Segreti

di domaris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


Segreti - Prima parte

Stella si era preparata per questo colloquio con Mac, ma il momento era giunto all'improvviso, molto prima di quanto si aspettasse ed ora che si stava dirigendo verso il suo ufficio era agitata come non mai. Se solo avesse sospettato che la pratica sarebbe stata evasa così in fretta avrebbe cercato di parlargli prima. Rabbrividiva al solo pensiero della scenata che meno di mezzora prima le aveva fatto in laboratorio.

°°° flashback °°°

- Che diavolo significa questo? - aveva esclamato Mac ad alta voce, buttando il documento sul tavolo davanti a lei.
- Te ne avrei parlato tra qualche giorno – aveva risposto con tono calmo – credevo ci sarebbe voluto più tempo perchè venisse approvato
- Perchè non me ne hai parlato prima di fare la richiesta? Sono il tuo superiore e anche se così non fosse sono tuo amico, dannazione!
- Mac, calmati, stiamo dando spettacolo! - l'attenzione di tutto il laboratorio era fissa su di loro.
- Al diavolo. Voglio sapere perchè hai fatto questa dannata richiesta di trasferimento a Philadelphia!
Lei lo aveva guardato negli occhi e vi aveva letto la stessa determinazione che Mac Taylor metteva nel perseguire un feroce assassino. Non le avrebbe dato tregua fino a quando non avesse risposto ai suoi interrogativi e non avrebbe firmato la sua approvazione al trasferimento se non gli avesse dato un valido motivo per farlo.
- D'accordo, lasciami il tempo di finire questa ricerca e ti raggiungo nel tuo ufficio. Non farmelo fare in pubblico, Mac.
- Hai 20 minuti, non uno di più – si era voltato ed era uscito dal laboratorio
°°° fine flashback °°°

Adesso avrebbe dovuto avere a che fare con un Mac Taylor furioso e non poteva dargli torto. Al di là delle pareti di vetro del suo ufficio lo vedeva seduto alla scrivania, lo sguardo cupo sui fogli che teneva in mano. Non poteva avere esitazioni, rammentò a se stessa, mentre apriva la porta.
- Perchè Stella? - le chiese immediatamente
- Mi hanno offerto di dirigere una loro squadra scientifica. E' una buona opportunità mentre qui sarei sempre ai tuoi ordini – rispose lei
- Ed è un male, per quale assurdo motivo? Lavoriamo insieme da sette anni, credevo fossimo una buona squadra. - replicò lui amaramente
- Lo siamo. Ma ho bisogno di cambiare, di ricominciare. TI prego di capirmi, Mac
Lui però non capiva affatto - Capirti? Come posso farlo se non mi spieghi? Hai vissuto tutta la tua vita qui a New York, perchè vuoi andartene adesso?
- Perchè sono stanca Mac. Stanca di essere incapace di avere una relazione seria con un uomo perchè non corrisponde al modello che ho in mente. Stanca di essere amica, collega, confidente. E sono stanca di fingere di essere felice per te quando hai una relazione.
Mac la guardava senza capire.
- Stella, lo so che hai passato dei brutti momenti in questo ultimo paio di anni ma vedrai che si aggiusterà tutto e ...
Le scrollò la testa per negare. Come poteva fargli capire senza esporsi ulteriormente?
- Lasciami andare Mac, prima che sia troppo tardi
Probabilmente stava pensando che fosse impazzita.
- Tardi per cosa?
Stella chiuse gli occhi un istante, come a raccogliere le forze.
- Per andarmene di qui con il mio orgoglio ancora intatto. Ma dovevo immaginarlo che non me lo avresti permesso. Tu devi sempre sapere, vero? Trovare i collegamenti.
Mac si alzò e la prese per il braccio - Stella...
- Lo sai, credevo che lo avresti capito da solo prima o poi. O che forse lo sapessi da anni ma avessi preferito far finta di niente per non mettermi in imbarazzo. Ma adesso non importa più. Sono davvero stanca Mac, ho bisogno di riprendere il controllo della mia vita e per farlo devo smettere di recitare la parte della buona amica e di custodire segreti. Lasciami andare via, per favore....
La voce di Stella aveva un tono disperato come se confessare i propri sentimenti non fosse tutto. L'istinto gli diceva che gli stava nascondendo qualcos'altro. Qualcosa di importante e che non era sicuro di voler sapere.
- Dimmi cosa c'è che non va, Stella, lo sai che ti puoi fidare di me! - le chiese pensando ancora che le cose avrebbero potuto aggiustarsi
- Non posso farlo Mac. Firma quel documento e lasciami andare a Philadelphia senza rovinare tutto. Ti prego...
Stella lo guardò dritto negli occhi e Mac capì che insistere non avrebbe ottenuto alcun risultato. Sconfitto sedette di nuovo, prese una penna e pose la sua firma sul l'autorizzazione che avrebbe portato Stella lontano.
Lei gli si avvicinò e alzò la mano destra fino a posargliela sulla guancia per qualche secondo. Un gesto che aveva sempre riservato a lui soltanto.
- Grazie – gli disse semplicemente con un mezzo sorriso. E poi aggiunse - Abbi cura di te, Mac.
- Anche tu, Stella. - fu la sola risposta che potè darle mentre lei già si voltava per uscire dal suo ufficio.
Stella era sollevata. Era fatta. Adesso poteva andarsene. Poteva ricominciare da capo in un altro posto. Conoscere nuove persone, farsi nuovi amici. E non avrebbe più dovuto preoccuparsi di custodire il il segreto che avrebbe fatto crollare il terreno sotto ai piedi di Mac Taylor. Forse adesso poteva sospettare quanto avesse invidiato Claire quand'era viva ma non avrebbe mai saputo quanto l'aveva odiata per quello che gli aveva fatto. Morendo in quel modo era diventata impossibile da dimenticare e Stella era stata per anni attanagliata dalla voglia di dirglielo. Ma lo aveva amato troppo per avere il coraggio di spezzargli il cuore.
E forse anche lei avrebbe potuto dimenticare quella bella donna stretta tra le braccia di un uomo che non era suo marito, diretta al World Trade Center quella lontana mattina di settembre.

continua...

Robin, 28 dicembre 2007

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


Segreti - Seconda parte

Stella guardò sconsolata attorno a se. C'erano ancora così tante cose da fare. Scatoloni da riempire e far immagazzinare i mobili e tutto quello che non avrebbe potuto portare subito con se a Philadelphia. L'indomani avrebbe chiamato il detective Scotty Valens e gli avrebbe chiesto aiuto per trovare un alloggio temporaneo in attesa di trovare casa e trasferire tutte le sue cose. Ma adesso era troppo stanca. Sapeva che lasciarsi alle spalle Mac Taylor era il solo modo per trovare un po' di pace ma restava una delle cose più difficili che avrebbe dovuto superare. Nemmeno l'attesa del risultato del test per l'HIV era stata così difficile. Allora se non altro c'era stata la speranza di risultare negativa, come poi era stato. Questa volta non c'erano vie d'uscita. New York era l'unica casa che avesse mai avuto e Mac era stato la sua ancora per un tempo che adesso le sembrava lunghissimo e pure troppo breve.
Il citofono la trascinò bruscamente alla realtà. Doveva trattarsi della cena che aveva ordinato appena arrivata a casa. Ma quando aprì la porta non c'era il fattorino dall'altra parte.
- Stella, devo parlarti – le disse esitante, evitando di alzare lo sguardo
Preoccuparsi per lui era una seconda natura per Stella. E vedendolo così agitato non potè fare a meno di farsi da parte per permettergli di entrare in casa. Una volta richiusa la porta lo precedette silenziosamente verso il divano e sedette. In attesa che Mac facesse o dicesse qualcosa si permise di studiarlo. Davanti a lei non c'era il solito impeccabile detective Taylor. Mac non si sarebbe mai presentato al lavoro in quella tenuta sportiva e con i capelli in disordine. Aveva la fronte corrugata e profonde occhiaie. Normalmente gli avrebbe suggerito di andare a casa, staccare il telefono e farsi una bella dormita. E anche se non spegneva mai il telefono talvolta le aveva dato ascolto. Adesso avrebbe dovuto essere tutto diverso ma lei non lo era.
- Preparo il tè. Accomodati, ci metto pochi minuti, poi potremo parlare – disse rialzandosi e dirigendosi nella zona cucina.
Lui la seguì e la osservò mentre si occupava del bollitore. Sapeva dove Stella teneva le tazze e ne prese due meccanicamente. Il citofono suonò di nuovo. Questa volta era realmente il ragazzo del takeaway cinese. Stella, senza nemmeno consultarlo, dispose il contenuto dei cartoni in due piatti e tornò a sedersi sul divano, con uno dei piatti in grembo, lasciandogli tacitamente il compito di versare il tè e portarlo nell'altra stanza. Con un sorriso gli tese l'altro piatto. Mac sedette accanto a lei e cominciò a mangiare.
Entrambi erano stupiti di quanto fosse semplice ripetere i gesti di sempre. Il silenzio che li circondava non era imbarazzante come avrebbero immaginato. Sembrava un'altra delle loro cene insieme. Ce n'erano state tante negli anni. Stella sembrava sapere sempre quando aveva bisogno di compagnia, o di mangiare o dormire o solo smettere di preoccuparsi per qualcosa. Stella gli era sempre stata vicina e, adesso se ne rendeva conto, l'aveva dato per scontato. Aveva ragione lei, avrebbe dovuto accorgersene.
Posò il piatto sul tavolino da caffè e, dolcemente, le tolse di mano il suo per posarlo sopra l'altro. Poi si volse verso di lei e le prese le mani tra le sue
- Eri sempre così serena – cominciò a dire, spezzando il silenzio – non ho mai sospettato che potessi essere gelosa.
- Mac, non ha importanza adesso – protestò lei cercando di liberare le mani
Ma lui rafforzò la stretta e proseguì
- Stella, senza di te io non posso farcela. Senza il tuo sorriso, la tua comprensione, la tua forza, io non so cosa fare. Sono un idiota a non averlo capito prima, ma se te ne vai...
Lei era ammutolita, non poteva credere che Mac stesse davvero dicendo di aver bisogno di lei
- Non lasciarmi, Stella. Dammi una possibilità di dimostrarti che ti amo anche se fino a un paio di giorni fa non lo sapevo nemmeno io.
Lei non sapeva come fosse successo. Un attimo prima la teneva per mano e le diceva quello che aveva sempre sognato di sentirgli dire, il momento successivo era stretta tra le sue braccia e avvertiva il suo respiro caldo tra i capelli. Girò la testa, quel che bastava per sfiorargli le labbra con le proprie.
- Mac, sei sicuro?
Lui sorrise e le prese il viso tra le mani – Stella, non ho fatto che pensarci da quando hai lasciato il mio ufficio. Due giorni senza di te e mi mancavano persino le tue arrabbiature.
A questo non potè che mettersi a ridere – Te lo ricorderò la prossima volta che esploderò, allora!
- Tesoro, tutto quello che mi importa adesso è che ci siano delle prossime volte. Philadelphia può fare a meno di te, io no.
Una lacrima sfuggì al ferreo controllo di Stella, Mac la fermò con il polpastrello, senza smettere di guardarla negli occhi. L'emozione le serrava la gola e la voce le uscì roca
- Ti amo Mac Taylor.
Molto più tardi, stretta tra le braccia dell'uomo che amava, ripensò ai segreti che si era tenuta dentro fino a quel giorno. Uno era stato tale solo perchè per tutto quel tempo le era mancato il coraggio di farsi avanti e rischiare. L'altro era il segreto di Claire, e non sarebbe mai venuto alla luce anche se non era più importante perchè adesso che il cuore di Mac Taylor era suo, Stella avrebbe fatto anche l'impossibile per non spezzarlo.

Fine

Robin, 28 dicembre 2007

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