I Tre Demoni Bianchi

di MajoWriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le tre sorelle ***
Capitolo 2: *** Il viaggio ***
Capitolo 3: *** Il villaggio maledetto ***
Capitolo 4: *** Il grande problema di Tamuril ***
Capitolo 5: *** Il primo amore ***
Capitolo 6: *** Il maleficio ***
Capitolo 7: *** La foresta millenaria ***
Capitolo 8: *** Il nemico ***
Capitolo 9: *** La trappola ***
Capitolo 10: *** Ricordi ***
Capitolo 11: *** La grande capitale Cornelia ***
Capitolo 12: *** La spedizione ***
Capitolo 13: *** L'uomo misterioso ***
Capitolo 14: *** La dimora dei draghi ***
Capitolo 15: *** Le tre prove ***
Capitolo 16: *** La scelta ***
Capitolo 17: *** Verità ***
Capitolo 18: *** Addii ***



Capitolo 1
*** Le tre sorelle ***


PREMESSA: questa storia è stata scaturita da una domanda su Ask.fm: dovevo inventare una storia basandomi solo ed esclusivamente sull'ascolto di questa melodia http://www.youtube.com/watch?v=jR3kdhoIbBI. Inizialmente è stato difficile: avevo i soggetti, ma non sapevo come implementarli. Poi ragionando e scrivendo le prime righe, tutto è scaturito! Spero che possa divenire un racconto gradevole. Grazie per l'attenzione e buona lettura!

ATTENZIONE! Questo che state per leggere è, come lo chiamo io, un HDRemix. Siccome non ero soddisfatto di come fosse scritto in precedenza questo racconto, ho deciso di sistemarlo, capitolo per capitolo. Chiamerò questa pratica appunto HDRemix (il nome gioca sui remake HD dei vecchi videogiochi per le console in HD). Tutti i capitoli verranno rivisitati e corretti, quindi se non trovate questo messaggio all'inizio del capitolo, è perché quel capitolo non è ancora stato trattato. Vi pregherei di non leggerlo se avete iniziato a leggere questi HDRemix. Potete trovare il vecchio capitolo a questo indirizzo: 
http://majowriter.blogspot.it/2013/06/i-tre-demoni-bianchi-parte-1.html.

CAPITOLO 1
LE TRE SORELLE

C'erano un tempo, in una terra lontana, tre sorelle: forti come demoni e belle come angeli, indossavano delle eleganti armature bianco perla. Erano tre mercenarie, le più temibili mercenarie che il continente di Gatam avesse mai conosciuto. Erano i Tre Demoni Bianchi.
Titania, la sorella maggiore, abile ed impavida guerriera. I lunghi capelli rossi e lisci che le scivolavano lungo la schiena, gli occhi rossi, pieni di rabbia, un viso dai lineamenti forti e decisi ed un corpo grande, possente, ma comunque femminile, di una bella donna, in grado di sopportare il peso di quell'imponente armatura. Un'armatura che nemmeno i più forti cavalieri del regno riuscirebbero a trasportare, adornata da simboli e ghirigori vari che ne aumentavano la bellezza e con, sulla schiena, l'immagine di un falco. Nessun graffio o scheggiatura. Questo faceva capire quanto temibile potesse essere Titania.
Leonora, la secondogenita, abile nelle arti magiche. Portava dei capelli a caschetto viola e un paio di occhiali dalle rotondi lenti che risaltavano i suoi grandi e timorosi occhi neri. Aveva un bellissimo fisico, il più bello tra le tre sorelle. Ovunque andasse, incrociava sempre gli sguardi della gente che la osservava. Sguardi pieni di desiderio per gli uomini e di invidia per le donne. La sua armatura era più aggraziata rispetto a quella di Titania, avendo anche un gonnellino per facilitare i movimenti. Sulla sua armatura, erano riportate diverse rune magiche e, sulla schiena, l'immagine di un gufo.
Kate, la più piccola delle sorelle, non era seconda a nessuno nell'utilizzo dell'arco. Aveva dei bellissimi capelli dorati, abbastanza corti ed ondulati. I suoi occhi azzurri invece erano cristallini ed innocenti, proprio come quelli di un bambino. E pieni di speranza, come ogni giovane. Aveva anche due belle e soffici guance con sfumature di rosso. Uno dei passatempi preferiti dalle sorelle era quello di strapazzarle. Non era molto alta, essendo ancora una ragazzina, però era agile e scattante. La sua armatura era la più leggera delle tre ed anche quella con meno accessori. D'altronde, per un cecchino non è necessario essere protetti in ogni punto. Sulla schiena, l'armatura riportava l'immagine di un'aquila.

Il loro nome era temuto su tutto il continente. Al solo udirlo, la gente scappava o tremava in preda al terrore. Da brave mercenarie quali erano, dovevano fare ciò che gli veniva ordinato: uccisioni, rapine, trasporto di merci preziose, spedizioni... ogni cosa a loro andava bene, purché ben pagata. Non avevano regole... eccetto una: nessun legame affettivo. Non potevano permettersi nessuna debolezza data dal sentimentalismo. Come mercenarie, il loro compito era di portare a termine la missione assegnatagli con successo, senza esitazione. Tuttavia, tra di loro c'era un legame indissolubile: tutte avrebbero dato la vita pur di salvare un'altra del gruppo in difficoltà. Titania in particolare, essendo la maggiore, era molto protettiva nei confronti delle sorelle.

Un giorno, le tre sorelle furono inviate ad uccidere un drago per conto del re di Garland, uno dei più grandi feudi di tutto il continente di Gatam. La missione durò diversi giorni, ma alla fine le ragazze riuscirono ad avere la meglio su quel drago. Come prova della riuscita della missione, Titania decise di riportare la testa del drago al castello di Garland.
Giunsero infine davanti alle porte di ingresso della città, sporche e puzzolenti, con una testa di drago in putrefazione e stanche per l'estenuante viaggio intrapreso.

«Bene, siamo finalmente giunte a Garland! Ora non mi resta che andare a consegnare la testa di questo drago al re e ricevere la nostra meritata ricompensa... forse chiederò anche un piccolo extra, non è stata proprio una passeggiata sconfiggere 'sto bestione» disse Titania trionfante.

«Hai ragione sorellona, per un attimo me la son vista veramente brutta... per fortuna che avevo da poco appreso quell'incantesimo temporale per rallentare i nemici, altrimenti mi avrebbe fatta a fettine!» replicò Leonora.

«In quel caso ci avrei pensato io, con una freccia dritta nell'occhio destro. Però mi domando... quand'è che hai imparato quell'incantesimo?» domandò curiosamente Kate.

«Oh, è grazie a questo libro che ho 'preso in prestito' dagli archivi segreti della biblioteca reale. Ahahah!»

«E brava la mia sorellina! Bene, mentre io vado a consegnare questa testa, tu Leonora vai a cercare una locanda, mentre tu Kate vai a comprare qualcosa da mangiare per cena. Hai ancora qualche soldo, vero?»

«Certo sorellona! Solo che non capisco come mai non ci facciamo ospitare dal re in persona... insomma, alla fine gli abbiamo fatto un grosso favore ed il minimo che potrebbe fare sarebbe ospitarci per la notte!»

«Abbiamo già affrontato questo discorso Kate... siamo delle mercenarie e non siamo viste di buon occhio. Oggi abbiamo aiutato il re di questo feudo, domani potremmo assassinarlo per ordine di qualcun altro. Dormire nelle stanze del castello sarebbe troppo pericoloso, rischieremo di venire uccise dalle guardie reali e non voglio assolutamente correre questo rischio» sentenziò Titania.

«Ho capito... beh, allora vado a comprare qualcosa per cena. Cosa preferite, carne o pesce?»

«Carne!»
«Pesce!»

«... arriverà il giorno in cui riuscirete a mettervi d'accordo su cosa mangiare?» disse sconsolata Kate.

«Oggi si mangia carne, devo recuperare le forze. Mi son portata questa testa di drago dalla grotta in cui l'abbiamo scovato, fino a qui. Avrò diritto a scegliere cosa mangiare per cena?» disse autorevolmente Titania.

«Ed io allora, che ve l'ho immobilizzato e gli ho dato il colpo di grazia con quella lastra di ghiaccio?» replicò polemicamente Leonora.

«Ma veramente l'ho ucciso io con una freccia nel cuore!» disse stizzita Kate.

«RAGAZZE! Io sono la sorella maggiore, io decido: oggi si mangia carne» tagliò corto Titania.

«Non potrai utilizzare questa scusa per sempre!» si lamentò Leonora.

«Sì invece: sono e resterò sempre la sorella maggiore, ahahahah!»

«... imparerò un incantesimo per invecchiarmi ed allora sarò io la sorella maggiore!»

«... forse è meglio muoversi, si sta facendo buio» disse Kate per chiudere la discussione.

«Hai ragione. Bene ragazze, ci vediamo nella piazza centrale tra due ore. Siate puntuali»

«Quanto vorrei che quella testa ti mordesse», bisbigliò Leonora.

«GUARDA CHE TI HO SENTITA!», urlò Titania in lontananza.

Benché fosse uno dei feudi più grandi ed importanti di tutto il continente di Gatam, Garland si presentava come un tranquillo villaggio rurale, composto da un mercato e poche attività commerciali. Dalla piazza, subito dopo l'ingresso principale, si dipanavano altre tre vie: quella a nord puntava al quartiere residenziale, dove vi erano le abitazioni degli abitanti ed il castello del re. Mentre Titania stava percorrendo quella via, gli sguardi degli abitanti si posavano sull'enorme testa di drago che la ragazza stava trascinando, macchiando la strada ciottolosa di pezzi di scaglie di drago. Quella ad ovest puntava al mercato, dove si era diretta Kate, mentre quella ad est portava al quartiere adibito al ristoro, pieno di locande e stalle. Era qui che Leonora doveva trovare un luogo dove passare la notte.

"Se non riuscissi a trovare una locanda dove passare la notte e dovessimo accontentarci di una stalla in cui dormire, è la volta buona che Titania mi staccherà la testa" pensò timorosamente Leonora.

Kate stava girando per le varie bancarelle del mercato, in cerca di carne di qualità. Purtroppo si era fatto tardi, il sole stava quasi per tramontare e la carne migliore era già stata acquistata. Ma Kate non demorse e continuò a cercare. Dopo aver girovagato un po', notò una bancarella semi nascosta in un viottolo. Sul bancone c'era carne di tutti i tipi: maiale, manzo, vitello e vari volatili. È lì che vide le più belle bistecche di cinghiale che avesse mai visto in vita sua.

«Bistecche di cinghiale! Titania sarà contentissima, è il suo piatto preferito» disse entusiasta. Poi, rivolgendosi all'anziano uomo dietro al bancone, disse: «Mi scusi, quanto vengono queste bistecche?»

«Il cinghiale è un animale abbastanza raro da queste parti piccola... sicura di avere abbastanza soldi?» chiese dubbioso il vecchio.

«Certo che sì! Per i mercenari non c'è prezzo che non si possa pagare»

L'uomo scrutò meglio la ragazza ed esclamò: «Perbacco, sei un Demone Bianco! Perdona questo povero vecchio, purtroppo la mia vista non è più quella di una volta...»

«Lei sai chi sono?»

«Solo un pazzo o un cieco non saprebbe chi siano i tre Demoni Bianchi! D'altronde, quell'armatura bianca non da luogo a dubbi... e siccome stavo facendo il madornale errore di scambiarti per una normale ragazzina, ti farò un 'piccolo' sconto: solo una moneta d'argento a bistecca! Normalmente ne costerebbero cinque, ma non posso far pagare così tanto ad una così abile assas... ehm, volevo dire, ad una così graziosa ragazza!». Il vecchio era visibilmente intimorito.

«Non so come ringraziarla! Allora ne prendo sei, la mia sorellona ha un appetito da leone»

Il vecchio cominciò a tremare. "Si starà riferendo al 'Demone Possente, Titania la Sterminatrice'... spero che la carne sia di suo gradimento... non voglio morire....", pensò tra sé e sé.

«Allora la ringrazio! Spero che a mia sorella piaccia questa carne»

Il vecchio urlò e scappò in preda al panico.

«Cosa avrò mai detto di male?» disse Kate. Un piccolo sorriso comparve sul suo viso.

Il sole era ormai completamente calato. La ragazza mise la carne nella sua borsa e si incamminò per raggiungere il luogo dell'appuntamento. Appena uscita dal vicolo però, si scontrò con qualcuno. L'urto la fece sbalzare all'indietro, facendola cadere a terra insieme alla borsa contenente le bistecche.

«Ti sei fatta male?», disse cordialmente una voce.

«Ai ai... ma vuoi guardare dove vai?! Forse non ti è chiaro chi io sia, perché altrim...», la ragazza non riuscì più a pronunciare una parola. Davanti a lei c'era un ragazzo alto, bello e distinto, benché fosse vestito solamente di stracci. Aveva dei lunghi capelli castani che gli si posavano dolcemente sulle spalle e due grandi occhi azzurri che rapirono immediatamente la ragazza. Un bel mento marcato chiudeva il quadro di quello che sembrava un viso scolpito di una statua.

«Perdonami, ero sovrappensiero e non guardavo dove andassi» disse il ragazzo.

«...eh? Come? Cosa? Chi sei tu?» Kate era ancora confusa.

Il ragazzo raccolse la borsa da terra e la porse a Kate: «Mi chiamo Marcus, piacere di conoscerti Kate!»

«Ah, p-piacer.... un momento, come fai a conoscere il mio nome?»

«Ma vuoi scherzare? Tutti in tutto il continente conoscono il leggendario trio dei Demoni Bianchi: il Demone Possente, Titania la Sterminatrice. Il Demone Avvenente, Leonora l'Ancestrale. Ed infine tu, il Demone Silente, Kate l'Eterea. Si può dire che io sia un vostro grande ammiratore, però non pensavo proprio avrei avuto la fortuna di imbattermi in una di voi, specialmente tu! Dovresti essere quella che non si fa sorprendere, ma che anzi, sorprende sempre la sua vittima e la fredda con il suo poderoso arco! Non è così?»

«S-sì che è così! Ero semplicemente sovrappensiero, tutto qui!», disse con una punta di rabbia, proseguendo con: «Grazie comunque per avermi raccolto la borsa»

«È così che fa un vero gentiluomo» il ragazzo porse gentilmente la borsa a Kate. «Ora però devo andare, mi ha fatto veramente piacere conoscerti! Spero di incontrarti ancora in futuro»

«A-anche per me... M-M-Marcus!», le guance di Kate iniziarono ad arrossire più del solito.

Il ragazzo sorrise dolcemente e se ne andò. Kate rimase immobile per qualche minuto a fissare il vuoto. Una bambina le si avvicinò e le disse: «Perché stai lì ferma immobile? Non ti senti bene? Sei tutta rossa in viso»

Una donna corse ad afferrare la bambina e la portò via da lì: «Maria, ma sei pazza? Quella è una dei Tre Demoni Bianchi! Avrebbe potuto ucciderti!»

Kate, che aveva sentito tutto, tornò in se e, chinando la testa, si avviò verso la piazza centrale.


Giunse la sera e le ragazze erano alla locanda 'Il Drago Imperiale'. Una locanda tranquilla, con pochi tavoli per mangiare al piano terra e tre camere da letto al piano superiore. Nessun bardo ad allietare la gente con le sue canzoni. Titania odiava i bardi e Leonora si assicurò che non ve ne fossero quella sera. L'insegna raffigurava un drago nero con una corona in testa ed una lancia in una zampa, con le ali spiegate ed in posizione eretta. 

«Non potevi scegliere un'altra locanda? Questo nome mi disgusta» si lamentò Titania.

«Oh no, mi dispiace tanto, io non sapevo che i draghi ti disturbassero!» disse ridacchiando Leonora.

«Non sei simpatica, sapevi BENISSIMO quanto odiassi i draghi, mi son lamentata per tutta la missione. Non l'avrei accettata se il compenso non fosse stato lauto»

«Sarà.... eheh» Leonora si divertiva a punzecchiare Titania.

«Dannata sfrontata, osi prenderti gioco di me così apertamente... sai che potrei fartela pagare?»

«Dai, quando vuoi!»

«NON OSARE SFIDARMI!» urlò Titania, battendo un colpo sul tavolo.

Il silenzio avvolse la locanda. Tutti i presenti smisero di mangiare e di bere per osservare cosa stesse succedendo. La quiete fu rotta dall'arrivo del cameriere: «Ecco a voi le vostre bistecche, cotte a puntino come ci avete ordinato... spero siano di vostro gradimento»

«Era ora, stavo morendo di fame! E voi tutti, continuate a mangiare!», tuonò la ragazza, facendo voltare immediatamente tutti i presenti che ripresero a mangiare.

«E brava Kate, questa vota hai fatto proprio un colpaccio! Era da tanto che non mangiavo delle bistecche di cinghiale. Avrei preferito del pesce spada certo, ma mi accontento» disse Leonora con l'acquolina alla bocca.

«Sai che non ho avuto scelta...» rispose sconsolata Kate. «Beh ragazze, buon appetito!»

Kate stava per avventarsi sulla bistecca, quando Titania si alzò in piedi e, con un rapido colpo, fece cadere la bistecca a terra con tutto il piatto che si frantumò in mille pezzi provocando un forte rumore. Il silenzio calò di nuovo, ma questa volta nessuno ebbe il coraggio di girarsi. Il cameriere accorse subito al tavolo delle tre ragazze e chiese timoroso: «C...c'è f-forse qualcosa che non va?»

«Queste bistecche... assaggiane una» disse Titania fissando negli occhi il cameriere. Uno sguardo quasi demoniaco fece tremare di paura il cameriere. Malgrado ciò, acconsentì senza problemi ad assaggiare un pezzo della bistecca di Leonora. Immediatamente la sua bocca si riempì di bava e collassò a terra in preda agli spasmi, finché non rimase immobile, senza più respirare. Qualche persona urlò, altre svennero, altre ancora fuggirono dal locale in preda alla paura. Al suono di quelle grida, i cuochi uscirono dalla cucina e si precipitarono da Titania, seguiti dal padrone della locanda.

«Cosa sta succedendo qui?» disse il locandiere.

«Uno dei vostri cuochi ha messo del veleno nelle nostre bistecche. E mi ero pure raccomandata di non fare scherzetti, che tanto me ne sarei accorta!» disse in modo autoritario Titania.

«Ma veramente noi non abbiamo messo nessun veleno! Figuriamoci se siamo così pazzi da sfidare il temibile trio dei Demoni Bianchi!» disse uno dei cuochi.

«Ed allora chi è stato? Sicuramente non il cameriere visto che ha assaggiato la pietanza senza batter ciglio. Se avesse saputo che fosse avvelenata, avrebbe quantomeno opposto resistenza!»

«Non può essere stata una di voi invece?»
Dalla cucina uscì un altro cuoco, completamente vestito di nero e con una mannaia in mano.

«E questo da dove esce fuori?» chiese ironicamente Leonora, continuando con: «Perché mai avremmo dovuto avvelenare la nostra stessa cena?»

«Non ne ho la più pallida idea. So solo che ho sentito delle urla e sono uscito dalla cucina con questa mannaia. Se cercavate una scusa per creare problemi, l'avete trovata»

Titania fece uno scatto verso il cuoco e gli assestò un sonoro pugno sul naso, fracassandoglielo all'istante. Il cuoco finì a terra, senza avere il tempo di reagire in alcun modo. «Io non ho bisogno di scuse per creare problemi. Se solo volessi, potrei radere al suolo questa locanda! Credi di poterci minacciare con una stupida mannaia?»

Il locandiere intervenì per mettere fine alla discussione: «Forse dovremmo tutti calmarci.... Mi dispiace in primo luogo per l'accaduto e per il comportamento del mio subordinato. Le assicuro che non accadrà più. In secondo luogo, mi permetta di offrirvi il miglior pasto e la migliore stanza che la nostra locanda dispone, il tutto gratuitamente»

«Avete capito finalmente con chi avete a che fare. Bravo locandiere, sei un uomo saggio! Forza ragazze, rimettiamoci a tavola» disse Leonora.

«NO», tuonò Titania, «Noi non resteremo qui un minuto di più. Hanno provato ad avvelenarci e ci hanno accusato di essere noi le responsabili. Decliniamo l'offerta e ce ne andiamo. A mai più rivederci»

«Ma Titania... dove mai andr...» Leonora non riuscì a finire la frase. Lo sguardo di Titania era quello di un demone pieno di rabbia. La ragazza sapeva che quando era in quello stato non era il caso di discuterci, quindi si zittì e chinò la testa. Le tre ragazze si allontanarono, mentre un forte chiacchiericcio cominciò ad innalzarsi per tutta la locanda.

«Quella è una pazza, mi ha rotto il naso!» disse il cuoco, alzandosi e raccogliendo la mannaia da terra

«Ma hai una minima idea di chi fossero quelle ragazze?» gli domandò il locandiere.

«No... ma se le ribecco, non saranno così fortunate!» disse il cuoco mentre faceva oscillare la mannaia.

«Sei così desideroso di morire? Quelle tre ragazze sono i Tre Demoni Bianchi! Possibile che tu non le abbia mai neanche sentite nominare?»

Il cuoco divenne bianco in volto e cominciò a sudare freddo. La mannaia gli cadde dalle mani, conficcandosi a terra. Non aveva mai visto di persona i Demoni Bianchi, ma ne aveva sempre sentito parlare. Storie raccapriccianti.

«Ora capisci? Mi domando chi sia il pazzo ad aver provato ad avvelenarle.... mai e dico mai mettersi contro i tre Demoni Bianchi» disse il locandiere scuotendo la testa.


Le tre ragazze si allontanarono dalle mura della città, cacciarono qualche cervo e si accamparono intorno ad un fuoco, mangiando le loro prede. Titania aveva sbollito la rabbia, la caccia l'aveva sfogata per bene.

«Titania, perché non sei voluta rimanere? Avremmo avuto un pasto da re ed una lussuosa camera, piuttosto che dormire per terra e mangiare carne di cervo!» si lamentò Leonora

«Non ti piace il cervo?» disse sarcasticamente Titania

«Non è questo il punto! Il punto è che...»

«Il punto è che non potevamo rimanere lì» tagliò corto Titania.

Calò un imbarazzante silenzio. La sorella maggiore proseguì: «Avevamo attirato troppo l'attenzione, la gente avrebbe saputo che avremmo pernottato lì e quindi avremmo potuto correre parecchi rischi. Già questa storia dell'avvelenamento non mi piace proprio. Kate, domani dovrai portarmi nel luogo dove hai acquistato quella carne»

«Stai sospettando del venditore?»

«Sì, sospetto che lui ti abbia riconosciuta e che quindi abbia provato a fregarti, mettendo del veleno nella carne»

Kate rispose contrariata: «Sai benissimo che non è così, che me ne sarei accorta. Non sono così stupida, so riconoscere se c'è del veleno su della carne cruda! Alla locanda c'erano troppe spezie e non ho potuto accorgermene... per fortuna che ci hai pensato tu. Ad ogni modo, escludo nella maniera più assoluta che possa essere stato il vecchio che me l'ha venduta: inizialmente non si era accorto chi fossi, quando però mi ha guardata meglio e se n'è accorto, il suo atteggiamento è cambiato; provava paura, leggevo il terrore nei suoi occhi. Mi ha perfino scontato il prezzo della carne, un ottimo scontro aggiungerei! E comunque sono stata attenta, non ha fatto movimenti strani e sono sicura di aver controllato la carne quando me l'ha data»

«Ed allora tutto questo rimane un bel mistero.... oh beh, avremmo tempo domani mattina per approfondire l'argomento. Sarà meglio andare a dormire ora»

«È stata una giornata davvero snervante, sono esausta.... Beh buonanotte ragazze» disse sbadigliando Leonora

«Buonanotte» rispose freddamente Titania.

Con un veloce colpo di mano, il Demone Possente generò uno spostamento d'aria talmente forte che spense il fuoco. Non c'era luna quella sera, così l'oscurità le avvolse all'improvviso.

«Buonanotte....». Kate era irrequieta. Non faceva altro che pensare a quel ragazzo.

"Marcus.... possibile che sia stato lui? Ma no, che vado a pensare... è solo un sempliciotto. Un bel sempliciotto... ma cosa sto pensando?! Forse è il caso che vada a dormire....", dopo questo pensiero, la ragazza chiuse gli occhi e si addormentò.

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Capitolo 2
*** Il viaggio ***


Giunse finalmente l'alba. Kate si svegliò con i primi raggi del sole che illuminarono il suo dolce viso angelico.


Titania: «Ben alzata dormigliona!»


Non appena si fu completamente svegliata, Kate vide Titania intenta a trattare della selvaggina, mentre Leonora stava accendendo un fuoco con della legna e l'uso della magia.


Kate: «Buongiorno sorellone», disse sbadigliando, «come mai siete già in piedi?»


Titania: «Già in piedi? Sei tu che dormi troppo! È già l'alba e non abbiamo ancora fatto colazione. Forza, non perdiamo ulteriore tempo che abbiamo molta strada da fare»


Leonora: «Come al solito Titania si è svegliata prima di tutte, è andata nei boschi qui vicino a prendere un po' di legna ed a cacciare un po' di selvaggina per colazione»


Kate: «Di nuovo carne a colazione...»


Titania: «Tieni», disse lanciando qualcosa a Kate che afferrò al volo: «È un sacchetto di bacche, penso siano ottime per fare colazione a te che non gradisci la carne.... come farai a diventare grande e forte se ti nutri di quelle cose ancora lo devo capire»


Kate: «Grazie sorellona!», la ragazza cominciò a gustarsi le bacche. Anche se sembrava una burbera autoritaria, Titania farebbe di tutto per le sue due sorelle. Dopo aver fatto colazione, le tre ripresero il cammino verso la loro prossima meta.


Kate: «Dove andiamo di bello questa volta?»


Titania: «Stiamo andando a Tamuril, il feudo di Re Tolomeo. È un feudo molto più grande ed importante di Garlant. Lì sicuramente troveremo qualche bel lavoretto ben remunerato»


Kate: «Ma non ci bastano i soldi che abbiamo guadagnato con l'ultima missione?»


Leonora: «Kate ha ragione, con l'ultima missione dovremmo aver guadagnato abbastanza da poter oziare per minimo tre settimane»


Titania: «Beh, ho voluto donare gran parte della somma a tutti quei bambini che non hanno più una famiglia ed un posto dove andare. E fidatevi che Garlant era piena di questi piccolini»


Le altre due ragazze guardarono Titania con uno sguardo dolce e compassionevole.


Titania: «E SMETTETELA DI GUARDARMI COSI'! SAPETE BENISSIMO PERCHE' L'HO FATTO! ED ORA INCAMMINIAMOCI, NON VOGLIO TARDARE ULTERIORMENTE!»


Le due ragazze risero. Sotto quella corazza batteva un cuore d'oro, benché tutte e tre fossero delle spietate assassine all'occorrenza. Le tre sorelle si incamminarono verso quello che era il secondo feudo più grande di tutta Gatam: Tamuril. Il viaggio si stava svolgendo con calma e tranquillità, senza imprevisti o sorprese varie... finché non incontrarono un folto gruppo di persone con cavalli e carovane, intente a fare una sosta.


Titania: «Che fortuna incontrare delle persone proprio qui, magari possono darci delle informazioni utili! Andiamo a sentire cosa possono dirci riguardo a Tamuril»


Le tre ragazze furono accolte benevolmente dal gruppo che iniziò subito a stringersi intorno a loro facendo complimenti e domande.


«Non ci posso credere, i Tre Demoni Bianchi! Ragazze io sono un vostro grande ammiratore!»

«È vero che una volta avete sconfitto dieci draghi con un colpo solo?»

«Io so che Titania una volta diede un calcio ad una montagna, facendola diventare una pianura!»

«Leonora, è vero che puoi evocare le creature dall'oltretomba?»

«Kate sei bellissima! Possiamo vedere il tuo arco?»

«Se si unissero a noi, la nostra compagnia sarebbe imbattibile, oltre che i nostri affari salirebbero alle stelle!»


«Calmi calmi, lasciatele respirare». Un grosso uomo pelato si stava facendo largo tra la folla di curiosi, fino ad arrivare faccia a faccia con Titania. Era più alto di lei, muscoloso, con dei simpatici baffetti. I suoi occhi marroni osservavano con intensa ammirazione la ragazza.


Endo: «Salve, mi presento: il mio nome è Endo. Sono a capo di questa compagnia mercantile che si occupa di scambi commerciali per conto di Cornelia, la città imperiale»


Titania: «Caspita, allora sei un pezzo grosso!»


Endo: «Beh, la nostra compagnia è abbastanza importante, riforniamo sia la corte imperiale, sia la città. Senza di noi, l'impero avrebbe dei forti problemi.... quindi direi di sì, siamo importanti AHAHAHAH!»


Titania: «Quindi conoscete queste terre?»


Endo: «Beh dipende... dove dovete andare?»


Titania: «Siamo dirette a Tamuril, volevamo avere un'udienza con Re Tolomeo»


Endo: «Ah sì sì conosco Tamuril. Vieni pure nel mio 'ufficio' così che possa spiegarti bene quale strada prendere»


Titania: «Uomo, ci stai forse provando con me?»


Endo: «Provarci con Titania la Sterminatrice? Nemmeno un pazzo oserebbe tanto»


Un sorrisetto beffardo comparse sulla faccia della ragazza: «Meglio così, non sarò costretta ad ucciderti»


Endo: «G-grazie! Prego, da questa parte»


Titania si allontanò insieme ad Endo, mentre Kate e Leonora rimasero intrappolate nella morsa dei curiosi.


«Da quanto tempo è che pratichi la magia?»

«È difficile fare la vita che fate? Come siete arrivate a diventare dei mercenari?»

«Quanto pesa il tuo arco Kate?»

«Esiste un incantesimo per curare la peste?»


Le due ragazze erano esasperate. Improvvisamente un gruppo di bambini con una donna si misero davanti a Leonora e supplicarono: «Per favore signorina maga, possiamo vedere qualche magia?»


Leonora, che non sapeva resistere ad un dolce faccino di un bambino innocente, acconsentì e si allontanò, seguita da tutta la folla curiosa di vedere delle magie dal vivo. Kate rimase da sola.... ma notò che una persona era rimasta lì anziché seguire la folla.


Kate: «TU! Che ci fai tu qui?»


Marcus: «Ciao Kate! Io lavoro per la Compagnia di Endo anche se sono stato assunto da poco e per ora mi occupo dei compiti ingrati come prendersi cura dei cavalli e pulire le carovane. Non mi fanno ancora avvicinare alle merci, non si fidano. Ma è giusto così. Tu invece, perché sei qui?»


Kate: «Io e le mie sorelle ci stavamo dirigendo verso Tamuril. Ora mia sorella maggiore Titania è andata a parlare con Endo per farsi spiegare bene la strada»


Marcus: «Caspita è ancora abbastanza lontano e sta calando il sole.... forse vi conviene andare ad Adumio»


Kate: «Adumio?»


Marcus: «È un piccolo villaggio non lontano da qui. Ci sono stato un paio di volte, lì la gente è cordiale e disponibile, sicuramente non avrete problemi a farvi ospitare per passare la notte»


Kate: «Beh, grazie del consiglio Marcus! Voi invece dove andate di bello?». 


Marcus: «Siamo diretti a Cornelia, la città imperiale, ma prima dobbiamo racimolare la merce alla città di Valicus»


Kate: «Ed è lontano? Ce la fate ad arrivarci prima che faccia buio?». Kate diventava particolarmente apprensiva quando c'era di mezzo quel ragazzo.


Marcus: «Sì sì, non ti devi preoccupare. Saremmo potuti andare insieme, se solo Valicus non si trovasse dalla parte opposta di Tamuril. Anche perché, dopo aver fatto rifornimento, dovremmo passare comunque per Tamuril prima di andare a Cornelia, abbiamo delle consegne da fare anche lì»


Kate: «Capisco... è un vero peccato»


Marcus: «Già, ci avrebbe fatto comodo avere come scorta i famigerati Tre Demoni Bianchi, eheh»


Kate: «.... antipatico!»


Marcus: «Ora scusami, ma devo tornare alle mie mansioni. Mi ha fatto veramente piacere rivederti, spero potremmo vederci presto di nuovo!»


Kate: «Già, ha fatto piacere anche a me», disse arrossendo in viso, «Buon lavoro!»


Marcus si allontanò fino a sparire, così la ragazza raggiunse sua sorella maggiore intenta a far divertire i bambini.


Leonora: «E questo è il trucco del fuoco che assorbe l'acqua»


Bambini: «Ancora! Ancora!»


Leonora: «Bambini... basta, sono stremata, non ce la faccio più»


Bambini: «NOOOOOOOOO», scoppiò un pianto generale.


Leonora: «Su bambini, non fate così.... non piangete... »


Kate: «Che cattiva che sei, hai fatto piangere questi poveri bambini!» disse sorridendo.


Leonora: «Ah sei qui tu? Dove sei stata per tutto questo tempo? Aiutami con questi bambini, forza»


«SILENZIO!»


Una voce cupa ed autoritaria fermò quel piagnisteo infernale.


Leonora: «Titania, per fortuna che sei tornata»


I bambini alla vista della ragazza scapparono via impauriti. Solo uno rimase.


Titania: «Bene bene, abbiamo un impavido!»


Bambino: «N-non m-mi f-f-fai p-paura»


Titania: «Ah sì? Beh vediamo....». La ragazza si avvicino al bambino, fino ad esserne faccia a faccia: «..... BUH!»


Il bambino non riuscì più a trattenersi e si fece la pipì addosso. Successivamente scappò via piangendo. Alle altre persone non piacque il comportamento adottato dalla ragazza, allontanandosi sdegnati ma senza farlo notare.


Leonora: «Ci serviva Titania per avere un po' di pace»


Titania: «È perché voi due non siete così autorevoli. Bisogna avere il polso di ferro, anche con dei bambini»


Kate: «Hai parlato con Endo? Che ti ha detto?»


Titania: «Purtroppo c'è ancora un bel po' da camminare prima di arrivare a Tamuril. Per questa notte dovremmo trovare un posto per accamparci.


Leonora: «Uff... dormire di nuovo all'aperto.... questo non farà bene alla mia pelle ed alla mia schiena»


Titania: «Sempre a lamentarti tu»


Leonora: «Beh, scusami se preferisco dormire in un comodo letto!»


Kate: «Ragazze ragazze, non litigate, ho io la soluzione! Prima ho parlato con una persona che mi ha detto che nelle vicinanze c'è un piccolo villaggio di nome Adumio. Mi ha detto che lì la gente è ospitale, non avremmo problemi a farci ospitare per la notte!»


Leonora: «Ma è fantastico! Che stiamo aspettando? Partiamo subito!»


Titania: «Un momento... chi è questa persona? È affidabile?»


Kate: «È un ragazzo che ho già incontrato quando eravamo a Garlant. Mi è sembrato abbastanza affidabile»


Titania: «Mmmmm non sono molto convinta»


Leonora: «Suvvia Titania, cosa potrà mai capitarci? Siamo i Tre Demoni Bianchi, non c'è niente che non possiamo affrontare! E poi ho seriamente bisogno di un letto dove dormire!»


Kate: «Se vuoi posso rimanere alzata io a fare la guardia questa notte, se proprio non ti fidi»


Titania: «Ok, mi avete convinto. Dirigiamoci verso questo villaggio»


Leonora: «Kate, ti devo un favore!»


Kate: «Lo aggiungerò alla lista»


Leonora: «Ma che antipatica!»


Le due ragazze risero mentre Titania era immersa nei suoi pensieri. Il gruppo salutò la Compagnia di Endo e si diresse verso il villaggio di Adumio. Dovettero attraversare una folta foresta prima di raggiungere il villaggio. Fortunatamente lungo il tragitto non trovarono ostacoli di nessun tipo. Titania si tranquillizzò leggermente. Una volta uscite dalla foresta, videro all'orizzonte il villaggio. Sembrava un posto tranquillo. Però a circa 100 metri dal villaggio e per tutto il perimetro, c'erano delle strane insegne a forma di 'X' piantate nel terreno, come a rappresentare il territorio di proprietà del villaggio.


Titania: «Strano che un villaggio così piccolo voglia marcare così visibilmente il proprio territorio. Contando anche il fatto che non mi sembra abbiano chissà quali raccolti o mandrie»


Leonora: «Magari son semplicemente dei fanatici, smettila di preoccuparti inutilmente»


Titania: «Scusami se ci tengo alle nostre vite!»


Kate: «Non mi sembra il caso di litigare. Piuttosto andiamo a chiedere a qualcuno se c'è una locanda in cui passare la notte»


Le tre ragazze arrivarono nel villaggio e videro che la gente era silenziosa, camminando a testa bassa. Anche i bambini erano seduti e tranquilli invece che correre e giocare spensierati.


Titania: «Almeno qui sono tutti calmi e non dovrò alzare la voce»


Kate si avvicinò ad una giovane donna e chiese se c'era una locanda che potesse ospitarle per la notte. La donna se ne andò senza nemmeno guardarla in faccia.


Leonora: «Certo che son parecchio maleducati... il tuo amico non aveva detto che erano ospitali?»


Kate: «Non è un mio amico, ci conosciamo appena! E comunque sì, è abbastanza strano...»


Un'anziana vecchietta si avvicinò alle ragazze per offrire loro aiuto.


Vecchia: «Scusate... cercate per caso un alloggio dove passare la notte?»


Kate: «Sì signora, lei sa dove possiamo trovarlo?»

Vecchia: «Andate in fondo a questa strada... sulla destra troverete la "Locanda delle Illusioni". Troverete senz'altro una stanza per passare la notte»

Kate: «La ringraziamo infinitamente signora, è stata gentilissima!»

Vecchia: «Se fossi in voi mi accamperei nella foresta qui vicino.... è sicuramente un luogo più sicuro». Detto questo, l'anziana signora si allontano rapidamente.

Kate: «Che strana vecchietta...»

Leonora: «Poverina, non ci sta più con la testa»

Titania era sempre più dubbiosa. Arrivate alla locanda, riuscirono a prenotare una stanza. Il padrone diede loro le chiavi della stanza e mentre stavano dirigendosi verso essa, egli fece una raccomandazione alle tre sorelle: «Quando il sole sarà calato, non uscite dalla vostra stanza per nessun motivo»

Titania: «Cosa intende dire?»

Padrone: «Questo villaggio.... E' MALEDETTO!»

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Capitolo 3
*** Il villaggio maledetto ***


*click*


Titania: «Ecco, la porta è chiusa a chiave. Dovremmo poter stare tranquille ora»


Leonora: «Secondo me ti stai preoccupando un po' troppo, Titania. Magari quelle persone sono solo un po' stressate e quindi straparlano»


Titania: «Sorellina, dovresti sapere meglio di me che in questo mondo non bisogna fidarsi di niente e di nessuno. Per questa sera è meglio rimanere qui in questa stanza»


Leonora: «Ma io sto sentendo i morsi della fame, non credo di poter resistere!»


Titania estrasse dalla sua sacca un sacchetto più piccolo contenente delle bacche, le stesse che diede a Kate quella mattina: «Ecco, possiamo mangiare queste. Ce ne sono in abbondanza per tutte»


Leonora: «... non riusciranno mai queste bacche a riempire il mio stomaco! Morirò di fame, lo so....»


Titania: «È meglio che non mangi troppo, rischieresti di ingrassare. Sei la più carina del gruppo, se dovessi ingrassare invece che 'Demone Avvenente' ti chiameranno 'Demone Tondeggiante'»


Leonora: «Non sei spiritosa, sorellona cara»


Titania: «Suvvia, fattela una risata qualche volta!»


Kate: «Silenzio voi due.... il sole è tramontato e c'è del movimento in città»


Le tre sorelle si affacciarono alla finestra della loro stanza, situata al primo piano della locanda. Ciò che videro fu uno spettacolo raccapricciante: l'intero villaggio era gremito di gente armata intenta a ferirsi ed uccidersi a vicenda. Uomini adulti, anziani, donne, bambini... tutti avevano almeno un'arma: coltelli, forconi, asce, accette, balestre, spade, archi, pietre, bastoni.... ce n'era per tutti i gusti. Uomini che accoltellavano a sangue freddo le loro donne. Gruppi di bambini armati di armi contundenti che circondavano uomini e donne, assaltandoli ripetutamente provocando tagli più o meno profondi, fino a far morire le vittime dissanguate. Anziani che si davano fuoco tenendo per mano dei bambini senza lasciarli fuggire. Donne che tagliavano la testa ai loro mariti e ai loro figli. Ed ancora, bambini che dai tetti armati di arco e balestre colpivano gli anziani, più lenti ed indifesi, colpendoli alla testa o al collo. Anziani che avvelenavano donne e bambini facendogli mangiare torte avvelenate o direttamente la fiala di veleno. Uomini intenti ad impiccare i propri figli. Le tre sorelle erano rimaste interdette.


Leonora: «Ma che diavolo sta succedendo qui?»


Kate: «Che spettacolo orribile...»


Titania: «Deve essere la maledizione di cui parlava il locandiere»


Improvvisamente la porta della loro stanza cominciò a tremare. C'era qualcuno fuori alla porta che voleva entrare con insistenza.


Titania: «State indietro, me ne occupo io»


La porta stava cedendo sotto i colpi incessanti di un'ascia. Si aprì una fessura dalla quale le ragazze poterono  vedere il locandiere intento a dare colpi alla porta per farla crollare.


Kate: «Ma non era stato lui ad assicurarsi di non uscire dalla stanza? Perché ora vuole attaccarci?»


Titania: «Guarda i suoi occhi... sono spenti. Non è in se, è come se stesse agendo inconsciamente»


La porta cedette ed il locandiere si scagliò contro Titania, facendo cadere la sua ascia sulla testa della ragazza.


Leonora: «Attenta!»


Titania afferrò l'ascia con le sue mani, fermando il colpo: «Tsk, come se questo possa risultare un problema». Subito dopo diede una sonora testata al locandiere che finì a terra con la testa fratturata, in un lago di sangue.


Leonora: «Uff, c'è mancato poco»


Kate: «Di che ti preoccupi? La sorellona è imbattibile!»


Improvvisamente un sasso ruppe il vetro della finestra ed alcune schegge ferirono Kate al bracco sinistro.


Titania corse subito alla finestra per vedere chi fosse stato, mentre Leonora provvide subito a medicare Kate. Fuori, di fronte alla locanda, c'era un gruppo composta da tre bambini ed una bambina, tutti armati di sassi, fionde e coltelli. Il gruppo iniziò a tirare tutto ciò che aveva sotto mano, colpendo la bianca armatura di Titania o sfiorandola. Bastarono pochi secondi per far spazientire la ragazza che con un balzo li raggiunse. I bambini impugnarono i coltelli e corsero verso Titania.


Titania: «Che seccatura... se li colpisco rischierei di fargli molto male. Non mi resta nient'altro da fare»


La ragazza si voltò dando le spalle ai bambini e, rivolgendosi verso la finestra, disse: «Ragazze, tappatevi le orecchie!»


Leonora: «No aspetta, non vorrai!»


Kate: «È troppo tardi, finirai di medicarmi dopo. Tappati le orecchie, presto!»


Le ragazze si coprirono le orecchie. Titania fece un profondo respiro, si girò e, mentre un bambino era saltato per accoltellarla alla faccia, cacciò un urlo devastante. Lo spostamento d'aria generato da quell'urlo fece sobbalzare all'indietro di svariati metri quel povero bambino che si trovava a distanza estremamente ravvicinata con Titania, oltre a fargli sanguinare le orecchie, il naso e gli occhi a causa di lesioni interne. Gli altri bambini invece svennero. Nel raggio di 10 metri tutti i vetri vennero frantumati, mentre nel raggio di 2 metri, le abitazioni subirono danni ingenti. L'urlo si protrasse molto più avanti, mettendo all'erta gli altri abitanti del villaggio e facendo scappare gli animali nelle vicinanze. Uno stormo di uccelli si levò dalla vicina foresta, fuggendo terrorizzato.


Titania: «Ecco fatto, spero abbiano capito la lezione!»


Le altre due sorelle si affacciarono, alterandosi contro la loro sorella maggiore.


Leonora: «Ma sei impazzita? Stavo medicando Kate, ti sembra il modo!?»


Kate: «Non era il caso di usare l'urlo del Demone, non trovi?»


Titania: «Beh, ma almeno così il problema è stato risolto. Che c'è di male scusate?»


Kate: «Potevi trovare un modo meno traumatico per risolvere la questione... hai praticamente fatto una strage»


Titania: «Veramente ho fatto fuori solamente il locandiere ed un bambino che stava per accoltellarmi alla faccia... gli altri son solo svenuti. Da quando sei così sentimentale, eh Kate? Non sarà per via di quel tuo 'amico'?»


Kate: «M-ma di c-che stai parlando!»


Titania: «Ed allora perché sei diventata tutta rossa?»


Kate: «D-deve essere per via delle cure di Leonora!»


Leonora: «Ma se ti ho semplicemente fasciato il braccio!»


Kate: «.... ad ogni modo, guarda gli effetti del tuo urlo cara sorellona!»


Un folto numero di persone con aria poco amichevole si stava dirigendo verso Titania.


Titania: «Uff... ed io che volevo evitare di fare una strage»


Leonora: «Aspetta... guarda, sta sorgendo il sole»


I primi raggi dell'alba colpirono il villaggio ed i suoi abitati che improvvisamente si fermarono e lasciarono cadere a terra le armi. Come per magia i danni alle abitazioni vennero riparati: i vetri rotti tornarono come prima, le travi ammaccate tornarono lisce e splendenti, le case bruciate tornarono come nuove. In più, tutte le persone che quella sera erano state brutalmente uccise o si erano suicidate, tornarono in vita senza nemmeno un graffio.


Titania: «Ma che sta succedendo qui....»


Leonora vide che il locandiere si stava rialzando: la ferita alla testa era sparita, come anche il sangue in terra e sui vestiti. Era come se non fosse successo nulla.


Locandiere: «Ah siete voi.... buongiorno. Spero abbiate riposato bene», disse volgendo lo sguardo altrove.


Leonora, in preda ad uno scatto d'ira, corse verso l'uomo e lo afferrò per il collo, alzandolo pochi centimetri da terra: «Buongiorno? Dormito bene? MA STAI FORSE SCHERZANDO?»


Kate si strinse il braccio sinistro e notò che le faceva ancora male. Intanto Titania era tornata in stanza.


Titania: «Leonora, lascialo andare. Il nostro amico qui deve spiegarci molte cose. Dove possiamo parlare»


Leonora lasciò andare l'uomo che cadde in ginocchio e tossendo disse: «V...venite nel mio ufficio... vi racconterò tutto...»


L'ufficio del locandiere era in realtà una cantina. Lì erano presenti vecchi libri e scartoffie varie.


Locandiere: «Tutto iniziò due settimane fa. Il nostro era un villaggio tranquillo ed ospitale. Non abbiamo mai fatto del male a nessuno, anzi ci siamo sempre resi molto disponibili nel caso qualche straniero venisse a farci visita.


Kate: «Ed infatti il vostro villaggio ci è stato consigliato da una persona della Compagnia di Endo»


Locandiere: «Mi dispiace signorina, non abbiamo molti contatti con il mondo esterno. Non conosco questa Compagnia di Endo»


Titania: «Avete una foresta ed un ruscello nelle vicinanze, risorse ed animali non vi mancano è normale che non abbiate motivo di interessarvi al mondo che vi circonda. Continua pure»


Locandiere: «È proprio come dice lei. Ad ogni modo, la nefasta notte di due settimane fa accadde il misfatto: gli abitanti del villaggio divennero particolarmente aggressivi e cominciarono ad attaccarsi a vicenda, mietendo numerose vittime. Nessuno sembrava in grado di agire liberamente, era come se qualcuno ci controllasse. Tutto questo vortice di morte e distruzione continua fino al sorgere del sole: quando le prime luci dell'alba colpiscono il villaggio, torniamo ad avere il controllo di noi stessi. I danni causati vengono riparati come per magia e chi è deceduto torna di nuovo in vita»


Kate: «Ma è terribile...»


Locandiere: «E non è tutto, ora arriva la parte più terribile: ognuno di noi mantiene il ricordo di ciò che è successo! Sono due settimane che andiamo avanti ad ucciderci a vicenda per poi ricordare tutto. È una vera agonia!»


Kate: «Poverini, provo pena per loro. Chi può essere stato a fare una cosa tanto crudele?»


Titania: «Il mondo è crudele, piccola Kate. Anche senza un motivo, la gente può fare del male al suo prossimo. Prima capirai questa cosa e prima riuscirai a vivere decentemente»


Kate: «Ma non c'è niente che possiamo fare?»


Leonora: «TROVATA!»


Tutti si girarono verso la ragazza che improvvisamente aveva urlato, apparentemente senza motivo.


Titania: «Cosa hai trovato?»


Leonora: «La maledizione che affligge questo villaggio!»


Kate: «Dove hai preso quel libro che hai in mano?»


Leonora: «Ehm... l'ho 'preso in prestito' dalla sezione proibita della biblioteca reale del castello di Garlant. Sono sicura che non se ne accorgerà mai nessuno, era lì a prender polvere! Ad ogni modo... ecco qui. Mi sembrava di aver già sentito questa maledizione... ed eccola qui: Proelium Decretorius. È un'antica maledizione di tipo demoniaco, chiunque l'abbia lanciata deve essere in grado di interagire col regno dei demoni. In pratica, al calar delle tenebre, visto che i demoni odiano la luce del sole, chiunque si trovi nel raggio della maledizione perde qualsiasi sentimento umano e diventa simile ad un demone, non provando sentimenti ma solo voglia di uccidere. Tutto ciò fino alla ricomparsa del sole che inibisce momentaneamente la maledizione, facendo tornare tutto alla normalità. La maledizione non agisce sui singoli individui, bensì su di un'area»


Titania: «Beh ma allora perché non vi allontanate dal villaggio? Basterebbe questo per non essere più soggetti alla maledizione, giusto?»


Leonora: «Purtroppo non è così semplice. Chiunque sia stato influenzato almeno una volta dalla maledizione, è legato ad essa in modo indissolubile. Se prova ad allontanarsi dall'area di azione della maledizione, viene carbonizzato all'istante. Credo di capire a cosa servano quei cartelli a forma di 'X' poco distanti dal villaggio...»


Locandiere: «Esatto signorina, ha indovinato. Abbiamo delimitato i limiti su cui agisce la maledizione. Oltrepassando quel punto moriremo all'istante, senza possibilità di salvarci o tornare in vita»


Kate: «Ma... questo vuol dire che siamo condannate anche noi!?»


Leonora: «Fortunatamente no, la maledizione colpisce solamente nel momento in cui è stata lanciata. Presumo che foste tutti nel villaggio quando successe»


Locandiere: «Solamente alcuni di noi erano fuori a raccogliere della legna... ricordo ancora che quella sera provarono a farci ragionare e noi li uccidemmo brutalmente.... la mattina quando tornammo in noi fu traumatico. Uno di quegli uomini fu ucciso proprio da sua moglie e suo figlio, fu una tragedia. Ricordo ancora le lacrime di quella donna, non smetteva di piangere...»


Titania: «Ora capisco anche il comportamento degli abitanti del villaggio e perché perfino i bambini non sono allegri e spensierati»


Kate: «Esiste per caso una cura?»


Locandiere: «Purtroppo temo di no.... siamo destinati a questo girone infernale per l'eternità»


Leonora: «Ed invece no! Qui viene descritta una procedura per spezzare la maledizione: basta eliminare tutti coloro colpiti dalla stessa! In questo modo la maledizione scomparirà»


Locandiere: «Non mi sta prendendo in giro signorina?»


Leonora: «Leggi tu stesso!»


Locandiere: «Ehm... purtroppo non so leggere, mi dispiace! Ma voglio fidarmi! Ma chi può essere in grado di eliminare tutti gli abitanti del villaggio? Perfino noi non arriviamo ad eliminarci completamente a vicenda in una notte»


Titania: «Ci penseremo noi tre!»


Locandiere: «Voi tre signorine? Siete sicure di farcela contro tutte quelle persone?»


Titania: «Sicuramente non lo sai, vivendo in questo sperduto villaggio, ma noi siamo i Tre Demoni Bianchi, dei mercenari fortissimi ed assetati di sangue! Per noi sarà uno scherzo farvi fuori tutti!»


Locandiere: «Ah ecco! Non ho mai sentito quel nome, ma se dite così mi fido! Bene, cosa possiamo fare per ringraziarvi del vostro aiuto?»


Titania: «Calma buon uomo, non vendere la pelle dell'orso prima di averlo preso. Prima di tutto dobbiamo radere al suolo l'intero villaggio! Dobbiamo avere un territorio di caccia privo di ostacoli, in modo che nessuno possa nascondersi!»


Locandiere: «Bene, andiamo nella piazza centrale, dobbiamo divulgare la notizia a tutti!»


Una volta nella piazza centrale, le tre sorelle parlarono a tutti gli abitanti del villaggio lì riuniti. Inizialmente erano abbastanza titubanti, ma poi grazie all'aiuto del locandiere, si fidarono ed acconsentirono a stare al piano. Cominciò quindi la demolizione del villaggio. Titania a mani nude riusciva a demolire una casa, Leonora grazie alla sua magia riusciva ad incendiare più abitazioni contemporaneamente, mentre Kate aiutava gli altri uomini demolendo con martelli, asce e quant'altro. Riuscirono a radere al suolo l'intero villaggio in tempo per la sera.


Locandiere: «Non sappiamo come ringraziarvi... davvero, grazie per l'aiuto che ci state offrendo»


Il sole stava calando. Nella piazza si erano formati due gruppi: l'enorme gruppo dei villici a sinistra e le nostre tre eroine sulla destra.


Locandiere: «Oramai il sole sta calando... è quasi ora. Speriamo di non farvi troppo male!»


Titania: «Casomai è il contrario, non venite a lamentarvi la mattina di come vi abbia fracassato la testa!»


Ci fu una risata generale.


Locandiere: «Bene, è giunta l'ora. Ci vediamo in mattinata... in bocca al lupo e... grazie!»


Il sole era calato. Gli occhi dei villici si erano spenti ed il loro atteggiamento divenne aggressivo.


Titania: «Ci siamo... mi raccomando, non trattenetevi. Nessuna pietà!»


«Ricevuto!», dissero le altre due in coro.


La battaglia si scatenò. Titania era irrefrenabile: uccideva a destra e a manca, divertendosi. Leonora carbonizzava tutti coloro che le venivano contro, mentre Kate si occupava della gente sui tetti. Tutto stava filando liscio: un massacro a regola d'arte.


Kate: «E questo è l'ultimo!», la ragazza scoccò una freccia che si impiantò proprio nella fronte del locandiere.


Leonora: «Finalmente è tutto finito! Abbiamo sconfitto la maledizione»


Nell'udire quelle parole, Titania si accorse troppo tardi dell'enorme sbaglio che avevano fatto. Il sole spuntò ed illuminò le macerie ed i corpi senza vita dei villici. Ma non succedeva nulla.


Kate: «Un momento... come mai non tornano in vita?»


Leonora: «Già, è strano.... eppure abbiamo seguito le istruzioni alla lettera! Che sta succedendo?»


Kate: «Forse abbiamo commesso qualche errore?»


«Nessun errore» disse Titania seriamente, «Abbiamo semplicemente sconfitto la maledizione. E visto che non c'è più la maledizione, non possono più tornare in vita»


Kate: «Che... che cosa abbiamo fatto....»


Leonora: «... dannazione! Perché non mi è venuto subito in mente? Dannazione, dannazione, dannazione!», la ragazza era in ginocchio, tirando pugni al terreno.


Titania: «Forza ragazze... non è il momento di farsi prendere dai sentimentalismi. Qui non abbiamo più niente da fare. Prendiamo le nostre cose ed andiamocene. Proseguiamo verso Tamuril»


Kate: «Ma Titania...»


Titania: «Niente 'ma'. Coraggio, muoviamoci»


Titania cominciò ad avviarsi, lasciando indietro le sorelle.


Kate: «Forza Leonora, alzati.... Titania ci sta lasciando indietro»


Leonora: «... a volte la invidio davvero tanto. Vorrei avere io il suo carattere freddo e distaccato. Come fa a rimanere così impassibile di fronte a quanto abbiamo fatto?»


Kate: «È la nostra maledizione. D'altronde abbiamo deciso tutte insieme di diventare dei mercenari ed ora non possiamo lamentarci»


Leonora: «Hai ragione... dai raggiungiamola»


Le tre sorelle ripresero il cammino verso la loro meta: Tamuril. Quando furono abbastanza lontane, il villaggio ed i suoi abitanti cominciarono a sparire pian piano. Nel giro di pochi minuti, quelle terre tornarono vuote, come se non ci fosse mai stato nessun villaggio. Era come se Adumio non fosse mai esistito.

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Capitolo 4
*** Il grande problema di Tamuril ***


Mancava ormai poco all'arrivo a Tamuril e sia Kate che Leonora erano taciturne, tristi ed affrante, ripensando a ciò che era successo al villaggio di Adumio.


Titania: «Beh, che cosa vi prende? Siete state zitte per tutto il viaggio. Vi ho lasciato fare, ma ora basta, non rattristatevi! È vero, abbiamo fatto una strage che avremmo potuto evitare, però così non saremmo state in grado di annullare la maledizione. Pensateci: è meglio aver dato la pace eterna a quella povera gente o lasciarli in un limbo infinito costretti a soffrire in eterno? Secondo me abbiamo fatto la scelta migliore»


Leonora: «Ma quelle povere persone innocenti.... si sono fidate ciecamente di noi. E noi... non siamo state in grado di salvarle...»


Kate: «O forse loro avevano previsto fin dall'inizio come sarebbe andata, però non ci hanno detto nulla. Forse volevano veramente farla finita, smettere di soffrire a quel modo»


Titania: «Kate ha ragione. Probabilmente si erano accorti di tutto e ci hanno lasciato fare ugualmente per raggiungere la pace eterna»


Leonora: «Forse avete ragione....»


Titania: «Certo che abbiamo ragione!»


Leonora sembrava più sollevata. Si ripromise di non prendere più decisioni alla leggera, ma di ponderare bene sulla giusta decisione da prendere.


«Guardate!», disse Kate correndo, precedendo Titania.


Titania: «Siamo arrivate... questa è Tamuril!»


Davanti a loro si prestava uno spettacolo magnifico: Tamuril, il secondo più grande feudo di tutto Gatam. La città era costruita in argilla con tetti in mattone, nulla a che vedere con le capanne di legno di Garlant. Il mercato era una cosa fantastica, pieno di bancarelle che vendevano oggetti e cibo provenienti da diversi villaggi. Ma il pezzo forte era il palazzo imperiale che sovrastava tutto con la sua imponenza.


Titania: «Ragazze, direi di recarci subito a palazzo per avere udienza con re Tolomeo e...»


«I TRE DEMONI BIANCHI!»


Un ragazzo urlò a squarciagola quando le vide, attirando subito una folla di curiosi che cominciò a fare domande come di rito.


«Ma è vero che Titania può sollevare fino a 1000 kg?»

«Leonora sei bellissima, sposami ti prego!»

«Kate, riusciresti a colpire una formica da un km di distanza?»


Leonora: «Scusateci, andiamo di fretta»


Kate: «Volevamo chiedere udienza al re»


«Ma il re non riceve così, senza preavviso. Dovete scrivere una lettera per chiedere udienza ed aspettare una sua risposta»

«Già, anche se siete i Tre Demoni Bianchi, non credete che avrete un trattamento speciale»

«Io la mia lettera l'ho mandata tre anni fa e sto ancora aspettando una risposta!»


«Per loro il re farà un'eccezione»


Una guardia imperiale irruppe in mezzo alla folla, seguita da altre guardie imperiali.


Guardia: «Il re vorrebbe avervi a palazzo per un'udienza, è estremamente importante»


Titania: «Bene, era proprio quello che volevamo. Solo una cosa non mi convince... come facevate a sapere che eravamo in città? Non sarà mica una trappola?»


Guardia: «Nessuna trappola. Il mago di corte, Menémago, può vedere tutto, è un divinatore eccezionale. Ha previsto il vostro arrivo, ecco perché siamo qui»


Titania: «Sareste potuti arrivare anche un po' prima, ci saremmo risparmiate questa scenetta patetica con questi villici»


«Hey attenta a come parli tu! Chi ti credi di essere?»


Titania: «VIENI A DIRMELO IN FACCIA SE NE HAI IL CORAGGIO!», tuonò la ragazza.


La folla si dileguò impaurita.


Leonora: «Avresti potuto urlare prima, eheh»


Guardia: «Bene, visto che abbiamo risolto la seccatura, vi prego di seguirci»


Il corteo imperiale scortò le tre sorelle fin dentro al castello, nella sala del trono. La sala era lussuosissima, con tappeti pregiati, tende di velluto, quadri e stendardi. Il trono era rivolto nella direzione opposta del centro della sala. Un piccolo uomo pieno di folti capelli castani che gli coprivano il viso, era lì vicino: «Sire, sono arrivate».


«Grazie Menémago, gira pure il trono». Il piccolo uomo eseguì l'ordine. Sul trono era seduto un uomo non troppo anziano, ma con barba, baffi, sopracciglia e capelli completamente bianchi. Sembrava un uomo forte per la sua età, con un fisico ben scolpito. I suoi occhi neri infondevano una sensazione di paura ed inferiorità. Egli era re Tolomeo, uno dei più grandi re di tutto Gatam.


Tolomeo: «Ben arrivate, mie dolci ospiti. Sono desolato per avervi convocato qui in fretta e furia, ma la situazione è abbastanza critica»


Titania: «Non dovete preoccuparvi, avevamo comunque intenzione di chiedervi udienza per sapere se c'era qualcosa che potevamo fare in cambio di denaro»


Tolomeo: «È proprio quello che vorrei proporvi!»


«Ma se ha con se un indovino, non doveva già sapere che volevamo chiedergli udienza per un lavoro?», bisbigliò Kate a Leonora, la quale ridacchio.


Menémago: «Smettetela di confabulare voi due, può capitare che faccia degli errori, non sono infallibile!»


«Chiedo scusa per l'indisponenza delle mie due sorelle», disse Titania lanciando un'occhiataccia alle due ragazze, facendole rabbrividire.


Tolomeo: «Non ha importanza, Menémago non se l'è mica presa. E poi ci sono questioni più importanti da discutere»


Titania: «Vi ascoltiamo, procedete pure»


Tolomeo: «Come ben saprete e avete avuto modo di vedere, Tamuril è un grande feudo. Il suo mercato ha merci provenienti da diversi villaggi, limitrofi e non. Il sostentamento di Tamuril si basa principalmente sul commercio: senza di esso, il feudo se la passerebbe veramente male. Qual è il problema quindi? Semplice: gli orchi! Da qualche tempo, un gruppo di orchi provenienti dalla catena montuosa di Kulas, sta razziando e distruggendo le risorse destinate a Tamuril dei villaggi vicini: distruggono i campi, decimano il bestiame, si cibano perfino degli agricoltori e allevatori stessi! È veramente un terribile cataclisma, a lungo andare saremo costretti ad allontanare la gente del feudo altrimenti non ci sarebbe abbastanza cibo per tutti»


Kate: «Perdonate l'intromissione e l'insolenza, ma non basterebbe inviare delle truppe per fermarli?»


Tolomeo: «Credi che non ci abbia già pensato? Ho inviato truppe su truppe, ma nessuno riesce a fermare quegli orchi. Credo abbiano qualcosa di diverso... ma non so dire cosa»


Leonora: «E cosa vi fa pensare che noi possiamo fermarli?»


Tolomeo: «Ragazza, credi davvero che sia così sprovveduto? Voi siete i Tre Demoni Bianchi, conosciute in lungo e in largo. Le vostre gesta sono oramai delle leggende. Avete addirittura ucciso un drago, solo voi tre. Noi per uccidere un drago abbiamo dovuto unire gli eserciti di Tamuril e Cornelia, ricevendo comunque copiose perdite. Vi prego, siete la nostra unica speranza....»


Menémago: «È la prima volta che il nostro re Tolomeo supplichi qualcuno. Come potete vedere, la situazione è veramente disperata. Verrete lautamente ricompensate se è questo che vi preoccupa»


Titania: «Accettiamo l'incarico! Rispediremo quegli orchi a calci nelle loro montagne desolate!»


Tolomeo: «Che notizia magnifica! Bene, vi darò i dettagli del piano». Il re batté le mani ed una guardia portò una mappa della zona, proseguendo con: «Come potete vedere, questa è la mappa del territorio intorno a Tamuril. Fin'ora gli orchi hanno razziato le risorse di Rabastra, Neptunia e Zagaria, proseguendo sempre verso ovest. La prossima in lista è Calladio. E qui c'è un problema ancora più grande: tra qualche giorno dovrebbe presentarsi lì la Compagnia di Endo, è una compagnia che usiamo per effettuare degli scambi commerciali con le città lontane e vicine. L'avevamo mandata a prendere delle provviste alla città di Valicus ed ora dovrebbero andare a prendere il restante carico a Calladio. Se però dovessero arrivare lì e trovare gli orchi, l'intero carico sarà perduto, rappresentando un'enorme perdita per Tamuril. E questo non possiamo assolutamente permetterlo. Posso mettervi a disposizione cavalli, uomini, armi.... chiedete e vi sarà dato. Qualsiasi cosa pur di fermare quegli orchi»


Kate cominciò ad innervosirsi: "La Compagnia di Endo.... dove c'è anche Marcus... non posso permettere che gli capiti qualcosa di male!", pensò.


Titania: «Abbiamo avuto modo di incontrare la Compagnia di Endo, sappiamo quanto sia importante il loro lavoro. Allora, per prima cosa ecco cosa faremo: noi tre andremo a Calladio per prime. Ci serviranno cavalli forti, robusti e resistenti per portare noi e le nostre armature, cavalli in grado di portare oltre 200 kg di peso»


Tolomeo: «Modestamente la nostra scuderia ha una parte speciale di cavalli di razza, addestrati appositamente per guerrieri d'elite appartenenti alla guardia imperiale di Cornelia con il compito di difendere l'imperatore. Questi stalloni sono forti, decisi, resistono a pesi e pressioni estreme, riuscendo comunque ad essere veloci. Avrete tre di quei cavalli. Serve altro?»


Titania: «Perfetto, in questo modo noi saremo le prime ad arrivare e potremmo scontrarci direttamente con gli orchi. Ad un giorno di distanza dalla nostra partenza, invierete una seconda spedizione formata da 10 guardie scelte insieme ad una carovana di provviste imperiali. Se tutto va come previsto, dovrebbero arrivare dopo che avremmo sconfitto gli orchi, così da poterci ristabilire senza togliere le preziose risorse destinate al mercato di Tamuril. Qualche obiezione?»


Tolomeo: «Nessuna, son ben disposto a separarmi da qualche mia provvista personale, pur di salvare il mio regno ed il mio popolo. Quando avete intenzione di partire?»


Titania: «Immediatamente! Non c'è tempo da perdere, prima arriviamo e meglio sarà»


Tolomeo: «Perfetto, vi faccio preparare i cavalli. Quando sarete pronte, recatevi ai cancelli di ingresso di Tamuril, troverete ciò che avete chiesto»


Titania: «Vi ringraziamo re Tolomeo. Ci rivedremo tra qualche giorno. Non vi preoccupate, tutto si sistemerà per il meglio»


Le tre ragazze non persero tempo e, dopo aver mangiato qualcosa alla taverna del paese, si presentarono ai cancelli di Tamuril dove le attendevano tre stalloni purosangue: Diablo, Fenrir e Luna. Diablo era uno stallone possente ed imponente: con un manto nero come la notte e gli occhi rossi come il sangue, sembrava un cavallo dell'oltretomba. Poteva trasportare tranquillamente 500 kg senza accusare nessun fastidio e raggiungere contemporaneamente la velocità di 30 km/h. Fenrir deve il suo nome al re dei lupi: aveva un manto argenteo che brillava nella notte, insieme ai suoi occhi gialli. Riusciva a trasportare sui 200 kg senza sforzo, raggiungendo i 50 km/h. Era più debole di Diablo, ma sensibilmente più veloce. L'ultima, Luna, era una cavalla dal manto bianco, con gli occhi azzurri. Poteva trasportare solamente 150 kg senza sforzo ed arrivare ad una velocità di 40 km/h. A differenza degli altri due però, riesce a resistere per molto più tempo sotto sforzo, andando avanti anche per giorni senza mangiare.


Titania e Diablo si guardarono intensamente e.... improvvisamente si diedero una testata. Entrambi non fecero una piega, quindi la ragazza disse: «Ho trovato il mio destriero» e montò in sella. Leonora era affascinata dal manto di Fenrir che lo fissava senza dire una parola. Il cavallo le si avvicinò e si chinò, come fosse un invito a farla salire. Anche Leonora aveva trovato il suo destriero. Rimanevano solo Luna e Kate, che esclamò: «Sei rimasto solo tu». La cavalla nitrì indispettita.


Kate: «Ah ma sei una femmina! Avevano detto che ci avrebbero dato degli stalloni... scusa mi dispiace». La cavalla sfregò il suo viso con quello di Kate che ridacchiò: «Sembri simpatica, vuoi essere il mio destriero?». La cavalla nitrì forte.


Kate: «Ok allora... andiamo!» e saltò in sella. Le tre ragazze erano pronte e partirono alla volta di Calladio. I cavalli erano veloci e non si lamentavano del peso che stavano trasportando.


Titania: «Che velocità! Di questo passo arriveremo a Calladio prima di sera, giusto in tempo per preparare una strategia contro questi orchi»


Leonora si era addormentata sul soffice manto di Fenrir.


Kate: «Ma guarda quella... riesce a dormire anche mentre sta galoppando!»

Luna: «Hhhhiiiiiiiiii»

Kate: «Sei d'accordo con me anche tu vero? Eheh»


La cavalcata procedette senza intoppi e finalmente le tre sorelle arrivarono nel villaggio di Calladio. Le persone, vedendo Diablo, temettero che fossero arrivati degli invasori e diedero l'allarme.


«A-andate v-v-ia!» urlò un contadino mentre puntava un forcone verso Diablo e Titania.


Titania: «Non abbiate paura, non siamo degli invasori. Siamo stati mandati qui da re Tolomeo per impedire agli orchi di radere al suolo anche questo villaggio»


Contadino: «Orchi?»


Titania: «Sì, non siete stati avvertiti? Degli orchi stanno facendo razzia nei villaggi vicini, il prossimo bersaglio siete voi, quindi il re....»


Contadino: «ORCHI! E STANNO ARRIVANDO QUI! SI SALVI CHI PUO'!»


Ci fu un trambusto generale di gente che scappava in maniera confusa e disordinata.


Titania: «Ora capisco perché il re non aveva divulgato la notizia....»


Diablo scosse la testa.


Leonora: «.... ehm yaaaaaawwnnnn siamo già arrivati?»


Kate: «Ben svegliata, eh?»

Luna: «Hhhhhhiiiiiiiii»


Leonora: «Cosa mi son persa?»


Titania: «La grande fuga degli abitanti di Calladio. Ora il villaggio è completamente nostro!»


Leonora: «Bene, possiamo fare baldoria allora!»


Kate: «Leonora sei incorreggibile... presto, mettiamo i cavalli nella stalla e pensiamo subito ad una strategia di difesa»


Leonora: «.... sei proprio antipatica, sai?»


Fenrir sbuffò.


Dopo aver sistemato i cavalli nella stalla, le tre sorelle entrarono in una capanna ed iniziarono a discutere su di una possibile strategia.


Titania: «Allora, cosa sappiamo degli orchi?»


Leonora: «Io li ho studiate: generalmente sono stupidi, ma abbastanza intelligenti da poter parlare e fare dei semplici ragionamenti. Non sono così stupidi da invadere il territorio degli umani per esempio»


Titania: «Esatto e questo è già il primo punto che non mi torna: perché una banda di orchi dovrebbe invadere i nostri territori? Continua pure Leonora»


Leonora: «Seconda cosa, la loro forza: un orco in media ha l'equivalente di forza di 5-6 uomini adulti. Gli esponenti più forti possono raggiungere le 8-9 volte. Ma anche così i conti non tornano: supponendo di avere un gruppo di 10 orchi, inviando un piccolo esercito che li indebolisca dalla distanza e poi dia il colpo di grazia nel combattimento ravvicinato, non dovrebbero esserci problemi nello sconfiggerli»


Titania: «Esatto anche qui. Mi sono meravigliata quando re Tolomeo ha detto che non sono riusciti a farli fuori... che si tratti di orchi anormali?»


Leonora: «Non è da escludere. Visto che non sappiamo con che tipo di orchi avremmo a che fare, direi di ideare una strategia basata sull'effetto sorpresa. Titania, tu costruirai delle trappole intorno al perimetro del villaggio in modo da rallentarli; io piazzerò delle trappole magiche nel villaggio facendo in modo che si attivino solo sugli orchi, mentre tu Kate sarai di vedetta sulla collina qui vicino ed attaccherai a distanza. Siete d'accordo?»


Titania: «Un piano impeccabile, non conoscendo il numero e la forza dei nostri avversari, puntare sull'effetto sorpresa è la cosa migliore. Bene direi di...»


Kate: «Credo che il tuo piano non si possa attuare.... ho sentito un rumore»


Le tre sorelle uscirono dalla capanna e videro avvicinarsi in lontananza delle oscure figure.


Kate: «Distinguo chiaramente sette individui... sì sono sette orchi»


Leonora: «C'è qualcosa che mi turba.... riesco a captare qualcosa nell'aria, ma non riesco a capire cosa»


Titania: «Qualunque cosa sia, tenete gli occhi bene aperti. Anche se sono solamente in sette, non dobbiamo abbassare la guardia»


I sette orchi si fermarono improvvisamente.


Titania: «Beh? Perché non si muovono più?»


Kate: «Forse ci stanno studiando?»


Leonora: «Lo escluderei, gli orchi sono troppo stupidi per studiare i propri avversari e decidere delle strategie»


Titania: «HEY VOI! VENITE QUI SE NE AVETE IL CORAGGIO!»


Leonora: «Non credo sia il caso di indispettirli in questo modo....»


Titania si voltò verso Leonora e disse: «Non conosco altri modi per attirare l'attenzione del nem...»


Un grosso masso colpì in pieno Titania, facendola volare contro la capanna, distruggendola parzialmente.


«TITANIA!» urlarono all'unisono le altre due ragazze.


Leonora: «Sono incredibilmente forti e veloci per essere degli orchi! Titania si è distratta solo un secondo»


Kate: «Stai attenta, ne stanno arrivando degli altri!»


Le due ragazze riuscirono ad evitarli tutti. Uno, però, stava cadendo proprio sulla capanna dove era rimasta sepolta Titania. Una forte onda d'urto fece volare via i detriti ed una mano disintegrò quel masso. Era Titania che si era ripresa dal colpo ricevuto poc'anzi. Un rivolo di sangue scendeva lentamente dalla sua fronte, fino ad arrivare alla bocca. Titania lo leccò con la sua lingua: «Però, niente male questi orchi. Penso che mi divertirò». Impugnò la sua Bastard Sword e si buttò all'attacco. Gli orchi, vedendo che Titania veniva loro contro, si divisero formando coppie da due ed andando ogni coppia contro una delle ragazze. Un solo orco rimase sulle retrovie a guardare.


Leonora: «Strategie di gruppo? Ma non è possibile! Di solito gli orchi attaccano in branco, senza dividersi tra gli avversari!»


Kate cercava di colpire i suoi avversari, ma questi si muovevano troppo velocemente: «Accidenti, sono più agili di quanto credessi!»


Leonora: «Altra anomalia... gli orchi sono forti, non agili! C'è veramente qualcosa di strano in questi esseri.... vediamo come se la cavano con il fuoco, il loro nemico naturale!». La ragazza iniziò ad attaccare con magie basate sul fuoco. Lanciò prima delle palle di fuoco che furono opportunamente schivate. Passò poi ad un muro di fuoco per proteggersi. Qui però assistette ad una cosa che mai avrebbe pensato di assistere in vita sua: un orco saltò attraverso la barriera di fuoco, superando la paura e facendosi giusto qualche ustione superficiale sull'armatura di pelle che indossava. Leonora poté vedere in faccia quell'orco: aveva la pelle completamente nera e gli occhi rosso sangue, con delle lacrime di sangue che scendevano fino alle guance. La ragazza era paralizzata dallo stupore. L'orco le diede una sberla e la fece volare a pochi metri lontano da lì. Anche Kate non se la passava bene, costretta ad indietreggiare sempre di più fino a raggiungere un punto morto. Decise quindi di utilizzare una bomba fumogena per potersi coprire la fuga, ma quegli orchi non ci cascarono e riuscirono a catturarla. Uno di questi la teneva per la vita, nella sua enorme mano. L'unica che riusciva a tenergli testa, seppur con qualche difficoltà, era Titania. Malgrado i suoi colpi di spadone, gli orchi continuavano ad attaccare, senza sentire il dolore. Leonora venne presa per una gamba e trascinata verso l'orco che era rimasto in disparte.


Leonora: «Quello deve essere il loro capo... vogliono offrirmi in sacrificio!»


Kate: «Dannazione, non riesco a muovermi!»


Titania: «Maledetti, ma perché non vanno giù? Eppure li sto colpendo con tutta la mia forza!»


Un orco riuscì a fare uno sgambetto a Titania che cadde in ginocchio. Quando alzò la testa, vide che l'altro orco stava per colpirla con una mazza chiodata.


«HHHHHIIIIIIIHHHHHIIIIIIIII»


Un nitrito fece fermare l'attacco dell'orco che si girò dalla direzione da cui proveniva.... venendo colpito fortemente da uno zoccolo. Questo colpo lo fece allontanare di alcuni passi finendo per cadere a terra.


Titania: «Diablo? Cosa sei venuto a fare?». Il cavallo non mosse un muscolo, continuando a fissare il nemico. La ragazza si rimise in piedi, asciugandosi il sudore dalla fronte e disse: «Così vuoi combattere al mio fianco eh?»


Diablo: «PPPPPRRRRRFFFFF HHHHIIIIIIIII»


Titania: «Bene, allora... fatevi sotto!»


Dall'altra parte, Kate era ancora a battere le mani sulla mano dell'orco, nella speranza che la lasciasse andare: «Lasciami, lasciami, lasciami andare stupido orco!»


«HHHHIIIIIIIIII», un calcio ben assestato e l'orco mollò la presa.


Kate: «Luna! Sei venuta a salvarmi, grazie!»


Luna: «HHHIIIIIII!»


Kate: «Bene, ti mostrerò quanto può essere temibile un'arciere a cavallo!». La ragazza saltò in sella a Luna e cominciò a scoccare frecce intorno ai due orchi, mentre la cavalla galoppava a gran velocità. Dopo aver formato un cerchio di frecce, Kate urlò: «CRYSTAL NET!». Non appena finì di pronunciare quelle parole, una rete di cristallo intrappolò i due orchi. «Visto Luna? Anch'io mi intendo un po' di magia! Se ne staranno buoni per un po'»


Luna: «Hhhhhhiiiiiiii»


Leonora: «Lasciami andare, brutto orco puzzolente! Mi stai rovinando tutto il vestito!»


L'orco buttò la ragazza davanti al suo capo. Il grosso e possente orco la guardava intensamente con i suoi occhi iniettati di sangue. Stava per colpirla con la sua mazza, quando improvvisamente si sentì un urlo.


«HHHHHIIIIIUUUUUUU»


Sembrava un verso di un lupo.... ma anche quello di un cavallo! Era Fenrir, il cui manto brillava intensamente sotto i raggi lunari. Con un calcio allontanò il possente orco e portò in salvo Leonora in un posto sicuro.


Leonora: «Grazie per avermi salvata Fenrir»


Fenrir: «PPPPAAAARRRFFFF»


Leonora: «Sai... sei veramente strano per essere un cavallo! Ad ogni modo, ho capito cos'è capitato a questi orchi»


«Leonora! Stai bene?», Kate arrivò galoppando.


Leonora: «Sì sto bene anche se me la sono vista brutta, fortuna che è arrivato Fenrir a salvarmi.... tu invece come te la sei cavata?»


Kate: «Anche io me la stavo vedendo brutta, ma poi è arrivata Luna che mi ha liberata dalla morsa di quell'orco. Grazie al Crystal Net son riuscita ad intrappolarli!»


Leonora: «E brava la mia sorellina! Hai visto che quelle lezioni di magia non sono state una perdita di tempo?»


«Ragazze, tutto bene?», anche Titania si riunì al gruppo.


Kate: «Titania! Per fortuna stai bene... che fine hanno fatto i tuoi avversari?»


Titania: «Ah li ho sistemati, è stato facile»


«HHHHHIIIIIII», replicò Diablo, quasi disarcionando Titania.


Titania: «Hey hey, calmati. Sì, lui mi ha dato una mano»


Diablo scosse la testa contrariato.


Leonora: «Comunque ragazze, ho capito cosa affligge questi orchi: sono vittime di un incantesimo chiamato Insania Vena. Questo incantesimo aumenta in maniera spropositata l'afflusso e la quantità di sangue nel corpo. Ecco perché hanno tutto quel sangue negli occhi, non riuscendo neppure a contenerlo completamente. Solitamente questo incantesimo uccide il bersaglio su cui viene lanciato, non riuscendo l'organismo a gestire quelle enormi quantità di sangue. Però se lanciato su un bersaglio particolarmente robusto e resistente come appunto un orco, potrebbe funzionare, creando dei super guerrieri: il costante afflusso di sangue al cervello ed al resto del corpo, li rende veloci e pericolosi. Fortunatamente esiste una cura: basterà lanciare un incantesimo di ghiaccio per bloccare momentaneamente l'afflusso di sangue ed annullare così l'incantesimo. Mentre io vado ad occuparmi degli orchi che avete messo fuori combattimento, voi sistemate gli altri»


Titania: «Sarà uno scherzetto, vero Diablo?»


Diablo non fece una mossa.


Titania: «Eddai, stavo scherzando prima, non te la sarai mica presa?»


Diablo: «Ppprrfff»


Kate: «Andiamo a prendere quei bruti! Sei pronta Luna?»


Luna: «HHHHHIIIIIIIIII»


Le due ragazze, grazie all'aiuto dei propri destrieri, affrontarono senza difficoltà i due rimanenti orchi.


Titania: «Bene, resta solo il capo... questo me lo voglio prendere io da sola. Non te la prendere Diablo».


Il cavallo sembrò capire. Non appena la ragazza scese, si allontanò silenziosamente.


Kate: «Fagli vedere chi sei Titania!»


Il combattimento iniziò quasi istantaneamente: lo spadone di Titania e la mazza chiodata dell'orco si scontrarono più e più volte, senza che nessuno ebbe la meglio. L'orco allora diede un forte pestone al terreno, facendolo tremare. Titania non riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde all'indietro. L'orco ne approfittò subito colpendola in testa con la sua mazza.


«..... tsk, ora sei scoperto!», Titania contrattaccò dando un sonoro pugno direttamente in faccia all'orco. Il colpo di mazza chiodata ricevuto però, era particolarmente forte e la ragazza cadde a terra frastornata. L'orco si accarezzo lievemente la guancia colpita dal pugno, alzò nuovamente la mazza chiodata, pronto a colpire con tutta la forza che aveva in corpo. I cavalli erano troppo lontani per poter intervenire, mentre Kate non sarebbe riuscita a colpirlo in tempo con una delle sue frecce.


«TORMENTA ABISSALE!»


Dal terreno sotto all'orco si levò una tormenta che lo investì in pieno, congelandolo all'istante.


Leonora: «Ops, forse ci sono andata pesante»


Titania: «L'avrei sistemato anche da sola»


Leonora: «Un semplice grazie è più che sufficiente. Non avresti comunque potuto batterlo, era troppo potente in quello stato. Però sono rimasta impressionata, sei riuscita a colpirlo con un pugno in pieno viso!»


Orchi: «Capo! Come staiiiii? Perché essere diventato ghiacciolo?»


Leonora: «State tranquilli, domani mattina starà già meglio. Che ne dite ora di andarci a fare una bella dormita? Siamo tutti stanchi»


Orchi: «Noi d'accordo»


È notte fonda. Umani ed orchi dormivano sotto lo stesso tetto, nella capanna del capo villaggio, abbastanza grande per ospitarli tutti. Ma c'era qualcuno che non riusciva a prendere sonno.


«Non sono riuscita a batterti.... ed ora sei un pezzo di ghiaccio. Mi basterebbe un solo pugno per mandarti in frantumi. DANNAZIONE!». Titania tirò un pugno al terreno per la rabbia: «Perché non sono più forte? Come spero di difendere le mie due sorelle in questo stato? Io... devo diventare più forte, devo proteggerle. L'ho promesso alla mamma....»


La notte passò e finalmente giunse il giorno. Gli abitanti del villaggio cominciarono a riavvicinarsi al villaggio.


Contadino: «Hey guardate gente! Qui c'è un orco surgelato! Mi basterà un solo colpo per farlo fuori, state a guardare»


«Prova solo a sfiorarlo e sei morto». Da dietro la lastra di ghiaccio comparve Titania. Era stata sveglia tutta la notte a fare la guardia all'orco. Il povero contadino fuggì impaurito.


Capovilaggio: «Finalmente se ne sono andati tutti, che bello tornare a casa!», ma non appena aprì la porta di casa, si trovò davanti a se un orco.


Capovillaggio: «UN ORCOOOOO SI SALVI CHI PUO'!»


Ricominciò il caos del giorno prima.


«FERMI TUTTI!» tuonò Titania. I villani si bloccarono per la paura. Titania spiegò a tutti la situazione e finalmente si calmarono. Il capo villaggio fu contrariato che degli orchi abbiano dormito in casa sua, ma bastò qualche moneta d'oro per fargli cambiare idea. Giunse di nuovo la sera ed arrivarono le provviste ed i rinforzi richiesti da Titania. Nel frattempo il capo degli orchi si era finalmente scongelato.


Titania: «Finalmente sei uscito da quella prigione di ghiaccio»


«Yaaaaaaa libero finalmente! Grazie umana per vegliato su di me. Mio nome è Ogretto. Come fare per ricompensare te per aver salvato me e miei uomini da incantesimo cattivo?»


Titania: «Un modo ci sarebbe... però vieni, andiamo a mettere qualcosa sotto i denti. Dobbiamo rimetterci in forze!»


Lo stomaco di Ogretto brontolò: «Già avere tu ragione. Si mangia!»


Quella sera venne organizzato un bel banchetto, con tanto di balli e musica. Gli orchi e la gente si divertivano e riuscivano a coesistere pacificamente.


Contadino: «Allora non sono vere le storie su voi orchi, che siete cioè dei mostri assetati di sangue!»


Orco: «Assetato sangue io? No, io mangiare foglie di albero ed erba»


Contadino: «Un orco vegetariano... non l'avrei mai detto! Se vuoi posso darti qualche verdura del mio orto, ci stai?»


Orco: «Non vedere l'ora di assaggiare, gnammy!»


Paesana: «Ma è vero che voi orchi non sentite la fatica?»


Orco: «No»


Paesana: «Ed è vero che potete stare intere settimane senza mangiare?»


Orco: «No»


Paesana: «Ed è vero che puzzate?»


*scorreggiando* Orco: «Zì»


«AHAHAHAH»


Ogretto: «Ogretto deve proprio ringraziare te umana Titania per questa festa. Dimmi ora tuo desiderio!»


Titania: «Vorrei scontrarmi con te. Un incontro a mani nude, senza armi. Il primo che va al tappeto, perde»


Ogretto: «Tu volere sfidare me a incontro di botte? Tu essere pazza»


Titania: «Che c'è, hai paura?»


Ogretto: «Paura io? AHAHAHAHAH! Io accetta. Spera che tu non cada subito»


Titania: «Stavo per dire la stessa cosa»


Finita la festa, gli orchi e gli abitanti del villaggio si radunarono intorno a Titania ed Ogretto per assistere allo scontro del secolo.


Ogretto: «Io essere pronto, quando vuoi tu»


Titania: «Che lo scontro abbia inizio!»


Fu uno scontro memorabile che durò diversi giorni. Nessuno dei due voleva cedere: entrambi continuavano a tirare pugni in faccia all'altro, sperando che questi crollasse. Alla fine però, la svolta.


Titania: «Anf... anf.... però, non credevo fossi così forte anche da normale!»


Ogretto: «Anf... anf... io no credere.... anf.... che tu essere.... anf.... così forte per umana.... anf»


Titania: «Beh.... è il momento di farla finita»


Ogretto: «Sono d'accordo..... anf»


I due si scagliarono l'uno contro l'altra, urlando con tutto il fiato che avevano in corpo. Entrambi si colpirono con un pugno in faccia, cosa che li fece sbalzare all'indietro. Stavano vacillando, ma nessuno ancora cedette. Dopo qualche secondo, il colpo di scena.


Orchi: «NO CAPO!». Ogretto era a terra, stremato.


Capovillaggio: «LA VINCITRICE È TITANIA LA STERMINATRICE!»


La folla era in visibilio.


«Anf... anf... hai visto? Ce l'ho fatta a batterti.... anf...», disse Titania con il sangue che le usciva dal naso e la gengiva gonfia.


«Brava umana... bel lavoro!», rispose Ogretto con un occhio mezzo chiuso e la guancia gonfia.


La ragazza allungò una mano verso l'orco per aiutare ad alzarlo. Quel gesto ribadì il legame di pace e rispetto che incorreva tra gli orchi e gli umani.


"Vorrei tanto sapere chi ha avuto la brillante idea di lanciare quell'incantesimo su questi orchi....", Leonora non riusciva a togliersi dalla mente questo pensiero.


«HEY SONO ARRIVATI! È ARRIVATA LA COMPAGNIA DI ENDO!». Un contadino avvertì tutti dell'atteso arrivo della compagnia.


Kate non era più in se per la gioia. Finalmente l'avrebbe rivisto. Finalmente avrebbe rivisto Marcus.

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Capitolo 5
*** Il primo amore ***


Kate corse in prima fila per assistere all'arrivo della Compagnia di Endo, seguita da altre persone. Il resto della folla rimase a congratularsi con Titania e a deridere il gruppo degli orchi.


«Non siete così tanto forti se il vostro capo si è fatto sconfiggere da una donna umana! Ahahahah», li derise un contadino.


«Come osi umano! Vieni qui che ti divoro in un attimo!» urlò un grosso orco mentre teneva Ogretto per un braccio, aiutandolo a camminare.


«Lascia stare... non sa di cosa parla. Quella donna... non è umana. La sua forza è paragonabile a quella di un vero e proprio demone» disse Ogretto ancora un po' stordito.


I villici avevano profondo rispetto e timore per Titania, la donna che aveva sconfitto il capo degli orchi a mani nude! Leonora intanto era intenta a curare le ferite della sorella grazie all'aiuto della magia.


Titania: «Sembra sia arrivata la Compagnia di Endo. Chissà come stanno?»


Leonora: «Dopo che ti avrò curata potrai andare a vedere»


Titania: «E tu non vieni?»


Leonora: «Prima devo curare anche le ferite di Ogretto, non posso certo lasciarlo in quelle condizioni»


Titania: «Certo che puoi!»


Leonora: «Ed allora lascerò così anche te!»


Titania: «MA IO SONO TUA SORELLA!»


Leonora rise e continuò ad usare la sua magia curativa. Intanto Kate era alla disperata ricerca di Marcus: vedeva passare tutte facce conosciute, Endo in primis, ma di Marcus nemmeno l'ombra. Oramai la Compagnia era completamente entrata in città.


"Lui non c'è.... possibile che abbia abbandonato la Compagnia?", pensò tra sé e sé Kate. Delusa e sconsolata, tornò indietro tenendo il capo chinato.


«Cercavi qualcuno?»


"Quella voce!", Kate si girò con un'espressione di immensa gioia. A pochi passi da lei c'era Marcus accanto ad un cavallo. «Cercavi qualcuno?» ripeté il ragazzo con un sorriso sulle labbra.


«Nessuno in particolare...», disse arrossendo Kate.


Marcus: «Allora mi ero sbagliato. Credevo stessi aspettando me»


«Sì! Cioè, no! Cioè io.... ecco....», la ragazza era nella confusione più totale. Nel frattempo, Luna si era liberata dalle redini che la tenevano legata alla stalla ed era arrivata dalla ragazza. Con il musetto la stava spingendo verso Marcus.


Kate: «Hey Luna! Cosa ci fai qui? Che ti prende?»


Marcus: «Questo cavallo è tuo?»


Kate: «È una cavalla. Sì diciamo che è mia: io e le mie sorelle abbiamo dovuto prendere in prestito dei cavalli per una missione importante. Ora che l'abbiamo completata penso che li restituiremo»


Marcus: «È un vero peccato, sembrate essere molto legate... hey ci sono! Che ne diresti di fare una cavalcata insieme a me?»


Luna: «HHHHIIIIIIIIIII»


Marcus: «Anche lei sembra essere d'accordo, eheh»


Kate: «Ah... io veramente... non so se posso allontanarmi»


Marcus: «Suvvia, che può succederti? Sei uno dei Tre Demoni Bianchi, sarei io quello in pericolo nel ritrovarmi da solo con te!»


Kate: «.... spiritoso!»


Marcus: «Avanti allora, seguimi! Vediamo se la tua cavalla riesce a starmi dietro». Il ragazzo saltò in sella al suo destriero e cominciò a cavalcare allontanandosi dal villaggio di Calladio.


Kate: «Hey aspettami! Andiamo Luna!»


Luna: «HHHHHHIIIIIIIII»


La ragazza saltò in sella alla cavalla ed insieme inseguirono Marcus. Kate si sentiva strana: era la prima volta che inseguiva un ragazzo per non fargli del male, ma anzi per gioco. "Cosa mi prende? Perché mi sento così felice?", pensava lei. Intanto Marcus entrò in una foresta, sperando di poter seminare la ragazza. "Povero sciocco! In questo modo ci ha facilitato il compito. Cavalcare in mezzo a tutti quegli alberi non sarà affatto facile per un sempliciotto come lui.... un bel sempliciotto devo dire.... MA COSA STO PENSANDO?", pensò Kate arrossendo. L'inseguimento continuò ancora per qualche minuto, finché i due non si ritrovarono in una zona al centro della foresta senza alberi e con un piccolo laghetto nel mezzo. C'erano tante tipologie di fiori e diversi animali che andavano ad abbeverarsi in quel laghetto dall'acqua cristallina. Il vento, spirando dolcemente, inebriava l'aria di un profumo paradisiaco dato dai fiori presenti. Kate non credeva ai suoi occhi. Rimase per qualche secondo immobile, ammirando quel paesaggio, dimenticandosi completamente di Marcus.


«Allora, ti piace?» disse una voce proveniente dalle spalle della ragazza che girò la testa e vide Marcus che le si affiancava in sella al suo cavallo.


Kate: «Come facevi a sapere dell'esistenza di un simile posto all'interno di questa foresta?»


Marcus: «È semplice: una delle tante volte che abbiamo sostato nel villaggio di Calladio, io sono andato a farmi una cavalcata per conto mio e, senza volerlo, ho trovato questo posto. Bello vero?»


Kate: «È un posto stupendo, altro che bello!»


Marcus: «Sì intona perfettamente al colore azzurro dei tuoi occhi»


Kate arrossì nuovamente. I due ragazzi lasciarono liberi i cavalli che andarono ad abbeverarsi e successivamente a riposarsi nelle vicinanze del laghetto. Loro invece rimasero seduti sull'erba, in mezzo ai fiori. L'atmosfera che si era venuta a creare era magica.


Kate: «Guarda quante varietà di fiori! E che buon profumo che emanano»


Marcus: «Già, in questo luogo ci sono diverse varietà di profumi, alcuni anche abbastanza rari. Fortunatamente non è stato scoperto dai mercanti, altrimenti avrebbero distrutto questo piccolo paradiso per i loro affari»


Kate: «Beh, devono pur riuscire a guadagnare e vivere in qualche modo»


Marcus: «Ci sono tanti modi per guadagnarsi da vivere senza dover per forza distruggere la natura che ci circonda»


"Che ragazzo dolce e sensibile....", Kate era sempre più cotta.


Marcus: «Ah ecco, quasi mi dimenticavo! Com'è andata nel villaggio di Adumio? Siete state trattate bene? Il locandiere è simpatico come sempre?»


Kate si fece cupa in volto. Il ricordo dell'ultima freccia scoccata sulla fronte del povero locandiere tornò a tormentarla in mente.


Marcus: «Ho forse detto qualcosa che non va?»


Kate: «Vedi Marcus.... devi sapere che il villaggio di Adumio è stato colpito da una terribile maledizione.....». La ragazza continuò a spiegare per filo e per segno tutti i fatti accaduti. Marcus ascoltò in silenzio senza batter ciglio. Una volta che la ragazza ebbe finito, gli occhi di lui si riempirono di lacrime.


Marcus: «Quelle persone... cosa avevano fatto di male? Che colpa avevano? Erano così gentili..... così disponibili.... perché tutto questo? Chi può essere mai stato a fare una cosa simile? PERCHE'?»


Kate: «Mi sono fatta anch'io le stesse domande, ma non ho trovato risposta. Chiunque sia stato, deve pagare. E molto caro»


Marcus, continuando a piangere, abbracciò la ragazza che rimase interdetta. Era la prima volta che si faceva toccare da qualcuno che non fossero le sue sorelle: benché indossasse la sua durissima armatura bianca, Marcus avrebbe potuto pugnalarla facilmente al collo o alle giunture delle braccia, impedendole di usare qualsiasi arma e quindi di difendersi. Ma lui non l'ha fatto. Quel ragazzo che abbracciava quella fredda armatura, era in cerca solo di un po' di conforto. Kate iniziò ad accarezzargli dolcemente la testa.


«Quelle persone... mi hanno trattato come fossi uno di loro.... come se facessi parte della loro famiglia... non meritavano quella fine!», disse Marcus singhiozzando, continuando con: «Tu sei un mercenario giusto? Ti prego, trova ed uccidi il colpevole di tutto questo! Sono disposto a pagarti, dandoti tutto ciò che ho! Metterò da parte quanti più soldi possibile e se riuscirai nel tuo intento, sarò felice di darteli. Tutto pur di vendicare quelle splendide persone!».


Kate stava sorridendo: «Non c'è bisogno che tu mi dia niente. Anche io voglio trovare l'artefice di tutto questo e fargliela pagare!». "Non pensavo che fosse così sensibile... che ragazzo d'oro", pensò successivamente.


Marcus si asciugò gli occhi e guardò intensamente la ragazza.


Kate: «C-che c'è? P-perché mi s-stai fissando?», disse visibilmente imbarazzata.


Marcus: «Niente, pensavo»


Kate: «A cosa?»


Marcus: «Pensavo: come mai una ragazza così carina, gentile e dolce come te si è messa a fare il mercenario? A diventare anche una spietata assassina pur di guadagnare qualcosa?»


Kate: «Ah... mi dispiace, ma non posso dirtelo»


Marcus: «La mia non era una domanda che necessitava di una risposta. Ero soltanto rammaricato. Potresti vivere una vita normale, avere un ragazzo, sposarti, avere dei bambini... vivere felice»


Kate: «M-ma c-c-che dici!? N-non c-credo che s-sarei così i-i-interessante!»


Marcus allungò una mano ed accarezzò i suoi capelli. La ragazza non si mosse. «Hai dei bellissimi capelli dorati. Due occhi azzurri purissimi. Delle labbra piene di passione, che ti fanno venir voglia di..... di.....»


Kate: «Di.... di.....»


I volti dei due ragazzi si stavano avvicinando sempre di più. Entrambi chiusero gli occhi, pronti a provare una sensazione mai provata prima. Le labbra erano quasi a contatto....


«HHHHHIIIIIIIII»


Il nitrito di Luna interruppe i due ragazzi che si allontanarono visibilmente imbarazzati. Senza guardarsi in faccia si dissero.


Kate: «Si sta facendo buio, forse dovremmo rientrare...»


Marcus: «Sì... forse hai ragione....»


Luna passò loro davanti, inseguendo una farfalla.


"Dannata cavalla!", pensò Kate piena di rabbia.


I due salirono in sella ai propri cavalli e si avviarono verso il villaggio di Calladio. Kate fu la prima ad uscire dalla foresta e quindi si fermò ad aspettare Marcus. "Se Luna non ci avesse interrotti... io e Marcus ci saremmo....."


«Hey, guarda qui Kate!»


Kate si girò verso quella e voce e.... venne baciata da Marcus, che nel frattempo le si era affiancato. Fu un lungo e passionale bacio. Quando Marcus staccò le sue labbra da quelle di Kate, lei provò un profondo dolore. Voleva provare ancora quella magnifica sensazione, mai provata prima. Voleva ancora avere un contatto così ravvicinato ed intimo. Voleva ancora farsi travolgere dalla passione. Marcus la guardò e, sorridendo, disse: «Forza, l'ultimo che arriva è uno gnomo!», quindi partì al galoppo in direzione del villaggio. Kate era ancora nel mondo dei sogni. "Mi.... mi ha baciata! Il mio primo bacio.... ed è stato bellissimo! Possibile che sia veramente interessato a me? Che sia interessato ad un mercenario senza scrupoli? Ora come mi dovrei comportare? Devo dirlo alle mie sorelle?". Tante domande frullavano nella confusa testa di Kate.


«Guarda che se non ti muovi vincerò io!»


La voce in lontananza di Marcus la fece destare dai suoi pensieri.


Kate: «Hai sentito Luna? Facciamogli vedere di che pasta siamo fatte!»


Luna: «HHHHHHIIIIIIIIIIII»


La cavalla cominciò a galoppare in direzione del villaggio, ma oramai Marcus era troppo avanti. Quando arrivò a Calladio, Marcus sembrava sparito. Dei forti schiamazzi provenivano dalla casa del capo villaggio.


«ANCORA UNA VOLTA!»


«D'ACCORDO, MA CHE SIA L'ULTIMA QUESTA VOLTA!»


Kate scese da Luna ed entrò per controllare cosa stesse succedendo. Titania ed Ogretto erano alle prese con una sfida a 'braccio di ferro'. Leonora notò Kate e le si avvicino.


Leonora: «Oh eccoti qui Kate! Ma dov'eri finita?»


Kate: «Sono andata a fare una passeggiata con Luna»


Leonora: «Hai tirato con l'arco?»


Kate: «No, perché?»


Leonora: «Non ti sei accorta che ti manca una freccia?»


Kate controllò la faretra: «Hai ragione! Deve essermi caduta quando sono scesa da cavallo. Vado a controllare fuori, magari la ritrovo»


Leonora: «Non metterci troppo che stiamo per partire, dobbiamo tornare a Tamuril per informare re Tolomeo del successo della missione. Non appena Titania batterà di nuovo Ogretto saremo pronte a partire»


Kate: «D'accordo, non ci metterò troppo tempo!». La ragazza uscì e si diresse verso Luna che si trovava una decina di metri più in la, sentendo nel frattempo diverse urla.


«HAI VINTO ANCORA, NON È POSSIBILE! UN'ALTRA!», riconobbe la voce di Ogretto.


«HO DETTO CHE QUELLA ERA L'ULTIMA! ARRENDITI, SONO PIU' FORTE DI TE!», era chiaramente la voce di Titania.


"Incorreggibili..." pensò Kate. Arrivata da Luna si guardò in giro ma non trovò nulla. «Hey Luna, hai mica visto in giro una delle mie frecce?»


Luna: «hiiiii»


Kate: «Dove posso averla persa? Forse nella foresta quando ero insieme a....», quel ricordo la fece arrossire. Improvvisamente una freccia si conficcò sul terreno a pochi passi da lei. Un foglio era legato all'asta. La ragazza divenne seria, pensando a qualche minaccia imminente. Prese il foglio e lesse. L'espressione cambio in un istante. Strinse il foglio a se e guardò in alto nel cielo, lasciando che una lacrima scendesse lungo il suo viso.


"Mia dolce Kate,

ti sei mai fermata a guardare il cielo notturno? Avrai notato sicuramente tanti piccoli punti che noi chiamiamo 'stelle'. In mezzo a quei punti, ce n'è uno molto più grande, che usiamo chiamare 'luna'. Mi sono sempre affidato a lei che mi ha guidato durante la mia strada. Oggi, la Luna mi ha guidato verso un qualcosa di grandioso, un qualcosa di inestimabile, un qualcosa di cui non potrei più fare a meno.... oggi la Luna mi ha avvicinato a te. E ha anche provato ad ostacolarmi.... ma non mi sono arreso, eheh! Forse non ci vedremo per un po'.... ma quello che volevo dirti è: non perdere mai la speranza. Quando sei triste o sei sconfortata... alza gli occhi al cielo. Fatti guidare dalla luna. Quella stessa luna che mi ha permesso di incontrarti. Quella stessa luna che mi ha fatto innamorare....

Quella luna che mira sempre verso di te, invidiosa della tua bellezza. Quella luna che mi permetterà di ritrovarti. Sempre.

Ci rivedremo presto e ti dirò le parole che non ho potuto dirti oggi.


Il tuo Marcus."


«KAAAAAATEEEEE SMETTILA DI GUARDARE LA LUNA E VIENI QUI! DAI CHE STIAMO PARTENDO!». La voce di Titania la fece tornare in se. Si asciugò il viso e corse verso le sue sorelle, piena di gioia e voglia di vivere.


Ogretto era in un angolo a piangere, consolato da altri orchi. I villani erano divertiti dalla scena. Le tre sorelle erano in sella ai propri destrieri, pronte a partire alla volta di Tamuril.


Titania: «Su con la vita Ogretto! Allenati e presto ci sfideremo di nuovo. E vedi di farmi divertire di più la prossima volta!»


Ogretto: «Puoi contarci Titania, la prossima volta vedrai come ti concio per le feste!». Anche gli orchi si prepararono a tornare sulle montagne di Kulas, salutando tutti e scusandosi ancora del disagio arrecato. A salutare le tre sorelle c'era anche la Compagnia di Endo, con quest'ultimo in prima fila. Di Marcus nemmeno l'ombra. Ma questo a Kate non importava, andava bene così. Era finalmente felice. Felice di aver scoperto l'amore.

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Capitolo 6
*** Il maleficio ***


Le tre sorelle cavalcavano nella notte, guidate dalla luce delle stelle e della luna. Quella luna bellissima che Kate non smetteva di fissare.


«Se non la smetti di guardare la luna, finirai per sbattere» disse Titania con supponenza.


Kate tornò in se ed abbassò la testa.


Leonora: «Che ti prende Kate? È da quando abbiamo lasciato il villaggio che sei strana»


Kate: «Non ho niente, solo che questa notte la luna è particolarmente bella, non trovate?»


Titania: «Mah, a me sembra la luna di sempre»


Leonora: «Piuttosto, il re non si arrabbierà se ci presentiamo a quest'ora?»


«Vorrà sicuramente sapere l'esito della missione, non risulterà un problema svegliarlo», disse Titania. Era abbastanza preoccupata per sua sorella Kate: non era mai stata così distratta. "Che le sia successo qualcosa? Magari è sotto l'influsso di qualche stregoneria causata dall'incantesimo che ha colpito gli orchi contro cui abbiamo combattuto?". Non si dava pace per questo.


Kate: «Eccoci arrivati, vedo in lontananza le mura di Tamuril»


Leonora: «Come faremo a farci annunciare?»


Kate: «Non ce ne sarà bisogno, vedo delle guardie al cancello. Forse sono lì che ci aspettano»


Arrivate davanti al cancello, vennero accolte dalle guardie: «Vi stavamo aspettando. Il re ha ordinato ad un gruppo di guardie di aspettare il vostro ritorno qui, nei pressi del portone di ingresso, organizzando dei turni di guardia. Il mio collega si prenderà cura dei vostri cavalli. Se volete seguirmi, vi condurrò da re Tolomeo». Le sorelle lasciarono i cavalli e seguirono la guardia. Arrivati nella sala del trono, la guardia disse: «Attendete qui, vado ad annunciarvi al re».


«Vedo.... un oscuro futuro per il biondo Demone....». L'indovino di corte, Menémago, stava vagando per la sala del trono indossando un bizzarro pigiama.


Titania: «Cosa ha detto l'indovino?»


Guardia: «Ah non fateci caso. L'indovino Menémago soffre di sonnambulismo. Capita quindi di ritrovarlo in giro per il castello che farfuglia frasi senza senso. Vado ad avvisare il re, voi rimanete qui. Cercate di non infastidirlo, potrebbe avere un brusco risveglio e reagire male». Detto questo, la guardia uscì dalla sala del trono. Titania era ancora più nervosa: "Biondo Demone.... si stava sicuramente riferendo a Kate... questa storia mi piace sempre di meno".


«Ben tornate mie splendide guerriere!», re Tolomeo fece il suo ingresso nella sala e si sedette sul trono. «Che ci fa qui Menémago? Soffre ancora di quei disturbi di sonnambulismo?»


Guardia: «Temo di sì, mio signore»


Tolomeo: «Potresti gentilmente condurlo nei suoi alloggi? Non voglio che il mio indovino se ne vada in giro per il castello a tarda notte»


«Come desidera, mio signore». La guardia prese in custodia l'indovino e lo condusse verso la sua stanza.


Tolomeo: «Ed ora parliamo di affari. Spero che abbiate buone notizie per me»


Titania: «Certamente. Gli orchi che abbiamo fronteggiato erano sotto l'influsso di un incantesimo maligno che li rendeva più forti e reattivi. Ecco perché un esercito non era abbastanza per affrontarli»


Tolomeo: «E voi come siete riuscite a sconfiggerli?»


Titania: «Sul piano fisico erano più forti di noi, ma è bastato annullare l'incantesimo per farli tornare innocui come agnellini»


Tolomeo: «Mi risulta difficile associare degli orchi a degli innocui agnellini... ma ditemi, come siete riuscite ad annullare l'incantesimo?»


Leonora: «L'incantesimo a cui gli orchi sono stati sottoposti aumenta in maniera spropositata l'afflusso e la quantità di sangue nel corpo. È bastato un incantesimo di ghiaccio per calmare i loro 'bollenti spiriti'»


Tolomeo: «Tutto qui? Solo del ghiaccio?»


Kate: «Beh non direi tutto qui: abbiamo rischiato la nostra vita, quegli orchi erano fortissimi!»


Titania: «Kate! Mostra un po' di rispetto!»


Tolomeo: «Oh no, la piccola ha ragione. Mi scuso per il mio comportamento superficiale. Beh, tutto è bene ciò che finisce bene. Ed ora, come da accordi, è giunto il momento che vi dia la giusta ricompensa. Chiedetemi tutto ciò che volete, è il minimo per aver salvato l'intera Tamuril!»


«Quello che vi chiediamo, re Tolomeo, è di poter tenere i cavalli che ci avete dato ed una ricompensa di 1000 monete d'oro», disse Titania, pensando anche "Forse ho esagerato con le richieste.... dovrò prepararmi a trattare, come al solito".


«Solo questo?» chiese sorpreso re Tolomeo, «Mi sarei aspettato molto di più, come un castello o un terreno o tante ricchezze! Ero già pronto a dover trattare, ahahah! Se è solo questo che volete, ve lo concedo senza problemi, anzi! Voglio darvi 3000 monete d'oro, così che possiate dividerle equamente. In più voglio che restiate qui per la notte, nella stanza più bella del castello»


"Cosa? È forse impazzito? O si tratta di una trappola? Meglio essere caute....", pensò Titania, prendendo poi la parola: «Voi siete troppo gentile, re Tolomeo, ma non possiamo approfittare oltre della vostra gentilezza. Andremo in qualche umile locanda dove passeremo qualche ora di sonno, per poi ripartire la mattina presto e..»


Tolomeo: «Insisto! Capisco il vostro punto di vista: siete dei mercenari e vivete con il costante pericolo di venir fatte fuori... ma vi posso assicurare che qui siete al sicuro. Non ho la minima intenzione di farvi del male, anche perché potrebbe servirmi nuovamente il vostro aiuto in futuro. Voglio solo potermi sdebitare il più possibile per il grande servigio che mi avete offerto. Non vi rendete minimamente conto di aver salvato l'intera Tamuril e non solo! La Compagnia di Endo mercanteggia anche con la capitale Cornelia: salvando loro, hai salvato gran parte dell'economia di Gatam!»


Le parole di re Tolomeo sembrarono convincere Titania che acconsentì a soggiornare nel castello: «Non sappiamo come ringraziarvi per la vostra infinita gentilezza e disponibilità. Siete veramente un sovrano magnanimo»


Tolomeo: «Questo è il minimo, ve l'ho già detto. Guardia! Accompagna le signore nella stanza più lussuosa del castello ed accertati che abbiano tutto ciò che desiderano!»


«Come desidera, mio sovrano!» disse la guardia, prendendo in custodia le tre ragazze.


La stanza era di un lusso sfarzoso: un enorme letto a baldacchino con tende di velluto bianche semi trasparenti, delle tende rosse anch'esse di velluto, tappeti persiani con eleganti motivi incisi sopra, mobili di mogano e diversi specchi appesi alle pareti. C'era perfino un bagno privato nella porta adiacente.


Guardia: «Spero che la stanza sia di vostro gradimento. Per qualsiasi cosa, io sono qui fuori insieme al mio collega»


Titania: «Non ce n'è bisogno, potete benissimo andare a riposarvi»


Guardia: «Mi è stato ordinato di soddisfare ogni vostra richiesta e così farò. Se avete bisogno, non esitate a chiamarmi. Buon riposo». Detto questo, la guardia uscì, lasciando le chiavi della stanza su di un comodino vicino al letto, in modo che le ragazze potessero chiudersi dentro. Nel frattempo Titania stava controllando la stanza in cerca di trappole.


Leonora: «Suvvia Titania, non mi sembra il caso di essere così sospettosi. L'hai visto anche tu quanto sia stato gentile e disponibile re Tolomeo»


Titania: «È proprio per questo che non mi fido. Perché mai un re ricco e potente dovrebbe preoccuparsi tanto per dei mercenari?»


Kate: «Te l'ha detto: abbiamo salvato l'economia di Tamuril e del continente in generale!»


Titania: «Sarà... ma non mi fido lo stesso. Vai a chiudere a chiave la porta Kate»


La ragazza chiuse a chiave la porta e si affacciò alla finestra, osservando ancora la luna.


Titania: «Allontanati subito da quella finestra, potresti venir colpita da una freccia!»


«Sigh....», Kate sospirò sconfortata e si buttò sul letto contrariata. «Buonanotte» disse freddamente.


«Secondo me stai esagerando. Ma francamente non mi sembra l'ora adatta per discutere... buonanotte» aggiunse Leonora, che si mise a dormire vicino a Kate.


"Tsk, stupide ragazzine. Non hanno ancora capito che in questo mondo non bisogna fidarsi di nessuno" pensò Titania. Benché ci fosse abbastanza spazio nel letto, lei si sedette su una sedia, dormendo leggermente e stando sempre all'erta. Giunse finalmente l'alba. I primi raggi del sole illuminarono la stanza. Sentendo il calore del sole sulla sua pelle, Titania tirò un sospiro di sollievo: "Finalmente è mattina.... posso svegliare le ragazze".


«Forza ragazze, è ora di sveg... MA CHE DIAVOLO... !?», Titania non riusciva a credere ai propri occhi.


Leonora, ancora assonnata, disse sbadigliando: «Yaaawwnnn che hai da urlare di prima mattina Titania? Non sai che la rabbia ed il nervosismo fanno venire le rughe?»


Titania continuava a fissare un punto indefinito.


Leonora: «Che stai fissando?», si girò nella direzione in cui guardava la sorella ed esclamò: «COSA STA SUCCEDENDO?!?!»


Kate: «Yawn, che avete da urlare tutte e due? Stavo facendo un bellissimo sogno e...»


Titania si alzò, prese uno specchio dal muro e lo mise davanti a Kate, urlando: «GUARDA TU STESSA!»


Kate: «Ma..... ma.... MA CHE COSA SUCCEDE?»


Un alone nero veniva emanato dal corpo di Kate. Si sentì bussare alla porta.


«Tutto bene lì dentro? Che cosa succede?», chiese una guardia da dietro la porta.


Titania si affrettò ad aprire la porta ed urlò alle guardie: «CHIAMATE SUBITO L'INDOVINO DI CORTE E FATELO VENIRE QUI IMMEDIATAMENTE!»


Guardia: «È successo qualc...»


Titania: «PRESTO!»


Le guardie, impaurite, corsero ad avvertire Menémago che venne condotto in fretta e furia nella stanza delle ragazze. Solo a lui fu permesso di entrare, mentre le guardie rimasero fuori a fare la guardia ed assicurarsi che nessuno entrasse.


Menémago: «Uhm, che aura singolare»


Titania: «Tu l'avevi previsto!»


Menémago: «E quando?»


Titania: «Ieri sera! Hai farfugliato qualcosa riguardo ad un 'oscuro futuro', riferendoti ad un 'biondo Demone'. Stavi ovviamente parlando di Kate!»


Menémago: «Ne sei sicura? Ricordo solo di aver fatto un brutto sogno... camminavo scalzo su del ghiaccio e sentivo molto freddo»


Titania diede un pugno al muro per la rabbia, frantumandone una parte. Menémago tornò subito serio, iniziando a spiegare: «Dall'aura nera emanata dal corpo di vostra sorella, deduco che si tratti di un maleficio. È per caso entrata in contatto con qualche sorta di incantesimo o oggetto incantato?»


Leonora: «Abbiamo combattuto contro degli orchi sotto l'influsso dell' Insania Vena»


Menémago: «Ahhhh capisco capisco...», continuò rivolgendosi verso Kate: «Dimmi cara, hai avuto del contatto fisico con uno di questi orchi?»


Kate: «.... sì... uno di questi orchi mi ha presa con la sua enorme mano e mi ha stretto nella sua morsa...»


Menémago: «Mmmm potrebbe essere che in quel frangente, parte dell'incantesimo si sia trasferito a te, ma come maleficio»


Titania: «E questo cosa comporta?»


Menémago: «Temo che vostra sorella sia destinata a diventare un demone»


Titania: «COME!? UN DEMONE?»


Menémago: «Purtroppo sì. Quell'aura nera ne è la prova: il suo corpo sta reagendo al maleficio che si è insinuato dentro di lei»


Leonora: «Esiste una cura?»


Menémago: «Beh.... sì. È un miracolo più che una cura concreta»


Titania: «Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo faremo, non possiamo lasciare che nostra sorella diventi un demone più di quanto non lo sia già»


«Grazie Titania....» disse sarcasticamente Kate.


Menémago: «Beh, non lontano da qui si vocifera che esista una foresta magica: la foresta millenaria. Nessuno l'ha mai vista né sa come arrivarci. Circolano solo delle voci riguardo una folta nebbia, il mare e la luna..... All'interno di questa foresta, cresce la leggendaria pianta di Rabanasco, le cui foglie possono curare gli effetti di questo maleficio. È tutto scritto sul mio antico libro di alchimia. Ripeto che questo è più un miracolo che una speranza concreta, nessuno sa se questa foresta sia mai esistita e se questa pianta possa davvero curare il maleficio in questione»


Titania: «Se noi ti portiamo delle foglie di Rabanasco, tu sei in grado di creare una pozione?»


Menémago: «Certo che sì, è tutto scritto nel mio libro di alchimia!»


Titania: «Bene, è deciso. Andiamo Leonora, abbiamo del lavoro da fare»


Leonora: «Ti seguo»


Kate: «Hey, ed io che faccio?»


Titania: «Tu rimarrai qui buona buona. Non possiamo rischiare che le tue condizioni si aggravino»


Menémago: «Ragazze.....»


Kate: «Non ci penso nemmeno, non me ne starò qui ad aspettare il vostro ritorno divorata dall'ansia!»


Titania: «Ma è troppo pericoloso! Se poi incontrassimo qualcosa che velocizzi il procedimento e ti trasformassi subito in un demone?»


Menémago: «Ragazze.....»


Kate: «Farò attenzione. Io sono la causa di tutto questo ed io voglio aiutare a porvi rimedio!»


Leonora: «Ma ragiona Kate.... nemmeno la mia magia può sconfiggere un maleficio così potente. Staresti più al sicuro se rimanessi qui...»


Menémago: «RAGAZZE!»


Titania: «COSA VUOI, VECCHIO?!»


Menémago: «Mi ero dimenticato di dirvi una cosa importante... se Kate non berrà la pozione entro il tramonto di oggi, si trasformerà irrimediabilmente in un demone. Forse non è il caso di perdere tempo in chiacchiere....»


Titania: «CE LO POTEVI DIRE ANCHE PRIMA, VECCHIO! LEONORA, KATE.... FORZA, ANDIAMO!»

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Capitolo 7
*** La foresta millenaria ***


Le tre sorelle erano pronte a partire per la leggendaria foresta millenaria, quando si sentì bussare alla porta.


«Sono re Tolomeo, ho sentito che ci sono dei problemi. Posso entrare?» disse una voce proveniente da fuori. Titania aprì la porta e si ritrovò davanti re Tolomeo.


Titania: «Vogliate scusarci sire, ma andiamo abbastanza di fretta. Dove possiamo trovare i nostri cavalli?»


Tolomeo: «Sono nelle stalle reali, una guardia vi guiderà fin lì. È successo qualcosa?»


Titania: «Menémago vi spiegherà tutto, ora dobbiamo andare. Al nostro ritorno, dovremmo fare una chiacchierata molto importante, vi pregherei di tenervi libero»


Tolomeo: «Per voi sono sempre disponibile. Solo che ora sono anche preoccupato. Cosa c'è che non va?»


Titania si allontanò senza rispondere al re. Leonora e Kate si scusarono e seguirono la sorella. Re Tolomeo si rivolse ad una guardia lì vicino: «Beh, cosa fai lì impalato? Scortale fino alla stalla dove sono i loro cavalli!»


Guardia: «A-ai vostri ordini, mio re! S-solo che q-quella r-r-ragazza....»


Tolomeo: «Niente tentennamenti, fai come ti ho ordinato!»


La guardia corse dalle ragazze stando ben attento a non avvicinarsi troppo a Kate.


Tolomeo: «Quella ragazza.... Menémago, spiegami tutto»


Menémago: «Sì, mio re»


I cavalli delle tre sorelle avevano una stalla tutta per loro, com'era giusto che fosse per i cavalli speciali. Non appena le ragazze giunsero al loro cospetto, Fenrir e Luna ebbero paura e si fecero prendere dal panico. Diablo, invece, rimase fermo e pacato, guardando Kate con uno sguardo di compatimento.


«NON ABBIAMO TEMPO PER QUESTE STORIE, CALMATEVI E PREPARATEVI A PARTIRE!» tuonò Titania. Le due bestie si calmarono immediatamente. "Ma siamo sicuri che sia la ragazzina bionda ad essere il pericolo?" pensò la guardia. Prepararono le selle, ma Luna aveva ancora paura dell'aura nera emanata da Kate.


«Luna, non devi avere paura.... sono sempre io, Kate!», la ragazza cercava di convincere la sua cavalla.


Luna: «Hiiii.... hhiiiii....»


Kate: «È solamente un maleficio che ho contratto. Stai tranquilla, non è contagioso. Solo che adesso ho bisogno del tuo aiuto: devi portarmi in un posto il più in fretta possibile! Posso contare su di te?»


Luna: «HHHHIIIIIIII»


Le tre sorelle montarono in sella ai relativi destrieri e partirono in direzione del mare.


Leonora: «L'indovino ha accennato a della nebbia, al mare ed alla luna.... non so cosa voglia dire, ma se c'entra il mare è lì che dobbiamo dirigerci!»


Kate: «Ma la spiaggia è grandissima, come facciamo a sapere quale sia il punto preciso?»


Titania: «Nessuno ce lo dice... dobbiamo solo sperare ed avere fortuna di trovarlo il prima possibile»


Dopo qualche ora di cavalcata, arrivarono finalmente all'inizio della costa.


Titania: «Bene, ora non ci resta che percorre tutta la costa in cerca di qualcosa di sospetto»


Leonora: «Non sarebbe meglio far riposare i cavalli?»


Diablo fece un nitrito rabbioso. «Vedi, anche Diablo ha capito la situazione e non vuole perdere tempo. Continuiamo senza soste e senza discutere ulteriormente» disse Titania. La cavalcata sulla spiaggia procedeva senza intoppi.... e senza sorprese.


Titania: «Dannazione... qui non c'è niente! Solo scogli, sabbia, sassi, conchiglie e qualche pesce!»


Kate: «Aspetta Titania.... continuiamo ad avanzare, forse ci siamo!»


Titania: «Cosa intendi dire?»


Kate: «Fidati... poi ti spiego»


Le tre ragazze continuarono ad avanzare... finché non si ritrovarono improvvisamente in un banco di nebbia fittissima.


Titania: «E questa nebbia da dove esce fuori?»


Kate: «Avevo visto giusto allora!»


Leonora: «Ma è impossibile! Anche se tu vedi meglio di noi due, avremmo dovuto notare anche noi questa nebbia non appena ci fossimo avvicinate!»


Kate: «Mah, forse è questo maleficio a darmi dei poteri particolari...»


Titania: «Potere demoniaco eh? Ad ogni modo, ora siamo qui.... qual è il prossimo passo?»


Leonora: «L'indovino ha parlato della luna e del mare. Forse quando la luna si riflette sul mare accadrà qualcosa?»


Titania: «Ma non possiamo aspettare la notte! Quando il sole tramonterà, la povera Kate diverrà un demone»


Leonora: «Lo so, per questo ci sono qui io! State a vedere.....». La ragazza rivolse le mani verso il mare e pronunciò una formula magica: «LUNA PERNOX!». Dalle sue mani uscì un globo di luce che si diresse verso il mare per poi andare verso l'alto, fare qualche metro ed infine esplodere. «Ecco fatto, ammirate». Una luna piena si palesò davanti a loro.


Titania: «Stupefacente.... e questo quando l'avresti imparato?»


Leonora: «Me l'ha voluto insegnare a tutti i costi il Maestro... nel caso avessi provato interesse nella pratica della trasformazione in lupo mannaro»


Kate: «Me lo immagino, un lupo mannaro terribilmente sexy»


«N-non prendermi in giro!» disse arrossendo Leonora.


Passò qualche minuto, ma non successe assolutamente nulla.


Leonora: «Mmmm forse non è la luce lunare che serve.... forse è un'altra cosa»


Titania chinò il capo e notò una cosa alquanto singolare. «Forse ci sono!» esclamò, «Leonora, riusciresti a sollevare una grossa quantità d'acqua? Diciamo tutta l'acqua che riesci a vedere? Mi bastano anche pochi centimetri»


Leonora: «Non c'è problema, lascia fare a me: GRAVITATION!». La porzione di mare racchiusa nel banco di nebbia cominciò a levitare. Una misteriosa luce apparve dal fondale.


Titania: «Come sospettavo!»


Kate: «Wow sorellona, come hai fatto a capirlo?»


Titania: «Mi è bastato osservare la sabbia, nel punto in cui ci trovavamo era bagnata, così come più in la, mentre prima stavamo correndo sulla sabbia asciutta. Quindi ho ipotizzato che la luna c'entrasse con le maree: sollevando il livello del mare ecco che appare la foresta millenaria! O almeno una specie.... lo scopriremo arrivando a quella luce. Per quanto tempo può durare il tuo incantesimo Leonora?»


Leonora: «Beh, più o meno due ore, stiamo pur sempre parlando di una porzione di mare!»


Titania: «Sarà sufficiente. Forza, andiamo!»


Il livello del mare non si era semplicemente alzato.... un gigantesco parallelepipedo d'acqua si era formato nel cielo. Quel tratto di mare era particolare: non era profondo, serviva solamente a nascondere ciò che si trovava sotto di esso, ovvero la foresta millenaria. Ovviamente il tutto era frutto di un antico incantesimo. Le tre sorelle poterono avanzare a cavallo dei propri destrieri, andando in profondità verso quella luce. Dopo pochi minuti di cavalcata, arrivarono nei pressi di quella che sembrava un'imponente porta... di cristallo.


Titania: «Strano, mi sarei aspettata di trovare della vegetazione dovendo essere una foresta.....»


Leonora: «A volte l'apparenza inganna... e pure i nomi!»


Kate: «Beh, proviamo ad entrare»


La porta si aprì da sola, come se volesse lasciar entrare le tre ragazze. I cavalli però sentivano che quello non era un luogo sicuro ed erano irrequieti.


«Diablo, anche tu hai paura?» disse Titania mentre cercava di tranquillizzare il suo cavallo che si stava dimenando. Anche gli altri cavalli non stavano fermi un attimo. «Ho capito... Ragazze, da qui in poi si prosegue a piedi. Tenete gli occhi bene aperti». Nel frattempo l'aura emanata da Kate si faceva sempre più densa. Non appena furono dentro, la porta si richiuse alle loro spalle e... la foresta sparì. I tre cavalli rimasero comunque lì, in attesa del ritorno delle padrone.


L'interno della foresta millenaria era un luogo incantato: era una foresta ma non di alberi, bensì di cristalli. Verdi smeraldi luccicanti di grandezza variabile. Erano così splendenti che ci si poteva specchiare.


Titania: «Questo posto mi convince sempre meno... state molto attente»


Leonora: «Sono solo dei cristalli Titania, cosa c'è da avere paura?»


Titania: «Possibile che tu sia così incosciente? Siamo in un luogo magico pieno di cristalli e per te è come se fosse tutto normale?»


Leonora: «Beh sì.... non sento nessuna presenza ostile»


Titania: «Nemmeno io la sento, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia! Non bisogna fidarsi di niente e di nessuno in questo mondo. DI NIENTE E DI NESSUNO!»


Kate abbassò lo sguardo ripensando a Marcus: "forse dovrei aspettare un altro po' prima di renderle partecipe di quanto mi sia successo...". L'esplorazione della foresta procedeva tranquillamente senza intoppi, quando all'improvviso Titania notò con la coda dell'occhio.... un demone! Era riflesso sulla parete di cristalli alla loro destra. La cosa che più la preoccupò è che il demone aveva preso il posto di Kate. Non vedendo più la sorella, Titania impugnò la sua Bastard Sword e sì girò di scatto, scagliando un colpo verso il demone ed urlando: «CHE NE HAI FATTO DI MIA SORELLA!».... ma dovette fermarsi. La lama della spada era ad un palmo di distanza dal naso della povera Kate che rimase immobile dalla paura.


Leonora: «Titania! Che ti prende, sei impazzita per caso?»


Titania: «Ma veramente... nel riflesso sul muro ho visto chiaramente l'immagine di un demone! Guardate anche voi, è un dem...». L'immagine di Kate era chiara e nitida nel riflesso. «Che strano... ero sicura che prima ci fosse un demone»


Kate: «Magari la mia aura nera ti ha tratto in inganno»


Titania era sicura di aver visto un demone. Malgrado ciò, le ragazze proseguirono. Dopo qualche metro, notarono un'altra cosa abbastanza strana: il riflesso di Leonora era sparito!


Leonora: «Hey ma... dov'è finito il mio riflesso?»


Titania: «Ve l'avevo detto che c'era qualcosa di strano!»


Kate: «Ma... cosa sono quelle orecchie da coniglio rosa sulla mia testa?»


Titania: «Quelle orecchie con quell'aura maligna ti rendono veramente inquietante Kate, eheh!»


Kate: «La smetti di ironizzare sulla mia aura?!» disse indispettita.


Leonora: «Ho capito cosa succede.... queste sono tutte illusioni. Evidentemente la foresta è un luogo magico che confonde chiunque vi entri.... ma perché tutto ciò? Cosa deve proteggere?»


Titania: «Una foglia di Rabanasco! Ora son sempre più convinta che siamo sulla strada giusta!»


Le tre sorelle continuarono a camminare, finché non arrivarono in una grossa area circolare: al centro vi era una piramide a base triangolare. Su ogni lato vi era riportato un simbolo diverso: c'erano raffigurati un'aquila, un gufo ed infine un falco.


Leonora: «E questo... che cos'è?»


Kate: «Che strana costruzione....»


Titania: «State indietro, non sappiamo se sia pericolosa o meno»


Improvvisamente la piramide brillò e la facciata raffigurante un'aquila divenne uno specchio. Da quello specchio uscì fuori un gigantesco ragno albino.


Titania: «Oh ma guarda, un ragno gigante»


Leonora: «Tutto qui? Pensavo peggio, molto peggio»


Kate: «.... uccidetelo.....»


Titania: «Come hai detto Kate?»


Kate: «UCCIDETELO!!!!»


Leonora: «Hey, che ti prende Kate?»


Kate: «IO DETESTO I RAGNI, LI DETESTO CON TUTTA ME STESSA! NON RIESCO PROPRIO A SOPPORTARLI, QUANDO NE VEDO UNO VADO NEL PANICO PIU' TOTALE!»


Titania: «Non preoccuparti, ci penseremo io e Leonora a farlo fuori, tu resta indietro»


Kate: «A...anche volendo... non... non riesco a... muovere... le... gambe....»


«Caspita, non ti facevo così fifona», disse Titania mentre si scagliava contro il gigantesco ragno. Spiccò un salto ed esclamò: «E con questo, la facciamo finita!», tagliando in due il povero ragno con un solo colpo di spadone. Le due metà del ragno sparirono in una nuvola di fumo nero.


Leonora: «Problema risolto.... come ti senti Kate?»


Kate: «Devo un attimo riprendermi.... cinque... no, facciamo dieci minuti»


Titania: «Non abbiamo tutto questo tempo... forza, andiam..»


Dallo specchio posizionato sulla piramide uscì nuovamente lo stesso ragno di prima.


Kate: «NON È POSSIBILE! È UN INCUBO!»


Leonora: «Fatevi da parte.... questa volta ci penso io! BOLIS INFERI!». Una grossa meteora di fuoco si abbatté sul ragno, carbonizzandolo all'istante. Il solito fumo nero ne sancì la sconfitta.


Leonora: «Ecco fatto, puoi riaprire gli occhi e...»


Lo stesso ragno riapparve di nuovo. «Ok no, tienili ancora chiusi» continuò Leonora.


Titania: «Quante volte dovremmo ancora ucciderlo?»


Le due ragazze continuarono ad uccidere la grossa bestia più e più volte. Finché a Leonora non venne un'idea: «Forse ho capito come mai continua a tornare... magari questa è la rappresentazione della paura di Kate e quindi è lei a doverla affrontare»


Titania: «Uhm sì, il discorso fila. Forza Kate, uccidi quella bestiaccia»


Kate: «No ragazze.... parliamone»


Titania: «Non c'è tempo Kate! Uccidi quel coso!»


Kate: «Ma quello... è un ragno gigante... è peloso.... ha otto zampe.... e quattro occhi.... no, non ci riesco»


Leonora: «Smettila di comportarti così Kate! Se non lo fai fuori, colpirà ed ucciderà la persona a cui tieni di più!»


Nella mente di Kate si palesò Marcus. Questo le diede il coraggio di impugnare l'arco e di scoccare una freccia proprio in mezzo alla fronte del ragno. Non appena la freccia lo colpì, il ragno sparì in una nuvola di fumo bianco e lo specchio si frantumò in mille pezzi.


Leonora: «Era come avevo previsto allora!»


Titania: «Vedi? Con la giusta motivazione riesci a farle le cose. Ed ora dimmi, qual è la persona a te più cara, Leonora od io?»


Entrambe le ragazze osservarono Kate, in attesa di una risposta. «Beh ma è ovvio.... ho pensato ad entrambe!». Mentì spudoratamente.


Titania: «Lo immaginavo. E brava la nostra sorellina che ci vuole tanto bene»


Kate divenne tutta rossa, ma non per l'emozione bensì per la vergogna di aver mentito alle sue sorelle.


Leonora: «Sulla prima facciata era raffigurata un'aquila, l'animale con una vista acutissima. Possiamo associarlo a Kate»


La piramide roteò fino a mostrare la facciata con il gufo che divenne anch'essa uno specchio.


Titania: «Il gufo è da sempre un simbolo per indicare qualcuno di saggio. Penso che questo sia associato a te Leonora»


Kate: «Chissà quale sarà la tua paura, eh Leonora?»


Leonora: «Mah... chissà.... vediamo un po' cosa uscirà dallo specchio»


Una figura umana si era materializzata oltre lo specchio.


Kate: «Per fortuna non è un'altra bestiaccia....»


La figura oltrepassò lo specchio e si palesò alle ragazze: era Titania!


Titania: «.... EH????»


Kate: «E questo cosa significa? Leonora, hai così paura di nostra sorella?»


Leonora: «... sì. HO IL TERRORE DI TITANIA, VA BENE?»


Titania: «AHAHAHAH QUESTA È DAVVERO BELLA, AHAHAH!»


Kate: «Eheheh, perdonami ma è troppo divertente, non riesco a smettere di ridere, ahahahah!»


Leonora: «Sì... ridete ridete»


Titania: «Visto che è la tua paura, a te l'onore di sconfiggermi... ehm sconfiggerla, Leonora.... ahahah»


"Finalmente.... la mia vendetta....." pensò Leonora. La ragazza si avvicinò, mentre la falsa Titania si mise in posa per combattere. Fece un passo ma venne subito folgorata da un fulmine e cadde a terra.


«E questo non è niente.... eh... eh..... eh....» disse Leonora come fosse in uno stato di trance. Cominciò a lanciare incantesimi a raffica: «Paries Inferi!..... Lituus Crystallus!.... Fulgur Globus!.....Venenum Fatalis!....Interminatus Tremor!......» generando rispettivamente un muro di fiamme che avvolse la falsa Titania, un grosso cristallo di ghiaccio che la trafisse, una sfera di fulmini che la folgorò, un mantello di veleno che l'avvelenò ed infine un terribile terremoto che la devastò. «Allora ti piace eh? EH? Non fai più la gradassa ora eh? Dov'è finita tutta la tua forza, EH? Reagisci avanti! Non dai più ordini ora? EH? Non ho ancora finito, preparati....»


La vera Titania poggiò una mano sulla spalla della sorella e le disse: «Penso che possa bastare». Leonora si fermò ed iniziò a sudare freddo, dicendo: «Ehm... non è come sembra... era solo per essere sicuri di averla sconfitta...». Titania le si avvicino all'orecchio e le sussurrò: «Faremo i conti una volta che questa brutta storia sarà terminata.... contaci....», allontanandosi con un sorriso sulle labbra.


La falsa Titania scomparve in una nuvola di fumo bianco. Anche il secondo specchio era in frantumi. Mancava l'ultimo.


Kate: «Il falco... il cacciatore alato per eccellenza. Questo mi sa tanto che è il tuo Titania»


Titania: «Lo sto aspettando.... sono proprio curiosa di vedere cosa salterà fuori. Avanti, ti sto aspettando!» disse in segno di sfida, rivolgendosi alla struttura. La piramide si girò e mostrò la facciata con il falco che subito divenne uno specchio. Un'altra figura umana comparve oltre lo specchio.


Titania: «Un essere umano eh? Chi potrà mai essere? Non ho certo paura di patetici e deboli esseri umani»


Leonora: «Potrebbe essere il nostro Maestro?»


Kate: «Non penso: benché sia incredibilmente forte, nostra sorella non ha mai avuto paura di lui. Solo un profondo rispetto»


Leonora: «E allora chi potrà mai essere?»


Titania: «Tsk, ci stai mettendo troppo. AVANTI! ESCI DA QUELLO SPECCHIO SE HAI CORAGGIO! IO SONO QUI CHE TI STO ASPET...». Si interruppe bruscamente. Dallo specchio apparve una figura umana coperta dal fuoco. Aveva una camminata lenta e goffa. Sembrava soffrire a causa delle fiamme che l'avvolgevano. Titania era immobile mentre osservava quella creatura che, lentamente, avanzava verso di lei.


Leonora: «No... non può essere....»


Kate iniziò a singhiozzare, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime. Ma quella creatura aveva un solo obiettivo: Titania. Passo dopo passo, si avvicinava sempre di più alla ragazza. «Tit...a.....ni....a..... Tit.....a......ni.....a......» ripeteva debolmente.


Leonora: «Titania.... REAGISCI!»


Kate: «TITANIA» disse singhiozzando.


La creatura era a pochi centimetri da Titania. La ragazza aveva lo sguardo abbassato ed era ancora immobile. Quell'essere allungò una mano, come per voler accarezzare dolcemente la guancia della ragazza. A quel punto, Titania alzò lo sguardo, uno sguardo pieno di odio e rabbia. Strinse forte il suo spadone in una mano e, con un singolo colpo, tagliò a metà quella creatura con un taglio orizzontale. Mentre il busto stava cadendo a terra, il viso della creatura continuava a fissare Titania.... versando qualche lacrima. Dopo pochi secondi, la creatura scomparve in una nuvola di fumo bianco. Le due ragazze corsero verso la loro sorella maggiore.


Leonora: «Titania... come stai?»


Kate: «... quella.... era la m....»


Titania conficcò con violenza la sua spada nel terreno, generando una frattura di notevoli dimensioni: «Troviamo la foglia di Rabanasco ed andiamocene da qui. Non voglio più vedere questo luogo in vita mia». La sua voce incuteva timore... molto più di quanto ne avesse mai incusso prima.


Anche l'ultimo specchio era rotto. La piramide si aprì e, al suo interno, comparve una strana pianta: aveva foglie grandi ed azzurre attaccate ad uno stelo verde.


Leonora: «Il Rabanasco! Allora esiste sul serio!»


Kate: «Presto... prendiamone una foglia» disse asciugandosi le lacrime dal viso.


Titania si avvicinò alla pianta e la tagliò alla radice.


Kate: «Ma... ci serviva solo una foglia. Perché fare questo?»


Leonora: «Lasciala stare.... quando è in questo stato è meglio non contraddirla. Ora capisci perché è la mia più grande paura?»


Kate annuì rabbrividendo.


«Dobbiamo sbrigarci, abbiamo perso fin troppo tempo. L'incantesimo di Leonora sta per esaurirsi» disse Titania mentre teneva l'intera pianta di Rabanasco con la mano destra. Il ritorno fu tranquillo, quasi piacevole se non fosse per l'umore di Titania che rovinava quella bella atmosfera tra i cristalli di smeraldo. Non appena giunsero alla porta, la foresta si materializzò davanti ai cavalli. La grande porta di cristallo si aprì e le tre sorelle uscirono, ricongiungendosi ai propri destrieri. Una volta salite in sella, i cavalli corsero con quanto fiato avevano in corpo, fino a raggiungere la riva. Un attimo dopo, l'incantesimo si interruppe e l'acqua ricadde a terra, sommergendo la foresta millenaria.


"A mai più rivederci" pensò Titania.


Uscite dalla nebbia, le tre ragazze si accorsero che il sole stava quasi per tramontare.


Leonora: «Diamine Kate.... guardati!». L'aura maligna era molto più densa.


Titania: «Non abbiamo più molto tempo.... svelta Kate, corri a palazzo e porta questa pianta con te! Tu hai il cavallo più veloce e sei la più leggera tra noi tre, arriverai sicuramente in tempo se vai da sola. Noi ti raggiungeremo»


Kate: «D'accordo.... Hai sentito Luna? Corri come il vento!»


Luna: «HHHHHIIIIIIIIIII»


La cavalla iniziò a correre più veloce che poté, raggiungendo una velocità veramente notevole per un cavallo. In poco tempo, arrivò al castello e consegnò la pianta di Rabanasco a Menémago che ne fece subito una pozione.


Dopo qualche ora, le altre due ragazze arrivarono al castello. Durante tutto il tragitto per raggiungere il castello di Tamuril, Titania non proferì parola. Le due si fiondarono nella sala del trono dove trovarono re Tolomeo, Menémago e Kate intenti a discutere allegramente. La ragazza non aveva più alcuna aura maligna: il maleficio era stato debellato!


"Dio ti ringrazio...." pensò Titania tirando un sospiro di sollievo. Leonora corse ad abbracciare la sorella.


Tolomeo: «Ben arrivate. Vostra sorella Kate ci stava raccontando dell'avventura che avete vissuto. Caspita, veramente una brutta cosa quella di affrontare le proprie paure così, a viso aperto. Ma per fortuna ve la siete cavata! Siete anche riuscite a far arrivare in tempo una foglia di Rabanasco...»


Menémago: «Non solo una foglia, mi avete portato tutta la pianta! Non so come ringraziarvi, avete fatto molto per la ricerca scientifica ed il futuro di Gatam!»


Tolomeo: «...sì. Prima che Menémago mi interrompesse stavo appunto dicendo che sono nuovamente in debito con voi. Quindi, vorrei ascoltare cosa avevate da dirmi prima che lasciaste il mio castello questa mattina»


Titania: «Non qui, è meglio parlare in un luogo sicuro, lontano da occhi ed orecchie indiscreti»


Tolomeo: «.... sembra una faccenda piuttosto seria..... va bene, venite pure nella mia stanza privata. Lì dovremmo essere al sicuro, nessuno potrà spiarci»


Una volta nella stanza, Titania fece subito il punto della questione: «Visti i recenti avvenimenti, sono arrivata alla conclusione che qualcuno stia attentando alla vita dei Tre Demoni Bianchi»


Tutti nella stanza rimasero senza fiato.

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Capitolo 8
*** Il nemico ***


Kate: «Attentare alla nostra vita? Come fai a dire una cosa del genere?».


Leonora: «Già, è impensabile che qualcuno voglia farci fuori. Insomma, siamo i Tre Demoni Bianchi, dei mercenari quasi imbattibili. Nemmeno un intero regno potrebbe riuscire a sconfiggerci!»


Tolomeo: «A malincuore devo concordare con la signorina Leonora: nemmeno il mio esercito ha potuto nulla contro quegli orchi mentre voi siete riuscite a risolvere brillantemente la questione»


Titania: «Il sospetto mi è venuto da quando ci hanno servito quel cibo avvelenato a Garlant»


Leonora: «Ma forse è stato un errore del cuoco che ha messo del veleno per topi anziché le classiche spezie come condimento della bistecca»


Titania: «Poi c'è stato il villaggio maledetto»


Kate: «Semplice sfortuna. Quando siamo arrivate lì, il villaggio era già spacciato»


Titania: «Infine abbiamo avuto questa faccenda degli orchi con conseguente maleficio»


Tolomeo: «Temo anche qui si sia trattata di una sfortunata coincidenza: quegli orchi era già da qualche giorno che depredavano i villaggi intorno a Tamuril e nessuno sapeva del vostro arrivo qui. Anche Menémago ha avuto la visione del vostro arrivo solamente qualche ora prima del vostro arrivo effettivo»


Titania: «Quello che mi fa sospettare non sono i fatti presi singolarmente, ma presi nel loro insieme: è impensabile che una serie di circostanze sfortunate siano capitate proprio a noi tre, per di più tutte di seguito»


Tolomeo: «Quindi... tu dici che qualcuno vi ha prese di mira.... sospetti già chi possa essere il colpevole?»


Titania: «Bah, non saprei.... Kate mi ha detto di aver incontrato un ragazzo facente parte della Compagnia di Endo che le ha indicato la strada per il villaggio risultato poi essere maledetto. Questo ragazzo inoltre l'aveva già incontrato a Garlant, luogo dove hanno provato ad avvelenarci»


Kate: «È impossibile che sia colpa sua!». La ragazza difendeva a spada tratta Marcus.


Titania: «E spiegami come mai»


Kate: «È molto semplice: se fosse lui il responsabile di tutte queste cose, perché mai avrebbe dovuto lanciare quell'incantesimo sugli orchi? La Compagnia sarebbe arrivata a Calladio e sarebbe stata sterminata, lui compreso!»


Leonora: «Il ragionamento non fa una piega»


Titania: «Magari lui fa solo finta di appartenere alla compagnia?»


Kate: «O magari sei tu che sei paranoica?»


Le due sorelle si guardarono con aria di sfida.


Leonora: «Ragazze, ragazze... non litighiamo. Ragioniamo piuttosto, senza incolpare nessuno. Ci sono capitate diverse disavventure ed abbiamo anche rischiato grosso a volte, ma anche io dubito che questi fatti siano da attribuire ad una persona specifica.... Ad ogni modo, tu cosa proponi Titania?»


Titania: «Il mio piano è quello di attirarlo in una trappola»


Leonora: «Una trappola? E come?»


Titania: «Mi servirà il vostro appoggio, sire»


Tolomeo: «Potete contare su di me! Se davvero esiste un individuo che mira alle vostre vite, voglio che sia fatto fuori in men che non si dica. Non posso certo rischiare di perdere dei mercenari così affidabili!»


Titania: «Vi ringrazio. Ecco il piano....»



«UDITE UDITE! I TRE DEMONI BIANCHI ANDRANNO A SCONFIGGERE IL LEGGENDARIO SFINGELEONE, IL MOSTRO CHE DIMORA NEL DESERTO DI BRUMA. VENITE AD AMMIRARLE PRIMA DELLA LORO PARTENZAAAA. UDITE UDITEEEEE». Il portavoce del re era in piazza ad annunciare la partenza dei Tre Demoni Bianchi per una missione molto rischiosa: uccidere lo Sfingeleone, il mostro che infesta il deserto di Bruma, nel mezzo tra Tamuril e Cornelia. Una grande folla di curiosi si radunò per partecipare e dare il loro saluto ai tre mercenari. Un gruppo di guardie circondava le tre ragazze in sella ai propri destrieri durante l'avanzata nella città, onde evitare ogni possibile attentato.


«Uccidete quel mostro e rendete il deserto di Bruma un luogo sicuro»

«Leonora ti amooooo!»

«Non sforzatevi e bevete molta acqua che nel deserto fa caldo»

«Suderete tantissimo con quelle armature.... non è meglio indossare degli abiti più leggeri?»


Titania: «Quanti stupidi commenti»


Leonora: «Ma poverini, vogliono solamente darci il loro appoggio, a modo loro»


«Hey, ma siete proprio voi?», un uomo si fece largo tra la folla, cercando di raggiungere le tre ragazze.


Titania: «Endo! Alla fine ce l'avete fatta ad arrivare eh?»


Endo: «Ce la siamo presa comoda sì, ahah. Voi piuttosto, cosa state facendo?»


Titania: «Stiamo andando in missione per conto di re Tolomeo: dobbiamo sconfiggere lo Sfingeleone che infesta il deserto di Bruma»


Endo: «Capisco... beh, in bocca al lupo!»


Leonora: «Mi raccomando, spargi la voce! Più sostenitori abbiamo e più la nostra forza cresce!»


Endo: «Contateci, vi farò dell'ottima pubblicità! Ahahahah»


"Non possiamo rivelare a nessuno il nostro piano. Non che sospetti di un sempliciotto come Endo, ma sempre meglio essere prudenti", pensò Titania.


Kate intanto, dopo aver visto Endo, allungò lo sguardo sulla folla, nella speranza di vederlo.... ed eccolo finalmente! I loro sguardi si incrociarono e fu come se l'intera folla fosse sparita all'istante... c'erano solamente loro due. Marcus fece un cenno con la testa a Kate che capì immediatamente, cominciando ad allontanarsi dal gruppo.


Titania: «Dove stai andando? Rimani con il gruppo»


Kate: «Mi allontano un attimo per controllare il mio equipaggiamento, torno subito»


Titania: «Non l'hai già controllato prima?»


Kate: «Temo di non averlo controllato come si deve.... non ci impiegherò molto, promesso!»


Titania: «Va bene... ma fai presto che siamo quasi giunte ai cancelli di Tamuril»


Kate non ascoltò l'ultima frase di Titania e si infilò in un vicolo. Scese da Luna e corse verso Marcus che la stava aspettando a braccia aperte. I due si abbracciarono: un lungo, tenero e dolce abbraccio. Dopo di che si guardarono negli occhi e si baciarono. Un lungo, tenero e dolce bacio.


«Potrei perdermi nei tuoi occhi e ritrovare sempre la strada che porta al tuo cuore» disse Marcus con fare poetico.


«Ho seguito il tuo consiglio.... mi sono affidata alla luna. Ed infatti ti ho ritrovato» disse timidamente Kate.


Marcus: «Cosa sta succedendo? Sono appena arrivato in città e ho visto questo trambusto»


Kate: «Stiamo partendo per una missione assegnataci da re Tolomeo: andiamo a sconfiggere lo Sfingeleone, il mostro che infesta il deserto di Bruma». "Non posso dirti la verità Marcus, mi dispiace.... mia sorella si è raccomandata di non rivelare a nessuno il piano" si disse tra sé e sé.


Marcus: «Ne ho sentito parlare qualche volta durante i miei viaggi.... è un mostro abbastanza pericoloso vero?»


Kate: «Non sarà un problema per i Tre Demoni Bianchi!»


Marcus: «Promettimi solo una cosa....», il ragazzo abbraccio la ragazza e la strinse forte a se. «Promettimi che non ti succederà niente...»


Kate era felice: finalmente qualcuno che non fossero le sue due sorelle si preoccupava per lei: «Non ti devi preoccupare.... non mi accadrà nulla. Se dovesse accadermi qualcosa, non potrei più rivederti.... e non posso permettere che ciò accada!» disse diventando tutta rossa in viso.


Marcus: «Eheh, ben detto! La nostra prossima tappa con la Compagnia sarà a Cornelia, ci vedremo lì?»


Kate: «Dopo aver sistemato lo Sfingeleone penso che torneremo a Tamuril per fare rapporto a Tolomeo e poi ci sposteremo a Cornelia.... o almeno mi batterò con tutte le mie forze purché si vada a Cornelia!»


Marcus: «Così mi piaci! Ora è meglio che tu vada, non vorrei che le tue sorelle si preoccupassero non vedendoti più tornare»


Kate: «Hai ragione... spero di rivederti presto Marcus.... mi mancherai»


Marcus: «Anche tu... tantissimo....»


I due si diedero un ultimo, passionale abbraccio prima di separarsi nuovamente. Kate uscì dal vicolo in sella a Luna e si ricongiunse al gruppo.


Titania: «Eccoti finalmente. Tutto apposto con l'attrezzatura?»


Kate: «Sì, nessun problema»


Leonora: «Va tutto bene? Perché hai gli occhi rossi?»


Kate: «Non è niente, solamente della polvere che mi è entrata nell'occhio»


Titania: «Vedi di fare più attenzione, la tua vista acuta ci serve quando siamo in missione. Non possiamo permetterci che tu te la rovini»


Kate: «Sempre a pensare alle missioni.... sto cominciando a stufarmi di questa vita»


Titania: «Faccio finta di non aver sentito. Eccoci arrivate ai cancelli. In marcia, verso il deserto di Bruma!»


Le tre ragazze cavalcarono a tutta velocità, non sapendo ancora cosa le aspetta.

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Capitolo 9
*** La trappola ***


Dopo un'ora abbondante di cavalcata, ecco intravedere lo sconfinato deserto di Bruna.


Leonora: «Dannazione, non siamo ancora arrivate e già sento un caldo infernale»


Kate: «E non ci siamo portate nemmeno molta acqua.... come faremo?»


Titania: «Possibile che il caldo vi abbia già dato alla testa? Leonora, sei una maga....»


Leonora: «Ah già, che sciocca! GELUM REPAGULA!»


Una coltre di aria gelida circondò le ragazze ed i loro cavalli.


Kate: «Aaaahhhh, ora va molto meglio!»


Titania: «Muoviamoci, lo Sfingeleone si trova proprio nel mezzo del deserto. Spero che i cavalli ce la facciano a resistere»


Diablo sbuffò come per dire "ma per chi mi hai preso? Certo che ce la faccio!". Cominciò la lunga cavalcata verso la tana dello Sfingeleone. Il deserto di Bruma era un luogo inospitale: senza acqua, senza vita. Faceva così caldo che non crescevano nemmeno piante grasse. Era solo un saliscendi di dune. Dovettero fare diverse soste perché Luna non ce la faceva a tenere il passo in quel terreno così accidentato, un paio di volte rischiò anche di cadere.


Kate: «Ma non siamo ancora arrivate? La povera Luna non ce la fa più»


Titania: «Sssshhhh.... ho sentito un rumore»


L'unico rumore che si sentiva era il lieve spirare di un vento caldo che smuoveva un po' di sabbia. Diablo cominciò ad essere irrequieto. «Presto, via di qui!» disse Titania, cavalcando verso una duna particolarmente alta. Leonora seguì la sorella, mentre la povera Kate rimase indietro a causa della spossatezza di Luna. In quel preciso momento, la sabbia si aprì sotto le zampe della cavalla e le due vennero inesorabilmente inghiottite. Titania in sella a Diablo si avvicinò a quella voragine e vi saltò dentro, lasciando il cavallo sul bordo. Dopo pochi secondi, un urlo straziante ruppe il silenzio del paesaggio. Luna e Kate vennero sbalzate fuori dalla voragine, mentre una grossa creatura dall'aspetto di uno scarafaggio ma con una coda e delle zampe da leone e dei capelli come quelli di una sfinge, fuoriuscì dimenandosi ed urlando dal dolore. Sulla schiena della creatura vi era Titania, che aveva conficcato il suo spadone nella carne del mostro. «Kate, allontanati e prendi posizione. Leonora, comincia ad usare i tuoi attacchi magici. Io lo colpirò direttamente da qui su. Buttiamo a terra questo bestione! E mi raccomando.... occhi aperti, sapete a cosa mi riferisco»


«RICEVUTO!» dissero all'unisono le altre due.


Lo Sfingeleone uscì completamente dalla sabbia. Non era poi così grosso come si supponeva. Aveva però artigli affilati e delle lunghe zanne che fuoriuscivano dalla bocca.


«Ma che razza di animale sei?» disse Titania mentre per non cadere si reggeva al suo spadone conficcato nella carne del mostro.


Leonora: «GELIDUS INFERI!»


La sabbia sottostante lo Sfingeleone si raffreddò all'istante, congelandosi e congelando anche le zampe del mostro.


Titania: «Finalmente ti sei fermato. Ottimo lavoro Leonora. Ed ora diamogli il colpo di gra...»


La bestia si liberò facilmente dalla morsa di ghiaccio e riprese a dimenarsi, facendo quasi cadere Titania dal suo dorso.


Leonora: «Ma... è impossibile! Come ha fatto a liberarsi così presto?»


Titania: «Temo che sia a causa delle temperature.... se il giorno in questo deserto fa un caldo infernale, di notte la temperatura deve abbassarsi così tanto fino a ghiacciarne la superficie. Ecco perché non ci sono piante né altre forme di vita. Questo Sfingeleone è l'unica creatura che vive in questo territorio, avrà sviluppato delle caratteristiche particolari di resistenza alle basse ed alte temperature»


Leonora: «Quindi se non posso colpirlo con il fuoco o con il ghiaccio... mi rimane il fulmine!»


Titania: «Aspetta prima di colpirlo, non vorrei trovarmi ancora qui sopra e venire folgorata!»


Leonora: «Mi hai preso per una stupida? Intanto carico il colpo, voglio colpirlo con un incantesimo bello potente....»


Titania: «Va bene... ah, quanto si dimena. Devo farlo calmare altrimenti rischi di mancarlo»


Leonora: «Ho un'idea! Lascia la tua spada conficcata nella sua schiena, la userò come conduttore!»


Titania: «Ottima idea! Aaaaahhhh, stavo per cadere. ADESSO MI HAI PROPRIO SCOCCIATO!». La ragazza spiccò un balzo fino ad arrivare alla testa ed assestò un sonoro pugno sulla testa del mostro che, stordito, si calmò. Successivamente Titania saltò via dalla bestia ed urlò: «ORA LEONORA!»


Leonora: «Annienta i miei nemici con la tua furia divina... PUNICEUS FULGUR!»


Il cielo sopra lo Sfingeleone divenne cupo: grosse nuvole apparvero dal nulla e cominciarono ad accatastarsi. Un grosso fulmine scarlatto si materializzò da quelle nuvole e si scagliò inesorabile sullo spadone di Titania, propagandosi per tutto il corpo del mostro.


«È IL TUO TURNO KATE!» urlò Titania.


 Non molto lontano da lì, in una duna solitaria, Kate stava osservando la situazione, guardandosi nel frattempo intorno, in cerca di questo fantomatico nemico. "Come fanno anche solo minimamente a pensare che sia Marcus il colpevole di tutto... mah, forse avranno capito tutto e sono semplicemente gelose.... Ah il segnale di Titania, tocca a me!". La ragazza stava facendo uno dei suoi ragionamenti, portandola a distrarsi. L'amore le aveva proprio dato alla testa. Ma ora toccava a lei finire la bestiaccia: "Una sola freccia alla testa dovrebbe bastare. Devo concentrarmi, non posso sbagliare... il bersaglio è anche immobilizzato grazie alla magia di Leonora. Devo stare calma, non è la prima volta.... perché sono così agitata? Che mi succede?»


«ALLORA KATE, TI VUOI MUOVERE?» incitò Titania.


"Ecco ecco! Odio quando mi mettono fretta! Allora, un bel respiro profondo, contiamo fino a tre..... uno.... due...."


Kate scoccò la freccia che però prese tutt'altra direzione, andando dritta verso Titania.


Leonora: «Titania, attenta!»


Titania afferrò la freccia al volo, bloccandola a pochi centimetri dal suo naso: "MA CHE STA COMBINANDO QUELLA SCEMA? DOPO FACCIAMO I CONTI!" pensò furibonda. Mise due dita in bocca e fischiò per richiamare Diablo che corse subito da lei. La ragazza montò in sella al volo ed insieme cavalcarono verso una zampa della bestia che nel frattempo si era ripresa dal colpo di Leonora. Con la sua coda colpì la maga, che si attaccò ai peli della stessa, urlando: «FATEMI SCENDEREEEEE, MI VIENE DA VOMITAREEEE». Nel frattempo, Diablo con una serie di salti si arrampicò sulla zampa dello Sfingeleone, arrivando sul suo dorso. «Andiamo Diablo, facciamola finita!». Il cavallo corse in direzione della spada che Titania afferrò senza fermarsi e, successivamente, si diresse verso la testa del mostro che provò un sospiro di sollievo non avendo più quello spadone conficcato nel dorso. «Questo è stato il tuo ultimo sospiro!», all'altezza del collo, Titania saltò via da Diablo ed atterrò sulla testa della bestia, conficcandole lo spadone direttamente nel cervello. Lo Sfingeleone si accasciò a terra esanime. Leonora poté scendere a terra, frastornata come non mai. Titania estrasse lo spadone dalla testa del mostro, salì in sella a Diablo e, rivolgendosi a Leonora, disse: «Prendi Fenrir ed andiamo da Kate, IMMEDIATAMENTE!». Leonora non aveva ancora piena padronanza dei suoi arti, ma riuscì comunque a montare in sella a Fenrir ed a seguire Titania.


Arrivate sulla duna dove si era appostata Kate, notarono che Luna era irrequieta. Avvicinandosi ancora di più alla cavalla, videro Kate a terra, immobile.


Titania: «Alzati, non è il momento di riposare! C'è mancato poco che compromettessi l'esito della missione. Mi spieghi cosa ti passa per la testa? EH? ED ALZATI MALEDIZIONE!»


Kate non mosse un muscolo.


Titania: «Non sperare di cavartela in questo modo, non sei più una bambina e...»


Leonora: «ASPETTA TITANIA, GUARDA LI'!». La ragazza indicò la gamba di Kate: c'era un piccolo graffio che però aveva dato origine ad un grosso gonfiore che non accennava a diminuire. A pochi centimetri nelle vicinanze, un rarissimo esemplare di 'scorpione dorato' si aggirava tranquillamente. «Quello è un esemplare di scorpione dorato.... è già raro di suo, non può trovarsi qui, nel modo più assoluto. Poche gocce del suo veleno sono in grado di addormentare un elefante, mentre una dose più massiccia può arrivare ad uccidere una balena adulta! Per fortuna Kate è stata presa solamente di striscio, ma anche a giudicare dal gonfiore sulla gamba, ha assorbito troppo veleno per un essere umano giovane come lei. Rischia di morire se non la curiamo subito!»


«Beh, tutto qui? Doveva essere questa la trappola? O voi siete cadute nella mia? Uhuhuh», una voce proveniente da una duna molto alta e poco distante da loro attirò l'attenzione delle due sorelle. La sagoma di un individuo si ergeva sulla cima della duna. Avendo il sole contro però, le ragazze non erano in grado di vedere la sua identità. Potevano capire solamente dal tono di voce che si trattasse di un individuo maschile.


Titania: «Chi sei tu, maledetto!»


«Sono solo uno che si annoia, tutto qui» rispose il misterioso individuo.


"Allora non mi sbagliavo.... c'è veramente qualcuno che ci vuole morte. Ma perché? Perché questo accanimento?" pensò Titania.


Leonora: «Sei stato tu a portare qui questo esemplare di scorpione dorato?»


«Forse sì, forse no, chi lo sa....» rispose divertito.


«SMETTILA DI FARE L'IDIOTA!» tuonò Titania. La sua voce risuonò per tutto il deserto. «Non capisco come tu abbia fatto a prendere alla sprovvista mia sorella, ma ti assicuro che la pagherai molto cara»


«Beh è stato facile, mi è bastato celare lo scorpione dorato nell'ombra grazie alla mia magia. In questo modo la ragazza non ha potuto avvertirne la presenza ed è stata punta, proprio nel momento di scagliare la freccia! Ironia della sorte la freccia è andata proprio nella tua direzione»


Titania: «Quindi ci hai spiate»


«Ho visto tutto il combattimento contro quel bestione, aspettando il momento adatto per intervenire». il misterioso individuo non sembrava spaventato da Titania che ribolliva di rabbia. «Vi consiglio di portarla subito da qualche medico, prima che sia troppo tardi.... uhuhuh» detto questo, l'individuo schioccò le dita e sparì nel nulla.


Titania: «Giuro che me la pagherà....». La ragazza stringeva i pugni con rabbia.


Leonora: «Non c'è tempo per farsi prendere dalla collera, dobbiamo portare nostra sorella da un medico!». Allungò una mano verso lo scorpione dorato, congelandolo all'istante. Prese successivamente il cubetto di ghiaccio e lo mise in una sacca: «Questo ci sarà utile per creare un antitodo. Ed ora muoviamoci!». Leonora saltò in sella a Fenrir, mentre Titania adagiava il corpo di Kate su Luna, legandola bene facendo in modo che non potesse cadere. «Conto su di te Luna, non mi deludere» disse la ragazza guardando negli occhi la cavalla.


Luna: «HHHHHIIIIII!»


Titania, montando in sella a Diablo, disse: «Dirigiamoci subito verso Cornelia, la città imperiale. Lì troveremo senz'altro un medico in grado di curare Kate. Non abbiamo tempo da perdere.... siate veloci come il vento!». Detto questo, il gruppo partì alla volta della città imperiale Cornelia.


La dura lotta contro il tempo ha avuto inizio.

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Capitolo 10
*** Ricordi ***


Il gruppo riprese a muoversi. Luna sembrava reggere bene il passo degli altri cavalli, molto più forti e possenti di lei. Il pensiero che la sua padrona stesse male e potesse morire da un momento all'altro, le dava la forza per non mollare e continuare a cavalcare a velocità sostenuta.


Titania: «Dannazione, ci siamo fatte fregare come delle principianti!»


Leonora: «L'hai visto anche tu.... quello strano tipo utilizzava forme di magia che non avevo mai visto prima. Non è possibile sparire con il solo schioccare delle dita!»


Titania: «Non mi interessa dei suoi stupidi trucchi di magia! Quello che non riesco a sopportare è come ci abbia fregato. E soprattutto come abbia messo in pericolo nostra sorella Kate! Se mi ricapita tra le mani, non rimarranno nemmeno le ossa»


Leonora sapeva che quanto detto da Titania era la pura verità: aveva la forza e la volontà per fare ciò che aveva appena detto.


«M... ma... mamma......», Kate stava delirando.


Leonora: «Accidenti, deve avere la febbre alta. Spero non stia facendo un incubo»


"Non far riaffiorare certi ricordi Kate.... non farti ulteriormente del male...", pensava Titania.


«D...dove... dove è... andato... il papà...?»




32 anni prima. Un uomo ed una donna si incontrano durante un torneo di 'braccio di ferro'.


«Non pensavo di finire in finale contro una donna!», disse sorpreso l'uomo.


«Non penserei nemmeno di vincere se fossi in te», rispose stizzita la donna.


«Mi piace questo comportamento aggressivo ed autoritario in una donna!»


«Quando avrò finito con te, cambierai idea»


L'incontro iniziò ed i due erano in assoluta parità.


«Però... sei forte per essere una donna!»


«Lo prendo come un complimento, signor maschilista!»


L'incontro andò avanti per diversi minuti in assoluta parità, quando l'uomo decise di fare sul serio e cominciò ad abbassare il braccio dell'avversaria.


«Mi dispiace, ma temo di aver vinto», disse in maniera arrogante l'uomo. Il braccio della donna aveva quasi toccato il tavolo, quando ella esclamò: «Quindi questa sarebbe la tua vera forza... veramente notevole per un uomo. Peccato che io sia molto più forte». Non appena finì la frase, la donna ribaltò il risultato, facendo perdere l'uomo. Quest'ultimo non poteva credere a ciò che era appena successo. Gli altri uomini deridevano il perdente, mentre si complimentavano con la vincitrice. La donna si avvicinò a lui e disse: «Mai e ripeto MAI sottovalutare una donna.....» andandosene per la propria strada con la coppa tra le mani.


«Aspetta!» disse l'uomo raggiungendola. «Non avevo mai incontrato una donna con la tua forza! Ti chiami Venera... giusto?»


Venera: «Esatto. Beh, anche tu non te la cavi male... Atticus, giusto?»


Atticus: «Sì! Mi stavo domandando se ti andrebbe di vederci a cena questa sera....»


Venera: «Caspita, non perdi tempo tu eh?»


Atticus: «La prima donna che mi abbia battuto a braccio di ferro, non posso farmela sfuggire ahahah!»


Venera: «.... almeno sei sincero. E sembri anche simpatico! Perché no? Ci vediamo questa sera. E non provare a fare strane mosse, sono molto più forte di quanto abbia mostrato oggi»


Atticus: «Non ne avevo la minima intenzione, ci tengo alla pelle!»


Venera sorrise dolcemente. Malgrado la sua forza fisica, era veramente una bella donna: aveva dei capelli corti rossicci con qualche chiazza di biondo, un viso angelico contornato da due bellissimi occhi azzurro chiaro. Atticus invece era il tipico contadinotto dal fisico robusto: aveva dei capelli blu che gli arrivavano alle spalle, leggermente mossi ed un paio di occhi neri. Un naso ben marcato ed una bocca larga chiudevano il quadro. Quella sera, i due si incontrarono e cenarono insieme. Parlarono e parlarono e parlarono ancora.... finendo per innamorarsi l'uno dell'altra! Entrambi erano dei contadini, decisero quindi di gestire una fattoria insieme. Ci volle un anno perché il tutto fu avviato con successo. Avevano proprio una bella fattoria, con il bestiame ed i vari campi per il raccolto. In due riuscivano benissimo a gestirla: mentre Venera spaccava la legna a mani nude, Atticus dava da mangiare al bestiame. Mentre Venera seminava a mani nude, Atticus raccoglieva le uova e mungeva le mucche. Mentre Venera metteva a mani nude i ferri agli zoccoli dei cavalli, Atticus raccoglieva i prodotti dall'orto. E tutto questo durò per un anno... quando non sopraggiunse il primo dono dal cielo.


Venera: «Hai già deciso per il nome?»


Atticus: «Se sarà un maschio, Goro, se sarà una femmina, Titania».


Nacque così Titania, vivace bimba dai capelli ed occhi rossi che all'età di 5 anni spaccava già la legna a mani nude. Dalla nascita della piccola però le cose cambiarono considerevolmente: Venera era stata provata dal parto e dovette rinunciare ai compiti più faticosi... cosa che provvide Atticus a sopperire. I compiti quindi si invertirono, con l'unica differenza che la legna la spaccava Titania! La bimba era molto legata ai suoi genitori, specialmente a suo padre. Dopo una lunga giornata di lavoro, i due andavano sempre a fare una cavalcata insieme, immersi nel tramonto e nelle praterie, mentre mamma Venera era a casa a preparare la cena. Una sera, mentre erano di ritorno da una cavalcata, camminando lungo un torrente furono attaccati da un cinghiale. Titania si mise subito davanti a suo padre e tremando urlò contro il terribile cinghiale: «N-non o-osare a-a-av-avvicinarti a m-mio p-p-p-padre!», mostrando i pugni. Il cinghiale però non aveva intenzioni amichevoli: abbassò la testa e caricò la piccola. Titania chiuse gli occhi e sferrò un pugno davanti a se. Quando li riaprì, vide il cinghiale steso per terra davanti a lei con un grosso bernoccolo sulla testa.


Titania: «H-hai visto papà! L'ho steso l'ho steso!»


Atticus: «E brava la mia figliola! Come avrei fatto senza di te? Ti meriti un grosso bacio, vieni qui». L'uomo diede un bacio sulla fronte della piccola Titania, più altri tre sulla guancia destra. Dopo di che la prese per mano e ripresero a camminare verso casa. "Quel bernoccolo sono stato io a farglielo, però vicino ce n'era uno più piccolo.... possibile che Titania sia già così forte?" pensò Atticus.


Passarono altri due anni, ora Titania aveva ben 7 anni e..... una sorellina! Era nata Leonora, bambina dai capelli viola e gli occhi neri, particolarmente sveglia ed intelligente. All'età di 5 anni già leggeva libri sulla magia. Dopo questo secondo parto, Venera si indebolì ulteriormente. Oramai faceva solo le cose più semplici all'interno della fattoria. Benché Titania dava anch'essa una mano, Atticus stava cominciando a sentire il peso di quella vita: la mattina si alzava, svolgeva tutte le mansioni aiutato da Titania, per poi la sera rilassarsi un poco ed andare a dormire, stremato dalla fatica. A volte capitavano anche dei capricci tra Titania e Leonora che lui doveva prontamente sanare dove non ci riuscisse Venera. Un giorno, mentre Titania era intenta a trasportare della legna per prepararsi al periodo invernale, vide Leonora che stava leggendo. Adirata, fece cadere la legna ed andò dalla sorella. Leonora vide un'ombra proiettarsi sul libro, alzò gli occhi e vide sua sorella con un'espressione poco rassicurante.


Titania: «Che stai facendo Leonora?», domandò con una punta di veleno.


Leonora: «Oh ciao Titania. Sto leggendo questo libro. Parla di magie, incantesimi, principi, principesse, draghi, demoni.... è veramente avvincente!»


Titania: «Perché non sei ad aiutare me e papà? Sai che c'è un sacco di lavoro da fare?»


Leonora: «Ma io non sono forte come voi due.... come potrei aiutarvi?»


Titania: «Beh non puoi dirlo se prima non ci provi. Guarda quella legna laggiù, prendila e portala in casa! SUBITO!»


Leonora: «Sì sì ho capito.... ma non urlarmi contro che mi fai paura!»


La piccola Leonora provò a sollevare un legnetto, ma senza risultato.


«Non è possibile che tu non riesca a sollevare nemmeno un legnetto. Forza, riprova! E questa volta, mettici un po' più di convinzione», sbraitò Titania.


Leonora prese di nuovo il legnetto e questa volta ci mise più forza. Riuscì a sollevarlo, ma cadde all'indietro sbattendo la testa. Cominciò a piangere.


«Che sta succedendo qui?», Venera, sentendo dei rumori, venne a controllare la situazione. «Perché Leonora sta piangendo?»


Titania: «Perché non è giusto che lei stia qui senza far nulla»


Venera: «Titania te l'ho già spiegato, tua sorella non è portata per questo genere di lavori. Lei è una studiosa e...»


Titania «Una studiosa che non combina nulla dalla mattina fino alla sera!»


Venera: «Non parlare così di tua sorella!», la donna tirò un pugno contro il muro per incutere timore alla ragazzina.... ottenendo solo un grosso livido sulla mano come risultato.


«Che sta succedendo qui?», Atticus arrivò chiedendo spiegazioni.


Titania: «Leonora è inutile e la mamma si è appena fatta male nel tentativo di spaventarmi»


Atticus: «Tesoro.... te l'ho già detto: non sei più quella di un tempo, non fare questi sforzi»


Venera annuì. Aveva un'espressione triste e delusa.


Atticus: «E tu che cosa hai appena detto riguardo a tua sorella?»


Titania: «Che è inutile»


Atticus: «Tua sorella NON è inutile. Chiedile subito scusa»


Titania: «Non ci penso nemmeno! Finché non mi dimostrerà di saper fare qualcosa, continuerò a ripetere che è inutile!»


Atticus: «Titania PER FAVORE...uh senti anche tu questa puzza di bruciato? Come se qualcuno stesse dando fuoco a della legna»


Titania annusò l'aria e disse: «È vero.... e proviene da dietro la mamma!»


Dietro la donna c'era Leonora che stava facendo pratica di magia elementale, bruciando quel legnetto che non riusciva a sollevare. Le facce stupite dei suoi familiari la riempirono di orgoglio. Si rivolse quindi verso Titania e disse: «Hai visto? Non sono inutile!». Da quel giorno, Leonora si allenò nell'uso delle arti magiche insieme a sua madre, benché quest'ultima non sapesse nulla di magia. Così, mentre da una parte avevamo Leonora e Venera aspiranti maghe, dall'altra c'erano Atticus e Titania che badavano alla fattoria. Ma Atticus era sempre più stanco. Non era questa la vita che aveva sognato. Passò un altro anno e qualche mese. Dopo una dura giornata lavorativa, Atticus tornò a casa stremato.


Venera: «Amore, indovina!»


Atticus: «Tesoro.... sono stanchissimo, non ho tempo per gli indovinelli»


Venera: «Ah sei stanco... beh, tra qualche mese potrai avere un nuovo aiutante!»


Atticus: «Vuoi dire che...»


Venera: «Esatto, sono di nuovo incinta!»


Atticus: «....»


Venera: «Beh? Tutta qui la tua reazione? Pensavo ne fossi stato felice...»


Atticus: «Sì sì, sono felice... scusami amore, ma è stata una giornata veramente dura...»


Nella mente di Atticus stava nascendo qualcosa... un pensiero tanto semplice quanto pericoloso. Un giorno dovette andare in città per sbrigare degli affari. Al suo ritorno non sembrava più lo stesso.


Titania: «Papà, finalmente sei tornato! Che ne diresti di andare a fare una cavalcata, come ai vecchi tempi?»


Atticus: «Non oggi Titania, sono abbastanza stanco e vorrei andare a riposarmi....»


Titania ci rimase male, ma continuò comunque a fare le sue faccende. Nel frattempo, Venera e Leonora erano ancora ad addestrarsi nell'uso della magia. Leonora era diventata molto più brava ed ora padroneggiava alla perfezione incantesimi di fuoco e di acqua.


Venera: «Bene Leonora, ora potrai aiutare anche tu nella fattoria. Potrai irrigare i campi, dar da bere alle bestie, bruciare le foglie secche o le piantagioni oramai marce... insomma, avrai del lavoro da fare»


Leonora: «Si mamma! Non vedo l'ora di dare una mano, così Titania non dirà più che sono inutile». Venera vide Atticus passare nella stanza accanto, senza fermarsi a vedere i progressi della figlia. «Continua un po' da sola Leonora, torno tra poco». La donna fermò il marito poco prima che entrasse in camera da letto: «Beh, sei tornato e non mi dici niente? Allora, com'è andata in città?»


«Sì, scusami Venera ma sono abbastanza stanco e vorrei andare a dormire.... ti racconterò tutto domani... scusami ancora» disse Atticus chiudendosi la porta della camera da letto dietro di se.


"'Venera'.... non mi chiamava per nome da anni ormai.... che ti succede, Atticus?", pensò la donna mentre teneva una mano sulla porta della camera da letto. Il giorno Titania mostrava a Leonora le mansioni che doveva eseguire. Atticus e Venera rimasero soli in casa e cominciarono a parlare.


Atticus: «Venera.... è questa la vita che hai sognato?»


"Mi ha chiamata di nuovo per nome...", pensò la donna, rispondendo con: «Cioè vivere con l'uomo che amo ed avere due figlie stupende con una terza in arrivo? Beh non proprio, pensavo che ne sarebbe arrivato solo uno di figlio. Sono felice della vita che faccio» disse con il sorriso sulle labbra.


Atticus: «Non era questo che intendevo.... noi un tempo eravamo fortissimi, tu eri molto più forte di me! Ed ora guardaci, gestiamo una fattoria con due figlie ed una terza in arrivo. Le nostre giornate sono piatte, monotone. Potevamo partire all'avventura e compiere imprese epiche!»


Venera: «Per quanto mi riguarda, stiamo per compiere la terza di gesta epica!»


Atticus: «Perché ti rifiuti di capire? Io sono stufo di questa vita, STUFO!»


Venera: «NON ALZARE LA VOCE, NON VOGLIO CHE LE RAGAZZE TI SENTANO PARLARE IN QUESTO MODO!». Venera era adirata e colpì forte il tavolo con un pugno, finendo per farsi male.


Atticus: «Vedi, è proprio a questo che mi riferivo. Non ti fa rabbia essere diventata così debole?»


Venera, tenendosi la mano dal dolore, disse: «Sei proprio cambiato... un tempo ti saresti preoccupato per me...»


Atticus: «.... perché non ce ne andiamo? Abbandoniamo questa vita e ricominciamo. Portiamo le ragazze con noi, la loro forza e capacità ci sarà sicuramente utile! Ho incontrato delle persone l'altro giorno in città e...»


Venera: «AH QUINDI NON È UN'IDEA PARTITA DA TE!», urlò furibonda la donna.


Atticus: «Non alzare la voce, rischi di allarmare le ragazze»


Venera: «Non ci provare. E chi sarebbero queste persone?»


Atticus: «Gente che ci garantirebbe un futuro senz'altro migliore!»


Venera: «Basta, non voglio sentire oltre. Il nostro futuro è qui, in questa fattoria e con le nostre figlie! Se a te non sta bene, puoi anche andartene, non voglio trattenerti ed essere la fonte della tua infelicità. Solo, lascia stare me e le ragazze»


Atticus: «Non vuoi proprio capire...». L'uomo si alzò ed uscì, sbattendo forte la porta. Venera si sedette e scoppiò a piangere.


Titania era intenta a spaccare la legna, a mani nude ovviamente. Atticus le si avvicinò e cominciò a parlarle: «Titania, non sei stanca di questa vita? Spaccare legna, trasportare legna, ferrare cavalli, coltivare campi....».


Titania: «No papà, a me piace questa vita insieme a te e la mamma.... e sì, anche a quella rompiscatole di Leonora. Sto bene e sono felice. Perché questa domanda?»


Atticus: «Oh no niente.... era solo un'idea.... continua pure mia cara». Titania fissò il padre con un'aria interrogativa, riprendendo poi a spaccare la legna. L'uomo quindi si spostò verso i campi dove c'era Leonora intenta ad irrigarli. «Ciao Leonora. Sei diventata veramente brava nell'uso della magia!»


Leonora: «Grazie papà!»


Atticus: «Senti.... sei felice qui? Con me, la mamma e Titania?»


Leonora: «Certo che sono felice! Anche se Titania a volte è antipatica e mi fa i dispetti... le voglio comunque bene. Voglio bene a tutti voi!»


Atticus: «Capisco.... quindi non vorresti fare un viaggio da qualche parte, magari di qualche anno?»


Leonora: «Oh no, io sto benissimo qui! C'è tutto quello che io possa desiderare! Perché questa domanda papà?»


Atticus: «Nulla... solo semplice curiosità... continua pure il tuo lavoro». Leonora scrollò le spalle e continuò ad irrigare i campi con la sua magia.


"Sono tutte contro di me, dannazione...... ma non ha importanza, oramai ho preso la mia decisione. Domani sarà il grande giorno, il giorno della mia rinascita!", uno strano sorriso si dipinse sulla faccia di Atticus.


Il giorno seguente, il tempo era cupo: nere nuvole si stagliavano su tutta la fattoria, rendendo l'atmosfera lugubre e triste. Atticus aveva preparato uno zaino e stava uscendo dalla fattoria prestissimo. Venera cercò di dissuaderlo a tutti i costi.


Venera: «Dove credi di andare? Perché vuoi abbandonarci?!»


Atticus: «Sei stata tu a dirmi che ero libero di andare»


Venera: «NON PENSI AL BAMBINO CHE STA PER NASCERE!? VUOI DAVVERO PRIVARLO DELLA FIGURA PATERNA?»


Atticus: «Abbassa la voce o sveglierai le bambine, non voglio che mi vedano partire»


Venera: «Ah ora ti importa di loro? Che ne sarà di noi se tu partirai?», la donna era con le lacrime agli occhi.


Atticus: «Ve la caverete bene anche senza di me, Titania e Leonora sono in gamba e manderanno avanti la fattoria alla grande!»


Venera: «Non capisci, non vuoi proprio capire! Senza di te saremo perse!»


Atticus: «Mi dispiace... ma ho preso la mia decisione... addio Venera, saluta le ragazze da parte mia»


Venera: «NO, NON TI LASCERO' ANDARE!». La donna afferrò la vita dell'uomo, abbracciandolo. Lui si girò e la guardò negli occhi, quegli occhi pieni di lacrime e di dolore. Successivamente la spinse via, facendola cadere a terra. La donna urlò dal dolore, ma lui sembrò non interessarsene ed uscì dall'abitazione. "Mi dispiace, ma non è questo ciò che voglio.... io aspiro molto più in alto". Sentendo i pianti della madre, Titania si svegliò e sopraggiunse all'ingresso: «Manma cos'è successo? Perché sei a terra e stai piangendo? Dov'è papà?». La donna non rispose e continuò a piangere. Titania notò la porta aperta, quindi corse fuori. Vide il padre che si stava allontanando, in direzione della foresta.


Titania: «PAPA'! DOVE STAI ANDANDO!». L'uomo non si girò, continuando ad avanzare per la sua strada. La ragazza cercò di raggiungerlo correndogli dietro, ma venne colpita alla fronte da un sasso che la fece cadere a terra. Del sangue cominciò a sgorgarle dalla fronte.


«Devo dedurre che nessuna di loro abbia deciso di seguirti»


Atticus: «Esatto»


«A te sta bene così?»


Atticus: «Sì, non ho rimpianti»


«Come preferisci.... allora seguici»


E così Atticus sparì nella foresta, seguendo altri due uomini....


Venera intanto si era trascinata fino alla porta, urlando il nome di Titania che era ancora a terra. Leonora intanto fece la sua comparsa all'ingresso e, vedendo sua madre a terra, si avvicinò per aiutarla, chiedendo cosa stesse succedendo: «Mamma perché sei a terra? Cosa sta succedendo? Dov'è papà?». La donna abbracciò la figlia e, non riuscendo a fermare le lacrime, disse: «Tuo padre è dovuto partire per lavoro... non sappiamo quando ritornerà»


Leonora: «Però tornerà, non è vero?»


«Certo che tornerà!», disse la donna urlando di dolore.


Intanto Titania si era ripresa. Si alzò in piedi, con delle linee di sangue che le macchiavano la faccia e colavano a terra, ed urlò con quanto più fiato avesse in corpo. Dei tuoni accompagnarono quell'urlo pieno di dolore e di rabbia. Passò qualche mese e nacque finalmente la piccola Kate: capelli color biondo oro ed occhi azzurri purissimi, era la più gracile di costituzione delle tre. Questo ulteriore parto, indebolì ancora di più Venera, costretta ad occuparsi solamente delle faccende di casa. Passarono cinque anni e la piccola Kate trovò un arco nella cantina, durante una delle sue 'ispezioni segrete'. Alla piccola piaceva giocare all'esploratrice. Prese quindi quell'arco e delle frecce ed uscì a fare pratica. Inizialmente era completamente imbranata, ma aveva un buon occhio: riusciva infatti a notare piccoli particolari anche a distanze considerevoli. E così, mentre Titania oramai quasi ventenne si occupava di far andare avanti la fattoria, Leonora continuava a studiare magia, aiutando in quel che poteva. La piccola Kate invece continuava ad esercitarsi con l'arco, sperando di essere utile anch'essa in futuro. Venera era fiera di loro: anche senza Atticus riuscivano a cavarsela egregiamente. Leonora chiedeva ogni tanto quando tornasse il padre, mentre Kate voleva saperne di più sul padre che non ha mai conosciuto. Quando ciò accadeva, Venera cercava di dare delle spiegazioni plausibili, cercando di non lasciarsi andare e piangere a dirotto. Doveva essere forte, per le sue figlie. Titania invece era l'unica alla quale non interessava sapere nulla del padre: le aveva abbandonate senza ritegno, lasciandole sole al loro destino. Non si fidava più di nessuno, a parte le sue sorelle e sua madre che le accudiva così amorevolmente. Si ripromise che sarebbe diventata più forte, per aiutarle. Ma i problemi iniziarono ad arrivare: non c'erano abbastanza soldi per pagare tutte le varie spese, i debiti cominciavano ad accumularsi e Venera prese la decisione di vendere tutte le bestie: «Vivremo solo coltivando i campi, basterà per farci vivere più che dignitosamente» diceva con un filo di voce. Titania prese la decisione di allenare nel tempo libero sia Leonora che Kate nella caccia: in questo modo avrebbero risparmiato molto sul cibo ed avrebbero potuto guadagnare anche qualcosa. Passò un altro anno, Kate aveva 6 anni e sapeva già cacciare con l'arco, riuscendo a cacciare conigli, lepri, piccoli uccelli, volpi e cervi. Leonora invece ne aveva 13 ed era diventata molto brava con la magia: riusciva infatti a tenere testa a cinghiali, aquile, falchi e lupi. Infine Titania, la più forte delle tre, era in grado di stendere un orso a mani nude. Tutto questo avendo solo 20 anni di età. Un giorno, con una scusa, Leonora si allontanò insieme a Titania dalla fattoria: «Ho visto un orso ENORME nella foresta, se riusciamo ad abbatterlo potremmo guadagnarci una fortuna!»


Titania: «Mi hai convinta! Kate, rimani con la mamma. Fai quello che ti dice senza discutere, intesi?»


Kate: «Sì Titania, puoi contare su di me!»


Le due ragazze si allontanarono e scomparvero nella foresta.


Venera: «Ora che se ne sono andate possiamo cominciare ad organizzare la sorpresa!»


Kate: «Sì che bello, una festa a sorpresa per Titania! Ma perché proprio oggi?»


Venera: «Perché oggi è il 28 agosto, il giorno in cui Titania è nata ed è quindi il suo compleanno»


Kate: «Ma non lo abbiamo mai festeggiato... perché oggi sì?»


Venera: «Perché Titania oggi compie 20 anni, diventa finalmente una signorina e può già cercarsi un marito.... vorrei tanto che trovasse un bravo ragazzo e vivesse la sua vita, invece di rimanere inchiodata qui a prendersi cura di tutte noi....», una lacrima scese dal volto della donna.


I preparativi procedevano senza intoppi, quando improvvisamente si sentì un rumore di vetri rotti proveniente dall'ingresso. Le due si trovavano nella sala da pranzo, distante una decina di metri dall'ingresso. Venera disse subito a Kate di nascondersi nell'armadio: non voleva che sua figlia corresse rischi inutili benché sapesse difendersi. «Nasconditi qui dentro e, non appena la situazione è favorevole, scappa ed esci di casa! Mi hai capito?»


Kate: «Si mamma, farò come dici tu». La piccola si nascose dentro l'armadio, portandosi l'arco e qualche freccia per ogni evenienza.


"Sicuramente sarà un ladro venuto a rubare. Non immagina però che siamo povere...", pensò Venera, impugnando un coltello. La sala era piena di addobbi e cibarie varie. Qualcuno irruppe goffamente nella stanza.


Venera: «Finalmente ti sei fatto vedere. Cos'è che vuoi? Oro? Gioielli? Soldi? Beh, ho una brutta sorpresa per te: purtroppo siamo povere, non abbiamo nulla»


«Dannazione, questo si che è un problema.... Beh, mi accontenterò di te e del cibo qui presente» disse l'uomo fissando con aria vogliosa la donna.


Venera: «Cos'hai intenzione di fare?»


«Non lo immagini? È da molto tempo che non tocco una donna....»


Venera: «Stai attento, ho un coltello. Non costringermi a farti del male»


«Ribelle eh... MI PIACE!» disse l'uomo facendosi passare la lingua sulle labbra. Iniziò una colluttazione che vide l'uomo prendere il braccio armato di coltello della donna e sbatterla contro pareti e mobili. Kate sentiva i rumori, ma le era stato ordinato di non uscire finché la situazione non su favorevole. L'uomo riuscì a far cadere la donna: le tolse il coltello dalla mano e lo buttò lontano, distendendosi quindi sopra di lei. «Ed ora ci divertiamo... stai tranquilla e lasciami fare» disse lui con la bava alla bocca.


Venera: «Ok, starò tranquilla... dopo questo!». La donna diede un forte calcio ai testicoli dell'uomo che cadde a terra rantolando dal dolore. «KATE, ADESSO!» urlò lei. La bambina uscì dall'armadio e, senza vedere cosa stesse succedendo, corse verso la porta d'ingresso, uscendo dall'abitazione. Era terrorizzata, la paura non le permetteva di agire consciamente e quindi di aiutare sua madre.


«Maledetta puttana....» disse l'uomo ancora a terra agonizzante.


La donna riprese il coltello da terra e si avvicinò all'uomo, pronta a pugnalarlo mortalmente: «Beh, direi che è finita. Ora calmerai i tuoi bollenti spiriti... per sempre!». Stava per pugnalarlo alla schiena, quando l'uomo fece uno scatto in avanti, buttandosi con tutto il suo peso sulla donna. I due vennero sbalzati contro un tavolo apparecchiato e con una lanterna accesa al centro. Il tavolo venne ribaltato, facendo cadere tutto ciò che vi era sopra. La lanterna si infranse a terra ed il pavimento cominciò a prendere fuoco. Quello scatto improvviso, portò l'uomo a farsi pugnalare involontariamente al petto, morendo sul colpo. Venera era distesa a terra, con un cadavere su di essa dal peso non indifferente. Impiegò un po' di tempo prima di riuscire a toglierselo di dosso, ma era troppo tardi: le fiamme avevano avvolto l'intera stanza e stavano cominciando ad espandersi per tutta la casa. Come se non bastasse, durante la caduta si era slogata una caviglia. Era quindi impossibilitata a camminare. Provò a trascinarsi, ma il terreno era troppo caldo e le fiamme non permettevano di muoversi liberamente.


"Perché la mamma ancora non esce....", Kate, vedendo le fiamme, stava cominciando ad essere seriamente preoccupata, ma la paura non le permetteva ancora di muoversi.


«Vorrei tanto sapere dove l'hai visto questo orso», disse Titania seccata.


«Ma è vero, ti giuro che l'ho visto!» rispose Leonora convinta di quanto stesse affermando.


Le due ragazze uscirono dalla foresta, senza aver concluso nulla. Non appena videro la loro casa in fiamme, si precipitarono. Kate era ancora immobile che guardava quel macabro spettacolo.


Leonora: «Kate! Che cosa è successo? Perché sei qui fuori? E dov'è la mamma?». La bambina riuscì a trovare la forza per puntare il dito in direzione della casa. Titania cercò in tutti i modi di entrare, ma le fiamme erano oramai alte. Leonora provò ad usare la sua magia d'acqua, ma non bastava. Venera riuscì a trovare la forza per affacciarsi alla finestra della sala da pranzo: «Tit...a....nia.....». Titania la vide: era completamente avvolta dalle fiamme. Provo ad avvicinarsi per riuscire ad afferrarla, ma fu tutto inutile.


Venera: «Non... pensare... a me..... pensa... alle... tue.... sorelle....»


Titania: «NON DIRE COSI' MAMMA! TI FARO' USCIRE DI LI'.... TROVERO' UN MODO!»


Venera: «Sai bene... anche tu... che per me... è finita....»


Titania: «NO, NON DIRLO!»


Venera: «... siate.... siate forti.... Tit...a..nia.... prenditi cura.... delle tue sorelle.... fallo... per.... me....»


La casa crollò proprio in quel momento, inghiottendo la povera Venera. Titania venne allontanata a forza da Leonora, mentre guardava attonita le macerie che cadevano. Kate cadde in ginocchio, cominciando a piangere e ripetendo: «È tutta colpa mia.... è solamente colpa mia.....». Iniziò a piovere. Una pioggia fitta, triste, inesorabile. Era come se il cielo piangesse quell'evento nefasto. Ben presto le fiamme furono spente dall'intervento della pioggia. Titania corse subito a rimuovere i detriti per ritrovare il corpo di sua madre. Eccolo: era in gran parte carbonizzato, ma si riusciva ancora a riconoscere i tratti facciali. In mano aveva qualcosa, ma Titania non ci fece caso. La disperazione prese il sopravvento. Le tre sorelle scoppiarono a piangere intorno al cadavere della madre. Un pianto angosciante, triste, di chi ormai aveva perso la speranza. Titania improvvisamente smise di piangere, si fece forza ed iniziò a scavare non lontano da lì.


Leonora: «Che... che stai facendo... Titania...» disse con le lacrime che ancora sgorgavano dai suoi occhi.


Titania: «Sto dando una degna sepoltura a nostra madre»


Kate andò ad aiutare Titania, benché potesse fare ben poco data la sua poca forza. Anche Leonora aiutò le sorelle, senza smettere di piangere. In poco tempo riuscirono a scavare una tomba in cui misero la loro madre, insieme all'oggetto che teneva in mano. Nessuna si preoccupò di cosa fosse visto che sembrava essere un oggetto insignificante. Fecero una piccola preghiera rivolte alla tomba della madre, sotto la pioggia incessante. Titania promise sulla tomba di sua madre che non avrebbe mai più pianto, che sarebbe stata forte ed avrebbe protetto le sue sorelle a qualsiasi costo. Dopo questo piccolo rituale, le tre sorelle si incamminarono nella foresta. Non avevano una casa, non avevano una famiglia, non avevano una meta.... dovevano solamente cercare di sopravvivere.


La foresta sembrava veramente spaventosa ora.


Kate: «Titania.... io ho paura»


Titania: «Non lasciarti suggestionare, non ci accadrà niente di male»


Leonora: «E se dovessimo incontrare qualche animale pericoloso?»


Titania: «Come il tuo fantomatico orso?»


Leonora si sentiva stupida.


Titania: «Non vi preoccupate, qualunque cosa dovessimo incontrare, ci penserò io a sistemarla.


«To-to-to-to-to»


Kate: «C-che c-cosa è s-s-stato?»


«To-to-to-to-to»


Leonora: «S-si sta av-avvicinando....»


«To-to-to-to-to»


"Vieni avanti, forza!", Titania era già pronta ad attaccare.


«RO!»


Un vecchio apparve davanti a loro da un cespuglio: aveva solamente un ciuffo di capelli bianchi sulla sommità della testa ed una lunga barba bianca. Aveva inoltre due grandi occhi con delle pupille piccolissime e nere. Indossava dei vecchi stracci da eremita e se ne andava in giro con un bastone.


«AAAAAAAAHHHHHHHHH», Kate lanciò un urlo di terrore. Leonora si nascose subito dietro Titania che nel mentre era in posizione di attacco.


«Oh, non dovete avere paura di me, piccole. Ero qui che passeggiavo nella foresta quando ho sentito le vostre voci e mi sono uncuriosito. Chi siete? Da dove venite?» chiese il vecchio.


Titania: «Hai una bella faccia tosta a chiedere a delle ragazze di presentarsi senza prima presentarti a tua volta»


«Ma io sono un eremita, posso fare quello che voglio!» disse spavaldo il vecchio.


Titania: «Beh, vediamo se hai ancora voglia di fare lo spiritoso dopo aver assaggiato i miei pugni!». La ragazza si lanciò contro il vecchio, sferrando un pugno di una potenza inaudita. Il vecchio però spiccò un salto così alto da superare la ragazza, dandole un leggero colpetto con il suo bastone alla testa.


Titania: «AHI, CHE MALE!»


«Ma se ti ho appena sfiorata» replicò il vecchio.


Leonora: «Vediamo come te la cavi con questo! Palla di fuoco!». La ragazza lanciò dalle sue mani una palla di fuoco, indirizzata verso il vecchio. Quest'ultimo prese tutto il fiato che aveva in corpo e soffiò così forte da spegnere completamente la palla di fuoco.


Leonora: «Cosa? Ma questo è impossibile!»


Kate: «C-ci p-penso io!». La piccola bambina scoccò una freccia, ma il vecchio la bloccò con il suo bastone.


«Notevole per la vostra età» disse.


«MAI DISTRARSI IN COMBATTIMENTO, VECCHIO!», Titania era tornata all'attacco, attaccandolo da dietro. Il vecchio si girò di scatto e cercò di colpirla con l'impugnatura del suo bastone. Titania lo fermò con entrambe le mani: «NON CREDERE DI FERMARMI CON UN VECCHIO BASTONE!». Fece una pressione tale sulle mani da frantumare l'impugnatura del bastone. "Però, davvero notevole!" pensò il vecchio che con un balzo si allontanò dalle tre sorelle. «Ok ok avete vinto, mi arrendo!»


Titania: «Ma se non abbiamo ancora cominciato! Inoltre non mi sembri così debole da doverti arrendere vecchio!»


«Se avessi usato tutta la mia forza, non sareste durate nemmeno due secondi» disse il vecchio con un'espressione seria.


Titania: «MA CHI TI CREDI DI ESSERE, VECCHIO?»


«Io sono il saggio ancestrale Totoro. Ma potete chiamarmi Maestro»


«Maestro?» dissero Leonora e Kate all'unisono.


«Tsk, non siamo certo tue allieve», replicò Titania.


Totoro: «Ma lo diventerete»


Titania: «COSA?»


Totoro: «Così ho deciso. Ora basta, state zitte e seguitemi senza fiatare»


Titania: «PERCHE' MAI DOVREMMO SEGUIRTI?»


Totoro guardò Titania dritta negli occhi e disse: «Non vuoi diventare più forte?»


Titania rimase interdetta, stringendo i pugni dalla rabbia.


Totoro: «Ed allora zitta e seguimi!»


Le ragazze seguirono il vecchio che le condusse in una zona della foresta in cui c'era un piccolo lago dove si stavano abbeverando diversi animali, tra cui un possente toro.


Kate: «Q-q-quello è un t-toro! Cosa diavolo ci fa qui?»


Totoro: «Questo è il mio toro domestico, si chiama Tota. Saluta le nuove apprendiste Tota»


Tota: «MUUUUOOOOOAAAAAA»


Titania: «Che strano verso per un toro....»


Totoro: «Non è l'unica cosa strana che ha. È anche in grado di volare! State a guardare». Il vecchio salì in groppa al toro che iniziò a fluttuare in aria.


Leonora: «Stupefacente... ma un momento, riusciamo a salirci tutti?»


Totoro: «Chi ha mai detto che avrei fatto salire anche voi? No, voi mi seguirete da terra, è un ottimo esercizio per migliorare la resistenza fisica»


Kate: «COSA? Non ti sembra di esagerare?»


Titania: «Facciamo come dice»


Kate: «Eh? Titania ti rendi conto di quello che dici? Potrebbe abitare a chilometri e chilometri di distanza, sulle sommità di qualche montagna»


Totoro: «Hey, come hai fatto ad indovinare? Mi spii dentro casa?»


Titania: «Non ha importanza. Dobbiamo diventare più forti per riuscire a badare a noi stesse e lui potrebbe essere la nostra sola ed unica speranza. Facciamo come dice»


Totoro: «Brava ragazza, seria e giudiziosa. Mi piaci! Ti permetterò di diventare mia moglie»


Titania tirò un calcio al toro che si rivoltò a testa in giù, facendo rivoltare anche il vecchio. «Non osare mai più dire una cosa simile, hai capito?»


Totoro: «Scherzavo scherzavo, suvvia come sei permalosa.... Bene, in marcia!»


Durante tutto il tragitto, il vecchio ed il toro rimasero sempre a testa in giù. Intanto le ragazze raccontarono la loro storia.


Totoro: «Davvero una brutta faccenda... hey Kate, vedi di non rimanere indietro!»


«N...non ce la faccio...» disse ansimando la ragazza.


Titania: «Lei è la più debole di costituzione qui, non è abituata a fare questi sforzi»


Totoro: «Dovrà abituarsi»


Titania andò ad aiutare Kate.


«STAI FERMA!» urlò Totoro. «Cosa credi di risolvere aiutandola? Quando poi non ci sarai, lei cosa farà? Chi l'aiuterà?»


Titania: «Io ci sarò sempre, non abbandonerò le mie sorelle»


Totoro: «E se non fossi in grado di aiutarle? Se fossi messa nella posizione di non poter fare nulla? Eh? EH?»


I due si lanciarono uno sguardo di sfida.


Leonora: «Su su, non litigate. Vedete? Kate ce la sta facendo da sola, pian piano»


Kate: «Uff... che faticaccia... ma non voglio rallentare il gruppo!»


Totoro: «Così si parla ragazza mia! Quando sarai più grande, diverrai mia moglie!»


Titania: «LA VUOI SMETTERE CON QUESTA STORIA!?»


Kate: «Maestro la smetta di prenderci in giro! E si raddrizzi per favore, non riesco a guardarla in quella posizione»


Totoro: «E allora non mi guardare! In questa posizione riesco a rimanere concentrato, è un allenamento....»


Leonora: «Oh, quanto è saggio Maestro....»


Arrivarono alle pendici di una imponente montagna. Il vecchio esclamò: «Fermi tutti, c'è qualcosa che non va! Qualcuno mi ha rivoltato la casa! Ma chi può essere così potente da rivoltare una montagna?»


Titania: «IDIOTA, SEI A TESTA IN GIU', TE NE SEI FORSE DIMENTICATO?»


Totoro: «.... CHI E' STATO A FARMI QUESTO?»


Leonora: «Ma se è tutto il viaggio che è in quella posa, Maestro!»


Totoro: «.... ah già! Tohtohtohtoh!»


"In che mani siamo capitate..." pensò Titania.


Totoro: «Bene, ora non vi resta che salire queste scale»


Davanti a loro c'erano tante scale che portavano verso la sommità della montagna.


Kate: «Tutte queste scale? Ma saranno migliaia!»


Totoro: «Tredici mila trecentonovantasette per essere precisi!»


Leonora: «Ma.... non arriveremo mai!»


Titania: «Risparmiate il fiato e cominciamo a salire»


Totoro: «Così si parla Titania. Vi aspetto in cima, non impiegateci troppo tempo!»


Le tre ragazze impiegarono quattro ore abbondanti per raggiungere la cima della montagna. Si era ormai fatta notte. Una volta arrivate alla meta, trovarono un tempio fatto interamente d'oro. Totoro era disteso su di un'amaca sorseggiando del sake.


Totoro: «Oh, finalmente ce l'avete fatta! Mi stavo annoiando!»


Kate e Leonora stramazzarono al suolo esauste. Solo Titania aveva ancora forza per rimanere in piedi: «Senti..... vecchio.... noi.... » disse ansimando.


Totoro: «Risparmia il fiato ed andate a riposarvi. Domani inizierà il vostro addestramento. Se riesci a portare le tue sorelle dentro al tempio, vi ho preparato una stanza, altrimenti dormirete qui fuori al freddo. Buonanotte!» disse addormentandosi sull'amaca.


Titania a fatica riuscì a portare le sorelle nella stanza a loro assegnata, seguendo Tota. «Potevi anche darmela una mano, grosso e stupido toro»


Tota: «muoa muoa»


Una volta dentro, Titania crollò sul pavimento insieme alle sue due sorelle. Dormirono profondamente per diverse ore, finché...


«SVEEEEEGLIIIIIAAAAAAAAA», Totoro irruppe nella stanza urlando come un pazzo. Mise anche il piede sulla faccia di Titania.


Titania: «MA CHE FAI VECCHIO!»


Totoro: «COME FACCIO A SAPERE CHE SIETE STRANE E NON DORMITE NEI LETTI MA SUL PAVIMENTO!»


Titania: «ERAVAMO STANCHE, NON CI SIAMO ARRIVATE NEI LETTI! E POI PARLI TU CHE DORMI IN UN'AMACA»


Totoro: «MI RILASSA, OK?»


Kate: «Potreste smetterla di urlare di prima mattina? Volete farmi scoppiare la testa?»


Leonora: «Mmmm che sta succedendo qui? Chi è che sta urlando?»


Totoro: «Bene, ora che siete tutte sveglie, vi prego di seguirmi. Ho qualcosa per voi»


Il vecchio portò le tre ragazze in una grande sala da cerimonia al centro del tempio. Al centro della sala, erano posizionate delle bellissime armature bianche addosso a dei manichini di bronzo. «Queste le ho fatte per voi, voglio che le indossiate. Quella a sinistra è per Kate, quella al centro per Leonora ed infine quella a destra per Titania. Sono fatte su misura per ognuna di voi»


Le tre ragazze provarono ad indossare le armature, ma Kate e Leonora non riuscirono nemmeno a sollevarle.


Kate: «Ma sono pesantissime!»


Leonora: «Non riusciremo mai ad andare in giro con queste cose addosso!»


Totoro: «Fate silenzio ed osservate Titania!». La ragazza era riuscita ad indossare completamente l'armatura. Se ne stava lì ferma, ammirandola. Fece un passo e.... cadde sbattendo la faccia al pavimento.


«Ecco.... appunto» dissero le altre due all'unisono.


Totoro: «Dovete solo farci l'abitudine! Da oggi in poi voglio che le indossiate sempre, senza mai toglierle! Dovreste mangiare con esse, dormire con esse, perfino lavarvi con esse! È severamente vietato toglierle!»


Kate: «Ma... è impossibile!»


Leonora: «Kate, guarda Titania. Si è subito rimessa in piedi e ci sta riprovando. Forse dovremmo riprovare invece che stare a lamentarci»


Totoro: «Brava Leonora! Anche se sei giovane, puoi diventare subito mia moglie!»


Un pezzo dell'armatura di Titania colpì in piena fronte Totoro.


«Ops, mi dispiace. Non devo averlo agganciato bene quel pezzo», disse Titania ridacchiando.


«L'HAI FATTO APPOSTA, TI HO VISTA!» sbraitò Totoro con del sangue che gli usciva dalla fronte.


Iniziò così il lungo addestramento delle ragazze. Inizialmente si basava solamente sul dover prendere confidenza con la pesantissima armatura. Quando le normali azioni come camminare, correre, saltare, mangiare, schivare, combattere e via dicendo sarebbero risultate naturali senza impedimenti, l'addestramento poteva ritenersi concluso. Impiegarono 5 anni per prendere totale confidenza con in dosso le armature.


Totoro: «Bene, ora che le armature sono come una seconda pelle, è giunto il momento di addestrarvi secondo la vostra vocazione. Kate, ho visto che tu utilizzi l'arco per il combattimento a distanza, mi sono permesso quindi di creare un arco e delle frecce dello stesso materiale delle armature»


Kate: «Ma quelle frecce saranno pesantissime! Non riuscirò mai a scoccarle!»


Totoro: «Non puoi dirlo se non ci provi! Passiamo a te Leonora: quando ci siamo incontrati la prima volta mi hai tirato contro una palla di fuoco. Deduco che la tua vocazione sia la magia, ho indovinato?»


Leonora: «Esattamente!»


Totoro: «Bene, prendi. È un antico libro di magie, tramandato di generazione in generazione. Contiene tanti incantesimi, alcuni addirittura potentissimi, tipo questo: INFLATUS DI DRACO!». Dalla mano del vecchio venne fuori una scia di fiamme, come fosse un soffio di drago.


Leonora: «Wow, magnifico!», la ragazza sfogliò rapidamente il libro ed esclamò: «Ma.... non ci capisco niente! In che lingua è scritto?»


Totoro: «Gregoriano antico, la lingua degli Antichi. Ecco perché ti serve un dizionario!». Il vecchio mostro un libro grande il triplo del precedente. «Qui ci sono tutti i termini del gregoriano antico.... buono studio!»


Leonora: «Sigh... mettiamoci sotto....»


Totoro: «Ed ora veniamo a te Titania. Tu sei molto forte fisicamente, ma non ti ho visto usare armi»


Titania: «Perché io combatto a mani nude»


Totoro: «Questo è sicuramente lodevole, ma l'utilizzo di un arma può fare la differenza tra la vita e la morte. E ho l'arma che fa per te». Il vecchio porse uno spadone alla ragazza. «Questa è una Bastard Sword, forgiata con il materiale utilizzato per le armature. È quindi molto pesante, ma anche resistente e letale. Se riuscirai a padroneggiarne l'uso, diverrai imbattibile!»


Titania provò a sollevarla, ma non riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde in avanti, portando la lama contro Totoro. Il vecchio maestro la fermò con sole due dita. «Con calma, non c'è fretta. Un passo alla volta mia cara». Lasciò la presa e la spada cadde al suolo, incrinandolo lievemente. «Forza, inizia la seconda parte dell'allenamento. Impegnatevi a fondo!»


I giorni passarono e le ragazze si allenavano duramente. Kate era riuscita finalmente a tendere l'arco, ma non riusciva ancora a scoccare correttamente una freccia. «Uffa, è la quarta che sbaglio!»


Totoro: «Cosa succede Kate?»


Kate: «Oh Maestro... non riesco a scoccare una freccia come si deve!»


Totoro: «Devi capire, cara Kate, che queste non sono come le frecce che eri abituata ad usare: queste sono frecce speciali, molto più pesanti. Ed essendo più pesanti sono anche più difficili da indirizzare, però sono anche più veloci e letali una volta scoccate! Devi solo capire il modo di scoccarle. Pensa al tuo bersaglio.... visualizzalo... pensa a come si muove, a come potrebbe reagire.... visualizza anche il percorso che potrebbe eseguire la freccia, prendi un profondo respiro e... SCOCCA LA FRECCIA! È tutto chiaro?»


Kate: «Più o meno....»


Totoro: «Bene, continua pure ad allenarti». Il vecchio maestro si allontanò.


"Vediamo... visualizzare il bersaglio.... è un bersaglio fermo quindi non devo calcolare nient'altro.... ed ora calcoliamo la traiettoria della freccia.... è una freccia abbastanza pesante, quindi tenderà ad essere attratta dalla gravità più facilmente rispetto ad una normale freccia in legno. Alziamo un pochino la mira e... SCOCCHIAMO LA FRECCIA!". La ragazza scoccò la freccia che colpì il bersaglio di paglia in pieno centro, trapassandolo completamente. «Evviva ce l'ho fatta! Ora dovrò esercitarmi con i bersagli in movimento!»


"Brava ragazza, impara in fretta..... andiamo a vedere come se la cava Leonora". Il maestro si allontanò dai cespugli in cui era nascosto ed andò nella stanza della meditazione. Lì c'era Leonora intenta a meditare.


Leonora: «Fu....ful.....fulg...fulgara!»


*pfu*


Del fumo uscì dalle sue mani. «Maledizione, ancora non ci siamo! Cos'è che sbaglio?»


«Forse la pronuncia dell'incantesimo?», Totoro entrò con calma nella sala. «Vuoi lanciare un fulmine, giusto? La pronuncia corretta è Fulgus, non Fulgara!»


Leonora controllò sul libro: «Ha ragione Maestro.... sono mortificata....»


Totoro: «Non è il caso di abbattersi. Il gregoriano antico non è una lingua per niente facile. Io stesso ho impiegato diversi anni per impararla. Il segreto però non sta nell'impararsi a memoria tutte le formule. Piuttosto bisogna arrivarci. Anche l'inventiva gioca molto a nostro vantaggio. Per esempio, prima volevi lanciare un fulmine e quindi la parola da usare è 'Fulgus'. Se invece avessi voluto lanciare un 'fulmine di fuoco', avrei usato il termine 'Ignis Fulgus'. Prova ad usare la fantasia, non limitarti solamente a ciò che ti suggerisce il libro»


Leonora: «La ringrazio dei consigli Maestro»


Totoro salutò la ragazza ed uscì dalla stanza.


Leonora: «Quindi se dicessi.... NEBULA GLACIALIS!». La stanza venne avvolta da una fitta nebbia freddissima. «Brrrrrr ci s-sono r-r-riuscita brrr!»


"Niente male anche te! Ed ora andiamo a vedere cosa sta facendo Titania". Il maestro si allontanò dalla stanza. Titania era nel giardino esterno, intenta a dare fendenti con la spada.


Titania: «Milletrecentonovantasette... milletrecentonovantotto..... milletrecentonovantanove..... millequattrocento....»


Totoro: «duemilioniquattrocentomilaseicentonovantasette.... trentatremilaseicentoventotto.... cinque.... duecentotrentaquattro.....»


Titania: «Uff.... che cosa vuoi vecchio?»


Totoro: «Niente in particolare, volevo solo vedere cosa stavi facendo»


Titania: «Non si vede? Mi sto allenando con lo spadone»


Totoro: «Vedo vedo... continua così mia cara, ma ricorda: non basta solo saper sferrare il colpo. Bisogna avere convinzione e sapere bene come lo si sta dando il colpo e per cosa. Ti faccio vedere». Il vecchio prese lo spadone da Titania, impugnandolo con facilità con una sola mano e scagliò un fendente contro una roccia, tagliandola perfettamente in due. Dopo di che, scagliò un altro fendente su di un'altra roccia, senza riuscire a scalfirla. «Hai visto? Impiegando la stessa forza, sono riuscito a tagliare a metà una roccia, mentre l'altra non sono riuscito nemmeno a scalfirla. Questo perché nel primo caso ho colpito con l'intenzione di tagliare la roccia, mentre nel secondo caso no. Imparerai anche questo, ne sono sicuro». Il vecchio maestro riconsegnò la spada a Titania e disse: «Scusami se ti ho disturbata, prosegui pure l'allenamento».


Titania: «Tsk....»


Il vecchio si allontanò e Titania disse a bassa voce: «Stavo sbagliando tutto... ecco perché mi ha fatto volutamente perdere il conto. Dannato vecchiaccio..... uno.... due.... tre.... quattro... cinque.....», riprendendo gli allenamenti.


"Brava Titania, diventerai una grande guerriera", pensò Totoro mentre si allontanava.


Passarono altri 5 anni. Le ragazze erano cresciute molto, sia fisicamente che spiritualmente. Kate aveva 16 anni ed era diventata proprio una ragazza carina. Aveva dei capelli biondo oro corti ed un po' mossi che facevano un meraviglioso contrasto con i suoi occhi azzurri cristallini. Leonora invece aveva 23 anni, capelli medio lunghi viola ed un paio di occhiali che risaltavano i suoi occhi neri. Era la più bella delle tre, con un fisico veramente mozzafiato. Titania infine aveva 30 anni: era la più grande e matura del gruppo. Aveva lunghi capelli rossi che facevano risalto con i suoi occhi, rossi anch'essi. Il suo fisico era possente, rimanendo comunque quello di una bella donna. Tutte e tre avevano superato brillantemente l'addestramento.


Totoro: «Ragazze, sono fiero di voi! Avete brillantemente superato l'addestramento a cui vi ho sottoposto! Sono passati 10 anni da quando ci siamo incontrati e, sinceramente, la prima volta non avrei scommesso nulla su di voi, tohtohtohtoh!»


Titania: «Ma smettila vecchio, che hai pure insistito per addestrarci!»


Totoro: «Veramente siete voi che mi avete seguito per diventare più forti.... e mi sembra che ci siate riuscite!»


Kate: «È vero... è grazie a lei Maestro se ora siamo quel che siamo»


Leonora: «Come potremmo mai ringraziarla?»


Totoro: «Beh una cosa ci sarebbe.... DIVENTATE MIE MOGLI TUTTE E TRE!»


*sdoing*


Titania: «Vecchio, smettila con questa storia!»


Totoro: «Hey Titania, mi hai fatto male! Non sei più una ragazzina indifesa, ora sei forte e potente! Dovresti dosare la forza che metti nei colpi, come ti ho insegnato per i colpi da dare con la spada!»


Titania: «Ma io ti ho colpito con l'intento di farti male, ecco perché ti ho fatto male, ahahah!»


Totoro: «Tsk... questi giovani d'oggi che non hanno rispetto per gli anziani..... Ad ogni modo, ancora congratulazioni. Ed ora è giunto il momento di separarci. Dovrete vivere nel mondo reale, un mondo spietato e crudele, che non ci penserà due volte a fregarvi se ne ha l'occasione....»


Titania: «A tal proposito, ho un giuramento da proporre. Kate, Leonora.... giuriamo fedelmente che il nostro sarà un legame indissolubile. Non ci fideremo di nessuno all'infuori di noi tre. Legate l'una con le altre, per sempre»


Leonora: «Io ci sto!»


Kate: «Puoi contare su di me sorellona!»


Le tre ragazze misero le loro mani destre una sopra l'altra e giurarono.


Totoro: «Ragazze... sono commosso....»


Tora: «Muooooooa muooooooa»


Totoro: «Per concludere questo bellissimo addio, voglio conferirvi un titolo. La vostra forza è pari a quella dei terribili demoni che dimoravano su questa terra centinaia di anni or sono, mentre la vostra bellezza data anche dalle armature che indossate è pari a quella degli angeli che popolano le favole di questa terra.... pertanto, voi sarete conosciute come I Tre Demoni Bianchi». Il vecchio maestro si rivolse quindi ad ognuna delle ragazze: «Kate.... tu sarai il Demone Silente, Kate l'Eterea. Grazie alla tua formidabile capacità di tirare con l'arco, potrai uccidere i tuoi nemici rimanendo celata senza farti scoprire. Leonora.... tu sarai il Demone Avvenente, Leonora l'Ancestrale. Con il tuo corpo potrai sedurre tutti gli uomini che vorrai.... ed anche qualche donna tohthotho! In più, hai assimilato tutte le tecniche ancestrali custodite nel libro degli Antichi. Infine tu Titania... forte ed invincibile, tu sarai il Demone Possente, Titania la Sterminatrice. Utilizza questa tua forza per proteggere le tue sorelle. Fa sì che non capiti loro nulla di male e che non debbano più soffrire. Direi che è tutto.... potete andare»


Le tre ragazze si posizionarono all'inizio delle scale, si rivolsero verso il loro maestro ed esclamarono all'unisono: «Grazie per esserti preso cura di noi per tutto questo tempo! Non ti dimenticheremo mai, MAESTRO!». Kate era visibilmente commossa. Le ragazze si girarono e cominciarono a scendere le scale, quando all'improvviso...


«....FERME! C'è un'altra cosa che dovevo dirvi..... Non vi arrendete. Mai. Anche se la situazione possa sembrarvi disperata ed irrimediabilmente compromessa, non dovete mai arrendervi. Mi sono spiegato? Titania... non ti arrendere. Leonora.... non ti arrendere. Kate.... non ti arrendere...»




«Kate, non ti arrendere! Kate, non ti arrendere! Kate, non ti arrendere!»


«Sta aprendo gli occhi, il pericolo è oramai passato»


«Grazie al cielo, Kate!», Leonora abbracciò la sorella, distesa su un letto di quella che sembrava la stanza di un medico.


«Vostra sorella si è ripresa, l'antidoto ha reagito bene. Vi consiglierei di evitare di fare sforzi per un po', almeno finché non si sia ripresa completamente» disse l'uomo seduto su una sedia vicino al letto dove era distesa Kate. «Vi lascio un po' da sole»


Titania: «La ringrazio dottore». L'uomo uscì dalla stanza e chiuse delicatamente la porta. «Come ti senti Kate?»


Kate: «Sono un po' stordita..... che cosa è successo?»


Leonora: «Sei stata punta da quello», indicò un barattolo su di un tavolo in cui era rinchiuso lo scorpione dorato. «Abbiamo dovuto fare una corsa fino a Cornelia, altrimenti rischiavamo di perderti.... Luna si è comportata proprio bene, mantenendo il passo benché fosse stremata»


Kate: «E brava la mia cavalla.... Mi dispiace di avervi fatto preoccupare. Non so cosa mi stia succedendo ultimamente, sembra che il mondo ce l'abbia con me...»


«Non il mondo... un uomo in particolare» disse Titania facendosi improvvisamente seria in volto.

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Capitolo 11
*** La grande capitale Cornelia ***


Kate: «Ancora con questa storia dell'attentatore?»


Leonora: «No Kate.... è tutto vero. Noi l'abbiamo visto»


Kate: «Non può essere stata un'allucinazione causata dal sole?»


Titania: «Eravamo 'rinfrescate' dalla magia di Leonora, quindi lo escludo. Lì c'era un uomo, in carne ed ossa, che ci ha parlato e si è preso gioco di noi. È stato lui ad attaccarti con quel suo scorpione»


Kate: «Come fate a dire che è un uomo? Lo avete visto distintamente?»


Leonora: «Non abbiamo potuto, il sole ci accecava. È stato furbo, dannazione. Però la voce era quella di un uomo, su questo non ci sono dubbi»


Kate: «E se l'avesse contraffatta con l'uso della magia?»


«INSOMMA KATE, CHE IMPORTANZA VUOI CHE ABBIA? C'E' UNA PERSONA CHE CI VUOLE MORTE E STA CONTINUAMENTE ATTENTANDO ALLA NOSTRA VITA, COSA IMPORTA SE SIA UN UOMO O UNA DONNA?», Titania urlò in preda all'ira.


Kate: «.... hai ragione, ti chiedo scusa. Come vogliamo procedere quindi?»


Titania: «Non procediamo. Il piano è stato un fallimento, tu sei ancora convalescente. Per un po' ce ne staremo qui buone buone e ci godremo l'ospitalità della città imperiale Cornelia.


Kate: «Guarda che se lo fate per me non ce n'è motivo, posso tranquillamente stare in piedi e camminare»


Leonora: «Il dottore ha detto che è meglio evitare sforzi, quindi per un po' è meglio non accettare missioni. E poi una vacanza ogni tanto ci vuole anche per noi. E quale modo migliore per spendere i soldi che ci ha dato re Tolomeo se non nella grande città imperiale?»


Titania: «Giusto, devo avvertire re Tolomeo! Ragazze, vado a consegnare una lettera al servizio postale del luogo in cui spiego la situazione ed avverto il re del fallimento della missione. Non credo di metterci molto, ma nel caso voleste uscire a fare due passi, ci incontriamo alla piazza principale tra tre ore. Ah, pensateci voi a pagare il conto». Detto questo, la ragazza uscì facendo rientrare il dottore.


Dottore: «Allora, come andiamo? È passato il dolore?»


Kate: «Mi sento in gran forma! Solo che adesso sto morendo di fame...»


Dottore: «È comprensibile. Beh qui a Cornelia avete solo l'imbarazzo della scelta su dove andare a mangiare. Abbiamo la 'Taverna di Gustavo', specializzata nella cucina a base di carne, mentre nella 'Baia del Leviatano' potete trovare tutte specialità di pesce. Questi sono i luoghi più importanti dove cibarsi, ma ce ne sono tanti altri in giro»


Leonora: «Grazie per le informazioni dottore. Quanto le dobbiamo? Così possiamo togliere il disturbo»


Dottore: «Il costo delle spese mediche ammonta ad una moneta d'argento. Se volete, potete comunque rimanere finché ne avrete voglia»


Leonora si avvicinò alla scrivania e vi poggiò una moneta d'oro. «Penso possa bastare. Andiamo Kate. Grazie ancora dottore»


Kate: «Grazie dottore!»


Le due ragazze uscirono dallo studio in fretta e furia.


Dottore: «Hey no aspettate, è troppo non posso accetta.... se ne sono andate.... Però, non pensavo che i Tre Demoni Bianchi fossero così generose!»


Una volta fuori, Kate non poté credere ai suoi occhi. Cornelia era una città fantastica! Le strade erano gremite di persone intente a passeggiare o fare acquisti, c'era ogni tipo di attrazione possibile, dai giocolieri ai maghi fino ad arrivare ai guerrieri che sfidavano i passanti per guadagnarsi da vivere. L'aria che si respirava era di armonia e tranquillità, anche grazie alle guardie che pullulavano le strade e che, al minimo problema, intervenivano. La struttura della città era molto semplice: un grosso anello in cui vi erano ubicate abitazioni e negozi e l'immenso castello imperiale al centro del suddetto anello che sovrastava ogni cosa. L'accesso al castello era consentito solo dai quattro punti cardinali, altrimenti un imponente muro ne bloccava il passaggio. Le due sorelle decisero di andare a mangiare alla 'Baia del Leviatano', un po' di pesce ci voleva per variare dalla carne di sempre. La cosa che più sorprendeva le ragazze era il fatto di non essere fermate ad ogni angolo da gente curiosa che le riconosceva e le tempestava di domande. Evidentemente sono giunte solamente voci alla città di Cornelia, ma mai nessuno degli abitanti aveva mai visto l'aspetto dei Tre Demoni Bianchi. Finalmente potevano godersi il soggiorno in una nuova città senza inutili scocciatori. Il giro turistico procedeva tranquillamente. Le ragazze fecero anche un po' di shopping: Leonora acquisto dei libri di magia e di storia, mentre Kate acquistò solamente un coltello particolare che aveva scolpiti nell'impugnatura due draghi che si guardavano negli occhi.


Leonora: «Che te ne fai di un coltello Kate? Vuoi regalarlo a Titania?»


Kate: «Oh no no, non è per lei. Ho pensato che potrebbe servirmi un coltello come arma per il combattimento ravvicinato... sai, le frecce sono scomode per combattere corpo a corpo»


Leonora: «Ah capisco... beh sì, dopo gli ultimi avvenimenti hai fatto bene a prendere un provvedimento simile. Brava!»


"Per fortuna che se l'è bevuta...." pensò Kate.


Giunse l'ora dell'appuntamento e le tre sorelle si ritrovarono nella piazza principale di Cornelia, di fronte all'ingresso sud del castello.


Titania: «Eccovi qui! Allora, com'è andato il giro?»


Leonora: «Benissimo, abbiamo mangiato e fatto acquisti. Io ho comprato dei libri di magia e di storia»


Titania: «La solita secchiona»


Leonora fece una linguaccia alla sorella maggiore.


Titania: «E tu invece cosa hai preso Kate?»


«Questo», Kate mostrò il coltello alla sorella. «Ho pensato che, visto gli ultimi avvenimenti, mi avrebbe fatto comodo»


Titania: «Ottima pensata! In effetti mi hai preceduta, altrimenti te ne avrei comprato uno io. Ma non ti sembra che sia poco funzionale? Potevi comprare un coltello più comodo o più grande»


Kate: «Oh no, questo va benissimo, fidati!»


Titania: «Se lo dici tu...»


"Evvai, sono riuscita a fregare anche Titania!" pensò Kate.


«Siete i Tre Demoni Bianchi?», una voce proveniente dalle spalle delle ragazze ruppe la tranquillità di quella giornata.


Titania, sospirando: «Uh.... è finita la pacchia. Senti amico, siamo momentaneamente in vacanza e...». Davanti a loro c'era un plotone di soldati con al comando un uomo molto molto robusto, con addosso un'armatura completamente di diamante.


«Quello è il generale Gannor! Chissà come mai è interessato a quelle ragazze....»

«Caspita, quelle ragazze ora sono proprio nei guai, poverine»

«Cosa avranno mai fatto per richiedere l'intervento di Gannor? Provo pena per loro»


Gannor: «Vi ho fatto una domanda: siete i Tre Demoni Bianchi?!» alzando un poco il tono di voce.


Titania: «SI, SIAMO I TRE DEMONI BIANCHI!»


Le persone lì intorno cominciarono ad agitarsi per l'eccitazione. Finalmente vedevano dal vivo i famigerati Tre Demoni Bianchi!


«Non posso crederci, i mercenari famosi in tutta Gatam!»

«Per favore, fatemi un autografo!»

«Leonora sei stupenda!... anche se non so quale delle tre tu sia!»


Gannor alzò una mano al cielo ed i soldati si mossero immediatamente, calmando gli animi ed allontanando la folla di curiosi.


Titania: «Caspita, è la prima volta che vedo fare qualcosa di simile in una città. Dovrebbero tutti prendere esempio da Cornelia»


Gannor: «A noi piace l'ordine. Bene, se siete i Tre Demoni Bianchi, vi prego di seguirmi»


Titania: «Perché dovremmo seguirti? Non abbiamo fatto nulla di male!»


Gannor: «Oh no no, niente di tutto questo. Re Garonius III vuole vedervi immediatamente»


Kate: «Chi è re Garonius III?»


Gannor: «Quanta ignoranza nei giovani d'oggi.... Re Garonius III è il sovrano di tutta Gatam e di Cornelia nello specifico. È la persona più importante in questo continente, fossi in voi non lo farei aspettare»


Titania: «Come se avessimo altra scelta.... va bene, andiamo a sentire cos'ha da dirci questo re»


Gannor: «Mostra un po' più di rispetto per il nostro e vostro re!»


Titania: «E tu vedi di stare più calmo, mi stai già irritando»


L'interno del castello di Cornelia era quanto di più lussuoso le tre sorelle avessero mai visto in vita loro: pavimenti e mura in marmo, tappeti persiani di primissima fattura, candelabri un po' ovunque, mobili in mogano, vetrate colorate e tende in velluto, stendardi e trofei di caccia appesi al muro. In più il castello era pieno di guardie pronte ad agire e di servi pronti a pulire.... anche le stesse guardie se necessario!


Kate: «Questo re Garonius III dev'essere un maniaco dell'ordine e della pulizia»


Leonora: «Non dirlo ad alta voce, il gigante lì potrebbe sentirti e farti la ramanzina come prima...»


Gannor: «L'ho già sentita e sono d'accordo con lei»


Titania: «Un momento, se prima l'hai quasi divorata per aver detto che non conosceva re Garonius, ora perché sei d'accordo alla sua affermazione?»


Gannor: «Perché in mezzo ai civili devo mostrarmi autoritario ed inflessibile. Così come tutte le guardie agli ordini del re. Ma dentro al castello, possiamo parlare liberamente. Tutti ammettiamo che re Garonius sia eccentrico, un vero maniaco dell'ordine e della pulizia. Detesta che qualcuno si presenti al suo cospetto sporco. Perciò.... mi dispiace ragazze»


Una governante si avvicinò in fretta e furia alle tre sorelle ed iniziò a pulirle con uno spolverino. «Uhm, qui ci vuole un aiuto: RAGAZZE!». Altre cinque governanti si adoperarono per risplendere a lucido le armature delle ragazze.


«ADESSO BASTA!» tuonò Titania. L'urlo fece allontanare le governanti dallo spavento.


Leonora: «Beh guarda il lato positivo: ora le nostre armature risplendono!»


Kate: «Sì ma... la polvere mi è entrata tutta in bocca....» disse tossendo furiosamente.


Gannor: «Ecco cosa intendevo dire. Proseguiamo, il re vi starà aspettando»


La sala del trono era di una bellezza inaudita: pavimento scintillante, muri decorati con gioielli, lampadari di cristallo, un lungo tappeto rosso di velluto che percorreva tutta la stanza. Il trono invece era in pelle di drago, con dei diamanti incastonati sui bracciali, mentre le zampe erano completamente d'oro. Re Garonius III sedeva fiero ed altezzoso su quel trono. Vestiva dei bellissimi abiti regali rossi e bianchi. La sua corona era completamente d'oro e piena di pietre preziose. Aveva folti capelli lunghi e castani, un po' di pizzetto e delle grandi sopracciglia castane. Chiudevano il quadro, due piccoli occhi castani anch'essi.


Garonius: «Ben arrivate, mie deliziose ospiti! Vedo che siete belle pulite, approvo approvo. Dunque... vi ho fatto convocare qui perché gradirei usufruire dei vostri servigi. Conoscete per caso la Compagnia di Endo?»


Titania: «È un onore essere al vostro cospetto, mio re. Sì, ci siamo già imbattute più volte in quella Compagnia»


Garonius: «Eccellente! Posso passare subito alle questioni importanti: non ho ancora ricevuto notizie dalla Compagnia di Endo. L'ultima volta che ho ricevuto loro notizie, erano arrivati a Tamuril»


Titania: «Posso confermare, sono arrivati proprio nel momento della nostra partenza per una missione»


Garonius: «Perfetto, adoro quando le cose coincidono! Da un senso di perfezione e di pulizia..... Ad ogni modo, avranno sostato un paio d'ore a Tamuril, scaricando e caricando le varie merci e ripartendo subito in direzione di Cornelia. Tra Tamuril e Cornelia c'è un grosso deserto, il deserto di Bruma, ma è impensabile attraversarlo con delle merci. Ed allora cosa fare? Semplice, si passa per le terre di Mystole. Le terre di Mystole erano le terre una volta abitate dai demoni. Ora non sono altro che un luogo desolato e disabitato. Non c'è alcun pericolo nel passare in queste terre.... o almeno credo. Ecco perché mi son sempre raccomandato che mi inviino un messaggero una volta arrivati a Mystole. E secondo voi è arrivato? NO! Niente di niente. Detesto quando che cose non vanno come dovrebbero andare. Ecco quindi la mia richiesta: andreste nelle terre di Mystole a controllare che la situazione sia sotto controllo? Verrete generosamente ricompensate, ovviamente. Posso donarvi qualsiasi cosa mi chiediate, qui non si bada a spese!»


Titania: «Vedete mio sovrano.... la situazione è un po' complicata che...»


Kate: «SAREMO FELICI DI ACCETTARE L'INCARICO!»


Titania e Leonora diedero un'occhiataccia a Kate.


Titania: «Vogliate scusarla vostra maestà, ma è ancora convalescente. Ha subito un avvelenamento da scorpione dorato ed ancora non ragiona come si deve»


Kate: «Invece mi sento benissimo, mai stata meglio in vita mia!»


Leonora: «Kate... perché non ti calmi?»


Kate: «Sono calmissima!»


Titania: «Kate, smettila immediatamente»


Kate: «No Titania, questa volta non posso stare zitta»


Lo sguardo di Titania divenne gelido, ma a Kate non fece nessun effetto.


Kate: «È inutile che cerchi di intimidirmi con il tuo sguardo, questa volta non funzionerà. Vostra maestà, accettiamo volentieri questa missione»


Titania: «Noi non accettiamo proprio niente invece»


Kate: «Perché devi sempre decidere tu per gli altri?»


Titania: «Perché sono la sorella maggiore e quella più giudiziosa!»


Kate: «E a quelle povere persone della Compagnia di Endo non ci pensi? Magari sono in pericolo e hanno bisogno di aiuto»


Garonius: «Sono d'accordo con la ragazza!»


Titania sbuffò: «Preferisco proteggere la vita di mia sorella, piuttosto che quelle di sconosciuti»


Kate: «Ma qui non si tratta solo della vita della Compagnia di Endo. Qui è in ballo l'economia di tutto Gatam!»


Leonora: «Ragiona Kate: se anche la Compagnia di Endo dovesse sparire, qualcun altro prenderà il suo posto. Invece se ti dovesse capitare qualcosa, chi prenderebbe il tuo posto?»


Titania: «Per una volta sono assolutamente d'accordo con Leonora»


Leonora: «Grazie....»


Kate: «E se questa minaccia che ha colpito la Compagnia di Endo crescesse e diventasse un pericolo per tutto Gatam? Se diventasse così potente da non riuscire a batterlo? Sarebbe meglio attaccarla subito, in modo che non possa rafforzarsi»


Titania: «Stai viaggiando un po' troppo di fantasia secondo me»


Kate: «E tu sei egoista come al solito!»


Garonius: «Insomma, andate o no?»


Titania: «STIAMO DISCUTENDO!»


Gannor: «NON ALZATE LA VOCE CONTRO IL RE!»


Leonora: «Perché non ci calmiamo un po' tutti?»


Kate: «Io sono calma»


Titania: «No, tu stai delirando!»


Kate: «No tu stai delirando, come sempre del resto!»


Titania: «Se non la smetti di avere questo atteggiamento, giuro che...»


Kate: «Che cosa? Che mi farai a pezzi? Ma come, non vuoi partire proprio perché non vuoi che mi accada qualcosa e poi la prima a farmi del male sei tu?»


Titania colpì con un forte pestone il pavimento per scaricare la rabbia, incrinandolo lievemente.


Kate: «Sai di essere nel torto e questa cosa non ti va giù»


La sorella maggiore fece un respiro profondo. Dopo, rivolgendosi al re disse: «Mio sovrano, perdonate questo patetico siparietto. Accettiamo la missione»


Garonius: «Eccellente! Finalmente siamo giunti ad un accordo. Adoro quando le cose filano alla perfezione! La partenza è fissata per.... subito! Non c'è tempo da perdere! Ho già predisposto una legione di 50 uomini che vi affiancheranno durante la spedizione di recupero. C'è qualche obiezione?»


Titania: «Nessuna, vostra maestà»


Garonius: «ECCELLENTE! Vi servono dei cavalli?»


Titania: «No, abbiamo i nostri. Li abbiamo lasciati davanti l'ingresso est della città»


Garonius: «PERFETTO! Manderò la legione all'ingresso est. Spero possiate portarmi buone notizie in tempi brevi. E adesso..... FUORI DI QUI!»

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Capitolo 12
*** La spedizione ***


Le tre sorelle si recarono all'ingresso est dove ad attenderle c'era una legione composta da 50 soldati, con al comando il generale Gannor.


Gannor: «Era ora! Si può sapere dove eravate finite?»


Titania: «Sai che è maleducazione chiedere ad una signora dov'è stata?»


Gannor: «E perché mai?»


Titania: «Perché potrebbe risponderti di essere stata in bagno, facendoti fare la figura del maleducato»


Gannor arrossì per la vergogna. Era quasi difficile credere che quel colosso potesse arrossire. Quel viso paffutello con naso a patata e folti baffi castani, quegli occhi verdi da bimbo ed i capelli corti e castani, faceva supporre tutto tranne che potesse provare imbarazzo. «C-chiedo s-scusa. Quelli sono i v-vostri cavalli?» chiese indicando un gruppo di cavalli legati all'ingresso della città.


«HHHHHIIIIIIII», non appena Luna rivide la sua padrona, iniziò ad agitarsi.


Kate: «Lunaaaaaa», la ragazza corse ad abbracciare la sua cavalla. Le due rimasero per un po' abbracciate senza che Kate dicesse nulla.


Gannor: «Detesto essere indiscreto.... ma dovremmo andare»


Leonora: «Sei proprio senza cuore tu eh!?»


Gannor fu ferito nell'orgoglio, mettendosi a singhiozzare.


Titania montò in sella a Diablo e disse: «Possiamo andare! Voi andate avanti mostrandoci la strada, noi vi seguiremo da dietro»


Gannor che nel frattempo si era ripreso, si mise in testa alla legione ed urlò «MOLTO BENE! SEGUITEMI SOLDATI, VERSO LE TERRE DI MYSTOLE!»


La legione iniziò a muoversi, seguita dalle tre sorelle nelle retrovie. Dopo qualche ora di cavalcata, Titania si rivolse a Kate dicendo: «Allora, vuoi dirmi il VERO motivo per cui hai voluto accettare questa missione?»


Kate: «Te l'ho detto, non voglio che ci sia gente che soffra. Se possiamo evitarlo, perché non intervenire?»


Leonora: «Basta con questa farsa Kate, l'abbiamo capito che c'è sotto qualcosa. Quando si tratta della Compagnia di Endo diventi strana. Quando dovevamo lasciare Tamuril ti sei allontanata dicendo che dovevi controllare l'attrezzatura, impiegandoci molto tempo. A parte che l'avevi già perfettamente controllata prima di partire, ma anche se ti fosse sfuggito qualcosa, non ci avresti impiegato tutto quel tempo. Sei una professionista nel tuo campo»


Kate: «Ho dovuto affilare la punta di alcune frecce, tutto qui»


Titania: «E come avresti potuto, se le tue pietre per l'affilatura ce le avevo io?»


Kate controllò subito nel suo zaino e non trovò le pietre.


Titania: «Sono più grande ed esperta di te, pensavi davvero di fregarmi?»


Kate non sapeva cosa dire e chinò il capo.


Leonora: «Kate, noi ti vogliamo bene, per questo cerchiamo di proteggerti. Cosa ci stai nascondendo? Perché non hai fiducia in noi»


Kate: «Perché so già che non sareste d'accordo». Cominciò a singhiozzare.


Titania: «Fammi indovinare.... hai conosciuto un ragazzo?»


Kate rimase in silenzio.


Leonora: «È così Kate? C'è di mezzo un ragazzo?»


Kate, con molta titubanza rispose: «...... sì......»


Titania si mosse mettendosi di fronte a Luna e Kate. Il suo sguardo era pieno di rabbia. «Ricordi la promessa che ci siamo fatte? Non dobbiamo fidarci di nessuno all'infuori di noi. Te lo ricordi questo Kate?»


Kate: «... ma.... ma lui non sarebbe mai in grado di farmi del male!»


Titania: «Ti ricordi cos'è successo alla mamma per essersi fidata di un uomo? Ti ricordi di cosa è successo a noi per esserci fidate di Atticus!?»


Kate: «.... ma lui è diverso, lui...»


Titania: «GLI UOMINI SONO TUTTI UGUALI! GUARDANO SEMPRE AI LORO INTERESSI, CALPESTANDO O ABBANDONANDO CHI LI INTRALCIA!»


Kate scoppiò a piangere.


Titania: «Quelle lacrime non ti salveranno una volta che ti avrà spezzato il cuore. Fai un po' come ti pare». Detto questo, si girò e proseguì accelerando il passo per riprendere la legione.


Leonora: «Devi capirla: lei era molto legata a papà e venire abbandonata da lui è stato per lei un forte shock. Non vuole che tu provi il suo stesso dolore. Ma infondo si cresce anche così»


Kate: «Voi non lo conoscete.... non è come papà..... lui è gentile... è premuroso.... è romantico....» disse singhiozzando.


Leonora: «Spero proprio per te che non ti faccia soffrire. Altrimenti se la vedrà con noi! Adesso però raggiungiamo gli altri»


Il gruppo si riunì ai soldati, ma Titania continuava ad essere taciturna e ad avere lo sguardo fisso in avanti, evitando quello delle sue sorelle. Kate era affranta mentre Leonora cominciava a spazientirsi per quella situazione.


«STIAMO ENTRANDO NELLE TERRE DI MYSTOLE! TENETE GLI OCCHI BENE APERTI!» urlò Gannor. L'aria si era fatta tetra e pesante, il sole venne oscurato da delle nuvole nere, il paesaggio era desolato e triste, con colori grigi e smorti, non c'era vegetazione, non c'erano animali.... era una terra morta, letteralmente.


«Non mi stupisce che questo un tempo fosse il territorio dei demoni» disse Leonora per rompere quell'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare tra Titania e Kate.


«I demoni si sono estinti da centinaia di anni oramai, eppure questo luogo è rimasto sotto un influsso demoniaco che lo rende cupo e triste» disse Titania tenendo lo sguardo fisso in avanti.


Kate: «Questo posto mi fa venire i brividi... spero che gli altri stiano bene»


Titania: «O speri che il tuo ragazzo stia bene?»


Kate: «Titania... non è che siccome la persona che amo è con quelle persone, allora debba preoccuparmi solo di lui. Qui c'è in gioco la vita di molte persone ed il futuro di una nazione, te ne rendi conto?»


Leonora: «Kate ha ragione. Perché sei così arrabbiata, eh Titania?»


Titania non rispose, continuando a guardare in avanti.


«FERMI TUTTI!» urlò Gannor. Titania raggiunse il generale e chiese: «Perché ci siamo fermati?»


Gannor: «Guarda qui Titania, tracce di carro ed impronte di uomini. Vanno tutte nella stessa direzione»


Titania: «Da questo momento prendiamo noi, i Tre Demoni Bianchi, il comando. Seguiteci»


Gannor: «Aspetta Titania, non essere frettolosa! E se si trattasse di una trappola?»


Titania: «Per come mi sento adesso, nessuna trappola potrà mai fermarmi». Il suo sguardo era forte e deciso che Gannor non riuscì a controbattere in alcun modo. «RAGAZZE, ANDIAMO!» urlò Titania per richiamare l'attenzione delle due sorelle. Dopo qualche metro, la legione arrivò in un grandissimo spazio aperto con un immenso cratere al centro. Alcuni carri erano a terra, rivoltati e con la merce sparpagliata. C'erano anche dei cadaveri e qualche uomo ferito gravemente. Le tre sorelle corsero a verso i feriti per prestare aiuto e sapere cosa fosse successo.


Titania: «Come va? Ce la fai ad alzarti?»


«Aaarrgg.... non credo che mi resti ancora molto da vivere....» disse un uomo tra le braccia di Titania.


Titania: «Raccontami... cosa è successo?»


«Siamo... siamo stati attaccati.... da.... da.....uuuuggghhhh», l'uomo non riuscì a terminare la frase e morì.


«Ma bene, finalmente siete arrivate.... Demoni Bianchi». Una misteriosa voce proveniente dal cratere attirò l'attenzione dell'intero gruppo.


Titania adagiò dolcemente a terra il corpo dell'uomo, si alzò in piedi e disse: «Chi sei? Fatti vedere!»


«Con vero piacere». Dall'ombra comparve un.... demone! La fisionomia era quella di un essere umano, solo che lui aveva anche un paio di ali nere, tre corna sulla fronte, non aveva capelli, aveva i denti aguzzi come quelli di un vampiro e gli occhi gialli che incutevano timore. «Il mio nome è Vladir e come potete ben vedere sono un demone» sibilò con la sua lingua serpentina. «Centinaia di anni fa, il mio popolo venne esiliato dagli Antichi nell'Intramondo, una sorta di limbo da cui non potevamo fuggire.... non per nostra volontà almeno. Possiamo però venire evocati nel vostro mondo per servire un padrone. È per questo che io sono qui, il mio padrone sapeva che sareste venute qui e mi ha ordinato di farvi fuori. Mi dispiace ma la vostra f....». Un sasso lanciato con forza colpì il demone in testa, spezzando uno dei suoi corni.


Vladir: «IL... IL MIO CORNO! COME HAI POTUTO?»


Titania: «Non ho mai chiesto di sentire la storia della tua vita, mi stavi dando sui nervi. Facciamola finita qui e subito!»


Vladir: «Maledetta.... me la pagherai!»


Titania: «E come? Noi abbiamo un esercito!»


Vladir: «.....ed io ho il potere demoniaco! 'Sta a guardare: DOMINATUS DAEMONIACUS». Il demone si girò, protrasse un braccio da cui uscì un lugubre raggio nero. Successivamente, dall'oscurità, uscirono cinque persone.


Leonora: «Hey ma.... quelli li conosco! Fanno parte della Compagnia di Endo! Sono alcune persone che erano a guardare il mio spettacolo di magia per i bambini»


Kate: «Quindi l'incantesimo che ha lanciato serve a prendere il controllo della gente e farla combattere al proprio fianco?»


Una delle persone impossessate si scagliò contro Titania cercando di colpirla con un pugno che però lei bloccò con una mano: «.... non li rende semplicemente schiavi, ma aumenta anche la loro forza!» disse Titania mentre controllava con lieve difficoltà quell'individuo.


Vladir: «Precisamente! Il Dominatus Daemoniacus è un incantesimo demoniaco che incrementa esponenzialmente la forza di un individuo: più l'individuo è forte e più si vedrà incrementare la propria forza. Non solo, l'incantesimo provvede anche a dare miracolose doti di recupero nel caso si subiscano ferite»


«Conosco quell'incantesimo, è riportato per filo e per segno sul libro che mi ha dato il Maestro. Non è così conveniente come può sembrare: basta far perdere i sensi alla persona impossessata perché l'incantesimo si annulli» disse Leonora, continuando con: «Titania! Cerca di far svenire que....»


Titania: «Un paio di colpi alla testa e tutti a nanna, problema risolto». La ragazza aveva già sistemato la situazione, colpendo talmente forte i poveri malcapitati da farli svenire.


Vladir: «Però, ci sapete davvero fare! Ma non è certo finita qui, ho altre truppe da sacrificare!». Il demone ripeté l'incantesimo e fece apparire dal nulla altre 10 persone.


Kate: «Ma come fa? Non può far comparire delle persone dal nulla!»


Vladir: «Certo che posso! Beh, non le faccio comparire proprio 'dal nulla'.... sono intrappolate in una dimensione che solo noi demoni possiamo creare. Tutto ciò che è in quella dimensione, io posso servirmene quando ne ho voglia»


Titania: «Puoi mandarne anche mille di questi fantocci, tanto li manderò tutti nel mondo dei sogni»


Vladir: «Ma questi sono solamente un diversivo». Il demone sparì e ricomparve un attimo dopo davanti a Kate: «La mia preda è un'altra» disse sibilando.


Titania: «Ma... dove è andato?»


Leonora: «TITANIA, È RICOMPARSO DI FRONTE A KATE!»


«Ma come diavolo ha fatto!», Titania cominciò a correre nella direzione del demone.


«Posso spostarmi nella dimensione dei demoni a mio piacimento. Dentro quella dimensione è come se il tempo si fermasse, ecco perché riesco a percorrere distanze significative istantaneamente!» disse il demone senza togliere gli occhi di dosso a Kate. La ragazza era come paralizzata dal terrore, non riusciva a muovere un muscolo.


Titania: «Dannato demone! Non ti azzardare a torcerle un capello o te la farò pagare!»


Vladir: «..... povera sciocca. Credi davvero che possa essere interessato ad una creatura tanto debole?». Il demone allungò un braccio in direzione di Titania: «DOMINATUS DAEMONIACUS!». Il raggio nero colpì in pieno Titania, coprendola con del fumo nero: «Beh, buona fortuna... ne avrete bisogno» sibilò il demone prima di sparire nell'oscurità.


Leonora: «Oh no.... non lei.... NON TITANIA!»


Il fumo nero si dissolse poco a poco. Armatura grigia e 'spenta', che esprimeva tristezza, spadone nero dalla lama assetata di sangue, capelli lunghi e neri con delle ciocche viola, occhi gialli che ribollivano di rabbia e violenza.


Leonora: «KATE, ALLONTANATI DA LI', PRESTO!»


Titania fissava dall'alto la povera, piccola Kate che crollò a terra per la paura. Anche a terra, le gambe non smettevano di tremare. Ma Titania si girò verso il gruppo di soldati e, con un solo salto, ne raggiunse una fila. Impugnò il suo spadone nero e, con un solo fendente, riuscì a stendere 10 soldati grazie allo spostamento d'aria generato. Afferrò poi un altro soldato e lo lanciò contro degli altri soldati con una potenza inaudita, eliminandone altri 15.


«ORA BASTA!» urlò Gannor, «NON PERMETTERO' OLTRE QUESTO STERMINIO, ADESSO TE LA VEDRAI CON ME! FATTI SOTTO SOTTOSPECIE DI DEMONE!»


Titania fissò Gannor per qualche secondo. Subito dopo fece uno scatto che, in pochi decimi di secondo, le fece percorrere quei 5 metri di distanza che c'erano tra lei ed il generale. Un solo, fortissimo pugno mandò in frantumi l'armatura di diamante del generale Gannor, facendolo sbalzare all'indietro di qualche metro. La mano di Titania stava sanguinando, ma dopo qualche secondo la ferita si era subito rimarginata.


Kate: «Q...questo.... de....dev'essere.... un... incubo.... C...che.... che speranza abbiamo.... di cavarcela....?»


Titania continuava a sterminare e distruggere, eliminando a poco a poco tutti i soldati.


«N...non è...p....possibile.... la mia.... armatura.... », dopo aver detto quelle parole, Gannor svenne. Titania aveva oramai finito di massacrare i soldati. Non soddisfatta quindi, si guardò in giro e notò Kate ancora a terra. Con un balzo la raggiunse subito, creando una piccola voragine nell'atterraggio. La prese per il collo e cominciò a stringere. La povera ragazza non opponeva nessuna resistenza, sapendo benissimo che fosse inutile: «È la mia punizione.... per aver infranto la promessa..... vero sorella? Mi dispiace solo.... di non avervelo fatto conoscere.... vi sarebbe senz'altro piaciuto....». Kate stava quasi per perdere i sensi ed abbandonare per sempre quel mondo.... quando, all'improvviso, qualcosa colpì Titania al viso con una forza spaventosa. La ragazza mollò la presa da Kate e venne spinta all'indietro di svariati metri.


«Va tutto bene Kate?»


Tossendo, la ragazza impiegò qualche secondo prima di riprendersi. Alzando lo sguardo, vide Leonora con una strana aura nera intorno e.... un enorme demone che fuoriusciva dalla sua schiena!


Kate: «C....cos'è quello?»


Leonora: «Questo? È il risultato del mio Vetus Evocatio! È un incantesimo ancestrale molto potente che mi permette di evocare un demone dall'intramondo ed usarlo come combattente al mio fianco. Ci ho messo un po' per evocarlo... se fossi stata più brava avrei potuto salvare la vita di quei poveri soldati.... fortuna che son riuscita a salvare almeno la tua di vita! Ora fatti da parte, penseremo io e Adramelech a sistemare nostra sorella Titania!»


Kate: «Va bene ma.... fai attenzione Leonora. È molto più pericolosa di quanto possiamo immaginare»


Leonora: «Lo so.... farò il possibile».


La piccola Kate si allontanò posizionandosi in un luogo sicuro dove potesse avere una buona visuale, malgrado il buio che permeava nell'aria.


Leonora: «Ed ora a noi due Titania... vediamo chi è la sorella più forte!»


«UUUUUUHHHHHHHOOOOOOOOOO» il demone dietro Leonora lanciò un urlo di battaglia sovrumano e terrorizzante.


Titania si mise in piedi, toccandosi la fronte. Si leccò quindi la sua mano sporca di sangue. Nel frattempo la ferita alla fronte si era velocemente rimarginata. La ragazza impugnò lo spadone ed urlò anche lei, facendo tremare la terra.


Lo scontro micidiale stava per iniziare: il Demone Nero, Titania la Distruttrice contro l'Arcidemone del Consiglio, Adramelech il Custode.

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Capitolo 13
*** L'uomo misterioso ***


I due avversari si scrutavano. Un'aura maligna si era generata ed aveva avvolto il territorio circostante. Lo spadone nero di Titania stava vibrando, eccitato dallo scontro imminente. Gli occhi della ragazza pregustavano lo scontro. Rideva, mostrando i denti aguzzi. Dall'altra parte Adramelech era calmo, benché il suo aspetto incutesse comunque timore: il demone si presentava solamente dalla vita in su, essendo emanato direttamente dal corpo di Leonora. Aveva un fisico grosso e possente, tutto nero con degli strani simboli arcani rossi che ricordavano dei sigilli magici. Aveva due grandi braccia con un paio di chiavi conficcate a 'X' su entrambi i polsi. Una chiave era posizionata anche sul collo, trapassandolo completamente da una parte all'altra. Il viso era simile a quello umano, con tanti capelli lunghissimi e neri, mentre sugli occhi aveva una benda rossa con delle chiavi conficcate nelle orbite. La bocca invece presentava degli spaventosi denti aguzzi con cui avrebbe potuto maciullare un'armatura di ferro senza il minimo sforzo.


Leonora: «Sei pronto, o possente Adramelech?»


Il demone sorrise scrocchiandosi le dita delle mani.


Leonora: «Bene.... INIZIAMO!»


Titania scattò in avanti, muovendosi a velocità spaventose e raggiungendo subito Leonora, con l'intento di colpirla con il suo spadone. Diede un fendente, ma Adramelech lo bloccò con entrambe le braccia. Titania era immobilizzata, Leonora quindi ne approfittò, lanciandole una palla di fuoco in pieno viso. Del fumo copriva la faccia di Titania.


Leonora: «Centrata in pieno! Dobbiamo cercare di indebolirla il più possibile e..»


Titania soffiò via il fumo, senza aver riportato dei danni. Diede quindi un forte calcio, facendo vibrare l'armatura della sorella ed allontanandola da lei, riprendendo il controllo della sua arma. Benché avesse l'armatura, Leonora provò del dolore.


Leonora: «È troppo forte.... così rischiamo solo di perdere inesorabilmente. Dobbiamo attuare una strategia: dobbiamo bloccare i suoi movimenti in modo che tu Adramelech possa assorbire il suo potere demoniaco e farla tornare quella di prima. Farle perdere i sensi è un'opzione che mi rifiuto di prendere in considerazione essendo una cosa impossibile!»


Titania si mosse nuovamente, con lo spadone pronto a colpire. Adramelech si mise davanti a Leonora, proteggendola con il suo corpo e deviando ogni colpo di Titania con i suoi pugni. Dai palmi delle mani di Adramelech spuntarono due grosse chiavi utilizzate dal demone a mo' di spade. Si passava al contrattacco, con il demone che cercava di colpire Titania e quest'ultima che riusciva a deviare tutti i colpi grazie al suo spadone. Adramelech fece un affondo con una delle sue chiavi, ma Titania fermò il colpo a mani nude, impugnò la chiave e scaraventò il demone con Leonora verso il suolo. Fortunatamente il demone, poggiando una mano al suolo, evitò la brusca caduta.


«Cerchiamo di evitare di muoverci troppo.... mi serve concentrazione per lanciare questo incantesimo» disse Leonora leggermente confusa.


Titania stava attaccando il demone alle spalle, quando due enormi chiavi a formare una 'X' spuntarono dalla schiena del suddetto, bloccando il colpo della ragazza. Un'altra chiave colpì Titania allo stomaco, facendola indietreggiare. Successivamente le chiavi rientrarono nel corpo del demone.


"Ci siamo quasi.... ancora un altro po'....", Leonora era concentratissima.


Titania sbuffò per il colpo ricevuto e corse verso i due, tenendo il suo spadone rivolto verso terra, lasciando una scia sul terreno, creando una profonda crepa. Quando fu a distanza abbastanza ravvicinata, tirò su la spada dando un montante, amputando così una mano del demone. Del fumo nero cominciò ad uscire dalla ferita.


Leonora: «ADESSO: SIGNACULUM HORA!»


Titania stava per affondare lo spadone nel corpo del demone, puntando a Leonora, ma una fortissima luce verde la fermò. Un orologio comparve sulla testa di Titania che si ritrovò intrappolata in un cristallo verde.


Leonora: «Uff, che faticaccia. Almeno ora siamo riusciti ad intrappolarla. Il sigillo non durerà più di cinque minuti, dobbiamo sbrigarci ad assorbire tutto il suo potere demoniaco»


Adramelech posizionò la mano che gli rimaneva sul cristallo e cominciò ad assorbire. Ma l'orologio sopra Titania si incrinò, facendo incrinare anche il cristallo.


Leonora: «Non... non è possibile!»


L'orologio andò in frantumi, così come il cristallo. Titania sferrò un montante con cui tranciò anche l'altra mano del demone. Adramelech era momentaneamente disarmato ed indifeso. Titania alzò la spada in cielo e caricò un colpo intriso di aura maligna. Stava per dare il colpo, quando una freccia di ghiaccio le colpì il braccio, distraendola e deviando il colpo in un'altra direzione. Quando lo spadone si abbassò, una scia nera venne generata, fece qualche metro e poi sparì nell'ombra, lasciando dietro di se un enorme e profondo solco. Titania si girò verso la direzione cui provenne la freccia e vide Kate con l'arco impugnato.


Kate: «Non hai un solo avversario, anche io faccio parte dei Tre Demoni Bianchi!»


Titania urlò per la rabbia e scattò verso Kate. La ragazza prese una freccia a cui legò quella che sembrava essere una piccola bomba, accese la miccia e la tirò al suolo, in direzione di Titania. Quando quest'ultima ci passò sopra, la bomba esplose generando una nube violacea. Kate aveva calcolato perfettamente i tempi. La nube non era altro che del sonnifero in polvere che, a contatto con l'aria, si manifestava in forma gassosa.


Kate: «Questo dovrebbe calmarla e....»


Titania aspirò tutto il gas, facendo poi un ruttino. Riprese quindi a muoversi verso Kate, non diminuendo minimamente la velocità.


Kate: «Ma non è possibile! Con tutto quel sonnifero che ha aspirato, dovrebbe dormire per una settimana!»


Titania continuava a correre, leccandosi le labbra e pregustando la facile uccisione che l'attendeva.


«Non così in fretta: AETERNUS CHRYSTALLUS!»


Titania venne rinchiusa in un blocco di cristallo. Da dentro, la ragazza provò in tutti i modi a scalfirlo, ma senza risultato.


Leonora: «È inutile che provi anche solo a scalfirlo, sei in un cristallo particolare: indistruttibile dall'interno, ma fragilissimo dall'esterno: basta anche un semplice tocco perché vada in mille pezzi. Titania continuava a dare colpi con il suo spadone nero o a mani nude ferendosi, ma era tutto inutile: il cristallo era integro. Nel frattempo, ad Adramelech erano ricresciuti gli arti amputati.


Leonora: «Ora che Adramelech è di nuovo operativo, possiamo assorbire il suo potere demoniaco, dobbiamo solo trovare un modo per farla stare ferma... basterebbero anche pochi secondi»


Kate: «Che ne dici del mio Crystal Net? Non è molto potente, ma credo che uno o due secondi possa reggere...»


Leonora: «Sì, credo che possa andare! Allora è deciso, comincia pure a preparare il tuo colpo e....»


Improvvisamente dal nulla, il colpo scagliato prima da Titania ricomparve, scagliandosi contro di loro.


Leonora: «ATTENZIONE!»


Le due ragazze riuscirono ad evitare il colpo, che si infranse contro il blocco di cristallo, mandandolo in frantumi e liberando così Titania.


Kate: «Ma... cosa è successo?»


«Vi eravate forse dimenticati di me? Ci sono sempre e vi sto osservando, nella mia dimensione ovviamente. Il colpo scagliato prima da Titania era un colpo troppo potente perché venisse sprecato a quel modo, quindi ho deciso di incamerarlo nella mia dimensione. Ed infatti si è rivelato molto utile, ohoh», la voce di Vladir risuonava nell'aria.


Kate: «Maledetto demone... ora siamo di nuovo nei guai»


Titania non capiva cosa fosse successo, ma era di nuovo libera e pronta a combattere. Strinse tra le sue mani il suo spadone e puntò la piccola Kate che cominciò nuovamente a tremare alla vista della sorella demoniaca.


Leonora: «Non ci resta altra scelta... Adramelech, sciogli il sigillo. Questo prosciugherà molte delle mie energie, ma non vedo altra soluzione. Al termine della battaglia sarò stremata, me lo sento...»


I simboli del demone si misero a brillare. Le chiavi sui polsi, sul collo e negli occhi girarono generando un rumore come di una serratura sbloccata e scomparvero. La benda rossa cadde dal viso del demone, mostrando due cristalli neri al posto degli occhi. Altre due braccia comparvero dalla schiena del demone. Il Custode era nella sua forma completa: la sua potenza e velocità erano triplicate. Titania stava quasi per colpire Kate con il suo spadone, ma Adramelech si intromise fermando lo spadone con due mani e colpendo la ragazza demoniaca con le altre due. Quei colpi stavano facendo effetto, Titania ne risentiva e lasciò la presa sulla spada. Il demone lanciò lontano la spada, tornata al suo aspetto originario dopo che esso ne aveva assorbito il potere demoniaco. Titania allora cominciò a combattere a mani nude, ma non riuscì a contrastare le quattro braccia di Adramelech. La ragazza decise allora di convogliare il potere demoniaco nelle sue mani e di lanciare così un raggio nero dalla potenza distruttiva. Per tutta risposta, Adramelech congiunse le sue quattro braccia formando un simbolo particolare con le mani. Un'enorme serratura comparve dinnanzi a lui ed assorbì tutto il colpo lanciato dalla ragazza. Successivamente, cambiò la posizione delle mani e fece comparire altre quattro serrature su Titania, ognuna per ogni arto. La ragazza era immobilizzata.


Leonora: «ADESSO!»


Il demone mise le sue quattro mani sulla testa e la faccia di Titania ed iniziò ad assorbirne il potere demoniaco. In poco tempo, la ragazza tornò come prima, il potere era stato assorbito completamente.


Leonora: «Ottimo lavoro Adramelech.... ora puoi tornare a riposare.... grazie....»


Il demone scomparve e le ragazze caddero esauste.


«Titania, Leonora, state bene?» Kate corse subito a soccorrere le sorelle. Per l'eccessivo sforzo, si erano entrambe addormentate. "Ma guardale, come dormono serene. Leonora sta sorridendo, sicuramente per il fatto di essere riuscita a sconfiggere Titania. Mi immagino come si vanterà una volta che si sarà risvegliata"


«Che scena commovente. Sarebbe un peccato se qualcuno la rovinasse, non trovi?», Vladir uscì dalla sua dimensione e si manifestò di fronte a Kate.


«Vattene se non vuoi finire male», intimò la ragazza.


Vladir: «Credi che io abbia paura di una mocciosa come te? Ma non farmi ridere, uhuhuh!»


Kate prese il suo arco e scoccò una freccia verso l'alto, urlando: «SPARKING LIGHT!». La freccia scoppiò in un'esplosione di luce che accecò il demone. Quando riprese a vedere, Kate era sparita.


Vladir: «Trucco simpatico piccoletta, devo ammetterlo. Ma non salverà da ciò che ti aspetta»


«Perché, cosa mi aspetta?», la voce di Kate proveniva da dietro al demone. Vladir si girò e vide la ragazza con l'arco impugnato, pronta a scoccare una freccia.


Vladir: «Attenta ragazzina, quelle armi sono pericolose se non le sai usare.... perché invece non le usi per uccidere le tue sorelle? DOMINATUS DAEMONIACUS!». Il demone lanciò il solito raggio nero che colpì in pieno Kate.... facendola sparire!


Vladir: «COSA?!?»


Una freccia impregnata di luce trapassò il petto del demone.


Vladir: «UHG.... MA COME... COME HAI FATTO...», il demone si accasciò a terra, rivelando Kate dietro di lui.


Kate: «Mi hai sottovalutata solamente perché sono giovane, ma come ho già ribadito faccio parte anch'io dei Tre Demoni Bianchi. Distraendoti con quella luce accecante, ho avuto tutto il tempo per usare un incantesimo illusorio e creare un'immagine di me stessa che dicesse una singola frase. E tu ci sei cascato, hai creduto che fosse la vera me e l'hai attaccata, non accorgendoti che io ero dietro di te, pronta a colpirti con una freccia intrisa di potere benefico.


Vladir: «Ma... maledetta..... io... il demone Vladir.... sconfitto da una mocciosa.....»


Kate: «Ed ora rispondi alla mia domanda: dove si trova il tuo padrone?»


Vladir: «Eheh... il mio padrone dimora nell'antica terra di Matango, ma non so dove si trovi.... né come ci si arrivi.... come vedi non ti sono stato di grande utilità....»


Kate: «Credo di sì invece.... perché non mi riveli anche l'identità del tuo padrone?»


Vladir: «.... mi è stato ordinato di non dire a nessuno la sua identità...... ma visto che oramai sto morendo.... te la dirò.... il mio padrone si chiama.... UUUHHHGGGGG». Il demone sparì avvolto da delle fiamme nere.


Kate: «Dannazione....».


Improvvisamente apparvero delle persone tutte intorno all'area: con la sconfitta di Vladir, la dimensione che aveva creato era stata annullata e quindi tutto ciò che vi era dentro era stato rilasciato. Le persone sembravano in salute senza aver riportato gravi danni. Kate era alla ricerca di Marcus, chiedendo a tutti che fine avesse fatto.


«Marcus ed Endo sono riusciti a fuggire insieme ad altri nostri compagni.... sono andati a cercare aiuto» disse un uomo.


«KATE!». La ragazza riconobbe quella voce. Alzò lo sguardo e vide Marcus camminare a fianco di Endo e del suo cavallo. Si stava tenendo un braccio, probabilmente era ferito. La ragazza corse da lui con le lacrime agli occhi, abbracciandolo forte.


Marcus: «Aiaiai... Kate mi fai male»


Kate: «Scusami Marcus», disse asciugandosi le lacrime dagli occhi.


Endo: «Piccola Kate, cos'è successo qui?»


Kate: «Io e le mie sorelle siamo riuscite a sconfiggere il demone e a liberare le persone imprigionate nella sua dimensione»


Marcus: «Incredibile.... siete molto più forti di quanto mi aspettassi!»


Endo: «Noi siamo riusciti a sfuggire da quel demone insieme ad altri nostri compagni, ma alcuni di noi, come Marcus, sono rimasti feriti. Ci siamo nascosti, non trovando nessun aiuto nei paraggi, finché le acque non si fossero calmate... purtroppo non siamo dei combattenti, siamo dei commercianti!»


Kate: «Non ti preoccupare Endo, re Garonius ci ha inviato appositamente perché non aveva più vostre notizie. Non appena ci saremo sistemati tutti, torneremo a fare rapporto e...»


Endo: «Giusto, il re! Marcus, devi subito andare a Cornelia ad avvisare re Garonius della situazione attuale della Compagnia»


Kate: «Ma no, non c'è bisogno. Ora la situazione è sotto controllo e potremmo tornare a Cornelia tutti insieme»


Endo: «No, non bisogna perdere tempo. Marcus, parti immediatamente! Io rimarrò qui ad occuparmi dei feriti. Richiedi anche una squadra di soccorso, ne avremmo bisogno»


Marcus: «Dammi cinque minuti....»


Endo guardò i due ragazzi ed annuì, andando a soccorrere i feriti.


Kate: «E quindi... dobbiamo separarci di nuovo....»


Marcus: «Mi dispiace Kate.... ti prometto che quando tutta questa storia sarà finita, troveremo del tempo per stare insieme. A costo di diventare forte come voi ed unirmi al vostro gruppo di mercenari! I Quattro Demoni Bianchi.... però, non suona male, eheh»


Kate abbracciò di nuovo Marcus: «Ho una cosa per te.... spero ti piaccia». La ragazza diede a Marcus il coltello che aveva comprato a Cornelia.


Marcus: «Kate è... è bellissimo!»


Kate: «Ho pensato che ti avrebbe fatto comodo un'arma per difenderti... e.... »


Marcus abbracciò forte Kate e le diede un lungo bacio appassionato. «Questo coltello è molto più di un'arma.... è un simbolo: il simbolo del nostro amore. Lo custodirò gelosamente e penserò a te».


Kate era felice. Abbracciò un'ultima volta Marcus, prima di vederlo partire in sella al suo cavallo, in direzione di Cornelia. Una lacrima scese lungo il suo viso. Nel frattempo, Titania e Leonora si erano riprese. Kate corse da loro per assicurarsi che stessero bene.


Titania: «Aaaaaahhhhh la mia testa.... che cosa è successo?»


Leonora: «Ma come, non ti ricordi nulla?»


Titania: «Ricordo solo di aver fatto un incubo... picchiavo tutti indiscriminatamente. Mi sa che lavoro un po' troppo.... vedi che ci serviva quella vacanza Kate!».


La giovane ragazza sorrise: «Sono contenta che stiate bene ragazze!»


Leonora: «Io non sono contenta per niente! Tanta fatica sprecata... e questa non si ricorda nulla! Come faccio a vantarmi di averla sconfitta?»


Titania: «Sconfitta? Tu mi avresti sconfitta? Anche tu hai fatto un sogno?»


Leonora: «Ecco, appunto...»


«TU! MALEDETTO DEMONIO!», Gannor si era ripreso e si stava dirigendo verso Titania, puntandole contro il dito: «HAI VISTO CHE COSA HAI FATTO? HAI DECIMATO IL MIO ESERCITO! 30 SOLDATI HANNO PERSO LA VITA, ALTRI 20 SONO FERITI GRAVEMENTE! LA MIA BELLISSIMA ARMATURA DI DIAMANTI È STATA DISTRUTTA.... COSA HAI DA DIRE A TUA DISCOLPA, EH?!»


Kate si intromise tra Titania e Gannor: «Generale mi ascolti, non è stata colpa di mia sorella. Era sotto l'influsso demoniaco causato da un incantesimo di quel demone. Lo dimostra il fatto che ha attaccato anche noi che siamo le sue sorelle. Vede qui?», la ragazza mostrò i segni sul collo: «Questi segni me li ha fatti Titania mentre ha cercato di strangolarmi»


Titania: «Kate... io non....»


Kate: «Non preoccuparti Titania... non è stata colpa tua»


Gannor: «Se le cose stanno così.... non posso che scusarmi per il mio comportamento. Mi dispiace di aver reagito a quel modo»


Titania: «Non è niente generale... ora dovremmo tornare a Cornelia a fare rapporto al re»


Gannor: «I miei soldati non ce la fanno a muoversi, dovremmo andare solamente noi quattro»


Kate: «Bene, quando volete possiamo andare».


Dopo che Titania ebbe recuperato la sua arma, il gruppo, composto dai Tre Demoni Bianchi ed il generale Gannor, si mise in marcia verso Cornelia. Durante il tragitto, Kate spiegò alle sorelle che il demone le ha rivelato l'ubicazione del suo padrone: Matango.


Titania: «Matango eh? Mai sentita nominare»


Leonora: «Nemmeno a me quel nome dice nulla»


Kate: «Il demone ha detto che il padrone che l'ha evocato dimora lì.... forse è lo stesso uomo che ci vuole morte?»


Titania: «Dovremmo investigare, se solo sapessimo dove si trovi questo luogo...»


Gannor: «Avete nominato Matango per caso?»


Kate: «Sì, perché? Conosci questo luogo?»


Gannor: «Sì, è un luogo che si trova a nord di Cornelia. Un luogo inospitale e pieno di insidie. Si vocifera che sia la dimora di alcuni dei più temibili draghi che siano mai esistiti»


Titania: «Abbiamo già avuto a che fare con dei draghi in passato, non saranno un problema»


Gannor: «Non essere così superficiale, queste sono creature magiche molto diverse dai draghi con cui avete avuto a che fare»


Titania: «Ah è così? Allora ci servirà aiuto.... e so anche a chi chiederlo!»


Una volta arrivati a Cornelia, il gruppo si diresse immediatamente nel palazzo reale, suscitando la curiosità della gente.


«Ma quello... non è Gannor? Che fine ha fatto la sua armatura di diamante?!»

«Gannor la Fortezza Impenetrabile è stato sconfitto? Non riesco a crederci....»

«Eppure guardate, non indossa più la sua armatura!»


Gannor era molto mortificato. Non appena arrivarono nella sala del trono, il re esclamò: «Ecco i miei mercenari e Gann.... CIELO GANNOR, DOV'È FINITA LA TUA ARMATURA?!»


Gannor: «Vedete mio signore.... c'è stato un terribile incidente e...»


Garonius: «Lo so già. Un ragazzo della Compagnia di Endo è venuto ad informarmi della situazione, ma è subito ripartito con un gruppo di soldati e di medici per prestare soccorsi ai vari feriti. Mi ha raccontato che ci sono state molte perdite, è così?»


"Per fortuna sta bene", pensò Kate.


Gannor: «Sì vostra maestà, purtroppo abbiamo perso 30 soldati e qualche civile»


Garonius: «Capisco.... beh è una perdita irrilevante, l'importante è che la Compagnia sia salva e..»


Kate: «Come fate a dire così? Come fate a dare così poco valore alla vita umana!?», la ragazza stava cominciando ad arrabbiarsi.


Titania: «Kate, lascia stare, è una battaglia persa in partenza. Piuttosto mio signore, dobbiamo parlare della nostra ricompensa»


Garonius: «Ricompensa? Per tutte le perdite che avete causato? Non ci penso nemmeno»


Titania: «Se volete torniamo lì e finiamo l'opera di annientamento della Compagnia di Endo»


Tutti fissarono Titania inorriditi.


Garonius: «M-ma no, ma no, stavo semplicemente scherzando! Non avete proprio il senso dell'umorismo... Comunque, chiedetemi pure ciò che volete»


Titania: «Vorremmo organizzare una spedizione a Matango. Il demone, prima di morire, ci ha detto che il suo padrone dimora lì. Quello che chiediamo, sono degli uomini pronti ad aiutarci»


Garonius: «Bene, quanti ve ne servono? 100? 200 uomini?»


Titania: «No, non vogliamo un esercito formato da formiche. A noi servono uomini addestrati, uomini coraggiosi e soprattutto.... uomini FORTI!»


Garonius: «Mmmm non so se potrò accontentarvi....»


Gannor: «Sire, potremmo lasciare loro la legione speciale»


Garonius: «Perché non chiudi mai quella bocca, Gannor!?»


Titania: «Legione speciale?»


Gannor: «Si tratta di una squadra speciale composta da uomini incredibilmente forti ed astuti. È la legione speciale privata di re Garonius III»


Garonius: «Appunto PRI-VA-TA! Non posso assegnarla a terzi!»


Gannor: «Però senza il loro intervento a quest'ora la Compagnia di Endo sarebbe stata sconfitta»


Garonius: «.... devi sempre puntualizzare tu! E sia, potete prendervi la mia legione speciale.... sigh»


Titania: «Grazie, mio sovrano. La vostra generosità è infinita»


Garonius: «Lo so, lo so»


Gannor: «Penserò io ai preparativi. La partenza è fissata per domani mattina. Riposatevi bene, sarà una spedizione molto dura»


Titania: «Puoi dirlo forte, sono veramente stremata....»


Leonora: «Andiamo nella locanda 'La sabbia di Morfeo', l'ho vista durante il nostro giro turistico e sembrava un luogo accogliente.


Kate: «Per me va bene, il nome mi ispira fiducia»


Garonius: «POTRESTE CORTESEMENTE DISCUTERE DI QUESTE QUISQUILIE LONTANO DA QUI? MI STATE FACENDO SALIRE IL NERVOSO! FUORI DI QUI!»


Le ragazze andarono alla locanda dove passarono la notte in assoluto relax e tranquillità. Le aspettava una dura prova, forze la più dura mai affrontata fin'ora. Chi era questo fantomatico individuo che ha evocato perfino un demone pur di sconfiggerle? E questa legione speciale sarebbe stata all'altezza del compito? Presto queste domande avrebbero trovato una risposta...

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Capitolo 14
*** La dimora dei draghi ***


Giunse finalmente la mattina. Le ragazze si svegliarono fresche e riposate, erano proprio in ottima forma.


Titania: «Erano secoli che non dormivo così bene, mi sento rinata!»


Leonora: «Va bene che sei un mostro, ma hai solamente 30 anni, non puoi aver passato secoli!»


Titania: «Perché cerchi in ogni modo di urtare il mio umore anche di prima mattina, cara Leonora?»


Kate era già sveglia e pronta da un pezzo: «Vi siete appena svegliate e già discutete? Non vi smentite mai voi due eh?»


Titania: «.... Kate?»


Leonora: «Che ci fai già sveglia?»


Kate: «Sono pronta a fargliela pagare a quel farabutto per tutto il male che ha fatto a me, alle mie sorelle ed alla gente innocente! Sento l'adrenalina scorrermi in corpo che non riesco proprio a stare rilassata e quindi mi sono svegliata qualche ora prima di voi e sono andata ad esercitarmi un po' con l'arco»


Titania: «Mi stai stupendo Kate! Forza allora, andiamo a prendere a calci nel culo questo maledetto bastardo!»


Leonora: «Vedo che siamo tutte cariche eh? Coraggio, andiamo!»


Alla reception della locanda, il padrone della locanda le stava aspettando: Ben alzate Demoni Bianchi! Prima è passato il generale Gannor, mi ha detto di dirvi che lui e la sua squadra vi aspettano all'entrata nord, hanno già provveduto a spostare i vostri cavalli, li troverete lì»


«Grazie signor locandiere», disse Kate porgendogli una moneta d'oro. Il locandiere ne fu estremamente felice.


"Piccola Kate... sei proprio cresciuta. Un tempo eri timorosa e suscettibile, ora invece sei forte ed intrepida. Che sia merito dell'amore? Che aver trovato una persona a te cara da proteggere ti abbia fatto maturare a tal punto? Beh, in ogni caso... sono felice per te", pensò Titania mentre si dirigevano all'entrata nord. Lì vi trovarono cinque persone, tra cui il generale Gannor.


Titania: «Generale! Ma che bella armatura che le hanno dato»


Gannor: «Ti piace? È fatta di platino. È solamente una soluzione provvisoria intanto che il re non ne faccia forgiare un'altra di diamante. Devo dire che con questa mi sento più leggero ed agile nei movimenti»


«Non quella pancia non saresti agile nemmeno con solo un paio di mutande addosso» disse l'unica ragazza all'interno di quel gruppo di sconosciuti.


Gannor: «Grazie Mocher, sei sempre così gentile....»


Kate: «Sono loro i componenti della legione speciale di re Garonius?»


Gannor: «Sì, scusatemi ora ve li presento partendo dal più alto di grado. Lui è il Colonnello Redent, un abilissimo stratega, riesce a realizzare un piano d'attacco efficiente in pochissimo tempo. Ci sarà molto utile»


Redent: «È un vero piacere fare la vostra conoscenza gentili fanciulle». Era alto e magro, molto magro, completamente inadatto al combattimento fisico. Aveva dei lunghi capelli bianchi che gli coprivano l'occhio sinistro e parte della bocca, arrivando fino al petto, dei piccoli occhi azzurri ed un neo sotto l'occhio destro. Era l'unico a non indossare nessuna armatura protettiva, anche perché la sua forza non glielo permetteva.


Titania: «Avevo chiesto uomini forti, perché ci hanno dato questa specie di scheletro?»


Redent: «Signorina mi permetta di dissentire: è vero, non sono minimamente forte sul piano fisico, verrei messo KO perfino da un bambino. Ma in quanto a strategia, non sono secondo a nessuno! Il mio aiuto vi sarà più che prezioso»


Gannor: «Il Colonnello ha ragione. Sei sempre la solita malfidata, eh Titania? Smettila di basarti solo sull'aspetto fisico!»


«Hey sorella, abbassa la cresta. Se cerchi qualcuna con cui fare a botte, hai trovato pane per i tuoi denti» disse sempre la ragazza di prima.


Titania: «Ma guarda, abbiamo un'impavida! Bene, lei mi piace, e mi piace anche quel suo animaletto»


«Questo mio animaletto può staccarti la testa con un morso» rispose indispettita la ragazza. Un lupo dal manto argenteo e bianco se ne stava accanto a lei, ringhiante.


Gannor: «Ecco, lo sapevo che andava a finire così con queste due.... Ad ogni modo, lei è il Capitano Mocher, abile guerriera e spietata assassina. È molto ligia al dovere e se c'è una missione cerca a tutti i costi di portarla a termine. L'animaletto che è al suo fianco è il suo fidato lupo Amad che la supporta spesso e volentieri. Non pensare però di avvicinarlo, da confidenza solo a Mocher e...»


Titania si era avvicinata al lupo e lo stava coccolando grattandogli la pancia. Il lupo sembrava apprezzare.


Mocher: «Ma.... AMAD! È incredibile, sei la prima persona che riesca a prendere confidenza con il mio lupo.... hai detto di chiamarti Titania giusto? Sarà un onore lavorare insieme a te»


Le due si scambiarono un piccolo pugno come gesto di affetto e ammirazione reciproca. Mocher non era particolarmente alta, ma aveva un bel fisico. Non indossava armature troppo ingombranti o pesanti per non intralciarla nei movimenti. Aveva capelli corti e neri ed occhi violacei. Inoltre aveva anche due cicatrici sulle guance, causategli da Amad nel periodo in cui cercava di addomesticarlo.


Gannor: «Bene, il mostro ha trovato un'amica.... andiamo avanti. Lui è il Sergente Maggiore Dynn, esperto di esplosivi»


Dynn: «Come butta gente?»


Gannor: «Insomma Dynn, un po' di professionalità!»


Dynn: «Hey qual è il problema, Gannor? Le signorine non si sono mica offese... o sbaglio?»


Leonora: «Nessuna offesa, figuriamoci»


Dynn si portò un sigaro alla bocca e Leonora glielo accese grazie alla magia. «Hey grazie sorella!» disse Dynn alzando il pollice in segno di gratitudine.


Leonora: «Non c'è di che!». La ragazza sembrava stranamente interessata a quel tipo così rozzo e trasandato. Era pelato tranne che per un lungo ciuffo di capelli grigi che gli partiva da dietro la nuca e gli finiva alla fine della schiena. Due grandi occhiali scuri gli coprivano gli occhi. Era di carnagione scura ed aveva in bocca sempre un sigaro. Anch'egli indossava un'armatura abbastanza leggera per permettergli agilità nei movimenti. Solo che nella sua armatura risiedevano esplosivi di ogni tipo. Il sigaro gli serve per poterli accendere in qualunque momento.


Gannor: «Se vi serve di demolire qualsiasi cosa, Dynn è l'uomo che fa per voi! Se non fosse costantemente con la testa tra le nuvole...»


Dynn: «Hey fratello rilassati.... tieni, fatti un tiro»


Gannor: «Ecco appunto.... Ma passiamo all'ultimo membro della legione speciale: lui è il Caporale Genji. Proviene da una terra lontana, è una sorta di samurai o almeno lui dice di esserlo»


Genji: «Leggiadre fanciulle che con la vostra bellezza riempite questo mio mondo, allontanando il male e donandomi un po' di serenità, sono felice di fare la vostra conoscenza»


Kate: «Caspita... g-grazie! Il p-piacere è t-tutto nostro!»


Genji era proprio un bell'uomo: capelli lunghi raccolti all'indietro con una coda fissata all'insù, occhi orientali verdi ed una cicatrice sull'occhio destro. Indossava una strana armatura dallo stile orientale, cosa abbastanza rara nel continente di Gatam. Aveva modi cortesi e gentili degni di un cavaliere.


Titania: «Bene, ora che abbiamo presentato tutta la combriccola, direi che possiamo andare»


Mocher: «Ben detto sorella! Forza ammasso di scansafatiche, muoviamoci! Abbiamo una missione da compiere!»


E così il gruppo cominciò a muoversi in direzione di Matango. Non impiegarono molto per arrivare a destinazione: la terra si presentava molto simile alle terre di Mystole, solamente che qui qualche pianta e qualche animale c'erano. Le piante erano tutte appartenenti a specie velenose, mentre gli animali erano.... draghi! Ce ne erano di ogni forma e dimensione: c'era chi sputava fuoco, chi invece sputava del ghiaccio, chi aveva un corpo elettrico e chi invece aveva degli aculei velenosi sul corpo. C'erano draghi immensi che volavano seguiti da quelli più piccoli, in gruppi che sembravano stormi, c'erano draghi intenti a combattere tra di loro nel modo più brutale possibile, altri ancora cacciavano per sfamare i propri piccoli o si costruivano una tana.


Leonora: «Incredibile, non avevo mai visto tanti draghi in una volta!»


Redent: «Questo è il territorio dei draghi... dobbiamo prestare la massima attenzione»


Mocher: «Ma se sono solamente dei cuccioloni alati, a cosa dobbiamo prestare attenzione?»


Titania: «Ben detto, sono d'accordo con lei»


Genji: «Non bisogna abbassare la guardia, non sappiamo quale creatura potremmo trovarci davanti»


Dynn: «Per me siete tutti troppo stressati.... dovreste farvelo un tiro ogni tanto»


Gannor: «Dynn, per cortesia....»


Kate: «Guardate laggiù, vedo un castello»


Redent: «Io veramente non riesco a vedere nulla....»


Leonora: «Puoi fidarti, la sua vista è molto più sviluppata della nostra»


Titania: «Va bene Kate, facci strada»


In poco tempo arrivarono nei pressi di un castello maestoso, pieno di sculture di draghi, siepi a forma di draghi, stendardi raffiguranti dei draghi... ed era solo la facciata esterna. Mentre percorrevano quello che sembrava il giardino esterno del castello....


Mocher: «Mi sa che qui qualcuno è un po' in fissa con i draghi»


Titania: «Giusto un tantino. Tra l'altro queste siepi sono veramente di cattivo gusto...»


Mocher: «Proporrei di distruggerle tutte»


Titania: «Ci sto!»


«Ragazze potreste smetterla e risparmiare le forze per altro?» dissero all'unisono Redent e Kate.


Gannor: «Ma perché le ho fatte incontrare....»


Leonora: «Hey venite a guardare.... che cos'è questa cosa schifosa per terra?». Davanti a Leonora vi era del liquido violastro che ribolliva.


Dynn: «Wow che figata. Magari si può fumare....»


Redent: «Non toccarlo! Quel liquido è altamente corrosivo»


Mocher: «Come fai a dirlo? L'hai forse assaggiato e ti ha bruciato lo stomaco?»


Redent: «Ho studiato, cosa che tu non hai fatto»


Mocher: «Hey, piano con le parole»


Amad cominciò a ringhiare puntando qualcosa dietro ad un muro.


Mocher: «Che c'è Amad? Hai visto uno scoiattolo?»


Genji: «Molto peggio.... guardate in alto!»


In cima al muro vi era un drago violaceo, non particolarmente grande e molto denutrito, intento a sbavare e a perdere del liquido dal corpo. Lo stesso liquido che Leonora aveva trovato a terra. Una goccia di bava finì su di una roccia, sciogliendola all'istante.


Redent: «Avete visto? Che vi avevo detto»


Mocher: «Tsk, solo fortuna. Ok gente, sfoderate le armi, abbiamo di che divertirci!»


L'assetto da combattimento era così formato: Titania e Mocher in avanti per attaccare pesantemente, Genji, Dynn, Leonora e Gannor nella posizione subito dietro per dare supporto ed infine Kate e Redent nelle retrovie per attaccare a distanza la prima e dare supporto il secondo. Lo scontro ebbe inizio, Titania e Mocher lo attaccarono frontalmente, la prima usando il suo fidato spadone mentre la seconda utilizzando una spada lunga. Entrambi gli attacchi però, non ebbero effetto, danneggiando solamente le armi a causa della sostanza corrosiva che rivestiva il drago.


«Cosa del 'quel liquido è corrosivo' non avete capito?» urlò Redent dalle retrovie.


Mocher: «Oh, 'sta zitto intellettuale da quattro soldi! Il prossimo attacco andrà meglio»


Redent: «Il prossimo attacco non andrà bene per niente se continuate con questa strategia!»


Dynn: «Ora ci penso io...». L'uomo estrasse dalla propria armatura un esplosivo, lo accese e lo tirò contro il drago.


Redent: «MALEDIZIONE DYNN, VUOI ASPETTARE INVECE DI FARE SEMPRE DI TESTA TUA? PRESTO, TROVATE TUTTI UN RIPARO!»


Il gruppo si nascose dietro ai muri che riuscivano a trovare. L'esplosivo esplose colpendo direttamente il drago, facendo volare grande quantità di materiale corrosivo. Molti muri furono sciolti da quella sostanza, scoprendo il gruppo di eroi dal proprio rifugio.


Dynn: «Ops, chiedo scusa....»


Redent: «Ora capisci perché sono io qui lo stratega? Statemi a sentire tutti, le cose son due: o lo si colpisce dall'interno, o lo si rende incapace di spargere ancora quella roba in giro dall'esterno. Leonora, tu sei una maga giusto? Riusciresti a congelarlo?»


Leonora: «Certo, non ci vuole niente»


Redent: «Perfetto. Dopo che Leonora l'avrà congelato, tu Genji lo taglierai a metà»


Genji: «Ricevuto!»


Il drago intanto era sceso dal muro e si stava avvicinando al gruppo molto lentamente.


Redent: «Per fortuna che è lento... evidentemente è formato da una sostanza che gli impedisce di fare movimenti veloci ed azzardati. Leonora... quando vuoi»


Leonora: «Ci sono: TORMENTA ABISSALE!»


Dal terreno sotto al drago si levò una tormenta che in pochi istanti lo congelò all'istante. «È tutto tuo Genji!» disse Leonora.


Genji: «Grazie raro e prezioso fiore di Loto. Ed ora a noi due: Fendente Divino!». Dalla katana di Genji fuoriuscì una lama di luce che si abbatté sul drago congelato, dividendolo in due parti uguali.


Gannor: «La tua solita perfezione, e bravo Genji»


Le due parti caddero a terra in due direzioni differenti. «E con questo, la questione è chiusa!» disse Genji rifoderando la katana.


Redent: «Bene, la strategia è stata efficace, come sempre del resto e....»


Dietro di loro, il ghiaccio che rivestiva le due parti del drago cominciò a sciogliersi.


Dynn: «Hey guardate... si sta scongelando...»


Titania: «A quanto pare non è ancora finita»


In poco tempo, due draghi uguali al precedente ma più piccoli di grandezza, erano dinnanzi a loro, desiderosi di banchettare con le loro carni.


Redent: «Signori, bisogna cambiare strategia»

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Capitolo 15
*** Le tre prove ***


Mocher: «Quella cosa è ancora in piedi? Ed ora sono due?! Bravo, bella strategia, complimenti!»


Redent: «Come potevo prevedere una simile reazione! A rigori di logica, qualsiasi essere vivente se lo tagli in due muore!»


Leonora: «A meno che non sia un essere magico...»


Gannor: «Intendi forse dire che quel drago non è un comune animale?»


Dynn: «Che non fosse un comune animale ci sono arrivato anche io, genio. Non lo vedi che la sua pelle e la sua saliva... perfino il suo sangue, sono corrosivi?»


Titania: «Cosa proponi di fare Leonora?»


Leonora: «Forse se continuiamo a ghiacciarlo e colpirlo, il suo potere magico si esaurirà fino a non essere più in grado di mantenere quello stato, portandolo alla morte»


Mocher: «Si può provare, perché no?»


Redent: «Questa cosa non mi convince molto....»


Titania: «Basta perdersi in inutili chiacchiere! Leonora, avanti!»


Leonora: «TORMENTA ABISSALE!»


I due draghi furono ghiacciati all'istante.


Mocher: «Ora tocca a noi, sei pronta Titania?»


Titania: «Prontissima!»


«TAGLIO MULTIPLO!» gridarono le due ragazze all'unisono, sfoderando tanti fendenti e tagliuzzando il drago in tante piccole parti.


Dynn: «L'altra parte me la prendo io.... ecco prendi». L'uomo accese un candelotto di dinamite e lo lanciò contro la statua di ghiaccio, mandandola in frantumi.


Leonora: «Direi che così possa bastare, l'avete fatto in pezzi così piccoli che dubito possa riprendersi»


Kate: «Temo che ci sia un problema Leonora..... guarda!»


I piccoli frammenti di ghiaccio si stavano sciogliendo, rivelando dei minuscoli draghi simili al primo.


Redent: «Ma bene, ora sono così piccoli che è difficile colpirli o evitarli. Bravi, bel lavoro!»


Leonora: «Mi dispiace.... è colpa mia....»


Redent: «È inutile ora assumersi la colpa e demoralizzarsi. Piuttosto mi servite reattivi. Leonora, conosci anche incantesimi di fuoco?»


Leonora: «Naturalmente.... perché?»


Redent: «Genji, tra le tue arti da samurai ce n'è qualcuna che ti permetta di usare del fuoco?»


Genji: «Certo che sì!»


Redent: «Eccellente! Chi altri sa usare il fuoco?»


Dynn: «Io ho delle granate incendiarie»


Kate: «Io posso infondere alle mie frecce il potere del fuoco»


Redent: «Perfetto! Allora statemi tutti a sentire: quella cosa è formata principalmente da sostanze liquide, altamente corrosive. Come si fa quindi a far sparire un liquido? O lo si raffredda, facendolo diventare un solido o.... lo si riscalda, facendolo diventare un gas! Generando del calore, riusciremo a riscaldarlo a sufficienza perché evapori e non rappresenti più un problema. Forza, al lavoro!»


Kate: «Bene, iniziamo!». La ragazza scagliò diverse frecce incendiarie contro i piccoli draghi, facendoli evaporare poco a poco.


Dynn: «Prendete questa: GRANATA INCENDIARIA!». L'esplosione colpì un gruppo di draghetti che prima di sciolsero e poi evaporarono.


Mocher: «Non c'è bisogno di urlare in quel modo, non stai mica lanciando una magia»


«Lo so, però fa figo!» disse l'uomo dando una boccata al suo sigaro.


«IFRIJIN!», la katana di Genji era avvolta dalle fiamme ed il samurai cominciò a menare fendenti a distanza ravvicinata, vaporizzando tanti piccoli draghi.


Redent: «Genji allontanati da lì, non respirare quel gas! Potrebbe scioglierti i polmoni!»


«Woooo potevi dirlo prima!», il samurai fece una capriola all'indietro allontanandosi dal miasma, ma cadde rovinosamente con il sedere per terra vicino a Redent e Mocher.


Mocher: «Eh l'emozione, come ti rende imbranato...»


Genji: «'Sta zitta Mocher, io almeno mi sto dando da fare. Tu e quella palla di pelo invece cosa state facendo?»


Mocher: «RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO!»


Redent: «Basta voi due, state distraendo Leonora. Non vedete che si sta concentrando?»


Kate: «Leonora.... va tutto bene?»


Leonora: «Benissimo... dì agli altri di entrare nel castello. Allontanatevi il più possibile»


Kate: «Ho capito.... stai attenta»


La ragazza andò ad avvisare tutti gli altri membri del gruppo di continuare ad avanzare fino ad entrare nel castello.


Dynn: «Battere il ritirata? Non è una cosa molto onorevole...»


Kate: «Vuoi forse rimanere carbonizzato?»


Redent: «Fate come dice, ritiriamoci nel castello, presto!»


Il gruppo raggiunse l'ingresso del castello, mentre Leonora aveva davanti un esercito di piccoli draghi corrosivi.


«Bene, sono al sicuro.... DIVINUS SOL!». Leonora lanciò un incantesimo contro i draghi e subito dopo corse per raggiungere gli altri, riuscendo ad entrare appena in tempo nel castello. La sfera che aveva lanciato era.... un piccolo sole, rotondo ed incandescente. Vaporizzò all'istante tutti i draghi presenti, fino a spegnersi e sparire nel nulla.


Leonora: «Uh, ce l'ho fatta! Per un attimo ho seriamente rischiato di rimanere carbonizzata anche io»


Mocher: «P-perché carbonizzata?»


Leonora: «Ho materializzato un piccolo sole. Era mooooolto incandescente»


Mocher: «.... ricordami di non farti mai arrabbiare»


Genji: «Piccolo fiore di Loto in questo arido deserto che è la vita, rischiare la tua vita per salvare quella degli altri è un gesto a dir poco nobile e...»


Dynn: «Fratello, dacci un taglio»


Leonora sorrise.


«Miei graditi ospiti, benvenuti nella mia umile dimora!», una voce riecheggiava nel salone d'ingresso del castello.


Titania: «Chi sei? Fatti vedere!»


«Come siamo frettolose... ogni cosa a suo tempo mia cara. Noto con piacere che avete sconfitto il 'Corrosivo', uno dei miei docili animaletti da guardia. E ho visto quanto vi siete divertiti! Quindi.... perché non continuare il divertimento con il mio altro animaletto? Io lo chiamo il 'Solare' ed è molto amichevole! Spero vi divertirete tanto insieme»


Kate: «Affrontaci a viso aperto piuttosto!»


Nessuna risposta.


Gannor: «Beh, sembrerebbe che il nostro 'amico' sia un timidone.... provvederemo a stanarlo.


Redent: «Non vorrei smorzare il vostro entusiamo ma.... guardate davanti a voi»


Un grosso drago formato interamente da fuoco si stava avvicinando al gruppo.


Dynn: «Frena fratello, come facciamo a sconfiggere un qualcosa formata solamente da fuoco?»


Mocher: «Acqua! Abbiamo bisogno dell'acqua per sconfiggere il fuoco»


Gannor: «Ha parlato il genio....»


Mocher: «Ma cosa vuoi oh! Io per spegnere il fuoco utilizzo sempre dell'acqua!»


Redent: «Temo che non sia la stessa cosa.... quelle fiamme sono troppo 'calde' per spegnerle semplicemente buttandoci dell'acqua sopra»


Kate: «Possiamo sempre provarci: ICE ARROW!». La ragazza scoccò una freccia infusa di ghiaccio che si sciolse poco prima di colpire il bersaglio.


Redent: «Come stavo dicendo...»


Leonora: «Sentite... io avrei un'idea: il fuoco per bruciare ha bisogno di ossigeno, giusto? Se io creassi una bolla sottovuoto all'interno, sufficientemente grande da inglobare l'intero drago.... credo che possa funzionare»


Redent: «Sei in grado di creare delle bolle senza ossigeno all'interno?»


Leonora: «Certamente, sono una maga esperta io!»


Redent: «Ed allora il piano è approvato! Voi altri, cercate di distrarre quel drago nel frattempo che Leonora non generi una bolla sufficientemente grande. E mi raccomando: state attenti a non finirci dentro o morirete soffocati!»


Genji: «Almeno questa volta ci hai avvertito prima!»


Mocher: «Uff, ancora una volta lasciamo che sia la maghetta a fare tutto.... quando arriverà la nostra grande occasione?»


Titania: «Non lamentarti, anche così abbiamo un importante compito da portare a termine. Solo, non dobbiamo avvicinarci troppo a quella cosa infuocata»


Leonora cominciò generando una piccola bolla nelle proprie mani, facendola ingrandire poco a poco. Intanto Dynn corse dalla parte opposta del drago e lanciò un esplosivo verso di esso. L'esplosivo esplose prima di toccare il drago a causa dell'elevato calore sprigionato dalla bestia. L'esplosione tuttavia ebbe l'effetto sperato: il drago ora era infastidito ed aveva puntato il povero Dynn.


Dynn: «Oh oh.... meglio squagliarsela!». Cominciò a correre in modo da sfuggire allo sguardo della bestia. Girandosi però, il drago vide Redent in lontananza che si gustava la scena. Decise quindi di puntarlo.


Redent: «Eh no, mo' questo che vuole da me? Sono stato l'unico a non infastidirlo!». L'uomo si nascose dietro ad una colonna. "Qui sono al sicuro" pensò. Il drago sputò una fiammata che incenerì la colonna. «Ma era una colonna di roccia!» urlò Redent mentre scappava a game levate.


Mocher: «Hey tu, stupido drago! Da questa parte!». La ragazza stava tirando delle rocce per cercare di attirare l'attenzione del drago, ma erano troppo piccole e venivano sciolte dall'eccessivo calore emanato da esso.


«Uh, buona idea!» disse Titania raggiungendo Mocher. Diede un colpo al muro, distruggendolo e prendendo così delle pietre più grandi tra i detriti.


«Straordinario....» Mocher era rimasta allibita dalla impressionante potenza di Titania. Ma anche i sassi che lanciava quest'ultima non riuscivano a raggiungere il drago.


Titania: «Idea! Dammi una mano Mocher!»


Mocher: «Spero di riuscire ad esserti utile!»


Insieme sollevarono un enorme masso e lo tirarono contro il drago, riuscendo a colpirlo ed avendo la sua attenzione.


Titania: «Ed ora.... dividiamoci! Vediamo chi seguirà»


Da dietro al drago, Genji urlò: «NON POSSO PERMETTERE CHE DUE LEGGIADRE DONZELLE FINISCANO PER FARE DA ESCA! SHIVAJI, SPADA DI GHIACCIO!». La sua katana venne circondata dal ghiaccio magico: dando un fendente, Genji generò un'enorme tormenta che circondò il drago, rendendolo immobile.


Mocher: «Tutta fatica sprecata.... POTEVI PENSARI PRIMA, GENJI!»


Genji: «Nuuuoooo ho solo fatto irritare il dolce Loto Mocher. Non sono più degno di continuare a vivere... farò harakiri!»


Gannor corse da Genji e gli diete un pugno sulla testa: «Idiota, che diavolo ti salta in mente! Alzati ed allontaniamoci che presto il drago si libererà!»


Ma il drago si era già liberato e puntava proprio i due uomini.


«CHIUDETE GLI OCCHI, TUTTI!», Kate lanciò una freccia intrisa di magia che esplose proprio davanti al drago, liberando una luce accecante. Il drago era momentaneamente stordito e si muoveva in maniera randomica.


Dynn: «Caspita, che bella luce...» disse fumando un po' del suo sigaro.


Mocher: «Hey ma... sta venendo verso di me!». Per evitarlo, la ragazza fece un salto.... finendo nella bolla di Leonora: «OH NO, PRESTO CHE QUALCUNO L'AIUTI!»


Veloce come il vento, Amad si tuffò nella bolla per salvare la sua padrona, riuscendo a portarla in salvo. Mocher fece un respiro profondo per riempire i polmoni d'aria: «Grazie Amad, mi hai salvata!»


Amad: «Arf arf!»


Titania: «Non distraetevi, si è ripreso e... ATTENTA KATE, VIENE VERSO DI TE!»


Il drago mirò la ragazza che era senza via di scampo. Fece un respiro profondo e sputò una scia di fuoco. Kate stava per essere colpita... quando Gannor si mise in mezzo e tutto il fuoco finì sulla sua armatura, arroventandola.


Gannor: «Aaaaahhhh brucia brucia bruciaaaaaa»


Genji: «Stai fermo Gannor, ci penso io! DANZA DELL'ACQUA: FIUME DEL LOTO BLU!». L'uomo mise due dita sulla spada che sprigionò un torrente, investendo il povero Gannor. Una nuvola di vapore lo avvolse completamente, finendo per farlo tossire di continuo.


Gannor: «Un metodo più semplice e sicuro non c'era?»


Genji: «Un 'grazie' sarebbe stato sufficiente....»


Leonora: «FINALMENTE È COMPLETA! VENITE TUTTI QUI DIETRO, FORZA!»


L'intero gruppo raggiunse Leonora che teneva la bolla saldamente nelle sue mani. Il drago si avvicinò e cominciò a sputare fuoco che, finendo nella bolla, si estinse subito. Non appena mise una zampa dentro la bolla, il drago provò dolore e si allontanò. In quel momento Leonora diede una piccola spinta alla bolla che inghiottì interamente il drago e lo fece sparire in pochi secondi. Successivamente la giovane maga fece sparire anche la bolla.


Redent: «Ed anche questa è fatta! Ottimo piano Leonora, ti faccio i miei complimenti!»


Mocher: «E a noi non ce li fai i complimenti? Chi credi che abbia tenuto occupato il drago per tutto il tempo, eh?»


«Se non ve li fa lui, ve li faccio io: complimenti a tutti, siete riusciti a sconfiggere il 'Solare', un'impresa non da poco!» ancora quella voce che risuonava nella stanza.


Titania: «Perché invece non ti fai vedere così ti spacco il muso?»


«Ogni cosa a suo tempo... manca un'ultima prova da superare. Proseguite nella prossima stanza»


Mocher: «SMETTILA DI GIOCARE CON NOI COME SE FOSSIMO DEI PUPAZZI!»


Redent: «È inutile, se n'è andato. Beh, non ci resta che proseguire!»


Nella prossima stanza, ciò che li attendeva era qualcosa di terribile: un grosso, immenso drago nero stava dormendo beatamente, non curante degli indesiderati ospiti.


Titania: «Beh? Tutto qui? Un drago che dorme»


Dynn: «Un grosso drago che dorme sorella....»


Titania: «Non sono tua sorella, smettila di chiamarmi così!»


Dynn: «Eeeehhhh calma calma»


Kate: «Non vi sembra tutto un po' troppo facile? Voglio dire: un drago indifeso che dorme....»


Redent: «Sono d'accordo, meglio tenere gli occhi bene aperti»


Titania: «Tsk, non ce n'è bisogno. Basterà un solo colpo, state a guardare». La ragazza si avvicinò al collo del drago e diede un forte fendente. Lo spadone quando toccò il collo, rimbalzò pericolosamente all'indietro, vibrando tutto. «Ma che... di che materiale è fatto 'sto coso?»


«Ora voglio provarci io!» disse Mocher caricando il colpo con la sua spada lunga, finendo per incrinarla: «LA MIA POVERA SPADA, NOOOOO!»


Il drago continuava a dormire beato.


Gannor: «Spostatevi tutti!». Il robusto cavaliere caricò il drago con una lancia di platino.


Titania: «Da dove l'ha tirata fuori quella?»


Mocher: «Fidati, è meglio che tu non lo sappia....»


La lancia si infranse contro la pelle del drago, facendo cadere il prode Gannor: «Ai ai ai... ma di cosa è fatto 'sto drago?»


Successivamente provarono Kate, Leonora e Genji, rispettivamente con una freccia incantata di luce, un incantesimo basato sul fuoco ed un colpo di katana. Nessun esito positivo.


Dynn: «Fate largo, ci penso io! I miei esplosivi dovranno pur scalfire la pelle di questo drago!». Buttò un candelotto di dinamite che colpì in pieno viso il drago, ma non ci furono danni evidente. Il fumo però fece svegliare la bestia che lanciò un urlo terrificante.


Redent: «E bravo genio, il fumo deve essere entrato nel naso del drago ed averlo svegliato! Non potevi colpirlo da un'altra parte?»


Kate: «Ed ora che si fa?»


Redent: «C'è solo una cosa da fare.... SPARPAGLIATEVIIII!»


Ogni membro del gruppo prese direzioni diverse, confondendo momentaneamente il drago che alla fine decise di seguire Redent: «MA PERCHE' PROPRIO A ME, SONO STATO L'UNICO A NON AVERLO COLPITO!»


Genji: «Ti salvo io: bomba fumogena!»


Il fumo disorientò momentaneamente il drago e Genji poté trarre in salvo l'amico.


Redent: «Grazie...» disse ansimando.


Genji: «Certo è un bel dilemma.... come faremo ora a sconfiggere questo mostro dall'apparenza imbattibile?»


Redent sorrise: «Non è per nulla imbattibile.... ho un piano. RAGAZZI HO UN PIANO, VENITE QUI CHE VE LO DICO!»


Mocher: «AL MOMENTO SIAMO TUTTI UN PO' OCCUPATI.... NON POTRESTI DIRCELO E BASTA?»


Redent: «MA COSI' DEVO URLARE PER FARMI SENTIRE!»


Titania: «E ALLORA URLA! CHE HAI PAURA CHE IL DRAGO CAPISCA I NOSTRI PIANI?»


Redent: «VA BENE! ALLORA, IL DRAGO HA UNA CORAZZA QUASI IMPENETRABILE... MA! SE COLPITE SEMPRE LO STESSO PUNTO CON LE VOSTRE TECNICHE PIU' POTENTI, SONO SICURO CHE RIUSCIRETE AD APRIRE UNA FERITA NELLA SUA PELLE. A QUEL PUNTO DYNN POTRA' METTERE UNO DEI SUOI ORDIGNI E FAR ESPLODERE COSI' IL DRAGO DALL'INTERNO! DOVETE COLPIRE IL PUNTO DIETRO AL COLLO, DOVE C'E' L'ATTACCATURA CON IL CORPO, QUELLO È IL PUNTO PIU' VULNERABILE. TUTTO CHIARO?!»


«RICEVUTO!» urlarono tutti all'unisono.


Redent: «DYNN, CE LA FAI A CREARE UN ORDIGNO ABBASTANZA POTENTE PER L'OCCASIONE?»


Dynn: «NON TI PREOCCUPARE, LASCIA FARE A ME!»


Redent: «PERFETTO! IN BOCCA AL DRAGO!»


«CREPI» risposero gli altri.


Titania: «Per prima sarò io ad assestargli un fendente che se lo ricorderà per tutta la vita.... o almeno per quella che gli resta!». Titania saltò sul corpo del drago da una delle zampe e, correndo per tutta la schiena, arrivò all'attaccatura del collo con il corpo: «PRENDI QUESTO!». Diede un colpo così forte che il rumore dell'impatto risuonò in tutta la stanza. Il drago cominciò ad agitarsi.


Kate: «Ecco, l'hai fatto arrabbiare Titania! Leonora, assetto da volo!»


Leonora: «Ricevuto: ALI DI FATA!». Due grandi ali fatate comparvero dietro la schiena di Leonora. La ragazza prese con se Kate ed insieme andarono vicino al drago.


Kate: «Cerca di stare più ferma possibile..... DEATH SHOAAAAHHH», Leonora dovette virare perché il drago si era accorto di loro e stava per divorarle: «Ti avevo chiesto di stare ferma!» si lamentò Kate.


«Volevi venire divorata da quel bestione?» replicò Leonora. Le due si spostarono di un poco, mettendosi in un punto sicuro.


Kate: «Questa volta vedi di stare ferma.... DEATH SHOT!». La ragazza scagliò una freccia con inaudita violenza che si andò a conficcare nel collo del drago.


Leonora: «Ben fatto Kate! Ora ci penserò io... TITANIA, AL VOLO!». La ragazza fece cadere Kate che venne afferrata al volo da Titania. «Perfetto, ed ora: FERRUM LUMEN: RAGNAROK!». Una spada di luce dalle generose dimensioni si materializzò davanti a Leonora. La ragazza indicò il punto dove si conficcò la freccia di Kate e la spada ci si buttò in picchiata, colpendo il punto esatto. Il drago urlò dal dolore.


Leonora: «Colpito! Ed oraaAAAAAHHHHH». La magia 'Ragnarok' aveva consumato molto potere magico, annullando le 'Ali di Fata'. Leonora stava precipitando, ma ecco che intervenne Genji, afferrandola al volo: «Mio dolce fiore di Loto, perché un fiore di così rara bellezza rischia di essere calpestato? Rimanete al sicuro nel mio giardino e vi prometto che la vostra bellezza potrà essere ammirata da tutti e...»


Gannor: «LA VUOI PIANTARE DI FARE IL CRETINO?»


Genji: «..... vogliate scusarmi mio bellissimo fiore». Il samurai si arrampicò lungo la coda del drago, il quale cominciò ad agitarla: «Wo wo wo wo draghetto, fermatiiiiiii»


Mocher: «Hey stupido drago, prendimi avanti!», la ragazza in sella al suo fidato lupo stava attirando l'attenzione del drago che smise di agitare la coda e cominciò ad inseguire la ragazza.


Genji: «Pewh, grazie Mocher... stavo per vomitare...», si scrollò la testa e cominciò anch'egli a correre sulla schiena del drago: «A NOI DUE....ZANTETSUKEN!». Il samurai diede un potentissimo colpo al drago che, per il dolore, si accasciò a terra. «CHI È IL PROSSIMO?»


«FATE LARGOOOOO», Gannor stava correndo con la sua lancia sguainata. Quando fu in prossimità del drago, puntò la lancia a terra e, dandosi lo slancio con essa, fece un lungo salto in alto. Mentre era in aria, puntò al collo e lanciò la sua lancia che si conficcò nel punto esatto dove aveva mirato, vicino alla freccia di Kate. «Ops, non avevo pensato a come atterrare..... MI FARO' MALISSIMOOOOO», il generale chiuse gli occhi e si preparò all'impatto.... ma fu preso al volo da Mocher in sella ad Amad.


Gannor: «Ah, grazie Mocher, hai evitato grossi dolori al mio deretano!»


Una volta a terra, la ragazza fece scendere Gannor da Amad in maniera brusca, facendogli sbattere il deretano a terra.


Gannor: «HEY, CHE TI PRENDE?!»


La ragazza rise e rispose: «Ora non ho tempo, devo dargli il colpo di grazia! ANDIAMO AMAD!»


Amad: «AAAAAUUUUUUU»


Con un solo balzo, il lupo raggiunse il collo del drago: «E QUESTO È L'ULTIMO, YYYYAAAAAAAHHHHHHHH». Mocher colpì il collo del drago con la sua spada lunga mettendoci tutta la forza che aveva. La spada purtroppo andò in frantumi: «La.... la mia spada.....». L'immagine di un uomo che gliela porse sorridendo quando lei era più giovane si fece vivo nella sua mente. Il drago urlò dal dolore: finalmente erano riusciti a ferirlo: la ferita non era tanto grande o profonda, ma poteva andare.


Redent: «DYYYYYYN!»


Dynn: «Ci sono, ci sono, stai calmo fratello....». Leonora aveva richiamato le 'Ali di Fata' e stava trasportando Dynn in volo.


Genji: «Io la salvo e quello si becca le fortune! Perché???? Destino crudele, la faccio finita»


Gannor: «E piantala, lo sta solo portando sul drago per mettere l'esplosivo!»


Leonora: «Sei pronto? Sto per lasciarti»


Dynn: «Che peccato.... si stava bene tra le tue braccia»


La ragazza arrossì e mollò la presa senza volerlo, facendo sbattere il fondo schiena di Dynn contro la durissima pelle del drago.


Dynn: «Ai.... che male.... la prossima volta eviterò di farti un complimento»


Leonora svolazzò via per la vergogna. Dynn infilò la carica quanto più a fondo possibile nella ferita e vi buttò dentro il suo sigaro: «HASTA LA VISTA!». In fretta e furia scese dal drago e corse a mettersi al riparo a debita distanza. Tutti i membri del gruppo si erano riuniti nello stesso punto. Il drago, notandoli, corse verso di loro, ma era ormai troppo tardi.


Dynn: «Tre.... due.... uno.... boom!»


Il drago esplose andando in mille pezzi.


Titania: «Quei pezzi ci vengono addosso, fate attenzione!»


Leonora: «AETERNITA OBIEX!». Una barriera circondò il gruppo, proteggendoli dai detriti del drago.


Kate: «Intervento tempestivo, come sempre del resto!»


Redent: «Devo fare i complimenti a tutti per l'ottima esecuzione del piano!»


Erano tutti felici tranne Mocher che era in ginocchio fissando il manico della sua spada lunga andata in frantumi. «Che hai?» le chiese Titania. La ragazza si asciugò una lacrima dal viso e rispose: «Niente, non preoccuparti»


Titania: «Era un ricordo molto importante?»


Mocher: «.....sì. Me la regalò mio padre quando entrai a far parte del corpo di guardia del re di Cornelia. Era molto fiero ed orgoglioso di me. È morto cinque anni fa e da quando non c'è più questa spada era l'unico ricordo che mi rimanesse di lui...»


Titania: «Volevi molto bene a tuo padre?»


Mocher: «... sì.... gliene volevo tanto....», cominciò a singhiozzare. Titania l'abbracciò forte, dicendole: «Non perdere mai quel manico. Tuo padre vive ancora grazie a quel ricordo. Anche se la spada è oramai in frantumi, tu non abbatterti. Il ricordo di tuo padre vivrà sempre in te». Mocher versò qualche lacrima: «Grazie.... Titania... sei la sorella che non ho mai avuto»


«Ma bene, vedo che avete eliminato anche il 'Corazzato', la mia ultima bestiola che faceva la guardia al mio castello», di nuovo quella voce.


Gannor: «Ed ora, cos'altro dobbiamo fare? Uccidere un idra? Combattere contro un esercito di ragni? EH?»


Kate: «SSSSHHH NON DARGLI L'IDEA DEI RAGNI PER CARITA'!»


«Oh no no, avete superato brillantemente le tre prove. Nella prossima stanza ci sarò io ad attendervi... Allora, non siete curiosi di fare la mia conoscenza?»


Il gruppo si mosse in direzione della prossima stanza. La verità era ormai vicina...

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Capitolo 16
*** La scelta ***


Il gruppo, dopo aver superato le tre prove proposte dal signore del castello, arrivò in una grandissima stanza... piena di scheletri!


Gannor: «Ugh, che spettacolo raccapricciante....»


Mocher: «Ci sono anche molte armi e scudi, dovevano essere guerrieri che hanno combattuto contro il 'Corazzato'»


«Esatto! Dovevo pur nutrire il mio cucciolo».


Titania: «Di nuovo lui.... FATTI VEDERE, AVANTI!»


«Oh oh oh, caro 'Demone Possente', non ti scaldare troppo. Prima tu e le tue sorelle dovrete avvicinarvi all'altare che vedete davanti a voi»


Leonora: «Ma.... c'è una bara sopra quell'altare!»


«Precisamente. Indovinate un po' a chi appartiene. È una persona che conoscete molto bene, che vi ha cresciuto ed accudito, prendendosi cura di voi, ma che poi un doloroso incendio ve l'ha portata via...»


Titania: «TU DANNATO BASTARDO!»


Le tre sorelle corsero verso l'altare ed aprirono la bara. L'interno era vuoto.


Kate: «Hey ma.... cosa significa?»


«SCHERZETTO! Buon atterraggio»


Il pavimento sotto le tre sorelle si aprì, facendole cadere lungo un buio tunnel per poi richiudersi all'istante.


Redent: «Era una trappola!»


Mocher: «CHE NE HAI FATTO DI LORO? RISPONDI LURIDO VERME!»


«Calma calma, stanno bene... per ora. Ma non voglio che nel frattempo voi vi annoiate, per cui...»


Le porte della stanza si chiusero sigillandosi e gli scheletri al suo interno presero vita, impugnando le armi e gli scudi che erano a terra.


«I miei scheletri hanno voglia di giocare.... divertitevi, uahuahuah!»


Redent: «La situazione si fa sempre più complicata....»


Gannor: «Spero che le tre sorelle stiano bene»


Genji: «Preoccupati per noi piuttosto che per loro»


Dynn: «Credo sia il momento di fare casino» disse accendendosi l'ennesimo sigaro.


Mocher tirò fuori il suo coltello da caccia e, leccandolo, disse: «Rispediamo questi non-morti a nanna!»


Intanto le tre sorelle furono divise, prendendo ognuna un diverso percorso. Tutte e tre si ritrovarono in una differente stanza buia.


Titania: «D...dove mi trovo? Che posto è questo? Kate... Leonora... Dove siete!?»


Da buio apparvero le due sorelle.


Titania: «Ah siete qui, pensavo di avervi perso e...»


Leonora: «Pensavi di averci perso... o volevi sbarazzarti di noi?»


Titania: «... Leonora, non è il momento di scherzare»


Kate: «Leonora ha ragione, ma chi ti credi di essere?»


Titania: «Kate, mi sto alterando»


Leonora: «Ecco come fai: essendo che sei la più forte credi di poter comandare gli altri e fare quello che vuoi. Staresti bene anche da sola eliminando tutti quelli più deboli di te, ecco perché hai cercato di liberarti di noi!»


Titania sbatté il piede sul pavimento, facendo tremare la stanza. Era furiosa.


Kate: «Ed ecco che comincia a fare la bambina: appena una cosa non le va giù sbatte i piedi a terra, comincia a tirare pugni o a menare fendenti.... perfino io che ho 16 anni sono più matura di te»


Titania: «KATE MA CHE STAI DICENDO?»


Leonora: «Sono assolutamente d'accordo con Kate»


Titania: «LEONORA ANCHE TU..... No, voi non siete le mie sorelle». La ragazza impugnò la spada e colpì le due ragazze, trapassandole come fossero fantasmi.


Leonora: «Ecco che ora ci affetta per benino. Sì Titania, affetta i tuoi problemi, tappati pure le orecchie, fuggi dalla realtà»


Kate: «Non è reagendo così che cambierai la situazione: la verità è che tu rimani una schifosa egoista che pensa solo a se stessa e che non ha la minima considerazione degli altri. A meno che non siano forti come te... però nessuno riesce ad eguagliare la tua forza!»


Titania si sentiva spaesata, non sapeva cosa stava succedendo. Dall'ombra comparvero anche Venera ed Atticus.


Titania: «M-mamma? Atticus?»


Venera: «Maledetta figlia, a causa tua ho dovuto rinunciare alla mia forza, alla mia vita! Ed il tuo essere egocentrica e sfacciata, sbattendomi sempre sotto il naso la tua forza, come per dire 'guarda mamma, io sono forte non come tu che sei deboluccia'. Questa cosa mi dava altamente sui nervi! Quanto ti ho odiato figlia mia»


Atticus: «Già, tua madre ha assolutamente ragione. Io non ce la facevo più a sopportarti, a sopportare tutta quell'arroganza. Per questo me ne sono andato!»


Titania: «Ma che sta succedendo... che sta succedendo...». La ragazza cadde in ginocchio e, con le mani tra i capelli, scosse ripetutamente la testa. Gli altri si misero intorno a lei in cerchio.


Leonora: «Sei egoista»


Kate: «Ed egocentrica»


Venera: «Io ti detesto»


Atticus: «Non sei mia figlia»


Titania: «BASTA, BASTA, PER FAVORE SMETTETELA!...»


«Come vedi Titania, nessuno ti vuole bene.... tutte quelle facciate che vedi ogni giorno, sono solamente maschere, è questo che pensa la gente di te in realtà»


Titania: «È solo un brutto sogno.... è solo un brutto sogno....»


«No Titania... è la realtà. Una realtà da cui potresti fuggire volendo. Avanti, chiudi gli occhi....»


Titania si lasciò andare e chiuse gli occhi...



In un'altra stanza, Leonora era alla ricerca delle sue due sorelle: «Ragazze? Dove siete? È tutto buio qui e non vedo niente.... ah ma sono una maga, mi basterà pronunciare una formula magica per fare luce: Lumus!». Una piccola luce scaturita dalla sua mano destra illuminò debolmente quella che sembrava una stanza infinita. «Non riesco a vederne la fine.... forse camminando troverò un'uscita»


«Leonora, Leonora, Leonora.... bella e sexy Leonora. Come mai sei ancora single?»


Leonora: «Sei sempre tu non è vero? Che cosa vuoi da noi?»


«Perfino tua sorella Kate ha trovato un ragazzo e Titania ha diversi pretendenti che però ha sempre rifiutato. Invece tu? Tu rimani sempre a bocca asciutta benché tu sia il 'Demone Avvenente', la più bella del gruppo. Questo ti crea invidia»


Leonora: «Ma per favore, fammi il piacere»


«Pur di avere qualcuno, saresti disposta a prenderti quello sgorbio di Dynn. Pensi 'Questo qui è brutto, quindi si metterebbe immediatamente con me così anche io avrò un ragazzo!', non è vero? La gelosia e l'invidia ti stanno divorando l'anima»


Leonora: «C-che stai d-dicendo! E comunque Dynn è un bell'uomo»


Kate e Titania comparvero con al loro fianco due uomini.


Kate: «Leonora, dobbiamo separarci. Noi abbiamo trovato un partner e finalmente potremmo vivere una vita in assoluta tranquillità. Tu continua pure a fare il Demone Bianco in solitaria. Mi dispiace sorella, ma sembra che nessuno ti voglia»


Leonora: «Kate, ma che stai dicendo???»


Titania: «Kate ha ragione. Mi dispiace che tu non riesca a trovare nessuno, ma noi ora abbiamo delle persone importanti da proteggere e non possiamo continuare con la vita da mercenari, è troppo pericolosa. Beh, addio sorellina, stammi bene»


Leonora: «Titania, anche tu!? E che ne è della promessa? Che ne è del fidarsi solo di noi e di nessun altro?»


Titania: «Quella è acqua passata. Il presente è con qualcuno di importante, cosa che tu non hai ancora fatto»


Kate: «Mi dispiace Leonora... addio»


Pian piano le due ragazza ed i relativi partner scomparvero. Leonora rimase sola.


«Hai visto? Sei stata abbandonata, per degli uomini. Tu non piaci a nessuno e sei destinata a rimanere sola»


Leonora: «Perché.... perché sta accadendo tutto questo? È un incubo... voglio svegliarmi....»


«Ma questa è la realtà mia cara. Una realtà da cui potresti tranquillamente fuggire. Chiudi gli occhi e fatti cullare da quei sogni in cui tutti ti amano e ti vogliono bene....»


Leonora chiuse lentamente gli occhi...



Nell'ultima stanza, Kate camminava senza sapere dove andare, smarrita nel buio: «Ragazze? Dove siete finite? Sapete che non amo particolarmente andarmene in giro da sola nel buio....»


«Tsk, tipico delle bambine capricciose e paurose come te». Titania comparve alla sua destra.


Kate: «Titania! Per fortuna stai bene»


«E guardala, fa anche finta di preoccuparsi quando invece è lei che vorrebbe tutte le attenzioni su di se. Stupida mocciosa viziata». Leonora comparve alla sua sinistra.


Kate: «Leonora! Ma che dici?»


Titania: «Ora non hai più paura del buio? Ora sei appagata? O vorresti ancora qualcosa?»


Leonora: «Vorresti il tuo ragazzo al tuo fianco? Che altro poi? Essere più alta? Avere tanti gioielli? Vivere in un castello?»


Kate: «Ragazze.... non vi sto seguendo...»


Titania: «Certo, fai pure la finta tonta. La verità è che sei una stupida ragazzina immatura»


Leonora: «Già. Tutti devono preoccuparsi per te, tutti devono stare ai tuoi comodi. Perché non cresci e provi a cavartela da sola?»


Kate: «....»


Titania: «Ed ora che farai? Scoppierai a piangere come una patetica poppante sperando di far impietosire gli altri? Ridicola....»


Leonora: «Ti prego, risparmiaci la lagna»


Kate versò qualche lacrima.


Titania: «Ecco, hai fatto piangere la bimba, sei contenta ora?»


Leonora: «Oh no, ha aperto i rubinetti, si salvi chi può!»


«Le tue sorelle non sembrano volerti così bene come sembra.... ti trattano ancora come una bambina viziata. È dura la realtà non è vero?»


Kate non disse nulla, continuando a fissare il vuoto.


«Ma puoi fuggire dalla realtà! Chiudi gli occhi e ti prometto che tutto si sistemerà....»


Kate iniziò a chiudere gli occhi.... per poi sbarrarli completamente, facendo volare le lacrime lontano dal suo viso: «Io non fuggirò. So bene di essere ancora una bambina, di essere immatura e viziata, di avere a volte delle pretese che vanno contro il volere degli altri, ti essere un peso per le mie sorelle spesso e volentieri.... ma non voglio arrendermi! Io voglio migliorare, voglio migliorare per me stessa ma, soprattutto, per loro! Per chi è al mio fianco e crede in me. Per chi dovrò aiutare. Per chi mi ama. Per loro, io non fuggirò!»


La stanza si illuminò improvvisamente. Leonora e Titania sorrisero prima di dissolversi. Una porta si materializzò dal nulla davanti a Kate. La ragazza l'aprì e l'attraversò, finendo in una stanza perfettamente quadrata, non eccessivamente grande, con un bellissimo soffitto dipinto rappresentante un cielo stellato con una luna piena proprio al centro. Sempre al centro della stanza, vi era un lungo altare sacrificale. Sospese sopra all'altare vi erano due piccole gabbie: al loro interno c'erano rispettivamente Titania e Leonora, rivolte verso la sorella e rese incapaci di muoversi.


Kate: «RAGAZZE!»


Le due ragazze alzarono lo sguardo ed urlarono all'unisono: «KATE!»


La porta dietro alla ragazza scomparve. Ora la stanza non aveva più vie di ingresso o di uscita.


«Finalmente sei arrivata, sapevo che ce l'avresti fatta! Non sembra ma sei la più forte d'animo dei Tre Demoni Bianchi». In fondo alla stanza, dalla parte opposta delle gabbie, vi era un uomo con addosso una maschera: era una maschera ovale grigiastra che copriva tutto il viso. Su di essa vi era raffigurata una 'X' nera che ne copriva tutta la superficie. Al centro della 'X' vi era un piccolo cerchio. Benché risultasse disturbata dalla maschera, quella voce sembrava familiare....


Kate: «Tu devi essere il signore del castello, colui che si è divertito a giocare con noi come fossimo dei burattini. Libera immediatamente le mie sorelle e vedrò di non farti troppo male»


«Quando astio! Non vi siete divertiti a giocare con i miei cuccioli? Quello che dovrebbe avercela con voi dovrei essere io visto che me li avete ammazzati!»


Kate: «Non ci hai lasciato altra scelta!»


«La scelta l'avevate: era non venire a disturbarmi direttamente nella mia dimora»


Kate: «Così avresti continuato ad attentare alle nostre vite!»


«Beh.... sì. Ahahahah»


Kate: «Smettila di ridere e libera le mie sorelle. Ti avverto, sto perdendo la pazienza»


«Beh, io non posso liberarle.... ma tu puoi!»


Kate impugnò l'arco, caricando una freccia e puntandolo contro il misterioso individuo: «Sto ascoltando, ma ti avverto... se solo ti azzardi a fare qualche movimento sospetto io ti...»


«Nessun movimento sospetto, hai la mia parola. D'altronde detesto chi bara nei giochi... specialmente nel gioco finale! Come vedi, le tue sorelle sono prigioniere in due gabbie separate, bloccate da un incantesimo. Per quanto si sforzino non riusciranno mai e poi mai a liberarsi. E vedi l'altare sotto di loro? Quello è un altare sacrificale: una volta che sarà macchiato con sufficiente sangue, allora l'incantesimo sarà annullato e sia le gabbie sia il blocco magico che le tiene immobilizzate, scomparirà! Sicuramente avrai già capito dove prendere il sangue necessario al sacrificio per annullare l'incantesimo....»


Kate rimase in silenzio. Il suo arco cominciò ad oscillare velocemente. La ragazza stava tremando.


«Chi tace acconsente? Beh, non importa... te lo spiegherò lo stesso a scanso di equivoci: sull'altare ho posizionato un pugnale. Utilizza quel pugnale per... uccidere una delle tue sorelle! Con il sangue di una di loro riuscirai a soddisfare il sacrificio e ad annullare l'incantesimo! Quale sorella sacrificare? Beh, questa è una scelta che spetta solamente a te...»


Kate: «.... tu... maledetto miserabile..... USERO' IL TUO SANGUE PER LIBERARE LE MIE SORELLE!». La ragazza cominciò a scagliare tutte le frecce che aveva contro il misterioso individuo. Poco prima di colpirlo però, le frecce si infransero contro una barriera, venendo deviate in altre direzioni.


«Temo sia impossibile avere il mio sangue, sono protetto da una barriera magica potentissima... praticamente impenetrabile! Nemmeno Titania riuscirebbe a distruggerla»


Titania: «Perché non mi liberi così ne riparliamo, sotto specie di verme putrido?»


«Come fai a dire che sono un verme putrido se non puoi nemmeno vedermi? Ahahahah»


"Cosa posso fare.... CHE COSA POSSO FARE???", Kate era nella disperazione più totale.


«Ah, dimenticavo. Puoi anche decidere di non sacrificare nessuno, però devi sapere una cosa: questo castello è stato costruito sopra di un vulcano. E tra un'ora esatta, il vulcano erutterà, distruggendo il castello e tutto quello che vi è dentro! Quindi.... o sacrifichi una sorella, salvando l'altra e te stessa, o morirete tutte e tre da brave sorelle, unite anche nella morte! A te la scelta. E no, non pensare che io farò la stessa fine: con i miei poteri posso tranquillamente lasciare il castello in qualunque momento. Ma voglio rimanere finché non prenderai una decisione, son proprio curioso di sapere cosa accadrà, ahahah!»


Kate lasciò cadere il suo arco a terra e si avvicinò all'altare. Solo allora notò il coltello e provò un dolore fortissimo al cuore, come una morsa che, stringendosi sempre di più, le provava un dolore sempre crescente: «Q....quel....coltello..... Non.... non è.... possibile....». Il coltello aveva un manico intagliato, raffigurante due draghi che si guardavano negli occhi.


«Te l'ho detto che la luna ci avrebbe fatti incontrare sempre.... PICCOLA KATE!». L'uomo si tolse la maschera. Un terribile e spaventoso ghigno comparve sulla faccia di Marcus....

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Capitolo 17
*** Verità ***


La terribile verità si palesò davanti a Kate: Marcus, l'uomo che amava, l'uomo di cui si fidava ciecamente, l'uomo per il quale è andata contro i suoi principi e le sue promesse.... è anche l'uomo che ha tentato innumerevoli volte di ucciderla. Era lì che la fissava, con un ghigno compiaciuto. La povera Kate era distrutta dal dolore. Avrebbe voluto piangere, far uscire tutto il dolore che aveva dentro.... ma non versò nemmeno una lacrima. Solo dopo qualche minuto, con un filo di voce, riuscì a bisbigliare: «.....Perché?»


Marcus: «Mia cara Kate, vuoi sapere perché tutto questo? Ti accontento subito!»


Titania: «Kate, cosa sta succedendo? Perché ti sei come pietrificata di colpo? Chi è questo fantomatico signore del castello?»


Leonora: «È qualcuno che conosciamo per caso?»


Marcus: «Fate silenzio! Sto parlando con la mia ragazza, eheheh»


Titania: «.... tu.... TU PREGA IL TUO DIO CHE IO NON DEBBA USCIRE VIVA DA QUESTA GABBIA!»


Marcus: «Oh, ma guardala, la sorellona si è arrabbiata.... mi dispiace Kate, ma credo che tra noi sia finita, tua sorella non approva...uhuhuh»


Leonora: «SAI CHE QUANDO USCIREMO TU LA PAGHERAI CARA? FARESTI MEGLIO A DISSOLVERTI ORA CHE SEI ANCORA IN TEMPO!»


Marcus: «SILENZIO! Per rispondere alla tua domanda Kate... perché mi chiedi? Semplice! Io faccio parte di una setta i cui membri sono persone importanti o comunque con un certo spessore. Queste persone, me compreso, sbrigano degli affari, leciti o no che siano, e molte volte questi sono andati a rotoli per l'intervento di VOI DEMONI BIANCHI! Un esempio? IL DRAGO DI GARLANT! Quel drago avrebbe costituito una risorsa importante: feudi che avrebbero pagato ogni genere di fortuna pur di averlo vivo o di avere qualche sua zanna o la sua pelle pregiata... Ecco perché mi trovavo lì a Garlant, ero stato incaricato di catturare quel drago vivo! Ma sono arrivato troppo tardi... voi tre l'avevate già ucciso, tagliandogli la testa e facendo quindi decomporre il resto del corpo! Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.... ed allora ho avuto l'ordine di farvi fuori. Inizialmente non sapevo proprio che pesci pigliare.... poi ci siamo incontrati e da lì è scaturito tutto! Sul piano fisico sono svantaggiato è innegabile, quindi avrei dovuto uccidervi usando l'astuzia: come prima cosa ho messo del veleno nella borsa con la carne quando ti ho aiutato a raccoglierla da terra perché ti ero venuto 'accidentalmente' addosso e ti avevo fatto cadere. Lì ho visto nei tuoi occhi un certo interesse verso di me... che gran colpo di fortuna! Avevo fatto colpo su uno dei Tre Demoni Bianchi, era un'occasione d'oro che non potevo lasciar sfumare. Quindi cominciai a recitare la parte del bravo ragazzo, gentile, educato, dolce e romantico. È stata dura..... ma il lavoro è lavoro! Purtroppo il piano non ha funzionato, quella maledetta di Titania si è accorta del veleno e vi ha fermato in tempo... non che sperassi in una vittoria così facile, non mi sarei divertito! Essendo voi dei mercenari, siete obbligate a viaggiare molto per trovare qualche lavoro da fare e guadagnare qualcosa per vivere... mi serviva quindi una copertura, un qualcosa che mi facesse viaggiare in giro per il continente ed aumentare quindi la possibilità di incontrarvi.... ed ecco che entra in gioco la Compagnia di Endo! Una Compagnia atta al commercio che si sposta da un feudo all'altro, da un villaggio all'altro, da un capo all'altro del continente! In questo modo potevo tenere sotto controllo i vostri movimenti, senza risultare sospetto. Arriviamo quindi al villaggio di Adumio: un villaggio maledetto... un villaggio CHE NON ESISTE! L'intero villaggio era frutto della mia magia illusoria, abitanti compresi! Siete cadute nella mia illusione e speravo che potesse impietosirvi la storia del povero villaggio maledetto, facendovi così abbassare la guardia... MA NO! Voi siete più spietate di quanto pensassi! Avete annientato tutto il villaggio senza il minimo risentimento, credendo di annullare la 'maledizione'.... avete semplicemente fatto una strage! Che poi 'strage'.... avete solo ucciso delle illusioni che, per quanto verosimili fossero, rimanevano comunque illusioni. Quindi siete andate oltre, arrivando a Tamuril. Qui il re vi manda a combattere un gruppo di orchi... chissà come mai questi orchi sono così aggressivi, vero? Chi sarà mai quel cattivone che ha lanciato l'INSANIA VENA su quel gruppo di stupidi orchi? Ma ovviamente il sottoscritto! Pensavo che gli orchi potessero seriamente fermarvi.... ma quella maghetta da strapazzo conosceva quell'incantesimo! Quello è un incantesimo ancestrale.... mi domando chi sia stato il vostro mentore.... ma non importa. Riuscite a cavarvela anche questa volta. Ed allora decido che è meglio prendervi singolarmente... prendendo quella più debole: tu piccola Kate! Ti ricordi di quella serata passata insieme in quella foresta? E ti ricordi anche di quando ti ho passato la mano tra i capelli? È in quel preciso momento che ti ho messo addosso il maleficio! Non è stato un effetto dell'INSANIA VENA, IO TI HO LANCIATO QUEL MALEFICIO! Hai abbassato le difese, credendoti al sicuro ed io ne ho approfittato. Credevo che oramai fosse fatta.... MA NO! VOI SIETE RIUSCITE A TROVARE DELL'ERBA DI RABANASCO E CURARE IL MIO ANTICO MALEFICO! UGH QUANTO MI MANDATE IN BESTIA, DANNATI DEMONI BIANCHI!...... Ma non importa.... andiamo avanti. La scaltra Titania aveva capito che c'era qualcuno dietro tutte quelle disgrazie, acuta osservazione! Decidete quindi di tendermi una trappola.... povere sciocche: credevate davvero che sarebbe bastato sbandierare ai quattro venti che volevate sconfiggere lo Sfingeleone per mettere in trappola il misterioso sicario? Avete peccato di superbia e ne avete pagato le conseguenze! È stato così facile mettere quello scorpione dorato vicino a Kate e fare in modo che la pungesse. Ma siete riusciti a cavarvela anche qui..... non so davvero come ci riusciate! Ero in crisi, non sapevo più che pesci pigliare... poi Endo mi disse che dovevamo passare per le terre di Mystole, che ghiotta occasione! Grazie alla mia magia ancestrale riuscii ad evocare un demone dall'intramondo cui era stato esiliato, un valido alleato devo dire, forse un po' troppo chiacchierone.... stava per rivelarvi il mio nome! L'ho dovuto eliminare prima, annullando il contratto di evocazione e rispedirlo nuovamente nell'intramondo. Però quando riuscì a prendere il controllo di Titania ci ho quasi sperato.... ma sempre quella maghetta si è messa in mezzo tirando fuori una magia evocativa fuori dal comune! Adramelech il Custode.... e chi se lo sarebbe mai aspettato! Avete sconfitto il demone e sapevate l'ubicazione della mia dimora.... non potevo rischiare di farmi trovare fuori casa, che maleducato sarei stato? Quindi sono andato a Cornelia ad avvisare il re ed inviare una squadra di soccorso, mentre io mi diressi a Matango. Ed eccoci qui: avete sconfitto i miei tre draghi, superato le mie prove.... questa è la conclusione di tutto, IL GIOCO FINALE! Sono riuscito a mettervi alle strette, qui qualcuna dovrà per forza morire, ohohohoh! Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire, uhuh. E questo è quanto»


Kate era lì ferma. Aveva ascoltato tutto, ma non riusciva ancora a crederci. Tutto quello che poteva dire era: «Perché.... Marcus?»


Marcus: «Ma te l'ho appena spiegato! Non farmelo ripetere di nuovo, ho la gola secca....»


Kate: «Perché.... tutto questo? Io ti amavo.... ti amavo dal profondo del mio cuore.... avrei voluto vivere una vita felice e spensierata al tuo fianco.... ed invece hai rovinato tutto...»


Marcus: «Mi dispiace, sono una persona orribile... hai tutto il diritto di odiarmi.... sono sicuro che troverai un ragazzo che saprà....ppppfffAHAHAHAHAH NO SCUSAMI NON RIESCO A RIMANERE SERIO, AHAHAHAH»


Titania: «KATE, PUGNALA ME COSI' LEONORA SARA' LIBERA E POTRA' CURARMI COSI' UNA VOLTA CHE MI SARO' RIPRESA ANNIENTERO' QUELL'INDIVIDUO!»


Leonora: «NO KATE, PUGNALA ME COSI' TITANIA SARA' LIBERA DI ANDARE A MASSACRARE QUEL RIFIUTO MENTRE TU POTRAI CURARE LE MIE FERITE»


Marcus: «AHAHAH SIETE UNO SPASSO, DAVVERO!», il ragazzo buttò a terra la maschera che aveva in mano: «Ma ora basta scherzare.... KATE, PRENDI UNA DECISIONE! NON CE LA FACCIO PIU' AD ASPETTARE, VOGLIO VEDERE CHI UCCIDERAI DELLE TUE SORELLE!»


Titania: «KATE, SCEGLI ME!»


Leonora: «NO KATE, SCEGLI ME!»


Kate: «SILENZIO!». L'urlo della ragazza risuonò in tutta la stanza. La giovane guerriera cominciò a togliersi l'armatura.


"Ma che sta facendo?" si domandò Marcus.


Prese la sua pettorina e la lasciò cadere a terra, producendo un rumore assordante e delle lievi crepe sul pavimento.


"Ma... quanto pesava quella cosa?", Marcus era sbalordito che una ragazzina, così giovane per giunta, trasportasse quel peso ingente. Kate si tolse anche le altre parti, facendole cadere sempre a terra, generando rumori più o meno forti a seconda del peso di ogni singolo pezzo, compreso tra i 10 e i 50 kg. Fece cadere anche il suo arco e la faretra con le poche frecce rimaste. Ora era completamente indifesa, aveva addosso solo pochi indumenti leggeri per coprirla. Prese il coltello dall'altare, si girò verso Marcus e se lo puntò al cuore: «Io ti ho donato il mio cuore tutto.... e tu l'hai calpestato senza ritegno.... la mia vita non ha più senso oramai....»


Titania: «KATE, POSA IMMEDIATAMENTE QUEL COLTELLO!»


Leonora: «KATE, SMETTILA! TROVEREMO UNA SOLUZIONE, MA POSA QUEL COLTELLO!»


Kate guardò prima Titania e poi Leonora. Delle lacrime rigarono il suo viso: «Mi.... mi dispiace sorelle mie.... non avrei mai voluto.... coinvolgervi in tutto questo.... non voglio che paghiate per gli errori che io stessa ho commesso.... il mio cuore, oramai inutile, verrà almeno utilizzato un'ultima volta per salvare la vita delle mie due sorelle... Titania.... Leonora.... grazie per esservi presa cura di una stupida come me.... Addio»


«KATE NO!» urlarono le ragazze all'unisono.


Kate affondò il coltello nel suo petto, spingendolo sempre più in profondità, finché non cadde con il corpo all'indietro, finendo sull'altare sacrificale. Il sangue stava cominciando a sgorgare ed a finire sull'altare. Titania e Leonora cercarono in tutti i modi di liberarsi, ma era tutto inutile.


"Non pensavo arrivasse a tanto...." si disse tra sé e sé Marcus.


L'altare era pieno di sangue e l'incantesimo fu annullato: le gabbie si aprirono e le catene magiche furono spezzate. Titania e Leonora erano finalmente libere.


Titania: «Leonora, prenditi cura di Kate. Fai tutto il possibile per salvarla. Io ho una questione da sistemare»


Leonora: «Farò tutto ciò che è in mio potere. Non avere pietà»


Titania: «Ho appena dimenticato il significato di quella parola». La ragazza cominciò a togliersi anch'essa l'armatura. Prese la sua corazza e la fece cadere a terra: l'oggetto cadde ad una velocità incredibile, distruggendo un pezzo di pavimento non appena toccò il suolo e generando una voragine.


"Q...quanto pesava?!", Marcus era visibilmente preoccupato.


Anche gli altri pezzi erano abbastanza pesanti, variando tra i 50 ed i 100 kg. La ragazza si sgranchì le ossa, impugnò lo spadone con la mano destra dicendo: «Però, non lo sento nemmeno». Rivolgendosi a Marcus disse: «Avresti dovuto togliermi anche lo spadone, questo errore velocizzerà la tua fine»


Marcus: «Tsk, credi di farmi paura? La mia barriera è impenetrabile!»


Titania lanciò il suo spadone in direzione di Marcus.... era talmente veloce che distrusse istantaneamente la barriera di Marcus, passando vicino al viso del ragazzo e conficcandosi nel muro alle sue spalle. Un piccolo taglio sulla guancia fece cadere un rivolo di sangue sul viso del ragazzo. Marcus era interdetto. Titania fece uno scatto ed in pochi istanti arrivò davanti al ragazzo: il suo sguardo era quello di un temibile demone adirato. Afferrò Marcus per il collo e lo lanciò verso il soffitto... sbattendolo contro! Del sangue uscì dalla bocca del ragazzo. Quando scese, la ragazza lo colpì con un calcio, facendolo finire ancora una volta sul soffitto, questa volta in maniera più violenta e crepandone dei pezzi che caddero al suolo.


Durante la caduta, Marcus urlò: «NON CREDERE DI AVER VINTO: MURUS ADAMAS!». Un imponente muro di diamanti ricoprì completamente il mago: «QUESTO TI SCHIACCERA' INESORABILMENTE, AHAHAH!». Ma Titania non si scompose, tirò indietro il pugno e, non appena il muro fosse abbastanza vicino, colpì fortemente trapassandolo e, contemporaneamente, afferrò Marcus per il collo, trovandosi dietro al muro di diamanti. L'effetto dell'incantesimo terminò, facendo scomparire il muro. Titania tirò a se il giovane mago, fissandolo negli occhi.... ma Marcus schioccò le dita e si teletrasportò a pochi metri di distanza. «Quindi è grazie alle mani che puoi spostarti così velocemente....». Il mago iniziò a spostarsi da una parte all'altra in rapida successione, per confondere la guerriera. «VEDIAMO SE RIESCI A PRENDERMI!» la derise. Titania con tutta calma estrasse lo spadone dal muro, chiuse gli occhi aspettando il momento giusto.... e li riaprì, lanciando lo spadone in una direzione: l'arma colpì ad un braccio Marcus, conficcandosi contro un muro. «AAAAAHHHHHH», l'urlo di dolore di Marcus risuonò nella stanza. Titania corse da lui, bloccandogli le mani in tempo: «Quindi è grazie alle tue mani che puoi lanciare i tuoi incantesimi...». La ragazza con una forza smisurata, staccò via le mani dai polsi di Marcus: «Ora non potrai più lanciare i tuoi incantesimi». Lo prese con forza, facendo staccare un pezzo di carne dal braccio bloccato dalla spada e lo lanciò contro un muro.


Nel frattempo, anche Leonora si era tolta l'armatura per poter disporre al massimo dei suoi poteri magici: «ARCANUS DOMINATIO!». Sulla fronte della ragazza comparve un terzo occhio semiaperto per un quarto della sua grandezza: «Con questo incantesimo arcano superiore posso amplificare a dismisura i miei poteri... riuscirò a salvarti Kate! RESISTI!». La magia di Leonora era stata potenziata di molto, ma sembrava non bastare: Kate aveva perso moltissimo sangue e la ferita era abbastanza profonda, avendo intaccato anche il cuore. «Perché non guarisci.... PERCHE'! MALEDETTO OCCHIO, APRITI DI PIU', MI SERVE PIU' POTERE!». Ma l'occhio non si mosse di un millimetro. Kate allungò una mano per toccare il viso di Leonora e, debolmente, disse: «Mi... dispiace... Leonora.... avrei dovuto... darvi retta... sono stata... una stupida....»


Leonora: «Shhh non dire così, non parlare, risparmia le forze.... ti salverò Kate, puoi starne cerca! Dovessi esaurire tutto il mio potere magico!».


Kate sorrise e lasciò cadere la sua mano...


Leonora: «Maledizione, maledizione, maledizione, MALEDIZIONE! SE SOLO FOSSI PIU' FORTE!», il viso della ragazza era oramai pieno di lacrime. Continuò ad utilizzare la sua magia nel disperato tentativo di salvarla.


«AAAAHHHHH», Marcus era stato lanciato contro un muro con una tale forza da incastonarsi dentro.


Titania: «Credo che la tua spina dorsale sia a pezzi, non puoi più muoverti». La ragazza estrasse dal muro Marcus... per poi sbattercelo dentro ancora ed ancora ed ancora. Successivamente gli diede un pugno allo stomaco facendogli vomitare una grande quantità di sangue: «Ora invece ti ho rotto qualche costola e ho spaccato alcuni dei tuoi organi interni. La ragazza era coperta dal sangue di Marcus. Con un calcio fracassò le gambe del ragazzo. Infine lo lasciò cadere a terra, diede un pugno al muro creando una crepa che, ramificandosi fino al soffitto, fece cadere dei detriti sul corpo del ragazzo, sommergendolo dal busto in giù.


Marcus: «N...non la scamperete... non riuscirete a.... a.....»


Titania fracassò la testa del ragazzo con un pestone: «Mi sono stufata di perdere tempo con una nullità come te». Del sangue schizzò fino a raggiungere il volto della ragazza, macchiandola leggermente sulla guancia. Prese il suo spadone e lo conficcò su quelle macerie, infilzando anche il cadavere del ragazzo. Sì girò e, a terra, vide una maschera. "Sembra uguale a quella che teneva in mano la mamma.....", pensò tra sé e sé. Corse quindi verso Leonora, in ginocchio vicino all'altare. La giovane maga aveva esaurito il suo potere magico, dando fondo a tutte le sue energie: ora non riusciva più a muoversi.


Titania: «Allora Leonora, come sta Kate? Vedo che hai esaurito le tue energie per aiutarla, sono fiera di te!»


Leonora alzò a fatica lo sguardo e disse ansimando: «..Kate è...»

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Capitolo 18
*** Addii ***


La terra iniziò a tremare.


Titania: «Ops forse mi sono scatenata un po' troppo ed il vulcano si è risvegliato prima del previsto. Presto, dobbiamo uscire da qui». Titania prese Leonora con un braccio e Kate con l'altro. «Uhm, ed ora dove sarà l'uscita? Mah, proviamo da dove è arrivata Kate»



Gannor: «Prima gli scheletri ed ora il terremoto.... qualcos'altro?»


Redent: «Però non mi spiego come mai questi scheletri abbiano smesso di colpo di combattere.... cosa sarà mai successo?»


Mocher: «Che ti importa? L'importante è che stiano buoni buoni e ci rimangano! Non farti troppe domande»


Genji: «Chissà come stanno i miei deliziosi fiori di Loto.... aahhh cari boccioli in questo inverno gelato, attendete la vostra primavera per esprimere la vostra bellezza!»


Dynn: «Per caso hai preso uno dei miei sigari?»


Improvvisamente il muro di fronte a loro crollò, facendo esordire Titania e le altre nella stanza.


Mocher: «Titania! State bene ragazze!»


Redent: «Che cosa è successo? Cos'hanno Kate e Leonora?»


Titania: «Non c'è tempo per discutere, dobbiamo uscire di qui! Il castello è stato costruito sopra un vulcano che sta per eruttare, non abbiamo molto tempo!»


Gannor: «Sentito gentaglia? TUTTI FUORI!»


Il gruppo corse verso la porta per uscire da quella stanza, ma Titania continuò ad andare dritta.


Redent: «Titania dove stai andando? L'uscita non è lì!»


Titania: «Non ce la faremo mai prendendo l'uscita ordinaria.... meglio crearsi un varco tra le mura!». Detto questo, andò contro un muro, facendolo crollare con una singola testata, proteggendo accuratamente le sorelle.


Mocher: «Wow.... è magnifica!»


Gannor: «Presto, seguiamo tutti Titania!»


Il gruppo si era così diviso: Titania davanti che frantumava muri e gli altri dietro che la seguivano, sfruttando i passaggi che creava. «Secondo i miei calcoli, questo dovrebbe essere l'ultimo!» disse la ragazza, frantumando l'ultimo muro e venendo baciata dalla luce del sole.


Mocher: «Siamo fuori!»


Genji: «Ah, mio purissimo fiore di Loto, è solo grazie a te se siamo salvi e...»


«Io fossi in voi mi allontanerei, un'eruzione copre una vasta area» disse Titania dalla distanza.


«WWWAAAAAA» tutto il gruppo si allontanò più in fretta che poté. Pochi secondi dopo, il vulcano eruttò, inghiottendo il castello e tutto ciò che fosse al suo interno.


Mocher: «CE L'ABBIAMO FATTAAAAA!»


Dynn: «Calma sorella, non sappiamo ancora se la missione sia stata completata»


Titania: «Sì, la missione è completa. Grazie a tutti per la collaborazione»


Redent: «È stato un vero piacere! Senz'altro un'esperienza interessante, ho imparato diverse cose e mi sono pure divertito»


Gannor: «Ma se non hai fatto altro che scappare e farti salvare il culo da noi, ahahah!»


Redent: «BEH ANCHE SCAPPARE È UNA FORMA DI DIVERTIMENTO!»


Ci fu una risata generale.


«Kate..... Kate....», Leonora si era ripresa e stava singhiozzando in ginocchio sopra al corpo disteso di Kate.


Titania: «Leonora ti sei ripresa! Cosa c'è che non va? Kate non si è ancora svegliata?»


Leonora: «Kate.... Kate.... KATE NON POTRA' PIU' SVEGLIARSI TITANIA!»


Calò un improvviso silenzio.


Titania: «Ti sembra il momento di scherzare? Basterà lasciarla riposare un altro po' e vedrai che tornerò come pr..»


Leonora scoppiò in lacrime: «KATE È MORTA, TITANIA! NON POTRA' TORNARE PIU' COME PRIMA, MAI PIU'!»


Titania: «.... non.... non capisco....»


Redent si avvicinò al corpo della piccola Kate e controllò il polso: «Ha ragione Leonora.... Kate non c'è più, il suo cuore non batte....»


Titania: «Kate... perché....»


Leonora continuava il suo pianto irrefrenabile.


Redent: «Povera ragazza.... morire così giovane...»


Gannor aveva anch'egli le lacrime agli occhi: «No Kate... povera piccola Kate...»


Mocher: «Che mestiere orribile che ci siamo scelti...»


Dynn: «Questa è la vita, non sai mai quando la tua miccia si esaurisca»


Genji: «Piccolo dolce fiore di Loto... riposa per sempre in pace nel giardino paradisiaco dove sarai il fiore più bello di tutti....»


Titania: «Kate....»


Redent: «Andiamo Titania, diamole una giusta sepoltura e...»


Titania: «Voglio portarla a casa»


Redent: «Come?»


Titania: «Voglio che sia seppellita a casa nostra, vicino alla tomba di nostra madre»


Redent: «Capisco.... se vuoi posso farla adagiare sul mio cavallo ed io andare a piedi, assicurandomi che non cada»


Titania: «Lei ha già un cavallo». La ragazza fischiò ed i tre destrieri accorsero immediatamente. Diablo si accorse subito che qualcosa non andava e si fermò a metà strada. Avvicinandosi notò il corpo di Kate disteso a terra. Si avvicinò quindi a Titania e vi appoggiò la fronte come segno d'affetto. «Grazie Diablo...». Fenrir cercava di consolare Leonora ma senza successo: la ragazza non smetteva di piangere. Luna invece cercava in tutti i modi di risvegliare la sua padroncina.


«HHHHIIIIII HHHHHIIIIII» urlava, ma Kate rimaneva lì per terra, immobile. Diablo allora andò da Luna e nitrì in modo brusco. La cavalla capì e.... versò qualche lacrima. Il corpo di Kate venne adagiato su di Luna ed il gruppo si mosse. Luna marciava in modo da non far cadere il corpo della padroncina. Arrivati a Cornelia, il gruppo si sciolse. La legione speciale tornò sotto le direttive di re Garonius III, mentre Titania e Leonora proseguirono verso casa, portando il corpo di Kate con loro.


Gannor: «Ragazze... non sapete quanto mi dispiaccia...»


Mocher: «Titania... sii forte»


Dynn: «Fatevi coraggio, non lasciatevi scoraggiare dall'accaduto»


Genji: «Volete che vi accompagni?»


Titania: «Non serve, grazie dell'offerta»


Redent: «Beh ragazze, buona fortuna. Spero di rivedervi un giorno»


Le sorelle si separarono dal gruppo. In città incontrarono casualmente Endo.


Endo: «Eilà Demoni Bianchi! Come state? Sempre in giro in cerca di qualche missione da portare a termine? Non vedo la piccola Kate, dove si trova? Scommetto che è insieme a Marcus da qualche parte a sbaciucch...»


«CHIUDI QUELLA BOCCA!», l'urlo di Titania spaventò la gente di Cornelia. Luna passò davanti ad Endo mostrando il corpo senza vita della povera Kate.


Endo: «Kate... povera piccola.... cosa le è successo?»


Titania: «Per farla breve: Marcus era un poco di buono, ci ha teso una trappola e Kate ha perso la vita»


Endo: «.... capisco. Mi sento in parte responsabile, posso fare qualcosa per voi? Qualsiasi cosa»


Titania: «Non c'è niente che tu o chiunque altro possa fare»


Endo: «Mi dispiace veramente tanto.... fatevi forza»


Titania proseguì senza dire nulla, seguita da Leonora che aveva ricominciato a piangere. Arrivarono a Tamuril, dove ad attenderle c'era Tolomeo.


Titania: «Cosa ci fate qui, sire?»


Tolomeo: «Menémago ha avuto una visione....», il re vide il corpo di Kate sopra Luna, «ho sperato con tutte le mie forze che si fosse sbagliato, ma purtroppo così non è stato..... mi dispiace veramente tanto»


Titania: «È tutto? Avremmo un po' di fretta»


Tolomeo: «No, non è tutto. Ho fatto costruire questa apposta per la piccola Kate. Voglio che la prendiate». Il re batté le mani e delle guardie portarono una bara completamente bianca.


Titania: «.... vi ringrazio dal più profondo del cuore, mio re». La ragazza prese in spalla la bara ed il gruppo proseguì.


Giunsero quindi nel piccolo villaggio di Calladio, dove incontrarono casualmente Ogretto ed i suoi, intenti ad aiutare gli abitanti del villaggio con lavoretti e quant'altro.


Ogretto: «TITANIA!», non appena la vide, l'orco si fiondò verso di lei: «Cosa fare tu qui? E perché trasportare bara? Dove essere tua bella armatura bianca?»


Titania: «Non è il momento Ogretto...». L'orco notò il corpo di Kate su Luna e, con difficoltà, capì cosa fosse successo. Si avvicinò a Titania e poggiò la sua fronte contro quella della ragazza, dicendo: «Tu forte. Tu no debole. Tu resiste»


Titania allontanò con una spinta l'orco e, passandogli accanto, disse: «Grazie....»


Il gruppo proseguì, passando per Garlant e poi di nuovo verso le praterie che circondavano il feudo. Cavalcarono, cavalcarono e cavalcarono ancora, fino ad arrivare lì.... Qualche maceria era ancora rimasta. Vicino, c'era ancora la tomba della madre. Titania scese da cavallo e cominciò a scavare a mani nude la terra, vicino alla tomba. Leonora le diede una mano con difficoltà visto che non smetteva di piangere. La fossa era pronta. Titania prese delicatamente il corpo di Kate e lo adagiò nella bara. Entrava alla perfezione. Leonora era in lacrime sopra di lei, bagnandole tutto il suo giovane viso.


Titania: «Leonora... adesso basta». La sorella si allontano, ma non la smetteva di singhiozzare. Titania asciugò il dolce viso di Kate e le diede un ultimo bacio sulla fronte, bisbigliando: «Addio sorellina....». Chiuse la bara sigillandola e la poggiò delicatamente nella fossa, cominciando a ricoprirla. Ora le due tombe erano vicine, entrambi aventi una croce fatta con un paio di legnetti. Quella di Kate era più piccola rispetto a quella di Venera. Le due ragazze rimasero lì davanti a fissare le tombe. Iniziò a piovere. Una pioggia pesante e triste, come se anche il cielo volesse esprimere il suo dolore. Leonora poggiò sulla tomba di Kate un fiore di gelsomino.


Leonora: «Era il suo fiore preferito.... non so perché... ma... le piaceva.... tanto....», cominciò a piangere.


Titania: «Perdonami.... mamma.... Non sono riuscita.... a mantenere... la promessa... che ti ho fatto....», cominciò a singhiozzare. «Ti promisi che.... non avrei più pianto.... e che... avrei protetto.... le mie sorelle.... ma.... non ce l'ho fatta....». Un fulmine cadde nelle vicinanze, coprendo con il suo rumore l'urlo di dolore e disperazione lanciato da Titania. La ragazza si lasciò finalmente andare e scoppiò in un pianto disumano. «PERDONAMI.... MAMMA.... ED ANCHE TU KATE... PERDONATEMI....». Leonora abbracciò Titania ed insieme piansero per tutta la notte, rimanendo abbracciate. Questa fu la prima sconfitta dei Tre Demoni Bianchi.







Nei sotterranei del castello di un luogo remoto, delle persone dall'aria tetra, stavano confabulando intorno ad un tavolo rotondo di pietra, con su incisa una 'X'.


N° 2: «Marcus è stato sconfitto, non è stato all'altezza del compito»


N° 5: «C'è da dire però che è riuscito ad eliminarne una, seppur quella più debole»


N° 7: «È comunque qualcosa... ora le altre due saranno distrutte, è il momento di intervenire!»


N° 8: «Non sono d'accordo, se intervenissimo ora rischieremo solo di avere delle perdite, la maggiore è una furia! Avete visto tutti come ha ridotto Marcus»


N° 3: «Abbiamo fatto bene a fidarci di Marcus? Insomma, era giovane ed inesp...»


N° 9: «Anche se era giovane, era comunque un 'Arcanico'! Ha fatto tutto il possibile e possiamo ritenerci soddisfatti del risultato ottenuto. Tu cosa ne pensi N° 10?»


N° 6: «Ehm, Capo, diciamo a te»


Un uomo indossante una maschera grigia con una 'X' disegnata sopra e 10 cerchi concentrici ruotò la sedia cui si trovava sopra e prese parte alla conversazione: «Il N° 1, Re Marcus del regno di Matango, signore dei draghi e Arcanico dell'Illusione è stato sconfitto. C'è però da dire che ha dato un grande contributo alla nostra causa, eliminando il Demone Silente, Kate L'Eterea. Per adesso lasciamo che le acque si calmino. Successivamente ho deciso che invierò il N° 4 in missione per eliminare i restanti Demoni Bianchi. Che ne dici Lucius, te la senti?»


N° 4: «Ma cerrrrrto, mio sssssignore» disse facendo schioccare la sua lingua biforcuta, passando per un buco sulla sua maschera»


N° 10: «Eccellente! Posso dichiarare sciolta la riunione speciale degli Xircles. Ci rivedremo qui tra un mese esatto a partire da oggi!»


«LODE A XIRCLES!»


FINE

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Finalmente è finita! L'ultimo capitolo è stato finalmente concluso.... è la mia prima storia lunga divisa in capitoli, sono veramente felice! Vorrei ringraziare veramente tutti quelli che hanno perso tempo leggendola, in special modo WaterfallFromTheSky che si è veramente appassionata tanto a questa storia e che è grazie a questa sua passione se mi sono spronato a dare il massimo impegno e la massima costanza! Quindi... grazie mille ^___^ Alla prossima avventura!

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