She wasn't born to die

di SparkleOn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lei non è nata per morire ***
Capitolo 2: *** Antefatto ***
Capitolo 3: *** Pensieri sopra una coltre di nuvole ***
Capitolo 4: *** Nuova casa, nuova vita ***
Capitolo 5: *** Notti insonni ***
Capitolo 6: *** Sogno americano ***
Capitolo 7: *** Il primo giorno di scuola non si scorda mai ***
Capitolo 8: *** La ragazza nello specchio ***
Capitolo 9: *** Riccioli rossi come il sangue nel bagno ***
Capitolo 10: *** Est magnifique! ***
Capitolo 11: *** Via dalla mia mente ***



Capitolo 1
*** Lei non è nata per morire ***


She wasn't born to die 



E' semplicemente la storia di una ragazza come tante, la storia di una ragazza sbagliata, inutile, derisa.
Sperduta.
che non era in grado di trovare un posto dove brillare di luce propria.
Ha cercato, e cercato la sua via fino a spengersi completamente.

 

Lei ha avuto una seconda possibilità, ora brilla di una luce bianca, accecante,  ha dimostrato a tutti che si sbagliavano.
La sua strada era già segnata da tempo.
Lei è soltanto nata nella SPECIE sbagliata! 



" Sarò nata per qualcosa? Troverò la mia strada? Lo so, è presto per fare discorsi del genere ma ho la netta sensazione che non la troverò mai, potrò mai dire
«Ecco, finalmente ho trovato la mia strada, il posto in cui posso spiccare tra gli altri, brillare finalmente di una luce propria»  ? 

"La pelle, bianca come la neve, i capelli corvini le scendevano sinuosi sulle spalle, le labbra rosse impregnate del sangue delle sue vittime, la sua bellezza era pari del suo sadismo. Non aveva nessun riguardo per la vita umana, era un mostro. Si vendicava con il mondo che fino ad allora le aveva voluto tanto male." 



Ciao questa è la mia storia, spero che l'introduzione vi sia piaciuta!
La protagonista troverà il posto in cui brillare, e come brillerà!
Per scrivere questa storia mi sono ispirata a me stessa, si me :) 
Troverete che è molto simile alla storia di Bella, un motivo c'è e si collega al mio amore per Twilight.
Mi sono innamorata di Twilight quando a man mano che leggevo il libro vedevo che io e Bella eravamo così simili di carattere, quasi identiche.
Non vi preoccupate la storia non è uguale a Twilight, anzi!
 
Ringrazio intanto la pagina E l e n a, che ha realizzato questa bellissima immagine, e un grazie a tutte le persone che si incammineranno con Aurora, la protagonista, in questa sua avventura 
A presto!

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Capitolo 2
*** Antefatto ***


She wasn't born to die

Antefatto


Uscii da quella porta di fretta, l’odore di amuchina mi faceva girare la testa.
Mi sentivo il cuore compresso tra due strette, non riuscivo a respirare, avevo un nodo alla gola.
Volevo piangere, ma dai miei occhi non usciva niente, le mie guancie erano roventi mi formicolava tutto, le orecchie, le mani.
Mi girava la testa le figure delle infermiere che correvano veloci nei corridori diventavano sempre più sfuocate.
I bip delle apparecchiature diventavano suoni attutiti, lontani.
Mi accasciai piano sul pavimento freddo.
Sentivo i passi veloci dei medici, le loro strilla, mi scuotevano, mi urlavano nelle orecchie per farmi rinvenire.
Guardavo mia sorella con le lacrime agli occhi, la fissavo, mi diceva qualcosa ma non riuscivo a capire.
Il buio.
Iniziai a sognare.
Sognavo la mia futura vita, pensavo a che nome avrei dato a mio figlio.
Questo non sarebbe stato un buon modo per andarsene, avrei preferito morire affogata, essere cullata dalle onde finche il mio cuore non avrebbe emesso l’ultimo battito.

 

Hey ciao a tutti c:
Ringrazio le persone che hanno letto questo breve pezzettino che sarà l'inizio della mia FF.
Premetto che sono tutto meno che esperta in questione di FF, ne ho già creata una ma non è che mi soddisfi un granchè e quindi lo lasciata per iniziare questa che mi ispira molto di più. Sarebbe la mia storia in qualche senso, naturalmente io sono viva e vegeta ( fa le corna) non mi è successo nulla del genere ma il senso è quello. Spero che continuerete a leggermi, ah! mi chiamo Aurora!

 

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Capitolo 3
*** Pensieri sopra una coltre di nuvole ***


She wasnt born to die

Pensieri sopra una coltre di nuvole


La prima classe è davvero comoda, i sedili in pelle profumano di nuovo sono così confortevoli che sembrano coccolarti, l’aria condizionata mi fa assopire.
La hostess inizia a spiegare le precauzioni da prendere in caso di ammaraggio, come se mentre l’aereo  precipitasse in acqua avessi il tempo di tirare fuori il giubbotto gonfiarlo e scendere con estrema calma, magari già che ci sono potrei anche osservare il panorama mentre la vettura sfreccia in picchiata verso il mare. Apro la tendina di quel buco che chiamano finestrino, i motori iniziano a ronzare, sempre più forte e dopo un giro sulla pista si decolla, a me non da per niente noia il decollo, si bhè ho una paura matta di volare, cioè di cadere ma nel frattempo amo la sensazione di alzarsi verso il cielo, mi ricorda le montagne russe. L’ aereo ha superato la coltre di nuvole, America, sto arrivando!

Mi fermo per un’ora buona a guardare quel tappeto morbido di nuvole, da piccola mi ero promessa che avrei aperto il finestrino e mi sarei buttata sulle nuvole per sentire quanto erano morbide, tipo peter pan, ma l’unica differenza è che non posso volare.
Non vado in America per fare una vacanza, vado a vivere da uno zio che non sapevo neanche di avere, io e mia sorella non abbiamo mai conosciuto i nostri genitori, abbiamo sempre vissuto da mia nonna e quando questa è venuta a mancare per vecchiaia ci hanno affidato a questo presunto zio, mia sorella sì, ha due anni più di me è maggiorenne, ma non se la sentiva di farmi da tutore, troppe responsabilità, e così eccomi qua a viaggiare sulla prima classe con meta casa di zio a quanto pare benestante.
Il cambio d’orario mi butta fuori di testa ogni tanto sulle nuvole scorgo qualche unicorno che saltella, meglio chiudere la tendina.

Mi sono già iscritta alla scuola superiore, sono eccitata all’idea di andare a “studiare” in una scuola americana, è sempre stato il mio sogno, armadietti, football, cheerleaders, uniforme, mensa scolastica, ballo di fine anno, una nuova occasione per essere finalmente accettata dagli altri.
Dicono che sono brava a farmi delle amiche, me lo hanno sempre detto ma a me non sembra. Se non mi accetto io come fanno ad accettarmi gli altri? Ogni persona è brava i qualcosa, chi è brava a cantare, chi è un genio a scuola, chi è bravo nei discorsi, chi è brava negli sport, chi è bella e popolare. Ecco io non rientro in nessuna di queste categorie. 
Sin dall’infanzia ho scoperto che non rientravo in un dato gruppo. Non riuscivo neanche a trovare la penna con scritto il mio nome, Aurora, c’erano i nomi più strani ma Aurora no.

Tra poco ho 17 anni e sono ancora altra 1.55 metri e questo è sempre stato il mio punto debole. Sono sempre stata derisa da tutti per la mia altezza e questo con l’andare degli anni mi ha in qualche modo ostacolato, abbassato la mia autostima che già era bassa.
Per provare ad entrare in una certa categoria ho provato  tanti sport e cercare quello in cui sono portata, ne ho fatti tanti, ma tanti! Ma evidentemente lo sport non va d’accordo con una tipa goffa e non coordinata che sono io. Cantare non se ne parla, brava a scuola, si  faccio il mio ma non brillo. Insomma sarò nata per qualcosa? Troverò la mia strada? Lo so è presto per fare discorsi del genere ma ho la netta sensazione che non la troverò mai, potrò mai dire
«Ecco, finalmente ho trovato la mia strada, il posto in cui posso spiccare tra gli altri, brillare finalmente di una luce propria»  ?

L’atterraggio è stato un po’ brusco, è buoio e piove. Perfetto. L’america mi ha dato il suo benvenuto.


Bounsalve! E' uscito il secondo capitolo! Intanto ringrazio davvero di cuore chi ha letto il primo e un grazie ancora più grosso a chi continuerà a seguire qesta FF.
Il carattere del personaggio si sta già un po' fromando, quello che poi è il mio forse, meno strafottente.
Avete una minima idea di cosa c'entri questa ragazzina con i Cullen? No dai penso ancora di no! Se lo volete sapere continuate a leggeree, *sembro una telepromoter*
Ah mi farebbe piacere qualche recenzione, non so magari per darmi anche qualche dritta che sono ancora inesperta :c
Ciauuuu :3


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Capitolo 4
*** Nuova casa, nuova vita ***


She wasn't born to die

Nuova casa, nuova vita


I motori si sono spenti, mia sorella mi prende per mano ed usciamo isieme dalla vettura.
L’aereoporto è davvero piccolo, un minuscolo pezzo di grigio rubato ad un’enorme foresta d’abeti.
Giulia, sì è il nome di mia sorella , s'è accomodata  su una panchina per controllare di avere tutto nello zaino, io esco un attimo per andare a prendere un po d’aria.
Sta diluviando, appena ad un metro dall’uscita un intenso odore di abete e terriccio umido mi avvolge e mi entra nei polmoni.
E’ passata una mezzora dal mio arrivo ed ancora nessuno si è preoccupato di recuperarci. Ritorno dentro e mi siedo accanto a mia sorella, sono molto stanca, mi accascio sulle sue ginocchia per riposarmi.
Al mio risveglio trovo un uomo che cerca di prendermi in braccio goffamente.
<< No, no. Non si preoccupi sono sveglia  >>
Quest’uomo prende i nostri bagagli e ci apre la portiera di un’ auto. Deve essere il maggiordomo.
La casa deve essere abbastanza distante, è già venti minuti che siamo in macchina, ci stiamo sempre più addentrando nella vegetazione e deduco dalle mie orecchie tappate che stiamo salendo di quota.
Sono stanca morta, ho una voglia incredibile di dormire ma non mi sembra educato dormire in auto altrui, guardo mia sorella senza dire niente, anche lei con delle borse violacee sotto gli occhi per la stanchezza.
La strada è tortuosa, piena di buche e sassi, la macchina viene sbattuta a destra e manca. Il panino al formaggio mi risale lo stomaco.
Sento il sapore acido del vomito sulla lingua, lo ricaccio in gola sperando che quest’agonia finisca presto.
Dopo ben 45 minuti l’auto s’arresta davanti ad un cottage.
Un uomo baffuto sulla soglia ci accoglie a braccia aperte. Io e mia sorella ci avviciniamo un po titubanti. Quest’uomo ci fa un mezzo sorriso e ci sompiglia i capelli.
Entriamo.
La casa è davvero bella. Da un angolo cottura piccolo dalle tendine a fiori ad un enorme salotto con televisore al plasma. Sì, è benestante; si riconosce dal tavolo in mogano che domina la sala.
Una donna ci accompagna nella nostra camera, è davvero bella! Due nicchie incavate nel legno ci fanno da letto, bello rimboccato. Mi chiama. Vuole che io vada a disfare quelle coperte e abbracciare quel cuscino davvero soffice. La compagna dello zio non si dilunga nelle parole.
E con un delicato bacio sulla fronte ci da la buonanotte.
Neanche spenta la luce dormivo già.

 

 

Scusatee, questo capitolo è davvero corto ma non potevo unirlo al prossimo perchè cambia completamente sceneggiatura, sì, sto già scrivendo il prossimo c:
Ditemi  che ne pensate, se vi piace o bho, vi siete già fatti qualche idea? Un po' si dai!
Vorrei ringraziare le persone che hanno recensito gli altri capitoli e che mi stanno seguendo, siete davvero carine :3
Continuate così!
Baciii

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Capitolo 5
*** Notti insonni ***


She wasn't born to die 

Notti insonni


Sono in giardino a gicare a palla, strano, è una bellissima giornata di sole!
Io, mia sorella zio e zia si sta giocando a palla, nell’aria si sente il classico odore di barbeque tipico dell’estate, gli uccellini cinguettano e l’acqua nel fiume sibila piano.
E’ tutto perfetto.
La palla mi cade in un cespuglio. Riesco a prenderla.
Tutto ad un tratto il cielo si rabbuia, le nuvole sono cariche di pioggia, uno stormo di uccelli si va a rifugiare tra gli abeti alti, le acque prendono vigore sbattono feroci sulle rive del fiume. Il prato che mi sembrava di un verde allegro si tramuta in un giallo spento, morto. C’è uno strano silenzio.
Sono da sola.
sono spariti tutti.
Chiamo disperatamente i loro nomi, senza avere risposta. Inizio ad arretrare senza guardare dove sto andando, sudo freddo, percepisco i battiti del mio cuore aumentare. Cè un acuto odore, umido.. di.. non saprei..
Ho gli occhi fissi sul boschetto quando inciampo su qualcosa, mi volto lentamente.
Davanti ai miei occhi vedo i corpi dei miei zii in una pozza di sangue, la gola, il petto squartati con gli occhi fissi, sembrano guardarmi agonizzanti dal dolore. Inizio ad urlare a correre nella direzione opposta scappando da quei corpilacerati, sento dei lamenti provenire dal bosco.
Quella voce la riconoscerei tra mille, Giulia mia sorella, inizio a correre più forte che posso, forse c’è ancora speranza per lei.
La trovo sanguinante, rannicchiata dietro un albero.
Appena mi vede sgrana gli occhi, cerca di arretrare, di allontanarsi da me ma non ce la fa.
<<  Giulia, oddio, che cosa ti hanno fatto? Sono io non mi riconosci? Chi ti ha fatto questo? >>
Con le poche forze che aveva punta l’indice.
Le sue braccia sono così mal ridotte che non capisco dove stai indicando, dietro di me?
Mi avvicino, le prendo la testa tra le mani e le coccolo i capelli.
Il sangue le sgorga a fiotti dalle ferite, non so cosa fare per fermarlo, mi gira la testa.
Inizia a tossire sputando sangue. Mi fa cenno di avvicinarmi alla bocca e con un ultimo respiro flebile mi sossurra
<<  Sei stata tu.  >>
E cade in un lungo sonno eterno.
Il cuore smette di battere, i polmoni si fermano, le orecchia mi fischiano. Per un momento.
Il mio vestitino cobalto è ricoperto dal sangue dei miei parenti, le mie mani sono impregnate da quel liquido rosso.
Sento un sapore di ferro, di ruggine nella mia bocca, mi piace quel sapore.
Non ci credo. Non posso aver fatto questo.
Appena finita la frese mi catapulto su quel corpo lacerato che era mia sorella per finire di gustarmela.
<<  E tutto finito, Aurora svegliati!  >>
Sudata come un maiale mi alzo dal letto davanti a me gli occhi marini di mia sorella mi fissano spaventati.
<<  Scusa, era solo un incubo  >>

 

 

Ehiii come promesso è arrivato anche questo!
Un po' lugubre no?
Devo dire che mi sono divertita(?) da matti a scriverlo, in due minuti l'avevo già finito, non facevo altro che scrivere quello che stavo immaginando nella mia testina malefica
Recensite, recensite che sono curiosa di sapere se vi è piaciuto :33
Sciaooo

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Capitolo 6
*** Sogno americano ***


She wasn't born to die


Sogno americano


Mi alzai dal letto sudaticcia, i capelli appiccicati alla schiena come il pigiama, un po’ stravolta con delle occhiaie violacee sotto gli occhi. Mi raccolgo i capelli in una coda di cavallo per combattere l’afa, mi avvio nella sala da pranzo.
Era arrivato il momento che più temevo.
Quello delle presentazioni formali.
Davanti al tavolo gli zii sono composti e ben vestiti in una posizione rigorosa. Con un bel sorriso sulla faccia.
Alla vista di mia sorella a mio zio gli brillarono gli occhi azzurri oceano proprio come quelli di Giulia, lei sì che ra di famiglia, si notava da un miglio; boccoli per capelli, occhi che rispecchiano le acque del mare, corporatura snella ma possente allo stesso tempo, insomma una classica Plants.
Posa gli occhi su di me, il sorriso si trasforma in una smorfia forzata. Una ragazzina alta poco più di mezzo metro, magra come un ramoscello e fragile come esso. Dai capelli lisci corvino e gli occhi color autunno intenso, un po’ di lentiggini su quel faccino e le labbra rossicce mangiucchiate e screpolate. Li apparivo così delicata e flebile che titubava anche a darmi una carezza per paura di rompermi. Insomma, non sembravo neanche sua nipote e non certo una Plants D.O.C come è mia sorella.
Dopo questo leggero sguardo, che per me durò poco più di un secolo, ci abbraccia calorosamente e ci presenta sua moglie.
Inizio a fissare il vuoto senza ascoltare quello che dice lo zio, tanto saranno sicuramente i discorsi tipo “Questa è la vostra nuova casa, bla bla, fate i vostri comodi, bla bla”
Mi soffermo su quelle teste di alce sopra il camino, rustiche e pacchiane, mi autoconvinco che sono finte ma dentro di me lo so che sono povere bestie uccise.
<< Aurora? Vuoi anche tu accomodarti a fare colazione? >>
Che figura di merda! Ho iniziato con i fiocchi, si sono già accorti che stavo facendo i cavoli miei mentre parlavano, chissà cosa staranno pensando di me.
Le mie guancie iniziano a colorasi di un rossiccio pescato
<< Umh, si scusate eccomi >>
Già quando faccio colazione voglio ascoltare soltanto la televisione, poi ci si mettono loro a parlare con mia sorella in quella lingua che chiamano italiano ma che somiglia a.. che ne so io!
Mmm questi cereali americani sono una delizia! Il latte lascia a desiderare, ma tutto sommato la cucina americana non è così male come si pensa.
<< Ehi zio, come si chiama la mia scuola? >>
<< Forks high school, lo so che la città di forks dista 20 minuti da qui, ma era la più vicina >>
Forks high school, chissà comè! Sarà come nei miei sogni stile Glee con armadietti, palestre e tutto il resto?
Spero di farmi qualche amico, per la lingua non c’è problema, mia nonna veniva da Liverpool e mi ha sempre parlato inglese sin da quando ero piccola, mi manca l’accento americano ma quello mi verrà nel tempo.
Usciamo insieme nel giardino, oggi è una bellissima giornata di sole, il calore sulla mia pelle mi ricorda tanto la mia città che si affacciava sul mare, a differenza dei suoi abitanti con la pelle olivastra io sono bianca slavata. Mio zio ci invita a pescare al fiume.
Sono negata anche in questo! Mia sorella come al solito in due minuti aveva già preso una trota, io in due minuti non sono riuscita neanche ad attaccare la mollica all’amo.
Non penso a pescare, mi rilasso sentendo il fruscio del fiume. Per la prima volta non vedo l’ora che inizi la scuola.
Arriva il tramonto, il cielo si colora di sfumature sul rossiccio che neanche il pittore più bravo del mondo saprebbe riprodurre.
Io naturalmente non ho preso niente a differenza degli altri ma va bene così, non me ne importa, sono felice, e quando sono felice sono spensierata, sorridente.
Tiro fuori il mio vecchio zaino azzurro. Qualche penna e un quaderno dovrebbero bastare per il primo giorno di scuola.
Scendo sotto le coperte e adagio la mia testolina sul cuscino.
Mi faccio film mentali sul primo giorno.
Sicuramente le tratteranno bene le nuove arrivate, sarò l’attrazione principale della scuola.

E così mi addormentai con questi stupidi pensieri da ragazzina sognatrice e ignara di quello che le sarebbe successo l’indomani.


Ciao a tutti! Sono tornata! La connessione ad internet andava e veniva e non mi caricava l'editor D:
Ecco questo nuovo capitolo, sogno americano perchè la nostra Aurora immagina come sarà fantastica la sua vita nei panni di una Teenagee Americana c:
Le sue aspettative sono mooooolto diverse da quella che sarà la realtà, rimanete con me per sapere come andrà a finire, Grazie a tutte quelle che mi stanno seguendo! 
10 recensioni non me le aspettavo davvero, grazie di cuore <3


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Capitolo 7
*** Il primo giorno di scuola non si scorda mai ***


She wasn't born to die

il primo giorno di scuola non si scorda mai 


Benvenuti alla Forks High School.
La coda alta mi tira la cute, ho il mal di pancia, mal di testa, le ginocchia mi tremano un poco, il cuore emette dei tonfi accellerati fortissimi, ho paura che qualcuno li senta da quanto sono forti.
Una gocciola di sudore mi scende sulla schiena, scende nella camicetta, la gocciola di sudore che racchiude tutte le mie insicurezze, paure, emozioni, preoccupazioni, timori. Sta scivolano giù per la colonna vertebrale.
Cosa sono? Sintomi di un virus letale?
No, solo il primo giorno di scuola, in una scuola nuova, americana.
Suona la prima campanella, mi verrebbe da fare marcia indietro e correre via ma un filo sottilissimo mi trattiene e mi spinge ad entrare:  la mia curiosità, la mia dannata curiosità.
Era come nei miei sogni, anzi meglio! Molto meglio!
L’insegnante che mi fa da tutor mi mostra il mio armadietto e mi va fare un giro ristretto della scuola. Non vedo l’ora di passare i miei anni da studentessa qua.
Apro il mio armadietto faccio per sistemare i libri e.. una mano con delle unghie finte rosa me lo chiude con forza sotto i miei occhi. Sobbalzo. Mi giro lentamente.
Davanti a me una ragazza alta il doppio di me.
Capelli biondi fino al sedere con tanto di autoabbronzante seguita da due ragazze altrettanto alte e finte.
Deglutisco.
<<  Ah tu sei quella nuova? Sai girano voci.. Che ne dici di regalarci quel bel rossetto che hai  nell’armadietto?   >>
Sibilo qualcosa di incomprenibile per loro, sentono che il mio accento è strno, ridono di una risata acida, spaventosa.
Sono una fifona. Posso guardare i peggio film di paura e fare le montagne russe più alte ma sono solo una bambina fifona.
Una bambina nel bagno di una scuola con le guance rigate e un rossetto in meno.
Ho paura. Ho paura di uscire da qual bagno. Ho paura di essere giudicata.
Rimango per venti minuti suduta in terra a piangere finchè non sento bussare. Mi asciugo velocemente le lacrime. Chiunque sia deve avermi sentito piangere, apro faccio per sgattaiolare via dal bagno guardandomi i piedi, mi sento afferrare la spalla, con delicattezza.
<<  Ciao, hai bisogno?  >>
<< Sei quella nuova? L’italiana? Anche io lo sono  >>
Una ragazzina poco più alta di me con degli enormi occhiali mi sorride
<<  sai io è da un po’ che vivo in america, mi sono abituata agli scherzi di quelle sfigate, sono solo delle galline che si divertono.. >>
Una lacrima mi scende silenziosa
<<  Ehi ehi ehi! Non piangere dai! Ci siamo passati tutti, o almeno, io ci sono passata! E’ il primo giorno di scuola, non fartelo rovinare da delle stronze come loro  >>
Prende un fazzolettino e mi asciuga gli occhi, mi viene a mente mia sorella, fa sempre così per farmi tornare il sorriso.
Sento il calore dalla mano di quella sconosciuta ragazza sulla mia, la sua presa delicata ma tenace mi rassicura.
Andiamo per mano alla mensa.
Mi accomodo ad un tavolo per due insieme alla mia nuova amica
<<  Ahah che maleducata non mi sona ancora presentata, io mi chiamo Harper Balastro, mio padre è italiano e mia madre americana. Prima vivevo a Como, ormai sono tre anni che vivo qui e tu?  >>
<<  Mh io sono Aurora Plans, i miei parenti sono inglesi e vivevo in toscana e.. mi sono trasferita da dei miei zii quan in america poco con mia sorella  >>
<<  Wowowowo la toscana è veramente bel..  >>
Zuppa nella camicia zuppa nei capelli, nel viso, nelle mani, sui pantaloni.
Mi scende una carota sul naso.
La faccia di Harper è sconvolta, non voglio vedere la mia. Il fragore che c’era in mensa si spenge, a rompere il silenzio la stessa risata acida di prima. Iniziano dei sossulti.
Le orecchie mi fischiano.
Non riesco a voltarmi tanto so chi è che mi ha tirato la zuppa in testa.
Il dolore, lo sconforto che provavo prima si è tramutato in odio, in odio per quella stonza della bionda.
Mi alzo di scatto faccio per arronzarle uno schiaffo ma la mia mano si ferma a mezzaria. Sono troppo fifona per tirare uno schiaffo. Troppo codarda per essere violenta.
Vado al bagno, il solito. Questa volta niente pianti. Solo delusione verso me stessa che  non ho schiaffeggiato quella.
L’acqua ghiacciata del rubbinetto a contatto con la mia faccia rovente manco poco evapora. Faccio per asciugarmi.
Vedo riflesso allo specchio una ragazza che mi fissava proprio dietro di me.
Poso l’asciugamano, rialzo lo sguardo e non c’è più nessuno.
La ragazza dietro di me è sparita, si sarà sicuramente rifugiata in qualche bagno dopo che l’ho beccata a fissarmi.
Torno a casa. Non ho voglia di raccontare a mia sorella le “avventure” che ho passato.
Ho solo voglia di andare a letto a sbollire la mia rabbia. A pensare quanto sono codarda, fifona, sfigata, a piangere. A riflettere su quanto sono una nullità, su quanto il mondo mi voglia male, a fare discorsi del tipo “perché proprio a me?” “Ma tutte a me capitano?” “Cosa c’è che non va in me?” “Mondo, cosa ti ho fatto perché tu mi voglia tutto questo male?”.
A piangere, e a piangere e a piangere ancora.
Tutto in completa e rilassante solitudine.
Forse era meglio se facevo marcia indietro e tornavo da mia sorella.

 

Ci rincontriamo eh?
Ebbene si! Sono tornata dall'oltretomba per scrivere questo nuovo capitolo!
Nussuno vorrebbe trovarsi nella situazione d'Aurora! Sono stata proprio spregevole a metterla in una situazione simile, poverina ç-ç
Ma non vi preoccupate si riscatterà! E come se si riscatterà!

<3 <3

Grazie alle mia abituali lettrici e anche a quelle nuove, se ci saranno! Recensite,recensite :P

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Capitolo 8
*** La ragazza nello specchio ***


She wasn't born to die


La ragazza nello specchio


Il primo giorno di scuola non è andato come previsto, mi sento così stupida ad aver pensato che poteva filar tutto liscio.
L’unico aspetto positivo è che ho appena trovato un’amica, si, un’amica! Penso che andremmo molto d’accordo, è così.. così diversa dalle altre, non gliene importa del giudizio altrui e penso che questo sia una delle caratteristiche più importanti che possa possedere un’amica.
Credo che tra noi ci sia feeling, siamo quelle ragazze che quando su una porta c’è scritto ‘tirare’ noi si spinge.
Sono così contenta di avermi fatto un’amica. L’unico motivo per essere contenta.
Non riesco a togliermi dalla testa la ragazza che mi fissava in bagno. Era a pochi metri dietro di me, mi sembra. Ho visto solo il suo riflesso nello specchio. Chiunque avrebbe potuto notare la ragazza, era bellissima! Aveva lunghi boccoli color rame che le scendevano fino al sedere e una pelle.. sembrava così liscia e bianca. Anche più bianca della mia. Non sono riuscita a distinguere altro, appena mi sono voltata era sparita.
A volte la gente non ha limiti. Fissarmi così, che cosa sono un’attrazione, una statua, un quadro? C’ho mica scritto ‘Fissatemi pure, non mordo’!? Magari anche se non ce l’ho scritto trasmetto questa senzazione, appaio come una bambina docile e un po’ tonta? Tutto ma questo no. Non dico che dovete temermi ma un minimo.. vedrai se avevo tirato lo schiaffo alla bionda molti mi temevano! O forse no, forse non sarebbe cambiato niente.
Oh è appena suonato il campanello, va ad aprire mia sorella.
<< Ah tu devi essere un’amichetta d’Aurora, vieni, accomodati subito, ora la chiamo >>
‘amichetta d’Aurora’ ma dove siamo alle elementari?
<< Auroraaaaa vieni c’è la tua amica.. come hai detto che ti chiami? Harper, si Harper >>
<< Oh Harper mi fa piacere la tua visita, come hai fatto a sapere il mio indirizzo? >>
<< In segreteria, tu, tu come stai? Passato tutto? >>
La faccio accomodare in camera mia.

Nome in codice: Harper Balastro
Età: un anno più grande di me, anche se non li dimostra. Del resto neanche io li dimostro i miei anni.
Occhi: penso verdi?
Capelli: Non so se è un colore per capelli ma a me sembrano color prugna.. Sarò daltonica?
Segni particolari: E’ miope, non vede niente senza i suoi occhialoni
Carattere: Chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera! Appiccicona, schizzata, dolce come un confetto
 

Ecco cosa ho scoperto di lei dopo sette minuti buoni di chiacchiere. Chiacchierava lei, io stavo semplicemente ad ascoltarla, ad annuire quando c’era d’annuire, a dire “si anche per me” quando era il momento.
Anche io sono una chiacchierona ma Harper mi ha spiazzata, con lei che cinguetta da ore non sono neanche riuscita ad aprire bocca.
Un momento di silenzio, vai Au attacca.
<< Emm Harper, una curiosità.. Ieri mentre ero al bagno dietro di me c’era una ragazza con dei boccoli ramati, lun.. >>
Ad Harper gli si è accesa la lampadina, sa già di chi sto parlando prima che finissi la descrizione, lo noto da quella scintilla che abbiamo negli occhi quando sappiamo la risposta ad un quiz.
<< La Cullen, ne sono sicura, hai detto che poi è sparita? Si è da lei, sicuramente la Cullen. Si chiama Renesmee, che nome strano eh!? Proprio come lei  del resto..>>
Da che pulpito.
<<  Ha la tua età sai?  >>
<< Harper mi potresti raccontare di più su quella ragazza, sai sono curiosa >>
 
Inizia il suo racconto, prepariamoci a due ore di chiacchiere nell’orecchio. Questa volta l’ho voluto io, non posso lamentarmi.
<< Allora, di lei si sa veramente poco, è una tipa molto misteriosa, come i suoi familiari. Si dice che sia una cugina alla lontana di Edward Cullen, un ragazzo che frequentava la scuola qua. Abita con la compagna di suo cugino, i suoi fratelli adottivi e anche i genitori adottivi. Il padre adottivo di Edward ha adottato anche lei. Sono una famiglia di strafighii! Io a parte Renesmee non ho mai visto nessuno dei Cullen, non escono mai di casa.. No aspetta! Conosco anche il padre, l’ex dottor Carlisle! S’è ritirato da qualche hanno dall’ospedale, per me ha messo qualcosa su  “in proprio” a casa, se no come tira su la sua famiglia allargata? Da quel momento nessuno gli ha più visti e a quanto ho capito le visite dei curiosi non sono gradite, quindi mi raccomando, non fare casini, ok? >>
Accompagno Harper alla porta, gli ho chiesto se voleva rimanere a cena, ma ha insistito ad andare a casa, aveva degli impegni.
Come tenersi lontani da una famiglia di strafighi? Magari domani farò amicizia con Renesmee, poi vado di nascosto a casa sua e quando mi chiedono “Chi sei” al citofono faccio la faccia da ragazzina dolcina dicendo “Un’amica di Renesmee” Almeno mi rifaccio un po’ gli occhi. E’ da quando sono arrivata in questo posto in fondo al mondo che non vedo più un ragazzo!
Aspetta! Ma dove abita Renesmee… Harper!! Grazie di essere mia amica!

Yeeeee finalmente sono arrivati i Cullen! La piccola Nessie ormai è cresciuta! Secondo voi la curiosità d'Aurora la spingerà sino a bussare a casa Cullen? E si cosa troverà? E se invece arriva a metà strada e torna indietro perchè è troppo codarda? Vi lascio con queste idee in testa e alla prossima!
Ditemi come prosegue la letture e bhè, bacioni :3

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Capitolo 9
*** Riccioli rossi come il sangue nel bagno ***


She wasn't born to die


Riccioli rossi come il sangue nel bagno



<< Emm signorina Plants siete al segno? >>
No non sono al segno, non sono in questa scuola, non sono in questo modo. Sono lì piccolina a giocherellare fantasticamente con i riccioli rossi del ragazzo davanti a me. Così un po’ arruffati dalle tante sfumature d’arancio diverse, sembrano le foglie cadute d’autunno.
Si girano tutti a guardarmi. In silenzio. Si era voltato a guardarmi con una risatina sulle labbra.
Occhi castani, lentiggini su volto. Avrà un nome stupendo chissà qual è, devo chiederglielo?
No, non posso, non posso parlare con uno come lui. Lui che è uno di quelli “che se la tirano” di più della scuola. I così detti fighi della scuola, anche se oggettivamente non è così carino, ricci rossi, lentiggini, denti un po’ separati, niente di che, ma vi giuro che per me è il più bello di tutti. Vorrei davvero parlargli, ma cosa sono io in confronto a lui? Una formica? No, molto di meno.
Mi riconosco: io a fissarlo facendo i miei ragionamenti mentre l’intera classe s’è rivolta verso di me ad aspettare che io legga. Ottimo.
<< Signorina Plants? È tra noi? >>
<< Oh mi scusi, si pagina 30 giusto.. Allora.. Stavolta i Ma..lavoglia.. erano là,.. seduti  >>
<< Noo è la pagina successiva  >>
Si cari compagni di classe l’avevo capito anche io che avevo sbagliato pagina quando la faccia della Writh ha cambiato colore dalla rabbia.
<< Aurora, puoi accomodarti fuori per piacere >>
Oh ma con piacere signorina, non vedevo l’ora di uscire da questa aula con lei che mi fa sanguinare le orecchie per la sua vocina e mi fa venire voglia di cavarmi gli occhi da come si veste male.
Me ne esco a testa bassa, come un cane quando viene sgridato, e silenziosamente chiudo la porta dietro di me.
Sto alcuni attimi con l’orecchio sulla porta, alcune risatine infantili ma nient’altro.
Mi rifugio in bagno, come al solito, ad aspettare che passi l’ora, per ammazzare il tempo mi metto a leggere una rivista.
“William e Kate annunciano il suo matrimonio..”
<< Ehi ciao ragazzina, salti le lezioni? Ma che trasgressiva sei allora >>
Era lei, la riconoscerei tra mille. Con quel tono tra il piagnucolante e lo spocchioso.
La ignoro, continuo a leggere l’articolo finche non mi leva la rivista tra le mani. Alzo gli occhi con cautela verso di lei, come un cerbiattino con i fanali delle auto sulla strada.
Che ci faccio a New York? Ah ero un sogno.. cosa un sogno!?
Mi ritrovo su un lettino bianco, scomodo, faccio per alzarmi ma mi gira la testa. Sono confusa non so dove mi trovo. Sento dei passi venire verso di me.
Giulia, mia sorella.
<< Non ti preoccupare, sono solo pochi punti passerà tutto presto, ora pensa a riposarti >>
<< Ccosa? Dove sono, che mi è successo? >>
<< Oh non ricordi proprio niente? Sei all’ospedale, l’infermiera della scuola ti ha trovato in bagno sdraiata per terra, perdevi sangue. Il pavimento era bagnato, sei scivolata e hai battuto al lavandino, un incidente >>
<< Un incidente? Ma che cosa dite, è stata lei, stronzaaa, è stata lei, mi ha picchiato, lasciami andare, Giulia ho detto lasciami andare, la ammazzo, questa volta l’ammazzo, posso giurarti che l’ammazzo, lasciami staree ahhhhh >>
Ora un po’ mi ricordo. La bionda mi aveva spinto ed avevo battuto al lavandino e poi ero svenuta. Devo aver perso tanto sangue nel bagno. La uccido. La uccido e basta.
Una puntura sulla spalla, un pizzicore, le pupille si dilatano, mi accoccolo tranquilla fra le braccia di mia sorella.
Dicono che sono andata di matto. Urlavo come una matta, gli altri ammalati si affacciavano a vedere che stava succedendo. Dice che volevo scappare dall’ospedale. I dottori e mia sorella mi agguantavano come se fossi stata una tigre con la rabbia, m’ha detto che perfino ho dato un morso ad un’infermiere. Sarà stato l’effetto post-menata, non so.
L’idea di passare la notte all’ospedale non mi rende particolarmente allegra, neanche un po’.
Il tranquillante di prima mi fa venire voglia di dormire, mi sento le palpebre pensanti come macigni, non riescono a stare alzate.
 
Proprio sul cornicione della finestra, la ragazza dai capelli di rame, entra nella mia stanza.
<< Aurora, non ti preoccupare ti salverò io, rimarrai con me, non ti preoccupare, ci penserà mio padre >>
Sussurra il mio nome.
<< Scusa non capisco >>
Viene lì e mi prende da sotto il braccio per aiutarmi a camminare. Le mie gambe sono fiammiferi, le mie braccia fili d’erba, sono così magra che non mi reggo in piedi.
<< Aurora, ti salvo la vita >>
Una lacrima le riga la guancia.
Mi prende il braccio e si butta dalla finestra.
 

<< La colazione, signorina >>
Questi sogni finiranno per farmi diventare matta, se non lo sono già.
Mordicchio quel toast insipido sorseggiando del latte di soia.


Sciao gente! sto fornando capitoli come pane. Stare in casa mi fa questo effetto. Sarei più motivata se ci fosse qualche buon'anima a recensirmele ç_ç
Dai le recensioni non sono tutto nella vita, eh.
ma poverina questa ragazzina non gliene capita una giusta. Con questo nuovo raggazzo, la ragazza, Renesmee che sta diventando la sua ossessione, che confusione ci deve avere in testa quasi quanto me c:
ci vediamo al prossimo capitolo

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Capitolo 10
*** Est magnifique! ***


She wasn't born to die

Est magnifique!



Mezzo mese passato in casa: una meraviglia, l’autunno se ne sta andando e con lui quelle poche temerarie foglie ingiallite rimaste per miracolo su un albero. L’inverno è alle porte!
E con lui il natale. Grazie al mio udito ad ultrasuoni, così mi dicono, da camera mia ogni tanto riesco a sentire la banda che suona in città. Mi ricorda la mia infanzia, il più bel periodo della mia vita, senza preoccupazioni, problemi.
Il rientro a scuola non è stato duro, durissimo.
Me la sono cavata con qualche punto dietro la nuca e alcuni ematomi sparsi per il corpo, come un dalmata, o una mucca pezzata, come preferite.
Le lezioni passano stranamente veloci, sto al segno, seguo, interagisco, come una brava ragazza studiosa. Arriva l’ora di pranzo. Harper è li che mi aspetta davanti alla porta della mensa.
Ha la fronte corrugata, assorta nei suoi pensieri. Esamina un foglietto attaccato in bacheca.
<< Ehii ciao! Com’è stato il rientro? >>
I miei occhi pesti rispondono alla domanda
<< Guarda qui che c’è! A Maggio faranno una rappresentazione teatrale! Non mi dici sempre che è il teatro è la tua passione? Daii c’è segnato anche il ragazzo che ti piace! >>

Cedric  Parker

La guardo in cagnesco
Non so se essere più stupita per la rappresentazione teatrale o per Harper che ha scoperto il mio piccolo segrettuccio. Davvero le emozioni mi si leggono così evidenti sulla faccia o è Harper che ha qualche potere sovrannaturale.
<< Sono così.. come dire.. “Libro aperto” >>
Mi sorride di sottecchi mentre mi passa la sua matita
La commedia avrà luogo a maggio, è ambientata in Francia, nel 1864!
Io adoro il teatro, è una delle mie più grandi passioni, ho sempre recitato fin da piccola, quando ero piccina sì che avevo stile! Una mini-primadonna capetta che voleva fare la protagonista per mettersi in mostra. Crescendo la prima donna in me si è un po’ dispersa, ma non esito un secondo a mettere il mio nome nella lista come candidata protagonista. Se poi il mio cooprotagonista è Cedric allora sì che son contenta.
Mi immagino già la scena:
Io sul palco, la luce dei riflettori puntati in faccia. Io sola con il pubblico. Io e il battito del mio cuore che accelera quando arriva il mio momento.
Sono sicura che sarò la protagonista! Alle medie ho studiato il francese e potrei interpretare benissimo la principessina dall’ erre moscia reclusa nella cella del castello ad aspettare il mio Salvatore, Cedric!

Ahhhh come sono sognatrice.
Harper segna anche lei il suo nome e si avvia in mensa, io rimango alcuni attimi ad osservare tutti i nomi nella lista. Il mio nome italiano stona un po’, penso per la prima volta che sono la prescelta!
Mi avvio al tavolo. Le mie guancie prendono colore sotto la mia pelle sottile ad attraversare il corridoio. Sguardi anonimi che fissano la mia andatura un po’ goffa e scoordinata. Tra tutti gli sguardi due occhi spiccano nella mia mente. Cioccolatini tanto profondi incorniciati da ciglia folte. Al mio sguardo reciproco in pochi secondi svolta l’angolo facendo ondeggiare i suoi boccoli rossicci. Renesmee.
Sempre quegli occhi che mi guardano di nascosto. Onestamente non capisco cosa gli prende, ho anche io dei sentimenti! Disturba ogni volta girarsi e trovare qualcuno che ti segue.
Oggi vado a fare spese in città con mia sorella, andiamo a comprare dei regali, tra poco è natale, per sminuire la tensione qualche regalo me lo concede. Forks è davvero un città fredda! Ero abituata solo all’inverno in Italia ma questo non ha niente a che vedere! La continua pioggerella si trasforma in nevischio sempre più fitto. Le strade si ricoprono di una patina bianca, come gli abeti sulle montagne.
Candida, gelida, affascinante neve.
Così bella come pericolosa.

Mi verrebbe voglia ti buttarmici, tuffarmi sopra a qualche cunetta.. Magari quando mia sorella è impegnata a guardare le vetrine ci faccio qualche pensierino.
Le mie labbra hanno preso un colore scuro da morto, tremano come le foglioline su quell’albero. Il mio corpicino smilzo tutt’ossa non ce la fa a reggere l’inverno rigido di Forks. Quanto vorrei non avere mai freddo! Questi giacconi imbottiti mi fanno sembrare un cannolo ripieno che fatica a camminare.
Ho voglia di restare un po’ al calduccio, prendo il primo negozio che trovo e dico a mia sorella che voglio darci un’occhiata, invece starò come un gatto rannicchiato sul termosifone.
Negozio di abiti premaman, non potevo scegliere peggio..
Vedo il viso di mia sorella sbiancare, mi prende per una manica del giacchetto e mi traina in un camerino come se fossi sua figlia.
Prende fiato prima di parlare.
<< Aurora! Sei incinta? Che ti è saltato in mente? >>
Trattengo a stento le risate..
<< Giuliaa? Ma se non sono neanche fidanzata! Ma dai, poi, io? Ma a te del resto cosa ti interessa… Avevo freddo, volevo scaldarmi un po’ >>
Il viaggio a casa di ritorno è stato silenzioso. Ognuna era assorta nei propri pensieri, lei che guardava il cielo io che guardavo la terra, infondo così opposte ma uguali, entrambe a disperdere i pensieri in qualunque distrazione .
Il bacio di buonanotte agli zii dopo cena e  subito in camera mia.
Toctoc
<< Avanti! >>
<< Aurora, ti va di sederti vicino a me e mi racconti un po’ di cose? >>
Giulia che cerca di fare la sorella.. perché non accettare.
Saltando la parte dove vengo sbattuta agli armadietti ogni singolo giorno.
<< Sai oggi mi sono inscritta ad un corso di teatro, mi son candidata come potenziale protagonista >>
<< Come hai vecchi tempi, no? >>
<< Già, parla di una principessa francese, mi piaceva l’idea! >>
<<  Est magnifique! >>
Il francese di mia sorella proprio non ci voleva.. Ahahahha!

Son tornataaa!Scusate l'attesa ma non avevo più ispirazioni per concludere questo capitolo, con il caldo che fa qua pensare un po' alla neve mi fa star bene c:
ho messo qualche messaggio subliminale.. Che fa intuire quale sia il pensiero della ragazza sui vampiri! Ditemi se siete riuscite a trovarloooo :DD
Vi è piaciuto questo capitolo? Non vedo l'ora che si entri nel VIVO della storia, sono eccitata all'idea!
Recensite su!
<3

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Capitolo 11
*** Via dalla mia mente ***


She wasn't born to die 

Via dalla mia mente



<< E Aurora Plants… Farà la protagonista >>
E’ da troppo tempo che non vedo un sorriso così solare e sincero sulla mia faccia, sono a mille, sogno questo momento da quando ero una bambina, sì sono la protagonista.
Cammino guardandomi i piedi per non inciampare come al solito, riavvolgo nella mente la battuta di prova.
Ed eccomi lì, da sola su quel palco che odora di polvere illuminato dai riflettori gialli. Fisso quelle due seggioline occupate. Il cuore accelera mostruosamente. Le mani si ricoprono di una patina sottile scivolosa di sudore che mi impedisce di avere un appiglio tra le dita, mentre quelle dei piedi si contorcono  dentro le scarpe, la salivazione aumenta, la lingua cerca una via di fuga dalla tenaglia che formano i denti.
<< Avanti carina >>
Le parole escono veloci dalla mia bocca, mi muovo con disinvoltura sul palco senza paura, nessuna incertezza nella mia voce, nessun infingardo tremolio delle ginocchia. Il ritmo delle battute scandito velocemente dai battiti del mio cuore. Ho finito, quel momento che sembrava durare un secolo e forse pochi secondi era finito.  Qualche secondo di silenzio interrotto subito da un applauso.
<< Brava! Bravissima! Abbiamo fatto bene a scegliere te come protagonista, sei perfetta per questa parte, le prove sono il martedì e il giovedì, vedi di essere presente. Il copione è in quella scatola >>
Non potevo fare a meno di essere felice, vedo il sorrisetto che mi compare in un angolo della mia bocca. Scendo le scale e mi precipito a prendere il copione.
 
Francia 1864.
Protagonisti: Giselle (Aurora Plants) Paul (Cedric Parker) …
 
 
Non ho più la forza di leggere. Il secondo nome mi ha spiazzata, il mio sogno sta diventando realtà! Non ci posso credere, LUI sarà l’altro protagonista. Sto entrando in iperventilazione, qualcuno mi aiuti.
Sento un fuoco ardente in gola, il sangue che mi affluisce repentinamente alle guancie colorandole di un rosso acceso, il sudore che mi fa formicolare la schiena, un brivido… Sto arrossendo!
<< Signorina va tutto bene? >>
<< Oh certo Miss, sono solo, contenta! >>
Si, contenta, sono finalmente contenta! Ogni cosa sta andando per il verso giusto, tutti i pezzi si stanno incastrando perfettamente.
<< Ragazze è pronto in tavola! >>
<< Arriviamo >>
<< Zio, zia, Giulia, vi devo fare un annuncio: Sono ufficialmente la protagonista dell’opera! >>
<< O ma è fantastico! Aurora! Congratulazioni, te lo sei proprio meritato! Per te doppia porzione di maccheroni >>
Per me più che un premio la doppia porzione di maccheroni è un patimento! Odio mangiare! Si, puo’ sembrare strano ma odio mangiare, non sopporto la sensazione di avere lo stomaco pieno. Se fosse per me a pranzo mangerei solo gelato.
<< Nono, grazie zia, sono apposto. Se mi scusate, vado un attimo in camera a fare il mio ‘sonnellino di bellezza’ ahahahah >>
Sono davvero stanchissima, l’ansia mi aveva fatta stare sveglia la scorsa notte e ora sto letteralmente cadendo dal sonno, anche se sono sicura che la mia dormitina non durerà tanto visto la marea di compiti che ho da fare.
 
Oh. Mio. Dio.
Cedric Parker mi ha chiesto d’uscire! Non sto nella pelle!
Lo aspetto davanti a scuola, è bellissimo! I capelli color fuoco brillano al sole come rubino e… cosa?
Chi è lei?
<< Ah Aurora, questa è la mia amica Gretel ci accompagnerà anche lei oggi, mi dispiaceva lasciarla sola, proprio ora che il suo ragazzo è partito per la Germania.
<< Fa niente >>
Fingo. Stavo provando un odio così profondo per Gretel! Un odio strano, molto intenso, per quella ragazza che non c’entra niente! Ma provo anche un amore così ardente per quel ragazzo, un amore consumante, una passione che mi brucia il petto. E’ come se tutte le mie solite emozioni fossero amplificate del cento per cento.
Ci incamminiamo verso il bosco. Tutto ha un atmosfera così surreale, così… inquietante…
Parliamo del più e del meno, io per quanto provo, non riesco a staccare gli occhi dalla ragazza bionda.
La sto logorando con gli occhi. E’ come se tutto l’odio che provo per lei non riuscisse a stare a bada nel mio corpo.
E’ il momento di salutarci.
Cedric sta telefonando, io mi avvicino per abbracciare la povera, innocente,  Gretel.
Sono a pochi centimetri dal suo collo quando sento uno strano liquido che mi circola in bocca, amaro
e denso. La salivazione aumenta. Sento come una sete che mi travolge, ma non una normale sente, una ardente, una che mi consuma. Ad ogni respiro che faccio la gola mi va a fuoco, e poi quell’odore…
Quell’odore vellutato di violette che mi attira e mi fa venire il capogiro, quell’odore che proviene dall’arteria pulsante della ragazza. Da quanto la pelle è fine riesco ad intravedere la grande vena che pulsa sangue ed a ogni suo battito. La bocca, la gola mi brucia.
Immagino la mia bocca sul suo collo, le mie labbra che si adagiano perfettamente nell’incavo della gola, i denti che continuano a produrre veleno amaro. Sento già i canini che si intromettono nel collo spinti da quell’irrefrenabile odio e da quella, come dire… sete. Pregusto già quel  caldo sangue rosso nella mia bocca che mi da forza… e poi… e poi non ce la feccio.
Affondoi miei canini dolenti impregnati di veleno dentro quel morbido collo, ed è proprio tutto come me lo sono  immaginato. Il sangue scorre nella mia bocca, ad ogni battito, sempre più fioco della ragazza, la mia gola brucia sempre di meno, sento il calore che mi inonda il corpo e mi rafforzava, percepisco la sensazione che i miei occhi si stanno colorando di un rosso cremisi.
Non riesco, non  voglio fermarmi. E’ successo così velocemente, neanche mezzo secondo, neanche il tempo di un urlo, di un ultimo fiato. Sento la vita della ragazza che sta scivolando nella mie mani. Sento il mio corpo che diventa sempre più forte. E il brutto è che quella sensazione mi piace.
Tum, Tum.
L’ultimo battito, fioco, come un pendolo che suona la mezzanotte.
Mi sento in estasi, nella bocca ho ancora il sapore di ferro del suo sangue. Ho bisogno di altro sangue, voglio altro sangue.
Ma poi vedo Gretel, con il collo squarciato in due. Con quegli innocenti occhi azzurri spalancati dall’orrore, i capelli dorati sporchi del suo sangue, lei che non ha neanche avuto il tempo di chiedere aiuto da quanto velocemente se n’è andata.
Non so descrivere il dolore che sto provando da quanto è forte. Voglio piangere, voglio morire, ma come puo’ un essere, un mostro come me conciliarsi con il suicidio?
E poi la sua faccia. Perfetta, incrinata da una smorfia di terrore. Immobile davanti al corpo della sua amica e me.
<< Ced, non ti farò del male, ti prego aiutami.. >>
La mia voce suona petulante, un raggio di sole fa brillare la mia pelle, il sangue mi inondava la faccia, il vestito le mani. Come poteva credermi?
Prese a scappare il più velocemente possibile, ma in un quarto di secondo sono già davanti a lui.
Afferro la sua mano, cerca di liberarsi ma invano, è solo un umano.
<< Cedric ti prego, non correre non avere paura, non è successo niente, calmati ora >>
<< Lasciami! Sei un mostro! Ti prego lasciami, vattene! >>
<< Ti prego non fare così! Se no dovrò uccidere anche te! >>
Cerco di levarmi dalla testa il pensiero del suo sangue in bocca per poter permettere al cervello di funzionare.
<< Preferisco morire, mostro! >>
Accecata dalla rabbia, in un millisecondo, con un veloce movimento del polso, giro il collo del ragazzo.
Crack
<< Oh mio dio! Oh mio dico! Ho ucciso delle persone! Cedric, ti prego apri gli occhi, ti prego! Aiuto! >>
Lì nel bosco a strattonare quel corpo senza vita capisco che ho appena perso me stessa e che non l’avrei più ritrovata.
Un ultimo sguardo ai corpi per poi disperdermi nell’oscurità delle chiome.
 

 
<< Ahhhhhhhhhhhhh,  no ti prego ti prego! >>
<< Aurora! Non fare così, Aurora, cazzo svegliati >>
Uno strattone violento mi riporta nel mondo dei vivi.
<< Aurora, oh dio! Mi hai fatto prendere uno spavento!Alla faccia dell’incubo! Sembravi posseduta! >>
Mi alzo velocemente, stordita, bianca, sudate, incredula.
Sono confusa, mi lavo il viso. Mi specchio.
In un primo momento nello specchio vedo me.
Poi il mio viso cambia. Sono sempre io, ma ho un sorrisetto inquietante. I miei occhi sono rosso sangue proprio come quello che esce dalla mia bocca.
E’ solo il frutto della mia mente.
Mi lavo le mani. Ad un certo punto iniziano a cospargersi di sangue denso e scuro.. e per quanto voglia non riesco a levarmelo. Inizio freneticamente a sfregare le mani ma il sangue sembra non andar via. E’ ovunque.
Alle mie spalle una sagoma.
Avrei potuto riconoscere ovunque quegli occhi azzurri e spalancati dalla paura. Il sangue non andava via. I miei occhi non erano castani.
<< Aiutoooooooooo! >>
<< Falla andare via! Ti prego, lava il sangue! >>
<< Aurora, ma qua non ce niente! >>
 
Mi faccio visitare dal dottore. Niente. Non ho niente. Secondo lui solo troppi film di paura, e secondo me ha ragione. Mi stanno condizionando a tal punto da farmi venire le visioni e gli incubi. Vogliono entrarmi nella testa! Ho chiuso con gli Horror.

Aurora, dentro di se lo sa, che non era colpa dei film horror. Stava avendo questi incubi molto più spesso e non era affatto regolare.

Gente, sono viva!
Non vedevo l'ora di aggiornare questa FF, è la prima e la mia preferita, ci tengo molto!
Macabrissimo questo! Come amo scrivere cose macabre, non vedevo l'ora, mi piacerebbe vedere le vostre faccie.
Ho messo davvero passione a descrivere l'atto della "caccia" e penso che si veda perchè l'ho fatto inquietantemente dettagliato, come vi sembra? Vi piace?
Fatemi sapere! (Ho reso pure Twilight macabro, yee, il mio scopo AHAHAAHAH)
Alla prossima :)

 

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