Alterata coscienza

di Nocturnia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 seduta - coltello ***
Capitolo 2: *** #2 seduta - medicine ***
Capitolo 3: *** #3 seduta - vetro ***
Capitolo 4: *** #4 seduta - posacenere ***
Capitolo 5: *** #5 seduta - corda ***
Capitolo 6: *** #7 seduta - cuscino ***
Capitolo 7: *** #6 seduta - fuoco ***
Capitolo 8: *** #8 seduta - veleno ***
Capitolo 9: *** #9 seduta - pistola ***
Capitolo 10: *** #10 seduta - rasoio ***



Capitolo 1
*** #1 seduta - coltello ***


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Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto




"Matto. Affetto da un alto grado di indipendenza intellettuale."

- Ambrose Bierce -

Alterata coscienza

#1 seduta - coltello

"È troppo impersonale la pistola per i tuoi gusti, vero?"
Sorride il clown e non c'è nulla di quieto sul fondo di quella pupilla contratta.
"Solo gli stupidi chiedono la stessa cosa due volte." storna lo sguardo, alzando le mani verso il soffitto.
"E solo i vigliacchi si nascondo dietro risposte argute e battutine scadenti."
Silenzio.
Il pagliaccio riporta lo sguardo sulla tua figura e cogli l'ombra d'una bestia - d'una follia - assassina.
"Io non sono Batman."
Scopri l'eburneo dei denti in un sorriso amichevole, rilassandoti contro la sedia.
"No, non sei il pipistrello: sei solo il giullare del suo regno."
Per un attimo, una frazione d'istanti, intravedi uno strisciare informe e rabbioso sotto la sua pelle, quasi un volto umano.
"Gotham non è sua."
"E nemmeno tua."
"Ti ucciderò."
"E come, clown? Con un coltello o con le tue mani?"
Chiudi il fascicolo, facendo segno alla guardia di aprirti la porta: la sessione pomeridiana è finita.
"Ti ucciderò, Quinzel."
Sorridi.
"Forse. O forse no."
E la sua risata ti raggiunge quando ormai è troppo tardi.


Nota dell'autrice: questa storia partecipa al "Think Angst Challenge."

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Capitolo 2
*** #2 seduta - medicine ***


dddd Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


#2 seduta - medicine


"Dovresti prendere le tue medicine."
"E gli infermieri di questo posto dovrebbero stare più attenti alle loro dita."
Trattieni una risatina involontaria, facendo finta di scorrere gli appunti sul tuo quaderno.
"Di cosa parliamo oggi, Harleen?"
"Quinzel."
"Bene, come vuoi, Harleen."
Sospiri, togliendoti gli occhiali e pulendoli con la manica del camice.
"Perché il clown?"
È pallido il Joker e non regala alcun colore ai tuoi occhi stanchi.
"È il messaggio che conta Harleen, non l'oggetto in sé."
Ti massaggi le tempie, abbassando le palpebre.
"Maschere."
Il pagliaccio alza un sopracciglio, curioso.
"Sono solo maschere. La tua, la sua, la mia; tutte maschere." gli cerchi l'iride scura, trovandola già vicino alla tua "un pipistrello per fare ridere, un clown per far paura. Quale ironia."
Non replica il Joker e ti osserva raccogliere i fogli in silenzio, inclinando la testa e cercandoti gli occhi con gli occhi.
"Quinzel."
Ti fermi, soppesandolo da sopra la spalla.
"Una maschera non è una maschera..." mormora nell'aria immobile della stanza "se non nasconde niente."
Sorride.
"E la tua qual è?

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Capitolo 3
*** #3 seduta - vetro ***


dggg Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#3 seduta - vetro


Piove su Gotham e la solitudine morde come un cane rabbioso.
È una massa illividita il cielo, gonfia e tumefatta.
Un fulmine ne divora lo spazio, illuminando l'acciaio d'un puttana d'ossa e vetro.
"Hai forse paura dei temporali, Harleen?"
Perde colpi la lampadina della cella e sfrigola continuamente, impaziente di spegnersi e gettarti nel buio d'una esistenza senz'anima.

O forse ce n'era fin troppa d'anima, altrimenti non sapresti proprio spiegarti quel dolore sordo al centro del petto.

"No."
"Hai forse paura..."
"Taci." mormori serafica "Taci, clown."
"Pasticcino."
"Come, prego?"
"Pasticcino. Credo che sia un nome più appropriato."
"Non essere ridicolo."
Allarga le braccia, umettandosi le labbra e ridendo con una bocca troppo larga e troppo piena di sangue.
"Ma sono un pagliaccio, cosino." la sedia torna sull'impiantito con un tonfo smorzato "È il mio lavoro essere ridicolo."
Espiri con forza, alzando lo sguardo e specchiandoti nel riflesso d'una donna senza pelle.

Che cosa mi sta succedendo?

"Non chiedertelo."
Stupore.
"Non sai cosa stavo pensando, quindi non reclamare diritti che non possiedi."
Arroganza.
"Sei tu il dottore qui, non io."

Ma è davvero così?

"Credo che la seduta sia terminata, Harleen."
Condiscendenza.
"Puoi andare a casa."

E non hai più alcun riflesso in cui cercarti. 

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Capitolo 4
*** #4 seduta - posacenere ***


sdfgfdf Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.

#4 seduta - posacenere


"Come è potuto succedere?"
Si aprono come fiori bruniti le macchie di sangue sulle pareti della cella, dita scarlatte che tracciano segni incomprensibili.
"Io... il suo avvocato ha detto che..."
Sbatti il palmo della mano sul tavolo, facendo sobbalzare Evans.
"Non dire cazzate. Abbiamo un fascicolo più grande della mia casa sul soggetto 346 e tu cosa fai? Autorizzi il suo avvocato a portare un posacenere dentro la stanza. Ti farò licenziare."
Deglutisce Evans e strizza le palpebre un paio di volte.
"Era in plastica."
Un sorriso sgradevole ti adorna le labbra.
"E questo ha mai fermato il nostro paziente?"
Silenzio.
"Ci vai tu a spiegare alla vedova che il suo caro maritino è stato ucciso da un posacenere in plastica giù per la gola?"
"Harleen..."
Lo ignori, passando il badge nella serratura ed entrando.
"Sarai contento."
"Abbastanza; ma non ha urlato a sufficienza per i miei gusti."
"Pazzo."
"Questo non è professionale, dottoressa." ti riprende lui " Al momento sono affetto da '"super sanità', a suo dire."
Digrigni i denti, contrastando l'istinto di afferrarlo per il colletto e sputargli in faccia.
"Aveva due figli."
"Come molti altri cittadini rispettabili di Gotham."
"Aveva una moglie."
"Anche io ne avevo una."
"Stronzate."
Sorride, dondolando i piedi.
"Era un uomo."
"Come me." il sorriso di amplia, il cuore si contrae "Come te, Harleen."

Il rosso gli dona, dopotutto.

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Capitolo 5
*** #5 seduta - corda ***


ddddd Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


5 seduta - corda


È umida Gotham, avvolta in un'estate impietosa.
È calda l'aria che ti sfiora il viso, satura di fumo e dell'odore ammorbante del cemento sciolto.
Ti passi il bicchiere sul collo, raccogliendoti i capelli in un nodo strettissimo.

Crash.

"Cosa...?"
Qualcosa - qualcuno - atterra sul tetto vicino, rotolando con grazia e continuando la sua corsa verso l'edificio successivo.

Tump.

Pipistrello.

Una massa d'ombra distrugge il tavolo su cui stavi poggiando i piedi, facendoti cadere all'indietro.
"Che diavolo...?"

È una donna.

Sono scaglie verdastre quelle ti fissano da dietro una maschera da gatta, labbra socchiuse nello sforzo della lotta e una corda - no, una frusta - che le pende tra le mani contratte.

"Catwoman!"
Sorride la femmina e si arrampica lungo la grondaia.
"Miao."

Pipistrello.

È fuori dalla tua visuale Batman, ma ne cogli la forza brutale quando grida l'ennesimo richiamo verso quello strano avversario.
Il telefono inizia a squillare e ti distrae dal cielo, riportandoti al clown e al suo sorriso di sangue e vetro.
"Pronto?"
"Harleen."

Non è possibile.

"Dici che è troppo tardi per una visita serale?"



Nota dell'autrice: qui di seguito vi lascio un video Joker/Harley (che sono anche loro cosa buona e giusta!) basato su "Maschere d'amore". Buona visione.

*scappa e si nasconde*



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Capitolo 6
*** #7 seduta - cuscino ***


egdexfndfhx Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#7 seduta - cuscino


"Da domani avrai un altro terapista."

Perché ormai sei tu la paziente, vero Harleen Quinzel?

Un transfert malato, ecco cos'era.
Dovevi solo attraversare la fase del lutto e buttare l'uccellino fuori dal nido.

Si è fatto muto il coraggio e il tuo cuore grida così forte da lasciarti senza respiro.

"Da domani avrai un altro terapista."

A chi ti rivolgevi veramente, Harleen?
A lui, oppure...

No.

Soffochi un gemito irato, affondando le mani nella coperta leggera.
È quieta Gotham, madre paziente e parca di parole.

Lo sai, brutta puttana, vero? Lo sai.

Non replica Gotham, ma accarezza il capo della sua ultima figlia - del suo ultimo aborto - osservandone il petto scosso da singulti spezzati.

Puttana. Puttana e ancora puttana.

Tossisce la creatura e inala il suo primo respiro, abbracciando un cuscino pesante di sangue e lacrime.

No.

Piange la cosa e cerca la pelle di Gotham, pietra e carne, incubi e deliri d'una metropoli cannibale.

Harley Quinn. mormora il cielo Harley Quinn.

Madre.

Sorride Gotham e libera dalla sua stretta una figlia bellissima e imperfetta.
Sorride e la regala a un clown di biacca e sangue, perché la solitudine ammazza il coraggio e genera la follia.
Perché non c'è nulla di più bello d'una famiglia numerosa a Gotham.
D'un mostro in più con cui - in cui - specchiarsi per sentirsi ancora umani.
Per accorgersi d'esistere: esister davvero.

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Capitolo 7
*** #6 seduta - fuoco ***


fgfg Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


#6 seduta - fuoco


"Come ci sei riuscito?"
È annoiato il Joker e fissa un punto imprecisato dietro la tua spalla.
"Ripeto, come ci sei riuscito?"
"Non pensavo mi credessi così stupido da non saper comporre un numero di telefono."
Ti passi una mano tra i capelli, sentendoli aggrovigliati e sudati.
"Come sei uscito?"
"Non è quello l'importante, Harleen."
Batti un pugno sul tavolo, sfiorandogli le manette.
"Certo che lo è, clown."
Ha smesso di ridere il Joker e ti fissa con una serietà che pare un baratro nerastro e senza alcuna possibilità di ritorno.
"Gli incendi mettono sempre un po' di panico addosso alle persone." si inclina verso di te, facendo tintinnare la catena che lo assicura al tavolo "E quando le persone vanno nel panico, difficilmente si preoccupano di ciò che hanno intorno. Siamo tutti egoisti, cosino: è la nostra natura."

Quanti mesi sono passati?

"Dovrò lasciare il caso dopo la tua chiamata."

Che cosa hai ottenuto?

"Io non voglio un altro psichiatra, Harleen Quinzel." replica indisturbato "Mi piace il tuo nome... mi fa venire voglia di ridere."

È finita.

"Non posso e lo sappiamo bene entrambi: siamo andati troppo oltre il limite imposto dalla deontologia medica."

Molla il colpo, Harleen; molla il colpo.

Sorride ancora e le cicatrici spiccano come un filo biancastro e irregolare sul viso pallido.
"E cosa c'è dopo quel confine, cosino?"

Il nulla. La paura. La follia.

"Io... da domani avrai un altro terapista."

Harley Quinn.

Crolli in ginocchio appena sei fuori dalla stanza ed è una femmina rossa e nera a raccogliere le macerie esangui del tuo corpo.
Una femmina dagli occhi allucinati dell'arlecchino innamorato.

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Capitolo 8
*** #8 seduta - veleno ***


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#8 seduta - veleno


L'amore è un cancro.
È un pugno di cellule anomale che avvelena ogni ragione, ogni senso.
È la risata sincopata d'un assassino e il suo bacio dal sapore del fiele, un trucco sbavato a coprire un viso che non ti appartiene più.
"Mi piacciono gli arlecchini, cosino. Li trovo così... appropriati per questa città."
È  avvenuta la trasformazione e della tua vecchia pelle rimangono solo un tappeto di ricordi e sensazioni opache.
È uno sfregio nerastro il pipistrello e non ti degna d'uno sguardo, relegandoti al ruolo di pedina e vittima.
"Ehi!" berci al suo indirizzo "Guarda un po' qua, bat-idiota!"
Scansa il colpo, ma la risata del tuo pasticcino basta e avanza per farti capire d'aver fatto centro.
"Harleen Quinzel." latra il pipistrello "Cosa diavolo stai facendo?"
"Una festa! Perché, non si vede?"
Contrae la bocca in una linea durissima il pipistrello e ti afferra per il polso.
"Tu vieni con me."
"Oh, B-man, non è un po' troppo da primitivo una richiesta del genere senza prima un invito a cena?"
Rafforza la presa il pipistrello ed è allora che l'Asylum esplode, concedendovi una via di fuga.
"Giù per le scale!" grida il Joker.
"Ma sono incendiate." replichi incerta.
Sorride il clown e ti allunga una mano guantata.
"E dove sarebbe tutto il divertimento se non fosse... strano?"
Alla Morte, in fondo, piaceva ridere.

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Capitolo 9
*** #9 seduta - pistola ***


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#9 seduta - pistola


"E così tu sei quella nuova."
Ha la voce morbida Selina, ma i suoi occhi paiono più due pietre durissime e fredde.
"Oh, guarda un po'... la gatta è venuta a far vedere quante vite le restano."
"Zitto clown, prima che ti strappi la lingua."
La fissi in tralice, ricordando il tuo primo incontro con quella strana femmina.
"Mi chiamo Harley Quinn."
"Non te l'ho chiesto, dottoressa."
Reprimi un sorriso, sfiorando la pistola che porti al fianco, sentendone il peso giù per coscia.
"Le notizie corrono in fretta, eh?"
"Soprattutto quando fai esplodere un manicomio per salvare il tuo 'principe azzurro' dalla sedia elettrica."
"Le favole hanno la loro parte di verità, in fondo."
Arrotola la frusta attorno a una gargolla Selina e non smette mai di buttare un occhio sul Joker.
"A lui non piacciono le pistole."
La soppesi curiosa, togliendo la sicura all'arma.
"Lui chi?"
Alza l'indice al cielo Selina e schiude le labbra in sorriso scanzonato.
"Al pipistrello."
"Sai cosa me ne importa." replichi irriverente "Non è della sua approvazione che ho bisogno."
"Fa un po' come vuoi." scrolla le spalle la gatta e si allunga fino ad arrampicarsi sulla testa della gargolla "Io ti ho avvisato, Harley Quinn."
"E io ti ho risposto, Catwoman."
Lo sparo squarcia l'aria immota della notte, ma scalfisce solo la pietra della statua, cavandole un'orbita e una parte del cranio.
"Dove...?"
"E neppure a me, piccolo arlecchino."

Benvenuta a Gotham, Harley Quinn.




Nota dell'autrice: sono una fangirl disperata, motivo per cui vi imbottisco di video con il mio OTP preferito. Sperando di non annoiarvi, ecco qui il mio ultimo delirio fangirlistico.

*scappa a nascondersi e si protegge con pipistrelli peluche*





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Capitolo 10
*** #10 seduta - rasoio ***


ddddd Disclaimer: Il Joker, Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#10 seduta - rasoio


Un anno.
È passato un anno da quando Harleen Quinzel è morta e la vita non ti è mai parsa tanto... colorata.
È una vita in bilico, passata sul filo d'un rasoio troppo affilato e troppo pericoloso per non assorbirla fino all'ultima goccia.
È una vita senza maschere e senza remore, una vita al centro della pista e senza alcun sipario da poter chiudere.
"Tutti pronti?"
Annuiscono i sicari del clown e mostrano volti sgualciti e pallidi, sebbene si compattino in una folla mugghiante e disarticolata.
"Cosino?"
Gli sei subito al fianco, respirando cordite e sangue.
"Presente!"
Annuisce distratto il Joker e per un attimo, un breve istante, ti rifletti nella lama azzimata del suo coltello.

Harleen?

Aggrotti le sopracciglia, scuotendo il capo con forza.

Harleen?

Il Joker coglie la tua esitazione e ti fissa implacabile, un serpente da cui è impossibile nascondersi.

Harleen?

Stringi le dita in un pugno chiuso, lasciando che le unghie incidano la polpa morbida del palmo.
Non distoglie lo sguardo il clown e alza il coltello di qualche centimetro.

No.

Sbatti le palpebre un paio di volte, percependo la punta della lama premerti contro la carne debole del collo.

È morta.

Un filo di sangue cola tra la paura e il dolore, costringendoti ad aprire gli occhi.

Sono morta.

Ti risponde una femmina biondissima e scarlatta, il nero d'un paio di labbra cicatrizzate nel rictus del primo amore e il bianco d'un viso a sua immagine e somiglianza.

Sono viva.

Scivola lontano il coltello e ti sfiora lo zigomo con il pollice il clown, raccogliendo una lacrima non ancora caduta.
"Così mi piaci, cosino."

Harley Quinn.

L'ultima pelle era infine stata strappata: sotto, il nucleo pulsante d'una femmina senza compromessi e con troppo cuore per essere definita semplicemente pazza.
Per essere definita nulla più che umana. 

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