Though you don't look like me

di SakiJune
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo: Godric's Hollow. Hogwarts. ***
Capitolo 2: *** a letter ***
Capitolo 3: *** the boggart and the old witch ***
Capitolo 4: *** owlers. remus, pomona, alastor (?) ***
Capitolo 5: *** lost certainties ***
Capitolo 6: *** no-one must love me ***
Capitolo 7: *** the lestrange plan ***
Capitolo 8: *** hello little phoenix, goodbye little swan ***
Capitolo 9: *** a new magical world ***
Capitolo 10: *** parallel parties - hogsmeade & ottery st. catchpole ***
Capitolo 11: *** horace's love song. paddy's twin mirror. ***
Capitolo 12: *** heaven, then hell ***
Capitolo 13: *** the pensieve. shopping at hogsmeade. ***
Capitolo 14: *** to lose is to find again. the proposal. ***
Capitolo 15: *** a broken melody ***
Capitolo 16: *** christmas tears and smiles. welcome professor belby. ***
Capitolo 17: *** now you look like me. a new generation. ***
Capitolo 18: *** please don't look like me. the traitor's son. ***
Capitolo 19: *** the new trio. little love battles. ***
Capitolo 20: *** moments of fear. my cold head girl. ***
Capitolo 21: *** the collapse of Irma Lupin ***
Capitolo 22: *** Hogwarts splitted in two, beheaded. ***
Capitolo 23: *** the grindylow can wait! ***
Capitolo 24: *** until the sun shines again. billie's mystery. ***
Capitolo 25: *** nightmares, old and new. the runaway. ***
Capitolo 26: *** spies, tumbles, fires and kisses ***
Capitolo 27: *** at the quibbler's: harry's test. ***
Capitolo 28: *** remus' frightful furry night ***
Capitolo 29: *** remus john lupin, big boss of hogwarts ***
Capitolo 30: *** to feel afraid, to feel dirty ***
Capitolo 31: *** nancy wood is back. only karma ***
Capitolo 32: *** the hogwarts prom night ***
Capitolo 33: *** silvery creatures of light - the end ***



Capitolo 1
*** prologo: Godric's Hollow. Hogwarts. ***


Non ho scritto questa storia principalmente perché venisse letta, ma per una mia esigenza personale.
Però ho pensato che a qualcuno potesse piacere, e ammuffire in un angolo della memoria del pc non è un bel destino per un racconto, bello o brutto che sia.
La principale ragione del mio tentennamento è la cronologia completamente sballata, in quanto A. e R. dovrebbero avere molto più di tre anni di differenza, anche se non è scritto da nessuna parte...
Secondo: dopo aver letto decine di fanfiction (alcune davvero bellissime, in realtà, come quella di dunky) in cui "si-scopre-che-Severus-è-il-padre-di-Harry", ho voluto provare lo stesso schema con qualcun altro. Non molto originale, no.
Però spero di toccare il cuore di qualcuno... che ama Remus Lupin come me. Questa storia è per Feux, che di solito non può leggere le mie ff perché sono piene di spoiler... te la meriti. E per SaryKrum Ianevski, che ama Neville. Le vostre storie mi fanno sognare!
SakiJune





PROLOGO

30 OTTOBRE 1981 - GODRIC'S HOLLOW


Che faccia tosta, Pettigrew.
Sarebbe successo il giorno dopo, Lui era stato chiaro... che ci faceva allora, in quel soggiorno, a sorridere e a parlare del più o del meno?

- Non è bello essere costretti a nascondersi, sai. Mi formicolano le mani dalla voglia di afferrare la scopa e andarmi a fare un giro.
Seduto sul divano, con la mano che stringeva quella della moglie, James manifestava la sua impazienza.
- Coraggio, Prongs. Non sarà per molto - rispose Peter.
No, non sarà per molto. Un giorno appena...
- Lo spero. Maledizione, Wormtail! Non posso nemmeno portare a spasso Harry...
Lily si stancò di quella conversazione. Forse lei era felice, in quella situazione? Che razza di uomo aveva sposato?

- A proposito di bambini. - buttò lì Peter, a corto di argomenti, mentre cominciava a sentirsi davvero a disagio. - Ho visto il figlio di Alice. Sta venendo su un po' pacioccone, eh! Anche se hanno un giorno di differenza, sembra molto più grande di Harry. E non somiglia per niente a Frank, beh, non che lo conosca bene...
Lily arrossì e parve turbata. James credette che la sua reazione fosse dovuta al fatto che sentisse la mancanza dell'amica. Ma era lo stesso un po' esagerata.
- Accidenti, credevo che il loro matrimonio fosse una farsa... ma adesso...
Lily si alzò di scatto ed uscì dalla stanza.
- Cos'ho detto di strano? - fece James, voltandosi verso la porta che sbatteva. Sirius ridacchiò.
- D-donne, Prongs, tutto qui.
- Ho detto solo che... insomma, lui è un Auror con i fiocchi, diventerà più famoso di Mad-Eye un giorno, tanto di cappello, ma in quanto ad attrattiva, lei è un po' sprecata. Ti ricordi quando Moony le aveva messo gli occhi addosso? E dire che era tanto più grande di lui...
Uuh, se lo ricordava.
Quei due erano anche usciti insieme, in giro per Hogsmeade, qualche volta. Poi lui aveva cominciato con le sue paranoie: "Sono un licantropo", "Non posso avere una storia seria", "La farei soffrire, sono troppo pericoloso" e via dicendo.
Alice aveva provato a riconquistare Remus, con il solito espediente: farlo ingelosire. Così aveva cominciato a frequentare Frank Longbottom.
Dopodiché, visto che era tutto inutile, aveva finito per sposarlo: complice l'Ordine, gli obiettivi comuni, mettila come vuoi...

- Non mi ricordo come si chiama, però. - chiese James.
- Ma sai che non mi ricordo neanch'io? Eppure caspita, li ho visti l'altro giorno... - Peter si diede una manata in testa. - Accidenti, ehm... qualcosa che inizia per enne comunque. Neil? Norman?




****

1 SETTEMBRE 1993 - HOGWARTS



- Neville, hey! Dean, spostati una sedia più avanti.
- Perché?
- Perché sì. Neville! Che fai lì nell'angolo? Vieni un po' a sederti con noi!

Ecco. Sta accadendo.
Non riesco ad alzare gli occhi.
Perché se guardo in quella direzione, verso il tavolo di Gryffindor, lo vedrò.
- Tutto bene, Remus? - mi chiede Dumbledore. - Sei emozionato? O è la faccenda di Black che ti ha sconvolto?
Ma certo che sono preoccupato perché Sirius è evaso da Azkaban. E sono anche molto impacciato, perché domani comincerò a insegnare qui.
E tra gli studenti ci sono un paio di ragazzi a cui sono legato a doppio filo.
Uno è Harry Potter.
L'altro è Neville Longbottom.
Mio figlio.

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Capitolo 2
*** a letter ***


Sapete cos'è il panico?
Quando lo stomaco si stringe, le gambe tremano e in bocca hai un sapore amaro?
Quando Alice mi mandò quel gufo, tanti anni fa, provai questa sensazione.
Ma non fraintendetemi.
Se la stessa cosa fosse capitata a chiunque altro, il primo pensiero che avrebbe avuto sarebbe stato: "Accipicchia, ho appena rovinato un matrimonio".
Ma io reagii diversamente, perché sono diverso, e le mie preoccupazioni sono sempre più grandi di quelle della gente comune.

Solo che quel pomeriggio di fine autunno la consapevolezza della mia condizione non mi impedì di commettere un'imprudenza. L'avevo rivista a Diagon Alley, una volta tanto senza gli altri dell'Ordine... e le avevo chiesto se era felice.
- Sei uno stupido, Lupin. Certo che sono felice, Frank è una persona meravigliosa! - aveva risposto lei, evitando il mio sguardo.
"Ma sarei stata meglio, con te"
Questo dicevano i suoi occhi abbassati.
E non potei resistere. Orgoglio, gelosia, passione. Sentimenti che mai avevo pensato di provare, che non mi appartenevano, ma che non riuscii a frenare.
Un pomeriggio d'amore in una stanza del Cauldron.
E un mese dopo quella lettera.

"Remus,
perdonami se ti scrivo. So che per te non ha significato nulla quanto è successo tra noi. Ma è giusto che tu sappia.
Sono incinta, Remus. E sappiamo tutti e due che Frank non può essere il padre del bambino. Era in missione, ricordi?
Non voglio chiederti nulla. Non sono quel tipo di persona, lo sai. Se riceverò un segno da te, sono disposta anche a divorziare. Ma se non hai intenzione di farti avanti... allora Frank non saprà nulla e in qualche modo sistemerò le cose. Il mondo magico è in pericolo, come sai, e nostro figlio andrà protetto nel migliore dei modi. Ci sarai?
Alice"

Avevo scelto di non esserci. Proteggerlo! Io, un licantropo, un mostro, come potevo?
Avevo trascorso i mesi successivi in un incubo ad occhi aperti. Non potevo sapere che cosa sarebbe nato... visioni orribili accompagnavano le mie notti, in cui Alice veniva divorata dalla creatura che aveva messo al mondo.
Visioni che si attenuarono un poco soltanto quando Sirius mi assicurò che il bambino era perfettamente normale e che Alice stava bene. Lui e Lily erano gli unici a cui avevo confidato la verità.

Presi la lettera e la bruciai. Avrei voluto dimenticare, ma non ero in grado di lanciarmi da solo un Incantesimo di Memoria. Spinsi quel ricordo in fondo alla mia coscienza. Sempre più in fondo, fino a credere che non esistesse. Così trascorse più di un anno.


Poi ci fu la tragedia.
Il dolore.
L'incredulità.
Avevo perso tutto... i miei amici erano morti, e Sirius si era rivelato un traditore della peggior specie. Ero diventato l'ombra di me stesso, un'ombra che talvolta assumeva la forma di un lupo, e correva ad inseguire un nemico invisibile dimenticando per una notte il dolore di Remus-uomo. Un dolore silenzioso, senza più lacrime e nemmeno rabbia.

Pensavo di non dover mai più provare una sofferenza simile. Fino a che, sul finire dell'anno, lessi di quanto era accaduto ad Alice e a suo marito.
- Maledetti Black! - gridai, ma non c'era nessuno che mi potesse sentire, che potesse alleviare la mia pena. - Siate maledetti tutti quanti! Crepaci ad Azkaban, Sirius, con tua cugina... guarda che cos'ha fatto alla madre di mio figlio!
Non ero più io. Non avevo più nessun controllo sulle mie azioni, quasi come quando mi trasformavo.

Non ricordo se ci andai in treno, nel Lancashire, o se usai la Metropolvere. So soltanto che mi ritrovai con il viso premuto contro la finestra di quella casa, nel giardino coperto di neve. Vidi due persone anziane, un uomo e una donna. E un lettino...
La donna alzò gli occhi verso di me: soffocò un'esclamazione, e si smaterializzò.
Mi voltai e la vidi vicino a me, con uno sguardo talmente severo che mi tolse ogni dubbio.
- Non sono stupida, questo lo sa? - disse la signora, con voce sprezzante.
- Lei... lei sa chi sono? - balbettai.
- No. Ma so tutto il resto. Per fortuna Frank non l'ha mai saputo.
Sospirai.
- Forse... tra qualche tempo staranno meglio...
Lei scosse la testa, troncando di netto ogni mia speranza sulla salute di Alice.
- Nemmeno mio marito sa nulla, quindi è meglio se sparisce immediatamente.

- Augusta! Dove ti sei cacciata? - sentii chiamare dall'interno.
- Addio - mi disse lei, e stava per rientrare, ma dissi:
- Aspetti, aspetti un momento. Mi dica soltanto... mi somiglia?
Senza più guardarmi in faccia, prima di chiudere la porta, la signora mormorò: - Abbiamo già provveduto a questo, per l'onore della famiglia... - e mi ritrovai solo nel giardino, più confuso di prima, più abbattuto che mai.

Forse, appena nato, Neville aveva i miei stessi occhi, o qualcosa di ancora più evidente. Capii cosa aveva fatto quella donna. Una pozione proibita, forse anche pericolosa, acquistata a Knockturn Alley, era bastata per soffocare lo scandalo, per eliminare, dai lineamenti del piccolo, ogni traccia del tradimento di Alice.
E poi ricordai: quella gente era imparentata con i Black. Maledetti purosangue.
Per un istante ebbi l'impulso di fiondarmi dentro la casa, prendere mio figlio e...
E poi? Non ero in grado di dargli un avvenire. E per quanto inorridissi all'idea che crescesse con persone simili, capivo che era al sicuro dai Mangiamorte. E anche da me.
Man mano che mi allontanavo, le mie impronte svanivano, coperte dalla neve.

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Capitolo 3
*** the boggart and the old witch ***


Questo capitolo inizia con una scena reale del libro: la prima lezione del professor Lupin. Ho riportato pari pari la frase iniziale di Severus, ma in quanto ai pensieri di Remus, bé, ci ho dato dentro con l'immaginazione...





CAPITOLO 2 - the boggart and the old witch


Quando portai la classe del terzo anno in sala insegnanti per la prima lezione, Snivellus non avrebbe potuto accogliermi con una frase più infelice:
- Forse nessuno ti ha avvertito, Lupin, ma in questa classe c'è Neville Longbottom. Ti consiglio di non affidargli compiti troppo difficili. A meno che la signorina Granger non gli borbotti suggerimenti nell'orecchio...

Che razza di professore era? Dumbledore mi aveva rassicurato sulla sua fedeltà, e potevo anche credere che non fosse più un Mangiamorte, ma come poteva trattare i suoi studenti con tanto disprezzo? Come poteva ridurre mio figlio ad un fagotto tremante con gli occhi sbarrati, ma soprattutto togliergli ogni sicurezza e stima di sé?
Harry Potter e la ragazza che avevo già incontrato sul treno avevano sguardi di disapprovazione. Mi sentii sollevato: era importante per me, sapere che Neville aveva degli amici.
Mi rivolsi a Severus e gli dissi che avevo fiducia in quel ragazzo, tanto che gli avrei chiesto di aiutarmi durante la lezione pratica. Questo lo fece infuriare e se ne andò sbattendo la porta.
"Farò di te un leone, ragazzo mio" pensai, guardando finalmente Neville negli occhi. "Non devi mai più avere paura".
Augusta aveva davvero provveduto. Somigliava a sua madre in maniera impressionante, ma di me non c'era nulla. Era possibile che Alice si fosse sbagliata quando mi aveva scritto quella lettera? Forse, già ma allora perché c'era stato bisogno di cambiare il suo aspetto? No, io ero suo padre... e il suo primo sguardo a questo mondo era stato color ambra.

- Qual è la cosa che temi di più?
- Il professor Snape...
Naturale. Ovvio. Ma non era tutto. Quasi sicuramente avremmo visto proprio Severus uscire da quell'armadio, però considerai l'ipotesi che potesse trattarsi di sua nonna. Non osavo immaginare quale soffocante educazione potesse avergli impartito, quale rigidità e sufficienza avesse impostato nei loro rapporti.
"Se fosse cresciuto con me..."
Scacciai dalla mente quell'idea troppo folle.
Il Molliccio prese la forma di Severus, e Neville riuscì a trasformarlo con il Riddikulus.
La classe rideva, risi anch'io e pensai:
"Così si fa, tesoro... così si affronta la vita..."

***

Ero preoccupato per Harry, naturalmente. L'evasione di Sirius rimetteva tutto in gioco. Avrebbe cercato di ucciderlo? I Dissennatori sarebbero riusciti a fermarlo, se si fosse avvicinato alla scuola?
Ricordai che Pad (strano eh? dopo tutto il male che aveva fatto, pensavo ancora a lui con il vecchio soprannome...) sapeva tutto riguardo alla mia paternità. E se avesse voluto fare del male anche a Neville?
Avanti, era ridicolo.
Ma era un Mangiamorte. Come sua cugina Bellatrix, che aveva torturato Alice...
Ammisi a me stesso che tutto era possibile. Ma dovevo pensare prima di tutto a Harry. Parlai con lui a lungo, gli promisi di insegnargli a evocare il Patronus. Mi parve di rivedere James in quei gesti, in quel modo di riavviarsi i capelli scomposti, nel suo sorriso.
Riflettei a lungo su questo.
Era così anche per le zazzere rosse dei giovani Weasley. E per Draco Malfoy, il vero ritratto di quella canaglia di suo padre.
E' così che dovrebbe essere... ma non sempre è possibile.
"Vai a quel paese, Augusta Longbottom" mi dissi "Sei una povera illusa se pensi che vorrò meno bene a mio figlio solo perché non mi somiglia".

***

Invece di andare a quel paese, Augusta venne a Hogwarts.
Entrò nel mio ufficio un giorno di dicembre, quando gli studenti e la maggior parte degli insegnanti erano in vacanza e non mi aspettavo proprio nessuna visita.
Era vestita esattamente come il Molliccio-Snape, con quel ridicolo cappello e la borsa rossa. Mi puntò il dito contro.
- Dumbledore è caduto in basso assumendo uno come lei... terribilmente in basso. Lo dirò a tutti. Un lupo mannaro insegna in questa scuola, ma andiamo! Lo dirò a-
- A chi? - le risposi, calmo, alzando un sopracciglio.
- Ai genitori degli altri studenti, si capisce...
Ricordava il mio viso sconvolto di dodici anni prima. Ora aveva di fronte un'altra persona, e sembrò rendersene conto.
- Lei è una persona pericolosa! - continuò ostinata.
- Già. Lei non sa quanto, signora Longbottom. Sono così pericoloso che sto per ricattarla.
Lei indietreggiò, confusa e spaventata.
- Non racconterà niente, e resterò al mio posto, perché amo questo lavoro. Voglio bene a Dumbledore e ai miei studenti. Voglio bene a Neville, e anche lui mi è affezionato. Non gli ho detto nulla finora per rispetto a suo figlio Frank, fondamentalmente. Sembra strano detto da me? Io amavo Alice, è vero, ma lo consideravo uno degli Auror più in gamba di tutta la Gran Bretagna...
- Non parli di mio figlio! Lei e Alice vi siete fatti beffe della famiglia Longbottom, avete tentato di infangare un nome rispettabile!
Aveva ragione. Ma non potevo ammettere di aver commesso un errore, accidenti, perché Neville non era un errore!
- Quello che voglio dire è... che un giorno potrei provare il desiderio di dirgli chi sono per lui.
Vidi le sue labbra fremere di rabbia, gli occhi strabuzzare nelle orbite.
- No! Non glielo dirai, brutto mostro!
- No, non glielo dirò. Perché lei mi lascerà in pace, almeno fino alla fine dell'anno scolastico. Siamo d'accordo?
Annuì lentamente, ed uscì sconfitta dalla stanza.
Vittoria amara, la mia. Ma quella cattedra mi era più preziosa della vita stessa.
Harry Potter doveva imparare ad affrontare i Dissennatori. E io volevo avere tempo per conoscere mio figlio. Erano motivi sufficienti, ma c'era dell'altro: sentivo di nuovo Hogwarts come la mia casa...

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Capitolo 4
*** owlers. remus, pomona, alastor (?) ***


So che non è un capitolo decente. Diciamo che è di transizione^^
Ma vi prometto che il prossimo sarà molto più lungo e finalmente "succederà qualcosa".
Sto cercando con tutte le mie forze di inserire la storia nella trama dei libri. E' una sfida che sto portando avanti a forza di timelines, letture, riletture e ricerche...
Grazie a Feux e Ino chan. Finora siete le uniche... e siete grandi.
SakiJune






30 AGOSTO 1994

Gentile Professoressa Sprout,

ho deciso di scriverLe perché l'impressione che ho sempre avuto di Lei è quella di una persona degna di fiducia. E anche per un altro motivo che Le spiegherò più avanti.
Forse si sta chiedendo se le voci diffuse dal professor Snape sul mio conto, che hanno portato alle mie dimissioni, siano vere. Confermo: sono un lupo mannaro. Lo ero già da tempo quando ho frequentato la scuola e sono riuscito a non farmi scoprire, ma deve credermi se le giuro che non ho mai avuto cattive intenzioni. Ho sempre e solo agito in nome della mia dignità, contro una sorte che mi destinava ad una vita da emarginato.
L'anno scorso non sarei mai stato così incosciente da mettere in pericolo i nostri studenti; Snape lo sapeva, ma ha preferito screditarmi.
Amavo Hogwarts e separarmene nuovamente mi ha reso molto triste. Mi sento solo. Tuttavia, la notizia che il mio amico Alastor Moody abbia preso il mio posto mi fa davvero molto piacere, ho molta stima di lui. Forse lo troverete un po' burbero, ma è una persona straordinaria.
Ma torniamo a me. Ho un segreto che mi tormenta da anni, ma non ha nulla a che vedere con il mio stato di licantropo. E' un segreto dolce, a volte malinconico, ma alimenta in me speranza e voglia di vivere.
Ricorda quando, al mio quarto anno, mi scoprì a baciare una ragazza nelle serre?
E ricorda chi era quella ragazza?
Se è così, potrà forse comprendere le ragioni di quanto sto per chiederLe...
.............


1 SETTEMBRE
...........
Non so nemmeno più come rivolgermi a Lei.
La chiamerò Remus, se non Le dà fastidio, come ho sempre fatto quando era uno studente di Hogwarts. Oh, non ho dimenticato la gentilezza, l'educazione, quell'essere più maturo e studioso dei compagni della Sua età. E quando lo scorso anno si è dimostrato un valido insegnante, ne sono stata felice. Ma queste richieste, accompagnate da una confessione priva di qualunque fondamento, mi sconcertano e mi spingono a domandarLe: è sicuro di quanto dice? Perché se fosse la verità, Remus, potrei aiutarLa, ma in caso contrario...
Come ha astutamente capito, tengo molto a quel ragazzo. Non mi interessa se Lei è un licantropo, un vampiro o un troll. Mi interessa soltanto il bene di Neville.
Spero che possa fornirmi le prove di quanto afferma....
.................


5 SETTEMBRE

Remus,
come noterà non ho atteso una Sua risposta. E' accaduto un episodio che mi ha letteralmente disgustata, e non posso attendere. Devo darLe fiducia.
Il Suo amico, come lo definisce, non è affatto come pensa. Sto parlando del Professor Moody. E' un uomo sadico e crudele, e lo è stato particolarmente con lui.
Pare che abbia svolto una lezione pratica con la classe del quarto anno, sperimentando - su un ragno gigante - le Maledizioni Senza Perdono... la signorina Granger mi ha confidato che Neville ne era letteralmente terrorizzato. Entrambi sappiamo bene perché.
In seguito si è accattivato la sua simpatia con un libro, come se nulla fosse. Ma questa storia non mi piace per nulla. Sono tentata di parlarne al Preside Dumbledore o alla Direttrice di Gryffindor, se non fossero così affaccendati con i preparativi per il Torneo...
..............


8 SETTEMBRE

...Signora, è proprio questo che desideravo da Lei. E' importante che io sappia cosa gli accade. Finché i suoi compagni gli sono amici, posso dirmi un uomo sereno. Harry, Hermione, Ron, Seamus... sono ragazzi gentili e solidali. Sono sicuro che non lo lasceranno mai solo. Non so invece come spiegare l'atteggiamento di Alastor Moody. Non è la grazia fatta persona, certo, nella sua carriera ne ha viste tante e il suo carattere ne è uscito un poco indurito, ma non fino a questo punto. Gli scriverò personalmente per cercare di capire...
...........


10 SETTEMBRE

Mad-Eye,
sei una vera canaglia. Non sei obbligato a sorridere alla McGonagall, né a fare amicizia con Argus Filch o a presentarti a cena se non ne hai voglia, ma non esagerare con i ragazzi.
Che ti è preso? Le Maledizioni Senza Perdono? Puoi benissimo spiegare cosa siano, senza terrorizzare i ragazzi!
Harry Potter ha già subito le conseguenze di una di esse, se ricordi. E lo stesso vale per il giovane Longbottom. E' vero, un giorno è possibile che dovranno affrontare il Male, che per questo motivo bisogna dare loro gli strumenti per farlo, ma con buon senso, Alastor. Hai mai sentito questa parola? Pensaci.
Remus J. Lupin

P.S. Se ne combini un'altra, lo verrò a sapere. Ho molti amici a Hogwarts.

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Capitolo 5
*** lost certainties ***


Per prima cosa, grazie a Feux e Ino chan per il loro sostegno.
E anche a tutti quelli che leggono soltanto, anche se... insomma, se la storia vi piace (oppure no) potete anche dirmelo...

So che non è scritto da nessuna parte che l'incantesimo citato in questo capitolo (che non si trova nei primi sei libri, ma non penso che sia una cosa tanto rilevante da venir considerato spoiler!) abbia un effetto come quello descritto, e forse sarebbe stato meglio usare lo "Specialis Revelio" che invece compare varie volte. Però, per quanto ne so, quello serve per scoprire le proprietà degli oggetti, e non mi sembrava del tutto appropriato.

Ho cercato di rimanere abbastanza fedele al quinto libro.
Gilderoy incluso (non credo che lui e Remus si siano mai conosciuti prima, no?).
SakiJune





31 AGOSTO 1995 - GRIMMAULD PLACE



Ancora un poco sconvolta per la sua lotta con il Molliccio, la signora Weasley sorseggiava un té in salotto con Hermione, prima di andare a dormire.
- Con tutta questa confusione, mi sono dimenticata di dirvi una cosa... Harry è già andato a dormire, vero?
Hermione fece cenno di sì. - Era esausto, sai. E devo ammettere che anch'io sono stanca. Gli altri sono ancora tutti di là a divertirsi... non pensano che domani inizia la scuola... ma cosa voleva dire, signora?
Molly cominciò a raccontare: - Oggi pomeriggio, quando sono andata a comprarvi i libri... ero vicino alla Gringott's, e mi è sembrato di vedere il vostro amico Neville.
- Eh... non capisco cosa ci sia di strano, signora.
- Vicino alla Gringott's... voglio dire che ha svoltato per Knockturn Alley! - precisò Molly. - E' un posto pericoloso per un ragazzo solo!
Hermione ammise che lo era. E sperò di rivederlo, il giorno dopo, sul treno per Hogwarts. Tutto intero, possibilmente.


Sul pianerottolo del primo piano, senza farmi notare, ascoltavo.


********

2 SETTEMBRE


Uscendo dall'aula di Pozioni, Hermione afferrò Neville per la manica.
- Uh-oh?
- Devo parlarti.
- Lascia perdere, Hermione... per fortuna è l'ultimo anno che ho questa materia. Ha ragione Snape, non ci sono portato affatto.
Hermione sorrise. - Non c'entra niente con Pozioni, quello che devo dirti. C'entra con...
Si guardò intorno, e quando vide che ormai i loro compagni si erano avviati verso la Sala Grande, esordì con un:
- Sei stato beccato. Knockturn Alley... hai qualcosa da dichiarare?
Neville spalancò la bocca e indietreggiò di qualche passo.
- Chi mi ha visto? Tu? Ti assicuro che non è come pensi...
Lei scosse la testa. - Io penso solo che hai rischiato la pelle. Comunque mi è stato solo riferito. Se ti avessi visto io, sarei corsa ad acciuffarti...
- Ora che sei un prefetto, sei obbligata a dire tutto alla McGonagall, vero? O a quella... Umbridge...
Hermione gli mise le mani sulle spalle. - Calmati, Nev. Quello che fai fuori da Hogwarts non riguarda né i prefetti né gli insegnanti. Io e la madre di Ron eravamo preoccupate, tutto qui. Se un giorno, che so, vorrai dirmi cosa ci facevi... sai dove trovarmi, ok?
Neville annuì, un poco sollevato. Lei lanciò uno sguardo in fondo al corridoio:
- Ma guarda. Ron mi sta aspettando... vieni a pranzo?
- Non... non ho fame. Ci vediamo a Difesa, visto che tu non frequenti le lezioni della Trelawney.
- Allora a dopo, Nev. - salutò Hermione con lo sguardo pieno di curiosità.


********


(SOMEWHEN THAT SUMMER)

All'inizio era stata una bella estate. Per lo meno non era stata come tutte le altre.
Era arrivato zio Algie, il fratello di nonna, che non vedeva da un bel po'. Era stato lui a regalargli la Mimbulus Mimbletonia. Dopo cena si metteva a raccontare dei suoi viaggi, ed era divertente...
Fino a quella sera, quando avevano sentito dei rumori nell'ingresso. La nonna si era messa a gridare che c'era un ladro... o peggio, un DeathEater. Zio Algie diceva che erano sciocchezze, ma andò lo stesso a controllare.
- Homenum revelio! - scandì lo zio, con la bacchetta in pugno: naturalmente non c'era nessuno, a parte il gatto della nonna che aveva tirato giù dei soprammobili.
Ma quando si era voltato verso di lui, zio Algie aveva soffocato un'esclamazione e si era portato le mani al petto. La nonna aveva strabuzzato gli occhi... spedendolo dritto a dormire.
Ma non aveva affatto sonno. Più tardi, sempre chiedendosi cos'avesse di tanto strano da spaventarli, era sceso in cucina a bere qualcosa, e si era accorto che la luce in soggiorno era ancora accesa, perché filtrava da sotto la porta. Si era avvicinato e aveva sentito le voci della nonna e dello zio. L'orologio segnava le due: possibile che fossero ancora alzati?
Sentì qualche frase a tratti:
- Dovevo dirti tutto, ora che l'hai scoperto... non sapevo di questo difetto... pensavo non fossero rimaste tracce di com'era...
- Santo Merlino, Augusta, questo vuol dire che lui non è... non siamo affatto suoi parenti... è triste, tanto triste...
- Non ha nessuna colpa, certo... e al terzo anno ce l'aveva come insegnante, ci pensi? Mi ha minacciato di dirglielo...
- Un lupo mannaro, che cos'aveva in testa Alice... vergogna...
- E' stato orribile dover andare a Knockturn Alley, per recuperare una pozione efficace, e guarda...

Era corso in camera sua, non voleva ascoltare di più, non voleva capire!
Con la testa sotto il cuscino, sentivo quelle parole rimbombarmi nelle orecchie.
Era tutto così assurdo, così irreale...
I giorni successivi gli erano sembrati intollerabili. Si era chiuso in camera, con la scusa di avere mal di testa...
"Cosa farebbe Harry nella mia situazione?"
"Andrebbe in fondo alla verità"
"Ma io non sono Harry"
Cos'avevano visto lo zio e la nonna in lui? Di che pozione parlavano?
Ma era tutto fin troppo chiaro, anche se non voleva ammetterlo!
"Devo andare a Knockturn Alley"
"No... ho paura"
"E' l'unico modo. Sei o non sei un Gryffindor?"


Così l'ultimo giorno delle vacanze ci era andato: con il cuore in gola, le gambe che tremavano, sfiorato da mani adunche e osservato da sguardi indagatori. Odori nauseanti... bisbigli e risatine che facevano rizzare i capelli... qual era il negozio dov'era stata la nonna? Le insegne erano sporche e consumate, non riusciva a leggere bene, sembravano tutte uguali.
"Hot Stuff"... "Borgin&Burkes"... oddio di quella aveva sentito parlare... che paura...
"BetterThanSlughorn-PotionsCorner". Ecco, forse era il posto giusto.
Una strega alta, magra e con i capelli unti si era materializzata dall'altra parte del bancone.
- Cosa ti serve, bamboccino? - aveva sibilato.
Facendosi coraggio (la commessa non gli incuteva molta più paura di Snape, in fondo), le spiegò quello che sapeva.
- Un antidoto per una pozione che ti hanno fatto bere da piccolo? E di che genere? Rincitrullente, mi pare di capire...
Era una battuta "da Malfoy".
- Credo che... abbia a che vedere con la mia faccia. O con il mio vero padre...
- Aah... adesso è chiaro. Andava molto di moda, quel preparato, qualche tempo fa. Mi spiace deluderti, ma non esiste proprio nessun antidoto. E poi perché vorresti cambiare? Sei proprio un bel bocconcino...
Fece per accarezzargli una guancia, ma Neville si ritrasse.
- G...grazie lo stesso... arrivederci - e uscì di corsa dal negozio, scontrandosi con due maghi dall'aria losca che stavano sulla soglia.
- Guarda dove vai, ragazzino! - grugnì uno dei due, agitando la bacchetta.
"Ora mi lancia una Maledizione... sono finito" pensò Neville, correndo a più non posso, finché non si trovò sano e salvo all'uscita della via. Aveva ancora da comprare i libri e le pergamene, e la nonna l'aspettava per le sei.


*****

Ecco cosa ci era andato a fare. Non aveva concluso niente, si era solo preso un bel po' di spaventi in una giornata sola.
Non poteva parlarne con nessuno... questa era la cosa peggiore. Già la sua situazione familiare era sempre stata un peso per lui, figurarsi ora.
A quindici anni doveva scontrarsi con una realtà che non era fatta soltanto di amici e nemici. La differenza era quanto mai sottile, ora: il tradimento e l'inganno si erano rivelati parte integrante della sua esistenza.
Il tradimento di sua madre.
L'inganno di nonna Augusta.
La sua identità che si faceva sempre più labile nella coscienza, man mano che si rendeva conto di come stavano le cose...
"Non sono il figlio di Frank Longbottom. Mio padre è Remus Lupin, e ho vissuto finora con dei perfetti estranei"



********


Avrei dovuto essere con lui in quei momenti tanto difficili.
Ma non potevo permettermi di rafforzare i miei legami. L'Ordine veniva prima di tutto... Voldemort era tornato, dovevamo fare il possibile per impedirgli di prendere il potere e continuare la sua opera di distruzione... ed evitare che degli innocenti venissero coinvolti.
Sirius mi era di nuovo vicino, con tutte le sue contraddizioni, imprudente e ribelle come sempre. E curioso. Non aveva dimenticato nulla, e una sera mi chiese se avevo notizie della mia "progenie". Vocabolo quanto mai infelice, perché in quel mentre giunse Kreacher:
- Progenie infame! Aaah, se la mia padrona fosse in vita! Aah, la nobile e pura casata dei Black! Puah... lupi mannari, traditori del sangue...
Chiusa la porta in faccia all'elfo, e soffocando le risate, Sirius continuò a insistere con me, finché non tirai fuori le lettere della professoressa Sprout e gliele mostrai.
- Uh, uh... - Si era immerso nella lettura immediatamente. - Qui è quando quel bastardo di Crouch junior si spacciava per Mad-Eye...
- Ti prego, Pad, non farmici pensare! - sbottai. Non volevo più ricordare quel periodo.
- Va bene, va bene, qual è l'ultima?
Tirai fuori una busta dalla tasca e gliela porsi. - Eccola, leggi e poi lascia che le rimetta a posto, Kingsley e Tonks stanno per tornare.
- Carina, mia cugina, vero? - mi canzonò, e dovetti arrossire davvero, perché lo vidi soddisfatto anche se non gli avevo risposto.

Remus,
qui a Hogwarts la situazione è problematica, ora che la professoressa Umbridge è stata nominata Inquisitore Supremo di questa scuola. La Guferia è costantemente sotto controllo, e spero proprio che questa lettera non venga intercettata.
Sembra che il professor Snape si sia ormai rassegnato sul rendimento di Neville in Pozioni. Purtroppo ora la sua rabbia si sta sfogando su Harry Potter...

- Maledetto Snivellus! - tuonò Sirius.

... e non perde occasione per denigrarlo. Così mi ha riferito la signorina Granger.
Spero proprio che questo periodo sia transitorio. Le continue ispezioni nelle serre mi stanno facendo saltare i nervi. Sybil Trelawney potrebbe venire licenziata da un momento all'altro, e ho orrore che una cosa simile possa accadere anche a me...
Ma non è questo che Le interessa sapere, naturalmente, né il fatto che la Umbridge abbia preso le misure del professor Flitwick davanti agli studenti, con un metro da sarta...

- Accidenti, se la passano male i ragazzi, eh Moony?

Seguivano alcune righe piene di soddisfazione, riguardo agli esami di fine anno:

... Sono certa che, almeno nella mia materia, Neville passerà il G.U.F.O. a pieni voti; questo mi riempie di orgoglio, e credo anche Lei...

- Dammela, presto. - Avevo sentito dei passi, e mi affrettai a rimettere a posto le lettere: appena in tempo. Molly Weasley entrò con un gran sorriso, invitandoci a raggiungere gli altri in salotto...
- Ho fatto una torta, e non ditemi che non ne volete perché mi offendo!
MAI fare un torto a Molly. C'era da pentirsene, dopo...


Da quella sera, mi ritrovai sempre più spesso a pensare ad Alice. E in seguito al ricovero di Arthur Weasley pensai che avevo una buona scusa per recarmi al St. Mungo.
Non avevo mai voluto vederla durante questi quattordici anni, mi ero sempre ripetuto che volevo ricordarmela com'era una volta, ma d'improvviso sentii il desiderio di andarla a trovare. Era il giorno di Natale.

Avrei dovuto lasciar stare, perché non era destino che la incontrassi ancora.
Non appena giunsi al quarto piano, mi imbattei in Augusta Longbottom.
- Lupin...
- Signora-
I nostri sguardi rimasero fissi l'uno con l'altro, come due bacchette impegnate in un Prior Incantatio:
- Fuori di qui - mi disse. - Immediatamente.
Il mio ricatto non aveva più nessun valore, ora. La situazione precaria, mia e del Mondo Magico in generale, mi impediva di rivelare a Neville alcunché (oh, se avessi immaginato che ormai lui sapeva ogni cosa!), e sebbene nemmeno lei aveva più nulla da farmi perdere, aveva comunque il potere di mettermi in imbarazzo in qualsiasi momento, là dov'eravamo.
E fui io, questa volta, ad allontanarmi a testa bassa, come tanti e tanti anni prima nel Lancashire, in mezzo alla neve: non era più un vetro, una porta a separarmi da mio figlio, ma la necessità di scacciare le ombre che si facevano sempre più fitte sulle nostre esistenze.
- Ehi signore! Vuole un autografo? - Alzai gli occhi, e vidi un uomo biondo, che indossava una vestaglia lilla, con in mano una piuma e alcune fotografie. Un paziente del reparto, senza dubbio.
D'istinto provai invidia per lui.
Perché poteva vedere Alice ogni giorno.
Ma tornando a Grimmauld Place, ebbi modo di rifletterci sopra. Io avevo avuto il meglio di lei, quando nulla era ancora perduto. Dei due, io soltanto potevo ancora amare, e custodire nel cuore i ricordi, e crearne di nuovi.
Per quanto fosse doloroso.

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Capitolo 6
*** no-one must love me ***


Ecco una versione molto particolare della scena nell'Ufficio Misteri.
Come sempre il mio stile inconcludente e frammentato vi farà male agli occhi e non capirete una fava, ma ormai mi conoscete^^
Dalla metà di questo capitolo si entra nel sesto anno, che ha poco o niente a che fare con quello del libro. Alcuni particolari ci sono (specialmente riguardo il pairing Remus/Dora, gli avvicendamenti degli insegnanti eccetera), ma non vi aspettate di veder morire Dumbledore o sentir parlare di Horcrux! Speravo di riuscire a inserire Luna in questa storia, ma nel prossimo capitolo (non l'ho ancora scritto...) capirete perché accanto a Nev dev'esserci la piccola Weasley!
SakiJune




GIUGNO 1996 - AFTER THE BATTLE


Sirius se n'era andato. No, non sarebbe tornato, quel velo l'aveva inghiottito per sempre. E Harry era corso dietro a Bellatrix... la sua rabbia era così grande che non avevo potuto trattenerlo...
Era un suicidio! Una trappola!
Dumbledore, che aveva finito di legare i DeathEaters, d'un tratto si smaterializzò. Oh, sì, lui sarebbe andato ad aiutare Harry, forse avrebbe persino sconfitto quella schifosa...
Cessata l'urgenza della situazione, un vuoto incredibile mi sommerse, un gelo simile a quello che creavano i Dissennatori.
Padfoot non c'era più...
Il mio amico...
Tutto ciò che mi restava...
Non avevo nemmeno un corpo su cui piangere, perché era letteralmente svanito dietro quel velo... non c'era più nulla...
Ma poi posai gli occhi su Neville. Mi guardava come si guarda un salvatore, un eroe. Come si guarda un padre.
Lo sapeva? Era possibile che lo sapesse?
Mad-Eye sbraitava qualcosa riguardo a Mangiamorte nascosti e a nuovi agguati.
- Hai l'occhio, no? - risposi, seccato. - Se non vedi nulla, vuol dire che almeno qui dentro non ce ne sono... - La mia voce era stridula, non la riconoscevo più. - E va bene, ecco! Homenum revelio! Hai visto...
A quelle parole (le stesse che aveva pronunciato suo zio Algie quella sera d'estate, anche se io non potevo saperlo) Neville ebbe un sussulto. Mi tirò per la manica, e quando mi voltai... lo vidi davvero.
I suoi capelli erano diventati lisci, di un castano più chiaro. Il suo volto non era cambiato, era sempre il ritratto di Alice, tranne che per gli occhi. Erano i miei.
Piangeva, mentre mi prendeva la mano. La gioia si insinuò nel mio cuore lacerato, inaspettata ma prepotente.
- E' successo di nuovo, vero? Quell'incantesimo non serve solo a scovare gli intrusi. Fa vedere come sono veramente!
Parlava a fatica, il naso aveva ripreso a sanguinare... e pian piano il suo aspetto tornò quello di sempre.
- Episkey - dissi, con la mano che non teneva la bacchetta ancora stretta nella sua. - Ora andiamo dagli altri, va bene?
- Va bene... - abbassò la voce. - Andiamo, papà.
Dovetti far violenza a me stesso per trattenermi dall'abbracciarlo, dal gridare a Mad-Eye che lui era mio figlio...
Il velo continuava a muoversi, minaccioso, ipnotico, quasi invitante.
- Andiamo, sì... - ripetei, mentre il ricordo di Sirius tornava a sconvolgermi.


In fondo, Neville era stato più fortunato di Harry. Voglio dire, complessivamente.
Non fosse altro perché non era il Prescelto, e poteva ancora sperare in un futuro senza ulteriori sconvolgimenti.
Non fosse altro perché... aveva ancora un padre.
Trovai un'altra ragione quando andai con gli altri dell'Ordine ad incontrare i Dursley alla stazione. Quelle erano persone meschine e dalle vedute ristrette. Augusta Longbottom non era come loro. Lei aveva sempre creduto nel ritorno di Voldemort e disprezzava la Gazzetta del Profeta (anche se non andava matta per il Cavillo, comunque) quando nascondeva importanti verità. E' vero, ero andato a sbattere contro di lei ogni volta che avevo tentato di tornare indietro nella mia decisione. Ma in questo non c'era soltanto l'orgoglio di una vecchia signora. C'era affetto e senso di responsabilità. Sentimenti che avevano prevalso persino sul rancore che provava per Alice e me.


A causa del tradimento di Kreacher, avevamo dovuto abbandonare Grimmauld Place, ma continuammo nella nostra lotta. In principio ci sentimmo confusi, spaesati; Sirius ci mancava tanto. Ma dovevamo andare avanti.
Ultimamente Tonks si stava dimostrando molto diversa dalla ragazza decisa e scanzonata che avevo conosciuto: Moody diceva che si era "rammollita".
Certo, la morte di suo cugino doveva aver contribuito a questo cambiamento. In principio credevo che fosse innamorata di lui. Ma con il passare dei mesi accaddero cose che mi fecero capire a chi erano rivolti in realtà i suoi sentimenti. Finsi di ignorare i piccoli segnali che in lei, in quanto Metamorphmagus, si rendevano evidenti: non c'era bisogno di un incantesimo rivelatore perché mi assomigliasse. Le bastava sedersi vicino a me, alle riunioni dell'Ordine, perché Mad-Eye e Kingsley cominciassero a sgomitarsi e ridacchiare, notando il colore dei suoi capelli.
Arrossiva sempre più spesso. Eppure io non avevo fatto nulla che giustificasse tutto questo. Non c'era una spiegazione logica.
"Lei ti ama, Remus" rispose una voce nella mia testa.
NO! Non può essere! Nessuno deve amarmi. Mai più.


AUTUNNO 1996

Per quanto fosse pericoloso, Neville iniziò a scrivermi di persona, ed erano lettere incredibili, lettere di un ragazzo che diventava uomo, colme di entusiasmo, di affetto, di nostalgia. Leggevo quelle righe con avidità. Non mi bastavano mai.
Fui probabilmente il primo a cui confidò di aver dato il suo primo bacio.


... mi vergogno tanto, papà, credo di aver ferito Harry. Lui è l'ultimo a cui vorrei fare un torto, ma per la prima volta sono innamorato, è tutto così strano. Non è colpa mia se Ginevra mi vuole bene. Ci ho pensato molto, e ho capito che non posso fare a meno di lei...


E' buffo.
Se avessi avuto la sua determinazione, un tempo, la nostra vita sarebbe stata molto diversa. Avrei saputo difendere Alice con le mie mani.
(o forse no?)
Avrei avuto una famiglia.
(o l'avrei distrutta?)
Un bacio... fine dell'innocenza... Neville era cresciuto davvero.
E io? Potevo considerarmi un uomo?

Tonks mi fissava, dall'altra parte della stanza, mentre Kingsley tentava di parlarle e lei non stava a sentire.
I suoi capelli spenti.
Il suo Patronus a forma di lupo.
Tutto di lei gridava amore, amore nei miei confronti. In ogni istante, nelle situazioni più pericolose e nei momenti di riposo, di giorno e di notte, lei mi adorava.
"Sì, sono un uomo, non posso restare di pietra ancora a lungo. Non se mi guarda a quel modo".
Eppure resistevo. Non mi sentivo degno di essere felice.


Scrivevo:
...so che ti piace tanto Erbologia, ma ti prego di non trascurare Incantesimi. Sono sicuro che avrai un ottimo risultato in quell'esame.
Ama la tua Ginny, non sprecare un sentimento così sincero. Vivi anche per me, ama anche per me...


E Neville rispondeva:
...per fortuna Harry non si è arrabbiato con me; lui e Cho stanno di nuovo insieme, adesso. Non so se essere contento per loro; quella piange di continuo perché ha paura che venga ucciso come Cedric.
La professoressa Sprout mi dice sempre che quando finirò la scuola mi vuole come assistente. Ma io adesso ho un altro sogno. Quando la guerra sarà finita, posso vivere con te?...


Stroncai le sue speranze sul nascere.
...Tu hai già una famiglia, in un modo o nell'altro. Perché vuoi dare un dolore ad Augusta? Lei ti ha cresciuto nel migliore dei modi, finora. Sei tutto ciò che le rimane...

Non rispose alla mia ultima lettera. Dovevo averlo deluso con quelle parole, più di quanto potessi immaginare.


Faceva sempre più freddo, e la tensione giunse al culmine.
Mancava poco, pochissimo. Buio o luce, armonia o caos. Ogni creatura del Mondo Magico doveva ora scegliere con chi schierarsi.

Ombre su Diagon Alley, ombre su Hogsmeade, e su Hogwarts.

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Capitolo 7
*** the lestrange plan ***


Questo capitolo e il prossimo saranno del tutto diversi dai precedenti. Voglio avvisare i lettori che si troveranno davanti ad una scena molto drammatica. Bellatrix non perdona^^




A Hogsmeade scoppiò la battaglia finale.
Fu una domenica. Gli studenti di Hogwarts più grandi erano nel villaggio, con Dumbledore, la McGonagall e Flitwick. Neville e Ginny erano rimasti a scuola, sotto mia espressa richiesta; durante l'ultima riunione dell'Ordine, avevo chiesto a Severus di non farli uscire dal castello per nessuna ragione. Probabilmente li aveva messi in punizione... aveva sempre qualche scusa per farlo.
I Mangiamorte erano arrivati in massa, ed erano lì per uccidere: Voldemort troneggiava in mezzo a loro.
Le fiamme avevano avviluppato le case, i negozi, tutto. I Dissennatori distruggevano con il gelo ciò che il fuoco aveva risparmiato.
Harry era di fronte a Voldemort, consapevole di essere l'unico in grado di sconfiggerlo. Ma era pur sempre un ragazzo... e pensando a James pregai che la tragedia non si ripetesse...

Dumbledore mi scosse. - Guarda, Remus! Vanno verso la scuola!
Vidi che indicava due figure sulle scope, due Mangiamorte diretti proprio in quella direzione. Ebbi un brivido. - Ho fiducia in te, puoi fermarli!
Corsi. In mezzo al fumo e alla folla urlante riuscii a scorgere Tonks, che duellava con Lucius Malfoy.
- Dobbiamo andare al castello! Subito!
Lucius rise, sprezzante. - Ormai Bella e Rodolphus avranno già compiuto la loro missione. Il traditore sarà ucciso, insieme a tutti i figli di Babbani...
- Stupeficium! - gridai, e mentre Malfoy deviava il colpo, avevo afferrato Dora e mi ero smaterializzato.

Superati i cancelli, corremmo a più non posso; e ciò che vidi su una delle Torri mi fece sussultare.
- Il Marchio Nero! Qualcuno è già stato ucciso... - mormorai, mentre Tonks apriva il portone e mi faceva segno di sbrigarmi.
Erano entrati da una delle finestre più alte, mandandola in frantumi. Il mio sguardo si posò sulla sagoma immobile sotto quella finestra.
- Chi era? L'hanno buttato di sotto?
Annuii. - Argus Filch. L'unico in questa scuola a non potersi difendere...

Salimmo le scale, seguendo i rumori di lotta che si facevano sempre più vicini. Infine, giungemmo al quinto piano dove Bellatrix e suo marito sghignazzavano, con le bacchette in pugno.
Rodolphus Lestrange tentava senza mezzi termini di uccidere Severus, che riusciva comunque a respingere gli attacchi.
Bella torturava Neville, gridandogli di dirle dove fossero gli studenti più piccoli... Portava al collo una grande boccetta piena di uno strano liquido.
- Devo fare un esamino! Una specie di G.U.F.O. anticipato. Com'è il tuo sangue? Puro, sporco o traditore? Chi darà la risposta sbagliata berrà un goccetto...
Accorsi e tentai di disarmarla, ma Bellatrix se ne accorse e parò il colpo.
- Cosa c'è, Lupin? Ti dà fastidio se faccio del male al tuo bambino?
Raggelai. Come poteva saperlo? Era impossibile... nessuno poteva averglielo detto...
Lei esplose in una delle sue risate folli.
- Ti chiedi come lo so? Visto che sei curioso, ti accontento. Me l'ha raccontato Dolohov, quando abbiamo liberato i nostri compagni ad Azkaban, qualche giorno fa. Avete commesso un errore con quel Petrificus, nell'Ufficio Misteri, perché in quel modo è rimasto cosciente e ha sentito ogni cosa. Ha detto che è stata una scena molto commovente...
Severus, stupito oltre ogni dire, rischiò di farsi colpire da Lestrange, ma Tonks tentò un Everte Statim e Rodolphus, parando il colpo, si rivolse a lei.
- Come ti permetti, tu, mezzosangue, figlia di una traditrice... Crucio!
Fu in quel momento, quando la vidi soffrire, che capii quanto le ero legato. Riuscii a disarmare Lestrange, mentre Snape lo schiantava.

Silenzio.
Bellatrix vacillò.
Con una smorfia di orrore si toccò il braccio sinistro, alzò la manica del vestito...
Il Marchio non c'era più. Voldemort era stato sconfitto per sempre...
Harry aveva trionfato!

- Arrenditi, Bella. Nessuno verrà a salvarti - dissi. - E' finita per te.
- Mai! - gridò. - Porterò a termine il compito che mi ha dato l'Oscuro Signore, e lo vendicherò!
Snape rise. - Sei sola, non lo vedi? Sola! Il tuo Signore è morto!
- Aaaah! Taci, traditore! Avada Kedavra!
Vidi crollare Severus, senza un lamento, senza una lacrima. Così com'era vissuto.
"Dumbledore aveva ragione a credere in lui, dopo tutto"

- Non è finita. Deve ancora cominciare. - dichiarò Bella. Un raggio di luce mi investì.
Non riuscivo più a muovere le gambe, caddi e mi sfuggì di mano la bacchetta.
- Ora sta a guardare, stupido lupo mannaro. Nessun mezzosangue uscirà vivo da qui, nemmeno tu. Toh, la piccola Weasley - continuò volgendosi verso Ginny, che correva verso di noi. - Guarda anche tu come si fa, perché poi ti costringerò ad aiutarmi!

- Vai via! - gridai a Ginny, che per tutta risposta fece per mettersi tra Bellatrix, me e Neville, ma non fece in tempo.
- SECTUMSEMPRA!
Bellatrix stappò la boccetta. - E adesso goditi lo spettacolo, Lupin!
Neville sanguinava come se una spada l'avesse colpito di striscio. Mi trascinai verso di lui, anche se potevo fare ben poco. La mia bacchetta era rotolata fino alle scale.

Bella fece qualche passo verso di noi, rovesciandogli addosso il contenuto della boccetta.

- Ora guardalo morire.

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Capitolo 8
*** hello little phoenix, goodbye little swan ***


Grazie a Feux e Ino chan che continuano a seguirmi... a Hermy_88 e pegghy che l'hanno messa tra i preferiti, e a tutti coloro che leggono.
Ora capirete perché questa storia doveva per forza essere una Flaming Toad (adoro il nome di questa ship!).
Chiedo umilmente scusa a tutte le fan di Cho!
... e stavolta non dite che è "cortino"... *rotola*

SakiJune




Nella sua follia, Bellatrix non aveva tenuto conto del fatto che non rimaneva più veleno per tutte le persone che avrebbe voluto uccidere.
O forse aveva capito che la fine era davvero arrivata.
Ma ebbe ugualmente ciò che desiderava: morire ascoltando le urla degli altri.

Perché gridai.
Incatenato al suolo dal suo incantesimo, gridai il nome di mio figlio che echeggiò per il corridoio, mentre le bacchette di Ginny e Tonks mandarono lampi contro quella donna crudele.
Disarmata, con gli occhi sbarrati per la sorpresa, Bellatrix finì scaraventata contro la finestra, precipitando di sotto.

- V-vado... a chiamare la Pomfrey... - balbettò Ginny, e corse su per le scale.

- Tesoro - mormorai senza più voce - presto starai bene, coraggio...
Come potevo mentire così? Che cosa mi spingeva a fingere?
- Fa tanto male, papà. Tanto...
Avrei voluto essere io al suo posto, non mi sarebbe importato di morire.
Ma lui non poteva andarsene.
Non adesso che ero deciso ad accoglierlo nella mia vita come meritava.
- Non è vero quello che ti ho scritto, Nev, dimenticalo... io voglio che vieni a vivere con me...
- Davvero? - rispose in un soffio. Cercava la mia mano, la trovò, la strinse.


Udii un rumore di passi affannati, e Madame Pomfrey irruppe nel corridoio, seguita da Ginny, da Horace Slughorn e Pomona Sprout.

Mi scostai. L'infermiera si chinò su Neville, mormorando parole incomprensibili, agitando la bacchetta mentre la sua espressione si faceva sempre più preoccupata.
Slughorn, frattanto, aveva raccolto la boccetta del veleno e la annusava.
- Professore, stia attento, è...
Ma il direttore degli Slytherin scosse la testa. - Non può farmi nulla. So di che si tratta, non ha effetto sui purosangue. E' per questo che non capisco...
- Tu non capisci mai niente, Horace! - strillò la Sprout, isterica. Si aggrappò a Tonks, mentre perdeva i sensi.
- Era destinato agli studenti di Hogwarts. Ai figli di Babbani. - spiegò Dora.
- Ma Neville non lo è - incalzò Slughorn. - Conoscevo i suoi...
Ginny gli disse di tacere, o di usare la sua tanto ostentata cultura in Pozioni per salvare Neville...
- Non esiste un antidoto, mi dispiace - ammise.


Lo sentivo spegnersi. Non badavo più a chi ci stava intorno, erano tutti inutili... non potevano capirmi... Eppure continuai a mantenere una parvenza di illusione nella mia voce - non so come.
- Ti voglio bene, tesoro... sono felice di essere tuo padre, mio piccolo Gryffindor...

Ginny scattò in piedi, spalancando la bocca. Le mie parole le avevano fatto tornare alla mente un ricordo.
- C'è ancora una speranza! Fawkes!
Corse alla finestra, si sporse nonostante i cocci di vetro la graffiassero, e gridò con tutto il fiato che aveva in corpo:
- FAWKES! TE NE PREGO, SALVALO, NEL NOME DI GODRIC!
E attese, con lo sguardo rivolto al sole che tramontava.
Trattenemmo il respiro. Non capivo a chi o a che cosa si fosse rivolta con tanta convinzione, ma anch'io guardai da quella parte.
E poi sentimmo un rumore leggero nell'aria... un battito d'ali che si avvicinava...
La fenice di Dumbledore si posò sul davanzale, come richiamata dal suo stesso padrone.
- Quattro anni fa hai salvato Harry Potter nella Camera dei Segreti. - implorò Ginny. - Ti prego, fai lo stesso con Nev...
Ma Fawkes non aveva bisogno di spiegazioni.
Volò sulla mia mano, e chinando la testolina fece cadere le sue preziose lacrime sulle ferite di Neville. Dallo sguardo rasserenato della Pomfrey e di Slughorn capii che avrebbe funzionato. Lo vidi riaprire gli occhi, sorridermi, e in quel momento sentii che nulla di male poteva più accadere...



Uscii dall'infermeria con la gioia nel cuore, impaziente di riabbracciare Harry, di festeggiare con gli altri dell'Ordine la sconfitta di Voldemort.
Gli studenti, che fino a quel momento erano rimasti nascosti nella Stanza delle Necessità, erano tornati nei rispettivi dormitori.
Slughorn continuava a farmi domande, tallonandomi mentre mi godevo la tranquillità di quella serata, completamente diversa da tutte le altre, la sera della vittoria.
Mi divertiva la sua curiosità, e pian piano gli raccontai tutto.
- La Pozione Anti-Paternità l'ho inventata io. - commentò con amarezza - Quei cafoni di Knockturn Alley me l'hanno soffiata.
- Ah, si chiama così? Ed è davvero irreversibile?
- Mhm... credevo di sì. Comunque, ora che so dell'effetto che ha quell'incantesimo, non so più che pensare. Le mie creazioni non dovrebbero avere difetti simili, e forse, lavorandoci un po' su...
- No, professore. - dichiarai. - Non ha importanza se mio figlio non mi somiglia. Lo amo così com'è.

Tonks ci raggiunse in sala insegnanti, avvisandoci che stavano tornando tutti. Andai nell'ingresso, elettrizzato, ma quando il portone si aprì, la scena che mi si presentò non era quella che speravo.
Harry, sostenuto da Dumbledore, era sotto shock. I suoi occhi non riuscivano a posarsi su nulla, non gli avevo visto un'espressione simile in viso nemmeno dopo la morte di Sirius. Era ancora peggio, perché non piangeva.
Tentai di avvicinarmi, ma il Preside mi fece cenno di no.
- Ronald, Hermione, accompagnatelo nel mio ufficio. La parola d'ordine è Piperille.
Ron sembrava sconvolto almeno quanto Harry, per quanto potei scorgere prima che si allontanassero.

- No, Remus, non festeggeremo, non ora.

Mi guardai intorno, cercando i visi dei compagni dell'Ordine... Kingsley, Moody, Arthur Weasley... sembrava non mancare nessuno.
Mi avvicinai a quest'ultimo, che teneva stretta a sé Molly e non faceva nulla per nascondere le lacrime. Quando gli posai una mano sulla spalla, alzò gli occhi verso di me:
- Fino all'ultimo ha pensato a Scrimgeour... figlio ingrato... stupido...

- Percy è morto nel tentativo di salvare il Ministro della Magia dagli attacchi dei Mangiamorte - spiegò la McGonagall, con voce asciutta. - A modo suo è stato un eroe.

Decisamente non c'era nulla da festeggiare. Lo capii con chiarezza quando Flitwick ordinò agli studenti della sua Casa che avevano partecipato alla battaglia di seguirlo nella Torre dei Ravenclaw.
- Siamo in lutto, non disturbateci per un po' - disse.

- Per la terza volta Harry ha perso qualcuno che amava - Dumbledore mi si rivolse con semplicità. Ricordai la lettera di Neville, e azzardai:
- Non vorrà dire... Cho Chang?
Il Preside annuì. - Sono stati i Dissennatori. Ha combattuto con coraggio, ma il suo piccolo cigno non ha resistito alla loro furia...
Chiusi gli occhi, e ancora una volta ripetei a me stesso quanto mio figlio fosse infinitamente più fortunato di Harry: nonostante tutto quello che aveva sofferto quel giorno, Neville aveva ancora Ginny... e anch'io avevo qualcuno che mi amava.
- Qui cos'è accaduto? Siete riusciti a fermare i due Mangiamorte, giusto?
- Sì, ma Bellatrix è riuscita ad uccidere Snape. Mi... mi dispiace essermi sbagliato per tutti questi anni su di lui.
Vidi una smorfia di dispiacere disegnarsi sul volto del mio interlocutore.
- Già, già - rifletté. - Tornerai ad insegnare, non è vero Remus? Non puoi rifiutarti.
Rimasi stupito da quella proposta, e restai un po' confuso.
- Accetterei, ma rimane sempre quel problema.
- Oh, sono sicuro che Horace sia più che in grado di prepararti la Pozione Antilupo. E adesso scusami, vado a vedere come sta Harry.


Bill Weasley chiese a Tonks dove fosse Ginny.
- E' in infermeria, con Neville. E' una forza, tua sorella, una vera forza della natura... ehm... potreste trovarli in affettuosa intimità, quindi è meglio se vi precedo. - disse lei, mimando un paio di virgolette.
- No, no, lascia stare - fece Bill. - Più tardi viene a sapere di... di Percy, meglio è.
Guardavo Dora, pensavo a come riuscisse in ogni occasione a mantenere la sua ironia, il suo sangue freddo. Era meravigliosa. In me cresceva un sentimento che non potevo più trattenere. Dissi addio alla sfiducia che mi aveva accompagnato tutta la vita, impedendomi di goderne appieno.
La baciai là, nell'ingresso, davanti ai reduci della Battaglia di Hogsmeade, che dapprima rimasero sconcertati di un contegno così "inopportuno" (fu il commento di Draco Malfoy che, seppi più tardi, aveva sconfitto suo padre in duello), ma Minerva McGonagall iniziò ad applaudire, subito imitata da Moody e dalla professoressa Trelawney.


Sulla Gazzetta del Profeta dell'indomani c'era l'elenco dei caduti in battaglia.
Era incredibile come tutti i maghi della Gran Bretagna fossero accorsi a Hogsmeade quel giorno. Lessi soltanto la prima pagina.
Percy Weasley.
Cho Chang.
Irma Pince.
(Harry mi confidò in seguito che era stato un bene per lei non sopravvivere, perché era troppo legata ad Argus Filch)
Xeno Lovegood.
Augusta Longbottom.

E fu qui che scagliai il giornale a terra, che mi morsi le labbra fino a farmi male.
Ero sempre stato leggero nel giudicare le persone, solo perché i miei rapporti con loro non erano dei più semplici: incluso me stesso... non mi ero mai accettato. Ma dovevo cambiare.
E piansi, piansi per Augusta, piansi per Severus, per Filch... avevo abbastanza lacrime per ognuno di loro.

Ma ero ancora abbastanza giovane per lasciare che i baci di Dora me le asciugassero.

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Capitolo 9
*** a new magical world ***


Ho dato una ripulita ai capitoli precedenti, traducendo qualche termine perché la lettura riuscisse più scorrevole. I nomi e soprannomi di persone e i luoghi sono rimasti quelli originali, comunque, secondo il mio stile^^
Kreacher alla fine è molto OOC, e la scena madre è alquanto semplicistica, ma spero vi piaccia lo stesso.
Dunque... questo non è esattamente un finale, ma non so se e quando aggiornerò... mi piacerebbe dedicarmi anche all'altra fic, e l'ispirazione è imprevedibile.

SakiJune



A Hogwarts si faticò un poco a riprendere le lezioni. La maggior parte degli studenti avevano perso qualcuno di importante. Gli Slytherin, poi, si sentivano fuori posto. Ma pian piano tutto tornò alla normalità, o quasi. Persino Harry, verso la fine di quella primavera, ricominciò a sorridere, e (se non avevo le traveggole) un pomeriggio mi sembrò di vederlo passeggiare nel parco con Luna Lovegood.

Ero di nuovo nel ruolo che mi era più congeniale. Mi sentivo euforico, ringiovanito, pieno di vita. Ma la cosa migliore è che riuscivo a trasmettere ai ragazzi queste mie sensazioni, e credo che questo li aiutasse.
Anche i miei colleghi, ora che il pericolo era passato, mostrarono la loro vera natura.
La Sprout continuava a detestare Slughorn, e a gridargli che non capiva niente. Ormai era diventata un'abitudine. Lui le aveva promesso che non avrebbe detto mai a nessuno di averla vista svenire, ma lei non si fidava.
Sybil Trelawney si era sposata di punto in bianco ed era andata a vivere in Bulgaria, e Firenze ebbe un crollo di nervi. Mai come allora desiderò di tornare nella Foresta...
Per non parlare della McGonagall che voleva andare in pensione, per cui il Preside ebbe il suo bel daffare per convincerla a restare.
Con tutto questo allegro trambusto, l'anno scolastico finì in un baleno.



Harry non volle più tornare a Grimmauld Place. Con largo anticipo, decise che avrebbe trascorso le vacanze alla Tana. Molly e Arthur l'avevano definitivamente accolto in famiglia, e a quel paese i Dursley.
- Ma quando finirai la scuola, dovrai pur avere una sistemazione - obiettai.
- Ci penserò poi, ma davvero, non riuscirei mai a vivere là. Ci sono troppi ricordi. La casa è tua, Remus.
- Ti ringrazio, Harry, ma... Kreacher incluso?

Fu l'inizio di un incubo.
L'elfo non ubbidiva nemmeno a Tonks, anche se era per metà una Black. La chiamava "sporca figlia di una sporca traditrice". Quando venivano a trovarci Ted e Andromeda, le cose si complicavano ancora di più. Strillava come un ossesso, facendo da contrappunto alla voce minacciosa del ritratto di Walburga.
Esasperati, provammo a lanciargli contro dei vestiti, sperando che se ne andasse, ma li scansò accuratamente: non aveva nessuna intenzione di lasciare la casa.
Restava da vedere come avrebbe accolto Neville.


In autunno avremmo avuto le elezioni, e a Diagon Alley non si parlava d'altro: della faccia tosta di Fudge a ripresentarsi, ma anche della presunta incompetenza del Ministro provvisorio, Amos Diggory. A leggere le baggianate della Skeeter, la sua amicizia con Arthur faceva temere una svolta babbanofila. A me piaceva, invece, e sentivo di dargli fiducia.
- Ma guarda che cretini. Non c'è limite al peggio... - borbottai disgustato chiudendo la Gazzetta sul tavolo. Guardai l'orologio: chissà se Neville sarebbe arrivato nel pomeriggio o avrebbe aspettato l'indomani. Dipendeva da quando sarebbero arrivati i risultati dei G.U.F.O. di Ginny. Nella mia materia, comunque, erano andati benissimo.
- Con chi ce l'hai, Remus, di prima mattina? - chiese Tonks mentre mi bruciava... ehm, mi preparava la colazione.
- Ce l'ho con i giornalisti senza scrupoli, ecco con chi. Ah, quanto mi manca il Cavillo...
Dora fece sparire le uova carbonizzate dal padellino e rifletté un poco:
- E' un peccato davvero. Perché non tirate su un giornale, a Hogwarts? Luna sarebbe felice di gestirlo, e...
- Amore, sei un genio! - saltai su, e la baciai con uno schiocco. - Gliene parlerò subito... O forse è meglio iniziare dopo le vacanze...
- Dov'è finito l'uomo paziente, posato, depresso di cui mi sono innamorata?
- Io credo che sia morto, Dora. L'ha ucciso tua zia Bellatrix, sei mesi fa. Il vero Remus è questo... non ti piace?
Per tutta risposta, lei iniziò a sganciarmi i bottoni della camicia.
- Andiamo di sopra... ti saprò dire.


- Alohomora!
Era una voce molto, molto familiare.
Panico.
- Papà, sei in casa? Dora?
NOOOO! Un tempismo pessimo!
Dov'erano i pantaloni?
E le scarpe?
- B...bene arrivato Nev... attento a Kreacher, potrebbe...
L'urlo di Walburga fu assordante. Dovevo scendere immediatamente, o quel ritratto malefico avrebbe istigato l'elfo ad attaccare Neville.

- Un altro mezzosangue! Oh, basta! Kreacher è stanco di vedere insudiciata questa casa...
Neville aveva posato i bagagli nell'ingresso e ascoltava senza batter ciglio gli insulti della creatura che aveva di fronte.
- È meglio che non tiri fuori Trevor, è capace di cucinarselo al forno - suggerii.
- Che cosa? E perché? Senti, Kr... come hai detto che ti chiami?
Feci un gesto per fargli capire che era inutile, ma Neville era intenzionato a metterlo a suo agio. - Faccio parte del C.R.E.P.A., accidenti, e Hermione dice che è nostro preciso dovere andare d'accordo con gli elfi. E poi Trevor è rimasto alla Tana. Ci penso io, papà.
- Ti avverto, Nev, Kreacher è un osso duro. Neanche Sirius è mai riuscito a farsi rispettare... prende ordini solo dal ritratto della sua padrona.

- Sta proprio qui il punto - disse Neville. - Lasciami fare.
Mi feci da parte, restando seduto in silenzio sulle scale.
- Io non ho intenzione di darti ordini. Facciamo così, mi presento, va bene? Felice di conoscerti, Kreacher Black, sono il figlio di Remus, Neville Longbottom.
L'altro contorse la faccia in una gran smorfia di disgusto. - Mezzosangue e pure illegittimo, eh? Peggio che mai... - Si arrestò d'un tratto: - Come hai chiamato Kreacher?
- Con il tuo nome.
Gli occhi dell'elfo si riempirono di lacrime.
- Nessuno... aveva mai detto a Kreacher che è un Black... lui ha sempre servito questa famiglia, ma no, nessuno l'aveva mai fatto sentire così felice...
Walburga gli strillò che non doveva farsi rammollire dai mezzosangue, ma ormai lui non l'ascoltava più. Pazza di rabbia, comprendendo che nessuno le dava più retta, sparì con un botto dalla cornice.

Quando Dora scese in cucina, trovò Neville e Kreacher immersi in una pacifica conversazione. Mi guardò incredula, e si sedette con noi.
- Se il Ministro Diggory sarà eletto, il suo consigliere personale sarà Arthur Weasley. Sai chi è?
- Un babbanofilo - scattò l'elfo.
Neville alzò gli occhi al soffitto, ma non perdette la pazienza. - Nascere Babbano o mezzosangue non è un peccato, Kreacher, così come nascere elfo o goblin. Ascoltami.
E gli parlò del C.R.E.P.A., degli sforzi di Hermione, dei progetti che aveva discusso con gli altri ragazzi a Hogwarts e alla Tana.
- Arthur convincerà il Ministro a concedervi il diritto di voto. E sarete liberi...
Ma naturalmente Kreacher non era pronto a simili cambiamenti. - No, no, no! Kreacher non vuole essere libero, io non voglio, non voglio!
Neville sorrise.
- Hai detto "io". Sai cosa vuol dire?


Provavo un'enorme gratitudine nei confronti della vita.
Il Mondo Magico si stava trasformando nella giusta direzione, e noi eravamo là ad assistere a quella svolta.
Noi. Io, mio figlio e la donna che amavo.
Non soltanto ero felice, ma ero cosciente di meritarlo. Una volta per tutte avevo smesso di considerarmi inferiore e indegno. La mia diversità non era una colpa.
Ero un uomo, un padre e un insegnante. Ero Remus, e non avrei cambiato la mia esistenza con quella di nessun altro.

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Capitolo 10
*** parallel parties - hogsmeade & ottery st. catchpole ***


DICEMBRE 2001 - scenes from an almost-wedding


- Remus, ma Nev ti ha invitato?
- Certo che sì.
Non riuscivo ad annodarmi la cravatta, niente da fare.
- Ma sei suo padre! Mi sembra un po' strano che tu sia presente al suo addio al celibato. Ti ha proprio detto che devi andarci?
Ero già abbastanza nervoso per i fatti miei, ed ecco che adesso Dora cominciava a mettermi la pulce nell'orecchio. - Certo che voleva che ci fossi! Me l'ha chiesto e-spli-ci-ta-men-te! - sillabai. - So essere di compagnia, sai?
- Sì, sì, un tenero lupetto da compagnia... - mi fece il verso lei, sciogliendomi quel nodo orrendo e allentandomi il colletto. - Vestiti comodo, è una festa informale, no?
Non c'era niente di informale nella decisione di sposarsi.
Forse per questo non l'avevo ancora fatto.
Che vergogna.
Ma ormai erano passati più di quattro anni, mi era sembrato che andasse bene così, anche dopo che era nata Irma... davvero non pensavo che fosse importante confermare davanti a un prete Babbano o in municipio l'amore che provavo per Dora: perché la vita di tutti i giorni lo dimostrava.
Certo, adesso cominciavo a pensare che forse mi ero sbagliato; perché Neville invece ci credeva, nel matrimonio, e ci si stava ficcando con tutte e due le scarpe.


- A proposito: dov'è che la fate, questa riunione di maschiacci?
- Presumo da 'Forth. Non so, è stato Ron a organizzare tutto. Dice che se non si prende una sbornia, prima o poi realizzerà che Neville sta veramente per portargli via la sorellina e in quel caso non risponderebbe delle sue azioni...
Dora sbuffò. - Molto maturo per la sua età. Non potete scegliere un posto più...
Non resistetti: - Chic? Perché, Fleur cosa ha scelto per voi altre donnine? Madam Puddifoot?
- Che piattola sei, Remus! Andiamo a villa Lovegood, ok? Che non vi salti in mente di fare una "capatina": è off-limits. E prima che ti saltino in mente idee strane... porterò Irma con me.
Eh, no. Non avevo nessuna voglia che la nostra bambina di nemmeno tre anni dovesse assistere ad una sbevazzata di ex studentesse.
- Ma non se ne parla. La lasciamo alla Tana, e andrà a dormire a un'ora decente. Punto.

Non potevo immaginare quanto questa mia decisione si sarebbe rivelata preziosa. Pensavo davvero che l'unica conseguenza della festa di addio al nubilato di Ginny sarebbe stata un fastidiosa emicrania collettiva.
Oh, quanto mi sbagliavo.
Credevamo di aver spazzato via il Male dal mondo, che non esistessero più pericoli.
Avevo dimenticato di essere io stesso una bestia, avevo messo da parte il ricordo di come lo ero diventato.
Voldemort e i suoi accoliti mascherati non c'erano più, ma non significava nulla.
C'era di peggio là fuori.
Di peggio.



- Dov'è Hermione, qualcuno lo sa? - gridò Tonks nell'orecchio di Parvati. L'altra rispose che era al lavoro. Merlino santo, anche in un giorno di festa? Si prendeva proprio sul serio come bibliotecaria di Hogwarts. Tanto che, come madrina, si era sentita in dovere di imporre a mia figlia il nome della signora Pince.
- Luna, sei ubriaca persa. Vai a stenderti di là - disse Tonks, con ben poca autorità. Anche lei era un po' brilla. Quasi tutte le ragazze ballavano al ritmo della musica assordante, e avevano l'aria di divertirsi moltissimo. Ma Luna no. Lei beveva e basta, e i suoi grandi occhi d'argento avevano l'aria ancora più allucinata del solito.
- Non so cosa ci fate a casa mia stasera. Volevo starmene per i fatti miei. Ho mal di testa...
- Ma sei stata tu a invitarci! - gridò Lavender Brown, sdegnata. Padma puntò la bacchetta allo stereo e ci fu silenzio.
- Che succede? - Ginny si guardò intorno. - Luna, stai b...
- No, no, non sto bene! Non posso stare bene, maledizione! Perché proprio stasera, perché?
- Bé, perché manca una settimana al mio matrimonio ed è una festività...
- E' l'anniversario della battaglia di Hogsmeade, stupida! Cinque anni fa è morto mio padre. Ma tu non c'eri quel giorno, eri troppo occupata a fare da babysitter a Neville!
Ginny si risentì oltre ogni dire. Anche lei aveva perso qualcuno. Ma non stava a pensarci tutti i giorni... forse perché già da prima si era abituata a considerare Percy come un estraneo...
- Io ho combattuto come tutti voi, ho sconfitto Bellatrix insieme a te, Dora, diglielo... non sono una vigliacca...
Ma Tonks non ebbe il tempo di rispondere, perché Ginny era corsa via.
Il portone della villa si richiuse con un gran fracasso, e lei fuggiva, fuggiva dalle accuse di un'amica troppo ubriaca per accorgersi di ferirla...

- Hai esagerato, Luna. - fu il commento di Tonks. - Avresti dovuto dirlo, se ti dava fastidio che la festa fosse stasera.
La giovane Lovegood si rese conto degli sguardi puntati su di lei, e dell'orribile scenata che aveva messo in piedi. - Io... non volevo... mi dispiace.
La vocetta di Lavender si fece udire in tutto quel trambusto, e raggelò i presenti.
- E poi non dovresti bere, Loony. Me l'hai pur detto che ti sono saltate. Se pensi di abortire, ci sono metodi più efficaci.
Tonks non pensò a quello che stava facendo. In mezzo secondo, la Brown si teneva la guancia dolorante, senza osare guardarla negli occhi.
- Io amo Harry... io lo amo, ma sono solo una tappabuchi, lui non lo vorrà questo bambino... e non chiamarmi Loony, non...
Luna scoppiò in lacrime, si sentiva inutile, sporca, inadeguata.
- Lui non mi ama veramente. Non sono io la Ravenclaw che voleva.
Dora le tese la mano. - Coraggio, basta piagnucolare, vieni con me.
- D-dove?
- Alla Tana. A chiarire con Ginny. A quest'ora sarà già arrivata a casa, immagino.


- Chi è? - disse una voce soffocata, tra uno starnuto e l'altro, quando apparvero nel camino di casa Weasley.
- Fleur...
- Ninfadorà! Era tanto noiosa la fête? Etchumm! Excuse-moi, chére, sono tanto raffreddata.
Non c'era bisogno di dirlo: il suo naso sembrava un pomodoro.
Irma saltò su dal divano e corse ad abbracciare Dora.
- Tesoro! Stai facendo la brava, eh? Ma, Fleur... Ginny non è rientrata?
Allo stupore della francesina, Luna si voltò verso Tonks con lo sguardo carico di preoccupazione. Era tutta colpa sua. Se fosse andata davvero a dormire, invece di lamentarsi come una stupida, non avrebbe rovinato la festa a tutti, e a quest'ora Ginny non sarebbe stata a vagare chissà dove...
- Andiamo, Luna, dobbiamo trovarla.

Le stradine di Ottery erano deserte. Nemmeno un Babbano in giro. Ginny camminava incerta, trasalendo ad ogni fruscìo. Ci sarebbe voluta ancora una mezz'ora prima di arrivare a casa, ma non aveva la sua scopa, ed era vietato smaterializzarsi dopo aver bevuto...
Aveva gli stivali inzuppati. Faceva freddo.
"Forse è meglio che torni indietro... magari a Luna sarà già passata, e poi... sono stata davvero egoista a scegliere questo giorno" pensò.
La verità è che lei e Neville avevano così tanti impegni, tra il lavoro e i preparativi per le nozze, che non avevano proprio pensato alla coincidenza.

Né ci avevo pensato io, che in quel momento mi trovavo all'Hog's Head, a fare baldoria con i ragazzi come non mi capitava dai tempi dei Marauders.
Ron vomitava dappertutto, Neville e Seamus lo incitavano a bere ancora... era troppo divertente. Sembravano Prongs e Padfoot, nientemeno. Non toccava a me sgridarli: non ero più un loro insegnante, andiamo. Se mi avesse visto Sirius, in quel momento, avrebbe approvato di sicuro.
"Ci si diverte, sai, Paddy? Tanto..." pensavo, guardando dalla finestra il villaggio coperto di neve, sorseggiando la mia dose serale di Pozione Antilupo.
- Fa ancora più schifo del solito, Horace! - grugnii verso il gruppetto seduto al bancone. Slughorn alzò le sopracciglia e scoppiò a ridere, seguito a ruota da 'Forth e dai gemelli.
Era una serata fantastica.
- Fai un discorso, Nev, coraggio! - proruppe Harry, al colmo dell'allegria.
Lui lo prese sul serio e si alzò in piedi:
- Amici, sono la persona più fortunata del mondo.
- Uuuuh!
- Amo la strega più bella di tutta l'Inghilterra.
- Uuuuh!
- E il miracolo è che vuole sposare me!


Ginny gridò.
Ma la stretta di quell'uomo era troppo forte. Il suo odore nauseante le mozzava il respiro, era terrorizzata.
Vide Tonks correrle incontro, la bacchetta in pugno...
- Lasciala, bastardo! Noooo!
Ma fu un attimo. Dora si ritrovò con la faccia nella neve, a fissare il punto dove erano spariti. Luna la raggiunse, si inginocchiò accanto a lei e prese a dondolarsi, con le braccia strette al petto, continuando a ripetere che era colpa sua, era lei l'unica responsabile...
- Era una bestia, l'hai visto, era...
- Era Fenrir Greyback - sillabò Dora.
Ricominciava a nevicare.

Ma in Scozia la notte era serena. Credevo che nulla di male potesse accadere, nel calduccio dell'Hog's Head. Pensavo solo al prossimo brindisi, e alla felicità futura.


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Alle mie geniette, Ino chan e Feux, vi adoro! A tutti coloro che hanno letto e/o leggeranno questa fic, e non hanno mai schiacciato il tastino della recensione... grazie lo stesso!
Ho scritto la prima parte del capitolo ascoltando dell'ottimo Wizard Rock e l'ultimo paragrafo con in sottofondo i Linkin Park: un'atmosfera ideale per il locale di Aberforth, non trovate?
Scusate se Lumacorno è OOC. So che non frequenterebbe mai una taverna simile... ma doveva essere lì per ovvi motivi^^ Ah, per chi non lo sapesse, è vero che Luna e la famiglia Weasley abitano nella stessa città... (ennesimo minuscolo spoiler, perdonatemi)

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Capitolo 11
*** horace's love song. paddy's twin mirror. ***


Ho sudato sangue per scrivere la filk all'interno del capitolo, per un motivo: non sono riuscita a trovare il testo di quella canzone in Rete. Il titolo originale comunque è "Rock & roll wedding day" e l'autore è Neil Sedaka (uno dei mostri sacri dei miei adorati anni sessanta). Procuratevela, perché è simpaticissima.
In questo capitolo Slughorn incarna l'ideale di "the show must go on", mi sono ispirata al fatto che l'attore che lo interpreterà nel "Principe Mezzosangue" è lo stesso di Zidler in Moulin Rouge!




- Ehi, ehi... che cavolo, la festa è già finita? - Ron barcollava verso Slughorn, che era appena rientrato nel locale.
- Uhm, uhm. Naturalmente no, signor Weasley, abbiamo tutta la notte davanti.
Non doveva dire niente di quanto era successo. E il suo compito era di intrattenerli tutti finché non si fossero addormentati. Certo, avrebbe potuto usare la magia, ma... era un'occasione per mostrare a tutti le sue doti nascoste.

- Dove sono andati mio padre e Bill? - gli stava chiedendo Neville. - C'è qualche problema?
Ma Slughorn non lo guardò nemmeno. - Potter! Fila dalla tua bella, coraggio. Pare che tu l'abbia messa nei guai.
Seamus scoppiò a ridere e accennò ad una pacca sulla spalla di Harry, ma quest'ultimo si era già precipitato fuori.
- Ragazzi, avete sentito, l'eroe del Mondo Magico sta per diventare padre... - fu il commento di Aberforth. - Che vuole fare lei, adesso? Non mi sfasci tutto!
Il professore di Pozioni aveva trascinato un tavolo in mezzo alla stanza e con un colpo di bacchetta l'aveva trasformato in un pianoforte.
- Ma daai! - aveva esclamato Dean. - Ma sa suonarlo per davvero?

"Ginny è stata rapita. Ti scongiuro, Horace, fai il possibile perché Neville e Ron non ne sappiano nulla... inventati qualcosa. E dì a Harry che Luna ha bisogno di lui. Aspetta un bambino, sai..."
"Fidati di me, Lupin, sono un attore nato. Che Merlino ci aiuti tutti quanti"


- Ne dubita signor Thomas? Ora vi faccio ricredere. Preferite una cosina classica o del sano rock and roll?
- Weird Sisters! - suggerì qualcuno.
- Nooo... un po' di musica Babbana, per favore!
Slughorn guardò Neville, sforzandosi di sorridere. - Il festeggiato sei tu. Cosa vorresti ascoltare?
- Qualcosa... che ha scritto lei?
Il problema è che Horace aveva scritto una sola canzone in vita sua. E si vergognava a darla in pasto ai ragazzi. Ma sarebbe servito a distrarli, e questa era la cosa più importante.

When I came back to Hogwarts, ninety-six
I realized you were a beautiful witch
afraid of You-know-who that I were at that time
thought "after the war you have to be mine"
now the time has just come and I'll start with singing...

Hey, Head of Hufflepuff, dear
hey hey hey, done with that green stuff, dear
don't be cruel, don't be cold
lend an ear to what I've told
and we're gonna have
a magical wedding day...

- Ma questa non è una canzone per il matrimonio di Neville e Ginny. - aveva obiettato Seamus, peraltro deliziato. - E' una sfacciatissima dichiarazione d'amore alla professoressa Sprout!
Ora poteva anche piangere. Tutti avrebbero frainteso il motivo della sua tristezza, adesso. Rallentò il ritmo e attaccò la seconda strofa:

You can't imagine the mood that I'm in
if you despise me 'cos I'm Slytherin...
I'm just not going to make a potion to get you
simply see who I am, hope you can love me too
walk with me hand in hand and we'll be young again...

Tutti applaudirono, compreso Ron che si rotolava per terra senza più alcun ritegno.
"Sono un attore nato" mi aveva detto, e stava recitando la sua parte il meglio che poteva.
"Continua a suonare, Horace, non fermarti. Una notizia come questa, per Neville, è peggio del veleno di Bellatrix Lestrange"



Era veleno anche per me.
Mi trovavo di nuovo sprofondato nell'impotenza: non ero affatto sicuro di riuscire a salvare Ginny. Non avevo la minima idea di dove potesse averla portata, quel mostro.
Sì che lo sai.
Poteva essere dovunque. E quella sera ci sarebbe stata la luna piena.
Già, anche per te.
Decine di Auror si erano mobilitati per trovarla, inclusa Tonks. E io stavo ancora lì, mentre si faceva l'alba, nella cucina di Grimmauld Place, sconfitto ancora prima di provarci.
Come avevo potuto pensare di essermi messo al sicuro dal passato? Il mio incubo era di nuovo là, come un Molliccio che spunta da un armadio per terrorizzarti, come un Dissennatore che ti risucchia tutta la gioia... finché non hai più nulla...
Tocca a te, Remus. Solo tu puoi farlo. Rifletti. Ricorda.


- Stanno bene insieme. Sì, mi piace proprio la biondina.
La voce gracchiante ma familiare di Kreacher mi distolse dai miei pensieri.
- Guardali guardali i piccioncini...
- Kreacher, cosa stai facendo? - Mi alzai e andai verso il suo nascondiglio. - Ti pare che ho il tempo di-
Rimasi immobile, mentre dalla bocca mi sfuggiva un lamento di sorpresa e incredulità. L'elfo aveva in mano uno specchio, e io lo conoscevo, quello era...
Lo specchio di Sirius.
- Dammelo! - gridai, strappandoglielo di mano.
"Cosa vorresti farci, povero illuso? Cosa credi che ci vedrai dentro?"
Capii cosa intendeva Kreacher con le sue frasette maliziose. Sul vetro annerito riuscivo a scorgere Harry, profondamente addormentato, con un braccio sulle spalle di Luna.
Naturale. Questo era rimasto, e funzionava ancora. L'altro, quello di Prongs, era andato distrutto... e comunque Harry non era riuscito ad usarlo.
" Non poteva... e nemmeno io potrò farlo, perché Pad non c'è più"
- Tieni, Kreacher, divertiti pure. - sbottai, e feci per restituirglielo.
- Padrone Remus... - mi tirò per la giacca. Borbottai che non avevo tempo di starlo a sentire, e che non doveva chiamarmi padrone...
Ma lui insistette. - Guardi laggiù, sulla parete, cosa può essere?
Alzai lo sguardo, e vidi il muro come liquefatto, ridotto ad una patina tremante di materiale evanescente. Al di là di esso sembrava muoversi qualcosa, ma era indistinto.
"E' come il Velo? C'è il nulla, là dietro?" pensai frenetico. E compresi che quanto stava accadendo era un effetto dello specchio che tenevo in mano.
- E' lui, è Sirius Black, non è vero padrone? Vuole aiutarla a trovare la signorina Ginny!
- Non dire sciocchezze... lui è morto, non può aiutare nessuno!
Ma malgrado ciò che avevo appena detto, presi a camminare verso la parete, tenendo lo specchio alzato.
"Vuoi dirmi qualcosa, Pad? Sei davvero tu?"
- Kreacher... se mi succede qualcosa, dì a Dora che la amo. E a Neville che gli voglio...
Non riuscii a finire la frase, perché il passaggio nel muro mi risucchiò. Mi sembra che urlai, ma non potevo sentirmi in quel vortice di colori che mi sbatteva da una parte e dall'altra. Credevo non dovesse mai finire.
E poi mi ritrovai a fluttuare come immerso nel mare, senza un appiglio né una qualche forza che mi spingesse a terra... e una mano fresca mi copriva gli occhi.

- Non guardare, Moony. Ascoltami soltanto.




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Adesso cominciano a venirmi i sensi di colpa... e se c'è qualcuno tra di voi che non sa un tubo di inglese? E' poco probabile, ma comunque... vi lascio la traduzione della filk!

"Quando sono tornato a Hogwarts, nel '96, mi sono reso conto di come tu fossi una strega affascinante. Avevo paura di Tu-sai-chi a quel tempo, e pensavo che ti avrei fatta mia dopo la guerra. Ora il momento è arrivato, e comincerò cantando:
Ehi, Capo dei Tassorosso, cara, ehi ehi ehi, basta con quella robaccia verde (NdA le sue stramaledette piante, ovviamente), cara, non essere crudele, non fare la fredda con me, ascolta quello che ti dico, e il nostro sarà un matrimonio magico.
Non puoi immaginare il mio umore adesso, se mi disprezzi perché sono un Serpeverde. Non ho intenzione di averti con una pozione, ma tu guardami per come sono, e spero che anche tu possa amarmi. Cammina con me dandomi la mano, e saremo di nuovo giovani..."

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Capitolo 12
*** heaven, then hell ***


Ultimamente mentre scrivo ascolto di continuo le canzoni di un gruppo chiamato The Remus Lupins. Con titoli come "Teenage Werewolf" l'ispirazione per una fanfic su Moony è assicurata! Provare per credere.


GRAZIE PER CHI HA RECENSITO/LETTO QUESTA FIC E LA MIA RACCOLTA DI DRABBLES (tenetela d'occhio, ne arriveranno altre).

per dunky: I know what you mean very well. Non ho fatto morire Severus in questa fic per crudeltà o disprezzo. Spero che tu riesca a capirlo. Essere ucciso da Bellatrix per me significa mostrare la propria innocenza davanti al mondo. E soprattutto davanti a Remus, che come Malandrino ha una parte di colpa nella sua adolescenza triste e tormentata.

per Ino chan: ecco dov'è finito Moony! Asciuga la tastiera dalle sbavazzature, perché adesso dovrai ri-bagnarla di lacrime! (come faccio io quando leggo To review you still...)

per Feux: braviccccima, hai indovinato... è lui. Smack! Aspetto con ansia di leggere altri tuoi lavori, ormai siamo gemelle^^ che dici?
CORTINO. Ormai lo so che dirai che è CORTINO anche questo. Ti anticipo ok? *rotolaaaa*
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- S-Sirius, sei davvero tu?
- Questo non ha importanza. Non ti sarebbe permesso di raggiungere questi luoghi, teoricamente. Ma stavi troppo giù. Hai dimenticato di essere l'unico che può trovare Greyback?

"Non è vero... io sono stato una delle sue tante vittime, nulla di più..."

- Smettila di mentire a te stesso. Ti conosco come le mie tasche, Moony!

Un'ombra incollata al mio cuore voleva uscire allo scoperto, ma il terrore di ricordare la teneva nascosta alla coscienza. Più mi sforzavo, più il volto sudicio e sogghignante di quell'essere faceva capolino nella memoria, bloccando l'emergere dei ricordi che potevano essermi utili.

- Io credo in te, coraggio, tu sai dov'è!

E all'improvviso qualcosa si sbloccò. Capii.
Ricordai un bosco. Risentii l'odore della paura.

- L'ha portata laggiù... dove mi ha aggredito da bambino.

- Bene, adesso vai-

Ma lentamente cominciavo a pensare che non m'importava più nulla di tornare, di catturare Greyback, di rivedere i miei cari. Volevo continuare a galleggiare in quel vuoto, all'infinito.
Cercai di liberarmi gli occhi...

- No, non lasciarti condizionare dall'aria di qui. Devi salvare Ginny. Non hai più tempo, ogni minuto qui dura parecchie ore: tra poco ti trasformerai, e sarà troppo tardi!

- Un momento solo, voglio guardarti, ti prego, ti prego Padfoot...

Il tocco della sua mano scomparve. E lo vidi. Mi sorrideva, per nulla cambiato, l'espressione da eterno Marauder negli occhi neri.

- Voglio restare qui - mormorai.

- No, accidenti, no! Avremo tempo. Dopo... lo sai: tutto il tempo dell'universo. Arrivederci Remus...

NOOOOO! NON LASCIARMI SIRIUS!

Ero di nuovo nel vortice, di nuovo solo, con un'ultima frase che rimbombava nello spazio pieno di colori:
- Sono sempre con te, Moony...



Mi risvegliai su un giaciglio decisamente scomodo. Ero sdraiato sugli scalini di una veranda, e il vento era pungente sul mio viso. La luce del crepuscolo stordiva i miei occhi già annebbiati, ma mi bastò un attimo per capire dove mi trovavo. Era la casa dei miei genitori.
Come spinto da qualcosa più forte di me, mi alzai in piedi e spinsi la porta che cigolò. C'era buio, dentro, e l'odore della polvere di anni e anni.
- Lumos!
Il tavolo da pranzo, il camino, la poltrona di mio padre. Tutto come lo ricordavo.
Tutto abbandonato, spento, ma abbastanza vero da farmi male.
A tentoni trovai la mia stanza, sfiorai il letto... con lo sguardo intento sull'infisso della finestra come se mi fossi aspettato di trovarvi qualcosa in particolare...
Come in un sogno, tenendo la bacchetta in pugno, dissi:
- Specialis revelio.
E una scritta apparve.
Una R. Una A. E un nodo a tenerle unite.
Avevo quindici anni quando l'avevo scritto, ero in vacanza e sognavo Alice tutte le notti. L'avevo baciata, quella primavera, ed era stato bellissimo... ma poi non se me l'ero sentita di farle promesse, l'avevo lasciata...
Vigliacco.
Stupido.

Mi riscossi, avevo le guance umide. Il sole stava per tramontare, non c'era più tempo per i rimpianti. Il rosso del cielo era lo stesso dei capelli di Ginny, della ragazza che mio figlio amava più di se stesso, senza cui non poteva vivere.
Dovevo andare.

Lasciai alle spalle la casa della mia infanzia, corsi tra le braccia ostili e terribili del bosco dei miei incubi. Alberi che sembravano afferrarmi, ombre sempre più fitte che soffocavano la mia speranza di arrivare in tempo.
"Sei l'unico che può trovarlo" mi aveva detto Sirius, e poi...
"Avremo tempo. Dopo"
Forse stavo davvero andando incontro alla morte. Al dopo.
Ma dovevo impedire a tutti i costi che Ginny condividesse il mio destino - o peggio...

Eccolo.
Ero di fronte a un vecchio capanno in legno, nel mezzo di una radura. Proprio dove trentacinque anni prima la mia vita era stata rovinata per sempre.
Esitai... era troppo per me... la nausea mi stringeva lo stomaco.

"Sono sempre con te"
"Grazie Sirius"

- Aloh-
Non sarebbe stato necessario. Fenrir Greyback non chiudeva mai la porta a chiave, dovevo ricordarlo. E a volte le prede gli cadevano dritte nelle fauci.
- Bentornato, Remus. Non credevo davvero che ricordassi dove trovarmi. Qual buon vento?
- Lasciala andare, Fenrir - La mia voce uscì flebile e incolore. - E' una questione tra te e me, solo tra te e me...
La sua risata mi gelò il sangue. - Tra me, te e la signorina qui presente, Remus. - precisò indicando Ginny. - Sei pronto? Stiamo per mostrarle di cosa siamo capaci, tutti e due.

"Ho preso la pozione per tutta la settimana, io non posso farle del male... rimarrò lucido, e riuscirò a fermarlo"

Un brivido.

"Ieri sera, sì. Oggi sei rimasto scoperto"

- Ora ci divertiremo. E quando verrà l'alba farò in modo che la tua bella famiglia venga a sapere che hai finalmente seguito il tuo istinto. Tuo figlio ti vorrà ancora bene quando vedrà che hai sbranato la sua fidanzata? E che dire della tua piccola Auror?

- Bastardo... - mugolai. Era troppo tardi, stava accadendo: il suo piano si stava realizzando.

- Scappa, Ginny! - mi sforzai di gridare, ma quell'urlo ormai somigliava più ad un verso animalesco.
La trasformazione era in atto. Sentii il mio raziocinio scivolare via, una sete incontrollabile di sangue pervadere il mio corpo, che si piegava al richiamo magnetico della luna.
E poi il buio totale.

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Capitolo 13
*** the pensieve. shopping at hogsmeade. ***


Ok, avevo detto che non avrei affrontato l'argomento Horcrux. E infatti non li nomino. Slughorn si riferisce ad "un modo per diventare quasi immortale", ma l'accenno finisce lì. E' il suo stato d'animo che volevo far venire fuori, per metterlo a confronto con quello di Remus.
Quindi ricapitolando: in questa what if Dumbledore non è morto, però gli Horcrux esistono. Ho preso il sesto libro e ne ho fatto una macedonia, considerato che Draco e/o Snape non vengono incaricati di uccidere nessuno e il libro di Pozioni non c'entra nulla... facciamo che Harry e il Preside hanno distrutto tutti gli Horcrux nel primo trimestre di scuola? Yuppiiii!
Scusate... a volte sclero...
Ragazze (Feux, Ino chan e dunky), scusate se il capitolo 12 poteva sembrare tragico. Non ho nessuna intenzione di far morire Remus. Qualcun altro, forse, ma non è ancora stato scritto. Non vi chiedo di indovinare chi è l'apparizione nel capanno di Greyback perché è troppo facile. Ehm-ehm!
SakiJune



DICEMBRE 2001 - A WEEK LATER


Le cicatrici mi bruciano ancora, ma non sono paragonabili alla sofferenza che ho dentro. All'incertezza che è tornata a tormentarmi. Eppure dovrei essere al colmo della gioia, non avere un solo pensiero triste, godermi la serenità ritrovata. Ma non riesco.
Sto tornando quello di una volta, l'uomo che trema di fronte a se stesso, che ha orrore di rappresentare una minaccia per i suoi cari.

Sono a Hogwarts, nella torre del Preside.

- Lei crede che nella mia mente sia rimasto il ricordo di quello che è successo? Anche se non ero in me?
- Ma certamente, Remus. E comunque, tentare non costa nulla.

Che cosa mi ha fermato quella notte?
Cosa mi ha trattenuto?
E' questo che voglio sapere...

Mi chino sul Pensatoio. Le mie dita sfiorano i fili dei ricordi...


Sono ferito. La lotta è stata terribile.
Ma con i denti ancora affondati nella gola di Greyback, ubriaco di sangue, mi volto di scatto.
Non sono sazio. Sto per scagliarmi fuori dal capanno, ad inseguire Ginny.
D'improvviso tra me e la porta si frappone ciò che potrei chiamare una creatura di luce.
Frenato dallo stupore ed abbagliato, alzo il muso ad annusarlo: ma non sento nulla, non ha alcun odore.
- Non farle del male - sussurra...

Torno alla realtà e inspiro tutta l'aria che posso. Dumbledore mi guarda severo, scuotendo la testa con aria di disapprovazione.
- Fino in fondo, Remus. Non avrai bisogno di raccontarmelo, dopo...
Immergo nuovamente la mano, ritrovo il filo.

Ginny è in piedi, là fuori, non lontano dalla porta. Sa che il pericolo non è passato, eppure non fugge. Sciocca, sciocca e temeraria! Mi abituo presto al bagliore, non è più un ostacolo per me, e lo oltrepasso per seguire il richiamo del mio istinto.
Sto per ucciderla... non c'è niente a fermarmi, niente che può impedirmi di compiere l'irreparabile, distruggere la vita di coloro che amo di più.
La sua mano si protende, forse a difendersi...
- Accio bacchetta!
Spicco il salto, ma per fortuna lei è più veloce, e mi ritrovo da un momento all'altro a terra, non riesco a muovermi: ringhio e ululo e graffio, ma invano. Ginny lascia cadere la bacchetta (la mia, in verità) e raggiunge la visione, che ha assunto contorni quasi umani.

- Tu mi riconosci, cara? - mormora la voce che aveva tentato di rabbonirmi. - Se dirai il mio nome, se ricorderai di avermi voluto bene, potrò andare avanti, io credo che potrò... Avrò un posto accanto agli eroi, o quantomeno agli uomini degni di onore. Altrimenti dovrò spodestare Sir Nicholas, e per i prossimi secoli la Casa di Gryffindor mi avrà come fantasma in pianta stabile.

Ginny finge di non capire, o forse è preoccupata che l'incantesimo potesse spezzarsi, perché mi lancia continue occhiate. Ma ho ripreso a sanguinare, e se anche fossi libero non avrei più le forze per attaccare...

- Il tempo per decidere è finito, per me. Sono passati cinque anni, non c'è altro modo, Gin...
La vista mi si annebbia, non riesco a tenere gli occhi aperti.
- Mi sono fatto odiare così tanto, lo so... ma una bugia può bastarmi... - è l'ultima frase che sento.


Qualcuno bussa alla porta, ma non ha disturbato nulla. Il filo si interrompeva proprio in quel punto. Dumbledore sorride al nuovo arrivato, mentre resto a fissare il pavimento, confuso e sconvolto da ciò che ho appena visto.
- Hai intenzione di non presentarti al matrimonio di tuo figlio, Lupin?
- Solo un momento, Horace. Aspettalo di sotto, ti prego.
L'altro se ne andò un po' sbuffando, un po' fischiettando, e Dumbledore mi appoggiò una mano sulla fronte.
- Oh, certo, capisco. Era lui, allora. Se questo può farti star tranquillo, Nick è ancora in giro per il castello, quindi in qualche modo Ginevra deve avere sciolto il suo rimpianto... mentre non eri in grado di ascoltarli.
- Non ha detto nulla... si è limitata a raccontare che avevo ucciso Greyback. Non è scesa in particolari, e invece adesso so che ha rischiato la vita anche per colpa mia...
L'anziano mago scrolla le spalle e risponde che è meglio così. Perché svelare avvenimenti che non hanno avuto conseguenze, in fondo? Ma soprattutto, perché continuare ad avercela con me stesso?

- Non voglio raccontare alla famiglia Weasley quello che ho appena visto. Non sono io a doverlo fare. Ma devo parlare con Ginny, questo sì.
- Soffrirà, ricordando - è l'ammonizione del Preside.
"Ho sofferto anch'io adesso" penso, ma non lo dico; potrebbe sembrare tremendamente da egoista.

Mi imbatto in Slughorn non appena sceso dalla Torre, ma questa volta non scorgo nella sua espressione tracce di curiosità. Mi pare che la serata della festa abbia operato in lui un sottile cambiamento, anche se non capisco di che natura.
- Quando ti ho invitato al matrimonio, Horace? Non ti offendere, ma non me lo ricordo, a dire la verità.
- Ecco, Lupin, non mi hai invitato tu.
- E' stato Neville allora?
- Nemmeno... è solo che Pomona mi ha chiesto di accompagnarla, e... credevo che ti avrebbe fatto piacere... vedi, quella sera mi sono lasciato un po' andare con le confessioni, e Dean Thomas è un gran pettegolo, quindi, insomma, mi sono ritrovato fidanzato da un giorno all'altro.
- Di che cosa stai parlando?

Mi sta venendo il mal di testa. Mi spiega quanto sia grato della fiducia che gli ho accordato in quell'occasione, perché non avrebbe mai tirato fuori i suoi sentimenti se non in una situazione d'emergenza... E quando si unisce a noi la professoressa Sprout e iniziano a discutere sulla scelta dei regali, per poi prendersi a braccetto come se niente fosse, dico loro che non ho nessuna intenzione di accompagnarli a Hogsmeade...

Ci provo, a dire di no, almeno.


Ma guardali un po'. Avranno il doppio dei miei anni, e sembrano due ragazzini.
Rimbalzano da una vetrina all'altra, gesticolando e scambiandosi improperi, commentando ogni oggetto con urletti infantili.
Dov'è andato a finire il professore che organizzava i ricevimenti chic per gli studenti d'élite? Si è innamorato, ha allentato i freni, si è reso la vita più facile. A fatica devo constatare che a me è successa la stessa cosa quando ho capito di amare Dora.
Non l'ho abbandonata come feci con Alice quando...

- E tu cosa hai comprato, Remus?
Ci sono andato ieri, a scegliere il regalo, in un negozio Babbano. Un po' a casaccio. Quasi che Neville non fosse il mio ragazzo adorato, che questo non sia il suo matrimonio, che... non me ne importi più di nulla.
- Allora?
- Un televisore, da tenere nella loro camera da letto. E' che Irma guarda i cartoni animati a tutte le ore, giù in cucina, così...
I due si guardano stupefatti e la Sprout sbotta con un:
- Come come come? Abiteranno con voi a Grimmauld Place? Non avranno privacy, poveri cari!
Non ho mica i soldi per comprar loro una casa. Che razza di discorsi.
- Oh guarda guarda che bello, glielo prendiamo?

Non hanno proprio nessun problema al mondo. Non hanno nulla da rimproverarsi, probabilmente, la loro vita è un foglio immacolato.
Non è così per me...
- Bene, abbiamo scelto. Che cos'hai, Remus? Nervoso? - ridacchia Slughorn dandomi una pacca sulla spalla.
- Vedi Horace - comincio a lamentarmi. - Non potresti capire. Non sai cosa vuol dire avere dei rimorsi, essere stato sul punto di distruggere tutto quanto hai intorno...
- IO NON LO SO?
Mi trascina in una strada secondaria e mi punta il dito contro:
- Mi ero illuso che la guerra ti avesse fatto svegliare, Lupin. Hai due figli, hai una compagna che farebbe invidia a chiunque. I tuoi studenti ti adorano, Dumbledore ha tanta stima di te che non puoi nemmeno immaginarlo, tanto sei intento a piangerti addosso. IO NON LO SO? Io, lo stupido che ha rivelato a quella canaglia di Tom Riddle il modo di diventare quasi immortale? Come puoi credere... oh, ma spreco fiato con te.
- Ma ho quasi ucciso Ginny! Erano i ricordi di quella notte che stavamo esaminando, prima, con il Pensatoio...
- E io con quella leggerezza ho quasi distrutto l'intero Mondo Magico, accidenti! Ma è passata, capisci? Siamo qui, Remus, siamo vivi, possiamo spassarcela, possiamo amare! Per Merlino, sorridi!

- Hoooorace! Ma insomma, dove siete finitiiii?
- Mi hai stufato - mi dice. - Noi finiamo il giro da soli. A più tardi, Lupin.
E raggiunge la Sprout davanti alla vetrina del negozio.
Resto ancora un poco a riflettere sulle sue parole, prima di smaterializzarmi. Destinazione Grimmauld Place.
Home sweet home.


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Capitolo 14
*** to lose is to find again. the proposal. ***


Mi dispiace tanto, Ino chan! Sono stata poco chiara! Ho scritto dei riassunti della seconda parte della storia (dal cap. 10 al 13) apposta per te. Li trovi a questa pagina. Per qualsiasi domanda, non esitare a mandarmi una mail.

Ecco un nuovo capitolo con un'altra canzone by Lumacorno... ehm, l'originale si intitola "Nothing rhymed" di Gilbert O'Sullivan. La traduzione è in fondo, al solito... Credo di aver scritto un vero e proprio inno Flaming Toad.
Peccato, se aveste indovinato chi era l'apparizione vi avrei pagato un gelato^^
Beh, tanto qui viene chiarito.
Credevo fosse lapalissiano... chi è la persona che è morta nella battaglia di Hogsmeade (capitolo 8) e che Ginny considerava da tempo "come un estraneo"? Chi potrebbe rischiare di rimanere un fantasma per colpa dei rimpianti e dei rimorsi?
...
No, non è Severus. E' un Gryffindor.
...
Ok, non importa. C'è scritto più sotto.

Baciottoli a Feux e a dunky (tesoro! hai recensito "Sticked to my dark life"! Finora era passata inosservata, quella shottina... e ci ero rimasta male... grazie... comunque sì, Greg parla così perché è un emerito ignorante^_^)

Saki



BEFORE THE WEDDING

- Fermo lì, RJ! Fermo o ti schianto!
Ho semplicemente posato il piede sul primo gradino delle scale, quando Tonks mi coglie di sorpresa.
- Non si può vedere la sposa prima delle nozze! Ah-ha. Non sei ferrato in queste cose, vedo.
Incrocio le braccia con sguardo di sfida:
- Per quanto ne so, questo divieto riguarda solo lo sposo. Ti sembro Neville, io?
- Vediamo un po'... - Sta al gioco e mi ispeziona le tasche. - Niente rospi, niente cactus... possiamo approfondire la questione, se vuoi...
Inavvertitamente si appoggia al mio braccio, ancora in via di guarigione.
- Ahi. Dora, devo parlare con Ginny, davvero.
La mia espressione seria la preoccupa. Come Dumbledore, non le va a genio l'idea che la turbi proprio in quel giorno. Ma c'è una cosa da chiarire, e devo levarmela dallo stomaco.

Busso alla porta.
- NEV, SE SEI TU NON TI APRO, TI AVVERTO!
- Sono Remus.
- Fallo entrare, mamma.

E' uno splendore nel suo abito bianco, con la coroncina di fiori tra i capelli. All'apparenza non ha risentito per nulla di quanto è successo... sorride senza un'ombra negli occhi.
Sua madre ha la stessa espressione sognante, quasi felice. Dico quasi.
Cerco di inventarmi una scusa fantasiosa... ma ripiego su quella più banale.
- Molly, Dora ti vuole giù in cucina.
Aspetto che sia scesa, poi:
- Ginny, questa mattina sono stato a Hogwarts.
- Sì? - risponde distrattamente la mia futura nuora, provandosi le scarpe davanti allo specchio. - Oh! Non dirmi che la professoressa Sprout non può venire? Sarebbe un bel guaio, Neville ci tiene troppo!
- No, niente affatto. - la rassicuro. - Anzi, forse avremo un po' di musica alla festa, visto che si porta dietro Slughorn.
Lei ride.
- Sono stato da Dumbledore, per tirar fuori i ricordi di quella sera, di quando... insomma, hai capito. Ora so quello che stavo per fare. Non mi hai detto proprio tutto.
- E' passato. Concluso. Non è importante!
- Avrei potuto ucciderti...
- Questo lo so. Ma non è successo, smettila, non hai colpa, tu eri lì per salvarmi... - la sua voce ha preso un tono stridulo.
- Anche Percy era lì per te.
Stringe le labbra così forte da farle diventare bianche. Si siede sul letto, vicino a me, stando attenta a non sgualcire il vestito.
- Lo dirai a mio padre? - chiede a bruciapelo.
- Merlino, Ginny, non gliel'hai ancora detto, tu?
- Lo odiavano. Non mi crederebbero, penserebbero che mi sia inventata tutto.
Rispondo che si sbaglia, che per quanto possa averli delusi, un figlio è sempre prezioso per i suoi genitori.
Lei resta un poco in silenzio, poi mi racconta come è riuscita a lasciarlo andar via sereno.
- Gli ho detto che non l'avrei dimenticato... e che poteva andare avanti, perché non aveva nulla da rimproverarsi. Lo sai Remus, è strano...
- Che cosa?
- Sono passati cinque anni. Eppure mi sembra aver perso mio fratello soltanto adesso.
- Non è proprio così, sai. Io direi che l'hai ritrovato.
Il suo sguardo di gratitudine mi scalda il cuore. Forse è vero, Arthur non le crederebbe. Ma questo loro ultimo incontro, per lei, sarà un ricordo da custodire per sempre.


AFTER THE WEDDING

- Scusa se te lo chiedo, Colin... stai fotografando Harry o la piccola Lupin?
Il tono di Arthur è volutamente ironico.
- Tutti e due, signor Weasley.
- In teoria, però, io ti pago per un servizio di nozze. Vai dagli sposi, fila! - brontola con finta autorità.

Mi avvicino a Harry, che tiene Irma sulle ginocchia e la fa giocare. Lei ha proprio l'aria di trovarsi a tutto suo agio.
- Stai facendo pratica, eh? Che mi dici?
- Di Irma o del bambino che deve nascere?
- Del tuo, del tuo.
- Non so, è stata una sorpresa. Non era in programma...

"Già. Però tu non sarai un vigliacco come lo sono stato io, Harry"

Ginny si è rappacificata con Luna, e tutte e due scherzano con Colin che si è finalmente deciso a farla mettere in posa.
- Un momento d'attenzione, signore e signori - strilla Seamus Finnigan, dal fondo della sala, appollaiato sul pianoforte. - Luna avrà anche una pagnotta nel forno, ma Slughorn è pronto a sfornare una bella canzone!
Il gesto di Harry è inequivocabile, e con mio sommo dispiacere Irma si diverte a imitarlo. Non è servito a niente risparmiarle l'asilo nido, se poi impara simili sconcezze direttamente dal Prescelto.
- Non è un'altra sciacquatura di piatti come l'altra volta, vero professore? - fa Dean. - Niente "You're my Helga, but I'm not Salazar"?
Esplosione di risate. Ovvio che la Sprout non gradisce la battuta, anche se è proprio grazie a quell'impertinente che adesso lei e Horace stanno insieme.

It's just another Gryffindor wedding...

- Bo-hoo! Bo-hoo! - Fred e George fraintendono la natura del brano e fischiano così forte da coprire la musica. - Come sarebbe a dire "un altro"? Voleva cantare a un matrimonio Slytherin?

...and the bride looks like Evans, to me...

Harry rimane stupefatto. Slughorn ha appena ricordato sua madre... nel modo più dolce e poetico possibile. Anche Neville si commuove a quelle parole, prende Ginny per mano e la porta a ballare al centro della sala.
- Un po' meglio che al Ballo del Ceppo, eh? - è il commento di Hermione, anche lei in dolce compagnia. Ron finge di vomitare.
- Non nominarlo neanche, quel Ballo! Tu e quel... Krum, bleah!

...I see she's got her style and that wonderful smile
and her flaming hair braided with glee...

Intercetto lo sguardo di Dora, che non ammette repliche: mi lascio trascinare senza lamentarmi. E non è affatto male, direi, ballare. Sembro quasi cavarmela. E' rilassante.

...Though he hardly got his OWL in Potions
I'm so proud to say he's my best friend's son
and my woman adores him, so... to hell who ignores him,
now he's got a love all of his own...

Non sapevo che Horace mi considerasse il suo miglior amico. Era un'idea che non mi aveva mai sfiorato la mente.
"Perché tu sei rimasto ai tempi dei Marauders, vecchio mio. Perché nonostante tu sia diventato padre per la seconda volta, sei ancora convinto di essere un poeta maledetto, giovane e sofferente"
Mi guardo intorno, quasi tutti si sono lanciati nelle danze.

- Tonks... vogliamo essere i prossimi a sposarci?
Non so da dove mi è venuta quella frase. La canzone, l'atmosfera mi hanno travolto.
- E' una proposta seria? - mi guarda di sottecchi, dubbiosa.
- Beh, certo - L'imbarazzo mi attanaglia d'improvviso. - Viviamo insieme, abbiamo una bambina... mi sembra normale che adesso...
Vedo i suoi capelli cambiare colore, e non è un buon segno. Non QUEL colore.
- Decisamente romantico, Lupin. Complimenti. - Fa per staccarsi da me...
L'afferro per un braccio:
- Scusami... quello che intendevo dire è... che voglio sposarti perché ti amo.
Salvo per il rotto della cuffia. Accenna a un sorrisetto.
- Tocca prima a Harry e Luna, non c'è nessuna fretta, comunque.
- risponde lei fingendo indifferenza, ma capisco che non è più arrabbiata. - Poi toccherà a Ron e 'Mione, sempre che lui riesca a finire l'addestramento come Auror... e da quanto ho capito, anche i due prof stanno scalpitando per suggellare la loro unione...

Ormai è assodato: sono un gran cretino. Un gran cretino innamorato. La tengo stretta a me, e restiamo immobili nonostante la canzone non sia ancora finita.

...Nothing odd, nothing new, love is their way!
It's an ancient charm needing no wand;
and my song is a prayer that Neville and Ginny's
will be an unbreakable bond...


"Così sia. Anche per noi."


---------------
TRADUZIONE
E' solo un altro matrimonio tra Grifondoro...
e la sposa per me assomiglia tanto a Evans
vedo proprio il suo stile, quel sorriso stupendo
e i suoi capelli di fiamma intessuti di gioia.
Anche se lui ha fatto fatica a prendere il GUFO in Pozioni
sono orgoglioso di poter dire che suo padre è il mio migliore amico
e la mia donna lo adora, così... al diavolo chi non lo considera,
ora ha un amore tutto per sé.
Non c'è niente di nuovo, niente di strano, la loro strada è l'amore,
è un antico incantesimo che non ha bisogno di bacchetta,
e la mia canzone è una preghiera,
perché il legame di Neville e Ginny non si spezzi mai.


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Capitolo 15
*** a broken melody ***


Ecco il nuovo cortissimo capitolo, la terza filk (Your song di Elton John la conoscete tutti, vero? Ho cercato di mantenere lo schema della canzone originale) e... la tragedia.
Lo sapete bene che se amo un personaggio devo per forza farlo morire.
Cercate di dimenticarvi della mia caratterizzazione, rileggetevi il sesto libro e magari piangerete un po' meno per lui.
Ma chi piange per un tricheco snob, avanti...

...IO.

Grazie a Feux, dunky e ladymarie (che bello ti sei accorta di questa storia!)


Saki




"Coraggio, non era un no" continuo a ripetermi. Ma mi sento ferito nell'orgoglio.
Le parole di Tonks mi rimbombano nella mente come a prendersi gioco di me.
Non c'è fretta, ha detto, e in parte è vero, però oggi non riesco a togliermi questa smania di aggiustare le cose, di dimostrare cosa provo, perché non esista il minimo fraintendimento a mio riguardo.
Dovrebbe essere uno dei giorni più belli della mia vita, eppure lo sto rovinando con le mie stesse mani. Non ho voglia delle chiacchiere di Ted, né dei sorrisi di Arthur che non fa che ricordarmi che adesso siamo "davvero parenti".
Non ho voglia di niente.

Mi resta un'unica salvezza, per riuscire a rimurginare in pace sui miei guai: la ciotola dei salatini. Chiunque venga a parlarmi, adesso, vedrà che non posso rispondergli, perché ho la bocca piena di pretzel. Non starà ad insistere...
Chiunque, tranne Neville.
- Papà, gliel'hai chiesto?
- Mh-mh.
- Sì?
- Mh-mh.
- E ti ha risposto...
- Mmmmmh!
Mando giù, non ho altra scelta.
- E mi ha risposto... "non ora". Non credevo che fosse tanto complicato. Tu come hai fatto, a chiederlo a Ginny?
- Fiori, e dico un mucchio di fiori, del vino italiano... luci soffuse... ehm... ma soprattutto: io e lei da soli. Non è stato affatto difficile.
Decisamente, ho molto da imparare da lui. C'è ancora tanto che non so, sul suo carattere, sulle sue aspettative, e anche su ciò che pensa di me.

- Ah, senti papà... prima che tu lo sappia da qualcun altro... mi hanno offerto un lavoro. In Francia.
La mia espressione rimane immortalata nella foto che Colin ci scatta in quel momento.
- Vuoi davvero andartene? Così lontano? Merlino santo, Neville, ti sei appena sposato! Credevo che aveste deciso di vivere con noi, che avresti concluso il tirocinio a Hogwarts...
- Andiamo, là mi pagano. Galeoni. Non posso rifiutare, devo guardare avanti, capisci? Non si crea una famiglia senza darsi da fare per mantenerla.
Vorrei ubriacarmi. Il mondo mi è appena crollato addosso.
- Che dice Ginny? - mormoro con un filo di voce.
- Per lei va bene tutto. E poi ho detto la Francia, mica un altro pianeta! Verrete a trovarci, ci vedremo più spesso di quanto pensi...

Non riesco a credere che abbia tutta questa fretta di lasciare Grimmauld Place.
Di lasciare me.
- Scusa, non avevo previsto che la prendessi così... nemmeno la Sprout ha avuto questa reazione, poco fa!
- Perché ha chi la consola - mi scappa detto, non senza sarcasmo. - E per quanto riguarda me... che ti aspettavi? Sono tuo padre... e ormai ero abituato ad averti vicino.

Gli invitati stanno andandosene, a coppie, a gruppetti, da soli. La sala si svuota lentamente. Resta una gran confusione, un po' d'amaro in bocca. E qualche pretzel.

Se Neville e Ginny partono...
Se Dora non vuole sposarmi...

Se...

Mi guardo intorno, in una sorta di torpore. Molly e Andromeda fanno un po' di pulizie, Dora vorrebbe aiutarle ma la sua offerta viene gentilmente rifiutata. Dopotutto, questa è la sala congressi di Diagon Alley, e abbiamo pagato una caparra consistente che in caso di danni possiamo scordare di rivedere... Irma si è addormentata su un divanetto. Pomona Sprout cerca di convincere il suo fidanzato a venire via, perché lo vede "un po' palliduccio". Ma lui insiste a voler suonare un'ultima canzone.

- Questa è per te, Lupin. Per te e per me.

Sentirmi chiamare per nome mi riscuote dalla mia inerzia. E quando i primi accordi risuonano nell'aria, una commozione senza eguali mi invade.

- Guarda Remus. Che buffo, è rimasto senza parole. - ridacchia Ted.
- Naturale, avrà una serenata tutta per sé... - risponde sua moglie.

No it isn't that funny, this man's open wide.
and he feels sorry for everyone that's gone.
He swishes between his dark shame and cool pride.
But he should know well where he belongs.

A chi o a quale luogo appartengo?
A Grimmauld Place. A Hogwarts. A Dora, a Irma, a Neville.
Non potrei desiderare di più.

If he was an Auror, or a clever duelling man
than one teaching potions or DADA, may be
he could show in front of the magical world
he just deserves some peace and dignity.

Ma è quello che ho già. Non mi manca niente. Sono un grandissimo egoista... sono avido di amore, e quando mi viene donato non sono in grado di riconoscerlo. E accidenti, quando mi proporrò nuovamente a Tonks, con un mazzo di rose e una bottiglia di Chianti, so che accetterà.
Se solo non mi fosse piombata addosso quella notizia... se Neville non accettasse quell'impiego, io potrei dirmi felice in tutta onestà...

And he could tell everybody "I did my best"

he could stop self-complaining, but this is the gist
he's good as he is, he's great as he is
but how can I explain?
how can I convince him that he's not to blame?

L'ultima strofa è quasi sussurrata.
La melodia, incerta... la voce roca e sofferente.
Impalpabile, affrettata, fioca.

Poi
uno schianto
di note spezzate.





-------------------------
TRADUZIONE

No, non è così divertente. Quest'uomo ha un'anima aperta al mondo.
E si sente triste per ogni singola persona che non c'è più.
Oscilla tra un'oscura vergogna e l'orgoglio più gelido
ma ora sa a chi appartiene.
Se lui fosse un Auror, o un campione di duelli
invece che un insegnante di Pozioni o di Difesa,
potrebbe dimostrare davanti all'intero mondo magico
di meritare solo un po' di pace e dignità.
E potrebbe dire a tutti di aver fatto del suo meglio,
e smettere di piangersi addosso, ma qui sta il punto...
Lui va bene così com'è. Lui è un grande così com'è.
Ma come posso spiegarglielo?
Come posso convincerlo che non ha alcuna colpa?

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Capitolo 16
*** christmas tears and smiles. welcome professor belby. ***


Rieccomi. E' ricominciata la scuola e non riesco più a scrivere come prima...
Purtroppo, quando provo a mettere giù qualcosa di umoristico, mi blocco. Quindi quando leggete il finale di questo chap non vi aspettate una scena esilarante nel prossimo... immaginatela voi! Ma ci saranno colpi di scena anyway^^
Passiamo ai ringraziamenti.
ladymarie: Ma certo che Dora e Moony resteranno insieme... è stato solo un malinteso. Non preoccuparti. Sai, anch'io un tempo speravo molto nella coppia Neville/Luna, ma dopo aver visto il quarto film (la scena del Ballo, in particolare) sono diventata una Flaming Toad. Poi ci sono dei motivi... diciamo oggettivi perché dovessero finire insieme in questa fic. Nella battaglia con Bellatrix (cap. 7/8) mi sembra di averli espressi chiaramente^^
Feux: A me le filk spuntano nella testa come funghi prataioli. Credo di essere nata con questa fissazione, perché ne scrivevo già alle elementari.
HarryEly: Grazie per i complimenti, blush-blush! Mi dispiace di averlo ucciso. Mi era tremendamente simpatico. Ma ora lo ritroverai in una lettera e in un regalo molto... utile. Il suo spirito aleggerà per sempre in questa fic.
Ino chan: coooome non sei riuscita a visualizzarli? C'è un link perfettamente funzionante nell'intro del capitolo 14... nella parola "questa". Comunque prima di scrivere come la Row credo ce ne passi... e poi a volte il suo stile è un po' noioso. Alcune fic (come le tue) sono scritte meglio dell'originale^^
dunky: davvero ti è dispiaciuto dell'annuncio di Neville? beh, allora avrai da consolarti adesso...

Grazie a tutti! Kisses,

SakiJune



L'atmosfera del salotto è calda e raccolta, la nostra famiglia è riunita sotto l'albero per aprire i regali di Natale. E quelli di nozze, che sono rimasti intatti da più di dieci giorni.
Non c'è stato proprio il tempo, vedete, per pensare a qualcosa di così futile.

- Dumbledore non sa più come fare per convincere Belby. Non vuole proprio saperne di insegnare a Hogwarts. E' una vera catastrofe...

Irma sgranocchia un bastoncino di zucchero, con Trevor in grembo.

- Chi sarebbe questo Belby? - si intromette Dora. Accoccolata vicino al caminetto, si rigira attorno al dito l'anello che le ho regalato, tutta felice.

- Ma come, tesoro, Damocles è una vera e propria celebrità. Andavo a scuola con lui, e devo dire che per un periodo ci siamo anche frequentati. - ribatté vivacemente Andromeda. - Ma è stato prima di conoscerti, Ted...
Mio suocero dà un colpo di tosse e finge di non aver sentito. Lei continua:
- Comunque, a tutt'oggi è il maggior esperto nel suo campo, in tutta l'Inghilterra.

A tutt'oggi. A questo punto. Oramai.
Ci sarebbe una vasta scelta di espressioni adatte all'occasione.

- Ed è l'inventore della Pozione Antilupo. Quindi, una persona a cui devo molto - concludo io.
- Teme che esista una maledizione sulla cattedra di Pozioni, come è successo per Difesa, sai.
Ginny scoppia a ridere.
- Non è divertente, no.

"No it isn't that funny..."

- Se la fa sotto, dice che "è oltremodo sospetto che in cinque anni siano morti due insegnanti". Se non si toglie quest'idea dalla testa, le lezioni non potranno ricominciare...

E come al solito non riesco a stare zitto. Non imparerò mai la lezione.

- ...Ma naturalmente tutto ciò non ti riguarda, Neville.

Ho appena finito di pronunciare quella frase, che me ne sono già pentito. Chi sono io per impedirgli di voltare pagina, di fare la sua vita, chi-accidenti-sono?
Dora e Ginny mi guardano come se avessi detto una bestemmia, ma lui sorride.

- Credo sia ora di dirti qualcosa, papà, prima che tu mi prenda a pugni.
- No... scusa, non intendevo... - balbetto, forse arrossendo.
Si china e mi sussurra una frase all'orecchio. Il mio viso si illumina... gli chiedo di ripetere ad alta voce quello che mi ha appena annunciato...
- Hai capito bene, ho rifiutato quel lavoro, restiamo a vivere qui.

Il mio sollievo è incontenibile: scatto in piedi, afferro una bottiglia sul tavolo e la stappo.
- Dobbiamo festeggiare davvero, accidenti!
- Quando l'avete deciso? - si informa Dora, mentre va a prendere i bicchieri.
Neville allarga le braccia: - Era inevitabile, finché la Sprout piange un giorno sì e l'altro pure, dovrò sostituirla. E forse avrò due classi in via definitiva, anche dopo, intendo. Certo, sapere che il Preside mi dà tutta questa fiducia è un onore per me, e poi accidenti, insegnare è sempre stato il mio sogno... però...

Però non doveva succedere in questo modo.

L'impeto del brindisi svapora in fretta, quasi quanto le bollicine dello spumante.
- Le sono troppo affezionato, non sopporto di vederla così triste! Non sarei tornato nemmeno a casa, se la McGonagall non mi avesse promesso che passeranno le feste insieme.
Ginny gli lancia uno sguardo truce. "Vuoi più bene alla prof che a me?" è il suo significato.
- Ah, a proposito... mi ha detto che il pacco con la carta rossa era da parte loro.

Loro. Pomona e Horace.
Sei giorni d'amore.
Un sentimento puro e senza età, sbocciato tra le note di un pianoforte e il ribollire di un calderone, tra le foglie fruscianti delle serre di Hogwarts e i cappuccini di Madam Puddifoot's.
Merlino, che fantasia ho...
Ma è che mi rendo conto solo ora di quanto la loro storia non fosse affatto una sciocchezza.

Nel pacco c'è lo scrigno che avevo già visto in quella vetrina di Hogsmeade, per cui la Sprout era andata in visibilio e si era fiondata ad acquistare.
"Il cofanetto è per Ginny" dice il biglietto. "La boccetta è per Neville, la lettera invece è per Remus".

- Scusate un attimo - farfuglio, inciampando nel tappeto, quasi volessi far concorrenza a Dora. Chiudo la porta della cucina alle mie spalle e mi siedo prima di alzare il coperchio, trattenendo il respiro. Kreacher sbuca dal suo nascondiglio e segue i miei movimenti; non mi dà fastidio, la sua presenza mi rassicura un poco.
C'è, in effetti, un flaconcino dal tappo dorato, senza nessuna etichetta.
E una busta, che mi precipito ad aprire.



Hogwarts, 8/12/2001

Remus, amico mio,

Quella sera di cinque anni fa, dopo l'attacco dei Mangiamorte, hai rifiutato la mia offerta di trovare un modo per ridare a Neville il suo vero aspetto. Ho ammirato la tua fermezza, certo, ciò nonostante ho deciso di lavorarci su lo stesso, nei ritagli di tempo. E' stato più complesso di quel che credevo, ma sono convinto che possa funzionare... e credo che spetti solamente a lui decidere se bere o meno da questa boccetta.

Scusa per averti parlato così duramente questa mattina. E' solo che mi indispettisce vedere un uomo della tua intelligenza e del tuo valore tormentarsi senza alcun motivo reale. E non dirmi che non ti conosco, no. Da quel giorno in cui hai rifiutato di far parte del club al tuo quinto anno, anche se eri tra i migliori della classe, ho capito che eri un ragazzo con una propria volontà. A te non importa nulla della gloria, della mondanità, di attirare gli sguardi degli altri. A prima vista eravamo così diversi. Eppure...
La paura, l'incertezza della mia posizione tra il bene e il male, una posizione quanto mai scomoda, tutto questo mi ha aiutato a cambiare, a stabilire delle priorità, a liberarmi da tutto ciò che era inutile e superfluo. Ho compreso in tempo che l'ambizione cieca è un veleno peggiore del sangue di basilisco. E negli occhi di una donna semplice e spontanea, nel suo sguardo limpido, ho trovato il paradiso. Una donna che sa piangere senza provarne vergogna. Che ha orrore di mostrarsi appariscente. 'Mona è tutto questo, per me.

Non m'importa di essere vecchio e malato, ho deciso di non sprecare nemmeno un istante, di non guardarmi indietro ed essere grato alla vita per quanto mi ha dato finora. Spero che anche tu rifletta su questo, perché sei ancora tanto giovane e pieno di energie.
Con i miei migliori auguri, e tutto il mio affetto,

il tuo collega

Horace Slughorn



- Padrone Remus? E' diventato triste?
- Sì, Kreacher, ma tu smettila di chiamarmi padrone. Vieni di là in salotto. Ci sono dei regali anche per te.

Mia suocera, un po' brilla, sta spiegando agli altri il suo piano per convincere Belby. Ted brontola ad alta voce, ma i suoi rimbrotti si perdono nell'ilarità generale. Mi siedo tra di loro e prendo Irma in braccio.
Nemmeno lei mi somiglia. E' la copia esatta di Andromeda, con qualcosa di mio padre. Non so se Nev accetterà di bere quella pozione... Ginny potrebbe non essere d'accordo. Ma comincio a pensare che mi farebbe piacere se lo facesse.

- Prima che Dora si ritrovi con i genitori divorziati, è meglio che ci pensi io a risolvere il problema - dico. Dopotutto se continua a rifiutare, oltre a restare tutti senza lavoro, il mese prossimo dovrò chiudermi nella Stamberga, e non ne ho proprio voglia.

- Pensi di riuscire dove ha fallito il grande Albus Dumbledore? Senza avere il fascino da Slytherin tentatrice di mia madre?
- Certamente, amore mio.

Hogwarts non chiuderà, e avremo il miglior insegnante di Pozioni che esista.
A costo di costringerlo con un Imperius... a cui tecnicamente non sono abilitato, però.
Una frase mi torna alla mente.
"Fidati di me... sono un attore nato"
"Anch'io, Horace. Avrai il tuo successore, dovessi pagarlo di tasca mia..."


26 DICEMBRE

Non so nemmeno che faccia abbia. Mentre cerco la sua casa tra i vicoli di uno sperduto paesello della Cornovaglia, cerco di immaginarmelo. Sarà elegante e corpulento com'era Slughorn? O magro e pallido, come Severus? Vabbé, mica tutti i pozionisti si assomigliano. O i professori di Divinazione, se è per questo, o di Difesa... per esempio, non è che io sia uguale a Dolores Umbridge.
Leggo la targhetta:
DAMOCLES BELBY.
La risposta è proprio dietro quella porta, mi pare di capire. Salgo i due gradini, inspiro profondamente...
e suono il campanello.

Mi apre un tizio in pigiama, scarmigliato, con la barba di due giorni. Dietro di lui, un mastino napoletano cerca di sgusciare tra le sue gambe per godersi la libertà.
- Desidera? - mi chiede, sbadigliando vistosamente. - Fila dentro, Sword! Ehm, ci conosciamo?
Decisamente, una faccia senza niente di poetico, di tenebroso o di snob... sembra una persona del tutto normale.
- Mi chiamo Remus John Lupin, insegno Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di Hogwarts, e volevo...
La porta mi si sta per chiudere in faccia, ma riesco a bloccarla. - Per favore. Mi lasci parlare, almeno. Ci ho messo due ore a trovare la sua casa in questo labirinto.
- Humpf. Entri. Tanto non mi farà cambiare idea.

Un'ora dopo siamo nell'ufficio di Dumbledore, e Belby si presenta con i dovuti salamelecchi. Le sue preoccupazioni appartengono al passato. Il Preside mi prende da parte e un po' invidioso mi chiede:
- Dimmi la verità, Remus, come hai fatto a convincerlo?
- Gli ho assicurato che non c'era nessuna maledizione. E non mi ha creduto. Allora gli ho spiegato che la scuola rischiava di chiudere, senza di lui. E ancora non mi ha voluto dar retta... ho tirato in ballo il prestigio di un simile impiego, la gratitudine che avevo nei suoi confronti per aver creato la Pozione Antilupo, sono arrivato a pregarlo quasi in ginocchio... ma niente da fare.
- E allora?
- Allora ho tirato fuori il mio ultimo asso nella manica: l'ho invitato a Grimmauld Place, per Capodanno.
Dumbledore alza le sopracciglia e mi guarda con aria interrogativa:
- Tutto qui?
No che non è tutto qui. Manca un pezzettino. Perché dopo essermi sgolato fino a perdere la voce, mi è bastato nominare mia suocera per vedere i suoi occhi assonnati brillare di gioia. Dopodiché, il resto è passato in secondo piano...

Ora mi resta solo da dirlo a Ted. Eh-ehm.

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Capitolo 17
*** now you look like me. a new generation. ***


1 GENNAIO 2002. ORE 04.30 a.m.


Mi giro e mi rigiro nel letto.
- Che dici, tuo padre si sarà davvero arrabbiato quando le ha fatto il baciamano?
- Mmmmh... la mamma sa come fargli dimenticare queste sciocchezze...
- L'ho fatto per il bene della scuola.
- Lo SO, Remus. Lasciami dormire.

Nello stesso momento, nei sotterranei di Hogwarts, Damocles Belby ispeziona le boccette sugli scaffali del suo nuovo ufficio. Non c'è niente da fare, quello è il suo mondo. Le paranoie appartengono al passato; il sorriso di Andromeda le ha spazzate via come fa il vento con le nuvole.
Non che sia sua intenzione rovinare il matrimonio dei miei suoceri, niente del genere. Però rivederla gli ha fatto un gran bene.

Tra pochi giorni, a metà anno scolastico, Neville dovrà prendere le redini della cattedra di Erbologia. Anche se sarà una situazione temporanea, capisco il suo nervosismo. Da semplice tirocinante si ritrova sette classi sulle spalle, inclusa quella che si sta preparando per i M.A.G.O., eppure non osa chiedere a Dumbledore di assumere qualcun altro. Teme che, se lo facesse, la Sprout non potrebbe riavere il suo impiego una volta superato il suo lutto. E Neville non può neanche immaginare Hogwarts senza di lei. Come posso dargli torto? Gli ha fatto da madre durante tutto il suo percorso scolastico, si può dire.

Quando io ero lontano.
Quando Barty Crouch lo terrorizzava. Quando Severus gli ripeteva che era uno stupido, un incapace, una nullità.
Dov'ero allora? In quali tristi e inconcludenti pensieri stavo immerso, in quale prigione interiore mi dibattevo, quando aveva bisogno di me?
Quell'intervallo di anni ha un sapore di vuoto nei miei ricordi.
Che immenso spreco di tempo.



6 GENNAIO


- Non mi guardi dall'alto in basso, Lupin, mi dà sui nervi.

La sala insegnanti è semideserta, e Flitwick non mi è affatto di compagnia. Mi ispira battute poco piacevoli: "E' che non posso farne a meno, caro collega, è un fatto fisiologico" mi verrebbe da dire, ma balbetto delle scuse generiche.

- Però non la facevo così permaloso. Non ha passato delle buone vacanze?
Lui fa una smorfia: - Vacanze? E chi ne ha viste? Diggory mi ha messo al lavoro per rinnovare le protezioni magiche giù al Ministero, come se ce ne fosse stato bisogno! "Mi fido solo di lei, non mi deluda"... come se non avesse potuto chiederlo a Dumbledore!

Devo fare un grosso sforzo per trattenermi dal ridere.
- E' già tanto se mi ha lasciato venir via per il funerale. A proposito, che ne pensa del professor Belby? Le sembra un tipo, come dire, con le carte in regola?
- Sono sicuro che sia perfettamente all'altezza del suo ruolo... - mi scappa detto, e nell'istante successivo mi rendo conto di aver usato un'espressione infelice.
- Ehm... mi scusi...
Flitwick sta per mandarmi a quel paese, ma in quel momento Neville entra nella stanza.
E le lacrime mi si affacciano agli occhi.
La mano mi trema mentre la porto alla bocca per mascherare almeno un poco la mia sorpresa. E piango, piango di gioia.

- Che cos'ha combinato, Longbottom, si è tinto i capelli? Ah, questi giovani...
- No, professor Flitwick, questo è il mio colore naturale. - lo rimbecca Neville, senza tuttavia un tono eccessivamente irrispettoso. - Sei contento, papà?

Lo afferro per le spalle fissandolo negli occhi. E' bellissimo quello che vedo, quelle iridi ambrate identiche alle mie, il legame del sangue che si svela al mondo intero, è la felicità, è quello che aspettavo.
Non mentivo, no, quando dicevo che non era importante che mi somigliasse... che lo amavo ugualmente... però adesso quel sogno impossibile è una realtà.

- Hai preso quella pozione... è straordinario...
- Bé, ne ho parlato con Ginny, è stata d'accordo e ho deciso di non gettare al vento il lavoro di Slughorn. Se veramente ci ha messo cinque anni a prepararla, non usarla sarebbe stato un insulto alla sua memoria.

- Sono completamente d'accordo - La voce della McGonagall ci riscuote dalla nostra intimità familiare. - Ora però sarebbe meglio non far aspettare i ragazzi, non trovate?

Va bene, sono in tremendo ritardo per la lezione. Ma non me ne importa nulla. Quando i miei studenti vedranno l'espressione di felicità che ho stampata in viso, sapranno ben perdonarmi.
Perché oggi ho una grande verità da rivelare loro.

- Esiste una creatura oscura che non troverete sul vostro libro di testo. Essa si annida nel vostro animo e cresce portandovi via la speranza, la gioia di vivere, la fiducia in voi stessi. In questo è simile ai Dissennatori, ma è molto più subdola nel suo operato. Non ha un solo nome e non c'è magia che possa sconfiggerla, sapete. Ci vuole tanta, tanta forza di volontà e il sostegno delle persone che vi amano per farla tacere e tornare a sorridere.
Io credo di averla scacciata per sempre dalla mia vita.




///////////////////////////////////////////

FOURTEEN YEARS LATER


In uno scompartimento del treno per Hogwarts sedeva un gruppetto piuttosto eterogeneo.
Un ragazzo del terzo anno, dai capelli crespi e spettinati, leggeva una rivista al contrario, fischiettando così forte che gli altri si dovettero trattenere dal lanciargli un incantesimo per farlo smettere.
- Ho sonno, Potter, finiscila - sbadigliò una sua compagna, esasperata. Era carina, bionda e snella, ma il ragazzo non la degnava di uno sguardo. - Com'è che non somigli per niente a tuo padre?
- Io somiglio a mio nonno, e ne vado fiero - sbottò l'altro. - E non chiamarmi Potter. Ho un nome di battesimo, per la miseria! Ti insegno a compitarlo, Lisette?
- Si-rius Xe-no-phi-lius Pot-ter. Bleeeh! - gli fece la linguaccia la giovane Weasley. E rivolgendosi al cugino, che le stava a fianco, continuò: - Hai mai letto il giornale di sua madre, Reg? - Si chinò a sondare il suo sguardo. - Che c'è, sei nervoso?
L'altro alzò le spalle. Certo che era nervoso, era il suo primo anno. Si sarebbe ritrovato suo padre e suo nonno come insegnanti e sua zia come Caposcuola. Si consolò con una manciata di caramelle, ma i gusti erano uno peggiore dell'altro.
"Vorrei tornare a casa, con Kreacher" pensò. "Ma ho promesso a nonno Remus di essere coraggioso... e magari finisco a Gryffindor". In quel momento si schiuse la porta e una ragazza alta, dai capelli scuri e mossi, sbirciò dentro.
- Reg, non rimpinzarti di dolci. Devi essere smistato stasera, non ricoverato in infermeria, se possibile.
- Sì, zia Irma... - sbuffò lui.
- E voi, Potter, Weasley, fate troppo chiasso. Tra poco arriviamo, indossate le divise - e sparì.
- E' già un tormento a casa... - mormorò Reg quando fu sicuro che non poteva più sentirlo. - Non credo che la sopporterò a lungo... e poi so già che mio padre sarà severissimo con me. Quest' estate, senza volerlo, ho ucciso la sua preziosissima piantina!
La cugina tacque per educazione, ma Sirius sembrava divertirsi un mucchio a quel racconto. - Beh, tu non ci crederai, ma è uno dei pochi insegnanti che mi sta simpatico. Mi spiace che da quest'anno ci toccherà quella piagnucolona.
Lisette sembrò contrariata alle parole del compagno: - Non parlare male della mia Direttrice, brutto Ravenclaw! Lei soffre per amore. C'est très romantique...
Sirius le fece notare che il tizio per cui la prof si struggeva era morto prima che nascessero, ma lei insistette nel dimostrare la sua ammirazione per tanta costanza.

- Scusate, c'è posto? - La porta si era aperta di nuovo. Una figuretta aggraziata, dai capelli talmente chiari da sembrare bianchi, si affacciò nello scompartimento.
- Prego, prego - balbettò Reg, arrossendo e abbassando lo sguardo. Era semplicemente un angelo, una creatura perfetta, una...
- Una futura Slytherin. Sei Viola Malfoy, non è vero? - commentò Lisette, senza disprezzo nella voce, ma anche senza eccessiva cordialità.
La nuova arrivata annuì. Di certo si aspettava che sarebbe stata etichettata immediatamente.
- Io sono Lisette Weasley, e lui è mio cugino, Regulus Longbottom. Quello... beh, quello è Potter, ma non farci caso. Hai già la divisa? Dobbiamo metterla, tra poco scendiamo.

- Hai un bel nome - disse Viola mentre attraversavano il lago. Anche la sua voce era bellissima... - Apparteneva a qualcuno della famiglia Black, non è vero? Mia nonna è una Black, e mi ha raccontato parecchie cose...
- Davvero? Anche il mio padrino lo è. E' lui che ha scelto il mio nome. A prima vista può sembrare un po' strano, ma è un tipo a posto - disse, parlando un po' tra sé.
Viola strabuzzò gli occhi. - Ma non esiste nessun uomo con quel cognome da tanti anni! A chi ti riferisci?
- A Kreacher Black, beh... più che un uomo è un elfo, ma sono orgoglioso di essere il suo figlioccio.
Lei si sentì svenire, ma temeva di cascare nell'acqua, così arrischiò un'altra domanda:
- Non posso sperare che tu sia un purosangue, vero?
Reg decise di stupirla per bene. Cominciò a enumerare sulle dita: - Mio nonno è un lupo mannaro, sua moglie è una Metamorfomagus e abbiamo due televisori in casa che trasmettono continuamente programmi Babbani. Se vuoi farti degli amici, togliti quelle sciocchezze dalla testa, Viola. Non portano da nessuna parte.
SPLASH!
Le porse la mano per aiutarla a risalire sulla barca, e lei si trovò obbligata a lasciarsi aiutare.

- Ehm, grazie, Regulus. - mormorò quando furono a terra, tremando un pochino. I capelli gocciolanti le ricadevano sul viso mascherando la sua espressione.
- Non c'è di che.
- Dimentica quello che ti ho detto, per favore. - lo pregò, trattenendolo per la manica. - Mio padre ha le sue idee, e io a volte...
Lui sorrise. - Non sono arrabbiato. E poi ehi, oggi è dura per tutti. Vuoi davvero finire a Slytherin?
Viola scosse la testa. - La elle viene prima della emme. Chiederò al Cappello di smistarmi dove vai tu. Per adesso mi basta asciugarmi al più presto...


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La mia vita, che consideravo maledetta, ha dato frutti. E fiori. E foglie. La mia famiglia è un albero rigoglioso che si nutre d'amore mentre lo dona.
L'amore di chi ha vissuto prima di noi, di chi ci sta accanto ora, di chi deve ancora venire.

Nymphadora Lupin. Oops, Dora e basta. Mia moglie, l'eterna ragazzina con indosso la maglietta di un gruppo rock e i capelli di un colore sempre diverso.
Neville. Quella sua timidezza che si è trasformata in coraggio e coerenza.
La sua Ginny, giocatrice professionista di Quidditch e unica in casa a saper cucinare.
Irma. Glaciale e inflessibile, quando è a Hogwarts, ma tenerissima con sua madre.
E poi c'è il nostro piccolo Reg. Mi ha promesso che farà di tutto per rendere orgogliosi me e nonno Arthur. E si è fatto un punto d'onore di difendere i diritti di eguaglianza e pari dignità tra gli studenti...
(da chi avrà imparato queste espressioni, poi? Non certo dal suo padrino)

Comincia bene, prendendosi una cotta per quella Malfoy.

Oppure no, chi può dirlo?
Chi dei due imparerà a guardare il mondo con gli occhi dell'altro?
Hanno tempo. Hanno tutto il tempo davanti.
Restiamo ad aspettare.




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Grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia finora. Dalla metà del capitolo inizia la terza parte, ma non so quanto andrò avanti. Ma dico io... credevo di arrivare al massimo al quinto-sesto capitolo e invece!
Potrei dire che si sia scritta da sola!
Passiamo ai ringraziamenti singoli:
HarryEly: ho intenzione di fondare il World Slughorn Fund. Seriamente! Farlo morire nelle fic secondo me aumenta la simpatia nei suoi confronti...
Ino chan: non preoccuparti per Ted e 'Dromeda, non si lasceranno!! Belby ha solo un'infatuazione che si trascina dai tempi della scuola, niente di preoccupante.
dunky: in realtà Belby si preoccupa per nulla. Non tiene conto nelle sue paranoie di due fatti oggettivi: 1) Snape, quando è stato ucciso da Bella, era già diventato l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, siccome era il sesto anno di Harry; 2) Horace era decisamente anziano ed era malato da tempo, anche se si dava alla pazza gioia con la sua "Head of Hufflepuff". Quindi non esiste nessuna maledizione, solo una brutta coincidenza^^
Feux: non hai voluto sapere nulla, in chat, eh? Hai fatto bene! Perché ora starai a bocca aperta per lo stupore!

Grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti!! Fatevi sentire!!!

SakiJune

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Capitolo 18
*** please don't look like me. the traitor's son. ***


HarryEly, Feux, Ino chan, ladymarie, dunky... ciriciaooo! *Saki si trasforma in Arale!*
Rieccomi. Mi dispiace molto se qualcuno ha pensato che la fic finisse con lo scorso capitolo. Forse lo si sperava^_^
E invece la musa continua a venirmi a trovare regolarmente...
Questa terza parte della storia è abbastanza diversa, anche come stile, credo. Avrei voluto postarla altrove, ma ho preferito non rischiare di perdere lettori (siete già pochini). Il suo leit-motiv è ora completamente rovesciato. A dire il vero ho un po' paura a postare questi nuovi capitoli ora, perché non ho ancora ben delineato la trama e potrei dover apportare modifiche a ritroso... spero di non essere costretta a farlo.
Spero vi affezionerete a Parker e ai suoi amici... ma non troppo perché mi conoscete, e lo sapete che prima o poi farò schiattare qualcuno!

Saki


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QUALCHE MESE PRIMA

In una città il cui nome non ha importanza, la campana della scuola elementare suonò la fine delle lezioni per quell'anno scolastico. I bambini salutarono per l'ultima volta la giovane maestra e sciamarono per il cortile cercando con gli occhi i genitori che erano venuti a prenderli. Solo uno di loro non corse con impazienza, ma si mosse lentamente fino al cancello, a testa bassa.
Un uomo lo attendeva, appoggiato al muro del palazzo di fronte, masticando ininterrottamente un legnetto di liquirizia. Le narici fremevano, come per un tic nervoso, che si estendeva a tutto il viso. Il suo aspetto era piuttosto sgradevole. Portava una giacchetta sdrucita e un paio di vecchi guanti, nonostante il caldo di giugno.
- Grazie di essere venuto, papà - sussurrò il bambino, con una nota di timore nella voce.
- Sgrunt - fu la risposta. - E' arrivata una lettera per te, oggi.
Una lettera? Cosa poteva aver combinato? Il pensiero di una buona notizia non gli sfiorò nemmeno la mente.
- Finalmente mi libero di te. Vediamo cosa combinerai, a Hogwarts.
Che cos'era Hogwarts? Un collegio per bambini cattivi? Una prigione?
- Non mandarmi via... ti prego papà, farò il bravo...
L'uomo si fermò ad un angolo della strada e scoppiò in una lugubre risata. - Tutti quelli come noi vanno a Hogwarts, alla tua età.
- Co-come NOI? - balbettò lui. - E che cosa siamo?
Aveva sempre saputo che la sua era una famiglia diversa. I suoi compagni avevano anche una mamma, per esempio. Una casa pulita e accogliente. Vestiti nuovi o comunque rammendati. Ma soprattutto nessuno dei suoi amici faceva scoppiare il lampadario quando era arrabbiato, nessuno faceva sbattere le finestre con il pensiero, e mai avrebbe potuto parlare con loro di queste stranezze.
Lui e suo padre erano qualcos'altro.
E alla luce di questa novità, ora avrebbe scoperto che cosa.
- Siamo dei mostri, papà? Degli alieni?
- Io - dichiarò l'uomo - Io sono un mostro. Tu sei soltanto un mago, Parky.

Durante quell'estate, suo padre subì una trasformazione abissale. Era sempre stato rude e silenzioso, frugale nelle sue abitudini. Ora lo sorprendeva sempre più spesso a bere e a piangere. Sentiva il suo sguardo fisso su di lui, nei momenti più impensati, quasi volesse imprimersi nella mente la sua figura.
"Sei triste? Non è vero, quindi, che non vedi l'ora che me ne vada?" avrebbe voluto chiedergli, ma non osava.

Il primo settembre lo accompagnò a King's Cross e gli spiegò come raggiungere il Binario. Era esterrefatto, ma gli credette... se era in grado di rompere una lampadina senza toccarla, forse poteva anche attraversare una colonna.
- Leggilo quando sei sul treno. Non prima, è chiaro?
Gli aveva infilato una lettera in tasca.
- Addio, figliolo. Se ti fai degli amici là...
- Che cosa?
- Non tradirli, Parky, non tradire mai...
Con un ultimo triste fremito del viso, era sparito alla sua vista.

- Arrivederci, papà... - mormorò. Ma erano parole inutili. Rabbrividì alla sensazione che non l'avrebbe rivisto mai più.
E si sentì in colpa avvertendo che quel vuoto era anche un sollievo.


Mio amatissimo figlio,
ti sorprenderà sentirti chiamare così, da me che non ti ho mai detto che ti voglio bene.
Ma a cosa sarebbe servito lasciare che ti affezionassi a me? Le nostre strade si sarebbero comunque divise.
Non puoi immaginare quanto la tua vita cambierà da oggi in poi, nel bene e nel male. Ma se non seguirai le mie orme, non avrai nulla da temere.

E' così, Parky, ti daranno tante regole, e tu rispettale, ma non dimenticare la più importante: sii diverso da me come il bianco è diverso dal nero. La favola dei quattro amici della foresta, la rammenti? Non deve ripetersi nella realtà.
La tua vera esistenza comincia oggi, e non include me. Lascia che tutto ciò che mi riguarda sfumi fino a scomparire.
Resterà la tua vera identità, la luce del tuo cuore.
Quella luce che io ho spento tanti, tanti anni fa.
Ti abbraccio.
Tuo padre


Parker posò la mano sul vetro del finestrino. Chiuse gli occhi... e sotto le palpebre una luce verdastra lo fece sobbalzare. Sentiva che in quel momento ogni legame con il mondo in cui aveva vissuto finora era spezzato per sempre...

Rimaneva solo quella vecchia favola.
Cane, lupo, cervo, topo.
Il topo e il serpente.
Un cerbiatto rimasto solo. Come Bambi. Come...

- Il topo tradì i suoi amici. Disse al serpente dov'era la tana del cervo... - si ripeté a bassa voce, come per cullarsi in un sonno che non tardò a venire. Una lacrima scese, inavvertita, sulla sua guancia.


//////////////////////////////////////////////////////////////////////


Quell'originalaccio di Sirius Potter, appena entrato nella Sala, era andato a sedersi al tavolo dei Ravenclaw, mentre Lisette aveva raggiunto le sue amiche di Hufflepuff, così come Irma, ma quest'ultima aveva scelto una postazione strategica per controllare tutti e quattro i tavoli.
Reg aspettava di farsi smistare, mentre un poco di nervosismo tornava ad assillarlo... e poi c'era Viola vicino a lui, con i capelli asciutti ma ancora quell'espressione di scuse sul visino, e temette di non riuscire a distogliere gli occhi da lei...
Parker riconobbe la ragazzina. Aveva assistito alla scena della caduta nel lago, dalla barca dietro la sua, e doveva ammettere che era stato uno spettacolo piuttosto buffo.
Ma l'aveva anche rattristato, alla luce di quella strana lettera di suo padre. "Se fossi scivolato io nell'acqua, chi avrebbe allungato la mano per salvarmi? C'è qualcuno che può volermi bene, qui?" non poté fare a meno di chiedersi.

- Studenti di Hogwarts vecchi e nuovi, vi porgo il mio più sincero benvenuto... o bentornato!
Un ridacchiare generale.
- Siccome vedo delle faccine affamate, ritengo giusto procedere immediatamente con lo smistamento, e poi potremo goderci la cena. Per chi non mi conoscesse ancora, il mio nome é Albus Dumbledore, e sono il Preside di questa scuola.
L'applauso fu unanime. La professoressa McGonagall mise il Cappello Parlante sullo sgabello e iniziò a scandire i nomi dei nuovi arrivati.
- Puoi dirmi di che si tratta? - chiese Parker al ragazzino che gli stava accanto.
- Sei figlio di Babbani, vero? - fece l'altro.
Lui pensò che fosse una parolaccia.
- Allora te lo spiego. Ci sono quattro Case a Hogwarts, e dobbiamo essere assegnati a una di queste. Mio padre è stato a Gryffindor, e anche i miei nonni e tutti i miei zii, sarebbe una gran cosa se ci finissi anch'io...

I quattro animali nati sotto il segno del Grifone si promisero amicizia eterna... ma il topo era troppo vile per prestare fede a quel giuramento...

Il suo vicino era così entusiasta che per un attimo aveva accarezzato la speranza di essere smistato anche lui in questa Casa. Ma le parole della favola, che l'aveva accompagnato per tutta l'infanzia, erano ritornate nella sua mente come un ammonimento.

- Longbottom, Regulus!

L'aveva visto correre come un fulmine a sedersi sullo sgabello, da dove aveva lanciato un'occhiata alla "ragazzina del lago".

- Non mi sembra ci siano dubbi, vero? Solo una curiosità: quel nome cosa sta a significare?
"Che tutti meritano il perdono, specialmente se hanno subito le conseguenze di una decisione sbagliata..."
- Gryffindor, senza altri indugi... avevo visto giusto!

Viola batteva il piede sul pavimento, mentre seguiva con lo sguardo la traiettoria di Reg verso il tavolo della sua Casa. Se era davvero possibile influenzare la scelta del Cappello, allora...

- Malfoy, Viola!
Ecco, toccava a lei. Doveva pensare intensamente a quello che desiderava, prima di indossarlo, così...
- Malfoy, eh? Non ci sarebbe bisogno di chiedertelo.
"Ti prego, voglio andare con Reg. Ti prego, lui è stato gentile con me..."
- Anche a Slytherin saranno gentili. E sono tutti purosangue come te.
"Ma non mi insegneranno niente che i miei genitori non mi abbiano già ripetuto mille volte..."
- Giusta osservazione. Sei senza dubbio un tipo coraggioso. E va bene, Gryffindor!


- Pettigrew, Parker!
Toccava a lui.
Il sudore gli imperlò la fronte, le mani gli tremavano.
A passi incerti raggiunse lo sgabello e... un brusio si levò dal tavolo degli insegnanti.
La voce del Preside reclamò il silenzio, e il suo volto si era fatto severo.
- Oooh... - fece il Cappello non appena si fu posato sulla sua testa. - Che dovrei fare? Non mi sono mai trovato in un tale imbarazzo. Mostrami la tua natura, affinché io non possa sbagliare di nuovo...
"Io non lo so. Non so niente di niente..."
- Non sei ambizioso, non aspiri alla cultura, e la lealtà non sembra appartenere alla tua stirpe.

Topo, perché hai fatto questo? domandò il cane. Io mi fidavo di te!


"Io non sono il topo. Non voglio fare del male."

- La paura fa compiere azioni orribili, e poi non si può tornare indietro. Pensaci. Vuoi che la storia si ripeta? Dovrei sperare che la nobiltà d'animo cresca in te attingendo luce da chi ti sta intorno?

"Penso che sia una bella cosa, no?" gli fu spontaneo pensare.

- Feci lo stesso con tuo padre, gli diedi fiducia. E me ne pentii amaramente. Perché la luce può nascere dalla tenebra, ma non dall'ombra. Ma non saprei in ogni caso dove altro collocarti... perciò...
GRYFFINDOR!


Non gli piaceva la biblioteca. Trovava che avesse un'atmosfera soffocante. Ma la signora Weasley era a dir poco bellissima.
- Non guardare zia Hermione in quel modo, tu! - lo avvertì una studentessa più grande di lui, che gli stava seduta dietro. - Suo marito è un Auror.
Che cos'era un Auror? Una specie di orco? O un mago oscuro, come quelli di cui aveva parlato il professor Binns a Storia della Magia?
C'erano tantissime cose che non capiva. Si rituffò a scrivere, cercando di non pensare a suo padre, alla favola, alla sensazione avuta sul treno, alle strane parole della lettera e del Cappello. Perché se cercava di unire tutte questi particolari, riusciva ad immaginare solo orrore.

Sperava di diventare amico di Regulus, della ragazzina del lago, di tutti i suoi compagni di Casa. Ma in quale modo avrebbe mai potuto tradirli? Che cos'era l'ombra, che cosa significava?

Il topo trotterellava dietro ai suoi amici, seguendoli in tutte le loro avventure. Il lupo era saggio e prudente, il cane era impulsivo, il cervo un poco dispettoso... ma avevano un cuore d'oro...

Restare nell'ombra. Passività, mancanza di personalità. Ecco che cos'era.
Ma se il Cappello conosceva la favola...

Basta. Non doveva più stare a rimurginarci, doveva provare a concentrarsi sul compito...


- Che faccia sofferente - fece Sirius, piantandosi proprio davanti a lui mentre andava a consegnare il tema. - Ti ci metti d'impegno, eh?
- Mollalo, Potter - gli ordinò Lisette.
Trentasei centimetri... sicuramente non erano abbastanza, ma non riusciva a fare di più. Si alzò e si avvicinò alla professoressa McGonagall.
- Signora Direttrice...
- Sì, Parker? - Non era una persona dolce, all'apparenza, ma la sua severità gli era in qualche modo familiare. Non lo imbarazzava.
- Lo so che è troppo corto, e credo di aver fatto degli errori, però...
- Vai pure, non preoccuparti. Sono sicura che hai fatto del tuo meglio.
Temette di sentirsi dire "mi ricordi tuo padre, sai?", ma ciò non avvenne. Seguì il gruppetto dei Gryffindor, sperando di attaccare bottone sulla strada per la Torre...

"Il topo si comportava proprio così."

Rimase un po' indietro, spaventato da quelle coincidenze. Ad un tratto, Regulus si voltò e gli sorrise. - Te ne stai sempre da solo, tu! Non ti annoi?

Una battaglia si scatenò nel suo animo. E il desiderio di affetto e di compagnia vinse.

- Io... sì, mi annoio. Alla scuola dove andavo prima avevo degli amici, ma qui...
- Qui, anche! - rispose Viola. - Siamo nella stessa Casa, staremo insieme sette anni!
Regulus lo mise a suo agio. - Ti chiami Parker, non è vero? Non devi stare giù, siamo solo all'inizio. Guarda, quello che se ne cammina avanti con la testa tra le nuvole è mio cugino Nedzad. E' arrivato dalla Romania l'anno scorso, anche lui era un po' spaesato all'inizio. Che ti diceva Potter, prima?
- Lui, beh, si preoccupava perché sembrava che stessi male. Ha consegnato un tema che sarà stato sui duecento centimetri...
Reg gli spiegò che era normale che quelli del terzo anno avessero compiti più difficili, e comunque i Ravenclaw erano dei secchioni di natura.
- Puoi spiegarmi che cos'è un Auror?
- Un cacciatore di maghi oscuri. Come i poliziotti del mondo Babbano, ma è un lavoro ancora più rischioso e complicato...
- Babbano? Vuoi dire il mondo... normale?
- Normale! La magia è una cosa normale. Ma per te è diverso, vero?
- Mio padre è... era... un mago. Ma me l'ha detto solo prima che venissi qui.
Era una cosa incredibile, ma cercarono di non mostrare troppo stupore.

Mi incontrarono sulle scale. Mi irrigidii, cercando di non guardarli in faccia, limitandomi a salutare con un cenno del capo.
- Nonno, che hai? Hai litigato con qualcuno? - Reg si sporse dalla balaustra, per farsi sentire, ma non risposi.
- Il professor Lupin è tuo nonno? - chiese Parker. - Che forte! Mi piace molto come insegna, è una persona gentile.
- Stasera fa il maleducato però... chissà che gli è preso.
- Non ti guarda mai negli occhi, Parky. Posso chiamarti così, vero? - disse Viola.
Era proprio come lo chiamava suo padre. Ma non voleva essere scortese e annuì.
- Forse gli ricordi qualcuno - azzardò Reg. - Porca miseria...
Erano davanti al ritratto della Signora Grassa.
- Ho dimenticato la parola d'ordine!
- Specialis Revelio - disse Nedzad, e ridacchiò compiaciuto della sua memoria. - Il quadro li lasciò entrare. - Facile da rimanere in testa. Incantesimo che Flitwick insegnato ieri. Zio Ron dire sempre anche tuo padre dimenticare ogni volta.
Reg ci rimase un po' male, ma non lo diede a vedere e sbadigliò vistosamente, affermando che aveva sonno, e salì nel dormitorio maschile.
- Ned, ci fai un disegno? - chiese Viola, facendo gli occhioni dolci. La settimana prima gli aveva visto eseguire lo schizzo di un drago spaventoso, colorandolo magicamente.
- Cosa volere che faccio, bella?
Viola arrossì. Sembrava timido, ma a volte era molto diretto. Forse perché non era abituato a parlare inglese...
- Un ritratto di Regulus - gli disse all'orecchio.

Tracciò le linee del volto, i lineamenti delicati, colorò con la bacchetta i capelli biondo-rossicci e gli occhi color miele. Era abbastanza lusinghiero. Glielo consegnò, sorridendo, ma si rodeva dentro. Non perché lui e Reg fossero in competizione... Viola era troppo piccola per lui, però, in generale...
Mentre lei correva verso le scale che portavano al dormitorio delle ragazze, andò a guardarsi allo specchio.
- Io brutto, Parker. Ragazze non piacere brutto come me.
- Consoliamoci, siamo in due.
- A te piacere Viola?
Parker provò ad esprimere i suoi sentimenti. - A me piace tutto quello che conosco qui... è cento, mille volte più interessante della vita che facevo prima. Non m'importa di conquistare una ragazza, adesso. Credo che avere degli amici sia il massimo. Vedi, io non penso di essere brutto, Ned... ma la mia faccia ha lo stesso qualcosa che non va. O il mio nome, o il passato della mia famiglia. Conosci la storia dei quattro animali della foresta?
Nedzad scosse il capo. - Storie di draghi, leggende, io sapere tutto. Ma non capire cosa essere questa favola. Tu dire?
Per quanto fosse doloroso, Parker gli raccontò la favola che suo padre gli aveva ripetuto quasi tutte le sere, da quando era piccolissimo.

... il serpente fu ucciso dal cerbiatto, che era cresciuto e voleva vendicare il cervo suo padre e il cane suo amico. Il topo fuggì e si nascose per il resto della sua vita, colmo di vergogna per le sue azioni crudeli e la sua vigliaccheria...

- Vedi, Ned, credo che il topo fosse mio padre. E se è così, io non voglio essere come lui.
Nedzad alzò gli occhi e provò a pensarci su. - Vediamo... Potter essere come sua madre che scrive cavolate su rivista. Però Caposcuola, zia di Reg, non somigliare a nessuno. Viso di angelo, ma grande rompiscatole...
A Parker venne da ridere, liberandosi per un attimo dai brutti ricordi.
- Scegliere di diventare cosa vuoi. Non pensare cose tristi.

*****************

- Peter Pettigrew si è suicidato, nella sua casa di Hereford, il giorno dell'arrivo degli studenti a Hogwarts - mi aveva informato Dumbledore. - Non essere severo con suo figlio, Remus, ti prego.
Non era mia intenzione trattare male Parker. Ma non mi si poteva nemmeno chiedere di sorridergli o peggio... parlarci insieme...
Mi faceva paura quel ragazzo, e non ero di certo fiero di questi miei sentimenti. Ma non potevo fare a meno di rabbrividire quando incrociavo il suo sguardo in aula o in giro per la scuola...
- Irma ha preso sul serio il suo incarico, a quanto vedo. Non abbiamo mai avuto un Caposcuola così feroce. Soltanto Belby sembra idolatrarla...
"Feroce? La bimba che saltellava sulle ginocchia di Nymphadora, con i suoi boccoli scuri e la boccuccia a cuore?"
- Le dirò di essere meno intransigente. C'è altro, Albus?
- Tuo nipote e la piccola Malfoy... - ghignò, allungando la mano verso la ciotola di limoni canditi. - Che ne pensi?
Io non penso niente. Non la considero un pericolo, e poi sta a Neville recriminare sulle sue amicizie, al limite. E' questo Parker che mi preoccupa.
- Remus, Remus! Ti conosco troppo bene. - Avevo dimenticato che Dumbledore era un Legilimens eccezionale. - Tu non odi quel ragazzo, nemmeno un briciolo.

How can I convince him that he's not to blame?

Merlino santo, da dove saltava fuori il verso di quella canzone?
Perché doveva essere sempre il ricordo di un vecchio Slytherin a riportarmi sulla retta via?
Come avevo imparato a dominare i sensi di colpa, così dovevo fare con il rancore.
E alla lezione successiva, dopo aver rivolto una domanda alla classe, scoprii di provare soddisfazione quando Parker alzò la mano per rispondere.
E sostenni il suo sguardo, che non era affatto terribile.
Non era nient'altro che un ragazzo solo. Un orfano, trapiantato in un mondo a lui sconosciuto, che chiedeva soltanto di essere amato.

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Capitolo 19
*** the new trio. little love battles. ***


Un enorme abbraccio alle mie commentatrici storiche e alla nuova arrivata lyrapotter; continuo a constatare che il mio "omicidio" è stato alquanto impopolare, e sono contenta proprio per questo. Vuol dire che ero riuscita a farvelo amare! Ora, è facile suscitare la commozione "ammazzando" Harry Potter o Ron Weasley, ma se sono riuscita a farvi dispiacere per Slughorn devo averlo caratterizzato in modo abbastanza efficace!
Schemino per dunky:
Irma è figlia di Remus e Tonks, e figlioccia di Hermione.
Regulus è figlio di Neville e Ginny, il suo padrino è Kreacher...
Lisette è la primogenita di Bill e Fleur e suo cugino Nedzad è figlio di Charlie. Il nome non è propriamente rumeno, anzi, è la forma slava di un nome arabo, ma mi piaceva un sacco... come il ragazzo che conosco e che lo porta^^
Sirius X. Potter era nella pancia di Luna qualche capitolo fa, ricordate? Poi... ah, sì, la madre di Viola Malfoy è sicuramente Pansy Parkinson, come forse si può intuire. Ma è un dettaglio senza importanza...

SakiJune





Un mormorio si levò tra i Gryffindor, nella Sala Grande.
La piccola Malfoy aveva ricevuto una Strillettera!
- Aprila, presto! Altrimenti sarà peggio per tutti... - suggerì qualcuno.

"Viola, siamo molto delusi da te. Come hai potuto non essere stata smistata a Slytherin? E cosa significa che "ti sei fatta degli amici nella tua Casa"? Il Cappello ha commesso un errore, ma puoi rimediare frequentando persone degne. Vedi di non darci ulteriori preoccupazioni!"

Silenzio. Dagli altri tavoli giungevano risatine. - Beh, Viola... - azzardò Parker. - Io la prenderei come un segno positivo.
- Cosa c'è di positivo, sentiamo...
- Vuol dire che non sei come i tuoi genitori. - disse lui piano, quasi spaventato dalle sue stesse parole. - Che sei te stessa.
Viola sorrise con gratitudine. Da quando era a Hogwarts non aveva più pronunciato termini come "sanguesporco" e "Babbani schifosi", che erano usuali a Malfoy Manor. Quasi che la caduta nel lago avesse lavato via la sua vecchia identità. O era stato Regulus? Erano stati i suoi occhi sinceri, la sua dolce fermezza nel mostrarle come comportarsi.
E ora scopriva che anche Parker aderiva a quella filosofia. Nonostante si fosse ritrovato all'improvviso in una situazione triste e non ancora molto chiara, riusciva anche a pensare agli altri, era straordinario...
Non erano nemmeno tre mesi che la scuola era iniziata, eppure il cambiamento si faceva già sentire. Restare insieme li rafforzava, e ognuno di loro sentiva che non poteva fare a meno degli altri due.
Ormai erano inseparabili.
Erano il nuovo Trio di Gryffindor.

Se Harry Potter, che non aveva più interessi al di fuori della redazione del Cavillo, o Ron Weasley, Auror nel fulgore della sua carriera, li avessero visti insieme, chissà quale nostalgia li avrebbe afferrati. E quale preoccupazione, forse. Ma di loro, soltanto Hermione ebbe la fortuna di assistere alla nascita di quel legame. Li osservava. Era evidente che Parker non era un bambino maledetto. Ma prima o poi qualcuno, quando avrebbe saputo della sua esistenza, l'avrebbe considerato tale, trasferendo su di lui il rancore che provava per Peter - che in un ultimo gesto di vigliaccheria si era ancora una volta sottratto al giudizio del mondo.
Com'era strana, la vita. Se tanti anni prima Crookshanks, il suo gatto, avesse davvero fatto fuori "Scabbers"... ecco, certamente Voldemort avrebbe impiegato più tempo a tornare, ma d'altra parte, non soltanto Parker non sarebbe mai nato: la verità stessa non sarebbe stata ristabilita, il nome di Sirius Black sarebbe rimasto infangato per sempre.



Un altro Sirius, che aveva ben poco a che fare con l'originale, sfogliava con furia il libro di Incantesimi, in cerca di spunti per il tema che doveva consegnare l'indomani. Era, se possibile, più spettinato del solito. Attorno al collo portava un pezzo di stoffa di un gusto orribile, che ricordava solo vagamente la cravatta regolamentare della sua divisa.
- Buonasera, Potter. Vuoi arrivare a centoventi, questa volta? - commentò Lisette passandogli accanto.
In cambio ricevette una linguaccia.
- Che hai fatto alla cravatta? Ti sembrano questi i colori della tua Casa?
- Eh-ehm. Sono solo più brillanti, Weasley.
- E' quasi fluorescente... è orribile, non ti dico neanche che cosa sembri... beh, se il professor Flitwick non ha nulla da ridire, in fondo sono fatti tuoi.

- CERTO CHE HO DA RIDIRE!! SI LEVI DI DOSSO QUELL'OBBROBRIO, POTTER!
Ooops!
- Certo signor Direttore. Subito...

Che figuraccia.
Davanti a Lisette, poi.
Erano cresciuti insieme da buoni amici, a giocare nel vecchio campo di Quidditch vicino alla Tana o nel giardino di villa Lovegood (che continuava a chiamarsi così, anche se sul campanello c'era scritto Potter), non c'era mai stato nessuno screzio tra loro, ma lui l'aveva mai considerata una ragazza a tutti gli effetti. E poi, con il fatto che erano stati smistati in Case diverse, nei due anni precedenti si erano ignorati cordialmente. Però adesso qualcosa stava cambiando; era diventata troppo carina perché non la notasse, per quanto miope e svagato potesse essere. Persino Viola, che l'aveva colpito durante il viaggio in treno, gli risultava meno attraente, man mano che fantasticava sulla sua amica d'infanzia.
Qualcuno avrebbe detto che era quella piccola percentuale di sangue di Veela che le scorreva nelle vene, a renderla irresistibile ai suoi occhi; ma c'era qualcosa di più, senz'altro.
- Vado in Guferia a vedere se mi è arrivato qualcosa da zia Gabrielle. Doveva mandarmi un vestito nuovo per la gita di domenica a Hogsmeade...
Sentendola parlare così, gli sembrò un vera e propria richiesta d'invito.
- Ci... andiamo insieme? - buttò lì, incrociando le dita e formulando mentalmente scongiuri contro i Nargilli.
Il sorrisino di lei gli parve molto incoraggiante.


********************

Quella voce implacabile si alzò d'improvviso, quasi stridula.
- Dieci punti in meno a Gryffindor! Non si corre per i corridoi.

Irma Lupin, l'incubo di ogni studente.

Nedzad strabuzzò gli occhi e prese a supplicare, andandole dietro:
- Signorina Caposcuola, Madama Hooch chiesto di me... devo entrare squadra...
Irma lo fissò con dispetto. - Chiederò alla professoressa McGonagall di impedirtelo. Solo perché Nancy Wood si è ritirata, non è un buon motivo per ingaggiare uno zuccone come te.
Ned sentì il sangue salirgli alla testa. - Tu non chiamare me zuccone! Nemmeno Preside Krum essere mai stato severo come te!

Non aveva un ricordo splendido dei suoi anni a Durmstrang, ma per lo meno là era considerato al pari degli altri. Era sempre riuscito bene negli studi e per tre anni di fila era stato battitore nella squadra di Quidditch. Ora che avrebbe potuto mostrare le sue capacità anche ad Hogwarts, ecco che quella ragazza voleva mettergli i bastoni tra le ruote. Ma che cosa le aveva fatto?

- Tu paura che io tirarti un bolide in testa prossima partita?
Irma era infatti, tra l'altro, la cercatrice di Hufflepuff.
Cogliendo il suo sguardo, capì che aveva centrato in pieno i suoi timori. Sapeva di avere un fisico poco rassicurante. Accennò a un sorriso:
- Io non fare male belle ragazze. Promesso.
Irma voltò il capo, sprezzante, e in questo modo mascherò il suo rossore. - Per adesso quei punti non te li tolgo. Ma non pensare di essertela cavata, Weasley, ti tengo d'occhio.
Più che una minaccia, sembrava una cosa piacevole, essere tenuti d'occhio da lei.

*************************

Parker era preoccupato per la chiusura della scuola in dicembre. Non aveva proprio nessun posto dove andare. Sapeva che era possibile restare al castello, ma non era una buona idea, sarebbe rimasto a rimurginare tutto il tempo, e il clima non gli facilitava una rapida risalita dell'umore...
Non era di per sé un ragazzo timido con i suoi coetanei, alla scuola elementare era anzi piuttosto popolare, ma chiaramente trovarsi senza un punto di riferimento era stato spiazzante. Ora le cose sembravano andare meglio: Reg e Viola erano così simpatici (e no, non era geloso della loro evidente attrazione reciproca), poi la professoressa McGonagall lo incoraggiava molto quando trovava difficoltà nello studio, e pian piano queste incertezze si andavano dissipando.
Però non se la sentiva di restare solo nella scuola, persino Hagrid sarebbe andato a passare le ferie dalla sua fidanzata, la Preside di Beauxbatons... restava il professor Binns, e non era proprio una gran compagnia.
E man mano che le vacanze si avvicinavano, la sua ansia cresceva. Si confidò con Reg, e senza pensarci due volte lui lo invitò a Grimmauld Place.

Neville mi informò della cosa con un tono abbastanza neutro: era naturale, lui aveva sentito parlare solo indirettamente di Wormtail.
- Ne faresti volentieri a meno, ho indovinato?
Non risposi. Non negavo che la situazione era imbarazzante. Ma avevo imparato ad apprezzare Parker come studente. Persino Hermione si era affezionata a lui, e aveva notato quante ore trascorresse in biblioteca per migliorare i suoi voti.
- Non posso venire subito a casa, abbiamo del lavoro da fare nelle serre. Ce la fai a gestire la situazione?
- Nessun problema, Nev. Fatti vivo, quando avete finito, o Ginny si arrabbierà davvero.
Anche Irma sarebbe rimasta a Hogwarts, con gli altri membri del club di Pozioni. A volte sospettavo che Belby la tenesse sul piedistallo solo perché somigliava ad Andromeda, più che per il suo andamento scolastico e la sua posizione.

"Nessun problema" ripetei a me stesso, ed ero davvero convinto che fosse così.


Quando arrivammo a casa, non mi stupii di sentire un gran fracasso provenire dalla cucina. Mia moglie cercava sempre di mettere il naso tra i fornelli, ma Ginny e Andromeda respingevano con energia i suoi tentativi di dare una mano. Una tipica giornata di vacanza in casa Lupin, decisamente.
- Buongiorno, mie donnine - scherzai.
Ginevra si mise le mani sui fianchi: - Ho ricevuto il gufo di Neville. Sono stufa! Stufa! Continua a trascurarmi per quelle sue maledette piante!
Mi strinsi nelle spalle, facendole capire che non c'entravo con le sue decisioni. Ma si rasserenò immediatamente.
- Reg, tesoro, da quanto la mamma non ti vede?
E corse a sbaciucchiarlo, dimenticando per un attimo di avere un marito deludente.
- E lui è un tuo amico? Ciao, io sono la mamma di Regulus. Come ti chiami?
- Sono Parker Pettigrew, signora Longbottom. Piacere di conoscerla.
Ginny aggrottò le sopracciglia. cercando di ricordare dove poteva aver sentito quel cognome. Io non dissi nulla.
Andromeda era indecisa se aggiungere le patate all'impasto del polpettone, e chiese a Ginny se a suo padre piacessero...
- Perché, Arthur viene a cena, stasera? - chiesi, contento che il discorso portasse in tutt'altra direzione che non l'argomento "famiglia di Parker".
- E' arrivato mezz'ora fa, veramente... - rispose Dora, rassegnata a non fare nulla, mordicchiando una frittella.

Reg esultò e trascinò Parker in salotto, per "fargli conoscere l'altro suo nonno".

- ... lui e il Ministro avevano voglia di salutarti.

Raggelai. Fu un attimo di puro terrore.
- Che... che cosa?
Stava per consumarsi una catastrofe, che dovevo assolutamente evitare.

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Capitolo 20
*** moments of fear. my cold head girl. ***


Perdonate la brevità. Non riesco, e forse non riuscirò mai, a scrivere capitoli tutti della stessa lunghezza. Comunque.
Passiamo ai saluti, che saranno più lunghi del capitolo:

HarryEly: ti sei affezionata a Parker? Anch'io! Amos invece no! Ihih!
Feux: quando smetterai di essere ripetitiva, mi preoccuperò. Smaks! complimenti per l'intuito in relazione agli avvenimenti che hai dimostrato in chat.
lyrapotter: in effetti bisognava sviscerare il capitolo 9, per cogliere l'implicito...
Irma E' una Percy numero due, non c'è niente da fare. Ma nel prossimo capitolo si vedrà qualcosa in più su di lei. Remus non deve per forza avere importanza nelle vicende, per me, a volte il suo è un punto di vista esterno, ma quando viene coinvolto direttamente... beh, qui si vede.
ladymarie: certo che è odioso, quel cognome! Ma io sono nota per i tentativi di riabilitazione dei personaggi detestati, e se è impossibile, dei loro discendenti! Grazie per i complimenti e per aver recensito la mia flashfic sulla Hooch.
Ino chan: non mi ero illusa, anzi, mi eri mancata! a quando l'aggiornamento di "To review you still"? Lo so che ne hai 400 in corso (!!), ma quella... sniff! Non è che è finita e non me l'hai detto?
DUNKY, DOVE SEIIIII?

SakiJune





Corsi in salotto.
E capii che era troppo tardi.
Amos Diggory, il volto mortalmente pallido contratto in una smorfia feroce, minacciava Parker con la bacchetta.
Quest'ultimo, da parte sua, tremava in un angolo, gli occhi alla ricerca disperata di qualcuno che lo aiutasse. Ma Arthur era rimasto seduto, incapace di schierarsi contro il suo amico e superiore. Reg mi corse incontro, incitandomi a fare qualcosa...
- Il signor Ministro è impazzito, nonno. Lo vuole uccidere, capisci?
- Andate di sopra - ordinai ad entrambi. Regulus prese Parker per mano e uscirono dalla stanza.

Era chiaro cosa fosse accaduto. Parker si era semplicemente presentato.
E se persino Ginny era rimasta perplessa nel sentire quel nome...

- Non è un'omonimia, Lupin. Non è una coincidenza, vero? Rispondimi, per Merlino!
- Amos, ca-calmati... - balbettò Arthur, ancora scosso.
Il Ministro della Magia abbassò la bacchetta, ma la sua espressione rimase la stessa.
- E' suo figlio, è vero. Ma non ha nessuna colpa... è solo un ragazzo, se puoi...
- ANCHE IL MIO CEDRIC ERA UN RAGAZZO! - gridò. - E quell'essere schifoso l'ha ucciso, quel traditore, quel viscido animale!
- Lo fece sotto gli ordini di Voldemort... - gli ricordai, ma le mie parole non fecero che accrescere la sua ira.
- Lupin! Tu osi difenderlo! Ma certo. Io so che un tempo eravate amici, che in fondo l'hai perdonato. E ora inviti suo figlio a casa tua, ooooh... frequenta Hogwarts, non è vero?
Gli spiegai che Parker era uno studente volenteroso, docile e pieno di rispetto... che anch'io ero stato titubante, all'inizio, ma avevo dovuto ricredermi. Aggiunsi che Dumbledore non era uno sprovveduto, e che non gli avrebbe mai permesso di entrare nella scuola se non lo ritenesse assolutamente innocuo.
- Non me ne importa! Dumbledore è uno stupido, se si lascia incantare dal figlio di un Mangiamorte! E anche tu... mi deludi, davvero... non finisce qui!
In preda ad una vera e propria crisi isterica, si smaterializzò lasciando me e Arthur a guardarci in silenzio, e Dora, Ginny e Andromeda a bocca aperta sulla soglia del salotto.

Non finisce qui.
Non sembrava una frase campata in aria, purtroppo.
Che cosa aveva in mente?
Si sarebbe tornati come ai tempi di Fudge e della Umbridge, quando il Ministero aveva preso a controllare strettamente la scuola?


- Professor Lupin... perché quell'uomo mi odia tanto?
Ero andato di sopra a dare la buonanotte ai ragazzi, quando mi ero sentito tirare per la manica.
- Ti ha fatto spaventare, Parker? Mi dispiace. Vedi, lui è il Ministro della Magia. Ha molte responsabilità, e a volte si innervosisce...
- Ma io sono stato gentile con lui, non gli ho fatto nulla!
- Lo so - cercai di infondergli tutto il mio affetto in quelle due brevi parole.
Rimasi vicino al suo letto finché non si addormentò, e alla luce di uno spicchio di luna scrutai il suo viso per capire dove e come assomigliasse a Peter.
Nulla.
Forse l'aveva adottato.
Era un'idea folle, però...
Oppure semplicemente aveva preso dalla madre. Mi chiesi quale donna avrebbe scelto come compagno un uomo del genere.
Doveva averla messa sotto Imperius.

Nei giorni successivi ebbi la tentazione di chiedergli qualcosa a riguardo, ma non volli rattristarlo. E quando spiegai la situazione a Kreacher, trovai in lui un alleato. Tutti gli amici di Reg erano amici suoi, sentenziò; si impegnò a farli divertire e non lasciare che pensassero troppo a quanto era accaduto con il Ministro.
Sicuramente, Parker non aveva mai festeggiato un Natale come si deve, con una famiglia vera. Non riuscivo proprio ad immaginare che genere di padre fosse stato Peter, per lui, ma comunque perderlo così all'improvviso, e trovarsi in una realtà del tutto nuova, doveva essere stato scioccante.

In quei giorni comprai molti regali ai ragazzi e a Dora, forse più di quanto potessi permettermi; e quasi tutte le sere ero da 'Forth insieme a Moody... a cui raccontai l'episodio.
- Tutto chiaro, allora. Il Ministero vigilerà su Hogwarts, e noi vigileremo sul Ministero.
"Noi" voleva dire lui, Kingsley e mia moglie.
- Non mi è mai piaciuto, quel Diggory. Bah!
Non era vero. Fino a quel momento lo avevamo ammirato moltissimo, per tutto ciò che aveva fatto per il Mondo Magico, per la sua imparzialità e il suo senso della giustizia... ma le cose presto sarebbero cambiate, e tutto per un cosiddetto incidente diplomatico che per disgrazia era avvenuto sotto il mio tetto.

Nel frattempo Arthur non si fece più vedere, forse era impegnato a convincere Amos a non commettere sciocchezze. Né lui né Molly si fecero vivi, neanche per il giorno di Natale; in compenso però c'erano Bill, Fleur e Lisette: quest'ultima ritenne opportuno avvisarmi di quanto Irma fosse assolutamente su di giri a causa delle selezioni in corso per le Olimpiadi Mondiali di Aritmanzia. A gennaio la professoressa Vector avrebbe annunciato il nome dello studente scelto per partecipare alla gara.
Non c'era niente da fare, mia figlia era solo per metà una vera Hufflepuff. Il lavoro duro non le faceva paura, certo... ma da quando aveva cominciato la scuola, sette anni prima, si era sempre e solo occupata di se stessa e del proprio andamento scolastico. Fino a raggiungere la vetta più alta possibile.
Ma era felice, così? Dove si nascondeva la bimba bruna e affettuosa a cui avevo dato la vita?
Temevo di averla perduta, temevo che sarebbe diventata come Percy Weasley, magari senza fare la sua fine siccome non eravamo in guerra... ma comunque...

- Mio cugino si è innamorato di lei.
- Eh? - Mi riscossi da quei pensieri poco rassicuranti. Lisette ripeté:
- Ned, il figlio di zio Charlie... si è preso una bella cotta per Irma. E per giunta, anche lui è un candidato per quella gara.

Questa era una bella notizia. Non c'era nulla come un'allegra schermaglia amorosa che poteva mettermi di buon umore.
Forse, dopotutto, il ghiaccio nel cuore di Irma aveva la possibilità di sciogliersi.

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Capitolo 21
*** the collapse of Irma Lupin ***


Quando tornammo a Hogwarts, fui immediatamente convocato nell'ufficio del Preside. Immaginavo che si trattasse di una qualche grana con il Ministero, in relazione al putiferio scoppiato nel mio salotto, ed ero preparato praticamente a tutto.
O quasi.

- Prima di raccontarti quello che è successo, Remus, voglio precisare che non ne hai nessuna responsabilità. Mi sarei comportato esattamente come te.

Diggory, fino a quel momento il Ministro-Più-Democratico che il Mondo Magico avesse mai avuto, che aveva concesso il diritto di voto agli elfi domestici e abolito quasi tutte le restrizioni sulle Passaporte private... aveva fatto il diavolo a quattro. Era arrivato a minacciarlo di far chiudere la scuola se Parker non fosse stato espulso.

- E cosa gli hai risposto?
- Mi conosci, Remus.

Già, lo conoscevo. Aveva permesso a ME di frequentare Hogwarts... figurarsi se aveva la minima intenzione di mandare via un ragazzo del tutto innocente...

- Mi sono messo nei guai, temo. Ci saranno delle ispezioni e verrà usato qualsiasi pretesto per farmi dimettere.
- Ma Albus, tu e Hogwarts siete praticamente la stessa cosa!
L'anziano mago fece un gesto per schermirsi: - Ora non esagerare. Verrà anche il mio giorno, e ho già dato disposizioni per chi dovrà prendere il mio posto. Ma questa scuola non chiuderà e non vedrà un'altra Umbridge, lo impedirò fosse l'ultima cosa che faccio!


Nel frattempo, in Sala Grande, Viola riabbracciava i suoi amici, dopo aver trascorso le vacanze tra rimproveri e prediche d'ogni tipo.
Era così bello ritrovarsi a... casa.
Sì, Hogwarts era la sua vera casa, non Malfoy Manor. Ne era convinta più che mai.


Un'insegnante, che Parker e Viola conoscevano solo di vista, si avvicinò a Reg e gli chiese dove fosse Nedzad.
- E' nella nostra Torre, credo. Qualche guaio, professoressa Vector?
- Niente affatto. Anzi... ho proprio una splendida notizia da dargli - sorrise lei.
- Allora saranno dolori per una certa Caposcuola di mia conoscenza! - Corse fuori dalla stanza e giù nei sotterranei. Un gruppetto di Hufflepuff chiacchieravano davanti all'ingresso della loro Sala Comune.
- Zia Irma! Yu-huu!
- Cos'è tutto questo chiasso, Reg?
- Volevo essere il primo ad annunciarti che questa primavera, per te, non ci sarà bisogno di affrontare un lungo viaggio...
- Che cosa vuoi dire, brutto marmocchio?
- Che hanno preso Ned per le Olimpiadi! Ambasciator non porta pena, eh! - e sparì di nuovo su per le scale.

- NOOOOOO! Maledetto Weasley!

A quell'urlo, Damocles Belby si precipitò fuori dal suo ufficio per sincerarsi che la sua studentessa preferita non stesse subendo un Cruciatus.
In realtà era semplicemente svenuta, e i due prefetti di Hufflepuff la sorreggevano con un certo imbarazzo.

****
- Lo odio.
Sul letto dell'infermeria, con le coperte tirate fino al mento e il broncio che ben conoscevo, la mia bambina (non potevo che vederla ancora come tale, in quella situazione) si lamentava della cosiddetta ingiustizia che l'aveva colpita.
- E odio la Vector.
- Ma non esagerare... - dissi il più dolcemente possibile, trattenendo un sorrisetto.
- E odio Regulus!
Riguardo a questo, non potevo darle tutti i torti. Non aveva avuto un minimo di tatto, era stato quanto mai spietato.
- Neville gli ha già tirato le orecchie - la rassicurai. Era la verità, e proprio in quel momento Reg stava rinvasando quaranta piantine per la lezione dell'indomani, maledicendo se stesso e la sua linguaccia.
Mi faceva un'immensa tenerezza. Capii che mi trovavo in una delle poche occasioni in cui potevo comunicare davvero con lei. Le presi la mano:
- Tesoro, io credo che tu stia chiedendo troppo a te stessa. Nessuno ti obbliga a essere la migliore in tutto. Ti vogliamo bene così come sei...
Irma mi lanciò uno sguardo sospettoso.
- Chiederai al Preside di sospendere i miei incarichi perché ho avuto una crisi di nervi?
- Ma no! Credimi, non mi è neanche passato per la mente! Vorrei solo che non fossi così dura con te stessa e con gli altri, e che non ti sovraccaricassi di impegni. Il Club di Pozioni, le Olimpiadi... sono tutte cose superflue. Pensa a divertirti e a prepararti per i M.A.G.O. senza altri affanni.
Lei non rispose.
- Sai chi ti ha mandato quei fiori? - incalzai, indicando un vasetto appoggiato sul comodino accanto al letto. Scosse la testa, non molto incuriosita.
- E' stato Nedzad.
- Buttali via! Ti ho detto che lo odio! - gridò, ma i suoi occhi dicevano ben altro.
- Vuoi che ti legga il biglietto? - proposi cercando di mantenermi serio.
- No! Sì... No! Dammi qui...
Me lo strappò di mano e lo lesse.

Signorina Caposcuola,
Sono disposto rinunciare per te. Gara di Aritmanzia non è importante come tuo sorriso.
N.W.

Era diventata rossa come un pomodoro.
- Ho un nome, stupido zuccone - mormorò tra i denti, ma si capiva che era commossa.
- Digli che non è necessario che si sacrifichi (questa parola era intrisa di ironia). Se la Vector ha preso questa decisione, beh... incasserò il colpo... non ha bisogno di fare il cavaliere con me solo perché sono una femmina (altra sottolineatura verbale).

E nascondendosi completamente tra le coperte, si mise a dormire.

****

Diggory si muoveva velocemente.
Il quindici di gennaio ci fu la prima ispezione a sorpresa, che mise a dura prova la pazienza di me e dei miei colleghi. Quando gli Auror, in divisa ufficiale (di foggia Babbana, tra l'altro), fecero irruzione nell'aula di Incantesimi per assistere alla lezione del primo anno, per poco Flitwick non cadde dalla sua pila di libri. Certo, lui e la maggior parte degli altri insegnanti erano già passati attraverso una simile umiliazione, ma quella volta si trattava di una maga vestita color rosa confetto, non di energumeni simili a soldati. Gli studenti si sentivano osservati e a disagio.

- E' colpa mia, ragazzi - diceva Parker, sconsolato. - Vi sto causando un sacco di guai.
- Non dirlo nemmeno!
- Infatti, dai retta a noi - erano le parole di Viola. - Il Ministro è un gran cretino.
- Grandissimo Troll! - aggiungeva Nedzad, mostrandogli appunto un ritratto del suddetto cretino con la faccia verde e le orecchie a trombetta.
Parker protestava, timoroso che i suoi amici si potessero mettere nei guai per difenderlo. - Brucia subito quel disegno, potrebbero ispezionare la Sala Comune...
- La Direttrice McGonagall difenderà la nostra Torre a spada tratta! Siamo inattaccabili, invincibili, in una botte d'acciaio... - Regulus si rotolava sul tappeto, fingendo a tratti di cavalcare un invisibile destriero.
- Scusa, si dice una botte di ferro - Parker non poteva più trattenersi, contagiato dall'allegria degli altri.
- Hai sorriso! Ce l'ho fatta! - esultava Reg, mentre a sua insaputa Viola lo guardava incantata.

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ANGOLINO DI SAKI...

Mi sto seriamente impegnando a tradurre le mie fic in inglese e farle betare, per pubblicarle su altri siti. E' un lavoraccio e finora ho ricevuto solo porte in faccia... ma non mi arrendo.
Ora sto traducendo e adattando "Why haven't I told you" per il forum Charming Roots, che si occupa di questo pairing stranissimo ma che adoro... e che molto probabilmente "infetterà" anche questa storia. (non vi anticipo niente...)
Spero me la pubblichino!

Passiamo ai ringraziamenti: sei recensioni, mi viene da mettermi a ballare sulla sedia!!

Feux: spero proprio che quello che è successo a Irma in questo capitolo sia di tuo gradimento. Smaks!
lyrapotter: la mamma di Parker? sinceramente, non ne ho idea! forse lo inventerò più avanti, o forse lo lascerò nel mistero. Comunque, in linea di massima, è morta o ha abbandonato la famiglia quando lui era molto piccolo. Tu ci vivresti 24h/24 con Wormtail?
HarryEly: noto con piacere che hai (avete) colto lo spirito di questi capitoli. Non è mia intenzione demonizzare nessuno dei personaggi, i loro rancori e il loro egoismo li portano a compiere azioni anche tremende ma... sono esseri umani.
ladymarie: esattamente: Parker è un bambino "a modo". Sono contenta di essere riuscita a trasmettere questo particolare!
dunky: fa niente, capita anche a me qualche volta! Seguo talmente tante fic... questo come ti è sembrato?
Ino chan: benvenuta nel fan club di Irma Lupin. Intanto saranno tolti dieci punti alla tua Casa (qual è?) perché hai osato lusingarla. Poi sarai estromessa dalla squadra di Quidditch e passerai tre sere alla settimana in punizione con il professor Belby. *Saki rotola* Ma certo che si scioglierà... è figlia di Nymphadora o no?

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Capitolo 22
*** Hogwarts splitted in two, beheaded. ***


- RIUNIONE STRAORDINARIA DEL CORPO DOCENTI!!!

Hermione disse che Flitwick si era messo in testa di fare il "sindacalista". Che cosa significasse, me lo sarei fatto spiegare più tardi, ma alla riunione ci andai, come tutti.
Fu presto chiaro quale fosse il motivo di quella convocazione. Alcuni di noi pensavano che fosse opportuno farsi da parte e rispettare il lavoro del Ministro, altri erano preoccupatissimi e non capivano perché Dumbledore ammettesse questa vergogna.
Gli animi si scaldarono in pochissimo tempo.
- Nessuno di noi vuole mettersi apertamente contro il Ministero. Ma è chiaro che si sta commettendo un grave errore. Uno dei nostri studenti è stato messo sotto accusa per i crimini commessi da suo padre, e sapete di chi e che cosa sto parlando... - disse la professoressa McGonagall. - Ora, come Direttrice della Casa di Gryffindor e come essere umano, non posso tollerare che un ragazzo di undici anni debba essere trattato in questo modo.
Flitwick la interruppe. - Veramente, la mia intenzione era di sigillare il castello per non farli più entrare, gli sgherri del Ministro. Avevo in mente qualche scherzetto proprio carino.
- Non siamo ancora a questo punto - riprese il discorso la vicepreside, senza batter ciglio. - Sono abbastanza sicura che Albus abbia la situazione sotto controllo, ma lo stesso non sono tranquilla. E voi cosa pensate?
Pomona Sprout dichiarò che non aveva niente contro Parker, il quale per altro non frequentava le sue classi, ma che non poteva dimenticare quanto la sua Casa avesse sofferto per l'assassinio di Cedric Diggory.
- A guardare il mondo con i tuoi occhi, cara collega, dovrei andare a caccia di Dissennatori in tutto il Mondo Magico, per vendicare la signorina Chang... - replicò Flitwick, ma venne zittito da Belby.
- Andiamo, stiamo parlando del Ministero della Magia, non di una setta di maghi oscuri. Non ho nessuna obiezione al fatto che il mio lavoro venga controllato, non ho niente da nascondere.
- Septima?
- No comment.
- Firenze?
- Prevedo tempi duri... non dico altro.
Molti tacquero. Forse avevano un'idea chiara sulla situazione, ma non se la sentivano di schierarsi.
- Remus, tu che cosa ne dici?
Feci un passo avanti.
- Io sono d'accordo con Minerva e Filius. E chiunque osa torcere un capello a Parker Pettigrew... dovrà vedersela con me.
- E con me - aggiunse Hagrid, anche se sapeva che le sue risorse erano limitate.
Neville mi guardava con una certa aria colpevole. Sapevo già quale decisione avrebbe preso.

Per la prima volta ci trovavamo su due fronti opposti.

****

La seconda ispezione portò delle conseguenze tangibili. Hagrid tentò di impedire ai funzionari di avvicinarsi durante la sua lezione, per non spaventare i Vermicoli: fu una decisione azzardata che gli costò il suo impiego. Il Preside non poté far nulla a riguardo, e lui si risentì moltissimo.
- Ormai ho perso il conto di tutte le volte che ci sono stato allontanato da Hogwarts. Mi sono veramente stufato. Me ne torno dritto da Olympe, ce lo giuro che non mi rivedrete...

In realtà, da anni non vedeva l'ora di andare a stare dalla sua innamorata. Era il COME che lo aveva indispettito. Aveva trascorso tutta la vita in adorazione di Dumbledore, e ora a suo parere quel grand'uomo non aveva alzato un dito per difenderlo!
Albus non aveva colpa, lo sapevo. Se avesse protestato, le ricadute per tutta la scuola sarebbero state ben peggiori: ma mi indignai ugualmente.

Nonostante l'ottimismo dei ragazzi, nemmeno Minerva riuscì a bloccare il sopralluogo nella Torre dei Gryffindor. Per il rotto della cuffia, Parker venne nascosto nella Stanza delle Necessità, ma quando Diggory vide i suoi scagnozzi tornare al Ministero a mani vuote, la sua rabbia raddoppiò.


Nel frattempo, alcuni studenti del terzo anno furono sorpresi da Belby con un volantino tra le mani. Lo etichettò come "materiale sovversivo" e prese ad indagare su chi potesse esserne l'autore.
Il testo, un'interessante componimento a rime baciate, era il seguente:

Open your eyes, girls and boys.
We're not beasts and we're not toys.
Stop, Minister, with this show,
time has come, you have to go.
Parker is just one of us,
it's a thing you can't discuss.
Put your hands off our school,
Diggory, you fucking fool!

Era firmata semplicemente "Essex".
Condividevo quasi ogni singola riga, anche se l'ultima era effettivamente un po' troppo colorita. Non c'erano dubbi che fosse opera di uno studente. Anzi, mi venne il sospetto che Regulus potesse entrarci in qualche modo...

****

- Ti assicuro, nonno, non sono stato io a scriverlo. Ma sembra che questo Essex mi abbia letto nella mente.
- Ti credo.
- E se te lo stai chiedendo... Viola mi avrebbe confidato una cosa così importante, sono sicuro.
- Vero anche questo.
E poi non mi vedevo proprio la piccola Malfoy a scrivere la parola "fottuto" in una poesia.

****

Qual era, in fondo, la differenza tra noi "irriducibili delle Torri" e loro, "pacifisti dei Sotterranei", come avevamo preso a chiamarci reciprocamente? Il coraggio, credo, nient'altro. Ancora oggi non credo che Belby e la Sprout fossero in malafede. Né tantomeno che lo fosse Neville. Provai a parlargli diverse volte, e non seppe mai darmi una spiegazione razionale della sua decisione a non aiutarci. L'ultima volta che andai a cercare di convincerlo, borbottò qualcosa sul fatto che "era adulto ormai, non era costretto a seguire le mie idee". La verità era esattamente il contrario. Non era cresciuto affatto, e mi dispiaceva molto ammetterlo: gli era bastato sentire l'opinione di colei che considerava la sua maestra di vita, per schierarsi dalla sua parte, infischiandosene di tutto il resto.
Scossi il capo come rassegnato.
- Mi chiedo soltanto, Professor Longbottom... che cosa ne abbia fatto del mio Neville.
Allargò gli occhi, spalancò la bocca come a dire che non capiva cosa volessi intendere, cioè, era sempre lui, no? Eravamo semplicemente su due posizioni diverse, ma poteva succedere, no?
Non soddisfatto del suo amaro stupore, rincarai la dose:
- Perché è con lui che avrei voluto parlare.
E me ne andai, sbattendo la porta con tanta forza che tutta la serra ne vibrò.


Non appena fuori, mi imbattei in Nedzad Weasley, che mi salutò con molto rispetto... oserei dire devozione.
- Se cerchi la professoressa Sprout, non c'è - lo avvisai.
- Ehm, grazie, allora provare domani... - rispose, non eccessivamente deluso. Mentre tornavamo insieme verso l'ingresso principale, mi rivelò cosa era venuto a dirle: aveva deciso di non portare Erbologia agli esami, quindi avrebbe smesso di frequentare le sue lezioni.
- Posso chiederti perché? - gli domandai a bruciapelo.
- Ecco, lei... essere tra quelli che sopportare Auror in silenzio. Io avere voglia di prendere tutti a pugni. Così, senza di me, lei tranquilla.
Mi piaceva davvero quel ragazzo, non soltanto perché voleva bene a Irma. La sua sincerità era disarmante.
- I tuoi fiori hanno sortito il loro effetto, sai, Ned - Gli allungai una leggera gomitata. - Anche se quella signorina non lo ammetterà facilmente.
Era buffissimo, ora, non riuscivo più a distinguere la faccia dai capelli, tanto era arrossito.
- Il suo era solo un capriccio, ha capito di aver avuto una reazione esagerata. Parti pure senza problemi, e auguri per la gara. Al tuo ritorno avrete modo di parlarvi.
Lo lasciai in uno stato d'animo di confusa eccitazione, e sperai che Irma non disilludesse le speranze che gli avevo instillato.


Anche lei, per altre ragioni, seguiva ciecamente la sua Direttrice, ovvio... per cui non potevo contare su nessuno dei miei figli. Per uno strano scherzo del destino, l'altro Caposcuola era uno Slytherin, alle dirette dipendenze di Belby.
Lisette Weasley, invece, manifestò uno spirito di ribellione a quella divisione imposta tra le Case. Si diceva avesse una cotta per un giovane Ravenclaw, per cui non sopportava che le venisse detto chi frequentare e chi no.
Che fosse lei, Essex?
Di nuovo, scartai quell'ipotesi, come avevo già fatto per Viola... la sua figuretta da Veela stonava con quelle parole tanto... volgari. L'autore era senza dubbio un ragazzo, molto intelligente peraltro, ma abbastanza incosciente da lasciare qualche possibilità di essere scoperto.
Ero sicuro che la McGonagall, o Flitwick, o entrambi ne sapessero qualcosa in più. Ma presto l'identità del nostro sostenitore segreto non fu la nostra preoccupazione principale.

****

- Mandalo via, o passerò alle maniere forti.

- Sarebbe a dire?

- Se non gli svuoterete la memoria e lo rimanderete tra i Babbani, ce ne occuperemo noi al Ministero.

- Mai, Amos. Parker Pettigrew ha il diritto di frequentare Hogwarts come tutti.

- E' la tua ultima parola?

- La mia ultima parola.

E lo fu davvero. Mentre il Ministro se ne andava sbattendo la porta, Albus Dumbledore chiuse gli occhi e abbandonò questo mondo.






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ANGOLINO DI SAKI...


Ieri mi sono sorbita ore di discorsi su apparecchi audio, preamplificatori, finali di potenza, diffusori da 20 mila euro e altre amenità. Il mio ragazzo e il suo amico sono due fanatici.
Per fortuna la noia mi ha portato qualche bello spunto per questa fic, che stava un po' stagnando. Oh, ragazze... è sempre più difficile tenere tutti i fili... e devo lasciare in ombra alcuni personaggi! Per come sta andando la storia, Reg e Viola non c'entreranno più un cavolo. A meno di qualche idea improvvisa.
Però... per la gioia di lyrapotter, nel prossimo capitolo ci sarà l'ispezione nell'aula di Difesa. Non era nei conti, ma ho sfidato me stessa e sono riuscita a scriverla. No, non puoi stare tranquilla, ne succederanno di cotte e di crude.
HarryEly: grazie, sto andando avanti e sono riuscita a ricevere la prima recensione da una madrelingua inglese (non riesco ancora a crederciiiii!)
dunky: nella tua fic? Dunque, fai schiattare la Umbridge. Però lascia Sev al suo posto nella Tana dei Grifoni! Ti identifichi in Irma? Ahi!
Feux: ecco un altro membro del fan club di Irma. Devo cominciare a stampare le tessere!
ladymarie: ...e pensa che Parker non sa ancora tutto! eheh! Grazie anche a te per l'incoraggiamento.
Ino chan: non c'è bisogno che odi Amos a questo punto; non è detto che non cambi idea su Parker prima o poi... ma non anticipo niente... per ora Hogwarts è in mano agli Auror e c'è poco da fare!

Mi aspetto una valanga di improperi dai fan di Dumbledore.
Ma spero capiate che era necessario per l'andamento della storia che la scuola rimanesse in bilico...
(Voi: no, non lo capiamo!)
(Io: beh... ormai... non posso più farci nulla!!)

SakiJune

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Capitolo 23
*** the grindylow can wait! ***


Billie Kettleburn uscì dal St. Mungo dopo otto anni, senza una valigia né alcuno che la attendesse sul marciapiede di fronte.
Pioveva.
Con una camminata ancora un po' incerta, raggiunse la fermata e prese il primo autobus per Charing Cross Road.
Era così strano trovarsi... fuori.
Prese una stanza al Leaky Cauldron, notando che Tom non era cambiato affatto.
Era così bello... ricordare.
Ricordare i suoi genitori, da cui aveva ereditato la passione per il suo lavoro. I suoi anni a Hogwarts, il tirocinio in Germania... E basta. Quello che era successo dopo, per fortuna, non era ancora affiorato alla sua mente.
Si guardò allo specchio, stupita di continuare a piacersi dopo tutto quello che aveva dovuto soffrire, incredula di aver mantenuto una propria identità.
Forse erano stati i baci di Gilderoy.
Ma non doveva pensare a lui, adesso.
Perché lui era rimasto tra quelle mura, e lei era...
Fuori, libera, viva.

Qualcuno bussò alla porta. Aprì, e prese la busta che la cameriera le consegnò: era da parte del Ministero. Come facevano a sapere che era stata dimessa? Le notizie correvano veloci, anche troppo.

"E' meraviglioso!" pensò, scorrendo la lettera. "Avrò il posto che era stato di mio padre..."

Con il foglio stretto tra le mani, e un sorriso dipinto sul volto, si raggomitolò sul letto e si addormentò.

Il lampo di una bacchetta. Una mano d'argento.
Lei cullava un bambino. Il suo bambino.

E piangeva.

Non ricordò nulla di quel sogno, al risveglio. Si lavò il viso, corse alla Gringott's, poi a comprare dei vestiti. Doveva fare bella figura, al lavoro.

"Coraggio, Billie. Ti succederanno soltanto cose belle, d'ora in poi"


**************


D'improvviso, il tempo a Hogwarts si era fermato, o qualcosa del genere; sembrò a tutti, studenti e insegnanti, elfi, fantasmi e poltergeist, che ognuno di noi fosse solo, in bilico, senza alcuna protezione.
Ma credete che il comune dolore sarebbe riuscito a riunirci?
Oh, vi sbagliate di grosso.
Si era tornati come all'epoca dei nostri Fondatori, ognuno asserragliato nella sua Casa, a fare il bello e il cattivo tempo, gonfi d'orgoglio e di presunzione.
Sarebbe bastato così poco per guardarci l'un l'altro negli occhi... lasciar sgorgare le lacrime... e con il buon senso avremmo trovato insieme una via d'uscita.

Ma nessuno fece la prima mossa.


Il successivo messaggio di Essex fu trovato affisso alla porta dell'aula di Pozioni. Di notte, naturalmente: e in pieno "territorio nemico".
Non era più un semplice incitamento per i compagni a ribellarsi alle ispezioni, era un grido disperato.
Il nostro grido.

Good work, you've achieved your goal.
Don't rejoice, though, you're in danger,
we'll move after the last toll,
nothing would calm down our anger.

You have done enough, old fart...
let us be, get out of here.
We'll revenge His immense heart,
it's the end of your career.

OK, OK. "Vecchio scoreggione" non è la parola che avrei usato personalmente. Ma Essex, chiunque fosse, era la nostra voce, esprimeva tutto il dolore per la nostra perdita e per l'ingiustizia di quella situazione.

Ormai Hogwarts era pattugliata giorno e notte, Belby collaborava con gli Auror in maniera spudorata, e presto anche Reg e Viola dovettero rimanere semi-nascosti, perché spesso, quando gli studenti venivano interrogati, si faceva uso del Veritaserum.
La Stanza delle Necessità era già stata espugnata una volta, grazie a questo stratagemma e a ripetuti appostamenti, ma finora restava il luogo più sicuro per Parker. Ed era, oltretutto, sullo stesso piano dell'ufficio di Flitwick, che continuava a fargli lezione ogni volta che gli era possibile.

Quasi mi aspettavo un gesto d'esempio, non soltanto parole, dal fantomatico Essex.
Come se fosse un condottiero che ci guidasse alla vittoria.
Un'assurdità, eh? Un ragazzino, di cui non conoscevo il nome... arrabbiato e deluso dal mondo degli adulti, che ora aveva a sua volta bisogno di protezione, né più né meno di Parker, eppure continuava a sporgersi come da un precipizio... per scuotere dal torpore chi non aveva ancora afferrato la profonda ingiustizia che veniva perpetrata giorno dopo giorno nella scuola...
Udii l'ultimo rintocco di campana.
Ma nulla avvenne. Già, che sciocco, eh?
Erano solo parole.

******

Minerva partì, qualche giorno dopo il funerale, senza dire una parola. Rimasi a guardarla andare via dalla finestra dell'aula, stordito, incapace di fermarla; sapevo della sua relazione con Albus, naturalmente, ma non avrei mai creduto che la sua morte l'avrebbe resa insensibile al destino della scuola.
- Professor Lupin? - mi chiamò Lisette, dal suo banco.
Era evidente che per quel giorno i ragazzi del terzo anno non avrebbero fatto conoscenza con l'Avvincino che tenevo nell'acquario. Ero troppo giù di corda per fare lezione seriamente.
- Ha qualche idea su chi prenderà il posto della professoressa McGonagall?
- Il Ministero manderà un altro insegnante di Trasfigurazione, immagino... - borbottai distrattamente.
- Volevo dire, come Capo di Gryffindor... - insistette lei.
- Che te ne importa? - sbottai, senza rendermi minimamente conto di ferirla. - Non sei una Gryffindor, tu!
Non mi ero mai rivolto in quel modo a uno studente, in tutta la mia carriera. Dovevo essere fuori di me.
I suoi occhi si fecero lucidi, e chinò la testa.
- Perdonami - balbettai. - Credo che ci sarà una votazione. Non ho idea... con tutti questi Auror in giro, sono nervoso...

- Qualche problema sul nostro lavoro, professore? - Mi voltai a quella voce. Il vice-capo dipartimento, Miles Bletchley, accompagnato da un riluttante Ron Weasley, erano entrati in classe.
Lisette sobbalzò, impallidendo.
Entravano senza preavviso, naturalmente. Interrogavano gli studenti, mettevano l'aula a soqquadro...
- Sì, pensandoci bene. Preferirei che bussaste.
- Scusami Remus... purtroppo... - disse Ron. Ma il suo collega rise e gli disse che non c'era niente da scusarsi.
Bletchley scoprì l'acquario, facendo agitare moltissimo il mio Avvincino. Frugò tra le mie carte, mettendole in disordine, e si avvicinò ad una fila di banchi, tirando fuori dalla tasca una fialetta...
- Qualcuno è ammalato, oggi?
C'era, in effetti, un banco vuoto. Ma i ragazzi c'erano tutti, quando li avevo visti entrare in classe all'inizio della lezione, ne ero sicuro...
Sulla sedia era rimasto un libro: lo feci scomparire, prima che Bletchley se ne accorgesse. Lisette mi lanciò uno sguardo di gratitudine, e scattò in piedi:
- Ehm, zio Ron, 'Mione ti cercava, un'ora fa... doveva dirti qualcosa.
- Come hai chiamato il mio collega, piccola impertinente? - sbraitò Bletchley. - Cos'è questa storia? - Si era fatto ancora più sospettoso.
- Niente, Miles, mia moglie mi aspetta in biblioteca, tutto qui. Conoscendola, non mi conviene farla attendere...
- Ah, ah! Donne! Andiamo, coraggio, e lei - mi puntò il dito contro - Lei è uno di quelli che teniamo d'occhio, professor Lupin. Non se lo dimentichi.

- Grazie. Non speravo tanto - mi sussurrò Lisette all'orecchio, quando rimanemmo da soli.
Crollai il capo. - Ora capisco. Come ho fatto a non pensarci prima?
- La prego, la scongiuro, non lo denunci...
- Denunciare chi? Ah, quel briccone che ha saltato la lezione di Difesa per dormire un'ora in più? Andrò a fare una chiacchierata con lui, semmai. - risposi, noncurante. - A proposito, devo ricomprargli il libro.
Le schiacciai l'occhio, e lei uscì dall'aula con un peso in meno sul cuore.
Nel silenzio, ascoltai i suoi passi sulle scale: andava di sopra.
Pregai per lei, perché nessuno ostacolasse il suo cammino.
Perché Hermione ci reggesse il gioco davanti a Bletchley.
E perché non soltanto Parker, ma anche Essex rimanesse al sicuro da quel momento in poi. Perché ormai i bersagli erano due.



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ANGOLINO DI SAKI...

Ragazze, vi sembra che questa fic puzzi un po' di politica? Non era mia intenzione. Ma insomma, una volta scrivevo soltanto racconti ambientati durante ipotetiche guerre civili e battaglie elettorali... Mi sto facendo prendere la mano di nuovo.
Non mi sono lasciata influenzare dalle dichiarazioni su Dumbledore di JKR. Lui era di Minnie e bastaaaa! Ehm.
**
Miles Bletchley è quel tale portiere della squadra di Slytherin che una volta fece allungare le sopracciglia ad Alicia Spinnet... non chiedetemi perché l'abbia fatto diventare un pezzo grosso del dipartimento degli Auror. Mi piace il suo nome... in un'altra ff gli avevo appioppato un figlio di nome Stuart che lanciava Aguamenti addosso alla gente e corteggiava una Ravenclaw.
**
Wilhemina "Billie" Kettleburn è la figlia del predecessore di Hagrid... quello che nel terzo libro era andato in pensione "con gli arti rimasti" (vabbé ci siete già arrivati vero?) e della famosa prof. Grubbly-Plank (Caporal in italiano...), da cui ha preso il nome. Ho una fantasia molto contorta vero?
Cosa le sia successo, e quale sia il suo vero ruolo, lo potete già immaginare. E anche chi sia Essex ormai dovrebbe essere chiaro...
No?
Oh, Merlino!


lyrapotter: ma sai che sei fortunatissima, davvero! Oltre ad averti accontentata con l'ispezione nell'aula di Difesa, soddisfo anche la tua precedente richiesta... come, non te la ricordi più? Eh eh!!!! Bene, un bagno di sangue proprio no... però aspettati proprio di tutto.

Feux: io invece lo so come andrà a finire la storia. Bleee! Aspetta e vedrai... tutto sommato, quello che dici è vero. Albus ha vissuto quasi duecento anni, Parker ne ha undici, e già si trova nei pasticci senza aver fatto niente... insomma, fai bene a commuoverti per lui.

HarryEly, ladymarie, Ino chan: avete per caso bisogno di un Incantesimo Rallegrante? (chiedete a Flitwick) Un sorso di Felix Felicis? (per quello c'è Belby) Dai, riprendetevi! Se no come fate ad affrontare i prossimi tragicissimi capitoli...

dunky: finalmente lo spirito giusto per affrontare l'evento! Davvero ti piace la poesia? Ci ho sudato su, e anche per quella di questo capitolo. Tanto lo so... non hai protestato per la morte di Albus perché hai intenzione di far morire H*** o S*** nella tua! Un fan club? UUUUH! No, non esiste, non posso inventarmelo, non pensi!?

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Capitolo 24
*** until the sun shines again. billie's mystery. ***


- Aspetta, Ned!
Irma correva, per una volta incurante delle regole scolastiche che aveva ricordato mille volte ai suoi poveri compagni, incredula che quel ragazzo fosse tornato senza salutarla.
Voltandosi, la vide, con i libri stretti tra le braccia e i capelli sciolti; aveva un'aria molto diversa da quella che ricordava... ed era ancora più bella. Si fermò sulla porta della Sala Grande, fingendo indifferenza.
- Non c'eri a Erbologia. Credevo fossi ancora in viaggio... - esordì lei, con il fiatone.
- Arrivato ieri, ma non sai, cambiato materie per i MAGO. Come stai?
Era una domanda triste, pronunciata così, con quell'accento.
Non capiva, poi, se Nedzad si riferisse al suo famoso svenimento, alla morte di Dumbledore o semplicemente fosse una frase di cortesia...
- Sto così. Come mi vedi. Ehm, ho letto la Gazzetta, ti sei piazzato benissimo.
Lui rispose che avrebbe potuto anche far meglio, se non gli fosse arrivata quella notizia orribile.
- Da ora cambiare tutto, signorina Caposcuola. Dover essere nemici davvero, no?

"No!" avrebbe voluto rispondere. Ma la sua posizione era complicata.

Le istruzioni di Belby erano subdole. Avrebbe dovuto coccolarselo, e farsi rivelare il nascondiglio di Parker, l'identità di Essex, e fino a che punto io e Filius ci fossimo spinti nel proteggerli.
Ma non ebbe il coraggio di tradirci.
- Forse... già, forse lo siamo.
E lui non era uno stupido.
- Allora, arrivederci, tornare da me quando sole splende di nuovo.

Era una splendida dichiarazione d'amore. Ma lei poté udire in quella frase soltanto un manifesto d'innocenza: quella che lei non possedeva.
Andò al suo posto, quasi meccanicamente; si nascose la faccia tra le mani, e rimase così, seduta al tavolo deserto, per quello che le sembrò molto tempo.

- Ehi. Sorellina.
Quella voce, che l'aveva consolata quando aveva perso la sua bambola preferita...
Che le aveva raccontato le favole più belle...
Che si era alzata in suo favore ad ogni sgridata di Dora...

Solo allora, solo davanti a lui, le lacrime poterono scorrere liberamente.

- Stiamo sbagliando tutto. Il Ministro è davvero impazzito. E anche il professor Belby.
Le costava una fatica enorme ammetterlo, si vedeva.
- E anche la Sprout.
- Lo so.
Lei alzò gli occhi, incredula. Neville annuì.
- L'ho capito anch'io. Papà ha sempre ragione, dopotutto...
- Te l'ho mai detto che ti voglio bene?
- Non negli ultimi dieci anni, temo. Ma non fa niente.
Fu sul punto di confessargli che era innamorata di Nedzad, senza scampo, senza speranza... che l'aveva capito troppo tardi...
Ma oh. Era pur sempre Irma Lupin. Un po' di riserbo, e che cavolo.

********

- La supplente di Cura delle Creature Magiche? Sarà lei la nostra nuova Direttrice? - bisbigliavano gli studenti di Gryffindor. - Ma ha la faccia di una pazza.
Effettivamente, Billie Kettleburn non mi aveva dato un'impressione molto rassicurante.
La professoressa Burbage, che "sapeva sempre tutto", aveva una gran voglia di spettegolare, e mi raccontò del suo triste caso, con dovizia di particolari.
- Ha avuto un trauma terribile, ed è stata ricoverata al St. Mungo per anni e anni. Ancora non sa che cosa le sia successo, e immagino che sia meglio così - mi disse, ma capivo che avrebbe pagato oro per soddisfare la sua curiosità.

Era davvero una donna strana, questa Billie, per quello che avevo potuto notare in quei giorni; era di sicuro un'insegnante molto capace, ma fuori dalle ore di lezione non faceva che starsene nella Torre, o in biblioteca. Nei primi tempi, veramente, si era dimostrata solare, e aveva fatto amicizia con alcune delle colleghe: solo da quando le era stato accennato il motivo per cui la scuola era pattugliata, si era chiusa in sé e aveva preso a comportarsi in quel modo strano.

Reg venne a cercarmi, un giorno, tutto affannato, mentre ero andato a fare una passeggiata al lago.
- Mi fa paura, quella. Forse è una spia del Ministro travestita.
- Ti ha detto qualcosa in particolare?
- Parlava dell'ospedale, e di un tizio di cui si era innamorata, che aveva perso la memoria come lei e firmava autografi di continuo...
Ridacchiai amaramente. - Ho capito di chi parlava. Se non ricordo male, è un gran bel tipo.
- E poi ha nominato nonna Alice.

Un tempo quel nome era una tempesta nel mio cuore.
Ora, soltanto una nuvola, per quanto scura, che il vento riusciva a soffiare via.

- Non c'è niente di strano, Regulus, la professoressa Kettleburn è una persona che ha sofferto, tutto qui.
- Nonno, mi ha chiesto dove fosse Parker.
- Ah - feci. Sinceramente, non me l'aspettavo.
- E' diventata una sua ossessione, è peggio degli Auror! Ti ripeto che secondo me lavora per Diggory in incognito! E se mi avesse costretto a parlare? Non potrei sopportare di metterlo in pericolo, nemmeno contro la mia volontà!
- Reg, basta così. Non va bene che ti fai vedere nel parco a quest'ora, ci sono troppi Auror in giro.

"Chi sei, Billie Kettleburn?" mi chiesi, lo sguardo rivolto alla Torre di Gryffindor.

*****

- Buongiorno, professor Lupin - mi salutò Verity.
- Ciao. I ragazzi dove sono? - risposi, impaziente. Il negozio era deserto.
- Georgeeeee! Scusa, sai, ma gli affari non vanno tanto bene in questo periodo. Sono un po' depressi, tutti e due.
Uno dei "ragazzi", come li chiamavo ancora nonostante i loro quarant'anni alle porte, sbucò dal retro, con i capelli davanti agli occhi e una totale indifferenza nel vedermi.
- Weh, Remus, tutto ok? Mi sembra un po' strano vederti qui. Però dai, mi fa piacere.
- Possiamo, ehm, parlare in privato? - suggerii.
Lui fischiò. - Mi pare di sì. - E mi fece cenno di seguirlo nell'altra stanza, dove Fred compilava un registro delle vendite imprecando ad alta voce.
Una volta al riparo da orecchie indiscrete (oblunghe o meno) spiegai a George di cosa avevo bisogno.
- Carta da lettere Confundus? E' un articolo un po' datato, comunque...
- Ssht! E' una faccenda delicata. Pensi di procurarmela?
- Sicuro. E te la mando direttamente a Hogwarts. Però dai, a me puoi dirlo, a che ti serve...
Borbottai qualcosa come "gemelli impiccioni", ma sapevo che con loro avevo poche possibilità di tenere un segreto.
- E' per il St. Mungo. Spero che possano darmi delle informazioni su una paziente che è stata dimessa da poco...
- Lo sai, vero, che l'effetto è imprevedibile? Potrebbero farne un aeroplanino, con la tua lettera, o dimenticarsene...
- O rispondermi, violando tutte le regole della privacy. E' questo che mi auguro.
- Anche. Beh, senti, per dopodomani al massimo te la facciamo avere, veditela tu, va bene?
- Merda! Siamo in rosso! - sbottò Fred, e decisi di togliere il disturbo.

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ANGOLINO DI SAKI...

Ma daaai! Siete anche voi delle sfegatate del pairing Albus/Minnie? Beneee! A me sinceramente non dà fastidio la storia di lui e Grindelwald, dico... "perché no? saranno cavoli suoi" (anzi, cavoli di JKR), ma mi piace molto di più immaginare lui e Minerva che fanno i pucci-pucci!

L'altro giorno ero in chat con un amico, e gli raccontavo di questa ff. Alla frase "Parker è il figlio di Peter", lui mi ha risposto: "non sei molto originale, insomma... Peter Parker è l'Uomo Ragno". Ci sono rimasta sconvolta, non avevo considerato la coincidenza! Vi giuro che non l'ho fatto assolutamente apposta.


Ino chan: riprenditi! Animo! Adesso le cose andranno peggio! *Saki sghignazza*

lyrapotter: i cani antidroga? beh, ci sarebbe Sword, il mastino di Belby... ma non l'ho inserito altrimenti sì che la confusione sarebbe arrivata alle stelle.

HarryEly: ecco... diciamo che NESSUN ESSERE VIVENTE riuscirà a far cambiare idea a Diggory... chi vuol capire capisca.

Feux: ti prego scrivi delle recensioni più lunghe!! E soprattutto qualche critica spietata! Da te mi aspetto molto... *Saki nasconde la testa sotto il tavolo e aspetta il primo ceffone*

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Capitolo 25
*** nightmares, old and new. the runaway. ***


Il tempo passava lentamente, nella Stanza delle Necessità. Reg e Viola trascorrevano con Parker tutto il tempo possibile. Giocavano a scacchi, e studiavano insieme; spesso Ned faceva un salto da quelle parti e raccontava storielle sui suoi anni a Durmstrang, mentre insegnava ai suoi amici a disegnare.
Era come un club segreto, "come l'ES" diceva quello sconsiderato di Sirius Potter, memore dei racconti di suo padre, con la differenza che allora tutti gli studenti tornavano nei loro dormitori, dopo le riunioni.
E invece, ogni sera, Parker doveva restare solo in quella stanza.
Solo.
Al buio, con i suoi pensieri.
Quanto odiava quei momenti, quel silenzio terribile prima di addormentarsi.
E gli incubi.

- Mamma...

Il ragazzo, seduto a gambe incrociate accanto al letto improvvisato, si sporse verso di lui.

- MAMMA!!!

Parker si svegliò di soprassalto, tutto sudato. Respirava a fatica, e le ultime immagini del sogno gli danzavano ancora davanti agli occhi.
Ma quando svanirono, quella figura china su di lui lo fece sobbalzare e ritornare alla realtà.

- Chi... sei?
- Lumos! - bisbigliò l'altro, e dalla bacchetta uscì un chiarore che mise fine al dubbio sulla sua identità.
- Sirius? Non dovresti essere nella tua Torre? - Al di là dello spavento iniziale, non era dispiaciuto che qualcuno fosse andato a trovarlo a quell'ora di notte, ma si preoccupava per lui. Se un Auror (o Belby, o la Sprout, non c'era molta differenza) l'avesse "beccato" in giro per la scuola a quell'ora, sarebbero stati guai; inoltre, se seguendolo avessero scoperto l'ingresso della stanza, sarebbero stati entrambi spacciati.

Potter non rispose a quella domanda retorica. Era fatto così, nessuna ansia, nessun timore anticipato. Quando veniva sorpreso in flagrante ad aver combinato qualcosa, per esempio per la storia della cravatta, cominciava semmai a vergognarsi e a pentirsene, non prima.
- Cosa sognavi? Chiamavi tua madre...
- Che cosa? Io non l'ho mai avuta. Sei sicuro?
- Tutti ce l'hanno. Può essere morta, o scappata con il portiere del Puddlemere United, come la mamma di Nedzad... non parlargliene mai, però... ma ne hai una anche tu. Che cos'è che sognavi?
- Niente... non me lo ricordo più.
Restarono zitti per un po'.
- Ho quasi dimenticato anche mio padre... ma quella storia, quella favola degli animali... continua a tormentarmi. Ti prego, cambiamo discorso. Cosa dicevi della madre di Ned? Io credevo vivesse in Romania. Cos'è il Puddle-coso?
Sirius gli raccontò quella faccenda dall'inizio, e non ci volle molto. C'era stata una grande festa a casa Weasley, quando Charlie era tornato con la sua famiglia a vivere a Ottery, ma malauguratamente ai gemelli era venuta la brillante idea di invitare Oliver Wood, e la frittata era fatta... i due piccioncini avevano preso il volo quell'estate con la figlia di lui, Nancy, ex battitrice di Gryffindor.
- Porca miseria! Era tanto più bello?
- Ma boh. Quando ti innamori non credo che c'entri la bellezza. Però sì, non è che Charlie sia un granché. Suo fratello Bill, il padre di Lisette, ha molta più classe.
Parker aveva già avuto sentore della sua cotta disperata, e avrebbe volentieri proseguito su quell'argomento, ma era chiaro che Sirius era lì per un altro motivo, e prima o poi sarebbe tornato al punto.

- Devi farti raccontare dal professor Lupin come andò davvero tra tuo padre e i suoi amici.
- NO! Io non glielo chiederò mai!
- Allora lo farò io.
Parker non capì subito cosa intendesse Sirius: credette che volesse dire che sarebbe andato lui a chiedermi di raccontargli la storia. Invece quella notte passò tra brividi, lacrime e pugni contro il pavimento.
Sirius snocciolava le vicende dei Malandrini con un piglio da cronista, così come commentava le partite di Quidditch.
In apparenza sembrava che non provasse alcuna emozione, che per lui non facesse differenza raccontare il tradimento della moglie di Charles Weasley o quello di Wormtail... era quello che voleva diventare da grande, in fondo... un giornalista, come i suoi genitori.
Ma la sua era soltanto una maschera. E quando pronunciò il nome di James Potter, il nonno che non aveva mai conosciuto, non trattenne un tremito nella voce.

- Morirono per colpa di mio padre? Lui ha fatto questo?
Parker era disperato, avrebbe voluto sotterrarsi, strapparsi di dosso quel fardello troppo pesante da sopportare, e si chiedeva perché Sirius avesse insistito per parlargli di queste cose...
Per vendetta?
Per vederlo soffrire?
O che cos'altro?

Quella tortura era finita. Potter aveva terminato il suo racconto.
- Sirius... - mormorò Parker, tirando su col naso.
- Sì?
- Tu mi odi?
- Io ti voglio bene. Per questo motivo ti ho detto tutto, non sopporto quando gli adulti ci tengono all'oscuro della verità. Non si può combattere senza guardare in faccia i nostri nemici, e non si può vivere senza conoscere il passato. Adesso devo andare, però.
Si alzò e fece per uscire.

- Sirius?
L'ombra stava per scivolare al di là della porta...
- Che c'è ancora?
- Sei... sei tu Essex?
- Splendido intuito, ragazzo, direbbe il mio Direttore. Ti ho lasciato qualcosa, facci un pensierino.

Ma Parker non osò scendere dal letto per vedere. Le immagini evocate da quel racconto erano vive più che mai nella sua mente, e anche quando riuscì a riaddormentarsi, avvolsero i suoi sogni, tormentandoli.

----------------------------

- Beccato! - Sirius si sentì afferrare da due braccia robuste, e tentò invano di liberarsi. - Dov'è la porta da cui sei uscito? Che razza di scherzo è? E' quella famosa stanza invisibile, vero?
- Lasciatemi! - Un altro Auror si stava frugando in tasca, e Sirius capì le sue intenzioni - Non so nulla, e comunque non dirò niente! So come contrastare il siero. Farete un buco nell'acqua, con me! Lasciatemi subito, chiaro?
Bluffava, ovvio.
Non sperava di convincerli davvero a lasciarlo andare, ma cos'altro poteva fare?
Gridò ancora più forte, e finalmente una porta si spalancò e due lampi furono scagliati in direzione degli aggressori, senza sfiorare un capello a Sirius, che si ritrovò a terra con il fondoschiena dolorante.
- Benedetto ragazzo, ma non potevi restartene a letto, stanotte? Guarda cos'ho dovuto fare... ora mi tocca farli sparire. Fila, che aspetti? Che ne arrivino altri, o che qualcuno venga a vedere che succede?
- Ehm... subito, signor Direttore.


"Tale e quale a suo padre. Ma che dico? A suo padre e sua madre messi insieme"

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Parker si svegliò verso le sei, ma naturalmente non c'erano finestre, né orologi che gli mostrassero quanto fosse presto. Aveva fame...
Aprì il pacchetto che gli aveva lasciato Sirius: dentro c'era un bigliettino, un sacchetto ben chiuso e qualche barretta di cioccolato.

Aprilo solo se ti trovi in un pericolo immediato.
S.X.P.


Divorò il cioccolato, poi cercò di ragionare.
Forse Reg sarebbe passato a salutarlo prima delle lezioni, ma lui non voleva più metterlo in pericolo, non ora che sapeva tutto. Né lui, né Viola... e nemmeno me. Se ne sarebbe andato, come avrebbe dovuto fare da tempo.
Infilò il sacchetto in tasca e dischiuse la porta lentamente: il corridoio era deserto. Scese le scale, e stava per varcare la soglia del portone principale quando vide un gruppetto di Auror che attraversavano il parco. Spaventato, si voltò per tornare indietro, ma si trovò davanti un insolitamente mattiniero Damocles Belby...

Che vedendolo non esultò perché il topo era finalmente uscito dalla tana.
Né si sbracciò richiamando gli Auror.
Ma rimase imbarazzato, mordendosi il labbro, e desiderando di essere da un'altra parte. Era facile elaborare strategie, istruire i membri del suo club e i Capiscuola ad essere sospettosi e a raccogliere informazioni.
Ma tutt'altra cosa era guardare negli occhi un innocente e affidarlo a chissà quale destino.
- Farai... farai meglio a scappare, tu.

E Parker corse, corse via come una scheggia, chiedendosi perché alcune persone lo odiassero a morte, e altri rischiassero tutto per lui, quando gli sarebbe bastato essere accettato e basta, godersi il suo spicchio di vita...
Sentiva i passi degli Auror dietro di lui, l'aria fredda del mattino bruciargli dentro ad ogni respiro, e correva, correva...
Girò l'angolo del castello. Forse, se fosse riuscito a raggiungere le serre... ma Reg non gli aveva detto, una volta, che la professoressa Sprout non avrebbe fatto niente per aiutarlo?
Temeva di finire dalla padella alla brace, ma non aveva scelta: si infilò nella numero due, ormai sicuro di non avere scampo.
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ANGOLINO DI SAKI...

Ragazze! Che emozione, ho appena mandato il primo capitolo di Why haven't I told you da betare per il forum Charming Roots... quello che mi ha pubblicato la shottina su Tonks e Moody.
Ma per gli altri capitoli non so cosa fare, sono difficili da rendere in inglese! Ho bisogno di un traduttore... sono disperataaaa!

Ok, inizio a rispondervi... *saki si calma*

HarryEly: secondo te, un articolo del Weasleys' Wizard Wheezes può non funzionare? Ihih!

Feux: questo è un po' più lungo, mi sembra!! No? Scusa! Reg e Viola? Sono personaggi secondari, temo. Ma presto ritorneranno le adorate "paranoie" di Remus. Vi mancavano, no? (voi: nooo!!!)

lyrapotter: bene! Sono contenta di aver inventato Billie, visto che ci tenevi (e ci tenevo anch'io). Avevi indovinato, su Essex?

Ino chan: se già non ti piace Ned così, allora quando vedrai la sua doll (vedi link nel mio profilo) ti verrà direttamente il vomito! E poi Irma doveva innamorarsi dell'opposto di ciò che lei rappresenta!

dunky: il turn-face ha commosso anche me mentre lo scrivevo!! E poi dai, Neville è un Gryffindor, non può voltare le spalle alla verità e alla giustizia^^

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Capitolo 26
*** spies, tumbles, fires and kisses ***


NOTA DELL'AUTRICE.

Tale nota non sostituisce l'Angolino di Saki che troverete come sempre in fondo alla pagina.
Serve solamente per avvertirvi che in questo capitolo troverete il primo accenno a quella che diventerà una delle storie d'amore più strane della fic.
E se non vi piace immaginare i due personaggi insieme, beh... mi sa che d'ora in poi dovrete saltare a pié pari i paragrafi che li riguardano^^




******

Al prof. Remus J. Lupin,
Hogwarts

Gentile signore,

in allegato Le invio copia della cartella clinica della sig.na Wilhemina F. Kettleburn.
Lieto di poterLe essere stato utile,

Taylor Hunchback,
Archivio Pazienti
Ospedale St. Mungo per Ferite e Malattie Magiche


Mi ero recato in Guferia come ormai facevo ogni mattina da quando avevo inviato la lettera. Ormai non speravo più in una risposta. E invece... quando l'ebbi tra le mani, mi venne voglia di baciare in fronte i gemelli Weasley. Aveva funzionato, per Merlino!

Mi rabbuiai, però, quando lessi la cartella.
Nulla era come mi ero immaginato.
Meglio? Peggio? Il tempo mi avrebbe dato risposta. Intanto avevo i brividi, mentre le righe mi rimbalzavano agli occhi...

Maggio 2008 - La paziente è stata ritrovata nei pressi della città di Hereford, in preda ad amnesia e in stato di shock. I sintomi rivelano che è stata vittima per lungo tempo della Maledizione Imperius. Nessun parente in vita, obbligatorio il ricovero nel reparto Lesioni da Incantesimo.

"Hereford... oh, porca miseria..."

Dicembre 2012 - La sig.na Kettleburn presenta notevoli miglioramenti. Riesce a ricordare la sua infanzia, legge e scrive autonomamente e stringe volentieri rapporti con gli altri pazienti (in particolare il sig. Lockhart con cui ha instaurato una sorta di relazione romantica). Per contro, piange ogni volta che si trova davanti l'immagine di un bambino, e ha il terrore dei topi; inoltre, non può sopportare la vista di oggetti d'argento.

"E' lei... Merlino sia ringraziato... Reg si preoccupava per niente"

Novembre 2016 - La paziente si può considerare sommariamente guarita. Non ha alcuna memoria del trauma subìto, ma questo particolare è semmai un bene; per il resto, ha dimostrato di aver conservato intatte le sue attitudini e la sua personalità. Le dimissioni sono previste per questa primavera, salvo ricadute.


Corsi giù per le scale, andando quasi a sbattere contro Viola Malfoy, che usciva allora dalla Stanza delle Necessità, e sembrava in preda a un attacco isterico.
- Parker è scomparso! La prego, dobbiamo trovarlo...

"Non adesso" pensai. "Non adesso che..."

- Viola, ascoltami. Vado a cercarlo. Ma tu devi promettermi una cosa, è importante!
- Sì... sì, professore...
- Non dite niente alla vostra Direttrice. Neanche se insiste. Tenetela dentro, distraetela, cantatele una canzone, quello che volete. Chiaro?
Lei annuì.
- Andrà tutto bene - la rassicurai, ma in quel momento udii uno scalpiccìo sulle scale.
- Vai, vai!
Viola si avviò verso la Torre di Gryffindor. La sentii pronunciare la parola d'ordine...

Ok. Chi arrivava adesso?
"Merlino, non lei, ti prego..."
Mi nascosi dietro una statua, mentre i passi di una strega che conoscevo anche troppo bene si dirigevano verso l'ufficio di Flitwick.
- Apri, se hai il coraggio! - le sentii strillare, mentre bussava con furia. - L'ho capito, finalmente, chi è il vostro Essex!
Prima ancora che Filius aprisse la porta, mi sentii in diritto di saltar fuori dal mio nascondiglio, coglierla di sorpresa e tapparle la bocca. Ma mi morse la mano, e riuscì a liberarsi:
- Non me ne importa niente di quel Pettigrew, Belby l'ha lasciato scappare. Ma ragiona, quelli non si fermeranno... consegnategli Potter... sai anche tu che non gli faranno del male...
Temetti che gli Auror avessero sentito quella frase quasi gridata, e mi affacciai verso le scale. Non c'era nessuno, ma non ero tranquillo ugualmente. Sarei dovuto andare a cercare Parker... chissà se era riuscito a fuggire davvero.
- Zitta, devi stare zitta! - la minacciò Filius, con la bacchetta in pugno. La strattonò fin dentro l'ufficio, e mi fece segno di raggiungerli. Quando fui dentro anch'io, chiuse la porta e riprese a gridarle contro. - Anche tu sei d'accordo con le poesie di Sirius. Ma hai troppa paura per ammetterlo... ricordo come tremavi davanti a Dolores Umbridge, e adesso non sei cambiata di una virgola. Ancora non riesco a credere che Horace abbia potuto innamorarsi di una come te!
Non credo che si possa dire nulla di peggiore a una donna. La vidi portarsi una mano alla gola, offesa all'inverosimile.
- Tu... tu! Non osare nominarlo, hai capito? - Il tono stridulo della sua voce rivelava come fosse prossima alle lacrime. - Non capisci niente, non capisci niente!
A quel punto mi intromisi, perché mi trovavo di fronte a un déjà-vu quanto mai eclatante.
- L'ho già sentita questa, Pomona. Oh, sì, se vuoi ti posso dire quando e dove, anche se non ricordo quell'occasione con particolare piacere.
Erano le parole che aveva rivolto a Slughorn il giorno della Battaglia di Hogsmeade. Il giorno in cui anche Draco Malfoy si era unito alla lotta contro i Mangiamorte, contro il suo stesso padre, in nome della luce. E ora, quindici anni dopo, come eravamo diventati?
Divisi più che mai, Sotterranei contro Torri, privi della nostra guida, sprecavamo energie in inutili chiacchiere.
- Ora ti dico cosa farai - sentenziò Flitwick. - Andrai di sotto e convincerai Damocles ad aiutarci. E quando tutto sarà finito, beh... eh-ehm, ti chiederò scusa per quello che ti ho detto.
Umiliata, Pomona chinò la testa.
- Non sei nata per combattere, cara. Meno che mai dalla parte sbagliata.
Lei lo guardò incredula...
- Tu sei nata per amare.

Il clamore di fuori ci riscosse. Spalancai la finestra, guardai giù... e quello che vidi mi gelò il sangue.
Le serre andavano a fuoco.
Si era radunata una piccola folla, riuscii a distinguere il vestito rosso di Hermione...
Mi voltai di scatto verso Pomona, che mi diede l'impressione di dover svenire da un momento all'altro. O di impazzire. O entrambe le cose.
Si aggrappò alla mia camicia, e i suoi occhi sembrarono di colpo così grandi...
- Parla, porca miseria, che vuoi dire?
- Come credi che si senta, Remus, a vedere il lavoro di tutta una vita che va in fumo? - mi rimbeccò Filius, ma io avevo capito che c'era dell'altro.
- Parla ti ho detto! - gridai, scrollandola per le spalle fino a farle male.
- N... Neville...


Non riuscivo a respirare. Cercavo la maniglia, ma non la trovavo. La testa mi faceva male, mi sentivo in trappola...
Filius mi spinse da parte, e spalancò la porta al mio posto. C'era un gran fracasso per le scale. La squadra di Quidditch di Gryffindor aveva finalmente perso la pazienza e stava affrontando un gruppetto di Auror.
- Mi sta bene la rivoluzione, ma così non riusciremo mai a passare.
Le voci e i rumori mi giungevano come attraverso un vetro, non m'importava più di niente...
Ci facemmo largo, in qualche modo, e mi precipitai fuori. Pazzo. Disperato.
Come quel giorno di vent'anni prima, di fronte a Bellatrix Black.

Le fiamme erano state domate, ma ugualmente molte persone si affannavano lì intorno.
Frasi che non riuscivo a udire, grida, gesti.
- Remus... - mi bloccò Ron. - C'è qualcuno lì dentro. Ma non sappiamo chi sia. E' completamente... ecco...

Crollai in ginocchio, incapace persino di piangere, strappando l'erba, frenetico.
Pregai. Non so chi. Tutte le divinità magiche e Babbane che conoscevo...

"Fa' che non sia Nev. Merlino, Dio, aiutatemi... fate che non sia lui..."

*******

Nella Sala Comune di Gryffindor, un'agitatissima Lisette Weasley, che doveva aver spaventato per bene la Signora Grassa per riuscire ad entrare in territorio non suo, raccontava a Reg gli ultimi avvenimenti.
- Hanno interrogato Kylie Johnson, il Prefetto della mia Casa... e lei ha detto agli Auror e alla Sprout che sospettava di me e Sirius... forse l'hanno preso, lo manderanno ad Azkaban per aver insultato il Ministro per iscritto!
- Figurati, dai, il professor Flitwick lo difenderà.
- Già, come la vostra McGonagall, che vi ha abbandonati senza dare una spiegazione! E Nedzad...
- Cosa? - fece Regulus, allarmato.
- Un Auror l'ha gettato dalle scale con un Everte Statim. E' all'ospedale, adesso... a zio Charlie verrà un colpo. E poi dov'è finito Parker? Non lo sa nessuno?
Viola, che seduta sul bracciolo di una poltrona accarezzava i capelli di Billie Kettleburn, le fece segno di tacere.
- Che hai, Malfoy? - Non erano proprio mai riuscite a diventare amiche, quelle due.
- Il professor Lupin mi ha raccomandato di non nominare "ehm-ehm" davanti a lei.
- Aaah. - Lisette guardò la Direttrice di Gryffindor, sospettosa. - Perché, che cosa gli farebbe?
Viola la implorò di lasciarla stare...
- Avanti, professoressa, vuole fare del male a Parker? Si finge stupida per arrivare dove gli Auror hanno fallito?

Billie aprì la bocca, e con un certo sforzo, con voce trasognata, formulò le seguenti parole:
- Perché... perché dovrei fare del male al mio bambino?


*******

Hermione si chinò di fronte a me, con la figura e il profumo di un angelo...
- Non c'è niente di irreparabile, Remus. Guarda.
Sul palmo della sua mano c'era un oggetto annerito dalle fiamme. Una sorta di distintivo.
- Quell'uomo era Miles Bletchley. Ha fatto tutto da solo, penso.

Niente di irreparabile.
Per un attimo ci credetti, per un istante di gioioso egoismo.

- Ron ha preso il comando della squadra, andrà a parlare con Ernie... e per quanto riguarda il Ministro... ci penseremo più tardi.

Ernest Macmillan, il Gran Capoccione del dipartimento Auror, diretto superiore del famigerato Bletchley, non era mai stato d'accordo con Amos riguardo alla questione. Era stato infatti direttamente scavalcato.

- E cosa gli dirà?

- Che Miles si è praticamente suicidato... visto che l'incendio è stato di sicuro causato da un suo incantesimo incontrollabile...

Pomona aveva detto che Belby aveva visto Parker fuggire. Allora Bletchley lo stava inseguendo, e...
Era inutile scervellarsi, ci avrei pensato più tardi.
Ma guarda... quei due!


- E' la punizione che merito - disse la Sprout, di fronte a quella desolazione.
- Non dire questo, non è colpa tua...
- Volevo davvero consegnare Sirius nelle mani di quei balordi.
- Volevi solo la pace. Come tutti.
- Come... come fai, Filius? - balbettò lei tra le lacrime.
- Cosa?
- Come fai ad essere sempre così... gentile, e generoso, e coraggioso e-
Lui le tappò la bocca con un bacio.
- E innamorato di una pacifista dei Sotterranei. Me lo chiedo anch'io.

- Scusate se interrompo il vostro idillio - dissi, facendo arrossire entrambi. Il sollievo mi aveva stranito. - Pomona, come mai eri sicura che Neville fosse lì dentro, eh?
- Ma... ma... perché gliel'avevo raccomandato ieri sera, di andare a controllare l'impianto di concimazione. E' tutta roba Babbana, complicata, sai... ma l'importante è che mi fossi sbagliata, no?
Già.
L'importante era questo.

- Ma allora dove accidenti è?

**************************************************************************************

ANGOLINO DI SAKI...

Okay, ho fatto morire un altro personaggio. Carbonizzare, anzi. Ma non ditemi che Bletchley vi stava simpatico! Veramente, questo capitolo era diviso in due, ma erano troppo corti, e in questo modo vi ho evitato di preoccuparvi troppo per Neville^^
Ho fatto bene? (voi: siiiii)
Grazie!


***********
Anticipazione del prossimo chap (ho imparato da Ino chan):

Parker si guardò intorno. Erano in una stanza, un ufficio, a quanto gli sembrava. Tipo quello che si vedeva nei film di Superman [...] Al loro, ehm, arrivo, un uomo era scattato in piedi, allarmato. Aveva i capelli neri, gli occhiali e sì, un poco somigliava a Clark Kent.

***********


HarryEly: bene, se avevi indovinato sono contenta. Sì, per il piccolo è davvero stato uno shock, ma è stato un bene che l'abbia saputo da un suo quasi-coetaneo...
lyrapotter: qui Reg e Viola ci sono, però è vero, non c'è molto da dire su di loro. Non credo che si daranno mai un bacio nella fic, perché sono davvero troppo piccoli, e non ho intenzione di fare continuare la storia fino al diploma. Però si piacciono da morire^^
Feux: le paranoie di Remus cominceranno tra due capitoli, prima per qualcosa di reale, poi per una sua fantasia assurda... che poi tanto assurda non sarà... ma vedrai!
dunky: Non è mai stata mia intenzione di presentare Damocles come un mostro di cattiveria... non è una persona coraggiosa e segue la corrente, tutto qui, ma non tutti possono essere eroi. A me piace dare una seconda possibilità ai personaggi, anche se ho in mente un castigo terribile per una certa strega di nostra conoscenza che sembra essersela passata liscia^^

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Capitolo 27
*** at the quibbler's: harry's test. ***



TORNANDO UN POCHINO INDIETRO...



Non è che, solo perché non era più d'accordo con lei sulla storia delle ronde e non approvava più la divisione interna nella scuola, Neville avesse smesso di seguire le direttive della Sprout per quanto riguardava il loro lavoro.
Lui c'era andato, a controllare se i beccucci del concime erano ostruiti o meno.
Ma mentre fischiettava tra un Waddiwasi e l'altro, si era visto schizzare dentro come un fulmine Parker Pettigrew.
E pensò: "Ecco. E' arrivato il momento di dimostrare la mia lealtà".
- La... p...prego... non lasci che mi prendano...
- Oh merda - gli sfuggì, forse pensando a quella che stava sturando dal marchingegno... - Lo capisci che non ci si può smaterializzare qui? Siamo praticamente in trappola, tutti e due!
Parker gli porse il sacchetto che gli aveva lasciato Sirius. - Se-secondo lei che cos'è... questo?
Miles Bletchley era già alla porta.
- Impedimenta! - gridò Neville, sperando in cuor suo di non finire ad Azkaban.
- E'... una sciarpa. A che cosa dovrebbe servire?
- Che cosa...
Ne prese un'estremità, così, nello stupore, nello stesso momento in cui Parker afferrava l'altra.
Bletchley, furioso, entrò con un urlo, solo per vederli sparire d'improvviso.
- Aaargh! Maledetti! - grugnì, lanciando in aria un lampo che presto si tramutò in una fiammata, e avvolse ogni cosa, sopraffacendolo.



OTTERY ST. CATCHPOLE, DEVON

- Ahi! - si lamentò Parker, che aveva battuto violentemente la schiena contro il pavimento. Il pavimento di dove? - Dove siamo... al sicuro?
- Lo spero. Però... provvidenziale, direi. Chi è stato così intelligente da darti una Passaporta?
- Una... cosa?
- Chi ti ha dato quella sciarpa?
- Non... non posso dirglielo - ribatté, sicuro.

Parker si guardò intorno. Erano in una stanza, un ufficio, a quanto gli sembrava. Tipo quello che si vedeva nei film di Superman: la redazione di un giornale.
Al loro, ehm, arrivo, un uomo era scattato in piedi, allarmato. Aveva i capelli neri, gli occhiali e sì, un poco somigliava a Clark Kent.
- Harry?
- Neville? Questa poi! Come ti è saltato in testa di materializzarti qui a quest'ora? Mi hai fatto venire un colpo... non puoi usare il camino come tutti i comuni maghi?
- Veramente, avremmo usato questa.
Alla vista della Passaporta di Sirius, l'uomo chiamato Harry impallidì. - Che sta succedendo? Non mi dirai che questo ragazzino è-
Neville annuì. - Ecco, noi... c'è stata un'emergenza, a scuola. Posso spiegarti.
Ma Harry non aveva bisogno di spiegazioni. Forse che Sirius non gli aveva già spiegato ogni cosa, quando si era intrufolato in casa per stampare i volantini? Non aveva fatto i salti di gioia, di sicuro; i suoi ricordi di Peter erano davvero orribili. Ma era il momento di mettere alla prova Parker, e capire una volta per tutte se era come suo padre o no. Perché se io mi fidavo di lui... un motivo c'era...
- Luna avrà già preparato la colazione, sai Nev? Vai pure giù in cucina, e lasciaci soli.
- Ma non vorrai...
Ma lo sguardo di Harry era perentorio.
- O-ok.
Neville si chiuse la porta alle spalle.

Da parte sua, Parker avrebbe voluto fidarsi di quell'uomo, e cercava invano un segno da lui che lo rassicurasse. Non sapeva che intenzioni potesse avere. Una cosa era sicura: se la sciarpa di Sirius l'aveva portato fin lì, non poteva essere una persona cattiva.
Ma allora perché lo guardava a quel modo?
Perché gli puntava la bacchetta contro?
Era come tutti gli altri... lo odiava...
- Parker Pettigrew...
- Sì, signore...
- Dimmi chi ti ha dato quella Passaporta.
Parker scosse la testa.

Lui non era il topo... lui non tradiva gli amici.

- No!
- Io... ti ucciderò se non me lo dici subito.
Tremava, era terrorizzato... ma fece segno di no, di nuovo.
- Ti ho detto che ti ammazzo!
Gli era addosso, gli aveva infilato la bacchetta quasi tra le costole...
Per un attimo Parker smise di respirare. Aspettava di morire da un momento all'altro, ma aveva deciso, non avrebbe fatto il nome di Sirius a nessun costo.

Riaprì gli occhi.
- Coraggio, alzati.
Gli tendeva la mano... gli stava sorridendo come se niente fosse!
- Mi dispiace averti spaventato così, ma capisci, dovevo essere sicuro. Avanti, tirati su.
Ma Parker aveva arrancato fino alla porta ed era corso giù per le scale, ancora tremante e disgustato da una simile messinscena. Seguì l'odore di caffé fino a trovare la cucina, dove Neville era impegnato a far sparire (non magicamente) un vassoio di muffins.
Una signora bionda, dall'aria simpatica, lo invitò a sedersi. Parker declinò, ancora sconvolto com'era.
- Lui... mi ha...
- Mh-mh. Ti ha messo alla prova?
- Io credo... insomma, sì.
- E l'hai superata?

Harry apparve alle sue spalle. - Brillantemente, Luna. Credo... credo proprio di doverti delle scuse, Parker, lo sai?
Gli porse la mano, un'altra volta.
- Non ci siamo presentati per bene. Sono Harry Potter, il padre di Sirius.

Il cerbiatto... l'eroe del Mondo Magico.

Parker continuava a tacere. Non riusciva a guardarlo senza vergogna.
Era stanco, stanco di tutta quella situazione, stanco di doversi nascondere, di essere detestato, di non poter essere come gli altri.
Tanto valeva andare alla radice dei suoi guai.

- Voglio andare a consegnarmi al Ministro. Solo così potrete vivere tranquilli.


********

Ci provarono, a fargli cambiare idea.

- NO! NO E NO! IO DEVO PARLARGLI, ASSOLUTAMENTE!

- Che dici, si può fare? - azzardò Luna.
Harry sospirò. - No, accidenti, conosco Amos come le mie tasche. E poi, scusa se te lo faccio notare, Parker...
Si interruppe, sperando di non essere frainteso. Guardò Neville come a farsi suggerire le parole adatte.
- Vedi, il Ministro non cerca più soltanto te. Sirius si è messo davvero nei guai, con quelle poesie... ti obbligherebbero a fare il suo nome.
- No, lo sapete che non dirò niente!
- Veritaserum, Imperius, Confundus... ti dicono niente, queste parole? Non è questione di sfiducia, sai.
Luna smise di insistere. Anche lei era preoccupata per suo figlio. Si mise a sparecchiare, nascondendo la sua ansia.

- Però, se io dimenticassi chi è Essex... lui non sarebbe più in pericolo...
- Ora basta - Neville lo guardò con durezza - Nessuno qui sa eseguire un Incantesimo di Memoria. E' troppo rischioso.
Harry saltò su.
- Aaahi!
- Cos'hai, che succede? - si allarmò Luna, ma il marito le fece cenno di non spaventarsi.
- Accidenti a quando ho chiesto a Hermione di potenziare i Galeoni dell'Esercito...

Harry si allentò il colletto della camicia e ne estrasse una catenina, a cui era appesa una grossa moneta.
"Va ancora in giro con quella roba da vent'anni?" si stupì Neville. "Lui... e chi altro?"
- Ooh. è di Ernie... Le cose stanno andando bene. Buone notizie, Parker: Diggory non ha più nessun potere. C'è stato, si può dire, un coup d'état.


- Sarà lo scoop dell'anno! E ho l'esclusiva, accidenti... - esclamò Luna, quando si fu ripresa dallo stupore, in preda ad un attacco di skeeterismo galoppante.
"Vada come vada, basta che gli elfi mantengano il diritto di voto, se no chi glielo dice a Kreacher" pensò Neville.

- Ma io gli voglio parlare lo stesso - disse Parker, risoluto.

******

L'uomo in vestaglia sembrava invecchiato, dal loro terribile incontro a Grimmauld Place.
Rassegnato.
Disarmato.
Sconfitto.
- Vieni qui, ragazzino. Per favore.
- Vai, non ti farà nulla - sussurrò Harry.
Parker si avvicinò a Diggory, sorpreso di non provare il minimo rancore, ma anzi una sorta di pietà per quell'uomo inerme.
- Se potessi ridarle suo figlio... io... le giuro...
L'altro alzò una mano a schermirsi.
- Tocca a me chiederti perdono. E a tutti voi.

Silenzio.

- Questa notte... ho sognato Cedric...
Harry voltò la testa, mordendosi il labbro.
- Mi diceva... "Papà, che cosa stai facendo? Stai distruggendo la mia Hogwarts... stai tormentando un innocente" e mi guardava con un tale disprezzo...



- Ora basta, Amos. Basta con le storie. Un processo come si deve non te lo leva nessuno. - sbraitò una voce rude.

Parker sobbalzò.
Un uomo davvero spaventoso, con un occhio finto e una gamba di legno, insieme ad un Auror dalla pelle scura, erano apparsi nella stanza. Li aveva seguiti di lì a poco una donna dai capelli rosa, che aveva già incontrato a casa mia.
Diggory sospirò e fece per alzarsi...




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ANGOLINO DI SAKI...

Ragazze, siamo agli ultimi capitoli. Ve ne siete accorte vero??
Spero così di riuscire a continuare l'altra fic che ho iniziato, perché ci tengo molto. Alzi la mano chi ci è già andato a sbattere contro! E' la cosa più difficile che abbia mai cominciato a scrivere... a differenza di questa storia e della precedente longfic, che mi parevano inesauribili^^
Se non avete ancora visionato le dolls dei personaggi, andate sul mio profilo... c'è un link.
E (ogni tanto mi ricordo di farlo) grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti e che leggono senza commentare.

Feux: "Povera Pomona" non direi. Lo sai che adoro questo personaggio, ma il suo comportamento è stato orribile. Aspettati di tutto!
Rainsoul: Welcome to my world, welcome to my heart!!!! (come diceva una canzone della pubblicità!). Certo che me le sogno di notte, le mie storie; e anche di giorno. Non faccio che pensarci tutto il tempo.
HarryEly: questa fic ti tira su? Io credevo fosse deprimente. Buono a sapersi...
lyrapotter: non avrei mai fatto morire Nev, non in questa storia almeno (chi ha letto "Why get back alone" conosce anche quel lato del mio sadismo), perché è più interessante studiare la tensione psicologica di Remus che creare una tragedia vera.
dunky: anche io seguo moltissime storie, ed è grazie a queste che costruisco il mio stile. Quando capisco che ne sto seguendo troppe, mollo quelle che mi interessano meno. Senza pietà!!! Quindi non farti scrupoli...
Ino chan: mah, ti dico la verità: io non ho gioito nel far morire Bletchley. Era un essere umano, non dei migliori, ma in fondo faceva il suo lavoro. Ma il cadavere carbonizzato doveva pur essere di qualcuno^^ Amore, ti prego, quando aggiorni? Sei brava con le fic su Heroes, peccato che io non segua la serie e non ci capisca un tubo... eheh!

**** ma di Ned non v'importa proprio, eh? Beccatevi l'anticipazione! ****

"La disperazione che mi aveva attanagliato solo poche ore prima [...] aveva lasciato il posto ad un'angoscia diversa, solo apparentemente meno intensa. [...] Ma quando Ginny era stata rapita da Greyback, avevo potuto lottare contro un nemico in carne e ossa.
Ora era anche peggio: ero del tutto impotente."

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Capitolo 28
*** remus' frightful furry night ***


AVVERTIMENTO:
Scusate per la parolaccia, più avanti. Ne sto usando sempre più spesso ultimamente! Ma mi sembra che renda l'atmosfera e lo stato d'animo di Dora (notare che Shacklebolt la chiama ancora col vecchio cognome...).
E' molto breve, ma come sapete sono impegnata con altre storie, e poi ci vuole la suspence alla fine^^ Il prossimo sarà più lungo, credo!
###Sniff! Ma Nedzad vi è tanto antipatico che non vi importa niente di quello che gli è successo?###






- Dovete arrestarlo per forza? - chiese Parker, con un'espressione di supplica, al che Alastor Moody si grattò la testa e guardò Harry.
Questi fece spallucce.
- Sei tu che devi decidere, già.
- Allora lasciatelo stare. Soffre troppo. Non voglio che nessuno finisca in prigione. Io... voglio solo tornare a scuola, e dimenticare tutto.

Neville prese per mano Parker e lo fece entrare nel camino del grande salone al pianterreno, da dove sbucarono poi nel locale di Rosmerta, e da Hogsmeade presero una carrozza che li portò al castello. Moody, Dora e Kingsley si smaterializzarono direttamente ai cancelli.

- Sono libero. Sono felice. Si sente anche lei così, professor Longbottom?
- Mhmmm... direi proprio di sì. E sazio, direi. I muffins di Luna sono squisiti...

La gioia di Parker era destinata ad aumentare in modo esponenziale, di lì a poco. C'era qualcuno di molto speciale ad aspettarlo, al suo ritorno nella Sala Comune di Gryffindor.
Billie Kettleburn. La sua mamma. La donna che Peter aveva catturato con l'inganno, tenendola prigioniera per anni nella sua casa di Hereford, soggiogata con ripetuti Imperius; che aveva dato alla luce quel bambino, destinato a diventare la sua unica fonte di speranza, mentre però la sua mente crollava a cause di quelle maledizioni che subiva ogni giorno. Ed era fuggita, fuori di sé, senza sapere dove andasse, né chi fosse... finché una vecchia maga che passava da quelle parti l'aveva raccolta e portata al St. Mungo.
Il ricordo delle torture subite e dell'esistenza di suo figlio era riaffiorato soltanto quando l'aveva sentito nominare dai colleghi di Hogwarts, ma nessuno, per motivi differenti, voleva o avrebbe saputo rivelarle dove fosse Parker.
Per questo si era chiusa in sé, manifestando tuttavia a tratti impazienza e morbosa curiosità; tale era sembrato il suo atteggiamento agli occhi di Reg e Viola.

E ora la piccola Malfoy li guardava da un angolo della Sala, sorridendo davanti a quel quadretto tenerissimo; forse un poco era triste, perché pensava a sua madre, Pansy, che non era mai stata così affettuosa con lei, presa com'era dalle sue amiche chic e dai ricevimenti a cui andava quasi ogni sera.
Ma Reg non era lì con loro.
Era all'ospedale, con Lisette, e tutta la famiglia Weasley, tutti tranne Arthur che con tutta quella confusione era rimasto bloccato al Ministero e non sapeva ancora nulla.
- Zio Charlie... - provò a sedersi lì vicino, a consolarlo - Lo sai che si riprenderà, non devi pensare al peggio.
Nessuno giunse a confermare quelle parole.
Né a smentirle.
Potevano soltanto aspettare.

********

- Tesoro, ma cos'ha Irma?

Vestita solo di un accappatoio bianco, con i capelli bagnati e i piedi nudi, mia figlia se ne stava rannicchiata contro il mio petto, a battere i denti, senza riuscire a spiccicare parola.
Hermione l'aveva trovata là, sulla porta del Bagno dei Prefetti, a guardare verso le scale con un'espressione vuota e terribile.
- Se tu mi vedessi colpito da un incantesimo... precipitare nel vuoto... come ti sentiresti?
- Di cosa stai parlando? Cos'è accaduto?

Poppy arrivò con una ciotola di pozione fumante, il volto rosso dal pianto.

- Coraggio, tesoro, bevi. Starai meglio, sai.

Uno scatto improvviso, e la tazza si rovesciò sul pavimento.
Guardai mia moglie.
- Portiamola a casa, Dora.

E così, mentre quell'orrenda mattinata volgeva al termine, ci lasciammo alle spalle il castello, la felicità di Parker e Billie, le melensaggini di due vecchi Capocasa che si scoprivano innamorati, le notizie che continuavano ad arrivare dal Ministero, e persino Shacklebolt che ci era corso dietro gridando:
- Dove te ne stai andando, Tonks, dobbiamo tornare al Dipartimento!
- Vaffanculo, Kingsley. Mia figlia viene prima di tutto.

La disperazione che mi aveva attanagliato solo poche ore prima, quando credevo che Neville fosse bruciato vivo dentro la serra, aveva lasciato il posto ad un'angoscia diversa, solo apparentemente meno intensa.
Era la prima volta che Irma si innamorava.
Che allentava le difese, che si mostrava per ciò che realmente era.
E non poteva perdere Ned. Non doveva succedere...


Quella sensazione di déjà-vu era aumentata, fino a farmi male alla testa.
Per la seconda volta, uno dei miei figli rischiava di rimanere senza l'amore della sua vita.
Ma quando Ginny era stata rapita da Greyback, avevo potuto lottare contro un nemico in carne e ossa.
Ora era anche peggio: ero del tutto impotente.

Tutti noi lo eravamo.

****

Non dormivo da giorni. Si avvicinava la luna piena, e si sentiva. La sera andavo da Belby, per la pozione, e lui me la scodellava sfuggendo il mio sguardo. Si vergognava, davanti a me, questo lo capivo; così come Pomona, che era tutta mortificata nonostante in sua presenza Filius cercasse di ridimensionare l'accaduto. Loro, i pacifisti, avevano semplicemente seguito la strada più semplice, il corso del fiume, come si suol dire; mentre noi, gli irriducibili, cercavamo di andare controcorrente. Ma la soluzione, nessuno a Hogwarts l'aveva trovata. Erano stati Alastor, e Dora, e Kingsley, con Macmillan, a rovesciare il sistema, per ricominciare da capo. O meglio, per continuare sulla via che Diggory aveva intrapreso così bene, prima di perdere la ragione. Per questo gli anziani del Wizengamot e i funzionari furono unanimi nel nominare Arthur Weasley Ministro provvisorio fino alle elezioni.

Come se ad Arthur importasse un fico secco di prendere il potere, con quello che era successo...

Con il passare dei giorni i gemelli riaprirono il negozio, e Reg e Lisette tornarono a scuola; Ginny fu costretta a portare le Harpies in trasferta altrimenti il campionato sarebbe andato a farsi friggere.
A trascinarci per i corridoi dell'ospedale restammo Charlie, Ron e io, e Kreacher, qualche volta.

- Com'è che tu e il tuo elfo non avete niente da fare?

- Ti sbagli, Charlie. Non c'è niente che mi importi di più.

Ma dovetti tornare a casa, dopo essere passato dai sotterranei di Hogwarts per la solita dose, perché era la sera della trasformazione. Rimasi tutta la notte accucciato ai piedi del letto di Irma, che non era più riuscita a parlare da quel mattino...

Venne l'alba.
Andai a vestirmi, evitando di guardarmi allo specchio. Dora dormiva di un sonno agitato, tormentando le lenzuola.

Dovevo tornare in ospedale... non ero tranquillo, a non sapere niente...

Sentii dei rumori provenire dal camino. Sudai freddo: avevo paura di sapere chi fosse, e per quale motivo fosse venuto. Paura, una paura terribile... di trovarmi davanti Ron in lacrime, oppure...

Scesi. E la vidi.

- Hermione?

Lei mi guardò inarcando le sopracciglia, con una smorfia incomprensibile.






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ANGOLINO DI SAKI

Finalmente la mia betareader mi ha rimandato il primo capitolo in inglese di "Why haven't I told you" con le correzioni. Le piace! *saki esulta* Ma ora non so proprio come continuare a tradurre!!
Sono totalmente pervasa dallo spirito Charming Roots e presto sfornerò una nuova storia. Doveva essere una shot, ma io dico sempre così e viene fuori una fic a capitoli... quindi penso che non la pubblicherò prima di averla terminata^^

Via ai ringraziamenti...

Rainsoul: mi piace tanto come scrivi tesoro, te l'ho già detto? E mi fa piacere che ti sei piaciuta l'immagine dei muffins!! Infatti in questo capitolo ho di nuovo attirato l'attenzione su quella cosa^^
Feux: Amos si vergogna da morire, adesso, e anche se non comparirà più nella fic, immagino che gli verrà comunque corrisposta una pensione... dopotutto era un bravo Ministro prima di cominciare a tormentare Parker...
lyrapotter: quando vedrai i prossimi chap, ho paura che mi pregherai di farla finire subito. La rivoluzione era programmata da tempo (vedi la conversazione tra Lupin e Moody nel capitolo 20), ma ci è voluto un po'... mica i colpi di Stato si organizzano dall'oggi al domani... soprattutto con un Ministro così popolare. E' stato possibile rovesciare il sistema soltanto dopo che i cittadini del Mondo Magico si sono resi conto dell'assurdo accanimento contro Hogwarts.
dunky: le tue parole di fedeltà e affetto mi commuovono. Anch'io sto passando dei brutti momenti, che più che momenti sono mesi... coraggio! Procuriamoci un po' di Felix Felicis! (chissà se Belby la sa preparare?)
Ino chan: Ok, sono contenta che ti sia piaciuta la comparsata dei coniugi Potter, perché sarà anche l'ultima, credo^^ HAHA! Certo, non ho ancora scritto il finale, ma per ora non sono previsti...

********ANTICIPAZIONE DEL PROSSIMO CAPITOLO*******

E' passata quasi una settimana. Sei giorni.

"Sei giorni d'amore"

Da dove mi arriva quel pensiero? Quale altra situazione si ripeterà nel presente, e non potrò fare nulla per impedirla? Chi soffrirà un'altra volta?
Il presentimento cresce, fino a farmi venire i brividi.

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Capitolo 29
*** remus john lupin, big boss of hogwarts ***


Signore e signori, buonasera... come preannunciato qualche capitolo fa, riecco a voi le Paranoie di Remus Lupin atto 3, accompagnate da Presentimenti e Congetture. Buon divertimento. *saki versione hitchcock... mi sto guardando troppi episodi del suo telefilm in dvd*





- Remus, fai spavento. Vai a farti la barba, coraggio... ti aspettano, a Hogwarts.

Che c'entrava Hogwarts? Allora non era venuta per darmi notizie di Ned...
Tirai un sospiro e mi buttai su una sedia.

- Indovina chi sarà il nuovo Preside della scuola.

- Beh... - Non c'era molto da rifletterci sopra. - Filius, immagino.

Hermione ridacchiò. - Ma no! Prova ancora.

La fissai con uno sguardo di speranza:
- E'... tornata Minerva? E' lei?

Un no, di nuovo. Rimasi così deluso da abbassare gli occhi al pavimento. La casa era davvero un macello...

- Senti Hermione, non ho tempo di giocare agli indovinelli. Non dormo da una settimana, e Irma non parla più da quel giorno maledetto, e non vuole mangiare, Dora non è ancora tornata al lavoro per stare con lei ed Ernest minaccia di licenziarla. Stiamo da schifo.

- Ernie non licenzierà nessuno, a parte quell'Auror che ha quasi ammazzato Nedzad. Hanno eseguito un Reversus e l'hanno beccato.
- Chi è? Come si chiama? - quasi gridai, rendendomi conto subito dopo che non aveva alcuna importanza.
- Paul Stunner. Un nome che è un programma, vero? Il Wizengamot era indeciso se fargli spezzare la bacchetta... ma alla fin fine è stato un incidente.

- Un incidente, 'Mione? Merlino santo, l'ha fatto apposta! Ci sono almeno dieci testimoni che possono giurarlo!

Era vero che l'intera squadra di Gryffindor aveva assistito al fatto, ma il tribunale non avrebbe tenuto conto della loro testimonianza, probabilmente. Irma, invece... se solo fosse stata in grado di raccontare i dettagli...
- Ne parliamo più tardi, ti ho detto di andarti a dare una ripulita: puzzi di lupo.

Quella battuta mi strappò un sorriso.

- E vai a svegliare la mia figlioccia, e dille di asciugarsi le lacrime, perché c'è qualcuno che chiede di lei.

Il miracolo era accaduto?
Il sorriso di Hermione mi diceva di sì.
Ma prima di mettermi a esultare, le chiesi di rispondermi una volta per tutte.

- Ma allora, chi sarebbe il nuovo Preside?
- Sei tu, naturalmente.


**********

- OBICHAM TE. Questo imparato a Durmstrang. E' bulgaro.

Un bacio.

- VOLIM TE. Questo insegnato mio nonno, che vive in Bosnia.

Un altro bacio.

- TE IUBESC, IRMA... IUBIREA MEA...

- Va bene, quello era in rumeno. Non puoi dirmelo anche in inglese?
- Ti amo... signorina Caposcuola.
- Brutto zuccone!
- Non scherzare, spaccata davvero la zucca stavolta.
- Mmmh... vedremo agli esami, se funziona ancora quello che c'è dentro...

Il sole era tornato a splendere.



******



Sala Comune di Ravenclaw. Ignaro di essere osservato, il famigerato Essex si cimentava in un'altra composizione.

Though Parker is free, and Lupin reigns,
I am still angry and full of pain.
The Gryffin is hurt, and Ravens are sad,
may I forgive those who wanted me dead?

(la metrica alle ortiche, eh, Potter? e le rime, pure...)

Fires and encounters, grudge and deceit,
only my girl can make me forget it.

(gli accenti, Potter, gli accenti)

Gryffins and Ravens are made of one stuff,
but I'm in love...

Un aggettivo. Gli mancava un aggettivo, che non fosse di quelli astrusi, perché Lisette era semplice, fresca, vera... Guardò in su, posando la piuma sulla scrivania, e in quel momento qualcuno la prese e concluse il verso:

...with a sweet Hufflepuff.

Sirius sobbalzò.
- Siamo una bella squadra, vero Potter? Che te ne pare di fondare il Club di Poesia di Hogwarts?
- S-Signor Direttore...
Flitwick scompigliò i capelli arruffati del ragazzo e scoppiò a ridere.
- Le parole sono armi potenti, più temibili di qualsiasi incantesimo. Tu hai un dono raro. Spero ti renderai conto che è stato grazie alle tue strofette che i ragazzi di Gryffindor hanno ingaggiato battaglia agli Auror.
Lui chinò la testa.
- Vuole dire che è colpa mia. Nedzad è...
- Non c'è nulla di irreparabile. Si sta riprendendo... forse non potrà più giocare a Quidditch, ma beh, avrà più tempo per prepararsi ai MAGO... e per amoreggiare con la signorina Lupin, se ne avrà voglia.
Sirius lo guardò con gratitudine, sollevato oltre ogni dire.
- Davvero?
- Ti ho mai mentito, Potter? - fu la risposta, scherzosamente severa. - Ops, che sbadato. Ho scordato di dirlo a Lisette Weasley... eppure l'ho incontrata in biblioteca due minuti fa.
Sirius arrossì e per un po' fece finta di nulla, per poi afferrare un libro a caso e scattare verso la porta balbettando qualche scusa incomprensibile.

But I'm in love...

L'amore. Solo questo sentimento era in grado di riunire le Case di Hogwarts, dopo quel tremendo periodo di follia e incomprensione. E anche lui, come Sirius, amava una dolce Hufflepuff...

Dolce, 'Mona? Andiamo! Carogna, semmai. Vigliacca, e menefreghista.

Ma era in questi difetti che percepiva la fragilità di lei, e sentiva di volerla proteggere, proprio perché era incapace di reagire con coraggio alle situazioni, fino a perdere ogni traccia di dignità...

"E' solo per questo che non ha respinto il mio bacio? Perché si vergogna del suo comportamento, e ritiene di essermi debitrice? Io non voglio che si senta legata a me per dovere. E a dirla tutta... non è saggio iniziare una storia alla nostra età. Se io me ne andassi prima di lei, soffrirebbe di nuovo."

Un battito d'ali dalla finestra socchiusa.
- E ora che c'è?

Riconobbe il sigillo del Ministero, poi la scrittura confusionaria di Arthur... in quanto al testo della lettera, era pressoché identico a quello ricevuto anni prima da Diggory.
- No, santa Rowena, un'altra corvée! Ma sono l'unico esperto di incantesimi in tutta l'Inghilterra?
Ci pensò un po' su.
"In effetti no, ma... tutti sanno che sono il migliore".

******


Me ne sto sdravaccato nel mio nuovo ufficio in cima alla torre, sulla poltrona "che mi ero sempre chiesto se fosse comoda come sembrava".
Sono confuso, stralunato.

- Come mi ci vedi, Albus?

- Ottimamente! - mi risponde il ritratto di Dumbledore, mentre Phineas Nigellus si ritira dalla sua cornice con lo sguardo schifato. - D'altra parte, è stata una mia decisione; l'avevo lasciato scritto.
- Che cosa? - salto su, e non so se esserne lusingato o deluso. - Allora non sono stati loro a... eleggermi?
- Che differenza fa, Remus?
"Fa molta differenza" penso. "Non avrei accettato questa responsabilità enorme, se non fossi stato sicuro di avere l'appoggio di tutti i miei colleghi. Che la scuola fosse di nuovo unita, e nessuno avesse più risentimenti e rancori e..."
- Ne sono tutti entusiasti, te lo garantisco. Soprattutto quelli che, beh, hanno qualcosa da farsi perdonare.

Sarà.
Forse più tardi mi renderò conto che non è un sogno, sono passate troppe poche ore dal mio insediamento per essere pienamente consapevole del mio ruolo. Ho ancora in mente tutto quanto è successo in questi giorni... e pian piano mi rendo conto di come non fosse soltanto un'impressione... tutto si ripete nel tempo, non faccio che tornare a rivivere gli stessi terribili eventi, solo in apparenza trasformati.
La disperazione, il giorno dell'attacco di Bellatrix al castello, e quella davanti alle serre incendiate.
Il rapimento di Ginny e quella rovinosa caduta di Nedzad.
Déjà-vu, lo chiamo, e non so dargli un altro nome.
Provo a convincermi che tutto ha avuto una felice soluzione, che la mia famiglia è di nuovo unita...

Ed è passata quasi una settimana. Sei giorni.

"Sei giorni d'amore"

Da dove mi arriva quel pensiero? Quale altra situazione si ripeterà nel presente, e non potrò fare nulla per impedirla? Chi soffrirà un'altra volta?
Il presentimento cresce, fino a farmi venire i brividi. Mi lambicco il cervello, vado alla finestra, giocherello con la piuma, scribacchio qualcosa. Mi sento esattamente come Damocles, quando era terrorizzato dalla fantomatica "Maledizione sulla cattedra di Pozioni". Solo che la paura non riguarda me.

E poi capisco. Ricordo.

Non è che vorrei che tutti fossimo immortali. Ma c'è stato troppo turn-over a Hogwarts, in soli vent'anni.





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ANGOLINO DI SAKI...

Come avrete visto se spulciate spesso il mio profilo, ho iniziato una nuova fic. In pratica sto scrivendo due Charming Roots contemporaneamente. Considerato che dovrei studiare per la maturità, è sconfortante, trovate?
Oggi è il mio compleanno e di regali neanche l'ombra. Il mio ragazzo è andato a recitare in un film demenziale e mia madre è a casa di un'amica in collina. Wow.
Baci,
SakiJune



dunky: beh... non sono Nev e Irma ad essere iellati... temo che sia proprio Remus a portare sfiga. Ma non è che lo faccia apposta! Baci!
Ino chan: a Lourdes? Non credo che i maghi siano cattolici, dopo tutto quello che è successo durante l'Inquisizione. Però si può anche tentare.
Rainsoul: anche a me piace quell'immagine. *saki si fa il trip mentale con il lupetto Moony* Sei molto perspicace riguardo a Ned. In realtà sai, quando ho cominciato a scrivere la terza parte della storia, questa con Parker e soci, in realtà avevo in mente che il giovane Weasley sarebbe dovuto proprio morire. Poi ho cambiato idea^^
lyrapotter: mi piacciono le tue recensioni, si vede che stai attenta ai personaggi e allo sviluppo della trama. Sei la lettrice ideale... grazie mille!
Feux: wow, c'è così tanto di me nel personaggio di Irma che continuare a sentir dire che piace è un complimento indiretto! Per rispondere alla domanda: vero! Non sono così sadica con un ragazzo di 18 anni. Lo sarò molto di più con una certa prof... ma non fino all'estremo.

ANTICIPAZIONE DEL PROSSIMO CAPITOLO


- Solo a te potrebbe venire in mente una sciocchezza simile, Remus!

Un po' di rispetto per il tuo nuovo principale, Hermione? No, eh?

- Che tutti i fidanzati della Sprout siano destinati a morire dopo sei giorni, ah! Devo raccontarla a Firenze, è troppo divertente. Gli dirò così: "Sai, Remus J. Lupin non si accontenta di essere diventato Preside. Vuole anche soffiarti la cattedra di Divinazione".





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Capitolo 30
*** to feel afraid, to feel dirty ***





- HERMIONEEE!

L'interpellata stava a guardia della porta della biblioteca, attenta che nessuno si avvicinasse - in apparenza. Quando mi vide correre verso di lei, si mise un dito sulle labbra.
- Pomiciata in corso. Guarda, guarda pure... - ridacchiò indicando il buco della serratura.
- Cosa ti fa pensare che il Preside di Hogwarts spii i suoi alunni in modo così indecente? - dissi tutto affannato.
Ma intanto mi ero chinato a sbirciare, sperando non si trattasse di Reg e Viola (che erano carini insieme e tutto, ma alla fin fine non avevano ancora dodici anni).
Beh, quasi: Sirius e Lisette.
- Però... Harry non era così sveglio alla sua età, vero?
- Confermo!
- Ora che hai "spiato i tuoi alunni in modo indecente", Remus, mi vuoi dire perché correvi per la scuola come un pazzo gridando il mio nome?
- Ehm... è che... non riesco a trovare Filius.
- E C'È BISOGNO DI URLARE? Uffa, non sono la portinaia di Hogwarts! Comunque, è dovuto andare a Londra e non tornerà prima di lunedì.

Sudai freddo. Non era una coincidenza...

Le spiegai la mia deduzione, accalorandomi nel descrivere le inequivocabili similitudini degli avvenimenti...

- Vediamo se ho capito. Ti è venuta la sindrome di Belby, eh? - Speravo che almeno lei mi avrebbe preso sul serio. Pff. - Solo a te potrebbe venire in mente una sciocchezza simile, Remus!

Un po' di rispetto per il tuo nuovo principale, Hermione? No, eh?

- Che tutti i fidanzati della Sprout siano destinati a morire dopo sei giorni, ah! Devo raccontarla a Firenze, è troppo divertente. Gli dirò così: "Sai, Remus J. Lupin non si accontenta di essere diventato Preside. Vuole anche soffiarti la cattedra di Divinazione".

- Non ridere di me! - sbottai. - Smettila o... o... ti licenzio!

Hermione si fece seria e mi guardò con tenerezza.
- C'ero anch'io al matrimonio di Neville, e ho assistito alla morte del professor Slughorn... e sono rimasta scioccata quanto te. Ma è impossibile che Flitwick faccia la stessa fine, almeno nel prossimo futuro...

- E perché sei così sicura, sentiamo!

Si mise a contare sulle dita, mentre passeggiavamo su e giù lungo il corridoio.

- Primo, da quando lo conosco, non ha mai preso neanche un raffreddore. E' praticamente la salute fatta persona... quindi non c'è nessuna probabilità che debba morire oggi. E sai anche tu che il suo bis-bisnonno era un goblin, quindi la longevità è assicurata.

Lisette Weasley sgusciò fuori dalla biblioteca, con un certo rossore sulle guance, tentando di nascondersi la faccia con un libro aperto davanti, mentre ci passava accanto. Non potei fare a meno di sorridere.

- Secondo... e stammi a sentire! A pensarla come te, è lei che porta sfortuna... ti rendi conto di che cosa la stai accusando?
Risposi che non era quello il punto, che era solo il mio destino che faceva succedere disgrazie alle persone a me più care.
- Sei anche presuntuoso, allora. Va bene, c'è un terzo motivo per cui non hai da temere nulla.
- Avanti! - Ma perché quest'accanimento con la suspence?

- Quei due non stanno affatto insieme!
- Ti sbagli. Si sono baciati davanti ai miei occhi, nel parco... - insistetti.
Hermione dava segni di perdere la pazienza da un momento all'altro.
- Lei ha troppi sensi di colpa per lasciarsi andare. Non si sono quasi nemmeno più parlati, da quel giorno. Un bacio non significa niente, Remus, devo spiegartelo io?
Sì, doveva spiegarmelo lei. Perché nella mia vita non avevo mai baciato nessuna donna senza amarla profondamente, e senza essere sicuro di venire ricambiato.
- Sai cosa ti dico? Vai a farti una bella passeggiata e tutte le paranoie spariranno di colpo. O un sorsetto di Felix Felicis, eh? Puoi chiedere a Damocles...

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Dal day-after dell'incendio e dei tafferugli, Neville e Pomona ci avevano dato dentro con il "progetto delle 3R": Ricostruzione, Ripulitura e Ripopolamento della serra n^2.
Per lei era difficile parlare di qualsiasi cosa che non riguardasse il lavoro, e anche in questo stava sulle spine. Belby si era in qualche modo riscattato agli occhi di Parker e di tutti noi, ma lei no. Così evitava lo sguardo di Neville, e rispondeva alle sue domande a monosillabi, sentendosi sporca più che mai.
Lui commentava, per esempio:
"Ci era costato un occhio della testa, questo aggeggio per il concime, e ora ci tocca ricomprarlo"
e lei pensava a come l'aveva messo in pericolo, e di come si era sentita quando credevamo che ci fosse lui là dentro tra quelle fiamme...
Ma non diceva nulla. E inghiottiva.
Oppure, Neville citava un articolo del Cavillo particolarmente divertente, così, per farla sorridere, e lei stava ancora peggio, ricordando come avesse quasi fatto arrestare Sirius per le sue poesie di protesta, contagiata dalla follia di Diggory.
- E' inutile che fai finta - si lamentò, finalmente - tu e tuo padre mi odiate, adesso!
Sembrava davvero una bambina pentita delle sue marachelle.
- Senti, Pomona, è inutile rimurginarci su. Parker ha ritrovato sua madre, mio suocero è diventato Ministro e tu ti sei trovata un fidanzato nuovo. Siamo tutti contenti, no?
- Io non sono fidanzata proprio con nessuno! - puntualizzò lei. - Non voglio un Ravenclaw che mi giudica e mi corregge i congiuntivi.
E via di questo passo.

Nel frattempo, però, lavoravano sodo. I vetri già brillavano al sole della primavera inoltrata; ammirai il risultato dei loro sforzi quel pomeriggio, avendo seguito il consiglio di Hermione di schiarire i miei pensieri grigi fuori dal castello.
Mi accompagnava la graziosa professoressa Kettleburn, che aveva riacquistato il sorriso, e la vitalità, e persino il senso dell'umorismo che ricordavo come una caratteristica di suo padre.

Quest'ultimo era stato a sua volta tra i miei insegnanti, e per quanto fosse una persona scherzosa e alla mano, durante le sue lezioni avevo costantemente paura che si avvicinasse a me e mi gridasse: "Remus Lupin, bestia di grado XXXXX!" (così erano classificati i licantropi nel libro di Newt Scamander).
Tutto questo non lo raccontai a Billie, però, perché sarebbe suonato ridicolo, e nemmeno le confidai i miei presentimenti sulla sorte di Filius (Hermione era riuscita a farmi desistere dal proposito di recarmi al Ministero per accertarmi che stesse bene), perché di sofferenza e paura, nella sua vita, ne aveva avuta a sufficienza.
Mi limitai ad ascoltarla, mentre mi ringraziava per aver sempre cercato di proteggere Parker, ed esprimeva il suo dispiacere per quello che era accaduto a Ned:
- Deve sapere, professor Lupin... o signor Preside?
- Remus - suggerii, quasi in automatico.
- Oh! Allora anche tu chiamami Billie! Cosa stavo dicendo? Ah, che io e Charlie Weasley eravamo in classe insieme. Mio padre lo prendeva ad esempio, quando non mi applicavo abbastanza! Era così... appassionato... e poi, beh, era un gran bel ragazzo.
- Allora sarai stata amica di mia moglie, anche lei ha l'età di Charlie - risposi. - Si chiama Nymphadora Tonks.
Billie rise così forte che qualcuno si affacciò ad una finestra del primo piano e Neville uscì dalla serra per vedere chi stesse facendo tutto quel chiasso. - Era davvero bella, così serena e un po' infantile.
- Scusa, non è per offenderla, però... era la più imbranata del nostro anno!
Ridacchiai anch'io, pensando a come non ci fosse mai da annoiarsi a Grimmauld Place, grazie ai guai che combinava di continuo.
- Beh, in effetti Dora è... un antidepressivo naturale.
- Parli come un Babbano. Hai una TV, a casa?
- Due! - confermai, orgoglioso.
Neville rientrò, forse un po' infastidito dalla confidenza che mostravo a una donna così giovane. Ma da parte mia ero tranquillo, perché non avevo nessun secondo fine nel porre le basi di quell'amicizia.
- Mi piace tanto il professor Longbottom. E' così gentile - mormorò Billie, sedendosi sul prato senza badare che si sporcasse il vestito. - Come te.
"Ma le piacciono tutti?" pensai. "Riesce ad essere così fiduciosa negli altri, dopo tutto quello che ha passato?"
- Sono contento che ti stia simpatico, perché... ehm, è mio figlio.
Billie fece tanto d'occhi. - Ma davvero? Avevo notato la somiglianza, ma sai, avevo altro a cui pensare, e poi, con due cognomi diversi... quindi, sei il nonno di Regulus?
Annuii. - Siamo tutti un po' imparentati, qui dentro, l'avrai notato. Siamo sommersi di Weasley, tra l'altro! Ormai me ne trovo così tanti tra i piedi che non li conto più...

E me ne sarei trovato presto un altro in famiglia.



*****

Quando tutti ti dicono che sei diventata cattiva, cominci a crederci.
E a recitare quel ruolo che ti hanno cucito addosso.
Perché pensi di non avere la possibilità di farli ricredere, perché ormai il danno è fatto, e non importa se il collega più intelligente e saggio di Hogwarts ti ha detto che ti vuole bene nonostante tutto, nonostante tu ti sia trasformata in una vigliacca, in una spia...

E da spia li stai guardando, quei due, che ridono seduti sull'erba, come due ragazzini sciocchi, e chissà cosa c'è sotto e povera Tonks che avrà le corna di due metri...
Perché quando si ha la coscienza così sporca, si vede il male dappertutto.

- Che c'è da guardare mio padre in quel modo?
- N-niente. Devo andare a controllare la piccoletta, è rimasta un po' agitata dopo l'incendio...
Neville sgranò gli occhi e la trattenne. - Lascia stare, Pomona, è meglio non toccarla per un po'. Stamattina ci sono entrato, nella quattro, e ha allungato uno di quei ramacci...
La piccoletta, che naturalmente aveva un nome latino lunghissimo e impronunciabile, era una pianta magica velenosa e piena di spine, che non faceva avvicinare quasi nessuno. Di sicuro, avrebbe aggredito ferocemente chiunque avesse in sé rabbia o rancore o frustrazione...
- Ti ho detto di non andarci!


*****


- Allora siamo d'accordo, quest'estate ti porto alla Tana e vediamo se riusciamo insieme a stanare l'orso Charles - stavo dicendo a Billie. - Per adesso ha in testa soltanto che suo figlio si rimetta in piedi, ma prima o poi tornerà a guardarsi intorno. E quando ti rivedrà... bum!
- Non siamo d'accordo per niente, Lupin! Non cominciare a organizzarmi la vita sentimentale, eh. Ho già un uomo che mi aspetta, e non sa ancora che non tornerò. sempre se si ricorda ancora di me, e non è molto affidabile in quel senso... però mi ama...
- Parli di Lockhart, vero? - chiesi a bruciapelo.
Billie arrossì e mi domandò a sua volta come sapessi di quella storia.

Non potevo dirle che avevo mandato una lettera incantata al St. Mungo.
Accidenti alla mia boccaccia!

- Ehm, dunque...
Non ci fu bisogno di trovarla, una scusa.
In quel momento uno strillo acuto e straziante si levò nell'aria.

Un urlo di dolore.

E di redenzione.

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ANGOLINO DI SAKI...

Giustizia è fatta!
No, non ho intenzione di farla morire, rimane il mio personaggio femminile preferito di tutta la saga...
Però... cavolo, l'aveva fatta grossa no?



Rainsoul: è vero, Remus non sbaglia del tutto, la sua vita è veramente un ripetersi di tragedie. Quello che non ha ancora compreso è che non può evitarle, ma solo affrontarle man mano che arrivano.
Feux: sono contenta che ti piacciano tutti questi innamoramenti! E come vedi da questo nuovo capitolo Billie è una che si prende cotte di continuo. Insieme al trauma per gli Imperius di Peter, ha superato ogni inibizione. Come pensa Remus... "ma le piacciono tutti?". Io sono esattamente così. O per lo meno lo ero prima di incontrare il mio ragazzo^^
Ino chan: Anche a me piace scrivere queste scenette tra Remus e Mione. Infatti in questo chap ce n'è un'altra, hai visto? Razionalità contro irrazionalità. Decisamente la migliore coppia di amici che possa esistere!! (no, che nessuno lo pensi, Remus non farà mai le corna a Tonks! Semplicemente si trova bene con le donnine del suo staff...)
Celine_Falilith: spero tantissimo che continuerai a leggere, anche lentamente. E se, per via del mio stile ermetico ed inconcludente, non capisci qualcosa nella trama non hai che da contattarmi, sarò felice di risponderti^^

Dove siete finiti tutti? Sniff...



ANTICIPAZIONE DEL PROSSIMO CAPITOLO

"Sai che è tornata Nancy? Pare che abbia preso lezioni private per tutto l'anno, e si presenterà agli esami. Fai attenzione, ti ricordi che lei e Nedzad si frequentavano prima che i loro genitori combinassero il patatrac... Ambasciator non porta pena, ok?"
Q. S. V.

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Capitolo 31
*** nancy wood is back. only karma ***


Il lunedì mattina, nell'aula di Storia della Magia, il professor Binns faceva lezione a una classe del settimo anno in stato catalettico. Avevano cominciato a studiare notte e giorno, per preparare gli esami, e chi riusciva a rimanere sveglio teneva gli occhi sbarrati, per non crollare sul banco. Irma si era semplicemente addormentata, invece. Dopo tutti quei pomeriggi passati all'ospedale, vicino a Ned, e le notti sui libri, le ore di scuola erano l'unico momento in cui poteva riposarsi.
La sua vicina di banco le diede una gomitata, non già perché le desse fastidio che dormisse, né perché Binns se ne fosse accorto, ma solo per un biglietto volante che era arrivato sul suo banco dal fondo dell'aula.
Irma si stropicciò gli occhi e lo aprì.


Sai che è tornata Nancy? Pare che abbia preso lezioni private per tutto l'anno, e si presenterà agli esami. Fai attenzione, ti ricordi che lei e Nedzad si frequentavano prima che i loro genitori combinassero il patatrac... Ambasciator non porta pena, ok?
Q. S. V.


Nancy Wood. La sua ex migliore amica.
Non si era presentata a scuola all'inizio dell'anno, per questo Ned aveva preso il suo posto nella squadra di Gryffindor. E lei l'aveva maltrattato quel giorno...
Capì quanto era stata insensibile con lui, quando ancora non stavano insieme. Non soltanto Nancy l'aveva lasciato senza una parola, ma il padre di lei gli aveva portato via la madre, eppure lui non si era mai lamentato, e aveva tenuto duro, fino a riuscire ad innamorarsi di nuovo.
"E io che cosa ho fatto? L'ho trattato male per tutti quei mesi. Ma adesso..."
Si voltò verso Quenton Vance, il temibile cercatore di Gryffindor. Fingeva di prendere appunti, ma in realtà la stava guardando per constatare la sua reazione al biglietto che le aveva mandato.
Irma rispose:

Se è tornata, perché non è venuta a lezione? Guarda che non mi fa paura, quella. Ned è mio e basta.
I. A. L.

Quando cessò la litania di Binns, e stava per uscire dall'aula, Quenton la fermò e le disse, per sfida:
- Se non ti fa paura, vieni a parlarle. E' nella nostra Torre che sistema la sua roba.
- Che venga lei giù! Non ho niente da dirle, io...

Avrebbe voluto strozzarmi, perché non ero stato io a informarla.
Ma avevo altro a cui pensare.

*****

Il giorno prima ero tornato a Grimmauld Place per parlare con Dora di Billie, ma l'atmosfera era alquanto tesa. Ginny era furiosa.
- Sono stufa. Stufaaaaa! Non può fare quello che vuole. Non esiste solo il lavoro... ci sono io! Perché mi ha sposato, allora? Se ne sta lassù tutto l'anno e io mi sento una scema!
Kreacher alzò gli occhi al cielo e se ne andò di sopra a guardare la TV. Probabilmente ne aveva le tasche piene di quegli attacchi isterici. Aveva detto felicemente addio a Walburga per ritrovarsi Ginevra!

- Ginny, lo sai che Neville ti ama moltissimo...
- Ah sì? E me lo dimostra non tornando mai a casa? Cos'aveva oggi, i bulbi da piantare? O doveva fare lo stupido con qualcuna delle nuove insegnanti?

Si riferiva a Billie, non certo alla nuova professoressa di Trasfigurazione, Kayleigh Schwartz, che aveva più o meno 120 anni.
- Ti assicuro che non è così. Deve davvero lavorare. Specialmente adesso che è di nuovo tutto sulle sue spalle...
- Eh, no! Non adesso che avevo deciso di lasciar perdere le Harpies per stare più tempo con lui! Per quanto mi riguarda, può restare a Hogwarts quanto vuole, e io me ne torno dai miei!
Dora la interruppe, anche lei sicuramente abituata a simili discorsi, e mi chiese cosa avessi voluto dire.
- E' successa una cosa spiacevole. Ma non è il caso di parlarne ora, tanto Ginny vuole andarsene... e tocca a me dirlo a Reg, vero? - risposi ironico.
- No! Ma che dici!
Restammo un po' in silenzio.
- Se non lo ami più, diglielo in faccia - sbottai.
- E' lui che non pensa più a me. - rispose Ginny, un poco più calma. - Ti ho detto che ho lasciato il lavoro, Remus! E adesso mi dici che ha preso la cattedra per intero, di nuovo... che è successo alla Sprout?
- Ha avuto un brutto incidente, e non potrà più insegnare - spiegai, cercando di non pensare alla scena terribile a cui avevo assistito. - Ginny, io credo che tu e Neville dobbiate parlare con calma, dopo gli esami. Non fare nulla di cui puoi pentirti, nel frattempo.
Lei fece cenno di sì. Ma la sua rabbia era ancora molto forte. Dovevo pensare ad una soluzione, e in fretta.

*****

- Hai visto, Remus, dopo tutto non era a Filius che doveva succedere qualcosa.
Hermione si servì un'altra porzione di pollo mentre aspettava che le dessi ragione.
- Beh, è uguale.
- No che non è uguale. Ammetto che il tuo "ripetersi ciclico di avvenimenti" ha una base fondata, ma si chiama karma, non sfortuna.
- Chiamalo come vuoi. Ho solo sbagliato vittima, però qualcosa è accaduto comunque. E Pomona rimarrà cieca e infelice per sempre.
- Infelice? Non del tutto, se lascerà finalmente da parte il suo orgoglio. Lui vuole portarsela nel Bedfordshire. E tu dovrai trovare un altro insegnante di Incantesimi...
Il mio piatto era rimasto pieno. "C'è troppo turnover" pensai di nuovo, sconfortato.
Ma per lo meno non era morto nessuno.


*****

- C'è una casetta di pietra, in una radura piena di fiori profumati. Gli uccellini cantano tutto il giorno, si posano sul davanzale, e aspettano le briciole di pane. L'aria è fresca, pulita, e la notte si sente il concerto dei grilli. Non ci sono scale, né spigoli, e niente può farti del male. Nella foresta incantata intorno alla casa vivono soltanto scoiattoli, lepri e Puffole...
- Sei sicuro che questo posto sia in Inghilterra, Fil? Sembra che tu mi stia raccontando una favola per consolarmi...
- Sei tu che devi consolare me. - Le accarezzò i capelli a lungo, cercando di non piangere. Sapeva che né Poppy né i migliori guaritori del St. Mungo avrebbero mai potuto guarire i graffi che aveva sul viso, né ridarle la vista.
Ma lui poteva fare qualcos'altro.
Farla tornare a sorridere.

- Non sarei dovuto partire per Londra senza averti parlato, prima. E' anche colpa mia quello che ti è successo...
La baciò. E questa volta sapeva benissimo quello che faceva.
- Se io vengo con te, nella tua casetta di sogno, puoi promettermi una cosa?
- Tutto quello che vuoi, 'Mona...
Sapeva che era una richiesta impossibile, e forse fu proprio per questo che gliela fece.
Per tentare di allontanarlo.
Perché le sembrava improbabile che desiderasse lasciare Hogwarts per occuparsi di lei, un essere inutile ormai!
- Vivi più a lungo di me. Mi basta un giorno, un giorno soltanto... non voglio più soffrire come quando ho perso Horace...
Ma Filius, facendo i dovuti scongiuri, promise.
Dopotutto, il sangue di goblin non era acqua.
E lei non poté fare altro che lasciarsi guidare in quella nuova realtà, così buia eppure illuminata dall'amore.

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ANGOLINO DI SAKI....

Ragazze, mi è spiaciuto tanto questa volta ricevere solo due recensioni, perciò un bacio in fronte a lyrapotter (Remus e Dora non si lasceranno maiiiii) e HarryEly! Sheraz, invece, merita una risposta a parte per la rece del capitolo 25. Anch'io adoro Sirius, tanto da averlo reso più importante nella storia di Reg, che avrebbe dovuto avere molto più spessore. Considero Sirius il vero erede di Rowena Ravenclaw e il degno nipote di Xeno!

- Riguardo al nuovo insignificante personaggio, Quenton è il protagonista di un libro giallo di Anna K. Green. Mi piace tantissimo questo nome^^ Comunque, non è che per forza debba essere parente di Emmeline Vance (quella poveretta dell'Ordine della Fenice). Anzi, Vance è il cognome di un detective creato da S.S. Van Dine, per rimanere in tema!
- La frase che dice 'Mona a Fil è spudoratamente copiata dal manga "Maison Ikkoku", ultimo volume, e in origine era Kyoko che lo diceva a Yusaku Godai quando lui le chiede di sposarla... Mi pare che calzi a pennello, no?


ANTICIPAZIONI DEL PROSSIMO CAPITOLO

- Prego, passa pure - disse la Signora Grassa, e la scena che Irma si trovò davanti la riempì di disappunto. Aveva raccolto il coraggio per chiarire davvero con Nancy, come le aveva suggerito Quenton, e cosa le combinava sotto gli occhi?
- Wood! Tieni giù le mani dal mio ragazzo!



Ragazze, Buon Natale e Felice Anno Nuovo, con il cuore! A Very Harry... ehm, Remus Christmas!

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Capitolo 32
*** the hogwarts prom night ***




- Tu stai lontano. Voglio studiare.
Il suo inglese era migliorato notevolmente, non si sa come, ma in quanto ad essere cordiale con i suoi ex compagni di squadra, Ned non ci pensò affatto, al suo ritorno.
Soffriva, quando li vedeva arrivare dagli allenamenti, e quando li sentiva canticchiare in dormitorio "Catch the Snitch and that easy witch", l'inno più osceno ed esaltante che una squadra di Quidditch avesse mai avuto. Ma soprattutto Nancy gli faceva venire i nervi. Come poteva pretendere di riallacciare un'amicizia
(una storia)
che lei stessa aveva gettato via un anno prima?
Quando era arrivato in Inghilterra, assolutamente spaesato, e i nonni avevano dato quella famosa festa in loro onore, non gli era sembrato vero di trovare una ragazza con cui condividere la passione per lo sport, e poi trovarsi con lei a Gryffindor. Non avevano altro in comune, gli sembrava, ma era piacevole lo stesso stare con lei. Quello che Nancy sapeva e non gli diceva, però, era che suo padre, Oliver Wood, nel frattempo corteggiava la bella Redziba Weasley sotto gli occhi di Charlie.
E poi il fattaccio.
Aveva perso di colpo ogni traccia di stima nei confronti di sua madre, di Nancy e di se stesso.
Poi, però, aveva deciso di tirarsi di nuovo in piedi, per il nuovo anno scolastico. Aveva lottato per entrare in squadra, ed essere più bravo di quanto lo era stata Nancy; aveva saputo farsi voler bene dai compagni più giovani, che ora vedevano in lui una sorta di fratello maggiore; e poi era entrata Irma nella sua vita, e il suo cuore aveva cominciato a danzare indipendentemente dalla volontà, perché lei era bella, era testarda e appassionata, era vera.
Come poteva Nancy, adesso, reggere il confronto?

- Non pretendo che ci rimettiamo insieme. Ma fammi almeno spiegare! Guardami in faccia!
- Avanti, dimmi - si era arreso.
- Si sono lasciati. La settimana scorsa, al termine del campionato, dopo i festeggiamenti per la sconfitta delle Harpies, tua madre ci ha detto che si era stufata e se n'è tornata al suo paese.
Ned non seppe che dire. Era come essere deluso un'altra volta.
- Sai, io ormai... mi ero affezionata a lei.
Stava per ripeterle di andarsene, di lasciarlo coi suoi libri a rimurginare, ma quello slancio di sincerità li ravvicinò un poco.
Le prese la mano, in segno di pace, e sorrise...

- MA LEI LO SA CHE SONO CAPOSCUOLA O FA FINTA DI NON RICORDARSELO?
- Prego, passa pure - disse la Signora Grassa, e la scena che Irma si trovò davanti la riempì di disappunto. Aveva raccolto il coraggio per chiarire davvero con Nancy, come le aveva suggerito Quenton, e cosa le combinava sotto gli occhi?
- Wood! Tieni giù le mani dal mio ragazzo!
Nancy sostenne il suo sguardo, consapevole di non aver fatto nulla di male.
Restarono a fissarsi per un tempo indefinito, studiandosi, e alla fine Irma riacquistò il controllo.
- Bene. Se Hufflepuff vincerà alla prossima partita, cioè se io prenderò il Boccino... tu sparirai di nuovo. Per sempre.
Aspettò di vedere se l'altra raccogliesse la sfida, ma Nancy non ebbe il tempo di rispondere, perché Nedzad si era alzato, aveva chiuso i libri, e se ne era salito in dormitorio senza badare più né all'una né all'altra.

Irma era scoppiata in lacrime.
- L'ho capito che lo ami veramente. Non hai ragione di essere gelosa di me - mormorò Nancy, porgendole il suo fazzoletto.
- Però so che avrai il coraggio di lanciarmi un Bolide addosso.
- Lupin... ti ricordo che giocherete contro Slytherin... io che c'entro?

"Voglio ricostruire mia vita. E tu ci sei dentro, principessa. Ma niente battaglie per amore. Basta. Sono tanto stanco..."



****

- E' uno scherzo, Remus?
Alzai gli occhi e rimasi a studiare con enorme compiacimento l'espressione di Ginny, mentre mi sbatteva la lettera sulla scrivania e stava ad aspettare la mia risposta.
- Niente affatto.
- Sono solo un'allenatrice di Quidditch. Non posso prendermi questa responsabilità.
- Lo eri. Adesso sei Professoressa di Difesa. Non vorrai che io continui a fare le due cose insieme anche l'anno prossimo? E che dire del tuo matrimonio, vuoi davvero farlo a pezzi?
Il suo sguardo mi diceva di no. Però tentò una scappatoia.
- Ma perché non posso insegnare Volo, allora?
- Perché Rolanda non ha nessuna intenzione di andare in pensione, almeno lei! E' l'ultima opportunità che ti rimane. Ti affiancherò nei primi mesi, non ho intenzione di mandarti allo sbaraglio... ma capisci che non puoi rifiutare. Tu e Neville dovete vivere insieme veramente. E questo può accadere soltanto qui a Hogwarts.

Restare lontani, vedersi solo una volta alla settimana, o quando "il lavoro non si metteva in mezzo", avrebbe spezzato per sempre il loro legame, e non poteva succedere, non doveva succedere!

- And my song is a prayer that Neville and Ginny's will be an unbreakable bond...

- Accidenti, Remus, basta con quella canzone, mi fa venire i brividi! D'accordo, va bene! Però, ti prego: non dire mai a Reg che ho progettato quelle cose orribili... di lasciare Neville eccetera...

Come avrei mai potuto dare a mio nipote un dolore del genere? Era stato un piccolo momento di follia, da parte di Ginny, niente di più. Le ero affezionato e mi fidavo di lei.

Ora ci mancava solo Dora, a completare il quadro familiare qui a scuola, ma purtroppo Ernie e Kingsley (che non le aveva ancora perdonato quell'insulto, tra l'altro) non potevano fare a meno di lei, al Dipartimento. E poi diciamolo... vi sembra possedere la pazienza che si addice a un'insegnante?

Noi non ci innamoriamo per le qualità oggettive del partner che abbiamo scelto. I sentimenti sono quanto di irrazionale e poco obiettivo esista. Ma è così bello amare.
E' così esaltante lasciarci guidare dalla forza che governa il mondo.

It's an ancient charm needing no wand...

Nessuno ci avrebbe ridato Dumbledore. E nessuno avrebbe mai convinto Minerva ad abbandonare il suo rifugio tra le montagne. Ma non c'era altra alternativa che andare avanti, e sorridere, e volerci bene.

Era tempo di organizzare un Ballo, per festeggiare il ritorno alla normalità... o quasi.




LA PREMIATA DITTA LUPIN & KETTLEBURN
ALIAS: I CAPOCCIONI DELLA SCUOLA
E' LIETA DI ANNUNCIARE AI SUOI STUDENTI
(rullo di tamburi)
THE HOGWARTS PROM NIGHT
FEATURING THE ODD NIECES BAND
... prossimamente... subito dopo gli esami!




- E' quello che penso? Wow! Potrò indossare il vestito di zia Gabrielle!
- Ma ci verrai con me?
- Solo se mi scriverai un'altra poesia, Essex Potter.
- Ehm, Lisette... Non puoi chiamarmi Sirius e basta?


- Io odio le feste. Farò presenza come Caposcuola, ma me ne starò seduta tutto il tempo.
- Tu non dire così solo perché non posso ballare vero?
- Ma che ti salta in mente, Ned! Ho una reputazione da difendere, io.
"Sei molto perspicace, tesoro"

- Nancy?
- Vance, per tutte le Pluffe, non guardarmi così!
- Ehm... ti ho già detto che sono felice che tu sia tornata?
- Quenton, non ci vengo al Ballo con te!
- Ma non te lo sto chiedendo.
- Ah... ah no?


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Naturalmente il Ballo fu un successo.
La band era a dir poco strepitosa. Dora disse che le Nieces erano solo la brutta copia dei Sisters, ma a me quella musica piaceva molto, e anche agli studenti, a giudicare dalla folla che si era lanciata nelle danze. Per essere una festa scolastica, avevo invitato forse un po' troppa gente, ma non me la sentivo di escludere nessuno tra coloro che consideravo "di famiglia". La Sala Grande straripava di Weasley.
C'era Molly, nel suo fresco ruolo di First Witch (Arthur era in riunione con i Ministri della Magia asiatici, ma aveva mandato un gufo rammaricandosi della sua assenza), c'erano Bill e Fleur, Fred e Angelina (anche lei, superati i quarant'anni, aveva finalmente abbandonato il mondo dello sport e si era trovata un posto al Ministero come tutte le comuni streghe), George e Verity con i loro bambini...
Un imbarazzatissimo Charlie girellava intorno al tavolo del buffet continuando a chiedersi perché lo avessi invitato, finché voltandosi si trovò di fronte Billie. Non successe tutto in una volta, naturalmente, e dovemmo aspettare la fine di quell'estate per vederli passeggiare insieme a Hogsmeade, ma dai loro sguardi capii che Gilderoy e Redziba erano acqua passata nelle loro vite, ormai.

Detto per inciso, la squadra di Slytherin aveva vinto l'ultima partita di Quidditch, ma Nancy dimostrò di non essere intenzionata in nessun modo a riprendersi Nedzad, rimanendo avvinghiata a Quenton Vance per tutta la durata della festa.
Irma e Ned erano tra le nuvole, sul loro divanetto un po' appartato, e parlavano di una certa Facoltà di Aritmanzia di Vladivostok. Stavo per sentirmi male, ma finsi indifferenza. Dopotutto, avevo tutto il tempo e le risorse per convincere il mio futuro genero a non portare la mia bambina così lontano...

- Ehi, Ginny - sentii dire a Billie - Ho saputo che anche tu farai parte dello staff, da settembre. Posso presentarti la nostra futura collega di Incantesimi, Penelope Clearwater?





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ANGOLINO DI SAKI...

Come potete avere già intuito... il prossimo sarà l'ultimo capitolo.
Beh, che sono quelle facce?
Come ho già detto a qualcuno in chat... non potevo mica continuare con la terza generazione!
Naturalmente se e quando vi verrà voglia di chiedermi "ma come andrà a finire tra X e Y" oppure "non ho capito cos'è successo a Z", io ci sono sempre e la mia fantasia continua a lavorare. E giusto se qualcuno non l'avesse ancora, il mio contatto msn è:
red.hindley@gmail.com

Passiamo ai ringraziamenti (aggiungerò successivamente qui quelli per il prossimo capitolo):

lyrapotter: Nancy Wood era già stata nominata nei capitoli 19 (quando Ned entra nella squadra di Quidditch) e 25 (Sirius racconta tutta la storia a Parker). Ma forse il tuo "chi è" era semplicemento un'esclamazione di rabbia^^
Pucchyko_Girl: ho ricevuto pochissime recensioni così lunghe e lusinghiere... grazie!! Tra l'altro sto giusto chattando con te su msn, mentre scrivo queste note... Yaxley rules! Oddio ti piace Ned? Ma hai visto la sua doll? E' strabico, è la brutta copia di suo padre! Però è vero, è un ragazzo dolcissimo... In quanto a Fil, credo che vivrà almeno altri 30 anni! Nel senso che non romperà la promessa... e se ti piacciono le poesie stile Ravenclaw, nel finale di "Like a mother" ce n'è un'altra!
HarryEly: per fortuna Remus ha trovato un modo per far rimanere la furiosissima Ginny nelle vicinanze di Nev... ma non è ancora sicuro che funzionerà! *risata diabolica* Uffi alla fine non sono riuscita a mandarti il file!! Va beh, vediamo di beccarci di nuovo su msn... se no non finirò mai quel capitolo. Buon anno cara, auguri!
Rainsoul: l'amore "cura" tutto, o quasi. Si chiama wandless magic. Comunque lei non guarirà, deve espiare il suo errore! Un bacio^^


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ANTICIPAZIONE DEL PROSSIMO CAPITOLO


- Benissimo. Cominciate a pensare a un ricordo felice.

Era davvero bellissimo, fuori. L'oscurità era quasi totale, e c'era il profumo dei fiori, dell'erba, e il fruscio del vento sul lago... un vento tiepido di inizio estate.

- Papà, io non mi sono più allenato, dai tempi dell'ES. Non so cosa mi può uscire fuori.
- Devi farlo, Nev, o sarà peggio per te - lo minacciai, non proprio con l'aria scherzosa...

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BUON 2008!

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Capitolo 33
*** silvery creatures of light - the end ***




Ginevra quasi fece cadere il bicchiere di punch che si era appena versata.
Fissò la donna alta e dai boccoli scuri che le stava davanti, piegando appena la testa in un gesto di nostalgia.
Rimasi un poco sbigottito, beh, era abbastanza plausibile che si fossero conosciute quando erano studentesse, ma... non mi ero aspettato questa reazione.
- Oh, Penny, cara!
Si abbracciarono.
Non avevo occasione di indagare. Credetti che si trattasse semplicemente di un'amicizia speciale. Seppi solo più tardi che quella maga, che avevo assunto per le sue capacità e il suo ottimo curriculum, era stata la fidanzata di Percy, una Weasley mancata, in fondo. Anche lei poteva diventare una di famiglia, se lo avesse voluto, nonché la nuova Direttrice di Ravenclaw.

L'incontro con Penelope era stata una distrazione pericolosa, però... Ginny doveva pensare a Neville e basta, quella sera. Mio figlio non sapeva ancora che sua moglie sarebbe diventata insegnante di Difesa, perché doveva essere lei stessa a dirglielo, ma non l'aveva fatto. La situazione era spinosa.

E sul finire del Ballo, quando gli studenti erano andati a letto (o in giro per la scuola, più probabilmente), per fortuna mi venne un'idea. Pregai che funzionasse, mentre mi lanciavo un Sonorus e annunciavo ai presenti:

- E' il vostro Preside che vi parla... quindi ascoltate con attenzione!
- Ma smettila di darti arie! - risero Dora e Hermione.
- Quelle ragazze laggiù sono un po' indisciplinate. Ora ascoltatemi bene, la notte è splendida, la luna è nuova, per fortuna...
(risate generali)
- Propongo... anzi esigo che ci trasferiamo tutti nel parco per uno spettacolino con i fiocchi! Chi sa evocare un Patronus?
Alcune mani si alzarono.
- Benissimo. Cominciate a pensare a un ricordo felice.


Era davvero bellissimo, fuori. L'oscurità era quasi totale, e c'era il profumo dei fiori, dell'erba, e il fruscio del vento sul lago... un vento tiepido di inizio estate.

- Papà, io non mi sono più allenato, dai tempi dell'ES. Non so cosa mi può uscire fuori.
- Devi farlo, Nev, o sarà peggio per te - lo minacciai, non proprio con l'aria scherzosa...

E iniziammo.

I lupi splendenti di me e Dora, che rotearono in sincronia.
L'elegante Ippogrifo di Billie, che forse un giorno si sarebbe trasformato in quel fantastico drago che uscì dalla bacchetta di Charlie.
La lontra di Hermione, e il cane di suo marito Ron, che si rincorsero per il parco.

E poi Ginny evocò il suo cavallo, che scalpitò in aria come in attesa di qualcosa.
Neville sospirò. "Ora o mai più!"

- EXPECTO PATRONUM!

Un identico Patronus galoppò verso quello di Ginny, i loro musi si sfiorarono, e svanirono lentamente insieme a tutti gli altri.
Ma loro due restarono abbracciati.

- Il mio ricordo felice sei tu - le disse - Il giorno che abbiamo promesso di amarci per sempre. E quella canzone, ti ricordi... Per me non è cambiato niente. Ma per te?
- Io... è che stare sempre lontani... io con le Harpies, tu qui... e poi tutte quelle sere a giocare a scacchi con Kreacher... e quanto ho rotto le Pluffe a Dora perché continuavo a dire che eri un egoista!
- Io sono davvero egoista, non ho nessun problema ad ammetterlo. Non riesco a staccarmi dalle piante nemmeno per un minuto. Ma questo non vuol dire che non ti amo...

Allora finalmente Ginny gli rivelò all'orecchio la natura del suo nuovo incarico a Hogwarts.
- Tu insegnerai qui? Reg dovrà sopportare anche te?
Lei finse di offendersi, ma anche in quel buio immaginai i suoi occhi brillare...
- Tu dovrai sopportarmi. Ogni giorno.
- Ogni istante, Ginevra...


- Guardate, lassù! Lassù! - strillò la vecchia Schwarz. Da una finestrella della Torre di Ravenclaw un altro Patronus, una lepre incredibilmente luminosa e veloce, si era scagliata nel cielo, verso sud. Dalla finestra un ragazzo dai capelli chiari e spettinati teneva ancora la bacchetta alzata.
"Merlino santo, Sirius. Proprio all'età in cui io lo insegnai a tuo padre" fu il mio pensiero commosso.

- Che gliene pare, Preside Lupin? - gridò il giovane Potter.
- Splendido, Sirius! - gridai di rimando - Dov'è diretto?

Ma non dovetti attendere la sua risposta, perché tre nuove creature di luce, due a quattro zampe ed una alata, si avvicinarono al castello. Capii che era stata la lepre di Sirius a richiamarle, perciò il suo incantesimo era stato davvero molto potente.

Il gatto soriano parve guardarmi negli occhi mentre sfrecciava via. Era anche troppo da parte sua aver ricambiato il saluto, lo sapevo.
"Addio, Minerva, e grazie" dissi tra me e me.

L'aquila fece un ampio giro intorno alla Torre dove Sirius era affacciato, poi raggiunse il terzo Patronus, un tasso, che aveva accennato a muoversi in direzione di Neville e Ginny, ed entrambi si unirono in un lento vortice che riprese la direzione da cui erano arrivati.

****

Avrei tanto desiderato veder apparire la fenice di Albus, solo per un'ultima volta. Ma sapevo che non era possibile. Lui è sempre con me, però, ogni giorno mi dispensa consigli attraverso il suo ritratto in ufficio, e mi rassicura.
Già, io ho sempre bisogno di venire rassicurato.
L'ho accettato ormai, sono un gran fifone e un superstizioso.
Non serve a nulla fingere di essere quel che non si è. Si può migliorare, rafforzarsi, e dare coraggio agli altri, quando necessita, ma ehi, sono Remus John Lupin. L'ultimo, e il più fragile, dei vecchi Marauders, il licantropo con la testa in mezzo ai libri che aveva sempre una buona parola per tutti ma non sapeva prendere decisioni...
James, Lily e Sirius mi volevano bene per quello che ero. E Albus, e Horace, e forse anche Severus, sì, sono arrivato a credere che anche lui avesse un briciolo di stima per me, e ci sono giorni in cui vorrei tornare indietro per chiedergli scusa...
Coloro che ci hanno preceduto mi mancano da impazzire, ma sono ancora abbastanza sano di mente da non lasciarmi schiacciare del tutto dai ricordi e guardare al futuro con fiducia.

****

- Dici che un giorno ci riusciremo anche noi? - disse sognante Viola, accennando allo spettacolo dei nostri Patronus dalla finestra della Sala Comune di Gryffindor.
Reg aveva qualche dubbio, ma anche lui stava a guardare con meraviglia. Parker invece rispose entusiasta:
- Ma certo che sì! Abbiamo tempo per imparare, però... credo si tratti di magia molto avanzata!
Non gli sembrava vero.
Tempo. Libertà.
Fino a pochi mesi prima quelle parole gli sembravano l'una un peso, l'altra un'utopia. Ma ora respirava liberamente, e ogni cosa gli sembrava fantastica.
- A mia mamma piace tuo zio Charlie - annunciò a Reg. - Sarebbe bellissimo avere un fratello, non trovate? Insomma, Ned è già mio amico, andremmo un sacco d'accordo!
- Già, spero proprio che vada bene tra quei due. La professoressa Kettleburn era decisamente tra le nuvole agli esami! - scherzò Regulus. - Però è vero...
Si fece pensieroso. - Io invece vorrei un fratellino piccolo piccolo... chissà se i miei mi faranno mai questo regalo.
Viola, sempre affacciata alla finestra, annuì graziosamente. - Chissà. Per adesso si stanno baciando.

Mentre i due cavalli luminosi scomparivano nell'oscurità, la piccola Malfoy fu sicura che il desiderio di Reg si sarebbe avverato presto.



****

AUTUNNO 2018

Piccola mia,
so che detesti le parole sdolcinate, ma se sapessi quanto ci manchi! Tua madre non vede l'ora di rivederti, e io... beh, quando penso che sei così lontana non riesco a dormire. Ma perché in Russia non hanno installato la Metropolvere? E tutte queste restrizioni sulle Passaporte... dovremo davvero aspettare l'anno prossimo per vederci?
Sono contento che l'università vada alla grande, comunque. Ma fa davvero così freddo là? Ti copri bene?
Sirius Potter ha passato i GUFO con ottimi risultati ed è diventato il cocco di Penelope. Tiene una rubrichetta sul Cavillo, e con Lisette ha fondato veramente il Club di Poesia qui a scuola...
Sai, non sono più tanto sicuro che tra Reg e Viola ci sia davvero qualcosa. Insomma, per adesso loro due e Parker sono semplicemente il Trio di Gryffindor... anche se lei guarda Regulus con gli occhi a cuoricino, sono troppo amici per combinare chissà che. Hanno tredici anni, ci mancherebbe!
Hai ricevuto le foto della bimba? E' il vero ritratto di Ginny, non trovi? Neville dice che siccome Reg è negato in Erbologia, almeno la piccolina dovrà dargli qualche soddisfazione. L'ha chiamata Bloom mica per niente!
Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa, mi raccomando, non studiare troppo, cerca di divertirti.
OK, ora lascio la parola a tua madre.
Ti abbraccio forte, ti voglio bene!
Papà

Irma, tesoro,
non badare a quello che ha scritto quella testa matta. E' vero che sentiamo tanto la tua mancanza, ma se lui non riesce a prendere sonno la notte è semmai perché Bloom strilla come un'aquila. Quella bambina sembra avere un Sonorus incorporato, accidenti! Tu non eri così, sai, e nemmeno Reg, ti ricordi? Naturalmente Nev ha isolato la loro stanza da letto, ma Bloom non è mai in camera con lui e Ginny... Kreacher se la porta in giro per casa cercando di cullarla, con risultati controproducenti.
Il lavoro è sempre uno schifo, tesoro. Io e Kingsley non facciamo che litigare. Sarebbe ora che se ne andasse in pensione! Però Ron e io gli facciamo degli scherzi terribili... il Dipartimento è sempre in subbuglio! Sai che Regulus dice che vuole diventare Auror? Poveretto, non sa che cosa lo aspetta! Parker invece, ora che frequenta Cura delle Creature Magiche, si sta convincendo che seguirà la strada di famiglia. Non sai quant'è felice Billie! A proposito, dì a Ned di scrivere a casa un po' più spesso perché Charlie sta smaniando peggio di tuo padre.
A presto, spero, un bacione.
Mamma






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ANGOLINO DI SAKI...


Ragazze, è finita!
Non ci credo nemmeno io!

Grazie a:

Rainsoul: anche io mi sono divertita un sacco ad inventare quell'annuncio! Mi sono ispirata ai cartelloni che annunciano il Ballo della scuola nei telefilm americani...
lyrapotter: certo che sono andata a ripescare Penny! Ci voleva una Direttrice per Ravenclaw... e poi ho sempre adorato la storia di lei e Percy, nei libri...
Pucchyko_Girl: anche io adoro Sirius X. Potter, anche se non so perché l'ho accoppiato a una sciacquetta come Lisette F. Weasley! Comunque "Yurij" si scrive proprio così... e per me era un personaggio odioso, almeno all'inizio, quando gli ho fatto insultare la povera Olympe! Non so, se sarei capace a scrivere di DeathEaters, più di quanto stia facendo in Love Without Reason. Soprattutto non riesco a immedesimarmi in Voldy, i dialoghi che gli faccio interpretare sono davvero penosi!
dunky: tanto lo sapevo che tornavi! Sono contenta che tu abbia recuperato gli aggiornamenti! Smack!


E grazie a tutti, a chi ha letto anche solo una riga, a chi ha questa fic nei preferiti, a chi ha commentato ogni capitolo o quasi, a chi ha condiviso scelte e dubbi con me su MSN, davvero a tutti voi! E anche alla Rowling, perché se non avesse creato la saga di HP non mi avrebbe permesso di scatenare così la mia immaginazione.

-Alcuni dei Patronus me li sono inventati, altri li ho presi dai libri. Quello di Sirius è come quello di sua madre, mentre per Fil e 'Mona ho preso direttamente gli animali simbolo delle Case! *Sai che fantasia...*

- Bloom non c'entra niente con la fatina della Winx, mi sembrava un bel nome per la figlia di un erbologo^^


ADESSO VI FARO' UNA SORPRESA GALATTICA!
In contemporanea con questo ultimo capitolo, ho cominciato a postare una raccolta di drabble ispirate a questa fanfiction. Potete trovarla a questo link:

Though you don't look like me - Missing Moments

Ne ho già messo giù alcune, ma potete anche farmene richiesta, su un certo pairing o una scena particolare.

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