Hope significa speranza

di ___Lils___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hope ***
Capitolo 2: *** Mietitura ***
Capitolo 3: *** In viaggio ***
Capitolo 4: *** Verità ***
Capitolo 5: *** Sfilata ***
Capitolo 6: *** Magia ***
Capitolo 7: *** E' ora ***
Capitolo 8: *** Giorno I ***
Capitolo 9: *** Giorno II ***
Capitolo 10: *** Giorno III ***
Capitolo 11: *** Giorno IV ***
Capitolo 12: *** Giorno VIII ***
Capitolo 13: *** Finisce la tortura ***
Capitolo 14: *** Casa ***
Capitolo 15: *** Tensione ***
Capitolo 16: *** Severus ha un compito ***
Capitolo 17: *** Fuga ***
Capitolo 18: *** In marcia ***
Capitolo 19: *** Incontri ***
Capitolo 20: *** Attacchi e code da pesce ***
Capitolo 21: *** Finalmente te ***
Capitolo 22: *** L'ultimo respiro prima della battaglia ***
Capitolo 23: *** L'inizio di una battaglia ***
Capitolo 24: *** E' ora ***
Capitolo 25: *** Profezie ***
Capitolo 26: *** What doesn't kill you... ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Hope ***


“Hope”
Volto il mio sguardo verso il mio amico da una vita, gli occhi nocciola e i capelli azzurri. Mi avvicino a lui e sorrido.
“Ho qualcosa per te”
Guardo tra le sue mani e c’è un pezzo di pane, lo guardo e lo vedo sorridere.
“Mettilo tutto in bocca potrebbero vederti altrimenti”
Annuisco e faccio come mi è stato detto, quasi mi strozzo per buttarlo giù tutto intero. Poi allungo una mano e lui la afferra saldamente.
“Vieni a casa con me”
Lo vedo annuire e seguirmi. Lui è Ted Lupin detto Teddy, diciassette anni, orfano di entrambi i genitori come molti dopo la grande guerra. Quella guerra che ha portato solo odio e distruzione, dolore, tanto dolore.
Entriamo in casa e ci richiudiamo la porta alle spalle.
“Chi è?”
Una voce stridula proviene dal salotto.
“Sono io mamma, c’è anche Teddy”
Vedo mia madre arrivare strascicando i piedi, ma sempre con un sorriso sulle labbra.
“Com’è la situazione là fuori?”
“Mangiamorte ovunque signora Weasley, stanno preparando il palco per lo spettacolo” Teddy
Vedo gli occhi di mia madre riempirsi di lacrime ed io so il perché.
“Forza andate entrambi in camera tua Hope”
Annuisco e con Teddy ci dirigiamo verso il piano di sopra, chiudo la porta a chiave e mi stendo sul letto vicino a lui.
“Domani è il giorno della Mietitura”
“E per quest’anno le ragazze saranno a posto”
“Cosa dici?”
Mi tiro su e lo guardo negli occhi.
“Teddy sappiamo entrambi che uscirà il mio nome. E’ quello che vuole Voldemort! Ha tenuto in vita me e mia madre per vederci soffrire! Per vederci morire dentro giorno dopo giorno!”
Adesso è lui a tirarsi su e a prendermi per le braccia.
“Non ti permetterò di andare lì in mezzo da sola!”
Sorrido e lo abbraccio.
“Non ti permetterò di seguirmi”
Sento le lacrime pronte ad uscire, ma glielo impedisco. Perché io sono Hope Potter figlia di colui che doveva essere il Salvatore del Mondo Magico, ma che non è riuscito a compiere la sua missione ed è stato ucciso da Voldemort in persona nello scontro finale. Io, per quanto mi ha raccontato mia madre, sono stata concepita la sera precedente durante un momento di pausa. Il mondo per cui mio padre ha lottato non esiste più. Lì fuori ci sono rottami e baracche. La magia è stata proibita a tutti tranne ai seguaci del Grande Signore, come si fa chiamare ora Voldemort, ed i mezzosangue sono stati fatti rimanere in vita solo per farli gareggiare negli Hunger Games, i giochi della fame. Dove i ragazzi di ogni Comprensorio, sì ora siamo divisi in comprensori ne esistono sette ed ognuno di loro deve dare due tributi: un maschio e una femmina e naturalmente mezzosangue tra i sedici e i ventiquattro anni.
Una lacrima sfugge dal mio controllo ed esce dai miei occhi verdi e bagna i miei capelli ramati.

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Capitolo 2
*** Mietitura ***


Mi guardo allo specchio. I miei capelli rossi sono racchiusi in uno chignon tranne due piccole ciocche che mi circondano il viso, il vestito verde ricade lungo il mio corpo fino a poco sopra le ginocchia. Scendo di sotto e vedo mia madre sorridermi.
“Sei bellissima”
“Grazie mamma”
Mi accarezza leggermente la guancia ed io sorrido cercando di godermela il più possibile sapendo che è una delle ultime che riceverò da lei.
“E’ l’una bisogna andare”
Annuisco e mi dirigo in piazza dove mi registro, poi mi avvicino al gruppo delle ragazze della mia età. Non conosco nessuno se non di vista, ho sempre studiato in casa e il mio unico amico è Teddy, il perché è semplice è l’unico che mi capisce veramente e che ha il coraggio di avvicinarsi a me rischiando di essere ucciso da un momento all’altro perché è l’amico della figlia di Potter.
Lo intravedo e sorrido, lui fa lo stesso anche se nel suo sguardo vedo la tristezza e la consapevolezza di quello che sta per succedere.
Vedo salire sul palco Piton, gli occhi neri sempre con la solita espressione passiva, i capelli sempre più unti. Sento l’ansia crescere e cerco di respirare normalmente, guardo verso Teddy che mi fa segno di calmarmi e continua a sorridermi. Annuisco poi torno a fissare il palco dove Piton è pronto a parlare.
“Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!”
Il suo tono di voce è piatto come sempre, ma vedo i suoi occhi saettare tra di noi poi si ferma e mi guarda per due secondi, lo fisso negli occhi poi lui torna a parlare.
“Iniziamo con le ragazze” attraversa il palco e si avvicina alla boccia di vetro con i nomi femminili. Sembra sospirare un attimo poi infila la mano e tira fuori una strisciolina che cambierà il destino di una di noi, probabilmente il mio. Torna di nuovo al microfono e con un tono più serio del solito scandisce bene:
“HOPE POTTER”
Sbarro gli occhi, i pugni stretti e non so se per la rabbia o per la paura. Immaginavo che sarei uscita io, ma avevo sperato fino all’ultimo. Vedo le ragazze vicino a me sospirare di sollievo mentre io mi dirigo a piccoli e lenti passi verso il palco, mi volto verso Teddy e lo vedo con lo sguardo basso mentre le sue braccia tremano furiosamente. Salgo sul palco e mi avvicino a Piton lui mi squadra per un attimo poi riprende il suo compito mentre io guardo verso mia madre che è ormai in lacrime, io sorrido e le faccio l’occhiolino poi mi giro verso Teddy, lo sguardo serio e deciso, mi fissa ed io mimo con le labbra – Non fare niente di stupido-.
Lo vedo aprire la bocca ed io continuo – ti prego-.
“JOSH FRIN”
Vedo un ragazzo sui venti anni moro con gli occhi castani avvicinarsi al palco e salire con la sicurezza di un insieme di soldati. Si avvicina a me e mi accorgo che è almeno trenta centimetri più alto di me.
“E anche per quest’anno abbiamo i nostri tributi” un piccolo applauso lo interrompe, applauso forzato d'altronde “ma ci sono delle modifiche nel regolamento. Quest’anno io sarò il mentore di uno dei due mentre dell’altro sarà la signora Cash come al solito. Per decidere metteremo i nomi appena pescati in questa terza urna ed estrarremo la persona di cui sarò il mentore.”
Sbarro gli occhi. No vi prego. Voglio la signora Cash, se mi capita Piton sarò morta ancor prima di arrivare nell’arena! Vedo la mano di Piton girare ed estrarre il bigliettino.
“Bene sarò il mentore di Potter”
Sento il respiro mancare e le lacrime pronte a scendere, ma cerco di non farlo. Poi sento delle braccia forti stringermi le spalle e portarmi all’interno del Palazzo di Giustizia, ammetto di sentire l’aria che mi manca e ho la sensazione che lo stomaco si sia attorcigliato su se stesso. Sono in una stanza da sola ed improvvisamente vedo entrare mia madre, non dice niente mi abbraccia solo.
“So che ce la puoi fare”
“Davvero?”
Mi guarda negli occhi e mi accarezza delicatamente.
“Se sei uguale a tuo padre e lo sei” sorridiamo entrambe “ce la farai, sei la figlia del Bambino Sopravissuto e hai, modestamente, la forza d’animo di tua madre”
Sorridiamo di nuovo poi mi rintano di nuovo nel suo abbraccio, non so per quanto stiamo così, ma la guardia è già tornata e ci separa.
“Metticela tutta”
Annuisco e le mando un bacio mentre la porta si richiude. Cammino per la stanza aspettando che qualcuno mi porti via, ma da quella porta non entra un mangiamorte, ma un ragazzo dai capelli azzurri.
Mi abbraccia come non mi ha mai abbracciato prima.
“Promettimi che sarai qui ad aspettarmi se tornerò”
“Certo che te lo prometto, ma  non devi dire se tornerai… tu tornerai!”
Sorrido: “Questo non lo possiamo sapere e anche tu sai che le probabilità che io torni sono davvero pochissime”
“Tu ce la farai ed io sarò qui a sbandierare di essere il migliore amico della vincitrice degli Hunger Games”
Scoppiamo a ridere, sa sempre cosa dire per farmi sorridere. Ed ecco entrare altri mangiamorte che me lo portano via, io mi inginocchio e cado a terra, sento la porta aprirsi ed alzo lo sguardo, ma quello che vedo mi toglie il fiato.

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Capitolo 3
*** In viaggio ***


Sono tornata :) Allora il capitolo è corto,ma credo che dai prossimi si inizieranno ad allungare notevolmente :)
Un bacio
_Lils_





I suoi occhi color pece si fissano nei miei, mi scruta dalla testa ai piedi come se volesse capire ogni cosa di me soltanto guardandomi.
“E così sei stata scelta tu…”
“Già nessuno se lo sarebbe mai immaginato!”
La mia voce è piena di scherno. Vedo la sua fronte corrugarsi probabilmente non si sarebbe mai aspettato questo mio atteggiamento.
“Muoviti ora! Ci stanno aspettando”
Mi prende per un braccio e mi trascina in un’automobile, all’interno ci sono già Josh e la signora Cash. Quest’ultima mi sorride mentre l’altro mi fulmina con lo sguardo, arriviamo velocemente in stazione che è piena di telecamere, improvvisamente sento una voce stridula alle mie spalle che mi chiama, mi giro di scatto.
“Eccoli i nostri tributi. Io sono Rita Skeeter per la Gazzetta del Profeta in Diretta. Come vi sentite?”
“Sono pronto a vincere tutto qua” Josh
Il microfono mi arriva di fronte, ma non riesco a spiccicare una parola. In quel momento Piton mi riprende per un braccio e mi scaraventa sul treno, questo comincia subito a muoversi ad alta velocità.
“Cosa ti è preso?”
“Che?”
“Perché non hai risposto?”
“Io… insomma…”
Lui mi guarda furioso, ma non capisco il motivo. Non sono una star del cinema sono una ragazzina che probabilmente morirà nei prossimi giorni.
“Così sembrerai una debole!”
“Così sembrerò una debole? Ma che importa? Io sto andando a morire e lei mi dice che dovevo rispondere perché altrimenti sembro debole?Me ne vado nella mia camera”
Lui si avvicina minaccioso.
“Vuoi sopravvivere o no? Inoltre non sai neanche dov’è la tua camera!”
E’ a pochi centimetri da me, la cosa mi intimidisce parecchio, ma cerco di non darlo a vedere. Si allontana da me a passi ampi.
“Seconda camera a destra e tranquilla questa parte del treno è tutta per noi, l’altro tributo non può uscire dalla sua”
Mi dirigo di corsa nella camera e appena dentro mi richiudo la porta alle spalle. La camera è completamente nera, le finestre sono oscurate e c’è un enorme armadio ed un letto ad una piazza. Cado in ginocchio e scoppio a piangere. Le emozioni vissute oggi sono troppo per me. Morirò, gli Hunger Games saranno la mia tomba, magari sarò sbranata da qualche strano animale o da una spada di qualche strano tipo. Il pensiero che più mi preoccupa è la sensazione e la disperazione che proveranno Teddy e la mamma nel vedere la mia morte in diretta TV. Poi chi proteggerà mia madre? Chi le terrà compagnia durante le notti tormentate dagli incubi? Probabilmente lo farà Teddy, ma chi aiuterà lui quando gli prenderà un attacco di panico? Chi lo abbraccerà durante i suoi momenti di pianto? Io non ci sarò e loro dovranno andare avanti da soli.
Sento bussare alla porta e scatto subito in piedi.
“Che vuole?”
“Vieni di là dobbiamo vedere gli altri tributi scelti”
Apro la porta ed entro in una stanza in cui ci sono due poltrone ed un enorme televisore. Ed ecco che inizia il programma. A condurlo c’è sempre Xenophilius Lovegood. Mamma mi ha parlato molto di lui, è il padre di una sua vecchia amica di scuola. E’ costretto a fare tutto questo se vuole che sua figlia ed i suoi nipoti continuino a vivere.
“Ed eccoci tornati per un altro anno con gli Hunger Games!”
Dallo studio televisivo si alza un boato incredibile ed io mi rintano per bene nella poltrona.
“Andiamo subito a scoprire i nuovi tributi!”
Improvvisamente vedo il giorno della Mietitura di tutti i Comprensori. Tutti ragazzi alti e muscolosi arrivano su quei palchi e le ragazze non sono da meno. Arriviamo al nostro comprensorio e mi rivedo e vedo anche le lacrime di mia madre.
Poi la diretta torna allo studio e in compagnia di Lovegood c’è un uomo dai lunghi capelli biondi.
“Allora caro e gentile ospita cosa pensa di questi Hunger Games?”
“Credo che ci sarà da divertirsi!”
“Cosa pensa dei tributi?”
“Molto buoni, tutti molto buoni tranne una, bhe infondo è la figlia di Potter non ci si può aspettare niente da lei!”
Il pubblico inizia ad applaudire ed io sento la rabbia crescere in me.
“Io, se mi permette signor Malfoy, credo che sia proprio perché è la figlia di Potter che bisogna aspettarsi qualcosa di grande da lei. Potter è quasi riuscito a sconfiggere l’Oscuro Signore. Certo non c’è ovviamente riuscito, ma c’è andato vicino”
Guardo quel televisore e sorrido, non conosco quell’uomo di persona ma vorrei ringraziarlo. Non ha detto niente di che, ma è importante avere qualcuno dalla mia parte per me. Sento il pubblico applaudire più forte questa volta e sorrido di nuovo.
“Ed è così che vi lasciamo, ci ritroveremo qui domani e vi presenteremo i nuovi tributi!”
Il pubblico urla e Piton spegne la televisione.
“C’è qualcuno che mi considera in questi Hunger Games”
“C’è più di qualcuno che ti considera, tu sarai l’attrazione principale di questa edizione!”
“La cosa non mi tranquillizza”
“Ed infatti non deve tranquillizzarti”

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Capitolo 4
*** Verità ***


Piton mi prende per un braccio e mi fa scendere dal treno, altre telecamere sono pronte a riprendermi.
“Sorridi”
Sento il sussurro di Piton e scuoto la testa inizialmente, lui intensifica la presa e mi vengono in mente i volti di mia madre e Teddy che mi guardano dal mio Comprensorio. Inizio a sorridere timidamente mentre passo tra le telecamere e noto milioni di persone che mi puntano il dito contro ridendo. Entro in una stanza enorme dove c’è un lettino come quelli di ospedale e degli enormi armadi. “Aspetta qui, arriveranno i tuoi collaboratori ed il tuo stilista tra poco”
Annuisco mentre lo vedo uscire dalla stanza ed inizio a guardarmi intorno ed a realizzare cosa mi aspetterà. Sono davvero un tributo e dovrò scontrarmi in un’arena di cui non conosco neanche la posizione, dovrò combattere con tutte le mie forze e morire con dignità.
La porta si apre rivelando due mangiamorte che portano con loro due persone dal volto coperto da un passamontagna.
“Non capisco ancora perché non ci avete fatto vedere la Mietitura e non ci dite chi sarà il tributo di cui ci dobbiamo occupare”
“Lo scoprirai presto, tu” il mangiamorte mi indica “scoprigli il volto solo quando saremo usciti dalla stanza”
Annuisco debolmente poi li vedo uscire e guardo quelle due figure. Chi sono? Perché hanno il volto coperto? Sono pericolosi? Hope stai per andare in un’arena e ti chiedi se loro sono pericolosi?!
“Se magari ci scoprissi il volto ci faresti un favore”
Questa volta sento una voce femminile ed infatti è stata l’altra persona a parlare, mi avvicino cauta e con la stessa calma scopro contemporaneamente il volto ai due. Mi ritrovo di fronte ad un uomo dai capelli rossi, gli occhi azzurri ed ad una donna anziana dai capelli castani e gli occhi marroni, entrambi hanno la bocca spalancata.
“Ginny…”
L’uomo sussurra e la donna afferra saldamente la mano di quest’ultimo.
“Ronald guardale gli occhi”
Improvvisamente gli occhi di entrambi diventano lucidi ed io vengo avvolta dal loro abbraccio, non so che fare. Perché mi abbracciano? E soprattutto come conoscono mia madre? Mi scanso bruscamente e loro continuano a fissarmi.
“Chi siete?”
La donna sorride all’uomo poi si avvicina a me, ma io indietreggio bruscamente e cado a terra.
“Non ti faremo del male”
“Come faccio a saperlo? Potrebbero avervi mandato per uccidermi!”
L’uomo mi porge la mano continuando a sorridere.
“Non ti vorrebbero morta altrimenti non garantirebbero lo spettacolo al pubblico”
Lo guardo per un momento, ha ragione. Afferro la sua mano e mi tiro su poi torno a fissarli sembrano conoscersi da anni. La donna ha cicatrici su tutte e due le braccia, le rughe sul suo viso fanno pensare che abbia minimo duecento anni mentre l’uomo ha delle occhiaie pronunciate sotto gli occhi ed una cicatrice che attraversa diagonalmente tutto il suo viso.
“Chi siete?”
Ripeto la domanda e loro sorridono di nuovo.
“Io sono Minerva McGranitt ex vicepreside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts”
Spalanco la bocca e lei sorride nuovamente.
“Conosceva mio padre?”
“Ero la sua professoressa di trasfigurazione”
Apre le braccia ed io mi fiondo tra di esse. Il cuore galoppa ogni qualvolta sento nominare mio padre e conoscere una persona che lo amava e rispettava lo fa galoppare ancora di più.
Mi sciolgo dall’abbraccio e continuo a sorridere poi volto lo sguardo sull’uomo.
“E tu?”
“Anche io conoscevo tuo padre, mi ha fatto passare parecchi guai e alla fine mi ha lasciato solo”
Vedo gli occhi dell’uomo riempirsi di malinconia e rabbia.
“Sono quello che è rimasto dell’antico trio. Sono Ronald Weasley. Tuo zio”
Spalanco gli occhi nel sentire quelle parole sorrido e senza pensarci neanche lo abbraccio cominciando a piangere.
“Mamma…aveva detto che eri morto, che… lo eravate tutti. Pensavo…pensavamo che vi avessero uccisi tutti… noi”
“Hanno ucciso la maggior parte di noi ed altri sono morti per il dolore, siamo rimasti in pochi e siamo costretti a servire Voldemort” McGranitt
Annuisco non so cosa dire, ho paura di domandare qualunque cosa. Il dolore è tanto anche per loro. La mia curiosità lo è anche di più.
“Chi sono quelli sopravvissuti?”
Vedo mio zio abbassare lo sguardo e la McGranitt sorridere debolmente.
“Non lo sappiamo con certezza, ma oltre a noi lavorano qui tuo zio George ed i tuoi nonni. Degli altri o sono morti o non sappiamo nulla”
Sorrido debolmente almeno so che una parte della mia famiglia è viva e che nonostante le ingiurie sta bene, una domanda mi sorge alla mente.
“Zio prima hai detto che tu sei l’unico superstite del trio, questo vuol dire che Hermione…”
Non finisco la domanda che vedo il fratello di mia madre scoppiare in un pianto liberatorio, mi avvicino a lui e lo abbraccio. Solo ora capisco che forse io sono una di quelle messa meglio, che c’è gente che soffre più di me. Sento il suo respiro irregolare e le sue lacrime sul mio collo.
“Due anni fa, ha cercato di far scappare un tributo e l’hanno uccisa, io mi sono preso questa cicatrice cercando di proteggerla”
Mi stringo ancora più a lui cercando di appigliarmi a lui per non sprofondare nell’oblio. In quel momento vedo arrivare un’altra persona e mio zio scioglie l’abbraccio.
“Draco”
“Ronald, Minerva”
Draco? Draco Malfoy?Perché si chiamano per nome? Non dovrebbero essere nemici giurati?
“Ecco qual’era la sorpresa dunque” McGranitt
“Siamo i preparatori della figlia di Potter, la mente di Voldemort è più contorta di quanto pensassi. Dobbiamo aiutare questa ragazzina a vincere questa edizione degli Hunger Games”
Spalanco la bocca. E' dalla nostra parte. Dalla MIA parte.                                                                                                                         
 

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Capitolo 5
*** Sfilata ***


Guardo Draco Malfoy che mi porge la mano ed io la stringo.
“Ce la possiamo fare insieme. Ti tireremo fuori da quell’arena”
“Grazie”
Sussurro impercettibilmente e vedo mio zio sorridere convinto insieme alla McGranitt.
“Dobbiamo prepararti per questa sera” Draco
“Hai in mente qualcosa?” McGranitt
“Più di qualcosa”
Vedo Draco ghignare poi mio zio mi tende una mano ed io la afferro al volo e mi fa stendere sul lettino.
“Ti farà un po’ male” McGranitt
Subito dopo sento un qualcosa di caldo sulla gamba destra poi come un pezzo di carta appoggiata sopra, subito dopo un dolore e un rumore di strappo, mi metto a sedere e vedo che in un punto della gamba non ho più peli.
“Voldemort vi vuole belli e profumati per l’arena”
Annuisco e mi rimetto giù, tutto questo trattamento viene fatto sulle gambe, sulle braccia e per finire sulla sopracciglia che vengono solo rifinite. Subito dopo mi infilano in una vasca dove vengo lavata con speciali balsami e creme che permetteranno al mio corpo di restare così per tutta la durata degli Hunger Games. Quando esco indosso un accappatoio ed entro in una stanza dove vedo un enorme armadio e un Draco sorridente e soddisfatto.
“Ora a te ci penso io”
Quella frase mi fa sentire protetta e sorrido poi Draco si avvicina con delle specie di lenti a contatto, probabilmente vorranno mascherare i miei occhi chiari per travestirmi dalla solita ragazza disperata e vestita di nero come prima di me ogni anno hanno fatto le altre ragazze del mio comprensorio.
Quando le mette io non vedo più nulla, mi sento senza via di uscita.
“Cos’è questa robba?”
Cerco di togliermi le lenti, ma lui mi blocca con delicatezza entrambe le braccia.
“Ti chiedo di tenerle servono per non farti vedere quello che indosserai e come sarai truccata. Nessuno ti farà male finchè sarai con noi tre”
Sorrido anche se non posso vedere nulla, il buio mi fa paura, ma mi sento comunque protetta e quando sento delle mani stringere le mie sorrido nuovamente.
“Ci siamo noi”
Riconosco la voce di mio zio e mi tranquillizzo ancora di più poi sento che mi infilano qualcosa che sembra una gonna e una camicia, ma non ne sono sicura. Mi sento ancora sballottata da una parte all’altra della stanza, ma sempre mano per mano con mio zio. Sento che mi stanno truccano poi i miei capelli vengono sistemati ed improvvisamente sento un qualcosa che mi brucia in fronte, stringo la mano di mio zio che mi accarezza la mano subito dopo.
“Tranquilla abbiamo quasi finito”
Annuisco poi sento che un qualcosa mi viene fatto passare dalla testa e viene stretto sul collo ed infine mi fanno indossare delle scarpe. Sento qualcuno che si avvicina e inizia a togliermi le lenti.
“Abbiamo finito”
La voce di Draco suona soddisfatta, finalmente posso vedere di nuovo e me lo trovo di fronte con la mano tesa, l’afferro e con lui mi dirigo di fronte all’unico specchio della sala, quando mi vedo spalanco la bocca.
Indosso una gonna fino a sopra al ginocchio nera con delle calze dello stesso colore, una camicia e una cravatta a righe giallo-rosse, un mantello nero.
“Era la vecchia divisa di Hogwarts” spiega la McGranitt.
Io sorrido sono così felice che Draco abbia pensato a questo costume per questa sera, lo vedo avvicinarsi.
“Non si vede molto la parte più importante”
Si porta di fronte a me e mi sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio poi si sposta ed ecco che vedo la motivazione di quel bruciore.
Sulla mia fronte spunta una stupenda cicatrice a forma di saetta, i miei occhi si riempiono di lacrime.
“Papà…” sussurro.
Sento la mano di Draco far presa sulla mia spalla.
“Tuo padre era insopportabile, ma era un grande uomo e questa sera farai vedere a tutti di cosa era capace e che cosa si devono aspettare da te”
Annuisco convinta poi mi viene messo un kimono ed insieme raggiungiamo gli altri tributi in una sala dove ci fanno salire su delle carrozze che si spingono da sole, so di certo che in realtà ci sono i Thestral lì. Vedo arrivare Piton ed unirsi al nostro gruppo.
“Tu sarai l’ultima a partire”
Annuisco
“Mi raccomando portamento fiero e faccia da guerriera”
Annuisco convinta poi mi stringe la mano, è il primo segno di cordialità che abbiamo uno nei riguardi dell’altro.
“Forza sul carro!” Draco
Salgo sul carro e vedo gli altri tributi uscire quando anche il penultimo è uscito mio zio mi toglie il kimono e subito la carrozza parte.
“Guerriera Hope! Guerriera!” Ron
Appena fuori vedo un sacco di persone che mi guardano sbalordite e subito dopo iniziano ad applaudire ed ad urlare il mio nome. Faccio come mi è stato detto e mantengo lo sguardo duro, ma ogni tanto mi faccio sfuggire un piccolo sorriso. Arrivo di fronte a dove Voldemort terrà il suo discorso e aspetto con ansia. Lo vedo arrivare e in quel momento cala il silenzio.
“Benvenuti a tutti”
Ci scruta tutti e in particolar modo si ferma su di me, scuote la testa quando vede il mio vestiario, ma i suoi occhi rossi sembrano comunque mostrare la sua contentezza perché mi vedrà morta.
“Gli Hunger Games di quest’anno sono stati definiti come i più aspettati di sempre. Vedremo quello che accadrà! Spero che uno di voi possa tornare dalla sua famiglia, per gli altri non dispiace chissà quanto. Mezzasangue in meno”
Un boato si scatena nell’edificio mentre in me si scatena un improvviso istinto omicida. Sarò io a tornare a casa Voldemort qualunque cosa tu faccia.

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Capitolo 6
*** Magia ***


Scendo nei sotterranei e appena entro mi sento osservata. Gli altri tributi sono già lì ed io mi posiziono in cerchio con loro a quel punto vedo arrivare una persona dai capelli corti e scuri, il viso scarno simbolo di una profonda sofferenza che ancora sembra continuare, magro. Fin troppo magro, il corpo sembra rimanere in posizione eretta per miracolo eppure nei suoi occhi riesco a vedere una luce, che sia speranza? Non lo so, ma c’è qualcosa che nei suoi occhi brilla, forse è proprio per quella luce che ancora continua a vivere. Quando si ferma di fronte  a noi, ci guarda, ci osserva quando punta i suoi occhi nei miei sorride leggermente.
“Qui troverete ogni tipo di tecnica che vi servirà nell’arena, vi sposterete per ogni stand a vostra scelta, ma dovete sapere che ognuno di essi è importante, ora la cosa più importante. Quest’anno negli Hunger Games c’è una nuova ‘specialità’, se così si può definire”
Mi porto una mano di fronte agli occhi, questa sembra essere l’anno dei cambiamenti.
“Vorrei che i mentori ci raggiungessero”
Subito dopo quell’affermazione, tolgo la mano da sopra gli occhi nel momento esatto in cui sento la presenza di qualcuno dietro di me, mi volto e vedo Severus serio come sempre, mi volto di nuovo.
“Venite con me”
Ci mettiamo in fila, io e Severus siamo gli ultimi, e seguiamo quell’uomo. Mi scambio diverse occhiate con il mio mentore che sembra cercare di tranquillizzarmi con il suo sguardo, lui sa cosa c’è dietro. Entriamo in una sala piccola adiacente alla precedente, c’è un uomo anziano dentro. Si presenta come Olivander subito dopo fanno uscire tutti tranne il primo tributo del Comprensorio 1. Ad uno ad uno tutti gli altri entrano dentro e non vedo nessuno uscire, sento l’ansia salire, ma cerco di non darlo a vedere.
Vedo l’uomo dai capelli scuri uscire e farmi cenno di entrare, sia io che Severus entriamo, ma appena d’entro mi rendo conto di essere sola. Solo a quel punto mi rendo conto che c’è una seconda porta da dove gli altri possono essere usciti.
“Il tuo nome?”
Sento la voce dell’uomo più anziano tremare e sorrido.
“Hope Potter signore”
Nel sentire il mio nome sembra sospirare per il sollievo poi lo vedo cercare sotto il suo bancone.
“Dov’è? Dov’è? Ero convinto di averla conservata!”
Guardo Severus confusa, lui mi guarda alzando le spalle.
“Eccola!”
Sussulto, Severus mi posa una mano sulla spalla ed io mi volto verso l’uomo che ora ha in mano una scatoletta blu e lunga con  scritto sopra a lettere d’orate: “L’unica”.
Mi avvicino spinta dalla curiosità, qualunque cosa c’è là dentro ho bisogno di saperlo. L’anziano signore mi porge la scatola con delicatezza, io la apro e vedo un bastoncino di legno levigato e ornato a mano, possibile che sia quello che penso? Mi volto verso gli altri e tutti sembrano stiano trattenendo il respiro, l’unico modo per scoprirlo è prenderla in mano, mamma mi ha raccontato che lei quando la sua bacchetta la scelse sentì un formicolio, mentre con le altre combinò un disastro.
Guardo l’impugnatura poi l’afferro.
Niente, non succede nulla. Mi guardo intorno gli altri sembrano delusi almeno quanto me.
Improvvisamente mi sento investita da una sensazione unica, guardo la  bacchetta che ora risplende nella mia mano. Mi volto verso gli altri che sorridono, ovviamente non Severus che si limita ad annuire soddisfatto.
“E’ una bacchetta, vero?”
“Sì lo è” Severus
Vedo l’uomo dai capelli scuri avvicinarsi, guardarsi intorno per poi porgermi la sua mano: “Hope, io sono Oliver Baston ero il capitano della squadra di Quidditch e giocavo con tuo padre, ti ho osservato durante la tua vita al Comprensorio”
“Come?”
Lui mi ha osservato? Come ha fatto? Perché lo ha fatto?”
“Questo ti verrà spiegato dopo nelle tue stanze Potter”
Mi volto verso Severus, annuisco poi torno a guardare il signor Baston.
“Hai la agilità di tua madre e la forza di tuo padre sappi che ti saranno molto utili nell’arena. Dedicati all’arrampicata e all’uso della magia, esercitati con le armi, ma fino ad un certo punto”
“Lo farò e grazie”
Mi sorride e poco dopo il signor Olivander mi è vicino.
“Quella che tieni in mano è la bacchetta di tuo padre”
A quelle parole sento le lacrime pronte ad uscire, ma cerco di trattenermi. Sto tenendo in mano la bacchetta del mio papà.
“E’ una bacchetta che risponde solo a maghi molto potenti, cerca di sopravvivere, potresti salvarci tutti. Te ne prego”
Vedo i suoi occhi diventare lucidi, a quel punto gli stringo la mano che mi ha posato sulla spalla.
“Farò del mio meglio signore, glielo prometto”
Lo vedo sorridere e subito dopo sento la voce profonda di Severus: “Allenati, ma non dare troppo nell’occhio”
Annuisco, subito dopo esco dalla sala con lui al mio seguito.
***
Appena finiti gli allenamenti esco dall’enorme sala e mi trovo di fronte Severus con il mio amato set di preparatori, faccio per abbracciare mio zio, ma un’occhiataccia del mio mentore mi fa capire che non è il caso.
“Da oggi alloggerai per tutta la durata degli allenamenti in uno degli appartamenti assegnati a voi tributi, insieme a noi”
Annuisco alle parole di Severus, vorrei gioire, ma continuo a trattenermi, entro in un enorme ascensore e subito dopo mi ritrovo in un appartamento enorme.
“Ora puoi fare quello che vuoi, le telecamere qui non ci sono”
Alle parole di Severus corro ad abbracciare mio zio che ricambia con la stessa stretta.
“Guarda”
Tiro fuori la bacchetta dai pantaloni e tutti rimangono esterrefatti.
“E’ quella dello Sfregiato”
Draco sorride nel dire quelle parole e tutti gli altri scoppiano a ridere, in quel momento sento una voce in lontananza: “Forza Molly dobbiamo accogliere il nuovo tributo”
Nel sentire quella voce mio zio sorride mentre Draco e la McGranitt si metteno di fronte a me.
“Ron, Minerva, Draco è un piacere rivedervi”
Da un piccolo buco che i due hanno lasciato vedo mio zio abbracciare quell’uomo, subito dopo vedo arrivare una donna paffutella, mio zio abbraccia anche lei.
“Dov’eri finita Molly?”
La donna non risponde, mentre gesticola con le mani, perché non parla?
“Comunque chi è il nuovo tributo quest’anno?”
In quel momento vedo Draco e la McGranitt spostarsi, guardo quelle due persone, la donna si porta una mano alla bocca mentre l’uomo sembra sconvolto.
“Papà, mamma lei è vostra nipote Hope”
A quelle parole guardo mio zio incredula poi mi volto di nuovo verso quelle due persone, l’uomo ha aperto le braccia ed io mi ci fiondo dentro. Sento l’abbraccio dei due stringersi sempre di più, mia nonna mi accarezza i capelli.
“Piccola Hope”
Sorridono nel sentire la voce di mio nonno poi vedo mia nonna correre via e tornare subito dopo con un quaderno ed una penna.La vedo scrivere, poi mi mostra un foglio.
“Sei come tua madre, ma hai gli occhi di tuo padre”
Sorrido poi guardo verso mio zio per chiedergli il perché del foglio? Perché non parla? Mia madre non mi ha mai detto che fosse muta.
Come se mi avesse letto nel pensiero mio nonno interrompe i miei pensieri: “E’ una senza voce, le hanno tagliato la lingua per divertimento”
A quelle parole spalanco gli occhi e corro ad abbracciarla di nuovo, sto per entrare in un’arena eppure ora mi sento bene, vorrei solo che mia madre potesse vivere con loro.

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Capitolo 7
*** E' ora ***


Domani è il grande giorno. Ho seguito tutti i consigli alla lettera, ho fatto tutto quello che volevano eppure non mi sento sicura. In fondo chi lo sarebbe? Sto per entrare in un’arena che potrebbe essere la mia tomba. Mi alzo da quel letto caldo e confortevole e mi avvio verso la cucina dove prendo una fetta di torta alla zucca poi mi siedo vicino alla finestra per osservare la città di Voldemort, città morta, fantasma.
“Tu dovresti dormire, non credi?”
Mi volto e vedo Piton a pochi passi da me, avevo riconosciuto la sua voce, ma il tono di solito duro e freddo ora ha lasciato spazio ad un tono pacato e calmo.
“Non ci riesco”
Lo vedo prendere una sedia e spostarla vicino a me poi si siede.
“Pensi a tua madre?”
“Non solo, continuo a pensare a domani e, so che è immaturo, ma dentro di me spero ancora che qualcosa possa impedirmi di entrare lì dentro”
Lo vedo annuire mentre entrambi continuiamo a guardare fuori.
“Non è immaturo, è logico. Nessuno vorrebbe finire lì dentro”
Lo guardo, ha il viso rilassato, gli occhi persi nel vuoto. Questa è la prima conversazione che affrontiamo senza odio né disgusto verso l’altro.
“Posso chiederle una cosa?”
Mi guarda sorpreso poi annuisce.
“Lei crede che ho qualche possibilità di sopravvivere?”
“Sinceramente credo di sì, ti ho vista durante gli allenamenti e sei una delle più forti anche se ti sei contenuta, hai anche dimostrato di essere una strega potente, se ce la metti tutta potresti farcela”
Lo fisso attentamente, non mi ha mai guardato mentre parlava, ha tenuto il suo sguardo fisso di fuori.
“Noi del resto” continua “ce l’abbiamo messa tutta. Quando ho scoperto che tua madre era incinta, ho cercato informazioni su di te. Ho mandato Baston a controllarti ogni giorno a cavallo della sua scopa, molti di noi hanno deciso di sopravvivere solo per aiutarti in questa impresa perché ognuno di noi sapeva che tu saresti finita prima o poi in quell’arena. Io e i Malfoy abbiamo continuato a fare il doppio gioco, Draco ha improvvisamente avuto interesse per i vestiti, Narcissa e Lucius cercano in continuazione delle informazioni sull’arena e tutti gli altri…bhe hanno aspettato il tuo momento.”
Rimango sbalordita dalle sue parole. Io che credevo di avere tutto il mondo contro in realtà avevo delle persone che dal giorno della mia nascita lottavano per questo momento, per farmi rimanere in vita.
“Perché lo avete fatto?”
Alla mia domanda vedo il suo viso contrarsi poi mi guarda in volto.
“I tuoi parenti credo per amore, i Malfoy si erano pentiti della loro scelta e hanno pensato di rimediare così, gli altri per speranza che la tua venuta porti un mondo migliore”
“E tu?”
Quelle parole mi escono senza chiedere il permesso e senza neanche pensarci gli ho dato del tu, forse è per questo che il suo viso è improvvisamente diventato più scuro.
“Avevo fatto una promessa…” torna a guardare fuori “a tua nonna Lily. Non ero riuscita a salvarla e avevo promesso che avrei aiutato tuo padre a costo della mia stessa vita…” lo vedo chiudere gli occhi e scuotere la testa “fatto sta che non ci sono riuscito.” Mi guarda ora poi prende le mie mani: “Ed ora cercherò di far di tutto per farti uscire da quell’arena. Cercherò di fare quello che con tuo padre non mi è riuscito. Tutto quello che è in mio potere.”
“Quindi tu sei la mia potenza"
Per la prima volta nei suoi occhi vedo la tristezza e il dolore, mia madre mi aveva raccontato la sua storia, ma non credevo ci stesse così male.
"Ed io cercherò di fare di tutto per non morire lì, dopotutto ho sedici anni e una vita intera di fronte”
Lo vedo sorridere per la prima volta poi si volta ed entrambi torniamo a fissare fuori dalla finestra.
“Credo che dovresti almeno provare a dormire”
Annuisco, ha ragione. Devo provarci o domani non sarò in forma, mi alzo e risistemo la sedia mentre vedo Piton rimanere lì.
“Buonanotte, signor Piton”
“Buonanotte Potter, buonanotte”
***
Vengo svegliata dalla luce che entra dalla finestra della mia camera, mi vesto ed esco dalla stanza. Lì fuori vedo tutti pronti che aspettano solo me.
“Andiamo”
La voce di Piton suona di nuovo dura, io afferro la mano di mio zio e con tutti gli altri mi dirigo sul tetto dell’edificio.
“Ci dobbiamo salutare Hope”
Guardo mio zio che mi sorride, ma i suoi occhi esprimo tutto tranne la felicità.
“Non venite?”
“Non ci è concesso” McGranitt
“Capisco”
Abbraccio di slancio i componenti della mia famiglia, cerco di annusare il più possibile i loro odori per ricordarmeli anche nell’arena.
“Cerca di tornare presto” mio nonno sorride mentre lo dice.
“E voi aspettatemi mi raccomando”
“Non ci muoviamo da qui”
Sorrido a quell’affermazione poi stringo la mano di Draco e quella di Piton, guardo quelle quattro persone che sono ancora lì a sorridermi e ha farmi coraggio finche non sento l’aria non entrare nei polmoni e la testa girare. Quando riappoggio i piedi a terra noto che sono in una stanza rossa. E’ l’ultima camera che i tributi vedono prima di essere mandati a combattere.
“Mi chiedevo quando sareste arrivati”
Mi volto e vedo un uomo alto, dai capelli rossi. Noto subito che gli manca l’orecchio sinistro e senza pensarci due volte lo abbraccio.
“Da cos’è che mi hai riconosciuto?”
“Orecchio sinistro perso a causa di un incantesimo lanciato per sbaglio a te dal signor Piton durante la battaglia con i mangiamorte avvenuta sopra Privet Drive”
Lui scoppia a ridere sentendo la mia descrizione dettagliata.
“Tua madre è sempre così logorroica?”
“Dice che ho ripreso da lei”
Sento di nuovo la sua risata nell’aria poi torna ad essere serio.
“Devo sbrigarmi, quei due mangiamorte non sembrano gradire il nostro abbraccio”
Mi volto e sulla soglia vedo due figure vestite di nero. Mio zio tira fuori una siringa e subito dopo sento un dolore allucinante al braccio.
“Resisti è il tuo localizzatore”
Annuisco mentre il dolore aumenta ancora di più. Quando estrae l’ago sospiro per il sollievo.
“MUOVITI WEASLEY!” Sento uno dei due mangiamorte gridare.
Mio zio mi abbraccia: “Fa vedere al mondo di che pasta sei fatta”
Si scioglie dall’abbraccio poi lo vedo sparire fuori dalla porta.
“Forza Hope dobbiamo prepararti”
Annuisco nuovamente poi prendo i vestiti dentro uno scatole e ci scopro un paio di pantaloni scuri, una canottiera nera, una felpa del medesimo colore, un giacchetto impermeabile e pesante.
“Non ha senso questo vestiario! I primi due indumenti ricordano posti caldi, i secondi freddi. Cos’hanno in mente?” Draco
“I tuoi genitori non sono riusciti a scoprirlo” Piton
Draco mi fa cenno di indossare i vestiti ed io faccio come mi è stato detto poi lui mi lega i miei lunghi capelli rossi in una coda alta.
“Sei pronta”
In quel momento vedo Piton mettersi di fronte a me.
“Io devo andare dagli altri mentori, farò di tutto per aiutarti, ma tu dacci dentro”
Sorrido lievemente mentre annuisco ricordando la nostra conversazione di ieri sera poi lo vedo uscire dalla stanza, sento una mano posarsi sulla mia spalla e mi volto.
“Ce la farai, ricorda solo di trovare l’acqua. Nelle vicinanze troverai anche del cibo. Crediamo tutti in te, hai la bacchetta?”
La tiro fuori dalla tasca dei pantaloni poi la rimetto dentro.
“Ottimo che incantesimi conosci?”
“L’expelliarmus e lo stupeficium”
Annuisce: “Sono ottimi incantesimi, ma ricordati l’Incarceramus che farà apparire delle corde che avvolgeranno l’avversario e il sectunsempra. E’ un incantesimo di attacco molto potente che lascerà in fin di vita il tuo avversario”
Cerco di memorizzare quei nomi. Sarei sicuramente contraria ad usare l’ultimo, ma nell’arena dovrò combattere per la mia sopravvivenza e se questo significherà uccidere, dovrò farlo.
Improvvisamente una voce ci dà il segnale che è ora del lancio, Draco mi accompagna su una piastrella metallica circolare.
“Buona fortuna Potter”
Un cilindro di vetro mi cala intorno, poggio una mano su di esso e lui fa lo stesso dall’altra parte. Mima con le labbra un: -Mi raccomando.
Ed io annuisco poi la piastrella inizia a salire e dopo svariati secondi sento di nuovo l’aria fresca, la piastrella ora è completamente fuori dal cilindro. Mi guardo intorno e mi sento paralizzata dal terrore per la visuale.
“Signore e signori che i sedicesimi Hunger Games abbiano inizio!”

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Capitolo 8
*** Giorno I ***


Non posso crederci, il paesaggio che mi si presenta è innaturale e dannatamente realistico. Noi tributi siamo in una pianura verde, disposti in una fila, che si trova al centro di un enorme lago dal colore scuro. Di fronte a noi si erge possente una struttura , un castello meraviglioso. Cosa c’è di strano? Che il castello è diviso a metà, la prima sembra essere in primavera, mentre la seconda sembra essere in pieno inverno. Mi giro e dietro noto la Cornocopia, riesco a scorgere armi e cibo, ma non ho intenzione di lottare per tutta quella roba, mi farei solo uccidere prima del dovuto.
Il gong suona e mentre la maggior parte dei tributi corre verso la Cornocopia, io corro in direzione opposta. Corro veloce, con Ted ci sfidavamo spesso e io gli ho sempre dato filo da torcere, arrivo di fronte all’acqua e senza pensarci su mi tuffo. Inizio a nuotare il più veloce possibile, sono quasi dall’altra parte quando sento bloccarmi la gamba destra. Mi volto e noto che il tributo del mio stesso Comprensorio mi ha bloccato con un braccio e sta cercando di colpirmi con l’altra mano con la quale impugna una spada.
Cerco di liberarmi della sua presa, ma non ci riesco, sento la paura crescere in me. E’ davvero questa la mia fine? Quando sta per sferrare il colpo, riesco a colpire i suoi gioielli di famiglia con l’altra gamba. Per il dolore lascia la spada che inizia ad andare a fondo, io mi immergo e la prendo al volo mentre il mio caro tributo è ancora lì immobile nell’acqua. Riprendo a nuotare e finalmente ho raggiunto l’altra parte. Mi guardo di fronte un attimo, mi serve un posto dove potermi nascondere. Non andrò verso la parte invernale altrimenti , essendo bagnata, morirei congelata in poco tempo. Mi volto e vedo che gli altri tributi stanno arrivando , a quel punto inizio a correre verso dei piccoli alberi che spuntano dietro il castello, quando mi avvicino vedo che non sono solo qualche albero, ma una vera e propria foresta. Corro, continuo a correre ed entro nella profondità della foresta. Quando sono sicura di essere abbastanza lontana dagli altri mi fermo un attimo per riprendere fiato. Ho una sete tremenda, ma non ho acqua e inizio a temere che il lago sia l’unica fonte d’acqua, ma scaccio via subito quel pensiero. Non voglio demoralizzarmi poi sicuramente quel lago deve essere alimentato da qualcosa. Il pomeriggio sta arrivando al termine eppure è ancora molto caldo e la giacca si sta iniziando ad asciugare. E’ ora di cercare un posto in cui dormire, ma dove? Le grotte saranno cercate da tutti, cosa mi resta? Alzo lo sguardo e sorrido.
Inizio ad arrampicarmi sull’albero e dopo svariati tentativi riesco a raggiungere uno dei rami più alti, sono parecchio coperta qui. Mi tolgo la felpa e la giacca e le stendo sui rami superiori poi torno al mio posto.
Come riuscirò a dormire? Dovrò rimaner sveglia! Non ho corde con cui legarmi e a meno che non voglio morire perché caduta da un albero non mi resta che rimanere sveglia.
Improvvisamente mi tornano in mente le parole di Draco e i suoi incantesimi, come si chiamava quello che legava i nemici?
Prendo la bacchetta e me la punto sulle gambe: “Emcarceranus”
Non succede nulla. Com’era quella formula?! Perché non sono stata più attenta? Miseriaccia!
Sento un qualcosa nella mia testa, come un fischio. Improvvisamente sento una voce maschile e dolce che mi sussurra qualcosa.
“Incarceramus”
Delle corde escono dalla mia bacchetta, ma si afflosciano subito dopo.
“Incarceramus!”
Ripeto con convinzione e questa volta le corde si legano alle mie gambe e al ramo ed io sorrido soddisfatta. Ma che è successo? Chi era nella mia testa?
In quel momento sento la voce del signor Lovegood.
“Ed ora i nomi dei tributi caduti….”
Sento i nomi di entrambi i tributi del Comprensorio 6, il maschio del Comprensorio 3 e le ragazze del Comprensorio 4 e 5.
Meno cinque, siamo rimasti in nove. Sono entrata nella TOP TEN dei tributi di quest’anno senza troppe difficoltà poi un pensiero mi torna in mente. Josh, il tributo che ha tentato di uccidermi, è ancora vivo. Penso che ci sarà sicuramente uno scontro tra noi due.
Ora mi sento dannatamente sola, ma so che sola non sono. Sicuramente c’è una telecamera che mi sta spiando, mi accoccolo al ramo e prima di chiudere gli occhi mi volto verso il tronco e gli mando un bacio.
“Notte mamma, notte Teddy”
***
Siamo qui in piazza a guardare il maxischermo, Teddy è in piedi di fronte a me. Sento l’ansia in ogni momento. Quando la vedo per la prima volta sulla schermo, vorrei urlarle quanto le voglio bene, è così bella. Josh la prende per una gamba, qui c’è gente che esulta e gente che invece vorrebbe strozzare quel ragazzo, come me, quando gli tira quel calcio esulto dentro di me mentre Ted scoppia a ridere, sorrido anche io.
La vedo salire sull’albero e quando tira fuori la bacchetta una lacrima solca il mio volto.
“Harry…”
Si sistema per bene, ora vedo il suo volto e sento le sue parole.
“Buonanotte amore mio, credo in te”

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Capitolo 9
*** Giorno II ***


Scusate per il ritardo :O Scusate, scusate, scusate! Oggi non è neanche giornata, spero vi piaccia
_Lils_




Apro gli occhi e sento un dolore tremendo alla schiena, i rami non sono di sicuro il posto più comodo dove ho dormito. Slego le corde poi con calma prendo la felpa e la giacca che si sono asciugati. Scendo e ,dopo essermi messa in spalla la spada, inizio a camminare in cerca di acqua e cibo, anche perché il mio stomaco inizia a brontolare.
Torno al lago? Rischio? O cerco di rimanere nei paraggi?
Potrei farlo, restare qui, aspettare che tutti si uccidano a vicenda e risultare così la vincitrice. Rido da sola, non fa parte di me, rischiare è nel mio sangue altrimenti non sarei figlia di Potter.
Decido di tornare verso il lago, tendo l’orecchio e sobbalzo al minimo rumore, improvvisamente sento un colpo di cannone. Qualcuno c’è rimasto secco. Sento dei passi verso di me e cerco di nascondermi, vedo un cespuglio e mi ci fiondo dentro, subito dopo vedo delle scarpe. Trattengo il respiro.
“Un altro in meno”
La voce è profonda, ma non appartiene ad un ragazzo, sicuramente è la ragazza del 3. Alta, spalle da lottatore di sumo, tutto il contrario di me.
“Ora ci tocca levar di mezzo quella Potter, è pericolosa!”
A parlare è stato il ragazzo del 4, credo si chiami James, nome che non si merita a parer mio. Fisicamente è molto simile a Josh e questo per me è tutto fuor che una buona notizia.
“Quella lasciatela a me! Conosco i suoi trucchetti e la farò fuori!”
Parli del diavolo e spuntano le corna! La voce di Josh mi riempie le orecchie, vuole uccidermi e di questo sono certa. Sento i loro passi che si allontanano e faccio per uscire, ma in quel momento qualcosa mi blocca e mi ritrovo con una mano sulla faccia.
Cerco di liberarmi, ma non riesco, in quel momento rivedo le scarpe di quei tre ripassarmi di fronte e trattengo il respiro nuovamente, dopo qualche secondo spariscono. Finalmente mi libero dalla presa e mi alzo, guardo la persona che mi aveva preso alle spalle. Un ragazzo alto, muscoloso il dovuto, capelli neri e due occhi castani. è dell'1.
“Ma sei impazzito?”
“Bel modo di ringraziarmi”
Alzo un sopracciglio: “E per cosa dovrei ringraziarti?”
“Per averti salvato la vita”
“TU NON MI HAI SALVATO LA VITA!” Urlo infastidita.
“Ah, no? Allora non stavi per uscire quando hai visto quei tre andar via la prima volta, credevo di sì”
Sbuffo, ha ragione, mi ha salvato la vita, ma non gliela darò vinta.
“Perché hai voluto “salvarmi”? Volevi la reputazione d’eroe?”
Scoppia a ridere: “ No, grazie. La parte dell’eroina la lascio a te. Mia cara figlia di Potter, io sono Anthony Corner, figlio di…”
“Dell’ex di mia madre, so chi era tuo padre. Quindi non hai intenzione di uccidermi?”
“Uccidere la figlia di Potter? Sarebbe come uccidere mio padre, sarei diseredato dalla mia famiglia”
Scoppio a ridere e lui fa lo stesso con me.
“E se dovessimo rimanere solo noi due?”
“Allora sarà un altro conto piccoletta”
“Piccoletta? Quanti anni hai tu, spilungone?”
“Venti”
Spalanco la bocca, sembra più piccolo, lui scoppia a ridere: “Allora compagna, andiamo?”
“Compagna?”
“Certo ora siamo alleati”
Vorrei controbattere, come si è permesso di prendersi tutta questa libertà?! Sto per parlare, ma sento una voce nella mia testa: “Un alleato può esserti utile”
Scuoto la testa, di nuovo quella voce. Sto diventando pazza? Decido di dargli ragione.
“Andiamo dove ti pare, basta che ci sia acqua e cibo, sono affamata!”
Seguo il mio “amico”, camminiamo per un po’ poi vedo ergersi la figura possente del castello e rimango di nuovo sbalordita.
“Che c’è? Non avevi mai sentito parlare di Hogwarts?”
Lo guardo: “Questa è Hogwarts?”
“Una riproduzione, fatta piuttosto bene, ma insomma tua madre non ti ha mai mostrato una foto?”
“Si dia il caso che nel nostro Comprensorio siano state distrutte tutte le cose che avevano a che fare con la magia!”
“Davvero?”
Mi guarda sbalordito, ma che c’è? Nel suo Comprensorio non segue le nostre stesse regole?
“Sì, davvero”
“Da noi la magia non è totalmente oscurata, possiamo fare diversi incantesimi e non riesco a capire perché da voi è così!”
“Cervellone forse perché ci siamo io e mia madre”
“Non ci avevo pensato”
Scoppiamo a ridere insieme poi ci avviciniamo a quella struttura e sento una strana emozione, Hogwarts. Sto per entrare in una riproduzione di quella scuola che ho sempre sognato.
“Che ne dici se per stanotte invece che su un ramo dormi su un letto?”
“E tu che ne sai che ho dormito su un albero?”
“Ti ho seguito, semplice”
Fa spallucce ed io lo guardo entrare nel castello, aspetto fuori per un po’ poi sorrido e faccio spallucce anche io: “Semplice” ripeto divertita.
In quel momento lo raggiungo e subito dopo sentiamo delle voci, guardo Anthony lui mi rimette una mano sulla bocca e mi trascina dietro un’armatura.

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Capitolo 10
*** Giorno III ***


In quel momento lo raggiungo e subito dopo sentiamo delle voci, guardo Anthony lui mi rimette una mano sulla bocca e mi trascina dietro un’armatura.
Subito vedo la figura alta della ragazza del 3 che sta strattonando il ragazzino del 5, vedo Anthony che mi fa segno di tacere poi con una calma innaturale si avvicina a quei due.
“Morirai in modo lento e doloroso”
Nel sentire quelle parole esco da dietro la statua e faccio segno al mio alleato di tornare indietro, lui scuote la testa.
Sbuffo e mimo con la bocca: -Cretino torna qui! Quella ti ammazza!-
Scrolla le spalle e si avvicina a lei che continua ad urlare contro il ragazzo, in un batter d’occhio lei si volta, ma Anthony più veloce di lei le conficca la spada dritta nello stomaco. Aspetta ,dove l’ha presa quella spada? Mi volto e noto che la mia non è più nella sua fodera, scuoto la testa ed esco allo scoperto. La ragazza ancora rantola sul pavimento ed io non riesco a sopportare quella visuale.
“Anthony, finiscila! Ti prego!”
Lui mi guarda stordito ed io lo prego ancora, con un colpo secco le stacca la testa, rabbrividisco nel vedere la scena mentre sento un conato di vomito salire. Corro dietro all’armatura e butto fuori tutto ciò che avevo ingerito poi torno dagli altri due e noto con piacere che hanno nascosto il cadavere.
“Va via! Muoviti!”
Il ragazzo sembra essere stupito dall’affermazione di Anthony: “Sbrigati prima che cambi idea!”
Subito corre fuori, Anthony chiude i portoni poi torna da me: “Tutto bene?”
Annuisco e cerco di sorridere, mi prende per mano: “E’ tutto ok, vieni”
Mi faccio guidare da lui, Hogwarts doveva essere magnifica! Alla fine arriviamo di fronte ad una porta senza maniglia.
“Ed ora?”
“Shh!”
Lo guardo in cagnesco mentre sento una voce provenire dalla porta: “Viene prima la fiamma o la fenice?”
“Un cerchio non ha inizio”
La porta si apre ed io lo guardo sbalordita: “Come hai fatto?”
“Segreti di Hogwarts, ora vieni dentro”
Annuisco ed entro, la stanza è stupenda, Anthony mi spiega essere la Sala Comune dei Corvonero poi saliamo le scale e entriamo nel dormitorio maschile. Mi sistemo sul letto e chiudo gli occhi, mi sento osservata e li riapro, Anthony mi sta fissando.
“Io vado a prendere qualcosa da mangiare, tu resta qui”
Annuisco poi lo vedo uscire, mi risistemo nel letto. Due giorni, solo due giorni, sembrano passati anni ed invece sono soli due giorni d’inferno. Per quanto ancora durerà? Vivrò o perirò qui? E se dovessimo rimanere solo io e Anthony? Sarei in grado di ucciderlo?
 
***
 
La luce mi dà fastidio ed apro gli occhi, mi stiracchio e con un braccio tocco qualcosa, sbarro gli occhi. Mi volto e lo sento ridere.
“Buongiorno”
“Che ci fai nel mio letto?”
Mi alzo immediatamente e lui scoppia a ridere: “Guarda che non avevo intenzione di stuprarti! Ti agitavi nel sonno, chiamavi un certo Teddy ed io mi sono avvicinato per tranquillizzarti”
“Cercavo Teddy?”
Annuisce, non ricordo cos’ho sognato, ma sicuramente era un incubo, mi risiedo sul letto.
“Grazie”
“Di niente”
Si alza, prende qualcosa da un comodino e me lo riporta: “Ieri sera ti sei addormentata, questo è per te”
Sopra ci vedo una grande quantità di more e un pezzo di carne, gli sorrido e lui fa lo stesso. Dopo aver mangiato, rimaniamo in camera, lui si allena con la spada, io con la bacchetta.
“Anthony?”
“Dimmi…”
Devo chiederglielo, è un dubbio troppo forte in me.
“Se dovessimo rimanere solo noi due, tu mi uccideresti per primo?”
In quel momento sento un sibilo, mi sto per voltare, ma Anthony mi ferma.
“Corri”
“Cosa? Perché?”
“Corri!”
Inizio a correre dopo poco lui mi raggiunge: “Cosa sta succedendo?”
“Un basilisco, dietro di noi!”
Sbarro gli occhi e corro più veloce che posso, lui mi prende per mano, sento quel mostro dietro di noi. So che è a poca distanza da noi, improvvisamente sento uno strattone, mi volto e Anthony è a terra.
“Corri via!”
Scuoto la testa, mi ha salvato la vita non posso lasciarlo qui, vedo la bestia avvicinarsi ed io mi nascondo dietro ad una colonna, vedo la bestia a pochi centimetri da Anthony. La sua spada, cioè la mia, è a poca distanza da me, la raccolgo e quando il basilisco sta per attaccare Anthony sferro il mio colpo, gli trafiggo la gola al bastardo. Il basilisco si contorce su se stesso prima di rimanere a terra inerme, io corro da Anthony che tiene ancora gli occhi chiusi.
“Puoi anche aprirli ora”
Appena mi vede sbarra gli occhi: “Lo hai ucciso tu?”
“No, la spada si è animata e l’ha trafitto”
Scoppiamo a ridere insieme poi quando fa per alzarsi cade a terra, mi avvicino a lui: “Tutto bene?”
Scuote la testa, la sua caviglia è parecchio gonfia, gliela sfioro a malapena e lui urla di dolore.
“Credo sia rotta”
Lui digrigna i denti: “Sono spacciato”
“Assolutamente no” gli do una mano ad alzarsi e iniziamo a camminare per i corridoi.
“Che cosa stai cercando di fare?”
“Ti aiuto, mi sembra ovvio, no?”
Lui scuote la testa mentre geme per il dolore: “Cosa speri di trovare?”
“Non lo so, una stanza che ti possa far star comodo”
In quel momento sento un rumore, ci voltiamo e vediamo una porta comparire sul muro.
“La Stanza delle Necessità”
Lo guardo a bocca aperta, è davvero quella stanza? Non ci rifletto molto ed entro all’interno, c’è un letto con un rialzo per la gamba, faccio adagiare Anthony.
“Perché lo hai fatto?”
“Adesso siamo pari”
Sorrido e lui fa lo stesso poi mi fa segno di sedermi sul letto, lo faccio.
“Ora è meglio che tu ti riposi”
“Ma devo risponderti alla domanda”
“Riposa, per la domanda ci sarà sempre tempo”
Lui si volta ed in poco si addormenta, io cammino avanti e indietro per la stanza. La comparsa del basilisco non è stata certamente casuale! Se solo potessi confrontarmi con qualcuno al di fuori! Se solo sapessi di più su Hogwarts o su mio padre…
“Scoprirai tutto a tempo debito, tranquilla piccola”

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Capitolo 11
*** Giorno IV ***


Non ho dormito, non sono riuscita a chiudere occhio, le vicende successe ieri rimangono nella mia testa, la testa della ragazza del 3 è nella mia mente. Mi sento in colpa, lo stomaco mi si rivolta, faccio avanti e indietro per la stanza, beato Anthony che riesce a dormire.
“Hai finito di fare avanti e indietro?”
Mi volto verso di lui e sorrido: “Ti dà fastidio?”
“Un po’…”
Mi avvicino a lui, il volto bianco è piegato in una smorfia di dolore, la caviglia è , se possibile,  ancora più gonfia di ieri sera.
“Dobbiamo fare qualcosa”
“Potremmo amputarla?”
Lo guardo male, crede davvero che sia il momento di scherzare? Lui sorride, questo ragazzo mi farà venire i capelli verdi!
“Vado a cercare aiuto”
Mi avvicino all’enorme porta che mi porterà allo scoperto, dovrò essere cauta.
“Ma sei impazzita! Ti farai uccidere!”
“Grazie per la fiducia”
Esco dalla stanza e sento l’aria dolce e fresca della primavera investirmi, sorrido, adoro la primavera. Cammino per i corridoi, sembra non esserci nessuno, che posso fare? Dove trovo aiuto? Gli altri tributi mi ammazzerebbero senza neanche pensarci, non danno seconde possibilità come me e Anthony.
“Io proverei con l’infermeria, Madama Chips teneva lì molti manuali”
Scuoto la testa, da dove viene questa voce? Mi sta aiutando, ma se fosse un modo per attirarmi in trappola? E soprattutto a chi appartiene? E’ una voce dolce, rassicurante, che usa appellativi materni, ma la voce è maschile. Ci mancava solo la voce a cui pensare….
Sento dei rumori assordanti, delle urla, mi affaccio e vedo molti ragazzi che si stanno dando contro, non so quanti siano, faccio per voltarmi, ma sento la voce possente di Josh: “Ti ho vista!”
Sento il sangue gelarsi nelle mie vene, inizio a correre, non so che fare e credo che sia l’unica cosa possibile, improvvisamente sento un dolore lancinante ad un fianco, tocco il punto con la mano e la vedo ricoperta di sangue. Continuo a correre, anche se il dolore mi sta iniziando a far vedere sfocato e doppio.
Sento i suoi passi vicini, troppo vicini, improvvisamente tiro fuori la spada e mi volto, incrocio la sua.
“Pronta a morire, Potter?”
“Non ci conterei!”
Il rumore delle lame che si scontrano è l’unico suono nella mia testa, i suoi occhi sono vitrei, non c’è emozione, nei miei sono sicura è immersa la paura.
“Che c’è pensi al tuo amichetto che è a casuccia?”
“Sciacquati la bocca prima di parlare di Teddy!”
Continuo a lottare anche se la ferita brucia sempre di più.
“Ma lo hai già rimpiazzato! Tranquilla quando tornerò gli dirò che non pensavi a lui!”
Un urlo disumano esce dalla mia bocca, continuo a lottare, digrigno i denti e vado avanti, ma dopo poco la mia spada mi scivola dalle mani ed io mi ritrovo con la sua al collo ed il muro dietro.
“E’ la fine!”
Inizio a tremare, i miei muscoli sono fuori al mio controllo, rispondono solo alla paura.
“La bacchetta! La bacchetta! Schiantalo!”
Scuoto di nuovo la testa, nel frattempo Josh sta facendo un suo monologo su come mi ucciderà, cerco di muovere un braccio e dopo svariati tentativi riesco a raggiungere la tasca del pantalone. Prendo la bacchetta e ,nel momento in cui Josh ha finalmente deciso di uccidermi tagliandomi svariate parti del corpo, urlo: “Stupeficium!”
Lo vedo accasciarsi a terra ed io cado sopra a lui: “Stronzo!”
Non riuscirei a ucciderlo neanche volendo, non ho la forza. Mi rialzo e mi riavvicino a dove poco prima avevo sentito le urla, lo spettacolo che mi aspetta è orribile. Corpi a terra, alcuni mutilati, tra di loro riconosco l’amico di Josh. E’ rimasto solo. Mi appoggio al muro e continuo a camminare, finalmente vedo una porta con sopra scritto a caratteri cubitali: Infermeria.
Vi entro e mi richiudo la porta alle spalle, devo sbrigarmi. Non voglio che Josh si risvegli e mi venga a cercare.
Sfoglio libri, apro cassetti, ma non trovo quello che cerco, improvvisamente noto un foglietto a terra che prima non c’era, lo raccolgo.
 
“Oggi il professor Allock ha cercato di riparare il braccio di Harry con l’incantesimo BRACHIUM EMENDO, ma l’ha pronunciato male e gli ha fatto sparire le ossa, il suo braccio era orribile. Ma può succedere anche ai migliori maghi di sbagliare, no?
Hermione”
 
Sorrido, quel foglio non è lì per caso, c’è qualcuno che mi sta aiutando, quel foglio è stato scritto da una strega strabiliante, amica di mio padre, scoppio a ridere subito dopo.
 
“Lui non è un bravo mago, è un cretino, fattene una ragione ‘Mione.
Ron”
 
Scuoto la testa e sorrido poi, dopo essermi messa il foglietto in tasca, esco dall’infermeria e torno di corsa, per quanto la ferita mi permetta, da Anthony. Quando entro sorrido e lui fa lo stesso, mi avvicino al letto e sfodero la bacchetta.
“Hai trovato il rimedio?”
Annuisco e dopo pronuncio ad alta voce e chiaramente: “Brachium Emendo!”
Vedo la sua caviglia sistemarsi e sospiro, lui mi guarda male: “Perché hai sospirato?”
“Oh…bhe… poteva darsi che… se sbagliavo…insomma…ti saresti ritrovato senza ossa!”
Lo vedo sbarrare gli occhi e scoppio a ridere: “Ma sei pazza? Mi avresti…tu…dannazione!”
Sento una fitta terribile alla ferita, lui mi guarda preoccupato poi si avvicina, scruta la ferita, lo vedo cercare qualcosa in una casacca poi mi mette un unguento e si rimette a letto, facendomi spazio. Mi avvicino a lui e subito dopo mi addormento tra le sue braccia, è incredibile come questo ragazzo somigli a Teddy ed è incredibile come mi sono legata a lui in soli quattro giorni. Anche se qui i giorni, sembrano anni

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Capitolo 12
*** Giorno VIII ***


Apro gli occhi, siamo rimasti in tre e sono quattro giorni che non usciamo dalla Stanza delle Necessità. Anthony non è ancora guarito del tutto e con Josh assetato di sangue non era il caso di uscire.  
“Potter a che pensi?”
“Siamo rimasti in tre…”
Mi volto verso di lui, lo vedo sorridere tristemente, sa cosa intendevo con quella frase. Uno di noi dovrà uccidere l’altro molto probabilmente, qualche giorno fa sarei stata felice di farlo, ma ora, dopo tutto questo tempo passato insieme, non ci riuscirei mai. Lui è diventato mio amico, lui mi ha protetto, mi ha coccolato quando avevo paura, mi ha sgridato quando avevo sbagliato o rischiato, lui è stato fondamentale in questa avventura.
“Non ci pensiamo ora e andiamo a cercare dell’acqua, è quasi finita”
Sorrido poi esco dalla stanza con Anthony, cammino avanti a lui quando improvvisamente sento un qualcosa arrivarmi dritta in testa, mi volta di scatto e vedo il mio compagno sulla parte imbiancata di Hogwarts con delle palle di neve tra le mani.
“Che combini?”
“Oh andiamo, Hope. Divertiamoci un po’! Probabilmente moriremo tra poco”
Scoppio a ridere poi gli corro incontro e iniziamo a tirarci palle di neve, ridiamo e scherziamo come dei bambini. Io inizio a correre e lo sento dietro di me, scoppio a ridere quando mi afferra e mi atterra, continuiamo a giocare con la neve, alla fine me lo ritrovo sopra, sorrido divertita.
“Che ti ridi, Potter?”
Prendo una manciata di neve e gliela infilo in bocca: “Ecco perché ridevo”
Lui inizia a farmi il solletico, io mi divincolo mentre sento la neve entrarmi dentro i vestiti.
“Basta! Anthony, basta!”
Riesco a liberarmi e comincio a correre di nuovo, subito dopo però mi fermo e lui fa lo stesso, ci guardiamo e scoppiamo a ridere, non c’eravamo mai divertiti così tanto anche se questo comunque renderà ancora più difficile il nostro compito.
 
***
 
POV Teddy
 
La vedo là, sono quattro giorni che è diversa, sorride, il suo bellissimo sorriso è spesso sul suo volto, quel sorriso che riservava solo a me ora è per un altro. Quell’altro che probabilmente alla fine la ucciderà, quell’altro che non sa nulla di lei, quell’altro che non c’era quando piangeva nella notte, quando aveva gli attacchi di panico, quando scappava di casa e correva via per cercare un po’ di pace, quell’altro che non è me. Gelosia? Probabilmente è anche quella che mi fa parlare o forse no, ma la cosa che so è che lui non merita quel sorriso.
Ora sono nella neve, giocano. Sento il cuore essere stretto da un anello, mi ricorda tanto i nostri pomeriggi, quelli in cui dopo lo studio iniziavamo a scherzare facendo finta di vivere in un mondo diverso, fingendo che la vita ci avesse riservato solo cose belle. Quei pomeriggi in cui la osservavo di nascosto, i suoi capelli rossi le accarezzavano il viso angelico, gli occhi verdi sprigionavano energia e la sua bocca rossa era così invitante. Eppure siamo solo amici, lo ripetevo in continuazione, ma alle mie orecchie suonava sempre e comunque come una bugia. Era da tempo che non provavo più un’amicizia per lei, lei è la sua ragione di vita e chiunque le farà del male, morirà per mano mia.
Ogni giorno prego solo che la mia Hope torni a casa.
 
***
 
“Allora quest’acqua?”
“Signorina Hope non rompa le scatole”
Scoppio a ridere alla sua affermazione, sono ore che cerchiamo l’acqua, ma non la troviamo mai perché continuiamo a cambiare percorso, nessuno vuole incontrare l’altro.
Improvvisamente lo vedo accasciarsi a terra, mi volto verso un albero e vedo Josh con la bacchetta tesa: “Manchi solo tu, Potter”
Lo vedo correre via e mi avvicino con il cuore in gola ad Anthony, vedo il sangue sgorgare da diverse ferite.
“Anthony, come?...”
“Non riesci a stare zitta neanche ora, Potter”
Cerco di fermare il sangue, ma non ci riesco.
“Vado a prendere delle medicine”
Sento la sua mano che mi blocca e lo vedo scuotere la testa: “E’ inutile”
Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso, non può essere. Quindi il momento della nostra separazione è arrivato, lui sta…sta morendo.
“Non puoi andartene”
Lo vedo sorridere: “Dovresti essere… contenta, almeno… non mi hai ucciso tu”
“Cretino”
Ridiamo entrambi poi lui si fa una smorfia di dolore.
“Che posso fare?”
Sorride impercettibilmente poi mi fa avvicinare ancora di più a lui: “Una cosa ci sarebbe…”
“Dimmi”
Sospira: “Hope voglio…voglio che tu…sia il mio…ultimo bacio…voglio che …”
Non finisce la frase perché io mi avvicino e lo bacio dolcemente, non so perché lo faccio, forse perché lo voglio far felice o probabilmente perché è un contatto di cui anche io ho bisogno, per farmi forza e coraggio.
“Grazie…”
Vedo i suoi occhi chiudersi e continuo a piangere in silenzio vicino a lui per un po’.
“Devi alzarti! Devi combattere!”
Sento quella voce e mi alzo, saluto Anthony con un ultimo abbraccio poi mi avventuro alla ricerca di Josh. Ti ucciderò! E’ una promessa!

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Capitolo 13
*** Finisce la tortura ***


Ciao ragazzi volevo solo augurarvi buon Natale <3
Spero che lo passiate felicemente e che vi riempiano di regali, non solo materiali, che facciano splendere il sorriso sul vostro viso.
Un bacio
_Lils_


Gli corro dietro, corro dietro a quel bastardo che ha ucciso Anthony, mi avrà fatto un favore, ma è comunque uno stronzo. La spada è ben fissa al mio fianco, la bacchetta nella tasca. Sento i suoi passi, è piuttosto pesante e sulla terra lascia delle impronte profonde.
“Fermati!”
Sento la sua risata, non credevo mi avrebbe ascoltato, ma tentar non nuoce mai. Continuiamo a correre, la mia distanza diminuisce sempre meno, improvvisamente lo vedo bloccarsi e sorrido: “Sei mio”
Nessuna reazione alla mia frase, rimane immobile poi si volta e comincia a correre in mia direzione, sfodero la spada, sono pronta a colpirlo e a combattere, ma lui mi passa vicino e neanche mi calcola, lo guardo allontanarsi poi torno a guardare la direzione precedente e subito impallidisco, comincio a correre anche io.
Diversi animali ci corrono dietro, credo di aver riconosciuto un’acromantula e un erumpent, non sono difficii da riconoscere, il primo è un ragno di dimensioni gigantesche, il secondo è un rinoceronte con una pelle molto spessa, in grado di respingere molti incantesimi e maledizioni, e un corno capace di trapassare qualunque superficie e secernere un fluido che esplode a contatto di ciò che viene trafitto.
Corro il più velocemente possibile e in poco raggiungo Josh, corriamo fianco a fianco e in poco arriviamo alla Cornocopia, iniziamo a salire entrambi, scivolo diverse volte, quando arrivo in cima vedo Josh sul bordo.
“Aiutami!”
Lo vedo ridere di gusto, so che non mi aiuterà, allungo comunque la mano, ma lui invece di afferrarla mi ci dà un calcio, con l’altro piede mi pesta la mano con cui sono saldamente aggrappata.
“Stronzo!”
Lui continua a ridere mentre la mia presa si indebolisce sempre di più, il dolore è sempre più forte.
 
“Combatti, Hope! Combatti!”
 
Stringo i denti e con uno slancio delle gambe riesco a salire, sono sdraiata e respiro a fatica, sento la sua lama trafiggere l’aria e mi sposto giusto in tempo per non prendere la spada dritta in petto.
Tiro fuori la bacchetta vedendo lui stringere la sua nella mano sinistra.
“Siamo alla resa dei conti , Potter”
Annuisco ed evito un suo incantesimo mentre gli animali cercano di salire sulla Cornocopia. Strani versi provengono da laggiù mentre noi ci sfidiamo all’ultimo incantesimo. Lui ne conosce davvero molti, di alcuni non ne conosco neanche l’effetto.
All’improvviso sento un rumore cupo provenire dal basso, mi volto e in quel momento sento Josh gridare : “CRUCIO”
Sento un dolore incredibile pervadermi il corpo, come se tanti spilli mi stessero lacerando la carne per arrivare a rompermi l’anima, la sensazione che la mia vita stia abbandonando il mio corpo. Nel frattempo sento la voce straziata di mia madre che urla, vedo le lacrime di Teddy e la disperazione di mio zio Ron. Questo non fa che peggiorare la situazione, improvvisamente tutto questo svanisce.
“E’ arrivata la tua fine, Potter”
Chiudo gli occhi, sono pronta a morire, ho paura, non della morte, ma del dolore che gli altri dovranno sopportare.
 
“Non ti arrendere! Dov’è finito il tuo coraggio? Muoviti, io sono con te!”
 
Quella voce nella mia testa è più forte del solito, ma chi è? Perché continua a comparire quando ho bisogno di aiuto? Chi è che riesce a fare questo?
 
“Alzati, bimba mia. Il tuo papà è con te”
 
A quelle parole spalanco la bocca e gli occhi, una lacrima scende sul mio viso, giusto in tempo per vedere Josh alzare la bacchetta, riprendo la mia ed urlo uno schiantesimo, lui lo schiva prontamente, ma io riesco a rialzarmi in piedi.
“E tutta questa energia?”
Torniamo a combattere, lo fronteggio con più convinzione, ma dopo un po’ mi ritrovo sul bordo della Cornocopia, gli animali feroci da una parte e Josh dall’altra.
“Muori, Potter!”
Lo vedo gettarsi su di me e con un’agilità , che non mi appartiene, mi sposto, lui perde l’equilibrio e cade a terra, gli animali gli sono addosso subito dopo, le sue urla mi riempiono la testa poi silenzio. Lo sparo del cannone, è morto. Ho vinto. Sorrido e mi siedo a terra: “Questo è per te, Anthony”
Sorrido al cielo come se lui potesse vedermi e potesse essere fiero di me.
“Hope Potter, la vincitrice dei sedicesimi Hunger Games”
 
“Ottimo lavoro, Hope. Ottimo lavoro”
 
La voce di mio padre mi culla mentre vedo due figure comparire nell’arena, li guardo meglio e vedo Severus e un altro mangiamorte. Faccio per corrergli incontro, ma non ho le forze e un’occhiataccia del mio mentore mi fa capire che non è il momento, mi avvicino con calma e ,quando raggiungo il mio mentore, cado a terra priva di sensi.
 
***
 
Mi risveglio nell’appartamento da cui ero partita, sorrido nel vedere mio zio seduto alla punta del mio letto.
“Dopo tutto questo tempo neanche un salutino?”
Lui si volta e mi avvolge in un abbraccio, sento il suo profumo e scoppio a ridere.
“Sapevo che saresti tornata”
Tutti gli altri corrono nella stanza e saluto i miei nonni, la McGranitt,Draco e Severus, festeggiamo con dei piatti preparati appositamente da mia nonna poi Draco mi ricorda che ho l’intervista e vado a prepararmi. Quando rimaniamo solo io, Draco, zio Ron e Severus rivelo il mio segreto, dico a loro della voce di papà, loro aprono la bocca poi Severus ghigna: “Quello stupido Potter è vivo”
Scoppiamo a ridere contenti ed io sono pronta per l’intervista, perché io sono Hope Potter,figlia di Harry Potter e la vincitrice dei sedicesimi Hunger Games, e sono pronta a tutte le conseguenze della mia vittoria.

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Capitolo 14
*** Casa ***


Guardo Severus, sorrido mentre vedo la mia famiglia dietro di me, sono la mia famiglia, mi hanno aiutata a sopravvivere. So che sono preoccupati, lo sono anche io. Non credo che Voldemort mi lascerà in pace, non è da lui, inoltre la voce di mio padre è svanita, non l’ho più sentita, Severus ha già fatto organizzato squadre di ricerca. Ma se davvero è vivo, perché non si è mai palesato? Perché non mi ha fatto sentire la sua voce prima? Poteva essermi d’aiuto.
Sento il mio nome urlato da Xenophilius ed entro sorridente, il pubblico impazzisce quando mi vede, l’intervistatore mi stringe la mano poi mi siedo di fronte a lui.
“Come ti senti?”
“Viva”
Rispondo senza pensarci, ma la mia risposta provoca delle risate da parte del pubblico, Xenophilius mi sorride: “Abbiamo rivisto con il pubblico la tua avventura, la ricordi?”
“Credo che non la dimenticherò mai, chi riuscirebbe a dimenticare il sangue di esseri umani? Rimarrà tutto impresso nella mia mente”
Vedo Xenophilius annuire: “Abbiamo visto che hai perso un amico…”
Inizialmente spalanco gli occhi, ho perso un amico? Il mio pensiero corre a Teddy, il panico cresce in me poi l’intervistatore aggiunge: “Anthony… credo si chiamasse così”
Torno a guardarlo poi annuisco, sono sollevata all’idea che non sia successo nulla a Ted, ma questo non significa che non mi dispiace per Anthony: “Sì, non lo conoscevo, non sapevo neanche della sua esistenza, ma mi ha salvato dalle mani dell’altro tributo del mio Comprensorio. Nessuno lo costringeva a farlo , ma lo ha fatto, senza di lui probabilmente io non sarei qui”
“Anche tu gli hai salvato la vita”
Annuisco: “Contro il basilisco, è stato da lì che ci siamo uniti, mi ha aiutata spesso anche solo sorridendomi, mi ricordava che dovevo dare il meglio perché a casa mi aspettavano”
Lui annuisce, il pubblico è in un silenzio tombale: “Ma sapevate che uno dei due sarebbe morto, se non tutti e due!”
Annuisco nuovamente: “Lo sapevamo, negli ultimi giorni eravamo anche dispiaciuti per questo, non volevamo trovarci allo scontro finale insieme, credevo che sarebbe stato lui ad arrivarci, quando Josh lo ha ucciso sono andata su tutte le furie. Anthony non era assetato di sangue come lui, Anthony uccideva solo perché costretto”
Xenophilius mi posa una mano sulla spalla: “Il modo in cui vi siete salutati per l’ultima volta ci ha fatto capire il vostro legame. L’amore può nascere nell’arena?”
Amore? Non credo sia amore! O forse sì? Può essere che ci eravamo innamorati senza accorgercene?
“Non so se fosse amore, ma se anche fosse nato,sicuramente, non avrebbe avuto futuro”
Xenophilius mi guarda mentre una lacrima sfugge al mio controllo, mi dispiace per Anthony, mi dispiace davvero tanto.
“Come vincitrice devi scegliere il tuo premio, ogni tuo desiderio sarà avverato”
Sorride ed io faccio lo stesso: “Non ho molti desideri, voglio solo tornare a casa e portare con me le persone che ho conosciuto qui”
Dal pubblico si levano svariati mormorii, Xenophilius mi guarda sorridendo: “Che intendi?”
“Ho scoperto di avere dei parenti ancora in vita, voglio portarli a casa con me”
Il conduttore sorride: “Ti dispiace dirmi i nomi?”
“Arthur, Molly, George e  Ronald Weasley, Minerva McGranitt, Oliver Baston e il signor Olivander, sinceramente vorrei portare con me anche il mio mentore e i Malfoy, ma forse chiederei troppo”
Xenophilius spalanca la bocca poi lascia il palco, torna dopo poco con un sorriso forzato: “I Weasley, la signora McGranitt, i Malfoy e il signor Piton...”
Nel mio cuore sento che mi dirà che non possono venire, forse ho chiesto troppo. Sarò egoista, ma se lasciano venire solo Basto e il signor Olivander non lo voglio il desiderio. Mi hanno aiutato, ma non sono loro quelli che voglio portare assolutamente fuori da qui.
“…verranno a casa con te, gli altri sono elementi indispensabili per gli Hunger Games”
Sorrido anche io poi l’intervistatore mi saluta ed io lascio il palco, mi rifugio nelle braccia di mio zio che sta piangendo, come molti tra l’altro, sento una mano sulla mia spalla, mi volto e vedo Draco: “Ci hai cacciato in un enorme guaio, ma grazie”
Scoppio a ridere, so anche io che , probabilmente, ho fatto infuriare ancora di più Voldemort, ma per ora voglio solo pensare a tornare a casa, al resto penserò poi.
 
***
 
Il treno si ferma ed io sorrido, sento la mano di Severus sulla mia spalla, mi ha fatto una bella lavata di testa per la scelta del mio premio, ma so che è felice. So che dovrò combattere, ma non ho paura, ho la mia famiglia al mio fianco.
“Ricorda…”
“Sorridi” Lo interrompo e lui alza un sopracciglio, scoppio a ridere: “Provaci anche tu”
Scuote la testa, c’ho provato.  Siamo tutti di fronte alle porte, sorridiamo tutti, il ritorno a casa conta più di ogni altra cosa.
Quando si aprono vedo la gente del mio Comprensorio, tutti sorridono e alzano le braccia al cielo, sanno che ci sarà un premio anche per loro, di solito è così, ma con me come vincitrice è probabile che abbiano solo guerra e distruzione. Guardo tra la folla e il mio sguardo è rapito da due persone, mia madre è in lacrime, guarda me poi posa lo sguardo sui suoi familiari, Teddy è vicino a lei, volevo rivedere i suoi capelli azzurri, ma sono neri, sul suo volto c’è un misero sorriso, cos’è successo? Dov’è finito il mio Teddy?
Improvvisamente la gente si fa da parte ed io corro ad abbracciare mia madre, lei mi riempie di baci e di carezze, mi era mancata poi passa a salutare i suoi fratelli, inizio a piangere anche io quando saluta la nonna, il nonno e la McGranitt. Stringe la mano a Severus e ai Malfoy, li ringrazia per avermi riportato a casa, io mi avvicino a Teddy.
“Bentornata”
“Che hai?”
Lui scuote la testa, fa per allontanarsi, ma io gli blocco il polso: “Che hai?”
Lo ripeto e lui continua a guardarmi, non dice niente, lo abbraccio, lui ridacchia: “Mi erano mancati i tuoi abbracci, tu avevi quelli di Anthony, no?”
Lo vedo allontanarsi e spalanco la bocca, faccio per andargli dietro, ma Severus mi blocca: “Dagli del tempo, ora a casa”
Annuisco poi , abbracciata a mia madre, arriviamo alla nostra vecchia casa seguiti da due mangiamorte, Severus e i Malfoy tirano fuori la bacchetta, la nostra casa diventa cinque volte più grande e le mura rovinate tornano apposto, i buchi sul tetto svaniscono. Subito dopo i mangiamorte prendono le loro bacchette e se ne vanno, io guardo Draco, lui sorride: “Piccola concezione, eravamo dei mangiamorte anche noi, Voldemort ce la farà pagare, lo sai, Hope?”
Io faccio una smorfia poi sorrido: “Saremo pronti ad affrontarli, la rivoluzione ha inizio!”
Tutti scoppiano a ridere poi per tutta la notte festeggiano la mia vittoria, ma io non ne ho voglia, guardo fuori dalla finestra, riesco a vedere dove dorme Teddy. Non posso credere di averlo perso, non posso averlo perso per sempre, non se ne può andare ora , ho bisogno di lui. Qualcuno si siede vicino a me e sorrido, da una parte un rosso, dall’altra un biondo platino.
“Credete che ce la faremo?”
“Probabilmente moriremo tutti”
Io guardo il biondo con la bocca spalancata, questo scoppia a ridere.
“Sei davvero d’aiuto, Lucius!”
“Giocavo, dopo sedici anni con dei musoni fatemi ridere. Poi chi ti ha dato il permesso di chiamarmi per nome, Arhtur?”
Scoppio a ridere nel sentire la loro piccola discussione poi mio nonno mi accarezza i capelli: “Ce la faremo. Alla fine, Hope significa speranza”

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Capitolo 15
*** Tensione ***


Dopo una serie di mail scambiate con una lettrice in cui scambiavamo le nostre opinioni su Harry e sul fatto se era mezzosangue o no, eccomi qua.
Un bacio
_Lils_
 
 
 
Guardo mia madre, è seduta sulla sedia e sorride divertita alle battute dei miei zii, è felice si nota nei suoi occhi scuri. Sono tutti felici, da due mesi a questa parte, da quando sono tornata da quella maledettissima arena. Gli incubi continuano, sogno continuamente teste mozzate, Josh che mi lancia un incantesimo, Anthony… mi sveglio spesso con le lacrime che mi solcano il viso, l’incubo non è finito, sta continuando e continuerà per sempre.
“Cosa ci fai lì, Hope? Vieni”
Mi zio Ron mi fa segno di sedermi sulle sue gambe, lo faccio, è ingrassato molto, è passato da essere pelle e ossa ad avere qualche chiletto di troppo, come tutti d'altronde. Io ho ripreso le mie curve che erano sparite nell’arena. Improvvisamente si apre la porta di casa, ci voltiamo tutti, Severus ha un’espressione indecifrabile sul volto.
“Severus?”
Si avvicina a grandi passi, si siede vicino a me: “Domani dobbiamo incontrare il Signore Oscuro”
Sbarro gli occhi e spalanco la bocca, sento la mia mano iniziare a tremare, lui scuote la testa: “Chiudi quella boccaccia, Potter!”
“Ma che dovremmo fare? Cosa vuole?”
Sbuffa: “Hai vinto gli Hunger Games?”
Lo guardo male: “Certo”
“E’ rito avere una riunione con il Signore Oscuro, per te vale la stessa cosa”
Annuisco, gli altri sembrano terrorizzati almeno quanto me, io li guardo e sorrido poi mi alzo: “Mi vado a preparare, per quanto staremo via?”
“Massimo tre giorni”
Annuisco e salgo in camera, il cuore mi batte all’impazzata, ho paura , sono terrorizzata. Probabilmente mi farà uccidere dalla sua combriccola prima di arrivare a parlare con lui, finisco di preparare ciò che mi voglio portare via poi ritorno di sotto. Tutti hanno ricominciato a parlare, sicuramente Severus li avrà tranquillizzati: “Io esco”
Li vedo annuire poi esco, il mio Comprensorio è sempre lo stesso, vuoto, freddo e orrendo, la gente sembra avere qualcosa in più da mangiare dopo la mia vincita, ma i cambiamenti non sono stati radicali, sono stati minuscoli e in alcuni casi non ci sono proprio stati.
“Hope! Hope!”
Mi volto e vedo un bambino venirmi incontro, ha gli occhi di un nero intenso, i capelli biondi e un sorriso scintillante. Mi si avvicina e mi abbraccia, io gli scompiglio i capelli.
“Alex, tua madre ci ucciderebbe”
Scoppia a ridere, la prima volta che mi ha salutato è stato una settimana dopo il mio ritorno, lo ha fatto spontaneamente, ma sua madre lo rimproverò e lo portò via, lui continua a seguirmi e a cercare di parlare con me ogni giorno.
“Tranquilla, è a casa con la febbre”
Ci sediamo su quel gradino dove di solito mi sedevo con Teddy, guarda fisso l’orizzonte: “Hai sentito Ted?”
“Sì, ma perché non vi parlate più?”
Scuoto la testa e gli spettino di nuovo i capelli: “Capirai, ma solo quando sarai più grande”
“Odio quando mi dite così!”
Scoppio a ridere vedendolo sbattere i piedi poi ragiono di nuovo sulla sua risposta, il verbo era al plurale: “Dite?”
Lui si porta la mano alla bocca poi scuote la testa: “Alex, dimmi tutto! Dimmelo, altrimenti ti do in pasto ad un basilisco!”
Mi guarda spaventato poi toglie la mano dalla bocca: “Lui mi chiede sempre di te”
“ALEX!”
Mi volto e noto il mio migliore amico, o almeno quello che lo era, ha uno sguardo assassino verso il bambino, lo guardo, lui fissa me poi fa per andarsene, lo seguo.
“Teddy”
Continua a camminare senza neanche girarsi, non mi considera, inizio a correre e lo blocco: “Perché?”
“Lasciami”
Mi fissa negli occhi, sono sempre così buoni e onesti: “Perché?”
“Lo sai”
Si libera dalla mia presa e si allontana, la strada è deserta, i suoi capelli spiccano nel buio, sbuffo: “Credi davvero che amassi Anthony? Non lo so nemmeno io, chi sei tu per saperlo? Mandi tutto all’aria per un bacio? Perché ho espresso l’ultimo desiderio di una persona?”
Torna verso di me, i suoi passi sono falcate, gli occhi fissati su di me: “Non voglio mandare tutto all’aria”
“Lo stai facendo”
Mi guarda poi abbassa lo sguardo, sento uno strano impulso, una forza che non mi appartiene, gli alzo il volto, mi guarda sbalordito, lo bacio.
Sento tossicchiare, ci voltiamo entrambi e vediamo Severus che mi fa un cenno con la mano.
“Domani parto, tornerò tra tre giorni, ci sarai?”
“Non vado da nessuna parte, tu cerca di schiarirti le idee su quell’Anthony”
Sorrido e corro verso il mio mentore, lui mi squadra poi sorride sotto i baffi, lo guardo male: “Non una parola a casa”
“Come vuoi, comunque consiglierei di fare quelle scenate al coperto, il Signore Oscuro potrebbe usare tutto contro di te”
Annuisco mentre una morsa mi stringe lo stomaco, non permetterò a nessuno di far del male a Teddy, a nessuno.
 

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Capitolo 16
*** Severus ha un compito ***


Vedo i paesaggi mutare al di fuori, sento l’ansia crescere in me. Cosa vuole? Mi ucciderà? Cercherà di estirpare informazioni su di me?
“La finisci di tormentare la tua testolina?”
Mi volto verso Severus, lui mi fissa, gli occhi neri sono più scuri del solito, anche lui è preoccupato, non lo ammetterà mai, ma lo è, sbuffo: “Ho paura”
“Non può ucciderti”
“Perché no? Mi si leverebbe di torno in poco!”
Ghigna: “Per quanto questo potrebbe far felice moltissime persone, me incluso, non lo farà. Non apertamente, probabilmente darà il compito a qualche mangiamorte”
Lo guardo, i miei occhi sono ridotti a due fessure: “Ti odio!”
Lui alza un sopracciglio ed io scoppio a ridere, è inutile che fa il sostenuto, lo so che ormai a me ci tiene, improvvisamente un pensiero orribile mi attraversa i pensieri, sbarro gli occhi, lui se ne accorge: “Che c’è?”
Ingoio a vuoto: “Se fossi tu? Se fossi tu quello a cui darà il compito di uccidermi?”
Vedo un’ombra attraversare i suoi occhi, non ci aveva pensato neanche lui, ma potrebbe accadere, potrebbe avere quell’incarico e a quel punto? Che farebbe? Mi punterebbe la bacchetta contro supplicandomi di perdonarlo? Si farebbe uccidere pur di salvarmi? Entrambe le ipotesi mi fanno rabbrividire.
Non risponde, vorrei sentire una rassicurazione, ma so che se parlerà non sentirò nulla del genere. Finalmente il treno si ferma, scendiamo, ci sono giornalisti, io sorrido vedendo anche dei bambini con delle parrucche del colore dei miei capelli, altri hanno anche una bacchetta finta.
Ci conducono in un edificio completamente nero, è oscuro e così dannatamente inquietante, salgo scale su scale quando finalmente ci fermiamo di fronte ad una porta. Sento un groppo in gola, continuo ad ingoiare saliva a vuoto, sento le mie mani fredde, ma sono bagnate dal sudore.
“Io non posso entrare, ha richiesto solo te”
Il mio cuore perde un battito a quella affermazione, il pensiero di avere il mio mentore vicino mi faceva stare meglio, ma ora mi è stata tolta anche questa sicurezza. Sono bloccata, letteralmente pietrificata, mi spinge in avanti ed io perdo l’equilibrio, faccio due passi avanti poi poso la mano sulla maniglia, guardo di nuovo Severus. Mi fa un cenno con la mano ed io apro, mi ricordo solo dopo che forse avrei dovuto bussare, ma ormai è tardi, due occhi rosso sangue sono puntati nei miei. Lo avevo visto spesso, nelle precedenti edizioni degli Hunger Games, ma non credevo fosse così terrificante. I suoi occhi sono…morti, non esprimono nessuna emozione, nessuna tranne odio, c’è davvero uno strano bagliore. Ha un serpente attorcigliato attorno alla sua sedia.
“Vieni avanti”
La sua voce è anche peggiore, è cruda, ispida, orrenda, paurosa. I miei peggiori incubi stanno prendendo vita. Sono di fronte al Signore Oscuro, sono di fronte allo stronzo che ha ucciso mio padre, sempre se è riuscito ad ucciderlo, ma la rabbia contro lui è comunque tantissima, è un assassino. Se ne avessi la possibilità gli sputerei in faccia, ma nella mia situazione non è il massimo.
Mi fa cenno di sedermi, lo faccio, continuo a fissarlo ed ad ingoiare a vuoto, lui rimane in silenzio, mi squadra, sembra bearsi nel vedermi terrorizzata, decido di mostrarmi più sicura, il mio sguardo fiero si impossessa dei miei occhi.
“Ti ho chiamato per farti i complimenti, sei stata brava nell’arena, più del previsto”
L’ultima frase l’aggiunge quasi sottovoce, io sorrido soddisfatta e nonostante me la stia facendo sotto, continua a fissarmi gli occhi, gli sono rimasti impressi, gli stessi di mia nonna, di mio padre, questi occhi lo hanno tormentato per tutta la sua vita e continueranno a farlo, perché come lui vuole darmi filo da torcere, lo voglio anche io.
“Puoi andare”
Cosa? Di già? Non me lo faccio ripetere due volte, mi alzo e mi dirigo alla porta, la sto per aprire quando sento di nuovo la sua voce: “Mandami dentro il tuo mentore”
Esco da quella stanza, Severus è stordito, non si aspettava di vedermi così presto?
“Che ti ha chiesto?”
“Nulla, si è solo complimentato. Vuole parlare con te”
Vedo la sua espressione mutare, mi scansa malamente ed entra nella stanza, io sento tutti i miei muscoli rilassarsi, ce l’ho fatta, pensavo peggio. Nessuna domanda su di me, nessuna minaccia. Niente di niente.
Vedo uscire Severus, sorrido, lui ha una faccia orrenda. Mi prende per un braccio e mi trascina via.
“Severus?”
“Niente domande! Muoviti!”
Camminiamo a passo veloce, ci infiliamo nel treno, questo riparte, mi libero dalla sua presa e lo fulmino con lo sguardo: “Ma si può sapere che ti è preso?”
“Avevi ragione, lo ha affidato a me”

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Capitolo 17
*** Fuga ***


“COSA?”
“Non urlare!”
Mi guarda male poi continua a trascinarmi per un braccio, inizia a correre ed io lo faccio di conseguenza, sembra avere un treno al posto delle gambe, come fa? Io ho già il fiatone! Entriamo nel treno e questo parte immediatamente, lo guardo preoccupata: “E adesso?”
“Shh!”
Mi ammutolisce, sembra più ringhiare, è preoccupato, lo vedo, lo capisco. Voldemort. La malignità di quell’essere non ha fine, non avrà mai fine. Stronzo. Vuole vedere se Severus è veramente fedele, probabilmente è colpa mia se gli sono venuti questi dubbi. Non dovevo farlo venire nel mio Comprensorio, idiota di una Potter! Si è insospettito ed ora deve provare la sua lealtà, quale modo migliore di dargli il compito di uccidermi?
“Devi scappare”
“Cosa?”
Lo guardo sbalordita, lui comincia a fare avanti e indietro per il vagone, scuote la testa ripetutamente mentre io sento l’ansia crescere in me, come sarebbe a dire che dovrei scappare? Dove andrei? Cosa farei? Come riuscirei a sopravvivere? Probabilmente non avrei troppi problemi, sono sopravvissuta all’arena, no? Ma Voldemort non mi lascerebbe girovagare indisturbata, mi manderebbe dietro i suoi cari mangiamorte.
 “Scappa, va’ via. Vai verso Sud, non devi avvicinarti ai Comprensori, saresti in pericolo. Lascia l’Inghilterra, lascia l’Europa. Vai in America, lì starai al sicuro, Voldemort ha ordinato di non farci vivere nessuno”
Spalanco la bocca: “Come ci arrivo in America? Poi pretendi che io viva lì sapendo che voi siete in pericolo?”
Sento un rumore provenire dal vagone accanto, inizio a tremare di paura, Severus mi fa segno di mettermi dietro a lui, lo faccio e lui alza la bacchetta . Ci avviciniamo in silenzio poi apre velocemente la porta, sono dietro di lui, non vedo nulla, ma lo sento imprecare: “Porco Godrick! Idioti, cosa ci fate qui?”
Faccio capolino da dietro a lui e vedo due persone che non mi sarei mai aspettata: “Teddy! Alex!”
Loro mi guardano spaventati, i loro occhi puntati sulla bacchetta di Severus che prontamente abbassa, li prende entrambi per la collottola e li fa alzare: “Cosa ci fate qui?”
Sembra impossessato, i suoi occhi sono ridotti a due fessure, le mani tremano e la bocca è più sottile del solito: “Allora?”
Teddy si schiarisce la voce: “Volevamo fare una sorpresa a Hope… non credevamo che succedesse tutto questo”
Improvvisamente li lascia e loro cadono rovinosamente a terra, Alex si massaggia contrariato il fondoschiena mentre Ted mi guarda, gli sorrido. E’ spaventato, non solo da Severus, ma dalla situazione, hanno sentito tutto, mi avvicino a loro e accarezzo Alex.
“Avrai dei compagni di viaggio”
Alex si irrigidisce e mi guarda terrorizzato: “C-c-cosa?”
“No! Non li voglio, andrò da sola!”
Si volta verso di me e mi punta un dito contro: “Ci potrebbero essere delle spie che li hanno visti entrare nel treno, devono venire con te. Non c’è altra scelta!”
Mi prende per un braccio e mi trascina con lui nel vagone dove di solito dormo, entra, prende una borsa ci infila dei vestiti poi prende un’altra borsa e la mette vicino alla prima. Apre diversi cassetti ed infine trova quello che cerca, me la porge. La bacchetta che ho usato nell’arena.
“L’ho presa e conservata casomai succedesse una cosa del genere”
Annuisco e la infilo nella tasca dei pantaloni poi usciamo e ci dirigiamo nel vagone dove c’è il solito buffet, prende tutto quello che può e lo infila nella seconda borsa, mi prende le mani: “Devi andare ora”
“Ora? Non torniamo a casa prima?”
Mi guarda e scuote la testa: “Scappare dal Comprensorio è più difficile e inoltre potrebbero dare la colpa ai tuoi parenti. Devi andare ora”
Sento l’ansia prendersi possesso del mio corpo, le mani iniziano a tremare nelle sue, mi guarda negli occhi e mi abbraccia di slancio. Trattengo il respiro, non me lo sarei mai aspettata poi mi lascio andare in un pianto liberatorio: “Abbraccia tutti da parte mia, salvali e proteggili”
Annuisce poi scioglie l’abbraccio ed insieme ci dirigiamo nel vagone dove sono rimasti Alex e Ted, quest’ultimo sta abbracciando il più piccolo. Mi avvicino a loro, Severus dà la borsa con il cibo a Ted e a me quella con i vestiti.
“Verso Sud, trovate un modo per arrivare in America, volate, nuotate, costruite un transatlantico, fate come vi pare, ma dovete arrivare in America. Cercherò di mandarvi informazioni su di noi”
Si avvicina a me e mi accarezza una guancia: “Salverò tutti, lo prometto”
“E tu? Che dirai?”
Alza le spalle e ghigna: “La rompipalle è scappata durante la notte mentre dormivo”
“Se la berranno?”
Ghigna nuovamente: “Sono più stupidi di quanto tu possa pensare e ora seguitemi”
Ci avviciniamo allo sportello del treno, lo apre e si guarda intorno, il treno è davvero troppo veloce: “La caduta sarà attenuata da un mio incantesimo”
Spalanco gli occhi: “NON HAI LA BACCHETTA!”
Mi dà uno scappellotto e ghigna: “Si dia il caso che incantesimi semplici li riesco a fare anche senza e ora andate!”
Ci spinge tutti e tre di fuori, mi aspetto di sbattere forte la testa, ma mi ritrovo tra l’erba morbida, mi alzo subito e guardo la sua figura nera allontanarsi con il treno, fa un cenno con la mano, io faccio lo stesso poi sparisce. Mi volto e guardo i miei due compagni di viaggio: “Non sareste dovuti venire”
Ted alza le spalle e mi fa la linguaccia: “Niente ramanzine, ormai ci siamo. Che si fa?”
Sorrido ad entrambi: “Si va in America”
Mi avvicino e aiuto ad alzarsi Alex, lui mi guarda ancora spaventato, gli scompiglio ai capelli poi ci mettiamo in marcia: “Che casino!”
Scoppio a ridere all’affermazione del piccolo, ha ragione. Spero solo che il mio Comprensorio, soprattutto i miei parenti, non abbia ripercussioni per la mia fuga.

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Capitolo 18
*** In marcia ***


“Hope, sono stanco!”
Mi volto verso il piccolo Alex, è bianco in volto, ha delle occhiaie profonde, camminiamo da due giorni, sostiamo pochissimo, giusto per dormire e mangiare poi ricominciamo a marciare, sorrido ad Alex poi gli scompiglio i capelli: “Ancora un po’”
“E’ sfinito, possiamo fermarci prima oggi?”
Guardo Ted, anche lui è stanco, neanche lui può andare avanti per molto, non posso continuare a camminare se loro non ce la fanno, è impossibile, sarebbe malvagio. Annuisco: “Dobbiamo trovare un riparo”
“L’ho trovato io! Guarda!”
Alex indica felice una grotta poco più in là, scoppia a ridere e scuoto la testa divertita, annuisco felice come per dire che va bene: “Muoviti!”
Inizio a correre verso la caverna, Ted mi guarda e mi mette un braccio intorno alle spalle, sorrido, è bello averlo qui, sentirlo vicino, capire che questa volta non sono sola, che ho degli amici su cui contare.
 La caverna non è male, il freddo ti entra nelle ossa, è abbastanza umido dentro, ma è comunque adatta per riposare: “Alex sei stato molto bravo a trovarla”
Il mio piccolo amico non risponde, mi volto e scoppio a ridere, Alex è crollato a dormire sul pavimento gelido, sposto lo sguardo su Teddy, anche lui ride, poi tiro fuori la bacchetta: “Accio coperta”
Ted rimane sbalordito mentre una coperta blu appare e si posa sul terreno freddo poi guardo il piccolo Alex, sorrido e sussurro: “Wingardium Leviosa”
Alex si solleva e si posa sulla coperta, mi volto soddisfatta verso Ted che mi guarda a bocca aperta: “Severus ha messo questo libro nello zaino.” Mi giustifico tirando fuori l’oggetto in questione e lo mostro al mio compagno poi continuo: “L’ho letto ieri sera”
Teddy sorride e viene ad abbracciarmi: “Hai sempre qualcosa in più degli altri”
Sorrido, è così dolce, lo è sempre stato, non sa quanto è importante che dica queste cose, quanto mi dà la forza di andare avanti solo con un sorriso, solo lui ha questo potere: “Ma infondo lo hai sempre avuto”
Mi sposta una ciocca di capelli dalla fronte, la sua mano è così soffice e calda, tutto di lui sembra così perfetto, lui è così perfetto.
 
“Dovresti montare la guardia e far in modo che la grotta passi inosservata”
 
Scatto all’indietro e scuoto la testa. Mi sembra logico, mesi che non si fa sentire ed improvvisamente riappare nel momento meno opportuno, davvero grazie papà!
 
“Di niente!”
 
Era sarcastico! Ehi? Da quanto tempo possiamo chiacchierare?
Vedo Ted guardarmi stralunato e scoppio a ridere: “Cerca di riposare, io monterò il primo turno di guardia”
Cerca di controbattere, ma gli faccio un cenno con la testa e lui annuisce stanco, si siede vicino ad Alex mentre io esco, come la sistemo la grotta? Devo far in modo che animali e mangiamorte non ci trovino, ma come?
Improvvisamente vedo dei boccioli sulla nuda pietra, sorrido: “Bingo! Erbivicus!”
I boccioli si aprono, uno dopo l’altro, diventano fiori sempre più grandi finchè non ricoprono tutta l’entrata della grotta, mi siedo lì vicino in modo che posso ancora guardare un po’ fuori, tutto è davvero stancante.
Ci sei ancora?
 
“Dove vuoi che vada?”
 
Sorrido semplicemente, perché non ti sei fatto sentire per tanto tempo?
 
“Non posso rischiare, ti contatto solo quando sei in pericolo”
 
Alzo un sopracciglio. E prima perché ero in pericolo?
 
“Pericolo bacio, uno dei peggiori!”
 
Scoppio a ridere cercando di non far svegliare gli altri, dove sei?
 
“Non posso dirtelo Hope. Metterei in pericolo te e me, tu fai come ti ha detto Piton”
 
Ho paura, ne ho davvero tanta, temo di non farcela, l’America è così lontana ed io? Io non sono poi così forte.
 
“Solo gli sciocchi non avrebbero paura, ma non dubitare della tua forza, sei più forte di quanto tu creda, lo so. Sono il tuo papà, lo sento. Tua madre ti ha cresciuto in maniera stupefacente, sei una giovane donna splendida e bellissima, ma ricorda che sei ancora troppo piccola per i baci!”
 
Scoppio a ridere, è incredibile quanto possa ridarmi speranza una conversazione con una persona che non ho neanche mai visto, ma quella persona è mio padre.
Papà ho già baciato Teddy, lo sai, vero? E anche Anthony.
 
“Non me lo ricordare! Dovrò fare un bel discorsetto al mio figlioccio! La mia bambina è solo mia, non iniziamo a fregare. Ora cerca di dormire, non dovrebbe venirvi a cercare nessuno, per quanto ne so non sono ancora sulle vostre tracce. Domani dovrai ricominciare il tuo viaggio verso l’America”
 
Annuisco e sorrido, notte papà.
 
“Buonanotte angelo”
 
***
 
Quando Ginny Weasley vede scendere dal treno solo Severus sviene per la paura, si ritrova a terra priva di sensi. La sua bambina, dov’è? Sta bene?
Quando si risveglia vede il volto dell’uomo a poca distanza dal suo: “Sta bene”
“Dov’è?”
Piton si alza e suo padre si siede vicino al suo letto: “Voldemort ha ordinato a Severus di ucciderla”
Gli occhi di Ginny si riempiono di lacrime, Arthur l’abbraccia: “L’ha fatta scappare, è con Teddy, sta bene”
“La mia bambina è là fuori tutta sola”
“E’ sopravvissuta all’arena, ce la farà”
Ginny annuisce all’affermazione di Draco, anche se riesce a scorgere la preoccupazione in quegli occhi solitamente freddi, la sua bambina è sola, mangiamorte che la seguono, animali feroci. Ma lei sa che la sua Hope è forte, ci riuscirà, ce la farà, come? Perché? Semplicemente perché è una Potter, Ginny lo sa, la sua bambina ce la farà. Chiude gli occhi e spera, prega: “Harry proteggila”
 
 

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Capitolo 19
*** Incontri ***


“Hope!”
Apro i miei occhi con fatica, due settimane di viaggio, kilometri e kilometri, i viveri scarseggiano, l’acqua è difficile da trovare, ma andiamo avanti insieme, Alex riuscirebbe a far spuntare un sorriso anche ad un sasso.
“Che c’è?”
“I mangiamorte!”
Spalanco gli occhi, mi alzo di corsa, prendo tutto quello che mi è possibile, vedo il viso del più piccolo bagnato da lacrime, Ted è completamente paralizzato: “Forza! Muovetevi!”
Sapevo che sarebbero arrivati prima o poi, sinceramente speravo il più lontano possibile anche se mi sembrava strano non averli visti prima di oggi. Prendo in braccio il piccolo Alex, ma subito mi viene tolto da Ted, lo guardo e cerco di fargli forza poi cominciamo a correre, gli incantesimi iniziano a volarci intorno, le voci spezzate e piene di odio dei mangiamorte.
“Fai qualcosa!”
“COSA?”
Calma Hope, pensa, pensa, pensa, pensa, cosa puoi fare?
 
“Sei una strega, usa quella stramaledetta bacchetta!”
 
Scuoto la testa cercando di schiarirmi le idee, prendo la bacchetta dai miei pantaloni e mi volto di scatto, lancio degli incantesimi a caso, di quelli che conosco, quei pochi che ho imparato bene. Non ne becco neanche uno, la mia mira è spettacolare! Continuiamo a correre, cercando di schivare il più possibile, improvvisamente sento un dolore lancinante alla gamba, cado a terra, volto il mio sguardo e la scopro coperta di sangue. Vedo Teddy fermarsi: “Vattene! Continua a correre!”
Vogliono me, non permetterò che prendano loro, i suoi occhi sono pieni di lacrime: “Vai!”
Rimane ancora immobile, perché quell’imbecille non si muove?
“Ti raggiungerò, promesso. Ma ora vai”
“Bugiarda!”
Abbasso lo sguardo, ha ragione, ma non posso far perire loro per me: “Ti amo”
“Anche io”
Sospiro: “Allora vattene! Se mi ami davvero, salvati, salva Alex!”
Vedo le lacrime uscire dai suoi occhi poi inizia a correre di nuovo, finalmente! Riprendo in mano la bacchetta, cerco di proteggermi dagli incantesimi, ma questo non servirà a nulla quando mi arriveranno vicini. Vedo uno di loro avvicinarsi: “Eccoti, non scappi più ora, vero bambolina?”
Gli sputo sulle scarpe, il modo migliore per dimostrargli il mio disprezzo. Lui ride sadicamente, idiota!
“Il Signore Oscuro vuole ucciderti e tu scappi? Non è molto coraggioso da parte tua, sai? Come hai fatto a vincere nell’arena? Sei così meschina e fifona!”
Sento delle braccia prendermi da dietro ed in poco mi ritrovo bloccata da altri due mangiamorte, il primo continua a parlare: “Voleva che fosse Severus ad ucciderti, non lo sapevi? O forse sì? Il tuo piccolo mentore voleva ucciderti” fa delle facce da idiota, tipo i labbrucci dei bambini: “non è dalla tua parte, ha solo finto.”
Vorrei sospirare, almeno Severus non è stato scoperto, sarà salvo. Ci sarà lui a consolare i miei parenti, mia madre, quella fortissima donna, i miei zii e nonni.
“Ma il Signore Oscuro ora ha deciso che dovrà mettere fine alla tua vita, proprio come ha fatto con tuo padre”
Sorrido amaramente: “ Gli piace vincere facile, prima uccide mio padre sotto ricatto, ora uccide me, una semplice ragazzina, magari mentre due sfigati come questi due mi tengono così da non poter reagire. E’ un cuor di leone questo Voldemort”
Sento la guancia pizzicarmi, volto di nuovo lo sguardo verso il mangiamorte, quello sporco schifoso: “Non pronunciare il suo nome”
Scoppio a ridere: “Altrimenti? Che succede? Lo dici al padrone e mi fai uccidere?”
“E’ inutile che fai la spiritosa, tanto morirai, la tua lingua non ti salverà. Portatela via!”
Vedo i due annuire, ma improvvisamente lo sguardo di uno dei due diventa vitreo, l’altro subito dopo emette un lamento per poi fare la fine del primo, non capisco. Che succede? Li vedo cadere a terra dopo aver allentato la presa, solo ora noto le frecce puntate nella loro schiena: “Ma…cosa?”
L’ultimo mangiamorte viene colpito da una freccia in piena fronte, sbarro gli occhi schifata mentre anche quest’ultimo cade a terra, morto. Cerco con lo sguardo qualche traccia di vita, non ci metto molto a vedere da dove sono arrivate le frecce.
Di fronte a me vedo una bellissima donna, capelli scuri e legati in una treccia stretta anche se dei ciuffi ribelli la rendono meno perfetta, gli occhi color acqua che risplendono di una luce propria. Insieme a lei un uomo altrettanto bello, occhi chiarissimi, non troppo alto, dai capelli biondi.
Chi sono?
“Credo che tu sia Hope, sbaglio?”
“No, signora.”
Si guardano come se si conoscessero da anni e sorridono: “L’abbiamo trovata”
“Mi stavate cercando?”
Annuiscono entrambi, sbarro gli occhi: “Perché?”
“Credi che tuo padre non ti abbia mai cercato? Andiamo! Appena ha saputo che sei scappata ha inviato delle pattuglie per trovarti”
“Voi conoscete mio padre? Come sta? Dov’è? Sta bene?”
“Calmati!”
Scoppiano a ridere poi l’uomo mi prende in braccio: “Ti portiamo da tuo padre”
Sorrido, la felicità mi invade, ma improvvisamente mi torna in mente Ted: “Non possiamo andare da soli! Ted e Alex!”
“Uno alto, capelli azzurri con in braccio un bambino?”
Guardo l’uomo e annuisco: “Li avete visti?”
La donna scoppia a ridere: “Sono nel carro, Peeta li ha visti e gli ha dato una bastonata in testa, tranquilla stanno bene, non sapevamo se erano dalla nostra parte o no”
Mi scappa un sorriso, immagino il loro mal di testa al risveglio: “Ora ti portiamo al carro, Katniss ti curerà la gamba”
Annuisco, sono arrivata per convenzione che il nome della donna è Katniss e che quello dell’uomo è Peeta, mi porta fino ad un carro mezzo rotto, sembra quello che usavano gli uomini nel Far West, mi poggia all’interno e vedo Ted e Alex profondamente addormentati, spero per loro che si stanno godendo questo momento, al loro risveglio si sentiranno degli stracci. Subito dopo l’uomo esce ed entra Katniss, mi sorride e inizia subito a medicarmi la gamba mentre il carro parte, sto zitta per un po’, ma ho voglia di sapere: “Chi siete voi?”
Katniss mi guarda per un momento, sorride poi torna a concentrarsi sulla mia gamba: “Devi sapere che la bellissima facciata che avevate voi dell’America non era davvero così”
“Mia madre mi diceva sempre che era la terra dei sogni nei suoi tempi”
Katniss alza le spalle: “Era solo una facciata, Voldemort non è originale, gli Hunger Games li ha presi da lì”
“Non capisco”
Lei sorride mentre continua a medicarmi: “Eravamo divisi in 13 Distretti, Capitol City era la città unica, quella che contava più di tutti, ogni anno venivano scelti due ragazzi dai distretti per uccidersi a vicenda in un’arena. Io e Peeta ci siamo stati e abbiamo vinto”
“Avete vinto?”
Alzo un sopracciglio, lei sorride poi mi fascia per bene la gamba: “E’ un po’ complicato, ma io e mio marito ce l’abbiamo fatta”
“Siete sposati?”
Annuisce sorridendo: “Abbiamo anche due bambini”
“Non vedo l’ora di conoscerli!”
La vedo sorridere: “Lo farai, ora dormi e riposati. Saremo ai confini dell’Europa prima di quanto tu possa immaginare poi l’America sarà solo dall’altra parte dell’Oceano”
Sorrido mentre la vedo uscire, mi ricorda tanto la mamma, il suo modo affettuoso, le sue parole e i suoi sorrisi, negli occhi la sofferenza e la forza allo stesso tempo. Mio padre ha cercato di trovarmi, la cosa mi conforta molto. Vedo Teddy iniziare a muoversi, apre gli occhi e si massaggia la testa, quando mi vede corre ad abbracciarmi.
“Te l’avevo promesso che ti avrei seguito”
“Come hai fatto?”
“Mi hanno salvato Peeta e Katniss”
“Chi?”
Scoppio a ridere: “Gli stessi che ti hanno colpito, ma devi perdonarli pensavano fossi dei ‘cattivi’”
Non è molto convinto della mia affermazione, ma subito dopo mi abbraccia: “Ho avuto paura”
“Sono qui, non me ne vado da nessuna parte”
Sento le sue labbra calde sulle mie, sembra tutto così dolce, così giusto.
“Sei sicura di amarmi?”
Alzo un sopracciglio, che significa? Poi capisco, Anthony non riesce a toglierselo dalla mente, neanche io in realtà, ma le emozioni nell’arena sono ampliate, probabilmente è per quello che pensavo di amarlo, ma dopo oggi pomeriggio come posso dire di non amare lui? Sorrido e scuoto la testa: “Mai stata più sicura di qualcosa”

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Capitolo 20
*** Attacchi e code da pesce ***


Sento il carro fermarsi e sobbalzo tra le braccia di Ted, lui mi stringe forte : “Calma, non è successo nulla”
Sorrido e mi accoccolo di nuovo a lui, Alex si stropiccia e si riposiziona con la testa sulle mie gambe, è tanto che viaggiamo, ho perso la cognizione del tempo, ma credo che sia passata una settimana da quando Katniss e Peeta ci hanno salvato. Ci trattano come se fossimo dei parenti, dei figli. Ci coccolano con prelibatezze, certo si tratta di quelle che si possono trovare in una foresta con dei mangiamorte alle calcagna.
Vedo le tende aprirsi e la faccia buona di Peeta spuntare all’improvviso: “Siamo arrivati al confine, uscite. Venite a vedere”
Sorridiamo felici e scendiamo dal carro, Alex si posiziona sulle spalle di Ted ed insieme ai nostri due salvatori arriviamo in cima ad una collinetta, lo spettacolo ci lascia senza fiato. Una distesa d’acqua enorme si estende d’avanti a noi, blu e scintillante. La sabbia sembra una distesa d’oro. Mai visto nulla di simile, quindi è così il mare, l’oceano. Li avevo sempre immaginati, ma mai visti, è un qualcosa di spettacolare.
“Vi va un bagno?”
Guardo Katniss, il suo sguardo è serio e divertito allo stesso tempo: “Abbiamo tempo?”
Peeta scoppia a ridere: “Per un bagno c’è sempre tempo”
Lo vedo iniziare a correre e prendere per mano Katniss, quest’ultima sembra presa alla sprovvista, ma subito dopo ride cercando di far fermare il marito che sembra essere impazzito. Guardo Ted che alza le spalle e mette giù Alex, subito dopo quest’ultimo inizia a correre verso il mare, torno a guardare Ted, lui sorride e subito dopo ci uniamo alla corsa degli altri. La sabbia sotto i piedi mi fa solletico, si piega sotto il mio peso, le impronte sono precise, nessuna sbavatura. In questo momento non trovo nulla di più perfetto. Arrivo all’acqua, è abbastanza fredda, ma non importa. Mi butto e subito dopo Peeta inizia a schizzarmi, io faccio altrettanto, iniziamo una lotta spietata. Le risate sono l’unico rumore che si sente, anche perché lo facciamo in modo molto forte. Mi infilo sott’acqua ed è lì che trovo davvero la perfezione. Piccoli pesci mi nuotano intorno, l’acqua pizzica i miei occhi, ma non troppo, dopo poco è una sensazione piacevole. E’ bello vedere come la vita è continuata anche senza gli umani, anche se questi ultimi sono stati rinchiusi in dei comprensori gli altri organismi hanno deciso di non smettere di vivere.
Torno in superficie e vedo tutti guardarmi, Peeta sorride: “Bello, no?”
“Spettacolare”
Scoppiamo di nuovo a ridere, tutti tranne Katniss che sembra essere persa in un mondo tutto suo, la vedo puntare le orecchie, come i gatti.
“Dobbiamo andarcene”
Non fa in tempo a pronunciare quelle parole che un raggio verde mi sfiora di poco: “Mangiamorte!”
“Forza, forza, forza!”
Peeta prende Alex in braccio ed aiuta me e Ted ad uscire dall’acqua mentre Katniss scocca svariate frecce che colpiscono in pieno i nostri inseguitori. Raggiungo la mia bacchetta sulla spiaggia e mi avvicino a lei: “Va’ via!”
“Non ci penso neanche! Non ti lascio sola!”
Inizio a scagliare incantesimi, quanti più posso e conosco. Katniss sembra una macchina da guerra in piena regola, scocca frecce e colpisce in pieno, io ne becco uno su cinque, non è affatto una buona media. Improvvisamente vedo un mangiamorte che scaglia incantesimi sugli altri, sorrido inconsciamente e mi rivolgo direttamente a Katniss: “Non tirare al terzo a partire da sinistra”
“Perché?”
Sorrido felice: “E’ dei nostri”
Continuiamo a combattere finchè non siamo sicuri che tutti sono caduti, Katniss corre subito a recuperare le sue frecce, nella faretra ne sono rimaste due o tre. Vedo Peeta, Ted e Alex uscire allo scoperto da sotto uno scoglio, sorrido. Non potevano fare granchè, Peeta è bravo nelle piccole distanze, Ted e Alex non sanno fare molto. Improvvisamente vedo un mantello nero svolazzarmi di fronte, mi butto fra le sue braccia.
“Da quando così teneroni, Potter?”
“Falla finita! Lo so che sei contento di vedermi”
Sento lui darmi qualche pacca sulla schiena poi risponde schifato: “Potrei vomitare”
Scoppio a ridere poi gli tolgo la maschera, il suo naso adunco è più lungo del solito, sorrido: “Come stai?”
“Non sono io la ricercata numero uno in tutto il mondo, tu come stai?”
Sorrido: “Sto bene, grazie a te che mi hai fatto scappare. Altrimenti sai…sarei già…come dire… CRACK”
A quella parola faccio un segno con la mano e butto la lingua di fuori fingendo di essere deceduta, lo sento sbuffare. Subito dopo mi dà uno scappellotto, io scoppio a ridere: “Come stanno a casa?”
“Tutti bene… sono distrutti dall’idea che non ti rivedranno più, ma quando tornerò e gli dirò che sei viva e vegeta staranno meglio”
Sorrido, è una piccola consolazione, ma lo è comunque. Katniss e Peeta mi raggiungono nello stesso momento, vedo Severus tirare fuori la bacchetta: “ A proposito, chi sono questi?”
“Calma,calma,calma! Sono con noi, Severus. Li ha mandati mio padre, mi porteranno in America”
Il mio mentore abbassa la bacchetta ed io ringrazio il cielo che abbia capito, Katniss parla subito dopo: “Ne sono rimasti alcuni vivi, sono in stato di schock”
Faccio per replicare, ma Severus, come al suo solito, si intromette nella conversazione: “Perfetto. Modificherò la loro memoria, il Signore Oscuro non potrà sicuramente dubitare di me in questo modo”
Alzo le spalle: “Per una volta ammetto che hai ragione”
Mi rifila un altro scappellotto ed io rido di nuovo, Peeta mi guarda amorevolmente mentre Katniss non sembra convinta di Severus, sembra una tigre che non riesce ad abbassare la guardia perché sente che è in pericolo. In quel momento Ted e Alex ci raggiungono, vedo Severus sbuffare per l’ennesima volta: “Ed eccoli! Contenti della vita da fuggiaschi?”
Alex è completamente pietrificato dalla sua presenza, Ted sembra piuttosto irritato: “Molto! Scappo per cercare di salvare la mia ragazza!”
A quelle parole io ingoio la saliva quasi strozzandomi, Severus mi guarda male sembra pensare ad un modo per torturare Ted, è inutile che fa il sostenuto, si è affezionato a me e non vuole che nessuno mi tocchi. Mi incenerisce di nuovo con lo sguardo poi sembra voler uccidere Ted, digrigna i denti e parla a denti stretti: “Vi conviene andare”
Abbraccio il mio mentore anche se lui è troppo impegnato a tentar di intimorire il mio ragazzo: “Mi mancherai”
“Vai, non voglio salvarti di nuovo, Potter”
Sorrido, sempre il solito acido Severus, Katniss mi posa una mano sulla spalla ed io mi sciolgo dall’abbraccio. Severus si gira di scatto e fa svolazzare il suo mantello in modo teatrale, arriva fino alla collina poi si volta di nuovo e fa un movimento con la bacchetta. Non capisco a cosa serva, ma ci metto pochi secondi per farlo. Inizio a sentire un blocco in gola, non riesco a respirare e le gambe mi diventano molli, crollo a terra. Guardo le mie gambe e trovo una splendida coda, alzo lo sguardo verso la collina, lui fa un cenno con la testa e sparisce. Mi guardo intorno, tutti sono nella mia condizione, vedo Katniss iniziarsi ad avvicinare all’acqua, faccio lo stesso insieme agli altri. Quando mi immergo totalmente sento le mie energie rigenerarsi, l’acqua viene filtrata nelle mie branchie, è davvero spettacolare. Sono piccole, sul collo, a mala pena visibili, Katniss è di una bellezza sovrannaturale.
“Dobbiamo ringraziare mister simpatia per questo dono?”
Annuisco ad Alex poi guardo Katniss e Peeta: “Andiamo, l’America ci aspetta”
Iniziamo a nuotare, Ted e vicino a me, mi sorride e di tanto in tanto mi stringe la mano. America, sto arrivando.

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Capitolo 21
*** Finalmente te ***


Vi chiedo scusa, sono in un ritardo enorme, ma ultimamente la mia mente non era concentrata e non ero pronta ad andare avanti, ma la richiesta di Emma 4 ever mi ha fatto riaccendere la mente, almeno per quanto riguarda questa FF. La ringrazio per questo e mi scuso con tutti voi, ma soprattutto con lei, del mega ritardo. Spero che vi piaccia e che le piaccia.
_Lils_



“Si può sapere quando arriviamo?”
Sbuffo divertita all’ennesima domanda di Alex, mentre Peeta finge di volerlo strozzare da dietro, scoppio a ridere poi guardo Ted ,anche lui è divertito dalla situazione.  Sono giorni che continua a chiederci quando raggiungeremo la nostra meta, che cosa ci aspetta, chi incontreremo, quando mangeremo qualcosa di commestibile invece che le solite alghe, ammetto che sia stressante delle volte, ma è un bambino quindi può passare.
“Uffa! Siamo arrivati?”
“Sì, siamo arrivati”
Sposto il mio sguardo verso Katniss, lei mi sorride a malapena, sento il mio cuore accelerare, siamo arrivati. Inizio a vedere il fondale marino incurvarsi segno che la costa non è lontana, il mio cervello si oscura, un unico pensiero viaggia superstite in esso: VEDRO’ MIO PADRE. Potrò, finalmente, vedere il suo volto, capire com’è in realtà e non solo in quei manifesti che lo raffiguravano come un furfante, potrò abbracciarlo veramente, non solo nei miei sogni più belli, potrò parlarci, sentire la sua voce non solo nella mia testa, vedere la sua bocca muoversi di fronte ai miei occhi e perdermi nei suoi, in quegli occhi che , tutti dicono, gli ho rubato. Non riesco neanche a respirare per l’emozione… no, non riesco a respirare proprio. Mi agito convulsamente mentre mi guardo intorno, tutti hanno il mio stesso comportamento, abbasso lo sguardo e vedo la coda di pesce trasformarsi con una calma snervante in due gambe. Dannato Severus! Non ne combina una giusta!
Inizio a sentire la testa farsi pesante per la mancanza di ossigeno, mentre sento nuovamente in mio possesso le gambe , mi erano mancate, inizio a nuotare verso la superficie, quando riesco ad uscire faccio un respiro profondo. L’aria mi entra nei polmoni e mi sembra la cosa migliore del mondo. Subito dopo vedo uscire anche tutti gli altri, tutti la medesima reazione.
“La prossima volta che vedo mister simpatia lo ammazzo!”
Subito dopo l’affermazione, Ted, tossisce a causa della troppa acqua salata bevuta, Peeta si avvicina subito a Katniss e ,dopo essersi appurato che stia bene, le posa un bacio sulla fronte. Alex ,nel frattempo, sta nuotando verso la riva, si volta verso di noi con un ghigno divertito: “Chi arriva ultimo è un pesce palla!”
Io e Ted scoppiamo a ridere poi iniziamo a nuotare anche noi, Katniss e Peeta fanno lo stesso, dopo neanche pochi secondi i due hanno superato il nostro sgangherato trio, credo proprio che non saranno loro ad arrivare ultimi. Arriviamo alla riva e il pesce palla risulta essere Ted che, accortosi dell’ultima posizione di Alex, ha fatto finta di dover rallentare perché esausto e si è fatto superare. Appena fuori dall’acqua scuoto i miei capelli che, anche se bagnati, sono scomposti e ribelli come sempre, Ted mi si affianca e mi guarda come per chiedermi se sto bene, io annuisco e gli faccio l’occhiolino, Katniss e Peeta ci fanno un segno con la mano: “Andiamo, non manca tanto”
Sorrido mentre sento le gambe tremarmi, Ted, notandolo, mi afferra la mano: “Andrà bene”
Annuisco mentre Alex mi prende l’altra e inizia a tirarmi entusiasta all’idea di poter dormire in un letto e di mangiare qualcosa di normale, inizio a seguire Katniss mentre Peeta tende l’orecchio e ascolta ogni rumore, non devono essere scoperti, mi chiedo come farebbero ad esserlo visto che gli alberi non fanno neanche filtrare un fascio di luce.
“Andate avanti voi”
“Dobbiamo per forza passare nei cespugli?”
Guardo Katniss con un sopracciglio alzato, lei non risponde, si fa solo di lato e ci permette di passare, Ted mi stringe ancora di più la mano mentre ci avventuriamo tutti e tre tra i rovi ed i cespugli che ci aspettano di fronte, cammino sperando che non  ci siano dei serpenti, odio i serpenti da quando sono entrata in quella dannata arena.
Improvvisamente sento il terreno mancarmi da sotto i piedi, abbasso lo sguardo nel momento in cui sento di star precipitando, inizio ad urlare mentre vedo Ted sbracciarsi sotto di me, non ho neanche il tempo di pensare a cosa sta succedendo perché subito dopo sono distesa su quella che credo sia un cuscino morbido. Nel momento in cui cado sento un lamento provenire da sotto di me, solo a quel punto mi rendo conto che in realtà sotto di me c’è Ted: “Scusa, stai bene?”
“Spostati e starò meglio”
Scoppio a ridere, cerco di tirarmi su, ma in quel momento sento un peso travolgermi sulla schiena, mugolo infastidita e dolorante e Ted fa lo stesso.
“Che caduta!”
“Alex, levati!”
Io e Ted lo urliamo nello stesso momento, lui lo fa subito così io ho la possibilità di rotolare su un lato, Ted fa un’espressione rilassata ed io scoppio a ridere anche se ho un ginocchio che mi duole, improvvisamente sento delle risate e vedo una mano di fronte a me, la afferro pensando che Peeta si sia divertito nel vedere la scena.
“Molto divertente, Peeta, davvero. Tu e tua moglie vi divertite con poco”
“Le scena è stata molto divertente, ma non sono Peeta”
Alzo lo sguardo e noto due occhi verdi che mi fissano, spalanco la bocca ed indietreggio pericolosamente, lo vedo sorridere: “Lo so, è questa la reazione che faccio dall’ultimo incontro con Voldemort”
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso, un uomo normale, vestito con un paio di jeans e una maglia rossa, due braccia forti sono messe in evidenza dalle maniche corte, un collo lungo ed elegante poi c’è il viso, due occhi verdi brillano insieme al suo sorriso, ma non è come si vedeva in quei manifesti che ricordo bene.
Una cicatrice profonda gli parte da sotto l’occhio destro e gli attraversa tutto il viso per poi scendere sul collo, nel punto in cui la cicatrice gli attraversa la bocca sembra non esserci il labbro superiore.
Scoppio a piangere, un pianto liberatorio, lo vedo sorridere dolcemente: “Sono davvero così brutto?”
Gli corro incontro e lo abbraccio: “Sei stupendo”
“Mai quanto te, bambina mia. E’ bellissimo averti tra le mie braccia”
Sento le sue lacrime silenziose bagnarmi i capelli mentre ispiro il suo profumo, sa di buono, di puro, di fresco, sento la stanza rimanere in silenzio, Katniss dire di stare zitti ai miei compagni.
“Mi dispiace di averti lasciata sola, ma ho dovuto”
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità, non mi hai mai lasciato sola”
Mi allontana un po’ per permetterci di guardarci negli occhi, è un qualcosa di stupendo, l’abbraccio che avevo sempre sognato e che, per la maggior parte della mia vita, avevo creduto che non sarebbe mai potuto avvenire.
“Ed il mio figlioccio non mi viene a salutare?”
Lo vedo voltarsi verso Ted e sorridere mentre , anche quest’ultimo con le lacrime agli occhi, lo corre ad abbracciare.
“Falla soffrire e pregherai di non avermi mai conosciuto”
Lo sussurra, ma, visto che la stanza è in completo silenzio, viene sentito da tutti ed io scoppio a ridere.
“Bene, pronti per andare?”
Alzo un sopracciglio e vedo mio padre scoppiare a ridere: “No, così no! Assomigli troppo a Severus”
Scoppiamo a ridere mentre mi rintano di nuovo nel suo abbraccio: “Dove andiamo?”
“A riprenderci il mondo!”

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Capitolo 22
*** L'ultimo respiro prima della battaglia ***


“Cosa intendi precisamente?”
Lo vedo sorridere poi mi afferra , con forza e delicatezza allo stesso tempo , la mano , mi fa l’occhiolino e mi conduce fuori da quella stanza , rimango senza fiato. I miei occhi zampillano da una parte all’altra, una struttura moderna e possente mi rinchiude , ci sono macchinari di ogni genere , stanze con su scritto la loro utilità come se fossero dei laboratori: pozioni, difesa, attacco, mimetismo, eccetera. Persone corrono avanti e indietro, salutano mio padre con rispetto poi salutano me ed infine tornano a svolgere i loro compiti, tutto sembra così organizzato, la gente ha una forza negli occhi che non avevo mai visto, hanno voglia di rivincita, di vendetta, di giustizia, questo è sicuro.
“Come hai fatto?”
Mi sorride e mi scompiglia i capelli: “Credevi che il tuo vecchio non ne fosse capace?”
“No, insomma sì”
Sbuffo cercando di riordinare le idee procurando in lui una risata ed un sorriso in Peeta e Katniss: “Come hai fatto a convincere questi uomini a combattere con te?”
“Non è stato difficile, alcuni sono maghi stanchi della supremazia di Voldemort, vogliono ucciderlo, vogliono la libertà, altri come i miei due uomini più fidati” si volta verso coloro che mi hanno accompagnato in questo grande viaggio, gli sorride grato, loro fanno lo stesso ed io mi sento a casa. Non so perché, ma questi piccoli gesti mi fanno finalmente capire che non sono mai stata sola, avevo delle persone che combattevano, che si preparavano per me, avevo mio padre che pensava solo al giorno in cui ci saremmo incontrati per la prima volta, che voleva salvare mia madre da tutto il male che avevano fatto smettere di brillare i suoi occhi, non eravamo soli, dovevamo solo crederci. Riprende il suo discorso: “Erano sfuggiti da un pericolo pochi anni fa, avevano subito capito la gravità del fatto e quando ho detto loro che Voldemort aveva intenzione di “copiare” la tortura che loro stessi avevano dovuto subire hanno accettato, si sono rivelati compagni fantastici di vita e avventura nonostante non siano dei maghi.”
In quel momento due piccole figure ci passano vicino, una corre veloce, l’altra barcolla un po’, ma non molla, alzo un sopracciglio e mi volto, li ritrovo in braccio a Katniss e Peeta che sorridono felici e li stringono a sé, sorrido ed involontariamente mi stringo a mio padre, è un movimento naturale, lui mi posa un bacio sulla fronte e mi sorride, il suo bellissimo sorriso.
“Loro sono Prim e Finnick”
Peeta lo dice con un tono orgoglioso ed emozionato allo stesso tempo, la bambina scalcia e lui la lascia a terra, si dirige verso di me, mi guarda con quei due occhioni azzurri, mi scruta e mi studia infine parla: “Sei bellissima”
Scoppio a ridere come tutti nella stanza poi mi inginocchio in modo di poter essere della sua altezza: “Grazie, anche tu sei stupenda”
“Tutti dicono che sono bella come la mamma”
Guardo Katniss che sembra in grande imbarazzo poi torno a guardare la piccola: “Sì, ma hai gli occhi del tuo papà, te lo avranno detto tantissime volte, vero?”
Annuisce stupefatta: “E’ proprio così, ogni tanto mi fanno arrabbiare perché io sono unica comunque  tu come fai a saperlo?”
Scoppio a ridere nuovamente mentre le accarezzo la guancia: “Lo dicono sempre anche a me, ma non ti devi arrabbiare, è bello avere qualcosa in comune con i nostri genitori soprattutto se si parla degli occhi, sai? Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima e nei tuoi c’è tanta bontà”
Prim mi guarda mentre la sua bocca disegna una “O” perfetta: “Forte!”
Scoppiamo di nuovo a ridere poi lei mi posa un bacio sulla guancia e torna dal suo papà mentre io torno dal mio: “Ora vi daremo una stanza, riposatevi un po’, domani partiamo”
“Non andiamo ora?”
Mio padre sorride orgoglioso: “So che vuoi combattere, ma hai bisogno di riposo, hai viaggiato tanto e noi dobbiamo organizzarci, non prendere le mie parole alla lettera è impossibile partire ora. Domani, ci materializzeremo lì e faremo prendere un infarto al nostro caro Voldemort. E’ una promessa”
Mi porge la mano ed io la stringo, fa segno di seguirlo anche a Ted ed ad Alex che, dopo tutto il tempo che siamo stati qui, vengono degnati della mia attenzione, ma non è cattiveria, è solo che sono troppo presa da tutto il resto. Ci fa strada ed arriviamo di fronte ad una porta, la apriamo e la stanza che ci accoglie è abbastanza grande, ha due letti, uno matrimoniale e uno ad una piazza divisi da un muro che percorre quasi tutta la stanza, ma lascia lo spazio per una porta non ancora montata, delle finestre e le pareti verde chiaro.
“Dormirete qui, Alex tu dormirai con Ted o con Hope, di certo non correrò il rischio di diventare nonno ora. Non mi sembra il caso”
Scoppiamo a ridere mentre lui passa un braccio intorno alle spalle di Ted: “Ora vi lascio, devo fare delle ultime cose”
“No!”
Si volta verso di me e sorride, non voglio che mi lasci, non di nuovo, non ora che l’ho ritrovato: “Calma, sono qui intorno, ma devo prepararmi per domani, tu cerca di stare tranquilla e riposati. Non me ne vado senza di te”
Lo abbraccio e lui mi scompiglia per la millesima volta i capelli poi esce dalla stanza ed io sento lo stomaco contorcersi su se stesso, fa male vederlo andar via anche se per pochi secondi, fa tanto male.
“Tuo padre è proprio forte!”
Mi volto verso Alex che si è già posizionato nel lettino ad una piazza, alzo un sopracciglio: “Tu non dovevi  dormire nel letto matrimoniale? E dov’è Ted?”
“E’ dall’altra parte che ti aspetta, mi ha chiesto un favore”
Scoppio a ridere poi poggio le mie labbra sulla sua fronte: “Dormi bene, piccolo birbante”
Lui sorride e chiude gli occhi, io passo dove dovrebbe esserci la porta e arrivo all’altro letto, Ted mi guarda e scoppia a ridere mentre i suoi capelli cambiano colore in continuazione, prima rossi poi gialli, verdi, rosa ed infine tornano al solito azzurro. E’ agitato quando fa così.
Mi sdraio vicino a lui, mi abbraccia subito ed io riesco a sentire il suo cuore battere: “Se ci becca mio padre siamo morti”
“Lo so, ma voglio rischiare”
Sorrido e mi stringo a lui, mi accarezza i capelli per un po’ poi ricomincia a parlare: “Senti Hope a me dispiace per Anthony”
Cosa? Ho sentito bene? Alzo lo sguardo e fisso i miei occhi dentro i suoi: “Sicuro di star bene?”
“No, insomma l’ho trattato male, ne ho pensate di tutti i colori su te e lui, quando dovevo solo portargli rispetto perché è un ragazzo che non c’è più, capisci un ragazzo, uno come me, un ragazzo. Invece no, ho insabbiato il suo nome solo perché voleva ricevere un ultimo bacio, avrei dovuto capire e ringraziarlo anche perché ti ha aiutato a sopravvivere nell’arena, sei qui anche grazie a lui. Io... mi dispiace”
Sorrido mentre lo vedo girarsi dalla parte opposta, era questo che lo rendeva agitato, ora capisco.
“Ted…”
Non si volta, sorrido nuovamente poi scendo dal letto, faccio il giro e mi posiziono di fronte a lui: “Va tutto bene, lui non ce l’ha con te e neanche io. Va tutto bene”
Mi abbraccia e scoppia a piangere, non credo sia solo questa la ragione, ha avuto paura di perdermi e ha paura per domani, per la guerra, lo so, ma non glielo rinfaccio, ho paura anche io.
“Siamo io e te ora, va tutto bene”
Mi stringe forte: “Scusa”
Mi rifugio ben bene sotto le sue braccia,  gli scocco un bacio sulla bocca, un bacio dolce che pian piano lo diventa sempre meno: “Ti amo”
“Ti amo, ma ora dormi e stai tranquillo”
Annuisce e chiude gli occhi in poco cade in un sonno profondo, io faccio lo stesso.
 
***
 
Mi sveglio di soprassalto, sento dei passi fuori al corridoio, alzo il braccio di Ted che mi cinge a sé e lo sollevo , mi alzo dal letto, esco dalla stanza e trovo mio padre che fa avanti e indietro, scoppio a ridere.
“Che ci fai tu sveglia?”
“Qualcuno ha il passo troppo pesante”
Sorride: “E tu il sonno leggero, volevo solo controllare che stessi bene”
Mi abbraccia poi si siede per terra, mi invita a fare lo stesso: “Allora? Come si dorme con Ted?”
Apro la bocca stupefatta, come ha fatto a sapere?
“Hai lo stesso sguardo da furba di tua madre, non è difficile capire”
Sorrido e appoggio la testa sulla sua spalla: “Sarà felicissima di vederti vivo”
“Io non vedo l’ora di rivederla, dopo tutto quella che ha passato per colpa mia”
Sorride tristemente ed io gli stringo la mano: “Non è mai stata colpa tua, la mamma avrebbe combattuto anche se non ti avesse mai conosciuto, è tosta”
Mi posa un bacio fra i capelli: “Come te, sei più forte di quanto credi bimba mia”
“Posso chiederti un favore?”
Mi alza la testa dalla sua spalla e mi fissa: “Nessuno mi ha mai detto niente sul vostro passato perché erano troppo addolorati dalla tua perdita quindi mi chiedevo se mi potevi raccontare un po’ di te e della mamma, di come vi siete conosciuti, dello zio Ron e di zia Hermione…”
Quando dico quel nome lo vedo assumere una smorfia di dolore e mi zittisco, sa che è una delle poche che non ce l’ha fatta: “Non volevo…”
“Tranquilla, è ok” sorride “Parto dall’inizio?”
Annuisco ed è così che passo la notte, ricordando i vecchi tempi con mio padre, ridendo e scherzando su quanto fossero poco attinenti alle regole lui e il suo trio, sospirando e trattenendo le lacrime nei momenti dolorosi. La notte più bella della mia vita, io e mio papà. Hope e Harry.


Grazie per aver letto, per vostra informazione Prima ha sette anni e Finnick ne ha due, me li sono sempre immaginati così i figli di Peeta e Katniss e ora ho potuto descriverli in una mia storia. Baci e  buona fortuna a tutti i maturandi di quest'anno :)

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Capitolo 23
*** L'inizio di una battaglia ***


Sento  dei rumori in lontananza, mi costringo ad aprire gli occhi, quando lo faccio mi trovo appoggiata sulla spalla di mio padre, quest’ultimo mi guarda sorridente: “Buongiorno dormigliona”
Sorrido mentre mi stropiccio gli occhi ancora assonnata, mio padre mi scompiglia i capelli e scoppia a ridere: “Stavamo parlando di tua madre e tu sei caduta in un sonno profondo, ti sembra giusto?”
Scoppiamo a ridere insieme poi un pensiero mi balena in mente: “Non hai dormito per nulla?”
Lui scuote la testa mentre mi accarezza la guancia: “Facevo la guardia al mio gioiello più grande”
Sorrido nel sentire quelle parole, non mi aveva mai visto prima di ieri, non sapeva com’ero fatta se non dai resoconti che gli davano, sapeva solo da altri quello che facevo, non aveva passato un compleanno con me, non mi aveva mai portato con sé a lavoro come tutti gli altri papà, non mi aveva mai raccontato storie, eppure sembrava essere un padre perfetto anche se aveva poca esperienza. Forse era proprio per quello, aveva voglia di recuperare il tempo perso e metteva in tutti i gesti tutto l’amore che il suo grande cuore poteva dare.
“Ma oggi partiamo, dovevi riposare anche tu!”
Lo vedo ridere poi punta i suoi occhi dentro i miei: “Se la notte prima della mia ultima battaglia con Voldemort avessi dormito tu, mia cara bambina, non saresti qui ora”
Scoppiamo a ridere insieme, in effetti aveva ragione, ero stata concepita la notte prima della grande battaglia di Hogwarts, in quel castello, nel dormitorio dei Grifondoro, mamma me lo aveva sempre raccontato e a me è sempre piaciuto pensare che il mio destino fosse stato segnato proprio dal mio concepimento, ero e sono certa che Grifondoro sia la mia strada e che Hogwarts sarebbe stata la mia casa.
“Sì, hai ragione, ma non è finita molto bene quella volta”
Ride di gusto mentre mi scompiglia, per l’ennesima volta, i capelli: “Questa volta andrà meglio, è una promessa”
Mi sorride, il suo bellissimo sorriso, nessuna cicatrice può rovinare quel bellissimo viso: “Ora andiamo, sveglia i tuoi amici, troverete nella vostra stanza tutto quello che vi serve. Ci vediamo tra mezz’ora nell’atrio da dove siete arrivati”
Annuisco e lo vedo allontanarsi, la sua camminata è così possente e autoritaria, mamma lo aveva sempre descritto come un normale adolescente, nessun atteggiamento da capo, solo un ragazzo normale, ma aveva sempre detto che quando doveva combattere impersonava qualcuno che non era, tirava fuori quella parte del suo carattere fiera e spavalda, lo ha appena fatto anche ora.
Entro nella stanza e trovo Alex che salta sul letto matrimoniale dove Teddy cerca di farlo star fermo, mi scappa una risata, il nervosismo si inizia a sentire, Ted si volta verso di me: “Eccola la fuggitiva! Alex prendila!”
Vedo il piccolo correre verso di me e atterrarmi con un abbraccio: “Alex, hai tre secondi per levarti o ti infliggerò la punizione più severa di tutte”
Lui mi guarda sorpreso e spaventato poi si fa coraggio e tira fuori tutta la sua spavalderia: “Non mi fai paura!”
Scoppio a ridere: “Davvero? Ora prova a dirlo anche quando ti farò il solletico”
Non faccio in tempo a finire la frase che inizio a muovere le mie dita contro le sue costole, lo sento ridere come un pazzo, cerca di scusarsi tra una risata e l’altra ,ma non ci riesce. Alla fine riesce a chiedere venia ed io lo aiuto ad alzarsi, scoppia a ridere di nuovo ed io e Ted ridiamo con lui.
“Dobbiamo prepararci!”
Ted annuisce mentre Alex saltella entusiasta: “Uccideremo Voldemort”
Lo guardo e gli poso una mano sulla spalla, ho concordato con mio padre una cosa: “Alex, tu resterai qui”
“Cosa? Perché?”
Assume una faccia triste ed io gli sorrido cercando di fargli capire: “Sei troppo piccolo, è pericoloso là fuori, non è un gioco. Mio padre non voleva che io e Ted partecipassimo, ma l’ho convinto, per noi è una cosa personale, ma tu devi restare. Quando tutto sarà finito tornerai a casa”
“Ma io voglio venire con voi! Ted, diglielo anche tu che devo venire!”
Teddy nel frattempo si è avvicinato a me: “Ha ragione lei, resterai qui, ci raggiungerai quando tutto sarà finito”
Alex incrocia le braccia imbronciato: “Ma io voglio combattere con voi, voglio aiutarvi!”
Allargo le braccia e Alex si rintana in esse, sorrido: “Noi dobbiamo proteggerti Alex, sappiamo che sei un coraggioso guerriero, ma non possiamo permetterti di venire, vai protetto e noi lo faremo”
Non parla per un po’ poi annuisce e mi stringe ancora più forte, Ted si unisce al nostro abbraccio e mi guarda, gli sorrido poi sussurra qualcosa come: “Dovresti restare anche tu”
Scuoto la testa mentre continuo a sorridergli, ha paura di perdermi, che mi possa succedere qualcosa di male: “E’ la mia battaglia e abbiamo venti minuti per prepararci ormai”
Noto i vestiti appesi sul retro della porta, io e Ted ci guardiamo prima di prenderli, sono tessuti scuri fatti apposta per mimetizzarsi a seconda di dove ci si trovi, sicuramente sono sotto qualche incantesimo, ho letto qualcosa sull’argomento. Ci vestiamo uno in una parte della stanza e l’altro nell’altra, indosso la maglietta e i pantaloni che fasciano il mio corpo perfettamente, nella tasca trovo la mia bacchetta, mio padre ne ha un’altra ora e questa è ufficialmente mia, mi lego i capelli in una coda alta. Vorrei sentirmi forte e pronta a farmi vendetta, ma in realtà sono terrorizzata proprio come prima di entrare nell’arena, forse mi manca il coraggio dei Grifondoro, forse non è proprio la mia strada, ma non è il momento di pensarci, il cuore batte forte in petto, mi volto e trovo Ted pronto, da quanto tempo mi fissa? Alzo lo sguardo su di lui, vestito in quel modo sembra così coraggioso, un soldato pronto a combattere.
“Andiamo?”
Annuisco, poso un ultimo bacio sulla fronte di Alex mentre lui piange: “Promettetemi che tornerete a prendermi”
Ted sta per rispondere, ma capisco già cosa dirà, i suoi occhi non hanno speranza all’interno, lo blocco e scuoto la testa, lui annuisce mentre io accarezzo una guancia del piccolo uomo: “Promesso, tu fai il bravo, torneremo a prenderti prima che tu possa sentire la nostra mancanza”
Lui sorride e si siede sul letto, Ted esce dalla porta, io faccio lo stesso poco dopo e mentre chiudo la porta sento Alex sussurrare: “Già mi mancate, non avete mantenuto la promessa”
Sorrido amaramente e ingoio quel groppo che mi sento nella gola, guardo Ted e noto il suo sguardo, lo ha sentito anche lui, cerca di sorridere mentre i suoi capelli passano ad una tonalità di azzurro più chiara come se fossero sottotono, forse perché lui lo è. Mi porge la mano ed io la afferro, camminiamo per i corridoi fino ad arrivare nell’atrio, quello che vedo mi fa restare senza fiato. Persone su persone sono accalcate lì dentro, altre si vedono negli altri due corridoi che portano lì, mio padre ,insieme a Katniss e Peeta, si erge sopra la folla quando mi vede sorride poi inizia a parlare: “Abbiamo aspettato per sedici lunghi anni questo momento, ci siamo allenati, abbiamo imparato gli uni dagli altri, siamo pronti ora. Non vi dirò bugie, alcuni di noi cadranno in battaglia, altri potrebbero essere catturati, ma questo lo sapete anche voi ed è per questo che sono convinto di avere il miglior esercito di sempre perché combattete con consapevolezza per uno scopo, sconfiggere Voldemort e far ritornare il mondo che conoscevamo una volta. Non sarà facile, ma insieme ce la faremo. Un nostro informatore ci ha detto che tutti gli abitanti dei Comprensori sono stati portati da Voldemort per un annuncio sulla fuggitiva, mia figlia, è il momento giusto per attaccare così tutti i Comprensori potranno dare una mano, in un modo o nell’altro. Sappiate che tengo ad ognuno come un fratello, siete stati la mia famiglia per sedici lunghi anni, mi avete aiutato nei momenti di disperazione e vi ringrazio di tutto”
Fa una pausa, vedo gli occhi di tutti diventare lucidi e capisco il rispetto che hanno verso mio padre: “Mettetevi in coppia come abbiamo provato per materializzarci. Andiamo a riprenderci casa nostra!”
Un urlo si leva dalla folla mentre lui mi fa segno di avvicinarmi con la mano, lo faccio sempre tenendomi stretta a Teddy, quando ci vede sorride: “Ted, tu ti materializzerai con Simon”
Ted annuisce poi mi guarda e sorride, fa per andare, ma io lo blocco per un braccio e lo bacio, cerco di godermelo il più possibile, quando ci separiamo vedo mio padre che ci guarda diviso a metà tra la sua parte commossa e la parte che vuole uccidere Teddy senza nessuna pietà, Ted mi guarda e sorride: “Andrà bene”
Mi sorride ed infine si avvicina a quell’uomo, io guardo mio padre, lui mi fissa, ma non riesco a decifrare la sua espressione, alla fine sorride: “Tu vieni con me”
Annuisco felice e lo abbraccio, in quel momento una piccola figura saetta tra la folla e corre in braccio a Peeta, è Prim. La vedo piangere e sento il mio cuore spezzarsi: “Non andate”
Katniss sorride e le passa le mani fra i capelli: “Torneremo, tu fai la brava sorella maggiore e bada a Finnick”
La piccola annuisce mentre si asciuga le lacrime poi abbraccia i suoi genitori, un peso sullo stomaco sta per distruggermi, mio padre mi stringe forte a sé: “Farò di tutto per farli tornare, a costo di dare la mia vita”
Lo guardo e sento i miei occhi farsi lucidi: “Però cerca di non rimettercela la vita, non voglio perderti di nuovo”
Lo vedo annuire poi mi sorride ed io lo abbraccio, sciolgo quell’abbraccio che mi dà forza e solo ora mi rendo conto che tutti ci stanno guardando, mio padre fa un gesto con la mano e vedo le prime persone iniziare a sparire, noi siamo gli ultimi a materializzarci e quando arriviamo al punto di incontro mi sento parecchio scossa, sento di poter vomitare da un momento all’altro, ma mi trattengo.
Tutti iniziano a spargersi ad un solo gesto della mano di mio padre, ho giusto il tempo di vedere Ted correre via con quel Simon e sento il mio cuore mancare un battito, prego che non gli succeda nulla, io guardo mio padre, siamo rimasti solo noi e ,naturalmente, Peeta e Katniss.
“Dove stanno andando?”
Mi sorride: “Si confonderanno con la folla e cercheranno di convincere alcuni della nostra esistenza e del nostro piano prima del discorso di Voldemort”
Annuisco: “Noi che facciamo?”
“Riesci a tenere chiusa quella bocca una volta tanto?”
Vedo mio padre, Peeta e Katniss sorridere, io mi volto e scopro il mio amato mentore: “Sempre così gentile”
Sorrido anche io, non ne sono certa , ma credo di averne visto un accenno anche sul suo di viso: “Altrimenti non sarei io”
Mio padre si avvicina a lui ed io rimango paralizzata quando vedo quello che fanno, scuoto la testa e mi stropiccio gli occhi come per svegliarmi da un sogno, mio padre sorride mentre stringe la mano del mio mentore, come due vecchi amici che si sono rincontrati dopo molto tempo, mio padre esprime tutta la sua gratitudine attraverso lo sguardo e Severus annuisce come per dire che l’ha fatto con piacere.
“Chiudi la bocca, impertinente”
E’ finita la magia, mio padre scoppia a ridere mentre io gli rivolgo una linguaccia, il mio mentore ricomincia a parlare: “Ora, dopo queste cosa da far venire il diabete , dovreste sbrigarvi a trovare gli altri, Voldemort farà il discorso tra un’ora”
Alzo un sopracciglio: “Gli altri chi?”
Mio padre sorride: “Non combatterò senza Ron al mio fianco, inoltre George e Draco mi farebbero molto comodo”
Sorrido e lo abbraccio: “Anche la mamma?”
Lui sorride tristemente: “La mamma è meglio contattarla alla fine di tutto, altrimenti sverrebbe e non ci sarebbe molto utile”
Scoppio a ridere mentre Peeta e Katniss mi guardano amorevolmente e so che stanno pensando ai loro bambini, papà mi guarda e mi prende per mano: “Sbrighiamoci”

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Capitolo 24
*** E' ora ***


Camminiamo lentamente cercando di far il meno rumore possibile, mio padre mi tiene stretta la mano, quando arriviamo tra la gente ci tiriamo su il cappuccio, come faremo a trovarli? Guardo Peeta e Katniss, avanzano furtivi e riconosco i loro occhi sono gli stessi che tutti avevamo nell’arena, quell’incubo che si insidia nella tua testa e che non ne uscirà più. Continuiamo a camminare, seguo mio padre ed all’improvviso lo vedo sorridere: “Che c’è?”
Mi guarda e mi cerca di scompigliare i capelli da sopra il cappuccio: “Nessun altro al mondo ha quel colore di capelli, ora dobbiamo solo cercare di avvicinarlo”
Guardo verso dove punta il suo sguardo e sospiro, meno uno, sorrido a mio padre mentre mi tiro più su il cappuccio: “Vado io a prenderlo, almeno si fiderà e non morirà d’infarto, voi nascondetevi da qualche parte!”
Guardo Katniss in cerca di risposta, questa annuisce: “La porta di quella casa non è chiusa, sbatte da un po’”
Sorrido e mio padre fa lo stesso, è contento di averla nella sua ‘combriccola’, annuisco e loro si infilano nella folla e arrivano a quella porta, li vedo entrare sospetti ed io inizio ad avanzare per raggiungere uno dei pezzi mancanti del nostro esercito, tengo la testa bassa, sono facile da riconoscere e se mi becca qualche mangiamorte sono bella che andata.
In quel momento succede una cosa inaspettata, quando vedo il mangiamorte salire sul palco, abbasso ancora di più la testa, mentre questo inizia a parlare: “Benvenuti sudditi, il vostro amato capo arriverà tra poco, nel frattempo voleva che vi dicessi che gli è arrivata la voce della cattura della fuggitiva, non sappiamo se sia viva o morta”
Scende dal palco mentre tutti iniziano a parlottare, vedo persone che piangono, sento urli strazianti e sposto il mio sguardo un po’ più avanti: mia madre. E’ in ginocchio, sorretta da mia nonna, vedo la McGranitt che corre per raggiungerla, mio zio è ancora di fronte a me, ma sembra aver smesso di respirare. Ora capisco qual’era il piano di Voldemort, ha sempre voluto farmi passare per morta in modo che nessuno si ribellasse a lui, in modo da diffondere il terrore, da togliere la speranza. Sporco cane!
“Non gli credere”
Mio zio si volta e mi guarda male, sembra più magro dall’ultima volta che l’ho visto, è strano. Molto strano, sembra essere stato picchiato più volte, forse hanno cercato di fargli rivelare la mia posizone, ma lui non ne sapeva nulla davvero.
“Cosa ne sa una mendicante come te?”
Alzo gli occhi e incontro i suoi, impallidisce ed io ridacchio: “Ti prego, non urlare”
Lui fa cenno di no con la testa, io gli faccio segno di calmarsi con la mano: “Devi venire con me, c’è un piano”
Annuisce mentre ancora cerca di capire cosa sta succedendo, in quel momento un’altra figura si avvicina ed io abbasso di nuovo lo sguardo, mentre li sento parlare: “Ron, dobbiamo andare”
“No, non ora”
“Weasley, dispiace anche a me per la piccola, ma dobbiamo andare. Tua sorella è a pezzi”
Io inizio a camminare, sorridendo, chi lo avrebbe mai detto che quella persona sarebbe stata in pensiero per me? Sento i passi di mio zio e del suo interlocutore seguirmi, ci siamo. Due piccioni con una fava. Entro nella casa, continuo a mantenere il silenzio, appena siamo tutti dentro mi assicuro di chiudere bene la porta poi mi volto e faccio cadere il mantello, l’interlocutore rimane a bocca aperta, mio zio corre ad abbracciarmi con le lacrime agli occhi, lo stringo a me, mi è mancato tanto, troppo.
“Ma tu non eri morta?”
Alzo un sopracciglio e comincio a ridere, scuoto la testa: “A quanto pare no, Draco”
Corre ad abbracciarmi anche lui, ringrazio il cielo che stanno bene, mio zio solleva lo sguardo: “Come hai fatto a venire qui?”
“Mi hanno aiutato, senti abbiamo un piano. I nostri uomini stanno reclutando più combattenti possibili e stanno cercando di mettere al sicuro donne e bambini, voi ci state?”
Draco annuisce subito, mio zio rimane impassibile, pensavo che avrebbe accettato subito ed invece sembra pensieroso, annusa l’aria, è impazzito?
Infine mi guarda con gli occhi più lucidi che mai: “Dove hai preso questo profumo?”
Alzo le spalle, non so che cosa fare e non so cosa intende, non riesco a percepire nessun odore particolare, una lacrima scende sul suo volto: “Prima hai detto ‘nostro esercito’, chi c’è con te?”
Sento dei passi alla mie spalle e mi sposto, tre figure avanzano, Katniss e Peeta senza cappuccio, la centrale ancora lo porta, lo sento ridere poi apre la bocca: “Ancora ricordi il mio profumo, Ron?”
Si toglie il cappuccio e quello che accade dopo fa sciogliere il cuore a tutti, mio zio corre ad abbracciare mio padre fra le lacrime, sembrano essere tornati due ragazzini, mio padre lo stringe forte a sé: “Mi dispiace di avervi lasciato soli, ho dovuto”
Ron sorride tra le lacrime e gli dà un buffetto: “Non ti scusare, sei tornato ora. E’ questo quello che conta, Hermione sarebbe fiera di te”
Altri singhiozzi provengono dall’abbraccio: “Sarebbe fiera di noi”
In quel momento si sente una voce che per tutto il tempo aveva taciuto, mi volto subito verso di lui: “Alla fine sei vivo, sfregiato! Ed io che credevo di essermi liberato di te”
Ghigna mentre mio padre scioglie l’abbraccio con Ron per poi abbracciare il biondo platino, si vede che è felice di vederlo nonostante l’aspetto duro: “Non ci riuscirai, furetto!”
In quel momento due figure entrano in casa, per fortuna che avevo controllato che la porta fosse chiusa.
“Non fare cavolate, Ronald!”
Quando vedono mio padre spalancano la bocca, mio nonno corre ad abbracciarlo mentre mio zio abbraccia me: “Stai bene?”
Annuisco a zio George, anche lui sembra davvero ridotto male, si salutano entrambi, mio nonno corre da me e mi posa un bacio sulla fronte: “Mia piccola Hope, dobbiamo dirlo a tua madre, subito!”
“NO!”
Io e mio padre lo diciamo nello stesso momento, tutti rimangono a bocca aperta e a quel punto mio padre rispiega il piano di nuovo, tutti annuiscono concordi. Dopo un po’ Katniss si fa avanti: “Abbiamo poco tempo per raggiungere il palco”
Diamo dei mantelli ai nostri quattro aiutanti, uno in più di quelli che ci aspettassimo, ed usciamo, arriviamo di fronte al palco, le manie di grandezza di Voldemort crescono sempre di più, vedremo cosa dirà quando si ritroverà morto a terra. Io mi aggrappo al braccio di mio padre, lui si guarda intorno e nota tutti i suoi compagni che annuiscono, hanno reclutato almeno dieci persone l’uno, era quello il segnale concordato. Mio padre sospira: “Sei pronta, scricciola?”
“Ho paura, ma credo sia normale”
Lui mi sorride e mi posa un bacio sulla fronte: “Avere paura non è un male, anche io ne ho tanta, cerca di non farti prendere”
Annuisco e mi stringo a lui, il cuore perde un battito quando a pochi passi da me vedo mia madre seduta a terra ancora scossa dai singhiozzi: “Papà, c’è la mamma”
Lui si volta di poco e lo vedo assumere un’espressione triste poi distoglie lo sguardo come se ne fosse stato scottato, come se il suo cuore non potesse reggere ancora nel vederla in quello stato: “Andrà bene, lo faremo per lei”
In quel momento Voldemort sale sul palco scortato da dieci mangiamorte, si posiziona di fronte al microfono, ma lo butta a terra con rabbia: “Vi ho detto che non uso la tecnologia, solo i sudditi e voi schifosi servi perché siete inferiori!”
Alcuni mangiamorte sembrano dei ragazzini, tremano alla rabbia del loro signore, Voldemort ghigna e comincia a parlare: “In questo momento siamo qui per dare l’annuncio che la nostra fuggitiva e i suoi due amici sono morti”
Mia madre scoppia in un urlo straziante, abbraccio mio padre, lui tenta di coprirmi le orecchie, ma l’urlo è talmente forte che riesco a sentirlo lo stesso, Voldermot continua a ghignare: “Nonostante ci siano state persone che hanno tentato di nasconderli, sono morti”
Mia madre continua a piangere disperata ed io sento un peso sullo stomaco, mi sento morire dentro, come se la mia anima si stesse strappando in mille pezzi, Voldemort continua il suo discorso, faccio per avvicinarmi, ma mio padre mi ferma: “Calma”
“Ora vi faremo  vedere il suo volto per l’ultima volta e tutti coloro che l’hanno coperta verranno puniti, ancora”
La sua risata è sadica, piena di morte e distruzione, vedo il mio volto proiettarsi sulle facciate dei palazzi e a quel punto, all’ennesimo urlo disperato di mia madre, non ci vedo più. Mollo la presa di mio padre che cerca di riprendermi, ma non ci riesce, mi faccio avanti, salgo sul palco, i mangiamorte mi fermano, Voldemort mi guarda con scherno: “Cos’abbiamo? Un altro rivoluzionario?”
Comincio a ridere, dal palco vedo mia madre bloccare il suo pianto, è mia madre e conosce la mia risata, ma non sembra molto convinta, i mangiamorte mi guardano stupiti e Voldemort fa segno di lasciarmi: “Cos’hai da ridere? L’ultima che ha voluto rivoluzionare la mia legge è morta, farai la sua stessa fine”
Mi tolgo il cappuccio e lui rifila un’occhiata omicida ai suoi servi, sorrido canzonatoria sotto i sospiri di sollievo di tutti: “Wow, credo di avere più di una vita a questo punto. Eppure non sono un gatto”
Voldemort mi prende per un braccio e mi lancia a terra, l’urto con essa mi fa scricchiolare la schiena, il dolore mi fa mancare il respiro, riesco a sperare solo che qualcuno non faccia qualcosa di stupido e rovini il mio piano e che mio padre lo capisca.
“Non so perché sei ancora viva, ma raggiungerai presto tuo padre”
A quel punto una figura si avvicina a me e mi fa alzare, Voldemort lo guarda con odio e lo schernisce: “Cos’è? Ti ha convinto a stare dalla sua parte?”
Lo vedo sorridere da sotto il cappuccio, se lo toglie e guarda fisso Voldemort: “Ho raggiunto io mia figlia, non il contrario. Felice di rivedermi?”
“POTTER!”
In quel momento degli incantesimi vengono scagliati su di noi e gli uomini di mio padre cominciano a combattere, Voldemort rimane spiazzato poi ci guarda: “Finirò quello che ho iniziato tempo fa! Avada…”
“Hope, scappa. Expelliarmus!”
"Io resto con te"
In quel momento mi sento sollevata da terra, inizio a lanciare calci a destra e a manca: “Peeta, lasciami!”
“Ordini di tuo padre, Hope”
“NO!”

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Capitolo 25
*** Profezie ***


“Peeta, mollami subito o ti schianto!”
Colui che ha deciso di portarmi come un sacco di patate mi mette a terra, lo guardo in cagnesco e lui alza le spalle: “E’ per il tuo bene”
“Davvero? Credi che starò bene? Se tu fossi costretto a rimanere qui mentre Katniss sta combattendo, staresti bene?”
Lo vedo abbassare gli occhi e fissare il pavimento, sono andata troppo oltre, ma è  quello che sto provando, tutti stanno combattendo per la libertà, perché io ho iniziato questa rivolta e adesso? Pretendono che io resti seduta con le mani in mano? Alza lo sguardo, mi sorride tristemente : “Mi dispiace, gli ordini sono ordini”
Esce dalla porta ed io mi lancio contro di lui cercando di fermarlo, ma non riesco, arrivo poco dopo la chiusura a chiave, sbatto i miei pugni contro di essa: “Apri questa dannata porta! Ora!”
Continuo a sbattere con tutta la mia forza, calci e pugni, urlo per la frustrazione, ma nessuno può sentirmi, ho visto dove mi ha portato Peeta, è l’unico posto della città in cui non ci sono combattimenti, sono isolata in questo momento. Mi accascio a terra, sento il mio cuore spezzarsi, mi ero fidata di lui, credevo che avremmo combattuto insieme, che avremmo fatto tremare i nostri amici con il nostro team, perché lo ha fatto? Poggio la testa sulle ginocchia, sconsolata, se lui dovesse…dovesse...dovesse morire, non me lo perdonerei mai, non ce la farei perché io, semplicemente, non sarei lì a proteggerlo. Sento la porta aprirsi e scatto in piedi, le mie urla possono aver attirato qualcuno di indesiderato, tiro fuori la bacchetta e la punto contro essa. Il mantello nero entra nella stanza, abbasso la bacchetta e lui ghigna voltandosi verso di me: “La principessina ha pianto?”
Gli rifilo una linguaccia e lui viene a scrutarmi da vicino, mi guarda bene il volto poi passa al resto del corpo: “Non sei ferita”
Scuoto la testa e il mio mentore mi dà una pacca sulla spalla, mi guarda protettivo poi ghigna nuovamente: “Se non morirò nella battaglia, probabilmente, tuo padre mi ucciderà per questo. Muoviti, la battaglia ti aspetta!”
Lo abbraccio, ma lui mi scansa subito dopo, sorrido e corro di fuori con la bacchetta in mano, lui mi corre vicino: “Stai attenta a non rimetterci la pelle, tuo padre mi farebbe fuori! Io farò tutto quello che è in mio potere per salvarvi!”
Annuisco e lui si dirige verso un gruppo di mangiamorte che stanno combattendo contro due del nostro esercito, io continuo a correre finchè non noto mio zio Ron, mi affianco a lui, questo sembra spiazzato: “Che ci fai qui?”
“Combatto! Stupeficium!”
Alza le spalle e sorride, scuote la testa mentre atterra l’ennesimo avversario: “Sei come tuo padre, non puoi stare fuori dai guai”
Continuiamo a combattere, mio zio sembra una furia atterra un mangiamorte dopo l’altro, combatte anche contro i miei visto che sono riuscita a farne fuori solo tre in quindici minuti, sono alle prime armi, non è colpa mia! Improvvisamente vedo dei capelli corvini che saettano dietro un edificio, faccio per muovermi, ma noto la cerchia che si stringe attorno a noi, mio zio non ce la farà mai da solo.
“Vai da tuo padre”
“No, non mi muovo!”
Finiamo schiena a schiena e lui continua ad incitarmi ad andarmene, ma non posso lasciarlo così, lo ucciderebbero senza pensarci più volte, in due, anche se io sono piuttosto scarsa, abbiamo qualche possibilità.
“Testarda!”
Sorrido e alzo le spalle mentre lancio uno schiantesimo: “Caratteristica che ho ripreso dalla parte Weasley”
In quel momento un mangiamorte viene sbattuto al muro da un incantesimo potente, ci voltiamo verso la luce prodotta da questo e noto mia madre che si fa avanti raggiungendoci, spalanco gli occhi: “Mamma!”
Mio zio sorride e questa mi fa spostare per poi prendere il mio posto: “Quando tutto questo finirà parleremo della punizione che ti aspetta per essere scappata, ora vai ad aiutare tuo padre, non deve morire. Devo prenderlo a schiaffi per tutto il tempo che mi ha fatto credere di essere vedova!”
Sorrido, non è il momento migliore per farlo, ma mia madre sembra essere tornata una ragazzina piena di vita e voglia di vendetta: “Dove hai preso la bacchetta?”
“Olivander è arrivato scortato da Baston, ringraziando Godrick! Muoviti ora, siete più forti insieme, lui ha bisogno di te!”
Annuisco e corro via mentre mia madre e mio zio mi coprono le spalle, quelle vecchie foto di mia madre sembrano aver preso vita, sono così stanchi eppure pieni di vita, mia madre non scherzava più da quando avevo quattro anni, sembrava essere entrata in trance, ora è diverso. Può morire da un momento all’altro eppure è felice, sorride e combatte, valorosa e coraggiosa come era sempre stata.
Vedo mio padre e il mio cuore perde un battito, è a terra mentre continua a combattere contro Voldemort, è fiero anche se sta sudando pesantemente e sul suo volto si intravedono, di tanto in tanto, espressioni di dolore. Ora o mai più.
“Voldemort!”
Il mago oscuro si volta verso di me mentre continua a scagliare incantesimi a mio padre, ghigna, non lo facevo così forte, non credevo sarebbe stato così difficile. Il volto di mio padre si riempie di dolore e paura.
“Ed ecco la figlioletta, l’hai lasciata combattere? Credevo che dopo le parole che la Cooman ti ha detto durante il nostro ultimo incontro l’avresti fatta andar via”
Guardo mio padre che abbassa lo sguardo e con tutta la forza che ha si rialza: “Lasciala… stare”
“Di che sta parlando?”
Voldemort ghigna e mi si avvicina, lasciando mio padre in pace per un po’, mi gira intorno mentre io gli punto la bacchetta contro, ma lui non mi attacca, continua a ghignare e a guardarmi: “Non le hai detto nulla, Potter?”
“Lasciala stare!”
Mio padre sta per scagliare un incantesimo, ma questo viene fermato e incatenato a terra da alcune corde, lo vedo provare a liberarsi, ma non succede nulla nonostante gli sforzi. Io ingoio a vuoto mentre lui continua a girarmi intorno, faccio per colpirlo, ma questo mi ferma: “Io non ci proverei, altrimenti tuo padre farà una brutta fine”
“Non ascoltarlo, combatti!”
Guardo mio padre, le corde si stringono sempre di più al suo corpo poi sposto il mio sguardo pieno di astio verso Voldemort, ripongo la bacchetta nella tasca e lui ghigna ancora, come se fosse l’unica cosa che sa fare: “Brava. Ora, dimmi, sai cos’è una profezia?”
Annuisco, non so dove vuole arrivare, ma conosco tutto sull’argomento, mamma mi disse di quella che riguardava mio padre, Voldemort annuisce a sua volta come se è contento di non dover spiegarmi nulla: “Ce n’è una che amo molto, la vuoi sentire?”
Mio padre continua ad essere oppresso da quelle corde, se non mi sbrigo a liberarlo, probabilmente, morirà stretto e soffocato da uno stupido incantesimo di primo anno. Fisso di nuovo Voldemort e annuisco, questo ghigna compiaciuto: “L’erede del Prescelto arriverà un domani, colei che potenza ha senza uguali… La rivolta guiderà, ma nella battaglia il suo potere svanirà portando via con sé ogni rimpianto”
Spalanco gli occhi, la profezia parla di me, sono la figlia del Prescelto e si parla della mia potenza, potenza che non ritrovo in me, ma la battaglia lo porterà via e i rimpianti con lui, questo significa che…
“Hai capito, no? Si parla di te, del tuo potere, della tua vita. Ecco perché sei finita nell’arena e credimi se non avessi voluto che tu ne uscissi viva saresti morta, ho finto di volerti uccidere subito dopo per scoprire se all’interno delle mie mura ci fossero spie e l’ho trovato.”
Fa un cenno e dei mangiamorte trascinano Severus di fronte ai miei occhi, è pieno di lividi ed è ridotto male, mi inginocchio e lo guardo dritto negli occhi: “Scusa”
Non parla, ma fa un cenno con la testa come per dire che non ho bisogno di scusarmi, ma non è vero. E’ lì per colpa mia, perché ha voluto aiutarmi e mi ha salvato, Voldemort ride con disprezzo nel vederci così e continua a parlare: “Così sei scappata, sapevo che saresti tornata e che avresti fatto di tutto per rivoltarmi il popolo contro, così è stato anche se avevo considerato che tuo padre fosse morto. E’ stata una sorpresa, ma come vedi non un problema”
Sbuffo arrabbiata, mi ha manipolata. Ha fatto di tutto per manipolarmi: “Perché non mi hai ucciso quando potevi?”
Ghigna: “Perché il popolo si sarebbe ribellato comunque, tu sei stata la mia pedina per tutto questo tempo. Il tuo potere svanirà, questo significa che anche tu morirai e lo farai di fronte a tutti, nessuno avrà più il coraggio di opporsi a me”
Guardo mio padre, gli occhi sono lucidi poi torno a guardare il mio mentore che cerca di dirmi qualcosa con gli occhi, ma non lo riesco a capire. In mente ho solo due parole: morte e rivolta. Tutto quello che ho passato, l’ho passato per causa sua, sento la rabbia crescere in me, devo morire, ma morirò come dico io. Tiro fuori la bacchetta e lancio uno schiantesimo verso Voldemort, la mia conoscenza degli incantesimi non è molta, ma morirò da eroina. Sento dei passi raggiungermi e vedo Katniss correre verso mio padre, Peeta si avvicina a Severus, vedo il mago oscuro infuriarsi, mi lancia un incantesimo ed io finisco a pochi metri dal mio mentore, questo respira a fatica: “Ricorda… la nostra conversazione… prima dell’arena. Ricorda”
Spalanco gli occhi e in quel momento tutto si fa chiaro, ma , prima che riesca a fermarlo, lui prende il pugnale di Peeta e se lo conficca in petto.

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Capitolo 26
*** What doesn't kill you... ***


Urlo per il dolore straziante che quella scena mi dà, Voldemort ride divertito, io mi avvicino al mio mentore, ha gli occhi aperti, persi nel vuoto, geme per il dolore ed infine espira. Sento gli occhi pizzicarmi, non doveva farlo! Non ora, ma era quello il suo compito, lo aveva sempre detto: “Hai compiuto la tua missione, sei un eroe”
Sento la risata di Voldemort rimbombarmi nelle orecchie, mi alzo e lo guardo dritto negli occhi: “Era feccia, non eroe. Preparati a raggiungerlo”
Questa volta inizio a ridere io, una risata isterica, piena di paura, tutti si voltano verso di me come se fossi impazzita: “Hai sottovalutato di nuovo la profezia, non imparerai mai, vero?”
Lo vedo rimanere spiazzato, non sa che cosa significa, nessuno lo sa, io sì. La profezia rimbomba nelle mie orecchie, la potenza doveva svanire portando via con sé ogni rimpianto, parole senza senso. Cosa c’entra la potenza con il rimpianto? C’entra eccome, se comprendi il significato che c’è dietro.
“Ogni volta che senti la parola potere vai in tilt, non ragioni su cosa potere vuol dire davvero. Non significa solo avere soldi o il mondo sotto le proprie mani, avere dei poteri incommensurabili, può voler dire amore, essere amati, amati come non mai. Questo è il vero potere: l’amore”
Il mago oscuro inizia a girarmi intorno, mi guarda stralunato, ma continua a fare il duro, io sorrido, i giochi non sono ancora finiti: “Cosa vuoi dire?”
“Il potere di cui si parlava nella profezia era Severus Piton, Lord Voldemort. Era lui la mia potenza, lo era sempre stato, fin dal giorno in cui sono nata. Aveva promesso a mia nonna che avrebbe salvato mio padre, credeva di non avercela fatta, ecco qual’era il rimpianto. Tutto riporta alla profezia, si è ucciso per salvare me, per salvare il mondo. I rimpianti se ne sono andati con lui”
Vedo il suo viso contrarsi e spalancare gli occhi, è arrabbiato, questo lo rende ancora più pericoloso, io ringrazio il cielo di essermi ricordata le sue frasi. Lo aveva sempre saputo, aveva sempre saputo che sarebbe morto per noi, ma non si era mai ritirato e aveva fatto di tutto per farmi capire il significato della profezia.
 
“Ed ora cercherò di far di tutto per farti uscire da quell’arena. Cercherò di fare quello che con tuo padre non mi è riuscito. Tutto quello che è in mio potere.”
“Quindi tu sei la mia potenza"*
 
“Stai attenta a non rimetterci la pelle, tuo padre mi farebbe fuori! Io farò tutto quello che è in mio potere per salvarvi!”**
 
“I giochi non sono fatti, Voldemort”
L’Oscuro Signore mi punta la bacchetta addosso, io prendo la mia e la punto verso di lui, mi guarda con astio: “Non ti salverà la pelle”
“Lo vedremo”
Inizia a scagliarmi incantesimi uno dietro l’altro, io non posso rispondere, non sono brava e pratica con la magia, non conosco molti incantesimi e non posso rischiare, potevo pensarci prima di istigarlo, questo è vero. L’impulsività è sempre stata una mia caratteristica, l’unica cosa che posso fare è continuare a proteggermi, sento il peso dei suoi incantesimi aumentare, respiro a fatica, è difficile resistergli. Tanto, troppo. Peeta combatte contro i Mangiamorte, Katniss fa lo stesso, sono in svantaggio ed io vorrei aiutarli, un modo, forse, c’è. Approfitto di un momento di pausa dell’Oscuro Signore per scappare, inizio a correre via, in direzione di dove la battaglia è più fitta. Al passare di Voldemort la maggior parte delle persone si blocca: “Non puoi scapparmi, Hope Potter! Morirai, prima tu poi tuo padre!”
Continuo a correre ed a schivare i suoi incantesimi, mi sento affiancato da qualcuno, sposto il mio sguardo e mi riempio di terrore: “VATTENE!”
“NO!”
Sbuffo contrariata mentre continuiamo a correre, cercando di passare vicino ai Mangiamorte, vuole uccidermi lui, non lo farebbe far fare a nessun altro: “Ted, vai via!”
Inciampo e mi sento in trappola, di nuovo. Cado sempre nei momenti migliori, quando scappo da basilischi e da maghi oscuri, mi sembra logico. Ted mi aiuta a rialzarmi, ma lui è già lì che ci fissa: “Ah, l’amore! Che sciocca emozione!”
Tutto il nostro esercito sembra essere paralizzato, i Mangiamorte gli puntano le bacchette addosso, nessuno può fare una mossa o è morto, siamo soli. Guardo in quegli occhi senza vita, continua a ghignare, ha vinto. Lo ha fatto davvero, è giunta la mia ora. Severus si è sacrificato per nulla, probabilmente avevamo sbagliato noi ad interpretare la profezia, aveva ragione lui. Morirò e con me porterò via il rimpianto di aver fatto uccidere Teddy, una persona innocente. Si avvicina a me, mi sfiora i capelli con la bacchetta: “E’ vero, sei potente. Se avessi studiato magia, ora saresti la strega più potente della tua età, ma , purtroppo per te, non lo hai fatto”
“Facile vincere con me, vero? Bhe, sappi una cosa, tu mi ucciderai anche, ma la rivolta non finirà. Vivrà nei cuori dei tuoi sudditi, ti odieranno lo stesso e non si arrenderanno mai!”
Ghigna, è ancora più infuriato, stringo la mano di Teddy, lo guardo: “Non saresti dovuto venire”
“Shhh, va bene così”
Chiude gli occhi, io non lo faccio, voglio che veda la luce lasciare i miei occhi, voglio che veda il coraggio rimanere comunque, alza la bacchetta felice, una volta ucciso me, uccidere mio padre sarà più facile.
“Avada Kedavra!”
Sento una spinta enorme sbattermi contro qualcosa, vuoto, tremendo vuoto. L’oscurità mi avvolge, sento la mano di Ted ancora intrecciata alla mia, è, dunque, questo che si prova quando si lascia questo mondo, terpore e dolore. Non immaginavo un Paradiso, ma neanche questo, è tutto così triste, così…buio.
 
***
 
Apro gli occhi, la luce bianca mi costringe a richiuderli, bruciano, sento una risata e mi costringo a riaprirli, mio padre è seduto vicino a me: “Sei morto anche te, vero? Ho fallito, Voldemort ha vinto”
Mio padre alza un sopracciglio poi mi abbraccia, mi stringe forte a sé e mi scompiglia i capelli: “Non ti piace qui?”
“E’ tutto bianco, che immaginazione!”
Mio padre ridacchia ancora una volta, io sorrido. Non è male, anche se non riesco a vedere molto ed i miei occhi bruciano tanto: “Ma posso farci l’abitudine”
“E’ bello prenderti in giro, il medico aveva detto che le tue pupille ci avrebbero messo un po’ a distinguere gli oggetti e che avresti visto tutto bianco. Hai preso una brutta botta in testa”
Stringo la sua mano, non capisco il senso del suo discorso, in che modo mi sta prendendo in giro? Che cosa sta dicendo? Le nuvole gli hanno dato alla testa?
“Papà, che diamine intendi?”
Comincia a ridere, sento altre risate aggiungersi alla sua, una risata dolce e squillante, sembra quella della mamma, è morta anche lei?
“Hope Potter, non sei morta. Nessuno di noi lo è, siamo tornati al campo base, hai dormito per una settimana!”
Inizio a distinguere altre figure intorno a me, la mamma è seduta vicino al papà, si tengono per mano, vedo altre chiome rosse e alcune bionde platino, ma questo non può essere vero!
“Voldemort mi ha uccisa, l’ho sentito pronunciare l’anatema che uccide, sono schizzata via e ho sbattuto contro qualcosa, sono morta!”
Le mie parole suscitano altre risate, mia madre mi si avvicina e mi posa un bacio sulla fronte: “Tuo padre si è slegato ed è corso a cercarti, è arrivato giusto in tempo, era la sua la voce che hai sentito. Sei viva, lo siamo tutti”
Il mio cervello rimette insieme tutti i pezzi, sorrido e subito dopo abbraccio i miei genitori, mia madre ha le lacrime agli occhi, mio padre sta bene, in quel momento riesco a vedere tutto, nessuno è morto, nessuno se n’è andato, sono tutti intorno a me.
Alex corre ad abbracciarmi contento, mi stringe forte ed io comincio a ridere: “Ti avevo promesso che sarei tornata”
“E’ come il padre, ha mille vite”
Mi volto verso Draco, il suo tono era scherzoso ed il suo viso è sorridente, mio zio Ron corre ad abbracciarmi e sorride: “La strega più brillante della sua età”
Sorrido, lo stringo forte, mi aspettavo di vederlo piangere, ma non è così, sorride felice: “Tua zia sarebbe fiera di te”
Manca solo una persona, vedo i miei nonni, i Malfoy, i miei zii, la McGranitt, ma lui non c’è. Improvvisamente sento un groppo formarsi nella mia gola, mi volto verso mio padre: “Dov’è Ted?”
Mio padre sorride tristemente, io spalanco gli occhi e mia madre rifila un pugno al suo compagno: “Così le fai credere che sia morto, idiota!”
Sospiro per il sollievo, non è morto, ma perché mio padre ha quella faccia? Mi tende la mano, io la afferro e con l’aiuto di mia madre ci avviamo verso un’altra stanza, mi sento così bene. Sono viva. Voldemort è morto. Sono con i miei genitori insieme, mio padre mi fa fermare di fronte ad una stanza: “Credo che tu debba entrare da sola”
Mi volto, così mi fa spaventare, mia madre si rifugia dentro le braccia di mio padre ed io entro, è steso su un lettino, sembra non essersi accorto della mia presenza, mi avvicino e quando lo vedo sobbalzo.
“E’ questa la reazione che suscito, già”
Una ferita si apre sul suo volto, dall’orecchio destro fino al mento, somiglia molto a quella di mio padre, mi avvicino a lui e gli stringo la mano: “Come….?”
“L’incantesimo di tuo padre era talmente forte che ha rotto una finestra, ci sono finito contro”
Abbasso lo sguardo, lo rialzo e gli sorrido: “Almeno ora hai la ferita di guerra, un giorno potremmo raccontarlo ai nostri figli, gli diremo quanto il loro papà era coraggioso”
Mi guarda e si apre in un sorriso, questo sembra provocargli dolore, si irrigidisce ed io gli stringo ancora di più la mano prima di posare un bacio sulle sue labbra: “Non mi lascerai solo”
Scuoto la testa: “Mai e poi mai, soldato”
 
 
*discorso che si tiene nel capitolo 7
**discorso che si tiene nel capitolo precedente
 
Il prossimo capitolo sarà l’epilogo u.u E’ stata una bellissima avventura vissuta con tutti voi, grazie per l’amore dimostrato
_Lils_

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


“Hope Potter, sbrigati!”
Sorrido nel sentire la voce di mio padre, sbuffo contrariata vedendomi allo specchio, vestito corto e scarpe con il tacco, sono ridicola! Scendo le scale, più di una volta inciampo e rischio di farmele con il fondoschiena, i miei genitori ridono sotto i baffi ogni volta che succede: “Oh, smettetela!”
Annuiscono ed assumono un’espressione seria, non resistono neanche due secondi e ricominciano a ridere, sbuffo nuovamente: “Andiamo! Voi neanche dovreste essere qui!”
Mio padre alza le spalle e sorride col fare innocente, di innocente a poco e niente! Mia madre comincia a ridere, ride sempre da quando Voldemort è stato sconfitto, è bello sentirla ridere, molto bello. Indosso la tunica con il leone ricamato sulla destra e sorrido, la mia vita è cambiata così tanto, ero abituata ad non avere nulla, ora ho tutto quello che mi serve e anche di più, mio padre mi prende sottobraccio ed io sorrido: “Non mi sto sposando!”
“No, ma è comunque un giorno importantissimo!”
Mia madre mi posa una mano sulla spalla e, grazie al loro aiuto, riesco a non cadere e scendere tranquillamente tutte le scale della Torre, raggiungo la ‘terra piatta’ e ringrazio Silente per non avermi fatto uccidere: “Prima ed ultima volta che ti do retta, mamma!”
Sento i miei genitori ridere di nuovo: “Noi andiamo, ci vediamo dentro”
Annuisco mentre li vedo sparire dietro le porte della Sala Grande, vengo circondata subito dopo da un gruppo di ragazzi, siamo tutti nervosi ed eccitati, vedo Caroline, una ragazza bionda e timida che abitava nel Comprenrosio 5, avvicinarsi a me: “Credi che andrà bene?”
Sorrido mentre vedo arrivare Ted con la tunica sbottonata, come l’ha sempre portata, anche durante le lezioni nonostante i richiami dei professori: “L’unica cosa che può succedere è che io cada da questi trampoli, per il resto filerà tutto lisco”
Molti ridono di gusto, ma non era una battuta la mia, Ted mi posa un bacio sulla guancia: “Sei bellissima”
“Sono ridicola!”
Le risate partono nuovamente da parte di tutti, mi unisco a loro, in quell’istante vedo arrivare la McGranitt, ha gli occhi lucidi e non abbiamo ancora iniziato, noi ci posizioniamo in fila per due, io e Ted la guidiamo, sono stati gli altri a deciderlo, dicono che dobbiamo essere noi, siamo gli unici ad aver partecipato alla battaglia, ci hanno ripetuto che ce lo meritiamo. Forse hanno ragione, dopo due anni di duro lavoro per ricostruire e per imparare ce lo meritiamo.
Si aprono le porte e si parte, camminiamo per tutta la lunghezza della Sala Grande, i genitori ed i parenti di tutti si aprono in un applauso mentre io traballo sui trampoli, sorretta dal braccio di Ted, le sedie nelle prime file sono state disposte per noi, ci sediamo su esse e la McGranitt comincia con il suo discorso: “E’ strano tornare a parlare qui, in questo castello, alla vostra presenza. Credevo che Hogwarts non avrebbe mai rivisto degli studenti, ma mi sbagliavo, questo castello è troppo forte per essere distrutto, ha troppi anni per non insegnare più. Guardo i vostri volti e vedo gioia e voglia di vivere, i vostri occhi sono scintillanti come solo quelli dei ragazzi possono essere. Il vostro percorso è durato poco, ma è stato intenso, un anno e mezzo di studio continuo, di voglia di imparare, avete fatto così tanto e sono fiera di voi e del vostro lavoro, prima di iniziare a piangere diamo i diplomi, altrimenti la mia età mi farà versare un fiume in piena”
Delle risate si ergono dalla stanza, subito dopo la preside inizia a chiamare i miei compagni, uno ad uno e a consegnare loro i diplomi, chi sospira di sollievo, chi sorride felice, Teddy viene chiamato e sale sul palco. La McGranitt sorride e gli guarda la tunica con il simbolo di Tassorosso, lui sorride imbarazzato mentre la preside ride e gliela abbottona: “Per l’ultima volta, Ted Lupin, la divisa va abbottonata”
Altre risate arrivano alle nostre orecchie mentre lui alza le spalle, i capelli diventano rossi tradendo la sua sicurezza, è in imbarazzo.
“Hope Potter”
Sospiro, ci siamo. Mi volto e vedo i miei parenti che sorridono, scorgo anche qualche ragazzo del sesto e del quinto anno, hanno lavorato tanto anche loro per arrivare dove sono, hanno studiato i programmi degli anni precedenti con una velocità assurda, tra di loro distinguo anche uno del secondo anno con la divisa di Corvonero, Alex. Arrivo di fronte alla preside, questa sorride e mi consegna l’attestato: “Te lo sei meritato, piccola grande donna”
Sorrido felice e lo afferro soddisfatta, sono stata faccia a faccia con il Signore Oscuro e me la stavo facendo sotto per un dannato diploma. Raggiungo i miei compagni per la foto mentre intravedo la preside cedere alle lacrime, mia madre singhiozza da un quarto d’ora mentre mio padre ha gli occhi lucidi.
Mio zio Ron corre ad abbracciarmi ed io sorrido, tutti gli altri fanno lo stesso, Ted mi cinge con un braccio, ha promesso a mio padre che non mi avrebbe baciato mai di fronte a lui.
“Che cosa farà ora la figlia dello sfregiato?”
Sorrido in direzione di Draco, questo mi fa l’occhiolino: “Ora vacanza, dopo stage al San Mungo”
Mia nonna annuisce soddisfatta e fiera, la sua unica nipote, ancora per poco, si è diplomata e diventerà una Medimaga. Guardo mio zio George che stringe forte a sé Angelina, è bello vederli felici e quella pancia è così invitante, mi avvicino e ci poggio una mano sopra: “Piccolino, hai scelto una famiglia di scellerati. Preparati a tutto”
I miei parenti iniziano a ridere, mio padre mi abbraccia e mi posa un bacio sulla fronte: “Devi andare, altrimenti farai tardi al rinfresco”
Annuisco, ha ragione, mi devo sbrigare, prendo per mano Teddy che mi sorride amorevolmente: “Ci vediamo tra un po’”
Vedo gli sguardi sorpresi di tutti prima di smaterializzarmi, solo mio padre e Teddy erano a conoscenza delle mie volontà, mi ritrovo in un cimitero, Ted si dirige subito di fronte a due tombe: i suoi genitori. Io mi posiziono di fronte a tre di esse, due sono quasi attaccate, unite come lo erano in vita le due persone: i miei nonni. Una scritta brilla: “L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte”
Volto lo sguardo verso l’altra, è distaccata dalle prime, ma non troppo: “Come si sta qui, Severus? E’ di tuo gradimento?”
Me lo immagino mentre mi tira dietro gli insulti peggiori del mondo, sorrido e continuo a guardare la tomba, abbiamo trovato un  bigliettino dopo la sua morte, c’erano scritte le sue volontà. Voleva essere sepolto nel cimitero di Godric's Hollow, vicino a mia nonna e voleva che una scritta fosse impressa sulla lapide, la leggo e sorrido: “Hope significa speranza”
Ted si avvicina e mi posa una mano sulla spalla, mi bacia delicatamente: “Andiamo?”
Annuisco felice e pronta a festeggiare con la mia famiglia, perché io sono Hope Potter, figlia del Prescelto, il Salvatore del Mondo Magico, colei che ha dato inizio alla rivoluzione, colei che ha lottato per riavere con sé i suoi cari e ciò che le aspettava di diritto. Sono Hope, una diciottenne che vivrà normalmente con i suoi parenti e il suo fidanzato, solo Hope.
 
 
Grazie mille, grazie di tutto. Mi avete fatto vivere un’incredibile avventura, siete tanti e stupendi. Grazie mille, grazie. Grazie. Grazie.
_Lils_

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