Nerd.

di GrapeSoda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Novembre 1986 - Il primo miracolo. ***
Capitolo 2: *** Settembre 1990 - Il secondo miracolo. ***



Capitolo 1
*** Novembre 1986 - Il primo miracolo. ***


Novembre 1986
 
 
«Secchiona!» borbotta il bambino seduto dietro di te, mentre dai ancora una volta la risposta corretta. Come ha potuto? Lo dirai alla maestra, no, alla preside, meglio ancora alla Regina!
Non è certo colpa tua se le domande sono così semplici.
Torni a sederti composta – quando sventoli la mano in aria ti fai sempre prendere dalla foga – e nel momento in cui abbassi lo sguardo sul banco, lo noti: un bigliettino. Oh, il tuo primo bigliettino!
Magari è Bruce, con quei suoi occhi azzurri e il sorriso gentile. Forse vuole complimentarsi anche lui e chiederti di passare insieme l’intervallo! Sapevi che prima o poi ti avrebbe notata, insomma, sei la prima della classe, eccelli in tutto, sei assolutamente preparata su qualsiasi argomento Bruce possa tirar fuori. Apri il pezzetto di carta, sorridendo al solo pensiero.
 
Ehi secchiona! Lo sai che stiamo studiando le lontre e non i castori? Alora metti dentro quei dentoni!
 
Sei in-di-gna-tis-si-ma. Si tratta certamente di quello sciocco di Dave, dopotutto solo lui può essere capace di sbagliare una parola facile come “allora”. Già. E che ha da dire suoi tuoi denti?
Non sai se è quello che tuo padre definisce bullismo, ma di certo è fastidioso. Molte volte hai risposto per le rime a Dave e agli altri, perché sai benissimo di essere migliore di come loro ti dipingono, eppure stavolta stringi le labbra offesa, mentre rabbia ed umiliazione si accumulano dentro di te. Vorresti voltarti verso i tuoi amici, ma è proprio questo il punto: tu non hai amici.
Esisti, se non hai amici? I tuoi genitori tengono a te, ma immagini sia parte del contratto. Ti mettono al mondo, ti vogliono bene, ti danno un nome impronunciabile e dei denti enormi. Ti dicono che vai benissimo così e che sono felicissimi di come sei, ma tutti quegli “issimi” non aiutano quando sei sola in un’aula, tra persone che non capiranno mai quanto tu abbia da offrire. Paradossalmente, dovresti smettere di essere così altezzosa e secchiona – lo sai che è vero – per convincerli che in te ci sia di più. Ma tu sei così, non puoi abbassare la guardia.
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È l’intervallo e tu sei, come sempre, sola.
Hai un libro in grembo e sei assorta nella lettura, tra l’altro piuttosto complicata per una bambina di sette anni. Talmente assorta che non fai caso a…
«Ciao secchiona!» esclama Dave, dandoti una spinta e facendoti cadere dalla sedia. Proprio tu, che hai vinto il premio Studentessa Più Composta dell’Anno! Ricordi ancora i volti fieri dei tuoi genitori quando hai ritirato il piccolo trofeo.
«DAVID MORGAN! Come osi…»
«Cosa dovrei posare, secchiona?» ti chiede perplesso.
Che razza di idiota. Non perderesti affatto tempo con nessuno di loro, se potessi. A dirla tutta, un amico lo vorresti davvero, ma di sicuro non Dave: lui ti ha sempre chiamata secchiona con quel tono sprezzante – bella parola, ti stringeresti la mano da sola! – quindi non rientra nelle tue simpatie, però…un amico non sarebbe male. Lo aiuteresti a fare i compiti e lui, be’, lui saprebbe vedere che in te c’è molto più di una secchiona. Potreste prendere il gelato insieme o parlare a lungo, o meglio, tu parleresti e lui ascolterebbe. Ma lo faresti sempre per aiutare, altrimenti finirebbe per ritenerti inutile, mentre tu non sei inutile, vero?
«Osare, David. Ora piantala di darmi fastidio» ordini, autoritaria. Con un cervello come il tuo, dice sempre papà, puoi permettertelo. Ma papà non sa che Dave e i suoi amici continuano a spintonarti, lontano dagli occhi delle maestre, ben esposta, invece, agli sguardi di tutti gli altri. Bruce compreso. Non riesci a credere che quegli occhi azzurri stiano ridendo di te. Lo detesti, li detesti tutti, mentre guardi il libro cadere a terra e senti l’eco di secchiona che ti tormenta.
Tu sei molto di più, non posso farlo, loro non capiscono! Tu potresti essere loro amica!
Lacrime di rabbia e dolore si formano nei tuoi occhi, scendono giù fino a quei grossi denti che sporgono perché tuo padre, il dentista, non vuole farli sistemare.
Hai solo sette anni. Non puoi vincere senza un amico, non puoi fare altro che…
« EHI!»
Gli spintoni sono cessati, tutto d’un tratto. Alzi lo sguardo intimorita per vedere Dave e tutti gli altri che si allontanano con smorfie di dolore e paura sul viso. Osservi i dintorni, cercando la maestra, perché cos’altro potrebbe far smettere il tormento?
«La secchiona brucia!» urla Dave. Ma che sta dicendo? Indica le tue braccia, quelle che appena pochi minuti fa stava prendendo a pugni.
Hai preso fuoco, Hermione. È un miracolo? 

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Capitolo 2
*** Settembre 1990 - Il secondo miracolo. ***


Il giorno in cui incontrasti per la prima volta la Strega era stato perfettamente normale, fino al momento in cui, be', una strega non si era presentata nel tuo salotto, avvolta in un elegante mantello verde smeraldo e brandendo una lunga bacchetta. Una bacchetta magica, aveva detto.
La faccenda era piuttosto controversa.
(Con-tro-ver-sa, davvero eccellente ragazza, continua così!)

I tuoi genitori sono sempre stati persone pacate, semplici in quasi ogni aspetto della propria esistenza, tranne quel minuscolo dettaglio esotico che era il tuo nome. Dopo undici anni, gli unici a trovarlo ancora divertente erano i bulletti di turno - tranne Dave, ovviamente, quello sciocco non aveva ancora smaltito lo spavento di vederti prendere fuoco. Forse era sbagliato esserne soddisfatte, pensavi, forse era per quella perenne aria di autocompiacimento che non eri ancora riuscita a farti degli amici, dopo tutto quel tempo.
O forse - e non puoi contenere l'eccitazione quando ci rifletti - è perché tu sei speciale, accidenti, tu puoi fare cose che loro semplicemente non possono!
È con questi succosi ragionamenti in testa che sei entrata in casa quel giorno, dopo un'altra carrellata di lezioni trascorse da sola. La scuola è iniziata da pochi giorni, ma alcune cose non cambiano mai.
I tuoi genitori, insomma, sono generalmente dolci e comprensivi, ed è per questo che la loro immagine stride ancora di più con quella della donna severa che siede con loro sul divano chiaro del salotto. La mamma ride sempre, dicendo che assomiglia fin troppo al divanetto d'attesa dello studio dentistico.
La donna ti fa pensare per un breve, folle istante, a Mary Poppins.
Basta un poco di zucchero…ma è chiaro che per questa signora, lo zucchero e i convenevoli hanno ben poco significato.
(Be', in effetti anche per la Poppins è così. Dave non potrebbe saperlo, nessuno di quei bambini potrebbe, perché non hanno voluto leggere i libri. Peggio per loro!)
"Buon pomeriggio, signorina. Le dispiace unirsi a noi? Vorrei proporle una, ah, come dire…offerta formativa?"
Guardi mamma e papà.

Quando la signora, la Strega, la Professoressa, conclude il suo racconto, un miliardo di emozioni ti ruotano dentro.
(Tu sei una strega)
Le streghe non esistono.
(Scuola di Magia e Stregoneria)
La magia non esiste.
(Libero accesso alla migliore educazione magica in tutto il Regno Unito)
(Studenti della sua età, vede, col suo stesso potenziale…)
"Nessuno ha il mio potenziale"
Oh, ci andrai, Hermione. Ci andrai, perché hai sempre saputo di essere destinata a qualcosa di speciale, anche ad undici anni, anche se dovrai aspettare il prossimo Settembre. Studierai ogni singolo libro di testo in anticipo, a memoria se devi, forse anche un paio di letture personali, qualunque cosa…e…e poi ti farai degli amici…e sarai la migliore, renderai fieri mamma e papà che hanno già gli occhi pieni di lacrime d'orgoglio…oh, davvero, potresti volare…
"Signorina, per cortesia, limiti la levitazione all'edificio scolastico. Mi auguro di vederla il prossimo anno nella mia classe"
Ci sarai.

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