Though you don't look like me di SakiJune (/viewuser.php?uid=25189)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo: Godric's Hollow. Hogwarts. ***
Capitolo 2: *** a letter ***
Capitolo 3: *** the boggart and the old witch ***
Capitolo 4: *** owlers. remus, pomona, alastor (?) ***
Capitolo 5: *** lost certainties ***
Capitolo 6: *** no-one must love me ***
Capitolo 7: *** the lestrange plan ***
Capitolo 8: *** hello little phoenix, goodbye little swan ***
Capitolo 9: *** a new magical world ***
Capitolo 10: *** parallel parties - hogsmeade & ottery st. catchpole ***
Capitolo 11: *** horace's love song. paddy's twin mirror. ***
Capitolo 12: *** heaven, then hell ***
Capitolo 13: *** the pensieve. shopping at hogsmeade. ***
Capitolo 14: *** to lose is to find again. the proposal. ***
Capitolo 15: *** a broken melody ***
Capitolo 16: *** christmas tears and smiles. welcome professor belby. ***
Capitolo 17: *** now you look like me. a new generation. ***
Capitolo 18: *** please don't look like me. the traitor's son. ***
Capitolo 19: *** the new trio. little love battles. ***
Capitolo 20: *** moments of fear. my cold head girl. ***
Capitolo 21: *** the collapse of Irma Lupin ***
Capitolo 22: *** Hogwarts splitted in two, beheaded. ***
Capitolo 23: *** the grindylow can wait! ***
Capitolo 24: *** until the sun shines again. billie's mystery. ***
Capitolo 25: *** nightmares, old and new. the runaway. ***
Capitolo 26: *** spies, tumbles, fires and kisses ***
Capitolo 27: *** at the quibbler's: harry's test. ***
Capitolo 28: *** remus' frightful furry night ***
Capitolo 29: *** remus john lupin, big boss of hogwarts ***
Capitolo 30: *** to feel afraid, to feel dirty ***
Capitolo 31: *** nancy wood is back. only karma ***
Capitolo 32: *** the hogwarts prom night ***
Capitolo 33: *** silvery creatures of light - the end ***
Capitolo 1 *** prologo: Godric's Hollow. Hogwarts. ***
Non ho scritto questa storia principalmente
perché venisse letta, ma per una mia esigenza personale.
Però ho pensato che a qualcuno potesse piacere, e ammuffire
in un angolo della memoria del pc non è un bel destino per
un racconto, bello o brutto che sia.
La principale ragione del mio tentennamento è la cronologia
completamente sballata, in quanto A. e R. dovrebbero avere molto
più di tre anni di differenza, anche se non è
scritto da nessuna parte...
Secondo: dopo aver letto decine di fanfiction (alcune davvero
bellissime, in realtà, come quella di dunky)
in cui "si-scopre-che-Severus-è-il-padre-di-Harry", ho
voluto provare lo stesso schema con qualcun altro. Non molto originale,
no.
Però spero di toccare il cuore di qualcuno... che ama Remus
Lupin come me. Questa storia è per Feux,
che di solito non può leggere le mie ff perché
sono piene di spoiler... te la meriti. E per SaryKrum
Ianevski, che ama Neville. Le vostre storie mi fanno sognare!
SakiJune
PROLOGO
30 OTTOBRE 1981 -
GODRIC'S HOLLOW
Che faccia tosta, Pettigrew.
Sarebbe successo il giorno dopo, Lui era stato chiaro... che ci faceva
allora, in quel soggiorno, a sorridere e a parlare del più o
del
meno?
- Non è bello essere costretti a nascondersi, sai. Mi
formicolano le mani dalla voglia di afferrare la scopa e andarmi a fare
un giro.
Seduto sul divano, con la mano che stringeva quella della moglie, James
manifestava la sua impazienza.
- Coraggio, Prongs. Non sarà per molto - rispose Peter.
No, non sarà per molto. Un giorno appena...
- Lo spero. Maledizione, Wormtail! Non posso nemmeno portare a spasso
Harry...
Lily si stancò di quella conversazione. Forse lei era
felice, in quella situazione? Che razza di uomo aveva sposato?
- A proposito di bambini. - buttò lì Peter, a
corto di
argomenti, mentre cominciava a sentirsi davvero a disagio. - Ho visto
il figlio di Alice. Sta venendo su un po'
pacioccone, eh! Anche se hanno un giorno di differenza, sembra molto
più grande di Harry. E non somiglia per niente a Frank, beh,
non
che lo conosca bene...
Lily arrossì e parve turbata. James credette che la sua
reazione
fosse dovuta al fatto che sentisse la mancanza dell'amica. Ma
era
lo stesso un po' esagerata.
- Accidenti, credevo che il loro matrimonio fosse una farsa...
ma adesso...
Lily si alzò di scatto ed uscì dalla
stanza.
- Cos'ho detto di strano? - fece James, voltandosi verso la porta che
sbatteva. Sirius ridacchiò.
- D-donne, Prongs, tutto qui.
- Ho detto solo che... insomma, lui è un Auror con i
fiocchi, diventerà più famoso di Mad-Eye un
giorno,
tanto di cappello, ma in quanto ad attrattiva, lei è un po'
sprecata. Ti ricordi quando Moony le aveva messo gli
occhi addosso? E dire che era tanto più grande di lui...
Uuh, se lo ricordava.
Quei due erano anche usciti insieme, in giro per Hogsmeade, qualche
volta. Poi lui aveva cominciato con le sue paranoie: "Sono un
licantropo", "Non posso avere una storia seria", "La farei soffrire,
sono troppo pericoloso" e via dicendo.
Alice aveva provato a riconquistare Remus, con il solito espediente:
farlo ingelosire. Così aveva cominciato a frequentare Frank
Longbottom.
Dopodiché, visto che era tutto inutile, aveva finito per
sposarlo: complice l'Ordine, gli obiettivi comuni, mettila come vuoi...
- Non mi ricordo come si chiama, però. - chiese James.
- Ma sai che non mi ricordo neanch'io? Eppure caspita, li ho visti l'altro giorno... - Peter si diede una manata in testa. -
Accidenti, ehm... qualcosa che inizia per enne comunque. Neil? Norman?
****
1 SETTEMBRE 1993 -
HOGWARTS
- Neville, hey! Dean, spostati una sedia più avanti.
- Perché?
- Perché sì. Neville! Che fai lì
nell'angolo? Vieni un po' a sederti con noi!
Ecco. Sta accadendo.
Non riesco ad alzare gli occhi.
Perché se guardo in quella direzione, verso il tavolo di
Gryffindor, lo vedrò.
- Tutto bene, Remus? - mi chiede Dumbledore. - Sei emozionato? O
è la faccenda di Black che ti ha sconvolto?
Ma certo che sono preoccupato perché Sirius è
evaso da
Azkaban. E sono anche molto impacciato, perché domani
comincerò a insegnare qui.
E tra gli studenti ci sono un paio di ragazzi a cui sono legato a doppio filo.
Uno è Harry Potter.
L'altro è Neville Longbottom.
Mio figlio.
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Capitolo 2 *** a letter ***
Sapete cos'è il panico?
Quando lo stomaco si stringe, le gambe tremano e in bocca hai un sapore
amaro?
Quando Alice mi mandò quel gufo, tanti anni fa, provai
questa sensazione.
Ma non fraintendetemi.
Se la stessa cosa fosse capitata a chiunque altro, il primo pensiero
che avrebbe
avuto sarebbe stato: "Accipicchia, ho appena rovinato un
matrimonio".
Ma io reagii diversamente, perché sono diverso, e le mie
preoccupazioni sono sempre più grandi di quelle della gente
comune.
Solo che quel pomeriggio di fine autunno la consapevolezza della mia
condizione non mi impedì di commettere un'imprudenza.
L'avevo rivista a Diagon Alley, una volta tanto senza gli altri
dell'Ordine... e le avevo chiesto se era felice.
- Sei uno stupido, Lupin. Certo che sono felice, Frank è una
persona meravigliosa! - aveva risposto lei, evitando il mio sguardo.
"Ma sarei stata meglio, con te"
Questo dicevano i suoi occhi abbassati.
E non potei resistere. Orgoglio, gelosia, passione. Sentimenti
che
mai avevo pensato di provare, che non mi appartenevano, ma che non
riuscii a frenare.
Un pomeriggio d'amore in una stanza del Cauldron.
E un mese dopo quella lettera.
"Remus,
perdonami se ti scrivo.
So che per te non ha significato nulla quanto
è successo tra noi. Ma è giusto che tu sappia.
Sono incinta, Remus. E
sappiamo tutti e due che Frank non può essere il padre del
bambino. Era in missione, ricordi?
Non voglio chiederti
nulla. Non sono quel tipo di persona, lo sai. Se
riceverò un segno da te, sono disposta anche a divorziare.
Ma se
non hai intenzione di farti avanti... allora Frank non saprà
nulla e in qualche modo sistemerò le cose. Il mondo magico
è in pericolo, come sai, e nostro figlio
andrà protetto nel migliore dei modi. Ci sarai?
Alice"
Avevo scelto di non esserci. Proteggerlo! Io, un licantropo, un mostro,
come potevo?
Avevo trascorso i mesi successivi in un incubo ad occhi aperti. Non
potevo sapere che cosa
sarebbe nato... visioni orribili accompagnavano le mie notti, in cui
Alice veniva divorata dalla creatura che aveva messo al mondo.
Visioni che si attenuarono un poco soltanto quando Sirius mi
assicurò che il bambino era perfettamente normale e che
Alice
stava bene. Lui e Lily erano gli unici a cui avevo confidato
la
verità.
Presi la lettera e la bruciai. Avrei voluto dimenticare, ma non ero in
grado di lanciarmi da solo un Incantesimo di Memoria. Spinsi quel
ricordo in fondo alla mia coscienza. Sempre più in fondo,
fino a
credere che non esistesse. Così trascorse più di
un anno.
Poi ci fu la tragedia.
Il dolore.
L'incredulità.
Avevo perso tutto... i miei amici erano morti, e Sirius si era rivelato
un traditore della peggior specie. Ero diventato l'ombra di me stesso,
un'ombra che talvolta assumeva la forma di un lupo, e correva ad
inseguire un nemico invisibile dimenticando per una notte il dolore di
Remus-uomo. Un dolore silenzioso, senza più
lacrime e nemmeno rabbia.
Pensavo di non dover mai più provare una
sofferenza simile. Fino
a che, sul finire dell'anno, lessi di quanto era accaduto ad Alice e a
suo marito.
- Maledetti Black! - gridai, ma non c'era nessuno che mi potesse
sentire, che potesse alleviare la mia pena. - Siate maledetti tutti
quanti! Crepaci ad Azkaban, Sirius, con tua cugina... guarda che cos'ha
fatto alla madre di mio figlio!
Non ero più io. Non avevo più nessun controllo
sulle mie azioni, quasi come quando mi trasformavo.
Non ricordo se ci andai in treno, nel Lancashire, o se usai la
Metropolvere. So soltanto che mi ritrovai con il viso premuto contro la
finestra di quella casa, nel giardino coperto di neve. Vidi due persone
anziane, un uomo e una donna.
E un lettino...
La donna alzò gli occhi verso di me: soffocò
un'esclamazione, e si smaterializzò.
Mi voltai e la vidi vicino a me, con uno sguardo talmente severo che mi
tolse ogni dubbio.
- Non sono stupida, questo lo sa? - disse la signora, con voce
sprezzante.
- Lei... lei sa chi sono? - balbettai.
- No. Ma so tutto il resto. Per fortuna Frank non l'ha mai saputo.
Sospirai.
- Forse... tra qualche tempo staranno meglio...
Lei scosse la testa, troncando di netto ogni mia speranza sulla salute
di Alice.
- Nemmeno mio marito sa nulla, quindi è meglio se sparisce
immediatamente.
- Augusta! Dove ti sei cacciata? - sentii chiamare dall'interno.
- Addio - mi disse lei, e stava per rientrare, ma dissi:
- Aspetti, aspetti un momento. Mi dica soltanto... mi somiglia?
Senza più guardarmi in faccia, prima di chiudere la porta,
la
signora mormorò: - Abbiamo già provveduto a
questo, per
l'onore della famiglia... - e mi ritrovai solo nel giardino,
più
confuso di prima, più abbattuto che mai.
Forse, appena nato, Neville aveva i miei stessi occhi, o qualcosa di
ancora più evidente. Capii cosa aveva fatto quella donna.
Una
pozione proibita, forse anche pericolosa, acquistata a Knockturn Alley,
era bastata per soffocare lo scandalo, per eliminare, dai lineamenti
del piccolo, ogni traccia del tradimento di Alice.
E poi ricordai: quella gente era imparentata con i Black. Maledetti
purosangue.
Per un istante ebbi l'impulso di fiondarmi dentro la casa, prendere mio
figlio e...
E poi? Non ero in grado di dargli un avvenire. E per quanto inorridissi
all'idea che crescesse con persone simili, capivo che era al sicuro dai
Mangiamorte. E anche da me.
Man mano che mi allontanavo, le mie impronte svanivano, coperte dalla
neve.
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Capitolo 3 *** the boggart and the old witch ***
Questo capitolo inizia con una scena reale del libro: la prima lezione
del professor Lupin. Ho riportato pari pari la frase iniziale di
Severus, ma in quanto ai pensieri di Remus, bé, ci ho dato
dentro con l'immaginazione...
CAPITOLO 2 -
the boggart and the old witch
Quando portai la classe del terzo anno in sala insegnanti per la prima
lezione, Snivellus non avrebbe potuto accogliermi con una frase
più infelice:
- Forse nessuno ti ha avvertito, Lupin, ma in questa classe
c'è Neville Longbottom. Ti consiglio di non affidargli
compiti troppo difficili. A meno che la signorina Granger non gli
borbotti suggerimenti nell'orecchio...
Che razza di professore era? Dumbledore mi aveva rassicurato sulla sua
fedeltà, e potevo anche credere che non fosse più
un
Mangiamorte, ma come poteva trattare i suoi studenti con tanto
disprezzo? Come poteva ridurre mio figlio ad un fagotto tremante con
gli occhi sbarrati, ma soprattutto togliergli ogni sicurezza e stima di
sé?
Harry Potter e la ragazza che avevo già incontrato sul treno
avevano sguardi di disapprovazione. Mi sentii sollevato: era importante
per me, sapere che Neville aveva degli amici.
Mi rivolsi a Severus e gli dissi che avevo fiducia in quel ragazzo,
tanto che gli avrei chiesto di aiutarmi durante la lezione pratica.
Questo lo fece infuriare e se ne andò sbattendo la porta.
"Farò di te un leone, ragazzo mio" pensai, guardando
finalmente
Neville negli occhi. "Non devi mai più avere paura".
Augusta aveva davvero provveduto.
Somigliava a sua madre in maniera impressionante, ma di me non c'era
nulla. Era possibile che Alice si fosse sbagliata quando mi aveva
scritto quella lettera? Forse, già ma allora
perché c'era
stato bisogno di cambiare il suo aspetto? No, io ero suo padre...
e il suo primo sguardo a questo mondo era stato color ambra.
- Qual è la cosa che temi di più?
- Il professor Snape...
Naturale. Ovvio. Ma non era tutto. Quasi sicuramente avremmo visto
proprio Severus uscire da quell'armadio, però considerai
l'ipotesi che potesse trattarsi di sua nonna. Non osavo immaginare
quale soffocante educazione potesse avergli impartito, quale
rigidità e sufficienza avesse impostato nei loro rapporti.
"Se fosse cresciuto con me..."
Scacciai dalla mente quell'idea troppo folle.
Il Molliccio prese la forma di Severus, e Neville riuscì a
trasformarlo con il Riddikulus.
La classe rideva, risi anch'io e pensai:
"Così si fa, tesoro... così si affronta la
vita..."
***
Ero preoccupato per Harry, naturalmente. L'evasione di Sirius rimetteva
tutto in gioco. Avrebbe cercato di ucciderlo? I Dissennatori sarebbero
riusciti a fermarlo, se si fosse avvicinato alla scuola?
Ricordai che Pad (strano eh? dopo tutto il male che aveva fatto,
pensavo ancora a lui con il vecchio
soprannome...) sapeva tutto riguardo alla mia paternità. E
se
avesse voluto fare del male anche a Neville?
Avanti, era ridicolo.
Ma era un Mangiamorte. Come sua cugina Bellatrix, che aveva torturato
Alice...
Ammisi a me stesso che tutto era possibile. Ma dovevo pensare prima di
tutto a Harry. Parlai con lui a lungo, gli promisi di insegnargli a
evocare il
Patronus.
Mi parve di rivedere James in quei gesti, in quel modo di
riavviarsi i capelli scomposti, nel suo sorriso.
Riflettei a lungo su questo.
Era così anche per le zazzere rosse dei giovani Weasley. E
per
Draco Malfoy, il vero ritratto di quella canaglia di suo padre.
E' così che dovrebbe essere... ma non sempre è
possibile.
"Vai a quel paese, Augusta Longbottom" mi dissi "Sei una povera illusa
se pensi che vorrò meno bene a mio figlio solo
perché non
mi somiglia".
***
Invece di andare a quel paese, Augusta venne a Hogwarts.
Entrò nel mio ufficio un giorno di dicembre, quando gli
studenti
e la maggior parte degli insegnanti erano in vacanza e non mi aspettavo
proprio nessuna visita.
Era vestita esattamente come il Molliccio-Snape, con quel ridicolo
cappello e la borsa rossa. Mi puntò il dito contro.
- Dumbledore è caduto in basso assumendo uno come lei...
terribilmente in basso. Lo dirò a tutti. Un lupo mannaro
insegna
in questa scuola, ma andiamo! Lo dirò a-
- A chi? - le risposi, calmo, alzando un sopracciglio.
- Ai genitori degli altri studenti, si capisce...
Ricordava il mio viso sconvolto di dodici anni prima. Ora aveva di
fronte un'altra persona, e sembrò rendersene conto.
- Lei è una persona pericolosa! - continuò
ostinata.
- Già. Lei non sa quanto, signora Longbottom. Sono
così pericoloso che sto per ricattarla.
Lei indietreggiò, confusa e spaventata.
- Non racconterà niente, e resterò al mio posto,
perché amo questo lavoro. Voglio bene a Dumbledore e ai miei
studenti. Voglio bene a
Neville, e anche lui mi è affezionato. Non gli
ho detto nulla finora per
rispetto a suo figlio Frank, fondamentalmente. Sembra strano detto da
me? Io amavo Alice, è vero, ma lo consideravo uno degli
Auror
più in gamba di tutta la Gran Bretagna...
- Non parli di mio figlio! Lei e Alice vi siete fatti beffe della
famiglia Longbottom, avete tentato di infangare un nome rispettabile!
Aveva ragione. Ma non potevo ammettere di aver commesso un errore,
accidenti, perché Neville non era un errore!
- Quello che voglio dire è... che un giorno potrei provare
il desiderio di dirgli chi sono per lui.
Vidi le sue labbra fremere di rabbia, gli occhi strabuzzare nelle
orbite.
- No! Non glielo dirai, brutto mostro!
- No, non glielo dirò. Perché lei mi
lascerà in
pace, almeno fino alla fine dell'anno scolastico. Siamo d'accordo?
Annuì lentamente, ed uscì sconfitta dalla stanza.
Vittoria amara, la mia. Ma quella cattedra mi era più
preziosa della vita stessa.
Harry Potter doveva imparare ad affrontare i Dissennatori. E io volevo
avere tempo per conoscere mio figlio. Erano motivi sufficienti, ma
c'era dell'altro: sentivo di nuovo Hogwarts come la mia casa...
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Capitolo 4 *** owlers. remus, pomona, alastor (?) ***
So che non
è un capitolo decente. Diciamo che è di
transizione^^
Ma vi prometto che
il prossimo sarà molto più lungo e finalmente
"succederà qualcosa".
Sto cercando con
tutte le mie forze di inserire la storia nella trama dei libri. E' una
sfida che sto portando avanti a forza di timelines, letture, riletture e
ricerche...
Grazie a Feux e Ino chan. Finora
siete le uniche... e siete grandi.
SakiJune
30
AGOSTO 1994
Gentile
Professoressa Sprout,
ho
deciso di scriverLe
perché l'impressione che ho sempre avuto di Lei
è quella di una persona
degna di fiducia. E anche per un altro motivo che Le
spiegherò più
avanti.
Forse
si sta chiedendo se le voci diffuse dal professor
Snape sul mio conto, che hanno portato alle mie dimissioni, siano vere.
Confermo: sono un lupo mannaro. Lo ero già da tempo quando
ho frequentato la scuola
e sono riuscito a non farmi scoprire, ma deve credermi se le giuro che
non ho mai avuto cattive
intenzioni. Ho sempre e solo agito in nome della mia
dignità, contro una sorte che mi destinava ad una vita da emarginato.
L'anno
scorso
non sarei mai stato così incosciente da mettere in pericolo
i nostri
studenti; Snape lo sapeva, ma ha preferito screditarmi.
Amavo
Hogwarts e separarmene nuovamente mi ha reso molto triste. Mi sento
solo. Tuttavia, la notizia che il mio amico Alastor Moody abbia preso
il mio posto mi fa davvero molto piacere, ho molta stima di lui. Forse
lo troverete un po' burbero, ma è una persona straordinaria.
Ma
torniamo a me. Ho un segreto che mi tormenta da anni, ma non ha nulla a
che vedere con il mio stato di licantropo. E' un segreto dolce, a volte
malinconico, ma alimenta in me speranza e voglia di vivere.
Ricorda
quando, al mio quarto anno, mi scoprì a baciare una ragazza
nelle serre?
E
ricorda chi era quella ragazza?
Se
è così, potrà forse comprendere le
ragioni di quanto sto per chiederLe...
.............
1 SETTEMBRE
...........
Non so nemmeno
più come rivolgermi a Lei.
La chiamerò
Remus, se non Le dà fastidio, come ho sempre
fatto quando era uno studente di Hogwarts. Oh, non ho dimenticato la
gentilezza, l'educazione, quell'essere più maturo e studioso
dei
compagni della Sua età. E quando lo scorso anno si
è
dimostrato un valido insegnante, ne sono stata felice. Ma queste
richieste, accompagnate da una confessione priva di qualunque
fondamento, mi sconcertano e mi spingono a domandarLe: è
sicuro
di quanto dice? Perché se fosse la verità, Remus,
potrei
aiutarLa, ma in caso contrario...
Come ha astutamente
capito, tengo molto a quel ragazzo. Non mi
interessa se Lei è un licantropo, un vampiro o un troll. Mi
interessa soltanto il bene di Neville.
Spero che possa fornirmi
le prove di quanto afferma....
.................
5 SETTEMBRE
Remus,
come noterà
non ho atteso una Sua risposta. E' accaduto un
episodio che mi ha letteralmente disgustata, e non posso attendere.
Devo darLe fiducia.
Il Suo amico, come lo
definisce, non è affatto come pensa. Sto
parlando del Professor Moody. E' un uomo sadico e crudele, e lo
è stato particolarmente con lui.
Pare che abbia svolto
una lezione pratica con la classe del quarto anno,
sperimentando - su un ragno gigante - le Maledizioni Senza Perdono...
la signorina Granger mi ha confidato che Neville ne era letteralmente
terrorizzato. Entrambi sappiamo bene perché.
In seguito si
è accattivato la sua simpatia con un libro, come
se nulla fosse. Ma questa storia non mi piace per nulla. Sono tentata
di parlarne al Preside Dumbledore o alla Direttrice di Gryffindor, se
non fossero così
affaccendati con i preparativi per il Torneo...
..............
8 SETTEMBRE
...Signora,
è proprio questo che desideravo da Lei. E' importante
che io sappia cosa gli accade. Finché i suoi compagni gli
sono
amici, posso dirmi un uomo sereno. Harry, Hermione, Ron, Seamus...
sono ragazzi gentili e solidali. Sono sicuro che non lo
lasceranno mai
solo. Non so invece come spiegare l'atteggiamento di Alastor Moody. Non
è la grazia fatta persona, certo, nella sua carriera ne ha
viste
tante e il suo carattere ne è uscito un poco indurito, ma
non
fino a questo punto. Gli scriverò personalmente per cercare
di
capire...
...........
10 SETTEMBRE
Mad-Eye,
sei
una vera canaglia. Non sei obbligato a sorridere alla McGonagall,
né a fare amicizia con Argus Filch o a presentarti a cena se
non ne hai voglia, ma non esagerare
con i ragazzi.
Che
ti è preso? Le Maledizioni Senza Perdono? Puoi benissimo
spiegare cosa siano, senza terrorizzare i ragazzi!
Harry
Potter ha già subito le conseguenze
di una di esse, se ricordi. E lo stesso vale per il giovane Longbottom.
E' vero, un giorno è possibile che dovranno affrontare il
Male,
che per questo motivo bisogna dare loro gli strumenti per farlo, ma con
buon
senso,
Alastor. Hai mai sentito questa parola? Pensaci.
Remus
J. Lupin
P.S.
Se ne combini un'altra, lo verrò a sapere. Ho molti amici a
Hogwarts.
|
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Capitolo 5 *** lost certainties ***
Per prima cosa, grazie a Feux e Ino chan per il loro sostegno.
E anche a tutti quelli che leggono soltanto, anche se... insomma, se la
storia vi piace (oppure no) potete anche dirmelo...
So che non è scritto da nessuna parte che l'incantesimo
citato in questo capitolo (che non si trova nei primi sei libri, ma non
penso che sia una cosa tanto rilevante da venir considerato spoiler!)
abbia un effetto come quello descritto, e forse sarebbe stato meglio
usare lo "Specialis Revelio" che invece compare varie volte.
Però, per quanto ne so, quello serve per scoprire le
proprietà degli oggetti, e non mi sembrava del tutto
appropriato.
Ho cercato di rimanere abbastanza fedele al quinto libro.
Gilderoy incluso (non credo che lui e Remus si siano mai conosciuti
prima, no?).
SakiJune
31 AGOSTO 1995 - GRIMMAULD PLACE
Ancora un poco sconvolta per la sua lotta con il Molliccio, la signora
Weasley sorseggiava un té in salotto con Hermione, prima di
andare a dormire.
- Con tutta questa confusione, mi sono dimenticata di dirvi una cosa...
Harry è già andato a dormire, vero?
Hermione fece cenno di sì. - Era esausto, sai. E devo
ammettere
che anch'io sono stanca. Gli altri sono ancora tutti di là a
divertirsi...
non pensano che domani inizia la scuola... ma cosa voleva dire, signora?
Molly cominciò a raccontare: - Oggi pomeriggio, quando sono
andata a comprarvi i libri... ero vicino alla Gringott's, e mi
è
sembrato di vedere il vostro amico Neville.
- Eh... non capisco cosa ci sia di strano, signora.
- Vicino alla
Gringott's... voglio dire che ha svoltato per Knockturn
Alley! - precisò Molly. - E' un posto pericoloso per un
ragazzo
solo!
Hermione ammise che lo era. E sperò di
rivederlo, il giorno dopo, sul treno per Hogwarts. Tutto intero,
possibilmente.
Sul pianerottolo del primo piano, senza farmi notare, ascoltavo.
********
2 SETTEMBRE
Uscendo dall'aula di Pozioni, Hermione afferrò Neville per
la manica.
- Uh-oh?
- Devo parlarti.
- Lascia perdere, Hermione... per fortuna è
l'ultimo anno
che ho questa materia. Ha ragione Snape, non ci sono portato affatto.
Hermione sorrise. - Non c'entra niente con Pozioni, quello che devo
dirti. C'entra con...
Si guardò intorno, e quando vide che ormai i loro compagni
si erano avviati verso la Sala Grande, esordì con un:
- Sei stato beccato. Knockturn Alley... hai qualcosa da dichiarare?
Neville spalancò la bocca e indietreggiò di
qualche passo.
- Chi mi ha visto? Tu? Ti assicuro che non è come pensi...
Lei scosse la testa. - Io penso solo che hai rischiato la pelle.
Comunque mi è stato solo riferito. Se ti avessi visto io,
sarei
corsa ad acciuffarti...
- Ora che sei un prefetto, sei obbligata a dire tutto alla McGonagall,
vero? O a quella... Umbridge...
Hermione gli mise le mani sulle spalle. - Calmati, Nev. Quello che fai
fuori da Hogwarts non riguarda né i prefetti né
gli
insegnanti. Io e la madre di Ron eravamo preoccupate, tutto qui. Se un
giorno, che so, vorrai dirmi cosa ci facevi... sai dove trovarmi, ok?
Neville annuì, un poco sollevato. Lei lanciò uno
sguardo in fondo al corridoio:
- Ma guarda. Ron mi sta aspettando... vieni a pranzo?
- Non... non ho fame. Ci vediamo a Difesa, visto che tu non frequenti
le lezioni della Trelawney.
- Allora a dopo, Nev. - salutò Hermione con lo sguardo pieno
di curiosità.
********
(SOMEWHEN THAT SUMMER)
All'inizio era stata una
bella estate. Per lo meno non era stata come tutte le altre.
Era arrivato zio Algie,
il fratello di nonna, che non vedeva da un bel po'. Era stato lui a
regalargli la Mimbulus Mimbletonia. Dopo cena si metteva a
raccontare dei suoi viaggi, ed era divertente...
Fino a quella sera,
quando avevano sentito dei rumori nell'ingresso. La nonna si era
messa a gridare che c'era un ladro... o peggio, un DeathEater. Zio
Algie diceva che erano sciocchezze, ma andò lo stesso a
controllare.
- Homenum
revelio! -
scandì lo zio, con la bacchetta in pugno: naturalmente non
c'era nessuno, a parte il gatto della nonna che aveva tirato
giù
dei soprammobili.
Ma quando si era voltato
verso di lui, zio Algie aveva soffocato
un'esclamazione e si era portato le mani al petto. La nonna aveva
strabuzzato gli occhi... spedendolo dritto a dormire.
Ma non aveva affatto
sonno. Più tardi, sempre chiedendosi
cos'avesse di tanto strano da spaventarli, era sceso in cucina a bere
qualcosa, e si era accorto che la luce in soggiorno era ancora accesa,
perché filtrava da sotto la porta. Si era avvicinato e aveva
sentito le voci della nonna e dello zio. L'orologio segnava le due:
possibile che fossero ancora alzati?
Sentì qualche
frase a tratti:
- Dovevo dirti tutto,
ora che l'hai scoperto... non sapevo di questo difetto... pensavo non
fossero rimaste tracce di com'era...
- Santo Merlino,
Augusta, questo vuol dire che lui non è... non
siamo affatto suoi parenti... è triste, tanto triste...
- Non ha nessuna colpa,
certo... e al terzo anno ce l'aveva come insegnante, ci pensi? Mi ha
minacciato di dirglielo...
- Un lupo mannaro, che
cos'aveva in testa Alice... vergogna...
- E' stato orribile
dover andare a Knockturn Alley, per recuperare una pozione efficace, e
guarda...
Era corso in camera sua,
non voleva ascoltare di più, non voleva capire!
Con la testa sotto il
cuscino, sentivo quelle parole rimbombarmi nelle orecchie.
Era tutto
così assurdo, così irreale...
I giorni successivi gli
erano sembrati intollerabili. Si era chiuso in camera, con la scusa di
avere mal di testa...
"Cosa farebbe Harry
nella mia situazione?"
"Andrebbe in fondo alla
verità"
"Ma io non sono Harry"
Cos'avevano visto lo zio
e la nonna in lui? Di che pozione parlavano?
Ma era tutto fin troppo
chiaro, anche se non voleva ammetterlo!
"Devo andare a Knockturn
Alley"
"No... ho paura"
"E' l'unico modo. Sei o
non sei un Gryffindor?"
Così l'ultimo
giorno delle vacanze ci era andato: con il cuore in gola, le gambe che
tremavano, sfiorato da mani adunche e osservato da sguardi indagatori.
Odori nauseanti... bisbigli e risatine che facevano rizzare i
capelli... qual era il negozio dov'era stata la nonna? Le insegne erano
sporche e consumate, non riusciva a leggere bene, sembravano tutte
uguali.
"Hot Stuff"... "Borgin&Burkes"...
oddio di quella aveva sentito parlare... che paura...
"BetterThanSlughorn-PotionsCorner".
Ecco, forse era il posto giusto.
Una strega alta, magra e
con i capelli unti si era materializzata dall'altra parte del bancone.
- Cosa ti serve,
bamboccino? - aveva sibilato.
Facendosi coraggio (la
commessa non gli incuteva molta più paura di Snape, in
fondo), le spiegò quello che sapeva.
- Un antidoto per una
pozione che ti hanno fatto bere da piccolo? E di che genere?
Rincitrullente, mi pare di capire...
Era una battuta "da
Malfoy".
- Credo che... abbia a
che vedere con la mia faccia. O con il mio vero padre...
- Aah... adesso
è chiaro. Andava molto di moda, quel preparato,
qualche tempo fa. Mi spiace deluderti, ma non esiste proprio nessun
antidoto. E poi perché vorresti cambiare? Sei proprio un bel
bocconcino...
Fece per accarezzargli
una guancia, ma Neville si ritrasse.
- G...grazie lo
stesso... arrivederci - e uscì di corsa dal
negozio, scontrandosi con due maghi dall'aria losca che stavano sulla
soglia.
- Guarda dove vai,
ragazzino! - grugnì uno dei due, agitando la bacchetta.
"Ora mi lancia una
Maledizione... sono finito" pensò Neville,
correndo a più non posso, finché non si
trovò sano
e salvo all'uscita della via. Aveva ancora da comprare i libri e le
pergamene, e la nonna l'aspettava per le sei.
*****
Ecco cosa ci era andato a fare. Non aveva concluso niente, si era solo
preso un bel po' di spaventi in una giornata sola.
Non poteva parlarne con nessuno... questa era la cosa peggiore.
Già la sua situazione familiare era sempre stata un peso per
lui, figurarsi ora.
A quindici anni doveva scontrarsi con una realtà che non era
fatta soltanto di amici e nemici. La differenza era quanto mai sottile,
ora: il tradimento e l'inganno si erano
rivelati parte integrante della sua esistenza.
Il tradimento di sua madre.
L'inganno di nonna Augusta.
La sua identità che si faceva sempre più labile
nella
coscienza, man mano che si rendeva conto di come stavano le cose...
"Non sono il figlio di Frank Longbottom. Mio padre è Remus
Lupin, e ho vissuto finora con dei perfetti estranei"
********
Avrei dovuto essere con lui in quei momenti tanto difficili.
Ma non potevo permettermi di rafforzare i miei legami. L'Ordine veniva
prima di tutto... Voldemort era tornato, dovevamo fare il
possibile per impedirgli di prendere il potere e continuare la sua
opera di distruzione... ed evitare che degli innocenti venissero
coinvolti.
Sirius mi era di nuovo vicino, con tutte le sue contraddizioni,
imprudente e ribelle come sempre. E curioso. Non aveva dimenticato
nulla, e una sera mi chiese se avevo notizie della mia "progenie".
Vocabolo quanto mai infelice, perché in quel mentre giunse
Kreacher:
- Progenie infame! Aaah, se la mia padrona fosse in vita! Aah, la
nobile e pura casata dei Black! Puah... lupi mannari, traditori del
sangue...
Chiusa la porta in faccia all'elfo, e soffocando le risate, Sirius
continuò a insistere con me, finché non tirai
fuori le
lettere della professoressa Sprout e gliele mostrai.
- Uh, uh... - Si era immerso nella lettura immediatamente. - Qui
è quando quel bastardo di Crouch junior si spacciava per
Mad-Eye...
- Ti prego, Pad, non farmici pensare! - sbottai. Non volevo
più ricordare quel periodo.
- Va bene, va bene, qual è l'ultima?
Tirai fuori una busta dalla tasca e gliela porsi. - Eccola, leggi e poi
lascia che le rimetta a posto, Kingsley e Tonks stanno per tornare.
- Carina, mia cugina, vero? - mi canzonò, e dovetti
arrossire
davvero, perché lo vidi soddisfatto anche se non gli avevo
risposto.
Remus,
qui a Hogwarts la
situazione è problematica, ora che la
professoressa Umbridge è stata nominata Inquisitore
Supremo
di questa scuola. La Guferia è costantemente sotto
controllo, e
spero proprio che questa lettera non venga intercettata.
Sembra che il professor
Snape si sia ormai rassegnato
sul rendimento di Neville in Pozioni. Purtroppo ora la sua
rabbia
si sta sfogando su Harry Potter...
- Maledetto Snivellus! - tuonò Sirius.
... e non perde
occasione per denigrarlo. Così mi ha riferito la signorina
Granger.
Spero proprio che questo
periodo sia transitorio. Le continue ispezioni
nelle serre mi stanno facendo saltare i nervi. Sybil Trelawney potrebbe
venire licenziata da un momento all'altro, e ho orrore che una cosa
simile possa accadere anche a me...
Ma non è
questo che Le interessa sapere, naturalmente, né
il fatto che la Umbridge abbia preso le misure del professor Flitwick
davanti agli studenti, con un metro da sarta...
- Accidenti, se la passano male i ragazzi, eh Moony?
Seguivano alcune righe piene di soddisfazione, riguardo agli esami di
fine anno:
... Sono certa che,
almeno nella mia materia, Neville passerà il
G.U.F.O. a pieni voti; questo mi riempie di orgoglio, e credo anche
Lei...
- Dammela, presto. - Avevo sentito dei passi, e mi affrettai a
rimettere a posto le lettere: appena in tempo. Molly Weasley
entrò con un gran sorriso, invitandoci a raggiungere gli
altri
in salotto...
- Ho fatto una torta, e non ditemi che non ne volete perché
mi offendo!
MAI fare un torto a Molly. C'era da pentirsene, dopo...
Da quella sera, mi ritrovai sempre più spesso a pensare ad
Alice. E in seguito al ricovero di Arthur Weasley pensai che avevo una
buona scusa per recarmi al St. Mungo.
Non avevo mai voluto vederla durante questi quattordici anni, mi ero
sempre ripetuto che volevo ricordarmela com'era una volta, ma
d'improvviso sentii il desiderio di andarla a trovare. Era il giorno di
Natale.
Avrei dovuto lasciar stare, perché non era destino che la
incontrassi ancora.
Non appena giunsi al quarto piano, mi imbattei in Augusta Longbottom.
- Lupin...
- Signora-
I nostri sguardi rimasero fissi l'uno con l'altro, come due bacchette
impegnate in un Prior
Incantatio:
- Fuori di qui - mi disse. - Immediatamente.
Il mio ricatto non aveva più nessun valore, ora.
La situazione precaria, mia e del Mondo Magico in generale, mi
impediva di rivelare a Neville alcunché (oh, se avessi
immaginato che ormai lui sapeva ogni cosa!), e sebbene nemmeno lei
aveva più nulla da farmi perdere, aveva comunque il potere
di
mettermi in imbarazzo in qualsiasi momento, là dov'eravamo.
E fui io, questa volta, ad allontanarmi a testa bassa, come tanti e
tanti anni prima nel Lancashire, in mezzo alla neve: non era
più un vetro, una porta a separarmi da mio figlio,
ma la necessità di scacciare le ombre che si facevano sempre
più fitte sulle nostre esistenze.
- Ehi signore! Vuole un autografo? - Alzai gli occhi, e vidi un uomo
biondo, che indossava una vestaglia lilla, con in mano una piuma e
alcune fotografie. Un paziente del reparto, senza dubbio.
D'istinto provai invidia per lui.
Perché poteva
vedere Alice ogni giorno.
Ma tornando a Grimmauld Place, ebbi modo di rifletterci sopra. Io avevo
avuto il meglio di lei, quando nulla era ancora perduto. Dei due, io
soltanto potevo ancora amare, e custodire nel cuore i ricordi, e
crearne di nuovi.
Per quanto fosse doloroso. |
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Capitolo 6 *** no-one must love me ***
Ecco una versione molto particolare della scena nell'Ufficio Misteri.
Come sempre il mio stile inconcludente e frammentato vi farà
male agli occhi e non capirete una fava, ma ormai mi conoscete^^
Dalla metà di questo capitolo si entra nel sesto anno, che
ha poco o niente a che fare con quello del libro. Alcuni particolari ci
sono (specialmente riguardo il pairing Remus/Dora, gli avvicendamenti
degli insegnanti eccetera), ma non vi aspettate di veder morire
Dumbledore o sentir parlare di Horcrux! Speravo di riuscire a inserire
Luna in questa storia, ma nel prossimo capitolo (non l'ho ancora
scritto...) capirete perché accanto a Nev dev'esserci la
piccola Weasley!
SakiJune
GIUGNO 1996 - AFTER THE BATTLE
Sirius se n'era andato. No, non sarebbe tornato, quel velo l'aveva
inghiottito per sempre. E Harry era corso dietro a
Bellatrix... la sua rabbia era così grande che non avevo
potuto
trattenerlo...
Era un suicidio! Una trappola!
Dumbledore, che aveva finito di legare i DeathEaters, d'un tratto si
smaterializzò. Oh, sì, lui sarebbe andato ad
aiutare
Harry, forse avrebbe persino sconfitto quella schifosa...
Cessata l'urgenza della situazione, un vuoto incredibile mi sommerse,
un gelo simile a quello che creavano i Dissennatori.
Padfoot non c'era più...
Il mio amico...
Tutto ciò che mi restava...
Non avevo nemmeno un corpo su cui
piangere, perché era letteralmente svanito dietro quel
velo...
non c'era più nulla...
Ma poi posai gli occhi su Neville. Mi guardava come si guarda un
salvatore, un eroe. Come si guarda un padre.
Lo sapeva? Era possibile che lo sapesse?
Mad-Eye sbraitava qualcosa riguardo a Mangiamorte nascosti e a nuovi
agguati.
- Hai l'occhio,
no? - risposi, seccato. - Se non
vedi nulla, vuol dire che almeno qui dentro non ce ne sono... - La mia
voce era stridula, non la riconoscevo più. - E va bene,
ecco! Homenum revelio!
Hai visto...
A quelle parole (le stesse che aveva pronunciato suo zio Algie quella
sera d'estate, anche se io non potevo saperlo) Neville ebbe un
sussulto. Mi tirò per la manica, e quando mi voltai... lo
vidi
davvero.
I suoi capelli erano diventati lisci, di un castano più
chiaro.
Il suo volto non era cambiato, era sempre il ritratto di Alice, tranne
che per gli occhi. Erano i miei.
Piangeva, mentre mi prendeva la mano. La gioia si insinuò
nel mio cuore lacerato, inaspettata ma prepotente.
- E' successo di nuovo, vero? Quell'incantesimo non serve solo a
scovare gli intrusi. Fa vedere come sono veramente!
Parlava a fatica, il naso aveva ripreso a sanguinare... e pian
piano il suo aspetto tornò quello di sempre.
- Episkey
- dissi, con la mano che non teneva la bacchetta ancora stretta nella
sua. - Ora andiamo dagli altri, va bene?
- Va bene... - abbassò la voce. - Andiamo, papà.
Dovetti far violenza a me stesso per trattenermi dall'abbracciarlo, dal
gridare a Mad-Eye che lui era mio figlio...
Il velo continuava a muoversi, minaccioso, ipnotico, quasi invitante.
- Andiamo, sì... - ripetei, mentre il ricordo di Sirius
tornava a sconvolgermi.
In fondo, Neville era stato più fortunato di Harry. Voglio
dire, complessivamente.
Non fosse altro perché non era il Prescelto, e poteva ancora
sperare in un futuro senza ulteriori sconvolgimenti.
Non fosse altro perché... aveva ancora un padre.
Trovai un'altra ragione quando andai con gli altri dell'Ordine
ad incontrare i Dursley alla stazione. Quelle
erano persone meschine e dalle vedute ristrette. Augusta Longbottom non
era come loro. Lei aveva sempre creduto nel ritorno di Voldemort e
disprezzava la Gazzetta del Profeta (anche se non andava matta per il Cavillo,
comunque) quando nascondeva importanti verità. E' vero, ero
andato a sbattere contro di lei ogni volta che avevo tentato di tornare
indietro nella mia decisione. Ma in questo non c'era soltanto
l'orgoglio di una vecchia signora. C'era affetto e senso di
responsabilità. Sentimenti che avevano prevalso persino sul
rancore che provava per Alice e me.
A causa del tradimento di Kreacher, avevamo dovuto abbandonare
Grimmauld Place, ma continuammo nella nostra lotta. In principio ci
sentimmo confusi, spaesati; Sirius ci mancava tanto. Ma dovevamo andare
avanti.
Ultimamente Tonks si stava dimostrando molto diversa
dalla ragazza decisa e scanzonata che avevo conosciuto: Moody diceva
che si era "rammollita".
Certo, la morte di suo cugino doveva aver contribuito a questo
cambiamento. In principio credevo che fosse innamorata di lui. Ma con
il passare dei mesi accaddero cose che mi fecero capire a chi erano
rivolti in realtà i suoi sentimenti. Finsi di ignorare i
piccoli
segnali che in lei, in quanto Metamorphmagus,
si rendevano evidenti: non c'era bisogno di un incantesimo rivelatore
perché mi assomigliasse. Le bastava sedersi vicino a me,
alle
riunioni dell'Ordine, perché Mad-Eye e Kingsley
cominciassero a
sgomitarsi e ridacchiare, notando il colore dei suoi capelli.
Arrossiva sempre più spesso. Eppure io non avevo fatto nulla
che
giustificasse tutto questo. Non c'era una spiegazione logica.
"Lei ti ama, Remus" rispose una voce nella mia testa.
NO! Non può essere! Nessuno deve amarmi. Mai più.
AUTUNNO 1996
Per quanto fosse pericoloso, Neville iniziò a scrivermi di
persona, ed erano lettere incredibili, lettere di un ragazzo che
diventava uomo, colme di entusiasmo, di affetto, di nostalgia. Leggevo
quelle righe con avidità. Non mi bastavano mai.
Fui probabilmente il primo a cui confidò di aver dato il suo
primo bacio.
... mi vergogno tanto,
papà, credo di aver ferito Harry. Lui è l'ultimo
a cui vorrei fare un torto, ma per la prima volta sono innamorato,
è tutto così strano. Non è colpa mia
se Ginevra mi vuole bene. Ci ho pensato molto, e ho capito che non
posso fare a meno di lei...
E' buffo.
Se avessi avuto la sua determinazione, un tempo, la nostra vita sarebbe
stata molto diversa. Avrei saputo difendere Alice con le mie mani.
(o forse no?)
Avrei avuto una famiglia.
(o l'avrei distrutta?)
Un bacio... fine dell'innocenza... Neville era cresciuto davvero.
E io? Potevo considerarmi un uomo?
Tonks mi fissava, dall'altra parte della stanza, mentre Kingsley
tentava di parlarle e lei non stava a sentire.
I suoi capelli spenti.
Il suo Patronus a forma di lupo.
Tutto di lei gridava amore, amore nei miei confronti. In ogni istante,
nelle situazioni più pericolose e nei momenti di riposo, di
giorno e di notte, lei mi adorava.
"Sì, sono un uomo, non posso restare di pietra ancora a
lungo. Non se mi guarda a quel modo".
Eppure resistevo. Non mi sentivo degno di essere felice.
Scrivevo:
...so che ti piace tanto
Erbologia, ma ti prego di non trascurare Incantesimi. Sono sicuro che
avrai un ottimo risultato in quell'esame.
Ama la tua Ginny, non sprecare un sentimento così sincero.
Vivi anche per me, ama anche per me...
E Neville rispondeva:
...per fortuna Harry non
si è arrabbiato con me; lui e Cho stanno di nuovo insieme,
adesso. Non so se essere contento per loro; quella piange di continuo
perché ha paura che venga ucciso come Cedric.
La professoressa Sprout mi dice sempre che quando finirò la
scuola mi vuole come assistente. Ma io adesso ho un altro sogno. Quando
la guerra sarà finita, posso vivere con te?...
Stroncai le sue speranze sul nascere.
...Tu hai già
una famiglia, in un modo o nell'altro. Perché vuoi dare un
dolore ad Augusta? Lei ti ha cresciuto nel migliore dei modi, finora.
Sei tutto ciò che le rimane...
Non rispose alla mia ultima lettera. Dovevo averlo deluso con quelle
parole, più di quanto potessi immaginare.
Faceva sempre più freddo, e la tensione giunse al culmine.
Mancava poco, pochissimo. Buio o luce, armonia o caos. Ogni creatura
del Mondo Magico doveva ora scegliere con chi schierarsi.
Ombre
su Diagon Alley, ombre su Hogsmeade, e su Hogwarts.
|
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Capitolo 7 *** the lestrange plan ***
Questo capitolo e il prossimo saranno del tutto diversi dai precedenti.
Voglio avvisare i lettori che si troveranno davanti ad una scena molto
drammatica. Bellatrix non perdona^^
A Hogsmeade scoppiò la battaglia finale.
Fu una domenica. Gli studenti di Hogwarts più grandi erano
nel
villaggio, con Dumbledore, la McGonagall e Flitwick. Neville e Ginny
erano rimasti a scuola, sotto mia espressa richiesta; durante l'ultima
riunione dell'Ordine, avevo chiesto a Severus di non farli uscire dal
castello per nessuna ragione. Probabilmente li aveva messi in
punizione... aveva sempre qualche scusa per farlo.
I Mangiamorte erano arrivati in massa, ed erano lì per
uccidere: Voldemort troneggiava in mezzo a loro.
Le fiamme avevano avviluppato le case, i negozi, tutto. I Dissennatori
distruggevano con il gelo ciò che il fuoco aveva
risparmiato.
Harry era di fronte a Voldemort, consapevole di essere l'unico in grado
di sconfiggerlo. Ma era pur sempre un ragazzo... e pensando a James
pregai che la tragedia non si ripetesse...
Dumbledore mi scosse. - Guarda, Remus! Vanno verso la scuola!
Vidi che indicava due figure sulle scope, due Mangiamorte diretti
proprio in quella direzione. Ebbi un brivido. - Ho fiducia in te, puoi
fermarli!
Corsi. In mezzo al fumo e alla folla urlante riuscii a scorgere Tonks,
che duellava con Lucius Malfoy.
- Dobbiamo andare al castello! Subito!
Lucius rise, sprezzante. - Ormai Bella e Rodolphus avranno
già
compiuto la loro missione. Il traditore sarà ucciso, insieme
a
tutti i figli di Babbani...
- Stupeficium!
- gridai, e mentre Malfoy deviava il colpo, avevo afferrato Dora e mi
ero smaterializzato.
Superati i cancelli, corremmo a più non posso; e
ciò che vidi su una delle Torri mi fece sussultare.
- Il Marchio Nero! Qualcuno è già stato ucciso...
-
mormorai, mentre Tonks apriva il portone e mi faceva segno di sbrigarmi.
Erano entrati da una delle finestre più alte, mandandola in
frantumi. Il mio sguardo si posò sulla sagoma immobile sotto
quella finestra.
- Chi era? L'hanno buttato di sotto?
Annuii. - Argus Filch. L'unico in questa scuola a non potersi
difendere...
Salimmo le scale, seguendo i rumori di lotta che si facevano sempre
più vicini. Infine, giungemmo al quinto piano dove Bellatrix
e
suo marito sghignazzavano, con le bacchette in pugno.
Rodolphus Lestrange tentava senza mezzi termini di uccidere Severus,
che riusciva comunque a respingere gli attacchi.
Bella torturava Neville, gridandogli di dirle dove fossero gli studenti
più piccoli... Portava al collo una grande boccetta piena di
uno
strano liquido.
- Devo fare un esamino! Una specie di G.U.F.O. anticipato.
Com'è
il tuo sangue? Puro, sporco o traditore? Chi darà la
risposta
sbagliata berrà un goccetto...
Accorsi e tentai di disarmarla, ma Bellatrix se ne accorse e
parò il colpo.
- Cosa c'è, Lupin? Ti dà fastidio se faccio del
male al tuo bambino?
Raggelai. Come poteva saperlo? Era impossibile... nessuno poteva
averglielo detto...
Lei esplose in una delle sue risate folli.
- Ti chiedi come lo so? Visto che sei curioso, ti accontento. Me l'ha
raccontato Dolohov, quando abbiamo liberato i nostri compagni
ad
Azkaban, qualche giorno fa. Avete commesso un errore con quel Petrificus,
nell'Ufficio Misteri, perché in quel modo è
rimasto
cosciente e ha sentito ogni cosa. Ha detto che è stata una
scena
molto commovente...
Severus, stupito oltre ogni dire, rischiò di farsi colpire
da Lestrange, ma Tonks tentò un Everte Statim e
Rodolphus, parando il colpo, si rivolse a lei.
- Come ti permetti, tu, mezzosangue, figlia di una
traditrice... Crucio!
Fu in quel momento, quando la vidi soffrire, che capii quanto le ero
legato. Riuscii a disarmare Lestrange, mentre Snape lo schiantava.
Silenzio.
Bellatrix vacillò.
Con una smorfia di orrore si toccò il braccio sinistro,
alzò la manica del vestito...
Il Marchio non c'era più. Voldemort era stato sconfitto per
sempre...
Harry aveva trionfato!
- Arrenditi, Bella. Nessuno verrà a salvarti - dissi. - E'
finita per te.
- Mai! - gridò. - Porterò a termine il compito
che mi ha dato l'Oscuro Signore, e lo vendicherò!
Snape rise. - Sei sola, non lo vedi? Sola! Il tuo Signore è
morto!
- Aaaah! Taci, traditore! Avada
Kedavra!
Vidi crollare Severus, senza un lamento, senza una lacrima.
Così com'era vissuto.
"Dumbledore aveva ragione a credere in lui, dopo tutto"
- Non è finita. Deve ancora cominciare. -
dichiarò Bella. Un raggio di luce mi investì.
Non riuscivo più a muovere le gambe, caddi e mi
sfuggì di mano la bacchetta.
- Ora sta a guardare, stupido lupo mannaro. Nessun mezzosangue
uscirà vivo da qui, nemmeno tu. Toh, la piccola Weasley -
continuò volgendosi verso Ginny, che correva verso di noi. -
Guarda anche tu come si fa, perché poi ti
costringerò ad
aiutarmi!
- Vai via! - gridai a Ginny, che per tutta risposta fece per mettersi
tra Bellatrix, me e Neville, ma non fece in tempo.
- SECTUMSEMPRA!
Bellatrix stappò la boccetta. - E adesso goditi lo
spettacolo, Lupin!
Neville sanguinava come se una spada l'avesse colpito di striscio.
Mi trascinai verso di lui, anche se potevo fare ben poco. La
mia bacchetta era rotolata fino alle scale.
Bella fece qualche passo verso di noi, rovesciandogli addosso il
contenuto della boccetta.
- Ora guardalo morire.
|
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Capitolo 8 *** hello little phoenix, goodbye little swan ***
Grazie a Feux
e Ino chan
che continuano a seguirmi... a Hermy_88
e pegghy
che l'hanno messa tra i preferiti, e a tutti coloro che leggono.
Ora capirete perché questa storia doveva per forza essere
una Flaming Toad (adoro il nome di questa ship!).
Chiedo umilmente scusa a tutte le fan di Cho!
... e stavolta non dite che è "cortino"... *rotola*
SakiJune
Nella sua follia, Bellatrix non aveva tenuto conto del fatto
che non
rimaneva più veleno per tutte le persone che avrebbe voluto
uccidere.
O forse aveva capito che la fine era davvero arrivata.
Ma ebbe ugualmente ciò che desiderava: morire ascoltando le
urla degli altri.
Perché gridai.
Incatenato al suolo dal suo incantesimo, gridai il nome di mio figlio
che echeggiò per il corridoio, mentre le bacchette di Ginny
e
Tonks mandarono lampi contro quella donna crudele.
Disarmata, con gli occhi sbarrati per la sorpresa, Bellatrix
finì scaraventata contro la finestra, precipitando di sotto.
- V-vado... a chiamare la Pomfrey... - balbettò Ginny, e
corse su per le scale.
- Tesoro - mormorai senza più voce - presto starai bene,
coraggio...
Come potevo mentire così? Che cosa mi spingeva a fingere?
- Fa tanto male, papà. Tanto...
Avrei voluto essere io al suo posto, non mi sarebbe importato di
morire.
Ma lui non poteva andarsene.
Non adesso che ero deciso ad accoglierlo nella mia vita come meritava.
- Non è vero quello che ti ho scritto, Nev, dimenticalo...
io voglio
che vieni a vivere con me...
- Davvero? - rispose in un soffio. Cercava la mia mano, la
trovò, la strinse.
Udii un rumore di passi affannati, e Madame Pomfrey irruppe nel
corridoio, seguita da Ginny, da Horace Slughorn e Pomona Sprout.
Mi scostai. L'infermiera si chinò su Neville, mormorando
parole
incomprensibili, agitando la bacchetta mentre la sua espressione si
faceva sempre più preoccupata.
Slughorn, frattanto, aveva raccolto la boccetta del veleno e la
annusava.
- Professore, stia attento, è...
Ma il direttore degli Slytherin scosse la testa. - Non può
farmi
nulla. So di che si tratta, non ha effetto sui purosangue. E' per
questo che non capisco...
- Tu non capisci mai niente, Horace! - strillò la Sprout,
isterica. Si aggrappò a Tonks, mentre perdeva i sensi.
- Era destinato agli studenti di Hogwarts. Ai figli di Babbani. -
spiegò Dora.
- Ma Neville non lo è - incalzò Slughorn. -
Conoscevo i suoi...
Ginny gli disse di tacere, o di usare la sua tanto ostentata cultura in
Pozioni per salvare Neville...
- Non esiste un antidoto, mi dispiace - ammise.
Lo sentivo spegnersi. Non badavo più a chi ci stava intorno,
erano tutti inutili... non potevano capirmi... Eppure continuai a
mantenere una parvenza di illusione nella mia voce - non so
come.
- Ti voglio bene, tesoro... sono felice di essere tuo padre, mio
piccolo Gryffindor...
Ginny scattò in piedi, spalancando la bocca. Le mie parole
le avevano fatto tornare alla mente un ricordo.
- C'è ancora una speranza! Fawkes!
Corse alla finestra, si sporse nonostante i cocci di vetro la
graffiassero, e gridò con tutto il fiato che aveva
in
corpo:
- FAWKES! TE NE PREGO, SALVALO, NEL NOME DI GODRIC!
E attese, con lo sguardo rivolto al sole che tramontava.
Trattenemmo il respiro. Non capivo a chi o a che cosa si fosse rivolta
con tanta convinzione, ma anch'io guardai da quella parte.
E poi sentimmo un rumore leggero nell'aria... un battito d'ali che si
avvicinava...
La fenice di Dumbledore si posò sul davanzale, come
richiamata dal suo stesso padrone.
- Quattro anni fa hai salvato Harry Potter nella Camera dei Segreti. -
implorò Ginny. - Ti prego, fai lo stesso con Nev...
Ma Fawkes non aveva bisogno di spiegazioni.
Volò sulla mia mano, e chinando la testolina fece cadere le
sue
preziose lacrime sulle ferite di Neville. Dallo sguardo rasserenato
della Pomfrey e di Slughorn capii che avrebbe funzionato. Lo vidi
riaprire gli occhi, sorridermi, e in quel momento sentii che nulla di
male poteva più accadere...
Uscii dall'infermeria con la gioia nel cuore, impaziente di
riabbracciare Harry, di festeggiare con gli altri dell'Ordine la
sconfitta di Voldemort.
Gli studenti, che fino a quel momento erano rimasti nascosti nella
Stanza delle Necessità, erano tornati nei rispettivi
dormitori.
Slughorn continuava a farmi domande, tallonandomi mentre mi godevo la
tranquillità di quella serata, completamente diversa da
tutte le
altre, la sera della vittoria.
Mi divertiva la sua curiosità, e pian piano gli raccontai
tutto.
- La Pozione Anti-Paternità l'ho inventata io. -
commentò con amarezza - Quei cafoni di Knockturn
Alley me l'hanno soffiata.
- Ah, si chiama così? Ed è davvero irreversibile?
- Mhm... credevo di sì. Comunque, ora che so
dell'effetto che ha quell'incantesimo, non so più che
pensare.
Le mie creazioni non dovrebbero avere difetti simili, e forse,
lavorandoci un po' su...
- No, professore. - dichiarai. - Non ha importanza se mio figlio non mi
somiglia. Lo amo così com'è.
Tonks ci raggiunse in sala insegnanti, avvisandoci che stavano tornando
tutti. Andai nell'ingresso, elettrizzato, ma quando il portone si
aprì, la scena che mi si presentò non era quella
che
speravo.
Harry, sostenuto da Dumbledore, era sotto shock. I suoi occhi non
riuscivano a posarsi su nulla, non gli avevo visto un'espressione
simile in viso nemmeno dopo la morte di Sirius. Era ancora peggio,
perché non piangeva.
Tentai di avvicinarmi, ma il Preside mi fece cenno di no.
- Ronald, Hermione, accompagnatelo nel mio ufficio. La parola d'ordine
è Piperille.
Ron sembrava sconvolto almeno quanto Harry, per quanto potei scorgere
prima che si allontanassero.
- No, Remus, non festeggeremo, non ora.
Mi guardai intorno, cercando i visi dei compagni dell'Ordine...
Kingsley, Moody, Arthur Weasley... sembrava non mancare nessuno.
Mi avvicinai a quest'ultimo, che teneva stretta a sé Molly e
non
faceva nulla per nascondere le lacrime. Quando gli posai una mano sulla
spalla, alzò gli occhi verso di me:
- Fino all'ultimo ha pensato a Scrimgeour... figlio ingrato...
stupido...
- Percy è morto nel tentativo di salvare il Ministro della
Magia
dagli attacchi dei Mangiamorte - spiegò la McGonagall, con
voce
asciutta. - A modo suo
è stato un eroe.
Decisamente non c'era nulla da festeggiare. Lo capii con chiarezza
quando Flitwick ordinò agli studenti della sua Casa che
avevano
partecipato alla battaglia di seguirlo nella Torre dei Ravenclaw.
- Siamo in lutto, non disturbateci per un po' - disse.
- Per la terza volta Harry ha perso qualcuno che amava - Dumbledore mi
si rivolse con semplicità. Ricordai la lettera di Neville, e
azzardai:
- Non vorrà dire... Cho Chang?
Il Preside annuì. - Sono stati i Dissennatori. Ha combattuto
con
coraggio, ma il suo piccolo cigno non ha resistito alla loro furia...
Chiusi gli occhi, e ancora una volta ripetei a me stesso quanto mio
figlio fosse infinitamente più fortunato di Harry:
nonostante
tutto quello che aveva sofferto quel giorno, Neville aveva ancora
Ginny... e anch'io avevo qualcuno che mi amava.
- Qui cos'è accaduto? Siete riusciti a fermare i due
Mangiamorte, giusto?
- Sì, ma Bellatrix è riuscita ad uccidere
Snape. Mi... mi dispiace essermi sbagliato per tutti questi
anni su di lui.
Vidi una smorfia di dispiacere disegnarsi sul volto del mio
interlocutore.
- Già, già - rifletté. - Tornerai ad
insegnare, non è vero Remus? Non puoi rifiutarti.
Rimasi stupito da quella proposta, e restai un po' confuso.
- Accetterei, ma rimane sempre quel
problema.
- Oh, sono sicuro che Horace sia più che in grado di
prepararti
la Pozione Antilupo. E adesso scusami, vado a vedere come sta Harry.
Bill Weasley chiese a Tonks dove fosse Ginny.
- E' in infermeria, con Neville. E' una forza, tua sorella, una vera
forza della natura... ehm... potreste trovarli in affettuosa
intimità, quindi è meglio se vi precedo. - disse
lei, mimando un paio di virgolette.
- No, no, lascia stare - fece Bill. - Più tardi viene a
sapere di... di Percy, meglio è.
Guardavo Dora, pensavo a come riuscisse in ogni occasione a mantenere
la sua ironia, il suo sangue freddo. Era meravigliosa. In me cresceva
un sentimento che non potevo più trattenere.
Dissi addio
alla sfiducia che mi aveva accompagnato tutta la vita, impedendomi di
goderne appieno.
La baciai là, nell'ingresso, davanti ai reduci della
Battaglia
di Hogsmeade, che dapprima rimasero sconcertati di un contegno
così "inopportuno" (fu il commento di Draco Malfoy che,
seppi
più tardi, aveva sconfitto suo padre in duello), ma Minerva
McGonagall iniziò ad applaudire, subito imitata da Moody e
dalla
professoressa Trelawney.
Sulla Gazzetta del Profeta dell'indomani c'era l'elenco dei caduti in
battaglia.
Era incredibile come tutti i maghi della Gran Bretagna fossero accorsi
a Hogsmeade quel giorno. Lessi soltanto la prima pagina.
Percy Weasley.
Cho Chang.
Irma Pince.
(Harry mi confidò in seguito che era stato un bene per lei
non
sopravvivere, perché era troppo legata ad Argus Filch)
Xeno Lovegood.
Augusta Longbottom.
E fu qui che scagliai il giornale a terra, che mi morsi le labbra fino
a farmi male.
Ero sempre stato leggero nel giudicare le persone, solo
perché i
miei rapporti con loro non erano dei più semplici: incluso
me
stesso... non mi ero mai accettato. Ma dovevo cambiare.
E piansi, piansi per Augusta, piansi per Severus, per Filch... avevo
abbastanza lacrime per ognuno di loro.
Ma ero ancora abbastanza giovane per lasciare che i baci di Dora me le
asciugassero. |
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Capitolo 9 *** a new magical world ***
Ho dato una ripulita ai capitoli precedenti, traducendo qualche termine
perché la lettura riuscisse più scorrevole. I
nomi e
soprannomi di persone e i luoghi sono rimasti quelli originali,
comunque, secondo il mio stile^^
Kreacher alla fine è molto OOC, e la scena madre
è alquanto semplicistica, ma spero vi piaccia lo stesso.
Dunque... questo non è esattamente un finale, ma non so se e
quando aggiornerò... mi piacerebbe dedicarmi anche all'altra
fic, e l'ispirazione è imprevedibile.
SakiJune
A
Hogwarts si faticò un poco a riprendere le lezioni. La
maggior parte degli
studenti avevano perso qualcuno di importante. Gli
Slytherin, poi, si sentivano fuori posto. Ma pian piano tutto
tornò
alla normalità, o quasi. Persino Harry, verso la fine di
quella primavera, ricominciò a sorridere, e
(se non avevo le traveggole) un pomeriggio mi sembrò di
vederlo
passeggiare nel parco con Luna Lovegood.
Ero di nuovo nel ruolo che mi era più congeniale. Mi sentivo
euforico, ringiovanito, pieno di vita. Ma la cosa migliore è
che
riuscivo a trasmettere ai ragazzi queste mie sensazioni, e credo che
questo li aiutasse.
Anche i miei colleghi, ora che il pericolo era
passato, mostrarono la loro vera natura.
La
Sprout continuava a detestare Slughorn, e a gridargli che non capiva
niente. Ormai era diventata un'abitudine. Lui le aveva promesso che non
avrebbe detto
mai a nessuno di averla vista svenire, ma lei non si fidava.
Sybil Trelawney si era sposata di punto in bianco ed era andata a
vivere in Bulgaria, e
Firenze ebbe un crollo di nervi. Mai come allora
desiderò di tornare nella Foresta...
Per non parlare della McGonagall che voleva andare in pensione, per cui
il Preside ebbe il suo bel daffare per convincerla a restare.
Con tutto questo allegro trambusto, l'anno scolastico finì
in un baleno.
Harry non volle più tornare a Grimmauld Place. Con largo
anticipo, decise che avrebbe trascorso le vacanze alla Tana. Molly e
Arthur l'avevano definitivamente accolto in famiglia, e a quel paese i
Dursley.
- Ma quando finirai la scuola, dovrai pur avere una sistemazione -
obiettai.
- Ci penserò poi, ma davvero, non riuscirei mai a vivere
là. Ci sono troppi ricordi. La casa è tua, Remus.
- Ti ringrazio, Harry, ma... Kreacher incluso?
Fu l'inizio di un incubo.
L'elfo non ubbidiva nemmeno a Tonks, anche se era per metà
una Black. La chiamava
"sporca figlia di una sporca traditrice". Quando venivano a trovarci
Ted e Andromeda, le cose si complicavano ancora di
più. Strillava come un ossesso, facendo da contrappunto alla
voce minacciosa del ritratto di Walburga.
Esasperati, provammo a lanciargli
contro dei vestiti, sperando che se ne andasse, ma li scansò
accuratamente: non aveva nessuna intenzione di lasciare la casa.
Restava da vedere come avrebbe accolto Neville.
In autunno avremmo avuto le elezioni, e a Diagon Alley non si parlava
d'altro: della faccia tosta di Fudge a ripresentarsi, ma anche della
presunta incompetenza del Ministro provvisorio, Amos Diggory. A leggere
le baggianate della Skeeter, la sua amicizia con Arthur faceva temere
una svolta babbanofila. A me piaceva, invece, e sentivo di dargli
fiducia.
- Ma guarda che cretini. Non c'è limite al peggio... -
borbottai disgustato chiudendo la Gazzetta
sul tavolo. Guardai l'orologio: chissà se Neville sarebbe
arrivato nel pomeriggio o avrebbe aspettato l'indomani. Dipendeva da
quando sarebbero arrivati i risultati dei G.U.F.O. di Ginny. Nella mia
materia, comunque, erano andati benissimo.
- Con chi ce l'hai, Remus, di prima mattina? - chiese Tonks
mentre mi bruciava... ehm, mi preparava la colazione.
- Ce l'ho con i giornalisti senza scrupoli, ecco con chi. Ah, quanto mi
manca il Cavillo...
Dora fece sparire le uova carbonizzate dal padellino e
rifletté un poco:
- E' un peccato davvero. Perché non tirate su un giornale, a
Hogwarts? Luna sarebbe felice di gestirlo, e...
- Amore, sei un genio! - saltai su, e la baciai con uno schiocco. -
Gliene parlerò subito... O forse è meglio
iniziare dopo
le vacanze...
- Dov'è finito l'uomo paziente, posato, depresso di cui mi
sono innamorata?
- Io credo che sia morto, Dora. L'ha ucciso tua zia Bellatrix, sei mesi
fa. Il vero Remus è questo... non ti piace?
Per tutta risposta, lei iniziò a sganciarmi i bottoni della
camicia.
- Andiamo di sopra... ti saprò dire.
- Alohomora!
Era una voce molto, molto familiare.
Panico.
- Papà, sei in casa? Dora?
NOOOO! Un tempismo pessimo!
Dov'erano i pantaloni?
E le scarpe?
- B...bene arrivato Nev... attento a Kreacher, potrebbe...
L'urlo di Walburga fu assordante. Dovevo scendere immediatamente, o
quel ritratto malefico avrebbe istigato l'elfo ad attaccare Neville.
- Un altro mezzosangue! Oh, basta! Kreacher è stanco di
vedere insudiciata questa casa...
Neville aveva posato i bagagli nell'ingresso e ascoltava senza batter
ciglio gli insulti della creatura che aveva di fronte.
- È meglio che non tiri fuori Trevor, è
capace di cucinarselo al forno - suggerii.
- Che cosa? E perché? Senti, Kr... come hai detto che ti
chiami?
Feci un gesto per fargli capire che era inutile, ma Neville era
intenzionato a metterlo a suo agio. - Faccio parte del C.R.E.P.A.,
accidenti, e Hermione dice che è nostro preciso dovere
andare
d'accordo con gli elfi. E poi Trevor è rimasto alla Tana. Ci
penso io, papà.
- Ti avverto, Nev, Kreacher è un osso duro. Neanche Sirius
è mai riuscito a farsi rispettare... prende ordini solo dal
ritratto della sua padrona.
- Sta proprio qui il punto - disse Neville. - Lasciami fare.
Mi feci da parte, restando seduto in silenzio sulle scale.
- Io non ho intenzione di darti ordini. Facciamo così, mi
presento, va bene? Felice di conoscerti, Kreacher Black, sono il figlio
di Remus, Neville Longbottom.
L'altro contorse la faccia in una gran smorfia di disgusto. -
Mezzosangue e pure illegittimo, eh? Peggio che mai... - Si
arrestò d'un tratto: - Come hai chiamato Kreacher?
- Con il tuo nome.
Gli occhi dell'elfo si riempirono di lacrime.
- Nessuno... aveva mai detto a Kreacher che è un Black...
lui ha
sempre servito questa famiglia, ma no, nessuno l'aveva mai fatto
sentire così felice...
Walburga gli strillò che non doveva farsi rammollire dai
mezzosangue, ma ormai lui non l'ascoltava più. Pazza di
rabbia,
comprendendo che nessuno le dava più retta,
sparì
con un botto dalla cornice.
Quando Dora scese in cucina, trovò Neville e
Kreacher
immersi in una pacifica conversazione. Mi guardò incredula,
e si
sedette con noi.
- Se il Ministro Diggory sarà eletto, il suo consigliere
personale sarà Arthur Weasley. Sai chi è?
- Un babbanofilo - scattò l'elfo.
Neville alzò gli occhi al soffitto, ma non perdette la
pazienza.
- Nascere Babbano o mezzosangue non è un peccato, Kreacher,
così come nascere elfo o goblin. Ascoltami.
E gli parlò del C.R.E.P.A., degli sforzi di Hermione, dei
progetti che aveva discusso con gli altri ragazzi a Hogwarts e alla
Tana.
- Arthur convincerà il Ministro a concedervi il diritto di
voto. E sarete liberi...
Ma naturalmente Kreacher non era pronto a simili cambiamenti. - No, no,
no! Kreacher non vuole essere libero, io non voglio, non
voglio!
Neville sorrise.
- Hai detto "io". Sai cosa vuol dire?
Provavo un'enorme gratitudine nei confronti della vita.
Il Mondo Magico si stava trasformando nella giusta direzione, e noi
eravamo là ad assistere a quella svolta.
Noi. Io,
mio figlio e la donna che amavo.
Non soltanto ero felice, ma ero cosciente di meritarlo. Una volta per
tutte avevo smesso di considerarmi inferiore e indegno. La mia
diversità non era una colpa.
Ero un uomo, un padre e un insegnante. Ero Remus, e non avrei cambiato
la mia esistenza con quella di nessun altro.
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Capitolo 10 *** parallel parties - hogsmeade & ottery st. catchpole ***
DICEMBRE 2001
- scenes from an almost-wedding
- Remus, ma Nev ti ha invitato?
- Certo che sì.
Non riuscivo ad annodarmi la cravatta, niente da fare.
- Ma sei suo padre! Mi sembra un po' strano che tu sia presente al suo
addio al celibato. Ti ha proprio detto che devi andarci?
Ero già abbastanza nervoso per i fatti miei, ed ecco che
adesso
Dora cominciava a mettermi la pulce nell'orecchio. - Certo che voleva
che ci fossi! Me l'ha chiesto e-spli-ci-ta-men-te! - sillabai. - So
essere di compagnia, sai?
- Sì, sì, un tenero lupetto da compagnia... - mi
fece il
verso lei, sciogliendomi quel nodo orrendo e allentandomi il colletto.
- Vestiti comodo, è una festa informale, no?
Non c'era niente
di informale nella decisione di sposarsi.
Forse per questo non l'avevo ancora fatto.
Che vergogna.
Ma ormai erano passati più di quattro anni, mi era sembrato
che
andasse bene così, anche dopo che era nata
Irma... davvero
non pensavo che fosse importante confermare davanti a un prete
Babbano o in municipio l'amore che provavo per Dora: perché
la
vita di tutti i giorni lo dimostrava.
Certo, adesso cominciavo a pensare che forse mi ero sbagliato;
perché Neville invece ci credeva, nel matrimonio, e ci si
stava
ficcando con tutte e due le scarpe.
- A proposito: dov'è che la fate, questa riunione di
maschiacci?
- Presumo da 'Forth. Non so, è stato Ron a organizzare
tutto.
Dice che se non si prende una sbornia, prima o poi
realizzerà
che Neville sta veramente
per portargli via la sorellina e in quel caso non risponderebbe delle
sue azioni...
Dora sbuffò. - Molto maturo per la sua età. Non
potete scegliere un posto più...
Non resistetti: - Chic? Perché, Fleur cosa ha scelto per voi
altre donnine? Madam Puddifoot?
- Che piattola sei, Remus! Andiamo a villa Lovegood, ok? Che non vi
salti in mente di fare una "capatina": è off-limits. E prima
che
ti saltino in mente idee strane... porterò Irma con me.
Eh, no. Non avevo nessuna voglia che la nostra bambina di nemmeno tre
anni dovesse assistere ad una sbevazzata di ex studentesse.
- Ma non se ne parla. La lasciamo alla Tana, e andrà a
dormire a un'ora decente. Punto.
Non potevo immaginare quanto questa mia decisione si sarebbe rivelata
preziosa. Pensavo davvero che l'unica conseguenza della festa di addio al
nubilato di Ginny sarebbe stata un fastidiosa emicrania collettiva.
Oh, quanto mi sbagliavo.
Credevamo di aver spazzato via il Male dal mondo, che non esistessero
più pericoli.
Avevo dimenticato di essere io stesso una bestia, avevo messo da parte
il ricordo di come lo ero diventato.
Voldemort e i suoi accoliti mascherati non c'erano più, ma
non significava nulla.
C'era di peggio là fuori.
Di peggio.
- Dov'è Hermione, qualcuno lo sa? -
gridò Tonks nell'orecchio di Parvati. L'altra rispose che
era al lavoro. Merlino santo, anche in un giorno di festa? Si
prendeva proprio sul serio come bibliotecaria di Hogwarts. Tanto che,
come madrina, si era sentita in dovere di imporre a mia figlia il nome
della signora Pince.
- Luna, sei ubriaca persa. Vai a stenderti di là - disse
Tonks, con ben poca autorità. Anche lei era un po' brilla.
Quasi tutte le ragazze ballavano al ritmo della musica assordante, e
avevano l'aria di divertirsi moltissimo. Ma Luna no. Lei beveva e
basta, e i suoi grandi occhi d'argento avevano l'aria ancora
più allucinata del solito.
- Non so cosa ci fate a casa mia stasera. Volevo starmene per i fatti
miei. Ho mal di testa...
- Ma sei stata tu a invitarci! - gridò Lavender Brown,
sdegnata. Padma puntò la bacchetta allo stereo e ci fu
silenzio.
- Che succede? - Ginny si guardò intorno. - Luna, stai b...
- No, no, non sto bene! Non posso stare bene, maledizione!
Perché proprio stasera, perché?
- Bé, perché manca una settimana al mio
matrimonio ed è una festività...
- E' l'anniversario della battaglia di Hogsmeade, stupida! Cinque anni
fa è morto mio padre. Ma tu non c'eri quel giorno, eri
troppo occupata a fare da babysitter a Neville!
Ginny si risentì oltre ogni dire. Anche lei aveva perso
qualcuno. Ma non stava a pensarci tutti i giorni... forse
perché già da prima si era abituata a considerare
Percy come un estraneo...
- Io ho combattuto come tutti voi, ho sconfitto Bellatrix insieme a te,
Dora, diglielo... non sono una vigliacca...
Ma Tonks non ebbe il tempo di rispondere, perché Ginny era
corsa via.
Il portone della villa si richiuse con un gran fracasso, e lei fuggiva,
fuggiva dalle accuse di un'amica troppo ubriaca per accorgersi di
ferirla...
- Hai esagerato, Luna. - fu il commento di Tonks. - Avresti dovuto
dirlo, se ti dava fastidio che la festa fosse stasera.
La giovane Lovegood si rese conto degli sguardi puntati su di lei, e
dell'orribile scenata che aveva messo in piedi. - Io... non volevo...
mi dispiace.
La vocetta di Lavender si fece udire in tutto quel trambusto, e
raggelò i presenti.
- E poi non dovresti bere, Loony. Me l'hai pur detto che ti sono saltate. Se
pensi di abortire, ci sono metodi più efficaci.
Tonks non pensò a quello che stava facendo. In mezzo
secondo, la Brown si teneva la guancia dolorante, senza osare guardarla
negli occhi.
- Io amo Harry... io lo amo, ma sono solo una tappabuchi, lui non lo
vorrà questo bambino... e non chiamarmi Loony, non...
Luna scoppiò in lacrime, si sentiva inutile, sporca,
inadeguata.
- Lui non mi ama veramente. Non sono io la Ravenclaw che voleva.
Dora le tese la mano. - Coraggio, basta piagnucolare, vieni con me.
- D-dove?
- Alla Tana. A chiarire con Ginny. A quest'ora sarà
già arrivata a casa, immagino.
- Chi è? - disse una voce soffocata, tra uno starnuto e
l'altro, quando apparvero nel camino di casa Weasley.
- Fleur...
- Ninfadorà! Era tanto noiosa la fête?
Etchumm! Excuse-moi, chére, sono tanto raffreddata.
Non c'era bisogno di dirlo: il suo naso sembrava un pomodoro.
Irma saltò su dal divano e corse ad abbracciare Dora.
- Tesoro! Stai facendo la brava, eh? Ma, Fleur... Ginny non
è rientrata?
Allo stupore della francesina, Luna si voltò verso Tonks con
lo sguardo carico di preoccupazione. Era tutta colpa sua. Se fosse
andata davvero a dormire, invece di lamentarsi come una stupida, non
avrebbe rovinato la festa a tutti, e a quest'ora Ginny non sarebbe
stata a vagare chissà dove...
- Andiamo, Luna, dobbiamo trovarla.
Le stradine di Ottery erano deserte. Nemmeno un Babbano in giro. Ginny
camminava incerta, trasalendo ad ogni fruscìo. Ci sarebbe
voluta ancora una mezz'ora prima di arrivare a casa, ma non aveva la
sua scopa, ed era vietato smaterializzarsi dopo aver bevuto...
Aveva gli stivali inzuppati. Faceva freddo.
"Forse è meglio che torni indietro... magari a Luna
sarà già passata, e poi... sono stata davvero
egoista a scegliere questo giorno" pensò.
La verità è che lei e Neville avevano
così tanti impegni, tra il lavoro e i preparativi per le
nozze, che non avevano proprio pensato alla coincidenza.
Né ci avevo pensato io, che in quel momento mi trovavo all'Hog's Head, a fare
baldoria con i ragazzi come non mi capitava dai tempi dei Marauders.
Ron vomitava dappertutto, Neville e Seamus lo incitavano a bere
ancora... era troppo divertente. Sembravano Prongs e Padfoot,
nientemeno. Non toccava a me sgridarli: non ero più un loro
insegnante, andiamo. Se mi avesse visto
Sirius, in quel momento, avrebbe approvato di sicuro.
"Ci si diverte, sai, Paddy? Tanto..." pensavo, guardando dalla finestra
il villaggio coperto di neve, sorseggiando la mia dose serale di
Pozione Antilupo.
- Fa ancora più schifo del solito, Horace! - grugnii verso
il gruppetto seduto al bancone. Slughorn alzò le
sopracciglia e scoppiò a ridere, seguito a ruota da 'Forth e
dai gemelli.
Era una serata fantastica.
- Fai un discorso, Nev, coraggio! - proruppe Harry, al colmo
dell'allegria.
Lui lo prese sul serio e si alzò in piedi:
- Amici, sono la persona più fortunata del mondo.
- Uuuuh!
- Amo la strega più bella di tutta l'Inghilterra.
- Uuuuh!
- E il miracolo è che vuole sposare me!
Ginny gridò.
Ma la stretta di quell'uomo era troppo forte. Il suo odore nauseante le
mozzava il respiro, era terrorizzata.
Vide Tonks correrle incontro, la bacchetta in pugno...
- Lasciala, bastardo! Noooo!
Ma fu un attimo. Dora si ritrovò con la faccia nella neve, a
fissare il punto dove erano spariti. Luna la raggiunse, si
inginocchiò accanto a lei e prese a dondolarsi, con le
braccia strette al petto, continuando a ripetere che era colpa sua, era
lei l'unica responsabile...
- Era una bestia, l'hai visto, era...
- Era Fenrir Greyback - sillabò Dora.
Ricominciava a nevicare.
Ma in Scozia la notte era serena. Credevo che nulla di male potesse
accadere, nel calduccio dell'Hog's Head. Pensavo
solo al prossimo brindisi, e alla felicità futura.
--------------------------------------------
Alle mie geniette, Ino
chan e Feux,
vi adoro! A tutti coloro che hanno letto e/o leggeranno questa fic, e
non hanno mai schiacciato il tastino della recensione... grazie lo
stesso!
Ho scritto la prima parte del capitolo ascoltando dell'ottimo Wizard
Rock e l'ultimo paragrafo con in sottofondo i Linkin Park: un'atmosfera
ideale per il locale di Aberforth, non trovate?
Scusate se Lumacorno è OOC. So che non frequenterebbe mai
una taverna simile... ma doveva essere lì per ovvi motivi^^ Ah, per chi non lo sapesse, è vero che Luna e la famiglia Weasley abitano nella stessa città... (ennesimo minuscolo spoiler, perdonatemi) |
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Capitolo 11 *** horace's love song. paddy's twin mirror. ***
Ho sudato sangue per scrivere la filk all'interno del capitolo, per un
motivo: non sono riuscita a trovare il testo di quella canzone in Rete.
Il titolo originale comunque è "Rock & roll wedding
day" e l'autore è Neil Sedaka (uno dei mostri sacri dei miei
adorati anni sessanta). Procuratevela, perché è
simpaticissima.
In questo capitolo Slughorn incarna l'ideale di "the show must go on",
mi sono ispirata al fatto che l'attore che lo interpreterà
nel "Principe Mezzosangue" è lo stesso di Zidler in Moulin
Rouge!
- Ehi, ehi... che cavolo, la festa è
già finita? - Ron barcollava verso Slughorn, che era appena
rientrato nel locale.
- Uhm, uhm. Naturalmente no, signor Weasley, abbiamo tutta la
notte davanti.
Non doveva dire niente di quanto era successo. E il suo compito era di
intrattenerli tutti finché non si fossero addormentati.
Certo, avrebbe potuto usare la magia, ma... era un'occasione per
mostrare a tutti le sue doti nascoste.
- Dove sono andati mio padre e Bill? - gli stava chiedendo Neville. -
C'è qualche problema?
Ma Slughorn non lo guardò nemmeno. - Potter! Fila dalla tua
bella, coraggio. Pare che tu l'abbia messa nei guai.
Seamus scoppiò a ridere e accennò ad una pacca
sulla spalla di Harry, ma quest'ultimo si era già
precipitato fuori.
- Ragazzi, avete sentito, l'eroe del Mondo Magico sta per diventare
padre... - fu il commento di Aberforth. - Che vuole fare lei, adesso?
Non mi sfasci tutto!
Il professore di Pozioni aveva trascinato un tavolo in mezzo alla
stanza e con un colpo di bacchetta l'aveva trasformato in un pianoforte.
- Ma daai! - aveva esclamato Dean. - Ma sa suonarlo per
davvero?
"Ginny è
stata rapita. Ti scongiuro, Horace, fai il possibile perché
Neville e Ron non ne sappiano nulla... inventati qualcosa. E
dì a Harry che Luna ha bisogno di lui. Aspetta un
bambino, sai..."
"Fidati di me, Lupin,
sono un attore nato. Che Merlino ci aiuti tutti quanti"
- Ne dubita signor Thomas? Ora vi faccio ricredere. Preferite una
cosina classica o del sano rock and roll?
- Weird Sisters! - suggerì qualcuno.
- Nooo... un po' di musica Babbana, per favore!
Slughorn guardò Neville, sforzandosi di sorridere. - Il
festeggiato sei tu. Cosa vorresti ascoltare?
- Qualcosa... che ha scritto lei?
Il problema è che Horace aveva scritto una sola canzone in
vita sua. E si vergognava a darla in pasto ai ragazzi. Ma sarebbe
servito a distrarli, e questa era la cosa più importante.
When I came back to
Hogwarts, ninety-six
I realized you were a
beautiful witch
afraid of You-know-who
that I were at that time
thought "after the war
you have to be mine"
now the time has just
come and I'll start with singing...
Hey, Head of Hufflepuff,
dear
hey hey hey, done with
that green stuff, dear
don't be cruel, don't be
cold
lend an ear to what I've
told
and we're gonna have
a magical wedding day...
- Ma questa non è una canzone per il matrimonio di Neville e
Ginny. - aveva obiettato Seamus, peraltro deliziato. - E' una
sfacciatissima dichiarazione d'amore alla professoressa Sprout!
Ora poteva anche piangere. Tutti avrebbero frainteso il motivo della
sua tristezza, adesso. Rallentò il ritmo e
attaccò la seconda strofa:
You can't imagine the
mood that I'm in
if you despise me 'cos
I'm Slytherin...
I'm just not going to
make a potion to get you
simply see who I am,
hope you can love me too
walk with me hand in
hand and we'll be young again...
Tutti applaudirono, compreso Ron che si rotolava per terra
senza più alcun ritegno.
"Sono un attore nato" mi aveva detto, e stava recitando la sua parte il
meglio che poteva.
"Continua a suonare, Horace, non fermarti. Una notizia come questa, per
Neville, è peggio del veleno di Bellatrix Lestrange"
Era veleno anche per me.
Mi trovavo di nuovo sprofondato nell'impotenza: non ero affatto sicuro
di riuscire a salvare Ginny. Non avevo la minima idea di dove potesse
averla portata, quel mostro.
Sì che lo sai.
Poteva essere dovunque. E quella sera ci sarebbe stata la luna piena.
Già, anche
per te.
Decine di Auror si erano mobilitati per trovarla, inclusa Tonks. E io
stavo ancora lì, mentre si faceva l'alba, nella cucina di
Grimmauld Place, sconfitto ancora prima di provarci.
Come avevo potuto pensare di essermi messo al sicuro dal passato? Il
mio incubo era di nuovo là, come un Molliccio che spunta da
un armadio per terrorizzarti, come un Dissennatore che ti risucchia
tutta la gioia... finché non hai più nulla...
Tocca a te, Remus. Solo
tu puoi farlo. Rifletti. Ricorda.
- Stanno bene insieme. Sì, mi piace proprio la biondina.
La voce gracchiante ma familiare di Kreacher mi distolse dai miei
pensieri.
- Guardali guardali i piccioncini...
- Kreacher, cosa stai facendo? - Mi alzai e andai verso il suo
nascondiglio. - Ti pare che ho il tempo di-
Rimasi immobile, mentre dalla bocca mi sfuggiva un lamento di sorpresa
e incredulità. L'elfo aveva in mano uno specchio, e io lo
conoscevo, quello era...
Lo specchio di Sirius.
- Dammelo! - gridai, strappandoglielo di mano.
"Cosa vorresti farci, povero illuso? Cosa credi che ci vedrai dentro?"
Capii cosa intendeva Kreacher con le sue frasette maliziose. Sul vetro
annerito riuscivo a scorgere Harry, profondamente addormentato, con un
braccio sulle spalle di Luna.
Naturale. Questo
era rimasto, e funzionava ancora. L'altro,
quello di Prongs, era andato distrutto... e comunque Harry non era
riuscito ad usarlo.
" Non poteva... e nemmeno io potrò farlo, perché
Pad non c'è più"
- Tieni, Kreacher, divertiti pure. - sbottai, e feci per
restituirglielo.
- Padrone Remus... - mi tirò per la giacca. Borbottai che
non avevo tempo di starlo a sentire, e che non doveva chiamarmi
padrone...
Ma lui insistette. - Guardi laggiù, sulla parete, cosa
può essere?
Alzai lo sguardo, e vidi il muro come liquefatto, ridotto ad una patina
tremante di materiale evanescente. Al di là di esso sembrava
muoversi qualcosa, ma era indistinto.
"E' come il Velo? C'è il nulla, là dietro?"
pensai frenetico. E compresi che quanto stava accadendo era un effetto
dello specchio che tenevo in mano.
- E' lui, è Sirius Black, non è vero padrone?
Vuole aiutarla a trovare la signorina Ginny!
- Non dire sciocchezze... lui è morto, non può
aiutare nessuno!
Ma malgrado ciò che avevo appena detto, presi a camminare
verso la parete, tenendo lo specchio alzato.
"Vuoi dirmi qualcosa, Pad? Sei davvero tu?"
- Kreacher... se mi succede qualcosa, dì a Dora che la amo.
E a Neville che gli voglio...
Non riuscii a finire la frase, perché il passaggio nel muro
mi risucchiò. Mi sembra che urlai, ma non potevo sentirmi in
quel vortice di colori che mi sbatteva da una parte e dall'altra. Credevo
non dovesse mai finire.
E poi mi ritrovai a fluttuare come immerso nel mare, senza un appiglio
né una qualche forza che mi spingesse a terra... e una mano
fresca mi copriva gli occhi.
- Non guardare, Moony. Ascoltami soltanto.
------------------------------------------
Adesso cominciano a venirmi i sensi di colpa... e se
c'è qualcuno tra di voi che non sa un tubo di inglese? E'
poco probabile, ma comunque... vi lascio la traduzione della filk!
"Quando sono tornato a
Hogwarts, nel '96, mi sono reso conto di come tu fossi una strega
affascinante. Avevo paura di Tu-sai-chi a quel tempo, e pensavo che ti
avrei fatta mia dopo la guerra. Ora il momento è arrivato, e
comincerò cantando:
Ehi, Capo dei
Tassorosso, cara, ehi ehi ehi, basta con quella robaccia verde (NdA le
sue stramaledette piante, ovviamente), cara, non essere crudele, non
fare la fredda con me, ascolta quello che ti dico, e il nostro
sarà un matrimonio magico.
Non puoi immaginare il
mio umore adesso, se mi disprezzi perché sono un Serpeverde.
Non ho intenzione di averti con una pozione, ma tu guardami per come
sono, e spero che anche tu possa amarmi. Cammina con me dandomi la
mano, e saremo di nuovo giovani..." |
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Capitolo 12 *** heaven, then hell ***
Ultimamente mentre scrivo ascolto di continuo le canzoni di un gruppo
chiamato The
Remus Lupins. Con titoli come "Teenage Werewolf"
l'ispirazione per una fanfic su Moony è assicurata! Provare
per credere.
GRAZIE PER CHI HA RECENSITO/LETTO QUESTA FIC E LA MIA RACCOLTA DI
DRABBLES (tenetela d'occhio, ne arriveranno altre).
per dunky:
I know what you mean very well. Non ho fatto morire Severus in questa
fic per crudeltà o disprezzo. Spero che tu riesca a capirlo.
Essere ucciso da Bellatrix per me significa mostrare la propria
innocenza davanti al mondo. E soprattutto davanti a Remus, che come
Malandrino ha una parte di colpa nella sua adolescenza triste e
tormentata.
per Ino chan:
ecco dov'è finito Moony! Asciuga la tastiera dalle
sbavazzature, perché adesso dovrai ri-bagnarla di lacrime!
(come faccio io quando leggo To
review you still...)
per Feux:
braviccccima, hai indovinato... è lui. Smack! Aspetto con
ansia di leggere altri tuoi lavori, ormai siamo gemelle^^ che dici?
CORTINO. Ormai lo so che dirai che è CORTINO anche questo.
Ti anticipo ok? *rotolaaaa*
----------------------
- S-Sirius, sei davvero tu?
- Questo non ha importanza. Non ti sarebbe permesso di raggiungere
questi luoghi, teoricamente. Ma stavi troppo giù. Hai
dimenticato di essere l'unico
che può trovare Greyback?
"Non è
vero... io sono stato una delle sue tante vittime, nulla di
più..."
- Smettila di mentire a te stesso. Ti conosco come le mie tasche, Moony!
Un'ombra incollata al mio cuore voleva uscire allo scoperto, ma il
terrore di ricordare la teneva nascosta alla coscienza. Più
mi
sforzavo, più il volto sudicio e sogghignante di
quell'essere
faceva capolino nella memoria, bloccando l'emergere dei ricordi che
potevano essermi utili.
- Io credo in te, coraggio, tu sai dov'è!
E all'improvviso qualcosa si sbloccò. Capii.
Ricordai un bosco. Risentii l'odore della paura.
- L'ha portata laggiù... dove mi ha aggredito da bambino.
- Bene, adesso vai-
Ma lentamente cominciavo a pensare che non m'importava più
nulla
di tornare, di catturare Greyback, di rivedere i miei cari. Volevo
continuare a galleggiare in quel vuoto, all'infinito.
Cercai di liberarmi gli occhi...
- No, non lasciarti condizionare dall'aria di qui. Devi salvare Ginny.
Non hai più tempo, ogni minuto qui dura parecchie ore: tra
poco
ti trasformerai, e sarà troppo tardi!
- Un momento solo, voglio guardarti, ti prego, ti prego Padfoot...
Il tocco della sua mano scomparve. E lo vidi. Mi sorrideva, per nulla
cambiato, l'espressione da eterno Marauder negli occhi neri.
- Voglio restare qui - mormorai.
- No, accidenti, no! Avremo tempo. Dopo... lo sai: tutto il tempo
dell'universo. Arrivederci Remus...
NOOOOO! NON LASCIARMI SIRIUS!
Ero di nuovo nel vortice, di nuovo solo, con un'ultima frase che
rimbombava nello spazio pieno di colori:
- Sono sempre con te, Moony...
Mi risvegliai su un giaciglio decisamente scomodo. Ero sdraiato sugli
scalini di una veranda, e il vento era pungente sul mio viso. La luce
del crepuscolo stordiva i miei occhi già annebbiati, ma mi
bastò un attimo per capire dove mi trovavo. Era la casa dei
miei
genitori.
Come spinto da qualcosa più forte di me, mi alzai in piedi e
spinsi la porta che cigolò. C'era buio, dentro, e l'odore
della
polvere di anni e anni.
- Lumos!
Il tavolo da pranzo, il camino, la poltrona di mio padre. Tutto come lo
ricordavo.
Tutto abbandonato, spento, ma abbastanza vero da farmi male.
A tentoni trovai la mia stanza, sfiorai il letto... con lo sguardo
intento sull'infisso della finestra come se mi fossi aspettato di
trovarvi qualcosa in particolare...
Come in un sogno, tenendo la bacchetta in pugno, dissi:
- Specialis revelio.
E una scritta apparve.
Una R. Una A. E un nodo a tenerle unite.
Avevo quindici anni quando l'avevo scritto, ero in vacanza e sognavo
Alice tutte le notti. L'avevo baciata, quella primavera, ed era stato
bellissimo... ma poi non se me l'ero sentita di farle promesse, l'avevo
lasciata...
Vigliacco.
Stupido.
Mi riscossi, avevo le guance umide. Il sole stava per tramontare, non
c'era più tempo per i rimpianti. Il rosso del cielo era lo
stesso dei capelli di Ginny, della ragazza che mio figlio amava
più di se stesso, senza cui non poteva vivere.
Dovevo andare.
Lasciai alle spalle la casa della mia infanzia, corsi tra le braccia
ostili e terribili del bosco dei miei incubi. Alberi che sembravano
afferrarmi, ombre sempre più fitte che soffocavano la mia
speranza di arrivare in tempo.
"Sei l'unico che può trovarlo" mi aveva detto Sirius, e
poi...
"Avremo tempo. Dopo"
Forse stavo davvero andando incontro alla morte. Al dopo.
Ma dovevo impedire a tutti i costi che Ginny condividesse il mio
destino - o peggio...
Eccolo.
Ero di fronte a un vecchio capanno in legno, nel mezzo di una radura.
Proprio dove trentacinque anni prima la mia vita era stata rovinata per
sempre.
Esitai... era troppo per me... la nausea mi stringeva lo stomaco.
"Sono sempre con te"
"Grazie Sirius"
- Aloh-
Non sarebbe stato necessario. Fenrir Greyback non chiudeva mai la porta
a chiave, dovevo ricordarlo. E a volte le prede gli cadevano dritte
nelle fauci.
- Bentornato, Remus. Non credevo davvero che ricordassi dove trovarmi.
Qual buon vento?
- Lasciala andare, Fenrir - La mia voce uscì flebile e
incolore. - E' una questione tra te e me, solo tra te e me...
La sua risata mi gelò il sangue. - Tra me, te e la signorina
qui presente, Remus. - precisò indicando Ginny. - Sei
pronto? Stiamo per mostrarle di cosa siamo capaci, tutti e due.
"Ho preso la pozione per
tutta la settimana, io non posso farle del male... rimarrò
lucido, e riuscirò a fermarlo"
Un brivido.
"Ieri sera,
sì. Oggi sei rimasto scoperto"
- Ora ci divertiremo. E quando verrà l'alba farò
in modo che la tua bella famiglia venga a sapere che hai finalmente
seguito il tuo istinto. Tuo figlio ti vorrà ancora bene
quando vedrà che hai sbranato la sua fidanzata? E che dire
della tua piccola Auror?
- Bastardo... - mugolai. Era troppo tardi, stava accadendo: il suo
piano si stava realizzando.
- Scappa, Ginny! - mi sforzai di gridare, ma quell'urlo ormai
somigliava più ad un verso animalesco.
La trasformazione era in atto. Sentii il mio raziocinio scivolare via,
una sete incontrollabile di sangue pervadere il mio corpo, che si
piegava al richiamo magnetico della luna.
E poi il buio totale. |
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Capitolo 13 *** the pensieve. shopping at hogsmeade. ***
Ok, avevo detto che non avrei affrontato l'argomento Horcrux. E infatti
non li nomino. Slughorn si riferisce ad "un modo per diventare quasi
immortale", ma l'accenno finisce lì. E' il suo stato d'animo
che
volevo far venire fuori, per metterlo a confronto con quello di Remus.
Quindi ricapitolando: in questa what if Dumbledore non è
morto,
però gli Horcrux esistono. Ho preso il sesto libro e ne ho
fatto
una macedonia, considerato che Draco e/o Snape non vengono incaricati
di uccidere nessuno e il libro di Pozioni non c'entra nulla... facciamo
che Harry e il Preside hanno distrutto tutti gli Horcrux nel primo
trimestre di scuola? Yuppiiii!
Scusate... a volte sclero...
Ragazze (Feux, Ino chan e dunky), scusate se il capitolo 12 poteva
sembrare tragico. Non ho nessuna intenzione di far morire Remus.
Qualcun altro, forse, ma non è ancora stato scritto. Non vi
chiedo di indovinare chi è l'apparizione nel capanno di
Greyback perché è troppo facile. Ehm-ehm!
SakiJune
DICEMBRE 2001 - A WEEK LATER
Le cicatrici mi bruciano ancora, ma non sono paragonabili alla
sofferenza che ho dentro. All'incertezza che è tornata a
tormentarmi. Eppure dovrei essere al colmo della gioia, non avere un
solo pensiero triste, godermi la serenità ritrovata. Ma non
riesco.
Sto tornando quello di una volta, l'uomo che trema di fronte a se
stesso, che ha orrore di rappresentare una minaccia per i suoi cari.
Sono a Hogwarts, nella torre del Preside.
- Lei crede che nella mia mente sia rimasto il ricordo di quello che
è successo? Anche se non ero in me?
- Ma certamente, Remus. E comunque, tentare non costa nulla.
Che cosa mi ha fermato quella notte?
Cosa mi ha trattenuto?
E' questo che voglio sapere...
Mi chino sul Pensatoio. Le mie dita sfiorano i fili dei ricordi...
Sono ferito. La lotta
è stata terribile.
Ma con i denti ancora
affondati nella gola di Greyback, ubriaco di sangue, mi volto di scatto.
Non sono sazio. Sto per
scagliarmi fuori dal capanno, ad inseguire Ginny.
D'improvviso tra me e la
porta si frappone ciò che potrei chiamare una creatura di
luce.
Frenato dallo stupore ed
abbagliato, alzo il muso ad annusarlo: ma non sento nulla, non ha alcun
odore.
- Non farle del male -
sussurra...
Torno alla realtà e inspiro tutta l'aria che posso.
Dumbledore
mi guarda severo, scuotendo la testa con aria di disapprovazione.
- Fino in fondo, Remus. Non avrai bisogno di raccontarmelo, dopo...
Immergo nuovamente la mano, ritrovo il filo.
Ginny è in
piedi, là
fuori, non lontano dalla porta. Sa che il pericolo non è
passato, eppure non fugge. Sciocca, sciocca e temeraria! Mi abituo
presto al bagliore, non è più un ostacolo per me,
e lo
oltrepasso per seguire il richiamo del mio istinto.
Sto per ucciderla... non
c'è
niente a fermarmi, niente che può impedirmi di compiere
l'irreparabile, distruggere la vita di coloro che amo di
più.
La sua mano si protende,
forse a difendersi...
- Accio bacchetta!
Spicco il salto, ma per
fortuna lei
è più veloce, e mi ritrovo da un momento
all'altro a
terra, non riesco a muovermi: ringhio e ululo e graffio, ma invano.
Ginny lascia cadere la bacchetta (la mia, in verità) e
raggiunge
la visione, che ha assunto contorni quasi umani.
- Tu mi
riconosci, cara? - mormora la
voce che aveva tentato di rabbonirmi. - Se dirai il mio nome, se
ricorderai di avermi voluto bene, potrò andare avanti, io
credo
che potrò... Avrò un posto accanto agli eroi, o
quantomeno agli uomini degni di onore. Altrimenti dovrò
spodestare Sir Nicholas, e per i prossimi secoli la Casa di Gryffindor
mi avrà come fantasma in pianta stabile.
Ginny finge
di non capire, o forse
è preoccupata che l'incantesimo potesse spezzarsi,
perché
mi lancia continue occhiate. Ma ho ripreso a sanguinare, e se anche
fossi libero non avrei più le forze per
attaccare...
- Il tempo
per decidere è finito, per me. Sono passati cinque anni, non
c'è altro modo, Gin...
La vista mi si annebbia,
non riesco a tenere gli occhi aperti.
- Mi sono fatto odiare
così tanto, lo so... ma una bugia può bastarmi...
- è l'ultima frase che sento.
Qualcuno bussa alla porta, ma non ha disturbato nulla. Il filo si
interrompeva proprio in quel punto. Dumbledore sorride al nuovo
arrivato, mentre resto a fissare il pavimento, confuso e sconvolto da
ciò che ho appena visto.
- Hai intenzione di non presentarti al matrimonio di tuo figlio, Lupin?
- Solo un momento, Horace. Aspettalo di sotto, ti prego.
L'altro se ne andò un po' sbuffando, un po' fischiettando, e
Dumbledore mi appoggiò una mano sulla fronte.
- Oh, certo, capisco. Era lui, allora. Se questo può farti
star
tranquillo, Nick è ancora in giro per il castello, quindi in
qualche modo Ginevra deve avere sciolto il suo rimpianto... mentre non
eri in grado di ascoltarli.
- Non ha detto nulla... si è limitata a raccontare che avevo
ucciso Greyback. Non è scesa in particolari, e invece adesso
so
che ha rischiato la vita anche per colpa mia...
L'anziano mago scrolla le spalle e risponde che è meglio
così. Perché svelare avvenimenti che non hanno
avuto
conseguenze, in fondo? Ma soprattutto, perché continuare ad
avercela con me stesso?
- Non voglio raccontare alla famiglia Weasley quello che ho appena
visto. Non sono io a doverlo fare. Ma devo parlare con Ginny, questo
sì.
- Soffrirà, ricordando - è l'ammonizione del
Preside.
"Ho sofferto anch'io adesso" penso, ma non lo dico; potrebbe sembrare
tremendamente da egoista.
Mi imbatto in Slughorn non appena sceso dalla Torre, ma questa volta
non scorgo nella sua espressione tracce di curiosità. Mi
pare
che la serata della festa abbia operato in lui un sottile cambiamento,
anche se non capisco di che natura.
- Quando
ti ho invitato al matrimonio, Horace? Non ti offendere, ma non me lo
ricordo, a dire la verità.
- Ecco, Lupin, non mi hai invitato tu.
- E' stato Neville allora?
- Nemmeno... è solo che Pomona mi ha chiesto di
accompagnarla,
e... credevo che ti avrebbe fatto piacere... vedi, quella sera mi sono
lasciato un po' andare con le confessioni, e Dean Thomas è
un
gran pettegolo, quindi, insomma, mi sono ritrovato fidanzato da un
giorno all'altro.
- Di che cosa stai parlando?
Mi sta venendo il mal di testa. Mi spiega quanto sia grato della
fiducia che gli ho accordato in quell'occasione, perché non
avrebbe mai tirato fuori i suoi sentimenti se non in una situazione
d'emergenza... E quando si unisce a noi la professoressa Sprout e
iniziano a discutere sulla scelta dei regali, per poi prendersi a
braccetto come se niente fosse, dico loro che non ho nessuna intenzione
di accompagnarli a Hogsmeade...
Ci provo, a dire di no, almeno.
Ma guardali un po'. Avranno il doppio dei miei anni, e sembrano due
ragazzini.
Rimbalzano da una vetrina all'altra, gesticolando e scambiandosi
improperi, commentando ogni oggetto con urletti infantili.
Dov'è andato a finire il professore che organizzava i
ricevimenti chic per gli studenti d'élite?
Si è
innamorato, ha allentato i freni, si è reso la vita
più
facile. A fatica devo constatare che a me è successa la
stessa cosa quando ho capito di amare
Dora.
Non l'ho abbandonata come feci con Alice quando...
- E tu cosa hai comprato, Remus?
Ci sono andato ieri, a scegliere il regalo, in un negozio Babbano. Un
po' a casaccio. Quasi che Neville non fosse il mio ragazzo adorato, che
questo non sia
il suo matrimonio, che... non me ne importi più di nulla.
- Allora?
- Un televisore, da tenere nella loro camera da letto. E' che Irma
guarda i cartoni animati a tutte le ore, giù in cucina,
così...
I due si guardano stupefatti e la Sprout sbotta con un:
- Come come come? Abiteranno con voi a Grimmauld Place? Non avranno
privacy, poveri cari!
Non ho mica i soldi per comprar loro una casa. Che razza di discorsi.
- Oh guarda guarda che bello, glielo prendiamo?
Non hanno proprio nessun problema al mondo. Non hanno nulla da
rimproverarsi, probabilmente, la loro vita è un foglio
immacolato.
Non è così per me...
- Bene, abbiamo scelto. Che cos'hai, Remus? Nervoso? - ridacchia
Slughorn dandomi una pacca sulla spalla.
- Vedi Horace - comincio a lamentarmi. - Non potresti capire. Non sai cosa vuol dire avere dei
rimorsi, essere stato sul punto di distruggere tutto quanto hai
intorno...
- IO NON LO SO?
Mi trascina in una strada secondaria e mi punta il dito contro:
- Mi ero illuso che la guerra ti avesse fatto svegliare,
Lupin. Hai due figli, hai una compagna che farebbe invidia a chiunque.
I
tuoi studenti ti adorano, Dumbledore ha tanta stima di te che non puoi
nemmeno immaginarlo, tanto sei intento a piangerti addosso. IO NON LO
SO?
Io, lo stupido che ha rivelato a quella canaglia di Tom Riddle il modo
di diventare quasi
immortale? Come puoi credere... oh, ma spreco fiato con te.
- Ma ho quasi ucciso Ginny! Erano i ricordi di quella notte che stavamo
esaminando, prima, con il Pensatoio...
- E io con quella
leggerezza ho quasi distrutto l'intero Mondo Magico,
accidenti! Ma è passata, capisci? Siamo qui, Remus, siamo
vivi,
possiamo spassarcela, possiamo amare! Per Merlino, sorridi!
- Hoooorace! Ma insomma, dove siete finitiiii?
- Mi hai stufato - mi dice. - Noi finiamo il giro da soli. A
più
tardi, Lupin.
E raggiunge la Sprout davanti alla vetrina del negozio.
Resto ancora un poco a riflettere sulle sue parole, prima di
smaterializzarmi. Destinazione Grimmauld Place.
Home sweet home.
|
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Capitolo 14 *** to lose is to find again. the proposal. ***
Mi dispiace tanto, Ino
chan! Sono stata poco chiara! Ho scritto dei
riassunti della seconda parte della storia (dal cap. 10 al 13) apposta
per te. Li trovi a questa
pagina. Per qualsiasi domanda, non esitare a mandarmi una mail.
Ecco un nuovo capitolo con un'altra canzone by Lumacorno... ehm,
l'originale si intitola "Nothing rhymed" di Gilbert O'Sullivan. La
traduzione è in fondo, al solito... Credo di aver scritto un
vero e proprio inno Flaming Toad.
Peccato, se aveste indovinato chi era l'apparizione vi avrei pagato un
gelato^^
Beh, tanto qui viene chiarito.
Credevo fosse lapalissiano... chi è la persona che
è
morta nella battaglia di Hogsmeade (capitolo 8) e che Ginny considerava
da tempo "come un estraneo"? Chi potrebbe
rischiare di rimanere un fantasma per colpa dei rimpianti e dei rimorsi?
...
No, non è Severus. E' un Gryffindor.
...
Ok, non importa. C'è scritto più sotto.
Baciottoli a Feux
e a dunky
(tesoro! hai recensito "Sticked to my dark life"! Finora era passata
inosservata, quella shottina... e ci ero rimasta male... grazie...
comunque sì, Greg parla così perché
è un emerito ignorante^_^)
Saki
BEFORE THE WEDDING
- Fermo lì, RJ! Fermo o ti schianto!
Ho semplicemente posato il piede sul primo gradino delle scale, quando
Tonks mi coglie di sorpresa.
- Non si può vedere la sposa prima delle nozze! Ah-ha. Non
sei ferrato in queste cose, vedo.
Incrocio le braccia con sguardo di sfida:
- Per quanto ne so, questo divieto riguarda solo lo sposo. Ti sembro
Neville, io?
- Vediamo un po'... - Sta al gioco e mi ispeziona le tasche. - Niente
rospi, niente cactus... possiamo approfondire
la questione, se vuoi...
Inavvertitamente si appoggia al mio braccio, ancora in via di
guarigione.
- Ahi. Dora, devo parlare con Ginny, davvero.
La mia espressione seria la preoccupa. Come Dumbledore, non le va a
genio l'idea che la turbi proprio in quel giorno. Ma c'è una
cosa da chiarire, e devo levarmela dallo stomaco.
Busso alla porta.
- NEV, SE SEI TU NON TI APRO, TI AVVERTO!
- Sono Remus.
- Fallo entrare, mamma.
E' uno splendore nel suo abito bianco, con la coroncina di fiori tra i
capelli. All'apparenza non ha risentito per nulla di quanto
è
successo... sorride senza un'ombra negli occhi.
Sua madre ha la stessa espressione sognante, quasi felice. Dico quasi.
Cerco di inventarmi una scusa fantasiosa... ma ripiego su quella
più banale.
- Molly, Dora ti vuole giù in cucina.
Aspetto che sia scesa, poi:
- Ginny, questa mattina sono stato a Hogwarts.
- Sì? - risponde distrattamente la mia futura nuora,
provandosi
le scarpe davanti allo specchio. - Oh! Non dirmi che la professoressa
Sprout non può venire? Sarebbe un bel guaio, Neville ci
tiene
troppo!
- No, niente affatto. - la rassicuro. - Anzi, forse avremo un po' di
musica alla festa, visto che si porta dietro Slughorn.
Lei ride.
- Sono stato da Dumbledore, per tirar fuori i ricordi di quella sera,
di quando... insomma, hai capito. Ora so quello che stavo per fare. Non
mi hai detto proprio tutto.
- E' passato. Concluso. Non è importante!
- Avrei potuto ucciderti...
- Questo lo so. Ma non è successo, smettila, non hai colpa,
tu
eri lì per salvarmi... - la sua voce ha preso un tono
stridulo.
- Anche Percy era
lì per te.
Stringe le labbra così forte da farle diventare bianche. Si
siede sul letto, vicino a me, stando attenta a non sgualcire il vestito.
- Lo dirai a mio padre? - chiede a bruciapelo.
- Merlino, Ginny, non gliel'hai ancora detto, tu?
- Lo odiavano. Non mi crederebbero, penserebbero che mi sia inventata
tutto.
Rispondo che si sbaglia, che per quanto possa averli delusi, un figlio
è sempre prezioso per i suoi genitori.
Lei resta un poco in silenzio, poi mi racconta come è
riuscita a lasciarlo andar via sereno.
- Gli ho detto che non l'avrei dimenticato... e che poteva andare
avanti, perché non aveva nulla da
rimproverarsi. Lo sai Remus,
è strano...
- Che cosa?
- Sono passati cinque anni. Eppure mi sembra aver perso mio
fratello soltanto adesso.
- Non è proprio così, sai. Io direi che l'hai ritrovato.
Il suo sguardo di gratitudine mi scalda il cuore. Forse è
vero,
Arthur non le crederebbe. Ma questo loro ultimo incontro, per lei,
sarà un ricordo da custodire per sempre.
AFTER THE WEDDING
- Scusa se te lo chiedo, Colin... stai fotografando Harry o la piccola
Lupin?
Il tono di Arthur è volutamente ironico.
- Tutti e due, signor Weasley.
- In teoria, però, io ti pago per un servizio di nozze. Vai
dagli sposi, fila! - brontola con finta autorità.
Mi avvicino a Harry, che tiene Irma sulle ginocchia e la fa giocare.
Lei ha proprio l'aria di trovarsi a tutto suo agio.
- Stai facendo pratica, eh? Che mi dici?
- Di Irma o del bambino che deve nascere?
- Del tuo, del tuo.
- Non so, è stata una sorpresa. Non era in programma...
"Già. Però tu non sarai un vigliacco come lo sono
stato io, Harry"
Ginny si è rappacificata con Luna, e tutte e due scherzano
con
Colin che si è finalmente deciso a farla mettere in posa.
- Un momento d'attenzione, signore e signori - strilla Seamus Finnigan,
dal fondo della sala, appollaiato sul pianoforte. - Luna
avrà
anche una pagnotta nel forno, ma Slughorn è pronto a
sfornare
una bella canzone!
Il gesto di Harry è inequivocabile, e con mio sommo
dispiacere
Irma si diverte a imitarlo. Non è servito a niente
risparmiarle
l'asilo nido, se poi impara simili sconcezze direttamente dal Prescelto.
- Non è un'altra sciacquatura di piatti come l'altra volta,
vero
professore? - fa Dean. - Niente "You're my Helga, but I'm not Salazar"?
Esplosione di risate. Ovvio che la Sprout non gradisce la battuta,
anche se è proprio grazie a quell'impertinente che adesso
lei e
Horace stanno insieme.
It's just another Gryffindor wedding...
- Bo-hoo! Bo-hoo! - Fred e George fraintendono la natura del brano e
fischiano così forte da coprire la musica. - Come sarebbe a
dire
"un altro"? Voleva cantare a un matrimonio Slytherin?
...and the bride looks like Evans, to me...
Harry rimane stupefatto. Slughorn ha appena ricordato sua madre... nel
modo più dolce e poetico possibile. Anche Neville si
commuove a
quelle parole, prende Ginny per mano e la porta a ballare al
centro della sala.
- Un po' meglio che al Ballo del Ceppo, eh? - è il commento
di
Hermione, anche lei in dolce compagnia. Ron finge di vomitare.
- Non nominarlo neanche, quel Ballo! Tu e quel... Krum, bleah!
...I see she's got her
style and that wonderful smile
and her flaming hair braided with glee...
Intercetto lo sguardo di Dora, che non ammette repliche: mi lascio
trascinare senza lamentarmi. E non è affatto male, direi,
ballare. Sembro quasi cavarmela. E' rilassante.
...Though he hardly got
his OWL in Potions
I'm so proud to say he's my best friend's son
and my woman adores him, so... to hell who ignores him,
now he's got a love all of his own...
Non sapevo che Horace mi considerasse il suo miglior amico. Era un'idea
che non mi aveva mai sfiorato la mente.
"Perché tu sei rimasto ai tempi dei Marauders, vecchio mio.
Perché nonostante tu sia diventato padre per la seconda
volta,
sei ancora convinto di essere un poeta maledetto, giovane e sofferente"
Mi guardo intorno, quasi tutti si sono lanciati nelle danze.
- Tonks... vogliamo essere i prossimi a sposarci?
Non so da dove mi è venuta quella frase. La canzone,
l'atmosfera mi hanno travolto.
- E' una proposta seria? - mi guarda di sottecchi, dubbiosa.
- Beh, certo - L'imbarazzo mi attanaglia d'improvviso. - Viviamo
insieme, abbiamo una bambina... mi sembra normale che adesso...
Vedo i suoi capelli cambiare colore, e non è un buon segno.
Non QUEL colore.
- Decisamente romantico, Lupin. Complimenti. - Fa per staccarsi da me...
L'afferro per un braccio:
- Scusami... quello che intendevo dire è... che voglio
sposarti perché ti amo.
Salvo per il rotto della cuffia. Accenna a un sorrisetto.
- Tocca prima a Harry e Luna, non c'è nessuna fretta,
comunque. - risponde lei fingendo indifferenza,
ma capisco che non è
più arrabbiata. - Poi
toccherà a Ron e 'Mione, sempre che lui riesca a finire
l'addestramento come Auror... e da quanto ho capito, anche i due prof
stanno scalpitando per suggellare la loro unione...
Ormai è assodato: sono un gran cretino. Un gran cretino innamorato. La
tengo stretta a me, e restiamo immobili nonostante la canzone non sia
ancora finita.
...Nothing odd, nothing
new, love is their way!
It's an ancient charm needing no wand;
and my song is a prayer that Neville and Ginny's
will be an unbreakable bond...
"Così sia. Anche per noi."
---------------
TRADUZIONE
E' solo un altro matrimonio tra Grifondoro...
e la sposa per me assomiglia tanto a Evans
vedo proprio il suo stile, quel sorriso stupendo
e i suoi capelli di fiamma intessuti di gioia.
Anche se lui ha fatto fatica a prendere il GUFO in Pozioni
sono orgoglioso di poter dire che suo padre è il mio
migliore amico
e la mia donna lo adora, così... al diavolo chi non lo
considera,
ora ha un amore tutto per sé.
Non c'è niente di nuovo, niente di strano, la loro strada
è l'amore,
è un antico incantesimo che non ha bisogno di bacchetta,
e la mia canzone è una preghiera,
perché il legame di Neville e Ginny non si spezzi mai.
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Capitolo 15 *** a broken melody ***
Ecco il nuovo cortissimo capitolo, la terza filk (Your song di Elton
John la conoscete tutti, vero? Ho cercato di mantenere lo schema della
canzone originale) e... la tragedia.
Lo sapete bene che se amo un personaggio devo per forza farlo morire.
Cercate di dimenticarvi della mia caratterizzazione, rileggetevi il
sesto libro e magari piangerete un po' meno per lui.
Ma chi piange per un tricheco snob, avanti...
...IO.
Grazie a Feux,
dunky e ladymarie (che bello
ti sei accorta di questa storia!)
Saki
"Coraggio, non era un no" continuo a ripetermi. Ma mi sento
ferito
nell'orgoglio.
Le parole di Tonks mi rimbombano nella mente come a prendersi gioco di
me.
Non c'è fretta, ha detto, e in parte è vero,
però oggi non riesco a togliermi questa smania di aggiustare le cose,
di dimostrare cosa provo, perché non esista il minimo
fraintendimento a mio riguardo.
Dovrebbe essere uno dei giorni più belli della mia vita,
eppure lo sto rovinando con le mie stesse mani. Non ho voglia
delle chiacchiere di Ted, né dei sorrisi di Arthur che non
fa che ricordarmi che adesso siamo "davvero parenti".
Non ho voglia di niente.
Mi resta un'unica salvezza, per riuscire a rimurginare in pace
sui miei guai: la ciotola dei salatini. Chiunque venga a parlarmi,
adesso, vedrà che non posso rispondergli, perché
ho la bocca piena di pretzel. Non starà ad insistere...
Chiunque, tranne Neville.
- Papà, gliel'hai chiesto?
- Mh-mh.
- Sì?
- Mh-mh.
- E ti ha risposto...
- Mmmmmh!
Mando giù, non ho altra scelta.
- E mi ha risposto... "non ora". Non credevo che fosse tanto
complicato. Tu come hai fatto, a chiederlo a Ginny?
- Fiori, e dico un mucchio
di fiori, del vino italiano... luci soffuse... ehm... ma soprattutto:
io e lei da soli. Non è stato affatto difficile.
Decisamente, ho molto da imparare da lui. C'è ancora tanto
che
non so, sul suo carattere, sulle sue aspettative, e anche su
ciò
che pensa di me.
- Ah, senti papà... prima che tu lo sappia da qualcun
altro... mi hanno offerto un lavoro. In Francia.
La mia espressione rimane immortalata nella foto che Colin ci scatta in
quel momento.
- Vuoi davvero andartene? Così lontano? Merlino santo,
Neville,
ti sei appena sposato! Credevo che aveste deciso di vivere con noi,
che avresti concluso il tirocinio a Hogwarts...
- Andiamo, là mi pagano. Galeoni. Non posso rifiutare, devo
guardare avanti, capisci? Non si crea una famiglia senza darsi da fare
per mantenerla.
Vorrei ubriacarmi. Il mondo mi è appena crollato addosso.
- Che dice Ginny? - mormoro con un filo di voce.
- Per lei va bene tutto.
E poi ho detto la Francia, mica un altro pianeta! Verrete a trovarci,
ci vedremo più spesso di quanto pensi...
Non riesco a credere che abbia tutta questa fretta di lasciare
Grimmauld Place.
Di lasciare me.
- Scusa, non avevo previsto che la prendessi così... nemmeno
la Sprout ha avuto questa reazione, poco fa!
- Perché ha
chi la consola - mi scappa detto, non senza
sarcasmo. - E per quanto riguarda me... che ti aspettavi? Sono tuo
padre... e ormai ero abituato ad averti vicino.
Gli invitati stanno andandosene, a coppie, a gruppetti, da soli. La
sala si svuota lentamente. Resta una gran confusione, un po' d'amaro in
bocca. E qualche pretzel.
Se Neville e Ginny partono...
Se Dora non vuole sposarmi...
Se...
Mi guardo intorno, in una sorta di torpore. Molly e Andromeda fanno un
po' di pulizie, Dora vorrebbe aiutarle ma la sua offerta viene
gentilmente rifiutata. Dopotutto, questa è la sala congressi
di Diagon Alley, e abbiamo pagato una caparra consistente che in caso
di danni
possiamo scordare di rivedere... Irma si è addormentata su
un divanetto. Pomona Sprout cerca di convincere il suo fidanzato a
venire via, perché lo vede "un po' palliduccio". Ma lui
insiste a voler suonare un'ultima canzone.
- Questa è per te, Lupin. Per te e per me.
Sentirmi chiamare per nome mi riscuote dalla mia inerzia. E quando i
primi accordi risuonano nell'aria, una commozione senza eguali mi
invade.
- Guarda Remus. Che buffo, è rimasto senza parole. -
ridacchia Ted.
- Naturale, avrà una serenata tutta per sé... -
risponde sua moglie.
No it isn't that funny,
this man's open wide.
and he feels sorry for
everyone that's gone.
He swishes between his
dark shame and cool pride.
But he should know well
where he belongs.
A chi o a quale luogo
appartengo?
A Grimmauld Place. A
Hogwarts. A Dora, a Irma, a Neville.
Non potrei desiderare di
più.
If he was an
Auror, or a clever duelling man
than one teaching potions
or DADA, may be
he could show in front of
the magical world
he just deserves some
peace and dignity.
Ma è quello che ho già. Non mi manca
niente.
Sono un grandissimo egoista... sono avido di amore, e quando
mi
viene donato non sono in grado di riconoscerlo. E accidenti,
quando mi proporrò nuovamente a Tonks, con un mazzo di rose
e
una bottiglia di Chianti, so che accetterà.
Se solo non mi fosse
piombata addosso
quella notizia... se Neville non accettasse quell'impiego, io potrei
dirmi felice in tutta onestà...
And he could tell
everybody "I did my best"
he could stop
self-complaining, but this is the gist
he's good as he is, he's
great as he is
but how can I explain?
how can I convince him
that he's not to blame?
L'ultima strofa è quasi sussurrata.
La melodia, incerta... la voce roca e sofferente.
Impalpabile, affrettata, fioca.
Poi
uno
schianto
di note
spezzate.
-------------------------
TRADUZIONE
No, non è così divertente. Quest'uomo ha un'anima
aperta al mondo.
E si sente triste per ogni singola persona che non c'è
più.
Oscilla tra un'oscura vergogna e l'orgoglio più gelido
ma ora sa a chi appartiene.
Se lui fosse un Auror, o un campione di duelli
invece che un insegnante di Pozioni o di Difesa,
potrebbe dimostrare davanti all'intero mondo magico
di meritare solo un po' di pace e dignità.
E potrebbe dire a tutti di aver fatto del suo meglio,
e smettere di piangersi addosso, ma qui sta il punto...
Lui va bene così com'è. Lui è un
grande così com'è.
Ma come posso spiegarglielo?
Come posso convincerlo che non ha alcuna colpa?
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Capitolo 16 *** christmas tears and smiles. welcome professor belby. ***
Rieccomi. E' ricominciata la scuola e non riesco più a
scrivere come prima...
Purtroppo, quando provo a mettere giù qualcosa di
umoristico, mi blocco. Quindi quando leggete il finale di questo chap
non vi aspettate una scena esilarante nel prossimo... immaginatela voi!
Ma ci saranno colpi di scena anyway^^
Passiamo ai ringraziamenti.
ladymarie:
Ma certo che Dora e Moony resteranno insieme... è stato solo
un malinteso. Non preoccuparti. Sai, anch'io un tempo speravo molto
nella coppia Neville/Luna, ma dopo aver visto il quarto film (la scena
del Ballo, in particolare) sono diventata una Flaming Toad. Poi ci sono
dei motivi... diciamo oggettivi perché dovessero finire
insieme in questa fic. Nella battaglia con Bellatrix (cap. 7/8) mi
sembra di averli espressi chiaramente^^
Feux: A me
le filk spuntano nella testa come funghi prataioli. Credo di essere
nata con questa fissazione, perché ne scrivevo
già alle elementari.
HarryEly:
Grazie per i complimenti, blush-blush! Mi dispiace di averlo ucciso. Mi
era tremendamente simpatico. Ma ora lo ritroverai in una lettera e in
un regalo molto... utile. Il suo spirito aleggerà per sempre
in questa fic.
Ino chan:
coooome non sei riuscita a visualizzarli? C'è un link
perfettamente funzionante nell'intro del capitolo 14... nella parola
"questa". Comunque prima di scrivere come la Row credo ce ne passi... e
poi a volte il suo stile è un po' noioso. Alcune fic (come
le tue) sono scritte meglio dell'originale^^
dunky:
davvero ti è dispiaciuto dell'annuncio di Neville? beh,
allora avrai da consolarti adesso...
Grazie a tutti! Kisses,
SakiJune
L'atmosfera del salotto è calda e raccolta, la
nostra famiglia
è riunita sotto l'albero per aprire i regali di Natale. E
quelli
di nozze, che sono rimasti intatti da più di dieci giorni.
Non c'è stato proprio il tempo, vedete, per pensare a
qualcosa di così futile.
- Dumbledore non sa più come fare per convincere Belby. Non
vuole proprio saperne di insegnare a Hogwarts. E' una vera catastrofe...
Irma sgranocchia un bastoncino di zucchero, con Trevor in grembo.
- Chi sarebbe questo Belby? - si intromette Dora. Accoccolata vicino al
caminetto, si rigira attorno al dito l'anello che le ho regalato, tutta
felice.
- Ma come, tesoro, Damocles è una vera e propria
celebrità. Andavo a scuola con lui, e devo dire che per un
periodo ci siamo anche frequentati. - ribatté vivacemente
Andromeda. - Ma è stato prima di conoscerti, Ted...
Mio suocero dà un colpo di tosse e finge di non aver
sentito. Lei continua:
- Comunque, a tutt'oggi è il maggior esperto nel suo campo,
in tutta l'Inghilterra.
A tutt'oggi. A questo punto. Oramai.
Ci sarebbe una vasta scelta di espressioni adatte all'occasione.
- Ed è l'inventore della Pozione Antilupo. Quindi, una
persona a cui devo molto - concludo io.
- Teme che esista una maledizione sulla cattedra di Pozioni, come
è successo per Difesa, sai.
Ginny scoppia a ridere.
- Non è divertente, no.
"No it isn't that
funny..."
- Se la fa sotto, dice che "è oltremodo sospetto che in
cinque
anni siano morti due insegnanti". Se non si toglie quest'idea dalla
testa, le lezioni non potranno ricominciare...
E come al solito non riesco a stare zitto. Non imparerò mai
la lezione.
- ...Ma naturalmente tutto ciò non ti riguarda, Neville.
Ho appena finito di pronunciare quella frase, che me ne sono
già
pentito. Chi sono io per impedirgli di voltare pagina, di fare la sua vita,
chi-accidenti-sono?
Dora e Ginny mi guardano come se avessi detto una bestemmia, ma lui
sorride.
- Credo sia ora di dirti qualcosa, papà, prima che tu mi
prenda a pugni.
- No... scusa, non intendevo... - balbetto, forse arrossendo.
Si china e mi sussurra una frase all'orecchio. Il mio viso si
illumina... gli chiedo di ripetere ad alta voce quello che mi ha appena
annunciato...
- Hai capito bene, ho rifiutato quel lavoro, restiamo a vivere qui.
Il mio sollievo è incontenibile: scatto in piedi, afferro
una bottiglia sul tavolo e la stappo.
- Dobbiamo festeggiare davvero, accidenti!
- Quando l'avete deciso? - si informa Dora, mentre va a prendere i
bicchieri.
Neville allarga le braccia: - Era inevitabile, finché la
Sprout
piange un giorno sì e l'altro pure, dovrò
sostituirla. E
forse avrò due classi in via definitiva, anche dopo,
intendo.
Certo, sapere che il Preside mi dà tutta questa fiducia
è
un onore per me, e poi accidenti, insegnare è sempre stato
il
mio sogno... però...
Però non
doveva succedere in questo modo.
L'impeto del brindisi svapora in fretta, quasi quanto le bollicine
dello spumante.
- Le sono troppo affezionato, non sopporto di vederla così
triste! Non sarei tornato nemmeno a casa, se la McGonagall non mi
avesse promesso che passeranno le feste insieme.
Ginny gli lancia uno sguardo truce. "Vuoi più bene alla prof
che a me?" è il suo significato.
- Ah, a proposito... mi ha detto che il pacco con la carta rossa era da
parte loro.
Loro.
Pomona e Horace.
Sei giorni d'amore.
Un sentimento puro e senza età, sbocciato tra le note di un
pianoforte e il ribollire di un calderone, tra le foglie fruscianti
delle serre di Hogwarts e i cappuccini di Madam Puddifoot's.
Merlino, che fantasia ho...
Ma è che mi rendo conto solo ora di quanto la loro storia
non fosse affatto una sciocchezza.
Nel pacco c'è lo scrigno che avevo già visto in
quella
vetrina di Hogsmeade, per cui la Sprout era andata in visibilio e si
era fiondata ad acquistare.
"Il cofanetto è per Ginny" dice il biglietto. "La boccetta
è per Neville, la lettera invece è per Remus".
- Scusate un attimo - farfuglio, inciampando nel tappeto, quasi volessi
far concorrenza a Dora. Chiudo la porta della cucina alle mie spalle e
mi siedo prima di alzare il coperchio, trattenendo il respiro. Kreacher
sbuca dal suo nascondiglio e segue i miei movimenti; non mi
dà
fastidio, la sua presenza mi rassicura un poco.
C'è, in effetti, un flaconcino dal tappo dorato, senza
nessuna etichetta.
E una busta, che mi precipito ad aprire.
Hogwarts, 8/12/2001
Remus, amico mio,
Quella sera di cinque
anni fa, dopo l'attacco dei Mangiamorte, hai
rifiutato la mia offerta di trovare un modo per ridare a Neville il suo
vero aspetto. Ho ammirato la tua fermezza, certo, ciò
nonostante ho
deciso di lavorarci su lo stesso, nei ritagli di tempo. E' stato
più
complesso di quel che credevo, ma sono convinto che possa funzionare...
e credo che spetti solamente a lui decidere se bere o meno da questa
boccetta.
Scusa per averti parlato
così
duramente questa mattina. E' solo che mi indispettisce vedere un uomo
della tua intelligenza e del tuo valore tormentarsi senza alcun motivo
reale. E non dirmi che non ti conosco, no. Da quel giorno in cui hai
rifiutato di far parte del club al tuo quinto anno, anche se eri tra i
migliori della classe, ho capito che eri un ragazzo con una propria
volontà. A te non importa nulla della gloria, della
mondanità, di attirare gli sguardi degli altri. A prima
vista
eravamo così diversi. Eppure...
La paura, l'incertezza
della mia
posizione tra il bene e il male, una posizione quanto mai scomoda,
tutto questo mi ha aiutato a cambiare, a stabilire delle
priorità, a liberarmi da tutto ciò che era
inutile e
superfluo. Ho compreso in tempo che l'ambizione cieca è un
veleno peggiore del sangue di basilisco. E negli occhi di una donna
semplice e spontanea, nel suo sguardo limpido, ho trovato il paradiso.
Una donna che sa piangere senza provarne vergogna. Che ha orrore di
mostrarsi appariscente. 'Mona è tutto questo, per me.
Non m'importa di essere
vecchio e malato, ho deciso di non sprecare
nemmeno un istante, di non guardarmi indietro ed essere grato alla vita
per quanto mi ha dato finora. Spero che anche tu rifletta su questo,
perché sei ancora tanto giovane e pieno di energie.
Con i miei migliori
auguri, e tutto il mio affetto,
il tuo collega
Horace Slughorn
- Padrone Remus? E' diventato triste?
- Sì, Kreacher, ma tu smettila di chiamarmi padrone. Vieni
di là in salotto. Ci sono dei regali anche per te.
Mia suocera, un po' brilla, sta spiegando agli altri il suo piano per
convincere Belby. Ted brontola ad alta voce, ma i suoi rimbrotti si
perdono nell'ilarità generale. Mi siedo tra di loro e prendo
Irma in braccio.
Nemmeno lei mi somiglia. E' la copia esatta di Andromeda, con qualcosa
di mio padre. Non so se Nev accetterà di bere
quella pozione... Ginny potrebbe non essere d'accordo. Ma comincio a
pensare che mi farebbe piacere se lo
facesse.
- Prima che Dora si ritrovi con i genitori divorziati, è
meglio
che ci pensi io a risolvere il problema - dico. Dopotutto se continua a
rifiutare, oltre a restare tutti senza lavoro, il mese prossimo
dovrò chiudermi nella Stamberga, e non ne ho proprio voglia.
- Pensi di riuscire dove ha fallito il grande Albus Dumbledore? Senza
avere il fascino da Slytherin tentatrice di mia madre?
- Certamente, amore mio.
Hogwarts non chiuderà, e avremo il miglior insegnante di
Pozioni che esista.
A costo di costringerlo con un Imperius... a cui tecnicamente non sono
abilitato, però.
Una frase mi torna alla mente.
"Fidati di me... sono un attore nato"
"Anch'io, Horace. Avrai il tuo successore, dovessi pagarlo di tasca
mia..."
26 DICEMBRE
Non so nemmeno che faccia abbia. Mentre cerco la sua casa tra i vicoli
di uno sperduto paesello della Cornovaglia, cerco di immaginarmelo.
Sarà elegante e corpulento com'era Slughorn? O magro e
pallido,
come Severus? Vabbé, mica tutti i pozionisti si
assomigliano. O
i professori di Divinazione, se è per questo, o di Difesa...
per
esempio, non è che io sia uguale a Dolores Umbridge.
Leggo la targhetta:
DAMOCLES BELBY.
La risposta è proprio dietro quella porta, mi pare di
capire. Salgo i due gradini, inspiro profondamente...
e suono il campanello.
Mi apre un tizio in pigiama, scarmigliato, con
la barba di due giorni. Dietro di lui, un mastino napoletano cerca di
sgusciare tra le sue gambe per godersi la libertà.
- Desidera? - mi chiede, sbadigliando vistosamente. - Fila dentro,
Sword! Ehm, ci conosciamo?
Decisamente, una faccia senza niente di poetico, di tenebroso o di
snob... sembra una persona del tutto normale.
- Mi chiamo Remus John Lupin, insegno Difesa contro le Arti Oscure alla
scuola di Hogwarts, e volevo...
La porta mi si sta per chiudere in faccia, ma riesco a bloccarla. - Per
favore. Mi lasci parlare, almeno. Ci ho messo due ore a trovare la sua
casa in questo labirinto.
- Humpf. Entri. Tanto non mi farà cambiare idea.
Un'ora dopo siamo nell'ufficio di Dumbledore, e Belby si presenta con i
dovuti salamelecchi. Le sue preoccupazioni appartengono
al passato. Il Preside mi prende da parte e un po' invidioso mi chiede:
- Dimmi la verità, Remus, come hai fatto a convincerlo?
- Gli ho assicurato che non c'era nessuna maledizione. E non mi ha
creduto. Allora gli ho spiegato che la scuola rischiava di chiudere,
senza di lui. E ancora non mi ha voluto dar retta... ho tirato in ballo
il prestigio di un simile impiego, la gratitudine che avevo nei suoi
confronti per aver creato la Pozione Antilupo, sono arrivato a pregarlo
quasi in ginocchio... ma niente da fare.
- E allora?
- Allora ho tirato fuori il mio ultimo asso nella manica: l'ho invitato
a Grimmauld Place, per Capodanno.
Dumbledore alza le sopracciglia e mi guarda con aria interrogativa:
- Tutto qui?
No che non è tutto qui. Manca un pezzettino.
Perché dopo
essermi sgolato fino a perdere la voce, mi è bastato
nominare
mia suocera per vedere i suoi occhi assonnati brillare di gioia.
Dopodiché, il resto è passato in secondo piano...
Ora mi resta solo da dirlo a Ted. Eh-ehm.
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Capitolo 17 *** now you look like me. a new generation. ***
1 GENNAIO 2002. ORE 04.30 a.m.
Mi giro e mi rigiro nel letto.
- Che dici, tuo padre si sarà davvero arrabbiato
quando le ha fatto il baciamano?
- Mmmmh... la mamma sa come fargli dimenticare queste sciocchezze...
- L'ho fatto per il bene della scuola.
- Lo SO, Remus. Lasciami dormire.
Nello stesso momento, nei sotterranei di Hogwarts, Damocles Belby
ispeziona le boccette sugli scaffali del suo nuovo ufficio. Non
c'è niente da fare, quello è il suo mondo.
Le paranoie appartengono al passato; il sorriso di Andromeda
le ha
spazzate via come fa il vento con le nuvole.
Non che sia sua intenzione rovinare il matrimonio dei miei suoceri,
niente del genere. Però rivederla gli ha fatto un gran bene.
Tra pochi giorni, a metà anno scolastico, Neville
dovrà
prendere le redini della cattedra di Erbologia. Anche se
sarà
una situazione temporanea, capisco il suo nervosismo. Da semplice
tirocinante si ritrova sette classi sulle spalle, inclusa quella che si
sta preparando per i M.A.G.O., eppure non osa chiedere a Dumbledore di
assumere qualcun altro. Teme che, se lo facesse, la Sprout non potrebbe
riavere il suo impiego una volta superato il suo lutto. E Neville non
può neanche immaginare Hogwarts senza di lei. Come posso
dargli
torto? Gli ha fatto da madre durante tutto il suo percorso scolastico,
si può dire.
Quando io ero lontano.
Quando Barty Crouch lo terrorizzava. Quando Severus gli ripeteva che
era uno stupido, un incapace, una nullità.
Dov'ero allora? In quali tristi e inconcludenti pensieri stavo immerso,
in quale prigione interiore mi dibattevo, quando aveva bisogno di me?
Quell'intervallo di anni ha un sapore di vuoto nei miei ricordi.
Che immenso spreco di tempo.
6 GENNAIO
- Non mi guardi dall'alto
in basso, Lupin, mi dà sui nervi.
La sala insegnanti è semideserta, e Flitwick non mi
è
affatto di compagnia. Mi ispira battute poco piacevoli: "E' che non
posso farne a meno, caro collega, è un fatto
fisiologico" mi verrebbe da dire, ma balbetto delle scuse generiche.
- Però non la facevo così permaloso. Non ha
passato delle buone vacanze?
Lui fa una smorfia: - Vacanze? E chi ne ha viste? Diggory mi ha messo
al lavoro per rinnovare le protezioni magiche giù al
Ministero,
come se ce ne fosse stato bisogno! "Mi fido solo di lei, non mi
deluda"... come se non avesse potuto chiederlo a Dumbledore!
Devo fare un grosso sforzo per trattenermi dal ridere.
- E' già tanto se mi ha lasciato venir via per il funerale.
A
proposito, che ne pensa del professor Belby? Le sembra un tipo, come
dire, con le carte in regola?
- Sono sicuro che sia perfettamente all'altezza del suo
ruolo... - mi scappa detto, e nell'istante successivo mi rendo conto di
aver usato un'espressione infelice.
- Ehm... mi scusi...
Flitwick sta per mandarmi a quel paese, ma in quel momento Neville
entra nella stanza.
E le lacrime mi si affacciano agli occhi.
La mano mi trema mentre la porto alla bocca per mascherare almeno un
poco la mia sorpresa. E piango, piango di gioia.
- Che cos'ha combinato, Longbottom, si è tinto i capelli?
Ah, questi giovani...
- No, professor Flitwick, questo è il mio colore naturale. -
lo
rimbecca Neville, senza tuttavia un tono eccessivamente irrispettoso. -
Sei contento, papà?
Lo afferro per le spalle fissandolo negli occhi. E' bellissimo quello
che vedo, quelle iridi ambrate identiche alle mie, il legame del sangue
che si svela al mondo intero, è la felicità,
è
quello che aspettavo.
Non mentivo, no, quando dicevo che non era importante che mi
somigliasse... che lo amavo ugualmente... però adesso quel
sogno
impossibile è una realtà.
- Hai preso quella pozione... è straordinario...
- Bé, ne ho parlato con Ginny, è stata d'accordo
e ho
deciso di non gettare al vento il lavoro di Slughorn. Se veramente ci
ha messo cinque anni a prepararla, non usarla sarebbe stato un insulto
alla sua memoria.
- Sono completamente d'accordo - La voce della McGonagall ci riscuote
dalla nostra intimità familiare. - Ora però
sarebbe
meglio non far aspettare i ragazzi, non trovate?
Va bene, sono in tremendo ritardo per la lezione. Ma non me ne importa
nulla.
Quando i miei studenti vedranno l'espressione di felicità
che ho
stampata in viso, sapranno ben perdonarmi.
Perché oggi ho una grande verità da rivelare loro.
- Esiste una creatura oscura che non troverete sul vostro libro di
testo. Essa si annida nel vostro animo e cresce portandovi via la
speranza, la gioia di vivere, la fiducia in voi stessi. In questo
è simile ai Dissennatori, ma è molto
più subdola
nel suo operato. Non ha un solo nome e non c'è magia che
possa
sconfiggerla, sapete. Ci vuole tanta, tanta forza di volontà
e
il sostegno delle persone che vi amano per farla tacere e tornare a
sorridere.
Io credo di averla scacciata per sempre dalla mia vita.
///////////////////////////////////////////
FOURTEEN YEARS LATER
In uno scompartimento del treno per Hogwarts sedeva un gruppetto
piuttosto eterogeneo.
Un ragazzo del terzo anno, dai capelli crespi e spettinati, leggeva una
rivista al contrario, fischiettando così forte che gli altri
si
dovettero trattenere dal lanciargli un incantesimo per farlo smettere.
- Ho sonno, Potter, finiscila - sbadigliò una sua compagna,
esasperata. Era carina, bionda e snella, ma il ragazzo non la degnava
di uno sguardo. - Com'è che non somigli per niente a tuo
padre?
- Io somiglio a mio nonno, e ne vado fiero - sbottò l'altro.
- E
non chiamarmi Potter. Ho un nome di battesimo, per la miseria! Ti
insegno a compitarlo, Lisette?
- Si-rius Xe-no-phi-lius Pot-ter. Bleeeh! - gli fece la linguaccia la
giovane Weasley. E rivolgendosi al cugino, che le stava a fianco,
continuò: - Hai mai
letto il giornale di sua madre, Reg? - Si chinò a sondare il
suo
sguardo. - Che c'è, sei nervoso?
L'altro alzò le spalle. Certo che era nervoso, era il suo
primo
anno. Si sarebbe ritrovato suo padre e suo nonno come insegnanti e sua
zia come
Caposcuola. Si consolò con una manciata di caramelle, ma i
gusti
erano uno peggiore dell'altro.
"Vorrei tornare a casa, con Kreacher" pensò. "Ma ho promesso
a
nonno Remus di essere coraggioso... e magari finisco a Gryffindor". In
quel momento
si schiuse la porta e una ragazza alta, dai capelli scuri e mossi,
sbirciò dentro.
- Reg, non rimpinzarti di dolci. Devi essere smistato stasera,
non ricoverato in
infermeria, se possibile.
- Sì, zia Irma... - sbuffò lui.
- E voi, Potter, Weasley, fate troppo chiasso. Tra poco arriviamo,
indossate le divise - e sparì.
- E' già un tormento a casa... - mormorò
Reg quando
fu sicuro che non poteva più sentirlo. - Non credo
che la
sopporterò a lungo... e poi so già che mio padre
sarà severissimo con me. Quest' estate, senza volerlo, ho
ucciso
la sua preziosissima piantina!
La cugina tacque per educazione, ma Sirius sembrava divertirsi un
mucchio a quel racconto. - Beh, tu non ci crederai, ma è uno
dei
pochi insegnanti che mi sta simpatico. Mi spiace che da
quest'anno ci toccherà quella piagnucolona.
Lisette sembrò contrariata alle parole del compagno: - Non
parlare male della mia Direttrice, brutto Ravenclaw! Lei
soffre per
amore. C'est
très romantique...
Sirius le fece notare che il tizio per cui la prof si struggeva era
morto prima che nascessero, ma lei insistette nel dimostrare la sua
ammirazione per tanta costanza.
- Scusate, c'è posto? - La porta si era aperta di nuovo. Una
figuretta aggraziata, dai capelli talmente chiari da sembrare bianchi,
si affacciò nello
scompartimento.
- Prego, prego - balbettò Reg, arrossendo e abbassando lo
sguardo. Era semplicemente un angelo, una creatura perfetta, una...
- Una futura Slytherin.
Sei Viola Malfoy, non è vero? -
commentò Lisette, senza disprezzo nella voce, ma anche senza
eccessiva cordialità.
La nuova arrivata annuì. Di certo si aspettava che sarebbe
stata etichettata immediatamente.
- Io sono Lisette Weasley, e lui è mio cugino, Regulus
Longbottom. Quello...
beh, quello è Potter, ma non farci caso. Hai già
la
divisa? Dobbiamo metterla, tra poco scendiamo.
- Hai un bel nome - disse Viola mentre attraversavano il lago. Anche la
sua voce era bellissima... - Apparteneva a qualcuno della famiglia
Black, non è vero? Mia nonna è una Black, e mi ha
raccontato parecchie cose...
- Davvero? Anche il mio padrino lo è. E' lui che ha scelto
il
mio nome. A prima vista può sembrare un po' strano, ma
è un tipo a posto - disse, parlando un po' tra sé.
Viola strabuzzò gli occhi. - Ma non esiste nessun uomo con
quel cognome da tanti anni! A chi ti riferisci?
- A Kreacher Black, beh... più che un uomo è un
elfo, ma sono orgoglioso di essere il suo figlioccio.
Lei si sentì svenire, ma temeva di cascare nell'acqua,
così arrischiò un'altra domanda:
- Non posso sperare che tu sia un purosangue, vero?
Reg decise di stupirla per bene. Cominciò a enumerare sulle
dita: - Mio nonno è un lupo mannaro, sua moglie è
una
Metamorfomagus
e abbiamo due televisori in casa che trasmettono
continuamente programmi Babbani. Se vuoi farti degli amici, togliti
quelle sciocchezze dalla
testa, Viola. Non portano da nessuna parte.
SPLASH!
Le porse la mano per aiutarla a risalire sulla barca, e lei si
trovò obbligata a lasciarsi aiutare.
- Ehm, grazie, Regulus. - mormorò quando furono a terra,
tremando un pochino. I capelli gocciolanti le ricadevano sul viso
mascherando la sua espressione.
- Non c'è di che.
- Dimentica quello che ti ho detto, per favore. - lo pregò,
trattenendolo per la manica. - Mio padre ha le sue idee, e io a volte...
Lui sorrise. - Non sono arrabbiato. E poi ehi, oggi
è dura per tutti. Vuoi davvero finire a Slytherin?
Viola scosse la testa. - La elle viene prima della emme.
Chiederò al Cappello di smistarmi dove vai tu. Per adesso mi
basta asciugarmi
al più presto...
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
La mia vita, che consideravo maledetta, ha dato frutti. E fiori. E
foglie. La mia famiglia è un albero rigoglioso che si nutre
d'amore mentre lo dona.
L'amore di chi ha vissuto prima di noi, di chi ci sta accanto ora, di
chi deve ancora venire.
Nymphadora Lupin. Oops, Dora e basta. Mia moglie, l'eterna ragazzina
con indosso la maglietta di un gruppo rock e i capelli di un colore
sempre diverso.
Neville. Quella sua timidezza che si è trasformata in
coraggio e coerenza.
La sua Ginny, giocatrice professionista di Quidditch e unica in casa a
saper cucinare.
Irma. Glaciale e inflessibile, quando è a Hogwarts, ma
tenerissima con sua madre.
E poi c'è il nostro piccolo Reg. Mi ha promesso che
farà di tutto per rendere orgogliosi me e nonno Arthur.
E si è fatto un punto d'onore di difendere i
diritti di
eguaglianza e pari dignità tra gli studenti...
(da chi avrà imparato queste espressioni, poi? Non certo dal
suo padrino)
Comincia bene, prendendosi una cotta per quella Malfoy.
Oppure no, chi può dirlo?
Chi dei due imparerà a guardare il mondo con gli occhi
dell'altro?
Hanno tempo. Hanno tutto
il tempo davanti.
Restiamo ad aspettare.
---------------------------------------------------------------------
Grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia finora. Dalla
metà del capitolo inizia la terza parte, ma non so quanto
andrò avanti. Ma dico io... credevo di arrivare al massimo
al quinto-sesto capitolo e invece!
Potrei dire che si sia scritta da sola!
Passiamo ai ringraziamenti singoli:
HarryEly: ho
intenzione di fondare il World Slughorn Fund. Seriamente! Farlo morire
nelle fic secondo me aumenta la simpatia nei suoi confronti...
Ino chan:
non preoccuparti per Ted e 'Dromeda, non si lasceranno!! Belby ha solo
un'infatuazione che si trascina dai tempi della scuola, niente di
preoccupante.
dunky: in
realtà Belby si preoccupa per nulla. Non tiene conto nelle
sue paranoie di due fatti oggettivi: 1) Snape, quando è
stato ucciso da Bella, era già diventato l'insegnante di
Difesa contro le Arti Oscure, siccome era il sesto anno di Harry; 2)
Horace era decisamente anziano ed era malato da tempo, anche se si dava
alla pazza gioia con la sua "Head
of Hufflepuff". Quindi non esiste nessuna maledizione,
solo una brutta coincidenza^^
Feux: non
hai voluto sapere nulla, in chat, eh? Hai fatto bene! Perché
ora starai a bocca aperta per lo stupore!
Grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti!!
Fatevi sentire!!!
SakiJune
|
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Capitolo 18 *** please don't look like me. the traitor's son. ***
HarryEly, Feux, Ino chan, ladymarie, dunky... ciriciaooo! *Saki si
trasforma in Arale!*
Rieccomi. Mi dispiace molto se qualcuno ha pensato che la fic finisse
con lo scorso capitolo. Forse lo si sperava^_^
E invece la musa continua a venirmi a trovare regolarmente...
Questa terza parte della storia è abbastanza diversa, anche
come
stile, credo. Avrei voluto postarla altrove, ma ho preferito non
rischiare di perdere lettori (siete già pochini). Il suo
leit-motiv è ora completamente rovesciato. A dire il vero ho un po' paura
a postare questi nuovi capitoli ora, perché non ho ancora
ben delineato la trama e potrei dover apportare
modifiche a ritroso... spero di non essere costretta a farlo.
Spero vi affezionerete a
Parker e ai suoi amici... ma non troppo perché mi conoscete,
e lo sapete che
prima o poi farò schiattare qualcuno!
Saki
//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
QUALCHE MESE PRIMA
In una città il cui nome non ha importanza, la campana della
scuola elementare suonò la fine delle lezioni per quell'anno
scolastico. I bambini salutarono per l'ultima volta la giovane maestra
e sciamarono per il cortile cercando con gli occhi i genitori che erano
venuti a prenderli. Solo uno di loro non corse con impazienza, ma si
mosse lentamente fino al cancello, a testa bassa.
Un uomo lo attendeva, appoggiato al muro del palazzo di
fronte,
masticando ininterrottamente un legnetto di liquirizia. Le narici
fremevano, come per un tic nervoso, che si estendeva a tutto il viso.
Il suo aspetto era piuttosto sgradevole. Portava una giacchetta
sdrucita e un paio di vecchi guanti, nonostante il caldo di giugno.
- Grazie di essere venuto, papà - sussurrò il
bambino, con una nota di timore nella voce.
- Sgrunt - fu la risposta. - E' arrivata una lettera per te, oggi.
Una lettera? Cosa poteva aver combinato? Il pensiero di una
buona notizia non gli sfiorò nemmeno la mente.
- Finalmente mi libero di te. Vediamo cosa combinerai, a Hogwarts.
Che cos'era Hogwarts? Un collegio per bambini cattivi? Una prigione?
- Non mandarmi via... ti prego papà, farò il
bravo...
L'uomo si fermò ad un angolo della strada e
scoppiò in
una lugubre risata. - Tutti quelli come noi vanno a Hogwarts, alla tua
età.
- Co-come NOI? - balbettò lui. - E che cosa siamo?
Aveva sempre saputo che la sua era una famiglia diversa. I suoi
compagni avevano anche una mamma, per esempio. Una casa pulita e
accogliente. Vestiti nuovi o comunque rammendati. Ma soprattutto
nessuno dei suoi amici faceva scoppiare il lampadario quando era
arrabbiato, nessuno faceva sbattere le finestre con il pensiero, e mai
avrebbe potuto parlare con loro di queste stranezze.
Lui e suo padre erano qualcos'altro.
E alla luce di questa novità, ora avrebbe scoperto che cosa.
- Siamo dei mostri, papà? Degli alieni?
- Io - dichiarò l'uomo - Io sono un mostro. Tu sei soltanto
un mago, Parky.
Durante quell'estate, suo padre subì una trasformazione
abissale. Era sempre stato rude e silenzioso, frugale nelle sue
abitudini. Ora lo sorprendeva sempre più spesso a bere e a
piangere. Sentiva il suo sguardo fisso su di lui, nei momenti
più impensati, quasi volesse imprimersi nella mente la sua
figura.
"Sei triste? Non è vero, quindi, che non vedi l'ora che me
ne vada?" avrebbe voluto chiedergli, ma non osava.
Il primo settembre lo accompagnò a King's Cross e gli
spiegò come raggiungere il Binario. Era esterrefatto, ma
gli credette... se era in grado di rompere una lampadina senza
toccarla, forse poteva anche
attraversare una colonna.
- Leggilo quando sei sul treno. Non prima, è chiaro?
Gli aveva infilato una lettera in tasca.
- Addio, figliolo. Se ti fai degli amici là...
- Che cosa?
- Non tradirli, Parky, non tradire mai...
Con un ultimo triste fremito del viso, era sparito alla sua vista.
- Arrivederci, papà... - mormorò. Ma erano parole
inutili. Rabbrividì alla sensazione che non l'avrebbe
rivisto
mai più.
E si sentì in colpa avvertendo che quel vuoto era anche un
sollievo.
Mio amatissimo figlio,
ti
sorprenderà sentirti chiamare così, da me che non
ti ho mai detto che ti voglio bene.
Ma a cosa sarebbe
servito lasciare che ti affezionassi a me? Le nostre strade si
sarebbero comunque divise.
Non puoi
immaginare quanto la tua vita cambierà da oggi in poi, nel
bene
e nel male. Ma se non seguirai le mie orme, non avrai nulla da temere.
E' così,
Parky, ti daranno
tante regole, e tu rispettale, ma non dimenticare la più
importante: sii diverso da me come il bianco è diverso dal
nero.
La favola dei quattro amici della foresta, la rammenti? Non deve
ripetersi nella realtà.
La tua vera esistenza
comincia oggi, e non include me. Lascia che tutto ciò che mi
riguarda sfumi fino a scomparire.
Resterà la
tua vera identità, la luce del tuo cuore.
Quella luce che io ho
spento tanti, tanti anni fa.
Ti abbraccio.
Tuo padre
Parker posò la mano sul vetro del finestrino. Chiuse gli
occhi...
e sotto le palpebre una luce verdastra lo fece sobbalzare. Sentiva che
in quel momento ogni legame con il mondo in cui aveva vissuto finora
era spezzato per sempre...
Rimaneva solo quella vecchia favola.
Cane, lupo, cervo, topo.
Il topo e il serpente.
Un cerbiatto rimasto solo. Come Bambi. Come...
- Il topo
tradì i suoi amici. Disse al serpente dov'era la tana del
cervo...
- si ripeté a bassa voce, come per cullarsi in un sonno che
non
tardò a venire. Una lacrima scese, inavvertita, sulla sua
guancia.
//////////////////////////////////////////////////////////////////////
Quell'originalaccio di Sirius Potter, appena entrato nella Sala, era
andato a sedersi al tavolo dei Ravenclaw, mentre Lisette aveva
raggiunto le sue amiche di Hufflepuff, così come Irma, ma
quest'ultima aveva scelto una postazione strategica per controllare
tutti e quattro i tavoli.
Reg aspettava di farsi smistare, mentre un poco di nervosismo tornava
ad assillarlo... e poi c'era Viola vicino a lui, con i capelli asciutti
ma ancora quell'espressione di scuse sul visino, e temette di non
riuscire a distogliere gli occhi da lei...
Parker riconobbe la ragazzina. Aveva assistito alla scena
della caduta nel lago, dalla barca dietro la sua, e doveva
ammettere che era stato uno spettacolo piuttosto buffo.
Ma l'aveva anche rattristato, alla luce di quella strana lettera di suo
padre. "Se fossi scivolato io nell'acqua, chi avrebbe allungato la mano
per salvarmi? C'è qualcuno che può volermi bene,
qui?"
non poté fare a meno di chiedersi.
- Studenti di Hogwarts vecchi e nuovi, vi porgo il mio più
sincero benvenuto... o bentornato!
Un ridacchiare generale.
- Siccome vedo delle faccine affamate, ritengo giusto procedere
immediatamente con lo smistamento, e poi potremo goderci la cena. Per
chi non mi conoscesse ancora, il mio nome é Albus
Dumbledore, e
sono il Preside di questa scuola.
L'applauso fu unanime. La professoressa McGonagall mise il Cappello
Parlante sullo sgabello e iniziò a scandire i nomi dei nuovi
arrivati.
- Puoi dirmi di che si tratta? - chiese Parker al ragazzino che gli
stava accanto.
- Sei figlio di Babbani, vero? - fece l'altro.
Lui pensò che fosse una parolaccia.
- Allora te lo spiego. Ci sono quattro Case a Hogwarts, e dobbiamo
essere assegnati a una di queste. Mio padre è stato a
Gryffindor, e anche
i miei nonni e tutti i miei zii, sarebbe una gran cosa se ci
finissi anch'io...
I quattro animali nati
sotto il segno
del Grifone si promisero amicizia eterna... ma il topo era troppo vile
per prestare fede a quel giuramento...
Il suo vicino era così entusiasta che per un attimo aveva
accarezzato la speranza di essere smistato anche lui in questa Casa. Ma
le parole della favola, che l'aveva accompagnato per tutta l'infanzia,
erano ritornate nella sua mente come un ammonimento.
- Longbottom, Regulus!
L'aveva visto correre come un fulmine a sedersi sullo sgabello, da dove
aveva lanciato un'occhiata alla "ragazzina del lago".
- Non mi sembra ci siano dubbi, vero? Solo una curiosità:
quel nome cosa sta a significare?
"Che tutti meritano il perdono, specialmente se hanno subito le
conseguenze di una decisione sbagliata..."
- Gryffindor, senza altri indugi... avevo visto giusto!
Viola batteva il piede sul pavimento, mentre seguiva con lo sguardo la
traiettoria di Reg verso il tavolo della sua Casa. Se era davvero
possibile influenzare la scelta del Cappello, allora...
- Malfoy, Viola!
Ecco, toccava a lei. Doveva pensare intensamente a quello che
desiderava, prima di indossarlo, così...
- Malfoy, eh? Non ci sarebbe bisogno di chiedertelo.
"Ti prego, voglio andare con Reg. Ti prego, lui è stato
gentile con me..."
- Anche a Slytherin saranno gentili. E sono tutti purosangue come te.
"Ma non mi insegneranno niente che i miei genitori non mi abbiano
già ripetuto mille volte..."
- Giusta osservazione. Sei senza dubbio un tipo coraggioso. E va bene,
Gryffindor!
- Pettigrew, Parker!
Toccava a lui.
Il sudore gli imperlò la fronte, le mani gli tremavano.
A passi incerti raggiunse lo sgabello e... un brusio si levò
dal tavolo degli insegnanti.
La voce del Preside reclamò il silenzio, e il suo volto si
era fatto severo.
- Oooh... - fece il Cappello non appena si fu posato sulla sua testa. -
Che dovrei fare? Non mi sono mai trovato in un tale imbarazzo. Mostrami
la tua natura, affinché io non possa sbagliare di nuovo...
"Io non lo so. Non so niente di niente..."
- Non sei ambizioso, non aspiri alla cultura, e la lealtà
non sembra appartenere alla tua stirpe.
Topo, perché hai fatto questo? domandò il cane.
Io mi fidavo di te!
"Io non sono il topo. Non voglio fare del male."
- La paura fa compiere azioni orribili, e poi non si può
tornare
indietro. Pensaci. Vuoi che la storia si ripeta? Dovrei sperare che la
nobiltà d'animo cresca in te attingendo luce da chi ti sta
intorno?
"Penso che sia una bella cosa, no?" gli fu spontaneo pensare.
- Feci lo stesso con tuo padre, gli diedi fiducia. E me ne pentii
amaramente. Perché la luce può nascere dalla
tenebra, ma
non dall'ombra. Ma non saprei in ogni caso dove altro collocarti...
perciò...
GRYFFINDOR!
Non gli piaceva la biblioteca. Trovava che avesse un'atmosfera
soffocante. Ma la signora Weasley era a dir poco bellissima.
- Non guardare zia Hermione in quel modo, tu! - lo avvertì
una
studentessa più grande di lui, che gli stava seduta dietro.
-
Suo marito è un Auror.
Che cos'era un Auror? Una specie di orco? O un mago oscuro, come quelli
di cui aveva parlato il professor Binns a Storia della Magia?
C'erano tantissime cose che non capiva. Si rituffò a
scrivere,
cercando di non pensare a suo padre, alla favola, alla sensazione avuta
sul treno, alle strane parole della lettera e del Cappello.
Perché se cercava di unire tutte questi particolari,
riusciva ad
immaginare solo orrore.
Sperava di diventare amico di Regulus, della ragazzina del lago, di
tutti i suoi compagni di Casa. Ma in quale modo avrebbe mai potuto
tradirli? Che cos'era l'ombra, che cosa significava?
Il topo trotterellava
dietro ai suoi
amici, seguendoli in tutte le loro avventure. Il lupo era saggio e
prudente, il cane era impulsivo, il cervo un poco dispettoso... ma
avevano un cuore d'oro...
Restare nell'ombra. Passività, mancanza di
personalità. Ecco che cos'era.
Ma se il Cappello conosceva la favola...
Basta. Non doveva più stare a rimurginarci, doveva provare a
concentrarsi sul compito...
- Che faccia sofferente - fece Sirius, piantandosi proprio davanti a
lui mentre andava a consegnare il tema. - Ti ci metti d'impegno, eh?
- Mollalo, Potter - gli ordinò Lisette.
Trentasei centimetri... sicuramente non erano abbastanza, ma non
riusciva a fare di più. Si alzò e si
avvicinò alla
professoressa McGonagall.
- Signora Direttrice...
- Sì, Parker? - Non era una persona dolce, all'apparenza, ma
la
sua severità gli era in qualche modo familiare. Non lo
imbarazzava.
- Lo so che è troppo corto, e credo di aver fatto degli
errori, però...
- Vai pure, non preoccuparti. Sono sicura che hai fatto del tuo meglio.
Temette di sentirsi dire "mi ricordi tuo padre, sai?", ma
ciò
non avvenne. Seguì il gruppetto dei Gryffindor,
sperando di attaccare bottone sulla strada per la Torre...
"Il topo si comportava proprio così."
Rimase un po' indietro, spaventato da quelle coincidenze. Ad un tratto,
Regulus si voltò e gli sorrise. - Te ne stai sempre da solo,
tu!
Non ti annoi?
Una battaglia si scatenò nel suo animo. E il desiderio di
affetto e di compagnia vinse.
- Io... sì, mi annoio. Alla scuola dove andavo
prima avevo degli amici, ma qui...
- Qui, anche! - rispose Viola. - Siamo nella stessa Casa, staremo
insieme sette anni!
Regulus lo mise a suo agio. - Ti chiami Parker, non
è vero?
Non devi stare giù, siamo solo all'inizio. Guarda, quello
che se
ne cammina avanti con la testa tra le nuvole è mio cugino
Nedzad. E' arrivato dalla Romania l'anno scorso, anche lui era un po'
spaesato all'inizio. Che ti diceva Potter, prima?
- Lui, beh, si preoccupava perché sembrava che stessi male.
Ha
consegnato un tema che sarà stato sui duecento
centimetri...
Reg gli spiegò che era normale che quelli del terzo anno
avessero compiti più difficili, e comunque i Ravenclaw erano
dei
secchioni di natura.
- Puoi spiegarmi che cos'è un Auror?
- Un cacciatore di maghi oscuri. Come i poliziotti del mondo
Babbano, ma è un lavoro ancora più rischioso e
complicato...
- Babbano? Vuoi dire il mondo... normale?
- Normale! La magia è
una cosa normale. Ma per te è diverso, vero?
- Mio padre è... era... un mago. Ma me l'ha detto solo prima
che venissi qui.
Era una cosa incredibile, ma cercarono di non mostrare troppo stupore.
Mi incontrarono sulle scale. Mi irrigidii, cercando di non guardarli in
faccia, limitandomi a salutare con un cenno del capo.
- Nonno, che hai? Hai litigato con qualcuno? - Reg si sporse dalla
balaustra, per farsi sentire, ma non risposi.
- Il professor Lupin è tuo nonno? - chiese Parker. - Che
forte!
Mi piace molto come insegna, è una persona gentile.
- Stasera fa il maleducato però... chissà che gli
è preso.
- Non ti guarda mai negli occhi, Parky. Posso chiamarti
così, vero? - disse Viola.
Era proprio come lo chiamava suo padre. Ma non voleva essere scortese e
annuì.
- Forse gli ricordi qualcuno - azzardò Reg. - Porca
miseria...
Erano davanti al ritratto della Signora Grassa.
- Ho dimenticato la parola d'ordine!
- Specialis Revelio
- disse
Nedzad, e ridacchiò compiaciuto della sua memoria. - Il
quadro
li lasciò entrare. - Facile da rimanere in testa.
Incantesimo
che Flitwick insegnato ieri. Zio Ron dire sempre anche tuo
padre
dimenticare ogni volta.
Reg ci rimase un po' male, ma non lo diede a vedere e
sbadigliò
vistosamente, affermando che aveva sonno, e salì nel
dormitorio
maschile.
- Ned, ci fai un disegno? - chiese Viola, facendo gli occhioni dolci.
La settimana prima gli aveva visto eseguire lo schizzo di un
drago
spaventoso, colorandolo magicamente.
- Cosa volere che faccio, bella?
Viola arrossì. Sembrava timido, ma a volte era molto
diretto. Forse perché non era abituato a parlare inglese...
- Un ritratto di Regulus - gli disse all'orecchio.
Tracciò le linee del volto, i lineamenti delicati,
colorò
con la bacchetta i capelli biondo-rossicci e gli occhi color miele. Era
abbastanza lusinghiero. Glielo
consegnò, sorridendo, ma si rodeva dentro. Non
perché lui
e Reg fossero in competizione... Viola era troppo piccola per lui,
però, in generale...
Mentre lei correva verso le scale che portavano al
dormitorio delle ragazze, andò a guardarsi allo specchio.
- Io brutto, Parker. Ragazze non piacere brutto come me.
- Consoliamoci, siamo in due.
- A te piacere Viola?
Parker provò ad esprimere i suoi sentimenti. - A me piace
tutto
quello che conosco qui... è cento, mille volte
più
interessante della vita che facevo prima. Non m'importa di conquistare
una ragazza, adesso. Credo che avere degli amici sia il massimo. Vedi,
io non penso di essere brutto, Ned... ma la mia faccia ha lo stesso
qualcosa che non va. O il mio nome, o il passato della mia famiglia.
Conosci la storia dei quattro animali della foresta?
Nedzad scosse il capo. - Storie di draghi, leggende, io sapere tutto.
Ma non capire cosa essere questa favola. Tu dire?
Per quanto fosse doloroso, Parker gli raccontò la favola che
suo
padre gli aveva ripetuto quasi tutte le sere, da quando era
piccolissimo.
... il serpente fu ucciso
dal
cerbiatto, che era cresciuto e voleva vendicare il cervo suo padre e il
cane suo amico. Il topo fuggì e si nascose per il resto
della
sua vita, colmo di vergogna per le sue azioni crudeli e la sua
vigliaccheria...
- Vedi, Ned, credo che il topo fosse mio padre. E se è
così, io non voglio essere come lui.
Nedzad alzò gli occhi e provò a pensarci su. -
Vediamo... Potter essere come sua madre che scrive
cavolate su rivista. Però Caposcuola, zia di Reg, non
somigliare
a nessuno. Viso di angelo, ma grande rompiscatole...
A Parker venne da ridere, liberandosi per un attimo dai brutti ricordi.
- Scegliere di diventare cosa vuoi. Non pensare cose tristi.
*****************
- Peter Pettigrew si è suicidato, nella sua casa di
Hereford, il
giorno dell'arrivo degli studenti a Hogwarts - mi aveva informato
Dumbledore. - Non essere severo con suo figlio, Remus, ti prego.
Non era mia intenzione trattare male Parker. Ma non mi si poteva
nemmeno chiedere di sorridergli o peggio... parlarci insieme...
Mi faceva paura quel ragazzo, e non ero di certo fiero di questi miei
sentimenti. Ma non potevo fare a meno di rabbrividire quando incrociavo
il suo sguardo in aula o in giro per la scuola...
- Irma ha preso sul serio il suo incarico, a quanto vedo. Non abbiamo
mai avuto un Caposcuola così feroce. Soltanto Belby sembra
idolatrarla...
"Feroce? La bimba che saltellava sulle ginocchia di Nymphadora, con i
suoi boccoli scuri e la boccuccia a cuore?"
- Le dirò di essere meno intransigente. C'è
altro, Albus?
- Tuo nipote e la piccola Malfoy... - ghignò, allungando la
mano verso la ciotola di limoni canditi. - Che ne pensi?
Io non penso niente. Non la considero un pericolo, e poi sta a Neville
recriminare sulle sue amicizie, al limite. E' questo
Parker che
mi preoccupa.
- Remus, Remus! Ti conosco troppo bene. - Avevo dimenticato che
Dumbledore era un Legilimens eccezionale. - Tu non odi quel ragazzo,
nemmeno un briciolo.
How can I convince him
that he's not to blame?
Merlino santo, da dove saltava fuori il verso di quella canzone?
Perché doveva essere sempre il ricordo di un vecchio
Slytherin a riportarmi sulla retta via?
Come avevo imparato a dominare i sensi di colpa, così dovevo
fare con il rancore.
E alla lezione successiva, dopo aver rivolto una domanda alla classe,
scoprii di provare soddisfazione quando Parker alzò la mano
per
rispondere.
E sostenni il suo sguardo, che non era affatto terribile.
Non era nient'altro che un ragazzo solo. Un orfano, trapiantato in un
mondo a lui sconosciuto, che chiedeva soltanto di essere amato.
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Capitolo 19 *** the new trio. little love battles. ***
Un enorme abbraccio alle mie commentatrici storiche e alla nuova
arrivata lyrapotter;
continuo a constatare che il mio "omicidio" è stato alquanto
impopolare, e sono contenta proprio per questo. Vuol dire che ero
riuscita a farvelo amare! Ora, è facile suscitare la
commozione "ammazzando" Harry Potter o Ron Weasley, ma se sono riuscita
a farvi dispiacere per Slughorn devo averlo caratterizzato in modo
abbastanza efficace!
Schemino per dunky:
Irma è figlia di Remus e Tonks, e figlioccia di Hermione.
Regulus è figlio di Neville e Ginny, il suo padrino
è Kreacher...
Lisette è la primogenita di Bill e Fleur e suo cugino Nedzad
è figlio di Charlie. Il nome non è propriamente
rumeno, anzi, è la forma slava di un nome arabo, ma mi
piaceva un sacco... come il ragazzo che conosco e che lo porta^^
Sirius X. Potter era nella pancia di Luna qualche capitolo fa,
ricordate? Poi... ah, sì, la madre di Viola Malfoy
è sicuramente Pansy Parkinson, come forse si può
intuire. Ma è un dettaglio senza importanza...
SakiJune
Un mormorio si levò tra i Gryffindor, nella Sala
Grande.
La piccola Malfoy aveva ricevuto una Strillettera!
- Aprila, presto! Altrimenti sarà peggio per
tutti... - suggerì qualcuno.
"Viola, siamo molto
delusi da te. Come hai potuto non essere stata
smistata a Slytherin? E cosa significa che "ti sei fatta degli amici
nella tua Casa"? Il Cappello ha commesso un errore, ma puoi rimediare
frequentando persone degne. Vedi di non darci ulteriori preoccupazioni!"
Silenzio. Dagli altri tavoli giungevano risatine. - Beh, Viola... -
azzardò Parker. - Io la prenderei come un segno positivo.
- Cosa c'è di positivo, sentiamo...
- Vuol dire che non sei come i tuoi genitori. - disse lui piano, quasi
spaventato dalle sue stesse parole. - Che sei te stessa.
Viola sorrise con gratitudine. Da quando era a Hogwarts non aveva
più pronunciato termini come "sanguesporco" e "Babbani
schifosi", che erano usuali a Malfoy Manor. Quasi che la caduta nel
lago avesse lavato via la sua vecchia identità. O era stato
Regulus?
Erano stati i suoi occhi sinceri, la sua dolce fermezza nel mostrarle
come comportarsi.
E ora scopriva che anche Parker aderiva a quella filosofia. Nonostante
si fosse ritrovato all'improvviso in una situazione triste e non ancora
molto chiara, riusciva anche a pensare agli altri, era
straordinario...
Non erano nemmeno tre mesi che la
scuola era iniziata, eppure il cambiamento si faceva già
sentire. Restare
insieme li rafforzava, e ognuno di loro sentiva che non poteva fare a
meno degli altri due.
Ormai erano inseparabili.
Erano il nuovo Trio di Gryffindor.
Se Harry Potter, che non aveva più interessi al di fuori
della redazione del Cavillo,
o Ron Weasley, Auror nel fulgore della sua carriera, li avessero visti
insieme, chissà quale nostalgia li avrebbe afferrati. E
quale preoccupazione, forse. Ma
di loro, soltanto Hermione ebbe la fortuna di assistere alla nascita di
quel
legame. Li osservava. Era evidente che Parker non era un bambino
maledetto. Ma prima o poi qualcuno, quando avrebbe saputo della
sua esistenza, l'avrebbe considerato tale, trasferendo
su di lui il rancore che provava per Peter - che in un ultimo gesto di
vigliaccheria si era ancora una volta sottratto al giudizio del mondo.
Com'era strana, la vita. Se tanti anni prima Crookshanks, il suo gatto,
avesse davvero fatto fuori "Scabbers"... ecco, certamente Voldemort
avrebbe impiegato più tempo a tornare, ma d'altra parte, non
soltanto Parker non sarebbe mai nato: la verità stessa
non sarebbe stata ristabilita, il nome di Sirius Black sarebbe rimasto
infangato per sempre.
Un altro Sirius, che aveva ben poco a che fare con l'originale,
sfogliava con furia il libro di Incantesimi, in cerca di spunti per il
tema che doveva consegnare l'indomani. Era, se possibile,
più
spettinato del solito. Attorno al collo portava un pezzo di stoffa di
un gusto orribile, che ricordava solo vagamente la cravatta
regolamentare della sua divisa.
- Buonasera, Potter. Vuoi arrivare a centoventi, questa volta? -
commentò Lisette passandogli accanto.
In cambio ricevette una linguaccia.
- Che hai fatto alla cravatta? Ti sembrano questi i colori
della tua Casa?
- Eh-ehm. Sono solo più brillanti, Weasley.
- E' quasi fluorescente... è orribile, non ti dico neanche
che
cosa sembri... beh, se il professor Flitwick non ha nulla da ridire, in
fondo sono fatti tuoi.
- CERTO CHE HO DA RIDIRE!! SI LEVI DI DOSSO QUELL'OBBROBRIO, POTTER!
Ooops!
- Certo signor Direttore. Subito...
Che figuraccia.
Davanti a Lisette, poi.
Erano cresciuti insieme da
buoni amici, a giocare nel vecchio campo di Quidditch vicino alla Tana
o nel giardino di villa Lovegood (che continuava a chiamarsi
così, anche se sul campanello c'era scritto Potter), non
c'era
mai stato nessuno screzio tra loro, ma lui
l'aveva mai considerata una ragazza a tutti gli effetti. E poi, con il
fatto che erano stati smistati in Case diverse, nei due anni
precedenti si erano ignorati cordialmente. Però
adesso
qualcosa stava cambiando; era diventata troppo carina perché
non
la notasse, per quanto miope e svagato potesse essere. Persino Viola,
che l'aveva colpito durante il viaggio in treno, gli risultava meno
attraente, man mano che fantasticava sulla sua amica d'infanzia.
Qualcuno avrebbe detto che era quella piccola percentuale di sangue di
Veela che le scorreva nelle vene, a renderla irresistibile ai suoi
occhi; ma c'era qualcosa di più, senz'altro.
- Vado in Guferia a vedere se mi è arrivato qualcosa da zia
Gabrielle. Doveva mandarmi un vestito nuovo per la gita di domenica a
Hogsmeade...
Sentendola parlare così, gli sembrò un vera e
propria richiesta d'invito.
- Ci... andiamo insieme? - buttò lì, incrociando
le dita e formulando mentalmente scongiuri contro i Nargilli.
Il sorrisino di lei gli parve molto incoraggiante.
********************
Quella voce implacabile si alzò d'improvviso, quasi stridula.
- Dieci punti in meno a Gryffindor! Non si corre per i corridoi.
Irma Lupin, l'incubo di ogni studente.
Nedzad strabuzzò gli occhi e prese a supplicare, andandole
dietro:
- Signorina Caposcuola, Madama Hooch chiesto di me... devo entrare
squadra...
Irma lo fissò con dispetto. - Chiederò alla
professoressa
McGonagall di impedirtelo. Solo perché Nancy Wood si
è
ritirata, non è un buon motivo per ingaggiare uno zuccone
come
te.
Ned sentì il sangue salirgli alla testa. - Tu non chiamare
me
zuccone! Nemmeno Preside Krum essere mai stato severo come te!
Non aveva un ricordo splendido dei suoi anni a Durmstrang, ma
per lo meno
là era considerato al pari degli altri. Era sempre riuscito
bene
negli studi e per tre anni di fila era stato battitore nella squadra di
Quidditch. Ora che avrebbe potuto mostrare le sue capacità
anche
ad Hogwarts, ecco che quella ragazza voleva mettergli i bastoni tra le
ruote. Ma che cosa le aveva fatto?
- Tu paura che io tirarti un bolide in testa prossima partita?
Irma era infatti, tra l'altro, la cercatrice di Hufflepuff.
Cogliendo il suo sguardo, capì che aveva centrato in pieno i
suoi timori. Sapeva di avere un fisico poco rassicurante.
Accennò a un sorriso:
- Io non fare male belle ragazze. Promesso.
Irma voltò il capo, sprezzante, e in questo modo
mascherò
il suo rossore. - Per adesso quei punti non te li tolgo. Ma non pensare
di essertela cavata, Weasley, ti tengo d'occhio.
Più che una minaccia, sembrava una cosa piacevole, essere
tenuti d'occhio da lei.
*************************
Parker era preoccupato per la chiusura della scuola in dicembre. Non
aveva proprio nessun posto dove andare. Sapeva che era possibile
restare al castello, ma non era una buona idea, sarebbe rimasto a
rimurginare tutto il tempo, e il clima non gli facilitava una rapida
risalita dell'umore...
Non era di per sé un ragazzo timido con i suoi coetanei,
alla
scuola elementare era anzi piuttosto popolare, ma
chiaramente trovarsi senza un punto di riferimento era stato
spiazzante. Ora le cose sembravano andare meglio: Reg e Viola erano
così simpatici (e no, non era geloso della loro evidente
attrazione reciproca), poi la professoressa McGonagall lo incoraggiava
molto quando trovava difficoltà nello studio, e pian piano
queste incertezze si andavano dissipando.
Però non se la sentiva di restare solo nella scuola, persino
Hagrid sarebbe andato a passare le ferie dalla sua fidanzata, la
Preside di Beauxbatons... restava il professor Binns, e non era proprio
una gran compagnia.
E man mano che le vacanze si avvicinavano, la sua ansia cresceva. Si
confidò con Reg, e senza pensarci due volte lui lo
invitò
a Grimmauld Place.
Neville mi informò della cosa con un tono abbastanza neutro:
era
naturale, lui aveva sentito parlare solo indirettamente di Wormtail.
- Ne faresti volentieri a meno, ho indovinato?
Non risposi. Non negavo che la situazione era imbarazzante. Ma
avevo imparato ad apprezzare Parker come studente. Persino Hermione si
era affezionata a lui, e aveva notato quante ore trascorresse in
biblioteca per migliorare i suoi voti.
- Non posso venire subito a casa, abbiamo del lavoro da fare nelle
serre. Ce la fai a gestire la situazione?
- Nessun problema, Nev. Fatti vivo, quando avete finito, o Ginny si
arrabbierà davvero.
Anche Irma sarebbe rimasta a Hogwarts, con gli altri membri del club di
Pozioni. A volte sospettavo che Belby la tenesse sul piedistallo solo
perché somigliava ad Andromeda, più
che per il suo andamento scolastico e la sua posizione.
"Nessun problema" ripetei a me stesso, ed ero davvero convinto che
fosse così.
Quando arrivammo a casa, non mi stupii di sentire un gran fracasso
provenire dalla cucina. Mia moglie cercava sempre di mettere il naso
tra i fornelli, ma Ginny e Andromeda respingevano con energia i suoi
tentativi di dare una mano. Una tipica giornata di vacanza in casa
Lupin, decisamente.
- Buongiorno, mie donnine - scherzai.
Ginevra si mise le mani sui fianchi: - Ho ricevuto il gufo di Neville.
Sono stufa! Stufa! Continua a trascurarmi per quelle sue maledette
piante!
Mi strinsi nelle spalle, facendole capire che non c'entravo con le sue
decisioni. Ma si rasserenò immediatamente.
- Reg, tesoro, da quanto la mamma non ti vede?
E corse a sbaciucchiarlo, dimenticando per un attimo di avere un marito
deludente.
- E lui è un tuo amico? Ciao, io sono la mamma di Regulus.
Come ti chiami?
- Sono Parker Pettigrew, signora Longbottom. Piacere di conoscerla.
Ginny aggrottò le sopracciglia. cercando di ricordare dove
poteva aver sentito quel cognome. Io non dissi nulla.
Andromeda era indecisa se aggiungere le patate all'impasto del
polpettone, e chiese a Ginny se a suo padre piacessero...
- Perché, Arthur viene a cena, stasera? - chiesi, contento
che
il discorso portasse in tutt'altra direzione che non l'argomento
"famiglia di Parker".
- E' arrivato mezz'ora fa, veramente... - rispose Dora, rassegnata a
non fare nulla, mordicchiando una frittella.
Reg esultò e trascinò Parker in salotto, per
"fargli conoscere l'altro suo nonno".
- ... lui e il Ministro avevano voglia di salutarti.
Raggelai. Fu un attimo di puro terrore.
- Che... che cosa?
Stava per consumarsi una catastrofe, che dovevo assolutamente evitare.
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Capitolo 20 *** moments of fear. my cold head girl. ***
Perdonate la brevità. Non riesco, e forse non
riuscirò mai, a scrivere capitoli tutti della stessa
lunghezza. Comunque.
Passiamo ai saluti, che saranno più lunghi del capitolo:
HarryEly: ti
sei affezionata a Parker? Anch'io! Amos invece no! Ihih!
Feux: quando
smetterai di essere ripetitiva, mi preoccuperò. Smaks!
complimenti per l'intuito in relazione agli avvenimenti che hai
dimostrato in chat.
lyrapotter:
in effetti bisognava sviscerare il capitolo 9, per cogliere
l'implicito...
Irma E' una
Percy numero due, non c'è niente da fare. Ma nel prossimo
capitolo si vedrà qualcosa in più su di lei.
Remus non deve per forza avere importanza nelle vicende, per me, a
volte il suo è un punto di vista esterno, ma quando viene
coinvolto direttamente... beh, qui si vede.
ladymarie:
certo che è odioso, quel cognome! Ma io sono nota per i
tentativi di riabilitazione dei personaggi detestati, e se è
impossibile, dei loro discendenti! Grazie per i complimenti e per aver
recensito la mia flashfic sulla Hooch.
Ino chan:
non mi ero illusa, anzi, mi eri mancata! a quando l'aggiornamento di
"To review you still"? Lo so che ne hai 400 in corso (!!), ma quella...
sniff! Non è che è finita e non me l'hai detto?
DUNKY, DOVE SEIIIII?
SakiJune
Corsi in salotto.
E capii che era troppo tardi.
Amos Diggory, il volto mortalmente pallido contratto in una smorfia
feroce, minacciava Parker con la bacchetta.
Quest'ultimo, da parte sua, tremava in un angolo, gli occhi alla
ricerca
disperata di qualcuno che lo aiutasse. Ma Arthur era rimasto seduto,
incapace di schierarsi contro il suo amico e superiore. Reg mi corse
incontro, incitandomi a fare qualcosa...
- Il signor Ministro è impazzito, nonno. Lo vuole uccidere,
capisci?
- Andate di sopra - ordinai ad entrambi. Regulus prese Parker per mano
e uscirono dalla stanza.
Era chiaro cosa fosse accaduto. Parker si era semplicemente presentato.
E se persino Ginny era rimasta perplessa nel sentire quel nome...
- Non è un'omonimia, Lupin. Non è una
coincidenza, vero? Rispondimi, per Merlino!
- Amos, ca-calmati... - balbettò Arthur, ancora scosso.
Il Ministro della Magia abbassò la bacchetta, ma la sua
espressione rimase la stessa.
- E' suo figlio, è vero. Ma non ha nessuna colpa...
è solo un ragazzo, se puoi...
- ANCHE IL MIO CEDRIC ERA UN RAGAZZO! - gridò. - E
quell'essere
schifoso l'ha ucciso, quel traditore, quel viscido animale!
- Lo fece sotto gli ordini di Voldemort... - gli ricordai, ma le mie
parole non fecero che accrescere la sua ira.
- Lupin! Tu osi difenderlo! Ma certo. Io so che un tempo eravate amici,
che in
fondo l'hai perdonato. E ora inviti suo figlio a casa tua, ooooh...
frequenta Hogwarts, non è vero?
Gli spiegai che Parker era uno studente volenteroso, docile e pieno di
rispetto... che anch'io ero stato titubante, all'inizio, ma avevo
dovuto ricredermi. Aggiunsi che Dumbledore non era uno sprovveduto, e
che non gli avrebbe mai permesso di entrare nella scuola
se non lo ritenesse assolutamente innocuo.
- Non me ne importa! Dumbledore è uno stupido, se si lascia
incantare dal figlio di un Mangiamorte! E anche tu... mi deludi,
davvero... non finisce qui!
In preda ad una vera e propria crisi isterica, si
smaterializzò
lasciando me e Arthur a guardarci in silenzio, e Dora, Ginny e
Andromeda a bocca aperta sulla soglia del salotto.
Non finisce qui.
Non sembrava una frase campata in aria, purtroppo.
Che cosa aveva in mente?
Si sarebbe tornati come ai tempi di Fudge e della Umbridge, quando il
Ministero aveva preso a controllare strettamente la scuola?
- Professor Lupin... perché quell'uomo mi odia tanto?
Ero andato di sopra a dare la buonanotte ai ragazzi, quando mi ero
sentito tirare per la manica.
- Ti ha fatto spaventare, Parker? Mi dispiace. Vedi, lui è
il
Ministro della Magia. Ha molte responsabilità, e a volte si
innervosisce...
- Ma io sono stato gentile con lui, non gli ho fatto nulla!
- Lo so - cercai di infondergli tutto il mio affetto in quelle due
brevi parole.
Rimasi vicino al suo letto finché non si
addormentò, e
alla luce di uno spicchio di luna scrutai il suo viso per capire dove e
come assomigliasse a Peter.
Nulla.
Forse l'aveva adottato.
Era un'idea folle, però...
Oppure semplicemente aveva preso dalla madre. Mi chiesi quale donna
avrebbe scelto come compagno un uomo del genere.
Doveva averla messa sotto Imperius.
Nei giorni successivi ebbi la tentazione di chiedergli qualcosa a
riguardo, ma non volli rattristarlo. E quando spiegai la situazione a
Kreacher, trovai in lui un alleato. Tutti gli amici di Reg erano amici
suoi, sentenziò; si impegnò a farli
divertire e non
lasciare che pensassero troppo a quanto era accaduto con il Ministro.
Sicuramente, Parker non aveva mai festeggiato un Natale come si deve,
con una famiglia vera. Non riuscivo proprio ad immaginare che genere di
padre fosse stato Peter, per lui, ma comunque perderlo così
all'improvviso, e trovarsi in una realtà del tutto nuova,
doveva
essere stato scioccante.
In quei giorni comprai molti regali ai ragazzi e a Dora, forse
più di quanto potessi permettermi; e quasi tutte le sere ero
da
'Forth insieme a Moody... a cui raccontai l'episodio.
- Tutto chiaro, allora. Il Ministero vigilerà su Hogwarts, e
noi vigileremo sul Ministero.
"Noi" voleva dire lui, Kingsley e mia moglie.
- Non mi è mai piaciuto, quel Diggory. Bah!
Non era vero. Fino a quel momento lo avevamo ammirato moltissimo, per
tutto ciò che aveva fatto per il Mondo Magico, per la sua
imparzialità e il suo senso della giustizia... ma le cose
presto
sarebbero cambiate, e tutto per un cosiddetto incidente diplomatico che
per disgrazia era avvenuto sotto il mio tetto.
Nel frattempo Arthur non si fece più vedere, forse era
impegnato
a convincere Amos a non commettere sciocchezze. Né lui
né Molly si fecero vivi, neanche per il giorno di Natale; in
compenso però c'erano Bill, Fleur e Lisette: quest'ultima
ritenne opportuno avvisarmi di quanto Irma fosse assolutamente su di
giri a causa delle selezioni in corso per le Olimpiadi Mondiali di
Aritmanzia. A gennaio la professoressa Vector avrebbe annunciato il
nome dello studente scelto per partecipare alla gara.
Non c'era niente da fare, mia figlia era solo per metà una
vera
Hufflepuff. Il lavoro duro non le faceva paura, certo... ma da quando
aveva cominciato la scuola, sette anni prima, si era sempre e solo
occupata di se stessa e del proprio andamento scolastico. Fino a
raggiungere la vetta più alta possibile.
Ma era felice,
così? Dove si nascondeva la bimba bruna e affettuosa a cui
avevo
dato la vita?
Temevo di averla perduta, temevo che sarebbe diventata come Percy
Weasley, magari senza fare la sua fine siccome non eravamo in guerra...
ma comunque...
- Mio cugino si è innamorato di lei.
- Eh? - Mi riscossi da quei pensieri poco rassicuranti. Lisette
ripeté:
- Ned, il figlio di zio Charlie... si è preso una bella
cotta
per Irma. E per giunta, anche lui è un candidato per quella
gara.
Questa era una bella notizia. Non c'era nulla come un'allegra
schermaglia amorosa che poteva mettermi di buon umore.
Forse, dopotutto, il ghiaccio nel cuore di Irma aveva la
possibilità di sciogliersi.
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Capitolo 21 *** the collapse of Irma Lupin ***
Quando tornammo a Hogwarts, fui immediatamente convocato
nell'ufficio
del Preside. Immaginavo che si trattasse di una qualche grana con il
Ministero, in relazione al putiferio scoppiato nel mio salotto, ed ero
preparato praticamente a tutto.
O quasi.
- Prima di raccontarti quello che è successo, Remus, voglio
precisare che non ne hai nessuna responsabilità. Mi sarei
comportato esattamente come te.
Diggory, fino a quel momento il Ministro-Più-Democratico che
il Mondo Magico avesse
mai avuto, che aveva concesso il diritto di voto agli elfi domestici e
abolito quasi tutte le restrizioni sulle Passaporte private... aveva
fatto il diavolo a quattro. Era arrivato a minacciarlo di far chiudere
la scuola se Parker non fosse stato espulso.
- E cosa gli hai risposto?
- Mi conosci, Remus.
Già, lo conoscevo. Aveva permesso a ME di frequentare
Hogwarts... figurarsi se aveva la minima intenzione di mandare via un
ragazzo del tutto innocente...
- Mi sono messo nei guai, temo. Ci saranno delle ispezioni e
verrà usato qualsiasi pretesto per farmi dimettere.
- Ma Albus, tu e Hogwarts siete praticamente la stessa cosa!
L'anziano mago fece un gesto per schermirsi: - Ora non esagerare.
Verrà anche il mio giorno, e ho già dato
disposizioni per
chi dovrà prendere il mio posto. Ma questa scuola
non
chiuderà e non vedrà un'altra Umbridge, lo
impedirò fosse l'ultima cosa che faccio!
Nel frattempo, in Sala Grande, Viola riabbracciava i suoi amici, dopo
aver trascorso le vacanze tra rimproveri e prediche d'ogni tipo.
Era così bello ritrovarsi a... casa.
Sì, Hogwarts era la sua vera casa, non Malfoy Manor. Ne era
convinta più che mai.
Un'insegnante, che Parker e Viola conoscevano solo di vista,
si avvicinò a Reg e gli chiese dove fosse Nedzad.
- E' nella nostra Torre, credo. Qualche guaio, professoressa
Vector?
- Niente affatto. Anzi... ho proprio una splendida notizia da dargli -
sorrise lei.
- Allora saranno dolori per una certa Caposcuola di mia conoscenza! -
Corse fuori dalla stanza e giù nei sotterranei. Un gruppetto
di
Hufflepuff chiacchieravano davanti all'ingresso della loro Sala Comune.
- Zia Irma! Yu-huu!
- Cos'è tutto questo chiasso, Reg?
- Volevo essere il primo ad annunciarti che questa primavera, per te,
non ci sarà bisogno di affrontare un lungo viaggio...
- Che cosa vuoi dire, brutto marmocchio?
- Che hanno preso Ned per le Olimpiadi! Ambasciator non porta pena, eh!
- e sparì di nuovo su per le scale.
- NOOOOOO! Maledetto
Weasley!
A quell'urlo, Damocles Belby si precipitò fuori dal suo
ufficio
per sincerarsi che la sua studentessa preferita non stesse subendo un
Cruciatus.
In realtà era semplicemente svenuta, e i due prefetti di
Hufflepuff la sorreggevano con un certo imbarazzo.
****
- Lo odio.
Sul letto dell'infermeria, con le coperte tirate fino al mento e il
broncio che ben conoscevo, la mia bambina (non potevo che vederla
ancora come tale, in quella situazione) si lamentava della cosiddetta
ingiustizia che l'aveva colpita.
- E odio la Vector.
- Ma non esagerare... - dissi il più dolcemente possibile,
trattenendo un sorrisetto.
- E odio Regulus!
Riguardo a questo, non potevo darle tutti i torti. Non aveva avuto un
minimo di tatto, era stato quanto mai spietato.
- Neville gli ha già tirato
le orecchie
- la rassicurai. Era la verità, e proprio in quel momento
Reg
stava rinvasando quaranta piantine per la lezione dell'indomani,
maledicendo se stesso e la sua linguaccia.
Mi faceva un'immensa tenerezza. Capii che mi trovavo in una delle poche
occasioni in cui potevo comunicare davvero con lei. Le presi la mano:
- Tesoro, io credo che tu stia chiedendo troppo a te stessa. Nessuno ti
obbliga a essere la migliore in tutto. Ti vogliamo bene così
come sei...
Irma mi lanciò uno sguardo sospettoso.
- Chiederai al Preside di sospendere i miei incarichi perché
ho avuto una crisi di nervi?
- Ma no! Credimi, non mi è neanche passato per la mente!
Vorrei
solo che non fossi così dura con te stessa e con gli altri,
e
che non ti sovraccaricassi di impegni. Il Club di Pozioni, le
Olimpiadi... sono tutte cose superflue. Pensa a divertirti e a
prepararti per i M.A.G.O. senza altri affanni.
Lei non rispose.
- Sai chi ti ha mandato quei fiori? - incalzai, indicando un vasetto
appoggiato sul comodino accanto al letto. Scosse la testa, non molto
incuriosita.
- E' stato Nedzad.
- Buttali via! Ti ho detto che lo odio! - gridò, ma i suoi
occhi dicevano ben altro.
- Vuoi che ti legga il biglietto? - proposi cercando di mantenermi
serio.
- No! Sì... No! Dammi qui...
Me lo strappò di mano e lo lesse.
Signorina Caposcuola,
Sono disposto rinunciare
per te. Gara di Aritmanzia non è importante come tuo sorriso.
N.W.
Era diventata rossa come un pomodoro.
- Ho un nome, stupido zuccone - mormorò tra i denti, ma si
capiva che era commossa.
- Digli che non è necessario che si sacrifichi (questa
parola era intrisa di ironia). Se la Vector ha preso questa decisione,
beh... incasserò il
colpo... non ha bisogno di fare il cavaliere con me solo
perché
sono una femmina
(altra sottolineatura verbale).
E nascondendosi completamente tra le coperte, si mise a dormire.
****
Diggory si muoveva velocemente.
Il quindici di gennaio ci fu la prima ispezione a sorpresa, che mise a
dura prova la pazienza di me e dei miei colleghi. Quando gli Auror,
in divisa ufficiale (di foggia Babbana, tra l'altro), fecero irruzione
nell'aula di Incantesimi per assistere alla lezione del primo anno, per
poco Flitwick non cadde dalla sua pila di libri. Certo, lui e la
maggior parte degli altri insegnanti erano già passati
attraverso una simile umiliazione, ma quella volta si trattava
di
una maga vestita color rosa confetto, non di energumeni simili
a
soldati. Gli studenti si sentivano osservati e a disagio.
- E' colpa mia, ragazzi - diceva Parker, sconsolato. - Vi sto causando
un sacco di guai.
- Non dirlo nemmeno!
- Infatti, dai retta a noi - erano le parole di Viola. - Il Ministro
è un gran cretino.
- Grandissimo Troll! - aggiungeva Nedzad, mostrandogli appunto un
ritratto del suddetto cretino con la faccia verde e le orecchie a
trombetta.
Parker protestava, timoroso che i suoi amici si potessero mettere nei
guai per difenderlo. - Brucia subito quel disegno, potrebbero
ispezionare la Sala Comune...
- La Direttrice McGonagall difenderà la nostra Torre a spada
tratta! Siamo inattaccabili, invincibili, in una botte d'acciaio... -
Regulus si rotolava sul tappeto, fingendo a tratti di cavalcare un
invisibile destriero.
- Scusa, si dice una
botte di ferro - Parker non poteva più
trattenersi, contagiato dall'allegria degli altri.
- Hai sorriso! Ce l'ho fatta! - esultava Reg, mentre a sua insaputa
Viola lo guardava incantata.
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ANGOLINO
DI SAKI...
Mi sto seriamente impegnando a tradurre le mie fic in inglese e farle
betare, per pubblicarle su altri siti. E' un lavoraccio e finora ho
ricevuto solo porte in faccia... ma non mi arrendo.
Ora sto traducendo e adattando "Why haven't I told you" per il forum Charming Roots, che
si occupa di questo pairing stranissimo ma che adoro... e che molto
probabilmente "infetterà" anche questa storia. (non vi
anticipo niente...)
Spero me la pubblichino!
Passiamo ai ringraziamenti: sei recensioni, mi viene da mettermi a
ballare sulla sedia!!
Feux: spero
proprio che quello che è successo a Irma in questo
capitolo sia di tuo gradimento. Smaks!
lyrapotter:
la mamma di Parker? sinceramente, non ne ho idea! forse lo
inventerò più avanti, o forse lo
lascerò nel mistero. Comunque, in linea di massima,
è morta o ha abbandonato la famiglia quando lui era molto
piccolo. Tu ci vivresti 24h/24 con Wormtail?
HarryEly:
noto con piacere che hai (avete) colto lo spirito di questi capitoli.
Non è mia intenzione demonizzare nessuno dei personaggi, i
loro rancori e il loro egoismo li portano a compiere azioni anche
tremende ma... sono esseri umani.
ladymarie: esattamente: Parker è un bambino "a modo". Sono
contenta di essere riuscita a trasmettere questo particolare!
dunky: fa
niente, capita anche a me qualche volta! Seguo talmente tante fic...
questo come ti è sembrato?
Ino chan:
benvenuta nel fan club di Irma Lupin. Intanto saranno tolti
dieci punti alla tua Casa (qual è?) perché hai
osato lusingarla. Poi sarai estromessa dalla squadra di Quidditch e
passerai tre sere alla settimana in punizione con il professor Belby.
*Saki rotola* Ma certo che si scioglierà... è
figlia di Nymphadora o no?
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Capitolo 22 *** Hogwarts splitted in two, beheaded. ***
- RIUNIONE
STRAORDINARIA DEL CORPO DOCENTI!!!
Hermione disse che Flitwick si era messo in testa di fare il
"sindacalista". Che cosa significasse, me lo sarei fatto spiegare
più tardi, ma alla riunione ci andai, come tutti.
Fu presto chiaro quale fosse il motivo di quella convocazione. Alcuni
di noi pensavano che fosse opportuno farsi da parte e rispettare
il lavoro
del Ministro, altri erano preoccupatissimi e non capivano
perché Dumbledore ammettesse questa vergogna.
Gli animi si scaldarono in pochissimo tempo.
- Nessuno di noi vuole mettersi apertamente contro il Ministero. Ma
è chiaro che si sta commettendo un grave errore. Uno dei
nostri
studenti è stato messo sotto accusa per i crimini commessi
da
suo padre, e sapete di chi e che cosa sto parlando... - disse la
professoressa McGonagall. - Ora, come Direttrice della Casa di
Gryffindor e come essere umano, non posso tollerare che un ragazzo di
undici anni debba essere trattato in questo modo.
Flitwick la interruppe. - Veramente, la mia intenzione era di sigillare
il castello per non farli più entrare, gli sgherri del
Ministro.
Avevo in mente qualche scherzetto proprio carino.
- Non siamo ancora a questo punto - riprese il discorso la vicepreside,
senza
batter ciglio. - Sono abbastanza sicura che Albus abbia la situazione
sotto controllo, ma lo stesso non sono tranquilla. E voi cosa pensate?
Pomona Sprout dichiarò che non aveva niente contro Parker,
il
quale per altro non frequentava le sue classi, ma che non poteva
dimenticare quanto la sua Casa avesse sofferto per l'assassinio di
Cedric Diggory.
- A guardare il mondo con i tuoi occhi, cara collega, dovrei andare a
caccia di Dissennatori in tutto il Mondo Magico, per vendicare la
signorina Chang... - replicò Flitwick, ma venne zittito da
Belby.
- Andiamo, stiamo parlando del
Ministero della Magia, non di una setta di maghi oscuri. Non ho nessuna
obiezione al fatto che il mio lavoro venga controllato, non ho niente
da nascondere.
- Septima?
- No comment.
- Firenze?
- Prevedo tempi duri... non dico altro.
Molti tacquero. Forse avevano un'idea chiara sulla situazione, ma non
se la sentivano di schierarsi.
- Remus, tu che cosa ne dici?
Feci un passo avanti.
- Io sono d'accordo con Minerva e Filius. E chiunque osa torcere un
capello a Parker Pettigrew... dovrà vedersela con me.
- E con me - aggiunse Hagrid, anche se sapeva che le sue risorse erano
limitate.
Neville mi guardava con una certa aria colpevole. Sapevo già
quale decisione avrebbe preso.
Per la prima volta ci trovavamo su due fronti opposti.
****
La seconda ispezione portò delle conseguenze tangibili.
Hagrid
tentò di impedire ai funzionari di avvicinarsi durante la
sua
lezione, per non spaventare i Vermicoli: fu una decisione azzardata che
gli costò il suo impiego. Il Preside non poté far
nulla a
riguardo, e lui si risentì moltissimo.
- Ormai ho perso il conto di tutte le volte che ci sono stato
allontanato da Hogwarts. Mi sono veramente stufato. Me ne torno dritto
da Olympe, ce lo giuro che non mi rivedrete...
In realtà, da anni non vedeva l'ora di andare a stare dalla
sua innamorata. Era il COME che lo aveva indispettito. Aveva trascorso
tutta la vita in adorazione di Dumbledore, e ora a suo parere quel
grand'uomo non aveva alzato un dito per difenderlo!
Albus non aveva colpa, lo sapevo. Se avesse protestato, le ricadute per
tutta la scuola sarebbero state ben peggiori: ma mi indignai ugualmente.
Nonostante l'ottimismo dei ragazzi, nemmeno Minerva riuscì a
bloccare il sopralluogo nella Torre dei Gryffindor. Per il rotto della
cuffia, Parker venne nascosto nella Stanza delle Necessità,
ma
quando Diggory vide i suoi scagnozzi tornare al Ministero a mani vuote,
la sua rabbia raddoppiò.
Nel frattempo, alcuni studenti del terzo anno furono sorpresi da Belby
con un volantino tra le mani. Lo etichettò come "materiale
sovversivo" e prese ad indagare su chi potesse esserne l'autore.
Il testo, un'interessante componimento a rime baciate, era il seguente:
Open your eyes, girls
and boys.
We're not beasts and
we're not toys.
Stop, Minister, with
this show,
time has come, you have to
go.
Parker is just one of us,
it's a thing you can't
discuss.
Put your hands off our
school,
Diggory, you fucking
fool!
Era firmata semplicemente "Essex".
Condividevo quasi ogni singola riga, anche se l'ultima era
effettivamente un po' troppo colorita. Non c'erano dubbi che fosse
opera di uno studente. Anzi, mi venne il sospetto che
Regulus potesse entrarci in qualche modo...
****
- Ti assicuro, nonno, non sono stato io a scriverlo. Ma sembra che
questo Essex mi abbia letto nella mente.
- Ti credo.
- E se te lo stai chiedendo... Viola mi avrebbe confidato una cosa
così importante, sono sicuro.
- Vero anche questo.
E poi non mi vedevo proprio la piccola Malfoy a scrivere la parola
"fottuto" in una poesia.
****
Qual era, in fondo, la differenza tra noi "irriducibili delle Torri" e
loro, "pacifisti dei Sotterranei", come avevamo preso a chiamarci
reciprocamente? Il coraggio, credo, nient'altro. Ancora oggi non credo
che Belby e la Sprout fossero in malafede. Né tantomeno che
lo
fosse Neville. Provai a parlargli diverse volte, e non seppe mai darmi
una spiegazione razionale della sua decisione a non aiutarci.
L'ultima volta che andai a cercare di convincerlo, borbottò
qualcosa sul fatto che "era adulto ormai, non era
costretto a seguire le mie idee". La verità era
esattamente il contrario. Non era cresciuto affatto, e mi dispiaceva
molto ammetterlo: gli era bastato sentire l'opinione di colei che
considerava la sua maestra
di vita,
per schierarsi dalla sua parte, infischiandosene di tutto il resto.
Scossi il capo come rassegnato.
- Mi chiedo soltanto, Professor Longbottom... che cosa ne abbia fatto
del mio Neville.
Allargò gli occhi, spalancò la bocca come a dire
che non
capiva cosa volessi intendere, cioè, era sempre lui, no?
Eravamo
semplicemente su due posizioni diverse, ma poteva succedere, no?
Non soddisfatto del suo amaro stupore, rincarai la dose:
- Perché è con lui che avrei voluto parlare.
E me ne andai, sbattendo la porta con tanta forza che tutta la serra ne
vibrò.
Non appena fuori, mi imbattei in Nedzad Weasley, che mi
salutò con molto rispetto... oserei dire devozione.
- Se cerchi la professoressa Sprout, non c'è - lo avvisai.
- Ehm, grazie, allora provare domani... - rispose, non
eccessivamente deluso. Mentre tornavamo insieme verso l'ingresso
principale, mi rivelò cosa era venuto a dirle: aveva deciso
di
non portare Erbologia agli esami, quindi avrebbe smesso di frequentare
le sue lezioni.
- Posso chiederti perché? - gli domandai a bruciapelo.
- Ecco, lei... essere tra quelli che sopportare Auror in silenzio. Io
avere voglia di prendere tutti a pugni. Così, senza di me,
lei
tranquilla.
Mi piaceva davvero quel ragazzo, non soltanto perché voleva
bene a Irma. La sua sincerità era disarmante.
- I tuoi fiori hanno sortito il loro effetto, sai, Ned - Gli allungai
una leggera gomitata. - Anche se quella signorina non lo
ammetterà facilmente.
Era buffissimo, ora, non riuscivo più a distinguere
la faccia dai capelli, tanto era arrossito.
- Il suo era solo un capriccio, ha capito di aver avuto una reazione
esagerata. Parti pure senza problemi, e auguri per la gara. Al tuo
ritorno avrete modo di parlarvi.
Lo lasciai in uno stato d'animo di confusa eccitazione, e sperai che
Irma non disilludesse le speranze che gli avevo instillato.
Anche lei, per altre ragioni, seguiva ciecamente la sua
Direttrice, ovvio... per cui non
potevo contare su nessuno dei miei figli. Per uno strano scherzo del
destino, l'altro Caposcuola era uno Slytherin, alle dirette dipendenze
di Belby.
Lisette Weasley, invece, manifestò uno spirito di ribellione
a
quella divisione imposta tra le Case. Si diceva avesse una cotta per un
giovane Ravenclaw, per cui non sopportava che le venisse detto chi
frequentare e chi no.
Che fosse lei, Essex?
Di nuovo, scartai quell'ipotesi, come avevo già fatto per
Viola... la sua figuretta da Veela stonava con quelle
parole tanto... volgari. L'autore era senza dubbio un ragazzo, molto
intelligente
peraltro, ma abbastanza incosciente da
lasciare qualche possibilità di essere scoperto.
Ero sicuro che la McGonagall, o Flitwick, o entrambi ne sapessero
qualcosa in più. Ma presto l'identità
del nostro sostenitore
segreto non fu la nostra preoccupazione principale.
****
- Mandalo via, o passerò alle maniere forti.
- Sarebbe a dire?
- Se non gli svuoterete la memoria e lo rimanderete tra i Babbani, ce
ne occuperemo noi al Ministero.
- Mai, Amos. Parker Pettigrew ha il diritto di frequentare Hogwarts
come tutti.
- E' la tua ultima parola?
- La mia ultima parola.
E lo fu davvero. Mentre il Ministro se ne andava sbattendo la porta,
Albus Dumbledore chiuse gli occhi e abbandonò questo mondo.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
ANGOLINO DI SAKI...
Ieri mi sono sorbita ore di discorsi su apparecchi audio,
preamplificatori, finali di potenza, diffusori da 20 mila euro e altre
amenità. Il mio ragazzo e il suo amico sono due fanatici.
Per fortuna la noia mi ha portato qualche bello spunto per questa fic,
che stava un po' stagnando. Oh, ragazze... è sempre
più difficile tenere tutti i fili... e devo
lasciare in ombra alcuni personaggi! Per come sta andando la storia,
Reg e Viola non c'entreranno più un cavolo. A meno di
qualche
idea
improvvisa.
Però... per la gioia di lyrapotter,
nel prossimo capitolo ci sarà l'ispezione nell'aula di
Difesa. Non era
nei conti, ma ho sfidato me stessa e sono riuscita a scriverla. No, non
puoi stare tranquilla, ne succederanno di cotte e di crude.
HarryEly:
grazie, sto andando avanti e sono riuscita a ricevere la prima
recensione da una madrelingua inglese (non riesco ancora a
crederciiiii!)
dunky: nella
tua fic? Dunque, fai schiattare la
Umbridge. Però lascia Sev al suo posto nella Tana dei
Grifoni! Ti
identifichi in Irma? Ahi!
Feux: ecco
un altro membro del fan club di Irma. Devo cominciare a stampare le
tessere!
ladymarie:
...e pensa che Parker non sa ancora tutto! eheh! Grazie anche a te per
l'incoraggiamento.
Ino chan:
non c'è
bisogno che odi Amos a questo punto; non è detto che non
cambi
idea su Parker prima o poi... ma non anticipo niente... per ora
Hogwarts è in mano agli Auror e c'è poco da fare!
Mi aspetto una valanga di improperi dai fan di Dumbledore.
Ma spero capiate che era necessario per l'andamento della storia che la
scuola rimanesse in bilico...
(Voi: no, non lo capiamo!)
(Io: beh... ormai... non posso più farci nulla!!)
SakiJune
|
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Capitolo 23 *** the grindylow can wait! ***
Billie Kettleburn uscì dal St. Mungo dopo otto
anni, senza una
valigia né alcuno che la attendesse sul marciapiede di
fronte.
Pioveva.
Con una camminata ancora un po' incerta, raggiunse la fermata e prese
il primo autobus per Charing Cross Road.
Era così strano trovarsi... fuori.
Prese una stanza al Leaky Cauldron, notando che Tom non era cambiato
affatto.
Era così bello... ricordare.
Ricordare
i suoi genitori, da cui aveva ereditato la passione per il suo lavoro.
I suoi anni a Hogwarts, il tirocinio in Germania... E basta. Quello che
era successo dopo, per
fortuna, non era ancora affiorato alla sua mente.
Si guardò allo
specchio, stupita di continuare a piacersi dopo tutto quello che aveva
dovuto soffrire, incredula di aver mantenuto una propria
identità.
Forse erano stati i baci di Gilderoy.
Ma non doveva pensare a lui, adesso.
Perché lui era rimasto tra quelle mura, e lei era...
Fuori, libera, viva.
Qualcuno
bussò alla porta. Aprì, e prese la busta che la
cameriera le
consegnò: era da parte del Ministero. Come facevano a sapere
che era
stata dimessa? Le notizie correvano veloci, anche troppo.
"E' meraviglioso!" pensò, scorrendo la lettera.
"Avrò il posto che era stato di mio padre..."
Con il foglio stretto tra le mani, e un sorriso dipinto sul volto, si
raggomitolò sul letto e si addormentò.
Il lampo di una
bacchetta. Una mano d'argento.
Lei cullava un bambino. Il suo bambino.
E piangeva.
Non
ricordò nulla di quel sogno, al risveglio. Si
lavò il viso, corse alla
Gringott's, poi a comprare dei vestiti. Doveva fare bella figura, al
lavoro.
"Coraggio, Billie. Ti succederanno soltanto cose belle, d'ora in poi"
**************
D'improvviso, il tempo a Hogwarts si era fermato, o qualcosa del
genere;
sembrò a tutti, studenti e insegnanti, elfi, fantasmi e
poltergeist,
che ognuno di noi fosse solo, in bilico, senza alcuna protezione.
Ma credete che il comune dolore sarebbe riuscito a riunirci?
Oh, vi sbagliate di grosso.
Si era tornati come all'epoca dei nostri Fondatori, ognuno
asserragliato nella sua Casa, a fare il bello e il cattivo tempo, gonfi
d'orgoglio e di presunzione.
Sarebbe bastato così poco per guardarci l'un l'altro negli
occhi... lasciar sgorgare le lacrime... e con il buon senso avremmo
trovato insieme una via d'uscita.
Ma nessuno fece la prima mossa.
Il successivo messaggio di Essex fu trovato affisso alla
porta dell'aula di Pozioni. Di notte, naturalmente: e in pieno
"territorio nemico".
Non era più un semplice incitamento per i compagni a
ribellarsi alle ispezioni, era un grido disperato.
Il nostro grido.
Good work, you've
achieved your goal.
Don't rejoice, though,
you're in danger,
we'll move after the
last toll,
nothing would calm down
our anger.
You have done enough,
old fart...
let us be, get out of
here.
We'll revenge His
immense heart,
it's the end of your
career.
OK, OK. "Vecchio scoreggione" non è la parola che avrei
usato
personalmente. Ma Essex, chiunque fosse, era la nostra voce, esprimeva
tutto il dolore per la nostra perdita e per l'ingiustizia di
quella situazione.
Ormai Hogwarts era pattugliata giorno e notte, Belby collaborava con
gli Auror in maniera spudorata, e presto anche Reg e Viola dovettero
rimanere semi-nascosti, perché spesso, quando gli studenti
venivano
interrogati, si faceva uso del Veritaserum.
La Stanza delle Necessità era già stata espugnata
una
volta, grazie a questo stratagemma e a ripetuti appostamenti, ma
finora restava il luogo più sicuro per Parker. Ed era,
oltretutto, sullo
stesso piano dell'ufficio di Flitwick, che continuava a fargli lezione
ogni volta che gli era possibile.
Quasi mi aspettavo un gesto d'esempio, non soltanto parole, dal
fantomatico Essex.
Come se fosse un condottiero che ci guidasse alla vittoria.
Un'assurdità, eh? Un ragazzino, di cui non conoscevo il
nome...
arrabbiato e deluso dal mondo degli adulti, che ora aveva a sua volta
bisogno di protezione, né più né meno
di Parker,
eppure continuava a sporgersi come da un precipizio... per scuotere dal
torpore chi non aveva ancora afferrato la profonda ingiustizia che
veniva perpetrata giorno dopo giorno nella scuola...
Udii l'ultimo rintocco di campana.
Ma nulla avvenne. Già, che sciocco, eh?
Erano solo parole.
******
Minerva partì, qualche giorno dopo il funerale, senza dire
una parola. Rimasi a guardarla andare via
dalla finestra dell'aula, stordito, incapace di fermarla; sapevo della
sua relazione con Albus, naturalmente, ma non avrei mai creduto che la
sua morte l'avrebbe resa insensibile al destino della scuola.
- Professor Lupin? - mi chiamò Lisette, dal suo banco.
Era
evidente che per quel giorno i ragazzi del terzo anno non avrebbero
fatto conoscenza con l'Avvincino che tenevo nell'acquario. Ero troppo
giù di corda per fare lezione seriamente.
- Ha qualche idea su chi prenderà il posto della
professoressa McGonagall?
- Il Ministero manderà un altro insegnante di
Trasfigurazione, immagino... - borbottai distrattamente.
- Volevo dire, come Capo di Gryffindor... - insistette lei.
- Che te ne importa? - sbottai, senza rendermi minimamente conto di
ferirla. - Non sei una Gryffindor, tu!
Non mi ero mai rivolto in quel modo a uno studente, in tutta la mia
carriera. Dovevo essere fuori di me.
I suoi occhi si fecero lucidi, e chinò la testa.
- Perdonami - balbettai. - Credo che ci sarà una votazione.
Non
ho idea... con tutti questi Auror in giro, sono nervoso...
-
Qualche problema sul nostro lavoro, professore? - Mi voltai a quella
voce. Il vice-capo dipartimento, Miles Bletchley, accompagnato da un
riluttante Ron Weasley, erano entrati in classe.
Lisette sobbalzò, impallidendo.
Entravano senza preavviso, naturalmente. Interrogavano gli studenti,
mettevano l'aula a soqquadro...
- Sì, pensandoci bene. Preferirei che bussaste.
- Scusami Remus... purtroppo... - disse Ron. Ma il suo collega rise e
gli disse che non c'era niente da scusarsi.
Bletchley
scoprì l'acquario, facendo agitare moltissimo il mio
Avvincino. Frugò
tra le mie carte, mettendole in disordine, e si avvicinò ad
una fila di banchi, tirando fuori dalla tasca una fialetta...
- Qualcuno è ammalato, oggi?
C'era,
in effetti, un banco vuoto. Ma i ragazzi c'erano tutti, quando li avevo
visti entrare in classe all'inizio della lezione, ne ero sicuro...
Sulla sedia era rimasto un libro: lo feci scomparire, prima che
Bletchley se ne accorgesse. Lisette mi lanciò uno
sguardo
di gratitudine, e scattò in piedi:
- Ehm, zio Ron, 'Mione ti cercava, un'ora fa... doveva dirti qualcosa.
- Come hai chiamato il mio collega, piccola impertinente? -
sbraitò Bletchley. - Cos'è questa storia? - Si
era fatto
ancora più sospettoso.
- Niente, Miles, mia moglie mi aspetta in biblioteca, tutto qui.
Conoscendola, non mi conviene farla attendere...
- Ah, ah! Donne! Andiamo, coraggio, e lei - mi puntò il dito
contro - Lei è uno di quelli che teniamo d'occhio, professor
Lupin. Non se lo dimentichi.
- Grazie. Non speravo tanto - mi sussurrò Lisette
all'orecchio, quando rimanemmo da soli.
Crollai il capo. - Ora capisco. Come ho fatto a non pensarci prima?
- La prego, la scongiuro, non lo denunci...
- Denunciare chi? Ah, quel briccone che ha saltato la lezione di Difesa
per dormire un'ora in più? Andrò a fare una
chiacchierata
con lui, semmai. - risposi, noncurante. - A proposito, devo
ricomprargli il libro.
Le schiacciai l'occhio, e lei uscì dall'aula con un peso in
meno sul cuore.
Nel silenzio, ascoltai i suoi passi sulle scale: andava di sopra.
Pregai per lei, perché nessuno ostacolasse il suo
cammino.
Perché Hermione ci reggesse il gioco davanti a Bletchley.
E perché non soltanto Parker, ma anche Essex rimanesse al
sicuro da quel momento in poi. Perché ormai i bersagli erano
due.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
ANGOLINO DI SAKI...
Ragazze, vi sembra che questa fic puzzi un po' di politica? Non era mia
intenzione. Ma insomma, una volta scrivevo soltanto racconti ambientati
durante ipotetiche guerre civili e battaglie elettorali... Mi
sto facendo prendere la mano di nuovo.
Non mi sono lasciata influenzare dalle dichiarazioni su Dumbledore di
JKR. Lui era di Minnie e bastaaaa! Ehm.
**
Miles Bletchley è quel tale portiere della squadra di
Slytherin che una volta fece allungare le sopracciglia ad Alicia
Spinnet... non chiedetemi perché l'abbia fatto diventare un
pezzo grosso del dipartimento degli Auror. Mi piace il suo nome... in
un'altra ff gli avevo appioppato un figlio di nome Stuart che lanciava
Aguamenti addosso alla gente e corteggiava una Ravenclaw.
**
Wilhemina "Billie" Kettleburn è la figlia del predecessore
di Hagrid... quello che nel terzo libro era andato in pensione "con gli
arti rimasti" (vabbé ci siete già arrivati vero?)
e della famosa prof. Grubbly-Plank (Caporal in italiano...), da cui ha
preso il nome. Ho una fantasia molto contorta vero?
Cosa le sia successo, e quale sia il suo vero ruolo, lo potete
già immaginare. E anche chi sia Essex ormai dovrebbe essere
chiaro...
No?
Oh, Merlino!
lyrapotter:
ma sai che sei fortunatissima, davvero! Oltre ad averti accontentata con
l'ispezione nell'aula di Difesa, soddisfo anche la tua precedente
richiesta... come, non te la ricordi più? Eh eh!!!! Bene, un
bagno di sangue proprio no... però aspettati proprio di
tutto.
Feux: io
invece lo so come andrà a finire la storia. Bleee! Aspetta e
vedrai... tutto sommato, quello che dici è vero. Albus ha
vissuto quasi duecento anni, Parker ne ha undici, e già si
trova nei pasticci senza aver fatto niente... insomma, fai bene a
commuoverti per lui.
HarryEly, ladymarie, Ino chan: avete per
caso bisogno di un Incantesimo Rallegrante? (chiedete a Flitwick) Un
sorso di Felix Felicis? (per quello c'è Belby) Dai,
riprendetevi! Se no come fate ad affrontare i prossimi tragicissimi
capitoli...
dunky:
finalmente lo spirito giusto per affrontare l'evento! Davvero ti piace
la poesia? Ci ho sudato su, e anche per quella di questo capitolo.
Tanto lo so... non hai protestato per la morte di Albus
perché hai intenzione di far morire H*** o S*** nella tua!
Un fan club? UUUUH! No, non esiste, non posso inventarmelo, non pensi!?
|
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Capitolo 24 *** until the sun shines again. billie's mystery. ***
- Aspetta, Ned!
Irma correva, per una volta incurante delle regole scolastiche che
aveva ricordato mille volte ai suoi poveri compagni, incredula che quel
ragazzo fosse tornato senza salutarla.
Voltandosi, la vide, con i libri stretti tra le braccia e i capelli
sciolti; aveva un'aria molto diversa da quella che ricordava... ed era
ancora più bella. Si fermò sulla porta della Sala
Grande, fingendo
indifferenza.
- Non c'eri a Erbologia. Credevo fossi ancora in viaggio... -
esordì lei, con il fiatone.
- Arrivato ieri, ma non sai, cambiato materie per i MAGO. Come stai?
Era una domanda triste, pronunciata così, con quell'accento.
Non capiva, poi, se Nedzad si riferisse al suo famoso svenimento, alla
morte di Dumbledore o semplicemente fosse una frase di cortesia...
- Sto così. Come mi vedi. Ehm, ho letto la Gazzetta, ti sei
piazzato benissimo.
Lui rispose che avrebbe potuto anche far meglio, se non gli fosse
arrivata quella notizia orribile.
- Da ora cambiare tutto, signorina Caposcuola. Dover essere nemici
davvero, no?
"No!" avrebbe voluto rispondere. Ma la sua posizione era complicata.
Le istruzioni di Belby erano subdole. Avrebbe dovuto
coccolarselo, e farsi rivelare il nascondiglio di Parker,
l'identità di Essex, e fino a che punto io e Filius ci
fossimo
spinti nel proteggerli.
Ma non ebbe il coraggio di tradirci.
- Forse... già, forse lo siamo.
E lui non era uno stupido.
- Allora, arrivederci, tornare da me quando sole splende di nuovo.
Era una splendida dichiarazione d'amore. Ma lei poté udire
in
quella frase soltanto un manifesto d'innocenza: quella che lei non
possedeva.
Andò al suo posto, quasi meccanicamente; si nascose la
faccia tra le
mani, e rimase così, seduta al tavolo deserto, per quello
che le sembrò
molto tempo.
- Ehi. Sorellina.
Quella voce, che l'aveva consolata quando aveva perso la sua bambola
preferita...
Che le aveva raccontato le favole più belle...
Che si era alzata in suo favore ad ogni sgridata di Dora...
Solo allora, solo davanti a lui, le lacrime poterono scorrere
liberamente.
- Stiamo sbagliando tutto. Il Ministro è davvero impazzito.
E anche il professor Belby.
Le costava una fatica enorme ammetterlo, si vedeva.
- E anche la Sprout.
- Lo so.
Lei alzò gli occhi, incredula. Neville annuì.
- L'ho capito anch'io. Papà ha sempre ragione,
dopotutto...
- Te l'ho mai detto che ti voglio bene?
- Non negli ultimi dieci anni, temo. Ma non fa niente.
Fu sul punto di confessargli che era innamorata di Nedzad, senza
scampo, senza speranza... che l'aveva capito troppo tardi...
Ma oh. Era pur sempre Irma Lupin. Un po' di riserbo, e che cavolo.
********
- La supplente di Cura delle Creature Magiche? Sarà lei la
nostra nuova Direttrice? - bisbigliavano gli studenti di Gryffindor.
- Ma ha la faccia di una pazza.
Effettivamente, Billie Kettleburn non mi aveva dato un'impressione
molto rassicurante.
La professoressa Burbage, che "sapeva sempre tutto", aveva una gran
voglia di spettegolare, e mi raccontò del
suo triste caso, con dovizia di particolari.
- Ha avuto un trauma terribile, ed è stata ricoverata al
St. Mungo per anni e anni. Ancora non sa che cosa le sia
successo, e immagino che sia meglio così - mi disse, ma
capivo
che avrebbe pagato oro per soddisfare la sua curiosità.
Era davvero una donna strana, questa Billie, per quello che avevo
potuto notare
in quei giorni; era di sicuro un'insegnante molto capace, ma fuori
dalle ore di lezione non faceva che starsene nella Torre, o in
biblioteca. Nei primi tempi, veramente, si era dimostrata solare, e
aveva fatto amicizia con alcune delle colleghe: solo da quando le era
stato accennato il motivo per cui la scuola era pattugliata, si era
chiusa in sé e aveva preso a comportarsi in quel modo strano.
Reg venne a cercarmi, un giorno, tutto affannato, mentre ero andato a
fare una passeggiata al lago.
- Mi fa paura, quella. Forse è una spia del Ministro
travestita.
- Ti ha detto qualcosa in particolare?
- Parlava dell'ospedale, e di un tizio di cui si era innamorata, che
aveva perso la memoria come lei e firmava autografi di continuo...
Ridacchiai amaramente. - Ho capito di chi parlava. Se non ricordo male,
è un gran bel tipo.
- E poi ha nominato nonna Alice.
Un tempo quel nome era una tempesta nel mio cuore.
Ora, soltanto una nuvola, per quanto scura, che il vento riusciva a
soffiare via.
- Non c'è niente di strano, Regulus, la professoressa
Kettleburn è una persona che ha sofferto, tutto qui.
- Nonno, mi ha chiesto dove fosse Parker.
- Ah - feci. Sinceramente, non me l'aspettavo.
- E' diventata una sua ossessione, è peggio degli
Auror! Ti ripeto che secondo me lavora per Diggory in incognito! E se
mi avesse costretto a parlare? Non potrei sopportare di metterlo in
pericolo, nemmeno contro la mia volontà!
- Reg, basta così. Non va bene che ti fai vedere nel parco a
quest'ora, ci sono troppi Auror in giro.
"Chi sei, Billie Kettleburn?" mi chiesi, lo sguardo rivolto alla Torre
di Gryffindor.
*****
- Buongiorno, professor Lupin - mi salutò Verity.
- Ciao. I ragazzi dove sono? - risposi, impaziente. Il negozio era
deserto.
- Georgeeeee! Scusa, sai, ma gli affari non vanno tanto bene in questo
periodo. Sono un po' depressi, tutti e due.
Uno dei "ragazzi", come li chiamavo ancora nonostante i loro
quarant'anni alle porte, sbucò dal retro, con i capelli
davanti agli occhi e una totale indifferenza nel vedermi.
- Weh, Remus, tutto ok? Mi sembra un po' strano vederti qui.
Però dai, mi fa piacere.
- Possiamo, ehm, parlare in privato? - suggerii.
Lui fischiò. - Mi pare di sì. - E mi fece cenno
di seguirlo nell'altra stanza, dove Fred compilava un registro delle
vendite imprecando ad alta voce.
Una volta al riparo da orecchie indiscrete (oblunghe o
meno) spiegai a George di cosa avevo bisogno.
- Carta da lettere Confundus? E' un articolo un po' datato, comunque...
- Ssht! E' una faccenda delicata. Pensi di procurarmela?
- Sicuro. E te la mando direttamente a Hogwarts. Però dai, a
me puoi dirlo, a che ti serve...
Borbottai qualcosa come "gemelli impiccioni", ma sapevo che con loro
avevo poche possibilità di tenere un segreto.
- E' per il St. Mungo. Spero che possano darmi delle informazioni su
una paziente che è stata dimessa da poco...
- Lo sai, vero, che l'effetto è imprevedibile? Potrebbero
farne un aeroplanino, con la tua lettera, o dimenticarsene...
- O rispondermi, violando tutte le regole della privacy. E' questo che
mi auguro.
- Anche. Beh, senti, per dopodomani al massimo te la facciamo avere,
veditela tu, va bene?
- Merda! Siamo in rosso! - sbottò Fred, e decisi di togliere
il disturbo.
*********************************************************************************
ANGOLINO DI SAKI...
Ma daaai! Siete anche voi delle sfegatate del pairing Albus/Minnie?
Beneee! A me sinceramente non dà fastidio la storia di lui e
Grindelwald, dico... "perché no? saranno cavoli suoi" (anzi,
cavoli di JKR), ma mi piace molto di più immaginare lui e
Minerva che fanno i pucci-pucci!
L'altro giorno ero in chat con un amico, e gli raccontavo di questa ff.
Alla frase "Parker è il figlio di Peter", lui mi ha
risposto: "non sei molto originale, insomma... Peter Parker
è l'Uomo Ragno". Ci sono rimasta sconvolta, non avevo
considerato la coincidenza! Vi giuro che non l'ho fatto assolutamente
apposta.
Ino chan:
riprenditi! Animo! Adesso le cose andranno peggio! *Saki sghignazza*
lyrapotter:
i cani antidroga? beh, ci sarebbe Sword, il mastino di Belby... ma non
l'ho inserito altrimenti sì che la confusione sarebbe
arrivata alle stelle.
HarryEly:
ecco... diciamo che NESSUN ESSERE VIVENTE riuscirà
a far cambiare idea a Diggory... chi vuol capire capisca.
Feux: ti
prego scrivi delle recensioni più lunghe!! E soprattutto
qualche critica spietata! Da te mi aspetto molto... *Saki nasconde la
testa sotto il tavolo e aspetta il primo ceffone*
|
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Capitolo 25 *** nightmares, old and new. the runaway. ***
Il tempo passava lentamente, nella Stanza delle
Necessità.
Reg e
Viola trascorrevano con Parker tutto il tempo possibile. Giocavano a
scacchi, e studiavano insieme; spesso Ned faceva un salto da quelle
parti e raccontava storielle sui suoi anni a Durmstrang,
mentre insegnava ai suoi amici a disegnare.
Era come un club segreto, "come l'ES" diceva quello sconsiderato di
Sirius Potter, memore dei racconti di suo padre, con la differenza che
allora tutti gli studenti
tornavano nei loro dormitori, dopo le riunioni.
E invece, ogni sera, Parker doveva restare solo in quella stanza.
Solo.
Al buio, con i suoi pensieri.
Quanto odiava quei momenti, quel silenzio terribile prima di
addormentarsi.
E gli incubi.
- Mamma...
Il ragazzo, seduto a gambe incrociate accanto al letto improvvisato, si
sporse verso di lui.
- MAMMA!!!
Parker si svegliò di soprassalto, tutto sudato. Respirava a
fatica, e le ultime immagini del sogno gli danzavano ancora davanti
agli occhi.
Ma quando svanirono, quella figura china su di lui lo fece sobbalzare e
ritornare alla realtà.
- Chi... sei?
- Lumos! - bisbigliò l'altro, e dalla bacchetta
uscì
un chiarore che mise fine al dubbio sulla sua identità.
- Sirius? Non dovresti essere nella tua Torre? - Al di là
dello
spavento iniziale, non era dispiaciuto che qualcuno fosse andato a
trovarlo a quell'ora di notte, ma si preoccupava per lui. Se un Auror
(o Belby, o la Sprout, non c'era molta differenza) l'avesse "beccato"
in giro per la scuola a quell'ora, sarebbero stati guai; inoltre, se
seguendolo avessero scoperto l'ingresso della stanza, sarebbero stati entrambi
spacciati.
Potter non rispose a quella domanda retorica. Era fatto
così,
nessuna ansia, nessun timore anticipato. Quando veniva sorpreso in
flagrante ad aver combinato qualcosa, per esempio per la storia della
cravatta, cominciava semmai a vergognarsi e a pentirsene, non prima.
- Cosa sognavi? Chiamavi tua madre...
- Che cosa? Io non l'ho mai avuta. Sei sicuro?
- Tutti ce l'hanno. Può essere morta, o scappata con il
portiere
del Puddlemere United, come la mamma di Nedzad... non parlargliene mai,
però... ma ne hai una anche tu. Che cos'è che
sognavi?
- Niente... non me lo ricordo più.
Restarono zitti per un po'.
- Ho quasi dimenticato anche mio padre... ma quella storia, quella
favola degli animali... continua a tormentarmi. Ti prego, cambiamo
discorso. Cosa dicevi della madre di Ned? Io credevo vivesse in
Romania. Cos'è il Puddle-coso?
Sirius gli raccontò quella faccenda dall'inizio, e non ci
volle
molto.
C'era stata una grande festa a casa Weasley, quando Charlie era tornato
con la sua famiglia a vivere a Ottery, ma malauguratamente ai gemelli
era venuta la brillante idea di invitare Oliver Wood, e la frittata era
fatta... i due piccioncini avevano preso il volo quell'estate con la
figlia di lui, Nancy, ex battitrice di Gryffindor.
- Porca miseria! Era tanto più bello?
- Ma boh. Quando ti innamori non credo che c'entri la bellezza.
Però sì, non è che Charlie sia un
granché.
Suo fratello Bill, il padre di Lisette, ha molta più classe.
Parker aveva già avuto sentore della sua cotta disperata, e
avrebbe
volentieri proseguito su quell'argomento, ma era chiaro che Sirius era
lì per un altro motivo, e prima o poi sarebbe tornato al
punto.
- Devi farti raccontare dal professor Lupin come andò
davvero tra tuo padre e i suoi amici.
- NO! Io non glielo chiederò mai!
- Allora lo farò io.
Parker non capì subito cosa intendesse Sirius: credette che
volesse dire che sarebbe andato lui a chiedermi di raccontargli la
storia. Invece quella notte passò tra brividi,
lacrime e pugni contro il pavimento.
Sirius snocciolava le vicende dei Malandrini con un piglio da cronista,
così come commentava le partite di Quidditch.
In apparenza sembrava che non provasse alcuna emozione, che per lui non
facesse differenza raccontare il tradimento della moglie di Charles
Weasley o quello di Wormtail... era quello che voleva
diventare da
grande, in fondo... un giornalista, come i suoi genitori.
Ma la sua era soltanto una maschera. E quando pronunciò il
nome
di James Potter, il nonno che non aveva mai conosciuto, non trattenne
un tremito nella voce.
- Morirono per colpa di mio padre? Lui ha fatto questo?
Parker era disperato, avrebbe voluto sotterrarsi, strapparsi di dosso
quel fardello troppo pesante da sopportare, e si chiedeva
perché
Sirius avesse insistito per parlargli di queste cose...
Per vendetta?
Per vederlo soffrire?
O che cos'altro?
Quella tortura era finita. Potter aveva terminato il suo racconto.
- Sirius... - mormorò Parker, tirando su col naso.
- Sì?
- Tu mi odi?
- Io ti voglio bene. Per questo motivo ti ho detto tutto, non sopporto
quando gli adulti ci tengono all'oscuro della verità. Non si
può combattere senza guardare in faccia i nostri nemici, e
non
si può vivere senza conoscere il passato. Adesso devo
andare, però.
Si alzò e fece per uscire.
- Sirius?
L'ombra stava per scivolare al di là della porta...
- Che c'è ancora?
- Sei... sei tu Essex?
- Splendido intuito, ragazzo, direbbe il mio Direttore. Ti ho lasciato
qualcosa, facci un pensierino.
Ma Parker non osò scendere dal letto per vedere. Le immagini
evocate da
quel racconto erano vive più che mai nella sua mente, e
anche
quando riuscì a riaddormentarsi, avvolsero i suoi sogni,
tormentandoli.
----------------------------
- Beccato! - Sirius si sentì afferrare da due braccia
robuste, e
tentò invano di liberarsi. - Dov'è la
porta da cui
sei uscito? Che razza di scherzo è? E' quella famosa stanza
invisibile, vero?
- Lasciatemi! - Un altro Auror si stava frugando in tasca, e Sirius
capì le sue intenzioni - Non so nulla, e comunque non
dirò niente! So
come contrastare il siero. Farete un buco nell'acqua, con me!
Lasciatemi subito, chiaro?
Bluffava, ovvio.
Non sperava di convincerli davvero a lasciarlo andare, ma cos'altro
poteva fare?
Gridò ancora più forte, e finalmente una porta si
spalancò e due lampi furono scagliati in direzione
degli
aggressori, senza sfiorare un capello a Sirius, che si
ritrovò a
terra con il fondoschiena dolorante.
- Benedetto ragazzo, ma non potevi restartene a letto, stanotte? Guarda
cos'ho dovuto fare... ora mi tocca farli sparire. Fila, che
aspetti? Che ne arrivino altri, o che qualcuno venga a vedere che
succede?
- Ehm... subito, signor Direttore.
"Tale e quale a suo padre. Ma che dico? A suo padre e sua madre messi
insieme"
------------
Parker si svegliò verso le sei, ma naturalmente non c'erano
finestre, né orologi che gli mostrassero quanto fosse
presto.
Aveva fame...
Aprì il pacchetto che gli aveva lasciato Sirius: dentro
c'era un
bigliettino, un sacchetto ben chiuso e qualche barretta di cioccolato.
Aprilo solo
se ti trovi in un pericolo immediato.
S.X.P.
Divorò il cioccolato, poi cercò di ragionare.
Forse Reg sarebbe passato a salutarlo prima delle lezioni, ma lui non
voleva più metterlo in pericolo, non ora che sapeva tutto.
Né lui, né Viola... e nemmeno me. Se ne sarebbe
andato,
come avrebbe dovuto fare da tempo.
Infilò il sacchetto in tasca e dischiuse la porta
lentamente: il
corridoio era deserto. Scese le scale, e stava per varcare la soglia
del portone principale quando vide un gruppetto di Auror che
attraversavano il parco. Spaventato, si voltò per tornare
indietro, ma si trovò davanti un insolitamente mattiniero
Damocles Belby...
Che vedendolo non esultò perché il topo era
finalmente uscito dalla tana.
Né si sbracciò richiamando gli Auror.
Ma rimase imbarazzato, mordendosi il labbro, e desiderando di essere da
un'altra parte. Era facile elaborare strategie, istruire i membri del
suo club e i Capiscuola ad essere sospettosi e a raccogliere
informazioni.
Ma tutt'altra cosa era guardare negli occhi un innocente e affidarlo a
chissà quale destino.
- Farai... farai meglio a scappare, tu.
E Parker corse, corse via come una scheggia, chiedendosi
perché
alcune persone lo odiassero a morte, e altri rischiassero tutto per
lui, quando gli sarebbe bastato essere accettato e basta, godersi il
suo spicchio di vita...
Sentiva i passi degli Auror dietro di lui, l'aria fredda del mattino
bruciargli dentro ad ogni respiro, e correva, correva...
Girò l'angolo del castello. Forse, se fosse riuscito a
raggiungere le serre... ma Reg non gli aveva detto, una volta, che la
professoressa Sprout non avrebbe fatto niente per aiutarlo?
Temeva di finire dalla padella alla brace, ma non aveva scelta: si
infilò nella numero due, ormai sicuro di non avere scampo.
----------------------------------------------------------------------------------------------------
ANGOLINO DI SAKI...
Ragazze! Che emozione, ho appena mandato il primo capitolo di Why haven't I told you
da betare per il forum Charming Roots... quello che mi ha pubblicato la
shottina su Tonks e Moody.
Ma per gli altri capitoli non so cosa fare, sono difficili da rendere
in inglese! Ho bisogno di un traduttore... sono disperataaaa!
Ok, inizio a rispondervi... *saki si calma*
HarryEly:
secondo te, un articolo del Weasleys' Wizard Wheezes può non
funzionare? Ihih!
Feux: questo
è un po' più lungo, mi sembra!! No? Scusa! Reg e
Viola? Sono personaggi secondari, temo. Ma presto ritorneranno
le adorate "paranoie" di Remus. Vi mancavano, no? (voi:
nooo!!!)
lyrapotter:
bene! Sono contenta di aver inventato Billie, visto che ci tenevi (e ci
tenevo anch'io). Avevi indovinato, su Essex?
Ino chan: se
già non ti piace Ned così, allora quando vedrai
la sua doll (vedi link nel mio profilo) ti verrà
direttamente il vomito! E poi Irma doveva innamorarsi
dell'opposto di ciò che lei rappresenta!
dunky: il
turn-face ha commosso anche me mentre lo scrivevo!! E poi dai, Neville
è un Gryffindor, non può voltare le spalle alla
verità e alla giustizia^^
|
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Capitolo 26 *** spies, tumbles, fires and kisses ***
NOTA DELL'AUTRICE.
Tale nota non sostituisce l'Angolino di Saki che troverete come sempre
in fondo alla pagina.
Serve solamente per avvertirvi che in questo capitolo troverete il
primo accenno a quella che diventerà una delle storie
d'amore più strane della fic.
E se non vi piace immaginare i due personaggi insieme, beh... mi sa che d'ora in poi dovrete saltare a pié pari i paragrafi che li riguardano^^
******
Al prof. Remus J. Lupin,
Hogwarts
Gentile signore,
in allegato Le invio
copia della cartella clinica della sig.na Wilhemina F. Kettleburn.
Lieto di poterLe essere
stato utile,
Taylor Hunchback,
Archivio Pazienti
Ospedale St. Mungo
per Ferite e Malattie Magiche
Mi ero recato in Guferia come ormai facevo ogni mattina da quando avevo
inviato la lettera. Ormai non speravo più in una risposta. E
invece... quando l'ebbi tra le mani, mi venne voglia di baciare in
fronte i gemelli Weasley. Aveva funzionato, per Merlino!
Mi rabbuiai, però, quando lessi la cartella.
Nulla era come mi ero immaginato.
Meglio? Peggio? Il tempo mi avrebbe dato risposta. Intanto avevo i
brividi, mentre le righe mi rimbalzavano agli occhi...
Maggio 2008 - La
paziente è stata ritrovata nei pressi della città
di Hereford, in preda ad amnesia e in stato di shock. I sintomi
rivelano che è stata vittima per lungo tempo della
Maledizione Imperius. Nessun parente in vita, obbligatorio il ricovero
nel reparto Lesioni da Incantesimo.
"Hereford... oh, porca miseria..."
Dicembre 2012 - La
sig.na Kettleburn presenta notevoli miglioramenti. Riesce a ricordare
la sua infanzia, legge e scrive autonomamente e stringe volentieri
rapporti con gli altri pazienti (in particolare il sig. Lockhart con
cui ha instaurato una sorta di relazione romantica). Per contro, piange
ogni volta che si
trova davanti l'immagine di un bambino, e ha il terrore dei topi;
inoltre, non può sopportare la vista di oggetti
d'argento.
"E' lei... Merlino sia ringraziato... Reg si preoccupava per niente"
Novembre 2016 - La
paziente si può considerare sommariamente guarita. Non ha
alcuna memoria
del trauma subìto, ma questo particolare è semmai
un bene; per il resto, ha dimostrato di aver conservato intatte le sue
attitudini e la sua personalità. Le dimissioni sono previste
per questa primavera, salvo ricadute.
Corsi giù per le scale, andando quasi a sbattere contro
Viola
Malfoy, che usciva allora dalla Stanza delle Necessità, e
sembrava in preda a un attacco isterico.
- Parker è scomparso! La prego, dobbiamo trovarlo...
"Non adesso" pensai. "Non adesso che..."
- Viola, ascoltami. Vado a cercarlo. Ma tu devi promettermi una cosa,
è importante!
- Sì... sì, professore...
- Non dite niente alla vostra Direttrice. Neanche se insiste. Tenetela
dentro, distraetela, cantatele una canzone, quello che volete. Chiaro?
Lei annuì.
- Andrà tutto bene - la rassicurai, ma in quel momento udii
uno scalpiccìo sulle scale.
- Vai, vai!
Viola si avviò verso la Torre di Gryffindor. La sentii
pronunciare la parola d'ordine...
Ok. Chi arrivava adesso?
"Merlino, non lei, ti prego..."
Mi nascosi dietro una statua, mentre i passi di una strega che
conoscevo anche troppo bene si dirigevano verso l'ufficio di Flitwick.
- Apri, se hai il coraggio! - le sentii strillare, mentre bussava con
furia. - L'ho capito, finalmente, chi è il vostro Essex!
Prima ancora che Filius aprisse la porta, mi sentii in diritto di
saltar fuori dal mio nascondiglio, coglierla di sorpresa e tapparle la
bocca. Ma mi morse la mano, e riuscì a liberarsi:
- Non me ne importa niente di quel Pettigrew, Belby l'ha lasciato
scappare. Ma ragiona, quelli non si fermeranno... consegnategli
Potter... sai anche tu che non gli faranno del male...
Temetti che gli Auror avessero sentito quella frase quasi gridata, e mi
affacciai verso le scale. Non c'era nessuno, ma non ero tranquillo
ugualmente. Sarei dovuto andare a cercare Parker... chissà
se
era riuscito a fuggire davvero.
- Zitta, devi stare zitta! - la minacciò Filius, con la
bacchetta in pugno. La strattonò fin dentro
l'ufficio, e mi
fece segno di raggiungerli. Quando fui dentro anch'io, chiuse la porta
e riprese a gridarle contro. - Anche tu sei d'accordo con le poesie di
Sirius. Ma hai troppa paura per ammetterlo... ricordo come
tremavi
davanti a
Dolores Umbridge, e adesso non sei
cambiata di una virgola. Ancora non riesco a credere che Horace abbia
potuto innamorarsi di una come te!
Non credo che si possa dire nulla di peggiore a una donna. La vidi
portarsi una mano alla gola, offesa all'inverosimile.
- Tu... tu! Non osare nominarlo, hai capito? - Il tono stridulo della
sua voce rivelava come fosse prossima alle lacrime. - Non capisci
niente, non capisci niente!
A quel punto mi intromisi, perché mi trovavo di fronte a un
déjà-vu quanto mai eclatante.
- L'ho già sentita questa, Pomona. Oh, sì, se
vuoi ti
posso dire quando e dove, anche se non ricordo quell'occasione con
particolare piacere.
Erano le parole che aveva rivolto a Slughorn il giorno della Battaglia
di Hogsmeade. Il giorno in
cui anche Draco Malfoy si era unito alla lotta contro i Mangiamorte,
contro il suo stesso padre, in nome della luce. E ora, quindici anni
dopo, come eravamo diventati?
Divisi più che mai, Sotterranei contro Torri, privi della
nostra guida, sprecavamo energie in inutili chiacchiere.
- Ora ti dico cosa farai - sentenziò Flitwick. - Andrai di
sotto
e convincerai Damocles ad aiutarci. E quando tutto sarà
finito,
beh... eh-ehm, ti chiederò scusa per quello che ti ho detto.
Umiliata, Pomona chinò la testa.
- Non sei nata per combattere, cara. Meno che mai dalla parte sbagliata.
Lei lo guardò incredula...
- Tu sei nata per amare.
Il clamore di fuori ci riscosse. Spalancai la finestra, guardai
giù... e quello che vidi mi gelò il sangue.
Le serre andavano a fuoco.
Si era radunata una piccola folla, riuscii a distinguere il vestito
rosso di Hermione...
Mi voltai di scatto verso Pomona, che mi diede l'impressione di dover
svenire da un momento all'altro. O di impazzire. O entrambe le cose.
Si aggrappò alla mia camicia, e i suoi occhi sembrarono di
colpo così grandi...
- Parla, porca miseria, che vuoi dire?
- Come credi che si senta, Remus, a vedere il lavoro di tutta una vita
che va in fumo? - mi rimbeccò Filius, ma io avevo capito che
c'era dell'altro.
- Parla ti ho detto! - gridai, scrollandola per le spalle fino a farle
male.
- N... Neville...
Non riuscivo a respirare. Cercavo la maniglia, ma non la trovavo. La
testa mi faceva male, mi sentivo in trappola...
Filius mi spinse da parte, e spalancò la porta al mio posto.
C'era un gran fracasso per le scale. La squadra di Quidditch di
Gryffindor aveva finalmente perso la pazienza e stava affrontando un
gruppetto di Auror.
- Mi sta bene la rivoluzione, ma così non riusciremo mai a
passare.
Le voci e i rumori mi giungevano come attraverso un vetro, non
m'importava più di niente...
Ci facemmo largo, in qualche modo, e mi precipitai fuori. Pazzo.
Disperato.
Come quel giorno di vent'anni prima, di fronte a Bellatrix Black.
Le fiamme erano state domate, ma ugualmente molte persone si
affannavano lì intorno.
Frasi che non riuscivo a udire, grida, gesti.
- Remus... - mi bloccò Ron. - C'è qualcuno
lì dentro. Ma non sappiamo chi sia. E' completamente...
ecco...
Crollai in ginocchio, incapace persino di piangere, strappando l'erba,
frenetico.
Pregai. Non so chi. Tutte le divinità magiche e Babbane che
conoscevo...
"Fa' che non sia Nev. Merlino, Dio, aiutatemi... fate che non sia
lui..."
*******
Nella Sala Comune di Gryffindor, un'agitatissima Lisette Weasley, che
doveva aver spaventato per bene la Signora Grassa per riuscire ad
entrare in territorio non suo, raccontava a Reg gli ultimi avvenimenti.
- Hanno interrogato Kylie Johnson, il Prefetto della mia Casa... e lei
ha detto agli Auror e alla Sprout che sospettava di me e Sirius...
forse l'hanno
preso, lo manderanno ad Azkaban per aver insultato il Ministro per
iscritto!
- Figurati, dai, il professor Flitwick lo difenderà.
- Già, come la vostra McGonagall, che vi ha abbandonati
senza
dare una spiegazione! E Nedzad...
- Cosa? - fece Regulus, allarmato.
-
Un Auror l'ha gettato dalle scale con un Everte Statim. E'
all'ospedale, adesso... a zio Charlie verrà un colpo. E poi
dov'è
finito Parker? Non lo sa nessuno?
Viola, che seduta sul bracciolo di una poltrona accarezzava
i capelli di Billie Kettleburn, le fece segno di tacere.
- Che hai, Malfoy? - Non erano proprio mai riuscite a diventare amiche,
quelle due.
- Il professor Lupin mi ha raccomandato di non nominare "ehm-ehm"
davanti a lei.
- Aaah. - Lisette guardò la Direttrice di Gryffindor,
sospettosa. - Perché, che cosa gli farebbe?
Viola la implorò di lasciarla stare...
- Avanti, professoressa, vuole fare del male a Parker? Si finge stupida
per arrivare dove gli Auror hanno fallito?
Billie aprì la bocca, e con un certo sforzo, con voce
trasognata, formulò le seguenti parole:
- Perché... perché dovrei fare del male al mio
bambino?
*******
Hermione si chinò di fronte a me, con la figura e il profumo
di un angelo...
- Non c'è niente di irreparabile, Remus. Guarda.
Sul palmo della sua mano c'era un oggetto annerito dalle fiamme. Una
sorta di distintivo.
- Quell'uomo era Miles Bletchley. Ha fatto tutto da solo, penso.
Niente di irreparabile.
Per un attimo ci credetti, per un istante di gioioso egoismo.
- Ron ha preso il comando della squadra, andrà a parlare con
Ernie... e per quanto riguarda il Ministro... ci penseremo
più
tardi.
Ernest Macmillan, il Gran Capoccione del dipartimento Auror, diretto
superiore del famigerato Bletchley, non era mai stato d'accordo con
Amos riguardo alla questione. Era stato infatti direttamente scavalcato.
- E cosa gli dirà?
- Che Miles si è praticamente suicidato... visto che
l'incendio
è stato di sicuro causato da un suo incantesimo
incontrollabile...
Pomona aveva detto che Belby aveva visto Parker fuggire. Allora
Bletchley lo stava inseguendo, e...
Era inutile scervellarsi, ci avrei pensato più tardi.
Ma guarda... quei due!
- E' la punizione che merito - disse la Sprout, di fronte a quella
desolazione.
- Non dire questo, non è colpa tua...
- Volevo davvero consegnare Sirius nelle mani di quei balordi.
- Volevi solo la pace. Come tutti.
- Come... come fai, Filius? - balbettò lei tra le lacrime.
- Cosa?
- Come fai ad essere sempre così... gentile, e generoso, e
coraggioso e-
Lui le tappò la bocca con un bacio.
- E innamorato di una pacifista
dei Sotterranei. Me lo chiedo anch'io.
- Scusate se interrompo il vostro idillio - dissi, facendo arrossire
entrambi. Il sollievo mi aveva stranito. - Pomona, come mai eri sicura
che Neville fosse lì dentro, eh?
- Ma... ma... perché gliel'avevo raccomandato ieri sera, di
andare a controllare l'impianto di concimazione. E' tutta roba Babbana,
complicata, sai... ma l'importante è che mi fossi sbagliata,
no?
Già.
L'importante era questo.
- Ma allora dove accidenti è?
**************************************************************************************
ANGOLINO DI SAKI...
Okay, ho fatto morire un altro personaggio. Carbonizzare, anzi. Ma non
ditemi che Bletchley vi stava simpatico! Veramente, questo capitolo era
diviso in due, ma erano troppo corti, e in questo modo vi ho evitato di
preoccuparvi troppo per Neville^^
Ho fatto bene? (voi: siiiii)
Grazie!
***********
Anticipazione del prossimo chap (ho imparato da Ino chan):
Parker si
guardò intorno. Erano in una stanza, un ufficio, a
quanto gli sembrava. Tipo quello che si vedeva nei film di Superman
[...] Al loro, ehm, arrivo, un uomo era scattato in piedi, allarmato.
Aveva i
capelli neri, gli occhiali e sì, un poco somigliava a Clark
Kent.
***********
HarryEly:
bene, se avevi indovinato sono contenta. Sì, per il piccolo
è davvero stato uno shock, ma è stato un bene che
l'abbia saputo da un suo quasi-coetaneo...
lyrapotter:
qui Reg e Viola ci sono, però è vero, non
c'è molto da dire su di loro. Non credo che si daranno mai
un bacio nella fic, perché sono davvero troppo piccoli, e
non ho intenzione di fare continuare la storia fino al diploma.
Però si piacciono da morire^^
Feux: le
paranoie di Remus cominceranno tra due capitoli, prima per qualcosa di
reale, poi per una sua fantasia assurda... che poi tanto assurda non
sarà... ma vedrai!
dunky: Non
è mai stata mia intenzione di presentare Damocles come un
mostro di cattiveria... non è una persona coraggiosa e segue
la corrente, tutto qui, ma non tutti possono essere eroi. A me piace
dare una seconda possibilità ai personaggi, anche se ho in
mente un castigo terribile per una certa strega di nostra conoscenza
che sembra essersela passata liscia^^
|
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Capitolo 27 *** at the quibbler's: harry's test. ***
TORNANDO UN POCHINO INDIETRO...
Non è che, solo perché non era più
d'accordo con
lei sulla storia delle ronde e non approvava più la
divisione
interna nella scuola, Neville avesse smesso di seguire le direttive
della Sprout per quanto riguardava il loro lavoro.
Lui c'era andato, a controllare se i beccucci del concime
erano ostruiti o meno.
Ma mentre fischiettava tra un Waddiwasi e l'altro, si era visto
schizzare dentro come un fulmine Parker Pettigrew.
E pensò: "Ecco. E' arrivato il momento di dimostrare la mia
lealtà".
- La... p...prego... non lasci che mi prendano...
- Oh merda - gli sfuggì, forse pensando a quella che stava
sturando dal marchingegno... - Lo capisci che non ci si può
smaterializzare qui? Siamo praticamente in trappola, tutti e due!
Parker gli porse il sacchetto che gli aveva lasciato Sirius. -
Se-secondo lei che cos'è... questo?
Miles Bletchley era già alla porta.
- Impedimenta! - gridò Neville, sperando in cuor
suo di non finire ad Azkaban.
- E'... una sciarpa. A che cosa dovrebbe servire?
- Che cosa...
Ne prese un'estremità, così, nello stupore, nello
stesso momento in cui Parker afferrava l'altra.
Bletchley, furioso, entrò con un urlo, solo per vederli
sparire d'improvviso.
- Aaargh! Maledetti! - grugnì, lanciando in aria un lampo
che
presto si tramutò in una fiammata, e avvolse ogni cosa,
sopraffacendolo.
OTTERY ST. CATCHPOLE,
DEVON
- Ahi! - si lamentò Parker, che aveva battuto
violentemente la schiena contro il pavimento. Il pavimento di dove? -
Dove siamo... al sicuro?
- Lo spero. Però... provvidenziale, direi. Chi è
stato così intelligente da darti una Passaporta?
- Una... cosa?
- Chi ti ha dato quella sciarpa?
- Non... non posso dirglielo - ribatté, sicuro.
Parker si guardò intorno. Erano in una stanza, un ufficio, a
quanto gli sembrava. Tipo quello che si vedeva nei film di Superman: la
redazione di un giornale.
Al loro, ehm, arrivo, un uomo era scattato in piedi, allarmato. Aveva i
capelli neri, gli occhiali e sì, un poco somigliava a Clark
Kent.
- Harry?
- Neville? Questa poi! Come ti è saltato in testa di
materializzarti qui
a quest'ora? Mi hai fatto venire un colpo... non puoi usare il camino
come tutti i comuni maghi?
- Veramente, avremmo usato questa.
Alla
vista della Passaporta di Sirius, l'uomo chiamato Harry
impallidì. -
Che sta succedendo? Non mi dirai che questo ragazzino è-
Neville annuì. - Ecco, noi... c'è stata
un'emergenza, a scuola. Posso spiegarti.
Ma Harry non aveva bisogno di spiegazioni. Forse che Sirius non gli
aveva già spiegato ogni cosa, quando si era intrufolato in
casa per stampare i volantini? Non aveva fatto i salti di gioia, di
sicuro; i suoi ricordi di Peter erano davvero orribili. Ma era il
momento di mettere alla prova Parker, e capire una volta per tutte se
era come suo padre o no. Perché se io mi fidavo di lui...
un motivo c'era...
- Luna avrà già preparato la colazione, sai Nev?
Vai pure giù in cucina, e lasciaci soli.
- Ma non vorrai...
Ma lo sguardo di Harry era perentorio.
- O-ok.
Neville si chiuse la porta alle spalle.
Da parte sua, Parker avrebbe voluto fidarsi di quell'uomo, e cercava
invano un segno
da lui che lo rassicurasse. Non sapeva che intenzioni potesse avere.
Una cosa era sicura: se la sciarpa di Sirius l'aveva portato fin
lì, non poteva essere una persona cattiva.
Ma allora perché lo guardava a quel modo?
Perché gli puntava la bacchetta contro?
Era come tutti gli altri... lo odiava...
- Parker Pettigrew...
- Sì, signore...
- Dimmi chi ti ha dato quella Passaporta.
Parker scosse la testa.
Lui non era il topo...
lui non tradiva gli amici.
- No!
- Io... ti ucciderò se non me lo dici subito.
Tremava, era terrorizzato... ma fece segno di no, di nuovo.
- Ti ho detto che ti ammazzo!
Gli era addosso, gli aveva infilato la bacchetta quasi tra le costole...
Per un attimo Parker smise di respirare. Aspettava di morire da un
momento all'altro, ma aveva deciso, non avrebbe fatto il nome di Sirius
a nessun costo.
Riaprì gli occhi.
- Coraggio, alzati.
Gli tendeva la mano... gli stava sorridendo come se niente fosse!
- Mi dispiace averti spaventato così, ma capisci, dovevo
essere sicuro. Avanti, tirati su.
Ma Parker aveva arrancato fino alla porta ed era corso giù
per le
scale, ancora tremante e disgustato da una simile messinscena.
Seguì l'odore di caffé fino a trovare la cucina,
dove
Neville era impegnato a far sparire (non magicamente) un vassoio di
muffins.
Una signora bionda, dall'aria simpatica, lo invitò a
sedersi. Parker declinò, ancora sconvolto com'era.
- Lui... mi ha...
- Mh-mh. Ti ha messo alla prova?
- Io credo... insomma, sì.
- E l'hai superata?
Harry apparve alle sue spalle. - Brillantemente, Luna. Credo... credo
proprio di doverti delle scuse, Parker, lo sai?
Gli porse la mano, un'altra volta.
- Non ci siamo presentati per bene. Sono Harry Potter, il padre di
Sirius.
Il cerbiatto... l'eroe
del Mondo Magico.
Parker continuava a tacere. Non riusciva a guardarlo senza
vergogna.
Era stanco, stanco di tutta quella situazione, stanco di doversi
nascondere, di essere detestato, di non poter essere come gli
altri.
Tanto valeva andare alla radice dei suoi guai.
- Voglio andare a consegnarmi al Ministro. Solo così potrete
vivere tranquilli.
********
Ci provarono, a fargli cambiare idea.
- NO! NO E NO! IO DEVO PARLARGLI, ASSOLUTAMENTE!
- Che dici, si può fare? - azzardò Luna.
Harry sospirò. - No, accidenti, conosco Amos come le mie
tasche. E poi, scusa se te lo faccio notare, Parker...
Si interruppe, sperando di non essere frainteso. Guardò
Neville come a farsi suggerire le parole adatte.
- Vedi, il Ministro non cerca più soltanto te. Sirius si
è messo davvero nei guai, con quelle poesie... ti
obbligherebbero a fare il suo nome.
- No, lo sapete che non dirò niente!
- Veritaserum, Imperius, Confundus... ti dicono niente, queste parole?
Non è questione di sfiducia, sai.
Luna smise di insistere. Anche lei era preoccupata per suo figlio. Si
mise a sparecchiare, nascondendo la sua ansia.
- Però, se io dimenticassi chi è Essex... lui non
sarebbe più in pericolo...
- Ora basta - Neville lo guardò con durezza - Nessuno qui sa
eseguire un Incantesimo di Memoria. E' troppo rischioso.
Harry saltò su.
- Aaahi!
- Cos'hai, che succede? - si allarmò Luna, ma il marito le
fece cenno di non spaventarsi.
- Accidenti a quando ho chiesto a Hermione di potenziare i Galeoni
dell'Esercito...
Harry si allentò il colletto della camicia e ne estrasse una
catenina, a cui era appesa una grossa moneta.
"Va ancora in giro con quella roba da vent'anni?" si stupì
Neville. "Lui... e chi altro?"
- Ooh. è di Ernie... Le cose stanno andando bene. Buone
notizie,
Parker: Diggory non ha più nessun potere. C'è
stato, si
può dire, un coup
d'état.
- Sarà lo scoop dell'anno! E ho l'esclusiva, accidenti... -
esclamò
Luna, quando si fu ripresa dallo stupore, in preda ad un attacco di
skeeterismo
galoppante.
"Vada come vada, basta che gli elfi mantengano il diritto di voto, se
no chi glielo dice a Kreacher" pensò Neville.
- Ma io gli voglio parlare lo stesso - disse Parker, risoluto.
******
L'uomo in vestaglia sembrava invecchiato, dal loro terribile incontro a
Grimmauld Place.
Rassegnato.
Disarmato.
Sconfitto.
- Vieni qui, ragazzino. Per favore.
- Vai, non ti farà nulla - sussurrò Harry.
Parker si avvicinò a Diggory, sorpreso di non provare il
minimo
rancore, ma anzi una sorta di pietà per quell'uomo inerme.
- Se potessi ridarle suo figlio... io... le giuro...
L'altro alzò una mano a schermirsi.
- Tocca a me chiederti perdono. E a tutti voi.
Silenzio.
- Questa notte... ho sognato Cedric...
Harry voltò la testa, mordendosi il labbro.
- Mi diceva... "Papà, che cosa stai facendo? Stai
distruggendo
la mia Hogwarts... stai tormentando un innocente" e mi guardava con un
tale disprezzo...
- Ora basta, Amos. Basta con le storie. Un processo come si deve non te
lo leva nessuno. - sbraitò una voce rude.
Parker sobbalzò.
Un uomo davvero spaventoso, con un occhio finto e una gamba di legno,
insieme ad un Auror dalla pelle scura, erano apparsi nella stanza. Li
aveva seguiti di lì a poco una donna dai capelli rosa, che
aveva già
incontrato a casa mia.
Diggory sospirò e fece per alzarsi...
------------------------------------
ANGOLINO DI SAKI...
Ragazze, siamo agli ultimi capitoli. Ve ne siete accorte vero??
Spero così di riuscire a continuare l'altra fic che ho
iniziato, perché ci tengo molto. Alzi la mano chi ci
è già andato a sbattere contro! E' la cosa
più difficile che abbia mai cominciato a scrivere... a
differenza di questa storia e della precedente longfic, che mi parevano
inesauribili^^
Se non avete ancora visionato le dolls dei personaggi, andate sul mio
profilo... c'è un link.
E (ogni tanto mi ricordo di farlo) grazie anche a tutti quelli che
hanno messo la storia nei preferiti e che leggono senza commentare.
Feux:
"Povera Pomona" non direi. Lo sai che adoro questo personaggio, ma il
suo comportamento è stato orribile. Aspettati di tutto!
Rainsoul: Welcome to my world, welcome
to my heart!!!! (come diceva una canzone della
pubblicità!). Certo che me le sogno di notte, le mie storie;
e anche di giorno. Non faccio che pensarci tutto il tempo.
HarryEly:
questa fic ti tira su? Io credevo fosse deprimente. Buono a sapersi...
lyrapotter:
non avrei mai fatto morire Nev, non in questa storia almeno (chi ha
letto "Why get back alone" conosce anche quel lato del mio sadismo),
perché è più interessante studiare la
tensione psicologica di Remus che creare una tragedia vera.
dunky: anche
io seguo moltissime storie, ed è grazie a queste che
costruisco il mio stile. Quando capisco che ne sto seguendo
troppe, mollo quelle che mi interessano meno. Senza
pietà!!! Quindi non farti scrupoli...
Ino chan:
mah, ti dico la verità: io non ho gioito nel far morire
Bletchley. Era un essere umano, non dei migliori, ma in fondo faceva il
suo lavoro. Ma il cadavere carbonizzato doveva pur essere di qualcuno^^
Amore, ti prego, quando
aggiorni? Sei brava con le fic su Heroes, peccato che io
non segua la serie e non ci capisca un tubo... eheh!
**** ma di Ned non
v'importa proprio, eh? Beccatevi l'anticipazione! ****
"La
disperazione che mi aveva attanagliato solo poche ore prima [...] aveva
lasciato
il posto ad un'angoscia diversa, solo apparentemente meno
intensa. [...] Ma quando Ginny era stata rapita da Greyback, avevo
potuto lottare contro un nemico in carne e ossa.
Ora era anche
peggio: ero del tutto impotente."
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Capitolo 28 *** remus' frightful furry night ***
AVVERTIMENTO:
Scusate per la
parolaccia, più avanti. Ne sto usando sempre più
spesso ultimamente! Ma mi sembra che renda l'atmosfera e lo stato
d'animo di Dora (notare che Shacklebolt la chiama ancora col vecchio
cognome...).
E' molto breve, ma
come sapete sono impegnata con altre storie, e poi ci vuole la suspence
alla fine^^ Il prossimo sarà più lungo, credo!
###Sniff! Ma Nedzad vi è tanto antipatico che non vi importa
niente di quello che gli è successo?###
- Dovete arrestarlo per forza? - chiese Parker, con
un'espressione di
supplica, al che Alastor Moody si grattò la testa e
guardò Harry.
Questi fece spallucce.
- Sei tu che devi decidere, già.
- Allora lasciatelo stare. Soffre troppo. Non voglio che nessuno
finisca in prigione. Io... voglio solo tornare a scuola, e dimenticare
tutto.
Neville
prese per mano Parker e lo fece entrare nel camino del grande salone al
pianterreno, da dove sbucarono poi nel locale di Rosmerta, e da
Hogsmeade presero una carrozza che li portò al castello.
Moody, Dora
e Kingsley si smaterializzarono direttamente ai cancelli.
- Sono libero. Sono felice. Si sente anche lei così,
professor Longbottom?
- Mhmmm... direi proprio di sì. E sazio, direi. I muffins di
Luna sono squisiti...
La gioia di Parker era destinata ad aumentare in modo esponenziale, di
lì a poco. C'era qualcuno di molto speciale ad
aspettarlo, al suo ritorno nella Sala Comune di Gryffindor.
Billie
Kettleburn. La sua mamma. La donna che Peter aveva catturato con
l'inganno, tenendola prigioniera per anni nella sua casa di Hereford,
soggiogata con ripetuti Imperius; che aveva dato alla luce quel
bambino, destinato a diventare la sua unica fonte di speranza, mentre
però la sua mente crollava a cause di quelle maledizioni che
subiva
ogni giorno. Ed era fuggita, fuori di sé, senza sapere dove
andasse, né
chi fosse... finché una vecchia maga che passava da
quelle parti
l'aveva raccolta e portata al St. Mungo.
Il ricordo delle torture
subite e dell'esistenza di suo figlio era riaffiorato soltanto quando
l'aveva sentito nominare dai colleghi di Hogwarts, ma nessuno, per
motivi differenti, voleva o avrebbe saputo rivelarle dove fosse Parker.
Per
questo si era chiusa in sé, manifestando tuttavia a tratti
impazienza e morbosa
curiosità; tale era sembrato il suo atteggiamento agli occhi
di Reg e
Viola.
E ora la piccola Malfoy li guardava da un angolo della Sala, sorridendo
davanti a quel quadretto tenerissimo; forse un poco era triste,
perché
pensava a sua madre, Pansy, che non era mai stata così
affettuosa con
lei, presa com'era dalle sue amiche chic e dai ricevimenti a cui andava
quasi ogni sera.
Ma Reg non era lì con loro.
Era all'ospedale,
con Lisette, e tutta la famiglia Weasley, tutti tranne Arthur che con
tutta quella confusione era rimasto bloccato al Ministero e
non sapeva
ancora nulla.
- Zio Charlie... - provò a sedersi lì vicino, a
consolarlo - Lo sai che si riprenderà, non devi pensare al
peggio.
Nessuno giunse a confermare quelle parole.
Né a smentirle.
Potevano soltanto aspettare.
********
- Tesoro, ma cos'ha Irma?
Vestita
solo di un accappatoio bianco, con i capelli bagnati e i piedi nudi,
mia
figlia se ne stava rannicchiata contro il mio petto, a battere i denti,
senza riuscire a spiccicare parola.
Hermione l'aveva trovata là, sulla porta del Bagno dei
Prefetti,
a guardare verso le scale con un'espressione vuota e terribile.
- Se tu mi vedessi colpito da un incantesimo... precipitare nel
vuoto... come ti sentiresti?
- Di cosa stai parlando? Cos'è accaduto?
Poppy arrivò con una ciotola di pozione fumante, il volto
rosso dal pianto.
- Coraggio, tesoro, bevi. Starai meglio, sai.
Uno scatto improvviso, e la tazza si rovesciò sul pavimento.
Guardai mia moglie.
- Portiamola a casa, Dora.
E
così, mentre quell'orrenda mattinata volgeva al termine, ci
lasciammo
alle spalle il castello, la felicità di Parker e Billie, le
melensaggini di due vecchi Capocasa che si scoprivano innamorati, le
notizie che continuavano ad arrivare dal Ministero, e persino
Shacklebolt che ci era corso dietro gridando:
- Dove te ne stai andando, Tonks, dobbiamo tornare al
Dipartimento!
- Vaffanculo, Kingsley. Mia figlia viene prima di tutto.
La
disperazione che mi aveva attanagliato solo poche ore prima, quando
credevo che Neville fosse bruciato vivo dentro la serra, aveva lasciato
il posto ad un'angoscia diversa, solo apparentemente meno
intensa.
Era la prima volta che Irma si innamorava.
Che allentava le difese, che si mostrava per ciò che
realmente era.
E non poteva perdere Ned. Non doveva succedere...
Quella sensazione di déjà-vu era aumentata, fino
a farmi male alla testa.
Per la seconda volta, uno dei miei figli rischiava di rimanere senza
l'amore della sua vita.
Ma quando Ginny era stata rapita da Greyback, avevo potuto lottare
contro un nemico in carne e ossa.
Ora era anche peggio: ero del tutto impotente.
Tutti noi lo eravamo.
****
Non
dormivo da giorni. Si avvicinava la luna piena, e si sentiva. La sera
andavo da Belby, per la pozione, e lui me la scodellava sfuggendo il
mio sguardo. Si vergognava, davanti a me, questo lo capivo;
così come
Pomona, che era tutta mortificata nonostante in sua presenza Filius
cercasse di ridimensionare l'accaduto. Loro, i pacifisti, avevano
semplicemente seguito la strada più semplice, il corso del
fiume, come si suol dire; mentre noi, gli irriducibili,
cercavamo di andare controcorrente. Ma la soluzione, nessuno a Hogwarts
l'aveva trovata. Erano stati Alastor, e Dora, e Kingsley, con
Macmillan,
a rovesciare il sistema, per ricominciare da capo. O meglio, per
continuare sulla via che Diggory aveva intrapreso così bene,
prima di
perdere la ragione. Per questo gli anziani del Wizengamot e i
funzionari furono unanimi nel nominare Arthur Weasley Ministro
provvisorio fino alle elezioni.
Come se ad Arthur importasse un fico secco di prendere il potere, con
quello che era successo...
Con
il passare dei giorni i gemelli riaprirono il negozio, e Reg e Lisette
tornarono a scuola; Ginny fu costretta a portare le Harpies in
trasferta altrimenti il campionato sarebbe andato a farsi friggere.
A trascinarci per i corridoi dell'ospedale restammo Charlie, Ron e io,
e Kreacher, qualche volta.
- Com'è che tu e il tuo elfo non avete niente da fare?
- Ti sbagli, Charlie. Non c'è niente che mi importi di
più.
Ma
dovetti tornare a casa, dopo essere passato dai sotterranei di Hogwarts
per la solita dose, perché era la sera della trasformazione.
Rimasi
tutta la notte accucciato ai piedi del letto di Irma, che non era
più
riuscita a parlare da quel mattino...
Venne l'alba.
Andai a vestirmi, evitando di guardarmi allo specchio. Dora dormiva di
un sonno agitato, tormentando le lenzuola.
Dovevo tornare in ospedale... non ero tranquillo, a non sapere niente...
Sentii
dei rumori provenire dal camino. Sudai freddo: avevo paura di sapere
chi fosse, e per quale motivo fosse venuto. Paura, una paura
terribile... di trovarmi davanti Ron in lacrime, oppure...
Scesi. E la vidi.
- Hermione?
Lei mi guardò inarcando le sopracciglia, con una smorfia
incomprensibile.
------------------------------------------------------------------------------------------------------
ANGOLINO DI SAKI
Finalmente la mia
betareader mi ha rimandato il primo capitolo in inglese di "Why haven't
I told you" con le correzioni. Le piace! *saki esulta* Ma ora non so
proprio come continuare a tradurre!!
Sono totalmente
pervasa dallo spirito Charming Roots e presto sfornerò una
nuova storia. Doveva essere una shot, ma io dico sempre così
e viene fuori una fic a capitoli... quindi penso che non la
pubblicherò prima di averla terminata^^
Via ai
ringraziamenti...
Rainsoul: mi piace tanto come
scrivi tesoro, te l'ho già detto? E mi fa piacere che ti sei
piaciuta l'immagine dei muffins!! Infatti in questo capitolo ho di
nuovo attirato l'attenzione su quella cosa^^
Feux: Amos si vergogna da
morire, adesso, e anche se non comparirà più
nella fic, immagino che gli verrà comunque corrisposta una
pensione... dopotutto era un bravo Ministro prima di cominciare a
tormentare Parker...
lyrapotter: quando vedrai i prossimi
chap, ho paura che mi pregherai di farla finire subito. La rivoluzione
era programmata da tempo (vedi la conversazione tra Lupin e Moody nel
capitolo 20), ma ci è voluto un po'... mica i colpi di Stato
si organizzano dall'oggi al domani... soprattutto con un Ministro
così popolare. E' stato possibile rovesciare il sistema
soltanto dopo che i cittadini del Mondo Magico si sono resi conto
dell'assurdo accanimento contro Hogwarts.
dunky: le tue parole di
fedeltà e affetto mi commuovono. Anch'io sto passando dei
brutti momenti, che più che momenti sono mesi... coraggio!
Procuriamoci un po' di Felix Felicis! (chissà se Belby la sa
preparare?)
Ino
chan:
Ok, sono contenta che ti sia piaciuta la comparsata dei coniugi Potter,
perché sarà anche l'ultima, credo^^ HAHA! Certo,
non ho ancora scritto il finale, ma per ora non sono previsti...
********ANTICIPAZIONE DEL
PROSSIMO CAPITOLO*******
E' passata quasi
una settimana. Sei giorni.
"Sei giorni d'amore"
Da dove mi arriva
quel pensiero? Quale altra situazione si
ripeterà nel presente, e non potrò fare nulla per
impedirla? Chi
soffrirà un'altra volta?
Il presentimento
cresce, fino a farmi venire i brividi.
***************
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Capitolo 29 *** remus john lupin, big boss of hogwarts ***
Signore
e signori, buonasera... come preannunciato qualche capitolo fa, riecco
a voi le Paranoie di Remus Lupin atto 3, accompagnate da Presentimenti
e Congetture. Buon divertimento. *saki versione hitchcock... mi sto
guardando troppi episodi del suo telefilm in dvd*
- Remus, fai spavento.
Vai a farti la barba, coraggio... ti aspettano, a Hogwarts.
Che c'entrava Hogwarts? Allora non era venuta per darmi notizie di
Ned...
Tirai un sospiro e mi buttai su una sedia.
- Indovina chi sarà il nuovo Preside della scuola.
- Beh... - Non c'era molto da rifletterci sopra. - Filius, immagino.
Hermione ridacchiò. - Ma no! Prova ancora.
La fissai con uno sguardo di speranza:
- E'... tornata Minerva? E' lei?
Un no, di nuovo. Rimasi così deluso da abbassare gli occhi
al pavimento. La casa era davvero un macello...
-
Senti Hermione, non ho tempo di giocare agli indovinelli. Non dormo da
una settimana, e Irma non parla più da quel giorno
maledetto, e non
vuole mangiare, Dora non è ancora tornata al lavoro per
stare con lei
ed Ernest minaccia di licenziarla. Stiamo da schifo.
- Ernie non
licenzierà nessuno, a parte quell'Auror che ha quasi
ammazzato
Nedzad. Hanno eseguito un Reversus e l'hanno beccato.
- Chi è? Come si chiama? - quasi gridai, rendendomi conto
subito dopo che non aveva alcuna importanza.
-
Paul Stunner. Un nome che è un programma, vero? Il
Wizengamot era
indeciso se fargli spezzare la bacchetta... ma
alla fin fine è stato un incidente.
- Un incidente, 'Mione? Merlino santo, l'ha fatto apposta! Ci
sono almeno dieci testimoni che possono giurarlo!
Era vero che l'intera squadra di Gryffindor aveva assistito al fatto,
ma il tribunale non avrebbe tenuto conto della loro testimonianza,
probabilmente. Irma, invece... se solo fosse stata in
grado di raccontare i dettagli...
- Ne parliamo più tardi, ti ho detto di
andarti a dare una ripulita: puzzi
di lupo.
Quella battuta mi strappò un sorriso.
- E vai a svegliare la mia figlioccia, e dille di asciugarsi le
lacrime, perché c'è qualcuno che chiede di lei.
Il miracolo era accaduto?
Il sorriso di Hermione mi diceva di sì.
Ma prima di mettermi a esultare, le chiesi di rispondermi una volta per
tutte.
- Ma allora, chi sarebbe il nuovo Preside?
- Sei tu, naturalmente.
**********
- OBICHAM TE. Questo imparato a Durmstrang. E' bulgaro.
Un bacio.
- VOLIM TE. Questo insegnato mio nonno, che vive in Bosnia.
Un altro bacio.
- TE IUBESC, IRMA... IUBIREA MEA...
- Va bene, quello era in rumeno. Non puoi dirmelo anche in inglese?
- Ti amo... signorina Caposcuola.
- Brutto zuccone!
- Non scherzare, spaccata davvero la zucca stavolta.
- Mmmh... vedremo agli esami, se funziona ancora quello che
c'è dentro...
Il sole era tornato a splendere.
******
Sala Comune di Ravenclaw. Ignaro di essere osservato, il famigerato
Essex si cimentava in un'altra composizione.
Though Parker is free,
and Lupin reigns,
I am still angry and full
of pain.
The Gryffin is hurt, and
Ravens are sad,
may I forgive those who
wanted me dead?
(la metrica alle ortiche, eh, Potter? e le rime, pure...)
Fires and encounters,
grudge and deceit,
only my girl can make me
forget it.
(gli accenti, Potter, gli accenti)
Gryffins and Ravens are
made of one stuff,
but I'm in love...
Un aggettivo. Gli mancava un aggettivo, che non fosse di quelli
astrusi, perché Lisette era semplice, fresca, vera...
Guardò in su, posando la piuma sulla scrivania, e in quel
momento qualcuno la prese e concluse il verso:
...with a
sweet Hufflepuff.
Sirius sobbalzò.
- Siamo una bella squadra, vero Potter? Che te ne pare di fondare il
Club di Poesia di Hogwarts?
- S-Signor Direttore...
Flitwick scompigliò i capelli arruffati del ragazzo e
scoppiò a ridere.
- Le parole sono armi potenti, più temibili di qualsiasi
incantesimo. Tu hai un dono raro. Spero ti renderai conto che
è
stato grazie alle tue strofette che i ragazzi di Gryffindor hanno
ingaggiato battaglia agli Auror.
Lui chinò la testa.
- Vuole dire che è colpa
mia. Nedzad è...
- Non c'è nulla di irreparabile. Si sta riprendendo... forse
non
potrà più giocare a Quidditch, ma beh,
avrà
più tempo per prepararsi ai MAGO... e per amoreggiare con la
signorina Lupin, se ne avrà voglia.
Sirius lo guardò con gratitudine, sollevato oltre ogni dire.
- Davvero?
- Ti ho mai mentito, Potter? - fu la risposta, scherzosamente
severa. - Ops, che sbadato. Ho scordato di dirlo a Lisette Weasley...
eppure l'ho incontrata in biblioteca due minuti fa.
Sirius arrossì e per un po' fece finta di nulla, per poi
afferrare un libro a caso e scattare verso la porta balbettando qualche
scusa incomprensibile.
But I'm in love...
L'amore. Solo questo sentimento era in grado di riunire le Case di
Hogwarts, dopo quel tremendo periodo di follia e incomprensione. E
anche lui, come Sirius, amava una dolce Hufflepuff...
Dolce,
'Mona? Andiamo! Carogna, semmai. Vigliacca, e menefreghista.
Ma era in questi difetti che percepiva la
fragilità di
lei, e sentiva di volerla proteggere, proprio
perché era
incapace di reagire con coraggio alle situazioni, fino a perdere ogni
traccia di dignità...
"E' solo per questo che non ha respinto il mio bacio? Perché
si
vergogna del suo comportamento, e ritiene di essermi debitrice? Io non
voglio che si senta legata a me per dovere. E a dirla tutta... non
è saggio iniziare una storia alla nostra età. Se
io me ne
andassi prima di lei, soffrirebbe di
nuovo."
Un battito d'ali dalla finestra socchiusa.
- E ora che c'è?
Riconobbe il sigillo del Ministero, poi la scrittura confusionaria di
Arthur... in quanto al testo della lettera, era pressoché
identico a quello ricevuto anni prima da Diggory.
- No, santa Rowena, un'altra corvée!
Ma sono l'unico esperto di incantesimi in tutta l'Inghilterra?
Ci pensò un po' su.
"In effetti no, ma... tutti sanno che sono il migliore".
******
Me ne sto sdravaccato nel mio nuovo ufficio in cima alla torre, sulla
poltrona "che mi ero sempre chiesto se fosse comoda come sembrava".
Sono confuso, stralunato.
- Come mi ci vedi, Albus?
- Ottimamente! - mi risponde il ritratto di Dumbledore, mentre Phineas
Nigellus si ritira dalla sua cornice con lo sguardo schifato. - D'altra
parte, è stata una mia decisione; l'avevo lasciato scritto.
- Che cosa? - salto su, e non so se esserne lusingato o deluso. -
Allora non sono stati loro
a... eleggermi?
- Che differenza fa, Remus?
"Fa molta differenza" penso. "Non avrei accettato questa
responsabilità enorme, se non fossi stato sicuro di avere
l'appoggio di tutti i miei colleghi. Che la scuola fosse di nuovo
unita, e nessuno avesse più risentimenti e rancori e..."
- Ne sono tutti entusiasti, te lo garantisco. Soprattutto
quelli che, beh, hanno qualcosa da farsi perdonare.
Sarà.
Forse più tardi mi renderò conto che non
è un
sogno, sono passate troppe poche ore dal mio insediamento per essere
pienamente consapevole del mio ruolo. Ho ancora in mente tutto quanto
è successo in questi giorni... e pian piano mi rendo conto
di
come non fosse soltanto un'impressione... tutto si ripete nel tempo,
non faccio che tornare a rivivere gli stessi terribili eventi, solo in
apparenza trasformati.
La disperazione, il giorno dell'attacco di Bellatrix al castello, e
quella davanti alle serre incendiate.
Il rapimento di Ginny e quella rovinosa caduta di Nedzad.
Déjà-vu, lo chiamo, e non so dargli un altro nome.
Provo a convincermi che tutto ha avuto una felice soluzione, che la mia
famiglia è di nuovo unita...
Ed è passata quasi una settimana. Sei giorni.
"Sei giorni d'amore"
Da dove mi arriva quel pensiero? Quale altra situazione si
ripeterà nel presente, e non potrò fare nulla per
impedirla? Chi
soffrirà un'altra volta?
Il presentimento cresce, fino a farmi venire i brividi. Mi lambicco il
cervello, vado alla finestra, giocherello con la piuma, scribacchio
qualcosa. Mi sento esattamente come Damocles, quando era terrorizzato
dalla fantomatica "Maledizione sulla cattedra di Pozioni". Solo che la
paura non riguarda me.
E poi capisco. Ricordo.
Non è che vorrei che tutti fossimo immortali. Ma
c'è stato troppo turn-over a Hogwarts, in soli vent'anni.
-----------------------------
ANGOLINO DI SAKI...
Come avrete visto se spulciate spesso il mio profilo, ho iniziato una
nuova fic. In pratica sto scrivendo due Charming Roots
contemporaneamente. Considerato che dovrei studiare per la
maturità, è sconfortante, trovate?
Oggi è il mio compleanno e di regali neanche l'ombra. Il mio
ragazzo è andato a recitare in un film demenziale e mia
madre è a casa di un'amica in collina. Wow.
Baci,
SakiJune
dunky:
beh... non sono Nev e Irma ad essere iellati... temo che sia proprio
Remus a portare sfiga. Ma non è che lo faccia apposta! Baci!
Ino chan: a
Lourdes? Non credo che i maghi siano cattolici, dopo tutto quello che
è successo durante l'Inquisizione. Però si
può anche tentare.
Rainsoul:
anche a me piace quell'immagine. *saki si fa il trip mentale con il
lupetto Moony* Sei molto perspicace riguardo a Ned. In
realtà sai, quando ho cominciato a scrivere la terza parte
della storia, questa con Parker e soci, in realtà avevo in
mente che il giovane Weasley sarebbe dovuto proprio morire. Poi ho
cambiato idea^^
lyrapotter:
mi piacciono le tue recensioni, si vede che stai attenta ai personaggi
e allo sviluppo della trama. Sei la lettrice ideale... grazie mille!
Feux: wow,
c'è così tanto di me nel personaggio di Irma che
continuare a sentir dire che piace è un complimento
indiretto! Per rispondere alla domanda: vero! Non sono così
sadica con un ragazzo di 18 anni. Lo sarò molto di
più con una certa prof... ma non fino all'estremo.
ANTICIPAZIONE DEL PROSSIMO CAPITOLO
- Solo
a te
potrebbe venire in mente una sciocchezza simile, Remus!
Un po' di rispetto per
il tuo nuovo principale, Hermione? No, eh?
- Che tutti i fidanzati della Sprout siano destinati a morire dopo sei
giorni,
ah! Devo raccontarla a Firenze, è troppo divertente. Gli
dirò così: "Sai, Remus J. Lupin non si accontenta
di
essere diventato Preside. Vuole anche soffiarti la cattedra di
Divinazione".
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Capitolo 30 *** to feel afraid, to feel dirty ***
- HERMIONEEE!
L'interpellata stava a guardia della porta della biblioteca, attenta
che nessuno si avvicinasse - in apparenza. Quando mi vide correre verso
di lei, si mise un dito sulle labbra.
- Pomiciata in corso. Guarda, guarda pure... - ridacchiò
indicando il buco della serratura.
- Cosa ti fa pensare che il Preside di Hogwarts spii i suoi alunni in
modo così indecente? - dissi tutto affannato.
Ma intanto mi ero chinato a sbirciare, sperando non si trattasse di Reg
e Viola (che erano carini insieme e tutto, ma alla fin fine non
avevano ancora dodici anni).
Beh, quasi: Sirius e Lisette.
- Però... Harry non era così sveglio alla sua
età, vero?
- Confermo!
- Ora che hai "spiato i tuoi alunni in modo indecente", Remus, mi vuoi
dire perché correvi per la scuola come un pazzo gridando il
mio
nome?
- Ehm... è che... non riesco a trovare Filius.
- E C'È BISOGNO DI URLARE? Uffa, non sono la portinaia di
Hogwarts! Comunque, è dovuto andare a Londra e non
tornerà prima di lunedì.
Sudai freddo. Non era una coincidenza...
Le spiegai la mia deduzione, accalorandomi nel descrivere le inequivocabili similitudini
degli avvenimenti...
- Vediamo se ho capito. Ti è venuta la sindrome di Belby,
eh? -
Speravo che almeno lei mi avrebbe preso sul serio. Pff. - Solo a te
potrebbe venire in mente una sciocchezza simile, Remus!
Un po' di rispetto per
il tuo nuovo principale, Hermione? No, eh?
- Che tutti i fidanzati della Sprout siano destinati a morire dopo sei
giorni,
ah! Devo raccontarla a Firenze, è troppo divertente. Gli
dirò così: "Sai, Remus J. Lupin non si accontenta
di
essere diventato Preside. Vuole anche soffiarti la cattedra di
Divinazione".
- Non ridere di me! - sbottai. - Smettila o... o... ti licenzio!
Hermione si fece seria e mi guardò con tenerezza.
- C'ero anch'io al matrimonio di Neville, e ho assistito alla morte del
professor Slughorn... e sono rimasta scioccata quanto te. Ma
è
impossibile che Flitwick faccia la stessa fine, almeno nel prossimo
futuro...
- E perché sei così sicura, sentiamo!
Si mise a contare sulle dita, mentre passeggiavamo su e giù
lungo il corridoio.
- Primo, da quando lo conosco, non ha mai preso neanche un
raffreddore. E' praticamente la salute fatta persona... quindi non
c'è nessuna probabilità che debba morire oggi. E
sai
anche tu che il suo bis-bisnonno era un goblin, quindi la
longevità è assicurata.
Lisette Weasley sgusciò fuori dalla biblioteca, con un certo
rossore sulle guance, tentando di nascondersi la faccia con un libro
aperto davanti, mentre ci passava accanto. Non potei fare a meno di
sorridere.
- Secondo... e stammi a sentire! A pensarla come te, è lei che porta
sfortuna... ti rendi conto di che cosa la stai accusando?
Risposi che non era quello il punto, che era solo il mio destino che
faceva succedere disgrazie alle persone a me più care.
- Sei anche presuntuoso, allora. Va bene, c'è un terzo
motivo per cui non hai da temere nulla.
- Avanti! - Ma
perché quest'accanimento con la suspence?
- Quei due non stanno
affatto insieme!
- Ti sbagli. Si sono baciati davanti ai miei occhi, nel parco... -
insistetti.
Hermione dava segni di perdere la pazienza da un momento all'altro.
- Lei ha troppi sensi di colpa per lasciarsi andare. Non si sono
quasi nemmeno più parlati, da quel giorno. Un bacio non
significa
niente, Remus, devo spiegartelo io?
Sì, doveva spiegarmelo lei. Perché nella mia vita
non
avevo mai baciato nessuna donna senza amarla profondamente, e senza
essere sicuro di venire ricambiato.
- Sai cosa ti dico? Vai a farti una bella passeggiata e tutte le
paranoie spariranno di colpo. O un sorsetto di Felix Felicis, eh? Puoi
chiedere a Damocles...
-------------------------------
Dal day-after dell'incendio e dei tafferugli, Neville e Pomona ci
avevano dato dentro con il "progetto delle 3R": Ricostruzione,
Ripulitura e Ripopolamento della serra n^2.
Per lei era difficile parlare di qualsiasi cosa che non
riguardasse il lavoro, e anche in questo stava sulle spine. Belby si
era in qualche modo riscattato agli
occhi di Parker e di tutti noi, ma lei no. Così evitava lo
sguardo di Neville, e rispondeva alle sue domande a monosillabi,
sentendosi sporca più che mai.
Lui commentava, per esempio:
"Ci era costato un occhio della testa, questo aggeggio per il concime,
e ora ci tocca ricomprarlo"
e lei pensava a come l'aveva messo in pericolo, e di come si era
sentita quando credevamo che ci fosse lui là dentro tra
quelle
fiamme...
Ma non diceva nulla. E inghiottiva.
Oppure, Neville citava un articolo del Cavillo particolarmente
divertente, così, per farla sorridere, e lei stava ancora
peggio, ricordando come avesse quasi fatto arrestare Sirius per le sue
poesie di protesta, contagiata dalla follia di Diggory.
- E' inutile che fai finta - si lamentò, finalmente - tu e
tuo padre mi odiate, adesso!
Sembrava davvero una bambina pentita delle sue marachelle.
- Senti, Pomona, è inutile rimurginarci su. Parker ha
ritrovato
sua madre, mio suocero è diventato Ministro e tu ti sei
trovata
un fidanzato nuovo. Siamo tutti contenti, no?
- Io non sono fidanzata proprio con nessuno! - puntualizzò
lei.
- Non voglio un Ravenclaw che mi giudica e mi corregge i congiuntivi.
E via di questo passo.
Nel frattempo, però, lavoravano sodo. I vetri già
brillavano al sole della primavera inoltrata; ammirai il risultato dei
loro sforzi quel pomeriggio,
avendo seguito il consiglio di Hermione di schiarire i miei
pensieri grigi fuori dal castello.
Mi accompagnava la graziosa professoressa Kettleburn, che aveva
riacquistato il sorriso, e la vitalità, e persino il senso
dell'umorismo che ricordavo come una caratteristica di suo padre.
Quest'ultimo era stato a sua volta tra i miei insegnanti, e per quanto
fosse una persona scherzosa e alla mano, durante le sue lezioni avevo
costantemente paura che si avvicinasse a me e mi gridasse: "Remus
Lupin, bestia di grado XXXXX!" (così erano classificati i
licantropi nel libro di Newt Scamander).
Tutto questo non lo raccontai a Billie, però,
perché
sarebbe suonato ridicolo, e nemmeno le confidai i miei presentimenti
sulla sorte di Filius (Hermione era riuscita a farmi desistere dal
proposito di recarmi al Ministero per accertarmi che stesse bene),
perché di sofferenza e paura, nella sua vita, ne aveva avuta
a
sufficienza.
Mi limitai ad ascoltarla, mentre mi ringraziava per aver sempre cercato
di proteggere Parker, ed esprimeva il suo dispiacere per quello che era
accaduto a Ned:
- Deve sapere, professor Lupin... o signor Preside?
- Remus - suggerii, quasi in automatico.
- Oh! Allora anche tu chiamami Billie! Cosa stavo dicendo? Ah, che io e
Charlie Weasley eravamo in classe insieme. Mio padre lo prendeva ad
esempio, quando non mi applicavo abbastanza! Era così...
appassionato... e poi, beh, era un gran bel ragazzo.
- Allora sarai stata amica di mia moglie, anche lei ha l'età
di Charlie - risposi. - Si chiama Nymphadora Tonks.
Billie rise così forte che qualcuno si affacciò
ad una
finestra del primo piano e Neville uscì dalla serra per
vedere
chi stesse facendo tutto quel chiasso. - Era davvero bella,
così
serena e un po' infantile.
- Scusa, non è per offenderla, però... era la
più imbranata del nostro anno!
Ridacchiai anch'io, pensando a come non ci fosse mai da annoiarsi a
Grimmauld Place, grazie ai guai che combinava di continuo.
- Beh, in effetti Dora è... un antidepressivo naturale.
- Parli come un Babbano. Hai una TV, a casa?
- Due! - confermai, orgoglioso.
Neville rientrò, forse un po' infastidito dalla confidenza
che
mostravo a una donna così giovane. Ma da parte mia ero
tranquillo, perché non avevo nessun secondo fine nel porre
le
basi di quell'amicizia.
- Mi piace tanto il professor Longbottom. E' così gentile -
mormorò Billie, sedendosi sul prato senza badare che si
sporcasse il vestito. - Come te.
"Ma le piacciono tutti?" pensai. "Riesce ad essere così
fiduciosa negli altri, dopo tutto quello che ha passato?"
- Sono contento che ti stia simpatico, perché... ehm,
è mio figlio.
Billie fece tanto d'occhi. - Ma davvero? Avevo notato la somiglianza,
ma sai, avevo altro a cui pensare, e poi, con due cognomi diversi...
quindi, sei il nonno di Regulus?
Annuii. - Siamo tutti un po' imparentati, qui dentro, l'avrai notato.
Siamo sommersi di Weasley, tra l'altro! Ormai me ne trovo
così tanti tra i piedi che non li conto più...
E me ne sarei trovato presto un altro in famiglia.
*****
Quando tutti ti dicono
che sei diventata cattiva, cominci a crederci.
E a recitare quel ruolo
che ti hanno cucito addosso.
Perché
pensi di non avere la possibilità di farli ricredere,
perché ormai il
danno è fatto, e non importa se il collega più
intelligente e saggio di
Hogwarts ti ha detto che ti vuole bene nonostante tutto, nonostante tu
ti sia trasformata in una vigliacca, in una spia...
E
da spia li stai guardando, quei due, che ridono seduti sull'erba, come
due ragazzini sciocchi, e chissà cosa c'è sotto e
povera Tonks che avrà
le corna di due metri...
Perché quando
si ha la coscienza così sporca, si vede il male dappertutto.
- Che c'è da guardare mio padre in quel modo?
- N-niente. Devo andare a controllare la piccoletta,
è rimasta un po' agitata dopo l'incendio...
Neville
sgranò gli occhi e la trattenne. - Lascia stare, Pomona,
è meglio non
toccarla per un po'. Stamattina ci sono entrato, nella quattro, e ha
allungato uno di quei ramacci...
La piccoletta,
che naturalmente aveva un nome latino lunghissimo e impronunciabile,
era una pianta magica velenosa e piena di spine, che non
faceva
avvicinare quasi nessuno. Di sicuro, avrebbe aggredito ferocemente
chiunque avesse
in sé rabbia o rancore o frustrazione...
- Ti ho detto di non andarci!
*****
- Allora siamo d'accordo, quest'estate ti porto alla Tana e vediamo se
riusciamo insieme a stanare l'orso Charles - stavo dicendo a Billie. -
Per adesso ha in testa soltanto che suo figlio si rimetta in piedi, ma
prima o poi tornerà a guardarsi intorno. E quando ti
rivedrà... bum!
- Non siamo d'accordo per niente, Lupin! Non cominciare a organizzarmi
la vita sentimentale, eh. Ho già un uomo che mi aspetta, e
non
sa ancora che non tornerò. sempre se si ricorda ancora di me,
e
non è molto affidabile in quel senso... però mi
ama...
- Parli di Lockhart, vero? - chiesi a bruciapelo.
Billie arrossì e mi domandò a sua volta come
sapessi di quella storia.
Non potevo dirle che avevo mandato una lettera incantata al St. Mungo.
Accidenti alla mia boccaccia!
- Ehm, dunque...
Non ci fu bisogno di trovarla, una scusa.
In quel momento uno strillo acuto e straziante si levò
nell'aria.
Un urlo di dolore.
E di redenzione.
_______________________________________________________________________
ANGOLINO DI SAKI...
Giustizia è fatta!
No, non ho intenzione di farla morire, rimane il mio personaggio
femminile preferito di tutta la saga...
Però... cavolo, l'aveva fatta grossa no?
Rainsoul:
è vero, Remus non sbaglia del tutto, la sua vita
è veramente un ripetersi di tragedie. Quello che non ha
ancora compreso è che non può evitarle, ma solo
affrontarle man mano che arrivano.
Feux: sono
contenta che ti piacciano tutti questi innamoramenti! E come vedi da
questo nuovo capitolo Billie è una che si prende cotte di
continuo. Insieme al trauma per gli Imperius di Peter, ha superato ogni
inibizione. Come pensa Remus... "ma le piacciono tutti?". Io sono
esattamente così. O per lo meno lo ero prima di incontrare
il mio ragazzo^^
Ino chan:
Anche a me piace scrivere queste scenette tra Remus e Mione. Infatti in
questo chap ce n'è un'altra, hai visto?
Razionalità contro irrazionalità. Decisamente la
migliore coppia di amici che possa esistere!! (no, che nessuno lo
pensi, Remus non farà mai le corna a Tonks! Semplicemente si
trova bene con le donnine del suo staff...)
Celine_Falilith:
spero tantissimo che continuerai a leggere, anche lentamente. E se, per
via del mio stile ermetico ed inconcludente, non capisci qualcosa nella
trama non hai che da contattarmi, sarò felice di
risponderti^^
Dove siete finiti tutti? Sniff...
ANTICIPAZIONE
DEL PROSSIMO CAPITOLO
"Sai che è tornata
Nancy? Pare
che abbia preso lezioni private per tutto l'anno, e si
presenterà agli esami. Fai attenzione, ti ricordi che lei e
Nedzad si frequentavano prima che i loro genitori combinassero
il
patatrac... Ambasciator non porta pena, ok?"
Q. S. V.
|
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Capitolo 31 *** nancy wood is back. only karma ***
Il lunedì mattina, nell'aula di Storia della
Magia, il
professor Binns faceva lezione a una classe del settimo anno in stato
catalettico. Avevano cominciato a studiare notte e giorno, per
preparare gli esami, e chi riusciva a rimanere sveglio teneva gli occhi
sbarrati, per non crollare sul banco. Irma si era semplicemente
addormentata, invece. Dopo tutti quei pomeriggi passati all'ospedale,
vicino a Ned, e le notti sui libri, le ore di scuola erano l'unico
momento in cui poteva riposarsi.
La sua vicina di banco le diede una gomitata, non già
perché le desse fastidio che dormisse, né
perché
Binns se ne fosse accorto, ma solo per un biglietto volante che era
arrivato sul suo banco dal fondo dell'aula.
Irma si stropicciò gli occhi e lo aprì.
Sai
che è tornata Nancy? Pare
che abbia preso lezioni private per tutto l'anno, e si
presenterà agli esami. Fai attenzione, ti ricordi che lei e
Nedzad si frequentavano prima che i loro genitori combinassero
il
patatrac... Ambasciator non porta pena, ok?
Q.
S. V.
Nancy Wood. La sua ex migliore amica.
Non si era presentata a scuola all'inizio dell'anno, per questo Ned
aveva preso il suo posto nella squadra di Gryffindor. E lei l'aveva
maltrattato quel giorno...
Capì quanto era stata insensibile con lui, quando ancora non
stavano insieme. Non soltanto Nancy l'aveva
lasciato senza una parola, ma il padre di lei gli aveva portato via la
madre, eppure lui non si era mai lamentato, e aveva tenuto duro, fino a
riuscire ad innamorarsi di nuovo.
"E io che cosa ho fatto? L'ho trattato male per tutti quei mesi. Ma
adesso..."
Si voltò verso Quenton Vance, il temibile cercatore di
Gryffindor. Fingeva di prendere appunti, ma in realtà la
stava
guardando per constatare la sua reazione al biglietto che le aveva
mandato.
Irma rispose:
Se
è tornata, perché non è venuta a
lezione? Guarda che non mi fa paura, quella. Ned è mio e
basta.
I.
A. L.
Quando cessò la litania di Binns, e stava per uscire
dall'aula, Quenton la fermò e le disse, per sfida:
- Se non ti fa paura, vieni a parlarle. E' nella nostra Torre che
sistema la sua roba.
- Che venga lei giù! Non ho niente da dirle, io...
Avrebbe voluto strozzarmi, perché non ero stato io a
informarla.
Ma avevo altro a cui pensare.
*****
Il giorno prima ero tornato a Grimmauld Place per parlare con Dora di
Billie, ma l'atmosfera era alquanto tesa. Ginny era furiosa.
- Sono stufa. Stufaaaaa! Non può fare quello che vuole. Non
esiste solo il lavoro... ci sono io! Perché mi ha sposato,
allora? Se ne sta lassù tutto l'anno e io mi sento una scema!
Kreacher alzò gli occhi al cielo e se ne andò di sopra a
guardare la TV. Probabilmente ne aveva le tasche piene di
quegli attacchi isterici. Aveva detto felicemente addio a Walburga per
ritrovarsi Ginevra!
- Ginny, lo sai che Neville ti ama moltissimo...
- Ah sì? E me lo dimostra non tornando mai a casa? Cos'aveva
oggi, i bulbi da piantare? O doveva fare lo stupido con qualcuna delle
nuove insegnanti?
Si riferiva a Billie, non certo alla nuova
professoressa di Trasfigurazione, Kayleigh Schwartz, che aveva
più o meno 120 anni.
- Ti assicuro che non è così. Deve davvero lavorare. Specialmente adesso che
è di nuovo tutto sulle sue spalle...
- Eh, no! Non adesso che avevo deciso di lasciar perdere le Harpies per
stare più tempo con lui! Per quanto mi riguarda,
può
restare a Hogwarts quanto vuole, e io me ne torno dai miei!
Dora la interruppe, anche lei sicuramente abituata a simili discorsi, e
mi chiese cosa avessi voluto dire.
- E' successa una cosa spiacevole. Ma non è il caso di
parlarne
ora, tanto Ginny vuole andarsene... e tocca a me dirlo a Reg, vero? -
risposi ironico.
- No! Ma che dici!
Restammo un po' in silenzio.
- Se non lo ami più, diglielo in faccia - sbottai.
- E' lui
che non pensa
più a me. - rispose Ginny, un poco più calma. -
Ti ho
detto che ho lasciato il lavoro, Remus! E adesso mi dici che ha preso
la cattedra per intero, di nuovo... che è
successo alla Sprout?
- Ha avuto un brutto incidente, e non potrà più
insegnare
- spiegai, cercando di non pensare alla scena terribile a cui avevo
assistito. - Ginny, io credo che tu e Neville dobbiate parlare con
calma, dopo gli esami. Non fare nulla di cui puoi pentirti, nel
frattempo.
Lei fece cenno di sì. Ma la sua rabbia era ancora molto
forte. Dovevo pensare ad una soluzione, e in fretta.
*****
- Hai visto, Remus, dopo tutto non era a Filius che doveva succedere
qualcosa.
Hermione si servì un'altra porzione di pollo mentre
aspettava che le dessi ragione.
- Beh, è uguale.
- No che non è uguale. Ammetto che il tuo "ripetersi ciclico
di avvenimenti" ha una base fondata, ma si chiama karma, non sfortuna.
- Chiamalo come vuoi. Ho solo sbagliato vittima, però
qualcosa
è accaduto comunque. E Pomona rimarrà cieca e
infelice per sempre.
- Infelice?
Non del tutto, se lascerà
finalmente da parte il suo orgoglio. Lui vuole portarsela nel
Bedfordshire. E tu dovrai trovare un altro insegnante di Incantesimi...
Il mio piatto era rimasto pieno. "C'è troppo turnover" pensai di
nuovo, sconfortato.
Ma per lo meno non era morto nessuno.
*****
- C'è una casetta di pietra, in una radura piena di fiori
profumati. Gli uccellini cantano tutto il giorno, si posano sul
davanzale, e aspettano le briciole di pane. L'aria è
fresca, pulita, e la notte si sente il concerto dei grilli.
Non ci
sono scale, né spigoli, e niente può farti del
male.
Nella foresta incantata intorno alla casa vivono soltanto scoiattoli,
lepri e Puffole...
- Sei sicuro che questo posto sia in Inghilterra, Fil? Sembra che tu mi
stia raccontando una favola per consolarmi...
- Sei tu che devi consolare me. - Le accarezzò i capelli a
lungo, cercando di non piangere. Sapeva che né Poppy
né i
migliori guaritori del St. Mungo avrebbero mai potuto guarire i graffi
che aveva sul viso, né ridarle la vista.
Ma lui poteva fare qualcos'altro.
Farla tornare a sorridere.
- Non sarei dovuto partire per Londra senza averti parlato, prima. E'
anche colpa mia quello che ti è successo...
La baciò. E questa volta sapeva benissimo quello che faceva.
- Se io vengo con te, nella tua casetta di sogno, puoi promettermi una
cosa?
- Tutto quello che vuoi, 'Mona...
Sapeva che era una richiesta impossibile, e forse fu proprio per questo
che gliela fece.
Per tentare di allontanarlo.
Perché le sembrava improbabile che desiderasse
lasciare Hogwarts per occuparsi di lei, un essere inutile ormai!
- Vivi più a lungo di me. Mi basta un giorno, un giorno
soltanto... non voglio più soffrire come quando ho perso
Horace...
Ma Filius, facendo i dovuti scongiuri, promise.
Dopotutto, il sangue di goblin non era acqua.
E lei non poté fare altro che lasciarsi guidare in quella
nuova
realtà, così buia eppure illuminata dall'amore.
------------------------------------------------------------------------
ANGOLINO DI SAKI....
Ragazze, mi è spiaciuto tanto questa volta
ricevere solo due recensioni, perciò un bacio in fronte a lyrapotter (Remus e
Dora non si lasceranno maiiiii) e HarryEly! Sheraz, invece, merita una risposta a parte per la rece del capitolo 25. Anch'io adoro Sirius, tanto da averlo reso più importante nella storia di Reg, che avrebbe dovuto avere molto più spessore. Considero Sirius il vero erede di Rowena Ravenclaw e il degno nipote di Xeno!
- Riguardo al nuovo insignificante
personaggio, Quenton è il
protagonista di un libro giallo di Anna K. Green. Mi piace tantissimo
questo nome^^ Comunque, non è che per forza debba essere
parente
di Emmeline Vance (quella poveretta dell'Ordine della Fenice). Anzi,
Vance è il cognome di un detective creato da S.S. Van Dine,
per
rimanere in tema!
- La frase che dice 'Mona a Fil è spudoratamente copiata dal
manga
"Maison Ikkoku", ultimo volume, e in origine era Kyoko che lo
diceva a Yusaku Godai quando lui le chiede di sposarla... Mi pare che
calzi a pennello, no?
ANTICIPAZIONI DEL PROSSIMO
CAPITOLO
- Prego, passa pure
- disse la Signora Grassa, e la scena che Irma si
trovò davanti la riempì di disappunto. Aveva
raccolto il
coraggio per chiarire davvero con Nancy, come le aveva suggerito
Quenton, e cosa le combinava sotto gli occhi?
- Wood!
Tieni giù le mani dal mio ragazzo!
Ragazze, Buon Natale e Felice
Anno Nuovo, con il cuore! A Very Harry... ehm, Remus Christmas!
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Capitolo 32 *** the hogwarts prom night ***
- Tu stai lontano. Voglio studiare.
Il suo inglese era migliorato notevolmente, non si sa come, ma in
quanto ad essere cordiale con i suoi ex compagni di squadra, Ned non ci
pensò affatto, al suo ritorno.
Soffriva, quando li vedeva arrivare dagli allenamenti, e quando li
sentiva canticchiare in dormitorio "Catch
the Snitch and that easy
witch", l'inno più osceno ed esaltante che una
squadra di
Quidditch avesse mai avuto. Ma soprattutto Nancy gli faceva venire i
nervi. Come poteva pretendere di riallacciare un'amicizia
(una storia)
che lei stessa aveva gettato via un anno prima?
Quando era arrivato in Inghilterra, assolutamente spaesato, e i nonni
avevano dato quella famosa festa in loro onore, non gli era sembrato
vero di trovare
una ragazza con cui condividere la passione per lo sport, e poi
trovarsi con lei a Gryffindor. Non avevano altro in comune, gli
sembrava, ma era piacevole lo stesso stare con lei. Quello che Nancy
sapeva e non gli diceva, però, era che suo padre, Oliver
Wood,
nel frattempo corteggiava la bella Redziba Weasley sotto gli occhi di
Charlie.
E poi il fattaccio.
Aveva perso di colpo ogni traccia di stima nei confronti di sua madre,
di Nancy e di se stesso.
Poi, però, aveva deciso di tirarsi di nuovo in piedi, per il
nuovo anno scolastico. Aveva lottato per entrare in squadra, ed essere
più bravo di quanto lo era stata Nancy; aveva
saputo farsi
voler bene dai compagni più giovani, che ora vedevano in lui
una
sorta di fratello maggiore; e poi era entrata Irma nella sua vita, e il
suo cuore aveva cominciato a danzare indipendentemente
dalla volontà, perché lei era bella, era
testarda e
appassionata, era vera.
Come poteva Nancy, adesso, reggere il confronto?
- Non pretendo che ci rimettiamo insieme. Ma fammi almeno spiegare!
Guardami in faccia!
- Avanti, dimmi - si era arreso.
- Si sono lasciati. La settimana scorsa, al termine del campionato,
dopo i festeggiamenti per la sconfitta delle Harpies, tua madre ci ha
detto che si era stufata e se n'è tornata al suo paese.
Ned non seppe che dire. Era come essere deluso un'altra volta.
- Sai, io ormai... mi ero affezionata a lei.
Stava per ripeterle di andarsene, di lasciarlo coi suoi libri a
rimurginare, ma quello slancio di sincerità li
ravvicinò
un poco.
Le prese la mano, in segno di pace, e sorrise...
- MA LEI LO SA CHE SONO CAPOSCUOLA O FA FINTA DI NON
RICORDARSELO?
- Prego, passa pure - disse la Signora Grassa, e la scena che Irma si
trovò davanti la riempì di disappunto. Aveva
raccolto il
coraggio per chiarire davvero con Nancy, come le aveva suggerito
Quenton, e cosa le combinava sotto gli occhi?
- Wood! Tieni giù le mani dal mio ragazzo!
Nancy sostenne il suo sguardo, consapevole di non aver fatto nulla di
male.
Restarono a fissarsi per un tempo indefinito, studiandosi, e alla fine
Irma riacquistò il controllo.
- Bene. Se Hufflepuff vincerà alla prossima partita,
cioè
se io prenderò
il Boccino... tu sparirai di nuovo. Per sempre.
Aspettò di vedere se l'altra raccogliesse la sfida, ma Nancy
non
ebbe il tempo di rispondere, perché Nedzad si era alzato,
aveva
chiuso i libri, e se ne era salito in dormitorio senza badare
più né all'una né all'altra.
Irma era scoppiata in lacrime.
- L'ho capito che lo ami veramente. Non hai ragione di essere gelosa di
me - mormorò Nancy, porgendole il suo fazzoletto.
- Però so che avrai il coraggio di lanciarmi un Bolide
addosso.
- Lupin... ti ricordo che giocherete contro Slytherin... io che c'entro?
"Voglio ricostruire mia vita. E tu ci sei dentro, principessa. Ma
niente battaglie per amore. Basta. Sono tanto stanco..."
****
- E' uno scherzo, Remus?
Alzai gli occhi e rimasi a studiare con enorme compiacimento
l'espressione di Ginny, mentre mi sbatteva la lettera sulla scrivania e
stava ad aspettare la mia risposta.
- Niente affatto.
- Sono solo un'allenatrice di Quidditch. Non posso prendermi questa
responsabilità.
- Lo eri. Adesso sei Professoressa di Difesa. Non vorrai che io
continui a fare le due
cose insieme anche l'anno prossimo? E che dire
del tuo matrimonio, vuoi davvero farlo a pezzi?
Il suo sguardo mi diceva di no. Però tentò una
scappatoia.
- Ma perché non posso insegnare Volo, allora?
- Perché Rolanda non ha nessuna intenzione di
andare in
pensione, almeno lei! E' l'ultima opportunità che ti rimane.
Ti
affiancherò nei primi mesi, non ho intenzione di mandarti
allo
sbaraglio... ma capisci che non puoi rifiutare. Tu e Neville dovete
vivere insieme veramente.
E questo può accadere soltanto qui a Hogwarts.
Restare lontani, vedersi solo una volta alla settimana, o quando "il
lavoro non si metteva in mezzo", avrebbe spezzato per sempre il loro
legame, e non poteva succedere, non doveva succedere!
- And my song is a
prayer that Neville and Ginny's will be an unbreakable bond...
- Accidenti, Remus, basta con quella canzone, mi fa venire i brividi!
D'accordo, va bene!
Però, ti prego: non dire mai a Reg che ho progettato quelle
cose
orribili... di lasciare Neville eccetera...
Come avrei mai potuto dare a mio nipote un dolore del genere? Era stato
un piccolo momento di follia, da parte di Ginny, niente di
più. Le ero affezionato e mi fidavo di lei.
Ora ci mancava solo Dora, a completare il quadro familiare qui a
scuola, ma purtroppo Ernie e Kingsley (che non le aveva ancora
perdonato
quell'insulto, tra l'altro) non potevano fare a meno di lei, al
Dipartimento. E poi diciamolo... vi sembra possedere la pazienza che si
addice a un'insegnante?
Noi non ci innamoriamo per le qualità oggettive del partner
che abbiamo
scelto. I sentimenti sono quanto di irrazionale e poco obiettivo
esista. Ma è così bello amare.
E' così esaltante lasciarci guidare dalla forza che governa
il mondo.
It's an ancient charm
needing no wand...
Nessuno ci avrebbe ridato Dumbledore. E nessuno avrebbe mai convinto
Minerva ad abbandonare il suo rifugio tra le montagne. Ma
non c'era altra alternativa che andare avanti, e sorridere, e volerci
bene.
Era tempo di organizzare un Ballo, per festeggiare il ritorno alla
normalità... o quasi.
LA PREMIATA DITTA LUPIN &
KETTLEBURN
ALIAS: I CAPOCCIONI DELLA
SCUOLA
E' LIETA DI ANNUNCIARE AI
SUOI STUDENTI
(rullo di
tamburi)
THE HOGWARTS
PROM NIGHT
FEATURING THE ODD NIECES BAND
... prossimamente... subito dopo gli esami!
- E' quello che penso? Wow! Potrò indossare il vestito di
zia Gabrielle!
- Ma ci verrai con me?
- Solo se mi scriverai un'altra poesia, Essex Potter.
- Ehm, Lisette... Non puoi chiamarmi Sirius e basta?
- Io odio le
feste. Farò presenza come Caposcuola, ma me ne
starò seduta tutto il tempo.
- Tu non dire così solo perché non posso ballare
vero?
- Ma che ti salta in mente, Ned! Ho una reputazione da difendere, io.
"Sei molto perspicace, tesoro"
- Nancy?
- Vance, per tutte le Pluffe, non guardarmi così!
- Ehm... ti ho già detto che sono felice che tu sia tornata?
- Quenton, non ci vengo al Ballo con te!
- Ma non te lo sto chiedendo.
- Ah... ah no?
********
Naturalmente il Ballo fu un successo.
La band era a dir poco strepitosa. Dora disse che le Nieces erano solo
la brutta copia dei Sisters,
ma a me quella musica piaceva molto, e anche agli
studenti, a giudicare dalla folla che si era lanciata nelle danze. Per
essere una festa scolastica, avevo invitato forse un po' troppa gente,
ma non me la sentivo di escludere nessuno tra coloro che consideravo
"di famiglia". La Sala Grande straripava di Weasley.
C'era Molly, nel suo fresco ruolo di First Witch
(Arthur era in riunione con i Ministri della Magia asiatici, ma aveva
mandato un gufo rammaricandosi della sua assenza), c'erano Bill e
Fleur, Fred e Angelina (anche lei, superati i quarant'anni, aveva
finalmente abbandonato il mondo dello sport e si era trovata un posto
al Ministero come tutte le comuni streghe), George e Verity con i loro
bambini...
Un imbarazzatissimo Charlie girellava intorno al tavolo del
buffet continuando a chiedersi perché lo avessi invitato,
finché voltandosi si trovò di fronte Billie. Non
successe
tutto in una volta, naturalmente, e dovemmo aspettare la fine di
quell'estate per vederli passeggiare insieme a Hogsmeade, ma dai loro
sguardi capii
che Gilderoy e Redziba erano acqua passata nelle loro vite, ormai.
Detto per inciso, la squadra di Slytherin aveva vinto l'ultima partita
di
Quidditch, ma Nancy dimostrò di non essere intenzionata in
nessun modo a riprendersi Nedzad, rimanendo avvinghiata a Quenton Vance
per tutta la durata della festa.
Irma e Ned erano tra le nuvole, sul loro divanetto un po' appartato, e
parlavano di una certa Facoltà di Aritmanzia di Vladivostok.
Stavo per
sentirmi male, ma
finsi indifferenza. Dopotutto, avevo tutto il tempo e le
risorse per
convincere il mio futuro genero a non portare la mia bambina
così
lontano...
- Ehi, Ginny - sentii dire a Billie - Ho saputo che anche tu farai
parte dello staff, da settembre. Posso presentarti la nostra
futura
collega di Incantesimi, Penelope Clearwater?
-----------------------------------------------------------------------------------------------
ANGOLINO DI SAKI...
Come potete avere già intuito... il prossimo sarà
l'ultimo capitolo.
Beh, che sono quelle facce?
Come ho già detto a qualcuno in chat... non potevo mica
continuare con la terza generazione!
Naturalmente se e quando vi verrà voglia di chiedermi "ma
come andrà a finire tra X e Y" oppure "non ho capito
cos'è successo a Z", io ci sono sempre e la mia fantasia
continua a lavorare. E giusto se qualcuno non l'avesse ancora, il mio
contatto msn è:
red.hindley@gmail.com
Passiamo ai ringraziamenti (aggiungerò successivamente qui
quelli per il prossimo capitolo):
lyrapotter:
Nancy Wood era già stata nominata nei capitoli 19 (quando
Ned entra nella squadra di Quidditch) e 25 (Sirius racconta tutta la
storia a Parker). Ma forse il tuo "chi è" era semplicemento
un'esclamazione di rabbia^^
Pucchyko_Girl:
ho ricevuto pochissime recensioni così lunghe e
lusinghiere... grazie!! Tra l'altro sto giusto chattando con te su msn,
mentre scrivo queste note... Yaxley rules! Oddio ti piace Ned? Ma hai
visto la sua doll? E' strabico, è la brutta copia di suo
padre! Però è vero, è un ragazzo
dolcissimo... In quanto a Fil, credo che vivrà almeno altri
30 anni! Nel senso che non romperà la promessa... e se ti
piacciono le poesie stile Ravenclaw, nel finale di "Like a
mother" ce n'è un'altra!
HarryEly:
per fortuna Remus ha trovato un modo per far rimanere la furiosissima
Ginny nelle vicinanze di Nev... ma non è ancora sicuro che
funzionerà! *risata diabolica* Uffi alla fine non sono
riuscita a mandarti il file!! Va beh, vediamo di beccarci di nuovo su
msn... se no non finirò mai quel capitolo. Buon anno cara,
auguri!
Rainsoul:
l'amore "cura" tutto, o quasi. Si chiama wandless magic.
Comunque lei non guarirà, deve espiare il suo errore! Un
bacio^^
*************************************************************
ANTICIPAZIONE DEL
PROSSIMO CAPITOLO
-
Benissimo. Cominciate a pensare a un ricordo felice.
Era davvero bellissimo, fuori. L'oscurità era quasi totale,
e
c'era il profumo dei fiori, dell'erba, e il fruscio del vento
sul
lago... un vento tiepido di inizio estate.
- Papà, io non mi sono più allenato, dai tempi
dell'ES. Non so cosa mi può uscire fuori.
-
Devi farlo, Nev, o sarà peggio per te - lo minacciai, non
proprio con l'aria scherzosa...
**************************************************************
BUON
2008!
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Capitolo 33 *** silvery creatures of light - the end ***
Ginevra quasi fece cadere il bicchiere di punch che si era
appena versata.
Fissò la donna alta e dai boccoli scuri che le stava
davanti, piegando appena la testa in un gesto di nostalgia.
Rimasi un poco sbigottito, beh, era abbastanza plausibile che si
fossero conosciute quando erano studentesse, ma... non mi ero aspettato
questa reazione.
- Oh, Penny, cara!
Si abbracciarono.
Non avevo occasione di indagare. Credetti che si trattasse
semplicemente
di un'amicizia speciale. Seppi solo più tardi che quella
maga,
che avevo assunto per le sue capacità e il suo ottimo
curriculum,
era stata la fidanzata di Percy, una Weasley mancata, in fondo. Anche
lei poteva diventare una
di famiglia, se lo avesse voluto, nonché la
nuova Direttrice di Ravenclaw.
L'incontro con Penelope era stata una distrazione pericolosa,
però... Ginny doveva
pensare a Neville e basta, quella sera. Mio figlio non sapeva ancora
che sua moglie sarebbe diventata insegnante di Difesa,
perché
doveva essere lei stessa a dirglielo, ma non l'aveva fatto. La
situazione era spinosa.
E sul finire del Ballo, quando gli studenti erano andati a letto (o in
giro per la scuola, più probabilmente), per
fortuna mi
venne un'idea. Pregai che funzionasse, mentre mi lanciavo
un Sonorus e annunciavo ai presenti:
- E' il vostro Preside
che vi parla... quindi ascoltate con attenzione!
- Ma smettila di darti arie! - risero Dora e Hermione.
- Quelle ragazze
laggiù sono un po' indisciplinate. Ora ascoltatemi bene, la
notte è splendida, la luna è nuova, per fortuna...
(risate generali)
- Propongo... anzi esigo
che ci trasferiamo tutti nel parco per uno spettacolino con i fiocchi!
Chi sa evocare un Patronus?
Alcune mani si alzarono.
- Benissimo. Cominciate a
pensare a un ricordo felice.
Era davvero bellissimo, fuori. L'oscurità era quasi totale,
e
c'era il profumo dei fiori, dell'erba, e il fruscio del vento
sul
lago... un vento tiepido di inizio estate.
- Papà, io non mi sono più allenato, dai tempi
dell'ES. Non so cosa mi può uscire fuori.
- Devi farlo, Nev, o sarà peggio per te - lo minacciai, non
proprio con l'aria scherzosa...
E iniziammo.
I lupi splendenti di me e Dora, che rotearono in sincronia.
L'elegante Ippogrifo di Billie, che forse un giorno si sarebbe
trasformato in quel fantastico drago che uscì dalla
bacchetta di
Charlie.
La lontra di Hermione, e il cane di suo marito Ron, che si rincorsero
per il parco.
E poi Ginny evocò il suo cavallo, che scalpitò in
aria come in attesa di qualcosa.
Neville sospirò. "Ora o mai più!"
- EXPECTO PATRONUM!
Un identico Patronus galoppò verso quello di Ginny,
i loro
musi si sfiorarono, e svanirono lentamente insieme a tutti gli altri.
Ma loro due restarono abbracciati.
- Il mio ricordo felice sei tu - le disse - Il giorno che abbiamo
promesso di amarci per sempre. E quella canzone, ti ricordi... Per me
non è cambiato niente. Ma per te?
- Io... è che stare sempre lontani... io con le Harpies, tu
qui... e poi tutte quelle sere a giocare a scacchi con Kreacher... e
quanto ho rotto le Pluffe a Dora perché continuavo a dire
che
eri un egoista!
- Io sono davvero
egoista,
non ho nessun problema ad ammetterlo. Non riesco a staccarmi dalle
piante nemmeno per un minuto. Ma questo non vuol dire che non ti amo...
Allora finalmente Ginny gli rivelò all'orecchio la natura
del suo nuovo
incarico a Hogwarts.
- Tu insegnerai qui? Reg dovrà sopportare anche te?
Lei finse di offendersi, ma anche in quel buio immaginai i suoi occhi
brillare...
- Tu dovrai
sopportarmi. Ogni giorno.
- Ogni istante, Ginevra...
- Guardate, lassù! Lassù! - strillò la
vecchia
Schwarz. Da una finestrella della Torre di Ravenclaw un altro Patronus,
una lepre incredibilmente luminosa e veloce, si era scagliata nel
cielo, verso sud. Dalla finestra un ragazzo dai capelli chiari e
spettinati teneva ancora la bacchetta alzata.
"Merlino santo, Sirius. Proprio all'età in cui io lo
insegnai a tuo padre" fu il mio pensiero commosso.
- Che gliene pare, Preside Lupin? - gridò il giovane Potter.
- Splendido, Sirius! - gridai di rimando - Dov'è diretto?
Ma non dovetti attendere la sua risposta, perché tre nuove
creature di luce, due a quattro zampe ed una alata, si avvicinarono al
castello. Capii che era stata la lepre di Sirius a richiamarle,
perciò il suo incantesimo era stato davvero molto potente.
Il gatto soriano parve guardarmi negli occhi mentre sfrecciava via. Era
anche troppo da parte sua aver ricambiato il saluto, lo sapevo.
"Addio, Minerva, e grazie" dissi tra me e me.
L'aquila fece un ampio giro intorno alla Torre dove Sirius era
affacciato, poi raggiunse il terzo Patronus, un tasso, che aveva
accennato a muoversi in direzione di Neville e Ginny, ed entrambi si
unirono in un lento vortice che riprese la direzione da cui erano
arrivati.
****
Avrei tanto desiderato veder apparire la fenice di Albus, solo per
un'ultima volta. Ma sapevo che non era possibile. Lui è
sempre con
me, però, ogni giorno mi dispensa consigli
attraverso il
suo ritratto in ufficio, e mi rassicura.
Già, io ho sempre bisogno di venire rassicurato.
L'ho accettato ormai, sono un gran fifone e un superstizioso.
Non serve a nulla fingere di essere quel che non si è. Si
può migliorare, rafforzarsi, e dare coraggio agli altri,
quando
necessita, ma ehi, sono Remus John Lupin. L'ultimo, e il più
fragile, dei vecchi Marauders, il
licantropo con la testa in mezzo ai libri che aveva sempre una buona
parola per tutti ma non sapeva prendere decisioni...
James, Lily e Sirius mi volevano bene per quello che ero. E Albus, e
Horace, e forse anche Severus, sì, sono arrivato a
credere che anche lui avesse un briciolo di stima per me, e ci sono
giorni in cui vorrei tornare indietro per chiedergli scusa...
Coloro che ci hanno preceduto mi mancano da impazzire, ma sono ancora
abbastanza sano di mente da non lasciarmi schiacciare del tutto dai
ricordi e guardare al futuro con fiducia.
****
- Dici che un giorno ci riusciremo anche noi? - disse sognante Viola,
accennando allo spettacolo dei nostri Patronus dalla finestra della
Sala Comune di Gryffindor.
Reg aveva qualche dubbio, ma anche lui stava a guardare con meraviglia.
Parker invece rispose entusiasta:
- Ma certo che sì! Abbiamo tempo per imparare,
però... credo si tratti di magia molto avanzata!
Non gli sembrava vero.
Tempo. Libertà.
Fino a pochi mesi prima quelle parole gli sembravano l'una un peso,
l'altra un'utopia. Ma ora respirava liberamente, e ogni cosa gli
sembrava fantastica.
- A mia mamma piace tuo zio Charlie - annunciò a Reg. -
Sarebbe
bellissimo avere un fratello, non trovate? Insomma, Ned è
già mio amico, andremmo un sacco d'accordo!
- Già, spero proprio che vada bene tra quei due. La
professoressa Kettleburn era decisamente tra le nuvole agli esami! -
scherzò Regulus. - Però è
vero...
Si fece pensieroso. - Io invece vorrei un fratellino piccolo piccolo...
chissà se i miei mi faranno mai questo regalo.
Viola, sempre affacciata alla finestra, annuì graziosamente.
-
Chissà. Per adesso si stanno baciando.
Mentre i due cavalli luminosi scomparivano nell'oscurità, la
piccola Malfoy fu sicura che il desiderio di Reg si sarebbe
avverato presto.
****
AUTUNNO 2018
Piccola mia,
so che
detesti le parole
sdolcinate, ma se sapessi quanto ci manchi! Tua madre non vede l'ora di
rivederti, e io... beh, quando penso che sei così lontana
non
riesco a dormire. Ma perché in Russia non hanno installato
la
Metropolvere? E tutte queste restrizioni sulle Passaporte... dovremo
davvero aspettare l'anno prossimo per vederci?
Sono
contento che l'università vada alla grande, comunque. Ma fa
davvero così freddo là? Ti copri bene?
Sirius
Potter ha passato i
GUFO con ottimi risultati ed è diventato il cocco
di
Penelope. Tiene una rubrichetta sul Cavillo, e con Lisette ha fondato
veramente il Club di Poesia qui a scuola...
Sai,
non sono più
tanto sicuro che tra Reg e Viola ci sia davvero qualcosa. Insomma, per
adesso loro due e Parker sono semplicemente il Trio di Gryffindor...
anche se lei guarda Regulus con gli occhi a cuoricino, sono
troppo
amici per combinare chissà che. Hanno tredici anni, ci
mancherebbe!
Hai
ricevuto le foto della
bimba? E' il vero ritratto di Ginny, non trovi? Neville dice che
siccome Reg è negato in Erbologia, almeno la piccolina
dovrà dargli qualche soddisfazione. L'ha chiamata Bloom mica
per
niente!
Fammi
sapere se hai bisogno di qualcosa, mi raccomando, non studiare troppo,
cerca di divertirti.
OK, ora
lascio la parola a tua madre.
Ti
abbraccio forte, ti voglio bene!
Papà
Irma, tesoro,
non
badare a quello che
ha scritto quella testa matta. E' vero che sentiamo tanto la tua
mancanza, ma se lui non riesce a prendere sonno la notte è
semmai perché Bloom strilla come un'aquila. Quella bambina
sembra avere un Sonorus incorporato, accidenti! Tu non eri
così,
sai, e nemmeno Reg, ti ricordi? Naturalmente Nev ha isolato la
loro stanza da letto, ma Bloom non è mai in camera con lui e
Ginny... Kreacher se la porta in giro per casa cercando di cullarla,
con risultati controproducenti.
Il
lavoro è sempre
uno schifo, tesoro. Io e Kingsley non facciamo che litigare. Sarebbe
ora che se ne andasse in pensione! Però Ron e io gli
facciamo
degli scherzi terribili... il Dipartimento è sempre in
subbuglio! Sai che Regulus dice che vuole diventare Auror? Poveretto,
non sa che cosa lo aspetta! Parker invece, ora che frequenta Cura delle
Creature Magiche, si sta convincendo che seguirà la strada
di
famiglia. Non sai quant'è felice Billie! A proposito,
dì
a Ned di scrivere a casa un po' più spesso perché
Charlie
sta smaniando peggio di tuo padre.
A
presto, spero, un bacione.
Mamma
---------------------------------------------------------------------------------------------------
ANGOLINO DI SAKI...
Ragazze, è finita!
Non ci credo nemmeno io!
Grazie a:
Rainsoul:
anche io mi sono divertita un sacco ad inventare quell'annuncio! Mi
sono ispirata ai cartelloni che annunciano il Ballo della scuola nei
telefilm americani...
lyrapotter:
certo che sono andata a ripescare Penny! Ci voleva una Direttrice per
Ravenclaw... e poi ho sempre adorato la storia di lei e Percy, nei
libri...
Pucchyko_Girl:
anche io adoro Sirius X. Potter, anche se non so perché l'ho
accoppiato a una sciacquetta come Lisette F. Weasley! Comunque "Yurij"
si scrive proprio così... e per me era un personaggio
odioso, almeno all'inizio, quando gli ho fatto insultare la povera
Olympe! Non so, se sarei capace a scrivere di DeathEaters,
più di quanto stia facendo in Love Without Reason.
Soprattutto non riesco a immedesimarmi in Voldy, i dialoghi che gli
faccio interpretare sono davvero penosi!
dunky: tanto
lo sapevo che tornavi! Sono contenta che tu abbia recuperato gli
aggiornamenti! Smack!
E grazie a tutti, a chi ha letto anche solo una riga, a chi ha questa
fic
nei preferiti, a chi ha commentato ogni capitolo o quasi, a chi ha
condiviso scelte e dubbi con me su MSN, davvero a tutti voi! E anche
alla Rowling, perché se non avesse creato la saga di HP non
mi
avrebbe permesso di scatenare così la mia immaginazione.
-Alcuni dei Patronus me li sono inventati, altri li ho presi dai libri.
Quello di Sirius è come quello di sua madre, mentre per Fil
e
'Mona ho preso direttamente gli animali simbolo delle Case! *Sai che
fantasia...*
- Bloom non c'entra niente con la fatina della Winx, mi sembrava un bel
nome per la figlia di un erbologo^^
ADESSO VI FARO' UNA
SORPRESA GALATTICA!
In contemporanea
con questo ultimo capitolo, ho cominciato a postare una raccolta di
drabble ispirate a questa fanfiction. Potete trovarla a questo link:
Though you don't look like
me - Missing Moments
Ne ho
già messo giù alcune, ma potete anche farmene
richiesta, su un certo pairing o una scena particolare.
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