Daniel si
svegliò lentamente nel proprio letto.
Le coperte
lo avvolgevano completamente, rallentando ogni movimento.
Con gli
occhi chiusi, il ragazzo si godeva il tiepido calore della candela, che doveva
essere nei paraggi.
Daniel si sentiva
piuttosto intontito, ma ormai ci si era abituato.
Il Laudano
confondeva i suoi sensi, soprattutto la vista.
Per quanto
riguarda l’udito, al ragazzo sembrava di essere all’interno di una bolla di
sapone.
I rumori
erano attutiti e confusi, tra cui si distinse un colpo di tosse per attirare
l’attenzione.
Il ragazzo
aprì finalmente gli occhi e seduto su una sedia accanto al letto vide
Alexander.
Il barone
indossava la solita espressione impassibile, sebbene un accento di
preoccupazione fosse appena percettibile.
Daniel lo
salutò pigramente.
“Buongiorno
signore”, aggiungendo un timido sorriso.
“Non è più
giorno.” Il tono di voce di Alexander era più basso del solito, con un velo di
impazienza.
“Dato che
sono le nove di sera.” “Ma cosa…?” Daniel era sconcertato.
Il barone si
passò una mano tra i capelli, cercando di rimanere il più calmo possibile.
“Mentre
stavamo attuando una tortura, all’improvviso sei svenuto e caduto per terra.
Così, dal
niente. Un attimo prima eri con la sega in mano a fare il tuo lavoro; e un
attimo dopo eri disteso sul pavimento.”
Il ragazzo
si nascose sotto le coperte, imbarazzato.
Alexander si
avvicinò per fargli una carezza, il tono di voce un po’ più addolcito.
“Il tuo
corpo sta cedendo, Daniel. Dobbiamo interrompere la cura del Laudano. Finirà
per ucciderti.”
Daniel si
rese conto che senza il sedativo gli incubi sarebbero tornati e con una mano
allontanò bruscamente quella del barone.
“No! Sono in
grado di farcela, posso resistere!”
“Non temere.
Non smetterai subito. Per adesso ci limiteremo a diminuirne la quantità.
Ricomincerai
a percepire le cose come prima nell’arco di un paio di settimane. Dopo,
smetterai di prendere il Laudano definitivamente.”
Le parole di
Alexander suonavano dure alle orecchie di Daniel, che iniziava ad essere preso
dal panico.
“E… e quando
gli incubi torneranno?” Il respiro del ragazzo era diventato irregolare e le
sue mani tremavano.
No.
Gli incubi non torneranno. Non lo permetterò.
Pensava,
fissando le coperte sotto di sé.
“Troveremo
una soluzione in questi giorni. Per adesso, riposati. Sei ancora stordito, per
stasera salterai la razione di Laudano.”
Detto ciò,
il barone si alzò dalla sedia e si diresse velocemente alla porta. Gli occhi di
Daniel si spalancarono.
Aveva
davvero intenzione di lasciarlo una notte senza il sedativo?
Appena
Alexander chiuse il portone, il ragazzo schizzò fuori dal letto e lo rincorse.
“La prego!
Non posso dormire senza.”
La sua voce
si era ridotta a un piagnucolio, quasi come quello di un bambino.
L’uomo più
anziano accellerò il passo.
“No. Non
morirai se una notte non avrai del Laudano.” Disse freddamente dirigendosi alla
sua stanza.
“La
supplico…” Daniel insisteva. Il barone entrò nella propria camera, ma il
ragazzo fu più veloce e sgattaiolò dentro anche lui.
“Daniel,
esci immediatamente dalla mia stanza.”
“Non finché
non mi avrà dato il sedativo.” Si impuntò il ragazzo.
“Perché sei
così testardo?” Alexander alzò gli occhi al cielo.
“Va bene. Ti
concederò mezza fiala di Laudano.”
Scavalcando
Daniel, il barone si condusse all’armadietto. Lo aprì, prese una provetta e poi
lo richiuse.
Il ragazzo
rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto una tale quantità del suo liquido
dolce e verde tanto agognato.
“Vado a
prendere un bicchiere dove versare la metà di domani. Nulla deve andare
sprecato.” Disse Alexander. Poi uscì dalla sua camera.
Daniel
fissava l’armadio. Avrebbe tanto voluto allungare la mano e afferrare tutte le fiale,
berle fino a rimanere svenuto per un mese intero.
Uscì da quel
sogno pensando alla reazione che avrebbe scatenato nel barone. Rabbia,
sicuramente. Mista a disgusto e pena.
Al pensiero
si allontanò dall’armadietto, ma non riusciva a distogliere lo sguardo.
Ad un tratto
gli venne un idea.
Non
si accorgerà di certo se prendo qualche fiala. Nel caso la mezza razione non
basti.
Con foga
aprì le ante di legno e afferrò un bel po’ di fiale, nascondendole nella
vestaglia.
Sentendo i
passi di Alexander, richiuse tutto in fretta e furia e si sedette sul letto, con aria innocente.
Il vecchio
uomo entrò nella stanza e appoggiò il bicchiere su un tavolo, andando a
rimettere la boccetta piena a metà nell’armadietto.
Alexander
borbottò piano “Che strano… mi sembrava di averlo richiuso per bene, invece è
socchiuso.”
A Daniel
gelò il sangue.
Se lo avesse
perquisito e avesse trovato le fiale addosso a lui, cosa sarebbe potuto
succedere? Probabilmente lo avrebbe punito.
“Mah, forse
le ante sono troppo vecchie e si saranno riaperte da sole. Daniel, sei così
pallido, stai bene?”
Il barone
era sereno. Forse non si era accorto di nulla.
Daniel
cominciò a dire molte frasi insieme, voleva soltanto uscire al più presto da
quella stanza.
“Si… cioè,
no! M-mi sento solo molto stanco. Prendo
il bicchiere di Laudano e vado a letto. Buona notte!”
Agguantò il
bicchiere con la mano sinistra, mentre con la destra nascondeva il bozzo che si
era formato nella veste, che nascondeva il bottino.
Aprì la
porta con il gomito, senza farsi scoprire e mise un piede fuori dalla camera
quando Alexander lo chiamò.
“Daniel.” Il
ragazzo si bloccò.
Si girò
lentamente e con un sorriso finto disse “…si?”
“Mi prometti
che riuscirai a non farne più uso? La tua vita mi sta scivolando tra le dita,
come la sabbia.
Come faccio
a proteggerti dall’Ombra, quando devo proteggerti anche da te stesso?”
Il volto del
barone era indecifrabile come sempre, ma il tono di voce lo ingannò,
rivelandosi preoccupato.
Daniel allargò
il sorriso e rispose gioiosamente “Certo! Sono sicuro che grazie ai suoi
consigli ci riuscirò. A domani!”
E corse via
lasciando la porta aperta dietro di sé.
Alexander
era piuttosto perplesso, ma non ci prestò attenzione.
Chiuse il
portone e si sedette sulla solita poltrona per leggere.
Ah!
Per un attimo ho pensato che mi avesse scoperto! Si, riuscirò a smettere, ma
solo quando il Laudano sarà finito.
Rise tra sé
e sé, rallentando il passo verso la stanza degli ospiti.
Appena
entrato nella sua camera, tolse le fiale dalla vestaglia e le appoggiò sul
letto.
Dove
potrei nasconderle? I servi del barone potrebbero trovarle mentre fanno le
pulizie.
Daniel si
guardò in giro.
Pensò di
nasconderle sotto il letto, ma aveva paura che con il proprio peso le avrebbe
rotte.
Guardò il
pavimento, ma le piastrelle erano tutte perfettamente allineate.
Però vicino
all’ingresso individuò una mattonella un po’ scheggiata.
La sollevò e
sotto vide che c’era spazio appena per qualche piccolo oggetto.
Ci mise
delicatamente dentro le sue preziose fiale e la rimise al suo posto.
Vista da
fuori sembrava solo una piastrella rotta, ma sotto custodiva un enorme tesoro.
Soddisfatto,
Daniel bevve il suo bicchiere di Laudano e svenne sul proprio letto.
Riposava
tranquillo sotto le coperte, con la certezza che per un bel po’ non avrebbe
avuto incubi.
Almeno
finché il suo segreto rimarrà tale.