Lily Evans and the Forbidden Council

di Marty Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** There is always a way to help friends ***
Capitolo 2: *** The Shining City and letters ***
Capitolo 3: *** Strange met, Victorian poets and other letters ***
Capitolo 4: *** Raphael the Archangel ***
Capitolo 5: *** The Forbidden Council ***
Capitolo 6: *** New Students and New Friends ***



Capitolo 1
*** There is always a way to help friends ***


Capitolo 1
There is always a way to help friends

NOTE  del autore. Ringrazio tutti quelli che hannoi letto recensito o messo in una categoria Lily Evans èe il segreto della notte la fic prima di questa. Vi consiglio di leggere prima  quella fanfic perché capirete meglio questa dopo averòa letta, Ringrazio  anche  theblondesalad per il fantastico Benner che c'è qiu sotto

Spero vi Piaccia

Mi farebbero molto piacere le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate 

Baci Marty Evans

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LILU

Ero ritornata nella citta che più amavo  dopo Londra. Si perché io amavo New York. Amavo i suoi grattacieli e il caos che regnava per le sue strade. L’odore del caffe di Starbooks e i miei amici. Mio dio quanto mi erano mancati!Non vedevo l’ora di rivederli! Sopratutto Selene e Nate  ora che sapevo. Ma avevo anche l’amaro in bocca sapendo che  se non saarei riuscita a convincere la Signora Olivier non avrei più rivisto Bianca. Finalmente arrivammo a casa di Bianca  e la Signora Olivier dopo averci lanciato un occhiata gelida se n’era andata a organizzare non so più quale festa di beneficenza per l’estate seguente. Io e Bianca ci buttammo sul letto di camera sua esauste e provate dal lungo viaggio. Bianca non aveva aperto bocca per tutto il viaggio . aveva solo annuito e sorriso falsamente  alla madre quando se n’era andata.  Non la biasimavo. Stava male per Sirius, per me per Remus e per non poter  rimanere a Hogwarts

«Ehi B! Io sono qui hai capito? Non ti abbandono!Riuscirò a convincere tua madre e tu ritornerai in Inghilterra con me il 1 di Settembre per prendere L’espresso per Hogwarts!» dissi cercando di darle speranza ma questo sembrò buttarla ancora più giù di morale. Così mi dissi che c’era solo una persona che poteva consolarla. Helena la sua governante. Colei che per Bianca era  come una madre. Sapevo esattamente dove trovarla: nella sua stanza vicino alle cucine. Così lasciai Bianca in camera sua e andai a cercarla. Trovarle la sua stanza non fu difficile. Era solo una semplice porta bianca con scritto a lettere dorate HELENA. Bussai tre volte. La donna che mi aprii era proprio come me la ricordavo. Non era cambiata per niente.. lei mi sorrise    

«Signorina Lily cosa posso fare per lei?» si mi dava del lei.  Ma ormai c’ero abitata e malgrado fossi sempre gentile con lei ero abituata anche a rivolgermi a lei con il tu.

«Bianca.. ecco sta male. Io.. vorrei provare a convincere la Signora Olivier  a.» dissi poi bloccandomi. Lei rise.

«Signorina Lily, lei sa vero che quello che sa facendo è molto pericoloso. Lei sa che si sta cacciando in giochi di potere più grandi di lei?E che convincere Celia Olivier a fare qualcosa che non sia accumulare potere è come convincere un mago a non usare la bacchetta?»

la guardai decisa.

Per Bianca, sarei stata disposta a tutto perché la nostra amicizia non era solo una semplice amicizia era una sorellanza. Una sorellanza stipulata col sangue il primo anno. Perché Bianca era la mia migliore amica ma era anche mia sorella di sangue e lo sarebbe stata per sempre. Così risposi senza esitazioni

«Per Bianca sono pronta a fare qualsiasi cosa» Helena mi sorrise.

«Bene signorina Lily allora c’è un unica strada per tentare di far tornare la signorina bianca Hogwarts: Chiedere udienza a Raphael» restai a bocca aperta.

«Chiedere udienza a Raphael? intendi l’arcangelo?» chiesi stupita. Helena annui.

«è l’unico modo signorina Lily. Deve farsi ricevere da Raphael, spiegargli la situazione e convincerlo a intercedere per lei presso la Signora Olivier. Solo se Raphael la costringerà a lasciare  tornare Bianca a Hogwarts Celia lo farà. Ma ti servirà l’aiuto di altre persone. Ti servirà l’aiuto di alcuni amici di bianca. Amici di Hogwarts. Qui hanno tutti paura di Celia non si metterebbero mai contro di lei»

«Come faccio a contattare i miei amici e Raphael? Qui non vedo nessun gufo» dissi.

Helena mi sorrise e poi aggiunse

«Pensate Davvero che ci sia solo una Londra magica? Cercate  un locale chiamato  The Magic Blood sul retro del locale c’è la porta per la New York Magica. Un po’ come il paiolo Magico lo è per Diagon Alley e La Londra magica. Troverete un negozio di gufi postini e li, pagando qualche galeone potrete  inviare le lettere ai vostri amici »

«Grazie Helena.» le dissi grata. Poi uscii dalla stanza e mi diressi  verso la mia camera. Li presi pergamena e penne d’oca e mi misi a pensare a chi scriver. Non potevo scrivere A Mary o Alice loro non sapevano nemmeno di  cosas fosse Bianca. Ne a Marlene o a Emmeline per la stessa ragione. Severus  non era nemmeno concepibile. Lui e Bianca erano amici soltanto perché io li costringevo a passare del tempo insieme. Poi mi balenarono in mente tre nomi Potter  Black e Remus. Così presi la penna d’oca una boccetta di inchiostro e tre fogli di pergamena.    

Il primo biglietto era per Raphael, l’Arcangelo di New York.

Buongiorno egregio eccellentissimo ecc  Arcangelo di Manhattan.   

Mi Chiamo Lilian Evans. Sono una strega e frequento la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Le vorrei chiedere udienza. È un emergenza signore. Lei è l’unico che può aiutarci. Il problema riguarda la sua futura Somma Sacerdotessa Bianca Celia Olivier. La prego di concedermi udienza le spiegherò tutto li.

Cordiali  e distinti saluti

Lilian. R. Evans

Poi scrissi a  Remus

Caro Remus,

Sono Lily ti scrivo dalla mia stanza a Manhattan a casa di Bianca. Ti scrivo perché ho bisogno che tu venga qui. ho bisogno del tuo aiuto per  Bianca. So che ti sto chiedendo tanto ma lei  deve tornare a scuola. Ti prrego rispondi presto.

Con affetto tua Lily

 Adesso veniva la parte più difficile la lettera per Potter. A Black non scrissi perché non sapevo quale fosse il suo indirizzo  ma di certo sapevo che Potter gliel’avrebbe riferito.

Caro Potter

Okay, so che caro non è esattamente il modo giusto per salutarti. Ma non so cos’altro fare. Ti scrivo perché sono a New York da B. ma non posso convincere la madre di Bianca da sola devo chiedere udienza a Raphael e mi servite voi. Ho già mandato un gufo a Remus. Tu avverti Black . Ma fate presto.

Ho  veramente bisogno del vostro aiuto .

Tua Evans

 Una volta scritte le lettere. Presi la borsa e uscii alla ricerca  The Magic Blood e della New York magica.

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Capitolo 2
*** The Shining City and letters ***


Capitolo 2

The Shining City and letters

Image and video hosting by TinyPicLILY

Dissi al portiere che sarei andata a fare Shopping e saltai sul primo taxi che vidi. Il taxista mi accompagnò fino  a Brooklyn. Helena aveva detto che il locale era vicino al Est River . Era una zona periferica di New York. Era anche piuttosto isolata. Le strade non erano molto pulite e non era un bel quartiere ma dopotutto  dovevo aspettarmelo.

Finalmente dopo un po’ di cammino individuai il locale. A occhio e croce sembrava una vecchia fabbrica malandata. Era un edificio Bianco squallido e fatiscente , aveva le pareti scrostate e i vetri rotti.  Con un po’ di esitazione mi diressi alla porta. Era di legno  sembrava nuova e di colpo capii. Era una magia anti Babbani che lo scambiavano per un edificio abbandonato e ridicolo. Entrai . al interno  il locale era molto più accogliente. C’erano molti  tavoli disposti a caso. I tavoli erano di mogano  lindi e puliti.  Sulle sedie sedevano Maghi streghe  e vampiri  che parlottavano  tranquillamente. Notai un ragazzo moro che non volevo incontrare . Lui si accorse di me e mi guardò penetrante. Poi  con la sua velocità di vampiro  mi fu accanto in un attimo.

«Ciao Streghetta! Che ci fai qui tutta sola?» mi chiese Chuck. Di tutti gli amici di B  quello che più detestavo era Chuck Bass

«Non sono affari tuoi Bass» risposi a tono. Mentre, a passo di carica, mi dirigevo verso il bancone..

Al bancone c’era una vampira bionda , minuta dagli occhi grigi. Era vestita di nero. Con pantaloni  neri e maglia a maniche corte nera. Inoltre alle orecchie portava degli orecchini argentei che tintinnavano quando si muoveva. Lei mi squadrò da capo a piedi e poi mi chiese.

«Sono la barista mi chiamo Teresa. Tutti qui però mi chiamano Tes. Posso esserti utile bambina?» fui un po’ inquietata da quella  vampira.  Però mi smembrava gentile

«Mi scusi Tes. Io dovrei andare alla New York magica. Mi hanno detto che  l’accesso è qui» spiegai.

«Se vuoi posso  accompagnarti io» disse una voce tagliente come ghiaccio alle mie spalle.. Mi trovai di fronte a Chuck  Bass che sorrideva malevolo  alla basista.

«Non  voglio che vada con te Chuck! Potresti farle qualunque cosa! È solo una bambina! Non ho intenzione di consegnartela sapendo che posso evitarlo.» Poi  mi fece cenno di seguirla. Mi fece passare per una porta di legno da dove si accedeva al magazzino e al retro del locale. Era un passaggio angusto  restai  un po’ indietro a disagio e poi mi decisi a parlare

«Hm Tes, Grazie per avermi aiutata intendo»

«Figurati Chuck è un piantagrane .A proposito come ti chiami bimba?» mi chiese lei voltandosi e sorridendomi

«Lilian Evans ma chiamami Lily» dissi

«Lily hai un bellissimo nome. Dal tuo  accento  posso capire che sei inglese. Sei  di Londra giusto? Sono stata a Londra molti secoli fa è cambiata molto credo»

«Sei una vampira vero?» chiesi  curiosa. Avevo incontrato solo mezzi vampiri ma mai veri vampiri. Tes era la prima Vampira che vedevo e non mi sembrava affatto male.  Tes mi stava guidando in un  passaggio stretto sembrava un tunnel. Era scivoloso e umido un po’ come  i sotterranei di Hogwarts. Solo che era molto più stretto come corridoio. 

« Come l’hai capito?» mi chiese Tes

«Beh l’ho notato dalla tua pelle sei fredda e troppo pallida. I mezzi vampiri invece sono  più simili agli umani» spiegai

«E dimmi Lily come mai  vuoi andare  nella New York magica?» mi disse mentre spalancava  una porta di ferro arrugginito e mi faceva scendere per una tortuosa scala a chiocciola . Li, la luce delle torce lanciava cupi bagliori sulle pareti. Finalmente  dopo  aver terminato quel infinita scala  arrivammo in una grande piazza dottoranda. La piazza era buia e  illuminata da torce.  Tes si avvicinò a due gigantesche porte in bronzo e disse  una parola in una lingua simile  al latino. La porta si spalancò  con un rumore sordo. Una volta varcata la porta fui  invasa dalla luce di mille lanterne che illuminavano a giorno la città ai miei piedi. Si perché dopo aver sbattuto molte volte le palpebre  vidi la città. Le porte da cui  io e Tes eravamo appena  entrate facevano da  ingresso.  Le porte erano su un altura e sotto di noi si estendeva una città. Era diversa da qualsiasi cosa avessi mai visto.  C’erano case e grattacieli proprio  come nella  New York normale ma invece di essere illuminate da  Manhattan e dalle sue luci era illuminata da luci argentee fluttuanti e ... dalle stelle? 

«Lilian Evans  benvenuta nella New York  Magica o  anche chiamata La  Città Lucente» mi disse la vampira aprendo le   braccia.  Per arrivare  alla città essendo su un altura bisognava scendere una scala trasparente e illuminata da quelle strane luci argentee.

«Ma era ancora giorno quando siamo partite!» dissi sconcertata guardando le stelle.  Stelle vere! Stelle brillanti

«Qui il  tempo scorre diversamente rispetto al resto del mondo. Vedi, Lily,  essendo noi creature Magiche ci  dobbiamo proteggere. Perciò quando a New York fa giorno  qui è notte. È un sistema efficace.» mi spiegò Tes

«Le stelle come...?»chiesi.

Tes rise.

«Oh Lily! Ha lo stesso tipo di incantesimo del cielo della sala Grande a Hogwarts! Siamo sottoterra ricordi?Mentre le lanterne  argentee  sono i folletti.  Non quelli della Gringott naturalmente. Questi sono molto piccoli e volano. Sono  quasi delle piccole fate e volando emettono un intensa luce. Insigne illuminano a giorno la Città.  Ecco perché la chiamiamo la  città Lucente » Guardai la scala che scendeva verso la città. Era lucida e trasparente come il cristallo. Tes notò il mio stupore e sorrise. Poi mi spiegò

« Vedi, qui abitano  diverse creature magiche i Vampiri  i Maghi, le Streghe, i Lupi Mannari Le fate i Folletti.. qui tutti vivono in armonia.  Tutti hanno contribuito la costruzione della città. La scala è  stata fatta dai nani. Perché qui le differenze si azzerano siamo tutti uguali non ci sono gerarchie o scale sociali siamo tutti fratelli Questo è un luogo di  pace. La città non è mai stata attaccata da nessuno ed qui da secoli» disse mentre iniziavamo a  scendere la scala di Cristallo. Era una scala a chiocciola finemente lavorata. Chiesi

« Hai detto che non è mai stata attaccata . ma ci sono state delle guerre  tra le creature magiche  com’è possibile?» Tes mi sorrise. 

«Scusami ho sbagliato parole. La Città  Lucente non è mai stata penetrata da un attacco» mi spiegò. I suoi occhi  brillavano  come quelli di un gatto  illuminati solo dalle luci dei Folletti.

«Perché?» chiesi curiosa.

«Guarda là Lily» mi disse lei indicandomi ciò che prima non avevo  notato. Non avevo mai visto nulla del  genere! Un enorme  torre di cristallo.

«Quella torre di cristallo  è la nostra  protezione  contro i nemici. Somiglia un po’  alle torri di Alicante e ha lo stesso scopo: proteggere la città. Al contrario delle torri dei  Cacciatori la  nostra non può essere disattivata da sangue di altri esseri  ma  solo dalla magia.  Non pensare  che sia  così  facile!  è un rituale che nemmeno al livello  MAGO sapresti eseguire. Neanche Voldemort sa eseguirlo» 

Guardai  la torre.  Era vero  somiglia vagamente alle torri antidemoni di Alicante che avevo visto su un libro di Storia della  Magia.

Questa però era di cristallo   ed era bianca e abbagliante. Poi mi resi conto che Tes  aveva pronunciato quel nome. Il nome di Voldemort.

« Tu pronunci il suo nome?!» chiesi stupita.

«Non c’è nulla da temere da un nome Lily! Non ti può fare del male! Voi maghi avete così paura di lui!»

«Perché voi no?»chiesi

« Perché lui  è soltanto pazzo. Noi che viviamo da più  anni di quanti tu ne possa contare abbiamo   visto talmente tanta sofferenza, talmente tanto dolore, talmente tante cose orribili che  per noi Voldemort  è soltanto un altro povero pazzo che verrà  fermato.»

 Non tornai più sul argomento dopo le sue parole.

Intanto eravamo arrivate  alle vere e proprie porte della  città. La guardia ci fece passare senza  fare domande .

«Tes , scusa, ma si entra solo da New York? Cioè so che è praticamente la New York  magica ma ci sono altri accessi?»

«Certo dovunque nel mondo  basta solo saperli trovare. Ma ti avverto  ogni  accesso ha un guardiano.»

«Un guardiano?»

«Si io sono la guardiana del accesso principale quello di New York Ho ricevuto l’ordine da Raphael in persona. Allora dove devi andare?» mi chiese .

«devo trovare alcuni gufi» spiegai. Lei  mi guidò verso  una strada acciottolata di pietra levigata. Per strada incontrammo ogni genere di creatura.  Vidi vampiri fate maghi e streghe.  Giravano liberi e senza timore dei babbani.   Girammo per i vicoli stretti e lastricati e arrivammo a un negozietto al angolo. Il negozietto era piccolo con molte finestre. Tes mi guidò al interno. Era piccolo e odoravo di gufo. . c’er  un piccolo bancone in legno e ovunque c’erano piume di uccello.  Il proprietario era piccolo con le orecchie a punta e mi studiò per un attimo da dietro il bancone. Poi  con  un saltino arrivò vicino a noi

«Salve in cosa posso esservi utile?» chiese con una vocetta stridula

« Vorrei  tre gufi»

«Tre? Ti verrà a costare molto ragazzina!» disse l’ometto.

«Posso pagare» dissi decisa.

«Bene fanno 40 galeoni» mi disse l’ometto

Pagai e presi le gabbie con i tre gufi.. Al primo , un bruno ed enorme gufo reale  diedi la lettera per Raphael. Al barbagianni di mezzo diedi la lettera per  Remus e alla civetta la lettera per Potter.  Sperai che arrivassero subito.

 

JAMES

 

La lettera della Evans  arrivò due giorni dopo la fine della scuola. Stavo finendo  di mangiare  i miei cereali  con il latte quando sul tavolo atterò una piccola civetta delle nevi. Somigliava un po’ a Lady la mia civetta. Curioso presi la  busta. Sopra, in un a calligrafia precisa e regolare si leggeva Per Potter. Avrei riconosciuto quella scrittura immediatamente. Era la  Scrittura della Evans. La bellissima e precisissima scrittura della Evans. Al inizio pensai fosse una lettera  d’amore. In cui la mia bellissima rossa mi diceva  che mi amava alla follia e ci saremmo messi insieme. Ma man mano che leggevo le mie fantasticherie  calavano e il sorriso  spariva dalle mie labbra.  Sentii una morsa allo stomaco.  Bianca si trattava di bianca e di quella stronza di sua madre. Mi chiedeva  di raggiungerla a New York per parlare con L’arcangelo della città.  Quasi mi strozzai con i cereali man mano che pensavo a cosa dovevo fare.  Remus  sapeva già la notizia oppure il gufo della Evans gliel’aveva appena consegnata per cui con lui ero a posto . Restava Sirius. Povero Sir! Sapere cosa  volevano fare alla ragazza che amava doveva essere terribile. Perciò scrissi a Grimould Place sperando che Sirius ricevesse quella dannatissima lettera.. Poi  spiegai  la situazione ai miei . Loro mi comprarono un biglietto per New York sarei partito  insieme a Remus  ( con cui avevo parlato per via camino) l’indomani. Da  Sirius non ricevetti alcuna risposta ma ancora non sapevo in che guai era.   

NDA  Ciao a tutti!   Come va?  so che è più di un mese che non aggiorno ma sono sta ta piuttosto impegnata! Scusatemi! Spero il capitolo non sia troppo orribile! Ringrazio  le 4 persone che  hanno messo questa storia nelle preferite le 5  che l'hanno messa nelle seguite e   chi mi ha recensito in particolare dubhe01 Daniela_97, _Dani_, Joasteroide42  e theblondesalad che devo ringraziare oltre  che per la recensione anche per il benner !  Grazie ! Stasera inoltre dovrei aggiornare anche lo spin-off di questa fic Il Bacio delle stelle se vokete dare un  occhiata! dopo questi avvisi vi  saluto  e mi dile guo chiedendovi di farmi sapere la vostraopinione!

Baci Marty Evans 

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Capitolo 3
*** Strange met, Victorian poets and other letters ***


Capitolo 3

strange encounters, Victorian poets and other letters

NDA Eccomi con un nuovo capitolo! Mi dispiace per il ritardo ma da questa settimana pubblicherò due capitoli alla settimana ! Vorrei ringraziare tutti i lettori silenziosi dubhe01 ,Joasteroide42 e _Dani_ grazie delle recensioni. anche questo capitolo è un po' di passaggio ma  vi prometto che il prossimo non sarà più così! inoltre ho  publbicato una raccolta di One Shot  se qualcuno fosse interesasanto a leggere la prima che parla di qquello che è capitatoa Sirius prima di venire a new York. la  raccolta è qui Lily Evans and the Marauders Missing Moments'  

Buona lettura

Baci Marty Evans

Image and video hosting by TinyPic class="hps">LILY

Stavo aspettando una risposta da Potter e da Remus. Ero seduta sulla sedia nella mia stanza a casa di Bianca. Stavo tamburellando  con la penna sulla scrivania. Una mano sul mento mentre guardavo Central Park sotto  di me e in lontananza  la statua della libertà e Liberty Island. Quando un gufo  planò leggero dalla finestra e si posò dolcemente sulla scrivania di mogano. Il gufo mi consegno una spessa  busta dal aria molto costosa. Sopra la busta, in ceralacca dorata c’era un sigillo. Il sigillo raffigurava un cerchio con al interno due ali e una spada. Non avevo mai visto quel sigillo prima, ma intuii che era per me. Aprii la busta con mani tremanti. Il testo della lettera era  scritto in una calligrafia elegante e svolazzate che non riconobbi. Ma leggendo la lettera capii di chi era. Vi riporto qui il testo:

Cara Signorina Evans

Mi è giunto il vostro messaggi. Di solito, non sono io a rispondere alle lettere ma nel vostro caso  ho fatto un eccezione! Vedete Signorina Evans la vostra richiesta mi ha colpito profondamente. Vi giuro che  io non ero a conoscenza dei piani  che la mia vampira stava tramando. So che lei sa di chi sto parlando signorina Evans. Ho molti vampiri al mio servizio.  Tutti i vampiri di questa città mi devono obbedienza  e devono rispettare le mie decisioni Tuttavia , non costringerei mai una  ragazzina ad abbandonare i suoi amici per imparare ad  essere una somma sacerdotessa. Ho sempre lasciato Bianca fuori dai giochi di potere. Non è mio interesse allontanarla da voi. Nonostante io sia l’essere più potente di tutta New York non desidero affatto  che una vampira di cui non  ho bisogno sia infelice. Avevo espressamente chiesto a Celia  di tenere sua figlia fuori dai giochi di potere  ma quella donna è una  arrampicatrice. Ti starai chiedendo piccola streghetta  come mai, se so di cosa è capace Celia la tengo con me. Devi  sapere innanzitutto che la nostra società è diversa dalla vostra. Celia e suo marito Adrian  sono  due dei vampiri più antichi del mondo. E persino io non posso controllare la loro influenza sugli gli altri vampiri.. Crlia  è un abile manipolatrice.  Sa come tessere le carte in tavola.  Le sue decisioni valgono quasi quanto le mie . per questo non posso ordinarle  di  lasciare  in pace sua figlia.  Devi capirmi non posso rischiare che i miei vampiri si rivoltino contro di me. Gli altri arcangeli lo prenderebbero come un segno di debolezza. E ci atterrerebbero. Gli equilibri  tra noi sono delicati. Perché ti dico questo?  Perché se io decidessi di far ritornare Bianca a Hogwarts Celia potrebbe sollevare una sommossa.  Molti vampiri la seguono e  lei ha carisma. Perciò non posso fare nulla da solo. Ma posso fare qualcosa per cui anche Celia  sia costretta a obbedire. Ti spiegherò meglio quando ci incontreremo. Vieni alla Torre degli  angeli. Domani  sera a mezzanotte  porta i tuoi amici.

Raphael

Rilessi più volte la lettera incredula. L’arcangelo di Manhattan aveva chiesto a me di incontrarlo! Dovevo solo aspettare che Remus e Potter arrivassero .Sarebbero arrivati tra tre ore.  Nel attesa decisi di leggere  qualcosa. Presi il mio  libro sui poeti vittoriani e iniziai a leggere.  Avevo appena iniziato a leggere la dama di Sharlot  di Tennyson quando sentii bussare alla porta. Saltai giù dal mio letto e andai ad aprire. Sulla soglia, della camera c’era Bianca.

Non la vedevo da quasi  due giorni. Era rimasta in camera sua, non aveva voluto vedere nessuno.

 Bianca entrò in camera,  si buttò sul mio letto e mi fece cenno di sdraiarmi accanto a lei.

Notai che aveva un aspetto orribile: era mostruosamente pallida. Non si era truccata, aveva i capelli arruffati, indossava una camicia da notte spiegazzata e aveva occhiaie violacee sotto agli occhi. Aveva l’aspetto di chi, non dormiva da almeno tre giorni.

«Bianca che ci fai qui?» chiesi guardandola preoccupata.

«Sono venuta a trovarti» mi rispose lei, con un leggero tremolio nella voce e rivolgendomi un sorriso tirato.

«Come stai?» chiesi non sapendo come parlarle.

«Sto benissimo» mi rispose lei con un tono di voce controllato.

«non si direbbe. Però ho buone notizie! Raphael ha accettato di incontrarmi. Inoltre stanno arrivando Potter,Black e Remus. Saranno loro ad aiutarmi con Raphael»

Le dissi sorridendo.

«Quindi hai chiamato i malandrini al completo per aiutarmi. Mi chiedo però se NewYork è pronta per i Malandrini» disse B sorridendo per la prima volta. Le sorrisi speranzosa.

«Ce la faremo Bianca, te lo prometto, noi ti riporteremo a Hogwarts» le dissi cercando di tranquillizzarla.

«Vorrei tanto poterti credere Lily..» disse lei dispiaciuta.  Assunse un espressione triste, poi di colpo il suo  viso assunse un espressione più allegra.  Mi guardò sorridendo ed esclamò «Vado a preparare le stanze per gli ospiti!».  Saltò giù dal letto e corse fuori dalla porta urlando «Helena!». L’unica cosa che sentii  dopo che era corsa via urlando fu la porta di camera mia che si chiudeva con un tonfo. Sospirai  e mi andai a preparare. Aprii la cabina armadio, cercai  si non perdermi in quel mare di vestiti.  La maggior parte dei vestiti che  erano in quella cabina armadio me li avevano regalati la scorsa estate Bianca, Selene e Blair. Alla fine trovai ciò che stavo cercando. Pantaloncini di Jeans  bianchi e una maglietta azzurra  con un cuore sopra. Mi misi i pantaloncini e la maglia. Trovai le mie scarpe da  tennis bianche e me le allacciai  rapidamente. Mi legai i capelli rossi che ormai arrivavano ben oltre le spalle in una coda alta sula nuca. Afferrai la borsa con scritto New York che  avevo preso al aeroporto, diedi un ultima occhiata allo specchio prima di dirigermi a passo di marcia  fuori dalla stanza. Sapevo che per arrivare al JFK  ci voleva almeno un ora in taxi per cui presi l’ascensore. Quando le porte del ascensore si aprirono salutai il portiere e aprii la porta che dava sulla strada.  Sul marciapiede  guardai la strada alla ricerca di un taxi ma non ce n’era nemmeno uno. Mi dissi che avrei dovuto  andare a piedi. Mi misi la borsa a tracolla e iniziai a camminare.  Sapevo che mi ci sarebbe voluto più tempo a piedi quindi decisi che  appena avessi trovato un taxi l’avrei preso. Stavo passando in una strada secondaria non c’era nessuno sul marciapiede. Ero  distratta, stavo guardando se vedevo un taxi per cui non vidi l’uomo che mi venne addosso. L’uomo stava correndo.  Sembrava  stare fuggendo da qualcosa quando mi finii addosso.  Caddi picchiando le ginocchia sul asfalto mentre la mia borsa si rovesciava. L’uomo sulla trentina aveva i capelli castano scuro arruffati, occhi grandi e marroni, faccia squadrata. Era robusto e indossava un  lungo trench marrone. Sotto il trench portava una leggera giacca blu e una cravatta dello stesso colore inoltre  aveva dei pantaloni di velluto blu lunghi e delle converse  rosse ai piedi. Ricordo che mi stupii molto per come era vestito. Ma voleva morire con i pantaloni di velluto  la prima settimana di luglio a New York? Ma dopotutto non erano affari miei. L’uomo non si diede neanche la pena di  aiutarmi si alzò e  cercò di riprendere la corsa. Io lo fermai

«Ehi! Maleducato sarebbe carino se almeno mi chiedessi scusa!» lo apostrofai.  Di solito non parlavo così agli sconosciuti ma quel tizio mi aveva fatta cadere e non mi aveva detto nemmeno una parola di scusa! Solo allora l’uomo sembrò accorgersi di me. Si girò e si chinò  verso di me. Sembra stesse studiando qualcosa che solo lui poteva vedere. Poi finalmente mi disse

«Scusa non volevo» con mia sorpresa aveva un accento inglese  del sud. Quindi anche lui era inglese! Poi lui mi aiutò a rimettermi in piedi e a raccogliere il contenuto della mia borsa.

«Scusami ancora per averti fatta cadere non volevo. Davvero ti devo sembrare un tipo odioso e maleducato» mi disse con il suo accento del sud.

«No! Solo un po’ strano.»

«Bene mi piacciono le cose strane! Cosa ci fai tu qui però?»esclamò l’uomo

«Non credo siano affari tuoi!» sbottai

«Hai ragione» mi rispose lo sconosciuto. Ora eravamo uno davanti al altra. Anche se io dovevo alzare il viso per guardarlo.

«Da cosa stai scappando?» chiesi incuriosita

«Se te lo dicessi non mi crederesti» mi rispose lo sconosciuto.

«Mettimi alla prova!» lo sfidai.

« è complicato e non abbiamo tempo» disse lui

«Abbiamo?» chiesi. Ma era troppo tardi, lo sconosciuto mi aveva già agguantata  per il polso e stava correndo verso destra.

«Lasciami!» protestai cercando di liberarmi.

«Corri!» mi ordinò invece lui. Sembrava che fosse una persona abituata a dare ordini. Feci come mi chiedeva.  Normalmente mi sarei liberata. Ma mi fidavo di quel uomo così lo seguii. Arrivammo fino  alla strada  che portava al JFK. Proprio dove dovevo andare io. Finalmente il tizio  mi lasciò il polso. Guardai il polso sui cui c’era l’impronta rossa delle sue dita talmente nel’aveva stretto forte. Nei prossimi giorni mi sarebbe venuto un livido bluastro.

«Uh! L’abbiamo seminato!» disse l’uomo piegandosi  ansimante sulle ginocchia.

«Che cosa?» chiesi

«Te l’ho detto è complicato. Come ti chiami?» mi chiese l’uomo.

«Lily» risposi sorridendo.

«Bel nome Lily. Significa giglio  che è simbolo di speranza e purezza». Disse lui come se stesse tenendo un lezione sul significato del mio nome.

«E tu, invece, chi sei?» chiesi

Lui mi sorrise enigmatico e mi rispose «Ci sono tante risposte  a questa domanda.». poi si allontanò.  Prima d’incamminarsi per un vicolo si voltò verso di me e mi disse

«Addio Lily. Sono sicuro che un giorno ci rincontreremo»

Non mi ero resa conto che aveva ragione ci saremmo rincontrati molti anni dopo.

 Ma allora in quella stradina secondaria della Grande Mela  cercai di seguirlo. Quando arrivai al vicolo che aveva imboccato. Mi resi conto che era un vicolo cieco ma di lui nessuna traccia. L’unica cosa che c’era era il vento che mi stava scompigliando i capelli. . Il vento  era una cosa strana visto che   non c’era un filo d’aria nel resto di New York. E domanda ancora più strana dov’era quel uomo? Solo in quel momento mi resi conto che  lo sconosciuto non  mi aveva affatto detto il suo nome.

***

JAMES

 

 Io e Rem arrivammo a New York verso il tardo pomeriggio. La Evans  ci aspettava seduta su una panchina del aeroporto.  Io e Remus  ci incamminammo verso di lei nella ressa. Appena ci vide lei ci corse incontro.. abbracciò Remus calorosamente poi lo lascio andare. Provai un po’ di invidia per il mio amico lupacchiotto. Ma dopotutto cosa potevo pretendere io dalla Evans  non sapevo nemmeno  se potevamo considerarci amici. La Evans  poi si voltò verso di  me e mi sorrise. Era un bellissimo sorriso quello che mi aveva rivolto. Il sorriso le arrivava e gli occhi e le fece spuntare due deliziose fossette.

«Grazie di essere venuti con così poco preavvisò» disse la Evans.

«E’naturale per Bianca farei qualsiasi cosa» dissi a Lily

«Lo so Potter. Dov’è il tuo compagno di merende Black?»

«Non so dove sia Sirius. Ma tu potresti anche chiamarmi James. Sai un nome ce l’ho anch’io Lily» le dissi.

Lei mi guardò stupita. Poi con mia grande sorpresa acconsentì

«D’accordo Pot.... James» mi disse.

Pensai che il mio nome sulle sue labbra suonava davvero bene.  Poi ci guidò verso le porte a vetri del aeroporto. Non avevo mia visto New York perciò rimasi stupito dai grattacieli. Ma, ricordai a me stesso,non ero li per visitare a città. La Evans   chiamò un taxi. Io e Remus salimmo dietro di lei.

 Lei ordinò al taxista di portarci verso il centro. Intanto la Evans a bassa voce ci raccontò della lettera ricevuta da Raphael. Io chiesi « A mezzanotte? Ma perché a mezzanotte  è pazzo?». Non riuscivo proprio a capire  come mai l’Arcangelo di New York volesse incontrarci a mezzanotte!

«Senti Potter non è colpa mia e poi  non sei mica obbligato a  venire»  mi disse acida la Evans.

 Non parlammo per il resto del viaggio. Quando arrivammo a casa di Bianca  lei ci abbracciò

****

 Dpo cena ero  comodamente appoggiato al divano bianco  nel soggiorno degli Olivier la Evans era sprofondata in una poltrona li vicino e senza rendersene conto si era addormentata. Sembrava un angelo quando dormiva.  I capelli rossi  le si erano incollati al viso, le guance avevano una leggera sfumatura rosa ò le labra erano dischiuse. Gli occhi anch’essi chiusi erano contornati da lunghe  ciglia rosse. Era un rosso leggermente più chiaro di quello dei capelli. La luce della luna che entrava dalla finestra le illuminava la pelle candida. Rimasi a contemplarla prima di accorgermi che aveva ancora il libro  che stava leggendo tra le mani. Presi il libro e lo deposi sul tavolino. Poi gli lanciai un occhiata. Poeti Vittoriani s’intitolava. Lo aprii curioso. Anch’io amavo  i poeti  babbani di quel epoca. Mia madre gli adorava e io  avevo iniziato a fare altrettanto.  Avevo letto le loro poesie e le avevo trovate bellissime. Il mio poeta preferito era Tennyson. D’accordo  così sembrò una femminuccia romantica sdolcinata perciò non ditelo a nessuno o vi crucio! Mi sorpresi a scoprire che stava leggendo una delle mie poesie preferite Mariana. Era al secondo verso che recitava:

Her tears fell with the dews at even;

Her tears fell ere the dews were dried;

She could not look on the sweet heaven,

Either at morn or eventide

 Era uno dei versi più belli di Tennyson ma era anche molto triste.. pensai a Bianca e mi si spezzò al cuore  quel verso me la ricordava. Mi ricordava che come per la protagonista della poesie le sue lacrime sarebbero cadute prima che la rugiada si asciugasse anche dopo se non fossimo riusciti ad aiutarla. Chiusi il libro e presi la Evans in braccio. La portai nella sua camera e la misi a letto. Lei non si svegliò. Rimasi  mezz’ora a guardarla dopodiché andai a dormire.

***

Fui svegliato da una finestra che andava in frantumi. Mi misi a sedere sul letto. Cercai a tentoni gli occhiali sul comodino. Inforcai le lenti e mi diressi  la fonte del rumore. La vetrata del salotto era in frantumi e in mezzo giaceva un  ragazzo dal aria  spaesata.  Aveva i capelli neri e gli occhi grigi  Era Sirius

«Sirius che diavolo ci fai qui?» chiesi.

«Esatto Black che ci fai qui?» chiese Lily. Ci voltammo verso di lei. Era appoggiata alla ringhiera delle

scale, le braccia incrociate e l’espressione severa.

« è una storia lunga Evans e sono stanco morto. Sapete non facile farsi otto ore di volo da Londra New York con un manico di scopa.»

«Da Londra? Tu sei venuto qui con quel trabiccolo da Londra?» disse Lily indicando la scopa accanto a Sirius

«Certo Evans»  le rispose Sirius

«Come mai non hai risposto alla mia lettera» lo accusai

«Ora ti racconto» fu così che Sirius ci raccontò come suo fratello lo avesse aiutato a scappare.

« A proposito Evans» dissi alla fine del racconto di Sir «Che cosa ci facevi tu alzata a quest’ora?»

«Cercavo il mio libro» disse lei indicando il libro che  era sul tavolo.

«Ah»

«E vorrei sapere perché qualcuno mi ha portata in camera mia»disse

«Io non ho fatto niente Lily» mentii.

«Ah no’ Guarda che non sono scema! Eri tu l’unico rimasto in salotto» mi accusò.

« E va bene anche se un grazie sarebbe apprezzato» dissi. Lei si voltò e se ne andò senza dirmi nient’ altro.

 Beh ora che avevo Sirius potevo anche pazientare fino a mezzanotte.

NDA mi dispiace so che fa molto schifo il capitol. votrrei  dirvi  che mi dispiace di averlo fatto così corto! Ditemi che cosa ne pensate! Baci Marty Evans

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Capitolo 4
*** Raphael the Archangel ***


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Capitolo 4

Raphael The Arcangel

NDA Ciao a tutti scusate per il ritardo ma sono statra piuttosto impegnata con la scuola.  il  capitoo è più lungo del normale per farmi perdonare. spero vi piaccia

 Ci vediamo sotto!

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LILY

Stavo leggendo orgoglio e pregiudizio quando mi accorsi del ora.  Erano le undici e un quarto. E ci voleva almeno mezzora per arrivare alla Torre degli Angeli.   Eravamo tutti in salotto. Il camino era spento, la stanza era illuminata dal lampadario stile impero al centro della sala. Le finestre erano aperte e si godeva di una vista spettacolare sul Empire State Building. Io ero nella poltrona di velluto rosso vicino alla finestra. Bianca e Sirius erano accoccolati li vicino. Si stavano tenendo abbracciati sembrava che avessero  bisogno di conforto .  Non avevano fatto altro che sbaciucchiarsi e dirsi quanto si volevano bene. L’unica persona con cui avevo potuto fare una conversazione decente era stato Potter! Ma dico, con tutte le persone che  ci sono al mondo con Potter dovevo passare il mio tempo?!  

 Si si lo so  sono ingiusta. Lui è qui perché vuole bene a Bianca quanto me.  Il suddetto  idiota Potter,  intanto era stravaccato sul secondo divano. Era sdraiato a pancia in giù. Portava dei Jeans babbani neri e una maglia anch’essa nera. Quel colore metteva in risalto il pallore della sua carnagione chiara.

 Era sdraiato sul divano e teneva in mano una penna d’oca. La penna d’oca scivolava leggera e delicata  sulla carta producendo un lieve scricchiolio. Di tanto in tanto intingeva la penna nel calamaio con l’inchiostro poi tornava a scrivere senza staccare gli occhi dalla pagina . Sapevo che aveva una calligrafia bellissima e ordinata. Come lo sapevo?  Avevo letto il suo Diario. Okay detto così è molto immaturo e immorale. Ma... l’avevo trovato e non avevo  resistito! Guardai le sue mani che si muovevano leggere  sulla carta come la penna. Aveva delle belle mani lunghe, grandi ma affusolate erano mani da pianista.. le dita erano molto fini  e sul dorso aveva piccole cicatrici che non si velavano se non guardando molto bene.

Non che io abbia osservato le sue mani!  A me non importa nulla di Potter! Può fare quello che vuole!

«Ehi ragazzi dobbiamo andare!» dissi. Nessuno si mosse . Black continuò a abbracciare B e Potter continuò a scrivere  imperterrito.  Sbuffai spazientita

« Black potresti anche guardarmi! Potter tu potresti anche degnarci della tua regale presenza! Vado a chiamare Remus mi trovate  da lui quando  vorrete prestarmi attenzione!»  dissi irritata con le mani che mi tremavano. D’accordo ero leggermente nervosa. (leggermente?N.D.James)

(Potter tu devi stare zitto o giuro che  ti faccio dormire sul Divano! N.D.Lily * con uno strano luccichio negli occhi*)

(Non vale più questa minaccia!  Sono un fantasma ricordi?  Non ho bisogno di dormire Evans! Tu dovresti rilassarti sai? Nd.James * mentre fluttua via*)

 Va bene  okay forse e dico forse James ha ragione ero leggermente nervosa.

  Stavo per  andarmene da quella stanza  quando Potter dal divano  mi richiamò. «Aspetta Evans!» mi disse. Mi voltai verso di lui, sorpresa. Aveva deposto la penna sul tavolino, aveva tappato la boccetta e aveva chiuso il libro che ora giaceva  sul suo grembo. E fu allora che riconobbi il libro. Era un libro non molto spesso, con le pagine di pergamena, rilegato in velluto verde smeraldo, sul dorso c’erano delle lettere dorate. Sapevo cosa c’era scritto  

DIARIO DI JAMES  CHARLUS POTTER

E subito sotto sempre in lettere dorate c’era scritto in caratteri più piccoli ma molto chiari e ammonitori

E’ severamente proibito aprire  questo diario a meno che non desideriate essere  crucciati dal proprietario.

 Lui notò il mio sguardo  e sorrise sornione. Non mi piaceva per niente quel sorriso, portava solo guai.

Eppure, non riuscivo a distogliere il mio sguardo dal suo. Quegli occhi color caramello mi avevano incatenata e imprigionata. Era una sfida.  James Potter  mi stava sfidando a una gara  di sguardi.  Mi sfidava a distogliere lo sguardo.  Ma io non sono  mai stata brava a rifiutare le sfide. E se c’era una cosa che  adoravo era una sfida con Potter perché  mi piaceva avere la soddisfazione di togliergli quel ghigno arrogante dalla faccia. Spostai  lo sguardo sul suo corpo per non distrarmi. Mi resi conto di aver perso  e il sorriso malizioso era riapparso.  Sapevo cosa significava quel sorriso lui voleva irritarmi.   

«Ti piace quello che vedi Evans?» chiese  con il suo sorrisino sbruffone un pochino malizioso.

Io distolsi in fretta lo sguardo.

«No Potter, sai perchè? Perché vedo solo un grosso pallone gonfiato!» gli risposi  per le rime.

«Oh quanto siamo irritabili Evans!» mi schernii Black

Mi voltai verso Black infuriata. Si era alzato dal divano. Indossava una semplice camicia bianca lasciata fuori dai jeans i capelli ricadevano in selvagge onde nere sulle spalle muscolose, gli zigomi alti lasciavano intravedere un viso fiero e austero. Gli occhi grigi mi stavano perforando indagatori e un ghigno arrogante quanto quello del suo compagno di merende Potter gli deturpava il bel viso. Sirius Black era bello questo non potevo negarlo. Ma come poteva una persona così bella essere anche  così terribilmente arrogante? 

«Non sarei così irritabile  se voi due non foste così idioti!» dissi a quei due. Una risata dalle scale  mi interruppe. Era Remus vestito di tutto punto. 

«Ciao Rem! Di a questi due cretini che dobbiamo andare!» esclamai esasperata. Lui mi sorrise dolcemente.

« Mi dispiace  Lily ma prima di venire  con voi devo fare una cosa» disse Remus. Lo guardai perplessa e curiosa.

« Beh vedete è complicato. Io non sono solo un mago. Sono anche un Lupo Mannaro. Quindi, secondo le politiche degli Accordi prima di presentarmi a Raphael. Devo incontrare il  capo branco del clan  di Manhattan Luke Garroway.» ci spiegò.  Io continuavo a non capire. Dalla  faccia di Black e Potter intuii che nemmeno loro capivano. 

«Accordi? Capo branco? Ma di cosa stai parlando Rem?» chiese Potter per tutti noi. Fu Bianca ancora sul divano a parlare. «Sta parlando degli Accordi un patto  siglato per mantenere la pace  tra Nascosti e Cacciatori»

Remus annui. Io non capivo ancora nulla

«Gli accordi sono delle leggi che  impongono delle regole ai Nascosti. Quelle imposte ai Licantropi sono molte, ma quello che devo fare stasera è più un legge  non scritta dei Licantropi che qualcosa sancito dal conclave. Devo andare a parlare con Garroway per chiedergli il permesso per  rimanere il tempo necessario ad aiutarvi con Raphael.» concluse Rem in tono piatto.

« Ma non è giusto! Non devi mica avere il permesso pe rimanere qui!» esclami.

«Si invece, non fa parte di un branco di  licantropi  ne  del Preator  Lupus per cui è obbligato dalle leggi del Conclave!» mi  disse Bianca. Remus annui e si avviò verso la porta del ascensore. Prima che le porte si aprissero Bianca gli disse:

«Conosco Luke  è una brava persona. Lui capirà»

 Remus  le sorrise e entrò nel ascensore.  Le porte si richiusero e io  guardai la mia migliore amica.

« Perché non  ci hai detto niente?!» chiesi.

« Perché gli accordi sono un segreto. Solo i Nascosti sanno di loro, e preferiamo non parlarne  perché  ci sentiamo sottomessi al Conclave».

 « Che cos’è? E Cosa sono i Nascosti?» chiese Black.

« Non avete tempo siete in ritardo!» ci rimproverò lei e a velocità sovrannaturale se ne andò.

  Scendemmo in strada con mille domande per la testa. Decidemmo di andare da Raphael con un taxi 

 

 

REMUS

Mi diressi a Chinatown, il quartier generale dei Licantropi si trovava li. Bussai alla porta della stazione di polizia abbandonata. Sentii un rumore di passi. Mi venne ad aprire un uomo  corpulento.

 «Chi sei? Che ci fai qui Ragazzino?» mi chiese lui.

« mi.. mi chiamo Remus Lupin.Sono anch’io un licantropo e devo parlare  con il capobranco  di Manhattan» risposi.

«Vieni» disse brusco l’uomo guidandomi dentro.  Passammo pe un lungo corridoio e poi  aprii una porta. Al interno sedeva un uomo. Era alto, sulla trentina, aveva i capelli scuri e l’aria stanca.  Guardò il tizio  che mi accompagnava

« Cosa c’è ?» chiese

«Signore.. il giovane  Remus Lupin le vuole parlare»

L’uomo alzò gli occhi verso di me, Appena incrociai i suoi occhi mi sentii morire.  Erano occhi gentili ma fermi

«Di cosa mi volevi parlare Remus?» chiese l’uomo in tono gentile.

«E’ lei Luke Garroway?» chiesi

«Si sono io. Cosa vuoi da me  Remus Lupin?» mi rispose.

«Io sono qui per aiutare una mia amica.. una vampira» lui mi guardò penetrante e stranito.

«Come mai un Figlio della Luna si mette ad aiutare una Figlia della Notte? È innaturale. Noi odiamo i vampiri.»

«Io non sono del tutto un licantropo. Sono anche un mago. Frequento il terzo anno alla scuola  di Magia e Stregoneria di Hogwarts in Inghilterra.» chiarii

«E questa tua amica si chiama Bianca Olivier  non è vero?» mi chiese sorridendo Luke.

«Si signore. Lei insieme ai Malandrini e a Lily è la mia famiglia. Mi ha aiutato e mantiene il mio segreto.  Non è come tutti gli altri»

«Sai Bianca è una delle poche vampire  insieme a Teresa a  starmi simpatica. Non voglio una guerra con Camille , con Celia o con L’arcangelo. Ma non gli invito nemmeno a cena se capisci ciò che intendo.» mi disse.

« Capisco. Ecco io vorrei solo chiederle il permesso  di poter rimanere a sostenere i miei amici e  andare da Raphael»

«Certo e anch’io questa sera devo vedere l’Arcangelo. Ha convocato il Concilio» disse con tono grave Luke. Notai che non si riferiva mai a  Raphael  con il suo nome ma lo chiamava sempre “L’Arcangelo”.

«Perché lo chiamate ‘L’Arcangelo?’» chiesi curioso.

« Perché lo rispetto e lo temo. Sono stato  un Nephilm molto tempo fa, uno Shadowhunter. L’ho  incontrato e non c’è  esser e più temibile di lui.» così dicendo si alzò e mi accompagnò fuori.  Prendemmo  il suo vecchio Pick-up  e ci dirigemmo verso la parte nord della città.

 

LILY

 La Torre degli Angeli era un lussuoso complesso fuori città. Era un grattacielo enorme.  Ed era completamente bianco, di un bianco luminoso e bellissimo alla luce della luna. Avvicinandomi mi resi conto che  in realtà c'erano le finestre. Non  l’avevo  notate prima perché  dal interno arrivava una luce abbagliante che nascondeva i contorni delle finestre. Potter e Black al mio fianco erano stupiti quanto me.

« Ma come diavolo..? » disse Potter. Lo intruppa e una figura ammantata. La figura avanzò verso di noi. La riconobbi solo quando la figura  fu colpita dal raggio della luna. Era Tess. La barista vampira  del Blood Magic. Quella che mi aveva accompagnata nella Città Lucente.

«Tess!» dissi sorpresa.

« Ciao Lily. Raphael min ha ordinato di condurvi da lui. Loro chi sono?» chiese indicando con un canno della mano Black e Potter. Rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra.

« Loro sono i miei amici  James Potter e Sirius Black» li presentai. Tess sorrise e ci guidò verso l’entrata.. somigliava alla hall  di un albergo . c’era una scrivania  dietro la quale sedeva  una vampira dal aria cinese. Lei fece un cenno a Tess e l’altra annui. Ci guidò verso un ascensore. Guardai pavimento era di marmo  bianco e lucido gli ascensori  invece erano di metallo.  Tess premette  un pulsante e  le porte si aprirono la cabina del ascensore. Io e Potter  stavamo per entrare quando ci accorgemmo che Black  fissava l’ascensore con espressione teorizzata

«Io su quel coso non ci salgo!» disse. Non riuscivo a crederci Sirius Black aveva paura di un innocuo  ascensore babbano! Il mondo stava per finire! 

«Non dirmi che hai paura Black?» lo sfidai.

Non scherzare Evans! Quel coso è una macchina infernale!»

 Protestò  Black Tess intervenne.

«Mi dispiace ma è l’unico modo per salire. A meno che tu non abbia le ali»

«Va bene»  disse  Back  con un tremolio nella voce.

 Con un po’ di titubanza  Black salì. L’ascensore ci portò su sempre più su  fino ad arrivare al tetto. Li si fermò e Black  corse al parapetto per vomitare.    Il tetto era spazioso e la brezza leggera mi accarezzava la pelle.  C’era un tavolo con otto sedie disposte in circolo. Notai che il tetto era illuminato quasi a giorno dai boleti della città lucente. Ma me ne accorsi solo in seguito perché ero impegnata a guardare l’uomo al centro del tetto. Forse definirlo  uomo fa pena diciamo  che era un angelo. Si questo è il termine esatto. La prima cosa che mi colpii del Arcangelo Raphael furono gli occhi. Erano di un azzurro purissimo, intenso:sembrava quasi che un artista celeste avesse triturato degli zaffiri per mescolarli ai suoi colori,e gli avesse dipinto le iridi con il più fine dei pennelli.. La leggera brezza sollevò i capelli  neri dell’arcangelo. In realtà, definirli neri sarebbe stato banale e riduttivo. Erano corvini e contenevano echi della notte, che c’era sopra le nostre teste. Aveva un taglio scalato, al altezza della nuca, che lasciava scoperti i lineamenti marcati del viso.. Si, era bellissimo, ma possedeva la bellezza feroce di un guerriero, o di un conquistatore. L’immensa potenza di quella creatura era  marchiata a fuoco in ogni centimetro  quadrato di pelle.. e poi c’erano le ali,  le piume erano di un bianco tenue sembravano spolverate d’oro. Ma un occhiata più attenta mi rivelò  che ogni singolo filamento di ogni singola piuma  aveva una punta dorata.  Non sapevo bene come comportarmi.

« Lilian Evans, presumo» disse con una voce musicale e bellissima l’arcangelo. Di colpo ero diventata muta. Per fortuna  Potter mi salvò. Gli rivolsi un sorriso di gratitudine

«Si lei  è Lilian Evans  Io sono James Potter e il ragazzo che sta vomitando non molto  elegantemente laggiù è Sirius Black» disse Potter con un tono apparentemente sicuro di sé

«James Potter e così sei tu il ragazzo per cu  gli Olivier si sono  trasferiti qui. Finalmente ti conosco»

«Sono proprio io Signore.» rispose Potter abbassando la testa.

«Non sono qui per giudicare questa notte sono qui per ascoltare James Potter»  gli rispose l’Arcangelo

«Vorremo  che Bianca tornasse in Inghilterra con noi» dissi

« Perché  dovrei acconsentire? Datemi un motivo. Ognuno di voi mi dica perché tiene così tanto al ritorno di Bianca Celia Olivier in Gran Bretagna»

 Ci pensai per un attimo poi risposi

«Perché è una persona solare gentile, buona a cui voglio  bene  è diventata una sorella per me.»

« Tu James Potter? » Chiese Raphael

« Voglio rimediare ai miei errori. Voglio dimostrarle di essere migliore di così» disse  Potter. E per l’ennesima  volta mi chiesi che cosa avesse fatto a Bianca.

« Io invece voglio che ritorni perché la amo. La amo più di quanto abbia mai amato qualcuno in vita mia» disse Black.

« Bene. Sono tutte motivazioni giuste e profonde. Come dicevo alla signorina Lilian non posso fare niente da solo.  ma ho convocato il Concilio Proibito»

«Il Concilio  Proibito? Che cos’è?» chiedemmo in coro.

« Il Concilio Proibito è un consiglio convocato da me. A cui tutti i capi delle più importanti comunità soprannaturali delle città devono  partecipare. I membri sono sette. Ci sono io che ripresento gli angeli e sono a capo del consiglio  Camille   la Venerabile Vampira per i figli della Notte i vampiri. Luke Garroway per i figli della Luna i licantropi. La Regina  del popolo fatato per le fate,  Per i figli di Lilith, gli stregoni li stregoni c’è il Sommo Stregone di Brooklyn Magnus Baine per gli Shadowhunters, i nephilm o i Cacciatori che dir si voglia  c’è la direttrice  del Istituto di New York  Maryse Lightwood infine c’è la nostra somma sacerdotessa vampira Dafne. Se il concilio  delibererà che   Bianca può tornare a Hogwarts allora Celia non potrà opporsi»

« Perché è proibito?» chiese Potter

« Perché non potete assistervi  solo uno di voi potrà rimanere al consiglio. Gli altri dovranno aspettare di sotto.»

«Evans resta tu» mi disse  Potter lo guardai sbigottita.

«Che cosa?» chiesi stupita.

« Resta tu sei la più indicata Andiamo Sir» disse prendendo Black e iniziando ad arretrare.

« Bene  dobbiamo solo aspettare ora» disse Raphael

NDA Allora che ne pensate? Vi piace il Cross-over con Shadowhunters? e che ne pensate del arcangelo Raphael?  Spero mi darete un vostro parrer!

 Alla prossima!

Baci Marty Evans

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Capitolo 5
*** The Forbidden Council ***


Capitolo 5

  The Forbidden Concil

NDA Ed Eccoci gente! Siamo al capitolo  che da il titolo al intera fic ma niente paura questo non è l'ultimo capitolo! Probabilmente sarete un po confusi da un paio di nomi e avvenimenti ma niente paura nel prossimo capitolo spiegherò tutto! Ma ora basta vi lascio al capitolo! Naturalmente prima Ringrazio dubhe01 Cosa farei senza DI TE?  è grazie a questa ragazza che vive dal altra parted el Italia rispetto a me qui che ho letto la magnifica saga di Shadowhunter! e poi lei è l'unica che sopporta la mia pazzia!  vorrei ringraziare _Dani_ e chiedrle per favore di lasciare ancora una possibilità a questa storia
Questo capitolo sarà un po' confuso ma il prossimo  chiarirà tutto!  In questo capitolo narrerà solamente Lily ma dal prossimo  torneranno i POV di James  e Sirius  piùi l POV di nuovi personaggi!

Ora basta!
Vi lascio
Ci vediamo sotto

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LILY

 Ero piuttosto nervosa. Provavo un timore reverenziale per quel Angelo che di certo aveva visto più cose di quante se ne potessero immaginare. O di quante  un essere umano vedrà mai in una vita intera.  Anche se conosco una persona, un uomo immortale, che ha visto molte più cose  di quante  se ne possano contare. Ma questa è un altra storia e dovrete aspettare per conoscerla.

 Comunque rimanere sola con quella creatura millenaria mi permise di capire alcune cose.

«Perché vuole aiutarci?» chiesi. E subito mi pentii della  mia domanda spudorata. Lui si girò verso di me e si chinò per portare il suo stupendo viso alla mia altezza. I suoi occhi di zaffiro mi trafissero. Lo sguardo gentile che mi rivolse non nascondeva del tutto la sua saggezza e la sua spietatezza. Capii che, se avesse voluto, avrebbe potuto uccidermi senza battere ciglio.

 Ero solo un umana. È vero, ero una strega, ma ero del tutto mortale. Di colpo fui pienamente consapevole di questa cosa e di quanto il corpo umano fosse infinitamente fragile.   

«Vedo che hai capito Lilian, perché tutti mi temono. Fai bene ad aver paura. Per noi i vostri corpi mortali sono così.. fragili, così delicati. Siete affascinanti voi umani molto più  di qualsiasi creatura io abbia mai incontrato.  Vivete una vita così breve eppure.. cercate di viverla al meglio.  Mi chiedi perché voglio aiutarvi... vedi, dopo milioni di anni passati a governare  questa terra voi umani e i vostri sentimenti così.. radicati mi stupite. Io sono uno degli arcangeli più giovani. Ma, ce ne sono altri come L’Arcangelo della Cina che sono qui praticamente da quando la Terra fu creata dal esplosione che creo  l’universo. Non siamo,  come sostenete voi umani, con la vostra Bibbia, caduti dal cielo. Per quanto ne so, in milioni di anni di vita non ho mai incontrato nessun Dio che si possa definire tale. Ho incontrato l’ Uomo più potente del Universo che alcuni  popoli definiscono un dio. Ma non ho mia incontrato un vero Dio. Per quanto ne possa sapere non esiste nessun Dio. Noi Angeli non abbiamo niente di divino.  Siamo spietati, annoiati, lunatici.. Non siamo caduti dal Paradiso. Noi non siamo per natura delle creature buone.  Ciò non significa, ovviamente, che non proviamo delle emozioni  positive. Significa soltanto che non siamo come ci avete descritti per secoli. Voglio che tu, questo lo capisca, Lilian Rose Evans. Voglio aiutarvi perchè voi mortali  dimostrate dei valori che io non vedevo da molto tempo. Valori come l’amicizia lo spirito di sacrificio e l’amore.» mi disse. Non sapevo cosa dire. Guardavo quegli occhi blu stupendi e non sapevo nemmeno come formulare una frase. Al improvviso  Raphael si alzò. Un instante dopo sentii le porte del ascensore che si aprivano. Ne uscii  una donna. Era alta, aveva capelli neri come la notte più buia. Era pallida, snella, il suo corpo era atletico. Portava i capelli legati  in una  rigida coda, il viso era serio e severo. Il portamento  somigliava a quello di Sirius aristocratico ed elegante. Portava la schiena dritta e la sua camminata era composta,aggraziata,orgogliosa quasi arrogante. Ma quello  che mi colpii furono gli occhi erano azzurri, di un azzurro turchese limpido come l’acqua. Quegli occhi non si soffermarono su di me più di un secondo prima di posarsi sul Arcangelo al mio fianco. Ma, quando quella donna mi guardò  sentii un ondata di paura istintiva. Il mio corpo gridava pericolo da tutti i pori. Quella donna bellissima mi inquietava e mi incuteva un terrore innaturale, primitivo.   

Notai che portava una tenuta nera. Era di un materiale indefinibile pareva pelle o cuoio ma non lo era.  Ed era piena di strani simboli. Sembrava un armatura.

«Maryse sono contento che tu sia venuta» disse Raphael. Notai che pronunciava il nome di Maryse in una maniera particolare. La  chiamava May-ris  non Mary-se.

«Spero sia importante Raphael. Hai interrotto una battuta di caccia a un demone Idra. Spero che tu te ne renda conto» disse Maryse con tono leggermente alterato.

Ma osservai che cercava di trattenere la rabbia.  Dal suo atteggiamento capii che anche quella donna così altezzosa temeva la creatura al mio fianco. Tuttavia, dalla sua postura orgogliosa si poteva intuire che  voleva nascondere la paura e il disagio a tutti i costi.

«Sono sicuro che Robert saprà cavarsela anche senza di te  Maryse»  disse tranquillamente Raphael.  Lo disse in tono calmo come se non si fosse affatto accorto della rabbia e del disagio della donna. La donna non gli rispose e prese posto a una delle sedie disposte in circolo.

«Voi Nephilm siete sempre così lamentosi!» disse una voce maschile. Ero stata così concentrata sulla donna di nome Maryse, che non avevo nemmeno notato l’uomo che aveva appena varcato le porte del ascensore. Era un uomo molto alto e allampanato, dai lunghi e folti capelli neri, era pallido e sembrava del tutto umano se non fosse stato per i suoi occhi verdi quasi senza pupilla. Sembravano iridescenti come quelli dei gatti. E proprio come quelli dei grandi felini   brillavano nel buio.  Mi sembrava egocentrico e pacchiano vagamente hippy. Lo dedussi  dal suo abbigliamento:infatti portava dei pantaloni di pelle verde smeraldo che si intonava ai suoi occhi da gatto. Una maglia  verde anch’essa e un giubbotto rosa schoking. Aveva una quantita di glitter argenteo sproporzionata sugli occhi.

«Non credo che tu possa dirmi qualcosa Magnus Bane» rispose Maryse. Il tizio, Magnus, le rispose

«Non osare dirmi quello che devo o non devo fare Shadowhunter. Voi  Nephilm vi credete tanto furbi soltanto perché credete di avere la protezione del  vostro Angelo Raziel. E questo, secondo le vostre piccole  menti arroganti, vi autorizza ad avere piena autorità su di noi» disse aspro Magnus

«Non osare Figlio di Lilith!» scattò Maryse. In un baleno, prima che potessi sbattere le ciglia, la vidi in piedi e a due passi da Magnus Bane. Non stavo capendo la discussione ma, la tensione, era molto alta. Fu Raphael a mettersi in mezzo. «BASTA!» tuonò. Poi continuò a parlare

«Non riesco a credere che manchino 4 anni al rinnovo degli   accordi e ci siano ancora queste ridicole dispute!» i due  smisero di  guardarsi  e presero posto ognuno a debita distanza dal altro.

«Siete così conflittuali voi Nephilm, così arroganti nel spadroneggiare sugli altri, che alla fine, anche se avete istituito un periodo di pace, vi sentirete sempre superiori ai Nascosti» disse Raphael. Mi fece cenno di accomodarmi. In quel momento le porte del ascensore si aprirono ed entrò un uomo dai capelli scuri e l’aria stanca. Appena lo vide Maryse scattò in piedi ed esclamò «Lucian!?»

Quel nome  rimase sospeso tra l’uomo Lucian e Maryse come un coltello. Lei aveva aperto la bocca confusa.

«Maryse?!» l’altro  era altrettanto sbalordito.

«Ma come..? Pensavo.. Pensavamo.. Valentine aveva detto...   Aveva detto che eri morto!» disse la donna sconvolta.

«Valentine mentiva Maryse. Ha mentito su molte cose» rispose in tono grave l’uomo.

«Ma cosa ci fai qui? Che cosa è successo Lucian?» chiese la donna agitata. Come se temesse per un qualche pericolo.

«Non credo la mia storia ti riguardi Maryse. Ti basti sapere, che è stato Valentine a farmi diventare licantropo. L’ha fatto per allontanarmi da Joscelyn e perché iniziavo ad essere stanco della sua dittatura e iniziavo a vedere la pazzia degli ideali del Circolo.  Sono stato io, insieme a Joscelyn ad avvertire i Nascosti del vostro attacco. Sono scappato da Idris subito dopo la morte di Valentine e il fallimento del attacco del Circolo alla Sala degli Accordi. Mi hanno aiutato a nascondermi. Sono qui perché sono il nuovo capo dei licantropi di Manhattan Maryse. E Lucian Graymark non esiste più. Quel uomo è morto a Idris 12 anni fa. Ora sono Luke Garroway» rispose l’uomo. Luke Garroway. Mi resi conto di sapere chi era quel uomo.

«Chi ti ha aiutato a scappare? Almeno questo me lo devi dire Lucian» chiese Maryse a Luke. Lui le sorrise

«é stato il Viaggiatore Solitario, l’unico non Nephilm a fare parte del Conclave. L’unico essere più vecchio del umanità stessa. L’unica persona che era presente al evocazione del Angelo Raziel da parte di Jonathan Shadowunter. L’unica  persona che ha visto tutti e tre gli Strumenti Mortali. L’unico che sa dove si trova lo Specchio Mortale. L’uomo che non muore ma cambia aspetto. È stato il Figlio del Tempo a farmi scappare e ha portarmi qui» spiegò Luke. Io non sapevo di chi stava parlando ma quel uomo, doveva essere importante. Non sapevo ancora che l’avrei incontrato e che la mia reincarnazione sarebbe diventata addirittura la moglie di quel uomo. Ma questa è un altra storia che non dovete ancora conoscere.

 «é stato lui a farti scappare? Lui è tornato a Idris? Erano secoli che non si vedeva! Pensavo fosse solo una legenda»

«Se credi che il Dottore sia una leggenda, Maryse, o sei un ingenua o sei una sciocca. Solo perché tu non l’hai visto non significa che non esista. Non sempre ciò che si sa è la verità. Non sempre quello che noi crediamo è la verità. E poi non siete proprio voi nephilm a dire che le storie e le leggende sono tutte storie vere? E se solo, tu, l’avessi voluto vedere prima e durante la Rivolta a Idris, l’avresti visto. Lui è tornato per impedire che Valentine prendesse il potere, 12 anni fa. Era presente a ogni  riunione del Conclave. Lui ra il più acerrimo nemico di Valentine. in ogni caso, lo vedrai tra quattro anni. C’è sempre alla firma degli Accordi» disse con voce tagliente Raphael. Maryse lo guardò tagliente

«Perché tu lo hai mai visto Raphael? Tu conosci il Dottore

Chiese con scherno la donna. Portandosi con stizza la lunga coda di cappelli corvini dietro la spalla destra.

«Si Maryse. L’ho incontrato e lo conosco da molto tempo. Lo conosco da molte tempo prima degli Shadowhunters. Per secoli ha difeso l’umanità, da solo, senza chiedere nulla in cambio. E’ stato qui ieri mattina a colloquio con me. Ha di nuovo cambiato aspetto» rispose freddo Raphael.

La sua voce pareva la lama di un coltello.

«Ah!La fortuna di rigenerarsi!» sospirò Magnus.

«Perché anche tu lo conosci Magnus Bane?»

«Si. L’ho incontrato nella Londra Vittoriana. Nella sua Decima rigenerazione e anche nella sua Undicesima rigenerazione. Ma molto tempo prima in Francia avevo incontrato la sua Ottava rigenerazione.  Abbiamo vissuto incredibili avventure insieme! È sempre stato un bel uomo in tutte le rigenerazioni che ho conosciuto!» disse lo stregone con un ghigno malizioso.

«Mi disgusti Bane!» commentò Maryse.

«Hai qualcosa  contro i gay?» chiese Magnus

«No ho qualcosa contro di te egocentrico arrogante!»

«Ti hanno mai detto che sei una nephilm molto irritabile?»

«Non risponderò. Comunque Raphael, a che rigenerazione l’hai incontrato questa mattina?»

«Era alla sua decima rigenerazione Maryse. Alto, capelli castani, accento inglese del sud molto marcato, trench marrone e completo blu.»

Oh mio dio! Corrispondeva perfettamente alla descrizione del uomo  che avevo incontrato  ieri pomeriggio. Quello strano che mi aveva detto di correre senza motivo e che poi era svanito nel nulla. Wow! Avevp incontrato una specie di leggenda senza rendermene conto! Naturalmente avevo  già sentito parlare di lui.  Più che altro avevo letto che aveva contribuito alla fine di qualche guerra tra creature magiche. Ma nient’altro.  Si diceva che fosse un essere immortale. Si diceva che avesse visto più cose di quante se ne potessero contare nel intero universo. E si diceva che fosse un uomo condannato a soffrire pene terribile e  a perdere chiunque gli stesse accanto. Mi girai verso Luke  Garroway visto che non aveva ancora parlato.

Solo in quel momento vidi dietro di lui Remus.

«Remus!» gridai.

Lui fece due passi avanti e mi sorrise.

«Ciao Lily!». Io boccheggiai.

«ma.. ma.. dove eri finito?» chiesi.

«Te l’ho detto sono andato a parlare con Luke Garroway il capo dei licantropi per chiedergli il permesso di restare.  Ma a quanto pare anche lui era un membro del Circolo» disse Remus  a denti stretti.

« Il Circolo? Nascosti? Nephilm?Valentine? Rigenerazioni?conclave? idris hadowhunters’

non sto capendo nulla!» esclamai esasperata.

Maryse si voltò verso di me un espressione glaciale in volto. Mi guardò penetrante e severa e io  d’improvviso ebbi paura.

«E non è necessario che tu capisca Mondana! Non so che  cosa ci faccia tu qui  ma non è posto per Mondani questo!»

«Lei non è una mondana!» protestò Remus.

«Davvero lupo?» chiese Maryse sarcastica

«Si è una strega e frequenta la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts» spiegò piatto Remus.

«Ah davvero vieni da Hogwarts?! Splendido!» trillò Magnus

. in quel momento comparve come  avvolta da una nube una figura femminile aveva capelli argentei. Ma malgrado questo il suo viso era fresco come il bocciolo di una rosa. Indossava un ampia tunica nera. Sul seno sinistro era ricamata  la figura di una donna con le braccia alzate verso  la luna.

«Daphne Ben tornata a New York» disse Raphael. Alla somma sacerdotessa vampira. E così era lei  la donna a cui Bianca doveva succedere.  Era strana emanava rispetto ma anche gentilezza.. anche lei si accomodò

«Sono venuta appena mi hai chiamata Rapahael. E appena mi hai detto cosa ha fatto Celia. Quella donna non ha proprio  ritegno» disse Daphne aveva una voce morbida come seta e musicale. Una voce bellissima

«Anch’io sono arrivata assieme e a Daphne.» disse una figura dai lunghi capelli color dell’oro e dagli occhi azzurrissimi.

«Camille! Sono felice che tu sia venuta» disse Raphael.

«Manca solo la regina» constatò Meryse

«La regina non verrà dice che niente di tutto ciò la riguarda» disse Camille con disprezzo nella voce

«Fate!fanno il bello e il cattivo gioco come e quando vogliono.» constatò Magnus sprezzante.

«Ciao Magnus!  Non  mi ero accorta fossi anche tu qui»

«Ciao Camille è passato molto tempo dal ultima volta che ci siamo visti» disse anche  lui. Non sembrava contento di vederla  come maryse  con Luke, particolarmente felice di vederla.

«Sono qui da talmente tanto tempo e tu non hai nemmeno provato a contattarmi» disse Magnus puntando un dito accusatorio verso la bella vampira bionda .

«Già» constatò lei.

 Fu Raphael a fare cenno a Camille e a Daphne di accomodarsi e poi si accomodò a sua volta.

«Bene. Ho riunito questo consiglio perché mi è stato chiesto aiuto. La qui presente Lilian Rose Evans  mi ha chiesto aiuto. Mi ha chiesto aiuto per aiutare una su amica.»

«Aspetta noi siamo stati convocati per aiutare  una ragazzina!?» scattò  Maryse alzandosi con rabbia.

«Calmati Maryse! Risiediti!» le ordinò secco Raphael. Lei si risedette con irritazione

«Non vedo come il problema di una strega possa riguardare noi Shadowhunters» sibilò.

«Non fare la serpe Lightwood» disse Magnus

«Il problema, come lo chiami tu, in realtà è Bianca Olivier. E visto che in questa città comando io, e che le Somme sacerdotesse sono superiori anche al Conclave. Questo riguarda voi Neplihm come tutti gli altri Maryse Lightwood» disse freddamente Raphael. E fece intendere che se la donna avesse aperto bocca per protestare avrebbe fatto molto di più che minacciarla.

«Cos’è successo?» chiese Luke tentando di parlare con tono calmo, pacato e deciso.

«Celia ha deciso  che la via più facile per arrivare al potere è costringere sua figlia a rinunciare ai suoi sogni, ai suoi amici, per rinchiuderla a New York» rispose piatto Raphael.

«Maryse Lightwood ha ragione. Non so come questo possa coinvolgerci. La futura Somma Sacerdotessa e sua madre. E un problema che riguarda i figli della notte» disse Magnus indicando Camlle dal lato opposto del tavolo

«Ne sono consapevole Magnus, il punto è che voglio usare Bianca come scusa per sbarazzarmi di sua madre una volta per tutte» disse Raphael. Il tono di voce era spietato. Capii che se non gli avesse fatto comodo non mi avrebbe aiutata.

«Quindi, questo, è solo un pretesto e ti serve il nostro voto per eliminarla» constatò Luke disgustato

«No, non è solo un pretesto. è anche una buona azione Luke. Aiuto i ragazzi a riavere la loro amica e mi sbarazzo di Celia con l’appoggio di questo Consiglio. Non mi sembra così terribile». Rispose Raphel

«Io propongo di votare. Sono stanco e voglio andare a dormire» disse Magnus.  

«Va bene procediamo: Daphne?» chiese Raphael

«Accetto» rispose lei.

«Camille capo del Clan dei vampiri di New York cosa scegli?» chiese Raphael con tono formale

«Accetto» rispose lei. Facendo frusciare i boccoli biondi 

«Maryse Lightwood, cacciatrice esperta, capo del Con clave di New York, Membro del Conclave di Idris, Shadowhunter

Direttrice del Istituto di New York e ex- membro del Circolo: cosa scegli?» continuò in tono formale  l’Arcangelo

«Accetto» rispose lei.

«Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn cosa scegli?»

«Accetto» rispose asciutto lui

« Luke Garroway, capo dei licantropi di Mnhattan, ex Shadowhunter e ex membro del Circolo. Cosa scegli?»

«Rifiuto» disse disgustato. Tutti lo guardarono stupiti tranne Raphael che rimase impassibile

«Direi  che al unanimità e con un solo voto contrario posso dire che sciolgo il consiglio» disse solenne Raphael. Luke si alzò e prese l’ascensore cosi fecero gli altri. Prima che Maryse sene potesse andare. Raphaael la fermò.

«Porta al istituto con te Lilian e i suoi amici e passa a prendere Bianca a casa degli Olivier. Staranno al istituto finche non partiranno per l’Inghilterra.» . Maryse Annui e fece cenno a me e Remus di seguirla.

Piccolo Angolo Autrice 

Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui a rompere! Avete visto ho cambiato il nome al mio angolino delle   note in basso! Okay basta! Se volete potete lanciarmi tutte le verdure che volete (sopratuto i fan della Clare!) si so che non succede niente. si so che Magnus e Maryse sono leggermente OCC. e si lo so che Marysee Luke si dovevano incontrare in Città di Cenere perciò Quattro anni dopo i fatti narrati qui !  Mi dispiace! Era  neccesaario. so anche che Magnus e Camille si devono incontrare (o sarebbe meglio dire rincontrare?) in Città degli Angeli Caduti  vale lo stesso discorso che ho fatto per Maryse e Luke. Per quelli che non seguono Shadowhunter non preoccupatevi tuuto verà spiegato nel prossimo capitolo! e come già detto in precedenza non sarà fondamentae come Cross-over quello di Shadowhunter! Che cosa ne pensatte di Raphael? edi tuti gli altri? Quale sarà la reazione di Celia Olivier a tutto questo? e poi  ho ficcato il Dottore qui in mezzo! Si lo so non comparirà lui però nen sentirete  parecchio parlare! e inoltre ecco uno dei Collegamenti che lwegano la storia di Lily a  quella narrata nel Bscio delle Stelle! Okay si  me ne vado!
 Per favore lasciatemi una recensione!
Baci Marty Evans 

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Capitolo 6
*** New Students and New Friends ***


Capitolo 6

New students and new friends7

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NDA buonasera! HO AGGIORNATO FINALMENTE! durante questi mesi  mi era passata l'ispirazione ma poi l'ho ritrovata! Ragazzi  qui vi verranno date le risposte alle domande che  avevate dallo scorso capitolo e visto  che è da un bel po' che non aggiorno vi farò un piccolo riassunto.

 Riassunto Lily e Bianca arrivano a New York dove Lily per tentare di convincere la perfida madre di B  a farla tornare a scuola  chiede all'arcangelo che governa New York Raphael di aiutarla. Chiama anche i Malndrini in suo auto.  intanto Lily fa uno strano incontro  che un po' più avanti le cambierà la vita.  Raphael indice un consiglio dove delibera  che Binanca ritornerà ad Hogwarts fino a quel momento  Lily, Bianca, Sirius, Jamese Remus dovranno rimanere con i Cacciatori i  al'Isastituto di New York.

 

 

LILY

 

Quando arrivammo nell’atrio Potter e Black erano stravaccati sulle sedie. Black aveva ancora un colorito leggermente verdognolo, guardava davanti a sé e non sembrava molto in forma.

«Sirius, ti senti bene?» chiese Remus, mentre ci avvicinavamo. Black, che teneva gli occhi chiusi, li aprii di scatto e fece un salto sulla sedia dallo spavento.

«Chi? Cosa? Remus, che ci fai qui?» chiese stupefatto.

«Ciao anche a te Sirius,» gli rispose Remus.

«Sono questi i tuoi amici?» mi chiese Maryse tagliente, scrutando Black e Potter dall’alto in basso, con aria critica.

«Si, sono loro: Sirius Black e James Potter, anche loro sono maghi e frequentano Hogwarts. Ma noi non siamo proprio amici, diciamo che siamo più disgraziatamente conoscenti. Ragazzi, lei è Maryse Lightwood. Una Shadowhunter, anche se non ho ben capito cosa significhi…» spiegai, facendo le presentazioni.

Potter si alzò dalla sedia e chiese, «E Bianca? Raphael ha dato una soluzione? Potrà tornare a Hogwarts?»

Era alquanto agitato e si torceva le mani nervoso. Era molto impaziente, così lo accontentai; annuii vistosamente e vigorosamente per confermare che avevamo risolto il problema. Black e Potter si aprirono in un sorriso soddisfatto e sincero. 

«Credo che dovremmo andare,» disse Maryse, senza aspettarci, con i tacchi degli stivali che ticchettavano sul pavimento di marmo, dirigendosi verso l’uscita.

«Certo che è proprio Miss Simpatia quella donna! Fa venie i brividi!» Esclamò a bassa voce Potter, mentre seguivamo Maryse fuori dall’atrio. Non potei non trattenere un sorriso: James Potter era molte cose, ma una cosa dovevo riconoscergliela, nonostante fosse un ragazzino arrogante e altezzoso, aveva un senso dell’umorismo molto pungente. Uscimmo nell’aria fredda della Grande mela. Maryse era già sul marciapiede e aveva già chiamato un taxi. Ci fece cenno di salire, e una volta all’interno diede alcune indicazioni all’autista. Il taxista partii sgommando e dopo mezz’ora arrivammo in vista dell’Istituto.

All’esterno aveva tutto l’aspetto di una cattedrale in rovina. Il tetto era sfondato, il nastro della polizia teneva la porta sbarrata, e il giardino era in condizioni pietose.

Dovetti sforzarmi molto per dissipare l’illusione. Come per il Blood Magic, il locale di Tess, l’istituto possedeva lo stesso incantesimo anti babbani. Quando riuscii, dopo alcuni minuti, a vincere l’illusione, vidi un enorme cattedrale gotica, con le guglie che svettavano verso il cielo di New York. Scendemmo e Maryse ci fece strada attraverso il giardino incolto. La ragazza aprì i battenti della chiesa e ci fece cenno di seguirla.

La chiesa era in penombra, con i candelabri che mandavano cupi bagliori.  Attraversammo la chiesa e i banchi vuoti.  Maryse ci guidò verso un ascensore in stile vittoriano: somigliava ad una gabbia dorata per uccelli, cosa che mi dava un leggero senso di claustrofobia. Salimmo e quando la grata dorata si scostò, ci trovammo in un ampio corridoio.

Feci un balzo indietro spaventata quando un gatto tigrato miagolò e spuntò dal nulla.  Il gatto guardò Maryse poi si diresse spedito verso la fine del corridoio.

Lei lo seguii senza dire una parola. Avevo sentito parlare dei gatti con poteri magici, io stessa avevo un gatto, anzi una gatta, che sembrava cantare quando miagolava, ma non avevo mai pensato a dei gatti con ‘veri’ poteri magici. Il gatto sembrava sapere esattamente dove Maryse voleva andare. L’animale si fermò poco prima di una porta e si sedette immobile. Maryse, arrivò davanti a una pesante porta di legno e la spinse verso l’interno.

Ci trovavamo in una biblioteca.

All’interno, la stanza era illuminata da qualche candela e Al centro c’era un imponente scrivania di rovere; ai suoi lati, quasi a volerla sorreggere, erano inginocchiati due angeli. Alla scrivania era seduto un uomo anziano, con i capelli bianchi, vestito di nero. Sulla sua spalla era appollaiato un corvo nero dall’aspetto minaccioso.

«Hodge, sono tornata e abbiamo degli ospiti. Chiama i ragazzi,» disse Maryse. Ragazzi? Come facevano a esserci dei ragazzi in un luogo cosi tetro? Hodge si alzò e il corvo andò ad appollaiarsi su un trespolo.  L’uomo rivolse un cenno a Maryse, annuì e uscì. Maryse si sedette alla scrivania e ci fece cenno di accomodarci su alcune sedie.

 «Suppongo che io debba spiegarvi qualcosa. Sono Maryse Lightwood e sono una Shadowhunter, una cacciatrice di demoni. Ci chiamano anche Nephilim; viviamo in ogni parte del mondo, in istituti come questo, strutture dove addestriamo gli Shadowhunter. Siamo mezzi angeli e mezzi umani.  Difendiamo la Terra dai demoni che arrivano in questo mondo attraverso dei portali.  Viviamo a Idris, uno stato che non è segnato sulle carte dei Mondani

«Chi sono i Mondani?» chiesi, visto che anche prima aveva usato questo termine con me.

«I Mondani sono le persone normali. Le persone che voi maghi definite Babbani,» mi spiegò lei paziente.

«E i Nascosti?» chiese Potter.

«I Nascosti sono creature sovrannaturali come vampiri, lupi mannari, streghe, stregoni, maghi, fate...Gli chiamiamo nascosti perché, molto tempo fa noi davamo loro la caccia. I Nascosti erano disprezzati dagli Shadowhunter e viceversa. Almeno finché non siglammo un accordo che concordava la pace. Questo trattato prese il nome di Accordi. Ma, i pregiudizi tra noi e i Nascosti rimangono tutt’ora,» spiegò. Potter sgranò gli occhi stupito e scioccato. Nemmeno io avrei mai immaginato che qualcuno potesse darci la caccia come se fossimo bestie, soltanto perché eravamo creature magiche. Questa cosa non era sui libri di storia della magia.  Spostai la sedia più vicino alla scrivania e accavallai le gambe. Poi chiesi spiegazioni a proposito di un nome che avevo sentito nominare qualche tempo prima.

«Chi è l’Angelo Raziel? È un arcangelo come Raphael?» Maryse scoppiò a ridere come se trovasse la cosa esilarante.

Io arrossii imbarazzata e lasciai che i capelli mi nascondessero il viso.

«No!No! Raziel è, beh... il nostro creatore. Si dice che in un tempo non ben precisato i demoni iniziarono a arrivare sulla Terra. Un uomo, un mondano, Jonathan Shadowhunter…» Maryse fece una pausa ad effetto dandomi così il tempo di riflettere su quel nome. Jonathan Shadowhunter. Non l’avevo mai sentito nominare.

«...Jonathan Shadowhunter pregò e fece uno strano rituale per evocare un angelo. Si dice che gli apparve un angelo, l’Angelo Razie, che fece comparire una coppa in cui versò qualche goccia del suo sangue e la fece bere a Jonathan. Fu così che lui diventò un Nephilm. L’angelo Raziel gli disse che i suoi discendenti sarebbero stati cacciatori e gli donò la Coppa da cui aveva bevuto. L’angelo la battezzò Coppa Mortale. Poi gli donò Melartach, la Spada dell’Anima, la Spada Mortale e infine lo Specchio Mortale. Dopo avergli dato questi tre oggetti, che abbiamo chiamato Strumenti Mortali, Raziel sparì.»

Pensai ad un altro nome che avevo sentito e chiesi:

«Chi è Valentine?» Remus accanto a me si irrigidì e serrò i pugni.

«Valentine Morgmestern era un cacciatore che si ribellò al Conclave. Suo padre fu ucciso da un nascosto e lui impazzì. Fondo un’associazione: il Circolo. Predicò la distruzione dei nascosti e dei demoni, la ribellione al Conclave, molti lo seguirono. 12 anni fa si ribellò alla firma degli Accordi. Lui disprezzava i nascosti, diceva che dovevamo ucciderli.  Così elaborò un piano; ci disse che dovevamo attaccare il giorno della firma degli Accordi, arrivare alla sala in cui c’erano i Nascosti e il Conclave e ucciderli tutti. Ci disse che sarebbe stato semplice, che avremmo governato noi. Avremmo ristabilito l’ordine naturale delle cose. Ah, che bugiardo! Quando arrivammo c’erano il doppio dei nascosti e ci schiacciarono. Pensavo che Valentine sarebbe rimasto con noi, invece no. Ci abbandonò, il vigliacco! Appena vide che stavamo perdendo, se ne andò. Pensavo fosse morto in battaglia; solo più tardi mi dissero che si era ucciso insieme a suo figlio.»

Maryse si era irrigidita, e questo mi fece capire che non solo aveva fatto parte di quel circolo, ma che aveva anche creduto alle idee di quel folle.

 

Ad un tratto, la porta da cui eravamo entrati sbatté, facendoci sussultare. Ma non appena vidi chi era entrato rimasi felicemente sorpresa: era Bianca.

Mi alzai e corsi ad abbracciarla. Sembrava un po’ più pallida del solito, ma stava bene. I riccioli rossi che le incorniciavano il viso ovale, a forma di cuore, ricadevano sulle spalle, gli occhi verdi brillavano e sorridevano. Lei ricambiò il mio abbraccio con slancio. Anche se era molto più bassa di me, mi chinai e poggiai la testa alla sua spalla, mentre lei faceva altrettanto. Ci separammo ridendo.

«Grazie Lily, davvero. Non ce l’avrei mai fatta senza di te! Mi hai salvata. Grazie! È tutto merito tuo!» Esclamo lei.

«Si, però dovrai studiare e impegnarti. L’ho fatto per questo!» dissi ridendo. Black fece una faccia orripilata, mentre metteva un braccio intorno alla vita di Bianca.

«No! Ti proibisco di far diventare la mia ragazza una secchiona come te e Remus, Evans!»

«Ehi!» protestò Remus.

Qualcuno alle nostre spalle si schiarii la gola.

«Ehm… Ehm… Ci siamo anche noi! Ciao ragazzi.» Selene a Serena erano sulla soglia e sorridevano.  Corsi ad abbracciare tutte e due.  Ridemmo tutti felici, finalmente riuniti.

Stavamo ancora ridendo, quando la porta si aprii di nuovo ed entrarono due ragazzi e una ragazza.

 

 

ISABELLE

 

Uno. Due. Tre. Lancio. Ripresa.

Uno. Due. Tre. Lancio.

Uno. Due. Tre…

«Isabelle!» Mi voltai, sentendo la voce di Alec che mi chiamava. La frusta dorata scioccò dietro di me mentre la ritiravo. Mi girai irritata verso mio fratello, sbuffando.

«Che c’è Alec?» chiesi indispettita. Mio fratello era entrato nel campo di addestramento dell’istituto mentre mi stavo allenando con la frusta di elettro ed era dietro di me. Mio dio, non l’avevo sentito arrivare. Non doveva più succedere. Se fosse stato un Demone a quest’ora sarei già morta.

Alec scrollò le spalle e mi fece cenno di seguirlo. Lo ignorai e andai verso gli spogliatoi; mi cambiai con calma, mentre Alec mi aspettava sempre più irritato.  

«Izzy, per l’Angelo ti muovi!?» disse spazientito.

Sbuffai, mentre mi infilavo una maglietta rosa dalla scollatura a V molto profonda. Come osava mio fratello venire a interrompere la mia sessione di addestramento? 

«Come mai sei qui, Alec?» dissi, quando uscii dagli spogliatoi, scoccandoli uno sguardo omicida.

«Mi ha mandato a chiamarti mamma, ci vuole vedere. Abbiamo ospiti, Izzy!» esclamò Alec.

«Ospiti?» Chiesi, non capendo.

«Sì, ospiti. Mamma ha portato dei ragazzi all’istituto.»

Lo guardai sempre più stupita ma anche incuriosita. Ragazzi? Mondani? Mia madre era impazzita? La mia curiosità era soverchiante: avrei visto un mondano per la prima volta!

Così mi avviai con Alec verso la biblioteca.

Non sapevo ancora che l’incontro con i malandrini, Lily e Bianca mi avrebbe cambiato la vita per sempre.

Percorsi i corridoi eccitata.

Non avevo avuto mai nessuno con cui parlare, al di fuori di Jace e mio fratello Alec. Jace ci raggiunse poco dopo. I suoi capelli color dell’oro erano lunghi fino alle spalle, gli occhi ambrati brillavano curiosi, e sfoggiava uno dei suoi sorrisi enigmatici.   

«Mi chiedo perché vostra madre abbia portato dei mondani all’istituto,» disse pacato, passandosi una mano tra i capelli biondi.

«Non sono mondani a quanto dice Hodge,» intervenne Alec.

«E allora cosa sono, cuccioli di fate?» Fece sarcastico Jace. Mio fratello gli scoccò un’occhiataccia malevola, e stava per dire qualcosa, quando un miagolio lo interruppe.

Church era apparso dal nulla. Mi chinai per accarezzarlo, ma lui si strusciò contro le mie gambe e poi s’incamminò verso la biblioteca. A noi non restò altro che seguirlo.

Quando aprimmo le porte ci trovammo davanti cinque ragazzi della nostra età che ci scrutavano sbalorditi, mentre noi guardavamo sbalorditi loro. Il ragazzo di sinistra era un nascosto, un mannaro. Era alto e magro, aveva il volto stanco e segnato dalle cicatrici, gli occhi erano celesti e sembravano più vecchi in quel viso. Era vestito come un mondano: jeans e una maglia sbiadita. La ragazza accanto a lui era Bianca Olivier, la conoscevo solo di vista. Era minuta, capelli ricci e rossi, occhi color tormalina, pallidissima, con un visino a forma di cuore. Stava abbracciata ad un ragazzo che  aveva l’aspetto di un mondano. Era molto bello, alto, muscoloso, con capelli neri mossi e lunghi fino alle spalle. Aveva degli occhi grigi che sembravano scrutarti l’anima, e un volto aristocratico. Ma prima che potessi dare un’occhiata anche gli altri quattro, mia madre parlò.  

«Signorina Evans, Signorina Olivier, Signorine Serena e Selene, Signor Black, Signor Lupin e Signor Potter, questi sono i miei figli: Alexander e Isabelle. E questo è Jonathan Wayland, mio figlio adottivo.»

Detto questo, mia madre attraversò la porta da cui io Alec e Jace eravamo entrati e se ne andò.

Io sospirai. Non avevo ancora capito che cosa ci facevano quei ragazzi qui. Ma se mia madre li aveva portati nell’Istituto mettendo a repentaglio la segretezza del mondo Invisibile, un motivo doveva esserci.

«Io sono Lily,» disse l’altra ragazza che non avevo ancora avuto modo di osservare. Era carina, aveva i capelli rosso scuro e gli occhi verdi. Era magra e alta e doveva avere circa un anno in più di me.

Lily protese la mano, sorridendomi dolcemente. Non avevo mai avuto un’amica a parte Aline Penahllow, per cui sorrisi.

«Io sono Isabelle, ma tutti mi chiamano Izzy. E loro chi sono?» Lei presentò Bianca Olivier, il mannaro, Remus Lupin, il ragazzo bello come Sirius Black e l’altro tipo come James Potter. Le due ragazze bionde erano Serena e Selene.

Ci spiegarono di essere maghi e che si sarebbero fermati da noi per un po’.

 

***

 

Un mese dopo

26 Agosto 197

LILY

 

«Svegliati Lily! Svegliati!» gridò una voce che in un primo momento non riconobbi, e che mi fece sobbalzare e sedere di scatto sul letto.

«Chi? Cosa? Dove?» Balbettai, ancora mezza addormentata, cercando a tentoni la bacchetta sul comodino. Sentii uno sbuffo dalla persona che mi aveva scosso. Mi girai e sulla soglia, vidi l’alta e snella figura di Isabelle Lightwood. I capelli neri e lunghi erano legati in un’alta coda di cavallo, il viso appena truccato era aperto in un’espressione spazientita. Aveva le braccia incrociate sotto il seno e anche se aveva un anno in meno di me, vista in quel modo mi sembrava molto più grande. In quel mese di convivenza avevo imparato che quando Izzy, sfoggiava quell’espressione voleva dire che c’era qualcosa di urgente. Oppure che eravamo nei guai.  Sbadigliai e mi stiracchiai.

«Che cosa c’è Izzy?» Chiesi, mentre scendevo dal letto nella stanza dell’istituto riservata a me.

Era una stanza piccola e spartana. C’erano solo un letto, la mia valigia con i vestiti, una cesta per la mia gatta Andromeda, un armadio di legno, un comodino, e una scrivania. Isabelle era sulla soglia e mi stava ancora guardando con quell’espressione che non prometteva nulla di buono. Sospirai e aspettai che mi spiegasse. Con gli Shadowhunters era così, dovevi avere molta pazienza.

«Mia madre ci vuole vedere tutti in biblioteca. Ha detto che è urgente. Perciò sbrigati a vestirti, Lily!» disse uscendo dalla stanza. Non me lo feci ripetere due volte. Maryse Lightwood mi terrorizzava. Era troppo algida per essere umana. Non l’avrei fatta aspettare per nulla al mondo. Così mi tolsi la camicia da notte e mi infilai i jeans, una maglietta bianca presa a caso, i miei sandali e diedi un colpo di spazzola agli spaghetti che avevo per capelli. Corsi praticamente fuori dalla stanza e con Izzy al mio fianco raggiunsi la biblioteca.

Appena entrammo mi resi conto che erano già tuti li. Io e Izzy prendemmo posto su due sedie accanto a Bianca.

«Bene, ora che anche le ultime ritardatarie si sono unite a noi, posso annunciarvi che sono arrivate le lettere da Hogwarts,» disse Maryse scoccando a me e Izzy un’occhiataccia. Mormorii di felicità si diffusero per la stanza. Potter e Black esplosero in un coro di ‘ Evviva! ’

Bianca accanto a me sospirò di sollievo e io le strinsi la mano per confortarla. Sarebbe arrivata a Hogwarts con noi per cui non c’era nessun motivo per essere preoccupata. Notai che Remus aveva appena accennato un sorriso ed era rimasto seduto immobile sulla sedia. Cosa che mi sorprese. Mi alzai dalla sedia e andai verso di lui.

«Rem, che succede?» Chiesi preoccupata.

«Lo sentirai tra poco,» disse lui mesto. Proprio in quel momento Maryse si schiarì la voce e Black e Potter smisero di saltellare per la stanza ritornando a sedere con una calma e una compostezza che non era da loro; così anch’io li imitai.                     «Silente ha voluto convocare voi a scuola,» disse gelida Maryse ai suoi figli, Selene, Serena e Jace. Alec e Jace si scambiarono un sguardo perplessi.

«Ma, mamma scusami, come facciamo a frequentare una scuola di magia senza poteri magici?»

«Diciamo che voi farete un po’ da supervisori al nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure,»

«In pratica ci stati dicendo che dobbiamo tenerlo d’occhio» disse Jace.

Maryse annuì.

«Domani prenderete un aereo per Londra,» disse uscendo e lasciandoci da soli e pieni di domande.

 

Contemporaneamente in Inghilterra

 

Arrivarono nell’ufficio di Silente con la metropolvere.  Erano maghi scozzesi, Silente li conosceva da anni. Jason Stark era un auror del ministero, mentre sua moglie Annabeth era il capo della commissione del ministro e membro del Wizengamout. Erano dei purosangue membri dell’ordine. Avevano due figlie, Melissa e Clara. Melissa aveva 17 anni e frequentava l’ultimo anno a Hogwarts; Clara invece aveva 13 anni e frequentava il suo terzo anno a Hogwarts. Non era arrivata nel 1971 perché era stata malta. Era stata contagiata dal vaiolo di Drago ed era rimasta a casa a recuperare l’anno seguente. Ma ora si trovava lì ed era molto piccola, uno scricciolo, alta a malapena un metro e cinquanta. I capelli castani le scendevano lisci sulle spalle, gli occhi grandi e castani guardavano ciò che la circondava incuriositi. Le labbra erano rosa, carnose e aveva un nasino alla francese. Clara protese una di quelle sue mani piccole e affusolate verso di lui: Silente le sorrise. 

Quella ragazzina sembrava così piccola!                                  

«Jason, Annabeth, sono felice divedervi e di conoscere finalmente anche la piccola Clara,» disse sorridendo alla ragazzina. Lei ricambiò e si accomodò su una delle sedie. I suoi genitori sorrisero e si sedettero insieme a lei.

«Coma avrai saputo Albus, nostra figlia non ha potuto frequentare Hogwarts a causa di gravi problemi di salute,» disse Jason affabile.

«Certo Jason, mi avevate avvertito della delicata situazione di Clara. Ma presumo che ora lei stia meglio signorina Stark.»

Clara annuì rigida e seria sulla sedia.

«Si, signore. Ma ho recuperato tutte le materie, lo giuro!»

«Quindi voi vorreste che vostra figlia frequentasse il terzo anno?» disse questa volta rivolgendosi agli Stark.

«Clara è preparata. E sì, è quello che vogliamo.»

«Certo. Non lo metto in dubbio e vorrei procedere con lo smistamento.»

Silente si alzò, prese il Capello Parlante e lo depositò sulla testa di Clara. La ragazzina sentii all’improvviso una voce che sembrava parlare nella sua testa.

«Uhm difficile sei molto difficile piccola Stark.

In te vedo molte cose. Cose che ti farebbero stare bene in Tassorosso, Grifondoro e Corvonero…

Sei intelligente, astuta, leale e altruista. Sei coraggiosa e ti sacrifichi per gli altri. Vedo anche altro in te, però.

Vedo che sei incompleta bambina.

Ti manca qualcosa e lascia che ti dia un consiglio. Quando lui verrà da te, quando il Signore del Tempo sarà qui, tu pensa a te stessa e lascia che la morte faccia il suo corso. Tu vieni da un luogo maledetto, anche se non lo hai mai saputo.

Sei un eco di te stessa. Sei la chiave per la salvezza di un uomo, ragazzina.

Sei l’unica che può salvarlo. Ma secondo me non dovresti farlo, come forse avrai capito. A parte questo sarà meglio che io ti smisti in GRIFFONDORO!» Proclamò il capello.

 

Clara era sconvolta. Appena scesa dallo sgabello aveva chiesto il permesso di poter uscire ed era corsa via. Alla ragazza piaceva correre, le dava sicurezza e provava sempre un senso di libertà.

Così corse per i corridoi. Pensò alle misteriose parole del Capello.

Sei incompleta.

Ti manca qualcosa e lascia che ti dia un consiglio.

Quando lui verrà da te, quando il Signore del Tempo sarà qui, tu pensa a te stessa e lascia che la morte faccia il suo corso. Tu vieni da un luogo maledetto, anche se non lo hai mai saputo.

Sei un eco di te stessa. Sei la chiave per la salvezza di un uomo, ragazzina.

 Sei l’unica che può salvarlo.

Come? In che senso? Si riferiva forse al fatto che a volte le sembrava di vivere mille vite in centinaia di luoghi e tempi diversi?

Sei un eco, le aveva detto. Quando aveva nominato il Signore del Tempo le erano venuti in mente undici volti diversi. Ma perché? Che cos’era un Signore del Tempo? Si convinse che il Capello aveva probabilmente dato di matto. La ragazza scosse la testa per liberarla dai pensieri confusi e senza senso.

 

«Ehi! Attenta a dove metti i piedi scricciolo!» Clara alzò lo sguardo, incontrando un viso bellissimo e due occhi neri come l’onice che la fissavano impassibili. Per un momento ebbe un fremito di paura. Quel ragazzo non poteva essere normale. I suoi occhi non potevano essere così neri. Clara riuscii a borbottare «Scusami,».

«Io sono Clara.» disse tendendo la mano al ragazzo alto dai capelli biondi quasi bianchi e dagli occhi innaturalmente neri. Lui sembrò sorpreso dalla sua gentilezza. Cercò di sorridere, «Jonathan,» disse senza calore. Clara continuò a sorridere.

«Sei nuovo di Hogwarts, Jonathan?» chiese poi curiosa.

«E tu scricciolo?» chiese Jonathan, indicando la palese quanto minuta altezza di Clara e sorridendo divertito.

«Non chiamarmi scricciolo!» Protestò lei orgogliosamente. Poteva essere anche bassa per la sua età, ma non avrebbe permesso a nessuno, tantomeno a quel perfetto sconosciuto, di metterle i piedi in testa e di prenderla in giro così sfacciatamente.

«Va bene, dimmi quanti anni hai Clara, dieci?» continuò Jonathan schernendola.  Clara serrò i pugni sui fianchi e rispose con tono di sfida:

«Ne ho tredici e non è colpa mia se sono ancora così bassa!»

«Jonathan!» sentirono chiamare da un uomo infondo al corridoio. Jonathan le sorrise e si diresse verso l’uomo, dicendole «Ci vediamo presto Scricciolo!»

Clara trattenne un sospiro di frustrazione prima di andare verso l’ufficio di Silente e tornare a casa.

 

***

 

Un uomo camminava per la stanza nervoso.

Era irritato. Silente sarebbe dovuto già essere li. Lo stava facendo spazientire. E non si faceva mai aspettare Valentine Morgemstern quando chiamava.

Nemmeno Albus Silente poteva farlo. Valentine si passò una mano tra i capelli albini praticamente bianchi, mentre andava avanti e indietro. Era arrivato fino a lì da Idris solo per poter iscrivere Jonathan a quella scuola. Sarebbe potuto andare a Dumstrang, ma doveva allontanare ogni sospetto da sé.

Gli Shadowhunters non dovevano capire che lui era vivo. Ovviamente aveva preso le sue precauzioni: Jonathan non si sarebbe chiamato Morgmestern, ma Blackwood. Cosa che gli faceva tornare in mente quei disgustosi traditori dei Lightwood. Valentine strinse i pugni sui fianchi, digrignando i denti. Quella piccola stronza di Maryse, quella miserabile, inutile, donna, si era venduta al Conclave, l’aveva tradito. Lei, Robert, i Penahllow, Greymark e la sua Joscelyn.  Anche lei lo aveva abbandonato disgustata, alla fine. Ma l’avrebbe fatta tornare da lui. Oh sì, sarebbe stata di nuovo sua. Si vociferava che avesse avuto una figlia. Beh sicuramente era di Greymark. Non sarebbe stato un problema. Avrebbe ucciso la ragazzina e Greymark e si sarebbe ripreso sua moglie.

Joscelyn era sua, doveva stare con lui.

I suoi pensieri furono interrotti dal gargloyle che si spostava, rivelando le scale che portavano all’ufficio di Silente.

«Jonathan!» esclamò facendo un brusco cenno a suo figlio e richiamandolo alla realtà. Il ragazzo, che dopo aver parlato con Clara era rimasto nell’ombra fino a quel momento, obbedii all’ordine del padre e si avvicinò. Insieme, padre e figlio, salirono la scala a chiocciola, arrivando allo studio pieno di libri polverosi di Silente. Lui fece loro cenno di accomodarsi.

«Allora, Signor…?» Chiese Silente, sedendosi dall’altra parte della scrivana e scribacchiando con la sua penna verde il foglio di pergamena.                    «Blackwood, Valentine e Jonathan Blackwood,» disse Valentine freddo e spazientito.

«Blackwood, non vi ho mai sentiti nominare,» disse Silente. Valentine serrò i pugni in grembo. Perché quell’uomo non poteva semplicemente smistare Jonathan e farla finita? Domande, domande, sempre e solo domande.

«Veniamo dall’America. Siamo americani, mi sembrava di averglielo già detto nella lettera, se non ricordo male,» disse Valentine tagliente.

«Naturalmente, naturalmente, ma sa, sono tempi strani questi. Devo essere prudente,» disse mellifluo Silente accarezzandosi la barba. Poi sorridendo a Jonathan disse, «Signor Jonathan potrebbe darmi una dimostrazione del suo potenziale?».

Jonathan si alzò, sorrise affettato a Silente e poi senza usare nemmeno una bacchetta disse «Incendio!»

Il fuoco nel camino si attivò con una fiammata. Silente lo guardò ammirato. «Notevole davvero notevole. Ha eseguito un incantesimo non verbale. Davvero straordinario!»

Il preside fece cenno a Jonathan di sedersi sullo sgabello. Quando il ragazzo si fu seduto, l’uomo poggiò sul suo capo il Capello Parlante.

Questi rimase in silenzio per alcuni minuti poi disse: «SERPEVERDE!».

Jonathan e Valentine si guardarono.

Tutto procedeva secondo i piani e ben presto avrebbero avuto la loro vendetta.

 

 

Angolo Autrice

 salve Ragazzi Salve!  vi giuro che non farò più una assenza così lunga i personaggi vi piacciono? ringrazio chi ha recensito  gli scorsi capitoli  le undici ( L'undici è un numero bellissimo!) che mi hanno messo la storia nelle seguite.  i 6 che l'hanno messa nelle preferitee i tre delle ricordate oltre  ai lettori silenziosi. io amo questa storia perciò scusate se la riprendo con mesi di ritardo giuro non accadrà più. spero che gli Shadowhunters vi siano piaciuti e che ne pensate di Clara? Lei nn è un OC  ma è un personaggio preso dalla mia serie tv preferita.   e che ne pensate di Izzy Jacee Alec? e Jonathan e Valentine? ok  un ringraziamento  speciale va lala mia beta MetaChi  e uno a Dubhe  che mi  ha spronato a continuare a scrivere la storia!

Baci

Recensirte per favore!

Marty

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