho visto!» rispose Leonora
convinta di quanto stesse affermando.
Le
due ragazze uscirono dalla foresta, senza aver concluso nulla. Non
appena videro la loro casa in fiamme, si precipitarono. Kate era ancora
immobile che guardava quel macabro spettacolo.
Leonora:
«Kate! Che cosa è successo? Perché sei
qui fuori? E dov'è la mamma?». La bambina
riuscì a trovare la forza per puntare il dito in direzione
della casa. Titania cercò in tutti i modi di entrare, ma le
fiamme erano oramai alte. Leonora provò ad usare la sua
magia d'acqua, ma non bastava. Venera riuscì a trovare la
forza per affacciarsi alla finestra della sala da pranzo:
«Tit...a....nia.....». Titania la vide: era
completamente avvolta dalle fiamme. Provo ad avvicinarsi per riuscire
ad afferrarla, ma fu tutto inutile.
Venera:
«Non... pensare... a me..... pensa... alle... tue....
sorelle....»
Titania:
«NON DIRE COSI' MAMMA! TI FARO' USCIRE DI LI'.... TROVERO' UN
MODO!»
Venera:
«Sai bene... anche tu... che per me... è
finita....»
Titania:
«NO, NON DIRLO!»
Venera:
«... siate.... siate forti.... Tit...a..nia.... prenditi
cura.... delle tue sorelle.... fallo... per.... me....»
La
casa crollò proprio in quel momento, inghiottendo la povera
Venera. Titania venne allontanata a forza da Leonora, mentre guardava
attonita le macerie che cadevano. Kate cadde in ginocchio, cominciando
a piangere e ripetendo: «È tutta colpa mia....
è solamente colpa mia.....». Iniziò a
piovere. Una pioggia fitta, triste, inesorabile. Era come se il cielo
piangesse quell'evento nefasto. Ben presto le fiamme furono spente
dall'intervento della pioggia. Titania corse subito a rimuovere i
detriti per ritrovare il corpo di sua madre. Eccolo: era in gran parte
carbonizzato, ma si riusciva ancora a riconoscere i tratti facciali. In
mano aveva qualcosa, ma Titania non ci fece caso. La disperazione prese
il sopravvento. Le tre sorelle scoppiarono a piangere intorno al
cadavere della madre. Un pianto angosciante, triste, di chi ormai aveva
perso la speranza. Titania improvvisamente smise di piangere, si fece
forza ed iniziò a scavare non lontano da lì.
Leonora:
«Che... che stai facendo... Titania...» disse con
le lacrime che ancora sgorgavano dai suoi occhi.
Titania:
«Sto dando una degna sepoltura a nostra madre»
Kate
andò ad aiutare Titania, benché potesse fare ben
poco data la sua poca forza. Anche Leonora aiutò le sorelle,
senza smettere di piangere. In poco tempo riuscirono a scavare una
tomba in cui misero la loro madre, insieme all'oggetto che teneva in
mano. Nessuna si preoccupò di cosa fosse visto che sembrava
essere un oggetto insignificante. Fecero una piccola preghiera rivolte
alla tomba della madre, sotto la pioggia incessante. Titania promise
sulla tomba di sua madre che non avrebbe mai più pianto, che
sarebbe stata forte ed avrebbe protetto le sue sorelle a qualsiasi
costo. Dopo questo piccolo rituale, le tre sorelle si incamminarono
nella foresta. Non avevano una casa, non avevano una famiglia, non
avevano una meta.... dovevano solamente cercare di sopravvivere.
La
foresta sembrava veramente spaventosa ora.
Kate:
«Titania.... io ho paura»
Titania:
«Non lasciarti suggestionare, non ci accadrà
niente di male»
Leonora:
«E se dovessimo incontrare qualche animale
pericoloso?»
Titania:
«Come il tuo fantomatico orso?»
Leonora
si sentiva stupida.
Titania:
«Non vi preoccupate, qualunque cosa dovessimo incontrare, ci
penserò io a sistemarla.
«To-to-to-to-to»
Kate:
«C-che c-cosa è s-s-stato?»
«To-to-to-to-to»
Leonora:
«S-si sta av-avvicinando....»
«To-to-to-to-to»
"Vieni
avanti, forza!", Titania era già pronta ad attaccare.
«RO!»
Un
vecchio apparve davanti a loro da un cespuglio: aveva solamente un
ciuffo di capelli bianchi sulla sommità della testa ed una
lunga barba bianca. Aveva inoltre due grandi occhi con delle pupille
piccolissime e nere. Indossava dei vecchi stracci da eremita e se ne
andava in giro con un bastone.
«AAAAAAAAHHHHHHHHH»,
Kate lanciò un urlo di terrore. Leonora si nascose subito
dietro Titania che nel mentre era in posizione di attacco.
«Oh,
non dovete avere paura di me, piccole. Ero qui che passeggiavo nella
foresta quando ho sentito le vostre voci e mi sono uncuriosito. Chi
siete? Da dove venite?» chiese il vecchio.
Titania:
«Hai una bella faccia tosta a chiedere a delle ragazze di
presentarsi senza prima presentarti a tua volta»
«Ma
io sono un eremita, posso fare quello che voglio!» disse
spavaldo il vecchio.
Titania:
«Beh, vediamo se hai ancora voglia di fare lo spiritoso dopo
aver assaggiato i miei pugni!». La ragazza si
lanciò contro il vecchio, sferrando un pugno di una potenza
inaudita. Il vecchio però spiccò un salto
così alto da superare la ragazza, dandole un leggero
colpetto con il suo bastone alla testa.
Titania:
«AHI, CHE MALE!»
«Ma
se ti ho appena sfiorata» replicò il vecchio.
Leonora:
«Vediamo come te la cavi con questo! Palla di
fuoco!». La ragazza lanciò dalle sue mani una
palla di fuoco, indirizzata verso il vecchio. Quest'ultimo prese tutto
il fiato che aveva in corpo e soffiò così forte
da spegnere completamente la palla di fuoco.
Leonora:
«Cosa? Ma questo è impossibile!»
Kate:
«C-ci p-penso io!». La piccola bambina
scoccò una freccia, ma il vecchio la bloccò con
il suo bastone.
«Notevole
per la vostra età» disse.
«MAI
DISTRARSI IN COMBATTIMENTO, VECCHIO!», Titania era tornata
all'attacco, attaccandolo da dietro. Il vecchio si girò di
scatto e cercò di colpirla con l'impugnatura del suo
bastone. Titania lo fermò con entrambe le mani:
«NON CREDERE DI FERMARMI CON UN VECCHIO BASTONE!».
Fece una pressione tale sulle mani da frantumare l'impugnatura del
bastone. "Però, davvero notevole!" pensò il
vecchio che con un balzo si allontanò dalle tre sorelle.
«Ok ok avete vinto, mi arrendo!»
Titania:
«Ma se non abbiamo ancora cominciato! Inoltre non mi sembri
così debole da doverti arrendere vecchio!»
«Se
avessi usato tutta la mia forza, non sareste durate nemmeno due
secondi» disse il vecchio con un'espressione seria.
Titania:
«MA CHI TI CREDI DI ESSERE, VECCHIO?»
«Io
sono il saggio ancestrale Totoro. Ma potete chiamarmi Maestro»
«Maestro?»
dissero Leonora e Kate all'unisono.
«Tsk,
non siamo certo tue allieve», replicò Titania.
Totoro:
«Ma lo diventerete»
Titania:
«COSA?»
Totoro:
«Così ho deciso. Ora basta, state zitte e
seguitemi senza fiatare»
Titania:
«PERCHE' MAI DOVREMMO SEGUIRTI?»
Totoro
guardò Titania dritta negli occhi e disse: «Non
vuoi diventare più forte?»
Titania
rimase interdetta, stringendo i pugni dalla rabbia.
Totoro:
«Ed allora zitta e seguimi!»
Le
ragazze seguirono il vecchio che le condusse in una zona della foresta
in cui c'era un piccolo lago dove si stavano abbeverando diversi
animali, tra cui un possente toro.
Kate:
«Q-q-quello è un t-toro! Cosa diavolo ci fa
qui?»
Totoro:
«Questo è il mio toro domestico, si chiama Tota.
Saluta le nuove apprendiste Tota»
Tota:
«MUUUUOOOOOAAAAAA»
Titania:
«Che strano verso per un toro....»
Totoro:
«Non è l'unica cosa strana che ha. È
anche in grado di volare! State a guardare». Il vecchio
salì in groppa al toro che iniziò a fluttuare in
aria.
Leonora:
«Stupefacente... ma un momento, riusciamo a salirci
tutti?»
Totoro:
«Chi ha mai detto che avrei fatto salire anche voi? No, voi
mi seguirete da terra, è un ottimo esercizio per migliorare
la resistenza fisica»
Kate:
«COSA? Non ti sembra di esagerare?»
Titania:
«Facciamo come dice»
Kate:
«Eh? Titania ti rendi conto di quello che dici? Potrebbe
abitare a chilometri e chilometri di distanza, sulle sommità
di qualche montagna»
Totoro:
«Hey, come hai fatto ad indovinare? Mi spii dentro
casa?»
Titania:
«Non ha importanza. Dobbiamo diventare più forti
per riuscire a badare a noi stesse e lui potrebbe essere la nostra sola
ed unica speranza. Facciamo come dice»
Totoro:
«Brava ragazza, seria e giudiziosa. Mi piaci! Ti
permetterò di diventare mia moglie»
Titania
tirò un calcio al toro che si rivoltò a testa in
giù, facendo rivoltare anche il vecchio. «Non
osare mai più dire una cosa simile, hai capito?»
Totoro:
«Scherzavo scherzavo, suvvia come sei permalosa.... Bene, in
marcia!»
Durante
tutto il tragitto, il vecchio ed il toro rimasero sempre a testa in
giù. Intanto le ragazze raccontarono la loro storia.
Totoro:
«Davvero una brutta faccenda... hey Kate, vedi di non
rimanere indietro!»
«N...non
ce la faccio...» disse ansimando la ragazza.
Titania:
«Lei è la più debole di costituzione
qui, non è abituata a fare questi sforzi»
Totoro:
«Dovrà abituarsi»
Titania
andò ad aiutare Kate.
«STAI
FERMA!» urlò Totoro. «Cosa credi di
risolvere aiutandola? Quando poi non ci sarai, lei cosa
farà? Chi l'aiuterà?»
Titania:
«Io ci sarò sempre, non abbandonerò le
mie sorelle»
Totoro:
«E se non fossi in grado di aiutarle? Se fossi messa nella
posizione di non poter fare nulla? Eh? EH?»
I
due si lanciarono uno sguardo di sfida.
Leonora:
«Su su, non litigate. Vedete? Kate ce la sta facendo da sola,
pian piano»
Kate:
«Uff... che faticaccia... ma non voglio rallentare il
gruppo!»
Totoro:
«Così si parla ragazza mia! Quando sarai
più grande, diverrai mia moglie!»
Titania:
«LA VUOI SMETTERE CON QUESTA STORIA!?»
Kate:
«Maestro la smetta di prenderci in giro! E si raddrizzi per
favore, non riesco a guardarla in quella posizione»
Totoro:
«E allora non mi guardare! In questa posizione riesco a
rimanere concentrato, è un allenamento....»
Leonora:
«Oh, quanto è saggio Maestro....»
Arrivarono
alle pendici di una imponente montagna. Il vecchio esclamò:
«Fermi tutti, c'è qualcosa che non va! Qualcuno mi
ha rivoltato la casa! Ma chi può essere così
potente da rivoltare una montagna?»
Titania:
«IDIOTA, SEI A TESTA IN GIU', TE NE SEI FORSE
DIMENTICATO?»
Totoro:
«.... CHI E' STATO A FARMI QUESTO?»
Leonora:
«Ma se è tutto il viaggio che è in
quella posa, Maestro!»
Totoro:
«.... ah già! Tohtohtohtoh!»
"In
che mani siamo capitate..." pensò Titania.
Totoro:
«Bene, ora non vi resta che salire queste scale»
Davanti
a loro c'erano tante scale che portavano verso la sommità
della montagna.
Kate:
«Tutte queste scale? Ma saranno migliaia!»
Totoro:
«Tredici mila trecentonovantasette per essere
precisi!»
Leonora:
«Ma.... non arriveremo mai!»
Titania:
«Risparmiate il fiato e cominciamo a salire»
Totoro:
«Così si parla Titania. Vi aspetto in cima, non
impiegateci troppo tempo!»
Le
tre ragazze impiegarono quattro ore abbondanti per raggiungere la cima
della montagna. Si era ormai fatta notte. Una volta arrivate alla meta,
trovarono un tempio fatto interamente d'oro. Totoro era disteso su di
un'amaca sorseggiando del sake.
Totoro:
«Oh, finalmente ce l'avete fatta! Mi stavo
annoiando!»
Kate
e Leonora stramazzarono al suolo esauste. Solo Titania aveva ancora
forza per rimanere in piedi: «Senti..... vecchio.... noi....
» disse ansimando.
Totoro:
«Risparmia il fiato ed andate a riposarvi. Domani
inizierà il vostro addestramento. Se riesci a portare le tue
sorelle dentro al tempio, vi ho preparato una stanza, altrimenti
dormirete qui fuori al freddo. Buonanotte!» disse
addormentandosi sull'amaca.
Titania
a fatica riuscì a portare le sorelle nella stanza a loro
assegnata, seguendo Tota. «Potevi anche darmela una mano,
grosso e stupido toro»
Tota:
«muoa muoa»
Una
volta dentro, Titania crollò sul pavimento insieme alle sue
due sorelle. Dormirono profondamente per diverse ore,
finché...
«SVEEEEEGLIIIIIAAAAAAAAA»,
Totoro irruppe nella stanza urlando come un pazzo. Mise anche il piede
sulla faccia di Titania.
Titania:
«MA CHE FAI VECCHIO!»
Totoro:
«COME FACCIO A SAPERE CHE SIETE STRANE E NON DORMITE NEI
LETTI MA SUL PAVIMENTO!»
Titania:
«ERAVAMO STANCHE, NON CI SIAMO ARRIVATE NEI LETTI! E POI
PARLI TU CHE DORMI IN UN'AMACA»
Totoro:
«MI RILASSA, OK?»
Kate:
«Potreste smetterla di urlare di prima mattina? Volete farmi
scoppiare la testa?»
Leonora:
«Mmmm che sta succedendo qui? Chi è che sta
urlando?»
Totoro:
«Bene, ora che siete tutte sveglie, vi prego di seguirmi. Ho
qualcosa per voi»
Il
vecchio portò le tre ragazze in una grande sala da cerimonia
al centro del tempio. Al centro della sala, erano posizionate delle
bellissime armature bianche addosso a dei manichini di bronzo.
«Queste le ho fatte per voi, voglio che le indossiate. Quella
a sinistra è per Kate, quella al centro per Leonora ed
infine quella a destra per Titania. Sono fatte su misura per ognuna di
voi»
Le
tre ragazze provarono ad indossare le armature, ma Kate e Leonora non
riuscirono nemmeno a sollevarle.
Kate:
«Ma sono pesantissime!»
Leonora:
«Non riusciremo mai ad andare in giro con queste cose
addosso!»
Totoro:
«Fate silenzio ed osservate Titania!». La ragazza
era riuscita ad indossare completamente l'armatura. Se ne stava
lì ferma, ammirandola. Fece un passo e.... cadde sbattendo
la faccia al pavimento.
«Ecco....
appunto» dissero le altre due all'unisono.
Totoro:
«Dovete solo farci l'abitudine! Da oggi in poi voglio che le
indossiate sempre, senza mai toglierle! Dovreste mangiare con esse,
dormire con esse, perfino lavarvi con esse! È severamente
vietato toglierle!»
Kate:
«Ma... è impossibile!»
Leonora:
«Kate, guarda Titania. Si è subito rimessa in
piedi e ci sta riprovando. Forse dovremmo riprovare invece che stare a
lamentarci»
Totoro:
«Brava Leonora! Anche se sei giovane, puoi diventare subito
mia moglie!»
Un
pezzo dell'armatura di Titania colpì in piena fronte Totoro.
«Ops,
mi dispiace. Non devo averlo agganciato bene quel pezzo»,
disse Titania ridacchiando.
«L'HAI
FATTO APPOSTA, TI HO VISTA!» sbraitò Totoro con
del sangue che gli usciva dalla fronte.
Iniziò
così il lungo addestramento delle ragazze. Inizialmente si
basava solamente sul dover prendere confidenza con la pesantissima
armatura. Quando le normali azioni come camminare, correre, saltare,
mangiare, schivare, combattere e via dicendo sarebbero risultate
naturali senza impedimenti, l'addestramento poteva ritenersi concluso.
Impiegarono 5 anni per prendere totale confidenza con in dosso le
armature.
Totoro:
«Bene, ora che le armature sono come una seconda pelle,
è giunto il momento di addestrarvi secondo la vostra
vocazione. Kate, ho visto che tu utilizzi l'arco per il combattimento a
distanza, mi sono permesso quindi di creare un arco e delle frecce
dello stesso materiale delle armature»
Kate:
«Ma quelle frecce saranno pesantissime! Non
riuscirò mai a scoccarle!»
Totoro:
«Non puoi dirlo se non ci provi! Passiamo a te Leonora:
quando ci siamo incontrati la prima volta mi hai tirato contro una
palla di fuoco. Deduco che la tua vocazione sia la magia, ho
indovinato?»
Leonora:
«Esattamente!»
Totoro:
«Bene, prendi. È un antico libro di magie,
tramandato di generazione in generazione. Contiene tanti incantesimi,
alcuni addirittura potentissimi, tipo questo: INFLATUS DI
DRACO!». Dalla mano del vecchio venne fuori una scia di
fiamme, come fosse un soffio di drago.
Leonora:
«Wow, magnifico!», la ragazza sfogliò
rapidamente il libro ed esclamò: «Ma.... non ci
capisco niente! In che lingua è scritto?»
Totoro:
«Gregoriano antico, la lingua degli Antichi. Ecco
perché ti serve un dizionario!». Il vecchio mostro
un libro grande il triplo del precedente. «Qui ci sono tutti
i termini del gregoriano antico.... buono studio!»
Leonora:
«Sigh... mettiamoci sotto....»
Totoro:
«Ed ora veniamo a te Titania. Tu sei molto forte fisicamente,
ma non ti ho visto usare armi»
Titania:
«Perché io combatto a mani nude»
Totoro:
«Questo è sicuramente lodevole, ma l'utilizzo di
un arma può fare la differenza tra la vita e la morte. E ho
l'arma che fa per te». Il vecchio porse uno spadone alla
ragazza. «Questa è una Bastard Sword, forgiata con
il materiale utilizzato per le armature. È quindi molto
pesante, ma anche resistente e letale. Se riuscirai a padroneggiarne
l'uso, diverrai imbattibile!»
Titania
provò a sollevarla, ma non riuscì a mantenere
l'equilibrio e cadde in avanti, portando la lama contro Totoro. Il
vecchio maestro la fermò con sole due dita. «Con
calma, non c'è fretta. Un passo alla volta mia
cara». Lasciò la presa e la spada cadde al suolo,
incrinandolo lievemente. «Forza, inizia la seconda parte
dell'allenamento. Impegnatevi a fondo!»
I
giorni passarono e le ragazze si allenavano duramente. Kate era
riuscita finalmente a tendere l'arco, ma non riusciva ancora a scoccare
correttamente una freccia. «Uffa, è la quarta che
sbaglio!»
Totoro:
«Cosa succede Kate?»
Kate:
«Oh Maestro... non riesco a scoccare una freccia come si
deve!»
Totoro:
«Devi capire, cara Kate, che queste non sono come le frecce
che eri abituata ad usare: queste sono frecce speciali, molto
più pesanti. Ed essendo più pesanti sono anche
più difficili da indirizzare, però sono anche
più veloci e letali una volta scoccate! Devi solo capire il
modo di scoccarle. Pensa al tuo bersaglio.... visualizzalo... pensa a
come si muove, a come potrebbe reagire.... visualizza anche il percorso
che potrebbe eseguire la freccia, prendi un profondo respiro e...
SCOCCA LA FRECCIA! È tutto chiaro?»
Kate:
«Più o meno....»
Totoro:
«Bene, continua pure ad allenarti». Il vecchio
maestro si allontanò.
"Vediamo...
visualizzare il bersaglio.... è un bersaglio fermo quindi
non devo calcolare nient'altro.... ed ora calcoliamo la traiettoria
della freccia.... è una freccia abbastanza pesante, quindi
tenderà ad essere attratta dalla gravità
più facilmente rispetto ad una normale freccia in legno.
Alziamo un pochino la mira e... SCOCCHIAMO LA FRECCIA!". La ragazza
scoccò la freccia che colpì il bersaglio di
paglia in pieno centro, trapassandolo completamente. «Evviva
ce l'ho fatta! Ora dovrò esercitarmi con i bersagli in
movimento!»
"Brava
ragazza, impara in fretta..... andiamo a vedere come se la cava
Leonora". Il maestro si allontanò dai cespugli in cui era
nascosto ed andò nella stanza della meditazione.
Lì c'era Leonora intenta a meditare.
Leonora:
«Fu....ful.....fulg...fulgara!»
*pfu*
Del
fumo uscì dalle sue mani. «Maledizione, ancora non
ci siamo! Cos'è che sbaglio?»
«Forse
la pronuncia dell'incantesimo?», Totoro entrò con
calma nella sala. «Vuoi lanciare un fulmine, giusto? La
pronuncia corretta è Fulgus, non Fulgara!»
Leonora
controllò sul libro: «Ha ragione Maestro.... sono
mortificata....»
Totoro:
«Non è il caso di abbattersi. Il gregoriano antico
non è una lingua per niente facile. Io stesso ho impiegato
diversi anni per impararla. Il segreto però non sta
nell'impararsi a memoria tutte le formule. Piuttosto bisogna arrivarci.
Anche l'inventiva gioca molto a nostro vantaggio. Per esempio, prima
volevi lanciare un fulmine e quindi la parola da usare è
'Fulgus'. Se invece avessi voluto lanciare un 'fulmine di fuoco', avrei
usato il termine 'Ignis Fulgus'. Prova ad usare la fantasia, non
limitarti solamente a ciò che ti suggerisce il
libro»
Leonora:
«La ringrazio dei consigli Maestro»
Totoro
salutò la ragazza ed uscì dalla stanza.
Leonora:
«Quindi se dicessi.... NEBULA GLACIALIS!». La
stanza venne avvolta da una fitta nebbia freddissima.
«Brrrrrr ci s-sono r-r-riuscita brrr!»
"Niente
male anche te! Ed ora andiamo a vedere cosa sta facendo Titania". Il
maestro si allontanò dalla stanza. Titania era nel giardino
esterno, intenta a dare fendenti con la spada.
Titania:
«Milletrecentonovantasette... milletrecentonovantotto.....
milletrecentonovantanove..... millequattrocento....»
Totoro:
«duemilioniquattrocentomilaseicentonovantasette....
trentatremilaseicentoventotto.... cinque....
duecentotrentaquattro.....»
Titania:
«Uff.... che cosa vuoi vecchio?»
Totoro:
«Niente in particolare, volevo solo vedere cosa stavi
facendo»
Titania:
«Non si vede? Mi sto allenando con lo spadone»
Totoro:
«Vedo vedo... continua così mia cara, ma ricorda:
non basta solo saper sferrare il colpo. Bisogna avere convinzione e
sapere bene come lo si sta dando il colpo e per cosa. Ti faccio
vedere». Il vecchio prese lo spadone da Titania, impugnandolo
con facilità con una sola mano e scagliò un
fendente contro una roccia, tagliandola perfettamente in due. Dopo di
che, scagliò un altro fendente su di un'altra roccia, senza
riuscire a scalfirla. «Hai visto? Impiegando la stessa forza,
sono riuscito a tagliare a metà una roccia, mentre l'altra
non sono riuscito nemmeno a scalfirla. Questo perché nel
primo caso ho colpito con l'intenzione di tagliare la roccia, mentre
nel secondo caso no. Imparerai anche questo, ne sono sicuro».
Il vecchio maestro riconsegnò la spada a Titania e disse:
«Scusami se ti ho disturbata, prosegui pure
l'allenamento».
Titania:
«Tsk....»
Il
vecchio si allontanò e Titania disse a bassa voce:
«Stavo sbagliando tutto... ecco perché mi ha fatto
volutamente perdere il conto. Dannato vecchiaccio..... uno.... due....
tre.... quattro... cinque.....», riprendendo gli allenamenti.
"Brava
Titania, diventerai una grande guerriera", pensò Totoro
mentre si allontanava.
Passarono
altri 5 anni. Le ragazze erano cresciute molto, sia fisicamente che
spiritualmente. Kate aveva 16 anni ed era diventata proprio una ragazza
carina. Aveva dei capelli biondo oro corti ed un po' mossi che facevano
un meraviglioso contrasto con i suoi occhi azzurri cristallini. Leonora
invece aveva 23 anni, capelli medio lunghi viola ed un paio di occhiali
che risaltavano i suoi occhi neri. Era la più bella delle
tre, con un fisico veramente mozzafiato. Titania infine aveva 30 anni:
era la più grande e matura del gruppo. Aveva lunghi capelli
rossi che facevano risalto con i suoi occhi, rossi anch'essi. Il suo
fisico era possente, rimanendo comunque quello di una bella donna.
Tutte e tre avevano superato brillantemente l'addestramento.
Totoro:
«Ragazze, sono fiero di voi! Avete brillantemente superato
l'addestramento a cui vi ho sottoposto! Sono passati 10 anni da quando
ci siamo incontrati e, sinceramente, la prima volta non avrei scommesso
nulla su di voi, tohtohtohtoh!»
Titania:
«Ma smettila vecchio, che hai pure insistito per
addestrarci!»
Totoro:
«Veramente siete voi che mi avete seguito per diventare
più forti.... e mi sembra che ci siate riuscite!»
Kate:
«È vero... è grazie a lei Maestro se
ora siamo quel che siamo»
Leonora:
«Come potremmo mai ringraziarla?»
Totoro:
«Beh una cosa ci sarebbe.... DIVENTATE MIE MOGLI TUTTE E
TRE!»
*sdoing*
Titania:
«Vecchio, smettila con questa storia!»
Totoro:
«Hey Titania, mi hai fatto male! Non sei più una
ragazzina indifesa, ora sei forte e potente! Dovresti dosare la forza
che metti nei colpi, come ti ho insegnato per i colpi da dare con la
spada!»
Titania:
«Ma io ti ho colpito con l'intento di farti male, ecco
perché ti ho fatto male, ahahah!»
Totoro:
«Tsk... questi giovani d'oggi che non hanno rispetto per gli
anziani..... Ad ogni modo, ancora congratulazioni. Ed ora è
giunto il momento di separarci. Dovrete vivere nel mondo reale, un
mondo spietato e crudele, che non ci penserà due volte a
fregarvi se ne ha l'occasione....»
Titania:
«A tal proposito, ho un giuramento da proporre. Kate,
Leonora.... giuriamo fedelmente che il nostro sarà un legame
indissolubile. Non ci fideremo di nessuno all'infuori di noi tre.
Legate l'una con le altre, per sempre»
Leonora:
«Io ci sto!»
Kate:
«Puoi contare su di me sorellona!»
Le
tre ragazze misero le loro mani destre una sopra l'altra e giurarono.
Totoro:
«Ragazze... sono commosso....»
Tora:
«Muooooooa muooooooa»
Totoro:
«Per concludere questo bellissimo addio, voglio conferirvi un
titolo. La vostra forza è pari a quella dei terribili demoni
che dimoravano su questa terra centinaia di anni or sono, mentre la
vostra bellezza data anche dalle armature che indossate è
pari a quella degli angeli che popolano le favole di questa terra....
pertanto, voi sarete conosciute come I Tre Demoni Bianchi».
Il vecchio maestro si rivolse quindi ad ognuna delle ragazze:
«Kate.... tu sarai il Demone Silente, Kate l'Eterea. Grazie
alla tua formidabile capacità di tirare con l'arco, potrai
uccidere i tuoi nemici rimanendo celata senza farti scoprire.
Leonora.... tu sarai il Demone Avvenente, Leonora l'Ancestrale. Con il
tuo corpo potrai sedurre tutti gli uomini che vorrai.... ed anche
qualche donna tohthotho! In più, hai assimilato tutte le
tecniche ancestrali custodite nel libro degli Antichi. Infine tu
Titania... forte ed invincibile, tu sarai il Demone Possente, Titania
la Sterminatrice. Utilizza questa tua forza per proteggere le tue
sorelle. Fa sì che non capiti loro nulla di male e che non
debbano più soffrire. Direi che è tutto....
potete andare»
Le
tre ragazze si posizionarono all'inizio delle scale, si rivolsero verso
il loro maestro ed esclamarono all'unisono: «Grazie per
esserti preso cura di noi per tutto questo tempo! Non ti dimenticheremo
mai, MAESTRO!». Kate era visibilmente commossa. Le ragazze si
girarono e cominciarono a scendere le scale, quando all'improvviso...
«....FERME!
C'è un'altra cosa che dovevo dirvi..... Non vi arrendete.
Mai. Anche se la situazione possa sembrarvi disperata ed
irrimediabilmente compromessa, non dovete mai arrendervi. Mi sono
spiegato? Titania... non ti arrendere. Leonora.... non ti arrendere.
Kate.... non ti arrendere...»
«Kate,
non ti arrendere! Kate, non ti arrendere! Kate, non ti
arrendere!»
«Sta
aprendo gli occhi, il pericolo è oramai passato»
«Grazie
al cielo, Kate!», Leonora abbracciò la sorella,
distesa su un letto di quella che sembrava la stanza di un medico.
«Vostra
sorella si è ripresa, l'antidoto ha reagito bene. Vi
consiglierei di evitare di fare sforzi per un po', almeno
finché non si sia ripresa completamente» disse
l'uomo seduto su una sedia vicino al letto dove era distesa Kate.
«Vi lascio un po' da sole»
Titania:
«La ringrazio dottore». L'uomo uscì
dalla stanza e chiuse delicatamente la porta. «Come ti senti
Kate?»
Kate:
«Sono un po' stordita..... che cosa è
successo?»
Leonora:
«Sei stata punta da quello», indicò un
barattolo su di un tavolo in cui era rinchiuso lo scorpione dorato.
«Abbiamo dovuto fare una corsa fino a Cornelia, altrimenti
rischiavamo di perderti.... Luna si è comportata proprio
bene, mantenendo il passo benché fosse stremata»
Kate:
«E brava la mia cavalla.... Mi dispiace di avervi fatto
preoccupare. Non so cosa mi stia succedendo ultimamente, sembra che il
mondo ce l'abbia con me...»
«Non
il mondo... un uomo in particolare» disse Titania facendosi
improvvisamente seria in volto.
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Capitolo 11 *** La grande capitale Cornelia ***
Kate:
«Ancora con questa storia dell'attentatore?»
Leonora:
«No Kate.... è tutto vero. Noi l'abbiamo
visto»
Kate:
«Non può essere stata un'allucinazione causata dal
sole?»
Titania:
«Eravamo 'rinfrescate' dalla magia di Leonora, quindi lo
escludo. Lì c'era un uomo, in carne ed ossa, che ci ha
parlato e si è preso gioco di noi. È stato lui ad
attaccarti con quel suo scorpione»
Kate:
«Come fate a dire che è un uomo? Lo avete visto
distintamente?»
Leonora:
«Non abbiamo potuto, il sole ci accecava. È stato
furbo, dannazione. Però la voce era quella di un uomo, su
questo non ci sono dubbi»
Kate:
«E se l'avesse contraffatta con l'uso della magia?»
«INSOMMA
KATE, CHE IMPORTANZA VUOI CHE ABBIA? C'E' UNA PERSONA CHE CI VUOLE
MORTE E STA CONTINUAMENTE ATTENTANDO ALLA NOSTRA VITA, COSA IMPORTA SE
SIA UN UOMO O UNA DONNA?», Titania urlò in preda
all'ira.
Kate:
«.... hai ragione, ti chiedo scusa. Come vogliamo procedere
quindi?»
Titania:
«Non procediamo. Il piano è stato un fallimento,
tu sei ancora convalescente. Per un po' ce ne staremo qui buone buone e
ci godremo l'ospitalità della città imperiale
Cornelia.
Kate:
«Guarda che se lo fate per me non ce n'è motivo,
posso tranquillamente stare in piedi e camminare»
Leonora:
«Il dottore ha detto che è meglio evitare sforzi,
quindi per un po' è meglio non accettare missioni. E poi una
vacanza ogni tanto ci vuole anche per noi. E quale modo migliore per
spendere i soldi che ci ha dato re Tolomeo se non nella grande
città imperiale?»
Titania:
«Giusto, devo avvertire re Tolomeo! Ragazze, vado a
consegnare una lettera al servizio postale del luogo in cui spiego la
situazione ed avverto il re del fallimento della missione. Non credo di
metterci molto, ma nel caso voleste uscire a fare due passi, ci
incontriamo alla piazza principale tra tre ore. Ah, pensateci voi a
pagare il conto». Detto questo, la ragazza uscì
facendo rientrare il dottore.
Dottore:
«Allora, come andiamo? È passato il
dolore?»
Kate:
«Mi sento in gran forma! Solo che adesso sto morendo di
fame...»
Dottore:
«È comprensibile. Beh qui a Cornelia avete solo
l'imbarazzo della scelta su dove andare a mangiare. Abbiamo la 'Taverna
di Gustavo', specializzata nella cucina a base di carne, mentre nella
'Baia del Leviatano' potete trovare tutte specialità di
pesce. Questi sono i luoghi più importanti dove cibarsi, ma
ce ne sono tanti altri in giro»
Leonora:
«Grazie per le informazioni dottore. Quanto le dobbiamo?
Così possiamo togliere il disturbo»
Dottore:
«Il costo delle spese mediche ammonta ad una moneta
d'argento. Se volete, potete comunque rimanere finché ne
avrete voglia»
Leonora
si avvicinò alla scrivania e vi poggiò una moneta
d'oro. «Penso possa bastare. Andiamo Kate. Grazie ancora
dottore»
Kate:
«Grazie dottore!»
Le
due ragazze uscirono dallo studio in fretta e furia.
Dottore:
«Hey no aspettate, è troppo non posso accetta....
se ne sono andate.... Però, non pensavo che i Tre Demoni
Bianchi fossero così generose!»
Una
volta fuori, Kate non poté credere ai suoi occhi. Cornelia
era una città fantastica! Le strade erano gremite di persone
intente a passeggiare o fare acquisti, c'era ogni tipo di attrazione
possibile, dai giocolieri ai maghi fino ad arrivare ai guerrieri che
sfidavano i passanti per guadagnarsi da vivere. L'aria che si respirava
era di armonia e tranquillità, anche grazie alle guardie che
pullulavano le strade e che, al minimo problema, intervenivano. La
struttura della città era molto semplice: un grosso anello
in cui vi erano ubicate abitazioni e negozi e l'immenso castello
imperiale al centro del suddetto anello che sovrastava ogni cosa.
L'accesso al castello era consentito solo dai quattro punti cardinali,
altrimenti un imponente muro ne bloccava il passaggio. Le due sorelle
decisero di andare a mangiare alla 'Baia del Leviatano', un po' di
pesce ci voleva per variare dalla carne di sempre. La cosa che
più sorprendeva le ragazze era il fatto di non essere
fermate ad ogni angolo da gente curiosa che le riconosceva e le
tempestava di domande. Evidentemente sono giunte solamente voci alla
città di Cornelia, ma mai nessuno degli abitanti aveva mai
visto l'aspetto dei Tre Demoni Bianchi. Finalmente potevano godersi il
soggiorno in una nuova città senza inutili scocciatori. Il
giro turistico procedeva tranquillamente. Le ragazze fecero anche un
po' di shopping: Leonora acquisto dei libri di magia e di storia,
mentre Kate acquistò solamente un coltello particolare che
aveva scolpiti nell'impugnatura due draghi che si guardavano negli
occhi.
Leonora:
«Che te ne fai di un coltello Kate? Vuoi regalarlo a
Titania?»
Kate:
«Oh no no, non è per lei. Ho pensato che potrebbe
servirmi un coltello come arma per il combattimento ravvicinato... sai,
le frecce sono scomode per combattere corpo a corpo»
Leonora:
«Ah capisco... beh sì, dopo gli ultimi avvenimenti
hai fatto bene a prendere un provvedimento simile. Brava!»
"Per
fortuna che se l'è bevuta...." pensò Kate.
Giunse
l'ora dell'appuntamento e le tre sorelle si ritrovarono nella piazza
principale di Cornelia, di fronte all'ingresso sud del castello.
Titania:
«Eccovi qui! Allora, com'è andato il
giro?»
Leonora:
«Benissimo, abbiamo mangiato e fatto acquisti. Io ho comprato
dei libri di magia e di storia»
Titania:
«La solita secchiona»
Leonora
fece una linguaccia alla sorella maggiore.
Titania:
«E tu invece cosa hai preso Kate?»
«Questo»,
Kate mostrò il coltello alla sorella. «Ho pensato
che, visto gli ultimi avvenimenti, mi avrebbe fatto comodo»
Titania:
«Ottima pensata! In effetti mi hai preceduta, altrimenti te
ne avrei comprato uno io. Ma non ti sembra che sia poco funzionale?
Potevi comprare un coltello più comodo o più
grande»
Kate:
«Oh no, questo va benissimo, fidati!»
Titania:
«Se lo dici tu...»
"Evvai,
sono riuscita a fregare anche Titania!" pensò Kate.
«Siete
i Tre Demoni Bianchi?», una voce proveniente dalle spalle
delle ragazze ruppe la tranquillità di quella giornata.
Titania,
sospirando: «Uh.... è finita la pacchia. Senti
amico, siamo momentaneamente in vacanza e...». Davanti a loro
c'era un plotone di soldati con al comando un uomo molto molto robusto,
con addosso un'armatura completamente di diamante.
«Quello
è il generale Gannor! Chissà come mai
è interessato a quelle ragazze....»
«Caspita,
quelle ragazze ora sono proprio nei guai, poverine»
«Cosa
avranno mai fatto per richiedere l'intervento di Gannor? Provo pena per
loro»
Gannor:
«Vi ho fatto una domanda: siete i Tre Demoni
Bianchi?!» alzando un poco il tono di voce.
Titania:
«SI, SIAMO I TRE DEMONI BIANCHI!»
Le
persone lì intorno cominciarono ad agitarsi per
l'eccitazione. Finalmente vedevano dal vivo i famigerati Tre Demoni
Bianchi!
«Non
posso crederci, i mercenari famosi in tutta Gatam!»
«Per
favore, fatemi un autografo!»
«Leonora
sei stupenda!... anche se non so quale delle tre tu sia!»
Gannor
alzò una mano al cielo ed i soldati si mossero
immediatamente, calmando gli animi ed allontanando la folla di curiosi.
Titania:
«Caspita, è la prima volta che vedo fare qualcosa
di simile in una città. Dovrebbero tutti prendere esempio da
Cornelia»
Gannor:
«A noi piace l'ordine. Bene, se siete i Tre Demoni Bianchi,
vi prego di seguirmi»
Titania:
«Perché dovremmo seguirti? Non abbiamo fatto nulla
di male!»
Gannor:
«Oh no no, niente di tutto questo. Re Garonius III vuole
vedervi immediatamente»
Kate:
«Chi è re Garonius III?»
Gannor:
«Quanta ignoranza nei giovani d'oggi.... Re Garonius III
è il sovrano di tutta Gatam e di Cornelia nello specifico.
È la persona più importante in questo continente,
fossi in voi non lo farei aspettare»
Titania:
«Come se avessimo altra scelta.... va bene, andiamo a sentire
cos'ha da dirci questo re»
Gannor:
«Mostra un po' più di rispetto per il nostro e
vostro re!»
Titania:
«E tu vedi di stare più calmo, mi stai
già irritando»
L'interno
del castello di Cornelia era quanto di più lussuoso le tre
sorelle avessero mai visto in vita loro: pavimenti e mura in marmo,
tappeti persiani di primissima fattura, candelabri un po' ovunque,
mobili in mogano, vetrate colorate e tende in velluto, stendardi e
trofei di caccia appesi al muro. In più il castello era
pieno di guardie pronte ad agire e di servi pronti a pulire.... anche
le stesse guardie se necessario!
Kate:
«Questo re Garonius III dev'essere un maniaco dell'ordine e
della pulizia»
Leonora:
«Non dirlo ad alta voce, il gigante lì potrebbe
sentirti e farti la ramanzina come prima...»
Gannor:
«L'ho già sentita e sono d'accordo con
lei»
Titania:
«Un momento, se prima l'hai quasi divorata per aver detto che
non conosceva re Garonius, ora perché sei d'accordo alla sua
affermazione?»
Gannor:
«Perché in mezzo ai civili devo mostrarmi
autoritario ed inflessibile. Così come tutte le guardie agli
ordini del re. Ma dentro al castello, possiamo parlare liberamente.
Tutti ammettiamo che re Garonius sia eccentrico, un vero maniaco
dell'ordine e della pulizia. Detesta che qualcuno si presenti al suo
cospetto sporco. Perciò.... mi dispiace ragazze»
Una
governante si avvicinò in fretta e furia alle tre sorelle ed
iniziò a pulirle con uno spolverino. «Uhm, qui ci
vuole un aiuto: RAGAZZE!». Altre cinque governanti si
adoperarono per risplendere a lucido le armature delle ragazze.
«ADESSO
BASTA!» tuonò Titania. L'urlo fece allontanare le
governanti dallo spavento.
Leonora:
«Beh guarda il lato positivo: ora le nostre armature
risplendono!»
Kate:
«Sì ma... la polvere mi è entrata tutta
in bocca....» disse tossendo furiosamente.
Gannor:
«Ecco cosa intendevo dire. Proseguiamo, il re vi
starà aspettando»
La
sala del trono era di una bellezza inaudita: pavimento scintillante,
muri decorati con gioielli, lampadari di cristallo, un lungo tappeto
rosso di velluto che percorreva tutta la stanza. Il trono invece era in
pelle di drago, con dei diamanti incastonati sui bracciali, mentre le
zampe erano completamente d'oro. Re Garonius III sedeva fiero ed
altezzoso su quel trono. Vestiva dei bellissimi abiti regali rossi e
bianchi. La sua corona era completamente d'oro e piena di pietre
preziose. Aveva folti capelli lunghi e castani, un po' di pizzetto e
delle grandi sopracciglia castane. Chiudevano il quadro, due piccoli
occhi castani anch'essi.
Garonius:
«Ben arrivate, mie deliziose ospiti! Vedo che siete belle
pulite, approvo approvo. Dunque... vi ho fatto convocare qui
perché gradirei usufruire dei vostri servigi. Conoscete per
caso la Compagnia di Endo?»
Titania:
«È un onore essere al vostro cospetto, mio re.
Sì, ci siamo già imbattute più volte
in quella Compagnia»
Garonius:
«Eccellente! Posso passare subito alle questioni importanti:
non ho ancora ricevuto notizie dalla Compagnia di Endo. L'ultima volta
che ho ricevuto loro notizie, erano arrivati a Tamuril»
Titania:
«Posso confermare, sono arrivati proprio nel momento della
nostra partenza per una missione»
Garonius:
«Perfetto, adoro quando le cose coincidono! Da un senso di
perfezione e di pulizia..... Ad ogni modo, avranno sostato un paio
d'ore a Tamuril, scaricando e caricando le varie merci e ripartendo
subito in direzione di Cornelia. Tra Tamuril e Cornelia c'è
un grosso deserto, il deserto di Bruma, ma è impensabile
attraversarlo con delle merci. Ed allora cosa fare? Semplice, si passa
per le terre di Mystole. Le terre di Mystole erano le terre una volta
abitate dai demoni. Ora non sono altro che un luogo desolato e
disabitato. Non c'è alcun pericolo nel passare in queste
terre.... o almeno credo. Ecco perché mi son sempre
raccomandato che mi inviino un messaggero una volta arrivati a Mystole.
E secondo voi è arrivato? NO! Niente di niente. Detesto
quando che cose non vanno come dovrebbero andare. Ecco quindi la mia
richiesta: andreste nelle terre di Mystole a controllare che la
situazione sia sotto controllo? Verrete generosamente ricompensate,
ovviamente. Posso donarvi qualsiasi cosa mi chiediate, qui non si bada
a spese!»
Titania:
«Vedete mio sovrano.... la situazione è un po'
complicata che...»
Kate:
«SAREMO FELICI DI ACCETTARE L'INCARICO!»
Titania
e Leonora diedero un'occhiataccia a Kate.
Titania:
«Vogliate scusarla vostra maestà, ma è
ancora convalescente. Ha subito un avvelenamento da scorpione dorato ed
ancora non ragiona come si deve»
Kate:
«Invece mi sento benissimo, mai stata meglio in vita
mia!»
Leonora:
«Kate... perché non ti calmi?»
Kate:
«Sono calmissima!»
Titania:
«Kate, smettila immediatamente»
Kate:
«No Titania, questa volta non posso stare zitta»
Lo
sguardo di Titania divenne gelido, ma a Kate non fece nessun effetto.
Kate:
«È inutile che cerchi di intimidirmi con il tuo
sguardo, questa volta non funzionerà. Vostra
maestà, accettiamo volentieri questa missione»
Titania:
«Noi non accettiamo proprio niente invece»
Kate:
«Perché devi sempre decidere tu per gli
altri?»
Titania:
«Perché sono la sorella maggiore e quella
più giudiziosa!»
Kate:
«E a quelle povere persone della Compagnia di Endo non ci
pensi? Magari sono in pericolo e hanno bisogno di aiuto»
Garonius:
«Sono d'accordo con la ragazza!»
Titania
sbuffò: «Preferisco proteggere la vita di mia
sorella, piuttosto che quelle di sconosciuti»
Kate:
«Ma qui non si tratta solo della vita della Compagnia di
Endo. Qui è in ballo l'economia di tutto Gatam!»
Leonora:
«Ragiona Kate: se anche la Compagnia di Endo dovesse sparire,
qualcun altro prenderà il suo posto. Invece se ti dovesse
capitare qualcosa, chi prenderebbe il tuo posto?»
Titania:
«Per una volta sono assolutamente d'accordo con
Leonora»
Leonora:
«Grazie....»
Kate:
«E se questa minaccia che ha colpito la Compagnia di Endo
crescesse e diventasse un pericolo per tutto Gatam? Se diventasse
così potente da non riuscire a batterlo? Sarebbe meglio
attaccarla subito, in modo che non possa rafforzarsi»
Titania:
«Stai viaggiando un po' troppo di fantasia secondo
me»
Kate:
«E tu sei egoista come al solito!»
Garonius:
«Insomma, andate o no?»
Titania:
«STIAMO DISCUTENDO!»
Gannor:
«NON ALZATE LA VOCE CONTRO IL RE!»
Leonora:
«Perché non ci calmiamo un po' tutti?»
Kate:
«Io sono calma»
Titania:
«No, tu stai delirando!»
Kate:
«No tu stai delirando, come sempre del resto!»
Titania:
«Se non la smetti di avere questo atteggiamento, giuro
che...»
Kate:
«Che cosa? Che mi farai a pezzi? Ma come, non vuoi partire
proprio perché non vuoi che mi accada qualcosa e poi la
prima a farmi del male sei tu?»
Titania
colpì con un forte pestone il pavimento per scaricare la
rabbia, incrinandolo lievemente.
Kate:
«Sai di essere nel torto e questa cosa non ti va
giù»
La
sorella maggiore fece un respiro profondo. Dopo, rivolgendosi al re
disse: «Mio sovrano, perdonate questo patetico siparietto.
Accettiamo la missione»
Garonius:
«Eccellente! Finalmente siamo giunti ad un accordo. Adoro
quando le cose filano alla perfezione! La partenza è fissata
per.... subito! Non c'è tempo da perdere! Ho già
predisposto una legione di 50 uomini che vi affiancheranno durante la
spedizione di recupero. C'è qualche obiezione?»
Titania:
«Nessuna, vostra maestà»
Garonius:
«ECCELLENTE! Vi servono dei cavalli?»
Titania:
«No, abbiamo i nostri. Li abbiamo lasciati davanti l'ingresso
est della città»
Garonius:
«PERFETTO! Manderò la legione all'ingresso est.
Spero possiate portarmi buone notizie in tempi brevi. E adesso.....
FUORI DI QUI!»
|
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Capitolo 12 *** La spedizione ***
Le
tre sorelle si recarono all'ingresso est dove ad attenderle c'era una
legione composta da 50 soldati, con al comando il generale Gannor.
Gannor:
«Era ora! Si può sapere dove eravate
finite?»
Titania:
«Sai che è maleducazione chiedere ad una signora
dov'è stata?»
Gannor:
«E perché mai?»
Titania:
«Perché potrebbe risponderti di essere stata in
bagno, facendoti fare la figura del maleducato»
Gannor
arrossì per la vergogna. Era quasi difficile credere che
quel colosso potesse arrossire. Quel viso paffutello con naso a patata
e folti baffi castani, quegli occhi verdi da bimbo ed i capelli corti e
castani, faceva supporre tutto tranne che potesse provare imbarazzo.
«C-chiedo s-scusa. Quelli sono i v-vostri cavalli?»
chiese indicando un gruppo di cavalli legati all'ingresso della
città.
«HHHHHIIIIIIII»,
non appena Luna rivide la sua padrona, iniziò ad agitarsi.
Kate:
«Lunaaaaaa», la ragazza corse ad abbracciare la sua
cavalla. Le due rimasero per un po' abbracciate senza che Kate dicesse
nulla.
Gannor:
«Detesto essere indiscreto.... ma dovremmo andare»
Leonora:
«Sei proprio senza cuore tu eh!?»
Gannor
fu ferito nell'orgoglio, mettendosi a singhiozzare.
Titania
montò in sella a Diablo e disse: «Possiamo andare!
Voi andate avanti mostrandoci la strada, noi vi seguiremo da
dietro»
Gannor
che nel frattempo si era ripreso, si mise in testa alla legione ed
urlò «MOLTO BENE! SEGUITEMI SOLDATI, VERSO LE
TERRE DI MYSTOLE!»
La
legione iniziò a muoversi, seguita dalle tre sorelle nelle
retrovie. Dopo qualche ora di cavalcata, Titania si rivolse a Kate
dicendo: «Allora, vuoi dirmi il VERO motivo per cui hai
voluto accettare questa missione?»
Kate:
«Te l'ho detto, non voglio che ci sia gente che soffra. Se
possiamo evitarlo, perché non intervenire?»
Leonora:
«Basta con questa farsa Kate, l'abbiamo capito che
c'è sotto qualcosa. Quando si tratta della Compagnia di Endo
diventi strana. Quando dovevamo lasciare Tamuril ti sei allontanata
dicendo che dovevi controllare l'attrezzatura, impiegandoci molto
tempo. A parte che l'avevi già perfettamente controllata
prima di partire, ma anche se ti fosse sfuggito qualcosa, non ci
avresti impiegato tutto quel tempo. Sei una professionista nel tuo
campo»
Kate:
«Ho dovuto affilare la punta di alcune frecce, tutto
qui»
Titania:
«E come avresti potuto, se le tue pietre per l'affilatura ce
le avevo io?»
Kate
controllò subito nel suo zaino e non trovò le
pietre.
Titania:
«Sono più grande ed esperta di te, pensavi davvero
di fregarmi?»
Kate
non sapeva cosa dire e chinò il capo.
Leonora:
«Kate, noi ti vogliamo bene, per questo cerchiamo di
proteggerti. Cosa ci stai nascondendo? Perché non hai
fiducia in noi»
Kate:
«Perché so già che non sareste
d'accordo». Cominciò a singhiozzare.
Titania:
«Fammi indovinare.... hai conosciuto un ragazzo?»
Kate
rimase in silenzio.
Leonora:
«È così Kate? C'è di mezzo
un ragazzo?»
Kate,
con molta titubanza rispose: «......
sì......»
Titania
si mosse mettendosi di fronte a Luna e Kate. Il suo sguardo era pieno
di rabbia. «Ricordi la promessa che ci siamo fatte? Non
dobbiamo fidarci di nessuno all'infuori di noi. Te lo ricordi questo
Kate?»
Kate:
«... ma.... ma lui non sarebbe mai in grado di farmi del
male!»
Titania:
«Ti ricordi cos'è successo alla mamma per essersi
fidata di un uomo? Ti ricordi di cosa è successo a noi per
esserci fidate di Atticus!?»
Kate:
«.... ma lui è diverso, lui...»
Titania:
«GLI UOMINI SONO TUTTI UGUALI! GUARDANO SEMPRE AI LORO
INTERESSI, CALPESTANDO O ABBANDONANDO CHI LI INTRALCIA!»
Kate
scoppiò a piangere.
Titania:
«Quelle lacrime non ti salveranno una volta che ti
avrà spezzato il cuore. Fai un po' come ti pare».
Detto questo, si girò e proseguì accelerando il
passo per riprendere la legione.
Leonora:
«Devi capirla: lei era molto legata a papà e
venire abbandonata da lui è stato per lei un forte shock.
Non vuole che tu provi il suo stesso dolore. Ma infondo si cresce anche
così»
Kate:
«Voi non lo conoscete.... non è come
papà..... lui è gentile... è
premuroso.... è romantico....» disse singhiozzando.
Leonora:
«Spero proprio per te che non ti faccia soffrire. Altrimenti
se la vedrà con noi! Adesso però raggiungiamo gli
altri»
Il
gruppo si riunì ai soldati, ma Titania continuava ad essere
taciturna e ad avere lo sguardo fisso in avanti, evitando quello delle
sue sorelle. Kate era affranta mentre Leonora cominciava a spazientirsi
per quella situazione.
«STIAMO
ENTRANDO NELLE TERRE DI MYSTOLE! TENETE GLI OCCHI BENE
APERTI!» urlò Gannor. L'aria si era fatta tetra e
pesante, il sole venne oscurato da delle nuvole nere, il paesaggio era
desolato e triste, con colori grigi e smorti, non c'era vegetazione,
non c'erano animali.... era una terra morta, letteralmente.
«Non
mi stupisce che questo un tempo fosse il territorio dei
demoni» disse Leonora per rompere quell'imbarazzante silenzio
che si era venuto a creare tra Titania e Kate.
«I
demoni si sono estinti da centinaia di anni oramai, eppure questo luogo
è rimasto sotto un influsso demoniaco che lo rende cupo e
triste» disse Titania tenendo lo sguardo fisso in avanti.
Kate:
«Questo posto mi fa venire i brividi... spero che gli altri
stiano bene»
Titania:
«O speri che il tuo ragazzo stia bene?»
Kate:
«Titania... non è che siccome la persona che amo
è con quelle persone, allora debba preoccuparmi solo di lui.
Qui c'è in gioco la vita di molte persone ed il futuro di
una nazione, te ne rendi conto?»
Leonora:
«Kate ha ragione. Perché sei così
arrabbiata, eh Titania?»
Titania
non rispose, continuando a guardare in avanti.
«FERMI
TUTTI!» urlò Gannor. Titania raggiunse il generale
e chiese: «Perché ci siamo fermati?»
Gannor:
«Guarda qui Titania, tracce di carro ed impronte di uomini.
Vanno tutte nella stessa direzione»
Titania:
«Da questo momento prendiamo noi, i Tre Demoni Bianchi, il
comando. Seguiteci»
Gannor:
«Aspetta Titania, non essere frettolosa! E se si trattasse di
una trappola?»
Titania:
«Per come mi sento adesso, nessuna trappola potrà
mai fermarmi». Il suo sguardo era forte e deciso che Gannor
non riuscì a controbattere in alcun modo.
«RAGAZZE, ANDIAMO!» urlò Titania per
richiamare l'attenzione delle due sorelle. Dopo qualche metro, la
legione arrivò in un grandissimo spazio aperto con un
immenso cratere al centro. Alcuni carri erano a terra, rivoltati e con
la merce sparpagliata. C'erano anche dei cadaveri e qualche uomo ferito
gravemente. Le tre sorelle corsero a verso i feriti per prestare aiuto
e sapere cosa fosse successo.
Titania:
«Come va? Ce la fai ad alzarti?»
«Aaarrgg....
non credo che mi resti ancora molto da vivere....» disse un
uomo tra le braccia di Titania.
Titania:
«Raccontami... cosa è successo?»
«Siamo...
siamo stati attaccati.... da.... da.....uuuuggghhhh», l'uomo
non riuscì a terminare la frase e morì.
«Ma
bene, finalmente siete arrivate.... Demoni Bianchi». Una
misteriosa voce proveniente dal cratere attirò l'attenzione
dell'intero gruppo.
Titania
adagiò dolcemente a terra il corpo dell'uomo, si
alzò in piedi e disse: «Chi sei? Fatti
vedere!»
«Con
vero piacere». Dall'ombra comparve un.... demone! La
fisionomia era quella di un essere umano, solo che lui aveva anche un
paio di ali nere, tre corna sulla fronte, non aveva capelli, aveva i
denti aguzzi come quelli di un vampiro e gli occhi gialli che
incutevano timore. «Il mio nome è Vladir e come
potete ben vedere sono un demone» sibilò con la
sua lingua serpentina. «Centinaia di anni fa, il mio popolo
venne esiliato dagli Antichi nell'Intramondo, una sorta di limbo da cui
non potevamo fuggire.... non per nostra volontà almeno.
Possiamo però venire evocati nel vostro mondo per servire un
padrone. È per questo che io sono qui, il mio padrone sapeva
che sareste venute qui e mi ha ordinato di farvi fuori. Mi dispiace ma
la vostra f....». Un sasso lanciato con forza
colpì il demone in testa, spezzando uno dei suoi corni.
Vladir:
«IL... IL MIO CORNO! COME HAI POTUTO?»
Titania:
«Non ho mai chiesto di sentire la storia della tua vita, mi
stavi dando sui nervi. Facciamola finita qui e subito!»
Vladir:
«Maledetta.... me la pagherai!»
Titania:
«E come? Noi abbiamo un esercito!»
Vladir:
«.....ed io ho il potere demoniaco! 'Sta a guardare:
DOMINATUS DAEMONIACUS». Il demone si girò,
protrasse un braccio da cui uscì un lugubre raggio nero.
Successivamente, dall'oscurità, uscirono cinque persone.
Leonora:
«Hey ma.... quelli li conosco! Fanno parte della Compagnia di
Endo! Sono alcune persone che erano a guardare il mio spettacolo di
magia per i bambini»
Kate:
«Quindi l'incantesimo che ha lanciato serve a prendere il
controllo della gente e farla combattere al proprio fianco?»
Una
delle persone impossessate si scagliò contro Titania
cercando di colpirla con un pugno che però lei
bloccò con una mano: «.... non li rende
semplicemente schiavi, ma aumenta anche la loro forza!» disse
Titania mentre controllava con lieve difficoltà
quell'individuo.
Vladir:
«Precisamente! Il Dominatus Daemoniacus è un
incantesimo demoniaco che incrementa esponenzialmente la forza di un
individuo: più l'individuo è forte e
più si vedrà incrementare la propria forza. Non
solo, l'incantesimo provvede anche a dare miracolose doti di recupero
nel caso si subiscano ferite»
«Conosco
quell'incantesimo, è riportato per filo e per segno sul
libro che mi ha dato il Maestro. Non è così
conveniente come può sembrare: basta far perdere i sensi
alla persona impossessata perché l'incantesimo si
annulli» disse Leonora, continuando con: «Titania!
Cerca di far svenire que....»
Titania:
«Un paio di colpi alla testa e tutti a nanna, problema
risolto». La ragazza aveva già sistemato la
situazione, colpendo talmente forte i poveri malcapitati da farli
svenire.
Vladir:
«Però, ci sapete davvero fare! Ma non è
certo finita qui, ho altre truppe da sacrificare!». Il demone
ripeté l'incantesimo e fece apparire dal nulla altre 10
persone.
Kate:
«Ma come fa? Non può far comparire delle persone
dal nulla!»
Vladir:
«Certo che posso! Beh, non le faccio comparire proprio 'dal
nulla'.... sono intrappolate in una dimensione che solo noi demoni
possiamo creare. Tutto ciò che è in quella
dimensione, io posso servirmene quando ne ho voglia»
Titania:
«Puoi mandarne anche mille di questi fantocci, tanto li
manderò tutti nel mondo dei sogni»
Vladir:
«Ma questi sono solamente un diversivo». Il demone
sparì e ricomparve un attimo dopo davanti a Kate:
«La mia preda è un'altra» disse
sibilando.
Titania:
«Ma... dove è andato?»
Leonora:
«TITANIA, È RICOMPARSO DI FRONTE A KATE!»
«Ma
come diavolo ha fatto!», Titania cominciò a
correre nella direzione del demone.
«Posso
spostarmi nella dimensione dei demoni a mio piacimento. Dentro quella
dimensione è come se il tempo si fermasse, ecco
perché riesco a percorrere distanze significative
istantaneamente!» disse il demone senza togliere gli occhi di
dosso a Kate. La ragazza era come paralizzata dal terrore, non riusciva
a muovere un muscolo.
Titania:
«Dannato demone! Non ti azzardare a torcerle un capello o te
la farò pagare!»
Vladir:
«..... povera sciocca. Credi davvero che possa essere
interessato ad una creatura tanto debole?». Il demone
allungò un braccio in direzione di Titania:
«DOMINATUS DAEMONIACUS!». Il raggio nero
colpì in pieno Titania, coprendola con del fumo nero:
«Beh, buona fortuna... ne avrete bisogno»
sibilò il demone prima di sparire nell'oscurità.
Leonora:
«Oh no.... non lei.... NON TITANIA!»
Il
fumo nero si dissolse poco a poco. Armatura grigia e 'spenta', che
esprimeva tristezza, spadone nero dalla lama assetata di sangue,
capelli lunghi e neri con delle ciocche viola, occhi gialli che
ribollivano di rabbia e violenza.
Leonora:
«KATE, ALLONTANATI DA LI', PRESTO!»
Titania
fissava dall'alto la povera, piccola Kate che crollò a terra
per la paura. Anche a terra, le gambe non smettevano di tremare. Ma
Titania si girò verso il gruppo di soldati e, con un solo
salto, ne raggiunse una fila. Impugnò il suo spadone nero e,
con un solo fendente, riuscì a stendere 10 soldati grazie
allo spostamento d'aria generato. Afferrò poi un altro
soldato e lo lanciò contro degli altri soldati con una
potenza inaudita, eliminandone altri 15.
«ORA
BASTA!» urlò Gannor, «NON PERMETTERO'
OLTRE QUESTO STERMINIO, ADESSO TE LA VEDRAI CON ME! FATTI SOTTO
SOTTOSPECIE DI DEMONE!»
Titania
fissò Gannor per qualche secondo. Subito dopo fece uno
scatto che, in pochi decimi di secondo, le fece percorrere quei 5 metri
di distanza che c'erano tra lei ed il generale. Un solo, fortissimo
pugno mandò in frantumi l'armatura di diamante del generale
Gannor, facendolo sbalzare all'indietro di qualche metro. La mano di
Titania stava sanguinando, ma dopo qualche secondo la ferita si era
subito rimarginata.
Kate:
«Q...questo.... de....dev'essere.... un... incubo....
C...che.... che speranza abbiamo.... di cavarcela....?»
Titania
continuava a sterminare e distruggere, eliminando a poco a poco tutti i
soldati.
«N...non
è...p....possibile.... la mia.... armatura.... »,
dopo aver detto quelle parole, Gannor svenne. Titania aveva oramai
finito di massacrare i soldati. Non soddisfatta quindi, si
guardò in giro e notò Kate ancora a terra. Con un
balzo la raggiunse subito, creando una piccola voragine
nell'atterraggio. La prese per il collo e cominciò a
stringere. La povera ragazza non opponeva nessuna resistenza, sapendo
benissimo che fosse inutile: «È la mia
punizione.... per aver infranto la promessa..... vero sorella? Mi
dispiace solo.... di non avervelo fatto conoscere.... vi sarebbe
senz'altro piaciuto....». Kate stava quasi per perdere i
sensi ed abbandonare per sempre quel mondo.... quando, all'improvviso,
qualcosa colpì Titania al viso con una forza spaventosa. La
ragazza mollò la presa da Kate e venne spinta all'indietro
di svariati metri.
«Va
tutto bene Kate?»
Tossendo,
la ragazza impiegò qualche secondo prima di riprendersi.
Alzando lo sguardo, vide Leonora con una strana aura nera intorno e....
un enorme demone che fuoriusciva dalla sua schiena!
Kate:
«C....cos'è quello?»
Leonora:
«Questo? È il risultato del mio Vetus Evocatio!
È un incantesimo ancestrale molto potente che mi permette di
evocare un demone dall'intramondo ed usarlo come combattente al mio
fianco. Ci ho messo un po' per evocarlo... se fossi stata
più brava avrei potuto salvare la vita di quei poveri
soldati.... fortuna che son riuscita a salvare almeno la tua di vita!
Ora fatti da parte, penseremo io e Adramelech a sistemare nostra
sorella Titania!»
Kate:
«Va bene ma.... fai attenzione Leonora. È molto
più pericolosa di quanto possiamo immaginare»
Leonora:
«Lo so.... farò il possibile».
La
piccola Kate si allontanò posizionandosi in un luogo sicuro
dove potesse avere una buona visuale, malgrado il buio che permeava
nell'aria.
Leonora:
«Ed ora a noi due Titania... vediamo chi è la
sorella più forte!»
«UUUUUUHHHHHHHOOOOOOOOOO»
il demone dietro Leonora lanciò un urlo di battaglia
sovrumano e terrorizzante.
Titania
si mise in piedi, toccandosi la fronte. Si leccò quindi la
sua mano sporca di sangue. Nel frattempo la ferita alla fronte si era
velocemente rimarginata. La ragazza impugnò lo spadone ed
urlò anche lei, facendo tremare la terra.
Lo
scontro micidiale stava per iniziare: il Demone Nero, Titania la
Distruttrice contro l'Arcidemone del Consiglio, Adramelech il Custode.
|
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Capitolo 13 *** L'uomo misterioso ***
I
due avversari si scrutavano. Un'aura maligna si era generata ed aveva
avvolto il territorio circostante. Lo spadone nero di Titania stava
vibrando, eccitato dallo scontro imminente. Gli occhi della ragazza
pregustavano lo scontro. Rideva, mostrando i denti aguzzi. Dall'altra
parte Adramelech era calmo, benché il suo aspetto incutesse
comunque timore: il demone si presentava solamente dalla vita in su,
essendo emanato direttamente dal corpo di Leonora. Aveva un fisico
grosso e possente, tutto nero con degli strani simboli arcani rossi che
ricordavano dei sigilli magici. Aveva due grandi braccia con un paio di
chiavi conficcate a 'X' su entrambi i polsi. Una chiave era posizionata
anche sul collo, trapassandolo completamente da una parte all'altra. Il
viso era simile a quello umano, con tanti capelli lunghissimi e neri,
mentre sugli occhi aveva una benda rossa con delle chiavi conficcate
nelle orbite. La bocca invece presentava degli spaventosi denti aguzzi
con cui avrebbe potuto maciullare un'armatura di ferro senza il minimo
sforzo.
Leonora:
«Sei pronto, o possente Adramelech?»
Il
demone sorrise scrocchiandosi le dita delle mani.
Leonora:
«Bene.... INIZIAMO!»
Titania
scattò in avanti, muovendosi a velocità
spaventose e raggiungendo subito Leonora, con l'intento di colpirla con
il suo spadone. Diede un fendente, ma Adramelech lo bloccò
con entrambe le braccia. Titania era immobilizzata, Leonora quindi ne
approfittò, lanciandole una palla di fuoco in pieno viso.
Del fumo copriva la faccia di Titania.
Leonora:
«Centrata in pieno! Dobbiamo cercare di indebolirla il
più possibile e..»
Titania
soffiò via il fumo, senza aver riportato dei danni. Diede
quindi un forte calcio, facendo vibrare l'armatura della sorella ed
allontanandola da lei, riprendendo il controllo della sua arma.
Benché avesse l'armatura, Leonora provò del
dolore.
Leonora:
«È troppo forte.... così rischiamo solo
di perdere inesorabilmente. Dobbiamo attuare una strategia: dobbiamo
bloccare i suoi movimenti in modo che tu Adramelech possa assorbire il
suo potere demoniaco e farla tornare quella di prima. Farle perdere i
sensi è un'opzione che mi rifiuto di prendere in
considerazione essendo una cosa impossibile!»
Titania
si mosse nuovamente, con lo spadone pronto a colpire. Adramelech si
mise davanti a Leonora, proteggendola con il suo corpo e deviando ogni
colpo di Titania con i suoi pugni. Dai palmi delle mani di Adramelech
spuntarono due grosse chiavi utilizzate dal demone a mo' di spade. Si
passava al contrattacco, con il demone che cercava di colpire Titania e
quest'ultima che riusciva a deviare tutti i colpi grazie al suo
spadone. Adramelech fece un affondo con una delle sue chiavi, ma
Titania fermò il colpo a mani nude, impugnò la
chiave e scaraventò il demone con Leonora verso il suolo.
Fortunatamente il demone, poggiando una mano al suolo, evitò
la brusca caduta.
«Cerchiamo
di evitare di muoverci troppo.... mi serve concentrazione per lanciare
questo incantesimo» disse Leonora leggermente confusa.
Titania
stava attaccando il demone alle spalle, quando due enormi chiavi a
formare una 'X' spuntarono dalla schiena del suddetto, bloccando il
colpo della ragazza. Un'altra chiave colpì Titania allo
stomaco, facendola indietreggiare. Successivamente le chiavi
rientrarono nel corpo del demone.
"Ci
siamo quasi.... ancora un altro po'....", Leonora era concentratissima.
Titania
sbuffò per il colpo ricevuto e corse verso i due, tenendo il
suo spadone rivolto verso terra, lasciando una scia sul terreno,
creando una profonda crepa. Quando fu a distanza abbastanza
ravvicinata, tirò su la spada dando un montante, amputando
così una mano del demone. Del fumo nero cominciò
ad uscire dalla ferita.
Leonora:
«ADESSO: SIGNACULUM HORA!»
Titania
stava per affondare lo spadone nel corpo del demone, puntando a
Leonora, ma una fortissima luce verde la fermò. Un orologio
comparve sulla testa di Titania che si ritrovò intrappolata
in un cristallo verde.
Leonora:
«Uff, che faticaccia. Almeno ora siamo riusciti ad
intrappolarla. Il sigillo non durerà più di
cinque minuti, dobbiamo sbrigarci ad assorbire tutto il suo potere
demoniaco»
Adramelech
posizionò la mano che gli rimaneva sul cristallo e
cominciò ad assorbire. Ma l'orologio sopra Titania si
incrinò, facendo incrinare anche il cristallo.
Leonora:
«Non... non è possibile!»
L'orologio
andò in frantumi, così come il cristallo. Titania
sferrò un montante con cui tranciò anche l'altra
mano del demone. Adramelech era momentaneamente disarmato ed indifeso.
Titania alzò la spada in cielo e caricò un colpo
intriso di aura maligna. Stava per dare il colpo, quando una freccia di
ghiaccio le colpì il braccio, distraendola e deviando il
colpo in un'altra direzione. Quando lo spadone si abbassò,
una scia nera venne generata, fece qualche metro e poi sparì
nell'ombra, lasciando dietro di se un enorme e profondo solco. Titania
si girò verso la direzione cui provenne la freccia e vide
Kate con l'arco impugnato.
Kate:
«Non hai un solo avversario, anche io faccio parte dei Tre
Demoni Bianchi!»
Titania
urlò per la rabbia e scattò verso Kate. La
ragazza prese una freccia a cui legò quella che sembrava
essere una piccola bomba, accese la miccia e la tirò al
suolo, in direzione di Titania. Quando quest'ultima ci passò
sopra, la bomba esplose generando una nube violacea. Kate aveva
calcolato perfettamente i tempi. La nube non era altro che del
sonnifero in polvere che, a contatto con l'aria, si manifestava in
forma gassosa.
Kate:
«Questo dovrebbe calmarla e....»
Titania
aspirò tutto il gas, facendo poi un ruttino. Riprese quindi
a muoversi verso Kate, non diminuendo minimamente la
velocità.
Kate:
«Ma non è possibile! Con tutto quel sonnifero che
ha aspirato, dovrebbe dormire per una settimana!»
Titania
continuava a correre, leccandosi le labbra e pregustando la facile
uccisione che l'attendeva.
«Non
così in fretta: AETERNUS CHRYSTALLUS!»
Titania
venne rinchiusa in un blocco di cristallo. Da dentro, la ragazza
provò in tutti i modi a scalfirlo, ma senza risultato.
Leonora:
«È inutile che provi anche solo a scalfirlo, sei
in un cristallo particolare: indistruttibile dall'interno, ma
fragilissimo dall'esterno: basta anche un semplice tocco
perché vada in mille pezzi. Titania continuava a dare colpi
con il suo spadone nero o a mani nude ferendosi, ma era tutto inutile:
il cristallo era integro. Nel frattempo, ad Adramelech erano
ricresciuti gli arti amputati.
Leonora:
«Ora che Adramelech è di nuovo operativo, possiamo
assorbire il suo potere demoniaco, dobbiamo solo trovare un modo per
farla stare ferma... basterebbero anche pochi secondi»
Kate:
«Che ne dici del mio Crystal Net? Non è molto
potente, ma credo che uno o due secondi possa reggere...»
Leonora:
«Sì, credo che possa andare! Allora è
deciso, comincia pure a preparare il tuo colpo e....»
Improvvisamente
dal nulla, il colpo scagliato prima da Titania ricomparve, scagliandosi
contro di loro.
Leonora:
«ATTENZIONE!»
Le
due ragazze riuscirono ad evitare il colpo, che si infranse contro il
blocco di cristallo, mandandolo in frantumi e liberando così
Titania.
Kate:
«Ma... cosa è successo?»
«Vi
eravate forse dimenticati di me? Ci sono sempre e vi sto osservando,
nella mia dimensione ovviamente. Il colpo scagliato prima da Titania
era un colpo troppo potente perché venisse sprecato a quel
modo, quindi ho deciso di incamerarlo nella mia dimensione. Ed infatti
si è rivelato molto utile, ohoh», la voce di
Vladir risuonava nell'aria.
Kate:
«Maledetto demone... ora siamo di nuovo nei guai»
Titania
non capiva cosa fosse successo, ma era di nuovo libera e pronta a
combattere. Strinse tra le sue mani il suo spadone e puntò
la piccola Kate che cominciò nuovamente a tremare alla vista
della sorella demoniaca.
Leonora:
«Non ci resta altra scelta... Adramelech, sciogli il sigillo.
Questo prosciugherà molte delle mie energie, ma non vedo
altra soluzione. Al termine della battaglia sarò stremata,
me lo sento...»
I
simboli del demone si misero a brillare. Le chiavi sui polsi, sul collo
e negli occhi girarono generando un rumore come di una serratura
sbloccata e scomparvero. La benda rossa cadde dal viso del demone,
mostrando due cristalli neri al posto degli occhi. Altre due braccia
comparvero dalla schiena del demone. Il Custode era nella sua forma
completa: la sua potenza e velocità erano triplicate.
Titania stava quasi per colpire Kate con il suo spadone, ma Adramelech
si intromise fermando lo spadone con due mani e colpendo la ragazza
demoniaca con le altre due. Quei colpi stavano facendo effetto, Titania
ne risentiva e lasciò la presa sulla spada. Il demone
lanciò lontano la spada, tornata al suo aspetto originario
dopo che esso ne aveva assorbito il potere demoniaco. Titania allora
cominciò a combattere a mani nude, ma non riuscì
a contrastare le quattro braccia di Adramelech. La ragazza decise
allora di convogliare il potere demoniaco nelle sue mani e di lanciare
così un raggio nero dalla potenza distruttiva. Per tutta
risposta, Adramelech congiunse le sue quattro braccia formando un
simbolo particolare con le mani. Un'enorme serratura comparve dinnanzi
a lui ed assorbì tutto il colpo lanciato dalla ragazza.
Successivamente, cambiò la posizione delle mani e fece
comparire altre quattro serrature su Titania, ognuna per ogni arto. La
ragazza era immobilizzata.
Leonora:
«ADESSO!»
Il
demone mise le sue quattro mani sulla testa e la faccia di Titania ed
iniziò ad assorbirne il potere demoniaco. In poco tempo, la
ragazza tornò come prima, il potere era stato assorbito
completamente.
Leonora:
«Ottimo lavoro Adramelech.... ora puoi tornare a riposare....
grazie....»
Il
demone scomparve e le ragazze caddero esauste.
«Titania,
Leonora, state bene?» Kate corse subito a soccorrere le
sorelle. Per l'eccessivo sforzo, si erano entrambe addormentate. "Ma
guardale, come dormono serene. Leonora sta sorridendo, sicuramente per
il fatto di essere riuscita a sconfiggere Titania. Mi immagino come si
vanterà una volta che si sarà risvegliata"
«Che
scena commovente. Sarebbe un peccato se qualcuno la rovinasse, non
trovi?», Vladir uscì dalla sua dimensione e si
manifestò di fronte a Kate.
«Vattene
se non vuoi finire male», intimò la ragazza.
Vladir:
«Credi che io abbia paura di una mocciosa come te? Ma non
farmi ridere, uhuhuh!»
Kate
prese il suo arco e scoccò una freccia verso l'alto,
urlando: «SPARKING LIGHT!». La freccia
scoppiò in un'esplosione di luce che accecò il
demone. Quando riprese a vedere, Kate era sparita.
Vladir:
«Trucco simpatico piccoletta, devo ammetterlo. Ma non
salverà da ciò che ti aspetta»
«Perché,
cosa mi aspetta?», la voce di Kate proveniva da dietro al
demone. Vladir si girò e vide la ragazza con l'arco
impugnato, pronta a scoccare una freccia.
Vladir:
«Attenta ragazzina, quelle armi sono pericolose se non le sai
usare.... perché invece non le usi per uccidere le tue
sorelle? DOMINATUS DAEMONIACUS!». Il demone lanciò
il solito raggio nero che colpì in pieno Kate.... facendola
sparire!
Vladir:
«COSA?!?»
Una
freccia impregnata di luce trapassò il petto del demone.
Vladir:
«UHG.... MA COME... COME HAI FATTO...», il demone
si accasciò a terra, rivelando Kate dietro di lui.
Kate:
«Mi hai sottovalutata solamente perché sono
giovane, ma come ho già ribadito faccio parte anch'io dei
Tre Demoni Bianchi. Distraendoti con quella luce accecante, ho avuto
tutto il tempo per usare un incantesimo illusorio e creare un'immagine
di me stessa che dicesse una singola frase. E tu ci sei cascato, hai
creduto che fosse la vera me e l'hai attaccata, non accorgendoti che io
ero dietro di te, pronta a colpirti con una freccia intrisa di potere
benefico.
Vladir:
«Ma... maledetta..... io... il demone Vladir.... sconfitto da
una mocciosa.....»
Kate:
«Ed ora rispondi alla mia domanda: dove si trova il tuo
padrone?»
Vladir:
«Eheh... il mio padrone dimora nell'antica terra di Matango,
ma non so dove si trovi.... né come ci si arrivi.... come
vedi non ti sono stato di grande utilità....»
Kate:
«Credo di sì invece.... perché non mi
riveli anche l'identità del tuo padrone?»
Vladir:
«.... mi è stato ordinato di non dire a nessuno la
sua identità...... ma visto che oramai sto morendo.... te la
dirò.... il mio padrone si chiama....
UUUHHHGGGGG». Il demone sparì avvolto da delle
fiamme nere.
Kate:
«Dannazione....».
Improvvisamente
apparvero delle persone tutte intorno all'area: con la sconfitta di
Vladir, la dimensione che aveva creato era stata annullata e quindi
tutto ciò che vi era dentro era stato rilasciato. Le persone
sembravano in salute senza aver riportato gravi danni. Kate era alla
ricerca di Marcus, chiedendo a tutti che fine avesse fatto.
«Marcus
ed Endo sono riusciti a fuggire insieme ad altri nostri compagni....
sono andati a cercare aiuto» disse un uomo.
«KATE!».
La ragazza riconobbe quella voce. Alzò lo sguardo e vide
Marcus camminare a fianco di Endo e del suo cavallo. Si stava tenendo
un braccio, probabilmente era ferito. La ragazza corse da lui con le
lacrime agli occhi, abbracciandolo forte.
Marcus:
«Aiaiai... Kate mi fai male»
Kate:
«Scusami Marcus», disse asciugandosi le lacrime
dagli occhi.
Endo:
«Piccola Kate, cos'è successo qui?»
Kate:
«Io e le mie sorelle siamo riuscite a sconfiggere il demone e
a liberare le persone imprigionate nella sua dimensione»
Marcus:
«Incredibile.... siete molto più forti di quanto
mi aspettassi!»
Endo:
«Noi siamo riusciti a sfuggire da quel demone insieme ad
altri nostri compagni, ma alcuni di noi, come Marcus, sono rimasti
feriti. Ci siamo nascosti, non trovando nessun aiuto nei paraggi,
finché le acque non si fossero calmate... purtroppo non
siamo dei combattenti, siamo dei commercianti!»
Kate:
«Non ti preoccupare Endo, re Garonius ci ha inviato
appositamente perché non aveva più vostre
notizie. Non appena ci saremo sistemati tutti, torneremo a fare
rapporto e...»
Endo:
«Giusto, il re! Marcus, devi subito andare a Cornelia ad
avvisare re Garonius della situazione attuale della Compagnia»
Kate:
«Ma no, non c'è bisogno. Ora la situazione
è sotto controllo e potremmo tornare a Cornelia tutti
insieme»
Endo:
«No, non bisogna perdere tempo. Marcus, parti immediatamente!
Io rimarrò qui ad occuparmi dei feriti. Richiedi anche una
squadra di soccorso, ne avremmo bisogno»
Marcus:
«Dammi cinque minuti....»
Endo
guardò i due ragazzi ed annuì, andando a
soccorrere i feriti.
Kate:
«E quindi... dobbiamo separarci di nuovo....»
Marcus:
«Mi dispiace Kate.... ti prometto che quando tutta questa
storia sarà finita, troveremo del tempo per stare insieme. A
costo di diventare forte come voi ed unirmi al vostro gruppo di
mercenari! I Quattro Demoni Bianchi.... però, non suona
male, eheh»
Kate
abbracciò di nuovo Marcus: «Ho una cosa per te....
spero ti piaccia». La ragazza diede a Marcus il coltello che
aveva comprato a Cornelia.
Marcus:
«Kate è... è bellissimo!»
Kate:
«Ho pensato che ti avrebbe fatto comodo un'arma per
difenderti... e.... »
Marcus
abbracciò forte Kate e le diede un lungo bacio appassionato.
«Questo coltello è molto più di
un'arma.... è un simbolo: il simbolo del nostro amore. Lo
custodirò gelosamente e penserò a te».
Kate
era felice. Abbracciò un'ultima volta Marcus, prima di
vederlo partire in sella al suo cavallo, in direzione di Cornelia. Una
lacrima scese lungo il suo viso. Nel frattempo, Titania e Leonora si
erano riprese. Kate corse da loro per assicurarsi che stessero bene.
Titania:
«Aaaaaahhhhh la mia testa.... che cosa è
successo?»
Leonora:
«Ma come, non ti ricordi nulla?»
Titania:
«Ricordo solo di aver fatto un incubo... picchiavo tutti
indiscriminatamente. Mi sa che lavoro un po' troppo.... vedi che ci
serviva quella vacanza Kate!».
La
giovane ragazza sorrise: «Sono contenta che stiate bene
ragazze!»
Leonora:
«Io non sono contenta per niente! Tanta fatica sprecata... e
questa non si ricorda nulla! Come faccio a vantarmi di averla
sconfitta?»
Titania:
«Sconfitta? Tu mi avresti sconfitta? Anche tu hai fatto un
sogno?»
Leonora:
«Ecco, appunto...»
«TU!
MALEDETTO DEMONIO!», Gannor si era ripreso e si stava
dirigendo verso Titania, puntandole contro il dito: «HAI
VISTO CHE COSA HAI FATTO? HAI DECIMATO IL MIO ESERCITO! 30 SOLDATI
HANNO PERSO LA VITA, ALTRI 20 SONO FERITI GRAVEMENTE! LA MIA BELLISSIMA
ARMATURA DI DIAMANTI È STATA DISTRUTTA.... COSA HAI DA DIRE
A TUA DISCOLPA, EH?!»
Kate
si intromise tra Titania e Gannor: «Generale mi ascolti, non
è stata colpa di mia sorella. Era sotto l'influsso demoniaco
causato da un incantesimo di quel demone. Lo dimostra il fatto che ha
attaccato anche noi che siamo le sue sorelle. Vede qui?», la
ragazza mostrò i segni sul collo: «Questi segni me
li ha fatti Titania mentre ha cercato di strangolarmi»
Titania:
«Kate... io non....»
Kate:
«Non preoccuparti Titania... non è stata colpa
tua»
Gannor:
«Se le cose stanno così.... non posso che scusarmi
per il mio comportamento. Mi dispiace di aver reagito a quel
modo»
Titania:
«Non è niente generale... ora dovremmo tornare a
Cornelia a fare rapporto al re»
Gannor:
«I miei soldati non ce la fanno a muoversi, dovremmo andare
solamente noi quattro»
Kate:
«Bene, quando volete possiamo andare».
Dopo
che Titania ebbe recuperato la sua arma, il gruppo, composto dai Tre
Demoni Bianchi ed il generale Gannor, si mise in marcia verso Cornelia.
Durante il tragitto, Kate spiegò alle sorelle che il demone
le ha rivelato l'ubicazione del suo padrone: Matango.
Titania:
«Matango eh? Mai sentita nominare»
Leonora:
«Nemmeno a me quel nome dice nulla»
Kate:
«Il demone ha detto che il padrone che l'ha evocato dimora
lì.... forse è lo stesso uomo che ci vuole
morte?»
Titania:
«Dovremmo investigare, se solo sapessimo dove si trovi questo
luogo...»
Gannor:
«Avete nominato Matango per caso?»
Kate:
«Sì, perché? Conosci questo
luogo?»
Gannor:
«Sì, è un luogo che si trova a nord di
Cornelia. Un luogo inospitale e pieno di insidie. Si vocifera che sia
la dimora di alcuni dei più temibili draghi che siano mai
esistiti»
Titania:
«Abbiamo già avuto a che fare con dei draghi in
passato, non saranno un problema»
Gannor:
«Non essere così superficiale, queste sono
creature magiche molto diverse dai draghi con cui avete avuto a che
fare»
Titania:
«Ah è così? Allora ci
servirà aiuto.... e so anche a chi chiederlo!»
Una
volta arrivati a Cornelia, il gruppo si diresse immediatamente nel
palazzo reale, suscitando la curiosità della gente.
«Ma
quello... non è Gannor? Che fine ha fatto la sua armatura di
diamante?!»
«Gannor
la Fortezza Impenetrabile è stato sconfitto? Non riesco a
crederci....»
«Eppure
guardate, non indossa più la sua armatura!»
Gannor
era molto mortificato. Non appena arrivarono nella sala del trono, il
re esclamò: «Ecco i miei mercenari e Gann....
CIELO GANNOR, DOV'È FINITA LA TUA ARMATURA?!»
Gannor:
«Vedete mio signore.... c'è stato un terribile
incidente e...»
Garonius:
«Lo so già. Un ragazzo della Compagnia di Endo
è venuto ad informarmi della situazione, ma è
subito ripartito con un gruppo di soldati e di medici per prestare
soccorsi ai vari feriti. Mi ha raccontato che ci sono state molte
perdite, è così?»
"Per
fortuna sta bene", pensò Kate.
Gannor:
«Sì vostra maestà, purtroppo abbiamo
perso 30 soldati e qualche civile»
Garonius:
«Capisco.... beh è una perdita irrilevante,
l'importante è che la Compagnia sia salva e..»
Kate:
«Come fate a dire così? Come fate a dare
così poco valore alla vita umana!?», la ragazza
stava cominciando ad arrabbiarsi.
Titania:
«Kate, lascia stare, è una battaglia persa in
partenza. Piuttosto mio signore, dobbiamo parlare della nostra
ricompensa»
Garonius:
«Ricompensa? Per tutte le perdite che avete causato? Non ci
penso nemmeno»
Titania:
«Se volete torniamo lì e finiamo l'opera di
annientamento della Compagnia di Endo»
Tutti
fissarono Titania inorriditi.
Garonius:
«M-ma no, ma no, stavo semplicemente scherzando! Non avete
proprio il senso dell'umorismo... Comunque, chiedetemi pure
ciò che volete»
Titania:
«Vorremmo organizzare una spedizione a Matango. Il demone,
prima di morire, ci ha detto che il suo padrone dimora lì.
Quello che chiediamo, sono degli uomini pronti ad aiutarci»
Garonius:
«Bene, quanti ve ne servono? 100? 200 uomini?»
Titania:
«No, non vogliamo un esercito formato da formiche. A noi
servono uomini addestrati, uomini coraggiosi e soprattutto.... uomini
FORTI!»
Garonius:
«Mmmm non so se potrò accontentarvi....»
Gannor:
«Sire, potremmo lasciare loro la legione speciale»
Garonius:
«Perché non chiudi mai quella bocca,
Gannor!?»
Titania:
«Legione speciale?»
Gannor:
«Si tratta di una squadra speciale composta da uomini
incredibilmente forti ed astuti. È la legione speciale
privata di re Garonius III»
Garonius:
«Appunto PRI-VA-TA! Non posso assegnarla a terzi!»
Gannor:
«Però senza il loro intervento a quest'ora la
Compagnia di Endo sarebbe stata sconfitta»
Garonius:
«.... devi sempre puntualizzare tu! E sia, potete prendervi
la mia legione speciale.... sigh»
Titania:
«Grazie, mio sovrano. La vostra generosità
è infinita»
Garonius:
«Lo so, lo so»
Gannor:
«Penserò io ai preparativi. La partenza
è fissata per domani mattina. Riposatevi bene,
sarà una spedizione molto dura»
Titania:
«Puoi dirlo forte, sono veramente stremata....»
Leonora:
«Andiamo nella locanda 'La sabbia di Morfeo', l'ho vista
durante il nostro giro turistico e sembrava un luogo accogliente.
Kate:
«Per me va bene, il nome mi ispira fiducia»
Garonius:
«POTRESTE CORTESEMENTE DISCUTERE DI QUESTE QUISQUILIE LONTANO
DA QUI? MI STATE FACENDO SALIRE IL NERVOSO! FUORI DI QUI!»
Le
ragazze andarono alla locanda dove passarono la notte in assoluto relax
e tranquillità. Le aspettava una dura prova, forze la
più dura mai affrontata fin'ora. Chi era questo fantomatico
individuo che ha evocato perfino un demone pur di sconfiggerle? E
questa legione speciale sarebbe stata all'altezza del compito? Presto
queste domande avrebbero trovato una risposta...
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Capitolo 14 *** La dimora dei draghi ***
Giunse
finalmente la mattina. Le ragazze si svegliarono fresche e riposate,
erano proprio in ottima forma.
Titania:
«Erano secoli che non dormivo così bene, mi sento
rinata!»
Leonora:
«Va bene che sei un mostro, ma hai solamente 30 anni, non
puoi aver passato secoli!»
Titania:
«Perché cerchi in ogni modo di urtare il mio umore
anche di prima mattina, cara Leonora?»
Kate
era già sveglia e pronta da un pezzo: «Vi siete
appena svegliate e già discutete? Non vi smentite mai voi
due eh?»
Titania:
«.... Kate?»
Leonora:
«Che ci fai già sveglia?»
Kate:
«Sono pronta a fargliela pagare a quel farabutto per tutto il
male che ha fatto a me, alle mie sorelle ed alla gente innocente! Sento
l'adrenalina scorrermi in corpo che non riesco proprio a stare
rilassata e quindi mi sono svegliata qualche ora prima di voi e sono
andata ad esercitarmi un po' con l'arco»
Titania:
«Mi stai stupendo Kate! Forza allora, andiamo a prendere a
calci nel culo questo maledetto bastardo!»
Leonora:
«Vedo che siamo tutte cariche eh? Coraggio,
andiamo!»
Alla
reception della locanda, il padrone della locanda le stava aspettando:
Ben alzate Demoni Bianchi! Prima è passato il generale
Gannor, mi ha detto di dirvi che lui e la sua squadra vi aspettano
all'entrata nord, hanno già provveduto a spostare i vostri
cavalli, li troverete lì»
«Grazie
signor locandiere», disse Kate porgendogli una moneta d'oro.
Il locandiere ne fu estremamente felice.
"Piccola
Kate... sei proprio cresciuta. Un tempo eri timorosa e suscettibile,
ora invece sei forte ed intrepida. Che sia merito dell'amore? Che aver
trovato una persona a te cara da proteggere ti abbia fatto maturare a
tal punto? Beh, in ogni caso... sono felice per te", pensò
Titania mentre si dirigevano all'entrata nord. Lì vi
trovarono cinque persone, tra cui il generale Gannor.
Titania:
«Generale! Ma che bella armatura che le hanno dato»
Gannor:
«Ti piace? È fatta di platino. È
solamente una soluzione provvisoria intanto che il re non ne faccia
forgiare un'altra di diamante. Devo dire che con questa mi sento
più leggero ed agile nei movimenti»
«Non
quella pancia non saresti agile nemmeno con solo un paio di mutande
addosso» disse l'unica ragazza all'interno di quel gruppo di
sconosciuti.
Gannor:
«Grazie Mocher, sei sempre così
gentile....»
Kate:
«Sono loro i componenti della legione speciale di re
Garonius?»
Gannor:
«Sì, scusatemi ora ve li presento partendo dal
più alto di grado. Lui è il Colonnello Redent, un
abilissimo stratega, riesce a realizzare un piano d'attacco efficiente
in pochissimo tempo. Ci sarà molto utile»
Redent:
«È un vero piacere fare la vostra conoscenza
gentili fanciulle». Era alto e magro, molto magro,
completamente inadatto al combattimento fisico. Aveva dei lunghi
capelli bianchi che gli coprivano l'occhio sinistro e parte della
bocca, arrivando fino al petto, dei piccoli occhi azzurri ed un neo
sotto l'occhio destro. Era l'unico a non indossare nessuna armatura
protettiva, anche perché la sua forza non glielo permetteva.
Titania:
«Avevo chiesto uomini forti, perché ci hanno dato
questa specie di scheletro?»
Redent:
«Signorina mi permetta di dissentire: è vero, non
sono minimamente forte sul piano fisico, verrei messo KO perfino da un
bambino. Ma in quanto a strategia, non sono secondo a nessuno! Il mio
aiuto vi sarà più che prezioso»
Gannor:
«Il Colonnello ha ragione. Sei sempre la solita malfidata, eh
Titania? Smettila di basarti solo sull'aspetto fisico!»
«Hey
sorella, abbassa la cresta. Se cerchi qualcuna con cui fare a botte,
hai trovato pane per i tuoi denti» disse sempre la ragazza di
prima.
Titania:
«Ma guarda, abbiamo un'impavida! Bene, lei mi piace, e mi
piace anche quel suo animaletto»
«Questo
mio animaletto può staccarti la testa con un
morso» rispose indispettita la ragazza. Un lupo dal manto
argenteo e bianco se ne stava accanto a lei, ringhiante.
Gannor:
«Ecco, lo sapevo che andava a finire così con
queste due.... Ad ogni modo, lei è il Capitano Mocher, abile
guerriera e spietata assassina. È molto ligia al dovere e se
c'è una missione cerca a tutti i costi di portarla a
termine. L'animaletto che è al suo fianco è il
suo fidato lupo Amad che la supporta spesso e volentieri. Non pensare
però di avvicinarlo, da confidenza solo a Mocher
e...»
Titania
si era avvicinata al lupo e lo stava coccolando grattandogli la pancia.
Il lupo sembrava apprezzare.
Mocher:
«Ma.... AMAD! È incredibile, sei la prima persona
che riesca a prendere confidenza con il mio lupo.... hai detto di
chiamarti Titania giusto? Sarà un onore lavorare insieme a
te»
Le
due si scambiarono un piccolo pugno come gesto di affetto e ammirazione
reciproca. Mocher non era particolarmente alta, ma aveva un bel fisico.
Non indossava armature troppo ingombranti o pesanti per non
intralciarla nei movimenti. Aveva capelli corti e neri ed occhi
violacei. Inoltre aveva anche due cicatrici sulle guance, causategli da
Amad nel periodo in cui cercava di addomesticarlo.
Gannor:
«Bene, il mostro ha trovato un'amica.... andiamo avanti. Lui
è il Sergente Maggiore Dynn, esperto di esplosivi»
Dynn:
«Come butta gente?»
Gannor:
«Insomma Dynn, un po' di
professionalità!»
Dynn:
«Hey qual è il problema, Gannor? Le signorine non
si sono mica offese... o sbaglio?»
Leonora:
«Nessuna offesa, figuriamoci»
Dynn
si portò un sigaro alla bocca e Leonora glielo accese grazie
alla magia. «Hey grazie sorella!» disse Dynn
alzando il pollice in segno di gratitudine.
Leonora:
«Non c'è di che!». La ragazza sembrava
stranamente interessata a quel tipo così rozzo e trasandato.
Era pelato tranne che per un lungo ciuffo di capelli grigi che gli
partiva da dietro la nuca e gli finiva alla fine della schiena. Due
grandi occhiali scuri gli coprivano gli occhi. Era di carnagione scura
ed aveva in bocca sempre un sigaro. Anch'egli indossava un'armatura
abbastanza leggera per permettergli agilità nei movimenti.
Solo che nella sua armatura risiedevano esplosivi di ogni tipo. Il
sigaro gli serve per poterli accendere in qualunque momento.
Gannor:
«Se vi serve di demolire qualsiasi cosa, Dynn è
l'uomo che fa per voi! Se non fosse costantemente con la testa tra le
nuvole...»
Dynn:
«Hey fratello rilassati.... tieni, fatti un tiro»
Gannor:
«Ecco appunto.... Ma passiamo all'ultimo membro della legione
speciale: lui è il Caporale Genji. Proviene da una terra
lontana, è una sorta di samurai o almeno lui dice di
esserlo»
Genji:
«Leggiadre fanciulle che con la vostra bellezza riempite
questo mio mondo, allontanando il male e donandomi un po' di
serenità, sono felice di fare la vostra conoscenza»
Kate:
«Caspita... g-grazie! Il p-piacere è t-tutto
nostro!»
Genji
era proprio un bell'uomo: capelli lunghi raccolti all'indietro con una
coda fissata all'insù, occhi orientali verdi ed una
cicatrice sull'occhio destro. Indossava una strana armatura dallo stile
orientale, cosa abbastanza rara nel continente di Gatam. Aveva modi
cortesi e gentili degni di un cavaliere.
Titania:
«Bene, ora che abbiamo presentato tutta la combriccola, direi
che possiamo andare»
Mocher:
«Ben detto sorella! Forza ammasso di scansafatiche,
muoviamoci! Abbiamo una missione da compiere!»
E
così il gruppo cominciò a muoversi in direzione
di Matango. Non impiegarono molto per arrivare a destinazione: la terra
si presentava molto simile alle terre di Mystole, solamente che qui
qualche pianta e qualche animale c'erano. Le piante erano tutte
appartenenti a specie velenose, mentre gli animali erano.... draghi! Ce
ne erano di ogni forma e dimensione: c'era chi sputava fuoco, chi
invece sputava del ghiaccio, chi aveva un corpo elettrico e chi invece
aveva degli aculei velenosi sul corpo. C'erano draghi immensi che
volavano seguiti da quelli più piccoli, in gruppi che
sembravano stormi, c'erano draghi intenti a combattere tra di loro nel
modo più brutale possibile, altri ancora cacciavano per
sfamare i propri piccoli o si costruivano una tana.
Leonora:
«Incredibile, non avevo mai visto tanti draghi in una
volta!»
Redent:
«Questo è il territorio dei draghi... dobbiamo
prestare la massima attenzione»
Mocher:
«Ma se sono solamente dei cuccioloni alati, a cosa dobbiamo
prestare attenzione?»
Titania:
«Ben detto, sono d'accordo con lei»
Genji:
«Non bisogna abbassare la guardia, non sappiamo quale
creatura potremmo trovarci davanti»
Dynn:
«Per me siete tutti troppo stressati.... dovreste farvelo un
tiro ogni tanto»
Gannor:
«Dynn, per cortesia....»
Kate:
«Guardate laggiù, vedo un castello»
Redent:
«Io veramente non riesco a vedere nulla....»
Leonora:
«Puoi fidarti, la sua vista è molto più
sviluppata della nostra»
Titania:
«Va bene Kate, facci strada»
In
poco tempo arrivarono nei pressi di un castello maestoso, pieno di
sculture di draghi, siepi a forma di draghi, stendardi raffiguranti dei
draghi... ed era solo la facciata esterna. Mentre percorrevano quello
che sembrava il giardino esterno del castello....
Mocher:
«Mi sa che qui qualcuno è un po' in fissa con i
draghi»
Titania:
«Giusto un tantino. Tra l'altro queste siepi sono veramente
di cattivo gusto...»
Mocher:
«Proporrei di distruggerle tutte»
Titania:
«Ci sto!»
«Ragazze
potreste smetterla e risparmiare le forze per altro?» dissero
all'unisono Redent e Kate.
Gannor:
«Ma perché le ho fatte incontrare....»
Leonora:
«Hey venite a guardare.... che cos'è questa cosa
schifosa per terra?». Davanti a Leonora vi era del liquido
violastro che ribolliva.
Dynn:
«Wow che figata. Magari si può
fumare....»
Redent:
«Non toccarlo! Quel liquido è altamente
corrosivo»
Mocher:
«Come fai a dirlo? L'hai forse assaggiato e ti ha bruciato lo
stomaco?»
Redent:
«Ho studiato, cosa che tu non hai fatto»
Mocher:
«Hey, piano con le parole»
Amad
cominciò a ringhiare puntando qualcosa dietro ad un muro.
Mocher:
«Che c'è Amad? Hai visto uno scoiattolo?»
Genji:
«Molto peggio.... guardate in alto!»
In
cima al muro vi era un drago violaceo, non particolarmente grande e
molto denutrito, intento a sbavare e a perdere del liquido dal corpo.
Lo stesso liquido che Leonora aveva trovato a terra. Una goccia di bava
finì su di una roccia, sciogliendola all'istante.
Redent:
«Avete visto? Che vi avevo detto»
Mocher:
«Tsk, solo fortuna. Ok gente, sfoderate le armi, abbiamo di
che divertirci!»
L'assetto
da combattimento era così formato: Titania e Mocher in
avanti per attaccare pesantemente, Genji, Dynn, Leonora e Gannor nella
posizione subito dietro per dare supporto ed infine Kate e Redent nelle
retrovie per attaccare a distanza la prima e dare supporto il secondo.
Lo scontro ebbe inizio, Titania e Mocher lo attaccarono frontalmente,
la prima usando il suo fidato spadone mentre la seconda utilizzando una
spada lunga. Entrambi gli attacchi però, non ebbero effetto,
danneggiando solamente le armi a causa della sostanza corrosiva che
rivestiva il drago.
«Cosa
del 'quel liquido è corrosivo' non avete capito?»
urlò Redent dalle retrovie.
Mocher:
«Oh, 'sta zitto intellettuale da quattro soldi! Il prossimo
attacco andrà meglio»
Redent:
«Il prossimo attacco non andrà bene per niente se
continuate con questa strategia!»
Dynn:
«Ora ci penso io...». L'uomo estrasse dalla propria
armatura un esplosivo, lo accese e lo tirò contro il drago.
Redent:
«MALEDIZIONE DYNN, VUOI ASPETTARE INVECE DI FARE SEMPRE DI
TESTA TUA? PRESTO, TROVATE TUTTI UN RIPARO!»
Il
gruppo si nascose dietro ai muri che riuscivano a trovare. L'esplosivo
esplose colpendo direttamente il drago, facendo volare grande
quantità di materiale corrosivo. Molti muri furono sciolti
da quella sostanza, scoprendo il gruppo di eroi dal proprio rifugio.
Dynn:
«Ops, chiedo scusa....»
Redent:
«Ora capisci perché sono io qui lo stratega?
Statemi a sentire tutti, le cose son due: o lo si colpisce
dall'interno, o lo si rende incapace di spargere ancora quella roba in
giro dall'esterno. Leonora, tu sei una maga giusto? Riusciresti a
congelarlo?»
Leonora:
«Certo, non ci vuole niente»
Redent:
«Perfetto. Dopo che Leonora l'avrà congelato, tu
Genji lo taglierai a metà»
Genji:
«Ricevuto!»
Il
drago intanto era sceso dal muro e si stava avvicinando al gruppo molto
lentamente.
Redent:
«Per fortuna che è lento... evidentemente
è formato da una sostanza che gli impedisce di fare
movimenti veloci ed azzardati. Leonora... quando vuoi»
Leonora:
«Ci sono: TORMENTA ABISSALE!»
Dal
terreno sotto al drago si levò una tormenta che in pochi
istanti lo congelò all'istante. «È
tutto tuo Genji!» disse Leonora.
Genji:
«Grazie raro e prezioso fiore di Loto. Ed ora a noi due:
Fendente Divino!». Dalla katana di Genji fuoriuscì
una lama di luce che si abbatté sul drago congelato,
dividendolo in due parti uguali.
Gannor:
«La tua solita perfezione, e bravo Genji»
Le
due parti caddero a terra in due direzioni differenti. «E con
questo, la questione è chiusa!» disse Genji
rifoderando la katana.
Redent:
«Bene, la strategia è stata efficace, come sempre
del resto e....»
Dietro
di loro, il ghiaccio che rivestiva le due parti del drago
cominciò a sciogliersi.
Dynn:
«Hey guardate... si sta scongelando...»
Titania:
«A quanto pare non è ancora finita»
In
poco tempo, due draghi uguali al precedente ma più piccoli
di grandezza, erano dinnanzi a loro, desiderosi di banchettare con le
loro carni.
Redent:
«Signori, bisogna cambiare strategia»
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Capitolo 15 *** Le tre prove ***
Mocher:
«Quella cosa è ancora in piedi? Ed ora sono due?!
Bravo, bella strategia, complimenti!»
Redent:
«Come potevo prevedere una simile reazione! A rigori di
logica, qualsiasi essere vivente se lo tagli in due muore!»
Leonora:
«A meno che non sia un essere magico...»
Gannor:
«Intendi forse dire che quel drago non è un comune
animale?»
Dynn:
«Che non fosse un comune animale ci sono arrivato anche io,
genio. Non lo vedi che la sua pelle e la sua saliva... perfino il suo
sangue, sono corrosivi?»
Titania:
«Cosa proponi di fare Leonora?»
Leonora:
«Forse se continuiamo a ghiacciarlo e colpirlo, il suo potere
magico si esaurirà fino a non essere più in grado
di mantenere quello stato, portandolo alla morte»
Mocher:
«Si può provare, perché no?»
Redent:
«Questa cosa non mi convince molto....»
Titania:
«Basta perdersi in inutili chiacchiere! Leonora,
avanti!»
Leonora:
«TORMENTA ABISSALE!»
I
due draghi furono ghiacciati all'istante.
Mocher:
«Ora tocca a noi, sei pronta Titania?»
Titania:
«Prontissima!»
«TAGLIO
MULTIPLO!» gridarono le due ragazze all'unisono, sfoderando
tanti fendenti e tagliuzzando il drago in tante piccole parti.
Dynn:
«L'altra parte me la prendo io.... ecco prendi».
L'uomo accese un candelotto di dinamite e lo lanciò contro
la statua di ghiaccio, mandandola in frantumi.
Leonora:
«Direi che così possa bastare, l'avete fatto in
pezzi così piccoli che dubito possa riprendersi»
Kate:
«Temo che ci sia un problema Leonora..... guarda!»
I
piccoli frammenti di ghiaccio si stavano sciogliendo, rivelando dei
minuscoli draghi simili al primo.
Redent:
«Ma bene, ora sono così piccoli che è
difficile colpirli o evitarli. Bravi, bel lavoro!»
Leonora:
«Mi dispiace.... è colpa mia....»
Redent:
«È inutile ora assumersi la colpa e
demoralizzarsi. Piuttosto mi servite reattivi. Leonora, conosci anche
incantesimi di fuoco?»
Leonora:
«Naturalmente.... perché?»
Redent:
«Genji, tra le tue arti da samurai ce n'è qualcuna
che ti permetta di usare del fuoco?»
Genji:
«Certo che sì!»
Redent:
«Eccellente! Chi altri sa usare il fuoco?»
Dynn:
«Io ho delle granate incendiarie»
Kate:
«Io posso infondere alle mie frecce il potere del
fuoco»
Redent:
«Perfetto! Allora statemi tutti a sentire: quella cosa
è formata principalmente da sostanze liquide, altamente
corrosive. Come si fa quindi a far sparire un liquido? O lo si
raffredda, facendolo diventare un solido o.... lo si riscalda,
facendolo diventare un gas! Generando del calore, riusciremo a
riscaldarlo a sufficienza perché evapori e non rappresenti
più un problema. Forza, al lavoro!»
Kate:
«Bene, iniziamo!». La ragazza scagliò
diverse frecce incendiarie contro i piccoli draghi, facendoli evaporare
poco a poco.
Dynn:
«Prendete questa: GRANATA INCENDIARIA!».
L'esplosione colpì un gruppo di draghetti che prima di
sciolsero e poi evaporarono.
Mocher:
«Non c'è bisogno di urlare in quel modo, non stai
mica lanciando una magia»
«Lo
so, però fa figo!» disse l'uomo dando una boccata
al suo sigaro.
«IFRIJIN!»,
la katana di Genji era avvolta dalle fiamme ed il samurai
cominciò a menare fendenti a distanza ravvicinata,
vaporizzando tanti piccoli draghi.
Redent:
«Genji allontanati da lì, non respirare quel gas!
Potrebbe scioglierti i polmoni!»
«Woooo
potevi dirlo prima!», il samurai fece una capriola
all'indietro allontanandosi dal miasma, ma cadde rovinosamente con il
sedere per terra vicino a Redent e Mocher.
Mocher:
«Eh l'emozione, come ti rende imbranato...»
Genji:
«'Sta zitta Mocher, io almeno mi sto dando da fare. Tu e
quella palla di pelo invece cosa state facendo?»
Mocher:
«RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO!»
Redent:
«Basta voi due, state distraendo Leonora. Non vedete che si
sta concentrando?»
Kate:
«Leonora.... va tutto bene?»
Leonora:
«Benissimo... dì agli altri di entrare nel
castello. Allontanatevi il più possibile»
Kate:
«Ho capito.... stai attenta»
La
ragazza andò ad avvisare tutti gli altri membri del gruppo
di continuare ad avanzare fino ad entrare nel castello.
Dynn:
«Battere il ritirata? Non è una cosa molto
onorevole...»
Kate:
«Vuoi forse rimanere carbonizzato?»
Redent:
«Fate come dice, ritiriamoci nel castello, presto!»
Il
gruppo raggiunse l'ingresso del castello, mentre Leonora aveva davanti
un esercito di piccoli draghi corrosivi.
«Bene,
sono al sicuro.... DIVINUS SOL!». Leonora lanciò
un incantesimo contro i draghi e subito dopo corse per raggiungere gli
altri, riuscendo ad entrare appena in tempo nel castello. La sfera che
aveva lanciato era.... un piccolo sole, rotondo ed incandescente.
Vaporizzò all'istante tutti i draghi presenti, fino a
spegnersi e sparire nel nulla.
Leonora:
«Uh, ce l'ho fatta! Per un attimo ho seriamente rischiato di
rimanere carbonizzata anche io»
Mocher:
«P-perché carbonizzata?»
Leonora:
«Ho materializzato un piccolo sole. Era mooooolto
incandescente»
Mocher:
«.... ricordami di non farti mai arrabbiare»
Genji:
«Piccolo fiore di Loto in questo arido deserto che
è la vita, rischiare la tua vita per salvare quella degli
altri è un gesto a dir poco nobile e...»
Dynn:
«Fratello, dacci un taglio»
Leonora
sorrise.
«Miei
graditi ospiti, benvenuti nella mia umile dimora!», una voce
riecheggiava nel salone d'ingresso del castello.
Titania:
«Chi sei? Fatti vedere!»
«Come
siamo frettolose... ogni cosa a suo tempo mia cara. Noto con piacere
che avete sconfitto il 'Corrosivo', uno dei miei docili animaletti da
guardia. E ho visto quanto vi siete divertiti! Quindi....
perché non continuare il divertimento con il mio altro
animaletto? Io lo chiamo il 'Solare' ed è molto amichevole!
Spero vi divertirete tanto insieme»
Kate:
«Affrontaci a viso aperto piuttosto!»
Nessuna
risposta.
Gannor:
«Beh, sembrerebbe che il nostro 'amico' sia un timidone....
provvederemo a stanarlo.
Redent:
«Non vorrei smorzare il vostro entusiamo ma.... guardate
davanti a voi»
Un
grosso drago formato interamente da fuoco si stava avvicinando al
gruppo.
Dynn:
«Frena fratello, come facciamo a sconfiggere un qualcosa
formata solamente da fuoco?»
Mocher:
«Acqua! Abbiamo bisogno dell'acqua per sconfiggere il
fuoco»
Gannor:
«Ha parlato il genio....»
Mocher:
«Ma cosa vuoi oh! Io per spegnere il fuoco utilizzo sempre
dell'acqua!»
Redent:
«Temo che non sia la stessa cosa.... quelle fiamme sono
troppo 'calde' per spegnerle semplicemente buttandoci dell'acqua
sopra»
Kate:
«Possiamo sempre provarci: ICE ARROW!». La ragazza
scoccò una freccia infusa di ghiaccio che si sciolse poco
prima di colpire il bersaglio.
Redent:
«Come stavo dicendo...»
Leonora:
«Sentite... io avrei un'idea: il fuoco per bruciare ha
bisogno di ossigeno, giusto? Se io creassi una bolla sottovuoto
all'interno, sufficientemente grande da inglobare l'intero drago....
credo che possa funzionare»
Redent:
«Sei in grado di creare delle bolle senza ossigeno
all'interno?»
Leonora:
«Certamente, sono una maga esperta io!»
Redent:
«Ed allora il piano è approvato! Voi altri,
cercate di distrarre quel drago nel frattempo che Leonora non generi
una bolla sufficientemente grande. E mi raccomando: state attenti a non
finirci dentro o morirete soffocati!»
Genji:
«Almeno questa volta ci hai avvertito prima!»
Mocher:
«Uff, ancora una volta lasciamo che sia la maghetta a fare
tutto.... quando arriverà la nostra grande
occasione?»
Titania:
«Non lamentarti, anche così abbiamo un importante
compito da portare a termine. Solo, non dobbiamo avvicinarci troppo a
quella cosa infuocata»
Leonora
cominciò generando una piccola bolla nelle proprie mani,
facendola ingrandire poco a poco. Intanto Dynn corse dalla parte
opposta del drago e lanciò un esplosivo verso di esso.
L'esplosivo esplose prima di toccare il drago a causa dell'elevato
calore sprigionato dalla bestia. L'esplosione tuttavia ebbe l'effetto
sperato: il drago ora era infastidito ed aveva puntato il povero Dynn.
Dynn:
«Oh oh.... meglio squagliarsela!».
Cominciò a correre in modo da sfuggire allo sguardo della
bestia. Girandosi però, il drago vide Redent in lontananza
che si gustava la scena. Decise quindi di puntarlo.
Redent:
«Eh no, mo' questo che vuole da me? Sono stato l'unico a non
infastidirlo!». L'uomo si nascose dietro ad una colonna. "Qui
sono al sicuro" pensò. Il drago sputò una
fiammata che incenerì la colonna. «Ma era una
colonna di roccia!» urlò Redent mentre scappava a
game levate.
Mocher:
«Hey tu, stupido drago! Da questa parte!». La
ragazza stava tirando delle rocce per cercare di attirare l'attenzione
del drago, ma erano troppo piccole e venivano sciolte dall'eccessivo
calore emanato da esso.
«Uh,
buona idea!» disse Titania raggiungendo Mocher. Diede un
colpo al muro, distruggendolo e prendendo così delle pietre
più grandi tra i detriti.
«Straordinario....»
Mocher era rimasta allibita dalla impressionante potenza di Titania. Ma
anche i sassi che lanciava quest'ultima non riuscivano a raggiungere il
drago.
Titania:
«Idea! Dammi una mano Mocher!»
Mocher:
«Spero di riuscire ad esserti utile!»
Insieme
sollevarono un enorme masso e lo tirarono contro il drago, riuscendo a
colpirlo ed avendo la sua attenzione.
Titania:
«Ed ora.... dividiamoci! Vediamo chi
seguirà»
Da
dietro al drago, Genji urlò: «NON POSSO PERMETTERE
CHE DUE LEGGIADRE DONZELLE FINISCANO PER FARE DA ESCA! SHIVAJI, SPADA
DI GHIACCIO!». La sua katana venne circondata dal ghiaccio
magico: dando un fendente, Genji generò un'enorme tormenta
che circondò il drago, rendendolo immobile.
Mocher:
«Tutta fatica sprecata.... POTEVI PENSARI PRIMA,
GENJI!»
Genji:
«Nuuuoooo ho solo fatto irritare il dolce Loto Mocher. Non
sono più degno di continuare a vivere... farò
harakiri!»
Gannor
corse da Genji e gli diete un pugno sulla testa: «Idiota, che
diavolo ti salta in mente! Alzati ed allontaniamoci che presto il drago
si libererà!»
Ma
il drago si era già liberato e puntava proprio i due uomini.
«CHIUDETE
GLI OCCHI, TUTTI!», Kate lanciò una freccia
intrisa di magia che esplose proprio davanti al drago, liberando una
luce accecante. Il drago era momentaneamente stordito e si muoveva in
maniera randomica.
Dynn:
«Caspita, che bella luce...» disse fumando un po'
del suo sigaro.
Mocher:
«Hey ma... sta venendo verso di me!». Per evitarlo,
la ragazza fece un salto.... finendo nella bolla di Leonora:
«OH NO, PRESTO CHE QUALCUNO L'AIUTI!»
Veloce
come il vento, Amad si tuffò nella bolla per salvare la sua
padrona, riuscendo a portarla in salvo. Mocher fece un respiro profondo
per riempire i polmoni d'aria: «Grazie Amad, mi hai
salvata!»
Amad:
«Arf arf!»
Titania:
«Non distraetevi, si è ripreso e... ATTENTA KATE,
VIENE VERSO DI TE!»
Il
drago mirò la ragazza che era senza via di scampo. Fece un
respiro profondo e sputò una scia di fuoco. Kate stava per
essere colpita... quando Gannor si mise in mezzo e tutto il fuoco
finì sulla sua armatura, arroventandola.
Gannor:
«Aaaaahhhh brucia brucia bruciaaaaaa»
Genji:
«Stai fermo Gannor, ci penso io! DANZA DELL'ACQUA: FIUME DEL
LOTO BLU!». L'uomo mise due dita sulla spada che
sprigionò un torrente, investendo il povero Gannor. Una
nuvola di vapore lo avvolse completamente, finendo per farlo tossire di
continuo.
Gannor:
«Un metodo più semplice e sicuro non
c'era?»
Genji:
«Un 'grazie' sarebbe stato sufficiente....»
Leonora:
«FINALMENTE È COMPLETA! VENITE TUTTI QUI DIETRO,
FORZA!»
L'intero
gruppo raggiunse Leonora che teneva la bolla saldamente nelle sue mani.
Il drago si avvicinò e cominciò a sputare fuoco
che, finendo nella bolla, si estinse subito. Non appena mise una zampa
dentro la bolla, il drago provò dolore e si
allontanò. In quel momento Leonora diede una piccola spinta
alla bolla che inghiottì interamente il drago e lo fece
sparire in pochi secondi. Successivamente la giovane maga fece sparire
anche la bolla.
Redent:
«Ed anche questa è fatta! Ottimo piano Leonora, ti
faccio i miei complimenti!»
Mocher:
«E a noi non ce li fai i complimenti? Chi credi che abbia
tenuto occupato il drago per tutto il tempo, eh?»
«Se
non ve li fa lui, ve li faccio io: complimenti a tutti, siete riusciti
a sconfiggere il 'Solare', un'impresa non da poco!» ancora
quella voce che risuonava nella stanza.
Titania:
«Perché invece non ti fai vedere così
ti spacco il muso?»
«Ogni
cosa a suo tempo... manca un'ultima prova da superare. Proseguite nella
prossima stanza»
Mocher:
«SMETTILA DI GIOCARE CON NOI COME SE FOSSIMO DEI
PUPAZZI!»
Redent:
«È inutile, se n'è andato. Beh, non ci
resta che proseguire!»
Nella
prossima stanza, ciò che li attendeva era qualcosa di
terribile: un grosso, immenso drago nero stava dormendo beatamente, non
curante degli indesiderati ospiti.
Titania:
«Beh? Tutto qui? Un drago che dorme»
Dynn:
«Un grosso drago che dorme sorella....»
Titania:
«Non sono tua sorella, smettila di chiamarmi
così!»
Dynn:
«Eeeehhhh calma calma»
Kate:
«Non vi sembra tutto un po' troppo facile? Voglio dire: un
drago indifeso che dorme....»
Redent:
«Sono d'accordo, meglio tenere gli occhi bene
aperti»
Titania:
«Tsk, non ce n'è bisogno. Basterà un
solo colpo, state a guardare». La ragazza si
avvicinò al collo del drago e diede un forte fendente. Lo
spadone quando toccò il collo, rimbalzò
pericolosamente all'indietro, vibrando tutto. «Ma che... di
che materiale è fatto 'sto coso?»
«Ora
voglio provarci io!» disse Mocher caricando il colpo con la
sua spada lunga, finendo per incrinarla: «LA MIA POVERA
SPADA, NOOOOO!»
Il
drago continuava a dormire beato.
Gannor:
«Spostatevi tutti!». Il robusto cavaliere
caricò il drago con una lancia di platino.
Titania:
«Da dove l'ha tirata fuori quella?»
Mocher:
«Fidati, è meglio che tu non lo
sappia....»
La
lancia si infranse contro la pelle del drago, facendo cadere il prode
Gannor: «Ai ai ai... ma di cosa è fatto 'sto
drago?»
Successivamente
provarono Kate, Leonora e Genji, rispettivamente con una freccia
incantata di luce, un incantesimo basato sul fuoco ed un colpo di
katana. Nessun esito positivo.
Dynn:
«Fate largo, ci penso io! I miei esplosivi dovranno pur
scalfire la pelle di questo drago!». Buttò un
candelotto di dinamite che colpì in pieno viso il drago, ma
non ci furono danni evidente. Il fumo però fece svegliare la
bestia che lanciò un urlo terrificante.
Redent:
«E bravo genio, il fumo deve essere entrato nel naso del
drago ed averlo svegliato! Non potevi colpirlo da un'altra
parte?»
Kate:
«Ed ora che si fa?»
Redent:
«C'è solo una cosa da fare....
SPARPAGLIATEVIIII!»
Ogni
membro del gruppo prese direzioni diverse, confondendo momentaneamente
il drago che alla fine decise di seguire Redent: «MA PERCHE'
PROPRIO A ME, SONO STATO L'UNICO A NON AVERLO COLPITO!»
Genji:
«Ti salvo io: bomba fumogena!»
Il
fumo disorientò momentaneamente il drago e Genji
poté trarre in salvo l'amico.
Redent:
«Grazie...» disse ansimando.
Genji:
«Certo è un bel dilemma.... come faremo ora a
sconfiggere questo mostro dall'apparenza imbattibile?»
Redent
sorrise: «Non è per nulla imbattibile.... ho un
piano. RAGAZZI HO UN PIANO, VENITE QUI CHE VE LO DICO!»
Mocher:
«AL MOMENTO SIAMO TUTTI UN PO' OCCUPATI.... NON POTRESTI
DIRCELO E BASTA?»
Redent:
«MA COSI' DEVO URLARE PER FARMI SENTIRE!»
Titania:
«E ALLORA URLA! CHE HAI PAURA CHE IL DRAGO CAPISCA I NOSTRI
PIANI?»
Redent:
«VA BENE! ALLORA, IL DRAGO HA UNA CORAZZA QUASI
IMPENETRABILE... MA! SE COLPITE SEMPRE LO STESSO PUNTO CON LE VOSTRE
TECNICHE PIU' POTENTI, SONO SICURO CHE RIUSCIRETE AD APRIRE UNA FERITA
NELLA SUA PELLE. A QUEL PUNTO DYNN POTRA' METTERE UNO DEI SUOI ORDIGNI
E FAR ESPLODERE COSI' IL DRAGO DALL'INTERNO! DOVETE COLPIRE IL PUNTO
DIETRO AL COLLO, DOVE C'E' L'ATTACCATURA CON IL CORPO, QUELLO
È IL PUNTO PIU' VULNERABILE. TUTTO CHIARO?!»
«RICEVUTO!»
urlarono tutti all'unisono.
Redent:
«DYNN, CE LA FAI A CREARE UN ORDIGNO ABBASTANZA POTENTE PER
L'OCCASIONE?»
Dynn:
«NON TI PREOCCUPARE, LASCIA FARE A ME!»
Redent:
«PERFETTO! IN BOCCA AL DRAGO!»
«CREPI»
risposero gli altri.
Titania:
«Per prima sarò io ad assestargli un fendente che
se lo ricorderà per tutta la vita.... o almeno per quella
che gli resta!». Titania saltò sul corpo del drago
da una delle zampe e, correndo per tutta la schiena, arrivò
all'attaccatura del collo con il corpo: «PRENDI
QUESTO!». Diede un colpo così forte che il rumore
dell'impatto risuonò in tutta la stanza. Il drago
cominciò ad agitarsi.
Kate:
«Ecco, l'hai fatto arrabbiare Titania! Leonora, assetto da
volo!»
Leonora:
«Ricevuto: ALI DI FATA!». Due grandi ali fatate
comparvero dietro la schiena di Leonora. La ragazza prese con se Kate
ed insieme andarono vicino al drago.
Kate:
«Cerca di stare più ferma possibile..... DEATH
SHOAAAAHHH», Leonora dovette virare perché il
drago si era accorto di loro e stava per divorarle: «Ti avevo
chiesto di stare ferma!» si lamentò Kate.
«Volevi
venire divorata da quel bestione?» replicò
Leonora. Le due si spostarono di un poco, mettendosi in un punto sicuro.
Kate:
«Questa volta vedi di stare ferma.... DEATH SHOT!».
La ragazza scagliò una freccia con inaudita violenza che si
andò a conficcare nel collo del drago.
Leonora:
«Ben fatto Kate! Ora ci penserò io... TITANIA, AL
VOLO!». La ragazza fece cadere Kate che venne afferrata al
volo da Titania. «Perfetto, ed ora: FERRUM LUMEN:
RAGNAROK!». Una spada di luce dalle generose dimensioni si
materializzò davanti a Leonora. La ragazza indicò
il punto dove si conficcò la freccia di Kate e la spada ci
si buttò in picchiata, colpendo il punto esatto. Il drago
urlò dal dolore.
Leonora:
«Colpito! Ed oraaAAAAAHHHHH». La magia 'Ragnarok'
aveva consumato molto potere magico, annullando le 'Ali di Fata'.
Leonora stava precipitando, ma ecco che intervenne Genji, afferrandola
al volo: «Mio dolce fiore di Loto, perché un fiore
di così rara bellezza rischia di essere calpestato? Rimanete
al sicuro nel mio giardino e vi prometto che la vostra bellezza
potrà essere ammirata da tutti e...»
Gannor:
«LA VUOI PIANTARE DI FARE IL CRETINO?»
Genji:
«..... vogliate scusarmi mio bellissimo fiore». Il
samurai si arrampicò lungo la coda del drago, il quale
cominciò ad agitarla: «Wo wo wo wo draghetto,
fermatiiiiiii»
Mocher:
«Hey stupido drago, prendimi avanti!», la ragazza
in sella al suo fidato lupo stava attirando l'attenzione del drago che
smise di agitare la coda e cominciò ad inseguire la ragazza.
Genji:
«Pewh, grazie Mocher... stavo per vomitare...», si
scrollò la testa e cominciò anch'egli a correre
sulla schiena del drago: «A NOI
DUE....ZANTETSUKEN!». Il samurai diede un potentissimo colpo
al drago che, per il dolore, si accasciò a terra.
«CHI È IL PROSSIMO?»
«FATE
LARGOOOOO», Gannor stava correndo con la sua lancia
sguainata. Quando fu in prossimità del drago,
puntò la lancia a terra e, dandosi lo slancio con essa, fece
un lungo salto in alto. Mentre era in aria, puntò al collo e
lanciò la sua lancia che si conficcò nel punto
esatto dove aveva mirato, vicino alla freccia di Kate. «Ops,
non avevo pensato a come atterrare..... MI FARO'
MALISSIMOOOOO», il generale chiuse gli occhi e si
preparò all'impatto.... ma fu preso al volo da Mocher in
sella ad Amad.
Gannor:
«Ah, grazie Mocher, hai evitato grossi dolori al mio
deretano!»
Una
volta a terra, la ragazza fece scendere Gannor da Amad in maniera
brusca, facendogli sbattere il deretano a terra.
Gannor:
«HEY, CHE TI PRENDE?!»
La
ragazza rise e rispose: «Ora non ho tempo, devo dargli il
colpo di grazia! ANDIAMO AMAD!»
Amad:
«AAAAAUUUUUUU»
Con
un solo balzo, il lupo raggiunse il collo del drago: «E
QUESTO È L'ULTIMO, YYYYAAAAAAAHHHHHHHH». Mocher
colpì il collo del drago con la sua spada lunga mettendoci
tutta la forza che aveva. La spada purtroppo andò in
frantumi: «La.... la mia spada.....». L'immagine di
un uomo che gliela porse sorridendo quando lei era più
giovane si fece vivo nella sua mente. Il drago urlò dal
dolore: finalmente erano riusciti a ferirlo: la ferita non era tanto
grande o profonda, ma poteva andare.
Redent:
«DYYYYYYN!»
Dynn:
«Ci sono, ci sono, stai calmo fratello....».
Leonora aveva richiamato le 'Ali di Fata' e stava trasportando Dynn in
volo.
Genji:
«Io la salvo e quello si becca le fortune!
Perché???? Destino crudele, la faccio finita»
Gannor:
«E piantala, lo sta solo portando sul drago per mettere
l'esplosivo!»
Leonora:
«Sei pronto? Sto per lasciarti»
Dynn:
«Che peccato.... si stava bene tra le tue braccia»
La
ragazza arrossì e mollò la presa senza volerlo,
facendo sbattere il fondo schiena di Dynn contro la durissima pelle del
drago.
Dynn:
«Ai.... che male.... la prossima volta eviterò di
farti un complimento»
Leonora
svolazzò via per la vergogna. Dynn infilò la
carica quanto più a fondo possibile nella ferita e vi
buttò dentro il suo sigaro: «HASTA LA
VISTA!». In fretta e furia scese dal drago e corse a mettersi
al riparo a debita distanza. Tutti i membri del gruppo si erano riuniti
nello stesso punto. Il drago, notandoli, corse verso di loro, ma era
ormai troppo tardi.
Dynn:
«Tre.... due.... uno.... boom!»
Il
drago esplose andando in mille pezzi.
Titania:
«Quei pezzi ci vengono addosso, fate attenzione!»
Leonora:
«AETERNITA OBIEX!». Una barriera
circondò il gruppo, proteggendoli dai detriti del drago.
Kate:
«Intervento tempestivo, come sempre del resto!»
Redent:
«Devo fare i complimenti a tutti per l'ottima esecuzione del
piano!»
Erano
tutti felici tranne Mocher che era in ginocchio fissando il manico
della sua spada lunga andata in frantumi. «Che
hai?» le chiese Titania. La ragazza si asciugò una
lacrima dal viso e rispose: «Niente, non
preoccuparti»
Titania:
«Era un ricordo molto importante?»
Mocher:
«.....sì. Me la regalò mio padre quando
entrai a far parte del corpo di guardia del re di Cornelia. Era molto
fiero ed orgoglioso di me. È morto cinque anni fa e da
quando non c'è più questa spada era l'unico
ricordo che mi rimanesse di lui...»
Titania:
«Volevi molto bene a tuo padre?»
Mocher:
«... sì.... gliene volevo tanto....»,
cominciò a singhiozzare. Titania l'abbracciò
forte, dicendole: «Non perdere mai quel manico. Tuo padre
vive ancora grazie a quel ricordo. Anche se la spada è
oramai in frantumi, tu non abbatterti. Il ricordo di tuo padre
vivrà sempre in te». Mocher versò
qualche lacrima: «Grazie.... Titania... sei la sorella che
non ho mai avuto»
«Ma
bene, vedo che avete eliminato anche il 'Corazzato', la mia ultima
bestiola che faceva la guardia al mio castello», di nuovo
quella voce.
Gannor:
«Ed ora, cos'altro dobbiamo fare? Uccidere un idra?
Combattere contro un esercito di ragni? EH?»
Kate:
«SSSSHHH NON DARGLI L'IDEA DEI RAGNI PER CARITA'!»
«Oh
no no, avete superato brillantemente le tre prove. Nella prossima
stanza ci sarò io ad attendervi... Allora, non siete curiosi
di fare la mia conoscenza?»
Il
gruppo si mosse in direzione della prossima stanza. La
verità era ormai vicina...
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Capitolo 16 *** La scelta ***
Il
gruppo, dopo aver superato le tre prove proposte dal signore del
castello, arrivò in una grandissima stanza... piena di
scheletri!
Gannor:
«Ugh, che spettacolo raccapricciante....»
Mocher:
«Ci sono anche molte armi e scudi, dovevano essere guerrieri
che hanno combattuto contro il 'Corazzato'»
«Esatto!
Dovevo pur nutrire il mio cucciolo».
Titania:
«Di nuovo lui.... FATTI VEDERE, AVANTI!»
«Oh
oh oh, caro 'Demone Possente', non ti scaldare troppo. Prima tu e le
tue sorelle dovrete avvicinarvi all'altare che vedete davanti a
voi»
Leonora:
«Ma.... c'è una bara sopra quell'altare!»
«Precisamente.
Indovinate un po' a chi appartiene. È una persona che
conoscete molto bene, che vi ha cresciuto ed accudito, prendendosi cura
di voi, ma che poi un doloroso incendio ve l'ha portata
via...»
Titania:
«TU DANNATO BASTARDO!»
Le
tre sorelle corsero verso l'altare ed aprirono la bara. L'interno era
vuoto.
Kate:
«Hey ma.... cosa significa?»
«SCHERZETTO!
Buon atterraggio»
Il
pavimento sotto le tre sorelle si aprì, facendole cadere
lungo un buio tunnel per poi richiudersi all'istante.
Redent:
«Era una trappola!»
Mocher:
«CHE NE HAI FATTO DI LORO? RISPONDI LURIDO VERME!»
«Calma
calma, stanno bene... per ora. Ma non voglio che nel frattempo voi vi
annoiate, per cui...»
Le
porte della stanza si chiusero sigillandosi e gli scheletri al suo
interno presero vita, impugnando le armi e gli scudi che erano a terra.
«I
miei scheletri hanno voglia di giocare.... divertitevi,
uahuahuah!»
Redent:
«La situazione si fa sempre più
complicata....»
Gannor:
«Spero che le tre sorelle stiano bene»
Genji:
«Preoccupati per noi piuttosto che per loro»
Dynn:
«Credo sia il momento di fare casino» disse
accendendosi l'ennesimo sigaro.
Mocher
tirò fuori il suo coltello da caccia e, leccandolo, disse:
«Rispediamo questi non-morti a nanna!»
Intanto
le tre sorelle furono divise, prendendo ognuna un diverso percorso.
Tutte e tre si ritrovarono in una differente stanza buia.
Titania:
«D...dove mi trovo? Che posto è questo? Kate...
Leonora... Dove siete!?»
Da
buio apparvero le due sorelle.
Titania:
«Ah siete qui, pensavo di avervi perso e...»
Leonora:
«Pensavi di averci perso... o volevi sbarazzarti di
noi?»
Titania:
«... Leonora, non è il momento di
scherzare»
Kate:
«Leonora ha ragione, ma chi ti credi di essere?»
Titania:
«Kate, mi sto alterando»
Leonora:
«Ecco come fai: essendo che sei la più forte credi
di poter comandare gli altri e fare quello che vuoi. Staresti bene
anche da sola eliminando tutti quelli più deboli di te, ecco
perché hai cercato di liberarti di noi!»
Titania
sbatté il piede sul pavimento, facendo tremare la stanza.
Era furiosa.
Kate:
«Ed ecco che comincia a fare la bambina: appena una cosa non
le va giù sbatte i piedi a terra, comincia a tirare pugni o
a menare fendenti.... perfino io che ho 16 anni sono più
matura di te»
Titania:
«KATE MA CHE STAI DICENDO?»
Leonora:
«Sono assolutamente d'accordo con Kate»
Titania:
«LEONORA ANCHE TU..... No, voi non siete le mie
sorelle». La ragazza impugnò la spada e
colpì le due ragazze, trapassandole come fossero fantasmi.
Leonora:
«Ecco che ora ci affetta per benino. Sì Titania,
affetta i tuoi problemi, tappati pure le orecchie, fuggi dalla
realtà»
Kate:
«Non è reagendo così che cambierai la
situazione: la verità è che tu rimani una
schifosa egoista che pensa solo a se stessa e che non ha la minima
considerazione degli altri. A meno che non siano forti come te...
però nessuno riesce ad eguagliare la tua forza!»
Titania
si sentiva spaesata, non sapeva cosa stava succedendo. Dall'ombra
comparvero anche Venera ed Atticus.
Titania:
«M-mamma? Atticus?»
Venera:
«Maledetta figlia, a causa tua ho dovuto rinunciare alla mia
forza, alla mia vita! Ed il tuo essere egocentrica e sfacciata,
sbattendomi sempre sotto il naso la tua forza, come per dire 'guarda
mamma, io sono forte non come tu che sei deboluccia'. Questa cosa mi
dava altamente sui nervi! Quanto ti ho odiato figlia mia»
Atticus:
«Già, tua madre ha assolutamente ragione. Io non
ce la facevo più a sopportarti, a sopportare tutta
quell'arroganza. Per questo me ne sono andato!»
Titania:
«Ma che sta succedendo... che sta succedendo...».
La ragazza cadde in ginocchio e, con le mani tra i capelli, scosse
ripetutamente la testa. Gli altri si misero intorno a lei in cerchio.
Leonora:
«Sei egoista»
Kate:
«Ed egocentrica»
Venera:
«Io ti detesto»
Atticus:
«Non sei mia figlia»
Titania:
«BASTA, BASTA, PER FAVORE SMETTETELA!...»
«Come
vedi Titania, nessuno ti vuole bene.... tutte quelle facciate che vedi
ogni giorno, sono solamente maschere, è questo che pensa la
gente di te in realtà»
Titania:
«È solo un brutto sogno.... è solo un
brutto sogno....»
«No
Titania... è la realtà. Una realtà da
cui potresti fuggire volendo. Avanti, chiudi gli occhi....»
Titania
si lasciò andare e chiuse gli occhi...
In
un'altra stanza, Leonora era alla ricerca delle sue due sorelle:
«Ragazze? Dove siete? È tutto buio qui e non vedo
niente.... ah ma sono una maga, mi basterà pronunciare una
formula magica per fare luce: Lumus!». Una piccola luce
scaturita dalla sua mano destra illuminò debolmente quella
che sembrava una stanza infinita. «Non riesco a vederne la
fine.... forse camminando troverò un'uscita»
«Leonora,
Leonora, Leonora.... bella e sexy Leonora. Come mai sei ancora
single?»
Leonora:
«Sei sempre tu non è vero? Che cosa vuoi da
noi?»
«Perfino
tua sorella Kate ha trovato un ragazzo e Titania ha diversi pretendenti
che però ha sempre rifiutato. Invece tu? Tu rimani sempre a
bocca asciutta benché tu sia il 'Demone Avvenente', la
più bella del gruppo. Questo ti crea invidia»
Leonora:
«Ma per favore, fammi il piacere»
«Pur
di avere qualcuno, saresti disposta a prenderti quello sgorbio di Dynn.
Pensi 'Questo qui è brutto, quindi si metterebbe
immediatamente con me così anche io avrò un
ragazzo!', non è vero? La gelosia e l'invidia ti stanno
divorando l'anima»
Leonora:
«C-che stai d-dicendo! E comunque Dynn è un
bell'uomo»
Kate
e Titania comparvero con al loro fianco due uomini.
Kate:
«Leonora, dobbiamo separarci. Noi abbiamo trovato un partner
e finalmente potremmo vivere una vita in assoluta
tranquillità. Tu continua pure a fare il Demone Bianco in
solitaria. Mi dispiace sorella, ma sembra che nessuno ti
voglia»
Leonora:
«Kate, ma che stai dicendo???»
Titania:
«Kate ha ragione. Mi dispiace che tu non riesca a trovare
nessuno, ma noi ora abbiamo delle persone importanti da proteggere e
non possiamo continuare con la vita da mercenari, è troppo
pericolosa. Beh, addio sorellina, stammi bene»
Leonora:
«Titania, anche tu!? E che ne è della promessa?
Che ne è del fidarsi solo di noi e di nessun
altro?»
Titania:
«Quella è acqua passata. Il presente è
con qualcuno di importante, cosa che tu non hai ancora fatto»
Kate:
«Mi dispiace Leonora... addio»
Pian
piano le due ragazza ed i relativi partner scomparvero. Leonora rimase
sola.
«Hai
visto? Sei stata abbandonata, per degli uomini. Tu non piaci a nessuno
e sei destinata a rimanere sola»
Leonora:
«Perché.... perché sta accadendo tutto
questo? È un incubo... voglio svegliarmi....»
«Ma
questa è la realtà mia cara. Una
realtà da cui potresti tranquillamente fuggire. Chiudi gli
occhi e fatti cullare da quei sogni in cui tutti ti amano e ti vogliono
bene....»
Leonora
chiuse lentamente gli occhi...
Nell'ultima
stanza, Kate camminava senza sapere dove andare, smarrita nel buio:
«Ragazze? Dove siete finite? Sapete che non amo
particolarmente andarmene in giro da sola nel buio....»
«Tsk,
tipico delle bambine capricciose e paurose come te». Titania
comparve alla sua destra.
Kate:
«Titania! Per fortuna stai bene»
«E
guardala, fa anche finta di preoccuparsi quando invece è lei
che vorrebbe tutte le attenzioni su di se. Stupida mocciosa
viziata». Leonora comparve alla sua sinistra.
Kate:
«Leonora! Ma che dici?»
Titania:
«Ora non hai più paura del buio? Ora sei appagata?
O vorresti ancora qualcosa?»
Leonora:
«Vorresti il tuo ragazzo al tuo fianco? Che altro poi? Essere
più alta? Avere tanti gioielli? Vivere in un
castello?»
Kate:
«Ragazze.... non vi sto seguendo...»
Titania:
«Certo, fai pure la finta tonta. La verità
è che sei una stupida ragazzina immatura»
Leonora:
«Già. Tutti devono preoccuparsi per te, tutti
devono stare ai tuoi comodi. Perché non cresci e provi a
cavartela da sola?»
Kate:
«....»
Titania:
«Ed ora che farai? Scoppierai a piangere come una patetica
poppante sperando di far impietosire gli altri? Ridicola....»
Leonora:
«Ti prego, risparmiaci la lagna»
Kate
versò qualche lacrima.
Titania:
«Ecco, hai fatto piangere la bimba, sei contenta
ora?»
Leonora:
«Oh no, ha aperto i rubinetti, si salvi chi
può!»
«Le
tue sorelle non sembrano volerti così bene come sembra....
ti trattano ancora come una bambina viziata. È dura la
realtà non è vero?»
Kate
non disse nulla, continuando a fissare il vuoto.
«Ma
puoi fuggire dalla realtà! Chiudi gli occhi e ti prometto
che tutto si sistemerà....»
Kate
iniziò a chiudere gli occhi.... per poi sbarrarli
completamente, facendo volare le lacrime lontano dal suo viso:
«Io non fuggirò. So bene di essere ancora una
bambina, di essere immatura e viziata, di avere a volte delle pretese
che vanno contro il volere degli altri, ti essere un peso per le mie
sorelle spesso e volentieri.... ma non voglio arrendermi! Io voglio
migliorare, voglio migliorare per me stessa ma, soprattutto, per loro!
Per chi è al mio fianco e crede in me. Per chi
dovrò aiutare. Per chi mi ama. Per loro, io non
fuggirò!»
La
stanza si illuminò improvvisamente. Leonora e Titania
sorrisero prima di dissolversi. Una porta si materializzò
dal nulla davanti a Kate. La ragazza l'aprì e
l'attraversò, finendo in una stanza perfettamente quadrata,
non eccessivamente grande, con un bellissimo soffitto dipinto
rappresentante un cielo stellato con una luna piena proprio al centro.
Sempre al centro della stanza, vi era un lungo altare sacrificale.
Sospese sopra all'altare vi erano due piccole gabbie: al loro interno
c'erano rispettivamente Titania e Leonora, rivolte verso la sorella e
rese incapaci di muoversi.
Kate:
«RAGAZZE!»
Le
due ragazze alzarono lo sguardo ed urlarono all'unisono:
«KATE!»
La
porta dietro alla ragazza scomparve. Ora la stanza non aveva
più vie di ingresso o di uscita.
«Finalmente
sei arrivata, sapevo che ce l'avresti fatta! Non sembra ma sei la
più forte d'animo dei Tre Demoni Bianchi». In
fondo alla stanza, dalla parte opposta delle gabbie, vi era un uomo con
addosso una maschera: era una maschera ovale grigiastra che copriva
tutto il viso. Su di essa vi era raffigurata una 'X' nera che ne
copriva tutta la superficie. Al centro della 'X' vi era un piccolo
cerchio. Benché risultasse disturbata dalla maschera, quella
voce sembrava familiare....
Kate:
«Tu devi essere il signore del castello, colui che si
è divertito a giocare con noi come fossimo dei burattini.
Libera immediatamente le mie sorelle e vedrò di non farti
troppo male»
«Quando
astio! Non vi siete divertiti a giocare con i miei cuccioli? Quello che
dovrebbe avercela con voi dovrei essere io visto che me li avete
ammazzati!»
Kate:
«Non ci hai lasciato altra scelta!»
«La
scelta l'avevate: era non venire a disturbarmi direttamente nella mia
dimora»
Kate:
«Così avresti continuato ad attentare alle nostre
vite!»
«Beh....
sì. Ahahahah»
Kate:
«Smettila di ridere e libera le mie sorelle. Ti avverto, sto
perdendo la pazienza»
«Beh,
io non posso liberarle.... ma tu puoi!»
Kate
impugnò l'arco, caricando una freccia e puntandolo contro il
misterioso individuo: «Sto ascoltando, ma ti avverto... se
solo ti azzardi a fare qualche movimento sospetto io ti...»
«Nessun
movimento sospetto, hai la mia parola. D'altronde detesto chi bara nei
giochi... specialmente nel gioco finale! Come vedi, le tue sorelle sono
prigioniere in due gabbie separate, bloccate da un incantesimo. Per
quanto si sforzino non riusciranno mai e poi mai a liberarsi. E vedi
l'altare sotto di loro? Quello è un altare sacrificale: una
volta che sarà macchiato con sufficiente sangue, allora
l'incantesimo sarà annullato e sia le gabbie sia il blocco
magico che le tiene immobilizzate, scomparirà! Sicuramente
avrai già capito dove prendere il sangue necessario al
sacrificio per annullare l'incantesimo....»
Kate
rimase in silenzio. Il suo arco cominciò ad oscillare
velocemente. La ragazza stava tremando.
«Chi
tace acconsente? Beh, non importa... te lo spiegherò lo
stesso a scanso di equivoci: sull'altare ho posizionato un pugnale.
Utilizza quel pugnale per... uccidere una delle tue sorelle! Con il
sangue di una di loro riuscirai a soddisfare il sacrificio e ad
annullare l'incantesimo! Quale sorella sacrificare? Beh, questa
è una scelta che spetta solamente a te...»
Kate:
«.... tu... maledetto miserabile..... USERO' IL TUO SANGUE
PER LIBERARE LE MIE SORELLE!». La ragazza cominciò
a scagliare tutte le frecce che aveva contro il misterioso individuo.
Poco prima di colpirlo però, le frecce si infransero contro
una barriera, venendo deviate in altre direzioni.
«Temo
sia impossibile avere il mio sangue, sono protetto da una barriera
magica potentissima... praticamente impenetrabile! Nemmeno Titania
riuscirebbe a distruggerla»
Titania:
«Perché non mi liberi così ne
riparliamo, sotto specie di verme putrido?»
«Come
fai a dire che sono un verme putrido se non puoi nemmeno vedermi?
Ahahahah»
"Cosa
posso fare.... CHE COSA POSSO FARE???", Kate era nella disperazione
più totale.
«Ah,
dimenticavo. Puoi anche decidere di non sacrificare nessuno,
però devi sapere una cosa: questo castello è
stato costruito sopra di un vulcano. E tra un'ora esatta, il vulcano
erutterà, distruggendo il castello e tutto quello che vi
è dentro! Quindi.... o sacrifichi una sorella, salvando
l'altra e te stessa, o morirete tutte e tre da brave sorelle, unite
anche nella morte! A te la scelta. E no, non pensare che io
farò la stessa fine: con i miei poteri posso tranquillamente
lasciare il castello in qualunque momento. Ma voglio rimanere
finché non prenderai una decisione, son proprio curioso di
sapere cosa accadrà, ahahah!»
Kate
lasciò cadere il suo arco a terra e si avvicinò
all'altare. Solo allora notò il coltello e provò
un dolore fortissimo al cuore, come una morsa che, stringendosi sempre
di più, le provava un dolore sempre crescente:
«Q....quel....coltello..... Non.... non è....
possibile....». Il coltello aveva un manico intagliato,
raffigurante due draghi che si guardavano negli occhi.
«Te
l'ho detto che la luna ci avrebbe fatti incontrare sempre.... PICCOLA
KATE!». L'uomo si tolse la maschera. Un terribile e
spaventoso ghigno comparve sulla faccia di Marcus....
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Capitolo 17 *** Verità ***
La
terribile verità si palesò davanti a Kate:
Marcus, l'uomo che amava, l'uomo di cui si fidava ciecamente, l'uomo
per il quale è andata contro i suoi principi e le sue
promesse.... è anche l'uomo che ha tentato innumerevoli
volte di ucciderla. Era lì che la fissava, con un ghigno
compiaciuto. La povera Kate era distrutta dal dolore. Avrebbe voluto
piangere, far uscire tutto il dolore che aveva dentro.... ma non
versò nemmeno una lacrima. Solo dopo qualche minuto, con un
filo di voce, riuscì a bisbigliare:
«.....Perché?»
Marcus:
«Mia cara Kate, vuoi sapere perché tutto questo?
Ti accontento subito!»
Titania:
«Kate, cosa sta succedendo? Perché ti sei come
pietrificata di colpo? Chi è questo fantomatico signore del
castello?»
Leonora:
«È qualcuno che conosciamo per caso?»
Marcus:
«Fate silenzio! Sto parlando con la mia ragazza,
eheheh»
Titania:
«.... tu.... TU PREGA IL TUO DIO CHE IO NON DEBBA USCIRE VIVA
DA QUESTA GABBIA!»
Marcus:
«Oh, ma guardala, la sorellona si è arrabbiata....
mi dispiace Kate, ma credo che tra noi sia finita, tua sorella non
approva...uhuhuh»
Leonora:
«SAI CHE QUANDO USCIREMO TU LA PAGHERAI CARA? FARESTI MEGLIO
A DISSOLVERTI ORA CHE SEI ANCORA IN TEMPO!»
Marcus:
«SILENZIO! Per rispondere alla tua domanda Kate...
perché mi chiedi? Semplice! Io faccio parte di una setta i
cui membri sono persone importanti o comunque con un certo spessore.
Queste persone, me compreso, sbrigano degli affari, leciti o no che
siano, e molte volte questi sono andati a rotoli per l'intervento di
VOI DEMONI BIANCHI! Un esempio? IL DRAGO DI GARLANT! Quel drago avrebbe
costituito una risorsa importante: feudi che avrebbero pagato ogni
genere di fortuna pur di averlo vivo o di avere qualche sua zanna o la
sua pelle pregiata... Ecco perché mi trovavo lì a
Garlant, ero stato incaricato di catturare quel drago vivo! Ma sono
arrivato troppo tardi... voi tre l'avevate già ucciso,
tagliandogli la testa e facendo quindi decomporre il resto del corpo!
Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso....
ed allora ho avuto l'ordine di farvi fuori. Inizialmente non sapevo
proprio che pesci pigliare.... poi ci siamo incontrati e da
lì è scaturito tutto! Sul piano fisico sono
svantaggiato è innegabile, quindi avrei dovuto uccidervi
usando l'astuzia: come prima cosa ho messo del veleno nella borsa con
la carne quando ti ho aiutato a raccoglierla da terra perché
ti ero venuto 'accidentalmente' addosso e ti avevo fatto cadere.
Lì ho visto nei tuoi occhi un certo interesse verso di me...
che gran colpo di fortuna! Avevo fatto colpo su uno dei Tre Demoni
Bianchi, era un'occasione d'oro che non potevo lasciar sfumare. Quindi
cominciai a recitare la parte del bravo ragazzo, gentile, educato,
dolce e romantico. È stata dura..... ma il lavoro
è lavoro! Purtroppo il piano non ha funzionato, quella
maledetta di Titania si è accorta del veleno e vi ha fermato
in tempo... non che sperassi in una vittoria così facile,
non mi sarei divertito! Essendo voi dei mercenari, siete obbligate a
viaggiare molto per trovare qualche lavoro da fare e guadagnare
qualcosa per vivere... mi serviva quindi una copertura, un qualcosa che
mi facesse viaggiare in giro per il continente ed aumentare quindi la
possibilità di incontrarvi.... ed ecco che entra in gioco la
Compagnia di Endo! Una Compagnia atta al commercio che si sposta da un
feudo all'altro, da un villaggio all'altro, da un capo all'altro del
continente! In questo modo potevo tenere sotto controllo i vostri
movimenti, senza risultare sospetto. Arriviamo quindi al villaggio di
Adumio: un villaggio maledetto... un villaggio CHE NON ESISTE! L'intero
villaggio era frutto della mia magia illusoria, abitanti compresi!
Siete cadute nella mia illusione e speravo che potesse impietosirvi la
storia del povero villaggio maledetto, facendovi così
abbassare la guardia... MA NO! Voi siete più spietate di
quanto pensassi! Avete annientato tutto il villaggio senza il minimo
risentimento, credendo di annullare la 'maledizione'.... avete
semplicemente fatto una strage! Che poi 'strage'.... avete solo ucciso
delle illusioni che, per quanto verosimili fossero, rimanevano comunque
illusioni. Quindi siete andate oltre, arrivando a Tamuril. Qui il re vi
manda a combattere un gruppo di orchi... chissà come mai
questi orchi sono così aggressivi, vero? Chi sarà
mai quel cattivone che ha lanciato l'INSANIA VENA su quel gruppo di
stupidi orchi? Ma ovviamente il sottoscritto! Pensavo che gli orchi
potessero seriamente fermarvi.... ma quella maghetta da strapazzo
conosceva quell'incantesimo! Quello è un incantesimo
ancestrale.... mi domando chi sia stato il vostro mentore.... ma non
importa. Riuscite a cavarvela anche questa volta. Ed allora decido che
è meglio prendervi singolarmente... prendendo quella
più debole: tu piccola Kate! Ti ricordi di quella serata
passata insieme in quella foresta? E ti ricordi anche di quando ti ho
passato la mano tra i capelli? È in quel preciso momento che
ti ho messo addosso il maleficio! Non è stato un effetto
dell'INSANIA VENA, IO TI HO LANCIATO QUEL MALEFICIO! Hai abbassato le
difese, credendoti al sicuro ed io ne ho approfittato. Credevo che
oramai fosse fatta.... MA NO! VOI SIETE RIUSCITE A TROVARE DELL'ERBA DI
RABANASCO E CURARE IL MIO ANTICO MALEFICO! UGH QUANTO MI MANDATE IN
BESTIA, DANNATI DEMONI BIANCHI!...... Ma non importa.... andiamo
avanti. La scaltra Titania aveva capito che c'era qualcuno dietro tutte
quelle disgrazie, acuta osservazione! Decidete quindi di tendermi una
trappola.... povere sciocche: credevate davvero che sarebbe bastato
sbandierare ai quattro venti che volevate sconfiggere lo Sfingeleone
per mettere in trappola il misterioso sicario? Avete peccato di
superbia e ne avete pagato le conseguenze! È stato
così facile mettere quello scorpione dorato vicino a Kate e
fare in modo che la pungesse. Ma siete riusciti a cavarvela anche
qui..... non so davvero come ci riusciate! Ero in crisi, non sapevo
più che pesci pigliare... poi Endo mi disse che dovevamo
passare per le terre di Mystole, che ghiotta occasione! Grazie alla mia
magia ancestrale riuscii ad evocare un demone dall'intramondo cui era
stato esiliato, un valido alleato devo dire, forse un po' troppo
chiacchierone.... stava per rivelarvi il mio nome! L'ho dovuto
eliminare prima, annullando il contratto di evocazione e rispedirlo
nuovamente nell'intramondo. Però quando riuscì a
prendere il controllo di Titania ci ho quasi sperato.... ma sempre
quella maghetta si è messa in mezzo tirando fuori una magia
evocativa fuori dal comune! Adramelech il Custode.... e chi se lo
sarebbe mai aspettato! Avete sconfitto il demone e sapevate
l'ubicazione della mia dimora.... non potevo rischiare di farmi trovare
fuori casa, che maleducato sarei stato? Quindi sono andato a Cornelia
ad avvisare il re ed inviare una squadra di soccorso, mentre io mi
diressi a Matango. Ed eccoci qui: avete sconfitto i miei tre draghi,
superato le mie prove.... questa è la conclusione di tutto,
IL GIOCO FINALE! Sono riuscito a mettervi alle strette, qui qualcuna
dovrà per forza morire, ohohohoh! Sono proprio curioso di
vedere come andrà a finire, uhuh. E questo è
quanto»
Kate
era lì ferma. Aveva ascoltato tutto, ma non riusciva ancora
a crederci. Tutto quello che poteva dire era:
«Perché.... Marcus?»
Marcus:
«Ma te l'ho appena spiegato! Non farmelo ripetere di nuovo,
ho la gola secca....»
Kate:
«Perché.... tutto questo? Io ti amavo.... ti amavo
dal profondo del mio cuore.... avrei voluto vivere una vita felice e
spensierata al tuo fianco.... ed invece hai rovinato tutto...»
Marcus:
«Mi dispiace, sono una persona orribile... hai tutto il
diritto di odiarmi.... sono sicuro che troverai un ragazzo che
saprà....ppppfffAHAHAHAHAH NO SCUSAMI NON RIESCO A RIMANERE
SERIO, AHAHAHAH»
Titania:
«KATE, PUGNALA ME COSI' LEONORA SARA' LIBERA E POTRA' CURARMI
COSI' UNA VOLTA CHE MI SARO' RIPRESA ANNIENTERO'
QUELL'INDIVIDUO!»
Leonora:
«NO KATE, PUGNALA ME COSI' TITANIA SARA' LIBERA DI ANDARE A
MASSACRARE QUEL RIFIUTO MENTRE TU POTRAI CURARE LE MIE FERITE»
Marcus:
«AHAHAH SIETE UNO SPASSO, DAVVERO!», il ragazzo
buttò a terra la maschera che aveva in mano: «Ma
ora basta scherzare.... KATE, PRENDI UNA DECISIONE! NON CE LA FACCIO
PIU' AD ASPETTARE, VOGLIO VEDERE CHI UCCIDERAI DELLE TUE
SORELLE!»
Titania:
«KATE, SCEGLI ME!»
Leonora:
«NO KATE, SCEGLI ME!»
Kate:
«SILENZIO!». L'urlo della ragazza
risuonò in tutta la stanza. La giovane guerriera
cominciò a togliersi l'armatura.
"Ma
che sta facendo?" si domandò Marcus.
Prese
la sua pettorina e la lasciò cadere a terra, producendo un
rumore assordante e delle lievi crepe sul pavimento.
"Ma...
quanto pesava quella cosa?", Marcus era sbalordito che una ragazzina,
così giovane per giunta, trasportasse quel peso ingente.
Kate si tolse anche le altre parti, facendole cadere sempre a terra,
generando rumori più o meno forti a seconda del peso di ogni
singolo pezzo, compreso tra i 10 e i 50 kg. Fece cadere anche il suo
arco e la faretra con le poche frecce rimaste. Ora era completamente
indifesa, aveva addosso solo pochi indumenti leggeri per coprirla.
Prese il coltello dall'altare, si girò verso Marcus e se lo
puntò al cuore: «Io ti ho donato il mio cuore
tutto.... e tu l'hai calpestato senza ritegno.... la mia vita non ha
più senso oramai....»
Titania:
«KATE, POSA IMMEDIATAMENTE QUEL COLTELLO!»
Leonora:
«KATE, SMETTILA! TROVEREMO UNA SOLUZIONE, MA POSA QUEL
COLTELLO!»
Kate
guardò prima Titania e poi Leonora. Delle lacrime rigarono
il suo viso: «Mi.... mi dispiace sorelle mie.... non avrei
mai voluto.... coinvolgervi in tutto questo.... non voglio che paghiate
per gli errori che io stessa ho commesso.... il mio cuore, oramai
inutile, verrà almeno utilizzato un'ultima volta per salvare
la vita delle mie due sorelle... Titania.... Leonora.... grazie per
esservi presa cura di una stupida come me.... Addio»
«KATE
NO!» urlarono le ragazze all'unisono.
Kate
affondò il coltello nel suo petto, spingendolo sempre
più in profondità, finché non cadde
con il corpo all'indietro, finendo sull'altare sacrificale. Il sangue
stava cominciando a sgorgare ed a finire sull'altare. Titania e Leonora
cercarono in tutti i modi di liberarsi, ma era tutto inutile.
"Non
pensavo arrivasse a tanto...." si disse tra sé e
sé Marcus.
L'altare
era pieno di sangue e l'incantesimo fu annullato: le gabbie si aprirono
e le catene magiche furono spezzate. Titania e Leonora erano finalmente
libere.
Titania:
«Leonora, prenditi cura di Kate. Fai tutto il possibile per
salvarla. Io ho una questione da sistemare»
Leonora:
«Farò tutto ciò che è in mio
potere. Non avere pietà»
Titania:
«Ho appena dimenticato il significato di quella
parola». La ragazza cominciò a togliersi anch'essa
l'armatura. Prese la sua corazza e la fece cadere a terra: l'oggetto
cadde ad una velocità incredibile, distruggendo un pezzo di
pavimento non appena toccò il suolo e generando una voragine.
"Q...quanto
pesava?!", Marcus era visibilmente preoccupato.
Anche
gli altri pezzi erano abbastanza pesanti, variando tra i 50 ed i 100
kg. La ragazza si sgranchì le ossa, impugnò lo
spadone con la mano destra dicendo: «Però, non lo
sento nemmeno». Rivolgendosi a Marcus disse:
«Avresti dovuto togliermi anche lo spadone, questo errore
velocizzerà la tua fine»
Marcus:
«Tsk, credi di farmi paura? La mia barriera è
impenetrabile!»
Titania
lanciò il suo spadone in direzione di Marcus.... era
talmente veloce che distrusse istantaneamente la barriera di Marcus,
passando vicino al viso del ragazzo e conficcandosi nel muro alle sue
spalle. Un piccolo taglio sulla guancia fece cadere un rivolo di sangue
sul viso del ragazzo. Marcus era interdetto. Titania fece uno scatto ed
in pochi istanti arrivò davanti al ragazzo: il suo sguardo
era quello di un temibile demone adirato. Afferrò Marcus per
il collo e lo lanciò verso il soffitto... sbattendolo
contro! Del sangue uscì dalla bocca del ragazzo. Quando
scese, la ragazza lo colpì con un calcio, facendolo finire
ancora una volta sul soffitto, questa volta in maniera più
violenta e crepandone dei pezzi che caddero al suolo.
Durante
la caduta, Marcus urlò: «NON CREDERE DI AVER
VINTO: MURUS ADAMAS!». Un imponente muro di diamanti
ricoprì completamente il mago: «QUESTO TI
SCHIACCERA' INESORABILMENTE, AHAHAH!». Ma Titania non si
scompose, tirò indietro il pugno e, non appena il muro fosse
abbastanza vicino, colpì fortemente trapassandolo e,
contemporaneamente, afferrò Marcus per il collo, trovandosi
dietro al muro di diamanti. L'effetto dell'incantesimo
terminò, facendo scomparire il muro. Titania tirò
a se il giovane mago, fissandolo negli occhi.... ma Marcus
schioccò le dita e si teletrasportò a pochi metri
di distanza. «Quindi è grazie alle mani che puoi
spostarti così velocemente....». Il mago
iniziò a spostarsi da una parte all'altra in rapida
successione, per confondere la guerriera. «VEDIAMO SE RIESCI
A PRENDERMI!» la derise. Titania con tutta calma estrasse lo
spadone dal muro, chiuse gli occhi aspettando il momento giusto.... e
li riaprì, lanciando lo spadone in una direzione: l'arma
colpì ad un braccio Marcus, conficcandosi contro un muro.
«AAAAAHHHHHH», l'urlo di dolore di Marcus
risuonò nella stanza. Titania corse da lui, bloccandogli le
mani in tempo: «Quindi è grazie alle tue mani che
puoi lanciare i tuoi incantesimi...». La ragazza con una
forza smisurata, staccò via le mani dai polsi di Marcus:
«Ora non potrai più lanciare i tuoi
incantesimi». Lo prese con forza, facendo staccare un pezzo
di carne dal braccio bloccato dalla spada e lo lanciò contro
un muro.
Nel
frattempo, anche Leonora si era tolta l'armatura per poter disporre al
massimo dei suoi poteri magici: «ARCANUS
DOMINATIO!». Sulla fronte della ragazza comparve un terzo
occhio semiaperto per un quarto della sua grandezza: «Con
questo incantesimo arcano superiore posso amplificare a dismisura i
miei poteri... riuscirò a salvarti Kate!
RESISTI!». La magia di Leonora era stata potenziata di molto,
ma sembrava non bastare: Kate aveva perso moltissimo sangue e la ferita
era abbastanza profonda, avendo intaccato anche il cuore.
«Perché non guarisci.... PERCHE'! MALEDETTO
OCCHIO, APRITI DI PIU', MI SERVE PIU' POTERE!». Ma l'occhio
non si mosse di un millimetro. Kate allungò una mano per
toccare il viso di Leonora e, debolmente, disse: «Mi...
dispiace... Leonora.... avrei dovuto... darvi retta... sono stata...
una stupida....»
Leonora:
«Shhh non dire così, non parlare, risparmia le
forze.... ti salverò Kate, puoi starne cerca! Dovessi
esaurire tutto il mio potere magico!».
Kate
sorrise e lasciò cadere la sua mano...
Leonora:
«Maledizione, maledizione, maledizione, MALEDIZIONE! SE SOLO
FOSSI PIU' FORTE!», il viso della ragazza era oramai pieno di
lacrime. Continuò ad utilizzare la sua magia nel disperato
tentativo di salvarla.
«AAAAHHHHH»,
Marcus era stato lanciato contro un muro con una tale forza da
incastonarsi dentro.
Titania:
«Credo che la tua spina dorsale sia a pezzi, non puoi
più muoverti». La ragazza estrasse dal muro
Marcus... per poi sbattercelo dentro ancora ed ancora ed ancora.
Successivamente gli diede un pugno allo stomaco facendogli vomitare una
grande quantità di sangue: «Ora invece ti ho rotto
qualche costola e ho spaccato alcuni dei tuoi organi interni. La
ragazza era coperta dal sangue di Marcus. Con un calcio
fracassò le gambe del ragazzo. Infine lo lasciò
cadere a terra, diede un pugno al muro creando una crepa che,
ramificandosi fino al soffitto, fece cadere dei detriti sul corpo del
ragazzo, sommergendolo dal busto in giù.
Marcus:
«N...non la scamperete... non riuscirete a....
a.....»
Titania
fracassò la testa del ragazzo con un pestone: «Mi
sono stufata di perdere tempo con una nullità come
te». Del sangue schizzò fino a raggiungere il
volto della ragazza, macchiandola leggermente sulla guancia. Prese il
suo spadone e lo conficcò su quelle macerie, infilzando
anche il cadavere del ragazzo. Sì girò e, a
terra, vide una maschera. "Sembra uguale a quella che teneva in mano la
mamma.....", pensò tra sé e sé. Corse
quindi verso Leonora, in ginocchio vicino all'altare. La giovane maga
aveva esaurito il suo potere magico, dando fondo a tutte le sue
energie: ora non riusciva più a muoversi.
Titania:
«Allora Leonora, come sta Kate? Vedo che hai esaurito le tue
energie per aiutarla, sono fiera di te!»
Leonora
alzò a fatica lo sguardo e disse ansimando:
«..Kate è...»
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Capitolo 18 *** Addii ***
La
terra iniziò a tremare.
Titania:
«Ops forse mi sono scatenata un po' troppo ed il vulcano si
è risvegliato prima del previsto. Presto, dobbiamo uscire da
qui». Titania prese Leonora con un braccio e Kate con
l'altro. «Uhm, ed ora dove sarà l'uscita? Mah,
proviamo da dove è arrivata Kate»
Gannor:
«Prima gli scheletri ed ora il terremoto....
qualcos'altro?»
Redent:
«Però non mi spiego come mai questi scheletri
abbiano smesso di colpo di combattere.... cosa sarà mai
successo?»
Mocher:
«Che ti importa? L'importante è che stiano buoni
buoni e ci rimangano! Non farti troppe domande»
Genji:
«Chissà come stanno i miei deliziosi fiori di
Loto.... aahhh cari boccioli in questo inverno gelato, attendete la
vostra primavera per esprimere la vostra bellezza!»
Dynn:
«Per caso hai preso uno dei miei sigari?»
Improvvisamente
il muro di fronte a loro crollò, facendo esordire Titania e
le altre nella stanza.
Mocher:
«Titania! State bene ragazze!»
Redent:
«Che cosa è successo? Cos'hanno Kate e
Leonora?»
Titania:
«Non c'è tempo per discutere, dobbiamo uscire di
qui! Il castello è stato costruito sopra un vulcano che sta
per eruttare, non abbiamo molto tempo!»
Gannor:
«Sentito gentaglia? TUTTI FUORI!»
Il
gruppo corse verso la porta per uscire da quella stanza, ma Titania
continuò ad andare dritta.
Redent:
«Titania dove stai andando? L'uscita non è
lì!»
Titania:
«Non ce la faremo mai prendendo l'uscita ordinaria.... meglio
crearsi un varco tra le mura!». Detto questo, andò
contro un muro, facendolo crollare con una singola testata, proteggendo
accuratamente le sorelle.
Mocher:
«Wow.... è magnifica!»
Gannor:
«Presto, seguiamo tutti Titania!»
Il
gruppo si era così diviso: Titania davanti che frantumava
muri e gli altri dietro che la seguivano, sfruttando i passaggi che
creava. «Secondo i miei calcoli, questo dovrebbe essere
l'ultimo!» disse la ragazza, frantumando l'ultimo muro e
venendo baciata dalla luce del sole.
Mocher:
«Siamo fuori!»
Genji:
«Ah, mio purissimo fiore di Loto, è solo grazie a
te se siamo salvi e...»
«Io
fossi in voi mi allontanerei, un'eruzione copre una vasta
area» disse Titania dalla distanza.
«WWWAAAAAA»
tutto il gruppo si allontanò più in fretta che
poté. Pochi secondi dopo, il vulcano eruttò,
inghiottendo il castello e tutto ciò che fosse al suo
interno.
Mocher:
«CE L'ABBIAMO FATTAAAAA!»
Dynn:
«Calma sorella, non sappiamo ancora se la missione sia stata
completata»
Titania:
«Sì, la missione è completa. Grazie a
tutti per la collaborazione»
Redent:
«È stato un vero piacere! Senz'altro un'esperienza
interessante, ho imparato diverse cose e mi sono pure
divertito»
Gannor:
«Ma se non hai fatto altro che scappare e farti salvare il
culo da noi, ahahah!»
Redent:
«BEH ANCHE SCAPPARE È UNA FORMA DI
DIVERTIMENTO!»
Ci
fu una risata generale.
«Kate.....
Kate....», Leonora si era ripresa e stava singhiozzando in
ginocchio sopra al corpo disteso di Kate.
Titania:
«Leonora ti sei ripresa! Cosa c'è che non va? Kate
non si è ancora svegliata?»
Leonora:
«Kate.... Kate.... KATE NON POTRA' PIU' SVEGLIARSI
TITANIA!»
Calò
un improvviso silenzio.
Titania:
«Ti sembra il momento di scherzare? Basterà
lasciarla riposare un altro po' e vedrai che tornerò come
pr..»
Leonora
scoppiò in lacrime: «KATE È MORTA,
TITANIA! NON POTRA' TORNARE PIU' COME PRIMA, MAI PIU'!»
Titania:
«.... non.... non capisco....»
Redent
si avvicinò al corpo della piccola Kate e
controllò il polso: «Ha ragione Leonora.... Kate
non c'è più, il suo cuore non batte....»
Titania:
«Kate... perché....»
Leonora
continuava il suo pianto irrefrenabile.
Redent:
«Povera ragazza.... morire così
giovane...»
Gannor
aveva anch'egli le lacrime agli occhi: «No Kate... povera
piccola Kate...»
Mocher:
«Che mestiere orribile che ci siamo scelti...»
Dynn:
«Questa è la vita, non sai mai quando la tua
miccia si esaurisca»
Genji:
«Piccolo dolce fiore di Loto... riposa per sempre in pace nel
giardino paradisiaco dove sarai il fiore più bello di
tutti....»
Titania:
«Kate....»
Redent:
«Andiamo Titania, diamole una giusta sepoltura e...»
Titania:
«Voglio portarla a casa»
Redent:
«Come?»
Titania:
«Voglio che sia seppellita a casa nostra, vicino alla tomba
di nostra madre»
Redent:
«Capisco.... se vuoi posso farla adagiare sul mio cavallo ed
io andare a piedi, assicurandomi che non cada»
Titania:
«Lei ha già un cavallo». La ragazza
fischiò ed i tre destrieri accorsero immediatamente. Diablo
si accorse subito che qualcosa non andava e si fermò a
metà strada. Avvicinandosi notò il corpo di Kate
disteso a terra. Si avvicinò quindi a Titania e vi
appoggiò la fronte come segno d'affetto. «Grazie
Diablo...». Fenrir cercava di consolare Leonora ma senza
successo: la ragazza non smetteva di piangere. Luna invece cercava in
tutti i modi di risvegliare la sua padroncina.
«HHHHIIIIII
HHHHHIIIIII» urlava, ma Kate rimaneva lì per
terra, immobile. Diablo allora andò da Luna e
nitrì in modo brusco. La cavalla capì e....
versò qualche lacrima. Il corpo di Kate venne adagiato su di
Luna ed il gruppo si mosse. Luna marciava in modo da non far cadere il
corpo della padroncina. Arrivati a Cornelia, il gruppo si sciolse. La
legione speciale tornò sotto le direttive di re Garonius
III, mentre Titania e Leonora proseguirono verso casa, portando il
corpo di Kate con loro.
Gannor:
«Ragazze... non sapete quanto mi dispiaccia...»
Mocher:
«Titania... sii forte»
Dynn:
«Fatevi coraggio, non lasciatevi scoraggiare
dall'accaduto»
Genji:
«Volete che vi accompagni?»
Titania:
«Non serve, grazie dell'offerta»
Redent:
«Beh ragazze, buona fortuna. Spero di rivedervi un
giorno»
Le
sorelle si separarono dal gruppo. In città incontrarono
casualmente Endo.
Endo:
«Eilà Demoni Bianchi! Come state? Sempre in giro
in cerca di qualche missione da portare a termine? Non vedo la piccola
Kate, dove si trova? Scommetto che è insieme a Marcus da
qualche parte a sbaciucch...»
«CHIUDI
QUELLA BOCCA!», l'urlo di Titania spaventò la
gente di Cornelia. Luna passò davanti ad Endo mostrando il
corpo senza vita della povera Kate.
Endo:
«Kate... povera piccola.... cosa le è
successo?»
Titania:
«Per farla breve: Marcus era un poco di buono, ci ha teso una
trappola e Kate ha perso la vita»
Endo:
«.... capisco. Mi sento in parte responsabile, posso fare
qualcosa per voi? Qualsiasi cosa»
Titania:
«Non c'è niente che tu o chiunque altro possa
fare»
Endo:
«Mi dispiace veramente tanto.... fatevi forza»
Titania
proseguì senza dire nulla, seguita da Leonora che aveva
ricominciato a piangere. Arrivarono a Tamuril, dove ad attenderle c'era
Tolomeo.
Titania:
«Cosa ci fate qui, sire?»
Tolomeo:
«Menémago ha avuto una visione....», il
re vide il corpo di Kate sopra Luna, «ho sperato con tutte le
mie forze che si fosse sbagliato, ma purtroppo così non
è stato..... mi dispiace veramente tanto»
Titania:
«È tutto? Avremmo un po' di fretta»
Tolomeo:
«No, non è tutto. Ho fatto costruire questa
apposta per la piccola Kate. Voglio che la prendiate». Il re
batté le mani e delle guardie portarono una bara
completamente bianca.
Titania:
«.... vi ringrazio dal più profondo del cuore, mio
re». La ragazza prese in spalla la bara ed il gruppo
proseguì.
Giunsero
quindi nel piccolo villaggio di Calladio, dove incontrarono casualmente
Ogretto ed i suoi, intenti ad aiutare gli abitanti del villaggio con
lavoretti e quant'altro.
Ogretto:
«TITANIA!», non appena la vide, l'orco si
fiondò verso di lei: «Cosa fare tu qui? E
perché trasportare bara? Dove essere tua bella armatura
bianca?»
Titania:
«Non è il momento Ogretto...». L'orco
notò il corpo di Kate su Luna e, con difficoltà,
capì cosa fosse successo. Si avvicinò a Titania e
poggiò la sua fronte contro quella della ragazza, dicendo:
«Tu forte. Tu no debole. Tu resiste»
Titania
allontanò con una spinta l'orco e, passandogli accanto,
disse: «Grazie....»
Il
gruppo proseguì, passando per Garlant e poi di nuovo verso
le praterie che circondavano il feudo. Cavalcarono, cavalcarono e
cavalcarono ancora, fino ad arrivare lì.... Qualche maceria
era ancora rimasta. Vicino, c'era ancora la tomba della madre. Titania
scese da cavallo e cominciò a scavare a mani nude la terra,
vicino alla tomba. Leonora le diede una mano con difficoltà
visto che non smetteva di piangere. La fossa era pronta. Titania prese
delicatamente il corpo di Kate e lo adagiò nella bara.
Entrava alla perfezione. Leonora era in lacrime sopra di lei,
bagnandole tutto il suo giovane viso.
Titania:
«Leonora... adesso basta». La sorella si allontano,
ma non la smetteva di singhiozzare. Titania asciugò il dolce
viso di Kate e le diede un ultimo bacio sulla fronte, bisbigliando:
«Addio sorellina....». Chiuse la bara sigillandola
e la poggiò delicatamente nella fossa, cominciando a
ricoprirla. Ora le due tombe erano vicine, entrambi aventi una croce
fatta con un paio di legnetti. Quella di Kate era più
piccola rispetto a quella di Venera. Le due ragazze rimasero
lì davanti a fissare le tombe. Iniziò a piovere.
Una pioggia pesante e triste, come se anche il cielo volesse esprimere
il suo dolore. Leonora poggiò sulla tomba di Kate un fiore
di gelsomino.
Leonora:
«Era il suo fiore preferito.... non so perché...
ma... le piaceva.... tanto....», cominciò a
piangere.
Titania:
«Perdonami.... mamma.... Non sono riuscita.... a mantenere...
la promessa... che ti ho fatto....», cominciò a
singhiozzare. «Ti promisi che.... non avrei più
pianto.... e che... avrei protetto.... le mie sorelle.... ma.... non ce
l'ho fatta....». Un fulmine cadde nelle vicinanze, coprendo
con il suo rumore l'urlo di dolore e disperazione lanciato da Titania.
La ragazza si lasciò finalmente andare e scoppiò
in un pianto disumano. «PERDONAMI.... MAMMA.... ED ANCHE TU
KATE... PERDONATEMI....». Leonora abbracciò
Titania ed insieme piansero per tutta la notte, rimanendo abbracciate.
Questa fu la prima sconfitta dei Tre Demoni Bianchi.
Nei
sotterranei del castello di un luogo remoto, delle persone dall'aria
tetra, stavano confabulando intorno ad un tavolo rotondo di pietra, con
su incisa una 'X'.
N°
2: «Marcus è stato sconfitto, non è
stato all'altezza del compito»
N°
5: «C'è da dire però che è
riuscito ad eliminarne una, seppur quella più
debole»
N°
7: «È comunque qualcosa... ora le altre due
saranno distrutte, è il momento di intervenire!»
N°
8: «Non sono d'accordo, se intervenissimo ora rischieremo
solo di avere delle perdite, la maggiore è una furia! Avete
visto tutti come ha ridotto Marcus»
N°
3: «Abbiamo fatto bene a fidarci di Marcus? Insomma, era
giovane ed inesp...»
N°
9: «Anche se era giovane, era comunque un 'Arcanico'! Ha
fatto tutto il possibile e possiamo ritenerci soddisfatti del risultato
ottenuto. Tu cosa ne pensi N° 10?»
N°
6: «Ehm, Capo, diciamo a te»
Un
uomo indossante una maschera grigia con una 'X' disegnata sopra e 10
cerchi concentrici ruotò la sedia cui si trovava sopra e
prese parte alla conversazione: «Il N° 1, Re Marcus
del regno di Matango, signore dei draghi e Arcanico dell'Illusione
è stato sconfitto. C'è però da dire
che ha dato un grande contributo alla nostra causa, eliminando il
Demone Silente, Kate L'Eterea. Per adesso lasciamo che le acque si
calmino. Successivamente ho deciso che invierò il N° 4 in
missione per eliminare i restanti Demoni Bianchi. Che ne dici Lucius,
te la senti?»
N°
4: «Ma cerrrrrto, mio sssssignore» disse facendo
schioccare la sua lingua biforcuta, passando per un buco sulla sua
maschera»
N°
10: «Eccellente! Posso dichiarare sciolta la riunione
speciale degli Xircles. Ci rivedremo qui tra un mese esatto a partire
da oggi!»
FINE
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Finalmente è finita! L'ultimo capitolo è stato
finalmente concluso.... è la mia prima storia lunga divisa
in capitoli, sono veramente felice! Vorrei ringraziare veramente tutti
quelli che hanno perso tempo leggendola, in special modo WaterfallFromTheSky
che si è veramente appassionata tanto a questa storia e che
è grazie a questa sua passione se mi sono spronato a dare il
massimo impegno e la massima costanza! Quindi... grazie mille ^___^
Alla prossima avventura!
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