100 days.

di _jawaadmylove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1. ***
Capitolo 2: *** Day 2. ***
Capitolo 3: *** Day 3. ***
Capitolo 4: *** Day 4. ***
Capitolo 5: *** Day 5. ***
Capitolo 6: *** Day 6. ***
Capitolo 7: *** Day 7. ***
Capitolo 8: *** Day 8. ***
Capitolo 9: *** Day 9. ***
Capitolo 10: *** Day 10. ***
Capitolo 11: *** LEGGETE PLS. ***



Capitolo 1
*** Day 1. ***




Day 1

 

Caro mio dolce amore,
seduto sulla panca della chiesa, ti vedo portare via, mia piccola Eve. Non mi rendo conto di cosa stia succedendo e spero che questo sia solo uno dei miei soliti incubi. Non posso sopportare che tu sia morta, non può essere così.
Era soltanto il terzo giorno della scorsa settimana quando ti avevo chiesto di rendere finalmente la nostra relazione ufficiale e poter uscire allo scoperto senza nessun intoppo ma ora eccoti qui, in una bara che sta per essere portata al cimitero. Ti ho creato una messa per bene nonostante io non sia cristiano, so quanto tu tenessi alla tua fede e per questo ho voluto creare per bene il tuo funerale.  So che odi il marrone ma era la bara più bella che ci fosse e so anche che odi i funerali ma questo è per te, mia piccola Eve, questo funerale è per te.
Non sono ancora del tutto cosciente, sono in una specie di trance e non riesco ancora a capire il perché di tutto ciò. Perché non mi hai detto di avere dei problemi Eve? Perché non mi hai informato di ciò che stavi passando? Perché non mi hai parlato della tua malattia?
“Zayn, amico, vieni con noi al cimitero?” mi chiede compassionevole Louis.
“No Louis, andate pure, non ce la faccio.”
“Okay”
Mi saluta con una pacca sulla spalla e va via.
Adesso mi ritrovo solo in un posto che non mi appartiene. Mi ritrovo solo proprio come te prima della tua morte.
Mi sento uno stupido a pensare che io non c’ero nel momento del bisogno, mi sento uno stupido coglione per non aver capito cosa stesse succedendo.
Era troppo anomala la tua febbre, era troppo anomalo il fatto che tu stessi senza forze ma non ho capito. Non ho capito e ora tu sei morta.
I ragazzi mi hanno detto di non incolparmi di tutto, ma come faccio?
Avrei dovuto aiutarti, avrei dovuto curarti e starti vicino, invece ho preferito abbandonarti a un medico mentre facevo quella stupida intervista.
Non sarei dovuto andarci. Sarei dovuto restare a casa con te.
Esco da questo posto con le mani in tasca. Indosso un abito nero, uno di quelli da funerale.
Sorrido al sol pensiero che tu odi il nero. Se tu avessi potuto organizzare il tuo funerale, avresti mandato un invito a tutti dicendo di vestirsi colorati e avresti chiesto al prete di non suonare una delle solite melodie da funerale ma di mettere qualcosa da discoteca in modo che tutti potessero divertirsi.
Avresti creato un party anziché un funerale, ne sono sicuro.
 
Sai Eve? Oggi nevica.
Tu amavi la neve, avresti dovuto esserci ora. Avremmo potuto giocare insieme e divertirci a lanciarcela addosso. Sarebbe stato fantastico non credi?
Ma non è possibile. Non è possibile tornare indietro nel tempo e farti arrivare sana e salva a questo giorno in modo da divertirci insieme. Non è possibile tornare indietro e curarti.
Mia madre dice sempre che c’è un motivo se le cose accadono. Ora mi chiedo, perché tutto ciò?
Perché farti morire? Perché farmi morire? Sì, perché ormai anch’io sono morto. Sono morto con te, Eve.
Non ho più niente al mio interno. Non provo più nulla.
L’amore è scomparso. Il dolore è scomparso. Non piango neanche, anche la tristezza è scomparsa.
Tutto è scomparso con te.
Ti sei presa tutto ciò che avevo e l’hai portato lì su con te.
 
Sono tornato a casa da qualche minuto. È così vuota senza di te. È brutto non sentire il suono della tua risata.
La tua risata. Dio quanto la amavo. Così dolce, così cristallina. Ogni volta che ridevi ne rimanevo incantato e tu lo sapevi, sapevi che era il mio punto debole in tutto. La usavi a tuo favore, la usavi per ricevere un bacio, una carezza, un sussurro. Ed io amavo quando lo facevi, amavo il tuo modo di fare.
C’è ancora il tuo odore in giro per la casa. Si sente ancora il tuo profumo che poi è il nostro, degli One Direction. Ricordo che lo volevi a tutti i costi perché te ne eri innamorata quando ti feci sentire un campioncino, da quel giorno non mi hai dato più tregua con quel profumo.
Lo usavi sempre: giorno, pomeriggio, sera, notte. Se non avevi una goccia di quel profumo addosso non eri contenta.
Ricordo che la cosa che adoravi di più era la bottiglietta. Mi ripetevi sempre che amavi la coroncina che fungeva da tappo e mi dicevi che amavi il colore rosa della bottiglia, anche se so che infondo non era vero. So che odiavi il rosa ed io mi divertivo a comprarti tutto di quel colore.
Pettine rosa, bracciali rosa, maglie rosa, tutto ciò che ti regalavo era rosa. Avevo comprato anche un bicchiere rosa che un giorno ‘casualmente’ tu hai rotto.
E tu lo sapevi, sapevi che lo facevo apposta. Lo sapevi e ridevi ogni volta, ridevi fino alle lacrime e poi ti vendicavi. Iniziasti a comprarmi cose rosa anche tu. Un giorno mi tingesti tutte le maglie di rosa ed io fui costretto ad indossarle per un po’. Ricordo che le nostre fans iniziarono a pensare che fossi gay, stetti un mese per smentire il tutto raccontando le tue marachelle.
Anche loro risero, risero come pazze, ricordi?
Ne abbiamo passate tante insieme, Eve, tantissime.
Ricordi la gita in bici? Avevi paura di andare veloce e pedalavamo a rallentatore, nonostante tutto cadesti due volte perché non avevi visto dei fossi. Non dimenticherò mai la tua faccia disperata alla prima caduta, non dimenticherò neanche la tua faccia divertita alla seconda.
Ricordo la tua sbucciatura sul ginocchio che fingevi non facesse male e ricordo anche quella sul tuo gomito.
“Non fa male” dicevi.
Quando la toccai, sussultasti dal dolore.
“Oh, forse un po’” continuasti dolcemente.
Eri così carina mentre ti medicavo. Avevi una faccia tenerissima mentre chiudevi gli occhi fortissimo.
 
A essere sincero non so se da lassù tu stia leggendo questa sottospecie di lettera mentale che trascriverò a penna tra un po’. Lo trovo un sottospecie di sfogo questo qui. Prendo carta e penna ma in questo caso attivo solo il cervello e scrivo tutto ciò che vorrei che tu sappia.
Giuro che lo farò ogni giorno.
Scriverò fin quando non avrò nient’altro da dire, scriverò fino a quando avrò i calli alle mani a causa della penna, scriverò fin quando non mi sentirò in pace con me stesso.

 

Ti amo tanto,
Zayn.

 

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E voilà!
Nuova fan-fiction scritta e postata.
La scorsa fan fiction è giunta quasi al termi e quindi ho pensato di scriverne una nuova.
Questa qui è tragica ma don't worry, posso assicurarvi che Zayn non si suicida per raggiungere la sua amata ;)
Come vi sembra il primo capitolo?
Fatemi sapere le vostre opinioni.
Baci,
Raff


TWITTER ACCOUNT: @_jawaadmylove

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Capitolo 2
*** Day 2. ***




Day 2

 
Cara Eve,
spero tu stia bene lì su.
Mi dispiace per averti scritto così tardi ma questa mattina sono arrivati i ragazzi a casa e non mi hanno dato un attimo di tregua.
Non ho voluto dire loro di queste lettere che ho deciso di scriverti, penso sia una cosa personale come il dolore che sto provando.
Non puoi capire quanto sia difficile mentire alla gente in questo modo. Mi dispiace tantissimo mentire ai ragazzi, sono i miei migliori amici e non meritano questo ma non voglio sopraffarli con i miei problemi, non voglio parlargli del mio dolore, non voglio che provino pena per me.
Oggi sono stati esemplari, sai? Non hanno fatto domande troppo invadenti e non hanno mostrato pena per me come avevo paura che succedesse. Sembravano quasi a disagio per la mia presenza, cercavano di non fare la mossa sbagliata e sceglievano le parole adatte per ogni singolo argomento.
Mi hanno fatto tornare il sorriso per qualche secondo. Louis ha fatto una delle sue stupide battute ed io non ho potuto far altro che sorridere un po’, poi mi sei tornata in mente tu e sono ritornato serio, quasi spento. Non credo sorriderò ancora, non credo lo farò più.
Dicevi che il mio sorriso era la cosa che ti aveva fatto innamorare di me ed io non sono ancora pronto ad affrontare le cose che mi ricordano te.
 
La tua roba è ancora qui. I tuoi slip neri sono ancora per terra nel bagno accanto a un tuo paio di jeans, avevi sempre il vizio di non togliere le cose dal bagno, le lasciavi sempre lì per terra ed io le raccoglievo ogni volta per poi riporle in lavatrice ma questa volta non ci sono riuscito, non sono riuscito a toglierle di lì. Ho preferito lasciarle come se tu fossi ancora qui, ho preferito lasciare per poi raccoglierle un giorno e gridarti che sei una completa disordinata per poi vederti arrivare sbuffare per quell’affermazione e fare i tuoi giochetti come tuo solito per farti perdonare.
Non ce l’ho fatta a togliere le tue cose.
I tuoi vestiti sono nell’armadio, le tue scarpe sono sparse per la camera da letto, i tuoi cd sono sparsi per il tavolo del soggiorno, il tuo mp3 è sul tuo comò, il tuo cuscino è ancora nella posizione in cui tu l’hai lasciato, il phon è ancora sul mobiletto nel bagno attaccato alla presa della corrente, il tuo pigiama è ancora sul letto in disordine e il tuo cellulare è ancora sul mobiletto in corridoio dove tu usavi poggiarlo. È rimasto tutto intatto dall’ultima volta in cui tu sei stata qui.
Il tuo odore nell’aria sta scomparendo sai?
Le tue grida divertite non rimbombano più per la casa.
 
È stata una fitta al cuore per me svegliarmi questa mattina senza te. Che poi, svegliarsi è un modo di dire. Sono rimasto sveglio tutta la notte. Ho pianto, ho pianto come un bambino, Eve.
Ho pianto come non mai. Ho pianto più di quanto qualsiasi essere umano sia capace di fare.
Questa notte ho sperato con tutto il mio cuore che tu entrassi da quella porta e venissi a letto chiedendomi scusa per il ritardo perché il libro che stavi leggendo in soggiorno ti appassionava troppo e volevi finirlo di leggere a tutti i costi. L’ho sperato tanto. Poi mi sono accorto che non sarebbe mai successo e ho pianto ancora, come un neonato appena uscito dalla pancia della mamma, ho pianto in modo stridulo, insopportabile e senza freni.
 
A proposito di libri, oggi ho aperto il tuo libro preferito e l’ho letto. Sì, finalmente l’ho letto come tu mi dicevi sempre di fare. È veramente bello come dicevi. Forse avrei dovuto leggerlo prima così avremmo potuto commentarlo insieme. Ma non si può tornare indietro nel tempo, purtroppo non si può.
Oggi mi ha chiamato tua madre e mi ha detto che domani passava di qui. Non fraintendermi, io adoro tua madre, ma non voglio averla qui. Voglio rimanere solo, voglio rimanere solo con i miei pensieri, voglio rimanere solo a scriverti una bella lettera.
 
I ragazzi oggi mi hanno detto che posso prendermi una pausa dal lavoro per tutto il tempo che mi serve. Non ho accettato. Amo stare con le mie fans, amo il modo in cui loro cercano di farmi tornare il buon umore, amo il fatto che mi siano vicine in questo momento difficile. I ragazzi ed io abbiamo il fandom migliore del mondo nonostante ci siano parecchi contrasti all’interno. Non cambierei le nostre fans con niente e nessuno, sono speciali nei loro piccoli gesti e le amo per questo.
Oggi due ragazze hanno bussato alla porta. Erano così carine, dovevi esserci solo per vedere quanto sono state dolci.
Le ho invitate a entrare in casa e non hanno gridato o chiesto autografi anzi, si sono sedute su uno dei divani con noi e abbiamo parlato tranquillamente. Sono state più che cordiali.
Mi hanno dato un supporto enorme anche solo bussando alla porta e abbracciandomi d’impulso.
Per questo le amo. Sono serie, dolci e scatenate al punto giusto.
 
Mi scuso per l’esilità della lettera ma è tardissimo e dopo una giornata come questa mi serve un po’ di riposo.
 

Non dimenticarti che ti amo,
Zayn.



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Hello pipoooool!
Sono tornata con una nuova lettera.
Secondo giorno un po' difficile per Zayn eh?
Ma don't worry, la situazione cambierà pian pianino.
Ho intenzione di scrivere moolti capitoli quindi spero resterete fino alla fine e spero si aggiungeranno altre persone alla lettura di questa mia nuova storia.
A massive hug,
Raff.

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Capitolo 3
*** Day 3. ***




Day 3.

 
Ciao Eve,
come ti avevo annunciato nella scorsa lettera, oggi è arrivata tua madre.
Quando è arrivata, ho pensato fosse venuta in pace, ma non è stato così.
Sotto il suo vestito rosa confetto sembrava avesse un’armatura da combattimento e nella sua borsetta rigorosamente abbinata con le sue scarpe – il tutto rosa confetto- sembrava avesse fucili e granate pronti all’uso.
È restata qui fin quando non le ho detto cordialmente – si fa per dire- di andarsene.
Non capisco proprio come una madre così indisponente abbia procreato una figlia come te.
Ha passato la metà del tempo a ripetermi che non avrei dovuto portarti lontana da lei, che noi due non stavamo bene insieme, si è pure permessa di insinuare che io non ti amassi.
Se io non ti amavo allora le scimmie odiano le banane e non credo sia così.
Credimi se ti dico che è stata ancora più cattiva di quel giorno in cui tu mi portasti a cena dei tuoi.
È stata talmente cattiva che per poco non gli scaraventavo il divano addosso.
Si è permessa di togliere le tue cose che c’erano in giro per casa.
L’ha voluta mettere in ordine perché secondo lei “il disordine mi disturba”. Lei che è già disturbata di suo deve venire a dirmi che il disordine mi disturba? Credimi, per poco non la prendevo a calci nel sedere.
“Zayn, tesoro, ho deciso che forse è meglio che mi riporti le cose di Evangeline a casa e magari potremmo buttare i suoi vestiti. Sai, ormai Evangeline non c’è più.”
Dico io, un po’ di tatto no eh?
Cara Eve, io l’avrei uccisa credimi. Eppure tu sei sua figlia, avrebbe dovuto parlare con più tristezza e invece no, ha parlato come se tu fossi una barbona che viveva in casa mia.
Ma chi è lei per dirmi di buttare le tue cose. Le tue cose restano qui, punto.
“Ma Zayn, tesoro, non arrabbiarti.”
Non arrabbiarti un corno.
Questa qui viene in casa mia a distanza di tre giorni dal tuo funerale e si permette di dettare pure legge? E poi “tesoro”, ma tesoro un bel paio di palle.
Quando finalmente se n’è andata, non ho potuto far altro che piangere dalla gioia.
Diciamocelo Eve: tua madre è una rompi palle, ora capisco perché tu la odiassi.
Quando è andata via, mi sono reso conto che la casa era vuota.
Prima, quando c’erano le tue cose in giro, non mi sentivo tanto solo.
Ora che tua madre ha tolto tutto (stronza), mi sento più solo che mai.
Ah! Ora che ricordo, lo sai che altro mi ha detto? Che ho bisogno dello psicologo.
Io? Dello psicologo ci avrà bisogno lei, non sono di certo io quello che irrompe nella casa della gente per dettare legge senza un motivo fondato.
“No Zayn caro, devi capire che lo psicologo è un buon modo per sfogarsi, se vuoi, ti do il numero dello psicologo dove va un mia amica, è molto bravo.”
Le ho riso in faccia credimi.
Ora capisco perché la sua amica va dallo psicologo, capisci cosa intendo.
Non ho bisogno dello strizzacervelli, riesco a risolvere i miei problemi da solo. Non sarà uno strizzacervelli a farmi dimenticare della tua morte, non sarà di certo lui quello che farà andare via il dolore che ormai mi domina.
“No Zayn, devi capire che hai bisogno di aiuto.”
Ma di aiuto ne ha bisogno lei, non io.
“Se continui così, il cervello se ne andrà in tilt”
Almeno io ce l’ho un cervello ancora, pensa un po’ che il suo si è fottuto da tempo.
“Ma caro, non scaldarti, io lo sto facendo per il tuo bene.”
Ma il mio bene cosa?
Togliere le tue cose è per il mio bene?
Dirmi di andare dallo psicologo è per il mio bene?
Certo che a tua madre il cervello non l’assiste da tempo eh.
Il bello è stato quando le ho detto che mi aveva letteralmente fracassato le palle, dovevi vederla.
“Zayn Jawaad Malik! Ma questo linguaggio grezzo e fuori luogo!”
Neanche mia madre mi chiama con il nome intero. Ci mancava soltanto che mi prendesse e mi schiaffeggiasse il sedere perché il mio linguaggio non era adatto.
Oppure dovevi vederla quando le ho detto di andarsene.
“Ma caro, io non volevo ferirti in alcun modo, ho semplicemente pensato che fosse giusto venire qui per darti un supporto morale, per farti capire che io ci sono se ti serve aiuto.”
Supporto morale? Ma dove?
Ce ne vuole a dirle queste cazzate dopo avermi chiaramente detto che ho problemi mentali tanto gravi da andare dallo psicologo.
 
Quando si è diretta alla macchina per andare via l’ho potuta quasi sentire sospirare perché, secondo lei, quello che ha fatto a casa mia è stato un lavoro molto duro e difficoltoso.
Oltre al suo sospiro ho potuto sentire anche una sensazione di libertà che pian piano si espandeva nel mio corpo e questa volta sono stato io a sospirare e non per frustrazione, come tua madre, ma per un’immensa felicità.
 
Mi dispiace se questa lettera è troppo dura con tua madre ma sai quanto mi piace essere sincero, soprattutto con te, quindi scusa per tutti i miei insulti spontanei.
 

Spero mi amerai lo stesso nonostante questo,
Zayn.
 

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Buttatemi pomodori, cipolle, lattuga e tutto il resto, me lo merito.
Sono un po' in ritardo e per di più con un capitolo corto e schifoso.
Mi scuso per tutto, veramente.
Mi scuso soprattutto per aver utilizzato qualche parola un po' forte, scusate.
Per questo capitolo che è tra la merda e.. la merda, accetto di tutto: critiche, parolaccie in mio onore e tutte quelle cose lì.

Spero di essere più puntuale la prossima volta.
Un bacio,
Raff.

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Capitolo 4
*** Day 4. ***




Day 4.

 

Cara Eve,
siamo già alla quarta lettera.
Non posso immaginare che siano passati già quattro giorni dal funerale e sei dalla tua morte, non posso crederci.
 
Oggi sono andato al cimitero, sì, finalmente mi sono deciso di andare a vedere la tua tomba.
Quando sono entrato in quel luogo silenzioso, mi sono trovato con un peso sullo stomaco. Mi ha invaso un’ondata di tristezza insopprimibile, di quelle che non ti lasciano respirare. Mi sono appoggiato al tronco di un albero e in quel momento non ero sicuro di voler continuare. Mi ero sentito male solo entrando nel cimitero, figuriamoci come mi sarei sentito di fronte alla tua tomba.
E avevo ragione.
Quando sono arrivato alla tua tomba, non ho capito più nulla e ho temuto di poter svenire proprio in quel momento. Mi si è offuscata la vista e mi sono ripreso solo dopo qualche minuto.
Quando ho guardato per bene la tua lapide, sono rimasto sorpreso dall’immensa quantità di fiori che vi era attorno.
Bigliettini vari svolazzavano attaccati al gambo di alcuni fiori.
Margherite, rose rosse, rose bianche, viole, orchidee.
Ce n’erano di tutti i tipi ed io mi sono sentito un deficiente con solo quella rosa blu tra le mani.
Forse avrei dovuto comprarti un vero e proprio mazzo di fiori, forse avrei fatto una bella figura con quello, invece, ho comprato solo una rosa blu, finta tra l’altro, che si distingue tra le altre.
Forse è proprio questo il motivo che non mi ha portato a buttarla nel cestino, forse è proprio il fatto che fosse diversa dalle altre che non mi ha portato a comprare un mazzo di rose rosse, perché infondo tu sei proprio come quella rosa blu, diversa e inimitabile.
Piena d’imperfezioni che ti rendevano una dea ai miei occhi, eri diversa, in senso buono s’intende.
Quindi l’ho messa lì, vicino alla tua foto, tra tutti gli altri fiori.
Mi piaceva il contrasto che faceva con le altre, mi piaceva il fatto che si distinguesse e mi piaceva anche il fatto che stesse bene con il colletto della camicia che indossi nella foto e solo con questi pensieri mi sono sentito meno deficiente.
Dopo averti fatto una preghiera, prima di andare via, ho raccolto tutti i foglietti attaccati ai gambi dei fiori e li ho portati con me.
Ho deciso che li avrei letti quando sarei arrivato a casa e così ho fatto.
Alcuni erano così banali, altri erano veri e propri romanzi, altri ancora erano disegni che ci raffiguravano insieme, tu con le ali ed io, aimè, senza.
Mi è bastato poco per capire che la maggior parte erano delle mie fans e mi sono sentito meglio a sapere che anche loro mi sostengono in questo percorso doloroso.
Uno tra i tanti mi ha colpito maggiormente, non era banale né un romanzo e neanche un disegno, era normale e diverso dagli altri. Niente contatti twitter, niente cuori, niente numeri di cellulare.
 

Mi dispiace per la tua perdita.
Sono con te.
Un abbraccio,
Hazel Edwards.

 

 
Niente di particolare infondo, solo due parole messe in fila ma la cosa che mi aveva colpito era proprio la semplicità con cui il messaggio era stato scritto. Una scrittura non molto ordinata e qualche cancellatura iniziale rendevano il messaggio semplice. La ragazza non si era preoccupata di fare una bella figura, aveva scritto e basta, magari senza neanche ricontrollare.
E questa cosa mi è piaciuta.
Mi sono piaciute le cancellature lasciate.
Mi piace che si sia firmata con nome e cognome invece di utilizzare l’account twitter o qualcosa del genere.
Proprio per questo con una calamita l’ho attaccato con gli altri sul frigo ma l’ho lasciato più in evidenza in modo da vederlo ogni volta che avrei aperto il frigo.
Voglio ricordarmi il suo nome, magari un giorno la incontrerò e vorrei dimostrarle tutta la mia gratitudine.
 

Cambiando discorso, oggi è il tuo compleanno. Avrei voluto passarlo con te.
Ti avevo organizzato una festa a sorpresa fantastica e ti avevo ordinato una torta enorme che mi è arrivata ora e che è ancora sul tavolo con tanto di candeline accese. Ti avevo comprato un braccialetto fantastico, quello che avevi visto in quel negozietto e che dicevi di non poterti permettere ma l’ho riportato indietro. Avevo così tanti progetti per questo giorno così importante ma è andato tutto in fumo.
E così, spegnendo le candeline per te, vedo andare in fumo tutti i nostri progetti.

 

HAPPY BIRTHDAY MY LOVE.

 Zayn.
 

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TADAAAAAA.
Dopo due giorni di estremo ritardo rieccomi con un altro capitolo.
Dopo il capitolo della suocera/rompipalle eccoci con uno Zayn ancora una volta debole.
Cosa ve ne pare? 
Recensite, recensite e recensite.
Ringrazio chi ha recensito gli scorsi capitoli, chi ha messo la storia nei preferiti,nelle seguite e nelle ricordate. 
Grazie mille.

Ora vi voglio attenti.
C'è una ragazza che scrive da Dio e vorrei pubblicizzare una sua storia.
Non faccio mai cose del genere e se lo sto facendo ora significa che ne vale la pena.
La sua storia si chiama Obsidian e se cliccate sul banner sotto vi ritroverete direttamente alla storia.
Mi raccomando, lasciatele tante recensioni.
Un bacio,
Raff.





TWITTER ACCOUNT: @emptjed

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Capitolo 5
*** Day 5. ***




Day 5.


 

Egregia signorina Anderson,
troppo formale eh?
 
Ciao Eve, giorno cinque.
Sono più scherzoso oggi o almeno così sembra.
Come va lassù? Io qui me la cavo, sopravvivo insomma.
Oggi mi è arrivata una lettera che mi chiamava in quel modo, ‘Egregio signor Malik’ , sono scoppiato a ridere. Non so, quell'egregio mi fa pensare di essere un cinquantenne con le rughe e un sigaro tra le labbra, e non un ragazzo della mia età. Poi mi dà anche di grigio, non so, tu non ci hai mai pensato?
Cioè, se noti: “egregio” , “e-gregio” , “gregio” , “grigio”. La parola “egregio” riporta al grigio come niente.
Ritornando alla lettera, il suo contenuto era poco importante, solite trovate pubblicitarie.
 
Oggi sono uscito.
Sembrerà strano ma sono restato tutta la giornata, o quasi, fuori casa.
Mi sono svegliato questa mattina alle sei e sono andato a farmi una delle mie corsette mattutine, ho deciso che riprenderò la mia abitudine.
Correndo mi sento meglio, penso sia una buona alternativa al fumo.
A proposito, ho smesso di fumare. Niente più sigarette.
Ho buttato l’ultimo pacchetto che avevo comprato nella spazzatura e con esso ci ho buttato anche quell’orribile portacenere marrone che ci regalarono all’inaugurazione della casa.
Ma dico io, sono regali da fare? Un portacenere marrone e con rifiniture di un colore indescrivibile? Assomigliava a un escremento umano insomma. Quale persona sana di mente poteva regalarci una cosa del genere? Solo quell’odioso vicino di casa che, se non smette di aggiungere ‘ino’, ‘etto’ e compagnia bella a ogni parola, farà una brutta fine.
È peggio di Flanders, il vicino dei Simpson.
“Buongiorno Zaynetto, come va oggi?”
“Ciao, scusa il disturbino, non è che hai un po’ di farina-ina-ina?”
Avrei soddisfatto i miei istinti omicidi se non fosse per quelle due creature che, per sfortuna, se lo ritrovano come padre.
Ritornando alla mia mattinata, dopo aver finito la mia corsetta, mi sono fermato nel nostro bar preferito e ho fatto colazione.
Hanno assunto una nuova ragazza per le ordinazioni. Non c’è più la bionda ossigenata che c’era prima, penso l’abbiano licenziata. Era ora!
La ragazza che hanno assunto è simpatica e non ha accennato assolutamente alla mia fama come era solito fare dalla barbie.
È un po’ bassa di statura e ha degli occhi color nocciola. Mi è sembrata molto più gentile della bionda, pensa che continuava ad arrossire ogni volta che le sorridevo per ringraziarla del suo ottimo servizio.
Sono uscito dal bar dopo aver finito la colazione e dopo aver lasciato anche una mancia per la ragazza nuova.
Ho ripercorso la strada verso casa correndo per la pioggia, che in questo periodo dell’anno è frequente, e dopo una doccia sono andato da Louis.
 
Quando mi ha visto sulla soglia di casa sua mi ha abbracciato talmente forte che credevo che sarei morto soffocato da un momento all’altro, avevo dimenticato la sua forza.
È sembrato quasi sorpreso di vedermi e non gli do torto, non mi vedeva dal giorno dopo i funerali e l’ultima volta che ci eravamo visti mi aveva lasciato in una situazione non molto buona.
Mi ha riempito di talmente tante domande che ho dovuto zittirlo con una mano sulla bocca perché avevo già dimenticato quale fosse la prima.
È partito a raffica e non mi lasciava quasi tempo di rispondere a una domanda che subito partiva con un’altra.
Gli ho raccontato tutto. Del cimitero, dei bigliettini, di tua madre, di Hazel, della bionda ossigenata che finalmente è stata licenziata e della sensazione che provo all’altezza del petto ogni volta che pronunciano il tuo nome.
Forse, solo in quel momento si è rattristato un po’, quasi provasse pena. Forse pensava che fossi in via di ripresa ma quando gli ho spiegato di quella sensazione che mi accompagna in ogni momento della giornata, si è accorto che non era come pensava lui.
In quel momento ha capito che non ero in via di ripresa ma stavo scendendo sempre più giù.
Non gli ho raccontato delle lettere, mi avrebbe sicuramente detto che non stavo affrontando la tua perdita come avrei dovuto e che dovevo smetterla, quindi ho raccontato una delle mie solite cazzate quando mi ha chiesto di come stessi affrontando la cosa. Gli ho detto che ho ricominciato le corse mattutine e che ho intenzione di buttare tutte le tue cose. Cazzata, tremendissima cazzata che lui, naturalmente, ha fatto finta di essersi bevuto.
Poi, quando ho sentito che la situazione stava diventando pensante, ho cercato una scusa per andare via.
Ma lui no, nonostante si sia accorto del modo in cui mi stava mettendo in difficoltà, mi ha quasi proibito di andare via e mi ha chiesto di restare a pranzo da lui.
Me l’ha chiesto con uno dei suoi sguardi da Louis, quelli cui non puoi rifiutare e solo per lui ho deciso di restare a pranzo.
Eleanor non c’era, era fuori città per lavoro quindi eravamo solo io e lui.
Mi ha consigliato di parlare con qualcuno di ciò che stavo passando, mi ha consigliato di farlo con qualcuno di esperto ed ho capito che si riferiva a uno psicologo ma a differenza di tua madre, me l’ha chiesto con più dolcezza e non mi ha sbattuto in faccia gli evidenti problemi che mi affliggevano. A differenza di tua madre, non mi ha fatto credere di essere un pazzo che ha bisogno di uno strizzacervelli, ma mi ha detto dolcemente che avevo bisogno che qualcuno di più esperto mi aiutasse in questo cammino difficile.
Gli ho risposto che ci avrei pensato e così sto facendo.
Forse dovrei veramente parlarne con uno psicologo, magari faccio una seduta e vedo come va, che ne dici?
Potrebbe essermi d’aiuto e magari potrei affrontare la tua morte più facilmente con il suo aiuto.
Non fraintendermi, non voglio dimenticarti ma ho bisogno di andare avanti.
Penso ci rifletterò durante la notte.
 

Ti amo,
Zayn.

 
Ps. Ho trovato un tuo vestito rosso nel mio armadio, è bellissimo, perché non l’hai mai messo? 

 

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Hello peopleee!
Come state mie dolci lettrici che il Creatore ha deciso di creare?
Io tutto bene.
Allora, questo capitolo non è un granchè, non succede nulla di emozionante, nel prossimo cercherò di inserire qualcosa di interessante.
Fatemi sapere le vostre opinioni, cercherò di rispondere a tutte con calma c:
Scusate se non rispondo ad alcuni dei messaggi che m'inviate ma in questo periodo sono parecchio impegnata.
Domani sono tre anni della band! YEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Il giorno di domani non lo passerò con un sorriso stampato in faccia come dovrei perchè ho un avvenimento che non me lo permetterà quindi sorridete anche per me!
Volevo ringraziare chiunque abbia inserito la storia tra le preferite, ricordate e seguite.
Ringrazio chi recensisce e ringrazio anche quella splendida ragazza che ha segnalato la storia per inserirla tra le "scelte", GRAZIE MILLE.
Qui sotto vi lascio il mio twitter, il mio tumblr e anche il mio ask nel caso voi voleste contattarmi.

Ora scappo.
Lasciatemi le vostre opinioni.
Baci,
Raff.

TUMBRL (cliccate su la parola per andare direttamente all'account)
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Capitolo 6
*** Day 6. ***



Day 6.

 
Cara Eve,
oggi ho passato la mia giornata immerso nei ricordi.
Ho deciso che dedicherò qualche giorno proprio ai ricordi.
Sono stato tutto il tempo a letto e mi sono alzato solo per mangiare qualcosa di commestibile presente nel frigo semivuoto.
Ho ricordato il nostro primo incontro, tu lo ricordi ancora?
È stato molto tempo fa, ma ricordo ancora il giorno in cui ti vidi per la prima volta.
Eri così bella seduta al tavolo del bar con le tue amiche mentre sorseggiavi il tuo caffèlatte e leggevi il tuo libro preferito.
Non mi degnasti di uno sguardo, eri troppo presa dal tuo libro, mentre le tue amiche ti prendevano a gomitate per l’agitazione.
Ricordo che loro mi chiesero un autografo mentre tu, indifferente, continuavi a leggere.
Non avevo mai ricevuto un atteggiamento del genere nei miei confronti e mi sono meravigliato quando, alla nostra prima uscita, mi hai confessato di essere una nostra fan. Mi dicesti che avevi fatto finta di nulla perché volevi distinguerti dalle altre e non volevi passare per la fan pazza e urlante e pensare che ci eri riuscita alla perfezione. Se non fosse stato per quell’atteggiamento, forse non mi sarei mai interessato a te.
Mi colpisti, mi travolgesti con la tua indifferenza ed io non potetti far altro che osservarti ogni giorno in quel bar, stessa ora, stesso tavolo, stesso libro e stesse amiche.
Venivo ogni singolo giorno e ti osservavo da lontano mentre rivolgevi attenzione al tuo libro un po’ sgualcito agli angoli. Ti osservavo mentre ignoravi quelle che poi capii non fossero tue vere amiche. Ti osservavo mentre sorseggiavi quel caffèlatte e mangiavi quel cornetto. Ti osservavo fin quando non ti alzavi, congedavi le tue amiche con qualche scusa banale e andavi via.
Ti osservavo e cercavo di cogliere ogni tuo singolo dettaglio per poi imprimerlo nella mente.
I tuoi capelli castani un po’ alla rinfusa, i tuoi banalissimi occhi castani che io adoravo da morire, il naso che odiavi, la tua bocca rosea, i tuoi denti perfetti, il tuo sorriso da favola, il tuo tatuaggio sul dorso della mano, il tuo fisico minuto, la tua altezza che non superava il metro e sessantacinque, il tuo anello sul pollice sinistro e l’altro sull’anulare destro, i tuoi braccialetti, il secondo buco all’orecchio sinistro, la montatura dei tuoi occhiali, le tue unghie mangiucchiate dal nervoso, i pantaloni che ti bloccavano la circolazione perché troppo stretti e le maglie che andavano a conto loro perché larghe. Ricordo ogni singolo dettaglio.
Ti ho osservato dal tavolo opposto al tuo fin quando non ho avuto il coraggio di parlarti.
Lo ricordi quel giorno?
Eri arrabbiata perché i tuoi capelli non volevano stare a posto. Li sistemavi ogni tre secondi specchiandoti nello schermo del tuo cellulare cercando di dargli un aspetto migliore ma nulla da fare, andavano per conto loro e tu ti arrabbiavi.
Ricordo che quel giorno non c’erano le tue amiche e mi sedetti al tuo tavolo mentre tu mi lanciavi un occhiata di fuoco.
Ti guardai mentre bevevi il solito caffèlatte e cercavi di ignorarmi. Ti guardai mentre aprivi la borsa e cercavi il tuo libro che poi scopristi di aver dimenticato.
Imprecasti, io risi, tu mi fulminasti con lo sguardo ed io ti rivolsi la parola.
Ti chiesi il perché del tuo malumore e tu, dopo un po’ d’incertezza, iniziasti a parlare senza fermarti un attimo.
Quel giorno parlammo tantissimo.
Restammo ore seduti a quel tavolo mentre la gente intorno a noi svolgeva la propria vita senza accorgersi che due come noi parlassero fra loro, piacendosi e innamorandosi parola per parola.
Mi raccontasti dei tuoi capelli ribelli, delle tue amiche che ti stavano sulle palle, del tuo sport preferito, del tatuaggio che avevi fatto compiuti i diciotto anni e del suo significato, dell’orecchino, del tuo ex ragazzo che ti aveva scaricato su facebook, del tuo datore di lavoro, della festa dei tuoi diciannove anni avvenuta due settimane prima, dei tuoi genitori che secondo te ti avevano dato un nome orribile, della tua migliore amica che si era trasferita in Italia abbandonandoti, del tuo migliore amico che si era suicidato tre anni prima, della fobia che avevi per gli insetti, dell’odio per i gatti e della paura di non sposarsi, dell’appartamento in cui vivevi, del tuo colore preferito e dei colori che odiavi, dell’amore che avevi per il canto ma che non potevi praticare perché eri stonata, delle scarpe che avresti voluto per Natale ma che non avresti ricevuto, del Natale che era alle porte e di tante altre cose. Abbiamo parlato fin quando non ci hanno chiesto di uscire dal bar e ci siamo divisi ognuno per le proprie strade.
Il giorno dopo tu non c’eri ma quello successivo si. Arrivasti nel bar con il naso arrossato per il freddo e dopo aver salutato le tue amiche, ti sedesti accanto a me, mi salutasti, mi dicesti che due giorni prima ti eri sentita a tuo agio parlando con me, mi chiedesti di parlare ancora ed io non potetti rifiutare.
Ordinasti il tuo solito caffèlatte e parlammo ancora. Non ricordo di cosa, ero troppo impegnato a guardare come ti muovevi felice e spensierata gesticolando un po’.
Passammo tutte le mattine di tutti i giorni di quel mese in quel bar, poi, t’invitai a uscire.
Un appuntamento vero e proprio e tu, gioiosa, accettasti.
Ricordo che ti portai in un ristorante per poi fare un giro per la città illuminata dalle luci natalizie.
Ricordo che indossavi un vestito verde che non superava il ginocchio e ricordo le tue scarpe nere che ritengo tuttora troppo alte.
Ma eri bellissima Eve, sembravi una dea e per me lo eri veramente.
Penso che quel primo appuntamento sia stato proprio un input per iniziare a frequentarci.
Iniziammo a uscire più frequentemente e la stampa iniziava a immaginare qualcosa che non si avvicinava per niente al nostro rapporto che, in quel periodo, non andava oltre l’amicizia.
 
Mi scuso per averti trascinato in questi ricordi.
Ricorda che ti amo ancora come la prima volta che ti vidi se non di più.
 

Zayn.

 

------------------
Hello!
Sono tornata con un nuovo capitolo che, a parer mio, è uno dei più belli.
Ho parlato molto di Eve in modo che voi abbiate una sua immagine nella testa e capiate che tipa fosse.
Zayn ha ripercorso, con il pensiero, il primo incontro con Eve e spero vi sia piaciuto.
Ora passo ai ringraziamenti e alle scuse.
Ringrazio tutta quella gente che ha inserito questa storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Ringrazio chi ha recensito gli scorsi capitoli e ringrazio le ragazze che hanno segnalato questa storia per le scelte.
Mi scuso per non aver risposto alle vostre recensioni, lo farò al più presto, ma sappiate che le leggo tutte.
Mi scuso per non essere ancora passata dalle storie da cui mi avete chiesto di passare ma in questo periodo sono sommersa da impegni, pian piano le leggerò e le recensirò tutte.
Mi scuso per aggiornare ogni tanto in ritardo e mi scuso se vi faccio piangere con questi capitoli abbastanza tristi.

Grazie per chi continuerà a seguirmi nonostante tutti i miei casini.
Lasciatemi una vostra opinione.
Un bacio,
Raff.

Per chi volesse chiedermi qualsiasi cosa, vi lascio i miei contatti.
TWITTER, ASK, TUMBLR.

 

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Capitolo 7
*** Day 7. ***




Day 7.

 
Cara Eve,
è così strano ricordare le cose passate e sapere di non poterle mai rivivere.
Oggi sono ritornati alla mente i ricordi della nostra prima vacanza.
Le fans in quel periodo sospettavano che ci fosse qualcosa fra noi e quella vacanza fu veramente tormentata. Ci ritrovavamo giornalisti dappertutto che ci facevano domande su domande e fans accanite che volevano assolutamente sapere tutto.
Ricordo che proprio prima di partire mi chiedesti di non dire nulla di noi, di lasciare la gente nelle loro fantasie e di non confermare i vocii sulla nostra relazione. Non volevi perché ti piaceva il mistero che si era creato, ti piaceva sapere che tutti erano nel dubbio ma che non avrebbero saputo nulla. Ti piaceva il mistero e ti piaceva lasciar gli altri nelle loro convinzioni. Se volevano pensare che la nostra era solo amicizia, tu li lasciavi fare, se volevano pensare che era amore, li lasciavi fare comunque. Non volevi distruggere le idee degli altri o come li chiamavi tu “i castelli in aria”, dicevi che secondo te non era giusto e che non eravamo tenuti a farlo per forza, per questo lasciammo tutto nel mistero fino alla settimana prima della tua morte.
Ricordo che quella vacanza fu anche una delle più belle.
Non ricordo la località ma ricordo per bene il posto in cui alloggiavamo e il paesaggio che ci circondava.
Verde.
Tutto intorno era verde e noi eravamo sperduti in quella casa di legno in cima a una collina.
Ricordo tutti i giorni di quella settimana.
Ricordo le colazioni a letto, quelle fantastiche colazioni a letto.
Ricordo l’odore di caffè che mi risvegliava ogni mattina e il rumore dei tuoi passi per le scale. Ricordo il cigolio della porta che veniva aperta e il rumore delle tazze che si muovevano sul vassoio che tu tenevi in mano. Ricordo il materasso che si piegava leggermente sotto il tuo peso e la tua voce calda che mi annunciava la colazione. Ricordo anche il disastro che combinasti il primo giorno rovesciando tutto sul letto e ricordo il bruciore sul mio petto per il caffè bollente.
Ricordo la tua faccia delusa e le lacrime che minacciavano di scendere.
Devo proprio dirtelo amore, eri una vera e propria incapace alcune volte, i disastri che combinavi tu, non li combinava nessuno ma a me piacevi così com’eri.
Adoravo il tuo essere stupida, il tuo essere timida, la tua passione per la lettura, i tuoi ritardi, le tue follie, i tuoi baci, le tue carezze, i tuoi abbracci, i tuoi vestitini, tutte le tue scarpe e tutto ciò che ti riguardava.

Ricordo anche la seconda sera e il vestito striminzito che portavi. Era minuscolo. Non aveva neanche la schiena! Pensai che tu fossi impazzita credimi, come ti era saltato in mente?
Ridendo mi dicesti che te l’aveva comprato Janette per il tuo compleanno e che avresti dovuto mettertelo per forza. Juliette, la tua migliore amica, quanto l’ho odiata quel giorno e non solo.
Tralasciando il vestito che è la cosa più decente che ti abbia mai regalato, vogliamo parlare degli altri regali che ti ha fatto?
Il completino intimo celeste? Se ti copriva un decimo del tuo corpo, era già assai. Non che non mi facesse piacere vederti in quelle vesti la sera in camera ma... sono regali da fare?
Per non parlare poi delle manette e il frustino.
È una pazza!
A proposito di Juliette, mi ha chiamato.
La sua voce non era quella di sempre. L’ho sentita più spenta e priva di emozioni.
Mi ha chiesto di restare qui domani e dopodomani e ho accettato.
Mi ha accennato qualcosa riguardante Robert e il fatto che l’abbia lasciata e mi ha detto che aveva assolutamente bisogno di parlare con qualcuno che la sapesse consolare come facevi tu.
 
Sto sistemando la camera degli ospiti, mi sento strano nelle vesti di casalingo, non so, le facevi sempre tu queste cose.
Sai Eve, manchi a tutti qui.
Manchi a me, a Juliette, ai ragazzi, alle fans, ai tuoi genitori, ai miei genitori, manchi persino al gatto del vicino!
Perché sei andata via? Perché ti hanno strappato via da questa terra così presto?
Che cosa avevi fatto di male? Che cosa avevi fatto per meritarti questa morte?
Mi sento così perso senza di te e scusa, scusa se in questo momento sto piangendo e sto rovinando tutto il foglio ma dio, io non ce la faccio. Non ce la faccio senza di te, Eve, non ce la faccio proprio.
Ritorna ti prego. Ritorna qui con me. Ritorna con la tua risata, i tuoi scleri, le tue follie, i tuoi disastri, le tue scenate di gelosia, il tuo amore, ritorna e basta.
Ho assolutamente bisogno di te, del tuo amore.
 
Ritorna. Ritorna e non lasciare che quella scatoletta blu resti lì, non lasciare che quell’anello resti senza un dito cui stare.
 

Ti amo,
Zayn.


 

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Hi!
Vi saluto tra una lascrima e l'altra.
Nella stesura di questo capitolo ho pianto come una stupida e lo sto ancora facendo.
Sono un disastro lol
Cosa ve ne pare?
Soddisfatte o rimborsate? 
Cacchio dico? lol
Fatemi sapere cosa ne pensata.

Bacioni,
Raff.

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Capitolo 8
*** Day 8. ***




Day 8.

 
Cara Eve,
oggi è stata una giornata stancante.
Sveglia alle cinque e mezzo del mattino per andare a prendere Juliette dall’aeroporto.
Ma oltre la sveglia che è stata postata troppo presto si è aggiunto anche il cane dei nuovi vicini (gli Sneaker se ne sono andati) che ha iniziato ad abbaiare alle tre del mattino e non ha smesso fin quando non gli ho lanciato una ciabatta di Bugs Bunny in testa e si è stato zitto ma quando mi sono girato verso la sveglia, mi sono accorto che erano ormai le quattro e che era inutile dormire.
Mi sono alzato e sono andato a riprendermi la ciabatta che ho ritrovato sbranata, perfetto.
Mi sono preparato la colazione ma la mia tazza mi si è rotta e sono rimasto con solo il manico in mano. Allora ho preso la tua ed ho sorriso al ricordo di te che t’innervosivi perché non volevi che la prendessi.
Dopo aver fatto colazione, ho messo un po’ apposto la casa, mi sono lavato e vestito e mi sono diretto all’aeroporto.
Dopo minuti interi passati nel traffico, sono arrivato in aeroporto e, come se la sfortuna non ce l’avesse abbastanza con me,  l’aereo è partito in ritardo dall’Italia e ho dovuto aspettare più del dovuto seduto su quelle orribili sedie bianche che, tra l’altro, sono anche scomode.
 
Juliette è cambiata dall’ultima volta che è stata qui.
È dimagrita tantissimo e i suoi capelli hanno cambiato ancora una volta colore, ora sono blu e sono molto più lunghi.
Tutti all’aeroporto la guardavano come se fosse un’aliena venuta dallo spazio anziché dal volo Italia – Inghilterra ma lei se n’è altamente fregata e ha continuato per la sua strada, l’ammiro per questo.
Mi è corsa incontro raggiante come sempre e mi è letteralmente saltata in braccio.
Mi ha colto un po’ alla sprovvista dal momento che il nostro rapporto non è mai andato oltre la parolina amichevole che ci scambiavamo solo per farti un piacere e per scrollarci di dosso le tue lamentele riguardo gli insulti che io e Juliette non smettevamo di lanciarci.
Quando siamo arrivati a casa, ci siamo seduti sul divano con una cioccolata calda fumante tra le mani.
Mi ha raccontato un po’ di cose e mi sono accorto che girava intorno a un argomento che mi aveva accennato durante i pochi minuti di chiamata.
Dopo qualche minuto passato ad aspettare che lei uscisse il discorso di sua spontanea volontà, ho deciso di chiederle di Robert.
Con una sola domanda l’ho vista accartocciarsi su se stessa come un foglio di carta mentre viene bruciato e la maschera che si era creata si è sgretolata come la cenere di quel foglio di carta.
Mi è sembrato strano vedere Juliette Anderson debole.
L’ho vista tremare come una foglia scossa dal vento e poi lo vista scoppiare in un pianto disperato. L’ho abbracciata e tra un tremore e l’altro mi ha spiegato cosa fosse successo.
L’ho sempre detto che quel Robert non mi piaceva ma voi no, “è così dolce” dicevate.
E guarda un po’ com’è andata a finire? Lui l’ha picchiata per mesi interi e poi l’ha lasciata quando ha trovato un’altra vittima. Sei ancora convinta che lui sia dolce?
Come si fa a picchiare una come Juliette? Ma come si fa a picchiare una ragazza in generale dico io?
E lei? Non ha avuto neanche il coraggio di denunciarlo! Non pensavo che fosse così stupida. Gli spaccherei la faccia a quel coglione. Giuro che gli faccio pentire di essere nato.
 
Juliette si è addormentata sul divano mentre ero in cucina a preparare il pranzo e l’ho portata in camera sua in modo che dormisse comoda.
 
Quando sono ritornato nella nostra camera, sono caduto in un sonno profondo e sono stato svegliato dalla voce di Juliette che mi chiedeva dolcemente se potesse entrare. Dopo poco ho sentito dei passi avvicinarsi e il materasso si è abbassato dolcemente sotto il suo peso.
Mi ha iniziato a scuotere per la spalla e mi sono alzato frettolosamente e le ho urlato contro di non farlo mai più.
Quel gesto mi ha ricordato tremendamente te. Anche tu mi svegliavi così ma no, nessun altro avrebbe potuto farlo.
Mi sono asciugato il viso inondato dalle lacrime e le ho urlato furiosamente di non fare niente che potesse ricordarmi te. Le ho urlato di non lasciare cose per la casa, di non addormentarsi sul divano, di non preparare il ragù, di non prepararmi la colazione, di non entrare dolcemente nella nostra camera, di non vestirsi di blu, di non tingersi i capelli di castano, di non mettersi le lenti a contatto castane, di non leggere nessun tipo di libro e di non utilizzare il profumo della nostra band. Le ho urlato anche cose senza senso ed ho smesso solo quando lei mi ha abbracciato e mi ha chiesto di calmarmi.
Perché dev’essere così difficile? Perché non posso semplicemente andare avanti senza soffrire? Perché non posso dimenticarti una volta per tutte? Sì, voglio dimenticarti Eve.
Io non posso vivere con il tuo ricordo. Non posso vivere nel passato. Non posso vivere pensando che tu non ci sia più. Non posso, non è giusto che io sia ancora qui mentre tu non ci sei. Non posso vivere senza di te ma se non posso morire allora preferisco non ricordare. Preferisco perdere la memoria e non ricordarmi di te o meglio ancora preferisco non averti mai conosciuto, magari ora non starei così male. Io sto male, sto soffrendo Eve, sto soffrendo come un non so che, sto soffrendo e non riesco a mantenere questa maschera, io non ci riesco Eve.
Forse penserai che stia delirando e forse è anche vero e magari domani mi sentirò in colpa per averti scritto queste cose ma io non posso più farcela, non posso.
 

 Zayn.

 

---------------------------
AMATEMI GENTE.
PER LA PRIMA VOLTA NON SONO IN RITARDO MA BENSI' IN ANTICIPO.

*si applaude*
Il follow di Cody Simpson mi fa un bell'effetto lol
CODY MI HA SEGUITA AAAAAAAAAAH
Respira Raffa, respira lol

Passando alla storia, vi piace?
A me piace tantissimo, non so perchè lol
Fatemi sapere le vostre opinioni.

ORA, PASSIAMO A COSE PIU' IMPORTANTI.
Ho ricevuto 8 critiche, tutte dalla stessa persona, e sinceramente non le ho trovate giuste.
Penso che le critiche non debbano essere fatte per dispetto o, peggio ancora, per ripicca come mi è successo.
Se io lascio un critica non lo faccio per ripicca ma lo faccio con sincerità e pretendo che sia fatto lo stesso nei miei confronti.
Accetto ogni tipo di critica, so di non essere perfetta nello scrivere e so che anch'io faccio errori e quindi accetto le critiche che mi facciano crescere ma ODIO quelle critiche in cui devo essere insultata moralmente e dal punto di vista della scrittura.
Ci metto l'anima nel scrivere queste storie e non tollero la gente che mi venga a dire "fa schifo" senza darmi spiegazioni oppure "sono meglio di te".
Quindi se dovete proprio scrivermi una critica fatelo con rispetto.
Detto questo, ringrazio le 17 recensioni dello scorso capitolo e O MIO DIO, siamo arrivati a 100 recensioni totali!
VI AMO.

Un bacio,
Raff.

 

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Capitolo 9
*** Day 9. ***




Day 9.
 
Cara Eve,
Juliette è ripartita da mezz’ora per l’Italia ed io sono tornato a casa da qualche minuto.
Questa giornata è stata abbastanza carina, Juliette ed io abbiamo ricominciato a punzecchiarci e, nel frattempo, abbiamo passato la giornata fuori come amici, o quasi.
Per la colazione, ci siamo diretti al nostro solito bar. Questa volta c’era di nuovo la bionda ossigenata e mi sono chiesto che fine avesse fatto la ragazza nuova della settimana scorsa.
Non appena Juliette ed io abbiamo messo piede nel locale, lei, si è aggiustata la scollatura e si è precipitata al tavolo dove Juliette ed io ci stavamo dirigendo.
Senza darle troppa importanza, le abbiamo dato le nostre ordinazioni e abbiamo parlato un po’.
È stato strano raccontare a Juliette dei miei problemi, non l’avevo mai fatto e mi sono sorpreso quando mi ha dato dei consigli, degni di tal nome, per risolverli. 
Poi è arrivato quello che io definisco il peggio. Dalla sua borsa è uscita una busta, o meglio dire una lettera. Me l’ha data e mi ha consigliato di aprirla solo quando fossi stato solo. 
Sul retro c’era il mio nome scritto in un corsivo perfettamente riconducibile a te.
Mi hai scritto una lettera, prima di morire mi hai scritto.
Se avessi saputo cosa ci fosse scritto, non l’avrei mai aperta e l’avrei strappata in mille pezzettini.
Mi ha fatto male Eve, troppo.
Tutte quelle parole, quelle frasi, quei piccoli cuori disegnati all’angolo del foglio... tutto ciò mi ha fatto male.
È stato strano leggere qualcosa di qualcuno che non c’è più, ma nello stesso tempo è stato bello.
So come la pensi sulla questione delle lettere e non sono rimasto sorpreso del fatto che tu mi abbia scritto una lettera anziché lasciarmi un video.
Sono sempre rimasto affascinato dal tuo modo di pensare. Ricordo che, inizialmente, ti consideravo strana proprio per i pensieri contorti che circolavano nella tua testa e me l’hai ricordato proprio tu nella tua lettera.
Sono rimasto sorpreso da come tu abbia risposto alle domande che mi circolano ogni tanto nella testa, sembrava quasi che tu fossi qui. 
Non l’ho letta tutta, lo farò quando mi sentirò un po’ meglio. Mi sa che mi è venuta la febbre, forse questa mattina avrei dovuto mettermi sciarpa e cappello invece di uscire senza.
Ho chiamato il dottore e arriverà qua a momenti.
Sorrido ancora al ricordo di quella sera in cui venne la febbre a entrambi, è stato divertente veder correre i ragazzi per la casa per soddisfare i nostri bisogni. 
Ricordo che alla fine si presero la febbre anche loro e rimanemmo tutti e sei a letto per un’intera settimana.
Ricordi, vero? Quella settimana fu una delle più belle passate tutti e sei insieme.
Ora invece siamo in cinque. I ragazzi sono in cucina e mi stanno preparando qualcosa di caldo da bere. Tu non ci sei e forse è un bene. Sono più che sicuro che se tu fossi stata qui mi avresti riempito di parole per la mia testardaggine e ti saresti arrabbiata.
Eri sempre così suscettibile quando mi ammalavo, mi ripetevi sempre che avrei dovuto sempre far attenzione alla temperatura fuori casa e che ammalarmi non era una buona idea, soprattutto durante i tour. Ricordo quando mi sistemavi la sciarpa d’inverno, fin sotto il naso, ed io che ti ripetevo che non riuscivo a respirare; chi se li scorda più quei momenti?
Ritornando alla mia fantomatica febbre, la odio.
Odio restare a letto senza far nulla, non mi piace sentirmi così accaldato e gli schiamazzi dei ragazzi non mi aiutano. Ho un mal di testa atroce e forse questa lettera sarà abbastanza corta, più delle altre.
A proposito delle lettere, Liam l’ha scoperto. Per sbaglio ho lasciato aperta la scatola dove metto tutte le lettere e Liam, entrando in camera da letto, le ha viste. 
Non si è arrabbiato, non è rimasto neanche deluso. Non ho saputo decifrare la sua faccia. 
Mi si è avvicinato e mi ha parlato un po’. Non sto qui a scriverti tutto ciò che mi ha detto, ma, anche lui, mi ha detto di parlarne con qualcuno di esperto. 
Pensi che debba farlo sul serio?
Sono indeciso. Non sono mai stato d’accordo con gli psicologi, non ho mai avuto una buona opinione su di loro ma se veramente uno psicologo può aiutarmi?
E se un giorno diventassi pazzo? Forse se ci vado ora, dallo psicologo intendo, mi risparmio la pazzia, no?
Non so che fare, sono assolutamente indeciso. Forse devo parlarne prima con mia madre, forse lei saprà dirmi cosa fare.
 
Ora scusami, ma il dottore è arrivato e non voglio farmi vedere mentre scrivo. 
 
Ti amo,
Zayn.

 
-------------------------------
Rieccomi in un disastroso ritardo.
Mi dispiace ma l'estate è quasi finita e ho preferito godermi gli ultimi giorni anzichè scrivere.
Scusate ancora, non che voi passiate in secondo piano, ma sono stata davvero troppo indaffarata tra grigliate, giornate intere in spiaggia e il mio fottuto raffreddore.
Dico io, come si può essere raffreddati ad agosto? Incredibile!
Ritornando a noi, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e scusate per la scarsa lunghezza.

Avete visto la premier? I miei bimbi sono cresciuti :')
I'm crying, omg.
Ho passato tutta la mattina a rivedermi tutti i vecchi video e sono stata inondata dalle mie lacrime lol

Ora volevo dare un avvertimento.
Non avviserò più con i messaggi quando aggiorno, non perchè non voglia farlo ma perchè non ho tempo, scusate, spero leggerete lo stesso i capitoli nonostante io non avvisi.

GRAZIE per le 25 recensioni dello scorso capitolo, risponderò pian piano a tutte le recensioni, tranquille le leggo ma non ho abbastanza tempo per rispondere.

Ora mi dileguo.
Un bacione,
Raff.

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Capitolo 10
*** Day 10. ***




Day 10
 (LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE)


“ Caro Zayn,
non so quando Juliette ti darà questa lettera ma spero che ti sarà recapitata presto e spero che non la getterai nel cestino.
Se stai leggendo, sappi che ho scritto questa lettera quando ho visto che le cose stavano peggiorando.
Non so con precisione il giorno in cui sono morta e credimi, non avrei mai voluto lasciarti in questo modo. Non puoi nemmeno immaginare quanti sacrifici ho dovuto fare per tenerti nascosto tutto. Ogni singolo giorno lottavo contro me stessa per non dirti nulla. So che può sembrare crudele ma ho ritenuto più semplice andare via all’improvviso anziché annunciarti la mia morte. So come sei fatto e so che se ti avrei detto tutto non ci saremmo goduti i giorni restanti come dovuto quindi ti chiedo scusa se sono andata via così, ti chiedo scusa se ora stai male ma credimi se ti dico che l’ho fatto per te.
Spero tu non abbia assistito alla mia morte, so quanto possa essere doloroso vedersi morire la persona che si ama tra le proprie braccia quindi se così è stato, se sono veramente morta tra le tue braccia, ti chiedo scusa. Spero che io sia morta nel sonno, sai quanto mi terrorizzava la morte ma spero di non essere morta nel tuo stesso letto, spero di non essere morta avvinghiata al tuo corpo come era mio solito dormire.
So che forse non ci stai capendo niente di questi discorsi contorti ma hai sempre saputo che penso in modo strano quindi sopportami almeno fino alla fine di questa lettera perché lo sai, sarà l’ultima volta in cui mi sopporterai.
Non fare baggianate di alcun genere. Non pensare al suicidio, non pensare a farti del male in alcun modo, non guidare da ubriaco, non permetterti assolutamente a mettere fine alla tua carriera per questo avvenimento, non rinchiuderti in casa come un asociale. Esci, divertiti con gli altri, conosci altre persone e innamorati. Sei giovane Zayn, resta sempre lo stesso, fai innamorare qualcuno con il tuo fascino, con il tuo ego, con la tua testardaggine, con la tua vivacità e innamorati. Hai bisogno di andare avanti Zayn, non rimanere ancorato al mio ricordo, lasciami andare. Lasciami nel passato. Dimenticami se ti può far stare bene, ma, ti prego, non sprecare la tua vita.
So che mi stai prendendo per pazza ma devi farlo, farlo per me Zayn, non sopporterei mai vederti senza nessuno accanto. Scegli una bella ragazza, magari sceglila con i capelli rossi e non castana come me, sceglila con gli occhi color nocciola e non castano scuro come i miei, sceglila alta ma non più di te, sceglila bella, più di me, scegline una, una qualsiasi e falla innamorare con la stessa intensità con cui hai fatto innamorare me, fallo.
Se mai un giorno ti passi per la testa di farti aiutare da qualcuno di esperto, non farlo, non andare da quei fottuti strizzacervelli. Sei nelle perfette condizioni di andare avanti da solo, non hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a rimetterti in sesto, puoi farcela.
Sei in grado di andare avanti, sei in grado di innamorarti ancora, sei in grado di ritornare alla normalità e tutto questo puoi farlo con le tue mani. Non spendere i tuoi soldi per andare da uno psicologo, sei in grado di fare tutto da solo.
Ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre.
 
Sempre tua,
Eve.
 
P.S. se mai avrai frugato nel mio armadio, sappi che quel vestito rosso era riservato a San Valentino ma quasi sicuramente a quel giorno non ci sono arrivata. Conservalo e regalalo alla donna che avrà la fortuna di stare con te per tutta la vita. ”
 
 
Cara Eve,
come puoi solo lontanamente pensare che io m’innamori di un’altra? Come puoi pensare che troverò qualcuna più bella di te? È praticamente impossibile.
Al massimo posso trovarmi un’amica, qualcuno con cui parlare ma credimi, non ti rimpiazzerò.
Non andrò dallo psicologo ma ho deciso di diminuire le lettere. Mi limiterò a scriverne una a settimana e non tutti i giorni. Come forse ti avrò detto qualche lettera fa, ho intenzione di distaccarmi un po’ dal tuo ricordo e penso che diminuire le lettere sia un passo fondamentale.
Poi ho intenzione di ricominciare a registrare con gli altri e magari tra qualche mese potrò iniziare di nuovo i tour. Sono elettrizzato all’idea di tornare a lavoro, sai quanto questo lavoro mi piaccia e continuare mi farà bene. Inizieremo a registrare il nuovo album la settimana prossima e a metà settimana prossima avrò un’intervista con gli altri.
Oggi sono andato a fare visita a mia madre e alle mie sorelle.
Non le vedevo dal funerale. Le trovo bene, meglio di me sicuramente. Ti adoravano sai?  Anche per loro la tua morte è stato un duro colpo. Mia madre ti considerava come una figlia e le mie sorelle come una sorella. Eri proprio parte della famiglia. Anche Boris ti adorava! Anche se l’amore non era reciproco.
Ci rincontreremo Eve. Quando anche la mia vita giungerà al termine, per cause naturali spero, ti troverò e continueremo la nostra vita lì su.
È scoccata la mezzanotte del decimo giorno, non ha senso scrivere se ormai siamo nell’undicesimo.
 
Ti amo,
Zayn.
 
P.S. scordatelo. Non ci sarà nessun’altra.

 
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QUESTO CAPITOLO E' STATO UN PARTO.
Scusate per il ritardo ma ho avuto un blocco, poi sono stata male e ho avuto da fare.
In questo capitolo si può leggere la lettera di Eve accontentando tutte le lettrici che me l'avevano richiesta.
Sto iniziato a scrivere una nuova fanfiction che pubblicherò appena questa finirà.
Gli aggiornamenti, iniziata la scuola, non saranno più regolari quindi mi scuso in anticipo.
Riguardo a ciò che ho detto nello scorso capitolo, ho intenzione di riprendere ad avvisare le lettrici ad ogni aggiornamento perchè ho capito che molte non riusciranno a seguirla se non mando i messaggi.
Se siete su twitter ditemi i vostri nick così vi avviso lì, mi è più comodo.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
Un bacione,
Raff.


P.S. per ora, l'unico biglietto che potrò vantarmi di avere, è quello per il cinema. Voi ci andrete?

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Capitolo 11
*** LEGGETE PLS. ***


So che in questo preciso momento sto violando le regole di efp ma avevo l'assoluto bisogno di parlarvi.
Mi scuso se è passato un mese e non ho ancora aggiornato, questa volta non ho scusanti, semplicemente sto avendo un blocco e scrivo un rigo al giorno e non mi sembra il caso di aggiornare con un capitolo schifoso. Tra l'altro ho avuto per due volte la febbre a distanza di una settimana e mi sono ritrovata con la mente in subbuglio, poi è iniziata la scuola e sono tipo sommersa di cose da studiare fino alla cima dei capelli. Poi c'è stato il casino dei biglietti e mi era passato dalla mente di abbandonare tutto. Niente concerto anche questa volta. Mi sono sentita talmente male che avevo l'intenzione di abbandonare del tutto i ragazzi e di cancellare questa storia, poi la ragione ha ripreso il controllo di me stessa e sono ritornata in me.
Detto questo, mi scuso ancora una volta e vi prometto che entro la fine della settimana prossima vi ritroverete con un capitolo da leggere.

Grazie per aver aspettato così a lungo.
Un bacio,
Raff.

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