Alyssa

di Carmilla Lilith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mirror ***
Capitolo 2: *** Frammenti ***
Capitolo 3: *** Gli uomini non cambiano ***



Capitolo 1
*** Mirror ***


Vuoi credere che nulla sia cambiato, per questo continui a uscire, ballare e fare l’amore. Testarda, fingi che nulla sia accaduto alla festa di fine liceo e che la tua vita sia realmente proseguita.
La notte, nei locali, sei proprio come gli altri adolescenti: spensierata, vivace, bellissima. L’unica differenza è che loro si credono immortali, mentre tu lo sei veramente.
T’illudi di essere ancora umana, Alyssa, ma inganni te stessa. Ogni specchio che nega il tuo riflesso ti ricorda chi sei in realtà: soltanto un’immagine cristallizzata nel tempo, un demone assetato di sangue. Di umano non ti resta che l’aspetto.  
 

Angolo dell’autrice
 

C’è poco da dire, tranne che questa è la mia prima drabble in assoluto e che partecipa al contest “E tu chi scegli?”( http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10628926&p=1), indetto da _Aras_ sul forum di Efp. Se Alyssa vi ha incuriositi, potete ritrovarla qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=524430&i=1.
A presto,

Carmilla Lilith.

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Capitolo 2
*** Frammenti ***


Ricordi ancora quella sera, sarebbe impossibile dimenticarla. Ti basta chiudere gli occhi per rivederti, sorridente, mentre saluti i tuoi genitori prima di uscire con le tue compagne di classe.
Gli esami di maturità erano appena terminati e avevi tutto l’entusiasmo che solo una diciottenne può avere. Ti rimiravi in ogni vetrina, fiera dei tuoi capelli nerissimi e cotonati, degli occhi azzurri contornati dalla matita nera e dei fuseaux fucsia, comprati quel pomeriggio.
Lo svolgimento della serata era stato tanto prevedibile quanto entusiasmante: con Greta e Alice, le tue migliori amiche, avevi raggiunto i tuoi compagni di classe in pizzeria. La cena era trascorsa in allegria, parlando dei progetti per il futuro e facendo foto tutti insieme.
Vi eravate poi spostati in discoteca, pronti a scatenarvi. I tuoi ricordi sono piuttosto confusi, corrotti dall’alcol e dall’orrore per ciò che accadde dopo: solo l’immagine dell’uomo vestito di nero è rimasta impressa a fuoco nella tua mente. Sì, lui.
Lui che ti fissava in continuazione e tu che ricambiavi, maliziosa, il suo sguardo.
Lui che si avvicina e balla con te, mentre le tue amiche ti osservano divertite.
Lui che ti chiede se vuoi bere qualcosa e tu che accetti.
La conversazione seguente, qualche domanda riguardo al tuo nome, così bizzarro per una giovane italiana. Risposte appena accennate, un vago accenno alle origini inglesi di tuo padre e tante frivole risatine.
Poi, il nulla.
Solo sensazioni, piacevoli e terribili: il ricordo delle sue labbra sulle tue, le sue braccia che ti stringono con forza, la vostra eccitazione. Il bacio che si trasforma in un morso doloroso, lui che ti costringe a premere le tue labbra su una sua ferita aperta e tu che ti dibatti, terrorizzata.
Passarono ore prima del tuo risveglio e nessuno al mondo è in grado di descrivere il tuo orrore: ti sentivi strana, infreddolita e incredibilmente assetata. Tremavi come una foglia, presa dal panico, convinta che l’uomo misterioso, di cui a stento ricordavi le fattezze, ti avesse violentata.
Piangevi, disperata e smarrita, guardandoti intorno per cercare di capire dove ti trovavi. Purtroppo eri in un anonimo scantinato, circondata da casse di bibite e scatoloni di cibo.
Urlavi, urlavi, ma sembrava che nessuno ti potesse sentire. All’improvviso, la porta dello scantinato si aprii e un giovane barista ti venne in soccorso pensando, come te, che fossi stata aggredita da qualcuno.
Povero ragazzo, ancora ti spiace che sia stato lui la tua prima vittima. Voleva solo aiutarti e, in un certo senso lo ha fatto: è stato la tua prima fonte di nutrimento e di questo gli sarai sempre grata.
Una volta finito con il povero giovane, non ti restò che fuggire. Solo un pensiero, ancora oggi, ti permette di non impazzire quando ripensi all’accaduto: non è successo niente.
Non è MAI successo niente. 

L'angolo dell'autrice

Poco da dire, questa flashfic, scritta per il secondo turno del contest "E tu chi scegli?" di _Aras_ presenta come la nostra Alyssa sia divenuta vampira la nostra cara Alyssa. L'ho accennato appena, ma qualcuno di voi avrà capito che la protagonista è stata "vampirizzata" negli anni '80. 
Bene, vi lascio e a presto, anche se questo lavoro non mi convince tantissimo. 
 

Carmilla Lilith.

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Capitolo 3
*** Gli uomini non cambiano ***


Gli uomini non cambiano
Gli uomini non cambiano
Prima parlano d’amore e poi ti lasciano da sola
Gli uomini ti cambiano
E tu piangi mille notti di perché

Mia Martini, Gli uomini non cambiano
 
Helena ritrovò Alyssa inginocchiata a terra, scossa dai singhiozzi, e subito si precipitò in soccorso della sua amica. La vampira mora aveva le mani e parte del viso sporche di sangue e appariva visibilmente scossa. “Avevi ragione Helena, avevi ragione...” prese a mormorare Alyssa, non appena la vampira bionda le fu accanto.
Helena si limitò ad abbracciarla forte, mentre l’altra si abbandonava nuovamente ai singhiozzi.
 
***
 
Helena aveva incontrato Alyssa circa tre anni dopo la vampirizzazione di quest’ultima, mentre entrambe si trovavano a caccia in club in Inghilterra, anche se si erano notate soltanto una volta giunte all’esterno.
Alla vampira bionda era bastato un semplice sguardo per capire che quella giovane dai capelli neri era una sua simile e le aveva rivolto un sorriso divertito quando l’aveva vista raggiungere l’auto di un bel ragazzo.
Anche lei, d’altro canto, era in compagnia di un giovane umano piuttosto palestrato, che ancora non sapeva di essere condannato a morte, quell’illuso si pregustava solamente una folle notte di sesso con la bella ragazza che credeva di aver conquistato.
La vampira mora aveva risposto al sorriso di Helena con un rapido occhiolino, per poi entrare nella macchina del suo accompagnatore e andarsene.
Si erano ritrovate pochi ore dopo, mentre Helena abbandonava in fretta l’appartamento della sua vittima. Alyssa era seduta accanto all’entrata del condominio e accolse la vampira bionda con un sorriso divertito.  “Non credevo che fossi così sadica” esordì la mora, evidentemente divertita.
“Non penso che tu abbia agito molto diversamente con la tua preda, o mi sbaglio?” rispose Helena, voltandosi verso di lei. Alyssa s’irrigidì e si rabbuiò improvvisamente, affrettandosi a replicare: “Io non uccido nessuno da anni, non sono quel tipo di persona”.
Era la prima volta che la vampira bionda, in più di quattrocento anni di vita, sentiva un’affermazione simile e non riuscì a nascondere il suo stupore. “Come fai a nutrirti?” domandò.
“Non è necessario uccidere per dissetarsi, mi basta cacciare più spesso, senza contare che così posso appagare più spesso anche altri tipi di bisogni!” rispose Alyssa, sorridendo.
Helena osservò stupita la giovane vampira, per poi scuotere la testa, perplessa.
“Dove passerai il giorno? Ti dispiacerebbe un po’ di compagnia?” domandò la giovane mora, senza riuscire a nascondere un certo imbarazzo. Si sentiva terribilmente sola da quando si era trasformata e non escludeva che la sua disperata ricerca di compagnia ogni volta che usciva a caccia fosse dovuta proprio ad una mancanza di affetto. Non cercava un compagno, per questo non aveva vampirizzato nessuna delle sue prede, soltanto un po’ di compagnia.
La vampira bionda sospirò: “Seguimi pure ma muoviti, non manca molto all’alba e non ho nessuna intenzione di bruciarmi”. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quella vampiretta le stava molto simpatica e  l’idea di avere accanto qualcuno nel suo solitario vagabondaggio non le dispiaceva.
 
Erano passati più di venticinque anni dal loro primo incontro quando Alyssa e Helena erano giunte nella nebbiosa Val Padana, proprio da dove proveniva Alyssa.
Come ogni fine settimana si erano recate in una discoteca in cerca di prede. Helena cercava appositamente i dongiovanni più promettenti, così da fermare i loro cuori prima che riuscissero a spezzare quelli di alcune ragazze indifese, mentre Alyssa cercava semplicemente un giovane e aitante corpo che potesse soddisfare i suoi appetiti. Nonostante la vampira più giovane giudicasse la sua compagna di viaggio troppo rancorosa e vendicativa nei confronti degli uomini, nonché eccessivamente sadica nell’uccisione delle sue vittime, le era profondamente legata: era grazie a lei che aveva sconfitto la solitudine che tanto l’aveva tormentata nei primi tre anni dopo la sua trasformazione e si sentiva protetta quando era in compagnia della centenaria vampira.
 
Helena stava sorseggiando il suo amato Angel Face, offertole dalla preda di turno, quando notò che Alyssa aveva scelto un compagno molto diverso dal solito: era un uomo attraente, certo, ma aveva circa quarant’anni e una fede al dito, tutto ciò era assurdo! La vampira mora cercava di proposito uomini molto giovani e aitanti, in grado di soddisfarla sessualmente più volte prima di fornirle il nutrimento di cui aveva bisogno, senza contare che, nonostante sembrasse la più disinibita delle vampire, non avrebbe mai cercato di sedurre un uomo impegnato: la giovane mora, vedendo il profondo dolore che provava Helena a causa di una delusione amorosa avvenuta ormai secoli prima, aveva deciso che mai avrebbe condannato una donna a soffrire per causa sua.
Helena, turbata, prese a fissare la sua compagna di viaggio, sperando che quest’ultima la notasse.
 
La vampira non prestava caso alla sua preoccupata amica, distratta dalla profonda emozione che provava nell’aver ritrovato Manuel, il suo primo e unico amore.
Erano stati insieme per circa sei mesi quando Alyssa era in quarta superiore, mentre lui era all’ultimo anno. Una volta terminata la scuola, il ragazzo era dovuto partire per la leva militare e aveva preferito porre fine alla loro relazione, spiegando a una disperata Alyssa che lo faceva per il suo bene, dato che una volta terminata la naja si sarebbe trasferito all’estero per frequentare l’università.
La giovane aveva provato disperatamente a dimenticare il suo amato, ma non c’era mai riuscita: con lui aveva vissuto il suo primo bacio, la sua prima relazione, la sua prima volta. Era il suo principe azzurro, l’eroe dal sorriso smagliante, i capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo, era tutto ciò che una ragazza poteva desiderare. Se avesse potuto scegliere non l’avrebbe mai lasciata, ne era  sicura.
Dopo la loro rottura aveva provato a frequentare altri ragazzi, ma non c’era riuscita. L’unica volta in cui aveva provato con convinzione a lasciarsi alle spalle il ricordo di Manuel era stato alla festa di fine liceo e ancora si pentiva dell’errore commesso quella notte. Si era abbandonata alla lussuria soltanto una volta divenuta vampira, dato che quel cambiamento aveva completamente azzerato la possibilità di tornare insieme al suo amato.
Adesso, però, tutto era diverso: lo aveva ritrovato, stava ballando con lei, la guardava con la stessa attrazione di trent’anni prima! La fede che aveva al dito non significava nulla: sua moglie era venuta dopo, era solo un ripiego, non poteva certamente amarlo con la stessa, travolgente, passione con cui lo amava lei.
 
Helena osservava di tanto in tanto la scena, visibilmente preoccupata e nervosa. Dannazione, se non fosse stata tanto assetata avrebbe certamente raggiunto l’amica, sapeva che c’era qualcosa che non andava!
Decise di affrettarsi, invitando la sua sventurata preda a uscire dal locale per fumare una sigaretta: lo avrebbe eliminato in un batter d’occhio e poi sarebbe tornata per occuparsi di Alyssa.
 
“Sai, non mi aspettavo che una ragazza tanto giovane e bella volesse ballare con un vecchietto come me!” esclamò Manuel, mentre offriva da bere ad Alyssa.
La vampira ridacchiò divertita, nuovamente persa in quegli occhi che tanto amava. “Mi domando cosa ci faccia un uomo della tua età in discoteca a quest’ora, invece!” replicò.
“Mi hanno trascinato i miei compagni della squadra di calcetto, di solito a quest’ora sono già a letto!” rispose l’uomo, passando alla mora un bicchiere di Sex on the Beach. Solo allora la giovane si accorse che la fede era misteriosamente sparita dalla sua mano.
 
Helena rientrò nel locale, mettendosi immeditamente alla ricerca di Alyssa. Non era stato difficile sbarazzarsi della sua preda, così come non era stato complicato gettarne il cadavere in un cassonetto dell’immondizia, ma aveva impiegato più tempo del previsto ed era sinceramente preoccupata per la sorte della sua amica.
Diamine! Non riusciva a trovarla da nessuna parte!
 
Erano finiti nei sedili posteriori della macchina di Manuel, proprio come la prima volta che avevano fatto l’amore.
Alyssa sentiva il suo corpo fremere ad ogni bacio del suo adorato, mentre i ricordi invadevano con prepotenza la sua mente, dandole un piacere intenso quanto quello donatole dalle carezze dell’uomo che amava.
Quelle sensazioni erano così piacevoli da farle venire le lacrime agli occhi, tanto che le sfuggì un rapido singhiozzo mentre Manuel le sollevava la minigonna. L’uomo si fermò, osservandola.
“Non sei vergine, vero?” domandò, preoccupato.
Alyssa scosse la testa e Manuel sospirò, sollevato, prima di dire: “Scusa, ma non me la sentirei di essere il tuo primo uomo, non mi piace illudere le persone.”
Alyssa si irrigidì e si alzò velocemente a sedere, sistemandosi la minigonna. “Che diavolo vuoi dire?” domandò, irritata. Cosa prendeva a Manuel? Cosa stava dicendo?
“Senti, mi è già successo di stare con una ragazza alle prime armi e sono riuscito soltanto a spezzarle il cuore, non voglio rovinarmi una scopata con dei sensi di colpa, quindi se non vuoi fare sesso scendi dalla mia macchina!” sbottò l’uomo, in tutta risposta.
La vampira perse il controllo e, con uno scatto fulmineo, intrappolò il collo di Manuel nella morsa delle sue braccia. “Mi stai dicendo che non amavi Alyssa?” domandò, furibonda.
L’uomo la fissò, terrorizzato, ricordando improvvisamente chi gli ricordava quella bella ragazza.
“Oh cazzo, non sarai mica sua figlia?!” domandò, in preda al panico.
Quasi senza accorgersene, la vampira strinse ulteriormente la presa, ripetendo la domanda.
“Ero giovane e tua madre era una gran figa, non pensavo che avrebbe sofferto così tanto, siamo rimasti insieme soltanto qualche mese!” rispose Manuel, cercando disperatamente di liberarsi dalla presa della sua aguzzina.
 
Alyssa prese a piangere, mantenendo le braccia ben salde intorno al collo di quel bastardo. Non era sicura che i vampiri avessero un cuore, ma qualsiasi cosa ci fosse nel suo petto si era spezzata per sempre.
Aveva ragione Helena quando diceva che gli uomini sono tutti uguali: infidi, traditori, senza cuore.
Cristo! Voleva fare l’amore con lui un’altra volta e poi trasformarlo nel suo compagno, voleva soltanto rivivere quelle sensazioni che l’avevano resa felice per così tanto tempo, pensava ne sarebbe stato felice... invece non l’aveva mai nemmeno amata.
La rabbia divenne impossibile da controllare e la vampira mollò finalmente la presa dal collo dell’uomo, soltanto per poi morderlo con ferocia.
 
Alyssa barcollava per il parcheggio, stordita dalle lacrime e dal dolore. La sola idea di essersi lasciata cullare per così tanto tempo da un’illusione così sciocca le stava lacerando il cuore, anche perché non riusciva comunque a frenare l’afflusso dei ricordi nella sua mente.
Finì in ginocchio sull’asfalto mentre ricordava lei e Manuel distesi sul divano di casa sua, l’ultima volta che avevano fatto l’amore prima che lui se ne andasse dalla sua vita: gli aveva accarezzato il volto, prima di mormorgagli che lo amava. Il solo pensare alla fasulla risposta di lui la stava facendo impazzire dalla rabbia, che riuscì a soffocare solo grazie al fatto che Manuel non avrebbe più fatto male a nessuno.
 
Per fortuna c’erano pochissime persone nel parcheggio e tutte avevano creduto Alyssa in preda a una colossale sbornia, pensò Helena mentre cullava tra le sua braccia l’amica.
Soffriva terribilmente per lo stato in cui era ridotta la giovanissima vampira, ma d’altro canto lei l’aveva avvisata, non bisognava fidarsi degli uomini. Gli uomini non cambiano, mai.
Aiutò Alyssa ad alzarsi e la rassicurò, dicendole che avrebbe personalmente fatto sparire il cadavere di Manuel e che poi sarebbero andate a dormire.
“Si aggiusterà tutto, vedrai.” sussurò all’orecchio dell’amica, che annuì senza alcuna convinzione.
Anche Helena dubitava delle sue stesse parole: mai, nella sua vita, aveva visto una vampira piangere.

L'angolo dell'autrice

Ok, eccoci alle prese con la One-shot sulla nostra Alyssa. Ho introdotto anche la figura di Helena, la compagna di viaggio di Alyssa, che potete trovare in quasi tutti i racconti della mia serie sui vampiri.
L'argomento da trattare era l'amore e non sono proprio sicura di esserci riuscita come volevo, forse il risultato è troppo frettoloso... Ad ogni modo staremo a vedere!
Ah, tanto per precisare Angel Face è il nome di un cocktail.
A presto,
Carmilla Lilith.
 
 
 

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