Tutto inizia con un Tardis.

di shadesofsunset
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


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Capitolo 1.


Come solita routine quella sera, la dolce Eleanor, si trovava davanti alla tv a guardare la sua serie preferita : 'Doctor Who'.
Fuori faceva un freddo che ghiacciava il sangue e lei si era rifugiata sotto le coperte del suo letto.
Mentre guardava il dottore e Amy Pond in una delle loro solite imprese, Eleanor fantasticava con la mente. Anche se aveva diciotto anni la fantasia non le mancava e spesso la sua parte da bambina usciva fuori, sopratutto quando si trattava del Dottore. In fondo anche lei sperava che un bel dottore venisse e la portasse via per viaggiare nel tempo.
Poi però tornava alla realtà e si accorgeva di quanto questo fosse impossibile, e di quanto la sua realtà fosse orribile.
I suoi genitori erano morti in un incidente stradale, e lei viveva con una sua zia bisbetica sempre pronta a punzecchiarla.
Per di più circa un mese fa si era lasciata con il suo ragazzo, colui che adesso veniva definito da Eleanor 'pezzo di merda'.
Qualcuno si chiederà che fine abbiano fatto le sue amiche. Bhe Eleanor era molto estroversa e non aveva problemi a farsi amiche; a due in particolare era più legata : Alexandra e Janet.
Giusto pensando a loro la sua realtà le sembrava più rosea.
Mentre seguiva con attenzione il telefilm le squillò il telefono.
Di certo a chiunque in quel momento avrebbe risposto con un bel 'vaffanculo' e poi avrebbe chiuso la chiamata, ma non di certo lo avrebbe fatto ad Janet.
Anche se svogliatamente, prese il cellulare, che era nascosto sotto le coperte, e rispose.
«Successo qualcosa?» 
In realtà non era successo niente di grave, ma anche Janet seguiva 'Doctor Who' ed essendo una ragazza un po' emotiva...
«Janet non puoi piangere perchè Amy non si mette con il Dottore!...Janet lui è un signore del tempo e non puo' avere una donna mortale! Hai capito?...Ma un cavolo!....Brava, si ci sentiamo dopo...ti voglio bene anch'io» così chiuse la conversazione, tirò un sospiro, e tornò al dottore.


Eleanor aveva chiuso gli occhi da un paio d'ore quando uno strano rumore risuonò nelle sue orecchie.
*Wvrom Wvrom Wvrom*
Aprì gli occhi lentamente e cercò di capire da dove quello strano suono provenisse. Non notando niente cercò di riaddormentarsi.
*Wvrom Wvrom Wvrom*
Di nuovo quel rumore! Ma cosa...?
I suoi pensieri vennero interrotti da un insolito oggetto comparso davanti casa sua.
Oh mio dio, non è possibile...
Lentamente si alzò dal letto e prese un giacchetto che si trovava sulla sua sedia girevole rossa. Non le sembrava molto intelligente uscire di casa con quel freddo solamente in pigiama.
In punta di piedi uscì dalla camera e attraversò il corridoio per poi andare nell'atrio e uscire fuori.
La temperatura era ancora più bassa di quello che si aspettava, ma la sua curiosità era alle stelle.
Con piccoli passi si avvicinò a quello strano oggetto. Non ci mise nemmeno un secondo a riconoscerlo; prima aveva visto bene, era il tardis.
Già proprio così, non riusciva a credere a i suoi occhi.
Si avvicinò e cominciò a toccarlo come una reliquia sacra. 
Piano piano la sua mano accarezzava dolcemente quella cabina blu.
Si trovò davanti alla porta e vide la serratura. Quella serratura dove il dottore infilava la sua chiave e apriva la porta di quella meravigliosa creatura.
Appoggiò la sua guancia alla porta del tardis, e aprì le braccia quasi provando ad abbracciarlo.
Ad un tratto la porta si aprì di colpo con una forza tale che Eleanor cadde a terra ricevendo un duro colpo in faccia.
«Ops» una voce maschile risuonò nell'aria.
«Sono desolato, permetti che ti dia una mano» 

Eleanor si toccò la testa e alzò gli occhi. Davanti a lei c'era un giovane in giacca e papillon con la mano allungata verso di lei.
Lei prese la sua mano e lui la aiutò ad alzarsi. Poi si stropicciò bene gli occhi e guardò più attentamente il giovane.
«AH!» un piccolo urlo e un balzo indietro.

«Ma tu non puoi esistere!»
Il giovane alzò un sopracciglio e le si avvicinò. 
«Ehi ehi calma, io sono quì!»
Le si avvicinò ancora di più fino a guardarsi solamente negli occhi.
«Io sono il Dottore»

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.



Le gambe di Eleanor tremavano. Non riusciva a credere che il suo eroe fosse proprio lì davanti a lei.
«Sei veramente tu?» Eleanor passò una mano sulla guancia del Dottore, per poi balzare di nuovo indietro, quasi avesse paura.
«Ti ho sognato per così tanto tempo...» le parole le morirono sulle labbra.
Il Dottore sorrise.
«Bhe allora sei fortunata! Sai stavo facendo un giretto con il Tardis vicino al Sole, avevo bisogno di un po' di tintarella, quando un forte raggio ultravioletto deve aver colpito il Tardis. Questo mi ha fatto finire quì. Mi serve data,ora e luogo» disse sfregando le mani.
Eleanor balbettò qualche parola e poi gli rispose «E' il 10 gennaio del 2012, ci troviamo a Londra, e credo che siano le undici passate»
Il Dottore intanto faceva avanti e indietro in una distanza di qualche metro.
«Bene comunque prima di andare via ho bisogno di un piccolo spuntino, ti dispiace?»
Eleanor ancora frastornata dall'accaduto rispose semplicemente «Emm, no prego entra!»
Gli fece strada e lo fece accomodare in cucina. Eleanor si avvicinò ai fornelli.
«Allora cosa posso darti?»
«Puoi farmi del thè? Magari anche con qualche biscottino» disse agitando le sue mani.
Eleanor accesse i fornelli e scaldò l'acqua. Il Dottore si era seduto e la guardava sorridendo. Un silenzio imbarazzante si era creato nell'atmosfera.
«Tu sei?» esordì lui.
Eleanor si 'svegliò' «Oh, io sono Eleanor»
«Bel nome! Cosa ci fai quì?»
«Ci vivo?» gli rispose lei con aria sarcastica.
«Oh si certo, ma io intendevo perchè proprio quì! Cioè questa casa sta cadendo a pezzi e tu mi sembri speciale»
«Speciale? Come no. Così speciale che i miei genitori sono morti e l'unico parente che mi rimane è una zia bisbetica che sa solo lamentarsi di me»
L'acqua era calda ed Eleanor mise la bustina di thè verde che le piaceva tanto. Poi sistemò due tazze in tavola e versò quel dolce infuso ad entrambe. Poi aprì la credenza e prese qualche biscotto.
Si sedette di fronte al Dottore e cominciò a sorseggiare dalla sua tazza.
Dentro lei c'era un forte desiderio di saltargli addosso e chiedergli di tutte le sue avventure, e magari anche di un autografo.
Ma rimase seria, sapeva che lui l'avrebbe presa per pazza se avesse fatto altrimenti.
Non riuscì a frenare la sua curiosità però.
«Posso farti alcune domande?» 
Il Dottore stava inzuppando un biscotto nel thè.
«Certo»
«Sai che quì sulla terra c'è una serie televisiva ispirata alle tue avventure?»
Lui rimase impassibile e continuò a inzuppare quel biscotto per poi ingoiarlo.
«Si, ne sono a conoscenza. Quando portai a casa i signori Pond, che credo tu sappia chi sono, la dolce Amy mi chiese se poteva scrivere un libro sulle nostre avventure ed io accettai»
«Quindi è tutto vero? Oh mio dio non ci posso ancora credere»
Eleanor non riuscì più davvero a frenarsi e fece domande a raffica.
Tra un boccone e l'altro il Dottore cercava di risponderle.
Passò più di un ora e i due continuarono a chiaccherare. 
Eleanor era affascinata, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
«Comunque adesso devo andare, è stata una piacevole conversazione!»
Così prese un tovagliolo, che si trovava al centro del tavolo, e si pulì la bocca.
Si alzò e si diresse fuori.
Eleanor lo seguì in silenzio fino al Tardis.
Quando il dottore infilò le chiavi nella serratura una lacrima scese sul viso di lei.
«DOTTORE!» urlò Eleanor qualche metro dietro lui.
Lui si girò.
«Ti prego portami con te!»
Il Dottore le si avvicinò e l'abbracciò.
«Cara e piccola Eleanor non posso farlo!» lasciò l'abbraccio e la guardò fisso negli occhi.
«Le mie avventure sono sempre piene di pericoli, e tu sei ancora così giovane...» disse con un amaro sorriso.
Di punto in bianco lei gli si avvicinò e gli puntò un dito contro.
«Stammi a sentire caro Dottore io non sono piccola! Sono maggiorenne e vaccinata! Quì la mia vita fa schifo e per nessun motivo al mondo lascerei andare via il mio eroe»
Il Dottore la guardò stupito.
«Il tuo eroe?»
«Già...Dottore io ti ho sognato così a lungo. Non sai quante volte ho desiderato che quella maledettamente stupenda cabina blu arrivasse davanti casa mia! E che da lì uscissi tu che mi avresti portato via da quì»
Non riuscì a trattenere le lacrime, e lei cominciò a singhiozzare.
Il Dottore si rattristò e le asciugò le lacrime con un fazzolettino che aveva in tasca.
«Ehi ehi buona» l'abbracciò di nuovo, ma stavolta più forte.
Eleanor ripensò a qualche minuto prima quando erano in cucina. Avrebbe pagato oro per passare un altro minuto insieme a lui.
«Dottore prima mi hai detto che io sono speciale, perchè?»
«Anche se il Tardis è stato scaraventato quì da quel raggio credo che tutto questo non sia casuale»
Stavolta fu lei a lasciare l'abbraccio.
«Cosa vuoi dire? Che il Tardis ha scelto di venire quì?»
«Si quello che intendevo. Non sono sicuro al cento per cento ma è probabile»
I due continuarono a guardarsi per qualche minuto senza parlare.
Il Dottore ruppe il silenzio.
«Credo che non mi dispiaccia avere una nuova compagna, dopotutto è noioso viaggiare soli» disse lui con una smorfia.
Eleanor cominciò a saltare dalla gioia e gli saltò attaccandosi al collo.
«Grazie grazie grazie ! Non te ne pentirai giuro!»
«Lo so» disse lui sorridendo. «Adesso vai a casa e mettiti qualcosa di diverso dal pigiama»
Lei sorrise imbarazzata e corse dentro.
Il Dottore si appoggiò al Tardis.
Lei è speciale, me lo sento...
Dopo qualche minuto uscì fuori e corse dal dottore. Indossava dei jeans a sigaretta grigi, della scarpe vintage nere, un maglione nero e bianco e una sciarpe grigia.
«Tutta in tinta è?»
«Sempre» disse lei sorridendo.
«Pronta?» Eleanor fece segno di si con la testa.
Il Dottore infilò le chiavi nella serratura e aprì la porta del Tardis.
Eleanor con passi cauti, quasi avesse paura, entrò. 
Portò le sue mani alla bocca, il suo stupore era immenso.
Si girò verso il Dottore, che intanto chiuse la porta, dicendo la frase che sognava di dire da sempre.
«E' più grande all'interno!»
Il Dottore sorrise e salì sulla pedana.
«Dove vuoi andare? Puoi scegliere qualsiasi posto...» non riuscì a terminare la frase che lo fece Eleanor «Basta che sia spettacolare»
«Esattamente. Allora?»
Eleanor ci pensò un po' su e poi con un sorriso a trentadue denti rispose «Che ne dici di andare nella Firenze di Dante Alighieri?»
«Ottimo! Tieniti forte perchè si parte!» detto questo mise giù una leva sistemò qualche pulsante e via.







Nel prossimo capitolo :
«Dottore siamo circondati, che facciamo?» disse Eleanor avvicinandosi a lui.
«Per prima cosa bisogna mantenere la calma!» disse lui osservando le mostruose creature.
«Messere quelli sono esseri demoniaci! Voi non avete speranza contro di loro!»
Il Dottore tirò fuori il suo cacciavite sonico e lo puntò verso quei mostri.
«Tranquillo messer Alighieri, sono loro che non hanno speranza contro di me»

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.



Eleanor chiuse gli occhi e sentì il rumore del Tardis mentre 'atterrava'.
Quando li riaprì si trovò il Dottore davanti. «Cosa stavi facendo?»
Lei sorrise e sospirò «Ascoltavo la musica di questa meravigliosa macchina» il Dottore le sorrise guardandola nei suoi piccoli ma profondi occhi verdi.
Saltò giù dalla pedana e uscì fuori dal Tardis, Eleanor lo seguì a ruota.
Lui chiuse a chiave la porta e le mise una mano sulla spalla. «Che te ne pare?»
Lei era senza fiato, le uscì un semplice «Wow» 
«Bella vero? Nel Medioevo Firenze era un importante centro culturale, commerciale, economico e finanziario. Dai seguimi, vediamo di trovare messer Alighieri!» così prese Eleanor per una mano per trascinarla nelle piccole strade cittadine, tra nobiluomini a cavallo e mendicanti seduti a terra che chiedevano elemosina. Quando la mano del Dottore prese quella di lei una scintilla ne uscì fuori, letteralmente.
«Ahi!» dissero i due contemporaneamente. Eleanor scuoteva la mano, e il Dottore soffiava sulla sua.
«Ma cosa è stato?»
«Particelle di energia meccanica in sovraccaricamento, che insieme a quelle di un signore del tempo danno questo risultato.Per caso sei nervosa?» 
«Un pochino..» disse Eleanor timidamente.
Strano, molto strano. Non mi era mai successo. 
«Vabbene dai tralasciamo questo e seguimi!» 
Lei annuì con la testa e lo seguì attraverso le vie della città. Frenetica di sapere tutto sul Dottore gli fece qualche domanda.
«E' vero che hai più di 900 anni?»
«Si»
«E' vero che vieni da Gallifrey e che sei l'ultimo signore del tempo?»
«Si» rispose con un tono amaro, accelerando il passo. Eleanor anche lo fece e gli si mise davanti per un ultima domanda.
«Tu hai avuto tantissime compagne di viaggio, hai mai provato qualcosa per loro?»
Il Dottore rimase in silenzio e abbassò il capo, poi lo alzò e rispose con tono freddo «Tutte loro hanno fatto parte della mia vita, tutte sono state importanti per me. Ma io sono un signore del tempo, l'ultimo. Per me non c'è che una vita infinita da trascorrere con compagne che poi dovrò lasciare»
Una fitta al cuore colpì Eleanor, sapeva che stava parlando anche di lei.
Il Dottore riprese il passo e lei lo seguì, stavolta senza fargli più domande.
Arrivarono davanti ad una casa nobiliare. Il Dottore si fermò davanti al grande portone e bussò più volte finchè un vecchietto mingherlino non aprì la porta.
«Desidera?»
«Sono un amico di Messer Durante di Alighiero degli Alighieri» il Dottore si girò verso Eleanor facendole l'occhiolino. Lei gli fece la linguaccia
Sbruffone.
«Prego entrate» il vecchio aprì la porta e i due entrarono. C'era un piccolo atrio e una scala che portava ai piani superiori.
«Seguitemi» i due seguirono il servitore che li portò al primo piano. Aprirono la porta e trovarono un 'salotto'.
C'era una lunga tavolata in legno con almeno otto sedie su cui erano seduti un uomo e una donna, intenti a mangiare, insieme a tre bambini.
«Padrone quest'uomo suppone di conoscervi!» il Dottore passò davanti al servitore e si avvicinò alla tavolata.
«Ossequi Messer Alighieri! Sono il Dottore, credo che vostro padre vi abbia parlato di me!»
Eleanor era sempre più confusa, non riusciva ad immaginare quante avventure avesse passato visto che conosceva tutti.
Dante si alzò e si diresse verso il Dottore.
«Lei è quel Dottore?»
«Già, proprio quello che tirò fuori dai guai vostro padre»
Eleanor si avvicinò al Dottore e gli bisbigliò all'orecchio «Non mi avevi detto che conoscevi suo padre»
«Non era rilevante» 
«Dottore lei è il benvenuto nella mia umile dimora, codesta donna è mia moglie Gemma e i pargoli seduti al tavolo son i miei figli Jacopo, Pietro e Antonia»
Il Dottore salutò con la mano i presenti.
«Chi è lei? L'altro suo pezzo d'anima?»
«Oh no no, lei è una mia amica, si chiama Eleanor ed è una sua grandissima fan!»
Eleanor si avvicinò a Dante «Messere è un grande onore per me poterla conoscere, ho letto tutti i suoi lavori!»
Dante sorrise «Donna Eleanor l'onore è mio, immagino che si ritenga molto fortunata di poter viaggiare insieme al Dottore. Ma veniamo al dunque, perchè siete venuti in questa città di guerra?»
«Lei desiderava molto conoscerla, e vedere la vecchia Firenze»
La moglie e i figli non riuscivano ancora a capire chi loro fossero ne da dove venissero.
«Gemma porta in camera loro i fanciulli, e ritirati nelle tue stanze, io devo parlare con il Dottore»
La donna si alzò fece un piccolo inchino e insieme ai bambini uscì per la scale raggiungendo il secondo piano.
«Prego sedetevi» disse mostrando delle poltrone.
«Dottore forse lei potrebbe aiutarmi con un dilemma che mi corrode dall'interno»
«Dica pure»
«Molte sono le notti in cui ormai la mia piccola Antonia non dorme, gli incubi la perseguitano, anche durante il giorno»
Il Dottore accavallò le gambe e si sistemò il suo papillon.
«In che senso?»
«La notte sentiamo urla provenire dalla sua camera, ma ogni volta che entriamo lei ha smesso di urlare e dorme tranquilla. Durante il giorno invece lei ha ammesso di vedere delle creature, anche quando era con noi, ma le giuro Dottore che non c'era niente»
Il Dottore si alzò e guardò Eleanor.
«Credo che la nostra visita sia saltata»
Eleanor aveva gli occhi lucidi, in realtà era entusiasta e non aveva affatto paura come invece il Dottore pensava.
«Le dispiace se rimaniamo a dormire quì da lei? Non saprei altrimenti come risolvere questo problema»
«Sarei onorato, Guido vi farà vedere le vostre stanze»
«Meglio più tardi, adesso vorrei ispezionare la città»
«Come vuole, io sono quì nel mio studio, e lo sarò anche al suo ritorno. Ossequi»
Il Dottore ed Eleanor uscirono dalla casa.
Lei cominciò a saltare come una matta.
«Ho conosciuto il più grande poeta mai esistito! Oh mio Dio! Ancora non ci credo!»
Il Dottore la guardava sorridendo «Sono felice che tu sia così entusiasta»
Lei si fermò e lo guardò «Scusami per prima, non volevo darti noia...»
«Tranquilla, tutto a posto. Cosa ne pensi del mio farfallino?»
«Mi piace! I farfallini sono forti»
«Te l'ho mai detto che mi sei molto simpatica?» disse lui tutto sorridente.
«No ma adesso lo so»
«Vieni, neanche mostrouse creature dei sogni ci impediranno di fare una bella gita!»
Lui la prese sotto braccio e si incamminarono per Firenze.
Passarono insieme un lungo pomeriggio, ed Eleanor non ricordava di essere stata mai così felice. Arrivata sera però dovettero tornare a casa Alighieri. Il vecchio servitore mostrò loro le stanze e i due si misero d'accordo che in caso avessero sentito delle urla sarebbero dovuti subito correre ad avvisare l'altro «Non sentiresti delle urla?» lui con aria infatile rispose che aveva il sonno pesante. I due si salutarono e entrarono nelle rispettive stanze.
Allo scoccare della mezzanotte si sentirono urla provenire dalla camera della bambina. Eleanor si svegliò di colpo ma non andò ad avvisare il Dottore come previsto e si diresse verso la camera di Antonia.
Aperta la porta trovò il Dottore con il suo solito abbigliamento che guardava fuori dalla finestra.
Eleanor rimase atterrita.
«Dottore cosa ci fai quì?» disse cercando di non svegliare la piccola.
Lui si girò e si avvicinò «Oh El per fortuna sei arrivata, posso chiamarti El? Comunque invece di andare in camera mi sono appostato davanti alla porta della camera di Antonia e quando i rintocchi della mezzanotte hanno finito di risuonare sono cominciate le urla, naturalmente sono entrato di colpo ma non sono riuscito a vedere la creatura che intanto era già scappata lasciando la finestra aperta» Eleanor lo zittì con un dito.
«Non erano questi i piani!»
«Perchè tu invece saresti venuta a svegliarmi?»
Lei fece una smorfia e non replicò.
«Adesso mentre io trovo qualche indizio tu parla con Antonia»
Eleanor si avvicinò al lettino della piccola e la svegliò
«Ehi ciao, ti ricordi di me? Sono l'amica di quello strambo con il farfallino che c'era questo pomeriggio a casa tua»
Il Dottore cercò di replicare ma lei lo zittì di nuovo.
«Ti va di raccontarmi cosa succede la notte quando urli?» la bambina fece cenno di si con il capo.
«Io vedo dei mostri, sono grandi mostri, tutti neri e con grandi antenne. Loro vengono la notte, io li trovo nei miei sogni, loro mi parlano»
«Cosa ti dicono?»
«Mi dicono di dormire e di continuare a sognare, perchè così loro possono vivere»
Eleanor si girò verso il Dottore in cerca di qualche risposta.
Lui la guardò, era evidente che stava riflettendo.
«El vieni quì! Guarda questo!» Lei gli si avvicinò e notò come una bava verde sulla finestra.
«Cos'è?» disse lei con disgusto.
«E' bava di cochlea! Sono una specie di lumache di colore nero che succhiano energia attraverso i sogni. Guarda bene quella bambina, ti sembra normale?»
«Si perchè?»
«Perchè in realtà lei sta morendo, tieni questa lente e guardala di nuovo»
Eleanor portò all'occhio quella lente e guardò la bambina. Il Dottore aveva ragione, stava morendo.
«Ma è tutta pelle ossa, e la sua pelle è bianca quasi grigia. Come è possibile che questo non si veda? E cosa centrano gli urli?»
«Filtro di percezione! Gli urli in realtà non provengono da Antonia ma dalla cochlea, è un modo per avvisare i suoi compagni che si mangia! Adesso dobbiamo pensare a come tendere un agguato»
Durante il resto della giornata i due si chiusero in camera della bambina a sistemare campi di energia che avrebbero dovuto bloccare quelle creature.
Arrivò la notte e i due si chiusero dentro l'armadio pronti all'attacco.
«Ehi quì non si respira!»
«Qualcuno dovrebbe dimagrire»
«Bhe quella non sono io!»
«Scherzavo! Ora silenzio»
Antonia si era messa a letto e aveva chiuso gli occhi.
Eleanor stava quasi per addormentarsi quando sentì lo scoccare della mezzanotte.
Si sentì la finestra aprire e lo strisciare delle creatura. Il Dottore guardò Eleanor e con le mani fece un conto alla rovescia.
3..2..1..
Entrambi balzarono fuori dall'armadio, il Dottore con il cacciavite sonico attivò il campo elettromagnetico che bloccò la creatura ed Eleanor prese Antonia e la portò dalla madre.
«Donna Eleanor avete preso il mostro?»
«Si, adesso l'abbiamo bloccato» così dicendo corse subito nella stanza per aiutare il Dottore, e Dante la seguì.
«Lei cosa ci fa quì?» disse Eleanor stupita.
«Voglio uccidere quella creatura che ha tormentato mia figlia!»
«No quì non si uccide nessuno capito?» disse prontamente il Dottore.
Dante annuì.
Il Dottore osserva la creatura. Il piano sembrava perfetto ma il Dottore aveva dimenticato una cosa. Dopo qualche minuto che era prigioniera lì dentro la creatura cominciò ad urlare.
«Oh-Oh»
«Dottore che succede?»
«Credo che tra poco avremo visite»
Pochi secondi dopo striscianti creature stavano entrando dalla finestra.
«Presto usciamo!» urlò il Dottore.
«La porta è bloccata!» disse Dante.
«Dottore siamo circondati, che facciamo?» disse Eleanor avvicinandosi a lui.
«Per prima cosa bisogna mantenere la calma!» disse lui osservando le mostruose creature.
«Messere quelli sono esseri demoniaci! Voi non avete speranza contro di loro!»
Il Dottore tirò fuori il suo cacciavite sonico e lo puntò verso quei mostri.
«Tranquillo messer Alighieri, sono loro che non hanno speranza contro di me»
«Cosa intendi fare?»
«Proverò a parlare con loro»
Così dicendo il Dottore fece strani versi e loro risposero con altri.
«Dicono che sono quì perchè il loro pianeta è scomparso, e sono affamati! Gli sto dicendo che ci sono milioni di pianeti dove possono andare»
«Ma come sopravviveranno? Hai detto che si nutrono attraverso incubi!»
«Già, ma sono pur sempre una specie di lumache! Non gli serve altro che un po' d'erba! Loro però preferiscono gli incubi perchè li rendono più sazi»
«Oh» disse perplessa Eleanor.
Il Dottore continuò con i suoi versi finchè queste non se ne andarono.
«E' stato più semplice del previsto» disse lui sorridendo. Eleanor lo abbracciò.
Dopo tanti ringraziamenti e saluti i due riuscirono a liberarsi dalla famiglia Alighieri.
«Mi dispiace aver rovinato la gita, ma ci rifaremo!»
«Rovinato? Io sono entusiasta! E' da quando seguo il telefilm che sogno di vivere un'avventura del genere!»
Lui sorrise e la prese di nuovo per la mano, stavolta niente scintilla.
«Dottore mi stai tenendo per mano?»
«Si, che c'è di strano?»
«Uh, niente» disse lei imbarazzata.
Arrivarono davanti al Tardis.
«Dottore guarda lì! Stanno ballando! Andiamo anche noi!»
«Perchè no! Io adoro ballare!» disse ridendo.
I due si avvicinarono al suonatore di liuto e cominciarono a ballare insieme ad altri ragazzi.
Tra una giravolta ed un incrocio di piedi i due si guardavano negli occhi, come uno sguardo magnetico.
I capelli biondi di Eleanor volteggiavano insieme a lei, e i suoi occhi smeraldini ammaliavano tutti i ragazzi lì vicino.
Dopo qualche minuto il Dottore le fece cenno di andare, lei salutò i suoi compagni di ballo e seguì il Dottore dentro il Tardis.
«Stavi facendo conquiste»
«Che fai, sei geloso?»
«Tze, si vede che non mi conosci» disse lui arrosendo.
Eleanor rise sotto i baffi e si avvicinò alla console.
«Adesso dove andiamo?»
Il Dottore riflettè un attimo e poi salì sulla pedana.
«Ho un'idea. Ti voglio far conoscere una persona!»




Nel prossimo capitolo :
«Tu, sei proprio tu?» disse asciugandosi una lacrima.
«Già» rispose il Dottore imbarazzato.
«Pensavo che non ti avrei più rivisto, sei sparito per così tanto tempo»
«Perdonami ma ho avuto da fare, sai salvare la terra! Comunque ti voglio prensentare la mia nuova amica, lei è Eleanor»
«Oh piacere, Amelia Pond»




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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.



«Voila!» disse il Dottore uscendo dal Tardis.
«Em, Dottore dove siamo?» disse chiudendo la porta Eleanor.
Davanti a loro c'era una vasta campagna, ed una villetta tra qualche albero, poco distante da dove erano 'atterrati' con il Tardis.
«Lo scoprirai presto! Seguimi!» 
Dopo qualche minuto si trovarono davanti alla porta. Il Dottore suonò il campanello.
Giusto qualche attimo e una donna ci venne ad aprire.
Capelli rossi, occhi color caramello. Eleanor non aveva dubbi su chi fosse.
La donna rimase quasi atterrita alla vista del Dottore.

«Tu, sei proprio tu?» disse asciugandosi una lacrima.
«Già» rispose il Dottore imbarazzato.
«Pensavo che non ti avrei più rivisto, sei sparito per così tanto tempo»
«Perdonami ma ho avuto da fare, sai salvare la terra! Comunque ti voglio prensentare la mia nuova amica, lei è Eleanor»
«Oh piacere, Amelia Pond» disse stringedole le mano.
«Su entrate! Rory sarà felicissimo di rivederti!»
Molto pittoresca e estramente confortevole. Così trovò la casa dei Pond.
La povera Eleanor ancora non riusciva a crederci che tutto questo fosse davvero reale.
Dopo qualche abbraccio e la presentazione ad Eleanor, Amy gli chiese di mostrarle la casa e di intratternerla con qualche avventura, aveva bisogno di parlare con il Dottore.
Si sedettero su due pultrone davanti ad un grande camino.
«Vedo che hai guadagnato con le nostre avventure, e che hai messo anche un bel pancione!» disse sorridendo.
«Già i libri sono andati a ruba e poi anche la serie tv! Ti stupiresti di come gli attori che ho scelto insieme agli sceneggiatori ci assomiglino! Comunque si, ormai mi manca qualche settimana»
«E' incredibile come nasca una vita»
Amy sorrise ma poi si fece seria.
«Cosa ha lei?»
«Scusa?»
«Quella ragazza, cosa ha?»
«Non ti seguo»
«Dottore tu non scegli mai le tue compagne a caso! Anche lei ha crepe nel muro?» disse sarcasticamente.
«Oh Eleanor! Si ha ragione ma stavolta non ho scelto io, ma il Tardis»
Amy alzò un sopracciglio.
«Ricordi quando l'anima del Tardis si trasferì in un umano?»
Amy fece cenno di si con la testa.
«Io le dissi che lei non mi portava sempre dove volevo andare e lei mi rispose che mi portava dove dovevo andare. Non so perchè, ma quella ragazza è molto importante»

«Il fatto che tu non lo sappia mi preoccupa. Comunque può darsi che la piccola Eleanor ti stupirà! Ho capito che è un tipetto piuttosto testardo, ma nei suoi occhi ho visto anche tanta bontà e voglia di sognare»
«Da quando sei così poetica Pond?»
Amy gli fece una linguaccia.
Dopo qualche minuto tornarono anche Rory ed Eleanor, che intanto aveva in volto un grande sorriso.
Rory si avvicinò all'orecchio di Amy bisbigliando qualcosa.
«Dottore Rory ti porterà qualche biscottino! Intanto io voglio chiaccherare con lei!»
«Va bene ma non me..cioè non la rubare per troppo perchè deve andare a riposare!»
Eleanor ed Amy sorrisero e uscirono fuori in giardino.
«Rory mi ha detto che gli hai chiesto di River»
«Si, non avrei dovuto?»
«No tranquilla, hai diritto ormai di sapere tutto, visto che anche tu fai parte di questo mondo adesso»
Continuarono a camminare lungo un viale alberato.
«River nella vita del Dottore non esiste più»
«Perchè?» rispose prontamente Eleanor preoccupata.
«Incontradosi continuamente con il Dottore il suo passato era il futuro di lui e il passato di lui era il futuro di lei. Il tempo si è completamente stravolto. Ogni volta che si incontravano lei lo conosceva sempre di più e lui la conosceva sempre di meno. Purtroppo è arrivato il giorno in cui il Dottore non sapeva più chi fosse, e lei è uscita d scena»
«E' tutto così triste» disse con gli occhi lucidi Eleanor.
«Stai tranquilla, so che anche se non c'è River, lui non è più da solo. Quel matto ha bisogno di essere controllato, ma anche se lui non lo fa vedere puo' essere anche molto fragile a volte, e lì c'è bisogno solo di affetto»
«Io ho sempre desiderato viaggiare insieme a lui, è il mio eroe. Adesso che tutto questo si sta realizzando non riesco a pensare che io non sia all'altezza di tutto questo, che io sia solamente una stupida maggiorenne molto fortunata»
«Beh allora, cara mia stupida maggiorenne molto fortunata, sappi che il Dottore ci tiene a te! Devi semplicemente divertirti!»
Eleanor l'abbracciò, così all'improvviso. Stando attenta alla pancia di Amy strinse le braccia intorno al collo di lei.
«Sei veramente fantastica. Ora capisco perchè il Dottore è così entusiasta di te»
Lei sorrise.

«Ora torniamo dentro!» così dicendo fece marcia indietro.
«Ti dispiace se uso il bagno?»
«No, certo che no! La prima stanza in fondo a sinistra» disse sorridendo.
In realtà voleva rimanere un attimo da sola, immersa nei suoi pensieri.
Come ho fatto a meritarmi tutto questo? Cioè prima il Tardis, poi il Dottore, poi Amy...
Occhi lucidi, e poi inevitabilmente qualche lacrima. Eleanor si avvicina allo specchio, meglio darsi una sistemata.
Una spazzolata a i capelli e poi una sistemata al viso, asciungando le lacrime.
Mentre si asciuga le lacrime nello specchio vede che sul suo volto scendono altre lacrime, eppure lei continua a toccarsi ma non ha il viso bagnato.
Prova a sorridere ma nello specchio rimane la sua immagine che piange.
Ma cosa diavolo è?
Incuriosita allunga una mano verso lo specchio, ma quando lo tocca qualcosa la risucchia dentro.
Eleanor tenta di opporre resistenza, ma c'è qualcosa più forte di lei dall'altra parte. 
Allora comincia ad urlare chiedendo aiuto.
I tre che intanto erano in salotto corrono subito in bagno, ma quando aprono la porta Eleanor non c'è più.



Nel prossimo capitolo :

«Grazie al cielo sei viva, e indossi una strana..parrucca»
Eleanor diede un piccolo schiaffo al Dottore.
«Sai quanto tempo è passato? Sono passati sette mesi!»
«Ops, credo di doverti delle scuse e anche delle congratulazioni! Non si diventa dame di compagnia di Maria Antonietta tutti i giorni!» disse sorridendo.



Scusate l'attesa e questa schifezza di capitolo scritto ispirata ma velocemente e.e ! Comunque per i Pond non è finita quì, non vi preoccupate :)
Spero che mi lascierete quelle recensioni che mi piacciono tanto :3 
Sto scrivendo anche una FF con Matt Smith :) se vi va leggetela!
S.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Ecco il quinto capitolo! Scusate l'attesa ma non avevo proprio tempo questi giorni! Spero che vi piaccia :3 ! 
Appena arrivo alle 5 recensioni continuo!
Allora se lo volete recensite :D e ricordo a chi volesse che sto scrivendo una ff su Matt Smith.



Capitolo 5.
 

«Dottore...dove sei?» diceva singhiozzando la ragazza dai capelli d'oro.
Era in vicolo buio, appoggiata con la schiena ad un muro e con le gambe piegate strette tra le braccia.
Erano passati 10 minuti, forse 20 o una mezzora. Non riusciva a capire da quanto tempo fosse in quella posizione.
Aveva paura.
Mentre continuava a piangere con la testa poggiata sulle ginocchia, sentì qualcuno avvicinarsi e poi una voce maschile.
«Mademoiselle tutto bene?»
Eleanor alzò la testa e notò davanti un ragazzo con la mano allungata verso di lei. Per un secondo ebbe una sensazione di deja vu.


Eleanor si toccò la testa e alzò gli occhi. Davanti a lei c'era un giovane in giacca e papillon con la mano allungata verso di lei.
Lei prese la sua mano e lui la aiutò ad alzarsi. Poi si stropicciò bene gli occhi e guardò più attentamente il giovane.
«AH!» un piccolo urlo e un balzo indietro.

«Ma tu non puoi esistere!»
Il giovane alzò un sopracciglio e le si avvicinò. 
«Ehi ehi calma, io sono quì!»
Le si avvicinò ancora di più fino a guardarsi solamente negli occhi.
«Io sono il Dottore»


Come dimenticarsi quella notte. 
La notte più bella della sua vita.
Ma adesso il Dottore non c'era, e lei era sola. O almeno fino a quel momento.

«Mademoiselle?» ripetè lui.
Lei gli prese la mano e con l'aiuto di lui si alzò. Si asciugò le lacrime che le avevano solcato il viso e guardò il suo volto.
Aveva dei bellissimi e profondi occhi scuri, tendenti al nero.
I suoi lineamenti erano armoniosi.
«Mi dispiace, non volevo importunarla, ma non è sicuro per una singorina bella come voi aggirarsi quì da sola» disse sorridendo.
«Grazie. Credo di essermi persa, può dirmi dove siamo?»
«Nei bassi-fondi di Parigi»
«Anno?»
Lui alzò un sopracciglio «E' sicura che vada tutto bene?»
«Si, tranquillo. Risponda alla mia domanda per favore»
Lui fece spallucce e le rispose «Anno domini 1788»
Eleanor fece un piccolo sussulto.
A storia aveva sempre preso ottimi voti, e di certo non poteva dimenticare una data fondamentale.
1789 anno della Rivoluzione francese.
«Dallo stupore del vostro volto sembra quasi che nella vostra testa ci sia una gran confusione. Da dove venite?»
«Da molto, molto lontano mi creda. E non so nemmeno dove andare»
«La prego non si crucci. Io la ospiterò volentieri, sempre se lei vuole»
Eleanor ci riflettè un po' su, ma dopotutto non aveva altre possibilità.
«Va bene, ma posso fidarmi di voi?»
«Assolutamente, parola di gentiluomo»


Il Dottore analizzò con il suo cacciavite sonico lo specchio.
«Mmm, specchio trans-dimensionale, oggetto raro. Amy dove l'hai preso?»
«Beh adesso non ricordo..» disse farfugliando qualche altra parola.
«AMY DOVE L'HAI PRESO?» urlò adirato il Dottore. Chiuse un attimo gli occhi e poi si rivolse verso i Pond.
«Scusatemi, è che tutto questo non doveva accadere...»
Amy lo abbracciò «Tranquillo Dottore, la ritroverai, tu salvi sempre tutti» disse sorridendo.
Rory tossì per concentrare l'attenzione su di lui.
«Non lo abbiamo comprato, c'era già in casa» affermò il signor Pond.
Il Dottore lo guarò negli occhi.
«Ne sei sicuro?»
«Si»
«Bene centurione, mi fido» disse uscendo dal bagno e dirigendosi verso la porta d'entrata della casa.
«Dove vai?» chiese Amy seguendolo.
«A riprendere la mia companion!» disse lui euforico.
«Dottore veniamo con te!»
Il Dottore era arrivato ormai alla porta del Tardis, ma si arrestò e si girò verso la sua ex compagna di avventure.
«Oh, Amelia sei davvero una donna coraggiosa! Ma non puoi venire con me, il bambino ne risentirebbe! Devo andare da solo questa volta»
«Ma come farai? Lei potrebbe essere ovunque!»
«Lo so, ma come hai detto tu io salvo tutti!» disse aprendo la porta del Tardis.
«Ma Dottore...!»
«Amy respira!» così dicendo entrò nel Tardis e chiuse la porta.

*Wvrom Wvrom Wvrom*
Il solito rumore e la cabina blu scomparve.
«Si Dottore, respiro..» disse con un tono di amarezza Amy.

Il Dottore era sulla pedana a trovare qualche espediente sulla console. Poi si mise le mani hai capelli e si sedette.
«Ma cosa sto cercando! Magari un bottone 'Trova Eleanor'!» fece un piccolo sospiro. 
Dopo qualche secondo si rimise alla console.
«Ascoltami bene adesso. Tu mi hai fatto andare da lei, tu hai scelto che lei entrasse nella mia vita, ed ora lei è stata catturata da un vortice spazio-temporale e non ho la minima idea di dove lei sia! Adesso o mi aiuti o non ti chiamerò più sexy!...Ok ti ci chiamerò ma meno spesso!»
Il Tardis rispose all'appello del suo Dottore e abbassò una leva.
Il Dottore esplose in una grande risata e prese con le mani la sbarra di ferro per non cadere.
Quando il Tardis atterrò guardò lo schermo sulla console e vide luogo, data, anno.
«Wow» riuscì solo a dire.
Uscito dal Tardis lo rese invisibile e cominciò ad esplorare Parigi alla ricerca della sua companion.

«Allora che ne pensi di questa stagione El? Non la trovi così romantica?»
«Si maestà, c'è proprio quell'aria di romanticismo, e i fiori appena sbocciati offrono un immenso spettacolo»
Le due donne risero insieme.
«Maestà è richiesta la vostra presenza nella sala del trono» annunciò un servitore appena giunto.
«Avverta che vengo subito» poi rivolgendosi verso la sua dama disse «Il dovere mi chiama ahimè! Dobbiamo concludere la nostra passeggiata qui!»
«A quanto sembra, ma dopo potremmo andare nell'ala est dove ci aspetta il maestro di danza! Ci potremmo divertire vostra maestà!»
«Oh che dolce novella! Allora cerchiamo di sbrigare subito questa faccenducola di stato!» disse sorridendo.
Le due donne entrarono a palazzo, per poi arrivare alla sala del trono.
La dama rimase in disparte vicino ad altri consiglieri e nobiluomini, mentre la regina si accomodava al suo trono vicino al marito.
«Fate entrare l'uomo!» disse a gran voce il re.
Due guardie scortarono ai loro piedi un giovane, vestito alquanto strano per quell'epoca.
Beh, lui era il Dottore.
«Oh bonjour vostre maestà!»
«Silenzio! Non hai il diritto di parlare!» poi rivolgendosi alla guardia disse «Qual'è la sua colpa?»

«Andava in giro per la città importunando le varie impersone che incontrava chiedendo di una ragazza»
«E cosa dovrebbe importare a me di un simile pazzo?»
«Maestà, lui afferma di essere il Dottore!»
Quelle parole suscitarono ai presenti un certo stupore e cominciarono a chiaccherare.
«SILENZIO!» ordinò il re. Poi si alzò dal trono e si diresse verso il Dottore.
«
Così tu saresti il famoso Dottore, quel pazzo che per poco non fece scoppiare una rivolta ai tempi del mio povero nonno»
«Oh, pensa che l'avevo quasi dimenticato»
Il sovrano sghigniazzò «Portatelo alla Batiglia! Li consumerà bene il resto della sua vita!» così dicendo si risedette sul trono.
Le guardie cominciarono a trascinarlo verso la porta mentre lui cercava di liberarsi.
«NO!» urlò la dama andando al centro della sala.
La regina la guardò stupita del suo comportamento. «El ! Cosa ti prende mia cara?»
Il viso del Dottore si illuminò. L'aveva riconosciuta, era Eleanor.
«Maestà la scongiuro non lo porti alla Bastiglia! Lui non è il Dottore!»
«E tu come puoi affermare questo?» chiese incuriosito il re.
«Perchè...perchè lui è mio fratello!»
Tutti la guardarono stupiti.
«Deve sapere che fin da piccolo ha avuto dei piccoli problemi mentali, è un po'...pazzo! Quando ha letto su i libri la storia del Dottore andava in giro dicendo che era lui!»
«E non l'avete ancora mandato in un sanatorio?»
«I miei genitori lo tenevano a casa sotto le costanti cure di un medico, ma sono dovuti partire per andare a trovare una nostra parente in Borgogna e mi hanno chiesto se io avessi potuto prendermi cura di lui!» disse concludendo con un sorriso.
Il re picchiettava le sue dita sul trono.
La sua regina gli sussurrò qualcosa all'orecchio e lui disse «Per volontà della mia regina e per evidente malinteso passerò su questo avvenimento, che però non debba più succedere!»
«Assolutamente maestà, grazie, grazie» così dicendo ripetè diversi inchini fino ad arrivare alla porta dove prese per mano il Dottore e lo portò via.
Fuori dal cancello del palazzo i due poterono finalmente parlare; ma la prima cosa che fecero fu abbracciarsi.
Poi il Dottore la guardò entusiasta 
«Grazie al cielo sei viva, e indossi una strana..parrucca»
Eleanor diede un piccolo schiaffo al Dottore.
«Sai quanto tempo è passato? Sono passati sette mesi!»
«Ops, credo di doverti delle scuse e anche delle congratulazioni! Non si diventa dame di compagnia di Maria Antonietta tutti i giorni!» disse sorridendo.
Eleanor mise il broncio.

«El mi dispiace, giuro che non succederà mai più una cosa del genere!»
La ragazza non ce la fece a restare arrabbiata con lui e lo abracciò di nuovo, questa volta scoppiando in lacrime.
«Avevo paura di non rivederti mai più!» disse singhiozzando.
«Shhh, non lo dire neanche per scherzo»



Nel prossimo capitolo :
«Ci sono persone qui che non hanno niente a che fare con la specie umana, e queste persone vogliono uccidere i sovrani!»
«Beh, ma loro non moriranno comunque?» disse con nonchalance Eleanor.
«Si ma così non scoppierebbe la rivoluzione francesce, e così non nascerebbero i primi stati, e così via! La storia cambierebbe radicalmente!»
«Allora dobbiamo fermarli. Tra qualche giorno ci sarà un ballo a corte e potrebbero aprofittare della confusione per colpire!»
«Mmm, ottima deduzione El, cominci a essere brava!»
«Ho avuto un grande maestro!» disse facendogli l'occhiolino.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Scusate tanto se vi ho fatto aspettare, ma mi ero proprio bloccata! D:
Spero che questo capitolo vi piaccia :3
Non continuo finchè non ho 6 recensioni (si sono bastarda, ma amo riceverle!)

Capitolo 6.


Il Dottore continuava a giocare con il suo cacciavite sonico.
«Quando arriva il tuo amico?» disse lui impaziente.
«Presto!» rispose Eleanor andando su e giù per la grande stanza.
Dopo qualche secondo la porta si aprì ed entrò un baldo giovane, in un completo maschile settecentesco di colore marrone.
Il volto di Eleanor si illuminò, e gli andò incontro dandogli un bacio sulla guancia.
Il Dottore alzò per un attimo gli occhi al cielo e poi si diresse verso costui per presentarsi.
«Maximiliem lui è mio fratello...» la ragazza si trovò in difficoltà. Il Dottore intervenne e salutò l'uomo baciandolo prima alla guancia destra, poi alla sinistra.
«John! Mi chiamo John!»
Il giovane sorrise «E' un piacere conoscere il fratello della mia Eleanor!»
Sua? Si chiese il Dottore.
«Io sono Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre»
Il Dottore fece una faccia di stupore iniziale per poi sistemarsi il cravattino e tornare serio.
«Ho sentito molto parlare di lei signore!» poi si avvicinò ad Eleanor e disse «Grazie per aver ospitato la mia dolce sorellina durante questi mesi! Ce ne andiamo immediatamente!» così dicendo si diresse verso la porta.
«NO!» ulrò Eleanor.
Il Dottore si arrestò e fece dietro-front «Come scusa?»
Eleanor si strinse a Maximilien poggiandogli una mano sul petto. 
«Io non voglio andarmene»

«El ma sei impazzita? Non puoi restare quì!»
«Perchè?» 
«Tu non appartieni a questo tempo! Nascerai tra due secoli, e se resti quì si creerebbe un parodosso!» disse il Dottore sfregandosi la nuca con una mano.
«Tu non capisci Dottore...Io a quell'uomo ci tengo! Lui mi ha accolta nella sua casa, mi ha protetta, coccolata, e confortata le prime notti che ero qui piangendo pensando a te!» disse Eleanor strozzata da i singhiozzi.
Il Dottore abbassò la testa, anche un signore del tempo poteva essere preso da senso di colpa.
«El ascoltami! Tu sei la mia companion, io sono il...tuo Dottore! Sono stato da solo per molto tempo dopo i Pond, e mi ero quasi dimenticato quanto è bello viaggiare in compagnia, finchè non sei arrivata tu! Ti prego vieni via con me» le disse avvicinandosi a lei e prendendole una mano.
Lei la ritrasse subito. Il suo cuore non sapeva decidere. Il Dottore o Maximilien?
Si sedette su una poltrona. «Lasciami sola per favore, devo riflettere»
Il Dottore fece una piccola smorfia di rammarico e uscì dalla stanza.
Oh Dottore ti ho sognato per così tanto tempo. Sei il pazzo dei pazzi, con una magica cabina blu, chi non vorrebbe viaggiare con te per l'eternità? Ma il mio cuore è stato rubato Dottore. Sento di amarlo e tu non vuoi accettare che qualcuno non abbia scelto te. Pazzo, pazzo Dottore. Spesso penso di piacerti, ma poi credo che tu abbia solo bisogno di qualcuno vicino.
I suoi pensieri furono interrotti da Maximilien.
«El?»
Lei si girò verso di lui.
«Se vuoi andartene io non ti fermerò, anche se il mio cuore ne soffrirà» disse lui amaramente.
Lei si alzò e lo abbracciò, stringedolo forte a se.
«L'ultima cosa che voglio è lasciarti, ma vedi mio fratello ha bisogno di me...e io non so davvero cosa fare»
«Il tuo cuore farà la scelta giusta, e qualunque sia l'accetterò. Ti prego solo di pensarci bene, che ne dici se invito tuo fratello a rimanere qualche giorno nostro ospite? Così avrai tempo per decidere» disse sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso e gli accarezzò il volto. «Che uomo che sei»
E tra qualche lacrima si diedero un lungo e appassionato bacio.

Il Dottore aspettava la sua companion all'atrio della villa.
«Dottore!» disse Eleanor correndo verso di lui. 
Lui si girò e sorrise «Cominciavo a preoccuparmi! Dai seguimi che il Tardis è qui vicino!» 
Lei lo prese per un braccio per fermarlo.

Gli spiegò cosa aveva proposto Maximilien e lui accettò l'invito.
«Va bene, dopotutto non ci sono mondi in pericolo, quindi credo di poter restare!»
Riser entrambi, ma il Dottore non era così felice, aveva paura che alla fine di quei giorni avrebbe perso la sua companion.
Come può preferire lui a me?

«Come sta tuo fratello El?» chiese la regina durante la solita passeggiata mattutina con la sua dama.
«Molto meglio maestà, anzi si è quasi del tutto ristabilito» 
«Me ne compiaccio cara» rispose sorridendo.
Le due donne continuarono a passeggiare finchè Eleanor non sentì fischiare nelle sue orecchie, come un avvertimento. Si voltò indietro e vide una figura nera dietro un gruppo di rose.
La figura si abbassò allo sguardo di Eleanor, scomparendo del tutto.
«Tutto bene mia cara?» chiese Maria Antonietta.
«Si, ma credo che sia meglio tornare a palazzo» disse lei guardandosi ancora intorno.
«Perchè? E' una così bella giornata! Rilassati cara!» disse ridendo la donna.
Ma Eleanor non si rilassò affatto, e continuò a solcare con gli occhi il vasto parco.
Poi vide di nuovo una figura nera, ma stavolta con qualcosa in mano, come un'arco pronto a scoccare la freccia.

«MAESTA' GIU'!» urlò la ragazza, per poi prendere il braccio della regina e trascinarla a terra con se.
Il soffio della freccia passò sopra le loro teste.
«Eleanor ma cosa ti prende?» disse stizzita la regina alzandosi e pulendosi il grande e pomposo vestito.
«Questa Maestà» disse Eleanor raccogliendo con una fazzoletto la freccia caduta a pochi metri da loro.

Dopo poche ore il palazzo gremiva di guardie ad ogni angolo.
Non poteva certo passare inosservato un attacco alla regina.
Maximilien e il Dottore raggiunsero la reggia.
Eleanor si trovava nelle stanze della regina, che era in preda al panico.

«Mademoiselle Eleanor c'è Monsieur Robespierre che l'attende nel gran salone» annunciò una cameriera.
Eleanor si congedò dalla regina e uscì dagli appartamenti della regina, per poi correre verso i suoi ragazzi.
«Oh! Eravamo così preoccupati per te» disse Maximilien abbracciandola.
Lei sorrise e poi lasciò l'abbracciò per poi farsi stringere al Dottore che le sussurrò all'orecchio «Si ero anch'io molto preoccupato»
Terminati i convenevoli Eleanor pregò Maximilien di lasciare lei e il Dottore da soli, sapeva bene che quelle figure nere non erano umane.
Così i due si allontarono e uscirono fuori nel grande parco; ma prima di perdere di vista Maximilien il Dottore si voltò e gli fece una linguaccia, comportamento infatile ma proprio da lui.
Eleanor gli mostrò dove aveva visto le due figure.

«Prima lì e dopo lì giù! Non sono riuscita a vedere i loro volti, vedevo solo figure nere! La cosa strana e che sono riuscita ad avvertire la loro presenza!» 
«Per caso ti hanno fischiato le orecchie?»
«Si esatto! E' normale?» disse lei stupita.
«No, ma è successo anche a me delle volte!» disse il dottore con indifferenza annusando qualche rosa.
«Dottore che si fa allora?»
«Portami a fare un giro della reggia» disse lui voltandosi verso di lei e sorridendo.
Dopo un giro veloce, si fa per dire, dell'enorme palazzo dei sovrani di Francia, il Dottore si arrestò proprio tornando al salone principale.
«Yaoza!» disse entusiasta facendo un giro su stesso e sistemandosi il cravattino.
Eleanor alzò un sopracciglio aspettando una spiegazione.
Lui si schiarì la voce e poi disse 
«Ci sono persone qui che non hanno niente a che fare con la specie umana, e queste persone vogliono uccidere i sovrani!»
«Beh, ma loro non moriranno comunque?» disse con nonchalance Eleanor.
«Si ma così non scoppierebbe la rivoluzione francesce, e così non nascerebbero i primi stati, e così via! La storia cambierebbe radicalmente!»
«Allora dobbiamo fermarli. Tra qualche giorno ci sarà un ballo a corte e potrebbero aprofittare della confusione per colpire!»
«Mmm, ottima deduzione El, cominci a essere brava!»
«Ho avuto un grande maestro!» disse facendogli l'occhiolino.
Poi si diresse verso una delle grandi finestre, e lui la seguì.
«Dove credi che si nascondano?» disse lei guardando fuori dalla finestra.
Lui le si avvicinò e le cinse la vita con le braccia per poi poggiare la sua testa sulla spalla di Eleanor e sussurargli «Loro non si nascondono, sono proprio davanti ai nostri occhi»
Lasciò la prese e la fece girare.
«La maggior parte dei nobiluomini e nobildonne che vedi in questa sala sono alieni!»
«Questo quando l'hai capito?»
«Adesso, e credo che anche loro abbiano capito che l'abbiamo scoperti, quindi...io direi di correre!»
Detto questo i due corsero verso la grande porta della sala.
«Maledizione è bloccata!» disse Eleanor «Possibile che troviamo sempre porte bloccate?» chiese lei continuando a spingere la maniglia.

Il Dottore notò alcuni uomini alzarsi e avvicinarsi a loro.
Tirò il suo cacciavite sonico e lo puntò verso la porta, ma senza riuscire a fare niente.
Guardò tristemente il suo cacciavite 
«Legno.. Devo inventarmi qualcosa per il legno! E' imbarazzante..»
«DOTTORE!» urlò Eleanor.
«Oh si!» e cominciò a spintonare la porta insieme a lei.
Gli uomini-alieni continuavano ad avanzare.
«Dottore che facciamo? Maledizione!» disse Eleanor continuando a spingere la porta.
Il Dottore farfugliò qualcosa per poi mettersi le mani ai capelli e sbattersi piccoli pugni alla nuca.
«DOTTORE!» continuò ad urlare Eleanor.
«El sai se c'è un'altra via di uscita? Pensa velocemente!» 
Lei riflettè un attimo e poi disse «Si, mi sembra! Vicino alla prima finestra, accanto alla statua, c'è un passaggio segreto!»
«Bene, andiamo!» così dicendo lasciarono la porta e passarono in mezzo ad alcuni, puntando il cacciavite sonico per allontanarli, dicendo anche sarcasticamente «Permesso signori! Permesso!»
Sempre il solito Dottore. Pensò Eleanor, per poi girare un dito ad una statua e vedersi aprire un passaggio. I due entrarono subito dentro, e la porta-muro dietro di loro si chiuse.
«Fiùùù, salvi per un pelo!» disse Eleanor facendo un grande respiro.
«Ma con te è sempre così?» disse la ragazza ridendo.
Il Dottore sorrise «Già! Si corre sempre!»



Nel prossimo capitolo :
«Sarà proprio così! Uno..due..tre..e boom!» disse il Dottore agitando le braccia.
«Sei pazzo Dottore, il più pazzo di tutti!»
«Meno male! Se non lo fossi che divertimento ci sarebbe?» disse lui ridendo e osservando gli occhi ridenti della sua companion.





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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Scusate l'attesa! In questi giorni sono stata parecchio impegnata e proprio non ho avuto tempo di scrivere!
Ma adesso eccomi qui :3
Dedico questo capitolo a tutti voi miei cari lettori, e sopratutto a voi che recensite! Vi amo, vi amo, vi amo!
Tranquilli ho finito :P adesso potete leggere!


Capitolo 7.
 

I due seguirono il passaggio segreto che li portò fuori dal palazzo.
Eleanor passò la mano sul vestito più volte. «Maledette ragnatele! Pulizia impeccabile, davvero!» disse sbuffando.
Il Dottore rise e le si avvicinò. «Avresti preferito essere presa da quella specie di zombie?»
Lei scosse il capo con la testa e lui le sorrise.
«A proposito, si puo sapere cosa diavolo erano? E perchè ce l'hanno con noi?»
Il Dottore fece spallucce. «Non ne so più di tanto sinceramente. Non erano veri e propri alieni. Erano umani ma in uno stato di trans, come ho detto prima una specie di zombie!» disse quasi come se fosse ovvio. «In quanto al motivo della loro avversità contro di noi...beh credo che chi li controlli non vuole che gli mettiamo i bastoni tra le ruote! Le solite cose insomma!»
«Già, la solita favolosa routine!» disse Eleanor sarcastica.

Durante i tre giorni prima del ballo ci fu un altro attentato alla vita della regina, che grazie ad Eleanor fu salvata, di nuovo.
Il Dottore era riuscito a vedere le losche figure. Nere, nere come la pece. Non si ricordava di aver visto mai una cosa del genere nella sua lunga vita.
Non era riuscito a vedere un volto, anzi nessun particolare del corpo. In quella frazione di secondo in cui era apparso era solo riuscito a notare quell'ombra.
Ma almeno adesso sapeva che Eleanor non sbagliava; e sapeva anche che il giorno del ballo avrebbero colpito, e stavolta non se li sarebbe fatti sfuggire.


«Sarà proprio così! Uno..due..tre..e boom!» disse il Dottore agitando le braccia.
«Sei pazzo Dottore, il più pazzo di tutti!»
«Meno male! Se non lo fossi che divertimento ci sarebbe?» disse lui ridendo e osservando gli occhi ridenti della sua companion. «Cosa ne pensi?»
«Una trappola geniale direi!» disse sorridendo per poi spegnersi dopo un attimo.
«C'è qualcosa che non ti convince?» disse il Dottore mettendole una mano sulla spalla.
«Non sono sicura di riuscirci!» rispose Eleanor con una piccola smorfia.
Il Dottore sorrise e le mise una mano sotto il mento alzando il volto, in modo che i suoi occhi incrociassero quelli smeraldo di Eleanor.
«Mi fido di te» disse sorridendo.
In quell'istante entrò nella sala Maximilien.Tossì leggermente per richiamare l'attenzione dei due su di lui. «El, John, dobbiamo andare»
Eleanor si alzò la gonna del vestito e si avvicinò a Maximilien, prendendolo sotto braccio. Il Dottore, nel suo vestito settecentesco per l'occasione, li seguì a ruota.
Odio non indossare il mio cravattino. Fece un piccolo sospiro. Ho bisogno di un fez.
Entrarono tutti nella carozza e dopo pochi minuti arrivarono a palazzo.
La reggia era più bella del solito, e davanti al cancello c'erano tantissime carozze da cui scendevano uomini e donne con parrucche e vestiti ingombranti.
Maximilien aiutò Eleanor a scendere dalla carrozza. «Sei incantevole questa sera» disse avvicinandola a se.
«Oh ma guardate che spettacolo!» disse il Dottore entusiasta dividendo i due. «Forza sorellina, andiamo!» disse prendendola per una mano e trascinandola verso il palazzo.
Lei fece spallucce a Maximilien e seguì, costretta, il Dottore.
Entrati a palazzo il Dottore trovò un posto appartato e diede ad Eleanor degli strani aggeggi. «Ricorda» disse mettendogliene cinque in mano. «Appena ne vedi uno lancialo contro di lui. Non c'è bisogno che tu prenda la mira, perchè hanno un sensore alieno. Verso le undici ci vediamo al centro del parco, va bene?» 
«Si, credo di farcela» disse facendo un piccolo respiro profondo.
«Bene! Ci vediamo più tardi allora!». Così dicendo si allontanò immischiandosi con le persone nel grande salone.
Eleanor guardò quei piccoli marchingenni. Erano rotondi, di color argento, con un piccolo buco al centro. La ragazza storse la bocca.
Bah, speriamo che tutto vada bene. Così dicendo entrò nel salone, dove le persone stavano ballando. Al centro della sala c'erano il re e la regina intenti a ballare.
Passarono giusto una decina di minuti quando esattamente vicino ad una finestra un ombra scura comparve dal nulla. Senza neanche pensarci su li lanciò addosso uno di quegli aggeggi, che come aveva detto il Dottore, si diresse subito verso quello, facendolo scomparire. Si sentì un poco sollevata, dopotutto non era proprio un fallimento. Ma la serata era appena iniziata.

Arrivate le undici aveva sventato tre attacchi. Come da programma si diresse al centro del parco, vicino alla fontana, dove l'aspettava il Dottore.
Lui era già li.
«DOTTORE! DOTTORE!» urlò lei correndogli incontro. «Ce l'ho fatta!» disse ormai vicina a lui, con un po' di fiatone.
Lui, intento a sistemare delle cose a terra, si girò sorridendole. «Ero sicuro che non mi avresti deluso! Adesso avvicinati a me, sei pronta per il gran finale?»
Lei sorrise, e fece di si con il capo.
Il Dottore tirò fuori il cacciavite sonico e accesse delle piccole luci proprio davanti a loro, che formavano un cerchio. 
Accese tutte, sopra di queste si formò una cupola di elettricità. Poi, sempre con il cacciavite, attivò un altro piccolo disco nella sua mano, simile agli aggeggi che aveva dato prima ad Eleanor, ma più grande.

Dopo qualche secondo all'interno della cupola apparvero cinque figure nere.
Eleanor fece un piccolo balzo per lo stupore, e anche per la paura.
Quelli cercarono di uscire dalla cupola, diventata la loro gabbia, ma senza riuscirci.
«Buoni, buoni, buoni!» disse il Dottore avvicinandosi alla cupola. «E' inutile che provate a uscire di qui! Le vedete queste? Sono onde elettro-cosmiche! Nessun alieno può sfuggire da quì!» disse lui sorridendo.
Uno di loro si girò verso il Dottore, avvicinandosi il più possibile. «Nessuno puo fermarci» disse quello. La sua voce era terrificante.
«Ah davvero? Nessuno puo vincere contro il Dottore, nessuno. Ho affrontato i più grandi mostri del mondo, e dovrei aver paura di voi?» disse con nonchalance. 
«Stai attento Dottore. Noi non siamo come i dalek, noi non siamo come i cybermet, noi non siamo come il silenzio! Noi siamo molto di più. Sei riuscito a sfuggire alla morte più volte, ma questa volta è la fine»
Le sue parole fecero raggelare il sangue di Eleanor.
Il Dottore non si fece intimidire. «Bene, un'altra proposta di morte! Ma che novità!» disse ridendo. «Chi siete? E perchè siete quì? Se cercavate me perchè siete arrivati solo adesso?»
«Noi siamo le ombre nere. Noi abbiamo aspettato che fosse il momento giusto» fece una piccola risata.«Ma noi non siamo solo quì per te, noi siamo quì anche per lei» disse indicando Eleanor.
Il Dottore diventò scuro in volto, anche quell'espressione di strafottenza se ne era andata.
 «Cosa centra lei? Cosa volete?»
«Lo scoprirai presto Dottore, ma non da me, e nemmeno da questi miei compagni»
Il Dottore sapeva che non gli avrebbe rifilato una parola di più. Lanciò quel dischetto che aveva sulla mano, facendolo attaccare alla cupola.
«Addio Dottore» disse lui ridendo.
Dopo pochi secondi la cupola esplose. Non rimase più niente di quelli.
Eleanor tremava. «Dottore?» chiese con voce flebile.
Lui si girò con un viso deluso. Notò la sua companion scioccata da quelle parole e l'abbracciò. «Tranquilla, non permetterò che ti succeda niente» disse accarezzandole i capelli.
«El! Ti ho cercato ovunque!» disse Maximilien correndole incontro. «Salve John, le dispiace se ci lascia da soli un attimo? Vorrei parlare con Eleanor»
Il Dottore non oppose resistenza e si allontanò.
Maximilien si girò verso Eleanor. «Vieni camminiamo un po'!» disse allungando un braccio verso il viale che portava ai margini del parco.
«E' successo qualcosa? Ti vedo strana» disse lui.
«Si, ma non ho voglia di parlarne» disse lei con una smorfia.
«Va bene. Comunque hai visto? Questa sera la regina sembra non aver rischiato la vita» disse ridendo.
«Già..»
«Però le ombre nere portano sempre a compimento i loro piani»
Eleanor si bloccò e si girò verso Maximilien. «Come scusa?»
Lui si girò verso di lei e sorrise. 
«Le ombre nere portano sempre a compimento i loro piani». La voce non era più quella di Robespierre, ma assomigliava a quella della losca figura di prima.
Eleanor rabbrividì, cercò di scappare e di urlare, ma lui la prese e le mise una mano davanti alla bocca. «Siete rimasti solo voi due piccola El, dovete morire» disse ridendo.
Eleanor era in preda la panico e cercava di staccarsi dalla presa, ma senza riuscirci. Avrebbe voluto chiamare il Dottore ma le era impossibile.
Maximilien, anzi l'ombra, la trascinò lungo il parco fino a portala da altre ombre. «Possiamo andare!» disse questo.
«Vi sembra questo il mondo di andarvene? Senza neanche salutare?»

Tutti si voltarono. Era proprio lui, il Dottore.
In pochi secondi lanciò contro le ombre tutti i dischetti, ed esplosero lasciando da solo Maximilien.
Eleanor approfittò del momento per dare un calcio nelle parti basse dell'uomo e liberarsi dalla stretta. Corse da Dottore che la mise dietro di lui.
«Sai Max, non mi sei mai piaciuto!». Quello non ebbe neanche tempo di replicare che il Dottore lanciò anche a lui un'altro dischetto.
Questo però non fece esplodere il corpo ma semplicemente lo liberò dal trans.
Eleanor si avventò contro il Dottore abbracciandolo e piangendo.
Maximilien, ormai non più sotto il trans si levò da terra.
Eleanor si staccò dal Dottore e si avvicinò a lui. «Tutto bene Max?» disse sorridendo.
«Emm, grazie signorina...?»
Eleanor fece un piccolo passo indietro. «Non ti ricordi di me?»
Lui scosse la testa. «Sono costernato mademoiselle» 
«Ma...». Una lacrima le solcò il viso.
Il suo cuore si spezzò in mille pezzi.
Tutto quello che aveva vissuto con lui negli ultimi mesi era stato cancellato.



You had a lot of crooks tryna steal your heart
Never really had luck, couldn’t never figure out
How to love
How to love
Il Dottore si avvicinò alla stanza di Eleanor appoggiandosi alla porta.
Lei era dentro con in mano una chitarra e cantava.

You had a lot of moments that didn’t last forever
Now you in the corner tryna put it together
How to love
How to love..

Si fermò e sorrise. «Dottore puoi entrare se vuoi!»
Lui entrò. «Non volevo disturbarti, stavo solo ascoltando la tua voce! Sei molto brava» disse sorridendo.
«Grazie. E' una delle poche cose che mi fa stare bene..» poi lo guardò. «Oltre a stare con te..Sei un vero amico» così dicendo gli diede un bacio sulla guancia.
Già, amico. Pensò lui.


Nel prossimo capitolo :
«AHHHHHH! OH MIO DIO NON CI POSSO CREDERE!» urlò Eleanor saltando dalla gioia.
«Ti piace?» chiese il Dottore tutto sorridente.
«Si! Tantissimo! Non pensavo che potesse veramente esistere!» disse lei entusiasta.
«Credevi che Lewis se la sia inventata da un giorno all'altro?»








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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Chiedo venia per la lunga attesa!
Tra impegni scolastici e la mancanza di ispirazione proprio non riuscivo a buttare giù niente!
Avverto che comunque questo è un capitolo di routine, non ho scritto molto perchè altrimenti avrei rivelato troppo u.u
Godetevi il capitolo e recensite!


Capitolo 8.
 

Eleanor dormiva tranquillamente nel suo grande letto, in una delle favolose stanze del Tardis.
L'ultima avventura l'aveva stremata, troppi colpi di scena. Il Dottore se n'era accorto, e avrebbe fatto di tutto per risollervarla di morale.
«Buongiorno!» disse la voce squillante del Dottore entrando di colpo nella stanza di Eleanor e interrompendo il suo sonno.
Lei mugugnò un poco per poi mettere la testa sotto il cuscino.
«El hai dormito abbastanza, e poi ci sono delle fantastiche ciambelle prese dirattamente da una pasticceria francese del XX secolo!» disse lui tutto sorridente. 
Le si avvicinò e le si mise vicino accarezzandole le piccole ciocche di capelli che uscivano da sotto il cuscino. «Voglio che tu stia bene» 
Pronunciò quelle parole con tanto affetto che Eleanor tirò fuori la testa e lo guardò con occhi lucidi.
«Tu mi fai stare bene» disse lei sorridendo.
Il Dottore esplose in un grande sorriso e si alzò dal letto tutto entusiasta. «Forza, vieni a fare colazione che poi ho una sorpresa per te!» disse facendole la linguaccia e scappando verso la sala della console.

Il rumore del Tardis, che dolce suono era per lei, da tempo non lo sentiva.
Il Dottore continuava a sorridere e a controllare la console. «Arrivati!» disse correndo alla porta e aprendola.
Lei corse fuori tutta eccitata.

«AHHHHHH! OH MIO DIO NON CI POSSO CREDERE!» urlò Eleanor saltando dalla gioia.
«Ti piace?» chiese il Dottore tutto sorridente.
«Si! Tantissimo! Non pensavo che potesse veramente esistere!» disse lei entusiasta.
«Credevi che Lewis se la sia inventata da un giorno all'altro?»
Lei gli fece la linguaccia. «Mi vuoi dire che gliel'hai suggerito tu?»
Il Dottore alzò gli occhi al cielo sistemandosi il cravattino con fare da saputello. «Beh...Si!» disse lui ridendo.
Eleanor rise. «Ci sono altre cose che non so Dottore?»
Lui alzò un sopracciglio, poi le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. «Per adesso godiamoci questo» così la prese e la condusse lungo i boschi di quel paese che fino ad allora per Eleanor era stato solo una fantasia.
Camminarono per delle ore forse, ma lei non si stancò, anzi era sempre di più affascinata da quel luogo incatevole.
Le sembrò di essere come la piccola Lucy Pevensie, in cerca del suo amico fauno.
«Non è che per caso ci imbattiamo nella strega?» chiese Eleanor un po' preoccupata.
Il Dottore non rispose, continuando a camminare. Dopo un altro po' di tempo si fermò. «Eccoci arrivati, lui ci sta aspettando»
La giovane compagna rimase a bocca aperta. Si trovò davanti ad un enorme vallata e vide più giù una piccola isola con il castello di Cair Paravel.
Il Dottore le prese la mano e piano piano discesero lungo la vallata fino ad arrivare ad una spiaggia dove dei centauri erano a guardia di alcune imbarcazioni.
«Resta qui, io vado a parlare con loro!» così dicendo lasciò Eleanor a una decina di metri da quelle creature, mentre il Dottore corse da loro e gli parlò.
Dopo qualche minuto tornò e sorrise alla sua compagna.
 «Tutto a posto, vieni!» disse prendedole di nuovo la mano.
Ad Eleanor sembrarono strane tutte queste delicatezze che il Dottore si stava prendendo con lei, cosa era cambiato?
I centauri avevano preparato la piccola imbarcazione su cui lei e il Dottore salirono. Il vento spingeva la grande vela, e l'imbarcazione solcava il profondo mare blu.
Arrivarono alla piccola isola ed Eleanor fu la prima a scendere. Alzò subito la testa ammirando il castello di Cair Paravel che si innalzava sull'altura.
Il Dottore cominciò a camminare facendole segno di seguirlo.
Arrivati nell'ampio cortile furono ricevuti da alcuni fauni.
«Dottore, sono passati secoli dalla sua ultima visita qui» disse uno.
«Sono stato parecchio impegnato» disse dandosi una sistemata alla giacca. «Lui c'è?» 
«Certo, ti sta aspettando nel grande salone» disse un altro mostrando con la mano la via per il salone del castello.

Eleanor rimase muta, guardando incuriosita quelle creature.
Il Dottore si diresse verso la scalinata e lei lo seguì a ruota.
I due fauni salirono dietro di loro. Arrivati davanti ad un grande portone, le due creature lo aprirono.
Il grande salone era pavimentato d'oro, con tanti tappeti messi come un percorso per arrivare davanti a i quattro troni.
Le pareti erano tappezzate di quadri e araldi.
Eleanor guardò incuriosita verso la fine dell'enorme sala. Vide i troni vuoti, chi ci sta aspettando allora? Pensò.
Da un'entrata laterale uscì lui, il grande leone, Aslan. 
«Dottore!» disse il leone avvicinandosi a i due. «E' un piacere averti qui» poi spostò lo sguardo verso la giovane compagna.
«Eleanor, che onore averti in questa terra!»
Lei rimase un poco stupefatta, come faceva a sapere il mio nome?
Il Dottore si girò poi verso la sua compagna. «El vorrei parlare da solo con Aslan» 

Lei ancora non riuscendo a credere di aver visto quell'animale che fino al giorno prima credeva immaginario, fece un piccolo inchino e uscì dalla stanza, accompagnata da i due fauni.
Venne portata di nuovo allo spazioso cortile. Stavolta però c'erano anche altri animali che la guardavano con aria di ammirazione.
Uno dei fauni le portò una poltrona.
Gli animali si sistemarono ai lati del cortile, mentre i due fauni andarono al centro. «Amici oggi abbiamo con noi questa bellissima fanciulla, compagna di un signore del tempo!» annunciò uno entusiasta. Poi si rivolse a lei «Permettici di mostrarti la vera natura di Narnia!» disse facendole un piccolo inchino.
I due tirarono fuori du flauti, cominciando a danzare. Dopo qualche attimo comparvero nel cortile tre creature eteree che danzarono a ritmo della melodia.
Tutti battevano le zampe a ritmo della musica, ed Eleanor entusiasta di quello spettacolo sorrideva e batteva le mani.

«Non è visita di cortesia, vero?» chiese Aslan adangiandosi su uno dei tappeti.
Il Dottore fece una smorfia e si sedette su una delle poltrone che si trovavano ai lati.
«Volevo che per un po' non pensasse a tutto quello successo in Francia» disse il Dottore con voce strozzata.
«Abbiamo incotrato delle creature, mai viste prima durante la mia lunga vita. Speravo che tu potessi aiutarmi»
«Ti ascolto» disse Aslan con voce ferma.
Il Dottore appoggiò i gomiti sulle ginocchia, unendo le mani. «Nere, nere come la notte.Veloci, molto veloci. Si fanno chiamare ombre....Hanno minacciato di fare del mare ad Eleanor»
Aslan si alzò dal tappeto e si avvicinò al Dottore. «Vieni con me» così dicendo uscì da una porta laterale e i due si ritrovarono su un balcone che dava verso il mare.
Il Dottore si appoggiò con le mani al muro che faceva da ringhiera. 
Sotto di lui le onde si infrangevano contro l'altura.
«Tieni molto a lei, vero?» chiese Aslan quasi sorridendo.
«Non ti si puo' nascondere niente eh?» rispose il Dottore ridendo.
«Ricorda che sono più vecchio di te, caro il mio signore del tempo!»
Il Dottore accarezzò la crineria di Aslan. «C'è qualcosa in lei...qualcosa che nessun altra ha mai avuto»
Aslan fece una specie di risata. «Alcune cose le dovrai scoprire da solo, questo è il tuo destino, e io non posso dirti niente»
Il Dottore fece una smorfia e poi stette in silenzion guardando l'orizzonte.
Dopo qualche minuto si rivolse di nuovo al leone. «Riuscirò a dimenticarla quando dovrò lasciarla?» chiese perplesso.
«Le domande alle quali è più difficile rispondere sono quelle la cui risposta è più ovvia»




Nel prossimo capitolo :
«Arggg!» sbuffò il Dottore. «Non puoi farmi questo! Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme!»
Continuava a gesticolare con la mani, premendo bottoni e bottoncini.
Eleanor assisteva in silenzio seduta su una poltroncina. Poi gli si avvicinò.
«Dottore hai bisogno di un jammy dodger?»
Lui si calmò, chiuse un gli occhi e le disse «Se me ne avvicini uno, non rifiuterò!» facendole poi la linguaccia.
«Intanto cerco di smuovere il Tardis!» disse imprecando guardando verso l'alto.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Mi sono fatta aspettare eh?
Scusatemi ma proprio non avevo voglia di aggiornare, ma ho voglia di continuare la storia and so eccomi qui!
Questo è un capitolo di riflessioni diciamo e piano piano stiamo sbrogliando la matassa.
Scusate se è così corto ma non potevo scrivere di più! Forze maggiori u.u Spero di ricevere tante recensioni, anche per sapere se continuate a seguire la storia! Per leggerlo con miglior attenzione vi consiglio di ascoltare 'Primavera' di Einaudi! :3


Capitolo 9.
 

«Allora è così pattuito» disse il Dottore. «El resterà qui finchè non sistemerò questa situazione»
Aslan fece cenno di si con il capo. «Seguimi» così dicendo il leone rientrò nella grande sala e mostrò al Dottore una porticina. «Dietro questa porta ci sono delle scale che conducono ad un cunicolo, e alla fine ti troverai sulla spiaggia da dove potrai tornare al Tardis»
Il Dottore sorrise. «Grazie vecchio mio» poi dopo un piccolo sospiro si avvicinò alla finestra da cui si vedeva il cortile. «Abbi cura di lei»
Queste furono le sue ultime parole prima di dileguarsi.
Il vecchio Aslan sapeva che Eleanor non avrebbe mai permesso al Dottore di viaggiare senza di lei. Con un colpo di coda chiuse la porticina e lentamente si avviò verso il cortile in cui si danzava ancora. La giovane ragazza danzava e rideva, sembrava aver trovato la felicità dopo quel brutto colpo in Francia.
Il leone pensava di avere la situazione sotto controllo, ma nemmeno lui si rese conto che c'era uno strano legame tra lei e il Dottore.
Erano come due calamite, due entità destinate a stare insieme.
Con insieme non intendo necessariamente la coppia, ma semplicemente a stare insieme. Ad appoggiarsi sempre l'un con l'altra, a vivere avventure fantastiche, passare i momenti più belli insieme.
Ma nemmeno loro sapevano di questo legame, o almeno non si rendevano conto di quanto grande fosse.
Tutto era cominciato da quella magica sera in cui il Tardis era finito davanti casa di Eleanor.
Si era formata da subito una strana alchimia. Ricordate la piccola scintilla nella loro prima avventura?
Già, nessuno si rendeva conto di quanto lei fosse speciale, e nemmeno il Dottore aveva ancora capito che senza di lei non sarebbe potuto andare da nessuna parte.
«DOV'È IL DOTTORE?» urlò Eleanor ad Aslan, interrompendo le danze.
Il leone fu per un attimo sorpreso, poi accennò un sorriso e scese le scale avvicinandosi a lei. «Non pensavo che il vostro legame fosse già così forte»
«Dov'é il Dottore?» ripetè lei guardando negli occhi il vecchio leone.
Aslan restò impassibile continuando «È strano che un umana sia così...poco umana..»
Eleanor stette in silenzio, non riusciva a capire cosa volesse dire Aslan.
«Sai, ho conosciuto tutte le compagne del Dottore, ma mai ho visto una come te. Il Dottore è andato via e tu avverti che manca la sua presenza...».
Cominciò a girarle attorno. «E se pensiamo alle vostre passate avventure...se tu in Francia avessi deciso di rimanere con Roberspierre lui te l'avrebbe impedito, ti avrebbe portata via con se. Nella casa dei Pond la paura che si prese quando tu sei scomparsa, innaturale per un signore del tempo. La scintilla scattata al vostro primo contatto. Il primo sguardo quella sera che vi siete incontrati, così..vero».
Aslan si fermò davanti a lei. «E la sua scelta di lasciarti qui e rischiare il tutto per tutto affrontando persone che vogliono te. Ha deciso di dare la sua vita per te»
Eleanor scoppiò a piangere. Poi si inginocchiò e pregò il leone di dirle dove era andato. «È tornato al Tardis»
La giovane ringraziò con un sorriso e velocemente scattò fuori dal palazzo arrivando sulla spiaggia, ed arrivata sulla terraferma si mise a correre in mezzo alla radura.
Correva correva correva, non sentiva stanchezza minima. Doveva correre da lui.
Arrivò esattamente quando il Dottore stava infilando le chiavi dentro il Tardis.
Con il fiatone a mille gli si buttò contro. 
Il Dottore si alzò lentamente toccandosi la testa. «Per tutti i signori del tempo! El ma cosa..?»
«Non ti libererai così facilmente di me» disse lei ancora con il fiatone.
Il Dottore prese la chiave che era caduta a terra, e poi le fece gesto di andarsene. «Non puoi venire con me stavolta» appoggiò la testa alla porta del Tardis. «Non so a quale nemici io stia andando incontro stavolta, so solo che sono molto pericolosi e che vogliono farti del male, ti prego, va via»
Eleanor gli si avvicinò prendendolo per un braccio. «Quando quella sera ti chiesi di portami con te tu mi dicesti che io ero speciale, lo sono ancora Dottore?» disse lei con voce strozzata.
«El..»
«LO SONO ANCORA DOTTORE?» urlò lei.
Il Dottore si girò verso di lei. «Sì lo sei ancora, e lo sarai sempre»
La giovane compagna e il Dottore si strinsero in un abbraccio che non sembrò finire mai.
«Qualsiasi cosa succeda lo affronteremo insieme okay?» disse Eleanor accarezzando il volto del Dottore.
Lui fece cenno di si con la testa e lentamente si girò aprendo la porta del Tardis. 
Fece entrare prima Eleanor e poi lui la seguì a ruota chiudendo per bene la porta.
Balzarono entrambi sulla pedana pronti a partirte. «Sei a rischio a stare qui con me...» disse lui.
Lei appoggiò la mano su quella del Dottore. 
Lui sorrise e si mise ai comandi mentre la sua compagna si allontanò adangiandosi sulla poltroncina.
Il Tardis emise uno strano rumore.

«Arggg!» sbuffò il Dottore. «Non puoi farmi questo! Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme!»
Continuava a gesticolare con la mani, premendo bottoni e bottoncini.
Eleanor assisteva in silenzio seduta sulla poltroncina. Poi gli si avvicinò.
«Dottore hai bisogno di un jammy dodger?»
Lui si calmò, chiuse un gli occhi e le disse «Se me ne avvicini uno, non rifiuterò!» facendole poi la linguaccia.
«Intanto cerco di smuovere il Tardis!» disse imprecando guardando verso l'alto.

Nel prossimo capitolo :
«È un piacere rivederti!» disse Amy abbraciando Eleanor.
«Scommetto che questa non sia una visita di piacere, vero Dottore?»
Il Dottore rise imbarazzato. «In effetti no» così dicendo prese le mani della sua ex compagna. «Ho bisogno che facciate un ultimo viaggio con me»

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Scusate l'attesaaaa :3
Stavo aspettando la 50° recensione, che finally, è arrivata :D
E stamattina ho anche trovato l'ispirazione u.u
Comunque la storia sta per finire, credo manchino due capitoli più un epilogo. Ergo adesso niente più 'nel prossimo capitolo'.
(so stronza, lo so)
Adesso godetevi questo capitolo, e fatemi sapere :)


Capitolo 10.
 

Il rumore smise, erano arrivati. Eleanor uscì dalla porta del Tardis e si diresse davanti alla porta blu di quell'adorabile casa di campagna.
Bussò tre volte mentre il Dottore usciva dal Tardis e si dirigeva verso di lei.
Dalla porta uscì un'assonata Amelia Pond.
«Ehy!» disse la ragazza salutando con la mano la rossa.
Lei si stropicciò gli occhi e poi sorrise. «Chi si vede! Allora il Dottore ce l'ha fatta, come sempre.» 
Uscì da dietro la porta dando un bacio sulla guancia al Dottore. 
Poi si avvicinò alla ragazza. «È un piacere rivederti!» disse Amy abbraciando Eleanor.
«Scommetto che questa non sia una visita di piacere, vero Dottore?»
Il Dottore rise imbarazzato. «In effetti no» così dicendo prese le mani della sua ex compagna. «Ho bisogno che facciate un ultimo viaggio con me»
Lei fece un passo indietro staccando le sue mani dalla presa del Dottore.

«Ho un bambino piccolo, non posso più viaggiare con te.» così dicendo si girò e rientrò in casa lasciando la porta aperta.
Il Dottore entrò e seguì Amy che si dirigeva al piano di sopra, dentro la stanza del piccolo.
Con occhi quasi lucidi lo prese in braccio e cominciò a cullarlo.
Lui si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. «Amy, ho bisogno che tu, Rory, e il piccolo...»
«...David»
Sorrise. «Ho bisogno che veniate con me»
Lei lo guardò dritto negli occhi. «Ho già perso una figlia per colpa tua.»
Lui staccò lo sguardo da quello di Amy, gli occhi gli si fecere lucidi. Sì, proprio al Dottore.
«Sai che non le ho chiesto io di farlo quella volta.» disse con voce strozzata.
Quando quel fatidico giorno River aveva usato tutte le sue rigenerazioni per salvare il Dottore si era segnata a vita.
Il Dottore ricordava ancora quel giorno in cui venne a sapere che River era stata avvelenata con lo stesso veleno da cui lei lo aveva salvato.
Nessuno sapeva chi l'aveva fatto, e nessuno, nemmeno il Dottore, riuscì a scoprire nient' altro.
Amy gli si avvicinò, facendo un bel respiro profondo. «Scusa, lo so che non è stata colpa tua.» Gli accarezzò il volto.
Lui la guardò sorridendo. «Amy, tu, Rory, il piccolo David, ed Eleanor siete le persone più importanti che ho adesso. Non potrei mai permettere che vi facciano del male.»
Fece una pausa e poi continuò. «Ci sono delle creature, credo che formino un'organizzazione. Beh, queste hanno cercato di rapire El. Voglio distruggermi, e credo che vogliano far del male alle persone a me più care.» Si diresse verso la porta, e fermo sullo stipite continuò. «Dovete venire con me. Dentro il Tardis sarete al sicuro.» Guardò il piccolo David. «Tutti.»
Amy gli si avvicinò continuando a cullare il bambino tra le braccia. «Okay Dottore, sono con te.»
«AHHHHHHHHHHHH»
Un urlo provenì dal piano di sotto. «EL!» Urlarono in simbiosi Amy e il Dottore catalpultandosi per le scale.
Ma quando arrivarono Eleanor non c'era più, e Rory era disteso privo di sensi sul pavimento.
«No.» sussurrò il Dottore incredulo. «Quanto sono STUPIDO!» disse sbattendo un pugno sulla parete.
Amy era in ginocchio vicino a Rory, mentre David aveva cominciato a piangere.
«Dottore che ha Rory? shh amore, la mamma è qui...la mamma è qui...»
«È solo svenuto.» gli si avvicinò cominciando a schiaffeggiarlo. «Rory, dai, dai. RORY POND!»
Lui aprì gli occhi di colpo. «Williams Dottore, è Williams.» disse con fatica.
«Cos'è successo? Dov'è El?»
«Io sono entrato e ho visto alcuni uomini...neri...che la portavano via...sono entrati in una specie di vortice, e uno di loro mi ha dato una botta in testa. Mi dispiace, non sono riuscito a salvarla.»
«Non fa niente Rory, non è colpa tua.» si alzò di scatto da terra e si diresse fuori dalla casa.
«DOTTORE!» urlò Rory alzandosi in piedi.
«Dobbiamo andare con lui.» disse Amy dirigendosi verso l'uscita. «DOTTORE!»
Lui si girò, la porta del Tardis era aperta. «Presto, non abbiamo molto tempo.»
Amy entrò nel Tardis, e Rory a ruota.
Ecco il rumore, ecco il Tardis che scompare.
«Dove andiamo?» chiese Rory mentre osservava il Dottore alla console.
«Amy secondo corridoio, terza stanza a destra. David dovrebbe trovarsi bene li.» e lei fece cenno di sì con il capo e salì le scale.
«Dottore..?» 
«Se hanno usato un vortice spazio-temporale per spostarsi posso rintracciare dove le particelle subsferiche sono andate.»
«Ah...e quindi?»
«Andiamo a salvare El!»


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


Insomma sono tornata. No, non sono morta. Ho avuto finalmente il tempo di scrivere.
All'inizio pensavo di fare più lungo. Ma dopo l'ultima battuta partirà un discorso molto più lungo e il capitolo sarebbe diventato pesante.
Comunque non so se avete visto la 7x05, i Pond comunque ci hanno lasciato. Io li lascerò così però.
Li lascerò in quella dolce casetta con la porta blu, li lascerò felici e contenti con il loro bambino, ed anche se il Dottore vi avverto che anche quì si distaccherà da loro, si saprà che loro sono a un Tardis di distanza.
Comunque bando alle ciance! :3 GO!
E fatemi sapere di cosa ne pensate di questo capitolo ;) più recensioni, prima aggiorno :P



Capitolo 11.

 

«Voi restate quì!» disse il Dottore indicandoli con il dito.
«Non puo dirci così! Non ti lasceremo andare da solo!» gli rispose Amy con gli occhi lucidi.
«Questa è la mia battaglia, vogliono me, e solo me. Quì sarete al sicuro. Fidati di me.» disse guardandola negli occhi.
Si abbracciarono. «Stai attento, uomo stropicciato.»
Lui sorrise e si sistemò il cravattino. Dirigendosi verso l'uscita tirò fuori il cacciavite sonico ed aprì la porta. «Se entro tre ore non sono di ritorno, andate via. Sai come fare Amy.» così dicendo chiuse le porte del Tardis e le siggillò con il cacciavite. Fece un bel respiro profondo e si girò, osservando il luogo in cui avevano portato la sua compagna.
Un cielo nero. Lui si trovava in una foresta di alberi morti e alzando gli occhi si vedeva più giù una rocca, dove sorgeva un forte di argento.
«Suggestivo.» disse ironicamente il Dottore.
Dopo una lunga camminata arrivò davanti al portone. Stranamente non c'era nessuno a sorvegliare.
Mi stanno aspettando.
Si sistemò di nuovo il cravattino urlando verso il cielo. «SONO QUì!»
Il grande portone si aprì e spedito entrò.
Davanti si trovò una grande sala vuota, con un'unica scala al centro.
«Ben arrivato Dottore, ti stavamo aspettando.» disse una figura comparsa vicino a lui.
Per la prima volta anche il signore del tempo provò i brividi.
«Portami da El. Naturalmente, seguimi.» disse l'ombra diregendosi verso la scala.
Arrivati al piano superiore attraversarono una stanza per poi trovarsi davanti ad una porta.
«Quì dietro c'è la tua compagna, prego.» disse l'ombra facendogli un piccolo inchino.
Lui si avvicinò ed aprì la porta.
Una stanza completamente nera, di tipo rettangolare, la cui fine c'era un tavolo e sopra una persona.
Corse, veloce come il vento, arrivò alla fine della stanza. C'era lei, proprio lei. Con i suoi lunghi capelli biondi.
«El, che cosa ti hanno fatto...» disse mentre accarezzava il volto della ragazza.
«È viva Dottore, almeno per adesso.» disse una voce alla fine della stanza.
«Cosa volete da lei?» disse guardandosi intorno.
«Quello che vogliamo da te Dottore, uccidervi.» disse la voce sogghignando.
«Lei cosa centra?» disse il Dottore prendendo la mano della ragazza senza sensi sul tavolo.
«Mmm, è ora che ti racconti una storia Dottore.» disse la voce avvicinandosi.
Una figura nera comparve davanti la sua vista. «Il mio popolo odia il tuo. Voi ci avete rilegato quì, a vivere come delle OMBRE!» concluse ulrando la figura.
«Chi sei?» disse il Dottore con voce solenne.
«Sono il re degli Huctaz. Ricordi adesso?»
Il Dottore abbassò il volto. «Sì, purtroppo sì. So quello che la mia gente vi ha fatto. Scommetto che adesso vuoi la tua vendetta, ma io neanche c'ero in quella battaglia! E lei poi..lei è solo un'essere umano, la creatura più dolce che possa esistere.» disse lui guardando il volto di El.
La voce rise «Oh Dottore, quello che i signori del tempo hanno fatto al mio popolo deve essere scontato fino alla fine! Dopo che la maggior parte dei signori del tempo sono...» la voce si fermò guardando il volto pentito del Dottore. «..dovrei ringraziarti per questo. Ma purtroppo sei uno di loro. Beh eliminare i pochi restanti è stato un giochetto. Il Maestro? L'abbiamo semplicemente fatto impazzire, e il resto lo sai.» disse sogghignando. «Ah, e la dottoressa Song. Beh lei è stata difficile da acchiappare, ma dopo averle fatto bere quel veleno il gioco si è concluso.»
Al Dottore scese una lacrima. «Voi, siete stati voi...» disse mentre sentiva la rabbia salire dentro.
«Oh sì. Beh adesso mancate solo voi due.»
Il Dottore strabuzzò gli occhi. «Cosa?»
«Ops, non lo sapevi? La tua amica lì è un signore del tempo. Non sei poi così solo Dottore.»
«Non può essere.» si disse.
«E invece sì. I suoi genitori prima che morissero la spedirono sulla terra. E pensa un po'. Alla fine l'hai trovata.» la figura scoppiò in una grassa risata.
Poi si avvicinò al Dottore fino a stargli fianco a fianco. «Sorpresa.»

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


Attenzione sta per arrivare la grande battaglia finale!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo :3
Lo so che non è proprio il classico Dottore, ma ci sono alcune sue parti che nel telefilm fanno vedere raramente, e alla fine secondo me lui è dolcioso. Stop, adesso leggete.


Capitolo 12.



«Avrete molto cose da dirvi quindi vi lascio parlare.» disse l'ombra incamminandosi verso l'uscita, poi si girò di nuovo verso il Dottore. «Uh, spero che riusciate a dirvi tutto prima di morire. Sai, tra qualche minuto un gas velenoso studiato dai miei alchimisti inonderà tutta la stanza. Un gas così potente da uccidere persino un signore del tempo.»
Il Dottore assalito dalla rabbia provò a corrergli dietro ma quello scomparve, lasciando nella stanza solo lui e lei.
Fece dietro-front e si diresse verso la sua compagna che aveva ripreso da poco i sensi. 
Si toccò la fronte. Sentiva ancora confunsione in testa. «Dottore...le ombre...mi hanno presa e poi...»
«Shhh» disse accarezzandole il volto. «Tranquilla sono quì.»
Lei sorrise. «Avevo paura di non rivederti più.» disse con un poco di imbarazzo.
Lui ricambiò il sorriso e la strinse tra le sue braccia. «Anch'io»
In quel momento un miscuglio di emozioni si concentravano nel suo corpo.
Così felice di aver ritrovato la sua preziosa ragazza, e così disperato di non sapere come uscire da quella situazione.
Si strinsero ancora di più, poi mollata la presa Eleanor si guardò intorno, odorando uno strano aroma nella stanza. «Dottore cos'è?»
Lui si precipitò a metterle una mano davanti il volto, comprendole naso e bocca.
Apoggiò la sua fronte a quella della ragazza. Chiuse gli occhi e lentamente lacrime gli solcarono il viso.
«Non respirarlo.» disse continuando a tenere stretta la presa sul volto di lei. «Un gas velenoso si sta propagando per tutta la stanza, in poco tempo ci ucciderà.» disse freddamente.
Solo in quel momento si accorse di quanto davvero tenesse a quella ragazza.
La terribile paura di perderla.
Di non potersi salvare, di non poterla salvare.
Continuava a guardarla, pensando a tutto quel tempo che aveva trascorso con lei e che adesso stava per finire.
Quella ragazza gli aveva rubato i cuori. Ormai poteva ammetterlo.
Ma le aveva amate tutte, una per una, in modo differente.
Rose, la donna che aveva amato nel modo giusto.
Martha, la donna che aveva amato troppo tardi.
Donna, la donna che aveva amato come aveva potuto.
Amelia, la donna che aveva amato troppo.
Tutte erano entrate nel suo cuore. Eppure alla fine le aveva lasciate tutte andare. 
Ma lei no, lei era diversa per lui. L'aveva capito fin dal primo giorno che l'aveva vista, e la conferma era arrivata in quel momento.
L'emozione era esplosa tutta insieme, e non ebbe paura ad esternare i proprio sentimenti.
Continuò a piangere. «Non so cosa fare, mi dispiace.»
Eleanor tolse la mano del Dottore dal suo volto e sorrise.
Lui aprì gli occhi e rimase sorpreso della reazione della ragazza, eppure lei aveva un bel sorriso stampato sul volto.
Gli cominciò ad accarezzare il viso, asciugandogli le lacrime. «Non mi importa Dottore.» disse in tono sereno. «Non mi importa di morire. Ricordi la prima volta che sei arrivato davanti la mia casa? Beh ti ho rubato, mio splendido ladro, e tu mi hai portato a vedere le stelle. Ho solo te, il mio Dottore, il mio splendido ladro, e tu non hai che me, io che non ti abbandonerò mai, io che morirò con te.  L'uomo che rubò una vecchia cabina blu e scappò via, continuando a correre e correre senza fermarsi, senza guardarsi indietro, solo per sentirsi libero. Ma che cosè la libertà? E che significato ha? Forse è rubare un Signore del Tempo e scappare tra le stelle, forse significa solo rubare una cabina blu. Adesso siamo quì, io e te, il resto non conta.»
Smise di piangere, riuscì anche lui a sorridere.
Solo io e lei, il resto non conta.
Le si avvicinò, la prese tra le sue braccia, e i loro sguardi furono sempre più vicini. Le loro labbra si sfiorarono, e in un impeto di passione si unirono, creando la più perfetta armonia.
Sentiva la felicità in sè. La vera felicità, un sentimento che credeva di non poter provare.
E invece ecco che un giorno precita davanti ad una piccola casa e gli si prensenta davanti una ragazza dai lunghi capelli biondi che ha sempre sognato di viaggiare con lui.
Ed ecco che lui non può fare a meno di quella ragazza.
Il gas aumenta, e i due si sentono sempre più deboli, ma non si staccano, approfittano del poco tempo rimasto.
Piano piano si siedono a terra, stringendosi sempre di più.
Il gas è entrato nel loro corpo, li sta lacerando. 
Ma l'amore è l'energia più forte di tutte, e sarà l'ultima a spegnersi.
Lentamente le labbra si staccano e i due si sdraiano a terra prendendosi per mano.
Chiudono gli occhi, e aspettano il momento in cui potranno stare di nuovo insieme.
Un forte rombo si sente da fuori, e in un attimo una delle pareti della stanza viene distrutta.
È il Tardis, sono i Pond.
Rory esce di corsa dalla cabina cercando di arieggiare con la mano l'aria di fronte a lui, e caricandosi i corpi pallidi dei due amanti.
Mentre chiude la porta vede le ombre nere entrare nella stanza, ma il Tardis riesce a smateliarizzarsi prima che loro possano alzare un dito.
«Sono vivi?» chiede Amy in un tono come non volendo sapere la risposta.
«Fortunatamente li abbiamo salvati in tempo. Se fossero stati esposti ancora li avremmo persi.» disse Rory in tono molto formale.
Amy fece un sospiro di sollievo. «Vado a prendere la cassetta di pronto soccorso! Sempre che il Dottore ne abbia una!» disse Rory mentre si incamminava verso uno dei corridoi del Tardis.
Amy sorrise e si avvicinò ai due distesi a terra.
Il suo sguardo malinconico si trasformò in stupore.
Notò che le mani dei due erano vicine, quasi a stringersi.
Quando Rory tornò vide la faccia crucciata di Amy. «Tutto bene?»
«Hai messo tu le loro mani così?»
Lui scosse la testa. «No, non le avevo nemmeno notate» disse mentre somministrava tramite siringa un qualcosa alla coppia.
Amy fece una smorfia, e si sedette sulle scale. «Tra quanto si riprenderanno?»
Rory guardò l'orologio. «Tra 4, 3, 2, 1...»
In un secondo i due si alzarono di scatto e cominciarono a correre per tutto il Tardis.
Per poi ritornare con il fiatone davanti Rory. 
«Che diamine ci hai dato?» chiese il Dottore grattandosi un po' dappertutto.
«Estratto di ghiandole surrenali di capre. Era nella tua cassetta di pronto soccorso. Sapevo che hanno effetti miracolosi, ho voluto provare.» disse ridendo.
Il Dottore tolse la siringa dalla mano di Rory. «Era un regalo del mio amico Sherlock Holmes!»
Il centurione alzò le mani, come per chiedere scusa e si sedette vicino ad Amy.
Il Dottore si avviò verso lo stanzino da cui Rory aveva preso il tutto, mentre Eleanor si avvicinò ai Pond.
«Non so, come ringraziarvi, ci avete salvato la vita.»
Loro sorrisero. «Il Dottore ci aveva detto di andarcene se non fosse tornato al più presto, ma noi non l'abbiamo ascoltato» disse Amy.
Il Dottore si fece avanti, con una faccia sorridente. «Grazie» così dicendo corse verso di loro e gli si buttò addosso.
Eleanor rimase in disparte. Le cose tra lei e il Dottore erano drasticamente cambiate e non sapeva come comportarsi.
Dopo che il signore del tempo aveva staccato la presa dai Pond si girò verso Eleanor.
Le sorrise e i due si abbracciarono.
«Io e te, il resto non conta. Ho pensato solo questo, e sono riuscito a sorridere anche davanti alla morte.» disse poi guardandola negli occhi.
«Quindi non era una pazzia momentanea?» disse lei ridendo.
Lui ricambiò il sorriso e le prese il viso tra le mani, come aveva fatto in quella stanza.
La baciò di nuovo.
«Hai rubato entrambi i miei due cuori El, cosa da pochi. Anzi pensadoci nessuno c'era riuscito fino ad ora.» disse ridendo.
Lei sorrise staccandosi da lui. «Ma alla fine cosa volevano da me?»
Il Dottore si sedette al posto dei Pond, che vista la situazione si erano ritirati nello loro stanze.
«Siediti vicino a me, ho un po' di cose da raccontarti.»

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


Scusate il tardo aggiornamento, ma aspettavo che tutti leggeste il capitolo, anche se non so se questo sia successo :/
Mi aspettavo qualche recensione in più ç_ç ho solo paura che non vi sia piaciuto.
Comunque si continua, e spero che questo vi piaccia :)


Capitolo 13.



Tornarono proprio in quel giardino. In quel giardino dove una magica notte una ragazza aveva incontrato il suo eroe.
Dopo il momento cruciale in cui i due aveva rivelato i propri sentimenti Eleanor non faceva altro che guardare il Dottore in modo diverso. Prima era l'uomo che aveva sognato per anni, adesso era l'uomo da cui per nulla al mondo si sarebbe separata.
Il Dottore era il solito Dottore, cercava di mantenere l'atteggiamento di sempre, ma gli scappavano sorrisi al vedere la sua compagna.
Tante lo avevano amato, e tante lui aveva amato, ma mai fino in fondo. Ma quella ragazza, fin dalla prima notte lo aveva catturato.
Ed ora eccoli lì dove tutto era inziato.
Eleanor uscì dal Tardis e si diresse verso la porta di casa. Fece un bel respiro profondo e suonò il campanello.
La vecchia zia le aprì. «Buongiorno, si può sapere dove siamo state ieri eh? Mi hai fatto prendere un colpo!» poi guardando il Dottore dietro di lei. «E quello chi è? Non mi dire che è successo qualcosa con quel damerino!»
Il Dottore aggrottò la fronte guardandosi. Io non sono un damerino!
Eleanor rise sotto i baffi per poi tornare seria. «Ho bisogno di parlarti.»
La zia fece segno di entrare e si diressero in salotto.
«Allora?» disse quella con stizza.
«Sappiamo che non siete la sua vera zia.» esordì il Dottore. «Come è arrivata nella vostra casa?»
«Ma come si permette! Entrare in casa mia, con mia nipote, e accusandomi di non essere sua zia!»
Eleanor le si avvicinò accovacciandosi davanti a lei e posandole una mano sulle sue. «Per favore, voglio sapere la verità.»
Così dicendo si alzò e si rimise vicino al Dottore.
La vecchia si sistemò lo scialle sulle spalle. «Ho sempre voluto una figlia, non l'ho mai avuta.» disse mentre gli occhi le diventavano lucidi. «Tu arrivasti come un dono dal cielo.»
Si alzò e si avvicinò al camino. «Quel giorno pioveva molto, e grossi lampi esplodevano nel cielo. Mentre ero proprio qui, in salotto, vidi dalla finestra un lampo che per poco non prese la casa. Andai comunque fuori a controllare se avesse fatto qualche danno. Quando aprii la porta sentii un pianto di un neonato. Camminai avanti e trovai te. A terra, infreddolita, in fasce, con uno strano aggeggio tra quelle.» fece un sospiro e andò alla stanza accanto. Dopo qualche minuto tornò con un pacchetto in mano. «L'ho conservato per tutti questi anni.» si avvicinò ad Eleanor e glielo porse.
Lei con mani tremanti aprì il pacchetto, e dentro trovò un cacciavite.
«È il tuo cacciavite sonico.» disse il Dottore con tono di stupore. «È il primo regalo che si fa ad un neonato. Se ne costruisce uno appena nasce un nuovo signore del tempo.»
Eleanor ancora incrudela lo prese tra le mani. Questo vibrò e si aprì, lasciando che una luce bianca uscisse dall'interno.
L'anziana donna che l'aveva cresciuta si ritrasse impaurita. Il Dottore vedendo la sua reazione si alzò e le si avvicinò. «Signora non deve crucciarsi. Ha cresciuto una splendida, forte e coraggiosa ragazza. Quella sera lei ha fatto sì che l'ultimo signore del tempo avesse un futuro.»
«Singore del tempo? Non capisco. Cosa siete voi?» disse lei con volto turbato.
«Io, come la sua figlioccia, siamo di un pianeta molto molto lontano. Andato distrutto anni fa. A quanto pare i genitori di Eleanor riuscirono a metterla in salvo prima che anche lei finisse nella...catastrofe.»

Eleanor interruppe il Dottore e si avvicinò a lei.
«Zia, non ti ringrazzierò mai abbastanza. Mi hai cresciuta e, per quanto tu possa sembrare bisbetica, mi hai amata. Purtroppo le mie origini sono complicate, ma comunque sia non devi aver paura. Sono la neonata che raccogliesti da terra diciotto anni fa.» Le diede un bacio sulla guancia. «Devo andare, ma prometto di tornare presto.»
La donna rimase prima immobile, ma poi la strinse in un caloroso abbraccio.
Il Dottore sorrise e sistemandosi il cravattino uscì fuori.

Dopo altri saluti Eleanor tornò nel Tardis.
«Sta succedendo tutto così in fretta.» disse passando la mano su i tasti della console. Tirò fuori il suo cacciavite sonico, guardandolo. «Non credo di essere pronta.»
«Ed è qui che ti sbagli! Tu sei assolutamente pronta!» disse il Dottore avvicinandosi a lei. Le accarezzò il volto. «El, hai mostrato coraggio, carattere, fiducia. Hai dimostrato di sapertela cavare in ogni situazione. Tu sei pronta.» disse sorridendole.
Lei continuò a guardare il suo cacciavite. «Beh cosa c'è meglio di un signore del tempo?» Lei gli strizzò l'occhio. «Due favolosi signori del tempo.»
«Così ti voglio ragazza!» disse alzando i pollici. Poi fece un salto e si mise alla console.
«Allora cosa facciamo?»
«Ci hanno quasi uccisi, lo devo ammettere, MA..» disse continuando a muoversi lungo tutta la console. «stavolta non sarà così.»
«Dobbiamo trovare un punto debole.»
«Esatto! E la domanda è..»
«Qual è?»
«Oh no, meglio...dov'è!» disse ridendo. Si mise di fronte allo schermo dove con vari tasti fece una riproduzione di un Huctaz, proiettandola davanti a loro.
«Eccoli quà» cominciò a girare intorno a quell'ologramma. Ad un certo punto Eleanor alzò un sopracciglio. «Dottore ma di cosa sono fatti?»
«Principalmente Gas, e poi qualche altra sostanza chimica.» disse agitando le mani.
Rimasero a fissare la figura, quando Eleanor fece un salto dandosi una botta sulla testa.
«MA È OVVIO!» urlò correndo verso il corridoio.
«El! El! Dove vai?» disse il Dottore guardandola con faccia stranita. Bah, donne.
Mentre era lì a rimuginare davanti alla quella figura arrivò Eleanor con un libro.
«Ho trovato!» disse tutta pimpante e fiera di sé. Gli indicò un paragrafo del libro.
«È chimica! Semplicemente chimica!»
«EL MA SEI UN GENIO!» disse il Dottore. Così dicendo le prese la testa tra le mani e l'avvicinò a lui baciandola.
Lei si staccò dandogli un colpo di dita sul naso.
«Ahi!» disse lui stronfinandosi il punto in cui l'aveva colpito.
«Abbiamo del lavoro da fare!» disse lei in tono di rimprovero.
Lui fece la linguaccia e riprese a leggere il libro. «Non c'avevo proprio pensato. Eppure era così semplice. Loro sono gas solidificato, impossibili da distruggere, ma se noi li facciamo diventare allo stato liquido...»
«...basterà anche solo il cacciavite sonico per smaterializzare il tutto.» disse lei amiccando.
Il Dottore si avvicinò per abbracciarla sorridente, poi si bloccò e fece si diede un piccolo colpo sul naso. «Giusto, il lavoro!» così dicendo si diresse verso un laboratorio. Già anche quello c'era nel Tardis.
Eleanor scoppiò a ridere per poi seguirlo.
Sembrava che finalmente tutto stesse per concludersi nel migliore dei modi.





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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***


Mi state odiando? oso immaginare che un poco di rabbia repressa ci sia ahahah, vi ho fatto aspettare troppo.
A voi l'ultimo capitolo, se vorrete ci sarà un epilogo, e poi sarà ora di mettere questa storia nelle ricordate. :)



Capitolo 14.
 

«Staremo bene.» disse Amelia facendo un gran sorriso.
Li strinse in un abbraccio, così forte come a farlo durare in enterno.
«Ci prenderemo cura l'uno dell'altra.» aggiunse Rory al vortice di emozioni che si stava creando.
Il Dottore non riuscì a pronunciare parola, sorrideva, ma con un sorriso che sapeva di amaro. Scese gli scalini e si voltò mentre Eleanor salutava calorosamente i due.
Guardò la scenetta e vide la sua compagna tornare da lui e dargli un bacio sulla guancia. «È ora.»
Ne era consapevole, ma non riusciva a staccare gli occhi da quella coppia che era stata accanto a lui dopo molti viaggi. Lo guardavano anche loro sorridenti e ad Amelia scappò più di una lacrima.
Sapeva che molto probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visti. Una notte aveva sognato la loro morte. Quell'incubo aveva cambiato tutto. Doveva tagliare questo cordone ombelicale, o avrebbe sofferto molto più di adesso, andando sempre più in là.
Fece un saluto militare e sorrise un ultima volta per poi voltarsi e entrare nel Tardis.
Eleanor era in postazione. Ormai sembrava averci preso mano, e Lei la faceva guidare.
«Le sono simpatica.» disse mentretoccava qua e là.
Il Dottore le si avvicinò e guardò in alto. «Sei un signore del tempo, sente di potersi fidare.» e si sedette sulla piattaforma, con le gambe penzolanti verso il pavimento.
Eleanor diede gli ultimi ritocchi per le coordinate e tirò giù la leva. Fece un respiro profondo, non si stavano certo diregendo verso una fantastico mondo da esplorare, piuttosto verso una probabile morte.
«Ho paura, devo ammetterlo.» disse sedendosi vicino a lui.
Il Dottore si girò e la strinse in un abbraccio. «Siamo in grado di distruggerli El. Sii forte.»
Il rumore del Tardis smise, erano arrivati.
«Andiamo.» disse con fermezza il Dottore.
Si incamminarono verso la fortezza. Avvicinandosi sempre di più notarono che un muro di questo era distrutto, segno evidente che non era passato molto da quando i Pond li avevano salvati.
Aggirarono la fortezza e usarono proprio il muro distrutto per entrare. La stanza era vuota. Eleanor cominciò a girarla toccando il muro, arrivando poi sul piedistallo su cui sembrava avesse dovuto aver luogo la sua fine.
Il Dottore la prese per una mano. Non servivano parole, quel gesto le dava la forza che serviva per superare tutto.
Attesero nella sala, sapevano entrambi che molto presto avrebbero capito che la fortezza era stata violata. Così fu. Non passarono che una ventina di minuti ed entrò con un ghigno sulla faccia scura il re.
«Che coraggio Dottore, sapevo che eri un essere testardo ma non fino a questo punto.»
«Mi è dispiaciuto l'altra volta essermene andato senza averti salutato.» disse facendo un piccolo inchino.
«Il tuo umorismo non ti salverà Dottore. Cosa dovrebbe impedirmi di catturarti e chiuderti in una sala a morire, di nuovo?»
«Questo!» disse indicando il cacciavite sonico.
Il re scoppiò in una delle sue grasse risate. «Tutto qui? Ne ho distrutti a migliaia di quei gioccatolini. GUARDIE!»
in un secondo la stanza era piena di ombre, pronte a saltare addosso ai due.
«Pronta?» sussurrò alla sua compagna.
«Non vedo l'ora.» disse lei sorridendo.
«PRENDETELI!» urlò il re, covinto già della vittoria. Ma il povero
Huctaz stava mandando a morte i suoi soldati.
Incosapevole che quel semplice cacciavite sonico era diventato un idrante. I due si misero schiena a schiena e attivando il cacciavite cominciarono a girare ricoprendo tutte le ombre di acqua, che andava mano a mano a scomparire. In poco tempo il grande "esercito" del re era distrutto.
In una marcia tronfale i due avanzarono verso il re con i cacciaviti puntati.
«Dicevi?» disse Eleanor con un ghigno.
Non c'era più da dire, ne da pregare, il re ammise la sua sconfitta. Si inginocchiò pronto ad essere distrutto.
«Così in fretta ammetti al tua resa?» disse il Dottore mettendo il cacciavite nella tasca.
«Mi avete stupito. Con un semplice trucco avete distrutto i miei compagni, sono rimasto solo. La solitudine in questo mondo sarebbe più atroce della morte, uccidimi.»
«È contro la mia stessa "anima", se ne ho una, uccidere. Sono stato costretto dopo tanti anni perchè ho visto che una delle persone a me più care nell'universo stava per morire. Ho sempre spaventato, sconfitto, trattato con i miei nemici, ma mai ucciso. Almeno fino ad oggi. Volevi una vendetta che seguiva una via così cieca che sei finito da solo, come sono stato io per molto tempo. Hai distrutto gli unici esseri come me che rimanevano, e adesso io ho distrutto i tuoi. Non credo di doverti niente.» dicendo così si allontanò. El stupita gli corse dietro fermandolo. «Per quando crudele è stato nessuno merita una cosa del genere.»
«Ha ucciso coloro che potevano capirmi veramente, ha tentato di uccidere te. Io sono stato solo per molto tempo, e sono andato avanti. Impari a convivere con i suoi sbagli come io ho fatto con i miei.» provò ad uscire fuori ma Eleanor lo fermò di nuovo.
«No Dottore. Tu non sei stato mai solo, hai sempre trovato persone più pazze di te pronte a seguirti in qualsiasi tempo e spazio. Hai vissuto avventure che nessun altro essere al mondo può dire di aver provato. Sei un signore del tempo, sei l'essere più intelligente, ironico, buono che io conosca. Facendo così non ti riconosco, non sei tu.» gli accarezzò il volto.
Abbassò la testa e tornò su i suoi passi.
L'ombra sembrò sorridere e nell'istante in cui il Dottore la bagnò gli sembrò di sentire grazie.
Tutto era finito. La più grande minaccia per i signori del tempo era scomparsa, e loro con essa. Solo due erano rimasti, e ne avrebbero portata alta la bandiera.
Prima di entrare nel Tardis Eleanor si fermò davanti. «E adesso?»
«Mmmh?»
«Cosa succederà?»
Il Dottore le si avvicinò prendendole il faccino tra le mani e guardandola negli occhi verdi smeraldo che aveva.
«Adesso noi. Né tempo né spazio ci può separare. Vivremo in eterno. Viaggeremo per tutto l'universo e salveremo vite in continuazione. Correremo senza mai fermarci.»
«Mi offri il paradiso?»
«Ti offro l'universo.»


Seduta sulla soglia della porta Eleanor faceva penzolare i piedi tra le stelle. Il suo compagno le si sedette accanto.
Sì, non era più il Dottore, era il suo compagno di avventure, e il suo compagno dell'eterna vita.
«Posso farti una domanda?»
«Certo» disse lui facendo spallucce.
«Doctor Who?»
Lui rise e la fece alzare in piedi. La fece appoggiare alla porta del Tardis e stringedola a sé la baciò con passione.
Uno sguardo di occhi e corsero all'interno del Tardis. I corridoi erano tanti e le stanze di più, ma c'era una nuova stanza nel Tardis. Una stanza che Lei aveva creato solo per i suoi singori del tempo.
Sembrava un appartamento per la grandezza, e un arcobaleno per la gamma di colori che conteneva. C'erano stelle nane a irradiare il percorso che i due stavano facendo, e raggi di sole catturati dentro speciali teche che formavano strani giochi di luce sul soffitto. Eleanor era senza parole, ma mentre lei rallentava il passo il Dottore accelerava e la trascinava verso delle scalette. Queste erano fatte come zucchero filato, avrebbero giurato fossero nuvole. Arrivati in cima un alone di vapore richiudeva tutta la stanza, erano proprio nuvole. Al centro c'era un letto a baldacchino alle cui tende erano attaccati dei fiori color oro, che emanavano un profumo dieci volte più soave di quello di una rosa. Davanti al letto si fermò e le sorrise.
«Ti avevo promesso l'universo.»
Non erano essere umani, ma le passioni che provarono e la felicità nei corpi che si univano era vera. Il Dottore, come Eleanor aveva detto, aveva vissuto tante avventure che nessuno avrebbe mai potuto raccontare, ma per lui l'avventura più bella era passare l'aeternam con lei.
Passarono ore a conoscersi davvero, e ad unire corpi e anima in un sinolo.

Accarezzava i suoi capelli e ogni tanto gli schioccava un bacio.
«Però non hai risposto alla mia domanda!» disse lei stuzzicandolo.
Lui rise di nuovo ma stavolta non passò alla passione e le sia avvicinò all'orecchio.
Adesso non era il solo a conoscere il suo vero nome, il suo vero io.
«Quasi meglio di "Dottore".»
Si strinsero e rimasero per un poco a guardarsi negli occhi. «Ora sai tutto di me, ma questa cosa la devi sapere solamente tu, perchè per tutti rimarrà sempre Doctor Who?»


 

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Capitolo 15
*** Epilogo. ***


Mi sono decisa a lasciarvi un ultima cosa. Forse il finale più felice che tutta la storia di Doctor Who abbia mai visto.



Epilogo.
 

«Dottore la puoi smettere!» disse Amy con gli occhi che strabuzzavano dalle orbite.
Il viaggiatore del tempo non riusciva a darsi pace, girava ormai su e giù nel corridoio da una mezzora. Il nervosismo era alle stelle. «E se andasse qualcosa storto?»
Amy gli si avvicinò mettendo una mano sulla sua spalla. «Dottore hai detto tu stesso che questo è il miglior ospedale di tutta la galassia!» 
Sembrò tranquillizzarsi, e di colpo abbracciò la sua ex compagna di avventure. Amelia sentì il corpo del Dottore in perenne vibramento. Tremava come una foglia.
«Ehi, c'è anche Rory per sicurezza, andrà tutto bene.»
Si staccò asciungandosi la fronte e parlando a ritmo veloce. «Sì, sì tutto bene. Andrà tutto bene. Perchè non dovrebbe? C'è solo un signore del tempo, ops signora, che sta partorendo un altro signore del tempo e io non ho mai visto una cosa del genere!»
Amelia lo strinse in un abbraccio di nuovo. «Sei strano quando sveli la tua parte umana.» disse in una risata.
Riuscì a sorridere anche lui, nonostante l'attesa lo stesse snervando.
«Mi ricordo quella volta che eravamo insieme a Van Gogh e tu odiavi aspettare. Quella volta in cui scesero sulla terra i famosi cubi, e tu non sapevi come passare il tempo. Ora, guardati! E' passata mezzora del giorno più importante della tua vita e ancora non dai di matto!»
Lui si girò a guardarla alzando un sopracciglio stupito. Lei con nonchalance proseguì la frase. «Beh, non più del solito.»
I due risero, ma il momento di tranquillità fu interrotto da un pianto di un bambino, o meglio di un signore del tempo.
Il Dottore ed Amy corsero subito in sala parto, dove l'infermiera, o la gatto-infermiera, teneva in braccio il neonato.
Eleanor era sul lettino esausta e un poco pallida. L'infermiera si avvicinò al Dottore porgendo il piccolo  la piccola.
Amy abbracciò entusiasta Rory. «El è stata bravissima, partorire una signorina del tempo non è così facile.» La ragazza dai capelli rossi si coprì la bocca con le mani stupita. «E' una bambina? Oddio come sono felice.»
Lentamente si avvicinò al Dottore che si era nel frattempo seduto accanto ad Eleanor. Giocherellò un poco con la piccola e poi un mostrò un grande sorriso ai neo-genitori. «Sarete dei genitori fantastici. Avete già deciso come chiamarla?»
Il Dottore si trovò spiazzato, e allora intervenne Eleanor. «Si chiamerà Sarah Jane.» disse con un sorriso.
Lui scosse la testa in segno di approvazione e guardò negli occhi la piccola, carico di emozioni.

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T
HE END.

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